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Report "Giustizia"  25-28 aprile 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Legge fine vita, troppe lacune ( da "Trentino" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente emerito della Corte costituzionale l'avvocato della famiglia Englaro Vittorio Angiolini, e il dottor Guido Piazza, primario di medicina dell'ospedale di Cavalese nel dibattito promosso dalla Biblioteca di Predazzo, moderato nel teatro comunale da Andrea Iannuzzi vice direttore del giornale Trentino.

Si gioca in anticipo il derby tra Lentiai e Juventina Mugnai ( da "Corriere delle Alpi" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ultima partita: quella di Michele De Min con l'Altivolese e quella di Giuseppe Zatta con la Virtus Csm. La classifica: Cisonese 59, Montegrappa 55, Bessica 54, Caerano 52, Virtus Csm 48, Sp 2005 44, Maser 35, Tegorzo 34, Foen 32, Agordina, Juventina 29, Lentiai 27, Altivolese 26, Castion 25, Sernaglia 23, Fiori Barp 15. (g.s.)

la anti-brunetta? si può fare ( da "Tirreno, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: reggere a un eventuale ricorso alla Corte Costituzionale. Secondo il prof. Emanuele Rossi, docente di diritto costituzionale alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, una modifica di alcune norme della legge Brunetta ad uso dei dipendenti regionali si può fare. La Regione vuole intervenire su permessi sindacali e politici e assenze dei donatori di sangue: per Rossi è una scelta «

ma chi autorizzò la grande spiata? - giovanni valentini ( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale ha giudicato illegittima la distruzione dei dossier illegali utilizzabili dalla difesa, vale a dire il corpo del reato, sarà più agevole risalire eventualmente a chi dette l´input iniziale. Sotto la guida del nuovo amministratore delegato, Franco Bernabè, il Cda di Telecom ha avviato un riconoscimento graduale degli errori compiuti dalla precedente gestione,

RENZO M ( da "Adige, L'" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: docente di Diritto costituzionale alla Statale di Milano), Riccardo Chieppa presidente emerito della Corte Costituzionale e onorario del Consiglio di Stato e il dottor Guido Piazza primario di Medicina all'Ospedale di Cavalese. A ben vedere, il dibattito coordinato dal vice-direttore del «Trentino» Andrea Iannuzzi, era un dibattito tra cattolici,

cartellino giallo per stalking - walter galbiati ( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: abbiamo impedito che la vicenda potesse avere un epilogo ancor più drammatico», ha commentato l´avvocato della vittima, Gabriele Minniti. La questione dell´ammonimento potrebbe finire al vaglio della Corte costituzionale, perché lo stalking sarebbe l´unico reato per cui è previsto che sia il questore, e quindi non un magistrato, a predisporre il provvedimento.

il trio dei preti dalla clerici ( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E ancora Gustavo Zagrebelsky, giurista, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, docente di Giustizia costituzionale alle Università di Torino e Napoli, Presidente onorario del movimento Libertà e giustizia. Paolo Rossi non mancherà di liberare la sua pungente satira. Che tempo che fa Raitre, alle 20.

sì, la regione può intervenire ( da "Tirreno, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il costituzionalista Rossi sulle modifiche alla legge Brunetta «Però incrocia le competenze dello Stato: deciderà la Corte Costituzionale» FIRENZE. Una legge toscana che disciplini alcuni aspetti dell'organizzazione del lavoro nell'ambito dell'amministrazione regionale e che definisca quali strumenti utilizzare per aumentare l'

Rognoni sul palco della Liberazione ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 6 Rognoni sul palco della Liberazione SARÀ il professor Virginio Rognoni, ex ministro e vicepresidente del Csm, a tenere l'orazione ufficiale nella cerimonia che Palazzo Gounela ha allestito per l'anniversario della Liberazione. Preceduto dal saluto del sindaco Torriani, Rognoni interverrà, intorno alle 11, al Cinema Arlecchino. Image: 20090425/foto/2109.

Legge Pecorella ko ( da "Italia Oggi" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 405, comma 1 bis, del codice di procedura penale nella parte introdotta dalla cosiddetta legge Pecorella, la n. 46 del 2006. La norma in contrasto con la Carta fondamentale prevede che «il pubblico ministero, al termine delle indagini, formula richiesta di archiviazione quando la Corte di cassazione si è pronunciata in

PERUGIA GLI STUDENTI delle scuole superiori perugi... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che hanno preparato riflessioni e argomenti da discutere con l'onorevole Olga D'Antona, il professor Mauro Volpi, membro del Csm, e il professor Sergio Lariccia, docente della «Sapienza» di Roma. Si è parlato di come la memoria di quegli avvenimenti debba essere custodita soprattutto dai giovani, ma anche di temi più attuali della storia italiana recente come il terrorismo.

Vado in pensione' ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: prossima ma congelata dal Csm) a procuratore capo di Bologna. «E' stato proprio Materia, ormai anni fa, uno dei primi magistrati a denunciare la presenza della criminalità organizzata in Emilia» ha detto Borghi e ha aggiunto che «l'attacco insensato a Materia di chi usa l'antimafia per fini politici e interessi personali rappresenta forse uno dei punti più bassi dalla lotta politica»

Pm più liberi nell'azione penale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 29 autore: Corte costituzionale. Cancellato l'obbligo di chiedere l'archiviazione introdotto dalla legge Pecorella Pm più liberi nell'azione penale Non è vincolante la pronuncia della Cassazione sugli indizi Giovanni Negri MILANO Prosegue l'opera di smantellamento della legge «Pecorella» da parte della Corte costituzionale.

Sotto i 14 anni assoluzione rafforzata ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 25 - pag: 29 autore: MINORENNI Sotto i 14 anni «assoluzione» rafforzata Per la Corte costituzionale il minore di 14 anni ha garanzie sufficienti quanto all'applicazione di una misura di sicurezza come il collocamento in comunità. Lo puntualizza la Corte con l'ordinanza n. 117 depositata ieri e scritta da Giuseppe Frigo.

Ulisse ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il presidente emerito della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky e il cantautore Zucchero Fornaciari sono gli ospiti del talk show condotto da Fabio Fazio. SKY CINEMA MANIA 21,00 Elephant, di Gus Van Sant, con Alex Frost, Usa 2003 (81'). Massacro di studenti in un liceo degli Stati Uniti.

Il praticante non obbliga al versamento dell'Irap ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale, sentenza 156/2001) ed è del tutto dipendente dal titolare professionista, non si può parlare di base imponibile ai fini Irap ( Commissione tributaria regionale del Lazio, sentenza 98/2005). Sempre la Cassazione,tra l'altro con le sentenze 3672, 3682, 5258 del 2007, ha stabilito che l'autonoma organizzazione,

Philippe Houillon : ( da "Figaro, Le" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: - Que vous inspire la décision du CSM ? Philippe HOUILLON. - Le mot «réprimande» résonne comme une farce, face à l'ampleur du drame de l'affaire d'Outreau. Quand on pense aux 26 années de prison cumulées, aux nombreuses tentatives de suicide, aux familles séparées, cette sanction semble totalement disproportionnée.

> ( da "Figaro, Le" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: de la décision du CSM, l'Union syndicale des magistrats (USM), premier syndicat dans la profession, rappelle que c'est le garde des Sceaux Pascal Clément, prédécesseur de Rachida Dati, qui avait traduit le juge Burgaud devant ses pairs. «L'Inspection générale qui n'est pourtant pas réputée pour sa tendresse concluait à l'absence de faute imputable à M.

La Regione raddoppia le società di consulenza ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Recentemente il governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale che di fatto affida a «Genova Sviluppo» anche incarichi al di fuori del suo ambito territoriale. La società, secondo il ricorso, non si dovrebbe «allontanare» troppo da Genova, insomma. Un'occasione d'oro per dare il via al nuovo «contenitore», tutto interno alla Regione che,

25 Aprile/ Napolitano apre celebrazioni all'Altare della ( da "Virgilio Notizie" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

25 APRILE/ NAPOLITANO APRE CELEBRAZIONI ALL'ALTARE DELLA PATRIA ( da "Wall Street Italia" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

senza titolo ( da "Avvenire" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di protesta contro la decisione della Corte costituzionale di abolire l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche. L'iniziativa è stata lanciata dalla Chiesa ortodossa «per svegliare le coscienze di coloro che cercano di allontanare i bambini da Dio». La Chiesa, è stato ribadito, continuerà a chiedere che il catechismo faccia parte dell'Istruzione pubblica in Macedonia.

Fine vita, i medici cattolici: sì all'alleanza terapeutica ( da "Avvenire" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intervento della Corte Costituzionale. Il presidente nazionale Vincenzo Saraceni, il segretario nazionale Franco Balzaretti, insieme con i tre vicepresidenti nazionali Chiara Mantovani (Nord), Stefano Ojetti (Centro) e Aldo Bova (Sud) hanno sottoscritto un documento, «a nome delle 133 sezioni diocesane», che ribadisce la propria adesione al manifesto «

25 aprile, Berlusconi parla in... ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

Il Premier a Onna per il 25 Aprile "Viva la festa di tutti gli italiani" ( da "Stampaweb, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

Sponda Sud, riforme al palo ( da "Denaro, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: riforma giudiziaria, sociale e amministrativa. MAROCCO Raggiunto un maggiore dialogo su lotta contro immigrazione clandestina e rafforzata la cooperazione energetica. Prioritarie le riforme su liberta' di stampa, d'espressione e giustizia. TUNISIA Aumento significativo di immigrazione clandestina verso la Ue.

Le juge Fabrice Burgaud écope de la sanction disciplinaire la plus faible ( da "Monde, Le" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La décision de 24 pages du CSM énumère longuement les "négligences, maladresses ou défauts de maîtrise" du juge Burgaud dans la conduite de son instruction, principalement de ses interrogatoires. Le CSM souligne ainsi un "défaut d'approfondissement" des déclarations et une "absence de réaction face à des revirements d'un mis en examen ou des révélations nouvelles ou importantes"

ENEL Possibile un nuovo ricorso contro l'Ici sulle centrali ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Enel aveva fatto ricorso anche alla Corte Costituzionale sostenendo l'illegittimità del provvedimento Paniz. Ma nel giugno scorso la Consulta ha dato il via libera al testo, ritenendolo pienamente conforme ai principi costituzionali. Parallelamente, l'Enel aveva impugnato i parametri di calcolo delle rendite davanti alla magistratura tributaria provinciale,

Felice Manti ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm li convoca 03-04-2009 - Allargare o ricostruire casa: ecco le dieci cose da sapere 30-03-2009 - "Lo scontro con i giovani di Forza Italia? Per noi è un momento difficile" 30-03-2009 - "Siamo diversi da An. Al congresso Pdl Non ci siamo sentiti dei pupazzi" 26-03-2009 - Casa, una famiglia su due potrà ristrutturare 25-

Outreau: ( da "Figaro, Le" del 25-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: - Que vous inspire la décision du CSM ? Philippe HOUILLON. - Le mot «réprimande» résonne comme une farce, face à l'ampleur du drame de l'affaire d'Outreau. Quand on pense aux 26 années de prison cumulées, aux nombreuses tentatives de suicide, aux familles séparées, cette sanction semble totalement disproportionnée.

Fulgor-Ponte, play off in palio Fiori Barp, è l'ultima spiaggia ( da "Corriere delle Alpi" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Foen a Farra di Soligo con la Virtus Csm e il Piavetegorzo a Castion di Loria. Nessuna di queste ha speranze di lottare per qualcosa d'importante: i play off sono un argomento, che riguarda solo le trevigiane, a differenza dell'altro gruppo: Montegrappa, Bessica, Caerano e Virtus Col San Martino.

SERIE D (ORE 15) Chioggia - Belluno (Sambi di Ravenna) ( da "Corriere delle Alpi" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: - Cisonese (Barba di Treviso) Virtus Csm - Foen (Ajdini di Treviso) Lentiai - Juventina 1-5 Union Maser - La Sernaglia (Vendramin di Treviso) Castion Loria - Tegorzo (Rosi di Conegliano) Classifica: Cisonese 59; Montegrappa 55; Bessica 54; Caerano 52; Virtus Csm 48; Sp Calcio 44;

Testamento biologico, quanti dubbi ( da "Trentino" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale e presidente onorario del Consiglio di Stato, e dell'avvocato Vittorio Angiolini, docente di diritto costituzionale alla Statale di Milano e legale della famiglia Englaro. Guido Piazza, primario di Medicina all'ospedale di Cavalese, ha invece testimoniato temi più vicini all'esperienza umana di un medico che accompagna i pazienti alla morte ma è anche un delicato

Opitergina sente aria di promozione ( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Virtus CSM Farra-Foen; Union Maser-La Sernaglia Piave (si gioca sul campo di Madonna della Salute); Castion-Piave Tegorzo; Francenigo-Auronzo; 1919 Cadore-Gaiarine (si gioca a Calalzo di Cadore); Vittsangiacomo-Piave; Alpina Calcio Belluno-Santa Lucia Mille;

Al soldo di tutte le bandiere ( da "Giornale di Brescia" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente emerito della Corte costituzionale che, dopo sei mesi di lavoro e l'esame di 100 vessilli storici, arrivò ad una conclusione: sulla base del codice di riferimento cromatico internazionale (pantone tessile), tutti i tricolori italiani dovranno utilizzare un verde 17-6153, un bianco 11-0601 e un rosso 18-1662.

meno male che giorgio c'è - bruno manfellotto ( da "Tirreno, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex presidente della Corte costituzionale, e dedicato alla parola più importante di ogni dizionario politico; e ha voluto infine che l'appuntamento cadesse alla vigilia del 25 aprile - che ricorda la liberazione dal fascismo da cui discendono le nostre libertà, democrazia e Costituzione - e, soprattutto, a metà del suo mandato: più che un discorso,

budget e bisogni della sanità la coperta è troppo corta - vincenzo borruso ( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: detto dalla sentenza 509 del 2000 della Corte Costituzionale. E sarà naturale che il bilancio dello Stato, così come di qualunque comunità, debba considerare aggiustamenti di spesa che non trascurino questa inevitabile crescita degli impegni finanziari legati ai servizi sanitari. A proposito di quest´ultima osservazione non è senza significato la stabilità della percentuale di Pil (

( da "Secolo XIX, Il" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex ministro della Giustizia e presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick ha evocato, senza fare nomi, le recenti polemiche scaturite dalle dichiarazioni del ministro della Difesa Ignazio La Russa, secondo cui i partigiani rossi «meritano rispetto, ma non possono essere celebrati come portatori di libertà».

ma sul palco di piazza matteotti protagonista è la crisi economica - ava zunino ( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick. «L´Italia del 25 aprile 2009 ci mostra quanto la Costituzione sia attuale, ma non ancora attuata a 64 anni dalla Liberazione. Mi riferisco in particolare agli articoli 1 e 4 sul lavoro. Prima di discutere se cambiarla, forse, sarebbe meglio applicarla», aveva detto Flick nella sua orazione,

flick si commuove "la nuova europa da auschwitz a onna" ( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La nuova Europa da Auschwitz a Onna" C´è anche il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, al 25 aprile di Genova, la sua città natale. Ha partecipato al corteo del mattino, è intervenuto in piazza Matteotti, nel pomeriggio, a Villa Migone, si sofferma discutere con l´ambasciatore Michael Steiner.

Anche i deboli hanno diritti ( da "Adige, L'" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: lasciare la Procura della Repubblica a seguito di un conflitto durissimo con il CSM. «Attualmente il 90% dei carcerati è povera gente. A noi magistrati, in nome della "sicurezza" si chiede di usare il pugno di ferro. Ma poi ci troviamo in una situazione dove chi ha rubato una cassetta di frutta viene condannato e chi ha fa un falso in bilancio si trova tranquillo nella sua villa.

Zuma pigliatutto Spiragli Usa-Cuba ( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: gay e Corte costituzionale, Zuma è un populista che arriva in elicottero agli appuntamenti elettorali danzando balli tribali zulu. A lui ora tocca il compito di risollevare l'economia di un Paese in cui la bilancia commerciale è in costante e pesante deficit, in cui le differenze tra ricchi e poveri aumentano e dove il numero dei disoccupati ha già raggiunto il 40%

Serenissimi e gay, Lega contro i tribunali ( da "Corriere del Veneto" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ordinanza con cui i giudici della terza sezione civile veneziana hanno rimesso alla Corte costituzionale il ricorso di una coppia gay che si era vista rifiutare le pubblicazioni matrimoniali dall'ufficiale di stato civile del Comune di Venezia; la seconda decisione è quella della procura generale di impugnare presso la Corte di Cassazione la sentenza di assoluzione sui Serenissimi.

ADOC SU RIMBORSI CANONE DI DEPURAZIONE ( da "Basilicanet.it" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: "La Corte Costituzionale - aggiunge D'Andrea - aveva dichiarato illegittima, costituzionalmente, lâ??inserimento della tassa in bolletta. Il Governo Berlusconi è¨ prontamente intervenuto su questo argomento dando una â??pesante sforbiciataâ? alla possibilità di rimborso.

Tutti gli incontri al via alle ore 16 In Seconda spareggio Fulgor-Ponte ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: VIRTUS CSM (48)-FOEN (32) Un pareggio andrebbe benissimo ai feltrini. Arbitro Ajdini Laurenc di Treviso. SECONDA CATEGORIA GIRONE R CADORE (38)-GAIARINE (44) Ultimo tram per i playoff. Arbitro Davide Baggio di Bassano. CORTINA (37)-LIMANA (54) All'andata vi furono delle polemiche perché il Cortina si era presentato in ritardo.

Imprese, sullo sviluppo pesano burocrazia e inefficienza giudiziaria ( da "Soldionline" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Magistratura Indipendente al Csm, Cosimo Maria Ferri.''Le principali vittime di questa situazione di inefficienza del processo civile, peraltro -osserva Ferri- non sono le grandi aziende, che normalmente utilizzano l'istituto dell'arbitrato, ma sono invece le piccole medie imprese che, come noto, rappresentano nel loro insieme l'ossatura portante del sistema economico produttivo del Paese'

PMI: BUROCRAZIA E INEFFICIENZA GIUDIZIARIA TRA I MAGGIORI OSTACOLI ALLO SVILUPPO ( da "Soldionline" del 26-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: attuale situazione di crisi del sistema giudiziario arrivi a rappresentare un ostacolo allo sviluppo del sistema economico soprattutto per le nuove imprese, le quali preferiscono limitarsi a firmare contratti con partner che conoscono e che garantiscono affidabilita'''. Lo afferma il consigliere di Magistratura Indipendente al Csm, Cosimo Maria Ferri.

ABRUZZO Psichiatri sotto la tenda: Il sisma è un'occasione ( da "Manifesto, Il" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il loro non è un lavoro diretto di aiuto psicologico - racconta Noemi D'Addezio, psicologa del Csm - ma di contatto, di intermediazione con i servizi medici e sociali: incontrano la popolazione, cercano di risolvere i piccoli problemi, scovano il disagio dove se ne crea, si rapportano con la psicologia dell'emergenza e ci aiutano anche nel censimento dei pazienti».

Monitorizarea pe Justitie incepe din 4 mai ( da "Romania Libera" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Justitiei si a fostei conduceri a Consiliului Superior al Magistraturii (CSM). Procurorul general si-a declarat nemultumirea fata de activitatea acestei structuri: "CSM nu isi indeplineste acea functie de a elimina din sistem procurorii care nu au ce cauta in sistem. Atunci, pentru aceasta mica parte a procurorilor care nu isi fac treaba asa cum trebuie, sufera intreg sistemul",

Foen affondato dalla Virtus Restano due gare per salvarsi ( da "Corriere delle Alpi" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Alla mezz'ora la Virtus Csm infila altri due gol, con il neo entrato Vassalli e con Puppetti, tagliando le gambe ai feltrini e decretando la loro sconfitta. Ai feltrini rimangono due gare per cercar di avere la certezza di non finire nei play-out. (va.da.)

Resana beffato dal Fontane: tre sberle in casa Una delle nostre peggiori partite, peccato ( da "Tribuna di Treviso, La" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm Resana ha ancora un cammino difficile da qui a fine campionato, noi abbiamo scontri meno impegnativi». E così è stato: Csm Resana ha portato a casa una bella batosta nella sfida di ieri contro il Fontane. La squadra di mister Beraldo cala una dolorosa tripletta agli undici di casa che non riescono a espugnare la porta di Zaro neanche per il gol della bandiera.

I neonazisti tedeschi rischiano di sparire per bancarotta ( da "Giornale di Brescia" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale. Ma nelle ultime settimane la corsa del partito neonazista verso la più clamorosa delle autodistruzioni sembra avere subito un'accelerazione improvvisa. Il presidente in carica, Udo Voigt è riuscito, nel corso del congresso del partito tenutosi il 5 aprile a Berlino, a farsi confermare in carica dopo una violentissima guerra intera che ha visto capitolare l'

Sardegna seconde case ( da "ItaliaOggi Sette" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vorrei avere notizie in ordine alla sentenza della Corte costituzionale. L.F. 1 Sardegna seconde case In merito al prelievo sulle seconde case varato dalla regione Sardegna, vorrei avere notizie in ordine alla sentenza della Corte costituzionale. L.F. Risponde Giovanni Pizzo Il prelievo regionale sulle seconde case a uso turistico, site nella regione Sardegna,

Cerasoli verso la presidenza del Tribunale ( da "Tempo, Il" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: accordo il plenum del Csm. Recentemente, Cerasoli aveva ricevuto una brutta sorpresa dalla prima sezione del Tar di Roma che a gennaio rigettò il suo ricorso contro la decadenza dal ruolo di presidente della sezione civile del Tribunale. Il dirigente aveva impugnato la delibera del Csm, risalente al 30 aprile 2008, che disponeva la pubblicazione di 167 uffici semidirettivi,

Se il premier ha capito non cambi più la Carta a colpi di maggioranza ( da "Unita, L'" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: già ministro, membro del Csm: a Strasburgo è necessario presentarsi con persone credibili, autorevoli, esperte. Cofferati non voleva più abitare a Bologna, per stare vicino alla famiglia, che vive a Genova. E non poteva fare il sindaco da lontano. Sono convinto che raccoglierà una valanga di preferenze.

Il ventisei aprile sembra un giorno nuovo. Berlusconi ha appena dato seguito all'ammissione di “... ( da "Unita, L'" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: già ministro, membro del Csm: a Strasburgo è necessario presentarsi con persone credibili, autorevoli, esperte. Cofferati non voleva più abitare a Bologna, per stare vicino alla famiglia, che vive a Genova. E non poteva fare il sindaco da lontano. Sono convinto che raccoglierà una valanga di preferenze.

Nozze gay La svolta dei giudici Con una ordinanza storica il tribunale di Venezia chiama in causa la Consulta: La società è cambiata In Usa hanno iniziato così, dopo 10 anni il via ( da "Unita, L'" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte costituzionale si pronuncerà sulla richiesta di nozze da parte di una coppia di gay veneziani respinta dal Comune con il rifiuto delle pubblicazioni. In America hanno iniziato così, conferma Davina Kotulski di «Marriage equality» che ha lottato perché in California i matrimoni gay ottenessero il semaforo verde.

SE LA LOMBARDIA PROIBISCE IL KEBAB ( da "Unita, L'" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale: dalle "case solo ai lombardi" alle norme restrittive sui luoghi di culto, fino ai non meno odiosi limiti introdotti nella concessione degli abbonamenti ai mezzi pubblici. Per non parlare, a livello comunale, del proliferare di ordinanze anti-stranieri: tutte iniziative inutili e costose che fanno perdere di vista i veri problemi dell'

faccina verde, altrimenti sono dolori ( da "Tirreno, Il" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: non ci sarà bisogno di ricorrere alla Corte Costituzionale». C'è un sondaggio on-line su www.iltirreno.it, però, che sta dando risultati in linea con la Regione. «La Cgil sta facendo girare una mail fra i propri iscritti che invita a votare a favore di chi non lavora. Loro fanno sindacato così, difendono l'indifendibile, non per nulla sono rimasti isolati.

Politica & affari ( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ragioni che a dicembre la Corte costituzionale disciolse il precedente governo di Somchai Wongsawat, a cui subentrò Abhisit Vejjajiva, esponente del Pad, dunque delle camicie gialle. Forse è proprio per affrontare queste grane giudiziarie da una posizione di forza che Thaksin intende tornare sullo scenario politico, o quanto meno piazzare nuovamente ai vertici un proprio fedele,

VERTICE TECNICO AL DIPARTIMENTO LAVORI PUBBLICI SUL RIORDINO AMMINISTRATIVO DELLA NORMATIVA SISMICA IN CALABRIA ( da "marketpress.info" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale dell?aprile 2006. Come si ricorderà la sentenza ha radicalmente modificato i principi della Legge 741/81 (che prevede le modalità di deposito dei progetti e successivo controllo a campione), sancendo la necessità del regime autorizzativo a salvaguardia della pubblica e privata incolumità e dei principi fondamentali in materia di governo del territorio e protezione

Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Mezzani 1-2 Castelnovo 02... ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Leo CSM-Tricolore Planet 1-1 Team Frontiera-Campeginese 1-2 Vetto-Boca Barco 1-2 Viadana-Sorbolo 4-1 TotaleReti SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana5423173351177Boca Barco5123156238166 Sc S.Ilario502315533595Campeginese4723145446242 Rocca 68392311664026-8Team Frontiera342310493126-13 Castelnovo 0224235992328-23Barcaccia232358103141-

Scarcerati ma non scagionati ( da "Corriere della Sera" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E proprio per ciò essa è stata dichiarata costituzionalmente illegittima con la recente sentenza numero 121 del 2009. La valutazione di irragionevolezza, sulla cui base la Corte costituzionale ha censurato la disposizione appena ricordata, si sviluppa su un triplice livello. Anzitutto la Corte ha posto l'accento sulla «diversità tra le regole di giudizio» che presiedono all'

Figli condivisi o ancora contesi? ( da "AltaLex" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: oltre ai numerosi interventi della Corte Costituzionale, hanno radicalmente modificato il diritto di famiglia italiano. Da qui anche un nuovo assetto del regime di affidamento incentrato sul principio della tutela esclusiva dell?interesse dei minori: questi ultimi, in genere vengono affidati alla madre ?

Il video ( da "Affari Italiani (Online)" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ha messo fine a un conflitto tra noi e Tremonti, che voleva rendere pubbliche le Fondazioni. La Consulta, relatore Zagrebelsky, ha scritto una frase di importanza cruciale: "Le Fondazioni fanno parte dell'organizzazione dek privato sociale e la loro missione è di consentire al terzo settore di dare attuazione al principoio di sussidiarietà"

( da "Giornale.it, Il" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm è complice? «Se li avesse puniti, non si sarebbe creata la frattura tra opinione pubblica e magistratura. Ora bisogna ricucire. Anche perché molti magistrati votano per noi». Hai parlato di pm eletti nei partiti che hanno aiutato. Nomi. «Non ne faccio (e dalli!

Ordinanza del 19 novembre 2008 emessa dal G.u.p. del Tribunale di Napoli nel procedimento penale a carico di Landolfi Mario. Parlamento - Intercettazioni di comunicaz ( da "Gazzetta Ufficiale.it(Corte Costituzionale)" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Utilizzazione in procedimento penale subordinata alla autorizzazione della Camera di appartenenza - Irrazionale trattamento differenziato rispetto alla disciplina prevista per i «terzi», a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 390/2007 - Violazione del principio della parita' di trattamento dinanzi alla giurisdi ..........

Outreau : le substitut général Chavigné va s'expliquer ( da "Figaro, Le" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: AP Mis en cause par les avocats de Fabrice Burgaud, ce membre du CSM assure qu'il ne se souvenait pas d'avoir traité le dossier Outreau dans des fonctions antérieures. Le week end n'a pas fait taire la polémique initiée, vendredi, après l'annonce de la simple «réprimande» prononcée à l'encontre du juge Fabrice Burgaud.

> L'<éthique> d'un membre du CSM en cause ( da "Figaro, Le" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Affaire Burgaud : l'«éthique» d'un membre du CSM en cause Delphine Chayet 24/04/2009 | Mise à jour : 19:38 | Ajouter à ma sélection . --> Un des magistrats du Conseil supérieur de la magistrature (CSM), chargé de statuer sur le cas Burgaud, aurait lui-même participé à la procédure d'Outreau.

Psichiatri sotto la tenda: ( da "Manifesto, Il" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il loro non è un lavoro diretto di aiuto psicologico - racconta Noemi D'Addezio, psicologa del Csm - ma di contatto, di intermediazione con i servizi medici e sociali: incontrano la popolazione, cercano di risolvere i piccoli problemi, scovano il disagio dove se ne crea, si rapportano con la psicologia dell'emergenza e ci aiutano anche nel censimento dei pazienti».

"Le droit n'est pas assez présent dans notre société" ( da ">Monde, Le" del 27-04-2009)
Argomenti:
Giustizia

Abstract: Décision du CSM : les réserves de Rachida Dati La "réprimande" du Conseil supérieur de la magistrature (CSM) à l'encontre du juge Burgaud a suscité de vives critiques. "Beaucoup de Français auront du mal à comprendre une décision, qui dans une affaire aussi grave, prononce une sanction symbolique", a indiqué samedi 25 avril,

Giustizia/ Alfano assume cinque impegni con città di Sciacca ( da "Virgilio Notizie" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm sarà d'accordo". La terza 'promessa' di Alfano è che il Tribunale di Sciacca "nel 2010, con la pubblicazione delle sedi, avrà un nuovo magistrato" e che "gli Lsu che hanno lavorato qui non dovranno stare in trepidazione essendo già stati assunti" e, ultimo impegno è che Sciacca avrà un nuovo carcere "che rispetterà la funzione rieducativa della pena e la dignità dei detenuti"

GIUSTIZIA/ ALFANO ASSUME CINQUE IMPEGNI CON CITTÀ DI SCIACCA ( da "Wall Street Italia" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm sarà d'accordo". La terza 'promessa' di Alfano è che il Tribunale di Sciacca "nel 2010, con la pubblicazione delle sedi, avrà un nuovo magistrato" e che "gli Lsu che hanno lavorato qui non dovranno stare in trepidazione essendo già stati assunti" e, ultimo impegno è che Sciacca avrà un nuovo carcere "che rispetterà la funzione rieducativa della pena e la dignità dei detenuti"

Q 28 Caerano - Agordina 6 - 0 Castion - P. Tegorzo 1 - 1 CSM Farra -... ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Tegorzo 1 - 1 CSM Farra - Foen 3 - 1 Fiori Barp - Cisonese 3 - 1 Lentiai - Juventina 0 - 4 Maser - Sernaglia 3 - 1 Montegrappa - Altivolese 5 - 3 SP Calcio - Bessica 2 - 3 CLASSIFICA Cisonese281783582659Montegrappa2816102613358Bessica281765553957Caerano281675522555CSM Farra281567523351SP Calcio281468392244Maser2810810313538P.

Virtus Csm Farra - Foen 3-1 ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Virtus Csm Farra - Foen 3-1 Lunedì 27 Aprile 2009, GOL: pt 5' Bordin, st 1' E. Simoni, 27' Vassalli, 29' Puppetti. VIRTUS CSM FARRA DI SOLIGO: Gosetto, Meneghin, Gallon, Mognon, M. Nardi, Busetti, E. Simoni (st 35' Tonon), Zandonà (st 24' Puppetti), Vassalli, Baratto (st 40' Gerlin), Bittante.

Volpago - Valdosport0-3 ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La volontà del Volpago non basta ad arginare la determinazione del Valdosport che sfrutta al meglio le occasioni avute, vince 3-0 e compie il sorpasso sul, CSM Resana ed è solo al comando a due giornate dal termine del girone B. Turno importante per il salto di categoria.

GIRONE A Vendrame si riprende il comando. 27 gol: ... ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 21: Ruffato (CSM Resana). 16: Gobbo (Csm Resana). 14: Gashi (S. Antonino). 13: Scaboro (S. Antonino), Fornasier (Valdosport). 12: Fregolent (Volpago), Zago (Fontane), Spagnol (Vidor). 11: Schiavon (Rovere), Vettor (Fanzolo), Tiziani (Milan Guarda), Bertuola (Fontane).

Union Borso, storica promozione in Seconda ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Union Borso, storica promozione in Seconda Nel B il Valdosport (3-0 a Volpago) saluta il CSM Resana sconfitto dal Fontane. Nell'A CimaPiave rallenta e Ardita Pero se ne va Lunedì 27 Aprile 2009,

Foen1 ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: VIRTUS CSM FARRA DI SOLIGO: Gosetto, Meneghin, Gallon, Mognon, M. Nardi, Busetti, E. Simoni (st 35' Tonon), Zandonà (st 24' Puppetti), Vassalli, Baratto (st 40' Gerlin), Bittante. FOEN: Zatta, Nacinovi, Noventa, Fiorin, Ben, Zucco, Prigol (st 38' Bazzocco), D'Agostini, Bordin (st 32' Slongo), Biasion, Amodio.

Doppietta di Facchin sempre più primo ( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Simoni (Virtus Csm), 12: Pradetto (Cisonese). 11: Gelisio (Juventina), Zandonà (Bessica), Puppetti (Virtus CSM). 10: Merlo (Caerano), Robassa (Juventina), Binotto (Montegrappa). 9: Tavarner (Lentiai), Bentivenga (Altivolese), Bittante (Virtus Csm). 8: L. Nussio (Castion).

Banche, Guzzetti: Intesa non finanzierà più società di armi ( da "Velino.it, Il" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ha messo fine a un conflitto tra noi e Tremonti, che voleva rendere pubbliche le Fondazioni. La Consulta, relatore Zagrebelsky, ha scritto una frase di importanza cruciale: ?Le Fondazioni fanno parte dell'organizzazione del privato sociale e la loro missione è di consentire al terzo settore di dare attuazione al principio di sussidiarietà?

Consiglio tra manovra e Statutaria ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: esame della Corte costituzionale (dopo il ricorso del Governo contro l'atto di promulgazione del luglio 2008). E naturalmente si parlerà ancora di G8: in particolare, il centrosinistra è intenzionato a chiedere che, prima di avviare la discussione sulla Finanziaria, il presidente della Regione Ugo Cappellacci riferisca all'assemblea dello spostamento all'

L'Udc rafforza gli ideali naccio ( da "Sicilia, La" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: cita leggi e sentenze e dice: «Lo scorso 29 dicembre 2008, la corte costituzionale ha annullato le leggi emanate in materia di rifiuti dalla Regione siciliana. E' stato stabilito - aggiunge Orlando - che la Tarsu non e' istituita dalla Regione e quindi non e' un tributo regionale, ma e' un tributo erariale istituito dallo Stato».

Affidamento in prova al servizio sociale ( da "AltaLex" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: affidamento in prova al servizio sociale Corte Costituzionale , sentenza 16.03.2007 n° 78 Altalex Quotidiano (www.altalex.com) Affidamento in prova: il ?cavallo di ritorno? attenua la gravità del reato Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro, ordinanza 09.05.2006 (G. Buffone) Stampa | Segnala | Condividi |

Non punibile il falso testimone volontario davanti alla polizia ( da "CittadinoLex" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Testo Era già previsto per le dichiarazioni davanti al publico ministero Non punibile il falso testimone volontario davanti alla polizia (Corte costituzionale 75/2009) È stato sanato uno scompenso, nella disciplina penale delle false o reticenti dichiarazioni, fornite alla Polizia giudiziaria, in assenza dei presupposti necessari per configurare un obbligo a deporre nel dichiarante.

Romania nu a solicitat deocamdata suspendarea negocierilor UE-R. Moldova ( da "Romania Libera" del 27-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: "In acest moment, oricat de prudenta ar fi reactia Romaniei, Chisinaul a trecut dincolo de limite", afirmau sursele citate. Din aceeasi categorie: Yahoo renunta la GeocitiesGripa porcina a ajuns in EuropaRepartizarea dosarului Becali, verificata de CSM Voteaza

Alfano tagli i fondi a certi tribunali A cominciare da quello di Venezia ( da "Tribuna di Treviso, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm, consiglio superiore della magistratura ha funzioni di autotutela uniche al mondo. E' eletto per i due terzi dagli stessi magistrati, i compiti: organizza corsi, le assunzioni, i trasferimenti, le promozioni, «attua» le sanzioni disciplinari.

Sospesa solo per motivi tecnici la prima delle 13 demolizioni previste a Procida per reat... ( da "Leggo" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: mentre i sindaci di Ischia attendono con trepidazione la pronuncia della Corte Costituzionale sullo stop alle ruspe chiesto dal giudice monocratico a riguardo di ben 140 demolizioni "ordinate" dalla Procura di Napoli in seguito a sentenze passate in giudicato. Giorni di passione, insomma, sulle due isole partenopee finite nel mirino del procuratore Aldo De Chiara.

passato e futuro della costituzione ( da "Repubblica, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il vice presidente del Csm Nicola Mancino presiede la discussione tra Giuliano Amato, presidente dell´Istituto dell´Enciclopedia italiana Treccani, e il professor Gianni Ferrara. L´incontro comincerà alle 16 nell´aula Pessina della Facoltà di Giurisprudenza al corso Umberto 40, dopo i saluti del rettore Guido Trombetti e del preside della Facoltà Lucio De Giovanni.

Derivati, un allarme rimasto inascoltato ( da "Italia Oggi" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: docente di diritto amministrativo e procuratore presso la Corte costituzionale, e i professori dell'università della Tuscia Anna Maria D'Arcangelis (Finanza) e Maurizio Ridolfi (preside di Scienze politiche). La tesi del saggio è che le autorità nazionali e internazionali non hanno tenuto conto degli allarmi sollevati dai ricercatori sui rischi che i derivati stavano creando e sull'

Multe, chi guida l'auto deve risultare dai turni ( da "Italia Oggi" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la sentenza della Corte costituzionale n. 27 del 2005, che pure ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del secondo comma dell'articolo 126-bis cod. strada, nella parte in cui era comminata la riduzione dei punti della patente a carico del proprietario del veicolo che non fosse stato anche responsabile dell'infrazione stradale,

clandestini, via la denuncia dei medici ma tornano ronde e detenzione lunga - liana milella ( da "Repubblica, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: obbligo per il Csm di trasferire le toghe nelle sedi rimaste vuote Dopo la protesta dei 101 ora la Mussolini chiede di cancellare il reato di clandestinità LIANA MILELLA ROMA - Roberto Maroni, il ministro dell´Interno, è stato di parola: ronde e centri d´espulsione (Cie) a sei mesi tornano alla Camera come emendamenti del governo (e della stessa Lega)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Non dimentichiamo le sentenze della nostra Corte costituzionale: una visione relativista è ormai un portato della società europea. Relativismo e fondamentalismo sono i pericoli più grandi che l'uomo contemporaneo vive. L'antitesi a questa mentalità però non può essere la difesa a oltranza di "valori" intesi in termini ideologici.

Avvocati, nasce la Camera Civile ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: per contribuire attivamente al dibattito nazionale e locale sul problema giustizia e con particolare riferimento al settore della giustizia civile. Tra gli scopi della Camera Civile: la promozione in tutte le sedi dell'adeguamento dell'ordinamento civile, sostanziale e processuale, alle esigenze della società e contribuire al migliore funzionamento della giustizia civile,

Battaglia nel centro di Istanbul: tre morti nell'assedio ( da "Manifesto, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: operazione contro il Dtp (il partito della società democratica che attende la decisione della Corte costituzionale che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di chiusura) le speranze di un cambiamento nella politica dell'establishment turco anche dopo il successo dello stesso Dtp alle scorse elezioni amministrative, sembrano pressoché nulle.

"Storie di Giustizia" in sala Farnese a Poggio Mirteto e le prospettive della gius... ( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Storie di giustizia" è un qualcosa che mancava e che oltre all'escursus che ricompone e riordina un mosaico di vicende giudiziarie di un lungo e importante periodo storico del Reatino partendo dagli anni del terrorismo, è anche una testimonianza di come nel tempo siano cambiati i costumi e il modo di vivere in un intero territorio»

Boss ucciso, la pista della vendetta ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Altri, quelli con pene più pesanti, potrebbero uscire il 15 ottobre: è difficile infatti riuscire a fissare l'udienza di appello e quindi congelare i termini. Il Csm intanto ha avviato una istruttoria. Angela Balenzano Serata di terrore I carabinieri intervengono dopo l'omicidio di Michelangelo Stramaglia

Dissidi in Procura, oggi Lepore e Galgano ascoltati dal Csm ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: arrivano oggi davanti alla prima commissione del Csm. Il presidente Fabio Roia («togato» di Unicost) e gli altri consiglieri procederanno tra mattina e pomeriggio alle audizioni di Pg, procuratore e uno dei suoi vice, Aldo De Chiara. Una decisione adottata dal Csm proprio in seguito alle accuse del procuratore generale, che in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno aveva segnalato «

I DUE OSTACOLI ALLE RIFORME ( da "Corriere della Sera" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il problema può essere così riassunto: deve restare il Parlamento il principale contrappeso oppure occorre accettare un depotenziamento del ruolo del Parlamento e fare affidamento su altri contrappesi (il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale, le regioni)? CONTINUA A PAGINA 38

Per Flick e Zanon la seconda parte della Carta va cambiata ( da "Corriere della Sera" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 12 I costituzionalisti L'ex presidente della Consulta: superare gli inconvenienti di un parlamentarismo estremo Per Flick e Zanon la seconda parte della Carta va cambiata ROMA Da quando ha lasciato l'incarico di presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick dice apertamente e pubblicamente che cosa pensa delle riforme.

L'arroganza della politica è una brutta malattia ( da "Unita, L'" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sulla legge 40 come sul testamento biologico la politica dovrebbe avere un approccio "leggero", dettare linee generali, non scrivere leggi ideologiche. Il testo sulla fecondazione assistita, che prevede l'obbligo di trattamento sanitario, è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. È evidente che il punto di partenza era sbagliato. SEGUE ALLA PAGINA 30

Due novità sul fronte della Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Una è ... ( da "Unita, L'" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: riconoscendo che tali condizioni sono assimilabili ai casi di infertilità. L'altra grande novità è la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato parzialmente illegittima la Legge 40, soprattutto per quanto riguarda l'obbligo di limitare a tre il numero di embrioni e di impiantarli tutti in utero.

I rapporti tra una politica considerata troppo invasiva e i temi etici resi cruciali dalla velocit&#... ( da "Unita, L'" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sulla legge 40 come sul testamento biologico la politica dovrebbe avere un approccio "leggero", dettare linee generali, non scrivere leggi ideologiche. Il testo sulla fecondazione assistita, che prevede l'obbligo di trattamento sanitario, è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. È evidente che il punto di partenza era sbagliato. SEGUE ALLA PAGINA 30

Manette per i fanciulli terribili ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 2009 della Corte costituzionale, pubblicata lo scorso 24 aprile, respinge il ricorso presentato dal Tribunale dei minori di Sassari che aveva sollevato dubbi sulla costituzionalità delle norme del codice penale e del Dpr 448 del 1988 che prevedono misure restrittive (o meglio di sicurezza) nei confronti «di fanciulli molto giovani e senza previsione di alcun limite minimo di età»

Il bluff di Franceschini, il "decoro" di Berlusconi ( da "Secolo XIX, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che secondo la giurisprudenza della Corte costituzionale è un potere dello Stato. È finita come doveva finire. I dilemmi non sono nelle nostre corde. Tra Roma o morte, si sa, optiamo per Orte. La solita terza via. E così voteremo per i referendum il 21 giugno, in coincidenza con il secondo turno delle amministrative.

De Magistris già prosciolto ( da "Giornale.it, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la pm salernitana che poco dopo sarebbe stata rimossa dall'incarico dal Csm per avere gestito l'inchiesta in modo del tutto anomalo, consentendo all'indagato di trasformarsi praticamente in teste d'accusa e interrogandolo per ben 67 volte. La Nuzzi è stata trasferita d'ufficio a Latina, ma la sua richiesta d'archiviazione è andata avanti per la sua strada.

Trasposizione del ricorso straordinario in sede giurisdizionale: soggetti legittimati ( da "AltaLex" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intervento additivo della Corte Costituzionale, anche all?ente pubblico non statale, sia senza dubbio voluta dall?ordinamento anche in favore della Autorità Indipendente convenuta. A ciò induce l?interpretazione estensiva e costituzionalmente orientata del disposto in commento.

Costituzione fra passato e futuro ( da "Denaro, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dal vice presidente del Csm Nicola Mancino. "La Costituzione dal passato al futuro", riflettori sulla "carta fondante" della Repubblica Italiana: su questo tema si confrontano oggi l'ex ministro dell'interno Giuliano Amato e Gianni Ferrara (costituzionalista ed ex parlamentare) in un incontro presieduto dal vice presidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino.

Moarte suspecta a unui oficial mexican, la cateva zile dupa o intalnire cu Obama ( da "Romania Libera" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: au avut decat la sfarsitul saptamanii trecute confirmarea cazurilor de gripa porcina, de la laboratoarele americane si canadiene carora le trimisesera esantioane. Din aceeasi categorie: CSM convoaca adunarile generale ale tuturor instantelor si parchetelor (VIDEO)Asistentele medicale din Romania invata finlandezaMinisterele se vor imprumuta in acest an cu un miliard euro Voteaza

Clandestini, via la denuncia dei medici ma tornano ronde e detenzione lunga ( da "Repubblica.it" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Neppure il Guardasigilli Angelino Alfano rinuncia a una rentrée: ripropone l'obbligo per il Csm di trasferire le toghe nelle sedi prive di domande. L'Anm aveva fatto balenare lo sciopero. Ma lui insiste. Solo un ammorbidimento per l'oltraggio al pubblico ufficiale: resta, ma sarà estinto se c'è il risarcimento del danno (Santelli). (28 aprile 2009

I diritti contesi da difendere secondo D'Amico ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ordinario di diritto costituzionale all'università Statale di Milano che ha appena pubblicato per Franco Angeli Editore il saggio "I diritti contesi" e che, poche settimane fa, ha ottenuto, dopo una lunghissima battaglia legale, che la Corte Costituzionale censurasse, di fatto riscrivendola, la legge che regolava la procreazione medicalmente assistita.

IRAN/ ROXANA SABERI PROSEGUE LO SCIOPERO DELLA FAME ( da "Wall Street Italia" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: spiegando di averla incontrata oggi in un ufficio del potere giudiziario per discutere della sua procedura di appello con l'avvocato". "È diventata molto magra", ha detto Reza Saberi, raggiunto telefonicamente dalla France Presse. "E determinata a continuare il suo sciopero della fame fino al giorno del suo rilascio", ha aggiunto il padre della giornalista.

DOMENICO AMBROSINO PROCIDA. SOSPESI GLI ABBATTIMENTI DEI DUE FABBRICATI ABUSIVI IN PROGRAMMA PER... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: attesa del verdetto della Corte Costituzionale che mercoledì scorso ha esaminato il ricorso promosso dal giudice monocratico della sezione distaccata di Ischia del tribunale di Napoli, Angelo Di Salvo, che nell'udienza del 12 giugno 2008, accogliendo l'eccezione di incostituzionalità presentata dagli avvocati, ha bloccato l'efficacia delle 140 demolizioni ordinate dalla Procura.

Quanti diritti da difendere ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ordinario di diritto costituzionale all'Università Statale di Milano che ha appena pubblicato il saggio "I diritti contesi" e che, poche settimane fa, ha ottenuto, dopo una lunghissima battaglia legale, che la Corte Costituzionale censurasse, di fatto riscrivendola, la legge che regolava la procreazione medicalmente assistita.

Pubblico Ministero ( da "AltaLex" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: archiviazione Corte Costituzionale , sentenza 24.04.2009 n° 121 Processo penale, interesse ad impugnare, Pubblico Ministero, necessità Cassazione penale , sez. VI, sentenza 04.06.2008 n° 22286 Segreto di Stato, pubblico ministero, presidente del consiglio Corte Costituzionale , ordinanza 26.

Madagascar/ Arrestato capo sicurezza palazzo Corte ( da "Virgilio Notizie" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il capo della sicurezza del palazzo della Corte costituzionale di Antanarivo, in Madagascar, e altre tre persone sono state arrestate ieri sera dai militari con l'accusa di incitamento al disordine e alla violenza. Lo riferisce una fonte della commissione nazionale investigativa. L'esercito accusa gli arrestati di sostenere il presidente destituito Marc Ravalomanana,

Pioggia di libri per la scuolaFontanelle. ( da "Sicilia, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: pagati dal 2001 al 2007 per la Tarsu sugli Istituti Scolastici di propria competenza e che vanno restituiti a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto per gli Enti Locali Territoriali l'esenzione dalla tassa». La Provincia fissò in trenta giorni il termine per la restituzione ed ora ha avviato l'iter per il pignoramento dell'edificio. Salvatore Fucà

Autobus, nuove regole fra luci e ombreAmat. ( da "Sicilia, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intercettazione di una telefonata dell'esponente del Pdl, imputato di concorso in associazione mafiosa. Se i giudici dovessero sollevare il conflitto davanti alla Corte costituzionale passerebbero ancora anni prima di arrivare alla sentenza nei confronti di Dell'Utri, condannato a nove anni in tribunale. Il processo proseguirà l'8 maggio.

AMNESTY: SEGNALI CONTRASTANTI DAI PRIMI 100 GIORNI DI OBAMA ( da "Wall Street Italia" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: consegna alla giustizia di tutte le persone responsabili delle torture e delle altre gravi violazioni dei diritti umani perpetrate durante l'amministrazione Bush e, infine, dalla previsione di rimedi giudiziari effettivi per le vittime". Abbiamo assistito a importanti sviluppi positivi in questi primi 100 giorni, ma alcune azioni restano incomplete e altre ancora sono tutte da avviare,

MADAGASCAR/ ARRESTATO CAPO SICUREZZA PALAZZO CORTE COSTITUZIONALE ( da "Wall Street Italia" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Arrestato capo sicurezza palazzo Corte costituzionale di Apcom Accusato di incitamento al disordine e alla violenza -->Antanarivo, 28 apr. (Apcom) - Andrianandraina Ralitera, il capo della sicurezza del palazzo della Corte costituzionale di Antanarivo, in Madagascar, e altre tre persone sono state arrestate ieri sera dai militari con l'accusa di incitamento al disordine e alla violenza.

Nu scapam de saptamana de lucru de peste 48 de ore ( da "Romania Libera" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Din aceeasi categorie: CSM convoaca adunarile generale ale tuturor instantelor si parchetelor (VIDEO)Autoritatile romane au primit scrisoarea de la FMI, Guvernul se intruneste in sedinta extraordinaraInternele cer un control la operatorii de telefonie, dupa cutremurul de sambata Voteaza

GIUSTIZIA/ ALFANO: MAGGIORANZA CONDIVIDE AUMENTO SEDI DISAGIATE ( da "Wall Street Italia" del 28-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: trasmesso dal Csm, è di numero inferiore alle 60 sedi previste dalla norma in vigore, così come il numero di magistrati da destinarvi, indicato dal Csm, è inferiore rispetto ai 100 stabiliti dalla odierna normativa". "La proposta del Governo di ampliare ulteriormente il numero delle sedi disagiate, portandole dalle 60 attuali a 75,


Articoli

Legge fine vita, troppe lacune (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Legge fine vita, troppe lacune Dibattito a Predazzo con Chieppa, Angiolini e Piazza GILBERTO BONANI PREDAZZO. Le scelte legate alla fine della vita sono oggetto di serrato dibattito da cui è difficile uscire con una risposta chiara, coerente e, soprattutto adatta a tutte le situazioni. Ci hanno provato ieri sera il prof. Riccardo Chieppa, presidente emerito della Corte costituzionale l'avvocato della famiglia Englaro Vittorio Angiolini, e il dottor Guido Piazza, primario di medicina dell'ospedale di Cavalese nel dibattito promosso dalla Biblioteca di Predazzo, moderato nel teatro comunale da Andrea Iannuzzi vice direttore del giornale Trentino. Critici i relatori sulla legge approvata al Senato e ora Camera, e che regola le scelte legate al fine vita. Troppe incongruenze e lacune. Per Chieppa provvedimento nato sull'onda emotiva del caso di Eluana ma col pregio di rivalutare la figura del medico. Per l'avvocato Angiolini contraddittorio l'aspetto legato alla nutrizione e all'idratazione artificiale che viene disgiunto, dal trattamento sanitario. «Un'assurdità - ha detto - visto che entrambe le pratiche vanno effettuate sotto controllo medico». Provvedimento tardivo per il dottor Piazza che ha citato il caso Olanda, dove la morte per eutanasia è ormai prassi diffusa. Anche in Italia una ricerca mette in luce come in alcuni reparti di degenza si «stacchi la spina». Tutti i relatori hanno preso le distanze da interventi dove si configuri il fatto che un uomo possa disporre della vita di un altro uomo. Insomma c'è ancora molta strada da fare per definire le regole di fine vita e testamento biologico.

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Si gioca in anticipo il derby tra Lentiai e Juventina Mugnai (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

SECONDA CATEGORIA Q Si gioca in anticipo il derby tra Lentiai e Juventina Mugnai LENTIAI. Derby in Seconda Q. Si gioca in anticipo, dalle 16, la partita della tredicesima giornata tra il Lentiai e la Juventina Mugnai. Calcio d'inizio alle 16, in via degli Impianti sportivi, dove gli ospiti arriveranno senza Cappellin, Comiotto e Fontana, che pure hanno avuto un piccolo sconto dalla commissione Disciplinare, dopo il ricorso. Entrambe le squadre hanno perso l'ultima partita: quella di Michele De Min con l'Altivolese e quella di Giuseppe Zatta con la Virtus Csm. La classifica: Cisonese 59, Montegrappa 55, Bessica 54, Caerano 52, Virtus Csm 48, Sp 2005 44, Maser 35, Tegorzo 34, Foen 32, Agordina, Juventina 29, Lentiai 27, Altivolese 26, Castion 25, Sernaglia 23, Fiori Barp 15. (g.s.)

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la anti-brunetta? si può fare (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Assenteismo. Parla l'esperto La anti-Brunetta? «Si può fare» FIRENZE. Una legge toscana che disciplini aspetti dell'organizzazione del lavoro nell'ambito dell'amministrazione regionale e definisca quali strumenti utilizzare per aumentare l'efficienza della macchina amministrativa può reggere a un eventuale ricorso alla Corte Costituzionale. Secondo il prof. Emanuele Rossi, docente di diritto costituzionale alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, una modifica di alcune norme della legge Brunetta ad uso dei dipendenti regionali si può fare. La Regione vuole intervenire su permessi sindacali e politici e assenze dei donatori di sangue: per Rossi è una scelta «in linea di massima» sostenibile. CARLO BARTOLI a pagina 11

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ma chi autorizzò la grande spiata? - giovanni valentini (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 32 - Commenti IL SABATO DEL VILLAGGIO MA CHI AUTORIZZò LA GRANDE SPIATA? GIOVANNI VALENTINI Mentre a Roma si prepara il giro di vite sulle intercettazioni legali, quelle cioè autorizzate dalla magistratura per contrastare in particolare la criminalità organizzata, a Milano si apre il maxi-processo contro le intercettazioni illegali realizzate dalla "banda degli spioni" agli ordini di Giuliano Tavaroli. Prima alle dipendenze della Pirelli e poi di Telecom, già arrestato insieme ai suoi complici, l´ex brigadiere dei Carabinieri deve rispondere di associazione a delinquere, corruzione internazionale, detenzione e divulgazione di materiale riservato. Tra persone fisiche, enti o aziende, le parti lese sono più di quattromila, tra cui perfino la presidenza del Consiglio, il ministero e l´Autorità sulle Comunicazioni che hanno chiesto un risarcimento complessivo di tre milioni di euro. Toccherà dunque alla magistratura milanese accertare i fatti e le responsabilità. Ma la "grande spiata" non è soltanto una vicenda giudiziaria, da circoscrivere nell´ambito penale ed eventualmente civile. Questo è in realtà un intrigo politico ed economico che investe una questione più generale di privacy, di riservatezza personale, di diritti individuali e collettivi, anche al di là della vicenda specifica. E perciò riguarda tutti noi cittadini, utenti telefonici e bersagli potenziali di un "dossieraggio" tanto illecito quanto pericoloso. Dal processo di Milano dobbiamo attenderci che si faccia piena luce sull´origine dell´operazione e sulle sue finalità, sui protagonisti e sui comprimari, sugli esecutori materiali e magari sui mandanti. Non solo per rendere giustizia a chi ne è stato colpito direttamente, ma anche per garantire a tutti gli altri una maggiore tutela per il futuro. La privacy, via telefono o via computer, non è un bene che possa essere violato impunemente, neppure in nome della sicurezza o peggio ancora degli interessi commerciali di questa o quella azienda. Il primo punto da appurare è proprio l´inizio della "grande spiata". Allo stato degli atti, appare chiaro che tutto cominciò nel 2001, alla vigilia dell´acquisizione di Telecom da parte della Pirelli di Marco Tronchetti Provera. La "cruna dell´ago", come qui abbiamo raccontato più ampiamente in passato, fu il presunto ritrovamento – tra agosto e settembre di quell´anno – di una falsa microspia nell´auto dell´ex amministratore delegato, Enrico Bondi: una "simulazione di reato", come l´hanno definita gli stessi magistrati inquirenti, per cui vennero ingiustamente accusati e "indotti alle dimissioni" l´ex segretario generale Vittorio Nola e il capo della Security interna Piero Gallina. Furono loro le prime vittime della macchinazione ordita da Tavaroli per aprire la strada alla "banda degli spioni", con una serie di condotte che il legale dei due dirigenti Alessandro Cassiani riassume nel "paradigma dell´estorsione". Ed è assolutamente necessario stabilire perciò se questa fu un´iniziativa individuale dell´ex carabiniere oppure l´esecuzione di un mandato ricevuto: ora che la Corte costituzionale ha giudicato illegittima la distruzione dei dossier illegali utilizzabili dalla difesa, vale a dire il corpo del reato, sarà più agevole risalire eventualmente a chi dette l´input iniziale. Sotto la guida del nuovo amministratore delegato, Franco Bernabè, il Cda di Telecom ha avviato un riconoscimento graduale degli errori compiuti dalla precedente gestione, inviando lettere di scuse a 250 dipendenti spiati, offrendo loro un indennizzo di tremila euro a testa e ammettendo che al momento non è possibile calcolare il danno complessivo a norma della legge sulla responsabilità oggettiva dell´azienda (n. 231): e questo va stabilito non solo in rapporto agli amministratori, ma anche ai cosiddetti "dirigenti apicali", com´erano senz´altro Tavaroli e alcuni suoi diretti collaboratori. Ma il Collegio sindacale, al contrario, ha elaborato una relazione giudicata così incompleta da provocare le critiche dell´Assemblea dei piccoli azionisti (Asati) e costringere poi la Consob a intervenire per chiedere ulteriori spiegazioni. Eppure, nonostante il richiamo dell´organismo di controllo sulle società quotate in Borsa, nella loro integrazione i sindaci hanno continuato a fare muro sulla "disclosure" delle vicende relative al periodo 2001-2003, sebbene gli atti siano ormai pubblici e disponibili. Che cosa farà allora la Consob l´8 maggio, quando riceverà ufficialmente il verbale dell´Assemblea e potrà quindi constatare il comportamento quantomeno "carente" del Collegio dei sindaci? Nell´esercizio del suo dovere di vigilanza – come ha sollecitato nei giorni scorsi il vice-capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda – è chiamata a evitare "ulteriori ritardi e delazioni": ne va della sua autorità nei confronti di tutte le società quotate in Borsa. Tanto più che in una recente sentenza la Cassazione ha stabilito che i sindaci sono tenuti a informare tempestivamente la Commissione sui fatti "sospetti" di cui sono venuti a conoscenza che, in questo caso, risalgono appunto al 2001. In attesa dunque che la giustizia – come si suol dire – faccia il suo corso, sarà opportuno ricostruire tutti i passaggi interni e le eventuali coperture che hanno consentito alla "banda degli spioni" di operare indisturbata, fino all´arresto di Tavaroli e degli altri. In Italia, come ricorda nel libro citato all´inizio Mauro Paissan, componente dell´Autorità sulla privacy, nel 2007 sono state 124.845 le utenze intercettate su ordine della magistratura, di cui 112.623 telefoniche: per il resto si tratta di intercettazioni ambientali, informatiche e telematiche. E non si sente affatto il bisogno di aggiungere, a quelle legali, anche quelle illegali. (sabatorepubblica. it) Le intercettazioni illecite si prestano a ordire ricatti, a delegittimare avversari, ad alimentare un clima torbido nel quale la vittima si sente vulnerabile, alla mercé di sconosciuti. (da "La privacy è morta, viva la privacy" di Mauro Paissan – Ponte alle Grazie, 2009 – pag. 92)

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RENZO M (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

RENZO M RENZO M. GROSSELLI «Quando Beppino Englaro è venuto da me, io che sono un credente avrei dovuto convincerlo a desistere oppure rifiutare di difenderlo. Ma lui mi instillò subito un dubbio. "È possibile che si vada avanti sempre, fino all'infinito? Fino a che il corpo di Eluana non sarà consunto il medico potrà continuare ad obbligarla a vivere solo dal punto di vista biologico?"». Un civile dibattito sulla legge in discussione al Parlamento, tra tecnici di opinioni diverse, non incattivito dalle pregiudiziali ideologiche e soprattutto lontano dal patema nazionale dei giorni in cui lasciò questo mondo Eluana Englaro. Questo si è avuto ieri sera a Predazzo, al Cinema Teatro , pieno di gente: il tema era «Testamento biologico e fine della vita: quale libera scelta?» con la partecipazione dell'avvocato di Beppino Englaro, Vittorio Angiolini (docente di Diritto costituzionale alla Statale di Milano), Riccardo Chieppa presidente emerito della Corte Costituzionale e onorario del Consiglio di Stato e il dottor Guido Piazza primario di Medicina all'Ospedale di Cavalese. A ben vedere, il dibattito coordinato dal vice-direttore del «Trentino» Andrea Iannuzzi, era un dibattito tra cattolici, ma di opinioni diverse. «Sono contrario alla pena di morte, alla clonazione umana e credo ci voglia prudenza sull'eugenetica. Sono esterrefatto su quanto si fa in Olanda e Belgio circa il suicidio assistito» ha precisato subito l'uomo che ha assistito Beppino Englaro nella sua battaglia per una «buona morte» di sua figlia Eluana, in condizioni di vita vegetativa da 17 anni. Però subito è venuta la precisazione: «Ma dobbiamo distinguere tra iniezione letale e sospensione della cura. Quest'ultima cosa può voler dire lasciare solo quell'essere umano quando la cura non serve ad altro che a prolungare la vita biologica. Pura testimonianza della capacità della medicina di far continuare quel tipo di vita». Angiolini si è detto convinto che sia necessaria una legge per regolare questa materia. «Ma deve essere una legge consapevole ed ho dei dubbi sulla norma che è stata approvata dal nostro Senato e che passerà alla Camera. Bene il consenso informato e l'alleanza terapeutica tra medico e paziente. Però la cura la dice il medico ma se c'è dissenso col paziente, il medico si deve fermare. Il consenso deve essere vincolante per il medico, anche quando questo può voler dire la morte del paziente. Ma su questo la norma licenziata dal Senato non è affatto chiara». Il primario Guido Piazza ha allertato: «In Olanda il 15% delle morti avvengono per eutanasia e il 9% senza l'assenso del paziente. E in Italia molti anestesisti ammettono che talvolta staccano la spina». Allora, evidentemente, una legge ci vuole, la decisione di non alimentare e idratare «forzatamente» una persona va regolata da una norma. Riccardo Chieppa, presidente emerito della Corte Costituzionale, vede dei lati positivi nella norma approvata in Senato: «Il suo grosso vantaggio è il principio dell'alleanza tra malato e medico. La legge non può regolare tutte le possibili ipotesi. I casi in cui la vita sta spegnendosi irreversibilmente sono una cosa, altri si presentano in modo diverso. Ogni caso va giudicato come caso a sé». Quindi, quello che Chieppa non vuole chiamare «testamento biologico»? «La persona cosciente può esprimere il consenso informato ma quando invece tale consenso è stato fornito con molto anticipo, a distanza di tempo si deve essere più cauti». Cibo e acqua sono un trattamento terapeutico? si è chiesto Chieppa. «Si decida caso per caso. Cosa significa rifiutare cibo e acqua a un lattante, anche se si sa che per malformazioni congenite è destinato a morire?». Altri punti positivi della norma, secondo Chieppa, sono il rifiuto dell'eutanasia e la garanzia che nello stato di fine vita il medico debba astenersi dall'accanimento terapeutico. «Ma ci vuole un'adeguata assistenza alle famiglie e la legge non prevede i fondi per realizzarla. Qui in Trentino voi siete fortunati ma in altre parti d'Italia?». Quindi? Angiolini ha altri dubbi sulla norma in discussione: «La legge vieta la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione per chi non può esprimere la propria volontà. Ma non si capisce cosa preveda per chi invece è capace di intendere e di volere». 25/04/2009

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cartellino giallo per stalking - walter galbiati (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XIII - Milano Cartellino giallo per stalking Molesta la ex: il questore lo "ammonisce" e lui smette è una procedura prevista dalla legge per evitare di finire davanti al giudice WALTER GALBIATI Ammonito, un po´ come avviene nelle partite di calcio quando l´arbitro avverte il giocatore con il cartellino giallo ricordandogli che alla prossima scorrettezza se ne dovrà uscire dal campo. Solo che in questo caso a esibire il cartellino non è stata una giacchetta nera, ma i poliziotti, e a ricevere l´ammonimento è stato un cittadino italiano che ha molestato e minacciato con sms, telefonate, appostamenti e pedinamenti una sua ex compagna rumena. Ora se dovesse continuare a darle noia, invece di uscire dal campo, finirebbe agli arresti. Si tratta di un caso di stalking, un termine inglese che indica gli atteggiamenti coi quali un partner rifiutato, una persona mossa da vendetta o da altro, perseguita qualcuno, soprattutto dell´altro sesso, provocandogli stati di ansia e paura. Ed è un termine diventato famoso in Italia, dopo l´introduzione a febbraio per decreto legge, del reato di atti persecutori. è la nuova normativa a prevedere che la vittima prima di presentare querela ai magistrati possa raccontare la sua vicenda alla pubblica autorità chiedendo di ammonire lo stalker. Il questore, nel caso ritenga fondata la denuncia, ammonisce l´accusato e lo invita a tenere una "condotta conforme alla legge". Se poi la persecuzione continua, il magistrato può procedere d´ufficio contro di lui. La vicenda risale alla fine dello scorso marzo, quando un cittadino italiano ha ricevuto l´ammonimento, forse il primo a Milano, per aver perseguitato la sua ex fidanzata. Si erano lasciati poco prima che lui venisse arrestato per spaccio di droga e già dal carcere aveva iniziato a minacciarla. «Te la farò pagare», le ripeteva, e una volta uscito ha continuato con pedinamenti e appostamenti, fino ad aggredirla sotto casa. Il culmine lo ha toccato quando il molestatore è giunto a tappezzare l´asilo frequentato dal figlio della vittima con volantini offensivi per la madre. Ecco allora la richiesta del provvedimento, risultato efficace, visto che da allora lo stalker non si è fatto più sentire. «Grazie all´efficacia dissuasiva dell´ammonimento del questore, siamo riusciti a far cessare gli atti persecutori che si protraevano ormai da diversi mesi e, soprattutto, abbiamo impedito che la vicenda potesse avere un epilogo ancor più drammatico», ha commentato l´avvocato della vittima, Gabriele Minniti. La questione dell´ammonimento potrebbe finire al vaglio della Corte costituzionale, perché lo stalking sarebbe l´unico reato per cui è previsto che sia il questore, e quindi non un magistrato, a predisporre il provvedimento.

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il trio dei preti dalla clerici (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

TALK SHOW MUSICALE Il trio dei preti dalla Clerici Zucchero ospite di Fabio Fazio Oggi in tv Arricchiscono il programma di Antonella Clerici (foto) Ti lascio una canzone, in onda oggi, alle 21.10 su Raiuno, le incursioni dei comici Gigi Garretta e Max Vitale. Oltre a Barbara De Rossi e Claudio Cecchetto, presenze fisse in giuria, interviene Simona Izzo. Tra gli ospiti: il trio di preti cattolici irlandesi The Priests che ha ottenuto un grande successo con l'album che porta lo stesso nome del gruppo. Ti lascio una canzone Raiuno, alle 21.10 Ospiti della puntata: Zucchero Fornaciari, cantautore emiliano, con oltre 25 anni di carriera è considerato il maggiore soulman nonchè il cantante italiano che ha venduto più dischi nel mondo. E ancora Gustavo Zagrebelsky, giurista, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, docente di Giustizia costituzionale alle Università di Torino e Napoli, Presidente onorario del movimento Libertà e giustizia. Paolo Rossi non mancherà di liberare la sua pungente satira. Che tempo che fa Raitre, alle 20.10

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sì, la regione può intervenire (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

di Carlo Bartoli «Sì, la Regione può intervenire» Il costituzionalista Rossi sulle modifiche alla legge Brunetta «Però incrocia le competenze dello Stato: deciderà la Corte Costituzionale» FIRENZE. Una legge toscana che disciplini alcuni aspetti dell'organizzazione del lavoro nell'ambito dell'amministrazione regionale e che definisca quali strumenti utilizzare per aumentare l'efficienza della propria macchina amministrativa, può reggere a un eventuale ricorso in Corte Costituzionale. Non una legge anti-Brunetta, che introduca modifiche in materia di rapporti di lavoro. Secondo Emanuele Rossi, docente di diritto costituzionale alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, una modifica di alcune norme della legge Brunetta ad uso dei dipendenti regionali si può fare. La Regione vuole modificare alcune delle misure contenute nella legge Brunetta. Il ministro preannuncia un ricorso. Ci si chiede se la pretesa della Regione sia sostenibile o meno. Qual è il suo parere? «In astratto è difficile dare una risposta, occorrerebbe vedere un testo prima di giudicare, perché su questo tema si incrociano due competenze diverse. Allo Stato è assegnato il compito di regolare le materie che riguardano i rapporti di lavoro, mentre alla Regione è affidata la potestà su ciò che riguarda l'amministrazione regionale. Quindi, prima di azzardare un giudizio sulla legge, occorre vedere esattamente com'è congegnata». Se la legge toscana verrà approvata dal consiglio regionale e il governo farà ricorso, ci sarà un conflitto dall'esito incerto? «A mio avviso nessuno può dire oggi con matematica certezza quale potrebbe essere un eventuale verdetto. Mi pare azzardato prevedere l'orientamento della Corte Costituzionale, soprattutto adesso che la legge deve essere ancora messa a punto». Come dovrebbe essere impostata la futura legge toscana? «Credo che la Regione potrebbe decidere quali sono le modalità con cui far lavorare al meglio i propri dipendenti. Il criterio puramente quantitativo del numero delle presenze, indipendentemente da ciò che il lavoratore fa quando è in ufficio, sicuramente non è l'unico criterio per garantire l'efficienza della struttura amministrativa. La legge toscana dovrebbe quindi partire dal presupposto di garantire le condizioni che permettano ai propri dipendenti di dare il meglio di sé e per questo fissare alcune regole che possono vertere anche sugli stessi aspetti su cui verte una legge dello Stato». Non si rischia una sovrapposizione? «Non direi. Prendiamo il caso dei controlli fiscali stabiliti per accertare la veridicità della malattia del dipendente. I controlli li definisce lo Stato, ma a pagare è la Regione. L'ente può dunque decidere di introdurre un altro sistema per tenere sotto controllo l'attività lavorativa dei propri dipendenti ottenendo lo stesso risultato, o addirittura conseguendo obiettivi migliori». La nuova legge non rischia di introdurre una disparità di trattamento tra dipendenti della pubblica amministrazione e tra Regioni? «Tra un'amministrazione e l'altra già ci sono differenze; il dipendente dell'università non viene trattato come l'impiegato comunale. Lo stesso accade tra Regione e Regione. Dunque, si tratta di un criterio ormai assodato. Che le pubbliche amministrazioni abbiano regimi diversi è un principio affermato e comunque coerente con il federalismo. Un'amministrazione che dev'essere autonoma ha anche il diritto di trattare i propri dipendenti nella maniera che ritiene più opportuna. Teniamo presente che gli effetti di un'eventuale legge toscana ricadrebbero sulla sola amministrazione regionale e non sulle altre amministrazioni pubbliche». La Regione vuol intervenire solo sulla parte della legge Brunetta che riguarda permessi sindacali e politici e assenze dei donatori di sangue, ma non reintegrare le decurtazioni per chi si ammala. E' una scelta sostenibile? «In linea di massima direi di sì. Si possono favorire certe attività e incentivarle vista la loro rilevanza pubblica. Questo si può giustificare, anche se bisogna fare attenzione a non creare delle situazioni di disparità irragionevoli».

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Rognoni sul palco della Liberazione (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

LODIGIANO pag. 6 Rognoni sul palco della Liberazione SARÀ il professor Virginio Rognoni, ex ministro e vicepresidente del Csm, a tenere l'orazione ufficiale nella cerimonia che Palazzo Gounela ha allestito per l'anniversario della Liberazione. Preceduto dal saluto del sindaco Torriani, Rognoni interverrà, intorno alle 11, al Cinema Arlecchino. Image: 20090425/foto/2109.jpg

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Legge Pecorella ko (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Giustizia e Società data: 25/04/2009 - pag: 32 autore: di Debora Alberici La Consulta restituisce pieni poteri d'azione ai pm Legge Pecorella ko Bocciate le archiviazioni facili Bocciate le archiviazioni facili introdotte dalla legge Pecorella. Le procure non dovranno più chiedere obbligatoriamente la chiusura del caso se la Cassazione, decidendo sulla custodia cautelare, ha negato l'esistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico dell'indagato.Con una sentenza che ha restituito pieni poteri sull'azione penale ai pubblici ministeri, la n. 121 di ieri, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 405, comma 1 bis, del codice di procedura penale nella parte introdotta dalla cosiddetta legge Pecorella, la n. 46 del 2006. La norma in contrasto con la Carta fondamentale prevede che «il pubblico ministero, al termine delle indagini, formula richiesta di archiviazione quando la Corte di cassazione si è pronunciata in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e non sono stati acquisiti, successivamente, ulteriori elementi a carico della persona sottoposta alle indagini».A due anni dalla prima bocciatura le norme di questa legge passano sempre a stento il vaglio dei giudici di Palazzo della Consulta. A gennaio del 2007 furono proprio i giudici delle leggi a ripristinare, infatti, la possibilità per i pubblici ministeri di impugnare le sentenze di proscioglimento. E non sono pochi i motivi a sostegno di questa ultima decisione. Prima di tutto, dice il Collegio, i gravi indizi di colpevolezza necessari per sostenere il carcere preventivo o comunque una misura cautelare sono diversi da quelli richiesti per il rinvio a giudizio. Ma non solo. L'esame della Cassazione su tali indizi resta pur sempre nell'ambito di vaglio di legittimità e non di merito. Insomma secondo la Consulta la presa di posizione del legislatore che, si legge nei lavori parlamentari, voleva impedire l'esercizio dell'azione penale «caparbio» da parte delle procure, finisce con lo scontrarsi con alcuni articoli della Costituzione, 3, 111 112.Questo perché, si legge in un passaggio chiave della sentenza di ieri, «il legislatore ben può modificare la fisionomia e la funzione degli istituti processuali». Ma, spiegano ancora i giudici, «per piegare l'archiviazione alla diversa logica sopra indicata, la norma impugnata fa venir meno la condizione minimale di coerenza di qualsiasi meccanismo di controllo - in virtù della quale il parametro di valutazione deve essere il medesimo per il controllato ed il controllore - introducendo una irrazionale frattura tra le regole sulla domanda e le regole sul giudizio. Essa costringe, infatti, una parte processuale - il pubblico ministero - a chiedere un provvedimento negatorio del proprio potere di azione anche quando è ragionevolmente convinta che, alla stregua della regola di giudizio applicabile dal giudice, tale provvedimento non si giustifichi. A sua volta, il giudice, investito della richiesta di archiviazione, viene legittimato, in modo altrettanto paradossale e secondo il citato percorso anomalo, a imporre a detta parte proprio la condotta (l'esercizio dell'azione penale) che la norma le vieta di tenere».

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PERUGIA GLI STUDENTI delle scuole superiori perugi... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

PERUGIA / TRASIMENO pag. 9 PERUGIA GLI STUDENTI delle scuole superiori perugi... PERUGIA GLI STUDENTI delle scuole superiori perugine hanno risposto in massa alla manifestazione che il Comune organizza alla Sala dei Notari alla vigilia del 25 aprile. C'erano i ragazzi degli istituti Alessi, Galilei, Bernardino di Betto, Pieralli, Alessandro Volta e Arnolfo di Cambio, che hanno preparato riflessioni e argomenti da discutere con l'onorevole Olga D'Antona, il professor Mauro Volpi, membro del Csm, e il professor Sergio Lariccia, docente della «Sapienza» di Roma. Si è parlato di come la memoria di quegli avvenimenti debba essere custodita soprattutto dai giovani, ma anche di temi più attuali della storia italiana recente come il terrorismo. Il tema della giornata era: «25 Aprile: la memoria ha ancora un futuro»?. E' stato letto un testo e proiettato un video girato dagli studenti del liceo scientifico «Alessi» nel corso di una toccante visita al lager di Auschwitz. Un altro documento multimediale è stato preparato dagli studenti del «Galilei». Questa mattina, invece, via alle consuete cerimonie di deposizione di corone ai Caduti e sulle tombe delle medaglie d'oro della Resistenza (alle 10,30, cimitero), sulla lapide in ricordo dei patrioti fucilati dai nazi-fascisti (alle 11,15, Borgo XX Giugno), e al monumento dell' Ara Pacis in memoria di tutti i Caduti in guerra (alle 12, Via Masi). Celebrazioni ufficiali anche a Città di Castello alle 10,30 con l'apposizione di una corona alle Stele dei Caduti in viale Vittorio Veneto da parte del sindaco Fernanda Cecchini. A Gubbio, invece, celebrazioni con la Fanfara dei Bersaglieri, che sarà in piazza 40 Martiri alle 9.30.

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Vado in pensione' (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

REGGIO pag. 8 Vado in pensione' Il procuratore Materia lo conferma ai pm DIECI MINUTI, massimo un quarto d'ora. E' durato questo breve lasso di tempo il summit di ieri in procura. Forse l'ultimo, per il procuratore capo Italo Materia, che martedì aveva annunciato pubblicamente la decisione di rassegnare le dimissioni dall'ordine giudiziario, e che ieri ha confermato la notizia ai sostituti procuratori nell'incontro programmato da lunedì. «Come avete letto - avrebbe detto - vado in pensione». Dal primo luglio, ha spiegato Materia, aggiungendo che ora smaltirà le ferie arretrate, per poi tornare in giugno per le ultime incombenze. Poi il procuratore ha stilato coi colleghi il prossimo calendario delle attività. Una riunione normalissima, garantisce chi vi ha partecipato, senza alcuna tensione. IL PROCURATORE, ieri, ha ricevuto la visita del consigliere regionale del Pd Gianluca Borghi, correggese, che gli ha portato solidarietà dopo l'ultimo attacco subito dai «grillini» di Bologna che avevano annunciato un banchetto in piazza per dire no alla sua promozione (ormai prossima ma congelata dal Csm) a procuratore capo di Bologna. «E' stato proprio Materia, ormai anni fa, uno dei primi magistrati a denunciare la presenza della criminalità organizzata in Emilia» ha detto Borghi e ha aggiunto che «l'attacco insensato a Materia di chi usa l'antimafia per fini politici e interessi personali rappresenta forse uno dei punti più bassi dalla lotta politica». SOLIDARIETA' a Materia è stata espressa dal collega Andrea Santucci, gip di Reggio in procinto di passare a Bologna, che conosce bene il procuratore da quando lavoravano entrambi in Sicilia: Santucci a Siracusa, Materia a Messina. Santucci ha detto di non comprendere «il motivo dei sottili distinguo» di tre sostituti procuratori sulla revoca delle dimissioni auspicata dalla sottosezione reggiana dell'Anm (revoca che a loro avviso potrebbe ingenerare confusione nell'ambito forense). E ha concluso: «Del tutto legittima la critica dell'opinione pubblica anche organizzata all'operato dei magistrati e anche alle nomine a uffici direttivi importanti. Nel caso in ispecie però rilevo come l'accusa di Sonia Alfano (presidente Associazione nazionale vittime della mafia) abbia carattere assolutamente denigratorio e insinuante». Trovarsi a pranzo con un collega in trattoria vicino alla procura e vedersi sedere al tavolo un pentito può essere una situazione occasionale: il fatto in sè non dimostra nulla.

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Pm più liberi nell'azione penale (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-04-25 - pag: 29 autore: Corte costituzionale. Cancellato l'obbligo di chiedere l'archiviazione introdotto dalla legge Pecorella Pm più liberi nell'azione penale Non è vincolante la pronuncia della Cassazione sugli indizi Giovanni Negri MILANO Prosegue l'opera di smantellamento della legge «Pecorella» da parte della Corte costituzionale. Ieri la Consulta, con la sentenza 121 scritta da Giuseppe Frigo, ha dichiarato illegittimo l'articolo del Codice di procedura penale che obbligava il Pm a chiedere l'archiviazione quando la Cassazione aveva dichiarato l'inesistenza dei gravi indizi di colpevolezza alla base della custodia cautelare e non sono in seguito emersi nuovi elementi a carico. A sollevare la questione era stato il Gip di Forlì che aveva messo in discussione l'articolo 405 comma 1 bis del Codice (introdotto dalla legge 46/06) per il conflitto con una serie di articoli della Costituzione come quelli sul giusto processo, articolo 111, e sull'obbligatorietà dell'azione penale, articolo 112. La Corte costituzionale ha condiviso le perplessità, cancellando la disposizione dal Codice, sulla base di diverse considerazioni. La sentenza ricorda che l'obiettivo della norma era di evitare che il Pm potesse esercitare in maniera caparbia l'azione penale anche quando l'inconsistenza delle sue ragioni era già stata verificata dalla Cassazione. Un obiettivo che la Consulta ora né contesta né affronta. Critica invece il condizionamento dell'esito del procedimento cautelare su quello principale che non sembra in nessun modo coerente con l'impostazione accusatoria del Codice, che riserva alla fase processuale l'accertamento della responsabilità dell'imputato. Impostazione che trova eco nell'articolo 111 della Costituzione che dispone tra l'altro la regola della formazione della prova nel contraddittorio tra le parti. La norma contestata, invece, attribuisce ad alcune pronunce della Cassazione, quelle sull'inesistenza dei gravi indizi, un effetto di preclusione all'azione penale. La Corte costituzionale si sofferma poi a sottolineare l'irragionevolezza della norma della «Pecorella » sotto tre profili. Il primo è rappresentato dalla diversità delle regole di giudizio tra quelle sulla fase cautelare e quelle che legittimano l'esercizio dell'azione penale. Nella prime prevale un giudizio statico, fondato sui soli elementi già acquisti dal Pm, mentre nelle seconde emerge una valutazione dinamica su quanto è possibile ottenere nella fase dibattimentale. In secondo luogo, a venire trascurata è la differenza della base probatoria delle due valutazioni messe a confronto. Il Pm può infatti non scoprire del tutto le sue carte nel materiale probatorio che corrobora la misura cautelare, mentre è tutto il materiale investigativo a costituire la base della decisione sull'esercizio dell'azione penale. Di conseguenza la Cassazione può essere chiamata a pronunciarsi solo su parte delle prove e l'effetto preclusivo può essere irragionevole. Infine, a circoscrivere il giudizio della Cassazione c'è la motivazione del provvedimento impugnato. «Ciò implica – spiega la Consulta – che l'eventuale annullamento del provvedimento impugnato non svela automaticamente l'oggettiva inesistenza dei gravi indizi di colpevolezza». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sotto i 14 anni assoluzione rafforzata (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-04-25 - pag: 29 autore: MINORENNI Sotto i 14 anni «assoluzione» rafforzata Per la Corte costituzionale il minore di 14 anni ha garanzie sufficienti quanto all'applicazione di una misura di sicurezza come il collocamento in comunità. Lo puntualizza la Corte con l'ordinanza n. 117 depositata ieri e scritta da Giuseppe Frigo. Di fronte alle perplessità del tribunale per i minorenni di Sassari, chiamatoa giudicare di una violenza sessuale di gruppo, con protagonisti tutti ragazzi minori di 14 anni, la Consulta ha precisato che chiedere alla Corte, come sembrano avere fatto i giudici sardi, l'introduzione di un limite minimo di età per l'applicazione della misura di sicurezza signficherebbe sollecitare una improponibile pronuncia additiva. Sul piano processuale, però, la Corte censura il tribunale di Sassari per avere ritenuto che la sentenza di non luogo a procedere per difetto di imputabilità non deve essere preceduta da alcun avviso all'interessato né da una forma di contraddittorio. In realtà, anche la sentenza di non luogo a procedere è destinata a produrre effetti per il minore,visto che presuppone un accertamento del fatto, tanto più quando il Pm chiede l'applicazione di una misura di sicurezza. è per questo che, sottolinea l'ordinanza, la più recente giurisprudenza della Cassazione è orientata nel senso della compatibilità tra sentenza di non luogo a procedere riduzione del pregiudizio per il minore, assicurandogli direttamente o attraverso il difensore la possibilità di dialogare con l'autorità giudiziaria. Una parte della dottrina, inoltre, ritiene che, quando è richiesta una misura di sicurezza nella fase delle indagini preliminari, serve il consenso del minore al non luogo a procedere. G. Ne.

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Ulisse (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI PROFESSIONISTI data: 2009-04-25 - pag: 31 autore: TV ACURADI LUIGIPAINI Ulisse RAITRE 21.30 Alberto Angela (nella foto) propone uno spettacolare viaggio nel mondo dei fulmini Da non perdere RAITRE 20,10 Che tempo che fa. Il presidente emerito della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky e il cantautore Zucchero Fornaciari sono gli ospiti del talk show condotto da Fabio Fazio. SKY CINEMA MANIA 21,00 Elephant, di Gus Van Sant, con Alex Frost, Usa 2003 (81'). Massacro di studenti in un liceo degli Stati Uniti. Perché la follia omicida può arrivare a questi livelli? Palma d'oro a Cannes. SKY CINEMA HD 22,45 Non è un paese per vecchi, di Ethan e Joel Coen, con Javier Bardem, Tommy Lee Jones, Usa 2007 (122'). Ancora follia omicida. Quanta angoscia arriva dagli States! RAIDUE 23,30 Tg2 Dossier. Pianeta contraffazione: dalle false griffe vendute per strada alle fabbriche clandestine nei sottoscala di Napoli, fino ai distretti industriali dell'Estremo Oriente. Segue alle 0,15 "Tg2 Storie", il cui primo servizio è dedicato all'Abruzzo. Attualità RAITRE 13,20 Tgr Mediterraneo. Reportage su Hezbollah, il movimento armato filosiriano che da anni condiziona la vita del Libano. RAIUNO 17,45 Passaggio a Nord Ovest. L'evoluzione delle antiche armi da guerra, dalle fionde al progetto del primo cannone. RAITRE 23,40 Amore criminale. Camila Raznovich racconta l'agghiacciante storia di una donna innamorata di un uomo dalla doppia vita che, a pochi giorni dalla nascita del loro figlio, la uccide. Spettacolo MGM 21,00 La casa dei giochi, di David Mamet, con Joe Mantegna, Usa 1987 (99'). Serata Mamet: del prolifico sceneggiatore e regista (sia teatrale che cinematografico) segue alle 22,45 "Oleanna" (1994), con Willian H.Macy. SKY CINEMA CLASSICS 21,00 Piccole donne, di Mervyn LeRoy, con Janet Leigh, Usa 1949 (122'). Fra le tante versioni cinematografiche del celeberrimo romanzo di Louise May Alcott, questa certo non sfigura. STEEL 22,55 La mummia - Il ritorno, di Stephen Sommers, con Brendan Fraser, Usa 2001 (124'). Quando il cinema è effetto speciale. RAITRE 1,40 Fuori orario. I film che facevano piangere i nostri genitori (o nonni...): della celebre coppia "strappalacrime" Amedeo Nazzari - Yvonne Sanson vengono riproposti "I figli di nessuno" (1951), "Angelo bianco" (1955) e "Torna!" (1954), tutti diretti con mano infallibile da Raffaello Matarazzo.

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Il praticante non obbliga al versamento dell'Irap (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI PROFESSIONISTI data: 2009-04-25 - pag: 31 autore: Imposte controverse. La Cassazione sull'apporto in studio di chi fa tirocinio Il praticante non obbliga al versamento dell'Irap Lo stagista non produce reddito in modo autonomo Sergio Trovato I giudici di legittimità ampliano i confini dell'esclusione dall'Irap per i professionisti. Non è soggetto a Irap il professionista che si avvale di un collaboratore «apprendista», «che sta compiendo il suo iter formativo », in quanto per la Corte di cassazione non sussiste il requisito dell'autonoma organizzazione. Lo ha stabilito la Cassazione, con la sentenza 8834 del 14 aprile 2009. Se l'avvocato,invece,si avvale di altri professionisti, incaricandoli dello svolgimento di lavori per suo conto, il reddito diventa il frutto anche della loro attività. Secondo la sentenza 8834, che riproduce la motivazione della pronuncia d'appello con la quale era stato rigettato il ricorso del Fisco,l'elemento organizzativo che costituisce il presupposto per l'assoggettamento a imposta del professionista non è «la presenza di locali, o di un computer o di una segretaria, ma di altri soggetti che producono per il titolare. Questo è lo spartiacque che identifica le attività soggette o meno all'imposta». La Cassazione ribadisce che il lavoro autonomo è soggetto all'imposta solo se il contribuente sia responsabile dell'organizzazione, non sia inserito in strutture organizzative riferibili ad altri, impieghi beni strumentali eccedenti il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attivitào si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui. Però chiarisce che deve trattarsi di una collaborazione qualificata che deve contribuire «alla formazione del reddito in modo autonomo ». è evidente che tutte le componenti dell'organizzazione devono essere da sole idonee a creare un "quid pluris" di capacità contributiva e un valore aggiunto tassabile. Il reddito dei professionisti, invece, non può essere assoggettato a Irap quando è il risultato solo del lavoro personale. Del resto, la mancanza di organizzazione può essere dimostrata anche attraverso la documentazione dei costi sostenuti nell'esercizio dell'attività. L'imposta è dovuta quando si è in presenza di un contribuente che eserciti l'attività con un'organizzazione autonoma, costituita da un insieme di capitale, anche se di importo non elevato, e di lavoro, coordinati in modo tale da creare valore aggiunto con un ridotto apporto personale del professionista. Se il reddito non è direttamente riconducibile a un'organizzazione autonoma (Corte costituzionale, sentenza 156/2001) ed è del tutto dipendente dal titolare professionista, non si può parlare di base imponibile ai fini Irap ( Commissione tributaria regionale del Lazio, sentenza 98/2005). Sempre la Cassazione,tra l'altro con le sentenze 3672, 3682, 5258 del 2007, ha stabilito che l'autonoma organizzazione, che determina la soggezione all'imposta, si riscontra quando unprofessionistaounaltrolavo-ratoreautonomoutilizzinomez-zisuperioriaquellichelacomu-neesperienzaindicacomestret-tamenteindispe sabiliperl'attività. L'organizzazione per dar luogo a tassazione deve essere dotata di un'autonomia che potenzi e accresca la capacità produttiva del contribuente. La determinazione della quantità di beni che indica la presenza di un'organizzazione autonoma è rimandata ai giudici di merito, come una valutazione di fatto, sulla quale la Cassazione, che si occupa di questioni di diritto, non può pronunciarsi. L'attività, poi, deve essere espletata utilizzando un proprio studio professionale. Infatti, non è soggetto all'Irap un lavoratore autonomo che eserciti presso terzi e si avvalga di una struttura organizzativa che fa capo a un altro professionista (Commissione tributaria di secondo grado di Bolzano, sentenza 2/2008). © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Philippe Houillon : (sezione: Giustizia)

( da "Figaro, Le" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Burgaud : «Le mot réprimande résonne comme une farce» Propos recueillis par Delphine Chayet 24/04/2009 | Mise à jour : 22:52 | Ajouter à ma sélection . --> Philippe Houillon : « L'écart risque de se creuser entre les Français et leur justice. » Crédits photo : AFP Pour le rapporteur de la commission sur Outreau, une interdiction d'exercer la fonction de juge d'instruction aurait été plus appropriée. Député UMP, Philippe Houillon fut le rapporteur de la commission parlementaire sur l'affaire d'Outreau. Il craint que la sanction décidée contre le juge Burgaud ne soit pas «comprise» par les Français. LE FIGARO. - Que vous inspire la décision du CSM ? Philippe HOUILLON. - Le mot «réprimande» résonne comme une farce, face à l'ampleur du drame de l'affaire d'Outreau. Quand on pense aux 26 années de prison cumulées, aux nombreuses tentatives de suicide, aux familles séparées, cette sanction semble totalement disproportionnée. Même si la réprimande a une signification précise dans le langage disciplinaire, le mot est décalé, incompréhensible. L'écart risque de se creuser entre les Français et leur justice. Une révocation aurait-elle été préférable ? La sanction la plus sévère n'était sans doute pas la plus juste parce qu'elle aurait fait porter au juge Burgaud l'entière responsabilité du fiasco. Or il en a certes été la cheville ouvrière mais il n'est pas seul à avoir failli dans ce dossier. En prononçant une interdiction d'exercer la fonction de juge d'instruction ou de juge unique, le CSM aurait par contre rendu une décision plus appropriée. D'un point de vue symbolique, cette sanction faisait sens même si elle ne changeait pas grand-chose dans les faits. Car je n'ai rien contre le juge Burgaud qui a été - et reste - au cSur d'une tourmente ces dernières années. J'attendais simplement de l'institution judiciaire qu'elle reconnaisse enfin ses propres dysfonctionnements. D'aucuns dénoncent aujourd'hui une décision de compromis. Qu'en pensez-vous ? Il est vrai que si les sages estimaient qu'il n'y avait pas eu de faute, il aurait été plus courageux d'assumer jusqu'au bout et de ne pas prononcer de sanction. En tout cas, cette décision inadaptée valide les propos du président de la République sur la responsabilité des juges. La réforme de la composition du CSM et sa saisine directe par les justiciables vont sensiblement améliorer les choses. Mais il serait également utile que le Conseil rédige enfin un code de déontologie, attendu depuis des mois. Car il faudra, à l'avenir, que les entorses aux bonnes pratiques soient sanctionnées beaucoup plus systématiquement. » Outreau : un blâme pour le juge Burgaud » «Une sanction qui va mécontenter tout le monde»

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> (sezione: Giustizia)

( da "Figaro, Le" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Une sanction qui va mécontenter tout le monde» B.H. (lefigaro.fr) avec agences 24/04/2009 | Mise à jour : 18:28 | Ajouter à ma sélection . --> REACTIONS - Après la réprimande ordonnée par le Conseil supérieur de la magistrature au juge Burgaud, les acquittés du procès Outreau dénoncent une sanction «ridicule». Les réactions à la réprimande infligée vendredi au juge Fabrice Burgaud pour son instruction du désastre judiciaire d'Outreau ne se sont pas fait attendre. Sitôt après la décision du Conseil supérieur de la magistrature, les acquittés du procès ont fait part de leur désarroi. «La réprimande est une fausse sanction destinée à répondre à la pression de l'opinion publique. Je suis inquiète parce que s'il instruit d'autres dossiers, des innocents risquent encore de finir dans les geôles de la République», s'est offusquée Roselyne Godard, connue comme «la boulangère» du procès d'Outreau. «Est-ce qu'il y aurait eu une sanction adéquate par rapport à ce qu'il a fait ? Je crois qu'il n'y en a aucune dans l'échelle des sanctions qu'il aurait pu avoir: c'est quand même le premier responsable d'un fiasco judiciaire sans précédent, et je trouve qu'il s'en sort bien», a également déploré Alain Maréceaux, huissier de justice, acquitté en appel en 2005 dans cetet affaire. Eric Dupond-Moretti, avocat de plusieurs acquittés, a lui aussi fustigé la réprimande, ironisant sur «la justice qui juge la justice». Et de regretter qu'«en terme d'opinion publique, c'est dramatique parce que si vous avez un avertissement pour le plus grand fiasco judicaire de ces dernières décennies, alors tout est permis». Frank Berton, également avocat de plusieurs acquittés, a quant à lui qualifié de «ridicule» la sanction, en la comparant à la réprimande d'un «maître d'école» à «son élève». «Pour les acquittés, cela veut dire: 'il n'y a rien, il n'y a pas de soucis, pas de problèmes, circulez'», a-t-il ajouté. «C'est l'illustration d'un corporatisme ancestral. Il faut retirer aux magistrats le pouvoir de juger les magistrats». Les syndicats de magistrats ont eux aussi manifesté leur mécontentement, estimant que Fabrice Burgaud était «le bouc émissaire idéal de tous les dysfonctionnements de la justice». Ayant pris «connaissance avec regret» de la décision du CSM, l'Union syndicale des magistrats (USM), premier syndicat dans la profession, rappelle que c'est le garde des Sceaux Pascal Clément, prédécesseur de Rachida Dati, qui avait traduit le juge Burgaud devant ses pairs. «L'Inspection générale qui n'est pourtant pas réputée pour sa tendresse concluait à l'absence de faute imputable à M. Burgaud», a-t-on renchéri au Syndicat de la magistrature (SM), en soulignant que la procédure disciplinaire décidée par la Chancellerie était «la mauvaise réponse à un vrai problème». Et le député socialiste André Vallini, qui avait présidé la commission d'enquête parlementaire sur l'affaire d'Outreau, de résumer : «la sanction va mécontenter à la fois ceux qui considèrent qu'il est le principal responsable du fiasco judiciaire d'Outreau comme ceux qui considèrent qu'il n'a été qu'un élément de la chaîne pénale qui a dysfonctionné du début à la fin de cette affaire».

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La Regione raddoppia le società di consulenza (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 99 del 2009-04-25 pagina 3 La Regione raddoppia le società di consulenza di Diego Pistacchi Pronta a nascere «Infrastrutture Liguria» per gestire in proprio gli appalti sulle infrastrutture viarie e della sanità Avrebbe gli stessi compiti di «Sviluppo Genova» e nuovi stipendi da pagare. Il ricorso del governo usato come scusa (...) Recentemente il governo ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale che di fatto affida a «Genova Sviluppo» anche incarichi al di fuori del suo ambito territoriale. La società, secondo il ricorso, non si dovrebbe «allontanare» troppo da Genova, insomma. Un'occasione d'oro per dare il via al nuovo «contenitore», tutto interno alla Regione che, secondo indiscrezioni di palazzo, potrebbe essere tenuto a battesimo dalla giunta del prossimo 30 aprile e che verrebbe chiamato «Infrastrutture Liguria». Nome che suonerebbe come un secondo altolà preventivo agli eventuali mugugni del centrodestra, visto che Roberto Formigoni ha la sua «Infrastrutture Lombardia». Le due giustificazioni - il ricorso governativo e il clone lombardo - resistono però poco alle obiezioni. Innanzitutto quella di più immediata comprensione. È vero che esiste una «Infrastrutture Lombardia», ma è altrettanto vero che non esiste una «Sviluppo Milano» che rappresenti il doppione. Secondariamente la Regione, finora, si è già trovata molte volte di fronte all'opposizione del governo per specifiche leggi. Ma sempre la maggioranza di centrosinistra ha spinto sull'acceleratore e sulle proprie decisioni, riproponendole quasi in fotocopia, mentre stavolta si è arresa senza combattere. Poi c'è da considerare che finora ci si trova di fronte all'impugnazione da parte del governo di una legge, ma la Consulta non si è ancora pronunciata in merito. E per legge, finché non ci sarà una sentenza contraria, si potrà continuare a operare e ogni decisione assunta nel frattempo non potrebbe essere comunque annullata, così come chi l'ha presa non potrebbe essere chiamato a risponderne. Inoltre si potrebbe scegliere un'altra strada, quella peraltro dettata da una legge regionale approvata nel 2007 da questa stessa maggioranza. La Regione potrebbe infatti affidare la gestione delle gare d'appalto ai singoli enti pubblici interessati. Nel caso del Felettino, ad esempio, alla Asl 5. E il capo II della legge regionale 31/07 invita proprio la Regione a favorire «forme di aggregazione e cooperazione tra amministrazioni aggiudicatrici per l'esercizio delle funzioni in materia di appalti pubblici di lavori, forniture e servizi». La razionalizzazione della spesa pubblica prevede espressamente che «le amministrazioni aggiudicatrici possono affidare alle aziende regionali territoriali per l'edilizia o ad altri soggetti pubblici l'espletamento delle funzioni e delle attività di stazione appaltante». Insomma, se non voleva proprio lasciare tutto in mano a «Sviluppo Genova», la Regione avrebbe dovuto almeno evitare di creare una nuova società. Che oltre a prendere in prestito, magari dalla stessa società genovese, professionisti e tecnici, dovrà far ricorso a manager e funzionari in più, oppure ad aumentare gli stipendi di quelli già presenti in Filse. Svuotata degli appalti più interessanti (e ricchi), alla Sviluppo Genova resterebbero le bonifiche di Cornigliano, la realizzazione dell'ospedale del Ponente per il quale sembra probabilissima la collocazione nell'area ex Colisa, e la parte del marketing territoriale. Questo, almeno, senza fare i conti con la padrona di casa. «Sapevo solo della necessità di fare una società piccola, snella e urgente per il Felettino - spiega il sindaco Marta Vincenzi e maggior azionista di Sviluppo Genova - Per tutto il resto non ci sono decisioni condivise». La Regione è avvisata. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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25 Aprile/ Napolitano apre celebrazioni all'Altare della (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 25 apr. (Apcom) - Alla presenza delle massime autorità dello Stato, si è svolta all'Altare della patria a Roma la cerimonia per il 64esimo anniversario della Liberazione. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accolto dagli applausi della folla presente, ha deposto una corona di alloro davanti alla tomba del Milite Ignoto e, sulle note del 'silenzio', si è soffermato in raccoglimento per alcuni secondi. Per la prima volta ha partecipato alla cerimonia anche il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi. Alla cerimonia all'Altare della Patria hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Senato Renato Schifani, il presidente della Camera Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Alla vigilia del 25 aprile, il capo dello Stato ha ricordato ieri che "il messaggio della Resistenza vive nella Costituzione", nei cui valori "possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni '43-'45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti". Al termine della cerimonia all'Altare della Patria, accompagnato dal ministro La Russa, Napolitano si recherà a Migliano Montelungo, nel casertano, dove è prevista una nuova celebrazione. Berlusconi, da parte sua, celebrerà il 25 aprile ad Onna, il paesino in provincia dell'Aquila gravemente danneggiato dal terremoto, che rappresenta anche uno dei luoghi simbolo della Resistenza.

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25 APRILE/ NAPOLITANO APRE CELEBRAZIONI ALL'ALTARE DELLA PATRIA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

25 Aprile/ Napolitano apre celebrazioni all'Altare della Patria di Apcom Per la prima volta presente anche il premier Berlusconi -->Roma, 25 apr. (Apcom) - Alla presenza delle massime autorità dello Stato, si è svolta all'Altare della patria a Roma la cerimonia per il 64esimo anniversario della Liberazione. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accolto dagli applausi della folla presente, ha deposto una corona di alloro davanti alla tomba del Milite Ignoto e, sulle note del 'silenzio', si è soffermato in raccoglimento per alcuni secondi. Per la prima volta ha partecipato alla cerimonia anche il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi. Alla cerimonia all'Altare della Patria hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Senato Renato Schifani, il presidente della Camera Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Alla vigilia del 25 aprile, il capo dello Stato ha ricordato ieri che "il messaggio della Resistenza vive nella Costituzione", nei cui valori "possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni '43-'45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti". Al termine della cerimonia all'Altare della Patria, accompagnato dal ministro La Russa, Napolitano si recherà a Migliano Montelungo, nel casertano, dove è prevista una nuova celebrazione. Berlusconi, da parte sua, celebrerà il 25 aprile ad Onna, il paesino in provincia dell'Aquila gravemente danneggiato dal terremoto, che rappresenta anche uno dei luoghi simbolo della Resistenza.

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senza titolo (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 25-04-2009)

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CRONACA 25-04-2009 IL CASO Macedonia, campane contro l'abolizione dell'insegnamento nelle scuole pubbliche In tutte le chiese della Macedonia ieri a mezzogiorno sono risuonate le campane in segno di protesta contro la decisione della Corte costituzionale di abolire l'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche. L'iniziativa è stata lanciata dalla Chiesa ortodossa «per svegliare le coscienze di coloro che cercano di allontanare i bambini da Dio». La Chiesa, è stato ribadito, continuerà a chiedere che il catechismo faccia parte dell'Istruzione pubblica in Macedonia. «Il catechismo si sottolinea non costituisce una propaganda religiosa, né ha per obiettivo di far diventare i bambini dei fanatici religiosi. L'unico suo scopo è quello di fornire la verità sulla religione e sulla Chiesa».

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Fine vita, i medici cattolici: sì all'alleanza terapeutica (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 25-04-2009 Fine vita, i medici cattolici: sì all'alleanza terapeutica La presidenza Amci: dovute idratazione e alimentazione agli stati vegetativi DA MILANO ENRICO NEGROTTI S ostegno al manifesto «Liberi per vivere», difesa dell'alleanza terapeutica nel fine vita, apprezzamento per il punto di equilibrio raggiunto con la legge 40 in relazione alle pratiche di fecondazione assistita. Sono gli argomenti che l'ufficio di presidenza dell'Associazione dei medici cattolici italiani (Amci) riunitosi a Roma ha discusso per far sentire la propria voce su temi di grande attualità: la campagna per la difesa della vita, il disegno di legge sul fine vita, l'attuazione della legge sulla procreazione assistita dopo l'intervento della Corte Costituzionale. Il presidente nazionale Vincenzo Saraceni, il segretario nazionale Franco Balzaretti, insieme con i tre vicepresidenti nazionali Chiara Mantovani (Nord), Stefano Ojetti (Centro) e Aldo Bova (Sud) hanno sottoscritto un documento, «a nome delle 133 sezioni diocesane», che ribadisce la propria adesione al manifesto «Liberi per vivere»: l'Amci, assicurano i suoi dirigenti nazionali, «non farà mancare la propria operosa collaborazione al progetto culturale che mira a diffondere capillarmente nel nostro Paese le conoscenze scientifiche ed etiche necessaria per affrontare realisticamente e ragionevolmente le questioni bioetiche oggi più dibattute». E sul tema specifico del fine vita, la presidenza nazionale dell'Amci ripete, «nell'attuale circostanza sociale e politica», «il proprio impegno di "carità professionale" nella cura competente e amorevole alla persona ammalata e sottolinea il documento reputa il disegno di legge sul fine-vita, approvato dal Senato (ddl Calabrò, ndr), un prezioso strumento per continuare un lavoro che vede nella alleanza terapeutica tra il paziente e il medico il modello di ogni relazione sanitaria». Riguardo al dibattito circa l'alimentazione e l'idratazione ai pazienti in stato vegetativo, la presidenza nazionale dell'Amci aderisce fedelmente alle indicazioni fornite dalla Congregazione per la dottrina della fede nel 2007 in risposta a due quesiti posti da alcuni vescovi americani: «La som- ministrazione di cibo e acqua, anche per vie artificiali, è in linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vita. Essa è quindi obbligatoria, nella misura in cui e fino a quanto dimostra di raggiungere la finalità sua propria, che consiste nel procurare l'idratazione e il nutrimento del paziente. In tal modo si evitano le sofferenze e la morte dovute all'inanizione e alla disidratazione». Altro tema che negli ultimi anni è stato al centro del dibattito bioetico è quello della fecondazione assistita. «L'Amci sottolinea con forza ricorda il documento della presidenza nazionale la fondamentale importanza del riconoscimento della preziosità individuale e sociale della vita umana sin dal suo esordio e della piena soggettività dell'embrione umano». Inoltre «l'Amci riconosce che la legge 40 ha rappresentato il punto più avanzato di sintesi delle diverse sensibilità culturali presenti nel Paese» e «ritiene che non debbano essere messi in discussione gli articoli che vietano il congelamento degli embrioni umani, la loro selezione a seguito di diagnosi pre-impianto e la destinazione degli embrioni crioconservati alla sperimentazione». Tenendo conto della recente sentenza della Corte Costituzionale, l'Amci «invita le forze politiche alla massima cautela e a tener conto delle più recenti evidenze scientifiche in materia di inizio della vita le quali, in relazione alla analisi di una vastissima mole di dati, provenienti dalla genetica, dalla biologia cellulare e molecolare e dalla embriologia, consentono di affermare con ragionevole certezza che il processo di fertilizzazione costituisce l'inizio alla esistenza di un nuovo organismo della specie umana, quale ciascuno di noi è, cui è dovuto il rispetto riservato ad ogni persona umana».

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25 aprile, Berlusconi parla in... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 99 del 2009-04-25 pagina 0 25 aprile, Berlusconi parla in Abruzzo: "Viva la festa di tutto il popolo italiano" di Redazione Il premier a Onna: "Viva il 25 aprile, la festa di tutti gli italiani, festa che deve diventare di libertà. La Resistenza, come il Risorgimento è un valore fondante". In mattinata il Presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio hanno celebrato la Liberazione a Roma, al Milite Ignoto. Berlusconi: "Pietà anche per i repubblichini. Rifletteremo se equipararli ai partigiani". Stop di Franceschini. Napolitano: "Pietà per tutti" Roma - Una storica prima volta. Si dice in questi casi. Mai come questa volta è usato a proposito. Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi rendono omaggio insieme all'Altare della Patria per la festa della Liberazione. Alla presenza delle massime autorità dello Stato, si è svolta all’Altare della patria a Roma la cerimonia per il 64esimo anniversario del 25 aprile. Il presidente della Repubblica, accolto dagli applausi della folla presente, ha deposto una corona di alloro davanti alla tomba del Milite Ignoto e, sulle note del "silenzio", si è soffermato in raccoglimento per alcuni secondi. Per la prima volta ha partecipato alla cerimonia anche il presidente del Consiglio dei ministri, Berlusconi. Il premier Il premier poi è tornato in via del Plebiscito facendo una passeggiata. Avvicinato dai cronisti ad una domanda su cosa pensi della legge in Parlamento che vuole equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani, ha risposto: "è un tema su cui non ho ancora messo la testa. Ci sono state differenze - dice il premier - anche se la pietà deve andare anche a coloro che credendosi nel giusto hanno combattutto per una causa che era una causa persa. Su questo tema rifletteremo" ha concluso il Cavaliere. Poi il presidente del Consiglio si è recato in Abruzzo, a Onna, per celebrare il sessantaquattresimo anniversario della Liberazione con i cittadini colpiti dal terremoto. Berlusconi: "Costruire sentimento nazionale unitario" Nel suo primo intervento alle commemorazioni dell’anniversario della Liberazione dall’occupazione nazifascista, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha detto che è giunto il momento per tutti di mettere da parte le differenze politiche e costruire un "sentimento nazionale unitario". "Oggi, 64 anni dopo il 25 aprile del ’45, i 20 anni della caduta del muro di Berlino, il nostro compito, il compito di tutti è quello di costruire finalmente un sentimento nazionale unitario", ha detto Berlusconi, intervenendo da Onna. "Dobbiamo farlo tutti insieme tutti insieme, quale che sia l’appartenenza politica, per un nuovo inizio, per la nostra democrazia repubblicana dove tutte le parti politiche si riconoscano nel valore più grande, della libertà", ha aggiunto il premier, invitando più volte le parti politiche a "mettere da parte ogni polemica" e a guardare all’interesse della nazione. "Resistenza e Risorgimento valori fondanti" "La Resistenza con il Risorgimento è uno dei valori fondanti della nostra tradizione. Bisogna ricordare anche le pagine oscure della guerra civile, anche chi combatteva dalla parte giusta commise degli errori", ha detto Berlusconi nel corso delle celebrazioni del 25 Aprile nel centro più colpito dal terremoto del 6 aprile. "Sono qui per una festa che è insieme un onore e un impegno: l’orrore di commemorare la terribile strage che avvenne qui nel giugno del ’44 e un impegno che ci deve animare a non dimenticare ciò che è accaduto qui per l’orrore del totalitarismo". Ora ha proseguito il premier "serve un sentimento nazionale unitario. Basta con le contrapposizioni, deve diventare festa di libertà". Poi il il primo ministro ha voluto ricordare l'impegno dei militari italiani nel mondo per le missioni di pace. Successivamente ha parlato della tragedia del terremoto d'Abruzzo. "Viva Onna, viva l'Italia, viva la repubblica democratica e viva il 25 aprile, viva la festa di tutti gli italiani, festa che deve diventare di libertà". Lo ha affermato il premier Silvio Berlusconi nel suo intervento in occasione della cerimonia per il 25 aprile." "Debito vreso chi si è sacrificato per la libertà" "L’Italia ha un debito inestinguibile verso quei giovani che hanno messo a rischio e sacrificato la loro vita" per la libertà e la democrazia. Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ha aggiunto che "lo stesso debito di gratitudine va ai tanti giovani dei Paesi alleati, senza di loro il sacrificio dei nostri partigiani avrebbe corso il rischio di essere un sacrificio vano". Berlusconi poi ricorda i tanti italiani che hanno nascosto gli ebrei per salvarli dallo sterminio, con una citazione di un episodio in cui fu la sua stessa madre, Rosa, a salvare una donna ebrea durante un controllo dei nazisti. Stop di Franceschini "Un conto è il rispetto umano, ma non si può equiparare chi combattè dalla parte giusta e chi invece lottò per una causa tragicamente sbagliata". Il segretario del Pd, Dario Franceschini, in visita ad Onna per il 25 aprile, non condivide le parole del presidente del Consiglio sui repubblichini di Salò."«Lo dico anche per ragioni familiari - aggiunge Franceschini - visto che mio padre partigiano ha sposato la figlia di un repubblichino. Un conto è la comprensione, altro è l’equiparazione, che non va fatta". Napolitano: "Rispettare tutti" "A nessun caduto di qualsiasi parte, a nessuno dei familiari che ne hanno sofferto la perdita si può negare rispetto: rispetto e pietà per tutti che ci debbono accomunare tutti come scrisse Cesare Pavese". Lo ha sottolineato Napolitano alle celebrazioni della festa della Liberazione. "Nella Costituzione - ha aggiunto il Capo dello Stato - possono riconoscersi tutti. Questa è base - ha aggiunto - per una rinnovata unità nazionale, non insegnata da vecchie, fatali e radicali contrapposizioni". Il no di Alemanno Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha deciso "con rammarico" di rinunciare alla sua partecipazione alla cerimonia dell’associazione nazionale partigiani, prevista stamane a Porta San Paolo. Una decisione presa dopo le segnalazioni della questura "sulle forme di contestazione violenta" organizzate contro la sua presenza dai centri sociali. Lo ha confermato lo stesso Alemanno: "Per un atto di responsabilità non posso aderire. Devo evitare che la situazione degeneri e si trasformi in gazzarra. Con rammarico devo rinunciare" ha commentato. Quanto alle celebrazioni previste per il 25 aprile, Alemanno ha parlato di "una festa di tutti gli italiani. è una data da cui partono la libertà e la democrazia su cui si fonda la Costituzione, sui cui valori ci identifichiamo". Autorità Alla cerimonia all’Altare della Patria hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Senato Renato Schifani, il presidente della Camera Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Costituzione Alla vigilia del 25 aprile, il capo dello Stato ha ricordato ieri che "il messaggio della Resistenza vive nella Costituzione", nei cui valori "possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni ’43-’45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti". Al termine della cerimonia all’Altare della Patria, accompagnato dal ministro La Russa, Napolitano si recherà a Migliano Montelungo, nel casertano, dove è prevista una nuova celebrazione. Berlusconi, da parte sua, celebrerà il 25 aprile ad Onna, il paesino in provincia dell’Aquila gravemente danneggiato dal terremoto, che rappresenta anche uno dei luoghi simbolo della Resistenza. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Il Premier a Onna per il 25 Aprile "Viva la festa di tutti gli italiani" (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA «Viva la festa di tutti gli italiani, festa che deve diventare di libertà». Ad affermarlo è stato il premier Silvio Berlusconi che, nel suo intervento in occasione della cerimonia per il 25 aprile, ha poi ammonito al rispetto «di tutti i caduti, anche di chi ha combattuto dalla parte sbagliata sacrificando la propria vita ad una causa già persa». «Compito di tutti -ha proseguito il Premier- è costruire finalmente un sentimento nazionale unitario. Dobbiamo farlo tutti insieme a prescindere dalle appartenenze politiche per un nuovo inizio della democrazia repubblicana che porti il bene e l’interesse di tutti». Il presidente del Consiglio ha poi concluso invitando ad una riflessione comune «sul passato ma anche sul presente e sul futuro. Se lavoreremo insieme a questo sentimento nazionale unitario avremo reso un grande servizio non ad una parte politica ma al popolo italiano e ai nostri figli» Questa mattina, invece, alla presenza delle massime autorità dello Stato, si è svolta all’Altare della patria a Roma la cerimonia per il 64esimo anniversario della Liberazione. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accolto dagli applausi della folla presente, ha deposto una corona di alloro davanti alla tomba del Milite Ignoto e, sulle note del "silenzio", si è soffermato in raccoglimento per alcuni secondi. Per la prima volta ha partecipato alla cerimonia anche il presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi. Avvicinato dai cronisti ad una domanda su cosa pensi della legge in Parlamento che vuole equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani, ha risposto: «È un tema su cui non ho ancora messo la testa. Ci sono state differenze - dice il premier - anche se la pietà deve andare anche a coloro che credendosi nel giusto hanno combattutto per una causa che era una causa persa. Su questo tema rifletteremo» ha concluso il cavaliere. Immediata la replica di Franceschini: «Non si possono equiparare le vittime della Resistenza con le vittime di Salò». Alla cerimonia all’Altare della Patria hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Senato Renato Schifani, il presidente della Camera Gianfranco Fini, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Alla vigilia del 25 aprile, il capo dello Stato ha ricordato ieri che «il messaggio della Resistenza vive nella Costituzione», nei cui valori «possono ben riconoscersi anche quanti vissero diversamente gli anni ’43-’45, quanti ne hanno una diversa memoria per esperienza personale o per giudizi acquisiti». Al termine della cerimonia all’Altare della Patria, accompagnato dal ministro La Russa, Napolitano si è recato a Migliano Montelungo, nel casertano, dove è prevista una nuova celebrazione. Berlusconi, da parte sua, ha celebrato il 25 aprile ad Onna, il paesino in provincia dell’Aquila gravemente danneggiato dal terremoto, che rappresenta anche uno dei luoghi simbolo della Resistenza. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha deciso invece «con rammarico» di rinunciare alla sua partecipazione alla cerimonia dell’Associazione nazionale partigiani, prevista stamane a Porta San Paolo per celebrare il 64esimo anniversario della Liberazione. Una decisione presa dopo le segnalazioni della Questura «sulle forme di contestazione violenta» organizzate contro la sua presenza dai centri sociali. Lo ha confermato lo stesso Alemanno ai microfoni di Sky Tg 24. «Per un atto di responsabilità non posso aderire. Devo evitare che la situazione degeneri e si trasformi in gazzarra. Con rammarico devo rinunciare», ha commentato. Quanto alle celebrazioni previste per il 25 aprile, Alemanno ha parlato di «una festa di tutti gli italiani». «È una data da cui partono la libertà e la democrazia su cui si fonda la Costituzione, sui cui valori ci identifichiamo», ha detto il sindaco di Roma. Certo, «non bisogna dimenticare la pietà umana per chi combattè dalla parte sbagliata», ha aggiunto Alemanno, «ma ciò non toglie che questa è una festa che rappresenta l’inizio della democrazia del nostro paese».

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Sponda Sud, riforme al palo (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Mediterraneo euromed Sponda Sud, riforme al palo La Ue: La crisi e la situazione in Medioriente rallentano il progresso Prima la crisi economica e finanziaria, poi il conflitto di Gaza. Sono questi i due fattori che hanno determinato un rallentamento generale delle riforme per i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo nel 2008. E' quanto emerge dal rapporto annuale della Commissione Ue sui progressi, in fatto di riforme, dei Paesi che fanno parte della politica di vicinato (Enp). "Il 2008 è stato un anno difficile - dice il commissario Ue alle Relazioni esterne, Benita Ferrero Waldner -. A registrare una battuta d'arresto soprattutto le riforme democratiche. Anche la crisi politica, come quella che ha bloccato il Libano e che era collegata al conflitto israelo-palestinese, ha pesato sulle riforme". E gli effetti della guerra di Gaza si fanno ancora sentire. ''Non credo sia giunto il momento di approfondire le relazioni con Israele - aggiunge -, vogliamo prima vedere l'impegno del nuovo governo verso la soluzione del conflitto con i palestinesi basata su due Stati''. Secondo il rapporto di Bruxelles, mentre le riforme nell'ambito di diritti umani e libertà di espressione faticano a decollare nella sponda Sud, sul fronte degli scambi commerciali il 2008 ha visto un aumento delle esportazioni di Egitto, Giordania e Libano verso la Ue, mentre negoziati su prodotti agricoli e pesca si sono conclusi con Egitto e Israele e sono ancora in corso con Marocco e Tunisia. Altri accordi sono stati firmati nell'ambito del trasporto aereo con Israele e Giordania. Nel complesso, la quota di aiuti della Ue, nell'ambito dell'Enp l'anno scorso ha toccato 1,71 miliardi di euro, contro 1,67 del 2007. Questa la situazione nel bacino. LIBANO Blocco a livello legislativo, con diversi progetti di norme non discussi dal Parlamento (ad esempio su concorrenza e Iva). Lenti progressi su diritti umani, riforma giudiziaria, sociale e amministrativa. MAROCCO Raggiunto un maggiore dialogo su lotta contro immigrazione clandestina e rafforzata la cooperazione energetica. Prioritarie le riforme su liberta' di stampa, d'espressione e giustizia. TUNISIA Aumento significativo di immigrazione clandestina verso la Ue. Mancato obiettivo di aumentare liberta' di associazione ed espressione. GIORDANIA Serve più protezione dei diritti dei lavoratori immigrati e lavorare per raggiungere l'indipendenza del potere giudiziario. EGITTO Nessun progresso sull'indipendenza del potere giudiziario. Progressi limitati in lotta a corruzione, libertà espressione e indipendenza dei media, diritto di assemblea e associazione, libertà di religione. ISRAELE Limitata collaborazione sulla ricerca di una soluzione al conflitto con i palestinesi, e limitati progressi su democrazia, Stato di diritto, diritti umani e diritto umanitario. Maggiori sforzi necessari per migliorare la situazione della minoranza araba. TERRITORI PALESTINESI Riforme politiche e costruzione istituzioni soffrono continui stop a causa della divisione fra Cisgiordania e striscia di Gaza. del 25-04-2009 num.

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Le juge Fabrice Burgaud écope de la sanction disciplinaire la plus faible (sezione: Giustizia)

( da "Monde, Le" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Le juge Fabrice Burgaud écope de la sanction disciplinaire la plus faible LE MONDE | 25.04.09 | 14h39 * Mis à jour le 25.04.09 | 14h39 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Le Conseil supérieur de la magistrature (CSM) a accordé les circonstances atténuantes au juge Fabrice Burgaud, vendredi 24 avril pour sa conduite de l'instruction de l'affaire de pédophilie d'Outreau en lui infligeant une "réprimande avec inscription au dossier" la plus faible des sanctions disciplinaires. La décision de 24 pages du CSM énumère longuement les "négligences, maladresses ou défauts de maîtrise" du juge Burgaud dans la conduite de son instruction, principalement de ses interrogatoires. Le CSM souligne ainsi un "défaut d'approfondissement" des déclarations et une "absence de réaction face à des revirements d'un mis en examen ou des révélations nouvelles ou importantes". Mais cela ne constitue pas, selon le CSM, un manquement à l'honneur, contrairement à ce que soutenait la chancellerie, qui demandait un an d'exclusion temporaire. Un membre du CSM a statué sur l'affaire Outreau Les avocats du juge Burgaud ont trouvé un argument inespéré pour nourrir leur recours devant le Conseil d'Etat à l'encontre de la sanction du Conseil supérieur de la magistrature. L'un des membres du CSM, Xavier Chavigné, a siégé en août 2003 lors d'une audience de la chambre d'instruction de Douai, pour refuser une remise en liberté de l'abbé Dominique Wiel, qui avait comparu. Le président de la Cour de cassation, Vincent Lamanda a déclaré sa "stupéfaction", en découvrant cette information. Selon un membre du CSM, M. Chavigné qui siègeait alors à la chambre des familles avait assuré une vacation à la chambre d'instruction, dont il n'avait pas gardé le souvenir. L'audience est intervenue après la clôture de l'instruction, un an après le départ de M. Burgaud. Sur le même sujet Son "La décision du CSM envers le juge Burgaud crée un précédent" Compte rendu Le juge Fabrice Burgaud écope de la sanction disciplinaire la plus faible Visuel interactif Vidéo INA : les treize acquittés d'Outreau accablent le juge Burgaud Chat Commission Outreau : bilan et perspectives Panorama Outreau, les étapes d'une catastrophe judiciaire Edition abonnés Archive : La chancellerie a requis une exclusion d'un an à l'encontre de M. Burgaud Le CSM ne s'est prononcé que sur les faits qui se sont déroulés entre le 17 mai 2002 - soit après la loi d'amnistie de la même année - et le départ de M. Burgaud de Boulogne-sur-Mer, trois mois après. Pendant cette période, le CSM considère que le juge a été coupable des mêmes "négligences, maladresses ou défaut de maîtrise", dont l'"accumulation" constitue "un manque de rigueur caractérisé de nature à nuire au bon déroulement de l'information et, en conséquence, un manquement par M. Burgaud, aux devoirs de son état de juge d'instruction". "COMPROMIS" Pour autant le CSM rappelle que le juge Burgaud n'est pas responsable du placement en détention des personnes mises en examen, que son travail "n'a suscité à aucun moment d'observations de la part des magistrats, parfois très expérimentés, du siège ou du parquet", que la défense n'a jamais demandé d'annulation de la procédure et qu'il manquait de "moyens humains et matériels". D'où une certaine clémence du Conseil, qui a opté pour la plus faible des neuf sanctions disciplinaires. La décision du CSM ouvre cependant une brèche en matière disciplinaire. Le Conseil n'est jamais allé aussi près du travail du juge. Il entre dans le détail des questions posées ou non posées par le magistrat. Le CSM essaie de faire la distinction entre les actes d'enquêtes du juge d'instruction et son activité de juge. Cette avancée dans la jurisprudence disciplinaire prend tout son sens, au moment où la réforme constitutionnelle prévoit la possibilité de saisine du CSM par le justiciable. Une personne mise en cause pourrait en effet se prévaloir de la jurisprudence Burgaud pour saisir le CSM du comportement d'un juge qui a instruit son affaire. Vendredi 24 avril, cette décision apparaissait trop sévère pour le juge Burgaud et les syndicats de magistrats et trop clémente pour les acquittés d'Outreau et leurs avocas. En retenant la plus faible des sanctions disciplinaires, le Conseil a adopté "une solution de compromis" affirme l'un des avocats du juge Burgaud, Patrick Maisonneuve, mais qui "va mécontenter tout le monde", selon le président socialiste de la commission parlementaire d'Outreau, André Vallini. "Tout ça pour ça, explique Me Hubert Delarue. Les acquittés ont été indemnisés en raison d'une faute lourde de l'Etat, c'est un peu étrange de voir une faute lourde de l'Etat se terminer par une réprimande." "Si on a cette sanction-là, les jeunes juges peuvent dormir tranquille, renchérit Me Eric Dupont-Moretti, l'un des avocats des treize acquittés. Cela dit, par rapport à la promotion dont ont bénéficié la plupart des autres magistrats de l'affaire Outreau, on peut considérer que c'est une sanction lourde !" L'Union syndicale des magistrats (USM, majoritaire) et le syndicat de la magistrature (SM, gauche) dénoncent la transformation de M. Burgaud en "bouc-émissaire". Patrick Maisonneuve fustige le caractère "politique" de la décision et qualifie de "pressions" les déclarations de Nicolas Sarkozy sur la responsabilité des juges : "Je ne laisserai pas des affaires comme Outreau sans réponse". Commencée en plein débat sur la suppression du juge d'instruction, l'audience disciplinaire du juge Burgaud s'est terminée sur la question de la responsabilité des magistrats. Alain Salles Article paru dans l'édition du 26.04.09. Abonnez-vous au Monde à 16€/mois

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ENEL Possibile un nuovo ricorso contro l'Ici sulle centrali (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ENEL Possibile un nuovo ricorso contro l'Ici sulle centrali Sabato 25 Aprile 2009, L'Enel non sembra intenzionata a mollare sulla questione dell'applicazione dell'Ici a tutti gli impianti destinati alla produzione di energia, superfici dei laghi comprese. Una rivoluzione introdotta con un emendamento alla finanziaria 2005 presentato dall'onorevole Maurizio Paniz (Pdl) che avrà ripercussioni pesantissimi sui bilanci societari. Solo il Comune di Soverzene, pioniere nella battaglia applicativa della legge, vedrà passare i propri incassi da 35 mila euro l'anno a quasi 400 mila. Breve la nota di replica dell'Enel alla notizia del pronunciamento della Commissione tributaria di Belluno che ha dato il via libera all'applicazione dell'emendamento ritenendo legittimi i parametri usati dall'Agenzia delle entrate per il calcolo delle rendite: "Il tema dell'Ici - si legge nel testo - è oggetto già da molto tempo di discussione al tavolo di confronto aperto con le strutture centrali dell'Agenzia del demanio al fine di definire parametri di valutazione validi per tutto il territorio nazionale. Nel caso specifico di Soverzene - conclude la nota -, Enel si riserva di valutare i contenuti del provvedimento della Commissione tributaria provinciale". Quest'ultimo passaggio appare chiaro, evidenziano tra le righe la volontà di presentare ricorso alla Commissione tributaria regionale. «Ormai non si torna indietro - ribatte il sindaco di Soverzene, Alessandro Savi -, il testo è in vigore e va applicato». Per tentare di stoppare la norma, l'Enel aveva fatto ricorso anche alla Corte Costituzionale sostenendo l'illegittimità del provvedimento Paniz. Ma nel giugno scorso la Consulta ha dato il via libera al testo, ritenendolo pienamente conforme ai principi costituzionali. Parallelamente, l'Enel aveva impugnato i parametri di calcolo delle rendite davanti alla magistratura tributaria provinciale, ma anche su questo fronte ne è stata acclarata la piena conformità.

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Felice Manti (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

25-04-2009 - Il Burundi mette fuorilegge i gay: «Illegali gli atti omosessuali» 25-04-2009 - Egitto: cade mongolfiera stracolma di turisti a Luxor, ferite 13 persone 25-04-2009 - Serbia, operai senza paga minacciano: «Siamo pronti a tagliarci le dita» 22-04-2009 - IL PIANO CASA DI TONINO 22-04-2009 - IL PIANO CASA DI TONINO 17-04-2009 - 730 a peso d'oro, la Cisl si difende «L'Inps ci deve ancora 170 milioni» 16-04-2009 - Sindacati, ecco lo scandalo dei 730 a peso d’oro 06-04-2009 - «Il governo ora aiuti chi ha la partita Iva» 05-04-2009 - Aree libere, vincoli e costi La mappa città per città per demolire e costruire 04-04-2009 - Giallo di Los Roques: pm troppo lenti, il Csm li convoca 03-04-2009 - Allargare o ricostruire casa: ecco le dieci cose da sapere 30-03-2009 - "Lo scontro con i giovani di Forza Italia? Per noi è un momento difficile" 30-03-2009 - "Siamo diversi da An. Al congresso Pdl Non ci siamo sentiti dei pupazzi" 26-03-2009 - Casa, una famiglia su due potrà ristrutturare 25-03-2009 - Cofferati diventa un peso, il Pd non lo vuole più 24-03-2009 - Piano casa, ecco come sfruttarne i vantaggi 22-03-2009 - Europee, il leader fa la morale ma dimentica i suoi 10 fuggitivi 19-03-2009 - Cancro, per otto italiani su dieci "il tumore rende invalidi" 18-03-2009 - Ecco quanto costa ristrutturare 17-03-2009 - Australia, la pillola della dolce morte si compra in Messico su internet 17-03-2009 - Australia, la pillola della dolce morte si compra in Messico su internet 17-03-2009 - Ecco come allargare abbattere e ricostruire la propria abitazione 16-03-2009 - La ragnatela della crisi che intrappola il mondo 13-03-2009 - «Il Prc mi licenzia? Sono teppisti, faccio causa» 13-03-2009 - Gorbaciov «avvisa» Obama: «Serve una perestroika Usa» caricamento in corso... più letti più votati più commentati Il 25 aprile celebrato in tutto il... di Redazione Pansa: "La sinistra regressista... di Redazione Confalonieri: "Quanti sciacalli... di Mario Giordano LA RESISTENZA NON E' UN DOGMA di Mario Cervi La ninfomane promette, ma non... di Michele Anselmi Confalonieri: "Quanti sciacalli... di Mario Giordano Pansa: "La sinistra regressista... di Redazione LA RESISTENZA NON E' UN DOGMA di Mario Cervi Armiamoci e Di Pietro di Filippo Facci Se Santoro usa Montanelli per... di Vittorio Macioce Il 25 aprile celebrato in tutto il... di Redazione Pansa: "La sinistra regressista... di Redazione LA RESISTENZA NON E' UN DOGMA di Mario Cervi Obama: vedrete le foto delle torture Cia di Marcello Foa Milano, fischiato il governatore... di Redazione Pubblicità Pubblicità I nostri servizi Ricevi ilGiornale a casa tua Le iniziative in edicola Ricevi ilGiornale.it sul tuo computer Ricevi ilGiornale.it sul tuo lettore portatile Entra nella community de ilGiornale.it Archivio ilGiornale e ilGiornale.it © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961 Chi siamo - Codice Etico - Disclaimer - Privacy Policy - Pubblicità - Contatti - Aiuto

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Outreau: (sezione: Giustizia)

( da "Figaro, Le" del 25-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Burgaud : «Le mot réprimande résonne comme une farce» Propos recueillis par Delphine Chayet 24/04/2009 | Mise à jour : 22:52 | Ajouter à ma sélection . --> Philippe Houillon : « L'écart risque de se creuser entre les Français et leur justice. » Crédits photo : AFP Pour le rapporteur de la commission sur Outreau, une interdiction d'exercer la fonction de juge d'instruction aurait été plus appropriée. Député UMP, Philippe Houillon fut le rapporteur de la commission parlementaire sur l'affaire d'Outreau. Il craint que la sanction décidée contre le juge Burgaud ne soit pas «comprise» par les Français. LE FIGARO. - Que vous inspire la décision du CSM ? Philippe HOUILLON. - Le mot «réprimande» résonne comme une farce, face à l'ampleur du drame de l'affaire d'Outreau. Quand on pense aux 26 années de prison cumulées, aux nombreuses tentatives de suicide, aux familles séparées, cette sanction semble totalement disproportionnée. Même si la réprimande a une signification précise dans le langage disciplinaire, le mot est décalé, incompréhensible. L'écart risque de se creuser entre les Français et leur justice. Une révocation aurait-elle été préférable ? La sanction la plus sévère n'était sans doute pas la plus juste parce qu'elle aurait fait porter au juge Burgaud l'entière responsabilité du fiasco. Or il en a certes été la cheville ouvrière mais il n'est pas seul à avoir failli dans ce dossier. En prononçant une interdiction d'exercer la fonction de juge d'instruction ou de juge unique, le CSM aurait par contre rendu une décision plus appropriée. D'un point de vue symbolique, cette sanction faisait sens même si elle ne changeait pas grand-chose dans les faits. Car je n'ai rien contre le juge Burgaud qui a été - et reste - au cSur d'une tourmente ces dernières années. J'attendais simplement de l'institution judiciaire qu'elle reconnaisse enfin ses propres dysfonctionnements. D'aucuns dénoncent aujourd'hui une décision de compromis. Qu'en pensez-vous ? Il est vrai que si les sages estimaient qu'il n'y avait pas eu de faute, il aurait été plus courageux d'assumer jusqu'au bout et de ne pas prononcer de sanction. En tout cas, cette décision inadaptée valide les propos du président de la République sur la responsabilité des juges. La réforme de la composition du CSM et sa saisine directe par les justiciables vont sensiblement améliorer les choses. Mais il serait également utile que le Conseil rédige enfin un code de déontologie, attendu depuis des mois. Car il faudra, à l'avenir, que les entorses aux bonnes pratiques soient sanctionnées beaucoup plus systématiquement. » Outreau : un blâme pour le juge Burgaud » «Une sanction qui va mécontenter tout le monde»

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Fulgor-Ponte, play off in palio Fiori Barp, è l'ultima spiaggia (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

SECONDA Fulgor-Ponte, play off in palio Fiori Barp, è l'ultima spiaggia FARRA D'ALPAGO. Quinto: vincere il derby. Fulgor Farra e Ponte Alpi se la giocano per la quinta posizione. L'ultima utile per i play off del girone R di Seconda categoria. I pontalpini si presenteranno senza Sella, ovvero l'uomo della vittoria di Limana. Gli alpagoti non hanno problemi con la giustizia sportiva. Il Limana si è un po' rilassato, ma già in casa del Cortina ci si aspetta una reazione da parte dei gialloblù. Le cadorine frequentano i loro campi amici: l'Auronzo affronta il Francenigo allo Zandegiacomo, mentre il Cadore il Gaiarine al vecchio Lozza di Calalzo (assente De Villa). L'Alpina riceve la capolista Santa Lucia, mentre il Sois è poco meno che obbligato a fare tre punti dal San Michele ultimo in classifica, pur senza Michele Bettio. Nessun derby nel Q. L'unico tra Lentiai e Juventina Mugnai si è giocata ieri in anticipo. Il Fioribarpsospirolo si gioca tutto con la Cisonese: se perde ed è molto probabile visto che ha davanti la prima in classifica, è in Terza categoria e con limitate possibilità di ripescaggio, considerata la retrocessione diretta. Fuori casa tutte le altre: l'Agordina a Caerano San Marco senza Farenzena; il Foen a Farra di Soligo con la Virtus Csm e il Piavetegorzo a Castion di Loria. Nessuna di queste ha speranze di lottare per qualcosa d'importante: i play off sono un argomento, che riguarda solo le trevigiane, a differenza dell'altro gruppo: Montegrappa, Bessica, Caerano e Virtus Col San Martino. (g.s.)

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SERIE D (ORE 15) Chioggia - Belluno (Sambi di Ravenna) (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

SERIE D (ORE 15) Chioggia - Belluno (Sambi di Ravenna) SERIE D (ORE 15) Chioggia - Belluno (Sambi di Ravenna) Sacilese - Bolzano (Bruno di Torino) Sanvitese - Montecchio (Serra di Torino) Domegliara - Pordenone (Pagliano di Milano) Sagittaria Julia - Sandonà (Todaro di Palermo) Trento - Somma (D'Albore di Caserta) Jesolo - Tamai (Vommaro di Paola) Eurotezze - Union Quinto 1-0 Montebelluna - Virtus Vecomp (Silvestri di Avezzano) Classifica: Sacilese, Eurotezze 61; Domegliara, Union Quinto 55; Chioggia 51; Pordenone 45; Belluno, Tamai 41; Sanvitese 40; Virtus Vecomp 38; Jesolo 34; trento 33; Montebelluna, Sagittaria Julia 32; Somma 29; Sandonà 28; Montecchio 24; Bolzano 21. ECCELLENZA (ORE 16) Liventina - Dolo Riviera (Tommasoni di Verona) Vedelago - Edo Mestre (Michela Grotto di Schio) Cordignano - Giorgione (Serena di Bassano) Feltrese - Liapiave (Marchetti di Vicenza) Adriese - Miranese (Posado di Schio) Marosticense - Ponzano (Pizzol di S.Donà) Romano Ezz. - Ardita Rossano - Union Csv (Bortoluzzi di S.Donà) Classifica: Adriese 55; Liapiave 47; Edo Mestre 46; Romano Ezzelino, Ardita 43; Feltrese 39; Marosticense 35; Ponzano 33; Giorgione, Miranese 32; Liventina, Rossano, Union Csv 31; Dolo Riviera 28; Cordignano 27; Vedelago 26. PROMOZIONE D Villorba - Cappella Magg. (Boschetti di Schio) Casier Dosson - Cavarzano (Goldin di Vicenza) Portomansuè - Istrana (Colombo di Belluno) La Marenese - Fontanelle (Xausa di Portogruaro) Luparense - Gruaro (Pase di Conegliano) Opitergina - Libertas Ceggia (Scalcon di Vicenza) Cornuda Crocetta - V.Veneto Preganziol - Zero Branco (Latifondi di Bassano) Classifica: Opitergina 64; Vittorio Veneto 59; Portomansuè 52; Luparense, Cornudacrocetta 46; Cappella Maggiore 43; Gruaro 39; Cavarzano 38; Preganziol 36; Villorba 32; Istrana 31; Fontanelle, Zero Branco 24; La Marenese 20; Casierdosson 19; Libertas Ceggia 14. PRIMA CATEGORIA Sanfiorese - Alpago (Cantarini di Venezia) Fulgor Trevignano - Codognè (Bozzo di S.Donà) Sedico - Fregona (De Matteis di Mestre) Careni - Montello (Tatalo di Portogruaro) Godega - Orsago (Dal Pan di Belluno) Nervesa - Ponte di Piave (Mareso di S.Donà) Ztll Sx Piave - S.Giorgio (Berto di Bassano) Plavis - Ripa Fenadora (Vincenzi di Treviso) Classifica: Ripa Fenadora 55; Codognè 48; S.Giorgio 43; Alpago 42; Carenipievigina, Nervesa, Montello 40; Sanfiorese, Godega, Fregona 37; Orsago 36; Sedico 34; Fulgor Trevignano, Plavis 27; Ztll Sinistra Piave 24; Ponte Piave 20. SECONDA CATEGORIA - Q Caerano - Agordina (Tasca di Treviso) Montegrappa - Altivolese (Carraretto di Treviso) Sp Calcio - Bessica (Schuster di Treviso) Fiori Barp Sosp. - Cisonese (Barba di Treviso) Virtus Csm - Foen (Ajdini di Treviso) Lentiai - Juventina 1-5 Union Maser - La Sernaglia (Vendramin di Treviso) Castion Loria - Tegorzo (Rosi di Conegliano) Classifica: Cisonese 59; Montegrappa 55; Bessica 54; Caerano 52; Virtus Csm 48; Sp Calcio 44; Union Maser 35; Tegorzo 34; Foen, Juventina Mugnai 32; Agordina, 29; Lentiai 27; Altivolese 26; Castion Loria 25; La Sernaglia 23; Fioribarp 15. SECONDA CATEGORIA - R Auronzo - Francenigo (Bertin di Bassano) Cadore - Gaiarine (Baggio di Bassano) Cortina - Limana (Zampese di Bassano) Vitt Sangiacomo - Piave (Bontorin di Bassano) Fulgor Farra - Ponte Alpi (Cosentino di Conegliano) Alpina - Santa Lucia (Bardin di Conegliano) San Michele - Sois (Magro di Cobegliano) Sarmede - Vazzolese (Voltarel di Treviso) Classifica: Santa Lucia 63; Vazzolese 60; Limana 54; Gaiarine 44; Ponte Alpi 43; Fulgor Farra 42; Sarmede 39; Cadore 38; Cortina 37; Auronzo, Vittsangiacomo 35; Alpina 31; Piave, Francenigo 25; Sois 17; San Michele 7. TERZA CATEGORIA - A San Vittore - Arsiè (Mauro Dazzi) Alpes Cesio - Castion Coi de Pera - Mix Esse Elle (Alberto Gaz) Schiara - Monte Tomatico (Antonio Bassani) Sovramonte - Cornei (Roberto Simonetti) Salce - Sospirolese (Eros Faoro) Classifica: San Vittore 40; Mix Esse Elle 36; Coi de Pera 28; Monte Tomatico 25; Arsiè 24; Sospirolese, Alpes Cesio 20; Sovramonte 19; Castion 16; Salce 14; Schiara 13; Cornei 11. TERZA CATEGORIA - B Danta - Comelico (Franco Turrin) Valzoldana - Longarone (Gabriele Corcillo) Valboite - Oltrepiave (Alain De Cian) Claut - Ospitale (Marco Zanella) Domegge - Real Damos (Daniele Fontanive) Fortogna - Valpadola (Edoardo Cargnel) Classifica: Comelico 40; Ospitale 37; Longarone 33; Domegge 26; Valboite 24; Claut 23; Danta, Oltrepiave 14; Fortogna 13; Valpadola 10; Valzoldana 9; Real Damos 6. SERIE C FEMMINILE Due Monti - Keralpen Belluno (Toninello di Mestre) Classifica: Padova 66; Villanova 60; Vittorio Veneto 47; Alpago 44; Lido Venezia 43; San Martino 40; Keralpen Belluno 39; Castagnaro 28; Fortitudo Verona, San Carlo 26; Gazzera 21; Due Monti 16; Musano, Salara 7. SERIE D FEMMINILE Favaro - Lughetto Dynamo Vellai - Pedemontana (Emanuela Zaetta) Padova (f.cl.) - Treporti Passarella - Maser Alpes Cesio - Cadore (Unterberger di Belluno) Riposa: Real Spinea Classifica: Padova (f.cl) 47; Dynamo Vellai 40; Real Spinea 35; Favaro 34; Pedemontana 32; Passarella 30; Maser 23; Lughetto 21; Cadore 19; Alpes Cesio 6; Treporti 3. (r.f.)

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Testamento biologico, quanti dubbi (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

di Gilberto Bonani Testamento biologico, quanti dubbi I relatori: una legge tardiva e figlia dell'emotività sul caso Englaro PREDAZZO. Un dibattito sereno e civile, lo ha definito Vittorio Angiolini, legale della famiglia Englaro, al termine dell'incontro promosso dalla Biblioteca comunale sui temi legati alla fine della vita. C'era un po' di apprensione all'inizio della serata, conoscendo le polemiche, anche forti, che hanno caratterizzato il lungo percorso della legge che dal Senato sta per approdare alla Camera. Invece relatori e pubblico hanno colto importanza e complessità del tema. Fecondo il contributo proposto dagli esperti sul palco moderati da Andrea Iannuzzi, vicedirettore del Trentino. Più squisitamente giuridiche le argomentazioni di Riccardo Chieppa, presidente emerito della Corte costituzionale e presidente onorario del Consiglio di Stato, e dell'avvocato Vittorio Angiolini, docente di diritto costituzionale alla Statale di Milano e legale della famiglia Englaro. Guido Piazza, primario di Medicina all'ospedale di Cavalese, ha invece testimoniato temi più vicini all'esperienza umana di un medico che accompagna i pazienti alla morte ma è anche un delicato interlocutore dei famigliari. Tutti hanno colto i limiti della legge in discussione, consapevoli comunque che andava colmato un pericoloso vuoto legislativo. Una legge - è stato ripetuto - nata in ritardo e sull'onda emotiva creata dal caso di Eluana. Il nucleo del dibattito si è concentrato sul dilemma posto dall'alimentazione e idratazione effettuata su un soggetto incosciente e se tale procedura sia da ritenere disgiunta, così dice la proposta di legge, dal trattamento sanitario. «Un'assurdità - ha detto Vittorio Angiolini - visto che entrambe le pratiche vanno effettuate sotto controllo medico». Riccardo Chieppa ha proposto invece una sottile differenza: ogni persona, nel suo consenso anticipato, non può rifiutare cibo e acqua però può chiedere di essere esonerata da terapie ritenute invasive. Nel caso di pazienti la cui attività di relazione sia fortemente compromessa, invece, l'alimentazione e l'idratazione sarebbero assimilabili a trattamento che il medico può decidere se mantenere o interrompere. Dalle testimonianze di Guido Piazza è emerso il ruolo fondamentale ricoperto dal medico e da quella che la legge declina come alleanza terapeutica tra medico e famigliari. Riccardo Chieppa ha sottolineato come la legge in discussione debba prevedere necessariamente una copertura finanziaria per far fronte a situazioni di malati che affrontano lunghi periodi di tempo in condizioni vegetative. Spesso i drammi e il desiderio di chiudere con una vita sospesa, nasce proprio dalla solitudine e dalle difficoltà dei famigliari a fronteggiare una situazione colma di sofferenza. Alla parlamentare trentina Laura Froner, presente in sala, è stato dato mandato di contribuire al miglioramento della legge in discussione. Nei partecipanti della serata la consapevolezza che le scelte legate alla fine della vita sono fortemente connesse ad aspetti etici, giuridici e medici. Facile quindi compiere indebite semplificazioni e cercare di giungere a risposte chiare idonee a tutte le situazioni. Ognuno di noi ha una storia irripetibile e irriproducibile che a stento riesce a entrare negli schemi necessariamente rigidi di una legge.

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Opitergina sente aria di promozione (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CALCIO DILETTANTI Opitergina sente aria di promozione Partite e arbitri (ore 16). Eccellenza. Cordignano-Giorgione 2000, Serena di Bassano; Feltreseprealpi-Liapiave, Marchetti di Vicenza; LiventinaG.-Dolo Riviera, Tommasoni di Verona; Marosticense-Ponzano, Pizzol di San Donà; Romano d'Ezzelino- Moriago, si gioca a Cartigliano (Vi); Rossano 2004-Union CSV, Bortoluzzi di San Donà; Vedelago 2008-Mestre, Grotto di Schio. Promozione. Casierdosson-Cavarzano, Goldin; Cornuda Crocetta-Vittorio SMC; La Marenese-Fontanelle, Xausa; Opitergina-Ceggia, Scalcon; Portomansuè-Istrana, Colombo; Union Preganziol-Zero Branco, Latifondi; Villorba-Cappella Maggiore, Boschetti. Prima categoria. Campodarsego-Calcio Spineda, Ponso, Sile- Fonte, Gobbato; San Floriano-Riese, Aliprandi; Salese-Castagnole, Niero; Europeo Cessalto-Bibione, Morato; Musile-Roncade, Varotto; Silea-Pro Mogliano, Zanette; Eclisse Careni-Montello, Tatalo; Trevignano-Codognè, Bozzo; Godega Napol-Orsago, Dal Pan; Nervesa-Ponte di Piave, Mareso; Sanfiorese-Alpago, Cantarini; Sedico-Fregona, De Matteis. Seconda categoria. Giovanile Ezzelina-GS Ricreativo Lav; Pramaggiore-Gorghense; Salgareda-Treporti; Salvatronda-Aurora Tv Due; Ciprianocatron-Calcio Marcon; Treville-Campigo; Monastier-Cendon; Calcio Paese-Dal Santo Fossalunga; Salvarosa-Godigese; Casale-Olmi callalta; Calcio Mignagola-S-Elena; Calcio Caerano-Agordina; Montegrappa-Altivolese; SP Calcio 2005-Bessica; Fiori Barp Sospirolo-Cisonese; Virtus CSM Farra-Foen; Union Maser-La Sernaglia Piave (si gioca sul campo di Madonna della Salute); Castion-Piave Tegorzo; Francenigo-Auronzo; 1919 Cadore-Gaiarine (si gioca a Calalzo di Cadore); Vittsangiacomo-Piave; Alpina Calcio Belluno-Santa Lucia Mille; S.Michele Cerfim-Sois; Calcio Sarmede-Vazzolese. Terza categoria. Ardita Pero-Basalghelle; Vallata 1999-Boccadistrada; Pro Refrontolo-Breda; Campolongo-Cimapiave; S.Giustina-Lovispresiano; Feletto-Parè; Barbisano-Suseganese; Follinese-Tarzo Revine Lago; Vidor-Calcio Pederobba; Calcio Badoere-Fanzolo; Csm Resana-Fontane; Calcio San Giuseppe-Milan Guarda; Padernello-Postioma; Vedelaghese-Rovere; S.Gaetano-S.Antonino; Volpago CAM-Valdosport; Quinto Vicentino-Union 98 Borso del Grappa; Eagles Pedemontana-Virtus Colceresa; Annonese-Evolution Team; Grassaga-Morosini Biancade; Zensonese riposa. (em.st.)

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Al soldo di tutte le bandiere (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione: 26/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:economia Al soldo di tutte le bandiere Il 25 Aprile, il 1°Maggio, la riscoperta del Tricolore e l'amore per gli States che non passa mai di moda. Ecco chi fa affari con i vessilli. E adesso nasce un mercato online... BRESCIAVerde prato brillante, bianco latte e rosso pomodoro. Ci sono voluti 206 anni per definire ufficialmente i colori della bandiera italiana: la più semplice ma la più richiesta. In un periodo in cui spopola la chiacchierata crisi economica mondiale, la fabbrica delle bandiere è un settore che non conosce problemi. E in queste settimane, col 25 Aprile appena passato, il Primo Maggio annunciato e il 2 Giugno prossimo venturo, è periodo di "alta stagione" per chi fa bandiere. I Novali, «sbandieratori» da 130 anni Lo sa bene la famiglia Novali che in città produce bandiere e stendardi d'ogni sorta da oltre un secolo. Centotrent'anni per l'esattezza. Ovviamente la vecchia macchina da cucire, dopo decenni di serrato lavoro a produrre stoffe e decorazioni, è stata messa in pensione. Un congedo in gran stile e di comune accordo: lei era stanca e i Novali hanno accolto la "rivoluzione digitale", fatta di stampanti plotter e computer. Un addio composto insomma. Ma com'è trascorrere una vita a sventolare in balìa del vento? Innanzitutto breve: «Ogni bandiera dovrebbe essere sostituita ogni sei mesi circa - puntualizza subito Riccardo, l'esperto, figlio di Giancarlo e nipote di Alessandro, insieme titolari dell'azienda - altrimenti il colore sbiadisce, causa l'inquinamento e le intemperie». Poi, subentra l'effetto attualità che più o meno funziona così: «Appena nel mondo accade un fatto che desta una risonanza tanto ampia da creare un movimento, si va di bandiera». Da quella della pace alla tibetana È accaduto per quella della pace anni fa, come pure per quella americana (che continua a rappresentare un po' un must, perchè in fondo si sa, «l'Italia - conferma Riccardo - è rimasto un Paese filoamericano») spesso richiesta come semplice complemento d'arredo. Un boom esplosivo, specie in vista delle Olimpiadi di Pechino, ha premiato fino a pochi mesi fa il simbolo del Tibet e una risonanza simile conosce, a fasi alterne, lo stemma della Palestina: «In questo caso le vendite seguono l'andamento dei fatti di cronaca, soprattutto quando entra in campo una guerra». Ecco che dunque, trattandosi di un settore "di nicchia" la flessione di questi mesi «è nulla, tanto che il fatturato semestrale è equiparabile a quello dell'anno scorso». Tradotto in cifre, 750mila euro. La riforma del tricolore Un discorso a sè va fatto invece per il Tricolore: «Quello è in vendita costante». E pensare che si dice che gli italiani non sono nazionalisti (Mondiali di calcio a parte). Ma subito ecco la correzione: «La bandiera italiana, per noi che operiamo sia a Brescia e provincia sia nelle grandi città come Milano, rimane la più venduta in assoluto, complici le sedi istituzionali che sono molto attente anche al ricambio. Questo però non deve confondere - chiarisce - negli altri Paesi tutti possiedono la bandiera, anche i privati, cosa che in Italia non accade, o accade di rado». La bandiera insomma sì, ma non troppo. Del resto il tricolore è simbolo moderno di un popolo antico ricco di cultura, di tradizioni e di arte, ma anche sofferente per secoli per la mancanza di un'insegna che lo unisse, che rappresentasse la volontà di un destino comune. Che l'abitudine ad utilizzare questo "marchio identificativo" con parsimonia e a piccole dosi non sia anche forse un riconoscimento di autorevolezza? Chissà. Intanto la storia della bandiera made in Italy continua ad essere attuale. Risale infatti al luglio 2004 l'ultima "riforma" del Tricolore, esito di una querelle innescata dall'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. In visita al sacrario di Solferino e San Martino, nel 2001, Ciampi lamentò di aver riscontrato un uso troppo disinvolto, nella confezione della bandiera nazionale, di una gamma incontrollabile di verdi. A denunciare poi un uso anarchico dei rossi fu, nell'aprile del 2003, Ugo Tinti, allora capogruppo socialista democratico: il rosso cardinale non corrispondeva con quello della stanza a fianco e notò anche che il verde era troppo bottiglia e il bianco troppo avorio. Dopo poco fu riunita una commissione nominata ad hoc e presieduta da Renato Granata, presidente emerito della Corte costituzionale che, dopo sei mesi di lavoro e l'esame di 100 vessilli storici, arrivò ad una conclusione: sulla base del codice di riferimento cromatico internazionale (pantone tessile), tutti i tricolori italiani dovranno utilizzare un verde 17-6153, un bianco 11-0601 e un rosso 18-1662. Quella ricamata in oro costa 5mila Certo è che si tratta di un universo amplissimo: pensando ad una dimensione media di un metro per uno e cinquanta, i costi variano dai 4,30 euro ai 65, fino ai 5mila (per le bandiere completamente ricamate a mano in oro o argento). E questo a seconda che si utilizzino materiali sintetici, lino, seta o misto lana. «All'inizio si usava il cotone - svela Novali -, ma poi alla prima folata di vento la stoffa si strappava». Così si è passati all'alternativa del sintetico. Stesso discorso vale per gonfaloni, stendardi, bandiere di rappresentanza o personalizzate, come pure per quelle "di settore", vedi la Marina e le Forze dell'ordine. Gli standard aiutano le vendite online Capitolo due, internet e mercato digitale. Anche nella rete la bandiera spopola, forse perchè ha un valore aggiunto rispetto ad abbigliamento e tecnologia: è standard. Il sito bresciano www.flagsonline.it è l'esempio di uno strumento che rappresenta al tempo stesso un concorrente e un aiuto prezioso per i produttori. La differenza e il successo del sito made in Brescia nella rete lo spiega il gestore nella home page: «I prodotti sono realizzati con il polyester nautico, il materiale più resistente sul mercato e le bandiere del mondo in vendita sono tutte rifinite a mano da abili sarti e controllate poi singolarmente». Nuri Fatolahzadeh

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meno male che giorgio c'è - bruno manfellotto (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 1 - Prima Pagina MENO MALE CHE GIORGIO C'è BRUNO MANFELLOTTO Ho l'onore di conoscere Giorgio Napolitano da molti anni. Ne apprezzo da sempre il grande rigore morale, la coerenza politica e soprattutto la rispettosa cautela, la moderazione di giudizio che ne hanno sempre caratterizzato ogni atto, anche prima che salisse alla suprema carica dello Stato. Se dunque mercoledì scorso il presidente della Repubblica ha sentito l'esigenza di lanciare un così forte appello al Paese per la difesa della Costituzione, allora vuol dire che si rischia davvero di tracimare, di superare i confini consentiti, e che quanto si muove fuori dei riflettori dell'informazione è proprio allarmante. Che cosa sta succedendo, dunque? Andiamo per ordine. La politica, si sa, si nutre e si arricchisce anche di gesti simbolici, e Napolitano nei giorni scorsi ne ha volutamente inanellati più d'uno. Per fare le sue considerazioni sui valori costituzionali, il capo dello Stato ha scelto Torino, la città dove si riunì il primo Parlamento dell'Italia unita dal Risorgimento; lo ha fatto poi con una "lectio magistralis" che ha inaugurato la prima Biennale della Democrazia, appuntamento culturale curato da Gustavo Zagrebelsky, ex presidente della Corte costituzionale, e dedicato alla parola più importante di ogni dizionario politico; e ha voluto infine che l'appuntamento cadesse alla vigilia del 25 aprile - che ricorda la liberazione dal fascismo da cui discendono le nostre libertà, democrazia e Costituzione - e, soprattutto, a metà del suo mandato: più che un discorso, dunque, un messaggio al Paese. Che cosa ha detto il Presidente? Che la nostra Costituzione è bella e va difesa - "non è un residuato bellico" - e i suoi valori sono tuttora l'architrave su cui si regge l'assetto istituzionale del Paese. Per dare peso alle sue parole, ha citato Benedetto Croce e Norberto Bobbio (filosofi liberali, non comunisti con la bandiera rossa...) che hanno ispirato e difeso la carta suprema. Ma ha detto anche che essa non è immutabile, la si può anche cambiare - come del resto previsto dagli stessi padri costituenti, e come sta spingendo a fare anche Napolitano perché la seconda parte del suo mandato coincida con una nuova fase di riforme - purché questo avvenga tenendo saldi e forti gli organi di garanzia per un reale bilanciamento dei poteri. Certo, la Carta promulgata nel 1948 risente della particolare atmosfera che si respirava in un'Italia uscita da vent'anni di dittatura. (continua a pagina 8)

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budget e bisogni della sanità la coperta è troppo corta - vincenzo borruso (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XV - Palermo BUDGET E BISOGNI DELLA SANITà LA COPERTA è TROPPO CORTA è necessario che i fondi destinati all´assistenza crescano in percentuale sul totale delle spese per garantire la salute di tutti così come sancisce la Costituzione VINCENZO BORRUSO B udget fissato dopo attenta valutazione di indici demografici ed epidemiologici, per raggiungere l´obiettivo di carattere primario e fondamentale della sanità che è rappresentato «dal nucleo irriducibile del diritto alla salute dei cittadini», come è detto dalla sentenza 509 del 2000 della Corte Costituzionale. E sarà naturale che il bilancio dello Stato, così come di qualunque comunità, debba considerare aggiustamenti di spesa che non trascurino questa inevitabile crescita degli impegni finanziari legati ai servizi sanitari. A proposito di quest´ultima osservazione non è senza significato la stabilità della percentuale di Pil (prodotto interno lordo) che il nostro Paese dedica alla sanità. Dal 2004 al 2007, ad esempio, avrebbe dovuto avere una crescita dal 6,3 all´8,1 per cento. A causa della crisi internazionale e della minore crescita del nostro Pil, ci siamo fermati al 6,5 per cento. Una percentuale fra le più basse in Europa, un impegno che spiegherebbe la perdita di posizione del nostro servizio sanitario nazionale che è sceso dal 2° posto in Europa al 13°. Ma quali i motivi che fanno diventare sempre più corta la coperta? In primo luogo l´allungamento della speranza di vita. Siamo fra i più longevi nel mondo, ma paghiamo questa posizione con l´aumento delle demenze (oggi da 500 a 800 mila casi), con l´aumento di anziani non autosufficienti, con l´aumento delle malattie tipiche della vecchiaia. In Sicilia, regione con una percentuale complessiva di anziani fra le più basse in Italia, ma con province e territori dell´interno dove l´emigrazione ha lasciato solo anziani, il numero dei casi di demenza oscilla fra 48 e 80 mila. Una situazione patologica non modificabile finora con terapie farmacologiche, ma che conta sull´apporto delle famiglie, uno dei presidi più efficaci ancora di welfare, per la custodia, l´accudimento, l´assistenza che, negli stadi finali, deve considerare l´incapacità di controllo degli sfinteri, le piaghe da decubito, l´incapacità ad alimentarsi autonomamente dei pazienti. Pazienti per i quali in atto esiste solo una rete di Unità valutative alle quali si rivolge mediamente il 58,6 per cento dei pazienti, stante il fatto che nessuna assistenza è erogata da tali unità, a eccezione di qualche prescrizione medica per patologie intercorrenti. La mancanza di servizi è resa in Sicilia ancora più drammatica dal fatto che il 22,5 per cento delle famiglie è composto da una persona. Più di una famiglia su 5 non può che contare su se stessa. Sarà necessario istituire gli adeguati servizi? Certamente, ma essi avranno un costo, che bisogna affrontare a garanzia della salute di malati e familiari. Un altro capitolo di spesa, finora scarsamente affrontato, è quello che dovrà riguardare le malattie rare. Oggi le 109 malattie rare, contenute in un elenco approntato dall´ex ministro Livia Turco, riguardano un milione e mezzo di cittadini, fra i quali il 75 per cento bambini. In Sicilia saranno 150 mila e per loro la spesa finora affrontata ha riguardato pochi presidi e poche cure per malattie intercorrenti. L´organizzazione di adeguati servizi avrà un costo, in atto sopportato quasi interamente dalle famiglie. Fra queste malattie la distrofia muscolare di Duchenne e Beker, il lupus eritematoso sistemico, l´autismo, la sindrome laterale amiotrofica, la sclerosi multipla. E ancora: le lesioni midollari che poche decine di anni fa si concludevano con la morte entro pochi giorni, oggi possono avere sopravvivenze notevoli. Nella nostra regione, che non dispone ancora di servizi di terapia specifica (Unità spinali unipolari, centri di riabilitazione), vi sono para e tetraplegici sopravvissuti 30, 40 anni alla loro lesione. Il peso sul servizio sanitario non è indifferente avendo la regione almeno 4 mila medullolesi. Ma sono necessari ulteriori investimenti perché la Sicilia non esporti questi pazienti, anche per le sole piaghe, per mesi e anni in Svizzera o in Germania. Nell´ambito dell´ortopedia, un altro settore in crescita, nel primo quinquennio dell´attuale secolo, si sono effettuati in Italia 342 mila interventi di sostituzione dell´anca e 222 mila interventi al ginocchio. Di essi il 10 per cento è appartenuto alla Sicilia. L´elenco potrebbe continuare. Il poco detto, tuttavia, vale a indicare come la «coperta sanitaria» sia sempre più corta. La situazione non si risolve con i tagli. Prima che si abbassino gli indici di salute del Paese e della regione, motivo di giustificato orgoglio, gli amministratori dovranno considerare l´inderogabile necessità di un rimaneggiamento del bilancio statale e regionale per continuare a dare alla salute dei cittadini le chance che finora ha avuto. Anche con il finanziamento di ricerche tese a risolvere più rapidamente gli eventi che minacciano questa salute.

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(sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Il 25 aprile diventi la festa di tutti» la celebrazione L'appello lanciato dai rappresentanti delle istituzioni. Migliaia i genovesi scesi in piazza AVVOLTA nella fascia tricolore, in cima alla scalinata di palazzo Ducale, Marta Vincenzi rivolge il suo invito alla folla. «Il 25 aprile sia la festa di tutti», dice il sindaco di Genova. Dopo di lei è il turno del presidente della Regione, Claudio Burlando, che addirittura cita il deputato del Popolo della libertà Roberto Cassinelli. «Ci conosciamo da tanti anni e proprio stamattina, parlando, ci siamo trovati d'accordo sul fatto che questa debba essere la festa non soltanto di una parte, ma di tutti i democratici che si sono battuti per la libertà di questo paese». Quello che si è respirato ieri mattina, a Genova, durante le celebrazioni per il 25 aprile, è stato insomma un clima bi-partisan. Fatto di mea culpa e reciproche scuse. Se il 25 aprile è una ricorrenza che ancora divide, «la colpa - sostiene Burlando - è di entrambi gli schieramenti. Della nostra parte politica, il centrosinistra, che ha voluto appropriarsene tenendo ben chiusa la porta. E dell'altra parte, che quella porta non ha mai cercato di varcarla. Ma ora è il momento di cambiare». Cassinelli si dice «davvero contento» per le parole del presidente della Regione e ammette che «per troppi anni, anche per colpa del centrodestra, il 25 aprile è stata una ricorrenza sofferta. Oggi non è più così». Il deputato del Popolo della libertà che proprio due giorni fa (si veda Il Secolo XIX di venerdì 24 aprile) aveva rivelato le proprie radici partigiane - «l'ho scoperto da poco tempo, rimettendo a posto le carte di mio papà Giorgio, lui non ci aveva mai raccontato questo segreto, ma il suo impegno partigiano in Val Fontanabuona oggi riempie di grande orgoglio il mio cuore di figlio e uomo politico» - guarda soddisfatto alla svolta di Silvio Berlusconi. «Celebrando il 25 aprile sull'Altare della patria (per la prima volta in quattordici anni di vita politica, ndr.) il presidente Berlusconi ha compiuto un grande passo, che rimargina una vecchia ferita e ricompone un'Italia divisa in due». Qualche traccia di divisione - però - rimane. Il corteo che ieri ha sfilato per le vie del centro era uno sventolio di bandiere quasi esclusivamente rosse, e i pochi esponenti del centrodestra - come Cassinelli, il senatore Enrico Musso, l'ex presidente della Regione e deputato Sandro Biasotti, l'ex candidata alla presidenza della Provincia Renata Oliveri - si confondevano tra la folla. Nel suo comizio conclusivo, l'ospite, l'ex ministro della Giustizia e presidente emerito della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick ha evocato, senza fare nomi, le recenti polemiche scaturite dalle dichiarazioni del ministro della Difesa Ignazio La Russa, secondo cui i partigiani rossi «meritano rispetto, ma non possono essere celebrati come portatori di libertà». «C'è ancora chi - ha detto Flick - si domanda che senso abbia celebrare il 25 aprile, chi al massimo è disposto a riconoscerlo come una festa popolare, una tra le tante delle quali quasi nessuno conserva traccia del significato e delle origini. E chi, infine, ha bisogno di rivendicarla, di appropriarsene, di sentenziare esclusioni e inclusioni che a nessuno spetta fare, e che ciascuno ha il diritto e il dovere di fare solo con se stesso». Citando il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che a sua volta citava il più volte ministro democristiano, e medaglia d'oro della Resistenza, Paolo Emilio Taviani (Genova 1912 - Roma 2001) Flick ha ricordato come «la vita partigiana nelle vallate del genovesato e del chiavarese fu un fenomeno unanime» in cui «ognuno portò il meglio di sé alla lotta comune». Imponendo la resa al generale tedesco Günter Meinhold (i cui diari sono stati ripubblicati ieri dal Secolo XIX), Genova, sessantaquattro anni fa, «simboleggiò e riassunse il meglio d'Italia». Il sessantaquattresimo anniversario della Liberazione ha visto scendere in piazza i sindacati Cgil, Cisl e Uil e, secondo le stime dei sindacati stessi, oltre cinquemila persone (un migliaio secondo le forze dell'ordine). C'erano tutte le autorità locali: il comandante regionale dell'Esercito, Piero Corrado Meano, il vice comandante della Capitaneria di Porto Luciano Pozzolano, il generale della Guardia di Finanza Raffaele Romano, il generale dei Carabinieri Salvatore Scoppa, il questore Salvatore Presenti, il prefetto Anna Maria Cancellieri. Tra gli amministratori, oltre al sindaco Vincenzi, e al presidente della Regione Burlando, era presente Alessandro Repetto, il presidente della Provincia di Genova che proprio l'altroieri ha ricevuto dal Quirinale la medaglia d'oro al merito civile per il sostegno della popolazione alla lotta partigiana. Francesco Margioccomargiocco@ilsecoloxix.it 26/04/2009

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ma sul palco di piazza matteotti protagonista è la crisi economica - ava zunino (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IX - Genova La folla La parola ai rappresentanti dei 114 lavoratori della Ferport, l´azienda portuale che rischia la chiusura Ma sul palco di piazza Matteotti protagonista è la crisi economica AVA ZUNINO La Resistenza attualizzata al 2009 ha i volti dei 114 lavoratori della Ferport, la società che gestisce i servizi ferroviari in porto, che da dieci giorni sono in sciopero ad oltranza contro il rischio di messa in liquidazione. Dal palco di piazza Matteotti dove parlano gli oratori ufficiali e le autorità per la celebrazione del "25 Aprile", dicono: «Per una volta noi non vogliamo chinare la testa, ma vogliamo resistere contro i ricatti e le minacce per mantenere la dignità che chi ha lottato per la Resistenza ha conquistato e che tocca a noi mantenere». Sono stati loro ieri mattina, con queste parole salutate da un lungo applauso e il racconto della lotta sindacale, a concludere la celebrazione del "25 Aprile" in piazza Matteotti e parlare dopo l´oratore ufficiale, il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick. «L´Italia del 25 aprile 2009 ci mostra quanto la Costituzione sia attuale, ma non ancora attuata a 64 anni dalla Liberazione. Mi riferisco in particolare agli articoli 1 e 4 sul lavoro. Prima di discutere se cambiarla, forse, sarebbe meglio applicarla», aveva detto Flick nella sua orazione, ricordando così a una piazza particolarmente affollata che «l´Italia è una Repubblica fondata sul lavoro» e che «compito della Repubblica è creare le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro», come recitano i due articoli della Costituzione. Le celebrazioni di ieri hanno rispettato la tradizione di un cerimoniale che vede il corteo delle autorità civili e militari e dei partigiani dell´Anpi partire da piazza della Vittoria, fare sosta al sacrario dei caduti partigiani sotto al ponte Monumentale in via XX Settembre per la deposizione delle corone e poi proseguire in corteo fino a piazza Matteotti per i discorsi e l´orazione ufficiale. Una cerimonia che ha rispettato i suoi ritmi ma ha mostrato il segno dei tempi non solo nell´appello dei lavoratori di Ferport, cui è stata data la parola alla fine della cerimonia, ma anche nelle presenze di chi ha sfilato. In prima fila, dietro al gonfalone della città e alle insegne di una Genova decorata al valore militare e al valore civile, hanno risalito via XX Settembre amministratori cittadini del Pd, dal sindaco Marta Vincenzi al presidente della provincia Alessandro Repetto, al presidente della Regione Claudio Burlando, accanto a parlamentari del Pd (Roberta Pinotti e Mario Tullo), e del Pdl (Roberto Cassinelli, Enrico Musso, Sandro Biasotti). Nessuno di An e della Lega. Ma anche nessuno dei vertici Pd provenienti dalla vecchia Margherita che in corteo aveva invece il deputato Francesco Garofani, romano eletto in Liguria e che ieri ha partecipato alla cerimonia qui nel capoluogo ligure. Per i motivi più disparati, chi personali, chi istituzionali, mancano del tutto parlamentari come Claudio Gustavino o il vice presidente della Regione Massimiliano Costa o ancora il presidente del consiglio comunale Giorgio Guerello o l´assessore Paolo Veardo. Prevedibili le assenze di quella parte di Pdl che si rifà ad An e alla Lega. E viene sottolineata invece la presenza degli altri parlamentari, quelli Pdl-Fi. Il presidente della Regione Claudio Burlando prende la parola in piazza Matteotti e ricorda la vecchia conoscenza con il deputato Roberto Cassinelli: «Ci conosciamo da anni - dice Burlando - siamo stati eletti insieme per la prima volta in consiglio comunale: io nel Pci, lui nel partito liberale. è giusto che sia qui, questa è una giornata di tutti gli italiani. Io spero che questo davvero diventi il sentimento che ci accomuna tutti, poi sul resto ci possiamo anche dividere». Il sindaco Marta Vincenzi sottolinea: «Oggi, in un momento difficile per l´economia, è fondamentale tornare alla memoria per andare avanti con speranza», lo stesso concetto su cui si sofferma Raimondo Ricci, presidente dell´Istituto storico ligure della Resistenza che chiude il suo discorso rivolgendosi ai giovani: «Il futuro del paese è nelle vostre mani».

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flick si commuove "la nuova europa da auschwitz a onna" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IX - Genova Il personaggio Flick si commuove "La nuova Europa da Auschwitz a Onna" C´è anche il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, al 25 aprile di Genova, la sua città natale. Ha partecipato al corteo del mattino, è intervenuto in piazza Matteotti, nel pomeriggio, a Villa Migone, si sofferma discutere con l´ambasciatore Michael Steiner. Poi Giovanni Maria Flick, ricorda la scelta della Germania di ricostruire Onna, il paese distrutto dal terremoto in Abruzzo, che vide una strage nazista con 17 vittime. E commenta: «Così è la storia, i figli dei vinti e dei vincitori lavorano insieme. E´ questa la memoria comune, condivisa. è questa l´Europa che parte da Auschwitz per arrivare fino a quel piccolo paese dell´Abruzzo, Onna». La storia di Genova e il resto, sono la dimostrazione che davvero «è la Resistenza alla base della Liberazione».

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Anche i deboli hanno diritti (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Anche i deboli hanno diritti ALBERTO PICCIONI C ' è vera giustizia solo in un paese dove vengono rispettati i diritti dei più deboli. È un sopruso invece una legge che serve al potere per governare in base a ciò che «serve», all'economia, per accontentare la «folla», come fece Ponzio Pilato, o per mandare in carcere un ladro di galline e lasciare impunito un falso in bilancio. Don Gino Rigoldi e Felice Lima , giovedì sera per l'ultimo incontro su «Giustizia e Misericordia» della Cattedra del Confronto organizzata dalla arcidiocesi di Trento e dall'Università, hanno convenuto su una cosa: chi fa vera giustizia opera un atto di misericordia. Per Rigoldi, dal '72 cappellano del Carcere minorile di Milano «Beccaria», fondatore di «Comunità Nuova», «una legge è legittima quando rispetta i diritti delle persone. Si deve combattere perché la legge sia veramente «uguale per tutti». Gli stranieri hanno diritto ad una vita sopportabile: non si può fare una politica seria della casa e poi riempire le carceri di immigrati che non hanno diritto ad una vita "normale"». Per don Rigoldi «sarebbe giusto togliere i sacramenti, funerali, matrimonio, a coloro che ripetono a proposito degli stranieri: "stiano a casa loro!", oppure "le case prima agli italiani", o di fronte al reato di uno straniero vorrebbero metterlo in carcere e "buttare via la chiave"». «Queste persone si mettono loro stesse fuori dalla Chiesa e dagli insegnamenti di Gesù, che quando fu interrogato su come si va in Paradiso rispose: "Ero carcerato e siete venuti a trovarmi, avevo fame e mi avete dato da mangiare"». Nel suo lavoro in carcere, don Gino spesso ha incontrato quei «mostri» che le cronache danno in pasto all'opinione pubblica: «Voi leggete sul giornale di mostri e io incontro delle persone. Certo: prima di tutto pretendo che riconoscano il loro errore, ma poi non posso giudicarli come persone. Faccio loro capire il danno che hanno fatto agli altri, ai loro diritti». Ma è proprio in questo contesto che per il cappellano del Beccaria i nostri giovani sono più «duri»: «È sempre più difficile far riconoscere loro gli errori. Gli altri, al di fuori della sfera familiare o degli amici, "non contano nulla"». La misericordia può scattare solo quando c'è il riconoscimento dell'errore: «Per questo il carcere ha un senso. Costituisce un limite, ma non serve a nulla se non concede un futuro alla persona, se non da un'altra opportunità, se non ha una funzione riabilitativa». F elice Lima è attualmente giudice civile a Catania, ha condotto importanti indagini su mafia e politica, prima di essere costretto a lasciare la Procura della Repubblica a seguito di un conflitto durissimo con il CSM. «Attualmente il 90% dei carcerati è povera gente. A noi magistrati, in nome della "sicurezza" si chiede di usare il pugno di ferro. Ma poi ci troviamo in una situazione dove chi ha rubato una cassetta di frutta viene condannato e chi ha fa un falso in bilancio si trova tranquillo nella sua villa. La giustizia fa misericordia quando è vera giustizia: significa mettere di fronte al proprio errore un uomo e dargli la possibilità di cambiare, anche tramite la punizione. Trovare la verità è un atto di misericordia». E qui Lima ha citato il vangelo: «La verità vi farà liberi». «Un tempo noi giudici eravamo innamorati di una società che, tramite il suo parlamento, cercava la verità, la giustizia, ed emanava delle leggi. Oggi la legge viene utilizzata perché "serve" a qualcosa: per recuperare denaro, ed allora si fanno i condoni, oppure per soddisfare la richiesta di "sicurezza" della gente, gli "umori della folla". Come fece Ponzio Pilato con Gesù Cristo: non aveva motivo di condannarlo a morte. Lo fece perché la folla lo chiedeva». Fare giustizia quindi per il giudice siciliano significa lottare contro l'ingiustizia, «in un paese dove la pena prevista per la contraffazione di una borsa di marca è più alta di quella per falso in bilancio». L'altra sera, ad ascoltare i due relatori in sala era presente anche l'arcivescovo di Trento, Luigi Bressan. 26/04/2009

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Zuma pigliatutto Spiragli Usa-Cuba (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Zuma pigliatutto Spiragli Usa-Cuba --> Domenica 26 Aprile 2009 SOCIETA, pagina 12 e-mail print Sessantasette anni, di etnia Zulu, Jacob Zuma è il nuovo presidente del Sud Africa, il terzo nell'era post apartheid. Candidato nel partito Anc (African National Congress), nelle elezioni dello scorso 22 aprile ha conquistato il 65% dei voti. Processato (e assolto) nel 2006 per violenza sessuale, protagonista di uscite discutibili su donne, gay e Corte costituzionale, Zuma è un populista che arriva in elicottero agli appuntamenti elettorali danzando balli tribali zulu. A lui ora tocca il compito di risollevare l'economia di un Paese in cui la bilancia commerciale è in costante e pesante deficit, in cui le differenze tra ricchi e poveri aumentano e dove il numero dei disoccupati ha già raggiunto il 40% della forza lavoro. Ma che, soprattutto, deve fronteggiare la corruzione dei nuovi ricchi e riprendere quella politica di riconciliazione iniziata da Mandela nel 1994 per riappacificare un Paese dalle tante etnie e religioni in cui si parlano undici lingue ufficiali. LA «GUERRA INFINITA» DELLO SRI LANKA È una guerra civile che dura da 25 anni e proprio per questo, ormai, sembra non far più notizia. Ma nello Sri Lanka che abbiamo imparato a conoscere nella gara di solidarietà e aiuto alle popolazioni del dopo tsunami, la guerra tra Tamil e Cingalesi ha provocato 70.000 mila morti. Negli ultimi giorni il governo di Colombo (cingalese) ha stretto il cerchio attorno ai ribelli Tamil asserragliati in un'area di venti chilometri quadrati a nord del Paese da dove, secondo l'Alto Commissariato dell'Onu, starebbero scappando 100.000 civili. Nuovi profughi che fuggono da una guerra e che, innocenti, pagano il prezzo più alto della follia di eserciti nazionali e paramilitari separatisti. Ma le Nazioni Unite non possono fare molto, se non convocare il Consiglio di sicurezza e dividersi al momento delle decisioni concrete da prendere. OBAMA E L'EMBARGO PIÙ LUNGO Dura dal 1962 ed è il più lungo embargo commerciale mai inflitto a un Paese. Anche i senatori italiani in una mozione bipartisan votata giovedì 23 aprile hanno chiesto al governo che si faccia promotore per il superamento del blocco commerciale contro Cuba in sede Onu. Dopo le recenti aperture di Obama, culminate nella decisione di permettere ai cubano-americani di tornare a viaggiare liberamente nell'isola e di inviare ai parenti di Cuba tutti i soldi che desiderano (possibilità che vigeva durante la presidenza Clinton, ma che Bush limitò e restrinse), si prospettano nuove relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti. Fidel Castro, seppur malato e ormai formalmente a margine della politica cubana, ha dichiarato che l'unico modo per riallacciare i rapporti tra i due Paesi sia porre fine all'embargo. Gli Usa, d'altro canto, pretendono il rilascio dei prigionieri politici e l'introduzione della libertà di stampa. Ma, oltre all'embargo, bisognerebbe sospendere tutte quelle leggi americane come il Torricelli Act e la Helms Burton, che di fatto limitano gli affari delle imprese americane con Cuba. Michele Novaga 26/04/2009 nascosto-->

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Serenissimi e gay, Lega contro i tribunali (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Veneto" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Veneto sezione: REGIONE data: 26/04/2009 - pag: 5 L'attacco L'onorevole Dussin scrive al ministro Alfano: «Basta soldi a Venezia». La Romei Pasetti: «Già non li danno» Serenissimi e gay, Lega contro i tribunali VENEZIA «Affamare» i tribunali di Venezia, tagliandogli luce, acqua, riscaldamento e attrezzature. Anche se la vera speranza è che «sprofondi». L'onorevole leghista Luciano Dussin mette da parte il galateo istituzionale e spara un'invettiva durissima contro i giudici veneziani, chiedendo al ministro della Giustizia Angelino Alfano di togliere risorse alle sedi lagunari perché «funzionano male». In particolare a scatenare l'ira funesta del deputato sono due recenti decisioni prese a Venezia: la prima è l'ordinanza con cui i giudici della terza sezione civile veneziana hanno rimesso alla Corte costituzionale il ricorso di una coppia gay che si era vista rifiutare le pubblicazioni matrimoniali dall'ufficiale di stato civile del Comune di Venezia; la seconda decisione è quella della procura generale di impugnare presso la Corte di Cassazione la sentenza di assoluzione sui Serenissimi. «Il tentativo partito dal tribunale lagunare, che personalmente spero sprofondi, cerca di introdurre nel nostro ordinamento nuovi istituti mai previsti da nostri legislatori », dice Dussin riguardo al caso della coppia gay. «La Corte Costituzionale dovrà perdere tempo inutilmente per dare seguito a questa iniziativa che nulla ha a che fare con i compiti della magistratura ». Per quanto riguarda invece i Serenissimi «mi chiedo continua il politico leghista se sia possibile che a fronte dell'immane lavoro che questi tribunali dovrebbero svolgere per garantire la presenza nelle patrie galere dei delinquenti che imperversano nel territorio, questi magistrati attivino, a spese della comunità, iniziative di questo tipo». La soluzione, visto che il ministro ha la competenza sui finanziamenti, è «garantire risorse ai tribunali che funzionano bene, ed 'affamare' economicamente gli altri». «Non ho nulla da rispondere o commentare replica, interpellata, la presidente della Corte d'Appello Manuela Romei Pasetti . In realtà mi verrebbe da dire che già non siamo molto distanti da questa situazione, visto che spesso nelle nostre sedi mancano beni di uso quotidiano». La presidente inoltre ci tiene a sottolineare una cosa: «Un conto è criticare un errore procedurale, cioè se un giudice per esempio deposita in ritardo una sentenza, altra cosa è il merito della giurisdizione, in cui il giudice decide sulla base delle sue competenze in scienza e coscienza». A.Zo.

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ADOC SU RIMBORSI CANONE DI DEPURAZIONE (sezione: Giustizia)

( da "Basilicanet.it" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ADOC SU RIMBORSI CANONE DI DEPURAZIONE 26/04/2009 11.35.10 [Basilicata] "La Corte Costituzionale con la sentenza n. 335/2008 aveva introdotto il principio, molto semplice, secondo il quale gli utenti residenti in comuni che fossero sprovvisti di impianti centralizzati di depurazione, o dove questi fossero temporaneamente inattivi, non erano tenuti al pagamento della relativa tariffa". Lo afferma, in un comunicato stampa, il presidente dell'Adoc Basilicata, Canio D'Andrea. "La Corte Costituzionale - aggiunge D'Andrea - aveva dichiarato illegittima, costituzionalmente, l’inserimento della tassa in bolletta. Il Governo Berlusconi è¨ prontamente intervenuto su questo argomento dando una “pesante sforbiciata†alla possibilità  di rimborso. Con la legge, poi, sono stati stabiliti anche i tempi per il rimborso della tariffa pagata che sarà  restituita in forma rateizzata ed entro cinque anni, a decorrere dal 1° ottobre 2009. Dal rimborso saranno dedotti gli oneri derivanti dall’attività  di progettazione, di realizzazione o di completamento dei depuratori già  avviate". L'Adoc, pertanto, "consiglia agli utenti lucani di Acquedotto Lucano di continuare, se non collegati ad impianti di depurazione, ad inviare la richiesta di rimborso anche al fine di interrompere i termini prescrittivi. La richiesta di rimborso è¨ scaricabile dal sito: www.adocbasilicata.org". (bas - 04)

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Tutti gli incontri al via alle ore 16 In Seconda spareggio Fulgor-Ponte (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Tutti gli incontri al via alle ore 16 In Seconda spareggio Fulgor-Ponte Domenica 26 Aprile 2009, ECCELLENZA GIRONE B FELTRESE (39)-LIAPIAVE SAN POLO (47) Gli avversari odierni dei granata vantano la miglior difesa del torneo. Arbitro Alberto Marchetti di Vicenza. PROMOZIONE GIRONE D CASIER DOSSON (19)-CAVARZANO (38) Il campionato è praticamente finito ma la sportività impone ugualmente il massimo impegno. Arbitro Luca Goldin di Vicenza. PRIMA CATEGORIA GIRONE H PLAVIS (27)-RIPA FENADORA (55) Superare in classifica il Trevignano, in vista dei playout potrebbe essere decisivo. Ma il Ripa è già pronto a festeggiare la promozione. Arbitro Andrea Vincenzi di Treviso. SANFIORESE (37)-ALPAGO (42) Nessuna delle due squadre può ancora sentirsi appagata. Arbitro Marco Cantarini di Venezia. SEDICO (34)-FREGONA (37) Sfida salvezza di enorme importanza. Arbitro Stefano De Matteis di Mestre. ZTLL SINISTRA PIAVE (24)-SAN GIORGIO (43) La vittoria serve a entrambe. Arbitro Matteo Berto di Bassano. SECONDA CATEGORIA GIRONE Q CASTION (25)-PIAVE TEGORZO (34) Serve un pareggio, almeno, per sentirsi definitivamente al sicuro. Arbitro Gregorio Rosi di Conegliano. CAERANO (52)-AGORDINA (29) Gli agordini stanno vivendo un buon momento, ma la trasferta è difficilissima. Arbitro Angelo Tasca di Treviso. FIORI BARP SOSPIROLO (15)-CISONESE (59) Lacrime e spumante, stasera, al Giovanni XXIII. Arbitro Alessandro Barba di Treviso. VIRTUS CSM (48)-FOEN (32) Un pareggio andrebbe benissimo ai feltrini. Arbitro Ajdini Laurenc di Treviso. SECONDA CATEGORIA GIRONE R CADORE (38)-GAIARINE (44) Ultimo tram per i playoff. Arbitro Davide Baggio di Bassano. CORTINA (37)-LIMANA (54) All'andata vi furono delle polemiche perché il Cortina si era presentato in ritardo. E il Limana aveva vinto ampiamente su un campo ai limiti della praticabilità. Arbitro Alberto Zampese di Bassano. AURONZO (35)-FRANCENIGO (25) Un pareggio sarebbe importantissimo per i cadorini. Arbitro Matteo Bertin di Bassano. VITT SAN GIACOMO (35)-PIAVE (25) In palio punti pesanti per la salvezza. Arbitro Mauro Bontorin di Bassano. ALPINA (31)-SANTA LUCIA (63) La vittoria serve a entrambe. Brutta roba, per l'Alpina, perché fermare i trevigiani, lanciatissimi verso la promozione diretta in Prima categoria, è impresa difficile per chiunque. Arbitro Federico Bardin di Conegliano. FULGOR FARRA (42)-PONTE NELLE ALPI (43) Spareggio per accedere ai playoff. Arbitro Fabio Cosentino di Conegliano. SAN MICHELE (7)-SOIS (17) Sfida tra le cenerentole. Arbitro Mauro Magro di Conegliano. TERZA CATEGORIA Girone A: Alpes Cesio (21)-Castion (16)); Coi de Pera (28)-Mix Esse Elle (36) (arbitro Alberto Gaz); San Vittore (40)-Arsiè (24) (arbitro Mauro Dazzi); Salce (14)-Sospirolese (18) (arbitro Eros Faoro); Schiara (13)-Tomatico (25) (arbitro Antonio Bassani); Sovramonte (19)-Rinascente Cornei (11) (arbitro Roberto Simonetti). Girone B: Amici di Fortogna (13)-Valpadola (7) (arbitro Edoardo Cargnel); Valboite (24)-Oltrepiave (14) (arbitro Alain De Cian); Claut (23)-Ospitale (37) (arbitro Marco Zanella); Danta (14)-Comelico (40) (arbitro Franco Turrin); Domegge (26)-Real Damos (6) (arbitro Daniele Fontanive); Valzoldana (9)-Longarone (33) (arbitro Gabriele Corcillo). CAMPIONATI CARNICI Sono sempre Sappada e San Pietro le formazioni bellunesi che rappresenteranno la provincia nei tornei dell'Alto Friuli, più congeniali ai club del Comelico per la loro programmazione tardo primaverile ed estiva. Oggi debutta il San Pietro, impegnato nella Coppa Carnia contro l'Ardita. E tra una settimana partono i campionati. CAMPIONATI FEMMINILI Serie C: oggi il campionato osserva la seconda settimana consecutiva di riposo, in attesa di riprendere domenica prossima, 3 maggio, con la penultima giornata. Scende comunque in campo il Keralpenbelluno, impegnato in trasferta contro il Due Monti. Serie D: già matematicamente promossa, la Dynamo Vellai può celebrare oggi in casa, sul campo di Vellai, affrontando il Nordest Pedemontana.

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Imprese, sullo sviluppo pesano burocrazia e inefficienza giudiziaria (sezione: Giustizia)

( da "Soldionline" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Imprese, sullo sviluppo pesano burocrazia e inefficienza giudiziaria L'attuale crisi del sistema della giustizia è ostacolo alla crescita per il 12% delle Pmi, l'inadeguatezza strutturale per il 7% e la concorrenza asiatica per appena il 2%. Lo Stato potrebbe essere condannato a risarcimenti per 500 milioni di euro all'anno per l'irragionevole durata dei processi Napoli, 26 apr.- (Adnkronos) - Il convegno svoltosi a Napoli venerdì ed organizzato da Unione Industriali, Ordine degli Avvocati e Magistratura Indipendente è stata l'occasione per discutere del delicato tema del rapporto tra Giustizia civile e mondo delle imprese, nell'ottica di favorire quell'efficientizzazione e quella semplificazione che si rendono sempre più necessarie. Si è infatti giustamente osservato che l'attuale situazione di crisi del sistema giudiziario arrivi a rappresentare un ostacolo allo sviluppo del sistema economico soprattutto per le nuove imprese, le quali preferiscono limitarsi a firmare contratti con partner che conoscono e che garantiscono affidabilità''. Lo afferma il consigliere di Magistratura Indipendente al Csm, Cosimo Maria Ferri.''Le principali vittime di questa situazione di inefficienza del processo civile, peraltro -osserva Ferri- non sono le grandi aziende, che normalmente utilizzano l'istituto dell'arbitrato, ma sono invece le piccole medie imprese che, come noto, rappresentano nel loro insieme l'ossatura portante del sistema economico produttivo del Paese''. Nel corso del convegno sono stati evidenziati alcuni dati impressionanti: un rapporto realizzato da un importante istituto bancario ha evidenziato che in tema di ostacoli alla crescita delle piccole e medie imprese l'inefficienza giudiziaria pesa per il 12%, collocandosi dopo la sola burocrazia. La concorrenza asiatica incide sulla crisi solo per il 2% e l'inefficienza infrastrutturale per il 7%.''Ma non è tutto- avverte Ferri- secondo uno studio della commissione tecnica della finanza pubblica del ministero dell'Economia la somma che lo Stato potrebbe essere costretto a pagare per l'irragionevole durata dei processi a seguito di condanne per la Legge Pinto ammonterebbe a circa 500 milioni di euro l'anno. Tutto questo deve fare riflettere il legislatore, gli operatori del settore e ciascuno dei soggetti che sono chiamati a confrontarsi sui delicati temi in materia di giustizia, affinché davvero si arrivi ad avviare, o meglio riprendere, quel confronto in modo che sia, sì sempre franco, ma allo stesso tempo alieno da contrapposizioni puramente ideologiche e da logiche di pura fazione; che sia cioè contraddistinto da un clima, come si è registrato qualche rara volta nel passato, che veda le parti, pur nella doverosa distinzione di competenze e responsabilità, proiettate a convincersi l'un l'altra sulla qualità di ciascuna propria proposta piuttosto che impegnate nella mera critica delle posizioni altrui. Un tavolo di questo tipo, sono certo, renderebbe un notevole servizio al Paese e sarebbe in grado di dare risposte, che peraltro non sono più procrastinabili''.''L'inefficienza della giustizia civile in Italia - secondo Ferri - costituisce uno dei fattori che condizionano la competitività e la capacità di crescita dell'Italia, rendendo talvolta parzialmente inefficaci le riforme realizzate dal Parlamento in differenti materie (concetto recentemente richiamato con chiarezza anche dal Governatore della Banca d'Italia)''.''Vi è un problema di qualità della giustizia (con connessa esigenza di una maggiore qualificazione del personale giudiziario e quindi di una attenta selezione dello stesso e continua riqualificazione). Ma vi è anche un problema di tempestività della giustizia - sottolinea il componente di MI al Consiglio Superiore della Magistratura - nodo problematico che del primo rappresenta invero una sfaccettatura. Ed infine vi è un problema di risorse a disposizione della giustizia e delle capacità di gestione delle stesse. Tutto ciò genera, evidentemente, costi rilevanti per l'economia che studi di respiro internazionale hanno stigmatizzato. Si pensi a quelli realizzati dalla Banca Mondiale con il rapporto "Doing Business" o quelli svolti dal Cepej, la Commissione europea per l'efficienza della giustizia''.''Studi, questi -rileva Ferri- che hanno evidenziato come una non rigorosa applicazione delle leggi determini effetti negativi sui mercati finanziari. Infatti, i creditori, non potendo confidare su di una tutela del proprio credito, sono tentati di pretendere tassi di interesse più elevati o di concederne di meno, condizionando per tal via l'accesso al mercato dei capitali degli investitori. Ma una giustizia non di qualità scoraggia la creazione di nuove imprese e disincentiva anche gli investimenti delle imprese industriali, estere o nazionali''.''Infatti, per un verso- spiega Ferri- l'impossibilità di confidare in una pronta tutela in sede giudiziaria costituisce fattore che distorce la concorrenza ed agevola solo l'operato di quelle imprese che, già radicate nel tessuto economico, possono offrire una buona reputazione e così mantenere e conquistare fette di mercato. Per l'altro, quella insicurezza della giustizia spinge gli operatori economici esteri ad evitare di operare in Italia e quelli nazionali ad espandersi, complice il costo del lavoro ed una fraintesa tutela costituzionale del lavoratore, non sul territorio nazionale, ma in paesi terzi''.I lavori svolti a Napoli hanno poi suggerito di approfondire la verifica, nel più ristretto ambito locale, dell'impatto sulle economie locali dei modelli di giustizia efficiente, che pure si registrano in Italia. ''Si tratta, invero-aggiunge Ferri- di verificare se sussista un rapporto diretto tra la tempestività della risposta giudiziaria e la vivacità della situazione economica locale, misurata quest'ultima utilizzando quale parametri di riferimento la percentuale di creazione di nuove imprese e di permanenza delle stesse sul mercato oltre che alle relative dimensioni. La complessità di questa operazione è data dal fatto che quella vivacità incidono tanti altri fattori, quali, ad esempio, la capacità di sviluppo dell'area, la sussistenza di capitale umano, di infrastrutture, di "capitale sociale" e di finanziamenti''.''Ebbene -sottolinea Ferri- studi effettuati hanno evidenziato come ad una giustizia più inefficiente faccia da pendant uno scarso numero di imprese, ed in particolare di società di capitali e comunque a dimensioni medie delle imprese inferiori. Le stime suggeriscono che l'inefficienza della giustizia incide negativamente sulle dimensioni soprattutto nei settori che dipendono in misura maggiore dalla disponibilità di finanza esterna: in questi casi una tutela adeguata dei finanziatori è essenziale per la crescita. Il convegno di Napoli -ha concluso Ferri- ha dunque il grande merito di aver prodotto una approfondita analisi del problema trattato, ma ha anche posto l'accento su alcuni dei rimedi, evidenziando come la digitalizzazione del processo civile e la selezione dei dirigenti degli uffici giudiziari (al di là delle correnti, e secondo il parametro delle capacità gestionali) siano ?traguardi? sin da subito possibili da raggiungere senza particolari riforme e possano rappresentare prime risposte davvero efficaci''.

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PMI: BUROCRAZIA E INEFFICIENZA GIUDIZIARIA TRA I MAGGIORI OSTACOLI ALLO SVILUPPO (sezione: Giustizia)

( da "Soldionline" del 26-04-2009)

Argomenti: Giustizia

PMI: BUROCRAZIA E INEFFICIENZA GIUDIZIARIA TRA I MAGGIORI OSTACOLI ALLO SVILUPPO Napoli, 26 apr. - (Adnkronos) - Il convegno svoltosi a Napoli venerdi' ed organizzato da Unione Industriali, Ordine degli Avvocati e Magistratura Indipendente e' stata l'occasione per discutere del delicato tema del rapporto tra Giustizia civile e mondo delle imprese, nell'ottica di favorire quell'efficientizzazione e quella semplificazione che si rendono sempre piu' necessarie. Si e' infatti giustamente osservato che l'attuale situazione di crisi del sistema giudiziario arrivi a rappresentare un ostacolo allo sviluppo del sistema economico soprattutto per le nuove imprese, le quali preferiscono limitarsi a firmare contratti con partner che conoscono e che garantiscono affidabilita'''. Lo afferma il consigliere di Magistratura Indipendente al Csm, Cosimo Maria Ferri.

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ABRUZZO Psichiatri sotto la tenda: Il sisma è un'occasione (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ABRUZZO Psichiatri sotto la tenda: «Il sisma è un'occasione» Nelle tendopoli si ricostruiscono anche i reparti di psichiatria, mentre unità mobili con psicologi a bordo girano tra i centri colpiti dal sisma. E nel parcheggio di un centro commerciale si prepara una casa famiglia per i pazienti più gravi. Con molta attenzione su come verranno usati i futuri finanziamenti. Racconti dal post-terremoto Gli specialisti: «Meno diagnosi e più ascolto delle persone» Eleonora Martini INVIATA A L'AQUILA INVIATA A L'AQUILA Mentre gli occhi di tutti sono puntati sulla ricostruzione post-terremoto, e a vigilare sulle mani pulite delle imprese edili si mobiliterà anche la magistratura antimafia, rischia di passare inosservato il processo di restauro del sistema sanitario aquilano crollato assieme alle palazzine mal costruite. Tanto più nel capoluogo di una regione dove depredare la sanità pubblica è un vecchio vizietto mai sanato, un pozzo senza fondo a cui hanno attinto tutti, fino a portare l'Abruzzo in ginocchio ancora prima che il sisma lo atterrasse. Se ora questa terra riemergerà dalle sue macerie seguendo il modello Friuli o, malauguratamente, il modello Irpinia, lo sapremo monitorando i fondi per la ricostruzione del suo sistema sanitario. A cominciare da L'Aquila. Anche se non è solo una questione di soldi. «Questa può essere l'occasione per studiare un fenomeno che speriamo sia unico». Parla di psichiatria Massimo Casacchia, primario dell'Spdc dell'ospedale aquilano San Salvatore, rivolgendosi ai suoi studenti specializzandi mentre lavora per risistemare nelle tende il suo reparto distrutto. Ma il suo è un invito generale a trasformare la disgrazia del terremoto in un'occasione per «cambiare mentalità» - come nella crisi economica e finanziaria -, per fare di necessità virtù, e trasformare un po' tutto il sistema sanitario locale. Lo sostengono in molti qui, piangendo le strutture perse del nosocomio-modello di Coppito, e tuttavia notando che con la realizzazione di presidi sanitari locali ben piazzati in molte tendopoli, «si sta finalmente realizzando quel sistema tanto agognato che è la medicina di base». Filtro fondamentale perché in ospedale arrivino solo i casi necessari. Peccato, aggiungono, che «a realizzarla, al momento, sono la Croce rossa e le associazioni di volontari,e non le Asl». Ma è proprio seguendo la pista del disagio psichico, aumentato a dismisura in questi diciotto giorni di vita post-terremoto, che meglio si comprende quali possibili modelli sanitari si potrebbero sviluppare da qui in avanti. Anche perché è proprio nelle tasche dei raiss delle cliniche psichiatriche private che sono finite gran parte delle centinaia di milioni di euro mancanti alle casse pubbliche regionali. «Deve diventare un'occasione per cambiare la psichiatria: meno diagnostica e più d'ascolto», spiega meglio Casacchia che non si lamenta più di tanto dei venti posti letto persi insieme alle corsie del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura: «Ne basterebbero anche di meno se usassimo le equipe mobili per stimolare e per andare a portare aiuto laddove ce n'è bisogno, invece di stare qui seduti ad aspettare che i pazienti decidano di venire a curarsi». Esattamente come sta accadendo in questi giorni a L'Aquila. Un paio di chlometri più in là, nella tendopoli allestita dalla protezione civile nel parcheggio del centro commerciale Il Globo, che ospita circa mille persone, il Dipartimento della salute mentale ha raggruppato in una decina di tende tutti i suoi utenti sfollati che prima della scossa del sei aprile vivevano in case famiglia, nei gruppi appartamento o nelle due comunità della struttura riabilitativa del quartiere Santa Barbara. Su 13 case adibite alla riabilitazione psichica, solo quattro sono rimaste agibili. Tre pazienti sono morti e qui, in totale, ci sono 55 persone, quelle con disturbi più severi, su cui si facevano progetti ad alta priorità, che sarebbe stato impossibile seguire se fossero rimaste sparse nelle tendopoli di quartiere. L'area del Globo funziona bene: dopo due giorni da alluvionati, sommersi da una decina di centimetri d'acqua e fango, sono entrati in azione gli alpini in congedo e il battaglione San Marco di stanza qui che nel giro di poche ore hanno scavato un fosso, montato una fognatura, ricoperto il tutto e cementato perfino dei tombini nuovi di zecca. Un esempio di come le opere, se si vuole, si possono realizzare presto e bene. La prima delle tende del Dipartimento della salute mentale è occupata dal Gus (Gruppo umana solidarietà) delle Marche e dall'associazione locale «180 amici», entrambe finalizzate alla tutela della salute mentale e accreditate presso la Dicom (direzione dei centri operativi mobili della protezione civile) che coordina gli interventi nelle sette aree in cui è stata suddivisa la zona interessata dal terremoto. Ogni giorno da qui partono quattro camper con a bordo tre operatori del Gus e uno della «180 amici» e lo stesso avviene dall'altra stazione di riferimento allestita presso le tende del professor Casacchia. «Il loro non è un lavoro diretto di aiuto psicologico - racconta Noemi D'Addezio, psicologa del Csm - ma di contatto, di intermediazione con i servizi medici e sociali: incontrano la popolazione, cercano di risolvere i piccoli problemi, scovano il disagio dove se ne crea, si rapportano con la psicologia dell'emergenza e ci aiutano anche nel censimento dei pazienti». Cartelle cliniche e schedari sono ancora seppelliti nelle strutture inagibili, difficili da raggiungere, ma con questo metodo in due giorni «abbiamo censito 338 nostri utenti, sappiamo dove abitano e come stanno, abbiamo ripreso contatto e tra un po' forse potremo ricominciare a curarli». Il Gus, che di questi progetti ha il know how, ha garantito una presenza permanente in loco almeno per sei mesi. Nel pomeriggio rientra la prima delle squadre mobili: vengono dalla tendopoli di Sassa Scalo, un campo che fa da base a dieci piccoli campi, con 1600 persone in tutto. «La protezione civile di Vicenza, che gestisce la tendopoli si lamenta perché non c'è un posto medico avanzato fisso, solo un'infermeria», resocontano le due giovani psicologhe. Lì, raccontano, hanno già riaperto nelle tende le scuole elementari e medie. Ma la popolazione locale non vuole essere censita e non collabora ai lavori nel campo, con grande disappunto dei volontari provenienti dalle altre regioni. «Un po' perché sono ancora sotto shock dal terremoto e dalla nuova vita nelle tende - cercano una spiegazione gli psicologi - un po' perché in queste tendopoli vivono soprattutto persone che non rientrano in casa solo per paura, quindi sono meno motivate a occuparsi degli spazi e della cosa pubblica». «Ma da questa tragedia possiamo imparare a reimpostare la nostra mentalità, gli stili e l'organizzazione del lavoro - riflette Sandro Sirolli, direttore del Centro diurno psichiatrico de L'Aquila - Adesso che non possiamo fare altro che lavorare sul territorio, dobbiamo capire l'importanza di indirizzare le risorse sul personale anziché sui posti letto, dobbiamo finanziare progetti che aiutino le persone a ricostruire le relazioni e a reinserirsi nel mondo del lavoro. L'attività ambulatoriale va limitata e aumentata quella territoriale». Ciò che non è stato fatto nei mesi precedenti, durante il lungo sciame sismico, va fatto ora: «Dobbiamo ricominciare da qui, dal terremoto, parlarne per aiutare psicologicamente alla ripresa», conclude Sirolli. E preparare le coscienze alla nuova realtà sarà utile anche per evitare di trasformare la salute degli abruzzesi in moneta sonante da far intascare al prossimo politico di turno. LA TERRA TREMA IN ROMANIA Un terremoto di magnitudo 5.3 della scala Richter si è verificato ieri sera intorno alle 20,20 locali (le 19:20 in Italia), nella zona sismica di Vrancea (ovest della Romania). Stando alla rete televisiva Realitatea, non si lamentano vittime né danni. In alcune zone sono cadute le linee telefoniche. La scossa è stata sentita in quasi tutte le regioni del Paese e fortemente anche nella capitale Bucarest. Fonti dell'Istituto nazionale per la fisica della terra, citate dalla tv, hanno precisato che la scossa è avvenuta a una profondità di 120 chilometri. Le stesse fonti sostengono che non seguiranno repliche ed escludono paragoni con il terremoto che ha colpito l'Abruzzo all'inizio di aprile. 55% PERCENTUALE delle abitazioni dell'Aquila ritenute agibili al termine dei controlli tecnici. Ieri il sindaco Massimo Cialente ha firmato l'ordinanza che consente i primi rientri a casa. Intanto il numero degli sfollati è salito a 64.768

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Monitorizarea pe Justitie incepe din 4 mai (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Monitorizarea pe Justitie incepe din 4 mai Luni, 27 Aprilie 2009 Prima misiune de monitorizare a Comisiei Europene va veni in perioada 4-7 mai la Ministerul Public, unde expertii se vor concentra pe obiectivele 3 si 4 din mecanismul de verificare instituit pentru Romania dupa aderarea la UE – continuarea unor anchete in cazuri de coruptie la nivel inalt si adoptarea unor masuri de prevenire si lupta impotriva coruptiei, in special in administratia locala. "Suntem foarte pregatiti, Ministerul Public si-a indeplinit sarcinile care i-au fost impuse de Comisia Europeana", a spus procurorul general al Romaniei, Laura Codruta Kovesi. Aceasta se asteapta ca raportul din vara sa reflecte pozitiv activitatea Parchetului, care s-a confruntat cu situatii dificile: schimbarea a trei ministri ai Justitiei si a fostei conduceri a Consiliului Superior al Magistraturii (CSM). Procurorul general si-a declarat nemultumirea fata de activitatea acestei structuri: "CSM nu isi indeplineste acea functie de a elimina din sistem procurorii care nu au ce cauta in sistem. Atunci, pentru aceasta mica parte a procurorilor care nu isi fac treaba asa cum trebuie, sufera intreg sistemul", a spus Kovesi la un post de televiziune. Ministerul Public nu poate sanctiona acei procurori "care nu isi fac treaba", ci poate sesiza CSM, care insa de cele mai multe ori solutioneaza dosarele dupa un an-doi, acordand sanctiuni relativ blande, a spus Kovesi. Alte doua misiuni ale reprezentantilor CE se vor desfasura incepand din 18 mai, respectiv in luna iunie, a precizat ministrul Justitiei, Catalin Predoiu. Aceste doua misiuni se vor concentra, probabil, pe primele doua obiective: 1) asigurarea transparentei si eficientei sporite a actului de justitie, in special prin consolidarea capacitatii si raspunderii CSM, cat si raportarea si monitorizarea impactului noilor Coduri de Procedura Civila si de Procedura Penala; 2) instituirea unei agentii de integritate (ANI) cu responsabilitati legate de verificarea averii, a incompatibilitatilor si a potentialelor conflicte de interese, care sa emita hotarari cu caracter obligatoriu pe baza carora sa se poata aplica sanctiuni. » Poprire pe conturile Ministerului Public Ministerul Public a pierdut la ultima rectificare bugetara circa 16 milioane de lei si are conturile blocate de sapte-opt luni din cauza salariilor restante – chiar si din 2001 – in sistemul de justitie, a precizat procurorul general al Romaniei, Laura Codruta Kovesi. "Inca de la prezentarea raportului de activitate pe 2006, am subliniat ca 80% din bugetul Ministerului Public se axeaza pe drepturi salariale", a spus Kovesi, cu precizarea ca suma care ar acoperi toate aceste restante salariale s-ar ridica la aproximativ 300 milioane de euro. Procurorul general considera ca ar trebui deschis un dialog cu Ministerul Finantelor pentru reglarea situatiei Parchetului, una dintre solutiile pe care Laura Codruta Kovesi le ia in calcul fiind chiar noua Lege a salarizarii unitare. Din aceeasi categorie: Masoneria se extinde la sateGeoana: Basescu a facut o ingerinta politica nepermisa in Justitie (VIDEO)In doua luni, romanii din strainatate au trimis acasa 1,48 miliarde euro Voteaza

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Foen affondato dalla Virtus Restano due gare per salvarsi (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

PARTITA DIFFICILE Foen affondato dalla Virtus Restano due gare per salvarsi COL SAN MARTINO. Niente da fare per il Foen che nella trasferta di Col San Martino rimedia una sonora sconfitta. La gara finisce 3-1 per i trevigiani e ai feltrini rimangono solamente le briciole. E dire che per la compagine allenata da Redi la partita era iniziata assai bene, visto che al 5' si era portata in vantaggio grazie alla rete di Bordin. Poi però, dopo un buon primo tempo di marca feltrina, i padroni di casa hanno cominciato la loro riscossa e hanno affondato la nave di Redi. Pronti via ed ecco che Simoni infila Zatta dopo nemmeno un minuto dall'inizio del secondo tempo segnando il pareggio dei locali. Alla mezz'ora la Virtus Csm infila altri due gol, con il neo entrato Vassalli e con Puppetti, tagliando le gambe ai feltrini e decretando la loro sconfitta. Ai feltrini rimangono due gare per cercar di avere la certezza di non finire nei play-out. (va.da.)

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Resana beffato dal Fontane: tre sberle in casa Una delle nostre peggiori partite, peccato (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Resana beffato dal Fontane: tre sberle in casa «Una delle nostre peggiori partite, peccato» RESANA. Il pronostico del Valdosport di domenica scorsa è diventato realtà: «Il Csm Resana ha ancora un cammino difficile da qui a fine campionato, noi abbiamo scontri meno impegnativi». E così è stato: Csm Resana ha portato a casa una bella batosta nella sfida di ieri contro il Fontane. La squadra di mister Beraldo cala una dolorosa tripletta agli undici di casa che non riescono a espugnare la porta di Zaro neanche per il gol della bandiera. «Abbiamo giocato una delle nostre peggiori partite, a differenza del Fontane non eravamo per nulla concentrati», commentano da Resana. Brutto scivolone per la squadra di Fabrin che doveva vincere assolutamente per mantenere il primo posto in classifica in compagnia del Valdosport. I ragazzi di Valdobbiadene invece non perdono un colpo e ora sono solitari in vetta con le tre bombe inflitte ieri al Volpago Cam. Il Fontane non lascia scampo, i punti conquistati oggi portano più vicino il sogno dei playoff, non vogliono lasciarsi scappare la possibilità di una promozione in seconda categoria. I ragazzi di Beraldo dimostrano la loro voglia di vincere fin dai primi minuti: al 6' pt Bertuola inaugura le marcature, intercetta in area la punizione tirata dal compagno e segna di testa. Resana resta a guardare per tutto. Gli animi si accendono al quarto d'ora per il brutto contrasto tra il portiere ospite e Barban del Resana. Per i locali è ingiusto il fischio mancato dell'arbitro, il giudice di gara decide di non dare il rigore a favore dei padroni di casa. Nella ripresa, il Csm Resana ha l'occasione di conquistare il pareggio, ma la bravura del numero uno del Fontane rende tutto vano non senza polemiche. Al 15' st la palla esce da una mischia in area, il batti e ribatti vicino alla linea di porta si conclude con il rinvio da parte del portiere. La tifoseria locale insorge: la palla è stata ribattuta già all'interno del limite della porta. Al 28' st il Fontane toglie ogni dubbio e segna il secondo gol su passaggio lungo di Zaro. Pochi minuti dopo la partita è chiusa: al 38' st Bertuola insacca intercettando una palla persa su azione di rimessa. Il Resana non reagisce più e lascia invariato il risultato fino al triplice fischio. Ora sono gli undici di Resana a sperare nella defaillance del Valdosport. (a.c.)

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I neonazisti tedeschi rischiano di sparire per bancarotta (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione: 27/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:finestra sul mondo I neonazisti tedeschi rischiano di sparire per bancarotta BERLINODilaniato da feroci scontri interni e soprattutto vittima di una pesantissima crisi finanziaria, il principale partito dell'estrema destra tedesca, di coloritura neonazista, rischia la bancarotta e la scomparsa dalla scena politica nazionale. Ancora pochi mesi fa il Nationaldemokratische Partei Deutschlands, conosciuto con la sigla Npd e forte di consensi elevati soprattutto nell'ex Germania Orientale, rappresentava una minaccia preoccupante per la democrazia tedesca. Il suo ingresso nel parlamento nazionale alle prossime elezioni di settembre, dopo i successi locali riportati in diversi Länder, era ritenuto da molti osservatori come una possibilità tutt'altro che inverosimile. Non a caso tra le forze politiche della Grande Coalizione era ricominciata la discussione sull'opportunità di dichiarare la Npd fuori legge dopo che nel 2003 un'analoga procedura avviata dal governo rosso-verde di Gerhard Schröder era stata bloccata da una sentenza della Corte costituzionale. Ma nelle ultime settimane la corsa del partito neonazista verso la più clamorosa delle autodistruzioni sembra avere subito un'accelerazione improvvisa. Il presidente in carica, Udo Voigt è riuscito, nel corso del congresso del partito tenutosi il 5 aprile a Berlino, a farsi confermare in carica dopo una violentissima guerra intera che ha visto capitolare l'ala più moderata. Ma la sua conferma è stata votata soltanto dal 62,4% dei delegati, ragion per cui è lecito dubitare che il carismatico Voigt sia in grado nell'immediato futuro di arginare le spinte centrifughe che si fanno sempre più insistenti. L'eventualità di una scissione non è dunque per nulla scongiurata. Ma sono soprattutto le difficoltà di carattere finanziario a pesare come un macigno sul futuro della Npd. Già nel 2006 le casse del partito erano state prosciugate a causa di una multa di 1,7 milioni inflitta per causa di irregolarità nella registrazione dei finanziamenti ricevuti dai privati. L'anno scorso poi si è scoperto che nei bilanci c'era un ammanco di 740mila euro: soldi sottratti dall'ex tesoriere Erwin Kemna, condannato per questo a scontare una condanna di tre anni di prigione. E pochi giorni fa è arrivata una nuova pesantissima mazzata. Il Bundestag ha inflitto alla Npd una multa di 2,5 milioni di euro, penale dovuta alle numerose ulteriori irregolarità riscontrate nei bilanci del partito. Si tratta di una somma notevole, che potrebbe portare al definitivo collasso finanziario. Le quote versate dagli iscritti e le donazioni dei privati risultano, infatti, nettamente inferiori a quelle cifre. Se il tribunale amministrativo di Berlino respingerà il ricorso presentato dai dirigenti della Npd e confermerà la multa, è probabile che il partito neonazista non possa neppure presentarsi alle prossime elezioni. Gherardo Ugolini

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Sardegna seconde case (sezione: Giustizia)

( da "ItaliaOggi Sette" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi Sette Numero 099  pag. 48 del 27/4/2009 | Indietro Sardegna seconde case QUESITARIO - DIRITTO TRIBUTARIO Di Risponde Giovanni Pizzo In merito al prelievo sulle seconde case varato dalla regione Sardegna, vorrei avere notizie in ordine alla sentenza della Corte costituzionale. L.F. 1 Sardegna seconde case In merito al prelievo sulle seconde case varato dalla regione Sardegna, vorrei avere notizie in ordine alla sentenza della Corte costituzionale. L.F. Risponde Giovanni Pizzo Il prelievo regionale sulle seconde case a uso turistico, site nella regione Sardegna, varato, con [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati: 2      

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Cerasoli verso la presidenza del Tribunale (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Giustizia Cerasoli verso la presidenza del Tribunale Questione di ore dicono i bene informati. Entro il ponte del 1 maggio avremo il nome del nuovo presidente del Tribunale di Latina. Il giudice Guido Cerasoli appare ancora il favorito, e la sua figura avrebbe messo d'accordo il plenum del Csm. Recentemente, Cerasoli aveva ricevuto una brutta sorpresa dalla prima sezione del Tar di Roma che a gennaio rigettò il suo ricorso contro la decadenza dal ruolo di presidente della sezione civile del Tribunale. Il dirigente aveva impugnato la delibera del Csm, risalente al 30 aprile 2008, che disponeva la pubblicazione di 167 uffici semidirettivi, tra cui quello da lui ricoperto a Latina, nonché il provvedimento di decadenza dall'incarico e l'indizione del nuovo concorso. I magistrati amministrativi romani hanno giudicato infondate le tesi di Cerasoli, che ha guidato la sezione civile per oltre otto anni. Battuto al Tar, il giudice potrebbe rifarsi al Csm. Il Tribunale nelle scorse settimane ha perso un altro magistrato. Un fatto che ha scatenato non poche polemiche. Il giudice Paola Di Nicola è stata infatti trasferita a Napoli, presso l'ufficio del gip, per sei mesi, e vi rimarrà fino a ottobre. «Non abbiamo compreso questa scelta - ha affermato l'avvocato Giovanni Malinconico - ho avuto modo di parlare con il segretario generale del Csm esprimendo le nostre perplessità sul trasferimento della Di Nicola». Molto dura era stata peraltro la reazione «a caldo» di Paolo Censi, segretario della Camera penale di Latina. «Mentre noi protestiamo - aveva dichiarato l'avvocato Censi - il Csm decide di prendere una strada completamente opposta. Rimaniamo interdetti dinanzi alla proroga della permanenza del giudice Di Nicola a Napoli». Il giudice Francesco D'Auria è stato nominato nuovo presidente della sezione civile del Tribunale. Il plenum del Csm lo ha votato all'unanimità. Sempre nei prossimi giorni dovrebbe esserci la nomina del nuovo presidente della sezione penale.

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Se il premier ha capito non cambi più la Carta a colpi di maggioranza (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Se il premier ha capito non cambi più la Carta a colpi di maggioranza» Il segretario del Pd: a chi mi critica dico che non si fanno scelte solo se conviene. Così costruiamo un partito forte, abbiamo una legislatura di tempo Il ventisei aprile sembra un giorno nuovo. Berlusconi ha appena dato seguito all'ammissione di "diversità" fra partigiani e repubblichini, annunciando il ritiro di una legge che stava dalla parte sbagliata. Dario Franceschni legge l'appunto passato dai "suoi", è euforico e guardingo, artefice o colpevole di questa novità, a seconda di chi lo chiama in causa: giornali, tv, i ragazzi del treno per l'Europa che lo hanno ritrovato in Friuli, verso Venezia, dopo averlo salutato a Parigi. Ma non sono argomenti da cavarsela così. Il segretario del Pd incassa «il passo avanti del premier», e lo chiama alla prova: «Se è vero che finalmente ha capito che la Resistenza e la Liberazione sono i valori fondamentali della Repubblica, allora dica chiaramente che non proverà più a cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza. Quella Carta è il patrimonio di tutti, il lascito di quegli anni dove partiti e movimenti diversi si unirono per liberare il Paese, e poi si misero attorno al tavolo per darci queste regole. Se è stata vera la sua partecipazione al 25 aprile, Berlusconi dica che rispetterà la volontà dei padri costituenti: loro indicarono il modo di mettere mano alla Carta, attraverso maggioranze qualificate. I valori comuni maturano insieme, e si cambiano insieme». Se non è un giorno nuovo, è sicuramente un day after. Qualcosa è successo, e il "giorno dopo" di Franceschini inizia al vagone undici, dove i ragazzi mandati in Europa a «fare scuola» sono ancora abbastanza svegli da seguire l'ultima lezione. Quando arriva il segretario, hanno dubbi da calmare, insoddisfazioni da rivelare. Le risposte di Franceschini alle nostre domande, alle loro, e poi il discorso alla Scuola Grande di San Giovanni a Venezia sono quanto segue. Avete regalato il 25 aprile a Berlusconi, scrivono molti editorialisti. «È la mediocrità intellettuale che porta a ragionare così. Se conviene o non conviene fare qualcosa. L'ho chiamato in piazza perché esiste un tessuto di valori da condividere e non solo un terreno di scontro. Così funziona la democrazia. E non è stato normale che il 25 aprile per 14 anni non ci fosse in piazza il premier». Ma non è utile marcare e custodire le proprie virtù? «Il Pd è credibile se s'impegna per un paese nuovo, moderno, se ha il coraggio di cambiare gli schemi della politica. Questa è la nostra strada, spesso impopolare dal punto di vista elettorale, ma noi guardiamo lontano. Lo ha fatto Veltroni, quando ha deciso di correre da solo alle elezioni politiche, sgomberando il campo dagli accordicchi. Lo rivendichiamo adesso, invitando Berlusconi a condividere i valori fondamentali dello Stato. E lo facciamo quando decidiamo di presentare agli elettori liste vere. Una scelta di serietà, contro le furbizie all'italiana: ci sono 26 paesi che voteranno candidati che poi lavoreranno a Strasburgo. Da noi no, la gente voterà per Berlusconi e i suoi ministri. Raccatteranno voti e hanno la lettera di dimissioni già scritta, per far posto a quelli arrivati decimi. La democrazia è trasparenza, noi accettiamo che i media setaccino le nostre liste. Ci piacerebbe vedere lo stesso zelo nell'analisi di quelle del Pdl: raccontate quali criteri sono stati usati». Quali? «Bella gioventù, per fare le liste e per riempire le prime file in platea quando ci sono i congressi». Nel Pd la purezza non è contraddetta dai capolista? Perché parlare di formazione e poi scegliere il giornalista Sassoli? Perché parlare di rinnovamento e poi piazzare il 77enne Luigi Berlinguer nel Nordest? Perché Cofferati nel Nordovest, dopo la rinuncia alla politica per motivi familiari? Sono candidati che si impegnerebbero per tutto il mandato in Europa. Sassoli ha fatto la gavetta politica, per poi scegliere un altro mestiere, ma non è certo un parvenu. Berlinguer è una personalità importante, già ministro, membro del Csm: a Strasburgo è necessario presentarsi con persone credibili, autorevoli, esperte. Cofferati non voleva più abitare a Bologna, per stare vicino alla famiglia, che vive a Genova. E non poteva fare il sindaco da lontano. Sono convinto che raccoglierà una valanga di preferenze. Ma si può scegliere: questi tre capolista sono in gara con gli altri, non sono liste bloccate. E tutti gli altri nomi sono stati espressi dal territorio, come Debora Serracchiani (e la tiene vicina, la indica ai ragazzi, ndr): è diventata famosa per un discorso puntuto e ben riuscito, ma se parlò in direzione è perché fu indicata dai circoli. Perché si era spesa bene sul territorio. E adesso è nella lista per le europee». Nel solco della "serietà" e dopo il rapporto dell'Unione europea, che indica nei parlamentari italiani i più assenteisti, non sarebbe il caso di vincolare alle presenze nelle assemblee elettive l'eventuale scelta dei candidati? «Noi abbiamo un codice etico che chiede agli eletti un impegno costante. Al prossimo congresso faremo il tagliando allo Statuto. Vincolare le candidature alla presenza mi sembra un'ottima idea da praticare». Quanto è attuale l'argomento europeo? Con la crisi, le macerie di un terremoto, lo strapotere del premier... Ci hanno raccontato che le grandi ideologie sono finite. Un corno: la globalizzazione innestata sul mercato, senza politica, ha accentuato la disuguaglianza e le divisioni del mondo. Esplose con questa crisi. Eccole, le ideologie: deboli e forti, e noi stiamo con i deboli, con i precari. Li difenderemo solo colmando l'assenza di democrazia e di politica negli organismi che governano il mondo. Allora, quanto è importante costruire un'Europa forte, e da lì, su, un mondo più giusto?». Fra questi 400 ragazzi ce ne sono molti che non hanno mai votato il Pd. Però sono qua, potenzialmente "vostri". Come li convincerà? «Hanno verso il Pd aspettative alte, ed è giusto, come verso ogni cosa che si proponga e incarni un cambiamento. Vogliamo essere all'altezza, ma è una strada lunga. Abbiamo mescolato storie diverse, serviranno dirigenti nuovi. Chiedo loro passione, militanza, serietà. Questo Paese ha bisogno di una scuola di politica, ne paga la mancanza. I percorsi politici cominciano dal basso. Loro sono il nostro futuro». Cosa si aspetta dalle Europee? «Berlusconi punta al 51%, forse al 90%. Diffonde sondaggi ottimistici, cercando di rendere naturale il voto per lui, trionfatore annunciato. Mi danno una popolarità intorno al 4%...». Più seriamente? «Speriamo che pian piano diventi un partito forte. Che le diverse identità si confrontino per darne vita ad una nuova, democratica. Serviranno anni, e passione, ma non abbiamo una scadenza fra un mese: abbiamo una legislatura di tempo». Intervista a Dario Franceschini

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Il ventisei aprile sembra un giorno nuovo. Berlusconi ha appena dato seguito all'ammissione di “... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il ventisei aprile sembra un giorno nuovo. Berlusconi ha appena dato seguito all'ammissione di "diversità" fra partigiani e repubblichini, annunciando il ritiro di una legge che stava dalla parte sbagliata. Dario Franceschni legge l'appunto passato dai "suoi", è euforico e guardingo, artefice o colpevole di questa novità, a seconda di chi lo chiama in causa: giornali, tv, i ragazzi del treno per l'Europa che lo hanno ritrovato in Friuli, verso Venezia, dopo averlo salutato a Parigi. Ma non sono argomenti da cavarsela così. Il segretario del Pd incassa «il passo avanti del premier», e lo chiama alla prova: «Se è vero che finalmente ha capito che la Resistenza e la Liberazione sono i valori fondamentali della Repubblica, allora dica chiaramente che non proverà più a cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza. Quella Carta è il patrimonio di tutti, il lascito di quegli anni dove partiti e movimenti diversi si unirono per liberare il Paese, e poi si misero attorno al tavolo per darci queste regole. Se è stata vera la sua partecipazione al 25 aprile, Berlusconi dica che rispetterà la volontà dei padri costituenti: loro indicarono il modo di mettere mano alla Carta, attraverso maggioranze qualificate. I valori comuni maturano insieme, e si cambiano insieme». Se non è un giorno nuovo, è sicuramente un day after. Qualcosa è successo, e il "giorno dopo" di Franceschini inizia al vagone undici, dove i ragazzi mandati in Europa a «fare scuola» sono ancora abbastanza svegli da seguire l'ultima lezione. Quando arriva il segretario, hanno dubbi da calmare, insoddisfazioni da rivelare. Le risposte di Franceschini alle nostre domande, alle loro, e poi il discorso alla Scuola Grande di San Giovanni a Venezia sono quanto segue. Avete regalato il 25 aprile a Berlusconi, scrivono molti editorialisti. «È la mediocrità intellettuale che porta a ragionare così. Se conviene o non conviene fare qualcosa. L'ho chiamato in piazza perché esiste un tessuto di valori da condividere e non solo un terreno di scontro. Così funziona la democrazia. E non è stato normale che il 25 aprile per 14 anni non ci fosse in piazza il premier». Ma non è utile marcare e custodire le proprie virtù? «Il Pd è credibile se s'impegna per un paese nuovo, moderno, se ha il coraggio di cambiare gli schemi della politica. Questa è la nostra strada, spesso impopolare dal punto di vista elettorale, ma noi guardiamo lontano. Lo ha fatto Veltroni, quando ha deciso di correre da solo alle elezioni politiche, sgomberando il campo dagli accordicchi. Lo rivendichiamo adesso, invitando Berlusconi a condividere i valori fondamentali dello Stato. E lo facciamo quando decidiamo di presentare agli elettori liste vere. Una scelta di serietà, contro le furbizie all'italiana: ci sono 26 paesi che voteranno candidati che poi lavoreranno a Strasburgo. Da noi no, la gente voterà per Berlusconi e i suoi ministri. Raccatteranno voti e hanno la lettera di dimissioni già scritta, per far posto a quelli arrivati decimi. La democrazia è trasparenza, noi accettiamo che i media setaccino le nostre liste. Ci piacerebbe vedere lo stesso zelo nell'analisi di quelle del Pdl: raccontate quali criteri sono stati usati». Quali? «Bella gioventù, per fare le liste e per riempire le prime file in platea quando ci sono i congressi». Nel Pd la purezza non è contraddetta dai capolista? Perché parlare di formazione e poi scegliere il giornalista Sassoli? Perché parlare di rinnovamento e poi piazzare il 77enne Luigi Berlinguer nel Nordest? Perché Cofferati nel Nordovest, dopo la rinuncia alla politica per motivi familiari? Sono candidati che si impegnerebbero per tutto il mandato in Europa. Sassoli ha fatto la gavetta politica, per poi scegliere un altro mestiere, ma non è certo un parvenu. Berlinguer è una personalità importante, già ministro, membro del Csm: a Strasburgo è necessario presentarsi con persone credibili, autorevoli, esperte. Cofferati non voleva più abitare a Bologna, per stare vicino alla famiglia, che vive a Genova. E non poteva fare il sindaco da lontano. Sono convinto che raccoglierà una valanga di preferenze. Ma si può scegliere: questi tre capolista sono in gara con gli altri, non sono liste bloccate. E tutti gli altri nomi sono stati espressi dal territorio, come Debora Serracchiani (e la tiene vicina, la indica ai ragazzi, ndr): è diventata famosa per un discorso puntuto e ben riuscito, ma se parlò in direzione è perché fu indicata dai circoli. Perché si era spesa bene sul territorio. E adesso è nella lista per le europee». Nel solco della "serietà" e dopo il rapporto dell'Unione europea, che indica nei parlamentari italiani i più assenteisti, non sarebbe il caso di vincolare alle presenze nelle assemblee elettive l'eventuale scelta dei candidati? «Noi abbiamo un codice etico che chiede agli eletti un impegno costante. Al prossimo congresso faremo il tagliando allo Statuto. Vincolare le candidature alla presenza mi sembra un'ottima idea da praticare». Quanto è attuale l'argomento europeo? Con la crisi, le macerie di un terremoto, lo strapotere del premier... Ci hanno raccontato che le grandi ideologie sono finite. Un corno: la globalizzazione innestata sul mercato, senza politica, ha accentuato la disuguaglianza e le divisioni del mondo. Esplose con questa crisi. Eccole, le ideologie: deboli e forti, e noi stiamo con i deboli, con i precari. Li difenderemo solo colmando l'assenza di democrazia e di politica negli organismi che governano il mondo. Allora, quanto è importante costruire un'Europa forte, e da lì, su, un mondo più giusto?». Fra questi 400 ragazzi ce ne sono molti che non hanno mai votato il Pd. Però sono qua, potenzialmente "vostri". Come li convincerà? «Hanno verso il Pd aspettative alte, ed è giusto, come verso ogni cosa che si proponga e incarni un cambiamento. Vogliamo essere all'altezza, ma è una strada lunga. Abbiamo mescolato storie diverse, serviranno dirigenti nuovi. Chiedo loro passione, militanza, serietà. Questo Paese ha bisogno di una scuola di politica, ne paga la mancanza. I percorsi politici cominciano dal basso. Loro sono il nostro futuro». Cosa si aspetta dalle Europee? «Berlusconi punta al 51%, forse al 90%. Diffonde sondaggi ottimistici, cercando di rendere naturale il voto per lui, trionfatore annunciato. Mi danno una popolarità intorno al 4%...». Più seriamente? «Speriamo che pian piano diventi un partito forte. Che le diverse identità si confrontino per darne vita ad una nuova, democratica. Serviranno anni, e passione, ma non abbiamo una scadenza fra un mese: abbiamo una legislatura di tempo».

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Nozze gay La svolta dei giudici Con una ordinanza storica il tribunale di Venezia chiama in causa la Consulta: La società è cambiata In Usa hanno iniziato così, dopo 10 anni il via (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Nozze gay La svolta dei giudici Con una ordinanza storica il tribunale di Venezia chiama in causa la Consulta: «La società è cambiata» In Usa hanno iniziato così, dopo 10 anni il via libera Con un'ordinanza storica il Tribunale di Venezia chiama in causa la Consulta. In nome della dignità e dei «diritti inviolabili dell'uomo» la Corte costituzionale si pronuncerà sulla richiesta di nozze da parte di una coppia di gay veneziani respinta dal Comune con il rifiuto delle pubblicazioni. In America hanno iniziato così, conferma Davina Kotulski di «Marriage equality» che ha lottato perché in California i matrimoni gay ottenessero il semaforo verde. I precedenti: numerose coppie omosessuali hanno chiesto le pubblicazioni. Il rifiuto scritto è stato impugnato con ricorso al Tribunale. I primi giudici a dire: «no, deve pronunciarsi la Corte costituzionale» sono stati i veneziani. Soddisfatto Francesco Bilotta della Rete di avvocati Lenford che ha scritto l'ottimo ricorso. Interessantissime le motivazioni del testo del tribunale della Laguna. «Non si può ignorare il rapido trasformarsi della società e dei costumi avvenuto negli ultimi decenni nel corso dei quali si è assistito al superamento del monopolio detenuto dal modello di famiglia normale tradizionale». DIRITTI INVIOLABILI L'ordinanza fa riferimento alla Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo del 1948 e alla Carta dei diritti dell'Unione Europea di Nizza (7-12-2000). Non tiene conto delle trite motivazioni legate a questioni di pubblica sicurezza: «Nell'ipotesi in cui una persona intenda contrarre matrimonio con altra persona dello stesso sesso, il Tribunale non individua alcun pericolo di lesione a interessi pubblici o privati di rilevanza costituzionale, quali potrebbero essere la sicurezza o la salute pubblica». Uno dei riferimenti centrali è alla legge 164 dell'82 relativa al cambiamento di genere per le persone trans che ha, secondo i giudici ordinari, «profondamente mutato i connotati dell'istituto del matrimonio civile consentendone la celebrazione tra soggetti dello sesso biologico incapaci di procreare, valorizzando così l'orientamento psicosessuale della persona». La legge che permette il cambiamento di genere consente infatti alle persone operate, che non possono avere figli, di sposarsi e ribadisce la separazione tra nozze e filiazione. Illuminanti i passaggi sulla scarsa rilevanza di etica e natura per dire no alle nozze gay: «Etica e natura sono state troppo spesso utilizzate per difendere gravi discriminazioni poi riconosciute illegittime; si pensi alla disuguaglianza tra coniugi nel diritto matrimoniale italiano preriforma e al divieto delle donne di svolgere alcune professioni». Per i diritti gay ci sono poi «spinte fortissime provenienti dal contesto europeo e sopranazionale a superare le discriminazioni di ogni tipo». LIBERTÀ DI SPOSARSI I giudici interpretano con largo respiro la dicitura di famiglia come «società naturale» fondata sul matrimonio, sottolineando che serve a preservare gli affetti dall'intervento dello Stato e a non imporre con chi ci si deve sposare: «La libertà di sposarsi e di scegliere il coniuge riguarda la sfera dell'autonomia e della individualità sulla quale lo Stato non può interferire». Insomma, se ti dico di che sesso deve essere la persona con cui ti sposi ledo la tua libertà. Un provvedimento atteso che segna un importante precedente. Anche il Comune, che ha rifiutato le pubblicazioni, ne recepisce la portata. Il capo di gabinetto, Maurizio Calligaro, sulla Nuova Venezia guarda al giorno in cui «questa anomalia italiana» sarà superata, permettendo agli uffici di stato civile di celebrare anche tali unioni.

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SE LA LOMBARDIA PROIBISCE IL KEBAB (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

SE LA LOMBARDIA PROIBISCE IL KEBAB IMMIGRAZIONE E POLITICA Quel pasticciaccio brutto della legge anti-kebab della Lombardia è molto istruttivo. Ci parla dello stato in cui versa il dibattito politico nella regione più 'avanzata' del Paese e della bassissima cucina politica ed elettorale che riguarda l'immigrazione in Italia. Ora, a qualche giorno dalla sua approvazione, Lega e Pdl (il secondo sempre a ruota della prima, e non solo su questi temi) negano che ci siano un particolare accanimento e una reale volontà di penalizzazione nei confronti dei kebab e di chi li produce. Non possiamo però dimenticare che la Lega presentò, qualche mese fa, un progetto di legge per tenere lontani i kebab dai centri storici, in quanto elementi di degrado tout court. E non possiamo nemmeno esimerci dal ricordare che un'iniziativa dello stesso segno ha portato alla chiusura la metà dei phone center della regione, proprio quei centri di telefonia fissa (così si chiamano nel linguaggio della burocrazia) in cui gli stranieri vanno a telefonare a casa, per tenersi in collegamento e in relazione con le proprie famiglie. Quella contro gli artigiani è, insomma, l'ennesima legge-propaganda contro gli immigrati voluta dalla maggioranza che governa la regione e il Paese. Si tratta ormai di un vero e proprio "genere letterario": perché oltre ai phone center, negli anni scorsi, ne hanno approvate altre, di leggi discriminatorie, peraltro tutte bocciate dal Tar ovvero dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale: dalle "case solo ai lombardi" alle norme restrittive sui luoghi di culto, fino ai non meno odiosi limiti introdotti nella concessione degli abbonamenti ai mezzi pubblici. Per non parlare, a livello comunale, del proliferare di ordinanze anti-stranieri: tutte iniziative inutili e costose che fanno perdere di vista i veri problemi dell'integrazione e della sicurezza. Mentre il mondo cambia (e c'è la crisi), Regione Lombardia legifera contro gelati e kebab, creando tensioni anche laddove non ci sono, offrendo l'immagine di una società perennemente in conflitto e senza offrire soluzioni concrete a problemi reali e più urgenti. È venuto il momento che il Pd, alla ricerca di un profilo e di un'identità, come ha ricordato Luigi Manconi nel suo ultimo libro, offra una propria lettura dell'immigrazione e della costruzione di una società dei molti e non dei pochi, in cui il diverso e l'altro siano vissuti come un'opportunità e come un momento di crescita collettiva. Che ci investa politicamente, con costanza e con serietà. Oltre a dire con forza «basta» alle modalità con cui Lega e Pdl piegano le istituzioni alle loro convenienze elettorali, dobbiamo dire e fare qualcosa. E qualcuno se ne deve finalmente incaricare. A viso aperto e senza paura. Se saremo determinati e convinti, il tempo ci darà ragione.

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faccina verde, altrimenti sono dolori (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

di Guido Fiorini Faccina verde, altrimenti sono dolori Brunetta presenta in Toscana la macchinetta per misurare l'efficienza CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. La faccina verde sorride contenta, la gialla è senza espressione, la rossa è arrabbiata. Non è un giochino elettronico, sono le emozioni grafiche usate nella chat e negli sms, le "emoticon", con le quali il ministro Renato Brunetta vuole misurare il livello di "customer satisfaction" degli utenti delle pubbliche amministrazioni. La campagna "Mettiamoci la faccia" è partita da poco in modo sperimentale, il Comune di Castiglione della Pescaia è il primo in Toscana ad adottare il nuovo sistema e il ministro, ieri, ha firmato la convenzione con il sindaco Monica Faenzi. «Spendiamo 300 miliardi all'anno per la pubblica amministrazione - ha detto Brunetta - credo sia giusto avere un servizio efficiente e di qualità». «Questo - prosegue il ministro alla pubblica amministrazione e all'innovazione - vale soprattutto per le fasce più deboli: del resto i ricchi possono permettersi di andare a cercare i servizi all'estero, se da noi non funzionano, sono i meno abbienti che devono mangiare per forza questa minestra. E in Italia, con tutte le eccellenze che abbiamo, non possiamo certo permetterci di avere una delle peggiori burocrazie del mondo». Quindi sarà misurata l'efficienza? E alla fine pagheranno gli impiegati? «Non gli impiegati, cosa c'entrano? Il sistema consentirà agli utenti di indicare la propria soddisfazione o insoddisfazione. Non nei confronti di chi è allo sportello, ma del servizio ricevuto. è chiaro che se tutte le faccine saranno rosse ne risponderanno i dirigenti di quell'ufficio che ora, con la mia legge, sono anche licenziabili. è una forma di controllo che parte dagli utenti». A regime in Italia saranno installate 200mila macchinette con "touch screen" in altrettanti uffici pubblici: basterà premere il video con un dito per dare il proprio giudizio su tempi di attesa, servizio nel complesso, comportamenti degli impiegati, esiti positivi della richiesta ecc... Quale sarà il prossimo passo della sua "rivoluzione" ministro? «Ve lo anticipo, lo presenteremo fra poco. Stiamo studiando un sistema per mettere in tutte le aziende italiane dei terminali dai quali fare le pratiche in tempo reale, senza andare fisicamente negli uffici. Dall'anagrafe, al passaporto, alla patente. E partiremo dall'azienda simbolo dell'Italia: la Ferrari». Il consenso al suo lavoro è bipartisan, ma ci sono delle resistenze. Una su tutte, quella della Regione Toscana. «Rimango agghiacciato quando leggo che si pensa di fare leggi anti-Brunetta. Certa sinistra, la Cgil, sono proprio come gli "ultimi giapponesi". Eppure la sinistra dovrebbe essere progressista e riformista e invece difende i fannulloni, dimenticando il merito e imbrogliando chi lavora davvero, costretto a farlo per sé e per gli altri, e i cittadini. Nel merito, la Regione non può legiferare su queste cose, le competenze sono chiare. Ad opporsi sarà il Governo, non ci sarà bisogno di ricorrere alla Corte Costituzionale». C'è un sondaggio on-line su www.iltirreno.it, però, che sta dando risultati in linea con la Regione. «La Cgil sta facendo girare una mail fra i propri iscritti che invita a votare a favore di chi non lavora. Loro fanno sindacato così, difendono l'indifendibile, non per nulla sono rimasti isolati. In realtà sono conservatori. E sono infuriati con me perché li attacco da sinistra». E il contratto del pubblico impiego? «è un altro aspetto della stessa questione. Il ministero ha firmato. I soldi ci sono. Sono 70 euro di aumento in busta. Eppure Comuni, Province, Regioni e Sanità non lo ratificano. La Cgil li sta tenendo sotto scacco e il risultato è che i dipendenti non si prendono i soldi. Non sono molti 70 euro, è vero, ma il dipendente pubblico non rischia il posto e la cassa integrazione. Con questi chiari di luna non è cosa da poco». Restano i precari. Per la Cgil sono 400mila. Tanti. «Conti sbagliati quelli della Cgil. A me risultano fra 10 e 12mila, fra qualche giorno illustrerò i dettagli. Su 3,6 milioni di impiegati pubblici mi pare un numero fisiologico».

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Politica & affari (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Politica & affari --> Lunedì 27 Aprile 2009 GENERALI, pagina 9 e-mail print A detta della magistratura thailandese, quando Thaksin Shinawatra era al potere ci sarebbero state una serie di grosse irregolarità nell'ambito di transazioni finanziarie che lo hanno visto coinvolto nella doppia veste di imprenditore e politico, un conflitto d'interesse a vantaggio della Shin Corporation, a suo tempo società di famiglia operante nel settore delle telecomunicazioni. In seguito il gioiello di casa Thaksin passò ad una società di Singapore per due miliardi e duecento milioni di dollari: la compravendita è finita nel mirino della giustizia di Bangkok in quanto sarebbe avvenuta senza corrispondere le dovute tasse. Oltreciò sua moglie Khunying Potjaman - dall'agosto 2008 i due sono separati, pare unicamente per motivi fiscali - è stata condannata a tre anni di carcere per evasione fiscale in quanto, precisa la sentenza, cedette proprietà azionarie per 546 milioni di bath (circa 16 milioni di dollari) facendole passare come una donazione al fine di evadere il pagamento delle tasse. La donna evitò il carcere versando una cauzione di 5 milioni di bath. Madame Shinawatra è finita in Tribunale anche per avere acquistato a prezzo di estremo favore un terreno di proprietà statale, con il marito condannato - in absentia - a due anni di carcere per abuso di potere poiché l'avrebbe favorita. Un altro caso giudiziario aperto è per il prestito di 120 milioni di dollari che nel 2003 Thaksin, nelle vesti di premier, elargì al Myanmar, tramite accordo col suo omologo Khin Nyut, destinati allo sviluppo di telecomunicazioni ed internet. Una banca statale thailandese lamenta che nel contesto ha subìto una perdita di venti milioni di dollari. Inoltre i giudici vogliono vederci chiaro sul fatto che la cifra pare sia stata utilizzata per far business con la Shin Corp, che l'ex premier aveva appena ceduto ai figli. Sul piano politico per i partiti di Thaksin c'è la costante imputazione di frode elettorale e compravendita di voti, ed è per queste ragioni che a dicembre la Corte costituzionale disciolse il precedente governo di Somchai Wongsawat, a cui subentrò Abhisit Vejjajiva, esponente del Pad, dunque delle camicie gialle. Forse è proprio per affrontare queste grane giudiziarie da una posizione di forza che Thaksin intende tornare sullo scenario politico, o quanto meno piazzare nuovamente ai vertici un proprio fedele, come suo cognato, appunto l'ex premier Somchai. Secondo i media thailandesi quella delle magliette rosse appare come una ritirata strategica. Nell'immediato futuro vedremo quali saranno le contromosse di Thaksin, braccato dalle autorità thailandesi che gli hanno revocato il passaporto. Nel frattempo, dopo essersi trasferito dall'Inghilterra a Dubai, per evitare di essere estradato ha ottenuto un passaporto diplomatico dal Nicaragua, Paese con cui Bangkok non ha accordi per l'estradizione. M. Ma. 27/04/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE

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VERTICE TECNICO AL DIPARTIMENTO LAVORI PUBBLICI SUL RIORDINO AMMINISTRATIVO DELLA NORMATIVA SISMICA IN CALABRIA (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Lunedì 27 Aprile 2009 VERTICE TECNICO AL DIPARTIMENTO LAVORI PUBBLICI SUL RIORDINO AMMINISTRATIVO DELLA NORMATIVA SISMICA IN CALABRIA Reggio Calabria, 27 aprile 2009 - “Il confronto di oggi segna un altro passo avanti nel processo che la Regione ha avviato sin dal 2007, teso a favorire la riduzione del rischio sismico, sia per le nuove costruzioni, che per quelle già realizzate. L’intera fase di riordino si concluderà entro la fine del 2009”. È quanto ha affermato l’assessore ai Lavori Pubblici, Luigi Incarnato, in riferimento all’incontro sul riordino amministrativo della normativa sismica in Calabria e del relativo documento di attuazione che si è tenuto il 24 aprile, a Catanzaro, nella sede del dipartimento. All’incontro, presieduto dallo stesso Incarnato, hanno partecipato il dirigente generale dek dipartimento, Roberto Sabatelli, i dirigenti di settore, Luigi Zinno e Salvatore Siviglia, i rappresentanti regionali dell’Ordine dei geologi e degli Ordini provinciali degli ingegneri e degli architetti, i rappresentanti di Eucentre, Fabio Germagnoli, e Barbara Borzi. Nel corso della riunione è stato fatto il punto sulla legislazione sismica nazionale e regionale, in rapporto alla sentenza della Corte Costituzionale dell’aprile 2006. Come si ricorderà la sentenza ha radicalmente modificato i principi della Legge 741/81 (che prevede le modalità di deposito dei progetti e successivo controllo a campione), sancendo la necessità del regime autorizzativo a salvaguardia della pubblica e privata incolumità e dei principi fondamentali in materia di governo del territorio e protezione civile, eliminando il sistema del controllo a campione introdotto dalle varie leggi regionali e dalla stessa legislazione della Calabria. Gli effetti della sentenza costringono tutte le amministrazioni regionali a ridisegnare il sistema dei controlli. L’assessore Incarnato, oltre a ribadire la pericolosità sismica del territorio calabrese, ha ripercorso le tappe del lavoro fin qui svolto e, in particolare, si è soffermato sul protocollo di intesa con Eucentre (Fondazione costituita dal dipartimento della Protezione Civile della presidenza del Consiglio dei Ministri, dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dall’Università degli Studi di Pavia e dall’Istituto universitario di Studi Superiori di Pavia), con il compito di promuovere e sostenere la ricerca nel campo dell’ingegneria sismica, d’intesa con gli Istituti universitari operanti in Calabria. Incarnato ha precisato, infine, che l’attività del dipartimento riguarda il riordino della citata Lr 7/1998, mediante un Regolamento regionale di attuazione. Alla fine dell’incontro si è stabilito che l’assessorato nei prossimi giorni incontrerà tutti gli altri soggetti operanti nel settore (Anci, Ance, Upi e altre categorie), mentre gli Ordini professionali, sulla scorta dei documenti elaborati dal dipartimento, faranno pervenire entro un mese le proprie osservazioni, utili a definire la materia. . <<BACK

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Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Mezzani 1-2 Castelnovo 02... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

SECONDA CATEGORIA pag. 28 Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Mezzani 1-2 Castelnovo 02... Seconda Cat. Parma girone D Risultati Barcaccia-Mezzani 1-2 Castelnovo 02-Real Bibbiano 1-0 Rocca 68-Sc S.Ilario 0-1 S.Leo CSM-Tricolore Planet 1-1 Team Frontiera-Campeginese 1-2 Vetto-Boca Barco 1-2 Viadana-Sorbolo 4-1 TotaleReti SquadraPuntiM.I. GVNPTF Viadana5423173351177Boca Barco5123156238166 Sc S.Ilario502315533595Campeginese4723145446242 Rocca 68392311664026-8Team Frontiera342310493126-13 Castelnovo 0224235992328-23Barcaccia232358103141-24 Vetto222357111831-25Sorbolo212356122232-24 Mezzani212349102738-24S.Leo CSM1923310102646-26 Real Bibbiano182346131542-29Tricolore Planet152336141138-30Prossimo turno: Boca Barco-Castelnovo 02; Campeginese-Viadana; Mezzani-Vetto; S.Leo CSM-Barcaccia; Sc S.Ilario-Real Bibbiano; Sorbolo-Rocca 68; Tricolore Planet-Team Frontiera.

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Scarcerati ma non scagionati (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Opinioni data: 27/04/2009 - pag: 24 MISURE CAUTELARI E AZIONE PENALE Scarcerati ma non scagionati di VITTORIO GREVI C ontinua, da parte della Corte costituzionale, l'opera di ripulitura del sistema processuale penale dalle peggiori scorie risalenti alla legge nota negli ambienti forensi come «legge Pecorella». Una legge che, approvata a colpi di maggioranza nel febbraio 2006, nonostante le fortissime perplessità sollevate (e recepite anche in un messaggio dell'allora presidente Ciampi) da molti dei suoi contenuti, era già stata ripetutamente «colpita» dalla medesima Corte, soprattutto nella parte in cui aveva sottratto al pubblico ministero la possibilità di proporre appello contro le sentenze di proscioglimento emesse nel dibattimento o nel giudizio abbreviato. Tra le disposizioni più stravaganti di tale legge, vi era anche quella che imponeva al pubblico ministero di richiedere l'archiviazione cioè di non esercitare l'azione penale allorché la Corte di cassazione si fosse pronunciata sulla «insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza» riguardo ad un indagato sottoposto ad una misura cautelare (per esempio, a custodia carceraria). Sempre che «successivamente» non fossero stati acquisiti «ulteriori elementi a carico» dello stesso indagato. Era questa una disposizione che, in linea con un disegno politico non sottaciuto dal legislatore dell'epoca nel senso di puntare su un forte ridimensionamento dei poteri del pubblico ministero intendeva impedire che l'organo dell'accusa esercitasse «caparbiamente» l'azione penale, nonostante la ritenuta insussistenza degli indizi posti a fondamento di una misura cautelare restrittiva adottata nei confronti dell'indagato. Se non che, in tal modo, la suddetta disposizione (subito definita «in difficoltà di senso» da Glauco Giostra, uno dei più lucidi studiosi dell'argomento) confondeva inspiegabilmente il piano del procedimento relativo alle misure cautelari con il piano del processo principale, precludendo così senza ragionevole giustificazione al pubblico ministero l'adempimento dell'obbligo di esercitare l'azione penale. E proprio per ciò essa è stata dichiarata costituzionalmente illegittima con la recente sentenza numero 121 del 2009. La valutazione di irragionevolezza, sulla cui base la Corte costituzionale ha censurato la disposizione appena ricordata, si sviluppa su un triplice livello. Anzitutto la Corte ha posto l'accento sulla «diversità tra le regole di giudizio» che presiedono all'accertamento dei «gravi indizi di colpevolezza» ai fini delle misure cautelari, ovvero, rispettivamente, degli elementi che impongono di esercitare l'azione penale. Mentre nel primo caso, infatti, si presuppone già raggiunta una elevata probabilità di colpevolezza, ai fini dell'esercizio dell'azione penale è invece sufficiente che gli elementi probatori raccolti siano «idonei ha sostenere l'accusa in giudizio», anche alla luce delle ulteriori prove che potranno acquisirsi nella fase dibattimentale. In secondo luogo, è stato sottolineato che, in vista delle misure cautelari, il pubblico ministero può selezionare gli indizi da presentare al giudice (così da non rivelare tutti gli elementi a carico già acquisiti), mentre l'esercizio dell'azione penale avviene sulla scorta dell'intero materiale investigativo disponibile. E, da ultimo, sempre la Corte costituzionale non ha mancato di ricordare che la valutazione della Corte di cassazione in ordine alla «insussistenza» dei gravi indizi di colpevolezza viene operata non direttamente, ma in forma indiretta, attraverso il controllo sulla motivazione del provvedimento cautelare impugnato (che potrebbe essere anche difettosa o carente), e quindi non è di per sè sintomatica della oggettiva assenza di tali indizi. Si tratta di argomenti forti, più che adeguati a dimostrare la incompatibilità costituzionale del vincolo che la disposizione in questione avrebbe voluto imporre al pubblico ministero. Il quale, dunque, d'ora in poi potrà (anzi, dovrà) esercitare l'azione penale, sulla base delle sue valutazioni tecniche, anche prescindendo dall'esito delle misure cautelari nel frattempo applicate. E quindi, in definitiva, senza essere costretto a svelare anzitempo tutti gli eventuali indizi di colpevolezza già in suo possesso.

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Figli condivisi o ancora contesi? (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Figli condivisi o ancora contesi? Articolo di Marina Florio 27.04.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Famiglia e successioni | Affidamento dei figli Figli condivisi o ancora contesi? Confronti e riflessioni sull’evoluzione dei regimi di affidamento della prole di Marina Florio A distanza di 3 anni dall’entrata in vigore della Legge 8 febbraio 2006, n. 54 l’istituto dell’affidamento condiviso, seppur introdotto come una rivoluzione dall’impatto dirompente, sembra ormai acquisito nel comune sentire come una conquista ormai consolidata, una realtà indiscussa, un dato di fatto. I genitori – pur nella disgregazione del rapporto coniugale – devono mantenere inalterato il proprio paritetico ruolo genitoriale:“nulla di più ovvio” – verrebbe da dirsi! Tuttavia, come sovente accade in questi casi, all’apodittica presa d’atto di un fenomeno considerato radicato, non si accompagna la medesima consapevolezza dei suoi effettivi contenuti. La nuova normativa si presta a numerosi spunti di riflessione che, in questa prima disamina, ci si limita a focalizzare su due aspetti in particolare: il profilo concettuale dell’espressione e l’ambito applicativo della nuova disciplina, per comprendere quanto di realmente rivoluzionario ci sia nell’introduzione dell’istituto e quanto, di fatto, esso abbia realmente mutato l’assetto preesistente. Definizioni e contenuti: prima e dopo la riforma Tutte le volte in cui, ci si imbatte in una famiglia (legittima o di fatto) in fase di disgregazione, oltre alle innumerevoli difficoltà connesse a tale delicato momento, si registrano molte incertezze sull’uso, spesso improprio ed indiscriminato, dei termini che si affiancano qualificando il regime di affidamento della prole (condiviso, congiunto ed alternato). Ancora oggi, l’indifferenziata adozione di tali espressioni fa – erroneamente - ritenere che trattasi di un identico assetto al quale, solo per ragioni stilistiche, vengono attribuite definizioni difformi. Pertanto, al fine procedere ad una disamina consapevole dell’istituto dell’affidamento condiviso, appare imprescindibile fugare il campo da residuali incertezze concettuali, chiarendo le accezioni dei termini sopra indicati: a) Prima delle riforme…. Nell’intento di rendere più accativante l’esposizione del tema, evitando di incorrere nei tecnicismi che ne renderebbero disagevole la lettura, può apparire utile riportare l’attenzione di chi legge su un celebre ricordo letterario. Anna Karenina lascia il marito per l’amante: “perde” così anche il figlio, che resta con il padre; alla fine all’eroina di Tolstoj non resterà altra scelta che il suicidio. Questo era proprio il contesto socio giuridico dei tempi: la donna che giungeva alla “infamia” di distruggere la famiglia legittima non solo era dichiarata “colpevole” della separazione, ma anche – e soprattutto - non aveva diritto all’affidamento dei figli, sui quali – peraltro – solo il padre esercitava la potestà. In Italia, l’assetto normativo dell’affidamento dei minori a seguito della dissoluzione della famiglia si è retto, dall’epoca napoleonica alle riforme degli anni settanta pressoché sui medesimi principi. D’altronde, fino al 1970, vigeva il principio della indissolubilità del matrimonio: unico rimedio, in ipotesi di insanabile contrasto tra i coniugi, era la separazione, che poteva essere però chiesta solo per le ipotesi di colpa tassativamente indicate. Il codice civile del 1865, e pressoché similmente quello del 1942, prevedevano che il giudice doveva stabilire a quale genitore dovessero essere affidati (“tenere presso di sé”) i figli, senza indicare alcun criterio di riferimento. Nella prassi, l’affidamento, in particolare dei più piccoli, era disposto in favore della madre, salvo che la separazione venisse dichiarata per sua colpa, specialmente per adulterio, poichè il giudizio negativo sulla condotta e la personalità del coniuge responsabile della disgregazione dell’unità familiare si risolveva in un’equivalente inidoneità al compito educativo. b) ….e dopo le riforme. L’introduzione del divorzio (1970) prima e la riforma del diritto di famiglia (1975) poi, oltre ai numerosi interventi della Corte Costituzionale, hanno radicalmente modificato il diritto di famiglia italiano. Da qui anche un nuovo assetto del regime di affidamento incentrato sul principio della tutela esclusiva dell’interesse dei minori: questi ultimi, in genere vengono affidati alla madre – generalmente ritenuta più idonea ai compiti di cura della prole – con diritto per la stessa di percepire dall’altro coniuge un congruo (proporzionale all’entità delle risorse economiche) assegno di mantenimento. In definitiva, un rifacimento moderno di Anna Karenina vedrebbe la protagonista– alla stregua dei principi “socio – giuridici” introdotti dalla nuova riforma sul diritto di famiglia - non più togliersi la vita, gettandosi sotto il famoso treno, quanto piuttosto partire in carrozza di prima classe, grazie al mantenimento fornito dal marito, con compagno e figlio al seguito… L’affidamento monogenitoriale Art. 155 cod.civ. ante riforma così recitava: “Il giudice che pronuncia la separazione dichiara a quale dei coniugi i figli sono affidati e adotta ogni altro provvedimento relativo alla prole, con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale di essa (1° comma). In particolare, il giudice stabilisce la misura e il modo con cui l’altro coniuge deve contribuire al mantenimento, all’istruzione e all’educazione dei figli, nonché le modalità di esercizio dei suo diritti nei rapporti con essi (2° comma)”. Ebbene non v’è chi non s’accorga di come, sotto l’egida astrattamente nobile dell’interesse morale e materiale della prole, in realtà, la scelta monogenitoriale si traduca in un retaggio della visione che nega la centralità del minore nella vicenda familiare, considerandolo non come soggetto bensì come oggetto della separazione, costretto a subire le conseguenze di una vicenda processuale instaurata e condotta da altri. Tale scelta ha perpetrato il consolidamento di un assetto parentale basato sull’antitesi tra il genitore della routine quotidiana, investito da auctoritas - ossia il genitore affidatario - e il genitore del tempo libero - l’altro; semplificando, senza voler prescindere dai singoli casi concreti, da un lato, vi è il primo, rigido e gravato dalla potestà e dalla responsabilità di dover dire di no, dall’altro vi è il genitore non affidatario, “buono”, che accondiscende e vizia il figlio. Il genitore della quotidianità contrapposto al genitore del week-end. Fino al 2006 tale era l’assetto privilegiato, risultando pressocchè disapplicati gli altri regimi di affidamento già vigenti. L'affidamento congiunto a) Il dato normativo: l’applicabilità anche alla separazione Sul presupposto che separazione e divorzio non fossero eventi distruttivi, quanto processi modificativi delle forme delle relazioni parentali e che dunque la coppia non più coniugale restasse comunque coppia genitoriale, si innestava l’affidamento congiunto. L’istituto introdotto nel nostro ordinamento dalla novella del 1987 alla legge sul divorzio, era così previsto “Ove il tribunale lo ritenga utile all’interesse dei minori, anche in relazione all’età degli stessi, può essere disposto l’affidamento congiunto o alternato (art. 6, 2° comma legge div.)”. Non se ne dubita – né dubitava - l’applicabilità anche alla separazione, almeno in via analogica, perché altrimenti non si sarebbe giustificata la disparità della situazione della prole tra separazione e divorzio. L’essenza dell’affidamento congiunto – similmente come oggi l’affidamento condiviso - è riposta nella corresponsabilizzazione dei genitori separati o divorziati i quali, adottata una linea comune nell’educazione del minore, si impegnano a realizzarla entrambi contemporaneamente e quotidianamente senza vincolare il minore a una prolungata convivenza con uno di loro. L’istituto, pertanto, risponde ad una logica associativa dei poteri sul minore, e dà pieno rilievo agli apporti educativi e affettivi delle figure sia materna che paterna (mentre l‘affidamento esclusivo ne marginalizza una in un ruolo esterno di vigilanza). Ai fini dell’affidamento congiunto, si affermava, per prassi, che i presupposti applicativi fossero: La ricorrenza tra i coniugi, nonostante la crisi della loro unione, di un’identità di vedute e di strumenti di attuazione quanto all’allevamento e assistenza della prole, senza rischi di tensioni e sovrapposizioni di ruoli. La richiesta concorde di siffatto regime da ambedue i genitori; La vicinanza tra le abitazioni familiari o quanto meno l’ubicazione nella stessa città In tale ottimale – forse anche troppo ideale - contesto, gli stessi rapporti tra i coniugi avrebbero garantito la corretta gestione della separazione, senza significativi interventi del giudice: il termine stesso congiunto indica ai componenti del nucleo familiare le modalità delle reciproche interazioni: “a mani giunte”. Siffatte condizioni sono risultate solo teoriche, espressione di una visione ideale dei rapporti coniugali e post coniugali, ma di difficilissima realizzazione pratica: identità di vedute, assenza di contrasti, massimo spirito di collaborazione sono difficilmente rinvenibili anche in coppie in costanza di unione coniugale…figurarsi quando l’armonia viene meno… L’affidamento alternato L’affidamento alternato comporta una convivenza alternata del figlio presso i due genitori, ciascuno dei quali nel periodo di convivenza esercita per intero la potestà: la convivenza può essere paritaria (un periodo con un genitore, un altro con l’altro, ma in tal modo si rischia di negare la necessaria stabilità) o disuguale (es. l’anno scolastico con la madre, le vacanze con il padre). Nell’affidamento alternato sono i figli che ruotano intorno ai genitori, andando nel mondo prima dell’uno e poi dell’altro: i contesti educativi corrispondenti ai due genitori sono estranei e non si fondono, il minore si deve adattare nel mondo genitoriale in cui si trova. L’istituto, pochissimo utilizzato nella pratica (in genere con riferimento a coniugi che vivono in località diverse, anche all’estero), ha suscitato perplessità proprio con riferimento alla sua rispondenza all’interesse dei figli, paventandosi, infatti, il rischio che l’alternarsi di abitudini, mentalità, organizzazioni diverse e in conflitto tra loro potesse disorientare e nuocere all’equilibrio psicofisico dei minori. L’affidamento condiviso: rivoluzione o mera petizione di principio? L’art.155 c.c. come sostituito dalla riforma così recita (Provvedimenti riguardo ai figli) “Anche in caso di separazione personale dei genitori, il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione di entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con parenti di ciascun ramo genitoriale. (…), il giudice che pronuncia la separazione personale dei coniugi (…) Valuta prioritariamente la possibilità che i figli restino affidati ad entrambi i genitori (…)La potestà genitoriale è esercitata da entrambi i genitori. Le decisioni di maggior interesse per i figli relativi all’istruzione, l’educazione ed alla salute sono assunte di comune accordo tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli. In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice. Limitatamente alle decisioni su questioni di ordinaria amministrazione, il giudice può stabilire che i genitori esercitino la potestà separatamente. Ciò che, sin da una prima rapida lettura, emerge, con dirompente evidenza, è il radicale cambiamento della prospettiva dalla quale prende le mosse la riforma; il minore diviene davvero punto di riferimento centrale, come “il sole attorno al quale ruota tutto il sistema solare della famiglia e cioè i due genitori”ed oggi gli ascendenti e parenti. Nel nuovo impianto normativo, l’affidamento condiviso diventa la regola generale: la separazione dei coniugi, il venir meno della convivenza e la lacerazione della famiglia non possono comportare il venir meno del rapporto parentale, nemmeno in presenza di forti conflittualità tra i coniugi e persino quand’anche gli stessi vivano lontano (persino in città distanti centinaia di Km). Và preservato inalterato in capo al minore l’ineludibile diritto a mantenere un rapporto continuato e continuativo non solo con ciascuno dei genitori, ma altresì degli ascendenti e parenti di ciascuno. Principio quest’ultimo che più appare concretamente innovativo, introducendo a chiare lettere il diritto - sancito e tutelato giuridicamente – in capo a tutti i legami familiari “ascendenti e parenti di ciascun ramo genitoriale” di mantenere significative relazioni affettive con il minore. In concreto, si comprende – e la prassi applicativa ne dà conferma - come al concetto di affido condiviso non consegua o comunque non necessariamente consegua un’equa o paritaria distribuzione dei tempi di permanenza del minore con ciascuno dei genitori che, nell’impatto dirompente della legge, ha ingenerato – tra i non addetti ai lavori - confusione tra affido condiviso, congiunto e alternato. Le maggiori preoccupazioni in esito all’introduzione della riforma, convergevano sul timore che il figlio potesse perdere punti di riferimento logistico, fonte di sicurezza e stabilità in un momento già particolarmente delicato quale quello conseguente alla disgregazione e destrutturazione del proprio modello familiare: il timore di un aggravamento degli oneri organizzativi, il terrore di far vivere al figlio la sindrome del “vagabondo”, con una valigia sempre pronta per trascorrere periodi di permanenza più o meno lunghi dall’uno o dall’altro dei genitori (a giorni alterni o per settimane o mesi), con gravi comprensibili problematiche. Nei lavori parlamentari, tuttavia, il dubbio viene dipanato, laddove si precisa “Il testo in esame non tende ad un’analitica ripartizione dei tempi dei tempi di permanenza del minore con i genitori: nel testo unificato, affidamento ad entrambi i genitori non significa 50% del tempo del figlio con ciascun genitore, né 50% delle competenze, né ping pong tra due case, ma conservazione di una effettiva responsabilità genitoriale per entrambi i genitori, con modalità di esercizio della potestà da stabilire caso per caso.” Il reale contenuto dell’affidamento condiviso si concretizza, di fatto, nella necessità che, pur venuto meno il rapporto coniugale, i coniugi mantengano inalterato il ruolo e continuino ad esercitare la potestà genitoriale, seguendo la vita della prole a tutti i livelli (ordinari e straordinari) di scelte e decisioni e ciò a prescindere dall’entità dei tempi di permanenza di ciascuno di essi con la prole. Di ciò ne costituiscono conferma i primi provvedimenti resi dai nostri Tribunali locali, laddove lo schema generalizzato non è difforme da quello tipico delle statuizioni antecedenti alla riforma, se non per lievi modiche terminologiche (non si parla più di coniuge affidatario esclusivo, essendo entrambi i coniugi co-affidatari, bensì di genitore collocatario, ossia colui presso il quale il minore continua a vivere stabilmente) ed una maggiore elasticità nell’individuazione dei rispettivi tempi di permanenza (es. due o tre pomeriggi infrasettimanali, in luogo di uno solo, rigidamente specificato). Ciò premesso, si tratta di verificare come possa concretamente realizzarsi l’ardito programma della legge laddove la maggior parte delle separazioni sono connotate da una profonda ed inestricabile conflittualità, ossia come possano concretamente coniugi, intrisi da reciproche ostilità, essere in grado di “gestire civilmente il disaccordo e affrontare in modo culturalmente diverso rispetto a quanto avviene in attualità la loro ragione di conflittualità”. La risposta è arrivata con i riflessi delle prime concrete sperimentazioni: i provvedimenti giudiziali – recependo la lettera della legge - prevedono esplicitamente che la potestà ordinaria venga esercitata disgiuntamente in ragione dei tempi di permanenza del minore con ciascuno dei genitori. Ciò sembra poter evitare o quanto meno limitare i rischi concreti dinanzi al persistere della conflittualità coniugale, scongiurando l’intuitivo rischio di un vorticoso insorgere di contenzioso per qualsivoglia iniziativa che un coniuge volesse assumere, senza riuscire ad ottenere il consenso dell’altro. Similmente a come accadeva nel passato ed in ossequio a quanto espressamente previsto dal 3° c., art.155 c.c., ciascuno dei genitori continua ad esercitare liberamente il proprio ruolo genitoriale – nell’ambito della sfera “ordinaria” - ogni qualvolta tiene presso di sé il minore, così come le decisioni di maggior interesse afferenti scelte di carattere educativo, scolastico, medico-sanitario, che oltrepassino l’ordinaria amministrazione, continuano a dover essere prese, di comune accordo tra i genitori. Resta salva la facoltà di rimettere al giudice le controversie in merito alle decisioni di maggior interesse per i figli relative all’istruzione, l’educazione ed alla salute che i genitori non siano in grado di assumere di comune accordo. Qualche novità sembra essere introdotta sul fronte degli aspetti economici e dell’istituto dell’assegnazione del domicilio coniugale per i quali si rinvia ad ulteriori approfondimenti che consentono di anticipare qualche perplessità sulla reale portata rivoluzionaria della riforma che tuttavia, ha il pregio di aver indotto ad articolate – e forse mai sopite – riflessioni sulle tematiche che ruotano intorno ad una realtà tanto delicata, intima quanto sfuggevole, in quanto connotata da dinamiche “irrazionali ed emozionali” che, singolarmente, il diritto è, sempre più prepotentemente, chiamato a disciplinare: LA FAMIGLIA. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Il video (sezione: Giustizia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Economia Seminario di Redattore Sociale/ 'Passera? Su alcune sue operazioni...'. L'intervista di Affaritaliani a Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo Lunedí 27.04.2009 10:22 "Il problema delle Fondazioni non è costituito dal patrimonio, ma dai rendimenti. E' chiaro che oggi soffriamo per l'assenza di rendimenti. Tuttavia negli anni grassi abbiamo non solo soddsfatto l'erogazione che la Commissione centrale di Beneficenza ci indicava, ma anche accantonato i soldi che avanzavano. Con quel surplus abbiamo costituito un fondo che oggi ammonta a circa 500 milioni di euro. Di questa somma, utilizzeremo 113 milioni di euro per chiudere il 2008". Rassicura i presenti, Giuseppe Guzzetti, Presidente della Fondazione Cariplo. Tra i vari eventi del Seminario "In mare aperto. Le notizie sociali e una professione nella tempesta", quello dedicato all' "Informazione, solidarietà, soldi e dintorni". Guzzetti ha risposto alle domande di Miriam Giovanzana, Direttore Editoriale della casa editrice "Terre di Mezzo" e Angelo M. Perrino, direttore di Affaritaliani.it. LA CRISI ECONOMICA NEL MONDO... - Alla domanda sulla situazione finanziaria attuale, Guzzetti si mostra ironico: "In generale, in questi anni si è fatta una finanza che non aveva alcun riferimento con l'economia reale. Uno si domandava, 'ma se tutti guadagnano e partono dall'operazione iniziale, come fanno ad aggiungere altri guadagni?' Ora, io sono un credente, ho fede nel fatto che Gesù Cristo fu capace di moltiplicare pani e pesci, ma non credo che di questo siano capaci i banchieri, in particolare americani e inglesi". ... E IN ITALIA - "In effetti nella cultura italiana di far banca, c'era la spinta di vendere, di piazzare prodotti assicurativi. Ma le nostre banche non hanno mai fatto le operazioni di cui sono stati capaci i finanzieri americani. Da loro abbiamo importato la cultura delle trimestrali, del profitto, ma non quella di queste operazioni". LO STATO E IL WELFARE: "IL TERZO SETTORE NON PUO' SUPPLIRE ALLO STATO" - "Oggi lo Stato sociale è andato a pezzi, la spesa sociale si riduce sempre di più - continua il presidente della Fondazione - Lo stato e gli enti locali non possono dismettere le loro responsabilità e introdurre nel nostro Paese l'alibi del volontariato, del terzo settore che può fare supplenza. Questa è una grossa mistificazione e un grosso imbroglio. La Corte Costituzionale ha messo fine a un conflitto tra noi e Tremonti, che voleva rendere pubbliche le Fondazioni. La Consulta, relatore Zagrebelsky, ha scritto una frase di importanza cruciale: "Le Fondazioni fanno parte dell'organizzazione dek privato sociale e la loro missione è di consentire al terzo settore di dare attuazione al principoio di sussidiarietà". "PASSERA? NON ENTRO NEL MERITO DI CERTE OPERAZIONI" - Al quesito su chi sia la personalità più importante, se il banchiere Corrado Passera o il presidente di una Fondazione, Guzzetti precista che si tratta di "due cose diverse. Stiamo coniugando i cani con i gatti. E' chiaro che Passera fa un certo mestiere, importantissimo. Poi io non entro nel merito di certe operazioni che hanno fatto, ma non si puo dare un giudizio univoco". "INTESA NON FINANZIERA' PIU' SOCIETA' DI ARMI" - Guzzetti è poi tornato sul tema delle banche armate, quegli istituti che investono in società coinvolte nel commercio internazionale di armi. "Non so con precisione la politica della altre banche. Escludo che Cariplo o il nuovo banco Ambrosiano finanziassero le armi, la Comit forse le finanziava. Da quello che ci risulta, però, dopo la fusione che ha dato vita a Intesa Sanpaolo, circa un anno e mezzo fa, è stata presa una decisione chiara: la nostra banca non finanzia più societa che investono in società che hanno in qualche modo a che fare con lo sfruttamento del lavoro minorile, con il commercio di armi o di mine antiuomo". IL SEMINARIO Più di 200 giornalisti, tra cui un centinaio di ragazzi iscritti alle scuole di giornalismo di Milano, hanno partecipato al seminario. organizzato dall'agenzia Redattore sociale in collaborazione con Cnca Lombardia, Anfass Milano, Terre di Mezzo, Ledha e Affaritaliani.it. Il primo richiamo alla tempesta viene dal presidente dell"Ordine dei giornalisti della Lombardia Letizia Gonzales che sottolinea la gravità del fenomeno del precariato: il 50% degli iscritti all'albo della Lombardia sono giovani free lance. Ma non è questo l'unico fronte della tempesta: "La nostra professione ha bisogno di recuperare credibilità e fare autocritica dice Letizia Gonzales . C'è una mania per lo scoop, le notizie sono superficiali e non vengono verificate". l giornalismo, conclude il presidente dell'Ordine rivolgendosi ai giovani in sala, richiede serietà; ma il giornalista deve anche prestare attenzione "alla proprietà del linguaggio, che è fondamentale per la completezza dell'informazione". Da qui il richiamo alla Carta di Roma, il documento approvato dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti il 13 giugno scorso. Colaprico: ''Non accettate di lavorare in redazioni che sapete di disprezzare'' Dimmi chi sei e ti dirò che giornalista sarai. Per Piero Colaprico, cronista e inviato del quotidiano La Repubblica, la libertà e l'autonomia del giornalista in Italia è ancora possibile, ma "dipende dalle scelte che si fanno: si può decidere di stare dalla parte delle verità o del potere". Di fronte ad una platea di un centinaio di studenti delle scuole di giornalismo di Milano che partecipano al seminario "In mare aperto", organizzato da Redattore sociale (vedi lancio precedente, ndr), il giornalista di Repubblica ha dato la sua "ricetta" per "guadagnarsi l"autonomia". "Guardate dentro voi stessi, cercate di conoscervi: se siete cattivi state con i cattivi, se siete San Francesco state dalla parte dei buoni. Non accettate di lavorare in redazioni che sapete di disprezzare". Sulla stessa lunghezza d'onda, Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana: "L'autonomia è giocoforza una questione individuale. Certo esiste l'Ordine dei giornalisti e altri organismi per la tutela della libertà d'informazione, ma quando si viene al dunque e vi chiederanno di scrivere un articolo in un modo piuttosto che in un altro, non ci sarete altro che voi con le vostre scelte". In Italia non esiste una dittatura, ma certo la "dettatura della verità", sostiene Piero Colaprico. Basti pensare al tema della paura che imperversa su tutti i media. "C'è una cattiva politica che ama la paura perché porta voti e per questo la alimenta. -sottolinea Piero Colaprico-. Gli amministratori pubblici alimentano lo stress, invece di governare le situazioni. Non dico che la gente non abbia paura, ma di fronte alle Tv c'è come una selezione delle persone che gridano solo allarmi". Tutto questo a scapito dell'analisi dei fatti. "L'Italia è un paese con 58milioni di abitanti e 400mila agenti delle forze dell'ordine -aggiunge Fulvio Scaglione-. La Francia, con più popolazione, ne ha 350mila e li sta riducendo. Noi, però, mandiamo l'esercito nelle strade". Don Rigoldi: ''I giornalisti possono assumersi responsabilità educative?'' "Spesso chi fa comunicazione viene percepito come un alleato di chi fa salire la burrasca", commenta Oliviero Motta, membro dell'esecutivo del Coordinamento nazionale comunità d'accoglienza (Cnca) della Lombardia e vice presidente di "Comunità nuova" intervenendo al seminario di Redattore Sociale a Milano "In mare aperto. Le notizie sociali e una professionale nella tempesta" . "Si mette in un unico fascio chiunque stia ai margini. E anche noi ci sentiamo messi in un angolo aggiunge Oliviero Motta-. Siamo di fronte a una società più impegnata a educare alla difesa che al rapporto con gli altri". Siamo in un momento di tempesta e le onde, in questi mesi, sono alte come ricorda anche don Gino Rigoldi, cappellano del Beccaria, fondatore di Comunità Nuova, facendo riferimento al tema della sicurezza. "In questi mesi tutti hanno imparato che i romeni stuprano le donne. È assolutamente falso, ma tutti ci credono commenta don Gino Rigoldi-. Siamo di fronte a una montatura assolutamente opportunistica che, dal punto di vista sociale, provoca una distruzione". Un danno che colpisce soprattutto i giovani: la mancanza di fiducia, la (presunta) necessità di tenere le distanze "uccide la relazione e fa diventare rachitica la crescita", conclude don Rigoldi. Giornalisti e terzo settore possono essere protagonisti di un'alleanza virtuosa. Comunicando le ragioni di chi lavora in silenzio e non appare, raccontando le molte storie di riscatto ma anche, come suggerisce Angelo Fasani, presidente di Anfass Milano, accettando una sfida: "Ribaltare la gerarchia delle notizie. Il terzo settore può aiutare i giornalisti, a diffondere quelle che ritiene notizie significative che spesso passano sotto silenzio". Ma ai giornalisti spetta un altro compito, forse più impegnativo: dare dei riferimenti etici. "Possono assumersi responsabilità educative?", conclude provocatoriamente don Gino Rigoldi. tags: redattore sociale giornalisti giornali

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(sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 17 del 2009-04-27 pagina 11 «Io esalto il governo eppure ho scioperato contro Berlusconi» di Redazione Il ministro per l'Attuazione del programma: «Ho disertato il Cdm all'Aquila per contestare la mancata candidatura di Pomicino» Ahi, se anche Gianfranco Rotondi fa la manfrina vuole dire davvero che il potere trasforma. Niente di grave intendiamoci. Ma cose che stridono sulla bocca di uno che conosco da vent'anni come la schiettezza fatta persona, nonostante la sua democristianità. Invece, nell'intervista se ne esce, qua e là, con frasi tipo, «nomi no», «si dice il peccato, ecc.» o panzane stratosferiche come: «Tra me e Casini mai un dissenso», mentre è noto ai sassi che Rotondi uscì dall'Udc perché non sopportava l'ipocrita prepotenza di Pierferdy. Cos'è successo? Semplice: Rotondi è oggi ministro per l'Attuazione del programma di governo, parla in nome della Nazione, deve mostrarsi imparziale, ecc. La parlantina però non gli manca e si lascia ascoltare. «Vieni», dice quando entro nel suo ufficio di Piazza Colonna e mi porta alla finestra. «Lì (dirimpetto) c'è Palazzo Chigi e spio il capo. Là (edificio di lato) ho fatto il rinfresco di nozze. Laggiù (due palazzi dopo) abito». «Casa e chiesa. Tutto a piedi», osservo. «Questo mi consente di dire, con facile sparata demagogica, che non uso l'autoblu», ride. In verità, Rotondi è un viaggiatore forsennato. Per dare più senso al suo ministero si è inventato Italiaincontri, un giro d'Italia accompagnato da diversi ministri per illustrare l'attività di governo. Un giorno in Piemonte, l'altro in Sicilia, accolto tra pifferi e fanfare da sindaci e prefetti, ma anche da maestranze in sciopero. Rotondi dice la sua, gli altri la loro e finora tutto bene senza lanci di pomodori. «Facile magnificare un governo popolare», dico. «Settantatré italiani su 100 si fidano di Berlusconi. Anche tanti che non lo hanno votato. Lui è il sindaco d'Italia. Noi ministri, gli assessori». «Come addetto al Programma fai il poliziotto del governo. Rispetta le promesse?». «In pieno, anche se domandarlo a me è come chiedere all'acquaiolo se è buona l'acqua. Posso però dirti che l'assillo del Cav è essere all'altezza del consenso ricevuto». «Punti dolenti?». «Mancano risorse per dare una svolta immediata al Paese. Il deficit è tra i maggiori del mondo. La produzione di ricchezza, no. Il rilancio però è certo, solo più lento». «Sei leader della Dc per le Autonomie, partito lilliput...». «Ero. Il partito è confluito nel Pdl. Ho portato l'ultima Dc nel Pdl sperando che continui nel tanto di buono che ha fatto la Dc nella sua storia. Avere chiuso la saracinesca Dc e averle aperto una nuova prospettiva è il mio titolo nobiliare», dice con fantasia che rivela il giornalista che fu (ha diretto giornali dc e scritto libri). «Per protestare contro il Cav che non ha candidato uno dei tuoi, hai disertato il Cdm dell'Aquila». «Ho puntato i piedi con un giorno di sciopero. Anche i ministri lo fanno». «Per amore di chi hai fatto il facinoroso?» «Una giovane promessa: Paolo Cirino Pomicino». «Il Cav ti terrà il broncio». «Passo per ossequente. Per compensare scalpito». «Ti sei perso l'annuncio del G8 in Abruzzo». «Un colpo di genio. Peccato non esserci. Ma il torto a Pomicino era troppo grande». «Ti sei iscritto alla Dc a 15 anni. Oltre a questa sciocchezza che hai fatto di buono nei tuoi 49 anni?». «Marito felice e padre di tre bambine. Per l'ultima, due anni, ho preso un accidente in questi giorni». «Cos'è successo?». «Degna figlia di un politico, è un po' mangiona. Ha inghiottito una nocciolina rubata alle sorelle che si è infilata nel polmone. Devo la salvezza alla solitamente vituperata sanità partenopea. Gliel'hanno estratta al Santobono, il pediatrico di Napoli», e visto che c'è mi mostra la foto della primogenita. «Quando le dicevano: "Hai la testa di papà", lei piangeva. Oggi è rassegnata» e sottintende, civettuolo, di non essere una bellezza. In realtà, Rotondi è un gradevole giovanotto, con (pochi) capelli a spazzola e una certa somiglianza con Eros Ramazzotti. «Sei un dc sui generis. Sostieni i matrimoni gay». «Né sui generis, né pro gay. Sono per regolare le unioni di fatto come già volevano i governi dc degli anni '80. Riconoscere al convivente il subentro nell'affitto, non lede i diritti della famiglia vera». «Sul testamento biologico?». «Mi sta bene la legge al Senato. La libertà di decidere la propria morte, mina il principio dell'indisponibilità della vita». «Sul caso Englaro, stavi col papà o...». «Con la figlia. Il padre, sia pure con amore, ha applicato un principio contrario al diritto». «Ti consideri però un cattolico adulto alla Prodi», osservo basandomi su certe sue uscite non proprio clericali. «Sono un cattolico democratico. Un tempo era considerato un atteggiamento di sinistra. Le posizioni di Fini dimostrano che è compatibile con la destra». «Fini è un cattolico democratico?». «Per me, sì. E lo sento affine». «Ossia?». «Il Pdl è un partito laico di ispirazione cristiana, come lo era la Dc. Da cattolico, obbedisco alla Chiesa. Da politico, no». «È il mondo alla rovescia. I cattolici conclamati come te contestano il Papa, i laici - vedi Pera, Ferrara, Quagliariello - sono ratzingeriani», osservo. «Il Papa lo amiamo tutti, tanto più ora che lo sentiamo solo. I laici sembrano più condiscendenti con Ratzinger perché non vengono dalla Dc». «In che senso?». «Noi siamo parte della Chiesa e senza reverenze verso le gerarchie. Loro, forse, sì. Un vescovo chiese a Rumor di mettere nelle liste un suo candidato. Rumor rispose: "Sì, a patto che io possa nominare qualche parroco". La cosa finì lì. È la fotografia del rapporto che c'era tra Dc e Chiesa». Ridiamo ricordando il vecchio Rumor che pareva un pesce lesso e invece sapeva dire no. Pausa con caffè e biscotti e via. Anche sulla Giustizia sei eccentrico: vorresti pm eletti. «Un paradosso. Diversi pm sono politicizzati. Se eletti diventano scopertamente politici e nessuno potrà accusarli di partigianeria». Sei per il licenziamento dei pm più schierati. Tipo quelli del processo Andreotti per mafia? «Niente nomi (prima reticenza, ndr). Ci sono pm che invece dell'ingiustizia, hanno perseguito il nemico politico. Si sono messi fuori dalle regole e dalla Repubblica. Sono quattro gatti. Se cacciamo loro, ci risparmiamo la fatica di riformare, almeno in questo ambito, la Giustizia». Il Csm è complice? «Se li avesse puniti, non si sarebbe creata la frattura tra opinione pubblica e magistratura. Ora bisogna ricucire. Anche perché molti magistrati votano per noi». Hai parlato di pm eletti nei partiti che hanno aiutato. Nomi. «Non ne faccio (e dalli!). Camera e Senato sono pieni di autori di inchieste che hanno fatto fuori i loro predecessori in Parlamento». Si sono presi il seggio cacciandoli? «Il prototipo è Di Pietro che scioglie cinque partiti e ne fa uno suo che occupa il posto di quelli decapitati». Violante bocciato per la Consulta. Buona cosa? «Mi è dispiaciuto. Violante è migliore della sua vignetta. Non è l'assassino della Dc, né l'uomo nero della sinistra giustizialista». Hai lasciato l'Udc per incompatibilità con Casini. «Mai litigato...». Ma fammi il piacere! «Diciamo così. Io ero dc e berlusconiano. Lui diceva che bisognava attaccare il Cav. Così me ne sono andato». Casini vuole fare una neo Dc. «Casini sa che la nuova Dc è il Pdl. Ci manca una corrente: la sua. Prima o poi verrà. Non credo a un suo accordo con la sinistra. È di Bologna, conosce i comunisti e non se ne fida. Né loro di lui». Dici sempre che tornerà all'ovile. I fatti ti danno torto. «In alcune Regioni abbiamo già fatto accordi con Casini. In altre, li faremo. Intanto l'Udc ci fa un buon servizio: sequestra voti che andrebbero al Pd. E noi vinciamo». Casini ha candidato De Mita al Sud, proprio dove c'è l'alleanza con il Pdl. Vedremo Ciriaco a Villa Certosa dal Cav? «Tra loro non c'è simpatia. Ma essendo entrambi intellettualmente curiosi, prima o poi si parleranno». Faranno 150 anni in due. «Il governo è impegnato a garantire la sopravvivenza a 120 anni». Mastella è tornato al Cav. La decenza se n'è andata. «Siamo al governo anche perché Mastella ha fatto cadere Prodi». L'immobiliarista Di Pietro? «È la nostra assicurazione sulla vita. Finché c'è lui, la sinistra può scegliere se mettersi sotto la sua cappella e perdere o perdere divisa. E noi vinciamo». Franceschini? «Lo conobbi da ragazzo e lo presentai a De Mita che non me ne ringraziò. Era un dc che aveva già in mente di passare coi comunisti. La sua parabola è coerente». I cinque ministri migliori? «Cinque sono pochi. Tutti bravissimi, tranne me». Com'è allora che il Cav non ti caccia? «Sono più critico con me stesso, di quanto gli altri non lo siano nei miei riguardi». A chi ti ispiri: De Gasperi o Giolitti? «Mi tengo più basso. Ai miei predecessori al ministero: Scajola, Pisanu, Caldoro e anche a Santagata, ministro con Prodi». I terremotati d'Abruzzo avranno un tetto prima dell'inverno? «È un impegno assoluto». Pronto a dimetterti se non è così? «Sarà così. Ma non capisco: vuoi le mie dimissioni per avere uno sfollato in più?». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Ordinanza del 19 novembre 2008 emessa dal G.u.p. del Tribunale di Napoli nel procedimento penale a carico di Landolfi Mario. Parlamento - Intercettazioni di comunicaz (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta Ufficiale.it(Corte Costituzionale)" del 27-04-2009)

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N. 108 ORDINANZA (Atto di promovimento) Ordinanza del 19 novembre 2008 emessa dal G.u.p. del Tribunale di Napoli nel procedimento penale a carico di Landolfi Mario. Parlamento - Intercettazioni «occasionali» di comunicazioni o conversazioni di membri del Parlamento - Utilizzazione in procedimento penale subordinata alla autorizzazione della Camera di appartenenza - Irrazionale trattamento differenziato rispetto alla disciplina prevista per i «terzi», a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 390/2007 - Violazione del principio della parita' di trattamento dinanzi alla giurisdi ..........

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Outreau : le substitut général Chavigné va s'expliquer (sezione: Giustizia)

( da "Figaro, Le" del 27-04-2009)

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Outreau : le substitut général Chavigné va s'expliquer Delphine Chayet et Cyrille Louis 27/04/2009 | Mise à jour : 09:44 | Ajouter à ma sélection . --> Le juge Fabrice Burgaud (à gauche), vendredi dernier, à son arrivée au Palais de justice de Paris, accompagné de son avocat, Patrick Maisonneuve. Crédits photo : AP Mis en cause par les avocats de Fabrice Burgaud, ce membre du CSM assure qu'il ne se souvenait pas d'avoir traité le dossier Outreau dans des fonctions antérieures. Le week end n'a pas fait taire la polémique initiée, vendredi, après l'annonce de la simple «réprimande» prononcée à l'encontre du juge Fabrice Burgaud. Sitôt l'arrêt rendu public, les avocats du magistrat ont annoncé leur intention d'en faire appel, révélant que l'un des membres du Conseil supérieur de la magistrature (CSM), Xavier Chavigné, a eu à connaître de l'affaire d'Outreau alors qu'il était en poste à Douai en août 2003. Depuis, l'ancienne garde des Sceaux Élisabeth Guigou a dénoncé «un nouveau fiasco pour la justice» et reproché à la Chancellerie de ne pas avoir anticipé ce conflit d'intérêts. De son côté, Rachida Dati a jugé cette «attaque indigne», estimant que son ministère «n'avait aucun moyen de connaître cette situation remontant à plusieurs années». La défense de Xavier Chavigné. Convoqué par le premier président de la Cour de cassation, le substitut général Xavier Chavigné devra expliquer dans les tout prochains jours pourquoi il a gardé le silence sur son implication, certes limitée, dans l'affaire d'Outreau. En poste à la cour d'appel de Douai, ce magistrat effectuait un remplacement de courte durée au sein de la chambre de l'instruction qui, le 26 août 2003, a rejeté une demande de remise en liberté formulée par l'abbé Dominique Wiel. «Sous le choc», selon son entourage, Xavier Chavigné fait savoir qu'il n'a «aucun souvenir» de l'audience litigieuse. Un proche précise : «Outreau n'était, à l'époque, rien d'autre qu'une banale affaire de pédophilie et s'il s'en était souvenu, il en aurait évidemment parlé au président du CSM et n'aurait pas siégé lors de l'audience disciplinaire du juge Burgaud.» Les doutes des acquittés. Les avocats d'Outreau relèvent que l'affaire avait déjà fait l'objet d'une intense médiatisation au moment où Xavier Chavigné y a été impliqué. «Par ailleurs, Dominique Wiel était présent à l'audience ce 26 août 2003, et cet accusé ne passait pas inaperçu», souligne Me Jean-Yves Dupeux, avocat de Fabrice Burgaud. Pour l'avocate de l'abbé, Me Blandine Lejeune, «il est tout simplement impossible que ce magistrat n'ait, à l'époque, pas entendu parler de l'affaire d'Outreau. Ou alors, cela en dit long sur la façon dont la chambre de l'instruction travaillait à l'époque». Embarrassé, un magistrat qui s'était alors penché sur le dossier reconnaît : «l'examen de ces demandes de mise en liberté, qui étaient soumises semaine après semaine, avait un côté répétitif. Quand la détention avait été confirmée quinze jours plus tôt, les délibérations ne duraient souvent pas très longtemps.» Vers l'annulation de la «réprimande» ? Depuis vendredi, les juristes de la Chancellerie épluchent la jurisprudence du Conseil d'État afin de déterminer si la défense du juge Burgaud a une chance de faire annuler cette sanction. À toutes fins utiles, Rachida Dati souligne qu'en août 2003, «Fabrice Burgaud n'était plus en charge de cette affaire depuis un an». Un magistrat en poste huit mois à Douai Substitut général à la cour d'appel de Bordeaux et ancien directeur adjoint de l'École nationale de la magistrature (ENM), Xavier Chavigné n'a passé que huit mois, entre mars et novembre 2003, à la cour d'appel de Douai. " Il n'est pas resté assez longtemps pour laisser un souvenir marquant ", explique un magistrat nordiste. Aujourd'hui, cette affectation lui vaut pourtant d'être publiquement mis en cause en dépit de la bonne réputation dont il jouit parmi ses pairs. " Très sérieux ", " bosseur " et " compétent " selon l'un de ses anciens patrons, ce magistrat âgé de 54 ans siège depuis 2006 au Conseil supérieur de la magistrature, où il a été élu sur une liste de l'Union syndicale des magistrats. Titulaire d'une licence en droit, il a successivement été en poste à Aix-en-Provence, à Nîmes et à Lille, où il a été juge des enfants, avant d'être appelé à la cour d'appel de Douai. Nommé à l'ENM fin 2003, il se trouvait en charge des stages. Dans le cadre de ses activités syndicales, il s'est notamment distingué en participant à l'organisation d'un colloque sur le thème : "Outreau, et après ?".

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> L'<éthique> d'un membre du CSM en cause (sezione: Giustizia)

( da "Figaro, Le" del 27-04-2009)

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Affaire Burgaud : l'«éthique» d'un membre du CSM en cause Delphine Chayet 24/04/2009 | Mise à jour : 19:38 | Ajouter à ma sélection . --> Un des magistrats du Conseil supérieur de la magistrature (CSM), chargé de statuer sur le cas Burgaud, aurait lui-même participé à la procédure d'Outreau. Les avocats du juge Burgaud ont révélé vendredi qu'ils soulèveraient un point de droit afin d'obtenir l'annulation de la «réprimande avec inscription au dossier» prononcée vendredi à son encontre par le Conseil supérieur de la magistrature (CSM). Jean-Yves Dupeux et Patrick Maisonneuve ont expliqué avoir appris récemment qu'un des onze membres du CSM avait participé à la procédure d'Outreau. Xavier Chavigné a été magistrat à la cour d'appel de Douai (Nord), dont la chambre de l'instruction a refusé à deux reprises la remise en liberté de l'abbé Dominique Wiel, un suspect finalement acquitté. Ce rebondissement a entraîné une réaction immédiate de Vincent Lamanda, premier président de la Cour de cassation et président du conseil de discipline des magistrats du siège au sein du CSM qui, ayant appris la nouvelle «avec stupéfaction», a aussitôt «convoqué l'intéressé pour recueillir, sans délai, ses explications». «Lorsque l'on prétend devoir donner des leçons en matière de rigueur, d'éthique et de déontologie je crois qu'on peut être un peu plus attentif et éviter de se retrouver dans une situation pour le moins atypique», a de son côté souligné vendredi Me Maisonneuve.

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Psichiatri sotto la tenda: (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 27-04-2009)

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ABRUZZO Psichiatri sotto la tenda: «Il sisma è un'occasione» Nelle tendopoli si ricostruiscono anche i reparti di psichiatria, mentre unità mobili con psicologi a bordo girano tra i centri colpiti dal sisma. E nel parcheggio di un centro commerciale si prepara una casa famiglia per i pazienti più gravi. Con molta attenzione su come verranno usati i futuri finanziamenti. Racconti dal post-terremoto Gli specialisti: «Meno diagnosi e più ascolto delle persone» Eleonora Martini INVIATA A L'AQUILA Mentre gli occhi di tutti sono puntati sulla ricostruzione post-terremoto, e a vigilare sulle mani pulite delle imprese edili si mobiliterà anche la magistratura antimafia, rischia di passare inosservato il processo di restauro del sistema sanitario aquilano crollato assieme alle palazzine mal costruite. Tanto più nel capoluogo di una regione dove depredare la sanità pubblica è un vecchio vizietto mai sanato, un pozzo senza fondo a cui hanno attinto tutti, fino a portare l'Abruzzo in ginocchio ancora prima che il sisma lo atterrasse. Se ora questa terra riemergerà dalle sue macerie seguendo il modello Friuli o, malauguratamente, il modello Irpinia, lo sapremo monitorando i fondi per la ricostruzione del suo sistema sanitario. A cominciare da L'Aquila. Anche se non è solo una questione di soldi. «Questa può essere l'occasione per studiare un fenomeno che speriamo sia unico». Parla di psichiatria Massimo Casacchia, primario dell'Spdc dell'ospedale aquilano San Salvatore, rivolgendosi ai suoi studenti specializzandi mentre lavora per risistemare nelle tende il suo reparto distrutto. Ma il suo è un invito generale a trasformare la disgrazia del terremoto in un'occasione per «cambiare mentalità» - come nella crisi economica e finanziaria -, per fare di necessità virtù, e trasformare un po' tutto il sistema sanitario locale. Lo sostengono in molti qui, piangendo le strutture perse del nosocomio-modello di Coppito, e tuttavia notando che con la realizzazione di presidi sanitari locali ben piazzati in molte tendopoli, «si sta finalmente realizzando quel sistema tanto agognato che è la medicina di base». Filtro fondamentale perché in ospedale arrivino solo i casi necessari. Peccato, aggiungono, che «a realizzarla, al momento, sono la Croce rossa e le associazioni di volontari,e non le Asl». Ma è proprio seguendo la pista del disagio psichico, aumentato a dismisura in questi diciotto giorni di vita post-terremoto, che meglio si comprende quali possibili modelli sanitari si potrebbero sviluppare da qui in avanti. Anche perché è proprio nelle tasche dei raiss delle cliniche psichiatriche private che sono finite gran parte delle centinaia di milioni di euro mancanti alle casse pubbliche regionali. «Deve diventare un'occasione per cambiare la psichiatria: meno diagnostica e più d'ascolto», spiega meglio Casacchia che non si lamenta più di tanto dei venti posti letto persi insieme alle corsie del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura: «Ne basterebbero anche di meno se usassimo le equipe mobili per stimolare e per andare a portare aiuto laddove ce n'è bisogno, invece di stare qui seduti ad aspettare che i pazienti decidano di venire a curarsi». Esattamente come sta accadendo in questi giorni a L'Aquila. Un paio di chlometri più in là, nella tendopoli allestita dalla protezione civile nel parcheggio del centro commerciale Il Globo, che ospita circa mille persone, il Dipartimento della salute mentale ha raggruppato in una decina di tende tutti i suoi utenti sfollati che prima della scossa del sei aprile vivevano in case famiglia, nei gruppi appartamento o nelle due comunità della struttura riabilitativa del quartiere Santa Barbara. Su 13 case adibite alla riabilitazione psichica, solo quattro sono rimaste agibili. Tre pazienti sono morti e qui, in totale, ci sono 55 persone, quelle con disturbi più severi, su cui si facevano progetti ad alta priorità, che sarebbe stato impossibile seguire se fossero rimaste sparse nelle tendopoli di quartiere. L'area del Globo funziona bene: dopo due giorni da alluvionati, sommersi da una decina di centimetri d'acqua e fango, sono entrati in azione gli alpini in congedo e il battaglione San Marco di stanza qui che nel giro di poche ore hanno scavato un fosso, montato una fognatura, ricoperto il tutto e cementato perfino dei tombini nuovi di zecca. Un esempio di come le opere, se si vuole, si possono realizzare presto e bene. La prima delle tende del Dipartimento della salute mentale è occupata dal Gus (Gruppo umana solidarietà) delle Marche e dall'associazione locale «180 amici», entrambe finalizzate alla tutela della salute mentale e accreditate presso la Dicom (direzione dei centri operativi mobili della protezione civile) che coordina gli interventi nelle sette aree in cui è stata suddivisa la zona interessata dal terremoto. Ogni giorno da qui partono quattro camper con a bordo tre operatori del Gus e uno della «180 amici» e lo stesso avviene dall'altra stazione di riferimento allestita presso le tende del professor Casacchia. «>Il loro non è un lavoro diretto di aiuto psicologico - racconta Noemi D'Addezio, psicologa del Csm - ma di contatto, di intermediazione con i servizi medici e sociali: incontrano la popolazione, cercano di risolvere i piccoli problemi, scovano il disagio dove se ne crea, si rapportano con la psicologia dell'emergenza e ci aiutano anche nel censimento dei pazienti». Cartelle cliniche e schedari sono ancora seppelliti nelle strutture inagibili, difficili da raggiungere, ma con questo metodo in due giorni «abbiamo censito 338 nostri utenti, sappiamo dove abitano e come stanno, abbiamo ripreso contatto e tra un po' forse potremo ricominciare a curarli». Il Gus, che di questi progetti ha il know how, ha garantito una presenza permanente in loco almeno per sei mesi. Nel pomeriggio rientra la prima delle squadre mobili: vengono dalla tendopoli di Sassa Scalo, un campo che fa da base a dieci piccoli campi, con 1600 persone in tutto. «La protezione civile di Vicenza, che gestisce la tendopoli si lamenta perché non c'è un posto medico avanzato fisso, solo un'infermeria», resocontano le due giovani psicologhe. Lì, raccontano, hanno già riaperto nelle tende le scuole elementari e medie. Ma la popolazione locale non vuole essere censita e non collabora ai lavori nel campo, con grande disappunto dei volontari provenienti dalle altre regioni. «Un po' perché sono ancora sotto shock dal terremoto e dalla nuova vita nelle tende - cercano una spiegazione gli psicologi - un po' perché in queste tendopoli vivono soprattutto persone che non rientrano in casa solo per paura, quindi sono meno motivate a occuparsi degli spazi e della cosa pubblica». «Ma da questa tragedia possiamo imparare a reimpostare la nostra mentalità, gli stili e l'organizzazione del lavoro - riflette Sandro Sirolli, direttore del Centro diurno psichiatrico de L'Aquila - Adesso che non possiamo fare altro che lavorare sul territorio, dobbiamo capire l'importanza di indirizzare le risorse sul personale anziché sui posti letto, dobbiamo finanziare progetti che aiutino le persone a ricostruire le relazioni e a reinserirsi nel mondo del lavoro. L'attività ambulatoriale va limitata e aumentata quella territoriale». Ciò che non è stato fatto nei mesi precedenti, durante il lungo sciame sismico, va fatto ora: «Dobbiamo ricominciare da qui, dal terremoto, parlarne per aiutare psicologicamente alla ripresa», conclude Sirolli. E preparare le coscienze alla nuova realtà sarà utile anche per evitare di trasformare la salute degli abruzzesi in moneta sonante da far intascare al prossimo politico di turno.

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"Le droit n'est pas assez présent dans notre société" (sezione: Giustizia)

( da "Monde, Le" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Jean-Michel Darrois, avocat d'affaires "Le droit n'est pas assez présent dans notre société" LE MONDE | 27.04.09 | 14h54 * Mis à jour le 27.04.09 | 14h54 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Le rapport sur l'avenir des professions juridiques, réalisé par l'avocat d'affaires Jean-Michel Darrois, à la demande de Nicolas Sarkozy et remis le 8 avril, propose de permettre aux avocats de réaliser des actes contresignés de même valeur que les actes authentiques des notaires. Cette réforme pourrait faire, d'ici à l'été, l'objet d'un amendement dans un texte soumis au Parlement. Décision du CSM : les réserves de Rachida Dati La "réprimande" du Conseil supérieur de la magistrature (CSM) à l'encontre du juge Burgaud a suscité de vives critiques. "Beaucoup de Français auront du mal à comprendre une décision, qui dans une affaire aussi grave, prononce une sanction symbolique", a indiqué samedi 25 avril, la ministre de la justice, Rachida Dati, qui a pris la défense du membre du CSM, Xavier Chavigné, qui avait participé à une délibération sur l'affaire Outreau, un an après le départ du juge Burgaud. Sur le même sujet Entretien "Le droit n'est pas assez présent dans notre société" Edition abonnés Archive : Le procureur général de Riom fait de la résistance Dans un entretien au Monde, M. Darrois plaide en faveur de la création d'une formation commune aux professions juridiques pour "remédier à l'isolement du juge". Très attendu, votre rapport suscite finalement peu de critiques. Avez-vous fait un rapport trop consensuel ? Nous avons voulu que l'entreprise et les individus prennent davantage en considération le droit, en proposant des solutions raisonnables pour moderniser nos professions. Nous voulons que les gens ne s'adressent pas seulement aux avocats pour divorcer ou parce qu'ils ont affaire à la justice, mais pour bénéficier d'une garantie juridique pour des actes plus quotidiens. Le droit n'est pas assez présent dans notre société, alors que les gens s'engagent lourdement quand ils signent des contrats ou des emprunts. L'avocat prendra la responsabilité de l'acte qu'il contresignera. Il s'engage auprès de son client et lui apporte une sécurité juridique. Cela ne remet pas en cause l'acte authentique des notaires. J'ai été très frappé par notre audition des représentants de la CGPME (Confédération générale des petites et moyennes entreprises), qui ont expliqué que, pour eux, l'avocat était l'homme du procès. Le métier d'avocat, c'est certes de plaider, mais, de plus en plus, aussi, de sortir de l'enceinte judiciaire, en essayant par les conseils donnés de ne pas aller dans les tribunaux. Le procès est un acte pathologique, dans lequel les gens sont opposés les uns aux autres. On peut trouver des solutions avant et pendant le procès. Il faut en finir avec le réflexe ancien des avocats : on va plaider, le juge décidera. C'est pour cela que nous souhaitons étendre l'aide juridictionnelle à tous ces actes qui servent à éviter le procès. Le projet de créer des écoles de professionnels du droit ne signe-t-il pas la fin programmée de l'Ecole nationale de la magistrature (ENM) ? Nous souhaitons permettre un rapprochement des métiers du droit et une meilleure circulation entre ces professions. Il est logique de prévoir une ouverture de la formation et que les pratiques professionnelles soient enseignées à tous dans des écoles communes que nous proposons de créer après le master. Nous ne proposons pas la disparition de l'ENM, mais nous voulons remédier à l'isolement des juges, par cette formation commune. L'ENM sera l'une des écoles d'application, qui reposeront principalement sur l'organisation de stages. Rien n'empêche d'y prévoir des cours théoriques. L'ENM doit former des magistrats indépendants. Nous ne voulons pas en faire des magistrats inféodés au pouvoir. Que pensez-vous des préconisations du comité Léger sur la suppression du juge d'instruction ? Cela me paraît une bonne chose. Le juge d'instruction ne pouvait pas instruire à charge et à décharge. Pour autant, le parquet peut-il être à charge et à décharge ? Il faut que les avocats s'organisent pour jouer pleinement leur rôle et demander des actes à un parquet qui a davantage l'habitude de travailler en équipe. L'avocat doit intervenir le plus en amont possible. Il ne doit pas seulement assister à l'interrogatoire de son client mais aussi avoir accès à son dossier, être présent tout au long de l'enquête. Si les avocats ne sont pas en mesure de faire face au parquet, la réforme échouera, l'enquête passera simplement des mains du juge à celles du procureur. Propos recueillis par Alain Salles Article paru dans l'édition du 28.04.09. Abonnez-vous au Monde à 16€/mois

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Giustizia/ Alfano assume cinque impegni con città di Sciacca (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Sciacca (Agrigento), 27 apr. (Apcom) - Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha assunto cinque impegni con la città di Sciacca. Nel corso di un incontro istituzionale, il Guardasigilli ha tranquillizzato avvocati, magistrati e operatori del Palazzo di Giustizia: "Il Tribunale di Sciacca non chiuderà". Alfano ha anche assicurato che "avrà un nuovo magistrato in Procura, nell'ambito della pubblicazione delle sedi disagiate, o anche due, se il Csm sarà d'accordo". La terza 'promessa' di Alfano è che il Tribunale di Sciacca "nel 2010, con la pubblicazione delle sedi, avrà un nuovo magistrato" e che "gli Lsu che hanno lavorato qui non dovranno stare in trepidazione essendo già stati assunti" e, ultimo impegno è che Sciacca avrà un nuovo carcere "che rispetterà la funzione rieducativa della pena e la dignità dei detenuti".

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GIUSTIZIA/ ALFANO ASSUME CINQUE IMPEGNI CON CITTÀ DI SCIACCA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giustizia/ Alfano assume cinque impegni con città di Sciacca di Apcom Nuovo penitenziario rispetterà dignità dei detenuti -->Sciacca (Agrigento), 27 apr. (Apcom) - Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha assunto cinque impegni con la città di Sciacca. Nel corso di un incontro istituzionale, il Guardasigilli ha tranquillizzato avvocati, magistrati e operatori del Palazzo di Giustizia: "Il Tribunale di Sciacca non chiuderà". Alfano ha anche assicurato che "avrà un nuovo magistrato in Procura, nell'ambito della pubblicazione delle sedi disagiate, o anche due, se il Csm sarà d'accordo". La terza 'promessa' di Alfano è che il Tribunale di Sciacca "nel 2010, con la pubblicazione delle sedi, avrà un nuovo magistrato" e che "gli Lsu che hanno lavorato qui non dovranno stare in trepidazione essendo già stati assunti" e, ultimo impegno è che Sciacca avrà un nuovo carcere "che rispetterà la funzione rieducativa della pena e la dignità dei detenuti".

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Q 28 Caerano - Agordina 6 - 0 Castion - P. Tegorzo 1 - 1 CSM Farra -... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Lunedì 27 Aprile 2009, Q 28 Caerano - Agordina 6 - 0 Castion - P. Tegorzo 1 - 1 CSM Farra - Foen 3 - 1 Fiori Barp - Cisonese 3 - 1 Lentiai - Juventina 0 - 4 Maser - Sernaglia 3 - 1 Montegrappa - Altivolese 5 - 3 SP Calcio - Bessica 2 - 3 CLASSIFICA Cisonese281783582659Montegrappa2816102613358Bessica281765553957Caerano281675522555CSM Farra281567523351SP Calcio281468392244Maser2810810313538P. Tegorzo289811303735Juventina288812364032Foen289514405432Agordina288515345829Lentiai286913263927Altivolese287516445726Castion286814365426Sernaglia2841113344823Fiori Barp284618315918PROSSIMO TURNO (03/05/09): Agordina - Fiori Barp, Altivolese - Castion, Bessica - Caerano, Cisonese - CSM Farra, Lentiai - Foen, Juventina - Montegrappa, P. Tegorzo - Maser, Sernaglia - SP Calcio,

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Virtus Csm Farra - Foen 3-1 (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Virtus Csm Farra - Foen 3-1 Lunedì 27 Aprile 2009, GOL: pt 5' Bordin, st 1' E. Simoni, 27' Vassalli, 29' Puppetti. VIRTUS CSM FARRA DI SOLIGO: Gosetto, Meneghin, Gallon, Mognon, M. Nardi, Busetti, E. Simoni (st 35' Tonon), Zandonà (st 24' Puppetti), Vassalli, Baratto (st 40' Gerlin), Bittante. FOEN: Zatta, Nacinovi, Noventa, Fiorin, Ben, Zucco, Prigol (st 38' Bazzocco), D'Agostini, Bordin (st 32' Slongo), Biasion, Amodio. All. Redi. ARBITRO: Ajdini di Treviso. I ragazzi di Roberto Mognon soffrono nel primo tempo ma dilagano nella ripresa con ben tre reti signate da Enrico Simoni, Vassalli e Puppetti, entrato da pochissimi minuti per rilevare Zandonà.

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Volpago - Valdosport0-3 (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Volpago - Valdosport0-3 Lunedì 27 Aprile 2009, GOL: pt 10' Dal Molin, st 31' Dal Molin, 50' Menegazzo. VOLPAGO: Poles, Canello, Bredariol, Bonetti, Mattiuzzo, Berlato, Velo (st 6 Tartini), Marinello (st 37' Baseggio), Fregolent, E. Rammairone (st 25' Bombarda), S. Rammairone (st 20' Grosso). All. Cavasin. VALDOSPORT: Minute, Pagnussat, Gallina, Miotto, Polloni, Fedato, Frare (pt 38' Dall'Anese), Sanvito, Bortolin (st 43' Chakir), El Jabli (st 42' Nespolo), Dal Molin (st 35' Menegazzo). All. Cesca. ARBITRO: Dalla Zanna di Castelfranco. NOTE: Espulso st 40' Dall'Anese. La volontà del Volpago non basta ad arginare la determinazione del Valdosport che sfrutta al meglio le occasioni avute, vince 3-0 e compie il sorpasso sul, CSM Resana ed è solo al comando a due giornate dal termine del girone B. Turno importante per il salto di categoria.

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GIRONE A Vendrame si riprende il comando. 27 gol: ... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Lunedì 27 Aprile 2009, GIRONE A Vendrame si riprende il comando. 27 gol: Vendrame (Follinese). 24: Grava (Itlas S. Giustina). 22: Martorana (Breda). 15: Zanchetta (Campolongo). 13: Alpago (Tarzo Revine Lago). 12: Vettoretti (Follinese), Zanella (Boccadistrada), Andreolla (Tarzo Revine Lago), Soldera (Parè), Salvador (Feletto), Cagnato (Refrontolo). 11: Berto (Pero). 10: Zanella (Boccadistrada), Polo (Suseganese). 9: Pasqualin (Cima Piave). GIRONE B Ruffato rimane al palo e Miotto allunga. 24 gol: Miotto (Vedelaghese). 21: Ruffato (CSM Resana). 16: Gobbo (Csm Resana). 14: Gashi (S. Antonino). 13: Scaboro (S. Antonino), Fornasier (Valdosport). 12: Fregolent (Volpago), Zago (Fontane), Spagnol (Vidor). 11: Schiavon (Rovere), Vettor (Fanzolo), Tiziani (Milan Guarda), Bertuola (Fontane). 10: Favaro (Badoere), Tessaro (Vidor), Menegazzo (Valdosport), Conte (Rovere). 9: Filippi (Vidor), Possamai, Canonico (S. Gaetano), Adustini (Padernello). GIRONE BASSANO - BASSO PIAVE Mundar si avvia verso la vittoria. 26 gol: Mundar (Union Borso). 15: Presotto (Evolution Team). 13: Peruccon (Union Borso), Zigoni (Zensonese). 12: Lopopolo (Pedemontana), Baggio (Union Borso). 11: Lozito (Zensonese). 9: Favero (Evolution Team), Beye (Zensonese).

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Union Borso, storica promozione in Seconda (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Union Borso, storica promozione in Seconda Nel B il Valdosport (3-0 a Volpago) saluta il CSM Resana sconfitto dal Fontane. Nell'A CimaPiave rallenta e Ardita Pero se ne va Lunedì 27 Aprile 2009,

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Foen1 (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Foen1 Lunedì 27 Aprile 2009, VIRTUS CSM FARRA DI SOLIGO: Gosetto, Meneghin, Gallon, Mognon, M. Nardi, Busetti, E. Simoni (st 35' Tonon), Zandonà (st 24' Puppetti), Vassalli, Baratto (st 40' Gerlin), Bittante. FOEN: Zatta, Nacinovi, Noventa, Fiorin, Ben, Zucco, Prigol (st 38' Bazzocco), D'Agostini, Bordin (st 32' Slongo), Biasion, Amodio. All. Redi. ARBITRO: Ajdini di Treviso. I ragazzi di Roberto Mognon soffrono nel primo tempo ma dilagano nella ripresa con ben tre reti signate da Enrico Simoni, Vassalli e Puppetti, entrato da pochissimi minuti per rilevare Zandonà.

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Doppietta di Facchin sempre più primo (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (OgniSport)" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Doppietta di Facchin sempre più primo Lunedì 27 Aprile 2009, GIRONE Q 26 GOL: Sartor (Montegrappa) 25: Buffon (Cisonese). 23: F. Pellizzari (Bessica. 20: Biasion (Foen). 19: Bortot (Sernaglia). 14: Pastro (Bessica). 13: D. Bortolon (Altivolese), M. Alberton (Castion), Bacchetti (S.P. Calcio 2005), E. Simoni (Virtus Csm), 12: Pradetto (Cisonese). 11: Gelisio (Juventina), Zandonà (Bessica), Puppetti (Virtus CSM). 10: Merlo (Caerano), Robassa (Juventina), Binotto (Montegrappa). 9: Tavarner (Lentiai), Bentivenga (Altivolese), Bittante (Virtus Csm). 8: L. Nussio (Castion). 7: Farenzena (Agordina).

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Banche, Guzzetti: Intesa non finanzierà più società di armi (sezione: Giustizia)

( da "Velino.it, Il" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO - Banche, Guzzetti: Intesa non finanzierà più società di armi Roma, 27 apr (Velino) - Dopo la fusione che ha dato vita a Intesa Sanpaolo, circa un anno e mezzo fa, “è stata presa una decisione chiara: la nostra banca non finanzia più società che investono in società che hanno in qualche modo a che fare con lo sfruttamento del lavoro minorile, con il commercio di armi o di mine antiuomo”. Lo ha detto Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, parlando delle cosiddette “banche armate”, quegli istituti che investono in società coinvolte nel commercio internazionale di armi. Intervistato da Angelo Maria Perrino, direttore del quotidiano online Affaritaliani.it, Guzzetti ha parlato della situazione finanziaria attuale: “In generale, in questi anni si è fatta una finanza che non aveva alcun riferimento con l’economia reale. Uno si domandava, ‘ma se tutti guadagnano e partono dall'operazione iniziale, come fanno ad aggiungere altri guadagni?’ Ora, io sono un credente, ho fede nel fatto che Gesù Cristo fu capace di moltiplicare pani e pesci, ma non credo che di questo siano capaci i banchieri, in particolare americani e inglesi”. Per quanto riguarda il nostro paese, il presidente della Fondazione Cariplo rileva come “nella cultura italiana di far banca c’era la spinta di vendere, di piazzare prodotti assicurativi. Ma le nostre banche non hanno mai fatto le operazioni di cui sono stati capaci i finanzieri americani. Da loro abbiamo importato la cultura delle trimestrali, del profitto, ma non quella di queste operazioni”. Parlando di Stato e welfare, Guzzetti ricorda che “oggi lo Stato sociale è andato a pezzi, la spesa sociale si riduce sempre di più. Lo stato e gli enti locali non possono dismettere le loro responsabilità e introdurre nel nostro paese l'alibi del volontariato, del terzo settore che può fare supplenza. Questa è una grossa mistificazione e un grosso imbroglio. La Corte Costituzionale ha messo fine a un conflitto tra noi e Tremonti, che voleva rendere pubbliche le Fondazioni. La Consulta, relatore Zagrebelsky, ha scritto una frase di importanza cruciale: ‘Le Fondazioni fanno parte dell'organizzazione del privato sociale e la loro missione è di consentire al terzo settore di dare attuazione al principio di sussidiarietà’”. Alla domanda su chi sia la personalità più importante, se il banchiere Corrado Passera o il presidente di una Fondazione, Guzzetti precista che si tratta di “due cose diverse. Stiamo coniugando i cani con i gatti. è chiaro che Passera fa un certo mestiere, importantissimo. Poi io non entro nel merito di certe operazioni che hanno fatto, ma non si può dare un giudizio univoco”. Il problema delle Fondazioni, ha concluso Guazzetti, “non è costituito dal patrimonio, ma dai rendimenti. è chiaro che oggi soffriamo per l'assenza di rendimenti. Tuttavia negli anni grassi abbiamo non solo soddisfatto l'erogazione che la Commissione centrale di Beneficenza ci indicava, ma anche accantonato i soldi che avanzavano. Con quel surplus abbiamo costituito un fondo che oggi ammonta a circa 500 milioni di euro. Di questa somma, utilizzeremo 113 milioni di euro per chiudere il 2008”. (red/cos) 27 apr 2009 11:02

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Consiglio tra manovra e Statutaria (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Cronaca Regionale Pagina 105 Consiglio tra manovra e Statutaria Martedì in aula la Finanziaria nell'attesa del verdetto sulla legge --> Martedì in aula la Finanziaria nell'attesa del verdetto sulla legge Riprendono domani, con la seduta dedicata a Sa die e l'esame della Finanziaria, i lavori del Consiglio. Il patto tra i due poli è chiaro: la Finanziaria 2009, alla scadenza del quarto mese di esercizio provvisorio di bilancio, va approvata in tempi rapidi. Entro il 7-8 maggio, si sono detti maggioranza e opposizione al momento del via libera in commissione. Perciò l'iter del disegno di legge, che approderà domani in aula, si preannuncia spedito. Ma i temi della settimana politica non saranno solo quelli della manovra: Giunta e Consiglio regionale aspettano di conoscere la sorte della legge statutaria, arrivata nei giorni scorsi all'esame della Corte costituzionale (dopo il ricorso del Governo contro l'atto di promulgazione del luglio 2008). E naturalmente si parlerà ancora di G8: in particolare, il centrosinistra è intenzionato a chiedere che, prima di avviare la discussione sulla Finanziaria, il presidente della Regione Ugo Cappellacci riferisca all'assemblea dello spostamento all'Aquila. LA MANOVRA La richiesta dovrebbe essere contenuta in una questione pregiudiziale che l'opposizione porrà appunto domani. Il calendario dei lavori consiliari prevede, in prima battuta, la seduta solenne dedicata a Sa die de sa Sardigna. Dopodiché si darà il via all'esame della manovra, con le relazioni di maggioranza (affidata al sardista Paolo Maninchedda) e di minoranza (Chicco Porcu del Pd). Il centrosinistra chiederà però che, prima di passare ai temi del bilancio, Cappellacci riferisca in aula sulla novità del G8 spostato dall'isola della Maddalena. Non è escluso che la maggioranza possa concordare sulla richiesta: specie se il Pd e i suoi alleati daranno la disponibilità a contingentare i tempi del dibattito sul tema del vertice internazionale, e ad approvare comunque la Finanziaria entro la prossima settimana. Sulla manovra in senso stretto, non si prevedono scontri durissimi. In commissione Bilancio sono stati presentati solo 72 emendamenti, ed è probabile che anche in aula siano poche le ipotesi di modifica su cui si svilupperà un vero dibattito. Il centrosinistra, che in commissione si è astenuto, insisterà più che altro su alcuni stanziamenti destinati a rimarcare il carattere anti-crisi della Finanziaria: quindi soprattutto sul versante sociale e del sostegno alle famiglie. Anche la maggioranza mira ad avere in tempi rapidi uno strumento utile per dare le prime risposte alla drammatica richiesta di aiuto di ampi strati sociali della popolazione sarda. LA STATUTARIA L'altro fronte su cui si concentrerà in questi giorni l'attenzione dei partiti è, come detto, quello della legge statutaria. Dopo l'udienza di martedì scorso alla Consulta, per diversi giorni si sono rincorse voci contraddittorie, in assenza di una decisione ufficiale dei giudici. Inizialmente, soprattutto negli ambienti della maggioranza di centrodestra molti erano convinti dell'accoglimento del ricorso del Governo (che aveva contestato la legittimità non della statutaria in sé, ma dell'atto con cui Renato Soru l'aveva promulgata nove mesi fa, dopo il mancato raggiungimento del quorum nel referendum confermativo). Convinzione rafforzata dal fatto che, nell'udienza di fronte alla Corte, non erano stati neppure ammessi - per un ritardo nella presentazione del controricorso - gli avvocati della Regione, che avrebbero dovuto difendere la promulgazione. Successivamente, altre voci provenienti da ambienti romani hanno parlato di una decisione di non ammissibilità del ricorso governativo. La Consulta, se fosse vera questa indiscrezione, non avrebbe giudicato la controversia nel merito, ma semplicemente deciso che il Consiglio dei ministri non era legittimato a sollevare la questione di costituzionalità. Per il verdetto, da cui dipende forse anche la durata dell'esecutivo nella sua attuale composizione, potrebbe essere questione di giorni. (g. m.)

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L'Udc rafforza gli ideali naccio (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

L'Udc rafforza gli ideali naccio @@A Enna il vertice programmatico tra i circoli culturali del partito e il capogruppo al Senato, D'Alia «La commissione Bilancio dell'Assemblea regionale siciliana, di cui fanno parte anche i deputati ennesi, Elio Galvagno e Edoardo Leanza, lo scorso 21 aprile, sulla questione Rifiuti, ha presentato un emendamento di legge che e' in contrasto con la Costituzione e con la sentenza del Cga (Consiglio di giustizia amministrativa) di Palermo». A denunciare quanto starebbe avvenendo all'Ars e' Mario Orlando del Centro studi «Senatore Romano», di Enna, uno dei leader storici nella battaglia riguardante la questione rifiuti che viene portata avanti da alcuni con vari successi. «A Palermo - afferma Orlando - vogliono istituire nuovamente cio' che sino a ora e' stato bocciato». Mario Orlando, cita leggi e sentenze e dice: «Lo scorso 29 dicembre 2008, la corte costituzionale ha annullato le leggi emanate in materia di rifiuti dalla Regione siciliana. E' stato stabilito - aggiunge Orlando - che la Tarsu non e' istituita dalla Regione e quindi non e' un tributo regionale, ma e' un tributo erariale istituito dallo Stato». La battaglia di Mario Orlando e di quanti da anni sono impegnati in prima linea sulla controversa materia dei rifiuti, quindi, continua e da Enna si sposta a Palermo. «Non siamo disposti - dice Orlando - ad accettare la regolarizzazione di un errore e per tale ragione, assieme alle altre associazioni che si stanno impegnando in questa battaglia, stiamo avvertendo il Commissario dello Stato, affinché vigili sulle manovre che si stanno effettuando a Palermo». Arcangelo Santamaria

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Affidamento in prova al servizio sociale (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Affidamento in prova al servizio sociale Mappa agg. al 27.04.2009 Stampa | Segnala | Condividi Penale | Penitenziario AFFIDAMENTO IN PROVA Affidamento in prova al servizio sociale L’affidamento in prova è una misura alternativa alla detenzione con la quale il condannato viene affidato al servizio sociale fuori dell'istituto per un periodo uguale a quello della pena da scontare. L’affidamento in prova può applicarsi qualora la pena detentiva inflitta non supera tre anni (art. 47 L. 354/75). Altalex Massimario (www.massimario.it) Affidamento in prova, beneficiario, frequentazione di pregiudicati, limite Cassazione penale , sentenza 25.02.2009 n° 8446 Ordinamento penitenziario, benefici, affidamento in prova al servizio sociale Corte Costituzionale , sentenza 16.03.2007 n° 78 Altalex Quotidiano (www.altalex.com) Affidamento in prova: il “cavallo di ritorno” attenua la gravità del reato Tribunale di Sorveglianza di Catanzaro, ordinanza 09.05.2006 (G. Buffone) Stampa | Segnala | Condividi |

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Non punibile il falso testimone volontario davanti alla polizia (sezione: Giustizia)

( da "CittadinoLex" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Sei in: Prima Pagina | Giustizia | Testo Era già previsto per le dichiarazioni davanti al publico ministero Non punibile il falso testimone volontario davanti alla polizia (Corte costituzionale 75/2009) È stato sanato uno scompenso, nella disciplina penale delle false o reticenti dichiarazioni, fornite alla Polizia giudiziaria, in assenza dei presupposti necessari per configurare un obbligo a deporre nel dichiarante. L'art.384, comma 2, del Codice penale esclude la punibilità, nel caso di persona che per legge non sarebbe stata obbligata a "fornire informazioni ai fini delle indagini", e comunque non sia stata avvertita delle facoltà di astenersi. I casi previsti sono quelli disciplinati dagli artt. 371-bis, 371-ter, 372 e 373 del Codice penale, riguardanti testimoni, periti, consulenti tecnici, intepreti, le cui affermazioni o testimonianze siano state raccolte in modo "non legittimo", dinanzi al Pubblico Ministero incaricato. Ma, nel caso specifico, il comportamento di un soggetto indagato - a norma dell'art.371, comma 2, lettera B, del Codice di procedura penale - per reato probatoriamente collegato all'altrui reato, per il quale (altrui reato) le dichiarazioni infedeli sono state rese all'autorità di Polizia dall'indagato in questione, è arrivato a integrare il reato di favoreggiamento personale a carico dello stesso soggetto dichiarante. Nella problematica, sottoposta ai Giudici della Consulta, dunque, il tribunale di Biella lamenta che circostanza analoga a quella prevista dall'art.384, comma 2, del Codice penale potrebbe presentarsi (come, in effetti, si è presentata), tutte le volte che la condotta di mendacio o reticenza si produca nell'ambito di previsione dell'art.378 del Codice penale, e cioè, allorché le false o reticenti informazioni siano assunte dalla Polizia giudiziaria. La diversità del trattamento è perciò irragionevole. E la Corte ha messo in evidenza la sostanziale omogeneità tra il reato di false dichiarazioni rese al Pubblico Ministero e quello di favoreggiamento dichiarativo, integratosi a seguito di false o reticenti informazioni rese alla Polizia. Il tutto, anche a fronte della "sostanziale equiparazione", operata dalla più recente normativa (L. 356/1992 e L. 63/2001), in merito alle dichiarazioni effettuate agli organi giudiziari. Incostituzionalità conclusiva, per l'art.384, comma 2, del Codice penale, nella parte in cui non esclude la punibilità per falso o reticenza dell'indagato di reati collegati a quello per cui sono state rese alla Polizia dichiarazioni false o reticenti.(27 aprile 2009)

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Romania nu a solicitat deocamdata suspendarea negocierilor UE-R. Moldova (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 27-04-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Romania nu a solicitat deocamdata suspendarea negocierilor UE-R. Moldova Rl online Luni, 27 Aprilie 2009 Nu s-a pus deocamdata problema ca Romania sa sustina, in cadrul reuniunii ministrilor de externe ai UE (CAGRE), aflata in desfasurare la Luxemburg, suspendarea negocierilor dintre UE si R. Moldova privind un nou acord, a declarat pentru NewsIn purtatorul de cuvant al MAE, Alin Serbanescu. "Ar fi o greseala istorica sa confundam actiunile Guvernului Republicii Moldova cu aspiratiile europene firesti al cetatenilor moldoveni", a declarat Cristian Diaconescu, la CAGRE, potrivit purtatorului de cuvant al MAE. Situatia din R. Moldova a fost pusa insa pe agenda Consiliului pentru afaceri generale si relatii externe (CAGRE) la insistentele Romaniei, fata de care R. Moldova a adoptat in ultima luna o atitudine agresiva si discriminatorie. Ministerul de Externe a anuntat vineri ca a primit o nota verbala din partea Ministerului Afacerilor Externe si Integrarii Europene din Republica Moldova prin care acesta solicita autoritatilor romane sa propuna o alta persoana decat Mihnea Constantinescu pentru postul de ambasador la Chisinau. In consecinta, MAE a informat ca va anunta "in scurt timp masurile pe care le va lua in urma acestui gest al autoritatilor moldovene". Surse diplomatice declarasera pentru NewsIn ca ministrul de externe va sustine luni la CAGRE suspendarea discutiilor pe mandatul pentru noul acord ce ar urma sa reglementeze relatiile dintre UE si Republica Moldova. Practic, prin exprimarea refuzului agrementului in scris, semnalul transmis de Chisinau este ca doreste blocarea relatiilor bilaterale cu Romania, au explicat sursele diplomatice, subliniind ca R. Moldova taie canalele de comunicare normale dintre doua state. "In acest moment, oricat de prudenta ar fi reactia Romaniei, Chisinaul a trecut dincolo de limite", afirmau sursele citate. Din aceeasi categorie: Yahoo renunta la GeocitiesGripa porcina a ajuns in EuropaRepartizarea dosarului Becali, verificata de CSM Voteaza

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Alfano tagli i fondi a certi tribunali A cominciare da quello di Venezia (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 28-04-2009)

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Alfano tagli i fondi a certi tribunali A cominciare da quello di Venezia LUCIANO DUSSIN * La magistratura in questo Paese fa quello che vuole. I magistrati agiscono in assoluto regime di anarchia. Il Csm, consiglio superiore della magistratura ha funzioni di autotutela uniche al mondo. E' eletto per i due terzi dagli stessi magistrati, i compiti: organizza corsi, le assunzioni, i trasferimenti, le promozioni, «attua» le sanzioni disciplinari..., se vi sembra poco. La domanda che segue è di solito questa: ma il ministro della giustizia in questo Paese a cosa serve? Richiesta legittima, che però resta senza risposta. In effetti il ministro della giustizia può presentare delle proposte di legge, come qualsiasi altro parlamentare, può chiedere, quasi sempre inutilmente, al Csm di fare delle verifiche disciplinari sull'operato di certi magistrati, per il resto ha il compito di garantire il funzionamento della giustizia sotto l'aspetto ragionieristico, vale a dire assegnarne i finanziamenti per il relativo funzionamento. Considerando che in Italia già spendiamo più della media UE per la giustizia e quindi non serve inventarsi altre voci di spesa, e che abbiamo un numero spropositato di addetti nello stesso comparto, resta poco da fare per il ministro. Però, esercitando la funzione attribuitagli potrebbe fare la differenza tra un tribunale e l'altro. Parlandosi chiaramente, potrebbe garantire risorse ai tribunali che funzionano bene, ed «affamare» economicamente gli altri. Ed è proprio quello che con questo scritto suggerisco di fare al ministro Alfano. Certi tribunali dovrebbero essere privati di luce, acqua, riscaldamento, attrezzature, e via via, perché se non operativi almeno riuscirebbero a non mortificare i sentimenti dei nostri cittadini. Potrei da subito suggerire i tribunali di Venezia come primi interessati a questa forma di «affamamento», primi, di una lunga serie che potrebbe seguirne. Perché cominciare da Venezia? Mah, forse perché mi sono arrabbiato nero, certamente uno fra i tanti, nell'apprendere dai giornali locali le ultime due iniziative che dagli stessi sono scaturite. La prima è stata quella di interessare la Corte Costituzionale (vi raccomando anche questa...) sulle aspirazioni di una coppia di omosessuali intenzionati a sposarsi. Di fatto, il tentativo partito dal tribunale lagunare, che personalmente spero sprofondi, cerca di introdurre nel nostro ordinamento nuovi istituti mai previsti da nostri legislatori, interpellando un altro organo di giustizia, la Corte Costituzionale, che dovrà perdere tempo inutilmente per dare seguito a questa iniziativa che nulla ha a che fare con i compiti della magistraura. Sulla Corte Costituzionale potremo aprire un dibattito a parte sulla necessità di una sua riforma complessiva, ma basti ricordare che ha la capacità di bocciare senza appello le leggi di chi rappresenta la sovranità popolare in parlamento e nei consigli regionali. Un compito, anche questo unico al mondo, che richiederebbe una terzietà ed un imparzialità assolute - invece smentite periodicamente addirittura con pubblicazioni, peraltro mai negate, che attribuiscono ai vari componenti della stessa le loro vicinanze politiche. Praticamente abbiamo un secondo parlamento, abusivo, che conta più di quello effettivo ed eletto dai cittadini, e per questo bisogna agire con le dovute modifiche di legge. Tornando a Venezia, il secondo atto, di un sostituto procuratore generale, è stato quello di impugnare presso la Cassazione la sentenza di assoluzione che ha riguardato finalmete le vicissitudini dei «Serenissimi». Mi chiedo se sia possibile che a fronte dell'immane lavoro che questi tribunali dovrebbero svolgere per garantire la presenza nelle patrie galere dei delinquenti che imperversano nel territorio, questi magistrati attivino, a spese della comunità, iniziative di questo tipo. La risposta è no. Volete dirmi che non sarebbe opportuno farli lavorare al freddo e al buio, almeno finché indendono farlo in questo modo? Penso proprio non ci siano dubbi a tal riguardo. Quindi la proposta, sig. Ministro, è quella di chiudere qualsiasi forma di trasferimento di risorse verso questi uffici pubblici che tutto fanno tranne quello che dovrebbero fare. Questo si può fare da subito, almeno finché non ritorni il buon senso dell'agire all'interno di queste struutre pubbliche. Per il futuro mi auguro che la proposta della Lega di avere dei procuratori generali eletti dai cittadini che si assumano la responsabilità di controllare i magistrati loro subalterni, si realizzi in fretta, perché di queste storie non ne possiamo veramente più! (*Parlamentare della Lega Nord)

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Sospesa solo per motivi tecnici la prima delle 13 demolizioni previste a Procida per reat... (sezione: Giustizia)

( da "Leggo" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Sospesa solo per motivi tecnici la prima delle 13 demolizioni previste a Procida per reati di abusivismo, mentre i sindaci di Ischia attendono con trepidazione la pronuncia della Corte Costituzionale sullo stop alle ruspe chiesto dal giudice monocratico a riguardo di ben 140 demolizioni "ordinate" dalla Procura di Napoli in seguito a sentenze passate in giudicato. Giorni di passione, insomma, sulle due isole partenopee finite nel mirino del procuratore Aldo De Chiara.

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passato e futuro della costituzione (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina III - Napoli L´incontro Passato e futuro della Costituzione "La Costituzione dal passato al futuro" è il tema di un incontro di studio tra insigni costituzionalisti. Il vice presidente del Csm Nicola Mancino presiede la discussione tra Giuliano Amato, presidente dell´Istituto dell´Enciclopedia italiana Treccani, e il professor Gianni Ferrara. L´incontro comincerà alle 16 nell´aula Pessina della Facoltà di Giurisprudenza al corso Umberto 40, dopo i saluti del rettore Guido Trombetti e del preside della Facoltà Lucio De Giovanni. In occasione dell´incontro sarà presentato il volume di Massimo Villone "Il tempo della Costituzione", manuale online di diritto costituzionale.

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Derivati, un allarme rimasto inascoltato (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Economia e Politica data: 28/04/2009 - pag: 11 autore: Derivati, un allarme rimasto inascoltato Sui derivati finanziari ha scritto la tesi di laurea dieci anni fa e da allora Chiara Oldani, allieva di Paolo Savona, non ha mai smesso di studiarne pregi e difetti, soprattutto i difetti. Il risultato è un saggio in lingua inglese, Governing Global Derivatives, edito dalla inglese AshGate, casa editrice indipendente della migliore saggistica economica mondiale, che sarà presentato il prossimo 5 maggio a Viterbo nel corso di una tavola rotonda sul tema della finanza globale e dei derivati in programma nell'aula magna del Rettorato dell'Università della Tuscia (via Santa Maria in Gradi). Insieme all'autrice, ricercatrice e docente presso l'ateneo viterbese, parteciperanno alla discussione l'economista Paolo Savona, presidente di Unicredit Banca di Roma, il giurista Stefano Battini, docente di diritto amministrativo e procuratore presso la Corte costituzionale, e i professori dell'università della Tuscia Anna Maria D'Arcangelis (Finanza) e Maurizio Ridolfi (preside di Scienze politiche). La tesi del saggio è che le autorità nazionali e internazionali non hanno tenuto conto degli allarmi sollevati dai ricercatori sui rischi che i derivati stavano creando e sull'ingente liquidità che, prima o poi, sarebbe servita alle banche centrali per coprire le perdite connesse alle operazioni su questi strumenti finanziari. Allarmi purtroppo caduti nel vuoto. «Se le autorità monetarie ci avessero ascoltato, non saremmo arrivati alla crisi della finanza mondiale», sostiene l'allieva di Savona.Governing Global Derivatives analizza il ruolo della più importante innovazione finanziaria degli ultimi decenni nella sua dimensione globale. L'evoluzione dei derivati, specialmente Otc e la possibilità di gestire i rischi dei singoli clienti sono gli ingredienti della ricetta del successo dei derivati finanziari. Il libro analizza il loro ruolo macroeconomico, considerando gli aspetti monetari, fiscali e l'impatto sulla crescita, e sottolinea le carenze nel sistema degli incentivi, della supervisione e della vigilanza.

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Multe, chi guida l'auto deve risultare dai turni (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Giustizia e Società data: 28/04/2009 - pag: 29 autore: Debora Alberici Multe, chi guida l'auto deve risultare dai turni Le società sono tenute a comunicare chi era alla guida dell'auto perché in aziende ben organizzate «l'uso dei veicoli normalmente risulta dai turni di servizio». Quando non lo fanno pagano una multa salata. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 9847 del 24 aprile 2009, ha accolto il ricorso del comune di Parma. Ecco il principio applicato dalla seconda sezione civile: «In tema di violazioni alle norme del codice della strada, con riferimento alla sanzione pecuniaria inflitta per l'illecito amministrativo previsto dal combinato disposto degli articoli 126-bis penultimo periodo e 180 del cds, il proprietario del veicolo, in quanto responsabile della circolazione dello stesso nei confronti delle pubbliche amministrazioni, è tenuto sempre a conoscere l'identità dei soggetti ai quali ne affida la conduzione, onde dell'eventuale incapacità d'identificare detti soggetti necessariamente risponde, nei confronti delle une per le sanzioni e degli altri per i danni, a titolo di colpa per negligente osservanza del dovere di vigilare sull'affidamento in guisa da essere in grado di adempiere al dovere di comunicare l'identità del conducente». Non solo. «Peraltro, la sentenza della Corte costituzionale n. 27 del 2005, che pure ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del secondo comma dell'articolo 126-bis cod. strada, nella parte in cui era comminata la riduzione dei punti della patente a carico del proprietario del veicolo che non fosse stato anche responsabile dell'infrazione stradale, ha affermato che nel caso in cui il proprietario ometta di comunicare i dati personali e della patente del conducente, trova applicazione la sanzione pecuniaria di cui all'articolo 180 del cds e che in tal modo viene anche fugato il dubbio in ordine a una ingiustificata disparità di trattamento realizzata tra i proprietari di veicoli, discriminati a seconda della loro natura di persone giuridiche o fisiche, ovvero, quanto a queste ultime, in base alla circostanza meramente accidentale che le stesse siano munite o meno di patente».

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clandestini, via la denuncia dei medici ma tornano ronde e detenzione lunga - liana milella (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 14 - Interni Nel ddl sicurezza emendamenti di Maroni su vigilantes e permanenza nei Cie. Ma sarà battaglia anche nel Pdl Clandestini, via la denuncia dei medici ma tornano ronde e detenzione lunga Alfano ripropone l´obbligo per il Csm di trasferire le toghe nelle sedi rimaste vuote Dopo la protesta dei 101 ora la Mussolini chiede di cancellare il reato di clandestinità LIANA MILELLA ROMA - Roberto Maroni, il ministro dell´Interno, è stato di parola: ronde e centri d´espulsione (Cie) a sei mesi tornano alla Camera come emendamenti del governo (e della stessa Lega) al ddl sicurezza per diventare al più presto operativi (lui s´augura in due mesi ma il testo dovrà tornare al Senato). La permanenza lunga nei Cie (dagli attuali 60 ai futuri 180 giorni) è stata impallinata dai franchi tiratori del Pdl prima a palazzo Madama e poi a Montecitorio; i «volontari per la sicurezza», alias ronde a disposizione dei sindaci, erano state stralciate dall´ultimo dl su stupri e stalking per garantirne la conversione. Ma il Carroccio ha puntato i piedi: o rientrano o il governo cade. E ieri, nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, ronde e Cie sono riapparsi. In compenso, dal ddl esce la norma sui medici-spia, liberi di denunciare uno straniero che va in ospedale ma non ha il permesso di soggiorno. Regola che ancora ieri mattina il presidente della Camera Gianfranco Fini, visitando l´ospedale San Gallicano che s´occupa solo di immigrati, ha giudicato «un errore giuridico e di miopia politica». I relatori Francesco Paolo Sisto e Jole Santelli ne sottoscrivono la soppressione. Indispensabile peraltro dopo la clamorosa protesta di Alessandra Mussolini che un mese ha raccolto le firme di 101 deputati concordi nel chiedere un passo indietro. Il Pd è soddisfatto, ma resta la dura valutazione su una legge che Donatella Ferranti bolla come «xenofoba e razzista». Per il dipietrista Massimo Donadi è un testo «dannoso per il funzionamento delle istituzioni». Lo scontro è assicurato. Il primo assaggio ci sarà, tra oggi e domani, in commissione. Poi toccherà all´aula, a partire da giovedì. Col solito trucco la maggioranza conta di partire il 30 aprile con la discussione generale, per andare al mese successivo con i tempi contingentati. L´opposizione annuncia che non farà sconti sui 66 articoli che introducono norme severissime contro gli immigrati, a partire dal reato di clandestinità. Ma sarà maretta pure nella coalizione. Come dimostrano i venti emendamenti della Mussolini, a partire proprio dalla richiesta di sopprimere quel nuovo delitto. E poi la tassa di 200 euro sui permessi di soggiorno e il divieto di iscrivere i figli all´anagrafe se la casa è sotto gli standard igienico-sanitari. «Sarò in commissione perché voglio assolutamente difendere le mie modifiche sostenute da una decina di colleghi» dice la Mussolini. Si riaffaccia, con lei, il dissenso nel gruppo e il rischio di sorprese nel corso delle votazioni segrete. Le occasioni sono molte. Lo dimostrano i quasi 400 emendamenti, 167 Pd, 30 Idv, 21 Udc, ma una settantina anche del Pdl. Il governo insiste sulla linea della durezza. Non arretra con la tassa dei 200 euro, con la stretta sulla possibilità per lo straniero di restare in Italia grazie ai legami familiari (saranno ammessi solo quelli di secondo grado). Neppure il Guardasigilli Angelino Alfano rinuncia a una rentrée: ripropone l´obbligo per il Csm di trasferire le toghe nelle sedi prive di domande. L´Anm aveva fatto balenare lo sciopero. Ma lui insiste. Solo un ammorbidimento per l´oltraggio al pubblico ufficiale: resta, ma sarà estinto se c´è il risarcimento del danno (Santelli).

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(sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«In Europa è in gioco la nostra libertà» --> Il vice presidente del Parlamento di Strasburgo: quasi l'80% delle nostre leggi ormai non si decide a livello nazionale Il relativismo avanza, ma non dobbiamo rispondere all'ideologia della morte con una sorta di «ideologia della vita» Martedì 28 Aprile 2009 GENERALI, pagina 6 e-mail print Di Europa, da noi, si parla poco. Giusto quando si ha da ridire sull'euro, oppure quando ci si accorge che il cioccolato, grazie alle leggine di Bruxelles, sta perdendo sapore. Della politica continentale, poi, ci si ricorda solo ora che arrivano le elezioni. Mario Mauro - che ieri ha partecipato a un affollato incontro in Borsa Merci a Bergamo - è vice presidente del Parlamento europeo. Anzi, Berlusconi lo ha proposto, nella nuova legislatura, come il candidato italiano alla presidenza. Mauro spiega che ci converrebbe dare un'occhiata più attenta a ciò che si decide in Europa. Perché mentre noi passiamo le settimane a commentare gli aggettivi di Berlusconi e i punti esclamativi di Franceschini, a Bruxelles ormai si fa politica. Tra Commissione, Europarlamento, Corte di giustizia, Banca centrale e agenzie varie si decide quanto ci costerà la casa, quali imprese potranno resistere alla crisi, quanti disoccupati potremo sopportare nei prossimi due anni e come sarà fatta la famiglia di domani. Si decide se l'eutanasia sarà legale e se le suore potranno continuare a portare il velo. «Oggi - dice l'onorevole Mauro - su cento leggi che vengono fatte nel nostro Paese da Parlamento e governo, fino a 78 sono atti di ratifica di provvedimenti presi a Bruxelles. Secondo Eurobarometro, però, non più del due per cento dell'informazione politica italiana è composta da notizie che riguardano il processo decisionale europeo. Questi due dati incrociati ci dicono che l'Europa conta tantissimo e che, paradossalmente, soffriamo un deficit di democrazia». L'Europa politica è molto zapaterista e cerca poi di imporre alle legislazioni nazionali il suo «quadro etico». «Questa non è una peculiarità delle istituzioni europee, è una cultura che si va diffondendo. Non dimentichiamo le sentenze della nostra Corte costituzionale: una visione relativista è ormai un portato della società europea. Relativismo e fondamentalismo sono i pericoli più grandi che l'uomo contemporaneo vive. L'antitesi a questa mentalità però non può essere la difesa a oltranza di "valori" intesi in termini ideologici. Se all'"ideologia della morte" noi rispondiamo con una sorta di "ideologia della vita" a tutti i costi, non usciamo dallo schema. Ci vuole invece una capacità di generare delle speranze concrete». Ad esempio? «Oggi può voler dire scommettere sui giovani, sul lavoro, investire nel campo dell'educazione. Assumersi la responsabilità di una politica estera e di difesa, governare l'immigrazione». Di questo si parla poco. «Sulla teoria dei cosiddetti "nuovi diritti" sono in ballo delle operazioni di potere, che vogliono sostituire certe priorità con altre. Alle questioni più urgenti si tendono a sostituire - attraverso la teoria della "non-discriminazione" - le rivendicazioni di una categoria particolare. Non si tratta di negare i diritti degli omosessuali, ma di chiedersi quali sono le priorità della nostra politica. E le ragioni di fondo intorno alle quali costruiamo la nostra società. Credo che l'intuizione dei padri fondatori dell'Europa di mettere al centro il valore della persona vada riproposta integralmente». Stefano Rodotà a Bergamo qualche settimana fa ha raccontato che Jacques Chirac pose un vero aut-aut in Europa: se fosse passata nella Costituzione l'idea delle «radici cristiane» era pronto a far saltare il banco. È ancora così forte lo scontro? «Un simile atteggiamento di chiusura è prima di tutto un fattore di miopia politica. Vuol dire privare una generazione della possibilità di capire da dove viene l'accento "personalistico" di questa costruzione politica: non possiamo dimenticare che il progetto che chiamiamo "Europa unita" nasce da un'amicizia molto concreta, cristiana: quella tra Adenauer, Schuman e De Gasperi». È un'Europa ormai lontana però: non rischia di essere astratta? «L'Europa dei grandi ideali è quella più concreta, quella che ci ha garantito cinquant'anni di pace e di sviluppo. L'Europa delle tecnocrazie ci ha fatto sostanzialmente arenare sullo scoglio della difesa di interessi a volte piccoli al punto da essere meschini. E in realtà ha diminuito il nostro benessere, che oggi per la prima volta sta calando». Anche difendere i «valori cristiani» non rischia di sembrare una battaglia a difesa dei diritti di una minoranza? «La libertà religiosa non è una libertà come tutte le altre, ma è la cartina di tornasole dell'esistenza di tutte le altre libertà. Nelle società in cui prende il sopravvento una dittatura, questa prima di tutto nega spazio alla possibilità di vivere, con rilevanza sociale, la propria fede: è stata una caratteristica dei totalitarismi sia di destra che di sinistra. Una società che lascia l'uomo libero di cercare la propria felicità è una società aperta, e noi vogliamo che l'Europa sia tale. Comunque oggi costruire l'Europa unita non vuol dire costruire un club cristiano. Vuol dire, anche a partire dell'esperienza di fede che uno fa, cercare di realizzare un luogo che aiuti 530 milioni di persone a sentire le istituzioni come amiche, come garanti e non come padrone della propria vita». Carlo Dignola 28/04/2009 nascosto-->

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Avvocati, nasce la Camera Civile (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA PISTOIA pag. 4 Avvocati, nasce la Camera Civile L'INIZIATIVA NOMINATO IL DIRETTIVO, GIOVANNELLI PRESIDENTE E' NATA la Camera Civile degli Avvocati di Pistoia. L'iniziativa è stata di alcuni avvocati del foro pistoiese che hanno ritenuto di costiuire, anche nella nostra provincia, una camera civile, già presente in molti tribunali della Toscana, per contribuire attivamente al dibattito nazionale e locale sul problema giustizia e con particolare riferimento al settore della giustizia civile. Tra gli scopi della Camera Civile: la promozione in tutte le sedi dell'adeguamento dell'ordinamento civile, sostanziale e processuale, alle esigenze della società e contribuire al migliore funzionamento della giustizia civile, anche attraverso l'istituzione e l'organizzazione di Centri di risoluzione delle controversie, come le camere arbitrali e di conciliazione; mantenere alto il prestigio degli operatori, diffondere e sviluppare i principi della deontologia professionale; promuovere iniziative utili per l'attività giudiziaria civile mediante conferenze, dibattiti, congressi, pubblicazioni e corsi d'aggiornamento professionale; tenere i contatti con il consiglio dell'Ordine degli avvocati di Pistoia, con le altre associazioni forensi, con le autorità giudiziarie e con i rappresentanti dei pubblici poteri; promuovere iniziative atte a sviluppare il senso di responsabilità, l'amore per lo studio, la continua ricerca della professionalità. La Camera Civile nasce con espressa volontà di dare il proprio contributo al Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Pistoia, alla Scuola Forense, alla Camera Penale di Pistoia. L'assemblea ha nominato il primo Consiglio Direttivo composto da: Caterina Silvestri, Lorenzo Franchini, Fernando Paggetti, Fabio Nannotti, Ezio Tonfoni, Giovanni Giovannelli e Franco Ballati. Queste le nomine: presidente l'avv. Giovanni Giovannelli, vice presidente l'avv. Franco Ballati, tesoriere l'avv. Fernando Paggetti, segretario l'avv. Franco Ballati e membri gli avvocati Caterina Silvestri, Lorenzo Franchini, Fabio Nannotti e Ezio Tonfoni. Presidente onorario è stato nominato il presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Pistoia, avv. Giancarlo Bellizzi. Nella prima riunione il direttivo ha costituito un comitato scientifico nelle persone di: Lorenzo Franchini; Fabio Nannotti; Enrico Panicucci; Davide Ferretti; Franco Ballati; Caterina Silvestri. La Camera Civile di Pistoia è aperta ad ogni contributo che qualsiasi interessato voglia offrire.

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Battaglia nel centro di Istanbul: tre morti nell'assedio (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

TURCHIA Ucciso un militante dell'ultra sinistra asserragliato in un palazzo, un poliziotto e un passante Battaglia nel centro di Istanbul: tre morti nell'assedio Orsola Casagrande Tre morti e sette feriti. È il bilancio della sparatoria che ieri mattina ha sconvolto il quartiere bene di Istanbul «Bostanci» (sul lato asiatico della città). La sparatoria è iniziata durante la perquisizione di un appartamento che le forze di sicurezza hanno detto appartenere a un'organizzazione della sinistra estrema, Devrimci Karargah (quartier generale rivoluzionario). I morti sono un presunto militante dell'organizzazione, un poliziotto e un civile. L'organizzazione, secondo la polizia, stava preparando un «attentato sensazionale». Devrimci Karargah non è un nome conosciuto nella galassia della sinistra turca. Ma il capo della polizia, Besir Atalay, ha riferito che si tratta di un'organizzazione della sinistra turca con legami con il Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan. Da oltre tre settimane le organizzazioni kurde, compreso il partito Dtp (che conta venti deputati al parlamento e decine di sindaci), stanno subendo una repressione feroce da parte delle autorità turche. Gli arrestati sono stati oltre duecento e sono accusati di legami con il Pkk. L'operazione di ieri mattina sembrerebbe rientrare in questa più vasta ondata repressiva. Che arriva anche dopo il messaggio chiaro del presidente degli Stati Uniti Barack Obama che, nella sua visita in Turchia, aveva lasciato intendere che Ankara avrebbe dovuto trovare presto una soluzione alla questione kurda. La risposta della Turchia non si è fatta attendere e il messaggio di ritorno al presidente Obama non è dei più promettenti. Con l'operazione contro il Dtp (il partito della società democratica che attende la decisione della Corte costituzionale che dovrà pronunciarsi sulla richiesta di chiusura) le speranze di un cambiamento nella politica dell'establishment turco anche dopo il successo dello stesso Dtp alle scorse elezioni amministrative, sembrano pressoché nulle. La sparatoria di ieri è durata per quasi sei ore. La polizia ha confermato che oltre al presunto militante di sinistra è rimasto ucciso anche un ragazzo di sedici anni. Il terzo morto è un poliziotto. Tra i feriti anche il cameraman della televisione Ntv. La sparatoria è stata trasmessa in diretta, con il presunto militante che, tramite una radiotrasmittente della polizia, comunicava con una televisione turca. «So che mi uccideranno, - avrebbe detto - ma noi siamo rivoluzionari e continueremo a lottare». Diversi abitanti della zona hanno criticato la polizia che non avrebbe cordonato subito un'area di sicurezza abbastanza ampia attorno alla casa perquisita. «Lo hanno fatto - hanno detto intervistati dalle televisioni turche - soltanto dopo che un giovane passante è stato ucciso». Secondo la polizia il sedicenne è stato ucciso dal presunto militante. Così come la terza vittima della giornata, un agente. Il capo della polizia di Istanbul ha sottolineato ieri che il presunto militante era sorvegliato ormai da diversi mesi dalle forze di sicurezza.

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"Storie di Giustizia" in sala Farnese a Poggio Mirteto e le prospettive della gius... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Martedì 28 Aprile 2009 Chiudi di SAMUELE ANNIBALDI "Storie di Giustizia" in sala Farnese a Poggio Mirteto e le prospettive della giustizia in Sabina in vista dell'imminente trasferimento della sezione distaccata del Tribunale nella nuova sede. Da un lato la presentazione (apprezzatissima) in Sabina dell'ultima fatica letteraria del giornalista Massimo Cavoli, dall'altro il dibattito scaturito sul futuro del Tribunale. E non poteva essere diversamente visto il parterre qualificato tra giudici, avvocati e magistrati che insieme ad un pubblico richiamato dall'interesse che sta suscitando il libro di Cavoli ha preso parte lo scorso fine settimana alla presentazione di "Storie di Giustizia" nel paese mirtense. Durante la presentazione organizzata dal Comune e le associazioni Cenacolo Forense Sabino e Amici del Museo è stato molto apprezzato lo stile sobrio ed efficace con il quale l'autore nel suo libro è riuscito a ripercorrere 30 anni di vicende di assoluto spessore legate alla cronaca giudiziaria del Reatino. La forza del libro è proprio quella di un linguaggio e una prosa che riescono ad arrivare in maniera diretta e chiara al lettore, suscitando, da un lato l'interesse per i fatti trattati, descritti e corredati spesso dalle testimonianze dirette dei protagonisti delle varie vicende, dall'altro provocando emozioni e riflessioni, come ha sottolineato nel suo intervento l'avvocato Antonio Belloni, il quale ha anche aggiunto che «un libro come "Storie di giustizia" è un qualcosa che mancava e che oltre all'escursus che ricompone e riordina un mosaico di vicende giudiziarie di un lungo e importante periodo storico del Reatino partendo dagli anni del terrorismo, è anche una testimonianza di come nel tempo siano cambiati i costumi e il modo di vivere in un intero territorio». L'occasione della presentazione ha innescato il dibattito sul futuro del tribunale mirtense. «Sull'aspetto prettamente numerico che da tempo guarda il ministero- ha esordito l'avvocato Belloni - certo è che non si può competere con realtà come Tivoli, Viterbo, Civitavecchia o Roma». Ai rischi di ridimensionamenti o peggio, occorre allora contrapporre ricette efficaci. «La politica lavori affinché si possa arrivare al modello parigino con Uffici giudiziari satelliti intorno alla Capitale» ha aggiunto Belloni il quale ha anche rilanciato l'idea di una sezione del Tar nel Reatino che potrebbe costituire l'ancora di salvezza. «Un ridimensionamento e accorpamento delle sedi giudiziarie sarebbe un peccato per presidi come Poggio Mirteto - ha poi detto il giudice Gian Luca Soana che opera ormai da dieci anni in terra Sabina - i numeri dei procedimenti, l'arretrato praticamente quasi azzerato e la velocità con la quale si fanno i processi dimostrano che qui il sistema della giustizia funziona molto più che in realtà dai grandi numeri che per un procedimento civile impiegano magari 10 anni». L'avvocato mirtense Giuseppe Romito che ha moderato l'incontro e auspica per la sede del tribunale mirtense un futuro dove poter realizzare un vero "palazzetto della giustizia" ha sottolineato gli aspetti della carenza del personale amministrativo col funzionamento dell'intero sistema che non può prescindere dalla dotazione organica degli Uffici giudiziari, nota dolente questa per Poggio Mirteto. Infine il sindaco Fabio Refrigeri che si è unito al richiamo fatto alla politica. «Si deve credere al futuro del Tribunale che per le nostre realtà è imprescindibile presidio e garanzia della presenza dello Stato e delle istituzioni, prestigio e indotto. Noi lo abbiamo fatto investendo cospicue risorse di bilancio oltre ai finanziamenti ministeriali. Guai se la politica ora che siamo arrivati al traguardo se ne disinteressi».

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Boss ucciso, la pista della vendetta (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: BARI data: 28/04/2009 - pag: 7 Clan in guerra La vittima, Michelangelo Stramaglia, nei giorni scorsi aveva picchiato il killer Boss ucciso, la pista della vendetta Caccia all'uomo in tutta Italia. Mafia, è allarme in provincia BARI I carabinieri lo cercano in tutta Italia. Si tratta del presunto killer del boss Michelangelo Stramaglia, assassinato a Valenzano il 24 aprile scorso. Dopo l'arresto dei giorni scorsi di Luigi Cannone accusato di favoreggiamento (gli investigatori ritengono che fosse presente al delitto) i militari sono certi di conoscere il nome di chi ha sparato e ucciso con un colpo di pistola all'addome il boss che controllava le zone di Valenzano, Adelfia, Sannicandro, Modugno e Ceglie del Campo ed era strettamente legato alla cosca Parisi di Bari. Il movente non è ancora stato chiarito, ma da indiscrezioni investigative, è emerso che l'omicidio non rientra nelle dinamiche criminali e nella guerra tra clan. Pare invece che boss qualche giorno prima il boss avesse litigato e forse picchiato il suo presunto assassino. Al punto che dopo l'ennesima e banale discussione, il ricercato avrebbe ucciso Stramaglia sparandogli un colpo a bruciapelo. I carabinieri ritengono che l'uomo, considerato un pregiudicato di piccolo calibro, avrebbe già lasciato la Puglia per timore di rivendicazioni da parte degli affiliati del clan mafioso degli Stramaglia e degli stessi parenti della vittima. Ma l'uomo per timore di essere ucciso a sua volta, secondo gli investigatori potrebbe essere andato all'estero. Gli inquirenti dell'Antimafia intanto non nascondono le loro preoccupazioni per il fermento criminale delle ultime settimane soprattutto dei clan che pian piano stanno migrando verso la provincia dove i controlli delle forze dell'ordine sono meno pressanti rispetto alla città e perché quei territori rappresentano - emerge da indiscrezioni trapelate in ambienti giudiziari - veri e propri territori da colonizzare. Tenendo presente che la città di Bari, fatta eccezione per il quartiere Japigia, è quasi interamente in mano al gruppo criminale degli Strisciuglio, cosca ormai ben radicata e soprattutto con una grande potenza armata. Una cosca che non lascia spazio a nessun altro. C'è da aggiungere che recentemente alcuni affiliati agli Strisciuglio (il particolare è racchiuso in una informativa dei carabinieri) avrebbero conquistato Noicattaro dove gestiscono il traffico delle sostanze stupefacenti. Il gruppo dei Di Cosola invece, in netto contrasto con il clan Stramaglia - Parisi - si occupa degli affari illegali a Cellamare, Capurso, Adelfia, Triggiano e Ceglie del Campo. Gli Stramaglia invece hanno colonizzato Acquaviva, Cassano e Valenzano. Mentre il territorio di Triggiano è gestito dalle due cosche rivali. A proposito della lotta tra Stramaglia e Di Cosola, 13 gennaio 2008 furono uccisi in un agguato compiuto a Valenzano il pregiudicato Michele Buscemi e il suo amico Daniele Di Mussi. Buscemi era un nipote di Michelangelo Stramaglia. Per il duplice omicidio Buscemi-Di Mussi venne arrestato dai carabinieri Luigi Spinelli, di 28 anni. In risposta a questa serie di agguati, arrivò nella stessa estate l'offensiva dello Stato: 150 carabinieri perquisirono 28 abitazioni di capi storici dei clan Di Cosola e Stramaglia. Sull'attività illecita del gruppo Stramaglia indaga la pm Antimafia Elisabetta Pugliese. Il delitto di Michelangelo Stramaglia è il quarto delitto in un mese. Il più grave, sempre in ambito criminale, è stato quello dell'ex collaboratore di giustizia, Orazio Porro, assassinato nel mercato rionale di San Pasquale in pieno giorno. Cinque giorni dopo, gli uomini della squadra mobile arrestano Giacomo Caracciolese, 27 anni . Ad incastrarlo un testimone vicino agli ambienti giudiziari che l'avrebbe incrociato tra le bancarelle pochi minuti prima dell'assassinio. L'uccisione di Porro sarebbe scaturita da una pluralità di moventi: la sua pretesa di tornare a gestire il racket, ma anche un movente legato all'onore e alla famiglia. Ed ancora la sera prima di Pasqua, a Triggiano, Francesco Crudele pregiudicato di 48 anni, è stato ucciso da quattro proiettili. Ad aggravare ulteriormente la situazione intanto è la recente scarcerazione di quindici presunti affiliati al clan Strisciuglio per il mancato deposito delle motivazioni della sentenza 'Eclissi'. Scarcerazioni che avevano procurato allarme tra gli inquirenti, oltre alle inevitabili polemiche politiche. La sentenza, nel processo al clan degli Strisciuglio è stata pronunciata il 16 gennaio del 2008. Ma dopo quindici mesi il gup Anna Rosa De Palo (ora è presidente del Tribunale per i Minorenni) non ha depositato le motivazioni. E i termini di custodia sono scaduti per tutti gli imputati che con condanne inferiori ai dieci anni. Altri, quelli con pene più pesanti, potrebbero uscire il 15 ottobre: è difficile infatti riuscire a fissare l'udienza di appello e quindi congelare i termini. Il Csm intanto ha avviato una istruttoria. Angela Balenzano Serata di terrore I carabinieri intervengono dopo l'omicidio di Michelangelo Stramaglia

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Dissidi in Procura, oggi Lepore e Galgano ascoltati dal Csm (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 28/04/2009 - pag: 3 Le inchieste sui rifiuti Dissidi in Procura, oggi Lepore e Galgano ascoltati dal Csm DAL NOSTRO INVIATO ROMA Quando oggi alle 18 si siederà a Palazzo dei Marescialli, il procuratore di Napoli fornirà per la prima volta «ufficialmente» la sua versione dei fatti sulle presunte «effervescenze elettorali» che stando al Pg di Napoli sarebbero alla base dello scontro in Procura. E, ancora, Giovandomenico Lepore sarà chiamato a chiarire una volta per tutte se si senta seduto su una polveriera pronta a esplodere o se, al contrario, l'ufficio sia compatto al di là delle fisiologica dialettica interna, come presumibilmente sosterrà oggi. Lo scontro nel palazzo dei pm, l'assemblea contro il capo e i «sospetti» adombrati da Vincenzo Galgano, arrivano oggi davanti alla prima commissione del Csm. Il presidente Fabio Roia («togato» di Unicost) e gli altri consiglieri procederanno tra mattina e pomeriggio alle audizioni di Pg, procuratore e uno dei suoi vice, Aldo De Chiara. Una decisione adottata dal Csm proprio in seguito alle accuse del procuratore generale, che in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno aveva segnalato «certi pm, e più in generale certi magistrati, che perseguono fini personali attraverso le correnti», riconducendo alla «ricerca di visibilità pre-elettorale» le critiche di inopportunità mosse a Lepore dai sostituti dopo la sua partecipazione alla cerimonia di inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra (evento nel corso del quale il premier definì «eroi» i manager di Impregilo, a suo parere «ostacolati», con chiaro riferimento alle azioni della magistratura). Una chiave di lettura, quella di Galgano, condivisa anche dal procuratore di Nola Paolo Mancuso («Il caso Lepore non esiste, qualcuno ha cercato visibilità») e censurata con decisione dai capi delle correnti della magistratura: «Il Pg delegittima l'ufficio». Vincenzo Galgano sarà il primo ad arrivare a Palazzo dei Marescialli: appuntamento per questa mattina alle dieci, i consiglieri gli domanderanno tra l'altro se il riferimento a quei «pm che perseguono interessi personali» era una critica generica o si fondava su vicende e nomi specifici. Giovandomenico Lepore, invece, sarà sentito alle sei del pomeriggio: la sua audizione è stata rinviata perché questa mattina è impegnato con l'Antimafia a Napoli, è presumibile che trasmetta l'immagine di un ufficio assolutamente compatto, pur fornendo la sua interpretazione di ciò che è accaduto nei giorni dello strappo. Convocato per questa mattina anche Aldo De Chiara, coordinatore del pool che indaga sui rifiuti. Il Csm ha categoricamente escluso che in questa sede si discuta del contrasto tra il procuratore Giovandomenico Lepore e i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, contrari alla sua decisione di stralciare le posizioni di Alessandro Pansa e Guido Bertolaso: la vicenda, spiegano al Csm, proprio per il suo aspetto tecnico è stata già trattata dalla settima commissione. La convocazione di De Chiara, però, fa supporre che venga analizzato quando meno lo scenario nell'ambito del quale è maturato questo scontro. Comprese le audizioni, poi desecretate, davanti al Consiglio giudiziario. Gianluca Abate Nella capitale Il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore, sarà oggi a Palazzo dei Marescialli per riferire al Csm sulle tensioni degli ultimi mesi in Procura

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I DUE OSTACOLI ALLE RIFORME (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Prima Pagina data: 28/04/2009 - pag: 1 IL PREMIER FORTE E I SUOI CONTRAPPESI I DUE OSTACOLI ALLE RIFORME di ANGELO PANEBIANCO P er la prima volta da quando è finita la Prima Repubblica, le celebrazioni del 25 aprile sono avvenute in un clima di concordia nazionale anziché di contrapposizioni. E' un'ottima cosa in sé ma anche un segnale di incoraggiamento che potrebbe favorire una ripresa del dialogo fra maggioranza e opposizione sulla riforma della Costituzione. Vanno in quel senso anche le parole appena pronunciate dal segretario del Pd, Dario Franceschini, il quale, riconoscendo l'errore commesso quando il centrosinistra approvò da solo la riforma del titolo quinto della Costituzione, chiede al governo di non procedere, in materia costituzionale, a colpi di maggioranza. La ripresa del dialogo sulla riforma costituzionale, del resto, è resa necessaria dalle circostanze. Non è pensabile che si possa introdurre in Italia il federalismo fiscale (una misura che comporterà una radicale trasformazione dello Stato) senza toccare la Costituzione nei suoi rami alti, nel circuito Governo-Parlamento. E certamente, se ripresa del dialogo ci sarà, essa dovrà tenere conto dei paletti che su questo tema ha posto il Capo dello Stato nel suo intervento della scorsa settimana. Conclusa la tornata elettorale delle europee e delle amministrative è probabile che il dialogo riparta. Nonostante la sua necessità, una convergenza maggioranza/opposizione sulla riforma della Costituzione, è tuttavia resa difficile dalla persistenza di due ostacoli. Capire quale sia la natura degli ostacoli forse non aiuterà a superarli ma potrà almeno introdurre un po' di chiarezza nella discussione. Il primo ostacolo è di ordine culturale. Il secondo è di ordine politico. L'ostacolo culturale riguarda il mancato accordo su cosa possa essere in Italia un «contrappeso ». Posto che la riforma della Costituzione implichi un rafforzamento del potere istituzionale del Capo del governo, quali sono i contrappesi possibili, a garanzia del fatto che un premier troppo forte non finisca per esercitare un potere incontrollato? Che sia necessario rafforzare i poteri istituzionali del premier è sempre stata un'idea condivisa da molti (era condivisa, ad esempio, dai principali schieramenti all'epoca della Bicamerale). Nasce dalla constatazione che la Costituzione del '48, per ragioni tante volte citate (in primis, il ricordo ancor fresco della dittatura), aveva concesso solo deboli prerogative al Capo del governo. Non ci si faccia ingannare dalla forza che concentra in sé oggi il premier Berlusconi: si tratta di una forza che ha ragioni politiche, non istituzionali. Quando Berlusconi uscirà di scena, se non saranno intervenute modifiche costituzionali, torneremo rapidamente alla regola italiana dei Capi di governo deboli (l'ultimo è stato Romano Prodi). Dunque, serve effettivamente rafforzare i poteri istituzionali del premier. Ma, allora, quali contrappesi bisogna contestualmente predisporre? Il problema può essere così riassunto: deve restare il Parlamento il principale contrappeso oppure occorre accettare un depotenziamento del ruolo del Parlamento e fare affidamento su altri contrappesi (il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale, le regioni)? CONTINUA A PAGINA 38

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Per Flick e Zanon la seconda parte della Carta va cambiata (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Politica data: 28/04/2009 - pag: 12 I costituzionalisti L'ex presidente della Consulta: superare gli inconvenienti di un parlamentarismo estremo Per Flick e Zanon la seconda parte della Carta va cambiata ROMA Da quando ha lasciato l'incarico di presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick dice apertamente e pubblicamente che cosa pensa delle riforme. «Se portate all'estremo, queste due posizioni sono entrambe da rifiutare perché entrambe pericolose: sia quella di chi fa un tabù di una Costituzione che ritiene intoccabile; sia quella di chi ritiene che quest'ultima possa essere cambiata ad ogni cambio di maggioranza e ad ogni stormire di foglie». Ma aggiunge anche Flick :«Debbo dire che finora, da parte di tutte le forze politiche, non vi sono state l'attenzione e la sensibilità che un simile tema richiederebbe ». Infatti, ricorda che sia nel 2001 che nel 2005 le riforme «vennero approvate con una maggioranze molto ristrette». In tre mesi Flick ha spiegato queste cose incontrando migliaia di persone. A Grosseto il teatro degli Industri era stracolmo di studenti. Lo stesso è successo nell'Aula Magna della Sapienza a Roma la settimana scorsa. Oltre diecimila erano in piazza a Genova, mentre l'ex presidente teneva la commemorazione ufficiale del 25 aprile. Secondo Flick, «di riforme c'è bisogno », «anche tenendo conto che le regole contenute nella seconda parte della Carta, vennero elaborate in un momento ed in un contesto in cui la diffidenza e il controllo reciproco tra i partiti, il timore che la vittoria dell'uno potesse provocare la scomparsa dell'altro, il ricordo dell'autoritarismo del periodo precedente, indussero il Costituente a optare decisamente per un sistema parlamentare senza introdurre neppure dei meccanismi di 'razionalizzazione' per evitare i rischi e gli inconvenienti di un eccessivo 'parlamentarismo' ». Ma servono anche due ben precise condizioni. Primo: agganciare «la riforma elettorale, da attuare con legge ordinaria» alle riforme istituzionali. In secondo luogo e soprattutto, anche «non c'è dubbio che occorrerebbe arrivare alla revisione avendo maturato nuovamente uno 'spirito costituente' invocato dal Presidente della Repubblica, anche se non credo sia possibile ritornare, alle maggioranze che caratterizzarono il varo della Costituzione e che erano legate anche allo shock politico, sociale e istituzionale di quel momento storico». Niccolò Zanon, ordinario di diritto costituzionale alla Statale di Milano, allievo di Gustavo Zagrebelsky, non condivide con il suo maestro la difesa ad oltranza anche della seconda parte della Carta. «Sulla necessità di cambiare ormai tutte le parti politiche sono d'accordo dice i temi sul tappeto sono quelli della bozza Violante. C'è semmai disaccordo sulle soluzioni da dare ai vari problemi: la correzione del bicameralismo perfetto, il rafforzamento dei poteri del primo ministro, e la contemporanea tutela dell'opposizione ». In ogni caso, sostiene Zanon, l'articolo 138 della Costituzione non richiede per la revisione la maggioranza dei due terzi.Nulla vieta insomma di fare le riforme a maggioranza. M.Antonietta Calabrò

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L'arroganza della politica è una brutta malattia (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

L'arroganza della politica è una brutta malattia I rapporti tra una politica considerata troppo invasiva e i temi etici resi cruciali dalla velocità del progresso scientifico. Le difficoltà della professione sanitaria oggi in una società multirazziale, piena di paure, che una parte della politica cavalca per imporre nuove figure. Come il medico-spia, obbligato a denunciare i clandestini, o addirittura il "medico- assassino", colui che, varato il ddl Calabrò, deciderà di staccare il sondino a un malato terminale. La scarsità, la disomogeneità territoriale e l'assenza di fondi per gli hospice in un Paese come l'Italia che pure punta a protrarre artificialmente la vita finché possibile. All'Unità ne abbiamo discusso con Ignazio Marino, senatore del Pd e chirurgo; Antonino Guglielmino, ginecologo esperto in riproduzione assistita; Adriana Turriziani, radioterapista oncologa ed esponente della Società Cure Palliative; Maurizio Marceca, medico epidemiologo e della Sanità pubblica. L'analisi di quattro tematiche - il biotestamento, la Legge 40, l'obbligo di denuncia dei clandestini per i medici, lo stato delle cure palliative - evidenzia un rapporto difficile tra politica e medicina. È davvero così? Marino: «Esiste, ma non è un problema solo italiano. È oggettivo, legato allo sviluppo della scienza più rapido che nei secoli passati. Abbiamo impiegato centinaia di anni per definire la morte come cessazione del respiro, altri secoli per stabilire che invece è lo stop del battito cardiaco. Adesso si è morti con la cessazione irreversibile delle attività cerebrali. Ma è un dato molto recente, acquisito nel 1968. Il punto è che l'articolo 32 della Costituzione, che vieta trattamenti sanitari obbligatori, è stato scritto nel 1947 quando per il legislatore era scontato che le persone potessero a voce accettare o rifiutare una terapia. Basta considerare che il primo respiratore artificiale è arrivato solo nel '52 e i primi esperimenti sulla nutrizione artificiale sono degli anni '60. La velocità del progresso scientifico è superiore a quella di adeguamento del Parlamento e, forse, della società». Marceca: «Il tema dell'immigrazione è importante perché diventa cartina tornasole di come il sistema sanitario reagisce ai mutamenti sociali e si configura in grado di reagire ai bisogni diffusi. L'approccio della politica è enfatico, allarmistico, parcellizzato. Per i cittadini è difficile agire sul processo decisionale influenzato dalle lobby. Ancor più lo è per la comunità di immigrati, che in realtà ne comprende diverse centinaia. A mio avviso la politica guarda alla salute come a uno spazio di potere, un mercato. I temi nascono dal nulla e scompaiono nel nulla. Adesso c'è l'allarme per la febbre suina che durerà qualche giorno, mentre dimentichiamo la scarsità di organi per i trapianti, la carenza di emoderivati, l'assistenza domiciliare negata da molte regioni. Da epidemiologo mi preoccupo di comunicare i problemi della salute secondo il loro peso specifico. L'Italia nel modo in cui affronta questi temi può essere considerata un'anomalia? Marino: «Certi Paesi come l'Italia sono più lenti. Negli Usa il testamento biologico è stato affrontato in tempi diversi. La California ha scritto la prima normativa nel 1976, un terzo di secolo fa. Da noi non è così. Uno strumento come il respiratore artificiale è positivo perché può consentire a chi ha un trauma cranico di essere operato e tornare alla vita di prima. A volte però il paziente finisce in un limbo senza possibilità di recupero e la legge non sa come intervenire. I medici lo saprebbero ma non possono perché un magistrato sarebbe obbligato a indagarli per omicidio volontario. Guglielmino: «In questi ultimi anni le bio-tecnologie hanno fatto enormi passi in avanti, velocemente: in Italia l'approccio che la politica ha nei confronti delle tematiche legate al progresso scientifico è di grande invadenza. Il nostro paese è arrivato al dibattito - che prima era relegato alla sfera privata degli individui e che ora ha assunto contorni di carattere pubblico - in modo non adeguato. Non è un caso che in questi ultimi anni il tema della laicità dello Stato - che non è certo di oggi - sia tornato di attualità. Il punto è che non c'è un approccio laico». Qual è il paese che da questo punto di vista è più attento quando si tratta di legiferare sui temi di inizio e fine vita? Marceca : «È un paradosso che si debba guardare ad altri paesi. Alla fine degli anni Novanta è stata proprio l'Italia, con la legge Turco-Napolitano sull'immigrazione, ad essere un punto di riferimento per gli altri, equiparando gli stranieri residenti nel nostro Paese agli italiani. Turriziani: «L'Inghilterra e gli Stati Uniti hanno avuto una grande intuizione: investire nella formazione. Qui da noi ancora oggi tutto il personale impiegato negli hospice ha come unica formazione quella che deriva dal proprio curriculum personale. Non esistono corsi ad hoc e non c'è una distribuzione uniforme su tutto il territorio rendendo così effettiva una diseguaglianza». Marino: «Basta un esempio. Gli hospice sono 120: 103 sono al Nord, 17 al Sud. In Lombardia ce ne sono 50, in Sicilia, con una popolazione di 5 milioni di persone, ce ne sono 5. Il diritto alla salute sancito dalla Costituzione è evidentemente violato». Come deve orientarsi il legislatore quando scrive una legge sui temi cosiddetti "eticamente sensibili"? Guglielmino: «Sulla legge 40 come sul testamento biologico la politica dovrebbe avere un approccio "leggero", dettare linee generali, non scrivere leggi ideologiche. Il testo sulla fecondazione assistita, che prevede l'obbligo di trattamento sanitario, è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. È evidente che il punto di partenza era sbagliato. SEGUE ALLA PAGINA 30

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Due novità sul fronte della Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Una è ... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Due novità sul fronte della Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Una è contenuta nelle linee guida emanate dall'ex ministro della Salute Livia Turco nel 2008, che rispetto alle precedenti del luglio 2004, prevedono sia la possibilità di effettuare la diagnosi preimpianto dell'embrione prima vietata, sia la possibilità di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma) anche per le coppie in cui l'uomo sia portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili, in particolare virus HIV ed Epatiti B e C, riconoscendo che tali condizioni sono assimilabili ai casi di infertilità. L'altra grande novità è la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato parzialmente illegittima la Legge 40, soprattutto per quanto riguarda l'obbligo di limitare a tre il numero di embrioni e di impiantarli tutti in utero.

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I rapporti tra una politica considerata troppo invasiva e i temi etici resi cruciali dalla velocit&#... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

I rapporti tra una politica considerata troppo invasiva e i temi etici resi cruciali dalla velocità del progresso scientifico. Le difficoltà della professione sanitaria oggi in una società multirazziale, piena di paure, che una parte della politica cavalca per imporre nuove figure. Come il medico-spia, obbligato a denunciare i clandestini, o addirittura il "medico- assassino", colui che, varato il ddl Calabrò, deciderà di staccare il sondino a un malato terminale. La scarsità, la disomogeneità territoriale e l'assenza di fondi per gli hospice in un Paese come l'Italia che pure punta a protrarre artificialmente la vita finché possibile. All'Unità ne abbiamo discusso con Ignazio Marino, senatore del Pd e chirurgo; Antonino Guglielmino, ginecologo esperto in riproduzione assistita; Adriana Turriziani, radioterapista oncologa ed esponente della Società Cure Palliative; Maurizio Marceca, medico epidemiologo e della Sanità pubblica. L'analisi di quattro tematiche - il biotestamento, la Legge 40, l'obbligo di denuncia dei clandestini per i medici, lo stato delle cure palliative - evidenzia un rapporto difficile tra politica e medicina. È davvero così? Marino: «Esiste, ma non è un problema solo italiano. È oggettivo, legato allo sviluppo della scienza più rapido che nei secoli passati. Abbiamo impiegato centinaia di anni per definire la morte come cessazione del respiro, altri secoli per stabilire che invece è lo stop del battito cardiaco. Adesso si è morti con la cessazione irreversibile delle attività cerebrali. Ma è un dato molto recente, acquisito nel 1968. Il punto è che l'articolo 32 della Costituzione, che vieta trattamenti sanitari obbligatori, è stato scritto nel 1947 quando per il legislatore era scontato che le persone potessero a voce accettare o rifiutare una terapia. Basta considerare che il primo respiratore artificiale è arrivato solo nel '52 e i primi esperimenti sulla nutrizione artificiale sono degli anni '60. La velocità del progresso scientifico è superiore a quella di adeguamento del Parlamento e, forse, della società». Marceca: «Il tema dell'immigrazione è importante perché diventa cartina tornasole di come il sistema sanitario reagisce ai mutamenti sociali e si configura in grado di reagire ai bisogni diffusi. L'approccio della politica è enfatico, allarmistico, parcellizzato. Per i cittadini è difficile agire sul processo decisionale influenzato dalle lobby. Ancor più lo è per la comunità di immigrati, che in realtà ne comprende diverse centinaia. A mio avviso la politica guarda alla salute come a uno spazio di potere, un mercato. I temi nascono dal nulla e scompaiono nel nulla. Adesso c'è l'allarme per la febbre suina che durerà qualche giorno, mentre dimentichiamo la scarsità di organi per i trapianti, la carenza di emoderivati, l'assistenza domiciliare negata da molte regioni. Da epidemiologo mi preoccupo di comunicare i problemi della salute secondo il loro peso specifico. L'Italia nel modo in cui affronta questi temi può essere considerata un'anomalia? Marino: «Certi Paesi come l'Italia sono più lenti. Negli Usa il testamento biologico è stato affrontato in tempi diversi. La California ha scritto la prima normativa nel 1976, un terzo di secolo fa. Da noi non è così. Uno strumento come il respiratore artificiale è positivo perché può consentire a chi ha un trauma cranico di essere operato e tornare alla vita di prima. A volte però il paziente finisce in un limbo senza possibilità di recupero e la legge non sa come intervenire. I medici lo saprebbero ma non possono perché un magistrato sarebbe obbligato a indagarli per omicidio volontario. Guglielmino: «In questi ultimi anni le bio-tecnologie hanno fatto enormi passi in avanti, velocemente: in Italia l'approccio che la politica ha nei confronti delle tematiche legate al progresso scientifico è di grande invadenza. Il nostro paese è arrivato al dibattito - che prima era relegato alla sfera privata degli individui e che ora ha assunto contorni di carattere pubblico - in modo non adeguato. Non è un caso che in questi ultimi anni il tema della laicità dello Stato - che non è certo di oggi - sia tornato di attualità. Il punto è che non c'è un approccio laico». Qual è il paese che da questo punto di vista è più attento quando si tratta di legiferare sui temi di inizio e fine vita? Marceca : «È un paradosso che si debba guardare ad altri paesi. Alla fine degli anni Novanta è stata proprio l'Italia, con la legge Turco-Napolitano sull'immigrazione, ad essere un punto di riferimento per gli altri, equiparando gli stranieri residenti nel nostro Paese agli italiani. Turriziani: «L'Inghilterra e gli Stati Uniti hanno avuto una grande intuizione: investire nella formazione. Qui da noi ancora oggi tutto il personale impiegato negli hospice ha come unica formazione quella che deriva dal proprio curriculum personale. Non esistono corsi ad hoc e non c'è una distribuzione uniforme su tutto il territorio rendendo così effettiva una diseguaglianza». Marino: «Basta un esempio. Gli hospice sono 120: 103 sono al Nord, 17 al Sud. In Lombardia ce ne sono 50, in Sicilia, con una popolazione di 5 milioni di persone, ce ne sono 5. Il diritto alla salute sancito dalla Costituzione è evidentemente violato». Come deve orientarsi il legislatore quando scrive una legge sui temi cosiddetti "eticamente sensibili"? Guglielmino: «Sulla legge 40 come sul testamento biologico la politica dovrebbe avere un approccio "leggero", dettare linee generali, non scrivere leggi ideologiche. Il testo sulla fecondazione assistita, che prevede l'obbligo di trattamento sanitario, è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. È evidente che il punto di partenza era sbagliato. SEGUE ALLA PAGINA 30

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Manette per i fanciulli terribili (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Provincia di Sassari Pagina 7030 Sassari. Il ricorso del tribunale dei minori: i ragazzini accusati di aver violentato nel parco una bimba Manette per i fanciulli terribili Sassari.. Il ricorso del tribunale dei minori: i ragazzini accusati di aver violentato nel parco una bimba La Consulta dà il via libera: «Arresti a 11 anni» --> La Consulta dà il via libera: «Arresti a 11 anni» I tre ragazzini (due di 13 e uno di 11 anni) erano stati arrestati il 24 gennaio 2007 dai carabinieri del comando provinciale di Sassari insieme a personale del tribunale di minori, ed erano stati accompagnanti in alcune comunità del sud dell'Isola. La Consulta ha deciso: l'arresto degli undicenni non è incostituzionale. L'ordinanza numero 117 del 2009 della Corte costituzionale, pubblicata lo scorso 24 aprile, respinge il ricorso presentato dal Tribunale dei minori di Sassari che aveva sollevato dubbi sulla costituzionalità delle norme del codice penale e del Dpr 448 del 1988 che prevedono misure restrittive (o meglio di sicurezza) nei confronti «di fanciulli molto giovani e senza previsione di alcun limite minimo di età». La sintesi: i baby violentatori che nel 2007 in un paese dell'Anglona hanno abusato nel parco comunale di una bimba di nove anni potevano essere arrestati. Non imputabili perché al di sotto dei 14 anni, ma, scrive il relatore Giuseppe Frigo, «pur davanti a una sentenza di non luogo a procedere per la giovane età, la misura di sicurezza richiesta dal pubblico ministero poteva essere applicata provvisoriamente». Non si parla di riformatorio giudiziario, ma di trasferimento in comunità. Per la Consulta legittimo. I dubbi di costituzionalità erano stati sollevati dai giudici del Tribunale di Sassari dopo la decisione del Gip che aveva stabilito la non imputabilità dei tre ragazzini e nella stesso provvedimento aveva sospeso la misura restrittiva. I giudici dei minori si erano quindi rivolti alla Consulta per valutare se le norme che riguardano la misura di sicurezza nei confronti di minori con meno di 14 anni siano conformi alla Costituzione, sia per quanto riguarda il diritto alla difesa sia per le norme sul giusto processo. I tre ragazzini (due di 13 e uno di 11 anni) erano stati arrestati il 24 gennaio 2007 dai carabinieri del comando provinciale di Sassari insieme a personale del tribunale di minori, ed erano stati accompagnanti in alcune comunità del sud dell'Isola. I loro difensori, gli avvocati Vittorio Campus e Pietro Diaz, si erano rivolti al tribunale per chiedere l'annullamento della misura di sicurezza. Un mese dopo i minori erano rientrati a casa. Per la Consulta l'ordinanza restrittiva non ha violato: «l'articolo 31 della Costituzione (la repubblica protegge l'infanzia e la gioventù); l'articolo 2 e 3 della Carta (diritti inviolabili della persona); la carta internazionale sui diritti del fanciullo del 1989 e l'articolo 10 della Costituzione che impegna gli stati a un'adeguata tutela dei minori accusati di un reato. Né quelli sul giusto processo e le garanzie difensive riservate ai minorenni. Tintinnio di manette anche negli asili. MAURIZIO OLANDI

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Il bluff di Franceschini, il "decoro" di Berlusconi (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il bluff di Franceschini, il "decoro" di Berlusconi PAOLO ARMAROLI Quando si è con l'acqua alla gola, pur di non annegare ci si attacca a tutto. Sarà per questo che il segretario pro tempore del Pd, Dario Franceschini, ha avuto un'alzata d'ingegno. «Perché non abbinare i referendum elettorali alle elezioni europee e al primo turno delle amministrative, il 7 giugno? Si risparmierebbero 400 milioni di euro, che potrebbero essere spesi per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto e per la ripresa economica. Per di più, i referendum elettorali supererebbe il quorum. Una prova di democrazia». Ecco la sua proposta, che gli ha fatto fare un figurone. Ora, la matematica non è un'opinione; almeno per noi comuni mortali. Ma la nostra beneamata classe politica fa razza a sé. E così ha dato numeri a non finire. Con il risultato che la cifra risparmiata oscillerebbe tra i 100 e i 400 milioni. Fatto sta che la proposta è stata accolta all'interno del Pd da un assordante silenzio. E ci vuol poco a capire il perché. Difatti, i referendum grazie all'abbinamento supererebbero con ogni probabilità la soglia del 50% degli aventi diritto al voto. E perciò sarebbero validi. Se poi i sì all'abrogazione prevalessero sui no, il premio di maggioranza alle elezioni politiche non andrebbe alla coalizione vincente bensì al partito che ottenesse più voti. Un partito che, secondo tutti i sondaggi, sarebbe il Pdl di Silvio Berlusconi. A conferma, si direbbe, che il masochismo del Pd non finisce mai di stupirci. Tuttavia, c'è un "però" grosso come una casa. Indossati i panni di una volpe, Franceschini ha giocato d'astuzia. In mancanza di meglio, è ricorso a un bluff. Primo, perché la sua proposta è stata avanzata quasi alla vigilia della scadenza dei termini per il predetto abbinamento dei referendum a bella posta, cioè con la speranza di un subitaneo rotondo no da parte del governo e della maggioranza. Secondo, perché il segretario del Pd come un naufrago si è aggrappato - non sembri un paradosso - a Berlusconi in persona. Già, perché il presidente del Consiglio in questa vicenda si è comportato un po' come certe signore, che sarebbero disponibili se non temessero di perdere il decoro. E al pari di costoro, ha pronunciato un "vorrei ma non posso". "Vorrei", perché Berlusconi avrebbe tutto da guadagnare dalla vittoria del sì all'abrogazione per le ragioni anzidette. Solo il terzo referendum, distinto dagli altri due che prevedono un premio di maggioranza al partito più votato alle elezioni per la Camera e per il Senato, gli sta di traverso. È quello che impedisce ai candidati di presentarsi in più di una circoscrizione. Pertanto non ci sarebbe più quell'effetto di trascinamento dovuto alla candidatura di Berlusconi in tutte le circoscrizioni. "Non posso", perché la Lega a sua volta scimmiotta i bravi di manzoniana memoria. "Questo abbinamento non s'ha da fare", ammonisce. Uomo avvisato, mezzo salvato. Ed ecco il gioco delle parti: con un Roberto Calderoli che fa la faccia feroce e minaccia addirittura la crisi di governo, e un Umberto Bossi che sposa la filosofia di Giulio Andreotti e dice che alla fine tutto s'aggiusta. E infatti? Svanita la data del 7 giugno, è cominciato il balletto delle altre date possibili. O il 14 giugno, ultima domenica utile ai sensi della legge di attuazione dei referendum, quando i referendum sarebbero stati celebrati soli soletti. O il rinvio all'anno prossimo, con conseguente spada di Damocle fatta pendere sulla testa della Lega. A dire il vero, una proposta indecente. Tanto più che questa ipotesi non è stata subito prospettata al comitato promotore dei referendum, che secondo la giurisprudenza della Corte costituzionale è un potere dello Stato. È finita come doveva finire. I dilemmi non sono nelle nostre corde. Tra Roma o morte, si sa, optiamo per Orte. La solita terza via. E così voteremo per i referendum il 21 giugno, in coincidenza con il secondo turno delle amministrative. Ma i referendum devono essere celebrati, a norma di legge, in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. E siccome il 21 giugno è fuori da questa finestra, occorre un provvedimento legislativo. Escluso il decreto legge anche per le riserve del Quirinale, visto e considerato che non è mai certa la conversione, si è fatto ricorso a una leggina che taglierà presto il traguardo grazie all'accordo tra maggioranza e Pd. Ed ecco il secondo colpo di scena di Franceschini. Lasciando tutti a bocca aperta, ha schierato il suo partito per il sì. Un altro bluff bello e buono. "Il quorum appare un miraggio", titola "l'Unità". E probabilmente ci azzecca. Perché il secondo turno delle amministrative interesserà una frangia marginale dell'elettorato nazionale. Mentre il segretario del Pd fa gli scongiuri, il suo partito una volta di più ci appare come una congrega di liberi pensatori. Procede immancabilmente in ordine sparso. Luciano Violante dice che voterà no. Francesco Rutelli osserva che con il referendum l'Italia sarà consegnata a Berlusconi. E chi il coraggio non ce l'ha, e perciò non se lo può dare, non prende apertamente le distanze da Franceschini. Ma per mugugnare, mugugna a più non posso. Teme che non tutto proceda per il meglio. E non a torto. Difatti Fini si schiera per il sì e Berlusconi ha annunciato che andrà a votare: come, non si sa. Insomma, può ancora capitare tutto e il contrario di tutto. Anche niente. Nello stanco teatrino della nostra politica va così in scena una volta di più la commedia degli inganni. O, quanto meno, degli equivoci. I sì vogliono dire no. E viceversa. Lor signori vadano in pellegrinaggio ad Agrigento, l'antica Girgenti. La piccola patria di Luigi Pirandello. PAOLO ARMAROLI (paoloarmaroli@tin.it) è docente di Diritto pubblico comparato e Diritto parlamentare, Università di Genova. 28/04/2009

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De Magistris già prosciolto (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 101 del 2009-04-28 pagina 10 De Magistris già prosciolto: dalla cognata di Santoro di Luca Fazzo La moglie del fratello, gip a Salerno, archivia il fascicolo contro l'ex pm che oggi è in lista con l'Italia dei Valori Fine dei guai per Luigi De Magistris, l'ex pubblico ministero di Catanzaro attualmente candidato alle elezioni europee con l'Italia dei valori. Ieri mattina il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Salerno, Maria Teresa Belmonte, ha definitivamente archiviato il procedimento per rivelazione di segreti d'ufficio e abuso d'ufficio a carico di De Magistris, accusato di avere spifferato alla stampa i dettagli dell'inchiesta «Toghe Lucane», compresi i nomi iscritti nel registro degli indagati. La querela contro De Magistris era stata firmata da una sua ex collega, il pm Felicia Genovese e dal marito di questa, l'imprenditore Michele Cannizzaro, entrambi indagati in «Toghe Lucane». La procura di Salerno aveva chiesto l'archiviazione, i due querelanti si erano opposti. Ieri il gip ha confermato: inchiesta chiusa, De Magistris prosciolto e con lui i giornalisti destinatari delle misteriose «soffiate». Non c'è la minima prova, secondo il gip, che proprio De Magistris abbia raccontato in giro i dettagli della sua indagine quando erano ancora interamente coperti da segreto. Alcune perplessità, in realtà, avevano segnato nel corso degli ultimi mesi le modalità con cui è stato gestito il procedimento a carico di De Magistris e che hanno portato ieri al proscioglimento del candidato di Di Pietro. A firmare la richiesta di archiviazione era stata infatti Gabriella Nuzzi, la pm salernitana che poco dopo sarebbe stata rimossa dall'incarico dal Csm per avere gestito l'inchiesta in modo del tutto anomalo, consentendo all'indagato di trasformarsi praticamente in teste d'accusa e interrogandolo per ben 67 volte. La Nuzzi è stata trasferita d'ufficio a Latina, ma la sua richiesta d'archiviazione è andata avanti per la sua strada. E - quando i due querelanti hanno cercato di opporsi - è approdata sul tavolo di un magistrato che in qualche modo è anch'essa coinvolto nella vicenda. La dottoressa Belmonte è infatti la moglie dell'avvocato Giocondo Santoro, fratello di Michele Santoro: ovvero del giornalista Rai che alla sua trasmissione Annozero ha ospitato più volte Luigi De Magistris. Proprio le esternazioni ad Annozero sono state alla base dell'impeachment di De Magistris da parte del Csm. La singolare circostanza che fosse la cognata di Santoro a decidere sulla sorte di De Magistris era stata segnalata già in occasione della prima udienza, nel dicembre scorso, da un flash dell'Ansa. «A meno di sostituzioni», diceva la notizia di agenzia. Ma le sostituzioni non ci sono state, né la dottoressa Belmonte ha ritenuto che ci fosse alcun motivo per astenersi dalla decisione. E ieri, con 150 pagine d'ordinanza, ha respinto tutto: non ci sono spunti per imputare De Magistris, non ci sono nemmeno nuove indagini da fare. Dice Licia Polizio, avvocato di Felicia Genovese: «Secondo noi c'erano tutti gli elementi per ordinare alla Procura di chiedere il rinvio a giudizio di De Magistris. Tanto per fare un esempio, ci sono agli atti centinaia di telefonate tra De Magistris e il giornalista Carlo Vulpio». Anche il giornalista Vulpio è attualmente candidato insieme a De Magistris alle elezioni europee nelle liste dell'Italia dei valori. Ora l'ultima pendenza giudiziaria che resta a De Magistris è un'indagine per calunnia, ma è difficile che gliene vengano troppi fastidi: il fascicolo sta infatti vagando per l'Italia alla ricerca di una sede dove non ci sia un magistrato indagato o vittima. Da Salerno è passato a Napoli, ma lì c'è adesso proprio De Magistris; allora l'hanno passato a Roma, ma lì c'è la Genovese; nuovo trasloco a Perugia, dove però c'è l'ex presidente del tribunale di Potenza, Daniele Cenci. Prossima fermata, Firenze. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Trasposizione del ricorso straordinario in sede giurisdizionale: soggetti legittimati (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Trasposizione del ricorso straordinario in sede giurisdizionale: soggetti legittimati TAR Lombardia-Milano, sez. III, sentenza 10.04.2009 n° 3239 (Francesco Logiudice) Commenta | Stampa | Segnala | Condividi I Giudici milanesi affrontano, con la sentenza n. 3239/2008, l’interessante questione concernente l’individuazione dei soggetti legittimati a chiedere la trasposizione del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica in sede giurisdizionale e, in particolare, la sussistenza o meno della legittimazione delle Autorità amministrative indipendenti. In primis, il GA ricorda il disposto dell’art. 10 del d.P.R. n. 1199 del 1971, in base al quale i controinteressati, entro il termine di 60 gg. dalla notificazione del ricorso straordinario, possono richiedere, con atto notificato al ricorrente e all’organo che ha emanato l’atto impugnato, che il ricorso venga trasposto in sede giurisdizionale. In tal caso, il ricorrente, qualora intenda insistere nel ricorso, deve depositare nella segreteria del G.A. competente, nel termine di 60 gg. dal ricevimento dell’atto di opposizione, l’atto di costituzione in giudizio, dandone avviso mediante notificazione all’organo che ha emanato l’atto impugnato ed ai controinteressati, e il giudizio segue in sede giurisdizionale. Il mancato esercizio della facoltà di opzione preclude ai controinteressati, ai quali sia stato notificato il ricorso straordinario, l’impugnazione dinanzi al CdS in sede giurisdizionale della decisione di accoglimento del Presidente della Repubblica, salvo che per vizi di forma o di procedimento propri del medesimo. Sicchè, il Collegio afferma che l’art 10, co. 1, d.P.R. n. 1199/1971 deve interpretarsi, anche alla stregua della sentenza additiva della Consulta n. 148 del 29 luglio 1982. - che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della disposizione, nella parte in cui, ai fini dell’esercizio della facoltà di scelta ivi prevista, non equipara ai controinteressati l’ente pubblico diverso dallo Stato - nel senso che legittimati a proporre l’istanza di trasposizione del ricorso straordinario in sede giurisdizionale sono non solo i controinteressati, ma anche tutti gli enti pubblici, anche se non statali. E non finisce qui. Seguendo una lettura costituzionalmente orientata, la disposizione de qua deve interpretarsi nel senso che, ai fini dell’esercizio della facoltà di scelta ivi prevista, ai controinteressati e agli enti pubblici non statali sono equiparate anche le Autorità amministrative indipendenti che abbiano emanato l’atto impugnato con ricorso straordinario. Di conseguenza, tali Autorità possono optare, immediatamente, per la trasposizione del ricorso in sede giurisdizionale o restare, invece, nella sede straordinaria prescelta dal ricorrente, con ciò stesso rinunciando alla tutela giurisdizionale Il TAR ricorda, in conclusione, che la decisione riguardante un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, pur avendo carattere cogente per l’amministrazione e determinando in capo ad essa l’obbligo di esecuzione, consiste in un provvedimento amministrativo a contenuto eliminatorio, privo della natura e della forza di giudicato. Pertanto, per ottenere la conformazione di un’amministrazione ad un decreto del Presidente della Repubblica, gli interessati non possono utilizzare lo strumento del ricorso per l’ottemperanza, limitato all’esecuzione del giudicato, ma devono attivare necessariamente, in primo grado, i normali rimedi contemplati dal sistema processuale amministrativo per reagire ad un’ingiustificata inerzia amministrativa (cfr. Cons. Stato, sez. VI, 27 luglio 2007, n. 4156; Cons. Stato, sez. VI, 04 aprile 2008, n. 1440). (Altalex, 28 aprile 2009. Nota di Francesco Logiudice) Amministrativo | Giustizia amministrativa T.A.R. Lombardia - Milano Sezione III Sentenza 10 aprile 2009 n. 3239 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER LA LOMBARDIA MILANO SEZIONE III nelle persone dei Signori: DOMENICO GIORDANO Presidente STEFANO COZZI Ref. DARIO SIMEOLI Ref. , relatore ha pronunciato la seguente SENTENZA nella Camera di Consiglio del 22 gennaio 2009 Visto il ricorso 2166/2008 proposto da: Edison Trading Spa rappresentata e difesa dall’avv.: TRAVI ALDO con domicilio eletto in MILANO VIA CONSERVATORIO,13 presso SEGRETERIA DEL TAR contro Autorità per l’energia elettrica e il gas rappresentata e difesa da: AVVOCATURA DISTR. DELLO STATO con domicilio eletto in MILANO VIA FREGUGLIA, 1 presso la sua sede Gestore dei servizi elettrici s.p.a. rappresentata e difesa dagli avv.ti: ANACLERIO FRANCESCO FIDANZIA SERGIO GIGLIOLA ANGELO con domicilio eletto in MILANO 3816AF VIALE CALDARA, 20 presso ANACLERIO FRANCESCO Terna Spa rappresentata e difesa dagli avv.ti: SANINO MARIO PASSEGGIO FILOMENA VIOLA FABRIZIO con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Riccardo Salmeri in MILANO 2813 AF CORSO XXII MARZO, 4 per l’annullamento, previa sospensione dell’esecuzione, della delibera dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas del 6 maggio 2008, n. 53/08, pubblicata sul sito internet dell’Autorità il 9 maggio 2008 e sulla Gazzetta ufficiale del 27 giugno 2008, avente come oggetto “modifica dell’allegato A della deliberazione dell’autorità per l’energia elettrica e il gas 27 marzo 2004, n. 48704, in materia di dispacciamento di merito economico di energia elettrica, in ottemperanza al decreto del Presidente della Repubblica 13 aprile 2007”, nonché di ogni altro atto connesso. Visti gli atti e i documenti depositati con il ricorso; Vista la domanda di sospensione della esecuzione del provvedimento impugnato, presentata in via incidentale dal ricorrente; Visto l’atto di costituzione in giudizio dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, del Gestore dei servizi elettrici s.p.a., di Terna spa Udito alla pubblica udienza del 22 gennaio 2009 il relatore Ref. Dario Simeoli e uditi altresì i procuratori delle parti presenti come da verbale; Considerato quanto segue in fatto e diritto FATTO Edison Trading Spa ha impugnato la delibera n. 53, adottata il 6 maggio 2008 dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (di seguito Aeeg), deducendo quanto segue: - l’Aeeg aveva disciplinato l’avvio della Borsa Elettrica con delibera 27 marzo 2004 n. 48, dettando una regolazione particolare dei prezzi di acquisto dell’energia; in particolare, per scongiurare gli effetti distorsivi derivanti dal fatto che sul territorio del Paese vi sono condizioni diverse di produzione e consumo di energia elettrica, l’ Aeeg aveva stabilito che gli acquisti in Borsa sarebbero avvenuti sulla base di un prezzo che non sarebbe dipeso da fattori territoriali all’uopo introducendo il prezzo unico nazionale (PUN) ricavato dalla media dei prezzi delle singole zone territoriali (prezzi zonali, PZON); ciò comportava che, nelle zone nelle quali la produzione era carente, il PZON sarebbe stato superiore al PUN (con conseguente vantaggio per il produttore); il contrario accadeva nelle zone in cui la produzione era eccedente (con conseguente svantaggio per il produttore); - per i contratti bilaterali (per tali intendendosi quelli di cessione dell’energia stipulati direttamente dal fornitore con i c.d. clienti idonei abilitati ad acquistare energia sul mercato), i cui prezzi non si formavano in Borsa, la delibera n. 48/2004 aveva introdotto il corrispettivo per l’assegnazione dei diritti di utilizzo della capacità di trasporto (CCT); tale corrispettivo era aggiuntivo ed ulteriore rispetto a quanto già veniva corrisposto per i medesimi contratti ai gestori delle reti elettriche per l’utilizzo delle stesse: anche qui il meccanismo introdotto determinava che, per gli operatori che disponevano di centrali nelle zone eccedentarie, il corrispettivo fosse un costo, mentre, per gli operatori delle zone deficitarie, rappresentasse un provento netto; - la società ricorrente, titolare di centrali ubicate nelle zone eccedentarie del Nord Italia, alla data della introduzione del suddetto corrispettivo, aveva già stipulato tutti i contratti bilaterali per le forniture di energia del 2004 e non avrebbe potuto più ridefinire le condizioni economiche pattuite; nel periodo aprile-luglio 2004, la ricorrente aveva dovuto corrispondere al Gestore della rete di trasmissione nazionale un corrispettivo pari ad € 16.612.089,11, dovuto anche al fatto che la divaricazione dei prezzi zonali si era rilevata sensibilmente più ampia e volatile di quanto previsto prima dell’avvio della Borsa elettrica; - solo alla fine di luglio 2004, le anomalie del mercato si erano andate normalizzando, ciò subito dopo la pubblicazione della delibera 29 luglio 2004 n. 137 che aveva introdotto un limite massimo per il valore medio del corrispettivo; - Enel s.p.a., operatore dominante nel mercato elettrico italiano, aveva in prevalenza mantenuto la proprietà di centrali nelle zone deficitarie; il sistema dei prezzi zonali aveva alla stessa consentito, proprio nella fase di avvio del mercato elettrico, di rafforzare la propria posizione ai danni degli altri operatori, puntando sui differenziali di prezzo tra le diverse zone; - il 9 giugno 2004 l’Aeeg aveva aperto una indagine conoscitiva sulle anomalie sopra sinteticamente descritte; all’esito dell’istruttoria conclusasi con la delibera 25 febbraio 2005 n. 25, l’Aeeg, avendo accertato che le anomalie del mercato erano imputabili a strategie di Enel s.p.a. (consistite, in particolare, nell’aver speso il proprio potere di mercato per fissare prezzi molto differenziati tra le varie macrozone), aveva ritenuto di investire l’Autorità Antitrust della questione per l’adozione delle misure ritenute conseguenti; - l’Autorità Antitrust, nel procedimento che si concludeva con la delibera 20 dicembre 2006, aveva accertato l’effettiva sussistenza di una pratica escludente tenuta da Enel s.p.a. (tramite la propria controllata Enel Produzione) che aveva penalizzato i concorrenti sia (in via diretta) attraverso la definizione di differenziali zonali nei prezzi del MGP (mercato del giorno dopo) molto elevati, sia (in via indiretta) attraverso la determinazione di un elevato corrispettivo di capacità di trasporto; all’istruttoria non era seguita, tuttavia, alcuna sanzione perché Enel s.p.a. aveva assunto impegni per limitare il proprio potere di mercato ai sensi dell’art. 14 ter l. 287/1990; - Edison Trading Spa ha impugnato le previsioni della delibera n. 48/2004 con ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, il quale veniva accolto con decreto del 13 aprile 2007, conforme al parere espresso dal Consiglio di Stato nella sua seduta del 27 settembre 2006; in esso si legge che la disciplina del corrispettivo introdotto dall’Aeeg era stata inadeguata perché non aveva previsto la possibilità di oscillazioni molto forti dei prezzi zonali e non aveva previsto un limite ai valori del corrispettivo; per tali motivi, il d.P.R. ha annullato l’art. 42 della delibera 48/2004 per il periodo dall’aprile al luglio 2004, considerato che dal 1° agosto 2004 era entrata in vigore la nuova disciplina introdotta dall’Aeeg con delibera n. 137 che, fissando un limite massimo al corrispettivo, aveva determinato la cessazione delle anomalie del mercato elettrico; - dopo la notifica della istanza di Edison Trading spa volta ad ottenere la restituzione degli importi indebitamente riscossi dal Gestore della rete, l’Aeeg ha adottato la delibera 6 maggio 2008 n. 53 con la quale, integrando in parte qua la delibera n. 40/2004, è stato retroattivamente esteso, a far tempo dal 1° aprile 2004, il medesimo limite (di € 2/Mwh) per il CCT introdotto precedentemente con la delibera n. 137; con la conseguenza che sarebbe stato restituito soltanto l’importo di corrispettivo eccedente l’applicazione di tale valore. Tanto premesso, Edison Trading Spa ha impugnato anche la delibera n. 53 del 2008 dell’Aeeg con ricorso straordinario, notificato il 4 agosto 2008 all’Aeeg ed al Gestore dei servizi elettrici spa, il 29 agosto 2008 a Terna spa, nonchè presentato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 5 settembre 2008; in seguito alla notifica, in data 29 settembre 2008, dell’atto di opposizione da parte dell’Aeeg, Edison Trading Spa ha trasposto, con ricorso depositato il 23 ottobre 2008, la controversia in sede giurisdizionale ai sensi dell’art. 10 d.P.R. 1199/1971, insistendo per l’annullamento del provvedimento impugnato, previa sospensiva. Si sono costituiti nel presente giudizio l’Aeeg, il Gestore dei servizi elettrici s.p.a., Terna S.p.a. chiedendo il rigetto del ricorso e della domanda incidentale di sospensione. Alla camera di consiglio del 13 novembre 2008, su accordo delle parti l’istanza cautelare è stata rinviata al merito. Sul contraddittorio così istauratosi, all’udienza pubblica del 22 gennaio 2009, quindi, la causa è stata discussa e decisa con sentenza definitiva, previo deposito del dispositivo. DIRITTO 1. Il ricorso è ammissibile. L’eccezione sollevata dalla società ricorrente, secondo cui l’Aeeg non sarebbe legittimata a proporre l’opposizione prevista dall’art. 10 d.P.R. n. 1199 del 1971, la quale potrebbe essere proposta soltanto da amministrazioni statali, è destituita di fondamento per i seguenti motivi. Come è noto, i controinteressati, entro il termine di sessanta giorni dalla notificazione del ricorso straordinario, possono richiedere, con atto notificato al ricorrente e all’organo che ha emanato l’atto impugnato, che il ricorso sia deciso in sede giurisdizionale. In tal caso, il ricorrente, qualora intenda insistere nel ricorso, deve depositare nella segreteria del giudice amministrativo competente, nel termine di sessanta giorni dal ricevimento dell’atto di opposizione, l’atto di costituzione in giudizio, dandone avviso mediante notificazione all’organo che ha emanato l’atto impugnato ed ai controinteressati, e il giudizio segue in sede giurisdizionale. Il mancato esercizio della facoltà di opzione preclude ai controinteressati, ai quali sia stato notificato il ricorso straordinario, l’impugnazione dinanzi al Consiglio di Stato in sede giurisdizionale della decisione di accoglimento del Presidente della Repubblica, salvo che per vizi di forma o di procedimento propri del medesimo (art. 10 d.P.R. n. 1199 del 1971). Tale disciplina è stata già in passato denunciata innanzi al Giudice delle Leggi per il fatto di non aver collocato sullo stesso piano del controinteressato, ai fini della “scelta” fra le vie straordinaria o giurisdizionale, l’ente pubblico diverso dallo Stato che avesse emanato l’atto impugnato con il ricorso straordinario. La Consulta (con sentenza 29 luglio 1982 n. 148), accogliendo la prospettazione del giudice a quo, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della disposizione, nella parte in cui, ai fini dell’esercizio della facoltà di scelta ivi prevista, non equipara ai controinteressati l’ente pubblico diverso dallo Stato. 1.1. Il Collegio ritiene che l’opzione tra il resistere nella sede straordinaria o in quella giurisdizionale, che la legge accorda espressamente al solo controinteressato e, dopo l’intervento additivo della Corte Costituzionale, anche all’ente pubblico non statale, sia senza dubbio voluta dall’ordinamento anche in favore della Autorità Indipendente convenuta. A ciò induce l’interpretazione estensiva e costituzionalmente orientata del disposto in commento. Sul punto, non convingono gli argomenti formulati dalla società ricorrente per sostenere la diversità che contraddistinguerebbe la collocazione istituzionale dell’Autorità rispetto a quella degli altri enti pubblici non statali. Il convincimento del Tribunale, come si dirà nel prosieguo, è che le rationes a suo tempo formulate dalla Consulta sussistano maggiormente nel caso de quo, a prescindere dalle (senza dubbio interessanti e suggestive) riflessioni sulla imputabilità degli atti dell’AEEG alla persona giuridica dello Stato Persona, trattandosi di organo privo di autonoma soggettività. 1.2. In termini generali, si definiscono Autorità Indipendenti i corpi amministrativi dotati di particolari competenze tecniche preposti alla cura di interessi ordinamentali “sensibili” che abbisognano dell’apporto qualificato di organismi muniti di una particolare posizione di terzietà. Con specifico riferimento ai processi di liberalizzazione di vasti settori economici prima riservati alla “mano pubblica” e alla regolazione pubblica del nascente “mercato” in cui (sia pure in una diversa veste privatistica) continuano ad operare le imprese pubbliche ex monopoliste, l’ordinamento ha inteso scongiurare il rischio (ampiamente inveratosi nel passato del nostro Paese) di una gestione “politica” della vita economica, gestione quest’ultima per sua intima natura “egoistica” giacchè condizionata (secondo quanto, appunto, suggerito dall’esperienza) dall’interesse particolare delle formazioni politiche di volta in volta detentrici della maggioranza parlamentare relativa. Per quanto alcune delle attribuzioni delle Autorità indipendenti consistano nella identificazione di posizioni giuridiche soggettive piuttosto che in valutazioni discrezionali circa la cura di un interesse pubblico, la giurisprudenza (Cass. 30 giugno 2001, n. 8889) ritiene che le Autorità abbiano pur sempre natura amministrativa, non sussistendo nel nostro ordinamento giuridico un tertium genus tra amministrazione e giurisdizione. Ricondotte nell’alveo dell’amministrazione, è interessante notare come le predette esigenze di indipendenza siano state ritenute, dal legislatore, prevalenti sul tradizionale modello cavouriano dell’apparato amministrativo politicamente responsabile, al cui vertice siede un componente del Governo (Ministro) ovvero altro organo comunque sottoposto al medesimo indirizzo politico. Il profilo di indipendenza che contraddistingue le Autorità indipendenti e le separa dalle altre organizzazioni differenziate, pure dotate di autonomia, si concreta proprio nella rescissione del tradizionale legame strutturale e funzionale che solitamente lega le amministrazioni statali all’autorità di Governo; con la rilevante conseguenza che quest’ultimo è privo nei loro riguardi di poteri di direttiva e controllo. L’esercizio di poteri regolatori da parte di soggetti posti al di fuori della tradizionale tripartizione dei poteri e al di fuori del circuito di responsabilità delineato dall’art. 95 della Costituzione, è “compensato” dall’esistenza di strumenti di partecipazione dei soggetti interessati, in varia misura sostitutivo della dialettica propria delle strutture rappresentative; strumenti che configurano le autorità indipendenti organi dello Stato Comunità piuttosto che dello Stato Persona. 1.3. L’Aeeg rientra, senza dubbio a pieno titolo, nel paradigma appena tracciato. Nella sua attività di regolazione e controllo del settore di competenza, la stessa opera, per espressa volontà di legge, in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione (art. 2, comma 5, l. 481 del 1995). L’ordinamento segna un “distacco” non solo organico ma, soprattutto, marcatamente funzionale dell’organo di regolazione rispetto al Governo, al cui indirizzo politico non soggiace. Ciò è confermato, e non escluso, dall’art. 2, comma 21, L. 481/1995, alla cui stregua il Governo, nell’ambito del documento di programmazione economico-finanziaria, indica alle Autorità il quadro di esigenze di sviluppo dei servizi di pubblica utilità che corrispondono agli interessi generali del Paese. E’ del tutto ovvio, infatti, che la definizione degli obiettivi macroeconomici del settore energia spetti all’iniziativa del Governo in sede di manovra di bilancio, dal momento che l’Autorità è organo tecnico non certo deputato alla direzione suprema dello Stato: ciò che conta, ai nostri fini, è piuttosto che, nell’esercizio della concreta e specifica attività regolatoria (ed, in senso lato, giusdicente), l’Autorità non possa subire condizionamento politico alcuno. Invero, il Governo può ingerirsi (non diversamente da quanto previsto per gli enti territoriali), soltano nei casi in cui l’Aeeg non adotti atti o provvedimenti di sua competenza, ai sensi delle leggi vigenti (cfr. l. n. 239/2004 art. 1, comma 12, secondo cui il Governo può in tali casi esercitare un potere sostitutivo; a tale fine il Ministro delle attività produttive trasmette all’Autorità un sollecito ad adempiere entro i successivi sessanta giorni; trascorso invano tale termine l’atto è adottato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle attività produttive). L’assenza di una relazione funzionale con il Governo non è, inoltre, contraddetto dalle ulteriori deduzioni contenute in ricorso. In particolare: - il controllo della Corte dei Conti è di tipo collaborativo e proviene da un organo imparziale dello Stato Comunità; il patrocinio, affidato alla difesa erariale, è circoscritto alla gestione del contenzioso; - il fatto che il presidente e i due membri componenti l’Autorità siano nominati con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro competente, non ne mina l’indipendenza di giudizio che, invece, è salvaguardata dal fatto di durare in carica sette anni, di non poter essere revocati ad libitum, di non potere essere confermati. 1.4. L’intero procedimento istruttorio e decisionale in cui si articola il procedimento contenzioso straordinario è affidato alla competenza esclusiva del Governo giacché, per quanto concluso con decreto del Capo dello Stato, rimane atto ministeriale di cui il Ministro proponente, o il Presidente del Consiglio, assume con la controfirma l’intera responsabilità politica e giuridica. E’ indubitabile che l’Aeeg (contro il quale è rivolto il ricorso straordinario), non essendo riconducibile al medesimo ambito organizzatorio dell’autorità governativa decidente, assuma nel procedimento contenzioso straordinario la veste di mera controparte rispetto al ricorrente, senza alcun potere di decidere e neppure di influire sulla vertenza. Non le si può, pertanto, eccepire il difetto della facoltà di trasposizione in sede giurisdizionale poiché essa, al pari del controinteressato, ha un interesse qualificato a resistere in giudizio. Diversamente opinando, il principio dell’alternatività tra ricorso straordinario al Capo dello Stato e ricorso giurisdizionale verrebbe a collidere irrimediabilmente con l’art. 113 Cost. che sancisce il diritto ad un giudice imparziale (non avendo l’autorità neppure, in conseguenza della negata facoltà di scelta in pendenza del procedimento, il diritto ad impugnare senza limitazioni la intervenuta decisione sul ricorso straordinario proposto contro l’atto da essa emanato); si realizzerebbe, inoltre, una ingiustificata disparità di trattamento rispetto al ricorrente che avrebbe, invece, “piena libertà” di adire la tutela giurisdizionale o rinunciare ad essa. 1.5. L’interesse qualificato dell’Autorità a contraddire in sede giurisdizionale è ancora più evidente ove si ponga mente al fatto che il Governo detiene ancora partecipazioni nelle principali imprese operanti nel mercato regolato (Eni ed Enel, attuali monopolisti del settore). Orbene, tenuto conto che (ai sensi dell’art. 14 d.P.R. 1199/1971) la decisione sul ricorso straordinario potrebbe discostarsi dal parere tecnico espresso dal Consiglio di Stato, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, ove l’autorità non avesse la possibilità di optare immediatamente per la trasposizione del ricorso in sede giurisdizionale, si realizzerebbe una situazione assai bizzarra: i provvedimenti di regolazione indirizzati nei confronti delle imprese pubbliche (in funzione pro-competitiva, ad esempio), ove impugnati da queste ultime, potrebbero essere, almeno in astratto, sempre “superati” dal Consiglio dei Ministri, in cui siede il Ministro azionista di Eni ed Enel, semplicemente adducendo un interesse “politico” ritenuto prevalente su quello sotteso alle esigenze di regolazione, la cui individuazione è rimessa dalla legge alla valutazione esclusiva dell’Autorità. E’ del tutto evidente come siffatto meccanismo potrebbe sacrificare, in radice, le prerogative di indipendenza imposte, non solo dal legislatore interno, ma anche da quello comunitario (direttiva n. 54/2003) il quale pure esige che l’autorità di regolazione sia pienamente indipendente dagli interessi della industria elettrica (cfr., specularmente, la direttiva 55/2003 sul gas naturale). 1.6. In definitiva, il primo comma dell’art. 10 del decreto n. 1199 del 1971 deve interpretarsi nel senso che, ai fini dell’esercizio della facoltà di scelta ivi prevista, ai controinteressati e agli enti pubblici non statali sono equiparati le autorità amministrative indipendenti che abbiano emanato l’atto impugnato con ricorso straordinario. Esse possono, infatti, optare immediatamente per la trasposizione del ricorso in sede giurisdizionale, o restare, invece, nella sede straordinaria prescelta dal ricorrente, con ciò stesso rinunciando alla tutela giurisdizionale (in quanto la mancata opposizione preclude loro l’impugnativa della decisione per vizi che non siano di forma o del procedimento). 2. Nel merito, il ricorso non può essere accolto. 2.1 Con il primo motivo di ricorso Edison Trading Spa assume la violazione del d.P.R. 13 aprile 2007. Sul punto, si afferma che far retroagire gli effetti giuridici della delibera n. 137/2004 al periodo precedente al 1 agosto 2004 non soddisferebbe assolutamente le esigenze segnalate dal Consiglio di Stato: la retroattività giuridica non può produrre alcun beneficio rispetto ad anomalie di mercato che si sono già definitivamente realizzate e che perciò rimangono ferme, anche nella loro incidenza sostanziale sull’ordine di valore del corrispettivo contestato. Poichè gli effetti discriminatori ed i comportamenti opportunistici di Enel spa si sono oramai prodotti, l’assegnazione di valore retroattivo alla delibera n. 137 del 2004 non è in grado di eliminarli, a maggior ragione quanto al loro impatto rispetto all’ammontare del corrispettivo in discussione. La delibera, in definitiva, non attua correttamente la decisione del ricorso straordinario, ponendosi anzi in contrasto con essa perché si esaurisce nella previsione di un limite che, rispetto alla situazione nel periodo temporale aprile – luglio 2004, risulta concretamente irrilevante. 2.2. Con il secondo motivo, si deduce che, nella delibera n.137/2004, il limite era da considerare sulla media delle variazioni del corrispettivo registrate nell’intero periodo agosto-dicembre 2004 che era stato caratterizzato da livelli piuttosto bassi del corrispettivo, con la conseguenza che il limite massimo introdotto dalla delibera n. 137 del 2004 era risultato ben superiore alla media di riferimento. Alla stregua della delibera impugnata, il limite di 2 euro/Mwh va verificato con riguardo al periodo complessivo aprile-dicembre 2004; ne consegue che, sul piano pratico, gli importi sensibilmente superiori di aprile-luglio 2004 risultano quasi totalmente compensati dall’andamento normale del mercato nei mesi successivi. Trattandosi di un periodo diversamente caratterizzato rispetto a quello successivo, sarebbe stata ncessaria una disciplina coerente con le caratteristiche del diverso periodo considerato e, difatti, tale imperizia determina l’irrisorietà del rimborso dovuto dalla ricorrente, così avvalorando ex post gli effetti discriminatori della disciplina originaria del corrispettivo. 2.3. Con il terzo motivo, il ricorso censura il travisamento dei fatti ed il difetto di istruttoria, non avendo l’autorità effettuato alcuna analisi sulle anomalie che avevano caratterizzato l’avvio del sistema del corrispettivo e di conseguenza non aveva cercato neppure di stabilire quali conseguenze avrebbero dovuto essere sopportate ragionevolmente dagli operatori in condizione di normalità. 2.4. Con ulteriore motivo si segnala che, nonostante l’Aeeg avesse accertato il ruolo distorsivo tenuto dall’operatore dominante, con la delibera in oggetto aveva consolidato la penalizzazione dell’operatore incolpevole e virtuoso a tutto vantaggio dell’operatore dominante cui non veniva chiesta la restituzione di alcunché. Ciò sebbene l’annullamento della delibera n. 48/04, avendo la disciplina del corrispettivo carattere normativo, comportasse il dovere di recuperare gli importi versati ad Enel s.p.a. indebitamente; quest’ultima deve considerarsi debitrice di tale importo nei confronti degli altri operatori, a nulla importando che, nel procedimento di ricorso straordinario, la Enel s.p.a. non fosse controinteressata. 2.5. Da ultimo, si sostiene che l’Aeeg avrebbe adottato un provvedimento con effetti retroattivi in pejus. Non era possibile procedere ad una correzione del corrispettivo, ora per allora, dal momento che era la stessa disciplina del corrispettivo ad essere illegittima perché ancorata a valori che, per la situazione di anomalia di mercato, non potrebbero essere assunti legittimamente come parametri utili. 3. Tali censure possono essere trattate congiuntamente poiché rispetto a ciascuna di esse valgono le seguenti considerazioni. 3.1. La decisione del ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, pur avendo carattere cogente per l’amministrazione e determinando in capo ad essa l’obbligo di esecuzione, consiste in un provvedimento amministrativo, a contenuto eliminatorio, privo della natura e della forza di giudicato che assiste la sentenza resa nella sede giurisdizionale. Ne consegue che, onde ottenere la conformazione di un’amministrazione ad un decreto del Presidente della Repubblica, agli interessati non rimane altra strada, se non quella di attivare in primo grado i normali rimedi contemplati dal sistema processuale amministrativo per reagire ad un’ingiustificata inerzia amministrativa (Cons. Stato, sez. VI, 27 luglio 2007, n. 4156; Consiglio Stato , sez. VI, 04 aprile 2008, n. 1440). Al fine di far valere il titolo alla puntuale e corretta esecuzione della decisione sul ricorso straordinario non è utilizzabile lo strumento del ricorso per l’ottemperanza che è limitato all’esecuzione del giudicato; nondimeno, in base al principio di effettività che deve assistere le decisioni emesse in esito a procedimenti contenziosi volti alla tutela di situazioni soggettive del privato, la pretesa al pieno e corretto adempimento all’atto decisorio non resta sfornita di tutela. Difatti, il provvedimento adottato in ottemperanza al decreto di decisione sul ricorso straordinario ha natura esecutivo-conformativa, di tal ché è ben ammissibile un’azione di verifica di legittimità sugli atti di conformazione o di esecuzione del decreto presidenziale di decisione del ricorso straordinario, pur non essendo esperibile in materia, stante l’assenza di un giudicato in senso tecnico, una vera e propria “actio iudicati” (Cons. Stato , sez. VI, 10 febbraio 1999, n. 146). 3.2. La decisione del ricorso straordinario, oltre al c.d. effetto demolitorio, produce anche’essa un effetto conformativo e ripristinatorio. L’effetto conformativo è dato dalle prescrizioni che vincolano, in modo più o meno stringente, la possibile riedizione del potere amministrativo e che definiscono l’utilità concreta ottenuta dal ricorrente in virtù dell’accoglimento della sua impugnazione; l’effetto ripristinatorio implica la cancellazione delle modificazioni della realtà (giuridica e di fatto) intervenute per effetto dell’atto annullato e cioè l’adeguamento dell’assetto di interessi esistente prima della pronuncia giurisdizionale alla situazione giuridica prodotta dalla pronuncia stessa. 3.3. Il Tribunale è chiamato a pronunciarsi sulla legittimità della delibera n. 53 (adottata dall’Aeeg in espressa esecuzione del d.p.r. 13 aprile 2007) per quanto concerne l’idoneità dell’atto medesimo a rispondere ai criteri dettati dalla decisione resa sul ricorso straordinario dal Capo dello Stato. Il parere del Consiglio di Stato, cui è conforme il d.P.R., ha ritenuto immune da censure la disciplina del corrispettivo introdotto con la delibera n. 137/2004 con decorrenza 1 agosto 2004, in ragione dell’introduzione di un “tetto” alle oscillazioni del suo valore, rintenuto avente capacità stabilizzante, adeguatrice, compensativa. Il meccanismo riequilibratore, in particolare, consiste nella previsione di un limite massimo all’onere medio del corrispettivo di assegnazione della capacità di trasporto sostenuto dell’operatore di mercato: nel caso in cui il predetto onere medio ecceda un certo valore, il GSE (gestore), deve riconoscere all’operatore un corrispettivo compensativo pari alla differenza tra l’onere ed il valore indicati. Accogliendo la censura di eccesso di potere per mancanza di istruttoria, il d.p.r. 13 aprile 2007 ha, invece, rilevato che il principale difetto della disciplina inzialmente dettata dall’autorità (relativamente cioè al periodo 1 aprile–31 luglio 2004) risiedeva nella mancata fissazione di una soglia massima dell’incremento della misura del corrispettivo. La delibera n. 48/04, quindi, è stata annullata non perché introduce il CCT ma perché non era stata prevista ab origine una soglia massima all’intero periodo di funzionamento della borsa elettrica nel 2004, soprattutto nelle ipotesi in cui il PZON fosse inferiore al PUN. La decisione sostiene, in particolare, che l’originaria configurazione del CCT fosse mal calibrata rispetto alla reale struttura del mercato elettrico italiano, fortemente caratterizzato dalla posizione di dominanza Enel spa, essendosi sottovalutato che questa, traendo vantaggio dalla peculiare distribuzione geografica dei suoi impianti, avrebbe potuto agevolemente influenzare l’andamento dei PZON così indirettamente determinando anche l’entità dei CCT. 3.4. La ricorrente afferma che l’autorità non si sia legittimamente conformata al decreto presidenziale dal momento che la misura adottata sarebbe del tutto inidonea ad eliminare il pregiudizio subito a causa della estrema volatilità dei prezzi verificatasi nel periodo in oggetto. Ritiene il Tribunale che, stante il carattere retroattivo dell’annullamento della disciplina di regolazione contenuta nella delibera n. 48, l’organo tutorio avesse il dovere di ripronunciarsi ora per allora al fine di ricomporre la cornice giuridica del mercato regolato, con la medesima decorrenza del provvedimento annullato. Difatti, anche nel caso in cui sia stata annullata in sede di ricorso straordinario una norma regolamentare, l’amministrazione, nell’emanare una nuova norma, in sostituzione di quella annullata, che tenga conto dei rilievi formulati nella decisione, agisce non nell’ambito della propria discrezionalità, ma per la necessità di colmare il vuoto giuridico formatosi con l’annullamento della regola e risalente fino al momento dell’emanazione di quest’ultima. Nel caso di specie, l’effetto conformativo imponeva all’autorità di adeguare la disciplina del CCT relativamente al periodo temporale in cui la stessa era risultata sprovvista di un meccanismo idoneo a salvaguardare l’operatore economico, incapace di influenzare il prezzo di borsa, da oscillazioni esorbitanti del valore monetario del corrispettivo. Circa l’entità del corrispettivo pagato da Edison nel 2004 (16 milioni di euro) e finito nelle casse del Gestore della Rete, la decisione del Presidente della Repubblica non statuiva alcun obbligo di restituzione se non nei limiti delle quote derivanti dal diverso modello regolativo adottato in ottemperanza alla pronuncia. Le censure secondo cui il meccanismo retroattivamente esteso sarebbe stato inidoneo a regolare il periodo aprile-luglio 2004, essendo quest’ultimo diversamente caratterizzato dal punto di vista dell’andamento, non sono idonee ad intaccare la legittimità del provvedimento impugnato. Il meccanismo regolatorio, di per sé, funziona a prescindere dall’andamento del mercato e dalle oscillazione dei prezzi dal momento che esso è destinato a funzionare ex post sulla base dei valori medi a consuntivo: a fine anno il gestore della rete verifica l’entità del corrispettivo medio CCT versato da ciascun operatore che vende energia nell’ambito dei contratti bilaterali; se il corrispettivo risulta superiore a € 2/MWh il gestore della rete restituisce all’operatore la differenza; se invece il corrispettivo è inferiore all’operatore non spetta alcunché. Il criterio di regolazione adottato ora per allora non è, di per sé, viziato per il fatto di non consentire di ristorare l’intero pregiudizio patrimoniale sofferto, giacchè la tutela di annullamento ed il conseguente effetto conformativo offrono una tutela di pura legittimità dell’interesse legittimo, tutela come tale orientata al conseguimento di una sintesi del pubblico interesse con quello privato: la non satisfattività della tutela di annullamento non è, poi, senza conseguenze perché apre le porte della tutela risarcitoria di completamento. L’Aeeg era tenuta a rimuovere la lacuna nella disciplina del corrispettivo ravvisata dal Capo dello Stato, introducendo, sia pure ex post, un limite massimo ai valori medi; non era, invece, tenuta a dettare un quadro di regolazione avente la finalità specifica di risarcire l’operatore economico del danno ingiusto asseritamente dovuto a fattori di mercato contingenti in uno a comportamenti di imprese concorrenti di cui si assume l’illiceità. L’effetto conformativo scaturente da una pronuncia di annullamento persegue l’interesse pubblico di ricondurre l’azione amministrativa ai canoni di legalità divisati dal giudice; tale interesse è qualitativamente diverso da quello patrimoniale tutelato con il rimedio risarcitorio, che presuppone il ricorrere di ben altri requisiti di fattispecie. 3.5. In definitiva, la dedotta mancata integrale elisione del pregiudizio sofferto a causa del non adeguato quadro regolamentare esistente, non costituisce di per sé un vizio di legittimità della delibera impugnata. Al di là delle formule utilizzate, il rimedio in questa sede invocato consiste nella pretesa al risarcimento del danno non coperto dalla tutela specifica di annullamento della delibera n. 48. Non è un caso che la stessa società ricorrente deduca che la situazione di pregiudizio dovuta alla volatilità dei prezzi zonali è un “fatto storico” e, in quanto tale, del tutto irreversibile e che le anomalie del mercato non sono più modificabili; che si tratta di pregiudizio che non può essere rimosso con attività regolativa adottata ora per allora in quanto il pregiudizio è il frutto dell’anomalo funzionamento del mercato in un preciso momento temporale. Edison s.p.a. non è certo privata di strumenti di tutela. Se ritiene che la condotta dell’Aeeg (già riconosciuta illegittima) e di Enel s.p.a. le abbiano cagionato un danno ingiusto potrà convenirle in giudizio per sentirle condannare al risarcimento del danno, all’uopo dimostrando il nesso di causalità, la colpa e l’effettiva entità del danno. 3.6. Neppure può parlarsi di provvedimento retroattivo in pejus. Il principio d’irretroattività costituisce regola generale dell’ordinamento giuridico, assumendo però rango costituzionale solo in riferimento alle norme penali incriminatrici ed alle altre norme di carattere afflittivo. Non viola, però, il principio della irretroattività degli atti amministrativi, la normativa regolamentare volta a disciplinare ora per allora situazioni e rapporti la cui precedente regolamentazione sia stata caducata per effetto di giudicato amministrativo, purchè vengano preservati: a) le posizioni soggettive dei terzi; b) la preesistenza dei presupposti di fatto e di diritto richiesti per l’emanazione dell’atto fin dalla data alla quale si vogliono far risalire gli effetti; c) i fatti già avvenuti in epoca anteriore (Consiglio Stato , sez. IV, 30 marzo 1998, n. 502). Nel caso di specie, in primo luogo, il provvedimento impugnato arreca un vantaggio ad Edison s.p.a. (che beneficia di € 225.000,00). Inoltre, alla stregua di quanto sopra detto, la nuova regola che prende il posto di quella annullata, per quanto riguarda la decorrenza, non viola il principio dell’irretroattività delle norme, trattandosi di necessaria emanazione ed applicazione di una norma “ora per allora”. 3.7. Secondo la società ricorrente, l’effetto distorsivo del corrispettivo risaliva ad anomalie riconducibili al comportamento scorretto di Enel spa, rispetto alla quale l’Aeeg avrebbe rinunciato a ripetere le somme indebitamente percepite in relazione all’annullamento della delibera n. 48/2004. Sul punto, deve replicarsi che, in primo luogo, la decisione non statuisce affatto il carattere indebito, ossia privo di valido ed efficace titolo giuridico, della attribuzione patrimoniale incamerata da Enel spa e neppure detta criteri per stabilire quali importi avrebbero dovuto essere recuperati. Enel spa, del resto, non era neppure parte del procedimento contenzioso, cosicchè una eventuale pronuncia in tal senso sarebbe rimasta inutiliter data. Inoltre, la decisione amministrativa non ha eseguito alcun accertamento di responsabilità in capo ad Enel spa. Anche qui la società ricorrente, se lo riterrà, potrà in un giudizio risarcitorio dimostrare l’illecito compiuto ai suoi danni. 4. Il ricorso deve, pertanto, essere respinto. Il rigetto integrale comporta l’assorbimento dell’eccezione di difetto di legittimazione passiva sollevata da Terna s.p.a. 5. Le spese di lite sono interamente compensate tra le parti, sussistendo giusti motivi ravvisabili nella estrema complessità della materia trattata. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, sezione III, definitivamente pronunciando sul ricorso in epigrafe, così provvede: Rigetta il ricorso; Compensa interamente tra le parti le spese di lite. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’Autorità Amministrativa. Così deciso in Milano nella camera di consiglio del 22 gennaio 2009, con l’intervento dei seguenti magistrati: dott. Domenico Giordano Presidente dott. Stefano Cozzi Referendario dott. Dario Simeoli Referendario Estensore Presidente Domenico Giordano Estensore Dario Simeoli Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Costituzione fra passato e futuro (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Campania riforme istituzionali Costituzione fra passato e futuro Dibattito oggi all'Ateneo Federiciano con Mancino, Amato e Ferrara "Il tempo della Costituzione": è il titolo del saggio di Massimo Villone (costituzionalista ed ex senatore Sda) che verrà presentato nell'Aula Pessina dell'Ateneo Federiciano, in occasione di un dibattito presieduto dal vice presidente del Csm Nicola Mancino. "La Costituzione dal passato al futuro", riflettori sulla "carta fondante" della Repubblica Italiana: su questo tema si confrontano oggi l'ex ministro dell'interno Giuliano Amato e Gianni Ferrara (costituzionalista ed ex parlamentare) in un incontro presieduto dal vice presidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino. Nel corso dell'incontro sarà presentato il saggio "Il tempo della Costituzione", di Massimo Villone. L'incontro sarà introdotto dal rettore Guido Trombetti e dal preside della facoltà di Giurisprudenza Lucio De Giovanni. del 28-04-2009 num.

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Moarte suspecta a unui oficial mexican, la cateva zile dupa o intalnire cu Obama (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Moarte suspecta a unui oficial mexican, la cateva zile dupa o intalnire cu Obama Barack Obama si presedintele mexican Felipe Calderon Rl online Marti, 28 Aprilie 2009 Casa Alba a dat asigurari ferme, luni, ca presedintele Barack Obama s-a intors fara gripa porcina dintr-o recenta calatorie in Mexic, desi a avut contacte cu un oficial care a murit la cateva zile dupa aceea, transmite AFP preluata de Realitatea TV. Autoritatile mexicane au dat asigurari ca oficialul respectiv nu a murit de gripa porcina. Cu toate acestea, purtatorul de cuvant al Casei Albe, Robert Gibbs, a fost asaltat de jurnalisti, alarmati de moartea directorului Muzeului National de Antropologie din Mexic, Felipe Solis. Obama cinase cu Solis in seara zilei de 16 aprilie. "Nu a existat niciun moment niciun fel de amenintare pentru sanatatea presedintelui. Nici presedintele si, din cate stiu eu, nici altcineva care a calatorit cu presedintele in exercitiul functiunii sale guvernamentale sau jurnalistice, nu a prezentat simptome ingrijoratoare", a spus Gibbs, nevoit sa repete acest lucru de mai multe ori. Ministrul mexican al Sanatatii Jose Angel Cordova anuntase ca moartea lui Solis a fost cauzata de o patologie de care suferea dinainte de aparitia cazurilor de gripa porcina. Un oficial medical din administratia mexicana precizase intr-un comunicat ca Solis suferea de diabet, deficiente imunitare si hipertensiune arteriala, iar acesti factori i-au precipitat decesul. Insa in fata ingrijorarii cu privire la sanatatea lui Obama, accentuata dupa anuntul decesului lui Solis la o zi dupa intalnirea cu presedintele american, Casa Alba a publicat un comunicat al ambasadei Mexicului la Washington, potrivit caruia Solis a murit in 23 aprilie, la o saptamana dupa intalnirea cu Obama. "A murit din cauza complicatiilor dezvoltate pe o stare preexistenta, si nu de gripa porcina", a confirmat ambasada. Casa Alba a publicat apoi un alt comunicat, sub forma de intrebari si raspunsuri, in care spune ca autoritatile mexicane nu au informat administratia americana despre problema gripei porcine inainte de vizita lui Obama. "Dar nu avem niciun motiv sa credem ca au ascuns informatii de care dispuneau la acel moment", arata Casa Alba. Comunicatul Casei Albe il citeaza pe John Brennan, un colaborator al lui Obama, potrivit caruia autoritatile mexicane nu au avut decat la sfarsitul saptamanii trecute confirmarea cazurilor de gripa porcina, de la laboratoarele americane si canadiene carora le trimisesera esantioane. Din aceeasi categorie: CSM convoaca adunarile generale ale tuturor instantelor si parchetelor (VIDEO)Asistentele medicale din Romania invata finlandezaMinisterele se vor imprumuta in acest an cu un miliard euro Voteaza

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Clandestini, via la denuncia dei medici ma tornano ronde e detenzione lunga (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA - Roberto Maroni, il ministro dell'Interno, è stato di parola: ronde e centri d'espulsione (Cie) a sei mesi tornano alla Camera come emendamenti del governo (e della stessa Lega) al ddl sicurezza per diventare al più presto operativi (lui s'augura in due mesi ma il testo dovrà tornare al Senato). La permanenza lunga nei Cie (dagli attuali 60 ai futuri 180 giorni) è stata impallinata dai franchi tiratori del Pdl prima a palazzo Madama e poi a Montecitorio; i "volontari per la sicurezza", alias ronde a disposizione dei sindaci, erano state stralciate dall'ultimo dl su stupri e stalking per garantirne la conversione. Ma il Carroccio ha puntato i piedi: o rientrano o il governo cade. E ieri, nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, ronde e Cie sono riapparsi. In compenso, dal ddl esce la norma sui medici-spia, liberi di denunciare uno straniero che va in ospedale ma non ha il permesso di soggiorno. Regola che ancora ieri mattina il presidente della Camera Gianfranco Fini, visitando l'ospedale San Gallicano che s'occupa solo di immigrati, ha giudicato "un errore giuridico e di miopia politica". I relatori Francesco Paolo Sisto e Jole Santelli ne sottoscrivono la soppressione. Indispensabile peraltro dopo la clamorosa protesta di Alessandra Mussolini che un mese ha raccolto le firme di 101 deputati concordi nel chiedere un passo indietro. Il Pd è soddisfatto, ma resta la dura valutazione su una legge che Donatella Ferranti bolla come "xenofoba e razzista". Per il dipietrista Massimo Donadi è un testo "dannoso per il funzionamento delle istituzioni". OAS_RICH('Middle'); Lo scontro è assicurato. Il primo assaggio ci sarà, tra oggi e domani, in commissione. Poi toccherà all'aula, a partire da giovedì. Col solito trucco la maggioranza conta di partire il 30 aprile con la discussione generale, per andare al mese successivo con i tempi contingentati. L'opposizione annuncia che non farà sconti sui 66 articoli che introducono norme severissime contro gli immigrati, a partire dal reato di clandestinità. Ma sarà maretta pure nella coalizione. Come dimostrano i venti emendamenti della Mussolini, a partire proprio dalla richiesta di sopprimere quel nuovo delitto. E poi la tassa di 200 euro sui permessi di soggiorno e il divieto di iscrivere i figli all'anagrafe se la casa è sotto gli standard igienico-sanitari. "Sarò in commissione perché voglio assolutamente difendere le mie modifiche sostenute da una decina di colleghi" dice la Mussolini. Si riaffaccia, con lei, il dissenso nel gruppo e il rischio di sorprese nel corso delle votazioni segrete. Le occasioni sono molte. Lo dimostrano i quasi 400 emendamenti, 167 Pd, 30 Idv, 21 Udc, ma una settantina anche del Pdl. Il governo insiste sulla linea della durezza. Non arretra con la tassa dei 200 euro, con la stretta sulla possibilità per lo straniero di restare in Italia grazie ai legami familiari (saranno ammessi solo quelli di secondo grado). Neppure il Guardasigilli Angelino Alfano rinuncia a una rentrée: ripropone l'obbligo per il Csm di trasferire le toghe nelle sedi prive di domande. L'Anm aveva fatto balenare lo sciopero. Ma lui insiste. Solo un ammorbidimento per l'oltraggio al pubblico ufficiale: resta, ma sarà estinto se c'è il risarcimento del danno (Santelli). (28 aprile 2009

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I diritti contesi da difendere secondo D'Amico (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

VENEZIA. Domani dibattito all'Ateneo Veneto Ne discuterà il magistrato Ennio Fortuna assieme alla docente di diritto costituzionale a Milano 28/04/2009 rss e-mail print La prof. Marilisa D'Amico VENEZIA "Diritti da difendere - Dalla procreazione assistita all'aborto, dalla libertà di religione al caso Englaro ai diritti della famiglia e delle donne". Questo è il titolo del dibattito che si terrà domani alle 17 all'Ateneo Veneto, a Venezia, nell'ambito del ciclo di incontri "In punta di penna" promosso dall'Ordine dei giornalisti del Veneto. Ad animare la discussione saranno Ennio Fortuna, già procuratore generale a Venezia e Marilisa D'Amico, ordinario di diritto costituzionale all'università Statale di Milano che ha appena pubblicato per Franco Angeli Editore il saggio "I diritti contesi" e che, poche settimane fa, ha ottenuto, dopo una lunghissima battaglia legale, che la Corte Costituzionale censurasse, di fatto riscrivendola, la legge che regolava la procreazione medicalmente assistita. Modera il giornalista Beppe Gioia della Rai del Veneto. I temi del dibattito sono di evidente attualità e la cronaca di tutti i giorni puntualmente li ripropone. Si tratta infatti di quei diritti che D'Amico elenca nel suo libro e chiama "contesi", anzi negati e sui quali si discute, si dibatte, si litiga, arrivando facilmente allo scontro peggiore, quello ideologico: basta pensare alle polemiche sulle famiglie di fatto, sulla legislazione in tema di aborto, sulla libertà religiosa, sull' inizio e sulla fine della vita umana, sui diritti di cittadinanza e su quelli delle donne e dei minori. L'incontro con Marilisa D' Amico ed Ennio Fortuna è il quinto della serie che ha già avuto protagonisti lo scrittore Daniel Pennac, i giornalisti Riccardo Iacona e Giuliana Sgrena, l' avvocato Cesare Rimini.

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IRAN/ ROXANA SABERI PROSEGUE LO SCIOPERO DELLA FAME (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Iran/ Roxana Saberi prosegue lo sciopero della fame di Apcom Il padre: è dimagrita ma è decisa ad andare avanti -->Teheran, 28 apr. (Apcom) - La giornalista iraniano-americana Roxana Saberi, detenuta in Iran con l'accusa di spionaggio, continua a perdere peso a causa dello sciopero della fame ma resta fermamente decisa a proseguire la sua protesta: lo ha confermato il padre della reporter, spiegando di averla incontrata oggi in un ufficio del potere giudiziario per discutere della sua procedura di appello con l'avvocato". "È diventata molto magra", ha detto Reza Saberi, raggiunto telefonicamente dalla France Presse. "E determinata a continuare il suo sciopero della fame fino al giorno del suo rilascio", ha aggiunto il padre della giornalista. Detenuta nella prigione di Evine, a nord di Teheran, Roxana Saberi ha cominciato il suo sciopero della fame il 21 aprile scorso. È stata condannata ad otto anni di prigione per spionaggio in favore degli Stati Uniti al termine di un processo a porte chiuse, il 13 aprile scorso. Il suo avvocato, Abdolsamad Khoramshahi, ha già presentato ricorso in appello contro la sua condanna. Secondo quanto riferito dalla famiglia della giornalista, la detenuta avrebbe già perso 4,5 chili. Ma il portavoce del potere giudiziario iraniano, Ali Reza Jamshidi, ha smentito: "è in buone condizioni di salute e non sta facendo lo sciopero della fame", ha detto. (fonte afp)

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DOMENICO AMBROSINO PROCIDA. SOSPESI GLI ABBATTIMENTI DEI DUE FABBRICATI ABUSIVI IN PROGRAMMA PER... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

DOMENICO AMBROSINO Procida. Sospesi gli abbattimenti dei due fabbricati abusivi in programma per oggi. Il provvedimento è a firma del sostituto procuratore Ugo Ricciardi, del pool busi edilizi della Procura della Repubblica di Napoli. Lo stop per «motivi tecnici» è scritto nel fax inviato al Comune di Procida nel primo pomeriggio di ieri. In mattinata il dottor Ricciardi aveva convocato in Procura il sindaco Gerardo Lubrano e il capo dell'ufficio tecnico, Salvatore Ruocco. Stamane, intanto, il Tar Campania e la VII sezione penale della Corte d'Appello di Napoli discuteranno, in una seduta urgente, i ricorsi dell'avvocato Bruno Molinaro, difensore dei proprietari dei due immobili abusivi procidani, riguardanti la demolizione stessa. Le due case, una di 70 metri quadri, ubicata in via Sottotenente di Vascello Scotto di Vettimo, l'altra di 130 metri quadri, situata in via Marconi, sono regolarmente abitate rispettivamente dalle famiglie di Archina Riccioe da Nicola Scotto di Clemente. Si tratta di due esempi dei cosiddetti "abusi di necessità", divenuti passibili di demolizione, in seguito alle sentenze penali di condanna passate in giudicato. «Il problema principale - spiega il consigliere comunale del Pd Dino Ambrosino - sta nel fatto che il condono ter, quello relativo alle costruzioni edificate entro il 2003, a riguardo del quale i cittadini hanno già versato al Comune migliaia di euro, rischia di non trovare applicazione a Procida per un'interpretazione della legge attinente i vincoli ambientali presenti». E proprio questo, è stato il tema al centro dell'infuocato dibattito delle due assemblee che si sono svolte, nella giornata di ieri, presso la sala consiliare del municipio. È intervenuto anche Domenico Savio, segretario del partito comunista marxista leninista, promotore di una proposta di emendamento della legge del «terzo» condono, fatta propria dagli stessi consigli comunali isolani, che consenta la sua applicazione anche nei territori delle isole di Ischia e Procida. È nato anche a Procida un comitato a sostegno della proposta. Stasera è convocato un Consiglio comunale che si annuncia infuocato. Sull'isola sono previste tredici demolizioni. Nei giorni scorsi a Procida sono sbarcati alcuni funzionari regionali che hanno eseguito gli ultimi adempimenti ed accertamenti. I sindaci di Ischia e Procida sono in attesa del verdetto della Corte Costituzionale che mercoledì scorso ha esaminato il ricorso promosso dal giudice monocratico della sezione distaccata di Ischia del tribunale di Napoli, Angelo Di Salvo, che nell'udienza del 12 giugno 2008, accogliendo l'eccezione di incostituzionalità presentata dagli avvocati, ha bloccato l'efficacia delle 140 demolizioni ordinate dalla Procura.

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Quanti diritti da difendere (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Quanti diritti da difendere Martedì 28 Aprile 2009, VENEZIA - "Diritti da difendere: dalla procreazione assistita all'aborto, dalla libertà di religione al caso Englaro ai diritti della famiglia e delle donne". Questo il titolo del dibattito che si terrà domani mercoledì, alle 17 all' Ateneo Veneto, nell'ambito del ciclo di incontri "In Punta di Penna" promosso dall'Ordine dei giornalisti del Veneto. Ad animare la discussione saranno Ennio Fortuna (foto), già procuratore generale a Venezia e Marilisa D'Amico, ordinario di diritto costituzionale all'Università Statale di Milano che ha appena pubblicato il saggio "I diritti contesi" e che, poche settimane fa, ha ottenuto, dopo una lunghissima battaglia legale, che la Corte Costituzionale censurasse, di fatto riscrivendola, la legge che regolava la procreazione medicalmente assistita. I temi del dibattito sono di evidente attualità e la cronaca di tutti i giorni puntualmente ce li ripropone.

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Pubblico Ministero (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pubblico Ministero Mappa agg. al 28.04.2009 Stampa | Segnala | Condividi Mappa di Altalex | Procedura penale PUBBLICO MINISTERO ** * ** Altalex Massimario (www.massimario.it) Sentenze della Cassazione, Pubblico Ministero, obbligo di chiedere larchiviazione Corte Costituzionale , sentenza 24.04.2009 n° 121 Processo penale, interesse ad impugnare, Pubblico Ministero, necessità Cassazione penale , sez. VI, sentenza 04.06.2008 n° 22286 Segreto di Stato, pubblico ministero, presidente del consiglio Corte Costituzionale , ordinanza 26.09.2007 n° 337 Stampa | Segnala | Condividi |

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Madagascar/ Arrestato capo sicurezza palazzo Corte (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Andrianandraina Ralitera, il capo della sicurezza del palazzo della Corte costituzionale di Antanarivo, in Madagascar, e altre tre persone sono state arrestate ieri sera dai militari con l'accusa di incitamento al disordine e alla violenza. Lo riferisce una fonte della commissione nazionale investigativa. L'esercito accusa gli arrestati di sostenere il presidente destituito Marc Ravalomanana, di recare pregiudizio al presidente Andry Rajoelina e di aver cercato di assassinare la moglie di Rajoelina. Armi e munizioni sono state trovate nell'ufficio e a casa del direttore della sicurezza. Secondo la televisione privata Tv Plus sono stati fermati anche quattro deputati del parlamento di Antanarivo e posti di "detenzione preventiva" con l'accusa di complicità nella distruzione di beni pubblici e privati.

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Pioggia di libri per la scuolaFontanelle. (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pioggia di libri per la scuolaFontanelle. Gli abitanti del quartiere hanno regalato libri adatti ai bambini La Provincia ha incaricato un legale per procedere al pignoramento dell'ex caserma dei vigili del fuoco del viale della Vittoria, di proprietà del Comune. Si accentua così il clima di conflittualità tra i due enti. Come si ricorderà, il Comune mandò un atto di precetto all'ente guidato da Eugenio D'Orsi intimando la restituzione entro venti giorni dell'edificio, la cui proprietà - dopo una controversia giudiziaria, é stata attribuita al Comune. Seguì il 10 marzo la replica: la Provincia Regionale che preannunciò opposizione alla richiesta di restituzione dell'ex Caserma e anzi chiese il pagamento della somma di 870 mila euro di cui afferma di essere creditrice nei confronti dello stesso Comune. «La sentenza passata in giudicato - afferma da tempo il presidente Eugenio D'Orsi - ha statuito che la Provincia avrebbe dovuto restituire al Comune l'immobile dell'ex Caserma a fronte del rimborso dei costi sostenuti per i miglioramenti apportati nel corso dei decenni. Per potere dare esecuzione a questa sentenza gli uffici della Provincia si erano tempestivamente adoperati quantificando in circa quattrocentomila euro l'importo che il Comune dovrebbe rimborsare. I successivi tentativi attivati dalla Provincia per giungere ad una composizione sollecita della vicenda, purtroppo, non sempre hanno trovato la disponibilità di tutte le parti». Nel frattempo la Provincia aveva anche manifestato al Comune la propria disponibilità all'acquisto dell'immobile dando mandato ai propri uffici di addivenire ad una stima del valore. Da circa un anno invece - secondo D'Orsi - gli uffici del Comune non hanno dato risposta alle sollecitazioni della Provincia per definire l'intera vicenda e predisporre la stima. Ma la Provincia afferma di essere creditrice di altre somme. «Ci sono - spiega ancora D'Orsi - anche 476 mila euro pagati dal 2001 al 2007 per la Tarsu sugli Istituti Scolastici di propria competenza e che vanno restituiti a seguito di una sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto per gli Enti Locali Territoriali l'esenzione dalla tassa». La Provincia fissò in trenta giorni il termine per la restituzione ed ora ha avviato l'iter per il pignoramento dell'edificio. Salvatore Fucà

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Autobus, nuove regole fra luci e ombreAmat. (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Autobus, nuove regole fra luci e ombreAmat. Meno «portoghesi», ma la gente sale ancora dalla porta posteriore. Non sempre i verificatori sono a bordo iraq. On. Caputo, medaglia d'oro per i Caduti di Nassiriya La medaglia d'oro al valor civile ai tre siciliani caduti nella strage di Nassiriya, Domenico Intravaia di Monreale, Alfio Ragazzi di Messina e Giuseppe Coletta di Avola. La proposta è del presidente della Commissione Attività produttive all'Ars Salvino Caputo, che ha presentato un emendamento alla finanziaria. provincia. Si conclude il progetto Intra per ex detenuti Si è concluso il Progetto Intra, finanziato dal ministero delle Politiche sociali e coordinato dalla Provincia. L'iniziativa in un anno di attività ha permesso il recupero e il reinserimento sociale di 30 ex detenuti tossicodipendenti o alcoldipendenti o portatori di malattie causate da alcol o droga, che hanno beneficiato dell'indulto. monreale. Riconoscimento per lo chef Antonino Buzzotta Lo chef Antonino Buzzotta ha partecipato ai campionato internazionali d'Italia e ha ottenuto due importanti riconoscimenti. Lo chef monrealese, che faceva parte del 'Culinary team Palermo', si è aggiudicato due medaglie d'argento sia nella sezione «cucina fredda» che nella «cucina calda». arcidiocesi. A maggio la nomina di quattro nuovi diaconi Il prossimo mese di maggio quattro seminaristi di Palermo saranno ordinati diaconi. Sono Domenico Bartolone, Francesco Galioto, Vincenzo Battaglia e Adriano Frinchi. L'arcivescovo Paolo Romeo ordinerà i diaconi per l'imposizione delle mani e la preghiera consacratoria il 9 e il 16 maggio nella Cattedrale. montevergini. Domani spettacolo di Anteprima Proseguono gli spettacoli della quarta edizione della manifestazione «Anteprima», in programma fino al 6 giugno al teatro Montevergini. L La rassegna Anteprima propone domani, giornata mondiale della danza, uno spettacolo curato da Giovanna Velardi. Una lunga notte di racconti teatrali, infine, chiuderà il 15 maggio gli eventi culturali. sportello informativo. La Provincia per fondo europeo La Provincia regionale di Palermo ha istituito lo sportello informativo per la progettazione per il fondo sociale europeo 2007-2013. Lo sportello informativo, attivato grazie alla convenzione con Urmax consulting group, resterà aperto ogni giovedì dalle 15 alle 18 presso i locali dell'assessorato provinciale alla Formazione professionale in via Roma 19 (ex palazzo delle Ferrovie). collesano. Incendio in deposito società Ato Ambiente Un incendio è divampato all'interno del deposito di della società Ato Spa Pa 5-ecologia ed ambiente. Le fiamme hanno coinvolto un rimorchio scarrabile e, a causa del forte vento, si sono propagate a un veicolo di proprietà del Comune e a due automezzi privati, parcheggiati nella sottostante piazza Zubbio. Sembra che il rogo sia stato causato da autocombustione del rimorchio. appello. Utilizzo intercettazione in processo Dell'Utri La Corte d'appello si è riservata la decisione sulla proposta di sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, presentata dalla difesa del senatore Marcello Dell'Utri, per consentire di utilizzare nel processo di secondo grado l'intercettazione di una telefonata dell'esponente del Pdl, imputato di concorso in associazione mafiosa. Se i giudici dovessero sollevare il conflitto davanti alla Corte costituzionale passerebbero ancora anni prima di arrivare alla sentenza nei confronti di Dell'Utri, condannato a nove anni in tribunale. Il processo proseguirà l'8 maggio.

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AMNESTY: SEGNALI CONTRASTANTI DAI PRIMI 100 GIORNI DI OBAMA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Amnesty: segnali contrastanti dai primi 100 giorni di Obama di Apcom Sul fronte lotta al terrorismo promesse molte ma azioni "Limitate -->Roma, 29 apr. (Apcom) - Secondo Amnesty International, i primi 100 giorni della presidenza Obama sono stati caratterizzati da "promesse di cambiamento accompagnate da azioni limitate" nel campo della lotta al terrorismo. I provvedimenti presi entro le prime 48 ore dall'insediamento, e cioe' chiudere Guantánamo entro un anno, porre fine alle detenzioni segrete ad opera della Cia e spezzare il clima di segretezza che copriva l'operato dell'amministrazione Bush, sono stati molto positivi" - ha affermato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International presentando un rapporto dell'organizzazizone "Ma questa politica di chiusura e apertura - ha aggiunto - non sara' completa fino a quando non sara' seguita dalla fine di ogni detenzione illegale, dalla consegna alla giustizia di tutte le persone responsabili delle torture e delle altre gravi violazioni dei diritti umani perpetrate durante l'amministrazione Bush e, infine, dalla previsione di rimedi giudiziari effettivi per le vittime". Abbiamo assistito a importanti sviluppi positivi in questi primi 100 giorni, ma alcune azioni restano incomplete e altre ancora sono tutte da avviare, per esempio a Bagram, Afghanistan, dove per centinaia di persone ancora detenute non ci sono soluzioni in vista" - ha aggiunto Irene Khan. In occasione dei primi 100 giorni della presidenza Obama, Amnesty International ha diffuso un rapporto che analizza l'operato delle nuova amministrazione sulle politiche di detenzione nel contesto della guerra al terrore. Il documento mette in evidenza una serie di sviluppi positivi che hanno avuto luogo gia' il terzo giorno dopo l'insediamento del presidente Obama, come la promulgazione degli ordini esecutivi sulla chiusura di Guantánamo, la fine del programma della Cia di detenzioni segrete a lungo termine e l'adozione di nuovi standard per gli interrogatori, che dovrebbero escludere le cosiddette tecniche di "interrogatorio avanzato". Amnesty International ha anche notato una serie di messaggi contrastanti, specificamente quando il presidente Obama e la sua amministrazione: hanno reso pubblici quattro memorandum in cui si autorizzava la Cia a usare tecniche di interrogatorio costituenti tortura e altri maltrattamenti nei confronti di prigionieri detenuti in centri segreti diretti dalla stessa agenzia. Il presidente Obama ha condannato l'uso della tortura ma ha affermato che coloro che avevano perpetrato quei crimini non sarebbero stati portati di fronte alla giustizia nei casi in cui avevano seguito le direttive legali del dipartimento della Giustizia. Il presidente ha posto l'accento sul fatto che egli preferisce guardare avanti e non al passato e ha aggiunto che spetta al Procuratore generale decidere se avviare o meno le indagini "su coloro che hanno formulato quelle decisioni legali", sottolineando che egli non intendeva "anticipare un giudizio" su questo aspetto; hanno emanato un ordine esecutivo sulla chiusura del centro di detenzione di Guantánamo senza prendere l'impegno di processare i detenuti in un tribunale civile o rilasciarli, lasciando cosi' nell'incertezza sul proprio futuro 240 detenuti; hanno promesso che i casi dei detenuti di Guantánamo sarebbero stati rivisti "uno dopo l'altro e il piu' velocemente possibile" per determinare chi avrebbe potuto essere trasferito o rilasciato. Tuttavia, dopo anni di prigionia seguiti da mesi sotto l'attuale amministrazione, a partire da gennaio nessun detenuto e' stato processato e solo uno e' stato rilasciato. Inoltre, molti rimangono in detenzione a tempo indeterminato, sebbene siano trascorsi mesi da quando i giudici federali americani ne hanno ordinato il rilascio immediato; hanno ordinato alla Cia di chiudere le strutture di detenzione segreta e hanno proibito all'agenzia di utilizzarle in futuro, ma hanno lasciato aperta la possibilita' che la Cia possa rapire e trattenere persone in strutture definite "a breve termine e transitorie"; hanno emanato un ordine esecutivo che vieta l'uso della tortura e degli altri maltrattamenti ma al contempo hanno fatto proprio, senza riserve, il Manuale operativo delle forze armate, che puo' autorizzare la privazione prolungata del sonno e l'isolamento, cosi' come la manipolazione delle paure dei detenuti in forma tale da violare la proibizione internazionale della tortura e degli altri maltrattamenti; hanno annunciato che avrebbero preso le distanze dal clima di segretezza dell'amministrazione Bush, ma hanno invocato il segreto di stato, bloccando di fatto l'accesso a un rimedio legale per le violazioni dei diritti umani, e rifiutato di fornire informazioni pubbliche sui 500 uomini che si ritiene siano detenuti nella base militare Usa di Bagram, Afghanistan; hanno apparentemente cessato di usare le espressioni "guerra al terrore" o "combattente nemico", ma continuano a basarsi sulle leggi di guerra piuttosto che considerare la giustizia penale ordinaria e i diritti umani come l'architrave delle misure contro il terrorismo. Il rapporto di Amnesty International mette in luce l'assenza di passi avanti in tema di diritti umani quando il presidente Obama e la sua amministrazione: hanno stabilito che gli agenti della Cia che avevano seguito le direttive legali del dipartimento della Giustizia nel compiere il loro dovere non saranno perseguibili, a quanto pare anche se hanno commesso torture (per esempio ricorrendo alla pratica del "waterboarding"). Questo equivale a garantire l'impunita' ai responsabili di atti di tortura e contravviene al diritto internazionale; hanno espresso opposizione a ogni tentativo di esercitare il diritto a una revisione giudiziaria, nei tribunali americani, da parte dei cittadini stranieri detenuti nella base aerea di Bagram, Afghanistan; non hanno adottato misure concrete per favorire l'accertamento delle responsabilita' per le massicce violazioni dei diritti umani commesse nel contesto della "guerra al terrore". Verso la fine dei 100 giorni, comunque, il presidente Obama ha prospettato un certo supporto in favore di un percorso "bipartisan" per esaminare le politiche e le pratiche del passato. Amnesty International chiede dal 2004 una commissione d'inchiesta indipendente su tutti gli aspetti delle pratiche di detenzione e di interrogatorio che l'amministrazione Bush ha usato in nome della "guerra al terrore". La domanda che stiamo ponendo e' se la promessa di cambiamento del presidente Obama e i passi iniziali presi dalla sua amministrazione preludano o meno a un fondamentale, sostanziale e duraturo cambiamento verso il rispetto dei diritti umani nella lotta contro il terrorismo. Amnesty International continuera' a svolgere campagne in tale direzione, nei giorni, nei mesi e negli anni a venire" - ha concluso Irene Khan.

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MADAGASCAR/ ARRESTATO CAPO SICUREZZA PALAZZO CORTE COSTITUZIONALE (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Madagascar/ Arrestato capo sicurezza palazzo Corte costituzionale di Apcom Accusato di incitamento al disordine e alla violenza -->Antanarivo, 28 apr. (Apcom) - Andrianandraina Ralitera, il capo della sicurezza del palazzo della Corte costituzionale di Antanarivo, in Madagascar, e altre tre persone sono state arrestate ieri sera dai militari con l'accusa di incitamento al disordine e alla violenza. Lo riferisce una fonte della commissione nazionale investigativa. L'esercito accusa gli arrestati di sostenere il presidente destituito Marc Ravalomanana, di recare pregiudizio al presidente Andry Rajoelina e di aver cercato di assassinare la moglie di Rajoelina. Armi e munizioni sono state trovate nell'ufficio e a casa del direttore della sicurezza. Secondo la televisione privata Tv Plus sono stati fermati anche quattro deputati del parlamento di Antanarivo e posti di "detenzione preventiva" con l'accusa di complicità nella distruzione di beni pubblici e privati.

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Nu scapam de saptamana de lucru de peste 48 de ore (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Nu scapam de saptamana de lucru de peste 48 de ore Rl online Marti, 28 Aprilie 2009 Statele membre UE vor putea face in continuare derogari de la saptamana maxima de lucru de 48 ore, dupa ce Parlamentul European, tarile UE si Comisia Europeana nu au ajuns la un acord vizand data cand acestea ar putea inceta. Eurodeputatii au insistat asupra introducerii in directiva revizuita asupra timpului de lucru a unei date care sa indice sfarsitul oricarei derogari de la legea in vigoare in UE care prevede o saptamana maxima de lucru de 48 de ore. Totusi, guvernele statelor membre au refuzat, cerand ca timpul de garda pentru anumite meserii precum pompieri si medici sa nu fie considerat timp de munca, in directiva revizuita. In schimb, Curtea europeana de justitie a precizat ca garzile trebuie socotite drept timp de lucru, astfel ca aproape nicio tara din UE nu respecta aceasta decizie. In iunie 2008, cele 27 de state membre au fost de acord pentru o perioada mai mare de lucru - de 60 sau 65 ore pe saptamana, pe care patronii sa o poata negocia in mod individual cu angajatii. Spania, Belgia, Grecia,Ungaria si Cipru au criticat acest compromis si au solicitat arbitrajul Parlamentului European. In decembrie anul trecut, Parlamentul European a respins cu o larga majoritate acordul, cerand incetarea oricarei derogari, pozitie pe care si-au mentinut-o pana in prezent. "Consecinta acestui esec in negocierile dintre statele membre este ca tot mai multe dintre ele vor incepe sa utilizeze derogari de la saptamana de lucru de 48 de ore pentru profesiunile in care exista perioade de garda. In prezent, 15 din cele 27 de tari UE recurg la derogari de acest fel", a declarat comisarul european pentru munca Vladimir Spidla, citat de ziare.com. Comisia Europeana ar putea recurge la declansarea unor proceduri contra statelor membre care nu respecta jurisprudenta in materie de timp de garda. Este prima data cand un acord nu a putut fi atins in cadrul stadiului de negociere de la intrarea in vigoare a Tratatului de la Amsterdam, care a extins in mod semnificativ raza de actiune a procedurii de codecizie. O noua dezbatere va avea loc pe 4 mai. Din aceeasi categorie: CSM convoaca adunarile generale ale tuturor instantelor si parchetelor (VIDEO)Autoritatile romane au primit scrisoarea de la FMI, Guvernul se intruneste in sedinta extraordinaraInternele cer un control la operatorii de telefonie, dupa cutremurul de sambata Voteaza

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GIUSTIZIA/ ALFANO: MAGGIORANZA CONDIVIDE AUMENTO SEDI DISAGIATE (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 28-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giustizia/ Alfano: Maggioranza condivide aumento sedi disagiate di Apcom Alla Camera stop solo tecnico, si farà in riforma processo penale -->Roma, 28 apr. (Apcom) - "La maggioranza condivide la scelta del governo su ampliamento dei benefici per le sedi disagiate". Lo sottolinea il ministero delal Giustizia, assciurando che alla Camera è stato espresso solo uno stop tecnico sulla pertinenza con il ddl sicurezza e che dunque la norma troverà comunque attuazione in altra sede, nella prossima riforma del processo penale. "L'intento del Governo, condiviso dalla maggioranza - recita una nopta di via Arenula- è quello di ampliare i benefici delle sedi disagiate come previsto dalla legge già approvata, su iniziativa del ministro della Giustizia Angelino Alfano. La dichiarazione di inammissibilità dell'emendamento del Governo decisa oggi a Montecitorio è dovuta esclusivamente a norme regolamentari della Camera e non inficia il merito della scelta. Del resto, l'elenco delle sedi disagiate, trasmesso dal Csm, è di numero inferiore alle 60 sedi previste dalla norma in vigore, così come il numero di magistrati da destinarvi, indicato dal Csm, è inferiore rispetto ai 100 stabiliti dalla odierna normativa". "La proposta del Governo di ampliare ulteriormente il numero delle sedi disagiate, portandole dalle 60 attuali a 75, e il numero dei magistrati a cui possono essere concessi i benefici, dai 100 attuali a 150 - afferma il Ministero di Alfano- seguirà il suo cammino originario, cioè all'interno della riforma del processo penale".

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