CENACOLO  DEI COGITANTI

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Report "Giustizia"   25-2-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Caso Biagi, Cofferati e Cgil vincono il ricorso ( da "Gazzetta di Modena,La" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: istituzione giudiziaria e quella parlamentare, la Corte costituzionale rigettò il ricorso del giudice. Nel 2007, perciò, Sergio Cofferati e Guglielmo Epifani promossero il ricorso alla Corte di Strasburgo che, rimarca la Cgil, «ha portato oggi al riconoscimento delle ragioni addotte e a condannare lo Stato italiano a un risarcimento di 8.

Per il dopo Borgonovo Re c'è Giorgio Paolino ( da "Trentino" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: risposta immediata e la ratifica di una deliberazione della giunta provinciale concernente l'impugnativa davanti alla Corte Costituzionale di una norma statale, l'assemblea discuterà 4 proposte di mozionei cui primi firmatari sono nell'ordine Nardelli (PD), Bombarda (Verdi), Morandini (PDL) e Casna (Lega Nord) tutte relative alla sanguinosa guerra esplosa nella striscia di Gaza.

Intercettazioni, dubbi nel Pdl ( da "Trentino" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e maggiore è la possibilità che venga fulminata dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di giustizia europea», incalza Travaglio. Ma Franco Siddi, segretario della Fnsi, frena sul referendum e invita a pensare alla battaglia che va fatta adesso. E qualcosa si muove anche nella maggioranza. Se Pecorella esprime dubbi sulla costituzionalità della legge, Paolo Bonaiuti si schiera «

Caccia al tesoro: dove saranno i soldi? ( da "Eco del Chisone" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intervenire il Csm, sempre così sollecito a fare le pulci agli altri? 4) I soci dell'ex-procuratore oggi quasi chiedono scusa ma, scuse a parte, verranno tutti confermati nel ruolo di presidenti o revisori dei conti di enti pubblici, o comunque di controllo pubblico, dal Comune di Torino a quello di Grugliasco o all'Eurizon Investimenti che appartiene al gruppo Intesa San Paolo?

Ordinanze illegittime, il Tar riapre i phone center fino alle 22 ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che ora finirà a processo davanti alla corte costituzionale. E nel nel frattempo ha accolto anche la richiesta di sospensiva avanzata dai phone center di Conegliano contro l'ultima ordinanza del sindaco che riduceva l'orario di apertura dalle 22 alle 20 durante i giorni feriali e dalle 22 alle 18 nei giorni festivi.

Il Concordato ( da "Alto Adige" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale riguardante il dramma Englaro. Sempre di più traspare e indigna anche i credenti senza paraocchi (come il sottoscritto) che la religione è una cosa e la politica vaticana un'altra. D'altronde il Concordato mai come oggi risulta del tutto asimmetrico: lo Stato del Vaticano può dare giudizi ed esercitare pressioni sulle leggi della Repubblica o su sentenze dell'

L'ordinanza anti phone center finisce alla Consulta ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: questione di legittimità costituzionale - si legge nella decisione - sospende il giudizio in corso e dispone che gli atti siano trasmessi alla Corte costituzionale per la risoluzione». Nel giudizio si era costituita solo la Regione, infatti il Comune di Conegliano aveva ritirato una sua precedente ordinanza, intimando ai phone center di adeguarsi alla successiva norma regionale.

de magistris e forleo ( da "Mattino di Padova, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in udienza presso il CSM, ci avvisava, nel pomeriggio dello stesso giorno, con un sms, che, purtroppo, per motivi che «non dipendevano da lui era rimasto bloccato a Roma ma che sarebbe certamente venuto a maggio» cioè che avrebbe certamente partecipato al nostro prossimo convegno previsto per il 15 maggio 2009.

Intercettazioni, editori e giornalisti per il diritto di cronaca ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: legge più lurida la fanno e maggiore è la possibilità che venga fulminata dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di giustizia europea», incalza Travaglio. Ma Franco Siddi, segretario della Fnsi, frena sul referendum e invita a pensare alla battaglia che va fatta adesso. E qualcosa si muove anche nella maggioranza. Se Pecorella esprime seri dubbi sulla costituzionalità della legge,

Galliano bollette amag <Bollette pazze?No, a norma di legge> ( da "Secolo XIX, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale nata dal ricorso di un cittadino campano nei confronti di una società di gestione del servizio idrico integrato che aveva richiesto il pagamento della tariffa riferita alla depurazione pur non dovuta. Una normativa riconosciuta da giudici incostituzionale in quanto discrimina chi paga la tariffa senza ricevere in cambio il servizio.

Il Consiglio superiore della magistratura ha dato il via libera al trasferimento d'ufficio dei ... ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm ha deciso che andrà alla Corte di appello di Reggio Calabria e sarà consigliere con destinazione alle funzioni civili il pg di Catanzaro Enzo Iannelli, uno dei principali protagonisti dello scontro tra procure. Alfredo Garbati, uno dei sostituti di Iannelli, sarà consigliere di Corte di Appello a Taranto,

Magistrato trasferito dal Csm a Cassino ( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Mercoledì 25 Febbraio 2009 Chiudi Il plenum del Consiglio superiore destina Verasani alla sezione civile del Tribunale di piazza Labriola Magistrato trasferito dal Csm a Cassino E' il pm di Salerno che indagò sulle pressioni al collega De Magistris

IL PUNTO cui è giunto il dibattito pubblico che accompagna l'itinerario parlamentare d... ( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vista giuridico con una eventuale impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale. In entrambi i casi sarebbe una disfatta per quella ragione chiamata a governare non più soltanto problemi collettivi, economici e sociali, ma anche morali e personali della nostra esistenza. Al di là della formulazione testuale dello schema delle disposizioni e degli emendamenti che ne vengono suggeriti,

Allarme stupri, il colpevole è italiano sei volte su dieci ( da "Riformista, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il plenum del Csm ha dato il via libera al trasferimento d'ufficio dei magistrati coinvolti nello scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro, sull'inchiesta Why not poi sottratta al pm calabrese De Magistris. Enzo Iannelli, procuratore generale di Catanzaro, farà il consigliere alla Corte d'appello, sezioni civili,

Società e fedi, un patto virtuoso ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in regime di pluralismo culturale e confessionale» (come si è espressa la Corte costituzionale nella storica sentenza n. 203 del 1989). Questo è il contenuto essenziale del principio di laicità,che-ha detto la Corte-è un principio supremo dell'ordinamento costituzionale, destinato a prevalere anche sulle norme di accordi concordatari costituzionalmente garantiti.

Le inutili diatribe sulla figura del vicepresidente ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sulla figura del vicepresidente di PIETRO CIARLO SEGUE DALLA PRIMA Sul punto con la sentenza 196 del 2003 la Corte costituzionale è stata chiarissima: nei nuovi statuti regionali la disciplina della «prorogatio», anche in caso di dimissioni volontarie, spetta allo statuto regionale. Infatti, scrive la Corte, «l'istituto della prorogatio, a differenza della vera e propria proroga.

Fronte comune editori-giornalisti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: alla Corte europea sui diritti dell'uomo, alla Corte Costituzionale, al referendum abrogativo annunciato da Di Pietro e all'obiezione di coscienza da parte dei singoli giornalisti. Nelle sue conclusioni, Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, ricorda come da tre legislature si tenti in Parlamento di limitare il diritto di cronaca:

Rai, il Governo aspetta il Pd Assemblea dei soci il 3 marzo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale, intanto, si è riservata di pronunciarsi nel merito del conflitto d'attribuzione sollevato dalla commissione di Vigilanza contro il Tesoro, nella scorsa legislatura. Il conflitto riguarda la possibilità o meno per l'azionista di revocare il mandato al consigliere che nomina direttamente,

Il Csm ha deciso: Nuzzi va a Latina e Verasani a Cassino ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in Campania Il Csm ha deciso: Nuzzi va a Latina e Verasani a Cassino La decisione di Palazzo dei Marescialli è «immediatamente esecutiva». Già inoltrato il ricorso in Corte di Cassazione SALERNO — Aveva chiesto di essere trasferita a Napoli, il sostituto procuratore di Salerno Gabriella Nuzzi, uno dei protagonisti dello scontro con i magistrsati della procura di Catanzaro.

Ma l'Esecutivo pensa alla fiducia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: opposizione, Csm, Anm, Fnsi, Fieg e finanche quattro delle sei commissioni parlamentari competenti sui pareri al testo licenziato dalla commissione Giustizia – hanno accentuato le crepe già esistenti nella maggioranza, che rischia di spappolarsi al momento del voto segreto.

Il Csm non concede sconti: la pm Nuzzi trasferita a Latina ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Campania Il Csm non concede sconti: la pm Nuzzi trasferita a Latina Gabriella Nuzzi lascia la procura di Salerno e sarà magistrato giudicante al tribunale di Latina. Mentre il suo collega Dionigio Verasani sarà trasferito a Benevento. Neanche sulle destinazioni i protagonisti salernitani (con il procuratore capo Luigi Apicella) dello scontro con i magistrati della procura di Catanzaro,

I Circoli della libertà: <Cambiate lo Statuto> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: si dovrà creare un movimento d'opinione per indurre il Governo ad intervenire e ad investire della questione la Corte costituzionale. Del resto, i dubbi di costituzionalità sullo statuto non rigurdano solo la norma sulle unioni familiari, ma moltissimi altri punti del testo approvato venerdì scorso dal Consiglio regionale».

Convegno e festa per Paolo Grossi al Suor Orsola ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giorni or sono dal Presidente della Repubblica alla Corte Costituzionale. Fiorentino, accademico dei Lincei, a lungo docente di Storia del diritto medievale e moderno nelle facoltà giuridiche di Siena, Macerata e a Firenze (delle quali ultime è stato anche preside), prima di esserlo sinora appunto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa,

Ecopass, multa sospesa dal giudice <Sospetti di incostituzionalità> ( da "Corriere della Sera" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In quella sede sarà deciso se rimettere gli atti alla Corte costituzionale, anche se il ricorrente sostiene che il giudice può direttamente dichiarare nulle le disposizioni comunali in quanto la Corte decide solo sulla legittimità delle leggi e non degli atti amministrativi. Luigi Corvi

UNA SCONFITTA CERCATA A LUNGO ( da "Corriere della Sera" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Allora ci spieghi perché, in vittoria, non abbia alzato un dito per aiutare e anche costringere la giustizia a funzionare. La sinistra fa bene a difendere il potere giudiziario dagli assalti interessati di Berlusconi. Ma fa male a non difendere un cittadino così mal servito da una giustizia, diciamolo pure, ingiusta.

OSIMO LE LISTE civiche affrontano la questione Astea, ritenendo che il Comune debba... ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ingenerata dalla Sentenza della Corte Costituzionale del 10 ottobre 2008, che esenta dal pagamento della quota-depuratore gli utenti i cui servizi sono privi di collegamento con l'impianto di depurazione. L'azienda sta terminando la mappatura per stabilire quante e quali utenze siano allacciate al depuratore e quali no e nel frattempo ha predisposto i progetti per procedere all'

di NICOLA BIANCHI IL FASCICOLO è il 264807, l'Aldrovandi bis, tre in... ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: messa nero su bianco in un documento inviato al Csm. La stessa che nei mesi scorsi ha ottenuto dal tribunale di poter vedere le trascrizioni delle deposizioni, nell'ambito del processo Aldrovandi, rese dai vertici della questura, Marino, Solito, Sidero e Scroccarello. «STACCA» Altra telefonata, altra questione quella di Casoni e Bulgarelli.

Magistrati onorari, 4.000 precari ( da "Corriere della Sera" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: con nomina fatta dal Csm e ratificata dal ministro della Giustizia. Il primo paradosso è che l'incarico sarebbe dovuto essere triennale, come previsto dalla legge Carotti che nel 1998 arruolava giudici e pm onorari «al limitato scopo di esaurire i giudizi pendenti alla data del 30 aprile 1995»: ma nella realtà, di proroga in proroga,

Emergenza in 57 Procure E ai giovani vietato fare i pm ( da "Corriere della Sera" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: non hanno ancora trovato attuazione concreta tra ministero e Csm, al punto che via Arenula pochi giorni fa ha inserito nel disegno di legge di riforma del processo penale la possibilità di trasferire d'ufficio, nelle sedi non coperte per mancanza di aspiranti, i magistrati che lavorino nello stesso ufficio da più di 10 anni.

Biomedicale, quando la R&S premia ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che verrà certamente bocciata dalla Corte Costituzionale, il cui verdetto non arriverà però prima di un anno. Come seconda misura da approvare al più presto, oltre a chiedere l'anticipo dei crediti d'imposta, basterebbe reintrodurre gli ammortamenti accelerati sugli investimenti per le industrie del nostro settore.

rischio caos licenze, decide la consulta ( da "Nuova Venezia, La" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Tar chiede alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sul numero chiuso Rischio caos licenze, decide la Consulta Bortolussi: «Siamo tranquilli sui criteri adottati per bar e ristoranti» Il decreto Bersani prevede già la liberalizzazione dei permessi Sarà la Corte Costituzionale a decidere se a Venezia regnerà prossimamente il caos nelle licenze per i pubblici esercizi,

Tribunale, arriva il giudice Nuzzi ( da "Tempo, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm ha disposto il trasferimento del pubblico ministero di Salerno nel capoluogo pontino Tribunale, arriva il giudice Nuzzi Nella giornata odierna dovrebbe essere presentata la relazione a Mancino Il Consiglio superiore della magistratura ha dato ieri pomeriggio il via libera al trasferimento d'ufficio dei magistrati coinvolti nello scontro tra le procure di Catanzaro e Salerno per

La Lega Nord approda ad Arce. Nominato il referente locale ( da "Tempo, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Stato e la Corte Costituzionale hanno dichiarato illegittimi il consumo minimo di 108 metri cubi di acqua che ogni utente è obbligato a pagare anche se non li consuma, gli aumenti retroattivi del 20% delle tariffe che risultano 4 volte superiori a quelle consentite, il pagamento degli oneri per fogne e depurazioni in assenza di impianti o quando questi non funzionano o sono inattivi,

La sinistra si unisce per rinnegare Napolitano ( da "Giornale.it, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: maggioranza che presenta una legge che sarà impugnata alla Corte Costituzionale perché alle regioni non spetta legiferare in materia di pubblica sicurezza e immigrazione». Il voto contrario all'ordine del giorno arriva dopo una mattinata di discussioni sul pdl di Rifondazione: «Dicano che vogliono aprire le porte ai clandestini -attacca Francesco Bruzzone (Lega Nord)- perché secondo l'

<Un libro bianco perché tutti sappiano> ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è per poi contestarla davanti alla Corte Costituzionale e alla Corte europea. No, la guerra va fatta oggi». Poi Siddi risponde a Gasparri, anche se il senatore è già andato via: «Non è vero che i giornalisti vogliono frugare nella posta privata, i giornalisti cercano notizie e quando arrivano, attraverso qualunque strada, le pubblicano.

Eluana e la politica ( da "Tempi" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: referendario o della Corte Costituzionale, non ci pare né utile, né sensato partecipare all'attuale discussione sul testamento biologico. 4. Il lacerante e triste spettacolo nazionale cui abbiamo assistito in questi ultimi mesi nasce da sentenze di magistrati che sembrano determinati a distorcere le leggi e a imporre per via giudiziaria alla società certi princìpi e certe leggi.

Danno biologico, danno tanatologico, residenza in altro Paese, rilevanza ( da "AltaLex" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nello specifico ambito della responsabilità civile da circolazione stradale, la Corte Costituzionale dichiarò l?illegittimità dell?art. 28 legge 990\69 nella parte in cui attribuiva agli enti gestori di assicurazioni sociali il diritto di surroga nei confronti del danneggiato con pregiudizio del ristoro del danno biologico non altrimenti risarcito.

Consulta/ Francesco Amirante è il 33esimo presidente ( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: (Apcom) - I 15 giudici che compongono il plenum della Corte Costituzionale hanno eletto, questa mattina, Francesco Amirante, 33esimo presidente della Consulta. Come primo atto, Amirante ha nominato vicepresidente il professor Ugo De Siervo.

di CLAUDIO MASSEGLIA A UMENTA la tariffa dell'acqua... ( da "Nazione, La (La Spezia)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: anche a cittadini che non ne usufruivano: la Corte Costituzionale ha messo fine a questo sistema di tariffazione, riducendo i ricavi Acam di ulteriori 500mila euro. Risultato: il piano triennale di investimenti è stato ridotto e reso più fattibile, questo ha permesso di ridurre l'aumento tariffario da 5% a 2,5 per il 2009, 3,8% per 2010 e 2011.

Intercettazioni, no di Fnsi e Fieg ( da "Nazione, La (Firenze)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Prima di ricorrere alla Corte Costituzionale si ha il dovere di dire che bisogna fermarsi un passo prima dell'orrore. Noi chiediamo che sia espunta la parte contestata». A proposito di mal di pancia nella maggioranza, il deputato Pdl Pecorella ha manifestato dubbi di costituzionalità sul ddl mentre il sottosegretario Bonaiuti ha auspicato «un ripensamento»

NOMINE. FRANCESCO AMIRANTE NUOVO PRESIDENTE DELLA CONSULTA ( da "AgoPress" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: I giudici della Corte Costituzionale, riuniti stamane in camera di consiglio, hanno eletto a scrutinio segreto il 33mo presidente dela Consulta. E' Francesco Amirante, napoletano, classe 1933, nominato vice presidente della Corte Costituzionale dal suo predecessore, Giovanni Maria Flick, il cui mandato era scaduto il 18 febbraio scorso.

Consulta, Francesco Amirante è il nuovo presidente ( da "Reuters Italia" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: stato eletto oggi presidente della Corte Costituzionale. Come suo primo atto Amirante, che subentra a Giovanni Maria Flick il cui mandato è scaduto il 18 febbraio, ha nominato Ugo De Siervo alla vicepresidenza. Amirante - 75 anni, di Napoli, presidente di sezione della Cassazione - fa parte della Consulta dal 2001, e dallo scorso 14 novembre ricopriva l'incarico di vicepresidente.

Corte Costituzionale: Amirante presidente ( da "AudioNews.it" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 54 Politica Corte Costituzionale: Amirante presidente 10.55: Francesco Amirante è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Eletto stamani dai 15 giudici della Consulta, succede a Giovanni Maria Flick, il cui mandato è scaduto lo scorso 18 febbraio.

Vicenda De Magistris: Pm trasferiti da Csm, Nuzzi a Latina, Verasani a Cassino ( da "Salerno notizie" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Pm trasferiti da Csm, Nuzzi a Latina, Verasani a Cassino Andrà alla Corte di appello di Reggio Calabria e sarà consigliere con destinazione alle funzioni civili il pg di Catanzaro Enzo Iannelli, uno dei principali protagonisti dello scontro con la procura di Salerno legato alle inchieste avocate al pm del capoluogo calabrese Luigi De Magistris.

IL DDL ANTIFANNULLONI DI BRUNETTA È LEGGE VENDOLA APRE ALL'UDC E IL PDCI S'INCAZZA ("LO DICA AI COMPAGNI SICILIANI ANTI-CUFFARO") UE: COFFERATI PUÒ DENUNCIARE BOSSI AN SI FA ( da "Dagospia.com" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: stato eletto presidente della Corte Costituzionale con 13 voti e 2 schede bianche. E' quanto informa un comunicato della Consulta. Amirante scadra' da presidente e da giudice il 7 dicembre 2010. Il Presidente della Corte ha designato giudice costituzionale Ugo De Siervo a sostituirlo in caso di impedimento con il titolo di Vice presidente.

Napoletano, classe '33, alla guida della Consulta ( da "Affari Italiani (Online)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Politica Francesco Amirante è il nuovo presidente della Corte Costituzionale Mercoledí 25.02.2009 10:49 CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTE LE NEWS DI POLITICA Francesco Amirante è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Ad eleggerlo sono stati i giudici della Consulta riuniti in una camera di consiglio.

Stabilizzazione del lavoro precario, supervertice in Regione Marche ( da "Sestopotere.com" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Regione si costituirà in giudizio alla Corte Costituzionale con le migliori professionalità disponibili sul mercato, viste l?importanza e la delicatezza della questione. Stiamo inoltre valutando l?incidenza che l?impugnativa avrà sulle singole fattispecie di lavoratori, ma quel che è certo è che non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare al programma di stabilizzazione del precariato&

CONSULTA, IL NUOVO PRESIDENTE È FRANCESCO AMIRANTE ( da "Wall Street Italia" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Consulta, il nuovo presidente è Francesco Amirante -->Francesco Amirante è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Ad eleggerlo sono stati i giudici della Consulta riuniti oggi in una camera di consiglio. Amirante è il 33esimo...

Consulta/ Le congratulazioni di Fini a Francesco Amirante ( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha inviato un messaggio di congratulazioni al nuovo Presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante. "In occasione della Sua elezione a Presidente della Corte Costituzionale - è il testo del messaggio - desidero esprimerle, a nome mio personale e della Camera dei deputati, le più vive congratulazioni.

Consulta/ Amirante: Libera stampa è massima garanzia ( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il neo eletto presidente della corte Costituzionale, Francesco Amirante, in un breve incontro con i con i giornalisti questa mattina ha sottolineato a più riprese l'importanza del ruolo dell'informazione, ma anche la necessità della Corte di "aprirsi" alla pubblica opinione e di "spiegare meglio il proprio lavoro" .

Romania/ Commissione Camera emenda regola su rinvio a ( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: avevano presentato una richiesta alla Corte COstituzionale, che aveva deliberato sull'incostituzionalità del testo. La Camera avrebbe dovuto modificare la regola alla fine di dicembre. Il ramo basso del Parlamento ha dovuto rinviare l'approvazione a causa dell'urgenza del voto sulla Finanziaria e conseguentemente, ha spiegato il presidente della Camera Roberta Anastase,

Consulta, il nuovo presidente è il napoletano Amirante ( da "Denaro, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Dopo aver trascorso diversi anni presso la sezione fallimentare del Tribunale di Napoli, nel 1980 fu addetto all'ufficio del Massimario e del ruolo della Cassazione. Eletto giudice costituzionale il 23 novembre 2001 dalla Corte di Cassazione, e' stato nominato il 14 novembre 2008 vicepresidente della Corte Costituzionale. del 25-02-2009 num.

Depurazione, il canone della discordia Il comitato consegna oltre 700 diffide ( da "Corriere Adriatico" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ottemperanza della sentenza della Corte Costituzionale n. 335 dell'ottobre scorso, precisamente l'immediata cessazione della fatturazione del canone di depurazione nei casi indicati dalla Consulta come incostituzionali, la restituzione di tutti i corrispettivi versati a titolo di canone di depurazione, come computati in tutte le bollette pagate negli ultimi dieci anni e,

De Magistris: Pm trasferiti da Csm, Nuzzi a Latina, Verasani a Cassino ( da "Salerno notizie" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Pm trasferiti da Csm, Nuzzi a Latina, Verasani a Cassino Andrà alla Corte di appello di Reggio Calabria e sarà consigliere con destinazione alle funzioni civili il pg di Catanzaro Enzo Iannelli, uno dei principali protagonisti dello scontro con la procura di Salerno legato alle inchieste avocate al pm del capoluogo calabrese Luigi De Magistris.

Città: <Proroga delle attività estrattive La Regione ha violato la legge> ( da "Sannio Online, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale per chiedere la declaratoria dell?illegittimità costituzionale della legge numero 14 approvata dal Consiglio regionale il 6 novembre 2008 ed entrata in vigore il successivo 11 novembre con la pubblicazione sul Burc. Come si ricorderà, con la citata legge il parlamento campano aveva concesso alle aziende attive nel settore di poter operare in proroga fino al 30

Kirghizistan/ Presentata richiesta per presidenziali in ( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Jeenbekov ha presentato alla Corte costituzionale di Bishkek una richiesta per indire le elezioni presidenziali in primavera. Lo scrive oggi l'agenzia d'informazione online Ferghana.ru. La decisione dell'Alta corte dovrebbe essere resa nota entro tre mesi. Attualmente la scadenza elettorale è prevista nel 2010, ma c'è una disputa attorno alle definizioni inserite nella Costituzione.

NELLE FOTO: A SINSITRA, IL PLENUM DEL CSM; IN BASSO, L'EX PROCURATORE DELLA REPUBBLICA APICELLA... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Nelle foto: a sinsitra, il plenum del Csm; in basso, l'ex procuratore della Repubblica Apicella

VOLEVANO ALMENO RESTARE A LAVORARE IN CAMPANIA MA SI SONO RITROVATI NEL LAZIO. AVEVANO CHIESTO AL CS... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Avevano chiesto al Csm subito dopo il processo e la condanna disciplinare di rimanere in Campania peralatro nei posti messi a disposizione dallo stesso Csm e si ritrovati Nuzzi a Latina e Verasani a Cassino. Ma anche per la sede è scattata la linea dura del palazzo dei Marescialli: gli ex pm Gabriella Nuzzi (di origine sannita) e Dionigio Verasani sono stati rispettivamente trasferiti,

Regione/Plinio (An) su legge Cpt: "Incostituzionale e irresponsabile" ( da "Cittàdellaspezia.com" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: affinché il Governo li impugni presso la Corte Costituzionale: spetta allo Stato e non alle Regioni legiferare in materia di pubblica sicurezza. A dirla lunga su quanto controversa sia la pdl di Nesci lo dimostrano i tre anni e mezzo intercorsi tra la presentazione e l'approvazione e, a causa del nostro forte contrasto, le sei sedute di discussione in sede di Consiglio Regionale.

Consulta. Amirante è il 33esimo presidente ( da "AprileOnline.info" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il neo presidente della Corte Costituzionale ha lavorato presso la sezione fallimentare del tribunale di Napoli, e dal 1980 è passato alla Corte di Cassazione, dove è stato dapprima addetto all'ufficio del massimario e del ruolo, e poi applicato alla sezione lavoro, di cui è diventato consigliere e, infine, presidente.

Una svolta, non la rivoluzione ( da "AprileOnline.info" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: corte costituzionale, membri del governo, alti gradi delle forze armate. Lo ha fatto particolarmente nei passaggi più "di sinistra" del discorso presidenziale, come quando ha parlato di assistenza sanitaria e di istruzione, ma anche nei passaggi più patriottici come quando ha annunciato l'aumento del soldo per i militari e una migliore qualità delle cure quando ritornano in patria

IL PRESIDENTE NAPOLITANO HA RICEVUTO IL NUOVO PRE ( da "WindPress.it" del 25-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale, Amiranteelementi correlatiC o m u n i c a t o Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale il nuovo Presidente della Corte Costituzionale, dott. Francesco Amirante. Roma, 25 febbraio 2009 i video Incontro del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il nuovo Presidente della Corte Costituzionale


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Caso Biagi, Cofferati e Cgil vincono il ricorso (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Caso Biagi, Cofferati e Cgil vincono il ricorso Si rivolsero alla Corte dei diritti per le frasi di Bossi dopo la morte del prof Il Senatur disse che ispirarono quell'assassinio BOLOGNA. La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha riconosciuto la legittimità della causa per diffamazione contro Umberto Bossi, che nel 2002 pronunciò «frasi ingiuriose» contro l'allora segretario Sergio Cofferati (oggi sindaco di Bologna) e la Cgil «accusandoli, nella vicenda della difesa dell'articolo 18, di una condotta tale da aver ispirato la follia brigatista» contro Marco Biagi. Una notizia che la segreteria della Cgil accoglie con «grande soddisfazione». Ed ecco la reazione di Bossi, sentito dai cronisti in Transatlantico: «Non è capace di fare accordi per gli operai, figuriamoci se può favorire un assassinio...». Quando manca poco più di un mese all'anniversario della morte del giuslavorista, Cofferati ottiene ragione in una delle cause relative alle accuse che lo volevano come una sorta di 'mandante morale' dell'assassinio di Biagi. Cofferati disse che rinviava le valutazioni politiche a dopo le sentenze giudiziarie. «Io non ho mai criticato Biagi. Ho espresso critiche, cercando di argomentarle, intorno a delle ipotesi di lavoro che peraltro non lo avevano visto unico soggetto promotore», disse Cofferati il 22 maggio 2007 ospite di Giuliano Ferrara a 'Otto e mezzo'. Cofferati spiegò anche di non aver mai criticato direttamente il giuslavorista poi ucciso dalle Br, bensì l'«ipotesi contenuta in documenti ai quali lui aveva partecipato, soprattutto il Libro Bianco che venne presentato alle organizzazioni sindacali da parte del Governo allora in carica». Cofferati fu attaccato per aver definito «limaccioso» il libro bianco di Biagi. E nello studio di Ferrara affermò: «Credo sia sempre opportuno distinguere la legittimità di critiche ad opinioni e posizioni, a ipotesi di modifica legislativa come erano quelle di un tempo, dalle persone che poi sono chiamate di volta in volta ad esercitare anche delle funzioni professionali». Poi, l'8 aprile dell'anno scorso, dopo le commemorazioni per Biagi che videro Giuliano Cazzola parlare di pace fatta tra il Cinese e la famiglia del giuslavorista, il sindaco aggiunse: «Non ho mai detto» che il libro bianco «era pericoloso per il sindacato. Ho usato la parola limaccioso». E definì quello di Marco Biagi «un lavoro oscuro ma preziosissimo». Dal canto suo, la Cgil oggi fa notare che la Camera «sostenne e difese l'immunità parlamentare di Bossi, impedendo al tribunale di Roma - si legge nella nota del sindacato - di procedere nei confronti» del leader della Lega. In seguito, nel conflitto tra l'istituzione giudiziaria e quella parlamentare, la Corte costituzionale rigettò il ricorso del giudice. Nel 2007, perciò, Sergio Cofferati e Guglielmo Epifani promossero il ricorso alla Corte di Strasburgo che, rimarca la Cgil, «ha portato oggi al riconoscimento delle ragioni addotte e a condannare lo Stato italiano a un risarcimento di 8.000 euro ciascuno. Resta ovviamente il rammarico - è la conclusione della segreteria della Cgil - che, per ottenere ragione, si sia dovuti ricorrere alla giustizia europea».

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Per il dopo Borgonovo Re c'è Giorgio Paolino (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Per il dopo Borgonovo Re c'è Giorgio Paolino Ma non tutto il centrosinistra è d'accordo e l'opposizione lancia Marcello Graiff La nomina del difensore civico tiene banco da oggi in Consiglio Provinciale, ma per il via libera servono 24 voti che l'ex dirigente di Dellai sulla carta non avrebbe Le alternative: Michelini e Negriolli GIANPAOLO TESSARI TRENTO. Tra oggi e domani il Consiglio provinciale dovrà nominare il successore di Donata Borgonovo Re, ovvero il difensore civico che resterà in carica nel prossimo quinquiennio. Ruolo delicato, la Borgonovo Re non ha risparmiato le critiche alla politica, e che necessità di due terzi (24 su 36) dei voti dei consiglieri. Una nomina dunque condivisa, se non proprio bipartisan, che condivisione non trova. Alla maggioranza di Dellai piacerebbe nominare Giorgio Paolino, all'opposizione l'avvocato noneso Marcello Graiff. Dellai insomma non modifica il criterio delle proprie scelte di vertice: predilige dirigenti (od ex) della Provincia. Quelli conosce bene e di quelle persone evidentemente si fida. In pole position per il centrosinistra (o, meglio, per una parte) c'è appunto l'ex dirigente generale della sanità, Giorgio Paolino, mentre il secondo nome in ordine di preferenza per la maggioranza è quello di Renzo Michelini, già senatore della Margherita e sindaco di Rovereto, con ottima esperienza specifica. Uomini molto vicini al leader del centrosinistra e capo dell'esecutivo. Per il Pd, che mugugna, sin troppo vicini a Dellai per andare a ricoprire un ruolo di controllore della pubblica amministrazione, il famoso scambio di ruolo da controllato a controllore che ha creato più di una perplessità anche nel recente passato. Il centrodestra proporrà due nomi alternativi: quello di un altro ex dirigente provinciale, Enrico Negriolli, e quello di un avvocato noneso, molto attivo nell'ambito culturale e del volontariato. Ovvero Marcello Graiff, persona stimata con un passato socialista e uno più recente di vicinanza a Forza Italia, che lo rende candidato interessante per entrambi gli schieramenti. Tutti, anche Graiff che starebbe per lasciare lo studio di Cles nelle mani del figlio, sono pensionati: caratteristica non necessaria ma quasi imprescindibile vista la selva di incompatibilità che il ruolo del difensore civico prevede. Anche i due autocandidati al ruolo (con la nuova legge che prevede l'estensione della competenza del difensore civico a quella di garante dei minori) sono in questa situazione: si tratta dell'ex direttore del carcere Gaetano Sarrubbo e dell'ex assessore, e avvocato, Francesco Romano. L'incompatibilità ed il tempo pressoché pieno che prevede il ruolo (anche per la Borgonovo Re ci furono della contestazioni) in fin dei conti riducono di molto la possibile platea dei pretendenti. Chi può lasciare una attività per cinque anni e poi, semmai, ritornarvi sena pagarne lo scotto? Anche lo stipendio, seppur buono, non è stellare e per di più occorre pagarsi i contributi. Tra oggi e domani sarà al lavoro la politica. Ovvero: come trovare i 24 voti per eleggere il difensore civico? La maggioranza ne conta 21 ma non tutto il Pd, anzi, sembra disposto a votare un ex dirigente provinciale nel delicato ruolo. A quel punto, azzardiamo, potrebbe nascere la convergenza sul moderato ed esperto Graiff. Si vedrà. Per il resto l'aula è chiamata a sbrigare diverso altro lavoro. Dopo le interrogazioni a risposta immediata e la ratifica di una deliberazione della giunta provinciale concernente l'impugnativa davanti alla Corte Costituzionale di una norma statale, l'assemblea discuterà 4 proposte di mozionei cui primi firmatari sono nell'ordine Nardelli (PD), Bombarda (Verdi), Morandini (PDL) e Casna (Lega Nord) tutte relative alla sanguinosa guerra esplosa nella striscia di Gaza.

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Intercettazioni, dubbi nel Pdl (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Intercettazioni, dubbi nel Pdl Bonaiuti: niente carcere per i cronisti, solo multe Manifestazione di editori e giornalisti, scontro con Gasparri ROMA. Giornalisti ed editori annunciano battaglia contro le norme bavaglio alla stampa. Mentre anche nel Pdl crescono le perplessità sul disegno di legge Alfano sulle intercettazioni che, avverte Gaetano Pecorella, potrebbe essere incostituzionale, Fieg e Fnsi hanno riunito alla Federazione della stampa un fronte di politici, giornalisti e magistrati deciso a contrastare le normativa. Norme che «vietano il controllo dell'opinione pubblica sulle indagini», secondo quanto denunciato dal presidente della Federazione degli editori, Carlo Malinconico. Ad aprire i lavori Roberto Natale, presidente della Fnsi. «Vogliamo difendere gli interessi generali, e faremo di tutto compresi i presìdi davanti al Parlamento per cambiare un testo contro l'opinione pubblica che ha il diritto ad essere informata», dice Natale. «In particolare preoccupano due aspetti del lodo Alfano: una riguarda la cronaca giudiziaria, l'altro l'organizazione dell'impresa editoriale», gli fa eco Malinconico. Per gli editori il diritto di cronaca viene intaccato quando riguarda anche atti non coperti dal segreto. Inoltre se l'editore «diventa persona giuridica finisce con il sovrapporsi alla figura del direttore responsabile, alterando gli equilibri all'interno dell'azienda». Molti i politici presenti in sala. Qualche momento di tensione c'è stato quando hanno preso la parola Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato e il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo. «Oggi è martedì grasso e questo carnevale deve finire: la pubblicazione di tutto in ogni modo e in ogni circostanza deve finire», ha detto Gasparri. «Ma quale carnevale, qui l'unico ad avere la maschera è il senatore Gasparri che mentre dai tg sbraita a difesa delle forze dell'ordine in Parlamento appoggia norme che depotenziano l'attività investigativa delle forze dell'Ordine», replica il Pd con Donatella Ferrante. Durissima anche la posizione dell'Associazione nazionale magistrati. «Se passasse, i giornali sarebbero bianchi per il 70, l'80%, non si potrebbe nemmeno scrivere in un necrologio barbaramente ucciso, perché sono parole estratte da atti», avverte Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm. Pronti al referendum Antonio Di Pietro e Marco Travaglio. «Questa legge più lurida la fanno e maggiore è la possibilità che venga fulminata dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di giustizia europea», incalza Travaglio. Ma Franco Siddi, segretario della Fnsi, frena sul referendum e invita a pensare alla battaglia che va fatta adesso. E qualcosa si muove anche nella maggioranza. Se Pecorella esprime dubbi sulla costituzionalità della legge, Paolo Bonaiuti si schiera «per la depenalizzazione dei giornalisti», puniti con multe salate e non con il carcere. M.B.

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Caccia al tesoro: dove saranno i soldi? (sezione: Giustizia)

( da "Eco del Chisone" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione del 25 febbraio 2009 Caccia al tesoro: dove saranno i soldi? Scoperchiata la pentola delle mazzette dell'ex-procuratore della Repubblica di Pinerolo, Marabotto, e dei suoi "soci in affari", c'è qualche piccola riflessione che occorre fare. Anche perché questa vicenda presenta non pochi lati oscuri. 1) Perché l'indagine è durata oltre tre anni e, almeno fino al mese di giugno 2008, nessuna tra le persone coinvolte nel caso risulta mai essere stata interrogata? 2) Perché, a fronte dell'indagine in corso, seppure molto al rallentatore, Marabotto da procuratore è stato "promosso" giudice di Corte d'appello a Genova con conseguenti emolumenti? 3) Se c'erano sospetti - poi provati dai fatti che sono gli stessi già emersi nell'ottobre del 2005 - non avrebbe dovuto intervenire il Csm, sempre così sollecito a fare le pulci agli altri? 4) I soci dell'ex-procuratore oggi quasi chiedono scusa ma, scuse a parte, verranno tutti confermati nel ruolo di presidenti o revisori dei conti di enti pubblici, o comunque di controllo pubblico, dal Comune di Torino a quello di Grugliasco o all'Eurizon Investimenti che appartiene al gruppo Intesa San Paolo? E l'Albo dei ragionieri e commercialisti continuerà ad annoverarli fra i propri iscritti ancora per anni, come è già accaduto in passato? 5) Comincia ora la caccia al tesoro. Il tesoro sono quei 15 o 20 milioni di euro di parcelle a? delinquere per centinaia di consulenze inutili. I proventi se li sono divisi in tanti. Chi prendeva il 10 per cento, chi di più, chi di meno. Alcuni indagati hanno già confessato. Qualcuno ha dichiarato che «era dispiaciuto». Marabotto ha detto «mi è scappata la mano». Mano? a parte, si tratta di recuperare il maltolto. Recupero di quel che resta: sono già passati così tanti anni! L'avevamo già scritto, su "L'Eco", il 1º novembre 2006: «Fare giustizia si può, a patto che la giustizia funzioni proprio per tutti e senza percorsi privilegiati per qualcuno». Saranno i fatti, e solo quelli, a confermare che non ci sono percorsi privilegiati per nessuno. Sarà vero? Pier Giovanni Trossero

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Ordinanze illegittime, il Tar riapre i phone center fino alle 22 (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Ordinanze illegittime, il Tar riapre i phone center fino alle 22 Mercoledì 25 Febbraio 2009, I Phone center ora vanno al contrattacco. Bistrattati e da sempre al centro di aspre polemiche ieri si sono presi la loro rivincita: il Tar del Veneto ha accolto l'eccezione di incostituzionalità della legge veneta sui Phone center, che ora finirà a processo davanti alla corte costituzionale. E nel nel frattempo ha accolto anche la richiesta di sospensiva avanzata dai phone center di Conegliano contro l'ultima ordinanza del sindaco che riduceva l'orario di apertura dalle 22 alle 20 durante i giorni feriali e dalle 22 alle 18 nei giorni festivi. E proprio da Conegliano era partita l'offensiva ancora prima che il consiglio regionale approvasse la tanto discussa legge sui phon center voluta dalla Lega Nord nel dicembre del 2007. Sulla scia di quanto fatto da alcuni comuni lombardi, il Comune di Conegliano nel settembre del 2007 emise un'ordinanza che, alla prova dei fatti, avrebbe costretto tutti i phone center cittadini alla chiusura per mancanza dei severi requisiti prescritti dal provvedimento del sindaco. L'ordinanza fu ritirata dal Comune ancor prima che il ricorso fosse discusso davanti ai giudici veneziani e prontamente sostituita da una nuova ordinanza che produceva effetti simili e che aveva dalla sua parte la nuova legge regionale. Requisiti igienico-sanitari gravosi da rispettare, individuazione di aree specifiche dove relegarli, divieto di svolgere qualunque altra attività come trasferire denaro all'estero e forti limiti orari. Di fronte a tanto accanimento i gestori si sono ribellati. Nel ricorso promosso è stato sollevata la questione di incostituzionalità della legge, oltre che del provvedimento coneglianese. Ieri il Tar ha accolto tutte le eccezioni sollevate dai ricorrenti e ha rimesso le carte alla Corte Costituzionale. «Secondo i giudici vi sono fondati motivi per ritenere che la legge violi principi fondamentali della costituzione in tema di libera concorrenza, uguaglianza dei diritti e superiori competenze statali», ha affermato il legale dei ricorrenti, l'avvocato Luca Mazzero . Manuela Collodet

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Il Concordato (sezione: Giustizia)

( da "Alto Adige" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Concordato Il Concordato vale a senso unico Vorrei commentare il comportamento del Vaticano relativo alle ronde. Giorni fa Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, definiva il decreto anti-stupro, una "morte del diritto". L'affermazione dell'alto prelato non mirava evidentemente a difendere i miserabili stupratori, ma a ribadire che in uno stato di diritto deve essere bandita, anche concettualmente, la giustizia fai da te. Se occorre, si aumenti il potenziale delle forze dell'ordine (invece che ridurlo!). Inoltre, è documentato che stupri e abusi sessuali avvengono prevalentemente in ambiente domestico al quale i vigilantes nostrani ovviamente non potrebbero accedere (e se mai come: a campione? Su chiamata?). Ieri l'altro, il portavoce della Santa Sede padre Lombardi ribalta però il giudizio affermando che il Vaticano manifesta "rispetto per le autorità civili" e rimarcando che le posizione di uomini di Chiesa pur autorevoli come Marchetto non riflettono necessariamente le posizioni del Vaticano. Gli fa eco il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, secondo il quale le istituzioni hanno il diritto di "provvedere al bene comune". Posizioni vaticanesche molto diverse che ricordano più beghe politiche interne che ansie religiose. E dunque, per rispettare decisioni istituzionali, un placet definitivo della Santa Sede alle ronde (che inevitabilmente diventeranno ronde di partito o di sindaci, anche se si afferma il contrario), ma nessun rispetto invece per le decisione dell'istituzione chiamata Corte costituzionale riguardante il dramma Englaro. Sempre di più traspare e indigna anche i credenti senza paraocchi (come il sottoscritto) che la religione è una cosa e la politica vaticana un'altra. D'altronde il Concordato mai come oggi risulta del tutto asimmetrico: lo Stato del Vaticano può dare giudizi ed esercitare pressioni sulle leggi della Repubblica o su sentenze dell'Alta Corte, mentre lo Stato italiano non può metter becco nelle questioni vaticane. E ciò neanche in situazioni di natura non certo teologica: i cittadini ricorderanno sicuramente il clamoroso suicidio/omicidio anni fa in Vaticano delle due guardie svizzere (con signora). Anche in questa circostanza "banale", la nostra polizia, cioè lo Stato, si è fermata in Piazza San Pietro. GCA BOLZANO Biancofiore confrontati con i veri moderati Michaela Biancofiore si è "ammorbidita" e parla con i centristi "buoni", ma basta che non "le sparino addosso". Va a cercarli nell'Udc pur di non cercarli in casa propria, tra i "moderati di Fi. Moderati rei di aver contattato i Popolari Liberali di Carlo Giovanardi, già forze centriste e moderate del Pdl. E così crede di mostrarsi con maggiore coerenza, chiarezza e lungimiranza politica, credibilità, mentre alleata ai più "duri e puri" del Centro Destra, si immerge in area Centro Sinistra, cercando contatti ed alleanze proprio con quel partito Udc che ha sorretto il Centro Sinistra e l'elezione del Sindaco Spagnoli alle ultime amministrative comunali. Brava Caterpillar! Evviva! Ipotesi condivisa insieme ai biancofioristi anche da Urzì e Seppi che si sbilanciano verso i confini della maggioranza attuale, alleati contro ipotesi di leadership moderate della propria area. Alleati contro Giorgio Holzmann, contro il gruppo dei così battezzati "giovanardiani" del gruppo Pasquali-Berger e company. E di valori politici comuni di obbiettivi e programmi, se ne parlerà dopo, perché in politica, sembra che le alleanze si trovino più facilmente tra i "vincenti" o emergenti di altre aree, andando ad acquistare i contenitori e non i contenuti. E di questo passo saranno scatole "vuote". Vuote di voti. Alberto Berger gruppo dei moderati di Forza Italia Beppino Englaro adesso parla troppo Ripetutamente Beppino Englaro ha chiesto il silenzio stampa sulla sua vicenda. Più o meno ogni settimana, negli ultimi mesi. Ed ogni volta lo ha infranto lui per primo. Anche quando è morta Eluana ha dichiarato "non parlo più". I suoi legali hanno minacciato querele per chi aveva parlato di assassinio di Eluana (sarà morta di freddo?). Neanche quindici giorni dopo la sua morte, sabato, Beppino Englaro ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera per dichiarare il suo ardore socialista; ha partecipato ad un comizio telefonico alla manifestazione di Roma contro il ddl sul fine vita per ribadire che la proposta di legge della maggioranza è una barbarie (evidentemente le sue sono tutte opere di carità); partecipato alla trasmissione di Fabio Fazio, a rincarare la dose, in una puntata di cui Fabio Fazio dovrebbe solo vergognarsi per la faziosità (ma non ci sono commissioni di controllo, alla Rai?); lunedì mattina ha ribadito gli stessi concetti ospite della trasmissione di Rai Tre "Cominciamo bene". Ho sempre rispettato Beppino Englaro e le sue decisioni, pur giudicandole aberranti. Ma quando è troppo, è troppo: se dice di voler stare zitto, stia zitto. Se invece vuole rimanere un personaggio pubblico allora non dica di voler tacere, parli pure come è legittimo che faccia, ma si prepari ad essere contestato, attaccato, criticato e trattato come tutti: se per lui questa legge è una barbarie, e lo vuole gridare al mondo, non protesti poi se qualcuno pensa e dice che la barbarie vera è stata il modo in cui è morta sua figlia. Roberta Leoni MERANO San Giacomo aspetta la ciclabile L'abitato di San Giacomo con l'avvento del nuovo tunnel è stato decisamente "depurato" dal traffico che transitava giornalmente sulla vecchia strada statale e di questo non si può far altro che ringraziare Comuni e Provincia per l'impegno verso i cittadini che hanno tanto atteso tale costruzione. Attualmente però le vetture che transitano attraversando l'abitato sono ancora troppe a causa della percorribilità della strada che in alcuni tratti (vedi dopo il semaforo a sud di San Giacomo fino ed oltre all'Albergo Raffl) preserva dei rettilinei che attualmente non hanno a che fare con centri abitati, i quali invogliano decisamente chi percorre la vecchia statale a "pigiare" sull'acceleratore causando un serio pericolo a chi abita in zona. San Giacomo attende una ciclabile da diverso tempo ormai. Diverse sono le famiglie di giovani che da Bolzano si sono trasferiti a San Giacomo e che attualmente accompagnano i loro figli presso l'asilo e le scuole elementari, molti in bicicletta, mezzo che in Alto Adige è fortunatamente molto usato ma certamente non sicuro se si transita con bambini su strade come la vecchia SS12. Attendo fiducioso un ammodernamento della statale ringraziando anticipatamente Comune e Provincia. Alberto A. SAN GIACOMO *** Siate brevi. Mandate interventi non superiori alle 30 righe altrimenti la redazione si riserva il diritto di intervenire. Tutte le lettere, anche quelle spedite attraverso la posta elettronica, devono contenere le generalità esatte di chi scrive. In caso contrario saranno cestinate.

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L'ordinanza anti phone center finisce alla Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

L'ordinanza anti phone center finisce alla Consulta Il Tar sospende il giudizio nel ricorso contro il Comune di Conegliano «Norme che limitano la libertà economica» CONEGLIANO. Dovrà essere la Corte costituzione a decidere se l'ordinanza sui phone center del Comune di Conegliano ed i provvedimenti nella stessa materia presi dalla Regione Veneto abbiamo aspetti di illegittimità costituzionali. Erano stati sette i phone center di Conegliano a presentare ricorso: African Company, Sa.Sara Comunication, International Phone Center, Park International, Moon Phone Center, Sweet Point, Servizi Telefonici. In questi giorni è arrivata la sentenza da parte dei giudici della terza sezione del Tar: «Il Tribunale amministrativo regionale solleva questione di legittimità costituzionale - si legge nella decisione - sospende il giudizio in corso e dispone che gli atti siano trasmessi alla Corte costituzionale per la risoluzione». Nel giudizio si era costituita solo la Regione, infatti il Comune di Conegliano aveva ritirato una sua precedente ordinanza, intimando ai phone center di adeguarsi alla successiva norma regionale. Tra i divieti quello di disvolgere attività economiche non direttamente connesse alla telefonia come il servizio di «money transfer», oltre all'adeguamento dei locali già esistenti. I phone center lamentavano che avrebbero così dovuto chiudere la loro attività, in particolare perché la loro maggiore fonte di sostentamento è appunto il servizio di trasferimento di denaro all'estero. «Il servizio di money transfer appare analogo al servizio offerto dal sistema interbancario - si legge nella sentenza del Tar - si tratta di un servizio che non implica necessariamente l'utilizzo dei servizi telefonici o telematici del phone center: di qui l'esattezza del presupposto interpretativo dal quale ha preso le mosse il sindaco di Conegliano». Nello stesso tempo però i giudici scrivono che: «Lo svolgimento di attività commerciali non accessorie a quella di telefonia, tra le quali rientra quella di trasferimento di denaro all'estero, sembra introdurre una discriminazione che si traduce in una restrizione ingiustificata al principio costituzionale di libera iniziativa economica, e sembra porsi quindi in contrasto con gli articoli 3 e 41 della Costituzione». La decisione passa alla Corte costituzionale. (di.b.)

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de magistris e forleo (sezione: Giustizia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 25-02-2009)

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Pagina 21 - Altre De Magistris e Forleo De Magistris e Forleo il 15 maggio a Padova Egregio direttore, chiediamo ospitalità sulle pagine del mattino per comunicare ai suoi lettori alcune precisazioni circa il nostro convegno svoltosi alla sala «Fornace Carotta» la sera del 20 febbraio scorso. Purtroppo, la dottoressa Clementina Forleo ed il dottor Luigi De Magistris, per cause di forza maggiore hanno dovuto, loro malgrado, disdire, all'ultimo minuto, la loro partecipazione. La dottoressa Clementina Forleo, pur febbricitante, si è però collegata telefonicamente con la sala convegni, ha salutato e si è scusata con il folto pubblico presente ed ha comunque svolto, per una ventina di minuti, in diretta, una sua riflessione che è stata molto apprezzata dai presenti che l'hanno salutata e congedata con un lunghissimo e caloroso applauso durato molti minuti. Il dottor Luigi De Magistris, impegnato a Roma, la mattina, in udienza presso il CSM, ci avvisava, nel pomeriggio dello stesso giorno, con un sms, che, purtroppo, per motivi che «non dipendevano da lui era rimasto bloccato a Roma ma che sarebbe certamente venuto a maggio» cioè che avrebbe certamente partecipato al nostro prossimo convegno previsto per il 15 maggio 2009. Lo stesso appuntamento, con il pubblico di Padova, è stato annunciato anche dalla dottoressa Clementina Forleo. Scusandoci perciò con tutti i presenti e non, ringraziamo di vero cuore Marco Travaglio per la sempre squisita disponibilità a partecipare ai nostri pubblici dibattiti, la dottoressa Forleo per la sensibilità dimostrata nell'intervenire, in diretta, pur non in buona salute, il dottor De Magistris per aver tentato tutto il possibile per mantenere fede all'impegno preso con la città di Padova, l'amministrazione del Comune di Padova, l'assessore Monica Balbinot ed il sindaco Flavio Zanonato per il patrocinio concesso, le forze dell'ordine per il servizio reso, i volontari dell'Auser di Padova per la collaborazione prestata durante il dibattito, l'equipe di «Cittadini attivi» per l'attività svolta in sala e tutti i partecipanti presenti per la sempre attenta e folta partecipazione riservata ai nostri appuntamenti. Grazie per l'ospitalità. Cittadini attivi Strade e tangenziali manutenzione inesistente Ci avviciniamo alle prossime elezioni comunali di Padova e in alcuni Comuni limitrofi, con le solite promesse e le solite bagarre politiche che alla fine non risolvono il bene comune di noi poveri cittadini. Perché questa premessa? Desidero ricordare all'assessore Rossi di Padova, e ai suoi colleghi della cintura urbana, le gravissime situazioni di pericolosità, che si riscontrano in opere di viabilità e di visione di opere atte come si suole dire nello snellire la circolazione stradale. La prima osservazione che non riesco a capire come si possa ideare una rotonda nuova a Brusegana incrocio via Delle Cave, dove intanto la segnaletica venendo da Selvazzano, della rotonda è posta a quasi 50 metri? Ma egregio assessore, lo sa che ci sono diversi Istituti, frequentati da centinaia di studenti? In più, lo sa che esiste da anni l'Istituto per sordomuti «Magarotto»? Come al solito, e questo lo trovo assurdo, non vedere e non aver pensato, delle strisce pedonali di attraversamento o un semaforo provvisorio per questi ragazzi? Dobbiamo aspettarci qualche incidente grave? E dopo? Da anni percorro questa strada proveniente da Selvazzano per recarmi a Camin per lavoro, e prendo la tangenziale. I soliti problemi da anni, come passo la nuova fantastica rotonda, la curva che immette sulla tangenziale, da anni presenta enorme crepe e ristagni di una bella pozza d'acqua, per circa 5 metri. Perché nessuno interviene? Bisogna raccogliere firme, per questo? La tangenziale che porta a corso Stati Uniti, è un vero disastro, buche, avvallamenti e pensare che ci vantiamo di aprire nuove strade e grandi opere viabilistiche, e non siamo in grado di gestire queste? Un bel futuro ci aspetta. Mario De Tata Selvazzano Salvare la lapide dell'ex Antonianum E' notizia di questi giorni che con la nuova proprietà, l'edificio ex Antonianum, sito in via Briosco a Padova, sarà trasformato in appartamenti. E' mio dovere segnalare, che all'ingresso del sopra citato edificio, nel primo dopo guerra è stata collocata a ricordo una lapide a ricordo della lotta di liberazione che i Gesuiti e Partigiani iniziarono nel 1943 e che terminò con il passaggio dell'esercito alleato. Con la presente lettera intendo richiamare l'attenzione delle pubbliche autorità affinché quella lapide sia preservata dalla trasformazione edilizia dell'edificio. Giulio Cesaro associazione culturale «Amici della storia di Vigodarzere»

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Intercettazioni, editori e giornalisti per il diritto di cronaca (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Intercettazioni, editori e giornalisti per il diritto di cronaca E qualche dubbio di incostituzionalità sul decreto Alfano si fa strada anche nel Pdl ROMA. Giornalisti ed editori annunciano battaglia contro le norme bavaglio alla stampa. Mentre anche nel Pdl crescono le perplessità sul disegno di legge Alfano sulle intercettazioni che, avverte Gaetano Pecorella, potrebbe essere incostituzionale, Fieg e Fnsi hanno riunito alla Federazione della stampa un fronte di politici, giornalisti e magistrati deciso a contrastare le normativa che renderà quasi impossibile l'informazione giudiziaria. «Vietano il controllo dell'opinione pubblica sulle indagini», secondo quanto denunciato dal presidente della Federazione degli editori, Carlo Malinconico. Ad aprire i lavori Roberto Natale, presidente della Fnsi. «Vogliamo difendere gli interessi generali, e faremo di tutto compresi i presidi davanti al Parlamento per cambiare un testo contro l'opinione pubblica che ha il diritto ad essere informata», dice Natale. «In particolare preoccupano due aspetti del lodo Alfano: una riguarda la cronaca giudiziaria, l'altro l'organizazione dell'impresa editoriale», gli fa eco Malinconico. Per gli editori il diritto di cronaca viene intaccato quando riguarda anche atti non coperti dal segreto. Inoltre se l'editore «diventa persona giuridica finisce con il sovrapporsi alla figura del direttore responsabile, alterando gli equilibri all'interno dell'azienda». Molti i politici presenti in sala. Qualche momento di tensione c'è stato quando hanno preso la parola Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato e il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo. «Oggi è martedì grasso e questo carnevale deve finire: la pubblicazione di tutto in ogni modo e in ogni circostanza deve finire», ha detto Gasparri. «Ma quale carnevale, qui l'unico ad avere la maschera è il senatore Gasparri che mentre dai tg sbraita a difesa delle forze dell'ordine in Parlamento appoggia norme che depotenziano l'attività investigativa delle forze dell'Ordine», replica il Pd con Donatella Ferrante. Durissima anche la posizione dell'Associanzione nazionale magistrati. «Se passasse, i giornali sarebbero bianchi per il 70, l'80%, non si potrebbe nemmeno scrivere in un necrologio barbaramente ucciso, perché sono parole estratte da atti», avverte Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm. Pronti al referendum Antonio Di Pietro e Marco Travaglio. «Questa legge più lurida la fanno e maggiore è la possibilità che venga fulminata dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di giustizia europea», incalza Travaglio. Ma Franco Siddi, segretario della Fnsi, frena sul referendum e invita a pensare alla battaglia che va fatta adesso. E qualcosa si muove anche nella maggioranza. Se Pecorella esprime seri dubbi sulla costituzionalità della legge, Paolo Bonaiuti si schiera «per la depenalizzazione dei giornalisti», puniti con multe salate e non con il carcere. (m.b.)

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Galliano bollette amag <Bollette pazze?No, a norma di legge> (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Galliano bollette amag «Bollette pazze?No, a norma di legge» replica dell'Amag Acqui Terme. «Per favore non chiamatele cartelle pazze. Tali non sono. Si tratta di bollette dell'acqua regolarmente compilate a norma di legge». Così ha detto Lorenzo Repetto, presidente dell'Amag, all'indomani della polemica innescata dai cittadini acquesi che, nelle scorse settimane, hanno ricevuto la bolletta dell'acqua relativa ad una prima tranche del 2008. Bollette che oltre al consumo dell'acqua contengono le voci depurazione e fognatura, servizi non utilizzati dagli utenti interessati. «Abbiamo in effetti ricevuto una quarantina di lettere di reclamo - aggiunge - posso garantire che esamineremo ogni caso e che daremo risposta ad ognuno. Voglio che sia chiaro però che noi abbiamo solo applicato la legge» che prevede l'applicazione nella bolletta anche il pagamento di fogna e depurazione anche se non collegate. Una normativa che potrebbe essere modificata grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale nata dal ricorso di un cittadino campano nei confronti di una società di gestione del servizio idrico integrato che aveva richiesto il pagamento della tariffa riferita alla depurazione pur non dovuta. Una normativa riconosciuta da giudici incostituzionale in quanto discrimina chi paga la tariffa senza ricevere in cambio il servizio. Se il disegno di legge verrà convertito sarà possibile chiedere la restituzione della quota di tariffa non dovuta (per il 2009 ovviamente). Ciò non toglie comunque che i cittadini oggi interessati al problema con bollette che riguardano consumi relativi al 2008, possano opporsi al pagamento rivolgersi ad un giudice. Cifre alla mano, al momento, per quanto riguarda Acqui Terme, si tratta si una quarantina di famiglie residenti in frazione Moirano e Valloria. Famiglie, è bene però sottolinearlo, le cui bollette, nella totalità, contano un eccesso di circa 2.300 euro. Una cifra piccola ma ora è più una questione di principio che altro. «Ognuno è libero di comportarsi come meglio ritiene - dice ancora il presidente dell'Amag - noi siamo comunque a disposizione per qualsiasi chiarimento e garantiamo la nostra più totale collaborazione». Un comportamento già messo in pratica nei confronti di una signora di Alessandria. Alla donna è stata recapitata una bolletta dell'acqua del valore di 11 mila euro. «Vista la situazione, abbiamo ritenuto di non far pagare quell'importo alla donna ma di fare una media calcolata sugli ultimi tre anni di consumi». Gi. Ga. .x/25/0902 Nelle fatture dell'acqua sono compresi servizi non fruibili da tutti quali fognature e depurazione. 40 richieste di rimborso .x/25/0902

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Il Consiglio superiore della magistratura ha dato il via libera al trasferimento d'ufficio dei ... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 25 Febbraio 2009 Chiudi Il Consiglio superiore della magistratura ha dato il via libera al trasferimento d'ufficio dei magistrati coinvolti nello scontro tra le procure di Catanzaro e Salerno per il caso De Magistris. Il sostituto procuratore di Salerno Gabriella Nuzzi è stata assegnata al Tribunale di Latina con la funzione di giudice. Un trasferimento, seppur maturato in un clima di estrema polemica e al di là della motivazione, che darà un piccolo sospiro di sollievo al palazzo di Giustizia ormai al limite del collasso per la mancanza di personale amministrativo e giudici. Il Csm ha deciso che andrà alla Corte di appello di Reggio Calabria e sarà consigliere con destinazione alle funzioni civili il pg di Catanzaro Enzo Iannelli, uno dei principali protagonisti dello scontro tra procure. Alfredo Garbati, uno dei sostituti di Iannelli, sarà consigliere di Corte di Appello a Taranto, mentre Dionigio Verasani farà il giudice al Tribunale di Cassino. Trattandosi di misure cautelari urgenti, i trasferimenti decisi dal Csm sono immediatamente esecutivi.

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Magistrato trasferito dal Csm a Cassino (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 25 Febbraio 2009 Chiudi Il plenum del Consiglio superiore destina Verasani alla sezione civile del Tribunale di piazza Labriola Magistrato trasferito dal Csm a Cassino E' il pm di Salerno che indagò sulle pressioni al collega De Magistris

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IL PUNTO cui è giunto il dibattito pubblico che accompagna l'itinerario parlamentare d... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 25 Febbraio 2009 Chiudi di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA IL PUNTO cui è giunto il dibattito pubblico che accompagna l'itinerario parlamentare della proposta di legge sul cosiddetto testamento biologico può fare sperare in una concordia di buone volontà. Innanzitutto di volontà che riescano a realizzare la nascita della legge. Immaginate voi il giorno in cui il Parlamento chiudesse su questo tema con un nulla di fatto? Sarebbe uno scacco, non per la politica, ma per la cultura italiana. La Nazione dimostrerebbe di non sapersi unire intorno ai principi che la civiltà contemporanea chiama a guidare la conclusione della vita umana. Ma altrettanto mortificante sarebbe una legge votata da una maggioranza irrigidita su pregiudiziali escludenti il contributo di parti che, pur muovendo da opposti valori, tendono a confluire realisticamente su valori comuni. Una legge così fatta rischierebbe di essere in due modi contestata, da un punto di vista sociale con comportamenti dei privati che rinunciano alla utilizzazione del modello legale del cosiddetto testamento biologico; e da un punto di vista giuridico con una eventuale impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale. In entrambi i casi sarebbe una disfatta per quella ragione chiamata a governare non più soltanto problemi collettivi, economici e sociali, ma anche morali e personali della nostra esistenza. Al di là della formulazione testuale dello schema delle disposizioni e degli emendamenti che ne vengono suggeriti, occorre, finché non sarà scaduto il tempo delle riflessioni per tutti, dentro e fuori il Parlamento, sempre più chiarire i perni su cui far ruotare il congegno della legge. Il primo di essi è il principio di autodeterminazione, che è fondato sulla ispirazione personalista della nostra Costituzione. Questo principio, nell'ambito della vita corporea che chiede il soccorso della medicina, si specifica nell'articolo 32, 2° comma, della nostra Costituzione, nel senso che nessuno può essere obbligato ad un trattamento sanitario se non predisposto dalla legge, e la legge stessa deve arrestarsi dinanzi al rispetto della dignità della persona. Se nessuno può essere obbligato, dunque a ciascuno deve essere consentito quel diritto inviolabile di libertà consistente nel disporre il rifiuto o la rinuncia di un determinato intervento terapeutico.

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Allarme stupri, il colpevole è italiano sei volte su dieci (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

le notizie Allarme stupri, il colpevole è italiano sei volte su dieci Violenza sessuale in calo. Nel 2008 gli episodi (registrati) di stupri in Italia sono diminuiti dell'8,4 per cento. I dati diffusi dal ministero degli Interni sottolineano che a diminuire di quasi un quarto (-24,6 per ceno) sono state le violenze sessuali di gruppo. La flessione dell'anno passato è seguita a un 2007 in crescita, nel quale gli stupri erano aumentati del 5 per cento. Per quanto riguarda gli aggressori: il 60 per cento è di nazionalità italiana. In serata il Viminale ha precisato: «La lettura corretta dei dati deve tener conto del fatto che i cittadini stranieri (comunitari ed extracomunitari) responsabili di circa il 40 per cento dei reati di violenza sessuale commessi in Italia nel 2008 rappresentano meno del 6 per cento della popolazione residente». Minorenne molestato. Un bambino di 12 anni sarebbe stato vittima di uno stupro o di sevizie nel tardo pomeriggio di lunedì nella zona della stazione centrale, a Napoli. Il piccolo sarebbe stato portato in un luogo appartato da un uomo che poi avrebbe abusato di lui. A sporgere denuncia il padre del bambino. Secondo un primo identikit fornito alla polizia, il responsabile sarebbe un clochard con barba bianca e capelli brizzolati. Avrebbe chiesto dei soldi al ragazzino e poi, con uno stratagemma, lo avrebbe trascinato in un vicoletto. Garlasco, udienza rinviata. Il giudice aveva chiesto alle parti rispetto reciproco ed è stato accontentato, ma nulla di più. Non una parola, non un saluto e nemmeno uno sguardo tra i genitori di Chiara Poggi, trovata morta nella propria villetta di Garlasco il 13 agosto 2007, e Alberto Stasi, unico indagato e fidanzato della vittima all'epoca del delitto. Ieri l'udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio del venticinquenne ma il gup, dopo due ore di udienza, ha rinviato tutto al 7 marzo. Caso De Magistris, trasferimenti al via. Il plenum del Csm ha dato il via libera al trasferimento d'ufficio dei magistrati coinvolti nello scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro, sull'inchiesta Why not poi sottratta al pm calabrese De Magistris. Enzo Iannelli, procuratore generale di Catanzaro, farà il consigliere alla Corte d'appello, sezioni civili, di Reggio Calabria, mentre il suo sostituto, Alfredo Garbati, andrà alla Corte d'appello di Taranto, dove sarà consigliere delle sezioni civili. I pm di Salerno Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani saranno invece trasferiti, rispettivamente, al tribunale di Latina e a quello di Cassino, con funzioni di giudici. Ucraina uccisa a Bologna. «Sì, l'ho uccisa io, adesso voglio morire». Con queste parole una 36enne ucraina ha confessato di aver ucciso una sua connazionale di 19 anni. Il fatto ieri pomeriggio a Bologna. L'omicidio - secondo quanto raccontato dalla donna - è avvenuto durante una violenta lite scoppiata tra le due. Cda Rai il 3 marzo. Niente fumata bianca ieri sul cda della Rai. L'Assemblea degli azionisti, riunita in seconda convocazione per la formalizzazione dei sette nuovi consiglieri di viale Mazzini e alla nomina del rappresentante del Tesoro in cda e del presidente, è stata aggiornata al 3. 25/02/2009

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Società e fedi, un patto virtuoso (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-02-25 - pag: 10 autore: Società e fedi, un patto virtuoso di Valerio Onida I lpotere e il sacro (o il religioso, ammesso che siano la stessa cosa) nella storia si sono di frequente incrociati, sovrapposti, identificati, contrapposti, sia in termini di linee di pensiero sia in termini di movimenti e di istituzioni. Ma se ci rifacciamo alle radici del costituzionalismo contemporaneo, constatiamo due cose. In primo luogo, che le idee forza del costituzionalismo hanno una matrice schiettamente religiosa, nel senso che sono frutto di un pensiero che muove da una visione religiosa del mondo e dell'uomo. Ciò è molto evidente nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti (il primo documento costituzionale della nostra era) in cui si proclamano come «verità di per sé evidenti » quelle che «tutti gli uomini sono creati uguali» e che essi «sono dotati dal loro Creatore di alcuni diritti inalienabili ». Ma anche la Dichiarazione francese dei diritti, frutto del pensiero illuministico, proclamata «in presenza e sotto gli auspici dell'Essere supremo», espone «i diritti naturali, inalienabili e sacri dell'uomo»e afferma come postulato che «tutti gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti». La seconda constatazione è che il modello di organizzazione sociale e politica cui si rifà il costituzionalismo, proprio perché si fonda sul principio di libertà della coscienza individuale, muove da una netta distinzione fra potere politico e potere sacro o religioso, nel senso sia di negare che la fonte di legittimazione del primo sia un'investitura divina, anziché la volontà o un patto fra le persone che compongono la collettività, sia di negare che le istituzioni e le autorità di una confessione religiosa organizzata possano legittimamente pretendere di esercitare poteri politici. Nella Dichiarazione americana si legge che lo scopo per cui si costituiscono fra gli uomini i governiè di assicurare i loro diritti inalienabili, e che la «giusta autorità» di tali governi deriva «dal consenso dei governati ». Nella Dichiarazione francese si legge che scopo di ogni «associazione politica» è la conservazione dei «diritti naturali e imprescrittibili dell'uomo », e che «il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella Nazione », onde «nessun corpo, nessun individuo può esercitare un'autorità che non emani da essa». In concreto, la storia dei rapporti fra Stati e confessioni religiose è stata assai meno lineare. Negli Stati Uniti l'assenza di una confessione maggioritaria e di istituzioni che si richiamassero all'alleanza fra trono ed altare propria degli antichi regimi ha prodotto "naturalmente" un clima e un sistema di pluralismo senza alcuna connotazione antireligiosa. In Europa le diverse condizioni storiche hanno condotto a evoluzioni e sbocchi molteplici, dalla affermazione costituzionale della Francia come Repubblica «laica» (articolo 1 della Costituzione del 1958), alla presenza di modelli assai differenziati, che vanno da quello della religione o della Chiesa «di Stato» ai regimi concordatari o di separazione, a fasi e situazioni di conflitto fra Chiese e Stato. Ma dappertutto, quando e dove i principi del costituzionalismo si sono affermati, si sono posti alcuni caposaldi: il divieto di discriminazione fra le persone per motivi di religione, e quindi anche fra credenti e non credenti; «non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo culturale e confessionale» (come si è espressa la Corte costituzionale nella storica sentenza n. 203 del 1989). Questo è il contenuto essenziale del principio di laicità,che-ha detto la Corte-è un principio supremo dell'ordinamento costituzionale, destinato a prevalere anche sulle norme di accordi concordatari costituzionalmente garantiti. Qui è il punto di non ritorno. I dibattiti di oggi sul "ritorno del religioso" o sulla crisi di valori delle democrazie non possono mettere in discussione un patrimonio consolidato e conquistato con una lunga storia, anche di sofferenze e di sangue. Tutto ciò vale nell'ambito del singolo ordinamento costituzionale e vale al livello universale cui si riferisce la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948: diritti umani, a proposito dei quali si è detto che su di essi c'era accordo, a condizione che non si chiedesse il perché, data la molteplicità e varietà delle basi di pensiero, filosofiche o religiose, che potevano condurre e conducevano ad affermarli. Parlare di "religioni nello spazio pubblico" comporta dunque che si chiarisca che cosa è questo "spazio". Se si intende lo spazio del libero dibattito e della partecipazione nella società, dove ciascuno, individuo o formazione sociale, porta le sue idee, il suo contributo e la sua influenza persuasiva nella definizione collettiva dei presupposti, degli obiettivi e degli strumenti per le decisioni, legislative o altro, che riguardano tutti, questo è certamente un ambito in cui gruppi e istituzioni religiose non possono esser oggetto di alcuna esclusione o limitazione. Se per "pubblico" si intende invece l'area dell'esercizio dell'autorità statale, allora non ci può essere alcun ruolo delle istituzioni religiose o confessionali, che operano in un "ordine" che è e resta distinto e separato da quello dello Stato, secondo il principio solennemente affermato nell'articolo 7 della Costituzione, scritto con riguardo alla storica presenza della Chiesa cattolica in Italia ma valido per ogni altra istituzione confessionale. Quanto poi alla tesi secondo cui le democrazie non potrebbero "giustificarsi" da se stesse, proprio perché sono fondate su principi di libertà e aperte alle istanze che vengono dalla società, e quindi avrebbero bisogno di ricevere "senso" e contenuti dalle religioni, essa può cogliere un dato di fatto. Una democrazia, come qualsiasi altro regime, ma in special modo dato il suo carattere intrinseco di sistema basato sul consenso, non si regge alla lunga se non si conserva e non si alimenta nella società una adesione di fondo ai principi della convivenza civile su cui essa stessa si basa (e che storicamente, come si è detto, hanno una matrice religiosa): principi di dignità umana, di rispetto della libertà altrui e del pluralismo, di rispetto dei diritti ma anche di necessario adempimento dei «doveri inderogabili di solidarietà» (articolo 2 della Costituzione), di eguaglianza fondamentale degli esseri umani. In questo senso anche una politica " democratica" ( perché avallata dal consenso della maggioranza) può allontanarsi dai suoi stessi presupposti se produce di fatto decisioni e condotte concrete ispirate a principi opposti, di intolleranza e di discriminazione. Se però si vuole dire che la democrazia, per sopravvivere, dovrebbe delegare a qualche altra istituzione, diversa da quelle della "città dell'uomo" affidate alla responsabilità di tutti, e così a istituzioni confessionali, il compito di "dettare la linea" o di fissare i confini di legittimità dell'azione politica, ciò significherebbe tornare indietro di duecento anni, negare radicalmente l'autonomia dell'"ordine" politico. I confini invalicabili di legittimità delle decisionidemocratiche stanno nei principi costituzionali, e sono affidati, per assicurarne il rispetto, alle istituzioni di garanzia della Costituzione (tipicamente le giurisdizioni costituzionali), nonché in definitiva, di fatto ma decisivamente, alla coscienza dei cittadini e al loro "patriottismo costituzionale". Che però non si alimenta, ma al contrario finisce per deperire, se si fa passare l'idea che le democrazie debbono porsi sotto la "tutela" di una qualche autorità esterna rispetto ai circuiti di legittimazione propri del sistema costituzionale.

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Le inutili diatribe sulla figura del vicepresidente (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI - data: 2009-02-25 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE IL NUOVO STATUTO DELLA REGIONE Le inutili diatribe sulla figura del vicepresidente di PIETRO CIARLO SEGUE DALLA PRIMA Sul punto con la sentenza 196 del 2003 la Corte costituzionale è stata chiarissima: nei nuovi statuti regionali la disciplina della «prorogatio», anche in caso di dimissioni volontarie, spetta allo statuto regionale. Infatti, scrive la Corte, «l'istituto della prorogatio, a differenza della vera e propria proroga..., non incide sulla durata del mandato elettivo, ma riguarda solo l'esercizio dei poteri nell'intervallo fra la scadenza, naturale o anticipata, di tale mandato e l'entrata in carica del nuovo organo eletto». Singolare è poi l'argomento secondo cui nello statuto non si sarebbe potuto prevedere un vicepresidente della Giunta; infatti questa carica è già oggi prevista, non da fonti regionali, ma addirittura dalla legge costituzionale numero 1 del 1999 che stabilisce (articolo 5, comma 2, lettera a) che il presidente della Giunta regionale «nomina i componenti della giunta regionale, fra i quali un vicepresidente ». Quello che non si può fare è sostituire il presidente con il vicepresidente in via generale. Infatti, la Corte ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di alcune previsioni degli Statuti di Marche e Calabria (sentenze numero 304 del 2002 e numero 2 del 2004) proprio perché in tali casi la sostituzione non era prevista in relazione alla «prorogatio », ma per la durata residua della legislatura, senza il limite dell'ordinaria amministrazione: in tal caso era evidente un aggiramento della regola costituzionale del «simul stabunt simul cadent». Il nuovo statuto della Campania ha voluto dare una disciplina certa alla delicata fase della successione tra gli organi regionali normando il regime di «prorogatio»: è stato stabilito che il vicepresidente sostituisce il presidente solo per l'ordinaria amministrazione e per quel periodo di tempo limitato, che va dalla cessazione dalla carica del presidente fino all'insediamento dei nuovi organi. Non solo è legittimo, ma è anche opportuno. Del resto, norme analoghe si trovano negli statuti delle Marche (articolo 10), della Puglia (articolo 41), dell'Umbria (articolo 64), della Lombardia (articolo 30). Nessun trionfalismo, ma le critiche infondate che vogliono attribuire alla norma statutaria oscuri disegni confermano che purtroppo l'autolesionismo è un male endemico in Campania. Così non si va da nessuna parte. \\ Le critiche confermano che l'autolesionismo è un male endemico in Campania

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Fronte comune editori-giornalisti (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-02-25 - pag: 13 autore: Intercettazioni. Fieg e Fnsi annunciano battaglia contro il Ddl del Governo: «Intaccato fortemente il diritto di cronaca» Fronte comune editori-giornalisti Di Pietro: attentato allo stato di diritto, pronti al referendum quando sarà legge Marco Mele ROMA «Il diritto di cronaca viene intaccato fortemente quando si vieta la pubblicazione degli atti non coperti da segreto». Il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, non risparmia le critiche al disegno di legge sulla restrizione del diritto di cronaca sui procedimenti giudiziari nel corso dell'iniziativa "Ddl Alfano, se lo conosci, lo eviti" organizzata dall'Unione cronisti e dalla Federazione della stampa. In piena sintonia, stavolta, con i rappresentanti dei giornalisti. «Vogliamo difendere gli interessi generali, non solo un nostro diritto – sottolinea Roberto Natale, presidente della Fnsi –.Faremo di tutto per cambiare un testo contro l'opinione pubblica, che ha il diritto di essere informata. Cosa c'entra il diritto alla riservatezza con il crac Parmalat o le vicende della clinica Santa Rita di Milano? ». Non deve trattarsi, insomma, di una battaglia settoriale, di categoria. «Il diritto di cronaca è componente essenziale della libertà di stampa. E la norma che introduce la responsabilità degli editori altera sensibilmente l'attuale assetto dei giornali, dove si distingue tra impresa e giornale » aggiunge il presidente della Fieg. Difficile, quindi, trovare mediazioni in Parlamento sul testo approvato in commissione alla Camera. C'è chi, come Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori, «il disegno di legge è un attentato allo stato di diritto» e Marco Travaglio, si schierano per non chiedere alcuna modifica al testo. Obiettivo: ricorrere, subito dopo la sua approvazione, alla Corte europea sui diritti dell'uomo, alla Corte Costituzionale, al referendum abrogativo annunciato da Di Pietro e all'obiezione di coscienza da parte dei singoli giornalisti. Nelle sue conclusioni, Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, ricorda come da tre legislature si tenti in Parlamento di limitare il diritto di cronaca: «E adesso, finalmente, si comincia a capire cosa c'è in gioco: il diritto all'informazione è a rischio. Prima, però, di ricorrere alla Corte europea o altrove, chiediamo di eliminare tutte le parti che limitano il diritto di cronaca. La tutela della privacy non c'entra niente». Per Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, però, si «tratta di una norma illiberale, oscurantista e inefficace, che non va mediata, ma cancellata». Nel suo intervento all'assemblea, Giuseppe Cascini, segretario generale dell'Associazione nazionale magistrati, mette in evidenza l'altro aspetto del disegno di legge, quello che renderà più difficile, per gli inquirenti, perseguire il crimine attraverso lo strumento dell'intercettazione. Per Ricardo Franco Levi, ex sottosegretario con delega all'editoria, «nessuna intesa è possibile se non vengono cancellate le norme che prevedono il carcere per i giornalisti e che azzerano la cronaca giudiziaria ». In molti interventi si porta l'esempio di un presidente di giunta regionale che venga arre-stato: i media non potrebbero dare notizia dei motivi di tale arresto, finendo indirettamente per condizionare le eventuali elezioni seguite alla caduta della giunta. Michele Vietti dell'Udc esprime dissenso su due punti del testo attuale del provvedimento: il requisito dei gravi indizi di colpevolezza per autorizzare le intercettazione, «un boomerang» e i tre anni di carcere per i giornalisti, «che pubblicano non solo le intercettazioni da distruggere ma anche quelle ritenute irrilevanti». Anche il settimanale «Famiglia cristiana» critica la riforma del governo sostenendo che il vero obiettivo è quello di «tappare la bocca ai cronisti giudiziari». IL PARTITO DEMOCRATICO «Nessuna intesa possibile se non vengono cancellate le norme sul carcere». Famiglia cristiana: modo per tappare la bocca ai cronisti giudiziari LAPRESSE Carlo Malinconico, presidente della Fieg, ieri all'iniziativa contro il Ddl Alfano organizzata da Unione cronisti e Fnsi

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Rai, il Governo aspetta il Pd Assemblea dei soci il 3 marzo (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-02-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-02-25 - pag: 13 autore: LA GIORNATA LE NOMINE NELLA TV PUBBLICA Rai, il Governo aspetta il Pd Assemblea dei soci il 3 marzo Bonaiuti: Franceschini ha chiesto tempo sul cda La Consulta si riserva di decidere sul caso Petroni Il Pd ha chiesto una pausa prima di arrivare alla designazione del presidente della Rai. L'assemblea dei soci del servizio pubblico ne ha preso atto e ha deciso ieri, in seconda convocazione, di aggiornare la seduta a martedì 3 marzo. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, ha concordato su tale richiesta del Pd. La Corte Costituzionale, intanto, si è riservata di pronunciarsi nel merito del conflitto d'attribuzione sollevato dalla commissione di Vigilanza contro il Tesoro, nella scorsa legislatura. Il conflitto riguarda la possibilità o meno per l'azionista di revocare il mandato al consigliere che nomina direttamente, senza una delibera della commissione di Vigilanza. Si tratta, insomma, del caso di Angelo Maria Petroni, sul quale il Consiglio di Stato si deve ancora pronunciare nel merito. La Vigilanza, con l'avvocato Beniamino Caravita di Toritto contesta «la lesione delle competenze costituzionalmente garantite alla commissione. La norma è ambigua: per interpretarla bisogna fare appello ai principi, primo fra tutti la parlamentarizzazione », che la legge – e le sentenze della Consulta – definiscono come determinante nella governance della Rai. Per gli avvocati del Tesoro, al contrario, «la revoca (di Petroni, ndr) è avvenuta in maniera conforme alla legge. Il conflitto è inammissibile perché il Parlamento impugna di fatto una legge votata dalle Camere. La norma è chiarissima». Secondo la Corte costituzionale il potere esecutivo non deve essere rappresentato in modo esclusivo e preponderante negli organi direttivi della Rai. Il consigliere nominato dall'azionista è uno su nove componenti ma è determinante per la maggioranza del Cda. Il direttore generale è, ormai per prassi, designato dall'azionista e ratificato dal Cda (l'intesa è tale solo sulla carta). La delega della Vigilanza, infine, è richiesta dalla legge solo dopo la cessione del 10% delle azioni Rai ai privati.

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Il Csm ha deciso: Nuzzi va a Latina e Verasani a Cassino (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-02-2009)

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Corriere del Mezzogiorno - SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2009-02-25 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Guerra tra toghe I pm chiesero di restare in Campania Il Csm ha deciso: Nuzzi va a Latina e Verasani a Cassino La decisione di Palazzo dei Marescialli è «immediatamente esecutiva». Già inoltrato il ricorso in Corte di Cassazione SALERNO — Aveva chiesto di essere trasferita a Napoli, il sostituto procuratore di Salerno Gabriella Nuzzi, uno dei protagonisti dello scontro con i magistrsati della procura di Catanzaro. E, invece, ieri, la terza sezione del Csm ha deciso che la nuova sede del pm sarà il Tribunale di Latina. Neanche il suo collega, Dionigio Verasani, titolare insieme a Gabriella Nuzzi delle indagini sul caso De Magistris, è stato accontentato. E la sua richiesta di essere trasferito a Benevento, preferendo così restare in Campania, è stata disattesa da Palazzo dei Marescialli che, al contrario, lo ha inviato a Cassino. Entrambi dovranno abbandonare la funzione inquirente per assumere il ruolo di magistrati giudicanti. E, la decisione del Tribunale delle toghe è «immediatamente esecutiva ». Ciò significa che già da oggi i due pubblici ministeri dovranno lasciare i rispettivi uffici del terzo piano del palazzo di giustizia di corso Garibaldi. In attesa, ovviamente, della decisione della Corte di Cassazione a cui, qualche settimana fa, è stato inoltrato il ricorso contro il provvedimento disciplinare deciso dal Consiglio superiore della magistratura. La Suprema Corte, che non ha ancora fissato l'udienza di trattazione, potrebbe anche ribaltare (come confermare) la sentenza di Palazzo dei Marescialli. Lo scorso 2 dicembre, Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani firmarono il decreto di sequestro degli atti del fascicolo Why Not, dopo le sette richieste avanzate alla Procura di Catanzaro rimaste, però, inascoltate. Il giorno dopo, oltre cento carabinieri del comando provinciale di Salerno e sette magistrati salernitani, tra cui anche il procuratore capo Luigi Apicella, coordinarono le operazioni di sequestro, convalidate dal gip Maria Teresa Belmonte. A cui seguirono anche le perquisizioni effettuate negli uffici e nelle abitazioni dei colleghi catanzaresi. La Procura calabrese non rimane a guardare e il giorno dopo iscrive nel registro degli indagati, con le accuse di abuso di ufficio e interruzione di pubblico servizio, i sette magistrati salernitani. E procede al controsequestro. Scoppia il caso che sarà definito «lo scontro tra toghe» e che porterà alla sospensione delle funzioni di magistrato del procuratore capo Luigi Apicella e ai trasferimenti dei pm salernitani. Un mese fa, l'ultimo atto: la lettera con cui Gabriella Nuzzi comunica «l'irrevocabile decisione di lasciare l'Associazione Nazionale Magistrati». «Sono stata - scrive l'ex pm - nel generale vile silenzio, pubblicamente ingiuriata; incolpata di ignoranza, negligenza, spregiudicatezza, assenza del senso delle istituzioni; infine, allontanata dalla mia sede e privata delle funzioni inquirenti, così, in un battito di ciglia, sulla base del nulla giuridico e di un processo sommario». A. C. L'addio Nuzzi e Verasani lasciano la funzione inquirente

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Ma l'Esecutivo pensa alla fiducia (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-02-25 - pag: 13 autore: L'iter in Parlamento. Ipotesi di voto su un maxi-emendamento Ma l'Esecutivo pensa alla fiducia Donatella Stasio ROMA Niccolò Ghedini dice: «Non ce n'è bisogno».Giacomo Caliendo: «Non lo escludo». Il voto di fiducia sul Ddl intercettazioni – già ipotizzato da Silvio Berlusconi – comincia a prendere corpo nei discorsi di Governo e maggioranza in vista del 10 marzo, quando nell'Aula della Camera partirà la conta. Le durissime critiche piovute sul Ddl da più fronti e su più fronti – opposizione, Csm, Anm, Fnsi, Fieg e finanche quattro delle sei commissioni parlamentari competenti sui pareri al testo licenziato dalla commissione Giustizia – hanno accentuato le crepe già esistenti nella maggioranza, che rischia di spappolarsi al momento del voto segreto. I "falchi" spingono per mante-nere il testo attuale, le "colombe" per modificarlo. Nell'uno e nell'altro caso il Governo potrebbe chiedere la fiducia. Ma già ieri, in ambienti ministeriali ragionavano su alcune correzioni (che confluirebbero in un maxiemendamento), come limitare a sei mesi il divieto di pubblicare notizie su atti di indagine non più segreti e sostituire i «gravi» indizi di colpevolezza, richiesti per far scattare le intercettazioni, con «sufficienti». Un primo «chiarimento» ci sarà stasera, nell'assemblea dei deputati Pdl, presente il ministro della Giustizia Angelino Alfano e, forse, Silvio Berlusconi. Quanto alla Lega, ieri Umberto Bossi escludeva problemi nella maggioranza. «è tutto risolto», andava dicendo. La riunione servirà a verificare i margini di un nuovo accordo, dopo le perplessità manifestate pubblicamente da alcuni esponenti Pdl, a cominciare dalla relatrice del Ddl, Giulia Bongiorno (An). La presidente della commissione Giustizia della Camera le aveva già espresse in Aula e ieri, in una lettera al presidente dell'Ordine dei giornalisti,Lorenzo Del Boca, ha ribadito che «un divieto totale di pubblicazione di atti giudiziari fino alla conclusione delle indagini o fino al termine dell'udienza preliminare azzererebbe qualsiasi forma di conoscenza nelle prime fasi dell'attività giudiziaria relativa a delitti di grave allarme sociale». Parole inequivocabili sulla portata del dissenso di An (o di una parte del partito di Fini) rispetto al testo del Governo. Quanto basta per accrescere i malumori dei "falchi" del centro-destra e anche di chi, pur condividendo le perplessità, si è sentito sfilare prima del tempo il palcoscenico sotto i piedi. Il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, anche lui di An, esclude cambiamenti, se non di «dettaglio». «Oggi è martedì grasso – ha detto ieri di fronte a giornalisti ed editori – e il carnevale è finito. La pubblicazione di tutto, in ogni modo e in ogni circo-stanza, non è più possibile». Meno tranchant il sottosegretario alla Giustizia Caliendo, che ha accennato alla possibilità di abbassare l'asticella del divieto di pubblicazione. L'ipotesi allo studio prevede, appunto, che il divieto di pubblicare il contenuto di atti non più segreti cada con la richiesta del Pm della prima proroga delle indagini (dopo sei mesi). Quanto al carcere (3 anni) per i giornalisti che pubblichino intercettazioni irrilevanti riguardanti persone estranee alle indagini (l'emendamento Bergamini), si sta pensando di attenuare la sanzione prevedendo che il carcere possa arrivare fino a 3 anni, oltre a una multa pesante.Un'altra modifica ancora dovrebbe riguardare la norma ( censurata dalla commissione Affari costituzionali perché in contrasto con il principio costituzionale del giudice naturale precostituito per legge) che fa saltare il Pm iscritto nel registro degli indagati, reo di aver parlato della propria inchiesta. C'è poi il capitolo dei«gravi indizi di colpevolezza»: si fa strada la proposta della Bongiorno di sostituirli con «sufficienti», ma la resistenza dei "falchi" è fortissima. «Non credo proprio che sia modificabile - dice l'onorevole Ghedini, avvocato nonché consigliere giuridico del premier- tanto più che l'abbiamo scritta io, la Bongiorno e La Russa di An, Cota e Brigandì della Lega, il ministro Alfano. Dunque, c'è un accordo politico, non solo tecnico». Ghedini difende anche la norma che vieta la pubblicazione del contenuto degli atti di indagine fino all'inizio del dibattimento,ma aggiunge: «Sono aperto a miglioramenti ». Quanto al voto di fiducia, sostiene che«non ce n'èla necessità ». Né teme sorprese dal voto segreto.«Se ci fosse,metà dell'opposizione voterebbe per la norma più rigida. In Parlamento - dice - sulle intercettazioni c'è una grande sensibilità». LE POSSIBILI «CORREZIONI» Stasera vertice dei deputati Pdl con Alfano e il premier. Tra i ritocchi riduzione a sei mesi del divieto di pubblicare notizie su atti non più segreti

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Il Csm non concede sconti: la pm Nuzzi trasferita a Latina (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - SALERNO - sezione: 1PAGINA - data: 2009-02-25 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Verasani va a Cassino. Entrambi avevano chiesto di restare in Campania Il Csm non concede sconti: la pm Nuzzi trasferita a Latina Gabriella Nuzzi lascia la procura di Salerno e sarà magistrato giudicante al tribunale di Latina. Mentre il suo collega Dionigio Verasani sarà trasferito a Benevento. Neanche sulle destinazioni i protagonisti salernitani (con il procuratore capo Luigi Apicella) dello scontro con i magistrati della procura di Catanzaro, hanno ottenuto uno sconto. Ieri, la terza sezione del Csm ha deciso le loro nuove sedi, una decisione «immediatamente esecutiva». Ciò significa che già da oggi i due pubblici ministeri dovranno lasciare i rispettivi uffici del terzo piano del palazzo di giustizia di corso Garibaldi. In attesa, ovviamente, della decisione della Corte di Cassazione a cui è stato inoltrato il ricorso contro il provvedimento disciplinare del Csm. A PAGINA 6 Cappetta

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I Circoli della libertà: <Cambiate lo Statuto> (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-02-25 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Contro le unioni di fatto I Circoli della libertà: «Cambiate lo Statuto» Dai circoli della Libertà, vicini al sottosegretario Michela Vittoria Brambilla un appello per «abrogare la norma sulle unioni di fatto del nuovo statuto della Regione Campania». L'iniziativa è stata presa dal dirigente del movimento Antonio Sicignano. Che in una nota ha innanzitutto elogiato il consigliere regionale di An Pietro Diodato, l'unico ad aver votato contro lo statuto adducendo motivi di coscienza. Sicignano ha auspicato il ricorso al referendum abrogativo, ma l'ipotesi non è giuridicamernte percorribile. «Probabilmente — ha commentato Diodato — si dovrà creare un movimento d'opinione per indurre il Governo ad intervenire e ad investire della questione la Corte costituzionale. Del resto, i dubbi di costituzionalità sullo statuto non rigurdano solo la norma sulle unioni familiari, ma moltissimi altri punti del testo approvato venerdì scorso dal Consiglio regionale».

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Convegno e festa per Paolo Grossi al Suor Orsola (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 25-02-2009)

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Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1CULTURA - data: 2009-02-25 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Il giudice costituzionale Convegno e festa per Paolo Grossi al Suor Orsola di SALVATORE PRISCO G rande festa ieri pomeriggio, al Suor Orsola Benincasa, per il seminario svoltosi intorno al volume di Paolo Grossi «L'Europa del diritto», uscito nel 2007 da Laterza e dedicato ad un'affascinante ricostruzione della civiltà giuridica europea lungo quindici secoli di storia, per scoprire nel passato piste che - dipanatesi tra un filo di sotterranea e resistente continuità e momenti di discontinuità anche aspri e problematici - possano aiutare gli uomini del terzo millennio ad esplorare i nuovi orizzonti che sono davanti a loro. Programmato da tempo, nell'ambito di incontri organizzati dalla facoltà giuridica dalle professoresse Lucilla Gatt e Paolisa Nebbia, il convegno si è trasformato in un'occasione per salutare (con gli interventi del rettore Francesco De Sanctis e dei relatori, i professori Aurelio Cernigliaro e Piero Sirena) l'illustre autore, chiamato pochi giorni or sono dal Presidente della Repubblica alla Corte Costituzionale. Fiorentino, accademico dei Lincei, a lungo docente di Storia del diritto medievale e moderno nelle facoltà giuridiche di Siena, Macerata e a Firenze (delle quali ultime è stato anche preside), prima di esserlo sinora appunto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Grossi ha fatto altresì parte del Consiglio Universitario Nazionale. Umanista di grande tempra e maestro onorato da molte università in Italia e all'estero, a lui risalgono una scuola di allievi fiorente e prestigiosa e l'importante rivista «Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno», che ha a lungo diretto. Grossi riporterà alla Consulta la voce di uno storico del diritto di sensibilità culturale e religiosa cattolica, benché di grande apertura intellettuale e capacità di padroneggiare scenarÎ millenari, che in quella sede manca dai tempi della scadenza dal mandato del napoletano d'adozione Franco Casavola. Questo avrà certo molto peso, soprattutto quando si tratterà di continuare a sciogliere nodi con i quali la giustizia costituzionale è già stata chiamata a confrontarsi, per gli emblematici e cruciali interrogativi bioetici che oggi interpellano la coscienza di tutti di fronte ai «casi tragici » - come li definisce Guido Calabresi - proposti dalla cronaca recente. Storico del diritto Grossi riporta alla Consulta la voce di uno storico del diritto di sensibilità culturale e religiosa cattolica

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Ecopass, multa sospesa dal giudice <Sospetti di incostituzionalità> (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2009-02-25 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Salute Secondo il ricorso, il ticket tutela solo chi abita in centro Ecopass, multa sospesa dal giudice «Sospetti di incostituzionalità» Il ricorso di un ex magistrato al giudice di pace potrebbe aprire un nuovo capitolo nelle controverse vicende dell'Ecopass. E questa volta non sono in discussione, come accaduto lo scorso anno davanti al Tar, «l'opportunità e l'utilità del provvedimento» e neppure «danni economici» provocati dall'introduzione del ticket o la discriminante tra ricchi (che possono permettersi un'auto non inquinante oppure pagare il ticket) e poveri (che non hanno entrambe le possibilità). Per la prima volta, infatti, si parla di legittimità costituzionale: delibere e ordinanze sull'Ecopass avrebbero semplicemente — secondo gli avvocati del ricorrente, Manlio Dozzo e Isetta Pinto — «creato una disparità di trattamento consistente nel pretendere di tutelare i cittadini che abitano entro la cerchia di Bastioni (e quindi in centro) e trascurare quelli che abitano in periferia». Cioè cittadini di serie A e di serie B, in violazione del dettato costituzionale (articolo 3) che stabilisce la parità di tutti davanti alla legge. Il ricorso al giudice di pace è stato presentato lo scorso ottobre. L'ex magistrato (che è stato procuratore generale in una città del Nord) aveva collezionato lo scorso anno sei contravvenzioni rilevate dalle telecamere (importo totale da pagare, 567 euro) per accesso nella zona a traffico limitato all'interno dei Bastioni «senza aver attivato l'Ecopass corrispondente alla categoria di inquinamento». In realtà l'auto, una vecchia Subaru Forester, pur essendo di proprietà dell'ex magistrato, non era guidata da lui, perché affidata alla figlia che da anni risiede all'estero e che era venuta in Italia per un breve periodo. La donna era, verosimilmente, all'oscuro dell'esistenza dell'esistenza dell'Ecopass (anche se ampiamente segnalato dai cartelli), ma questo non è ovviamente l'oggetto del ricorso. Gli avvocati Dozzo e Pinto hanno puntato soltanto sulla questione di legittimità costituzionale della delibera numero 1788 del 20 luglio 2008 che ha avviato la fase sperimentale dell'Ecopass e la successiva ordinanza del sindaco (la numero 61027), sottolineando nella premessa che tali provvedimenti «avevano come ratio il bene della salute costituzionalmente garantito dall'ordinamento italiano ed ulteriormente riaffermato, con maggior vigore, dalla Carta di Nizza sottoscritta e approvata dalla Repubblica italiana». Insomma, se lo scopo — come dichiarato — è quello di tutelare con uno strumento nuovo la salute dei cittadini, questo deve essere fatto senza discriminazioni, anche perché la qualità dell'aria è uguale sia in centro che in periferia. Il giudice Tommaso Cataldi ha sospeso, come richiesto, la riscossione delle sanzioni e ha fissato l'udienza (in cui comparirà anche il Comune di Milano) per il 9 giugno prossimo. In quella sede sarà deciso se rimettere gli atti alla Corte costituzionale, anche se il ricorrente sostiene che il giudice può direttamente dichiarare nulle le disposizioni comunali in quanto la Corte decide solo sulla legittimità delle leggi e non degli atti amministrativi. Luigi Corvi

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UNA SCONFITTA CERCATA A LUNGO (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2009-02-25 num: - pag: 1 autore: di GIOVANNI SARTORI categoria: REDAZIONALE LE RADICI DEL TRACOLLO DEL PD UNA SCONFITTA CERCATA A LUNGO P overa sinistra. Peggio messa di come è non potrebbe. E l'onda lunga che l'ha portata al tracollo viene da lontano, da molto più lontano di quanto i commentatori ricordino. L'altro giorno l'elezione di Dario Franceschini a nuovo segretario del Pd è stata una decisione sensata e forse l'unica possibile. Ma il salvataggio viene rinviato a elezioni primarie che dovrebbero spazzare via la vecchia nomenklatura e miracolosamente scoprire nuovi leader. Le primarie sono state una fissazione di Prodi; e sinora si sono rivelate un enorme dispendio di energie senza frutto, che non hanno fondato o rifondato un bel nulla. Per carità, riproviamo ancora. Ma non illudiamoci che scoprano ignoti né quello che non c'è. A oggi ogni capopartito ha allevato i suoi e cioè potenziato la sua fazione, la sua corrente, promuovendo gli obbedienti (anche se deficienti) e cacciando gli indipendenti (anche se intelligenti). Pertanto la crisi di leadership della sinistra è una realtà dietro la quale non è detto che si nascondano geni incompresi, geni repressi. Il guaio risale al fatto che per una trentina di anni abbiamo avuto la più grande sinistra dell'Occidente, che era però egemonizzata dal Pci e forgiata dallo stalinismo di Palmiro Togliatti. Non era una sinistra addestrata a pensare con la sua testa, ma invece ingabbiata nel preconfezionato di un dogmatismo ideologico. Caduta la patria sovietica, quel pensare e pensarsi che altrove ha rifondato la sinistra su basi socialdemocratiche da noi non si è risvegliato. La fede comunista si è semplicemente trasformata in un puro e semplice cinismo di potere; e il non pensare ideologico, il sonno dogmatico del marxismo, si è semplicemente trasformato nella sconnessa brodaglia del «politicamente corretto». Una brodaglia nella quale anche il semplice buonsenso brilla per la sua assenza. Dunque la malattia è grave e di vecchia data. Una malattia che coinvolge anche — passando al versante pratico del problema — l'erosione dei bacini elettorali tradizionali della sinistra. In passato la sinistra era, in tutta semplicità, il partito del proletariato operaio. Quel proletariato non esiste più. Lo ha sostituito un sindacalismo che in passato obbediva al partito, ma che ora lo condiziona. Domanda: il collateralismo o condizionamento sindacale conviene davvero, oggi, alla «sinistra di governo » (come diceva Veltroni)? Ne dubito. La Cgil è oramai un sindacato antiquato «di piazza e di sciopero», abbandonato dai giovani, che rappresenta i pensionati (la maggioranza dei suoi tesserati), che difende gli sprechi e anche i fannulloni. E siccome siamo al cospetto di una gravissima crisi economica, la sinistra non la può fronteggiare appesantita dalla palla al piede della Cgil. O così mi pare. Altra domanda, questa volta sul collateralismo (dico così per dire) con la magistratura. Fermo restando che l'indipendenza del potere giudiziario è sacrosanta, il fatto resta che gli italiani sono indignati per la sua lentezza e inefficienza. Prodi si vanta di avere vinto due elezioni. Allora ci spieghi perché, in vittoria, non abbia alzato un dito per aiutare e anche costringere la giustizia a funzionare. La sinistra fa bene a difendere il potere giudiziario dagli assalti interessati di Berlusconi. Ma fa male a non difendere un cittadino così mal servito da una giustizia, diciamolo pure, ingiusta.

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OSIMO LE LISTE civiche affrontano la questione Astea, ritenendo che il Comune debba... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

OSIMO pag. 9 OSIMO LE LISTE civiche affrontano la questione Astea, ritenendo che il Comune debba... OSIMO LE LISTE civiche affrontano la questione Astea, ritenendo che il Comune debba riappropriarsi delle quote del socio privato, il quale ha spesso dichiarato di «non avere interesse a mantenerle». Attualmente il Comune detiene oltre il 40% , ovvero la maggioranza relativa di Astea spa. Le civiche giudicano propizio il momento, per l'amministrazione comunale, di entrare in possesso almeno del 60% delle quote di Astea, comprando quelle del socio privato, che però non ha preso ancora alcuna iniziativa in merito. Di certo, con la presidenza recanatese ha un po' oscurato la presenza osimana, specie dopo il termine della presidenza Secchiaroli. Ora, poi, la questione si fa ancora più complessa per via del rimborso della tassa della depurazione per gli utenti che non ne usufruiscono e il cui importo dovrebbe essere alquanto corposo per l'azienda. Nei giorni scorsi la Giunta Latini ha avuto un incontro con l'amministratore delegato dell'Astea, Giuseppini, e con il Comitato Cittadino Rimborso Depurazione rappresentato da Pierluigi Agostinelli, per fare il punto sulla situazione ingenerata dalla Sentenza della Corte Costituzionale del 10 ottobre 2008, che esenta dal pagamento della quota-depuratore gli utenti i cui servizi sono privi di collegamento con l'impianto di depurazione. L'azienda sta terminando la mappatura per stabilire quante e quali utenze siano allacciate al depuratore e quali no e nel frattempo ha predisposto i progetti per procedere all'allacciamento delle zone non ancora collegate, con particolare riguardo a Osimo Stazione e San Biagio. E nel frattempo la Giunta ha interessato di questa situazione anche l'Ati, ente preposto a stabilire gli importi per le fatturazioni. Ricevuti dall'Ato tutti i chiarimenti necessari, l'Amministrazione tornerà a confrontarsi con le parti in causa, per trovare una soluzione condivisa con le istanze avanzate dal Comitato. Valeria Dentamaro

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di NICOLA BIANCHI IL FASCICOLO è il 264807, l'Aldrovandi bis, tre in... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

FERRARA PRIMO PIANO pag. 5 di NICOLA BIANCHI IL FASCICOLO è il 264807, l'Aldrovandi bis, tre in... di NICOLA BIANCHI IL FASCICOLO è il 264807, l'Aldrovandi bis, tre indagati. Dall'altra sera arricchito di un ulteriore tassello: da tre nuove informazioni di garanzia notificate ad altrettanti poliziotti, due dei quali già nella stessa inchiesta. Si tratta di Paolo Marino, ex funzionario dell'Upgsp, di Marcello Bulgarelli, l'operatore della centrale operativa del 25 settembre 2005, e di Luca Casoni, responsabile dell'ufficio denunce. TRE AVVISI Capitolo Aldrovandi, il ragazzo deceduto il 25 settembre 2005 davanti a quattro agenti oggi sotto processo. Da qui, dal fascicolo principale, diversi mesi dopo nasce l'inchiesta bis: vengono indagati tre poliziotti per presunti falsi in alcuni brogliacci di quella mattina. Per due di loro, Marino e Bulgarelli, già indagati, arrivano nuove informazioni di garanzia. Due sere fa infatti la procura, su ordine del pm Nicola Proto, ad entrambi e a Casoni ha notificato l'avviso. Ma di cosa si tratta? OMISSIONI Partiamo da Marino: l'ex numero uno delle Volanti, all'alba del 25 settembre, durante il colloquio con l'ex pm titolare dell'inchiesta Aldrovandi, Mariaemanuela Guerra, per l'accusa diede un'informazione non precisa tale da far presagire ora un'omissione d'atti d'ufficio. Federico era appena morto, Marino contattò il pm al cellulare. «Gli illustrai l'intervento delle volanti e le chiesi di venire disse Marino in aula Mi rispose che non era il caso. Le richiesi una seconda volta, disse di essere contattata dal medico legale dopo gli accertamenti». Ben diversa la versione della pm, messa nero su bianco in un documento inviato al Csm. La stessa che nei mesi scorsi ha ottenuto dal tribunale di poter vedere le trascrizioni delle deposizioni, nell'ambito del processo Aldrovandi, rese dai vertici della questura, Marino, Solito, Sidero e Scroccarello. «STACCA» Altra telefonata, altra questione quella di Casoni e Bulgarelli. Tutto ruoterebbe attorno alla comunicazione fatta da Casoni al collega per comunicargli il decesso di Federico. Bulgarelli chiede subito «cos'è successo?» ma in quel momento, e per alcuni secondi, non si sente più nulla e la chiamata viene interrotta. «Probabilmente spiegò Casoni in aula sentito come teste ho detto stacca». In pratica avrebbe chiesto di bloccare la registrazione per passare ad una comunicazione privata tra i due. Il cui contenuto è ignoto. «Era per parlare liberamente, aggiunse davanti al giudice non volevo essere giudicato dopo una notte di lavoro se, per esempio, facevo un'esclamazione su questo o quel funzionario». Da qui l'ipotesi di un presunto favoreggiamento.

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Magistrati onorari, 4.000 precari (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Focus Vuota - data: 2009-02-25 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Il caso Categoria sotto i riflettori dopo la decisione della giudice di Bologna che non ha espulso il romeno poi accusato di violenza Il sorpasso A Milano nei primi dieci mesi del 2008 i pm di professione sono stati superati dai Vpo per numero di udienze Magistrati onorari, 4.000 precari Svolgono il 20 per cento del lavoro giudiziario Pagati 98 euro a udienza. Contratti triennali T oh, ma allora esistono anche loro. I quattromila magistrati onorari dei tribunali italiani. Adesso che a Bologna una di loro è finita nella bufera per non avere convalidato il decreto di allontanamento di un cittadino comunitario romeno che 6 mesi dopo ha commesso uno stupro, ecco che «si scopre» l'esistenza di questo ircocervo della giustizia italiana: la categoria dei magistrati per funzioni ma non per carriera, reclutati per titoli anziché per concorso, a tempo ma continuamente prorogati, pagati a cottimo e senza pensione- malattia-ferie come precari del diritto, teoricamente solo di supporto ai magistrati togati ma in realtà ormai insostituibili nei Tribunali italiani. Quanti sono Già i numeri lo segnalano. A fronte di un ruolo di 8.790 magistrati togati, ve ne sono 7.833 onorari: 6.048 giudicanti (quasi quanti i 6.526 giudici di carriera) e 1.785 requirenti (a supporto dei 2.264 pm usciti dal concorso). Se si tolgono (per la loro differente specificità) gli oltre 3.900 giudici di pace, i magistrati onorari restano appunto quasi 4mila: 2.081 sono i giudici onorari di tribunale (got) e 1.785 i viceprocuratori onorari (vpo). Chi sono Il loro reclutamento avviene per valutazione dei titoli (la laurea in legge è ovviamente il prerequisito), con nomina fatta dal Csm e ratificata dal ministro della Giustizia. Il primo paradosso è che l'incarico sarebbe dovuto essere triennale, come previsto dalla legge Carotti che nel 1998 arruolava giudici e pm onorari «al limitato scopo di esaurire i giudizi pendenti alla data del 30 aprile 1995»: ma nella realtà, di proroga in proroga, le funzioni onorarie si sono protratte, e l'ultima proroga del 2008 fissa il teorico ultimo termine al primo gennaio 2010. Gli unici a esaurirsi davvero sono stati i giudici onorari aggregati (goa) nati nel 1997 per smaltire l'arretrato civile pre-1995: dovevano durare cinque anni, hanno cessato di esistere solo il primo gennaio 2007. Per legge c'è incompatibilità assoluta a svolgere, entro il medesimo circondario, le funzioni di magistrato onorario e la professione di avvocato: tuttavia, in quelle province dove ci sono più (piccoli) circondari, accade che giudice onorario e avvocato possano scambiarsi le casacche nel raggio di qualche chilometro, situazione che lascia unicamente al loro scrupolo morale la risoluzione di palesi conflitti di interesse e anche già soltanto di possibili reciproci condizionamenti psicologici. Cosa fanno In materia civile i giudici onorari concorrono ad assorbire il contenzioso di primo grado senza limiti di valore; in materia penale può essere loro la quasi totalità dei reati di competenza del tribunale ordinario, dove celebrano i processi e li decidono con sentenza, proprio come i loro colleghi di carriera. Quanto ai viceprocuratori onorari, essi rappresentano la pubblica accusa in udienza (al posto dei pm togati, che così possono dedicarsi in ufficio alle indagini oppure seguire i dibattimenti più delicati) nella quasi totalità dei procedimenti per reati di competenza del giudice monocratico (che vuol dire discutere di pene sino a 10 anni di carcere), nonché per i reati minori decisi dai giudici di pace. Quanto pesano Per avere un'idea di quanto ormai la giustizia italiana non possa più fare a meno di loro, bisogna guardare gli ultimi dati ufficiali che, come tutti in questo settore, sono stagionati al 2003: i giudici onorari si sono visti assegnare il 12% dei procedimenti civili (254mila cause) e hanno svolto il 20% delle udienze (61mila). Nel penale, i giudici onorari hanno smaltito il 23% dei processi nazionali, con 19mila udienze per 90mila fascicoli. Ancora più alta l'incidenza del lavoro dei vpo, ai quali sono stati assegnati il 39% di tutti i procedimenti delle Procure, attraverso la delega a trattare 569mila fascicoli e a rappresentare l'accusa in 73mila udienze. In una grande sede come Milano, c'è già stato il «sorpasso»: nei primi 10 mesi del 2008 i pm di professione hanno sostenuto 3.141 udienze (davanti a gup, Tribunali, Corti d'Assise) e hanno potuto svolgere almeno un po' di indagini solo grazie al fatto che, al posto loro, sono stati i vpo ad andare a rappresentare l'accusa in altre 3.820 udienze, sostenendola nel 78% dei reati di competenza monocratica e nel 90% di quelli davanti ai giudici di pace. Il corto circuito Sfrangiata da Procura a Procura è invece la collocazione dei vpo nella fase pre-dibattimentale. Qui non ha aiutato negli anni l'ondivaga attitudine delle varie consiliature del Csm: l'attività inquirente svolta fuori udienza nei procedimenti di competenza del giudice di pace è stata ammessa ma poi non più retribuita, così come è stata infine negata (dopo essere stata consentita) la redazione delle richieste di emissione dei decreti penali di condanna. Confusione anche sui got, visto che le circolari Csm prima hanno negato, poi ammesso, poi di nuovo negato che i Il rischio La categoria delle toghe per funzioni ma non carriera rappresenta una realtà ormai insostituibile nei Tribunali. Se smettessero di lavorare la giustizia andrebbe in tilt

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Emergenza in 57 Procure E ai giovani vietato fare i pm (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Focus - data: 2009-02-25 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE L'organico Il caso di Caltanissetta, primatista di efficienza Emergenza in 57 Procure E ai giovani vietato fare i pm MILANO — Caltanissetta, Italia. E' il distretto giudiziario con le maggiori scoperture d'organico di magistrati togati, nelle Procure mancano dal 44% all'80% dei pm, ed è ormai quasi luogo comune il deserto che (specie in sedi come Gela o Enna) nessuna toga italiana sembra voler colmare di propria iniziativa, al punto che ha fatto clamore la scelta della pm genovese Anna Canepa di farsi applicare per sei mesi nella Procura della città del petrolchimico retta da pochi mesi dalla pm (ex dell'Antimafia romana) Lucia Lotti. Eppure, questo luogo comune nasconde una verità ignota ai più, anche a coloro che magari familiarizzano per moda con le innegabili virtù organizzative del Tribunale del presidente Mario Barbuto a Torino o della Procura di Cuno Tarfusser a Bolzano: secondo le statistiche ufficiali del ministero di Giustizia, infatti, proprio il negletto distretto giudiziario di Caltanissetta è un primatista di efficienza. L'indice di ricambio, che misura quanti procedimenti vengono smaltiti in un anno rispetto alla marea di nuovi fascicoli che sommerge i pochi magistrati, di solito è già raro che sia in pari, tanto che la media delle Corti d'Appello italiane ha visto smaltire nel 2006 solo l'83% di quanto arrivato e nel 2007 ha sfiorato a fatica il 96%. Invece, da due anni il distretto di Caltanissetta è in testa a questa speciale classifica nel penale, con una percentuale di smaltimento addirittura del 187,8% nel 2006 e del 142,8% nel 2007, dunque riuscendo anche ad assorbire una consistente fetta di arretrato; mentre nel civile, nel diritto del lavoro e nelle cause previdenziali, pur ultima provincia d'Italia per qualità della vita, le statistiche collocano Caltanissetta al secondo posto fra le province del Meridione, e a un decoroso 58esimo su tutta Italia. Non è stato un caso che, come sua ultima uscita pubblica, il presidente uscente della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, la settimana scorsa abbia voluto tenere proprio a Gela una lezione di «Costituzione e dignità». Ma anche questi sforzi rischiano di non poter essere umanamente sostenuti se precipiterà la situazione da tempo prefigurata dai magi-strati, e ormai riguardante non solo poche sedi del Sud ma 57 Procure in tutta Italia: lo spopolamento (senza ricambio) di uffici giudiziari dove l'ordinamento giudiziario voluto dal ministro Mastella e mantenuto da Alfano vieta ai magistrati di prima nomina (in media trentenni che hanno finito il tirocinio presso colleghi esperti) di fare il pm o il giudice monocratico. Gli incentivi che il ministro Alfano ha promosso l'estate scorsa per i magistrati che fossero disposti a trasferirsi qualche anno nelle «sedi disagiate» non hanno ancora trovato attuazione concreta tra ministero e Csm, al punto che via Arenula pochi giorni fa ha inserito nel disegno di legge di riforma del processo penale la possibilità di trasferire d'ufficio, nelle sedi non coperte per mancanza di aspiranti, i magistrati che lavorino nello stesso ufficio da più di 10 anni. Nel frattempo, al danno si aggiunge a volte la beffa. Il legislatore non ritiene che possano fare i pm i giovani magistrati di prima nomina; ma, in compenso, tali supposti inesperti e inaffidabili magistrati possono benissimo autorizzare un'interruzione di gravidanza, ordinare trattamenti sanitari obbligatori, decidere su pignoramenti e fallimenti, e in sede civile sequestrare patrimoni e aziende senza limiti di valore. Una legge in cantiere impedirà loro di avviare un'intercettazione, però potranno decidere (lo prevede il disegno di legge sul testamento biologico) su ogni controversia circa l'interpretazione della volontà del malato o la definizione di quali pratiche debbano essere considerate alimentazione idratazione. «Nonostante sforzi e risultati — osserva il gip Giovambattista Tona, dell'Anm di Caltanissetta —, le riforme continuano a non tenere conto delle esigenze dei distretti giudiziari "di provincia", che subiscono le conseguenze di un approccio ideologico e litigioso della politica. Ogni anno si parla della necessità di riforme: però di anno in anno non arrivano le coperture di organico, non arriva il personale giudiziario, non arrivano i mezzi e le risorse. Ma le riforme quelle arrivano. Sempre ». Anche se poi sono magari dei k.o. assestati ai fragili tentativi di sollevarsi da quello che la procuratrice di Gela, Lotti, definisce «il cliché soffocante che ci relega a luoghi irrimediabilmente perduti, destinatari di attenzioni tanto episodiche quanto superficiali, condannati a stazionare sine die nella corsia di uno stanco e disorganizzato pronto soccorso». E invece le pendenze della Procura di Gela sono in progressiva diminuzione, i periodi medi di definizione sono abbastanza contenuti, la maggior parte delle indagini vengono completate nei 6 mesi. Alla faccia del «cliché». Ma anche a dispetto delle «riforme». In prima linea Lucia Lotti, in alto, che regge la procura di Caltanissetta. Sotto Anna Canepa L. Fer.

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Biomedicale, quando la R&S premia (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Centro-Nord sezione: ECO-IMP Emilia-R. data: 2009-02-25 - pag: 5 autore: INTERVENTO Biomedicale, quando la R&S premia di Angelo Fracassi* I dati della Camera di commercio sull'andamento economico nel 2008 del distretto biomedicale di Mirandola diffusi dal Sole-24 Ore CentroNord del 4 febbraio sono da considerare particolarmente positivi, soprattutto tenendo conto del contesto generale di natura ormai chiaramente recessiva. C'è però da dire che i risultati di Mirandola, dove opera una parte importante delle aziende aderenti ad Assobiomedica, rappresentano una delle poche eccezioni rispetto a un quadro complessivo dei distretti industriali italiani che sta mostrando purtroppo chiari segni di difficoltà. Quello di Mirandola ha dimostrato di tenere grazie a un fattore molto importante: il biomedicale, e in generale tutto il settore dei dispositivi medici, è un'industria ad altissimo tasso di ricerca e di innovazione. Questo elemento strutturale costituisce una solida difesa di fronte alle difficoltà del mercato, senza trascurare che stiamo parlando di prodotti essenziali per tutte le prestazioni sanitarie. Il che vuol dire che la specifica funzione sociale attenua le tendenze di flessione della domanda nei confronti delle aziende nostre associate. Detto questo, non sappiamo cosa potrà succedere nel prossimo futuro. La crisi è ormai pienamente in atto con caduta della domanda di consumi e di investimenti, pesanti restrizioni quantitative del credito, flessione di produzione industriale e ordini, aumento della disoccupazione. Anche il Servizio sanitario nazionale è in difficoltà finanziaria, e non da oggi, con Regioni in grave difficoltà. Per questo ci attendiamo una capillare e tenace ricerca di risparmi da parte di Governo, Regioni e Asl. Secondo l'opinione di Assobiomedica basterebbero due interventi mirati da parte del Governo nazionale per riallineare il sistema a livelli accettabili e maggiormente sostenibili per tutti i soggetti coinvolti. Innanzitutto l'azione dovrebbeconcentrarsi sulla madre di tutti i problemi: il debito che le istituzioni hanno nei confronti del sistema produttivo italiano, che ammonta ormai a oltre 70 miliardi, di cui circa la metà riguarda la sanità. Se le strutture pubbliche riuscissero a regolarizzare i pagamenti, che in alcune Regioni avvengono con ritardi vicini ai due anni, otterrebbero non solo di garantire la sopravivenza di un settore fondamentale per la salute dei cittadini, ma rimetterebbero in moto buona parte del sistema economico nazionale senza alcuna spesa aggiuntiva e straordinaria. Purtroppo la realtà è che a una riforma strutturale si preferiscono sempre di più interventi di natura straordinaria (solo per quest'anno ammontano a 5 miliardi), che riescono solo temporaneamente a tappare le falle senza produrre alcun effetto benefico a lungo termine. A questo si aggiunge la situazione di realtà locali che non solo non ottemperano tempestivamente ai pagamenti, ma addirittura impediscono a norma di legge il ricorso forzoso al recupero credito, come ha fatto la Campania con il recente provvedimento inserito nella Finanziaria regionale che ha bloccato il ricorso al pignoramento per i beni immobili di proprietà della Regione. Una misura inaccettabile, illegittima sotto diversi profili, che verrà certamente bocciata dalla Corte Costituzionale, il cui verdetto non arriverà però prima di un anno. Come seconda misura da approvare al più presto, oltre a chiedere l'anticipo dei crediti d'imposta, basterebbe reintrodurre gli ammortamenti accelerati sugli investimenti per le industrie del nostro settore. Se vogliamo rilanciare le aziende che maggiormente investono in ricerca e sviluppo è l'unica strada da percorrere.è necessario che le istituzioni trovino il coraggio di farlo. * Presidente Assobiomedica

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rischio caos licenze, decide la consulta (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Tar chiede alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sul numero chiuso Rischio caos licenze, decide la Consulta Bortolussi: «Siamo tranquilli sui criteri adottati per bar e ristoranti» Il decreto Bersani prevede già la liberalizzazione dei permessi Sarà la Corte Costituzionale a decidere se a Venezia regnerà prossimamente il caos nelle licenze per i pubblici esercizi, con una deregulation totale o che i limiti fissati dal Comune che bloccano a circa 1100 le autorizzazioni per bar e ristoranti, sono destinati a tenere, sulla base della legge regionale 29 che li ha consentiti. E' stato il Tar, a cui si era rivolto un imprenditore dopo il no di Ca' Farsetti ad aprire un nuovo esercizio, a rimettere tutta la questione alla Consulta. Il contrasto è legato al fatto che esiste una legge dello Stato, il cosiddetto Decreto Bersani - dal nome dell'allora ministro alle Attività produttive - che permette la libera concorrenza tra esercizi commerciali e dunque la loro apertura senza vincoli. I limiti fissati dal Comune per tutelare una città come Venezia ed evitare che si trasformi in un "suk" senza controllo, potrebbero essere anticostituzionali. «Noi siamo tranquilli - commenta l'assessore alle Attività Produttive Giuseppe Bortolussi e a suo tempo abbiamo chiesto un parere scritto a "Mister Prezzi", nominato proprio dall'allora ministro Bersani, che ci ha confortato nella nostra decisione. Noi non abbiamo fatto altro che applicare una legge regionale, reintroducendo con una nuova ordinanza i criteri che avevamo già stabilito in precedenza, dopo una precedente sentenza del Consiglio di Stato che non ci era stata favorevole». Erano stati anche gli albergatori veneziani a dichiarare guerra al numero chiuso nelle licenze dei bar a Venezia, impugnando al Tar l'ordinanza con la quale nel luglio del 2007 la Giunta, per firma del sindaco Cacciari, aveva di fatto reintrodotto il contingentamento delle licenze, annullato all'inizio dell'estate da una sentenza-terremoto del Consiglio di Stato. Gli albergatori chiedevano ai giudici di annullare l'ordinanza e di permettere l'apertura dei loro caffè e ristoranti anche agli esterni e non solo ai clienti dell'hotel. Il Consiglio di Stato aveva dichiarato illegittimo il numero chiuso delle licenze vigente a Venezia, che per i giudici amministrativi d'appello viola invece la legge Bersani e lo spirito della norma europea. Alla decisione - potenzialmente capace di liberalizzare in ogni dove in città le aperture di locali, caffé, ristoranti, snack - il Comune aveva replicato reintroducendo il numero chiuso, con un'ordinanza che aveva ribadito «la necessità di riadottare un nuovo provvedimento» ai sensi dell'articolo 2 della legge 25/96, «che attribuisce ai sindaci il potere di fissare i parametri numerici in materia di licenze di pubblico esercizio, che assicurino la funzionalità e produttività del servizio al consumatore». Così, «considerato che a tutt'oggi i locali di pubblico esercizio presenti sono in numero tale da soddisfare i bisogni sia dei residenti che dei turisti» e che è «altresì indispensabile per uno sviluppo economico sostenibile provvedere alla tutela del territorio e del tessuto produttivo veneziano, mediante la individuazione di una precisa quantità di locali di pubblico esercizio distribuito in modo congruo». Ora però, dopo la nuova decisione del Tar, la questione finirà sul tavolo dei giudici della Corte Costituzionale per un giudizio che sarà, a questo punto, definitivo.

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Tribunale, arriva il giudice Nuzzi (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Caso De Magistris: Il Csm ha disposto il trasferimento del pubblico ministero di Salerno nel capoluogo pontino Tribunale, arriva il giudice Nuzzi Nella giornata odierna dovrebbe essere presentata la relazione a Mancino Il Consiglio superiore della magistratura ha dato ieri pomeriggio il via libera al trasferimento d'ufficio dei magistrati coinvolti nello scontro tra le procure di Catanzaro e Salerno per il caso De Magistris. Uno dei pubblici ministeri di Salerno, Gabriella Nuzzi è stata trasferita proprio presso il Tribunale di Latina con funzione di giudice. C'è stata peraltro l'unanimità del Plenum sul trasferimento della dottoressa Nuzzi. Dunque, un posto vacante è stato ricoperto. Nel frattempo, gli avvocati pontini oggi presenteranno la relazione sullo stato del Tribunale di Latina, al vice-presidente del Csm, Nicola Mancino. Il documento è stato espressamente richiesto dallo stesso Mancino, al termine del colloquio avuto nella giornata di giovedì, con i rappresentanti dell'Ordine. Le «toghe» pontine, il giorno precedente, avevano manifestato davanti a Palazzo dei Marescialli e una loro delegazione - composta dal presidente dell'ordine, Giovanni Malinconico, dal segretario, Carlo Macci, e dal tesoriere, Aldo Panico - era stata ricevuta dal segretario generale del Csm, Carlo Visconti, ricevendo ampie rassicurazione sull'impegno del Consiglio superiore della magistratura ad intervenire per garantire al capoluogo pontino un numero di giudici idoneo a far fronte alle esigenze. Al segretario Visconti, la delegazione dell'ordine degli avvocati, ha ricordato che sono da tempo vacanti i posti di presidente del Tribunale, della sezione penale, della I e della II sezione civile, che l'organico di magistrati e personale di cancelleria è carente e i carichi di lavoro spropositati anche rispetto ad altri Tribunali della Regione Lazio. Il rappresentante del Consiglio superiore della magistratura, esaminando la situazione, ha promesso che nel più breve tempo possibile saranno assegnati a Latina tre uditori e che si farà il possibile per gli incarichi dirigenziali, che seguono un criterio geografico e al momento hanno portato il Consiglio a lavorare a quelli del Nord Italia. A tal proposito le «toghe» pontine, temendo ancora una lunga attesa, avevano insistito affinché venisse data la priorità a Latina. Una garanzia che sarebbe stata ottenuta proprio il giorno seguente, dopo l'incontro con Mancino. Una sorta di diritto di prelazione che il palazzo di giustizia del capoluogo, potrà vantare rispetto ad altre realtà della penisola. Si attendono già nei prossimi giorni importanti sviluppi per la giustizia pontina.

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La Lega Nord approda ad Arce. Nominato il referente locale (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Il responsabile della sezione è Eleuterio Marzilli. Subito iniziative sulla questione acqua La Lega Nord approda ad Arce. Nominato il referente locale ARCE Approda ad Arce la Lega Nord di Umberto Bossi ed il responsabile della locale sezione è Eleuterio Marzilli, che si mette subito al servizio dei cittadini cercando una soluzione ai numerosi problemi che il territorio presenta. Il primo è quello dell'acqua «sia per i disservizi che è costretta a subire la cittadinanza arcese, sia per l'elevato costo dell'utenza nonostante l'acqua non ci sia per lunghi periodi dell'anno» come dichiara Marzilli. Abbiamo il timore che l'assemblea dei sindaci che ha deciso di ritirare la delibera con gli aumenti retroattivi del 20% sia stata un modo per zittire l'opinione pubblica senza cambiare assolutamente nulla. Vogliamo ricordare che il Cipe, i Coviri, il Consiglio di Stato e la Corte Costituzionale hanno dichiarato illegittimi il consumo minimo di 108 metri cubi di acqua che ogni utente è obbligato a pagare anche se non li consuma, gli aumenti retroattivi del 20% delle tariffe che risultano 4 volte superiori a quelle consentite, il pagamento degli oneri per fogne e depurazioni in assenza di impianti o quando questi non funzionano o sono inattivi, il nolo del contatore quando lo stesso è stato acquistato dall'utente, il pagamento di conguagli determinati dalle inadempienze di Acea Ato 5 per la mancata lettura dei contatori. Marzilli rappresenta inoltre che in mancanza di un contratto di utenza sono illegali e arbitrarie sia le tariffe sia il calcolo delle eccedenze applicate agli utenti dal 2004 ad oggi e fa sapere a tutti i cittadini che chi vuole contestare le bollette la Lega Nord è a disposizione con gli appositi moduli preparati dagli avvocati. Ci si può rivolgere alla sede di Arce via Stazione oppure telefonare al numero 0775/308102. Mir.Ram.

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La sinistra si unisce per rinnegare Napolitano (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 48 del 2009-02-25 pagina 4 La sinistra si unisce per rinnegare Napolitano di Federico Casabella Un ordine del giorno contenente una frase pronunciata dal capo dello Stato presentato dal centrodestra è respinto dalla maggioranza in Regione. Oggi si vota la legge che vieta la realizzazione di centri per immigrati in Liguria (...) temporanea per immigrati in Liguria, estrae dal cilindro una frase del presidente della Repubblica (padre dei Cpt da ministro degli Interni) che recita: «I Cpt non sono lager, chi li vuole chiudere è un irresponsabile». Le elezioni regionali si avvicinano e, sondaggi alla mano, il Pd non può farsi mancare l'appoggio della sinistra radicale. Così, per evitare nuovi frizioni , si disconoscono anche le parole di Napolitano. «Siamo l'unica Regione in Italia che dà torto al presidente della Repubblica -incalza Plinio che farà avere tutto il materiale al Quirinale- il tutto per non infastidire un gruppo di maggioranza che presenta una legge che sarà impugnata alla Corte Costituzionale perché alle regioni non spetta legiferare in materia di pubblica sicurezza e immigrazione». Il voto contrario all'ordine del giorno arriva dopo una mattinata di discussioni sul pdl di Rifondazione: «Dicano che vogliono aprire le porte ai clandestini -attacca Francesco Bruzzone (Lega Nord)- perché secondo l'Unione Europea se non si hanno i Cpt non si può procedere alle espulsioni». I più accaniti restano Gianni Plinio con Matteo Rosso (Fi) che citano l'intervista apparsa sul Giornale di domenica scorsa in cui Marta Vincenzi ammette che la sinistra in materia di immigrazione ha sempre tenuto posizioni ideologiche. «Non è casuale che il sindaco abbia parlato al Giornale. E se anche Vincenzi la pensa come noi è tutto dire». Un'intervista che suscita la reazione dello stesso Nesci: «abbiamo avuto ragione ad uscire dalla sua giunta». C'è anche spazio per un odg presentato da Rifondazione che impegna la Regione ad una campagna contro il razzismo che formulata in modo errato stava per costringere gli uffici amministrativi a dover scrivere su ogni comunicazione esterna (anche bandi di concorso) la scritta «No al razzismo». Prima del voto è stato Massimiliano Costa a rendersi conto dell'errore e a far correggere il tiro. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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<Un libro bianco perché tutti sappiano> (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Cronaca Italiana Pagina 107 L'unione cronisti: si vuol togliere ai magistrati uno strumento fondamentale «Un libro bianco perché tutti sappiano» L'unione cronisti: si vuol togliere ai magistrati uno strumento fondamentale --> DAL NOSTRO INVIATO ROMA I primi sono stati i cronisti: volantinaggio nelle piazze, manifestazioni pubbliche, convegni per spiegare ai cittadini che non è una legge sulle intercettazioni ma un bavaglio alla stampa. E il 3 marzo il presidente dell'Unci Guido Columba presenterà l'ultima fatica: un quaderno dal titolo significativo Ddl Alfano, se lo conosci lo eviti. Il volume raccoglie in 224 pagine le opinioni di giuristi, magistrati, avvocati, investigatori, giornalisti, più una serie di documenti. Tra questi il parere pro veritate che la Fieg ha trasmesso alla Commissione Giustizia della Camera. «Quella legge ha due obbiettivi», sottolinea Columba nel corso del dibattito, «togliere ai magistrati uno strumento fondamentale per le indagini come le intercettazioni, negare ai cittadini la possibilità di sapere che cosa fa la classe dirigente. Manderemo il libro a tutti i parlamentari così nessuno potrà dire ma io non sapevo. Col ddl Alfano sarà la fine della cronaca tout court, resterà solo il gossip. Vorrei ricordare che è da tre legislature che si tenta di imbavagliare la stampa. Io dico che questa legge è talmente grottesca che non può passare». Sulla stessa linea il presidente della Fnsi Franco Siddi che si incarica di tirare le somme: «Sembra di capire che quasi la metà del Parlamento abbia dubbi profondi, questo significa che il nostro impegno non è vano. La grande partecipazione a questo convegno dice che si può cambiare. Il sindacato dei giornalisti non condivide la linea espressa questa mattina da Di Pietro e Travaglio secondo i quali dobbiamo lasciar passare la legge così com'è per poi contestarla davanti alla Corte Costituzionale e alla Corte europea. No, la guerra va fatta oggi». Poi Siddi risponde a Gasparri, anche se il senatore è già andato via: «Non è vero che i giornalisti vogliono frugare nella posta privata, i giornalisti cercano notizie e quando arrivano, attraverso qualunque strada, le pubblicano. Se quindi anche nelle intercettazioni da distruggere ci sono notizie quelle vanno pubblicate. È il diritto di cronaca. I cittadini li garantiamo con più e non meno informazione». Quindi l'annuncio finale: un presidio davanti alla Camera. M. F. CH.

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Eluana e la politica (sezione: Giustizia)

( da "Tempi" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Eluana e la politica Dopo un caso lampante di eutanasia, ha senso il testamento biologico? di Tempi Il parlamento sta discutendo una legge sul "testamento biologico". Legge che dovrebbe garantire al paziente-cittadino che si trovi (o paventi di trovarsi) in prossimità del cosiddetto "fine vita" la possibilità di impartire, sia per i medici sia per i suoi familiari, disposizioni vincolanti a riguardo dei trattamenti farmacologici e sanitari cui sarebbe sottoposto. 1. Riteniamo una iattura, sia in principio (la vita è una bene indisponibile) sia in pratica (per le complicazioni burocratiche che si dovrebbero affrontare in un contesto sanitario-ospedaliero già in stato di enorme sofferenza), l'ennesima intromissione dello Stato in un ambito così misterioso e delicato come è la vita nella sua fase più debole e terminale. Siamo persuasi che sia sufficiente l'attuale pratica del consenso informato e che qualunque decisione circa la medicina di fine vita debba essere determinata non da carte notarili di Stato, ma dal libero, privato, fiducioso dialogo tra medici, pazienti e familiari dei pazienti. 2. La legge che si sta discutendo in parlamento esclude casi come quello di Eluana Englaro. Eluana è stata uccisa con un atto di eutanasia. Lo si dica con una definizione fatta propria dal magistero della Chiesa o con una definizione di wikipedia, "eutanasia" è un'azione o un'omissione che di natura sua, o nelle intenzioni, procura la morte, allo scopo di eliminare ogni dolore. Prima della legge sul testamento biologico lo Stato, la politica, l'informazione di una società libera e democratica dovrebbe chiamare le cose con il loro nome, definire quanto accaduto a Udine come «eutanasia di una donna disabile in stato vegetativo» e denunciare tale atto come violazione delle leggi e della Costituzione vigenti in Italia. 3. Poiché è realistico prevedere che, fatta la legge, vi sarà chi, appellandosi al precedente di Eluana, la riterrà restrittiva e, verosimilmente, giungerà a chiedere un pronunciamento referendario o della Corte Costituzionale, non ci pare né utile, né sensato partecipare all'attuale discussione sul testamento biologico. 4. Il lacerante e triste spettacolo nazionale cui abbiamo assistito in questi ultimi mesi nasce da sentenze di magistrati che sembrano determinati a distorcere le leggi e a imporre per via giudiziaria alla società certi princìpi e certe leggi. Essendo ormai anni che assistiamo a questo spettacolo, da un parlamento eletto dal popolo ci aspetteremmo una riforma della giustizia che metta finalmente al riparo le persone e la società da questa deriva anticostituzionale e autoritaria del potere giudiziario.

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Danno biologico, danno tanatologico, residenza in altro Paese, rilevanza (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Danno biologico, danno tanatologico, residenza in altro Paese, rilevanza Tribunale Roma, sez. XII, sentenza 03.06.2008 n° 11335 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Danno biologico - danno tanatologico ? residenza in altro Paese ? rilevanza ? precisazioni [art. 1226 c.c. - art. 2056 c.c.] Ai fini della individuazione della somma spettante a titolo di risarcimento del danno e della liquidazione equitativa non può essere utilizzato il parametro costituito dal luogo di residenza dei familiari e dalle modalità di impiego della somma liquidata; la somma individuata non può essere decurtata in base al coefficiente di cui al Decreto Ministero del Lavoro 12.5.2003 relativo al computo del trattamento pensionistico che consente all?estero un potere di acquisto pari a quello proprio del trattamento pensionistico conseguito e speso in Italia (nel caso di specie, lo 0,28% del valore indicato in euro nella "Tabella morte" in uso al Tribunale di Roma). E? legittimo l?utilizzo delle ?tabelle? di liquidazione del danno biologico e del danno alla persona elaborate dai Tribunali ai fini della liquidazione equitativa del danno purchè consentano un risarcimento adeguato, proporzionato e personalizzato. Non sussiste e non è risarcibile il danno biologico da morte che, acquisito dalla vittima, venga trasmesso agli eredi (c.d. danno biologico tanatologico). (1-12) (1) Tra le sentenze più recenti in tema di danno esistenziale, si veda Tribunale Nola, sez. II, sentenza 22.01.2009. (2) In materia di danno non patrimoniale e necessità dell?integrale risarcimento del danno alla persona, si veda Cassazione civile , sez. III, sentenza 13.01.2009 n° 469. (3) In materia di uranio impoverito e danno non patrimoniale, si veda Tribunale Firenze, sez. II civile, sentenza 17.12.2008. (4) In materia di quantificazione del danno morale (dopo le Sezioni Unite) si veda Cassazione civile, sez. III, sentenza 12.12.2008 n° 29191. (5) Tra le sentenze più recenti, immediatamente successive alle SS.UU. 2008, si veda Tribunale di Lecce, sezione di Maglie, 368/2008, con nota di MAGGIULLI. (6) In tema di danno non patrimoniale, si veda Cassazione Civile, SS.UU., 11.11.2008, n. 26972 (si vedano anche le video riflessioni di VIOLA, in materia di integralità del risarcimento del danno alla persona, e le video riflessioni di CESARI, nell?ambito del convegno Il Risarcimento del danno non patrimoniale con pregiudizi esistenziali tenutosi in Roma il 24 novembre 2008 presso il Palazzo Marini della Camera dei Deputati. (7) Per la lettura dell?ordinanza di rimessione, si veda Cassazione civile, sez. III, sentenza 25.02.2008, n. 4712 (vedi video-riflessioni di VIOLA e video-riflessioni di CESARI). (8) Si veda anche Cassazione civile SS.UU. 21934/2008 in materia di spot illegittimo. (9) In favore del danno esistenziale, si veda Cassazione civile 2379/2008. (10) In materia di danno parentale e prova, si veda Cassazione civile 20987/2007. (11) In dottrina, si veda anche PLENTEDA, il Danno esistenziale bagattellare e transeunte e VIOLA, Il danno esistenziale come mancato guadagno non patrimoniale, nonché VIOLA, Il mancato guadagno non patrimoniale (o danno esistenziale?) dopo le SS.UU. (12) Sul tema del danno tanatologico, si veda il focus di D?APOLLO, Danno tanatologico: la giurisprudenza recente, nonché VIOLA-TESTINI-MARSEGLIA, Il danno tanatologico. Altresì, per approfondimenti in dottrina, si vedano: - CESARI, Il risarcimento del nuovo danno non patrimoniale con pregiudizi esistenziali. - VIOLA, Il mancato guadagno esistenziale, in Studium Iuris, 2/2006, pag. 131; - DE GIORGI, Lesione del diritto all'ordine e risarcimento del danno esistenziale, Studium Iuris, 2008, n. 2, CEDAM, p. 224; - ZAULI, L'impotenza è danno esistenziale: va risarcito chi, a causa di un incidente, ha perduto il suo vigore sessuale, in Responsabilità civile (La), 2008, n. 1, UTET, p. 25; - CARBONE P., Ulteriori riflessioni sul danno esistenziale, in Danno e responsabilità, 2008, n. 1, IPSOA, p. 210; - CASSANO, Rapporti tra genitori e figli, illecito civile e responsabile. La rivoluzione giurisprudenziale degli ultimi anni alla luce del danno esistenziale, in Vita notarile, 2007, n. 1, EDIZIONI GIURIDICHE BUTTITTA, parte II, p. 315; - LIBERATI, Il danno esistenziale nella giurisprudenza amministrativa, 2007, GIUFFRÈ; - CASSANO, La giurisprudenza del danno esistenziale, 2007, CEDAM. (Fonte: Altalex Massimario 8/2009. Si ringrazia Francesco Ranieri) Tribunale di Roma Sezione XII Sentenza 20 maggio - 3 giugno 2008 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE DI ROMA SEZIONE 12 CIVILE in persona del giudice dott. Francesco Ranieri in funzione di giudice unico monocratico ha emesso la seguente SENTENZA nella causa civile di primo grado iscritta al n. 58110\04 del r.g.a.c. vertente TRA S. B. M. R. M. R. M. S. tutti rappresentati dal procuratore speciale DHALY NAZRUL ISLAM M. S. rapprs. e difes dall?Avv. G. P. De Negri presso il cui studio elettivamente domiciliano attori E F. D. convenuto contumace E soc. NUOVA TIRRENA rapprs. e difesa dall?Avv. M. Mandrè presso il cui studio elettivamente domicilia convenuto OGGETTO: responsabilità civile - morte sulle conclusioni precisate dai procuratori delle parti all?udienza 25.10.2007 e trascritte nel relativo verbale. PROCESSO Con atto di citazione notificato nel 2004 ? con prima udienza tenutasi nel dicembre - gli attori S. B., M. R., M. R., M. S., tutti rappresentati dal procuratore speciale DHALY NAZRUL, nonché M. S., in relazione al sinistro stradale avvenuto il 15.9.2000 in Roma Via dei Romagnoli, e che aveva visto coinvolti il pedone H. M. e l?auto di proprietà di F. D., assicurato con la S.p.A. NUOVA TIRRENA, sinistro che aveva visto il decesso del loro congiunto marito e padre, agivano in giudizio nei confronti dei convenuti in epigrafe chiedendone la condanna in solido al risarcimento dei danni patiti. Allegavano in particolare che in sede penale era intervenuta sentenza penale d?appello irrevocabile con cui il F. era stato condannato per omicidio colposo. Il pedone era stato investito mentre camminava lungo la banchina costeggiante la detta Via ed in senso contrario al senso di marcia dei veicoli. Avevano ottenuto due acconti dall?ente assicurativo per complessivi euro 155.812,38; chiedevano il danno morale ed il danno biologico iure proprio e iure hereditatis nonchè il danno patrimoniale da perdita di contribuzioni economiche, posto che il defunto guadagnava circa euro 1.000 al mese. Si costituiva la sola S.p.A. NUOVA TIRRENA non contestando la responsabilità ma deducendo in ordine al quantum che andava tenuto conto del fatto che tutti i danneggiati risiedevano in Bangladesh e che pertanto l?ammontare del danno andava rapportato alla concreta realtà socio economica del luogo in cui detti danneggiati risiedevano. Proponeva come ?punto certo di riferimento il Decreto Ministero del Lavoro 12.5.2003 emesso in relazione alla legge n. 448\01 (legge finanziaria 2002) ed in esecuzione della legge n. 289\02 che stabilisce i coefficienti di conversione per la determinazione del livello di reddito equivalente per ciascun Stato?; in tale prospettiva doveva ritenersi equa e satisfattiva la somma già versata. Contestava le altre voci di danno richieste. F. D. sceglieva la contumacia. All?esito della compiuta istruttoria la causa viene ora all?esame di questo giudice, una volta spirati i termini per conclusionali e repliche ex art. 190 del codice di procedura civile, previsti per consentire alle parti le ultime argomentazioni difensive. MOTIVI 1. L?eccezione relativa alla procura conferita è processualmente tardiva ed infondata nel merito. Ed invero essa è stata sollevata per la prima volta con le note ex art. 184 c.p.c., laddove la questione posta attiene al merito della domanda proposta, ancorché sotto il profilo soggettivo, e non concerne direttamente la diversa questione della legittimazione ad agire, atteso che gli attori in citazione hanno immediatamente prospettato la qualità del Dhali rispetto alla posizione sostanziale della moglie e di alcuni dei figli del soggetto deceduto. Nel merito della questione deve comunque rilevarsi come nel caso di specie essa sia stata rilasciata da autorità italiana all?estero (ambasciata d?Italia in Dhaka ? addetto consolare, in data 23.6.2004) e non già da autorità straniera, sicchè non trovano radice giuridica le argomentazioni svolte dal convenuto concernenti convenzioni internazionali e rapporti tra autorità di Stati diversi. 2.1. In merito alla questione inerente la condizione di reciprocità di cui all?art. 16 disp. prel. cod. civ. si osserva quanto segue. Come già statuito da oltre un decennio da questo Tribunale ed anche da questo giudice in costanti pregresse sentenze tale norma non può non essere letta che con l?ausilio di due criteri ermeneutici: quello fondato sul criterio storico (art. 12 disp. prel.) - di particolare rilevanza in questa materia atteso che la legislazione riguardante gli stranieri è da sempre fortemente correlata agli orientamenti di un determinato periodo storico ed alla situazione complessiva dei rapporti tra Stati -; quello fondato su una lettura ?costituzionalmente orientata? delle norme di rango inferiore ed in specie di quelle emanate prima della Costituzione repubblicana, criterio in base al quale una legge non deve essere sospettata di incostituzionalità qualora ne sia possibile una interpretazione costituzionalmente conforme. In tale prospettiva, deve allora osservarsi che nel momento storico in cui la norma fu emanata non vi era ancora stata la consacrazione dei diritti fondamentali dell?individuo in una carta costituzionale, e che la tutela dei diritti del singolo aveva riguardo pressochè esclusivo ai diritti patrimoniali. In tale contesto si intese promuovere un trattamento più favorevole del cittadino italiano all?estero, agganciando la tutela dello straniero in Italia alla condizione di reciprocità. I ?diritti civili? di cui parla la norma furono contrapposti ai ?diritti politici?, intendendo i primi come riferiti alla sfera ?privata? dell?individuo, ed i secondi alla sfera ?pubblica? del singolo come cittadino. Questi ultimi, pertanto, sono tradizionalmente ritenuti esclusi dall?ambito di applicazione della norma, per cui allo straniero non spettano, tout court, i diritti politici. Quanto ai diritti civili, occorre invece ricordare come, a fronte dell?art. 3 del codice civile del 1865 - che ammetteva senza limitazioni lo straniero a godere dei diritti atttribuiti al cittadino -, si siano poi succcedute leggi via via più restrittive, quali quelle n. 89\1913 e n. 1578\1933, che vietavano agli stranieri le professioni di notaio e di avvocato e che introducevano la regola, concernente molte altre professioni, di possibilità di iscrizione nell?albo solo a condizione di reciprocità per il cittadino italiano all?estero; nonchè la legge n. 1966\1939 che precludeva agli stranieri l?assunzione della carica di presidente e consigliere delegato nelle società fiduciarie e di revisione, ovvero ancora all?art. 751 codice navigazione che escludeva gli stranieri dalla proprietà di aeromobili di nazionalità italiana, mentre l?art. 114 consentiva quella delle navi soltanto dopo l?equiparazione degli stessi ai cittadini italiani. Da quanto sopra esposto emerge come l'habitat di riferimento da cui trae origine, nel 1942, la norma in commento è propriamente quello economico-patrimoniale della proprietà immobiliare, del lavoro e dell?impresa e, dunque, afferisce strettamente alla sfera dei diritti economici dello straniero. Ben potrebbe, pertanto, già sulla scorta dell?interpretazione storica - e tenuto anche conto del fatto che, all?epoca, la tematica dei diritti della personalità non si era ancora sviluppata - affermarsi che l?art. 16 non concerne i diritti della persona. Ma ulteriore e definitivo apporto in tal senso viene da una lettura costituzionalmente orientata della norma. Ed invero, il diritto alla salute ed all?integrità fisica è stato ampiamente delineato nel suo contenuto, nonchè inquadrato quale diritto assoluto e costituzionalmente garantito, sia dai giudici ordinari sia dai giudici costituzionali, che ne hanno posto in luce definitivamente la posizione primaria accordata dall?ordinamento, in quanto facente capo ai ?diritti inviolabili dell?uomo? di cui all?art. 2 cost. e tutelato dall?art. 32 Cost. come ?fondamentale diritto dell?individuo?. In particolare, il danno alla salute è stato ritenuto pregiudizio integralmente risarcibile in se stesso, quale menomazione psicofisica della persona implicante la compromissione delle attività in cui si esplica la personalità del soggetto, oltre ed al di là degli eventuali danni patrimoniali (art. 2043 cod. civ.) e morali (art. 2059 cod. civ.) prodotti dal fatto lesivo. Ancora: nello specifico ambito della responsabilità civile da circolazione stradale, la Corte Costituzionale dichiarò l?illegittimità dell?art. 28 legge 990\69 nella parte in cui attribuiva agli enti gestori di assicurazioni sociali il diritto di surroga nei confronti del danneggiato con pregiudizio del ristoro del danno biologico non altrimenti risarcito. In tale quadro, ove dovesse ritenersi che la tutela del diritto alla salute dello straniero è subordinata alla condizione di reciprocità, dovrebbe inevitabilmente profilarsi una censura di costituzionalità della norma di cui all?art. 16 preleggi. Ad escludere tale eventualità soccorre allora l'interpretazione sopra esposta secondo cui il riferimento attiene esclusivamente ai diritti a contenuto patrimoniale. 2.2. Lo stesso assetto dei valori come fissato nella Carta costituzionale consente peraltro di differenziare il tipo di tutela accordato ai beni patrimoniali rispetto ai beni strettamente attinenti alla persona umana. I secondi, infatti, alla luce dell?art. 2 cost. e di quanto sinora esposto, ricevono valorizzazione e tutela a prescindere dalla ?riconoscibilità? del soggetto in base alla sua appartenenza ad una comunità statuale. I primi, invece, ben possono essere ricondotti all?ambito di operatività della condizione di reciprocità; la sfera patrimoniale del singolo, infatti, non riceve l?indefettibile garanzia e dignità costituzionale del bene-salute (cfr. artt. 41 e 42 cost. ove è posta esclusivamente la riserva di legge ordinaria per l?intervento sui beni-patrimonio). E del resto appare all?evidenza, nell?attuale contesto sociale e giuridico, che il ?valore? di una persona come essere umano non è in alcun modo correlato alla consistenza patrimoniale da lui vantata (e ciò a differenza di quanto è accaduto in altre epoche storiche dove il riconoscimento di situazioni soggettive favorevoli è stato in tutto o in parte riconnesso a ?titoli? o al ?censo? o ad altri "status"). A tutto ciò va aggiunto che in base al D. Lgs. n. 286 del 25.7.1998 ? art. 2 ? la situazione giuridica dello straniero in possesso di permesso di soggiorno è equiparata a quella del cittadino italiano in relazione sia al godimento dei diritti civili sia alla tutela giurisdizionale dei diritti. Aggiunge anche che ?nei casi in cui il presente testo unico (che disciplina l?immigrazione e stabilisce le norme sulla condizione dello straniero in Italia) o le convenzioni internazionali prevedano la condizione di reciprocità, essa è accertata secondo i criteri e le modalità previste dal regolamento di attuazione?. Dunque, superamento anche normativo dell?art. 16 in parola. 2.3. Le considerazioni or ora svolte che attengono precipuamente la questione del risarcimento del danno biologico patito da soggetto rimasto in vita valgono anche per il risarcimento del danno morale. Ed invero va tenuto conto del fatto che la lettura più risalente della Costituzione ? in base alla quale la Carta non sembrerebbe apprestare una tutela assoluta a detto tipo di danno ? è stata definitivamente superata dalla recente evoluzione giurisprudenziale, posto che con le note sentenze della Corte di Cassazione n. 8827 e n. 8828 del 2003 è stato individuato il fondamento costituzionale del danno morale inteso quale danno alla persona patito dai congiunti del soggetto immediatamente leso dall?evento dannoso e consistente nella perdita del rapporto parentale ovvero nello sconvolgimento dell?assetto di vita in ambito familiare. Tali sentenze hanno ricevuto pieno riconoscimento da parte della Corte costituzionale con sentenza n. 233\03 e sono state seguite da altre numerose pronunce del giudice di legittimità; trattasi di un settore, come è noto, in continua evoluzione ed ancora in fase di assestamento giurisprudenziale e dottrinario. 3.1 Venendo al quantum, deve liquidarsi il danno morale \ non patrimoniale patito dagli attori. La liquidazione di detto danno derivante dal fatto illecito del terzo e costituente anche reato sfugge per sua natura ad una valutazione economica intrinseca vera e propria e può compiersi soltanto col ricorso all'equità ex art. 2056 c.c., in base a valutazioni tratte dal fatto notorio ex art. 115 comma 2 c.p.c. (costituendo i temi della vita, dei rapporti affettivi e della morte patrimonio comune agli esseri umani) e dalle particolarità del caso concreto quali l'età della vittima e dei superstiti, il grado di parentela, le specifiche condizioni della famiglia quali la consistenza più o meno ampia del nucleo familiare e le abitudini di vita (tra le tante, cfr. Cass., sez. III, 26-02-1996, n. 1474, edita; Cass., sez. III, 05-02-1998, n. 1164; Cass. 9.1.1998 n. 134, edita; Cass. sez. III n. 12124\03). Cass. sez. 3^ n. 8828\03 ha ribadito che costituisce evento prevedibile e rientrante nella normalità e dunque non costituisce evento eccezionale (come tale pienamente risarcibile in favore del coniuge o degli altri congiunti del soggetto deceduto) il fatto che la vittima sia inserita in un nucleo familiare come coniuge, genitore, figlio o fratello. Cass. sez. 3^ n. 20324\05 ha precisato che il giudice di merito deve dare atto delle circostanze di fatto considerate nel compimento della valutazione equitativa nonchè dell?iter logico che lo ha condotto a quel determinato risultato. Ciò posto, va rilevato che nel caso in esame risulta dagli atti che la vittima aveva anni 33 al momento del decesso; era emigrato in Italia nel 1997 ottenendo permesso di soggiorno a Roma; il danno è lamentato dalla moglie e dai quattro figli ? la prima è nata nel 1967; i figli sono nati rispettivamente nel 1989, nel 1993, nel 1997 e nel 1986 ? tutti residenti in Bangladesh. Vengono altresì in rilievo - come parametri utilizzabili per la stima - da un lato la notoria particolare e grave sofferenza derivante dall?improvviso e traumatico luttuoso evento che ha anche definitivamente interrotto il rapporto parentale (cfr. sentenze Cass. sez. 3^ nn. 8827 e 8828 del 2003) - sofferenza che peraltro non è degenerata in vera e propria sindrome patologica di rilevanza psicologica o psichiatrica integrante danno biologico ?; dall?altro l?attenuazione del danno derivante dal fatto della compresenza di più familiari (moglie e quattro figli costituente un consistente nucleo familiare di riferimento, e dunque idoneo ad assorbire meglio nel tempo il luttuoso evento). Tale attenuazione viene stimata con una riduzione del 20% della somma attribuibile (sui criteri di fatto utilizzabili e, in particolare, su quello relativo alla ?consistenza più o meno ampia del nucleo familiare? v. espressamente Cass. sez. 3^ n. 12124\03). Per addivenire alla individuazione del ?preciso ammontare? da liquidare ? giusta il criterio indicato nell?art. 1226 c.c. - soccorre la nuova tabella di riferimento di liquidazione del danno in questione elaborata da questo Tribunale nel 2007 (ma ancora prima a partire dal 1996, secondo parametri più generali) allo scopo di uniformare il risarcimento del danno in casi simili e di evitare disparità di pronunce all?interno dello stesso ufficio giudiziario. Si è adottato a partire dal 2007 un sistema fondato su una impostazione che meglio garantisce una adeguata personalizzazione del risarcimento, ove alcuni fattori sono considerati indefettibili, ed in particolare: a) il rapporto di parentela tra vittima e superstite, dovendosi ritenere che il danno sarà tanto maggiore quanto più stretto è tale rapporto; b) l?età della vittima e quella del superstite, dovendosi presumere che il danno sarà tanto maggiore quanto minore è tale età in quanto destinato a protrarsi per un tempo maggiore; c) la convivenza tra vittima e superstite, dovendosi presumere che il danno sarà tanto maggiore quanto più stretta era la frequentazione tra vittima e superstite. Il nuovo sistema, dunque, per tener conto di tali variabili si fonda non più sulla previsione di un importo risarcitorio di base da variare in più o in meno, bensì su un calcolo ?a punti?: con la attribuzione cioè al danno di un punteggio numerico a seconda della sua presumibile entità e nella moltiplicazione di tale punteggio per una somma di denaro che costituisce il valore ideale di ogni punto di danno non patrimoniale. Sono stati divisi in 5 classi i fattori variabili essenzialmente influenti sul risarcimento ? tipo di rapporto parentale, età della vittima, età del superstite, convivenza, composizione del nucleo familiare ? ed in ciascuna classe si sono previste molteplici variabili, ad ognuna delle quali è stato assegnato un punteggio. Il valore monetario del punto è stato fissato in via equitativa nella somma di ? 8.000 attualizzato al gennaio 2007. La tabella viene allegata alla presente sentenza facendone parte integrante. In merito alla possibilità di utilizzare una tabella e sulla necessità da parte dei giudice di merito di personalizzare il risarcimento da morte di congiunti v. sentenza Cass. sez. 3^ n. 15760\06 che ha confrontato la tabella adottata dal Tribunale di Messina e quella adottata dal Tribunale di Milano ed ha cassato con rinvio ritenendo maggiormente specificata la seconda. Tale sentenza offre idonea risposta all?assunto del convenuto ? formulato nell?ambito della più ampia argomentazione di cui tra poco si dirà - secondo cui (non solo tra residenti in Italia e residenti all?estero ma) anche tra cittadini italiani sussistono di fatto diversità territoriali nella liquidazione del danno in questione da parte dei giudici di merito appartenenti a diversi uffici giudiziari, tanto che è diffuso ? riferisce il convenuto - il fenomeno della scelta della sede giudiziaria maggiormente remunerativa. Rientra infatti proprio nei compiti della suprema corte, sollecitata da idonei ricorsi delle parti interessate, indicare la giusta via per pervenire sul territorio nazionale alla applicazione di criteri liquidatori uniformi per casi simili controllando l?uso della valutazione equitativa effettuata dal giudice di merito in base agli artt. 2056, 2059 e 1226 cod. civ.; valutazione, ha osservato la Corte, che ?non appartiene all?arbitrio del giudice ma alla sua prudente discrezionalità, che è circostanziata, e che considera le condizioni della vittima e la natura permanente del danno, in relazione alle perdite irreparabili della comunione di vita e di affetti, e della integrità della famiglia naturale o legittima, ma solidale in senso etico prima che giuridico?. In tale prospettiva, ha ancora rilevato la Corte, ?dal punto di vista del danno morale parentale non conta che il figlio sia morto a Taormina, nella giurisdizione territoriale di Messina, od a Gallarate, nella giurisdizione territoriale di Milano, od a Roma nel quartiere Parioli ovvero nella sua periferia. Conta la morte in sé, ed una valutazione equa del danno morale, che non discrimina la persona e le vittime primarie e secondarie, né per lo stato sociale, né per il luogo occasionale della morte?. Alla luce di tutte le considerazioni che precedono si stima equo liquidare, tenuto già conto della decurtazione del 20% dianzi detta: - al coniuge, a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale, la somma di euro 153.600 ai valori attuali; - a ciascun figlio, per lo stesso titolo, la somma di euro 160.000 ai valori attuali. Nulla spetta a titolo di c.d. danno esistenziale, posto che il danno morale\danno alla persona come sopra liquidato ricomprende sia il danno morale soggettivo (il prezzo del dolore) sia il danno morale parentale da perdita irreversibile della figura maritale e genitoriale. La sua attribuzione ulteriore finirebbe per costituire una inammissibile duplicazione del danno risarcibile. 3.2. A questo punto va esaminata la questione posta dall?ente assicurativo. Ad avviso del convenuto nel caso di specie il risarcimento deve essere inferiore a quello usualmente applicato da questo Tribunale; e ciò in considerazione dell?oggettivo fatto storico e materiale costituito dal fatto che il risarcimento ridonda a favore di soggetti residenti stabilmente nel Bangladesh, Paese con un potere di acquisto nettamente inferiore a quello italiano (taka contro euro); liquidare il danno secondo la detta tabella si risolverebbe in un arricchimento ingiusto. Ha prodotto copia di due recenti sentenze emesse da Tribunali secondo cui in casi del genere ? laddove i danneggiati risiedono in Paesi a sviluppo economico inferiore a quello italiano (nordafrica e sudamerica: luoghi oggetto di consistenti e notori flussi migratori verso l?Italia) dovrebbe trovare applicazione il Decreto Ministero del Lavoro 12.5.2003 in base al quale sono stati individuati i coefficienti destinati al computo del trattamento pensionistico che permette un potere di acquisto pari a quello proprio del trattamento pensionistico conseguito e speso in Italia: sentenze Tribunale di Torino n. 35723\04 - sez. 4^ civile giudice Carbone e Tribunale di Roma n. 8155\07 - sez. 13^ civile giudice Antonioni. Nel caso di specie, dunque, dovrebbe liquidarsi lo 0,2753 del totale attribuibile, giusta il coefficiente di cui all?allegato 1 del Decreto in questione. Il convenuto ha anche richiamato la sentenza n. 1637\00 della Corte di cassazione - sez. 3^ - edita con annotazione - in cui si afferma espressamente la legittimità del ricorso (anche) al parametro delle ?condizioni socio-economiche in cui vive il danneggiato? al fine di individuare la somma equitativamente dovuta. Dalla lettura di tale sentenza si evince che in quella fattispecie trattavasi di congiunti residenti in provincia di Chieti; la Corte ha precisato che l?iter logico-giuridico corretto è quello di individuare dapprima la somma spettante per poi procedere all?aumento o alla diminuzione in base all?indicato parametro; sulla base di tale principio ha rinviato al giudice di merito per i necessari approfondimenti. Ciò posto, ad avviso di questo giudice - premesso che non risultano altre sentenze conformi della Corte di cassazione all?esito di ricerca sul ?sistema italgiure?: accedendo alla detta sentenza non risultano collegamenti ad altre sentenze della suprema corte, né in senso conforme né in senso contrario, né comunque sono state rinvenute altre analoghe pronunce pur effettuando le opportune ricerche, né, ancora, detta sentenza risulta citata nelle numerose altre successive sentenze emesse dalla corte in questa palpitante materia giuridica (e del resto neanche la parte interessata ha citato altri precedenti in termini) ? l?argomentazione in questione, riconducibile dogmaticamente alla tesi secondo cui la riparazione monetaria del danno ha qui funzione compensativo-satisfattiva (non risarcitoria e nemmeno punitiva), è da un lato suggestiva dall?altro prova troppo e conduce a conseguenze giuridiche inammissibili secondo il nostro ordinamento. Ed invero non può non esser rilevato quanto segue, già tenendosi nel solco della ipotizzata prospettiva della funzione satisfattiva. Essa si fonda sulla presunzione che il danneggiato spenda - e debba spendere - il risarcimento nel luogo ove vive. Tale presunzione è però priva dei requisiti di cui all?art. 2729 c.c. in quanto dal fatto noto che il danneggiato vive in una determinata zona o Stato estero non può legittimamente inferirsi né quando né come né dove spenderà il risarcimento ricevuto. La tesi prova anche troppo, giacché se il danneggiato decidesse di investire il risarcimento in attività economiche o finanziarie, il capitale sarebbe verosimilmente più remunerato proprio là dove vi è povertà di ricchezza finanziaria. Il fenomeno del massiccio investimento di capitali europei in paesi dell?est o asiatici a fini produttivi avvenuto in anni recenti costituisce fatto assolutamente notorio. E ancora: ove la famiglia del deceduto fosse stata con lui residente in Italia al momento del decesso e poi per effetto di tale luttuoso evento avesse ritenuto di tornare nel Paese di origine, quale misura del risarcimento si sarebbe dovuto adottare ? Ancora: la creazione di ?gabbie risarcitorie?, vale a dire di abbattimenti del risarcimento proporzionali alla ricchezza della regione abitata dal danneggiato, per essere equa e consequenziale dovrebbe operare anche in senso contrario, si dovrebbe cioè ammettere un innalzamento del risarcimento là dove la vittima risieda in zone geo-economiche con un tenore di vita assai più elevato di quello praticabile in Italia. Ciò tuttavia autorizzerebbe il creditore (straniero o italiano) a spostare la sua residenza al fine precipuo di far crescere il risarcimento: conseguenza palesemente inaccettabile. E ancora: la riduzione del risarcimento in considerazione del luogo di residenza del danneggiato, se condivisa, dovrebbe valere non soltanto per il risarcimento del danno morale soggettivo e del danno parentale, ma anche per quello biologico e per quello patrimoniale, per quello contrattuale così come per quello aquiliano; il che - oltre a non essere mai stato sostenuto da alcuno - non è sostenibile. Così ragionando, ad esempio, anche il risarcimento del danno patrimoniale futuro da perdita di quote di reddito andrebbe ridotto in ragione del potere di acquisto della zona ove risiedono i familiari del soggetto deceduto. Eppure il familiare deceduto nel caso di specie era emigrato proprio per trovare lavoro e per guadagnare somme di denaro meglio spendibili nel proprio Paese da parte dei suoi prossimi congiunti, così cercando di migliorare le proprie condizioni di vita e quelle della sua famiglia, sopportando per anni sacrifici esistenziali assai significativi. Trattasi di un fenomeno economico-sociale noto e diffuso su scala mondiale, universalmente accettato e storicamente verificatosi anche in Italia, e che costituisce esplicazione del diritto a modificare ed a migliorare le proprie attuali condizioni di vita. Nel senso del rigetto di una prospettazione analoga a quella sostenuta dal convenuto nel presente processo v. sentenza del Tribunale di Roma sez. 13^ del 27.1.2007 ? giudice Rossetti, Bravo c. Dialogo, r.g. 38205/05. Approfondendo vieppiù la questione va considerato che nella nostra Costituzione vengono riconosciuti ?i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio?: art. 29. La Costituzione parla di ?matrimonio?, senza altre specificazioni e qualificazioni; dunque, se non confliggono con norme di ordine pubblico e di buon costume (ad esempio divieto di bigamia), va riconosciuta piena dignità giuridica a tutte le forme di unione matrimoniale adottate in conformità della forma prevista nei vari Paesi. Conferma sul punto si rinviene nell?art. 28 della legge n. 218 del 31.5.1995 ? riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato - dove si riconosce la efficacia della forma matrimoniale del luogo di celebrazione o della legge nazionale di uno dei coniugi al momento della celebrazione o della legge dello Stato di comune residenza in tale momento. Cfr. anche l?art. 62 stessa legge in tema di responsabilità per fatto illecito. E gli attori hanno prodotto copia del certificato di matrimonio e provato lo status filiale dei quattro figli. E del resto, non può sfuggire il fatto che nei Paesi privi di una adeguata rete di protezione sociale da parte dello Stato o di altre istituzioni i rapporti ed i vincoli di famiglia sono assai più importanti, costituendo l?unico o comunque il prevalente riferimento ?socio-economico? delle persone che vi fanno parte; sicchè la morte di uno dei suoi appartenenti provoca un dissesto assai profondo e spesso irreversibile per gli altri familiari, sia in termini di rapporti socio-economico tra i membri della famiglia (peraltro assai comunemente intesa in senso allargato e non nucleare come oggi da noi in Italia) sia in termini di perdita di attualità e di potenzialità di sviluppo di vita. E vengono poi in considerazione anche i rapporti socio-economici e giuridici uomo-donna esistenti nei vari Paesi, specie extraeuropei; qui la perdita irreversibile del marito\padre produce effetti più gravi e duraturi. Sicchè, ancora una volta, potrebbe giungersi alla conclusione logico-giuridica opposta a quella sostenuta dal convenuto, ovverosia che in casi del genere il risarcimento deve essere superiore a quello spettante ad un danneggiato che risiede stabilmente in Italia. Ugualmente insostenibile è l?argomento tratto dal fatto che nella giurisprudenza di merito sussistono divergenze anche nella liquidazione quantitativa del danno in questione riferita a danneggiati cittadini italiani quivi residenti. A parte il fatto che la detta divergenza è sottoposta sempre più al controllo di legittimità da parte della corte di cassazione (v. la già citata ed illuminante sentenza Cass. sez. 3^ n. 15760\06; nonché ancora Cass. sez. 3^ n. 10725\00 sulla possibilità di utilizzo di tabelle adottate in altri uffici giudiziari), va osservato che essenzialmente tale diversità si fonda non già sulle diverse condizioni socio-economiche del luogo in cui vive il danneggiato superstite bensì sul diverso apprezzamento da parte dei giudici del tipo di danno da liquidare. E? noto al riguardo che fino agli inizi degli anni ?90 del secolo scorso nei casi di decesso del prossimo congiunto veniva attribuito ai familiari solo il c.d. danno morale soggettivo: il prezzo del dolore e delle sofferenze, per sua natura transeunte e destinato ad essere riassorbito dal soggetto danneggiato dopo un certo tempo fisiologico. Di qui liquidazioni monetarie di non particolare significatività economica. Successivamente nella giurisprudenza di merito, anche di questo Tribunale, a partire dalla seconda metà degli anni ?90 si è fatto strada il concetto, ancorché non ancora espresso in modo esplicito e consapevole, secondo cui la perdita prematura di un genitore o di un figlio produce un danno più ampio e profondo alla persona che ne è vittima; la liquidazione di tale danno ha mantenuto il nome originario di ?danno morale? ma, all?evidenza, si è riempito di un maggior contenuto, e di conseguenza si è cominciato a liquidare somme di molto superiori a quelle prima erogate. Presso il Tribunale di Roma si è adottata, a partire dal 1996, una prima tabella di riferimento per la liquidazione di detto danno. In altri uffici giudiziari si è invece scelta la via della individuazione di un autonomo danno, indicato talora come danno da perdita della serenità familiare; si è poi fatto strada il c.d. danno esistenziale (con il conseguente disancoraggio dal limite di risarcibilità, fino ad allora ritenuto da dottrina e giurisprudenza, costituito dal dover il fatto illecito civile integrare anche gli estremi di un reato: art. 2059 c.c. in correlazione all?art. 185 cod. pen.). In altre sedi giudiziarie si è invece rimasti fermi al riconoscimento del solo danno morale soggettivo. Da qui il sostanziale motivo delle differenze monetarie di liquidazione. E? infine giunto l?intervento della Corte di cassazione che, con le note sentenze n. 8827\03 e n. 8828\03, ha individuato il ?danno non patrimoniale alla persona da perdita definitiva del rapporto parentale?, traente fonte primaria nella Costituzione e nel codice civile nell?art. 2059 (sganciato dalla correlazione con l?art. 185 cod. pen.). Danno da risarcire pienamente ed integralmente; con il limite del divieto di duplicazione del risarcimento; con la necessità della personalizzazione in relazione alla specifica situazione concreta sottoposta all?esame del giudice; con la necessità per il giudice di motivare adeguatamente sugli aspetti concreti del danno liquidato e sui criteri equitativi di liquidazione adottati. Da qui il susseguirsi in questi ultimi anni di numerose pronunce da parte dei giudici di merito e della suprema corte tendenti sempre più all?inquadramento sistematico e razionale di tali danni alla persona, a contenuto non patrimoniale. Danno alla persona, dunque, attinente alla sfera essenziale di estrinsecazione della personalità umana, sia come individuo sia nelle formazioni sociali in cui si esprime (art. 2 Cost.). Danno alla integrità morale; danno ?che non si presta ad una valutazione monetaria di mercato? (Cass. n. 8828\03). Da qui l?enucleazione anche del ?danno da sconvolgimento delle abitudini familiari? ? danno che forse andrebbe meglio qualificato come danno ?agli affetti primari, alle relazioni e alla proiezione dell?individuo?, nei casi in cui un genitore o un figlio o l?altro coniuge deve ? per vincolo affettivo e di solidarietà ma anche per obbligo giuridico di sostegno e di aiuto tra familiari ? provvedere stabilmente ai bisogni straordinari del familiare sopravvissuto a lesioni seriamente invalidanti o che lo abbiano ridotto a condizione simile ? o peggiore - alla morte (v. sul punto, tra le tante, sentenza Cass. sez. 3^ n. 20324\05). E nella giurisprudenza di merito si rinviene decisione che ha ammesso l?esistenza di un danno da ?perdita temporanea del rapporto genitoriale?, in un caso in cui il padre di una bambina ha sofferto l?amputazione di una gamba e, dopo vari ricoveri ospedalieri e peregrinazioni presso medici specialisti e strutture ospedaliere in Italia durati circa un anno ha applicato idonea protesi ortopedica che lo ha recuperato significativamente alla ordinaria vita individuale, familiare e sociale. Per circa un anno il genitore è stato pertanto completamente impegnato sul fronte della propria salute ed è stato giocoforza assente sulla scena familiare, sia pur per tale limitato periodo. E? stato riconosciuto sia al coniuge ? che tra l?altro lo ha seguito costantemente ? sia alla figlia il danno ?da sconvolgimento? temporaneo, per la durata di un anno (sentenza Tribunale di Roma 3 gennaio 2004 sez. 13^ - giudice Ranieri: Faretra c. soc. Bayerische, soc. Assitalia ed Inail: r. g. n. 40256\00 e n. 82032\00). Trattasi, all?evidenza, di materia in piena evoluzione dottrinaria e giurisprudenziale; e verosimilmente lo sviluppo ulteriore della giurisprudenza sarà nel senso di enucleare altri ambiti di estrinsecazione della personalità umana, oltre ed al di là dell?ambito ?famiglia?, nella progressiva consapevolezza che esso non è l?unico luogo in cui si sviluppano e si cementano affetti e solidarietà umane e dove trova esplicazione la personalità umana per il tramite delle ?formazioni sociali?. E si individueranno altri soggetti titolari di diritti in relazione a specifiche e diverse fattispecie dannose. Ad ogni modo, in tutti i casi come quello in esame spetta secondo il nostro ordinamento giuridico ed i principii affermati dal giudice di legittimità un risarcimento pieno e congruo, non irrisorio; che tenga conto di tutte le particolarità del caso concreto e sia dunque preciso e personalizzato, e non si risolva in un simulacro di risarcimento (si riprende qui la terminologia adottata in varie sentenze della Cassazione: v. ad esempio Cass. sez. 3^ n. 4733\01; Cass. sez. 3^ n. 5795\98); che non sia frutto di mere impressioni e valutazioni soggettive e che non sia opera del mero arbitrio del giudice o frutto dell?applicazione di meri criteri automatici standardizzati e spersonalizzati (v. tra le tante, Cass. sez. 3^ n. 10996\03); che sia razionalmente giustificato e controllabile. Liquidazione di tipo personalizzato e che non sia frutto di mere impressioni e valutazioni soggettive: alle quali si farebbe inammissibilmente riferimento nel caso in cui, anche attraverso una lettura distorta del combinato disposto di cui agli artt. 2056 e 2057 cod. civ. - laddove quest?ultimo, in particolare, fa riferimento per la liquidazione del danno permanente ?alle condizioni delle parti ed alla natura del danno? ? si ammettesse una diversità di liquidazione basata sulle mere condizioni socio-economiche del danneggiato o del danneggiante. In taluni commenti dottrinari sull?argomento viene citata Cass. sez. 3^ n. 2491\93 come esempio di sentenza in cui si ammette il ricorso a tale parametro. Sennonché dalla lettura della sentenza emerge ben altro: essa è riferita al caso specifico dei ?fatti lesivi dell?onore e della reputazione della persona?, e con riguardo specifico ad esso, del tutto ragionevolmente, ammette il ricorso al parametro delle ?condizioni sociali del danneggiato, in rapporto anche alla sua collocazione professionale e, più in generale, al suo inserimento nel contesto sociale, alle quali è proporzionale la sofferenza provocata dal discredito che dai fatti diffamatori deriva, senza che ciò determini una differenziazione, tra le categoria dei soggetti, contraria al precetto dell?art. 3 della Costituzione, trattandosi di una diversità legata solo all?estensione dell?incidenza del danno sotto il profilo soggettivo del danneggiato?. E? dunque la particolarità dell?offesa e del danno che richiede il tipo di approfondimento in questione: tale affermazione non può dunque essere decontestualizzata e generalizzata ad ogni altro tipo di offesa e di danno. In proposito v. anche Cass. n. 5944\97 che, riprendendo lo stesso concetto, sempre a proposito di fatti lesivi dell?onore e della reputazione precisa che il ricorso ai detti parametri è in tali casi giustificato dal fatto che essi ?valgono a dare una più esatta dimensione quantitativa al discredito che l?offesa è in grado di produrre e, in definitiva, al pregiudizio da risarcire?. Sotto altro profilo, devesi comunque rilevare che la norma di cui all?art. 2057 cod. civ. collega ?le condizioni delle parti? alla specifica possibilità per il giudice di liquidare il risarcimento nella forma di una rendita vitalizia in luogo di una somma in un?unica soluzione; dunque, nessun riferimento alla possibilità di liquidare il danno in base alla soggettiva situazione delle parti, quale ad esempio: danneggiante particolarmente facoltoso - danneggiato indigente, o viceversa. In tale prospettiva si dimostra ancora una volta la giuridica impossibilità di collegare la liquidazione del danno morale soggettivo e di quello da perdita irreversibile del rapporto parentale all?uso che quella particolare persona danneggiata farà del denaro. Inoltre, se l?argomentazione fosse valida essa dovrebbe essere portata a conseguenze ulteriori: il risarcimento, cioè, potrebbe essere modulato in funzione non soltanto dell?uso e del luogo, ma anche del tempo in cui sarà speso (con problematiche presunzioni circa la propensione al consumo del danneggiato); ovvero in funzione delle caratteristiche soggettive del creditore secondo la sua (minore o maggiore) propensione a spendere; oppure secondo l?appartenenza o meno a credi religiosi e filosofici, in ultima analisi al valore che ciascuno dà al denaro. E dovrebbe dunque esser giuridicamente possibile, del tutto inammissibilmente per le conseguenze aberranti a cui porta, modulare il risarcimento al ribasso laddove si provi che il danneggiato ? italiano o straniero, residente qui o là - è persona che nulla o poco spenderà del risarcimento attribuitogli in base al suo particolare carattere ed all?assetto psicologico complessivo della sua personalità, ovvero in base alle sue precarie condizioni fisiche che gli impediscono ogni possibilità di acquisto di beni e servizi, ovvero ancora in base al fatto che egli poco o nulla spenderà per sé avendo dichiarato di voler devolvere il ricavato in beneficenza. Talora viene citata la sentenza della Corte di cassazione sez. 3^ n. 2336\64 in cui si afferma che il denaro non ha funzione di corrispettivo del bene perduto ma è un mezzo per ottenere soddisfazioni in sostituzione del dolore ingiustamente provato; per ottenere lenimento e compenso di sofferenze. E dunque il giudice può tener conto della condizioni economiche dell?obbligato e del bisogno del danneggiato, e della maggiore o minore sensibilità dell?avente diritto. Sennonché essa è riferita alla liquidazione di quel danno che noi oggi chiamiamo ?danno morale soggettivo?, il c.d. danno da ?dolore e da patema d?animo?, l?unico conosciuto in quel tempo; laddove oggi, come detto, è stato individuato un più importante ed ampio diritto della persona leso dall?evento mortale, il danno da perdita irreversibile ed il danno da sconvolgimento dell?assetto familiare. A questo punto la questione della misura della liquidazione equitativa del danno non può non essere approfondita anche ponendosi nella prospettiva del soggetto danneggiante. L?art. 2058 c.c. comma 2 prevede che ?il giudice può disporre che il risarcimento avvenga solo per equivalente, se la reintegrazione in forma specifica risulta eccessivamente onerosa per il debitore?. Dunque l?ordinamento prende in considerazione anche la posizione del danneggiante e stabilisce il limite invalicabile ? costituente un principio generale del nostro ordinamento - della ?eccessiva onerosità? (in questo caso: della reintegrazione specifica). Spetta allora un risarcimento che non preveda a carico del danneggiante spese e attività insostenibili ed esorbitanti rispetto alla realizzazione dell?interesse del danneggiato; che non rivesta carattere afflittivo e punitivo. E del resto siamo pur sempre nell?ambito di eventi dannosi colposi e va anche tenuto conto che sussiste un oggettivo consistente ed immanente rischio di morte o di gravi invalidità permanenti per chi vive nelle attuali realtà urbane, talora definite efficacemente come ?giungle metropolitane?; non a caso per coprire tali rischi hanno avuto grande sviluppo negli ultimi decenni forme assicurative private di vario genere, che tutelano sia i potenziali danneggianti sia i potenziali danneggiati dai gravi eventi della vita, secondo indennizzi rapportati al premio pagato. E la forma di risarcimento per equivalente tipicamente considerata nella nostra realtà economica, sociale e giuridica è quella monetaria; non sono più previste altre - diverse ed uniche - forme di risarcimento e riparazione dell?offesa, altrimenti ritenute legittime in altri ordinamenti e contesti sociali, consistenti ad esempio nella riduzione in schiavitù dell?offensore o nel procurargli la morte ovvero ancora nell?attuazione di forme primordiali di vendetta privata, anche trasversale, o nel duello. Forme invero ancora affioranti ricorrentemente nella realtà dei fatti di cronaca giornalmente diffusi dai media ma giuridicamente vietate e tenute sotto sedazione e controllo dal tessuto normativo costituzionale, comunitario e legislativo ordinario. Anche nel settore penale, dove il rapporto tra illecito e sanzione è più diretto ed immediato, la modernità di alcuni ordinamenti giuridici ? tra cui ancora il nostro ? esclude il rapporto diretto tra offensore e offeso e tra offesa e giusta riparazione. Il danneggiante deve rispondere dell?offesa ingiusta arrecata; non può e non deve restare impunito; e non possono esserci esenzioni soggettive o privilegi (artt. 3 e 112 Cost.); ma la massima sanzione penale prevista è la privazione della libertà personale, gestita dallo Stato e non già dall?offeso; e deve essere graduata tenendo conto di numerosi parametri, tra cui certamente incide la gravità dell?offesa ma il giudice deve focalizzare l?attenzione anche sulla persona del reo, sganciata dall?offesa arrecata. E tale sanzione già costituisce all?evidenza una forma importante di riparazione del torto patito; e nei fatti costituisce l?unica riparazione in tutti i casi in cui i soggetti danneggianti non hanno la possibilità economica di ristorare monetariamente, sotto il profilo civile, il danno patito dal danneggiato. Ed il tipo di pena è lo stesso per tutti; e l?ordinamento stabilisce il limite invalicabile all?art. 27 della Cost.: ?le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra?. La diminuita centralità della funzione giurisdizionale penale (peraltro oggetto, in materia di sinistri stradali, da un lato dell?intervento contenuto nella legge n. 102\06 e riguardante sia la giustizia penale sia la giustizia civile, dall?altro di recentissimi provvedimenti legislativi in itinere relativi alla guida in stato di ebbrezza o sotto l?effetto di sostanze c.d. stupefacenti) e l?emersione giuridica, nel settore civile, di diritti della persona a contenuto non patrimoniale - danno biologico, danno da perdita irreversibile del rapporto parentale, danno da sconvolgimento dell?assetto familiare, varie forme di c.d. danno esistenziale, danno da diffamazione, danno da insalubrità dell?ambiente -, diritti che richiedono sempre più il loro riconoscimento in sede di giustizia civile, ha fatto sì che è divenuta centrale la questione di come e quanto risarcire detti danni. Il miglior intervento ordinamentale sarebbe quello mirato alla massima prevenzione, con controlli ed inibitorie, campagne informative e di crescita culturale, posto che, una volta verificatasi, la lesione del bene primario è gravissima, definitiva e non reintegrabile in forma specifica. Ma una volta verificatasi, occorre giungere ad una liquidazione equitativa: secondo i canoni di giustizia prescritti dalle leggi del nostro Stato, e giusta per il danneggiato e giusta per il danneggiante. Ed a tal fine, allo stesso modo di quel che prevede il nostro ordinamento nel settore penale, occorre separare, nel settore civile dell?illecito (a questi fini certamente costituente un?unica materia), il rapporto diretto tra offesa e risarcimento. Non deve giungersi alla conclusione, in passato diffusamente ritenuta, che tali tipi di danno non siano in alcun modo risarcibili monetariamente. E neppure può pensarsi ad un risarcimento che costituisca un corrispettivo riequilibratore: per la semplice ragione che per tali tipi di danno non ci sarebbe quantità di denaro sufficiente a compensare la perdita patita; e ciò riguarda non tanto il danno morale soggettivo (il dolore del lutto ed il patema d?animo), quanto il danno da perdita del rapporto parentale o da sconvolgimento dell?assetto familiare in cui si esplica la personalità dell?uomo. Bene perduto e moneta non sono comparabili tra loro; neppure con i beni e servizi acquistabili con il denaro del risarcimento. Non è un danno riguardante beni materiali ed avente perciò un valore economicistico di mercato; non è un danno patrimoniale e pertanto non è luogo a discutersi, in radice, della possibilità di adeguarlo al potere di acquisto di una certa moneta ed ai beni che possono comprarsi in un determinato luogo; non possono essere applicati pedissequamente i criteri e gli schemi propri di liquidazione del danno patrimoniale. La liquidazione equitativa deve, alla luce dei principi del nostro ordinamento giuridico, rapportarsi allo specifico tipo di offesa arrecato ed adeguarsi al caso concreto sottoposto all?esame; deve esprimere una misura ragionevole, adeguata, individualmente e socialmente accettata; non costituire una inutile pena esemplare. Avendo come valore di riferimento il fatto che è un danno alla persona che colpisce ?i diritti inviolabili dell?uomo? (art. 2 Cost.), ?uomo? in quanto tale, senza distinzioni di sorta, in base ai valori espressi dalla nostra Costituzione, e dove ?conta la morte in sé?. Vale in definitiva lo stesso discorso argomentativo logico e giuridico più sopra sviluppato in tema di condizione di reciprocità ed affrontato dalla giurisprudenza di merito e di legittimità anni orsono in relazione all?emergente danno biologico, anch?esso ricondotto dalla recente giurisprudenza della Corte di cassazione nella categoria del danno non patrimoniale ex art. 2059 cod. civ. ed oggetto di un primo intervento sistematico del legislatore con la legge n. 57\01. Per tutti i suddetti motivi l?argomentazione svolta dal convenuto viene respinta e la liquidazione equitativa più sopra operata non viene in alcun modo decurtata in relazione al luogo di residenza dei familiari superstiti ed alle modalità di impiego della somma liquidata a titolo di risarcimento del danno in questione. 4. Gli attori hanno altresì chiesto l?attribuzione del danno patrimoniale. Sul punto, si osserva che il c.d. danno patrimoniale futuro, risarcibile ai congiunti di chi sia deceduto a seguito di fatto illecito, può consistere o nella diminuzione di contributi o sovvenzioni; oppure nella perdita di utilità che, per legge (ad es., ex art. 230 bis, 315, 433 c.c.) o per solidarietà familiare, sarebbero state conferite dal soggetto scomparso (Cass. n. 23/88; Cass. n. 491\99 sez. 3^). Nel caso in esame risulta dagli atti che il deceduto, all'epoca del sinistro, era titolare di permesso di soggiorno valido fino al 2001, con dichiarazione di ingresso in Italia dal gennaio 1997; dalle dichiarazioni dei testi e dal tenore delle lettere inviate dal marito alla moglie si evince con certezza che egli inviava - quando ne aveva la possibilità economica - somme di denaro alla sua famiglia per il tramite di persone a cui il denaro veniva consegnato. Emerge altresì che egli, dopo un primo periodo di grave difficoltà, aveva iniziato a svolgere con continuità il lavoro di venditore ambulante di oggetti vari in una città altamente turistica come Roma nonché altri piccoli lavori all?esterno di supermercati; tale era il lavoro primario mantenuto nel corso dei vari anni e pertanto si presume che in futuro egli avrebbe continuato a svolgere il medesimo lavoro. Non risulta che la moglie svolgesse e svolga attività lavorativa; i quattro figli erano al momento del fatto di età assai giovane (e del resto, trattandosi di fatto modificativo della pretesa attrice, avrebbe dovuto essere provato dai convenuti). Può dunque concludersi che gli attori hanno subìto un pregiudizio economico per la perdita del loro congiunto, pari alle destinazioni di somme che la morte del coniuge ha irrimediabilmente interrotto a beneficio del proprio nucleo familiare. Anche in questo caso non può che farsi ricorso al criterio equitativo (cfr. Cass. n. 3842/68), non potendosi liquidare il danno in questione utilizzando schemi e parametri precostituiti. Al fine della stima della perdita di utilità future vengono così in rilievo i seguenti elementi di valutazione: - una verosimile vita residua coperta dal lavoro in atto svolto della durata di anni 30; - il presumibile nocumento patito dai superstiti pari alla perdita di quella parte delle entrate che il defunto verosimilmente destinava alla propria famiglia. Al riguardo, in base alle prove acquisite, si stima come valore più prossimo alla realtà quello per cui il defunto poteva inviare alla moglie ? 1.500 annui. Detto importo viene attribuito alla sola moglie attesa la sua esiguità a fronte degli ordinari ed essenziali bisogni familiari e presumendosi altresì che la vedova ripartisca i modesti importi secondo le necessità vitali di ciascun figlio nel corso degli anni già trascorsi e per quelli futuri, anche oltre il superamento della maggiore età. In base agli elementi di cui sopra, si stima equo liquidare il danno subìto dalla moglie S. B. in euro 24.432 attuali (pari al valore attuale di una rendita per 30 anni capitalizzata al tasso del 4,5%, - 16,288 - secondo la tariffa per la costituzione delle rendite vitalizie immediate di cui al R.D. n. 1403 del 1922); 5. Gli attori hanno chiesto anche il risarcimento del c.d. ?danno biologico da morte? che, acquisito dal congiunto al momento della sua morte, sarebbe stato trasmesso ai suoi eredi. Al riguardo hanno citato a conforto sentenza Tribunale Venezia 15.3.2004, edita. Questo Tribunale, per diffusa e costante giurisprudenza, non ritiene che possa essere presa in considerazione e liquidata una simile voce di danno, a causa dell'inesistenza stessa del diritto di credito in capo agli attori (cfr., tra le tante, Trib. Roma 12 luglio 1994 n. 10925; Trib. Roma 3.6.1996, Santelia c. Muccini; Trib. Roma 19.2.1997, Carta c. Pelullo; Trib. Roma 24.2.1997, Bove c. Assimoco). Infatti il concetto stesso di salute, inteso in senso soggettivo, convenzionalmente indica uno status, ovverosia un insieme di condizioni fisiopsichiche relative ad un determinato soggetto. La definizione medico-legale è confortata, e niente affatto disattesa, dal dato normativo, che nel nostro ordinamento è rappresentato al riguardo da un reticolo di norme di varia fonte, e segnatamente: - gli artt. 2 e 32 co. I Cost.; - l'art. 1 l. 833/'78; - l'art. 1 dell'Atto Costitutivo dell'O.M.S., recepito nel nostro ordinamento dall'art. 1 d. legisl. C.p.S. 4.3.1947 n. 1068. L'ermeneutica organica di questo complesso normativo rivela come il legislatore imponga all'interprete un concetto di salute intesa "non solo quale assenza di malattia, ma come stato di completo benessere fisico, mentale e sociale". Il definire la salute uno stato dell'individuo porta ad una precisa conclusione: vi è incompatibilità scientifica e logica tra il concetto di (lesione della) salute ed il concetto di morte. La morte, dal punto di vista medico legale, non è che la perdita completa delle funzioni biologiche della persona. La soppressione della persona sopprime del tutto la pensabilità stessa del concetto di salute, essendo evidente che non vi può essere uno status che abbia una esistenza oggettiva e spersonalizzata, cioè non riferita ad individuo alcuno. Scientificamente, quindi, la morte della persona in conseguenza dell'atto illecito esaurisce l'analisi medico-legale delle conseguenze dell'illecito stesso. Pertanto, se è vero che la lesione della salute si misura sottraendo alla validità ante sinistro quella residua post sinistro, e se è vero che la morte dell'individuo elimina del tutto la salute dello stesso, la morte dell'individuo preclude la utilizzabilità del concetto di salute. Perché se c'è questa non ci può essere quella, e viceversa. Aggiungasi che non è concepibile che un fatto illecito produca una perdita per un soggetto non più in vita; ne consegue che gli eredi del deceduto non possono acquistare jure hereditatis un diritto che non è mai entrato a far parte del patrimonio del de cujus. Non è inutile aggiungere che la tesi qui esposta, da tempo sostenuta da questo Tribunale, ha ricevuto l?avallo sia della Corte costituzionale (sent. 372/94) sia del giudice di legittimità. Quest?ultimo, dopo originarie oscillazioni (si veda ad es. Cass. 11160/94) si è ora uniformemente allineato sulle posizioni indicate dal giudice delle leggi (cfr., tra le tante, Cass. 10271/95; Cass. 10628/95; Cass. 12299/95; Cass. 14.3.1996 n. 2115; Cass. 29.5.1996 n. 4991; Cass. n. 491\99), affermando espressamente che ?ove l?atto illecito altrui cagioni la morte immediata di un soggetto, gli eredi del defunto non acquistano per successione alcun diritto al risarcimento del danno biologico subìto dal de cuius, e ciò in quanto: a) diritto alla salute e diritto alla vita sono ontologicamente diversi, con la conseguenza che la lesione del secondo non genera una lesione del primo; b) l?acquisto di qualsiasi diritto al risarcimento presuppone l?esistenza in vita del danneggiato?. Si rinvengono poi in senso conforme alla presente pronuncia, decisioni di numerosi giudici di merito (cfr. Trib. Terni 12 dicembre; Pret. Milano 26 ottobre 1991; Trib. Monza 22 aprile 1993). 6. Gli attori hanno dichiarato di aver percepito dall?ente assicurativo un primo importo di euro 103.291,37 e, dopo la sentenza penale dep. nell?ottobre 2002, altro importo di euro 50.000 (in esecuzione della provvisionale concessa dal giudice penale) che sono stati trattenuti in acconto sul maggior avere. Dalle sentenze penali emerge che vi era costituzione di parte civile ma non vi è migliore specificazione delle persone titolari del diritto costituitesi parte civile; pertanto si provvede a ripartire in parti uguali tra i danneggiati il complessivo importo percepito. Inoltre, le parti non hanno meglio precisato l?epoca dei due versamenti e pertanto si assumono come date di decorrenza quella (antecedente e prossima) del giugno 2002 (dandosi atto nella sentenza penale del primo pagamento) e quella del luglio 2004 (dandosi atto nella citazione notificata del secondo pagamento relativo alla provvisionale concessa). Essendo il credito in questione una obbligazione di valore, non trova applicazione il principio di cui all?art. 1194 c.c. Ne consegue che, secondo consolidato insegnamento della Corte di Cassazione (sent. n. 1982\90; n. 1101\91; n. 6228\94; n. 2117\96), le somme già versate vanno rivalutate in base all?indice Istat del costo della vita per le famiglie di impiegati ed operai relativo al tempo dei due pagamenti parziali, e sottratte dal credito come sopra liquidato. Tali somme ammontano ad oggi ad ? 116.078,84 ed ? 53.685; pari ad ? 33.952,76 ciascuno. Il credito risarcitorio totale ammonta ad oggi ad ? 177.432 ? moglie - e ad euro ? 160.000 ? ciascun figlio -. Il credito risarcitorio residuo in favore degli attori ammonta dunque ad ? 143.479,24 - moglie - ed ? 126.047,24 - ciascun figlio - in conto capitale. Ciò posto, trattandosi di debito di valore spetta il risarcimento del danno da lucro cessante per il mancato godimento delle somme dovute e liquidate ai precedenti capi. Ai fini della sua liquidazione equitativa, ex art. 2056 cpv. cod. civ., seguendo il più recente orientamento della Corte di Cassazione a Sezioni Unite (sent. n. 1712 del 17.2.1995), a base di calcolo va posta non già la somma rivalutata ad oggi ma l?importo originario rivalutato anno per anno (all?uopo si utilizza il criterio della semisomma tra le due entità estreme). Il saggio di rendimento connesso alla temporanea indisponibilità della somma originaria che sarebbe stata presumibilmente messa a frutto per ricavarne un lucro finanziario viene individuato, equitativamente, dalla media ponderata del rendimento dei titoli di stato e del tasso degli interessi legali, e tenuto anche conto dell?epoca di insorgenza del credito, nel 2,5 % annuo. Essendo avvenuto pagamento parziale, tale saggio va computato sull?intero importo del danno (ponendo a base di calcolo la semisomma tra credito originario - ricavato dividendo l'importo attuale del credito totale per il coefficiente Istat 1,1778 - e medesimo credito rivalutato alla data del primo pagamento parziale - ricavato dividendo l'importo del credito totale per il coefficiente Istat 1,1238 relativo al momento del pagamento parziale ? e ripetendo l?operazione con l?indice Istat 1,0737 relativo alla data del secondo pagamento) per il periodo che va dalla data dell?evento dannoso alla corresponsione degli acconti; va computato sul credito che residua dopo la detrazione dell?acconto rivalutato (ponendo a base di calcolo la semisomma tra credito attuale residuo e medesimo credito devalutato al momento del secondo pagamento parziale), per il periodo che va dalla corresponsione dell?acconto ad oggi. Sull?intero complessivo importo liquidato, comprensivo cioè del credito risarcitorio residuo e dei due importi per lucro cessante, decorrono interessi legali dal giorno della presente sentenza. 7. Le spese di lite seguono la soccombenza e si liquidano in dispositivo. Con attribuzione al difensore dichiaratosi anticipante. Senza attribuzione del rimborso forfetario per spese generali, in quanto non espressamente richiesto. Al riguardo si osserva che questo giudice aderisce all?indirizzo inveterato e tuttora prevalente della Corte di Cassazione che richiede una specifica istanza dell?avvocato (cfr. in tal senso, da ultimo, Cass. n. 738\02; contra, Cass. n. 11654\02 ed altre, edite), istanza non presente in atti nel caso di specie. Ed invero, non appare superabile il rilievo fondato sul fatto che non possono essere attribuite d?ufficio spese generali che la parte stessa non ha allegato di aver sopportato, in aggiunta alle spese vive giustificate e risultanti dagli atti. P.Q.M. il TRIBUNALE di ROMA, definitivamente pronunciando, così provvede: accoglie per quanto di ragione le domande e condanna F. D. e la soc. NUOVA TIRRENA, in solido, al risarcimento del danno in favore di S. B., M. R., M. R. e M. S., tutti rappresentati dal procuratore speciale DHALY NAZRUL ISLAM, e di M. S., danno liquidato rispettivamente in complessivi ? 143.479,24, ? 126.047,24, ? 126.047,24, ? 126.047,24 ed ? 126.047,24 ? detratti gli acconti già percepiti - , oltre lucro cessante ed interessi legali come in motivazione, nonchè alla rifusione delle spese di lite che, distratte in favore del loro Avvocato, si liquidano in ? 750,00 per spese, ? 3.660,00 per diritti ed ? 21.000,00 per onorari, oltre I.V.A. e C.P.A. nella misura di legge. Deciso il 20 maggio 2008 Il Giudice Tabella diramata dal Presidente del Tribunale di Roma con nota prot. n. 1874 del 14.2.2007 Liquidazione del danno non patrimoniale da morte Tabella dei punti anno 2007 (la liquidazione avviene moltiplicando il n. di punti per 8.000 euro a punto) . Rapporto tra vittima e sopravvissuto punti ?--- perdita del figlio perdita del genitore 20 1 8 perdita del coniuge o del con vivente more uxorio 1 8 perdita del fratello germano 7 ? perdita del fratello unilaterale 6 perdita dell?avo 6 perdita del nipote ex filio 5 perdita del nipote ex fratre 2 perdita del cugino 2 Età della vittima 0-20 4 21-40 3 41-60 2 61-80 1 oltre 80 0,5 Età del congiunto avente diritto al risarcimento 0-20 4 21 - 40 3 41 - 60 2 61 - 80 I oltre 80 0, 5 Convivenza tra vittima e congiunto vittima e congiunto convivevano 2 vittima e congiunto non convivevano O Composizione del nucleo familiare Assenza di altri congiunti conviventi 2 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Consulta/ Francesco Amirante è il 33esimo presidente (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 25 feb. (Apcom) - I 15 giudici che compongono il plenum della Corte Costituzionale hanno eletto, questa mattina, Francesco Amirante, 33esimo presidente della Consulta. Come primo atto, Amirante ha nominato vicepresidente il professor Ugo De Siervo.

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di CLAUDIO MASSEGLIA A UMENTA la tariffa dell'acqua... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (La Spezia)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

SARZANA pag. 13 di CLAUDIO MASSEGLIA A UMENTA la tariffa dell'acqua... di CLAUDIO MASSEGLIA A UMENTA la tariffa dell'acqua per i cittadini di Sarzana. Una brutta notizia, per di più in un momento poco roseo per l'economia italiana. Ad indorare la pillola, se servisse, è la notizia che l'aumento è del 2,5%,, comunque inferiore al 5% annuo previsto in un primo momento dal Piano d'ambito dell'Ato spezzina e cambiato con la revisione portata all'esame del consiglio comunale. Il problema è nato dall'analisi del piano di investimenti trentennale dell'Ato: sarebbe emersa una difformità fra quanto previsto da qui al 2033 e l'effettiva fattibilità. Questioni tecniche spiegate in consiglio dall'assessore Luca Piccioli: la sintesi è che l'aumento della tariffa dell'acqua ci sarà, seppure in forma attenuata. Erano previsti 60 milioni di investimenti, con un aumento tariffario annuo del 5% più il tasso d'inflazione. Il gestore prevalente (Acam) si è però trovato in difficoltà, dei previsti 25 milioni di metri cubi l'anno di acqua ne ha venduti 3 in meno. Motivo: la delocalizzazione dell'Arsenale e l'uso di energia alternative da parte della centrale Enel. Inoltre è emerso che nelle vecchie bollette venivano fatti pagare servizi (come la depurazione) anche a cittadini che non ne usufruivano: la Corte Costituzionale ha messo fine a questo sistema di tariffazione, riducendo i ricavi Acam di ulteriori 500mila euro. Risultato: il piano triennale di investimenti è stato ridotto e reso più fattibile, questo ha permesso di ridurre l'aumento tariffario da 5% a 2,5 per il 2009, 3,8% per 2010 e 2011. «A Sarzana sottolinea Piccioli gli investimenti sono stati tutti mantenuti». In aula il capogruppo del Pdl Andrea Camaiora ha contestato al sindaco la mancata risposta a una lettera del suo gruppo sulla crisi di Acam. Camaiora chiederà un consiglio comunale straordinario proprio sul tema-Acam, alla presenza di dirigenti aziendali. «L'aumento delle tariffe c'è, seppur ridotto: la gente fa già fatica a pagare le bollette. Il piano di investimenti? Quello vecchio era sbagliato, quello futuro insufficiente. E l'arsenale ha delocalizzato quanto come sottosegretario alla difesa c'era Lorenzo Forcieri che lo avrebbe dovuto impedire». Tiziano Ferri (Rc) ha chiesto di esentare dal pagamento le fasce meno abbienti. Ipotesi giudicata da verificare' dalla giunta. Alla fine approvazione a larga maggioranza: 13 favorevoli (tutto il Pd), Ferri astenuto, contrari Pdl, Destra e Pratici (Socialisti).

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Intercettazioni, no di Fnsi e Fieg (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACHE pag. 17 Intercettazioni, no di Fnsi e Fieg LODO ALFANO GIORNALISTI ED EDITORI: «INFORMAZIONE IN PERICOLO» ROMA PRONTI a tutto. La Federazione della stampa e quella degli editori non vogliono arrendersi al ddl Alfano sulle intercettazioni che mette a rischio «il diritto dei cittadini ad essere informati», come ha spiegato ieri il presidente Fnsi, Roberto Natale. Grande iniziativa organizzata da giornalisti ed editori ieri a Roma alla quale ha dato la propria adesione anche Associazione nazionale magistrati, che difende le intercettazioni come fondamentali per le indagini. A spiegare le ragioni degli editori, Carlo Malinconico, presidente Fieg: «In particolare, preoccupano due aspetti del lodo Alfano. Uno riguarda la cronaca giudiziaria, l'altro l'organizzazione dell'impresa editoriale. Il diritto di cronaca viene intaccato quando si vieta la pubblicazione di atti non coperti da segreto. L'altro riguarda l'organizzazione. Se l'editore, in quanto persona giuridica, viene sanzionato finisce con il sovrapporsi al direttore responsabile, alterando gli equilibri aziendali». Per Antonio Di Pietro la legge è un attentato allo Stato di diritto. A difendere l'iniziativa legislativa, che comunque provoca malumori anche all'interno della maggioranza, il sottosegretario Caliendo e Maurizio Gasparri. In chiusura Franco Siddi, segretario Fnsi, che ha preso le distanze dagli interventi più politici: «Prima di ricorrere alla Corte Costituzionale si ha il dovere di dire che bisogna fermarsi un passo prima dell'orrore. Noi chiediamo che sia espunta la parte contestata». A proposito di mal di pancia nella maggioranza, il deputato Pdl Pecorella ha manifestato dubbi di costituzionalità sul ddl mentre il sottosegretario Bonaiuti ha auspicato «un ripensamento»; e ha ricordato di aver portato avanti, la scorsa legislatura, il principio della depenalizzazione della diffamazione per i giornalisti. r.r.

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NOMINE. FRANCESCO AMIRANTE NUOVO PRESIDENTE DELLA CONSULTA (sezione: Giustizia)

( da "AgoPress" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

(AGO PRESS) I giudici della Corte Costituzionale, riuniti stamane in camera di consiglio, hanno eletto a scrutinio segreto il 33mo presidente dela Consulta. E' Francesco Amirante, napoletano, classe 1933, nominato vice presidente della Corte Costituzionale dal suo predecessore, Giovanni Maria Flick, il cui mandato era scaduto il 18 febbraio scorso.

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Consulta, Francesco Amirante è il nuovo presidente (sezione: Giustizia)

( da "Reuters Italia" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA (Reuters) - Francesco Amirante è stato eletto oggi presidente della Corte Costituzionale. Come suo primo atto Amirante, che subentra a Giovanni Maria Flick il cui mandato è scaduto il 18 febbraio, ha nominato Ugo De Siervo alla vicepresidenza. Amirante - 75 anni, di Napoli, presidente di sezione della Cassazione - fa parte della Consulta dal 2001, e dallo scorso 14 novembre ricopriva l'incarico di vicepresidente. Il suo mandato scadrà nel dicembre 2010. De Siervo, 67 anni, di Savona, docente in aspettativa di Diritto costituzionale a Firenze, dal 1997 al 2001 è stato Garante per la protezione dei dati personali. Fa parte della Consulta dal 2002.

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Corte Costituzionale: Amirante presidente (sezione: Giustizia)

( da "AudioNews.it" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

mercoledì 25 febbraio 2009 11.54 Politica Corte Costituzionale: Amirante presidente 10.55: Francesco Amirante è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Eletto stamani dai 15 giudici della Consulta, succede a Giovanni Maria Flick, il cui mandato è scaduto lo scorso 18 febbraio.

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Vicenda De Magistris: Pm trasferiti da Csm, Nuzzi a Latina, Verasani a Cassino (sezione: Giustizia)

( da "Salerno notizie" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Vicenda De Magistris: Pm trasferiti da Csm, Nuzzi a Latina, Verasani a Cassino Andrà alla Corte di appello di Reggio Calabria e sarà consigliere con destinazione alle funzioni civili il pg di Catanzaro Enzo Iannelli, uno dei principali protagonisti dello scontro con la procura di Salerno legato alle inchieste avocate al pm del capoluogo calabrese Luigi De Magistris. Lo ha deciso il plenum straordinario del Csm che ieri ha assegnato le nuove sedi e funzioni ai quattro magistrati dei due uffici giudiziari al centro della vicenda, trasferiti d' ufficio dalla sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli. Alfredo Garbati, uno dei sostituti di Iannelli, sarà consigliere di Corte di Appello a Taranto. Il sostituto procuratore di Salerno Gabriella Nuzzi andrà al Tribunale di Latina con funzione di giudice. Il suo collega Dionigio Verasani farà il giudice al Tribunale di Cassino. Trattandosi di misure cautelari urgenti, i trasferimenti decisi dal Csm sono immediatamente esecutivi. 25/02/2009

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IL DDL ANTIFANNULLONI DI BRUNETTA È LEGGE VENDOLA APRE ALL'UDC E IL PDCI S'INCAZZA ("LO DICA AI COMPAGNI SICILIANI ANTI-CUFFARO") UE: COFFERATI PUÒ DENUNCIARE BOSSI AN SI FA (sezione: Giustizia)

( da "Dagospia.com" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

HomePage | Segnala articolo --> IL DDL ANTIFANNULLONI DI BRUNETTA è LEGGE ? VENDOLA APRE ALL?UDC E IL PDCI S?INCAZZA (?LO DICA AI COMPAGNI SICILIANI ANTI-CUFFARO?) ? UE: COFFERATI PUò DENUNCIARE BOSSI ? AN SI FA LA BLACK TV ? LANG DA CASTRO PER CONTO DI SARKò? 1 - FORZA Jena per "La Stampa" - Su dieci stupratori, sei sono italiani e quattro immigrati. Forza ragazzi che siamo ancora in testa. Renato Brunetta 2 - Ellekappa per "la Repubblica" - "Pensavo che il Cavaliere fosse un titolo tossico". "Invece è radioattivo". 3 - FRANCESCO AMIRANTE PRESIDENTE DELLA CONSULTA... (Asca) - Francesco Amirante e' stato eletto presidente della Corte Costituzionale con 13 voti e 2 schede bianche. E' quanto informa un comunicato della Consulta. Amirante scadra' da presidente e da giudice il 7 dicembre 2010. Il Presidente della Corte ha designato giudice costituzionale Ugo De Siervo a sostituirlo in caso di impedimento con il titolo di Vice presidente. 4 - CHIAMPARINO: MIA NOMINA SEGNALE DI ATTENZIONE AL TERRITORIO... (Adnkronos) - "La mia nomina, come quella di altri, e' il segno dell'attenzione del vertice del partito verso i problemi dei territori. Del nord, del centro e del sud". Cosi' il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino ,in un'intervista a 'la Repubblica' la sua nomina nella nuova segreteria del Partito Democratico. "Portiamo l'esperienza delle cose fatte e anche di quelle non fatte, ma che conosciamo per averle affrontate - aggiunge Chiamparino a 'la Stampa' in riferimento all'apporto che puo' dare un amministratore locale all'interno della segreteria del partito - Ogni giorno io e quelli come me ci confrontiamo sui problemi, dalle fusioni societarie alla sicurezza, sviluppando una percezione che altri non possono avere. Dopodiche' si tratta di non ingigantire nulla". Vendola E sul federalismo fiscale dichiara a 'Libero': "Io non ho il titolo per rassicurare nessuno ma continuo a pensare che vada realizzato e che il partito debba continuare a dialogare con la maggioranza. Certo ci sono dei punti da chiarire. Come ho gia' detto a Calderoli le questioni sono le solite. In primis quella dei quattrini da mettere in circolo per capire l'impatto sulla finanza pubblica". 5 - VENDOLA: VOTI MODERATI SERVONO, GUARDIAMO ALL'UDC... (Apcom) - La sconfitta in Sardegna "rappresenta anche la sconfitta della teoria di Veltroni di un Pd autosufficiente", quindi dalla segreteria Franceschini, Nichi Vendola si attende "un dialogo sui contenuti dell'opposizione", senza porre veti alle altre forze politiche, come l'Udc: "A loro bisogna guardare consapevoli delle differenze esistenti, ma al tempo stesso, se si vuole vincere, è indispensabile cercare di aprire varchi nel blocco sociale di centrodestra". In un'intervista al 'Corriere della Sera', il governatore pugliese ricorda che la sua vittoria è arrivata proprio "con un'alleanza molto larga, che andava dai dc a Rifondazione, e in quattro anni sono riuscito ad andare d'accordo con tutti". Dunque "insisto: per ora guardiamo al livello locale, poi si vedrà". Quanto alle prossime Europee, Vendola auspica "un rilancio dell'alleanza a sinistra, mettendo insieme tutte le nostre forze. Ferrero pensa a riunificare i comunisti, e sbaglia. C'è bisogno di una nuova sinistra". 6 - PDCI A VENDOLA: ALLEANZE CON UDC? LO DICA AI SICILIANI... (Apcom) - Dura replica dei Comunisti italiani alla proposta lanciata dal leader del Movimento per la sinistra Nichi Vendola di aprire ad alleanze della sinistra con l'Udc. "Grazie al presidente Vendola - dice in una nota Orazio Licandro, dell'ufficio di segreteria del Pdci - che, in un momento di tanta confusione, produce uno sforzo di chiarezza. E' possibile immaginare di ricostruire una sinistra pensando solo alla strumentalità delle alleanze, senza considerare neppure che con talune forze politiche l'alleanza sarebbe quanto meno innaturale?". TOTO CUFFARO - COPYRIGHT PIZZI Secondo l'esponente comunista "la logica che sta dietro questa proposta è frutto di una sorta di rimasticatura leninista del tutto fuori luogo. Venga in Sicilia Vendola a spiegare ai giovani che la nuova e moderna sinistra deve allearsi con l'Udc di Totò Cuffaro ed entrare a far parte di quel sistema di potere. Si comincia già ad immaginare una foto di gruppo con Vendola, Fava, Cuffaro, De Michelis e via dicendo. Se questa è la strada, auguri e 'tanti cannoli'", conclude Licandro alludendo al modo in cui l'ex presidente della regione Sicilia Salvatore Cuffaro accolse la notizia della sentenza che lo condannava per favoreggiamento semplice e non per favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra. 7 - DDL BRUNETTA: SI' SENATO CON 154 VOTI, E' LEGGE. PD, IDV, UDC NON VOTANO... (Ansa) - Il Senato approva, in via definitiva con 154 voti a favore, un solo voto contrario il ddl Brunetta sulla ottimizzazione e razionalizzazione della pubblica amministrazione. L'opposizione non vota. Il provvedimento, meglio conosciuto come 'ddl antifannulloni', e' legge. Il ddl di delega al governo, approvato dal Senato il 13 novembre 2008 e modificato dalla Camera il 12 febbraio, passa senza modifiche, in terza lettura, con i voti favorevoli della maggioranza. Cofferati e signora 8 - LA CORTE UE A COFFERATI: "BOSSI SI PUÒ PROCESSARE"... Da "la Repubblica" - La Corte europea di Strasburgo ha riconosciuto il diritto di Sergio Cofferati e della Cgil a citare Umberto Bossi per diffamazione ed ha riconosciuto al sindaco di Bologna, per un caso che risale all´epoca in cui era segretario della Cgil, ottomila euro di danni morali e altrettanti alla confederazione sindacale. Il fatto si riferisce al 2002 quando Cofferati, allora segretario Cgil, denunciò il ministro Bossi per un´intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero in cui l´esponente della Lega faceva un collegamento tra il clima sociale creato dalla sinistra, ed in particolare dalla Cgil, e l´assassinio da parte delle Brigate rosse di Marco Biagi. La Cgil esprime «grande soddisfazione per la vittoria del ricorso». Bossi invece ha commentato: la Cgil «non è capace di fare qualcosa di buono per gli operai figurarsi se può favorire un assassinio». 9 - AN RISPONDE A D'ALEMA E SI FA LA TV... Da "Libero" - Nome in codice "Black". Ed è la risposta di Alleanza Nazionale a Red, la televisione di Massimo D'Alema. Il nome vero dell'emittente ancora non l'hanno deciso, ma in via della Scrofa si sta mettendo giù un progetto per fare una televisione di partito. Sul modello di quella lanciata dall'ex ministro degli Esteri. Che vada in onda sulla piattaforma satellitare di Sky ma anche sulla rete internet. «È un progetto che nascerà in sinergia con il Secolo d'Italia», spiega Enzo Raisi, deputato del Popolo della Libertà e amministratore della testata di partito. «Nel senso che la televisione si avvarrà anche del contributo editoriale dei giornalisti che lavorano nella redazione di via della Scrofa». Nega, Raisi, che il progetto di un network televisivo significhi la fine dell'esperienza cartacea del Secolo. «Non è affatto così. A maggior ragione dopo l'approvazione della legge Milleproroghe». Nella legge si prevede, tra le tante cose, anche una mano importante agli organi di partito. Tutte le testate, abbinate a un movimento politico, che abbiano maturato al 31 dicembre 2005 il diritto ai contributi continueranno a riceverli, in deroga alla norma del 2000 che impone di avere almeno un rappresentante nel parlamento nazionale nell'anno di riferimento dei contributi. Umberto Bossi La norma è fatta apposta per tenere in vita la stampa di quei partiti che sono rimasti fuori da Palazzo. E a maggior ragione per quei movimenti che in Parlamento ci sono. Eccome. 10 - PROMOTORI REFERENDUM LEGGE ELETTORALE: GOVERNO LO ABBINI AD EUROPEE... (Apcom) - Il Governo abbini il referendum sulla legge elettorale all'election day del 6 e 7 giugno per Amministrative ed Europee: in questo modo si risparmierebbero 400 milioni di euro e si eviterebbe di "stancare" gli italiani con tre domeniche consecutive di votazioni, rendendo più difficile il raggiungimento del quorum. E' la richiesta del comitato promotore del referendum, che si dice pronto anche a rivolgere un appello in questo senso al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, "perchè su questo si gioca il futuro della democrazia". In una conferenza stampa alla Camera, Giovanni Guzzetta, Mario Segni e Arturo Parisi spiegano che - per consentire i 45 giorni di campagna elettorale previsti dalla legge- le date disponibili per il referendum sono solo due: il 7 giugno oppure il 14 giugno. La scelta "più logica" è quella di abbinare la consultazione referendaria all'election day, altrimenti - se la data scelta fosse quella del 14 giugno - "gli italiani sarebbero chiamati a votare tre volte in 15 giorni", considerando anche il secondo turno delle Amministrative del 21 giugno. Il problema è che "ci sono avvisaglie che il Governo voglia fissarlo proprio il 14, con il malcelato obiettivo di boicottare il referendum e far mancare il quorum", visto che "la Lega si dice pronta a votare contro il Governo se si indicesse il 7 giugno". Da qui la richiesta di un incontro al ministro dell'Interno Roberto Maroni - è lui che dovrà proporre al Cdm la data - e la possibilità di rivolgere anche un appello al Capo dello Stato. 11 - JACK LANG ALL'AVANA DA INVIATO DEL PRESIDENTE SARKOZY... (Adnkronos) - In qualita' di "inviato speciale " del presidente francese Nicolas Sarkozy e' arrivato a Cuba l'ex ministro socialista alla Cultura Jack Lang. La sua missione, riferiscono i media francesi, e' quella di rilanciare il dialogo politico e la collaborazione bilaterale. All'Avana Lang avra' una serie di incontri con i responsabili cubani. [25-02-2009]

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Napoletano, classe '33, alla guida della Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Politica Francesco Amirante è il nuovo presidente della Corte Costituzionale Mercoledí 25.02.2009 10:49 CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTE LE NEWS DI POLITICA Francesco Amirante è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Ad eleggerlo sono stati i giudici della Consulta riuniti in una camera di consiglio. Amirante è il 33esimo presidente della Corte e succede a Giovanni Maria Flick, il cui mandato è terminato il 18 febbraio scorso. Il mandato del presidente Amirante scadrà il 7 dicembre 2010. Sotto la sua presidenza la Corte si dovrà occupare tra l'altro del 'Lodo Alfano', del caso Abu Omar e della norma sulle intercettazioni illegali. Probabilmente se la Cassazione dara il suo ok, la Consulta sotto Amirante vaglierà anche il referendum sul 'Lodo Alfano' presentato da Antonio Di Pietro. Il giudice Ugo De Siervo è stato nominato vicepresidente della Corte costituzionale. Questa nomina è stato il primo atto compiuto dal neopresidente Amirante subito dopo la sua elezione. Amirante è stato eletto presidente con 13 voti a favore, mentre 2 sono state le schede bianche. "Questo largo consenso - ha detto il neo presidente - mi conforta. Oggi ho preso contatto con il Presidente della Repubblica, che vedrò oggi pomeriggio, con i presidenti delle Camere e la segreteria del Presidente Berlusconi: a tutti porgerò il mio saluto". Amirante ha voluto ringraziare i colleghi della Corte, quelli di Cassazione, che lo elessero nel 2001 giudice costituzionale e tutte le persone importanti incontrate nel corso della sua carriera. "Il presidente è un 'primus inter pares' - ha ricordato Amirante - sono molto onorato di poter dire 'inter pares'". Francesco Amirante (Napoli, 16 aprile 1933) è un magistrato italiano. Dopo una lunga carriera nell'ordine giudiziario, culminata con la nomina alle funzioni di presidente di sezione della Corte di Cassazione, il 23 novembre 2001 è stato eletto alla Corte Costituzionale nella quota riservata alle supreme magistrature ordinaria ed amministrativa. Ha assunto le sue funzioni dopo aver giurato il 7 dicembre dello stesso anno, il 14 novembre 2008 viene nominato vicepresidente della Corte Cotituzionale. ************************************************************************************* I piani della Lega per il Centro-Sud: "In dieci giorni più di 2.000 iscritti" FORUM/ Secondo te, la Lega può avere un futuro e prendere voti da Roma in giù? Esclusivo/ Il primo sondaggio post-Veltroni: il Pd crolla sotto il 22%. Vola il Pdl Rumor/ Rutelli pronto a fare la "cosa" cattolica... Pd/ Con Franceschini Chiamparino-Errani-Martina e... Biotestamento/ Franceschini: unanimità in 14 punti su 15 FORUM/ Qual è il tuo giudizio su Dario Franceschini segretario del Pd? SONDAGGIO/ Chi vorresti come leader del Pd dopo Franceschini? "Ho fatto raccogliere le firme per Parisi". Il clamoroso fuori onda del Pd... Guarda il video tags: Amirante Francesco presidente Corte Costituzionale Consulta

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Stabilizzazione del lavoro precario, supervertice in Regione Marche (sezione: Giustizia)

( da "Sestopotere.com" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Stabilizzazione del lavoro precario, supervertice in Regione Marche (25/2/2009 10:20) | (Sesto Potere) - Ancona - 25 febbraio 2009 -Incontro d?urgenza lunedì mattina a Palazzo Raffaello tra il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, gli assessori Pietro Marcolini, Almerino Mezzolani e Marco Amagliani e i sindacati per trovare una soluzione all?impugnativa del governo nazionale di una norma che, nell?ambito della Finanziaria regionale, favorisce la stabilizzazione del lavoro precario. Nel corso della riunione i tecnici della Regione hanno illustrato le motivazioni dell?impugnativa che in sintesi impedisce di cumulare i contratti di lavoro a tempo determinato con i contratti di collaborazione coordinata e continuativa e quelli a convenzione. “Il primo passo – ha spiegato Spacca di concerto con i sindacati – sarà quello di cercare un?intesa con il governo nazionale rimuovendo le motivazioni dell?impugnativa e tutelando allo stesso tempo le legittime aspirazioni di tanti lavoratori precari, priorità assoluta soprattutto in una fase così delicata dell?economia. Sono convinto, vista la bontà del provvedimento in discussione, che troveremo una soluzione di buon senso. In ogni caso, se così non dovesse andare – ha concluso il presidente – la Regione si costituirà in giudizio alla Corte Costituzionale con le migliori professionalità disponibili sul mercato, viste l?importanza e la delicatezza della questione. Stiamo inoltre valutando l?incidenza che l?impugnativa avrà sulle singole fattispecie di lavoratori, ma quel che è certo è che non abbiamo alcuna intenzione di rinunciare al programma di stabilizzazione del precariato”. Alla riunione erano presenti: Gabriele Paolucci e Giuseppe Cuccitto per la Cgil, Stefano Mastrovincenzo e Vincenzo Tiani per la Cisl, Carlo Santini per la Uil, Fulvio Principi per la Fse – Usae.

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CONSULTA, IL NUOVO PRESIDENTE È FRANCESCO AMIRANTE (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Consulta, il nuovo presidente è Francesco Amirante -->Francesco Amirante è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Ad eleggerlo sono stati i giudici della Consulta riuniti oggi in una camera di consiglio. Amirante è il 33esimo...

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Consulta/ Le congratulazioni di Fini a Francesco Amirante (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 25 feb. (Apcom) - Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha inviato un messaggio di congratulazioni al nuovo Presidente della Corte Costituzionale, Francesco Amirante. "In occasione della Sua elezione a Presidente della Corte Costituzionale - è il testo del messaggio - desidero esprimerle, a nome mio personale e della Camera dei deputati, le più vive congratulazioni. L'esperienza da lei maturata durante la lunga e prestigiosa carriera al servizio delle Istituzioni ispirerà il Suo alto magistero a tutela della nostra Carta fondamentale". "Mi è gradito inviarle, illustre Presidente - conclude Fini - i sensi della mia stima e considerazione, unitamente ad un sincero augurio di buon lavoro".

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Consulta/ Amirante: Libera stampa è massima garanzia (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 25 feb. (Apcom) - "Non è immaginabile un organo di garanzia senza una libera stampa così come non è ipotizzabile una libera stampa senza un organo di garanzia". Il neo eletto presidente della corte Costituzionale, Francesco Amirante, in un breve incontro con i con i giornalisti questa mattina ha sottolineato a più riprese l'importanza del ruolo dell'informazione, ma anche la necessità della Corte di "aprirsi" alla pubblica opinione e di "spiegare meglio il proprio lavoro" . Amirante, poi, nel declinare i propri 'farò' ha spiegato che "il ruolo di presidente della Consulta non consente di fare programmi. Non ho poteri di iniziativa, essendo io un primus inter pares. Un presidente però - ha aggiunto Amirante - deve prendere degli impegni. Il mio primo impegno sarà quello di mettercela tutta per far funzionare la Corte e tutelarne l'indipendenza e l'autonomia ripettando l'autonomia e l'indipendenza delle altre istituzioni, perchè in una democrazia che funziona il rispetto reciproco è essenziale".

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Romania/ Commissione Camera emenda regola su rinvio a (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 25 feb. (Apcom-Nuova Europa) - La Commissione regolamenti della Camera dei deputati della Romania ha deciso di modificare la norma per il rinvio a giudizio dei parlamentari ed ex membri dell'esecutivo. L'emendamento, che dovrà essere approvato dal Parlamento, prevede che per incriminare formalmente un ex ministro che è anche deputato basta la maggioranza semplice, scrive Mediafax. Secondo la regola vigente, invece, servono i voti dei due terzi del Parlamento per procedere contro un ex membro del governo. Contro questa norma i Democraticiliberali (Pdl), uno dei due partiti della coalizione di governo, avevano presentato una richiesta alla Corte COstituzionale, che aveva deliberato sull'incostituzionalità del testo. La Camera avrebbe dovuto modificare la regola alla fine di dicembre. Il ramo basso del Parlamento ha dovuto rinviare l'approvazione a causa dell'urgenza del voto sulla Finanziaria e conseguentemente, ha spiegato il presidente della Camera Roberta Anastase, ha dovuto posticipare anche il voto sull'autorizzazione a procedere contro l'ex primo ministro Adrian Nastase. Quest'ultimo dovrebbe apparire di fronte alla corte per un caso di appropriazione indebita già domani, ma il processo potrebbe essere rinviato.

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Consulta, il nuovo presidente è il napoletano Amirante (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

News nomine Consulta, il nuovo presidente è il napoletano Amirante E' napoletano il nuovo presidente della Corte costituzionale, Francesco Amirante eletto ieri con 13 voti a favore e 2 schede bianche. "Questo largo consenso fra i colleghi - dice - mi conforta moltissimo. Io sono soltanto un 'primus inter pares': c'è chi ama porre l'accento sul 'primus', io mi ritengo già onorato di essere inter pares" Amirante era stato nominato vicepresidente alla Consulta il 14 novembre 2008. Nato a Napoli nel 1933, si è laurato in giurisprudenza all'Universita' 'Federico II' del capoluogo partenopeo nel 1958, anno in cui entro' in magistratura. La sua vita con la toga e' iniziata con l'incarico di pretore di Forli' e, successivamente, prima di Vicenza, poi di Lagonegro. Dopo aver trascorso diversi anni presso la sezione fallimentare del Tribunale di Napoli, nel 1980 fu addetto all'ufficio del Massimario e del ruolo della Cassazione. Eletto giudice costituzionale il 23 novembre 2001 dalla Corte di Cassazione, e' stato nominato il 14 novembre 2008 vicepresidente della Corte Costituzionale. del 25-02-2009 num.

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Depurazione, il canone della discordia Il comitato consegna oltre 700 diffide (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Adriatico" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Non si placa la polemicasul rimborso dell'impostaFattorini minacciadi ricorrere ai magistrati Le lettere depositate negli uffici dell'authority dell'acqua Depurazione, il canone della discordia Il comitato consegna oltre 700 diffide Prosegue l'attività del "Comitato acqua nostra". Un'attività concreta, fatta di azioni che badano al sodo, ossia alle esigenze della collettività. Proprio in questi giorni, infatti, il comitato, rappresentato dal presidente Fattorini, dal coordinatore D'Innocenzo e dal dottor Mantovani per Serra San Quirico, ha inoltrato al protocollo dell'Aato una lettera di diffida con 700 firme di utenti che hanno pagato per anni ingiustamente la depurazione. Gli artefici della protesta chiedono agli enti preposti alla gestione del servizio idrico integrato l'ottemperanza della sentenza della Corte Costituzionale n. 335 dell'ottobre scorso, precisamente l'immediata cessazione della fatturazione del canone di depurazione nei casi indicati dalla Consulta come incostituzionali, la restituzione di tutti i corrispettivi versati a titolo di canone di depurazione, come computati in tutte le bollette pagate negli ultimi dieci anni e, quindi, non ancora prescritti, oltre agli interessi per indebito oggettivo ex articolo 2033 del Codice Civile, così come gli importi Iva calcolati sui canoni di depurazione non dovuti. "E' appena il caso di rimarcare - spiega il presidente Giovanni Fattorini - che, in caso contrario, saremo costretti, nostro malgrado, a adire la competente autorità giudiziaria per la tutela delle nostre ragioni, sempre secondo quanto stabilito dalla Consulta". Intanto, le adesioni per i comuni di Fabriano e Serra San Quirico proseguiranno fino al 10 marzo, mentre per gli altri Comuni (pure Matelica ed Esanatoglia) sono stati previsti termini più lunghi.

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De Magistris: Pm trasferiti da Csm, Nuzzi a Latina, Verasani a Cassino (sezione: Giustizia)

( da "Salerno notizie" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

De Magistris: Pm trasferiti da Csm, Nuzzi a Latina, Verasani a Cassino Andrà alla Corte di appello di Reggio Calabria e sarà consigliere con destinazione alle funzioni civili il pg di Catanzaro Enzo Iannelli, uno dei principali protagonisti dello scontro con la procura di Salerno legato alle inchieste avocate al pm del capoluogo calabrese Luigi De Magistris. Lo ha deciso il plenum straordinario del Csm che ieri ha assegnato le nuove sedi e funzioni ai quattro magistrati dei due uffici giudiziari al centro della vicenda, trasferiti d' ufficio dalla sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli. Alfredo Garbati, uno dei sostituti di Iannelli, sarà consigliere di Corte di Appello a Taranto. Il sostituto procuratore di Salerno Gabriella Nuzzi andrà al Tribunale di Latina con funzione di giudice. Il suo collega Dionigio Verasani farà il giudice al Tribunale di Cassino. Trattandosi di misure cautelari urgenti, i trasferimenti decisi dal Csm sono immediatamente esecutivi. 25/02/2009

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Città: <Proroga delle attività estrattive La Regione ha violato la legge> (sezione: Giustizia)

( da "Sannio Online, Il" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Città: «Proroga delle attività estrattive La Regione ha violato la legge» Pubblicato il 25-02-2009 La legge regionale per la prosecuzione delle attività estrattive in Campania è incostituzionale. Lo sostiene, per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l?Avvocatura Generale dello Stato... La legge regionale per la prosecuzione delle attività estrattive in Campania è incostituzionale. Lo sostiene, per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l?Avvocatura Generale dello Stato che si è rivolta alla Corte costituzionale per chiedere la declaratoria dell?illegittimità costituzionale della legge numero 14 approvata dal Consiglio regionale il 6 novembre 2008 ed entrata in vigore il successivo 11 novembre con la pubblicazione sul Burc. Come si ricorderà, con la citata legge il parlamento campano aveva concesso alle aziende attive nel settore di poter operare in proroga fino al 30 giugno 2010. Nel dettaglio, la norma prevedeva: ?Nelle more dell?entrata in vigore del Piano regionale delle attività estrattive, gli esercizi di cava regolarmente autorizzati, per i quali sia intervenuto o intervenga il termine di scadenza delle autorizzazioni prima del 30 giugno 2010, possono proseguire l?attività sino a detta data, a condizione di non aver completato il progetto estrattivo?. La legge precisava inoltre che ?entro tale scadenza deve essere completata anche la ricomposizione ambientale prevista dalle norme vigenti in materia?. Ma per l?Avvocatura dello Stato la normativa regionale viola il dettato costituzionale, segnatamente l?articolo 117 che assegna allo Stato potestà legislativa esclusiva in materia di tutela dell?ambiente e dell?ecosistema. La legge regionale 14 / 2008 consente infatti che le autorizzazioni già scadute o in scadenza al 30 giugno 2010 vengano rinnovate senza alcuna condizione, verifica o procedura di natura ambientale. Ma la normativa statale vigente (Decreto legislativo 152 / 2006) consente tale rinnovo solo per i progetti estrattivi che siano già stati sottoposti alla procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA) o alla procedura di verifica di assoggettabilità a VIA nel corso degli ultimi cinque anni. La verifica ambientale, rileva quindi l?Avvocatura dello Stato, rappresenta condizione imprescindibile per il rilascio delle autorizzazioni da parte della Regione. Aver dato il via libera alla proroga delle attività estrattive senza subordinarlo a controlli di rispetto ambientale rappresenta una palese e grave violazione al principio costituzionalmente garantito della tutela naturalistica. Nel ricorso, depositato lo scorso 15 gennaio e pubblicato due giorni fa sul Burc regionale su disposizione della Corte costituzionale, l?Avvocatura dello Stato chiede quindi che sia dichiarata l?illegittimità costituzionale della legge regionale 14 del 6 novembre 2008. Va ricordato che la proroga delle attività estrattive autorizzata dalla legge regionale ha riguardato anche alcune aziende operanti in territorio sannita.

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Kirghizistan/ Presentata richiesta per presidenziali in (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 25 feb. (Apcom-Nuova Europa) - Il deputato socialdemocratico kirghiso Ailbek Jeenbekov ha presentato alla Corte costituzionale di Bishkek una richiesta per indire le elezioni presidenziali in primavera. Lo scrive oggi l'agenzia d'informazione online Ferghana.ru. La decisione dell'Alta corte dovrebbe essere resa nota entro tre mesi. Attualmente la scadenza elettorale è prevista nel 2010, ma c'è una disputa attorno alle definizioni inserite nella Costituzione.

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NELLE FOTO: A SINSITRA, IL PLENUM DEL CSM; IN BASSO, L'EX PROCURATORE DELLA REPUBBLICA APICELLA... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Nelle foto: a sinsitra, il plenum del Csm; in basso, l'ex procuratore della Repubblica Apicella

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VOLEVANO ALMENO RESTARE A LAVORARE IN CAMPANIA MA SI SONO RITROVATI NEL LAZIO. AVEVANO CHIESTO AL CS... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Volevano almeno restare a lavorare in Campania ma si sono ritrovati nel Lazio. Avevano chiesto al Csm subito dopo il processo e la condanna disciplinare di rimanere in Campania peralatro nei posti messi a disposizione dallo stesso Csm e si ritrovati Nuzzi a Latina e Verasani a Cassino. Ma anche per la sede è scattata la linea dura del palazzo dei Marescialli: gli ex pm Gabriella Nuzzi (di origine sannita) e Dionigio Verasani sono stati rispettivamente trasferiti, come giudici, al tribunale di Latina e al tribunale di Cassino. Trattandosi di misure cautelari urgenti i trasferimenti decisi dal Csm sono immediatamente esecutivi. Andrà alla corte di appello di Reggio Calabria, come consigliere al settore civile, l'ex procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli; Alfredo Garbati uno sei sostituti di Iannelli, sarà consigliere di corte di Appello a Taranto. I quattro magistrati trasferiti di sede e di funzione furono protagonisti, nel dicembre scorso, dello scontro tra la procura di Salerno e quella di Catanzaro per le inchieste Poseidone e Why Not avviate da De Magistris in Calabria e finite per competenza funzionale (sono indagati magistrati di Catanzaro). Il plemun ha espresso voto unanime per le sedi di trasferimento di Nuzzi, Verasani e Garbati mentre la proposta per Enzo Iannelli è stata approvata a maggioranza con il voto contrario del consigliere di Magistratura Indipendente Cosimo Ferri e l'astensione del pg della Cassazione Vitaliano Esposito. Iannelli aveva chiesto di fare il presidente di sezione o il consigliere di Cassazione, il presidente della Corte di Appello di L'Aquila, Cagliari, o giudice a Campobasso, funzioni considerate, però, «del tutto incompatibili con l' assegnazione della sede in seguito a trasferimento di ufficio». Nuzzi e Verasani avevano espresso il desiderio di essere destinati al «civile» del tribunale di Napoli o in alternativa al tribunale del lavoro o a quello per i minorenni della stessa città. Mentre Verasani aveva chiesto di essere assegnato al tribunale di Avellino o in alternativa a quello di Benevento, sempre ovviamentenel settore del civile. Per Verasani c' anche un altro procedimento disciplinare: è quello relativo a un cado di dodici anni fa. Verasani chiese al gip Sergio Marotta che firmò l'ordinanza di custodia cautelare quindici arresti per l'ex Usl di Agropoli. Il processo è finito nel 2006 con una raffica di assoluzioni perchè il fatto non sussisteva. Uno degli arrestati si suiicidò, un avvocato Gerardo Spira di Agropoli, oggi 73enne, si fece 17 giorni di carcere dei quali ben 11 di isolamento. Ora ha chiesto il risarcimento danni per l'ingiusta detenzione che gli procurò l'ex pm Verasani. Lo Stato gli ha accordato 34 mila euro ma non ha i soldi per risarcirlo. Glielo ha scritto Tremonti.

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Regione/Plinio (An) su legge Cpt: "Incostituzionale e irresponsabile" (sezione: Giustizia)

( da "Cittàdellaspezia.com" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Regione/Plinio (An) su legge Cpt: "Incostituzionale e irresponsabile" Il Capogruppo Regionale di Alleanza Nazionale Gianni Plinio, a seguito dell'approvazione della pdl di Rifondazione Comunista sulla contrarietà ai C.P.T. in Liguria, ha dichiarato: "E' un provvedimento illegittimo ed irresponsabile. Trasmetterò gli atti al Ministro dell'Interno Roberto Maroni affinché il Governo li impugni presso la Corte Costituzionale: spetta allo Stato e non alle Regioni legiferare in materia di pubblica sicurezza. A dirla lunga su quanto controversa sia la pdl di Nesci lo dimostrano i tre anni e mezzo intercorsi tra la presentazione e l'approvazione e, a causa del nostro forte contrasto, le sei sedute di discussione in sede di Consiglio Regionale. Assai significativo lo spappolamento politico della ex maggioranza di centro-sinistra che, con 26 consiglieri sulla carta, vota la legge con soli 19 e tra le assenze dei consiglieri dell'U.D.C., dell'Italia dei Valori, del consigliere Fabio Broglia e del Presidente Burlando e nel mutismo del capogruppo del P.D. Boffa. Il centro-sinistra ligure, andando ancora una volta al traino delle fumisterie ideologiche di Rifondazione Comunista, vorrebbe mettere l'Italia al di fuori dell'Unione Europea e favorire, di fatto, il dilagare dell'immigrazione clandestina che, anche in Liguria, genera criminalità. Non si meraviglino poi se gli elettori li puniscono senza pietà!".

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Consulta. Amirante è il 33esimo presidente (sezione: Giustizia)

( da "AprileOnline.info" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Consulta. Amirante è il 33esimo presidente Ida Rotano, 25 febbraio 2009, 15:39 Interni Sotto la sua presidenza la corte si dovrà occupare tra l'altro del lodo Alfano, del caso Abu Omar e della norma sulle intercettazioni illegali. Probabilmente se la cassazione darà il suo ok, la consulta sotto Amirante vaglierà anche il referendum sul lodo Alfano presentato da Di Pietro I 15 giudici che compongono il plenum della Corte Costituzionale hanno eletto, questa mattina, Francesco Amirante, 33esimo presidente della Consulta. Come primo atto, Amirante ha nominato vicepresidente il professor Ugo De Siervo. Napoletano, classe 1933, Francesco Amirante è giudice costituzionale dal 23 novembre 2001, quando venne eletto dai magistrati della Corte di Cassazione. Laureato presso l'ateneo di Napoli, è entrato in magistratura nel 1958 e ha iniziato a svolgere le sue funzioni in toga come pretore a Forlì, passando poi, con le stesse funzioni, a Vicenza e a Lagonegro. Per diversi anni, il neo presidente della Corte Costituzionale ha lavorato presso la sezione fallimentare del tribunale di Napoli, e dal 1980 è passato alla Corte di Cassazione, dove è stato dapprima addetto all'ufficio del massimario e del ruolo, e poi applicato alla sezione lavoro, di cui è diventato consigliere e, infine, presidente. Dal 1987 è stato componente fisso delle sezioni unite della Suprema Corte. Il 7 dicembre del 2001, Amirante ha giurato al Quirinale ed è entrato a Palazzo della Consulta. Il 14 novembre 2008, infine, è stato nominato vicepresidente della Corte dal suo predecessore Giovanni Maria Flick. Il mandato del presidente Amirante scadrà il 7 dicembre 2010. Sotto la sua presidenza la corte si dovrà occupare tra l'altro del lodo Alfano, la questione relativa alla distruzione delle intercettazioni illegali e il conflitto fra il governo e i magistrati di Milano in merito alle indagini e al processo contro i presunti sequestratori dell'ex imam Abu Omar. Si inizierà con Abu Omar. Fissata per il 10 marzo prossimo, dopo tre rinvii, l'udienza della Corte per decidere sui conflitti di attribuzione tra poteri dello Stato sollevati da tre ricorsi presentati dall'ex premier Romano Prodi e uno (nel luglio scorso) da Silvio Berlusconi contro le indagini della magistratura di Milano. In opposizione al governo si sono costituiti i magistrati di Milano. La Consulta dovrà stabilire se le indagini svolte dai piemme milanesi, guidati da Armando Spataro, siano state illegittime (come sostiene la presidenza del Consiglio) tanto da mettere a repentaglio la sicurezza dello Stato e se è stato violato più volte il segreto di Stato. A Milano per il rapimento di Abu Omar si sta celebrando, dopo essere stato sospeso, un processo che vede imputato l'ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari, alti funzionari del servizio segreto e 26 agenti dei servizi segreti statunitensi. Relatore per la Consulta sarà il giudice Alfonso Quaranta, che ha preso il posto di Giovanni Maria Filck, che ha lasciato la Consulta per fine mandato la scorsa settimana. Sul lodo Alfano la Corte deve ancora fissare l'udienza e quindi il relatore. Dovrà stabilire se, come ha ritenuto il piemme di Milano Fabio De Pasquale, che ha sollevato la questione di costituzionalità, le norme sono in contrasto con gli articoli 3, 68, 96, 112 e 138 della Costituzione. Per i giudici della decima sezione penale (quella presieduta da Clementina Gandus) del tribunale di Milano che deliberarono la legittimità della richiesta di De Pasquale, "il lodo Alfano non sana le lacune indicate dalla Corte costituzionale nel gennaio del 2004 in relazione al lodo Schifani". Secondo loro, "non ci possono essere guarentigie maggiori per i reati extrafunzionali rispetto ai reati commessi nell'esercizio delle funzioni" e " la sospensione dei processi per un tempo così lungo provoca un enorme spreco di attività processuale". "Non vi èdubbio - sostengono nelle motivazioni i giudici di Milano - che la sospensione" prevista dal lodo Alfano "viene a incidere sul principio d'uguaglianza dei cittadini davanti alla giurisdizione penale". Per Amirante la data dell'udienza in cui si discuterà la legittimità costituzionale del lodo Alfano "sarà fissata senza accelerazioni, ma anche senza ritardi". Le intercettazioni. Quanto alla questione della distruzione delle intercettazioni illegali, relatore il giudice Gaetano Silvestri, l'udienza è slittata ancora a data da stabilirsi. La sentenza dovrà chiarire se sono conformi alla Costituzione alcune norme del decreto legge 259 del 22 settembre 2006 sulla inutilizzabilità a fini processuali delle intercettazioni telefoniche illegali. Il rinvio della decisione da due anni blocca una inchiesta giudiziaria molto importante. La questione fu sollevata dal Gip di Milano Giuseppe Gennari il 30 marzo del 2007. La Consulta avrebbe dovuto decidere - relatore l'ex giudice Flick - il 2 aprile dello scorso anno e, poi, il 12 giugno, ma la trattazione fu rinviata a nuovo ruolo per "attendere le eventuali iniziative legislative e le conseguenti decisioni del nuovo governo e del nuovo Parlamento (si era da poco insediato il governo Berlusconi, ndr)". In attesa della sentenza della Consulta è stato bloccato un processo molto importante a Milano. Si tratta dell'inchiesta sulle presunte tangenti pagate da Telecom a politici e imprenditori brasiliani e forse anche ad italiani, estero su estero. Una vicenda nata in Italia quasi per caso, quando la procura della Repubblica di Milano trovò nel corso del sequestro dei dvd di Emanule Cipriani, titolare dell'agenzia di investigazioni private Polis d'Istinto, notizie relative alla costituzione di fondi all'estero, frutto si sospetta, di tangenti. Il titolare dell'agenzia di investigazioni private agli inizi del 2000, dopo che Telecom passò a Marco Tronchetti Provera, fu incaricato da Giuliano Tavaroli - ex capo della security Telecom - di mettere in chiaro le partecipazioni alla Bell e quindi capire chi si celava dietro "Oak Fund", la società creata nel '96 a Georgetown, la capitale delle isole Cayman. Cipriani pare abbia ricostruito interamente la catena di comando della società e svelato chi aveva accesso ai conti nei Caraibi e a Londra. Proprio in una banca londinese sarebbero arrivati fondi e plusvalenze per milioni di euro. La Polis, per la difficile investigazione finanziaria, si avvalse di un ex poliziotto inglese, John Beare, specializzato nella caccia ai capitali dei paradisi fiscali. Beare sarebbe già stato chiamato a rendere testimonianza ai magistrati di Milano e chiarire se il documento con l'indicazione del delegato italiano sequestrato a Cipriani è originale o un falso o peggio un depistaggio. Le mazzette sarebbero state parte della disputa di Telecom Italia con il gruppo brasiliano Opportunity, guidato dal finanziere d'assalto Daniel Dantas (arrestato per la terza volta e liberato quasi immediatamente) per aggiudicarsi la Brasil Telecom (BrT).

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Una svolta, non la rivoluzione (sezione: Giustizia)

( da "AprileOnline.info" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Una svolta, non la rivoluzione Stefano Rizzo, 25 febbraio 2009, 17:32 L'approfondimento Barack Obama dovrà trattare e mediare ogni singolo provvedimento alla camera e evitare poi che cada sotto le forche caudine dell'ostruzionismo al senato. Anche se qualcuno dei suoi sostenitori sta già protestando e gridando al tradimento, il cambiamento ci sarà, ma non sarà né facile né rapido E' giovane, solo 47 anni, ma parla da padre di famiglia, o da professore di scuola. Per 19 volte, rivolto al suo uditorio nell'aula del congresso e alle decine di milioni di persone che lo ascoltavano da casa, ha usato la parola "responsabilità". Ha rimproverato la classe politica per la sua miopia, per non avere saputo guardare oltre alle convenienze del giorno dopo o delle prossime elezioni. Ha rimproverato al mondo degli affari e della finanza l'ingordigia che ha portato il paese in rovina, ma ha anche puntato il dito sulle responsabilità dei cittadini che con la loro imprudenza finanziaria hanno accelerato il crollo del sistema economico. Non ha fatto promesse mirabolanti, ma ha indicato con chiarezza i suoi obbiettivi: salvare tre milioni e mezzo di posti di lavoro, espandere l'assistenza sanitaria, migliorare il sistema scolastico, sviluppare energie alternative, rilanciare l'economia. Non sarà breve e non sarà facile, ha detto, ma è quello che deve essere fatto e che intende fare. Quello di martedì sera al congresso è stato una sorta di discorso sullo stato dell'Unione (che i presidenti pronunciano ogni anno a partire dal secondo del loro mandato) e anche di discorso della fiducia. Non in senso tecnico, perché in un regime presidenziale il presidente non ha bisogno della fiducia del parlamento, ma in buona sostanza si è trattato del discorso programmatico del suo governo e della sua presidenza per i prossimi anni. Ha parlato di economia e ha difeso i diversi piani di intervento, di investimento e di salvataggio (del sistema bancario e dell'industria automobilistica) approvati in queste settimane. Ha confermato un vasto piano pubblico-privato di aiuti ai proprietari di case che non riescono a pagare il mutuo, così come il forte aumento delle indennità di disoccupazione e degli altri sussidi alle classi più povere. Tutto ciò costerà un'immensa quantità di denaro, quasi tremila miliardi di dollari, portando il deficit del bilancio oltre il 10 per cento nell'anno in corso. Ma ha assicurato che questo gigantesco sforamento sarà temporaneo e che il deficit sarà ridotto del 50 per cento entro la fine del suo primo mandato tra quattro anni. Ha parlato di politica estera e di difesa, confermando le sue promesse elettorali e quanto già aveva iniziato a fare in questo primo mese di governo: porre fine alla guerra in Iraq, vietare la tortura, ripristinare la legalità, privilegiare la strada della diplomazia anche nei confronti degli alleati, ma anche degli avversari. A molti liberal sarà piaciuta di meno - ma è quello che aveva promesso - l'affermazione che intende "vincere" la guerra in Afghanistan (per la quale ha disposto l'invio di altri 17.000 soldati); allo stesso tempo ha rassicurato tutti, democratici e repubblicani, progressisti e conservatori, che il principale obbiettivo resta la sconfitta di Al Qaeda. Ha confermato la chiusura entro un anno del famigerato carcere di Guantanamo (è di ieri la notizia del rimpatrio nel Regno Unito del primo detenuto) -- una questione sulla quale i difensori dei diritti civili non si sono sentiti nei giorni scorsi del tutto rassicurati, soprattutto quando si è saputo che non verranno chiusi altri simili carceri come quello di Bagram in Afghanistan. Gli applausi sono stati numerosi e per lo più bipartisan in ossequio al galateo istituzionale che vuole che il presidente sia una figura super partes, il "comandante in capo" di tutta la nazione. I repubblicani hanno applaudito anche loro, nonostante qualche giorno prima avessero senza quasi eccezioni bocciato il piano del presidente di stimoli all'economia. E nonostante il fatto che pochi minuti dopo abbiano affidato al giovane governatore della Louisiana Bobby Jindal - figlio di immigrati indiani e possibile candidato alle prossime presidenziali - il compito di pronunciare una critica radicale del discorso di Obama (giudicata peraltro abbastanza inefficace da tutti i commentatori). La più convinta sostenitrice di Obama è stata sicuramente la speaker della camera Nancy Pelosi, che sedeva alle spalle del presidente assieme al vicepresidente (e presidente del senato) Joe Biden. Era lei che alzandosi in piedi e applaudendo entusiasticamente guidava gli applausi della sala ripiena di parlamentari e di alti dignitari (giudici della corte costituzionale, membri del governo, alti gradi delle forze armate. Lo ha fatto particolarmente nei passaggi più "di sinistra" del discorso presidenziale, come quando ha parlato di assistenza sanitaria e di istruzione, ma anche nei passaggi più patriottici come quando ha annunciato l'aumento del soldo per i militari e una migliore qualità delle cure quando ritornano in patria feriti e mutilati (e la memoria sarà andata allo scandalo della gestione degli ospedali militari scoppiato un anno fa). L'appoggio di Nancy Pelosi, cattolica "laica" e molto liberal della California, cui tuttavia viene riconosciuta grande abilità nel governare le diverse anime del gruppo parlamentare democratico, sarà indispensabile a Barack Obama nei prossimi mesi se vorrà portare avanti il suo programma. Un programma che fin qui, al di là del generale messaggio di cambiamento, è rimasto abbastanza nel vago proprio per non rischiare di alienare la parte più moderata del partito, i cosiddetti "blue dogs", quella schiera di deputati eletti prevalentemente nel Sud che sulle tematiche sociali e sulle questioni militari sono molto più vicini ai repubblicani che non ai propri compagni di partito. Perché non bisogna dimenticare che nel sistema istituzionale americano non basta avere la maggioranza in parlamento e neppure avere un presidente dello stesso partito. Per quanto abile e carismatico (come ha dimostrato di essere anche in questa occasione), Barack Obama dovrà trattare e mediare ogni singolo provvedimento alla camera e evitare poi che cada sotto le forche caudine dell'ostruzionismo al senato. Anche se qualcuno dei suoi sostenitori sta già protestando e gridando al tradimento, il cambiamento ci sarà, ma non sarà né facile né rapido. Non richiederà soltanto chiarezza di intenti e rispetto delle promesse, ma molta ingegneria politica. Sarà una svolta probabilmente, non una rivoluzione.

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IL PRESIDENTE NAPOLITANO HA RICEVUTO IL NUOVO PRE (sezione: Giustizia)

( da "WindPress.it" del 25-02-2009)

Argomenti: Giustizia

25-02-2009 Il Presidente Napolitano ha ricevuto il nuovo Presidente della Corte Costituzionale, Amiranteelementi correlatiC o m u n i c a t o     Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale il nuovo Presidente della Corte Costituzionale, dott. Francesco Amirante.     Roma, 25 febbraio 2009 i video Incontro del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il nuovo Presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante le fotografie Il Presidente Giorgio Napolitano con Francesco Amirante, 33° Presidente della Corte Costituzionale, durante i colloqui Il Presidente Giorgio Napolitano accoglie Francesco Amirante, nuovo Presidente della Corte Costituzionale, nel suo studioIL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICAI PRESIDENTILA COSTITUZIONEATTIVITA' DEL CAPO DELLO STATOGLI UFFICILE ONORIFICENZE

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