CENACOLO DEI COGITANTI |
L'asta
pubblica per le sort è l'unica via ( da "Trentino"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Inoltre lo stesso aveva sostenuto che la sentenza della
Corte costituzionale del 2002 - su cui basa la scelta per i tre bandi di gara
il sindaco Moser - abolisse solamente l'equo canone, portando come esempio il
Comune di Volano che alla fine di gennaio è ricorso alla trattativa privata per
l'assegnazione di alcuni fondi destinati all'attività agricola.
Rai,
oggi la pronuncia della Consulta sul Cda
( da "Giornale
di Brescia" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: oggi la pronuncia della Consulta sul Cda ROMALa Corte
Costituzionale potrebbe mettere in dubbio la legge di nomina del Consiglio di
amministrazione della Rai nel giorno della ratifica dei sette componenti scelti
dalla Commissione di Vigilanza da parte dell'assemblea dei soci. Infatti mentre
a Viale Mazzini il Ministero dell'Economia e la Siae, i soci della Rai,
Il
risultato ( da "Corriere delle Alpi"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Il Governo è pronto a qualsiasi provvedimento pur di
"aggirare" gli ostacoli costituzionali. In questo caso si vogliono
annullare i principi di giustizia e di equità sanciti dalla recente sentenza
della Corte Costrituzionale (n. 335/08 dell'8 ottobre 2008) che ha sancito «l'
illegalità del prelievo della tariffa di depurazione dove il servizio non viene
erogato».
non
pagate le bollette ( da "Tirreno, Il"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: una divisione netta tra quanto affermano la Corte
Costituzionale, la Cassazione, i difensori civici a ogni livello, i comitati di
vigilanza del ministero dell'ambiente, che sono tutti dalla parte dei cittadini
consumatori; mentre dall'altra sono rimasti gli amministratori delle Ato e di
Gaia, di nomina politica, imperterriti a sperperare, dissipare e distruggere le
casse pubbliche.
rifiuti,
scontro bertolaso-procura - conchita sannino
( da "Repubblica,
La" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: il prefetto Pansa, l´ex commissario Corrado Catenacci,
prima di chiedere per loro il rinvio a giudizio o l´archiviazione. I loro nomi
sono infatti finiti in uno stralcio dell´inchiesta "Rompiballe", che
ha già provocato uno strappo in Procura, finendo anche dinanzi al Consiglio
giudiziario e al Csm.
omaggio
del suor orsola al giudice paolo grossi
( da "Repubblica,
La" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: membro della Corte costituzionale Omaggio del Suor Orsola
al giudice Paolo Grossi "L´Europa del diritto" è il titolo del
seminario che sarà tenuto oggi alle 18, nella sala degli Angeli dell´università
degli studi Suor Orsola Benincasa, da Paolo Grossi, che una settimana fa è
stato nominato giudice costituzionale e ieri ha giurato nelle mani del
presidente della Repubblica,
il
testamento biologico fai da te - ilaria ciuti
( da "Repubblica,
La" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Dopo potrà essere usata per ricorrere alla Corte
costituzionale: a livello individuale ma anche in massa, come una vera class
action. Lo ricorda l´associazione che è aperta a tutti, ricordano i fondatori,
purché chi vuole aderire lo faccia a titolo individuale e non di gruppi già
costituiti.
intercettazioni,
fronda nel pdl ( da "Repubblica, La"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: ultimo parere critico del Csm. Un dubbio su tutti:
l´obbligo di disporre di «gravi indizi di colpevolezza» per ottenere
l´intercettazione. Troppo, tanto quanto si richiede per un arresto. Dice in
Transatlantico il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, magistrato e
per anni toga di Unicost: «Lassù, chi deve decidere non l´ha ancora fatto»
Intercettazioni,
fronda nel Pdl Bongiorno: "Insostibuili nelle indagini"
( da "Repubblica.it"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: ultimo parere critico del Csm. Un dubbio su tutti:
l'obbligo di disporre di "gravi indizi di colpevolezza" per ottenere
l'intercettazione. Troppo, tanto quanto si richiede per un arresto.
OAS_RICH('Middle'); Dice in Transatlantico il sottosegretario alla Giustizia
Giacomo Caliendo, magistrato e per anni toga di Unicost: "Lassù,
Per
Franceschini c'è subito la partita Rai. Rispunta Celli
( da "Manifesto,
Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: oggi la Corte costituzionale comincerà a esaminare nel
merito il conflitto di attribuzioni sollevato dalla commissione di vigilanza
nei confronti del governo a proposito del caso di Angelo Maria Petroni, il
consigliere revocato dall'azionista (governo Prodi) nel 2007 presto reintegrato
dal Tar del Lazio.
Bongiorno:
Intercettazioni, garantire il diritto di cronaca
( da "Manifesto,
Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: sul punto che rischia di schiacciare praticamente tutte le
inchieste e che ha già ricevuto il no dell'opposizione, dell'Anm e del Csm -
Bongiorno propone un ripensamento: «L'esame dell'assemblea potrà servire a
valutare ulteriormente questa scelta per verificare se possa essere sufficiente
un minor grado di colpevolezza. Si tratta di una questione tecnico giuridica e
non politica».
Respinto
il ricorso contro legge filo islamica
( da "Manifesto,
Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: la richiesta di revisione per vizio di costituzionalità
della legge anti-pornografia adottata lo scorso ottobre e definita
filo-islamica dalle minoranze religiose e da gruppi di intelletuali e artisti
dell'Indonesia. La Corte Costituzionale ha dato ieri risposta negativa alla
richiesta dalla «Persatuan Masyarakat Hukum Adat Minahasa», un'associazione di
avvocati,
Sezione
penale, Beretta proposto anche dal Csm
( da "Provincia
Pavese, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: è imminente il cambio del presidente Sezione penale,
Beretta proposto anche dal Csm PAVIA. Fino a giovedì scorso era solo una
possibilità. Ora il cambio di guardia alla Sezione penale del Tribunale, con la
staffetta tra Maria Grazia Bernini e Cesare Beretta, diventa più concreto. Il
Csm ha formalizzato la proposta di Beretta come presidente.
Franceschini
giura solennemente sulla Carta nelle mani del papà
( da "Italia
Oggi" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: fosse la Corte Costituzionale stessa, ed escluso che la
maggioranza politica voglia violare la Costituzione, vuol far capire che la
Costituzione non si può cambiare? Se fosse cosi, il primo a voler violare la
Costituzione, sarebbe proprio Franceschini, dato che la Costituzione stessa
prevede espressamente e determina i percorsi affinchè essa possa essere
modificata legittimamente.
Rai,
sul futuro dei vertici oggi assemblea e Consulta
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: mail print ROMALa Corte costituzionale potrebbe mettere in
dubbio la legge di nomina del Consiglio di amministrazione della Rai nel giorno
della ratifica dei sette componenti scelti dalla commissione di Vigilanza da
parte dell'assemblea dei soci. Infatti, mentre a viale Mazzini il ministero
dell'Economia e la Siae, i soci della Rai,
Intercettazioni,
editori e giornalisti in piazza ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: la riserva anche al Csm, «che del nostro testo critica la
scelta sul divieto di pubblicazione» mentre «nel 2006 scriveva che, pur
rilevando critiche, apprezzava l'intento del provvedimento, giustificabile
dagli abusi emersi dalla cronaca giudiziaria». Contro la norma che «avrebbe
l'effetto di espropriare i cittadini del diritto costituzionale a essere
informati in modo corretto,
Congedi
anche ai figli dei disabili ( da "Italia Oggi"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: stabilito la Corte costituzionale con una recente sentenza
(la n. 19 del 26 gennaio scorso), che ha dichiarato l'illegittimità
costituzionale del comma in questione, nella parte in cui non prevede
l'attribuzione del diritto al congedo anche ai figli che assistono genitori
conviventi in situazione di disabilità grave ed in assenza di altri soggetti
legittimati a prendersene cura.
Abbandono
scolastico, quando i minori lavorano
( da "Resto
del Carlino, Il (Imola)" del
24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: esame presso la Corte Costituzionale previo parere del
Consiglio di Stato, ritenne che tale certificazione, che resta obbligatoria,
potesse essere sostituita dal quella del medico di base o da altro medico di
struttura pubblica. PER QUEL che concerne lo specifico rapporto di lavoro, deve
essere incanalato nella strada indicata dalla L.
Centro
islamico, Pasquali frena ( da "Corriere Alto Adige"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale inoltre specifica che, a fini
urbanistici, possono qualificarsi come "di interesse pubblico" le
opere destinate a finalità di carattere collettivo sotto il profilo economico,
culturale, sportivo, igienico sanitario., e anche religioso».
Il
procuratore capo lascia il 10 marzo ( da "Corriere Alto Adige"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Ieri il procuratore capo di Bolzano Cuno Tarfusser ha
informato con una lettera il Csm che dall'11 marzo assumerà la carica di
giudice della Corte penale internazionale all'Aja. «Devo essere posto in
condizione di fuori ruolo con funzioni giudiziarie esterne». Di fatto il
procuratore capo sarà in carico presso la Procura di Bolzano fino al 10 marzo.
Per i
part-time verticali sufficienti le ore quotidiane
( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale Il chiarimento ha origine nelle
considerazioni svolte dalla Corte costituzionale (sentenza 210/92): se le parti
hanno convenuto che il lavoro debba svolgersi in un numero di giorni alla
settimana inferiore a quello normale, la distribuzione di tali giorni nell'arco
della settimana va preventivamente determinata.
Bongiorno
apre sul diritto di cronaca ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Caliendo dà una stoccata al Csm: quando diede il parere
sul Ddl Mastella, disse che ne «apprezzava »l'intento,giustificato«dagli abusi
emersi nella cronaca giudiziaria», mentre «ora critica il divieto di
pubblicazione». A differenza del Governo, la Bongiorno invita a riflettere anche
sugli «indizi di colpevolezza » riproponendo di sostituire «gravi»
Petroni,
oggi alla Consulta il ricorso della Vigilanza
( da "Corriere
della Sera" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: soci Rai per ratificare la nomina dei sette consiglieri
votati dalla Vigilanza sia la Corte Costituzionale per esaminare il ricorso
presentato nel settembre 2007 dalla commissione di Vigilanza contro la
sostituzione del consigliere Angelo Maria Petroni ( nella foto) con Fabiano Fabiani.
La Consulta potrebbe mettere in discussione il potere del governo di nominare
il consigliere.
Claudio
Negri Milano PER LA GIOIA cromatica di tutti i daltonici fallosi, e per l'ar...
( da "Giorno,
Il (Milano)" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale del calcio), tant'è vero che nella
prossima seduta (sabato) se ne parlerà con un certo entusiasmo. Pierluigi
Collina, il Designatore degli arbitri di casa nostra, non nasconde il suo interesse
per l'arancione dell'espulsione a tempo che sarebbe l'ideale «per quelle
situazioni per le quali il cartellino rosso è forse un pò troppo e quello
giallo è troppo poco»
Danno
esistenziale, danno morale, assorbimento, precisazioni
( da "AltaLex"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: la medesima Corte ha dichiarato la illegittimità
costituzionale della legge delle Regione Lazio n. 8 del 2007, con la quale, in
caso di decadenza dalla carica conseguente a pronunzie della Corte
Costituzionale, si dava alla Giunta regionale la facoltà alternativa o di
procedere al reintegro nelle cariche, con ripristino dei relativi rapporti di
lavoro,
"Effettività
di tutela" per il Dirigente pubblico illegittimamente rimosso
( da "AltaLex"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: la medesima Corte ha dichiarato la illegittimità
costituzionale della legge delle Regione Lazio n. 8 del 2007, con la quale, in
caso di decadenza dalla carica conseguente a pronunzie della Corte
Costituzionale, si dava alla Giunta regionale la facoltà alternativa o di
procedere al reintegro nelle cariche, con ripristino dei relativi rapporti di
lavoro,
Valle
Telesina: Canone depurazione, domani se ne occupa il Consiglio
( da "Sannio
Online, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Questo in riferimento alla sentenza della Corte
Costituzionale numero 335 del 10 ottobre 2008. Qualche giorno dopo, in data 7
febbraio, sull?argomento si è svolto anche un incontro voluto dall?associazione
socio-politico-culturale ?Il risveglio della Dormiente?. Ora, come detto,
l?argomento per richiesta dell?
Si
complica il varo del nuovo vertice Rai
( da "Corriere
Adriatico" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: decisione della Consulta Si complica il varo del nuovo
vertice Rai La Corte Costituzionale potrebbe mettere in dubbio la legge di
nomina del Consiglio di amministrazione della Rai nel giorno della ratifica dei
sette componenti scelti dalla Commissione di Vigilanza da parte dell'assemblea
dei soci. Infatti mentre a Viale Mazzini il Ministero dell'Economia e la Siae,
i soci della Rai,
Calabrò
ci dice perché non è vero che chi legifera sul fine vita è perduto
( da "Foglio,
Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Per via di ricorsi alla Corte costituzionale, potrebbero
per esempio vanificarsi i limiti posti dalla normativa per quanto riguarda
idratazione e alimentazione. Rimarrebbe, in quel caso, la pura e semplice
natura eutanasica di qualsiasi forma, anche light, di testamento biologico.
Corò:
La bolletta dell'acqua sarà meno pesante per le famiglie numerose
( da "Gazzettino,
Il (Vicenza)" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Il provvedimento è un diretto effetto di una sentenza
della Corte Costituzionale, che però ha provocato un conseguente aggravio per
le tariffe pagate dagli utenti allacciati. «Gli incrementi tariffari - continua
Il presidente - servono a realizzare i necessari investimenti sul territorio,
che per la gran parte hanno proprio obiettivi ambientali».
Gruppo
di aiuto anti-depressione e suicidio
( da "Gazzettino,
Il (Pordenone)" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: coordinato da Barbara Brieda infermiera al Csm, che vede
la collaborazione di alcuni consulenti familiari del Ce.co.fam. Consultorio
familiare appartenente all'Ucipem. Gli incontri sono rivolti a persone che
hanno tentato il suicidio, a coloro che in qualche modo ne sono stati coinvolti
(familiari, colleghi, amici) e a persone con atteggiamenti depressivi o di
forte disagio personale.
De
Magistris/ Csm trasferisce i magistrati di Salerno e
( da "Virgilio
Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Il plenum del Csm, stamattina, ha dato il via libera al
trasferimento d'ufficio dei magistrati coinvolti nello scontro tra le procure
di Salerno e Catanzaro. Enzo Iannelli, procuratore generale di Catanzaro, farà
il consigliere alla Corte d'appello, sezioni civili, di Reggio Calabria, mentre
il suo sostituto, Alfredo Garbati,
INTERCETTAZIONI:
IDV, ATTENTATO A MAGISTRATURA, ( da "Virgilio Notizie"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: in attesa che la Corte Costituzionale annulli questo
attentato ai fondamentali principi costituzionali, promuovera' un referendum
popolare abrogativo anche contro questo secondo lodo Alfano, il piu' grave
attentato mai tentato nella storia repubblicana, in un unico colpo, contro la
magistratura, contro la liberta' di informazione e contro la sicurezza di
risparmiatori e cittadini'
Biotestamento/
Casson (Pd): Ddl di maggioranza è ( da "Virgilio Notizie"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Di fronte a norme messe in questo senso ci sarà chi
chiederà l'intervento della Corte Costituzionale. Anziché semplificare e
chiarire le cose si continuerà ad avere una bagarre", afferma Casson ai
microfoni di 'Econews'. Per Casson, "la persona capace di intendere e di
volere deve avere la possibilità assoluta di disporre del proprio corpo.
Intercettazioni:
il sacrificio intollerabile del diritto all'informazione
( da "Articolo21.com"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale, a partire dalla sentenza n. 826
del
DOMANI
LA CORTE COSTITUZIONALE ELEGGERà IL SUO NUOVO PRESIDENTE, CHE PRENDERà IL POSTO
DI ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Domani la Corte Costituzionale eleggerà il suo nuovo
presidente, che prenderà il posto di Giovanni Maria Flick, il cui mandato è
scaduto il 18 febbraio. A salire sullo scranno più alto della Consulta dovrebbe
essere il giudice costituzionale Francesco Amirante, napoletano, che è il più
anziano e resterà in carica fino a dicembre 2010.
Pensione
di inabilità, immigrati, requisiti necessari, illegittimità
( da "AltaLex"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale Sentenza 23 gennaio 2009, n. 11
REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE
composta dai signori: - Giovanni Maria FLICK Presidente - Francesco AMIRANTE
Giudice - Ugo DE SIERVO " - Paolo MADDALENA " - Alfio FINOCCHIARO
" - Alfonso QUARANTA " - Franco GALLO " - Luigi MAZZELLA "
Caso De
Magistris, il Csm trasferisce la sannita Gabriella Nuzzi al Tribunale di Latina
( da "Campaniapress"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: i trasferimenti decisi dal Csm sono immediatamente
esecutivi. La nuova sede e funzione per Iannelli proposte dalla terza
commissione del Csm è stata approvata dal plenum a maggioranza con il voto
contrario del consigliere di Magistratura Indipendente Cosimo Ferri, e
l'astensione del pg della Cassazione Vitaliano Esposito.
Polverino:
"Continua battaglia per chiusura cave"
( da "Caserta
News" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: è da meravigliarsi se il potere della sinistra arriva fino
alla Corte Costituzionale. Il tentativo di favorire i cavaioli e i cementieri è
riuscito, ma è ancora presto per cantare vittoria. Il lavoro portato avanti dai
cittadini e dalle associazioni è stato reso nullo da coloro che si sono rivolti
alla Consulta, con una forza che è andata oltre la volontà di una comunità,
Intercettazioni,
c'è un fronte anti-governo ( da "AprileOnline.info"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: elezione alla Corte costituzionale. Pecorella ha espesso
dei dubbi sul rispetto - da parte del ddl - del "valore costituzionale
della corretta e buona amministrazione della giustizia". Si è detto
"favorevole" al primo testo del governo, in cui per autorizzare le
intercettazioni si prevedevano "gravi indizi di reato" per i delitti
meno gravi e "
Le
radici di Dario ( da "Napoli.com"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: E immaginando il suo reale ingresso nella Sala della Corte
Costituzionale. Nella ?sala dei tremila? poltroncine vuote (neve, pioggia e
vento? insomma il ?pessimo clima? ha fermato il viaggio degli ospiti) la
sindaca si fa riprendere dalla tivù mentre attentissima presta orecchie alla
filastrocca del figliuolo di papà partigiano Franceschini, il quale nella
mattinata del ?
Conflitto
Cofferati - Bossi: Cgil, grande soddisfazione per vittoria ricorso Corte
Strasburgo ( da "Sestopotere.com"
del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: istituzione giudiziaria e quella parlamentare, la Corte
costituzionale rigettò il ricorso del giudice. Nel 2007, perciò, Sergio
Cofferati e Guglielmo Epifani, assistiti dall?avv. Franco Coccia, promossero il
ricorso presso la Corte di Strasburgo che ha portato oggi al riconoscimento del
diritto all?
Basilicata/
Tutti i candidati alla procura generale di
( da "Virgilio
Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Abstract: Michele Cristino è presidente del Tribunale di Foggia;
Modestino Roca, sostituto procuratore generale a Potenza; Francesco Verdoliva,
capo della procura del Tribunale dei minorenni di Sassari. Sarà il Csm, entro
aprile, a nominare il sostituto di Tufano.
( da "Trentino" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
San
Michele all'Adige. Secondo Merz la trattativa privata è regolare, il Comune
vuole applicare la legge provinciale «L'asta pubblica per le sort è l'unica
via» Il sindaco Moser risponde all'attacco del direttore della Coldiretti
ANDREA ASSON SAN MICHELE ALL'ADIGE. «Non voglio aprire alcun tipo di polemica
con il direttore della Coldiretti, ma mi permetto di far rilevare all'opinione
pubblica che l'amministrazione di Volano è ricorsa all'asta pubblica per
l'affittanza di alcuni suoi terreni e non, attraverso trattativa privata»:
queste le parole del sindaco Guido Moser sull'annosa questione delle
"sort". Di fatto le parole del sindaco Moser dimostrano come continui
il muro contro muro tra la maggioranza consiliare e le associazioni degli
agricoltori, in merito alla scelta per l'assegnazione delle campagne di
proprietà dell'amministrazione. Si attendeva per la settimana appena passata la
convocazione dell'assemblea che deliberasse in merito, ma non si è raggiunto il
punto d'incontro che ci si auspicava: da un lato il primo cittadino che,
supportato dal parere del segretario municipale Davide Costa, ritiene doverosa
la scelta di procedere all'asta pubblica con l'indizione di tre bandi di gara
relativi alle tre categorie in cui sono stati divisi gli appezzamenti, su
proposta elaborata da un gruppo di tecnici dell'Istituto agrario; dall'altra le
associazioni di categoria che vogliono che l'amministrazione assegni i lotti
attraverso licitazione privata. Proprio la scorsa domenica il direttore della
Coldiretti del Trentino, Danilo Merz, aveva rilasciato al nostro quotidiano
un'intervista in cui minacciava di adire ricorso al Tar se il consiglio
comunale avesse votato per l'asta pubblica. Il dirigente aveva indicato la
legittimità della trattativa privata in una legge nazionale del 2001 relativa
alla promozione dell'attività agricola. Inoltre lo stesso
aveva sostenuto che la sentenza della Corte costituzionale del 2002 - su cui basa la scelta per i tre bandi di gara il
sindaco Moser - abolisse solamente l'equo canone, portando come esempio il
Comune di Volano che alla fine di gennaio è ricorso alla trattativa privata per
l'assegnazione di alcuni fondi destinati all'attività agricola. Continua
a ritenere giusta la sua convinzione di procedere all'indizione della procedura
di gara? Sulla questione deciderà il consiglio comunale, non io solamente. Io
ritengo che la legge provinciale del 1990 e la recente sentenza della Consulta
del 2002 ci obblighino ad agire in questa direzione. Non ci sono permettono
altre procedure. Come mai la Coldiretti, per voce del suo direttore, porta ad
esempio il recente caso del Comune di Volano in cui si è proceduto a trattativa
privata? La giunta di Volano ha dato il via ad asta pubblica per l'assegnazione
di alcuni suoi fondi di proprietà destinati all'uso agricolo in località Taio.
Non mi risulta - può verificarlo sul sito internet dell'amministrazione - che
abbia intrapreso altre strade. Tra l'altro in quella delibera si fa riferimento
alla legge provinciale del 1990, la stessa alla base del mio ragionamento.
( da "Giornale di Brescia" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Edizione:
24/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Rai, oggi la pronuncia della Consulta sul Cda ROMALa Corte
Costituzionale potrebbe mettere in dubbio la legge di nomina del Consiglio di
amministrazione della Rai nel giorno della ratifica dei sette componenti scelti
dalla Commissione di Vigilanza da parte dell'assemblea dei soci. Infatti mentre
a Viale Mazzini il Ministero dell'Economia e la Siae, i soci della Rai,
si vedranno a mezzogiorno per iscrivere nell'albo dei vertici della
radiotelevisione pubblica i nomi dei sette che ne guideranno il corso per i
prossimi tre anni (Giovanna Bianchi Clerici, Rodolfo de Laurentiis, Alessio
Gorla, Nino Rizzo Nervo, Guglielmo Rositani, Giorgio van Straten, Antonio
Verro) la Consulta si ritirerà per aprire la discussione nel merito sul caso
del consigliere Angelo Maria Petroni. Era stata la Commissione di Vigilanza
nella scorsa legislatura a sollevare la questione del conflitto di competenza
nelle nomine quando il consigliere era stato rimosso per fare posto a Fabiano
Fabiani e la decisione potrebbe rimettere in discussione i criteri di scelta
della governance.
( da "Corriere delle Alpi" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
risultato Il risultato di Federico Dell'Antone APPREZZANDO il vostro lavoro
attraverso le pagine del vostro quotidiano (acquistato quasi tutti i giorni),
non posso non farvi notare da genitore la seguente piccola dimenticanza nel
riportare i piazzamenti ai campionati italiani allievi di fondo di Pragelato
(articolo di ieri, pagina 33): l'atleta bellunese Federico Dell'Antone (sci
nordico Marmolada) ha chiuso la sua gara nella rispettabilissima posizione 43ª
con il tempo di 19'48.02. Lo stesso atleta, come da voi riportato nel giornale
del
( da "Tirreno, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
11 - Lucca «Non pagate le bollette» Acqua, Codacons all'attacco: siamo
all'assurdo BORGO A MOZZANO. Codacons all'assalto contro la società idrica
Gaia. L'associazione dei consumatori chiama i cittadini alla protesta civile
contro gli ultimi aumenti della tariffa dell'acqua, deliberati dall'Autorità di
ambito. Oltre a non pagare le bollette, il responsabile di zona Fulvio
Mandriota invita addirittura a riconsegnare i certificati elettorali, in segno
di protesta contro l'atteggiamento dei sindaci della Valle e della Garfagnana.
«Dopo che anche il Comitato di vigilanza delle risorse idriche presso il
ministero dell'ambiente ha sbugiardato l'attività di Gaia - dice Mandriota - e
ha raccomandato all'Ato 1 Toscana Nord che vengano rimborsate agli utenti le
cifre erroneamente fatturate dal 2006 ad oggi, Gaia non solo ne rinvia la
restituzione ma ha aumentato le tariffe». «Ormai siamo all'assurdo - continua
Mandriota - con una divisione netta tra quanto affermano la
Corte Costituzionale, la Cassazione, i difensori civici a ogni livello, i
comitati di vigilanza del ministero dell'ambiente, che sono tutti dalla parte
dei cittadini consumatori; mentre dall'altra sono rimasti gli amministratori
delle Ato e di Gaia, di nomina politica, imperterriti a sperperare, dissipare e
distruggere le casse pubbliche. L'Ato Toscana Nord e Gaia fanno orecchie
da mercante - insiste - e con il gioco delle tre carte, invece di ridare
indietro i soldi, ne rinviano sine die la restituzione». «Davanti all'ennesimo
episodio di prepotenza - conclude l'esponente Codacons della Valle - e al
cospetto di sindaci che a parole condannano Gaia, ma nei fatti ne diventano
complici, il Codacons invita i cittadini a continuare la protesta in tutte le
forme, come ad esempio respingere le fatture di Gaia, fino a riconsegnare i
certificati elettorali in vista delle prossime elezione amministrative dei
comuni della Valle del Serchio e della Garfagnana». Marcello Martini
( da "Repubblica, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina
IV - Napoli Rifiuti, scontro Bertolaso-Procura I magistrati negano il
dissequestro delle balle rimaste in alcuni siti Per il pool del procuratore De
Chiara quel materiale non va gestito come discarica ma deve essere rimosso
CONCHITA SANNINO è ancora braccio di ferro tra il pool reati ambientali della
Procura di Napoli e lo staff del sottosegretario ai rifiuti Guido Bertolaso,
finito sotto inchiesta da parte degli stessi magistrati. L´ultimo schiaffo
arriva poche ore fa. Gli esperti incaricati dal capo della Protezione civile
chiedevano al Tribunale di Napoli - dinanzi al quale è in corso il processo
contro Bassolino, vertici Fibe e altri 25 imputati - un temporaneo dissequestro
delle balle fuorilegge rimaste sotto sigilli in alcuni siti, da Villa Literno a
Caivano, da Ponte Riccio di Giugliano a Marcianise. I motivi? Nella richiesta
inoltrata dai rispettivi "commissari ad acta", cioè gli ufficiali
dell´esercito posti da Bertolaso alla guida degli Stir (stabilimenti di
tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti) si paventano «rischi sanitari» per
balle e percolato abbandonati da anni; si promettono «strategie di intervento»
e «messa in sicurezza», così «come prescritto da Ministero dell´Ambiente e sub
commissario alle bonifiche». Ma il parere espresso, di diritto, dalla Procura è
netto e tranciante contro la richiesta dei collaboratori di Bertolaso. Tale
domanda, replica la Procura, è irricevibile. Quella roba, rispondono in sintesi
i magistrati, non va «gestita come discarica, non va "messa in
sicurezza", ma rimossa». E soprattutto: responsabilità e costi di tali
operazioni sono oneri che devono ricadere su Fibe, non sullo Stato. I
magistrati Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, della sezione coordinata dal
procuratore aggiunto Aldo De Chiara, non si limitano dunque a dire no. Ma
analizzano duramente una tale iniziativa, censurandola. Scrivono: «Si propone
di sperperare denaro pubblico in sostituzione di privati», ovvero della
affidataria di quegli impianti, il gruppo Fibe, tuttora sotto processo. Gli
stessi pm evocano, nero su bianco, «un contesto a dir poco volutamente ambiguo
e grigio». In cui si adombra l´ipotesi di voler favorire, più o meno
consapevolmente, l´«ati affidataria», ovvero Fibe, «nel compiere un´attività
eventualmente spettante solo ad essa». Non serve, a quanto pare, che in calce
alla richiesta di dissequestro avanzata dallo staff Bertolaso si precisi che
«gli interventi tesi ad evitare pregiudizi all´ambiente e rischi di carattere
sanitario» saranno seguiti «da iniziative di carattere recuperatorio a carico
delle società ex affidatarie». La guerra dei rifiuti continua. E diventa ormai
guerra di nervi: tra un "pezzo" di Procura e lo staff del
sottosegretario. Un nuovo round che scandisce la vigilia di una decisione
importante: cioè l´attesa valutazione che il procuratore capo Giandomenico
Lepore, con il pm Maurizio De Marco, dovranno compiere sulla posizione degli
indagati eccellenti come il sottosegretario Bertolaso, il
prefetto Pansa, l´ex commissario Corrado Catenacci, prima di chiedere per loro
il rinvio a giudizio o l´archiviazione. I loro nomi sono infatti finiti in uno
stralcio dell´inchiesta "Rompiballe", che ha già provocato uno
strappo in Procura, finendo anche dinanzi al Consiglio giudiziario e al Csm.
( da "Repubblica, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
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V - Napoli Incontro alle 18 con il neo-membro della Corte costituzionale Omaggio del Suor Orsola
al giudice Paolo Grossi "L´Europa del diritto" è il titolo del
seminario che sarà tenuto oggi alle 18, nella sala degli Angeli dell´università
degli studi Suor Orsola Benincasa, da Paolo Grossi, che una settimana fa è
stato nominato giudice costituzionale e ieri ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano. Accademico dei Lincei, docente di Storia del diritto
medievale e moderno presso la facoltà di Giurisprudenza del Suor Orsola, Grossi
è autore del libro da cui prende spunto il tema dell´incontro, "L´Europa
del diritto", edito da Laterza. L´incontro rientra nel ciclo "Cosa
sarà il diritto privato?", promosso da Lucilla Gatt. Interverranno
Francesco De Sanctis, rettore del Suor Orsola, Franco Fichera, preside della
facoltà di Giurisprudenza, Aurelio Cernigliaro, ordinario di Storia del diritto
italiano della Federico II, e Pietro Sirena, ordinario di Diritto privato
europeo nell´università di Siena. Seguiranno interventi di Paolisa Nebbia,
lettore di Giurisprudenza all´università di Leicester e di Lucilla Gatt,
docente di Istituzioni di diritto privato e civile al Suor Orsola. «è motivo di
grande orgoglio per me e per il nostro ateneo ritrovare Paolo Grossi da neo
giudice costituzionale dopo la recente nomina decisa
dal presidente Napolitano», afferma Francesco De Sanctis. «Un tributo quanto
mai meritato a un giurista e a uomo la cui statura è solo in parte testimoniata
dalle numerosissime cariche accademiche ricoperte e dalle prestigiose
accademie, compresa quella dei Lincei, che lo annoverano tra i loro soci
ordinari. In un periodo così delicato per alcuni dei valori fondamentali della
nostra carta costituzionale non ne avrei immaginato un
garante più capace di coniugare il rispetto dei principÎ e il riconoscimento
della necessità di una sempre cangiante interpretazione storica. E del resto
Paolo Grossi - prosegue De Sanctis - è il vero maestro della storia del diritto
intesa come consapevolezza critica del diritto vigente». La storia del diritto
di Grossi, spiega De Sanctis, «si è imposta, in Italia e fuori, per
l´insofferenza per ogni delimitazione localistica e per ogni eccessiva
specializzazione cronologica». Nato a Firenze nel 1933, nel corso degli anni
Grossi ha ottenuto numerose lauree honoris causa. Nel
( da "Repubblica, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
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V - Firenze Il testamento biologico fai da te Basta una raccomandata con
ricevuta di ritorno indirizzata a se stessi I promotori: "Questa non è una
crociata di credenti contro non credenti" ILARIA CIUTI (segue dalla prima
di cronaca) «Venite. non è una crociata di credenti contro non credenti, di
cattolici contro laici, di sinistra contro destra, e viceversa. La nostra è
un´associazione che non va contro qualcuno ma è per difendere il diritto di
ognuno di conservare, se incosciente, quel consenso informato che i medici
hanno l´obbligo di rispettare di fronte a chi è in possesso della propria
coscienza», dice il cardiologo e presidente della commissione di bioetica
regionale, Alfredo Zuppiroli, uno dei promotori dell´associazione. Ci sarà
domani al Puccini anche il presidente del consiglio regionale, Riccardo
Nencini: «Poter decidere della propria vita è una battaglia di libertà.
Combattiamo anche perché venga rispettato l´articolo 32 della Costituzione
secondo cui nessuno può essere sottoposto a cure mediche contro la sua
volontà». L´appello a partecipare si rivolge anche ai notai. «Venite domani
sera. Oppure comunicate quando e a quali ore potrete far firmare i cittadini
gratuitamente in studio», esorta l´uomo di cinema Stefano Stefani. Il papà di
Bobo, Sergio Staino, un altro dei fondatori di «Liberi di decidere», sottolinea
il «fai da te» spiegato dall´avvocato Gianni Baldini che aggiunge: «Le
normative riportate in calce alla carta, la Costituzione e la convenzione
internazionale di Oviedo sulla biomedicina, non possono essere superate da una
normale legge parlamentare». C´è un nodo che l´associazione intende chiarire,
lo sottolineano soprattutto i medici, da Zuppiroli e Panti a Gianni Amunni,
direttore dell´Istituto toscano di oncologia, o la ginecologa Claudia Livi che,
come Amunni e l´altro fondatore dell´associazione Alberto Formigli, è anche
consigliera comunale. Il mito da sfatare è che nutrire a forza con sostanze
artificiali chi è in una situazione innaturale come lo stato vegetativo sia un
fatto naturale. Tanto è vero che non accade in nessun paese d´Europa. Lo dice
anche Massimo D´Alema da Siena dove partecipa, ieri, a un convegno
sull´agroalimentare: «L´idea che una legge obblighi i cittadini a subire
determinati trattamenti, perché la nutrizione forzata attraverso sondini o tubi
gastrici è un trattamento, l´idea che una persona possa essere obbligata dalla
legge a subire trattamenti che non desidera non ha uguali in nessun paese
civile». «Dignità della vita e dignità della morte», dice Amunni. La carta avrà
valore immediato fintanto che la legge non sia approvata, spiega
l´associazione. Dopo potrà essere usata per ricorrere alla
Corte costituzionale: a
livello individuale ma anche in massa, come una vera class action. Lo ricorda
l´associazione che è aperta a tutti, ricordano i fondatori, purché chi vuole
aderire lo faccia a titolo individuale e non di gruppi già costituiti.
Da oggi, ricorda la sociologa Mariella Orsi, c´è anche un sito -
www.liberididecidere.it - da cui informarsi, con cui aderire, da cui scaricare
la «carta di autodeterminazione».
( da "Repubblica, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
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12 - Interni Intercettazioni, fronda nel Pdl Bongiorno, An: "Restano uno
strumento d´indagine insostituibile" Ghedini: ne discuteremo domani
all´assemblea dei deputati Oggi la protesta di Fnsi e Fieg ROMA - Berlusconi la
chiede ormai da mesi. La stretta sulle intercettazioni è un suo pallino. Al
punto che, appena venerdì, ha pensato di proporre al consiglio dei ministri il
voto di fiducia alla Camera sul testo che, da ieri, è arrivato in aula. Per una
discussione generale in cui Pd e Idv hanno annunciato una battaglia durissima.
Perché è una «legge ad crimen» e una «pietra tombale» sulle indagini, come dice
la democratica Donatella Ferranti; perché «apre le porte a uno stato di polizia
in cui si potrà arrestare chi si vuole senza che il cittadino lo venga a
sapere», come dice il leader dell´Idv Antonio Di Pietro. Perché è una legge che
«mette il bavaglio ai giornalisti» e gli fa rischiare l´arresto, come dice la
Fnsi che per oggi, con la Fieg, ha organizzato una manifestazione di protesta
(alle
( da "Repubblica.it" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA
- Berlusconi la chiede ormai da mesi. La stretta sulle intercettazioni è un suo
pallino. Al punto che, appena venerdì, ha pensato di proporre al consiglio dei
ministri il voto di fiducia alla Camera sul testo che, da ieri, è arrivato in
aula. Per una discussione generale in cui Pd e Idv hanno annunciato una
battaglia durissima. Perché è una "legge ad crimen" e una
"pietra tombale" sulle indagini, come dice la democratica Donatella
Ferranti; perché "apre le porte a uno stato di polizia in cui si potrà
arrestare chi si vuole senza che il cittadino lo venga a sapere", come
dice il leader dell'Idv Antonio Di Pietro. Perché è una legge che "mette
il bavaglio ai giornalisti" e gli fa rischiare l'arresto, come dice la
Fnsi che per oggi, con la Fieg, ha organizzato una manifestazione di protesta
(alle
( da "Manifesto, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
VIALE
MAZZINI Torna in campo, per la presidenza, il candidato dalemiano. La Consulta
si riunisce sulla Gasparri Per Franceschini c'è subito la partita Rai. Rispunta
Celli mi. b. ROMA La prima convocazione, ieri, si è risolta in un buco
nell'acqua. E anche oggi l'assemblea degli azionisti Rai, convocata per
completare la nomina del consiglio d'amministrazione di viale Mazzini, potrebbe
andare deserta o limitarsi a ratificare le indicazioni arrivate dalla
commissione di vigilanza, chiamata a eleggere sette consiglieri su nove. Gli
ultimi due, compreso il presidente del cda, sono indicati dal ministero
dell'economia. Ma, eletto Dario Franceschini alla guida del Pd, i demoocratici
hanno bisogno di qualche altro giorno per chiarirsi le idee su chi sarà il
nuovo presidente «di garanzia» della tv pubblica. Un nome sul quale serve il
via libera della maggioranza, perché la legge Gasparri stabilisce che il numero
uno del consiglio d'amministrazione debba ottenere il consenso dai due terzi
della commissione di vigilanza Rai. Ieri pomeriggio si parlava di un immimente
incontro tra Franceschini e Gianni Letta. Ma prima ancora dovrebbe essere il Pd
a riunirsi. Perché in campo restano ancora diverse ipotesi. Tra queste, la
conferma dell'attuale presidente Claudio Petruccioli, che era quasi certa prima
delle dimissioni di Walter Veltroni, e per la quale spingevano gli ex diessini
già irritati dalla nomina in cda del veltroniano Giorgio Van Straten al posto
dell'uscente Carlo Rognoni. Decisamente in calo se non tramontata, nonostante
il sottosegretario alle comunciazioni Paolo Romani sostenga che ancora è in
campo, la candidatura di Pietro Calabrese, opzione veltroniana gradita a Silvio
Berlusconi (l'ex direttore del Messaggero e di Panorama era stato indicato come
presidente nel vecchio accordo Bettini-Letta saltato dopo le proteste in casa
Pd), che qualcuno però ancora ribadisce in nome di un presunto rinnovamento del
metodo, perché come nel caso di Van Straten non si tratterebbe di una figura
strettamente di partito. Ma soprattutto, in nome del «riequilibrio» rispetto
alla segreteria del Pd affidata all'ex popolare Franceschini, si dice che in
reatà potrebbe spuntarla l'ex direttore generale Rai Pierluigi Celli, sostenuto
dai dalemiani. E mentre si è ancora al toto-presidente, oggi
la Corte costituzionale
comincerà a esaminare nel merito il conflitto di attribuzioni sollevato dalla
commissione di vigilanza nei confronti del governo a proposito del caso di
Angelo Maria Petroni, il consigliere revocato dall'azionista (governo Prodi)
nel 2007 presto reintegrato dal Tar del Lazio. La Consulta potrebbe
metetre in discussione il ruolo del governo nella nomina del consiglio
d'amministrazione Rai. E sempre oggi, l'Italia dei valori manifesterà davanti
la sede Rai in viale Mazzini contro «i politici nel cda».
( da "Manifesto, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
GIUSTIZIA
La legge arriva in aula, si vota entro metà marzo. Fnsi, Fieg e Ordine dei
giornalisti oggi in assemblea Bongiorno: «Intercettazioni, garantire il diritto
di cronaca» Sa. M. ROMA Dice di essere convinta dell'utilità della norma,
perché «è innegabile che, nonostante la legge, già preveda presupposti rigorosi
per autorizzare le intercettazioni, si registri un uso distorto ed eccessivo
del mezzo di captazione che finisce di frequente per essere utilizzato anche in
relazione a casi in cui sarebbe stato possibile farne a meno». Quando però
tocca i punti più spinosi del provvedimento, Giulia Bongiorno, relatrice della
riforma sulle intercettazioni chiede immancabilmente una modifica. O un
ripensamento. Ieri il testo che rischia di annullare gli ascolti e azzerare la
cronaca giudiziaria è arrivato nell'aula di Montecitorio. Secondo il calendario
sarà al voto finale entro la prima metà di marzo. E se la tensione salisse, lo
scavallamento del mese potrebbe permettere alla maggioranza di chiedere il
contingentamento dei tempi. Senza neppure dover chiedere la fiducia. Visto però
che, come diceva l'asso del baseball Yogi Berra, «non è finita finché non è
finita», Giulia Bongiorno insiste col dire che la norma può essere ancora
cambiata. Prima di tutto nella parte che riduce in briciole il diritto di
cronaca impedendo la pubblicazione degli atti di un'inchiesta penale anche solo
«per riassunto» fino all'udienza preliminare. «E' noto che le indagini possono
essere molto dilatate nel tempo e questa dilatazione forse precluderebbe la
possibilità di fornire informazioni di interesse per la collettività». Dunque,
il diritto di cronaca potrebbe essere, effettivamente, «troppo compresso».
Anche sulla necessità di indizi di «colpevolezza», per avviare gli ascolti -
ovvero sul punto che rischia di schiacciare praticamente
tutte le inchieste e che ha già ricevuto il no dell'opposizione, dell'Anm e del
Csm - Bongiorno propone un ripensamento: «L'esame dell'assemblea potrà servire
a valutare ulteriormente questa scelta per verificare se possa essere
sufficiente un minor grado di colpevolezza. Si tratta di una questione tecnico
giuridica e non politica». Su entrambi i punti il sottosegretario alla
giustizia Giacomo Caliendo ha lasciato ben pochi spiragli. Sulla stampa ha
detto che il testo «era già previsto da una norma approvata dal governo di
centrosinistra». E sulle intercettazioni chiude ancora di più, perché, dice
lui, «sono diventate strumento di lotta politica e non di ricerca della prova».
Secco anche il no del vicepresidente dei deputati Pdl, Italo Bocchino: «Il
punto di equilibrio è l'intesa trovata dalla maggioranza». Intanto, questa
mattina, la Federazione della stampa, quella degli editori e l'Ordine dei
giornalisti hanno organizzato una iniziativa comune per protestare contro la
norma che porrà un segreto «tombale» su tutte le inchieste in corso. Il titolo
non ha bisogno di spiegazioni: «No al bavaglio sull'informazione».
( da "Manifesto, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
INDONESIA
Respinto il ricorso contro legge «filo islamica» È stata respinta per «ragioni
tecniche» la richiesta di revisione per vizio di
costituzionalità della legge anti-pornografia adottata lo scorso ottobre e
definita filo-islamica dalle minoranze religiose e da gruppi di intelletuali e
artisti dell'Indonesia. La Corte Costituzionale ha dato ieri risposta negativa
alla richiesta dalla «Persatuan Masyarakat Hukum Adat Minahasa»,
un'associazione di avvocati, artisti e studenti del nord del Sulawesi,
una parte del paese a prevalenza cristiana. Per l'associazione la legge è
contro la Costituzione perché «limita la cultura e le arti indonesiane». Ma i
giudici hanno detto di non poter esaminare la petizione, perché non è chiaro se
è stata avanzata da individui o da una associazione con personalità giuridica.
Rico Pandeirot, l'avvocato che rappresenta l'associazione, presenterà
nuovamente la richiesta entro 14 giorni.
( da "Provincia Pavese, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Tribunale,
è imminente il cambio del presidente Sezione penale,
Beretta proposto anche dal Csm PAVIA. Fino a giovedì scorso era solo una
possibilità. Ora il cambio di guardia alla Sezione penale del Tribunale, con la
staffetta tra Maria Grazia Bernini e Cesare Beretta, diventa più concreto. Il Csm
ha formalizzato la proposta di Beretta come presidente. Nei prossimi
giorni la commissione dovrà decidere, ma i "giochi", a meno di
sorprese dell'ultima ora, dovrebbero essere fatti. Beretta, quindi, attualmente
magistrato della Corte d'appello di Milano, potrebbe tornare al Tribunale di
Pavia, dove è già stato giudice penale per anni (tra i procedimenti che
"portano" il suo nome c'è quello relativo al sequestro di Cesare
Casella). La nomina del nuovo presidente (sono state presentate diverse domande
per l'incarico) si rende necessaria a causa dell'imminente scadenza del
"mandato" di Maria Grazia Bernini, che ha raggiunto il limite degli
otto anni previsto per gli incarichi dirigenziali. Il nome del futuro
presidente della sezione penale, che interpreta anche il ruolo di presidente
della Corte d'Assise, ha rilevanza anche in relazione al processo sul delitto
di Garlasco: oggi stesso si svolge a Vigevano l'udienza preliminare in cui si
deciderà se rinviare a giudizio, in Corte d'Assise, o prosciogliere l'indagato.
(m. fio.)
( da "Italia Oggi" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi
sezione: I commenti data: 24/02/2009 - pag: 2 autore: di Pierluigi Magnaschi
L'analisi Franceschini giura solennemente sulla Carta nelle mani del papà Dario
Franceschini, nuovo segretario Pd, ha inventato il rito della solenne promessa
di fedeltà alla Carta Costituzionale. E per di più lo ha fatto all'aperto,
nella mani del papà, in base ad un protocollo creativo alla Baci Perugina. In
assenza di una politica fatta di scelte chiare, di decisioni coraggiose e di
uomini nuovi, vanno bene anche le trovate mediatiche, non siamo nati ieri. Uno
si presenta con la bandana (ma almeno sapeva di far ridere) e l'altro invece
giura sulla Costituzione nelle mani del papà sulla piazza di casa (e purtroppo
pensa di dare la sensazione di essere serio). Zero a zero e palla al centro, in
attesa di una nuova trovata e cosi via, sino al completo disfacimento di ogni
credibilità. Ma, fino a che siamo alle trovate, giusto per racimolare qualche
minuto nei Tg di massimo ascolto, alla cosa ci si potrebbe anche rassegnare.
Franceschini invece, pasticciando con la Costituzione, è andato oltre. Ha detto
che non aveva giurato sulla Costituzione perché è il testo-cartina di tornasole
di tutte le leggi, ma perché lui si poneva in difesa della Costituzione, contro
Berlusconi e i suoi amici (cioè più della metà del paese che gli ha dato la
maggioranza in parlamento) che cercano di scardinarla e di sovvertirla. Un
atteggiamento di questo genere è l'esatto opposto dello spirito del Lingotto.
Nella sede torinese della Fiat, Weltroni Veltroni, applaudito a più non posso
da coloro che, 18 mesi dopo il suo insediamento, lo hanno fatto fuori,
sosteneva che era giusto ed opportuno cessare con la reciproca campagna di
delegittimazione, costruita su un'aggressività primordiale che trasformava gli
antagonisti politici in nemici all'ultimo sangue, come se fossero gladiatori ai
tempi di Nerone, mors tua, vita mea. Il Lingotto, da luogo metaforico
del'appeasement politico, è diventato, nell'ultima versione muscolare di
Franceschini, ciò che esso è in realtà, cioè un oggetto contundente.
Franceschini infatti, ponendosi come garante della Costituzione, come se lui fosse la Corte Costituzionale stessa, ed escluso che la
maggioranza politica voglia violare la Costituzione, vuol far capire che la
Costituzione non si può cambiare? Se fosse cosi, il primo a voler violare la
Costituzione, sarebbe proprio Franceschini, dato che la Costituzione stessa
prevede espressamente e determina i percorsi affinchè essa possa essere
modificata legittimamente. Oppure Franceschini ritiene che la
Costituzione possa essere modificata solo dal Pd che, non a caso, del tutto
legittimamente, l'ha visibilmente modificata con pochi voti di maggioranza. Se
questa fosse la sua tesi, questo si che sarebbe grave. Un comportamento da lingotto
sulla testa.
( da "Eco di Bergamo, L'" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Rai,
sul futuro dei vertici oggi assemblea e Consulta --> Martedì 24 Febbraio
2009 GENERALI, pagina 6 e-mail print ROMALa Corte costituzionale potrebbe mettere in
dubbio la legge di nomina del Consiglio di amministrazione della Rai nel giorno
della ratifica dei sette componenti scelti dalla commissione di Vigilanza da
parte dell'assemblea dei soci. Infatti, mentre a viale Mazzini il ministero dell'Economia
e la Siae, i soci della Rai, si vedranno a mezzogiorno per iscrivere
nell'albo dei vertici della radiotelevisione pubblica i nomi dei sette che ne
guideranno il corso per i prossimi tre anni (Giovanna Bianchi Clerici, Rodolfo
de Laurentiis, Alessio Gorla, Nino Rizzo Nervo, Guglielmo Rositani, Giorgio Van
Straten, Antonio Verro) la Consulta si ritirerà per aprire la discussione nel
merito sul caso del consigliere Angelo Maria Petroni. Era stata la commissione
di Vigilanza, nella scorsa legislatura, a sollevare la questione del conflitto
di competenza nelle nomine quando il consigliere Petroni era stato rimosso per
fare posto a Fabiano Fabiani (ma poi reintegrato dal Tar del Lazio) e la
decisione potrebbe rimettere in discussione i criteri di scelta della
governance. Intanto, sempre oggi a viale Mazzini, si svolgerà la manifestazione
dell'Italia dei valori, e per l'occasione verrà esposto uno striscione con i
nomi, le foto e le appartenenze politiche dei componenti del nuovo Cda Rai per
«informare correttamente i cittadini su tutto ciò che di nefasto accade e di
cui non possono essere informati e per dare a tutti la possibilità di conoscere
per deliberare». Nonostante quindi l'indicazione in tempi rapidi della
Vigilanza presieduta da Sergio Zavoli, il nuovo vertice non parte sotto i
migliori auspici e anche la scelta del presidente - che deve essere espressione
del centrosinistra - non è del tutto piana. Pesa infatti sul nome il cambio
della guardia alla guida del Pd e le difficoltà che vive al momento il partito.
Tramontata definitivamente l'ipotesi di Pietro Calabrese, cara a Veltroni,
Dario Franceschini potrebbe indirizzare la sua attenzione all'ex direttore
generale Pierluigi Celli, che torna in auge tra i candidati. Non tramonta del
tutto, ma è in netta discesa l'ipotesi di Andrea Manzella, mentre rimane ancora
in corsa il presidente uscente Claudio Petruccioli. Domani intanto è convocato
l'ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza che dovrà poi riunirsi
per ratificare, con voto bipartisan di due terzi, il nome del presidente. Prima
serve però l'accordo e tocca poi al ministero del Tesoro esprimere il nome del
consigliere mancante (conferma per Petroni) e del presidente in pectore, che
solo dopo può essere votato dalla Vigilanza. 24/02/2009 nascosto-->
( da "Eco di Bergamo, L'" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Intercettazioni,
editori e giornalisti in piazza --> Martedì 24 Febbraio 2009 GENERALI,
pagina 7 e-mail print ROMAIl disegno di legge sulle intercettazioni approda
alla Camera per la discussione generale. Pd e Italia dei valori affilano le
armi per la prima battaglia, quella sulla costituzionalità del testo, ma
l'unica apertura a un miglioramento del disegno di legge arriva dalla
relatrice, Giulia Bongiorno. Il governo invece, ieri rappresentato in Aula dal
sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, difende a spada tratta un
provvedimento che disciplina le intercettazioni, che ormai «sono diventate
strumento di lotta politica e non di ricerca della prova». due i punti più
contestati Due i punti più contestati del ddl: quello del presupposto dei «gravi
indizi di colpevolezza» per ottenere l'autorizzazione alle intercettazioni e il
divieto di pubblicare tutti gli atti di indagine, anche per riassunto e anche
se non coperti da segreto. «Il ddl introduce norme molto dannose per la
sicurezza dei cittadini», attacca la capogruppo del Pd in commissione Giustizia
della Camera, Donatella Ferranti. «Prevedere l'autorizzazione delle
intercettazioni solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza è un regalo
alla criminalità. Dopo le leggi ad personam, adesso il governo passa alle leggi
ad criminem». Per Antonio Di Pietro, si va «verso uno Stato di Polizia, perché
si potrà arrestare chi si vuole senza che il cittadino lo venga a sapere.
Grazie a un'informazione non sufficiente, non si vuole far sapere ai cittadini
quel che accade, quello che sono molti rappresentanti delle istituzioni». L'ex
pm quindi ribadisce che, se il provvedimento diventerà legge, l'Italia dei
valori proporrà un referendum abrogativo. Il sottosegretario Caliendo replica
sottolineando che le intercettazioni «sono diventate strumento di lotta
politica e non di ricerca della prova» e rileva come «la necessità di un
intervento in materia è condiviso dall'intero panorama politico» e, «se
l'opposizione non avesse pregiudizi o preconcetti, probabilmente si potrebbe
trovare una soluzione condivisa». Caliendo ricorda che già nella scorsa
legislatura si era intervenuti in materia, con il ddl Mastella approvato alla
Camera e poi rimasto fermo al Senato. Già in quel provvedimento era stato
stabilito «il divieto di pubblicazione anche parziale o per riassunto degli
atti di indagine fino alla conclusione delle indagini preliminari. Una norma
votata quasi all'unanimità». E una stoccata il sottosegretario la riserva anche al Csm, «che del nostro testo critica la scelta
sul divieto di pubblicazione» mentre «nel 2006 scriveva che, pur rilevando
critiche, apprezzava l'intento del provvedimento, giustificabile dagli abusi
emersi dalla cronaca giudiziaria». Contro la norma che «avrebbe l'effetto di
espropriare i cittadini del diritto costituzionale a essere informati in modo
corretto, compiuto e tempestivo eliminando così la loro possibilità di
verificare, nel bene e nel male, il funzionamento della magistratura»,
manifesteranno stamattina giornalisti ed editori insieme in un'iniziativa
presso la sede della Federazione nazionale della stampa, in corso Vittorio
Emanuele a Roma. «atti pubblicabili per riassunto» «Il governo - scrive
l'Unione cronisti in una nota - in un solo colpo vorrebbe cancellare gli
articoli 21 e 101 della Costituzione». Che quel divieto di pubblicazione degli
atti di indagine sia troppo rigido lo riconosce anche la relatrice Bongiorno,
che in Aula invita a «riflettere se non sia il caso di permettere la
pubblicazione per riassunto degli atti di indagine. Con questa norme si
comprime eccessivamente il diritto di cronaca». 24/02/2009 nascosto-->
( da "Italia Oggi" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi
sezione: Azienda Scuola data: 24/02/2009 - pag: 14 autore: di Mario D'Adamo È
arrivata davanti alla Corte costituzionale la causa
intentata da un collaboratore scolastico Congedi anche ai figli dei disabili La
Consulta: la legge sulla tutela della maternità va estesa Anche il figlio della
persona disabile, che egli assiste e con cui è convivente, ha diritto al
congedo retribuito fino a due anni. È il congedo previsto dall'art. 42, quinto
comma, del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e
sostegno della maternità e della paternità (decreto legislativo 26 marzo 2001,
n. 151) ed era finora precluso. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con una recente sentenza
(la n. 19 del 26 gennaio scorso), che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del comma in questione,
nella parte in cui non prevede l'attribuzione del diritto al congedo anche ai
figli che assistono genitori conviventi in situazione di disabilità grave ed in
assenza di altri soggetti legittimati a prendersene cura. Ancora una
volta la Corte costituzionale, utilizzando il suo
potere creativo, è dovuta intervenire per integrare la disposizione che,
originariamente, prevedeva che avessero titolo a fruire del congedo di due anni
solo i genitori della persona disabile ed in subordine, dopo la loro scomparsa,
uno dei fratelli o delle sorelle conviventi. La Corte ha prima riconosciuto a
fratelli e sorelle il diritto al congedo, quando i genitori, pur viventi, non
sono più in grado di provvedervi, perché totalmente inabili a loro volta
(sentenza n. 233 del 2005); ha poi esteso il diritto al coniuge (sentenza n.
158 del 2007) ed oggi anche al figlio. Restano fuori dall'ambito di operatività
della norma nipoti e cugini ma non è detto che prima o poi anche questi non
siano destinati a rientrarvi. Perché, come ha giustamente osservato il pretore
di Tivoli, che ha posto il quesito alla Corte, la finalità della norma, benché
inscritta in un contesto di regole poste a tutela della maternità e della
paternità, è quella di assicurare continuità di assistenza in ambito familiare
alla persona disabile, indipendentemente dal grado di parentela rivestito da
chi la deve assistere. Il pretore di Tivoli ha promosso il giudizio di
legittimità costituzionale con ordinanza del 26 marzo
2008 nel corso del procedimento civile tra un collaboratore scolastico a tempo
indeterminato e l'istituto superiore di appartenenza, che gli aveva rifiutato
il congedo per assistere la madre, sebbene fosse l'unico familiare convivente.
Ora il procedimento riprenderà ed il collaboratore scolastico, ottenuto il via
dalla Consulta, potrà essere autorizzato a fruire fino a due anni di congedo
per assistere la madre. Durante il congedo spetta un'indennità, non superiore a
36.151,98, corrispondente all'ultima retribuzione percepita, rateo di
tredicesima compreso, e la contribuzione previdenziale figurativa. Il congedo è
frazionabile a giorni ma non fa maturare ferie.
( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
IMOLA
AGENDA pag. 8 Abbandono scolastico, quando i minori lavorano APPROFONDIMENTI
FISCALI LA RUBRICA A CURA DELL'OPI NELLO SPAZIO di oggi l'Osservatorio
Professionale Imolese, associazione tra gli iscritti all'albo dei dottori
commercialisti ed esperti contabili e all'albo consulenti del lavoro operanti
nel circondario imolese, affronta il tema del lavoro dei minori e
dell'abbandono scolastico. La riflessione concerne il lavoro dei minori che
lasciano la scuola prima del compimento della maggiore età, alla luce della
normativa esistente: questo problema appare di estrema attualità, tenuto conto
che la legge Finanziaria per l'anno
( da "Corriere Alto Adige" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2009-02-24 num: -
pag: 7 categoria: REDAZIONALE Via Macello Tomada (An): «Richiesta irricevibile,
no alla concessione» Centro islamico, Pasquali frena L'assessora: «Senza
adeguamenti, costretti allo stop» BOLZANO — Centro islamico ancora senza
permesso. L'assessora all'urbanistica Chiara Pasquali, nel rispondere a una
dettagliata lettera di Maria Teresa Tomada (An), ammette che per il momento non
è possibile concedere l'agibilità all'ex magazzino di via Macello, preso in
affitto dall'associazione musulmana «Pace ». Il motivo? Questioni tecniche di
sicurezza. Tomada, membro della commissione edilizia, pone una serie di
problemi. «Innanzitutto — spiega — la richiesta doveva essere di sanatoria,
visto che il locale è usato da più di un anno». Ma anche un'eventuale richiesta
in tal senso, per la consigliera, sarebbe da respingere. «L'area è classificata
come "produttiva", e un luogo di culto non può essere inserito se non
con le procedure previste dalla legge. L'attuale utilizzo del locale è difforme
alla legge, che prevede inoltre sanzioni per la mancata richiesta di cambio di
destinazione d'uso». Tomada è contraria al via libera. «Ritengo la richiesta di
concessione irricevibile — conclude — ed invito il sindaco ad attivarsi. In
caso d'inerzia segnalerò la questione alla giunta provinciale». Diverso il
punto di vista della Pasquali, che cita l'articolo 44 della legge urbanistica.
«Nelle zone produttive — si legge — enti senza scopo di lucro possono svolgere
attività di formazione e possono essere realizzati anche insediamenti
d'interesse pubblico». «è evidente deduce la Pasquali — che non ci sia la
necessità di una modifica urbanistica per la destinazione di una associazione
culturale in zona produttiva. Non si tratterebbe quindi di un cambio di
destinazione d'uso in senso proprio. La Corte costituzionale inoltre specifica che, a
fini urbanistici, possono qualificarsi come "di interesse pubblico"
le opere destinate a finalità di carattere collettivo sotto il profilo
economico, culturale, sportivo, igienico sanitario., e anche religioso».
è lo stesso principio invocato a suo tempo dall'assessore Silvano Bassetti.
«L'attività di preghiera dell'associazione — prosegue la Pasquali — non
costituisce la finalità esclusiva della stessa e si svolge in forme non
dissimili dalle celebrazioni religiose che si svolgono in molte sedi di
movimenti variamente religiosi, quindi non si tratta di una moschea». Resta il
problema sicurezza. E Pasquali non lo nega. «Quanto alla concessione edilizia,
si tratta esclusivamente delle opere necessarie per un adeguamento del locale,
nel caso fosse prevista la presenza di un numero consistente di persone. Per
questo motivo è stata richiesta una variante, e poiché non presentava i
necessari requisiti è stata respinta. I proprietari sono tenuti a presentare
una nuova richiesta: se quanto prescritto non verrà eseguito, verranno emessi i
provvedimenti inibitori peraltro già avviati nei confronti sia della proprietà
che del centro culturale». F. Cle. Fedeli Un gruppo di extracomunitari riunito
in un centro islamico prega rivolto in direzione dellla Mecca
( da "Corriere Alto Adige" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2009-02-24 num: -
pag: 5 categoria: REDAZIONALE Giustizia Tarfusser: sono fuori ruolo Il
procuratore capo lascia il 10 marzo BOLZANO — Ieri il
procuratore capo di Bolzano Cuno Tarfusser ha informato con una lettera il Csm
che dall'11 marzo assumerà la carica di giudice della Corte penale
internazionale all'Aja. «Devo essere posto in condizione di fuori ruolo con
funzioni giudiziarie esterne». Di fatto il procuratore capo sarà in carico presso
la Procura di Bolzano fino al 10 marzo. Dopodiché assumerà il ruolo di
giudice della Corte penale internazionale in Olanda. Fra nove anni, però,
potrebbe in teoria tornare alla Procura di Bolzano. Sono tre le poltrone da
riassegnare a Bolzano. Oltre a quella del procuratore capo c'è infatti quella
del suo vice Paul Ranzi e quella di Silvio Coraiola che al momento è
procuratore capo generale. Il suo posto potrebbe essere preso proprio dal
procuratore aggiunto della Procura di Bolzano Paul Ranzi che ha già presentato
domanda. Il bando per il posto di procuratore capo, invece, non è stato ancora
presentato. Procuratore Tarfusser
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-02-24 - pag: 30 autore:
Lavoro/1. Non è obbligatorio indicare le fasce orarie Per i part-time verticali
«sufficienti» le ore quotidiane Enzo De Fusco Nei contratti part-time verticali
non è obbligatorio indicare le fasce orarie in cui viene resa l'attività. Basta
prevedere il numero delle ore della prestazione giornaliera. Il chiarimento
arriva dal ministero del Lavoro con l'interpello 11/2009, diffuso ieri, in
risposta a un quesito di Confcommercio. La richiesta Il dubbio riguardava
l'articolo 2, comma 2 del decreto legislativo 66/ 03: «nel contratto di lavoro
a tempo parziale è contenuta puntuale indicazione della durata della prestazione
lavorativa e della collocazione temporale dell'orario con riferimento al
giorno, alla settimana, al mesee all'anno». è stato chiesto se nei rapporti di
lavoro part-time di tipo verticale, con prestazione di lavoro giornaliera a
tempo pieno (o superiore), basta indicare nel contratto di lavoro l'ammontare
della stessa prestazione giornaliera in luogo della puntuale indicazione delle
fasce orarie. Il ministero ha risposto in modo affermativo: «La previsione
legislativa circa la puntuale indicazione della collocazione temporale della
prestazione deve intendersi finalizzata esclusivamente a garantire una
individuazione preventiva, da parte del lavoratore, del tempo libero ». Quando
la prestazione in termini di durata è parificata al tempo pieno, non occorre
predeterminare la precisa collocazione del tempo di lavoro. La Corte costituzionale Il chiarimento ha origine nelle considerazioni svolte dalla
Corte costituzionale
(sentenza 210/92): se le parti hanno convenuto che il lavoro debba svolgersi in
un numero di giorni alla settimana inferiore a quello normale, la distribuzione
di tali giorni nell'arco della settimana va preventivamente determinata.
La distribuzione dell'orario nell'arco della giornata è obbligatoria solo
quando le parti si accordano per un orario giornaliero di lavoro inferiore a
quello ordinario. Va considerato che il decreto legislativo 66/03 ha eliminato
il limite giornaliero di durata normale della prestazione lavorativa, anche se
il ministero del Lavoro, con la circolare 8/05, ha chiarito che questo limite,
benché non sia disposto per legge, potrebbe essere reintrodotto dalla
contrattazione collettiva. Su questo presupposto e alla luce dei chiarimenti
del ministero del Lavoro, andrebbe precisato quale tipologia di part-time si
configura laddove, in mancanza di un orario normale giornaliero stabilito dalla
contrattazione col-lettiva, le parti stabiliscano una prestazione, ad esempio,
di otto ore solo per alcuni giorni della settimana. Occorre stabilire se si
tratta, in questo caso, di part time verticale (come sarebbe accaduto prima
della riforma) od orizzontale (come sembrerebbe configurarsi sulla base
dell'attuale impianto normativo). www.ilsole24ore.com/norme Gli interpelli del
Lavoro
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-02-24 - pag: 14 autore:
Intercettazioni. L'esponente An: riflettere su durata divieto Bongiorno «apre»
sul diritto di cronaca Donatella Stasio ROMA è sempre lei, Giulia Bongiorno, ad
aprire una breccia, anzi due, nel disegno di legge sulle intercettazioni. Lo ha
fatto in Aula, alla Camera, dove il Ddl è approdato ieri per la discussione
generale e dove sarà votato tra due settimane con tempi contingentati. La
presidente della commissione Giustizia dà voce al disagio di An (o di una parte
del partito di Fini) oltre che di singoli "dissidenti" del
centro-destra. Mercoledì è prevista un'assemblea del Pdl (forse anche con la
Lega) per definire la linea e non è escluso qualche ritocco al testo. La
Bongiorno ha difeso l'impianto e le scelte del provvedimento, di cui è relatrice,
ma ha invitato la maggioranza a una «riflessione» sia sul divieto assoluto di
pubblicare qualunque notizia inerente le indagini, fino al dibattimento, sia
sulla necessità di far scattare le intercettazioni solo in presenza di «gravi
indizi di colpevolezza». Ieri, nella migliore tradizione dei lunedì
parlamentari destinati alla discussione generale dei provvedimenti, l'Aula di
Montecitorio era semideserta e tra i pochi presenti nei banchi del centrodestra
nessuno ha rilanciato i dubbi della relatrice. Né lo ha fatto il Governo.
Assente il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il suo sottosegretario
Giacomo Caliendo ha difeso a spada tratta il Ddl perché, ha detto, le
intercettazioni «sono diventate strumento di lotta politica e non di ricerca della
prova ». Semmai, è l'opposizione che deve correggere il tiro perché, con i suoi
«pregiudizi», «impedisce di arrivare a un risultato condiviso». Ma
l'opposizione preannuncia battaglia. Per Idv e Pd, il Ddl è un provvedimento
«ammazza- indagini», un «regalo alla delinquenza», un «bavaglio alla stampa».
Roba impensabile persino in uno Stato di polizia, tuona Antonio Di Pietro.
Anche il più dialogante Udc chiede al Governo di far cessare il clima «da
caccia alle streghe » creato con il divieto assoluto di pubblicazione e si
augura che il testo non venga blindato. Il forzista Enrico Costa assicura che
«sul provvedimento c'è una larga intesa nella maggioranza e il Parlamento la
confermerà ». Donatella Ferranti del Pd ribatte: «Non è vero: la maggioranza è
lacerata ma per non far emergere le divisioni, ha fatto contingentare i tempi
del dibattito in Aula». In questo clima oggi a Roma protestano giornalisti e
editori. Fnsi, Unione nazionale cronisti e Ordine dei giornalisti hanno
organizzato una manifestazione alla quale ha aderito anche la Fieg, a difesa
della libertà di stampa. La Bongiorno spiega che il segreto assoluto su una
fase delle indagini va bene, ma il divieto di pubblicare «contenuto» e
«riassunto» degli atti fino al termine dell'udienza preliminare «colpisce
eccessivamente il diritto di cronaca». Se le indagini durano a lungo, «si
preclude la possibilità di fornire informazioni di interesse per la
collettività ». Di qui l'invito a riflettere sulla durata del divieto o sulla
sua portata (limitarlo al «riassunto » e non al «contenuto» degli atti»). Tanto
più che già il Ddl Mastella vietava la pubblicazione, sia pure solo «per
riassunto », degli atti di indagine non più segreti. Quindi, «anche il
centro-sinistra avverte la necessità di limitare la pubblicità di atti non più
segreti», osserva la Bongiorno. Che però avverte: tornare a quella formula
significa «poter dare solo la notizia di un arresto, di un fermo, di una
perquisizione, di un avviso, senza spiegarne le ragioni». Caliendo
dà una stoccata al Csm: quando diede il parere sul Ddl Mastella, disse che ne
«apprezzava »l'intento,giustificato«dagli abusi emersi nella cronaca
giudiziaria», mentre «ora critica il divieto di pubblicazione». A differenza
del Governo, la Bongiorno invita a riflettere anche sugli «indizi di
colpevolezza » riproponendo di sostituire «gravi» con «sufficienti». DDL
AL VIA IN AULA Democratici e Idv annunciano battaglia: «Regalo alla
delinquenza». Anche l'Udc chiede la fine della «caccia alle streghe»
( da "Corriere della Sera" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-02-24 num: - pag: 14
categoria: REDAZIONALE Il caso del consigliere Rai sostituito nel 2007 Petroni,
oggi alla Consulta il ricorso della Vigilanza ROMA — Si riuniscono oggi sia
l'assemblea dei soci Rai per ratificare la nomina dei sette
consiglieri votati dalla Vigilanza sia la Corte Costituzionale per esaminare il
ricorso presentato nel settembre 2007 dalla commissione di Vigilanza contro la
sostituzione del consigliere Angelo Maria Petroni ( nella foto) con Fabiano
Fabiani. La Consulta potrebbe mettere in discussione il potere del governo di
nominare il consigliere. Ma non dovrebbero esserci effetti sul nuovo
Cda: la Corte potrebbe formulare una critica alla legge Gasparri senza
intaccarne l'efficacia immediata.
( da "Giorno, Il (Milano)" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
CALCIO
pag. 4 Claudio Negri Milano PER LA GIOIA cromatica di tutti i daltonici
fallosi, e per l'ar... Claudio Negri Milano PER LA GIOIA cromatica di tutti i
daltonici fallosi, e per l'arbitro che forse diventerà un semaforo in attesa
del verde, ecco lampeggiare il cartellino arancione, sanzionante l'uscita a
tempo del calciatore reo di aver commesso un peccato né mortale nè veniale.
Sarà una sfumatura nella tavolozza del giudizio e di valutazione ma è una
svolta epocale per la pedata tutta: perché introduce l'espulsione col timer
(come nel rugby, nella pallanuoto, nell'hockey...), un provvedimento giudicato
fino a ieri avulso al calcio, anche a livello concettuale. La proposta arriva
dalla Federcalcio nordirlandese ed è piaciuta assai all'International Board
della Fifa (che è un po' la Corte Costituzionale del
calcio), tant'è vero che nella prossima seduta (sabato) se ne parlerà con un
certo entusiasmo. Pierluigi Collina, il Designatore degli arbitri di casa
nostra, non nasconde il suo interesse per l'arancione dell'espulsione a tempo
che sarebbe l'ideale «per quelle situazioni per le quali il cartellino rosso è
forse un pò troppo e quello giallo è troppo poco». COLLINA è
possibilista anche sulla sperimentazione mirata dei due arbitri di porta e di
area contro i gol Ufo e i gol fantasma, più una pertinenza specifica per la
zona più scabrosa del rettangolo. Qualcuno obietterà: in caso di verdetto
contrastato, chi li mette d'accordo tutti questi fichietti che litigano? Un
arbitro degli arbitri? Ma Collina non vede ostacoli insormontabili: «È un'idea
a cui Platini tiene molto, il presidente della Figc Abete ha confermato la
disponibilità dell'Italia a sperimentare, come è avvenuto in passato e credo
sia una grande opportunità per il calcio italiano. Io ho parlato con gli
arbitri che lo hanno sperimentato e il riscontro che mi hanno dato è che
avevano un maggiore controllo su quello che avveniva in area e comunque la
decisione finale sarebbe presa sempre dal capo arbitro». Il Designatore ha
infine posto la sua parola sugellante e sigillante della "pietra sopra"
ai gol maneschi dell'Inter: «Il gol di Adriano era regolare? Io ero in tribuna
seduto di fianco di Trapattoni e nessuno in diretta si è accorto di nulla, così
come sabato a Bologna. Platini ha detto che il contatto con la mano, con due
giudici di porta, sarebbe forse stato visto, ma non ha detto che era
assolutamente fallo come qualcuno ha sostenuto. Su quello di Bologna non si può
neppure parlare di fallo. Prima venivano puniti contatti di mano dove il
pallone colpiva la coscia e poi il braccio del giocatore. Nei tre casi di
questo ultimo week end, Yepes, Natali e Legrottaglie non credo che si possa
sostenere che ci sia stata volontarietà o il tentativco di sfruttare questa
maggiore disponibilità del regolamento. In tutti i tre casi si trovavano a un
metro dall'avversario che tira. Cambiasso? Il cross di Britos parte da
( da "AltaLex" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Danno
esistenziale, danno morale, assorbimento, precisazioni Cassazione civile ,
SS.UU., sentenza 16.02.2009 n° 3677 Stampa | Segnala | Condividi Danno
esistenziale ? danno morale ? assorbimento ? precisazioni [art. 2059 cod. civ.;
art. 115 c.p.c.] Il danno non patrimoniale è risarcibile nei soli casi previsti
dalla legge, i quali si dividono in due gruppi: le ipotesi in cui la
risarcibilità è prevista in modo espresso (fatto illecito integrante reato) e
quello in cui la risarcibilità, pur non essendo prevista da norma di legge ad
hoc, deve ammettersi sulla base di una interpretazione costituzionalmente
orientata dell'art. 2059 cod. civ., per avere il fatto illecito vulnerato in
modo grave un diritto della persona direttamente tutelato dalla legge. Il danno
non patrimoniale costituisce una categoria ampia ed onnicomprensiva,
all'interno della quale non è possibile ritagliare ulteriori sotto categorie.
Pertanto il c.d. danno esistenziale, inteso quale ?il pregiudizio alle attività
non remunerative della persona? causato dal fatto illecito lesivo di un diritto
costituzionalmente garantito, costituisce solo un ordinario danno non
patrimoniale, che non può essere liquidato separatamente sol perché
diversamente denominato. Il danno c.d. esistenziale, non costituendo una
categoria autonoma di pregiudizio, ma rientrando nel danno morale, non può
essere liquidato separatamente solo perché diversamente denominato. Il diritto
al risarcimento del danno morale, in tutti i casi in cui è ritenuto
risarcibile, non può prescindere dalla allegazione da parte del richiedente,
degli elementi di fatto dai quali desumere l'esistenza e l'entità del
pregiudizio. (1-13) (1) In materia di protesto illegittimo e lesione
dell?immagine, si veda Tribunale Lecce, sez. Maglie, sentenza 11.02.2009. (2)
In materia di danni da fumo e danno esistenziale, si veda Cassazione civile,
SS.UU., sentenza 15.01.2009 n° 794. (3) In materia di necessità dell?intergale
risarcimento del danno alla persona, si veda Cassazione civile, sez. III,
sentenza 13.01.2009 n° 469. (4) In materia di uranio impoverito e danno non
patrimoniale, si veda Tribunale Firenze, sez. II civile, sentenza 17.12.2008.
(5) In materia di quantificazione del danno morale (dopo le Sezioni Unite) si
veda Cassazione civile, sez. III, sentenza 12.12.2008 n° 29191. (6) Tra le
sentenze più recenti, immediatamente successive alle SS.UU. 2008, si veda
Tribunale di Lecce, sezione di Maglie, 368/2008, con nota di MAGGIULLI. (7) In
tema di danno non patrimoniale, si veda Cassazione Civile, SS.UU., 11.11.2008,
n. 26972 (si vedano anche le video riflessioni di VIOLA, in materia di
integralità del risarcimento del danno alla persona, e le video riflessioni di
CESARI, nell?ambito del convegno Il Risarcimento del danno non patrimoniale con
pregiudizi esistenziali tenutosi in Roma il 24 novembre 2008 presso il Palazzo
Marini della Camera dei Deputati. (8) Per la lettura dell?ordinanza di
rimessione, si veda Cassazione civile, sez. III, sentenza 25.02.2008, n. 4712
(vedi video-riflessioni di VIOLA e video-riflessioni di CESARI). (9) Si veda
anche Cassazione civile SS.UU. 21934/2008 in materia di spot illegittimo. (10)
In favore del danno esistenziale, si veda Cassazione civile 2379/2008. (11) In
materia di danno parentale e prova, si veda Cassazione civile 20987/2007. (12)
In dottrina, si veda anche PLENTEDA, il Danno esistenziale bagattellare e
transeunte e VIOLA, Il danno esistenziale come mancato guadagno non
patrimoniale, nonché VIOLA, Il mancato guadagno non patrimoniale (o danno
esistenziale?) dopo le SS.UU. e BUFFONE, Il danno non patrimoniale a 3 mesi
dalle S.U.: cosa è cambiato?. (13) Sul tema del danno tanatologico, si veda il
focus di D?APOLLO, Danno tanatologico: la giurisprudenza recente, nonché
VIOLA-TESTINI-MARSEGLIA, Il danno tanatologico. Altresì, per approfondimenti in
dottrina, si vedano: - FANTETTI, Diritto di autodeterminazione e danno esistenziale
alla luce della recente pronuncia delle S.U. della Cassazione, in
Responsabilità civile (La), 2009, n. 1, UTET; - VIOLA, Il danno nelle relazioni
affettive con cose e animali, in Responsabilità civile (La), 2009, n. 2, UTET;
- VILLANI, Perdita dell'animale d'affezione: danno esistenziale?, in
Responsabilità civile (La), 2008, n. 8-9, UTET; - CARONE P., Ulteriori
riflessioni sul danno esistenziale, in Danno e Responsabilità, IPSOA, 2008, 2;
- CESARI, Il risarcimento del nuovo danno non patrimoniale con pregiudizi
esistenziali - VIOLA, Il mancato guadagno esistenziale, in Studium Iuris,
2/2006, pag. 131; - DE GIORGI, Lesione del diritto all'ordine e risarcimento
del danno esistenziale, Studium Iuris, 2008, n. 2, CEDAM, p. 224; - ZAULI,
L'impotenza è danno esistenziale: va risarcito chi, a causa di un incidente, ha
perduto il suo vigore sessuale, in Responsabilità civile (La), 2008, n. 1,
UTET, p. 25; - CARBONE P., Ulteriori riflessioni sul danno esistenziale, in
Danno e responsabilità, 2008, n. 1, IPSOA, p. 210; - CASSANO, Rapporti tra
genitori e figli, illecito civile e responsabile. La rivoluzione
giurisprudenziale degli ultimi anni alla luce del danno esistenziale, in Vita
notarile, 2007, n. 1, EDIZIONI GIURIDICHE BUTTITTA, parte II, p. 315; -
LIBERATI, Il danno esistenziale nella giurisprudenza amministrativa, 2007,
GIUFFRÈ; - CASSANO, La giurisprudenza del danno esistenziale, 2007, CEDAM.
(Fonte: Altalex Massimario 8/2009. Cfr. nota di Giuseppe Buffone) SUPREMA CORTE
DI CASSAZIONE SEZIONI UNITE CIVILI Sentenza 4 novembre 2008 - 16 febbraio 2009,
n. 3677 (Presidente Prestipino - Relatore La Terza) Svolgimento del processo Il
Comune di Limbiate impugnava davanti alla Corte d'appello di Milano la
statuizione emessa dal locale Tribunale, con cui erano state accolte la maggior
parte delle domande proposte da D. D. e F. P., rispettivamente dirigente
amministrativo e dirigente dei servizi alla persona presso il predetto Comune,
i quali avevano lamentato la illegittimità del provvedimento di sospensione
cautelare e poi di revoca dell'incarico dirigenziale, adottato dal Sindaco,
nonché la illegittimità della delibera della Giunta comunale, prima di
dichiarazione di eccedenza e poi di collocamento in disponibilità dall'agosto
2002. I dirigenti avevano eccepito la mancata individuazione dei motivi della
revoca dell'incarico ed il mancato rispetto della relativa procedura; avevano
lamentato altresì: a) la sospensione dell'incarico protrattasi per oltre due
mesi; b) la dequalificazione a seguito dell'incarico dirigenziale a staff, non
avendo mai svolto alcuna attività; c) la nullità della procedura di modifica
della dotazione organica dei dirigenti e della connessa procedura di mobilità,
cui erano stati sottoposti, per la mancata osservanza dell'iter previsto sia
dalla legge, sia dalla contrattazione collettiva, sia dall'accordo integrativo
decentrato del Comune di Limbiate, anche perché la nuova dotazione organica
aveva previsto la creazione di due posizioni di staff poi eliminate a distanza
di soli due mesi; d) che detti atti amministrativi di organizzazione essendo
illegittimi, avrebbero potuto essere disapplicati dall'AGO, con conseguente
venir meno degli atti di esecuzione e cioè della dichiarazione di eccedenza e
della successiva collocazione in disponibilità; e) la illegittimità della
procedura di disponibilità di cui all'art. 33 del TU 165/2001; f) il carattere
comunque discriminatorio dei provvedimenti presi nei loro confronti, dovuti
alla loro diversa collocazione politica rispetto alla nuova giunta; chiedevano
quindi dichiararsi la illegittimità dei suddetti atti di gestione del rapporto,
previa disapplicazione degli atti amministrativi presupposti; la reintegra nel
posto di lavoro ed il risarcimento dei danni patrimoniali, e alla lesione della
loro professionalità, dei danni esistenziali, dei danni all'immagine e del
danno morale. La Corte d'appello, con la sentenza in epigrafe indicata,
confermava la illegittimità della revoca degli incarichi dirigenziali, nonché
la illegittimità del collocamento in disponibilità, confermava la misura del
danno patrimoniale e del danno all'immagine come liquidato dal primo Giudice,
riduceva il danno alla professionalità al 50% di quanto determinato dal
Tribunale per il D. ed all'80% per il F., rigettava la domanda di risarcimento dei
danni morali, mentre, disattendendo l'appello incidentale dei dirigenti,
rigettava la domanda di reintegrazione o riammissione in servizio nelle
precedenti mansioni dirigenziali. La Corte territoriale respingeva
preliminarmente l'eccezione di difetto di giurisdizione sollevata dal Comune,
sul rilievo che la revoca dell'incarico dirigenziale rientra nella
giurisdizione dell'AGO ai sensi della previsione espressa dell'art. 63 del
d.lgs 165/2001, mentre, quanto agli atti amministrativi presupposti, cd. di macro
organizzazione, come quelli relativi alla approvazione della nuova dotazione
organica dell'ufficio, i dirigenti ne avevano chiesto solo la disapplicazione
ai fini della declaratoria di illegittimità del provvedimento in disponibilità.
Quanto alla legittimità della sospensione prima e della revoca poi
dell'incarico dirigenziale, la Corte adita negava la esistenza degli addebiti
posti a fondamento del provvedimento, e ne affermava il carattere
discriminatorio per motivi politici e sindacali. Rilevato poi che non era stata
impugnata la sentenza di primo grado sulla esistenza del demansionamento
seguito ai provvedimenti di sospensione e revoca dell'incarico dirigenziale e
di successiva collocazione a staff, la Corte territoriale passava all'esame dei
provvedimenti di messa in disponibilità, di cui il Comune sosteneva la
legittimità. La Corte - esaminati gli atti che avevano dato luogo alla messa in
disponibilità, e precisamente le delibere n. 91 e n. 119 del 2002 di
modificazione della dotazione organica, con i quali era stata decisa la
eliminazione della posizione di staff in cui il D. ed il F. erano stati
collocati da ultimo, e quindi la riduzione delle posizioni dirigenziali ad una
sola, e cioè a quella preposta al settore tecnico - ne affermava la illegittimità
per vari profili: sia perché posta in essere in violazione dell'art. 6 comma 14
legge 127/97, che impone la rilevazione dei carichi di lavoro come presupposto
indispensabile per la rideterminazione delle dotazioni organiche (disposizione
non abrogata dall'art. 274 del TU), sia perché detta variazione non era stata
disposta in coerenza con la programmazione triennale del fabbisogno di
personale, come prescritto dall'art. 39 della legge 449/97, sia perché non vi
era stata una specifica concertazione con i rappresentanti sindacali della
dirigenza pubblica ai sensi dell'art. 4 del CCDI, mentre non era sufficiente la
prova, fornita dal Comune, di avere effettuato una comunicazione alle OO.SS.
territoriali confederali e di avere sottoscritto con le RSU e le OO.SS., in
data 20 maggio 2002, un verbale sindacale in cui si dava atto di una
concertazione positiva sul nuovo regolamento comunale. La illegittimità degli
atti presupposti si riverberava sui conseguenti provvedimenti di eliminazione
delle posizioni dirigenziali a staff, in cui il D. ed il F. erano stati
collocati e della successiva collocazione in disponibilità. Questi atti
riguardanti i due dirigenti erano quindi illegittimi, ma non nulli, non essendo
stati posti in essere per motivi discriminatori, avendo l'operazione di
riorganizzazione interessato una serie di posizioni ed essendo riservata alla
discrezionalità amministrativa, il che impediva l'accoglimento della domanda di
riammissione nelle precedenti mansioni, non tanto perché vige un generale divieto
di applicazione dell'art. 2103 cod. civ., ma perché il periodo di messa in
disponibilità era ormai praticamente concluso alla data della decisione di
primo grado, scadendo il termine di 24 mesi il 10 agosto 2004, con la
conseguenza che l'inadempimento contrattuale era ormai suscettibile solo di
tutela risarcitoria. Tuttavia all'epoca di presentazione del ricorso il
rapporto di lavoro non era ancora cessato, essendo la cessazione avvenuta per
il F. solo alla scadenza dei 24 mesi di collocazione in disponibilità, per cui
solo da tale data avrebbe potuto sorgere l'interesse dei due dirigenti ad
impugnare il recesso ed a chiedere la condanna ripristinatoria. Quanto al
risarcimento dei danni, confermato il diritto alle differenze retributive tra
quanto spettante nella precedente posizione dirigenziale e quanto percepito,
sia per il periodo di collocazione a staff dal primo aprile al 31 luglio 2002,
sia per tutto il periodo di 24 mesi di messa in disponibilità, la Corte, in
parziale accoglimento dell'appello del Comune, rigettava le domande di
risarcimento del danno morale e, ritenuta eccessiva la determinazione del danno
alla professionalità, la riduceva al 50% delle retribuzioni di fatto per il D.
e all'80% per il F., sul rilievo che il primo, nel 2004, aveva trovato altra
collocazione dirigenziale e che aveva svolto un'altra collaborazione per
l'intero anno 2003, mentre il secondo aveva svolto per minor tempo un'attività
lavorativa limitata. Avverso detta sentenza il Comune di Limbiate propone
ricorso con tre motivi nei confronti del D. che a sua volta ha proposto ricorso
incidentale con cinque motivi illustrati da memoria, cui il Comune ha risposto
con controricorso. Il F. ha proposto ricorso avverso la medesima sentenza con
otto motivi, ed il Comune di Limbiate ha resistito con controricorso e ricorso
incidentale con cinque motivi illustrati da memoria, cui il F. ha risposto con
controricorso. Il Comune ha presentato anche memoria. Motivi della decisione Va
preliminarmente disposta la riunione dei quattro ricorsi ex art. 335 cod. proc.
civ.. Con il primo motivo del ricorso principale proposto dal Comune di
Limbiate nei confronti del D. si denunzia la carenza di giurisdizione dell'AGO
in relazione agli atti amministrativi di adozione di una nuova dotazione organica
e di approvazione del nuovo regolamento comunale degli uffici di cui alle
delibere 91 e 119 del 2002, nell'esercizio del potere conferito dall'art. 2 del
TU 165/2001, in applicazione dell'art. 63 primo comma dello stesso testo
normativo. Sostiene il Comune ricorrente che, essendo stato impugnato l'atto di
determinazione del nuovo organico del personale, in applicazione della
normativa sopra indicata, dovrebbe essere dichiarata la giurisdizione del
giudice amministrativo anche in relazione agli effetti riflessi ed indiretti
del medesimo atto (la eliminazione della dirigenza a staff e della messa in
disponibilità). Il motivo attinente alla giurisdizione non è fondato.
( da "AltaLex" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
?Effettività
di tutela? per il Dirigente pubblico illegittimamente rimosso Cassazione civile
, SS.UU., sentenza 16.02.2009 n° 3677 (Giuseppe Buffone) Commenta | Stampa |
Segnala | Condividi Le Sezioni Unite, con la decisione 16 febbraio 2009, n.
3677, affrontano la questione relativa al diritto del dirigente alla
riassegnazione dell'incarico, revocato prima della scadenza prefissata, in
conseguenza della illegittimità del provvedimento presupposto. Altrimenti
detto: il Dirigente che ottenga, in sede di giurisdizione ordinaria, la
disapplicazione dell?atto amministrativo presupposto cui si ricollega, a valle,
la revoca del suo incarico, ha un mero diritto al risarcimento oppure può
conseguire l??esatto adempimento? con reintegra nella posizione lavorativa da
cui estromesso? Il tema è stato, per lungo tempo, risolto in modo contrastante
sia in dottrina che giurisprudenza, se non altro per le incertezze
interpretative che hanno contraddistinto la cd. contrattualizzazione del pubblico
impiego, in particolare, con l?ultimo tassello normativo del 2001 (il d.lgs. n.
165). Il casus decisus, nell?arresto in commento, riguarda il dirigente
amministrativo ed il dirigente dei servizi alla persona presso il Comune di
Limbiate i quali avevano lamentato, dinnanzi al Giudice ordinario, sez. lavoro,
la illegittimità dei provvedimenti amministrativi presupponente la revoca dei
loro incarichi. In particolare: il Comune aveva prima sospeso cautelativamente
i due dirigenti e, poi, previa riorganizzazione della dotazione organica, aveva
loro revocato gli incarichi, prima del termine naturale di scadenza. I due
dirigenti avevano fatto ricorso al locale Tribunale denunciando
l?illegittimità, per contrarietà alla legge, del provvedimento di riforma della
pianta organica del Comune e, dunque, avevano impugnato gli atti con cui si era
proceduto alla soppressione delle posizioni dirigenziali. Il Giudice di primo
grado aveva accolto le richieste introduttive del giudizio ma, come aveva poi
fatto il giudice d?appello, non aveva ?reintegrato? i dirigenti nell?incarico.
La Cassazione boccia le decisioni sul punto passando per i profili di
giurisdizione e, anche, soffermandosi sul danno non patrimoniale all?indomani
delle Sezioni Unite del novembre 2008. La giurisdizione: il ?giudice del
provvedimento?, il ?giudice dell?atto di gestione? Nel caso di specie come
visto, era stata impugnata la revoca di un incarico dirigenziale e la delibera
di variazione della dotazione organica dei dirigenti da parte di un Comune.
L?intervento delle SS.UU. si giustifica per il contrasto, tra le parti, circa
alla ?giurisdizione? dinnanzi a controversie del genere. Il Supremo collegio
non ha dubbi: il giudice da adire è quello ordinario. Ed, infatti, precisano
gli Ermellini, il G.A. è giudice del provvedimento ed il G.O. giudice dell?atto
di gestione: ciò nondimeno, i due ?atti?, nel pubblico impiego, in genere
coesistono ed, allora, occorre verificare quale pretesa sia stata introdotta
nel giudizio per acclarare quale sia la situazione giuridica soggettiva che si
assume lesa. Se trattasi di diritto soggettivo, gli atti amministrativi
presupposti non determinano la giurisdizione del G.A. posto che il G.O. ne
conosce disapplicandoli. Ciò vuol dire che le controversie concernenti gli atti
di organizzazione dell'amministrazione rientrano nella giurisdizione del
giudice ordinario, e sono passibili di disapplicazione, in tutti i casi in cui
costituiscano provvedimenti presupposti di atti di gestione del rapporto di
lavoro del pubblico dipendente. Nella specie i due dirigenti si dolevano
direttamente degli atti di gestione del rapporto - e cioè della revoca degli
incarichi dirigenziali e poi, a seguito della soppressione, di tutte le
posizioni dirigenziali, della dichiarazione di eccedenza e della successiva
messa in mobilità - rispetto ai quali il provvedimento di variazione della
pianta organica del Comune era evidentemente l'atto presupposto degli atti di
gestione medesimi. I dirigenti chiedevano quindi, non già l'annullamento, ma la
disapplicazione, sostenendone la illegittimità, di questo atto presupposto, al
limitato fine di sottrarre fondamento ai successivi atti di gestione del
rapporto di lavoro. Diritto del Dirigente alla reintegra La decisione che si
commenta è di particolare importanza, nel merito, perché registra gli effetti,
nello specifico terreno della Dirigenza pubblica, delle statuizioni del giudice
delle Leggi n. 233/2006, n. 104 del 2007, n. 103/2007 che, benché aventi ad
oggetto casi innegabilmente diversi da quello in esame, fanno tuttavia
comprendere ?i parametri entro i quali va collocata la tutela riservata al
dirigente pubblico, in termini di effettività?. Nell'ultima pronunzia citata il
Giudice delle leggi ha affermato che la prevista contrattualizzazione della
dirigenza non implica che la pubblica amministrazione abbia la possibilità di
recedere liberamente dal rapporto di ufficio e che quest'ultimo, sul quale si
innesta il rapporto di servizio sottostante, pur se caratterizzato dalla
temporaneità dell'incarico, deve essere connotato da specifiche garanzie, in
modo tale da assicurare la tendenziale continuità dell'azione amministrativa e
una chiara distinzione funzionale tra i compiti di indirizzo
politico-amministrativo e quelli di gestione, affinché il dirigente possa esplicare
la propria attività in conformità ai principi di imparzialità e di buon
andamento dell'azione amministrativa ex art. 97 Costituzione. Ha aggiunto la
Corte che, a regime, la revoca delle funzioni legittimamente conferite ai
dirigenti può essere conseguenza solo di una accertata responsabilità
dirigenziale, in presenza di determinati presupposti ed all'esito di un
procedimento di garanzia puntualmente disciplinato. Inoltre, con la sentenza n.
381 del 2008, la medesima Corte ha dichiarato la illegittimità
costituzionale della legge
delle Regione Lazio n. 8 del 2007, con la quale, in caso di decadenza dalla
carica conseguente a pronunzie della Corte Costituzionale, si dava alla Giunta
regionale la facoltà alternativa o di procedere al reintegro nelle cariche, con
ripristino dei relativi rapporti di lavoro, oppure di procedere ad
un'offerta di equo indennizzo. In detta pronunzia la Corte ha affermato che in
questi casi ?forme di riparazione economica, quali, ad esempio, il risarcimento
del danno o le indennità riconosciute dalla disciplina privatistica in favore
del lavoratore ingiustificatamente licenziato, non possono rappresentare, nel
settore pubblico, strumenti efficaci di tutela lesi da atti illegittimi di
rimozione di dirigenti amministrativi...?. Inoltre, con la sentenza n. 3929 del
20 febbraio 2007 la Corte di Cassazione ha affermato che ?dichiarato nullo e
inefficace il licenziamento di un dirigente comunale per motivi disciplinari
inerenti alla responsabilità dirigenziale, il dirigente stesso ha diritto alla
reintegrazione nel rapporto di impiego e nel rapporto di incarico, oltre che
alle retribuzioni sino all'effettiva reintegrazione?. Ed, allora: la
disapplicazione dell?atto presupposto non può limitarsi a generare una pretesa
risarcitoria ma, privando di effetti l?atto ?conosciuto? e disapplicato,
determina la ?riemersione? della situazione giuridica compromessa. Ne discende
che in caso di illegittimità, per contrarietà alla legge, del provvedimento di
riforma della pianta organica di un comune, con soppressione delle posizioni
dirigenziali, questo deve essere disapplicato dal giudice ordinario, con
conseguente perdita di effetti dei successivi atti di gestione del rapporto di
lavoro, costituiti dalla revoca dell'incarico dirigenziale, non sussistendo la
giusta causa per il recesso ante tempus dal contratto a tempo determinato che
sorge a seguito del relativo conferimento, con diritto del dirigente alla
riassegnazione di tale incarico precedentemente revocato, per il tempo residuo
di durata, detratto il periodo di illegittima revoca. Sui danni non
patrimoniali Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n.
26972 dell'11 novembre 2008 si sono espresse sulla risarcibilità del danno
morale ex art. 2059 cod. civ.. La pronunzia ha ribadito che il danno non
patrimoniale è risarcibile nei soli casi previsti dalla legge, i quali si
dividono in due gruppi: le ipotesi in cui la risarcibilità è prevista in modo
espresso (fatto illecito integrante reato) e quello in cui la risarcibilità,
pur non essendo prevista da norma di legge ad hoc, deve ammettersi sulla base
di una interpretazione costituzionalmente orientata dell'art. 2059 cod. civ.,
per avere il fatto illecito vulnerato in modo grave un diritto della persona
direttamente tutelato dalla legge. Nella medesima sentenza è stato aggiunto che
il danno non patrimoniale costituisce una categoria ampia ed onnicomprensiva,
all'interno della quale non è possibile ritagliare ulteriori sotto categorie.
Pertanto il c.d. danno esistenziale, inteso quale ?il pregiudizio alle attività
non remunerative della persona? causato dal fatto illecito lesivo di un diritto
costituzionalmente garantito, costituisce solo un ordinario danno non
patrimoniale, che non può essere liquidato separatamente sol perché diversamente
denominato. Ciò si traduce, nella decisione in commento, nell?affermazione
della tesi del cd. assorbimento: il danno esistenziale non ha una valenza
autonoma e quindi non è cumulabile in relazione al danno morale. Insomma:
reductio ad unum dei pregiudizi esistenziali. Una nota critica: successivamente
alle SS.UU. del novembre del 2008 si era scritto: il danno esistenziale ?non
esiste?. Nella decisione che si commenta, il registro, in realtà, già cambia:
il danno esistenziale? Esiste. Ma non è cumulabile con il morale. (Altalex, 24
febbraio 2009. Nota di Giuseppe Buffone) SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONI
UNITE CIVILI Sentenza 4 novembre 2008 - 16 febbraio 2009, n. 3677 Massima e
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( da "Sannio Online, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Valle
Telesina: Canone depurazione, domani se ne occupa il Consiglio Pubblicato il
24-02-
( da "Corriere Adriatico" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Si
attende la decisione della Consulta Si complica il varo del
nuovo vertice Rai La Corte Costituzionale potrebbe mettere in dubbio la legge
di nomina del Consiglio di amministrazione della Rai nel giorno della ratifica
dei sette componenti scelti dalla Commissione di Vigilanza da parte
dell'assemblea dei soci. Infatti mentre a Viale Mazzini il Ministero
dell'Economia e la Siae, i soci della Rai, si vedranno a mezzogiorno per
iscrivere nell'albo dei vertici della radiotelevisione pubblica i nomi dei
sette che ne guideranno il corso per i prossimi tre anni (Giovanna Bianchi
Clerici, Rodolfo de Laurentiis, Alessio Gorla, Nino Rizzo Nervo, Guglielmo
Rositani, Giorgio van Straten, Antonio Verro) la Consulta si ritirerà per aprire
la discussione nel merito sul caso del consigliere Angelo Maria Petroni. Era
stata la Commissione di Vigilanza nella scorsa legislatura a sollevare la
questione del conflitto di competenza nelle nomine quando il consigliere era
stato rimosso per fare posto a Fabiano Fabiani e la decisione potrebbe
rimettere in discussione i criteri di scelta della governance. Nonostante
l'indicazione in tempi rapidi della Vigilanza presieduta da Sergio Zavoli, il
nuovo vertice non parte sotto i migliori auspici e anche la scelta del
presidente - che deve essere espressione del centrosinistra - non è del tutto
piana. Pesa infatti sul nome il cambio della guardia alla guida del Pd e le
difficoltà che vive al momento il partito. Tramontata definitivamente l'ipotesi
di Pietro Calabrese, cara a Veltroni, Dario Franceschini potrebbe indirizzare
la sua attenzione all'ex direttore generale Pierluigi Celli che torna in auge
tra i candidati. Domani intanto è convocato l'ufficio di presidenza della
Commissione di Vigilanza che dovrà poi riunirsi per ratificare con voto
bipartisan di due terzi il nome del presidente. Prima serve però l'accordo e
tocca poi al Ministero del Tesoro esprimere il nome del consigliere mancante.
ELISABETTA STEFANELLI,
( da "Foglio, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
24
febbraio 2009 "Non è testamento biologico" Calabrò ci dice perché non
è vero che chi legifera sul fine vita è perduto Può per ora essere soddisfatto
il senatore Raffaele Calabrò, estensore del disegno di legge sul fine vita
adottato come testo base per la discussione parlamentare. Oltre ai voti del
Pdl, il testo è passato con sei voti contrari ma con l?astensione di tre
esponenti del Pd, compresa la capogruppo Dorina Bianchi. Chi legifera sul fine
vita è perduto, diceva in sintesi il Foglio di ieri, perché se si accetta il
terreno di battaglia “del diritto positivo, con l?elaborazione di una norma
bioetica in cui viene assegnata al cittadino la facoltà di decidere sulla
propria vita, gli argomenti più forti” diventano quelli di Beppino Englaro. Il
senatore Calabrò dice al Foglio che “la battaglia culturale è prioritaria. Ma
il disegno di legge interviene in una realtà in cui la magistratura, il
presidente di una regione, il direttore di una struttura sanitaria hanno potuto
decidere della vita e della morte di una disabile. Abbiamo l?obbligo di
legiferare per impedire che questo sia ancora possibile”. Calabrò non teme che
le buone intenzioni del ddl possano lasciare margini per un loro
stravolgimento. Per via di ricorsi alla Corte costituzionale, potrebbero per esempio
vanificarsi i limiti posti dalla normativa per quanto riguarda idratazione e
alimentazione. Rimarrebbe, in quel caso, la pura e semplice natura eutanasica
di qualsiasi forma, anche light, di testamento biologico. Calabrò
risponde che “sul piano della costituzionalità non temiamo nulla. L?articolo 32
riconosce la facoltà di scegliere se curarsi o meno per una patologia, se
accettarne o meno l?evoluzione naturale. Non è invece consentito dire che ci si
vuole suicidare. E alimentazione e idratazione, escluse dal nostro testo dalle
dichiarazioni anticipate di trattamento, non sono cure di una patologia, ma
sostegni vitali”. Calabrò sottolinea che questo vale anche per le persone in
grado di intendere e di volere: “Fu un giudice, durante uno sciopero della fame
e della sete di Pannella, a spingere per l?idratazione e l?alimentazione
coatte. Succede pure, nei casi di anoressia, che si impongano trattamenti per
salvare la vita di chi non vuole più mangiare. Ci sono scelte di vita e di
morte che non sono autorizzato a fare, altrimenti il codice penale non
condannerebbe la cooperazione al suicidio. Se è possibile dare indicazioni per
le terapie, non è possibile stabilire una via per il proprio suicidio”. Il
senatore Calabrò spiega anche perché “si è scelta una definizione diversa da
?testamento biologico?. Il testamento rimanda a una fissità e a una esecutività
che contrasterebbero con la salvaguardia del ruolo del medico, della sua
possibilità di agire in scienza e coscienza, a partire dagli orientamenti
espressi nelle dichiarazioni anticipate dal singolo ma nel confronto con il
fiduciario. Perché è dal colloquio tra medico e fiduciario che nascono alla
fine le decisioni”. C?è anche chi obietta che a interventi come l?inserimento
di un sondino nasogastrico non si possa negare la natura di atto sanitario. Il
quale, in quanto tale, se è rifiutabile da chi è capace di intendere e di
volere dovrebbe esserlo anche da chi non lo è più, attraverso le disposizioni
anticipate: “Ma non è così – risponde Calabrò – perché non è lo strumento che
fa l?atto sanitario. Dare il biberon è un atto sanitario? No, naturalmente.
Atto sanitario è quello che cura una determinata patologia. Il sondino
nasogastrico è un mezzo che non incide sulla patologia di base”. Infine,
Calabrò sottolinea che “quella che combattiamo non è una battaglia dei cattolici
contro i laici. E? una battaglia dei laici credenti e non credenti, che
risponde alla cultura e la civiltà di questo paese”. Leggi il testo del ddl -
Leggi Guerra di emendamenti nel Pd di Nicoletta Tiliacos
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Corò:
«La bolletta dell'acqua sarà meno pesante per le famiglie numerose» Martedì 24
Febbraio 2009, Aumenti in bolletta dilazionati e sgravi per la famiglie
numerose. Lo ha deciso nei giorni scorsi Acque Vicentine (ex Aim Vicenza Acqua)
- il consorzio che gestisce le risorse idriche di 29 comuni vicentini, pari ad
un bacino di 277mila abitanti - recependo l'indicazione dell'autority sulla
dilazione dell'incremento del 4% della tariffa ad usi domestici. L'incremento
della tariffa per il 2009 sarà quindi del 2,92%, mentre il 4% sarà ritardato,
in rate successive, negli anni 2010 e 2011. Per nuclei famigliari superiori ai
6 componenti gli alleggerimenti arriveranno invece fino al 25%. «Un'utenza
domestica che consuma 196 metricubi in un anno pagherà nel 2009, iva compresa,
260 euro, un importo tra i più bassi dell'intero Ato Bacchiglione», ha spiegato
il presidente di Acque Vicentine, Giancarlo Corò. Questo importo sarà quello
massimo dovuto, mentre alcune categorie di utenti pagheranno sensibilmente di
meno. In linea con le indicazioni dell'autorità verrà infatti applicata una
riduzione a beneficio delle famiglie numerose, con sconti sulla tariffa dal 10%
al 25% in relazione al numero dei componenti il nucleo familiare (a partire da
6 componenti). Riduzioni significative ci saranno poi per gli utenti non
allacciati ai depuratori, i quali non saranno più tenuti a pagare la
"quota depurazione", che incide per circa il 35% dell'intera tariffa.
Il provvedimento è un diretto effetto di una sentenza della
Corte Costituzionale, che però ha provocato un conseguente aggravio per le
tariffe pagate dagli utenti allacciati. «Gli incrementi tariffari - continua Il
presidente - servono a realizzare i necessari investimenti sul territorio, che
per la gran parte hanno proprio obiettivi ambientali». Acque Vicentine,
negli ultimi 6 anni, ha infatti stanziato per opere di potenziamento e
miglioramento della rete idrica nei comuni vicentini più di 72 milioni di euro
di cui 45, solo per opere di fognatura e depurazione. Nel 2009 sono già stati
pianificati investimenti per quasi 20 milioni di euro, di cui 14,5 milioni per
reti di fognatura e investimenti su depuratori. «In linea con il principio che
chi inquina paga - conclude - è in approvazione nelle aule parlamentari, e
potrebbe diventare legge addirittura ai primi di marzo, un provvedimento legislativo
che riequilibra la disparità di tariffa tra chi è allacciato a un depuratore e
chi ancora non lo è. Inoltre stabilisce una norma per cui gli eventuali
rimborsi per gli anni precedenti dovranno avvenire tenendo conto dei soldi già
spesi per la realizzazione degli investimenti di risanamento ambientale». La
società ricorda infine che per ogni informazione sul servizio e sulle tariffe,
comprese le modalità per usufruire delle riduzioni tariffarie, è disponibile il
numero verde 800397310 da lunedì a giovedì. Pietro Rossi
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Gruppo
di aiuto anti-depressione e suicidio Martedì 24 Febbraio 2009, Sacile È attivo
in riva al Livenza un gruppo di Auto mutuo aiuto in appoggio al Centro salute
mentale. Si tratta del gruppo "Aiutare a vivere" coordinato
da Barbara Brieda infermiera al Csm, che vede la collaborazione di alcuni
consulenti familiari del Ce.co.fam. Consultorio familiare appartenente
all'Ucipem. Gli incontri sono rivolti a persone che hanno tentato il suicidio,
a coloro che in qualche modo ne sono stati coinvolti (familiari, colleghi,
amici) e a persone con atteggiamenti depressivi o di forte disagio personale.
Il Gruppo si riunisce settimanalmente, ogni giovedì, dalle 18 alle 19.30, nei
locali del Centro di ascolto "La vela" (all'interno dell'Ospedale).
L'esperienza, sottolineano i promotori, «è nata dal desiderio di seguire alcuni
utenti del Csm, ma anche normali cittadini, in un cammino evolutivo e di
reintroduzione sociale. Il percorso si sviluppa in diverse tappe: affrontare il
sentimento di vergogna; attenuare e rendere sopportabili i sensi di colpa;
riuscire a parlare di ciò che si tende a negare e, infine, esprimere il
sentimento della rabbia ed elaborarla. Per informazioni rivolgersi al Centro La
vela 0434/736213 a Regina 328-4585136 e Bruno 339-2299901.
( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma,
24 feb. (Apcom) - Il plenum del Csm, stamattina, ha dato il
via libera al trasferimento d'ufficio dei magistrati coinvolti nello scontro
tra le procure di Salerno e Catanzaro. Enzo Iannelli, procuratore generale di
Catanzaro, farà il consigliere alla Corte d'appello, sezioni civili, di Reggio
Calabria, mentre il suo sostituto, Alfredo Garbati, andrà alla Corte
d'appello di Taranto, dove sarà consigliere delle sezioni civili. I pm di
Salerno Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani saranno invece trasferiti,
rispettivamente, al tribunale di Latina e a quello di Cassino, con funzioni di
giudici. Unanimità del Plenum sui trasferimenti di Verasani, Nuzzi e Garbati,
mentre il dibattito si è animato durante l'esame della posizione di Iannelli.
Ha infatti votato contro alla destinazione dell'ex procuratore generale di
Catanzaro il togato di Magistratura Indipendente Cosimo Ferri, mentre si è
astenuto il pg di Cassazione Vitaliano Esposito. Iannelli aveva infatti
indicato come sedi preferite quelle di presidente di sezione o di consigliere
di Cassazione o quella presidente della Corte d'appello de L'Aquila o Cagliari,
ma non è stato possibile accogliere le sue richieste
( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
(ASCA)
- Roma, 24 feb - ''Mai nella storia repubblicana c'e' stato un pericolo cosi'
grave per il ruolo della magistratura, dell'informazione e per la sicurezza dei
cittadini''. Lo ha affermato Leoluca Orlando, portavoce dell'Italia dei Valori,
che ha partecipato oggi alla manifestazione nazionale promossa dalla Fnsi-Fieg
e che ha visto, fra gli altri, la presenza dell'Associazione nazionale
magistrati. ''Il secondo lodo Alfano sulle intercettazioni - ha aggiunto -
contiene una limitazione alla liberta' e al diritto di cronaca dei
giornalisti''. ''All'iniziativa, che ha visto una massiccia adesione, si
respirava un'altissima tensione rispetto al pericolo di un'involuzione ainticostituzionale del nostro ordinamento democratico - ha detto
ancora il portavoce IdV - in un colpo solo, infatti, si colpiscono forze
dell'ordine e magistrati, di fatto non messi piu' in condizione di operare e si
colpisce il diritto di cronaca dei giornalisti per i quali si prevede anche il
carcere per le pubblicazioni di atti processuali (ancorche' non coperti da
segreto istruttorio), sino alla chiusura delle indagini preliminari. Senza
intercettazioni i criminali festeggeranno l'impunita' alla faccia della
giustizia''. ''Con il bavaglio ai giornalisti i cittadini dovranno aspettare anche
diversi anni per essere informati e andranno a votare senza sapere le ragioni
per le quali un Consiglio regionale si e' sciolto e per quali reati un
presidente della Regione e' stato arrestato. I condomini o i malati dovranno
aspettare anche anni prima di sapere che un proprio condomino e' un assassino o
che in una struttura sanitaria si pratichino, per fini speculativi, interventi
chirurgici inutili e letali''. ''Infine, i risparmiatori avrebbero dovuto
attendere e continuare per anni ad essere defraudati - ha concluso Orlando -
prima di conoscere le ragioni dell'arresto di Tanzi o dei ''furbetti del
quartierino'. L'Italia dei Valori sviluppera' un'opposizione pari al pericolo
che corre la nostra democrazia e, in attesa che la Corte
Costituzionale annulli questo attentato ai fondamentali principi
costituzionali, promuovera' un referendum popolare abrogativo anche contro
questo secondo lodo Alfano, il piu' grave attentato mai tentato nella storia
repubblicana, in un unico colpo, contro la magistratura, contro la liberta' di
informazione e contro la sicurezza di risparmiatori e cittadini''.
( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma,
24 feb. (Apcom) - Il testo base di maggioranza sul testamento biologico,
"così come è impostato", "si sottoporrà sicuramente a
dichiarazione di incostituzionalità, e soprattutto non finiranno le beghe
processuali e si continuerà a ricorrere al giudice", secondo Felice
Casson, senatore del Partito Democratico. "Di fronte a
norme messe in questo senso ci sarà chi chiederà l'intervento della Corte
Costituzionale. Anziché semplificare e chiarire le cose si continuerà ad avere
una bagarre", afferma Casson ai microfoni di 'Econews'. Per Casson,
"la persona capace di intendere e di volere deve avere la possibilità
assoluta di disporre del proprio corpo. Dunque, se una disposizione
relativa alla nutrizione e all'idratazione artificiali viene inserita nel
testamento biologico, è una disposizione che deve essere vincolante anche se la
persona non è più in grado di intendere e di volere".
( da "Articolo21.com" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Intercettazioni:
il sacrificio intollerabile del diritto all'informazione di Roberto Zaccaria La
tematica delle intercettazioni si pone al centro di tre fondamentali
beni-valori tutelati dalla nostra Costituzione: la giustizia e la sicurezza dei
cittadini, la privacy o meglio la riservatezza, il diritto di cronaca e
l?informazione. Noi dobbiamo giudicare se questo provvedimento realizza un
appropriato bilanciamento tra questi tre valori fondamentali. Si sostiene che
si deve tutelare meglio la privacy di fronte ad abusi che si sono verificati a
causa dei media. Possiamo anche essere d?accordo che in alcuni casi abusi ci
sono stati, ma stiamo attenti a non esagerare come si fa in questo
provvedimento che parte con quella motivazione e poi arriva da un lato a limitare
il potere dei giudici di far ricorso alle intercettazioni e contemporaneamente
si sottrae al cittadino il diritto di conoscere intercettazioni e processo.
Devo aggiungere, per la verità, che quasi tutti coloro che parlano degli abusi
raramente fanno riferimento a casi concreti. Quelli a cui si fa riferimento più
frequentemente (Vallettopoli, Falchi e Ricucci, alcune intercettazioni
eccellenti) non mi sembrano così gravi da operare un così drastico
ridimensionamento dell?istituto. Non vorrei che vi fossero dei casi sottintesi
che costituiscono la vera ragione di tutto questo. La sensazione sicura
leggendo il testo nel suo complesso è che si stia operando un fortissimo giro
di vite, che con questo provvedimento si voglia ridurre da un lato ridurre l'utilizzazione
dello strumento delle intercettazioni e dall?altro a ridurre anche
drasticamente la possibilità di conoscere quello che avviene intorno al
processo. Ci si fa carico, nella maggioranza parlamentare e nel Governo, di una
sorta di indignazione popolare, ma siamo sicuri che di questo si tratti? E?
indignazione popolare quella che ha prodotto tutto questo? Domandiamoci meglio:
è indignazione della pubblica opinione o piuttosto è un?indignazione che si
ritrova essenzialmente nel Palazzo? Se si getta lo sguardo su Internet, su
Facebook, sulla posta elettronica si percepiscono sentimenti del tutto diversi,
si formano gruppi di migliaia di persone che non vogliono affatto limitare le
intercettazioni. In sintesi io penso che il sacrificio dell?informazione in
questo provvedimento sia gravissimo. Voglio fare quattro esempi che mi paiono
significativi: Il primo è la modifica dell'articolo 114 del codice di procedura
penale dove si dice molto chiaramente che, anche quando è finita la copertura
del segreto investigativo, rimane il divieto di pubblicazione. Questo è
gravissimo. Non è questo il modo di fare il bilanciamento tra gli interessi
costituzionali. Quindi, anche quando non ci sono più esigenze di giustizia da
tutelare, i cittadini non possono sapere; addirittura non si può sapere neppure
chi è il magistrato, la sua faccia, il suo nome. Nulla è dato sapere del
processo, degli arresti eventuali, della loro motivazione.. Secondo esempio:
modifica dell?articolo 147 delle norme di attuazione del codice di procedura
penale. Questa disposizione consentiva la ripresa del processo, anche di fronte
alla contrarietà delle parti, quando c'era un interesse sociale a conoscere. Un
solo caso fra tutti: il processo di Catanzaro e quello sulle stragi sono stati
fatti e ripresi proprio in virtù di un fortissimo 'interesse sociale. Era
compito del giudice valutare tutto questo. Ora con l?abrogazione della
disposizione tutto questo non si potrà più fare. Terzo esempio: è stato
inserito un rafforzamento delle pene per la violazione delle norme sulla
violazione del segreto investigativo o della privacy, non a carico di chi
commette il reato, ma degli editori. è detto con una formula criptica; si parla
degli «enti» e di «sanzioni». è una cosa comica: si applica all'ente la sanzione
pecuniaria da
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Domani la Corte Costituzionale eleggerà il suo nuovo
presidente, che prenderà il posto di Giovanni Maria Flick, il cui mandato è
scaduto il 18 febbraio. A salire sullo scranno più alto della Consulta dovrebbe
essere il giudice costituzionale Francesco Amirante, napoletano,
che è il più anziano e resterà in carica fino a dicembre 2010.
( da "AltaLex" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Pensione
di inabilità, immigrati, requisiti necessari, illegittimità Corte
Costituzionale , sentenza 23.01.2009 n° 11 Commenta | Stampa | Segnala |
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illegittimità [L. 118/1971] E? costituzionalmente illegittima la normativa
nella parte in cui viene escluso che la pensione di inabilità possa essere
attribuita agli stranieri extracomunitari soltanto perché essi non risultano in
possesso dei requisiti di reddito già stabiliti per la carta di soggiorno ed
ora previsti per il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
(Fonte: Altalex Massimario 8/2009) Corte Costituzionale
Sentenza 23 gennaio 2009, n. 11 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: - Giovanni Maria FLICK Presidente
- Francesco AMIRANTE Giudice - Ugo DE SIERVO " - Paolo MADDALENA " -
Alfio FINOCCHIARO " - Alfonso QUARANTA " - Franco GALLO " -
Luigi MAZZELLA " - Gaetano SILVESTRI " - Sabino CASSESE "
- Maria Rita SAULLE " - Giuseppe TESAURO " - Paolo Maria NAPOLITANO
" - Giuseppe FRIGO " - Alessandro CRISCUOLO " ha pronunciato la
seguente SENTENZA nel giudizio di legittimità costituzionale
dell?art. 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per
la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ? legge
finanziaria 2001), e dell?art. 9, comma 1, del decreto legislativo 25 luglio
1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina
dell?immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), come modificato
dall?art. 9, comma 1, della legge 30 luglio 2002, n.
( da "Campaniapress" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Febbraio
24th, 2009 Caso De Magistris, il Csm trasferisce la sannita Gabriella Nuzzi al
Tribunale di Latina (Ansa) Roma 24 febbraio 2009 - Andrà alla Corte di Appello
di Reggio Calabria e sarà consigliere con destinazione alle funzioni civili il
pg di Catanzaro Enzo Iannelli, uno dei principali protagonisti dello scontro
con la procura di Salerno legato alle inchieste avocate al pm del capoluogo
calabrese Luigi De Magistris. Lo ha deciso il plenum straordinario del Csm che
oggi ha assegnato le nuove sedi e funzioni ai quattro magistrati dei due uffici
giudiziari al centro della vicenda, trasferiti d'ufficio dalla sezione
disciplinare di Palazzo dei Marescialli. Alfredo Garbati, uno dei sostituti di
Iannelli, sarà consigliere di Corte di Appello a Taranto. Il sostituto
procuratore di Salerno Gabriella Nuzzi andrà al Tribunale di Latina con
funzione di giudice. Il suo collega Dionigio Verasani farà il giudice al
Tribunale di Cassino. Trattandosi di misure cautelari urgenti, i trasferimenti decisi dal Csm sono immediatamente esecutivi. La
nuova sede e funzione per Iannelli proposte dalla terza commissione del Csm è
stata approvata dal plenum a maggioranza con il voto contrario del consigliere
di Magistratura Indipendente Cosimo Ferri, e l'astensione del pg della
Cassazione Vitaliano Esposito. Iannelli aveva chiesto di fare il
presidente di sezione o il consigliere di Cassazione, il presidente della Corte
di Appello di L'Aquila o di Cagliari, funzioni considerate , però, "del
tutto incompatibili con l'assegnazione della sede in seguito a trasferimento di
ufficio". All'unanimità sono passati invece i trasferimenti per Garbati,
Nuzzi e Verasani, che avevano indicato tra le preferenze la sede decisa dal
plenum. Posted in rassegna stampa | This entry was posted on Martedì, Febbraio
24th, 2009 and is filed under rassegna stampa. You can follow any responses to
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( da "Caserta News" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Martedì
24 Febbraio 2009 Polverino: "Continua battaglia per chiusura cave"
POLITICA | Caserta "Non c'è da meravigliarsi se il
potere della sinistra arriva fino alla Corte Costituzionale. Il tentativo di
favorire i cavaioli e i cementieri è riuscito, ma è ancora presto per cantare
vittoria. Il lavoro portato avanti dai cittadini e dalle associazioni è stato
reso nullo da coloro che si sono rivolti alla Consulta, con una forza che è
andata oltre la volontà di una comunità, che da anni combatte per
liberare il territorio dal veleno e dalla morte. La soddisfazione del momento?
Sappiamo chi difende gli stabilimenti che avvelenano. Un avvelenamento che da
noi significa aumentata mortalità per cancro e aumentata percentuale di
contrarre malattie respiratorie". E' l'amaro commento del Consigliere di
An, Angelo Polverino, che con un suo emendamento alla legge sulle cave, aveva
posto un veto alla continuazione dell'attività estrattiva nelle aree critiche.
Sembrava la fine di un incubo, ma ecco che ritorna e più forte di prima.
"Continuerò la battaglia, sostiene Polverino, con quanti non devono
sentirsi sconfitti. Un risultato l'abbiamo ottenuto. Abbiamo vinto l'indifferenza
ed oggi siamo in tanti a rivendicare il diritto alla salute e la salvaguardia
del territorio, a seguito dello scempio provocato dalle ditte Moccia e
Cementir. Il cinismo di quanti continuano con ostinazione a permettere la
devastazione del nostro territorio ha i giorni contati. Certi politici, sia
alla Provincia che alla Regione, refrattari al problema ed amici degli
imprenditori sempre disponibili a finanziare la politica, devono fare i conti
con il giudizio della gente, oggi più imbestialita di prima". Caserta,
sempre più provincia di Seveso, la città della Brianza, colpita dalla
catastrofe ambientale, con la decisione della Consulta si appresta a vivere una
nuova fase di precarietà. "Per la prima volta, continua l'alleanzino, la
Regione Campania si era dotata dello strumento più importante, per
regolamentare l'attività delle cave e dei cementifici. Qualcuno ha voluto di
proposito questa vacatio legislativa, per fare un favore ai faccendieri della
politica. Quelli, per intenderci, che non guardano in faccia a nessuno, pur di
creare le commistioni più sciagurate". Al momento è buio totale. Doveva
esserci la ricomposizione del territorio distrutto dalle cave e dai
cementifici. Il futuro diventa decisamente incerto per l'area impattata dal
degrado. Se la Regione deciderà di chiudere gli impianti, la soluzione sarà
l'inceneritore al posto dei cementifici. "Non è così, conclude Angelo
Polverino. Premesso che bisogna con urgenza porre rimedio con un nuovo
ordinamento, va valutato accuratamente il deliberato n. 1500 del 18 settembre
del 2008. Da questo bisogna partire, dal momento che la Regione Campania fissa
due paletti, difficili da rimuovere. Il primo è che le attività estrattive sono
incompatibili con l'entrata in esercizio del Policlinico. Il secondo, parimenti
importante, è che il Piano Regionale Attività Estrattive classifica come area
altamente critica quella per la quale era stata chiesta la chiusura di ogni
attività. La situazione è talmente delicata che qualcuno corre il rischio di
rimetterci lo zampino".
( da "AprileOnline.info" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Intercettazioni,
c'è un fronte anti-governo Andrea Scarchilli , 24 febbraio 2009, 17:40 Politica
Giornalisti, editori, magistrati, più il Partito democratico, l'Italia dei
valori e, sebbene con più disponibilità al dialogo, l'Udc. A chiedere la
radicale modifica del provvedimento è un vasto fronte politico - professionale.
Sotto accusa il requisito dei "gravi indizi di colpevolezza" che
stroncherebbe lo strumento investigativo, e l'oscuramento, per vie traverse,
della cronaca giudiziaria. Sul secondo punto ci sono anche le perplessità della
Bongiorno Polemico e sopra le righe, ma efficace più del solito. La posizione
della maggioranza sul disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche,
appena licenziato dalla Commissione giustizia e "in coda" alla
Camera, l'ha riassunta il capogruppo al Senato del Popolo della libertà,
Maurizio Gasparri: "Questa situazione di eccessi è inaccettabile. Non può
continuare questo festival, questo carnevale di pubblicare di tutto e di
più". E' la linea di battaglia di Pdl e Lega nord: la cura di cavallo è
necessaria a stroncare gli abusi. Ma il problema, non da poco, è che la terapia
rischia di rivelarsi, più o meno consapevolmente non è dato sapere, più dannosa
della malattia. Per stroncare gli abusi, insomma, si finisce con il rendere
inutilizzabile dai magistrati lo strumento delle intercettazioni telefoniche.
Questo accadrà, se al pm viene imposto - come vuole il ddl - il requisito dei
"gravi indizi di colpevolezza" per potere avvalersi delle
intercettazioni. Con la normativa attuale, è utile richiamarla per evidenziare
lo sproposito, basta che sia evidente il reato, non il colpevole. Del resto,
intercettare chi si è quasi certi sia colpevole (e per di più per un tempo -
limite di trenta giorni), serve a poco. L'intercettazione telefonica, da mezzo
per raccogliere prove, diventa orpello investigativo da utilizzare a prove
acquisite. Quando si riesce ad acquisirle, queste prove: perché, ad applicare
la normativa partorita dalla maggioranza, tanti reati e tanti colpevoli
sfuggirebbero dalle maglie della giustizia. Basta pensare a quante inchieste
sono state condotte con successo proprio grazie alle intercettazioni
telefoniche? Si pensi a Parmalat, o all'omicidio di Massimo D'Antona. A tutto
questo, si aggiunge l'attacco all'informazione. Su due fronti. Il primo: il
provvedimento governativo impedisce di pubblicare tutti gli atti (compreso il
riassunto di questi, e comprese le intercettazioni) fino alla fine delle
indagini preliminari. Praticamente la fine della cronaca giudiziaria. In più,
il giornalista che pubblica intercettazioni che dovevano andare distrutte
rischia fino a un mese di carcere. Un deterrente da brividi. Tanto basta, tra
requisiti per l'autorizzazione e nuove norme sulla diffusione, a determinare la
composizione di un fronte composito ma compatto contro la nuova disciplina
messa a punto della maggioranza. Ad opporsi sono Partito democratico e Italia
dei valori dal versante politico, giornalisti editori (insolitamente a
braccetto) e magistrati da quello professionale. Gasparri ha parlato a margine
di un convegno, organizzato proprio dalla Federazione nazionale della stampa e
a cui hanno aderito gli editori, in cui si sono ascoltate parole critiche, di
stroncatura. Come quelle del presidente della Fnsi, Roberto Natale: ha definito
il testo "pericoloso", è convinto che distruggerebbe "la
possibilità di conoscenza da parte di milioni di cittadini italiani".
Natale ha avvertito: "Non accettiamo mediazioni perché ne va della qualità
della democrazia". Il presidente della Federazone degli editori, Carlo
Malinconico, ha messo l'accento sulla necessità di "preservare un valore
fondamentale come la libertà di stampa". A proposito dela norma prevista
nel ddl, quella che farebbe calare il sipario sulle notizie prima dell'udienza
preliminare, ha rilevato: "Sembra essere andata al di là delle intenzioni,
è sproporzionata rispetto all'obiettivo. Il diritto di cronaca è componente
essenziale della libertà di stampa". Il segretario dell'Associazione
nazionale dei magistrati, Giuseppe Cascini, ha denunciato "la sostanziale
demolizione dello strumento di indagine delle intercettazioni" e sui
divieti di pubblicazione osservato che "la nostra indipendenza deve
trovare una rispondenza nel controllo dell'opinione pubblica". La
capogruppo democratica in Commissione giustizia, Donatella Ferranti, non ha
esitato a definire il ddl "un regalo alla criminalità". L'Italia dei
valori, a distanza, ha annunciato la preparazione del referendum abrogativo.
Secondo il leader Antonio Di Pietro il provvedimento governativo è "un
attentato alla Costituzione" perché faà arrivare i procedimenti "a
prescrizione sicura", "impedisce alla stampa di informare" e
"mette a rischio la sicurezza dei cittadini impedendo ai magistrati di
fare intercettazioni". Sui gravi indizi di colpevolezza come presupposto
alle intercettazioni e sul carcere per i giornalisti, pure l'Udc - con Michele
Vietti - ha ribadito il proprio dissenso: "Sono "inaccettabili",
annunciando il voto contrario al testo se il governo e la maggioranza non cambieranno
queste norme. Qualche rinsavimento potrebbe giungere dalla maggioranza, che non
è compatta come vorrebbe far credere. Il sottosegretario Paolo Bonaiuti ha
detto di "sperare in un ripensamento" sulle norme che prevedono il
carcere per i giornalisti. Anche la presidente della Commissione, Giulia
Bongiorno, non è del tutto convinta, specialmente in relazione all'oscuramento
della cronaca giudiziaria. In serata ha scritto al presidente dell'Ordine dei
giornalisti, Lorenzo Del Boca, una lettera che suona come un impegno ad
ammorbidire i divieti di pubblicazione. Si legge, tra le altre cose, nella
missiva: "Un divieto totale di pubblicazione di atti giudiziari fino alla
conclusione delle indagini o fino al termine dell'udienza preliminare,
azzererebbe qualsiasi forma di conoscenza nelle prime fasi dell'attività
giudiziaria relativa a delitti di grave allarme sociale". Ha manifestato
perplessità anche Gaetano Pecorella, ex avvocato del premier già a un passo
dall'elezione alla Corte costituzionale. Pecorella ha espesso dei dubbi sul rispetto - da parte del ddl
- del "valore costituzionale della corretta e buona amministrazione della giustizia". Si
è detto "favorevole" al primo testo del governo, in cui per
autorizzare le intercettazioni si prevedevano "gravi indizi di reato"
per i delitti meno gravi e "sufficienti indizi" per quelli
piu' gravi come mafia e terrorismo. Pecorella poi trova giusto introdurre un
termine per l'uso degli ascolti, ma "bisogna prevedere - ha osservato -
che in casi eccezionali l'intercettazione possa proseguire", e ha definito
"eccessiva" la misura del carcere ai giornalisti. Insomma,
all'interno della maggioranza qualche fibrillazione c'è. Ne è la conferma
l'uscita di Umberto Bossi. Alla Camera, incrociando i cronisti, il leader leghista
ha detto sibillinamente: "Sulle intercettazioni è tutto risolto".
( da "Napoli.com" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
24/2/2009
Le radici di Dario di Mario Caruso Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, dice
che ?Il Pd rasenta il ridicolo?. Matteo Renzi, candidato al Comune di Firenze
considerato l?emergente del partito, portavoce di giovani e gioventù ritiene
che ?con Franceschini è stato eletto il vicedisastro?. Tra i big ha
vinto Bersani, riconfermato nel gruppetto che avrà una scrivania al loft. Ma
Bersani non era il calzolaio che voleva fare lo scarpino a Veltroni? Che
succede, ora? Lungi dal pensare che l?ex ministro-ombra dell?economia
aveva già un accordo segreto con il nuovo segretario?! Rutelli si agita,
e cerca la ?terza via? per costruirci case per gli ex democristiani e aiuole
per far ricrescere le margherite. Veltroni si fa riprendere in una
passeggiata mattutina per le strade romane, giacca blu e pantalone bianco?
l?abito fa il monaco per un nuovo inizio di vita. Mentre il resto dei
riformisti sono infinocchiati nella ?guerra di Sant?Anna?, alla fine il
vincitore deciderà se gli italiani devono morire mangiando o digiunando. Con
l?aiuto di papa Beppino che è? venuto allo scoperto. A Napoli il Pd è
una sfogliatella, un babà della premiata ?ditta Bassolino? proprietaria di
varie pasticcerie in ?Via dell?Indotto?. Merce buona, ?mantenuta in sicurezza?
per l?ex cliente Veltroni, ma che, ora, va tutta all?asta. A Napoli Morando è
stato riconfermato capo della ronda? se nei pasticcini la ricotta va in acido
la colpa non è del ?padrone? ma di quella imprevendibilità della cattiva
politica che non è neanche azzardabile? oggi e sempre! Alla cerimonia
della cacciata del giovane walter un posticino anche per la sindaca di Napoli.
Viaggio agevolato, con la macchina blù-notte, ma lei in genere il fine
settimana lo trascorre a casuccia sua a Roma, nel caso medesimo vestita? di
sacro e di profano per stare con la sua gente. La capitale ha un passato
indimenticabile e irripetibile per Rosetta-Rosetta, trascorso tra le
?bassanine? e la Carta. E immaginando il suo reale ingresso nella Sala della
Corte Costituzionale. Nella ?sala dei tremila? poltroncine vuote (neve,
pioggia e vento? insomma il ?pessimo clima? ha fermato il viaggio degli ospiti)
la sindaca si fa riprendere dalla tivù mentre attentissima presta orecchie alla
filastrocca del figliuolo di papà partigiano Franceschini, il quale nella
mattinata del ?giorno dopo? la partenza del fu segretario aveva posato la
sua mano sulla Carta di casa rispolverata per il ?Giuramento di Ferrara?,
entrato di diritto nella Storia d?Italia. Che dire? La politica è cultura,
è storia, è geografia, è religione. Tutto messo lì, tra uomini e cose, per
presenziare alla cerimonia del non più a procedere, da dimenticare, da
cancellare, da abiurare?per preparare la carovana degli esploratori alla
ricerca del Passaggio a Nord/Ovest. È mancato solo l?inno del signor
Mameli, ma la musica ha i suoi tempi, e il sipario era appena calato sul
Festival della Canzone Italiana!!! Il giovane segretario ha una storia
antica? Dario III Codomano, il Re di Persia sconfitto da Alessandro Magno nella
battaglia di Isso è ricordato in un mosaico che decorava la Casa del Fauno a
Pompei, ora nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Visto? Ecco il
collegamento con la nostra città...
( da "Sestopotere.com" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Conflitto
Cofferati - Bossi: Cgil, grande soddisfazione per vittoria ricorso Corte
Strasburgo (24/2/2009 19:38) | (Sesto Potere) - Roma - 24 febbraio 2009 - La
Cgil, in una nota della segreteria nazionale, esprime: “grande soddisfazione
per la vittoria del ricorso presso la Corte Europea dei Diritti dell?Uomo,
Consiglio d?Europa, che ha riconosciuto la legittimità ad agire nella causa per
diffamazione contro Umberto Bossi, che nel 2002, pronunciò frasi ingiuriose
contro la Cgil e l?allora segretario generale Sergio Cofferati, accusandoli,
nella vicenda della difesa dell?articolo 18, di una condotta tale da aver
ispirato la follia brigatista”. “La Camera dei Deputati - prosegue la nota -
sostenne e difese l?immunità parlamentare di Bossi, impedendo al Tribunale di
Roma di procedere nei confronti dello stesso. In seguito, nel conflitto tra
l?istituzione giudiziaria e quella parlamentare, la Corte costituzionale
rigettò il ricorso del giudice. Nel 2007, perciò, Sergio Cofferati e Guglielmo
Epifani, assistiti dall?avv. Franco Coccia, promossero il ricorso presso la
Corte di Strasburgo che ha portato oggi al riconoscimento del diritto
all?accertamento pieno del carattere diffamatorio di quelle affermazioni da
parte del giudice competente, condannando lo Stato italiano al pagamento delle
spese processuali, con un risarcimento di ottomila euro ciascuno”. “Resta
ovviamente il rammarico - conclude la nota della segreteria nazionale della
Cgil - che, per ottenere ragione, si sia dovuti ricorrere alla giustizia
europea”.
( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Potenza,
24 feb. (Apcom) - Al Consiglio Superiore della Magistratura sono arrivate 17
domande da parte di giudici che si candidati per l'incarico di capo della
procura generale di Potenza. Il posto, attualmente ricoperto da Vincenzo
Tufano, si libererà ad aprile. Ecco i nomi di chi vorrebbe prendere il suo
posto: Dolcino Favi, ex avvocato generale della procura di Catanzaro; Emilio
Marzano, sostituto procuratore della Repubblica a Bari; Luigi Ciampoli,
sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione; Nicola Miriano,
sostituto procuratore a Perugia; Giuseppe Febbraro, sostituto procuratore
generale della Corte di Cassazione; Giovanni Francesco Izzo, sostituto
procuratore a Cassino; Francesco Iacone, sostituto procuratore generale della
Corte d'appello di Napoli; Renato Liguori, sostituto procuratore generale della
Corte d'Appello di Potenza; Emilio Ledonne, sostituto procuratore Direzione
nazionale antimafia; Pietro Ramando, presidente della seconda sezione della
Corte d'Assise di Napoli; Raffaele Motti, presidente del Tribunale di Nola
(Napoli); Massimo Lucianetti, capo della procura di Lucera (Foggia); Paolo
Albano, sostituto procuratore a Santa Maria Capua Vetere (Caserta); Angelica Di
Giovanni, presidente del Tribunale di sorveglianza a Napoli; Michele Cristino è presidente del Tribunale di Foggia; Modestino
Roca, sostituto procuratore generale a Potenza; Francesco Verdoliva, capo della
procura del Tribunale dei minorenni di Sassari. Sarà il Csm, entro aprile, a
nominare il sostituto di Tufano.