CENACOLO DEI COGITANTI |
SERIE D Sanvitese - Jesolo
(Frizza di Perugia) ( da "Corriere
delle Alpi" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Montali di Treviso) Castion Loria -
Fiori Barp (Mirarco di Treviso) Virtus Csm - La Sernaglia (Moretti di Treviso)
Foen - Tegorzo (Palmieri di Conegliano) Classifica: Cisonese 51; Montegrappa
47; Caerano, Bessica 46; Sp Calcio 40; Virtus Csm 36; Tegorzo 31; Juventina,
Union Maser 28; Foen 26; Agordina 22; Castion Loria, La Sernaglia 21;
Cronaca nera? Sì, ma non
troppo ( da "Giornale
di Brescia" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: giudice della Corte costituzionale,
di Gianna Schelotto, psicologa e scrittrice e di Cipriana Dall'Orto,
codirettore di «Donna Moderna». A condurre la discussione, Mariano Sabatini,
giornalista e scrittore, critico televisivo di «Metro» e «Radio Capital». Il
talk show è partito da una domanda: cosa significa «ma non troppo»?
Eccellenza:
Vedelago-Giorgione, un derby classico Promozione: Vittorio ultimo ostacolo per
l'Opitergina ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm Resana-San Giuseppe;
Vidor-Fanzolo; Sant'Antonino-Fontane; Padernello-Milan Guarda; Rovere-Postioma;
Vedelaghese-Valdosport; Sangiorgese-Evolution Team; Staffolo-Morosini Biancade;
Zensonese-Torre Mosto; Real Stroppari-Union 98; Eagles Pedemontana-San Pietro
Rosà.
Doppio canone, Zugno nella
bufera ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: dopo che a ottobre la Corte
costituzionale ha sancito che i cittadini che non sono allacciati al depuratore
comunale non devono più pagare - come è successo per molti anni, fino ad oggi -
il servizio. A Mauro non va giù che, presentando i moduli alla stampa
supportato dalla Corte dei conti, Zugno abbia detto che il rimborso salta per
chi ha perso le vecchie ricevute.
Quando la giuria siede in
poltrona ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Un giudice della Corte
costituzionale, una conduttrice tv, una psicologa e la direttrice di un
«femminile» a confronto sui processi celebrati dai media Quando la giuria siede
in poltrona di Mimmo Varone Un fatto: il crimine affascina e i media ci si
buttano a capofitto.
verbali sull'inchiesta
rifiuti vertice della giunta anm ( da "Repubblica,
La" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: non condivisa dai pm Giuseppe
Noviello e Paolo Sirleo, di stralciare sette posizioni (fra le quali quella del
prefetto Alessandro Pansa) dall´elenco delle richieste di rinvio a giudizio. Il
Csm dovrà decidere se lo stralcio vada considerato una revoca, come sostenuto
dai due pm, oppure no come ritenuto dal procuratore. (d.d.p.)
centro oli, in piazza
contro la regione ( da "Centro,
Il" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: corte costituzionale. «Siamo
fortemente preoccupati dell'immobilismo della giunta regionale e del suo
presidente, Chiodi, sulla spinosa questione della trasformazione dell'Abruzzo
in regione petrolifera», precisa il presidente del comitato Natura verde,
Giusto Di Fabio, «sono passati inutilmente i 45 giorni utili per fare una
qualsiasi opposizione o un emendamento alla impugnativa
Â<Interessi economici
dietro i silenzi del presidente ChiodiÂ>
( da "Tempo, Il" del
22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: fatto scadere i termini processuali
stabiliti per la costituzione in giudizio della Regione nel ricorso alla Corte
Costituzionale contro la legge "blocca Centro Oli", promosso dal
Governo Berlusconi. Il Governo - ricorda Acerbo - presentò a metà dicembre il
ricorso alla Corte Costituzionale sulla legge regionale n 14 del 15 ottobre
2008 che bloccava l'insediamento del Centro Oli».
piano casa, la toscana si
ribella ( da "Repubblica,
La" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: a Palazzo Panciatichi si sta
studiando come neutralizzare la strategia berlusconiana di rimessa in moto
dell´economia in deroga agli strumenti urbanistici. L´assessore all´urbanistica
Riccardo Conti annuncia che solleverà l´eccezione di costituzionalità davanti
alla Corte costituzionale: «Andremo al conflitto istituzionale», ha dichiarato.
CARRATU´ A PAGINA II
la regione contro il
governo "ricorso alla corte costituzionale" - maria cristina carratu'
( da "Repubblica, La"
del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ricorso alla Corte
costituzionale" L´assessore Conti: pronti a una nostra legge che contrasti
quella nazionale Il piano casa "Ci aspetta un anno di condono preventivo,
un vero assalto alla diligenza" MARIA CRISTINA CARRATU´ PIANO CASA II, la
contromossa. Mentre gli uffici tecnici di Comuni e Regione cercano di capire
cosa sta per abbattersi anche sulla Toscana,
<Basta sconti ai
killer> ( da "Secolo
XIX, Il" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: per gli omicidi del vicepresidente
del Csm Vittorio Bachelet, attacca a sua volta lo sconto di pena
sull'abbreviato («A me appare una violazione gravissima dell'articolo 3 della
Costituzione, dove si dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla
legge»), l'ex pm torinese Bruno Tinti ha compilato un piccolo vademecum.
Andry Rajoelina giura tra
le critiche È il presidente più giovane d'Africa
( da "Riformista, Il"
del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale gli ha dato
ragione consentendogli di assumere una posizione per la quale, in teoria, non
si potrebbe concorrere con meno di 40 anni di età. Ieri il leader
dell'opposizione ed ex dj, giunto nel 2007 sulla scena politica dal nulla
diventando a sorpresa sindaco della capitale Antanarivo con una campagna
elettorale diretta ai giovani e condotta a forza di concerti
PESCARA - Continua la
polemica sul Centro Oli di Ortona: ieri il consigliere regionale di
Rifondazio... ( da "Messaggero,
Il (Abruzzo)" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Abruzzo nel ricorso promosso dal
Governo alla Corte costituzionale contro la legge cosiddetta "blocca
Centro Oli". Acerbo accusa Chiodi di avere «pugnalato alle spalle gli
abruzzesi» e di «aver anteposto la fedeltà a Berlusconi rispetto agli impegni
verso gli abruzzesi». Secondo quanto affermato da Acerbo, il governatore si è
reso protagonista di «un tradimento verso gli abruzzesi,
I miei anni con Falcone
( da "Nuova Ferrara, La"
del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il vicepresidente del Csm
(Consiglio Superiore della Magistratura) Nicola Mancino si è detto nei giorni
scorsi contrario al ritorno in magistratura di coloro che hanno fatto parte del
Parlamento, o che comunque in qualche modo hanno fatto politica a certi
livelli.
Caccia sleale, se Attila
impugna la doppietta ( da "Nazione,
La (Firenze)" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: non sono bastate due sentenze della
Corte Costituzionale. Il senatore Orsi offre ai cacciatori di Veneto e
Lombardia, la possibilità di continuare a cacciare specie protette grazie a
leggi regionali. (E le multe europee le pagheremo noi, comuni mortali senza
doppietta). I cacciatori potranno usare come esche civette legate per le zampe
e le ali,
Caccia sleale, se Attila
impugna la doppietta ( da "Giorno,
Il (Milano)" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: non sono bastate due sentenze della
Corte Costituzionale. Il senatore Orsi offre ai cacciatori di Veneto e
Lombardia, la possibilità di continuare a cacciare specie protette grazie a
leggi regionali. (E le multe europee le pagheremo noi, comuni mortali senza
doppietta). I cacciatori potranno usare come esche civette legate per le zampe
e le ali,
La candidatura di De
Magistris alle Europee è la prova eclatante che la magistratura non è...
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 22-03-2009) + 2 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Alla richiesta di aspettativa, il
Csm dovrebbe rispondere con la radiazione o la cancellazione dai ruoli. Questo
è un appello anche al Capo supremo dell'organo, che è il presidente della
Repubblica. Se ciò non dovesse avvenire, in che cosa deve ancora credere il
povero cittadino italiano?
Caccia sleale, se Attila
impugna la doppietta ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: non sono bastate due sentenze della
Corte Costituzionale. Il senatore Orsi offre ai cacciatori di Veneto e
Lombardia, la possibilità di continuare a cacciare specie protette grazie a
leggi regionali. (E le multe europee le pagheremo noi, comuni mortali senza
doppietta). I cacciatori potranno usare come esche civette legate per le zampe
e le ali,
E VAI CON LA LEPPA! IL
SARDO-MASOCHISTA SORU LIQUIDA TUTTO: TISCALI E "L'UNITÀ" CRISI:
"NON POSSO PIÙ PORTARE AVANTI DA SOLO QUESTA ESPERIENZA. HO BISOGNO DI
AIUTO" "NON HO PERSO C ( da "Dagospia.com"
del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: rimborsato quando la Corte
Costituzionale decise che la tassa, così come era stata disegnata, non andava
bene perché non applicata ai residenti. In realtà penso sia più facile
conquistare il consenso sciupando denaro pubblico che non risparmiandolo. E
difficile accettare una penalizzazione personale, anche piccola, in cambio di
una grande opportunità per tutti sul lungo termine.
Sospeso sit-in di
domaniall'Azienda ospedaliera ( da "Sicilia,
La" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ordine giudiziario decretata dal
Csm il 7 luglio dello scorso anno. Un provvedimento, quest'ultimo, impugnato in
Cassazione dove - nei giorni scorsi - il sostituto Pg Marco Pivetti ha chiesto
di confermare la decisione disciplinare adottata dal Csm quasi un anno fa. Per
ul Pg Pivetti, un magistrato che impiega 8 anni per scrivere una sentenza,
Quando ho ucciso Federica
ero ubriaco e drogato ( da "Gazzettino,
Il (Vicenza)" del 22-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Non avvenisse - parole del legale -
si proporrà un ricorso alla Corte Costituzionale per disparità di trattamento
dei cittadini italiani». Intanto prosegue a pieno ritrmo l'attività
dell'associazione Per Federica-Onlus che per luglio sta organizzando un
concerto con i Tiromancino ed una manifestazione in memoria di Federica.
Opitergina - Vittorio
Veneto e il derby della Castellana
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Maser-Caerano: Voltarel (Tv),
Virtus Csm Farra-La Sernaglia: Moretti (Tv), Castion-Fiori Barp: Mirarco (Tv),
Juventina-Altivolese: Tasca (Tv), Lentiai-Bessica: Di Filippo (Tv),
SP-Cisonese: Montali (Tv), Montegrappa-Agordina. Gir. R. Sarmede-S. Lucia
Mille: Faraon (Co), Vazzolese-Piave: Grando (Co), Cadore-Francenigo: S.
CASA/ MARTINI: SE GOVERNO
INSISTE COSÌ NOI RICORRIAMO A CONSULTA
( da "Wall Street Italia"
del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: urbanistiche facendo ricorso contro
il provvedimento alla Corte Costituzionale; vedremo mercoledì, nella conferenza
Stato-Regioni". Secondo Martini, che ha annunciato una controproposta
"per fluidificare ulteriormente le procedure", il Piano così come si
presenta oggi è "un caos nel quale, se tutti potranno fare ciò che
vogliono, vi saranno anche persone che vedranno lesi i propri diritti"
GERARDO AUSIELLO AL POSTO
DI MONTEMARANO, IO MI SAREI GIà DIMESSO . È IMPIET...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 22-03-2009) + 3 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: articoli del suo Piano ospedaliero
approvato dal consiglio regionale - spiega - sono stati impugnati dal governo
davanti alla Corte costituzionale. Peraltro la manovra è considerata inadeguata
perché non garantisce i risparmi necessari». Quanto ai beni delle Asl «la
finanziaria regionale approvata a fine 2008 contiene l' articolo 25, comma 2,
che voleva impedirne il pignoramento.
LEANDRO DEL GAUDIO SULLO
STRALCIO DEL PROCESSO ECOBALLE SI MUOVE ANCHE L'ANM. LU...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 22-03-2009) + 4 altre fonti
Argomenti:
Giustizia
Abstract: specie in una vicenda in
valutazione dinanzi al Csm. Occorre prudenza per non ingenerare l'idea di un
conflitto interno alla magistratura, oltre a rispettare le regole della
democrazia». Intanto, sale l'attenzione sul processo alla gestione delle
ecoballe, quello dello stralcio di sette indagati, tra cui gli ex commissari
Catenacci, Bertolaso e Pansa.
La riforma La legge Galli
del 1994 stabilisce che il servizio idrico viene pagato con una tariffa...
( da "Stampa, La" del
22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Consulta Nell'ottobre 2008 la
Corte Costituzionale dichiara illegittima la legge del 1994. Il Parlamento Una
legge del febbraio 2009 limita i rimborsi ai cittadini: basta che i Comuni
abbiano predisposto progetti per evitare i risarcimenti.
[FIRMA]GIUSEPPE
SALVAGGIULO TORINO Nel Paese del diritto storto, se l'acqua non viene dep...
( da "Stampa, La" del
22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E poi alla Corte Costituzionale.
Che infine risponde: «L'obbligo di pagamento non correlato al servizio è
illegittimo». Niente depuratore, niente bolletta. La legge era del 1994, la
sentenza della Consulta del 2008. Ma almeno è chiara, anzi limpida come sarebbe
l'acqua di mezza Italia se funzionassero i depuratori.
La sorpresa Arriva la
norma: non vanno restituiti i canoni se in Comune giace un progetto non
realizzato ( da "Stampa,
La" del 22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: A far pronunciare la Corte
Costituzionale. A sollecitare centinaia di ricorsi in tutta Italia. E a
costringere il Parlamento a un precipitoso intervento, per salvare gli enti
locali e le società private a danno dei cittadini. Tutto per 228 euro. La
protagonista di questa storia abita in via Vena della Fossa, la strada
intercomunale che separa Gragnano da Castellammare di Stabia.
GIORNATA NAZIONALE
UNITALSI. Per te un piccolo gesto, per loro un grande dono è il ...
( da "Stampa, La" del
22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: occasione per la consegna del
Premio Adriano Vitelli «Laico dell'anno 2008» all'ex Presidente della Corte
Costituzionale. SANTI ANGELI CUSTODI. Giovedì 26 alle 21 incontro di
preparazione alla Pasqua nella parrocchia santi Angeli Custodi (via San
Quintino 37) con l'esegeta salesiano Marco Rossetti sul tema della passione.
RELIGIONI AL DIDASKALEION.
Il Parlamento
"corregge" la Consulta Si paga anche se il depuratore non c'è ancora
( da "Stampa, La" del
22-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E poi alla Corte Costituzionale.
Che infine risponde: «L'obbligo di pagamento non correlato al servizio è
illegittimo». Niente depuratore, niente bolletta. La legge era del 1994, la
sentenza della Consulta del 2008. Ma almeno è chiara, anzi limpida come sarebbe
l'acqua di mezza Italia se funzionassero i depuratori.
( da "Corriere
delle Alpi" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
SERIE D Sanvitese - Jesolo (Frizza
di Perugia) SERIE D Sanvitese - Jesolo (Frizza di Perugia) Chioggia -
Montecchio (Pieralisi di Jesi) Bolzano - Pordenone (Ricciardella) Sacilese -
Sandonà (Fabbri di Ravenna) Montebelluna - Somma (Rocca di Vibo Valentia)
Domegliara - Tamai (Topulli di Milano) Sagittaria Julia - Trento (Giacomozzi di
Fermo) Belluno - Union Quinto (Bruno di Torino) Eurotezze - Virtus Vecomp
(Chiantini di Pisa) Classifica: Eurotezze 55; Sacilese 52; Union Quinto 50;
Domegliara 45; Chioggia 42; Tamai 39; Pordenone 38; Belluno, Sanvitese 34;
Virtus Vecomp 32; Sandonà, Trento, Sagittaria Julia 28; Montebelluna, Jesolo
26; Somma, Montecchio 23; Bolzano 18. ECCELLENZA Cordignano - Dolo Riviera
(Posado di Schio) Ardita - Feltrese Vedelago - Giorgione (Antonello di Bassano)
Marosticense - Liapiave (Bullo di Chioggia) Rossano - Liventina (Moraglia di
Verona) Edo Mestre - Ponzano (Zanonato di Vicenza) Adriese - Romano Ezz.
(Pozzobon di Castelfranco) Miranese - Union Csv (Pozzato di Bassano).
Classifica: Adriese 50; Liapiave, Romano 39; Ardita 38; Edo Mestre 36; Feltrese
32; Giorgione, Miranese 28; Marosticense, Union Csv 27; Liventina, Vedelago,
Ponzano 26; Cordignano 25; Rossano 24; Dolo Riviera 23. PROMOZIONE D Cappella
Magg. - Cavarzano (Amabile di Vicenza) Villorba - Istrana (Perissinotto di San
Donà) Portomansuè - Fontanelle (La Pietra di Portogruaro) Casier Dosson -
Gruaro (Sartori di Este) Preganziol - La Marenese (Candeo di Este) Cornuda
Crocetta - Luparense (Ferrante di Schio) Opitergina - Vittorio Veneto
(Bortoluzzi di San Donà) Libertas Ceggia - Zero Branco (Varotto di Padova)
Classifica: Opitergina 56; Vittorio veneto 51; Portomansuè 45; Luparense 39;
Cappella Maggiore 38; Cornudacrocetta 37; Cavarzano 35; Gruaro 32; Preganziol
29; Istrana 27; Villorba 25; Zero Branco 23; La Marenese, Fontanelle 20;
Casierdosson 16; Libertas Ceggia 8. PRIMA CATEGORIA Carenipi - Alpago (Berto di
Bassano) Sedico - Codognè (Tesolin di Portogruaro) Plavis - Fregona (Cagnin di
Padova) Nervesa - F.Trevignano (Comune di Portogruaro) Ripa Fenadora - Montello
(Vignaga di Vicenza) Ztll Sx Piave - Orsago (Zandinella di Venezia) S.Giorgio -
Ponte di Piave (Marzano di Mestre) Godega - Sanfiorese (Schiappa di Treviso)
Classifica: Ripa Fenadora 51; Codognè 40; Carenipievigina 37; Alpago 36;
Nervesa 34; Sedico, San Giorgio, Montello 33; Sanfiorese, Godega 32; Orsago 28;
Fregona 27; Plavis, Ztll Sinistra Piave 24; Fulgor Trevignano 23; Ponte Piave
16. SECONDA CATEGORIA - Q Montegrappa - Agordina Juventina - Altivolese (Tasca
di Treviso) Lentiai - Bessica (Di Filippo di Treviso) Union Maser - Caerano
(Voltarel di Treviso) Sp Calcio - Cisonese (Montali di
Treviso) Castion Loria - Fiori Barp (Mirarco di Treviso) Virtus Csm - La
Sernaglia (Moretti di Treviso) Foen - Tegorzo (Palmieri di Conegliano)
Classifica: Cisonese 51; Montegrappa 47; Caerano, Bessica 46; Sp Calcio 40;
Virtus Csm 36; Tegorzo 31; Juventina, Union Maser 28; Foen 26; Agordina 22;
Castion Loria, La Sernaglia 21; Lentiai, Altivolese 20; Fioribarp 15.
SECONDA CATEGORIA - R Vitt Sangiacomo - Auronzo (Peruzzo di Bassano) San
Michele - Cortina (Toniolo di Bassano) Cadore - Francenigo Fulgor Farra -
Gaiarine (Bertin di Bassano) Alpina - Limana (Magro di Conegliano) Vazzolese -
Piave (Grando di Conegliano) Sarmede - Santa Lucia (Faraon di Conegliano) Ponte
Alpi - Sois (Ceolin di Treviso) Classifica: Santa Lucia 51; Limana, Vazzolese
48; Ponte Alpi 39; Gaiarine 37; Cadore 35; Sarmede, Fulgor Farra 33; Cortina,
Vittsangiacomo 28; Auronzo 26; Alpina, Francenigo 25; Piave 24; Sois 14; San
Michele 7. TERZA CATEGORIA - A Salce - Arsiè (Edoardo Cargnel) Schiara - Coi de
Pera (Marco Zanella) Sospirolese - Mix Esse Elle (Mauro Dazzi) Alpes Cesio -
Monte Tomatico Castion - Cornei (Alain De Cian) Sovramonte - San Vittore
(Franco Turrin) Classifica: Mix Esse Elle 31; San Vittore 30; Monte Tomatico
23; Coi de Pera 19; Alpes Cesio 18; Sovramonte 16; Arsiè 15; Sospirolese 14;
Schiara 12; Castion 11; Salce 7; Cornei 6. TERZA CATEGORIA - B Fortogna - Danta
(Daniele Fontanive) Oltrepiave - Comelico 0-5 Claut - Domegge (Alessandro
Zanon) Valboite - Ospitale rinviata Longarone - Real Damos (Roberto Simonetti)
Valzoldana - Valpadola (Antonio Bassani) Classifica: Ospitale 34; Comelico 31;
Longarone 27; Valboite 21; Claut 17; Domegge 14; Fortogna 12; Oltrepiave 11;
Danta 10; Valpadola 7; Real Damos, Valzoldana 6. SERIE C FEMMINILE San Martino
- Alpago (Moro di Schio) Lido Venezia - Due Monti (Spezzati di Padova) Padova -
Musano (Toniolo di Schio) Villanova - Fortitudo Vr. (Aliprandi di S.Donà)
Gazzera - Salara (Michielin di Treviso) Castagnaro - San Carlo (Coccio di
Chioggia) Keralpen Belluno - Vittorio Veneto (Vaia di Bassano) Classifica:
Padova 57; Villanova 53; V.Veneto 45; San Martino 39; Alpago, Lido Ve 37;
Keralpen Bl 35; San Carlo 23; Fortitudo Vr 22; Castagnaro 21; Gazzera 18; Due
Monti 15; Salara 7; Musano 6. SERIE D FEMMINILE Treporti - Lughetto (Cupri di
S.Donà) Favaro - Pedemontana (Dal Gallo di S.Donà) Alpes Cesio - Real Spinea
(Cescato di Belluno) Padova (f.cl.) - Maser (Serico di Padova) Passarella -
Cadore Riposa: Dynamo Vellai Classifica: Padova (f.cl) 41; Dynamo Vellai 39;
Favaro 31; Pedemontana, Passarella 29; Real Spinea 26; Maser 20; Lughetto 18;
Cadore 17; Alpes Cesio 6; Treporti 3. (r.f.)
( da "Giornale
di Brescia" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Edizione: 22/03/2009 testata:
Giornale di Brescia sezione:la città Cronaca nera? Sì, ma non troppo Ieri sera
il talk show con il giudice Frigo e la psicologa Schelotto Un momento
dell'incontro in Camera di commercio Quando l'informazione smette di essere
tale e diventa spettacolariz-zazione? Qual è il limite di ingerenza di
giornali, televisioni e altri mass media sui grandi crimini di oggi?
L'occasione per affrontare questo delicato argomento si è presentata ieri sera
con il talk show «Giallo. Nero. Ma non troppo!». Quattro punti di vista si sono
confrontati sul palco dell'auditorium della Camera di commercio: quelli di
Franca Leosini, giornalista, autrice e conduttrice di «Ombre sul giallo» e
«Storie maledette», di Giuseppe Frigo, giudice della Corte costituzionale, di Gianna Schelotto, psicologa e scrittrice e di Cipriana
Dall'Orto, codirettore di «Donna Moderna». A condurre la discussione, Mariano
Sabatini, giornalista e scrittore, critico televisivo di «Metro» e «Radio
Capital». Il talk show è partito da una domanda: cosa significa «ma non
troppo»? «Se dare pubblicità (possibilità di presenza del pubblico) ai
processi è stato un salto di qualità dell'era moderna, si sta superando ogni
limite nel trattare ciò che dovrebbe essere di pertinenza prettamente della
giustizia» sostiene Frigo, presentando come esempio di eccesso «l'accanimento
con il quale si è cercato di rubare nei giorni scorsi l'immagine del
padre-mostro Fritzl. La gente oggi vuole sapere di più, andare oltre il
legittimo processo». Gianna Schelotto ha però sottolineato come «dobbiamo
chiederci che cosa significhino per noi i grandi crimini, come il caso
Annamaria Franzoni. La risposta è che stimolano l'empatia, muovono grandi emozioni
e mettono in discussione parti profonde di noi». Il problema è che spesso, come
afferma la Leosini, conduttrice di trasmissioni che «iniziano a operare quando
la macchina della giustizia si è ormai fermata», «l'imperativo che domina le tv
è l'ascolto e l'attenzione del pubblico spesso è colpita più dallo sguardo di
Annamaria o dall'acconciatura di Amanda Knox». E «trasmissioni come quelle
condotte da Vespa e Mentana hanno insistito troppo senza far uscire notizie»
aggiunge Sabatini. Cipriana Dall'Orto sostiene d'altro canto che «giornali e tv
non hanno uno scopo pedagogico ma devono informare» e si fida
«dell'intelligenza del pubblico, che può scegliere cosa vedere. Se la giustizia
è lenta non è colpa dei giornalisti - prosegue -. Anzi i bravi giornalisti sono
anche un po' investigatori. Ma un richiamo etico a tutti è doveroso, perché la
spettacolarizzazione è da evitare». «Abbiamo a disposizione mezzi potentissimi
ma dobbiamo essere noi a condurli e non farci condurre» prosegue la Schelotto
tirando le somme, così come Frigo: «L'informazione è importantissima, ciò che
va evitato è la spettacolarizzazione». Riguardo alle fiction che trattano di
casi reali (per fare due esempi, «Romanzo criminale» e «Il capo dei capi»)
tutto dipende secondo i protagonisti del talk show «da come le cose vengono
raccontate e rappresentate». Tutti d'accordo anche sulla possibilità per i
magistrati di scrivere romanzi. «Purché non si descrivano casi reali». Chiara
Corti
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
DILETTANTI. In Prima rinviata
Sedico-Codognè per la morte del giocatore De Nard Eccellenza:
Vedelago-Giorgione, un derby classico Promozione: Vittorio ultimo ostacolo per
l'Opitergina 24ª giornata, inizio ore 15. Eccellenza. Ardita Moriago-Feltrese;
Cordignano-Dolo Riviera, Posado di Schio; Edo Mestre-Ponzano, Zanonato di
Vicenza; Marosticense-Liapiave, Bullo di Chioggia; Miranese-Union Csv, Pozzato
di Bassano; Rossano-Liventina Gorghense, Moraglia di Verona;
Vedelago-Giorgione, Antonello di Bassano. Promozione. Cappella
Maggiore-Cavarzano, Amabile di Vicenza; Casier Dosson-Gruaro, Sartori di Este;
Cornuda Crocetta- Luparense, Ferrante di Schio; L. Ceggia-Zero Branco, Varotto
di Padova; Opitergina-Vittorio Veneto S
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Doppio canone, Zugno nella bufera
Gli azzurri: assurdo pretendere vecchi cedolini e bollo sui rimborsi «E'
scandaloso che per essere risarcita la gente debba esibire le vecchie cedole e
che debba pagare pure il bollo». Per una volta, (parte della) destra e sinistra
si stringono la mano. Sul doppio canone fognario la tensione è alle stelle
nella maggioranza: i forzisti esprimono «forte disappunto» per il comportamento
dell'assessore leghista al Bilancio Fulvio Zugno: venerdì ha presentato alla
stampa i moduli per il rimborso del doppio canone senza averli prima illustrati
alla maggioranza. Non basta: gli alleati speravano almeno che venerdì sera, in
commissione, Zugno rimediasse allo sgarbo. E invece l'assessore non si è fatto
vedere. Sarà anche per questo, che oggi il capogruppo azzurro in consiglio
comunale Beppe Mauro prende nettamente posizione a favore dei cittadini cui
spetta il rimborso del doppio canone, dopo che a ottobre la
Corte costituzionale ha sancito che i cittadini che non sono allacciati al depuratore
comunale non devono più pagare - come è successo per molti anni, fino ad oggi -
il servizio. A Mauro non va giù che, presentando i moduli alla stampa
supportato dalla Corte dei conti, Zugno abbia detto che il rimborso salta per
chi ha perso le vecchie ricevute. E che, beffa sulla beffa, ci sia pure
l'obbligo di pagare un bollo sul diritto di rimborso, lo ha detto l'agenzia
delle Entrate. «E' ignobile - dice Mauro - che chi ha diritto al rimborso debba
pagare il bollo, come riteniamo sbagliato pretendere che la gente, dopo tanti
anni, debba esibire le cedole. Faremo il massimo per venire incontro ai
cittadini, anche proponendo l'autocertificazione». Interviene sulla faccenda
anche Gigi Calesso di Un'Altra Treviso, da sempre in prima linea contro il
doppio canone fognario (doppio appunto perchè migliaia di famiglie, per anni,
hanno dovuto pagare il servizio di depurazione anche se non erano allacciate
alla rete fognaria, più lo svuotamento dei bottini casalinghi). «Verificheremo
- dice Calesso - anche a livello legale, alcuni aspetti del meccanismo di
rimborso che non ci convincono del tutto: se l'onere della prova - cioè la
dimostrazione dell'avvenuto pagamento delle bollette - è effettivamente a
carico dell'utente che richiede il rimborso, e se è effettivamente dovuto il
pagamento della marca da bollo per la richiesta». (a.z.)
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
IL «TALK SHOW». Un giudice della Corte costituzionale,
una conduttrice tv, una psicologa e la direttrice di un «femminile» a confronto
sui processi celebrati dai media Quando la giuria siede in poltrona di Mimmo Varone
Un fatto: il crimine affascina e i media ci si buttano a capofitto. Un
rischio: il processo finisce per farsi più nei talk show televisivi o sulle
pagine di giornale che nelle aule di tribunale. La soluzione (semiseria ma non
troppo): leggere gialli, noir, thriller... S'impara che la verità non è mai
quel che appare a prima vista e si sviluppano i necessari anticorpi. Saranno al
riparo le giurie, che non si lasceranno influenzare più di tanto, e le nostre
menti che non si berranno tutto ciò che passa il convento mediatico. Potrebbe
essere l'apologo del talk show offerto ieri sera da «A qualcuno piace giallo»
con un poker di «menti lucidissime». Rispondono ai nomi di Franca Leosini, che
in tivù conduce con successo «Ombre sul giallo» e «Storie maledette», Giuseppe
Frigo primo giudice della Corte costituzionale a
salire su un palco noir, Gianna Schelotto psicologa e scrittrice, Cipriana
Dall'Orto condirettore di «Donna moderna», che vanta due milioni e mezzo di
lettori. Condotti dal Mariano Sabatini critico televisivo di Metro e Radio
Capital, nonché giornalista e scrittore. A sollevare il problema, il titolo
stesso del «talk»: «Giallo. Nero. Ma non troppo». È proprio quel «Ma non
troppo» a tirar dentro pedofilia e stolking, Cogneide e Garlasco show, «giornaliste
tuttologhe e psicologi che si distinguono per il colore del golf» nelle
«malevole» definizioni di Sabatini. Tuttavia, una volta dentro non si scacciano
più e bisogna farci i conti. A VOLER INSISTERE sui fatti, dal problema del
«processo parallelo» non si esce. L'uomo di giustizia Frigo non concede molto
quando dice che in un giusto processo la presenza del pubblico esercita un
controllo sul meccanismo della giustizia. La pura presenza. Basta un applauso,
un operatore che zooma sull'imputato o chi altri per condizionare. Figuriamoci
il processo che si fa in tivù. Figuriamoci l'assalto dei fotografi, come nel
caso del mostro di Vienna costretto a coprirsi il volto con una cartella.
«Intollerabile», per Frigo. Tollerabilissimo invece per Dall'Orto, che vuole
«guardare in faccia il mostro per cercar di capire cosa c'è dietro». Attenzione
«esagerata a volte, come nel caso di mamma Franzoni» per Leosini, abituata per
etica professionale a tirar fuori le sue «Storie maledette» solo a processi
consumati. E per Schelotto motivo per chiedersi cosa smuovono i grandi crimini
dai tempi di Fedra. «Tutti da bambini ci chiediamo se la mamma ci ama, e tutte
le mamme hanno momenti di aggressione e odio verso i figli, capire un crimine
come quello di Cogne significa capire noi stessi», è la sua risposta. È PUR
VERO CHE a volte si esagera. La tivù manipola, l'imperativo dell'audience non
ammette deroghe. Quando va bene, il giornalista fa il nocchiero portato
dall'onda, come dice Leosini. E tutto questo «va a danno della serietà e
giustizia dei processi», sentenzia Frigo. Per trovare tutti d'accordo bisogna
che il discorso scivoli sui magistrati-scrittori - di gialli s'intende - di cui
ci sono grandi esempi, da Carofiglio a De Cataldo. Il giudice li approva, anzi
li ammira, pur chiedendosi dove trovino il tempo. Leosini teme che finiscano
per far identificare il caso e non sarebbe giusto, ma con un po' di sapienza si
evita. Schelotto si rammarica di non conoscere bene l'arte della scrittura per
essere della partita. Perché «anche gli psicologi hanno a che fare con gialli
quotidiani». Ed è un muovere a grandi passi verso gli anticorpi. Basta allenare
le menti alla scuola di giallo e tutto si risolve, appunto.
( da "Repubblica,
La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina VII - Napoli Verbali
sull´inchiesta rifiuti vertice della giunta Anm La giunta distrettuale
dell´Associazione magistrati si riunirà d´urgenza domani per affrontare il caso
esploso dopo la pubblicazione dei verbali della seduta del consiglio
giudiziario riguardante lo strappo in Procura sulle conclusioni dell´inchiesta
rifiuti. Il procuratore generale Vincenzo Galgano aveva criticato aspramente il
voto con il quale il consiglio giudiziario aveva deciso di togliere il segreto
dagli atti parlando di «irresponsabilità totale». Replica Tullio Morello,
presidente della giunta distrettuale: «La vicenda viene avvertita con forte
disagio da tutti i colleghi. Le parole del procuratore generale destano
sconcerto: non si possono criticare in maniera così dura colleghi che hanno
espresso liberamente il loro voto e al consiglio giudiziario va la nostra
solidarietà». Aggiunge Morello di comprendere «l´amarezza del pg per aver letto
sui giornali un verbale destinato a riflessioni interne. Chi l´ha fatto uscire,
e non mi riferisco certo ai giornalisti, è il vero irresponsabile». Il
contrasto è nato dopo la scelta del procuratore Giandomenico Lepore, non condivisa dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, di
stralciare sette posizioni (fra le quali quella del prefetto Alessandro Pansa)
dall´elenco delle richieste di rinvio a giudizio. Il Csm dovrà decidere se lo
stralcio vada considerato una revoca, come sostenuto dai due pm, oppure no come
ritenuto dal procuratore. (d.d.p.)
( da "Centro,
Il" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Nessuna opposizione
all'impugnazione del governo della legge che impedisce l'insediamento dell'Eni
Centro oli, in piazza contro la Regione Una manifestazione contro l'inerzia del
presidente Chiodi ORTONA. Dopo la quiete relativa di questi ultimi mesi su
Centro oli e petrolio, il comitato Natura verde torna a far sentire la propria
voce e promette di scendere in piazza per una grande manifestazione. La goccia
che ha fatto traboccare il vaso è che sono trascorsi i 45 giorni dalla promessa
fatta dal governatore, Gianni Chiodi, all'indomani della sua elezione. La
Regione avrebbe dovuto mettere in piedi una qualche iniziativa per opporsi
all'impugnazione del governo nazionale della legge regionale 14 del 15 ottobre
2008. La norma impedisce di fatto la realizzazione del Centro oli dell'Eni in
contrada Feudo fino al 31 dicembre 2009 e sospende anche gli altri progetti di
ricerca e coltivazione di idrocarburi in Abruzzo. Attualmente la legge, molto
contestata, è sottoposta al giudizio della corte costituzionale. «Siamo fortemente preoccupati dell'immobilismo della giunta
regionale e del suo presidente, Chiodi, sulla spinosa questione della
trasformazione dell'Abruzzo in regione petrolifera», precisa il presidente del
comitato Natura verde, Giusto Di Fabio, «sono passati inutilmente i 45 giorni
utili per fare una qualsiasi opposizione o un emendamento alla impugnativa
del governo centrale della legge regionale 14 dello scorso 15 ottobre approvata
dal consiglio regionale all'unanimità. Questo», aggiunge Di Fabio, «dimostra
chiaramente la scarsa sensibilità della giunta regionale e del suo presidente
su una materia che investe il 35 per cento del territorio regionale, pertanto
non ci resta altro che prendere atto della volontà del consiglio regionale e
quindi riprenderemo la battaglia che abbiamo momentaneamente sospeso perché
abbiamo creduto alle promesse elettorali che, sia il presidente Gianni Chiodi
che il premier Silvio Berlusconi in occasione di una sua visita a Pescara prima
delle elezioni regionali, hanno fatto nei confronti degli abruzzesi. Chiameremo
tutti a raccolta: movimenti ambientalisti, agricoltori, operatori turistici,
pescatori, viticultori e i cittadini per una grande manifestazione popolare a
difesa del territorio, patrimonio di tutti gli abruzzesi». Nelle ultime
settimane la questione del Centro oli e dei nuovi progetti di esplorazione e
coltivazione di idrocarburi nel territorio abruzzese, è stata comunque al
centro di incontri e dibattiti. L'assessore regionale all'agricoltura, Mauro
Febbo, ha incontrato una delegazione del comitato Natura verde che ha chiesto
l'istituzione di un tavolo tecnico per arrivare ad un provvedimento legislativo
per la definitiva soluzione della questione, il consorzio Mario Negri sud ha
aggiornato lo studio relativo al Centro oli commissionato dalla Provincia e il
consiglio provinciale ha approvato, a maggioranza, una mozione presentata dai
Verdi per dare il via all'iter per la dichiarazione di decadenza del permesso
di ricerca Bucchianico e della concessione di coltivazione Miglianico in
contrada Feudo. Sara Fabrizio
( da "Tempo,
Il" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa Centro Oli, il Prc accusa
«Interessi economici dietro i silenzi del presidente Chiodi» Antonio Fragassi
PESCARA Centro Oli, parte una requisitoria in piena regola di Rifondazione
comunista contro la Regione. Obiettivo di Maurizio Acerbo e Marco Fars
(consigliere e segretario regionale del partito) è il presidente Gianni Chiodi,
«responsabile - afferma Acerbo - di aver fatto scadere i
termini processuali stabiliti per la costituzione in giudizio della Regione nel
ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge "blocca Centro
Oli", promosso dal Governo Berlusconi. Il Governo - ricorda Acerbo -
presentò a metà dicembre il ricorso alla Corte Costituzionale sulla legge
regionale n 14 del 15 ottobre 2008 che bloccava l'insediamento del Centro Oli».
Dopo l'impugnativa, la Regione si sarebbe dovuta costituire parte civile per
difendere le proprie ragioni, ma non l'ha fatto. «Anzi - aggiunge Acerbo -
Chiodi ha fatto scadere i termini e non si è degnato di rispondere in Consiglio
regionale, dimostrando di essere più fedele a Berlusconi che ai cittadini
abruzzesi che l'hanno votato. Ci sembra un fatto di una gravità inaudita». «A
questo punto - chiosa da parte sua Marco Fars - dobbiamo pensare che quelle di
Chiodi erano solo promesse elettorali e che, dietro il silenzio sul Centro Oli,
ci siano interessi economici enormi. Ovviamente non ci arrendiamo: così come
accadde per il terzo traforo sotto il Gran Sasso, quando la mobilitazione
popolare sventò quello sciagurato progetto, anche stavolta ci affidiamo alla
sensibilità degli abruzzesi per scongiurare la petrolchimizzazione
dell'Abruzzo». Chiodi ha annunciato che replicherà domani a L'Aquila, in una
conferenza stampa.
( da "Repubblica,
La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina I - Firenze L´assessore non
esclude di boicottare l´incontro di mercoledì con il governo: valuteremo se
andarci o meno Piano casa, la Toscana si ribella Conti: "La Regione farà
ricorso alla Corte costituzionale" La Regione si
ribella al piano casa: a Palazzo Panciatichi si sta
studiando come neutralizzare la strategia berlusconiana di rimessa in moto
dell´economia in deroga agli strumenti urbanistici. L´assessore all´urbanistica
Riccardo Conti annuncia che solleverà l´eccezione di costituzionalità davanti
alla Corte costituzionale: «Andremo al conflitto istituzionale», ha dichiarato. CARRATU´ A
PAGINA II
( da "Repubblica,
La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina II - Firenze La Regione
contro il governo "Ricorso alla Corte costituzionale" L´assessore Conti: pronti a una nostra legge che contrasti
quella nazionale Il piano casa "Ci aspetta un anno di condono preventivo,
un vero assalto alla diligenza" MARIA CRISTINA CARRATU´ PIANO CASA II, la
contromossa. Mentre gli uffici tecnici di Comuni e Regione cercano di capire
cosa sta per abbattersi anche sulla Toscana, in Palazzo Panciatichi si
sta studiando come neutralizzare la strategia berlusconiana di rimessa in moto
dell´economia in deroga agli strumenti urbanistici. E alcune munizioni sono già
in canna, solo in attesa del via libera formale della giunta. «Andremo al
conflitto istituzionale» annuncia l´assessore all´urbanistica Riccardo Conti.
Conflitto che lo stesso governo, del resto, «ha già aperto legiferando in una
materia di esclusiva competenza delle Regioni», in cui lo Stato può intervenire
solo in condizioni di emergenza (in questo caso la crisi economica) ma solo di
concerto con le Regioni, cosa che non è avvenuta. E così contro il decreto la Toscana
si prepara sollevare una questione di legittimità costituzionale
davanti alla Consulta. Non solo. Anziché, come si era pensato, alzarsi e venir
via dal tavolo di confronto Stato-Regioni di mercoledì prossimo in caso di
resistenze del governo sul testo presentato, si potrebbe decidere di non
presentarsi nemmeno. E intanto, si cercherà di far esplodere dal di dentro la
prima delle molte contraddizioni della nuova normativa: quella contenuta
all´articolo 1, comma 2 (dove si dice che il decreto vale «fino all´emanazione
di leggi regionali in materia di governo del territorio»). Visto che non si
specifica di quali leggi regionali si dovrebbe trattare, l´ipotesi è di
proporre in tempi rapidissimi alla giunta una legge di un paio di articoli, che
re-incardini la normativa urbanistica e edilizia sui principi di tutela fin qui
fatti valere in Toscana. Una sorta di sabotaggio intelligente che, dice
l´assessore Conti, «vorremmo concordare con altre Regioni preoccupate». Se poi
il decreto resterà, avremo di fronte «un anno di condono concordato preventivo:
con autorizzazioni a costruire concesse nel periodo di vigenza della legge, che
varranno poi a norma decaduta». Con l´effetto inevitabile di un «assalto alla
diligenza» che metterà in crisi gli uffici, di una mole di contenziosi dovuti
alle incongruenze del testo («come le zone inedificabili sottratte agli
ampliamenti, ma, data la deroga di ogni normativa, compresa quella sulla
inedificabilità, di fatto edificabili»), di un «mercato nero» degli acquisti
dai vicini dei diritti di ampliamento del 20%, di «una corsa agli abbattimenti
con ricostruzione maggiorata del 35%, a scapito della riqualificazione urbana».
Una follia, che «Berlusconi ha ideato a favore del suo target elettorale,
l´economia grigia cresciuta ai margini del boom edilizio, e il cosiddetto
popolo delle villette». Mentre la tanto sbandierata Dia, che dovrebbe servire a
venire incontro ai cittadini, «in Toscana» dice Conti «esiste già e funziona
secondo l´unica logica ammissibile: l´armonizzazione dell´interesse del singolo
con quello della collettività».
( da "Secolo
XIX, Il" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
«Basta sconti ai killer» Rito
abbreviato, unanime coro di sì all'abolizione. Di Pietro: ci siano processi
veri dalla prima pagina Prosegue Di Pietro: «Con l'abbreviato lo Stato dice
all'imputato: io ho pochi mezzi, ti faccio un mezzo processo, ti infliggo una
mezza condanna. Invece gli imputati vanno giudicati con tutte le garanzie,
celebrando loro dei processi "veri", ma se sono colpevoli alla fine
in galera ci devono andare davvero. Invece qui si è costruito un reticolo di
sconti e sconticini per non far andare in galera più nessuno se non i
poveracci». Ma che cos'è il rito abbreviato? Un processo più rapido (si celebra
davanti a un giudice, in camera di consiglio e a porte chiuse, solo sulla base
degli elementi già acquisiti durante l'indagine) ma nel quale non c'è neppure bisogno
di ammettere le proprie responsabilità per godere delle agevolazioni. E si può
anche essere assolti. Ma, soprattutto, la legge attuale ne concede l'automatico
diritto a chiunque lo chieda. Insiste Gerardo D'Ambrosio, «Ho proposto la
completa abolizione del rito abbreviato, perché quando la generalità dei
cittadini non condivide determinati istituti, bisogna riformarli. Omicidi
efferati e crudeli provocano forte emotività nelle persone: condanne miti
sembrano inique». L'ex pm finito in politica spiega ancora: «Il rito abbreviato
non esiste in alcun ordinamento del mondo, ce lo siamo inventato noi. Non serve
a ridurre i tempi dei processi e aiuta addirittura la criminalità organizzata,
che nei grandi processi ha studiato come giocare su più tavoli indirizzando gli
imputati verso riti differenti e creando confusione». Ultima considerazione:
«Concedere uno sconto "automatico" di pena, senza nemmeno che ci sia
bisogno dell'ammissione di una colpa, significa svilire il valore stesso di una
condanna. L'unica cosa che può avere un senso, e nel quale si può concedere uno
sconto, è una forma di patteggiamento in cui l'imputato ammetta senza alcuna
riserva la sua colpa. E da subito, senza aspettare come si mettono le cose».
Mortificando il sentire comune si scatenano le polemiche. Uno dei casi più
clamorosi e recenti: la condanna inflitta a Luca Delfino, che ha massacrato a
coltellate l'ex fidanzata Antonietta Multari mentre era già sospettato di un
altro delitto. I 16 anni di reclusione hanno scatenato polemiche a non finire.
Un altro caso clamoroso è stato quello di Andrea Volpe, il leader delle Bestie
di Satana: vent'anni, cioè trenta scontati di un terzo. «Io capisco - spiega
ora Vittorio Pizzi, il procuratore che diresse l'inchiesta - come la gente
frema, quando non si commina un ergastolo a chi ha massacrato tre ragazzi.
Eppure nel caso di Volpe sono sicuro che qualche beneficio andasse concesso: ci
ha permesso di catturare tutta la banda e sicuramente ha evitato altri delitti.
Ecco: l'assurdità del rito abbreviato non sta tanto nello sconto di pena, ma
nel fatto che chi lo sceglie ne abbia automaticamente diritto. Così non esiste
più alcuna distinzione tra chi, pur colpevole, si è comportato in maniera
collaborativa durante le indagini e chi no». La soluzione? «Basterebbe tornare
alla precedente formulazione della legge: che il pubblico ministero possa
negare il consenso all'abbreviato. Norma che è stata cancellata». E se
Ferdinando Imposimato, che fu giudice istruttore dei processi per il rapimento
di Aldo Moro, per l'attentato al papa Giovanni Paolo II, per
gli omicidi del vicepresidente del Csm Vittorio Bachelet, attacca a sua volta
lo sconto di pena sull'abbreviato («A me appare una violazione gravissima
dell'articolo 3 della Costituzione, dove si dice che tutti i cittadini sono
uguali davanti alla legge»), l'ex pm torinese Bruno Tinti ha compilato un
piccolo vademecum. Spiega, e non è un paradosso, come con le attuali
leggi sia possibile che un crudele assassino del coniuge possa arrivare a non
fare nemmeno un giorno in cella. Solo sommando sconto su sconto. Ieri il
Guardasigilli Alfano ha dichiarato al Secolo XIX: «Il rito abbreviato nasceva
dall'esigenza di comminare una pena rapida e certa. L'idea era giusta, ma si
sono verificate delle distorsioni. Poiché anche con il rito abbreviato è
possibile infliggere, ad esempio, l'ergastolo, il problema semmai non è quello
del rito, bensì del criterio di applicazione della pena, che non può e non deve
rappresentare un percorso premiale». A stretto giro di posta gli risponde
Francesco Pinto, presidente della sezione ligure dell'Associazione nazionale
magistrati: «Questo è il più classico campo delle decisioni politiche. Che però
vanno prese, se si vogliono fissare dei criteri. Si è deciso che ai sospettati
di stupro non possono più essere concessi gli arresti domiciliari? Ok, e questo
è già stato scritto. Se si vogliono escludere i reati più gravi dalla lista del
rito abbreviato, la politica può decidere in questo senso, ma anche questo lo
deve scrivere». La discussione è aperta. Il governo Berlusconi, e Alfano in
visita a Genova lo ha ribadito, non ha intenzione di recedere sul rito
abbreviato tout court. Ma è disponibile a cercare le soluzioni almeno per i
reati più gravi e più odiosi. Roberto Cassinelli, deputato di Forza Italia e
membro della commissione giustizia della Camera, avvocato genovese, spiega la
sua linea: «Tutta la problematica degli sconti di pena ha sicuramente generato
delle situazioni critiche, delle distorsioni. Io credo che l'approccio molto
pragmatico del ministro Alfano a tutte le problematiche che si è trovato ad
affrontare permetterà di trovare la giusta quadra. Sulla giustizia civile è
partito sicuramente con il piede giusto, su quella penale sarà possibile
individuare i correttivi. Rimane, in Italia, un grande problema. Quello delle
carceri e della dignità dei detenuti. Ai quali, come ha detto Alfano,
dev'essere chiesto di scontare la pena ma non di "dimettersi da
uomini". E l'altro corno del problema è che sia possibile scontare in maniera
dignitosa il proprio debito con la società». marco menduni
menduni@ilsecoloxix.it 22/03/2009
( da "Riformista,
Il" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Andry Rajoelina giura tra le
critiche È il presidente più giovane d'Africa INSEDIAMENTO. Nonostante la
condanna dell'Onu e della Ue il Madagscar ha un nuovo leader. Ieri lo stadio di
Antananarivo è stato invaso per la cerimonia. Ma le incognite sono tante. A
cominciare dalla povertà del Paese: il 70 per cento dei malgasci vive con meno
di un dollaro al giorno. di Raffaele Cazzola Hofmann L'Onu e l'Unione europea
esprimono una ferma condanna. Da parte sua, l'Unione africana sospende il
Madagascar. Nonostante ciò il 34enne Andry Rajoelina ha avuto la tanto attesa
consacrazione diventando il più giovane presidente dell'Africa. La Corte costituzionale gli ha dato ragione consentendogli di assumere una posizione per
la quale, in teoria, non si potrebbe concorrere con meno di 40 anni di età.
Ieri il leader dell'opposizione ed ex dj, giunto nel 2007 sulla scena politica
dal nulla diventando a sorpresa sindaco della capitale Antanarivo con una
campagna elettorale diretta ai giovani e condotta a forza di concerti
rock, ha giurato come presidente di transizione del Madagascar. Il mandato di
Rajoelina, tecnicamente a capo di un «governo di transizione» con il compito di
riformare la costituzione, è a tempo. Entro due anni dovranno tenersi le
elezioni. Eppure la gioia dei giovanissimi supporter di Rajoelina, che hanno
invaso lo stadio di Antananrivo per la cerimonia del giuramento, non è garanzia
di nulla. Le incognite sono ancora troppe. A livello economico c'è il timore
che un Paese considerato instabile tenga lontano il turismo, cioè la prima
fonte di ricchezza per il Madagascar. Inoltre resta tutta aperta la partita
legata al controllo dei vasti territori agricoli presenti nell'isola africana.
Tra i motivi dell'insofferenza popolare verso l'ormai ex presidente Marc
Ravalomanana, oltre al crescente autoritarismo e allo scandalo suscitato da
scelte assurde per un Paese tanto povero come quella di acquistare un nuovo jet
di Stato da diverse decine di milioni di dollari, vi era anche la cessione di
ampie aree del Paese. Prima di vincere il braccio di ferro, Rajoelina era in
prima fila nell'accusare il predecessore di voler svendere il Madagascar
attraverso la concessione al colosso sudcoreano Daewoo, con un contratto della
durata di 99 anni, di circa metà dei terreni arabili. Adesso che al potere ci è
arrivato e che dovrà fare i conti in presa diretta con la necessità di fare
qualcosa per migliorare le condizioni di vita dei suoi stessi sostenitori,
Rajoelina si trova per le mani un'autentica "patata bollente". Nel
2007 la crescita economia è stata pari a un lusinghiero più 6 per cento su base
annua. Eppure, secondo i dati della Banca africana per lo sviluppo, circa il 70
per cento dei malgasci ha vissuto con meno di un dollaro al giorno, mentre il
59 per cento si è trovato in condizione di costante malnutrizione. Inoltre tra
il 2001 e il 2005, secondo il Fondo monetario internazionale, era cresciuta la
povertà nelle aree urbane che invece, negli anni precedenti, erano state motore
di un pur modesto sviluppo attraendo masse di ex contadini ridotti in miseria.
Trovare un compromesso tra la necessità di creare nuovi posti di lavoro e di
rendere più vive le depresse aree agricole malgasce e la necessità di rompere
con quanto fatto da Ravalomanana per esempio sciogliendo l'accordo con Daewoo
sarà un duro compito per il nuovo leader. L'altra grande incognita sul futuro
di Rajoelina, e quindi anche dell'intero Madagascar che si trova a un punto
chiave della propria storia, riguarda il rapporto tra il nuovo governo e i
militari. L'ammiraglio Hyppolite Ramaroson, capo di stato maggiore della Difesa
scelto da Ravalomanana per succedergli, ha accolto le pressioni provenienti dai
suoi ufficiali cedendo la mano a Rajoelina. Ma in questa situazione di
apparente accordo tra il nuovo presidente e i militari si staglia il ricordo di
una presa di posizione da parte di alcuni ufficiali anonimi riportata pochi
giorni prima della capitolazione di Ravalomanana da uno dei maggiori giornali
locali, l'Express de Madagascar: «Se gli ultimi bastioni della repubblica e
dell'unità nazionale dovessero saltare, allora saremmo pronti a intervenire».
Alcuni recenti episodi avvenuti in altri Paesi africani - la conquista del
potere da parte dell'esercito nella Guinea dopo la morte del dittatore Lansana
Conte e l'assassinio del presidente Joao Bernardo Vieira voluto dalle alte
gerarchie militari nella Guinea-Bissau - sono un monito preciso anche per
Rajoelina. Il 34enne ex dj, alle prese con equilibri così delicati, rischia di
essere un presidente "sotto tutela". 22/03/2009
( da "Messaggero,
Il (Abruzzo)" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Domenica 22 Marzo 2009 Chiudi
PESCARA - Continua la polemica sul Centro Oli di Ortona: ieri il consigliere
regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo è tornato a criticare
duramente il presidente della Giunta, Gianni Chiodi, puntando il dito sulla
mancata costituzione in giudizio della Regione Abruzzo nel
ricorso promosso dal Governo alla Corte costituzionale
contro la legge cosiddetta "blocca Centro Oli". Acerbo accusa Chiodi
di avere «pugnalato alle spalle gli abruzzesi» e di «aver anteposto la fedeltà
a Berlusconi rispetto agli impegni verso gli abruzzesi». Secondo quanto
affermato da Acerbo, il governatore si è reso protagonista di «un tradimento
verso gli abruzzesi, visto che tanto in campagna elettorale quanto in
Consiglio regionale, attraverso una risoluzione votata all'unanimità, si era
impegnato ad evitare la realizzazione del Centro Oli. Il comportamento adottato
da Chiodi nella vicenda è gravissimo, poichè non ha sentito neanche la
necessità di spiegare ai cittadini perchè la Regione non si è costituita in
giudizio». Acerbo ha poi sostenuto la necessità di rilanciare la mobilitazione
contro la realizzazione del petrolchimico ortonese, ed ha annunciato che Rifondazione
comunista lavorerà in questo senso, insieme ai vari comitati e alle
associazioni che si oppongono alla realizzazione dell'impianto petrolifero
ortonese: «È giusto -ha tenuto a ribadire- che la parola torni agli abruzzesi».
E sul Centro Oli parlerà proprio il governatore Chiodi domani, lunedì, poco
prima della seduta della Giunta regionale il cui inizio è fissato alle ore
( da "Nuova
Ferrara, La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La lotta alla mafia testimoniata da
un protagonista «I miei anni con Falcone» Domani (ore 21) parlerà alla sala
civica di Migliarino Dopo 4 legislature come parlamentare, è rientrato in
magistratura MIGLIARINO. Giuseppe Ayala non è soltanto un famoso magistrato, è
un pezzo della storia d'Italia. Oggi, a 63 anni, è tornato a fare il giudice
alla Corte d'Appello dell'Aquila. Ma in un passato recente è stato tra gli
indimenticabili componenti del pool antimafia, assieme agli amici Paolo
Borsellino e Giovanni Falcone (assassinati dalla mafia nel 1992). Dopo 4
legislature come parlamentare dell'Ulivo, eletto al Senato per il centro
sinistra fino alla XV legislatura, è rientrato in magistratura. Attualmente si
divide tra l'attività professionale di giudice che svolge, appunto, all'Aquila
(«Sono vicino a Roma, dove vivo») e gli incontri, le conferenze ed i dibattiti
ai quali è invitato in tutta Italia e nel corso dei quali è chiamato a
testimoniare il suo antico impegno contro le mafie e l'illegalità. Domani
Migliarino, soprattutto per merito del suo sindaco Rita Reali (che con
perseveranza encomiabile lo ha voluto) avrà l'onore di ospitarlo nel corso di
una serata che si svolgerà alla sala civica (ore 21) e nel corso della quale
Ayala, oltre a raccontare la sua vita e la sua esperienza di giudice antimafia,
presenterà anche il suo ultimo libro, "Chi ha paura muore ogni giorno. I
miei anni con Falcone e Borsellino". La Nuova lo ha intervistato.
Originario di Caltanissetta, profondo conoscitore della Sicilia e dei
meccanismi perversi della illegalità che ancora purtroppo la permeano, quella
stessa Sicilia che lo ha visto protagonista assoluto nella lotta contro le
organizzazioni criminose, oggi Ayala vive a Roma. Dottor Ayala, lei ha fatto
parte dello storico pool antimafia assieme a Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino. Due giudici, ma per lei soprattutto due amici. La sua
testimonianza, che ormai fa parte della storia del nostro Paese, è
richiestissima in ogni parte d'Italia. Come vive questo suo inedito, per certi
versi, ruolo di "divulgatore"? «Lo vivo con immenso entusiasmo. Non
soltanto è vero che questo ruolo mi appassiona e mi appaga dal punto di vista
personale e professionale, ma è ancora più vero il fatto che rappresenta un
momento che mi conforta ogni giorno nel lavoro che svolgo. Parlare, e parlare
soprattutto ai nostri giovani, costituisce un tentativo vero di migliorare le
cose in questo Paese. E' questa la molla che mi fa andare avanti». Perchè dice,
"parlare, e soprattutto ai giovani"? «Perchè i giovani, oggi più di
ieri, vanno aiutati a maturare, soprattutto aiutati nel trovare la
consapevolezza di una vera coscienza della legalità. E' un passaggio
fondamentale, se vorremo davvero costruire una società migliore». Da quanti
anni vive sotto scorta? «Per fortuna recentemente sono riuscito, dopo varie
richieste, a farmi togliere la scorta. L'ho avuta per quasi 20 anni». Che
ricordi ha di Falcone e Borsellino? Cosa porta con lei, nel suo cuore e nella
sua mente, dell'esperienza vissuta con questi valorosi colleghi? «Porto tutto.
Con Giovanni e Paolo abbiamo lavorato assieme per più di 10 anni. Loro facevano
i giudici istruttori, io il pubblico ministero. Dal 1981 al 1991 abbiamo
condiviso gioie, dolori, soddisfazioni. Tutto. Erano una parte di me, e
continuano ad esserlo oggi, in ogni momento della mia vita». In particolare con
Giovanni Falcone lei ha avuto un rapporto addirittura più personale che
professionale. «E' verissimo. Io e Giovanni eravamo inseparabili, abbiamo
addirittura convissuto per un certo periodo di tempo. Eravamo legatissimi nella
vita cosiccome nel lavoro. Conoscevo molto bene anche Paolo, ovviamente; ma il
rapporto con Falcone era qualcosa che andava oltre la ordinaria collaborazione
con un collega magistrato. Con Falcone ho condiviso grande parte delle
battaglie combattute per sconfiggere la mafia. E non soltanto in Sicilia». Oggi
più che mai la testimonianza di una persona, di un giudice come lei può,
quindi, servire alle giovani generazioni. Attraverso quali canali? «Non c'è
dubbio che possa servire, ed è una cosa che faccio molto volentieri. Ormai non
conto neppure più (anche se un tempo lo facevo!) il numero esatto degli
incontri cui sono stato invitato a partecipare. Le cito un dato per farle
capire il contesto che oggi mi contraddistingue ed in cui vivo: in pochi mesi,
gli ultimi, ho partecipato ad oltre 160 convegni in tutta Italia. Mi fa sentire
ancora utile al nostro Paese. Mi accorgevo, pochi giorni fa, riflettendo con un
amico, che mi capita raramente di dormire 2 notti nello stesso letto! Ma,
ripeto, anche se si tratta di un impegno gravoso e faticoso, è una cosa che
faccio con grande amore e passione. Per me è diventato un secondo lavoro». Si
dice che l'approccio della opinione pubblica nei confronti della mafia sia
cambiato anche grazie a voi del "pool". E' davvero così, secondo lei?
«Credo proprio di sì. La nostra esperienza è stata una maestra di vita,
conoscere è importante per combattere un fenomeno radicato come la mafia, o le
mafie. Ricordo che quando noi iniziammo, c'era nei confronti della mafia un
atteggiamento omertoso che oggi, per certi versi, non noto più, per fortuna.
Non dimentichiamo che il nostro lavoro ci ha consentito di arrivare alla
sentenza del maxi-processo, un processo coronato da un successo incredibile!
Senz'altro riconosco e vedo che oggi siamo attorniati da una maggiore
consapevolezza; oggi, soprattutto le giovani generazioni, sanno cos'è la mafia
e come essa sia inquinante per la vita del nostro Paese». Addirittura ci sono
volontari che aiutano imprenditori perseguitati dalla mafia. Una ricaduta
positiva del vostro lavoro impensabile fino a qualche anno fa. «Proprio così.
Ci sono, e io li conosco personalmente, gruppi di volontari che aiutano gli
imprenditori vittime, a vario titolo, del fenomeno mafioso nei suoi diversi
aspetti. La stessa Confindustria, che non è certo un'associazione da due soldi,
ha speso in più occasioni parole importanti per concorrere alla lotta alle
mafie. Io li interpreto come segnali, ma certamente sono segnali di grandissimo
valore. Segnali di un tempo che sta cambiando e sui quali dobbiamo investire».
Vent'anni sotto scorta. Una vita. Nel suo libro lei scrive: "chi ha paura
muore ogni giorno". Lei, oggi, ha paura? «No. Non ho paura, anche perchè
ho capito che dal 1996 le cose, almeno per me, erano cambiate. Certo, quando
ripensi a momenti, a determinate fasi storiche della tua vita, non puoi
dimenticare. Ma oggi posso risponderle di no, posso dirle che non ho paura».
Come si vive sotto scorta? Com'era composta la sua scorta? «E' una vita
diversa, una vita completamente stravolta. Io avevo al seguito, ovunque
andassi, 3 automobili blindate, 6 uomini armati; e sotto casa mia c'erano altri
3 carabinieri fissi impegnati solo in quel servizio 24 ore su 24. Immagini
lei...». Il vicepresidente del Csm (Consiglio Superiore
della Magistratura) Nicola Mancino si è detto nei giorni scorsi contrario al
ritorno in magistratura di coloro che hanno fatto parte del Parlamento, o che
comunque in qualche modo hanno fatto politica a certi livelli. E'
d'accordo? «Io sono perfettamente d'accordo con Mancino. Io sono rientrato in
magistratura perchè mi mancava un anno e mezzo di contributi; ed anche perchè,
non vivendo io di clientele e mazzette, bensì del mio onesto lavoro, era
necessario per me rientrare in magistratura e riprendere il mio servizio per lo
Stato. Peraltro ho scelto una sede "a riflettori spenti" (L'Aquila,
ndr) nella quale mi piace lavorare e dove resto, anche se adesso potrei andare
in pensione. Rammento soltanto che alcuni anni fa la Camera approvò un testo
che prevedeva il collocamento degli ex parlamentari-magistrati all'Avvocatura
dello Stato o nella magistratura amministrativa. Quel testo, mai passato in
Senato, oggi andrebbe ripreso».
( da "Nazione,
La (Firenze)" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
COPERTINA CAFFE pag. 25 Caccia
sleale, se Attila impugna la doppietta Dalla parte delle prede, contro una
cattiva legge IL CAFFE' DI GOLDONI CONOSCO dei cacciatori che certo non mi
hanno conquistato al loro hobby, ma si sono fatti perdonare con i loro
racconti: l'attesa dell'alba nella botte in palude, i silenzi e gli odori della
valle, il frusciare di penne nell'aria ancora buia. E attraverso questi fruscii
il riconoscimento del volo di anitre, folaghe o beccacce. E più alta, solenne
la geometria delle cicogne che fuggono dal gelido Nord. Narrazioni minuziose,
competenti e appassionate, con un sottinteso più o meno esplicito: la caccia è
un solo pretesto, senza la caccia non conoscerei questi momenti e questi
paesaggi. Attenuanti concesse. Però stavolta la musica è cambiata. L'etologo
Ricevo da Danilo Mainardi, etologo di fama, questa lettera: «Caro Luca Goldoni,
ciò che sta succedendo in questi giorni in Parlamento è troppo grave per essere
taciuto, ed abbiamo bisogno anche del suo sostegno per fronteggiare un attacco
senza precedenti all'unica legge che tutela la fauna selvatica nel nostro
Paese. La legge 157/1992 sta per essere fatta a pezzi dal disegno legislativo
avanzato dal senatore Franco Orsi. Chi prova un minimo di rispetto per
l'ambiente e gli animali non potrà che inorridire a tante assurde proposte che
noi della Lipu abbiamo definito "lista degli orrori" e che lei
troverà qui di seguito. Però non si limiti a inorridire come hanno fatto in
molti ma, per favore, agisca. Ci aiuti nell'importante compito di informare le
persone su quello che sta succedendo». Lo faccio con estremo piacere ma, prima
di esaminare questa lista degli orrori, faccio un passo indietro per
documentare come questo colpo di mano dei fondamentalisti della caccia abbia un
precedente. Non più tardi di 6/7 anni fa il blitz fu tentato dall'on. Francesco
Omnis di An. La sua illuminata proposta allargava a 360 gradi le specie
cacciabili, prevedeva l'allungamento della stagione venatoria e graziava con un
colpo di spugna i bracconieri. Insomma caccia a gogò, e soprattutto libera circolazione
delle doppiette in tutt'Italia per sparare agli uccelli migratori. Infatti,
spiegò l'Omnis in un'intervista: «Perché non dare la possibilità a tutti di
effettuare il prelievo dei migratori: ovvero anche a quei cacciatori che non ne
hanno nel loro territorio?». Un diritto elementare, perbacco, la doppietta va
dove vola la cicogna. Notai che non si usavano i vocaboli brutali
"sparare" e "abbattere" ma si introduceva un concetto nuovo
e garbato: il "prelievo". Voce del verbo "prelevare": io
prelevo 50, 100 euro dal bancomat, tu "prelevi" 10, 100 fringuelli
dal cielo (in questo secondo caso non devi neanche pagare la commissione).
Commentai quella barbara incursione nell'equilibrio ecologico (e nel senso
comune) osservando: state sicuri che, se non passerà stavolta al vaglio del
parlamento, torneranno alla carica appena possibile. E infatti ci risiamo. Ho
cercato di raggruppare secondo un ordine di contenuti gli orrori' segnalati
dalla Lipu. La mattanza Non sono bastate quattro procedure di infrazione dell'Unione
europea, non sono bastate due sentenze della Corte
Costituzionale. Il senatore Orsi offre ai cacciatori di Veneto e Lombardia, la
possibilità di continuare a cacciare specie protette grazie a leggi regionali.
(E le multe europee le pagheremo noi, comuni mortali senza doppietta). I
cacciatori potranno usare come esche civette legate per le zampe e le ali,
stile Medioevo. E sempre in barba alle più elementari norme comunitarie
potranno abbattere, pardon prelevare lupi, cervi e orsi: basterà l'autorizzazione
di un sindaco. (Il senatore, bontà sua, risparmia i piccioni di San Marco).
Frangenti In ogni Paese civile la sproporzione fra la forza (armata) del
cacciatore e la debolezza della preda è attenuata da alcuni principi di lealtà:
per esempio non si usano armi a raffica,non si spara a un uccello a terra, né a
una lepre accovacciata e tanti eccetera. Bene, con la proposta di questo Attila
della caccia, è consentito sparare anche con la neve. Cioè nei frangenti di
maggior difficoltà per gli animali a cercare cibo, rifugio, calore. Si potrà
sparare, pardon prelevare gli uccelli migratori nelle epoche e nelle aree in
cui stremati dal lungo volo lo interrompono per bere e recuperare energie. Ci
sono anatre, oche selvatiche, quaglie incredibili trasvolatrici di terre e mari
lontani che percorrono migliaia di chilometri in cerca di migliori condizioni
di vita e di riproduzione. Benvenute in questa terra di "prelievi".
Guerra ai parchi Per favorire la sua deregulation il senatore Orsi ha previsto
lo smantellamento dei pilastri che sostengono l'ordinamento attuale 1) Viene
cancellata l'Enpa (ente nazionale protezione animali). 2) In Italia Paese con
il tasso di bracconaggo fra i più alti d'Europa le guardie ecologiche e zoofile
non possono più svolgere vigilanza. 3) Se le nazioni del Nord Europa sono
celebrate per i loro spazi verdi, in Italia creare nuovi parchi e oasi naturali
diventa reato. Sembra un paradosso in noir, una parodia di Zelig. Invece il
senatore talebano prevede che vengano severamente punite le regioni che
"proteggono" oltre il 30 % del loro territorio. Contraerea Ho
lasciato per ultima la chicca della licenza di caccia ai sedicenni. I minorenni
non possono guidare l'auto, non possono votare, non possono firmare cambiali né
partecipare a concorsi tv, non sono imputabili. Però potranno maneggiare un
fucile e uccidere, pardon, prelevare pettirossi e usignoli in aree protette,
orsi e caprioli affamati che cercano cibo nella neve. Nonché partecipare al
fuoco da contraerea contro gli aironi, attesi al varco dopo l'estenuante
trasvolata. Ci si può chiedere a questo punto quali motivazioni spingono il
senatore Orsi a questa devastante incursione nel campo degli equilibri
naturali. Forse passare alla storia. Erostrato di Efeso c'è riuscito dando
fuoco al tempio di Artemide. Franco Orsi sarà ricordato dai posteri per essersi
dato fuoco al cervello, trasformando un hobby in carneficina. La speranza è nel
premier il quale appare molto sensibile ai sondaggi che tastano il polso della
gente. Ebbene si convinca che se questa legge passerà si conquisterò la
riconoscenza elettorale di mezzo milione di cacciatori. Ma perderà la simpatia
dei milioni di italiani che stanno dalla parte dei cerbiatti, dei pettirossi e
delle cicogne.
( da "Giorno,
Il (Milano)" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
VETRINA CAFFE pag. 25 Caccia
sleale, se Attila impugna la doppietta Dalla parte delle prede, contro una
cattiva legge IL CAFFE' DI GOLDONI CONOSCO dei cacciatori che certo non mi
hanno conquistato al loro hobby, ma si sono fatti perdonare con i loro
racconti: l'attesa dell'alba nella botte in palude, i silenzi e gli odori della
valle, il frusciare di penne nell'aria ancora buia. E attraverso questi fruscii
il riconoscimento del volo di anitre, folaghe o beccacce. E più alta, solenne
la geometria delle cicogne che fuggono dal gelido Nord. Narrazioni minuziose,
competenti e appassionate, con un sottinteso più o meno esplicito: la caccia è
un solo pretesto, senza la caccia non conoscerei questi momenti e questi
paesaggi. Attenuanti concesse. Però stavolta la musica è cambiata. L'etologo
Ricevo da Danilo Mainardi, etologo di fama, questa lettera: «Caro Luca Goldoni,
ciò che sta succedendo in questi giorni in Parlamento è troppo grave per essere
taciuto, ed abbiamo bisogno anche del suo sostegno per fronteggiare un attacco
senza precedenti all'unica legge che tutela la fauna selvatica nel nostro Paese.
La legge 157/1992 sta per essere fatta a pezzi dal disegno legislativo avanzato
dal senatore Franco Orsi. Chi prova un minimo di rispetto per l'ambiente e gli
animali non potrà che inorridire a tante assurde proposte che noi della Lipu
abbiamo definito "lista degli orrori" e che lei troverà qui di
seguito. Però non si limiti a inorridire come hanno fatto in molti ma, per
favore, agisca. Ci aiuti nell'importante compito di informare le persone su
quello che sta succedendo». Lo faccio con estremo piacere ma, prima di
esaminare questa lista degli orrori, faccio un passo indietro per documentare
come questo colpo di mano dei fondamentalisti della caccia abbia un precedente.
Non più tardi di 6/7 anni fa il blitz fu tentato dall'on. Francesco Omnis di
An. La sua illuminata proposta allargava a 360 gradi le specie cacciabili,
prevedeva l'allungamento della stagione venatoria e graziava con un colpo di
spugna i bracconieri. Insomma caccia a gogò, e soprattutto libera circolazione
delle doppiette in tutt'Italia per sparare agli uccelli migratori. Infatti,
spiegò l'Omnis in un'intervista: «Perché non dare la possibilità a tutti di
effettuare il prelievo dei migratori: ovvero anche a quei cacciatori che non ne
hanno nel loro territorio?». Un diritto elementare, perbacco, la doppietta va
dove vola la cicogna. Notai che non si usavano i vocaboli brutali
"sparare" e "abbattere" ma si introduceva un concetto nuovo
e garbato: il "prelievo". Voce del verbo "prelevare": io
prelevo 50, 100 euro dal bancomat, tu "prelevi" 10, 100 fringuelli
dal cielo (in questo secondo caso non devi neanche pagare la commissione).
Commentai quella barbara incursione nell'equilibrio ecologico (e nel senso
comune) osservando: state sicuri che, se non passerà stavolta al vaglio del
parlamento, torneranno alla carica appena possibile. E infatti ci risiamo. Ho
cercato di raggruppare secondo un ordine di contenuti gli orrori' segnalati
dalla Lipu. La mattanza Non sono bastate quattro procedure di infrazione
dell'Unione europea, non sono bastate due sentenze della
Corte Costituzionale. Il senatore Orsi offre ai cacciatori di Veneto e
Lombardia, la possibilità di continuare a cacciare specie protette grazie a
leggi regionali. (E le multe europee le pagheremo noi, comuni mortali senza
doppietta). I cacciatori potranno usare come esche civette legate per le zampe
e le ali, stile Medioevo. E sempre in barba alle più elementari norme
comunitarie potranno abbattere, pardon prelevare lupi, cervi e orsi: basterà
l'autorizzazione di un sindaco. (Il senatore, bontà sua, risparmia i piccioni
di San Marco). Frangenti In ogni Paese civile la sproporzione fra la forza
(armata) del cacciatore e la debolezza della preda è attenuata da alcuni
principi di lealtà: per esempio non si usano armi a raffica,non si spara a un
uccello a terra, né a una lepre accovacciata e tanti eccetera. Bene, con la
proposta di questo Attila della caccia, è consentito sparare anche con la neve.
Cioè nei frangenti di maggior difficoltà per gli animali a cercare cibo,
rifugio, calore. Si potrà sparare, pardon prelevare gli uccelli migratori nelle
epoche e nelle aree in cui stremati dal lungo volo lo interrompono per bere e
recuperare energie. Ci sono anatre, oche selvatiche, quaglie incredibili
trasvolatrici di terre e mari lontani che percorrono migliaia di chilometri in
cerca di migliori condizioni di vita e di riproduzione. Benvenute in questa
terra di "prelievi". Guerra ai parchi Per favorire la sua
deregulation il senatore Orsi ha previsto lo smantellamento dei pilastri che
sostengono l'ordinamento attuale 1) Viene cancellata l'Enpa (ente nazionale
protezione animali). 2) In Italia Paese con il tasso di bracconaggo fra i più
alti d'Europa le guardie ecologiche e zoofile non possono più svolgere
vigilanza. 3) Se le nazioni del Nord Europa sono celebrate per i loro spazi
verdi, in Italia creare nuovi parchi e oasi naturali diventa reato. Sembra un
paradosso in noir, una parodia di Zelig. Invece il senatore talebano prevede
che vengano severamente punite le regioni che "proteggono" oltre il 30
% del loro territorio. Contraerea Ho lasciato per ultima la chicca della
licenza di caccia ai sedicenni. I minorenni non possono guidare l'auto, non
possono votare, non possono firmare cambiali né partecipare a concorsi tv, non
sono imputabili. Però potranno maneggiare un fucile e uccidere, pardon,
prelevare pettirossi e usignoli in aree protette, orsi e caprioli affamati che
cercano cibo nella neve. Nonché partecipare al fuoco da contraerea contro gli
aironi, attesi al varco dopo l'estenuante trasvolata. Ci si può chiedere a
questo punto quali motivazioni spingono il senatore Orsi a questa devastante
incursione nel campo degli equilibri naturali. Forse passare alla storia.
Erostrato di Efeso c'è riuscito dando fuoco al tempio di Artemide. Franco Orsi
sarà ricordato dai posteri per essersi dato fuoco al cervello, trasformando un
hobby in carneficina. La speranza è nel premier il quale appare molto sensibile
ai sondaggi che tastano il polso della gente. Ebbene si convinca che se questa
legge passerà si conquisterò la riconoscenza elettorale di mezzo milione di
cacciatori. Ma perderà la simpatia dei milioni di italiani che stanno dalla
parte dei cerbiatti, dei pettirossi e delle cicogne.
( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del 22-03-2009)
Pubblicato anche in: (Nazione, La (Firenze)) (Giorno, Il
(Milano))
Argomenti: Giustizia
I COMMENTI pag. 12 La candidatura
di De Magistris alle Europee è la prova eclatante che la magistratura non è...
La candidatura di De Magistris alle Europee è la prova eclatante che la
magistratura non è super partes, ma di parte. Alla
richiesta di aspettativa, il Csm dovrebbe rispondere con la radiazione o la
cancellazione dai ruoli. Questo è un appello anche al Capo supremo dell'organo,
che è il presidente della Repubblica. Se ciò non dovesse avvenire, in che cosa
deve ancora credere il povero cittadino italiano? Tarcisio Bellagamba,
Ancona
( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
pagina pag. 25 Caccia sleale, se
Attila impugna la doppietta Dalla parte delle prede, contro una cattiva legge
IL CAFFE' DI GOLDONI CONOSCO dei cacciatori che certo non mi hanno conquistato
al loro hobby, ma si sono fatti perdonare con i loro racconti: l'attesa dell'alba
nella botte in palude, i silenzi e gli odori della valle, il frusciare di penne
nell'aria ancora buia. E attraverso questi fruscii il riconoscimento del volo
di anitre, folaghe o beccacce. E più alta, solenne la geometria delle cicogne
che fuggono dal gelido Nord. Narrazioni minuziose, competenti e appassionate,
con un sottinteso più o meno esplicito: la caccia è un solo pretesto, senza la
caccia non conoscerei questi momenti e questi paesaggi. Attenuanti concesse.
Però stavolta la musica è cambiata. L'etologo Ricevo da Danilo Mainardi,
etologo di fama, questa lettera: «Caro Luca Goldoni, ciò che sta succedendo in
questi giorni in Parlamento è troppo grave per essere taciuto, ed abbiamo
bisogno anche del suo sostegno per fronteggiare un attacco senza precedenti
all'unica legge che tutela la fauna selvatica nel nostro Paese. La legge
157/1992 sta per essere fatta a pezzi dal disegno legislativo avanzato dal
senatore Franco Orsi. Chi prova un minimo di rispetto per l'ambiente e gli
animali non potrà che inorridire a tante assurde proposte che noi della Lipu
abbiamo definito "lista degli orrori" e che lei troverà qui di
seguito. Però non si limiti a inorridire come hanno fatto in molti ma, per
favore, agisca. Ci aiuti nell'importante compito di informare le persone su
quello che sta succedendo». Lo faccio con estremo piacere ma, prima di
esaminare questa lista degli orrori, faccio un passo indietro per documentare
come questo colpo di mano dei fondamentalisti della caccia abbia un precedente.
Non più tardi di 6/7 anni fa il blitz fu tentato dall'on. Francesco Omnis di
An. La sua illuminata proposta allargava a 360 gradi le specie cacciabili,
prevedeva l'allungamento della stagione venatoria e graziava con un colpo di
spugna i bracconieri. Insomma caccia a gogò, e soprattutto libera circolazione
delle doppiette in tutt'Italia per sparare agli uccelli migratori. Infatti,
spiegò l'Omnis in un'intervista: «Perché non dare la possibilità a tutti di
effettuare il prelievo dei migratori: ovvero anche a quei cacciatori che non ne
hanno nel loro territorio?». Un diritto elementare, perbacco, la doppietta va
dove vola la cicogna. Notai che non si usavano i vocaboli brutali
"sparare" e "abbattere" ma si introduceva un concetto nuovo
e garbato: il "prelievo". Voce del verbo "prelevare": io
prelevo 50, 100 euro dal bancomat, tu "prelevi" 10, 100 fringuelli
dal cielo (in questo secondo caso non devi neanche pagare la commissione).
Commentai quella barbara incursione nell'equilibrio ecologico (e nel senso
comune) osservando: state sicuri che, se non passerà stavolta al vaglio del
parlamento, torneranno alla carica appena possibile. E infatti ci risiamo. Ho
cercato di raggruppare secondo un ordine di contenuti gli orrori' segnalati
dalla Lipu. La mattanza Non sono bastate quattro procedure di infrazione
dell'Unione europea, non sono bastate due sentenze della
Corte Costituzionale. Il senatore Orsi offre ai cacciatori di Veneto e
Lombardia, la possibilità di continuare a cacciare specie protette grazie a
leggi regionali. (E le multe europee le pagheremo noi, comuni mortali senza
doppietta). I cacciatori potranno usare come esche civette legate per le zampe
e le ali, stile Medioevo. E sempre in barba alle più elementari norme
comunitarie potranno abbattere, pardon prelevare lupi, cervi e orsi: basterà
l'autorizzazione di un sindaco. (Il senatore, bontà sua, risparmia i piccioni
di San Marco). Frangenti In ogni Paese civile la sproporzione fra la forza
(armata) del cacciatore e la debolezza della preda è attenuata da alcuni
principi di lealtà: per esempio non si usano armi a raffica,non si spara a un
uccello a terra, né a una lepre accovacciata e tanti eccetera. Bene, con la
proposta di questo Attila della caccia, è consentito sparare anche con la neve.
Cioè nei frangenti di maggior difficoltà per gli animali a cercare cibo,
rifugio, calore. Si potrà sparare, pardon prelevare gli uccelli migratori nelle
epoche e nelle aree in cui stremati dal lungo volo lo interrompono per bere e
recuperare energie. Ci sono anatre, oche selvatiche, quaglie incredibili
trasvolatrici di terre e mari lontani che percorrono migliaia di chilometri in
cerca di migliori condizioni di vita e di riproduzione. Benvenute in questa
terra di "prelievi". Guerra ai parchi Per favorire la sua
deregulation il senatore Orsi ha previsto lo smantellamento dei pilastri che
sostengono l'ordinamento attuale 1) Viene cancellata l'Enpa (ente nazionale
protezione animali). 2) In Italia Paese con il tasso di bracconaggo fra i più
alti d'Europa le guardie ecologiche e zoofile non possono più svolgere
vigilanza. 3) Se le nazioni del Nord Europa sono celebrate per i loro spazi
verdi, in Italia creare nuovi parchi e oasi naturali diventa reato. Sembra un
paradosso in noir, una parodia di Zelig. Invece il senatore talebano prevede
che vengano severamente punite le regioni che "proteggono" oltre il
30 % del loro territorio. Contraerea Ho lasciato per ultima la chicca della
licenza di caccia ai sedicenni. I minorenni non possono guidare l'auto, non
possono votare, non possono firmare cambiali né partecipare a concorsi tv, non
sono imputabili. Però potranno maneggiare un fucile e uccidere, pardon,
prelevare pettirossi e usignoli in aree protette, orsi e caprioli affamati che
cercano cibo nella neve. Nonché partecipare al fuoco da contraerea contro gli
aironi, attesi al varco dopo l'estenuante trasvolata. Ci si può chiedere a
questo punto quali motivazioni spingono il senatore Orsi a questa devastante
incursione nel campo degli equilibri naturali. Forse passare alla storia.
Erostrato di Efeso c'è riuscito dando fuoco al tempio di Artemide. Franco Orsi
sarà ricordato dai posteri per essersi dato fuoco al cervello, trasformando un
hobby in carneficina. La speranza è nel premier il quale appare molto sensibile
ai sondaggi che tastano il polso della gente. Ebbene si convinca che se questa
legge passerà si conquisterò la riconoscenza elettorale di mezzo milione di
cacciatori. Ma perderà la simpatia dei milioni di italiani che stanno dalla
parte dei cerbiatti, dei pettirossi e delle cicogne.
( da "Dagospia.com"
del 22-03-2009)
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E VAI CON LA LEPPA! IL SARDO-MASOCHISTA SORU LIQUIDA TUTTO: TISCALI E
"L?UNITà" - CRISI: "NON POSSO PIù PORTARE AVANTI DA SOLO QUESTA
ESPERIENZA. HO BISOGNO DI AIUTO" - "NON HO PERSO CONTRO BERLUSCONI,
MA CONTRO LE SUE TV, RAI COMPRESA.LA CHIESA CONTRO" - Paolo Madron per
Sole 24 Ore Renato Soru Uno entra in casa Soru, una casa museo che Aldo Rossi
sembra avergli cucito addosso enfatizzando alla perfezione il dolente
razionalismo del suo carattere, e subito si trova a tu per tu con l'inquietante
"Figura femminile" di Costantino Nivola, il più grande sculture sardo
("Se n'è andato presto in America, ma ogni anno tornava nella sua
terra" dice di lui il fondatore di Tiscali quasi a diradare il sospetto
che qualcuno possa disconoscere la sarditudine), e resta un po' basito di
vedersela lì invece che a illustrare la biografia del maestro, dove la trovano
i patiti di Wikipedia. Si aspetta che Soru rientri dopo aver ascoltato il
discorso programmatico di Ugo Cappellacci, colui che lo ha sostituito alla
guida della Regione, ancora più dolente e intristito del solito, quasi come la
luce che entra diafana dalla vetrata in un giorno che sembra non aver ancora
scelto tra la pioggia e il sole. Oltre la vetrata c'è il mare, l'ampio specchio
d'acqua che fa da ingresso alla città. Al di qua ora c'è lui, Renato Soru, nato
52 anni fa a Sanluri, comune famoso per la dedizione al lavoro dei suoi
abitanti e il pane civraxiu, pronto a farsi intervistare per la prima volta
dopo aver perso la poltrona di governatore. berlusconi e cappellacci Renato
Soru Giovedì ha debuttato come consigliere dell'opposizione. Com'è andata?
Certo governare è più gratificante, però va bene anche fare un'esperienza
dall'altra parte. Il potere logora chi non ce l'ha. Quanto pensa di resistere?
La voglia è grande almeno quanto l'impegno che ho preso con chi mi ha eletto.
In compenso stare all'opposizione le consente di ricominciare con Tiscali. Da
venerdì è di nuovo consigliere. Ma è tornato per voglia o necessità? Per senso
del dovere e anche necessità. Non lo avrei fatto se la situazione dell'azienda
non fosse stata così difficile. Credo di poter dare una mano a superare le
difficoltà del momento. Da quanto manca ? Manco dal 2004, cinque anni. E si
sarebbe mai immaginato di ritrovarla così malmessa? Francamente no. Tiscali è
sopravvissuta allo sgonfiamento della bolla internettiana e all'11 Settembre, e
nel panorama europeo delle nuove aziende di settore era innovativa e con una
solida presenza sul mercato. Aveva il maggior numero di utenti, un margine
operativo positivo, e soprattutto non aveva i debiti di oggi. Ma ha ancora
importanti asset. In tutto questo tempo non ci ha mai buttato un occhio? Avevo
promesso di dedicarmi a tempo pieno all'amministrazione pubblica, e l'ho fatto
sacrificando anche il mio ruolo di azionista. Magari avrei dovuto vendere
allora. Almeno ne è valsa la pena? Credo di sì. In Regione ho risanato i conti,
dimezzato i debiti, e negli ultimi due anni chiuso i bilanci in pareggio. Non a
caso la nostra sanità è l'unica del centro sud che non è stata di fatto
commissariata. Abbiamo risanato i conti del trasporto pubblico locale,
investito nella solidarietà verso i più deboli e nella scuola. Non abbastanza
per impedirle di perdere le elezioni. I sardi non l' hanno capita o è lei non
che non è stato convincente? Il rigore dei bilanci comporta inevitabilmente una
perdita di consenso. Ricordo i mugugni quando feci bloccare l'ennesimo
provvedimento che promuoveva indiscriminatamente tutto il personale della
Regione. Non contava il merito, ma solo l'anzianità. Pensi che per la prima
volta in sessant'anni abbiamo fatto dei concorsi pubblici per assumere i
dirigenti dall' esterno, e contemporaneamente abbiamo ridotto il personale dei
12 assessorati di circa il 30% Brunetta sarebbe contentissimo.. Forse, ma così
non ti fai certo degli amici. Negli anni precedenti la Regione era un grande
elemosiniere, dava soldi a tutti, persino ai sindacati di cui era uno dei più
importante finanziatore. Un milione di euro a Cisl e Uil. Niente alla Cgil? No,
la Cgil ci aveva rinunciato di suo Sul continente si chiama clientelismo Direi
consociativismo. Le entrate della Regione erano appena inferiori alle spese
obbligatorie, non c'era un euro per fare qualsivoglia nuova iniziativa. Non si
vincono le elezioni puntando sul rigore. Il tema non è seducente, specie in
tempi di spesa pubblica espansiva. Abbiamo tagliato le spese e cercato nuove
entrate, ne avevamo bisogno. C'era un'industria turistica fatta in gran parte
di seconde case, spesso affittate in nero, che non portava entrate in termini
di gettito fiscale. Oggi la ritirerebbe fuori la storia della tassa sul lusso?
Molte di quelle polemiche dipesero dal fatto che il Corriere della Sera la
definì così. E da allora io sono l'emblema della tassa sul lusso. E fu così suo
malgrado. In un'Italia che si proclama sempre più federalista sostenere a
livello regionale che chi usufruisce del patrimonio ambientale della fascia
costiera debba pagare qualcosa mi sembrava sacrosanto. O secondo lei era
accettabile che una casa di cento metri quadri sul mare pagasse meno imposte di
quanto costa una bottiglia di champagne in una discoteca di Porto Cervo,
consumando un bene ambientale scarso? Se non ricordo male Berlusconi ha pagato
Ed è stato rimborsato quando la Corte Costituzionale decise
che la tassa, così come era stata disegnata, non andava bene perché non
applicata ai residenti. In realtà penso sia più facile conquistare il consenso
sciupando denaro pubblico che non risparmiandolo. E difficile accettare una
penalizzazione personale, anche piccola, in cambio di una grande opportunità
per tutti sul lungo termine. Suvvia, non si abbatta. In fondo ha perso
contro Berlusconi. In Italia solo Prodi è riuscito a batterlo Io non ho perso
contro Berlusconi, ma contro le sue televisioni, contro la Rai di Berlusconi,
contro i giornali di Berlusconi, contro il presidente del Consiglio che ha
fatto la campagna elettorale con le risorse che il ruolo gli assegnava e con
una totale discrezionalità. Lei aveva dalla sua la Nuova Sardegna Non mi
risulta. Mi sembra che abbia svolto in maniera equilibrata il suo lavoro.
Certamente in 5 anni qualche volta mi ha intervistato, diversamente dall'Unione
Sarda che non lo ha mai fatto. Chi perde ha torto. Solo se ci si è battuti con
l'avversario ad armi pari e dentro le regole. Nel 2004 Francesco Cossiga la
salutò come un nuovo Agnelli. In quest'ultima campagna elettorale l'ha definita
come speculare a Berlusconi, espressione dello stesso gusto e della stessa
casta Della mia storia imprenditoriale Cossiga ha spesso parlato bene, mi
riferì anche alcuni commenti positivi del suo amico Cuccia. Per queste elezioni
aveva dichiarato che avrei vinto io. Non ricordo mi avesse omologato a
Berlusconi. Ha detto solo che gli davo del tu, cosa non vera. C'è una suo
biografia, "Il quinto moro", che ha un sottotitolo ammiccante: Soru e
il sorismo. Il suo personaggio contempla già degli epigoni? Il libro è stato
scritto senza parlare con me. Sorismo è anche un termine infelice, cacofonico.
Pensa si riferisca a una idea di Sardegna che abbiamo portato avanti in questi
anni e a una discontinuità nel gestire la politica di questa regione. Nel
popolo dei blog lei è un personaggio che suscita stati d'animo ferocemente
contrapposti: la amano o la odiano. Vero, e non saprei spiegare perché. Ho
cercato di applicare le regole di buon governo, e a molti non sarà piaciuto.
C'è un blog in particolare, si chiama www.peggiosuru.it, che le rovescia addosso
grandinate di accuse. Per esempio? Per esempio che nel mentre vara la legge
salva coste consente a Tom Barrack di cementificare Caprera. E' una evidente
bugia: Barrack non ha investimenti a Caprera, e non gli abbiamo consentito
nulla. A Caprera c'è solo la riqualificazione di un vecchio villaggio del Club
Mediterranèe che si ridimensiona e migliora il contesto ambientale. E con
questa pratica Barrack non c'entra nulla. Per esempio che a Cagliari sulle
energie rinnovabili avrebbe smaccatamente favorito Sorgenia, quindi De
Benedetti. Non ho favorito nessuno. In Sardegna con Carlo Rubbia si sono
portate avanti ricerche nel campo del solare termodinamico. Quando se ne parlò
ai tempi del governo Prodi il ministero dell'ambiente promosse la convenzione
con quattro regioni, compresa la nostra. Sorgenia ha presentato un progetto e
abbiamo dato parere favorevole. Ma l'abbiamo fatto con Enel, E.on, Endesa e
tanti altri. Dicono che nella sua sconfitta c'entri anche una ferrea alleanza
tra Berlusconi e la Curia. Lo stretto legame tra Berlusconi e una parte
importante della Curia è lampante. Era proprio qui con il Papa davanti alla
chiesa della Bonaria (giusto di fronte a casa sua, ndr) quando è iniziata la
campagna elettorale. Berlusconi non era qui solo per il Papa, viene ogni fine
settimana e tutte le vacanze. Dopo Arcore la Sardegna è la sua seconda terra...
Lui va a villa Certosa, che è altra cosa rispetto alla Sardegna. Io in giro per
l'isola o in Regione non l'ho mai incontrato. Il Cavaliere dice che lei è torvo?
Perché non ho sempre il sorriso stampato in faccia e non racconto barzellette?
Quando Berlusconi le ha detto che è un fallito qualche suo collega industriale
le ha telefonato per dissociarsi? Neanche uno. Ma quella fu l'escalation di una
campagna elettorale combattuta senza esclusione di colpi. Non potendomi
attaccare sul bilancio della regione ha scelto l'insulto personale.
Oggettivamente la situazione di Tiscali gliene offriva il destro. Forse. Ma uno
che ha la più alta responsabilità di governo non si rende conto che dicendo
così si mettono in difficoltà le aziende? Lo sa che in quei giorni il call
center di Tiscali fu intasato da telefonate di persone che volevano disdire
l'abbonamento e che abbiamo dovuto rassicurare? Invece io resto orgoglioso del fatto
che in un'Italia all'epoca in ritardo rispetto alla diffusione di Internet una
piccola azienda della Sardegna lo abbia lanciato gratuitamente con un modello
di business profittevole contribuendo in maniera importante alla sua
diffusione. In effetti l'internet italiano è made in Sardegna. L'antesignano
era Video on line di Niky Grauso. Si faceva un numero, il modem cominciava a
gracchiare, e c'era il tempo di farsi un caffè in attesa che comparisse
faticosamente l'home page. E' sardo perché al Cern di Ginevra dove fu
presentato internet c'era Rubbia che poi venne a fare il presidente di un
centro di ricerca qui a Cagliari. Fu lui a suggerirci di investire in due
direttrici: la simulazione matematica e il web. La prima web mail pensata per
essere spedita da un utente è stata fatta in Sardegna con Video on line da un
giovane che adesso lavora a Tiscali. Però dopo la sconfitta ha confidato ai
suoi che Internet non bastava, che bisognava costruire le case del popolo. Ha
detto del o per il popolo? Ho detto che c'è bisogno di luoghi dove ci si
potesse riunire, dibattere, confrontarsi, anche socializzare. Qualcuno ha
ricordato che una volta c'erano le case del popolo. Il web non è una casa
abbastanza grande? Se guardassimo al web avremmo stravinto, avevamo migliaia di
post contro le loro poche decine. Su Facebook una marea di gente si è
registrata sul mio profilo. Evidentemente però internet non basta a vincere le
elezioni. Forse neanche le televisioni. Repubblica, un giornale che l'ha sempre
trattata bene, il giorno che ha rimesso piede in Tiscali ha sollevato il
problema del conflitto di interesse. In questi cinque anni ho avuto un
conflitto all'incontrario: non ho fatto gli interessi della mia famiglia e
dell'azienda. Il conflitto di interesse nazionale nasce dal fatto che chi ha
concessioni da parte dello Stato non possa fare il presidente del Consiglio. E
tutto questo non riguarda né me né Tiscali, che peraltro non è detentore di
alcuna concessione dello Stato o della Regione. Che errore quando ha indicato
suo fratello come possibile intestatario delle quote dell'Unità. Venne subito
da fare il paragone con un altro fratello... Lo so, ma e' un paragone sbagliato
perché nell'altro caso si deve arginare contemporaneamente la possibilità di
controllare reti televisive e carta stampata. Io invece non dovevo risolvere un
conflitto di questo tipo ma semplicemente essere aiutato a gestire un
investimento di 23 milioni di euro, non 2 come ho visto scritto su qualche
giornale. Dunque mi sembrava giusto proteggere l'investimento. E allora cosa
serviva il blind trust? In Sardegna in questi anni abbiamo approvato una legge
statutaria che rende incompatibile la candidatura alla presidenza della regione
con il controllo di mezzi di comunicazione. Ma nonostante questa norma non sia
ancora operante io ho volontariamente trasferito la gestione delle azioni a un
blind trust. Perché ha deciso di comprare l'Unità e quando si è pentito di
averlo fatto? L'ho fatto in omaggio a una storia e convinto che ciò servisse a
migliorare la qualità del dibattito dentro il centrosinistra. Non mi sono
pentito, anche se chiaramente oggi soffro per quella scelta. D'altronde ho
affrontato l'investimento convinto che di lì a poco avrei venduto Tiscali. Però
forse ha ragione lei. Su cosa? Sul fatto che io spacco in due l'opinione
pubblica. Da una parte chi mi ama, dall'altra chi mi odia e mi insulta. Anche
se francamente certi improperi mi sono sembrati ingiustificati Berlusconi vive
serenamente da anni con un'industria dell'improperio che quotidianamente lo
prende di mira. Lui le direbbe: caro Soru, se ne fotta. In questi giorni sto
leggendo i Pensieri di Marco Aurelio, là dove dice che non bisogna lasciarsi
ferire dai cattivi giudizi degli altri. Si vede che non ho ancora raggiunto
quel livello di saggezza e distacco. Torniamo all'Unità. E' in vendita? Diciamo
che per diversi motivi non posso più portare avanti da solo questa esperienza.
Ho bisogno di altri che mi diano una mano. E questi altri ci sono, oltre alle
boutade di qualche sedicente industriale? Ce ne sono alcuni con cui sto
discutendo. E contemporaneamente si procede col piano di rilancio e
ristrutturazione della testata. E' vero che ha chiesto a Carlo De Benedetti di
aiutarla? No. Confessi che c'è stato un momento in cui faceva le prove da leader
del Pd nazionale. No, credo anzi che questa voce abbia danneggiato la mia
campagna in Sardegna. I ruoli istituzionali non sono un taxi dove si monta e si
scende a piacimento. Se uno si candida a guidare una regione per cinque anni
non può di punto in bianco abbandonare. Si aspettava che la sua sconfitta
sarebbe stata la pietra tombale di Veltroni? Francamente no. Ha condiviso la
sua decisione di ritirarsi? Evidentemente l'ha ritenuto necessario per lui e
utile al Partito. Ma certamente non è una scelta attribuibile al voto
regionale. Franceschini è un segretario stanziale o di passo? Non lo so, ma mi
pare stia facendo bene. Meglio un Pd che corre da solo o che allarga a
sinistra? In Sardegna ci siamo presentati con una coalizione allargata che ha
condiviso la necessità di portare avanti un processo di cambiamento in Sardegna
e un progetto di rinnovamento della politica. Massimo due legislature e poi
spazio ad altri. Invece la seduta inaugurale del consiglio regionale sembrava
un cinegiornale dell'istituto Luce. E si sorprende? Questo è un paese per
vecchi A guidare l'assemblea c'era un notaio di 82 anni che è stato presidente
del Consiglio regionale a metà degli anni '60. Poi c'era un altro presidente
della Regione della fine degli anni Settanta, e una quantità innumerevole di
consiglieri che sono in politica da decenni. Mi sorprende perché dopo tanto
parlare di rinnovamento un elettore voti un candidato per la sesta o la settima
volta... Quando ha perso dall'altra parte si è fatto cavallerescamente vivo nessuno?
Mi ha telefonato il ministro Calderoli, ed ho apprezzato. Voi sardi spesso
cominciate bene e poi vi perdete per strada. Prima Grauso, poi lei.
Inconcludenza o sardo-masochismo? In questo momento potrei anche condividere il
suo giudizio, ma a guardar bene in realtà non è così. In effetti sono partito
bene, e bene ho fatto fino a quando mi sono occupato dell'azienda. Poi ho
smesso di occuparmi di un progetto imprenditoriale per dedicarmi completamente
a un progetto collettivo, e credo di aver fatto bene anche in politica. Così ha
perso il governatorato e rischia di perdere anche l'azienda. Intanto sto
tornando a impegnarmi in azienda e quindi spero di no. Ma soprattutto credo di
poter dire di non aver sciupato la mia vita fino ad ora. Rimane il percorso delle
cose fatte nell'impresa e delle cose fatte nella politica. Inizia nuovo
percorso con tante cose ancora da fare. Carletto De Benedetti attovagliato con
Fassino, Montezemolo e Azzurra CaltagironeConcita De Gregorio [22-03-2009]
( da "Sicilia,
La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sospeso sit-in di domani
all'Azienda ospedaliera E' attesa per i prossimi giorni la decisione della
sezioni unite civili della Cassazione sul "caso" Edi Pinatto, il
giudice diveuto noto in tutta Italia per avere impiegato 8 anni - contro i 90
giorni previsti - per depositare la motivazioni della sentenza relativa al
processo antimafia "Grande Oriente". Ritardi che permisero agli otto
imputati di lasciare il carcere. Al "giudice lumacone" quei ritardi
costarono una condanna ad 8 mesi per omissione d'ufficio e la rimozione dall'ordine giudiziario decretata dal Csm il 7 luglio dello scorso anno.
Un provvedimento, quest'ultimo, impugnato in Cassazione dove - nei giorni
scorsi - il sostituto Pg Marco Pivetti ha chiesto di confermare la decisione
disciplinare adottata dal Csm quasi un anno fa. Per ul Pg Pivetti, un
magistrato che impiega 8 anni per scrivere una sentenza, merita la
rimozione dall'ordine giudiziario, specie se il ritardo provoca la
scarcerazione degli imputati. Sulla richiesta della Procura generale, i giudici
delle sezioni unite civili si pronunzieranno nei prossimi giorni. Intanto, da
quando è scoppiato il caso Pinatto che ha suscitato una levata di scudi e prese
di posizione anche da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
e dell'ex Guardasigilli Clemente Mastella, Pinatto ha continuato a svolgere le
sue mansioni di Pm alla Procura di Milano.
( da "Gazzettino,
Il (Vicenza)" del 22-03-2009)
Pubblicato anche in: (Gazzettino, Il (Padova))
Argomenti: Giustizia
«Quando ho ucciso Federica ero
ubriaco e drogato» L'avvocato della famiglia Squarise: «Spera di ottenere le
attenuanti puntando a una pena di 17 anni, ma non ci riuscirà» Domenica 22
Marzo 2009, San Giorgio delle Pertiche «Il Dna lo inchioda, ma tenterà di farsi
riconoscere le due circostanze attenuanti dell'ubriachezza e dell'assunzione di
stupefacenti che potrebbero vedere la pena massima di circa 25 anni, ridotta a
17. Vedo lontana la possibilità del riconoscimento della incapacità di
intendere e di volere da accertarsi richiedendo per la seconda volta una
perizia psichiatrica. In Spagna non esiste l'ergastolo». Questa la linea
difensiva ipotizzata dall'avvocato Agnese Usai, nei confronti di Victor Diaz
Silva che ha confessato l'omicidio di Federica Squarise. Si aprirà proprio ad
un anno dal tragico fatto di cronaca dell'uccisione dell'impiegata di 23 anni
di San Giorgio delle Pertiche, in vacanza a Lloret de Mar con un'amica alla
fine dello scorso luglio, il procedimento a carico del clandestino uruguayano.
Slitta dalla primavera all'estate l'udienza del processo per la morte di
Federica. «Sono numerose le testimonianze che il magistrato sta acquisendo per
ricostruire tutte le fasi della vicenda. Molte sono degli amici dell'imputato
che cercherà il minimo della pena puntando al suo stato alterato a causa di
droga e alcool». Non ha mai ammesso la violenza, ma seppur con le difficoltà
dell'esame autoptico visti i vari giorni dal ritrovamento del corpo della
giovane, «i referti biologici non lasciano dubbi che dovranno essere
formalizzati in udienza», spiega l'avvocato che rappresenta la famiglia. Si
dovranno attendere ancora tre mesi per fare giustizia per Federica. Ma c'è
un'altra data importante, quella del 20 aprile. Sarà convertito in legge il
cosiddetto decreto antistupri. «Abbiamo interessato direttamente il ministro
della giustizia Alfano partendo dalla drammatica vicenda di Federica - spiega
l'avvocato Usai - affinchè l'assistenza legale gratuita sia prestata anche ai cittadini
italiani che subiscono violenza all'estero. Il ministro si è fatto garante».
Auspicando il buon esito, sarebbe un importante riconoscimento proprio nel nome
di Federica. «Non avvenisse - parole del legale - si
proporrà un ricorso alla Corte Costituzionale per disparità di trattamento dei
cittadini italiani». Intanto prosegue a pieno ritrmo l'attività
dell'associazione Per Federica-Onlus che per luglio sta organizzando un
concerto con i Tiromancino ed una manifestazione in memoria di Federica.
Michelangelo Cecchetto
( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Opitergina - Vittorio Veneto e il
derby della Castellana Domenica 22 Marzo 2009, Treviso (m.m.) Nona di ritorno
col derby Opitergina-Vittorio che potrebbe mettere la parola fine al campionato
di Promozione. In Eccellenza derby Vedelago-Giorgione, in Prima rinviata Sedico-Codognè
per la morte di Antonio De Nard del Sedico. ECCELLENZA - Derby della Castellana
fra Vedelago e Giorgione, nella lotta per il 2° posto il Lia Piave è in
trasferta a Marostica, l'Ardita Moriago ospita la Feltrese. Nella zona bassa il
Cordignano ospita il Dolo Riviera Brenta, la Liventina Gorghense va a Rossano,
il Ponzano a Mestre contro l'Edo. Cerca riscatto per rimanere nella zona
tranquilla l'Union CSV impegnato però a Mirano. PROMOZIONE - All'Opitergium di
Oderzo va in scena il derby che decide il campionato fra Opitergiana e Vittorio
Falmec con i locali che possono chiudere la stagione e gli ospiti che per
continuare a sperare devono vincere. E derby di Marca anche a Villorba (ospite
l'Istrana), a Preganziol (La Marenese) quindi quello fra Porto Mansuè e
Fontanelle. Fra le mura di casa anche il Cappella Maggiore con Cavarzano,
Casier Dosson con Gruaro e Cornuda Crocetta con la Luparense, trasferta a
Ceggia per lo Zero Branco. PRIMA - Programma e arbitri. Girone F.
Castagnole-Riese Vallà: Tatalo(Po), Ospedaletto-Caltana: Ferracin (Es),
Loreggia-Conc. Fonte: Neri (Vi), San Floriano-Campocroce: Maraschin (Sc),
Salese-Spineda: Morato (Es). Gir. G. Pro Roncade-Noventa: Guerra (Pd), S.
Stino-Cessalto: Giacometti (Pd), Marghera-Silea: Guzzo (Es), Mazzolada-Pro
Mogliano: Callegaro (Pd). Gir. H. Careni Pievigina-Alpago: Berto (Bs),
Godega-Sanfiorese: Schiappa (Tv), Nervesa-Fulgor Trevignano: Comune (Po),
Plavis-Fregona: Cagnin (Pd), Ripa Fenadora-Montello: Vignaga (Vi), S.
Giorgio-Ponte di Piave: Marzano (Me), Ztll-Orsago: Zandinella (Ve). SECONDA -
Programma e arbitri. Girone F. Giovanile Ezzelina-Valbrenta: Ajdini (Tv). Gir.
O. Salgareda-Gainiga: Barosco (Sd), Gorghense-Treporti. Gir. P. Cipriano
Catron-Fossalunga: Russo (Bs), Salvarosa-Paese: Bordignon (Bs),
Salvatronda-Casale: Baggio (Bs), Cendon-Campigo: Barba (Tv), Treville-Olmi
Callalta: Favotto (Tv), Monastier-Marcon: Daulle (Bl), Mignagola-Aurora Treviso
Due, S. Elena-Godigese. Gir. Q. Maser-Caerano: Voltarel
(Tv), Virtus Csm Farra-La Sernaglia: Moretti (Tv), Castion-Fiori Barp: Mirarco
(Tv), Juventina-Altivolese: Tasca (Tv), Lentiai-Bessica: Di Filippo (Tv),
SP-Cisonese: Montali (Tv), Montegrappa-Agordina. Gir. R. Sarmede-S. Lucia
Mille: Faraon (Co), Vazzolese-Piave: Grando (Co), Cadore-Francenigo: S. Michele
Cerfim-Cortina: Toniolo (Bs), Vitt Sangiacomo-Auronzo: Peruzzo (Bs), Fulgor
Farra-Gaiarine: Bertin (Bs). TERZA - Programma e arbitri. Girone A. Ardita
Pero-Parè: Di Tomaso (Tv), Boccadistrada-Cima Piave: Caramel (Tv), Pro
Refrontolo-Feletto: Pozzobon (Tv), Tarzo Revine Lago-Suseganese: Spigariol
(Tv), Barbisano-Lovispresiano: Giarratana (Co), Campolongo-S. Giustina Itlas:
Rosi (Co), Follinese-Breda: Rasera (Cf), Vallata-Basalghelle: Squizzato (Cf).
Gir. B. CSM Resana-San Giuseppe: Borgo (Tv), Padernello-Milan
Guarda: Santillo (Tv), San Gaetano-Pederobba: Freda (Tv), Rovere
Sartorato-Postioma: Cirillo (Cf), S. Antonino-Fontane: Fratin (Cf),
Vedelaghese-Valdosport: Duzel (Cf), Vidor-Fanzolo: Pirazzo (Cf),
Volpago-Badoere: Bosa (Cf). Gir. Basso Piave. Zensonese-Torre di Mosto: Dus
(Sd), Sangiorgese-Evolution Team: Lucchetta (Sd), Staffolo-Biancade: Vendramini
(Sd). Gir. Bassano. Stroppari-Union Borso: Marzano (Vi), Eagles Pedemontana-S.
Pietro Rosà: Solazzo (Vi). FEMMINILE - Serie B. Barcon-Frutta Più Verona:
Latifondi (Bs). Serie C. Keralpen-Vittorio Veneto. Vaia (Bs), Villanova-Real
Fortitudo: Aliprandi (Sd), Zensky-Musano: Toniolo (Sc). Serie D.
Pedemontana-Favaro, Maser-Zensky.
( da "Wall
Street Italia" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Casa/ Martini: Se Governo insiste
così noi ricorriamo a Consulta di Apcom "Decreto invasivo, difendiamo nostre
leggi urbanistiche" -->Firenze, 22 mar. (Apcom) - La Toscana è pronta a
fare ricorso contro il Piano Casa annunciato dal Governo: lo ha affermato il
presidente della Regione, Claudio Martini, parlando a margine di un'iniziativa
della Cgil sui migranti al Mandela Forum di Firenze. "Se il Governo vorrà
andare avanti con un decreto così invasivo - ha spiegato - ci troveremo
costretti a difendere la storia e la cultura delle nostre leggi urbanistiche facendo ricorso contro il provvedimento alla Corte
Costituzionale; vedremo mercoledì, nella conferenza Stato-Regioni".
Secondo Martini, che ha annunciato una controproposta "per fluidificare
ulteriormente le procedure", il Piano così come si presenta oggi è
"un caos nel quale, se tutti potranno fare ciò che vogliono, vi saranno
anche persone che vedranno lesi i propri diritti".
( da "Mattino,
Il (Benevento)" del 22-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il
(Salerno)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))
Argomenti: Giustizia
GERARDO AUSIELLO «Al posto di
Montemarano, io mi sarei già dimesso». È impietoso il giudizio di Mariano
D'Antonio, collega di giunta di Montemarano, all'indomani della scelta di
Bassolino di commissariare le Asl mandando a casa i manager e nominando, al
loro posto, funzionari regionali. Per l'assessore al Bilancio di Palazzo Santa
Lucia «di fronte alle tante prove di inadeguatezza che gli sono state date
pubblicamente, Angelo avrebbe fatto meglio a restare in silenzio». E invece
l'assessore alla Sanità, in un'intervista al Mattino, ha chiarito che «la
rivoluzione durerà solo due mesi, non un giorno in più. Entro metà aprile - ha
aggiunto Montemarano - si chiude il bando per il nuovo albo dei direttori
generali da cui selezionerò manager di alto profilo professionale per costruire
una nuova squadra». Parole che D'Antonio giudica «incomprensibili»: «Sono stupito,
mi sarei aspettato un po' di riserbo - tuona - Se io fossi stato bersaglio di
tutte queste critiche, non avrei detto neppure una parola o avrei rassegnato le
dimissioni. È anche una questione di dignità». L'economista contesta, in
particolare, la lettura data dal collega alle scelte del governatore: «Parla di
burocrati, significa che non ha ben compreso il valore delle persone nominate.
Si tratta di funzionari capaci e competenti. Dovrebbe prendere atto, piuttosto,
del fatto che è ritenuto inadeguato. Nessuna congiura, gli eventi si commentano
da soli». A supporto del suo ragionamento, D'Antonio cita infatti una serie di
episodi che definisce «inquietanti»: «A partire dal luglio del 2008 Montemarano
ha collezionato tre verifiche negative in altrettante riunioni con il governo
nell'ambito del piano di rientro dal deficit. Lo scorso mese di novembre, poi,
il presidente del Consiglio ha inviato una formale diffida alla Regione,
propedeutica al commissariamento. Un altro bel risultato che ci è caduto addosso».
E ancora: «Due articoli del suo Piano ospedaliero approvato
dal consiglio regionale - spiega - sono stati impugnati dal governo davanti
alla Corte costituzionale. Peraltro la manovra è considerata inadeguata perché non
garantisce i risparmi necessari». Quanto ai beni delle Asl «la finanziaria
regionale approvata a fine 2008 contiene l' articolo 25, comma 2, che voleva
impedirne il pignoramento. Anche su questo punto l'esecutivo nazionale
ha avviato una procedura di incostituzionalità e nel frattempo il Tribunale di
Napoli ha ritenuto questa norma non valida aprendo così la strada ai
pignoramenti». Una serie di passi falsi che «hanno spinto Bassolino a
intervenire in maniera drastica. Speriamo - conclude - che ciò sia sufficiente
a evitare il commissariamento». La giunta sostiene dunque la linea del
governatore, mentre il centrodestra invoca chiarezza: «Bassolino smentisca
subito Montemarano - dice il parlamentare del Pdl Marcello Taglialatela - O
l'assessore mente quando afferma che i commissari nominati alla guida delle Asl
resteranno in carica solo due mesi o significa che tutta l'operazione messa in
campo è solo di facciata, è funzionale alla campagna elettorale per le elezioni
di giugno e rappresenta il tentativo maldestro di scongiurare il commissariamento
della sanità campana».
( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del 22-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il
(Salerno)) (Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il (City))
Argomenti: Giustizia
LEANDRO DEL GAUDIO Sullo stralcio
del processo «ecoballe» si muove anche l'Anm. Lunedì si discute sulla decisione
del Consiglio giudiziario di pubblicare i verbali degli interventi del
procuratore Lepore e dei due pm Noviello e Sirleo, sulla gestione
dell'inchiesta ecoballe. Convocazione ad horas dettata anche dalle recenti
dichiarazioni del procuratore generale Vincenzo Galgano, che ha bollato come
«irresponsabile» la decisione di togliere il segreto dagli atti del Consiglio
giudiziario. Ecco la replica degli esponenti della magistratura associata, a
partire da una premessa: tutti i magistrati intervistati sottolineano stima
incondizionata per il procuratore generale Galgano. Tullio Morello, presidente
Anm, (Movimenti-articolo tre), replica così al pg: «Sono sconcertato. Il
Consiglio è un organo istituzionale e va rispettato, anche perché tutti i suoi
esponenti si sono espressi in modo democratico. Chi ha votato per rendere
pubblici i verbali, l'ha fatto rispettando il mandato dei propri elettori: non
si può additare come irresponsabile chi la pensa diversamente da te e ottiene
la maggioranza in modo democratico». Dello stesso avviso, Antonello Ardituro,
(Movimenti): «Siamo sconcertati dalle affermazioni del pg sul Consiglio
giudiziario. È giusto che l'Anm intervenga a tutela di un organo
istituzionale». Cambia il colore, ma il giudizio resta severo. Sergio Amato di Mi
aggiunge: «Dichiarazioni di indubbia gravità, specie se consideriamo che
Galgano è componente di diritto e a partecipazione necessaria del Consiglio
giudiziario: penso che non sia giusto paventare l'esercizio dell'azione
disciplinare verso i suoi componenti - siano essi magistrati o avvocati - solo
perché non hanno condiviso la sua posizione. L'Anm ha l'immediato dovere di
difendere sia i colleghi, che coraggiosamente hanno votato per la
desecretazione degli atti, sia a questo punto i pm Noviello e Sirleo,
sostanziali destinatari di questa insofferenza. L'indipendenza interna della
magistratura - aggiunte Amato - è un valore importante almeno quanto
l'indipendenza esterna e passa per il rispetto dei suoi organi di autogoverno».
Di diverso avviso, il segretario (Unicost) Pina Casella: «La trasparenza è un
valore, fondamentale nell'operato degli organi istituzionali, ma in questo caso
la riservatezza degli atti potrebbe essere dettata da considerazioni tecniche.
Di che tipo? Lo stralcio dell'inchiesta sulle ecoballe ad esempio non è ancora
definito. Non escludo che le riflessioni di Galgano, sia pure eccessive nei
toni, siano dettate da considerazioni di questo genere». Alfredo Guardiano,
segretario Md, aggiunge: «A Galgano dico che è sempre opportuno misurare
l'enfasi delle frasi usate, specie in una vicenda in
valutazione dinanzi al Csm. Occorre prudenza per non ingenerare l'idea di un
conflitto interno alla magistratura, oltre a rispettare le regole della
democrazia». Intanto, sale l'attenzione sul processo alla gestione delle
ecoballe, quello dello stralcio di sette indagati, tra cui gli ex commissari
Catenacci, Bertolaso e Pansa. In attesa della prima udienza - quinta
penale, 26 maggio - ecco alcune intercettazioni finite agli atti del processo.
È il 27 luglio, parlano l'ex prefetto di Milano Bruno Ferrante (estraneo
all'inchiesta), poi in Fibe come presidente del Consiglio di amministrazione e
Massimo Malvagna, ex ad di Impregilo tra i 25 imputati per la gestione delle
ecoballe. Malvagna. «Quindi ho trasmesso la sensazione che oggi siamo alla
mercé della Procura. Cioè: se la Procura decide di essere tenera, bene, se la
Procura decide di non essere tenera, male. Cioè voglio dire non si è raggiunto
un accordo, non esiste un pur parl... cioè praticamente non sappiamo cosa
succederà». Ferrante: «Certo». Malvagna: «Ho avuto l'impressione, che come
tutti hanno chiarito, il procuratore Lepore non dico che... non ha l'influenza
che si riteneva po... o si possa ritenere sul procuratore Noviello e quindi non
si può... lui non credo che possa fare più di quello che ha... ha dimostrato di
poter fare fino ad oggi». Schegge impazzite. Agli atti anche la sintesi di una
conversazione tra Malvagna e Fiumara (non indagato). Spiegano i pm Giuseppe
Noviello e Paolo Sirleo negli atti depositati: «Malvagna dice che qui c'è tutta
una congrega... mentre due (procuratori) sono due schegge impazzite».
( da "Stampa,
La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La riforma La legge Galli del 1994
stabilisce che il servizio idrico viene pagato con una tariffa composta di tre
parti: fornitura dell'acqua, sistema fognario e servizio di depurazione. È una
riforma all'insegna della trasparenza, perché dovrebbe consentire ai cittadini
di sapere con precisione che cosa pagano e perché. I depuratori La legge
stabilisce che «la quota di tariffa riferita al servizio di pubblica fognatura
e di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura sia
sprovvista di impianti centralizzati di depurazione o questi siano
temporaneamente inattivi». Le cause Indagini giudiziarie e dossier di
associazioni rivelano che molte città non hanno depuratori, altri non
funzionano bene. Partono i ricorsi di cittadini che non vogliono pagare per un
servizio che non ricevono. La Consulta Nell'ottobre 2008 la
Corte Costituzionale dichiara illegittima la legge del 1994. Il Parlamento Una
legge del febbraio 2009 limita i rimborsi ai cittadini: basta che i Comuni
abbiano predisposto progetti per evitare i risarcimenti.
( da "Stampa,
La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
[FIRMA]GIUSEPPE SALVAGGIULO TORINO
Nel Paese del diritto storto, se l'acqua non viene depurata anziché costruire
nuovi depuratori o far funzionare quelli esistenti si cambia la legge. Si fa
finta che l'acqua sia pulita anche se resta sporca. E si impone ai cittadini di
continuare a pagare la bolletta per la depurazione che non c'è: 350 milioni di
euro all'anno, circa 70 euro a famiglia, un terzo della bolletta idrica. Si
legalizza l'abuso con la solennità di un voto del Parlamento. A dispetto di
tutto: Costituzione, buon senso, tutela dell'ambiente. E decenza. Si sa,
l'acqua è un bene primario, nessuno può farne a meno. Ma ora si sta esagerando:
dal 2002, il costo è aumentato del 32 per cento, con punte del 50 per cento,
nonostante le tariffe siano stabilite da enti pubblici e dunque (in teoria) al
riparo da speculazioni ai danni dei cittadini. Quindici anni fa la legge ha stabilito
che la bolletta va divisa in tre parti: fornitura dell'acqua, fognatura,
depurazione. Una scelta di trasparenza: ogni costo per il cittadino deve
corrispondere a un servizio ricevuto. Ma è giusto pagare il canone per la
depurazione anche se la città in cui vivi non ha il depuratore o ne ha uno che
non funziona? Naturalmente sì, sostengono Comuni ed enti di gestione del
servizio idrico, ben felici di incassare. Un'infausta norma dà loro ragione e
per un decennio milioni di italiani pagano senza fiatare. Finché qualcuno non
si ribella. A Gragnano, capitale napoletana della pasta dove non solo manca il
depuratore ma perfino la fogna, un gruppo di cittadini si rivolge al giudice di
pace. E poi alla Corte Costituzionale. Che infine risponde:
«L'obbligo di pagamento non correlato al servizio è illegittimo». Niente
depuratore, niente bolletta. La legge era del 1994, la sentenza della Consulta
del 2008. Ma almeno è chiara, anzi limpida come sarebbe l'acqua di mezza Italia
se funzionassero i depuratori. La Consulta impone di restituire ai
cittadini i canoni ingiustamente riscossi e di ridurre le tariffe in mancanza
di impianti funzionanti. Da Nord a Sud partono le richieste dei rimborsi. Le
associazioni dei consumatori si mobilitano. Comitati civici e ambientalisti si
attrezzano, fanno ricerche, prelevano campioni e commissionano analisi
indipendenti. Perché nessuno davvero sa dove siano i depuratori e se davvero
depurino. Nemmeno i Comuni. E nessuno controlla i gestori. Si scopre così una
realtà sconvolgente, documentata da decine di inchieste giudiziarie e dossier
indipendenti: milioni di italiani sprovvisti di depuratori, impianti vecchi,
liquami fetidi scaricati nelle falde sotterranee o in mare per risparmiare le
sostanze (cloro, ossigeno) che servono per «ripulire» l'acqua. E soprattutto
soldi spariti, quelli ingiustamente pagati dai cittadini e non utilizzati per
gli impianti. Depuratori fuorilegge vengono sequestrati in Abruzzo da
magistratura e corpo forestale, in seguito alle denunce del Wwf. Nel Lazio i
carabinieri bloccano un impianto e denunciano i gestori per violazioni
ambientali, mentre la Finanza indaga sulle tariffe illegali cresciute a
dismisura. In provincia di Lecce, in assenza di dati ufficiali, un gruppo di
associazioni di volontariato produce un dossier secondo cui l'acqua è depurata
solo al 39%. Un danno ambientale e uno spreco economico perché «ogni giorno qui
si butta nel mare l'equivalente di diciotto chilometri di autobotti», spiega
Luigi Russo, responsabile della ricerca. Acqua che potrebbe essere utilizzata
per pulire le strade o annaffiare il verde pubblico. E invece inquina il mare e
la terra, mentre i cittadini continuano a pagare. Un disastro. Che meriterebbe
finalmente l'attenzione della politica. La sentenza della Corte Costituzionale,
infatti, sarebbe l'occasione per mettere ordine negli enti di gestione del
servizio idrico, carrozzoni che depurano scarti partitici più che acque. E il
Parlamento interviene. Ma non per tutelare i cittadini. Esattamente al
contrario: per vanificare la sentenza della Consulta, limitando il diritto ai
rimborsi. Un minuscolo comma inserito in fretta e furia in una leggina
stabilisce che i canoni illegittimi non vanno restituiti se da qualche parte,
nei cassetti del Comune, giace un qualsiasi progetto di depuratore, anche se
poi non è mai stato realizzato. Basta la parola, come nel vecchio gingle
pubblicitario. L'effetto è quello del classico colpo di spugna: ogni Comune
potrà rivendicare di aver previsto un depuratore ma di non essere riuscito a
metterlo in funzione. Ed eviterà i rimborsi. Di questo sono convinti i
cittadini, le associazioni e gli avvocati che hanno seguito la pratica. È la
terza beffa. Spiega Augusto De Sanctis del Wwf: «I cittadini non hanno un
servizio o lo hanno pessimo, con gravi conseguenze sull'ambiente, pagano
tariffe crescenti e alla fine non possono neanche contestare l'operato delle
aziende che operano in regime di monopolio». Trionfa il diritto storto, pagano
gli utenti.
( da "Stampa,
La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Tariffe folli Dal 2002 sono
aumentate del 32% nonostante siano stabilite da enti pubblici Denaro sprecato
Ogni anno un terzo della bolletta non sarebbe dovuto: circa 350 milioni La
sorpresa Arriva la norma: non vanno restituiti i canoni se in Comune giace un
progetto non realizzato Ci voleva una pensionata di 81 anni, Carmela Alfano da
Gragnano, a far scoppiare il caso delle bollette illegali per il servizio
idrico. A far pronunciare la Corte Costituzionale. A
sollecitare centinaia di ricorsi in tutta Italia. E a costringere il Parlamento
a un precipitoso intervento, per salvare gli enti locali e le società private a
danno dei cittadini. Tutto per 228 euro. La protagonista di questa storia abita
in via Vena della Fossa, la strada intercomunale che separa Gragnano da
Castellammare di Stabia. Vive in affitto in una palazzina a due piani
con la figlia Maria Domenica, il genero e i due nipoti. Si gode la vecchiaia
con la famiglia dopo una vita passata a lavorare: prima nella fabbrica delle
valigie di cartone, a Napoli, poi in quella della frutta secca, infine in una sartoria.
La strada dove Carmela abita è una specie di terra di nessuno: le villette sono
cresciute negli Anni
( da "Stampa,
La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
GIORNATA NAZIONALE UNITALSI. «Per
te un piccolo gesto, per loro un grande dono» è il motto dell'ottava edizione
della Giornata Nazionale dell'unione nazionale italiana per il trasporto degli
ammalati a Lourdes e ai santuari internazionali (Unitalsi). Sabato 21 e
domenica 22 i 100 mila volontari dell'associazioni offriranno in 3000 piazze
italiane una piantina di ulivo segno di pace e di fratellanza in cambio di una
donazione. Da oltre 100 anni l'Unitalsi gestisce case famiglie per disabili
soli, appartamenti d'accoglienza per le famiglie dei bambini ricoverati negli
ospedali, progetti per anziani soli. A Torino saranno presenti in piazza della
Consolata, piazza San Carlo, piazza Santa Rita, piazza Vittorio Veneto angolo
via Po, parrocchia Madonna delle Rose. L'elenco completo è presente sul sito
internet www.unitalsi.it oppure chiamando il numero verde 800.062.026. I NONNI
RACCONTANO LA FEDE. E' il titolo di un corso di formazione organizzato
dall'Ufficio diocesano Anziani in collaborazione con il Centro d'Incontro
Catechisti, con l'obiettivo di sostenere le persone anziane nella trasmissione
della fede alle nuove generazioni. Si tiene ogni martedì dalle 9,30 alle
( da "Stampa,
La" del 22-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Parlamento "corregge"
la Consulta Si paga anche se il depuratore non c'è ancora [FIRMA]GIUSEPPE
SALVAGGIULO TORINO Nel Paese del diritto storto, se l'acqua non viene depurata
anziché costruire nuovi depuratori o far funzionare quelli esistenti si cambia
la legge. Si fa finta che l'acqua sia pulita anche se resta sporca. E si impone
ai cittadini di continuare a pagare la bolletta per la depurazione che non c'è:
350 milioni di euro all'anno, circa 70 euro a famiglia, un terzo della bolletta
idrica. Si legalizza l'abuso con la solennità di un voto del Parlamento. A
dispetto di tutto: Costituzione, buon senso, tutela dell'ambiente. E decenza.
Si sa, l'acqua è un bene primario, nessuno può farne a meno. Ma ora si sta
esagerando: dal 2002, il costo è aumentato del 32 per cento, con punte del 50
per cento, nonostante le tariffe siano stabilite da enti pubblici e dunque (in
teoria) al riparo da speculazioni ai danni dei cittadini. Quindici anni fa la
legge ha stabilito che la bolletta va divisa in tre parti: fornitura dell'acqua,
fognatura, depurazione. Una scelta di trasparenza: ogni costo per il cittadino
deve corrispondere a un servizio ricevuto. Ma è giusto pagare il canone per la
depurazione anche se la città in cui vivi non ha il depuratore o ne ha uno che
non funziona? Naturalmente sì, sostengono Comuni ed enti di gestione del
servizio idrico, ben felici di incassare. Un'infausta norma dà loro ragione e
per un decennio milioni di italiani pagano senza fiatare. Finché qualcuno non
si ribella. A Gragnano, capitale napoletana della pasta dove non solo manca il
depuratore ma perfino la fogna, un gruppo di cittadini si rivolge al giudice di
pace. E poi alla Corte Costituzionale. Che infine risponde:
«L'obbligo di pagamento non correlato al servizio è illegittimo». Niente depuratore,
niente bolletta. La legge era del 1994, la sentenza della Consulta del 2008. Ma
almeno è chiara, anzi limpida come sarebbe l'acqua di mezza Italia se
funzionassero i depuratori. La Consulta impone di restituire ai
cittadini i canoni ingiustamente riscossi e di ridurre le tariffe in mancanza
di impianti funzionanti. Da Nord a Sud partono le richieste dei rimborsi. Le
associazioni dei consumatori si mobilitano. Comitati civici e ambientalisti si
attrezzano, fanno ricerche, prelevano campioni e commissionano analisi
indipendenti. Perché nessuno davvero sa dove siano i depuratori e se davvero
depurino. Nemmeno i Comuni. E nessuno controlla i gestori. Si scopre così una
realtà sconvolgente, documentata da decine di inchieste giudiziarie e dossier
indipendenti: milioni di italiani sprovvisti di depuratori, impianti vecchi,
liquami fetidi scaricati nelle falde sotterranee o in mare per risparmiare le
sostanze (cloro, ossigeno) che servono per «ripulire» l'acqua. E soprattutto
soldi spariti, quelli ingiustamente pagati dai cittadini e non utilizzati per
gli impianti. Depuratori fuorilegge vengono sequestrati in Abruzzo da
magistratura e corpo forestale, in seguito alle denunce del Wwf. Nel Lazio i
carabinieri bloccano un impianto e denunciano i gestori per violazioni
ambientali, mentre la Finanza indaga sulle tariffe illegali cresciute a
dismisura. In provincia di Lecce, in assenza di dati ufficiali, un gruppo di
associazioni di volontariato produce un dossier secondo cui l'acqua è depurata
solo al 39%. Un danno ambientale e uno spreco economico perché «ogni giorno qui
si butta nel mare l'equivalente di diciotto chilometri di autobotti», spiega
Luigi Russo, responsabile della ricerca. Acqua che potrebbe essere utilizzata
per pulire le strade o annaffiare il verde pubblico. E invece inquina il mare e
la terra, mentre i cittadini continuano a pagare. Un disastro. Che meriterebbe
finalmente l'attenzione della politica. La sentenza della Corte Costituzionale,
infatti, sarebbe l'occasione per mettere ordine negli enti di gestione del
servizio idrico, carrozzoni che depurano scarti partitici più che acque. E il
Parlamento interviene. Ma non per tutelare i cittadini. Esattamente al
contrario: per vanificare la sentenza della Consulta, limitando il diritto ai
rimborsi. Un minuscolo comma inserito in fretta e furia in una leggina
stabilisce che i canoni illegittimi non vanno restituiti se da qualche parte,
nei cassetti del Comune, giace un qualsiasi progetto di depuratore, anche se
poi non è mai stato realizzato. Basta la parola, come nel vecchio gingle
pubblicitario. L'effetto è quello del classico colpo di spugna: ogni Comune
potrà rivendicare di aver previsto un depuratore ma di non essere riuscito a
metterlo in funzione. Ed eviterà i rimborsi. Di questo sono convinti i cittadini,
le associazioni e gli avvocati che hanno seguito la pratica. È la terza beffa.
Spiega Augusto De Sanctis del Wwf: «I cittadini non hanno un servizio o lo
hanno pessimo, con gravi conseguenze sull'ambiente, pagano tariffe crescenti e
alla fine non possono neanche contestare l'operato delle aziende che operano in
regime di monopolio». Trionfa il diritto storto, pagano gli utenti.