CENACOLO  DEI COGITANTI

PRIMA PAGINA

TUTTI I DOSSIER

Report "Giustizia"    22-23 febbraio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Giustizia: bandiera bianca ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: soprattutto del totale disinteresse dei politici di ogni colore sui problemi della giustizia, non posso escludere che rivedrei la mia posizione originaria». Non le piace il processo penale che vien fuori dalla proposta del governo? «Ancora una volta, lungi dall'introdurre riforme utili a snellire il processo e assicurarne l'efficienza eliminando le lungaggini, sono stati introdotti nuovi,

LENTEZZA DELLA GIUSTIZIA COLPA DI CHI CI LAVORA RICCARDO ASCII - NAPOLI NEL FILM ... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 23-02-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Se la nostra giustizia occupa stabilmente gli ultimi posti delle classifiche mondiali la colpa è sicuramente di chi la gestisce, di chi nella giustizia ci lavora e di chi a suo tempo concesse al potere giudiziario un'autonomia che negli anni si è trasformata in una sorta di intoccabilità per giudici, magistrati e pubblici ministeri.


Articoli

Giustizia: bandiera bianca (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Cronaca Regionale Pagina 108 Giustizia: bandiera bianca Procure a rischio-chiusura per mancanza di pm --> Procure a rischio-chiusura per mancanza di pm Ettore Angioni, procuratore generale, lancia un drammatico allarme-giustizia: magistrati in fuga, le Procurei rischiano di svuotarsi per mancanza di personale. Omicidi, rapine, attentati, violenze sessuali, più i delitti dei colletti bianchi. Decine e decine di reati contro i quali lo Stato mette in campo una task force formidabile: un pubblico ministero. Non è una barzelletta, è la realtà che si prospetta a Nuoro, e non fra chissà quanto tempo ma subito, nel giro di 60 giorni: due pm sono già stati trasferiti, altri due andranno via fra marzo e aprile, lo stesso procuratore è destinato ad altra sede. Insomma, resta un solo sostituto a combattere contro la criminalità barbaricina. Come cinque anni fa, un'emergenza che si ripete. Solo che questa volta non si può neanche fare affidamento sull'arrivo di nuove forze: quale magistrato di esperienza chiederà il trasferimento a Nuoro? Fino al varo della legge che impedisce ai magistrati freschi di concorso di lavorare nelle procure erano i giovani a coprire i vuoti nelle sedi disagiate: ora la nuova norma porta inevitabilmente alla desertificazione degli uffici giudiziari di periferia. In Sardegna il problema è più sentito che altrove, a Nuoro certo, dove i pm hanno lanciato l'allarme con una preoccupatissima lettera al procuratore generale di Cagliari Ettore Angioni, ma anche a Lanusei e Tempio, perfino Oristano. In altre parole, mentre a Roma si litiga su intercettazioni, privacy e bavaglio alla stampa, provvedimenti che non servono certo a guarire i grandi mali della Giustizia a partire dalla intollerabile lentezza dei processi, in Sardegna si è alla vigilia della bancarotta. E il Procuratore generale Ettore Angioni lo dice a chiare lettere: «Sono sempre stato un moderato tanto è vero che, pur condividendone le ragioni, non ho mai aderito agli scioperi dell'Anm. Ma ora, alla luce di quello che accade e soprattutto del totale disinteresse dei politici di ogni colore sui problemi della giustizia, non posso escludere che rivedrei la mia posizione originaria». Non le piace il processo penale che vien fuori dalla proposta del governo? «Ancora una volta, lungi dall'introdurre riforme utili a snellire il processo e assicurarne l'efficienza eliminando le lungaggini, sono stati introdotti nuovi, inutili formalismi che, al contrario, contribuiranno ad allungare ancora di più i tempi della giustizia penale». Sta pensando alla limitazione del potere investigativo del pm e alle nuove possibilità di difesa? «Certo. Ci sono alcune perle nel ddl come l'obbligo di riconoscere i termini a difesa per l'avvocato nominato dal giudice al posto del difensore assente; l'inutilizzabilità a fini probatori delle sentenze passate in giudicato; l'eliminazione del potere del giudice di escludere prove manifestamente superflue». Quindi, se l'imputato vuol far melina per arrivare alla prescrizione e indica cento testi sulla stessa circostanza... «Il giudice li deve ammettere tutti. Un'altra norma prevede la collegialità per le misure cautelari ma non è accompagnata dalla revisione del sistema delle impugnazioni». Atri tre togati per il riesame: alla fine non basteranno i giudici. «Nei piccoli tribunali senz'altro, anche perché non è stato rivisto il divieto per i magistrati di prima nomina di assumere funzioni requirenti e giudicanti monocratiche». Ma c'è la novità del trasferimento coatto dei magistrati che occupano la stessa sede da tempo. «Ed è una palese violazione del principio di inamovibilità dei giudici: secondo il ddl chi sta più di otto anni in un incarico direttivo regredisce al posto precedente e se non presenta altre domande può essere trasferito d'ufficio. È ovvio che per evitare questo i magistrati a fine carriera sceglieranno la pensione». E chi manda avanti la macchina- giustizia nelle sedi di periferia? Non è solo un problema di lotta alla criminalità ma anche di divorzi, adozione di minori, procedure fallimentari, divorzi, tutti i procedimenti civili dei quali il pm è il propulsore. «Si richia la paralisi, semplicemente. Perché, tra l'altro, la legge vieta il passaggio dalla funzione giudicante alla requirente nello stesso distretto. Così un giudice del Tribunale dei minori di Cagliari che volesse andare in Procura a Lanusei non potrebbe». Dunque in una Regione come la Sardegna, con un solo distretto di corte d'appello, la separazione delle carriere è cosa fatta. «Eppure in Sardegna i problemi sono gravissimi. Esclusa la Procura di Cagliari, al gran completo, e quella di Sassari, con un buco del 25 %, a Lanusei, Nuoro, Tempio e Oristano siamo vicino al collasso». Nuoro è il caso più allarmante? «Lì resterà un solo sostituto senza neanche il procuratore, ma anche a Lanusei è vera emergenza: il nuovo procuratore appena arrivato ha messo mano ai vecchi fascicoli e ha subito ricevuto minacce. C'è un solo sostituto che fra breve andrà via e allora resterà solo il capo con dieci omicidi in cerca d'autore». Anche a Tempio c'è grande preoccupazione, col G8 alle porte. «Ci sono due posti vacanti in Procura e dei due pm in servizio: una è in maternità, l'altra sta per andar via. Tra poco anche lì procuratore sarà solo, col G8 alle porte per il quale io richiederò il potenziamento degli uffici giudiziari. Mi sto attivando per un presidio giudiziario a Olbia e la Maddalena ma non so dove reperire i magistrati». Cagliari è invece al completo, Sassari quasi. E Oristano? «Tre sostituti sono stati trasferiti, ne restano tre ma non si sa per quanto. Anche in quella provincia la criminalità da problemi grossi con assalti ai bancomat, faide, droga, violenze sessuali». La Giustizia alza bandiera bianca. «Letteralmente». MARIA FRANCESCA CHIAPPE

Torna all'inizio


LENTEZZA DELLA GIUSTIZIA COLPA DI CHI CI LAVORA RICCARDO ASCII - NAPOLI NEL FILM ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 23-02-2009)

Argomenti: Giustizia

Lentezza della giustizia colpa di chi ci lavora Riccardo Ascii - NAPOLI Nel film «Ritorno al futuro - parte II» il gruppo di bulli del 2015 capitanati dal perfido Biff Tannen dopo un inseguimento nel centro di Hill Valley finisce con lo stamparsi contro le vetrate di un edificio pubblico, vengono arrestati, processati immediatamente e con altrettanta celerità il giorno stesso spediti in galera. Il giovane Marty McFly si stupisce di tanta celerità e lo scienziato Emmett Brown alias Doc gli confida che nel futuro la giustizia funziona perché sono stati aboliti gli avvocati. Se la nostra giustizia occupa stabilmente gli ultimi posti delle classifiche mondiali la colpa è sicuramente di chi la gestisce, di chi nella giustizia ci lavora e di chi a suo tempo concesse al potere giudiziario un'autonomia che negli anni si è trasformata in una sorta di intoccabilità per giudici, magistrati e pubblici ministeri. È facile capire che c'è chi ha tutto l'interesse a mantenere una situazione di questo tipo, c'è chi sulla lunghezza dei processi ha solo di che guadagnarci, più la causa va avanti più si allunga la parcella. Nella futura riforma della giustizia (non si può di certo lasciare questo settore in queste condizioni) deve essere previsto un numero massimo di udienze per ogni causa strettamente correlato con il valore della causa stessa. Il giudice per legge deve decidere e arrivare a sentenza in una sola udienza se la causa non supera i mille euro, in tre se non supera i 50mila e in cinque per gli importi superiori, con intervalli tra un'udienza e quella successiva non superiori a due mesi. Se i loro colleghi europei ci riescono, non c'è ragione per cui i nostri non ce la debbano fare. I «roghi» razzisti e i cacciatori 16enni Francesco Maria Mantero - NAPOLI L'Italia riscopre gli orrori dei roghi «purificatori» che si susseguono da anni ormai con cadenza regolare a carico di emarginati, diversi, «extra». Gli autori, come certa stampa si affretta ad affermare, no, non sono razzisti ma «solo» giovani demotivati, vittime dell'«assenza di valori», quindi da comprendere, più che da perseguire. Chi poi abbia scientificamente generato questa assenza negli ultimi decenni, non viene mai detto, ma è sotto gli occhi di tutti. Un ministro della Repubblica appare quanto mai convincente, per certe persone sotto vuoto di valori, nel dire che con gli immigrati «bisogna essere cattivi». E l'Italia riscopre roghi e regime di apartheid, con masse crescenti di esseri umani cui viene negato ogni diritto di esistere, ma non il dovere di essere sfruttati nei modi più beceri, vedi i lager di lavoro nel Cilento o in Campania, i cantieri edili o la prostituzione minorile più o meno nascosta alla delicata vista dei «cittadini». Ma il Governo vigila, non preoccupatevi e se è pronto il manganello per gli «irregolari», per i giovani senza valori c'è il fucile: sì, perchè è all'esame del Senato un disegno di legge per dare le licenze di caccia ai sedicenni. Così spareranno alle specie protette e avranno meno tempo per barboni, zingari e precari costretti a vivere per strada. Manager giapponesi stipendi ridotti Filippo Tenusa - NAPOLI Sia negli Stati Uniti sia nel lontano Giappone si stanno prendendo delle misure drastiche nei confronti dei manager che hanno percepito fino a ieri stipendi da favola e che oggi si scopre hanno portato le aziende in cattive acque. Gli americani hanno puntato il dito contro chi ha lavorato nel settore finanziario, i giapponesi hanno ridotto drasticamente gli stipendi dei vertici del settore automobilistico. Cosa fanno gli italiani? Non ho sentito ancora nessuno che abbia pensato a prendere provvedimenti simili. I giapponesi si sono ritrovati per la prima volta a ridurre gli stipendi perché dopo decenni di aziende con bilanci floridi ora hanno toccato con mano cosa significhi l'eccezionalità di una perdita. Per molte aziende italiane privatizzate e per altrettanti carrozzoni statali la perdita è la norma, così come sono la norma i milioni di euro donati in stock options da consigli di amministrazione senza troppo rispetto per i piccoli azionisti, sicuramente contrari a premiare chi ha fatto danni. E quando uno di questi si dimette o viene cacciato per manifesta inettitudine arriva una nuova pioggia di denaro sotto forma di buonuscita. C'è chi ha affermato che i responsabili di questi danni devono andare a casa o in galera. Apprezziamo le buone intenzioni ma al momento le celle che dovrebbero ospitare coloro che hanno distrutto i risparmi di milioni di italiani sono ancora desolatamente vuoti così come i loro conti correnti sono tremendamente pieni. In Giappone avrebbero già fatto seppuku-harakiri. Manifestare sui binari è una pratica illegale Franco Petraglia - CERVINARA (AVELLINO) È grave e scandaloso assistere alle frequenti occupazioni dei binari della stazione di Acerra - linea Trenitalia: Napoli C.le - Benevento - da parte di svariate categorie di lavoratori. Mi chiedo laicamente perché questa «calamità» deve essere figlia ingrata di una libertà che in altri Stati europei civili difficilmente viene concessa? Si rende conto il vertice di Trenitalia, degli enormi disagi e danni economici che questi sconsiderati arrecano ad altri indifesi utenti e alla città di Napoli per le loro rimostranze illegittime che si perpetuano, senza, peraltro, che nessuno faccia qualcosa per eliminare questo grave inconveniente. Perchè questi dimostranti, con più acume, non cercano altre sedi più opportune dove, certamente, attraverso un contatto diretto con gli interessati, avrebbero maggior riscontro ai loro problemi? Così, è solo una guerra codarda contro altri onesti lavoratori! E, poi, è lecito chiedere perché la Polfer interviene solo dopo 3-4 ore (se interviene) per sedare questi manifestanti, che spingono ai limiti dell'umana sopportazione tanti pendolari, altri onesti lavoratori e professionisti che si sentono, ineluttabilmente, feriti nel proprio prestigio deontologico. Per me, e chiedo scusa della mentalità prussiana, questi «turbolenti» vanno arrestati e perseguitati giudizialmente per interruzione di pubblico servizio e danni derivanti, giusto articolo 340 del codice penale. Non è più possibile essere supini alla volontà altrui. Poniamo fine a queste manifestazioni selvagge, devastatrici, in una società in cui sta diffondendosi la metastasi della trasgressione e la parola «legalità» è un optional. Inceneritore quale contropartita? Antonio Romano - NAPOLI Alcune considerazioni riguardo la prossima apertura dell'inceneritore di Acerra: la contropartita che noi cittadini dovremmo avere è molto alta. In primis per l'inquinamento provocato dalla diossina sprigionata dalla Montefibre (basti vedere il film «A Biutiful Cauntri»). L'impianto doveva in origine bruciare 1.500.000 tons annue; ora sono state ridotte a 750.000 (ma rimangono pur sempre in numero gigantesco) per un costo complessivo di costruzione di 420 milioni di euro. L'impianto è stato più volte giudicato obsoleto, ma il governo ha deciso comunque di continuarne la realizzazione piazzando anche qui, come nelle discariche, l'esercito. Il termodistruttore è stato provato agli inizi di dicembre. La temperatura ha raggiunto i 1200° grazie alla combustione del gas metano. La presenza di un combustibile fossile come il metano è essenziale, in quanto le balle che verranno bruciate non sono a norma, avendo un potere calorifero ben al di sotto dei limiti di legge e contenenti tra l'altro rifiuti tossici. In pratica, si autorizza a bruciare ciò che non dovrebbe essere assolutamente bruciato, poichè fortemente dannoso per tutta l'area interessata dagli inceneritori. Mi chiedo, ma chi vigilerà sul corretto funzionamento dell'impianto? Che garanzie avremo sulla nostra salute e su quella dei nostri figli? Il primo segnale già è arrivato, il polo pediatrico non si farà, in quanto non è consono con un'impianto del genere. Sinceramente io credo che me ne andrò da Acerra per tutelare la mia salute e quella dei miei cari. Donne al lavoro uomini in casa Irene Rinaldi - ROMA Se il lavoro svolto da una persona può essere ugualmente esercitato dentro o fuori casa, e se la donna preferisce svolgere il lavoro all'esterno della famiglia, l'unica soluzione alla crisi attuale è che l'uomo lasci liberi i posti di lavoro fuori casa e si metta a gestire i figli, la famiglia e la casa. Con una gestione oculata in famiglia dove i soldi non costituiscono l'unico fine della vita, ma viene dato spazio ad una crescita interiore ben più ricca del possesso di cose, si otterrebbe una qualità di vita migliore e meno stressata. Con un punto di riferimento sicuro e costante ci sarebbero ragazzi meno bulli e meno dipendenti dal branco, dalla droga e dall'alcool, con più autostima, più educazione, più cultura.

Torna all'inizio