CENACOLO DEI COGITANTI |
Così è contro la
Costituzione ( da "EUROPA
ON-LINE" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale. Non si
capisce, inoltre, perché, se il fondamento costituzionale è l?eccezione,
s?imponga solo l?alimentazione e l?idratazione e non anche la respirazione o la
trasfusione. Non sono forse anch?essi principi vitali? Fin qui il rigore
imposto dalla Costituzione, piaccia o no, non dimenticando mai che ciascuno è
comunque libero di avvalersi o meno del diritto sancito
MANFREDI RACCONTA CESARE
La penultima giornata si apre al Sancarlino con Elena Ungari che parler&...
( da "Giornale di Brescia"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: giudice della Corte Costituzionale,
Cipriana Dall'Orto, condirettore di Donna Moderna, la psicologa e scrittrice
Gianna Schelotto e il moderatore dell'incontro, Mariano Sabatini. Altri
protagonisti saranno l'archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi con la
sua ultima fatica letteraria «Idi di marzo» (alle 18,
battisti, lula non vuole
concedere l'estradizione ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Lula non intende entrare in
conflitto con il Supremo tribunal federal (la Corte costituzionale brasiliana),
che sta giudicando in questi giorni la richiesta di estradizione da parte
dell'Italia e la concessione dell'asilo politico da parte del ministro della
Giustizia, Tarso Genro. Che Lula sia contrario all'estradizione di Battisti è
sempre stato chiaro, e lo ribadisce il giornale.
ricorso in appello per la
terza farmacia ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il tribunale amministrativo, a quel
punto, passò la questione alla Corte costituzionale per dirimere, appunto, un
interrogativo costituzionale in merito al diritto alla salute e alla distanza
viaria che separa, invece, una farmacia dall'altra e che a Maniago, secondo
quanto sosteneva Federfarma, non sarebbe stato rispettato.
la procura generale: basta
sentenze buoniste ( da "Centro,
Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: inoltrato un esposto al Csm
interpreta quelle parole come un «gravissimo tentativo di interferenza
nell'attività giurisdizionale e di limitazione dell'indipendenza del giudice».
IL DOSSIER. Nel mirino dei penalisti, dunque, un voluminoso studio inviato dal
procuratore generale, Giuseppe Falcone, ma elaborato dall'avvocato generale
Brizio Montinaro al presidente di corte di appello,
galgano contro il
consiglio giudiziario ( da "Repubblica,
La" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Qui sono state diffuse solo
riflessioni su fatti peraltro ancora al vaglio del Csm. Ciò è accaduto per
riprovevoli finalità di propaganda personale. è una battaglia senza senso per
acquisire visibilità». Chi la starebbe combattendo, secondo lei? «Non lo so,
penso solo a fare il mio lavoro, non ad alimentare discrediti».
dorgali in rivolta contro
abbanoa - nino muggianu ( da "Nuova
Sardegna, La" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Altra questione toccata da Nonne è
il servizio di depurazione in relazione alla quale esiste una sentenza della
Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità. Per effetto di questa
sentenza, l'applicazione della "tassa fognaria e di depurazione", da
parte di quei comuni della Sardegna che non dispongono di un servizio di
depurazione delle acque reflue.
elettroshock, la regione
fissa le regole cassano: un atto utile e necessario
( da "Tirreno, Il" del
21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la corte costituzionale, anni fa, a
confermarne la validità terapeutica. Da allora, un percorso istituzionale che
si è concluso il 9 marzo scorso, con l'approvazione di una delibera della
Regione Toscana, prima fra altre, stabilendo un protocollo su "Strumenti e
indicazioni per il monitoraggio, la sorveglianza e le valutazioni degli
interventi"
negato agli
extracomunitari il gratuito patrocinio "sono senza codice fiscale" -
gabriella de matteis ( da "Repubblica,
La" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: unica pronuncia sulla materia della
Corte Costituzionale è di interpretazione non univoca. Moussa, per la
detenzione delle borse e delle cinture contraffatte (donate, dopo il sequestro,
alla Caritas), in primo grado, è stato condannato a due anni e quattro mesi.
Nel processo è stato difeso da un avvocato di fiducia, ma la sua richiesta di
ammissione al gratuito patrocinio,
se darà abitazioni a chi non
le ha... - mario lancisi ( da "Tirreno,
Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: In quel caso la Regione ricorse
alla Corte costituzionale e approvò una legge che, come ricorda Conti, «limitò
i danni del condono». Caos per il cittadino. La Regione prende tempo non solo
per consultare i suoi giuristi, ma anche perché spera - nella riunione
Stato-Regioni di mercoledì prossimo - di trovare intese comuni anche con le
regioni di centrodestra,
Roberti, lascio il
processo senza recriminazioni ( da "Italia
Oggi" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Boris Mantova Il velino
L'intervista Roberti, lascio il processo senza recriminazioni Il procuratore si
toglie il sassolino: la giustizia è un potere. E non è al servizio della
politica Dovrà assicurare ordine e tranquillità in un ufficio giudiziario
importante e scosso da uno scontro tutto interno al potere giudiziario.
ASCOLI - Mai vista tanta
gente a Palazzo dei Capitani in occasione di un convegno, tanto che...
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale Francesco
Amirante che ha affrontato vari aspetti legati al lavoro. In particolare ha parlato
anche del problema della sicurezza sui luoghi di lavoro. «Il contrasto al
lavoro sommerso non è ancora un mezzo di lotta sufficiente contro le
"morti bianche", per la quale appare solo in fase di elaborazione e
di definizione una coscienza collettiva della sicurezza»
L'AQUILA - L'Unione delle
Camere penali denuncia un gravissimo tentativo di interfer...
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che ha presentato un esposto al
Csm, ha rilevato, infine, che «ciò che sta venendo meno è il senso della
giurisdizione, sotto la spinta sempre più forte del convincimento che il
giudice, al pari del pubblico ministero, debba farsi carico non tanto del giudicare,
quanto del perseguire i reati e del punire».
Autonomie.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: In quel caso ricorremmo alla Corte
costituzionale, che ci diede ragione ». Anche a sinistra, però, c'è qualche
timida apertura. Il governatore del Piemonte, Mercedes Bresso, da un lato tiene
la stessa linea dei suoi colleghi del Pd («Il provvedimento è incostituzionale
perché palesemente di dettaglio») ma dall'altro lascia uno spiraglio al dialogo:
«
Rifiuti, Lepore bloccò la
perquisizione alla Protezione civile
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La vicenda è ora all'attenzione del
Csm, cui furono inviati gli atti. La questione è se si trattò o meno di una
revoca, che Lepore avrebbe dovuto motivare. A rivolgersi al consiglio
giudiziario furono i due sostituti, secondo i quali sarebbe stato opportuno
chiedere il rinvio a giudizio di tutti gli indagati.
Tribunale di Napoli,
Alemi: sul <modello Torino> il discorso resta aperto
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: approvate dal Csm. Nel progetto,
cioè, di organizzazione del Tribunale, che ora ha una durata triennale. In
passato la durata era biennale e per gli ultimi quattro bienni nessun progetto
aveva ottenuto l'approvazione del Csm. Alemi non nasconde la soddisfazione:
«Quando mi sono insediato, nel luglio del 2006, due erano i problemi più gravi
e urgenti da affrontare:
Tribunale di Napoli,
Alemi: i giudici cambino abitudini
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: lavoro e sottolinea che nonostante
lo stop del Csm: «Il discorso resta in sospeso». «Le polemiche — ha spiegato —
sono state esagerate. I colleghi hanno difficoltà a cambiare le proprie
abitudini, ma non è vero che lavorano poco. Probabilmente ritengono che ciascun
giudice debba organizzare da solo il proprio lavoro, dunque anche fissare le
udienze e decidere i rinvii.
L'IDEA DEL GOVERNO di
vendere gli alloggi popolari è come le nuvole,...
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Corte Costituzionale aveva già
ritenuto illegittima la pretesa dello Stato di sostituirsi alle Regioni nel
decidere se e con quali regole vendere il patrimonio di alloggi pubblici
assegnati in affitto alle fasce più deboli della popolazione. La ragione della
nostra contrarietà non è solo di carattere istituzionale ma è anche di
sostanza.
<La sola protezione del
reddito non promuove il lavoro>
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: CRISI IL PRESIDENTE DELLA CORTE
COSTITUZIONALE FRANCESCO AMIRANTE AL CONVEGNO DI ASCOLI PICENO FLESSIBILITA' E
DIRITTI Amirante (al centro) durante il convegno ASCOLI PICENO «UN MOMENTO di
grave crisi del sistema come quello presente rende ancora più attuali le
esigenze di protezione dei lavoratori, in particolare di quelli delle fasce
meno tutelate»
Ginevra, la sfida alle
democrazie ( da "Corriere
della Sera" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: interverrebbe il potere giudiziario
(attraverso la Corte costituzionale) a dichiararle illegittime, nonché farebbe
sentire la propria voce l'opinione pubblica. Sarebbe ora che le Nazioni Unite
prendessero atto di una anomalia che, di fatto, finisce col rinnegare persino i
principi stessi che ne hanno ispirato la nascita.
Il magistrato scende in
politica ( da "Corriere
della Sera" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: BREVI Il magistrato scende in
politica Luigi De Magistris ha annunciato la sua candidatura nelle file
dell'Italia dei Valori due giorni fa alla presenza del leader del partito
Antonio Di Pietro. Il Csm gli ha concesso l'aspettativa dall'incarico di
magistrato, ma incalzato dalle polemiche De Magistris ha già spiegato di voler
abbandonare definitivamente la toga
COSTITUZIONE E CONCEZIONE
DEL POTERE ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: già presidente della Corte
Costituzionale che ha scritto sul tema della «mitezza costituzionale» associandola
a quelli della coesistenza e del compromesso; ciò sottintende una concezione
della politica che non è quella del rapporto di esclusione e sopraffazione ma
quella inclusiva dell'integrazione attraverso l'intreccio di valori e procedure
comunicative.
La governatrice
Lorenzetti: <Il decreto legge? Quasi un condono preventivo>
( da "Nazione, La (Umbria)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Noi ricorremmo alla Corte
costituzionale che ci diede ragione». «Come sistema delle Regioni abbiamo
sempre dato prova di serietà e rigore. Vorremmo ha aggiunto Lorenzetti che
altrettanto rigore e serietà venga riservato a noi da parte del Governo, visto
che si sta mettendo mano a competenze regionali e anche comunali.
procura generale: stop
alle sentenze buoniste ( da "Centro,
Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che ha inoltrato un esposto al Csm
interpreta quelle parole come un «gravissimo tentativo di interferenza nell'attività
giurisdizionale e di limitazione dell'indipendenza del giudice». Nel mirino dei
penalisti, un voluminoso studio inviato dal procuratore generale, Giuseppe
Falcone, al presidente di Corte di appello, Mario Della Porta.
governatori sulle
barricate ( da "Giornale.it,
Il" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Noi ricorremmo alla Corte
costituzionale che ci diede ragione». Se anche questa volta le regioni
ricorreranno contro il piano che snellisce le procedure per l'edilizia e
concede a chi ristruttura un bonus in cubatura, Lorenzetti non lo dice. Anche
per la Toscana si tratta di una «messa in mora delle competenze regionali.
L'orco fugge dai
domiciliari, bufera sul pm lumaca
( da "Giornale.it, Il"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Insomma un ex magistrato, per il
Csm, che ha ancora la toga sulle spalle. Lentezza su lentezza: la radiazione
dopo 9 mesi non è ancora operativa. Morabit El Mostafa, 34 anni, operaio
marocchino, si aggiunge ora alla lista dei beneficiati. La polizia lo aveva
arrestato alla fine di gennaio.
DE MAGISTRIS IN POLITICA?
UNA SCELTA SBAGLIATA, CONTRIBUISCE ANCOR DI PIù A RAFFORZARE NE...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ha ragione il vice presidente del
Csm Mancino - aggiunge Laudi - chi lascia la toga per entrare in politica non
può tornare in magistratura. Insuccesso elettorale? L'ex magistrato se ne può
tornare a lavorare in altri settori della pubblica amministrazione...». Ascolta
ed annuisce Stefano Schirò, presidente nazionale di Magistratura Indipendente,
ANTONIO ORZA SARNO. CARO
ACQUA: CONTRIBUENTI IN RIVOLTA. GIOVEDì PROSSIMO SI TERRà UN'A...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che grazie alla sentenza 335 del
2008 della Corte Costituzionale dovrà restituire? I cittadini protestano contro
quella che definiscono "una vera ingiustizia". In tempi di crisi, non
è più tollerabile minimizzare una questione così importante. Ci sono, ad esempio,
alcune incongruenze nel meccanismo di fatturazione applicato dalla Gori che
penalizzerebbero fortemente i contribuenti.
IL PRESIDENTE BRASILIANO,
LUIS INACIO LULA DA SILVA, NON INTENDE ESTRADARE L'EX TERRORISTA ITAL...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Corte costituzionale brasiliana)
cambierà la giurisprudenza attuale e toglierà al presidente la decisione finale
sui casi di estradizione. Se infatti Lula dovesse dar via libera
all'estradizione, sconfesserebbe il suo ministro della Giustizia, Tarso Genro,
che ha concesso a Battisti l'asilo politico in contrapposizione al Comitato
brasiliano per i rifugiati politici (
Sanità: altri 30 posti di
lavoro ( da "Sicilia,
La" del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: alla riforma del Csm, a quella del
Codice penale e dell'Avvocatura. amministrazione comunale Riaperti i termini
per l'inserimento nell'albo delle società e professionisti L'amministrazione
comunale riapre i termini per l'Albo di fiducia delle società e dei
professionisti che intendono partecipare ai progetti comunitari.
Il caso fognature Inutili
le domande già presentate E ora servono anche ricevute e bollette
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il caso è noto: la Corte
costituzionale ha giudicato illegittimo il versamento della quota di
depurazione per i cittadini non allacciati al sistema fognario. O meglio, lo è
dal 3 ottobre 2000, da quando cioè la tassa si è trasformata in tariffa per un
servizio.
SI DICE AVVILITO DI FRONTE
ALLA IRRESPONSABILITà DI UNA PARTE DEL CONSIGLIO GIUDIZI...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm e al presidente della Corte
d'Appello: «Ho informato il presidente di Corte d'Appello e il Csm perché
ciascuno si assuma la responsabilità delle proprie decisioni anche sotto il profilo
disciplinare». Ecco, dunque, come si esprime il procuratore generale: «Solo un
consiglio giudiziario irresponsabile può deliberare di desecretare e consentire
la diffusione di questioni che comunque
Aldo Pecora (Ammazzateci
Tutti) contro la candidatura di De Magistris. Di Pietro? Uno che distrugge i
movimenti ( da "Blogosfere"
del 21-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Quando ti difendevamo noi davanti
al Csm non c'erano né Grillo né Di Pietro"». Ora è pure candidato:
contenti? «Mica tanto. Di Pietro, poi, è uno che i movimenti li smantella, li
annienta». E come? «Ha fatto così pure con i girotondi. Pesca da lì per
costruire il suo consenso». Vuole sfruttare la popolarità di De Magistris?
( da "EUROPA ON-LINE" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Così è contro la
Costituzione GIOVANNI PROCACCI Pur non rinunciando alle proprie visioni morali
e/o religiose chi siede in parlamento dovrebbe avere come orientamento
principale la Costituzione. Uno dei miei vicini di banco al senato, Oscar Luigi
Scalfaro, dice sempre: «Un cristiano in parlamento ha il dovere morale e
politico di rappresentare tutta la società, non solo chi la pensa allo stesso
modo!» . Tutti, da un lato e dall?altro, accusano atteggiamenti ideologici e
auspicano il dialogo, ma sul ddl Calabrò continua ad esserci nella maggioranza
una sorta di limite oltre il quale sembra che scatti un dictat! Alimentazione e
idratazione, sotto qualsiasi forma, non possono essere rifiutate! Dunque la
prima necessità logica, che il disegno di legge della maggioranza non
contempla, è quella di distinguere l?alimentazione e l?idratazione per vie
naturali, magari anche assistita da terzi, da quella somministrata in modo
artificiale. Nel primo caso, infatti, il problema della sospensione non si
pone, in quanto esso non rientra in alcun modo nei trattamenti sanitari e
rimane dunque estraneo al diritto di rifiutare le cure mediche sancito
dall?articolo 32 della Costituzione. Nel secondo caso, invece, la
somministrazione artificiale di cibo e acqua comporta un intervento chirurgico,
con il conseguente monitoraggio gastrico ed eventuale periodica
somministrazione di antibiotici. Chi può ragionevolmente sostenere che questo
secondo caso non costituisca trattamento sanitario e che quindi non possa
applicarsi il diritto di rifiuto previsto dalla Costituzione? L?unico eventuale
e discutibile fondamento costituzionale alla norma che
la maggioranza vuole imporre e che prevede il divieto assoluto di poter
rifiutare l?alimentazione e l?idratazione, anche artificiale, è l?eccezione
contenuta nel già citato articolo 32 dove si dice che si può negare il diritto
di rifiutare le prestazioni mediche solo per disposizione di legge. Tale
eccezione, evidentemente introdotta dal Costituente per i casi di pericolo di
diffusione di malattie (prima della legge Merlin), per esempio di epidemie,
trova a sua volta un evidente limite nella clausola finale dello stesso
articolo, dove si recita, al fine di evitare accanimento terapeutico, che «la
legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della
persona umana». Dunque il rischio che corre una norma come quella che si vuole
imporre è che un giudice di merito potrebbe eccepirne la incostituzionalità,
rinviandola all?esame della Corte costituzionale. Non
si capisce, inoltre, perché, se il fondamento costituzionale
è l?eccezione, s?imponga solo l?alimentazione e l?idratazione e non anche la
respirazione o la trasfusione. Non sono forse anch?essi principi vitali? Fin
qui il rigore imposto dalla Costituzione, piaccia o no, non dimenticando mai
che ciascuno è comunque libero di avvalersi o meno del diritto sancito
dall?articolo 32. Dico questo da cittadino che alla propria figlia non avrebbe
mai staccato la spina, ma non giudica chi ha deciso diversamente, anche se
personalmente ritengo che la partecipazione a pubbliche manifestazioni del
signor Englaro dopo la morte di Eluana, rischi di gettare un?ombra su una
scelta presentata come dettata esclusivamente dall?amore. Vorrei però tentare
di proporre una soluzione condivisa, anche perché, aldilà di ogni evidenza costituzionale, una norma così assoluta come quella che la
maggioranza vuole imporre al paese porterebbe in molti casi al mantenimento in
condizioni di coma neurovegetativo persistente di molte penose situazioni per
anni, e direi, viste le continue conquiste della medicina, per decenni e
decenni. Può essere questo uno scenario accettabile? Credo che la maggioranza
potrebbe accettare la distinzione di cui sopra che sottrae alimentazione e
idratazione per vie naturali al diritto di rifiuto previsto all?articolo 32.
Nel caso di idratazione e alimentazione per vie artificiali si potrebbe
consentire la possibilità d?introdurre nella Dat (dichiarazione anticipata di
trattamento) il rifiuto solo nel caso che lo stato di coma neurovegetativo
persistente sia ritenuto irreversibile da un collegio medico, nominato dalla
direzione sanitaria della struttura di ricovero, composto da un neurologo, un
neurofisiologo, un neuroradiologo, dal medico curante e da un medico
specialista della patologia. Sarebbe un segnale di speranza per il paese che,
in una vicenda così difficile e tormentata, le forze politiche in parlamento
sappiano trovare, sia pur nelle specifiche diversità, un punto di incontro.
( da "Giornale di Brescia" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Edizione: 21/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:la città GLI APPUNTAMENTI DI OGGI MANFREDI
RACCONTA CESARE La penultima giornata si apre al Sancarlino con Elena Ungari
che parlerà di «Law and order. Storia del giallo inglese» (ore 11). Si prosegue
all'auditorium della Camera di Commercio con Romano Schiavi e il romanzo «Tra
bombe e veleni... una vita» (16), Donato Carrisi con «Il suggeritore» (16.30) e
Antonio Steffenoni con il romanzo «Vietato giocare con la palla» (17). Sempre
alla Camera di Commercio, la giornalista Franca Leosini sarà protagonista di
due appuntamenti. Alle 17.30, sarà intervistata da Mariano Sabatini e in
serata, alle 21, parteciperà al talk-show «Giallo. Nero. Ma non troppo!». Con
la Leosini, il bresciano Giuseppe Frigo, giudice della
Corte Costituzionale, Cipriana Dall'Orto, condirettore di Donna Moderna, la
psicologa e scrittrice Gianna Schelotto e il moderatore dell'incontro, Mariano
Sabatini. Altri protagonisti saranno l'archeologo e scrittore Valerio Massimo
Manfredi con la sua ultima fatica letteraria «Idi di marzo» (alle 18,
Camera di Commercio) e Gisbert Haefs con «Il centurione di Cesare» (18.30,
Camera di Commercio). Al Nuovo Eden saranno invece proiettati «Gangsters» di
Olivier Marchal (17), «36 Quai Des Orfevres» e «L'ultima missione», sempre di
Marchal (dalle 20).
( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
BRASILE Battisti,
Lula non vuole concedere l'estradizione BRASILIA. Il presidente brasiliano,
Luis Inacio Lula da Silva, non intende estradare l'ex terrorista italiano
Cesare Battisti se spetterà a lui la decisione finale del caso. Lo rivela il
quotidiano Estado de S. Paulo, secondo il quale però Lula
non intende entrare in conflitto con il Supremo tribunal federal (la Corte costituzionale brasiliana), che sta giudicando in questi giorni la richiesta di
estradizione da parte dell'Italia e la concessione dell'asilo politico da parte
del ministro della Giustizia, Tarso Genro. Che Lula sia contrario
all'estradizione di Battisti è sempre stato chiaro, e lo ribadisce il giornale.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Maniago. La Corte costituzionale, chiamata in causa, aveva ritenuto la tutela
del diritto alla salute prevalente sull'osservanza della distanza tra gli
esercizi Ricorso in appello per la terza farmacia Tre operatori si erano
rivolti al Tar, ora uno di loro ha deciso di proseguire l'iter giudiziario
MANIAGO. Prosegue l'iter giudiziario per la realizzazione della terza farmacia
comunale a Maniago. Dopo il parere del Tar, che dava il via libera per
l'insediamento di un'altra realtà da individuare nella frazione di Campagna,
uno dei tre farmacisti che avevano presentato il ricorso, Francesco Fioretti,
ha deciso di proseguire la battaglia legale, ricorrendo in appello. Si
allungano ulteriormente, pertanto, i tempi per l'apertura di una terza realtà
farmaceutica a Maniago, che sarebbe a servizio principalmente degli abitati di
Campagna e Dandolo. Un aspetto positivo per il Comune che si delineerebbe a
fronte di questa situazione è il fatto che a presentare ricorso in appello è
stato soltanto uno dei tre farmacisti che originariamente si erano rivolti al
Tar per evitare l'apertura di un nuovo negozio a Maniago. «Il legale che segue
l'amministrazione comunale sulla questione - ha sottolineato il sindaco Alessio
Belgrado - ha considerato positivo il fatto che due dei tre farmacisti che si
erano rivolti al Tar ora abbiano deciso di non proseguire con la battaglia
legale. Certo, il ricorso in appello allunga ancora i tempi per la possibilità
di aprire una nuova farmacia a Maniago». L'iter relativo alla realizzazione di una
terza farmacia risale addirittura al luglio 2001, quando una delibera di giunta
regionale (e successivamente una nota dell'Azienda sanitaria) aveva dato il via
libera alla revisione della pianta organica delle sedi farmaceutiche della
provincia di Pordenone. Il consiglio comunale, all'epoca dell'amministrazione
Di Bernardo, aveva deliberato all'unanimità di incrementare il numero di
farmacie in città. All'epoca si parlava di realizzarla a Campagna oppure al
Dandolo. Tra le due ipotesi aveva prevalso la prima. A quel punto ci fu il
primo ricorso dei farmacisti. Federfarma presentò un ricorso al Tar di Trieste.
Il tribunale amministrativo, a quel punto, passò la
questione alla Corte costituzionale per dirimere, appunto, un interrogativo costituzionale in merito al diritto alla salute e alla distanza viaria che
separa, invece, una farmacia dall'altra e che a Maniago, secondo quanto
sosteneva Federfarma, non sarebbe stato rispettato. Nello specifico,
l'associazione dei farmacisti riteneva che per aprire nuove farmacie in deroga
(ovvero senza che ci siano i requisiti demografici) debbano sussistere
condizioni topografiche e di viabilità tali da rendere difficoltoso per gli
utenti percorrere gli almeno tremila metri di distanza previsti per raggiungere
la farmacia più vicina. La Corte costituzionale
ritenne invece prevalente la tutela del diritto alla salute, sancito
dall'articolo 32 della Costituzione. In questo modo l'argomento è tornato sul
tavolo del giudice amministrativo regionale, il quale ha ritenuto che il
ricorso presentato dai farmacisti non fosse accoglibile, dando di fatto il via
libera per la realizzazione della terza farmacia maniaghese. Se non che, entro
i termini previsti per proseguire con i gradi di giudizio, il farmacista
Fioretti, il cui esercizio ha sede a Maniago, ha impugnato la sentenza ed è
ricorso in appello. Laura Venerus
( da "Centro, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
di Giampiero
Giancarli La procura generale: basta sentenze buoniste Lettera ai giudici della
corte d'Appello dell'Aquila. La camera penale: è un'ingerenza L'AQUILA.Un
invito ai giudici «a evitare l'eccesso di buonismo che porta spesso a ridurre
la sanzione» contenuto all'interno di una più complessa nota sulla
riorganizzazione del lavoro, inviata dalla Procura generale al presidente di
Corte di appello dell'Aquila, ha suscitato la dura reazione da parte del
presidente nazionale dell'Unione Camere Penali, Oreste Dominioni. L'avvocato
Dominioni, che ha inoltrato un esposto al Csm interpreta
quelle parole come un «gravissimo tentativo di interferenza nell'attività
giurisdizionale e di limitazione dell'indipendenza del giudice». IL DOSSIER.
Nel mirino dei penalisti, dunque, un voluminoso studio inviato dal procuratore
generale, Giuseppe Falcone, ma elaborato dall'avvocato generale Brizio
Montinaro al presidente di corte di appello, Mario Della Porta, con lo
scopo di valutarlo e trarne nelle determinazioni ai fini di contrastare il
fenomeno delle prescrizioni. Lo studio, poi, è stato trasmesso anche al
presidente dell'Ordine degli avvocati dell'Aquila, Antonello Carbonara e al
presidente delle Camere penali, al fine di far conoscere il loro parere. Si
tratta, dunque, di un atto interno della magistratura aquilana ma comunque
divulgato. L'iniziativa prende spunto dalle necessità imposte dal decreto
sicurezza approvato lo scorso maggio, che prevede «criteri di priorità» ma prende
di petto il problema del contenzioso arretrato. Montinaro, magistrato di grande
esperienza, al di là dei passi contestati dagli avvocati, indica nel suo
approfondito studio dei suggerimenti alla corte per abbreviare i tempi.
Consiglia, tra le altre cose, di aumentare il numero delle udienze in modo da
smaltire nel giro di uno o due anni i processi prioritari. Pertanto ritiene
necessario di fissare quattro udienze settimanali in modo da avere a
disposizione quaranta udienze in più all'anno. A fronte di questo dovrebbe
essere garantita una resa media per udienza di almeno 15 sentenze. I PASSI
CONTESTATI. «Senza prevaricare la libertà di giudizio dei magistrati
giudicanti», si legge nel documento, «il presidente della sezione penale
potrebbe indire riunioni periodiche in cui discutere regole astratte di
giudizio idonee a rendere più uniformi le decisioni della corte in tema di
misure delle pena (evitando l'eccesso di buonismo che porta spesso a ridurre
comunque la sanzione), di riconoscimento di attenuanti, in tema di applicazione
della continuazione, di giudizio di valenza delle attenuanti rispetto alle
aggravanti, e di recidiva. In tale modo l'aspettativa di accoglimento delle
impugnazioni pretestuose si ridurrebbe e il numero dei gravami man mano
dovrebbe diminuire. L'ufficio potrebbe, quando ce ne fosse bisogno, aumentare
il numero di appelli incidentali e sollecitare le procure a incrementarli per
chiedere riforme peggiorative nei casi di pene troppo miti, di concessioni di
attenuanti non dovute, di omissioni di pene accessorie perchè così, senza
aumentare il numero delle impugnazioni già proposte, il timore di riforme
peggiorative scoraggebbe le impugnazioni infondate». GLI AVVOCATI. Per le
Camere Penali, é «semplicemente sconcertante che nella magistratura si
sviluppino in modo del tutto incontrollato dinamiche di questo genere,
gravemente lesive del precetto costituzionale della indipendenza funzionale
interna dei singoli giudici». Il presidente dell'Ucpi, Oreste Dominioni, che ha
presentato un esposto al Consiglio superiore della magistratura, ha rilevato
che «ciò che sta venendo meno é il senso della giurisdizione, sotto la spinta
sempre più forte del convincimento che il giudice, al pari del pubblico
ministero, debba farsi carico non tanto del giudicare, quanto del perseguire i
reati e del punire». Per gli avvocati penalisti, dunque, «simili dinamiche,
favorite da un ordinamento giudiziario di obsoleta impronta autoritativa e
alimentate dalla concezione distorta secondo la quale accusare e giudicare sono
funzioni omologhe ed intercambiabili, sono davvero eliminabili soltanto con una
riforma generale degli assetti giudiziari».
( da "Repubblica, La" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina IX - Napoli
Galgano contro il consiglio giudiziario "Irresponsabile diffondere gli
atti su Lepore e due pm" Il pg: "Era materiale riservato nutro
sospetti sui colleghi che hanno dato il via libera" «La Procura è sempre
compatta e protesa nella efficace lotta a qualunque tipo di illegalità del
territorio», assicura il procuratore Giandomenico Lepore. Si dice «amareggiato
e sorpreso», il capo dei pm, per la pubblicazione del verbale della seduta del
consiglio giudiziario sullo strappo insorto con i sostituti Giuseppe Noviello e
Paolo Sirleo dopo lo stralcio della posizione di sette indagati (fra i quali il
prefetto Alessandro Pansa) dalle richieste di rinvio a giudizio dell´inchiesta
sulla gestione della crisi rifiuti. E la decisione del consiglio giudiziario di
togliere il segreto dagli atti, approvata con 12 voti a favore e 6 contrari
viene accolta con «stupore e disorientamento» dal procuratore generale Vincenzo
Galgano, che parla di «prova di irresponsabilità totale». Perché è stupito, pg
Galgano? «Perché non posso non nutrire sospetti nei confronti di colleghi che
hanno autorizzato la diffusione di materiale riservato». Ma è stato il
consiglio a togliere il segreto dal verbale. «Questo voto viola il regolamento
che il consiglio giudiziario stesso si è dato. Ecco perché parlo di
irresponsabilità». Quali ragioni impedivano di far conoscere il contenuto del
verbale? «Si tratta di materiale che riguarda un procedimento ancora nella fase
delle indagini e prende in esame scelte e comportamenti del procuratore e di
due pm. Renderlo pubblico alimenta la diffidenza dei cittadini verso
l´amministrazione della giustizia». L´opinione pubblica però deve essere
informata. «Certo, ma quando si affrontano vicende socialmente apprezzabili. Qui sono state diffuse solo riflessioni su fatti peraltro ancora
al vaglio del Csm. Ciò è accaduto per riprovevoli finalità di propaganda
personale. è una battaglia senza senso per acquisire visibilità». Chi la
starebbe combattendo, secondo lei? «Non lo so, penso solo a fare il mio lavoro,
non ad alimentare discrediti». Procuratore generela, non crede di
esporre il fianco a critiche contestando così duramente il voto del consiglio
giudiziario? «Non importa. Mi muove solo il senso del dovere e mi interessa il
buon funzionamento della magistratura requirente. La Procura di Napoli ha
superato momenti di gran lunga peggiori. Passerà anche questo». (d.d.p.)
( da "Nuova Sardegna, La" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Denunciati i
problemi e i disservizi provocati dall'ente idrico Dorgali in rivolta contro
Abbanoa Lettera al sindaco Testone di quasi duemila cittadini NINO MUGGIANU
DORGALI. I cittadini in rivolta contro Abbanoa. Raccolte 1759 firme spedite
all'attenzione del sindaco Tonino Testone. Il plico con tanto di lettera di
accompagnamento in cui sono elencati tutti i problemi e i disservizi è stato
spedito dal consigliere di minoranza, Gian Michele Nonne. Ecco alcuni passaggi
della missiva: «I cittadini di Dorgali, riunitisi in comitato spontaneo,
portano con forza alla sua attenzione l'ormai scabrosa questione relativa alla
somministrazione del servizio idrico e di depurazione delle acque, da parte di
Abbanoa SpA di cui anche il nostro Comune è socio azionista». La lettera parla
di "acque limacciose e putrescenti provenienti dall'invaso di Olai di
Orgosolo, somministrateci, senza alcun preavviso, dal cosiddetto gestore unico:
Abbanoa! Non citiamo - continua la lettera - i rischi connessi agli usi
alimentari dell'acqua, perché, data la professione che lei esercita, riteniamo
che ne sia ben consapevole e abbia perciò più titoli di noi per poter valutare
la situazione. Le si chiede di adoperarsi fattivamente sia a livello politico,
sia a livello legale se del caso, non lasciando nulla di intentato, perché
cessi questa situazione di abuso e di arbitrio da parte degli amministratori di
Abbanoa. Altri comuni limitrofi a cominciare da Oliena, sono in procinto di
ottenere un ben altro trattamento, pur pagando il servizio di
approvvigionamento idrico con le stesse tariffe dei cittadini di Dorgali.
Cogliamo l'occasione - aggiunge la lettera firmata da Nonne - per aggiungere,
che nell'arco di appena due mesi, alla fine del 2008 fra novembre e dicembre,
gli utenti dorgalesi si son visti recapitare due bollette relative ai consumi
idrici del primo e del secondo semestre del 2007 questa un'azione arbitraria
che va contro sia alla Carta Dei Servizi». La lettera parLa di letture
semestrali, contrariamente a quanto previsto dai regolamenti per cui è stato
disatteso il fondamentale principio di non retroattività degli atti
amministrativi in materia di tariffazione. «Ad Abbanoa - si legge ancora nel
documento - piace imporre fasce di consumo annuali, trascurando così il fatto
che solo l'Ato può emanare norme e atti interpretativi...». Altra questione toccata da Nonne è il servizio di depurazione in
relazione alla quale esiste una sentenza della Corte Costituzionale che ha
dichiarato l'illegittimità. Per effetto di questa sentenza, l'applicazione
della "tassa fognaria e di depurazione", da parte di quei comuni
della Sardegna che non dispongono di un servizio di depurazione delle acque
reflue... In questi giorni - conclude la lettera - vengono recapitate
agli utenti le bollette del "gestore unico" relative ai consumi del
periodo 01/01/2008 - 30/06/2008 (ancora una volta semestrali! Sono 181
giorni!).
( da "Tirreno, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 5 - Pisa
Elettroshock, la Regione fissa le regole Cassano: un atto utile e necessario
PISA. Dopo 71 anni dalla sua creazione, l'elettroshock (elettroterapia
convulsivante) ha finalmente un preciso inquadramento clinico, a tutela della
sicurezza del paziente e degli operatori sanitari, chiudendo un'epoca delicata
in cui è stato fatto oggetto di critiche, anche immotivate, comunque non
sufficientemente protetto sul piano della realtà scientifica. Fu, infatti, la corte costituzionale, anni fa, a confermarne la validità terapeutica. Da allora, un
percorso istituzionale che si è concluso il 9 marzo scorso, con l'approvazione
di una delibera della Regione Toscana, prima fra altre, stabilendo un
protocollo su "Strumenti e indicazioni per il monitoraggio, la sorveglianza
e le valutazioni degli interventi". La tecnica deve in sostanza
essere impiegata nella cura della depressione o di episodi maniacali,
catatonia, là dove le terapie farmacologiche non abbiano dato risultati o siano
controindicate o quando la situazione clinica ponga in serio pericolo la vita
del paziente. Si effettua ponendo degli elettrodi sulla testa del paziente,
attraverso i quali viene fatto passare un impulso elettrico che stimola il
cervello, creando una vera e propria convulsione. Si pratica in anestesia
generale. Occorre poi il consenso informato del paziente, adeguatamente
istruito. Se impossibilitato a farlo in modo autonomo, il tutto viene chiesto a
un legale rappresentante e, in assenza, interviene il giudice tutelare. Al
termine della convulsione, che dura 15 - 60 secondi, la persona viene tenuta
sotto osservazione clinica sino al completo risveglio. Circa i rischi, sono
sostanzialmente sovrapponibili a quelli classici della sola anestesia generale.
I risultati, in molte situazioni, sono significativamente concreti. Discordi
sono i pareri medici sull'efficacia dell'utilizzo. Ci sono scuole di pensiero
che non lo vedono come soluzione definitiva, altre che invece sostengono sia da
preferire nei casi di estrema sofferenza. A commento, il prof. Cassano ha
dichiarato: «La regolamentazione voluta dalla Regione per l'attività di
elettroshock non solo è utile, ma anche necessaria. Ritengo sia
un'indispensabile tutela nei confronti del paziente, degli operatori sanitari,
dei familiari e dell'intera comunità a protezione dell'abuso che è stato fatto
in passato e degli argomenti controculturali di cui è stato oggetto. Occorre in
sostanza trattare i malati, riconoscendo procedure ufficiali. Sul piano clinico
è intanto fondamentale il suo impiego in precise condizioni. Gli effetti
collaterali sono parte di questa e di ogni terapia, come ad esempio capita
nella cura del Parkinson quando possono comparire compulsioni nel gioco
d'azzardo, nell'attività comportamentale sessuale e nella sfera dell'obesità.
Ricordo poi che, da anni, taluni disturbi motori gravi si curano anche ponendo
elettrodi, su precise aree del cervello, per avvalersi dei riscontri positivi
della stimolazione della corrente elettrica». Al centro di Pisa vengono
trattati ogni anni circa 70 pazienti, di cui il 10% dell'area pisana, 20% della
regione e 70% provenienti da fuori Toscana. Gian Ugo Berti
( da "Repubblica, La" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina V - Bari
Diversi i casi segnalati: i magistrati respingono le richieste Negato agli
extracomunitari il gratuito patrocinio "Sono senza codice fiscale"
Delle spese legali hanno beneficiato oltre 2 mila persone fra cui anche boss e
trafficanti di droga GABRIELLA DE MATTEIS Moussa ha 32 anni. E´ nato in Senegal
e sino a due anni fa vendeva borse e cinte contraffatte in Corso Cavour. Ha
commesso un reato, quindi. E per questo è stato denunciato e processato a Bari.
Moussa, in Italia, vive con pochi euro. Non ha soldi per pagare l´avvocato. E
neanche lo Stato può farlo per lui. Il giovane immigrato non può accedere al
gratuito patrocinio perché non ha il codice fiscale. Questo, almeno, ha deciso
il giudice monocratico di Bari. Il caso di Moussa non è l´unico nel distretto
della Corte d´Appello di Bari. L´istituto del gratuito patrocinio permette a
chi è povero o ha un reddito basso di essere difeso da un avvocato di fiducia
ma a spese dello Stato. Chi chiede di poter accedere al beneficio, previsto
dalla Costituzione, deve presentare alcuni documenti, come la dichiarazione dei
redditi e il codice fiscale appunto. Una prescrizione quest´ultima che per gli
immigrati diventa un problema. Molti di loro sono senza regolare permesso di
soggiorno. Altri, la maggior parte, non hanno un lavoro. Esibire il codice
fiscale per gli immigrati, sotto inchiesta o detenuti, è impossibile. E l´unica pronuncia sulla materia della Corte Costituzionale è di
interpretazione non univoca. Moussa, per la detenzione delle borse e delle
cinture contraffatte (donate, dopo il sequestro, alla Caritas), in primo grado,
è stato condannato a due anni e quattro mesi. Nel processo è stato difeso da un
avvocato di fiducia, ma la sua richiesta di ammissione al gratuito patrocinio,
è stata respinta. Difficile immaginare che, in secondo grado, trovi un altro
legale, se non quello d´ufficio, disposto a difenderlo. Kaibrahim, 31 anni, e
nessun permesso di soggiorno, sul banco degli imputati, è finito per essere
stato sorpreso, due volte, alla guida, in stato di ebbrezza, di una macchina
sprovvista di documenti. In primo grado è stato condannato a due anni e due
mesi. All´inizio del processo di secondo grado ha chiesto di essere ammesso al
gratuito patrocinio. Ma la Corte d´Appello ha seguito lo stesso orientamento
del giudice monocratico. Kaibrahim che in un italiano stentato ha raccontato di
essere nato in Senegal e che a Bari è di fatto un clandestino, ovviamente, non
ha il codice fiscale. E la sua prima richiesta è stata rigettata. Come quella
presentata al gip da una donna rumena, finita sotto inchiesta per aver
costretto i figli a chiedere l´elemosina. Lo Stato non pagherà, per lei, le
spese dell´avvocato di fiducia, come è accaduto, soltanto nel 2007, per 2162
persone, indagate o sotto processo. Per il gratuito patrocinio del quale hanno
beneficiato anche boss e trafficanti di droga, così come emerge dalla relazione
dell´anno giudiziario, nel distretto di Corte d´Appello di Bari, sono stati
spesi più di due milioni di euro.
( da "Tirreno, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La Toscana pronta a
dare battaglia per difendere le competenze della Regione Se darà abitazioni a
chi non le ha... Martini: siamo interessati al rilancio dell'edilizia ma il
territorio va difeso L'assessore all'Urbanistica Riccardo Conti: si rischia una
situazione caotica e di deregolamentazione selvaggia MARIO LANCISI FIRENZE. «Sì
a nuove case per chi non ce l'ha. No a nuove stanze per le villette,
soprattutto se gli ampliamenti dovessero essere in deroga ai piani urbanistici
e paesaggisti». Questo il commento del presidente della Regione Toscana Claudio
Martini alle anticipazioni sul decreto legge sulla casa redatto dal Governo
Berlusconi. Martini e l'assessore regionale all'urbanistica Riccardo Conti
sparano a zero contro il decreto, ma non chiudono la porta al governo su un
piano casa che costruisca nuovi alloggi per chi ne bisogno. I due binari della
Regione. La posizione della Regione si muove su due binari. Uno è quello
giuridico: sarà battaglia contro il decreto del governo perché interviene su
competenze che sono di competenza delle Regioni. «Si annuncia un decreto che
stravolge il federalismo», spiega Martini. L'altro binario è politico: «Siamo
interessati a rilanciare l'edilizia, ma il territorio va difeso», aggiunge il
Governatore. La Regione sa bene che l'edilizia va male e ha bisogno di
ossigeno, così come cresce il bisogno di case da parte della popolazione.
Pertanto la preoccupazione di Martini è quella di non regalare al centrodestra
i favori del popolo del mattone, composto da gente in cerca di case, ma anche
di piccole e medie imprese di costruzioni, in forte difficoltà per la crisi
economica. Forse ricorso alla Corte. Ma procediamo con ordine. La prima
reazione è un annuncio di battaglia. Di un no secco al decreto: «Ad una prima
lettura esso appare una messa in mora delle competenze regionali. Il governo
dovrebbe limitarsi a dettare i principi generali mentre con questo decreto
entra nel dettaglio, anche minuto. Peraltro si adombra la sospensione de facto
delle leggi regionali in materia urbanistica, alla faccia del dibattito sul
federalismo». Ancora più dure le parole usate da Conti: «Sembrano confermate le
peggiori previsioni. Si profila un decreto che contiene evidenti profili di
incostituzionalità e che rappresenta quindi una ferita intollerabile alle
competenze e al ruolo delle regioni. Una ferita che sembra destinata ad
anticipare altre ferite al territorio, innescando una situazione di gestione
caotica e di deregolamentazione selvaggia». Lunedì le contromosse. In concreto
cosa succederà se il governo emanerà il decreto che consentirà gli ampliamenti
in deroga ai piani esistenti? Per il cittadino varrà il decreto o le leggi
urbanistiche regionali? Su queste domande la Regione rinvia alla riunione della
giunta di lunedì prossimo in cui, sentito il pareri del proprio ufficio
giuridico, verranno decise le contromosse. All'orizzonte si profila uno
scenario simile a quando il governo Berlusconi emanò il condono edilizio. In quel caso la Regione ricorse alla Corte costituzionale e approvò una legge che, come ricorda Conti, «limitò i danni del
condono». Caos per il cittadino. La Regione prende tempo non solo per
consultare i suoi giuristi, ma anche perché spera - nella riunione
Stato-Regioni di mercoledì prossimo - di trovare intese comuni anche con le
regioni di centrodestra, come la Lombardia, per evitare il ricorso del governo
allo strumento del decreto. «Temo che si vada ad una situazione di caos in cui
il cittadino si troverà di fronte il decreto del governo, ma anche la
legislazione regionale», osserva Conti. L'assessore aggiunge che la possibilità
di ampliamento di case e villette è già prevista in Toscana dal 1999. «La
differenza rispetto al decreto di Berlusconi è che noi diamo l'ok all'aumento
delle cubature se queste rispettano i piani urbanistici e paesaggisti. Il
decreto, secondo almeno le anticipazioni, autorizza gli ampliamenti in deroga
agli strumenti di pianificazione. E ciò è intollerabile», conclude l'assessore
Conti.
( da "Italia Oggi" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Primo Piano data: 21/03/2009 - pag: 4 autore: Boris Mantova
Il velino L'intervista Roberti, lascio il processo senza recriminazioni Il
procuratore si toglie il sassolino: la giustizia è un potere. E non è al servizio della politica Dovrà assicurare ordine e
tranquillità in un ufficio giudiziario importante e scosso da
uno scontro tutto interno al potere giudiziario. Questo si
aspetta anzitutto il Consiglio Superiore della Magistratura da Franco Roberti
neo Procuratore capo a Salerno, che al Velino, in esclusiva, concede la sua
prima intervista ad ampio raggio dopo la nomina. Questo il profilo personale e
professionale: napoletano, 61 anni, Roberti veste la toga nel 1975; nella sua città
approda 7 anni dopo e nel 2001 diventa aggiunto alla Procura di Napoli per poi
coordinare la Direzione Distrettuale Antimafia, la più calda d'Italia. Le sue
inchieste hanno fatto tremare le alte sfere della malavita organizzata: con il
suo pool di magistrati ha decimato con arresti e sequestri i clan e le loro
disponibilità economiche. Molti capi mafia sono caduti nella rete della giustizia grazie all?intenso lavoro investigativo e
inquirente. Esperto di primo piano dei clan e soprattutto di quello dei
Casalesi. A Napoli sono sue le inchieste su Calciopoli e su Romeo. Schivo e
riservato, poco avvezzo agli eventi mondani, Roberti viene definito dai più un
magistrato di ferro. Nella carriera sono stati tanti i bocconi amari, oggi
ripagati dagli elogi giunti dal plenum del Consiglio Superiore della
Magistratura.D. Procuratore Roberti, partiamo dall'ufficio che lascia: la più
grande soddisfazione di questi anni?R. I processi
contro la criminalità organizzata di Napoli e del Casertano. Sono un'infinità:
il processo Maglio, la lotta ai Galasso e agli Alfieri. Non ultimo i
Casalesi.D. L'arresto che secondo lei più ha danneggiato la mala?R. Guardi,
anche qui sono stati tanti. Anzitutto quello del boss Alfieri che poi è
diventato un importante collaboratore di giustizia.
Lorenzo Nuvoletta e ovviamente l?arresto di Giuseppe Setola dei Casalesi. Ma
c?è qualcosa che secondo me è fondamentale nella lotta alla mala.D. Cosa?R. Le
indagini che mettono in luce le collusioni tra politici e imprenditori. Non
bisogna mai abbassare la guardia.D. Qual è ad oggi il rapporto tra politica e
malaffare?R. La criminalità organizzata tenta sempre di entrare nella gestione
della cosa pubblica. Fino a quando non si faranno scelte precise di governo in
tal senso, sarà difficile estirpare questo pericoloso connubio.D. Tra pochi
giorni arriverà a Salerno, che ufficio si aspetta di trovare dopo lo scontro
con la Procura di Catanzaro?R. Mi aspetto di trovare un ufficio che sicuramente
in passato ha lavorato bene e in maniera autorevole. Un ufficio che ha passato
vicende difficili ma sono sicuro che questi momenti saranno superati.D. Non la
preoccupa cosa è accaduto?R. Non mi preoccupa perché con il mio arrivo voglio
voltare pagina, anche se molte cose che riguardano lo scontro con la Procura di
Catanzaro dovranno essere definite. Le definirò.D. A Napoli lascia tra tanti
anche il processo a Romeo: commenti?R. Tutto è stato fatto nel giusto. Vorrei
anche dire: è fisiologico che il Gip possa non accogliere le richieste di
misure cautelari richieste dalla procura. Nessuna recriminazione al contrario
di quanto qualcuno ha scritto.D. Il rapporto tra politica e magistratura porta
a scontri quotidiani, cosa ne pensa?R. Il rapporto tra magistratura e politica
non si risolverà fino a quando la politica vedrà la giustizia
come un potere e non un servizio.D. È contrario ai
magistrati che scendono in politica?R. Non sono contrario purché prima di
candidarsi il magistrato si dimetta.D. Cosa lascia alla Dda?R. Lascio affetti,
colleghi di grande professionalità. Spero di essere ricordato come un amico non
come un capo ma soprattutto spero in una cosa..D. Cosa?R. Che nessuno mi
rimpianga, significherebbe vanificare il lavoro di anni e anni che hanno fatto
male alla malavita organizzata.
( da "Messaggero, Il (Marche)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato 21 Marzo 2009
Chiudi di PEPPE ERCOLI ASCOLI - Mai vista tanta gente a Palazzo dei Capitani in
occasione di un convegno, tanto che alla sala della Ragione, troppo piccola per
contenere tutti, è stata aggiunta un'altra sala con collegamento in video
conferenza. L'occasione è stato il convegno nazionale "Competitività,
flessibilità del mercato e diritti fondamentali dei lavoratori"
organizzato dal Centro nazionale studi di diritto del lavoro "Domenico
Napoletano" che iniziato ieri si concluderà nella mattinata di oggi.
Giudici e avvocati sono giunti da tutta Italia per ascoltare i qualificati
relatori fra cui il presidente della Corte Costituzionale
Francesco Amirante che ha affrontato vari aspetti legati al lavoro. In
particolare ha parlato anche del problema della sicurezza sui luoghi di lavoro.
«Il contrasto al lavoro sommerso non è ancora un mezzo di lotta sufficiente
contro le "morti bianche", per la quale appare solo in fase di
elaborazione e di definizione una coscienza collettiva della sicurezza»
ha detto Amirante che in riferimento al problema della mancanza di lavoro ha
aggiunto che «è chiara a tutti la necessità di un efficiente sistema di
ammortizzatori sociali, ma è egualmente evidente che la sola protezione del
reddito degli occupati non può considerarsi uno strumento di promozione
dell'occupazione». Al convegno è intervenuto anche il segretario della Uil
Angeletti che sulla crisi economica ha detto che «bisogna invertire la tendenza
che vede in calo le esportazioni e in forte contrazione gli ordini
nell'edilizia. Ci sono tante opere pubbliche progettate e finanziate e bisogna
evitare di perdere i fondi per l'eccessiva burocrazia».
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato 21 Marzo 2009
Chiudi L'AQUILA - L'Unione delle Camere penali denuncia un «gravissimo
tentativo di interferenza nell'attività giurisdizionale e di limitazione
dell'indipendenza del giudice da parte del pubblico ministero» avvenuto negli
uffici giudiziari dell'Aquila. «L'Ucpi - si legge in una nota - è venuta a
conoscenza di una lettera con la quale il procuratore generale dell'Aquila,
cogliendo lo spunto dalle necessità imposte dal decreto sicurezza che prevede
"criteri di priorità", aveva rivolto al presidente della Corte
d'Appello un invito ad adottare determinate regole di giudizio al fine di
scongiurare la prescrizione dei reati privi dei requisiti di
"priorità"». Il pm, denunciano i penalisti, «con un'iniziativa che
palesemente travalica le proprie prerogative e che denota grave arroganza,
propone al giudice di conformare le proprie pronunce ad alcuni criteri, quali
evitare «l'eccesso di buonismo che porta spesso a ridurre la sanzione», a
ridurre il riconoscimento di attenuanti, applicare la continuazione con
maggiore rigore, dare maggior peso alle aggravanti e alla recidiva, cosicché
gli imputati siano scoraggiati dal proporre "impugnazioni
pretestuose", garantendo inoltre al giudice che «provvederà ad aumentare
il numero dei propri appelli incidentali e solleciterà le Procure territoriali
a incrementarli, per chiedere riforme peggiorative di modo che il timore di pene
più gravi scoraggi gli avvocati dal presentare impugnazioni infondate e
pretestuose». Il presidente dell'Ucpi, Oreste Dominioni, che
ha presentato un esposto al Csm, ha rilevato, infine, che «ciò che sta venendo
meno è il senso della giurisdizione, sotto la spinta sempre più forte del
convincimento che il giudice, al pari del pubblico ministero, debba farsi
carico non tanto del giudicare, quanto del perseguire i reati e del punire».
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-21 - pag: 5 autore: Autonomie. Regioni
critiche, si annuncia difficile l'incontro di mercoledì con il Governo Stop di
Formigoni: limiti invalicabili Giuseppe Latour ROMA Si prospetta una dura
battaglia nella conferenza Stato–Regioni di mercoledì. I governatori, questo
emerge dalle loro prime reazioni, faranno muro di fronte all'ipotesi di un
decreto calato dall'alto che imponga norme di dettaglio in una materia di loro
competenza. Anche se emerge una differenza chiara tra Regioni di colore
diverso. Se il centro–sinistra è già sulle barricate, i governatori di centro–
destra scelgono posizioni più meditate che fanno comunque intravedere possibili
contrasti futuri con l'esecutivo. La Sardegna, ad esempio, parla di
inapplicabilità immediata della norma sul suo territorio. Mentre dal presidente
lombardo, Roberto Formigoni arriva scetticismo: «Non è possibile un decreto che
contenga norme di dettaglio in questa materia». Dal Pirellone, comunque
favorevole al merito del provvedimento, viene pronunciata una critica di
metodo: «Ci sono – dice Formigoni – dei limiti costituzionali non valicabili
dal governo ». Bisognerebbe cioè tornare a un'ipotesi di testo che non leghi le
mani ai governatori: «Ad esempio, l'esecutivo potrebbe fissare semplicemente
dei limiti, all'interno dei quali starebbe poi alle Regioni muoversi, anziché
andare così nel dettaglio degli interventi ». Un testo che non piaccia al
livello locale, nota Formigoni, sarebbe controproducente per tutti:
«Semplicemente, il decreto verrebbe impugnato quasi subito ». La Sardegna,
anch'essa in linea generale favorevole al piano casa, addirittura si chiama
fuori dall'applicazione immediata del decreto. Ne parla il neo–governatore, Ugo
Cappellacci (Pdl). «In quanto Regione a statuto speciale abbiamo una competenza
primaria in materia di urbanistica: prima dell'entrata in vigore del Piano casa
servirà un nostro esplicito recepimento». Questo nonostante la norma
all'articolo 1 parli di«applicazione su tutto il territorio nazionale ». Quindi
la Sardegna, a decreto varato, dovrà ancora aspettare una legge? «Certo –
risponde Cappellacci –, ma la approveremo in tempi brevissimi ». Il centro-sinistra
è anch'esso su una linea critica. Anche se con toni più accesi. Vasco Errani,
presidente della Regione Emilia Romagna e della conferenza Stato– Regioni parla
esplicitamente di incostituzionalità: «Gestire per decreto una materia di
competenza concorrente va contro la Carta costituzionale
perché invade le prerogative delle Regioni». Parole simili a quelle del
governatore toscano, Claudio Martini, che aggiunge un ulteriore elemento di
riflessione: «Nel testo si adombra la sospensione de facto delle leggi
regionali in materia di urbanistica, alla faccia del dibattito sul federalismo
». Mentre il governatore del Lazio, Piero Marrazzo, chiede chiaramente un passo
indietro: «Siamo fermamente contrari al decreto. Serve un ritorno a un'idea di
legge quadro o di atto di indirizzo: il governo non può ragionare come se
questa non fosse una competenza concorrente». Il presidente della Regione
Umbria, Maria Rita Lorenzetti, tra le righe fa addirittura intravedere una
possibilità di impugnativa: «Ci pare che il decreto sia incostituzionale
e Berlusconi dovrebbe saperlo perché il suo precedente governo fece la stessa
cosa con il condono edilizio, approvato con decreto. In
quel caso ricorremmo alla Corte costituzionale,
che ci diede ragione ». Anche a sinistra, però, c'è qualche timida apertura. Il
governatore del Piemonte, Mercedes Bresso, da un lato tiene la stessa linea dei
suoi colleghi del Pd («Il provvedimento è incostituzionale
perché palesemente di dettaglio») ma dall'altro lascia uno spiraglio al
dialogo: «Noi non siamo pregiudizialmente contrari al decreto, purché
sia fatto sulla base di un testo concordato ». IL FRONTE DEL NO Cappellacci: in
Sardegna norme inattuabili senza il nostro recepimento Dai colleghi democratici
è polemica sui contenuti
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: NAPOLI - data: 2009-03-21 num: - pag: 9
categoria: REDAZIONALE Il caso Dettaglio emerso dalle audizioni al Consiglio
giudiziario dopo le polemiche sullo stralcio Bertolaso Rifiuti, Lepore bloccò
la perquisizione alla Protezione civile NAPOLI — Il procuratore Lepore non
ritenne opportuno che, nell'ambito dell'inchiesta sui presunti illeciti nello
smaltimento dei rifiuti, i sostituti Noviello e Sirleo perquisissero una sede
della Protezione civile, a Roma. è una delle circostanze che i due sostituti rappresentarono
al consiglio giudiziario il primo dicembre scorso: quella sera furono ascoltati
a proposito del contrasto con il procuratore, che aveva deciso di stralciare
dall'inchiesta la posizione di sette persone tra cui il sottosegretario
Bertolaso e il prefetto Pansa. Le audizioni dei protagonisti (oltre a Lepore,
Noviello e Sirleo fu ascoltato il procuratore aggiunto Aldo De Chiara) sono
ancora secretate. Il consiglio giudiziario ha invece deciso di rendere pubblico
il verbale della riunione: una decisione approvata con una maggioranza di
tredici consiglieri a cinque. La vicenda è ora
all'attenzione del Csm, cui furono inviati gli atti. La questione è se si
trattò o meno di una revoca, che Lepore avrebbe dovuto motivare. A rivolgersi
al consiglio giudiziario furono i due sostituti, secondo i quali sarebbe stato
opportuno chiedere il rinvio a giudizio di tutti gli indagati. Lepore,
invece, decise di stralciare sette posizioni (quelle di Guido Bertolaso,
Alessandro Pansa, Corrado Catenacci, Ciro Turiello, Claudio De Biasio Armando
Cattaneo ed Enrico Pellegrino, che non erano stati destinatari di misure
cautelari) perché riteneva necessario approfondire le indagini. Un altro pm,
Maurizio De Marco, è stato poi codelegato a seguire lo stralcio. Uno dei punti di
maggiore attrito tra Lepore e i due sostituti fu rappresentato dalla decisione
del procuratore di non autorizzare la perquisizione negli uffici romani della
Protezione civile, da cui dipendeva Marta De Gennaro, ex vice di Bertolaso al
commissariato straordinario dei rifiuti. Noviello e Sirleo ritenevano che
potessero essere acquisiti documenti importanti per l'inchiesta: con lo stesso
spirito era stata disposta la perquisizione a Impregilo. Lepore, invece, valutò
che la richiesta dei pm fosse generica e non particolarmente rilevante per le
indagini. In una nota, ieri, il procuratore si è detto «amareggiato e sorpreso
per il fatto che si sia consentito, attraverso la pubblicazione del verbale del
consiglio giudiziario, di far riferimento ad un'indagine penale ancora in
corso». Proprio questa circostanza, scrive Lepore, «mi impedisce allo stato di
chiarire i complessi aspetti della vicenda». T. B. Il procuratore capo
Giovandomenico Lepore si è detto amareggiato della pubblicazione del verbale
del consiglio giudiziario
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: NAPOLI - data: 2009-03-21 num: - pag: 9
categoria: REDAZIONALE Giustizia Al via la nuova organizzazione del lavoro
Tribunale di Napoli, Alemi: sul «modello Torino» il discorso resta aperto Il
presidente dopo la decisione del Csm Il presidente del Tribunale Carlo Alemi
porta avanti la propria proposta di adottare anche a Napoli il «modello Torino»
NAPOLI — Sezioni civili semispecializzate e dunque più efficienti, sezione
misure di prevenzione con l'organico al completo per intaccare in maniera più
profonda i patrimoni dei clan: sono due delle novità introdotte dal presidente
del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi, nelle «tabelle» approvate
dal Csm. Nel progetto, cioè, di organizzazione del Tribunale, che ora ha una durata
triennale. In passato la durata era biennale e per gli ultimi quattro bienni
nessun progetto aveva ottenuto l'approvazione del Csm. Alemi non nasconde la
soddisfazione: «Quando mi sono insediato, nel luglio del 2006, due erano i
problemi più gravi e urgenti da affrontare: il trasferimento del settore
civile al centro direzionale e la riorganizzazione dell'ufficio. Adesso
entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti ». Il merito, sottolinea Alemi, è
anche dei magistrati della commissione tabelle, che hanno avanzato ed elaborato
proposte. Molte delle quali sono state recepite: non però quella avanzata per
smaltire i fascicoli arretrati del civile, il cosidetto «modello Torino».
Quella dell'arretrato è un problema grave, come ha ricordato anche il commissario
provinciale del Pd, Morando. Il «modello Torino» prevedeva, tra l'altro, una
terza udienza settimanale a settimane alterne e l'obbligo, per il giudice, di
non rinviare oltre i tre mesi le cause nate più di quattro anni prima. Una
proposta che, come aveva raccontato Panorama, non era piaciuta a molti
magistrati e dopo. Su questo il Csm per ora ha detto no: Alemi dovrà fornire
dati più precisi sul numero dei processi arretrati e sui tempi in cui,
presumibilmente, quei processi potrebbero essere smaltiti con l'applicazione di
nuove regole. «Il discorso resta in sospeso — commenta il presidente del
Tribunale —; le polemiche sono state esagerate. I colleghi hanno difficoltà a
cambiare le proprie abitudini, ma non è vero che lavorano poco. La maggior
parte lavora con zelo. Probabilmente ritengono che ciascun giudice debba
organizzare da solo il proprio lavoro, dunque anche fissare le udienze e
decidere i rinvii. Io, invece, credo che questo spetti a chi dirige l'ufficio».
Il consiglio giudiziario aveva espresso parere negativo anche su un altro
punto: l'organico della sezione misure di prevenzione. «Per me — sottolinea
Alemi — è una delle più delicate in una città come Napoli, perché tra l'altro
decide sul sequestro dei patrimoni dei boss. Io ero dell'avviso che l'organico
andasse rinforzato o almeno mantenuto, il consiglio giudiziario riteneva che
non si potesse riservare a questa sezione un trattamento diverso rispetto alle
altre. Il Csm ha recepito il mio orientamento: saranno finalmente coperti i
posti vacanti da anni. L'organico prevede otto posti oltre al presidente, al
momento ne sono coperti solo sei che potrebbero diventare cinque perché un
collega è stato trasferito. Gli otto, però, faranno anche le udienze
monocratiche, dove pure c'è carenza di magistrati perché quei processi sono in
continuo aumento. Con un unico provvedimento, dunque, ho rinforzato sia la
sezione misure di prevenzione sia le udienze monocratiche». Dal Csm è venuto
però l'invito a verificare continuamente flussi e pendenze della sezione.
L'altra novità importante riguarda le sezioni civili: a gruppi di due, oltre
alle materie generali, tratteranno una materia specializzata (famiglia,
esecuzione, procedure concorsuali, locazioni, commerciale, proprietà,
responsabilità professionale, contenzioso con la pubblica amministrazione e
contratti). Titti Beneduce Organizzazione Un'udienza in un'aula del tribunale
di Napoli A sinistra, il presidente Carlo Alemi
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: 1PAGINA - data: 2009-03-21 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE Giustizia Tribunale di Napoli, Alemi: i giudici cambino
abitudini Il presidente Carlo Alemi spiega il suo piano di riorganizzazione del
lavoro e sottolinea che nonostante lo stop del Csm: «Il discorso resta in
sospeso». «Le polemiche — ha spiegato — sono state esagerate. I colleghi hanno
difficoltà a cambiare le proprie abitudini, ma non è vero che lavorano poco.
Probabilmente ritengono che ciascun giudice debba organizzare da solo il
proprio lavoro, dunque anche fissare le udienze e decidere i rinvii. Io,
invece, credo che questo spetti a chi dirige l'ufficio». A PAGINA 9 Beneduce
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
LETTERE E COMMENTI
pag.
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACHE MARCHE pag.
17 «La sola protezione del reddito non promuove il lavoro» CRISI
IL PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE FRANCESCO AMIRANTE AL CONVEGNO DI
ASCOLI PICENO FLESSIBILITA' E DIRITTI Amirante (al centro) durante il convegno
ASCOLI PICENO «UN MOMENTO di grave crisi del sistema come quello presente rende
ancora più attuali le esigenze di protezione dei lavoratori, in particolare di
quelli delle fasce meno tutelate». Il presidente della Corte costituzionale, Francesco Amirante, ha aperto i lavori del
convegno nazionale Competitività, flessibilità del mercato e diritti
fondamentali dei lavoratori' che si sta svolgendo ad Ascoli, in questo fine
settimana.Amirante, nel corso della sua prima uscita ufficiale da presidente
della Corte costituzionale, ha sottolineato i profondi
mutamenti che si stanno verificando a livello economico e sociale nel Paese,
«la cui repentina accelerazione ha detto è sotto gli occhi di tutti». Davanti a
questo scenario che mette in discussione la vita economica, gli assetti interni
del Paese e l'organizzazione del lavoro, Amirante sottolinea che la Corte costituzionale «non ha poteri di iniziativa, ma qualora
fosse chiamata in causa, deve essere consapevole della necessità di tutelare i
diritti fondamentali». «DOBBIAMO stare molto attenti a evitare che si
verifichino quelle sofferenze che, in passato, hanno inciso dolorosamente su
tante esistenze e che da mesi cominciano a prospettarsi anche per gli abitanti
del mondo occidentale» ha ribadito il Presidente al pubblico che ha gremito la
Sala della Ragione del Palazzo dei Capitani. Sulla precarietà e la flessibilità
del mondo del lavoro il presidente Amirante è categorico: «l'introduzione di
forme di lavoro flessibili non è l'antidoto per eliminare il lavoro nero'. La
necessità di un efficiente sistema di ammortizzatori sociali è chiara a tutti,
ma è ugualmente evidente che la sola protezione del reddito degli occupati non
può considerarsi uno strumento di promozione dell'occupazione». VISTA dalla
parte dei sindacati, e in particolare dagli occhi del segretario generale della
Uil Luigi Angeletti, la flessibilità del mercato del lavoro si inserisce in un
clima di crisi mondiale, dalla quale si deve cercare di uscire invertendo due
tendenze. Da un lato, secondo il sindacalista, devono aumentare le esportazioni
e dall'altro deve essere rilanciata l'edilizia. «Ci sono tante opere pubbliche
progettate e finanziate ha detto Angeletti al convegno di Ascoli , bisogna
evitare che i fondi vadano perduti per eccesso di burocrazia o lungaggini nelle
concessioni edilizie. Il sistema di controllo italiano è medievale, invece è
importante che la pubblica amministrazione non ostacoli questo processo ma lo
faciliti, ed è questo l'unico punto sul quale il sindacato può incidere». Più
difficile, a detta del segretario generale della Uil, il discorso sul rilancio
delle esportazioni, visto che dipendono essenzialmente dall'andamento del
mercato estero. Emanuela Astolfi Image: 20090321/foto/6630.jpg
( da "Corriere della Sera" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-21 num: - pag: 42 categoria:
REDAZIONALE Il dubbio di Piero Ostellino Ginevra, la sfida alle democrazie S
ale la marea antisemita. Ma l'antisemitismo è l'anticamera del totalitarismo.
Perciò riguarda anche me; che non sono ebreo e neppure cristiano praticante. Si
incomincia col perseguitare gli ebrei e si prosegue con l'abolizione delle
libertà e dei diritti individuali e la condanna di chi li rivendica. E' bene
che l'Europa, seguendo l'esempio dell'Italia, stia pensando, in assenza di
nuovi elementi, di non partecipare alla Conferenza di Ginevra sui diritti umani
che già minaccia di essere una «Durban-due», la fotocopia di quella del 2001
dove non si discusse del tema, ma solo di Israele — per chiederne la
distruzione — e degli ebrei, per auspicarne lo sterminio. Indipendentemente dal
pericolo — anche per chi ebreo non è — che rappresenta l'antisemitismo, ci sono
due ragioni, una di metodo, l'altra di merito, che sconsigliano le democrazie liberali
dall'andare a Ginevra. La ragione di metodo è che conferenze siffatte non
offrono alcuna garanzia che chi non è d'accordo con la maggioranza (antisemita
e totalitaria) abbia la possibilità di far valere le proprie ragioni e,
soprattutto, che, a presiedere alla conclusione dei lavori, ci sia un potere
«neutro» di garanzia contro ogni tentativo di approvare forme di sopraffazione.
Nelle democrazie liberali, c'è l'equilibrio dei poteri: se, per ipotesi, una
maggioranza parlamentare impazzisse, e volesse approvare leggi liberticide,
oltre all'opposizione, interverrebbe il potere giudiziario
(attraverso la Corte costituzionale) a dichiararle illegittime, nonché farebbe sentire la propria
voce l'opinione pubblica. Sarebbe ora che le Nazioni Unite prendessero atto di
una anomalia che, di fatto, finisce col rinnegare persino i principi stessi che
ne hanno ispirato la nascita. La ragione di merito è che non c'è alcuna
possibilità di compromesso fra un fondamentalismo religioso, che nega i diritti
individuali, e le democrazie liberali che su quegli stessi diritti hanno il
proprio fondamento. Il comunismo era un programma politico che solo per le
grandi masse era diventato una religione, mentre era rimasto una laica
filosofia della storia per i suoi dirigenti. Perciò, il compromesso, fra
comunismo e democrazie liberali, si era rivelato possibile perché, fra
concezioni politiche, economiche e sociali pur tanto diverse, una «pacifica
convivenza» era nella natura stessa a-religiosa dei due sistemi ed era nei loro
stessi interessi. Il fondamentalismo religioso — che si incarna nell'
estremismo islamico — è una religione che è anche un programma politico. Perciò
il compromesso, fra l'estremismo islamico e le democrazie liberali, è
impossibile perché è nell'inconciliabilità delle «conseguenze sociali e civili
» della religione nei due campi che tale impossibilità risiede. Per
l'estremismo islamico, rinunciare alle conseguenze sociali e civili della
religione equivarrebbe a rinnegare sia la fede sia il programma politico (dall'Ordinamento
statuale alla giustizia, dal ruolo delle donne ai rapporti con le altre
religioni, eccetera); nelle democrazie liberali, il problema non si pone perché
la separazione fra politica e religione è già avvenuta. Noi siamo nella
Modernità; loro non ci sono ancora entrati. \\ Conferenza Onu e odio per
Israele: l'obbligo di non partecipare postellino@corriere.it
( da "Corriere della Sera" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-03-21 num: - pag: 15 categoria: BREVI Il magistrato scende in politica Luigi De Magistris ha
annunciato la sua candidatura nelle file dell'Italia dei Valori due giorni fa
alla presenza del leader del partito Antonio Di Pietro. Il Csm gli ha concesso
l'aspettativa dall'incarico di magistrato, ma incalzato dalle polemiche De
Magistris ha già spiegato di voler abbandonare definitivamente la toga
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
IN BREVE pag. 21
COSTITUZIONE E CONCEZIONE DEL POTERE L'INTERVENTO MARTEDÌ prossimo «i martedì
di San Domenico» dedicano una ulteriore riflessione al tema «La parola (della)
Costituzione». La Carta Costituzionale ha un valore «unificante per la
coscienza civile del paese», notò in altra occasione Paolo Pombeni; ma le
trasformazioni avvenute in Italia e nel contesto internazionale pongono
ulteriori problemi, non solo interpretativi. Due le personalità presenti. Il
professor Ivano Dionigi che, con il Centro Studi "La permanenza del
classico" dette vita ad un ciclo di studio "Elogio della
politica" di altissimo valore scientifico venato da un impulso polemico
con riguardo al presente. Si chiedeva Dionigi: «Perché elogio della politica?».
«perché la politica rimanda alla polis, la città, il luogo dove coabitano urbs
e civitas, le pietre e gli uomini. In tal modo alla domanda si è voluto
rispondere, osserva il professor Dionigi, con le parole degli antichi di Atene,
Gerusalemme e Roma: parole che «resistono alla approssimazione indecorosa, alla
modernità deteriore, alla inattualità del presente». Ci sarà anche il professor
Gustavo Zagrebelsky, già presidente della Corte
Costituzionale che ha scritto sul tema della «mitezza costituzionale»
associandola a quelli della coesistenza e del compromesso; ciò sottintende una
concezione della politica che non è quella del rapporto di esclusione e
sopraffazione ma quella inclusiva dell'integrazione attraverso l'intreccio di
valori e procedure comunicative. Di Zagrebelsky voglio ricordare il suo
lavoro "Il crucifige! e la Democrazia". Nel momento dell'appello al
popolo che deve decidere fra Cristo e Barabba sembra delinearsi, osserva
l'autore, un primordiale procedimento democratico. In quell'episodio sono a
confronto due poteri che ricorrono alla democrazia soltanto per servirsene. Da
una parte Caifa ed il Sinedrio, rappresentanti di una «democrazia dogmatica»
che si ritiene in possesso di una verità indiscutibile. Dall'altra Pilato,
campione di una «democrazia scettica» a cui tutto è indifferente tranne la
conservazione del potere. Il popolo sobillato che si sgola nel Crucifige non è
altro che il «paradigma della massa manovrabile» che non delibera, diremmo
oggi, ma è sondata. Sarà una serata non banale quella che ci propongono i
"martedì". Lontana dalla vicenda elettorale che ci coinvolge anche a
Bologna? Ci limitiamo a sperare che le riflessioni possano avere qualche
ricaduta positiva nella contesa elettorale quotidiana.
( da "Nazione, La (Umbria)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
PRIMO PIANO pag. 5
La governatrice Lorenzetti: «Il decreto legge? Quasi un condono preventivo»
PIANO CASA PERUGIA IL TIMORE che il piano casa possa tradursi in una sorta di
condono preventivo è stato ribadito dalla presidente della Regione Maria Rita
Lorenzetti, che è responsabile per le Regioni delle politiche abitative. «Da
una prima lettura del testo del decreto legge ha detto la Lorenzetti il nostro
timore si conferma». «Oltre a non essere il decreto legge lo strumento giusto
per affrontare una questione così importante ha proseguito ci pare che sia anche
incostituzionale. Berlusconi dovrebbe saperlo perché
il suo precedente Governo fece la stessa cosa con il condono edilizio,
approvato con decreto legge. Noi ricorremmo alla Corte costituzionale che ci diede ragione». «Come sistema delle Regioni abbiamo
sempre dato prova di serietà e rigore. Vorremmo ha aggiunto Lorenzetti che
altrettanto rigore e serietà venga riservato a noi da parte del Governo, visto
che si sta mettendo mano a competenze regionali e anche comunali. Siamo
disponibili a discutere ma non possiamo accettare la politica degli annunci
mediatici piuttosto che la vera volontà del Governo di una leale
collaborazione».
( da "Centro, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
L'Aquila. Un
«invito» ai giudici di Corte d'Appello Procura generale: stop alle sentenze
buoniste L'AQUILA. Un invito ai giudici «a evitare l'eccesso di buonismo che
porta a ridurre la sanzione» - contenuto all'interno di una più complessa nota
sulla riorganizzazione del lavoro inviata dalla Procura generale al presidente
di Corte di appello dell'Aquila - ha suscitato la dura reazione da parte del
presidente nazionale dell'Unione Camere Penali, Oreste Dominioni. L'avvocato
Dominioni, che ha inoltrato un esposto al Csm interpreta
quelle parole come un «gravissimo tentativo di interferenza nell'attività
giurisdizionale e di limitazione dell'indipendenza del giudice». Nel mirino dei
penalisti, un voluminoso studio inviato dal procuratore generale, Giuseppe
Falcone, al presidente di Corte di appello, Mario Della Porta. (A pagina
2)
( da "Giornale.it, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 69 del 2009-03-21
pagina 7 Regioni rosse I governatori sulle barricate: incostituzionale
di Redazione Roma Le regioni rosse si ricompattano e dicono no al piano casa
del governo. Mentre alcuni governi locali restano a guardare, le regioni
tradizionalmente guidate dalla sinistra, Emilia Romagna, Toscana e Umbria,
scendono in trincea contro il provvedimento che sarà approvato la prossima
settimana dal consiglio di ministri. Ma più che il merito della legge
salva-edilizia, i presidenti del centrosinistra avanzano critiche nel metodo.
Da Bologna il governatore Vasco Errani fa sapere che «il piano casa del governo
pone problemi di costituzionalità», in particolare per il ricorso al decreto
legge. «C'è un problema sugli strumenti e un decreto per gestire una competenza
concorrente fra Stato, Regioni e Comuni è improprio». Senza contare che «si fa
un condono preventivo. Questo non va bene, e può essere un danno per il Paese».
Dichiarazione fotocopia per Maria Rita Lorenzetti, energica presidente della
regione Umbria, «Da una prima lettura del testo del decreto legge il nostro
timore si conferma. Oltre a non essere il decreto legge lo strumento giusto per
affrontare una questione così importante ci pare che sia anche incostituzionale. Berlusconi dovrebbe saperlo perché il suo
precedente governo fece la stessa cosa con il condono edilizio, approvato con
decreto legge. Noi ricorremmo alla Corte costituzionale che ci diede ragione». Se anche questa volta le regioni
ricorreranno contro il piano che snellisce le procedure per l'edilizia e
concede a chi ristruttura un bonus in cubatura, Lorenzetti non lo dice. Anche
per la Toscana si tratta di una «messa in mora delle competenze regionali.
Il governo - secondo il presidente della Regione Claudio Martini - dovrebbe
limitarsi a dettare i principi generali, e invece con questo decreto entra nel
dettaglio, anche minuto. Peraltro si adombra la sospensione de facto delle
leggi regionali in materia urbanistica, alla faccia del dibattito sul
federalismo». «Sembrano confermate le peggiori previsioni», gli fa eco
l'assessore al territorio Riccardo Conti che teme «ferite al territorio» che
innescherà «una situazione di gestione caotica e di deregolamentazione
selvaggia». Critiche che dovrebbero approdare alla Conferenza Stato-Regioni,
convocata mercoledì proprio per esaminare il provvedimento. Ma non è detto che
tutte le regioni abbiano da ridire sull'invasione di campo, denunciata da
quelle guidate dalla sinistra. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri
4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 69 del 2009-03-21
pagina
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
«De Magistris in
politica? Una scelta sbagliata, contribuisce ancor di più a rafforzare nella
pubblica opinione l'immagine di una magistratura italiana sempre meno terza ed
imparziale». Maurizio Laudi, uno dei più noti pm d'Italia che ha firmato le più
importanti inchieste dell'antiterrorismo, con il rigore torinese non usa giri
di parole. «Ha ragione il vice presidente del Csm Mancino -
aggiunge Laudi - chi lascia la toga per entrare in politica non può tornare in
magistratura. Insuccesso elettorale? L'ex magistrato se ne può tornare a
lavorare in altri settori della pubblica amministrazione...». Ascolta ed
annuisce Stefano Schirò, presidente nazionale di Magistratura Indipendente,
il gruppo associativo del quale Laudi è segretario nazionale e il salernitano
Mario Pagano, segretario organizzativo. Sono riuniti a Salerno i magistrati
campani aderenti a Mi. Oggi, i vertici nazionali di Mi partono per Catanzaro,
tappa «calda» della giustizia italiana. Ma è l'attualità dello scontro tra
procure a conquistare la platea, oltre cinquanta magistrati, di cui trenta
salernitani. È Mimma Gambardella, sostituto procuratore a lanciare il tema. La
sommarietà dei giudizi disciplinari, dice in poche parole la pm salernitana,
può determinare nell'azione inquirente quel senso di spaesamento e
preoccupazione rispettto alla prevedibilità anche dlel'errore umano. «Non c'è
dubbio - dice di rincalzo Maurizio Laudi - che la sommarietà del giudizio
disciplinare per i colleghi salernitani abbia segnato una pagina involutiva per
l'organo di autogoverno». In prima fila anche Antonio Laudati, magistrato
avellinese che ora è uno dei consiglieri del ministro Alfano e i pm napoletani
Sergio Amato e Giuseppe Lucantonio. La vicenda salernitana, pur non affrontata
nel merito, ha rappresentato la traccia della discussione. «Una nuova
indipendenza della magistratura - dice Laudati - è da ricercarsi in una nuova etica
della funzione giurisdizionale». Gaetano Sgroia, presidente dell'Anm locale e
membro della giunta centrale, ha voluto salutare i suoi colleghi. Proprio l'Anm
nazionale, a partire dal 25 prossimo, sarà a Salrno per riflettere sulla
funzione dei giudici e i provvedimenti disciplinari. Tutt'altro che casuale la
scelta di Salerno, epicentro delle sanzioni più dure dopo lo scontro con
Catanzaro. Il convegno ha anche affrontato una discussione sula proposta,
contenuta nel disegno di legge approvato dal Governo, di introdurre meccanismi
di trasferimento di ufficio per la copertura dei posti vacanti (relatore
Laudi); una relazione sulle questioni economiche più imminenti (relatore Aldo
Morgigni); una breve relazione sulla questione dei carichi di lavoro (relatore
Alex Pepe). Hanno partecipato anche i membri del Csm Antonio Patrono e Giulio
Romano. a.m.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ANTONIO ORZA Sarno.
Caro acqua: contribuenti in rivolta. Giovedì prossimo si terrà un'assemblea
pubblica a palazzo San Francesco promossa dalla Pro-Loco per protestare contro
la Gori. All'iniziativa hanno aderito associazioni e comitati di quartiere.
«L'acqua, "res publica" per eccellenza, non può appartenere ad alcuno
- afferma il presidente della Pro-Loco, Leandro Sodano - Non può e non
dev'essere sottoposta a logiche di mercato. Soprattutto non può divenire
oggetto di speculazioni capitalistiche di ditte o lobby interessate soltanto al
lucro. Pertanto la Pro-Loco, nella consapevolezza che in un futuro prossimo
vanno stigmatizzate anche le tariffe Enel, Enelgas, Tarsu (aumentata di circa
il 90% nel 2008), invita le parrocchie, i comitati di quartiere e le
associazioni operanti sul territorio, a partecipare giovedì 26 marzo
all'assemblea pubblica che si terrà alle ore 18 nell'aula consiliare». Nel
corso dell'incontro si cercherà di trovare delle soluzioni su come controllare
le tariffe, l'entità delle captazioni che hanno aggravato il fenomeno della
subsidenza e la quantità di cloro immessa nell'acqua. Intanto in questi giorni
stanno arrivando fatture da pagare con importi spropositati, che incidono
fortemente sui bilanci familiari. Ci sono molte famiglie che non possono
pagare. Nella città dell'acqua, al danno si aggiunge la beffa. Che dire delle
cosiddette fatture a consumo presunto, di letture mai eseguite? E che dire
della tariffa-depurazione che la Gori ha incassato indebitamente per un
servizio mai reso e che grazie alla sentenza 335 del 2008
della Corte Costituzionale dovrà restituire? I cittadini protestano contro
quella che definiscono "una vera ingiustizia". In tempi di crisi, non
è più tollerabile minimizzare una questione così importante. Ci sono, ad
esempio, alcune incongruenze nel meccanismo di fatturazione applicato dalla
Gori che penalizzerebbero fortemente i contribuenti. In discussione è il
principio dell'acconto che la Gori ha richiesto sulle ultime fatture, dopo che,
nelle precedenti, aveva fatto un conguaglio dei consumi. Una richiesta degli
acconti per l'anno 2009 non ammissibile. Come non è ammissibile il principio
della richiesta di pagamento su consumo stimato. Fatturando periodi diversi e
più brevi (tre mesi) ci sarebbe un risparmio per gli utenti. «Ho verificato
che, se invece di inviare fatture ogni sei mesi, la Gori inviasse fatture
trimestrali, gli utenti risparmierebbero molto in presenza dello stesso consumo
- dichiara Antonio Russo, capogruppo del Pd - La fatturazione non è veritiera,
è poco trasparente e onerosa per i contribuenti. La giunta Mancusi deve chiedere
l'immediata rifatturazione. Le nuove fatture dell'acqua dovranno riportare la
lettura effettiva, almeno per il 2008, applicando il conteggio trimestrale e
non semestrale. Così si eviterà di aumentare i costi a carico dei cittadini».
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il presidente
brasiliano, Luis Inacio Lula da Silva, non intende estradare l'ex terrorista
italiano Cesare Battisti se spetterà a lui la decisione finale del caso. Lo
rivela il quotidiano «Estado de S. Paulo», secondo il quale l'ex terrorista
sarà estradato solo se il Supremo Tribunal Federal (Stf, la
Corte costituzionale brasiliana) cambierà la giurisprudenza attuale e toglierà al
presidente la decisione finale sui casi di estradizione. Se infatti Lula
dovesse dar via libera all'estradizione, sconfesserebbe il suo ministro della
Giustizia, Tarso Genro, che ha concesso a Battisti l'asilo politico in
contrapposizione al Comitato brasiliano per i rifugiati politici (Conare),
dopo averlo apertamente appoggiato nella sua decisione. Se invece decidesse di
salvaguardare l'ex terrorista anche se il Stf si dovesse pronunciare contro
l'asilo e favore dell'estradizione, Lula si metterebbe in rotta di collisione
con il massimo organo della magistratura brasiliana. L'unica via d'uscita,
sarebbe che il STF si prenda la responsabilità di cambiare la giurisprudenza
attuale.
( da "Sicilia, La" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
il piano regionale.
Ieri conferenze stampa dei deputati regionali Donegani e Speziale Sanità: altri
30 posti di lavoro rogo notturno In fiamme auto di un disoccupato Un incendio
di sospetta matrice dolosa ha danneggiato ieri notte l'autovettura di un disoccupato.
Le fiamme sono divampate alle
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il caso fognature
Inutili le domande già presentate E ora servono anche ricevute e bollette
Sabato 21 Marzo 2009, La buona notizia: da lunedì saranno disponibili i moduli
per chiedere il rimborso del doppio canone fognario. E da ottobre il Comune
inizierà a rifondere le somme dovute. La cattiva (già anticipata): per la
restituzione occorre allegare le corrispondenti fatture e le ricevute di
pagamento. Dopo l'istruttoria dei tecnici tra norme e sentenze, ieri
l'assessore al Bilancio Fulvio Zugno ha presentato i modelli per le domande,
con relative istruzioni per la compilazione. Il caso è
noto: la Corte costituzionale ha giudicato illegittimo il versamento della quota di
depurazione per i cittadini non allacciati al sistema fognario. O meglio, lo è
dal 3 ottobre 2000, da quando cioè la tassa si è trasformata in tariffa per un
servizio. Da quella data, dunque, e fino al 2006 (le bollette delle
annate successive non sono mai state emesse), il Comune risarcirà tutti coloro
che non sono collegati al depuratore comunale, che possiedono una vasca
biologica svuotata periodicamente a proprie spese (la cosiddetta "vasca Himoff")
e che sono dotati di un impianto di depurazione privato. La documentazione sarà
in distribuzione all'ufficio amministrativo dell'Acquedotto, in via Lancieri
Novara 23 (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12, lunedì e mercoledì
dalle 15 alle 17); all'Ufficio Tributi, in viale Vittorio Veneto 27 (stessi
orari); all'Ufficio relazioni con il pubblico di Ca' Sugana (da lunedì a
venerdì dalle 8.30 alle 12.45, lunedì e mercoledì dalle 15.15 alle 17).
Inoltre, può essere scaricata dal sito www.comune.treviso.it. Potranno avanzare
richiesta persone fisiche, compresi gli eredi di un intestatario nel frattempo
morto, imprese e condomini (tramite l'amministratore). Le prossime fatture
conterranno un'apposita comunicazione, mentre è allo studio la possibilità di mettere
avvisi anche nelle edicole. Il materiale andrà poi restituito, tramite
raccomandata a.r., al Comune, o, brevi manu, all'Uffico protocollo in Municipio
o all'Acquedotto, il martedì dalle 14 alle 16,45, sportello a cui ci rivolgersi
anche per informazioni. Finora a Ca' Sugana sono arrivate 335 domande "fai
da te". La gran parte verrà "bocciata" per la mancanza di due
requisiti: la marca da bollo da 14,62 euro, prevista dall'Agenzia delle
Entrate, e soprattutto le copie delle bollette e delle quietanze, indispensabili
secondo la Corte dei conti. Proprio questo elemento rischia di scremare i circa
diecimila potenziali "creditori" nostrani. Non c'è scadenza per la
presentazione. «Il mio invito però è a fare domanda entro maggio - sottolinea
Zugno -. Potremo così farci un'idea dell'importo globale, e, a quel punto,
valutare se saldare tutto subito o in più tranche». Per legge, infatti, gli
enti hanno cinque anni di tempo, a partire dal primo ottobre, per ripianare il
debito, anche a rate. Ipotizzando un consumo medio di
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Si dice «avvilito di
fronte alla irresponsabilità» di una parte del Consiglio giudiziario. Si dice
«avvilito» per la decisione di «desecretare i verbali delle audizioni del
procuratore Lepore e dei due pm Noviello e Sirleo». Il procuratore generale
Vincenzo Galgano interviene così sul caso dello strappo di due sostituti nella
gestione dello stralcio che vede indagati - tra gli altri - gli ex commissari
Corrado Catenacci, Guido Bertolaso e Alessandro Pansa. La più alta carica
requirente ha così scritto ieri al Csm e al presidente
della Corte d'Appello: «Ho informato il presidente di Corte d'Appello e il Csm
perché ciascuno si assuma la responsabilità delle proprie decisioni anche sotto
il profilo disciplinare». Ecco, dunque, come si esprime il procuratore
generale: «Solo un consiglio giudiziario irresponsabile può deliberare di
desecretare e consentire la diffusione di questioni che comunque
attengono a procedure d'indagine ancora in corso, che hanno per oggetto
comportamenti del procuratore e dei due suoi sostituti. Si sono violate regole
assolutamente pacifiche sulla riservatezza dei singoli magistrati e sul buon
nome della magistratura; ma anche regole poste dal codice di procedura penale,
attenendo non solo a indagine in corso ma anche alla normativa sulla privacy e
alla correttezza che deve sempre avere un magistrato. I colleghi che hanno
preparato la diffusione di notizie riservate non hanno considerato i profili di
deprimente valutazione dell'impegno associativo, degradandolo a tenzone
personale. Non hanno valutato che così sono state banalizzate le funzioni di
organi di controllo della magistratura, colpendo i colleghi nella riservatezza,
tradendo chi si è rivolto al Csm con la certezza della discrezione sulle
doglianze presentate». Un durissimo affondo critico, dunque, che infiamma un
caso interno al distretto. Tutto nasce la scorsa estate, al termine
dell'inchiesta sulla gestione delle ecoballe del Commissariato. C'è divergenza
tra gli inquirenti: i pm Noviello e Sirleo vogliono il processo per Pansa e
Bertolaso, mentre Lepore firma lo stralcio per consentire agli ultimi iscritti
nel fascicolo gli stessi tempi difensivi. Nasce una querelle che finisce in
Consiglio giudiziario, poi al Csm. Pochi giorni fa, poi, la decisione del
«parlamentino» di togliere il segreto sui verbali delle audizioni di Lepore,
Noviello e Sirleo. Una svolta criticata da Galgano e dallo stesso procuratore
Lepore. Il pg Galgano, dunque, non ci sta, e chiede chiarezza al Csm. Nelle
stesse ore arriva l'intervento dello stesso Lepore: «Sono amareggiato e
sorpreso per il fatto che si sia consentito, attraverso la pubblicazione del
verbale del Consiglio giudiziario, di far riferimento, per altro in modo
superficiale, ad una indagine penale ancora in corso, circostanza che mi
impedisce allo stato di chiarire i complessi aspetti della vicenda, già
secretata, della quale è attualmente investito il Csm. L'ufficio di Procura,
sempre compatto, continua ad essere proteso nella efficace lotta a qualunque
tipo di illegalità sul territorio». l.d.g.
( da "Blogosfere" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Mar 0921 Aldo Pecora
(Ammazzateci Tutti) contro la candidatura di De Magistris. Di Pietro? Uno che
distrugge i movimenti Pubblicato da Tiziano Scolari alle 17:55 in Politica Aldo
Pecora, portavoce nazionale del movimento E adesso ammazzateci tutti, era stato
uno dei primi a difendere Luigi de Magistris dagli attacchi seguiti alle
inchieste Poseidon e Why Not. Ecco che ora, dopo la discesa in campo del
magistrato, candidato alle europee con Di Pietro, Aldo si sente tradito e lo
ammette sul suo blog e in un'intervista a Il Giornale. Ci tengo a ribadire una
cosa: Luigi De Magistris è stato difeso perchè era nel giusto. Lo erano le sue
inchieste, sottrattegli indebitamente perchè scomode. E, soprattutto, perchè se
non avessimo tenuto accesi i riflettori a sua difesa l'avrebbero letteralmente
triturato. Ma il tempo passa, e mentre io e molti amici stiamo ancora
leccandoci le ferite, lui oggi ha fatto una scelta - autonoma, sottolineamolo -
e se pur condivisibile o meno è una sua scelta. Parte dell'intervista la trovate
qui sotto. Solo una domanda ad Aldo Pecora: quello che dice può anche essere
condivisibile, forse per l'interesse collettivo era meglio che De Magistris
continuasse a fare quello che sa fare meglio, cioè il magistrato. Ma se siamo
d'accordo che buona parte del parlamento, tutti i condannati, quelli che sono
eletti da una vita e non sanno più che succede nel paese reale dovrebbe farsi
da parte; poi chi ci mettiamo a palazzo Madama e a Montecitorio? Come dire:
società civile e mondo politico devono per forza, sempre e comunque rimanere
separati, oppure la società civile ha, anche, il compito di fornire alle
istituzioni i suoi migliori elementi per, ad esempio, far delle buone leggi? Il
vostro idolo s'è candidato con Di Pietro: vi siete parlati? «Gli ho mandato un
sms, "Buona fortuna... ". Mi ha appena risposto: "Grazie!".
Tutto qui». Deluso? «Un po'. Avrei preferito una telefonata prima della sua
discesa in campo. Saperlo così, dai giornali... Ci sentiamo un po' traditi».
L'ultima volta che vi siete sentiti? «Prima della manifestazione di piazza
Farnese a Roma. Gli dissi: "Quando ti difendevamo noi
davanti al Csm non c'erano né Grillo né Di Pietro"». Ora è pure candidato:
contenti? «Mica tanto. Di Pietro, poi, è uno che i movimenti li smantella, li
annienta». E come? «Ha fatto così pure con i girotondi. Pesca da lì per
costruire il suo consenso». Vuole sfruttare la popolarità di De Magistris?
«Certo, lo strumentalizza. Anche se potrebbe essersi portato in casa un cavallo
di Troia». Tonino ha corteggiato pure lei? «Sì ma risposi che in Calabria
nell'Idv sono passate persone con cui non volevo avere a che fare». Tipo?
«Franco La Rupa, indagato per mafia o Maurizio Feraudo, imputato per truffa e
falso». E lui? «Disse: "Io, e non l'Idv, voglio fare qualcosa con te"».
Ma lei non abboccò. «No, come rifiutai i corteggiamenti di Veltroni». Pure? «Mi
offrì un seggio alla Camera: manco sapeva che non avevo neppure 25 anni.
Declinai». Ora De Magistris è meno credibile? «Sono meno credibili le sue
battaglie: che restano sacrosante nonostante i metodi, più o meno discutibili».
Adesso che farete? «Continueremo la nostra battaglia contro tutte le mafie, con
o senza De Magistris». Ha ragione il pg di Torino Maddalena: «I giudici non si
candidino perché danneggiano l'immagine della magistratura»? «Ha ragione
Montesquieu: separazione dei poteri. E ha ragione pure Mancino: chi sceglie la
politica lasci la toga per sempre. Anche se... ». Anche se? «Viene da dire
"da che pulpito"».