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Report "Giustizia"   21-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Così è contro la Costituzione ( da "EUROPA ON-LINE" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale. Non si capisce, inoltre, perché, se il fondamento costituzionale è l?eccezione, s?imponga solo l?alimentazione e l?idratazione e non anche la respirazione o la trasfusione. Non sono forse anch?essi principi vitali? Fin qui il rigore imposto dalla Costituzione, piaccia o no, non dimenticando mai che ciascuno è comunque libero di avvalersi o meno del diritto sancito

MANFREDI RACCONTA CESARE La penultima giornata si apre al Sancarlino con Elena Ungari che parler&... ( da "Giornale di Brescia" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giudice della Corte Costituzionale, Cipriana Dall'Orto, condirettore di Donna Moderna, la psicologa e scrittrice Gianna Schelotto e il moderatore dell'incontro, Mariano Sabatini. Altri protagonisti saranno l'archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi con la sua ultima fatica letteraria «Idi di marzo» (alle 18,

battisti, lula non vuole concedere l'estradizione ( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lula non intende entrare in conflitto con il Supremo tribunal federal (la Corte costituzionale brasiliana), che sta giudicando in questi giorni la richiesta di estradizione da parte dell'Italia e la concessione dell'asilo politico da parte del ministro della Giustizia, Tarso Genro. Che Lula sia contrario all'estradizione di Battisti è sempre stato chiaro, e lo ribadisce il giornale.

ricorso in appello per la terza farmacia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il tribunale amministrativo, a quel punto, passò la questione alla Corte costituzionale per dirimere, appunto, un interrogativo costituzionale in merito al diritto alla salute e alla distanza viaria che separa, invece, una farmacia dall'altra e che a Maniago, secondo quanto sosteneva Federfarma, non sarebbe stato rispettato.

la procura generale: basta sentenze buoniste ( da "Centro, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: inoltrato un esposto al Csm interpreta quelle parole come un «gravissimo tentativo di interferenza nell'attività giurisdizionale e di limitazione dell'indipendenza del giudice». IL DOSSIER. Nel mirino dei penalisti, dunque, un voluminoso studio inviato dal procuratore generale, Giuseppe Falcone, ma elaborato dall'avvocato generale Brizio Montinaro al presidente di corte di appello,

galgano contro il consiglio giudiziario ( da "Repubblica, La" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Qui sono state diffuse solo riflessioni su fatti peraltro ancora al vaglio del Csm. Ciò è accaduto per riprovevoli finalità di propaganda personale. è una battaglia senza senso per acquisire visibilità». Chi la starebbe combattendo, secondo lei? «Non lo so, penso solo a fare il mio lavoro, non ad alimentare discrediti».

dorgali in rivolta contro abbanoa - nino muggianu ( da "Nuova Sardegna, La" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Altra questione toccata da Nonne è il servizio di depurazione in relazione alla quale esiste una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità. Per effetto di questa sentenza, l'applicazione della "tassa fognaria e di depurazione", da parte di quei comuni della Sardegna che non dispongono di un servizio di depurazione delle acque reflue.

elettroshock, la regione fissa le regole cassano: un atto utile e necessario ( da "Tirreno, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la corte costituzionale, anni fa, a confermarne la validità terapeutica. Da allora, un percorso istituzionale che si è concluso il 9 marzo scorso, con l'approvazione di una delibera della Regione Toscana, prima fra altre, stabilendo un protocollo su "Strumenti e indicazioni per il monitoraggio, la sorveglianza e le valutazioni degli interventi"

negato agli extracomunitari il gratuito patrocinio "sono senza codice fiscale" - gabriella de matteis ( da "Repubblica, La" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: unica pronuncia sulla materia della Corte Costituzionale è di interpretazione non univoca. Moussa, per la detenzione delle borse e delle cinture contraffatte (donate, dopo il sequestro, alla Caritas), in primo grado, è stato condannato a due anni e quattro mesi. Nel processo è stato difeso da un avvocato di fiducia, ma la sua richiesta di ammissione al gratuito patrocinio,

se darà abitazioni a chi non le ha... - mario lancisi ( da "Tirreno, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In quel caso la Regione ricorse alla Corte costituzionale e approvò una legge che, come ricorda Conti, «limitò i danni del condono». Caos per il cittadino. La Regione prende tempo non solo per consultare i suoi giuristi, ma anche perché spera - nella riunione Stato-Regioni di mercoledì prossimo - di trovare intese comuni anche con le regioni di centrodestra,

Roberti, lascio il processo senza recriminazioni ( da "Italia Oggi" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Boris Mantova Il velino L'intervista Roberti, lascio il processo senza recriminazioni Il procuratore si toglie il sassolino: la giustizia è un potere. E non è al servizio della politica Dovrà assicurare ordine e tranquillità in un ufficio giudiziario importante e scosso da uno scontro tutto interno al potere giudiziario.

ASCOLI - Mai vista tanta gente a Palazzo dei Capitani in occasione di un convegno, tanto che... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale Francesco Amirante che ha affrontato vari aspetti legati al lavoro. In particolare ha parlato anche del problema della sicurezza sui luoghi di lavoro. «Il contrasto al lavoro sommerso non è ancora un mezzo di lotta sufficiente contro le "morti bianche", per la quale appare solo in fase di elaborazione e di definizione una coscienza collettiva della sicurezza»

L'AQUILA - L'Unione delle Camere penali denuncia un gravissimo tentativo di interfer... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che ha presentato un esposto al Csm, ha rilevato, infine, che «ciò che sta venendo meno è il senso della giurisdizione, sotto la spinta sempre più forte del convincimento che il giudice, al pari del pubblico ministero, debba farsi carico non tanto del giudicare, quanto del perseguire i reati e del punire».

Autonomie. ( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In quel caso ricorremmo alla Corte costituzionale, che ci diede ragione ». Anche a sinistra, però, c'è qualche timida apertura. Il governatore del Piemonte, Mercedes Bresso, da un lato tiene la stessa linea dei suoi colleghi del Pd («Il provvedimento è incostituzionale perché palesemente di dettaglio») ma dall'altro lascia uno spiraglio al dialogo: «

Rifiuti, Lepore bloccò la perquisizione alla Protezione civile ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La vicenda è ora all'attenzione del Csm, cui furono inviati gli atti. La questione è se si trattò o meno di una revoca, che Lepore avrebbe dovuto motivare. A rivolgersi al consiglio giudiziario furono i due sostituti, secondo i quali sarebbe stato opportuno chiedere il rinvio a giudizio di tutti gli indagati.

Tribunale di Napoli, Alemi: sul <modello Torino> il discorso resta aperto ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: approvate dal Csm. Nel progetto, cioè, di organizzazione del Tribunale, che ora ha una durata triennale. In passato la durata era biennale e per gli ultimi quattro bienni nessun progetto aveva ottenuto l'approvazione del Csm. Alemi non nasconde la soddisfazione: «Quando mi sono insediato, nel luglio del 2006, due erano i problemi più gravi e urgenti da affrontare:

Tribunale di Napoli, Alemi: i giudici cambino abitudini ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: lavoro e sottolinea che nonostante lo stop del Csm: «Il discorso resta in sospeso». «Le polemiche — ha spiegato — sono state esagerate. I colleghi hanno difficoltà a cambiare le proprie abitudini, ma non è vero che lavorano poco. Probabilmente ritengono che ciascun giudice debba organizzare da solo il proprio lavoro, dunque anche fissare le udienze e decidere i rinvii.

L'IDEA DEL GOVERNO di vendere gli alloggi popolari è come le nuvole,... ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale aveva già ritenuto illegittima la pretesa dello Stato di sostituirsi alle Regioni nel decidere se e con quali regole vendere il patrimonio di alloggi pubblici assegnati in affitto alle fasce più deboli della popolazione. La ragione della nostra contrarietà non è solo di carattere istituzionale ma è anche di sostanza.

<La sola protezione del reddito non promuove il lavoro> ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CRISI IL PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE FRANCESCO AMIRANTE AL CONVEGNO DI ASCOLI PICENO FLESSIBILITA' E DIRITTI Amirante (al centro) durante il convegno ASCOLI PICENO «UN MOMENTO di grave crisi del sistema come quello presente rende ancora più attuali le esigenze di protezione dei lavoratori, in particolare di quelli delle fasce meno tutelate»

Ginevra, la sfida alle democrazie ( da "Corriere della Sera" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: interverrebbe il potere giudiziario (attraverso la Corte costituzionale) a dichiararle illegittime, nonché farebbe sentire la propria voce l'opinione pubblica. Sarebbe ora che le Nazioni Unite prendessero atto di una anomalia che, di fatto, finisce col rinnegare persino i principi stessi che ne hanno ispirato la nascita.

Il magistrato scende in politica ( da "Corriere della Sera" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: BREVI Il magistrato scende in politica Luigi De Magistris ha annunciato la sua candidatura nelle file dell'Italia dei Valori due giorni fa alla presenza del leader del partito Antonio Di Pietro. Il Csm gli ha concesso l'aspettativa dall'incarico di magistrato, ma incalzato dalle polemiche De Magistris ha già spiegato di voler abbandonare definitivamente la toga

COSTITUZIONE E CONCEZIONE DEL POTERE ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: già presidente della Corte Costituzionale che ha scritto sul tema della «mitezza costituzionale» associandola a quelli della coesistenza e del compromesso; ciò sottintende una concezione della politica che non è quella del rapporto di esclusione e sopraffazione ma quella inclusiva dell'integrazione attraverso l'intreccio di valori e procedure comunicative.

La governatrice Lorenzetti: <Il decreto legge? Quasi un condono preventivo> ( da "Nazione, La (Umbria)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Noi ricorremmo alla Corte costituzionale che ci diede ragione». «Come sistema delle Regioni abbiamo sempre dato prova di serietà e rigore. Vorremmo ha aggiunto Lorenzetti che altrettanto rigore e serietà venga riservato a noi da parte del Governo, visto che si sta mettendo mano a competenze regionali e anche comunali.

procura generale: stop alle sentenze buoniste ( da "Centro, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che ha inoltrato un esposto al Csm interpreta quelle parole come un «gravissimo tentativo di interferenza nell'attività giurisdizionale e di limitazione dell'indipendenza del giudice». Nel mirino dei penalisti, un voluminoso studio inviato dal procuratore generale, Giuseppe Falcone, al presidente di Corte di appello, Mario Della Porta.

governatori sulle barricate ( da "Giornale.it, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Noi ricorremmo alla Corte costituzionale che ci diede ragione». Se anche questa volta le regioni ricorreranno contro il piano che snellisce le procedure per l'edilizia e concede a chi ristruttura un bonus in cubatura, Lorenzetti non lo dice. Anche per la Toscana si tratta di una «messa in mora delle competenze regionali.

L'orco fugge dai domiciliari, bufera sul pm lumaca ( da "Giornale.it, Il" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Insomma un ex magistrato, per il Csm, che ha ancora la toga sulle spalle. Lentezza su lentezza: la radiazione dopo 9 mesi non è ancora operativa. Morabit El Mostafa, 34 anni, operaio marocchino, si aggiunge ora alla lista dei beneficiati. La polizia lo aveva arrestato alla fine di gennaio.

DE MAGISTRIS IN POLITICA? UNA SCELTA SBAGLIATA, CONTRIBUISCE ANCOR DI PIù A RAFFORZARE NE... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ha ragione il vice presidente del Csm Mancino - aggiunge Laudi - chi lascia la toga per entrare in politica non può tornare in magistratura. Insuccesso elettorale? L'ex magistrato se ne può tornare a lavorare in altri settori della pubblica amministrazione...». Ascolta ed annuisce Stefano Schirò, presidente nazionale di Magistratura Indipendente,

ANTONIO ORZA SARNO. CARO ACQUA: CONTRIBUENTI IN RIVOLTA. GIOVEDì PROSSIMO SI TERRà UN'A... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che grazie alla sentenza 335 del 2008 della Corte Costituzionale dovrà restituire? I cittadini protestano contro quella che definiscono "una vera ingiustizia". In tempi di crisi, non è più tollerabile minimizzare una questione così importante. Ci sono, ad esempio, alcune incongruenze nel meccanismo di fatturazione applicato dalla Gori che penalizzerebbero fortemente i contribuenti.

IL PRESIDENTE BRASILIANO, LUIS INACIO LULA DA SILVA, NON INTENDE ESTRADARE L'EX TERRORISTA ITAL... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte costituzionale brasiliana) cambierà la giurisprudenza attuale e toglierà al presidente la decisione finale sui casi di estradizione. Se infatti Lula dovesse dar via libera all'estradizione, sconfesserebbe il suo ministro della Giustizia, Tarso Genro, che ha concesso a Battisti l'asilo politico in contrapposizione al Comitato brasiliano per i rifugiati politici (

Sanità: altri 30 posti di lavoro ( da "Sicilia, La" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: alla riforma del Csm, a quella del Codice penale e dell'Avvocatura. amministrazione comunale Riaperti i termini per l'inserimento nell'albo delle società e professionisti L'amministrazione comunale riapre i termini per l'Albo di fiducia delle società e dei professionisti che intendono partecipare ai progetti comunitari.

Il caso fognature Inutili le domande già presentate E ora servono anche ricevute e bollette ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il caso è noto: la Corte costituzionale ha giudicato illegittimo il versamento della quota di depurazione per i cittadini non allacciati al sistema fognario. O meglio, lo è dal 3 ottobre 2000, da quando cioè la tassa si è trasformata in tariffa per un servizio.

SI DICE AVVILITO DI FRONTE ALLA IRRESPONSABILITà DI UNA PARTE DEL CONSIGLIO GIUDIZI... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm e al presidente della Corte d'Appello: «Ho informato il presidente di Corte d'Appello e il Csm perché ciascuno si assuma la responsabilità delle proprie decisioni anche sotto il profilo disciplinare». Ecco, dunque, come si esprime il procuratore generale: «Solo un consiglio giudiziario irresponsabile può deliberare di desecretare e consentire la diffusione di questioni che comunque

Aldo Pecora (Ammazzateci Tutti) contro la candidatura di De Magistris. Di Pietro? Uno che distrugge i movimenti ( da "Blogosfere" del 21-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Quando ti difendevamo noi davanti al Csm non c'erano né Grillo né Di Pietro"». Ora è pure candidato: contenti? «Mica tanto. Di Pietro, poi, è uno che i movimenti li smantella, li annienta». E come? «Ha fatto così pure con i girotondi. Pesca da lì per costruire il suo consenso». Vuole sfruttare la popolarità di De Magistris?


Articoli

Così è contro la Costituzione (sezione: Giustizia)

( da "EUROPA ON-LINE" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Così è contro la Costituzione GIOVANNI PROCACCI Pur non rinunciando alle proprie visioni morali e/o religiose chi siede in parlamento dovrebbe avere come orientamento principale la Costituzione. Uno dei miei vicini di banco al senato, Oscar Luigi Scalfaro, dice sempre: «Un cristiano in parlamento ha il dovere morale e politico di rappresentare tutta la società, non solo chi la pensa allo stesso modo!» . Tutti, da un lato e dall?altro, accusano atteggiamenti ideologici e auspicano il dialogo, ma sul ddl Calabrò continua ad esserci nella maggioranza una sorta di limite oltre il quale sembra che scatti un dictat! Alimentazione e idratazione, sotto qualsiasi forma, non possono essere rifiutate! Dunque la prima necessità logica, che il disegno di legge della maggioranza non contempla, è quella di distinguere l?alimentazione e l?idratazione per vie naturali, magari anche assistita da terzi, da quella somministrata in modo artificiale. Nel primo caso, infatti, il problema della sospensione non si pone, in quanto esso non rientra in alcun modo nei trattamenti sanitari e rimane dunque estraneo al diritto di rifiutare le cure mediche sancito dall?articolo 32 della Costituzione. Nel secondo caso, invece, la somministrazione artificiale di cibo e acqua comporta un intervento chirurgico, con il conseguente monitoraggio gastrico ed eventuale periodica somministrazione di antibiotici. Chi può ragionevolmente sostenere che questo secondo caso non costituisca trattamento sanitario e che quindi non possa applicarsi il diritto di rifiuto previsto dalla Costituzione? L?unico eventuale e discutibile fondamento costituzionale alla norma che la maggioranza vuole imporre e che prevede il divieto assoluto di poter rifiutare l?alimentazione e l?idratazione, anche artificiale, è l?eccezione contenuta nel già citato articolo 32 dove si dice che si può negare il diritto di rifiutare le prestazioni mediche solo per disposizione di legge. Tale eccezione, evidentemente introdotta dal Costituente per i casi di pericolo di diffusione di malattie (prima della legge Merlin), per esempio di epidemie, trova a sua volta un evidente limite nella clausola finale dello stesso articolo, dove si recita, al fine di evitare accanimento terapeutico, che «la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Dunque il rischio che corre una norma come quella che si vuole imporre è che un giudice di merito potrebbe eccepirne la incostituzionalità, rinviandola all?esame della Corte costituzionale. Non si capisce, inoltre, perché, se il fondamento costituzionale è l?eccezione, s?imponga solo l?alimentazione e l?idratazione e non anche la respirazione o la trasfusione. Non sono forse anch?essi principi vitali? Fin qui il rigore imposto dalla Costituzione, piaccia o no, non dimenticando mai che ciascuno è comunque libero di avvalersi o meno del diritto sancito dall?articolo 32. Dico questo da cittadino che alla propria figlia non avrebbe mai staccato la spina, ma non giudica chi ha deciso diversamente, anche se personalmente ritengo che la partecipazione a pubbliche manifestazioni del signor Englaro dopo la morte di Eluana, rischi di gettare un?ombra su una scelta presentata come dettata esclusivamente dall?amore. Vorrei però tentare di proporre una soluzione condivisa, anche perché, aldilà di ogni evidenza costituzionale, una norma così assoluta come quella che la maggioranza vuole imporre al paese porterebbe in molti casi al mantenimento in condizioni di coma neurovegetativo persistente di molte penose situazioni per anni, e direi, viste le continue conquiste della medicina, per decenni e decenni. Può essere questo uno scenario accettabile? Credo che la maggioranza potrebbe accettare la distinzione di cui sopra che sottrae alimentazione e idratazione per vie naturali al diritto di rifiuto previsto all?articolo 32. Nel caso di idratazione e alimentazione per vie artificiali si potrebbe consentire la possibilità d?introdurre nella Dat (dichiarazione anticipata di trattamento) il rifiuto solo nel caso che lo stato di coma neurovegetativo persistente sia ritenuto irreversibile da un collegio medico, nominato dalla direzione sanitaria della struttura di ricovero, composto da un neurologo, un neurofisiologo, un neuroradiologo, dal medico curante e da un medico specialista della patologia. Sarebbe un segnale di speranza per il paese che, in una vicenda così difficile e tormentata, le forze politiche in parlamento sappiano trovare, sia pur nelle specifiche diversità, un punto di incontro.

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MANFREDI RACCONTA CESARE La penultima giornata si apre al Sancarlino con Elena Ungari che parler&... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione: 21/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la città GLI APPUNTAMENTI DI OGGI MANFREDI RACCONTA CESARE La penultima giornata si apre al Sancarlino con Elena Ungari che parlerà di «Law and order. Storia del giallo inglese» (ore 11). Si prosegue all'auditorium della Camera di Commercio con Romano Schiavi e il romanzo «Tra bombe e veleni... una vita» (16), Donato Carrisi con «Il suggeritore» (16.30) e Antonio Steffenoni con il romanzo «Vietato giocare con la palla» (17). Sempre alla Camera di Commercio, la giornalista Franca Leosini sarà protagonista di due appuntamenti. Alle 17.30, sarà intervistata da Mariano Sabatini e in serata, alle 21, parteciperà al talk-show «Giallo. Nero. Ma non troppo!». Con la Leosini, il bresciano Giuseppe Frigo, giudice della Corte Costituzionale, Cipriana Dall'Orto, condirettore di Donna Moderna, la psicologa e scrittrice Gianna Schelotto e il moderatore dell'incontro, Mariano Sabatini. Altri protagonisti saranno l'archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi con la sua ultima fatica letteraria «Idi di marzo» (alle 18, Camera di Commercio) e Gisbert Haefs con «Il centurione di Cesare» (18.30, Camera di Commercio). Al Nuovo Eden saranno invece proiettati «Gangsters» di Olivier Marchal (17), «36 Quai Des Orfevres» e «L'ultima missione», sempre di Marchal (dalle 20).

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battisti, lula non vuole concedere l'estradizione (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

BRASILE Battisti, Lula non vuole concedere l'estradizione BRASILIA. Il presidente brasiliano, Luis Inacio Lula da Silva, non intende estradare l'ex terrorista italiano Cesare Battisti se spetterà a lui la decisione finale del caso. Lo rivela il quotidiano Estado de S. Paulo, secondo il quale però Lula non intende entrare in conflitto con il Supremo tribunal federal (la Corte costituzionale brasiliana), che sta giudicando in questi giorni la richiesta di estradizione da parte dell'Italia e la concessione dell'asilo politico da parte del ministro della Giustizia, Tarso Genro. Che Lula sia contrario all'estradizione di Battisti è sempre stato chiaro, e lo ribadisce il giornale.

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ricorso in appello per la terza farmacia (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Maniago. La Corte costituzionale, chiamata in causa, aveva ritenuto la tutela del diritto alla salute prevalente sull'osservanza della distanza tra gli esercizi Ricorso in appello per la terza farmacia Tre operatori si erano rivolti al Tar, ora uno di loro ha deciso di proseguire l'iter giudiziario MANIAGO. Prosegue l'iter giudiziario per la realizzazione della terza farmacia comunale a Maniago. Dopo il parere del Tar, che dava il via libera per l'insediamento di un'altra realtà da individuare nella frazione di Campagna, uno dei tre farmacisti che avevano presentato il ricorso, Francesco Fioretti, ha deciso di proseguire la battaglia legale, ricorrendo in appello. Si allungano ulteriormente, pertanto, i tempi per l'apertura di una terza realtà farmaceutica a Maniago, che sarebbe a servizio principalmente degli abitati di Campagna e Dandolo. Un aspetto positivo per il Comune che si delineerebbe a fronte di questa situazione è il fatto che a presentare ricorso in appello è stato soltanto uno dei tre farmacisti che originariamente si erano rivolti al Tar per evitare l'apertura di un nuovo negozio a Maniago. «Il legale che segue l'amministrazione comunale sulla questione - ha sottolineato il sindaco Alessio Belgrado - ha considerato positivo il fatto che due dei tre farmacisti che si erano rivolti al Tar ora abbiano deciso di non proseguire con la battaglia legale. Certo, il ricorso in appello allunga ancora i tempi per la possibilità di aprire una nuova farmacia a Maniago». L'iter relativo alla realizzazione di una terza farmacia risale addirittura al luglio 2001, quando una delibera di giunta regionale (e successivamente una nota dell'Azienda sanitaria) aveva dato il via libera alla revisione della pianta organica delle sedi farmaceutiche della provincia di Pordenone. Il consiglio comunale, all'epoca dell'amministrazione Di Bernardo, aveva deliberato all'unanimità di incrementare il numero di farmacie in città. All'epoca si parlava di realizzarla a Campagna oppure al Dandolo. Tra le due ipotesi aveva prevalso la prima. A quel punto ci fu il primo ricorso dei farmacisti. Federfarma presentò un ricorso al Tar di Trieste. Il tribunale amministrativo, a quel punto, passò la questione alla Corte costituzionale per dirimere, appunto, un interrogativo costituzionale in merito al diritto alla salute e alla distanza viaria che separa, invece, una farmacia dall'altra e che a Maniago, secondo quanto sosteneva Federfarma, non sarebbe stato rispettato. Nello specifico, l'associazione dei farmacisti riteneva che per aprire nuove farmacie in deroga (ovvero senza che ci siano i requisiti demografici) debbano sussistere condizioni topografiche e di viabilità tali da rendere difficoltoso per gli utenti percorrere gli almeno tremila metri di distanza previsti per raggiungere la farmacia più vicina. La Corte costituzionale ritenne invece prevalente la tutela del diritto alla salute, sancito dall'articolo 32 della Costituzione. In questo modo l'argomento è tornato sul tavolo del giudice amministrativo regionale, il quale ha ritenuto che il ricorso presentato dai farmacisti non fosse accoglibile, dando di fatto il via libera per la realizzazione della terza farmacia maniaghese. Se non che, entro i termini previsti per proseguire con i gradi di giudizio, il farmacista Fioretti, il cui esercizio ha sede a Maniago, ha impugnato la sentenza ed è ricorso in appello. Laura Venerus

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la procura generale: basta sentenze buoniste (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

di Giampiero Giancarli La procura generale: basta sentenze buoniste Lettera ai giudici della corte d'Appello dell'Aquila. La camera penale: è un'ingerenza L'AQUILA.Un invito ai giudici «a evitare l'eccesso di buonismo che porta spesso a ridurre la sanzione» contenuto all'interno di una più complessa nota sulla riorganizzazione del lavoro, inviata dalla Procura generale al presidente di Corte di appello dell'Aquila, ha suscitato la dura reazione da parte del presidente nazionale dell'Unione Camere Penali, Oreste Dominioni. L'avvocato Dominioni, che ha inoltrato un esposto al Csm interpreta quelle parole come un «gravissimo tentativo di interferenza nell'attività giurisdizionale e di limitazione dell'indipendenza del giudice». IL DOSSIER. Nel mirino dei penalisti, dunque, un voluminoso studio inviato dal procuratore generale, Giuseppe Falcone, ma elaborato dall'avvocato generale Brizio Montinaro al presidente di corte di appello, Mario Della Porta, con lo scopo di valutarlo e trarne nelle determinazioni ai fini di contrastare il fenomeno delle prescrizioni. Lo studio, poi, è stato trasmesso anche al presidente dell'Ordine degli avvocati dell'Aquila, Antonello Carbonara e al presidente delle Camere penali, al fine di far conoscere il loro parere. Si tratta, dunque, di un atto interno della magistratura aquilana ma comunque divulgato. L'iniziativa prende spunto dalle necessità imposte dal decreto sicurezza approvato lo scorso maggio, che prevede «criteri di priorità» ma prende di petto il problema del contenzioso arretrato. Montinaro, magistrato di grande esperienza, al di là dei passi contestati dagli avvocati, indica nel suo approfondito studio dei suggerimenti alla corte per abbreviare i tempi. Consiglia, tra le altre cose, di aumentare il numero delle udienze in modo da smaltire nel giro di uno o due anni i processi prioritari. Pertanto ritiene necessario di fissare quattro udienze settimanali in modo da avere a disposizione quaranta udienze in più all'anno. A fronte di questo dovrebbe essere garantita una resa media per udienza di almeno 15 sentenze. I PASSI CONTESTATI. «Senza prevaricare la libertà di giudizio dei magistrati giudicanti», si legge nel documento, «il presidente della sezione penale potrebbe indire riunioni periodiche in cui discutere regole astratte di giudizio idonee a rendere più uniformi le decisioni della corte in tema di misure delle pena (evitando l'eccesso di buonismo che porta spesso a ridurre comunque la sanzione), di riconoscimento di attenuanti, in tema di applicazione della continuazione, di giudizio di valenza delle attenuanti rispetto alle aggravanti, e di recidiva. In tale modo l'aspettativa di accoglimento delle impugnazioni pretestuose si ridurrebbe e il numero dei gravami man mano dovrebbe diminuire. L'ufficio potrebbe, quando ce ne fosse bisogno, aumentare il numero di appelli incidentali e sollecitare le procure a incrementarli per chiedere riforme peggiorative nei casi di pene troppo miti, di concessioni di attenuanti non dovute, di omissioni di pene accessorie perchè così, senza aumentare il numero delle impugnazioni già proposte, il timore di riforme peggiorative scoraggebbe le impugnazioni infondate». GLI AVVOCATI. Per le Camere Penali, é «semplicemente sconcertante che nella magistratura si sviluppino in modo del tutto incontrollato dinamiche di questo genere, gravemente lesive del precetto costituzionale della indipendenza funzionale interna dei singoli giudici». Il presidente dell'Ucpi, Oreste Dominioni, che ha presentato un esposto al Consiglio superiore della magistratura, ha rilevato che «ciò che sta venendo meno é il senso della giurisdizione, sotto la spinta sempre più forte del convincimento che il giudice, al pari del pubblico ministero, debba farsi carico non tanto del giudicare, quanto del perseguire i reati e del punire». Per gli avvocati penalisti, dunque, «simili dinamiche, favorite da un ordinamento giudiziario di obsoleta impronta autoritativa e alimentate dalla concezione distorta secondo la quale accusare e giudicare sono funzioni omologhe ed intercambiabili, sono davvero eliminabili soltanto con una riforma generale degli assetti giudiziari».

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galgano contro il consiglio giudiziario (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IX - Napoli Galgano contro il consiglio giudiziario "Irresponsabile diffondere gli atti su Lepore e due pm" Il pg: "Era materiale riservato nutro sospetti sui colleghi che hanno dato il via libera" «La Procura è sempre compatta e protesa nella efficace lotta a qualunque tipo di illegalità del territorio», assicura il procuratore Giandomenico Lepore. Si dice «amareggiato e sorpreso», il capo dei pm, per la pubblicazione del verbale della seduta del consiglio giudiziario sullo strappo insorto con i sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo dopo lo stralcio della posizione di sette indagati (fra i quali il prefetto Alessandro Pansa) dalle richieste di rinvio a giudizio dell´inchiesta sulla gestione della crisi rifiuti. E la decisione del consiglio giudiziario di togliere il segreto dagli atti, approvata con 12 voti a favore e 6 contrari viene accolta con «stupore e disorientamento» dal procuratore generale Vincenzo Galgano, che parla di «prova di irresponsabilità totale». Perché è stupito, pg Galgano? «Perché non posso non nutrire sospetti nei confronti di colleghi che hanno autorizzato la diffusione di materiale riservato». Ma è stato il consiglio a togliere il segreto dal verbale. «Questo voto viola il regolamento che il consiglio giudiziario stesso si è dato. Ecco perché parlo di irresponsabilità». Quali ragioni impedivano di far conoscere il contenuto del verbale? «Si tratta di materiale che riguarda un procedimento ancora nella fase delle indagini e prende in esame scelte e comportamenti del procuratore e di due pm. Renderlo pubblico alimenta la diffidenza dei cittadini verso l´amministrazione della giustizia». L´opinione pubblica però deve essere informata. «Certo, ma quando si affrontano vicende socialmente apprezzabili. Qui sono state diffuse solo riflessioni su fatti peraltro ancora al vaglio del Csm. Ciò è accaduto per riprovevoli finalità di propaganda personale. è una battaglia senza senso per acquisire visibilità». Chi la starebbe combattendo, secondo lei? «Non lo so, penso solo a fare il mio lavoro, non ad alimentare discrediti». Procuratore generela, non crede di esporre il fianco a critiche contestando così duramente il voto del consiglio giudiziario? «Non importa. Mi muove solo il senso del dovere e mi interessa il buon funzionamento della magistratura requirente. La Procura di Napoli ha superato momenti di gran lunga peggiori. Passerà anche questo». (d.d.p.)

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dorgali in rivolta contro abbanoa - nino muggianu (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Denunciati i problemi e i disservizi provocati dall'ente idrico Dorgali in rivolta contro Abbanoa Lettera al sindaco Testone di quasi duemila cittadini NINO MUGGIANU DORGALI. I cittadini in rivolta contro Abbanoa. Raccolte 1759 firme spedite all'attenzione del sindaco Tonino Testone. Il plico con tanto di lettera di accompagnamento in cui sono elencati tutti i problemi e i disservizi è stato spedito dal consigliere di minoranza, Gian Michele Nonne. Ecco alcuni passaggi della missiva: «I cittadini di Dorgali, riunitisi in comitato spontaneo, portano con forza alla sua attenzione l'ormai scabrosa questione relativa alla somministrazione del servizio idrico e di depurazione delle acque, da parte di Abbanoa SpA di cui anche il nostro Comune è socio azionista». La lettera parla di "acque limacciose e putrescenti provenienti dall'invaso di Olai di Orgosolo, somministrateci, senza alcun preavviso, dal cosiddetto gestore unico: Abbanoa! Non citiamo - continua la lettera - i rischi connessi agli usi alimentari dell'acqua, perché, data la professione che lei esercita, riteniamo che ne sia ben consapevole e abbia perciò più titoli di noi per poter valutare la situazione. Le si chiede di adoperarsi fattivamente sia a livello politico, sia a livello legale se del caso, non lasciando nulla di intentato, perché cessi questa situazione di abuso e di arbitrio da parte degli amministratori di Abbanoa. Altri comuni limitrofi a cominciare da Oliena, sono in procinto di ottenere un ben altro trattamento, pur pagando il servizio di approvvigionamento idrico con le stesse tariffe dei cittadini di Dorgali. Cogliamo l'occasione - aggiunge la lettera firmata da Nonne - per aggiungere, che nell'arco di appena due mesi, alla fine del 2008 fra novembre e dicembre, gli utenti dorgalesi si son visti recapitare due bollette relative ai consumi idrici del primo e del secondo semestre del 2007 questa un'azione arbitraria che va contro sia alla Carta Dei Servizi». La lettera parLa di letture semestrali, contrariamente a quanto previsto dai regolamenti per cui è stato disatteso il fondamentale principio di non retroattività degli atti amministrativi in materia di tariffazione. «Ad Abbanoa - si legge ancora nel documento - piace imporre fasce di consumo annuali, trascurando così il fatto che solo l'Ato può emanare norme e atti interpretativi...». Altra questione toccata da Nonne è il servizio di depurazione in relazione alla quale esiste una sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità. Per effetto di questa sentenza, l'applicazione della "tassa fognaria e di depurazione", da parte di quei comuni della Sardegna che non dispongono di un servizio di depurazione delle acque reflue... In questi giorni - conclude la lettera - vengono recapitate agli utenti le bollette del "gestore unico" relative ai consumi del periodo 01/01/2008 - 30/06/2008 (ancora una volta semestrali! Sono 181 giorni!).

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elettroshock, la regione fissa le regole cassano: un atto utile e necessario (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Pisa Elettroshock, la Regione fissa le regole Cassano: un atto utile e necessario PISA. Dopo 71 anni dalla sua creazione, l'elettroshock (elettroterapia convulsivante) ha finalmente un preciso inquadramento clinico, a tutela della sicurezza del paziente e degli operatori sanitari, chiudendo un'epoca delicata in cui è stato fatto oggetto di critiche, anche immotivate, comunque non sufficientemente protetto sul piano della realtà scientifica. Fu, infatti, la corte costituzionale, anni fa, a confermarne la validità terapeutica. Da allora, un percorso istituzionale che si è concluso il 9 marzo scorso, con l'approvazione di una delibera della Regione Toscana, prima fra altre, stabilendo un protocollo su "Strumenti e indicazioni per il monitoraggio, la sorveglianza e le valutazioni degli interventi". La tecnica deve in sostanza essere impiegata nella cura della depressione o di episodi maniacali, catatonia, là dove le terapie farmacologiche non abbiano dato risultati o siano controindicate o quando la situazione clinica ponga in serio pericolo la vita del paziente. Si effettua ponendo degli elettrodi sulla testa del paziente, attraverso i quali viene fatto passare un impulso elettrico che stimola il cervello, creando una vera e propria convulsione. Si pratica in anestesia generale. Occorre poi il consenso informato del paziente, adeguatamente istruito. Se impossibilitato a farlo in modo autonomo, il tutto viene chiesto a un legale rappresentante e, in assenza, interviene il giudice tutelare. Al termine della convulsione, che dura 15 - 60 secondi, la persona viene tenuta sotto osservazione clinica sino al completo risveglio. Circa i rischi, sono sostanzialmente sovrapponibili a quelli classici della sola anestesia generale. I risultati, in molte situazioni, sono significativamente concreti. Discordi sono i pareri medici sull'efficacia dell'utilizzo. Ci sono scuole di pensiero che non lo vedono come soluzione definitiva, altre che invece sostengono sia da preferire nei casi di estrema sofferenza. A commento, il prof. Cassano ha dichiarato: «La regolamentazione voluta dalla Regione per l'attività di elettroshock non solo è utile, ma anche necessaria. Ritengo sia un'indispensabile tutela nei confronti del paziente, degli operatori sanitari, dei familiari e dell'intera comunità a protezione dell'abuso che è stato fatto in passato e degli argomenti controculturali di cui è stato oggetto. Occorre in sostanza trattare i malati, riconoscendo procedure ufficiali. Sul piano clinico è intanto fondamentale il suo impiego in precise condizioni. Gli effetti collaterali sono parte di questa e di ogni terapia, come ad esempio capita nella cura del Parkinson quando possono comparire compulsioni nel gioco d'azzardo, nell'attività comportamentale sessuale e nella sfera dell'obesità. Ricordo poi che, da anni, taluni disturbi motori gravi si curano anche ponendo elettrodi, su precise aree del cervello, per avvalersi dei riscontri positivi della stimolazione della corrente elettrica». Al centro di Pisa vengono trattati ogni anni circa 70 pazienti, di cui il 10% dell'area pisana, 20% della regione e 70% provenienti da fuori Toscana. Gian Ugo Berti

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negato agli extracomunitari il gratuito patrocinio "sono senza codice fiscale" - gabriella de matteis (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina V - Bari Diversi i casi segnalati: i magistrati respingono le richieste Negato agli extracomunitari il gratuito patrocinio "Sono senza codice fiscale" Delle spese legali hanno beneficiato oltre 2 mila persone fra cui anche boss e trafficanti di droga GABRIELLA DE MATTEIS Moussa ha 32 anni. E´ nato in Senegal e sino a due anni fa vendeva borse e cinte contraffatte in Corso Cavour. Ha commesso un reato, quindi. E per questo è stato denunciato e processato a Bari. Moussa, in Italia, vive con pochi euro. Non ha soldi per pagare l´avvocato. E neanche lo Stato può farlo per lui. Il giovane immigrato non può accedere al gratuito patrocinio perché non ha il codice fiscale. Questo, almeno, ha deciso il giudice monocratico di Bari. Il caso di Moussa non è l´unico nel distretto della Corte d´Appello di Bari. L´istituto del gratuito patrocinio permette a chi è povero o ha un reddito basso di essere difeso da un avvocato di fiducia ma a spese dello Stato. Chi chiede di poter accedere al beneficio, previsto dalla Costituzione, deve presentare alcuni documenti, come la dichiarazione dei redditi e il codice fiscale appunto. Una prescrizione quest´ultima che per gli immigrati diventa un problema. Molti di loro sono senza regolare permesso di soggiorno. Altri, la maggior parte, non hanno un lavoro. Esibire il codice fiscale per gli immigrati, sotto inchiesta o detenuti, è impossibile. E l´unica pronuncia sulla materia della Corte Costituzionale è di interpretazione non univoca. Moussa, per la detenzione delle borse e delle cinture contraffatte (donate, dopo il sequestro, alla Caritas), in primo grado, è stato condannato a due anni e quattro mesi. Nel processo è stato difeso da un avvocato di fiducia, ma la sua richiesta di ammissione al gratuito patrocinio, è stata respinta. Difficile immaginare che, in secondo grado, trovi un altro legale, se non quello d´ufficio, disposto a difenderlo. Kaibrahim, 31 anni, e nessun permesso di soggiorno, sul banco degli imputati, è finito per essere stato sorpreso, due volte, alla guida, in stato di ebbrezza, di una macchina sprovvista di documenti. In primo grado è stato condannato a due anni e due mesi. All´inizio del processo di secondo grado ha chiesto di essere ammesso al gratuito patrocinio. Ma la Corte d´Appello ha seguito lo stesso orientamento del giudice monocratico. Kaibrahim che in un italiano stentato ha raccontato di essere nato in Senegal e che a Bari è di fatto un clandestino, ovviamente, non ha il codice fiscale. E la sua prima richiesta è stata rigettata. Come quella presentata al gip da una donna rumena, finita sotto inchiesta per aver costretto i figli a chiedere l´elemosina. Lo Stato non pagherà, per lei, le spese dell´avvocato di fiducia, come è accaduto, soltanto nel 2007, per 2162 persone, indagate o sotto processo. Per il gratuito patrocinio del quale hanno beneficiato anche boss e trafficanti di droga, così come emerge dalla relazione dell´anno giudiziario, nel distretto di Corte d´Appello di Bari, sono stati spesi più di due milioni di euro.

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se darà abitazioni a chi non le ha... - mario lancisi (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La Toscana pronta a dare battaglia per difendere le competenze della Regione Se darà abitazioni a chi non le ha... Martini: siamo interessati al rilancio dell'edilizia ma il territorio va difeso L'assessore all'Urbanistica Riccardo Conti: si rischia una situazione caotica e di deregolamentazione selvaggia MARIO LANCISI FIRENZE. «Sì a nuove case per chi non ce l'ha. No a nuove stanze per le villette, soprattutto se gli ampliamenti dovessero essere in deroga ai piani urbanistici e paesaggisti». Questo il commento del presidente della Regione Toscana Claudio Martini alle anticipazioni sul decreto legge sulla casa redatto dal Governo Berlusconi. Martini e l'assessore regionale all'urbanistica Riccardo Conti sparano a zero contro il decreto, ma non chiudono la porta al governo su un piano casa che costruisca nuovi alloggi per chi ne bisogno. I due binari della Regione. La posizione della Regione si muove su due binari. Uno è quello giuridico: sarà battaglia contro il decreto del governo perché interviene su competenze che sono di competenza delle Regioni. «Si annuncia un decreto che stravolge il federalismo», spiega Martini. L'altro binario è politico: «Siamo interessati a rilanciare l'edilizia, ma il territorio va difeso», aggiunge il Governatore. La Regione sa bene che l'edilizia va male e ha bisogno di ossigeno, così come cresce il bisogno di case da parte della popolazione. Pertanto la preoccupazione di Martini è quella di non regalare al centrodestra i favori del popolo del mattone, composto da gente in cerca di case, ma anche di piccole e medie imprese di costruzioni, in forte difficoltà per la crisi economica. Forse ricorso alla Corte. Ma procediamo con ordine. La prima reazione è un annuncio di battaglia. Di un no secco al decreto: «Ad una prima lettura esso appare una messa in mora delle competenze regionali. Il governo dovrebbe limitarsi a dettare i principi generali mentre con questo decreto entra nel dettaglio, anche minuto. Peraltro si adombra la sospensione de facto delle leggi regionali in materia urbanistica, alla faccia del dibattito sul federalismo». Ancora più dure le parole usate da Conti: «Sembrano confermate le peggiori previsioni. Si profila un decreto che contiene evidenti profili di incostituzionalità e che rappresenta quindi una ferita intollerabile alle competenze e al ruolo delle regioni. Una ferita che sembra destinata ad anticipare altre ferite al territorio, innescando una situazione di gestione caotica e di deregolamentazione selvaggia». Lunedì le contromosse. In concreto cosa succederà se il governo emanerà il decreto che consentirà gli ampliamenti in deroga ai piani esistenti? Per il cittadino varrà il decreto o le leggi urbanistiche regionali? Su queste domande la Regione rinvia alla riunione della giunta di lunedì prossimo in cui, sentito il pareri del proprio ufficio giuridico, verranno decise le contromosse. All'orizzonte si profila uno scenario simile a quando il governo Berlusconi emanò il condono edilizio. In quel caso la Regione ricorse alla Corte costituzionale e approvò una legge che, come ricorda Conti, «limitò i danni del condono». Caos per il cittadino. La Regione prende tempo non solo per consultare i suoi giuristi, ma anche perché spera - nella riunione Stato-Regioni di mercoledì prossimo - di trovare intese comuni anche con le regioni di centrodestra, come la Lombardia, per evitare il ricorso del governo allo strumento del decreto. «Temo che si vada ad una situazione di caos in cui il cittadino si troverà di fronte il decreto del governo, ma anche la legislazione regionale», osserva Conti. L'assessore aggiunge che la possibilità di ampliamento di case e villette è già prevista in Toscana dal 1999. «La differenza rispetto al decreto di Berlusconi è che noi diamo l'ok all'aumento delle cubature se queste rispettano i piani urbanistici e paesaggisti. Il decreto, secondo almeno le anticipazioni, autorizza gli ampliamenti in deroga agli strumenti di pianificazione. E ciò è intollerabile», conclude l'assessore Conti.

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Roberti, lascio il processo senza recriminazioni (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 21/03/2009 - pag: 4 autore: Boris Mantova Il velino L'intervista Roberti, lascio il processo senza recriminazioni Il procuratore si toglie il sassolino: la giustizia è un potere. E non è al servizio della politica Dovrà assicurare ordine e tranquillità in un ufficio giudiziario importante e scosso da uno scontro tutto interno al potere giudiziario. Questo si aspetta anzitutto il Consiglio Superiore della Magistratura da Franco Roberti neo Procuratore capo a Salerno, che al Velino, in esclusiva, concede la sua prima intervista ad ampio raggio dopo la nomina. Questo il profilo personale e professionale: napoletano, 61 anni, Roberti veste la toga nel 1975; nella sua città approda 7 anni dopo e nel 2001 diventa aggiunto alla Procura di Napoli per poi coordinare la Direzione Distrettuale Antimafia, la più calda d'Italia. Le sue inchieste hanno fatto tremare le alte sfere della malavita organizzata: con il suo pool di magistrati ha decimato con arresti e sequestri i clan e le loro disponibilità economiche. Molti capi mafia sono caduti nella rete della giustizia grazie all?intenso lavoro investigativo e inquirente. Esperto di primo piano dei clan e soprattutto di quello dei Casalesi. A Napoli sono sue le inchieste su Calciopoli e su Romeo. Schivo e riservato, poco avvezzo agli eventi mondani, Roberti viene definito dai più un magistrato di ferro. Nella carriera sono stati tanti i bocconi amari, oggi ripagati dagli elogi giunti dal plenum del Consiglio Superiore della Magistratura.D. Procuratore Roberti, partiamo dall'ufficio che lascia: la più grande soddisfazione di questi anni?R. I processi contro la criminalità organizzata di Napoli e del Casertano. Sono un'infinità: il processo Maglio, la lotta ai Galasso e agli Alfieri. Non ultimo i Casalesi.D. L'arresto che secondo lei più ha danneggiato la mala?R. Guardi, anche qui sono stati tanti. Anzitutto quello del boss Alfieri che poi è diventato un importante collaboratore di giustizia. Lorenzo Nuvoletta e ovviamente l?arresto di Giuseppe Setola dei Casalesi. Ma c?è qualcosa che secondo me è fondamentale nella lotta alla mala.D. Cosa?R. Le indagini che mettono in luce le collusioni tra politici e imprenditori. Non bisogna mai abbassare la guardia.D. Qual è ad oggi il rapporto tra politica e malaffare?R. La criminalità organizzata tenta sempre di entrare nella gestione della cosa pubblica. Fino a quando non si faranno scelte precise di governo in tal senso, sarà difficile estirpare questo pericoloso connubio.D. Tra pochi giorni arriverà a Salerno, che ufficio si aspetta di trovare dopo lo scontro con la Procura di Catanzaro?R. Mi aspetto di trovare un ufficio che sicuramente in passato ha lavorato bene e in maniera autorevole. Un ufficio che ha passato vicende difficili ma sono sicuro che questi momenti saranno superati.D. Non la preoccupa cosa è accaduto?R. Non mi preoccupa perché con il mio arrivo voglio voltare pagina, anche se molte cose che riguardano lo scontro con la Procura di Catanzaro dovranno essere definite. Le definirò.D. A Napoli lascia tra tanti anche il processo a Romeo: commenti?R. Tutto è stato fatto nel giusto. Vorrei anche dire: è fisiologico che il Gip possa non accogliere le richieste di misure cautelari richieste dalla procura. Nessuna recriminazione al contrario di quanto qualcuno ha scritto.D. Il rapporto tra politica e magistratura porta a scontri quotidiani, cosa ne pensa?R. Il rapporto tra magistratura e politica non si risolverà fino a quando la politica vedrà la giustizia come un potere e non un servizio.D. È contrario ai magistrati che scendono in politica?R. Non sono contrario purché prima di candidarsi il magistrato si dimetta.D. Cosa lascia alla Dda?R. Lascio affetti, colleghi di grande professionalità. Spero di essere ricordato come un amico non come un capo ma soprattutto spero in una cosa..D. Cosa?R. Che nessuno mi rimpianga, significherebbe vanificare il lavoro di anni e anni che hanno fatto male alla malavita organizzata.

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ASCOLI - Mai vista tanta gente a Palazzo dei Capitani in occasione di un convegno, tanto che... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 21 Marzo 2009 Chiudi di PEPPE ERCOLI ASCOLI - Mai vista tanta gente a Palazzo dei Capitani in occasione di un convegno, tanto che alla sala della Ragione, troppo piccola per contenere tutti, è stata aggiunta un'altra sala con collegamento in video conferenza. L'occasione è stato il convegno nazionale "Competitività, flessibilità del mercato e diritti fondamentali dei lavoratori" organizzato dal Centro nazionale studi di diritto del lavoro "Domenico Napoletano" che iniziato ieri si concluderà nella mattinata di oggi. Giudici e avvocati sono giunti da tutta Italia per ascoltare i qualificati relatori fra cui il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante che ha affrontato vari aspetti legati al lavoro. In particolare ha parlato anche del problema della sicurezza sui luoghi di lavoro. «Il contrasto al lavoro sommerso non è ancora un mezzo di lotta sufficiente contro le "morti bianche", per la quale appare solo in fase di elaborazione e di definizione una coscienza collettiva della sicurezza» ha detto Amirante che in riferimento al problema della mancanza di lavoro ha aggiunto che «è chiara a tutti la necessità di un efficiente sistema di ammortizzatori sociali, ma è egualmente evidente che la sola protezione del reddito degli occupati non può considerarsi uno strumento di promozione dell'occupazione». Al convegno è intervenuto anche il segretario della Uil Angeletti che sulla crisi economica ha detto che «bisogna invertire la tendenza che vede in calo le esportazioni e in forte contrazione gli ordini nell'edilizia. Ci sono tante opere pubbliche progettate e finanziate e bisogna evitare di perdere i fondi per l'eccessiva burocrazia».

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L'AQUILA - L'Unione delle Camere penali denuncia un gravissimo tentativo di interfer... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 21 Marzo 2009 Chiudi L'AQUILA - L'Unione delle Camere penali denuncia un «gravissimo tentativo di interferenza nell'attività giurisdizionale e di limitazione dell'indipendenza del giudice da parte del pubblico ministero» avvenuto negli uffici giudiziari dell'Aquila. «L'Ucpi - si legge in una nota - è venuta a conoscenza di una lettera con la quale il procuratore generale dell'Aquila, cogliendo lo spunto dalle necessità imposte dal decreto sicurezza che prevede "criteri di priorità", aveva rivolto al presidente della Corte d'Appello un invito ad adottare determinate regole di giudizio al fine di scongiurare la prescrizione dei reati privi dei requisiti di "priorità"». Il pm, denunciano i penalisti, «con un'iniziativa che palesemente travalica le proprie prerogative e che denota grave arroganza, propone al giudice di conformare le proprie pronunce ad alcuni criteri, quali evitare «l'eccesso di buonismo che porta spesso a ridurre la sanzione», a ridurre il riconoscimento di attenuanti, applicare la continuazione con maggiore rigore, dare maggior peso alle aggravanti e alla recidiva, cosicché gli imputati siano scoraggiati dal proporre "impugnazioni pretestuose", garantendo inoltre al giudice che «provvederà ad aumentare il numero dei propri appelli incidentali e solleciterà le Procure territoriali a incrementarli, per chiedere riforme peggiorative di modo che il timore di pene più gravi scoraggi gli avvocati dal presentare impugnazioni infondate e pretestuose». Il presidente dell'Ucpi, Oreste Dominioni, che ha presentato un esposto al Csm, ha rilevato, infine, che «ciò che sta venendo meno è il senso della giurisdizione, sotto la spinta sempre più forte del convincimento che il giudice, al pari del pubblico ministero, debba farsi carico non tanto del giudicare, quanto del perseguire i reati e del punire».

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Autonomie. (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-21 - pag: 5 autore: Autonomie. Regioni critiche, si annuncia difficile l'incontro di mercoledì con il Governo Stop di Formigoni: limiti invalicabili Giuseppe Latour ROMA Si prospetta una dura battaglia nella conferenza Stato–Regioni di mercoledì. I governatori, questo emerge dalle loro prime reazioni, faranno muro di fronte all'ipotesi di un decreto calato dall'alto che imponga norme di dettaglio in una materia di loro competenza. Anche se emerge una differenza chiara tra Regioni di colore diverso. Se il centro–sinistra è già sulle barricate, i governatori di centro– destra scelgono posizioni più meditate che fanno comunque intravedere possibili contrasti futuri con l'esecutivo. La Sardegna, ad esempio, parla di inapplicabilità immediata della norma sul suo territorio. Mentre dal presidente lombardo, Roberto Formigoni arriva scetticismo: «Non è possibile un decreto che contenga norme di dettaglio in questa materia». Dal Pirellone, comunque favorevole al merito del provvedimento, viene pronunciata una critica di metodo: «Ci sono – dice Formigoni – dei limiti costituzionali non valicabili dal governo ». Bisognerebbe cioè tornare a un'ipotesi di testo che non leghi le mani ai governatori: «Ad esempio, l'esecutivo potrebbe fissare semplicemente dei limiti, all'interno dei quali starebbe poi alle Regioni muoversi, anziché andare così nel dettaglio degli interventi ». Un testo che non piaccia al livello locale, nota Formigoni, sarebbe controproducente per tutti: «Semplicemente, il decreto verrebbe impugnato quasi subito ». La Sardegna, anch'essa in linea generale favorevole al piano casa, addirittura si chiama fuori dall'applicazione immediata del decreto. Ne parla il neo–governatore, Ugo Cappellacci (Pdl). «In quanto Regione a statuto speciale abbiamo una competenza primaria in materia di urbanistica: prima dell'entrata in vigore del Piano casa servirà un nostro esplicito recepimento». Questo nonostante la norma all'articolo 1 parli di«applicazione su tutto il territorio nazionale ». Quindi la Sardegna, a decreto varato, dovrà ancora aspettare una legge? «Certo – risponde Cappellacci –, ma la approveremo in tempi brevissimi ». Il centro-sinistra è anch'esso su una linea critica. Anche se con toni più accesi. Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna e della conferenza Stato– Regioni parla esplicitamente di incostituzionalità: «Gestire per decreto una materia di competenza concorrente va contro la Carta costituzionale perché invade le prerogative delle Regioni». Parole simili a quelle del governatore toscano, Claudio Martini, che aggiunge un ulteriore elemento di riflessione: «Nel testo si adombra la sospensione de facto delle leggi regionali in materia di urbanistica, alla faccia del dibattito sul federalismo ». Mentre il governatore del Lazio, Piero Marrazzo, chiede chiaramente un passo indietro: «Siamo fermamente contrari al decreto. Serve un ritorno a un'idea di legge quadro o di atto di indirizzo: il governo non può ragionare come se questa non fosse una competenza concorrente». Il presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, tra le righe fa addirittura intravedere una possibilità di impugnativa: «Ci pare che il decreto sia incostituzionale e Berlusconi dovrebbe saperlo perché il suo precedente governo fece la stessa cosa con il condono edilizio, approvato con decreto. In quel caso ricorremmo alla Corte costituzionale, che ci diede ragione ». Anche a sinistra, però, c'è qualche timida apertura. Il governatore del Piemonte, Mercedes Bresso, da un lato tiene la stessa linea dei suoi colleghi del Pd («Il provvedimento è incostituzionale perché palesemente di dettaglio») ma dall'altro lascia uno spiraglio al dialogo: «Noi non siamo pregiudizialmente contrari al decreto, purché sia fatto sulla base di un testo concordato ». IL FRONTE DEL NO Cappellacci: in Sardegna norme inattuabili senza il nostro recepimento Dai colleghi democratici è polemica sui contenuti

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Rifiuti, Lepore bloccò la perquisizione alla Protezione civile (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 21-03-2009)

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Corriere del Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: NAPOLI - data: 2009-03-21 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Il caso Dettaglio emerso dalle audizioni al Consiglio giudiziario dopo le polemiche sullo stralcio Bertolaso Rifiuti, Lepore bloccò la perquisizione alla Protezione civile NAPOLI — Il procuratore Lepore non ritenne opportuno che, nell'ambito dell'inchiesta sui presunti illeciti nello smaltimento dei rifiuti, i sostituti Noviello e Sirleo perquisissero una sede della Protezione civile, a Roma. è una delle circostanze che i due sostituti rappresentarono al consiglio giudiziario il primo dicembre scorso: quella sera furono ascoltati a proposito del contrasto con il procuratore, che aveva deciso di stralciare dall'inchiesta la posizione di sette persone tra cui il sottosegretario Bertolaso e il prefetto Pansa. Le audizioni dei protagonisti (oltre a Lepore, Noviello e Sirleo fu ascoltato il procuratore aggiunto Aldo De Chiara) sono ancora secretate. Il consiglio giudiziario ha invece deciso di rendere pubblico il verbale della riunione: una decisione approvata con una maggioranza di tredici consiglieri a cinque. La vicenda è ora all'attenzione del Csm, cui furono inviati gli atti. La questione è se si trattò o meno di una revoca, che Lepore avrebbe dovuto motivare. A rivolgersi al consiglio giudiziario furono i due sostituti, secondo i quali sarebbe stato opportuno chiedere il rinvio a giudizio di tutti gli indagati. Lepore, invece, decise di stralciare sette posizioni (quelle di Guido Bertolaso, Alessandro Pansa, Corrado Catenacci, Ciro Turiello, Claudio De Biasio Armando Cattaneo ed Enrico Pellegrino, che non erano stati destinatari di misure cautelari) perché riteneva necessario approfondire le indagini. Un altro pm, Maurizio De Marco, è stato poi codelegato a seguire lo stralcio. Uno dei punti di maggiore attrito tra Lepore e i due sostituti fu rappresentato dalla decisione del procuratore di non autorizzare la perquisizione negli uffici romani della Protezione civile, da cui dipendeva Marta De Gennaro, ex vice di Bertolaso al commissariato straordinario dei rifiuti. Noviello e Sirleo ritenevano che potessero essere acquisiti documenti importanti per l'inchiesta: con lo stesso spirito era stata disposta la perquisizione a Impregilo. Lepore, invece, valutò che la richiesta dei pm fosse generica e non particolarmente rilevante per le indagini. In una nota, ieri, il procuratore si è detto «amareggiato e sorpreso per il fatto che si sia consentito, attraverso la pubblicazione del verbale del consiglio giudiziario, di far riferimento ad un'indagine penale ancora in corso». Proprio questa circostanza, scrive Lepore, «mi impedisce allo stato di chiarire i complessi aspetti della vicenda». T. B. Il procuratore capo Giovandomenico Lepore si è detto amareggiato della pubblicazione del verbale del consiglio giudiziario

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Tribunale di Napoli, Alemi: sul <modello Torino> il discorso resta aperto (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: NAPOLI - data: 2009-03-21 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Giustizia Al via la nuova organizzazione del lavoro Tribunale di Napoli, Alemi: sul «modello Torino» il discorso resta aperto Il presidente dopo la decisione del Csm Il presidente del Tribunale Carlo Alemi porta avanti la propria proposta di adottare anche a Napoli il «modello Torino» NAPOLI — Sezioni civili semispecializzate e dunque più efficienti, sezione misure di prevenzione con l'organico al completo per intaccare in maniera più profonda i patrimoni dei clan: sono due delle novità introdotte dal presidente del Tribunale di Napoli, Carlo Alemi, nelle «tabelle» approvate dal Csm. Nel progetto, cioè, di organizzazione del Tribunale, che ora ha una durata triennale. In passato la durata era biennale e per gli ultimi quattro bienni nessun progetto aveva ottenuto l'approvazione del Csm. Alemi non nasconde la soddisfazione: «Quando mi sono insediato, nel luglio del 2006, due erano i problemi più gravi e urgenti da affrontare: il trasferimento del settore civile al centro direzionale e la riorganizzazione dell'ufficio. Adesso entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti ». Il merito, sottolinea Alemi, è anche dei magistrati della commissione tabelle, che hanno avanzato ed elaborato proposte. Molte delle quali sono state recepite: non però quella avanzata per smaltire i fascicoli arretrati del civile, il cosidetto «modello Torino». Quella dell'arretrato è un problema grave, come ha ricordato anche il commissario provinciale del Pd, Morando. Il «modello Torino» prevedeva, tra l'altro, una terza udienza settimanale a settimane alterne e l'obbligo, per il giudice, di non rinviare oltre i tre mesi le cause nate più di quattro anni prima. Una proposta che, come aveva raccontato Panorama, non era piaciuta a molti magistrati e dopo. Su questo il Csm per ora ha detto no: Alemi dovrà fornire dati più precisi sul numero dei processi arretrati e sui tempi in cui, presumibilmente, quei processi potrebbero essere smaltiti con l'applicazione di nuove regole. «Il discorso resta in sospeso — commenta il presidente del Tribunale —; le polemiche sono state esagerate. I colleghi hanno difficoltà a cambiare le proprie abitudini, ma non è vero che lavorano poco. La maggior parte lavora con zelo. Probabilmente ritengono che ciascun giudice debba organizzare da solo il proprio lavoro, dunque anche fissare le udienze e decidere i rinvii. Io, invece, credo che questo spetti a chi dirige l'ufficio». Il consiglio giudiziario aveva espresso parere negativo anche su un altro punto: l'organico della sezione misure di prevenzione. «Per me — sottolinea Alemi — è una delle più delicate in una città come Napoli, perché tra l'altro decide sul sequestro dei patrimoni dei boss. Io ero dell'avviso che l'organico andasse rinforzato o almeno mantenuto, il consiglio giudiziario riteneva che non si potesse riservare a questa sezione un trattamento diverso rispetto alle altre. Il Csm ha recepito il mio orientamento: saranno finalmente coperti i posti vacanti da anni. L'organico prevede otto posti oltre al presidente, al momento ne sono coperti solo sei che potrebbero diventare cinque perché un collega è stato trasferito. Gli otto, però, faranno anche le udienze monocratiche, dove pure c'è carenza di magistrati perché quei processi sono in continuo aumento. Con un unico provvedimento, dunque, ho rinforzato sia la sezione misure di prevenzione sia le udienze monocratiche». Dal Csm è venuto però l'invito a verificare continuamente flussi e pendenze della sezione. L'altra novità importante riguarda le sezioni civili: a gruppi di due, oltre alle materie generali, tratteranno una materia specializzata (famiglia, esecuzione, procedure concorsuali, locazioni, commerciale, proprietà, responsabilità professionale, contenzioso con la pubblica amministrazione e contratti). Titti Beneduce Organizzazione Un'udienza in un'aula del tribunale di Napoli A sinistra, il presidente Carlo Alemi

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Tribunale di Napoli, Alemi: i giudici cambino abitudini (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: 1PAGINA - data: 2009-03-21 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Giustizia Tribunale di Napoli, Alemi: i giudici cambino abitudini Il presidente Carlo Alemi spiega il suo piano di riorganizzazione del lavoro e sottolinea che nonostante lo stop del Csm: «Il discorso resta in sospeso». «Le polemiche — ha spiegato — sono state esagerate. I colleghi hanno difficoltà a cambiare le proprie abitudini, ma non è vero che lavorano poco. Probabilmente ritengono che ciascun giudice debba organizzare da solo il proprio lavoro, dunque anche fissare le udienze e decidere i rinvii. Io, invece, credo che questo spetti a chi dirige l'ufficio». A PAGINA 9 Beneduce

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L'IDEA DEL GOVERNO di vendere gli alloggi popolari è come le nuvole,... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

LETTERE E COMMENTI pag. 16 L'IDEA DEL GOVERNO di vendere gli alloggi popolari è come le nuvole,... L'IDEA DEL GOVERNO di vendere gli alloggi popolari è come le nuvole, va e viene. A fasi alterne oggi come ieri, sempre per iniziativa del ministro Brunetta si materializza l'idea di promuovere la vendita di un patrimonio di alloggi pubblici del quale lo Stato non ha la proprietà in nessuna realtà italiana. Non è chiaro a quale titolo il Governo pensi di vendere case che, ad esempio, in Emilia-Romagna sono di proprietà dei Comuni e che altrove sono di proprietà di Regioni o di Iacp. Per altro, la realtà emiliano-romagnola dispone già di una normativa regionale che regola la vendita degli alloggi pubblici. Quando lo ritengono necessario i Comuni la applicano e non hanno mai manifestato la necessità di un intervento dello Stato. Inoltre per i Comuni questi alloggi rientrano tra le risposte che gli enti locali emiliano-romagnoli danno alle esigenze delle famiglie. Che non possa disporre di questo patrimonio, il Governo Berlusconi lo sa già: la Corte Costituzionale aveva già ritenuto illegittima la pretesa dello Stato di sostituirsi alle Regioni nel decidere se e con quali regole vendere il patrimonio di alloggi pubblici assegnati in affitto alle fasce più deboli della popolazione. La ragione della nostra contrarietà non è solo di carattere istituzionale ma è anche di sostanza. In Emilia Romagna una vendita di tutto il patrimonio non comporterebbe un risparmio netto di spesa pubblica come invece sostiene il ministro Brunetta. L'ipotesi di determinare il prezzo di vendita degli alloggi in "proporzionale al canone" pagato dal suo inquilino, rischia di produrre risultati economicamente risibili ed essere poco efficace per la valorizzazione economica dei patrimoni pubblici: a queste condizioni, ad esempio, per ottenere le risorse necessarie alla costruzione di un nuovo appartamento occorrerebbe venderne almeno 4 o 5 dei vecchi. Oltre ad aspetti evidenti di iniquità, questa prospettiva non soddisfa il fabbisogno abitativo. In Emilia Romagna, infatti, oltre 52 mila famiglie ricevono un contributo monetario per pagare l'affitto, mentre circa 30 mila hanno richiesto di accedere ad un alloggio pubblico. Pertanto riteniamo prioritario, invece, accrescere quel patrimonio. E su questo obiettivo siamo impegnati, convinti che solo così può venire un contributo ad una politica di vera inclusione sociale. (*) Assessore alla Programmazione e sviluppo territoriale Regione EmiliaRomagna

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<La sola protezione del reddito non promuove il lavoro> (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACHE MARCHE pag. 17 «La sola protezione del reddito non promuove il lavoro» CRISI IL PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE FRANCESCO AMIRANTE AL CONVEGNO DI ASCOLI PICENO FLESSIBILITA' E DIRITTI Amirante (al centro) durante il convegno ASCOLI PICENO «UN MOMENTO di grave crisi del sistema come quello presente rende ancora più attuali le esigenze di protezione dei lavoratori, in particolare di quelli delle fasce meno tutelate». Il presidente della Corte costituzionale, Francesco Amirante, ha aperto i lavori del convegno nazionale Competitività, flessibilità del mercato e diritti fondamentali dei lavoratori' che si sta svolgendo ad Ascoli, in questo fine settimana.Amirante, nel corso della sua prima uscita ufficiale da presidente della Corte costituzionale, ha sottolineato i profondi mutamenti che si stanno verificando a livello economico e sociale nel Paese, «la cui repentina accelerazione ha detto è sotto gli occhi di tutti». Davanti a questo scenario che mette in discussione la vita economica, gli assetti interni del Paese e l'organizzazione del lavoro, Amirante sottolinea che la Corte costituzionale «non ha poteri di iniziativa, ma qualora fosse chiamata in causa, deve essere consapevole della necessità di tutelare i diritti fondamentali». «DOBBIAMO stare molto attenti a evitare che si verifichino quelle sofferenze che, in passato, hanno inciso dolorosamente su tante esistenze e che da mesi cominciano a prospettarsi anche per gli abitanti del mondo occidentale» ha ribadito il Presidente al pubblico che ha gremito la Sala della Ragione del Palazzo dei Capitani. Sulla precarietà e la flessibilità del mondo del lavoro il presidente Amirante è categorico: «l'introduzione di forme di lavoro flessibili non è l'antidoto per eliminare il lavoro nero'. La necessità di un efficiente sistema di ammortizzatori sociali è chiara a tutti, ma è ugualmente evidente che la sola protezione del reddito degli occupati non può considerarsi uno strumento di promozione dell'occupazione». VISTA dalla parte dei sindacati, e in particolare dagli occhi del segretario generale della Uil Luigi Angeletti, la flessibilità del mercato del lavoro si inserisce in un clima di crisi mondiale, dalla quale si deve cercare di uscire invertendo due tendenze. Da un lato, secondo il sindacalista, devono aumentare le esportazioni e dall'altro deve essere rilanciata l'edilizia. «Ci sono tante opere pubbliche progettate e finanziate ha detto Angeletti al convegno di Ascoli , bisogna evitare che i fondi vadano perduti per eccesso di burocrazia o lungaggini nelle concessioni edilizie. Il sistema di controllo italiano è medievale, invece è importante che la pubblica amministrazione non ostacoli questo processo ma lo faciliti, ed è questo l'unico punto sul quale il sindacato può incidere». Più difficile, a detta del segretario generale della Uil, il discorso sul rilancio delle esportazioni, visto che dipendono essenzialmente dall'andamento del mercato estero. Emanuela Astolfi Image: 20090321/foto/6630.jpg

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Ginevra, la sfida alle democrazie (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-21 num: - pag: 42 categoria: REDAZIONALE Il dubbio di Piero Ostellino Ginevra, la sfida alle democrazie S ale la marea antisemita. Ma l'antisemitismo è l'anticamera del totalitarismo. Perciò riguarda anche me; che non sono ebreo e neppure cristiano praticante. Si incomincia col perseguitare gli ebrei e si prosegue con l'abolizione delle libertà e dei diritti individuali e la condanna di chi li rivendica. E' bene che l'Europa, seguendo l'esempio dell'Italia, stia pensando, in assenza di nuovi elementi, di non partecipare alla Conferenza di Ginevra sui diritti umani che già minaccia di essere una «Durban-due», la fotocopia di quella del 2001 dove non si discusse del tema, ma solo di Israele — per chiederne la distruzione — e degli ebrei, per auspicarne lo sterminio. Indipendentemente dal pericolo — anche per chi ebreo non è — che rappresenta l'antisemitismo, ci sono due ragioni, una di metodo, l'altra di merito, che sconsigliano le democrazie liberali dall'andare a Ginevra. La ragione di metodo è che conferenze siffatte non offrono alcuna garanzia che chi non è d'accordo con la maggioranza (antisemita e totalitaria) abbia la possibilità di far valere le proprie ragioni e, soprattutto, che, a presiedere alla conclusione dei lavori, ci sia un potere «neutro» di garanzia contro ogni tentativo di approvare forme di sopraffazione. Nelle democrazie liberali, c'è l'equilibrio dei poteri: se, per ipotesi, una maggioranza parlamentare impazzisse, e volesse approvare leggi liberticide, oltre all'opposizione, interverrebbe il potere giudiziario (attraverso la Corte costituzionale) a dichiararle illegittime, nonché farebbe sentire la propria voce l'opinione pubblica. Sarebbe ora che le Nazioni Unite prendessero atto di una anomalia che, di fatto, finisce col rinnegare persino i principi stessi che ne hanno ispirato la nascita. La ragione di merito è che non c'è alcuna possibilità di compromesso fra un fondamentalismo religioso, che nega i diritti individuali, e le democrazie liberali che su quegli stessi diritti hanno il proprio fondamento. Il comunismo era un programma politico che solo per le grandi masse era diventato una religione, mentre era rimasto una laica filosofia della storia per i suoi dirigenti. Perciò, il compromesso, fra comunismo e democrazie liberali, si era rivelato possibile perché, fra concezioni politiche, economiche e sociali pur tanto diverse, una «pacifica convivenza» era nella natura stessa a-religiosa dei due sistemi ed era nei loro stessi interessi. Il fondamentalismo religioso — che si incarna nell' estremismo islamico — è una religione che è anche un programma politico. Perciò il compromesso, fra l'estremismo islamico e le democrazie liberali, è impossibile perché è nell'inconciliabilità delle «conseguenze sociali e civili » della religione nei due campi che tale impossibilità risiede. Per l'estremismo islamico, rinunciare alle conseguenze sociali e civili della religione equivarrebbe a rinnegare sia la fede sia il programma politico (dall'Ordinamento statuale alla giustizia, dal ruolo delle donne ai rapporti con le altre religioni, eccetera); nelle democrazie liberali, il problema non si pone perché la separazione fra politica e religione è già avvenuta. Noi siamo nella Modernità; loro non ci sono ancora entrati. \\ Conferenza Onu e odio per Israele: l'obbligo di non partecipare postellino@corriere.it

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Il magistrato scende in politica (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-03-21 num: - pag: 15 categoria: BREVI Il magistrato scende in politica Luigi De Magistris ha annunciato la sua candidatura nelle file dell'Italia dei Valori due giorni fa alla presenza del leader del partito Antonio Di Pietro. Il Csm gli ha concesso l'aspettativa dall'incarico di magistrato, ma incalzato dalle polemiche De Magistris ha già spiegato di voler abbandonare definitivamente la toga

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COSTITUZIONE E CONCEZIONE DEL POTERE (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

IN BREVE pag. 21 COSTITUZIONE E CONCEZIONE DEL POTERE L'INTERVENTO MARTEDÌ prossimo «i martedì di San Domenico» dedicano una ulteriore riflessione al tema «La parola (della) Costituzione». La Carta Costituzionale ha un valore «unificante per la coscienza civile del paese», notò in altra occasione Paolo Pombeni; ma le trasformazioni avvenute in Italia e nel contesto internazionale pongono ulteriori problemi, non solo interpretativi. Due le personalità presenti. Il professor Ivano Dionigi che, con il Centro Studi "La permanenza del classico" dette vita ad un ciclo di studio "Elogio della politica" di altissimo valore scientifico venato da un impulso polemico con riguardo al presente. Si chiedeva Dionigi: «Perché elogio della politica?». «perché la politica rimanda alla polis, la città, il luogo dove coabitano urbs e civitas, le pietre e gli uomini. In tal modo alla domanda si è voluto rispondere, osserva il professor Dionigi, con le parole degli antichi di Atene, Gerusalemme e Roma: parole che «resistono alla approssimazione indecorosa, alla modernità deteriore, alla inattualità del presente». Ci sarà anche il professor Gustavo Zagrebelsky, già presidente della Corte Costituzionale che ha scritto sul tema della «mitezza costituzionale» associandola a quelli della coesistenza e del compromesso; ciò sottintende una concezione della politica che non è quella del rapporto di esclusione e sopraffazione ma quella inclusiva dell'integrazione attraverso l'intreccio di valori e procedure comunicative. Di Zagrebelsky voglio ricordare il suo lavoro "Il crucifige! e la Democrazia". Nel momento dell'appello al popolo che deve decidere fra Cristo e Barabba sembra delinearsi, osserva l'autore, un primordiale procedimento democratico. In quell'episodio sono a confronto due poteri che ricorrono alla democrazia soltanto per servirsene. Da una parte Caifa ed il Sinedrio, rappresentanti di una «democrazia dogmatica» che si ritiene in possesso di una verità indiscutibile. Dall'altra Pilato, campione di una «democrazia scettica» a cui tutto è indifferente tranne la conservazione del potere. Il popolo sobillato che si sgola nel Crucifige non è altro che il «paradigma della massa manovrabile» che non delibera, diremmo oggi, ma è sondata. Sarà una serata non banale quella che ci propongono i "martedì". Lontana dalla vicenda elettorale che ci coinvolge anche a Bologna? Ci limitiamo a sperare che le riflessioni possano avere qualche ricaduta positiva nella contesa elettorale quotidiana.

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La governatrice Lorenzetti: <Il decreto legge? Quasi un condono preventivo> (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

PRIMO PIANO pag. 5 La governatrice Lorenzetti: «Il decreto legge? Quasi un condono preventivo» PIANO CASA PERUGIA IL TIMORE che il piano casa possa tradursi in una sorta di condono preventivo è stato ribadito dalla presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti, che è responsabile per le Regioni delle politiche abitative. «Da una prima lettura del testo del decreto legge ha detto la Lorenzetti il nostro timore si conferma». «Oltre a non essere il decreto legge lo strumento giusto per affrontare una questione così importante ha proseguito ci pare che sia anche incostituzionale. Berlusconi dovrebbe saperlo perché il suo precedente Governo fece la stessa cosa con il condono edilizio, approvato con decreto legge. Noi ricorremmo alla Corte costituzionale che ci diede ragione». «Come sistema delle Regioni abbiamo sempre dato prova di serietà e rigore. Vorremmo ha aggiunto Lorenzetti che altrettanto rigore e serietà venga riservato a noi da parte del Governo, visto che si sta mettendo mano a competenze regionali e anche comunali. Siamo disponibili a discutere ma non possiamo accettare la politica degli annunci mediatici piuttosto che la vera volontà del Governo di una leale collaborazione».

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procura generale: stop alle sentenze buoniste (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

L'Aquila. Un «invito» ai giudici di Corte d'Appello Procura generale: stop alle sentenze buoniste L'AQUILA. Un invito ai giudici «a evitare l'eccesso di buonismo che porta a ridurre la sanzione» - contenuto all'interno di una più complessa nota sulla riorganizzazione del lavoro inviata dalla Procura generale al presidente di Corte di appello dell'Aquila - ha suscitato la dura reazione da parte del presidente nazionale dell'Unione Camere Penali, Oreste Dominioni. L'avvocato Dominioni, che ha inoltrato un esposto al Csm interpreta quelle parole come un «gravissimo tentativo di interferenza nell'attività giurisdizionale e di limitazione dell'indipendenza del giudice». Nel mirino dei penalisti, un voluminoso studio inviato dal procuratore generale, Giuseppe Falcone, al presidente di Corte di appello, Mario Della Porta. (A pagina 2)

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governatori sulle barricate (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 69 del 2009-03-21 pagina 7 Regioni rosse I governatori sulle barricate: incostituzionale di Redazione Roma Le regioni rosse si ricompattano e dicono no al piano casa del governo. Mentre alcuni governi locali restano a guardare, le regioni tradizionalmente guidate dalla sinistra, Emilia Romagna, Toscana e Umbria, scendono in trincea contro il provvedimento che sarà approvato la prossima settimana dal consiglio di ministri. Ma più che il merito della legge salva-edilizia, i presidenti del centrosinistra avanzano critiche nel metodo. Da Bologna il governatore Vasco Errani fa sapere che «il piano casa del governo pone problemi di costituzionalità», in particolare per il ricorso al decreto legge. «C'è un problema sugli strumenti e un decreto per gestire una competenza concorrente fra Stato, Regioni e Comuni è improprio». Senza contare che «si fa un condono preventivo. Questo non va bene, e può essere un danno per il Paese». Dichiarazione fotocopia per Maria Rita Lorenzetti, energica presidente della regione Umbria, «Da una prima lettura del testo del decreto legge il nostro timore si conferma. Oltre a non essere il decreto legge lo strumento giusto per affrontare una questione così importante ci pare che sia anche incostituzionale. Berlusconi dovrebbe saperlo perché il suo precedente governo fece la stessa cosa con il condono edilizio, approvato con decreto legge. Noi ricorremmo alla Corte costituzionale che ci diede ragione». Se anche questa volta le regioni ricorreranno contro il piano che snellisce le procedure per l'edilizia e concede a chi ristruttura un bonus in cubatura, Lorenzetti non lo dice. Anche per la Toscana si tratta di una «messa in mora delle competenze regionali. Il governo - secondo il presidente della Regione Claudio Martini - dovrebbe limitarsi a dettare i principi generali, e invece con questo decreto entra nel dettaglio, anche minuto. Peraltro si adombra la sospensione de facto delle leggi regionali in materia urbanistica, alla faccia del dibattito sul federalismo». «Sembrano confermate le peggiori previsioni», gli fa eco l'assessore al territorio Riccardo Conti che teme «ferite al territorio» che innescherà «una situazione di gestione caotica e di deregolamentazione selvaggia». Critiche che dovrebbero approdare alla Conferenza Stato-Regioni, convocata mercoledì proprio per esaminare il provvedimento. Ma non è detto che tutte le regioni abbiano da ridire sull'invasione di campo, denunciata da quelle guidate dalla sinistra. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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L'orco fugge dai domiciliari, bufera sul pm lumaca (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 69 del 2009-03-21 pagina 11 L'orco fugge dai domiciliari, bufera sul pm lumaca di Andrea Acquarone MilanoUn po' come con le ciliegie: una lumaca tira l'altra. Sulla giustizia l'effetto è speculare: ancora una volta in ritardo. Il caso tutto sommato è semplice. Ci sono uno stupratore, una vittima bambino e qualche togato forse in altre faccende affaccendato. Troppo per ricordarsi gli «arretrati». Risultato, il colpevole, o se preferite il presunto tale, libero. Da tre giorni su di lui pesa un mandato di cattura. È evaso, niente grimaldelli e lime, scappare da casa non è impresa improba. Peccato che a norma di legge avrebbe dovuto trovarsi dietro le sbarre. Da lì sarebbe stato leggermente più difficile chiudere la porta. Succede a Milano, e, guarda caso, succede anche che il pm titolare dell'inchiesta sia proprio quel magistrato assurto alle cronache come il «giudice più lento del mondo»: Edi Pinatto, ex del tribunale di Gela, condannato a 8 mesi di reclusione, con pena sospesa, e radiato (lo scorso giugno) dall'ordine giudiziario per aver impiegato 8 anni a scrivere le motivazioni di un processo di mafia. Grazie a lui sette imputati del clan Madonia tornarono anzitempo in libertà. Eppure esercita ancora. Ha fatto ricorso in Cassazione, dieci giorni fa è stato discusso il caso, si attende la sentenza. Insomma un ex magistrato, per il Csm, che ha ancora la toga sulle spalle. Lentezza su lentezza: la radiazione dopo 9 mesi non è ancora operativa. Morabit El Mostafa, 34 anni, operaio marocchino, si aggiunge ora alla lista dei beneficiati. La polizia lo aveva arrestato alla fine di gennaio. Violenza su un ragazzino di nemmeno quattordici anni, l'accusa. Una storiaccia di abusi quotidiani, l'adolescente bloccato sulla strada di ritorno da scuola, costretto a subire le attenzioni malate del maghrebino, sempre più pesanti, condite da minacce e rapporti quasi completi. Fino alla denuncia, accompagnato in lacrime dalla madre in commissariato. Scattarono le manette, il pm di turno di turno quel giorno era Pinatto. Fin qui tutto normale. O quasi. Il gip decide di concedere i domiciliari al marocchino. In attesa di giudizio. Sennonché, nel frattempo, cambia la legge, ecco il 20 febbraio approvato il decreto che inasprisce misure cautelari e pene per i responsabili di violenza carnale. A questo punto, così come accaduto per lo «stupratore di Capodanno», anche per Morabit dovrebbero aprirsi le porte del carcere. Niente più misure alternative alla detenzione, recita la norma. Ma non accade, stavolta. Edi Pinatto, non spiega il perché. «Non parlo con i giornalisti», la laconica risposta a chi lo cerca. Resta dunque il dubbio, non conoscendo l'iter della «pratica». Di chi la colpa? Di un pm cui toccava chiedere la nuova misura restrittiva, o magari di un gip troppo lento nell'applicarla? Fatto sta che ad avvisare la polizia della fuga di Morabit El Mostafa sono stati gli stessi suoi due connazionali che abitano nell'appartamento di via Merula 5 dove l'uomo si trovava agli arresti. «È uscito e non è più tornato», hanno raccontato, preoccupati, ai poliziotti. Non volevano finire nei guai. Magari oggi qualcuno spiegherà perché Morabit abbia potuto andarsene indisturbato. Con buon pace del presidente Napolitano, fra i primi, a suo tempo, a chiedere la testa del «giudice lumaca». Per la cronaca i ritardi di Pinatto, almeno stando alla sentenza del Csm, provocarono la scarcerazione di alcuni esponenti del clan dei Madonia imputati nel processo «Grande Oriente», essendo scaduti i termini di custodia cautelare. Solo nel marzo scorso il pm aveva depositato le motivazioni della sentenza emessa nel 2000 dal tribunale di Gela contro i sette componenti del clan mafioso, condannati complessivamente a 90 anni di carcere. Ma ormai gli imputati erano usciti dal carcere e il giudizio di appello non aveva potuto essere celebrato in assenza delle motivazioni del primo grado. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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DE MAGISTRIS IN POLITICA? UNA SCELTA SBAGLIATA, CONTRIBUISCE ANCOR DI PIù A RAFFORZARE NE... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«De Magistris in politica? Una scelta sbagliata, contribuisce ancor di più a rafforzare nella pubblica opinione l'immagine di una magistratura italiana sempre meno terza ed imparziale». Maurizio Laudi, uno dei più noti pm d'Italia che ha firmato le più importanti inchieste dell'antiterrorismo, con il rigore torinese non usa giri di parole. «Ha ragione il vice presidente del Csm Mancino - aggiunge Laudi - chi lascia la toga per entrare in politica non può tornare in magistratura. Insuccesso elettorale? L'ex magistrato se ne può tornare a lavorare in altri settori della pubblica amministrazione...». Ascolta ed annuisce Stefano Schirò, presidente nazionale di Magistratura Indipendente, il gruppo associativo del quale Laudi è segretario nazionale e il salernitano Mario Pagano, segretario organizzativo. Sono riuniti a Salerno i magistrati campani aderenti a Mi. Oggi, i vertici nazionali di Mi partono per Catanzaro, tappa «calda» della giustizia italiana. Ma è l'attualità dello scontro tra procure a conquistare la platea, oltre cinquanta magistrati, di cui trenta salernitani. È Mimma Gambardella, sostituto procuratore a lanciare il tema. La sommarietà dei giudizi disciplinari, dice in poche parole la pm salernitana, può determinare nell'azione inquirente quel senso di spaesamento e preoccupazione rispettto alla prevedibilità anche dlel'errore umano. «Non c'è dubbio - dice di rincalzo Maurizio Laudi - che la sommarietà del giudizio disciplinare per i colleghi salernitani abbia segnato una pagina involutiva per l'organo di autogoverno». In prima fila anche Antonio Laudati, magistrato avellinese che ora è uno dei consiglieri del ministro Alfano e i pm napoletani Sergio Amato e Giuseppe Lucantonio. La vicenda salernitana, pur non affrontata nel merito, ha rappresentato la traccia della discussione. «Una nuova indipendenza della magistratura - dice Laudati - è da ricercarsi in una nuova etica della funzione giurisdizionale». Gaetano Sgroia, presidente dell'Anm locale e membro della giunta centrale, ha voluto salutare i suoi colleghi. Proprio l'Anm nazionale, a partire dal 25 prossimo, sarà a Salrno per riflettere sulla funzione dei giudici e i provvedimenti disciplinari. Tutt'altro che casuale la scelta di Salerno, epicentro delle sanzioni più dure dopo lo scontro con Catanzaro. Il convegno ha anche affrontato una discussione sula proposta, contenuta nel disegno di legge approvato dal Governo, di introdurre meccanismi di trasferimento di ufficio per la copertura dei posti vacanti (relatore Laudi); una relazione sulle questioni economiche più imminenti (relatore Aldo Morgigni); una breve relazione sulla questione dei carichi di lavoro (relatore Alex Pepe). Hanno partecipato anche i membri del Csm Antonio Patrono e Giulio Romano. a.m.

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ANTONIO ORZA SARNO. CARO ACQUA: CONTRIBUENTI IN RIVOLTA. GIOVEDì PROSSIMO SI TERRà UN'A... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ANTONIO ORZA Sarno. Caro acqua: contribuenti in rivolta. Giovedì prossimo si terrà un'assemblea pubblica a palazzo San Francesco promossa dalla Pro-Loco per protestare contro la Gori. All'iniziativa hanno aderito associazioni e comitati di quartiere. «L'acqua, "res publica" per eccellenza, non può appartenere ad alcuno - afferma il presidente della Pro-Loco, Leandro Sodano - Non può e non dev'essere sottoposta a logiche di mercato. Soprattutto non può divenire oggetto di speculazioni capitalistiche di ditte o lobby interessate soltanto al lucro. Pertanto la Pro-Loco, nella consapevolezza che in un futuro prossimo vanno stigmatizzate anche le tariffe Enel, Enelgas, Tarsu (aumentata di circa il 90% nel 2008), invita le parrocchie, i comitati di quartiere e le associazioni operanti sul territorio, a partecipare giovedì 26 marzo all'assemblea pubblica che si terrà alle ore 18 nell'aula consiliare». Nel corso dell'incontro si cercherà di trovare delle soluzioni su come controllare le tariffe, l'entità delle captazioni che hanno aggravato il fenomeno della subsidenza e la quantità di cloro immessa nell'acqua. Intanto in questi giorni stanno arrivando fatture da pagare con importi spropositati, che incidono fortemente sui bilanci familiari. Ci sono molte famiglie che non possono pagare. Nella città dell'acqua, al danno si aggiunge la beffa. Che dire delle cosiddette fatture a consumo presunto, di letture mai eseguite? E che dire della tariffa-depurazione che la Gori ha incassato indebitamente per un servizio mai reso e che grazie alla sentenza 335 del 2008 della Corte Costituzionale dovrà restituire? I cittadini protestano contro quella che definiscono "una vera ingiustizia". In tempi di crisi, non è più tollerabile minimizzare una questione così importante. Ci sono, ad esempio, alcune incongruenze nel meccanismo di fatturazione applicato dalla Gori che penalizzerebbero fortemente i contribuenti. In discussione è il principio dell'acconto che la Gori ha richiesto sulle ultime fatture, dopo che, nelle precedenti, aveva fatto un conguaglio dei consumi. Una richiesta degli acconti per l'anno 2009 non ammissibile. Come non è ammissibile il principio della richiesta di pagamento su consumo stimato. Fatturando periodi diversi e più brevi (tre mesi) ci sarebbe un risparmio per gli utenti. «Ho verificato che, se invece di inviare fatture ogni sei mesi, la Gori inviasse fatture trimestrali, gli utenti risparmierebbero molto in presenza dello stesso consumo - dichiara Antonio Russo, capogruppo del Pd - La fatturazione non è veritiera, è poco trasparente e onerosa per i contribuenti. La giunta Mancusi deve chiedere l'immediata rifatturazione. Le nuove fatture dell'acqua dovranno riportare la lettura effettiva, almeno per il 2008, applicando il conteggio trimestrale e non semestrale. Così si eviterà di aumentare i costi a carico dei cittadini».

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IL PRESIDENTE BRASILIANO, LUIS INACIO LULA DA SILVA, NON INTENDE ESTRADARE L'EX TERRORISTA ITAL... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il presidente brasiliano, Luis Inacio Lula da Silva, non intende estradare l'ex terrorista italiano Cesare Battisti se spetterà a lui la decisione finale del caso. Lo rivela il quotidiano «Estado de S. Paulo», secondo il quale l'ex terrorista sarà estradato solo se il Supremo Tribunal Federal (Stf, la Corte costituzionale brasiliana) cambierà la giurisprudenza attuale e toglierà al presidente la decisione finale sui casi di estradizione. Se infatti Lula dovesse dar via libera all'estradizione, sconfesserebbe il suo ministro della Giustizia, Tarso Genro, che ha concesso a Battisti l'asilo politico in contrapposizione al Comitato brasiliano per i rifugiati politici (Conare), dopo averlo apertamente appoggiato nella sua decisione. Se invece decidesse di salvaguardare l'ex terrorista anche se il Stf si dovesse pronunciare contro l'asilo e favore dell'estradizione, Lula si metterebbe in rotta di collisione con il massimo organo della magistratura brasiliana. L'unica via d'uscita, sarebbe che il STF si prenda la responsabilità di cambiare la giurisprudenza attuale.

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Sanità: altri 30 posti di lavoro (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

il piano regionale. Ieri conferenze stampa dei deputati regionali Donegani e Speziale Sanità: altri 30 posti di lavoro rogo notturno In fiamme auto di un disoccupato Un incendio di sospetta matrice dolosa ha danneggiato ieri notte l'autovettura di un disoccupato. Le fiamme sono divampate alle 2,20 in via Sabin, alla periferia nord della città, dalla Fiat "Punto" di Simone Pretin, di 45 anni. Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco chiamati ad intervenire sul posto dal propretario del mezzo, ha scongiurato il pericolo che le fiamme si propagassero ulteriormente andando ad attaccare i prospetti delle abitazioni vicine. Gli agenti di una volante intervenuti sul posto per i rilievi del caso non hanno rinvenuto nei pressi del veicolo tracce di attentato. Ma l'ipotesi del dolo non viene esclusa nelle indagini avviate dalla polizia per fare chiarezza sull'episodio. sciopero dei penalisti La Camera penale «Eschilo» aderisce all'astensione Anche la Camera penale "Eschilo" aderisce all'astensione dalle udienze proclamata nella seduta del 17 marzo scorso dall'Unione delle Camere penali italiane dal 30 marzo al 3 aprile prossimo. Lo ha comunicato il presidente della sezione locale della Camera penale, avv. Giacomo Ventura. Per quattro giorni, dunque, i penalisti si asterranno dal presenziare alle udienze ad eccezione di quelle con imputati detenuti. Diverse le motivazioni che spingono i penalisti ad incrociare le braccia. Dalla separazione delle carriere, alla riforma del Csm, a quella del Codice penale e dell'Avvocatura. amministrazione comunale Riaperti i termini per l'inserimento nell'albo delle società e professionisti L'amministrazione comunale riapre i termini per l'Albo di fiducia delle società e dei professionisti che intendono partecipare ai progetti comunitari. Le figure professionali sono: traduttori ed interpreti di eccellenza nelle diverse lingue ed in particolare inglese, francese, tedesco, arabo, esperto senior, esperto junior, aziende specializzate nell'organizzazione di eventi, manifestazioni e workshop. L' avviso è pubblicato all' Albo pretorio del Comune. Gli interessati, per ulteriori informazioni, possono rivolgersi al settore Patrimonio del Comune, tel 0933904102. orto pasqualello Depositato alla Regione il progetto di riqualificazione Il dirigente dei Lavori pubblici arch. Emanuele Tuccio ha depositato ieri alla Regione il progetto di riqualificazione dell'Orto Pasqualello. Il progetto prevede anche un sistema di tapis roulant per collegare corso Aldisio al Lungomare. In un comunicato diffuso ieri il sindaco ha reso noto che intende inserire i tapis roulant in prossimità di via Venezia per collegare la periferia al centro storico.

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Il caso fognature Inutili le domande già presentate E ora servono anche ricevute e bollette (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il caso fognature Inutili le domande già presentate E ora servono anche ricevute e bollette Sabato 21 Marzo 2009, La buona notizia: da lunedì saranno disponibili i moduli per chiedere il rimborso del doppio canone fognario. E da ottobre il Comune inizierà a rifondere le somme dovute. La cattiva (già anticipata): per la restituzione occorre allegare le corrispondenti fatture e le ricevute di pagamento. Dopo l'istruttoria dei tecnici tra norme e sentenze, ieri l'assessore al Bilancio Fulvio Zugno ha presentato i modelli per le domande, con relative istruzioni per la compilazione. Il caso è noto: la Corte costituzionale ha giudicato illegittimo il versamento della quota di depurazione per i cittadini non allacciati al sistema fognario. O meglio, lo è dal 3 ottobre 2000, da quando cioè la tassa si è trasformata in tariffa per un servizio. Da quella data, dunque, e fino al 2006 (le bollette delle annate successive non sono mai state emesse), il Comune risarcirà tutti coloro che non sono collegati al depuratore comunale, che possiedono una vasca biologica svuotata periodicamente a proprie spese (la cosiddetta "vasca Himoff") e che sono dotati di un impianto di depurazione privato. La documentazione sarà in distribuzione all'ufficio amministrativo dell'Acquedotto, in via Lancieri Novara 23 (lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12, lunedì e mercoledì dalle 15 alle 17); all'Ufficio Tributi, in viale Vittorio Veneto 27 (stessi orari); all'Ufficio relazioni con il pubblico di Ca' Sugana (da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 12.45, lunedì e mercoledì dalle 15.15 alle 17). Inoltre, può essere scaricata dal sito www.comune.treviso.it. Potranno avanzare richiesta persone fisiche, compresi gli eredi di un intestatario nel frattempo morto, imprese e condomini (tramite l'amministratore). Le prossime fatture conterranno un'apposita comunicazione, mentre è allo studio la possibilità di mettere avvisi anche nelle edicole. Il materiale andrà poi restituito, tramite raccomandata a.r., al Comune, o, brevi manu, all'Uffico protocollo in Municipio o all'Acquedotto, il martedì dalle 14 alle 16,45, sportello a cui ci rivolgersi anche per informazioni. Finora a Ca' Sugana sono arrivate 335 domande "fai da te". La gran parte verrà "bocciata" per la mancanza di due requisiti: la marca da bollo da 14,62 euro, prevista dall'Agenzia delle Entrate, e soprattutto le copie delle bollette e delle quietanze, indispensabili secondo la Corte dei conti. Proprio questo elemento rischia di scremare i circa diecimila potenziali "creditori" nostrani. Non c'è scadenza per la presentazione. «Il mio invito però è a fare domanda entro maggio - sottolinea Zugno -. Potremo così farci un'idea dell'importo globale, e, a quel punto, valutare se saldare tutto subito o in più tranche». Per legge, infatti, gli enti hanno cinque anni di tempo, a partire dal primo ottobre, per ripianare il debito, anche a rate. Ipotizzando un consumo medio di 80 metri cubi di acqua all'anno a utente, Ca' Sugana ha calcolato un rimborso di circa 350 euro per una famiglia di tre persone. Dalla cifra, però, va sottratta la quota della tariffa per la realizzazione degli impianti che tutti, non allaciati compresi, sono tenuti a pagare: sarà il ministero dell'Ambiente entro aprile a fissare i criteri per quantificarla. Mattia Zanardo

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SI DICE AVVILITO DI FRONTE ALLA IRRESPONSABILITà DI UNA PARTE DEL CONSIGLIO GIUDIZI... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Si dice «avvilito di fronte alla irresponsabilità» di una parte del Consiglio giudiziario. Si dice «avvilito» per la decisione di «desecretare i verbali delle audizioni del procuratore Lepore e dei due pm Noviello e Sirleo». Il procuratore generale Vincenzo Galgano interviene così sul caso dello strappo di due sostituti nella gestione dello stralcio che vede indagati - tra gli altri - gli ex commissari Corrado Catenacci, Guido Bertolaso e Alessandro Pansa. La più alta carica requirente ha così scritto ieri al Csm e al presidente della Corte d'Appello: «Ho informato il presidente di Corte d'Appello e il Csm perché ciascuno si assuma la responsabilità delle proprie decisioni anche sotto il profilo disciplinare». Ecco, dunque, come si esprime il procuratore generale: «Solo un consiglio giudiziario irresponsabile può deliberare di desecretare e consentire la diffusione di questioni che comunque attengono a procedure d'indagine ancora in corso, che hanno per oggetto comportamenti del procuratore e dei due suoi sostituti. Si sono violate regole assolutamente pacifiche sulla riservatezza dei singoli magistrati e sul buon nome della magistratura; ma anche regole poste dal codice di procedura penale, attenendo non solo a indagine in corso ma anche alla normativa sulla privacy e alla correttezza che deve sempre avere un magistrato. I colleghi che hanno preparato la diffusione di notizie riservate non hanno considerato i profili di deprimente valutazione dell'impegno associativo, degradandolo a tenzone personale. Non hanno valutato che così sono state banalizzate le funzioni di organi di controllo della magistratura, colpendo i colleghi nella riservatezza, tradendo chi si è rivolto al Csm con la certezza della discrezione sulle doglianze presentate». Un durissimo affondo critico, dunque, che infiamma un caso interno al distretto. Tutto nasce la scorsa estate, al termine dell'inchiesta sulla gestione delle ecoballe del Commissariato. C'è divergenza tra gli inquirenti: i pm Noviello e Sirleo vogliono il processo per Pansa e Bertolaso, mentre Lepore firma lo stralcio per consentire agli ultimi iscritti nel fascicolo gli stessi tempi difensivi. Nasce una querelle che finisce in Consiglio giudiziario, poi al Csm. Pochi giorni fa, poi, la decisione del «parlamentino» di togliere il segreto sui verbali delle audizioni di Lepore, Noviello e Sirleo. Una svolta criticata da Galgano e dallo stesso procuratore Lepore. Il pg Galgano, dunque, non ci sta, e chiede chiarezza al Csm. Nelle stesse ore arriva l'intervento dello stesso Lepore: «Sono amareggiato e sorpreso per il fatto che si sia consentito, attraverso la pubblicazione del verbale del Consiglio giudiziario, di far riferimento, per altro in modo superficiale, ad una indagine penale ancora in corso, circostanza che mi impedisce allo stato di chiarire i complessi aspetti della vicenda, già secretata, della quale è attualmente investito il Csm. L'ufficio di Procura, sempre compatto, continua ad essere proteso nella efficace lotta a qualunque tipo di illegalità sul territorio». l.d.g.

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Aldo Pecora (Ammazzateci Tutti) contro la candidatura di De Magistris. Di Pietro? Uno che distrugge i movimenti (sezione: Giustizia)

( da "Blogosfere" del 21-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mar 0921 Aldo Pecora (Ammazzateci Tutti) contro la candidatura di De Magistris. Di Pietro? Uno che distrugge i movimenti Pubblicato da Tiziano Scolari alle 17:55 in Politica Aldo Pecora, portavoce nazionale del movimento E adesso ammazzateci tutti, era stato uno dei primi a difendere Luigi de Magistris dagli attacchi seguiti alle inchieste Poseidon e Why Not. Ecco che ora, dopo la discesa in campo del magistrato, candidato alle europee con Di Pietro, Aldo si sente tradito e lo ammette sul suo blog e in un'intervista a Il Giornale. Ci tengo a ribadire una cosa: Luigi De Magistris è stato difeso perchè era nel giusto. Lo erano le sue inchieste, sottrattegli indebitamente perchè scomode. E, soprattutto, perchè se non avessimo tenuto accesi i riflettori a sua difesa l'avrebbero letteralmente triturato. Ma il tempo passa, e mentre io e molti amici stiamo ancora leccandoci le ferite, lui oggi ha fatto una scelta - autonoma, sottolineamolo - e se pur condivisibile o meno è una sua scelta. Parte dell'intervista la trovate qui sotto. Solo una domanda ad Aldo Pecora: quello che dice può anche essere condivisibile, forse per l'interesse collettivo era meglio che De Magistris continuasse a fare quello che sa fare meglio, cioè il magistrato. Ma se siamo d'accordo che buona parte del parlamento, tutti i condannati, quelli che sono eletti da una vita e non sanno più che succede nel paese reale dovrebbe farsi da parte; poi chi ci mettiamo a palazzo Madama e a Montecitorio? Come dire: società civile e mondo politico devono per forza, sempre e comunque rimanere separati, oppure la società civile ha, anche, il compito di fornire alle istituzioni i suoi migliori elementi per, ad esempio, far delle buone leggi? Il vostro idolo s'è candidato con Di Pietro: vi siete parlati? «Gli ho mandato un sms, "Buona fortuna... ". Mi ha appena risposto: "Grazie!". Tutto qui». Deluso? «Un po'. Avrei preferito una telefonata prima della sua discesa in campo. Saperlo così, dai giornali... Ci sentiamo un po' traditi». L'ultima volta che vi siete sentiti? «Prima della manifestazione di piazza Farnese a Roma. Gli dissi: "Quando ti difendevamo noi davanti al Csm non c'erano né Grillo né Di Pietro"». Ora è pure candidato: contenti? «Mica tanto. Di Pietro, poi, è uno che i movimenti li smantella, li annienta». E come? «Ha fatto così pure con i girotondi. Pesca da lì per costruire il suo consenso». Vuole sfruttare la popolarità di De Magistris? «Certo, lo strumentalizza. Anche se potrebbe essersi portato in casa un cavallo di Troia». Tonino ha corteggiato pure lei? «Sì ma risposi che in Calabria nell'Idv sono passate persone con cui non volevo avere a che fare». Tipo? «Franco La Rupa, indagato per mafia o Maurizio Feraudo, imputato per truffa e falso». E lui? «Disse: "Io, e non l'Idv, voglio fare qualcosa con te"». Ma lei non abboccò. «No, come rifiutai i corteggiamenti di Veltroni». Pure? «Mi offrì un seggio alla Camera: manco sapeva che non avevo neppure 25 anni. Declinai». Ora De Magistris è meno credibile? «Sono meno credibili le sue battaglie: che restano sacrosante nonostante i metodi, più o meno discutibili». Adesso che farete? «Continueremo la nostra battaglia contro tutte le mafie, con o senza De Magistris». Ha ragione il pg di Torino Maddalena: «I giudici non si candidino perché danneggiano l'immagine della magistratura»? «Ha ragione Montesquieu: separazione dei poteri. E ha ragione pure Mancino: chi sceglie la politica lasci la toga per sempre. Anche se... ». Anche se? «Viene da dire "da che pulpito"».

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