CENACOLO DEI COGITANTI |
De Magistris: "La mia
una scelta di vita" ( da "Giornale
di Calabria, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: È quanto ha dichiarato il
vicepresidente del Csm Nicola Mancino, in plenum, prima di esprimere il suo
voto favorevole al collocamento in aspettativa richiesto dall?ex pm di
Catanzaro Luigi De Magistris per candidarsi alle elezioni europee nell?Italia
dei valori. Nella delibera per il collocamento in aspettativa, approvata all?
L'eroe De Magistris,
martire all'italiana ( da "EUROPA
ON-LINE" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: dopo essere stato punito e
trasferito dal Csm ? fino a prova contraria non eterodiretto dall?Impero del
Male ? al tribunale del riesame di Napoli per un?inchiesta mal fatta, rischia
una più pesante punizione per i poteri esorbitanti da lui assegnati a
Gioacchino Genchi. Tanto che il Pdl lo sfotte apertamente: «Possibile che la
candidatura serva ad ottenere l?
Agli arrivi di Caterina
Centola e Paolo Pietro Mazza si aggiungeranno a settembre quelli dei giudici in
tribunale ( da "Cittadino,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il Csm ha anche concesso
l'applicazione extradistrettuale per la dottoressa Centola, condizione che
dovrebbe anticipare il suo insediamento già alle prossime settimane. La
situazione di emergenza più volte lamentata da Pescarzoli e da molte altre
procure d'Italia, un Paese in cui oggi ci sono 1.
spunta il dodicesimo
assessore ( da "Nuova
Sardegna, La" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il 21 aprile c'è l'udienza della
Corte costituzionale sul ricorso contro la legge statutaria che ha introdotto
l'incompatibilità consigliere-assessore. Se la Consulta non dovesse far
decadere l'intero testo varato dal Centrosinistra di Renato Soru, l'attuale
maggioranza si metterebbe subito al lavoro per le «opportune modifiche».
le categorie in consiglio:
sostenete l'export ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: sperando anche in una favorevole
pronuncia della Corte Costituzionale sulla compartecipazione alle ritenute dei
redditi da pensione «che porterà - conclude - maggiori fondi nelle casse della
Regione». Per la Cisal è «positivo il giudizio» sulla manovra regionale e
considera «significativamente incisive le azioni della giunta» soprattutto
relativamente alle nuove infrastrutture.
Buono famiglia: la diffida
della Cgil ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: perché in contrasto con un paio di
pronunce della Corte costituzionale. La carta di soggiorno infatti viene
erogata solo in presenza di un reddito minimo. Vincolo, quest'ultimo, che
secondo la Cgil non può essere richiesto per l'erogazione di una prestazione assistenziale
pena «la violazione dell'articolo 3 della Costituzione».
la corte dei conti indaga
sul boom delle ambulanze ( da "Repubblica,
La" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: In particolare starebbe indagando
tutti i componenti della giunta Cuffaro che tra il 2005 e il 2006 con due
delibere hanno aumentato il numero delle ambulanze. La Corte ha inoltre chiesto
gli atti anche all´Ars, che però ha sollevato la questione di conflitto di
competenza alla Corte costituzionale. a. fras.
Aziende con le mani legate
( da "Italia Oggi" del
20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: alla stregua di quanto chiarito
dalla Corte costituzionale con sentenza n. 50/2005, non può dunque essere
aprioristicamente determinata né tanto meno condizionata dalle normative
regionali, competenti a disciplinare, d'intesa con le parti sociali di livello
regionale i contenuti e le modalità di accesso all'offerta formativa pubblica e
alle relative risorse finanziarie.
ROMA - <Lascerò la
magistratura al momento che riterrò più opportuno>
( da "Adige, L'" del
20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ha poi replicato al vice presidente
del Csm Nicola Mancino, che ieri proprio partendo dal suo caso, ha espresso
l'opinione che ai magistrati che si candidano non dovrebbe essere consentito
poi di tornare indietro: «Sono d'accordo con Mancino ma mi sorprende che si
accorga solo ora, conil mio caso, della questione dei giudici che si danno alla
politica».
Gentile direttore, passati
non so quanti governi, tutti si sono impegnati a risolvere il problema de...
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: della Corte costituzionale
(sentenza 1/2/'97 n. 974), gli articoli 12 e 23 della Carta europea di
Strasburgo (3/5/'96), gli articoli 2, 3, 136 e 141 del Trattato istitutivo e
della Ue (25/3/'57), il Trattato di Maastricht, il Trattato di Amsterdam
(2/10/'97), la giurisprudenza della Corte europea (sentenza 1/1/'
procura, i verbali dello
strappo - dario del porto ( da "Repubblica,
La" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: esame del Csm, ma adesso diventa
pubblico il verbale della riunione del Consiglio giudiziario dedicata, il primo
dicembre scorso, allo strappo consumato fra il procuratore Giandomenico Lepore
e i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo sulle conclusioni dell´inchiesta su
presunti illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti.
estensione al figlio del
diritto al congedo ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: BONDAVALLI La Corte Costituzionale,
con sentenza n. 19 del 26 gennaio
depuratori: i soldi da
ottobre ( da "Tirreno,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: esplosa in seguito alla sentenza
335 della Corte costituzionale. Quella - in sintesi - che ha dichiarato
incostituzionale costringere qualcuno a pagare in bolletta per un servizio (la
depurazione delle acque nere, ndr) del quale non si usufruisce. Dopo la
sentenza, è arrivata una legge, la 13 del 27 febbraio scorso, che fissa alcuni
paletti e a questi,
Collaborazione sì, ma da
entrambe le parti ( da "Nuova
Ferrara, La" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: possibilità di ricorso alla Corte
Costituzionale. Bastava sospendere dieci minuti la seduta, come si è fatto per
decine di occasioni in precedenza, ed invece no, sono andati avanti ed hanno
votato contro i nostri emendamenti, insieme alla destra". "Detto
questo, e ci è sembrata un'occasione persa, è partito il dialogo per la
costruzione di una coalizione per le prossime amministrative.
il canone sul depuratore
( da "Mattino di Padova, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: illustreranno ai cittadini la
recente sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito come il canone non
vada pagato se l'utente non è allacciato al sistema fognario. I cittadini sono
invitati a partecipare. Sono davvero molti quelli che sono interessati alla
problematica e che sperano in un eventuale rimborso di quanto pagato - a dire
dei relatori della serata - ingiustamente.
Tiromancino
( da "Unita, L'" del
20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Così come tacque quando Letizia
Vacca, membro laico del Csm, anticipò alla stampa la cacciata di De Magistris e
della Forleo prima ancora che il Csm li processasse. Mancino ha ritrovato la
favella giusto quando un pm che non potrà mai più fare il pm anche grazie a
Mancino, ha deciso di cambiare mestiere.
depuratore, pagano anche i
non allacciati ( da "Nuova
Venezia, La" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: fatto così parzialmente ribaltata
la sentenza della Corte Costituzionale dello scorso ottobre, che dichiarava
illegittima la riscossione del tributo in questi casi. Questo perché il
Parlamento ha approvato alla fine di febbraio una legge che prevede che gli
oneri siano dovuti lo stesso, a patto che il gestore della rete idrica, abbia
già avviato i progetti delle opere necessarie all'
Il magistrato impossibile
( da "Manifesto, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il candidato Luigi De Magistris, ex
inquirente di Catanzaro trasferito dal Csm dopo un'inchiesta che coinvolgeva
anche Romano Prodi e Clemente Mastella, è già nel pieno della campagna
elettorale. Un anno fa, dopo la decisione che le ha imposto di lasciare il
ruolo di pm, disse che sarebbe rimasto a fare il lavoro di magistrato.
Il nuovo presidente
sospende il parlamento ( da "Manifesto,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La squadra che compone il gabinetto
di Rajoelina è ancora incompleta, conta per il momento solo 12 membri. Fra i
posti vacanti, quello della Difesa. La Alta Corte costituzionale del Madagascar
ha ufficialmente avallato mercoledì la legittimità di Rajoelina, che ha
ricevuto il potere dalle mani di un direttorio militare.
Si apre oggi alle 9 al
palazzo dei Capitani il convegno nazionale del centro studi di diritto del
la... ( da "Messaggero,
Il (Marche)" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Presidente del Centro Nazionale e
Consigliere della Corte di Cassazione, addetto alla Corte Costituzionale,
mentre tra i relatori spiccano qualificati esponenti del mondo universitario.
Dunque un convegno che, promosso dalla Fondazione Carisap nell'ambito del progetto
di incentivare il turismo congressuale, costituisce un evento di alta caratura
scientifica e di grande valenza turistica,
CHIETI - Il Centro Oli di
Ortona continua a far litigare il mondo politico. Botta e risposta, stavol...
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Non immaginavo che il governatore
Gianni Chiodi si potesse rendere fino a questo punto complice dei progetti
dell'Eni e di Berlusconi, addirittura rinnegando il suo stesso voto espresso in
Consiglio Regionale». E Maurizio Acerbo (Rifondazione comunista): «Il
presidente Chiodi ha rinunciato a difendere l'Abruzzo davanti alla Corte
Costituzionale». A pagina 54
Il Centro Oli di Ortona
continua a far litigare il mondo politico. Ed è botta e risposta, stavo...
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sulla vicenda una nota di Carlo
Costantini (Idv) : «Non immaginavo la possibilita' che Chiodi si rendesse fino
a questo punto complice dei progetti dell'Eni e di Berlusconi, addirittura
rinnegando il suo stesso voto espresso in Consiglio Regionale». E così Acerbo
(Rc): «Il Presidente Chiodi ha rinunciato a difendere l'Abruzzo davanti alla
Corte Costituzionale».
Zeller: <Sì al libero
Stato, ma con gli italiani> ( da "Corriere
Alto Adige" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E poi c'è anche un nuovo corso
neocentralista della Corte costituzionale che ha bocciato leggi come quella sui
rifiuti o quella sugli appalti della Sicilia, che al primo ricorso di
un'azienda ci costringerà ad applicare la normativa nazionale ». Ma da dove si
comincia a costruire un libero stato, da un referendum?
Sanità, Governatori
schierati contro la nuova governance
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: come ha più volte ribadito in
questi anni la Corte costituzionale, non ammette ingerenze nei poteri di cui le
Regioni dispongono e che intendono difendere a denti stretti e senza deroga
alcuna. Con le regole attuali, e sicuramente ancora di più con quelle che
deriveranno dalla riforma del federalismo fiscale in arrivo.
Ecco come funzionerà il
tribunale di Napoli ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: REDAZIONALE Riorganizzazione al via
dopo otto anni Ecco come funzionerà il tribunale di Napoli Il Csm ha approvato
le nuove «tabelle» Il plenum del Csm ha approvato ieri le «tabelle» di
organizzazione del tribunale di Napoli che mancavano da otto anni. Bocciato il
modello-Torino, elogi al presidente del tribunale Carlo Alemi. A PAGINA 2 Abate
A PAGINA 10 un intervento di Alfredo Guardiano
Nuovo tribunale di Napoli,
il Csm boccia il <modello Torino>
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: REDAZIONALE Nuovo tribunale di
Napoli, il Csm boccia il «modello Torino» Via libera all'organizzazione dopo 8
anni: «Grande sforzo di Alemi» Ma Morando critica i giudici partenopei: «Copino
dal Piemonte» Il Consiglio superiore della magistratura ha inviato le tabelle
per la riorganizzazione del lavoro in tribunale NAPOLI —
IN OCCASIONE del convegno
nazionale organizzato dal Centro Studi di Diritto del L...
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, Francesco
Amirante. A lui si aggiungeranno ospiti di alto profilo nel campo
universitario, della giustizia e dell'avvocatura. L'iniziativa terminerà sabato
alle 13 con un dibattito finale tra tutti i presenti. Il convegno si inserisce
in una serie di eventi congressuali realizzati ad Ascoli grazie al sostegno
della Fondazione Carisap che porta avanti un progetto
ricorso per la farmacia
contesa ( da "Nuova
Venezia, La" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: contenzioso infinito sulla
spartizione dei beni di fronte alla Corte Costituzionale. La Consulta ha
infatti respinto il ricorso presentato dai legali di Ca' Farsetti sulla
presunta illegittimità del criterio sulla divisione del patrimonio dopo la
separazione sancita dal referendum del
Tutti i proclami di
Tonino, finto fustigatore ( da "Giornale.it,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: operato del suo candidato De
Magistris: Csm, Cassazione, gip, gup, procuratori aggiunti, procuratori capi,
giudici, Associazione magistrati, anche un certo capo dello Stato. Questo a
ogni livello. Senza contare che l?inchiesta più pompata di tutte, la demenziale
«Why not», quella dei contatti dell?
De Magistris-Di Pietro:
incroci pericolosi ( da "Giornale.it,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il Codacons ha impugnato al Tar il
via libera del Csm alla candidatura di De Magistris: «Prima di dare l'ok alla
candidatura avrebbe dovuto accertare» che la scelta di scendere in politica
«non sia stata presa quando il magistrato decideva sulla vicenda Romeo, nella
quale risulta implicato anche il figlio di Antonio Di Pietro».
<Noi ragazzi di
Calabria, usati e traditi> ( da "Giornale.it,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Quando ti difendevamo noi davanti
al Csm non c'erano né Grillo né Di Pietro"». Ora è pure candidato:
contenti? «Mica tanto. Di Pietro, poi, è uno che i movimenti li smantella, li
annienta». E come? «Ha fatto così pure con i girotondi. Pesca da lì per
costruire il suo consenso». Vuole sfruttare la popolarità di De Magistris?
Governatori schierati
contro la nuova governance ( da "Sole
24 Ore, Il (Sanità)" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: come ha più volte ribadito in
questi anni la Corte costituzionale, non ammette ingerenze nei poteri di cui le
Regioni dispongono e che intendono difendere a denti stretti e senza deroga
alcuna. Con le regole attuali, e sicuramente ancora di più con quelle che
deriveranno dalla riforma del federalismo fiscale in arrivo.
Indennità integrativa
speciale su plurimi trattamenti pensionistici
( da "AltaLex" del
20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: esame alla Corte costituzionale,
qualora le ritenga di dubbia costituzionalità. E proprio per tale motivo alcune
Sezioni territoriali hanno riproposto la questione di costituzionalità dell?art.99,
comma 2, t.u. n.1092/1973, che la Corte ha dichiarato inammissibile in quanto
prospettata in chiave meramente interpretativa,
Procura, Siniscalchi:
"Roberti, una nomina opportuna"
( da "Caserta News" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Venerdì 20 Marzo 2009 Procura,
Siniscalchi: "Roberti, una nomina opportuna" GIUSTIZIA | Salerno
Vincenzo Siniscalchi, avvocato, più volte deputato dell'Ulivo ed attualmente
vice-Presidente della V Commissione sugli incarichi direttive e semidirettivi
del CSM: >.
ITALIA, UN PAESE FONDATO
SUI CONFLITTI D'INTERESSE AGENDA DI SALADINO: MENTRE ERA SOTTO LA LENTE DI DE
MAGISTRIS, SI INCONTRAVA CON DI PIETRO (PRIMA NEGAVA E POI AMMISE) - DE MAG
( da "Dagospia.com" del
20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il Codacons ha impugnato al Tar il
via libera del Csm alla candidatura di De Magistris: «Prima di dare l'ok alla
candidatura avrebbe dovuto accertare» che la scelta di scendere in politica
«non sia stata presa quando il magistrato decideva sulla vicenda Romeo, nella
quale risulta implicato anche il figlio di Antonio Di Pietro».
Kirghizistan/ Parlamento:
elezioni presidenziali il 23 ( da "Virgilio
Notizie" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: I deputati hanno votato
all'unanimità a favore della data consigliata dalla Commissione affari
costituzionali. La Corte costituzionale aveva stabilito ieri che le
presidenziali dovranno aver luogo entro il 25 ottobre. L'attuale presidente
Kurmanbek Bakiev ha già fatto sapere che intende concorrere per un secondo
mandato.
C'è UN PRINCIPIO DELLA
FISICA CHE è MOLTO UTILE PER DESCRIVERE LE DINAMICHE DI ...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Franco Roberti, sessantuno anni, si
insedierà al terzo piano dle palazzo di giustizia a metà aprile. Per lui voto
unanime del Csm con le parole del vice presidente Nicola Mancino: «A Salerno
serve una svolta per lavorare con serenità e ordine». MANZO A PAG. 35
ANTONIO MANZO C'è UN
PRINCIPIO DELLA FISICA CHE è MOLTO UTILE PER DESCRIVERE...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: «L'unanime indicazione del Csm mi
impegna ancor di più a lavorare in un clima di serena operatività. Arrivo tra
colleghi magistrati e colleghi amministrativi di grande professionalità con i
quali sono sicuro di poter dare vita a un lavoro sereno e, ripeto, produttivo».
DALLA NON DISCRIMINAZIONE
ALLA VERA PARITà è IL TEMA DELLA LECTIO MAGIST...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che la professoressa Maria Rita
Saulle, giudice della Corte Costituzionale, terrà stamane all'Ateneo. La
lezione si inserisce nel corso di aggiornamento e perfezionamento professionale
in Diritto dell'Unione Europea Applicato, diretto dalla professoressa Angela Di
Stasi, che si svolge con il patrocinio del Consiglio Nazionale Forense.
L'ASSOCIAZIONE CULTURALE
SALERNITANA "VERITATIS SPLENDOR", PRESIEDUTA DAL PROFESSORE MARCO DI
MATTEO... ( da "Mattino,
Il (Salerno)" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ricoprì gli incarichi di membro del
Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e di giudice presso la Corte Costituzionale.
Fu tra i fondatori dell'UGCI (Unione Giuristi Cattolici Italiani) di cui fu
anche primo presidente. Nell'occasione, sarà presentato il volume "La vita
etica" (Ed. Bompiani, 2008)..Al convegno, che sarà presieduto dal prof.
PUBBLICITà DEI VERBALI SUL
CASO PANSA-BERTOLASO. LO HA STABILITO IL CONSIGLIO GIUDIZIARIO - UNA...
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: una sorta di Csm distrettuale -
rendendo pubblica parte dello scontro tra il procuratore Giovandomenico Lepore
e i due pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Dodici voti a sei: così il
Consiglio ha stabilito di togliere il segreto su voti e verbali delle sedute
dedicate alle divergenze sulla gestione del fascicolo che vede indagati,
ROSANNA BORZILLO NAPOLI
NON PUò MORIRE E NON MORIRà PERCHé HA ANCORA TANTE C...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: presidente emerito della Corte
Costituzionale - cercano di insegnare parole, di superare una realtà
frammentata collegando esistenze individuali e puntando sulle nuove
generazioni». Nel libro di don Gino Battaglia si legge tutto questo con
lucidità». Alle spalle un sogno: una missione per la pace, un progetto comune
su cui lavorare perché «Napoli possa diventare città del dialogo,
Via libera alla Grotta del
Ventaglio ( da "Sicilia,
La" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale, dal titolo Il
federalismo fiscale. Gallo - che è anche Accademico dei Lincei - è attualmente
condirettore del Centro di ricerche giuridiche applicate (CeradiI)
dell'Università romana. Alla manifestazione - promossa dalla facoltà di Giurisprudenza
dell'Università etnea, dall'Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti
contabili di Siracusa e dal Consorzio
Aggressione e insulto
razzista a un avversario: il giudice ferma per sei turni uno straniero del
Silea ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Fantuzzi, Diedhiou, Mazzer
(Feletto), Bussolin (CSM Resana), Zanatta (Postioma), N. Sartorato (Rovere),
Guolo (S. Antonino), Corato (S. Gaetano), Bresolin, Mattiuzzo (Volpago).
Ammenda 50 euro al S. Giuseppe. Coppa Provincia Treviso: Due gare a Trentin
(Suseganese); una a Agello, Tosetto (CSM Resana);
Il Pubblico Ministero
Luigi De Magistris, a suo tempo titolare della delicata inchiesta Why not?,
si... ( da "Gazzettino,
Il" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il vicepresidente del Csm, Nicola
Mancino, è andato più in là auspicando una legge che vieti ai magistrati
entrati in politica di "tornare alla toga". È una legge che in realtà
avrebbe dovuto essere approvata da tempo vista anche la pletora di magistrati
che negli ultimi anni sono passati alla politica, molti dei quali, finita
l'esperienza in Parlamento,
VIOLENZA SU DONNE:PER
QUELLA DOMESTICA ANCORA POCHI ARRESTI
( da "Adnkronos" del
20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: VIOLENZA SU DONNE:PER QUELLA
DOMESTICA ANCORA POCHI ARRESTI AL CSM INCONTRO CON CAPI PROCURE PER DISCUTERE
FENOMENO commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 20
marzo, ore 16:03
Insidia stradale,
pozzanghera, responsabilità da cose in custodia, insussistenza
( da "AltaLex" del
20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: insegnamento della Corte
Costituzionale, che con la sentenza n. 156/1999, ha chiarito che non viola il
dettato costituzionale l'interpretazione dell'art. 2051 c.c. che ne esclude
l'applicabilità alla P.A. "allorché sul bene di sua proprietà non sia possibile
- per la notevole estensione di esso e le modalità d'uso, diretto e generale,
Battisti/ Lula cerca via
d'uscita con l'aiuto della Corte ( da "Virgilio
Notizie" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: entrerebbe in conflitto con il
potere giudiziario, mentre in caso contrario esautorerebbe di fatto il proprio
ministro della Giustizia, Tarso Genro. Per riuscire a sganciarsi da questa
situazione Lula spera dunque nell'aiuto della Corte stessa, riunitasi per
esaminare il caso e che dovrà pronunciarsi su tre questioni diverse.
L'Asia si aiuta da sola
pag.1 ( da "Trend-online"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Fanno eccezione alcune società di
trasporto, come la Sinotrans Shipping che, grazie alla ripresa della domanda di
materie prime da parte della Cina, stanno riempiendo le casse. Ancora problemi,
invece, per i produttori di microchip come Csm e Gd Midea che stanno pagando la
debolezza della domanda mondiale.
TRASPORTI. Alitalia:
Federconsumatori ricorre contro monopolio Roma-Linate
( da "HelpConsumatori"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: quindi ha impugnato questo
provvedimento perché in contrasto con norme europee e costituzionali e chiede
che il TAR ne sospenda l'efficacia, rinviandolo alla Corte Costituzionale. Nel
suo intervento, Longo ha citato anche l'esempio della tratta Roma-Brindisi,
sulla quale è venuta meno la concorrenza tra Alitalia ed Air One, che offriva
più voli e costi più bassi per i viaggiatori.
Lula non vuole
l'estradizione ( da "AprileOnline.info"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Lula non intende entrare in
conflitto con il Supremo Tribunal Federal (la Corte Costituzionale brasiliana),
che sta giudicando in questi giorni la richiesta di estradizione da parte
dell'Italia e la concessione dell'asilo politico da parte del ministro della
Giustizia, Tarso Genro. L'ex terrorista Cesare Battisti sarà estradato in
Italia solo se il Supremo Tribunal Federal (Stf,
Aumentano le denunce di
violenze in famiglia ma non gli arresti
( da "Rai News 24" del
20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Le violenze domestiche e in
famiglia sono state oggi al centro di un incontro che si e' svolto al Csm, su
iniziativa della Sesta Commissione, che ha aperto una pratica alla luce del
contenuto di un dossier messo a punto dall'Associazione 'Donne in rete contro
la violenza onlus', la quale raggruppa 54 centri di assistenza alle donne
disseminati nel territorio nazionale.
Corte Costituzionale: no
alla tassa di depurazione delle acque se il processo non avviene
( da "Quotidiano.it, Il"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale: no alla tassa
di depurazione delle acque se il processo non avviene Acquasanta Terme | Ecco
la copia di una lettera inviata oggi al CIIP ed al Comune di Acquasanta,
sull'illegittimità da parte degli utenti di pagare la tassa di depurazione
delle acque se il processo non viene effettuato.
CASSAZIONE/ ANCHE A
SEPARATA CON COLPA PENSIONE REVERSIBILITÀ EX
( da "Wall Street Italia"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: richiamando una sentenza della
Corte costituzionale di ben 22 anni fa, ha "cancellato" una decisione
della Corte d'appello di Lecce che invece aveva negato ad un'anziana donna il
diritto alla pensione dell'ex marito deceduto. Secondo i giudici pugliesi il
fatto che a suo tempo la separazione tra i due coniugi fosse stata addebitata
alla "colpa" della donna,
Cassazione/ Anche a
separata con colpa pensione ( da "Virgilio
Notizie" del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: richiamando una sentenza della
Corte costituzionale di ben 22 anni fa, ha "cancellato" una decisione
della Corte d'appello di Lecce che invece aveva negato ad un'anziana donna il
diritto alla pensione dell'ex marito deceduto. Secondo i giudici pugliesi il
fatto che a suo tempo la separazione tra i due coniugi fosse stata addebitata
alla "colpa" della donna,
VIOLENZA DONNE/ SEMINARIO
CSM:CRESCONO MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA
( da "Wall Street Italia"
del 20-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la sesta commissione del Csm ha
tenuto oggi un seminario-audizione a porte chiuse, nel tentativo, spiega il
consigliere Fabio Roia, di "studiare insieme a chi opera sul campo il
fenomeno". Al centro del dibattito di oggi al Csm una ricerca
dell'associazione 'Avvocate della rete dei centri antiviolenza e delle Case
delle donne'.
( da "Giornale di Calabria, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
De Magistris: ?La
mia una scelta di vita? L?ex pm di Catanzaro spiega la sua candidatura alle
europee con Idv. Intanto è indagato a Roma ROMA. ?La mia una scelta di vita. Ho
da poco superato i quarant?anni e intendo iniziare una nuova esperienza da cui
non tornerò indietro. La mia è una scelta irreversibile anche qualora non
dovessi essere eletto?. Così Luigi De Magistris risponde quando gli viene
chiesto se tornerà a fare il magistrato in futuro, durante una conferenza
stampa con Antonio Di Pietro che ha presentato la candidatura del giudice alle
prossime europee come indipendente Idv. ?La mia scelta di candidarmi è una
sconfitta per la magistratura - prosegue De Megistris - perché sin da ragazzo
ho sognato di fare il magistrato ma ad un certo punto ho preso atto che in
alcuni casi non si vuole fare verità. Da questa sconfitta nasce la mia
decisione di candidarmi come indipendente nell?Idv?. De Magistris, inoltre,
argomenta che la sua decisione di scendere in politica è animata anche dalla
volontà di difendere la Costituzione: ?La stanno svuotando per via ordinaria e
stravolgendo con la prassi. Siamo in una fase di deriva autoritaria pericolosa
in cui si vuole annichilire l?indipendenza dei magistrati e controllare la
stampa?. ?La candidatura del dottor De Magistris, ma non è e non sarà la sola,
pur legittima apre un dibattito (l?ennesimo) e una riflessione (vecchia)?. È
quanto ha dichiarato il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, in plenum, prima
di esprimere il suo voto favorevole al collocamento in aspettativa richiesto
dall?ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris per candidarsi alle elezioni europee
nell?Italia dei valori. Nella delibera per il collocamento in aspettativa,
approvata all?unanimità dal Csm, si legge che il magistrato viene quindi
collocato fuori ruolo ?fino alla scadenza del termine per la presentazione
della candidatura e in caso di accettazione della medesima, fino alla
proclamazione dei risultati della consultazione elettorale del 6 giugno 2009?.
Mancino ha sottolineato che ?è urgente una riflessione sui
magistrati-parlamentari?; sul dibattito Mancino ha sottolineato che una volta
candidato ?il giudice ammette di essere divenuto ?parte? non foss?altro perché
si è schierato con una forza politica e non certo per un solo giorno?. Il
numero due di Palazzo dei Marescialli fa una riflessione: ?Lo status di
parlamentare è a termine -ha sottolineato- permane fino a quando gli elettori
lo confermano e può anche accadere che il parlamentare spontaneamente rinunci
alla carica elettiva. La questione è tutta intorno al rientro nel ruolo di
magistrato. È giusto che rientri? Ho sempre sostenuto di no -ha ribadito
Mancino- anche se non sono mai riuscito quando ero in Parlamento ad avere condivisione
da molti colleghi parlamentari. L?esigenza che esprimo è che venga disciplinata
l?ipotesi del parlamentare che vuole tornare a fare il magistrato?. Intanto
l?ex pm di Catanzaro è indagato a Roma per le ipotesi di reato di concorso in
abuso d?ufficio e interruzione di pubblico servizio, in relazione all?inchiesta
avviata lo scorso dicembre dalla procura generale di Catanzaro, che indagò per
i medesimi reati anche sette pm della procura di Salerno, tra cui l?ex
procuratore Luigi Apicella. Anche i sette magistrati salernitani sono indagati
a Roma. La vicenda si riferisce alla cosiddetta guerra tra le procure di
Catanzaro e Salerno. Gli atti che riguardano De Magistris e i pm salernitani
sono stati trasmessi alla procura capitolina nello scorso mese di febbraio per
competenza territoriale, in quanto De Magistris, che ieri ha annunciato che si
candiderà alle elezioni europee con l?Italia dei Valori, è giudice al Tribunale
del riesame di Napoli. (18-03-09)
( da "EUROPA ON-LINE" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
L?eroe De Magistris,
martire all?italiana Può un magistrato che ha indagato sulla politica
presentarsi alle elezioni? FRANCESCO LO SARDO Ieri a guastargli la festa
dell?eurocandidatura gli è caduta sulla testa la tegola della procura di Roma
che lo indaga per abuso di ufficio e interruzione di pubblico servizio. Ma
tant?è, ormai Luigi De Magistris si sente già un onorevole. Era ora. Pare che
Di Pietro volesse candidarlo già alle elezioni politiche, ma che fu il Pd ad
aver opposto un secco altolà. Adesso che il capo di Italia dei valori si sente
più forte, coi sondaggi che danno il ?partito delle manette? al 9 per cento
alle europee, l?ha fatto: l?ha messo in lista, con l?obiettivo garantito di una
ricca poltrona da eurodeputato. Dice Mastella: «Ora capisco tante cose... ». Ma
è un?affermazione retorica, perché come stavano le cose, nel rapporto che
legava Di Pietro e De Magistris, l?uomo di Ceppaloni lo sapeva benissimo: Luigi
lo bastonava con le indagini e Tonino lo picchiava politicamente. Ora,
candidandosi con Italia dei valori, il De Magistris divenuto protégée di Di
Pietro, l?ex pm di Catanzaro che per mesi ha reso impossibile la vita a
Mastella con l?inchiesta Why not che gli ha fatto saltare i nervi, facendogli
materialmente provocare nientemeno che la caduta del governo Prodi, è uscito
del tutto allo scoperto. «Lascio e scendo in politica perché non ci sono più le
condizioni per poter svolgere il mestiere che amo», dice De Magistris. Lascia,
dice sempre lui, perché non gli è stato «più consentito di fare il pubblico
ministro, di investigare», perché «sono stato in qualche modo ostacolato». Ma
forse De Magistris lascia perché, dopo essere stato punito e trasferito dal Csm
? fino a prova contraria non eterodiretto dall?Impero del Male ? al tribunale
del riesame di Napoli per un?inchiesta mal fatta, rischia una più pesante
punizione per i poteri esorbitanti da lui assegnati a Gioacchino Genchi. Tanto
che il Pdl lo sfotte apertamente: «Possibile che la candidatura serva ad
ottenere l?immunità, visto quanto sta emergendo dallo scandalo Genchi». Una
storia tutta italiana, insomma, quella di De Magistris. Arricchita e colorita
ieri anche dal contributo politico dello stesso Genchi: «De Magistris mi ha
chiamato e mi ha chiesto cosa pensassi della sua decisione di candidarsi. Io
gli ho detto subito di accettare, lui ha accolto il mio consiglio e ne sono
contento. È giunto il momento di candidarsi, visto l?andamento delle cose». Di
quale «andamento delle cose» parla Genchi? Dell?inchiesta disciplinare del Csm
su De Magistris (che decadrà visto che l?ex pm ha deciso che lascerà la
magistratura?). O delle indagini giudiziarie in corso? Ancora qualche mese fa,
alla vigilia dell?audizione di Genchi di fronte al Copasir, sulla stampa
apparvero con tempismo sospetto stralci dell?ordinanza del tribunale del
riesame in cui l?estensore De Magistris faceva illazioni su rapporti che
«presentano aspetti francamente poco chiari tra l?imprenditore Romeo e
Francesco Rutelli». Il quale Rutelli, guarda tu il caso, è il presidente di
quel Comitato di controllo parlamentare sui servizi segreti che si accingeva,
il giorno dopo, a ?interrogare? Genchi. Ci fu chi parlò di intimidazione bella
e buona. Eccolo «l?andamento delle cose», che ora porta De Magistris a
conseguire il premio di una poltrona a Strasburgo. Torna alla memoria a questo
punto anche la storia dei rapporti tra Saladino (l?imprenditore principale
indagato di Why not) e Di Pietro, di cui il titolare dell?inchiesta De
Magistris custodiva tutte le carte e conosceva tutti i particolari. Ieri, con
l?occasione della candidatura di De Magistris, il vicepresidente del Csm Nicola
Mancino ha auspicato una legge che vieti il rientro nell?ordine giudiziario di
chi fa il parlamentare. Il Pd è freddo, il Pdl e l?Udc plaudono. Il dibattito è
aperto.
( da "Cittadino, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Due magistrati in
più per la procura I nuovi pubblici ministeri sono trentenni di origine
milanese n Sono stati assegnati due nuovi sostituti procuratori a Lodi:
milanesi, della "leva" dei trentenni, sono Caterina Centola,
attualmente in servizio presso la procura di Saluzzo (Torino), e Paolo Pietro
Mazza, che attualmente sta operando a Sciacca, in Sicilia. Ha dato quindi i
suoi frutti il "pressing" ad alti livelli del procuratore capo
Giovanni Pescarzoli che da mesi si trovava a fare i conti con una procura quasi
dimezzata: a fronte dei sei posti, tra capo e sostituti, riconosciuti dal ministero
nell'aprile del 2005, poco prima che deflagrasse il caso Banca Popolare di
Lodi, con un magistrato in più rispetto all'assetto precedente, attualmente
erano infatti coperti solo tre posti di sostituto (Paolo Filippini, Daria
Monsurrò e Delia Anibaldi, peraltro subentrata in corsa poche settimane fa a
Michela Versini, trasferitasi a Piacenza). Con i due nuovi pm, che dovrebbero
rimanere a Lodi almeno per tre anni e "conquistano" una scrivania più
vicina a casa, la pianta organica sarà quindi completa e i tempi delle indagini
dovrebbero ridursi, con la possibilità di maggiori approfondimenti quando
ritenuti necessari. Il Csm ha anche concesso l'applicazione
extradistrettuale per la dottoressa Centola, condizione che dovrebbe anticipare
il suo insediamento già alle prossime settimane. La situazione di emergenza più
volte lamentata da Pescarzoli e da molte altre procure d'Italia, un Paese in
cui oggi ci sono 1.319 posti di magistrato vacanti, è stata quindi
tamponata senza ricorrere allo strumento straordinario del riconoscimento di
"sede disagiata". Entrambi i nuovi pm in arrivo a Lodi sono entrati
in magistratura nel medesimo concorso dei dottori Filippini e Monsurrò.
Caterina Centola tra l'altro si era vista affidare nel gennaio 2008 dal
procuratore capo di Saluzzo Paolo Tamponi il coordinamento della sezione di
polizia giudiziaria delle polizie locali dei comuni di Saluzzo, Savigliano,
Racconigi, Cavallermaggiore, Bagnolo Piemonte, Verzuolo e Manta. Tra i casi di
rilievo di cui si è occupata la strage di Capodanno dell'uno gennaio
( da "Nuova Sardegna, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Cappellacci nomina
in extremis Andreina Farris Spunta il dodicesimo assessore Una donna va
all'Industria, Sannitu è il vice presidente CAGLIARI. Andreina Farris, vice
prefetto di Cagliari, è il dodicesimo assessore della giunta che Ugo
Cappellacci presenterà questa mattina in Consiglio regionale: guiderà
l'Industria. L'ha nominata in extremis, al termine di un vertice del
Centrodestra, il governatore dopo che i giuristi della Regione e
dell'Avvocatura dello Stato gli avevano espresso dubbi sulla scelta iniziale di
affidare l'assessorato ad interim al titolare del Bilancio, Giorgio La Spisa.
Cappellacci ha fatto ieri anche un'altra scelta politica nominando il vice
presidente della giunta: è l'assessore al Turismo Sebastiano Sannitu, sindaco
di Berchidda e già vice presidente della Provincia di Sassari. Una scelta, ha
fatto notare lo stesso Cappellacci, che vuole dimostrare un'attenzione per il
Nord Sardegna e la Gallura, sicuramente penalizzati nelle nomine di due
settimane fa: il peso di Cagliari, già rappresentato dal presidente e da sei
assessori, è infatti ulteriormente salito ieri con la nomina della Farris. La
festa di ieri mattina per l'elezione di Claudia Lombarda è stata solo a metà
per Ugo Cappellacci. Volto tirato e poco propenso al sorriso. La ragione della
sua preoccupazione è stata spiegata dopo l'elezione della Lombardo, con
l'annuncio di un vertice politico del Centrodestra. Il governatore voleva
condividere con gli alleati una scelta difficile dal punto di vista tecnico e
politico. E voleva farlo subito, perché per oggi è fissato l'appuntamento con
l'aula. Il problema tecnico era quello posto dai giuristi. Due settimane fa
Cappellacci aveva confermato le tradizionali dodici competenze assessoriali ma
le aveva affidate complessivamente a undici assessori (con l'interm
dell'Industria a La Spisa). Ora era chiamato a nominare il dodicesimo
assessore. Il problema era innanzitutto quello di decidere se andare avanti con
la scelta di due settimane fa o dare retta all'ultimo parere dei giuristi in
ordine di tempo. Nel vertice Cappellacci ha avuto il conforto degli alleati:
meglio non correre rischi di nullità degli atti della giunta, meglio quindi
nominare il dodicesimo assessore. A questo punto si è aperto il problema politico.
Chi scegliere? In questi casi le forze politiche sono solite cercare di
afferrare la preda e così è stato anche ieri. Le rivendicazioni sono state le
più disparate. C'era chi chiedeva che l'incarico rimanesse al Pdl (che
altrimenti avrebbe visto ridursi il peso politico con la perdita dell'interim
da parte di La Spisa), c'era chi lo chiedeva come compensazione per i «torti»
subìti due settimane fa (i Riformatori, che hanno però avuto la soddisfazione
della nomina di Sannitu alla vice presidenza), c'erano i partiti minori sinora
esclusi e che pertanto chiedevano spazio. Cappellacci ha sentito tutti i
pareri, ha scartato l'idea di una scelta partitica e ha voluto (così almeno ha
detto) scegliere da solo: anche Andreina Farris è quindi un assessore tecnico scelta
dal governatore. Ieri mattina, diverse ore prima della nomina di Andreina
Farris, ha preso posizione la Confindustria sarda con il presidente Massimo
Putzu. «Le notizie di queste ultime ore di un più che probabile cambio al
vertice dell'assessorato all'Industria, se confermate - ha detto Putzu - non
possono che generare in noi una forte attesa e aspettativa». Infatti, ha
spiegato, «avevamo condiviso con soddisfazione l'attribuzione, seppure ad
interim, del dicastero dell'Industria all'onorevole Giorgio La Spisa,
autorevole esponente politico e persona professionalmente stimata. Non posso
certo nascondere la nostra perplessità odierna. Ci auguriamo - ha continuato
Putzu - che la scelta ricada su persona altrettanto autorevole, sia sul piano
politico, sia su quello professionale e delle competenze specifiche in
materia». Perché «stiamo affrontando una crisi profonda e l'industria sarda è
colpita in maniera particolare dalla recessione» e pertanto «abbiamo necessità
di poter contare su una figura di assoluto riferimento e spessore». C'è ora da
verificare se la Confindustria sia rimasta soddisfatta della scelta tecnica
fatta da Cappellacci. In giunta, al momento, ci sono solo due assessori
politici (Giorgio La Spisa e Antonello Liori, entrambi del Pdl), che infatti si
sono dimessi dal Consiglio regionale. Ma circolano con sempre maggiore
insistenza le voci secondo le quali altri consiglieri stiano scalpitando e non
vedono l'ora di entrare nell'esecutivo pur senza dimettersi. Come? Il 21 aprile c'è l'udienza della Corte costituzionale sul ricorso contro la legge statutaria che ha introdotto
l'incompatibilità consigliere-assessore. Se la Consulta non dovesse far
decadere l'intero testo varato dal Centrosinistra di Renato Soru, l'attuale
maggioranza si metterebbe subito al lavoro per le «opportune modifiche».
E i tecnici? Forse un «arrivderci e grazie».
( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 7 - Economia
Le categorie in consiglio: sostenete l'export La seconda commissione
dell'assemblea ieri ha ascoltato i settori produttivi Le audizioni TRIESTE. Per
superare le turbolenze dei mercati in crisi servono risposte rapide e incisive.
Serve agire contro la morsa creditizia «favorendo gli investimenti, sostenendo
l'export, garantendo gli interventi regionali in tempi rapidi e con procedure
finalmente snelle e semplificate»: a chiederlo sono le categorie produttive del
Friuli Venezia Giulia. Che ieri, a Trieste, sono state ascoltate in audizione
dalla Seconda commissione del Consiglio regionale, presieduta da Maurizio Franz
(Lega Nord). Assenti ingiustificati, tra i sindacati, i rappresentanti di Cgil
e Cisl. Un segnale di rottura? «Mi auguro proprio di no - afferma Franz -
questo non è il momento della contrapposizione, ma dell'azione comune». Bui i
tempi prospettati dalle categorie all'assessore regionale al Lavoro, Alessia
Rosolen, senza un'iniezione di risorse fresche e di una decisa azione di
sburocratizzazione. «Portateci osservazioni per rafforzare il disegno di legge
- ha risposto l'assessore - e diamoci come obiettivo il rafforzamento del
sistema». Lungo l'elenco delle richieste: la Regione - chiede Confindustria -
accompagni le aziende all'estero. Ma gli industriali chiedono anche di alzare
la guardia, nel timore che «i 4 mesi previsti per gli ammortizzatori non
bastino». Per la Federazione delle piccole e medie industrie è necessario
privilegiare per la realizzazione di opere pubbliche le aziende del territorio
e, richiesta comune a Legacoop, che le istituzioni diventino pagatori certi.
Serve piú formazione - rilancia Confcommercio - mentre Confartigianato e Cna
sostengono che un aumento dei capitali a disposizione dei Confidi da parte
della Regione porterà ad un simile azione anche degli associati. La
Confederazione italiana agricoltura ha passato l'evidenziatore sui ritardi di
anni negli interventi di integrazione del reddito a causa della burocrazia,
mentre la Kmecka Zveza e Confagricoltura si sono soffermati sull'importanza di
una conferenza per l'agricoltura. Non sono mancati tiepidi segnali positivi:
secondo Coldiretti, ci sono segnali di vivacità nel comparto, ma - secondo Coldiretti
- ci vuole sostegno per la promozione all'estero. Da piú parti, a ogni modo, è
emersa la necessità di una forte coesione tra le forze politiche. Presenti
all'audizione anche Confederazione italiana agricoltori e Uiltucs-Uil.
Obiettivo del Consiglio - ha detto Franz al termine delle audizioni - sono «la
velocizzazione di tutte le opere cantierabili, il potenziamento degli strumenti
per l'agevolazione dell'accesso al credito delle imprese, gli interventi nel
campo degli ammortizzatori sociali, ma soprattutto semplificazione
burocratica». La proposta lanciata dal Pdl di anticipare il prima possibile la
sessione di bilancio trova piace alla Lega. «Servirà - sottolinea Franz - a
individuare le risorse disponibili per fronteggiare la crisi», sperando anche in una favorevole pronuncia della Corte
Costituzionale sulla compartecipazione alle ritenute dei redditi da pensione
«che porterà - conclude - maggiori fondi nelle casse della Regione». Per la
Cisal è «positivo il giudizio» sulla manovra regionale e considera
«significativamente incisive le azioni della giunta» soprattutto relativamente
alle nuove infrastrutture. Sonia Sicco
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
cronaca pag. 7 Buono
famiglia: la diffida della Cgil Dopo le vittorie sul bonus bebè, la Camera del
lavoro torna all'attacco. Nel mirino questa volta c'è la delibera della giunta
regionale sul buono famiglia, il contributo di 1.500 euro che sarà corrisposto,
in tre trance di 500 euro, alle famiglie a basso reddito che hanno almeno tre
figli minorenni. La Regione ha raccolto 15 mila domande, la metà delle quali di
immigrati. AL PIRELLONE, la Cgil di Brescia ha inviato all'inizio di questo
mese una diffida. «Tra i requisiti per accedere al contributo - si legge nel
testo - è indicato per lo straniero il possesso della carta di soggiorno o
permesso Ce di lungo periodo». Tale requisito, secondo il documento, sarebbe
«illegittimo» perché in contrasto con un paio di pronunce
della Corte costituzionale.
La carta di soggiorno infatti viene erogata solo in presenza di un reddito
minimo. Vincolo, quest'ultimo, che secondo la Cgil non può essere richiesto per
l'erogazione di una prestazione assistenziale pena «la violazione dell'articolo
3 della Costituzione». La Camera del Lavoro, che ha presentato la
diffida parallelamente all'Agsi e all'associazione Avvocati per niente, chiede
dunque che vengano ammessi a a richiedere il sostegno tutti gli stranieri
titolari di permesso di soggiorno da almeno cinque anni, indipendentemente
dall'effettiva acquisizione della carta. Il documento chiedeva anche che
venissero riaperti i termini per la presentazione della domanda: quest'ultima
istanza non ha avuto esito, e il bando è scaduto il 13 marzo. In questi giorni
sono in corso incontri con i rappresentanti della Regione, che sembrano
intenzionati a cercare un accordo sulla vicenda. Che sarà valido però, a quanto
pare, solo a partire dal 2009. NA.DA.
( da "Repubblica, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina VII - Palermo
L´inchiesta La Corte dei conti indaga sul boom delle ambulanze La Corte dei
conti indaga sul 118 e cita per danno erariale il direttore della Croce rossa
regionale Giovanni Puleo. Ieri il sostituto procuratore della Corte dei conti, Gianluca
Albo, ha inviato un atto di citazione per 220 mila euro al direttore Puleo. Il
motivo? Aver nominato come revisore contabile della Sise (la società che
gestisce il 118 e che è partecipata al 100 per cento dalla Cri), Virgilio
Pandolfi, che è stato però capo dipartimento amministrazione della stessa Croce
rossa. Per il magistrato contabile la nomina sarebbe stata illegittima perché
come revisore contabile non può essere nominato un dipendente della società
proprietaria. Il controllore non può essere allo stesso tempo il controllato,
in sintesi, e la Cri avrebbe dovuto nominare come revisore della Sise un
ragioniere estraneo a entrambe le società. La Corte dei conti però continua
l´indagine sulla gestione del
( da "Italia Oggi" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Consulenti del Lavoro data: 20/03/2009 - pag: 37 autore: di Giovambattista
Vavalà L'Ancl denuncia i problemi di una procedura ancora troppo complicata
Aziende con le mani legate Comunicazioni obbligatorie on line da aggiornare
L'art. 23 del D.L. 112/2008, conv. in L. 133/2008, ha apportato rilevanti
modiche alla disciplina dell'apprendistato. In particolare, il comma 2 del
suddetto articolo, molto opportunamente, ha aggiunto un comma (il 5-ter)
all'articolo 49 del dlgs 276/2003, creando di fatto un «canale parallelo» di
formazione, operante a livello esclusivamente aziendale e svincolato dalla
definizione regionale dei profili formativi. La nuova norma dispone che «in
questa ipotesi i profili formativi dell'apprendistato professionalizzante sono
rimessi integralmente ai contratti collettivi di lavoro stipulati a livello
nazionale, territoriale o aziendale da associazioni dei datori e prestatori di
lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale ovvero agli
enti bilaterali. I contratti collettivi e gli enti bilaterali definiscono la nozione
di formazione aziendale e determinano, per ciascun profilo formativo, la durata
e le modalità di erogazione della formazione, le modalità di riconoscimento
della qualifica professionale ai fini contrattuali e la registrazione nel
libretto formativo». Secondo il ministero del lavoro, in forza di tale
disposizione, deve essere «la contrattazione collettiva a definire e
disciplinare, per questo specifico canale, la formazione aziendale che, alla stregua di quanto chiarito dalla Corte costituzionale con sentenza n. 50/2005,
non può dunque essere aprioristicamente determinata né tanto meno condizionata
dalle normative regionali, competenti a disciplinare, d'intesa con le parti
sociali di livello regionale i contenuti e le modalità di accesso all'offerta
formativa pubblica e alle relative risorse finanziarie. Pertanto, nel
«canale parallelo», di cui al comma 5-ter la formazione può essere svolta anche
?fisicamente? fuori dall'azienda, se così prevedano i contratti collettivi, a
condizione ovviamente che sia l'azienda a erogare direttamente o anche solo
indirettamente la formazione e purché tale formazione non implichi
finanziamenti pubblici (Circolare 27/2008).In virtù di tali considerazioni, lo
stesso Ministero, nella nota n. 6011 del 17/09/2008, ha ritenuto ormai superata
la disposizione secondo la quale le comunicazioni on line di instaurazione dei
rapporti di apprendistato dovevano essere comunicate al sistema informatico
della regione presso la quale l'apprendista avrebbe prestato attività lavorativa,
consentendo ai datori di lavoro che devono comunicare un apprendistato
professionalizzante erogato in modalità esclusivamente «aziendale» di
accentrare tutte le comunicazioni obbligatorie in un solo sistema informatico
regionale con le modalità già definite nella nota circolare del 21 dicembre
2007.Purtoppo, invece, l'azienda o l'intermediario che attualmente si trovasse
a trasmettere tale comunicazione sul nodo regionale per il quale è stato
autorizzato all'accentramento, si vedrebbe negata tale facoltà da un sistema
informatico che, evidentemente, non è ancora in linea con le nuove
disposizioni, poichè, nel bloccare l'invio, emette il seguente messaggio di
errore: «Non è possibile inviare comunicazioni obbligatorie di apprendistato
relative a regioni diverse da quella presso cui ci si è accreditati». Pertanto,
anche nel caso di formazione esclusivamente aziendale, l'azienda o il
consulente si trovano costretti all'invio della comunicazione sul nodo
informatico della regione in cui è prevista la sede di lavoro, attraverso una
serie di procedure che, in alcuni casi, risultano estremamente lunghe e
farraginose. Lo stesso help desk delle comunicazioni on-line, con un certo
imbarazzo, ma con stupefacente disponibilità, ammette il ritardo
nell'aggiornamento, garantendo tuttavia la puntuale disamina della
problematica, pur senza sbilanciarsi sulla relativa tempistica: l'ennesima
dimostrazione della frenetica produzione legislativa cui la stessa p.a. non
riesce a star dietro.
( da "Adige, L'" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA - «Lascerò la
magistratura al momento che riterrò più opportuno» ROMA - «Lascerò la
magistratura al momento che riterrò più opportuno». Lo ha affermato ieri in tv,
su La7, l'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ribadendo di aver preso un
«impegno pubblico a non tornare in toga», con la sua candidatura alle Europee
nelle liste dell'Italia dei valori, e di aver compiuto «una scelta definitiva».
Ha poi replicato al vice presidente del Csm Nicola Mancino,
che ieri proprio partendo dal suo caso, ha espresso l'opinione che ai
magistrati che si candidano non dovrebbe essere consentito poi di tornare
indietro: «Sono d'accordo con Mancino ma mi sorprende che si accorga solo ora,
conil mio caso, della questione dei giudici che si danno alla politica».
Intanto attacchi sulla candidatura arrivano da Casini e da Bondi: «La
candidatura di Luigi De Magistris alle europee è una scelta gravissima perchè
si tratta di un magistrato che ha posto in essere atti che nulla hanno a che
fare con lo stato di diritto», ha attaccato Casini, con Bondi che ha insistito:
«Una candidatura che è fuori da ogni livello di democrazia». De Magistris
intanto ha punzecchiato: «Sarò indagato per i prossimi trent'anni: avendo fatto
80 verbali alla procura di Salerno credo sarò ancora denunciato da molte
persone». 20/03/2009
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
lettere pag. 53
Gentile direttore, passati non so quanti governi, tutti si sono impegnati a
risolvere il problema de Gentile direttore, passati non so quanti governi,
tutti si sono impegnati a risolvere il problema delle pensioni d'annata, ma
nessuno se ne è interessato più di tanto. Una volta per tutte, si vuole parlare
del problema dell'aggancio delle pensioni alle retribuzioni? Con queste
ristrettezze e con queste crisi economiche disoneste si sa come sono ridotti
gli anziani pensionati di annata? Quali danni subiscono e devono penosamente
sopportare? È una gravissima ingiustizia che coinvolge come minimo una decina
di milioni di pensionati anziani che usufruiscono di una pensione previdenziale
costituita dai contributi versati durante tutta la vita lavorativa. Ormai è
noto che tali pensionati non ricevono né il completo recupero dell'inflazione
(circa il 2/4% annuo se tutto va bene!) né gli aumenti di cui invece
usufruiscono i lavoratori in attività a seguito della contrattazione aziendale
e nazionale (circa il 3/5% annuo), con la conseguenza che ogni anno vedono
diminuire di circa un 5/7% il proprio potere di acquisto rispetto ai colleghi
rimasti in servizio. Quindi dopo 10 anni tali pensioni finiscono per valere
come minimo il 50% in meno, perdendo così le caratteristiche di retribuzione
differita. Questi risultati violano gli articoli 3 e 36 della Costituzione, della Corte costituzionale (sentenza 1/2/'97 n. 974), gli articoli 12 e 23 della Carta
europea di Strasburgo (3/5/'96), gli articoli 2, 3, 136 e 141 del Trattato
istitutivo e della Ue (25/3/'57), il Trattato di Maastricht, il Trattato di
Amsterdam (2/10/'97), la giurisprudenza della Corte europea (sentenza 1/1/'
( da "Repubblica, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina IX - Napoli
Procura, i verbali dello strappo Depositati gli atti sullo scontro fra Lepore e
i pm del caso Pansa Le accuse dei sostituti: il capo non tifava per
l´inchiesta, disse no a un arresto Il pg Galgano: "Il procuratore ha
esercitato un potere previsto dalla legge" DARIO DEL PORTO Il caso è
ancora all´esame del Csm, ma adesso diventa pubblico il
verbale della riunione del Consiglio giudiziario dedicata, il primo dicembre
scorso, allo strappo consumato fra il procuratore Giandomenico Lepore e i pm
Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo sulle conclusioni dell´inchiesta su presunti
illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti. L´organo locale di
autogoverno dei magistrati ha deciso di togliere il segreto (ma non alle
audizioni dei protagonisti) con 12 voti a favore e 6 contrari. Il contrasto era
esploso dopo la scelta del procuratore di stralciare sette posizioni, fra le
quali quella del prefetto Alessandro Pansa, dall´elenco dei destinatari della
richiesta di rinvio a giudizio poi accolta dal gup Raffaele Piccirillo. I pm
Noviello e Sirleo, in disaccordo con Lepore, non firmarono la richiesta e si
rivolsero al consiglio giudiziario che a sua volta ha investito il Csm. Palazzo
dei Marescialli ha escluso profili di carattere disciplinare o ambientale e sta
affrontando il caso sul piano organizzativo, per valutare se lo stralcio
disposto da Lepore costituisca un provvedimento di revoca, e dunque da
motivare, come sostenuto da Noviello e Sirleo, oppure no, come invece ritenuto
Lepore, titolare del fascicolo in base alla legge istitutiva della Procura
regionale sui rifiuti. La settima commissione sembra orientata per la prima
ipotesi, ma l´ultima parola spetta al plenum. Anche in consiglio giudiziario,
si evince dagli atti ora pubblici, si sono confrontate opinioni diverse. Tutti
hanno riconosciuto la professionalità e l´impegno dei pm e del procuratore. Ma
dall´intervento del giudice Massimo Galli, di Md, emerge ad esempio che i due
pm «hanno riferito di circostanze che li hanno indotti a ritenere che il
procuratore, per così dire, non "tifava per l´indagine", ciò nonostante
hanno continuato ad assicurare collaborazione». E il sostituto pg Giuseppe
Lucantonio, di Mi, ha parlato di «assurda circostanza» verificatasi in questa
vicenda: «Qualunque atto dei sostituti non era praticabile se non condiviso da
Lepore» ha detto Lucantonio elencando tre punti emersi dalle audizioni senza
però indicare i destinatari delle iniziative non approvate dal procuratore:
«L´assenso sulla custodia cautelare negato, la perquisizione anch´essa di fatto
negata e per la quale viene addirittura richiesto di specificare analiticamente
ciò che si vuole trovare; il rinvio a giudizio non condiviso». Il procuratore
generale Vincenzo Galgano ha invece evidenziato: «Abbiamo 32 indagati, di cui
( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 18 - Udine
Estensione al figlio del diritto al congedo Handicap di ANTONIO BONDAVALLI La Corte Costituzionale, con sentenza n. 19 del 26
gennaio
( da "Tirreno, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Canone non dovuto
Depuratori: i soldi da ottobre PISTOIA. Publiacqua, come gli altri gestori
degli acquedotti toscani, avrà cinque anni di tempo, a partire dal prossimo
primo ottobre, per restituire agli utenti i soldi del "canone di
depurazione", quando questo è stato pagato da famiglie non collegate alla
fognatura o con depuratori inesistenti o fermi. A Pistoia e provincia, secondo
calcoli ufficiosi, sarebbero circa 6.500 gli utenti in questa situazione, con
il diritto a vedersi rimborsata una spesa annua di 780.000 euro. La scadenza
del quinquennio è stata decisa ieri durante una riunione del Coordinamento
toscano delle Autorità di ambito territoriale ottimale, riunitesi appositamente
per studiare una soluzione comune alla questione, esplosa
in seguito alla sentenza 335 della Corte costituzionale. Quella - in sintesi - che ha dichiarato incostituzionale costringere qualcuno a
pagare in bolletta per un servizio (la depurazione delle acque nere, ndr) del
quale non si usufruisce. Dopo la sentenza, è arrivata una legge, la 13 del 27
febbraio scorso, che fissa alcuni paletti e a questi, ovviamente, il
Coordinamento toscano degli Ato si è attenuto. In sostanza, i gestori
(Publiacqua per l'area pistoiese, ndr) dovranno restituire agli utenti i canoni
di depurazione non dovuti. Con un limite: l'obbligo di pagare il canone ritorna
in vigore non quando ci si collega alla fogna ma quando vengono avviate le
procedure di affidamento della progettazione o di completamento delle opere
necessarie all'attivazione del servizio. Entro 4 mesi gli Ato dovranno
individuare gli importi da restituire al netto degli oneri derivanti dalle
procedure di progettazione o completamento dei lavori. A sua volta, Publiacqua
(e gli altri gestori) dovranno iniziare a restituire i soldi dal 1º ottobre
2009 ed entro il termine massimo di cinque anni. E dovranno informare
periodicamente gli utenti sullo stato di attuazione degli impianti fino al loro
completamento e attivazione.
( da "Nuova Ferrara, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
«Collaborazione sì,
ma da entrambe le parti» Adriano Boscolo (Prc) risponde alla richieste del Pd
copparese COPPARO. "Il Partito democratico chiede collaborazione.
Rifondazione comunista è disposta al dialogo, ma la collaborazione deve essere
nei due sensi, ed invece il Pd chiude su tutto". Non fa giri di parole il
capogruppo di Rifondazione nel consiglio comunale di Copparo, Adriano Boscolo.
Come è suo solito, parte in modo diretto "Nell'ultimo consiglio il Pd ci
aveva chiesto di far fronte comune su di un Ordine del giorno a condanna della
proposta di legge che permetterebbe ai sanitari di denunciare i clandestini che
si rivolgessero a loro per essere curati. Ci hanno dato il documento, noi
abbiamo chiesto qualche giorno per valutarlo, ma loro sono andati avanti senza
aspettare. Da parte nostra, abbiamo proposto due emendamenti, in cui chiedevamo
l'intervento delle figure istituzionali della Regione e la possibilità
di ricorso alla Corte Costituzionale. Bastava sospendere dieci minuti la
seduta, come si è fatto per decine di occasioni in precedenza, ed invece no,
sono andati avanti ed hanno votato contro i nostri emendamenti, insieme alla
destra". "Detto questo, e ci è sembrata un'occasione persa, è partito
il dialogo per la costruzione di una coalizione per le prossime amministrative.
Anche qui ci dicono di essere aperti alla collaborazione ed ai programmi.
Benissimo. Noi siamo sempre favorevoli agli accordi programmatici, basati sui
programmi seri, ed abbiamo proposto il nostro programma. La speranza è che ci
siano degli spazi di incontro e di discussione, e non che le enunciazioni di
principio restino tali. Siamo molto disponibili, ma con dei punti fermi su cui
non intendiamo recedere. Per esempio, crediamo che si debba andare non verso
un'unione dei comuni, ma verso una vera e propria fusione dei sei comuni, con
evidenti vantaggi di economie di scala e di migliore governabilità. E comunque,
riteniamo importante che i cittadini si pronuncino in questa direzione e non
che si faccia passare tutto sulla loro testa. E se non ci saranno le condizioni
e le opportunità per la fusione, possiamo discutere anche sull'unione, ma come
punto di passaggio e parte di un percorso specifico".
( da "Mattino di Padova, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 30 -
Provincia Il canone sul depuratore SELVAZZANO. «Il canone per il depuratore che
non c'è o non funziona non andava e non va pagato». Se ne parla questa sera
alle ore 21 al centro Iride, ex scuola Baracca, di via Padova
( da "Unita, L'" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Tiromancino Del
fervorino del vicepresidente del Csm Nicola Mancino si sentiva proprio la
mancanza. La legittima candidatura di De Magistris apre l'ennesimo dibattito:
il giudice che ammette di essere divenuto di parte, non fosse altro perché si è
schierato con una forza politica, è giusto che poi rientri? Ho sempre sostenuto
di no. Ma davvero? Che strano. Mancino poteva ricordarsene quando stava nella
Dc, che candidava e promuoveva ministro Claudio Vitalone, che negli anni pari
faceva il giudice e in quelli dispari il politico, sempre dalla parte di
Andreotti. Ma se lo scorda. Poteva ricordarsene un anno fa, quando a sostenere
l'accusa al Csm contro De Magistris per farlo cacciare da Catanzaro la
Cassazione designò il Pg Vito D'Ambrosio, per 10 anni presidente della Regione
Marche col centrosinistra e poi rientrato in magistratura. Mancino avrebbe
potuto associarsi alla nostra voce solitaria per denunciare l'inopportunità
della designazione di quel Pg di parte, visto che De Magistris stava indagando
su alcuni ex compagni di coalizione di D'Ambrosio. Invece tacque. Così come tacque quando Letizia Vacca, membro laico del Csm,
anticipò alla stampa la cacciata di De Magistris e della Forleo prima ancora
che il Csm li processasse. Mancino ha ritrovato la favella giusto quando un pm
che non potrà mai più fare il pm anche grazie a Mancino, ha deciso di cambiare
mestiere. Peccato, perché sull'incompatibilità fra De Magistris e questa
politica, ha ragione Mancino: negli altri paesi i diritti civili li tolgono ai
delinquenti, in Italia vogliono levarli ai magistrati. Zorro
( da "Nuova Venezia, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 37 -
Provincia Depuratore, pagano anche i non allacciati Bollette salate a
Portogruaro, Cinto, Annone, Concordia e Pramaggiore PORTOGRUARO. Indietro
tutta. Nelle bollette dell'acqua emesse dal Consorzio del Basso Livenza si
tornerà a pagare il servizio di depurazione, anche se non si è collegati
all'impianto, purchè siano in atto i lavori di allacciamento. Si è di fatto così parzialmente ribaltata la sentenza della Corte
Costituzionale dello scorso ottobre, che dichiarava illegittima la riscossione
del tributo in questi casi. Questo perché il Parlamento ha approvato alla fine
di febbraio una legge che prevede che gli oneri siano dovuti lo stesso, a patto
che il gestore della rete idrica, abbia già avviato i progetti delle opere
necessarie all'attivazione del servizio. E, dato che il Consorzio del
Basso Livenza si trova proprio in questa situazione, i cittadini di Annone,
Cinto, Concordia, Portogruaro, Pramaggiore, San Stino che non sono allacciati
al depuratore, ma stanno per essere raggiunti dal servizio, dovranno pagare lo
stesso il relativo canone. «Questo perché - spiega il presidente del Consorzio
Acque del Basso Livenza, Alessio Alessandrini - è invalso il principio che la
tariffa deve coprire sia il servizio che gli investimenti». La legge non è però
retroattiva, quindi chi negli anni precedenti alla sentenza della Cassazione
avesse pagato il canone, ha diritto al rimborso. La nuova normativa prevede
infatti che i pagamenti non dovuti vengano restituiti agli utenti a decorrere
dal 1 ottobre
( da "Manifesto, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il magistrato
impossibile Luigi De Magistris: avevo detto no alla politica, ma ho scelto Di
Pietro perché non mi fanno indagare Sara Menafra In Europa, assicura, tornerà a
occuparsi di fondi europei e corruzione, come faceva da pm. Perché con la toga
sulle spalle, «chi tocca i poteri forti salta». E resterà dalla parte dei
magistrati, ma ben distanziato dall'Anm. Il candidato Luigi
De Magistris, ex inquirente di Catanzaro trasferito dal Csm dopo un'inchiesta
che coinvolgeva anche Romano Prodi e Clemente Mastella, è già nel pieno della
campagna elettorale. Un anno fa, dopo la decisione che le ha imposto di
lasciare il ruolo di pm, disse che sarebbe rimasto a fare il lavoro di
magistrato. Ora, invece, perché ha deciso di lasciare? Non avrei mai
immaginato di non fare più il magistrato, ma le considerazioni sono state tre.
Una è che non mi hanno più consentito di fare il mestiere che amavo, cioè il
pm. Due, l'attività di delegittimazione su elementi infondati continuava senza
sosta e, tre, ed è l'aspetto più importante di questa vicenda, il come sono
stati eliminati dalle indagini i magistrati di Salerno. Lì ho preso atto che i
reati commessi da una serie di pezzi rilevanti delle istituzioni non potevano
essere indagati. Le modalità con cui sono stati trasferiti mi hanno fatto
capire che su questa vicenda per i prossimi dieci anni la verità non sarebbe
venuta fuori. Meglio l'Italia dei valori? Mi è stato proposto un progetto
entusiasmante da parte di Antonio Di Pietro. Quando è stata fatta la
costituzione repubblicana alla stesura parteciparono repubblicani, socialisti,
comunisti e democristiani. Noi dobbiamo difendere quella carta e attuarla in
pieno. Credo che sia il momento giusto per alcune personalità importanti di
impegnarsi, visto che stiamo scivolando in una specie di regime, che non ha
olio di ricino e manganello, ma forme di autoritarismo che sono altrettanto
pericolose perché restringono gli spazi di libertà. Il modello che si vuole
costruire è quello del pensiero unico, del consumatore universale, criminalizzando
ogni forma di dissenso. Un disegno di questo tipo non può che passare
attraverso il condizionamento dell'autonomia della magistratura e degli organi
di informazione. Perché non ha detto subito che non sarebbe tornato a fare il
magistrato? Una personalità come la mia, che ha avuto questa notorietà anche al
di là della sue scelte, non può oggi dedicarsi a politica e magari tra venti
giorni non viene eletto e torna a fare il magistrato. E' una cosa impensabile.
Dirlo immediatamente poteva apparire come una presa di distanza nei confronti
della magistratura. Non lo è, anzi io voglio essere un punto di riferimento per
tutti quei magistrati che sono impegnati in prima linea contro la criminalità
organizzata. Sta dando ragione Berlusconi. I pm sono orientati politicamente...
La scelta della candidatura per me è arrivata ai primi di marzo. Prima ero
convinto che avrei fatto il magistrato per sempre. Pensa che sia possibile fare
il magistrato e ottenere dei risultati? Si può fare, ma prendo atto da quello che
è accaduto a me e ai pm di Salerno, che quando si toccano i poteri forti si
salta. In Italia non ci sono inchieste che arrivano ai poteri forti? Non mi
pare. Certo non in Calabria o in Basilicata. Intrecci inquietanti come quello
che avevamo scoperto a Catanzaro, tra la politica, le istituzioni, i magistrati
e l'economia non sono mai stati portati alla luce. Non ricordo inchieste di
questo genere. Dalla parte dei magistrati, ma contro l'Anm? Infatti sto
parlando dei magistrati non dell'associazione. Spero che l'Anm torni a
rappresentare quei magistrati impegnati nelle indagini più delicate. Se
tornasse indietro, c'è qualcosa nella vicenda dell'ultimo anno e mezzo che non
rifarebbe? Nessuna tale da giustificare i provvedimenti che mi hanno colpito.
Se si lavora a certi ritmi è chiaro che si commettono degli errori, sei un
mostro se non sbagli mai. Ma rifarei le stesse scelte. Può spiegarci il suo
rapporto con l'ex consulente Gioacchino Genchi? Prima le polemiche sui
tabulati, poi lui che dice di averle consigliato la candidatura... Consigli me
ne hanno dati in tanti. Posso dire che decine e decine di persone, anche più
autorevoli del dottor Genchi mi hanno consigliato di entrare in politica. Per
anni, come pm, si è occupato di episodi di corruzione legati ai fondi europei.
Strasburgo sembra il suo posto naturale... Infatti, la prima cosa su cui mi
concentrerò è il controllo su come vengono spese le somme che l'Unione europea
da all'Italia. Il nostro paese deve tornare ad essere credibile in Europa. E la
nuova P2 di cui ha parlato tante volte? Chiederò all'Europa sarà di usare gli
strumenti di vigilanza per verificare quel che è accaduto in Italia all'epoca
delle stragi di mafia. Non si sa tutto? Mi sembra evidente. Proprio in Calabria
c'è stato un consigliere regionale dell'Idv accusato di corruzione. Mi sono
appena candidato, per dare un contributo alla società civile. E' un contributo
di trasparenza, mi occuperò anche di tutte le vicende che di volta in volta mi
verranno sottoposte. PDL: «INCIVILE» «La candidatura di Luigi De Magistris non
sarebbe potuta avvenire in nessun altro paese del mondo». Ne è convinto Sandro
Bondi che ha espresso questa sua opinione a Telecamere. «Tutto ciò - ha
aggiunto il ministro dei Beni Culturali - è fuori da ogni livello di civiltà
giuridica e di democrazia». L'esponente del Pdl ha sottolineato che il
centrodestra sta «discutendo la riforma della giustizia grazie anche ad un
bravo ministro come Alfano nei confronti del quale ci sono molti riconoscimenti
positivi. Con la riforma speriamo di rendere il nostro paese più civile». nuova
legge Una proposta di legge per mettere fine «al malcostume di magistrati che
si candidano quando fino al giorno prima hanno esercitato la funzione
giudiziaria». L'ha presentata il deputato del Pdl Santo Versace. «Occorre
un'iniziativa parlamentare per approvare in breve tempo una legge che
finalmente regoli l'ingresso in politica dei magistrati La politica non può
limitarsi ai dibattiti. Il caso De Magistris, ancora una volta, porta alla
ribalta il tema della candidabilità di funzionari pubblici che esercitano un
potere rilevante e che a volte sono tentati di finalizzare il proprio lavoro
non a una gestione imparziale e terza della giustizia ma alla costruzione di
una notorietà personale da tradurre subito in consenso elettorale». La proposta
di legge disciplina la materia introducendo la regola per cui può candidarsi
solo chi ha presentato formali dimissioni o sia stato posto fuori ruolo da
almeno sei mesi prima della data delle elezioni.
( da "Manifesto, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
MADAGASCAR Il nuovo
presidente sospende il parlamento Il nuovo presidente del Madagascar, l'ex dj
Andry Rajoelina, ha annunciato «la sospensione delle attività dell'Assemblea
nazionale e del Senato», a 48 ore dalle dimissioni forzate del suo predecessore,
Marc Ravalomanana. Le funzioni del parlamento, largamente dominato dai
sostenitori dell'ex presidente, saranno svolte da due nuove istituzioni -
un'Alta autorità di transizione e un Consiglio per la rinascita economica e
sociale - e dal governo. La squadra che compone il
gabinetto di Rajoelina è ancora incompleta, conta per il momento solo 12
membri. Fra i posti vacanti, quello della Difesa. La Alta Corte costituzionale del Madagascar ha
ufficialmente avallato mercoledì la legittimità di Rajoelina, che ha ricevuto
il potere dalle mani di un direttorio militare.
( da "Messaggero, Il (Marche)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Venerdì 20 Marzo
2009 Chiudi Si apre oggi alle 9 al palazzo dei Capitani il convegno nazionale
del centro studi di diritto del lavoro "Domenico Napoletano". Oggi e
domani ospiti illustri, tra cui il presidente della Corte Costituzionale
Francesco Amirante alla sua prima "uscita ufficiale" che presiederà
la sessione pomeridiana, dibatteranno su "competitività, flessibilità del
mercato e diritti fondamentali dei lavoratori". Presiederà i lavori
Raffaele Foglia, Presidente del Centro Nazionale e
Consigliere della Corte di Cassazione, addetto alla Corte Costituzionale,
mentre tra i relatori spiccano qualificati esponenti del mondo universitario.
Dunque un convegno che, promosso dalla Fondazione Carisap nell'ambito del
progetto di incentivare il turismo congressuale, costituisce un evento di alta
caratura scientifica e di grande valenza turistica, con oltre 600
partecipanti da tutta Italia. Per gli intervenuti (in gran parte avvocati)
visite guidate nel centro storico e nei musei, e un corso di preparazione
dell'oliva ripiena ascolana.
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Venerdì 20 Marzo
2009 Chiudi CHIETI - Il Centro Oli di Ortona continua a far litigare il mondo
politico. Botta e risposta, stavolta, fra il gruppo dei Verdi e quello di
Alleanza nazionale alla Provincia di Chieti. Sulla vicenda interviene anche il
capogruppo di Italia dei Valori in Consiglio regionale, Carlo Costantini: «Non immaginavo che il governatore Gianni Chiodi si potesse
rendere fino a questo punto complice dei progetti dell'Eni e di Berlusconi,
addirittura rinnegando il suo stesso voto espresso in Consiglio Regionale». E
Maurizio Acerbo (Rifondazione comunista): «Il presidente Chiodi ha rinunciato a
difendere l'Abruzzo davanti alla Corte Costituzionale». A pagina 54
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Venerdì 20 Marzo
2009 Chiudi Il Centro Oli di Ortona continua a far litigare il mondo politico.
Ed è botta e risposta, stavolta fra il gruppo dei Verdi e quello di Alleanza
Nazionale alla Provincia. I primi hanno presentato una mozione, approvata
l'altro ieri dal Consiglio provinciale, per avviare l'iter che è finalizzato
alla dichiarazione di decadenza delle autorizzazioni all'impianto. «Nella
mozione a firma del sottoscritto, ed approvata dal Consiglio - dice il
capogruppo dei Verdi Alex Caporale - ho prima evidenziato le numerose
inadempienze amministrative da parte dell'Eni che non ha rispettato tempi e
modi prescritti dai due Decreti Ministeriali autorizzativi quindi, il mancato
rispetto da parte dell'Eni delle norme di legge che regolano la materia. Sono
molto dispiaciuto dell'uscita dall'aula, al momento del voto, del gruppo di An
e di Fi, mentre apprezzo il no di Montepara». Replica An con Tavani: «La
posizione del gruppo di An alla Provincia sulla realizzazione del Centro oli è
sempre stata chiara e inequivocabile, per cui viene ribadita netta contrarietà
all'insediamento. Tuttavia non possiamo dimenticare che oggi la realizzazione
del Centro Oli è solo nelle mani dell'Eni, che potrà realizzarlo o meno a
seconda delle sue strategie». Sulla vicenda una nota di
Carlo Costantini (Idv) : «Non immaginavo la possibilita' che Chiodi si rendesse
fino a questo punto complice dei progetti dell'Eni e di Berlusconi, addirittura
rinnegando il suo stesso voto espresso in Consiglio Regionale». E così Acerbo
(Rc): «Il Presidente Chiodi ha rinunciato a difendere l'Abruzzo davanti alla
Corte Costituzionale».
( da "Corriere Alto Adige" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere dell'Alto
Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2009-03-20 num: - pag: 4
categoria: REDAZIONALE Il dibattito I giovani dei Verdi aprono all'idea, ma
vengono corretti dal vertice. Bassani (Lega Nord): «Noi siamo favorevoli»
Zeller: «Sì al libero Stato, ma con gli italiani» Il deputato:
autodeterminazione, nuova frontiera. Dello Sbarba: doppia cittadinanza BOLZANO
— L'autonomia dinamica è morta. Ora serve «un'altra frontiera» verso cui
incamminarsi e questa frontiera è l'autodeterminazione. La direzione non è più
l'Austria, per carità. è il ripiegamento su se stessi, il poter decidere quasi
tutto, lasciando magari ad «altri» politica estera e poco altro. In una parola,
il futuro sta nel libero Stato. Il pensiero — stupendo, per alcuni come Eva
Klotz che lo accarezzano da sempre, allucinante per altri — serpeggia da mesi
con insistenza negli ambienti in cui si ragiona di politica, non solo nel mondo
di lingua tedesca (è nel programma della Lega Nord). Dai blog ai forum
pubblici, alle prime pagine dei settimanali (ieri su Ff) il tema non è più un
tabù. Due giovani dei Verdi hanno diffuso un comunicato in cui se ne parlava
apertamente, che ieri ha costretto i vertici dei Verdi a «correggere la rotta».
La grossa novità è che ora anche figure di primo piano nell'Svp incominciano ad
uscire allo scoperto. è il caso del deputato Karl Zeller, costituzionalista e
uomo forte della Stella alpina del Meranese (ma non solo). «Trovo interessante
iniziare a pensare alla creazione di un libero Stato, seguendo modelli già
applicati altrove, ma rimanendo all'interno dell'Unione europea. La condizione
fondamentale, però, è di costruire questa cosa nuova assieme agli italiani»,
dice. La domanda che sorge spontanea è: perché un libero Stato, non basta
l'autonomia territoriale più spinta a livello europeo? «L'autonomia dinamica —
spiega Zeller — si è fermata da parecchi anni, questa è un'altra frontiera.
Penso che sarà difficile ottenere nuove competenze, e d'ora in poi, visto
l'aria che tira, siamo costretti a giocare in difesa. Può essere anche questa
una strategia, ma io mi domando se non si possa anche pensare a qualcosa sul
modello del Liechtenstein. Con Berlusconi al governo mi pare che l'abisso
culturale tra i sudtirolesi, tedeschi e italiani, e il resto dell'Italia stia
aumentando. Ci sono poi leggi estreme come quella sull'alcol, o quella sui
medici costretti a denunciare i clandestini, o quella, in arrivo
sull'urbanistica, che aumentano questa sensazione fra la gente. Anche per
questo trovo l'idea del libero stato interessante ». C'è poi la questione dei
tagli. «Col tempo dovremmo subire un taglio dopo l'altro, temo. E fino ad ora
riusciamo a reggerci perché c'è Calderoli. Ma in futuro? E
poi c'è anche un nuovo corso neocentralista della Corte costituzionale che ha bocciato leggi
come quella sui rifiuti o quella sugli appalti della Sicilia, che al primo
ricorso di un'azienda ci costringerà ad applicare la normativa nazionale ». Ma
da dove si comincia a costruire un libero stato, da un referendum? E nel
partito se ne parla? «No, quello è l'ultimo passaggio. Bisogna prima aprire un
tavolo di confronto tra tutti, e verificare se esiste, o se è possibile
crearlo, un consenso ampio intorno a questa idea. Perché queste cose non si
fanno certo con maggioranze risicate. Nel partito non si è mai parlato in
questi termini, ma questo sarà un compito della nuova dirigenza». Un mese fa il
verde Riccardo Dello Sbarba è stato l'unico italiano ad essere invitato ad un
dibattito organizzato dall'accademia Cusano di Bressanone sulla «visione» del
libero Stato. «Mi è stato chiesto — spiega — a quali condizioni gli italiani
potrebbero accettare un'eventualità del genere e io ho provato ad immaginarle
(le spiega nel suo blog, ndr), ma quella del Freistaat è un'idea alla quale non
credo. Prendendo a prestito una proposta di Sergio Romano io penso che un passo
avanti, da realizzarsi nei prossimi decenni, potrebbe essere quello di
concedere a tutti i cittadini sudtirolesi la doppia cittadinanza italiana ed
austriaca. Sarebbe un modo per aggiungere qualcosa, senza togliere nulla, e
senza creare nuovi confini. Comunque , vivendo quotidianamente a contatto con
il mondo di lingua tedesca, devo dire che effettivamente l'idea del libero
stato sta sempre più prendendo piede. E il fatto che a Roma governi Berlusconi
non fa che rendere tutto più complicato». Paolo Bassani, consigliere comunale
ora passato alla Lega Nord, conferma quanto annunciato in campagna elettorale.
«Ho molti contatti nella mia vita quotidiana — spiega — e sono convinto che molti
italiani, se non si parla di ritorno all'Austria, sarebbero favorevoli ad un
libero Stato. è una cosa che contribuirebbe ulteriormente a farci sentire a
casa». Fabio Gobbato Schierati Gli SchÜtzen a Castel Firmiano, luogo dove fu
lanciato il Los von Trient
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-20 - pag: 17 autore: «Il testo che
rivede le regole di gestione lede l'autonomia» Sanità, Governatori schierati
contro la nuova governance Roberto Turno ROMA «Giù le mani dai nostri poteri ».
Mentre il federalismo fiscale va avanti a Montecitorio raccogliendo sempre meno
critiche anche dalle Regioni, sempre dalla Camera è arrivato ieri un secco
altolà dei governatori contro qualsiasi tentativo di invadenza parlamentare
nelle prerogative locali. E proprio sul capitolo più scottante del bislacco
federalismo attuale, che col fisco federale diventerà ancora di più la partita
di tutte le partite: la sanità. Nel mirino delle Regioni è finito il testo
elaborato in comitato ristretto alla Camera sulla «governance sanitaria»: dalle
nuove regole anti-lottizzazione sulla scelta dei manager a quelle sui primari,
dal cosiddetto «governo clinico» del Ssn alla libera professione dei medici
fino all'età pensionabile degli stessi medici d'Italia, in particolare quelli
non universitari meno protetti dei loro colleghi universitari che godono
storicamente degli scudi protettivi baronali. Il parere dei governatori è stato
lapidario: «La proposta di testo unificato presenta caratteri di
incostituzionalità». Una stroncatura in piena regola. Perché la riforma del titolo
V della Costituzione del 2001, come ha più volte ribadito
in questi anni la Corte costituzionale, non ammette ingerenze nei poteri di cui le Regioni dispongono e
che intendono difendere a denti stretti e senza deroga alcuna. Con le regole
attuali, e sicuramente ancora di più con quelle che deriveranno dalla riforma
del federalismo fiscale in arrivo. Su programmazione, organizzazione e
gestione dei servizi nella Sanità pubblica, dicono in sostanza i governatori,
le Regioni hanno più o meno carta bianca. E quel testo che la Camera sta
mettendo a punto – come già accaduto quando ci provò l'ex ministro Livia Turco
– è tutto sbagliato, e tutto da rifare. «Siamo ampiamente disponibili al
confronto», hanno diplomaticamente affermato ieri le Regioni nell'audizione in
commissione Affari sociali della Camera.Anche se nell'incontro a porte chiuse
svoltosi in mattinata in preparazione dell'audizione,non sono mancate pesanti
accuse contro una proposta di riforma considerata un vero e proprio blitz.
Proposte «dirompenti» ed «eversive» rispetto al dettato costituzionale,
quelle allo studio del Parlamento, è stato il giudizio finale. Che nella forma
ha rinviato qualsiasi commento di merito alla posizione vecchia di due anni – e
che si continua a mantenere inalterata – già formulata al Ddl del Governo
allora guidato da Romano Prodi. Niente sconti allora, niente sconti adesso, è
la sostanza del ragionamento. Non senza far rilevare che nel frattempo deve
esserci stato qualche corto circuito istituzionale, visto che una volta al mese
la cosiddetta "commissione salute" delle Regioni si incontra col
Governo. E in quelle occasioni di riforma della «governance sanitaria» mai s'è
discusso. Al Parlamento resta così l'amaro in bocca. Ora si cercherà di
trattare, di ricucire, di trovare un'intesa. A farcela. Anche perché se il
Governo non scucirà i fondi in più per il Ssn – almeno 7 miliardi dal 2010,
chiedono i governatori – le Regioni resteranno sull'Aventino. E anche la
«governance » può attendere. LA PROPOSTA UNIFICATA Norme anti-lottizzazione su
manager e primari ed età pensionabile dei medici Ma per gli enti territoriali è
«ingerenza parlamentare»
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA - data: 2009-03-20 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE Riorganizzazione al via dopo otto
anni Ecco come funzionerà il tribunale di Napoli Il Csm ha approvato le nuove
«tabelle» Il plenum del Csm ha approvato ieri le «tabelle» di organizzazione
del tribunale di Napoli che mancavano da otto anni. Bocciato il modello-Torino,
elogi al presidente del tribunale Carlo Alemi. A PAGINA 2 Abate A PAGINA 10 un
intervento di Alfredo Guardiano
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-03-20 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE Nuovo tribunale di Napoli, il Csm boccia il «modello
Torino» Via libera all'organizzazione dopo 8 anni: «Grande sforzo di Alemi» Ma
Morando critica i giudici partenopei: «Copino dal Piemonte» Il Consiglio
superiore della magistratura ha inviato le tabelle per la riorganizzazione del
lavoro in tribunale NAPOLI — Un minimo di cinque magistrati per ogni sezione,
nove grandi «aree», quasi trecentocinquanta giudici. Ci sono voluti otto anni,
ma da ieri il tribunale di Napoli ha finalmente - messa nero su bianco - la sua
nuova organizzazione. Lo ha deciso il Csm nel giorno della polemica sui giudici
innescata dal commissario del Pd di Napoli Enrico Morando, che intervenendo al
congresso dell'Associazione nazionale forense a Napoli ha detto: «Qui per far
funzionare gli uffici ci vorrebbe un magistrato come quello di Torino ». La
settima commissione di Palazzo dei Marescialli, nella delibera votata ieri al
plenum, ha però bocciato proprio le due proposte con cui Carlo Alemi sembrava
guardare al modello Torino voluto dal collega Mario Barbuto e che avevano
provocato polemiche tra i magistrati dopo un articolo apparso su «Panorama»:
dunque no, almeno per il momento, al «programma di smaltimento dell'arretrato »
che prevedeva per il settore civile la fissazione di una terza udienza a
settimane alterne, l'obbligo del giudice di rinviare a non oltre tre mesi le
cause con più di quattro anni e la comunicazione al presidente del tribunale
dei motivi degli eventuali rinvii oltre questo termine. Ecco come la settima
commissione motiva la sua decisione: «Il Csm, nell'apprezzare l'imponente
lavoro organizzativo svolto dal presidente del tribunale di Napoli nella realizzazione
di un progetto tabellare per la prima volta organico e completo, condivide la
filosofia di fondo sottesa alla predisposizione di un programma di smaltimento
nel settore civile, rappresentato dall'azzeramento dell'arretrato in un lasso
di tempo ragionevole e prestabilito, possibilmente fruendo di modelli
organizzativi già efficacemente adottati in altre sedi giudiziarie, pure di
rilevanti dimensioni. Occorre però tenere in considerazione la circostanza che
(…) la ristrettezza dei tempi a disposizione e, soprattutto, l'impossibilità di
considerare scontata l'approvazione del nuovo assetto organizzativo per il
settore civile, non hanno consentito al presidente del tribunale di modulare il
programma di smaltimento in ragione della conoscenza di dati aggiornati». Il
resto del piano-Alemi (integrato da osservazioni di magistrati e avvocati),
invece, ottiene l'approvazione con tanto di plauso: «La carenza dal 2001 di un
progetto organizzativo, che tenga conto delle reali esigenze di un ufficio di
vaste dimensioni e con enorme carico di lavoro, ha richiesto uno sforzo
organizzativo di non poco momento. E in tale contesto il presidente ha
istruito, facendo ricorso a tutti i mezzi possibili, la pratica inerente
l'organizzazione dell'ufficio ed ha trovato risposte a tutte le carenze». Via
libera dunque al nuovo tribunale. Che conta su 348 giudici (un presidente, 36
presidenti di sezione e 311 magistrati) e nove grandi aree tematiche nel
settore civile (famiglia, esecuzione, procedure concorsuali, locazioni, commerciale,
proprietà, responsabilità professionale, contenzioso con la pubblica
amministrazione e contratti). Interventi sono previsti anche nei settori di
«maggior sofferenza» del penale, cioè ufficio gip e Riesame: nel primo caso era
stato proposto l'aumento (o, quantomeno, il mantenimento della copertura)
dell'organico, nel secondo la soppressione di una sezione per poter assegnare
un giudice in più a tutte le altre. E il modello Torino? «Il programma di
smaltimento degli arretrati dovrà essere riproposto per il progetto di
organizzazione relativo al triennio 2009/2011 dopo l'analisi dei dati
statistici», è scritto nella delibera della settima commissione (presidente
Celestina Tinelli). Forse sarà la volta buona. O forse no. Ché, per un
magistrato che lo auspica, ce ne sono dieci che non lo vogliono. E citano le
statistiche tanto care al Csm, come fa il presidente della giunta napoletana
dell'Anm Tullio Morello: «Dati alla mano, la produttività di giudici napoletani
non è seconda a nessuno, neppure a Torino». Chissà che ne dicono Carlo Alemi e
Mario Barbuto. Gianluca Abate g.abate@corrieredelmezzogiorno.it Palazzo di
giustizia Un convegno di giudici nel tribunale di Napoli
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del
20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ASCOLI pag.
( da "Nuova Venezia, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Spartizione dei beni
finita davanti alla Consulta. E la battaglia giudiziaria continua Ricorso per
la farmacia contesa Dopo l'Ames, Ca' Farsetti in giudizio contro il Cavallino
VENEZIA. Venezia e il Cavallino adesso "duellano" anche sulla farmacia
comunale della neonata amministrazione del litorale, che ha recentemente
ottenuto un punto a suo favore nel contenzioso infinito
sulla spartizione dei beni di fronte alla Corte Costituzionale. La Consulta ha
infatti respinto il ricorso presentato dai legali di Ca' Farsetti sulla
presunta illegittimità del criterio sulla divisione del patrimonio dopo la
separazione sancita dal referendum del
( da "Giornale.it, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 68 del 2009-03-20
pagina 13 I diktat di Tonino che Tonino non rispetta di Filippo Facci Di
Pietro, tutti i proclami traditi del finto fustigatore della Casta Le false
promesse del leader Idv: no ai candidati indagati, rispetto dei giudici, stop
ai privilegi Però ha piazzato la famiglia nel partito e ha promosso un ex pm
scaricato dalla magistratura Luigi De Magistris è quello che è: ma Di Pietro?
Il problema è sempre lui, chi la candidatura l?ha proposta: un omone che ha
sullo stomaco il pelo di King Kong ed è pronto a cavalcare qualsiasi
piagnonismo che possa nascere da una disperazione vera o presunta. L?altro ieri
l?omone era nelle Marche già in campagna elettorale (lo è sempre) e si
accompagnava a quel pover uomo di un Salvatore Borsellino, secondo il quale a
De Magistris «hanno fatto peggio che a mio fratello» mentre la Seconda
Repubblica «è nata sulle stragi del ?93 e su accordi occulti». Alle scorse
politiche, per dire, incassato un primo no attendista di Luigi De Magistris, Di
Pietro aveva ripiegato su una delle madri di Rignano Flaminio, un?arroventata
accusatrice stagliatasi in quel tripudio forcaiolo di linciaggi, facilonerie
investigative, intercettazioni, fiaccolate, comitati e psicologi da talk show:
e chi se ne frega se financo la Cassazione aveva spiegato che contro le maestre
non c?erano neppure indizi: quelli, appunto, non c?erano neppure per le
indagini di De Magistris. Poi ci sarebbe da interrogarsi anche su altri
candidati, dalla visionaria Sonia Alfano al collega Carlo Vulpio, l?unico
giornalista della storia italiana ad aver lamentato censure e vessazioni
padronali senza esser stato però mai difeso dal cdr del Corriere, che nel caso
difenderebbe anche Josef Fritzl. Detto questo, e posto che il partito di
Antonio Di Pietro dice fondarsi su valori e moralità, vediamo che cosa ne è
rimasto. 1) Di Pietro diceva che non avrebbe mai candidato inquisiti pur
modulandosi secondo circostanza: no agli inquisiti, anzi, no ai rinviati a
giudizio, anzi, solo ai condannati, ma no, anche gli inquisiti, eccetera. Luigi
De Magistris è inquisito, punto: Di Pietro lo sapeva benissimo e ha annunciato
con anticipo la sua candidatura per far paventare come una conseguenza ciò che
pure era dovuto e inevitabile. Che Di Pietro potesse non sapere è impensabile:
si parla dell?uomo che a partire dal 29 luglio 2007 risultava già informato che
il provveditore Mario Mautone, uomo suo, sarebbe finito nei guai un anno dopo a
Napoli. Va detto che di inquisiti, ormai, nell?Italia dei valori ce n?è più
d?uno: a cominciare dal figliolo, Cristiano, che pure continua a prendere uno stipendio
per niente morale, più gli altri. 2) Di Pietro diceva, per bene che andasse,
che i condannati anche in primo grado dovevano lasciare il Parlamento,
figurarsi quella passati in giudicato: in qualsiasi caso non ci avrebbe mai
avuto a che fare. Ecco perché deve ancora spiegarci come mai, per il senatore
della Margherita Enzo Carra, condannato oltretutto grazie a lui, abbia fatto
eccezione. Di passaggio, ora che per le amministrative si è alleato con le
liste di Grillo, potrà anche spiegare se le condanne inflitte al comico
(diffamazione e omicidio colposo plurimo) siano compatibili col suo slancio
etico. 3) Di Pietro diceva che un politico non deve candidarsi per più di due
mandati: lo si legge al punto 7 del suo programma, seconda riga: «Limitazione dell?elezione
a parlamentare per massimo due legislature». Perfetto: Di Pietro ne ha già
accumulati personalmente cinque, di mandati. A meno che per mandati intendesse
legislature intere di cinque 5 anni: ma non cambia niente, perché lui in
politica dal 1997, e fanno 12 anni. A proposito, e Leoluca Orlando? E il
raffinato intellettuale Pino Pisicchio? 4) Di Pietro diceva e ha detto, in ogni
circostanza, che occorre rispettare sempre e comunque le decisioni della
magistratura: però è stata proprio la magistratura in tutti i gradi possibili
ad aver disconosciuto tecnicamente oltreché deontologicamente l?operato del suo
candidato De Magistris: Csm, Cassazione, gip, gup, procuratori aggiunti,
procuratori capi, giudici, Associazione magistrati, anche un certo capo dello
Stato. Questo a ogni livello. Senza contare che l?inchiesta più pompata di
tutte, la demenziale «Why not», quella dei contatti dell?imprenditore Saladino,
annovera tra i famigerati contatti anche quelli con un certo Di Pietro più
altri due esponenti dell?Italia dei valori. I due si videro e frequentarono.
Che ha da dire De Magistris? 5) Di Pietro dice cose terribili contro la Casta e
i suoi privilegi, ma vediamo lui: ha cooptato la famiglia in politica, ha il
figlio indagato, la moglie in tesoreria e il cognato in Parlamento. Ricordiamo
che il partito appartiene a lui per statuto (anche i finanziamenti pubblici)
laddove si prevede che lui, presidente, non possa decadere mai come neppure
Chavez in Venezuela. Poi: lui, ex poliziotto e dipendente comunale e
ministeriale, è andato in pensione dopo 13 anni scarsi da magistrato e ora
denota un carnet previdenziale che lo farà titolare della somma o dell?incrocio
di tre pensioni. Tanti che continuano a macerarsi sul perché Di Pietro decise
di dimettersi proprio nel dicembre 1994 (in realtà, formalmente, maggio 1995)
seguitano a ignorare che il 14 ottobre precedente, dopo averla celermente
chiesta, aveva ottenuto la nomina a magistrato d?Appello che gli permise di
elevare la soglia di pensione minima. Poi c?è stata la pensione da
europarlamentare, giacché si fece eleggere una seconda volta, e ora attende la
terza, così che l?europensione non languisse. In definitiva: a partire dai
finanziamenti pubblici, definiti «porcata» e tuttavia incassati personalmente anche
nel 2001 quando pure non fu eletto, resta da conoscere anche solo un privilegio
a cui Di Pietro abbia rinunciato. 6) Perché, serve altro? © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 20-03-2009)
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n. 68 del 2009-03-20
pagina 13 Quegli incroci pericolosi tra Luigi e Tonino di Gian Marco Chiocci
Massimo Malpica Incroci pericolosi sul filo del conflitto d'interessi. A
percorrerli l'ex pm più famoso d'Italia, Antonio Di Pietro, e l'ex pm più
discusso del momento, Luigi De Magistris. Le loro rotte si sono già sfiorate in
passato, più volte, ben prima dell'ultimo idillio elettorale. Il «matrimonio»
politico stava per celebrarsi nel febbraio 2008, e fu proprio De Magistris a
render pubblico l'abbocco: «Di Pietro mi ha chiesto se volessi candidarmi in
Parlamento. Gli ho risposto di no, dicendogli che voglio continuare a fare il
magistrato». Nel giro di un anno ha cambiato idea. Estromesso dalla sua
procura, privato della «sua» inchiesta, è finito al Tribunale del riesame di
Napoli. Dove la strada s'è incrociata di nuovo con il leader Idv. Tonino ha
infatti visto il figlio e molti notabili del suo partito coinvolti in un filone
di quella stessa Appaltopoli partenopea che ha riportato in prima pagina
proprio De Magistris, relatore della decisione del Riesame che confermava il
carcere per Alfredo Romeo e lanciava pesanti accuse a Francesco Rutelli. Su
questo «conflitto d'interessi» il Codacons ha impugnato al
Tar il via libera del Csm alla candidatura di De Magistris: «Prima di dare l'ok
alla candidatura avrebbe dovuto accertare» che la scelta di scendere in
politica «non sia stata presa quando il magistrato decideva sulla vicenda
Romeo, nella quale risulta implicato anche il figlio di Antonio Di Pietro».
Il tutto, proprio per evitare sospetti e dietrologie. Ma il «conflitto
d'interessi», però, non riguarda solamente i rapporti tra i due ex pm ma passa
anche per il tramite di Antonio Saladino, indagato principe dell'inchiesta Why
not. Mentre era sotto la lente dell'inquirente De Magistris, Saladino si
incontrava più volte con Di Pietro. Il quale, dopo aver affermato che
dell'indagato non ricordava «né il nome né il volto né chi sia», di fronte alle
precisazioni dello stesso Saladino con riferimento a tre faccia a faccia,
ammise gli incontri. Scoprendosi garantista: «Non so se Saladino abbia commesso
qualcosa di penalmente rilevante e mi auguro che non sia così - disse Di Pietro
- i miei rapporti con lui non sono stati né opachi né illeciti. Solo incontri
elettorali, senza alcun altro fine». Saladino da un lato ricambiò il favore,
raccontando al Riformista di aver fatto addirittura fatto saltare un
appuntamento perché, avendo ricevuto un avviso di garanzia, non riteneva
opportuno incontrarlo «per non creargli imbarazzo». A sollecitare l'incontro,
per Di Pietro, fu un certo Angelino Arminio, la stessa persona indicata da
Nicola Mancino quale suo collaboratore, autore di una telefonata a Saladino
considerata «sospetta» da De Magistris. E ancora. Successivamente Saladino ha
spiegato che degli incontri finalizzati ad accordi elettorali con Tonino vi era
«ovviamente ampio riscontro nelle conversazioni telefoniche intercettate».
Telefonate che, però, non si trovano negli atti depositati, e che hanno evitato
a Di Pietro processi mediatici puntualmente devastanti per chiunque si fosse
solo avvicinato a Saladino. Gli esempi si sprecano. Tra i tanti, quello dell'ex
presidente dell'Anm Antonio Luerti, costretto alle dimissioni per aver
incontrato accidentalmente, negli uffici del ministro in via Arenula,
l'indagato che era in visita al Guardasigilli. Anche delle pagine delle agende
sequestrate a Saladino da De Magistris, sulle quali - secondo il periodico
Tempi - vi sarebbero stati appuntati gli incontri con Di Pietro, non s'è più saputo
niente. Appena 4 mesi fa, infine, Di Pietro annunciò in pompa magna il divieto
di candidarsi nell'Idv per chiunque fosse indagato. Ora che il suo nuovo
«pupillo» De Magistris è sotto inchiesta a Roma, Tonino è di fronte a un
dilemma. Escluderlo, oppure fare uno strappo alla regola. Come ha fatto per se
stesso quando era finito lui indagato per le frasi su Giorgio Napolitano e la
mafia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il" del 20-03-2009)
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n. 68 del 2009-03-20
pagina 12 «Noi ragazzi di Calabria, usati e traditi» di Francesco Cramer
RomaAldo, di professione studente e leader del movimento anti 'ndrangheta
Ammazzateci tutti, di cognome fa Pecora ma a De Magistris fa un «in bocca al
lupo». Con un però. Il vostro idolo s'è candidato con Di Pietro: vi siete
parlati? «Gli ho mandato un sms, "Buona fortuna... ". Mi ha appena
risposto: "Grazie!". Tutto qui». Deluso? «Un po'. Avrei preferito una
telefonata prima della sua discesa in campo. Saperlo così, dai giornali... Ci
sentiamo un po' traditi». L'ultima volta che vi siete sentiti? «Prima della
manifestazione di piazza Farnese a Roma. Gli dissi: "Quando
ti difendevamo noi davanti al Csm non c'erano né Grillo né Di Pietro"».
Ora è pure candidato: contenti? «Mica tanto. Di Pietro, poi, è uno che i
movimenti li smantella, li annienta». E come? «Ha fatto così pure con i
girotondi. Pesca da lì per costruire il suo consenso». Vuole sfruttare la
popolarità di De Magistris? «Certo, lo strumentalizza. Anche se potrebbe
essersi portato in casa un cavallo di Troia». Se l'aspettava la candidatura?
«Era nell'aria. D'altronde già alle politiche Di Pietro faceva la corte al pm
ma poi arrivò il veto di Veltroni». Tonino ha corteggiato pure lei? «Sì ma
risposi che in Calabria nell'Idv sono passate persone con cui non volevo avere
a che fare». Tipo? «Franco La Rupa, indagato per mafia o Maurizio Feraudo,
imputato per truffa e falso». E lui? «Disse: "Io, e non l'Idv, voglio fare
qualcosa con te"». Ma lei non abboccò. «No, come rifiutai i corteggiamenti
di Veltroni». Pure? «Mi offrì un seggio alla Camera: manco sapeva che non avevo
neppure 25 anni. Declinai». Torniamo a De Magistris: perché ha accettato la
candidatura? Ambizioni personali? «Temo di sì. Per noi resta una vittima». A
cui piacciono i riflettori. «Sì. Di certo più del suo collega Salvatore Boemi:
integerrimo ex procuratore aggiunto di Reggio Calabria, altra vittima che però
ha sempre rifuggito la ribalta mediatica». Ora De Magistris è meno credibile?
«Sono meno credibili le sue battaglie: che restano sacrosante nonostante i
metodi, più o meno discutibili». Adesso che farete? «Continueremo la nostra
battaglia contro tutte le mafie, con o senza De Magistris». Ha ragione il pg di
Torino Maddalena: «I giudici non si candidino perché danneggiano l'immagine
della magistratura»? «Ha ragione Montesquieu: separazione dei poteri. E ha
ragione pure Mancino: chi sceglie la politica lasci la toga per sempre. Anche
se... ». Anche se? «Viene da dire "da che pulpito"». © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Sole 24 Ore, Il (Sanità)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Indietro 20 marzo
2009 Governatori schierati contro la nuova governance di Roberto Turno (da Il
Sole-24 Ore) «Giù le mani dai nostri poteri ». Mentre il federalismo fiscale va
avanti a Montecitorio raccogliendo sempre meno critiche anche dalle Regioni,
sempre dalla Camera è arrivato ieri un secco altolà dei governatori contro
qualsiasi tentativo di invadenza parlamentare nelle prerogative locali. E
proprio sul capitolo più scottante del bislacco federalismo attuale, che col
fisco federale diventerà ancora di più la partita di tutte le partite: la
sanità. Nel mirino delle Regioni è finito il testo elaborato in comitato
ristretto alla Camera sulla «governance sanitaria»: dalle nuove regole
anti-lottizzazione sulla scelta dei manager a quelle sui primari, dal
cosiddetto «governo clinico» del Ssn alla libera professione dei medici fino
all'età pensionabile degli stessi medici d'Italia, in particolare quelli non
universitari meno protetti dei loro colleghi universitari che godono
storicamente degli scudi protettivi baronali. Il parere dei governatori è stato
lapidario: «La proposta di testo unificato presenta caratteri di
incostituzionalità». Una stroncatura in piena regola. Perché la riforma del
titolo V della Costituzione del 2001, come ha più volte
ribadito in questi anni la Corte costituzionale, non ammette ingerenze nei poteri di cui le Regioni dispongono e
che intendono difendere a denti stretti e senza deroga alcuna. Con le regole
attuali, e sicuramente ancora di più con quelle che deriveranno dalla riforma
del federalismo fiscale in arrivo. Su programmazione, organizzazione e
gestione dei servizi nella Sanità pubblica, dicono in sostanza i governatori,
le Regioni hanno più o meno carta bianca. E quel testo che la Camera sta
mettendo a punto ? come già accaduto quando ci provò l'ex ministro Livia Turco
? è tutto sbagliato, e tutto da rifare. «Siamo ampiamente disponibili al
confronto», hanno diplomaticamente affermato ieri le Regioni nell'audizione in
commissione Affari sociali della Camera.Anche se nell'incontro a porte chiuse
svoltosi in mattinata in preparazione dell'audizione,non sono mancate pesanti
accuse contro una proposta di riforma considerata un vero e proprio blitz.
Proposte «dirompenti» ed «eversive» rispetto al dettato costituzionale,
quelle allo studio del Parlamento, è stato il giudizio finale. Che nella forma
ha rinviato qualsiasi commento di merito alla posizione vecchia di due anni ? e
che si continua a mantenere inalterata ? già formulata al Ddl del Governo
allora guidato da Romano Prodi. Niente sconti allora, niente sconti adesso, è
la sostanza del ragionamento. Non senza far rilevare che nel frattempo deve
esserci stato qualche corto circuito istituzionale, visto che una volta al mese
la cosiddetta "commissione salute" delle Regioni si incontra col
Governo. E in quelle occasioni di riforma della «governance sanitaria» mai s'è
discusso. Al Parlamento resta così l'amaro in bocca. Ora si cercherà di
trattare, di ricucire, di trovare un'intesa. A farcela. Anche perché se il
Governo non scucirà i fondi in più per il Ssn ? almeno 7 miliardi dal 2010,
chiedono i governatori ? le Regioni resteranno sull'Aventino. E anche la
«governance » può attendere. Indietro
( da "AltaLex" del 20-03-2009)
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Indennità
integrativa speciale su plurimi trattamenti pensionistici Corte dei Conti ,
sez. Riunite, sentenza 26.02.2009 n° 1 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi
La vicenda che ha dato luogo alla pronuncia delle Sezioni Riunite della Corte
dei conti, nuovamente intervenuta per dirimere un contrasto di giurisprudenza
tra le Sezioni centrali di appello e la Sezione siciliana di appello, è la nota
questione della spettanza o meno della integrativa speciale in misura intera su
due o più trattamenti pensionistici, risolta nel senso che per il periodo
antecedente al 1° gennaio 1995 resta fermo il divieto di cumulo sancito
dall?art. 99 del d.p.r. 29 dicembre 1973, n. 1092. Essa è descritta molto bene
nella parte motiva della pronuncia, nella quale è riassunto il travaglio
giurisprudenziale. La Corte costituzionale, che è
stata da ultimo investita della questione di legittimità costituzionale
della permanenza del divieto di cumulo, ha restituito (con ord. n. 119/2008)
gli atti ai giudici a quibus, in relazione alla abrogazione dell'art. 15, comma
5, della legge 724/1994, effettuata dal comma 776 dell'art. 1, Legge n.
296/2006, ritenendo che non sia più applicabile la norma in questione anche ai
rapporti in corso. La norma di cui al comma 5 dell'art. 15 cit. prevedeva il
mantenimento della indennità integrativa speciale come assegno accessorio al
trattamento pensionistico per le pensioni liquidate sino al 31 dicembre 1994.
Si è parlato, al riguardo, di una ? clausola di salvaguardia? ,senz'altro più
favorevole del c.d. conglobamento della indennità integrativa speciale (dal 1°
gennaio 1995), che significa includere nella base pensionabile - in una certa
percentuale e, quindi, non al 100% - l?indennità in questione. L'equivoco di
fondo, nel quale sembra essere rimasta intrappolata la stessa Corte costituzionale, sta nel fatto di non essersi accorti che la
abrogazione ha effetto a partire dal 1° gennaio 2007. Quid iuris per i rapporti
in corso? Si applica la norma abrogata, a nostro avviso, in quanto la legge n.
296 non dispone che per l?avvenire (dal 1° gennaio 2007) a meno di non voler
ritenere applicabile lo jus superveniens di cui al comma 776 ai rapporti in
corso (rectius, che erano in corso al 31 dicembre 1994). Sul problema in
generale degli effetti dello jus superveniens sui rapporti di durata vi sono
sentenze della Sezione Lavoro della Cassazione civile, che, però, subordina
l'applicabilità dello jus superveniens a determinate condizioni, le quali
possono così riassumersi: la legge nuova può applicarsi ad effetti non ancora
esauriti di un rapporto giuridico sorto anteriormente, quando essa sia diretta
a disciplinare tali effetti, con autonoma considerazione dei medesimi, indipendentemente
dalla loro correlazione con l?atto o fatto giuridico che li abbia creati. In
definitiva, quindi, la legge nuova non deve contenere alcun riferimento al
fatto generatore degli effetti (cfr. Cass. civ., Sez. Lav., n. 4221/2000). Lo
jus superveniens di cui stiamo parlando è il venir meno, nel nostro caso, della
?clausola di salvaguardia? della i.i.s. come assegno accessorio. Ma, si
osserva, nel caso di applicabilità dello jus superveniens, sembra legittimo
sostenere che, una volta abrogata la " clausola di salvaguardia " di
cui al comma 5 dell'art.
( da "Caserta News" del 20-03-2009)
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Venerdì 20 Marzo
2009 Procura, Siniscalchi: "Roberti, una nomina opportuna" GIUSTIZIA
| Salerno Vincenzo Siniscalchi, avvocato, più volte deputato dell'Ulivo ed
attualmente vice-Presidente della V Commissione sugli incarichi direttive e
semidirettivi del CSM: >.
( da "Dagospia.com" del 20-03-2009)
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articolo --> ITALIA, UN PAESE FONDATO SUI CONFLITTI D?INTERESSE ? AGENDA DI
SALADINO: MENTRE ERA SOTTO LA LENTE DI DE MAGISTRIS, SI INCONTRAVA CON DI
PIETRO (PRIMA NEGAVA E POI AMMISE) - DE MAGISTRIS è INDAGATO, E TONINO CHE FA?
LO CANDIDA LO STESSO... Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica per "Il Giornale"
Incroci pericolosi sul filo del conflitto d'interessi. A percorrerli l'ex pm
più famoso d'Italia, Antonio Di Pietro, e l'ex pm più discusso del momento,
Luigi De Magistris. Le loro rotte si sono già sfiorate in passato, più volte,
ben prima dell'ultimo idillio elettorale. Il «matrimonio» politico stava per
celebrarsi nel febbraio 2008, e fu proprio De Magistris a render pubblico
l'abbocco: «Di Pietro mi ha chiesto se volessi candidarmi in Parlamento. Gli ho
risposto di no, dicendogli che voglio continuare a fare il magistrato». Luigi
De Magistris Nel giro di un anno ha cambiato idea. Estromesso dalla sua
procura, privato della «sua» inchiesta, è finito al Tribunale del riesame di
Napoli. Dove la strada s'è incrociata di nuovo con il leader Idv. Tonino ha
infatti visto il figlio e molti notabili del suo partito coinvolti in un filone
di quella stessa Appaltopoli partenopea che ha riportato in prima pagina
proprio De Magistris, relatore della decisione del Riesame che confermava il
carcere per Alfredo Romeo e lanciava pesanti accuse a Francesco Rutelli. Su
questo «conflitto d'interessi» il Codacons ha impugnato al
Tar il via libera del Csm alla candidatura di De Magistris: «Prima di dare l'ok
alla candidatura avrebbe dovuto accertare» che la scelta di scendere in
politica «non sia stata presa quando il magistrato decideva sulla vicenda
Romeo, nella quale risulta implicato anche il figlio di Antonio Di Pietro».
Il tutto, proprio per evitare sospetti e dietrologie. Ma il «conflitto
d'interessi», però, non riguarda solamente i rapporti tra i due ex pm ma passa
anche per il tramite di Antonio Saladino, indagato principe dell'inchiesta Why
not. Mentre era sotto la lente dell'inquirente De Magistris, Saladino si
incontrava più volte con Di Pietro. Il quale, dopo aver affermato che
dell'indagato non ricordava «né il nome né il volto né chi sia», di fronte alle
precisazioni dello stesso Saladino con riferimento a tre faccia a faccia,
ammise gli incontri. Antonio Saladino Scoprendosi garantista: «Non so se Saladino
abbia commesso qualcosa di penalmente rilevante e mi auguro che non sia così -
disse Di Pietro - i miei rapporti con lui non sono stati né opachi né illeciti.
Solo incontri elettorali, senza alcun altro fine». Saladino da un lato ricambiò
il favore, raccontando al Riformista di aver fatto addirittura fatto saltare un
appuntamento perché, avendo ricevuto un avviso di garanzia, non riteneva
opportuno incontrarlo «per non creargli imbarazzo». A sollecitare l'incontro,
per Di Pietro, fu un certo Angelino Arminio, la stessa persona indicata da
Nicola Mancino quale suo collaboratore, autore di una telefonata a Saladino
considerata «sospetta» da De Magistris. E ancora. Successivamente Saladino ha
spiegato che degli incontri finalizzati ad accordi elettorali con Tonino vi era
«ovviamente ampio riscontro nelle conversazioni telefoniche intercettate».
Telefonate che, però, non si trovano negli atti depositati, e che hanno evitato
a Di Pietro processi mediatici puntualmente devastanti per chiunque si fosse
solo avvicinato a Saladino. Gli esempi si sprecano. Tra i tanti, quello dell'ex
presidente dell'Anm Antonio Luerti, costretto alle dimissioni per aver
incontrato accidentalmente, negli uffici del ministro in via Arenula,
l'indagato che era in visita al Guardasigilli. Antonio Di Pietro Anche delle
pagine delle agende sequestrate a Saladino da De Magistris, sulle quali -
secondo il periodico Tempi - vi sarebbero stati appuntati gli incontri con Di
Pietro, non s'è più saputo niente. Appena 4 mesi fa, infine, Di Pietro annunciò
in pompa magna il divieto di candidarsi nell'Idv per chiunque fosse indagato.
Ora che il suo nuovo «pupillo» De Magistris è sotto inchiesta a Roma, Tonino è
di fronte a un dilemma. Escluderlo, oppure fare uno strappo alla regola. Come
ha fatto per se stesso quando era finito lui indagato per le frasi su Giorgio
Napolitano e la mafia. [20-03-2009]
( da "Virgilio Notizie" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 20 mar.
(Ap-Nuova Europa) - Il Parlamento del Kirghizistan ha approvato il 23 luglio
come data in cui si terranno le elezioni presidenziali. I
deputati hanno votato all'unanimità a favore della data consigliata dalla
Commissione affari costituzionali. La Corte costituzionale aveva stabilito ieri che le presidenziali dovranno aver luogo
entro il 25 ottobre. L'attuale presidente Kurmanbek Bakiev ha già fatto sapere
che intende concorrere per un secondo mandato.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
«C'è un principio
della fisica che è molto utile per descrivere le dinamiche di emigrazione dei
fenomeni criminali: se sopra un corpo, come può essere il territorio occupato
da un clan, agisce la forza dello Stato, il corpo reagisce con un'altra forza
chiamata reazione. Di qui l'emigrazione dell'interesse criminale in luoghi
ritenuti apparentemente più sicuri». Franco Robertri, nuovo procuratore della
Repubblica di Salerno, spiega così, nel corso di una intervista, la possibilità
che il sanguinario clan dei Casalesi possa aver messo radici nella realtà
salernitana, a partire dagli appalti pubblici. «Non commento fatti che ancora
non conosco ma, in linea generale, i clan tendono ad emigrare quando nel loro
territorio di nascita c'è la pressione dello Stato». Franco
Roberti, sessantuno anni, si insedierà al terzo piano dle palazzo di giustizia
a metà aprile. Per lui voto unanime del Csm con le parole del vice presidente
Nicola Mancino: «A Salerno serve una svolta per lavorare con serenità e
ordine». MANZO A PAG. 35
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ANTONIO MANZO «C'è
un principio della fisica che è molto utile per descrivere le dinamiche di
emigrazione dei fenomeni criminali soprattutto quando essi incidono in
territori geograficamente circoscritti anche se con diramazioni di attività e
di interessi oltre gli stessi confini originari...». Qual'è questo principio,
procuratore Roberti? «Quello, ed è tra i fondamentali della fisica, di azione e
reazione: se sopra un corpo, come può essere il territorio occupato da un clan,
agisce la forza dello Stato, il corpo reagisce con un'altra forza chiamata
reazione. Di qui l'emigrazione dell'interesse criminale in luoghi ritenuti
apparentemente più sicuri». Di qui la possibilità, ad esempio, che il clan dei
Casalesi pressato efficacemente dallo Stato nella sua terra d'origine, trovi
conveniente oltre che strategicamente utile occupare territori diversi, come
potrebbe essere quello salernitano... «In via generale abbiamo sperimentato, e
certificato anche con le inchieste, che esiste una capacità espansiva dei clan come
diretta conseguenza della pressione esercitata dallo Stato. Non conosco ancora
approfonditamente la particolarità del caso-Salerno ma va decisamente
verificata». Franco Roberti, sessantuno anni, è il nuovo procuratore della
Repubblica di Salerno. Arriva dopo una emergenza istituzionale che, per quattro
mesi, ha fatto registrare un conflitto tra procure destinato a restare nella
storia nazionale, non solo giudiziaria. Dal suo nuovo ufficio al terzo piano
del palazzo di giustizia si vede uno spicchio di mare e di golfo. E lui sa, per
attitudine e per hobby, che ogni navigazione è un sogno di libertà ma anche una
frontiera del rischio. Disse un giorno a Napoli, nel pieno di uno scontro tra
ambienti giudiziari e mondo politico nato dopo un'azione anti-global della
polizia a piazza Municipio: «La procura non è nostra, ci stiamo dentro per
servire. Abbiamo il dovere di dare sempre una risposta efficiente alla domanda
di giustizia dei cittadini». Con quale animo arriva alla guida della procura di
Salerno? «Profondamente onorato di assumere la guida di una sede prestigiosa di
ufficio giudiziario». Una sede che richiede un supplemento di anima e di
impegno, soprattutto dopo quel che è accaduto. «L'unanime
indicazione del Csm mi impegna ancor di più a lavorare in un clima di serena
operatività. Arrivo tra colleghi magistrati e colleghi amministrativi di grande
professionalità con i quali sono sicuro di poter dare vita a un lavoro sereno
e, ripeto, produttivo». Se dovesse sintetizzare un programma di lavoro?
«Utilizzerei due parole: serenità ed efficacia». Il vice presidente Mancino
proprio a Salerno parlò di svolta necessaria... «Sono state le sue parole anche
nella dichiarazione di voto in mio favore espressa al plenum del Csm». Arriverà
per metà aprile, il procuratore Roberti. Sostituirà un collega, Luigi Apicella,
fatto bersaglio di una pesante sanzione disciplinare - sospensione dalle
funzioni e dallo stipendio - che la stessa vittima definisce come il frutto
amaro di comportamenti ispirati da «due pesi e due misure» rispetto ai
magistrati calabresi. Il nuovo procuratore conosce Salerno ancheper
l'esperienza maturata alla Direzione Nazionale Antimafia nell'epoca Vigna
spesso vissuta, fianco a fianco, con un collega come Corrado Lembo, ora
procuratore della Repubblica a Santa Maria Capua Vetere. Proprio Lembo e
Roberti nel giugno del 2002 furono gli autori di un lavoro a «quattro mani» sui
modi, ne illustrarono quindici, di infiltrazione dei clan negli appalti. Sette
anni fa, anticiparono quel che sta accadendo in questi giorni proprio a
Salerno: lo sbarco dei Casalesi negli appalti pubblici. A partire dalla
«General Impianti sas», l'impresa di Pasquale e Giuseppe Setola, il sanguinario
boss casertano che vince e fa vincere appalti.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
«Dalla non
discriminazione alla vera parità» è il tema della «lectio magistralis» che la professoressa Maria Rita Saulle, giudice della Corte
Costituzionale, terrà stamane all'Ateneo. La lezione si inserisce nel corso di
aggiornamento e perfezionamento professionale in Diritto dell'Unione Europea
Applicato, diretto dalla professoressa Angela Di Stasi, che si svolge con il
patrocinio del Consiglio Nazionale Forense. Sono previsti gli indirizzi
di saluto del magnifico rettore Raimondo Pasquino, del prefetto Claudio Meoli,
del preside della facoltà di Giurisprudenza Enzo Maria Marenghi, del direttore
del Dipartimento di Diritto Pubblico Generale e teoria delle istituzioni, Luigi
Kalb, del coordinatore scientifico del corso, Massimo Panebianco e della
professoressa Angela Di Stasi. Se fino a qualche anno fa la normativa italiana
si è preoccupata di evitare le discriminazioni, sanzionandole, ora la
prospettiva è cambiata, soprattutto se il tema viene affrontato in un'ottica
comunitaria. Si è infatti registrato un importante passo avanti verso una reale
parità, con la previsione di interventi ed azioni positive per garantirla.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
L'Associazione
Culturale salernitana "Veritatis Splendor", presieduta dal professore
Marco Di Matteo, in collaborazione con l'Università "Suor Orsola
Benincasa" ha organizzato per oggi un convegno di studi su Giuseppe
Capograssi (Sulmona 1889-Roma 1956), tra i maggiori filosofi del diritto italiani.
Insegnò nelle Università di Sassari, Macerata, dove fu anche rettore, Padova,
Napoli e Roma. Ricoprì gli incarichi di membro del
Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e di giudice presso la Corte
Costituzionale. Fu tra i fondatori dell'UGCI (Unione Giuristi Cattolici
Italiani) di cui fu anche primo presidente. Nell'occasione, sarà presentato il
volume "La vita etica" (Ed. Bompiani, 2008)..Al convegno, che sarà
presieduto dal prof. De Sanctis, Rettore del "Suor Orsola
Benincasa" di Napoli, inteverranno i professori. Acocella, Naddeo, Di
Matteo, Mercadante, presidente della Fondazione "Giuseppe
Capograssi".
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del
20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pubblicità dei
verbali sul caso Pansa-Bertolaso. Lo ha stabilito il Consiglio giudiziario - una sorta di Csm distrettuale - rendendo pubblica parte dello
scontro tra il procuratore Giovandomenico Lepore e i due pm Giuseppe Noviello e
Paolo Sirleo. Dodici voti a sei: così il Consiglio ha stabilito di togliere il
segreto su voti e verbali delle sedute dedicate alle divergenze sulla gestione
del fascicolo che vede indagati, tra gli altri, il prefetto Alessandro
Pansa, il sottosegretario antirifiuti Guido Bertolaso, l'ex commissario ai
rifiuti Corrado Catenacci. Dodici voti per ottenere la «desegretazione dei
verbali» della seduta dello scorso primo dicembre, al termine delle audizioni
del procuratore Lepore, dei due pm «ribelli» e dell'aggiunto Aldo De Chiara.
Una seduta in cui si decise di interessare il Csm - il caso è finito alla
settima commissione, che si occupa di problemi organizzativi e non disciplinari
- per ottenere risposte sul braccio di ferro interno alla Procura, sulla
gestione di un fascicolo stralcio ancora in via di definizione. Ma qual era il
motivo dello scontro tra Lepore e i due sostituti? E cosa emerge dai verbali indirizzati
al Csm, rimasti segreti fino alla seduta di lunedì scorso? Lo scontro nasce
sulla gestione dell'inchiesta «rompiballe», sfociato la scorsa primavera in 25
arresti ai domiciliari a carico, tra gli altri, dell'ex ad di Impregilo
Malvagna e della numero due della Protezione civile Marta Di Gennaro. È il 24
luglio scorso, quando in Procura si assiste alla frattura tra Lepore e i due
pm: Sirleo e Noviello vogliono mandare a giudizio 33 indagati, tra cui Pansa e
Bertolaso, ipotizzando i reati di truffa e traffico di rifiuti. Di diverso
avviso, il procuratore Lepore (nel frattempo nominato dal governo Berlusconi
procuratore regionale per far fronte all'emergenza rifiuti). Lepore decide di
stralciare le posizioni di Pansa, Bertolaso, Catenacci e di altri quattro
indagati, iscritti per ultimo nel fascicolo, per consentire a tutti gli stessi
tempi difensivi. Una decisione che non piace. E che provoca lo strappo: i due
pm, infatti, non ci stanno e non firmano la richiesta di processo per i
restanti 25 indagati, che in questi mesi sono stati poi rinviati a giudizio dal
gup Raffaele Piccirillo. Il caso finisce al Consiglio giudiziario e al Csm.
Ora, l'ultima svolta. A chiedere la desegretazione dei verbali, in particolare,
quelli di Movimenti riuniti e di Mi, più tre avvocati componenti del Consiglio.
Contro: autorevoli esponenti del distretto, come Roberto D'Aiello e il pm
anticamorra Raffaello Falcone. Dagli atti desegretati, emergono gli interventi
dei due sostituti pg Massimo Galli e di Giuseppe Lucantonio. Entrambi
sottolineano la mancata motivazione scritta della decisione di Lepore di
stralciare i sette indagati. Entrambi parlano di revoca del fascicolo ai due
titolari originari dell'inchiesta, a loro volta costretti a difendere autonomia
e dignità professionale. Di altro avviso, invece, il procuratore generale
Vincenzo Galgano che difende l'operato del capo dei pm Lepore. l.d.g.
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Rosanna Borzillo
«Napoli non può morire e non morirà perché ha ancora tante cose da dire ai suoi
abitanti e al mondo intero». Lo dice il cardinale Sepe alla presentazione del
libro Mille Napoli. La Comunità di Sant'Egidio e la città di don Gino
Battaglia, edito da Guida (pagg. 314, euro 18). «Un testo - dice l'arcivescovo
- nel quale emergono atti e fatti che indicano la grande mobilità di questa
città che noi tutti possiamo rendere migliore». Nonostante le sue difficoltà:
«Nonostante tutti i suoi problemi - aggiunge Marco Impagliazzo, presidente
della Comunità - e nonostante ancora adesso a distanza di 35 anni per qualcuno
sono attuali le parole di quel giovane che, nel 1973, si tolse la vita in via
Toledo scrivendo "Ritengo sia impossibile vivere in una città come
questa"». Il lavoro e l'impegno della Comunità di Sant'Egidio hanno
evidenziato, come spiega Gennaro Matino, vicario episcopale per le
Comunicazioni sociali: «Napoli non è solo la palla al piede dell'Italia intera,
ma può e deve diventare esemplare». Grazie anche al lavoro spesso invisibile
condotto dalla Comunità in ogni quartiere a rischio, a fianco degli ultimi e
«degli anziani - che per il filosofo Aldo Masullo - sono i più poveri tra tutti
perché privi del futuro e del presente. Poveri persino della speranza e verso i
quali Sant'Egidio ha portato solidarietà e presenza». Come verso i bambini. «I
duemila di Sant'Egidio - dice Francesco Paolo Casavola, presidente
emerito della Corte Costituzionale - cercano di insegnare parole, di superare
una realtà frammentata collegando esistenze individuali e puntando sulle nuove
generazioni». Nel libro di don Gino Battaglia si legge tutto questo con
lucidità». Alle spalle un sogno: una missione per la pace, un progetto comune
su cui lavorare perché «Napoli possa diventare città del dialogo,
superando l'intolleranza e l'indifferenza e quella sorta di indulgenza vesso se
stessa che ne rallenta la ricerca di una sua ineguagliabile identità».
( da "Sicilia, La" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
cutgana, itinerario
turistico Via libera alla Grotta del Ventaglio Sabato 21 marzo alle
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Aggressione e
insulto razzista a un avversario: il giudice ferma per sei turni uno straniero
del Silea Venerdì 20 Marzo 2009, TREVISO - (m.mir.) Juniores (ma anche Allievi
e Terza categoria) in evidenza in maniera negativa in campo disciplinare. Ecco
le decisioni dei giudici sportivi provinciali. TERZA CATEGORIA - Quattro gare:
Gianluca Cattarin (Fanzolo) per aver pestato il piede all'arbitro a gioco
fermo. Tre gare: Federico Checuz (Tarzo Revine Lago) per insulti all'arbitro.
Una gara: Roveda (Boccadistrada), P. De Franceschi, Ceccato (Pederobba),
Gasparetto (Fanzolo), Monè (Padernello), Moro, Zabotti (Ardita Pro), Fantuzzi, Diedhiou, Mazzer (Feletto), Bussolin (CSM Resana), Zanatta (Postioma), N.
Sartorato (Rovere), Guolo (S. Antonino), Corato (S. Gaetano), Bresolin,
Mattiuzzo (Volpago). Ammenda 50 euro al S. Giuseppe. Coppa Provincia Treviso:
Due gare a Trentin (Suseganese); una a Agello, Tosetto (CSM Resana); Inibizione fino al
31 marzo a Mattiuz (dir. Follinese). Del. Bassano: Una gara a Peruccon, Campana
(Union Borso). Del. Basso Piave: Una gara a M. Ramon, F. Moro (Biancade).
JUNIORES - Gara persa per 3-0, un punto di penalizzazione e 150 euro di ammenda
al S. Vendemiano per non essersi presentato in campo il Porto Mansuè l'11
marzo. Sei gare: Demokrat Makica (Silea) per aver afferrato per il collo un
avversario proferendo espressione razziale ma al Silea affermano che non è
andata così. Due gare: Zuccato (Fossalunga), Gerolimetto (Godigese). Una gara:
Konsegre (Fontane), Bonavia, Stefani (Pro Mogliano), Monticelli (Silea),
Bandiera (Treville), Squizzato, Baggio, Sbrissa (CSM
Resana), Vinciguerra (Badoere), Tafaj (Paese), Zago (Casale), Zuccato
(Fossalunga), Girgenti (Milan Guarda), Moro (Pro Roncade), Tonon (Sanfiorese).
Inibizione fino al 7 aprile a Bertoni (dir. Parè). Del Bassano: Una gara a
Montini (Pedemontana). ALLIEVI - Quattro gare: Alessandro Di Madero (Città di
Asolo) per aver spinto più volte sul collo e sul petto un avversario e minacce.
Due gare: Bytyqi (Montello), Rustemi, Tombolato (Godigese), Biondo (Postioma),
Favaro (Istrana), Sergi (Città di Asolo), Lucena (Fossalunga), Cortese (Riese
Vallà), Baccega (Opitergina), Rutigliano (Campigo), Baciu (Cappella Maggiore),
Carnio (Casale), Hudorovich (Parè). Inibizione fino al 31 marzo a Casula (dir.
Gorghense). Ammenda 30 euro a S. Gaetano e Cordignano. GIOVANISSIMI - Una gara:
Battistella (Nervesa), Tonon (Padernello), Tobaldo (Preganziol), Reginato
(Giov. Ezzelina), Buoro (Opitergina), Piovesana (S. Bona). Inibizione fino al
24 marzo a Campoglioni (dir. Giovani Lia Piave), ammenda 50 euro al S. Gaetano
(insulti all'arbitro). ESORDIENTI - Inibizione fino al 7 aprile a Cussiol (Dir.
Preganziol); squalifica fino al 24 marzo a Da Ros (all. Ardita Pero); ammenda
40 euro al Vedelago (offese all'arbitro). CALCIO A 5 - Serie C: una gara a
Laino (Altamarca). Serie C2: una gara a Cardin (Prisma S. Polo), Mattiuzzo,
Zinetti (Colfosco), Gelupi (Condor) Bernardi (Montebelluna), Bolzan (Moinet Mareno
Oderzo); inibizione fino al 23/3 a Daniel (dir. Pederobba); ammenda 90 euro al
S. Lucia Mille (insulti all'arbitro). Serie D: una gara Borrelli (Real
Evolution), Savarese (Postioma), Gatto (Spresiano), Campagnolo, Cunego (Loria).
( da "Gazzettino, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Venerdì 20 Marzo
2009, Il Pubblico Ministero Luigi De Magistris, a suo tempo titolare della
delicata inchiesta Why not?, si è candidato alle elezioni europee nelle liste
dell'Italia dei Valori. Lo stesso De Magistris ha sentito l'esigenza di
assicurare che la sua scelta è "irreversibile" e che quindi non
tornerà a fare il magistrato anche nel caso che non venga eletto. Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, è andato più in là
auspicando una legge che vieti ai magistrati entrati in politica di
"tornare alla toga". È una legge che in realtà avrebbe dovuto essere
approvata da tempo vista anche la pletora di magistrati che negli ultimi anni
sono passati alla politica, molti dei quali, finita l'esperienza in Parlamento,
sono tornati a fare il mestiere che facevano prima. Perché un magistrato che ha
militato in un partito e poi è tornato a fare il P.M. o il giudice perde
quell'immagine di imparzialità che è essenziale alla sua delicatissima
funzione. E non ci si può affidare alla correttezza personale del magistrato, alla
sua professionalità, perché la questione non riguarda lui, che può anche
riuscire a tornare a svolgere il suo compito sgombro di qualsiasi pregiudiziale
politica, perché la questione ha un rilievo pubblico e attiene alla fiducia che
devono avere nella sua imparzialità i cittadini che si trova ad inquisire e più
in generale l'opinione pubblica. Insomma, per usare un'antica formula, il
magistrato è come la moglie di Cesare che "non solo deve essere onesta, ma
deve anche apparire onesta". Non mi fermerei però qui. Dovrebbe essere
vietato per legge al magistrato di lasciare la toga per entrare in Parlamento,
in questo o quel partito. Perché in questo modo getta un'ombra su tutta la sua
attività pregressa. Il cittadino può legittimamente pensare che in questa o
quella occasione il Magistrato ha agito non secondo il suo dovere di
imparzialità, ma condizionato dalle sue convinzioni politiche. È vero che la
Costituzione stabilisce che l'elettorato passivo è un diritto che appartiene a
tutti i cittadini e quindi anche ai magistrati. Bene, ecco un'occasione per
modificare la Costituzione senza lederne i principi fondamentali, anzi
rafforzandoli perché la divisione fra i tre poteri dello Stato, esecutivo,
legislativo e giudiziario, devono rimanere il più possibile netti. Quello del
magistrato, che giudica della vita dei cittadini, che può togliere loro la
libertà, non è un mestiere come un altro. Dovrebbe essere una vocazione, una
missione, com'era una volta; che comporta quindi dei sacrifici che agli altri
cittadini non sono richiesti. Ha detto bene il giudice Fausto Materia,
segretario di Unicost: "Un magistrato che crede fino in fondo al suo
lavoro non dovrebbe mai pensare di entrare in politica". Infine dovrebbe
essere limitata in modo drastico la possibilità del magistrato di esprimere e
liberamente il proprio pensiero, e questo è un compito che non può spettare che
al suo organo di autogoverno, il Csm. Innanzitutto su inchieste in corso a lui
affidate. Questa smania di "esternare" è uno degli elementi che più
ha screditato la magistratura italiana dando così la possibilità a manigoldi di
ogni tipo di mettere in dubbio la validità delle inchieste, anche quelle svolte
in modo ineccepibile. In altri tempi, che purtroppo non sono più i nostri, che
son quelli dello sbarco generale, un magistrato si esprimeva solo "per
atti e documenti". In secondo luogo il magistrato dovrebbe astenersi dal
manifestare opinioni politiche e dal partecipare a manifestazioni politiche.
Per le solite ragioni: perché in tal modo getta un'ombra sulla sua
imparzialità. Sono sacrifici duri, ma indispensabili. Ci sono funzioni che
comportano doveri che gli altri cittadini non hanno e anche una limitazione dei
diritti che gli altri cittadini hanno. Il Capo dello Stato, cui funzione è di
essere "super partes", non può esprimere liberamente il suo pensiero
e dichiarare la sua preferenza per questo o quel partito. E nemmeno farla
capire. La stessa cosa vale per il singolo magistrato, anch'esso obbligato
dalla sua funzione ad essere "super partes". La Magistratura se vuole
il rispetto che le è dovuto deve anche meritarselo. Si eviterebbero così,
almeno si spera, anche quegli attacchi del tutto strumentali che le sono stati
portati in questi anni da individui con la coscienza sporca che, per salvarsi,
non avevano altro mezzo che infangare quella degli altri. www.massimofini.it
( da "Adnkronos" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
VIOLENZA
SU DONNE:PER QUELLA DOMESTICA ANCORA POCHI ARRESTI AL CSM INCONTRO CON
CAPI PROCURE PER DISCUTERE FENOMENO commenta 0 vota 0 tutte le notizie di
CRONACA ultimo aggiornamento: 20 marzo, ore 16:03
( da "AltaLex" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Insidia stradale,
pozzanghera, responsabilità da cose in custodia, insussistenza Tribunale
Piacenza, sentenza 02.12.2008 Stampa | Segnala | Condividi Insidia stradale -
pozzanghera ? responsabilità da cose in custodia ? insussistenza [artt.
2051-2043 c.c.] Ove non sia applicabile la disciplina della responsabilità ex
art. 2051 c.c., per l'impossibilità in concreto dell'effettiva custodia del
bene demaniale, l'ente pubblico risponde dei danni da detti beni, subiti
dall'utente, secondo la regola generale dettata dall'art. 2043 c.c., che non
prevede alcuna limitazione della responsabilità dell'amministrazione per
comportamento colposo alle sole ipotesi di insidia o trabocchetto. In questo
caso graverà sul danneggiato l'onere della prova dell'anomalia del bene
demaniale della strada, fatto di per sé idoneo in linea di principio a
configurare il comportamento colposo della P.A., sulla quale ricade invece
l'onere della prova dei fatti impeditivi della propria responsabilità, quali ad
esempio la possibilità in cui l'utente si sia trovato di percepire o prevedere
con l'ordinaria diligenza la suddetta anomalia. Tanto in ipotesi di
responsabilità oggettiva della P.A. ex art. 2051 c.c., quanto in ipotesi di
responsabilità della stessa ex art. 2043 c.c., il comportamento colposo del
soggetto danneggiato nell'uso di bene demaniale (che sussiste anche quando egli
abbia usato il bene demaniale senza la normale diligenza o con affidamento
soggettivo anomalo) esclude la responsabilità dell'amministrazione, se tale
comportamento è idoneo ad interrompere il nesso eziologico tra la causa del
danno e il danno stesso, integrando altrimenti un concorso di colpa ai sensi
dell'art. 1227 comma 1 c.c., con conseguente diminuzione della responsabilità
del danneggiante in proporzione all'incidenza causale del comportamento del
danneggiato. (1-4) (1) In materia di cose in custodia e rovina della cosa, si
veda Cassazione civile , sez. III, sentenza 30.01.2009 n° 2481. (2) In materia
di parcheggio a pagamento e furto dell?autovettura, si veda Cassazione civile ,
sez. III, sentenza 27.01.2009 n° 1957. (3) In materia di insidia stradale ed
appalto alla manutenzione, si veda Cassazione civile , sez. III, sentenza
23.01.2009 n° 1691. (4) Si veda il focus VIOLA, Obbligo di custodia della
strada e responsabilità del Comune. Tra i contributi della dottrina più
recente, si vedano: - COMPORTI, La responsabilità per i danni da omessa o
cattiva manutenzione stradale, in La Responsabilità Civile, 2008, 11; -
FILIPPI, Danno causato da immobile e ricerca del custode responsabile ex art.
2051 c.c., in La Responsabilità Civile, 2008, 02; - DONADONI, La responsabilità
civile nella pubblica amministrazione tra onere di custodia e cd.
"insidia" (o "trabocchetto"), in Contratto e Impr., 2008,
4-5; - CARBONE V., Responsabilità per danni cagionati da cosa in custodia, ex
art. 2051 c.c., in Il Corriere Giuridico, 2008, 10. (Fonte: Altalex Massimario
11/2009) Tribunale di Piacenza Sentenza 2 dicembre 2008 SVOLGIMENTO Promuovendo
la presente controversia, F. C. esponeva che in data 14/11/2000, allorquando
era alla guida della sua autovettura, aveva subito un incidente, impattando
contro un muro di cemento posto a margine della strada statale 45 che stava
percorrendo in direzione Bobbio-Perino, dopo avere perso il controllo
dell'auto; che il sinistro era stato cagionato da un'anomalia stradale,
rappresentata da una pozzanghera di rilevanti dimensioni e profondità formatasi
sulla carreggiata; che detta pozzanghera si era formata a seguito
dell'ostruzione della canalina di scolo a margine della carreggiata, in seguito
al sedimentarsi di rifiuti di ogni genere; che di tale fatto doveva rispondere,
per omessa pulizia e manutenzione, l'A., ente preposto al mantenimento
dell'efficienza e delle condizioni di sicurezza della strada; che nessuna
censura, nemmeno per statuire un concorso di colpa, poteva essere mossa nei
confronti dell'attrice, che guidava ad una velocità estremamente moderata ed
addirittura in terza marcia. Sulla base di tale narrativa ed invocata
l'applicazione dell'art. 2051 c.c., la F. chiedeva la condanna dell'A. a
ristorare il danno biologico, il danno morale ed il danno patrimoniale subiti,
complessivamente quantificati in poco più di 17 mila euro. Costituendosi in
giudizio, resisteva l'A.. In diritto, la convenuta deduceva l'applicabilità al
caso di specie del solo art. 2043 c.c., non già dell'art. 2051 c.c.
asseritamente inapplicabile alla PA od all'ente gestore delle strade, e
l'assenza di ogni responsabilità in ragione dell'inconfigurabilità di
un'insidia o trabocchetto, unica figura ritenuta idonea a fondare la
responsabilità di un ente pubblico nel caso di sinistri stradali, per essere la
pozzanghera perfettamente visibile. In fatto, eccepiva comunque l'eccessività
del danno lamentato e la concorrente colpa della F.. La causa veniva istruita
con tre CTU: una affidata al PI Negri per verificare le cause del sinistro; una
seconda, sempre affidata allo stesso PI Negri, per individuare i danni subiti
dal veicolo; una terza, affidata al dottor Q., per calcolare il danno biologico
subito dall'attrice. MOTIVI DELLA DECISIONE a) La vicenda oggetto di causa
ripropone la vexata quaestio del tipo e dell'ambito della disciplina
applicabile in caso di incidente avvenuto su strada pubblica, e della
possibilità di configurare al riguardo una responsabilità, concorrente od esclusiva,
dell'ente che della stessa e delle relative pertinenze è proprietario o
custode, quale nel caso di specie è l'ente pubblico economico A.. Relativamente
a detta problematica, è noto che, secondo la tradizionale e più datata
giurisprudenza, senza dubbio influenzata dall'esigenza, allora avvertita e
sopra indicata, di garantire alla P.A. una posizione di privilegio nell'ambito
dell'operatività del sistema civilistico, alla materia de qua non è applicabile
l'art. 2051 c.c.; deve invece riconoscersi, in favore dell'utente danneggiato
dall'utilizzo di beni demaniali in ragione dell'omessa od insufficiente
manutenzione delle strade pubbliche, l'applicabilità, unicamente ed
esclusivamente, del generale principio di cui all'art. 2043 c.c.. Alla stregua
di tale orientamento, l'amministrazione incontra, nell'esercizio del suo potere
discrezionale di vigilanza, controllo e manutenzione dei beni di natura
demaniale, limiti derivanti dalle norme di legge o di regolamento, nonché dalle
norme tecniche e da quelle di comune prudenza e diligenza, ed in particolare
dalla norma primaria e fondamentale del neminem laedere ex art. 2043 c.c. In
applicazione di tale norma, l'amministrazione è tenuta a far sì che il bene
demaniale non sia fonte generatrice di un danno a terzi, a cagione della
colposa violazione di specifici doveri di comportamento stabiliti da norme di
legge o di regolamento, in modo tale da evitare che possa scaturirne danno per
gli utenti che sullo stato di praticabilità delle strade ripongono ragionevole affidamento.
In tale contesto, la giurisprudenza ha elaborato la figura dell'insidia o
trabocchetto, quale situazione per l'utente di pericolo occulto, cioè non
visibile e non prevedibile, e quindi non evitabile con l'ordinaria diligenza
(tra le molteplici pronunce, cfr. le datate Cass. n. 2806/1966, Cass. n.
385/1969, Cass. n. 2244/1969, Cass. n. 3816/1969; più recentemente, Cass. n.
11250/2002, Cass. n. 14993/2002, Cass. n. 15710/2002, Cass. n. 16356/2002,
Cass. n. 17152/2002, Cass. n. 1571/2004, Cass. n. 10132/2004, Cass. n.
10654/2004, Cass. n. 22592/2004). Tuttavia, tale figura, inizialmente intesa
quale mero elemento sintomatico dell'attività colposa dell'amministrazione, è
successivamente stata ricostruita come indice tassativo ed ineludibile della responsabilità
dell'amministrazione (Cass. n 22592/2004), con onere della prova della sua
esistenza a carico del danneggiato (Cass. n. 10654/2004, Cass. n. 11250/2002,
Cass. n. 7938/2001). a1) Successivamente, la giurisprudenza ha invece iniziato
a ritenere concettualmente ed astrattamente configurabile, nei confronti della
P.A., la responsabilità per danni da cose in custodia ex art. 2051 c.c.
relativamente ai danneggiamenti subiti a seguito dell'utilizzo di strade
pubbliche. Sulla scia di sempre più stringenti critiche dottrinali, si è
infatti preso atto che il ritenere non applicabile alla P.A., per tali beni, la
responsabilità da custodia, ma solo quella ex art. 2043 c.c., rappresenta un
ingiustificato privilegio e, di riflesso, un ingiustificato deteriore
trattamento per gli utenti danneggiati; viceversa, l'applicazione dell'art.
2051 c.c. si presta ad una migliore salvaguardia e ad un miglior bilanciamento
degli interessi in gioco in conformità ai principi dell'ordinamento giuridico e
al sentire sociale. Tuttavia, in una prima fase, l'operatività del principio è
stata sminuita dalla considerazione che la norma in parola deve ritenersi
applicabile solo con riferimento a beni demaniali che consentono in concreto un
controllo ed una vigilanza idonei ad impedire l'insorgenza di cause di
pericolo, e quindi non anche ai beni di notevole estensione e suscettibili di
generalizzata utilizzazione. E ciò è stato argomentato sulla base dell'insegnamento della Corte Costituzionale, che con la sentenza n.
156/1999, ha chiarito che non viola il dettato costituzionale l'interpretazione dell'art. 2051 c.c. che ne esclude
l'applicabilità alla P.A. "allorché sul bene di sua proprietà non sia
possibile - per la notevole estensione di esso e le modalità d'uso, diretto e
generale, da parte di terzi - un continuo, efficace controllo, idoneo ad
impedire l'insorgenza di cause di pericolo per gli utenti". Pertanto, con
specifico riguardo alle strade, l'applicabilità dell'art. 2051 c.c. è stata
esclusa con riferimento a quelle statali (Cass. n. 16179/2001) ed alle
autostrade (Cass. n. 12314/1998, Cass. n. 921/1988); mentre è stata viceversa
ammessa relativamente alle strade di proprietà del Comune (Cass. n. 11446/2003,
Cass. n. 11749/1998, Cass. n. 4673/1996) o della Provincia, nonché alle
pertinenze della sede stradale (Cass. n. 13087/2004) ed anche autostradale
(Cass. n. 488/2003, Cass. n. 298/2003), alle scarpate (Cass. n. 10759/1998) ed
alle zone limitrofe alla sede stradale di proprietà della P.A. (Cass. n.
17907/2003, Cass. n. 11366/2002). a2) Ancora più recentemente, la Suprema Corte
ha ulteriormente avanzato la linea di tutela dell'utilizzatore delle strade
pubbliche, escludendo l'automatismo interpretativo secondo cui la ricorrenza
delle caratteristiche della demanialità o patrimonialità del bene, dell'uso
diretto della cosa e dell'estensione della medesima, sia da ritenersi idonea ad
automaticamente escludere l'applicabilità dell'art. 2051 c.c., atteso che
l'esclusione di tale responsabilità è da ricondurre solo all'oggettiva impossibilità
dell'esecuzione del potere di controllo, il cui onere della prova ricade in
capo alla stessa P.A. (Cass. n. 488/2003, Cass. n. 1144/2003, Cass. n.
6515/2004, Cass. n. 19653/2004, Cass. n. 3651/2006). A conforto di tali
conclusioni, viene richiamata la stessa sentenza di Corte Cost. n. 156/1999, la
quale ha effettivamente ritenuto che non è invocabile la responsabilità di cui
all'art. 2051 c.c. allorquando la P.A. non può esercitare sulla res un
controllo "continuo, efficace ed idoneo ad impedire l'insorgenza di cause
di pericolo per gli utenti"; ma ha altresì chiarito come la "notevole
estensione del bene" e "l'uso generale e diretto" da parte di
terzi, costituiscono "meri indici" dell'impossibilità di un concreto
esercizio del potere di controllo e vigilanza sul bene medesimo, e come quindi
detta impossibilità non possa farsi discendere dalla mera natura demaniale del
bene, dovendo essa se del caso riscontrarsi solamente all'esito "di
un'indagine condotta dal giudice con riferimento al caso singolo, e secondo
criteri di normalità". a3) A tale ultimo insegnamento, nettamente
maggioritario ed oramai addirittura pacifico nella giurisprudenza di
legittimità successiva al 2005 (tre le più recenti, cfr. Cass. n. 11511/2008,
Cass. n. 7403/2007, Cass. n. 2308/2007, Cass. n. 15383/2006, Cass. n.
3651/2006), questo Tribunale intende dare continuità, trattandosi di
orientamento interpretativo che si appalesa corretto e che va quindi ribadito.
Va infatti sottolineato che la norma dell'art. 2051 c.c., come del resto già da
tempo posto in rilievo anche dalla migliore dottrina, contempla quali due unici
presupposti applicativi la custodia e la derivazione del danno dalla cosa. Il
primo presupposto, id est la custodia, consiste nel potere di effettiva
disponibilità e controllo della cosa. Custodi sono infatti tutti i soggetti,
pubblici o privati, che hanno il possesso o la detenzione della cosa (da
ultimo, Cass. n. 20317/2005), e custodi sono anzitutto i proprietari. Quale
proprietaria delle strade pubbliche ex art.
( da "Virgilio Notizie" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 20 mar.
(Apcom) - Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva è intenzionato a
non autorizzare l'estradizione in Italia dell'ex militante dei Pac Cesare
Battisti. Ma vorrebbe evitare uno scontro istituzionale con la Corte Suprema:
per cui se i giudici decidessero di riappropriarsi del potere
ultimo di decisione sulle richieste di asilo - oggi nelle mani del Ministero
della Giustizia - non si opporrebbe al provvedimento. Questo il messaggio che
Lula avrebbe inviato ai giudici della Corte, secondo quanto riporta il
quotidiano brasiliano O Estado de Sao Paulo, nel tentativo di sottrarsi a una
situazione che nei termini attuali non può che portargli svantaggi. Se infatti
LUla si opponesse all'estradizione nonostante l'eventuale sì della Corte, entrerebbe in conflitto con il potere
giudiziario, mentre in caso contrario esautorerebbe
di fatto il proprio ministro della Giustizia, Tarso Genro. Per riuscire a
sganciarsi da questa situazione Lula spera dunque nell'aiuto della Corte
stessa, riunitasi per esaminare il caso e che dovrà pronunciarsi su tre
questioni diverse. La prima e più spinosa è se la concessione dell'asilo
interrompa l'iter della richiesta di estradizione presso la Corte (precedente
che valse ad annullare il processo in corso per il colombiano Oliverio Medina).
I giudici favorevoli all'estradizione potranno argomentare che l'iter
processuale compete al potere giudiziario e non può
essere interrotto dall'esecutivo; o in alternativa che l'esecutivo può
sospendere, concendendo l'asilo, la richiesta di estradizione ma non il
processo, e questo dunque - essendo già approdato alla Corte - seguirebbe il
suo corso. Se poi i giudici decidessero che i poteri di concedere l'asilo ora
di competenza del Ministro sono incostituzionali - come spererebbe Lula - la
questione non si porrebbe più. Superato questo scoglio, i giudici dovrebbero
decidere se i crimini per i quali è stato condannato Battisti possano essere
considerati politici o se si tratti invece (come pare sia opinione della
maggior parte dei giudici) di atti terroristici, per i quali non è prevista la
concessione dell'asilo; se l'ex membro dei Pac sia stato processato in modo
equo e se corra rischi di persecuzioni una volta tornato in Italia. Infine
verrà discussa l'estradizione vera e propria, per la cui concessione l'unica
precondizione è che la pena dell'ergastolo inflitta a Battisti - che non esiste
nell'ordinamento brasiliano - sia commutata in trent'anni di carcere. Va
sottolineato che se - e solo se - i poteri del Ministero della Giustizia
venissero revocati la decisione della Corte in merito all'estradizione diverrebbe
vincolante: il Presidente in questo caso non potrebbe rifiutarsi di firmare il
provvedimento. Lula sarebbe dunque pronto a pagare il prezzo politico di
vedersi togliere il potere discrezionale sulle
estradizioni a favore della Corte Suprema, pur di evitare uno scontro
istituzionale: un caso come quello attuale - in cui la magistratura potrebbe
autorizzare un'estradizione e il Presidente decidere di negarla - è infatti
inedito in Brasile e la legge vigente non prevede alcuna soluzione alternativa
di arbitrato fra i due poteri.
( da "Trend-online" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
L'Asia si aiuta da
sola PRIMO PIANO, clicca qui per leggere la rassegna di Morningstar ,
20.03.2009 17:05 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!!
degli ultimi 11 anni toccato nello stesso mese del 2008. Segno, spiegano gli
economisti che l?economia del Paese sta zoppicando. A tirare su il morale ci ha
pensato però la Malesia che ha annunciato un progetto biennale da 60 miliardi
di ringitt (circa 13 miliardi di euro) in misure fiscali e interventi di
sostegno alle imprese. Sul fronte dei bilanci aziendali lo scenario resta
fosco. La maggior parte delle aziende dell?export sta lanciando warning sugli
utili previsti per quest?anno. Fanno eccezione alcune
società di trasporto, come la Sinotrans Shipping che, grazie alla ripresa della
domanda di materie prime da parte della Cina, stanno riempiendo le casse.
Ancora problemi, invece, per i produttori di microchip come Csm e Gd Midea che
stanno pagando la debolezza della domanda mondiale.
( da "HelpConsumatori" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
News TRASPORTI.
Alitalia: Federconsumatori ricorre contro monopolio Roma-Linate 20/03/2009 -
16:29 "La CAI sfrutta la sua posizione predominante sulla tratta
Roma-Milano Linate e impone ai consumatori costi eccessivi dei biglietti":
questa la denuncia fatta oggi, durante una conferenza stampa, dal Presidente
della Federconsumatori
( da "AprileOnline.info" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Lula non vuole
l'estradizione , 20 marzo 2009, 17:46 Caso Battisti Il caso dell'ex terrorista
italiano continua a tener banco nella stampa del pese Carioca. Secondo il
quotidiano "Estado de S. Paulo", potrebbe creare lo spunto per una
piccola rivoluzione nell'ordinamento del potere a Brasilia Il presidente
brasiliano, Luis Inacio Lula da Silva, non intende estradare l'ex terrorista
italiano Cesare Battisti se spetterà a lui la decisione finale del caso. Lo
rivela oggi il quotidiano 'Estado de S. Paulo', secondo il quale però Lula non intende entrare in conflitto con il Supremo Tribunal
Federal (la Corte Costituzionale brasiliana), che sta giudicando in questi
giorni la richiesta di estradizione da parte dell'Italia e la concessione
dell'asilo politico da parte del ministro della Giustizia, Tarso Genro. L'ex
terrorista Cesare Battisti sarà estradato in Italia solo se il Supremo Tribunal
Federal (Stf, la Corte costituzionale
brasiliana) cambierà la giurisprudenza attuale e toglierà al presidente Luiz
Inacio Lula da Silva la decisione finale sui casi di estradizione. Che Lula sia
contrario all'estradizione di Battisti è sempre stato chiaro, e lo ribadisce
oggi un articolo di prima pagina del quotidiano Estado de S.Paulo, che afferma
che "in questi giorni collaboratori e amici del presidente si stanno dando
da fare presso i membri del Stf per evitare a Lula l'imbarazzo di una scelta
difficile e sconveniente". Doppiamente difficile e sconveniente, scrive il
quotidiano: se infatti Lula dovesse dar via libera all'estradizione,
sconfesserebbe il suo ministro della Giustizia, Tarso Genro, che ha concesso a
Battisti l'asilo politico in contrapposizione al Comitato brasiliano per i
rifugiati politici (Conare), dopo averlo apertamente appoggiato nella sua
decisione. Se invece decidesse di salvaguardare l'ex terrorista anche se il Stf
si dovesse pronunciare contro l'asilo e favore dell'estradizione, Lula si
metterebbe in rotta di collisione con il massimo organo della magistratura
brasiliana (cosa che ha sempre finora evitato di fare), creerebbe
inevitabilmente un conflitto tra potere giudiziario e potere esecutivo ai
massimi livelli in Brasile, e si inimicherebbe ulteriormente il governo
Berlusconi, che potrebbe poi far ricorso alle massime assise internazionali.
L'unica via d'uscita, scrive ancora il giornale paulista nella sua analisi,
sarebbe che il STF si prenda la responsabilità di cambiare la giurisprudenza
attuale, che da' al Supremo Tribunal solo un ruolo consultivo e
"autorizzativi". Il Stf potrebbe decidere - e l'attuale presidente
dell'organo, Gilmar Mendes, è decisamente favorevole a quest'ipotesi - di
rendere le proprie sentenze punto finale dell'iter giuridico, senza più bisogno
dell'avallo presidenziale. Una piccola rivoluzione nell'ordinamento del potere
a Brasilia, per la quale il caso Battisti diventerebbe solo l'occasione e il
terreno di scontro.
( da "Rai News 24" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma | 20 marzo 2009
Aumentano le denunce di violenze in famiglia ma non gli arresti La casa un
luogo pericoloso Sono in aumento le denunce di donne costrette a subire
violenze tra le mura domestiche, ma ancora carente, nella maggior parte dei
casi, e' la tutela che viene loro offerta: Nel distretto di Roma, emerge dalla
ricerca, nell'arco di 3 anni (dal 2006 al 2008) sono solo 25 i casi di arresto
in flagranza eseguiti dalle forze di polizia nei confronti di uomini violenti
con la propria compagna, mentre nel solo
( da "Quotidiano.it, Il" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corte
Costituzionale: no alla tassa di depurazione delle acque se il processo non
avviene Acquasanta Terme | Ecco la copia di una lettera inviata oggi al CIIP ed
al Comune di Acquasanta, sull'illegittimità da parte degli utenti di pagare la
tassa di depurazione delle acque se il processo non viene effettuato. Da Giuseppe Orsini, segretario
nazionale del Movimento Elia - Elettori liberi ed attivi, riceviamo la lettera
inviata al Direttore Generale del CIIP di Ascoli e al Sindaco di Acquasanta
Terme, dopo la sentenza che dichiara "illegittimo" il pagamento della
tariffa di depurazione dell'acqua in quanto non esistono impianti atti a tale
processo. Oggetto: Tariffa depurazione non dovuta perché incostituzionale.
Con la presente invito formalmente CIIP e Comune di Acquasanta Terme a cessare
l'addebito della tariffa per la depurazione delle acque reflue per la utenza
intestata: Giuseppe Orsini (residente ad Ostia Lido) relativamente
all'abitazione sita a Quintodecimo di Acquasanta Terme (AP). Dati della utenza:
Cod. Cliente 38788 - ULM 43922 - Codice Contratto 1985C38524. Contestualmente
chiedo il rimborso di quanto pagato per la depurazione delle acque reflue negli
anni trascorsi. La duplice richiesta (cessazione di addebito e rimborso del
pregresso) ha origine dalla Sentenza n. 335 del 10.10.'08 della Corte
Costituzionale relativamente all'art. 14, c. 1, della "legge Galli"
(l. n. 36/'94) e l'art. 155, c. 1, del Codice dell'ambiente (d.lgs. n.
152/'06). La sentenza succitata dichiara "illegittimo" l'addebito
della tariffa riferita al servizio di depurazione delle acque agli utenti nel
caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente
inattivi. E' noto a CIIP e Comune di Acquasanta Terme che a Quintodecimo (ed in
molte altre frazioni del Comune di Acquasanta) è diffusissimo l'uso di vasche o
pozzi Imhoff, totalmente privi di manutenzione e le acque reflue non vengono
depurate. Il danno è doppio: ambientale ed economico per gran parte dei
Cittadini, residenti e non. Informo che come Segretario del "Movimento
Elia - Elettori liberi ed attivi" mi sento in dovere di rendere pubblico -
a mezzo stampa - il contenuto della presente lettera per informare i Cittadini
sul contenuto della Sentenza della Corte Costituzionale e possano liberamente
decidere in conseguenza. 20/03/2009
( da "Wall Street Italia" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Cassazione/ Anche a
separata con colpa pensione reversibilità ex di Apcom Non basta essere
'colpevoli' della separazione per perderla -->Roma, 20 mar. (Apcom) - Non
basta essere "colpevoli" della separazione per perdere il diritto
alla "reversibilità" della pensione dell'ex coniuge. La Cassazione, richiamando una sentenza della Corte costituzionale di ben 22 anni fa, ha "cancellato" una decisione della
Corte d'appello di Lecce che invece aveva negato ad un'anziana donna il diritto
alla pensione dell'ex marito deceduto. Secondo i giudici pugliesi il fatto che
a suo tempo la separazione tra i due coniugi fosse stata addebitata alla
"colpa" della donna, impediva oggi di riconoscere a questa il
diritto alla reversibilità dell'assegno pensionistico. Una conclusione "anacronistica",
ha sottolineato di fatto la Cassazione con la sentenza 6684, visto che nel 1987
la Consulta ha espressamente specificato che "il coniuge separato per
colpa o con addebito è equiparato sotto ogni profilo al coniuge superstite",
non ha importanza se separato o no, "in favore del quale opera la
presunzione legale di sopravvivenza vivenza a carico del lavoratore"
deceduto. Insomma, almeno a fini pensionistici ciò che Dio ha unito nemmeno la
morte può separare.
( da "Virgilio Notizie" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 20 mar.
(Apcom) - Non basta essere "colpevoli" della separazione per perdere
il diritto alla "reversibilità" della pensione dell'ex coniuge. La
Cassazione, richiamando una sentenza della Corte costituzionale di ben 22 anni fa, ha
"cancellato" una decisione della Corte d'appello di Lecce che invece
aveva negato ad un'anziana donna il diritto alla pensione dell'ex marito
deceduto. Secondo i giudici pugliesi il fatto che a suo tempo la separazione
tra i due coniugi fosse stata addebitata alla "colpa" della donna,
impediva oggi di riconoscere a questa il diritto alla reversibilità
dell'assegno pensionistico. Una conclusione "anacronistica", ha
sottolineato di fatto la Cassazione con la sentenza 6684, visto che nel 1987 la
Consulta ha espressamente specificato che "il coniuge separato per colpa o
con addebito è equiparato sotto ogni profilo al coniuge superstite", non
ha importanza se separato o no, "in favore del quale opera la presunzione
legale di sopravvivenza vivenza a carico del lavoratore" deceduto. Insomma,
almeno a fini pensionistici ciò che Dio ha unito nemmeno la morte può separare.
( da "Wall Street Italia" del 20-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Violenza donne/
Seminario Csm:crescono maltrattamenti in famiglia di Apcom Poche le denunce;
donne contro forze ordine: "devono fare meglio" -->Roma, 20 mar.
(Apcom) - Sono in aumento i fenomeni di violenza domestica, soprattutto i
maltrattamenti in famiglia ai danni delle donne; eppure, il ricorso all'arresto
o a misure coercitive per il partner violento resta una misura 'eccezionale',
quasi mai applicata. Per questo, la sesta commissione del
Csm ha tenuto oggi un seminario-audizione a porte chiuse, nel tentativo, spiega
il consigliere Fabio Roia, di "studiare insieme a chi opera sul campo il
fenomeno". Al centro del dibattito di oggi al Csm una ricerca
dell'associazione 'Avvocate della rete dei centri antiviolenza e delle Case
delle donne'. L'indagine parla di "insufficiente sensibilità
soprattutto da parte delle forze dell'ordine, che si manifesta con il tentativo
di dissuadere la donna a presentare denuncia"; un comportamento, si legge
nel testo, che viene riscontrato persino nei casi di violenza sessuale,
"se risalenti nel tempo o non supportati da elementi di prova". Il
dossier raccolto dall'associazione, non è tenero nemmeno con la magistratura,
per "l'eccessiva durata delle indagini", la "mancanza di
un'effettiva specializzazione" delle toghe, lo "scarso ricorso"
a misure di carattere coercitivo per il partner violento. Ci sarebbe invece
bisogno "della massima tempestività dell'intervento giudiziario",
hanno spiegato le rappresentanti dell'associazione, come testimoniano
tragicamente i dati: 113 donne uccise dall'ex partner violento dopo aver
tentato di uscire dalla situazione di maltrattamento. Secondo l'Istat, le donne
picchiate o sottoposte a violenza sessuale o psicologia dal marito o dal
partner sono 3 milioni e le denunce rappresentano solo il 7% della realtà, ma
sono comunque in un aumento (la media nazionale segna un più 30%). Quello dei
maltrattamenti in famiglia è comunque un fenomeno trasversale, che riguarda
tutte le classi sociali e le aree del Paese e che, secondo alcuni magistrati,
starebbe aumentando soprattutto all'interno dei matrimoni misti, quelli con
partner stranieri. In pochissimi casi, però, le forze dell'ordine arrestano in
flagranza il maltrattatore: esemplari i casi di Roma dove dal 2006 al 2008 gli
arresti, come rivelano i dati messi insieme dal Csm, sono stati solo 25, e di
Arezzo (nemmeno uno) a fronte dei 17 fatti ad Alessandria nel solo 2007. Più
numerosi i provvedimenti coercitivi adottati dai magistrati, anche se la
situazione varia parecchio a seconda degli uffici giudiziari: i più
"virtuosi" sono stati Milano, con 121 provvedimenti coercitivi
disposti dal pm nel 2008, e Torino con 172. "Dove c'è una procura che funziona,
sensibilizzazione e sinergia tra istituzioni, c'è una risposta immediata di
magistratura e polizia", ha chiosato Roia. La situazione però cambia se si
guarda ai provvedimenti di allontanamento dei mariti violenti adottati in sede
civile in via d'urgenza: a Milano solo