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Report "Giustizia"   2-3 aprile 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Procreazione, la Corte Costituzionale boccia il limite dei tre embrioni ( da "Corriere.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: PARZIALE ILLEGITTIMITÀ della LEGGE 40 Procreazione, la Corte Costituzionale boccia il limite dei tre embrioni L'Alta Corte, inoltre, ha dichiarato incostituzionale anche il comma 3 dell'articolo 14 della legge in questione (Ansa) ROMA - La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell' art.

Roccella (Pdl): Emma Bonino: ( da "Corriere.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nuove linee guida: «Sono molto dubbi gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulle pratiche che devono essere adottate nei centri». «Chi interpreta questa sentenza della Corte Costituzionale come un'apertura alla diagnosi pre- impianto - ha aggiunto la Roccella - commette un'operazione dubbia e prematura».

Decreto incentivi, governo pone la fiducia ( da "Corriere.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: OPPOSIZIONI - «La Corte costituzionale dovrà pronunciarsi su questa schifezza, e allora avrete delle sorprese amarissime», ha commentato Gianclaudio Bressa (Pd). Il dialogo si è rotto definitivamente. Da ora avrete davanti un'opposizione ancor più dura di quanto non possiate immaginare».

ROMA. Militari in città: il Governo va avanti e raddoppia. I ministri dell'Interno ... ( da "Trentino" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: rileva il Csm, «la genericità delle previsioni contenute nel decreto legge può provocare il rischio del determinarsi di incidenti e, nei casi più gravi, della commissione di reati». Con il risultato di portare a «un aggravio sia per le forze dell'ordine» (che verrebbero dunque distolte «dal perseguimento del fine di garantire un efficace controllo del territorio»

Lega-Pdl, un patto sofferto ( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: L'Udc è pronta a giocare la carta Ugo Bergamo, consigliere del Csm, che cercherà un posto pure in Europa. Verona. Il Pdl si affida ad Antonio Pastorello, vicepresidente della Provincia, braccio destro del sottosegretario Aldo Brancher. Lo Scudocrociato pensa a Stefano Valdegamberi, assessore regionale ai Servizi sociali.

Montebelluna punito 0-3 a tavolino col Somma ( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Mognon (Virtus Csm Farra Soligo), Camatta (Aurora Treviso Due), Di Stefano (Ciprianocatron), Simionato (Dal Santo Fossalunga), Rinaldo (Giovanile Ezzelina), Trentin (Godigese), Florian (Monastier), Tonon (Monastier), Sansoni (San Michele Cerfim), Busetti (Virtus Csm Farra Soligo), Bovino (Calcio Paese), Bin (Cendon),

Procreazione, la Consulta boccia la legge ( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: attesa per il verdetto della Corte Costituzionale. La pronuncia è arrivata alle sette di ieri sera, all'indomani dell'affollata udienza in cui si sono discussi i ricorsi. La decisione dei giudici costituzionali risponde solo in parte alle speranze delle coppie, tutte affette da gravi malattie genetiche, che si erano costituite in giudizio contro alcune delle norme in vigore.

Sicurezza, raddoppiano i militari in città ( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: rileva il Csm, «la genericità delle previsioni contenute nel decreto legge può provocare il rischio del determinarsi di incidenti e, nei casi più gravi, della commissione di reati». Con il risultato di portare a «un aggravio sia per le forze dell'ordine» (che verrebbero dunque distolte «dal perseguimento del fine di garantire un efficace controllo del territorio»

La sconfitta di un'ideologia ( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: Spero che anche per questo la decisione della Corte costituzionale serva di monito». Più volte dal centrodestra si sono alzate voci a chiedere una riforma della Corte costituzionale, e anche recentemente Berlusconi ha messo sotto accusa Palazzo dei Marescialli. Queste richieste potrebbero riprendere vigore dopo la decisione di ieri?

la consulta boccia la legge sulla fecondazione ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Prima Pagina La Consulta boccia la legge sulla fecondazione ROMA - La Corte Costituzionale boccia la legge sulla fecondazione assistita. Secondo la Consulta è da considerarsi illegittima la norma che limita a tre gli embrioni impiantabili e la parte in cui non si prevede che il trasferimento debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna.

la consulta boccia la legge 40 "no al limite dei tre embrioni" - elsa vinci ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: illustrare e a spiegare nel dettaglio come la Corte Costituzionale ha ridisegnato la legge. «La sentenza ha nei fatti intaccato l´architrave di una noma che non bilanciava il diritto costituzionale alla salute della madre e del concepito. E apre la strada a nuovi ricorsi», afferma l´avvocato Gian Carlo Muccio per la Warm del professor Severino Antinori che si era costituita in giudizio.

"la mia battaglia non è stata vana finalmente potrò avere un figlio" - michele bocci ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e di un´altra coppia, il percorso che ha portato alle decisione della Corte Costituzionale. Li ha seguiti l´avvocato Gianni Baldini, che ieri parlava di «un bel giorno per tutti quelli che hanno combattuto una battaglia di libertà». Signora Antonia, con che stato d´animo avete atteso la decisione della Suprema Corte?

"è un brutto passo indietro pericoli per la salute delle donne" - orazio la rocca ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il pronunciamento della Corte Costituzionale preoccupa l´arcivescovo Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia della Vita, pur precisando che «è una prima impressione e non conosco le motivazioni della sentenza». Per l´Alta Corte è incostituzionale il limite dei 3 embrioni.

lv+sa - giovanna casadio ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: SA Il governo attacca la Corte, il Pd la difende: modificare la legge flògi "Decisione dubbia, faremo nuove linee guida" GIOVANNA CASADIO ROMA - «Ora interverrà il governo, o meglio il nostro ministero», per vanificare la sentenza della Corte costituzionale che «crea confusione e contraddizioni» nell´applicazione della legge sulla fecondazione assistita.

sconfitto lo stato etico - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Quell´insieme di norme, infatti, è perfino più sgangherato, dal punto di vista della costituzionalità, della pur sgangheratissima legge sulla procreazione assistita. I legislatori, lo ripeto, apprendano le lezioni di costituzionalità che la Corte, legittimamente, impartisce.

La Corte Costituzionale ha bocciato ieri uno degli articoli più controversi della legge 40 del ... ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ha bocciato ieri uno degli articoli più controversi della legge 40 del 2004, quella sulla fecondazione assistita: l'impianto «unico e contemporaneo» di embrioni fino al massimo di tre. Pazienza per chi pensa che sia una questione marginale, una cosa da donne.

1 Bocciatura La sentenza della Consulta è una bocciatura profonda della legge sulla fecondaz... ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ad alcuni di quei quesiti la Corte costituzionale dà ragione. 3 Magistratura La Corte interviene quando le istituzioni non sono coerenti rispetto a quella Bibbia laica che è la Costituzione. 4 Scatto Ora il Parlamento, che ha la responsabilità di trovare soluzioni sagge e condivise, è chiamato a fare uno scatto: correggere quella legge offensiva e ideologica in tempi rapidissimi.

Prima Pagina ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Invia Rss Podcast INTERNI Il Csm va contro le "ronde": ci sono dubbi di costituzionalità di Redazione 29 commenti Il Consiglio superiore della magistratura solleva "perplessità di ordine generale" sulla possibilità di derogare all'autorità pubblica la tutela della sicurezza ESTERI Riecco il Concorde!

Csm, no alle ronde e ai Centri Ok alle norme sullo stalking ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: «Ormai è una costante - aggiunge - che il Csm si occupi di politica perdendo così in credibilità». Jole Santelli (Pdl) bolla il documento come «indebita ingerenza». Ora, poichè il decreto deve essere convertito entro il 20 aprile, c'è da immaginare che il documento del Csm farà discutere ancora molto.

No alle ronde. Necessarie le norme sullo stalking, le molestie continuate. Dubbi seri sul carcere ob... ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: «Ormai è una costante - aggiunge - che il Csm si occupi di politica perdendo così in credibilità». Jole Santelli (Pdl) bolla il documento come «indebita ingerenza». Ora, poichè il decreto deve essere convertito entro il 20 aprile, c'è da immaginare che il documento del Csm farà discutere ancora molto.

bocciata la legge sulla fecondazione ( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ha bocciato la legge 40 sulla fecondazione assistita nella parte che limita a tre il numero degli embrioni da impiantare. La decisione della Consulta era nell'aria e adesso si attendono gli effetti nei centri italiani che da cinque anni si sono attenuti alle norme, con gli occhi sempre rivolti ai tribunali,

Casa, il "piano famiglia" riapre i cantieri ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm va contro le "ronde": ci sono dubbi di costituzionalitàRiecco il Concorde! Ma è il 1° aprile"Moana odiava il sesso ed era sieropositiva" Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione

Il Csm va contro le "ronde": ci sono dubbi di costituzionalità ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è articolato il giudizio del Csm sul decreto legge del governo ed è contenuto in un parere messo a punto dalla Sesta Commissione di Palazzo dei marescialli e che oggi pomeriggio sarà all?esame del plenum. "Perplessità di ordine generale" Il Csm solleva "una perplessità di ordine generale sulla possibilità di derogare al principio che assegna all?

sarà napolitano a inaugurare la "biennale" - massimo novelli ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Come ha spiegato Gustavo Zagrebelsky, ex presidente della Corte Costituzionale e ora alla guida della manifestazione torinese, il cui programma è stato presentato ieri al Teatro Carignano (anche da Mercedes Bresso, Antonio Saitta e Fiorenzo Alfieri), non si tratta di una serie di dibattiti per accademici.

La legge 40 è incostituzionale La Consulta riapre il caso ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la sentenza della Corte Costituzionale è arrivata ieri nel tardo pomeriggio, dopo un giorno e mezzo di camera di consiglio, e ha colpito il cuore stesso della legge. L'INCOSTITUZIONALITÀ Illegittimo l'articolo 14 al secondo comma, laddove prevede il limite dei tre embrioni e l'obbligo «a un unico e contemporaneo impianto».

Parzialmente illegittima la legge 40 sulla Fecondazione assistita: la sentenza della Corte Costituzi... ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la sentenza della Corte Costituzionale è arrivata ieri nel tardo pomeriggio, dopo un giorno e mezzo di camera di consiglio, e ha colpito il cuore stesso della legge. L'INCOSTITUZIONALITÀ Illegittimo l'articolo 14 al secondo comma, laddove prevede il limite dei tre embrioni e l'obbligo «a un unico e contemporaneo impianto».

Così è nata la strategia del ricorso ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che assieme ad altri quattro colleghi ha innnescato quel ricorso che ieri è stato accettato dalla Corte Costituzionale. «Sì, parlo al passato perché la legge è stata di fatto riscritta dal giudice costituzionale, anche se ovviamente bisognerà aspettare il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Ma la cosa importante è che l'aspetto più rigido sia stato eliminato».

La coppia del ricorso Arriva giustizia per tanti come noi Siamo andati due volte a Istanbul per avere un bambino poi abbiamo finito i soldi. Io prendo 600 euro, mio marito 1100 ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: poco dopo le sei del pomeriggio, la notizia: la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il cuore della legge. «Capisce cosa vuol dire questa sentenza? Vuol dire giustizia per tante coppie come Giovanni e me. Noi siamo andati due volte a Istanbul per provare ad avere un bambino, poi abbiamo finito i soldi.

fecondazione: no al limite di tre embrioni ( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale ha bocciato la legge 40 sulla fecondazione assistita nella parte che limita a tre il numero degli embrioni da impiantare. La decisione della Consulta era nell'aria e ora si attendono gli effetti nei centri italiani che da cinque anni si sono attenuti alle norme, con gli occhi sempre rivolti ai tribunali dove a colpi di ricorsi si è consumata una lunga guerra

Mia madre e i miei fratelli vittime innocenti della mafia ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: viene processato dal Csm. Un importante leader politico, Bettino Craxi, si augura che venga condannato. Da Trento, il giudice decide di farsi trasferire a Trapani. Per continuare a indagare su mafia, massoneria e politica. Sono da poco passate le otto e mezza quando le macchine del magistrato e della sua scorta sfrecciano per il rettilineo di Pizzolungo.

procura contro il premier ma galgano bacchetta i pm ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ufficio si compatta Procura contro il premier ma Galgano bacchetta i pm L´assemblea della Procura chiede tutela al Csm contro gli attacchi provenienti «da esponenti delle istituzioni e dell´imprenditoria» in occasione dell´inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra. Primo firmatario del documento il procuratore Lepore. E Galgano bacchetta i pm. DARIO DEL PORTO A PAGINA

la procura si compatta contro berlusconi - dario del porto ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm deve tutelarci dagli attacchi". Dopo le tensioni firma anche Lepore "Non ho mai protetto né fatto sconti a nessuno e ho sempre firmato i provvedimenti" DARIO DEL PORTO La Procura chiede tutela al Csm rispetto agli «attacchi» mossi nei confronti della magistratura napoletana, e in particolar modo dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo,

Procreazione La Consulta boccia la legge ( da "Stampa, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: rappresentato il Movimento per la Vita davanti alla Corte Costituzionale riunita per esaminare la legge numero 40 sulla procreazione assistita, sembra non avere dubbi: l'impianto della legge è smantellato. Perché è stato tolto il limite di tre embrioni, e si è ristabilita la libertà costituzionale della donna e del medico su quando e quanti altri embrioni criocongelati reimpiantare.

Maria Antonietta Farina Coscioni, deputato Pd,come ha accolto la decisione della Consulta? ... ( da "Stampa, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dopo la decisione della Corte Costituzionale, si ridurrà il cosiddetto turismo della cicogna? «Non solo. Una conseguenza gravissima di questa legge è stato l'aumento notevole delle gravidanze e dei parti trigemini e quindi il pronunciamento sulla parte della legge che riguarda il numero di embrioni è molto importante e andrà a incidere su questi numeri»

Fecondazione, no al limite dei tre embrioni ( da "Tempo, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: no al limite dei tre embrioni Corte CostituzionaleA sollevare la questione di legittimità anche il Tar del Lazio Parziale bocciatura della legge 40 sulla fecondazione assistita . La Corte Costituzionale hanno ieri dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 2, della norma, nel punto in cui prevede che ci sia un «unico e contemporaneo impianto,

braccio di ferro fitto-procura ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Contro di me a tempo di record" Braccio di ferro Fitto-Procura Ispezione, i pm si appellano al Csm. E accusano: gli indagati ci spiavano Chiedono di sapere quali sono i limiti dell´azione degli ispettori. I pm hanno scritto nuovamente al Csm che ieri intanto ha archiviato l´esposto del ministro. «Velocità del tutto inusitata» dice Fitto.

l'affondo di fitto contro la procura - gabriella de matteis ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: affondo di Fitto contro la Procura E i pm al Csm: "Ci indichi oltre quale limite l´ispezione diventa interferenza" L´organo di autogoverno dei giudici intanto respinge l´esposto dell´ex governatore GABRIELLA DE MATTEIS La scena, ora, si sposta a Roma. I magistrati, titolari dei fascicoli che coinvolgono il ministro Raffaele Fitto, ieri, hanno scritto una nuova lettera al Csm,

Il Csm: alt alle ronde "Rischiano di tornare le milizie di partito" ( da "Stampa, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ma è sulle ronde che il Csm picchia duro. In Parlamento è stato fissato un principio che secondo il ministro Maroni dovrebbe tranquillizzare anche i più critici: l'albo delle associazioni sarà depositato presso i prefetti. «Non si configura - scrive il Csm - come un effettivo controllo sull'attività svolta dall'associazione,

- liana milella ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: utilizzando anche la stroncatura del Csm. Tant´è che la democratica Donatella Ferranti ha di nuovo chiesto al governo di ritirare «l´obbrobrio giuridico» delle ronde. Il parere del Csm non lascia spazi di possibile trattativa. A partire dal principio generale della sicurezza che finisce in mano ai privati e «all´elevato tasso di discrezionalità» che i rondisti avranno nel segnalare «

"e ora stop alla fuga delle coppie all'estero" - caterina pasolini ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: arrivando sino alla Corte Costituzionale per «dare giustizia», dice l´avvocato Maria Paola Costantini, che come gli altri lavora gratuitamente per queste coppie. «Mi sembra che i giudici abbiano capito che non erano giusti i rigidi protocolli della legge, hanno seguito le indicazioni delle sentenze in cui si invitava a valutare caso per caso.

csm, no a ronde e centri d'espulsione - vera schiavazzi ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Cronaca Dopo le liti giudiziarie i fiori d´arancio potrebbero far riavvicinare Margherita ai figli Csm, no a ronde e Centri d´espulsione Si sposa Ginevra Elkann casa Agnelli torna a far festa "Gravi rischi di incostituzionalità". Il Pdl: indebite interferenze VERA SCHIAVAZZI TORINO - E se insieme alle nozze arrivasse anche un ramoscello d´ulivo?

Sciopero degli avvocati bloccato maxi processo ( da "Stampa, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: fra magistrati giudicanti e inquirenti e le riforme del Csm e del codice di procedura penale. Niente udienze per tutta la settimana: sarà rinviata anche l'udienza preliminare per la «cupola» degli appalti edili (50 imprenditori e manager indagati). Il giudice Aldo Tirone, gup del maxi processo ed ex coordinatore dell'Anm astigiana, ha espresso contrarietà alla scelta dei legali:

la nuda vita - stefano rodotà ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: fondamentale" dalla Corte costituzionale. Una constatazione, questa, che induce non all´ottimismo, ma a confermare il dovere di ognuno di fare la sua parte, a reagire alla rassegnazione di chi pensa che l´azione culturale sia ormai inutile. Fa bene, quindi, Paolo Flores d´Arcais a sottolineare la necessità di continuare "la lotta",

Lite Pd-Pdl sulla "Brunettina" ( da "Stampa, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: parlando del ricorso alla Corte Costituzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri contro la legge regionale ''Brunettina'', ha accusato il governo Berlusconi «di continuare a mandare avvertimenti minacciosi nei confronti dell'autonomia della Valle d'Aosta. Aspettiano serenamente la decisione della Consulta ma ricordiamo a chi ha orecchie per intendere che con la '

Prima vittima del medico-spia ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: FATEBENEFRATELLI DI NAPOLI l PAGINE 2/3 Prima vittima del medico-spia E' una ivoriana di 24 anni ed è richiedente asilo. Denunciata alla polizia dopo il parto in base al «pacchetto sicurezza». Il Csm boccia ronde e Cie

Contrordine, i giudici possono fare i pm . Nelle sedi disagiate ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: emendamento al testo sulle ronde affida al Csm il potere di trasferire le toghe nei tribunali più difficili Contrordine, «i giudici possono fare i pm». Nelle sedi disagiate Sara Menafra Pm trasformati in avvocati dell'accusa? Col cappello in mano e ben distinti dai giudici? Non più. Quando si tratta di risolvere un problema burocratico che rischia di paralizzare la giustizia penale,

Quegli obblighi e divieti salvati dalla Cei e dall'astensione ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della legge era stato dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale. Al termine di una campagna elettorale tutta giocata dalla Chiesa, dal centrodestra e dalle associazioni pro-life con l'obiettivo dell'astensione, la partecipazione degli elettori si era fermata al 25,9%, mentre i sì avevano (inutilmente) vinto in tutti e quattro i referendum abrogativi con percentuali dal 77%

La Corte Costituzionale boccia la legge 40 ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: No al limite dei tre embrioni" La Corte Costituzionale boccia la legge 40 Iaia Vantaggiato ROMA La Corte costituzionale boccia di fatto la legge 40 sulla fecondazione assistita dichiarandone illegittimo l'articolo 14, quello che prevede che ci sia "un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre" di embrioni.

LA ROVINA DEI TEOCON ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: LA ROVINA DEI TEOCON Micaela Bongi Era stato un ex presidente della Corte costituzionale, Antonio Baldassare, nell'udienza di martedì, a sostenere che la legge 40 sulla procreazione assistita andava difesa con i denti, altrimenti «la tutela dell'embrione sparirebbe e si darebbe piena espansione all'interesse della salute della donna».

La Consulta boccia la legge sulla fecondazione assistita ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Punto di Folli u pagina 16 Il Csm: ronde incostituzionali, rischio incidenti e reati In un parere che sarà votato oggi dal plenum, il Consiglio superiore della magistratura esprime un giudizio negativo sulle "ronde" introdotte dal Governo nel decreto sicurezza: «Norme generiche che determino il rischio di incidenti e commissione di reati».

Bocciate le ronde e la detenzione nei Cie per sei mesi ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: IL CSM Bocciate le ronde e la detenzione nei Cie per sei mesi E' una bocciatura in pieno della parte del decreto sicurezza che riguarda le ronde, ma anche della parte che aumenta a sei mesi il trattenimento dello straniero all'interno dei Centri di identificazione ed espulsione.

In Ucraina presidenziali il 25 ottobre ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ironizzando sulla sua posizione filoamericana) ha subito bollato come illegale la decisione, annunciando che intende portare la questione alla Corte costituzionale. Tra i candidati probabili, oltre allo stesso Yuschenko,la premier Yulia Timoshenko,e l'ex premier filo russo Viktor Yanukovich. AP/LAPRESSE

Fecondazione, stop della Consulta ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: aveva chiesto alla Corte di sollevare d'ufficio la questione di legittimità costituzionale sulla diagnosi pre-impianto degli embrioni, sostenendo che esiste «un diritto al figlio, ma non al figlio sano». La Corte non ha accolto la richiesta. Il divieto resta formalmente in piedi ma è di fatto disapplicato in base al diritto vivente: alcuni giudici di merito (

Il Csm: Le ronde? Incostituzionali ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm: «Le ronde? Incostituzionali» ROMA Il Consiglio superiore della magistratura smonta le ronde volute dal Governo con il decreto legge stupri. Ma anche le norme sul carcere obbligatorio per gli indagati di violenza sessuale e quelle che estendono a 6 mesi il termine massimo per trattenere gli stranieri irregolari nei Centri di identificazione e di espulsione (

Legge 40, stop della Consulta ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale ha bocciato la legge 40 nella parte che limita a tre il numero degli embrioni da impiantare. La decisione della Consulta era nell'aria e ora si attendono gli effetti nei centri italiani che da cinque anni si sono attenuti alle norme, con gli occhi sempre rivolti ai tribunali dove a colpi di ricorsi si è consumata una guerra legale voluta da associazioni e coppie.

: l'Italia si divide e litiga ancora ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: È il giudizio di Carlo Casini presidente del Movimento per la Vita sulla decisione della Corte Costituzionale di dichiarare parzialmente illegittima la legge 40. «Ancora una volta assistiamo ad una sentenza pilatesca della Consulta che ci lascia assolutamente perplessi». Lo afferma Maurizio Lupi , vicepresidente della Camera, Pdl.

Ora i magistrati vogliono bocciare... ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: secondo il Csm, troppe «discrezionalità» e «lacune». Come la «mancata previsione» che le associazioni di volontari «non debbano avere né natura né finalità di ordine politico»; oppure «l'assenza di ogni requisito negativo, preclusivo della partecipazione, come quelli di essere stati condannati per reati di violenza o per il compimento di atti di discriminazione»

Fecondazione, stop alla legge ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale boccia il limite dei tre embrioni. I giudici della Consulta hanno infatti dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 2, della norma. «Dubbi gli effetti della sentenza», afferma il sottosegretario al Welfare , annunciando l'emanazione di «nuove linee guida».

sicurezza, raddoppiano i militari in città ( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: raddoppiano i militari in città Il Csm critica le ronde: «Decreto generico, rischio di incidenti e di reati» ROMA. Militari in città: il Governo va avanti e raddoppia. I ministri dell'Interno e della Difesa hanno ribadito l'intenzione di proseguire l'operazione «Strade sicure» oltre la scadenza di giugno.

procreazione, bocciata la legge - natalia andreani ( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: attesa per il verdetto della Corte Costituzionale. La pronuncia è arrivata alle sette di ieri sera, all'indomani dell'affollata udienza in cui si sono discussi i ricorsi. La decisione dei giudici costituzionali risponde solo in parte alle speranze delle coppie, tutte affette da gravi malattie genetiche, che si erano costituite in giudizio contro alcune delle norme in vigore.

la sconfitta di un'ideologia - andrea palombi ( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Spero che anche per questo la decisione della Corte costituzionale serva di monito». Più volte dal centrodestra si sono alzate voci a chiedere una riforma della Corte costituzionale, e anche recentemente Berlusconi ha messo sotto accusa Palazzo dei Marescialli. Queste richieste potrebbero riprendere vigore dopo la decisione di ieri?

I giudici decidono ancora della vita:... ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: attesa decisione della Corte costituzionale su alcun aspetti della legge che regolamenta le tecniche di procreazione assistita non stravolge la normativa ma ne rende più complessa e poco chiara l'applicazione. Anche se si dovranno attendere le motivazioni della sentenza per valutare appieno l'impatto della decisione della Consulta.

Bioetica, la Consulta boccia la legge 40 Roccella: nuove linee ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: I giudici della Corte Costituzionale hanno dichiarato l?illegittimità costituzionale dell?articolo 14, comma 2, della norma, nel punto in cui prevede che ci sia un "unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre" di embrioni. Viola la Costituzione anche il comma 3 dello stesso articolo, nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni,

"La mia battaglia non è stata vana finalmente potrò avere un figlio" ( da "Repubblica.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e di un'altra coppia, il percorso che ha portato alle decisione della Corte Costituzionale. Li ha seguiti l'avvocato Gianni Baldini, che ieri parlava di "un bel giorno per tutti quelli che hanno combattuto una battaglia di libertà". Signora Antonia, con che stato d'animo avete atteso la decisione della Suprema Corte?

Contrordine, . Nelle sedi disagiate ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: al Csm il potere di trasferire le toghe nei tribunali più difficili Sara Menafra Pm trasformati in avvocati dell'accusa? Col cappello in mano e ben distinti dai giudici? Non più. Quando si tratta di risolvere un problema burocratico che rischia di paralizzare la giustizia penale, come per incanto la separazione delle carriere smette di essere una priorità del governo Berlusconi.

Roccella: le linee guida per rimettere ordine ( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: viene dal governo alla decisione della Corte costituzionale. Perché, spiega il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, «sono molto dubbi gli effetti della sentenza sulle pratiche che devono essere adottate nei centri». Nuove indicazioni da emanarsi sulla base dei pareri scientifici che il Consiglio Superiore di Sanità, l'organo tecnico scientifico di consultazione del ministero,

( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: conoscere le motivazioni con cui la Corte Costituzionale ha ammesso alcune eccezioni di conformità alla Carta e ne ha rigettate altre, Aldo Loiodice, docente di Diritto costituzionale all'Università di Bari, riflette sulle prime anticipazioni della decisione della Consulta. Alcuni paletti restano: come il divieto di crioconservazione e l'irrevocabilità del consenso della donna all'

Legge 40, mezzo strappo dalla Consulta ( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: LUIGI FORNARI L a Corte costituzionale accoglie parzialmente i ricorsi mossi contro la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. E respinge come inammissibili alcune questioni sollevate su altri punti della normativa. La Consulta, nella serata di ieri, ha reso noto solo il dispositivo del suo pronunciamento, mentre le motivazioni sono attese entro una ventina di giorni.

Sicurezza, il Csm boccia le ronde: ( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm boccia le ronde: «Sono pericolose» Dall'organo di autogoverno della magistratura forti dubbi anche all'aumento del periodo di permanenza degli immigrati nei Cie. Buon giudizio, invece, sulla legge anti-stalking: «Colma un vuoto» DA ROMA DANILO PAOLINI L e ronde sono pericolose perché possono essere causa «del determinarsi di incidenti e,

Legge 40: sono i fatti a smentire le obiezioni ( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Daloiso L a Corte Costituzionale ha deciso sulle sorti della legge 40 (tutta la cronaca nelle pagine di attualità del quotidiano). Non importa che la norma abbia posto ordine in quello che prima era un intricato e pericoloso modus operandi clinico nel nostro Paese, non importa che il testo della legge sia stato sottoposto a un referendum popolare su alcuni dei suoi punti cadine,

in aula ( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale sulla legge 40 è arrivata ieri sera, dopo l'accesa udienza di martedì mattina. I difensori della normativa, rappresentati oltre che dall'avvocato dello Stato Gabriella Palmieri, dai legali del Comitato per la tutela della salute della donna e da quelli del Movimento per la vita, si erano confrontati con i difensori della Warm ente che riunisce alcuni professionisti

Legge 40, la politica in ordine sparso ( da "Stampaweb, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e dalla sentenza della Corte emerge che «l?impianto della legge è confermato», anche se «alcune parti importanti vengono modificate». Sulla stessa linea Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl, secondo il quale «la sentenza della Corte Costituzionale ha eliminato i due punti più discutibili della legge», ma «l?

Bonino: e adesso va rivisto anche il biotestamento ( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in questi anni la Corte costituzionale ci ha abituato a tutto, basti ricordare il giudizio sull'inammissibilità di alcuni referendum. Diciamo che ci speravo. Evidentemente c'è un giudice non solo a Berlino ma anche a Roma». Nella dichiarazione alle agenzie Emma Bonino si è detta «molto soddisfatta» della pronuncia della Corte costituzionale.

Fecondazione, colpo alla legge ( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: no al limite dei tre embrioni ROMA La Corte costituzionale ha bocciato in parte la legge 40 sulla fecondazione assistita. I giudici costituzionali hanno dichiarato l'illegittimità dell'articolo 14, comma 2 della norma, nel punto in cui prevede che ci sia un «unico e contemporaneo impianto di embrioni, comunque non superiore a tre».

Il Csm boccia le ronde: c'è il rischio di incidenti ( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: proroghe nei centri di identificazione Il Csm boccia le ronde: c'è il rischio di incidenti La Russa: raddoppiano i soldati nelle città fino a giugno Oggi il voto, poi il parere sarà inviato al ministro Alfano. «Rischio di aggravio di lavoro per le forze dell'ordine» ROMA Il Csm boccia senza appello le ronde di volontari varate per decreto dal governo per rassicurare i cittadini.

di Lampedusa ( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corriere della Sera sezione: Cronache data: 02/04/2009 - pag: 18 Il Cie di Lampedusa Clandestini nel Centro per l'identificazione e l'espulsione di Lampedusa. Il Csm contesta che sia il giudice di pace ad autorizzare la proroga della permanenza

R? ( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Prima del responso della Corte costituzionale, nel capitolo «Misure a tutela dell'embrione» era previsto che la creazione di embrioni fosse finalizzata «ad un unico e contemporaneo impianto, e comunque non superiore a tre». In sostanza, si possono produrre un massimo di tre embrioni, con l'obbligo di impiantarli insieme: questa soluzione potrebbe aver contribuito all'

Fitto e l'inchiesta per corruzione: ( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: lamenta Fitto, facendo notare «la velocità del tutto inusitata» con cui «si mobilita» l'Anm (che ieri ha dato solidarietà ai colleghi di Bari) e con cui il Csm «eccepisce la sua non competenza sul mio esposto e, sempre a tempo di record, si dispone a intervenire sul caso dell'ispezione». Virginia Piccolillo

Rimosso presidente del Tribunale ( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Rimosso presidente del Tribunale Il Csm ha trasferito d'ufficio per incompatibilità ambientale il presidente del Tribunale Pier Giovanni Palminota. Alla base del trasferimento il «diffuso disagio» determinato dal comportamento di Palminota e il rapporto con la Procura «incrinato anche da condotte connotate da superficialità e sostanziale disinteresse a una corretta gestione dell'

Fecondazione, Fini plaude alla Consulta "La sentenza rende giustizia alle donne" ( da "Repubblica.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Rende giustizia alle donne italiane la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato in parte la legge sulla fecondazione assistita. Ma la pronuncia può servire da monito generale: se una legge si basa "su dogmi etico-religiosi" è "sempre suscettibile di censura di costituzionalità", perché le istituzioni sono laiche.

Sicurezza, il Csm si spacca sulle ronde ( da "Corriere.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm si spacca sulle ronde Voto contrario dei laici del Pdl, si astengono Mancino e tre togati di Magistratura Indipendente (Emblema) ROMA - Spaccatura nel plenum del Csm, chiamato ad approvare giovedì mattina il parere che esprime più di una perplessità sul decreto sicurezza, attualmente al vaglio della Camera.

Fecondazione, la politica si divide Fini: "Si è resa giustizia alle donne" ( da "Stampaweb, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Parlamento deve semplicemente rispettare la Carta costituzionale che non permetteva una legge oscurantista, immorale, ingiusta e incostituzionale». Anche Gianfranco Rotondi, del Pdl, prende le distanze dalla legge: «Le sentenze della Corte Costituzionale non si dovrebbero discutere e la legge 40 è da rivedere anche alla luce delle nuove scoperte scientifiche».

Fecondazione, Fini e lo stop a legge 40: "Consulta rende giustizia alle donne" ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Rsipetti voto del parlamento" di Redazione Il presidente della Camera difende la sentenza della Corte Costituzionale sulla bioetica: "Quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni". Il leader dell'Udc: "Stato etico in Italia?

Fecondazione: legge 40 Fini: "Da Consulta giustizia per le donne" ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di Redazione Il presidente della Camera difende la sentenza della Corte Costituzionale: "Quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso è suscettibile di censure di costituzionalità". Casini: "Rispetti il voto del parlamento" Roma - Fini mette il carico. La Roccella cerca di stemperare. Poi arriva Casini che "stronca" il gioco dell'ex leader di An.

Anche Mancino non segue il Csm contro le ronde ( da "Stampa, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: perplesso sul fatto stesso che il Csm possa esprimersi su un tema che fa parte della politica». E' un'invasione di campo, il parere del Csm? E su temi che nemmeno riguardano l'organizzazione della giustizia? E' quanto sostiene il centrodestra a gran voce. «Mi auguro si occupi delle sue competenze disciplinari con maggiore rapidità, visto che ci sono tanti casi che meritano decisioni.

"La Consulta rende giustizia alle donne" ( da "Stampa, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato in parte la legge sulla fecondazione assistita. «Le istituzioni sono laiche, quindi se una norma si basa su dogmi etico-religiosi è sempre suscettibile di censura di costituzionalità», ammonisce il presidente della Camera scatenando una bufera politica che si proietta sul biotestamento approvato al Senato e passato ora alla Camera.

Stringe il collo all'arbitro: due anni e mezzo ( da "Tribuna di Treviso, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 30 e vedrà opposti Csm Resana e San Gaetano. Recupero Prima. L'altra sera un recupero di Prima categoria: Sedico-Codognè 0-2 (reti: Mazzardis, N. Meneghin). Codognè in campo con: Fovero, S. Meneghin, Carli, Da Dalt, Casagrande, Mattiuzzi, Balliana, Cancian, Poles, N.

Ronde, il Csm si spacca e Mancino si astiene ( da "Tribuna di Treviso, La" del 03-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ronde, il Csm si spacca e Mancino si astiene La maggioranza boccia comunque il provvedimento del governo ROMA. Sembrava si potesse raggiungere quasi l'unanimità. Invece il plenum del Csm si è spaccato sul parere al decreto sicurezza, che è comunque passato a larga maggioranza.

Il Csm si spacca sulle ronde Mancino: Non ci riguardano ( da "Unita, L'" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: collaborazione necessaria tra Csm e politica». Poi il grande freddo con le parole dei togati di Mi, la corrente indipendente della magistratura sempre più in rotta con le altre correnti. «Mi astengo perchè in questo modo il Csm va oltre le sue competenze» ha tagliato corto Cosimo Ferri che poi ha ingaggiato scambi di battute feroci con le consigliere Maccara e Cesqui,

Ora finalmente si potranno congelare gli embrioni ( da "Unita, L'" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il pronunciamento della Corte Costituzionale mette in discussione l'impianto della legge 40? Avvocato Maria Paola Costantini: «È vero che alcune norme rimangono, come l'articolo 1 dove si tutelano tutte le parti coinvolte, la donna e l'embrione. Ma la sentenza è chiara nel momento in cui i giudici scrivono: «Non ci sia pregiudizio della salute della donna»

Ora al governo non resta che adeguarsi alla sentenza della Corte Costituzionale, modifican... ( da "Unita, L'" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: «Ora al governo non resta che adeguarsi alla sentenza della Corte Costituzionale, modificando radicalmente le linee guida al fine di togliere ogni incertezza giuridica per le donne che scelgono di affrontare i trattamenti di fecondazione assistita».

Viaggi della speranza la fatica, il dolore E oggi non siamo più quelli di prima ( da "Unita, L'" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: TONI JOP E adesso che la Corte Costituzionale ha fatto la barba e i capelli alla legge più teocratica della terra, che accadrà? Cosa succederà soprattutto nelle coscienze di quelle migliaia di esseri umani che hanno vissuto sulla propria pelle l'illegittimità transitoria e fasulla della loro condizione, del loro umanissimo desiderio di avere dei figli?

Siamo pronti, non appena la sentenza della Consulta, verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale,... ( da "Unita, L'" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il pronunciamento della Corte Costituzionale mette in discussione l'impianto della legge 40? Avvocato Maria Paola Costantini: «È vero che alcune norme rimangono, come l'articolo 1 dove si tutelano tutte le parti coinvolte, la donna e l'embrione. Ma la sentenza è chiara nel momento in cui i giudici scrivono: «Non ci sia pregiudizio della salute della donna»

fini: la consulta ha difeso le donne ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Consulta ha difeso le donne ROMA - Dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale della legge 40 sulla parte relativa all´impianto di tre soli embrioni, arriva l´affondo laico del presidente della Camera, Gianfranco Fini: «Sulla fecondazione la Consulta ha difeso i diritti delle donne», ha detto in una nota diffusa nel pomeriggio di ieri.

"costituzione tradita, basta fughe in avanti o neanche i cattolici la difenderanno più" - marco politi ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Invece tocca al Parlamento interpretare i mutamenti sociali e la Corte deve intervenire soltanto in presenza di grossolane violazioni dei principi costituzionali». Finora attaccare la Corte ero lo sport di esponenti di Forza Italia o della Lega, fa impressione sentire un esponente della cultura politica cattolica polemizzare violentemente con la più alta istituzione di garanzia.

nelle cliniche i primi sì alla sentenza "pronti a produrre più di tre embrioni" - caterina pasolini ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: al più presto linee guida non in contrasto con la sentenza della Corte costituzionale. «Altrimenti cosa faranno nel frattempo i centri e le donne in attesa costrette sino ad oggi a continui viaggi all´estero quando in Italia ci sono capacità e tecnologia?». E sono più di diecimila ogni anno, anche se molte per la fecondazione eterologa, le coppie in trasferta in cerca di un bimbo.

giallo sul congelamento, i giuristi si dividono - elsa vinci ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della legge 40 sulla procreazione assistita davanti ai giudici costituzionali. «Aspettiamo le motivazioni della sentenza che detteranno le indicazioni per tracciare le linee guida, le modalità di attuazione della legge», dice cauta. Tuttavia, l´avvocato dello Stato ammette che «la Corte sembra aver voluto rendere meno stringente quella che era l´eccezione alla crioconservazione»,

Il duello Fini-Casini ( da "Tempo, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: fecondazione assistita in parte cassata dalla Corte Costituzionale mercoledì. Il presidente della Camera prende carta e penna e nel pomeriggio di ieri dirama una nota dai toni chiari: «La sentenza della Consulta che dichiara illegittime alcune norme della legge 40 sulla fecondazione assistita rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti paesi europei»

Fini applaude la Consulta: rende giustizia alle donne ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte, mi sembra fin d'ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni ». Parole come benzina sul fuoco. Fin dalla mattinata si stavano fronteggiando due schieramenti bipartisan: da una parte Alessandra Mussolini e le aree liberal e laica della maggioranza

Neonazi tedeschi sotto scacco per frode ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 2003 dal governo di Gerhard Schröder è fallito davanti alla Corte Costituzionale perché si scoprì che i testimoni contro l'Npd erano agenti dei servizi infiltrati. La strategia indiretta avrà forse più successo. L'anno scorso, il tesoriere del partito, Erwin Kemna, oggi in prigione, ha fatto sparire 741 mila euro Rivalità Il capo, Ugo Voigt, non piace più a molti dei suoi militanti.

Ronde, il Csm si spacca E Mancino non vota ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm si spacca E Mancino non vota ROMA Il plenum del Csm ha approvato a larga maggioranza il parere che esprime più di una perplessità sul decreto sicurezza. Ma sulla questione delle ronde si è spaccato: contro hanno votato i laici del Pdl, mentre si sono astenuti il vice presidente del Csm, Nicola Mancino,

Ronde, il Csm si spacca Spunta la norma Telecom ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm si spacca Spunta la norma Telecom Spaccatura nel plenum del Csm, chiamato ad approvare ieri il parere della sesta commissione che esprime più di una perplessità sul Dl sicurezza al vaglio della Camera. Il parere è stato approvato a larga maggioranza ma il plenum si è spaccato sulle ronde, con il voto contrario dei laici del Pdl e l'

Fini rafforza il suo profilo laico e cerca nuovi spazi politici ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per il resto, la pronuncia della Corte costituzionale sulla fecondazione assistita ha permesso al presidente della Camera di rafforzare il suo profilo laico ( o «laicista »,come dicono i suoi avversari all'interno del Popolo della libertà) già emerso con chiarezza nel recente congresso.

La confisca per equivalente non vale per il passato ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale. Inchieste su reati tributari La confisca per equivalente non vale per il passato Giovanni Negri MILANO La confisca per equivalente (di beni cioè di cui l'indagato o il colpevole ha la disponibilità per un valore corrispondente al profitto del reato) nei confronti degli indagati per reati tributari non si può applicare prima del 2008.

Indulto bloccato sulle esclusioni ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per la Corte costituzionale, però, si tratta di un intervento che è vietato dall'articolo 25, comma 2 della Costituzione che impedisce alla Corte di peggiorare il trattamento punitivo dello Stato. E questo è anche il caso della definizione del perimetro di applicabilità dell'indulto che costituisce una misura di clemenza,

Nessuna estensione ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale, ordinanza n. 103, depositata il 2 aprile del 2009 che, in tale ottica, la legge n. 241 del 2006 ha quindi concesso un indulto di ampia portata (...); che, pertanto, rispetto ai fatti criminosi commessi fino alla data dianzi indicata, la condonabilità della pena, entro i limiti stabiliti dal provvedimento del clemenza,

ACERRA Inaugurazione bluff per l'inceneritore ( da "Manifesto, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: scrivono i magistrati della procura di Napoli in un documento inoltrato al Csm e approvato a larga maggioranza al termine di un'assemblea convocata in seguito alle critiche mosse durante la manifestazione da Berlusconi e dai vertici dell'Impregilo. I pm hanno chiesto che il Csm si attivi per tutelare dagli attacchi i magistrati titolari delle indagini, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo.

Il Csm si spacca sul no alle ronde ( da "Manifesto, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: contro palazzo dei Marescialli Il Csm si spacca sul no alle ronde ROMA Il Csm si spacca sul voto che boccia le ronde di volontari istituite dal governo. Ieri la relazione preparata dalla sesta commissione ed estremamente critica verso i punti più spinosi del decreto sicurezza attualmente all'esame della Camera, è stata posta all'esame del plenum che si è diviso al momento del voto.

Fini con la Consulta: resa giustizia alle donne ( da "Manifesto, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: procreazione assisitita da parte della Corte costituzionale: «La sentenza della Consulta rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti paesi europei. Mi sembra fin d'ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni»

Legge sbilanciata Anche la Calabrò può finire così ( da "Manifesto, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Parola del costituzionalista Michele Ainis. Professore qual è il legame? Entrambe le leggi riguardano la questione verrebbe da dire 'sacrale' della vita. Ebbene quando la Corte con la decisione di mercoledì dice in sostanza al legislatore 'attenzione, bisogna tener conto della salute della donna e non solo della tutela dell'embrione'

Fecondazione assistita: boom di telefonate, ma l'attesa èdi un anno ( da "Tempo, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: chiedendo informazioni sulle conseguenze della sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato parzialmente illegittima la legge 40, la normativa che disciplina proprio la fecondazione assistita. Un record di telefonate in appena un giorno (diverse decine) che non deve meravigliare, vista la crescente domanda da parte degli utenti pontini.

Fecondazione, Fini: "Giustizia per le donne" ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: religioso è suscettibile di censure di costituzionalità". Casini: "Rispetti il voto del parlamento" Roma - Fini mette il carico. La Roccella cerca di stemperare. Poi arriva Casini che "stronca" il gioco dell'ex leader di An. Commentando lo stop della Corte Costituzionale alla legge sulla fecondazione assistita il presidente della Camera si "smarca" da quella parte di Pdl (

Fecondazione, Parlamento e popolo espropriati dai magistrati ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La connessione tra il potere delle procure della Repubblica e dei tribunali con la Corte costituzionale ha presieduto alla fine della Repubblica dei partiti nel 1993. E il meccanismo che salda la magistratura ordinaria alla Corte costituzionale mediante l?incidente processuale è il filo diretto che congiunge magistratura ordinaria e magistratura costituzionale.

Lo scienziato La sentenza è un mostro che non sta in piedi ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 03 pagina 12 Lo scienziato La sentenza è un mostro che non sta in piedi di Redazione In attesa di leggere le motivazioni con cui la Corte costituzionale ha dichiarato - per alcune parti molto circoscritte - l'illegittimità costituzionale della legge sulla procreazione medicalmente assistita, si può - a caldo - subito rilevare nella decisione una prima evidente contraddizione.

I magistrati si spaccano sulle ronde ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 03 pagina 14 I magistrati si spaccano sulle ronde di Redazione Il parere del Csm sulle ronde spacca il plenum. La bocciatura passa a larga maggioranza ma con l'astensione del vicepresidente Nicola Mancino (nella foto) e dei 3 togati della corrente moderata, Magistratura indipendente e il voto contrario dei 2 laici del Pdl.

Ora nasceranno meno gemelli? ( da "Stampa, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: impasse Molte certezze e altrettanti dubbi dopo la decisione della Corte Costituzionale Cosa cambia dopo la sentenza della Corte Costituzionale per la fecondazione assistita? Per esserne sicuri, occorrerà leggere il dispositivo nella sua completezza. Sembra, che cambierà il numero di ovociti da poter inseminare e di embrioni da trasferire.

fitto, ispettori al lavoro "fateci vedere le delibere" - gabriella de matteis ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm, ha anche chiesto di conoscere qual è il limite dell´attività dei tecnici del ministero. Una questione delicata, non di poco conto sulla quale una prima pronuncia dell´organo di autotutela della magistratura potrebbe arrivare già oggi. Il comitato di presidenza che si riunirà questo pomeriggio deciderà se assegnare la pratica a una delle commissioni e quindi dare di fatto corso

fitto, inchiesta al setaccio ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Gli ispettori del ministero della Giustizia stanno analizzando tutta la documentazione sulla quale si basa l´accusa nelle inchieste "Fiorita" e "Cedis". Oggi il Csm deciderà se aprire un procedimento sulla base della lettera nella quale i tre pm chiedono di sapere qual è il limite dell´azione ispettiva. E intanto è polemica politica. ALLE PAGINE II E III

procuratore, corsa a due ma laudati è il favorito ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Pagina II - Bari Il Csm ascolta i candidati: si ritira il pugliese Lucianetti Procuratore, corsa a due ma Laudati è il favorito Sino a pochi mesi fa era uno dei sostituti della Direzione nazionale antimafia Sarà una corsa a due quella per l´incarico di procuratore capo a Bari.

ronde, il csm si spacca e mancino si astiene ( da "Tirreno, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Pagina 7 - Attualità Ronde, il Csm si spacca e Mancino si astiene La maggioranza boccia comunque il provvedimento del governo ROMA. Sembrava si potesse raggiungere quasi l'unanimità. Invece il plenum del Csm si è spaccato sul parere al decreto sicurezza, che è comunque passato a larga maggioranza.

Ora nasceranno meno gemelli? ( da "Stampaweb, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Osservatorio sul turismo procreativo Cosa cambia dopo la sentenza della Corte Costituzionale per la fecondazione assistita? Per esserne sicuri, occorrerà leggere il dispositivo nella sua completezza. Sembra, che cambierà il numero di ovociti da poter inseminare e di embrioni da trasferire. Le coppie interessate non saranno più costrette a impiantare tre embrioni, come stabiliva la Legge 40,

( da "Avvenire" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: DA ROMA PIER LUIGI FORNARI L a sentenza della Corte costituzionale sulla legge 40 riaccende il dibattito e la polemica sulla legge per il fine vita. Il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, torna a chiedere «una pausa di riflessione» , in nome dei valori della Costituzione. Diversa la posizione di Francesco Rutelli, che non chiede moratorie,

Il Csm si divide ma boccia le ronde Il Pdl: è ingerenza ( da "Avvenire" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 2009 Il Csm si divide ma boccia le ronde Il Pdl: è ingerenza DA ROMA DANILO PAOLINI I l pronostico era per un voto a larghissima maggioranza, invece ieri il Csm si è diviso sulle ronde previste dal governo nel decreto legge in materia di sicurezza. Un colpo di scena che ha alimentato ancora di più lo scontro politico a proposito dei frequenti pronunciamenti dell'

( da "Avvenire" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ha bocciato il limite massimo di tre embrioni da generare, ma non il divieto di congelarli e distruggerli, generando più di un dubbio. «Sono rimasta sconcertata dichiara la Porcu . È stata bocciata la prescrizione di un unico impianto di embrioni, non più di tre.

Fecondazione, Schifani ribatte: "Fini sbaglia La legge 40 è buona" ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la legge 40 e non la decisione della Corte costituzionale che difende la salute delle donne". E' il pensiero di monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia per la vita, espresso il giorno dopo l?intervento di Gianfranco Fini a favore della pronuncia della Consulta che ha bocciato in parte la legge sulla fecondazione assistita.

La sentenza è un mostro che non sta in piedi ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 03 pagina 0 La sentenza è un mostro che non sta in piedi di Paolo Becchi In attesa di leggere le motivazioni con cui la Corte costituzionale ha dichiarato - per alcune parti molto circoscritte - l?illegittimità costituzionale della legge sulla procreazione medicalmente assistita, si può - a caldo - subito rilevare nella decisione una prima evidente contraddizione.

Fecondazione, Schifani stoppa Fini: "È una buona legge, senza dogmi" ( da "Stampaweb, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha proseguito ancora Schifani- ha costituito oggetto di ampio dibattito più di tipo clinico-scientifico che dogmatico. Molti voti segreti hanno confermato un orientamento del Parlamento». E, infine, sulla Corte Costituzionale, dopo la sentenza sulla legge 40: «La Consulta ha il dovere di vigilare che la legge rispetti dei principi».

Fecondazione, Schifani attacca Fini "La 40, legge buona e di libertà" ( da "Repubblica.it" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: difende la legge 40 dopo la decisione della Corte Costituzionale che ne ha bocciate alcune parti e, di fatto, replica a Gianfranco Fini, che ieri aveva parlato di "una sentenza che rende giustizia alle donne", sottolineando che "una legge basata su dogmi etico-religiosi è sempre suscettibile di censura di costituzionalità".

Fecondazione, Schifani ribatte a Fini: "Sbaglia Legge 40 senza dogmi" ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la legge 40 e non la decisione della Corte costituzionale che difende la salute delle donne". E' il pensiero di monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia per la vita, espresso il giorno dopo l?intervento di Gianfranco Fini a favore della pronuncia della Consulta che ha bocciato in parte la legge sulla fecondazione assistita.


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Procreazione, la Corte Costituzionale boccia il limite dei tre embrioni (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

PARZIALE ILLEGITTIMITÀ della LEGGE 40 Procreazione, la Corte Costituzionale boccia il limite dei tre embrioni L'Alta Corte, inoltre, ha dichiarato incostituzionale anche il comma 3 dell'articolo 14 della legge in questione (Ansa) ROMA - La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità dell' art. 14 comma 2, della legge 18 febbraio 2004, n. 40, (la legge sulla fecondazione) dice una nota della Consulta, «limitatamente alle parole "ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre" embrioni». INCOSTITUZIONALE - La Corte ha anche dichiarato incostituzionale il comma 3 dello stesso articolo «nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna». La Consulta ha infine dichiarato inammissibili difetto di rilevanza nei giudizi principali le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 6, comma 3, e 14, commi 1 e 4 : il primo comma vieta la crioconservazione di embrioni al di fuori di ipotesi limitate, mentre il comma 4 vieta la riduzione embrionaria di gravidanze plurime salvo nei casi previsti dalla legge sull'interruzione volontaria della gravidanza. A fare ricorso alla Corte, con tre distinte ordinanze, sono stati il Tar del Lazio e il Tribunale di Firenze, ai quali si erano rivolti, rispettivamente, la World association reproductive medicine (Warm) e una coppia non fertile di Milano affetta da esostosi, una grave malattia genetica (con tasso di trasmissibilità superiore al 50%) che genera la crescita smisurata delle cartilagini delle ossa. Ora si attendono gli effetti nei centri italiani che da cinque anni si sono attenuti alle norme, con gli occhi sempre rivolti ai tribunali dove a colpi di ricorsi si è consumata una guerra legale voluta da associazioni e coppie. stampa |

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Roccella (Pdl): Emma Bonino: (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Le reazioni alla sentenza della Consulta che dichiara parzialmente illegittima la legge 40 Roccella (Pdl): «Ora nuove linee guida» Emma Bonino: «Sonora bocciatura» Buttiglione (Udc): «Sconcerto per la sentenza». Paola Binetti (Pd): «Solo una correzione» Emma Bonino (Ansa) ROMA - Sono state immediate le reazioni alla dichiarazione di parziale illegittimità della legge 40 sulla fecondazione assistita da parte della Corte Costituzionale. «E ora ci si fermi sul testamento biologico». Emma Bonino si dice «molto soddisfatta» per la pronuncia della Consulta (che accoglie proprio due ricorsi dei Radicali) e trae le conseguenze sul piano della legislazione in materia di dignità della persona. «Nella sentenza sulla legge 40 la Corte Costituzionale richiama il rispetto degli articoli 2, 13 e 32 della Carta- spiega Bonino- sono gli stessi che vengono violati dal ddl Calabrò sul testamento biologico. Questa sentenza è dunque un monito per la Camera perché ne tenga conto all'atto della seconda lettura della normativa». Ora, tuttavia, bisogna «rimettere mano anche alle legge 40 che in definitiva viene dichiarata globalmente incostituzionale, visto che gli articoli bocciati sono quelli centrali. Su entrambi i fronti noi staremo di guardia perché non si facciano pasticci». Infine un monito dai Radicali viene al Pd e alle forze parlamentari di ispirazione laica. «Sulla laicità non bisogna avere incertezze- dice Bonino- e questa vicenda dimostra anche che se si fosse fatta una grande campagna di libertà e di laicità, avremmo evitato la legge 40 e questo vero e proprio obbrobrio che è la legge sul testamento biologico». ROCCELLA: NUOVE LINEE GUIDA - Il sottosegretario al Welfare con delega alla Bioetica, Eugenia Roccella, annuncia l'emanazione di «nuove linee guida: «Sono molto dubbi gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulle pratiche che devono essere adottate nei centri». «Chi interpreta questa sentenza della Corte Costituzionale come un'apertura alla diagnosi pre- impianto - ha aggiunto la Roccella - commette un'operazione dubbia e prematura». Dopo aver premesso che sarà necessario comunque capire bene le motivazioni che hanno portato la Consulta a prendere questa decisione, il sottosegretario Roccella ha sottolineato, infatti, come «il comma 1 dell'articolo 14, sulla clioconservazione e la soppressione di embrioni, non sia stato giudicato illegittimo e come non sia stato toccato nemmeno il divieto di selezione eugenetica degli embrioni e dei gameti». BINETTI - Sentenze come quelle della Consulta sulla legge 40 «costituiscono una delle tappe della costante malevolenza con cui questa norma è stata guardata in molti ambienti. Ma per lo meno i giudizi restino circoscritti ai punti citati dalla sentenza». Insomma, la bocciatura parziale della legge 40 da parte della Corte Costituzionale deve «rappresentare quello che è: una correzione su una indicazione che, però, salva l'impianto complessivo della legge. Non vorrei che interpretazioni stravaganti la stravolgessero». È quanto auspica la deputata del Pd Paola Binetti che spiega che, comunque, «l'articolo 13 resta intonso ed è quello che non consente la diagnosi pre impianto e non permette la sperimentazione sugli embrioni umani, questo va ribadito». Tuttavia, secondo la deputata teodem, non mancheranno i problemi: «Il fatto che non sarà più possibile inserire ovuli con un unico impianto costringerà le donne all'iperstimolazione ovarica per produrre più ovociti e poi si creerà il problema del congelamento degli ovuli, due questioni a cui questa legge aveva cercato di dare una risposta». Quanto al limite di tre embrioni per impianto stabilito dalla legge, se questo salta, comunque, ricorda Binetti, «resta la proibizione della riduzione embrionaria di gravidanze plurime» e, comunque, «studi scientifici dimostrano che si ottengono risultati migliori impiantando un solo ovulo». BUTTIGLIONE - «È grave lo sconcerto e la preoccupazione di fronte al pronunciamento della Corte Costituzionale su alcune parti della Legge 40. Difficile non avere l'impressione che un gruppo ideologizzato stia cercando di sequestrare la Costituzione espropriando il Parlamento della sua sovranità». Lo afferma Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc. «L'equilibrio dei valori lo stabilisce il Parlamento. La Corte Costituzionale deve attenersi allo spirito e alla lettera della Costituzione - spiega - data secondo le intenzioni dei padri fondatori. La Costituzione ha da sempre avuto l'appoggio convinto, entusiasta e fattivo dei cattolici italiani. Se passasse l'idea che la Costituzione sia contro la vita si creerebbe un'incrinatura drammatica nella coscienza della nazione. Molti potrebbero pensare "non è più la nostra Costituzione"». «Nessuno porti via la Costituzione al popolo italiano - conclude - sequestrandola a favore di una ideologia o di una linea politica». CICCHITTO: LEGGE DEPURATA - La sentenza della Corte costituzionale «non mi sorprende perché la non condivisione dei due punti da essa sollevati hanno costituito la ragione della mia astensione in Parlamento sul provvedimento». È quanto afferma Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, osservando che comunque nel suo insieme «la legge rimane in piedi, depurata dai due punti più discutibili». Peraltro, puntualizza Cicchitto, «non sono portato ad esaltare la Corte costituzionale, come oggi fanno in molti, perché talora i suoi pronunciamenti non mi hanno affatto convinto». ANTINORI, MIGLIAIA DI COPPIE POTRANNO GIOIRE - «È il trionfo dello Stato laico. Da domani migliaia di coppie avranno più possibilità di avere figli e di ricominciare a gioire». Il ginecologo Severino Antinori, presidente della Associazione Mondiale della Medicina della riproduzione, una delle associazioni che si è costituita nel giudizio davanti alla Consulta, commenta così il pronunciamento dei giudici costituzionali. «Sono strafelice - dice - finalmente in questo paese vengono riconosciuti i diritti garantiti dalla Costituzione. Da oggi mi sento orgogliosamente di nuovo italiano, dopo essere emigrato per quattro anni all' estero per motivi scientifici e per portare avanti la ricerca che la questa legge mi impediva». La Corte, afferma Antinori, «ha fatto capire che esistono valori e istituzioni che preservano e tutelano gli italiani da ingerenze degli Stati etici e religiosi che vogliono imporre il burqa della loro ideologia, in questo caso vietando tre diritti civili: alla procreazione, alla ricerca e alla terapia». Il professore dice di essere «molto felice per le migliaia di coppie che con questa decisione potranno fecondare il numero di ovuli che il medico riterrà giusto, e di veder applicare la riproduzione assistita con una speranza di successo pari a tutti gli altri paesi del mondo, che invece la legge 40 aveva limitato». Antinori sottolinea che «nel 2004 fu approvata una legge vergognosa che ha fatto piangere migliaia e migliaia di coppie, non ha fatto nascere migliaia di bambini e ha fatto emigrare tante coppie all' estero». stampa |

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Decreto incentivi, governo pone la fiducia (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pd: «Vincono i più furbi. D'ora in poi sarà opposizione durissima» Decreto incentivi, governo pone la fiducia Contiene anche il testo sulle quote latte. Approvazione definiva venerdì mattina. Poi testo torna al Senato ROMA - Il governo ha posto la fiducia sul maxiemendamento sostitutivo del decreto legge sugli incentivi, che contiene anche buona parte del testo approvato dal Senato sulle quote latte. Lo ha annunciato alla Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, duramente contestato dall'opposizione. Si tratta del 14mo voto di fiducia chiesto dal governo in circa dieci mesi di legislatura. La fiducia sarà votata giovedì. La Camera dovrebbe approvare il decreto tra giovedì pomeriggio e venerdì mattina. Il Senato avrà poi tempo fino al 10 aprile per la conversione definitiva in legge, pena il decadimento. OPPOSIZIONI - «La Corte costituzionale dovrà pronunciarsi su questa schifezza, e allora avrete delle sorprese amarissime», ha commentato Gianclaudio Bressa (Pd). Il dialogo si è rotto definitivamente. Da ora avrete davanti un'opposizione ancor più dura di quanto non possiate immaginare». «La Lega e il governo rimborsano le multe di chi non ha rispettato la legge sforando le quote latte imposte dall`Europa, penalizzando tutti quelli che hanno onorato le regole. In questo Paese conviene fare i furbi, non rispettare la legge e arricchirsi a scapito dei più onesti e dei più deboli», ha detto Sergio D`Antoni, vice presidente della commissione Finanze della Camera. «Per riempire il portafogli di pochi spregiudicati del nord, sono stati dirottati 140 milioni destinati allo sviluppo del Mezzogiorno». «Pur avendo più di cento parlamentari di maggioranza, ancora una volta il governo Berlusconi è incapace di confrontarsi, siamo vicini a una vera e propria dittatura della maggioranza», aggiunge Luca Volontè (Udc). ALLEVATORI - «Con la trasformazione del decreto Zaia sulle quote latte in maxiemendamento al decreto anticrisi si siano compiuti passi indietro rispetto al testo rettificato alla Camera», ha affermato Franco Verrascina, vice presidente vicario della Copagri. stampa |

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ROMA. Militari in città: il Governo va avanti e raddoppia. I ministri dell'Interno ... (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA. Militari in città: il Governo va avanti e raddoppia. I ministri dell'Interno ... ROMA. Militari in città: il Governo va avanti e raddoppia. I ministri dell'Interno e della Difesa hanno ribadito l'intenzione di proseguire l'operazione «Strade sicure» oltre la scadenza di giugno. Secondo Roberto Maroni, l'impegno congiunto soldati-forze di polizia potrebbe diventare ordinario, mentre Ignazio La Russa punta a raddoppiare l'attuale contingente di 3.000 soldati ed al ministero è già stato costituito un apposito gruppo di lavoro. Intanto oggi il Consiglio superiore della magistratura si riunirà per votare su un parere della Sesta commissione che boccia le ronde contenute nel decreto sicurezza. Il gruppo di lavoro del ministero della Difesa dovrà «vedere come proseguire l'ottima esperienza dei militari nelle città in sostegno di polizia e carabinieri», ha detto La Russa. I tecnici dovranno studiare la «possibilità di incrementare anche considerevolmente il numero dei militari impiegati, attualmente sono 3.000, abbattendo i costi, fino a dimezzarli». In che modo? Intervenendo su una delle voci che incide di più, «il trasferimento dei militari e il loro mantenimento in una sede diversa, a volte con alloggio in albergo e il pranzo fuori caserma». D'accordo Maroni: «Abbiamo l'intenzione di trasformare lo sforzo eccezionale di uomini e mezzi nel contrasto alla criminalità organizzata in ordinarietà», ha affermato il responsabile del Viminale, a Caserta. Ma se l'esperienza delle pattuglie miste militari-forze di polizia é destinata ad essere ampliata, le ronde continuano invece ad avere una gestazione difficile: ieri sono state bocciate dal Consiglio superiore della magistratura. In un parere al decreto che le disciplina (parere che sarà votato oggi dal plenum), la Sesta Commissione di Palazzo dei Marescialli ha criticato la scelta di «derogare al principio che assegna all'autorità pubblica l'esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza». Ma soprattutto, rileva il Csm, «la genericità delle previsioni contenute nel decreto legge può provocare il rischio del determinarsi di incidenti e, nei casi più gravi, della commissione di reati». Con il risultato di portare a «un aggravio sia per le forze dell'ordine» (che verrebbero dunque distolte «dal perseguimento del fine di garantire un efficace controllo del territorio»), «sia per l'esercizio della funzione giurisdizionale da parte della magistratura». Critiche arrivano dal Pdl: «Da quando il Csm é diventato una Corte Costituzionale preventiva?», si domanda la parlamentare Iole Santelli, che parla di «indebita ingerenza nelle scelte del governo». «Questa uscita improvvida non ci sorprende», commenta il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota. Di diverso avviso l'opposizione: «sono assolutamente inevitabili le critiche del Csm», afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, secondo cui i volontari delle ronde dovrebbero essere impiegati negli uffici, «al posto dei 20 mila componenti delle forze dell'ordine che sono costretti a lavorare da impiegati».(a.g.)

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Lega-Pdl, un patto sofferto (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Tre candidature al Carroccio e tre ai berlusconiani: crescono i mugugni dopo la cena di Arcore Lega-Pdl, un patto sofferto Alle Europee in lizza Hack, De Magistris e forse Conte Il bossiano Bitonci «Per la Provincia di Padova meglio soli» PADOVA. Avranno il fazzoletto verde nel taschino il candidato presidente alla Provincia di Brescia (il sottosegretario all'Economia Daniele Molgora). Stesso look per gli sfidanti di centrodestra a Bergamo e Sondrio. Se l'accordo Pdl-Lega Nord sancito lunedì ad Arcore ha strappato il sorriso ai commensali del Carroccio (rappresentato dal senatur Umberto Bossi, dal ministro Roberto Calderoli, dal capogruppo Roberto Cota e dal segretario della Lega Lombarda Giancarlo Giorgetti), non pare avere entusiasmato i leghisti veneti che la cena se la sono fatta raccontare. Al Leòn vanno infatti le nomination per le Province di Venezia, Belluno e Rovigo; al Pdl la Provincia di Verona e, soprattutto, l'abbinata Comune-Provincia di Padova. Del malessere del Carroccio patavino si è fatto interprete ieri l'onorevole Massimo Bitonci, verde di rabbia: «Non è possibile che Palazzo Santo Stefano vada al Pdl. Niente da dire sul Comune di Padova, ma la Provincia spetta alla Lega. Al direttivo di lunedì proporrò di andare da soli». Franco Manzato, vicepresidente leghista della Regione, prende atto del disappunto: «Non so esattamente come siano andate le cose ad Arcore. Dubito che non sia stata presa in considerazione la questione. Non so se la partita sia chiusa». Scudocrociato. Lunedì Antonio De Poli, segretario provinciale dell'Udc, ha spedito una lettera ai dirigenti del Popolo della Libertà (il coordinatore Alberto Giorgetti resta in pectore, giacché non è arrivata l'attesa nomina), ma non ha ricevuto risposta. Così l'Udc si prepara a correre in solitudine. Belluno. Sarà il leghista Gianpaolo Bottacin, capogruppo a Palazzo Ferro Fini, a sfidare l'uscente Sergio Reolon del Partito Democratico. Per l'Udc scende in campo il sindaco Pierluigi De Cesero. Padova. Sono già apparsi i manifesti di Flavio Zanonato (Pd), sindaco uscente, in lizza pure per l'Europa. Dovrebbe sfidarlo il senatore Maurizio Saia, esponente di An. L'Udc punta sull'eurodeputato Iles Braghetto. Massima incertezza per la successione in Provincia a Vittorio Casarin, che ancora sfoglia la margherita dell'Europa. Ci sperano, per il Pdl, i consiglieri regionali Clodovaldo Ruffato e Leonardo Padrin (che determinerebbero il ripescaggio a Palazzo Ferro Fini di Vittoriano Mazzon) e il deputato Marino Zorzato (che lascerebbe il posto ad Elisabetta Gardini). Nell'Udc si scalda Antonio De Poli. Il centrosinistra ha scelto Antonio Albuzio (Idv). Rovigo. Nel Polesine, bisognoso di cure, scendono in campo il leghista sessantaduenne Alessandro Zanforlini D'Isanto e, per il centrosinistra, Tiziana Virgili (Pd), che il 25 aprile festeggerà cinquant'anni. Curiosamente, un anno fa, entrambi sono stati giudicati non idonei alla nomina di direttore dei servizi sociali delle Aziende Ulss del Veneto. Venezia. Il presidente uscente, Davide Zoggia (Pd), se la vedrà con il sindaco di San Donà di Piave, la leghista Francesca Zaccariotto. L'Udc è pronta a giocare la carta Ugo Bergamo, consigliere del Csm, che cercherà un posto pure in Europa. Verona. Il Pdl si affida ad Antonio Pastorello, vicepresidente della Provincia, braccio destro del sottosegretario Aldo Brancher. Lo Scudocrociato pensa a Stefano Valdegamberi, assessore regionale ai Servizi sociali. Il Partito Democratico invece, sceglierà il proprio candidato domenica, in occasione delle Primarie: in lizza Moreno Ferrarini, Sergio Ruzzenente, Diego Zardini. Europee. La lista Prc-Pdci avrà come capolista, nella circoscrizione Nordorientale, l'astrofisica Margherita Hack. Eletta alle Regionali del 2005 in Lombardia e alla Camera nelle Politiche 2006, in entrambe le occasioni la Hack, candidata Pdci, ha rinunciato al seggio per dedicarsi all'attività scientifica. Nei prossimi giorni si saprà se i due segretari nazionali, Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto, si butteranno nella mischia. Andrà a caccia di voti il consigliere regionale Pdci Nicola Atalmi. Per l'Italia dei Valori il capolista sarà Antonio Di Pietro. Sicura la candidatura del giornalista veronese Gustavo Franchetto. In forse, nella nostra circoscrizione, quella del magistrato Luigi De Magistris. La Lega potrebbe mandare in Europa il consigliere regionale Maurizio Conte. A caccia di preferenze il ministro Renato Brunetta (Pdl). (Claudio Baccarin)

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Montebelluna punito 0-3 a tavolino col Somma (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giudici. Pena confermata per mister Cordaz Montebelluna punito 0-3 a tavolino col Somma E' ufficiale, il Montebelluna calcio perde a tavolino la gara contro Somma, per aver giocato senza rispettare il regolamento (in vigoire per la serie D) di schierare un determinato numero di under per tutta la partita: per tre minuti infatti, la squadra allenata da mister Colombo, ha giocato con un under in meno (del 1989) del previsto. Per regolamento devono giocare almeno: 1 giocatore dal 1988, due dal 1989, uno dal 1990. Il mister però al 15' st ha sostituito Scappin (1991) per Vettoretto (1988), lasciando solo Falcier (1991) e Cavarzan (1989). Accortosi dell'errore l'allenatore, ha subito cercato di rimediare con il cambio di Furlanetto (1988) per Tessaro (1989) nemmeno tre minuti dopo, ma la cosa non è passata inosservata agli avversari che hanno presentato, e vinto, il ricorso. Eccellenza. Una gara a Calzavara (Liapiave), Michielet (Union Csv), Fontanive (Cordignano). Promozione. Ammenda di 80 euro al Vittorio Falmec per insulti all'arbitro. Squalifica fino al 14 aprile per l'allenatore Gava (Cappella Maggiore). Una gara a Stradiotto e Moretto (Cornuda Crocetta 1920), Urban (Villorba), Campion (La Marenese), Calderan (Fontanelle), De Bastiani (Portomansuè). Prima categoria. Ammenda di 70 euro alla Pro Mogliano per offese all'arbitro da parte di un isolato sostenitore. Sempre alla stessa società, mancherà dai campi il dirigente Busolin, fino al 20 aprile. Stessa sorte fino a tale data pure per l'allenatore Dal Bello (Concordia Fonte). Una gara a Trentin, Balliana e Poles (Codognè), Da Lio e Tondato (Pro Mogliano), Bortolato (Pro Roncade), Dotto (S.Floriano), Gheller e Da Dalt (Nervesa), Damato (Eclisse Carenipievigina), Fasan e Raimondi (Europeo Cessalto), Laurenti (Fregona), Calzavara (Orsago), Buratto (Ponte Di Piave), Zanette (Sanfiorese). Seconda categoria. Non è stato accolto il ricorso del Sarmede, convalidata la fine del campionato per mister Cordaz e il dirigente accompagnatore Fardin. Ammenda di 80 alla società Dal Santo Fossalunga per insulti all'arbitro, e ammonizione pure per aver fatto trovare acqua fredda negli spogliatoi. 60 euro pure alla Godigese. Squalifica fino al 14 aprile per il dirigente Dal Molin (San Michele Cerfim), e fino al 6 aprile per l'allenatore Corò (Ciprianocatron). Due gare a Marian (Ciprianocatron) e Sartoretto (Dal Santo Fossalunga). Una gara a Baccini e Bonotto (Salgareda), Mognon (Virtus Csm Farra Soligo), Camatta (Aurora Treviso Due), Di Stefano (Ciprianocatron), Simionato (Dal Santo Fossalunga), Rinaldo (Giovanile Ezzelina), Trentin (Godigese), Florian (Monastier), Tonon (Monastier), Sansoni (San Michele Cerfim), Busetti (Virtus Csm Farra Soligo), Bovino (Calcio Paese), Bin (Cendon), Dal Ben (Ciprianocatron), La Rocca (Dal Santo Fossalunga), Bonetto (Altivolese), Torresin (Bessica), Merotto (Calcio Mignagola), Fiorese (Campolongo), Zampol (Francenigo), Pellizzari (Giovanile Ezzelina), Bandiera (Montegrappa), Yakpo Kossi (Olmi Callalta), Meneghin (Virtus Csm Farra Soligo). (Luca Pizzolato)

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Procreazione, la Consulta boccia la legge (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-04-2009)
Pubblicato anche in: (Trentino) (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Giustizia

Dichiarata la parziale incostituzionalità nel limite dei 3 embrioni da impiantare Procreazione, la Consulta boccia la legge Governo sorpreso. Eugenia Roccella: «Emaneremo nuove linee guida» NATALIA ANDREANI ROMA. La legge sulla procreazione assistita, la legge 40, è illegittima nella parte che riguarda il numero massimo di embrioni impiantabili contestualmente. è stata più breve del previsto l'attesa per il verdetto della Corte Costituzionale. La pronuncia è arrivata alle sette di ieri sera, all'indomani dell'affollata udienza in cui si sono discussi i ricorsi. La decisione dei giudici costituzionali risponde solo in parte alle speranze delle coppie, tutte affette da gravi malattie genetiche, che si erano costituite in giudizio contro alcune delle norme in vigore. Tuttavia scardina uno dei principi fondanti della legge e la polemica e già scoppiata. La Corte ha infatti dichiarato l'illegittimità dei commi 2 e 3 dell'articolo 14: nel primo caso dove il testo impone il limite dei tre embrioni, nel secondo «nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio per la salute della donna». Per quanto invece riguarda le questioni di legittimità sollevate nei confronti delle norme che regolano la crioconservazione degli embrioni e la selezione embrionale nelle gravidanze plurime (commi 1 e 4 dell'articolo 14), e di quella che regola la revoca del consenso da parte di uno dei partner, (comma 3 dell'articolo 6), la Corte le ha dichiarate innammissibili per difetto di rilevanza. Di fronte alla pronuncia della Consulta iera sera è intervenuto il sottosegretario al Welfare, con delega alla bioetica, Eugenia Rocella. «Gli effetti della sentenza della Corte costituzionale sulle pratiche che devono essere adottate nei centri sono molto dubbi. Ci sono problemi di interpretazione ed evidenti contraddizioni», ha detto il sottosegretario. E ha annunciato «l'emanazione di nuove linee guida» da parte dell'esecutivo. Linee che «non hanno alcun potere interpretativo», ha subito messo in chiaro Livia Turco, Pd, augurandosi che quella di Roccella «sia stata solo un'uscita a caldo determinata dallo scotto subito». Ma la sentenza, per la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, «non sorprende». Perché, appunto, non fa che bocciare «parti della legge che già nella discussione parlamentare erano apparse irragionevoli o pregiudizievoli della salute della donna», ha commentato la Finocchiaro invitando a evitare «posizioni ideologiche e prove di forza su materie come la procreazione assistita e come, oggi, il testamento biologico». «Il centro destra rifletta, serviva dialogo», le ha fatto eco la collega Rosi Bindi, mentre il segretario del partito, Dario Franceschini ha ricordato che «le sentenze vanno rispettate e recepite». Soddisfatta per il risultato anche l'Italia dei valori. «Avevamo sempre definito la legge 40 una legge crudele, oscurantista e illiberale. Oggi, ancora una volta i giudici hanno dimostrato di essere più avanti dei legislatori», ha detto Antonio Di Pietro. Opposto il parere di Alfredo Mantovano. «I sostenitori del Far West della provetta non cantino vittoria. La legge 40 resta in piedi, tutt'altro che demolita», ha detto il sottosegretario all'Interno.

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Sicurezza, raddoppiano i militari in città (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-04-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Giustizia

Sicurezza, raddoppiano i militari in città Il Cms critica le ronde: «Decreto generico, rischio di incidenti e di reati» ROMA. Militari in città: il Governo va avanti e raddoppia. I ministri dell'Interno e della Difesa hanno ribadito l'intenzione di proseguire l'operazione «Strade sicure» oltre la scadenza di giugno. Secondo Roberto Maroni, l'impegno congiunto soldati-forze di polizia potrebbe diventare ordinario, mentre Ignazio La Russa punta a raddoppiare l'attuale contingente di 3.000 soldati ed al ministero è già stato costituito un apposito gruppo di lavoro. Intanto oggi il Consiglio superiore della magistratura si riunirà per votare su un parere della Sesta commissione che boccia le ronde contenute nel decreto sicurezza. Il gruppo di lavoro del ministero della Difesa dovrà «vedere come proseguire l'ottima esperienza dei militari nelle città in sostegno di polizia e carabinieri», ha detto La Russa. I tecnici dovranno studiare la «possibilità di incrementare anche considerevolmente il numero dei militari impiegati, attualmente sono 3.000, abbattendo i costi, fino a dimezzarli». In che modo? Intervenendo su una delle voci che incide di più, «il trasferimento dei militari e il loro mantenimento in una sede diversa, a volte con alloggio in albergo e il pranzo fuori caserma». D'accordo Maroni: «Abbiamo l'intenzione di trasformare lo sforzo eccezionale di uomini e mezzi nel contrasto alla criminalità organizzata in ordinarietà», ha affermato il responsabile del Viminale, a Caserta. Ma se l'esperienza delle pattuglie miste militari-forze di polizia é destinata ad essere ampliata, le ronde continuano invece ad avere una gestazione difficile: ieri sono state bocciate dal Consiglio superiore della magistratura. In un parere al decreto che le disciplina (parere che sarà votato oggi dal plenum), la Sesta Commissione di Palazzo dei Marescialli ha criticato la scelta di «derogare al principio che assegna all'autorità pubblica l'esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza». Ma soprattutto, rileva il Csm, «la genericità delle previsioni contenute nel decreto legge può provocare il rischio del determinarsi di incidenti e, nei casi più gravi, della commissione di reati». Con il risultato di portare a «un aggravio sia per le forze dell'ordine» (che verrebbero dunque distolte «dal perseguimento del fine di garantire un efficace controllo del territorio»), «sia per l'esercizio della funzione giurisdizionale da parte della magistratura». Critiche arrivano dal Pdl: «Da quando il Csm é diventato una Corte Costituzionale preventiva?», si domanda la parlamentare Iole Santelli, che parla di «indebita ingerenza nelle scelte del governo». «Questa uscita improvvida non ci sorprende», commenta il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota. Di diverso avviso l'opposizione: «sono assolutamente inevitabili le critiche del Csm», afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, secondo cui i volontari delle ronde dovrebbero essere impiegati negli uffici, «al posto dei 20 mila componenti delle forze dell'ordine che sono costretti a lavorare da impiegati».(a.g.)

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La sconfitta di un'ideologia (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 02-04-2009)
Pubblicato anche in: (Trentino) (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Giustizia

«La sconfitta di un'ideologia» La soddisfazione di Emma Bonino: «Eravamo certi» ANDREA PALOMBI ROMA. «Una grandissima soddisfazione». E' il primo commento di Emma Bonino (nella foto) che, con i radicali, fu tra i principali sostenitori del referendum contro la legge 40, poi sfumato per il mancato raggiungimento del quorum di votanti. La sentenza della Corte costituzionale arriva ora a ribaltare quel risultato. «Ma noi lo avevamo detto in tutti i modi: il limite dei tre embrioni era antiscientifico e anticostituzionale. La Corte interviene su questo punto di cui tutta la comunità scientifica aveva dichiarato l'irragionevolezza. Con la decisione della Consulta viene dimostrata l'impostazione tutta ideologica di questa legge. La Corte per fortuna richiama ad una corretta interpretazione della Costituzione». E' una interpretazione che potrebbe rappresentare un avvertimento anche per le prossime decisioni sul testamento biologico? «Sicuramente sì. E' un monito a una lettura più corretta e sobria degli articoli 2, 13 e 32 della nostra Costituzione che, come ho già sostenuto più volte, sono chiamati in causa anche dalla legge sul testamento biologico. Si tratta dei diritti inviolabili dell'uomo, dell'inviolabilità della libertà personale, e dell'impossibilità di obbligare a un trattamento terapeutico. E' in generale l'invito a una interpretazione della carta costituzionale meno ideologica. La Camera ci pensi bene, e modifichi il testo uscito dal Senato». Una legge su cui però si sono espressi gli italiani attraverso il referendum. «Il referendum fu vinto grazie all'astensionismo, perché non fu raggiunto il quorum. E qui dovrei ricordare che siamo l'unico Paese al mondo in cui i referendum hanno bisogno di un quorum, che però non c'è per le elezioni politiche. In sostanza vince chi non va a votare. In quel caso si trattò di una scelta politica della Chiesa che scelse consapevolmente di puntare sulla quota fisiologica di astensionismo per far saltare il referendum. Spero che anche per questo la decisione della Corte costituzionale serva di monito». Più volte dal centrodestra si sono alzate voci a chiedere una riforma della Corte costituzionale, e anche recentemente Berlusconi ha messo sotto accusa Palazzo dei Marescialli. Queste richieste potrebbero riprendere vigore dopo la decisione di ieri? «Speriamo di no. Come in tutti i paesi del mondo abbiamo per fortuna un sistema di contrappesi istituzionali. Vorrei fare un appello alla prudenza: se si vuole, se ne può parlare, ma non si prenda questa sentenza come pretesto».

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la consulta boccia la legge sulla fecondazione (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 1 - Prima Pagina La Consulta boccia la legge sulla fecondazione ROMA - La Corte Costituzionale boccia la legge sulla fecondazione assistita. Secondo la Consulta è da considerarsi illegittima la norma che limita a tre gli embrioni impiantabili e la parte in cui non si prevede che il trasferimento debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. I SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3 E 4

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la consulta boccia la legge 40 "no al limite dei tre embrioni" - elsa vinci (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 2 - Cronaca La Consulta boccia la legge 40 "No al limite dei tre embrioni" Accolti i ricorsi: "Norme parzialmente incostituzionali" La sentenza Resta il divieto di distruzione. Battaglia di interpretazioni sul congelamento ELSA VINCI ROMA - «No al limite dei tre embrioni». La Consulta ha dichiarato la parziale illegittimità della legge 40 sulla procreazione assistita. Da oggi sarà il medico a decidere quanti embrioni saranno necessari al successo dell´impianto senza rischi per la salute della donna. Che così, secondo gli avvocati che hanno ingaggiato battaglia davanti ai giudici costituzionali, «potrà evitare la tortura di tentativi destinati all´insuccesso e dunque continuamente ripetuti». Una vittoria per quei centri che da cinque anni si sono attenuti alle norme, con gli occhi rivolti ai tribunali dove a colpi di ricorsi si è consumata una guerra giuridica voluta da coppie sterili e associazioni. L´Alta Corte ha infatti sancito l´illegittimità costituzionale del comma 2 dell´articolo 14 «limitatamente alle parole "ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre"»; e l´illegittimità del comma 3 «nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna». La Consulta ha invece dichiarato inammissibili, «per difetto di rilevanza nei giudizi principali», le questioni di legittimità costituzionale dei commi 1 e 4 dell´articolo 14 e del comma 3 dell´articolo 6, sulla crioconservazione degli embrioni e sul consenso irrevocabile della madre all´impianto dal momento della fecondazione dell´ovulo. «La Corte – spiega l´avvocato Giandomenico Caiazza, che difende una coppia sterile portatrice di malattie ereditarie – ha dichiarato di non potersi pronunciare sull´irrevocabilità del consenso della donna e sul limite alla crioconservabilità perché nessuna delle due questioni era concretamente rilevante nei ricorsi presentati. Ma diventa ovvio che, se necessario per la salute della madre, gli embrioni prodotti in numero utile al successo dell´impianto potranno anche essere congelati». Saranno le motivazioni a illustrare e a spiegare nel dettaglio come la Corte Costituzionale ha ridisegnato la legge. «La sentenza ha nei fatti intaccato l´architrave di una noma che non bilanciava il diritto costituzionale alla salute della madre e del concepito. E apre la strada a nuovi ricorsi», afferma l´avvocato Gian Carlo Muccio per la Warm del professor Severino Antinori che si era costituita in giudizio. A rivolgersi alla Consulta, con tre diverse ordinanze, sono stati il Tar del Lazio, il tribunale di Firenze, ai quali si erano rivolti la Warm e una coppia non fertile affetta da esostosi, una malattia genetica con tasso di trasmissibilità superiore al 50 per cento che genera una crescita smisurata delle cartilagini delle ossa. La sentenza è arrivata dopo un durissimo scontro in aula tra decine di avvocati davanti ai giudici costituzionali. Giudici che qualche anno fa fecero sostituire nella sala d´udienza il crocifisso con un dipinto cinquecentesco di Perin del Vaga, la Sacra Famiglia. SEGUE A PAGINA 6

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"la mia battaglia non è stata vana finalmente potrò avere un figlio" - michele bocci (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 3 - Cronaca "La mia battaglia non è stata vana finalmente potrò avere un figlio" La gioia di Antonia: dal suo caso è partito l´iter giudiziario "Avevamo già pronta la valigia per andare a tentare un impianto all´estero" "Molte coppie nelle nostre condizioni ora hanno una speranza. Questa è democrazia" MICHELE BOCCI FIRENZE - «è stata una battaglia lunga e difficile ma adesso molte coppie nelle nostre condizioni hanno una speranza in più di fare un figlio senza andare all´estero. Noi avevamo la valigia pronta». Antonia ha una grave malattia ereditaria delle ossa, la esostosi. Vive a Milano e fa l´impiegata, il suo compagno ha un lavoro precario. Eccola la coppia di trentenni che ha scardinato la legge 40 sulla fecondazione assistita. Sono stati un loro ricorso al Tribunale civile di Firenze a permettere la diagnosi preimpianto alla fine del 2007, ed è partito sempre da una iniziativa loro, e di un´altra coppia, il percorso che ha portato alle decisione della Corte Costituzionale. Li ha seguiti l´avvocato Gianni Baldini, che ieri parlava di «un bel giorno per tutti quelli che hanno combattuto una battaglia di libertà». Signora Antonia, con che stato d´animo avete atteso la decisione della Suprema Corte? «Con grande ansia. Tra l´altro appena due settimane fa abbiamo fatto un trattamento di procreazione medicalmente assistita che non ha avuto esito positivo al centro Demetra di Firenze. Dei 3 embrioni prodotti, due erano malati e uno non di buone qualità. Non potevamo usarli». Come avete reagito? «Abbiamo pensato per la prima volta di andare all´estero, cosa che non avevamo mai preso in considerazione per ragioni economiche. Questa sentenza cambia tutto: potremo provare con un maggior numero di embrioni, magari congelandone alcuni, e avremo più possibilità di farcela. Sono felicissima, non sto nella pelle». Si rende conto delle conseguenze per gli altri della vostra azione giudiziaria? «Certo. Centinaia di coppie italiane nelle nostre condizioni da oggi hanno una speranza in più. E chi non si poteva permettere un viaggio verso una struttura in Spagna o in Grecia, avrà le stesse possibilità di fare un figlio grazie ad un centro pubblico italiano. Questa è democrazia». Vi siete mai pentiti in questi mesi della strada che avete intrapreso? «Abbiamo avuto molti dubbi, non sapevamo dove ci avrebbero condotto queste cause civili. Inoltre non pensavamo di farcela. E invece la Corte Costituzionale ha dimostrato ancora una volta autonomia e indipendenza. Un grazie va al nostro avvocato». C´è chi parla di eugenetica riferendosi alla possibilità di scegliere tra un numero elevato di embrioni. «Noi non cerchiamo di selezionare un figlio biondo e con gli occhi azzurri, noi vogliamo soltanto un figlio sano. Non è giusto che anche lui soffra di una patologia incurabile, da cui siamo stati colpiti io e altri miei parenti. Mi sembra una grande cattiveria accanirsi attraverso una legge su persone che hanno già seri problemi di salute. è come se ci avessero voluto penalizzarci una seconda volta. La Corte Costituzionale ci ha ridato la speranza».

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"è un brutto passo indietro pericoli per la salute delle donne" - orazio la rocca (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 2 - Cronaca Monsignor Sgreccia: la legge aveva messo dei paletti "è un brutto passo indietro pericoli per la salute delle donne" ORAZIO LA ROCCA CITTà DEL VATICANO - «è una sentenza che mette a rischio sia la salute della donna che dell´embrione». Il pronunciamento della Corte Costituzionale preoccupa l´arcivescovo Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia della Vita, pur precisando che «è una prima impressione e non conosco le motivazioni della sentenza». Per l´Alta Corte è incostituzionale il limite dei 3 embrioni. «C´è da preoccuparsi, anche se è solo di una prima impressione. Per la Chiesa la fecondazione assistita è un atto non moralmente lecito, tuttavia la legge 40 aveva messo qualche paletto alla giungla della fecondazione assistita. Ma ora si torna indietro e i pericoli per la donna e per gli embrioni aumentano». Quali potrebbero essere questi pericoli? «Più crescono gli impianti e più gli embrioni soffrono, si sviluppano a fatica, si possono autodistruggere. Ce ne saranno in tanti criocongelati. Aumentano anche i pericoli per la salute della donna perché crescono le gravidanze multiple e le gravidanze ectopiche, cioè con embrioni attaccati fuori dall´utero».

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lv+sa - giovanna casadio (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 3 - Cronaca LV+SA Il governo attacca la Corte, il Pd la difende: modificare la legge flògi "Decisione dubbia, faremo nuove linee guida" GIOVANNA CASADIO ROMA - «Ora interverrà il governo, o meglio il nostro ministero», per vanificare la sentenza della Corte costituzionale che «crea confusione e contraddizioni» nell´applicazione della legge sulla fecondazione assistita. è Eugenia Roccella, il sottosegretario alla Salute e al Welfare, a spiegare il punto di vista del ministro Maurizio Sacconi. Che a botta calda, mentre sulle agenzie di stampa arrivano reazioni a valanga, mantiene un basso profilo, cerca di sottrarsi alle polemiche: «Per ora, sarà Eugenia a commentare», dice. E quindi, la Roccella minimizza la portata della sentenza perché «la legge nel complesso resta in piedi», e soprattutto annuncia nuove linee-guida che permetteranno di rimettere le cose a posto, di correggere la bocciatura della Consulta a quel limite di tre embrioni giudicato incostituzionale. «Una cosa che non si può fare, le sentenze vanno rispettate sempre, la Consulta interviene su alcuni aspetti della legge e va recepita», è l´altolà del segretario del Pd, Dario Franceschini. Il centrosinistra fa quadrato: quattro anni dopo il referendum sulla provetta, che il 12 giugno del 2005 segnò la vittoria dell´astensione e dell´armata Ruini - cioè dei cattolici di "Scienza e vita" e dell´ex presidente della Cei, il cardinale Camillo Ruini - torna a soffiare il vento laico. I Radicali, che con i Ds e i Socialisti furono promotori di quel referendum, chiedono che la legge sia ridiscussa in Parlamento. Roccella lo esclude. Ma a lanciare l´attacco più duro contro la Consulta è Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali e neo-coordinatore del Pdl: «Questa sentenza pone un problema grave per la nostra democrazia, la sovranità del Parlamento è intaccata e c´è parallelamente la percezione della sparizione di autorità di garanzia». Come dire, la Corte costituzionale ha fatto una sentenza politica. Per i laici è il segnale di un clima nuovo, che non può non riguardare anche la legge sul biotestamento, appena approvata al Senato e in arrivo a Montecitorio. Norme che Gianfranco Fini, leader del Pdl e presidente della Camera, ha invitato a ripensare, definendole da «Stato etico». «La maggioranza tragga lezione da tutto questo - ammonisce Rosy Bindi - sulle norme eticamente sensibili non ci si può ostinare a votare a colpi di maggioranza». Lei, cattolico-democratica, votò sì alla legge presentando però emendamenti proprio sul punto cassato dalla Consulta. E anche la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, invita il Pdl a «rifuggire da prove di forza e posizioni ideologiche», allora come ora sul biotestamento. Barbara Pollastrini e Livia Turco, che si sono battute contro la legge 40, chiedono: non si ricorra a nuove linee-guida. E il leader di Idv, Antonio Di Pietro: «I giudici sono più avanti dei legislatori». Sconcerto e perplessità dal fronte cattolico integralista. Paola Binetti, che di "Scienza e vita" fu presidente, oggi teodem del Pd, ammette che la sentenza la amareggia. Sta per andare alla Messa di Pasqua di Montecitorio, ieri sera, a margine già lì i parlamentari cattolici hanno avuto modo di discuterne. «Certo cambiano le carte anche sul biotestamento però noi faremo la nostra parte», chiosa. Avvenire, il quotidiano dei vescovi, sul sito online reagisce: «La legge così com´è funziona», quindi non si tocca.

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sconfitto lo stato etico - (segue dalla prima pagina) (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 29 - Commenti SCONFITTO LO STATO ETICO Sono cadute alcune tra le norme più odiose e fortemente simboliche della legge 40 è stata imboccata una strada che ripristina il rispetto dei diritti della persona (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) La sentenza di ieri, con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime alcune delle norme più significative della legge sulla procreazione assistita, conferma un orientamento già ben visibile negli ultimi mesi, e che ha fatto nitidamente emergere un insieme di criteri che precludono ai legislatori di impadronirsi della vita delle persone. Quando, con mossa incauta, nel settembre scorso la maggioranza parlamentare aveva sollevato un conflitto di attribuzione nei confronti della magistratura, sostenendo che aveva invaso le competenze del legislatori con la sentenza sul caso di Eluana Englaro, i giudici costituzionali l´avevano rapidamente bacchettata, dichiarando inammissibile la loro iniziativa. E a fine dicembre, quando le polemiche su quel caso erano ancor più infuocate, hanno con forza affermato che l´autodeterminazione costituisce un diritto fondamentale della persona. Una linea chiarissima, che rendeva prevedibile la decisione di ieri. Ora cadono alcune tra le norme più odiose e fortemente simboliche della legge 40. Quella che imponeva l´unico e contemporaneo impianto degli embrioni, comunque in numero non superiore a tre: viene così battuto un proibizionismo cieco e ingiustificato, che infatti aveva provocato le critiche dei medici che operano in questo settore E quella che, sempre in relazione all´impianto, non teneva conto della necessità di salvaguardare la salute della donna, violando così un fondamentale diritto della persona. E non è vero, come ha frettolosamente osservato qualche parlamentare del Popolo della libertà, che la Corte ha comunque salvato altri articoli della legge, che pure erano stati impugnati. Su questi articoli, infatti, i giudici non si sono pronunciati per una ragione procedurale, perché non riguardavano le questioni trattate nei giudizi in cui l´eccezione di costituzionalità era stata sollevata. Sarà, quindi, possibile riproporre quelle eccezioni nella occasione più opportuna. è stata così imboccata una strada che ripristina la legalità costituzionale e il rispetto dei diritti della persona. E, come ha saggiamente osservato Carlo Flamigni, si creano anche le condizioni per arrivare ad un "provvedimento più saggio", ad una riforma della legge 40 che ci faccia tornare in sintonia con le legislazioni degli altri paesi e, soprattutto, che disciplini le tecniche di riproduzione assistita in modo da renderle il più possibile aderenti alle effettive esigenze delle donne. Ma, invece di cogliere l´occasione offerta dalla Corte per avviare una nuova riflessione comune in una materia così difficile, la cecità ideologica continua a tenere il campo. Dai lidi della maggioranza si grida alla deriva eugenetica, si torna a parlare di attentato alla sovranità del Parlamento, si riecheggiano i toni populisti di questi giorni intonando di nuovo la canzone dei giudici che si sostituiscono alla volontà del popolo. Chi ragiona in questo modo (si fa per dire) mostra di ignorare la logica stessa del controllo di costituzionalità, finalizzato proprio a garantire che le leggi votate dai rappresentanti del popolo non violino i principi e le garanzie che, democraticamente, proprio il popolo si è dato attraverso l´Assemblea costituente, e la Costituzione frutto del suo lavoro. Il Parlamento, dunque, non è sciolto dal rispetto di questi principi, ma a questi deve sottostare. Nella Corte costituzionale i cittadini trovano così non il guardiano di una astratta legalità, ma il garante dei loro diritti e delle loro libertà. Garanzia tanto più importante quando si legifera sulla vita, perché il Parlamento non può espropriare le persone del potere di prendere in libertà le decisioni più intime. E non si può dire che siamo di fronte ad una inattesa prepotenza della Corte. Proprio durante la lunga discussione parlamentare sulla legge sulla procreazione assistita molti avevano messo in guardia contro il rischio di approvare norme incostituzionali, com´era evidentissimo considerando proprio il modo in cui la Corte aveva già affrontato in particolare il tema del diritto alla salute. Se torneranno un minimo di ragione e di cultura della legalità, la sentenza di ieri potrà aiutare anche nel difficile esame del disegno di legge sul testamento biologico, di cui deve ora occuparsi la Camera. Quell´insieme di norme, infatti, è perfino più sgangherato, dal punto di vista della costituzionalità, della pur sgangheratissima legge sulla procreazione assistita. I legislatori, lo ripeto, apprendano le lezioni di costituzionalità che la Corte, legittimamente, impartisce.

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La Corte Costituzionale ha bocciato ieri uno degli articoli più controversi della legge 40 del ... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

La Corte Costituzionale ha bocciato ieri uno degli articoli più controversi della legge 40 del 2004, quella sulla fecondazione assistita: l'impianto «unico e contemporaneo» di embrioni fino al massimo di tre. Pazienza per chi pensa che sia una questione marginale, una cosa da donne. La legge 40 - una delle peggiori mai votate dal Parlamento italiano in materia di salute e di diritti e in margine un durissimo colpo alla credibilità del centrosinistra già nell'occasione diviso - ha cambiato la vita alle famiglie italiane. A quelle, sempre più numerose, con problemi di fertilità: l'età a cui si ha il primo figlio si è attestata oltre i 35 anni non per piacere ma per forza essendo il lavoro precario e le condizioni materiali di vita sempre più incerte. Di conseguenza incerta è divenuta (non solo per questo, certo, ma anche per questo) la possibilità di avere figli in un'età così vicina ai quarant'anni. Chi li ha desiderati e cercati, in questi cinque drammatici anni, ha dovuto nel migliore dei casi andare all'estero dove le norme sono più civili e meno soggette al dettato della Chiesa, nel peggiore sottoporsi a un calvario. Tra le conseguenze l'impennata di parti gemellari e trigemini, cesarei obbligati, medicalizzazione della gravidanza e del parto con spese decuplicate per lo Stato e spesso insostenibili per le famiglie. Moltissimi hanno rinunciato. I ripetuti allarmi per la crescita zero sono grotteschi: in queste condizioni - sociali, legislative - avere un figlio è diventato un lusso, un'aspirazione da reprimere. Maria Zegarelli ha raccolto le testimonianze di due coppie i cui ricorsi hanno dato origine alla sentenza: per avere un figlio sono andate in Turchia. «È stata una violenza di Stato», dice uno dei padri. Luca Landò ha sentito Marilisa D'Amico, avvocato parte del collegio difensivo che ha preparato il ricorso accettato dalla Consulta: ha seguito una coppia di Firenze che, per motivi medici, non poteva beneficiare della procreazione assistita. Con l'impostazione da loro preparata la Corte ha riconosciuto che la legge viola l'articolo 3 della Costituzione: i cittadini sono uguali davanti alla legge. Gianluca Zucchelli, Gianni Marsilli e Paolo Filo della Torre raccontano il G20 di Londra: i violenti scontri, le farraginose trattative, gli Obama dalla regina. Gli assalti londinesi ci riportano al grande tema della rabbia sociale. Al centro del giornale un dossier muove dal caso francese. I sequestri lampo dei manager. L'onda di insofferenza che monta. Luca Sebastiani ricostruisce le tappe della stagione che ha portato fin qui. Rinaldo Gianola osserva che la grande assente è la sinistra dei partiti. Pier Luigi Celli, manager intervistato da Roberto Rossi: «In Italia siamo molto meno coraggiosi, ci siamo imbastarditi in tutto, preferiamo farci raccomandare. In Francia si colpiscono i manager come una volta si assaltavano le macchine: sono simboli del tradimento del principio di equità aziendale». Esce intanto sugli schermi «Louise Michel», profetica commedia francese che racconta delle operaie che, abbandonate dall'imprenditore, decidono di assoldare un killer. Donald Sassoon, uno dei più autorevoli storici europei conversa con Umberto De Giovannangeli: «Sono pessimista perché penso che quando la disoccupazione crescerà ulteriormente la protesta esploderà e a trarne vantaggio saranno i gruppi xenofobi estremisti».

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1 Bocciatura La sentenza della Consulta è una bocciatura profonda della legge sulla fecondaz... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

1 Bocciatura La sentenza della Consulta è una bocciatura profonda della legge sulla fecondazione assistita. Svela l'irragionevolezza, le incongruenze, i pasticci di una norma ritenuta paradossale in Europa, e potrei dire nel mondo. 2 Referendum Quando ho avuto la notizia della decisione, ho rivissuto in un attimo tutte le emozioni della battaglia che portammo avanti in Parlamento e poi col referendum. Allora vinse l'astensionismo, ma oggi ad alcuni di quei quesiti la Corte costituzionale dà ragione. 3 Magistratura La Corte interviene quando le istituzioni non sono coerenti rispetto a quella Bibbia laica che è la Costituzione. 4 Scatto Ora il Parlamento, che ha la responsabilità di trovare soluzioni sagge e condivise, è chiamato a fare uno scatto: correggere quella legge offensiva e ideologica in tempi rapidissimi. 5 Biotestamento È una lezione anche per il testamento biologico: fermiamoci per tempo, stavolta. Alla Camera, dove si deve ancora discuterne, riiniziamo da capo e riscriviamo una proposta ispirata a un diritto mite, rispettoso dei principi costituzionali che tengono insieme il valore della vita e la libertà di scelta nella cura. SUSANNA TURCO sturco@unita.it 5 risposte da Barbara Pollastrini Deputata del Pd

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Prima Pagina (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

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Csm, no alle ronde e ai Centri Ok alle norme sullo stalking (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Csm, no alle ronde e ai Centri Ok alle norme sullo stalking CLAUDIA FUSANI No alle ronde. Necessarie le norme sullo stalking, le molestie continuate. Dubbi seri sul carcere obbligatorio per chi viene arrestato per violenza sessuale. Addirittura contrari alla direttiva Europea i Centri di identificazione che possono trattenere fin oa sei mesi i clandestini senza identità. Il Consiglio superiore della magistratura passa al setaccio il decreto sulle ronde che è anche quello contro gli stupri. Ne salva una parte importante, quella sui reati sessuali. Ma boccia ciò per cui il decreto è diventato famoso: le ronde. Il documento della Sesta commissione di cui sono relatori Fabio Roia e Mauro Volpi sarà discusso stamani dal plenum del Csm dove dovrebbe essere approvato nonostante il solito mal di pancia dei consiglieri laici. Ma la sua anticipazione ha riaperto subito lo scontro su giustizia e sicurezza e le polemiche con Lega e Pdl che non perdono occasione per accusare l'organo di autogoverno dei giudici di occuparsi di affari che non lo riguardano. «Questa improvvida uscita non ci sorprende» attacca Roberto Cota, capogruppo alla Camera del Carroccio. «Ormai è una costante - aggiunge - che il Csm si occupi di politica perdendo così in credibilità». Jole Santelli (Pdl) bolla il documento come «indebita ingerenza». Ora, poichè il decreto deve essere convertito entro il 20 aprile, c'è da immaginare che il documento del Csm farà discutere ancora molto. Anche perchè il governo in questo momento è sotto un doppio attacco sul fronte giustizia: i penalisti sciooperano da luned' e andranno avanti fino a domani compreso. E' articolato e complesso il documento della Sesta che si deve occupare di riforma giudiziaria e di amministrazione della giustizia presieduta da Livio Pepino. Una Commissione, la sesta, destinata allo scontro quasi perenne con la maggioranza che ha una concezione più restrittiva circa gli ambiti di competenza della Commissione. Netta la bocciatura delle ronde. Per vari motivi, il primo dei quali è che «non si può derogare al principio che assegna all'autorità pubblica l'esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza». Non si può appaltare cioè una prerogativa esclusiva dello stato come la sicurezza ad associazioni di cittadini per quanto selezionate ma con incarichi specifici. Non solo. «La genericità delle previsioni contenute nel decreto legge - si spiega - può provocare non solo incidenti ma anche reati con carichi di lavoro in più per le forze dell'ordine». Esattamente quello che è già successo a Padova quando la polizia è dovuta intervenire all'improvviso per dividere una mega rissa tra ronde e centri sociali. No ai Centri di identificazione Applausi per le norme sullo stalking («colmano un vuoto»), dubbi invece sul carcere obbligatorio per chi viene arrestato per violenza sessuale perchè rischia di essere anticostituzionale visto che la misura è prevista solo per reati gravissimi relativi a mafia e terrorismo. Infine la bocciatura per i Centri di identificazione che il Senato aveva tolto dal disegno di legge e il ministro Maroni ha voluto reinserire appena ha potuto. «Una vera e propria detenzione amministrativa - sottolinea il documento - basata su una semplice difficoltà nell'accertamento dell'identità legale del soggetto». E non si può arrestare una persona, privarla della libertà, solo perchè non sa dire chi è o da dove viene. La Sesta commissione del Csm, presieduta da Livio Pepino, boccia il decreto sulla sicurezza che deve essere convertito in legge entro il 20 aprile e deve ancora essere votato sia dalla Camera che dal Senato.

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No alle ronde. Necessarie le norme sullo stalking, le molestie continuate. Dubbi seri sul carcere ob... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

No alle ronde. Necessarie le norme sullo stalking, le molestie continuate. Dubbi seri sul carcere obbligatorio per chi viene arrestato per violenza sessuale. Addirittura contrari alla direttiva Europea i Centri di identificazione che possono trattenere fin oa sei mesi i clandestini senza identità. Il Consiglio superiore della magistratura passa al setaccio il decreto sulle ronde che è anche quello contro gli stupri. Ne salva una parte importante, quella sui reati sessuali. Ma boccia ciò per cui il decreto è diventato famoso: le ronde. Il documento della Sesta commissione di cui sono relatori Fabio Roia e Mauro Volpi sarà discusso stamani dal plenum del Csm dove dovrebbe essere approvato nonostante il solito mal di pancia dei consiglieri laici. Ma la sua anticipazione ha riaperto subito lo scontro su giustizia e sicurezza e le polemiche con Lega e Pdl che non perdono occasione per accusare l'organo di autogoverno dei giudici di occuparsi di affari che non lo riguardano. «Questa improvvida uscita non ci sorprende» attacca Roberto Cota, capogruppo alla Camera del Carroccio. «Ormai è una costante - aggiunge - che il Csm si occupi di politica perdendo così in credibilità». Jole Santelli (Pdl) bolla il documento come «indebita ingerenza». Ora, poichè il decreto deve essere convertito entro il 20 aprile, c'è da immaginare che il documento del Csm farà discutere ancora molto. Anche perchè il governo in questo momento è sotto un doppio attacco sul fronte giustizia: i penalisti sciooperano da luned' e andranno avanti fino a domani compreso. E' articolato e complesso il documento della Sesta che si deve occupare di riforma giudiziaria e di amministrazione della giustizia presieduta da Livio Pepino. Una Commissione, la sesta, destinata allo scontro quasi perenne con la maggioranza che ha una concezione più restrittiva circa gli ambiti di competenza della Commissione. Netta la bocciatura delle ronde. Per vari motivi, il primo dei quali è che «non si può derogare al principio che assegna all'autorità pubblica l'esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza». Non si può appaltare cioè una prerogativa esclusiva dello stato come la sicurezza ad associazioni di cittadini per quanto selezionate ma con incarichi specifici. Non solo. «La genericità delle previsioni contenute nel decreto legge - si spiega - può provocare non solo incidenti ma anche reati con carichi di lavoro in più per le forze dell'ordine». Esattamente quello che è già successo a Padova quando la polizia è dovuta intervenire all'improvviso per dividere una mega rissa tra ronde e centri sociali. No ai Centri di identificazione Applausi per le norme sullo stalking («colmano un vuoto»), dubbi invece sul carcere obbligatorio per chi viene arrestato per violenza sessuale perchè rischia di essere anticostituzionale visto che la misura è prevista solo per reati gravissimi relativi a mafia e terrorismo. Infine la bocciatura per i Centri di identificazione che il Senato aveva tolto dal disegno di legge e il ministro Maroni ha voluto reinserire appena ha potuto. «Una vera e propria detenzione amministrativa - sottolinea il documento - basata su una semplice difficoltà nell'accertamento dell'identità legale del soggetto». E non si può arrestare una persona, privarla della libertà, solo perchè non sa dire chi è o da dove viene.

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bocciata la legge sulla fecondazione (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)

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La Consulta: no al limite di tre embrioni Bocciata la legge sulla fecondazione ROMA. La Corte Costituzionale ha bocciato la legge 40 sulla fecondazione assistita nella parte che limita a tre il numero degli embrioni da impiantare. La decisione della Consulta era nell'aria e adesso si attendono gli effetti nei centri italiani che da cinque anni si sono attenuti alle norme, con gli occhi sempre rivolti ai tribunali, dove a colpi di ricorsi si è consumata una lunga guerra legale. Dopo la decisione della Consulta, il sottosegretario Eugenia Roccella ha annunciato «l'emanazione di nuove linee guida» da parte dell'esecutivo. A pagina 6

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Casa, il "piano famiglia" riapre i cantieri (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Silvio Berlusconi incassa il sì delle Regioni e il piano casa parte. Così il governo può aprire una partita importante: da un lato si risponde ad esigenze concrete delle famiglie, dall'altro si rimette in moto l'edilizia da sempre volano importante dell'economia. Non è un risultato da poco in tempo di crisi e viste le polemiche a volte fondate ma spesso davvero strumentali, che hanno accompagnato la proposta lanciata dal premier. Certo, si dirà tanto per dire "qualcosa di sinistra" che il piano iniziale è stato ridimensionato (ma il premier ha sempre detto che doveva essere concordato con le Regioni) ma ora d'incanto la cementificazione del Bel Paese scompare o quasi, visto che anche le regioni "rosse" si sono messe in marcia assieme a quelle governate dal Pdl. Vabbé l'importante è che i cantieri partano: sono in ballo fra 60 e 70 miliardi di euro, che non sono bruscolini. Entro 10 giorni il governo varerà il decreto legge, poi toccherà al "federalismo del mattone" dare le risposte concrete. Tra l'altro il governo ha "confermato integralmente" gli impegni per i nuovi alloggi di edilizia popolare per i quali erano stati stanziati inizialmente 550 milioni di euro, con una parte di risorse che potranno essere reperite con la vedita delle case agli inquilini senza vendite "forzate" nei confronti di chi le occupa e non ha disponibilità economiche". Insomma, il governo mette a segno un altro punto importante, dopo la realizzazione del passante di Mestre, l'alta velocità Fs, il termovalorizzatore di Acerra. E, a proposito di cemento "buono" e "cattivo", arriverà anche il piano per le "nuove città": un insediamento urbanistico nuovo per ciascun capoluogo, sempre da realizzare in collaborazione con le regioni. In sintesi. Ampliamenti del 20% degli edifici uni-bifamiliari o comunque di volumetria non superiore ai 1000 metri cubi. Premi di cubatura del 35% in caso di demolizione e ricostruzione con progetti di bioedilizia (ma i tetti nazionali si potranno anche superare). Sono questi i principali interventi che saranno contenuti nelle leggi regionali, leggi che i governatori - perché è a loro che passa la palla e sono loro che poi dovranno risponderne i cittadini - dovranno varare entro che i governatori s'impegnano a varare entro 90 giorni, altrimenti interverrà un commissario ad acta per "agire". Con questa crisi è meglio non scherzare e i tempi di apertura dei cantieri non dovevono essere lunghi. Due i punti importanti dell'accordo. Il primo. "Le Regioni si impegnano ad approvare entro e non oltre 90 giorni proprie leggi ispirate preferibilmente ai seguenti obiettivi: regolamentare interventi - che possono realizzarsi attraverso piani/programmi definiti tra Regioni e Comuni - al fine di migliorare anche la qualità architettonica e/o energetica degli edifici entro il limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali uni-bi familiari o comunque di volumetria non superiore a 1000 metri cubi, per un incremento complessivo massimo di 200 metri cubi, fatte salve diverse determinazioni regionali che possono promuovere ulteriori forme di incentivazione volumetrica; disciplinare interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento per edifici a destinazione residenziale entro il limite del 35% della volumetria esistente, con finalità di miglioramento della qualità architettonica, dell'efficienza energetica ed utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e secondo criteri di sostenibilità ambientale, ferma restando l'autonomia legislativa regionale in riferimento ad altre tipologie di intervento". Il secondo. Le Regioni s'impegnano a "introdurre forme semplificate e celeri per l'attuazione degli interventi edilizi in coerenza con i principi della legislazione urbanistica ed edilizia e della pianificazione comunale. Tali interventi edilizi non possono riferirsi ad edifici abusivi o nei centri storici o in aree di inedificabilità assoluta". Leggi il testo integrale dell'accordo fra governo e regioni Scritto in Varie Commenti ( 11 ) » (7 votes, average: 3.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 16Mar 09 Prodi, il ritorno al passato E così Romano Prodi ridiscende in campo. Non mi sorprende affatto, del resto l'avevo preventivato e scritto in altri post. Era solo questione di tempo. Pensare che il Prof si auto-pensionasse davvero non era nell'ordine delle cose (politiche) e nemmeno nel carattere dell'uomo. Farsi da parte? Proprio lui, il fondatore dell'Ulivo? Eppoi la scuola della vecchia Dc lascia il suo imprinting nel dna politico di chi ne ha praticato a lungo il rito. Ha solo aspettato che le cose andassero come dovevano andare (dal suo punto di vista), che il centrosinistra si sfasciasse sotto il peso delle sconfitte elettorali veltroniane. E ora torna a giocare il ruolo di "padre nobile", di grande "federatore". Comodamente seduto nel salotto tv buonista e caramelloso di Fabio Fazio, il Prof ha alzato l'indice della mano sinistra e ha affondato definitivamente il Pd così com'era stato concepito da Walter, il perdente di successo. E non l'ha fatto nemmeno troppo "pacatamente", evitando pure i "ma anche". Un assist prefetto per il buon Franceschini impegnato a de-veltronizzare il partito e a duettare con l'Udc di Casini. Fra ex della sinistra Dc si intendono, almeno loro. Altro che Pd come partito identitario e solitario. "Io ho sempre sostenuto che il Pd non deve andare da solo. Ritengo che sia compito della democrazia assorbire e portare nella cultura di governo anche le ali estreme. Se la legge permette ancora la frammentazione, allora serve una coalizione per vincere le elezioni e il Pd ne è il nucleo portante", ha detto tra l'altro Romano. Insomma, assieme alla tessera del Pd ("non c'è stata una nuova iscrizione, c'è stato un gran can can ma sono iscritto da sempre. Non arrivava la tessera stampata") Prodi redivivo lancia la nuova-vecchia parola d'ordine: "Bisogna coalizzarsi". Insomma, rifare l'Ulivo (o l'Unione se preferite) e possibilmente allargarlo. Verso il centro? Verso la sinistra? Da tutte e due le parti? Il Prof per ora si ferma, sul punto, ma un fatto è certo: è tornato, e non farà la comparsa. Due volte affondato dai suoi, pare che voglia riprovarci con un copione che in realtà non è affatto nuovo ma che prevede a mio parere una variante importante: saranno gli ex Dc a pesare di più nella Balena bianco-rossa assieme all'ala anti veltroniana del Pd. Restano da capire due cose: quale sarà il ruolo di Massimo D'Alema? E come verrà declinata l'allenza con Di Pietro e l'ala giustizialista-girotondina della sinistra? E voi cosa ne pensate del ritorno di Prodi, serve davvero al centrosinistra? "Prodi affonda il Pd per riusumare l'Ulivo" di Federico Novella Cossiga: "Romano era in agguato. Ora si prende la rivincita" di Roberto Scafuri Cacciari: "Con il rientro di Romano torniamo al vecchio Ulivo, meglio scioglierci" di Francesco Cramer Scritto in Varie Commenti ( 100 ) » (23 votes, average: 2.22 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 11Mar 09 Se il cemento è di sinistra Il governo prepara il piano casa e subito il segretario del Pd Dario Franceschini pronuncia il più ovvio dei no. Come dire: dove sta la notizia? Già, avesse detto sì, invece. Nulla di nuovo sul fronte dell'opposizione, parafrando Remarque. Eppure il rilancio dell'edilizia (privata e pubblica) è uno dei più classici volani dell'economia perché muove, tra l'altro, un indotto enorme: dall'industria all'artigianato al terziario ai servizi. Ma quello che mi ha colpito nella politica esplosa attorno al piano casa è il grido di dolore (politicamente iprocrita) che si è levato dagli pseudo-neo ambientalisti dela centro sinistra: così il governo cementifica l'Italia, è in arrivo un nuovo sacco del territorio, sarà speculazione selvaggia. Se non fosse vero non ci crederei. E bene fa Vittorio Sgarbi a denunciare gli architetti-Attila che hanno cementificato il Belpaese e ora protestano (leggi l'articolo). E bene fa chi ricorda il partito del cemento delle regioni rosse (qualcuno deve pur ricordarlo a Franceschini). La polemica sul cemento assomiglia a quella sugli euromissili ai tempi di Craxi e Berlinguer. Ricordate? Per la sinistra i missili dell'Urss erano "buoni", quelli degli americani "cattivi". Per il cemento è lo stesso: quello "rosso" è buono, buonissimo e fa bene all'ambiente e al paesaggio. Vallo a spiegare ad Alberto Asor Rosa parlando di vicende edilizie nella rossa Toscana, recenti e passate. Certo, l'ombra della speculazioni è sempre in agguato, per non parlare dell'abusivismo dei singoli. Piccolo aneddoto personale: "Signor x - chiedo a un residente di un comune amministrato dalla sinistra (ma poteva anche essere la destra) - ma perché ha rialzato abusivamente la casa nel centro storico, proprio a due passi dal comune?" Risposta: "Tanto siamo in campagna elettorale, nessuno interverrà.". Alle successive amministrative il signor x ha poi fatto qualche altro "lavoretto". Insomma, non ci sono solo gli eco-mostri, la materia è complicatissima e se ne sono viste di tutti i colori in giro per l'Italia. Ma pensare di snellire le pratiche burocratiche infinite, costose, defatiganti per aprire i cantiere, poter ampliare la casa d'abitazione, riqualificare periferie e zone industriali inasprendo le pene per gl iabusi e senza deroghe ai vincoli ambientali e paesaggisti non significa automaticamente voler cementificare il Belpaese. E le nuove tasse pure. Stavolta mi sembra che Francheschini e chi lo segue abbiano fatto un autogol. Del resto anche Dario, checchè ne dica D'Alema, veltroneggia guardando a Obama e riparte con le tasse, proprio così, tasse: una bella una tantum da prelevare dalle tasche dei "ricchi" per darla ai poveri, altro che capitalismo compassionevole, era l'idea di Rifondazione quando era al governo assieme a Prodi. Come se le tasse in Italia non fossero già alte anzi, altissime, soprattutto per chi ha la busta paga (anche da 120mila e più euro lordi all'anno). Bossi dice che se ne può discutere. Mah. Prodi ha perso una campagna elettorale proprio sul punto, Berlusconi l'ha vinta. Qualcosa vorrà pur dire. Il Giornale (lunedì 23 marzo) Dietrofront del pd sul piano casa: si può fare/di Gian Maria De Francesco Scritto in Varie Commenti ( 61 ) » (11 votes, average: 3.82 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 03Mar 09 Balena rossa la trionferà? Il giorno dell'investitura bulgara di Dario Franceschini alla guida del Pd, dopo la ritirata pre-elettorale di Veltroni, sul sito avevo titolato "Un ex Dc alla guida degli ex Pci", oggi, sul "Giornale" Vittorio Macioce scrive un interessante articolo sulla svolta cattocomunista degli esponenti del nuovo Pd. E l'articolo mi fa tornare alla mente la Balena bianca che non c'è più, alla diaspora degli ex Dc ma soprattutto a quei cattolici democratici (i Dc di sinistra) che dopo aver affossato la Democrazia cristiana (ricordate Martinazzoli e la Bindi? la nascita del Ppi, partito puro e duro post tangentopoli?) si sono aggrappati come alla zattera della Medusa al Partito democratico del fu Veltroni. Fanno pensare alla trasformazione della specie: dalla Balena bianca alla Balena rossa. In fondo i cattocomunisti (come spesso vengono definiti) sognano proprio questo, sotto sotto ritengono di avere una idea della politica e della cultura politica del dialogo (soprattutto con gli ex Pci), superiore a quella degli alleati e tale comunque da poterli alla fine, condizionare e "guidare" all'approdo verso una sorta di catto-socialdemocrazia, in un partito e con un programma che possa includere pezzi della sinistra ora divenuta extraparlamentare, depotenziati e sconfitti, in cerca anche loro di un approdo sicuro. Balena rossa che potrebbe, con l'inclusione dell'Udc, tornare a navigare più sicura nell'oceano della Seconda Repubblica affiancata dal neo-collateralismo della Cgil (peccato alla guida della Cisl non ci sia più Pezzotta.). Pensiero in libertà, il mio, anche perché gli ex Pci-Pds-Ds a cominciare da Massimo D'Alema non saranno certo disposti a farsi ingoiare come Giona. Anche Franceschini del resto cerca di non farsi ingabbiare e ha annunciato: "Non mi ricandiderò al congresso di ottobre". Il mio è un "mandato a termine e di garanzia": cioè con due obbiettivi, quello di evitare l'ennesima catastrofe elettorale alle europee (ma anche alle amministrative) e quello di preparare il congresso. Nel frattempo Dario si tiene le mani libere, "non ho il problema di candidarmi.". Le grandi manovre sono due iniziate ufficialmente, nel centrosinistra, dove c'è (come fece Fanfani all'inizio degli anni Settanta) a contare amici e nemici. Dopo il voto "liberi tutti". Balena rossa la trionferà, dunque? Voi cosa ne dite? Scritto in Varie Commenti ( 91 ) » (20 votes, average: 3.65 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 24Feb 09 Il "vizietto" di Dario Anche Dario Franceschini ha fatto il suo giuramento, come quelli di Pontida, però a Ferrara, la sua città. E ha subito innalzato gli emblemi del suo pantheon: la Costituzione e l'antifascismo. Poi ha indicato il nemico, quello di sempre: Silvio Berlusconi, sempre e solo lui. "Vizietto" che non muore mai, a sinistra come fra i cattolici democratici. Niente di nuovo, si dirà, il vice di Veltroni eletto con una maggioranza bulgara all'improvvisato congresso del Pd a Roma (ho fatto avere un pò di voti a Parisi, altrimenti sai che figura.", avrebbe detto) da perfetto democristiano di scuola zaccagninana rinnova nella continuità anti berlusconiana. A Ferrara sembrava uno Scalfaro giovane, ma di "giovane" Dario ha poco: anche lui è un democristiano di lungo corso che ha sempre masticato pane e politica nella dc di sinistra. E si fa grande all'ombra del salvifico nemico Silvio. Antonio Polito, direttore del "Riformista" sostiene infatti che "è fermo agli anni Settanta". Già, è questo il "vizietto" di Dario che lo porta a parlare più alla nomenklatura che alla gente anche perché deve rimettere insieme i cocci del Pd, o meglio le sue anime divise quasi su tutto: ex Ds ed ex Margherita, ulivisti delusi, binettiani teodem e radicali, veltroniani in cerca di rivincite, dalemiani sempre più aggressivi con Rutelli perso alla ricerca della "terza via". Dialettica interna si dice, su temi come la bioetica o la sicurezza, ad esempio. Impresa difficile a ridosso di elezioni europee ed amministrative. Poi c'è la questione delle alleanze: la sirena dellUdc da un lato, il rapporto con Di Pietro (l'unico ad aver gradito davvero l'elezione di Franceschini). Quello che il Time ha definito (chissà perché poi?) "l'Obama italiano", quel Matteo Renzi presidente della Provincia di Firenze, volto nuovo della Margherita, che ha sbancato alle primarie del Pd a Firenze, è stato impietoso e l'ha definito "vicedisastro". Riuscirà dunque il "vicedisastro" a risollevare le sorti del "superdisastro" chiamato Pd? E basterà il collante ormai vecchio ed elettoralmente perdente dell'antiberlusconismo di maniera? I primi sondaggi dicono di no. Staremo a vedere se davvero sarà l'ex dc a tracciare la rotta del Titanic piddino. Intanto D'Alema si è detto pronto a collaborare ("organizziamo il partito, torniamo a parlare alla gente, occupiamoci dei problemi reali del Paese, lavoriamo alle riforme condivise.") e anche Cofferati si è fatto avanti. "Se Dario mi chiama") soccorso rosso anti veltroniano in movimento e sicuramente non disinteressato, pensando al dopo elezioni. Quando si faranno i giochi veri. Difficile che gli ex ds vogliano davvero morire democristiani. Facile pensare che se Dario non si libererà del "vizietto" farà poca strada. E intanto non resta che tentare di rispolverare l'Unione e magari il sepolcro imbiancato del silente Prodi. COSA NE PENSATE? Ma D'Alema cosa sta tramando? di Peppino Caldarola Non basterà il "ragazzo alibi" a fermare la scissione nel Pd/di Paolo Guzzanti Povero Pd non gli resta che Pecoraro Scanio/di Massimo de' Manzoni Scritto in Varie Commenti ( 104 ) » (27 votes, average: 3.52 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 17Feb 09 Walter, un perdente perfetto Come via crucis è proprio dolorosa: elezioni regionali in Friuli, Sicilia e Abruzzo, comune di Roma, le elezioni politiche, regionali in Sardegna. A mettere il fila le sconfitte infilate una dopo l'altra da Walter Veltroni vengono i brividi (politici ma anche umani). Nessuno era riuscito a ottenerne così tante in così poco tempo. Sembra la sceneggiatura di un film: il perdente perfetto al comando del Pd. O di quel che resta di un partito e di sogno politico rimasto tale, ovviamente al di là delle intenzioni (e dei meriti che pure ha) di Walter. Che si dimette, lascia la carica di segretario davanti direttivo del partito che l'ha messo sotto processo e che era pronto a tenerlo in sella ma commissariandolo. Lascia nel momento peggiore: caduta di consenso, scarso appeal, fuga dei militanti ed elezioni europee e amministrative alle porte. Il Pd è allo sbando mentre Di Pietro insiste: l'unica vera opposizione sono io. Epilogo dell'ennesima tragedia della sinistra italiana e delle sue divisioni senza fine. D'Alema (che ha lanciato Bersani nella corsa alla segreteria) ha intuito da tempo quale sarebbe stato (e quale dirompente portata avrebbe avuto) il capolavoro di Silvio Berlusconi in Sardegna. Replica del blitz in Molise ma nobilitata da un avversario indubbiamente di spessore come l'ex governatore e editore dell'Unità, Renato Soru. D'Alema da tempo predica ai quattro venti che il Veltroni-pensiero è inadeguato, che nel Pd non c'è "amalgama" che il centro-sinistra dovrebbe esssere un centro-sinistra-sinistra (con l'inclusione organica di pezzi di ex rifondaroli e quant'altri disposti ad allearsi organicamente con il Pd dopo la diaspora causata dallo tsunami delle politiche). D'Alema sapeva che Silvio avrebbe tirato dritto, che l'azzardo delle dimissioni di Soru avrebbe portato a una diaspora sarda nella sinistra. E ha avvertito a lungo inascoltato che l'Italia dei Valori giustizialisti di Di Pietro avrebbe pescato a strascico nell'elettorato piddino. Tra lui e Walter si è consumato un scontro duro, a volte sotterraneo a volte alla luce del sole, scandito da armistizi di facciata. Una vera guerra di logoramento (da premier toccò a Massimo subirla quando su lasciato solo a battersi in una campagna elettorale persa malamente.). L'ultimo episodio il duetto tra D'Alema e Bertinotti, con "baffino" che dice: "Non siamo autosufficienti.". Sardegna ultimo passaggio per Veltroni, dunque. Caporetto del segretario ma anche del Pd. Ricordate la campagna elettorale? Ugo Cappellacci è stato marchiato a fuoco dagli avversari (suoi ma soprattutto di Berlusconi, il "colonialista"). "Ugo chi?. "Signor nessuno.", "Spalla perfetta.", hanno cercato di far passare Cappellacci addiritura come un non sardo, lui che è anche amministratore pubblico a Cagliari. Messaggio da veicolare, questo, non tanto in Sardegna quanto nel Continente per far vedere che Berlusconi appoggiava un "governatore fantoccio". I sardi ovviamente non hanno abboccato. E Soru, con stile, ha ammesso che quel voto va rispettato perché è il voto dei sardi ed è soprattutto un voto democratico. Parole che mi sono piaciute, queste di Renato Soru: aveva un suo progetto, ha provato ad attuarlo e sono stati proprio i suoi alleati a metterlo in difficoltà. L'ennesima guerra nella sinistra che mangia i propri figli. L'effetto Soru combinato all'effetto Margherita, che ha visto trionfare alle primarie del Pd di Firenze Matteo Renzi (34 anni) opposto soprattutto a Lapo Pistelli, indicato proprio dal segretario del Pd, è stato fatale a Veltroni che sembrava deciso a resistere magari anticipando il congresso per blindare la sua poltrona e quella del gruppo dirigente, arroccato nell'ultima ridotta prima delle elezioni europee. E forse la mossa delle dimissioni potrebbe essere utile a forzare la mano per convocare il congresso anticipato per fare la conta di amici e nemici. Così Walter, un perdente lasciato solo al comando dai suoi avversari interni, si è smarcato lasciando in mano ad altri il cerino acceso. E per il Pd è un salto nel buio. Ha fatto bene Veltroni a dimettersi? Il progetto del Pd riformista potrà andare avanti lo stesso? Chi è secondo voi l'uomo più adatto a guidare il Pd dopo Veltroni? Enrico Letta ad esempio, dice sì all'Udc: sarà Casini il nuovo Prodi del Pd in versione ulivista rivista e corretta? Dite la vostra Leggi: Lettera aperta di Paolo Guzzanti a Walter Scritto in Varie Commenti ( 239 ) » (59 votes, average: 3.56 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Feb 09 Passante di Mestre, yes we can. L'inaugurazione del Passante di Mestre, una grande opera inserita da Silvio Berlusconi fra le priorità delle infrastrutture necessarie a rilanciare l'Italia è una realtà: 32 chilometri e mezzo, costati meno di un miliardo di euro, realizzati in meno di quattro anni. Era prima dell'ultimo ultimo governo Prodi, ricordate? Quante polemiche sulle grandi opere berlusconiane, sulla legge-obbiettivo, quanti attacchi feroci dale centrosinistra e dalla sinistra, dai verdi e dai comitati. L'Italietta del no era insorta compatta contro i cantieri, contro il piano delle Grandi opere. Inutile rivangare. Già, perché il Passante di Mestre è una realtà, serviva al Veneto e tutto il Nord Est ed è stato fatto. Quel taglio del nastro di ieri con il premier Berlusconi e il governatore del Veneto Galan sorridenti, le strette di mano alle maestranze col caschetto giallo non sono uno slogan. "L'Italia del fare" non dovrebbe essere considerato uno slogan (come fa la sinistra) ma una realtà per un Paese che investe nel futuro e nella sua modernizzazione. Per un paese che ha necessità di puntare sulle infrastrutture a servizio delle imprese, del lavoro, della competitività, dei cittadini. E che cerca di farlo fra mille ostacoli politici, burocratici, finanziari e dopo anni di ritardi che sembrano incolmabili rispetto al resto d'Europa. Fa bene Berlusconi a insistere. Stato, Regioni, enti locali in Veneto hanno dimostrato che esiste un altro modo di declinare il veltroniano "yes we can". Quattro anni fa ero a Roma e dopo la firma dell'intesa per il Passante fra governo e regione, Galan mi prese a braccetto e mi disse: "Guarda Alberto che il Passante è indispensabile e si farà. Non si ripeterà la storia dei cantieri che aprono e non chiudono mai. I soldi ci sono e quella "strada" la faremo". Certo, la strada da percorrere è ancora lunga e difficile : c'è da completare la Tav, da finire la Salerno-Reggio Calabria, il Mose, le metropolitane per Roma e Milano e quant'altro indicato nel piano delle "Centro grandi opere". Ci sono 16,6 miliardi stanziati dal Cipe e ne servono ancora più di 100 per raggiungere i 125 necessari a realizzare il piano, soldi che il premier si è impegnato a reperire nei prossimi anni. Il Passante è un esempio che si può fare: indica un metodo, un percorso. Il Ponte sullo Stretto di Messina è il simbolo più eclatante del piano e quello più osteggiato. Mi domando: ma perché quando ad esempio il Giappone o la Danimarca costruiscono mega-ponti sono un esempio positivo, fanno notizia in tutto il mondo e se lo fa l'Italia no? Resta un mistero o forse no, se si legge questa storia in chiave squisitamente "politica". Scritto in Varie Commenti ( 72 ) » (33 votes, average: 4.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Jan 09 Di Pietro tribuno senza popolo Antonio Di Pietro è stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma per offesa all'onore e al prestigio del capo dello Stato. L'iscrizione è un atto dovuto dopo la denuncia presentata dal presidente dell'Unione delle Camere Penali Oreste Dominioni e del vicepresidente Renato Borzone e fa riferimento alla manifestazione tenuta dal leader dell'Idv in piazza Farnese, a Roma, durante la quale fu esposto uno striscione che faceva riferimento a una presunta non terzietà di Napolitano. (Ansa, 3 febbraio). Aggiornamento *NAPOLITANO/ PM ROMA CHIEDE ARCHIVIAZIONE INDAGINE SU DI PIETRO «Nessuna offesa all'onore e al prestigio del Capo dello Stato» Roma, 13 feb. (Apcom) - La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'indagine a carico di Antonio Di Pietro, per offesa all'onore e al prestigio del capo dello Stato, in relazione all'intervento del leader dell'Italia dei valori del 28 gennaio scorso. Secondo il pm Giancarlo Amato da una «lettura attenta» del complessivo discorso di Di Pietro, va escluso che il riferimento al «silenzio mafioso» abbiano avuto quale destinatario non il presidente della Repubblica ma lo stesso oratore. «Quanto alle espressioni che certamente sono state rivolte al residente Napolitano, dovendosi esse inquadrare nell'esercizio del diritto di critica che è consentito anche neiconfronti delle più alte cariche dello Stato se espresso in forme continenti (qui senz'altro ravvisabili), nessuna offesaall'onore ovverso al prestigio del capo dello Stato potrebbe essere ipotizzata». Così si afferma il pm Amato nellarichiesta di archiviazione dell'indagine a carico di Di Pietro. Secondo l'autorità inquirente è imposssibile «configurare la fattispecie prevista dall'articolo 278 del codice penale e la conseguente decisione di non richiedere l'appositaautorizzazione prevista» al ministro della giustizia. Tutta la questione è - secondo gli inquirenti - un «malinteso», che è «verosimilmente insorto per il richiamo al rispettò ed al 'silenzio' che figura in entrambe le autonome parti dell'intervento dell'onorevole Di Pietro, da prima rivolto al presidente della Repubblica, l'oratore ha detto 'ci possiamo permettere di non essere d'accordo con alcuni suoi silenzi. ma lo rispettiamo, abbiamo il senso delle istituzioni. 'mentre in seguito - prosegue il magistrato ormai non più riferendosi al capo dello Stato, si è usata l'espressione 'lo possiamo dire o no? Rispettosamente,ma il rispetto è una cosa, il silenzio è un'altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio». La vicenda Di Pietro 1. È il sequestro in piazza di un manifesto che riportava una scritta critica nei confronti del presidente della Repubblica («Napolitano dorme, l'Italia insorge») a scatenare Antonio Di Pietro a piazza Farnese. Vogliono farci lo scherzetto di piazza Navona ma in una piazza civile c'è tutto il diritto a manifestare?», si chiede protestando per il sequestro del manifesto. In una piazza «può essere accolto chi non è d'accordo con alcuni silenzi» del Capo dello Stato), prosegue. Poi aggiunge: «A lei che dovrebbe essere arbitro possiamo dire che a volte il suo giudizio è poco da arbitro e da terzo». Di Pietro afferma poi che questa critica è «fatta del tutto rispettosamente». Quindi conclude: «Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso per questo io voglio dire quello che penso». (Ansa) Di Pietro 2. «Mi amareggia molto - dice in una nota il leader dell'Italia dei Valori - per l'oggettiva disinformazione che contiene e perché mi mette in bocca ciò che non ho detto, il comunicato del residente della Repubblica in merito al mio intervento di questa mattina. Ho detto e ribadisco che, a mio avviso, è stato ingiusto e ingiustificato non avere permesso ad alcuni manifestanti i tenere esposto uno striscione non offensivo, ma di critica politica». «In democrazia - prosegue Di Pietro - deve essere permesso a tutti di avanzare critiche e dissensi. Non ho mai detto che a far togliere lo striscione fosse stata la Presidenza della Repubblica, e non ho mai offeso, né inteso offendere, il Capo dello Stato quando ho ricordato pubblicamente che il silenzio uccide come la mafia, giacché non a lui che mi riferivo, ma a chi vuole mettere la museruola ai magistrati che indagano sui potenti di Stato». (Apcom) Il Tonino-pensiero è arrivato (forse) alle estreme conseguenze dell'invettiva politica con la frase e il giudizio sul Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (guarda il video). Dal palco, l'autonominatosi tribuno del popolo lancia il suo atto d'accusa più grave colpendo la più alta istituzione dell'Italia repubblicana. quella parola, "mafioso", rimbalza e rotola in quella piazza che oceanica non è perché Tonino sta perdendo per strada il suo popolo (dopotutto una questione morale come si è visto esisste anche per lui, il Grande Moralizzatore). Rimbalza fra lo stupore di chi l'ascolta, arriva fino al Colle ma poi ridiscende (accusa rispedita seccamente e duramente al mittente da Napolitano) verso la piazza, rimbalza ancora ed esplode come una bomba impazzita sul palco da dove è partita. In mano a Di Pietro. Che poi fa una goffa, lunare retromarcia, vorrebbe metterci una pezza "ma è peggio del buco" come scrive Antonio Polito sul Riformista. Di Pietro-Grillo-Travaglio, le madonne addolorate del giustizialismo italiano, del neo-qualunquismo politico in versione aggiornata erano insieme, in quella piazza. giusto così. Gli italiani li hanno visti all'opera, a ciascuno la sua parte nella sceneggiata sul palco di piazza Farnese, Roma, Italia. Il pubblico giudichi. Inutile stavolta spendere troppe parole su Di Pietro e i suoi amici. Una parola invece la vorrei spendere sul Partito Democratico e sul Walter Veltroni: ha già detto per due volte di aver rotto con Di Pietro, poi è andato avanti tutto come prima. Romperà allo stesso modo per la terza volta? O il centrosinistra riformista (ma lo è davvero?) dovrà aspettare che all'alba il gallo canti ancora? Walter avrà finalmente capito, come hanno già capito molti esponenti democratici, che si è avvinto in un abbraccio mortale? Già, perché Di Pietro e i neo-girotondini aspettano le elezioni europee, continuando ad alzare il tiro per prendere i voti proprio al Pd e ai cespugli della sinistra. I conti li faranno dopo. I COSTITUZIONALISTI: "IPOTIZZABILE IL REATO DI VILIPENDIO" - Leggi Il demagogo in trappola di Mario Giordano Tonino, messia al tramonto tra scandali e parole a vuoto di Filippo Facci Il gioco di Tonino è durato poco. L'antipolitica l'ha già scaricato di Paolo Granzotto E TONINO NON RISPONDE A QUESTE DOMANDE SU NAPOLI Scritto in Varie Commenti ( 155 ) » (46 votes, average: 3.54 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Jan 09 Vendola: "Rifondazione addio" Nichi Vendola lascia Rifondazione comunista. L'ex partito di Bertinotti perde pezzi (importanti). In un'intervista al Tg3, il governatore della Puglia annuncia: sabato a Chianciano, "chiuderemo una stagione politica e faremo i conti con la crisi travolgente della politica". La decisione di Vendola, per ora, resta individuale: "Io parlo per me, non voglio una leve militare, non chiedo un reclutamento. Ognuno deve fare i conti con la propria coscienza". Poche parole che sanciscono l'inizio della spaccatura già alle viste subito dopo la vittoria di Ferrero e la conquista delle segreteria. Vendola era - o sembrava - il candidato su cui scommettere, l'uomo che Bertinotti avrebbe voluto alla guida del partito e invece. Dopo il ribaltone e la vicenda del quotidiano del partito, "Liberazione", l'addio era inevitabile. Quanti vendoliani seguiranno Nichi, e quale sarà il loro approdo? Forse la riedizione rivista, corretta e allargata dell'Ulivo post veltroniano? Scritto in Varie Commenti ( 40 ) » (11 votes, average: 3.55 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 13Jan 09 D'Alema, preavviso di sfratto a Veltroni Tanto tuonò che Massimo D'Alema (ri)uscì allo scoperto contro l'eterno avversario interno: Walter Veltroni. Con un preavviso di sfratto (dopo le elezioni amministrative e quelle europee?). Il partito democratico ormai è allo sbando (ma questa non è una notizia, ormai), logorato e indebolito prima spaccato poi dalle guerre per bande intestine e dalle "diversità" fra ex Ds ex prodian-uliviti ed ex della Margherita. Infine infilzato sul tema sensibilissimo della questione morale e della "diversità" rispetto al centrodestra e a Silvio Berlusconi. A Nord si pensa a un centro-sinistra autonomo e federato e il partito dei sindaci è in rivolta mentre i "cacicchi" portatori di voti a livello locale annusano l'aria pronti al salto della quaglia per appoggiare chi vincerà il braccio di ferro (sperando che non restino solo macerie.). E incombe lo spettro del tirono all'Ulivo prodiano, rivisto e corretto. Così Massimo D'Alema è tornato all'attacco di Veltroni con un accusa politica pesante: "Il Pd non è governato". "Anzichè demonizzare i miei convegni ci si doveva occupare di governare il partito". Massimo, intervistato da Red tv, definisce "amareggianti" le polemiche interne di questi mesi al Pd, sottolinea che c'è "confusione, mancanza di responsabilità in diversi", e a proposito della tregua fino alle europee invocata da Walter dice: "Io sono unilateralmente impegnato in questo da tempo". Ma il presidente di Italianieuropei sembra ritenere soprattutto ingiusto il clima di astio riservato, a suo giudizio, alle ue iniziative degli ultimi mesi: "È stato sbagliato, anzichè affrontare i problemi del partito, alimentare una campagna per cui il Pd si trovava in una situazione splendida tranne D'Alema, non capendo che le iniziative che abbiamo presoerano un contribuito per il partito che dovevano essere apprezzate e non demonizzate". Quindi il messaggio: "Oggi è giusto chiamare a raccolta le maggiori personalità del partito per vedere cosa si può fare per rilanciarlo". "Spero che il processo fondativo trovi un momento di rilancio con la conferenza programmatica. Io resto pronto, non ho ricevuto chiamate, sono disponibile". Già, nessuna chiamata per Massimo. La farà Veltroni, o si sente davvero così forte da non farla? E D'Alema è davvero l'uomo giyusto per rilanciare il Pd, magari di nuovo aperto alla sinistra frammentata e distrutta (con i verdi) dalle ultime elezioni che l'hanno messa fuori dal parlamento? E come riuscirà, Walter, a tenere unite le anime sparse, perse e divise del Pd che ormai pare solo un simulacro di partito? Perché mentre lo scontro si consuma fra gli ex Ds, il centro del partito potrebbe sfaldarsi clamorosamente. Rutelli, Letta, Parisi e gli ulivisti: chi lascerà per primo? Chi dirà addio senza rimpianti per un fallimento annunciato già il giorno dopo la sconfitta di Prodi? Pierferdinando Casini ha di nuovo battuto un colpo verso Rutelli e Letta (lanciato da Cesa, segretario dell'Udc): mettiamoci assieme. nel segno delle "alleanze di nuovo conio" evocate proprio da Rutelli. Insomma, lavori in corso per quello che Dellai, presidente della provincia di Trento, inventore della Margherita, chiama già Centro Riformatore. Leggi l'articolo "Il big bang della sinistra fa risorgere l'Unione di Prodi" di Roberto Scafuri Scritto in Varie Commenti ( 50 ) » (20 votes, average: 3.5 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (66) Ultime discussioni Alberto Taliani: Caro Roberto, lei continua a sfornare cifre che non hanno senso allo scopo, molto semplice, di... Pippo: Le costruzioni edilizie sono da sempre state un campo riservato a speculatori ed altri. Ritrovarsi in un breve... assunta: quindi la legge secondo cui più di 1000 alloggi popolari sarebbero stati messi a riscatto non è stata... aldo santoni: buonasera, guardi,ho appena sentito il commento strafottente di Franceschini e mi è venuto il... Roberto: Gentile Taliani: conviene con me che il piano casa così come era delineato dal governo non era praticabile?... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 5 Emails Passante di Mestre, yes we can... - 4 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Walter, un perdente perfetto - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails La Gelmini e il bel mondo di concorsopoli - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Ultime News Bioetica, la Consulta boccia la legge 40 Roccella: "Sentenza con effetti dubbi"Franceschini: "Orrido se nomine Rai decise a casa del premier"Piano casa, Berlusconi: "Alloggio a chi non lo ha"Italia e Irlanda 1 a 1 Finisce in parità il derby fra Lippi e TrapattoniLondra, no global assaltano le banche: 30 arrestiAuto, il mercato riparte con gli incentivi: +0,2%Israele, linea dura Lieberman: "No a uno Stato palestinese"Il Csm va contro le "ronde": ci sono dubbi di costituzionalitàRiecco il Concorde! 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Il Csm va contro le "ronde": ci sono dubbi di costituzionalità (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 78 del 2009-04-01 pagina 0 Il Csm va contro le "ronde": ci sono dubbi di costituzionalità di Redazione Il Consiglio superiore della magistratura solleva "perplessità di ordine generale" sulla possibilità di derogare all'autorità pubblica la tutela della sicurezza Roma - No alle ronde introdotte dal decreto sicurezza, sì invece a diverse delle norme contenute nello stesso provvedimento che riguardano il contrasto alla violenza sessuale e allo stalking. è articolato il giudizio del Csm sul decreto legge del governo ed è contenuto in un parere messo a punto dalla Sesta Commissione di Palazzo dei marescialli e che oggi pomeriggio sarà all’esame del plenum. "Perplessità di ordine generale" Il Csm solleva "una perplessità di ordine generale sulla possibilità di derogare al principio che assegna all’autorità pubblica l’esercizio delle competenza in materia di tutela della sicurezza, escludendo che questa possa essere affidata a privati" e quindi, di fatto, boccia l’istituzione, da parte del governo, delle cosiddette "ronde", arrivando anche a ipotizzare il rischio di una parziale incostituzionalità. "Troppa discrezionalità" Nel parere all’ultimo decreto sicurezza firmato dal titolare del Viminale Roberto Maroni, approvato oggi dal plenum, l’organo di autogoverno delle toghe mette in discussione il fatto che alle ronde "sia affidato il compito di segnalare eventi che possono arrecare danni alla sicurezza urbana, ovvero situazioni di degrado sociale". Secondo i consiglieri, infatti, questa fumosità nella definizione delle situazioni da segnalare affiderebbe alle ronde un "troppo elevato tasso di discrezionalità" nella scelta dei casi da segnalare e questo porterebbe, in buona sostanza, a una generale confusione. "Troppo lacunoso il registro delle ronde" Dubbi anche sul registro al quale le associazioni devono obbligatoriamente iscriversi per esercitare l’attività di presidio territoriale: l’iscrizione, infatti, non equivarrebbe ad autorizzazione a operare, ma sarebbe "un mero accertamento della titolarità dei requisiti necessari a operare", con un rinvio a un successivo decreto ministeriale definito dal Csm "troppo lacunoso". "Dubbi di costituzionalità" Inoltre, il Csm solleva anche dubbi di natura costituzionale: il dl, infatti, non prevede esplicitamente che "le associazioni non debbano avere nè natura nè finalità di ordine politico". Questo, secondo le toghe, violerebbe il comma 2 dell’articolo 18 della Carta, che vieta di costituire "associazioni che, anche indirettamente, perseguano scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare". Per carattere militare si intende non solo il possesso di armi, ma anche, è spiegato nel parere, "una gerarchia interna di tipo militare e il ricorso a uniformi". Armi improprie Infine, la doverosa specificazione del fatto che i cittadini membri della associazioni di tutela della sicurezza non possano essere armati, per il Csm non è sufficiente: non viene infatti escluso, è la tesi dei rappresentanti delle toghe, il fatto che i "vigilantes" non possano avere strumenti "non definibili armi in senso proprio", ma comunque "atti a offendere o a esercitare coercizione fisica" nei confronti di terzi. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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sarà napolitano a inaugurare la "biennale" - massimo novelli (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XV - Torino Sarà Napolitano a inaugurare la "Biennale" Tra i protagonisti Cardini e Touraine, Serra e Canfora, Fisichella e Revelli, Padoa-Schioppa MASSIMO NOVELLI La democrazia in Italia è in pericolo? Qualche segnale forte in questa direzione non manca di certo. E Torino, ancora una volta, come è spesso accaduto nella sua storia lancia l´allarme. Se non altro perché la democrazia non è mai data per consolidata e acquisita per sempre. Vede così la luce Biennale Democrazia. Parte proprio nell´anno del centenario della nascita di Norberto Bobbio, il filosofo della politica che lavorato instancabilmente, non senza il gramsciano ottimismo della volontà e pessimismo della ragione, per l´affermarsi di un comune sentire democratico. La prima edizione si terrà dal 22 al 26 aprile in vari luoghi della città: dal Carignano al Regio, a Palazzo Civico, alla Cavallerizza, al Circolo dei Lettori. Verrà inaugurata da una lectio magistralis del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (il 22 aprile, alle 18, al Teatro Regio). Inaugurazione solenne, insomma, per quello che è pure il primo momento di rilievo delle celebrazioni (nel 2011) del centocinquantesimo anniversario dell´Unità d´Italia. Come ha spiegato Gustavo Zagrebelsky, ex presidente della Corte Costituzionale e ora alla guida della manifestazione torinese, il cui programma è stato presentato ieri al Teatro Carignano (anche da Mercedes Bresso, Antonio Saitta e Fiorenzo Alfieri), non si tratta di una serie di dibattiti per accademici. E tantomeno, ha aggiunto, di un festival culturale, che sarebbe soltanto una parentesi, uno stacco, nella vita di tutti i giorni e nei problemi del Paese. Che cos´è allora la Biennale Democrazia, la cui idea originaria spetta al senatore Pietro Marcenaro, sull´onda del successo che riscossero le «Lezioni Bobbio», e che riunisce, nel comitato dei garanti e in quello scientifico, studiosi e intellettuali in prevalenza di sinistra, in tutte le sue accezioni, con qualche copertura fuori ordinanza (da Franco Cardini a Dino Cofrancesco e ad Angelo Panebianco)? Si propone di essere un grande laboratorio di riflessione rivolto giustamente e ovviamente ai giovani, secondo una formula imperniata sul «partecipare attiva (la) mente», ossia su un coinvolgimento diretto del pubblico. Avverrà attraverso 120 appuntamenti tra convegni e seminari (con 190 relatori dall´Italia e dall´estero), 18 spettacoli e performance, otto proiezioni di film e documentari, cinque mostre, dove si cercherà di «esercitare la cultura democratica e una convivenza migliore». Con l´obiettivo di diventare dei veri e responsabili cittadini, come auspicava Bobbio. Impossibile, per ragioni di spazio, dare qui conto del programma, davvero ricco e imponente, che verte su quattro aree tematiche principali: le forme della democrazia, la democrazia multiculturale, le risorse della democrazia e le sfide della democrazia. Emergono, nei contenuti, alcune questioni di bruciante attualità: il testamento biologico (il 25 aprile, al Sermig, si svolgerà un dibattito pubblico condotto da Corrado Augias), l´obiezione di coscienza e le coppie di fatto; fino alle « belle tasse», per citare Tommaso Padoa Schioppa, ovvero un incontro diretto nientemeno che agli scolari delle elementari. Tra i molteplici momenti di riflessione, poi, sono da ricordare la lezione di Zagrebelsky sulla democrazia (il 23 aprile), quelle di Alain Touraine su «Quale democrazia senza uguaglianza delle risorse?» (sempre il 23) e di Luciano Canfora (il 24 aprile) su «La democrazia degli antichi». Il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, coordinerà (il 25 aprile) un incontro dedicata a «La democrazia della destra, la democrazia della sinistra: un dialogo tra sordi?», che vedrà la presenza di Alessandro Campi, Domenico Fisichella, Marco Revelli e Franco Sbarberi.

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La legge 40 è incostituzionale La Consulta riapre il caso (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

La legge 40 è incostituzionale La Consulta riapre il caso MARIA ZEGARELLI Parzialmente illegittima la legge 40 sulla Fecondazione assistita: la sentenza della Corte Costituzionale è arrivata ieri nel tardo pomeriggio, dopo un giorno e mezzo di camera di consiglio, e ha colpito il cuore stesso della legge. L'INCOSTITUZIONALITÀ Illegittimo l'articolo 14 al secondo comma, laddove prevede il limite dei tre embrioni e l'obbligo «a un unico e contemporaneo impianto». Incostituzionale anche il comma 3 «nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna». Inammissibili per difetto di rilevanza nei giudizi principali le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 6 comma 3 (l'irrevocabilità del consenso all'impianto da parte della donna) e dell'articolo 14 comma 1 e 4 (crioconservazione degli embrioni al di fuori di ipotesi limitate e divieto di riduzione embrionaria di gravidanze plurime). I giudici dell'Alta Corte di fatto hanno riconosciuto che il medico non può prescindere dalla valutazione dello stato di salute della donna, mentre, abolendo l'obbligo dei tre embrioni e l'impianto contemporaneo degli stessi, «è possibile che abbia ammesso quel principio di eccezione alla regola avanzato dal giudice Delle Vergini, del tribunale di Firenze, - spiega l'avvocato Maria Paola Costantini che insieme alla professoressa Marilisa D'Amico rappresenta Miriam e Giovanni, i due pazienti che hanno presentato ricorso - secondo il quale la crioconservazione è ammessa in caso di pericolo per lo stato psico-fisico della donna». Esultano per il risultato i ricorrenti: la World association reproductive medicine (Warm) presieduta da Severino Antinori e la Fondazione Hera di Catania, del professor Antonino Guglielmino i cui pazienti si sono rivolti al tribunale. «È una vittoria dei pazienti che da anni patiscono a causa di una legge sadica, ingiusta e priva di qualunque razionalità scientifica. La legge infatti - commenta Guglielmino - è stata concepita seguendo una sorta di modello punitivo per la donna, costretta a ripetuti e pesantissimi protocolli di stimolazione o a gravidanze plurigemellari creando situazioni di pericolo oltre che per la salute della madre anche per quella dei nascituri». Di grande «vittoria per lo stato di diritto e per lo Stato laico, che non deve essere soggetto a spinte religiose che impongono le leggi con una grave riduzione dei diritti civili», parla Antinori. IL GOVERNO IN GUERRA Sul piede di guerra il governo, con la sottosegretaria al Welfare Eugenia Roccella che avverte: «Sarà indispensabile emanare al più presto nuove linee guida che possano eliminare qualsiasi contraddizione». La blocca l'ex ministro alla Salute Livia Turco: «Proprio sulla base della stessa legge 40 le linee guida non hanno alcun potere interpretativo ma sono solo uno strumento tecnico». Il ministro Sandro Bondi parla di un grave «problema per la nostra democrazia, in quanto la sovranità del Parlamento viene intaccata parallelamente alla percezione della sparizione di autorità di garanzia», mentre Maurizio Gasparri imbraccia la spada di paladino della vita. Il segretario del Pd Dario Franceschini ricorda che «le sentenze della Corte vanno sempre rispettate» e che «il pronunciamento della Corte non potrà che essere recepito dal nostro ordinamento». Non si stupisce della sentenza Anna Finocchiaro: «La Corte dichiara l'illegittimità di parti della legge che già nella discussione parlamentare erano apparsi irragionevoli. Adesso si deve rifuggire anche sul testamento biologico da posizioni ideologiche». È proprio questo che spaventa il Pdl. La Corte costituzionale ha dichiarato la parziale incostituzionalità della legge 40. Non si può fissare un limite di tre embrioni e non ci può essere un obbligo a impiantarli tutti contemporaneamente.

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Parzialmente illegittima la legge 40 sulla Fecondazione assistita: la sentenza della Corte Costituzi... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Parzialmente illegittima la legge 40 sulla Fecondazione assistita: la sentenza della Corte Costituzionale è arrivata ieri nel tardo pomeriggio, dopo un giorno e mezzo di camera di consiglio, e ha colpito il cuore stesso della legge. L'INCOSTITUZIONALITÀ Illegittimo l'articolo 14 al secondo comma, laddove prevede il limite dei tre embrioni e l'obbligo «a un unico e contemporaneo impianto». Incostituzionale anche il comma 3 «nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna». Inammissibili per difetto di rilevanza nei giudizi principali le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 6 comma 3 (l'irrevocabilità del consenso all'impianto da parte della donna) e dell'articolo 14 comma 1 e 4 (crioconservazione degli embrioni al di fuori di ipotesi limitate e divieto di riduzione embrionaria di gravidanze plurime). I giudici dell'Alta Corte di fatto hanno riconosciuto che il medico non può prescindere dalla valutazione dello stato di salute della donna, mentre, abolendo l'obbligo dei tre embrioni e l'impianto contemporaneo degli stessi, «è possibile che abbia ammesso quel principio di eccezione alla regola avanzato dal giudice Delle Vergini, del tribunale di Firenze, - spiega l'avvocato Maria Paola Costantini che insieme alla professoressa Marilisa D'Amico rappresenta Miriam e Giovanni, i due pazienti che hanno presentato ricorso - secondo il quale la crioconservazione è ammessa in caso di pericolo per lo stato psico-fisico della donna». Esultano per il risultato i ricorrenti: la World association reproductive medicine (Warm) presieduta da Severino Antinori e la Fondazione Hera di Catania, del professor Antonino Guglielmino i cui pazienti si sono rivolti al tribunale. «È una vittoria dei pazienti che da anni patiscono a causa di una legge sadica, ingiusta e priva di qualunque razionalità scientifica. La legge infatti - commenta Guglielmino - è stata concepita seguendo una sorta di modello punitivo per la donna, costretta a ripetuti e pesantissimi protocolli di stimolazione o a gravidanze plurigemellari creando situazioni di pericolo oltre che per la salute della madre anche per quella dei nascituri». Di grande «vittoria per lo stato di diritto e per lo Stato laico, che non deve essere soggetto a spinte religiose che impongono le leggi con una grave riduzione dei diritti civili», parla Antinori. IL GOVERNO IN GUERRA Sul piede di guerra il governo, con la sottosegretaria al Welfare Eugenia Roccella che avverte: «Sarà indispensabile emanare al più presto nuove linee guida che possano eliminare qualsiasi contraddizione». La blocca l'ex ministro alla Salute Livia Turco: «Proprio sulla base della stessa legge 40 le linee guida non hanno alcun potere interpretativo ma sono solo uno strumento tecnico». Il ministro Sandro Bondi parla di un grave «problema per la nostra democrazia, in quanto la sovranità del Parlamento viene intaccata parallelamente alla percezione della sparizione di autorità di garanzia», mentre Maurizio Gasparri imbraccia la spada di paladino della vita. Il segretario del Pd Dario Franceschini ricorda che «le sentenze della Corte vanno sempre rispettate» e che «il pronunciamento della Corte non potrà che essere recepito dal nostro ordinamento». Non si stupisce della sentenza Anna Finocchiaro: «La Corte dichiara l'illegittimità di parti della legge che già nella discussione parlamentare erano apparsi irragionevoli. Adesso si deve rifuggire anche sul testamento biologico da posizioni ideologiche». È proprio questo che spaventa il Pdl.

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Così è nata la strategia del ricorso (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Così è nata la strategia del ricorso» Tutto è cominciato da una coppia di Catania che si è vista negare le cure. Il loro avvocato spiega le tappe della lunga battaglia legale LUCA LANDÒ Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge: lo sanno i bambini, lo dice la Costituzione. Peccato che la legge 40 dicesse un'altra cosa: che non tutti potevano ricorrere alle tecniche di fecondazione artificiale». Parla al passato Marilisa D'Amico, l'avvocato che assieme ad altri quattro colleghi ha innnescato quel ricorso che ieri è stato accettato dalla Corte Costituzionale. «Sì, parlo al passato perché la legge è stata di fatto riscritta dal giudice costituzionale, anche se ovviamente bisognerà aspettare il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Ma la cosa importante è che l'aspetto più rigido sia stato eliminato». Quello dei tre embrioni? «Certo, perché in questo modo cade quella odiosa barriera che metteva da una parte chi poteva accedere alla tecniche di fecondazione assistita e dall'altra quelli che ne erano esclusi». Si spieghi meglio. «È semplice, basta prendere il caso della coppia di catania che abbiamo assistito e da cui è nato tutto il caso. Si tratta di una coppia che per motivi medici, di sterilità e di rischi di trasmissione di m,alattie genetiche, aveva bisogno di una procedura particolare: produrre più embrioni, analizzare con diagnosi preimpianto quelli privi di rischi genetici - tecnica vietata da questa legge ma autorizzata da una sentenza di Cagliari per casi come questi - impiantare quelli che il medico riteneva opportuni e conservare gli altri nel caso, probabile, di fallimento del primo intervento. Il punto è che la legge 40, all'articolo 14, dice espressamente che è vietata la crioconservazione degli embrioni e che quelli prodotti vanno tutti impiantati nel numero massimo di tre. La clinica a cui si erano rivolti, la Demetra di Firenze, disse giustamente che l'intervento che sarebbe loro servito per avere un figlio era possibile da un punto di vista medico ma impossile da quello legale, perché vietato espressamente dalla legge 40. Un'assurdità, non le pare?». E che hanno fatto? «Sono venuti da noi e noi siamo andati dal giudice del Tribunale di Firenze. Prima però abbiamo formato un collegio di cinque avvocati (io e i colleghi Massimo Clara, Ileana Alesso, Sebastiano Papandrea e Maria Paola Costantini) e abbiamo studiato una strategia dettagliata. Perché era chiaro, a quel punto, che il nostro obbiettivo era la Corte Costituzionale». E qual era questa strategia? «In prima istanza abbiamo chiesto al giudice di autorizzare la clinica ad eseguire la miglior cura possibile. Poichè questo era impossibile, perché la legge 40 era molto chiara su questi punti, abbiamo chiesto al giudice, in subordine, che il caso venisse portato alla Corte Costituzionale perché era a quel punto evidente che c'era una legge che impediva alla nostra coppia di poter accedere alle cure. E dimostrando che la legge, in questo caso, non era uguale per tutti (articolo 3)». Ora che succede? «Che il giudice costituzionale ha riscritto la legge 40 prendendosi la responsabilità, non piccola, di modificarne un articolo. La legge resta in piedi nelle sue linee generali ma perde quell'aspetto rigido e ideologico, che l'ha caratterizzata fin dall'inizio. Ultimo punto, si è dimostrato che definire quella legge incostituzionale non era affatto un'esagerazione». Intervista a Marilisa D'Amico

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La coppia del ricorso Arriva giustizia per tanti come noi Siamo andati due volte a Istanbul per avere un bambino poi abbiamo finito i soldi. Io prendo 600 euro, mio marito 1100 (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

La coppia del ricorso «Arriva giustizia per tanti come noi» «Siamo andati due volte a Istanbul per avere un bambino poi abbiamo finito i soldi. Io prendo 600 euro, mio marito 1100» MARIA ZEGARELLI «Sono senza parole. Sono felice non soltanto per noi ma per tutte le coppie che ora avranno la possibilità di tentare di avere un bambino qui in Italia. Non mi sembra vero». Si ferma qui e poi piange. Di gioia. Pausa e si ricomincia, il racconto riparte dalla sua storia e da quella del suo compagno che alla fine di un calvario si sono rivolti al tribunale di Firenze e hanno presentato un ricorso contro la legge 40. Ieri, poco dopo le sei del pomeriggio, la notizia: la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il cuore della legge. «Capisce cosa vuol dire questa sentenza? Vuol dire giustizia per tante coppie come Giovanni e me. Noi siamo andati due volte a Istanbul per provare ad avere un bambino, poi abbiamo finito i soldi. Io prendo 600 euro al mese, mio marito 1100: con stipendi così non puoi scegliere. Ti devi fermare». Lei 30 anni, il suo compagno 35. Giovanni è affetto da retinoblastoma, una «malattia dominante» il cui rischio di trasmissibilità è del 50%. Si tratta di un tumore alla retina: è stato già operato una volta, ha perso la vista in un occhio, l'altro è stato salvato. «Ma è sempre a rischio». Che si tratta di una malattia genetica lo hanno scoperto dopo anni di indagini cliniche, quando hanno cercato di avere un bambino che non voleva arrivare. Vivono a Pachino, provincia di Siracusa. «All'inizio nessun medico ci aveva detto che era possibile effettuare una diagnosi pre-impianto sugli embrioni, quando lo abbiamo scoperto ci siamo rivolti a diversi centri, qui in Sicilia. Siamo arrivati, alla fine, al centro Hera, dal professor Guglielmino. Nel frattempo però - racconta Miriam - era entrata in vigore la legge 40. Così non ci è rimasto che andare all'estero». La preparazione alla fecondazione è avvenuta in Sicilia, poi «un giorno, dopo un controllo clinico mi è arrivata la telefonata. "Domani devi stare a Istanbul"». Era il dicembre del 2006. «A Istanbul scoprimmo che 4 embrioni erano sani e 4 malati. La percentuale del 50% di rischio era stata rispettata in pieno». Due embrioni vennero impiantati nell'utero, due criocongelati. Entrambe le cose assolutamente vietate in Italia. «Il primo tentativo andò male. Ci tornammo nel marzo successivo, andò male anche quella volta». La spesa tra il primo e il secondo viaggio è stata di oltre 10 mila euro, più soggiorno e volo. «Abbiamo dato fondo ai nostri risparmi - dice oggi Miriam -, ma sappiamo che senza fecondazione artificiale non riusciamo ad avere neanche la speranza. Il rischio di trasmettere la malattia al feto, poi, è altissimo». Per questo a gennaio del 2008 si sono rivolti al tribunale di Firenze. «Lo abbiamo fatto insieme ad altre coppie, conosciute al centro Hera Onlus che ci ha dato ogni forma di assistenza. Anche questo è stato un modo per sentirsi meno soli, perché la fecondazione è un tema che riguarda una minoranza della popolazione e quindi meno "urgenti" di altri. La storia/1

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fecondazione: no al limite di tre embrioni (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Bocciata la legge 40 Fecondazione: no al limite di tre embrioni ROMA. La Corte Costituzionale ha bocciato la legge 40 sulla fecondazione assistita nella parte che limita a tre il numero degli embrioni da impiantare. La decisione della Consulta era nell'aria e ora si attendono gli effetti nei centri italiani che da cinque anni si sono attenuti alle norme, con gli occhi sempre rivolti ai tribunali dove a colpi di ricorsi si è consumata una lunga guerra legale. A pagina 6

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Mia madre e i miei fratelli vittime innocenti della mafia (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Mia madre e i miei fratelli vittime innocenti della mafia» ENRICO FIERRO Ci sono persone semplici alle quali la storia tragica di questo Paese, quella fatta di mafie e stragi impunite, ha inferto ferite terribili. Margherita Asta è una di queste. Oggi è una giovane donna dal volto solare. Vive a Trapani. Parla e non spreca mai le parole, ma riesce a metterti in imbarazzo quando alla fine della conversazione ti dice che «dopo l'uragano esce sempre il sole. Bisogna sperare perché la battaglia è ancora lunga». Il 2 aprile del 1985, Margherita ha poco più di dieci anni. Alle otto del mattino la sua casa è invasa dall'allegra confusione di Salvatore e Giuseppe, i suoi fratelli, gemelli di sei anni. Margherita rischia di far tardi a scuola e l'accompagna una vicina. I gemelli usciranno invece con l'utilitaria della mamma Barbara. Sono le 8 e mezza quando due macchine vanno a prendere un magistrato. Si chiama Carlo Palermo è avellinese ma viene da Trento. Lì ha indagato su un traffico di morfina base proveniente dalla Turchia e destinata alle cosche della mafia siciliana specializzate nella produzione dell'eroina, «la bianculidda». La droga lavorata dalla Sicilia viene spedita a Milano, da qui agli Stati Uniti. Un grande business. Un fiume di danaro che serve a finanziare altri traffici, armi soprattutto, e che produce altri soldi, che si intrecciano col giro delle tangenti della politica. Palermo mette le mani su tutto questo, tocca santuari importanti, viene processato dal Csm. Un importante leader politico, Bettino Craxi, si augura che venga condannato. Da Trento, il giudice decide di farsi trasferire a Trapani. Per continuare a indagare su mafia, massoneria e politica. Sono da poco passate le otto e mezza quando le macchine del magistrato e della sua scorta sfrecciano per il rettilineo di Pizzolungo. Carlo Palermo è nella città siciliana da cinquanta giorni e ha già collezionato una serie di minacce. Gli agenti dela scorta sono nervosi - due anni prima a Trapani era stato ucciso un altro magistrato, Giacomo Ciaccio Montalto, anche lui indagava su mafia e sistemi di potere - non possono rallentare e quella utilitaria con una donna e due bambini seduti dietro va troppo piano. La sorpassano. Parcheggiata sul ciglio della strada c'è una golf con venti chili di tritolo nel bagagliaio. Qualcuno preme il tasto di un telecomando. E' l'inferno. La macchina della famiglia Asta viene investita in pieno, fa da scudo all'auto che porta il magistrato. Carlo Palermo viene sbalzato fuori, è sotto choc ma si salva. Di Barbara Asta e dei piccoli Giuseppe e Salvatore restano solo frammenti. Una macchia rossa al quarto piano di un palazzo, pezzi di corpi sparsi. Anche Margherita si salva: è passata in quello stesso punto un quarto d'ora prima. «Da allora sono stata catapultata nel mondo degli adulti. Avevo dieci anni e mezzo, mi impedivano di vedere la tv con le immagini della strage, ma leggevo i giornali di nascosto. Parlavano di mafia, di droga, di miliardi di lire calcolati a migliaia, di magistrati e poliziotti da ammazzare. Vedevo le foto del giudice Palermo nel suo lettino di ospedale, il suo volto scavato e mi chiedevo perché. Perché mia madre, i miei fratellini, cosa c'entravano loro con questa guerra? Ricordo mio padre e le parole che non ci siamo mai dette. E ho tanti rimpianti. Voleva proteggermi dal dolore e solo una volta mi ha detto una frase che non dimenticherò mai: "Noi abbiamo una piaga dentro che ci porteremo per tutta la vita". Nel 2003 chiesi a un pm di farmi vedere le foto dei resti della macchina di mia madre e dei gemellini. Sono stata male per giorni. Bestie, cosa avevano fatto! Oggi la mafia non uccide più, ma è cambiato poco, le mafie ti negano i diritti più elementari. Dove comandano loro anche il diritto a una vita normale è compromesso. Ricordo che nel 2006 rilasciai una intervista a "La Stampa" e quando mi chiesero se avessi voluto incontrare il giudice Carlo Palermo io risposi di sì. Don Luigi Ciotti organizzò tutto, ci vedemmo, ci stringemmo a lungo la mano e parlammo tanto. Le nostre vite erano state devastate dalla mafia, lui mi parlò dei suoi sensi di colpa e di quella lacerazione che si porterà dentro per tutta la vita. Ci consolammo a vicenda. Quando accadono le stragi i familiari delle vittime ricevono tanta solidarietà, poi vengono lasciati soli. E' un fatto privato, pensa la gente. L'anno scorso il senatore D'Alì disse che la mafia serve a quell'antimafia che genera posti di lavoro. C'erano le elezioni e a Trapani non sta bene parlare di mafia e affari in campagna elettorale. Cosa è cambiato? Poco, non uccidono più perché non è più necessario. La mafia tiene in ostaggio l'Italia. Ma esce il sole, dopo l'uragano esce sempre il sole». Domani (oggi per chi legge) la strage di Pizzolungo verrà ricordata con una fiaccolata e un dibattito. Il Comune di Erice conferirà la cittadinanza onoraria al giudice Carlo Palermo. Margherita Asta ci sarà col suo carico di dolore e di speranza. 2 aprile 1985, a Trapani una autobomba della mafia uccide una madre e i suoi due figli gemelli di sei anni. Il tritolo era destinato al magistrato Carlo Palermo. L'ex giudice oggi riceverà la cittadinanza onoraria.

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procura contro il premier ma galgano bacchetta i pm (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina I - Napoli Dopo gli attacchi di Berlusconi ad Acerra, l´ufficio si compatta Procura contro il premier ma Galgano bacchetta i pm L´assemblea della Procura chiede tutela al Csm contro gli attacchi provenienti «da esponenti delle istituzioni e dell´imprenditoria» in occasione dell´inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra. Primo firmatario del documento il procuratore Lepore. E Galgano bacchetta i pm. DARIO DEL PORTO A PAGINA V

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la procura si compatta contro berlusconi - dario del porto (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina V - Napoli La Procura si compatta contro Berlusconi "Il Csm deve tutelarci dagli attacchi". Dopo le tensioni firma anche Lepore "Non ho mai protetto né fatto sconti a nessuno e ho sempre firmato i provvedimenti" DARIO DEL PORTO La Procura chiede tutela al Csm rispetto agli «attacchi» mossi nei confronti della magistratura napoletana, e in particolar modo dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, «dagli esponenti delle istituzioni e dell´imprenditoria privata intervenuti alla inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra». L´assemblea dell´ufficio inquirente, convocata dopo un acceso dibattito sulla posta elettronica interna e svoltasi ieri alla presenza di oltre cinquanta sostituti, si è chiusa dunque con l´intesa intorno a un documento unitario sottoscritto, come primo firmatario, anche dal procuratore capo Giandomenico Lepore. Ma prima di trovare la sintesi, e la compattezza, intorno alla necessità di respingere i tentativi di delegittimazione dell´azione giudiziaria, si è sviluppata una discussione che si è protratta fin quasi alle otto di sera. E non poteva essere altrimenti, visti gli eventi che avevano preceduto l´incontro. L´assemblea era stata convocata anche per discutere della presenza di Lepore, ritenuta «inopportuna» da alcuni sostituti, alla manifestazione di Acerra durante la quale il premier Silvio Berlusconi aveva definito «eroi che qualcuno ha tentato di ostacolare» i manager Impregilo, alcuni dei quali coinvolti nei processi sul ciclo dei rifiuti istruiti dai pm Noviello e Sirleo. E sullo sfondo si agitavano ormai da mesi le frizioni aperte nel luglio scorso dallo stralcio delle posizioni dei prefetti Pansa e Catenacci dall´elenco degli imputati dell´inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Contrasto giunto all´esame del consiglio giudiziario e ora al vaglio del Cm, che dovrà valutare se considerare lo stralcio una revoca, come sostenuto, dai pm, oppure no come ribadito da Lepore, titolare in prima persona del fascicolo. In questi giorni aveva fatto inoltre discutere la pubblicazione del verbale della seduta del consiglio giudiziario, al quale era stato tolto il segreto con un voto ritenuto illegittimo dal procuratore generale Vincenzo Galgano ma difeso ancora lunedì scorso dai consiglieri togati dell´organo di autogoverno. Ieri pomeriggio Lepore ha chiesto di intervenire in apertura di riunione, prima di lasciare liberi i sostituti di confrontarsi. «Non ho mai protetto né fatto sconti a nessuno e ho sempre firmato in prima persona tutti i provvedimenti - ha evidenziato il procuratore - per questo mi dispiace quando vengo accusato di aver leso l´autonomia dei magistrati». Ha ripetuto, il procuratore, di essere «andato ad Acerra per dovere istituzionale». Con i cronisti, il procuratore ha aggiunto che «con il senno del poi, se avessi saputo come sarebbero andate le cose, non avrei preso parte alla manifestazione». Dopo Lepore, prendono la parola il pm Noviello, il procuratore aggiunto Aldo De Chiara, i pm Sergio Amato, Giuseppe Narducci, Antonello Ardituro, Nunzio Fragliasso e Alfonso D´Avino. Gli interventi sono moderati dal pm Gloria Sanseverino. Poi viene elaborato il documento. La prima firma è quella di Lepore. Prima di essere inviato a Palazzo dei Marescialli, il documento sarà sottoposto agli altri sostituti dell´ufficio per le firme. Commenta il pm Amato, che è anche componente della giunta distrettuale dell´Associazione magistrati: «Dall´assemblea esce una Procura forte, che trova l´unità intorno a una ben precisa concezione della funzione giudiziaria e del ruolo del pubblico ministero. A questo risultato straordinario si è giunti grazie a un´iniziativa dei sostituti, che avevano chiesto la riunione, sulla quale si è poi registrata la prima condivisione del procuratore». Per Marco Del Gaudio, di Md, «si può essere molto soddisfatti dell´andamento dell´assemblea, si è parlato a lungo e questo è molto positivo».

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Procreazione La Consulta boccia la legge (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Procreazione La Consulta boccia la legge Abolito il limite massimo dei tre embrioni A decidere saranno la donna e il medico [FIRMA]ANTONELLA RAMPINO ROMA «Non è una decisione salomonica, hanno vinto gli altri». L'ex presidente della Consulta Antonio Baldassarre, che ha rappresentato il Movimento per la Vita davanti alla Corte Costituzionale riunita per esaminare la legge numero 40 sulla procreazione assistita, sembra non avere dubbi: l'impianto della legge è smantellato. Perché è stato tolto il limite di tre embrioni, e si è ristabilita la libertà costituzionale della donna e del medico su quando e quanti altri embrioni criocongelati reimpiantare. E perché la sentenza dell'Alta corte incrocia precedenti giudizi della Cassazione che già permettevano la diagnosi pre-impianto. Anche se occorrerà attendere la pubblicazione delle motivazioni, «la sentenza di fatto consente la crioconservazione» spiega la costituzionalista della Statale di Milano Marilisa D'Amico, che ha curato uno dei ricorsi del tribunale di Firenze. E infatti i cattolici conservatori del centrodestra, da Buttiglione a Lupi fino a Volontè, gridano al golpe contro «la sovranità del Parlamento», ma soprattutto puntando il dito contro una scelta «eugenetica», come la chiama il professor Alberto Gambino. Nel dettaglio, sono illegittimi il secondo comma dell'articolo 14, che prevedeva l'«unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a 3 embrioni», e il terzo comma dello stesso articolo, che obbligava all'immediato re-impianto senza considerare la salute della donna, e che di fatto non consentiva la crioconservazione senza limiti di tempo. E ha poi dichiarato inammissibili, ma per come sono stati sollevati nei giudizi dei tribunali che li hanno presentati, i ricorsi sulla dichiarazione scritta di accesso alla fecondazione assistita e sulla sua revocabilità, e sul divieto di crioconservazione e di «riduzione embrionaria di gravidanze plurime». Al di là del dibattito politico, infuocato sin dal primo apparire della notizia, «le sentenze della Corte modificano la legge riscrivendola, perché fanno immediatamente decadere i concetti contenuti nell'articolato», ricorda il costituzionalista, ed ex presidente della Consulta, Valerio Onida. Un dettaglio che non sfugge a Giuseppe Pisanu, uno dei pochissimi del Pdl a dire che «le sentenze della Corte Costituzionale non si discutono, si applicano». Il centrosinistra reagisce a partire da Anna Finocchiaro con un corale «ve l'avevamo detto», poiché essenzialmente l'impianto della 40 «metteva in pregiudizio la salute della donna». Legge, aggiunge la socialista del Pdl Margherita Boniver, «che era una mostruosità». Ma si tratta di una voce isolata, assieme a quella di Benedetto Dalla Vedova che ricorda come «di fatto la sentenza ristabilisce il diritto alla salute delle donne e la libertà dei medici», applicando quell'articolo 32 della Costituzione «che viene ampiamente disatteso anche dalla legge che il Senato ha varato sul testamento biologico», e che arriverà adesso alla Camera. Un incrocio, quello tra le due norme, che non sfugge a monsignor Fisichella, «occorre dire di sì alla vita dal concepimento alla fine». Alfredo Mantovano, che proprio il bio-testamento vorrebbe veder riscritto a Montecitorio in senso ancora più restrittivo, parla di ritorno «al Far West della provetta». Intanto, il sottosegretario al Welfare con delega all'etica Eugenia Roccella annuncia che si riscriveranno le linee-guida della legge. Sarebbe un modo per scavalcare la Corte, spiega la costituzionalista D'Amico, che invece «non ha messo in discussione la legge, ma ha corretto le incostituzionalità che conteneva».

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Maria Antonietta Farina Coscioni, deputato Pd,come ha accolto la decisione della Consulta? ... (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Maria Antonietta Farina Coscioni, deputato Pd,come ha accolto la decisione della Consulta? «Il mio primo pensiero è andato a quelle coppie che già di per sé sono davanti a una scelta difficile nel ricorrere a una tecnica di fecondazione artificiale e che, dopo l'entrata in vigore della legge 40, invece di essere aiutate sono state punite e colpevolizzate. E, laddove è stato possibile, sono dovute emigrare all'estero per realizzare il loro sogno». Lei crede che, dopo la decisione della Corte Costituzionale, si ridurrà il cosiddetto turismo della cicogna? «Non solo. Una conseguenza gravissima di questa legge è stato l'aumento notevole delle gravidanze e dei parti trigemini e quindi il pronunciamento sulla parte della legge che riguarda il numero di embrioni è molto importante e andrà a incidere su questi numeri». Che cosa ha comportato tale aumento? «Sofferenze e stress fisici notevoli, prima di tutto. Con questa legge, l'aspirante madre era costretta a sottoporsi a numerosi tentativi, quindi a bombardamenti ormonali pesantissimi, con grave rischio per la sua salute. I pericoli, poi, crescevano durante la gravidanza perché avere in grembo più feti comporta maggiori problemi. Non ultime, conseguenze anche dal punto di vista della sostenibilità economica di tre figli quando se ne aspetta uno: e in tempi come questi, non è cosa da poco...». Anche la fecondazione artificiale all'estero è piuttosto cara. «Infatti, la Fondazione Coscioni aveva messo in atto un'azione di soccorso civile proprio allo scopo di sostenere le coppie che dovevano affrontare tecniche costose». Adesso, che cosa sarà della legge 40? «E' importante mettere mano a questa serie di norme, a una legge punitiva difesa in maniera acritica dal governo. Bisognerà farlo, tant'è vero che anche esponenti della maggioranza, come il presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Palumbo che, per inciso è medico ginecologo, dichiarano che non si può andare avanti così, perché i rischi per la salute delle donne sono gravi». \

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Fecondazione, no al limite dei tre embrioni (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Legge 40, i giudici hanno bocciato l'art. 14 nel punto in cui prevede che ci sia un unico e contemporaneo impianto Fecondazione, no al limite dei tre embrioni Corte CostituzionaleA sollevare la questione di legittimità anche il Tar del Lazio Parziale bocciatura della legge 40 sulla fecondazione assistita . La Corte Costituzionale hanno ieri dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 2, della norma, nel punto in cui prevede che ci sia un «unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre» di embrioni. Viola la Costituzione anche il comma 3 dello stesso articolo, nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. La Corte, infine, ha dichiarato inammissibili, per difetto di rilevanza nei giudizi principali, la questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 6, inerente l'irrevocabilità del consenso della donna, e dei commi 1 e 4 dell'articolo 14. Con la pronuncia di ieri (per le motivazioni bisognerà attendere alcune settimane), la Consulta ha dunque dichiarato illegittimo il «cuore» della legge 40 sul limite di tre embrioni in un unico impianto e sul loro trasferimento nell'utero della donna. I ricorsi dichiarati inammissibili per difetto di rilevanza, invece, riguardavano l'irrevocabilità del consenso da parte della donna all'impianto (articolo 6, comma 3) e il divieto, se non in casi eccezionali, della crioconservazione (articolo 14, comma 1), nonché il divieto di riduzione embrionaria di gravidanze plurime (art.14, comma 4). Erano stati il Tar del Lazio e il tribunale di Firenze (quest'ultimo con due distinte ordinanze relative a cause intentate da coppie sterili o affette da malattie ereditarie) a sollevare le questioni di legittimità davanti alla Corte: il rilievo riguardava la violazione degli articoli 2, 3, 13 e 32 della Costituzione, inerenti i principi di uguaglianza, del diritto alla salute, e del rispetto della dignità umana. C'è da dire che dall'entratata in vigore della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, nel 2004, sono progressivamente aumentati il numero delle coppie che si sono rivolte a tali tecniche e il numero dei nati. È quanto emerge dal bilancio dell'ultima relazione sull'applicazione della legge inviata al Parlamento, lo scorso marzo, dal ministero del Welfare, sulla base dei dati dell'Istituto Superiore di Sanità. E sono dati, in linea con la posizione più volte espressa dal sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, che dimostrano come la legge funzioni. Ma secondo numerosi osservatori, i limiti della legge 40 hanno prodotto effetti «devastanti», a partire dal cosiddetto fenomeno del «turismo procreativo».

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braccio di ferro fitto-procura (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina I - Bari I magistrati sotto verifica: "Diteci il limite dell´interferenza nella nostra attività". Respinto l´esposto del ministro: "Contro di me a tempo di record" Braccio di ferro Fitto-Procura Ispezione, i pm si appellano al Csm. E accusano: gli indagati ci spiavano Chiedono di sapere quali sono i limiti dell´azione degli ispettori. I pm hanno scritto nuovamente al Csm che ieri intanto ha archiviato l´esposto del ministro. «Velocità del tutto inusitata» dice Fitto. Dall´inchiesta "Fiorita" emerge come gli indagati, nel 2004, avessero rapporti con gli ispettori. GABRIELLA DE MATTEIS A PAGINA III

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l'affondo di fitto contro la procura - gabriella de matteis (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina III - Bari L´affondo di Fitto contro la Procura E i pm al Csm: "Ci indichi oltre quale limite l´ispezione diventa interferenza" L´organo di autogoverno dei giudici intanto respinge l´esposto dell´ex governatore GABRIELLA DE MATTEIS La scena, ora, si sposta a Roma. I magistrati, titolari dei fascicoli che coinvolgono il ministro Raffaele Fitto, ieri, hanno scritto una nuova lettera al Csm, chiedendo di sapere entro quale limite devono esercitare «il dovere istituzionale di salvaguardare la funzione giudiziaria da interferenze indebite o improprie». Una missiva, inviata all´indomani dell´arrivo a Bari degli ispettori del ministero e nel giorno in cui il Csm si è pronunciato su un esposto, presentato dall´ex governatore pugliese. L´organo di autotutela della magistratura non ha dato corso alla denuncia perché riguarda fatti che «esulano» dalle sue possibili competenze. Una decisione che il ministro Fitto commenta così: «Vedo che con una velocità del tutto inusitata, non solo si mobilitano le associazioni dei magistrati locale e nazionale, ma lo stesso Csm non archivia, come si è detto, ma eccepisce la sua non competenza, a tempo di record, sul mio esposto». Che contiene le stesse obiezioni riportate nella lettera, scritta quindici giorni fa dal ministro Raffaele Fitto e dal suo avvocato e collega di partito Francesco Paolo Sisto al Guardasigilli Alfano. Lettera all´origine dell´ispezione. L´ex governatore parla di «un metodo persecutorio» di indagine da parte dei magistrati. Accenna ad una presunta «ripetuta fuga di notizie» e anche alla partecipazione di uno dei pm al "Vaffa Day" di Beppe Grillo. E ancora contesta la costituzione di un gruppo di lavoro, composto da tre pm e da un aggiunto, che si sarebbe concentrato nelle indagini a suo carico e accusa il magistrato Marco Dinapoli di aver rilasciato un´intervista sull´inchiesta in corso e di non essersi astenuto dal procedimento «pur dopo aver sporto querela nei confronti dello stesso indagato». I rilievi sono contenuti nell´esposto che ha portato gli ispettori a Bari, ma anche nelle denunce precedenti, assegnate dal ministero alla direzione magistrati che le ha archiviate. L´ultima invece è stata considerata degna di approfondimenti. «Noi siamo un organo tecnico, non politico, questo è bene ricordarlo» spiega Gianfranco Mantelli, vicecapo degli ispettori. Ieri al terzo piano del Palazzo di Giustizia, i tecnici, inviati dal ministro Alfano (due magistrati e due cancellieri), hanno continuato ad esaminare i due fascicoli che coinvolgono Fitto, chiedendo numerosi atti, tra i quali le intercettazioni telefoniche. I pm, nella lettera inviata al Csm, ribadiscono la piena collaborazione al lavoro degli ispettori e le considerazioni, contenute nella prima lettera, si riservavano di «interloquire sul punto, anche a tutela delle nostre posizioni giuridiche soggettive e delle nostre prerogative istituzionali». Del caso, quindi, si occuperà la prossima settimana il Csm, ma intanto è già polemica politica. Un gruppo di senatori del Pd ha rivolto un´interrogazione al ministro della Giustizia Alfano, chiedendo chiarimenti sull´ispezione in corso alla procura di Bari. Sei dei nove firmatari, commenta Fitto, sono giudici. «Vale il criterio opinabilissimo dell´opportunità che una serie tanto nutrita di magistrati si impegni in politica e che alcuni lo facciano all´indomani di indagini delicatissime a carico di esponenti dello stesso partito che finisce con il candidarli? «.

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Il Csm: alt alle ronde "Rischiano di tornare le milizie di partito" (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

POLEMICHE SUL PARERE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA Il Csm: alt alle ronde "Rischiano di tornare le milizie di partito" [FIRMA]FRANCESCO GRIGNETTI ROMA Bene le nuove norme sullo stupro; male sulle ronde. Il consiglio superiore della magistratura, nonostante tutto, procede con i «pareri» sulle leggi in elaborazione in Parlamento. Questa volta tocca al decreto anti-stupri. E sono critiche severe. Addirittura, secondo una bozza elaborata dalla Sesta commissione che verrà approvata oggi, ci sono fondati dubbi di costituzionalità. «Basti pensare - scrivono - alla mancata previsione, che non può che essere contenuta in un atto legislativo, che le associazioni non debbano avere né natura né finalità di ordine politico, in considerazione del divieto posto dall'articolo 18 comma 2 della Costituzione di costituire associazione che, anche indirettamente, perseguano scopi politici mediante organizzazione di carattere militare». Immancabili le polemiche. «La Sesta Commissione del Csm con il suo parere predisposto per il plenum interviene ancora una volta sulla produzione delle leggi e sulla politica», denuncia Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl. «Questa uscita improvvida non ci sorprende. Ormai è una costante che il Csm invece di dedicarsi ai propri compiti di organismo di autogoverno della magistratura si occupi di politica perdendo proprio per questo motivo credibilità», dichiara Roberto Cota, presidente del gruppo Lega alla Camera. All'opposto Donatella Ferranti, Pd: «Il governo ne tenga conto e ritiri le norme sulle ronde che sono un obbrobrio giuridico, un inqualificabile passo indietro dello Stato nella lotta alla criminalità, e un regalo a mafia e camorra». Quello del Csm è un «parere» articolato. Appoggia l'introduzione del reato di stalking (salvo segnalare che sarebbe bene rendere «irrevocabili» le denunce). I consiglieri hanno invece qualche perplessità sull'arresto obbligatorio, dato che il reato di violenza sessuale ricomprende comportamenti molto diversi e si demanderebbe alla polizia il compito di decidere se una violenza sia da considerare grave o attenuata. Al limite, potrebbe scattare l'arresto pure per la manomorta su un autobus. «Si pensi al contatto voluto su mezzi di trasporto». Nutrono dubbi, i consiglieri, anche sul trattenimento di clandestini nei Cie fino a 180 giorni: non per il fatto in sé, quanto perché la materia è stata demandata ai giudici di pace «in ragione della possibile dilatazione temporale del trattenimento occorrerebbe instaurare un controllo sulle modalità e condizioni della detenzione amministrativa». Ma è sulle ronde che il Csm picchia duro. In Parlamento è stato fissato un principio che secondo il ministro Maroni dovrebbe tranquillizzare anche i più critici: l'albo delle associazioni sarà depositato presso i prefetti. «Non si configura - scrive il Csm - come un effettivo controllo sull'attività svolta dall'associazione, ma come una mera verifica della corrispondenza tra i requisiti stabiliti nel decreto ministeriale e quelli posseduti dall'associazione». Né li convince l'arruolamento dei rondisti, ovvero l'assenza nel decreto di «ogni requisito negativo, preclusivo della partecipazione alle associazioni come quelli di essere stati condannati per reati di violenza o per il compimento di atti di discriminazione». E poi la delicatissima questione dell'autodifesa. Nel decreto è scritto che i cittadini di ronda non debbano essere armati. Una dizione che per il Csm è troppo fumosa. «Non è tale da fugare ogni dubbio sull'utilizzazione di strumenti, non definibili armi in senso proprio, ma comunque atti a offendere». Conclusioni all'insegna del pessimismo. Altro che aiuto alle forze di polizia. «Può determinare il rischio di incidenti e nei casi più gravi della commissione di reati».

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- liana milella (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 19 - Cronaca LIANA MILELLA ROMA - A forte rischio di costituzionalità. Perché, nel decreto che istituisce le ronde, non è scritto da nessuna parte che «non devono avere né natura, né finalità di ordine politico». Mentre la Costituzione, all´articolo 18, vieta espressamente che si possano costituire gruppi che «perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare». Per le ronde c´è l´aggravante di aver usato una formula troppo generica (nel testo si parla di cittadini «non armati») per proibire l´uso di strumenti offensivi anche impropri. Il Csm non fa sconti al ministero dell´Interno su quelli che il ministro leghista Roberto Maroni ha battezzato i «volontari per la sicurezza», i futuri protagonisti della difesa fai da te tanto cari al Carroccio. In dieci pagine, la sesta commissione, quella che valuta contenuti ed effetti delle riforme, promuove il nuovo reato di stalking e, ma solo in parte, le future norme contro gli stupri (in particolare l´obbligo dell´incidente probatorio per fermare subito la testimonianza della vittima), ma boccia senza appello le ronde e i nuovi Cie, i Centri d´identificazione ed espulsione in cui un immigrato rischia di restare recluso fino a sei mesi. Una «vera e propria detenzione amministrativa» disposta dal solo giudice di pace e non da un tribunale ordinario in composizione monocratica che dà ben maggiori garanzie di contraddittorio. Il decreto (in scadenza il 25 aprile) si avvia solo la prossima settimana a ottenere il primo lasciapassare alla Camera. Da ieri è divenuto il contenitore anche per far fronte al vuoto di pubblici ministeri nelle procure, col governo costretto a mettere da parte il divieto di passare da pm a giudice (e viceversa) nello stesso distretto previsto dall´ordinamento giudiziario Castelli pur di tamponare l´emergenza. Il Pd annuncia un´opposizione durissima (come Idv e Udc) utilizzando anche la stroncatura del Csm. Tant´è che la democratica Donatella Ferranti ha di nuovo chiesto al governo di ritirare «l´obbrobrio giuridico» delle ronde. Il parere del Csm non lascia spazi di possibile trattativa. A partire dal principio generale della sicurezza che finisce in mano ai privati e «all´elevato tasso di discrezionalità» che i rondisti avranno nel segnalare «situazioni di disagio sociale». Un´espressione vaga in cui può rientrare di tutto. Anziché giovare alla sicurezza, le ronde possono provocare incidenti, «commettere reati» in proprio, finire per risolversi «in un aggravio», anziché in un vantaggio, per polizia e magistratura. La maggioranza attacca il Csm (il leghista Roberto Cota ne definisce «improvvida» l´uscita, i pidiellini Fabrizio Cicchitto e Jole Santelli contestano la sua legittimità a dare pareri), ma i rilievi potrebbero essere utilizzati anche dalla medesima coalizione da chi ha già prodotto emendamenti. Come quello dell´aennino Manlio Contento che da settimane si batte per far passare dalle commissioni parlamentari il regolamento delle ronde in modo da verificarne il contenuto, mentre dal Viminale scalpitano per ridurne il giudizio a un semplice parere consultivo, quindi non vincolante.

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"e ora stop alla fuga delle coppie all'estero" - caterina pasolini (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 4 - Cronaca "E ora stop alla fuga delle coppie all´estero" Le associazioni: sarà più facile avere figli. A migliaia negli anni scorsi costretti a emigrare L´avvocato che ha seguito i ricorsi: "I giudici hanno capito la sofferenza degli aspiranti genitori" CATERINA PASOLINI ROMA - Per chi da anni lotta cercando un figlio, «non un bambino perfetto ma un piccolo che abbia la possibilità di vivere», ieri è stato il giorno della vittoria. «è stata ristabilita la dignità della donna e l´autonomia del medico», esulta Filomena Gallo di Amica Cicogna. Felicità e commozione, venate da un senso di incredulità. Troppo forte il timore che ancora non sia vero, che resti il limite dei tre embrioni, la condanna a non aver figli, lo strazio dei viaggi all´estero. Emozioni dense per una sentenza attesa per anni da migliaia di coppie, da donne sottoposte a continui bombardamenti ormonali - evitabili se fosse stato possibile produrre più embrioni e conservarli - costrette ad emigrare nonostante la bravura dei medici italiani «perché su tre embrioni la diagnosi preimpianto spesso non ha valore statistico. E ora siamo di nuovo un paese europeo. I pazienti smetteranno di subire una legge sadica, ingiusta e senza razionalità scientifica», sbotta il professor Guglielmino del centro Hera di Catania. «è una vittoria, una speranza concreta per quelli come noi che da anni cercano un figlio che abbia la possibilità di vivere», dicono Francesco e Grazia Gerardi, portatori di una malattia genetica, che hanno presentato ricorso contro la legge 40 e fatto diversi viaggi all´estero, diecimila euro alla volta «perché fatta su tre embrioni la diagnosi era inutile». E ancora sognano un bebè. «Mi viene da piangere dalla felicità per tutte le donne che ancora aspettano, io so cosa hanno sofferto», fa eco Sandra Scuderi, mamma dopo numerose trasferte. Come loro in tanti hanno chiamato ieri le associazioni Hera, Sos infertilità, Cittadinanza attiva, Madre Provetta e Amica cicogna che seguite da un pool di legali hanno presentato ricorsi su ricorsi, arrivando sino alla Corte Costituzionale per «dare giustizia», dice l´avvocato Maria Paola Costantini, che come gli altri lavora gratuitamente per queste coppie. «Mi sembra che i giudici abbiano capito che non erano giusti i rigidi protocolli della legge, hanno seguito le indicazioni delle sentenze in cui si invitava a valutare caso per caso. Hanno compreso la sofferenza degli aspiranti genitori. Forse questo ridurrà il turismo procreativo». E che questa sentenza significhi uno stop delle trasferte lo conferma il professor Gianaroli, degli Studi di medicina della riproduzione, che parla addirittura di ventimila coppie in partenza ogni anno dall´Italia. «è il trionfo dello stato laico», commenta soddisfatto il professor Antinori, presidente della Warm, una delle associazioni che si sono costituite nel giudizio davanti alla Consulta. «Sono felice per le migliaia di coppie che con questa decisione potranno fecondare il numero di ovuli che il medico riterrà giusto, e di veder applicare la riproduzione assistita con una speranza di successo pari agli altri paesi del mondo, che invece la legge 40 aveva limitato».

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csm, no a ronde e centri d'espulsione - vera schiavazzi (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 19 - Cronaca Dopo le liti giudiziarie i fiori d´arancio potrebbero far riavvicinare Margherita ai figli Csm, no a ronde e Centri d´espulsione Si sposa Ginevra Elkann casa Agnelli torna a far festa "Gravi rischi di incostituzionalità". Il Pdl: indebite interferenze VERA SCHIAVAZZI TORINO - E se insieme alle nozze arrivasse anche un ramoscello d´ulivo? Il sospetto, o forse l´augurio, è nell´aria da quando nelle buche delle lettere di amici e parenti sono arrivate le partecipazioni: Ginevra Elkann, e Giovanni Gaetani dell´Aquila d´Aragona si sposano a Marrakesh, dove ha casa l´amatissima nonna di lei, Marella Agnelli, il 25 aprile, e festeggeranno con gli amici torinesi il 9 maggio nella villa di Moncalieri. A partecipare le nozze per la sposa sono, come è d´uso, il padre Alain Elkann e la madre Margherita Agnelli de Pahlen, pure divorziati da tempo. Come è d´uso, appunto, ma la scelta di annunciare insieme un matrimonio in una famiglia fino a poco tempo fa dilaniata dalla contesa legale sull´eredità di Gianni Agnelli appare comunque significativa. E poiché per ora la lite giudiziaria si è conclusa con un punto a favore di Margherita (la Corte di Cassazione ha deciso che il processo civile dovrà comunque celebrarsi a Torino, e non in Svizzera, com´era stato chiesto da Marella Agnelli e da Maron), tutto lascia pensare che mentre gli avvocati lavorano per accordarsi una festa di famiglia possa fare il resto. Non è un caso, del resto, se Ginevra è stata più volte indicata dai fratelli come la "vera anima" della famiglia, la giovane e risoluta donna che dietro l´apparenza schiva ha sempre cercato di mantenere relazioni civili, se non affettuose, tra i vari componenti della casata. Se e quanto la pace sarà duratura, lo si vedrà presto. Intanto gli amici descrivono gli sposi come "felici e innamoratissimi": lei in dolce attesa di un bambino che nascerà a fine estate, lui temporaneamente distratto dalle tenute di famiglia e impegnato nella preparazione della futura abitazione romana. I Gaetani dell´Aquila sono uno dei rami di una delle più antiche famiglie della nobiltà romana e napoletana.

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Sciopero degli avvocati bloccato maxi processo (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

VERTENZA.ANCHE AD ASTI Sciopero degli avvocati bloccato maxi processo Fa discutere lo sciopero degli avvocati penalisti italiani che chiedeno la separazione delle carriere fra magistrati giudicanti e inquirenti e le riforme del Csm e del codice di procedura penale. Niente udienze per tutta la settimana: sarà rinviata anche l'udienza preliminare per la «cupola» degli appalti edili (50 imprenditori e manager indagati). Il giudice Aldo Tirone, gup del maxi processo ed ex coordinatore dell'Anm astigiana, ha espresso contrarietà alla scelta dei legali: «Dovremo rifare tutte le notifiche con aggravi di spesa e perdite di tempo. Non mi pare che la giustizia in questo momento abbia bisogno di rinvii. Gli avvocati pensino a limitare l'accesso alla professione: troppi legali spesso sono sinonimo di cause inutili».

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la nuda vita - stefano rodotà (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 40 - Cultura LA NUDA VITA Nel nuovo libro di paolo flores d´arcais una dura accusa contro chiesa e politici chi vuole espropriare La polemica scoppiata con il caso Englaro ha reso quasi impossibile far rispettare i valori costituzionali, il principio di ragionevolezza e lo spirito di umanità STEFANO RODOTà n apertura del suo nuovo libro (A chi appartiene la tua vita?, Ponte alle Grazie, Firenze, pagg. 158 , euro 12.50) Paolo Flores d´Arcais sottolinea subito che esso «non era nelle intenzioni. è stato imposto dalla violenza delle circostanze». Ma non siamo di fronte ad un "instant book", legato a una vicenda di cronaca e destinato ad esaurirsi con essa. Si tratta di una riflessione che, pur prendendo direttamente le mosse dalla vicenda di Eluana Englaro, va a fondo sui temi generali che essa ha imposto alla discussione pubblica. Un libro tempestivo, dunque, uno strumento utile per reagire alla regressione culturale che stiamo vivendo e che produce le aberrazioni legislative di questi giorni, ricordandoci che la cattiva politica è sempre figlia della cattiva cultura. Appartiene a quella riflessione su una ars moriendi laica, condotta da credenti e non credenti, che sta cercando di offrire a tutti gli uomini di buona volontà un terreno di discussione comune, libero da ogni forma di ipoteca confessionale o ideologica, e che possa così restituire a tutti e a ciascuno il rispetto di libertà e dignità nel tempo in cui la vita finisce. Il linguaggio è netto, senza giri di parole, com´è subito evidente dal titolo del primo capitolo � "il partito della tortura". Sarebbe sbagliato, tuttavia, cogliere qui una forzatura. Il termine "tortura" compare in una lettera del 1970 di Paolo VI a proposito appunto dei trattamenti inutili nella fase terminale della vita, testimonianza di una consapevolezza che sembra smarrita e che ha portato la Chiesa ad assumere atteggiamenti di assoluta chiusura, in forme tali da provocare una netta presa di distanza da parte di molti credenti. Ed è proprio la polemica con le posizioni della Chiesa cattolica a costituire un dichiarato filo conduttore dell´intero libro, in due direzioni: il rifiuto di ogni pretesa teocratica, della imposizione a tutti di comportamenti fondati su una religione; le contraddizioni pratiche in cui la Chiesa si trova impigliata proprio quando stabilisce i criteri in base ai quali valutare la legittimità dei comportamenti. Il caso Englaro viene esaminato come lo specchio d´una politica ottusa e impietosa, che sfrutta quell´occasione per interrompere la civile costruzione del diritto di governare liberamente la propria vita secondo Costituzione, e a questo sostituisce non il rispetto delle credenze di ciascuno (che non era mai stato in discussione), ma la dipendenza di Governo e maggioranza parlamentare da posizioni sempre più dure e dichiarate della gerarchia vaticana. Il clima è quello di una sottomissione della politica, che sta producendo ben più d´una specifica legge: cambia i rapporti tra la persona e lo Stato, mortificando o addirittura cancellando la rilevanza del consenso informato. Proprio l´accento posto sulla volontà della persona, sul suo diritto di rifiutare le cure e di "non soffrire", costituisce il riferimento costante della riflessione ulteriore, e più impegnativa, condotta da Flores d´Arcais, che lo porta ad affrontare direttamente il tema del suicidio assistito, il cui pregiudiziale rifiuto appare sostenuto da argomenti deboli, tali da determinare anche ingiustificate disparità di trattamento tra soggetti che si trovano in situazioni sostanzialmente identiche (proprio da questa considerazione prese le mosse il documento indirizzato alla Corte Suprema degli Stati Uniti da un gruppo di autorevoli filosofi morali). Ma deboli in sé, o per gli esiti resi possibili dall´innovazione scientifica e tecnologica, si presentano anche gli argomenti fondati sulla vita come "dono" o sul riferimento alla natura, con una critica che viene sviluppata anche attraverso un confronto con personalità autorevoli della Chiesa come i cardinali Tonini e Tettamanzi. Riflessione teorica e argomentazione costituzionale si congiungono, mettendo in evidenza la debolezza delle posizioni di chi sta adoperando lo strumento legislativo per impadronirsi della vita altrui, con una operazione che assume così i connotati di una prevaricazione. Ma, proprio grazie al lavoro di critici determinati, la coscienza di questa debolezza comincia a diffondersi, incrina certezze anche nella maggioranza politica che sta perseguendo l´obiettivo di espropriare le persone di quel diritto all´autodeterminazione definito "fondamentale" dalla Corte costituzionale. Una constatazione, questa, che induce non all´ottimismo, ma a confermare il dovere di ognuno di fare la sua parte, a reagire alla rassegnazione di chi pensa che l´azione culturale sia ormai inutile. Fa bene, quindi, Paolo Flores d´Arcais a sottolineare la necessità di continuare "la lotta", e di farlo con strumenti acuminati, e non compiacenti.

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Lite Pd-Pdl sulla "Brunettina" (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

REGIONE.PER IL RICORSO DEL GOVERNO ALLA CONSULTA Hanno detto Lite Pd-Pdl sulla "Brunettina" Il presidente Cerise ha dovuto intervenire più volte per far tornare l'aula alla normalità Lo scambio di accuse [FIRMA]ALESSANDRO CAMERA AOSTA Bagarre in Consiglio regionale sulla legge «Brunetta» tra il consigliere Raimondo Donzel del Pd e Massimo Lattanzi, capo del gruppo del Pdl. Il violento battibecco ha richiesto uno sforzo notevole da parte del presidente dell'assemblea per fare ritornare la calma. Donzel, parlando del ricorso alla Corte Costituzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri contro la legge regionale ''Brunettina'', ha accusato il governo Berlusconi «di continuare a mandare avvertimenti minacciosi nei confronti dell'autonomia della Valle d'Aosta. Aspettiano serenamente la decisione della Consulta ma ricordiamo a chi ha orecchie per intendere che con la ''Brunettina'' si voleva ribadire la nostra capacità legislativa in quanto Regione autonoma a statuto speciale, cosa che intendiamo continuare a fare senza alcun timore». Dura e immediata (anche interrompendo l'intervento di Donzel) la replica di Lattanzi. «Vergogna - ha detto -. Di questi atteggiamenti il Pd si deve vergognare. L'apparente moderazione del Pd nasconde un astio che è proprio della sinistra. E' l'atteggiamento di un Pd che accumula sconfitte a ripetizione e che anche in Valle continua a dilaniarsi all'interno alla ricerca di una linea politica che non ha. Il Pd deve rendersi conto che il Pdl non è un nemico ma un avversario e i rappresentanti del Pd valdostano si rendano conto che il ricorso contro la ''Brunettina'' è un atto dovuto. Lo condividiamo perché mira ad evitare che nascano in Valle dipendenti pubblici di serie A e di serie B. Non c'è nessun attacco all'autonomia, a questo ritornello non crede più nessuno». A scatenare lo scontro, in apertura della prima giornata del Consiglio regionale è stata l'ufficializzazione del ricorso fatta dal presidente del Consiglio Alberto Cerise. La notizia, prima del battibecco tra Donzel e Lattanzi, è stata ripresa con cenni critici sull'operato del governo nazionale da Roberto Louvin, capo gruppo di Vdavive/Renouveau: «Siamo alla politica del bastone e della carota nei confronti della Valle d'Aosta e il bastone batte sulla schiena dei dipendenti regionali». Raimondo Donzel «Le minacce non ci fanno paura. La Valle ha sconfitto il fascismo, può battere gli attacchi del governo di centrodestra». Massimo Lattanzi «Equiparare il Pdl al fascismo è un falso storico ed è un insulto ai milioni che votano Pdl. L'apparente moderazione del Pd nasconde l'astio dei perdenti».

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Prima vittima del medico-spia (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

FATEBENEFRATELLI DI NAPOLI l PAGINE 2/3 Prima vittima del medico-spia E' una ivoriana di 24 anni ed è richiedente asilo. Denunciata alla polizia dopo il parto in base al «pacchetto sicurezza». Il Csm boccia ronde e Cie

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Contrordine, i giudici possono fare i pm . Nelle sedi disagiate (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

GOVERNO Un emendamento al testo sulle ronde affida al Csm il potere di trasferire le toghe nei tribunali più difficili Contrordine, «i giudici possono fare i pm». Nelle sedi disagiate Sara Menafra Pm trasformati in avvocati dell'accusa? Col cappello in mano e ben distinti dai giudici? Non più. Quando si tratta di risolvere un problema burocratico che rischia di paralizzare la giustizia penale, come per incanto la separazione delle carriere smette di essere una priorità del governo Berlusconi. Anzi, i magistrati possono essere «obbligati» a passare dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa. Purché - e qui sta il paradosso - sia il Consiglio superiore della magistratura a costringerli, imponendo loro di cambiare distretto e, quasi sempre, regione. La novità è contenuta in un emendamento presentato dal governo ieri mattina. In cui si prevede che, d'ora in poi, per coprire i posti vacanti nelle sedi disagiate, il Consiglio superiore della magistratura possa spedire i giudici a fare i pm e viceversa. In deroga ai paletti della riforma Mastella, che avevano invece imposto che chi avesse voluto passare da una funzione all'altra dovesse cambiare regione, oltre che distretto. Visto che nella maggior parte del territorio nazionale, distretti e regioni si sovrappongono (i distretti sono 28, di cui 4 in Sicilia, le regioni 20), saranno costretti a spostarsi di parecchi chilometri. Il problema delle sedi disagiate e delle procure scoperte è da mesi oltre l'allarme rosso. In Sicilia, il concorso per coprire i 55 posti vacanti in 14 procure si è risolto con quattro domande, tre per Palermo e una per Catania. Secondo i dati pubblicati recentemente dal Corriere della sera, restano senza titolare 7 posti a Caltanissetta, 6 a Trapani, 4 a Gela e Ragusa, 3 ad Enna, Marsala e Termini Imerese, due ad Agrigento, uno a Nicosia, uno a Barcellona Pozzo di Gotto, Sciacca e alla procura dei minori di Caltanissetta. E i dati di qualche mese prima raccontavano scoperture con picchi del 40% anche in Calabria, con una procura di Locri semideserta e il tribunale di Vibo Valentia scoperto al 40%. Un effetto, forse voluto, delle norme che impediscono ai magistrati di prima nomina di fare i pm. E impongono a quelli che vogliono diventarlo di spostarsi lontano dalla prima sede. Donatella Ferranti, capogruppo Pd in commissione giustizia, ha lanciato l'allarme appena ha visto il testo. Che prevede, tra l'altro, di aumentare il numero delle «sedi disagiate» da 60 a 80 e i magistrati che possono essere trasferiti d'ufficio da 100 a 150. «I magistrati trasferiti d'ufficio risulteranno come se fossero sempre in missione, con grave incremento dei costi», dice Ferranti. E' preoccupata anche Fiorella Pilato, membro della commissione al Csm che si occupa appunto dei trasferimenti: «Questo testo anticipa le deroghe previste dalla legge sul processo penale», spiega. Il rischio, tra l'altro, è che i poteri affidati a palazzo dei Marescialli finiscano con l'essere troppo ampi. Con la conseguenza che i magistrati trasferiti denuncino di essere vittime di un arbitrio e chiedano al Tar di annullare tutto. Lasciando le procure del Sud sempre più vuote.

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Quegli obblighi e divieti salvati dalla Cei e dall'astensione (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

LE NORME DEL 2004 Quegli obblighi e divieti salvati dalla Cei e dall'astensione Il limite di tre embrioni in un unico impianto previsto dalla legge 40 e dichiarato incostituzionale ieri dalla Consulta era già stato oggetto di un referendum abrogativo nel giugno del 2005. Ma il referendum non aveva raggiunto il quorum del 50 percento degli aventi diritto al voto più uno, stessa sorte capitata agli altri tre quesiti che volevano cancellare il divieto di ricerca e di congelamento degli embrioni, l'articolo uno della legge che prevede diritti del nascituro parificati a quelli delle persone già nate e il divieto della fecondazione eterologa. Un referendum completamente abrogativo della legge era stato dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale. Al termine di una campagna elettorale tutta giocata dalla Chiesa, dal centrodestra e dalle associazioni pro-life con l'obiettivo dell'astensione, la partecipazione degli elettori si era fermata al 25,9%, mentre i sì avevano (inutilmente) vinto in tutti e quattro i referendum abrogativi con percentuali dal 77% all'88%. La legge, varata nel 2004 dalla maggioranza di centrodestra dopo grandi polemiche, consente l'accesso alle tecniche di fecondazione assistita per risolvere problemi di sterilità o infertilità documentati e solo se non ci sono altri metodi terapeutici efficaci. Le tecniche sono comunque vietate alle coppie omosessuali e ai single. Non è ammesso il ripensamento della donna: una volta che l'ovulo è fecondato dev'essere impiantato. Salvo che per gravi e imprevedibili problemi di salute della donna: solo in quel caso è ammessa la crioconservazione e solo fino al trasferimento nell'utero da realizzarsi in ogni caso prima possibile. In tutti i casi è consentita l'obiezione di coscienza dei medici e del personale sanitario.

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La Corte Costituzionale boccia la legge 40 (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

BIOETICA Procreazione assistita: "No al limite dei tre embrioni" La Corte Costituzionale boccia la legge 40 Iaia Vantaggiato ROMA La Corte costituzionale boccia di fatto la legge 40 sulla fecondazione assistita dichiarandone illegittimo l'articolo 14, quello che prevede che ci sia "un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre" di embrioni. A fare ricorso alla Corte, con tre distinte ordinanze, sono stati il Tar del Lazio e il Tribunale di Firenze, ai quali si erano rivolti, rispettivamente, la World association reproductive medicine (Warm) e una coppia non fertile di Milano affetta da esostosi, una grave malattia genetica (con tasso di trasmissibilità superiore al 50%) che genera la crescita smisurata delle cartilagini delle ossa. Dire "no" al limite dei tre embrioni vuol dire, in realtà, minare sin dalle fondamenta l'intera struttura della legge il cui vero vulnus non riguarda tanto la produzione degli embrioni quanto l'obbligatorietà di un trattamento sanitario che costringe le donne - senza considerazione alcuna rispetto alle differenti condizioni di età o di salute - ad accettare un impianto (tre, non meno di tre, non più di tre) che può portare a gravidanze multiple o, viceversa, a nessuna gravidanza. Col rischio, in quest'ultimo caso, di vedersi costrette a ripetere pesantissimi trattamenti ovarici. "La legge 40 - spiega Carlo Flamigni - non tiene conto della differenza tra giovani e meno giovani, tra le diversità di risposta ovarica agli stimoli così che le ragazze più giovani possono andare incontro a gravidanze trigemini e le meno giovani incorrere nel rischio di non avere neanche un bambino". E tuttavia, continua Flamigni, "l'impianto della legge si modifica completamente con la dichiarazione di illegittimità di quel limite. Il problema è capire ora come la legge 40 si riassesta perché niente di nuovo, almeno al momento, mi pare venga detto a proposito delle indagini genetiche preimpianto né - tantomeno - mi pare ci siano novità rispetto alla fecondazione eterologa". Ma il vero problema, visto che da ieri è caduto per incostituzionalità il limite dei tre embrioni, è capire che fine fanno quelli prodotti in eccesso. Lo stesso articolo 14 della legge 40 ne vieta infatti la crioconservazione, cioè il congelamento, ma la Corte su questo non si è pronunciata. "La questione - afferma Maria Luisa Boccia - è proprio quello della conservazione degli embrioni. Di quelli, per intenderci, che la donna non accetta o che comunque sono in sovrannumero. Secondo l'etica cattolica non andrebbero conservati. Ma allora che ne facciamo? Non sarebbe giusto pensare di conservarli per eventuali nuovi impianti o per la ricerca?". Una legge folle e insensata, la legge 40, che alle donne impone la maternità, ai laboratori di produrre un numero prestabilito di embrioni e ai medici di impiantarli tutti per evitare il fantasma della "conservazione". La sentenza di ieri smaschera, in parte, questa insensatezza perché nel momento in cui definisce incostituzionale l'impianto obbligatorio dice altresì quanto sia per l'appunto folle e insensato stabilire per legge il numero degli embrioni da produrre e di conseguenza da impiantare. "La legge sulla fecondazione assistitita - continua Maria Luisa Boccia - è una legge contro la salute della donne e contro la dignità della persona. Contro il buon senso, la ragionevolezza e contro la Costituzione". E' una legge che ignora quanto sia più importante - rispetto al desiderio di maternità o comunque di genitorialità - una pratica medica viva e attenta piuttosto che un algido e rigido codice. E la cronaca degli ultimi giorni ci impone accostamenti che solo all'apparenza sembrerebbero impropri: la legge sulla fecondazione assistita è stata costruita nello stesso modo in cui è stata costruita la legge sul testamento biologico. In entrambi i casiparadigmi rigidi e assoluti che non tengono conto delle diverse situazioni. E, in entrambi i casi, trattamenti sanitari obbligatori. Che si tratti di tre embrioni o di un sondino. Tra le prime a reazioni alla sentenza della Corte costituzionale quella di Eugenia Roccella, sottosegretaria al Welfare con delega alla bioetica. Di fatto colei che della legge sulla fecondazione assistita dovrà, tra breve, occuparsi: "Sono molto dubbi gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulle pratiche che devono essere adottate nei centri». Un modo come un altro per annunciare l'imminente emanazione di «nuove linee guida».

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LA ROVINA DEI TEOCON (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

LA ROVINA DEI TEOCON Micaela Bongi Era stato un ex presidente della Corte costituzionale, Antonio Baldassare, nell'udienza di martedì, a sostenere che la legge 40 sulla procreazione assistita andava difesa con i denti, altrimenti «la tutela dell'embrione sparirebbe e si darebbe piena espansione all'interesse della salute della donna». E' stata la stessa Corte, ieri, accogliendo alcuni dei ricorsi presentati, a spiegare al teocon Baldassare e a tutti i cosiddetti pro-life che la salute della donna non può essere ignorata, anzi calpestata, come fatto dagli estensori della legge 40 in nome di quel fondamentalismo che spaccia il primato dell'embrione - non diversamente dall'obbligo di sondino - per difesa della vita. Illegittima, per la Consulta, la norma che prevede la produzione di un massimo di tre embrioni da impiantare contemporaneamente nell'utero. Illegittimo non prevedere che il trasferimento di quegli embrioni debba «essere effettuato senza pregiudizio per la salute della donna», appunto. E così, come nel caso di Eluana Englaro, è ancora una volta il potere giudiziario a fare argine a un potere legislativo che, forte della maggioranza parlamentare, pretende di arrogarsi la decisione ultima sulle coscienze, sulle libertà, sui desideri, sui corpi, rappresentandosi come un principio creativo che non conosce limiti. Nemmeno nella Costituzione. La quale dimostra ancora una volta di avere in sé gli anticorpi necessari. Ma ecco che, proprio come nel caso di Eluana, il governo si dice già pronto a correggere quelle che dal suo punto di vista sono invece storture. Lo chiarisce uno dei cordinatori del neonato Pdl, Sandro Bondi: «La sentenza della Consulta pone un problema grave per la nostra democrazia, in quanto la sovranità del parlamento viene intaccata parallelamente alla percezione di una autorità di garanzia». Per ora, il fronte teocon o teodem che dir si voglia, di maggioranza e di opposizione, subisce un sonoro schiaffo che vale per oggi e per ieri. Per oggi, per l'accanimento con il quale si finge di voler approvare una legge sul testamento biologico mirando in realtà a negare ogni concezione sulla fine della vita che non sia quella imposta dalle gerarchie vaticane. E fatta propria da chi, in nome del popolo sovrano, immagina i nuovi confini dello stato racchiusi nel Partito degli italiani. Per ieri, per l'ostinazione con la quale, di legislatura in legislatura, il corpo femminile è stato fatto oggetto di scontri dentro e tra gli schieramenti politici, di forsennate campagne, di tentativi di accerditarsi a fini elettoralistici presso l'altra sponda del Tevere. Fino alla crociata astensionistica, capitanata dall'allora capo dei vescovi italiani Camillo Ruini, sul referendum contro la legge 40. Prevalse l'astensione. Ma non vinse, si dimostra ora, chi negava risolutamente che quella legge sarebbe stata smontata ricorso dopo ricorso.

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La Consulta boccia la legge sulla fecondazione assistita (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-04-02 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ... La Consulta boccia la legge sulla fecondazione assistita La Corte costituzionale ha bocciato a larga maggioranza la legge 40 sulla procreazione assistita nella parte che limita a tre il numero degli embrioni da impiantare. «Molto dubbi gli effetti sulle pratiche da adottare nei centri», ha commentato il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, annunciando «nuove linee guida». I vescovi: «La legge funziona così come è». Il Pd: sentenza che non sorprende. u pagina 16 Il cda Rai nomina Mauro Masi direttore generale Il cda Rai di ieri ha nominato direttore generale Mauro Masi, attuale segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Approvato anche il bilancio:«La Rai –ha detto il presidente Paolo Garimberti – è un'azienda in salute». u pagina 25 - Il Punto di Folli u pagina 16 Il Csm: ronde incostituzionali, rischio incidenti e reati In un parere che sarà votato oggi dal plenum, il Consiglio superiore della magistratura esprime un giudizio negativo sulle "ronde" introdotte dal Governo nel decreto sicurezza: «Norme generiche che determino il rischio di incidenti e commissione di reati». u pagina 17 Fincantieri, Fiom non firma l'accordo sull'integrativo Sull'integrativo Fincantieri è rottura tra Fiom, da una parte, e Fim e Uilm, dall'altra. Ieri le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Cisl e Uil hanno siglato l'accordo per il rinnovo contrattuale, mentre Fiom ha proclamato per oggi uno sciopero. u pagina 21 Lieberman gela i palestinesi: «Annapolis non vale» Avigdor Lieberman, ministro degli Esteri del neonato Governo Netanyahu, gela subito le speranze di pace e di uno Stato palestinese: «La conferenza di Annapolis - ha detto - per noi non ha validità ». Proteste dal presidente palestinese Abu Mazen. u pagina 12 Russia, ucciso un altro giornalista di opposizione Un altro giornalista scomodo è stato ucciso a Mosca: Serghej Protazanov, reporter di un quotidiano impegnato in una campagna con-tro la costruzione di un'autostrada. Nelle stesse ore è stato aggredito Lev Ponomariov, noto attivista per i diritti umani. u pagina 12

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Bocciate le ronde e la detenzione nei Cie per sei mesi (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

IL CSM Bocciate le ronde e la detenzione nei Cie per sei mesi E' una bocciatura in pieno della parte del decreto sicurezza che riguarda le ronde, ma anche della parte che aumenta a sei mesi il trattenimento dello straniero all'interno dei Centri di identificazione ed espulsione. Ieri la Sesta commissione del consiglio superiore della magistratura ha messo a punto l'atteso parere sul pacchetto sicurezza. Stamattina deciderà il plenum. Il giudizio espresso dalla Commissione è articolato: a passare l'esame sono sostanzialmente le norme di contrasto alla violenza sessuale e allo stalking. Sulle ronde, invece, i consiglieri esprimono più di una «perplessità», perché si deroga «al principio che assegna all'autorità pubblica l'esercizio delle competenze» sulla sicurezza e per la «genericità delle previsioni» che potrebbero creare incidenti e addirittura «commissione di reati». sulla detenzione nei Cie il Csm chiede che, almeno, si reintrodotto l'esame di un giudice ordinario.

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In Ucraina presidenziali il 25 ottobre (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-02 - pag: 12 autore: In Ucraina presidenziali il 25 ottobre Il Parlamento dell'Ucraina ha fissato le elezioni presidenziali per il prossimo 25 ottobre, andando contro la proposta di riforma costituzionale del capo dello Stato Viktor Yuschenko, che fissava invece la consultazione elettorale per il 17 gennaio. Yuschenko ( nella foto un poster esposto in Parlamento che lo rappresenta come lo Zio Sam,ironizzando sulla sua posizione filoamericana) ha subito bollato come illegale la decisione, annunciando che intende portare la questione alla Corte costituzionale. Tra i candidati probabili, oltre allo stesso Yuschenko,la premier Yulia Timoshenko,e l'ex premier filo russo Viktor Yanukovich. AP/LAPRESSE

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Fecondazione, stop della Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-04-02 - pag: 16 autore: «Legge 40». La Corte dichiara «parzialmente illegittimo» il testo sulla procreazione assistita - Decisione a larga maggioranza Fecondazione, stop della Consulta Bocciato il limite dei 3 embrioni, ampliate le possibilità di crioconservazione Donatella Stasio ROMA A cinque anni dalla sua approvazione e a quattro dal referendum che ne sancì la sopravvivenza, la legge n. 40 sulla fecondazione assistita viene bocciata, sia pure parzialmente, dalla Corte costituzionale. A cadere è una delle norme più contestate della legge, quella che imponeva la produzione di non più di tre embrioni per volta, da impiantare nell'utero contemporaneamente, a prescindere dalla valutazione del medico curante nel caso concreto, costringendo così la donna a sottoporsi a più trattamenti invasivi, pericolosi per la sua salute fisica e psichica. La Corte ha poi ampliato i casi di crioconservazione degli embrioni ( oggi consentita solo in presenza di uno stato di malattia acuta), anche in vista di impianti successivi, lasciando sempre al medico curante la valutazione. Di più, al momento, non si sa. La decisione è stata resa nota, infatti, con uno scarno comunicato stampa, senza alcun riferimento neanche agli articoli della Costituzione violati. Le norme censurate sono contenute nel secondo e terzo comma dell'articolo 14 della legge 40, riguardanti appunto l'impianto e la crioconservazione. Si è invece "salvato" l'articolo 6, sull'irrevocabilità del consenso prestato dalla donna dopo la fecondazione dell'ovulo, ma soltanto perché la relativa questione è stata giudicata «inammissibile per difetto di rilevanza nei giudizi principali», il che significa che la Corte non è entrata nel merito. Per saperne di più sulla portata di questa attesissima sentenza, bisognerà attendere le motivazioni affidate alla penna del giudice relatore Alfio Finocchiaro. Dunque la Corte si è finalmente pronunciata. Le indiscrezioni raccontano di una decisione presa a larga maggioranza, ma in un clima sereno. Del resto, la legge 40 era finita a Palazzo della Consulta già nel 2006, anche se in quell'occasione i giudici costituzionali si fermarono un gradino prima del merito e, per ragioni di opportunità, si limitarono a una pronuncia di «inammissibilità». Ma il terreno era ormai arato anche se, nel frattempo, diversi giudici hanno lasciato Palazzo della Consulta e altri vi sono entrati. Durante l'udienza pubblica di martedì scorso, il Comitato per la tutela della salute, favorevole alla legge, aveva chiesto alla Corte di sollevare d'ufficio la questione di legittimità costituzionale sulla diagnosi pre-impianto degli embrioni, sostenendo che esiste «un diritto al figlio, ma non al figlio sano». La Corte non ha accolto la richiesta. Il divieto resta formalmente in piedi ma è di fatto disapplicato in base al diritto vivente: alcuni giudici di merito ( tra cui il Tar del Lazio) si sono infatti già pronunciati sulla legittimità della diagnosi preimpianto dopo l'emanazione delle nuove Linee guida di applicazione della legge 40 da parte del Ministero della Salute. A rivolgersi alla Corte erano stati, in questo caso, il Tar del Lazio e il Tribunale di Firenze, chiamati a decidere, rispettivamente, su una causa promossa dalla Warm-World Association Reproductive Medicine e sulla vicenda di due coppie sterili affette da malattie genetiche trasmissibili (esostosi e retinoblastoma: la prima genera la crescita smisurata delle cartilagini delle ossa mentre la seconda è una grave malattia della retina dell'occhio). Secondo i giudici di merito, le norme in vigore (in particolare quelle che la Corte ha dichiarato incostituzionali) sono irragionevoli in quanto non garantiscono un giusto bilanciamento tra la tutela dell'embrione e quella dell'esigenza di procreazione perchè non consentono di valutare, in concreto, il successo della pratica da effettuare e non riconoscono alcuna discrezionalità di valutazione al medico curante. Inoltre, sottopongono allo stesso trattamento, predeterminato per legge, donne in condizioni fisiche diverse, costringendole a sottoporsi a ripetuti trattamenti che, in quanto invasivi e a basso tasso di efficacia, ledono la dignità della persona e la sua salute psico-fisica. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Csm: Le ronde? Incostituzionali (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-04-02 - pag: 17 autore: Sicurezza. «Rischio incidenti e reati» Il Csm: «Le ronde? Incostituzionali» ROMA Il Consiglio superiore della magistratura smonta le ronde volute dal Governo con il decreto legge stupri. Ma anche le norme sul carcere obbligatorio per gli indagati di violenza sessuale e quelle che estendono a 6 mesi il termine massimo per trattenere gli stranieri irregolari nei Centri di identificazione e di espulsione ( Cie). Le «perplessità» sono espresse nel parere che sarà votato oggi dal plenum e, per quanto riguarda le ronde, si traducono in veri e propri dubbi di legittimità costituzionale perché il Dl, tra l'altro, non vieta espressamente (ignorando così l'articolo 18, secondo comma, della Costituzione) che i volontari «perseguano scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare ». A ciò si aggiungano le «perplessità» sulla possibilità di «derogare al principio generale che assegna alla pubblicaautorità le competenze in materia di tutela della sicurezza, escludendo che questa possa essere affidata a privati». Il parere del Csm (relatori Roia e Volpi)è stato approvato dalla sesta commissione con 5 voti a favore e l'astensione di Antonio Patrono (togato di Mi), perplesso proprio sul punto delle ronde. Ma il testo - immediatamente definito «politico» e «indebito » dal Pdl - dovrebbe comunque ottenere la maggioranza del plenum. Nel documento non mancano, peraltro, alcune note positive sul decreto stupri, che la prossima settimana sarà votato dall'Aula della Camera. Sono definite «apprezzabili» le scelte fatte per «rafforzare gli strumenti di contrasto di tutte le forme di aggressione sessuale», a cominciare dall'incidente probatorio (la possibilità di assumere la testimonianza della vittima, a prescindere dalla sua minore età, durante le indagini senza doverla ripetere in dibattimento) nei casi di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia, per evitare che il processo si trasformi in un danno ulteriore; positiva anche la previsione del gratuito patrocinio per le vittime di violenze, singole o di gruppo nonché l'introduzione del reato di stalking che «colma una profonda lacuna». Le note dolenti riguardano, per la parte stupri, l'automatismo del carcere e del divieto dei benefici penitenziari previsto per i presunti stupratori sulla falsariga dei mafiosi, ma senza tener conto delle differenze tra le due figure criminali. Decisamente critico il giudizio sull'estensione a 6 mesi del termine per trattenere gli stranieri nei Cie, in contrasto con la direttiva europea sul rimpatrio degli stranieri irregolari perché pone sullo stesso piano il trattenimento ( legittimato dalle resistenze dello straniero a farsi identificare) con il prolungamento della permanenza (dovuto al ritardo nell'ottenere la documentazione necessaria). «La conseguenza – osserva il Csm – è che potrebbe verificarsi una vera e propria detenzione amministrativa basata su una semplice difficoltà» ad accertare l'identità dello straniero o ad acquisire la documentazione, malgrado la sua piena disponibilità al rimpatrio. In ogni caso, la provazione della libertà personale «impone» un procedimento di controllo sul «titolo» che legittima la detenzione amministrativa «assolutamente rigoroso », come tale da affidare a un giudice professionale (il Tribunale) piuttosto che a un giudice onorario (giudice di pace). D. St. CONTRO L'EUROPA «Le norme sugli immigrati del Dl violano la direttiva Ue sugli stranieri. Perplessità sull'arresto obbligatorio per gli stupratori»

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Legge 40, stop della Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Cronaca Italiana Pagina 108 Fecondazione assistita. No al limite dei tre embrioni, ma resta il divieto del congelamento Legge 40, stop della Consulta Fecondazione assistita.. No al limite dei tre embrioni, ma resta il divieto del congelamento Per la Corte è «parzialmente illegittima» --> Per la Corte è «parzialmente illegittima» Il ricorso presentato, con tre distinte ordinanze, dal Tar del Lazio e dal Tribunale di Firenze, ai quali si erano rivolti, rispettivamente, la World association reproductive medicine, Warm e una coppia. ROMA La Corte Costituzionale ha bocciato la legge 40 nella parte che limita a tre il numero degli embrioni da impiantare. La decisione della Consulta era nell'aria e ora si attendono gli effetti nei centri italiani che da cinque anni si sono attenuti alle norme, con gli occhi sempre rivolti ai tribunali dove a colpi di ricorsi si è consumata una guerra legale voluta da associazioni e coppie. IL WELFARE «Sono molto dubbi gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulle pratiche che devono essere adottate nei centri», ha commentato a caldo il sottosegretario al Welfare con delega alla Bioetica, Eugenia Roccella, annunciando l'emanazione di «nuove linee guida». Queste saranno emanate sulla base dei pareri scientifici che saranno elaborati dal Consiglio Superiore di Sanità, l'organo tecnico scientifico di consultazione del ministero, che sarà ascoltato, ha detto Roccella, così come prevede la legge. «Resta il divieto di congelamento degli embrioni - ha aggiunto Roccella - e di soppressione di questi», una pratica che avviene, ha aggiunto, quando per la diagnosi preimpianto se ne producono in sovrannumero. «Mi sembra - ha quindi detto - che ora ci sia un evidente problema di interpretazione delle norme e di contraddizioni. Per questo bisognerà fare chiarezza sul piano delle pratiche che potranno essere adottate dai centri». LA SENTENZA La Corte ha dichiarato, in particolare, l'illegittimità dell' art. 14 comma 2, della legge 18 febbraio 2004, n. 40, «limitatamente alle parole ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre » embrioni. Incostituzionale infine il comma 3 dello stesso articolo «nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna». Inammissibili invece altri passaggi della le questioni di legittimità dei commi 1 e 4 dell' articolo 14: il primo comma vieta la crioconservazione di embrioni al di fuori di ipotesi limitate, mentre il comma 4 vieta la riduzione embrionaria di gravidanze plurime salvo nei casi previsti dalla legge sull' interruzione volontaria dela gravidanza. I RICORRENTI A fare ricorso alla Corte, con tre distinte ordinanze, sono stati il Tar del Lazio e il Tribunale di Firenze, ai quali si erano rivolti, rispettivamente, la World association reproductive medicine (Warm) e una coppia non fertile di Milano affetta da esostosi, una grave malattia genetica (con tasso di trasmissibilità superiore al 50 per cento) che genera la crescita smisurata delle cartilagini delle ossa.

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: l'Italia si divide e litiga ancora (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Cronaca Italiana Pagina 108 le reazioni «Incredibile»: l'Italia si divide e litiga ancora Le reazioni --> ROMA «Così si scardina l'intero impianto della legge». È il giudizio di Carlo Casini presidente del Movimento per la Vita sulla decisione della Corte Costituzionale di dichiarare parzialmente illegittima la legge 40. «Ancora una volta assistiamo ad una sentenza pilatesca della Consulta che ci lascia assolutamente perplessi». Lo afferma Maurizio Lupi , vicepresidente della Camera, Pdl. «Non si capisce, infatti che cosa accadrà ora agli embrioni in eccesso. Verranno buttati? Se così sarà, è chiaro che con la sua decisione la Corte spalanca la strada a pratiche eugenetiche inaccettabili». «È il trionfo dello Stato laico. Ora migliaia di coppie avranno più possibilità di avere figli e di ricominciare a gioire», ha detto il ginecologo Severino Antinori , presidente della Associazione Mondiale della Medicina della riproduzione, una delle associazioni che si è costituita nel giudizio davanti alla Consulta. «Sono strafelice: in questo paese vengono riconosciuti i diritti garantiti dalla Costituzione». Positivo il commento del ginecologo Carlo Flamigni , uno dei pionieri della fecondazione artificiale in Italia. «Mi pare che, come già accaduto altre volte, la magistratura aiuta a riparare le sciocchezze».

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Ora i magistrati vogliono bocciare... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 79 del 2009-04-02 pagina 12 Ora i magistrati vogliono bocciare persino le ronde di Redazione Le cosiddette ronde di cittadini per la sicurezza nelle città non piacciono al Consiglio superiore della magistratura. Parere favorevole invece alle norme contro violenza sessuale e stalking. Giudizio messo a punto dalla Sesta commissione e che è stato presentato al plenum. I consiglieri esprimono più di una «perplessità» e segnalano il pericolo «del determinarsi di incidenti, e nei casi più gravi della commissione di reati». Nel testo del governo, secondo il Csm, troppe «discrezionalità» e «lacune». Come la «mancata previsione» che le associazioni di volontari «non debbano avere né natura né finalità di ordine politico»; oppure «l'assenza di ogni requisito negativo, preclusivo della partecipazione, come quelli di essere stati condannati per reati di violenza o per il compimento di atti di discriminazione». E se non bastasse: «La doverosa precisazione che i cittadini debbano essere non armati» non fuga «ogni dubbio» sull'utilizzo di strumenti atti a offendere. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Fecondazione, stop alla legge (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 79 del 2009-04-02 pagina 1 Fecondazione, stop alla legge di Eugenia Roccella La Consulta boccia il limite dei tre embrioni. La Roccella: interverremo Procreazione, la Corte Costituzionale boccia il limite dei tre embrioni. I giudici della Consulta hanno infatti dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 14, comma 2, della norma. «Dubbi gli effetti della sentenza», afferma il sottosegretario al Welfare , annunciando l'emanazione di «nuove linee guida». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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sicurezza, raddoppiano i militari in città (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 4 - Attualità Sicurezza, raddoppiano i militari in città Il Csm critica le ronde: «Decreto generico, rischio di incidenti e di reati» ROMA. Militari in città: il Governo va avanti e raddoppia. I ministri dell'Interno e della Difesa hanno ribadito l'intenzione di proseguire l'operazione «Strade sicure» oltre la scadenza di giugno. Secondo Roberto Maroni, l'impegno congiunto soldati-forze di polizia potrebbe diventare ordinario, mentre Ignazio La Russa punta a raddoppiare l'attuale contingente di 3.000 soldati ed al ministero è già stato costituito un apposito gruppo di lavoro. Intanto oggi il Consiglio superiore della magistratura si riunirà per votare su un parere della Sesta commissione che boccia le ronde contenute nel decreto sicurezza. Il gruppo di lavoro del ministero della Difesa dovrà «vedere come proseguire l'ottima esperienza dei militari nelle città in sostegno di polizia e carabinieri», ha detto La Russa. I tecnici dovranno studiare la «possibilità di incrementare anche considerevolmente il numero dei militari impiegati, attualmente sono 3.000, abbattendo i costi, fino a dimezzarli». In che modo? Intervenendo su una delle voci che incide di più, «il trasferimento dei militari e il loro mantenimento in una sede diversa, a volte con alloggio in albergo e il pranzo fuori caserma». D'accordo Maroni: «Abbiamo l'intenzione di trasformare lo sforzo eccezionale di uomini e mezzi nel contrasto alla criminalità organizzata in ordinarietà», ha affermato il responsabile del Viminale, a Caserta. Ma se l'esperienza delle pattuglie miste militari-forze di polizia é destinata ad essere ampliata, le ronde continuano invece ad avere una gestazione difficile: ieri sono state bocciate dal Consiglio superiore della magistratura. In un parere al decreto che le disciplina (parere che sarà votato oggi dal plenum), la Sesta Commissione di Palazzo dei Marescialli ha criticato la scelta di «derogare al principio che assegna all'autorità pubblica l'esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza». Ma soprattutto, rileva il Csm, «la genericità delle previsioni contenute nel decreto legge può provocare il rischio del determinarsi di incidenti e, nei casi più gravi, della commissione di reati». Con il risultato di portare a «un aggravio sia per le forze dell'ordine» (che verrebbero dunque distolte «dal perseguimento del fine di garantire un efficace controllo del territorio»), «sia per l'esercizio della funzione giurisdizionale da parte della magistratura». Critiche arrivano dal Pdl: «Da quando il Csm é diventato una Corte Costituzionale preventiva?», si domanda la parlamentare Iole Santelli, che parla di «indebita ingerenza nelle scelte del governo». «Questa uscita improvvida non ci sorprende», commenta il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota. Di diverso avviso l'opposizione: «sono assolutamente inevitabili le critiche del Csm», afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, secondo cui i volontari delle ronde dovrebbero essere impiegati negli uffici, «al posto dei 20 mila componenti delle forze dell'ordine che sono costretti a lavorare da impiegati».(a.g.)

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procreazione, bocciata la legge - natalia andreani (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Decretata la parziale incostituzionalità del limite dei 3 embrioni da impiantare Procreazione, bocciata la legge No della Consulta. Il governo: «Emaneremo nuove linee guida» NATALIA ANDREANI ROMA. La legge sulla procreazione assistita, la legge 40, è illegittima nella parte che riguarda il numero massimo di embrioni impiantabili contestualmente. è stata più breve del previsto l'attesa per il verdetto della Corte Costituzionale. La pronuncia è arrivata alle sette di ieri sera, all'indomani dell'affollata udienza in cui si sono discussi i ricorsi. La decisione dei giudici costituzionali risponde solo in parte alle speranze delle coppie, tutte affette da gravi malattie genetiche, che si erano costituite in giudizio contro alcune delle norme in vigore. Tuttavia scardina uno dei principi fondanti della legge e la polemica e già scoppiata. La Corte ha infatti dichiarato l'illegittimità dei commi 2 e 3 dell'articolo 14: nel primo caso dove il testo impone il limite dei tre embrioni, nel secondo «nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio per la salute della donna». Per quanto invece riguarda le questioni di legittimità sollevate nei confronti delle norme che regolano la crioconservazione degli embrioni e la selezione embrionale nelle gravidanze plurime (commi 1 e 4 dell'articolo 14), e di quella che regola la revoca del consenso da parte di uno dei partner, (comma 3 dell'articolo 6), la Corte le ha dichiarate innammissibili per difetto di rilevanza. Di fronte alla pronuncia della Consulta iera sera è intervenuto il sottosegretario al Welfare, con delega alla bioetica, Eugenia Rocella. «Gli effetti della sentenza della Corte costituzionale sulle pratiche che devono essere adottate nei centri sono molto dubbi. Ci sono problemi di interpretazione ed evidenti contraddizioni», ha detto il sottosegretario. E ha annunciato «l'emanazione di nuove linee guida» da parte dell'esecutivo. Linee che «non hanno alcun potere interpretativo», ha subito messo in chiaro Livia Turco, Pd, augurandosi che quella di Roccella «sia stata solo un'uscita a caldo determinata dallo scotto subito». Ma la sentenza, per la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, «non sorprende». Perché, appunto, non fa che bocciare «parti della legge che già nella discussione parlamentare erano apparse irragionevoli o pregiudizievoli della salute della donna», ha commentato la Finocchiaro invitando a evitare «posizioni ideologiche e prove di forza su materie come la procreazione assistita e come, oggi, il testamento biologico». «Il centro destra rifletta, serviva dialogo», le ha fatto eco la collega Rosi Bindi, mentre il segretario del partito, Dario Franceschini ha ricordato che «le sentenze vanno rispettate e recepite». Soddisfatta per il risultato anche l'Italia dei valori. «Avevamo sempre definito la legge 40 una legge crudele, oscurantista e illiberale. Oggi, ancora una volta i giudici hanno dimostrato di essere più avanti dei legislatori», ha detto Antonio Di Pietro. Opposto il parere di Alfredo Mantovano. «I sostenitori del Far West della provetta non cantino vittoria. La legge 40 resta in piedi, tutt'altro che demolita», ha detto il sottosegretario all'Interno.

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la sconfitta di un'ideologia - andrea palombi (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 6 - Attualità «La sconfitta di un'ideologia» La soddisfazione di Emma Bonino: eravamo certi ANDREA PALOMBI ROMA. «Una grandissima soddisfazione». E' il primo commento di Emma Bonino (nella foto) che, con i radicali, fu tra i principali sostenitori del referendum contro la legge 40, poi sfumato per il mancato raggiungimento del quorum di votanti. La sentenza della Corte costituzionale arriva ora a ribaltare quel risultato. «Ma noi lo avevamo detto in tutti i modi: il limite dei tre embrioni era antiscientifico e anticostituzionale. La Corte interviene su questo punto di cui tutta la comunità scientifica aveva dichiarato l'irragionevolezza. Con la decisione della Consulta viene dimostrata l'impostazione tutta ideologica di questa legge. La Corte per fortuna richiama ad una corretta interpretazione della Costituzione». E' una interpretazione che potrebbe rappresentare un avvertimento anche per le prossime decisioni sul testamento biologico? «Sicuramente sì. E' un monito a una lettura più corretta e sobria degli articoli 2, 13 e 32 della nostra Costituzione che, come ho già sostenuto più volte, sono chiamati in causa anche dalla legge sul testamento biologico. Si tratta dei diritti inviolabili dell'uomo, dell'inviolabilità della libertà personale, e dell'impossibilità di obbligare a un trattamento terapeutico. E' in generale l'invito a una interpretazione della carta costituzionale meno ideologica. La Camera ci pensi bene, e modifichi il testo uscito dal Senato». Una legge su cui però si sono espressi gli italiani attraverso il referendum. «Il referendum fu vinto grazie all'astensionismo, perché non fu raggiunto il quorum. E qui dovrei ricordare che siamo l'unico Paese al mondo in cui i referendum hanno bisogno di un quorum, che però non c'è per le elezioni politiche. In sostanza vince chi non va a votare. In quel caso si trattò di una scelta politica della Chiesa che scelse consapevolmente di puntare sulla quota fisiologica di astensionismo per far saltare il referendum. Spero che anche per questo la decisione della Corte costituzionale serva di monito». Più volte dal centrodestra si sono alzate voci a chiedere una riforma della Corte costituzionale, e anche recentemente Berlusconi ha messo sotto accusa Palazzo dei Marescialli. Queste richieste potrebbero riprendere vigore dopo la decisione di ieri? «Speriamo di no. Come in tutti i paesi del mondo abbiamo per fortuna un sistema di contrappesi istituzionali. Vorrei fare un appello alla prudenza: se si vuole, se ne può parlare, ma non si prenda questa sentenza come pretesto».

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I giudici decidono ancora della vita:... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 79 del 2009-04-02 pagina 13 I giudici decidono ancora della vita: bocciata la legge sulla fecondazione di Francesca Angeli Secondo la Consulta è illegittimo l'articolo che limita a 3 il numero di embrioni che si possono impiantare nelle pazienti. Resta il divieto di congelarli Roma Incostituzionale e quindi illegittimo il limite di tre embrioni imposto dalla legge 40 sulla fecondazione in provetta sia per quanto riguarda la produzione sia per l'impianto. L'attesa decisione della Corte costituzionale su alcun aspetti della legge che regolamenta le tecniche di procreazione assistita non stravolge la normativa ma ne rende più complessa e poco chiara l'applicazione. Anche se si dovranno attendere le motivazioni della sentenza per valutare appieno l'impatto della decisione della Consulta. I giudici hanno dichiarato illegittimo l'articolo 14 comma 2: «limitatamente alle parole "ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre"» embrioni. Anche il comma 3 dello stesso articolo è stato dichiarato incostituzionale «nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna». I ricorsi che riguardavano altri aspetti della normativa sono invece stati dichiarati «inammissibili». Quali le possibili conseguenze? La legge 40 prevede che non possano essere prodotti più di tre embrioni e che tutti e tre vadano impiantati. Ora questo limite salta ma invece non viene messo in discussione il divieto di crioconservazione, ovvero il congelamento degli embrioni. E dunque che cosa si farà degli embrioni una volta prodotti se non si potrà congelarli? La prima a farsi questa domanda è il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella. «Sarà necessario emanare al più presto nuove linee guida che possano eliminare qualsiasi contraddizione - spiega la Roccella -. Il comma 1 dell'articolo 14 che proibisce la crioconservazione (se non in casi eccezionali ndr) e la soppressione degli embrioni non è stato giudicato illegittimo e non è stato toccato nemmeno il divieto di selezione eugenetica degli embrioni e dei gameti». Dunque subito dopo la pubblicazione completa della sentenza il governo emanerà nuove linee guida per adeguare la normativa. Intanto esultano le associazioni di settore e i medici che si occupano di procreazione assistita come Carlo Flamigni e Severino Antinori. Soddisfatti anche i radicali che spingono per dare il via libera alla sperimentazione sugli embrioni. Marco Cappato segretario dell'associazione per Luca Coscioni, parla di «duro colpo alla legge 40». Ma la Roccella smorza gli entusiasmi. «Chi interpreta questa sentenza come un'apertura alla diagnosi pre-impianto commette un'operazione dubbia e prematura», osserva il sottosegretario. Insomma se resta fermo il divieto di conservare e intervenire sugli embrioni non si apre la porta neppure alla possibilità di sperimentazione o a una deriva eugenetica, di selezione, come invece paventa il professor Alberto Gambino, ordinario di Diritto privato e direttore del Centro di ricerca in Scienze umane dell'Università europea di Roma. «Se, come pare, la decisione della Corte ha come obiettivo quello di eliminare il divieto di creare più di tre embrioni e dell'obbligo di impianto degli embrioni creati - dice Gambino - si produrrà come inevitabile conseguenza la possibilità di selezionare gli embrioni migliori e scartare gli altri». Voci discordi si levano dall'opposizione: mentre i cattolici sono preoccupati la componente laica invoca una revisione completa della legge. Dal Pdl piovono critiche. «Ancora una volta assistiamo a una sentenza pilatesca della Consulta che ci lascia perplessi - osserva il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi -. Che cosa accadrà ora agli embrioni in eccesso. Verranno buttati? Se così sarà, con la sua decisione la Corte spalanca la strada a pratiche eugenetiche inaccettabili». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Bioetica, la Consulta boccia la legge 40 Roccella: nuove linee (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 79 del 2009-04-02 pagina 0 Bioetica, la Consulta boccia la legge 40 Roccella: nuove linee di Redazione La Corte Costituzionale boccia la legge sulla fecondazione assistita. Illegittimo il comma sulla restrizione del numero degli embrioni. Il sottosegretario annuncia modifiche "per eliminare i punti oscuri" Roma - La legge 40 è parzialmente illegittima. Secondo la Consulta la legge che regola la fecondazione assistita va modificata. I giudici della Corte Costituzionale hanno dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 14, comma 2, della norma, nel punto in cui prevede che ci sia un "unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre" di embrioni. Viola la Costituzione anche il comma 3 dello stesso articolo, nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. La Corte, infine, ha dichiarato inammissibili, per difetto di rilevanza nei giudizi principali, la questioni di legittimità costituzionale dell’articolo 6, inerente l’irrevocabilità del consenso della donna, e dei commi 1 e 4 dell’articolo 14. La decisione La Consulta, con la pronuncia di oggi (per le motivazioni bisognerà attendere alcune settimane), ha dunque dichiarato illegittimo il "cuore" della legge 40 sul limite di tre embrioni in un unico impianto e sul loro trasferimento nell’utero della donna. I ricorsi dichiarati inammissibili per difetto di rilevanza, invece, riguardavano l’irrevocabilità del consenso da parte della donna all’impianto (articolo 6, comma 3) e il divieto, se non in casi eccezionali, della crioconservazione (articolo 14, comma 1), nonché il divieto di riduzione embrionaria di gravidanze plurime (art.14, comma 4). A sollevare le questioni di legittimità davanti alla Corte erano stati il tar del Lazio e il tribunale di Firenze (quest’ultimo con due distinte ordinanze relative a cause intentate da coppie sterili o affette da malattie ereditarie), rilevando la violazione degli articoli 2, 3, 13 e 32 della Costituzione, inerenti i principi di uguaglianza, del diritto alla salute, e del rispetto della dignità umana. Modifiche in arrivo "La legge 40 con questo intervento è più oscura, ma non mi sembra che sia cambiato molto, per questo sarà indispensabile emanare al più presto nuove linee guida che possano eliminare qualsiasi contraddizione". Così Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare con delega ai temi etici, commenta la decisione della Consulta. "Chi interpreta questa sentenza della Corte Costituzionale come un’apertura alla diagnosi pre-impianto - ha aggiunto la Roccella - commette un’operazione dubbia e prematura". Dopo aver premesso che sarà necessario comunque capire bene le motivazioni che hanno portato la Consulta a prendere questa decisione, il sottosegretario Roccella ha sottolineato, infatti, come "il comma 1 dell’articolo 14, sulla clioconservazione e la soppressione di embrioni, non sia stato giudicato illegittimo e come non sia stato toccato nemmeno il divieto di selezione eugenetica degli embrioni e dei gameti". Gasparri: "Valuteremo" "Noi abbiamo sostenuto la validità della legge 40, valuteremo con il rispetto dovuto la sentenza e ovviamente bisognerà adeguare la normativa alle decisioni della Corte Costituzionale. Dopo aver letto la sentenza su un tema così delicato faremo le nostre valutazioni, difendendo sempre e comunque, le ragioni della vita". Lo dice il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. Buttiglione: "Sconcerto" "è grave lo sconcerto e la preoccupazione di fronte al pronunciamento della Corte Costituzionale su alcune parti della Legge 40. Difficile non avere l’impressione che un gruppo ideologizzato stia cercando di sequestrare la Costituzione espropriando il parlamento della sua sovranità". Lo afferma Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc. «L’equilibrio dei valori lo stabilisce il parlamento. La Corte Costituzionale deve attenersi allo spirito e alla lettera della Costituzione - spiega - data secondo le intenzioni dei padri fondatori. La Costituzione ha da sempre avuto l’appoggio convinto, entusiasta e fattivo dei cattolici italiani. Se passasse l’idea che la Costituzione sia contro la vita si creerebbe un’incrinatura drammatica nella coscienza della nazione". Esulta l'associazione Coscioni "I casi individuali arrivati alla Corte Costituzionale hanno dimostrato quanto piena di ideologia sia la legge italiana sulla fecondazione assistita". Questo il commento di Marco Cappato e Rocco Berardo, segretario e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni. "I casi di donne che hanno dovuto sopportare sul loro corpo l’ideologia di una legge tanto proibizionista - hanno dichiarato Cappato e Berardo - hanno consentito il secondo colpo, dopo quello sulla diagnosi preimpianto, a questa legge. Ora è urgente - hanno concluso - imprimere una svolta anche sulla questione centrale per milioni di malati: quella di destinare le migliaia di embrioni in sovrannumero, invece che nella spazzatura, alla ricerca". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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"La mia battaglia non è stata vana finalmente potrò avere un figlio" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

FIRENZE - "È stata una battaglia lunga e difficile ma adesso molte coppie nelle nostre condizioni hanno una speranza in più di fare un figlio senza andare all'estero. Noi avevamo la valigia pronta". Antonia ha una grave malattia ereditaria delle ossa, la esostosi. Vive a Milano e fa l'impiegata, il suo compagno ha un lavoro precario. Eccola la coppia di trentenni che ha scardinato la legge 40 sulla fecondazione assistita. Sono stati un loro ricorso al Tribunale civile di Firenze a permettere la diagnosi preimpianto alla fine del 2007, ed è partito sempre da una iniziativa loro, e di un'altra coppia, il percorso che ha portato alle decisione della Corte Costituzionale. Li ha seguiti l'avvocato Gianni Baldini, che ieri parlava di "un bel giorno per tutti quelli che hanno combattuto una battaglia di libertà". Signora Antonia, con che stato d'animo avete atteso la decisione della Suprema Corte? "Con grande ansia. Tra l'altro appena due settimane fa abbiamo fatto un trattamento di procreazione medicalmente assistita che non ha avuto esito positivo al centro Demetra di Firenze. Dei 3 embrioni prodotti, due erano malati e uno non di buone qualità. Non potevamo usarli". Come avete reagito? "Abbiamo pensato per la prima volta di andare all'estero, cosa che non avevamo mai preso in considerazione per ragioni economiche. Questa sentenza cambia tutto: potremo provare con un maggior numero di embrioni, magari congelandone alcuni, e avremo più possibilità di farcela. Sono felicissima, non sto nella pelle". Si rende conto delle conseguenze per gli altri della vostra azione giudiziaria? "Certo. Centinaia di coppie italiane nelle nostre condizioni da oggi hanno una speranza in più. E chi non si poteva permettere un viaggio verso una struttura in Spagna o in Grecia, avrà le stesse possibilità di fare un figlio grazie ad un centro pubblico italiano. Questa è democrazia". Vi siete mai pentiti in questi mesi della strada che avete intrapreso? OAS_RICH('Middle'); "Abbiamo avuto molti dubbi, non sapevamo dove ci avrebbero condotto queste cause civili. Inoltre non pensavamo di farcela. E invece la Corte Costituzionale ha dimostrato ancora una volta autonomia e indipendenza. Un grazie va al nostro avvocato". C'è chi parla di eugenetica riferendosi alla possibilità di scegliere tra un numero elevato di embrioni. "Noi non cerchiamo di selezionare un figlio biondo e con gli occhi azzurri, noi vogliamo soltanto un figlio sano. Non è giusto che anche lui soffra di una patologia incurabile, da cui siamo stati colpiti io e altri miei parenti. Mi sembra una grande cattiveria accanirsi attraverso una legge su persone che hanno già seri problemi di salute. È come se ci avessero voluto penalizzarci una seconda volta. La Corte Costituzionale ci ha ridato la speranza". (2 aprile 2009

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Contrordine, . Nelle sedi disagiate (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

GOVERNO Contrordine, «i giudici possono fare i pm». Nelle sedi disagiate Un emendamento al testo sulle ronde affida al Csm il potere di trasferire le toghe nei tribunali più difficili Sara Menafra Pm trasformati in avvocati dell'accusa? Col cappello in mano e ben distinti dai giudici? Non più. Quando si tratta di risolvere un problema burocratico che rischia di paralizzare la giustizia penale, come per incanto la separazione delle carriere smette di essere una priorità del governo Berlusconi. Anzi, i magistrati possono essere «obbligati» a passare dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa. Purché - e qui sta il paradosso - sia il Consiglio superiore della magistratura a costringerli, imponendo loro di cambiare distretto e, quasi sempre, regione. La novità è contenuta in un emendamento presentato dal governo ieri mattina. In cui si prevede che, d'ora in poi, per coprire i posti vacanti nelle sedi disagiate, il Consiglio superiore della magistratura possa spedire i giudici a fare i pm e viceversa. In deroga ai paletti della riforma Mastella, che avevano invece imposto che chi avesse voluto passare da una funzione all'altra dovesse cambiare regione, oltre che distretto. Visto che nella maggior parte del territorio nazionale, distretti e regioni si sovrappongono (i distretti sono 28, di cui 4 in Sicilia, le regioni 20), saranno costretti a spostarsi di parecchi chilometri. Il problema delle sedi disagiate e delle procure scoperte è da mesi oltre l'allarme rosso. In Sicilia, il concorso per coprire i 55 posti vacanti in 14 procure si è risolto con quattro domande, tre per Palermo e una per Catania. Secondo i dati pubblicati recentemente dal Corriere della sera, restano senza titolare 7 posti a Caltanissetta, 6 a Trapani, 4 a Gela e Ragusa, 3 ad Enna, Marsala e Termini Imerese, due ad Agrigento, uno a Nicosia, uno a Barcellona Pozzo di Gotto, Sciacca e alla procura dei minori di Caltanissetta. E i dati di qualche mese prima raccontavano scoperture con picchi del 40% anche in Calabria, con una procura di Locri semideserta e il tribunale di Vibo Valentia scoperto al 40%. Un effetto, forse voluto, delle norme che impediscono ai magistrati di prima nomina di fare i pm. E impongono a quelli che vogliono diventarlo di spostarsi lontano dalla prima sede. Donatella Ferranti, capogruppo Pd in commissione giustizia, ha lanciato l'allarme appena ha visto il testo. Che prevede, tra l'altro, di aumentare il numero delle «sedi disagiate» da 60 a 80 e i magistrati che possono essere trasferiti d'ufficio da 100 a 150. «I magistrati trasferiti d'ufficio risulteranno come se fossero sempre in missione, con grave incremento dei costi», dice Ferranti. E' preoccupata anche Fiorella Pilato, membro della commissione al Csm che si occupa appunto dei trasferimenti: «Questo testo anticipa le deroghe previste dalla legge sul processo penale», spiega. Il rischio, tra l'altro, è che i poteri affidati a palazzo dei Marescialli finiscano con l'essere troppo ampi. Con la conseguenza che i magistrati trasferiti denuncino di essere vittime di un arbitrio e chiedano al Tar di annullare tutto. Lasciando le procure del Sud sempre più vuote.

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Roccella: le linee guida per rimettere ordine (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 02-04-2009 LA DIFESA DELLA VITA Per il Pdl e l'Udc la pronuncia della Consulta «svuota la sovranità del Parlamento» Cambiamenti tutti da valutare Roccella: le linee guida per rimettere ordine DA MILANO FRANCESCO RICCARDI N uove linee guida per orientare l'attività dei centri di procreazione assistita. È questa la prima risposta che viene dal governo alla decisione della Corte costituzionale. Perché, spiega il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, «sono molto dubbi gli effetti della sentenza sulle pratiche che devono essere adottate nei centri». Nuove indicazioni da emanarsi sulla base dei pareri scientifici che il Consiglio Superiore di Sanità, l'organo tecnico scientifico di consultazione del ministero, sarà chiamato a fornire in proposito. «Resta il divieto di congelamento degli embrioni e di soppressione di questi ha infatti spiegato ancora la Roccella . Mi sembra che ora ci sia un evidente problema di interpretazione delle norme e di contraddizioni. Per questo bisognerà fare chiarezza sul piano delle pratiche che potranno essere adottate dai centri ». Un'ipotesi subito criticata da Livia Turco (Pd) «le linee guida non hanno alcun potere interpretativo, ma sono solo uno strumento tecnico» che pure però quand'era ministro nel governo Prodi tentò di aprire alla diagnosi preimpianto, proprio utilizzando le linee guida. Ma se, sul piano operativo, un sentiero di intervento sembra tracciato, su quello politico domina la divisione netta tra chi applaude alla sentenza (Pd, Radicali, Idv, area di Rifondazione) e chi (la maggioranza e l'Udc) la critica fortemente sia nella sua essenza sia nei contenuti specifici, ancora però da valutare appieno nella loro portata. Il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione si dice «sconcertato e preoccupato per il pronunciamento della Corte. Difficile non avere l'impressione che un gruppo ideologizzato stia cercando di sequestrare la Costituzione espropriando il Parlamento della sua sovranità». Concetti simili li esprime il ministro della Cultura, Sandro Bondi, che sottolinea «il problema grave per la nostra democrazia», perché «la sovranità del Parlamento viene intaccata parallelamente alla percezione della sparizione di autorità di garanzia». Quanto ai contenuti, sia il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano sia il vicepresidente vicario dei senatori del PdL Gaetano Quagliarello sottolineano come «La sentenza della Corte non cancella l'intera legge 40 ma interviene solo su due aspetti che, tra l'altro, devono essere letti in maniera coordinata tra di loro». E che perciò il «dato complessivo è che la legge resta in piedi». Opposta la visione nel centro-sinistra che, con il segretario del Pd Dario Franceschini, sottolinea come «Le sentenze della Corte vanno sempre rispettate ». Spostando subito la questione anche sul piano dell'altro tema delicato attualmente in discussione: il testamento biologico. Secondo il leader del Pd, infatti, «i temi nuovi, come anche quello sull'idratazione e alimentazione, gradualmente richiederanno regole e che si adeguino gli strumenti legislativi». Stessa tesi sostenuta dalla capogruppo pd al Senato, Anna Finocchiaro, per la quale «l'esito del giudizio dovrebbe condurre, su questa materia e sul testamento biologico a maggiore riflessione e attenzione, rifuggendo da prove di forza e posizioni ideologiche». Nel Pd si distingue invece la voce di Paola Binetti che, dopo aver ricordato i successi della legge 40, ne sottolinea i punti chiave rimasti intonsi dall'intervento della Corte come «il divieto di diagnosi preimpianto e il divieto a creare un numero di embrioni superiori al necessario». Fortemente critico sulla legge 40 e quindi soddisfatto della sentenza, invece Antonio Di Pietro, al quale però preme soprattutto sottolineare come «i giudici hanno dimostrato ancora una volta di essere più avanti dei legislatori » e che ora «occorra rimettere mano alla legge». Plaudono alla sentenza, infine, i Radicali definendolo un «segnale inequivocabile e importante». Ma che sia tutto così chiaro e inequivocabile sembra smentirlo anche un ginecologo come Carlo Flamigni, da sempre critico sulla legge. Secondo il quale la pronuncia «apre delle prospettive che ancora non so immaginare su alcune delle altre proibizioni, come il fatto che non si possano crioconservare gli embrioni. Probabilmente per potere applicare questa legge si dovrà arrivare a qualche tipo di mediazione ». E indica il vecchio progetto «di non considerare embrioni gli ootidi, cioè gli oociti con due pronuclei». «Se rimangono in piedi le proibizioni di congelare e distruggere dice ancora Flamigni uno si ritrova con un embrione di cui non sa che fare. Bisognerà tornarci sopra, mettere da parte le ideologie e mettere insieme una legge saggia». «Sorpresa, delusione e rammarico» esprime infine Roberto Colombo, membro del Comitato nazionale di Bioetica e docente alla Cattolica. Teme un «tentativo di ritorno al passato, quando l'embrione umano veniva prodotto in numero eccedente, privando così innumerevoli esseri umani della possibilità di crescere nell'utero materno». Pd, Idv e Radicali plaudono alla sentenza e chiedono di modificare, oltre alla legge 40, pure il testamento biologico Dopo la decisione della Consulta pareri discordi nel mondo politico. Sopra, Eugenia Roccella e Dario Franceschini

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(sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 02-04-2009 «Norma mutilata, ma non stravolta» Loiodice Tante contraddizioni Bisognerà vigilare che per risolvere questi casi non si apra la porta a soluzioni eugenetiche DA ROMA GIANNI SANTAMARIA L a sentenza di ieri apre delle «contraddizioni» nella legge 40. Ma «non stravolge» la normativa nata nel febbraio del 2004 e passata indenne dal referendum del giugno 2005. In attesa, come è di rito in questi casi, di conoscere le motivazioni con cui la Corte Costituzionale ha ammesso alcune eccezioni di conformità alla Carta e ne ha rigettate altre, Aldo Loiodice, docente di Diritto costituzionale all'Università di Bari, riflette sulle prime anticipazioni della decisione della Consulta. Alcuni paletti restano: come il divieto di crioconservazione e l'irrevocabilità del consenso della donna all'impianto. Ma l'aver tolto il limite di tre embrioni può rischiare di aprire un mercato «occulto». Perché se ne vengono creati in eccesso un dilemma si pone: lasciarli morire o congelarli? Come giudica questa dichiarazione di incostituzionalità di due punti della legge? La sua logica, di cui vedremo le motivazioni, va nel senso di risolvere un conflitto di interessi tra il concepito e la futura madre in termini di prevalenza della salute di questa piuttosto che del diritto alla vita. Il che richiede le spiegazioni che attendiamo. I ricorsi che sono stati accettati stravolgono la normativa? La legge ne viene più mutilata, direi, che stravolta. E si creano delle aperture in contrasto con il suo spirito. Che era di contenere il fenomeno della procreazione artificiale e renderlo leggibile nel quadro di una tutela dell'embrione. Ora la tutela diventa, diciamo così, differenziata. Non più omogenea per tutti gli embrioni, perché è rimessa a casi variegati. Ma la legge così può continuare a tenere? Con il divieto della crioconservazione si riduce il rischio di utilizzo degli embrioni. Resta, però, da verificare qual è il nuovo senso che si intende attribuire alla legge. Cosa ci si può attendere ora dal legislatore? Di solito la corte dà al Parlamento un'indicazione su quello che deve fare. Speriamo lo faccia anche stavolta. Poi il Parlamento stabilirà quello che ritiene sia meglio, cioè quale tutela dare alla madre e quale al figlio. Perché su di esse occorre grande chiarezza. Chi ha sostenuto il ricorso ora esulta. Ma si tratta davvero di un giudizio sul funzionamento della legge? Mi pare eccessivo giudicare una legge dai casi limite (i ricorsi riguardavano coppie portatrici di malattie genetiche che si erano rivolte ai tribunali ndr). E bisogna inoltre stare attenti al pericolo che, per risolvere questi casi, non si apra indirettamente la porta a soluzioni eugenetiche che vanno assolutamente evitate. Il Parlamento deve tener fermo questo punto. E anche sul fatto che mercati non se ne possono aprire. Questo non significa che la salute della donna non vada tutelata. Il fatto che siano state rigettate le altre istanze parla di un giudizio differenziato e non facile. La Corte ha mostrato grande equilibrio. E anche preoccupazione per i vari aspetti. Ora, ripeto, vanno lette le motivazioni per capire come ricostruisce il nuovo senso della legge. Aldo Loiodice

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Legge 40, mezzo strappo dalla Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 02-04-2009 Legge 40, mezzo strappo dalla Consulta Cade il limite dei tre embrioni, ma restano vietate crioconservazione e selezione DA ROMA PIER LUIGI FORNARI L a Corte costituzionale accoglie parzialmente i ricorsi mossi contro la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. E respinge come inammissibili alcune questioni sollevate su altri punti della normativa. La Consulta, nella serata di ieri, ha reso noto solo il dispositivo del suo pronunciamento, mentre le motivazioni sono attese entro una ventina di giorni. Nell'articolo 14, comma 2, nel quale si prescrive che non si deve creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario, l'illegittimità costituzionale è dichiarata limitatamente alle parole «un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre» . La Consulta si pronuncia anche contro il comma 3 dello stesso articolo «nella parte in cui non prevede afferma un comunicato della Corte che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna». Tale comma è quello che consente la crioconservazione degli embrioni solo per «causa di forza maggiore relativa allo stato di salute della donna». I giudici della Consulta hanno dichiarato, però, inammissibile «per difetto di rilevanza nei giudizi principali», la questione di legittimità del comma 3 dell'articolo 6, con il quale si prevede che la volontà di una coppia di accedere alle tecniche di fecondazione assistita «può essere revocata da ciascuno dei soggetti» indicati «fino al momento della fecondazione dell'ovulo» e non oltre. Ugualmente inammissibili sono per la sentenza le questioni di legittimità dei commi 1 e 4 dell'articolo 14. Il primo vieta la crioconservazione e la soppressione di embrioni (fermo restando quanto previsto dalla legge sull'aborto). Il secondo proibisce la riduzione embrionaria di gravidanze plurime, salvo nei casi previsti dalla 194. A fare ricorso alla Corte, con tre distinte ordinanze, erano stati il Tar del Lazio e il Tribunale di Firenze, ai quali si erano rivolti, rispettivamente, la World association of reproductive medicine ( Warm), presieduta dal ginecologo, Severino Antinori, e delle coppie sterili, affette da patologie genetiche. Le norme, avevano sostenuto i giudici del Tar del Lazio e del Tribunale di Firenze, erano in contrasto con alcuni principi tutelati dalla Costituzione. Ma solo quando saranno pubblicate le motivazioni della Consulta si verificherà quali argomentazioni sono state accolte. A riguardo dell'articolo 3 si eccepiva, sotto il profilo della ragionevolezza, per il mancato bilanciamento tra la tutela dell'embrione e la tutela della esigenza di procreazione visti la «mancata valutazione della concreta possibilità di successo della pratica da effettuare » e il «mancato riconoscimento al medico curante di ogni discrezionalità nella valutazione del singolo caso». La legge 40, secondo i ricorsi, poi realizzava una «irragionevole disparità di trattamento» tra le donne in condizioni fisiche diverse che si sottopongo alla fecondazione assistita. E ancora, si sosteneva, il diritto alla salute veniva leso in caso di insuccesso del primo impianto, in quanto la donna veniva costretta a sottoporsi ad un successivo trattamento ovarico, ad «alto tasso di pericolosità per la salute fisica e psichica». Infine, anche la prevista irrevocabilità del consenso veniva considerata in contrasto con l'articolo 32 della Costituzione che vieta i trattamenti sanitari obbligatori se non imposti per legge, nel rispetto della dignità umana.

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Sicurezza, il Csm boccia le ronde: (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 02-04-2009 Sicurezza, il Csm boccia le ronde: «Sono pericolose» Dall'organo di autogoverno della magistratura forti dubbi anche all'aumento del periodo di permanenza degli immigrati nei Cie. Buon giudizio, invece, sulla legge anti-stalking: «Colma un vuoto» DA ROMA DANILO PAOLINI L e ronde sono pericolose perché possono essere causa «del determinarsi di incidenti e, nei casi più gravi, della commissione di reati», finendo così per impegnare ancora di più le forze di polizia, le procure e i tribunali. Il Consiglio superiore della magistratura, nel parere della sesta commissione che sarà votato stamattina dal plenum, non fa sconti al tentativo del governo di regolamentare le ronde di cittadini non armati. Forti «perplessità » di natura «tecnica» anche sulla carcerazione preventiva obbligatoria per gli accusati di violenze sessuali e sulla norma del decreto che estende da 2 a 6 mesi il termine massimo di permanenza degli immigrati extracomunitari nei Centri di identificazione ed espulsione. Il Csm promuove, invece, tutte le misure varate dall'esecutivo volte a «rafforzare gli strumenti per contrastare tutte le forme di aggressione sessuale». Apprezzati, in particolare, la scelta di ammettere l'incidente probatorio (anche «in assenza dei requisiti ordinariamente previsti») nei casi di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia, come pure il gratuito patrocinio per tutte le vittime e l'introduzione del reato di stalking, che «colma una profonda lacuna normativa». Per quanto riguarda le ronde, Palazzo dei Marescialli adombra la possibile incostituzionalità delle norme, a partire dalla deroga «al principio che assegna all'autorità pubblica l'esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza». Detto poi del pericolo d'incidenti, di commissione di ulteriori reati, del possibile aggravio di lavoro per le forze dell'ordine e per i magistrati, il Csm rileva «discrezionalità » e «lacune», come per esempio la «mancata previsione » che le associazioni di volontari preposte alle ronde «non debbano avere né natura né finalità di ordine politica» e «l'assenza di ogni requisito negativo » per l'iscrizione. Insomma, nulla sembrerebbe ostacolare la partecipazione alle ronde di soggetti «condannati per reati di violenza o per il compimento di atti di discriminazione». Non basta inoltre si legge nel parere dell'organo di autogoverno dei giudici la pur «doverosa precisazione che i cittadini debbano essere non armati», in quanto non fuga «ogni dubbio sull'utilizzazione di strumenti non definibili armi in senso proprio», ma comunque idonei «a compiere atti di coercizione fisica » (armi improprie, dunque, come sfollagente o simili) o per garantire «un effettivo controllo sull'at- tività realmente svolta dalle associazioni». La Costituzione, infine, vieta la formazione di «associazioni che perseguano scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare». E per «carattere militare» si intende, secondo il Consiglio, non solo il possesso di armi, ma anche «una gerarchia interna di tipo militare e il ricorso a uniformi». Diverso e positivo, si diceva, il giudizio relativo alle misure contro lo stalking (forma di persecuzione delle donne, più raramente degli uomini, in genere a opera di 'ex', ma anche di persone conoscenti o addirittura estranee) e contro ogni forma di aggressione sessuale. I toni si fanno di nuovo critici, invece, quando si affronta il capitolo immigrati: trattenerli fino a 6 mesi nei Centri di identificazione ed espulsione violerebbe, a detta del Csm, la direttiva dell'Unione europea che autorizza a trattenere il clandestino quando resiste alla forza pubblica che vuole identificarlo, ma non nel caso in cui oppone difficoltà a consegnare i documenti. Nel decreto del governo, le due ipotesi (resistenza all'identificazione e difficoltà nell'ottenere i documenti) vengono equiparati. A decidere la proroga sarebbero i giudici di pace, ma obietta Palazzo dei Marescialli «meglio sarebbe investire il tribunale ordinario», dato che «la privazione della libertà personale, che è bene di primaria rilevanza costituzionale», impone un controllo «assolutamente rigoroso». Critiche fondate e «inevitabili», quelle del Csm, a giudizio di Roberto Di Giovan Paolo, senatore del Pd, che sfida il governo a impiegare le ronde «negli uffici, al posto dei 20mila poliziotti costretti a lavorare da impiegati» anziché «in strada, a tutela della sicurezza». Per Roberto Cota (Lega), al contrario, «l'uscita improvvida» del Consiglio superiore conferma soltanto la sua attitudine a occuparsi di politica e la conseguente «perdita di credibilità». Polemica anche Jole Santelli (Pdl): «Da quando il Csm è diventata una Corte costituzionale preventiva?».

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Legge 40: sono i fatti a smentire le obiezioni (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

E' VITA 02-04-2009 Legge 40: sono i fatti a smentire le obiezioni di Viviana Daloiso L a Corte Costituzionale ha deciso sulle sorti della legge 40 (tutta la cronaca nelle pagine di attualità del quotidiano). Non importa che la norma abbia posto ordine in quello che prima era un intricato e pericoloso modus operandi clinico nel nostro Paese, non importa che il testo della legge sia stato sottoposto a un referendum popolare su alcuni dei suoi punti cadine, e l'abbia superato. La Corte Costituzionale, chiamata da un manipolo di coppie 'insoddisfatte' e di tribunali tutt'altro che imparziali, ha espresso il suo giudizio sulla compatibilità della legge con la Carta fondamentale. A partire dalle obiezioni traballanti che le sono state presentate negli ultimi mesi. E che vale nuovamente la pena di confutare, dati scientifici alla mano. La salute delle donna È la formula più in voga per criticare la legge 40, lo slogan più sbandierato dai tempi del referendum in avanti, l'elemento su cui si fondano praticamente tutti i La salute della donna? Tutelata rispetto agli altri Paesi grazie al divieto di crioconservazione. Il confronto con il resto d'Europa? Falsato, come mostrano i dati appena presentati al Parlamento e le relazioni internazionali. E la diagnosi pre-impianto? Una pratica eugenetica già vietata dal nostro ordinamento. Ecco le buone ragioni di una norma che non va manomessa ricorsi al vaglio della Consulta: la norma italiana sulla fecondazione assistita «lede la salute della donna». Come se non fosse vero l'esatto contrario: e cioè che proprio grazie ad essa le donne italiane sono molto più tutelate rispetto a quelle di altri Paesi. Per dimostrarlo bastino due argomenti: il divieto di crioconservazione degli embrioni e la fecondazione eterologa. Sul primo punto la legge 40 è stata criticatissima: la donna sarebbe penalizzata dal fatto che non si possano congelare un numero elevato di embrioni, pratica che consentirebbe loro di avere più possibilità di una gravidanza. Senza contare quel limite di tre embrioni dichiarato incostituzionale proprio ieri sera dalla Consulta: troppo restrittivo s'è detto , per ottenere buoni risultati se ne devono trasferire in utero di più! Peccato che i ricercatori prediligano gli embrioni 'freschi', essendo ormai universalmente noto che la percentuale di successo della fecondazione in vitro si abbassa molto con gli embrioni congelati (quasi del 10%!). Quando poi si è visto che la pratica migliore e anche in questo caso universalente affermata è il trasferimento di un solo embrione alla volta, l'accusa alla legge 40 si è poi rovesciata: tre embrioni sono troppi s'è detto , è incostituzionale una legge che impone di trasferirli tutti! Stesso discorso per la fecondazione eterologa (in cui si utilizza, cioè, l'ovulo o il seme di un terzo soggetto, altro alla coppia): la legge 40 la vieta, «penalizzando le donne». E pensare che nei Paesi dove questa pratica è consentita il fenomeno della compravendita degli ovociti è diventato allarmante, con le donne che si sottopongono a pesanti trattamenti ormonali in cambio di una retribuzione economica. In Italia invece, come hanno dimostrato i dati appena presentati al Parlamento sulla legge 40, proprio grazie al divieto dell'eterologa la percentuale della sindrome da iperstimolazione ovarica è dello 0,5% contro l'1% della media europea. Un elemento, questo sì, a tutela della salute della donna. Il confronto con l'Europa La diagnosi pre-impianto Infine l'annosa questione della diagnosi pre-impianto, vietata dalla legge 40, fatta assurgere a panacea di tutti i mali dai suoi detrattori. Questi ultimi sostengono che grazie al procedimento (che, lo ricordiamo per l'ennesima volta, è finalizzato alla selezione eugenetica degli embrioni e allo scarto di quelli 'da meno') le coppie che ricorrono alla fecondazione assistita avrebbero la certezza di un figlio sano, immune da malattie genetiche ereditarie. Falso, scientificamente parlando, perché la diagnosi pre-impianto ha un margine di errore del 10-15% (in 10-15 casi su 100 indica come sano un embrione malato e viceversa) ed è potenzialmente lesiva per gli embrioni stessi. E assolutamente inaccettabile da un punto di vista giuridico, visto che ciò significherebbe negare o la legittimità costituzionale del riconoscimento dell'umanità del concepito (art. 1 della legge 40), oppure l'eguaglianza degli esseri umani (sancita dalla stessa Costituzione).

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in aula (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

E' VITA 02-04-2009 L in aula Una scelta che apre domande a tanto attesa sentenza della Corte Costituzionale sulla legge 40 è arrivata ieri sera, dopo l'accesa udienza di martedì mattina. I difensori della normativa, rappresentati oltre che dall'avvocato dello Stato Gabriella Palmieri, dai legali del Comitato per la tutela della salute della donna e da quelli del Movimento per la vita, si erano confrontati con i difensori della Warm ente che riunisce alcuni professionisti della fecondazione artificiale e con quelli di due coppie di coniugi. Sotto accusa l'articolo 14 (commi 1, 2, 3, 4), nella parte in cui vieta la crioconservazione e la distruzione di embrioni, il limite massimo di tre embrioni e l'obbligo di effettuare un unico e contemporaneo impianto per tutti gli embrioni creati, tranne il caso di «grave e documentata causa di forza maggiore relativa allo stato di salute della donna non prevedibile al momento della fecondazione». La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità del comma 2 limitatamente alle parole «ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre» embrioni, elimindando di fatto il limite di 3 embrioni, ma dichiarando tuttavia inammissibile il ricorso che verteva sulla possibilità di crioconservarli. La Corte ha anche dichiarato incostituzionale il comma 3 dello stesso articolo «nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna», ma ha dichiarato inammissibili per difetto di rilevanza nei giudizi principali le questioni di legittimità costituzionale degli altri articoli impugnati. T utte le richieste di modifica della normativa facevano leva sul fatto che i limiti prescritti siano lesivi della salute della donna. A questo proposito l'avvocato dello Stato aveva rilevato che anche la legge francese, quella tedesca e quella svedese pongono il limite dei tre embrioni. L'obiettivo dichiarato dei ricorsi era comunque l'introduzione della diagnosi preimpianto. In realtà il divieto di selezionare gli embrioni in base alle caratteristiche genetiche è previsto anche dall'articolo 13, non coinvolto nel giudizio, che vieta la sperimentazione sull'embrione e «ogni forma di selezione a scopo eugenetico». Divieti che rimangono fermi, così come l'impianto dell'intera norma. Ilaria Nava

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Legge 40, la politica in ordine sparso (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA Il giorno dopo la sentenza della Consulta, che boccia diverse parti della legge sulla fecondazione assistita, infuria la polemica politica. A difendere la legge 40 è quasi tutto il centrodestra, ma anche voci autorevoli del Pd, a partire da Francesco Rutelli: la legge è comunque «positiva», e dalla sentenza della Corte emerge che «l’impianto della legge è confermato», anche se «alcune parti importanti vengono modificate». Sulla stessa linea Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl, secondo il quale «la sentenza della Corte Costituzionale ha eliminato i due punti più discutibili della legge», ma «l’impianto rimane comunque valido e non richiede nuovi interventi» e Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, che sottolinea: «Le garanzie per la salvaguardia dell’embrione restano sostanzialmente inalterate. La legge 40 conserva tutta la sua validità e interpretazioni diverse ed estensive della sentenza della Consulta sono ingiustificabili». Di tutt’altro tono le dichiarazioni del leader dell’Idv Antonio Di Pietro: «Il Parlamento deve semplicemente rispettare la Carta costituzionale che non permetteva una legge oscurantista, immorale, ingiusta e incostituzionale». Anche Gianfranco Rotondi, del Pdl, prende le distanze dalla legge: «Le sentenze della Corte Costituzionale non si dovrebbero discutere e la legge 40 è da rivedere anche alla luce delle nuove scoperte scientifiche». E mentre un centro per la fecondazione assistita di Catania annuncia che già dalla prossima settimana agirà come se la legge 40 non ci fosse, consentendo di nuovo la diagnosi preimpianto, Anna Finocchiaro, leader dei senatori Pd a Palazzo Madama, invita a «un ripensamento anche sul modo di legiferare su questi temi compreso il testamento biologico».

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Bonino: e adesso va rivisto anche il biotestamento (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 02/04/2009 - pag: 8 Radicali «Finiti 5 anni di disastri» Bonino: e adesso va rivisto anche il biotestamento ROMA «Me lo aspettavo? Bè, in questi anni la Corte costituzionale ci ha abituato a tutto, basti ricordare il giudizio sull'inammissibilità di alcuni referendum. Diciamo che ci speravo. Evidentemente c'è un giudice non solo a Berlino ma anche a Roma». Nella dichiarazione alle agenzie Emma Bonino si è detta «molto soddisfatta» della pronuncia della Corte costituzionale. Ma quando risponde al telefono dal suo ufficio di vice presidente del Senato, parte da un altro punto. Dai «disastri che in cinque anni ha fatto questa legge», uno su tutti: «Aver favorito il turismo sanitario, costringendo le coppie che non potevano avere figli ad andare all'estero, naturalmente con la solita discriminazione tra i ricchi che possono e poveri che se lo sognano». Ma c'è anche un altro «guaio» creato dalla legge che adesso la Corte ha dichiarato in parte illegittima: «Visto l'obbligo di impiantare tutti e tre gli embrioni abbiamo assistito ad un grande aumento dei parti trigemellari, che non sono proprio semplici da gestire. Ecco, bene la Consulta ma queste cose ce le potevamo risparmiare». Durante la telefonata arriva l'annuncio del sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, che parla di nuove linee guida in materia. «Già ripartono alla carica. No, io credo che la legge stia in piedi così com'è, sono solo state eliminate le parti più insostenibili come in questi anni ha spiegato anche la comunità scientifica. Non c'è alcun vuoto legislativo, visto che questa formula ormai viene usata per giustificare di tutto». Il riferimento, ovvio, è al testamento biologico. «Spero che la pronuncia della Corte costituzionale sulla legge 40 suggerisca una lettura più sobria del disegno di legge Calabrò. Finora ci siamo ridotti alla solita schermaglia parlamentare a prescindere dal merito». Dice la Bonino che, in sostanza, la questione è la stessa. E che gli articoli della Costituzione violati, secondo la Consulta, dalla legge sulla fecondazione sono gli stessi che, secondo i radicali, sarebbero calpestati dal disegno di legge sul testamento biologico. Il 2, il 13 e il 32 per gli esperti del ramo. E cioè la libertà individuale e la tutela della salute come diritti inviolabili. «Perché qui non parliamo di sanità o di scienza. Ma di libertà e quindi della possibilità di utilizzare o no le tecniche più \\ Era stato favorito il turismo sanitario, costringendo le coppie ad andare all'estero

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Fecondazione, colpo alla legge (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Prima Pagina data: 02/04/2009 - pag: 1 Esultano i radicali. Bondi: attacco alla democrazia. Roccella: linee guida da rivedere Fecondazione, colpo alla legge La Consulta: no al limite dei tre embrioni ROMA La Corte costituzionale ha bocciato in parte la legge 40 sulla fecondazione assistita. I giudici costituzionali hanno dichiarato l'illegittimità dell'articolo 14, comma 2 della norma, nel punto in cui prevede che ci sia un «unico e contemporaneo impianto di embrioni, comunque non superiore a tre». Viola la Costituzione anche un altro punto dello stesso articolo, nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. Esultano i radicali. Bondi: attacco alla democrazia. ALLE PAGINE 8E9 De Bac, L. Salvia, Vecchi

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Il Csm boccia le ronde: c'è il rischio di incidenti (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 02/04/2009 - pag: 18 Decreto sicurezza Critiche alle proroghe nei centri di identificazione Il Csm boccia le ronde: c'è il rischio di incidenti La Russa: raddoppiano i soldati nelle città fino a giugno Oggi il voto, poi il parere sarà inviato al ministro Alfano. «Rischio di aggravio di lavoro per le forze dell'ordine» ROMA Il Csm boccia senza appello le ronde di volontari varate per decreto dal governo per rassicurare i cittadini. Perché, argomenta il Consiglio superiore della magistratura nel parere al Guardasigilli che sarà votato oggi dal plenum, con le ronde «può determinarsi il rischio di incidenti e, nei casi più gravi, quello della commissione di reati che possono provocare un aggravio sia per le forze dell'ordine, distogliendole da un efficace controllo del territorio, sia per l'esercizio della funzione giurisdizionale da parte della magistratura ». L'organo di autogoverno, poi, si sofferma sulla genericità del provvedimento laddove specifica che i volontari dovranno essere «non armati»: perché l'assenza di riferimenti legislativi, per esempio l'articolo 42 del Testo unico di Ps, lascia aperta una porta all'utilizzazione di «strumenti non definibili armi in senso proprio ma comunque atti a offendere e a compiere atti di coercizione fisica». Ecco perché si parla di possibili incidenti provocati dalle ronde. La VI commissione ha varato la bozza di parere (relatori Roia e Volpi), approvandola con il voto contrario di Antonio Patrono (Magistratura indipendente) secondo il quale questo non è il compito del Csm. E così Roberto Cota (Lega) e Iole Santelli (Pdl) sostengono che «l'ingerenza del Csm è indebita e improvvida» mentre Donatella Ferranti (Pd) invita il governo a tenere conto del parere perché, soprattutto al Sud, «le ronde sono un regalo alla mafia». Il governo, invece, per ora si limita a considerare le ronde dei mili-- tari: il ministro Ignazio La Russa annuncia che sarà raddoppiato il contingente di 3000 soldati impiegati fino a giugno nell'operazione «strade sicure ». Il parere del Csm sul decreto sicurezza critica anche le proroghe dei trattenimenti degli immigrati nei Centri di identificazione «autorizzati dal giudice di pace» mentre, trattandosi di libertà personale, «sarebbe meglio investire il tribunale ordinario in composizione collegiale». Per il resto, invece, il consiglio elogia il governo sul fronte della lotta contro gli stupri pur con qualche riserva sulla custodia cautelare obbligatoria in carce-

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di Lampedusa (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 02/04/2009 - pag: 18 Il Cie di Lampedusa Clandestini nel Centro per l'identificazione e l'espulsione di Lampedusa. Il Csm contesta che sia il giudice di pace ad autorizzare la proroga della permanenza

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R? (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 02/04/2009 - pag: 9 Le domande Su che cosa si basa la legge sulla procreazione assistita R? La legge 40 consente il ricorso alla procreazione medica assistita solo «qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilita». Sono vietate la fecondazione eterologa, cioè con un donatore esterno alla coppia, e la clonazione umana. Vietata inoltre qualsiasi sperimentazione sull'embrione, nonché «qualsiasi forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti» Che cosa prevedeva la norma dichiarata anticostituzionale R? Prima del responso della Corte costituzionale, nel capitolo «Misure a tutela dell'embrione» era previsto che la creazione di embrioni fosse finalizzata «ad un unico e contemporaneo impianto, e comunque non superiore a tre». In sostanza, si possono produrre un massimo di tre embrioni, con l'obbligo di impiantarli insieme: questa soluzione potrebbe aver contribuito all'incremento di parti trigemellari in Italia Quali sono i punti bocciati dai giudici della Consulta R? I giudici costituzionali hanno dichiarato l'illegittimità dell'articolo 14, comma 2, nel punto in cui prevede che ci sia un «unico e contemporaneo impianto di embrioni, comunque non superiore a tre». Viola la Costituzione anche il comma 3 dello stesso articolo, nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna Quali saranno le conseguenze della decisione R? In teoria ora i medici non sono più sottoposti all'obbligo di far produrre massimo tre embrioni e di impiantarli contemporaneamente. Questo potrebbe significare che a ciascun specialista spetta la scelta discrezionale di decidere volta per volta, secondo età e condizioni di salute della donna che si sottopone alla fecondazione assistita, quanti embrioni impiantare: se il caso lo richiede, anche solo uno

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Fitto e l'inchiesta per corruzione: (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 02/04/2009 - pag: 23 Bari Fitto e l'inchiesta per corruzione: «Contro di me una casta togata» DAL NOSTRO INVIATO BARI Contro di me «una casta togata». Rilancia il ministro Fitto. Dopo aver ottenuto dal ministro Alfano l'invio degli ispettori a valutare l'operato dei pm che chiedono il suo rinvio a giudizio per corruzione, concussione e altro. Accusato per questo dal Pd, che in un'interrogazione parla di «indebita interferenza» e di «intimidazione» sui giudici. L'ex governatore della Puglia contrattacca. «In Spagna un ministro della giustizia socialista si dimette per una foto a caccia con un magistrato che indaga sul partito popolare», fa notare, da noi invece «una casta togata» «interroga Alfano». «Sei magistrati su nove firme» evidenzia nella nota zeppa di accuse a ogni singolo sottoscrittore. «Mi si vuole negare un esposto», lamenta Fitto, facendo notare «la velocità del tutto inusitata» con cui «si mobilita» l'Anm (che ieri ha dato solidarietà ai colleghi di Bari) e con cui il Csm «eccepisce la sua non competenza sul mio esposto e, sempre a tempo di record, si dispone a intervenire sul caso dell'ispezione». Virginia Piccolillo

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Rimosso presidente del Tribunale (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Lombardia data: 02/04/2009 - pag: 12 PAVIA Rimosso presidente del Tribunale Il Csm ha trasferito d'ufficio per incompatibilità ambientale il presidente del Tribunale Pier Giovanni Palminota. Alla base del trasferimento il «diffuso disagio» determinato dal comportamento di Palminota e il rapporto con la Procura «incrinato anche da condotte connotate da superficialità e sostanziale disinteresse a una corretta gestione dell'ufficio».

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Fecondazione, Fini plaude alla Consulta "La sentenza rende giustizia alle donne" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA - Rende giustizia alle donne italiane la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato in parte la legge sulla fecondazione assistita. Ma la pronuncia può servire da monito generale: se una legge si basa "su dogmi etico-religiosi" è "sempre suscettibile di censura di costituzionalità", perché le istituzioni sono laiche. Dopo la sentenza dei giudici costituzionali sulla legge 40, interviene così il presidente della Camera Gianfranco Fini. Ieri, infatti, la Consulta ha parzialmente bocciato la legge 40, dichiarando l'illegittimità della restrizione a tre del numero di embrioni che è possibile impiantare nell'utero delle pazienti che si sottopongono alle procedure di procreazione medicalmente assistita. L'alta corte, inoltre, ha dichiarato incostituzionale anche il comma 3 dell'articolo 14 della legge in questione "nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, come previsto dalla norma, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna". "La sentenza della Consulta che dichiara illegittime alcune norme della legge 40 sulla fecondazione assistita - sottolinea Fini in una nota - rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti Paesi europei". "Fermo restando che occorrerà leggere le motivazioni della corte, mi sembra fin d'ora evidente - aggiunge il presidente della Camera - che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni". Ma intanto continuano le polemiche. "Pur non intaccando l'impianto della legge 40, la bocciatura parziale da parte della Corte Costituzionale rivela in tutta la sua gravità il vizio ideologico e anti vita che nutre al suo interno. Attendiamo di conoscere le motivazioni, degne di tale nome, con cui una certa visione laicista si è riconfermata nemica giurata degli embrioni umani e della maternità". Lo afferma il deputato dell'Unione di Centro Luca Volontè. OAS_RICH('Middle'); "La sentenza della Corte riporta un po' di ragionevolezza nella legge 40, impedendo l'obbligo di produrre non più di tre embrioni e di impiantarli tutti insieme nella donna a prescindere dalla sua condizioni di salute e dalla sua età", dice Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama. "Penso aggiunge la Finocchiaro - che da questo momento in poi sia necessario un ripensamento anche sul modo di legiferare su questi temi compreso il testamento biologico". Il presidente della Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia, Giorgio Vittori, avverte che, dopo la sentenza della corte costituzionale, la legge 40 sulla fecondazione assistita ha ormai bisogno di una manutenzione. E lancia la proposta di un tavolo condiviso fra società scientifiche, istituzioni ed associazioni di pazienti per trovare "un percorso nuovo e condiviso": "È necessaria per renderla più appropriata a cogliere le esigenze delle coppie infertili e le indicazioni della letteratura scientifica - dice Vittori -. In particolare, bisogna considerare la condizione di particolare vulnerabilità in cui queste donne si trovano, già gravate dal peso di una fertilità compromessa, e ulteriormente esposte a difficoltà e ostacoli, che le hanno spesso costrette a recarsi all'estero". (2 aprile 2009

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Sicurezza, il Csm si spacca sulle ronde (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

PALAZZO DEI MARESCIALLI APPROVA COMUNQUE A LARGA MAGGIORANZA IL PARERE SUL decreto Sicurezza, il Csm si spacca sulle ronde Voto contrario dei laici del Pdl, si astengono Mancino e tre togati di Magistratura Indipendente (Emblema) ROMA - Spaccatura nel plenum del Csm, chiamato ad approvare giovedì mattina il parere che esprime più di una perplessità sul decreto sicurezza, attualmente al vaglio della Camera. Il parere è stato approvato a larga maggioranza ma il plenum si è spaccato sulle ronde: sulla questione è stato registrato infatti il voto contrario dei laici del Pdl e l'astensione del vicepresidente Nicola Mancino e dei tre togati di Magistratura Indipendente. Da parte sua il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano apostrofa come «atto improprio» la bocciatura delle ronde da parte del Csm. MANCINO - «Personalmente sono contro l'introduzione delle ronde - ha detto Mancino - ma questo fa parte della politica, noi non ce ne possiamo occupare altrove, dunque, avrei dato un voto contrario, ma l'espressione di questo parere mi trova molto perplesso sul punto e quindi mi astengo». DIVISIONI ANCHE SUI CIE - L'assemblea di Palazzo dei Marescialli ha votato il documento della sesta commissione esprimendosi, volta per volta, sui vari punti del decreto sicurezza che ha preso in esame: sulla parte inerente gli stupri, si è registrata la sola astensione dei laici del Pdl, mentre circa lo stalking, per il quale si rilevava un apprezzamento per il provvedimento legislativo, si è registrata l'unanimità. Nel capitolo dedicato al trattenimento degli immigrati irregolari nei centri per l'identificazione e l'espulsione, su cui il parere esprime perplessità in alcuni punti, hanno espresso voto contrario i laici del Pdl, e si è registrata l'astensione di Mancino e del togato di Magistratura Indipendente Cosimo Ferri. stampa |

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Fecondazione, la politica si divide Fini: "Si è resa giustizia alle donne" (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA Il giorno dopo la sentenza della Consulta, che boccia diverse parti della legge sulla fecondazione assistita, infuria la polemica politica. A difendere la legge 40 è quasi tutto il centrodestra, ma anche voci autorevoli del Pd, a partire da Francesco Rutelli: la legge è comunque «positiva», e dalla sentenza della Corte emerge che «l’impianto della legge è confermato», anche se «alcune parti importanti vengono modificate». Nel dibattito entra anche il presidente della Camera. «La sentenza della Consulta che dichiara illegittime alcune norme della legge 40 sulla fecondazione assistita - afferma Fini - rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti paesi europei». «Fermo restando che occorrerà leggere le motivazioni della Corte - aggiunge - mi sembra fin d’ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre Istituzioni». Di parere opposto Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati Pdl, secondo il quale «la sentenza della Corte Costituzionale ha eliminato i due punti più discutibili della legge», ma «l’impianto rimane comunque valido e non richiede nuovi interventi» e Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, che sottolinea: «Le garanzie per la salvaguardia dell’embrione restano sostanzialmente inalterate. La legge 40 conserva tutta la sua validità e interpretazioni diverse ed estensive della sentenza della Consulta sono ingiustificabili». Di tutt’altro tono le dichiarazioni del leader dell’Idv Antonio Di Pietro: «Il Parlamento deve semplicemente rispettare la Carta costituzionale che non permetteva una legge oscurantista, immorale, ingiusta e incostituzionale». Anche Gianfranco Rotondi, del Pdl, prende le distanze dalla legge: «Le sentenze della Corte Costituzionale non si dovrebbero discutere e la legge 40 è da rivedere anche alla luce delle nuove scoperte scientifiche». E mentre un centro per la fecondazione assistita di Catania annuncia che già dalla prossima settimana agirà come se la legge 40 non ci fosse, consentendo di nuovo la diagnosi preimpianto, Anna Finocchiaro, leader dei senatori Pd a Palazzo Madama, invita a «un ripensamento anche sul modo di legiferare su questi temi compreso il testamento biologico».

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Fecondazione, Fini e lo stop a legge 40: "Consulta rende giustizia alle donne" (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 79 del 2009-04-02 pagina 0 Fini: "Da Consulta giustizia alle donne" Casini: "Rsipetti voto del parlamento" di Redazione Il presidente della Camera difende la sentenza della Corte Costituzionale sulla bioetica: "Quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni". Il leader dell'Udc: "Stato etico in Italia? Con il fascismo". Roccella: "L'impianto della legge è buono. Il limite agli embrioni resta" Roma - Fini mette il carico. Commentando lo stop della Corte Costituzionale alla legge sulla fecondazione assistita il presidente della Camera si "smarca" da quella parte di Pdl (sottosegretario Eugenia Roccella in testa) che hanno sostenuto fin da principio la battaglia sulla difesa della vita. "La sentenza della Consulta che dichiara illegittime alcune norme della legge 40 sulla fecondazione assistita rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti paesi europei": lo afferma Gianfranco Fini in una nota. "Fermo restando che occorrerà leggere le motivazioni della Corte - aggiunge - mi sembra fin d’ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni". Contrario Fini aveva appoggiato il referendum abrogativo della legge 40 e, più di recente, ha detto che alla Camera sarebbe opportuno rivedere la legge sul testamento biologico, approvata dalla maggioranza al Senato con il plauso della Chiesa e fortemente criticata dal centrosinistra. La Consulta ieri ha dichiarato incostituzionali due passaggi della legge sulla fecondazione assistita, quello che dispone che gli embrioni prodotti in provetta, non superiori a tre, debbano essere tutti impiantati contemporaneamente nell’utero della donna e quello che dice che il trasferimento nel corpo della donna deve avvenire non appena possibile, perché non si menziona che ciò sia fatto "senza pregiudizio per la salute della donna". Roccella: "Legge non si tocca" Con la sentenza di ieri sulla legge 40 la Corte Costituzionale non ha tolto il limite alla possibilità di impiantare embrioni, al contrario "il limite resta" e per questo "non c’è assolutamente da cantare vittoria". Lo ha precisato il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. "Il problema non c’è: la sentenza - ha spiegato - dice semplicemente che la valutazione non è contro il limite dei tre embrioni, ma che la valutazione sul numero degli embrioni va affidata al medico. Il limite in questo senso resta, semplicemente è affidato all’articolo che vieta la crioconservazione degli embrioni". La Corte Costituzionale, ha detto ancora Roccella, "conferma l’impianto della legge 40 e rispetta tutti i suoi principi fondamentali: il bilanciamento della tutela della salute della donna e dell’embrione, oltre a tutelare la società da una serie di ricadute come la pratica della compravendita degli ovociti che si sta diffondendo in tutta Europa. La legge dice che il legislatore non deve entrare nella questione del numero degli embrioni da impiantare, che è una questione del medico. La sentenza - ha continuato il sottosegretario - conferma l’impianto della legge, che ha anche superato lo scoglio del referendum e moltissimi ricorsi. Viene molto sottovalutato il fatto che questa legge ha dato buoni risultati". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Fecondazione: legge 40 Fini: "Da Consulta giustizia per le donne" (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 79 del 2009-04-02 pagina 0 Fecondazione: legge 40 Fini: "Da Consulta giustizia per le donne" di Redazione Il presidente della Camera difende la sentenza della Corte Costituzionale: "Quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso è suscettibile di censure di costituzionalità". Casini: "Rispetti il voto del parlamento" Roma - Fini mette il carico. La Roccella cerca di stemperare. Poi arriva Casini che "stronca" il gioco dell'ex leader di An. Commentando lo stop della Corte Costituzionale alla legge sulla fecondazione assistita il presidente della Camera si "smarca" da quella parte di Pdl (sottosegretario Eugenia Roccella in testa) che hanno sostenuto fin da principio la battaglia sulla difesa della vita. "La sentenza della Consulta che dichiara illegittime alcune norme della legge 40 sulla fecondazione assistita rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti paesi europei": lo afferma Gianfranco Fini in una nota. "Fermo restando che occorrerà leggere le motivazioni della Corte - aggiunge - mi sembra fin d’ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni". Contrario Fini aveva appoggiato il referendum abrogativo della legge 40 e, più di recente, ha detto che alla Camera sarebbe opportuno rivedere la legge sul testamento biologico, approvata dalla maggioranza al Senato con il plauso della Chiesa e fortemente criticata dal centrosinistra. La Consulta ieri ha dichiarato incostituzionali due passaggi della legge sulla fecondazione assistita, quello che dispone che gli embrioni prodotti in provetta, non superiori a tre, debbano essere tutti impiantati contemporaneamente nell’utero della donna e quello che dice che il trasferimento nel corpo della donna deve avvenire non appena possibile, perché non si menziona che ciò sia fatto "senza pregiudizio per la salute della donna". Casini: "Rispetti il voto del parlamento" Pier Ferdinando Casini replica a Fini: "Il parlamento nella 14esima legislatura, con un voto ampiamente trasversale, che dovrebbe essere rispettato anche dall'attuale presidente della Camera ha legiferato laicamente su un tema eticamente sensibile" ricorda il leader dell’Udc. E aggiunge: "Il referendum che ne seguì, con un'astensione di circa il 75%, ha dimostrato come il popolo italiano si ritrovasse pienamente nell'operato del parlamento. Rispetto la Corte Costituzionale; aspetto di leggere le motivazioni di una sentenza che peraltro riguarda parti limitate della legge; respingo al mittente - conclude Casini - l'idea che la laicità dello Stato si debba difendere con slogan contro lo Stato etico, che in Italia ha avuto l'unica pratica applicazione durante il fascismo". Roccella: "Legge non si tocca" Con la sentenza di ieri sulla legge 40 la Corte Costituzionale non ha tolto il limite alla possibilità di impiantare embrioni, al contrario "il limite resta" e per questo "non c’è assolutamente da cantare vittoria". Lo ha precisato il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. "Il problema non c’è: la sentenza - ha spiegato - dice semplicemente che la valutazione non è contro il limite dei tre embrioni, ma che la valutazione sul numero degli embrioni va affidata al medico. Il limite in questo senso resta, semplicemente è affidato all’articolo che vieta la crioconservazione degli embrioni". La Corte Costituzionale, ha detto ancora Roccella, "conferma l’impianto della legge 40 e rispetta tutti i suoi principi fondamentali: il bilanciamento della tutela della salute della donna e dell’embrione, oltre a tutelare la società da una serie di ricadute come la pratica della compravendita degli ovociti che si sta diffondendo in tutta Europa. La legge dice che il legislatore non deve entrare nella questione del numero degli embrioni da impiantare, che è una questione del medico. La sentenza - ha continuato il sottosegretario - conferma l’impianto della legge, che ha anche superato lo scoglio del referendum e moltissimi ricorsi. Viene molto sottovalutato il fatto che questa legge ha dato buoni risultati". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Anche Mancino non segue il Csm contro le ronde (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

IL DOCUMENTO VOTATO A MAGGIORANZA. IL VICE-PRESIDENTE SI ASTIENE Approvate invece le nuove norme su stalking e violenza sessuale Anche Mancino non segue il Csm contro le ronde [FIRMA]FRANCESCO GRIGNETTI ROMA Il Consiglio superiore della magistratura vota a maggioranza il «parere» sul decreto anti-stupri in elaborazione alla Camera. I rappresentanti dei giudici «approvano» le nuove norme sullo stalking e sulla violenza sessuale, «criticano» invece quelle sulle ronde perché «irrazionali» e al limite della Costituzione. Voto a maggioranza, però. Perché all'interno del Csm questa volta c'è stata spaccatura. Non soltanto hanno votato contro quelli del Pdl (ed era scontato), ma a sorpresa si è astenuto il vicepresidente Nicola Mancino e non ha partecipato al voto la componente più moderata tra le toghe, Magistratura Indipendente. «Sono contro l'introduzione delle ronde - ha spiegato Mancino, che in queste cose difficilmente si muove senza prima aver sentito il Quirinale - ma anche molto perplesso sul fatto stesso che il Csm possa esprimersi su un tema che fa parte della politica». E' un'invasione di campo, il parere del Csm? E su temi che nemmeno riguardano l'organizzazione della giustizia? E' quanto sostiene il centrodestra a gran voce. «Mi auguro si occupi delle sue competenze disciplinari con maggiore rapidità, visto che ci sono tanti casi che meritano decisioni. Per il resto, siamo abituati a esternazioni su ogni materia, per fortuna ininfluenti rispetto alla sovranità del Parlamento», dice, tranchant, il capogruppo dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri. «L'atto è improprio - ritiene il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano - e vorrei capire che cosa c'entra con l'autogoverno della magistratura una questione che ha inerenza stretta con la sicurezza. Ma siamo abituati a un organo di autogoverno che lascia passare mesi prima di decidere quale procuratore della Repubblica deve andare in una sede giudiziaria e poi invece è molto tempestivo nell'intervenire sulla cronaca politica...». E' provocatorio anche il leghista Roberto Castelli: «Il Consiglio, che notoriamente costa tantissimo ai cittadini, passa il suo tempo ad occuparsi di questioni su cui non è chiamato ad esprimersi. Invito la Corte dei Conti ad aprire una procedura per danno erariale». E si arrabbia Jole Santelli, responsabile Sicurezza per il Pdl: «Il Presidente della Repubblica intervenga. Si tratta di un palese ed arbitrario sconfinamento di poteri che rischia di creare un pericolosissimo precedente». A difesa si schiera invece il Pd: «È inaccettabile il tentativo del sottosegretario Mantovano e di altri esponenti del centrodestra di contestare la legittimità dei pareri del Csm. Sono critiche gravi che suonano come vere e proprie intimidazioni», dice Donatella Ferranti. Paradossalmente, in tema di ronde, il dibattito nel Csm si infiamma proprio sulle competenze. «Noi non ce ne possiamo occupare. Avrei dato un voto contrario, ma l'espressione di questo parere mi trova molto perplesso sul punto e quindi mi astengo», dice Mancino. «Su un tema come quello delle cosiddette ronde si va oltre le specifiche competenze attribuite all'organo di autogoverno», sostiene a sua volta Cosimo Maria Ferri, Magistratura indipendente. «Bisogna evitare il rischio di invadere il campo altrui e di porre il Csm al centro di strumentalizzazioni». Di parere opposto tutti gli altri. «Siamo arrivati ad individuare un equilibrio idoneo per interloquire con altri profili dell'aspetto istituzionale», osserva Livo Pepino, Md, la corrente di sinistra. Secondo Fabio Roia, Unicost, corrente di maggioranza, c'è una «diretta connessione» della questione-ronde con la giurisdizione, visto che l'applicazione delle norme comporterà «grossi dubbi interpretativi» da parte dei giudici. E Mauro Volpi, laico di sinistra, rivendica: «Se un domani ci fosse un qualsiasi governo che volesse introdurre norme capaci di pregiudicare la tutela giurisdizionale dei diritti umani non sarebbe una questione di nostra competenza?».

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"La Consulta rende giustizia alle donne" (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

La sentenza Che cosa cambia L'affondo di Fini sulla fecondazione scatena l'ira del mondo cattolico Il presidente della Camera «Le norme che si basano su dogmi etico-religiosi suscettibili di censura di costituzionalità» L'attacco E ora il fronte «pro-life» teme un'offensiva in Parlamento che stravolga il testamento biologico "La Consulta rende giustizia alle donne" D'accordo anche Anna Finocchiaro del Pd, «Sottoscrivo tutto punto per punto» [FIRMA]GIACOMO GALEAZZI ROMA «Censurando le leggi basate su dogmi etici, la Consulta rende giustizia alle donne italiane, soprattutto rispetto alla legislazione di tanti paesi europei». Gianfranco Fini «benedice» la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato in parte la legge sulla fecondazione assistita. «Le istituzioni sono laiche, quindi se una norma si basa su dogmi etico-religiosi è sempre suscettibile di censura di costituzionalità», ammonisce il presidente della Camera scatenando una bufera politica che si proietta sul biotestamento approvato al Senato e passato ora alla Camera. Poco dopo essersi espresso a favore della sentenza della Consulta, Fini è stato protagonista a Montecitorio di un siparietto con il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. A chi gli chiedeva un commento, Casini stava dicendo di non aver ancora letto le parole di Fini, quando il presidente è comparso. «Tu commenta a prescindere», ha detto Fini al leader Udc. E Casini, ai microfoni: «Non so cos'ha detto, ma sono d'accordo». Fini, però, è tornato sui suoi passi e lo ha interrotto: «Non lo dire...». E in effetti, appresa la dichiarazione di Fini, Casini ha duramente criticato l'inquilino di Montecitorio. «Nel 2004 il Parlamento, con un voto ampiamente trasversale (che va rispettato anche da Fini che col suo partito vi concorse in modo determinante) ha legiferato laicamente su un tema eticamente sensibile- afferma Casini-.Il referendum che ne seguì, con un'astensione del 75%, ha dimostrato come il popolo italiano si ritrovasse pienamente nell'operato del Parlamento». Perciò Casini «respinge al mittente l'idea che la laicità dello Stato si debba difendere con slogan contro lo Stato etico, che in Italia ha avuto l'unica pratica applicazione durante il fascismo». E Luca Volontè del'Udc rincara la dose: «Fini cerca visibilità nel ruolo di ventriloquo dei radicali e rappresenta il peggior laicismo eugenetico del Paese. Almeno, per pudore, almeno eviti di ergersi a difensore delle donne italiane». Alle critiche a Fini da parte dei cattolici di ogni schieramento si unisce l'altolà della Santa Sede. «I dati della recente relazione al Parlamento dimostrano che la Legge 40, in questi tre anni di applicazione, ha funzionato sia per quanto riguarda la salute della donna, sia per quanto riguarda la tutela dell'embrione», protesta Radio Vaticana. Paola Binetti, «teodem» del Pd e numeraria dell'Opus Dei, l'abolizione del limite dei tre embrioni da impiantare pone dei problemi applicativi che potrebbero essere risolti «dalla revisione delle linee guida annunciata dal sottosegretario Roccella». Mentre il vescovo bieticista Elio Sgreccia e le associazioni cattoliche gridano all'eugenetica, la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro condivide «punto per punto» le parole di Fini e aggiunge: «Le linee guida sono un provvedimento amministrativo e non possono incidere ed entrare nel merito delle decisioni del legislatore». La sentenza della Consulta, concorda la maggior parte dei costituzionalisti, entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Ciò avverrà a metà mese, appena pronte le motivazioni e da quel momento sparirà il limite dei tre ovociti e si tornerà alla situazione anteriore al 2004. Barbara Pollastrini del Pd avverte: «Questo della fecondazione sia un monito per il biotestamento, finché siamo in tempo ricominciamo». I laici della maggioranza (come annunciato da Giuseppe Palumbo e Italo Bocchino) sono pronti a dar battaglia per modificare il testo approvato in Senato. Il fronte «pro-life» teme un'offensiva che, oltre a rimettere in discussione l'intero impianto della legge 40, stravolga il biotestamento. «Intervenga Berlusconi- invoca Margherita Boniver-.I sondaggi dicono che tre italiani su quattro sono per l'autodeterminazione». La legge 40 «tutela le donne», ribatte Roccella, «non è una norma cattolica ma un punto di equilibrio tra la salute della donna e la tutela della vita dell'embrione». www.lastampa.it/galeazzi

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Stringe il collo all'arbitro: due anni e mezzo (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Stringe il collo all'arbitro: due anni e mezzo L'episodio nella serie D di calcio a 5, l'aggressore è il capitano del Marcon Un'aggressione in piena regola all'arbitro da parte di Emiliano Solmi, giocatore del team Mga di calcio a 5 di Marcon. Il calciatore si è avventato due volte sul collo del direttore di gara «provocandogli dolore e senso di soffocamento». L'episodio è avvenuto nella serie D trevigiana, ma non ha i contorni del tutto chiari: la cosa certa è la squalifica fino al 31 ottobre 2011 per Solmi, tra l'altro capitano del Marcon, e la partita persa a tavolino per 6-0. Il match in questione è Vedelago-Mga del 28 marzo: al 27' del secondo tempo, l'arbitro ha sospeso il match perché si erano creati «attimi di tensione e un principio di rissa». Il direttore di gara a questo punto ha chiesto al capitano Solmi di tenere a bada i propri uomini per poter far ripartire il gioco. Il capitano però ha rifiutato l'invito, e ha dichiarato che «non sarebbe più ripreso il match finchè non sarebbero intervenuti i carabinieri». L'aggressione, secondo referto, sarebbe accaduta dopo questa affermazione, e ripetuta per la seconda volta, dopo il cartellino rosso estratto dall'arbitro. Oltre al capitano, squalificati Stefano Grandi (3 giornate), Marco Bortolini e Alberto Di Non (2 giornate). Giovanili. Torniamo al calcio a undici. Pro Roncade stavolta nell'occhio del ciclone delle squalifiche: resterà fuori fino al 15 maggio Nicola De Vidi, categoria allievi, perché ha prima insultato e poi «sfidato» l'arbitro, spingendolo con le mani all'indietro; in seguito poi si è tolto la maglia della società, l'ha gettata a terra, e ha reagito verbalmente al pubblico che lo invitava ad andare nello spogliatoio a farsi la doccia. Nella categoria giovanissimi, sempre la Pro Roncade ha perso a tavolino la gara contro il Casale, perché si è presentata al match con un numero insufficiente di giocatori. Terza categoria. Una giornata a Berton (Sant'Antonino), Gerotto e Zanon (Suseganese), Rossetto (Boccadistrada), Favaro (Badoere), Baldin e Drusian (Pederobba), Pagotto, Moretton e Zanardo (Lovispresiano), De Rossi (Padernello). Coppa Provincia. E' stata decisa la data della finale della Coppa Provincia di Treviso, intitolata a «Lidio Carniato»: si disputerà al comunale «Adelmo Bolge» di Vedelago mercoledì 15 aprile alle ore 20.30 e vedrà opposti Csm Resana e San Gaetano. Recupero Prima. L'altra sera un recupero di Prima categoria: Sedico-Codognè 0-2 (reti: Mazzardis, N. Meneghin). Codognè in campo con: Fovero, S. Meneghin, Carli, Da Dalt, Casagrande, Mattiuzzi, Balliana, Cancian, Poles, N. Meneghin, Mazzardis (allenatore Bottega). (lu. pi.)

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Ronde, il Csm si spacca e Mancino si astiene (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 03-04-2009)
Pubblicato anche in: (Trentino) (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Giustizia

Ronde, il Csm si spacca e Mancino si astiene La maggioranza boccia comunque il provvedimento del governo ROMA. Sembrava si potesse raggiungere quasi l'unanimità. Invece il plenum del Csm si è spaccato sul parere al decreto sicurezza, che è comunque passato a larga maggioranza. A dividere i consiglieri è stata soprattutto l'ultima parte del documento, quella che boccia le ronde. A sorpresa su questo punto si è astenuto con i togati di Magistratura Indipendente (la corrente più moderata) il vice presidente del Csm Nicola Mancino, mentre hanno votato contro i laici del Pdl. «Sono contro l'introduzione delle ronde», ma «molto perplesso» sul fatto che il Csm possa esprimersi con un parere su un «tema che fa parte della politica», ha spiegato Mancino, che non ha votato nemmeno la parte del parere che critica le norme sul trattenimento degli stranieri irregolari nei Centri di identificazione. Critiche dalla maggioranza politica: il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano parla di atto «improprio» del Csm, e l'ex Guardasigilli Roberto Castelli invita la Corte dei conti a chiedere i danni al visto che il Consiglio si occupa di questioni su cui non è chiamato a esprimersi. Si tratta di «intimidazioni» replica dal Pd la capogruppo in Commissione Giustizia Donatella Ferranti. A far immaginare al Csm un esito diverso del voto era stato l'intervento del laico del Pdl Gianfranco Anedda, che aveva elogiato il documento messo a punto dalla Sesta Commissione del Csm. Un testo che boccia le ronde perchè così si deroga al principio che assegna la tutela della sicurezza all'autorità pubblica e per il rischio di incidenti, ma che nello stesso tempo apprezza la parte del provvedimento governativo che mira «a rafforzare gli strumenti per contrastare tutte le forme di aggressione sessuale». «E' un parere molto importante perchè non contiene una critica demolitrice, ma dà indicazioni migliorative», aveva detto Anedda parlando di una «collaborazione necessaria del Csm con la politica». Poco dopo, però, la gelata. Prima i togati di Magistratura Indipendente hanno annunciato la loro astensione sulla questione delle ronde («bisogna evitare il rischio di invadere il campo altrui»).

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Il Csm si spacca sulle ronde Mancino: Non ci riguardano (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Csm si spacca sulle ronde Mancino: «Non ci riguardano» CLAUDIA FUSANI Una spaccatura vera e propria. Con il vicepresidente del Consiglio superiore che si schiera contro la maggioranza del plenum di palazzo dei Marescialli. Questioni di metodo e di merito: l'organismo di autogoverno della magistratura non può occuparsi di ronde nè di immigrati. «Sarebbe come dire - scandisce le parole il numero 2 del Csm - che giudichiamo il nuovo assetto della scuola. Non è materia nostra. Politicamente sono contrario alla ronde ma qui non me ne posso occupare». Parole e un voto destinati a lasciare il segno nel complesso scontro sui temi della giustizia e della sicurezza. Il plenum del Csm approva il parere in parte negativo sul decreto legge sulla sicurezza che tocca vari argomenti, dalla violenza sessuale ai Centri di identificazione ed espulsione passando per le ronde e lo stalking (gli atti persecutori) e che deve essere convertito entro il 20 aprile. Il documento Relatori i consiglieri Roia e Volpi - boccia le ronde e i Centri di identificazione dove i clandestini potranno essere trattenuti fino a sei mesi, perchè «illegittimi i e pericolosi». Via libera invece al reato di stalking, che colma un vuoto del codice penale. Qualche dubbio sulla custodia obbligatoria in carcere per chi è accusato di violenza sessuale. Il parere, complesso e articolato, è arrivato in plenum ieri mattina accompagnato dalle polemiche di Pdl e Lega che accusano palazzo dei Marescialli di fare politica impiacciandosi di cose che non lo riguardano. Il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri addirittura irride il Consiglio («è ininfluente») e il sottosegretario Mantovano bolla il documento come «atto improprio». Per Donatella Ferranti, capogruppo Pd in Commissione Giustizia, sono «intimidazioni». Sul tavolo un tema che scotta, funzioni e competenze del Consiglio, la sua stessa essenza garantita dalla Carta. Il dibattito in plenum era cominciato lasciando immaginare un voto unanime. «È un parere importante perchè non contiene una critica demolitrice ma dà indicazioni migliorative» aveva detto a sorpresa il consigliere laico del centrodestra Gianfranco Anedda parlando di «collaborazione necessaria tra Csm e politica». Poi il grande freddo con le parole dei togati di Mi, la corrente indipendente della magistratura sempre più in rotta con le altre correnti. «Mi astengo perchè in questo modo il Csm va oltre le sue competenze» ha tagliato corto Cosimo Ferri che poi ha ingaggiato scambi di battute feroci con le consigliere Maccara e Cesqui, entrambe di Md. L'intervento di Mancino ha defintivamente spaccato il plenum. «Rivendico questo parere - ha insistito Roia (Unicost)- perchè leggere nel decreto che le ronde non saranno armate non è sufficiente. Vanno messi paletti chiari, anche un bastone può essere un'arma. E questo ha a che fare con la gestione della giustizia». Ancora più esplicito Volpi «per cui sicurezza e la modalità in cui viene amministrata sono di competenza del Csm specie in un'epoca in cui alcuni ordinamenti democratici (Stati Uniti, ndr)hanno approvato leggi che sospendono le garanzie». Il disagio sociale, poi, uno dei motivi per cui nascono le ronde, «è qualcosa che colpisce poveri ed emarginati. Che c'entra la sicurezza?». Ferri, poi, capopopolo dei contrari, «ha perso l'occasione per un confronto positivo». Il Consiglio Superiore della Magistratura boccia a maggioranza le norme su ronde e immigrati contenute nel decreto antistupri. Plenum diviso: tre astenuti (Mi) e il n° 2 Mancino; contrari i laici del Pdl.

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Ora finalmente si potranno congelare gli embrioni (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Ora finalmente si potranno congelare gli embrioni» MARIA ZEGARELLI Siamo pronti, non appena la sentenza della Consulta, verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, fra qualche settimana, a rispolverare i nostri laboratori per la diagnosi pre impianto», annuncia Antonino Guglielmino, ginecologo. L'avvocato Sebastiano Papandrea: «Stiamo valutando anche la possibilità di ricorrere in tribunale per il riconoscimento del danno esistenziale relativo al non rispetto di diritti inviolabili subìto dalle coppie costrette ad andare all'estero o a rinunciare alla possibilità di avere un figlio». Due ore di intenso dibattito ieri a «l'Unità» con gli avvocati del collegio nazionale che ha difeso le coppie che hanno presentato ricorso contro la legge 40, alcuni dei pazienti del centro Hera Onlus di Catania, che hanno dovuto affrontare i «viaggi della speranza» all'estero, il presidente dell'associazione «Sos infertilità» e il medico che ha assistito le coppie con problemi genetici. Il pronunciamento della Corte Costituzionale mette in discussione l'impianto della legge 40? Avvocato Maria Paola Costantini: «È vero che alcune norme rimangono, come l'articolo 1 dove si tutelano tutte le parti coinvolte, la donna e l'embrione. Ma la sentenza è chiara nel momento in cui i giudici scrivono: «Non ci sia pregiudizio della salute della donna». Questo vuol dire che si è operato quel bilanciamento che noi chiedevamo tra la salute della persona in vita, ora portato in primo piano, e la tutela di una potenziale vita. La Corte riafferma anche quel principio contenuto nella legge 194 secondo il quale non si può mai prescindere dalla tutela della salute della donna: è già questo un cambiamento enorme. Indietro non si potrà più tornare, come invece qualcuno sperava». Avvocato Sebastiano Papandrea: «L'articolo 1 della legge 40 trova un limite in quanto stabilito dalla Corte: si può procedere alla crioconservazione degli embrioni se questo vuol dire tutelare la paziente. La Consulta sembra aver accolto le soluzioni indicate dal giudice di Firenze, il dottor Delle Vergini, che nel suo ricorso ha prospettato l'eccezione alla regola. Questo sarà il faro che dovrà guidare i centri medici e le linee guida ministeriali che non potranno prescindere dal dispositivo della Corte». Come cambia il rapporto medico-pazienti? Antonino Guglielmino: «Si ristabilisce un principio fondamentale: il medico deve valutare la miglior cura per ogni paziente e non applicare lo stesso trattamento a chiunque si rivolge ai centri di Pam. Il legislatore quando ha scritto la legge 40 ha steso un manifesto ideologico perché non ha mai tentato di regolamentare la fecondazione assistita in Italia: non ci sono standard fissati per i centri di riproduzione; è stata equiparata la donna all'embrione e da qui, a cascata, sono derivate le altre norme, dal divieto di diagnosi pre-impianto al limite all'uso di tecniche tradizionali praticate nel resto del mondo». Si ristabilisce l'alleanza terapeutica medico-paziente? Guglielmino: «Da oggi, finalmente, si potrà valutare caso per caso, in base all'età della donna e alla sua condizione clinica, quanti ovociti produrre, fecondare e quanti impiantarne. I motivi che hanno spinto oltre 10mila coppie ad andare all'estero sono legati a questo aspetto: evitare di sottoporsi a ripetuti trattamenti medici e avere maggiori possibilità di successo nell'impianto embrionale, potendo fare una diagnosi preimpianto per evitare che nascano bambini con gravi malattie genetiche». Quali sono state le conseguenze dei limiti imposti dalla legge 40? Guglielmino: «Ne racconto una: una coppia siciliana ha avuto una bambina malata di talassemia perché dopo una fecondazione assistita senza diagnosi pre-impianto non se l'è sentita di fare un aborto terapeutico. La bambina sta molto male, la coppia ha presentato un ricorso nella speranza di una modifica della legge per poter accedere ad una seconda fecondazione, con diagnosi, nella speranza di avere un figlio sano e, attraverso un trapianto di midollo, far guarire la figlia maggiore». Inoltre con i progressi scientifici di questi ultimi anni oggi siamo in grado di garantire dei sistemi di congelamento delle cellule di altissimo livello che hanno alzato la percentuale di successo delle Pam». Né le linee guida ministeriali, né il parlamento potranno prescindere da quanto stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale. Ecco cosa cambierà dal momento della pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

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Ora al governo non resta che adeguarsi alla sentenza della Corte Costituzionale, modifican... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Ora al governo non resta che adeguarsi alla sentenza della Corte Costituzionale, modificando radicalmente le linee guida al fine di togliere ogni incertezza giuridica per le donne che scelgono di affrontare i trattamenti di fecondazione assistita».

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Viaggi della speranza la fatica, il dolore E oggi non siamo più quelli di prima (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Viaggi della speranza la fatica, il dolore E oggi non siamo più quelli di prima» TONI JOP E adesso che la Corte Costituzionale ha fatto la barba e i capelli alla legge più teocratica della terra, che accadrà? Cosa succederà soprattutto nelle coscienze di quelle migliaia di esseri umani che hanno vissuto sulla propria pelle l'illegittimità transitoria e fasulla della loro condizione, del loro umanissimo desiderio di avere dei figli? L'allargamento del diritto, una sua rivisitazione più equilibrata scopre intanto una falla mostruosa nel territorio della giustizia: il senso di colpa non doveva esserci perché il crimine era individuato in buona misura da una distonia della giustizia. «Tornano alla mente - ricordano le coppie attorno al tavolo dell'Unità - la fatica, il dolore, il senso di esclusione, la fuga all'estero, la solitudine, l'abbandono, le vite cambiate, perché non siamo più quelli di prima». Ecco: non si sentono più quelli di prima, le vittime della legge sbagliata. Da qui, l'ipotesi, alla quale si sta lavorando, della valutazione di un danno illegittimamente inferto a quelle vittime, un danno non solo economico. Ascoltate questa storia. Inizia quando due coniugi comprendono: il figlio che desiderano ha cinquanta probabilità su cento di nascere affetto da anemia mediterranea, malattia grave. Davide Sgroi fatica a parlare. «La legge mi ha cambiato, credetemi, prima non ero così. Abbiamo avuto fiducia nel referendum poi andato a vuoto, ma non ci siamo arresi. Così, siamo andati una prima volta in Turchia, a Istanbul. Ci accompagnavano alcuni giornalisti, non ci garbava essere così esposti ma eravamo in terra lontana e non sapevamo comunicare, ci aiutarono, furono utili, almeno per i primi giorni. Perché non bisogna pensare che tutto si risolve in un batter d'occhio. Queste cose durano dodici, quindici giorni, in un luogo scelto perché costava meno che altrove. Una clinica privata, comunque molti soldi e una tensione spasmodica mentre ti senti fuori dal mondo, un escluso. Tre embrioni, il tempo passa, si sta male, i giornalisti se ne vanno, capisci ancora di più cosa sia l'isolamento e poi stai ad aspettare. Credete, non è uno scherzo vedere il medico, un estraneo, che ti viene davanti e, dopo dodici giorni, ti dice che purtroppo è andata male. Andò male, quella prima volta, ci vuole coraggio a non mollare. Ci tornammo, ancora spendendo molti soldi e solo perché volevamo un figlio non condannato a soffrire in modo atroce. Ricevute? poco e niente, ma abbiamo speso circa 20mila euro, e questo è niente rispetto al male subito». Davide è cristiano, sua moglie è cattolica credente. Complimenti alla legge talebana che riesce a massacrare tutto ciò che le sta attorno e non fa distinzioni di fede. Ma era illegittima, no? E chi ripaga Miriam e Giovanni Ruta? Loro, che pure hanno vinto il ricorso, hanno una storia leggermente diversa: dopo un primo tentativo a Istanbul hanno mollato la presa. Perché? Non avevano risorse a sufficienza, soldi insomma. «Avevamo tanto amore per un figlio che alla fine avevamo deciso di rischiare la roulette russa: tutto bene o un aborto terapeutico che noi non avremmo mai accettato - racconta Miriam -, ma non è andata in porto. Qualcuno ha idea di cosa voglia dire vivere in queste condizioni, accettare questi rischi, essere circondati dai giudizi morali della gente che non capisce? Si cambia, la legge, questa legge ora per fortuna resa meno accuminata, ti cambia dentro e fuori». C'è un danno oppure no? Maria Paola Costantini, avvocato, non ha dubbi: «Questa legge - spiega - ha attaccato e intaccato alcuni diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione, il danno sta in questa violazione che lede alcuni beni costituzionalmente garantiti, beni immateriali ma sensibili come il diritto all'informazione, all'uguaglianza. Dobbiamo valutare con precisione». Una legge che ha lasciato macerie alle sue spalle. Penalizzando esistenze, umiliando dignità. Ecco le storie di chi ha pagato sulla propria pelle il desiderio di avere un figlio non condannato in partenza. Gli avvocati: il danno c'è.

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Siamo pronti, non appena la sentenza della Consulta, verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale,... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Siamo pronti, non appena la sentenza della Consulta, verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, fra qualche settimana, a rispolverare i nostri laboratori per la diagnosi pre impianto», annuncia Antonino Guglielmino, ginecologo. L'avvocato Sebastiano Papandrea: «Stiamo valutando anche la possibilità di ricorrere in tribunale per il riconoscimento del danno esistenziale relativo al non rispetto di diritti inviolabili subìto dalle coppie costrette ad andare all'estero o a rinunciare alla possibilità di avere un figlio». Due ore di intenso dibattito ieri a «l'Unità» con gli avvocati del collegio nazionale che ha difeso le coppie che hanno presentato ricorso contro la legge 40, alcuni dei pazienti del centro Hera Onlus di Catania, che hanno dovuto affrontare i «viaggi della speranza» all'estero, il presidente dell'associazione «Sos infertilità» e il medico che ha assistito le coppie con problemi genetici. Il pronunciamento della Corte Costituzionale mette in discussione l'impianto della legge 40? Avvocato Maria Paola Costantini: «È vero che alcune norme rimangono, come l'articolo 1 dove si tutelano tutte le parti coinvolte, la donna e l'embrione. Ma la sentenza è chiara nel momento in cui i giudici scrivono: «Non ci sia pregiudizio della salute della donna». Questo vuol dire che si è operato quel bilanciamento che noi chiedevamo tra la salute della persona in vita, ora portato in primo piano, e la tutela di una potenziale vita. La Corte riafferma anche quel principio contenuto nella legge 194 secondo il quale non si può mai prescindere dalla tutela della salute della donna: è già questo un cambiamento enorme. Indietro non si potrà più tornare, come invece qualcuno sperava». Avvocato Sebastiano Papandrea: «L'articolo 1 della legge 40 trova un limite in quanto stabilito dalla Corte: si può procedere alla crioconservazione degli embrioni se questo vuol dire tutelare la paziente. La Consulta sembra aver accolto le soluzioni indicate dal giudice di Firenze, il dottor Delle Vergini, che nel suo ricorso ha prospettato l'eccezione alla regola. Questo sarà il faro che dovrà guidare i centri medici e le linee guida ministeriali che non potranno prescindere dal dispositivo della Corte». Come cambia il rapporto medico-pazienti? Antonino Guglielmino: «Si ristabilisce un principio fondamentale: il medico deve valutare la miglior cura per ogni paziente e non applicare lo stesso trattamento a chiunque si rivolge ai centri di Pam. Il legislatore quando ha scritto la legge 40 ha steso un manifesto ideologico perché non ha mai tentato di regolamentare la fecondazione assistita in Italia: non ci sono standard fissati per i centri di riproduzione; è stata equiparata la donna all'embrione e da qui, a cascata, sono derivate le altre norme, dal divieto di diagnosi pre-impianto al limite all'uso di tecniche tradizionali praticate nel resto del mondo». Si ristabilisce l'alleanza terapeutica medico-paziente? Guglielmino: «Da oggi, finalmente, si potrà valutare caso per caso, in base all'età della donna e alla sua condizione clinica, quanti ovociti produrre, fecondare e quanti impiantarne. I motivi che hanno spinto oltre 10mila coppie ad andare all'estero sono legati a questo aspetto: evitare di sottoporsi a ripetuti trattamenti medici e avere maggiori possibilità di successo nell'impianto embrionale, potendo fare una diagnosi preimpianto per evitare che nascano bambini con gravi malattie genetiche». Quali sono state le conseguenze dei limiti imposti dalla legge 40? Guglielmino: «Ne racconto una: una coppia siciliana ha avuto una bambina malata di talassemia perché dopo una fecondazione assistita senza diagnosi pre-impianto non se l'è sentita di fare un aborto terapeutico. La bambina sta molto male, la coppia ha presentato un ricorso nella speranza di una modifica della legge per poter accedere ad una seconda fecondazione, con diagnosi, nella speranza di avere un figlio sano e, attraverso un trapianto di midollo, far guarire la figlia maggiore». Inoltre con i progressi scientifici di questi ultimi anni oggi siamo in grado di garantire dei sistemi di congelamento delle cellule di altissimo livello che hanno alzato la percentuale di successo delle Pam».

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fini: la consulta ha difeso le donne (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 1 - Prima Pagina Affondo del presidente della Camera sulla fecondazione Fini: la Consulta ha difeso le donne ROMA - Dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale della legge 40 sulla parte relativa all´impianto di tre soli embrioni, arriva l´affondo laico del presidente della Camera, Gianfranco Fini: «Sulla fecondazione la Consulta ha difeso i diritti delle donne», ha detto in una nota diffusa nel pomeriggio di ieri. Pronta la replica del leader dell´Udc, Pierferdinando Casini: «La laicità non si difende con gli slogan contro lo Stato etico». CASADIO, PASOLINI, POLITI E VINCI ALLE PAGINE 10 E 11

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"costituzione tradita, basta fughe in avanti o neanche i cattolici la difenderanno più" - marco politi (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 10 - Cronaca Picconatori Padri nobili Rocco Buttiglione, presidente Udc: è compito delle Camere interpretare i mutamenti sociali, non dell´Alta Corte "Costituzione tradita, basta fughe in avanti o neanche i cattolici la difenderanno più" Spostando in avanti l´equilibrio dei valori della Carta, certi libertari radicali aiutano chi la vuole picconare Non credo che Bobbio approverebbe certe interpretazioni. E Fini dovrebbe difendere di più il Parlamento MARCO POLITI ROMA - Se la Costituzione viene «sequestrata da un gruppo ideologizzato», perderà l´appoggio dei cattolici italiani. Il presidente dell´Udc Rocco Buttiglione lo ribadisce all´indomani della sentenza che modifica la legge 40, spiegando che «salta il patto costituzionale», se si pretende di cambiare la carta fondamentale attraverso interpretazioni evolutive. Presidente Buttiglione, perché parla di sequestro della Costituzione? «Si è imposta un´interpretazione sociologistica della Costituzione. I giudici non tengono in conto la lettera della Carta, ma vogliono spostare in avanti l´equilibrio dei valori costituzionali credendo di seguire una presunta direzione di marcia della storia». Non ha fiducia nei giudici della Consulta? «Rimango ai fatti. Si sta dando una lettura evolutiva della Costituzione. Invece tocca al Parlamento interpretare i mutamenti sociali e la Corte deve intervenire soltanto in presenza di grossolane violazioni dei principi costituzionali». Finora attaccare la Corte ero lo sport di esponenti di Forza Italia o della Lega, fa impressione sentire un esponente della cultura politica cattolica polemizzare violentemente con la più alta istituzione di garanzia. «è vero, non è nella tradizione dei cattolici criticare la Corte costituzionale, ma se oggi avviene è indice di una insoddisfazione profonda. Ed è bene che emerga, altrimenti si corre il pericolo che i cattolici con il cuore si stacchino dalla Costituzione». I cattolici allontanarsi dalla Carta che loro stessi hanno scritto? «Non sarebbe più la "loro" Costituzione, se interpretata così da giurisperiti libertari radicali. Io dico: attenzione! Così si aiuta chi vuole picconare la Carta fondamentale. L´adesione entusiasta e incrollabile dei cattolici è sempre stata un baluardo a difesa di "questa" Costituzione. Ma se si cambia la Carta, se viene meno il suo senso basato sull´equilibrio tra la tradizione liberale, la tradizione del movimento socialista e del movimento cattolico, allora rischia di venire meno il patto sottostante». Onorevole, il cattolicesimo non è monolitico. «Figuriamoci, la Chiesa è un´anarchia organizzata». Appunto, è cattolico lei ed è cattolico Ignazio Marino. Entrambi eletti dal popolo: non è che c´è un cattolico più doc. «C´è una linea di fondo del popolo cristiano, che io credo di interpretare. Ed è una linea non solo del popolo cristiano, ma anche di quei laici che hanno fatto la Costituzione ed erano ispirati da una cultura del bilanciamento tra diritti e doveri, di cui sono rappresentanti Bobbio, Croce, Mazzini. Chi ha scritto la Carta sono convinto non sarebbe d´accordo con certe interpretazioni di oggi». Secondo lei quando la Consulta valuta la salute della donna o la sanità dell´embrione, è in mano a libertari radicali? «Non dico questo. Sostengo che è sbagliato che lo faccia la Corte. Tocca alla politica stabilire l´equilibrio dei valori. Io potrei dire che l´aborto è anticostituzionale, ma non lo faccio. Perché la politica ha definito un equilibrio: non lo condivido, ma è quello. Se qui ognuno dichiara anticostituzionale ciò che non gli piace, allora bisogna tornare a mettere ai voti la Costituzione». Il presidente Fini non la pensa così. «Dal presidente della Camera mi sarei aspettato una difesa delle prerogative del Parlamento e della legge che ha approvato. Ma poi, che significa censurare l´elemento etico-religioso? Una legge priva di una base etica o religiosa finisce per essere solo una norma ispirata al pragmatismo o all´affarismo».

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nelle cliniche i primi sì alla sentenza "pronti a produrre più di tre embrioni" - caterina pasolini (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 11 - Cronaca Da Roma a Catania, alcuni centri hanno già cambiato i protocolli. Ovunque però regna l´incertezza Nelle cliniche i primi sì alla sentenza "Pronti a produrre più di tre embrioni" Ma la maggior parte frena: "Troppi dubbi, meglio rinviare" Assalto ai centralini di ospedali e associazioni per capire che cosa succede ora "Avevo già fissato di andare all´estero, posso cancellare?" Molti medici consigliano di aspettare: "Possiamo fecondare più ovociti ma non sappiamo cosa fare con quelli in sovrannumero" CATERINA PASOLINI ROMA - Nell´atmosfera ovattata della clinica sulla Nomentana, affondate nelle poltrone di velluto azzurro fuori dalla stanza del ginecologo, stanno donne dall´aria tesa, ansiosa. Qualcuna invece ha lo sguardo di chi già sente vicino il traguardo. Parlottano, chiedono, si informano della sentenza che forse cambierà la loro vite. Vittoria, 40 anni che sembrano 30, sorride. è venuta per un controllo reduce da una viaggio in una clinica spagnola. E adesso che le beta hanno cominciato a galoppare e quello che sembrava solo un sogno si avvicina alla realtà, sospira. «Ecco, con questa sentenza, adesso avrei potuto evitare la trasferta e le spese, molto alte. Ma dopo quattro tentativi falliti e lo spreco di ovociti non potevo più aspettare e perdere tempo. Ho deciso di partire perché ad ogni stimolazione producevo anche undici ovuli ma era inutile, più di tre la legge non consentiva di inseminarne e alla mia età è difficile che attecchiscano. A Malaga invece cinque ovuli prodotte, cinque inseminati, cinque embrioni... e adesso spero». Mille altre sono in dubbio se rimandare la trasferta all´estero: «Posso cancellarla e fare il trattamento qui?». Hanno chiamato i centralini delle cliniche, degli ospedali e delle associazioni per capire che succede, cosa abbiano deciso i medici che a loro volta ieri hanno tempestato amici avvocati per avere certezze. Sono confusi, anche se tutti soddisfatti «perché adesso si riconosce l´importanza della valutazione medica e si difende la salute della donna. Si può valutare caso per caso a seconda dell´età e delle condizioni, così ad una giovane impianteremo due embrioni ad una di 40 che ha più difficoltà magari quattro», dice il professor Claudio Piscitelli di Villa Margherita che vuole aspettare la pubblicazione della sentenza. Da Milano a Roma, da Bologna a Napoli e Palermo, pochi hanno deciso di "partire" subito. Tra loro l´European Hospital di Roma che da ieri ha deciso di fecondare più di tre ovociti, se necessario, a seconda dei casi. E il professor Gugliemino del centro Hera di Catania che si muove da subito per «produrre più embrioni». La maggior parte resta ferma, continua secondo i vecchi protocolli alla Mangiagalli o al Niguarda di Milano, negli ospedali pubblici bolognesi, fiorentini, torinesi e napoletani o alla Tecnobios (duemila cicli l´anno nei cinque centri italiani). «Se in teoria da ora potremmo fecondare più ovociti, resta sempre aperta la questione di come conservare quelli che non si utilizzano visto che la legge non consente di congelarli e chi si avventura su questa strada rischia sanzioni penali», sottolinea Guido Ragni, primario del centro sterilità della Mangiagalli e presidente delle Associazioni per la riproduzione assistita. La gran parte dei medici dei centri pubblici e privati condivide il dubbio. «Ora possiamo produrre più embrioni, ma visto che la Consulta ha confermato il divieto a distruggere o congelare quelli in sovrannumero, come facciamo?». Così in ospedali e cliniche molti da ieri consigliano di rimandare di qualche settimana gli "interventi" fissati in attesa di chiarimenti. E da tutto il mondo medico - e Borini, presidente dell´Osservatorio turismo procreativo ha scritto al sottosegretario Roccella una lettera aperta - viene la richiesta perché vengano emanate al più presto linee guida non in contrasto con la sentenza della Corte costituzionale. «Altrimenti cosa faranno nel frattempo i centri e le donne in attesa costrette sino ad oggi a continui viaggi all´estero quando in Italia ci sono capacità e tecnologia?». E sono più di diecimila ogni anno, anche se molte per la fecondazione eterologa, le coppie in trasferta in cerca di un bimbo. Per dare informazioni e chiarire i dubbi le associazioni che hanno presentato e vinto i ricorsi hanno messo a disposizione alcuni numeri di telefono: 800 097 999 (www. sosinfertilita. net), 095/7335199 (www.hera.it) e 06/36718444 (www. cittadinanzattiva. it).

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giallo sul congelamento, i giuristi si dividono - elsa vinci (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 11 - Cronaca Giallo sul congelamento, i giuristi si dividono Barbera: deciderà il ginecologo caso per caso. Baldassarre: per ora non cambia nulla Gabriella Palmieri, avvocato dello Stato: "L´autonomia del medico ne esce rafforzata" ELSA VINCI ROMA - Congelare un embrione ora si può? «Abbattuto il limite dei tre ovuli fecondati da impiantare contemporaneamente, la Consulta sembra aver rafforzato l´autonomia del medico, che potrebbe decidere caso per caso», riflette Gabriella Palmieri, l´avvocato dello Stato che ha difeso la legittimità della legge 40 sulla procreazione assistita davanti ai giudici costituzionali. «Aspettiamo le motivazioni della sentenza che detteranno le indicazioni per tracciare le linee guida, le modalità di attuazione della legge», dice cauta. Tuttavia, l´avvocato dello Stato ammette che «la Corte sembra aver voluto rendere meno stringente quella che era l´eccezione alla crioconservazione», prevista prima solo in caso della malattia della madre. Palmieri spiega che «la pronuncia sottolinea il valore costituzionale della salute della donna». E se per tutelarla sarà utile produrre due piuttosto che cinque embrioni per il successo dell´impianto, allora «sembra che sarà il ginecologo a decidere se e quando crioconservare». Ma queste, sottolinea la giurista, sono solo deduzioni. «Aspettiamo di leggere come è stata ridisegnata la norma». Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato la parziale illegittimità della legge, arriva il giorno dei dubbi. Soprattutto sulla fine che faranno quegli ovuli fecondati che il medico riterrà necessari al successo del trattamento ma che non saranno impiantati tutti assieme. «Mi sembra si torni alla situazione anteriore alle legge 40 - dice Augusto Barbera, costituzionalista - Il ginecologo deciderà caso per caso. Può produrre un numero inferiore o superiore a tre, da impiantare anche in più tentativi a tutela della salute della madre, dunque sarà lui a valutare se sarà necessario criocongelare». Altri giuristi, e tra essi Antonio Baldassarre, presidente emerito della Consulta e tra i legali della Federazione nazionale dei centri e dei movimenti per la vita, ritengono che la Consulta abbia adottato una decisione «additiva di principio». Secondo Baldassarre, che ha dato battaglia in udienza, la bocciatura del comma tre sull´eccezione alla crioconservazione non avrebbe alcun effetto pratico immediato: i giudici costituzionali si sarebbero limitati a dare un indirizzo al legislatore affinché sia tenuta in maggiore considerazione la salute della donna. Chiarezza definitiva sarà fatta soltanto dalle motivazioni della sentenza, che arriveranno tra due o tre settimane e che vengono scritte in queste ore dal giudice Alfio Finocchiaro. SEGUE A PAGINA 6

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Il duello Fini-Casini (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Montecitorio Gianfranco: «La Consulta rende giustizia alle italiane» Pierferdinando: «Attento, rispetta le decisioni del Parlamento» Il duello Fini-Casini Scontro sulla fecondazione È corsa alle donne moderate E ora lo scontro è sulla fecondazione assistita. Fini parla e Casini lo attacca. Di nuovo. Era già accaduto due giorni fa, sul decreto sulle quote latte inglobato - per mancanza di tempi - nel provvedimento sugli incentivi auto. Stavolta l'argomento non è solo tecnico, è più politico. E riguarda la legge sulla fecondazione assistita in parte cassata dalla Corte Costituzionale mercoledì. Il presidente della Camera prende carta e penna e nel pomeriggio di ieri dirama una nota dai toni chiari: «La sentenza della Consulta che dichiara illegittime alcune norme della legge 40 sulla fecondazione assistita rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti paesi europei». E aggiunge: «Fermo restando che occorrerà leggere le motivazioni della Corte, mi sembra fin d'ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre Istituzioni». Passa qualche ora e Casini, che fu presidente della Camera quando venne approvata la legge, attacca duro: «Il Parlamento nella 14 legislatura, con un voto ampiamente trasversale, che dovrebbe essere rispettato anche dall'attuale presidente della Camera (che col suo partito vi concorse in modo determinante) ha legiferato laicamente su un tema eticamente sensibile». «Il referendum che ne seguì, con un'astensione di circa il 75%, ha dimostrato - ricorda l'attuale capogruppo dell'Udc - come il popolo italiano si ritrovasse pienamente nell'operato del Parlamento. Rispetto la Corte Costituzionale; aspetto di leggere le motivazioni di una sentenza che peraltro riguarda parti limitate della legge». Infine, nel comunicato del leader centrista, c'è una postilla velenosa: «Respingo al mittente l'idea che la laicità dello Stato si debba difendere con slogan contro lo stato etico, che in Italia ha avuto l'unica pratica applicazione durante il fascismo». Insomma, proprio Fini (che al congresso del Pdl aveva detto che la legge sul biotestamento era da «stato etico») dovrebbe stare più attento agli esempi che fa. Eppure i rapporti tra i due non erano tesi. Anzi, proprio in mezzo alle due dichiarazioni Fini e Casini si erano incrociati alla Camera, si erano salutati affettuosamente. Casini scherzando aveva detto di essere «d'accordo a prescindere» con l'attuale principale inquilino di Montecitorio, e l'altro - di tutta risposta - aveva detto: «Non ti conviene». Così il leader centrista s'è informato meglio e ha risposto a palle incatenate. Dietro s'è ritrovato il fronte cattolico del Pdl, da Roccella a Lupi. Con Fini tutto il Pd. E non è un caso, tra i due ormai c'è una piena concorrenza a corteggiare pezzi centristi di elettorato. Facendo da argine (entrambi) alla Lega. Sono entrambi moderati anche se si rivolgono a mondi collaterali di centrismo. Infatti, anche sul duello riguardo alla fecondazione, entrambi si rivolgono espressamente alle donne.

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Fini applaude la Consulta: rende giustizia alle donne (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 8 Fini applaude la Consulta: rende giustizia alle donne Il caso della legge 40. Casini: stato etico solo nel Ventennio Il presidente della Camera: quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso rischia censure di costituzionalità ROMA Nuovo affondo di Gianfranco Fini in difesa della laicità dello Stato. Il presidente della Camera è intervenuto nell'acceso dibattito sulla fecondazione assistita. Dopo che la Consulta mercoledì ha bocciato la legge 40 per la parte che riguarda i limiti al numero di embrioni che possono essere impiantati, Fini è stato netto: «La sentenza rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti paesi europei ha scritto in una nota diffusa ieri pomeriggio . Fermo restando che occorrerà leggere le motivazioni della Corte, mi sembra fin d'ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni ». Parole come benzina sul fuoco. Fin dalla mattinata si stavano fronteggiando due schieramenti bipartisan: da una parte Alessandra Mussolini e le aree liberal e laica della maggioranza insieme a gran parte del centrosinistra soddisfatti per la decisione della Corte costituzionale; e dall'altra Francesco Rutelli e Giuseppe Fioroni insieme alla maggior parte dei cattolici del centrodestra schierati a difendere «la validità complessiva dell'impianto della legge». Contrapposizioni prevedibili. Le parole di Fini hanno invece alzato un nuovo polverone: «Il presidente della Camera rispetti il Parlamento, che ha legiferato laicamente su un tema eticamente sensibile», fra l'altro «con il contributo determinante del suo partito», ha replicato Casini a Fini. E pensare che i due poco prima in Transatlantico erano stati protagonisti di un siparietto. Il presidente della Camera stava parlando con i giornalisti. «Non so che cosa hai detto, ma sono d'accordo con te», ha scherzato il leader dell'Udc, passando accanto al capannello. E Fini, profetico: «Aspetta a dirlo». E infatti, quando Casini poco dopo ha letto le dichiarazioni del presidente della Camera, è saltato sulla sedia: «Respingo al mittente ha aggiunto Casini l'idea che la laicitá dello Stato si debba difendere con slogan contro lo stato etico, che in Italia ha avuto l'unica pratica applicazione durante il fascismo». Anche nella maggioranza, però, ci sono state reazioni tutt'altro che tenere. «Dispiace che Fini sollevi sterili polemiche che non si richiamano a quel principio di laicità positiva più volte sottolineato da lui stesso ha commentato Maurizio Lupi, del Pdl, vicepresidente della Camera . La legge 40 è frutto di una difficile mediazione ed è uscita indenne da un referendum ». Nel centrodestra però in molti hanno fatto quadrato intorno a Fini: dalla Mussolini, che si è complimentata, a Italo Bocchino, da Francesco Nucara (Pri) a tutti i Nuovi socialisti. Le repliche Lupi: «Dispiace che il presidente sollevi polemiche sterili». Ma la Mussolini si complimenta Paolo Foschi

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Neonazi tedeschi sotto scacco per frode (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 03/04/2009 - pag: 18 Germania Il governo non era riuscito a metterli fuorilegge. E ora ricorre a un cavillo fiscale Neonazi tedeschi sotto scacco per frode L'Npd deve pagare una multa da 2,2 milioni. E rischia di chiudere DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BERLINO Se non li puoi attaccare frontalmente, segui le tracce dei soldi. Modello Al Capone contro i neonazisti tedeschi. Ieri, il Parlamento di Berlino ha multato l'Npd, il Partito nazionale democratico che si richiama all'ideologia nazista, per 2,2 milioni di euro. Quanto basta, con ogni probabilità, a dare il colpo di grazia all'organizzazione che finora aveva respinto i tentativi che la volevano mettere fuori legge ma che era già vicina alla bancarotta. La ragione della multa non è un evento straordinario per un partito tedesco: è stata comminata perché l'Npd non ha compilato correttamente il bilancio del 2007. Era successo, in passato, anche ai cristiano-democratici: trattandosi però di un grande partito, la Cdu aveva pagato senza rischiare di chiudere. Per i neonazisti, piccoli e finanziariamente disastrati anche a causa di frodi interne, è diverso. Secondo la dura legge tedesca, il partito che non compila un bilancio corretto è sanzionato per il doppio della somma per la quale si è verificato l'errore. L'Npd è stato trovato in fallo per 1,25 milioni: ha già versato una penale di 300 mila euro e ora deve, entro il 1Ú maggio, versare quanto manca a 2, 5 milioni di euro. Un ricorso sarà discusso probabilmente già oggi. La legge è così drastica perché i partiti tedeschi ricevono un finanziamento pubblico sulla base dei voti che ricevono nei parlamenti nazionali e dei Länder e in proporzione alle donazioni che raccolgono: devono quindi rispondere di ogni denaro che entra nelle loro casse. La cosa vale anche per i neonazisti che non hanno rappresentanti a livello federale ma ne hanno eletti alcuni nelle assemblee di due Länder. La situazione economica del partito è vicina alla bancarotta per ammissione stessa dei suoi membri: in media, le spese dell'organizzazione sono secondo il settimanale Der Spiegel 110 mila euro al mese, ma le donazioni ne coprono solo 30 mila. Inoltre, nel 2006 l'Npd era già stato multato per 1,7 milioni perché aveva gonfiato le entrate da contribuiti dei simpatizzanti sulla base delle quali lo Stato poi eroga parte del suo contributo. Non solo. L'anno scorso, il tesoriere del partito, Erwin Kemna, oggi in prigione, ha fatto sparire 741 mila euro. Una situazione disastrosa che ha aperto le porte a conflitti interni, un Tesoriere po' tra Banda Bassotti e gang di periferia. Il capo, Ugo Voigt, non piace più a molti militanti. C'è uno sfidante, Andreas Molau, che, nel migliore stile delle organizzazioni intolleranti, è stato definito «ebreo per un ottavo» dal vice di Voigt, Jürgen Rieger. In risposta, Molau ha definito il numero uno del partito «un fantoccio dello speculatore di Borsa Rieger». Un cameratismo curioso. Fatto sta che, ora, senza soldi, i neonazi faticano a prendere qualsiasi iniziativa politica: un congresso previsto per questo fine settimana a Berlino è in dubbio, figuriamoci la campagna elettorale per le elezioni federali di settembre. La soluzione più probabile è che l'Npd debba portare i libri (contraffatti) in tribunale. Nonostante la crisi dell'organizzazione, i neonazisti raccolgono consensi, in Germania. Uno studio recente ha stabilito che tra i giovani sono di gran lunga la formazione politica che attrae più militanti. Anche per questo, i partiti democratici hanno provato a metterli fuori legge. Ma un tentativo condotto nel 2003 dal governo di Gerhard Schröder è fallito davanti alla Corte Costituzionale perché si scoprì che i testimoni contro l'Npd erano agenti dei servizi infiltrati. La strategia indiretta avrà forse più successo. L'anno scorso, il tesoriere del partito, Erwin Kemna, oggi in prigione, ha fatto sparire 741 mila euro Rivalità Il capo, Ugo Voigt, non piace più a molti dei suoi militanti. Uno sfidante lo ha definito «un fantoccio» Fanatismo Un giovane sostenitore dell'Npd, il partito tedesco che si ispira all'ideologia neonazista Danilo Taino

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Ronde, il Csm si spacca E Mancino non vota (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 03/04/2009 - pag: 21 Sicurezza Ronde, il Csm si spacca E Mancino non vota ROMA Il plenum del Csm ha approvato a larga maggioranza il parere che esprime più di una perplessità sul decreto sicurezza. Ma sulla questione delle ronde si è spaccato: contro hanno votato i laici del Pdl, mentre si sono astenuti il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, e i togati di Magistratura Indipendente, la corrente più moderata delle toghe. Sia i contrari sia gli astenuti hanno ritenuto che la questione dei volontari della sicurezza non rientrasse nelle competenze del Csm. In particolare Mancino, annunciando la sua astensione su questa parte del parere che è una sostanziale bocciatura delle norme sui volontari della sicurezza , si è detto «molto perplesso» sul fatto che il Csm possa esprimersi su una materia che «fa parte della politica». Il tutto dopo aver chiarito di essere «contro l'introduzione delle ronde». Ancora oltre sono andati i togati di Mi, che hanno sottolineato il rischio che, esorbitando dalle proprie competenze, il Csm si ponga al centro di «strumentalizzazioni» perdendo l'occasione di «un confronto costruttivo con la politica». Astenuto Nicola Mancino, vice presidente del Csm, si è astenuto sul parere espresso dal Plenum

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Ronde, il Csm si spacca Spunta la norma Telecom (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-04-03 - pag: 14 autore: SICUREZZA, PDL PRONTO A MODIFICHE Ronde, il Csm si spacca Spunta la norma Telecom Spaccatura nel plenum del Csm, chiamato ad approvare ieri il parere della sesta commissione che esprime più di una perplessità sul Dl sicurezza al vaglio della Camera. Il parere è stato approvato a larga maggioranza ma il plenum si è spaccato sulle ronde, con il voto contrario dei laici del Pdl e l'astensione del vicepresidente Nicola Mancino e dei tre togati di Magistratura Indipendente. Voto contrario dei laici Pdl e astensione di Mancino anche sul trattenimento degli immigrati irregolari nei Cie. In un'assemblea alla Camera, intanto, i deputati del Pdl hanno fatto il punto sul decreto annunciando modifiche. Mentre il Pd critica la riproposizione in Aula da parte del Pdl dell'emendamento "pro-Telecom" (bocciato in commissione) che impedirebbe al gestore telefonico di pagare multe salatissime per non essere riuscito a mettersi in regola con le norme che lo obbligavano a conservare i dati delle conversazioni telefoniche alle quali l'utente non ha risposto o è risultato occupato o non raggiungibile.

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Fini rafforza il suo profilo laico e cerca nuovi spazi politici (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-04-03 - pag: 14 autore: Fini rafforza il suo profilo laico e cerca nuovi spazi politici S u un punto si deve dar ragione a Pier Ferdinando Casini: non siamo in uno Stato etico, termine che evoca «il fascismo, l'unico contesto in cui aveva trovato applicazione». Per il resto, la pronuncia della Corte costituzionale sulla fecondazione assistita ha permesso al presidente della Camera di rafforzare il suo profilo laico ( o «laicista »,come dicono i suoi avversari all'interno del Popolo della libertà) già emerso con chiarezza nel recente congresso. C'è chi dice:meglio così,è opportuno che il Pdl, formazione ampia e articolata, abbia diverse anime. Se invece fosse il nuovo «partito dei cattolici», compatto e monolitico, come lo ha presentato l'altro giorno «L'Osservatore romano» in un articolo alquanto sorprendente, il suo destino, più che demo-cristiano, rischierebbe di essere confessionale. Con tutte le conseguenze del caso. In ogni caso, non sembra che Gianfranco Fini si limiti a una testimonianza laica. Non sembra che si accontenti di essere una voce dissidente, quasi per un problema di coscienza, all'interno di un Pdl attento a non contraddire la morale religiosa sui temi della vita che nasce e della vita che muore. Proprio le sue dichiarazioni di ieri, così nette in appoggio alla Consulta «che rende giustizia alle donne», dimostrano come la sua ambizione sia più alta. Per il momento l'attivismo laico del presidente della Camera smuove le acque nella maggioranza. Incrina il ponte che negli anni Berlusconi ha costruito (o lasciato costruire) verso la Chiesa, sui temi della fecondazione e oggi del testamento biologico. Quanti sono gli elettori del centro-destra la cui sensibilità su questi punti cruciali va molto al di là della legislazione promossa dal Pdl? Senza dubbio numerosi. Fini si propone di intercettarli. Non solo: sfruttando il suo ruolo istituzionale, egli diventa il naturale punto di riferimento di un ampio schieramento parlamentare, dal Pd all'Italia dei valori, che sull'etica la pensa come la Corte costituzionale. Ci si chiede quale sbocco potrà avere una simile posizione. L'impressione è che sarà tutt'altro che irrilevante. Il presidente della Camera potrà svolgere un ruolo attivo quando l'assemblea sarà chiamata a recepire la sentenza della Consulta sulla legge 40. Perché è vero che i giudici hanno corretto e limato solo una parte della normativa, tuttavia i risvolti politici sono evidenti. Basta poco – se c'è una volontà politica – per far crollare l'intero impianto della legge. La maggioranza non vorrà e si sforzerà di conservarlo, ma è chiaro che Fini si è ritagliato uno spazio di mediazione tra centrodestra e centro- sinistra su un tema straordinariamente delicato. Lo stesso discorso vale per il testamento biologico. Qui si prevede che il presidente della Camera possa contribuire a cambiare la legge in arrivo dal Senato, o in alternativa a rinviarne l'approvazione.Anche in questo caso si tratta di verificare la reale compattezza dei parlamentari del Pdl, nonché di misurare il grado di pressione esercitato dall'opposizione. è evidente che Fini, se vuole, può spezzare la rigidità delle posizioni e favorire un compromesso. In altri termini, è una battaglia politica prima che etica. Condotta in Parlamento con strumenti istituzionali da parte di un uomo che non ha più un partito alle spalle e che, anzi, si considera in minoranza nella sua casa. Il centrosinistra, nel frattempo, sta a guardare. Anch'esso ha le sue contraddizioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA www.ilsole24ore.com Online «il Punto» di Stefano Folli 7 il PUNTO DI Stefano Folli Sui temi etici il presidente della Camera si propone per un ruolo attivo

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La confisca per equivalente non vale per il passato (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-04-03 - pag: 34 autore: Corte costituzionale. Inchieste su reati tributari La confisca per equivalente non vale per il passato Giovanni Negri MILANO La confisca per equivalente (di beni cioè di cui l'indagato o il colpevole ha la disponibilità per un valore corrispondente al profitto del reato) nei confronti degli indagati per reati tributari non si può applicare prima del 2008. Lo ha stabilito, facendo giustizia di una questione più volte affrontata dalla Cassazione, la Corte costituzionale con l'ordinanza n. 97 depositata ieri e scritta da Franco Gallo. Il Gup di Trento aveva sollevato la questione di legittimità sostenendo che la misura cautelare, introdotta nell'ambito tributario dalla legge finanziaria per il 2008 con l'obiettivo di rafforzare le misure a disposizione di magistratura e Forze dell'ordine nel contrasto alle forme di elusione ed evasione, poteva essere applicata in quanto misura di sicurezza anche per gli illeciti verificatisi negli anni precedenti. Una norma che al giudice sembrava violare l'articolo 117 della Costituzione in quanto contrastava con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo che vietano l'applicazione per il passato di una sanzione più severa di quella prevista nel momento in cui è stato commesso il reato. Una lettura della normativa che però è stata respinta dalla Consulta che, in sintonia con i più recenti orientamenti della Cassazione, ha invece sottolineato come il Gup sia partito da un presupposto sbagliato e cioè che a prevalere sia la qualifica formale della confisca come misura cautelare e non come pena. Non è così, spiega l'ordinanza, perchè «la mancanza di pericolosità dei beni che sono oggetto della confisca per equivalente, unitamente all'assenza di un "rapporto di pertinenzialità" (inteso come nesso diretto, attuale e strumentale) tra il reato e detti beni, conferiscono all'indicata confisca una connotazione prevalentemente afflittiva, attribuendole, cosÍ, una natura "eminentemente sanzionatoria"». Una natura che impedisce di confiscare somme di denaro per reati tributari commessi nel passato, a meno che se ne dimostri lo stretto collegamento con l'illecito. A questa conclusione si arriva sulla base di due considerazioni: da una parte l'articolo 25, comma 2, della Costituzione vieta l'applicazione retroattiva di una sanzione penale come deve essere correttamente ritenuta la confisca per equivalente; dall'altra, la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ha ritenuto che sia in contrasto con i principi sanciti dall'articolo 7 della Convenzione l'applicazione retroattiva di una confisca di beni riconducibile proprio a un'ipotesi di confisca di beni per equivalente. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE INDICAZIONI Per la Consulta la misura ha una natura spiccatamente afflittiva e non si può utilizzare prima del 2008

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Indulto bloccato sulle esclusioni (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-04-03 - pag: 38 autore: Codice penale. Lista rigida per le droghe Indulto bloccato sulle esclusioni MILANO Va concesso l'indulto anche a chi è stato condannato per l'impiego di beni o denaro che provengono dal traffico di stupefacenti. Lo ha confermato la Corte costituzionale con l'ordinanza n.103 depositata ieri e scritta da Giuseppe Frigo. è stata così giudicata inammissibile la questione di legittimità avanzata dal tribunale di Milano che aveva sollecitato quello che nel linguaggio giuridico si chiama intervento «additivo» da parte della Corte costituzionale. I giudici milanesi, cioè, avevano invitato la Consulta a considerare la possibilità di comprendere nell'elenco dei reati che sono esclusi dalla misura di clemenza anche il reato previsto dall'articolo 648 ter del Codice penale (Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita) quando riguarda i proventi del traffico di stupefacenti. Il tribunale di Milano aveva ricordato che la legge 241/06 sull'indulto ha esplicitamente escluso il reato di riciclaggio ( articolo 648 bis) nel solo caso di beni provenienti da sequestro di persona, produzione e traffico di stupefacenti. Coerenza vorrebbe allora, sottolienano i magistrati, che la stessa esclusione riguardasse, ma così non è, anche il reato di impiego di beni collegati nelle medesime situazioni. Per la Corte costituzionale, però, si tratta di un intervento che è vietato dall'articolo 25, comma 2 della Costituzione che impedisce alla Corte di peggiorare il trattamento punitivo dello Stato. E questo è anche il caso della definizione del perimetro di applicabilità dell'indulto che costituisce una misura di clemenza, ricorda la Corte, approvata per far fronte al sovraffollamento delle carceri. Una situazione che di fatto rischiava di rendere lo Stato «inadempiente » quanto al divieto di trattamenti punitivi contrari al senso di umanità e alla finalità rieducativa. In questa prospettiva, la legge 241/ 06 ha concesso un indulto di ampia portata sia in relazione alla pena condonata (tre anni per le pene detentive e 10.000 euro per quelle pecuniarie) sia per la tipologia dei reati interessati. Così, per i reati commessi sino al 2 maggio 2006 la condonabilità della pena ha assunto il valore di una regola generale, con eccezioni identificate in maniera tassativa dal legislatore e senza possibilità di estendere l'esclusione relativa al riciclaggio. G.Ne. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nessuna estensione (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-04-03 - pag: 38 autore: Nessuna estensione • Corte costituzionale, ordinanza n. 103, depositata il 2 aprile del 2009 che, in tale ottica, la legge n. 241 del 2006 ha quindi concesso un indulto di ampia portata (...); che, pertanto, rispetto ai fatti criminosi commessi fino alla data dianzi indicata, la condonabilità della pena, entro i limiti stabiliti dal provvedimento del clemenza, è venuta comunque ad assumere la valenza di una regola generale: regola rispetto alla quale le esclusioni oggettive previste dall'art. 1, comma 2, della legge n. 241 del 2006- e, fra esse, quella espressa al numero 26), relativa al riciclaggio, di cui il rimettente vorrebbe ampliare la portata- si atteggiano come eccezioni;

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ACERRA Inaugurazione bluff per l'inceneritore (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ACERRA Inaugurazione bluff per l'inceneritore La manifestazione svoltasi nei giorni scorsi ad Acerra in occasione dell'inaugurazione dell'inceneritore «purtroppo è stata l'occasione per esternare espressioni gravemente denigratorie della attività svolta dalla procura della Repubblica di Napoli» per quanto concerne i procedimenti connessi allo smaltimento dei rifiuti. È quanto scrivono i magistrati della procura di Napoli in un documento inoltrato al Csm e approvato a larga maggioranza al termine di un'assemblea convocata in seguito alle critiche mosse durante la manifestazione da Berlusconi e dai vertici dell'Impregilo. I pm hanno chiesto che il Csm si attivi per tutelare dagli attacchi i magistrati titolari delle indagini, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. «Le parole pronunziate - è scritto nel documento - trascendono l'ambito della serena e certamente legittima valutazione e critica degli atti giudiziari ed hanno assunto, al contrario, i toni della indiscriminata contestazione della attività inquirente, anzi della contestazione della sua stessa legittimità ad esercitare il controllo di legalità anche nel settore dell'intervento pubblico e privato nel campo dei rifiuti».

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Il Csm si spacca sul no alle ronde (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

SICUREZZA Il vicepresidente Mancino si astiene. Pdl e Lega contro palazzo dei Marescialli Il Csm si spacca sul no alle ronde ROMA Il Csm si spacca sul voto che boccia le ronde di volontari istituite dal governo. Ieri la relazione preparata dalla sesta commissione ed estremamente critica verso i punti più spinosi del decreto sicurezza attualmente all'esame della Camera, è stata posta all'esame del plenum che si è diviso al momento del voto. L'articolo sulle ronde ha infatti registrato il voto contrario dei laici del Pdl, ma anche l'astensione del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino e dei tre togati di Magistratura indipendente. «Personalmente sono contrario all'introduzione delle ronde - ha detto Mancino per spiegare al sua decisione - ma questo fa parte della politica, noi non ce ne possiamo occupare. Altrove, dunque, avrei dato un voto contrario, ma l'espressione di questo parere mi trova molto perplesso sul punto quindi mi astengo». Analoga scena si è ripetuta anche quando si è trattato di votare l'articolo che proroga il trattenimento degli immigrati nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie): contrari i laici del Pdl, astenuti Mancino e il togato di Mi Cosimo Ferri. Il parere espresso dalla sesta commissione è comunque alla fine passato. nel corso del dibattito era stato proprio u laico+ del Pdl, Gianfranco Anedda, a condividere le posizione espressa dal documento che boccia le ronde. «E' un parere molto importante, perché non contiene una critica demolitrice, ma dà indicazioni migliorative», aveva detto raccogliendo il consenso della maggioranza dei consiglieri., tato che Livio Pepino, di Magistratura democratica, aveva sottolineato: «Non siamo la terza camera, ma vogliamo dare un contributo con la nostra riflessione». la presa disposizione del Csm è stata durante attaccata da Pdl e lega. Il sottosegretario all'Interno Alfredo mantovano ha definito «improprio» l'atto del Csm: «Vorrei sapere cosa c'entra con l'autogoverno della magistratura una questione che ha inerenza stretta con la sicurezza», ha detto mantovano, mentre Jole Santelli (Pdl) ha chiesto a Giorgio Napolitano, in qualità del presidente del Csm, di intervenire. Attacchi che Donatella Ferranti (Pd) ha definito «vere e proprie intimidazioni» nei confronti degli esponenti di palazzo dei Marescialli.

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Fini con la Consulta: resa giustizia alle donne (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CORPO DI STATO Il fronte integralista teme ripercussioni sul testamento biologico. Ma lo stesso Pdl è ora più cauto. Mentre Rutelli e Fioroni continuano a difendere la legge 40 Fini con la Consulta: resa giustizia alle donne Nuovo affondo del presidente della camera: «La legge sulla procreazione basata su dogmi di tipo etico-religioso». Critiche dal Pdl, plauso dal Pd Micaela Bongi «I tuoi tre sì hanno devastato An». «Gianfranco, stai sbagliando tutto. Anche sul partito unico». Era il maggio del 2005, il referendum contro la legge sulla procreazione assistita si sarebbe svolto il mese successivo, e Gianfranco Fini, che su quella consultazione aveva preso posizione schierandosi con il fronte laico salvo che sul divieto di fecondazione eterologa, era alle prese con un burrascoso ufficio di presidenza del partito da lui guidato. A accusarlo di devastazione, raccontano le cronache di quei giorni, l'attuale sindaco di Roma Gianni Alemanno. A dirgli che non ne azzeccava una, Maurizio Gasparri. Quattro anni dopo, al battesimo del partito unico Fini tuona contro la legge da stato etico che il Pdl vorrebbe approvare, quella sul testamento biologico. E a neanche una settimana dal congresso fondativo del Pdl, cioè ieri, l'attuale presidente della camera saluta così la demolizione della legge 40 sulla procreazione assisitita da parte della Corte costituzionale: «La sentenza della Consulta rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti paesi europei. Mi sembra fin d'ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni». Con il che Fini sembrerebbe rispondere anche a chi, dal suo partito, accusa la Consulta di violare la sovranità del parlamento. Si ripete a questo punto un copione già visto: il Pd che apprezza Fini, criticato invece da parlamentari del Pdl, in particolare da un truce Gaetano Quagliariello, che sul testamento biologico al senato si è esposto a dismisura e ora evidentemente teme retromarce. Non solo c'è Giulia Bongiorno, vicina a Fini, che si dice soddisfatta per la sentenza della Consulta. Anche un altro finiano, che alla camera (dove il senato ha trasmesso il ddl Calabrò), è vicecapogruppo, Italo Bocchino, pur sostenendo che l'impianto della legge 40 non è intaccato, ritiene giusta la sentenza della Consulta. Aggiungendo che la stessa sentenza «deve anche porre il problema di come sia auspicabile evitare i massimalismi quando si affrontano temi così delicati». Insomma, la maggioranza, dopo l'affondo integralista a palazzo Madama, sembra ora più cauta. Perché alla camera il fronte è meno compatto che al senato, e il Cavaliere vuole evitare che, dopo il battesimo del Pdl e prima delle elezioni, vengano fuori le divisioni. E perché, nonostante i tentativi di stravolgere anticipatamente il senso della sentenza di mercoledì e la stessa Costituzione, evidentemente l'altolà arrivato dalla Corte non può essere ignorato. Certo, Eugenia Roccella, sottosegretaria al Welfare, tuona contro chi darebbe «interpretazioni azzardate della sentenza» e sostiene, contro ogni evidenza, che la legge 40 difende la salute delle donne. Ma frena, almeno per quanto riguarda i tempi, sulla modifica delle linee guida della legge annunciata a caldo: «Ci potrebbero volere mesi». Uno dei berluscones di punta di An come Ignazio La Russa la mette così: «Scelgo il low profile, ma è notorio che dentro ad An sono sempre stato tra quelli che voi definite più laici. Credo che su queste cose la mia linea, che è quella di non impelagarsi in argomenti che riguardano la coscienza, paghi». Dal Pd, la presidente dei senatori Anna Finocchiaro, dicendosi «d'accordo punto per punto» con Fini ritiene che «certe dichiarazioni che giungono dal centrodestra, diverse da quelle di ieri», cioè mercoledì, siano «un segnale positivo» anche per la discussione sul testamento biologico. Ma dal suo partito arrivano altri segnali. Quello di Francesco Rutelli, che come molti nel Pdl sostiene che l'impanto della legge 40 non è intaccato e continua a difendere il provvedimento; quello di Beppe Fioroni, secondo il quale «cadono quei due punti giudicati incostituzionali dalla Corte, il resto però rimane. Così com'è». Per non parlare dei teodem. Si barcamena, dall'Udc, Pier Ferdinando Casini. Che prima, incrociando a Montecitorio Fini, ai giornalisti che gli domandano che cosa pensi di quanto dichiarato dall'ex leader di An risponde: «Non so cosa ha detto, ma sono d'accordo». Poi, dopo aver letto la dichiarazione, attacca: «Il voto del parlamento dovrebbe essere rispettato anche dall'attuale presidente della camera. Rispetto la Corte costituzionale, respingo al mittente l'idea che la laicità dello stato si debba difendere con slogan contro lo stato etico, che in Italia ha avuto l'unica pratica applicazione durante il fascismo», conclude con un tocco di perfidia Casini. Del resto Fini da quando si è preso il compito di difendere la laicità delle istituzioni lo ha sempre fatto con un occhio al Cavaliere, per accreditarsi come leader di una destra europea «moderna» e, da bipolarista ora bipartitista, con uno al centro. Sempre nel 2005, difendendo i suoi tre sì e un no al referendum sulla legge 40, intervistato dal Corriere della sera contro «il trionfo del tatticismo tra coloro che invitano all'astensione nella speranza di ricevere consensi dalle gerarchie cattoliche per manovre politiche più o meno centriste». anni di validita' della legge 40, prima che la Consulta ne dichiarasse parziale incostituzionalità. È stata approvata nel 2004

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Legge sbilanciata Anche la Calabrò può finire così (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

IL COSTITUZIONALISTA Legge sbilanciata Anche la Calabrò può finire così Andrea Fabozzi «Non dico che con la decisione sulla legge 40 la Consulta abbia precostituito un giudizio di incostituzionalità della legge sul testamento biologico, ma un nesso tra le due questioni lo vedo». Parola del costituzionalista Michele Ainis. Professore qual è il legame? Entrambe le leggi riguardano la questione verrebbe da dire 'sacrale' della vita. Ebbene quando la Corte con la decisione di mercoledì dice in sostanza al legislatore 'attenzione, bisogna tener conto della salute della donna e non solo della tutela dell'embrione' riafferma un principio che vale sempre. Bisogna bilanciare i valori su cui incide la regolamentazione legislativa. Nel caso della legge sulla fecondazione assistita non c'era alcuna compensazione: la tutela era tutta sbilanciata in favore dell'embrione anche quando questo significava sottoporre a trattamenti crudeli le donne. È così per il testamento biologico nel testo uscito dal senato che mortifica la libertà dell'individuo in nome della tutela della vita. Ma per quella legge qualsiasi dichiarazione anticipata di volontà non è vincolante. Non è dunque più inutile che liberticida? Avendo alla fine previsto che i testamenti biologici sono 'non vincolanti' la legge urta il valore della ragionevolezza. In altre parole perché mettere in piedi un marchingegno che non serve a niente? Si chiama eccesso di potere ed è un vizio che rende nullo qualsiasi atto legislativo. Per i difensori della legge 40 la Consulta ha cancellato alcuni tratti della legge ma ne ha salvato la sostanza. È così? La Corte si pronuncia sulla base di quesiti specifici. Dunque non è corretto dire che salva le norme sulle quali non si pronuncia. Sulla crioconservazione degli embrioni, ad esempio, ha stabilito che non era ammissibile quel particolare ricorso, da parte di quei soggetti. Non è entrata nel merito. Può benissimo darsi il caso in cui di fronte ad un altro ricorso vengano cancellate altre parti della legge 40. Come giudica lo spettacolo dei ministri all'attacco della Corte? In passato ci sono state polemiche contro alcune sentenze della Corte in materia pensionistica da parte dei ministri Carli e Amato. Ma si trattava di critiche argomentate, non della fatwa che hanno lanciato alcuni ministri in carica. Il ruolo del tribunale costituzionale è esattamente quello di valutare le leggi fatte dal parlamento. E la Costituzione serve a porre un limite al potere della maggioranza, altrimenti c'è la tirannia. A proposito di volontà popolare, il governo ha visto che tre italiani su quattro non vogliono il testamento biologico così com'è uscito dal senato? Bisogna vedere chi è più in sintonia con i cittadini, se la Corte costituzionale o i teocon.

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Fecondazione assistita: boom di telefonate, ma l'attesa èdi un anno (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa SanitàL'ospedale «Goretti» fra i centri più avanzati nel centro-sud. Circa trecento le richieste pervenute nel 2008 Fecondazione assistita: boom di telefonate, ma l'attesa è di un anno Boom di telefonate nella giornata di ieri all'ospedale «Goretti» per la fecondazione assistita. Numerose coppie hanno preso d'assalto il centralino del reparto di Andrologia (diretto dal professor Rocco Rago), chiedendo informazioni sulle conseguenze della sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato parzialmente illegittima la legge 40, la normativa che disciplina proprio la fecondazione assistita. Un record di telefonate in appena un giorno (diverse decine) che non deve meravigliare, vista la crescente domanda da parte degli utenti pontini. Ma che cos'è la fecondazione o procreazione assistita? È il metodo che viene adottato da molte coppie che, per varie ragioni hanno degli ostacoli ad avere figli (legati a volte a problemi di salute della donna o di scarsa fertilità degli spermatozoi dell'uomo). Accade che i medici specializzati su richiesta delle coppie, selezionano dal «liquido» maschile gli spermatozoi che presentano caratteristiche vitali e quindi di fertilità molto elevate, e li impianta al momento giusto nell'ovocita femminile, che quindi viene reimpiantato nell'utero per dare l'avvio ad una gravidanza e quindi alla nascita di un bambino. Ebbene, dalla provincia di Latina sono giunte numerose richieste soprattutto nell'ultimo anno. Circa 300 le coppie che si sono rivolte al servizio del «Goretti», con il chiaro intento di mettere al mondo un figlio, attraverso le tecniche della fecondazione. Il problema semmai sono le lunghe liste d'attesa. Nonostante gli sforzi dei sanitari, i pazienti che si rivolgono ai medici per procreare, devono attendere non meno di un anno, per iniziare il percorso. Per il 2009 i «posti» sono di fatto tutti prenotati. A disciplinare la procreazione assistita è la legge 40 del 2005. Una normativa giudicata illegittima per alcuni punti, dalla Corte Costituzionale. La Consulta, nella sentenza emessa nel pomeriggio di mercoledì, ha infatti dichiarato illegittima la restrizione a tre, del numero di embrioni che è possibile impiantare nell'utero delle pazienti, sottoposti alle procedure di procreazione medicalmente assistite. Gli stessi giudici hanno quindi ritenuto costituzionalmente illegittima la legge, nella parte in cui «non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna». Bisognerà attendere ancora qualche mese per capire se la nuova pronuncia dell'Alta Corte avrà effetti sulle coppie in cerca di figli. Mar.Bat.

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Fecondazione, Fini: "Giustizia per le donne" (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 80 del 2009-04-03 pagina 0 Fecondazione, Fini: "Giustizia per le donne" di Redazione Il presidente della Camera difende la sentenza della Consulta: "Quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso è suscettibile di censure di costituzionalità". Casini: "Rispetti il voto del parlamento" Roma - Fini mette il carico. La Roccella cerca di stemperare. Poi arriva Casini che "stronca" il gioco dell'ex leader di An. Commentando lo stop della Corte Costituzionale alla legge sulla fecondazione assistita il presidente della Camera si "smarca" da quella parte di Pdl (sottosegretario Eugenia Roccella in testa) che hanno sostenuto fin da principio la battaglia sulla difesa della vita. "La sentenza della Consulta che dichiara illegittime alcune norme della legge 40 sulla fecondazione assistita rende giustizia alle donne italiane, specie in relazione alla legislazione di tanti paesi europei": lo afferma Gianfranco Fini in una nota. "Fermo restando che occorrerà leggere le motivazioni della Corte - aggiunge - mi sembra fin d’ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni". Contrario Fini aveva appoggiato il referendum abrogativo della legge 40 e, più di recente, ha detto che alla Camera sarebbe opportuno rivedere la legge sul testamento biologico, approvata dalla maggioranza al Senato con il plauso della Chiesa e fortemente criticata dal centrosinistra. La Consulta ieri ha dichiarato incostituzionali due passaggi della legge sulla fecondazione assistita, quello che dispone che gli embrioni prodotti in provetta, non superiori a tre, debbano essere tutti impiantati contemporaneamente nell’utero della donna e quello che dice che il trasferimento nel corpo della donna deve avvenire non appena possibile, perché non si menziona che ciò sia fatto "senza pregiudizio per la salute della donna". Casini: "Rispetti il voto del parlamento" Pier Ferdinando Casini replica a Fini: "Il parlamento nella 14esima legislatura, con un voto ampiamente trasversale, che dovrebbe essere rispettato anche dall'attuale presidente della Camera ha legiferato laicamente su un tema eticamente sensibile" ricorda il leader dell’Udc. E aggiunge: "Il referendum che ne seguì, con un'astensione di circa il 75%, ha dimostrato come il popolo italiano si ritrovasse pienamente nell'operato del parlamento. Rispetto la Corte Costituzionale; aspetto di leggere le motivazioni di una sentenza che peraltro riguarda parti limitate della legge; respingo al mittente - conclude Casini - l'idea che la laicità dello Stato si debba difendere con slogan contro lo Stato etico, che in Italia ha avuto l'unica pratica applicazione durante il fascismo". Roccella: "Legge non si tocca" Con la sentenza di ieri sulla legge 40 la Corte Costituzionale non ha tolto il limite alla possibilità di impiantare embrioni, al contrario "il limite resta" e per questo "non c’è assolutamente da cantare vittoria". Lo ha precisato il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella. "Il problema non c’è: la sentenza - ha spiegato - dice semplicemente che la valutazione non è contro il limite dei tre embrioni, ma che la valutazione sul numero degli embrioni va affidata al medico. Il limite in questo senso resta, semplicemente è affidato all’articolo che vieta la crioconservazione degli embrioni". La Corte Costituzionale, ha detto ancora Roccella, "conferma l’impianto della legge 40 e rispetta tutti i suoi principi fondamentali: il bilanciamento della tutela della salute della donna e dell’embrione, oltre a tutelare la società da una serie di ricadute come la pratica della compravendita degli ovociti che si sta diffondendo in tutta Europa. La legge dice che il legislatore non deve entrare nella questione del numero degli embrioni da impiantare, che è una questione del medico. La sentenza - ha continuato il sottosegretario - conferma l’impianto della legge, che ha anche superato lo scoglio del referendum e moltissimi ricorsi. Viene molto sottovalutato il fatto che questa legge ha dato buoni risultati". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Fecondazione, Parlamento e popolo espropriati dai magistrati (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 80 del 2009-04-03 pagina 0 Fecondazione, Parlamento e popolo espropriati dai magistrati di Gianni Baget Bozzo Il Parlamento e il Paese hanno discusso a lungo sulla legge relativa alla procreazione assistita. Vi era alla base della discussione uno dei più delicati problemi che si pongono oggi alla coscienza occidentale: lo statuto umano dell’embrione. I problemi della vita e della morte sono entrati nella sfera delle istituzioni. Alla legge sulla fecondazione assistita corrisponde quella sul testamento biologico. Chi deve decidere su tali questioni, che riguardano il principio e la fine della vita umana? La risposta storica dell’Occidente a tale domanda è che tali questioni vengono decise nella libertà dalla democrazia. Il principio risale alla nascita dello Stato moderno che separò la Chiesa dallo Stato, la religione dalla politica e fece della società civile il soggetto della decisione. Oggi questo principio originario delle soluzioni politiche imposto in Francia, Germania e Inghilterra dalla guerra di religione, si realizza con il fatto che è la democrazia a decidere come forma matura della società civile. Decide il popolo o decide una corporazione di giudici? Questo è il problema che solleva l’attuale intervento della Corte costituzionale sulla legge 40. Si può discutere se la sentenza della Corte abbia modificato sostanzialmente o no l’impianto della legge, se l’abbia migliorato o peggiorato. Ma sta il fatto che la decisione dei giudici si è imposta alle decisioni del Parlamento, sostenuta dal fallimento di un referendum diretto contro di essa. Il popolo e il Parlamento hanno dibattuto e accettato le divisioni, anche dolorose, che l’elaborazione della legge ha imposto. Fatica sprecata. La decisione è stata modificata con una sentenza che tocca però un punto vitale della legge: quello appunto sullo statuto dell’embrione. La legge tendeva a limitare la produzione di embrioni per rispetto alla dimensione umana dell’embrione. La Corte ha modificato proprio il punto su cui il Parlamento e il Paese si erano espressi. Si può dunque dire che la costituzione materiale del nostro Paese prevede il governo dei giudici nel senso che ad essi spetta l’ultima decisione sulla politica. La connessione tra il potere delle procure della Repubblica e dei tribunali con la Corte costituzionale ha presieduto alla fine della Repubblica dei partiti nel 1993. E il meccanismo che salda la magistratura ordinaria alla Corte costituzionale mediante l’incidente processuale è il filo diretto che congiunge magistratura ordinaria e magistratura costituzionale. Sorge ora il problema: il governo dei giudici ha cambiato la forma politica delle istituzioni? La Repubblica italiana è ancora una democrazia? Questa domanda va alla radice della Costituzione italiana alla cui base sta il concetto che era la Costituzione e non la sovranità popolare a dare figura alla politica. Cattolici di sinistra e comunisti hanno prodotto la prima parte della Costituzione come il vincolo della democrazia e hanno fatto del testo costituzionale la forma della politica. Non a caso i pensieri dei costituenti erano stati influenzati, particolarmente dai cattolici di sinistra che ebbero tanta parte nella scrittura della Costituzione, dal pensiero del fascismo sullo Stato etico. La prima parte della Costituzione ha un carattere ideologico e l’ideologia è la forma politica dello Stato etico. Il presidente della Camera dovrebbe cercare non a Montecitorio ma alla Consulta le radici dello Stato etico. Non a caso la legge ora modificata su un punto essenziale dalla Consulta è stata elaborata soprattutto grazie all’impegno della Chiesa italiana per lo statuto umano dell’embrione. La Chiesa e la democrazia hanno operato nella medesima direzione che ora lo Stato etico ha colpito con il potere della Consulta e il governo dei giudici. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Lo scienziato La sentenza è un mostro che non sta in piedi (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 80 del 2009-04-03 pagina 12 Lo scienziato La sentenza è un mostro che non sta in piedi di Redazione In attesa di leggere le motivazioni con cui la Corte costituzionale ha dichiarato - per alcune parti molto circoscritte - l'illegittimità costituzionale della legge sulla procreazione medicalmente assistita, si può - a caldo - subito rilevare nella decisione una prima evidente contraddizione. Per un verso infatti la Corte, nella decisione che ha preso, ritiene illegittimo che il numero di embrioni prodotto, per ogni singolo tentativo, sia «non superiore a tre», come prevedeva la legge, per l'altro dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale con riferimento al divieto posto dalla legge medesima di «crioconservazione» e di «soppressione degli embrioni» prodotti dalle tecniche di fecondazione artificiale. Il legislatore - lo si voglia criticare o meno - era stato coerente: aveva limitato la produzione del numero degli embrioni, cercando in tal modo di evitare il problema di cosa fare di quelli cosiddetti soprannumerari. Contrariamente a quello che solitamente si dice, il legislatore italiano non era affatto isolato in questa sua scelta a livello europeo: la Germania, l'Austria e la Svizzera prevedono disposizioni analoghe riguardo al limite dei tre embrioni. Una norma prudenziale che è oggi confermata dal progresso delle tecniche, grazie alle quali non è più necessario, come un tempo, produrre molti embrioni per ottenere un risultato positivo, per cui la tendenza è semmai a produrne il meno possibile onde evitare tutti i problemi etici connessi. Ora, la decisione della Corte è veramente paradossale: per un verso si potranno produrre più embrioni, per l'altro non potranno più essere crioconservati, né distrutti. Dovranno forse essere tutti impiantati con grave danno per la salute della donna? Certamente no, ma allora cosa si dovrà fare degli embrioni soprannumerari che andranno ad aggiungersi agli oltre trentamila embrioni già esistenti e di cui oggi più nessuno parla - prodotti di scarto delle tecniche di produzione assistita prima che entrasse in vigore la tanto vituperata legge? Com'è noto la legge, su cui ora si è espressa la Corte, era già stata sottoposta alla sua attenzione in occasione del referendum abrogativo, e proprio uno dei quesiti referendari riguardava la richiesta di abrogare quelle disposizioni della legge che impediscono la produzione di più embrioni e la loro crioconservazione. La richiesta era del tutto coerente, perché è palese che non si può volere una cosa senza l'altra. La Corte ritenne in quell'occasione legittimo proprio quel quesito, insieme ad altri, ma non ritenne invece lecito il quesito che mirava all'abrogazione dell'intera legge. Fu una soluzione pilatesca che, se gli italiani avessero fatta propria approvando il referendum, ci avrebbe restituito una legge trafitta da colpi e d'impossibile applicazione. Ebbene, ora la Corte è riuscita a realizzare, almeno in un punto, proprio questo, con una decisione cerchiobottista per cui da un lato si ritiene legittima la produzione di più embrioni e dall'altro illegittima la loro crioconservazione e distruzione. Dulcis in fundo: Questa legge sulla procreazione assistita è stata approvata dal Parlamento con una maggioranza ampia e trasversale, è stata oggetto di un referendum popolare che l'ha confermata, proprio anche sul punto che oggi la Corte ha ritenuto in parte di dichiarare incostituzionale. Non so se questo sia il primo caso, ma va comunque sottolineato: ciò che è stato voluto dal Parlamento e confermato dal popolo con il referendum viene ora messo in discussione dalla Corte con una decisione che in parte dà ragione ai promotori del referendum. Difficile contestare che qui la Corte si sia sostituita al popolo e alla sua sovranità. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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I magistrati si spaccano sulle ronde (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 80 del 2009-04-03 pagina 14 I magistrati si spaccano sulle ronde di Redazione Il parere del Csm sulle ronde spacca il plenum. La bocciatura passa a larga maggioranza ma con l'astensione del vicepresidente Nicola Mancino (nella foto) e dei 3 togati della corrente moderata, Magistratura indipendente e il voto contrario dei 2 laici del Pdl. Tutti convinti che sul ddl sicurezza Palazzo de' Marescialli sia andato oltre le sue competenze. «È materia politica», per Mancino. «Estranea alla nostra competenza», concorda Patrono (Mi), mettendo in guardia dal rischio di «invadere il campo altrui». Per Ferri( Mi), si è «persa un'occasione per votare all'unanimità». Nel documento, protesta Saponara (Pdl) «c'è un'ingerenza del Csm sul potere politico». Ma i due relatori, Roia (Unicost) e Volpi (laico Pd), difendono la legittimità del parere. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Ora nasceranno meno gemelli? (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Domande e risposte NO Opinioni a confronto SI' Ora nasceranno meno gemelli? Radio Vaticana «La legge 40 ha funzionato sia sulla salute sia per la tutela dell'embrione» È una sentenza destinata a ribaltare la legge? Casini «La laicità non si difende con slogan contro lo Stato etico che fu applicato solo con il fascismo» Il governo La sottosegretaria Roccella conferma nuove linee guida per superare l'impasse Molte certezze e altrettanti dubbi dopo la decisione della Corte Costituzionale Cosa cambia dopo la sentenza della Corte Costituzionale per la fecondazione assistita? Per esserne sicuri, occorrerà leggere il dispositivo nella sua completezza. Sembra, che cambierà il numero di ovociti da poter inseminare e di embrioni da trasferire. Le coppie interessate non saranno più costrette a impiantare tre embrioni, come stabiliva la Legge 40, ma potremo trasferirne due e conservare gli altri. Quali sono i vantaggi offerti dalla possibilità di utilizzare più di tre embrioni? Se si mettono spermatozoi insieme con due ovociti, si avranno alte probabilità di ottenere un solo embrione. Se gli ovociti sono quattro o cinque saliranno le probabilità di ottenere più embrioni. E si potrà sceglierne uno o due, conservando gli altri per eventuali cicli successivi. In base a quali criteri avviene la selezione degli embrioni da utilizzare o da conservare? Secondo la morfologia, ovvero in base alla loro crescita ai primi giorni di sviluppo. La qualità dell'embrione è determinata dalle sue caratteristiche, come il numero delle cellule presenti e la loro simmetria. Sono giustificate le proteste di chi sostiene che in questo modo si violano principi etici? E' improprio parlare di tecniche di tipo eugenetico, tese cioè a migliorare o condizionare la specie umana. Non si fa la selezione scegliendo, per esempio, il sesso del nascituro perché magari l'aspirante papà vuole lasciargli in futuro la guida della fabbrica. La scelta avviene per l'embrione che si mostra più in grado di portare a termine la gravidanza. Quali sono le caratteristiche che deve avere un embrione per essere giudicato adatto? Lo si capisce dal grado di divisioni cellulari. Per esempio: un embrione che in seconda giornata è diviso in quattro cellule ha più probabilità di uno diviso solo in due. Così come un embrione che presenta frammenti citoplasmatici ha meno probabilità di produrre una gravidanza di uno che non ne ha. Sono valutazioni morfologiche utilizzate nei laboratori di tutto il mondo. E' comunque possibile per i genitori scegliere in anticipo il sesso del nascituro? Qualcuno lo chiede, ma in base alla legge gli si deve rispondere che non è consentito. La norma che prescriveva di impiantare tre embrioni favoriva la nascita di gemelli? Nei centri per la fecondazione artificiale che vantano buone percentuali di successo c'è stato un aumento delle gravidanze trigemine. In alcuni centri, prima della legge 40, si trasferivano solamente due embrioni proprio per cercare di limitare questi eventi, che sono un grande guaio. Dopo la legge, tutto questo non è stato possibile. E, per ammissione stessa del sottosegretario alla Salute Roccella, il nostro Paese ha ora una percentuale di gravidanze plurime superiore alla media europea. Così, in centri che funzionano bene, paradossalmente le gravidanze trigemine sono arrivate anche all'8-9%. Il divieto di produrre più di tre embrioni obbligava la donna a terapie ormonali? In assenza della facoltà di congelare più embrioni, e con l'obbligo di trasferirne tre in un unico atto, se la donna non rimane gravida è costretta a ripetere da capo tutto il ciclo per arrivare a produrre altri embrioni. A meno che non si sia rivolta a un centro dove si congelano ovociti. Ma, in Italia, questi sono pochi. Così spesso le donne si devono sottoporre a successive stimolazioni ormonali. In questi anni la legge è sempre stata rispettata alla lettera da tutti i medici? I medici sono tenuti al rispetto della legge. Ma poichè nessuna sanzione è prevista per la donna che rifiuta di farsi impiantare tre embrioni in una volta, in certi casi è stata la paziente a decidere di non volerli. Così gli embrioni sono stati congelati. Che cosa succede e che cosa succederà agli embrioni in sovrannumero? Di certo non potranno essere distrutti. E aumenterà il loro numero senza che ci sia una chiara idea di che cosa farne. Qualcuno ha proposto di renderli adottabili: è davvero una soluzione possibile? Su questa materia c'è molta incertezza per il futuro. In ogni caso, nessuno si permetterà di inseminare venti ovociti per ottenere diciotto embrioni, perché questo non ha una ragione medica di essere fatto. E sarebbe un tentativo evidente di ottenere embrioni soltanto per congelarli. Ma tre embrioni sono considerati troppo pochi da tutti. Si può fare una diagnosi preimpianto per individuare malattie genetiche? Sì, due tribunali hanno stabilito che la possibilità rientra nei diritti delle coppie che rischiano di trasmettere malattie genetiche ai figli. Ma anche gli embrioni nei quali viene riscontrata la patologia non possono essere distrutti, in attesa che in futuro si arrivi a una terapia genica. Dopo le modifiche decise dalla Consulta diminuirà il turismo procreativo? E' molto probabile, anche perché le spese per andare a eseguire la terapia all'estero sono molto elevate. Quanto costa la fecondazione assistita in Italia e a carico di chi sono le spese? Un tentativo costa, in media, dai 3500 ai 4500 euro. Ma ci sono ospedali pubblici nei quali si pratica e anche molte cliniche private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. E' vero che all'estero ci sono meno gravidanze plurime perché fanno aborti selettivi? Secondo i medici, semmai, il problema è che molte italiane, con tutte queste gravidanze trigemine, sono andate all'estero a fare l'aborto selettivo. A cura di Daniela Daniele e del dottor Andrea Borini, presidente dell'Osservatorio sul turismo procreativoLa Corte costituzionale si è pronunciata direttamente su due commi, il 2 e il 3, dell'art. 14 della legge 40 del 2004; sulle altre parti che erano state impugnate non si è pronunciata. Nel comma 3 la Corte proceduto a integrare direttamente la norma con una sentenza cosiddetta additiva, cioè aggiungendo parole alla legge, senza bisogno di un ulteriore intervento del Parlamento, evitando così il vuoto legislativo. Una tecnica che si adotta quando la soluzione che discenderebbe dalla sentenza sarebbe obbligata. L'aggiunta del vincolo di procedere senza pregiudizio della salute della donna significa concretamente ampliare i casi in cui è consentita la crioconservazione degli embrioni.Il Parlamento ha deliberato liberamente e il successivo referendum non ha raggiunto il quorum. L'articolo 13 resta intonso ed è quello che non consente la diagnosi pre-impianto. Il fatto che non sarà più possibile inserire ovuli con un unico impianto costringerà le donne all'iperstimolazione ovarica per produrre più ovociti e poi si creerà il problema del congelamento degli ovuli. Anche se salta il limite dei tre embrioni resta comunque la proibizione della riduzione embrionaria di gravidanze plurime anche perché studi scientifici dimostrano che si ottengono risultati migliori impiantando un solo ovulo. [FIRMA]GIACOMO GALEAZZI ROMA «Censurando le leggi basate su dogmi etici, la Consulta rende giustizia alle donne italiane, soprattutto rispetto alla legislazione di tanti paesi europei». Gianfranco Fini «benedice» la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato in parte la legge sulla fecondazione assistita. «Le istituzioni sono laiche, quindi se una norma si basa su dogmi etico-religiosi è sempre suscettibile di censura di costituzionalità», ammonisce il presidente della Camera scatenando una bufera politica che si proietta sul biotestamento approvato al Senato e passato ora alla Camera. Poco dopo essersi espresso a favore della sentenza della Consulta, Fini è stato protagonista a Montecitorio di un siparietto con il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. A chi gli chiedeva un commento, Casini stava dicendo di non aver ancora letto le parole di Fini, quando il presidente è comparso. «Tu commenta a prescindere», ha detto Fini al leader Udc. E Casini, ai microfoni: «Non so cos'ha detto, ma sono d'accordo». Fini, però, è tornato sui suoi passi e lo ha interrotto: «Non lo dire...». E in effetti, appresa la dichiarazione di Fini, Casini ha duramente criticato l'inquilino di Montecitorio. «Nel 2004 il Parlamento, con un voto ampiamente trasversale (che va rispettato anche da Fini che col suo partito vi concorse in modo determinante) ha legiferato laicamente su un tema eticamente sensibile- afferma Casini-.Il referendum che ne seguì, con un'astensione del 75%, ha dimostrato come il popolo italiano si ritrovasse pienamente nell'operato del Parlamento». Perciò Casini «respinge al mittente l'idea che la laicità dello Stato si debba difendere con slogan contro lo Stato etico, che in Italia ha avuto l'unica pratica applicazione durante il fascismo». E Luca Volontè del'Udc rincara la dose: «Fini cerca visibilità nel ruolo di ventriloquo dei radicali e rappresenta il peggior laicismo eugenetico del Paese. Almeno, per pudore, almeno eviti di ergersi a difensore delle donne italiane». Alle critiche a Fini da parte dei cattolici di ogni schieramento si unisce l'altolà della Santa Sede. «I dati della recente relazione al Parlamento dimostrano che la Legge 40, in questi tre anni di applicazione, ha funzionato sia per quanto riguarda la salute della donna, sia per quanto riguarda la tutela dell'embrione», protesta Radio Vaticana. Paola Binetti, «teodem» del Pd e numeraria dell'Opus Dei, l'abolizione del limite dei tre embrioni da impiantare pone dei problemi applicativi che potrebbero essere risolti «dalla revisione delle linee guida annunciata dal sottosegretario Roccella». Mentre il vescovo bieticista Elio Sgreccia e le associazioni cattoliche gridano all'eugenetica, la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro condivide «punto per punto» le parole di Fini e aggiunge: «Le linee guida sono un provvedimento amministrativo e non possono incidere ed entrare nel merito delle decisioni del legislatore». La sentenza della Consulta, concorda la maggior parte dei costituzionalisti, entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Ciò avverrà a metà mese, appena pronte le motivazioni e da quel momento sparirà il limite dei tre ovociti e si tornerà alla situazione anteriore al 2004. Barbara Pollastrini del Pd avverte: «Questo della fecondazione sia un monito per il biotestamento, finché siamo in tempo ricominciamo». I laici della maggioranza (come annunciato da Giuseppe Palumbo e Italo Bocchino) sono pronti a dar battaglia per modificare il testo approvato in Senato. Il fronte «pro-life» teme un'offensiva che, oltre a rimettere in discussione l'intero impianto della legge 40, stravolga il biotestamento. «Intervenga Berlusconi- invoca Margherita Boniver-.I sondaggi dicono che tre italiani su quattro sono per l'autodeterminazione». La legge 40 «tutela le donne», ribatte Roccella, «non è una norma cattolica ma un punto di equilibrio tra la salute della donna e la tutela della vita dell'embrione». www.lastampa.it/galeazzi

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fitto, ispettori al lavoro "fateci vedere le delibere" - gabriella de matteis (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina II - Bari Fitto, ispettori al lavoro "Fateci vedere le delibere" Acquisiti tutti gli atti dell´inchiesta sul ministro Magistrati nel mirino Visionate anche le copie delle conversazioni registrate per la "Fiorita" Italia dei valori ha organizzato per lunedì una manifestazione al Palagiustizia GABRIELLA DE MATTEIS Hanno chiesto i faldoni delle intercettazioni, le copie delle conversazioni, registrate soprattutto nella maxinchiesta conosciuta con il nome di "Fiorita". E poi le delibere regionali che costituiscono una parte del fascicolo. Sono queste le carte che gli ispettori del ministero della Giustizia stanno esaminando. Centinaia di documenti che costituiscono l´accusa di una delle due indagini che coinvolgono il ministro Raffaele Fitto. Al terzo piano del Palazzo di Giustizia di via Nazariantz il lavoro è frenetico. Gli ispettori rimarranno nel capoluogo pugliese sino a questo pomeriggio per poi rientrare a Roma e ritornare a Bari dopo le festività pasquali. Intanto hanno cominciato a leggere gli atti dell´inchiesta, come la richiesta di arresto, formulata per Fitto nel giugno del 2006 e ancora l´informativa della guardia di finanza. Perché l´ex governatore ai pubblici ministeri Lorenzo Nicastro, Roberto Rossi e Renato Nitti contesta la «ritardata» iscrizione nel registro degli indagati, ma anche e soprattutto la decisione della procura di chiedere le intercettazioni telefoniche partendo da fatti, sostiene il ministro, oramai datati. Gli ispettori hanno chiesto copia delle conversazioni registrate nell´ambito dell´inchiesta sulla "Fiorita" prima che Fitto venisse intercettato, a carico quindi di altri indagati, ma non solo. Tra le carte che i tecnici del ministero stanno visionando anche le intercettazioni, disposte successivamente e che, secondo i pm e gli uomini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, hanno contribuito a dimostrare il versamento di una tangente da parte dell´imprenditore Giampaolo Angelucci al movimento politico fondato da Fitto per le elezioni regionali del 2005. Quello degli ispettori è un´analisi della documentazione a tutto campo, un esame di tutte le carte sulle quali si fondano le accuse, contestate a Fitto nell´inchiesta "Fiorita", ma anche in quella sulla presunta svendita della Cedis. La procura ha assicurato la massima collaborazione al lavoro degli ispettori, ma nella seconda lettera, inviata al Csm, ha anche chiesto di conoscere qual è il limite dell´attività dei tecnici del ministero. Una questione delicata, non di poco conto sulla quale una prima pronuncia dell´organo di autotutela della magistratura potrebbe arrivare già oggi. Il comitato di presidenza che si riunirà questo pomeriggio deciderà se assegnare la pratica a una delle commissioni e quindi dare di fatto corso alla lettera dei tre pm, aprendo un procedimento per rispondere al loro quesito. E se dall´Anm è già arrivata una manifestazione di solidarietà ai sostituti procuratori baresi, l´Italia dei Valori, l´Osservatorio Regionale sulla Legalità e l´associazione contro la criminalità per la legalità per lunedì mattina hanno organizzato un sit per difendere, spiega il deputato Pierfelice Zazzera, «l´indipendenza della magistratura e la Costituzione». Davanti al Palazzo di giustizia di via Nazariantz i manifestanti esprimeranno la propria vicinanza ai pubblici ministeri, al centro degli esposti, scritti dall´ex governatore Raffaele Fitto e dal suo avvocato e compagno di partito Francesco Paolo Sisto. «A Bari - spiega ancora Zazzera - potrebbe replicarsi una storia già vista, dove un ministro tenta di difendersi dal processo e non nel processo».

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fitto, inchiesta al setaccio (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina I - Bari I magistrati inviati da Alfano hanno chiesto le intercettazioni e le delibere del procedimento sull´ex governatore Fitto, inchiesta al setaccio Tutte le carte agli ispettori. Il Pd insorge: gesto inaudito Hanno chiesto le intercettazioni dell´inchiesta e le delibere regionali, al centro di uno dei fascicoli che coinvolge Fitto. Gli ispettori del ministero della Giustizia stanno analizzando tutta la documentazione sulla quale si basa l´accusa nelle inchieste "Fiorita" e "Cedis". Oggi il Csm deciderà se aprire un procedimento sulla base della lettera nella quale i tre pm chiedono di sapere qual è il limite dell´azione ispettiva. E intanto è polemica politica. ALLE PAGINE II E III

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procuratore, corsa a due ma laudati è il favorito (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina II - Bari Il Csm ascolta i candidati: si ritira il pugliese Lucianetti Procuratore, corsa a due ma Laudati è il favorito Sino a pochi mesi fa era uno dei sostituti della Direzione nazionale antimafia Sarà una corsa a due quella per l´incarico di procuratore capo a Bari. Ieri la commissione del Csm ha discusso la pratica, procedendo con le audizioni dei candidati che hanno più possibilità a succedere ad Emilio Marzano. Si tratta di Antonio Laudati, campano e di Roberto Alfonso, originario di Catania. Il primo è favorito perché ha già una conoscenza del territorio della provincia di Bari. Sino a pochi mesi fa, infatti, era uno dei sostituti procuratori della Direzione nazionale antimafia e aveva come competenza proprio la Puglia. Ora, invece, è il responsabile della direzione della Giustizia penale del ministero. Roberto Alfano attualmente è sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia. Entrambi sostenuti dalla corrente di Magistratura Indipendente, ieri, sono stati ascoltati dalla commissione del Csm chiamati a formulare il proprio parere che dovrà poi essere approvato dal plenum dell´organo di autotutela della magistratura. Ha ritirato, invece, la propria candidatura Massimo Lucianetti, procuratore capo di Lucera. La quinta commissione, per la definizione della pratica, aspetta il parere del Consiglio giudiziario su un altro magistrato che aspira a diventare procuratore capo di Bari. Si tratta di Gaetano De Bari, sostituto procuratore nel capoluogo pugliese. Alfonso, ma soprattutto Laudati, restano però i candidati più accreditati a succedere ad Emilio Marzano che, in attesa della nomina del nuovo procuratore, sta reggendo l´ufficio giudiziario di Bari. Con la designazione del futuro capo della magistratura inquirente, lo scenario, al Palazzo di Giustizia di via Nazariantz, non è ancora definito. L´incarico di procuratore aggiunto che sino a dicembre ricopriva Giuseppe Carabba, ora a Taranto, è ancora vacante. E anche Marco Dinapoli, procuratore aggiunto con delega all´antimafia, potrebbe lasciare il capoluogo pugliese per andare a guidare la procura di Brindisi. (g.d.m.)

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ronde, il csm si spacca e mancino si astiene (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 7 - Attualità Ronde, il Csm si spacca e Mancino si astiene La maggioranza boccia comunque il provvedimento del governo ROMA. Sembrava si potesse raggiungere quasi l'unanimità. Invece il plenum del Csm si è spaccato sul parere al decreto sicurezza, che è comunque passato a larga maggioranza. A dividere i consiglieri è stata soprattutto l'ultima parte del documento, quella che boccia le ronde. A sorpresa su questo punto si è astenuto con i togati di Magistratura Indipendente (la corrente più moderata) il vice presidente del Csm Nicola Mancino, mentre hanno votato contro i laici del Pdl. «Sono contro l'introduzione delle ronde», ma «molto perplesso» sul fatto che il Csm possa esprimersi con un parere su un «tema che fa parte della politica», ha spiegato Mancino, che non ha votato nemmeno la parte del parere che critica le norme sul trattenimento degli stranieri irregolari nei Centri di identificazione. Critiche dalla maggioranza politica: il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano parla di atto «improprio» del Csm, e l'ex Guardasigilli Roberto Castelli invita la Corte dei conti a chiedere i danni al visto che il Consiglio si occupa di questioni su cui non è chiamato a esprimersi. Si tratta di «intimidazioni» replica dal Pd la capogruppo in Commissione Giustizia Donatella Ferranti. A far immaginare al Csm un esito diverso del voto era stato l'intervento del laico del Pdl Gianfranco Anedda, che aveva elogiato il documento messo a punto dalla Sesta Commissione del Csm. Un testo che boccia le ronde perchè così si deroga al principio che assegna la tutela della sicurezza all'autorità pubblica e per il rischio di incidenti, ma che nello stesso tempo apprezza la parte del provvedimento governativo che mira «a rafforzare gli strumenti per contrastare tutte le forme di aggressione sessuale». «E' un parere molto importante perchè non contiene una critica demolitrice, ma dà indicazioni migliorative», aveva detto Anedda parlando di una «collaborazione necessaria del Csm con la politica». Poco dopo, però, la gelata. Prima i togati di Magistratura Indipendente hanno annunciato la loro astensione sulla questione delle ronde («bisogna evitare il rischio di invadere il campo altrui»).

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Ora nasceranno meno gemelli? (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

A cura di Daniela Daniele e del dottor Andrea Borini, presidente dellOsservatorio sul turismo procreativo Cosa cambia dopo la sentenza della Corte Costituzionale per la fecondazione assistita? Per esserne sicuri, occorrerà leggere il dispositivo nella sua completezza. Sembra, che cambierà il numero di ovociti da poter inseminare e di embrioni da trasferire. Le coppie interessate non saranno più costrette a impiantare tre embrioni, come stabiliva la Legge 40, ma potremo trasferirne due e conservare gli altri. Quali sono i vantaggi offerti dalla possibilità di utilizzare più di tre embrioni? Se si mettono spermatozoi insieme con due ovociti, si avranno alte probabilità di ottenere un solo embrione. Se gli ovociti sono quattro o cinque saliranno le probabilità di ottenere più embrioni. E si potrà sceglierne uno o due, conservando gli altri per eventuali cicli successivi. In base a quali criteri avviene la selezione degli embrioni da utilizzare o da conservare? Secondo la morfologia, ovvero in base alla loro crescita ai primi giorni di sviluppo. La qualità dell'embrione è determinata dalle sue caratteristiche, come il numero delle cellule presenti e la loro simmetria. Sono giustificate le proteste di chi sostiene che in questo modo si violano principi etici? E’ improprio parlare di tecniche di tipo eugenetico, tese cioè a migliorare o condizionare la specie umana. Non si fa la selezione scegliendo, per esempio, il sesso del nascituro perché magari l’aspirante papà vuole lasciargli in futuro la guida della fabbrica. La scelta avviene per l’embrione che si mostra più in grado di portare a termine la gravidanza. Quali sono le caratteristiche che deve avere un embrione per essere giudicato adatto? Lo si capisce dal grado di divisioni cellulari. Per esempio: un embrione che in seconda giornata è diviso in quattro cellule ha più probabilità di uno diviso solo in due. Così come un embrione che presenta frammenti citoplasmatici ha meno probabilità di produrre una gravidanza di uno che non ne ha. Sono valutazioni morfologiche utilizzate nei laboratori di tutto il mondo. E’ comunque possibile per i genitori scegliere in anticipo il sesso del nascituro? Qualcuno lo chiede, ma in base alla legge gli si deve rispondere che non è consentito. La norma che prescriveva di impiantare tre embrioni favoriva la nascita di gemelli? Nei centri per la fecondazione artificiale che vantano buone percentuali di successo c’è stato un aumento delle gravidanze trigemine. In alcuni centri, prima della legge 40, si trasferivano solamente due embrioni proprio per cercare di limitare questi eventi, che sono un grande guaio. Dopo la legge, tutto questo non è stato possibile. E, per ammissione stessa del sottosegretario alla Salute Roccella, il nostro Paese ha ora una percentuale di gravidanze plurime superiore alla media europea. Così, in centri che funzionano bene, paradossalmente le gravidanze trigemine sono arrivate anche all’8-9%. Il divieto di produrre più di tre embrioni obbligava la donna a terapie ormonali? In assenza della facoltà di congelare più embrioni, e con l’obbligo di trasferirne tre in un unico atto, se la donna non rimane gravida è costretta a ripetere da capo tutto il ciclo per arrivare a produrre altri embrioni. A meno che non si sia rivolta a un centro dove si congelano ovociti. Ma, in Italia, questi sono pochi. Così spesso le donne si devono sottoporre a successive stimolazioni ormonali. In questi anni la legge è sempre stata rispettata alla lettera da tutti i medici? I medici sono tenuti al rispetto della legge. Ma poichè nessuna sanzione è prevista per la donna che rifiuta di farsi impiantare tre embrioni in una volta, in certi casi è stata la paziente a decidere di non volerli. Così gli embrioni sono stati congelati. Che cosa succede e che cosa succederà agli embrioni in sovrannumero? Di certo non potranno essere distrutti. E aumenterà il loro numero senza che ci sia una chiara idea di che cosa farne. Qualcuno ha proposto di renderli adottabili: è davvero una soluzione possibile? Su questa materia c’è molta incertezza per il futuro. In ogni caso, nessuno si permetterà di inseminare venti ovociti per ottenere diciotto embrioni, perché questo non ha una ragione medica di essere fatto. E sarebbe un tentativo evidente di ottenere embrioni soltanto per congelarli. Ma tre embrioni sono considerati troppo pochi da tutti. Si può fare una diagnosi preimpianto per individuare malattie genetiche? Sì, due tribunali hanno stabilito che la possibilità rientra nei diritti delle coppie che rischiano di trasmettere malattie genetiche ai figli. Ma anche gli embrioni nei quali viene riscontrata la patologia non possono essere distrutti, in attesa che in futuro si arrivi a una terapia genica. Dopo le modifiche decise dalla Consulta diminuirà il turismo procreativo? E’ molto probabile, anche perché le spese per andare a eseguire la terapia all’estero sono molto elevate. Quanto costa la fecondazione assistita in Italia e a carico di chi sono le spese? Un tentativo costa, in media, dai 3500 ai 4500 euro. Ma ci sono ospedali pubblici nei quali si pratica e anche molte cliniche private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. E’ vero che all’estero ci sono meno gravidanze plurime perché fanno aborti selettivi? Secondo i medici, semmai, il problema è che molte italiane, con tutte queste gravidanze trigemine, sono andate all’estero a fare l’aborto selettivo.

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(sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 03-04-2009 «Alleanza terapeutica da riaffermare» DA ROMA PIER LUIGI FORNARI L a sentenza della Corte costituzionale sulla legge 40 riaccende il dibattito e la polemica sulla legge per il fine vita. Il capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, torna a chiedere «una pausa di riflessione» , in nome dei valori della Costituzione. Diversa la posizione di Francesco Rutelli, che non chiede moratorie, ma invita a «dare molto di più l'ultima parola al medico anziché al giudice, mentre lamenta che la legge approvata al Senato «riguarda solo gli stati vegetativi» . Secondo il presidente del Copasir si deve evitare «di fare delle leggi che vadano troppo nel dettaglio di provvedimenti che invece l'evoluzione della scienza medica ci permette di affidare ai nostri medici» . Invece l'ex ministro della Sanità del centrosinistra, Livia Turco, si dice «contenta» della posizione assunta da Gianfranco Fini sulla legge ed ha auspicato «che faccia seguire al dire il fare. Che si adoperi per cambiarla». Ma il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, ribadisce che su questo punto «Fini è una minoranza nel Pdl. Anzi, una piccola minoranza» . I senatori che hanno votato la legge, specifica, «non sono tutti cattolici, ci sono i laici, gli ex socialisti. E i valori che difendiamo sono alla base della cultura occidentale, quelli del giuramento di Ippocrate: non dare il veleno al malato neanche se lo chiede » . «La posizione di Fini è totalmente differente da quella del suo partito», sottolinea Paola Binetti del Pd, augurandosi che non si traduca «in un rallentamento » della legge sul fine vita alla Camera. «Faremo di tutto perché ciò non accada» , assicura. Tra maggioranza ed esponenti più aperti dell'opposizione si tenta comunque un dialogo in vista di un eventuale miglioramento della legge sul fine vita, ma per ora le posizioni non collimano. È quanto emerso in un Forum sul tema organizzato da Direnew comunication, a cui hanno partecipato il presidente dell'Associazione medici chirurghi ospedalieri italiani ( Acoi), Rodolfo Vincenti, il vice presidente vicario dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello, la capogruppo Pd in commissione Sanità di Palazzo Madama, Dorina Bianchi, e il presidente dell'Associazione medici cattolici italiani ( Amci), Vincenzo Saraceni. Per la Bianchi «non c'è dubbio che la legge a Montecitorio cambierà, perché non avrebbe senso lasciarla così». «La Camera ha replicato Quagliariello deve avere la libertà di discutere, che abbiamo avuto noi senatori. Sono convinto che la legge abbia individuato dei principi di fondo che non devono cambiare. Nel perimetro designato da essi, se ci saranno dei miglioramenti, ben vengano» . Il vicecapogruppo del Pdl ha indicato come perfezionamenti possibili l'allargamento della platea dei pazienti per i quali far valere le dichiarazioni anticipate di trattamento ( dat), ma con tutte le garanzie del caso. E anche un miglioramento della terminologia, se possibile. Per dimostrare la volontà a non chiudere il confronto saranno promossi, dal gruppo del Pdl del Senato, una serie di seminari con chirurghi, rianimatori e anestesisti, e neurologi. Il professor Vincenzo Saraceni ha detto di accettare «pienamente l'impostazione globale della legge, per la quale la vita è indisponibile, e va difesa fino alla sua fine naturale, anche con la somministrazione di idratazione ed alimentazione » . Ha auspicato però «che si arrivi ad un punto di sintesi più avanzato possibile » . Secondo il presidente dell'Amci, poi, l'articolo 32 della Costituzione «non solo non esclude il rapporto con il medico ma anzi lo presuppone» , quindi qualunque ipotesi che «immagini il medico come un esecutore testamentario va rifiutata» . Per questo aver definito la norma come «disposizioni in materia di alleanza terapeutica» è molto importante. «Ma ha osservato c'è qualche punto in cui il fatto che si decide insieme è troppo sfumato» . Punto di scontro è stata la parola «vincolanti » relativo alle dat, soppressa dall'aula di Palazzo Madama, «peggiorando » la legge, secondo la Bianchi, perché sarebbe «stata svuotata di significato» . Quagliariello ha replicato che omettendo quel termine si è evitato un «elemento di confusione» , mentre la sostanza è rimasta la stessa, perché l'articolo 7 considerato come limitazione nella versione varata dalla commissione, «non è stato cambiato in una sola parola» . Sostanziale accordo sul divieto di includere idratazione ed alimentazione nelle dat. Il senatore del Pdl ha ricordato che essendo la comunità scientifica divisa sulla natura di tali sostegni vitali, si deve adottare un criterio di precauzione. Ma la senatrice del Pd ha puntualizzato che erano state proposte delle eccezionalità, per far sì che non ci sia accanimento terapeutico. Quagliariello, dopo aver fatto riferimento all'articolo 1 della legge in cui è espresso il divieto di un esito di questo tipo, ha sostenuto che solo l'emendamento della Bianchi aveva previsto una norma che evitava interventi esplicativi da parte della magistratura, ma è stato giudicato «ridicolo dalla sua parte politica» . il dibattito Saraceni (Medici cattolici): nella legge il punto è troppo sfumato Quagliariello (Pdl): ben vengano i miglioramenti

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Il Csm si divide ma boccia le ronde Il Pdl: è ingerenza (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 03-04-2009 Il Csm si divide ma boccia le ronde Il Pdl: è ingerenza DA ROMA DANILO PAOLINI I l pronostico era per un voto a larghissima maggioranza, invece ieri il Csm si è diviso sulle ronde previste dal governo nel decreto legge in materia di sicurezza. Un colpo di scena che ha alimentato ancora di più lo scontro politico a proposito dei frequenti pronunciamenti dell'organo di autogoverno della magistratura sulle iniziative legislative dell'esecutivo. La maggioranza ha infatti rilanciato l'accusa di 'invasione di campo' da parte di Palazzo dei Marescialli, con il quale si è schierato il Partito democratico, contro quelle che definisce «le intimidazioni» del centrodestra. Per la cronaca, il parere elaborato dalla sesta commissione e di cui abbiamo riferito ieri, è stato approvato nel complesso a larga maggioranza. Ma sul giudizio molto negativo formulato sulle ronde, le cose sono andate diversamente: i consiglieri 'laici' del Pdl hanno votato contro, mentre il vicepresidente Nicola Mancino e i togati di Magistratura indipendente (la componente più moderata) si sono astenuti. «Sono contro l'introduzione delle ronde ha precisato Mancino ma anche «molto perplesso» sull'opportunità, per il Consiglio superiore della magistratura, di esprimersi con un parere su «un tema che fa parte della politica». Con la stessa motivazione, il vicepresidente non ha votato nemmeno la parte del documento che critica l'estensione fino a 6 mesi della permanenza degli immigrati irregolari nei Centri di identificazione ed espulsione. Spaccatura, dunque. Eppure il dibattito aveva fatto intravedere la possibilità di un consenso quasi unanime, soprattutto dopo che il 'laico' Gianfranco Anedda (Pdl) aveva speso parole di elogio per il parere, nel quale si ipotizza l'incostituzionalità delle ronde ma al contempo si promuovono le altre misure volute dal governo per contrastare la violenza sessuale. Benvenga, aveva sottolineato Anedda, «una critica non demolitrice, ma che dà indicazioni migliorative». Poi però, parlando delle ronde, il consigliere di Mi Antonio Patrono aveva obiettato che su una materia «estranea alla nostra competenza è opportuno evitare anche solo di correre il rischio di invadere il campo altrui». Identiche le argomentazioni del suo collega Cosimo Ferri. E del 'laico' del Pdl Michele Saponara, secondo il quale il Csm è responsabile di un'autentica «ingerenza» nelle prerogative del governo e del Parlamento. Molto pesanti le reazioni nel mondo della politica. Il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano ha definito «improprio» l'atto di Palazzo dei Marescialli e si è ironicamente «meravigliato che il Csm non abbia ancora discusso e votato una delibera sul comportamento dell'arbitro nella partita Italia-Irlanda di mercoledì». La curiosità principale di Mantovano è «capire che cosa c'entra con l'autogoverno della magistratura una questione che ha inerenza stretta con la sicurezza». Attacca invece sul fronte economico l'ex-ministro della Giustizia Roberto Castelli (Lega), oggi sottosegretario alle Infrastrutture, che ha invitato la Corte dei Conti «ad aprire una procedura per danno erariale presso il Csm, visto che il Consiglio passa il suo tempo, che costa tantissimo ai cittadini, a occuparsi di questioni su cui non è chiamato a esprimersi». Ma per Donatella Ferranti del Pd «è inaccettabile il tentativo del centrodestra di contestare la legittimità dei pareri del Csm: sono critiche gravi, che suonano come vere e proprie intimidazioni». Mancino: parere inopportuno Mantovano attacca: atto improprio. Il Pd al centrodestra: intimidazioni

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(sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 03-04-2009 «Ma adesso io vedo profilarsi contraddizioni» DA MILANO « S ono confusa e perplessa. La legge com'era aveva una sua coerenza. Ora sembra che ci siano norme in contraddizione tra loro» . La ginecologa E- leonora Porcu, responsabile del Centro sterilità dell'Ospedale Sant'Orsola- Malpighi di Bologna, si dichiara disorientata dalla decisione della Consulta di bocciare alcune parti della legge 40 e puntualizza: «La legge permetteva già una certa libertà di manovra per personalizzare le terapie a seconda dell'età delle pazienti. Certamente non si può lasciare all'interpretazione degli operatori il futuro della legge » . La Corte Costituzionale ha bocciato il limite massimo di tre embrioni da generare, ma non il divieto di congelarli e distruggerli, generando più di un dubbio. «Sono rimasta sconcertata dichiara la Porcu . È stata bocciata la prescrizione di un unico impianto di embrioni, non più di tre. Sembra quindi che sia possibile generare più di tre embrioni. D'altro lato resta vietata la crioconservazione e la distruzione degli embrioni. Ma se si produce un numero di embrioni superiori al necessario, si avranno di nuovo embrioni soprannumerari. Che destino avranno? E noi operatori come dobbiamo comportarci tra due ingiunzioni contraddittorie?» . Tra le accuse alla legge, il rischio di gravidanze trigemellari è uno dei più noti, ma non è inevitabile, commenta la dottoressa Porcu: «La legge dice che si possono generare tre embrioni al massimo ma non obbligatoriamente. La gravidanza trigemellare, sebbene non sia auspicabile, è però un fatto che può accadere naturalmente. Quindi il limite di tre embrioni stabilito dalla legge rientra in un ambito di prudenza e di compatibilità con un'eventuale gravidanza» . Ma quel che più conta è che «il numero massimo di tre non obbliga a generarne tre, ma non più di tre. Nel caso di una donna di età più avanzata, quindi con una fertilità meno rigogliosa, ha senso trasferirne tre. Se viceversa l'età è più giovane e quindi si è in presenza di una maggiore fertilità potenziale, è opportuno inseminare un numero minore di ovociti e di conseguenza trasferire meno di tre embrioni. Questo è il comportamento cui mi sono sempre attenuta, scegliendo di volta in volta la strategia migliore, personalizzando le terapie opportune per le pazienti» . Ora prevale il disorientamento. «E altrettanto ve ne sarà nelle coppie. La legge bilancia opportunamente i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito: è ormai provato che sono norme logiche e attuabili» . O- ra invece «nessuno può sostenere con certezza puntualizza la Porcu che c'è libertà di generare un numero superiore di embrioni e poi invocare lo stato di necessità della salute della donna per non impiantarne alcuni. Certamente serviranno istruzioni agli operatori: non può essere la loro interpretazione personale a declinare l'attuazione della legge» . Enrico Negrotti Eleonora Porcu: non si può lasciare agli operatori l'interpretazione dei vari articoli

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Fecondazione, Schifani ribatte: "Fini sbaglia La legge 40 è buona" (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 80 del 2009-04-03 pagina 0 Fecondazione, Schifani ribatte: "Fini sbaglia La legge 40 è buona" di Redazione Fisichella replica duramente a Fini che aveva difeso la sentenza della Consulta: "Nuova schiavitù all’orizzonte". Intanto la politica si divide. D'Alema: "Il Parlamento corregga la legge". Ma Sacconi: "Non si tocca" Roma - "E' la legge 40 e non la decisione della Corte costituzionale che difende la salute delle donne". E' il pensiero di monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia per la vita, espresso il giorno dopo l’intervento di Gianfranco Fini a favore della pronuncia della Consulta che ha bocciato in parte la legge sulla fecondazione assistita. Intanto la politica si divide. Da una parte D'Alema chiede al governo di rivedere la legge, dall'altra il ministro Sacconi e il presidente del Senato Renato Schifani la difendono."Fini ha sbagliato - ha tuonato il numero uno di Palazzo Madama - la legge 40 è buona". Fisichella scende in campo "La legge 40 è stata una legge che, certamente non cattolica, ha voluto intervenire in difesa della salute delle donne", ha detto l’arcivescovo a margine di un convegno promosso a Roma dall’Unione cattolica stampa italiana. "Temo - ha proseguito Fisichella - che tante sperimentazioni selvagge che venivano fatte in passato possano ritornare. C’è una nuova schiavitù all’orizzonte. Se cadiamo in una forma di eugenetica dobbiamo guardare al futuro con molto timore". La sentenza della Corte costituzionale è a favore della salute delle donne? "Bisognerà dimostrarlo", risponde il presule. "Se dovrà essere continuamente stimolata per produrre ovuli, per la donna è una passeggiata? Ditemi se questa è la salute delle donne e poi parliamo con cognizione di causa. Bisogna sapere ciò di cui si parla". Schifani: "Fini ha sbagliato" Il presidente del Senato, Renato Schifani, non condivide le critiche di Gianfranco Fini sulla legge 40: "Una legge quando affronta tanti passaggi parlamentari, un dibattito lungo con voti segreti, nei quali i parlamentari votano secondo coscienza e non sulla base di dogmi, è una buona legge". "Per cui a parlare di dogmi troverei qualche difficoltà", ha sostenuto Schifani che, nel viaggio a Herat per presenziare la cerimonia del passaggio delle consegne tra gli alpini della Brigata Julia e i paracadutisti della Folgore, ha bollato la sentenza della Consulta. D'Alema: "Correggere la legge" "La sentenza della Corte Costituzionale chiarisce, al di là di ogni ragionevole dubbio, che alcuni principi della legge sulla fecondazione artificiale sono contrari alla Costituzione, oltre che al buon senso". Ora, afferma Massimo D’Alema a margine della presentazione del nuovo numero dei Quaderni di Italianieuropei, "il Parlamento deve mettere mano alla legge per correggerla in modo che sia più utile e rispondente ai principi costituzionali". Sacconi: "La legge non si tocca" Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ritiene che "la legge 40 sia una buona legge e non credo si ponga necessariamente l’esigenza di correggerla". Secondo il ministro, infatti, "bisogna leggere le motivazioni della sentenza della Consulta e vedere se è possibile, cosa molto probabile, attraverso le linee guida interpretare il combinato disposto. La sentenza ha annullato una parte ma ha solidamente confermato l’impianto principale della legge, nonostante i ricorsi". Per il ministro, infatti, la legge 40 "è una buona legge e - aggiunge - ho rispetto del Parlamento che l’ha approvata". A proposito delle dichiarazioni fatte dal presidente della Camera Gianfranco Fini, Sacconi preferisce non commentare: "Rispetto sempre le cariche istituzionali". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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La sentenza è un mostro che non sta in piedi (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 80 del 2009-04-03 pagina 0 La sentenza è un mostro che non sta in piedi di Paolo Becchi In attesa di leggere le motivazioni con cui la Corte costituzionale ha dichiarato - per alcune parti molto circoscritte - l’illegittimità costituzionale della legge sulla procreazione medicalmente assistita, si può - a caldo - subito rilevare nella decisione una prima evidente contraddizione. Per un verso infatti la Corte, nella decisione che ha preso, ritiene illegittimo che il numero di embrioni prodotto, per ogni singolo tentativo, sia «non superiore a tre», come prevedeva la legge, per l’altro dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale con riferimento al divieto posto dalla legge medesima di «crioconservazione» e di «soppressione degli embrioni» prodotti dalle tecniche di fecondazione artificiale. Il legislatore - lo si voglia criticare o meno - era stato coerente: aveva limitato la produzione del numero degli embrioni, cercando in tal modo di evitare il problema di cosa fare di quelli cosiddetti soprannumerari. Contrariamente a quello che solitamente si dice, il legislatore italiano non era affatto isolato in questa sua scelta a livello europeo: la Germania, l’Austria e la Svizzera prevedono disposizioni analoghe riguardo al limite dei tre embrioni. Una norma prudenziale che è oggi confermata dal progresso delle tecniche, grazie alle quali non è più necessario, come un tempo, produrre molti embrioni per ottenere un risultato positivo, per cui la tendenza è semmai a produrne il meno possibile onde evitare tutti i problemi etici connessi. Ora, la decisione della Corte è veramente paradossale: per un verso si potranno produrre più embrioni, per l’altro non potranno più essere crioconservati, né distrutti. Dovranno forse essere tutti impiantati con grave danno per la salute della donna? Certamente no, ma allora cosa si dovrà fare degli embrioni soprannumerari che andranno ad aggiungersi agli oltre trentamila embrioni già esistenti e di cui oggi più nessuno parla - prodotti di scarto delle tecniche di produzione assistita prima che entrasse in vigore la tanto vituperata legge? Com’è noto la legge, su cui ora si è espressa la Corte, era già stata sottoposta alla sua attenzione in occasione del referendum abrogativo, e proprio uno dei quesiti referendari riguardava la richiesta di abrogare quelle disposizioni della legge che impediscono la produzione di più embrioni e la loro crioconservazione. La richiesta era del tutto coerente, perché è palese che non si può volere una cosa senza l’altra. La Corte ritenne in quell’occasione legittimo proprio quel quesito, insieme ad altri, ma non ritenne invece lecito il quesito che mirava all’abrogazione dell’intera legge. Fu una soluzione pilatesca che, se gli italiani avessero fatta propria approvando il referendum, ci avrebbe restituito una legge trafitta da colpi e d'impossibile applicazione. Ebbene, ora la Corte è riuscita a realizzare, almeno in un punto, proprio questo, con una decisione cerchiobottista per cui da un lato si ritiene legittima la produzione di più embrioni e dall’altro illegittima la loro crioconservazione e distruzione. Dulcis in fundo: Questa legge sulla procreazione assistita è stata approvata dal Parlamento con una maggioranza ampia e trasversale, è stata oggetto di un referendum popolare che l’ha confermata, proprio anche sul punto che oggi la Corte ha ritenuto in parte di dichiarare incostituzionale. Non so se questo sia il primo caso, ma va comunque sottolineato: ciò che è stato voluto dal Parlamento e confermato dal popolo con il referendum viene ora messo in discussione dalla Corte con una decisione che in parte dà ragione ai promotori del referendum. Difficile contestare che qui la Corte si sia sostituita al popolo e alla sua sovranità. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Fecondazione, Schifani stoppa Fini: "È una buona legge, senza dogmi" (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA La legge sulla fecondazione assistita «è una buona legge, di libertà, anche perchè non vi può essere alcuna ingerenza dei partiti o di altro, per cui a parlare di dogmi troverei qualche difficoltà». Lo dice il presidente del Senato, Renato Schifani, tornando a parlare da Herat, in Afghanistan, delle recenti polemiche dopo la sentenza della Consulta che dichiara illegittime alcune norme della legge 40 sulla fecondazione assistita. Secondo il presidente della Camera Gianfranco Fini, invece, è una sentenza che «rende giustizia alle donne». Alla domanda dei giornalisti se siamo in uno Stato laico o in uno Stato etico, Schifani replica subito: «Stato laico. Significa non rinunciare alle responsabilità tutte le volte che ci si rende conto che ci sono vuoti normativi da colmare. Quindi, personalmente, non riscontro nella legge sul testamento biologico e sulla legge 40 una presenza di eticità nella vita parlamentare, in particolare in tutte quelle leggi dove ci sono voti segreti. Lì sono le coscienze che decidono e non i dogmi». «Una legge -ha proseguito il presidente del Senato- quando affronta un dibattito lungo, soprattutto tanti passaggi parlamentari con scrutini segreti nei quali si vota secondo coscienza e non sulla base di dogmi è una buona legge». E ancora: «Nella legge 40 si andò oltre la maggioranza, confluirono i voti di Rutelli e della Margherita». «Ricordo che questo limite (del numero degli embrioni, ndr) -ha proseguito ancora Schifani- ha costituito oggetto di ampio dibattito più di tipo clinico-scientifico che dogmatico. Molti voti segreti hanno confermato un orientamento del Parlamento». E, infine, sulla Corte Costituzionale, dopo la sentenza sulla legge 40: «La Consulta ha il dovere di vigilare che la legge rispetti dei principi».

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Fecondazione, Schifani attacca Fini "La 40, legge buona e di libertà" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA - Quella sulla fecondazione assistita è "una buona legge, di libertà", votata secondo coscienza dai parlamentari su cui non c'è alcun rischio di dogmatismo, così come non si riscontra la presenza di una "eticità" nella vita delle istituzioni. Il presidente del Senato, Renato Schifani, difende la legge 40 dopo la decisione della Corte Costituzionale che ne ha bocciate alcune parti e, di fatto, replica a Gianfranco Fini, che ieri aveva parlato di "una sentenza che rende giustizia alle donne", sottolineando che "una legge basata su dogmi etico-religiosi è sempre suscettibile di censura di costituzionalità". Da Herat, in Afghanistan, dove si trova per un passaggio di consegne fra i militari italiani, Schifani osserva che "una legge, quando affronta un dibattito lungo e tanti passaggi parlamentari con voti segreti nei quali si vota secondo coscienza e non sulla base di dogmi, è una buona legge, di libertà anche perché non vi può essere alcuna ingerenza dei partiti o di altri". "La Corte Costituzionale - aggiunge il presidente del Senato - sta lì a vigilare sui principi. Devo dire che la legge sul testamento biologico e la legge 40 hanno visto tanti voti segreti, nei quali il parlamentare vota secondo coscienza e secondo il suo credo religioso, ma da qui a parlare di dogmi, troverei qualche difficoltà". Per il primo inquilino di Palazzo Madama - che ricorda anche come nel caso dell'approvazione della legge 40 ci sia stata una convergenza "superiore alla maggioranza di cartello" - non vi è alcun rischio di una trasformazione dell'Italia in Stato etico: "Stato laico significa non rinunziare alle proprie responsabilità tutte le volte che ci si rende conto che ci sono vuoti normativi da colmare. Quindi personalmente - conclude - non riscontro nella legge sul testamento biologico o nella legge 40 la presenza di una eticità della vita parlamentare, così come in tutte quelle leggi approvate con voti segreti. Lì sono le coscienze che decidono non i dogmi". OAS_RICH('Middle'); (3 aprile 2009

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Fecondazione, Schifani ribatte a Fini: "Sbaglia Legge 40 senza dogmi" (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 80 del 2009-04-03 pagina 0 Fecondazione, Schifani ribatte a Fini: "Sbaglia Legge 40 senza dogmi" di Redazione Fisichella replica duramente a Fini che aveva difeso la sentenza della Consulta: "Nuova schiavitù all’orizzonte". Intanto la politica si divide. D'Alema: "Il Parlamento corregga la legge". Ma Sacconi: "Non si tocca" Roma - "E' la legge 40 e non la decisione della Corte costituzionale che difende la salute delle donne". E' il pensiero di monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia per la vita, espresso il giorno dopo l’intervento di Gianfranco Fini a favore della pronuncia della Consulta che ha bocciato in parte la legge sulla fecondazione assistita. Intanto la politica si divide. Da una parte D'Alema chiede al governo di rivedere la legge, dall'altra il ministro Sacconi e il presidente del Senato Renato Schifani la difendono."Fini ha sbagliato - ha tuonato il numero uno di Palazzo Madama - la legge 40 è buona". Fisichella scende in campo "La legge 40 è stata una legge che, certamente non cattolica, ha voluto intervenire in difesa della salute delle donne", ha detto l’arcivescovo a margine di un convegno promosso a Roma dall’Unione cattolica stampa italiana. "Temo - ha proseguito Fisichella - che tante sperimentazioni selvagge che venivano fatte in passato possano ritornare. C’è una nuova schiavitù all’orizzonte. Se cadiamo in una forma di eugenetica dobbiamo guardare al futuro con molto timore". La sentenza della Corte costituzionale è a favore della salute delle donne? "Bisognerà dimostrarlo", risponde il presule. "Se dovrà essere continuamente stimolata per produrre ovuli, per la donna è una passeggiata? Ditemi se questa è la salute delle donne e poi parliamo con cognizione di causa. Bisogna sapere ciò di cui si parla". Schifani: "Fini ha sbagliato" Il presidente del Senato, Renato Schifani, non condivide le critiche di Gianfranco Fini sulla legge 40: "Una legge quando affronta tanti passaggi parlamentari, un dibattito lungo con voti segreti, nei quali i parlamentari votano secondo coscienza e non sulla base di dogmi, è una buona legge". "Per cui a parlare di dogmi troverei qualche difficoltà", ha sostenuto Schifani che, nel viaggio a Herat per presenziare la cerimonia del passaggio delle consegne tra gli alpini della Brigata Julia e i paracadutisti della Folgore, ha bollato la sentenza della Consulta. D'Alema: "Correggere la legge" "La sentenza della Corte Costituzionale chiarisce, al di là di ogni ragionevole dubbio, che alcuni principi della legge sulla fecondazione artificiale sono contrari alla Costituzione, oltre che al buon senso". Ora, afferma Massimo D’Alema a margine della presentazione del nuovo numero dei Quaderni di Italianieuropei, "il Parlamento deve mettere mano alla legge per correggerla in modo che sia più utile e rispondente ai principi costituzionali". Sacconi: "La legge non si tocca" Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ritiene che "la legge 40 sia una buona legge e non credo si ponga necessariamente l’esigenza di correggerla". Secondo il ministro, infatti, "bisogna leggere le motivazioni della sentenza della Consulta e vedere se è possibile, cosa molto probabile, attraverso le linee guida interpretare il combinato disposto. La sentenza ha annullato una parte ma ha solidamente confermato l’impianto principale della legge, nonostante i ricorsi". Per il ministro, infatti, la legge 40 "è una buona legge e - aggiunge - ho rispetto del Parlamento che l’ha approvata". A proposito delle dichiarazioni fatte dal presidente della Camera Gianfranco Fini, Sacconi preferisce non commentare: "Rispetto sempre le cariche istituzionali". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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