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Report "Giustizia"   19-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

De Magistris alle europee con Idv ( da "Giornale di Calabria, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ufficio e dalle sue funzioni di pm dalla sezione disciplinare del Csm e che ora fa il giudice a Napoli, ha consegnato personalmente la sua domanda a Palazzo dei marescialli. Domanda su cui deve pronunciarsi in prima istanza la Quarta Commissione. Voci su una sua candidatura alle europee circolavano da tempo.

C'era una volta la sera dei "ballunetti" ( da "Stampa, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale in quanto vengono lese le competenze regionali in materia di energia e di ambiente. VIRGINIO FADDA, AGOSTINO TORCELLO (MODA) e MARCO CAVIGLIONE (Medici per l'Ambiente) Savona Caccia, un cairese contesta il sindaco I Comuni non hanno competenza sulla caccia ma il sindaco cairese Briano dichiara di apprezzare la proposta del senatore Franco Orsi di permettere la

L'editto bulgaro tedesco ( da "EUROPA ON-LINE" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: È successo al primo cancelliere Konrad Adenauer, che criticò una sentenza a lui scomoda della corte costituzionale e fu subito isolato anche dai compagni di partito. E potrebbe succedere anche a Koch, visto che le sue motivazioni non convincono nessuno.

China Rural Subsidies Spur GM's Sales More Than $13.4 Billion U.S. Bailout ( da "Bloomberg" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: " said Yale Zhang, a consultant at CSM Asia in Shanghai. "It looks like the government wants to make that happen." The auto subsidies fit into China's wider push to help spread economic growth into rural areas, heavily dependent on agriculture. The rural areas are home to about half of the country's 1.

Nessuna ripercussione per l'accusato anche se le regole di partito prevedono l'espulsione ( da "Stampa, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: arriva il giorno dopo l'annuncio e lo stesso giorno del via libera del Csm e della presentazione della candidatura alle Europee di De Magistris (insieme a quelle del giornalista Carlo Vulpio e di Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe, vittima di mafia) da parte del leader di Italia dei valori, Antonio Di Pietro.

Quando Gigi entrò in magistratura, nel 1995, Tonino aveva già attaccato al chiodo la sua t... ( da "Stampa, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La mannaia della Disciplinare del Csm ha decapitato la sua Procura, dopo aver trasferito ad altra sede e ad altra funzione lo stesso De Magistris. E adesso Salerno e De Magistris sono indagati per abuso d'ufficio dalla Procura di Roma. Gigi (Gioacchino) e Tonino, si sono sfiorati in questi anni.

Tutti i se del biotestamento ( da "Corriere.it" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Prevedibile, a suo parere, il ricorso alla Corte Costituzionale. E non è escluso quello, tramite referendum abrogativo, al cittadino, «che ha più buon senso di tanti parlamentari». «Alimentare il paziente clinicamente in coma, senza morte cerebrale, è doveroso», ribatte Melania Rizzoli.

Madagascar, Rajoelina ha preso il potere ( da "Corriere.it" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex capo della Corte costituzionale. Con la sua presenza ha cancellato così ogni legittima critica al fatto che Rajoelina, secondo la Carta, è troppo giovane per diventare capo dello Stato. Il palazzo presidenziale ad Antananarivo (Afp) IL CASO DAEWOO - Ravalomanana ha denunciato che il suo rivale ha preso il potere con mezzi anticostituzionali.

De Magistris indagato ( da "Giornale di Brescia" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In mattinata aveva dovuto rispondere anche al vice presidente del Csm Nicola Mancino, che aveva auspicato un intervento legislativo per vietare ai magistrati che, come lui, scelgono la politica di tornare a fine mandato a indossare la toga: «La mia è una scelta irreversibile, anche qualora non dovessi essere eletto», aveva assicurato.

IN CITTÀ Vietato legare le bici ai pali nEdizione del Giornale di... ( da "Giornale di Brescia" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 3 e 36 della Costituzione, la giurisprudenza della Corte costituzionale (sentenza 1/2/97 n. 974), gli art. 12 e 23 della Carta Europea di Strasburgo del 3/5/96, gli art. 2, 3, 136 e 141 del trattato istitutivo della Ue del 25/3/57, il trattato di Maastricht, il trattato di Amsterdam del 2/10/97;

roberti procuratore di salerno il csm lo designa all'unanimità ( da "Repubblica, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sospeso dalle funzioni e dallo stipendio dal Csm per lo scontro con la procura generale di Catanzaro sulle indagini avocate all´ex pm Luigi De Magistris. La sua nomina è stata decisa all´unanimità dal plenum del Csm. Napoletano, 61 anni, Roberti ha detto: «Questo nuovo incarico mi motiva fortemente.

Feltre fuori dalla Cmf, Dal Sasso ricorre al Tar ( da "Corriere delle Alpi" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giudici amministrativi non si pronunci la Corte costituzionale alla quale si è rivolta la Regione chiedendo di annullare quella parte della Finanziaria 2007 con cui si è legiferato in materia di comunità montane. Un'ingerenza, secondo i legali di Venezia, che potrebbe portare ad una revisione della legge e quindi anche alla cancellazione dei suoi effetti su tutte le comunità montane.

cooperativa sociale, rilanciata l'attività ( da "Messaggero Veneto, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il responsabile del Csm est, Stefano Petriccioli, e l'operatrice sociale Carla Ius. Gregoris, in particolare, ha enfatizzato l'importanza delle cooperative sociali nel territorio («Sono entrate nel cuore dei sanvitesi») e di questa realtà («É figlia della comunità e patrimonio di tutti»), ricordando che si tratta, soprattutto,

Biotestamento Berlusconi al Pdl: si deve votare compatti ( da "Unita, L'" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Tale legge è destinata inevitabilmente a infrangersi contro la Corte Costituzionale». È Umberto Veronesi - a lungo applaudito - a ribadire che alimentazione e idratazione «sono trattamenti medici» e quindi non possono essere imposti ad un paziente. Raffaele Calabrò, relatore del Ddl, difende il lavoro svolto - cita Enzo Iannacci cantante, nonché medico «laico».

Inchiesta Dal Parlamento ai sindacati, ecco i nuovi Faraoni ( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: al Csm. Nella casta delle università pubbliche, dei concorsi e delle baronie accademiche. Il saggio di Forbice (vicedirettore del giornale radio Rai e conduttore su Radio1 di Zapping) e Mazzuca (ex direttore di Qn e Resto del Carlino, ora parlamentare del Pdl) denuncia come le «mille caste del potere pubblico stiano dissanguando»

De Magistrisindagato. Mancino: fuorii pm candidati ( da "Secolo XIX, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: De Magistrisindagato. Mancino: fuorii pm candidati toghe e politica L'ex pm di Catanzaro sotto inchiesta: abuso d'ufficio. Il vicepresidente del Csm: non tornino i magistrati che si candidano alle elezioni 19/03/2009

Indagato ( da "Tempo, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intervento addirittura di Giorgio Napolitano e quello del Csm — e nella quale si sono trovati invischiati e poi scagionati Romano Prodi e Clemente Mastella. I reati ipotizzati sarebbero quelli di abuso d'ufficio — per aver eseguito una perquisizione che sarebbe andata oltre le necessità investigative e sarebbe stata realizzata in modi «anomali» —

Quel cursus honorum che porta sempre a sinistra ( da "Tempo, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: obbligando il Csm a duri interventi. De Magistris ha fatto meglio e di più: ha dato un contributo non secondario nella caduta del governo Prodi. L'ipotesi accusatoria della sua inchiesta, infatti lo ha portato a indagare su Romano Prodi, il suo Guardasigilli Clemente Mastella, il deputato del Pd —

LE TOGHE IN POLITICA ( da "Stampa, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il presidente del Csm, Nicola Mancino, ha affermato che occorrerebbe introdurre la regola secondo cui un magistrato che entra in politica deve rinunciare per sempre alla toga. Perché, ha specificato il presidente, candidandosi il giudice o il pubblico ministero dimostra di essere diventato parte politica.

messineo, il csm verso l'archiviazione "nessun contatto tra il cognato e la mafia" ( da "Repubblica, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm verso l´archiviazione "Nessun contatto tra il cognato e la mafia" La decisione dopo aver ascoltato i pm che hanno indagato sul parente del magistrato ROMA - La Prima Commissione del Csm sta per chiudere all´unanimità e con l´archiviazione il caso del procuratore di Palermo Francesco Messineo, cognato di un imprenditore,

Mancino: <Chi va in politicanon torni a fare il giudice> ( da "Secolo XIX, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: candidatura di de magistris Monito del vicepresidente del Csm. Indagato l'ex pm di "Why not" Roma. Ha letto le agenzie, dottor De Magistris? Lei risulta indagato a Roma per il reato di concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio in relazione all'inchiesta della procura generale di Catanzaro che indagò per gli stessi reati anche sette pm della procura di Salerno.

Medici e clandestini, è rivolta nel Pdl ( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Una parte del parlamento e della maggioranza - dice Stefano Biasioli, presidente del sindacato medici ospedalieri Cimo-Asmd - ha capito che i sindacati dei medici non scherzavano quando hanno detto che in caso di approvazione della norma avremmo fatto un immediato ricorso alla Corte costituzionale e alla Corte europea».

Il pm anticamorra nella procura dei veleni ( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Al magistrato sono arrivati attestati di stima da parte di tutti i componenti del Csm. Franco Roberti è noto per il suo impegno sin dal 1982 in inchieste delicate contro la camorra. Ha iniziato la sua carriera in Toscana nel 1975, ma è tornato dopo poco nella regione d'origine, a Sant'Angelo dei Lombardi, dove si è occupato dei processi sul terremoto che ha devastato l'Irpinia.

Palazzo dei Marescialli salva Messineo ( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: archiviazione il fascicolo aperto dalla prima commissione del Csm in merito alle notizie di stampa su un'indagine per mafia inerente il cognato del procuratore capo di Palermo Francesco Messineo. Dopo le audizioni svolte questo pomeriggio, durante le quali sono stati sentiti Antonio Ingroia, Annamaria Picozzi e Gaetano Paci, procuratore aggiunto e sostituti nell'ufficio siciliano,

Separazione delle carriere ( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La richiesta, informale, è arrivata dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, che ha invocato una legge ad hoc per impedire a qualsiasi magistrato buttatosi in politica di tornare a vestire la toga. Dopo averne tanto discusso, questa è la prima separazione delle carriere che la magistratura sembra accettare.

Magistrati, chi esce non rientra ( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di Paolo Silvestrelli Il vicepresidente del Csm chiede una norma ad hoc. Intanto l'ex pm viene iscritto tra gli indagati a Roma Magistrati, chi esce non rientra Mancino: sì a De Magistris in politica ma dopo niente toga Il messaggio del vice presidente del Csm Nicola Mancino è stato chiaro: «le toghe che entrano in politica lascino per sempre la magistratura».

DOMANI e dopodomani Ascoli ospiterà l'annuale convegno nazionale del ce... ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Presidente del Centro Nazionale e Consigliere della Corte di Cassazione, addetto alla Corte Costituzionale. Tra i relatori spiccano qualificati esponenti del mondo universitario come la professoressa Paola Olivelli, preside facoltà di giurisprudenza dell'Università di Macerata; il professor Roberto Pessi, preside Facoltà Giurisprudenza Università Luiss;

Il pasticciaccio del magistrato che fa politica ( da "Eco di Bergamo, L'" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vista la gragnuola di critiche che gli sono piovute addosso (su tutti il vicepresidente del Csm Nicola Mancino: «I magistrati che scelgono la politica non dovrebbero più tornare in magistratura»), De Magistris ha annunciato che in tribunale non ci tornerà mai più. Bene: ha scoperto l'amore per la politica, non è certo il primo magistrato a cui capita e non sarà l'ultimo.

Mancino a De Magistris <O la toga o la politica> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il vice presidente del Csm: basta rientri a fine mandato Il magistrato con Di Pietro. È indagato per abuso d'ufficio Mancino: una volta candidato, il giudice ammette d'essere divenuto parte perché si è schierato con una forza politica; per questo venga stabilito per legge il divieto di rientrare tra i giudici Giovedì 19 Marzo 2009 GENERALI,

<Legittimo il governo del Madagascar> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lo ha decretato ieri la Corte costituzionale definendo valida l'ordinanza con cui martedì i vertici militari hanno trasferito i poteri a Rajoelina. La Corte ha precisato che il mandato è di 24 mesi, termine entro il quale Rajoelina indirà nuove elezioni. 19/03/2009 nascosto-->

Sull'abuso di diritto la Consulta dà una mano ( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di diritto la Corte costituzionale soccorre i contribuenti italiani. Lo ha ricordato Enrico Traversa, consigliere giuridico del servizio legale della Commissione europea, intervenendo alla giornata di studio organizzata ieri dal consiglio dei dottori commercialisti di Milano su «Elusione fiscale e abuso di diritto tra giurisprudenza e prassi della normativa italiana e comunitaria»

Giudici dell'accusa in crisi profonda ( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e non possono opporre alcun rifiuto ai provvedimenti del Csm. Sembra un assurdo circolo vizioso: i magistrati più giovani sono i soli sui quali il Csm può contare (anche senza domanda), ma sono anche i soli senza esperienza ed equilibrio che occorrerebbe non utilizzare specie in funzioni assai delicate come la lotta alla criminalità mafiosa.

I giudici di pace in assemblea ( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: se pure sottoposta a giudizio quadriennale del Csm, agli attuali gdp in servizio e a quelli che in seguito verranno, nel giro di due anni gli uffici del gdp saranno svuotati ed il sistema giustizia collasserà definitivamente sotto il peso di un milione cinquecentomila cause che andranno a sommarsi alle insolute cinquemilionicinquecentomila.

FANO E' nelle Marche che il magistrato, anzi, ex magistrato, più... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che ha rappresentato l'accusa nel processo disciplinare del Csm contro De Magistris. Processo finito con una censura e il trasferimento al tribunale del Riesame di Napoli. Nella sua requisitoria, D'Ambrosio ha sostenuto che il pm di Catanzaro «interpreta in modo errato e distorto» il suo ruolo, come una «missione» più che come «un mestiere».

Il candidato-indagato nel partito di Di Pietro ( da "Riformista, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è quello che ha posto Nicola Mancino, vicepresidente del Csm, quando ha ricordato che «è urgente una riflessione sui magistrati-parlamentari»; perché, una volta eletto, «il giudice ammette di essere divenuto parte, non foss'altro perché si è schierato con una forza politica e non certo per un giorno solo».

ROMA Luigi De Magistris, l'ex pm di Catanzaro già titolare dell'inchiesta <I... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: inchiesta Why Not e poi trasferito dal Csm per presunte irregolarità nella conduzione di alcune indagini, è indagato dalla Procura di Roma per abuso di ufficio e interruzione di pubblico servizio, in concorso con i magistrati di Salerno che eseguirono la clamorosa perquisizione presso la Procura Generale di Catanzaro nel dicembre scorso.

di Alessandro Calvi Non ha neppure fatto in tempo a candidarsi che risulta indagato dalla Procura di Roma per concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio insiem ( da "Riformista, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha chiesto che «venga stabilito il divieto di rientrare nel mondo giudiziario e garantita, a domanda, la mobilità nella pubblica amministrazione», con ruolo diverso. «La pubblica amministrazione - ha spiegato - recupera un patrimonio di esperienze e professionalità e la magistratura perde un giudice divenuto parte»

Accanto Luigi De Magistris, nel tondo il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ... ( da "Messaggero, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Giovedì 19 Marzo 2009 Chiudi Accanto Luigi De Magistris, nel tondo il vicepresidente del Csm Nicola Mancino

ROMA - Gli ultimi fuochi del caso De Magistris incendiano i corridoi della procura di Roma. ... ( da "Messaggero, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Anche il Csm intervenne immediatamente sull'onda delle polemiche suscitate dall'iniziativa giudiziaria, per la quale furono utilizzati oltre cento carabinieri per le perquisizioni (in alcuni casi anche corporali) degli stessi magistrati di Catanzaro. Tutti i contendenti furono convocati a Palazzo dei Marescialli e molti di loro furono trasferiti di ufficio e di funzioni.

<Mille Napoli> La Chiesa s'interroga ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente emerito della Corte Costituzionale, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità, il filosofo Aldo Masullo, e Gennaro Matino, Vicario Episcopale per la Comunicazione della Diocesi, coordinati da Donatella Trotta, presidente Ucsi Campania. «è un libro che offre una visione particolare della città - spiega l'autore - e che spero fornisca un'

Giudici di pace, è caos: 27mila le cause pendenti ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ma dal Csm. Nella missiva il presidente invita i suoi colleghi al rispetto rigoroso degli orari nelle udienze mattutine, preannunciando una sua personale verifica nelle aule a caccia dei ritardatari. «La necessità dei protocolli nasce proprio dal voler mettere ordine nel tribunale - dichiara il magistrato - ed evitare che si crei confusione.

Indagato De Magistris ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Mancino (Csm): mai più in toga Indagato De Magistris La notizia nel giorno della candidatura con Di Pietro. Mancino (Csm): mai più in toga L'ex pm: «Accuse del tutto infondate» --> L'ex pm: «Accuse del tutto infondate» Indagato per abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio insieme a sette magistrati di Salerno.

IMPARZIALITA' PERDUTA ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lo ha detto finalmente chiaro chiaro ieri al Csm, nel concedere l'aspettativa a De Magistris, il vicepresidente Mancino. Col semplice fatto di candidarsi, il giudice «ammette d'essere divenuto di parte, non fosse altro perché si è schierato con una forza politica ». Se lo fa, gli sia garantita in caso di insuccesso elettorale o alla fine del mandato,

I pm romani indagano Apicella ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex magistrato di Catanzaro che avrebbe, secondo gli inquirenti romani, condizionato l'operato della procura di Salerno. Intanto, ieri pomeriggio, il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ha confermato il suo voto favorevole alla nomina di Franco Roberti a capo dei pm di Salerno. A PAGINA 9 Cappetta Procuratore Luigi Apicella

Apicella, Nuzzi e Verasani indagati anche a Roma ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sospeso dalle funzioni di magistrato dal Csm) e dei sostituti procuratori Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani (titolari delle indagini sul caso De Magistris e trasferiti una a Latina e l'altro a Cassino) compaiono sul registro degli indagati della procura capitolina. Insieme a quelli di Roberto Penna, Patrizia Gambardella, Vincenzo Senatore e Antonio Centore.

QUEI VASI COMUNICANTI ( da "Corriere della Sera" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ma il vicepresidente del Csm Mancino aveva già esortato i magistrati che fanno il loro ingresso in politica a «non tornare alla toga». Negli ultimi anni ci sono stati infatti troppi episodi di andirivieni tra magistratura e politica: da Pierluigi Onorato, tornato in Cassazione dopo anni di vita parlamentare, a Giuseppe Ayala;

Andata e ritorno tra Parlamento e Tribunale Ayala: ho dovuto. Onorato: il problema non c'è ( da "Corriere della Sera" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il dibattito ora viene rinvigorito dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, che chiede al legislatore di introdurre un divieto per il «viaggio di ritorno », dalla politica alla magistratura. Al Csm questa è una proposta condivisa da molti e soprattutto dal togato Giuseppe Berruti di Unicost: tuttavia, ad ascoltare i giudici che sono tornati sui loro passi,

De Magistris in politica: dico addio alla toga ( da "Corriere della Sera" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 12 categoria: REDAZIONALE Verso le Europee Via libera del Csm all'ex pm di Catanzaro, in campo con Di Pietro: anche se non eletto non tornerò magistrato De Magistris in politica: dico addio alla toga La Procura di Roma lo indaga per l'inchiesta «Why Not». Mancino: giusto il divieto di rientro Il leader Idv: dimettersi?

Mariella Mantovani capogruppo al posto di Fiocchi ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: quello che grava sulle società territoriali Hera di Ravenna e di Faenza dal momento in cui la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le norme in base alle quali la società, come le altre gemelle' che si occupano di ciclo idrico integrato, ha incassato la tariffa sul servizio di depurazione anche da quegli utenti che non sono allacciati a sistemi di trattamento delle acque.

De Magistris indagato a Roma ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris è indagato per le ipotesi di reato di concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio. Intanto, il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, sottolinea che i magistrati che scelgono la politica non dovrebbero più tornare in magistratura. De Magistris si candida nelle liste di Di Pietro per le prossime elezioni europee. PAG.

Guerra tra procure Indagato De Magistris ( da "Giorno, Il (Milano)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di BEATRICE BERTUCCIOLI ROMA VIA LIBERA del Csm all'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris. Come da lui richiesto, viene messo in aspettativa e potrà quindi candidarsi alle Europee, come indipendente, nell'Idv. Ma il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, auspica che chi sceglie di lasciare la magistratura per un incarico politico, poi non torni ad indossare la toga.

Procura off limits per i giornalisti ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Non penso che si debbano chiudere le porte in faccia ai giornalisti è il parere della presidente dell'Anm dell'Emilia Romagna, Rossella Poggioli ma è difficile trovare un equilibrio tra le legittime richieste della stampa e le esigenze di segretezza dei pm. Vi sono inoltre precise volontà del legislatore e precise indicazioni del Csm». Emanuela Naldi

SALUTE, ASSESSORE LIGURE MONTALDO: "AL TAR NON SPETTA SCEGLIERE I MODELLI CLINICI" ( da "marketpress.info" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: corte costituzionale: nel 2007 il Tar della Liguria ha annullato un provvedimento che la Giunta aveva assunto per definire le modalità di consumo dei farmaci protettori gastrici, quindi abbiamo inserito la norma in una legge che è stata impugnata dalle aziende farmaceutiche, infine la corte costituzione ci ha confermato che potevamo farlo a dimostrazione che si è trattato di una

FVG: IMPEGNARE RISORSE E PAGARE VELOCEMENTE ( da "marketpress.info" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Grazie alla recente sentenza della Corte costituzionale che ha accolto il ricorso voluto dal presidente Illy nel corso della passata legislatura, attendiamo che venga determinato l´importo con la consapevolezza che non sarà necessario alcun tipo di negoziazione con Roma". . <<BACK

De Magistris è indagato, Di... ( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è quanto ha affermato il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, durante la discussione in plenum sull?aspettativa richiesta da De Magistris per candidarsi alle europee con l?Italia dei Valori. Necessario disciplinare la materia "L?esigenza che esprimo - ha detto Mancino, che si è espresso a favore del collocamento in aspettativa dell?

Di Pietro assolve De Magistris, un... ( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a che un magistrato andasse ad Annozero mentre il Csm stava occupandosi di lui, a che il medesimo andasse al Parlamento europeo a fare una conferenza stampa con Beppe Grillo, soprattutto a che tutti facessero parte di una cospirazione contro di lui: dal capo dello Stato al vicepresidente del Csm, da ex magistrati come Luciano Violante all?

"Why not" ( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: apertura del procedimento disciplinare da parte del Csm, e quindi il trasferimento. Due giorni fa, sulla scia di Di Pietro, l'annuncio dell'abbandono della toga e della discesa in politica nell'Idv. Ieri, l'iscrizione nel registro degli indagati a Roma, dove è accusato di abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio in seguito alla «guerra tra procure» tra Catanzaro e Salerno.

Forum online: non è assimilabile ad una rivista telematica ( da "AltaLex" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 188 del 1975 della Corte costituzionale, la quale affermò che ?il sentimento religioso, quale vive nell?intimo della coscienza individuale e si estende anche a gruppi più o meno numerosi di persone legate tra loro dal vincolo della professione di una fede comune, è da considerare tra i beni costituzionalmente rilevanti,

Siniscalchi: "Procura, Franco Roberti nomina opportuna" ( da "Caserta News" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Giovedì 19 Marzo 2009 Siniscalchi: "Procura, Franco Roberti nomina opportuna" GIUSTIZIA | Salerno Vincenzo Siniscalchi, avvocato, più volte deputato dell'Ulivo ed attualmente vice-Presidente della V Commissione sugli incarichi direttive e semidirettivi del CSM: >.

Europee, "De Magistris vale solo lo 0,1 per cento" ( da "Affari Italiani (Online)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: invito del Vicepresidente del Csm a non rientrare in magistratura se candidati. "Tutte le opinioni sono legittime - ha spiegato l'ex Pm riferendosi a quelle espresse su alcuni articoli apparsi sui giornali di oggi dove si manifesta perplessità sulla sua candidatura -. Mi attaccavano da magistrato è logico allora che lo facciano adesso.

Azerbaigian/ Referendum cancella limiti a mandati presidente ( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: adottata dalla Corte costituzionale della Repubblica dell'Azerbaigian sulla base della richiesta del corpo statale che organizza le elezioni". Una formulazione che, essendo l'Azerbaigian ancora tecnicamente in guerra con l'Armenia con il Nagorno-Karabakh (è però vigente un cessate-il-fuoco dal 1994), lascia aperta la possibilità di interpretare in senso ampio la lettera costituzionale.

De Magistris in politica? Sì del Csm, ma Mancino: Non indossi più la toga ( da "Panorama.it" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: del Csm, ma Mancino: Non indossi più la toga Posted By redazione On 18/3/2009 @ 13:24 In Headlines, NotiziaHome | 1 Comment La porta in uscita è aperta. Ma potrebbe non esserlo per il rientro. Se non si trattasse del vice presidente dell'autorevole organo di autogoverno della magistratura, si potrebbe semplificare così il parere con cui Nicola Mancino ha dato il via libera alla [

Nuovo welfare alla porta Costruiamolo con le famiglie ( da "Avvenire" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Germania una sentenza della corte costituzionale del 1992 ha stabilito che la quota di reddito familiare destinata al mantenimento in vita dei figli non può essere computata nel reddito lordo. Se la famiglia è riconosciuta dalla Costituzione come centrale per la vita dello Stato argomenta la corte non si capisce perché il crearla non debba essere considerato un investimento pubblico.

Abu Omar, il processo si ferma fino al 22 aprile La Consulta deve decidere sul segreto di Stato ( da "Avvenire" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in attesa che la Corte costituzionale depositi le motivazioni del provvedimento con il quale ha accolto in parte i ricorsi dei governi Prodi e Berlusconi che avevano sollevato il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione al segreto. La bozza della sentenza dovrebbe essere discussa e approvata in camera di consiglio il 20 aprile dai giudici costituzionali.

"FUORI GLI INQUISITI DAL PARLAMENTO" (MA NON DALL'EUROPARLAMENTO) LA REGOLA DIPIETRISTA NON VALE PER L'INQUISITO DE MAGISTRIS FACCI: "A BRUXELLES NON COMBINERÀ NIENTE (COME CON ( da "Dagospia.com" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a che un magistrato andasse ad Annozero mentre il Csm stava occupandosi di lui, a che il medesimo andasse al Parlamento europeo a fare una conferenza stampa con Beppe Grillo, soprattutto a che tutti facessero parte di una cospirazione contro di lui: dal capo dello Stato al vicepresidente del Csm, da ex magistrati come Luciano Violante all'Associazione magistrati,

DIO LI FA E POI LI ACCOPPIA/1 - LE CARRIERE PARALLELE DI GIGI (DE MAGISTRIS) E TONINO (DI PIETRO) - ENTRAMBI (ANCHE SE IN TEMPI DIVERSI) HANNO MESSO SOTTO INCHIESTA IL GOTHA DELLA ( da "Dagospia.com" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La mannaia della Disciplinare del Csm ha decapitato la sua Procura, dopo aver trasferito ad altra sede e ad altra funzione lo stesso De Magistris. E adesso Salerno e De Magistris sono indagati per abuso d'ufficio dalla Procura di Roma. Gigi (Gioacchino) e Tonino, si sono sfiorati in questi anni.

Kirghizistan/ Corte costituzionale: Presidenziali entro 25 ( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: (Apcom-Nuova Europa) - La Corte costituzionale del Kirghizistan ha deciso oggi che le elezioni presidenziali dovranno tenersi entro il 25 ottobre di quest'anno. Lo scrive l'agenzia di stampa Interfax. "L'elezione presidenziale dovrà aver luogo prima del 25 ottobre 2009.

Giustizia: Franco Roberti nuovo procuratore capo a Salerno ( da "Salerno notizie" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: del doppiopesismo del Csm che proprio ieri ha deciso di sostituirlo con Franco Roberti, magistrato finora in prima linea nella lotta ai casalesi e alla criminalità organizzata partenopea. Roberti, che la fama di un duro, arriva a Salerno per mettere ordine- come detto dal vicepresidente del Csm Nicola Mancino- e valorizzare le professionalità della Procura.

Rinominato l'architetto Enzo Caruso ( da "Sicilia, La" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Romeo Palma e in applicazione a una sentenza della Corte Costituzionale, l'architetto Vincenzo Caruso, dirigente responsabile del servizio per i beni paesistici della Soprintendenza ai beni Culturali e ambientali di Agrigento, è stato rinominato direttore della biblioteca-museo Luigi Pirandello di Agrigento.

L'INCARICO DI PROCURATORE CAPO A SALERNO, RICEVUTO ALL'UNANIMITà DAL CSM MI ONORA MOLTO&#... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ricevuto all'unanimità dal Csm mi onora molto». Sono state le prime parole di Franco Roberti, nuovo procuratore della Repubblica di Salerno dopo il voto unanime del plenum del Csm. «Andrò a dirigere un ufficio giudiziario che in questo momento ha bisogno -ha proseguito Roberti- del ripristino di un clima di serenità e operatività».

ANTONIO MANZO L'EX PM LUIGI DE MAGISTRIS, ORA IN POLITICA ED IN CORSA PER LE EUROPEE NELLA L... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: I magistrati di Catanzaro denunciarono al Csm che alcuni pm furono perquisiti e denudati, accusa sempre smentita sia da Apicella che dai pm che insieme alla polizia giudiziaria presenziarono alle perquisizoni negli uffici giudiziari e nelle abitazioni. «Pensare che Luigi De Magistris possa aver strumentalizzato un intero ufficio di procura, come quello di Salerno,

LA PROCURA DI SALERNO è SEMPRE STATO UN UFFICIO AUTOREVOLE ED EFFICIENTE DOVE OPERANO GRA... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: pm salernitani protagonisti del blitz negli uffici e nelle abitazioni dei loro colleghi di Catanzaro, il plenum del Csm vota all'unanimità il nuovo procuratore Roberti. Già da alcune settimane l'ormai ex capo della Dda di Napoli aveva ricevuto il voto unanime della commissione incarichi direttivi. Roberti arriva con l'autorevole viatico di Nicola Mancino, vice presidente del Csm.

NON MI ASPETTAVO SICURAMENTE UNA REAZIONE SIMILE. CON AMAREZZA HO CONSTATATO CHE NON C'è ... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il ministro della Giustizia e il Csm hanno riservato provvedimenti severi e pesanti, mentre ci sono dei magistrati di Catanzaro indagati per corruzione in atti giudiziari per i quali non è stata adottata alcuna misura cautelare, nè mi risulta che nei loro confronti sia stato iniziato un procedimento disciplinare».

IL MAGISTRATO LUIGI DE MAGISTRIS COMINCIò LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE A CATANZARO, CON INCHIESTE... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Le censure motivate del Csm e della Cassazione sono servite a De Magistris per fare la vittima e chiedere un risarcimento elettorale. Alcuni giorni addietro il Tg3 l'aveva sponsorizzato con una lunga intervista e un giornalista in ginocchio. L'Unità ha fatto la trombetta di un'operazione volta a colpire soprattutto i Ds.

È MOLTO SINGOLARE CHE IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA LAMENTI UNA MANCANZA DI P... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in quanto il Csm ben sa, visto che dà le autorizzazioni, che il dieci per cento dei magistrati, cioè circa 10mila, sono sparsi nei vari uffici e non effettuano funzione né giudicante, né requirente»: così Matteo Brigandì, capogruppo della Lega Nord in commissione Giustizia a Montecitorio, risponde alle accuse rivolte dal Csm.

RAFFAELE INDOLFI INDAGATO L'EX PM DI CATANZARO LUIGI DE MAGISTRIS. LA NOTIZIA IL GIORNO DOPO... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex pm di Catanzaro ha replicato così al vicepresidente del Csm Nicola Mancino che ieri aveva detto che i magistrati che scelgono la politica non dovrebbero più tornare in magistratura. Un'opinione che il vicepresidente del Csm ha espresso nella riunione del plenum che ha dato il via libera all'aspettativa chiesta da De Magistris per candidarsi.

È CONSIDERATO TRA I MASSIMI ESPERTI DEL CLAN DEI CASALESI ED è A CAPO DELLA DDA DI NAPOLI ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: al posto di Luigi Apicella, sospeso dal Csm per lo scontro con la procura di Catanzaro sulle indagini avocate all'ex pm Luigi De Magistris. La nomina di Roberti è stata decisa all'unanimità dal plenum del Csm. Napoletano, 61 anni, in magistratura dal 1975, Roberti oltre a guidare la Dda è procuratore aggiunto a Napoli.

LA STORIA è COMINCIATA CON LA LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 28 NOVEMBRE SCORSO INTITOLATA MIS... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale ritenendo che la Regione Campania sia venuta meno al principio di contenimento della spesa sanitaria nonostante l'accordo siglato in materia tra gli organi regionali e i ministeri della salute e dell'economia. Il governo obietta poi che i concorsi riservati possano riguardare al più personale già in servizio nelle amministrazioni pubbliche e dotato di particolari

INCONTRO. OGGI ALLE 18, AL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE THINK THANKS, VIA CAIO MARIO 8, PER IL CICLO ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il chiodo nella sabbia» di Luigi Mazzella, giudice della Corte Costituzionale. A seguire convegno su «L'universo femminile», intervengono Giuseppe Spina, Eduardo De Bellis, Lucia Ascione, Dino Falconio, Flora Scelza, Faffaele Sibilio. Coordina Antonio Tajani. Conclude Ermanno Bocchini, direttore internazionale lions Lions/2.

Cade il Riese Vallà, Resana solo in vetta ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Treville-Milan Guarda 2-1, Virtsu Csm Farra-S. Floriano 0-4, CSM Resana-S. Gaetano 2-0, Città di Asolo-SP 1-0. Classifica: CSM Resana 43, Montello 41, Riese Vallà, S. Floriano 40, Godigese 36, SP 35, Spineda 34, Virtus Csm Farra 25, Bessica 22, Città di Asolo 19, San Gaetano 17, Milan Guarda, Treville 13, Fossalunga 9.

Due giornate a Corazza (Francenigo), una a un terzetto del Cordignano ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Pupetti (Virtus Csm Farra). JUNIORES ÈLITE - Due gare: Dorella (Giorgione). Una: Pinos (Liventina). Squalifica fino al 14 aprile a Lorenzetto (ass. arbitro Cornuda Crocetta). JUNIORES REGIONALI - Una gara: Cresce (Preganziol), Merotto, D'Agostin (Careni Pievigina), Bamba (Castagnole), Vettorello (Giov.

San Michele in testa ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Riese Vallà-Città di Asolo 0-2, CSM Resana-Conc. Fonte 3-2, Giov. Ezzelina-Godigese 1-6, Maser-Idea Sport 4-0, S. Andrea-S. Gottardo 0-3, ha rip. Loria. Classifica: Loria 52, Azzurra 47, Maser 39, Godigese 38, Giov. Ezzelina 35, CSM Resana 32, S. Gottardo 25, Conc. Fonte 24, Riese Vallà 22, Città di Asolo 19, Idea Sport 14, S.

Depurazione, torna il canone per tutti ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in precedenza in applicazione della pronuncia della Corte Costituzionale. La tanto discussa sentenza che ha dichiarato illegittima la tariffa applicata agli utenti che non sono collegati a depuratore, infatti, è stata chiarita da una legge del Parlamento che consente di procedere in modo uniforme in tutto il territorio nazionale.

EUROPEE: CODACONS IMPUGNA AL TAR OK CSM AD ASPETTATIVA DE MAGISTRIS ( da "Adnkronos" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: EUROPEE: CODACONS IMPUGNA AL TAR OK CSM AD ASPETTATIVA DE MAGISTRIS commenta 0 vota 0 tutte le notizie di POLITICA ultimo aggiornamento: 19 marzo, ore 15:46

EUROPEE: CODACONS: RICORSO A TAR CONTRO 'VIA LIBERA' CSM A CANDIDATURA DE MAGISTRIS ( da "Adnkronos" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: EUROPEE: CODACONS: RICORSO A TAR CONTRO 'VIA LIBERA' CSM A CANDIDATURA DE MAGISTRIS commenta 0 vota 0 tutte le notizie di POLITICA ultimo aggiornamento: 19 marzo, ore 15:35

19/03/2009 15:35 EUROPEE: CODACONS: RICORSO A TAR CONTRO 'VIA LIBERA' CSM A CANDIDATURA DE MAGISTRIS ( da "ITnews.it" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: annuncia un ricorso al Tar contro la delibera del Consiglio Superiore della Magistratura che ha dato il 'via libera' a De Magistris, consentendo al magistrato di candidarsi alle prossime elezioni europee. "Apprezziamo il lavoro svolto da De Magistris e la sua persona, e il problema non e' certo nel nome, quanto nell'iter seguito dal Csm", spiega l'associazione.

Auto Suppliers to Receive $5 Billion in U.S. Aid to Help Avert Bankruptcy ( da "Bloomberg" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: " said Mike Wall, an analyst with CSM Worldwide Inc. in Grand Rapids, Michigan. "It could change the story line." Partsmakers surged in New York trading. Suppliers, squeezed by production cuts at automakers, asked for $18.5 billion last month and said failure to help could mean the loss of one million jobs in the U.

Sono 15 i magistrati eletti in Parlamento/di S. Zurlo ( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino è stato perentorio: «Ci vorrebbe un divieto al rientro nell'ordine giudiziario». Invece, al momento, le scelte sono personali e discrezionali. Vi sono casi clamorosi di ritorno in magistratura. Per esempio, Pierluigi Onorato che dopo essere stato per 13 anni in Parlamento come indipendente prima nel Pci,

Cooperazione, l'attività dell'Italia in Afghanistan ( da "Velino.it, Il" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Programma giustizia?, spina dorsale della riforma del potere giudiziario del paese. In questo settore, attraverso il finanziamento al sistema delle Nazioni Unite o ad altre agenzie multilaterali, l'Italia ha contribuito con 56 milioni di euro, garantendo tra l'altro la costruzione e/o ricostruzione delle strutture e degli uffici del Ministero della Giustizia,

Magistratii turnatori continua sa judece ( da "Romania Libera" del 19-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM, ceilalti vor raspunde penal doar daca au mintit in declaratia pe proprie raspundere. Colaborationismul magistratilor se regaseste insa chiar in interiorul CSM, institutia care gireaza independenta si integritatea justitiei autohtone. Judecatoarea Florica Bejinaru a primit acum doi ani din partea CNSAS verdict de colaborator al Securitatii ca politie politica fiindca a semnat


Articoli

De Magistris alle europee con Idv (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

De Magistris alle europee con Idv L?ex pm di Catanzaro sceglie la politica: ?Lo farò come indipendente? ROMA. L?ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris sceglie la politica: ?correrà ? per le prossime elezioni europee con l?Italia dei Valori. ?Lo farò come indipendente, insieme ad altri esponenti della società civile?, dice il magistrato. De Magistris, che è stato trasferito d?ufficio e dalle sue funzioni di pm dalla sezione disciplinare del Csm e che ora fa il giudice a Napoli, ha consegnato personalmente la sua domanda a Palazzo dei marescialli. Domanda su cui deve pronunciarsi in prima istanza la Quarta Commissione. Voci su una sua candidatura alle europee circolavano da tempo. E in una recente intervista aveva detto di non poter escludere di scendere in politica, ma di non aver ancora deciso: ?sono stato messo ingiustamente all?angolo, per non nuocere evidentemente. Continuano iniziative disciplinari assolutamente prive di fondamento e incredibili per certi aspetti, quindi io non escludo in questo momento nulla. Ma questo non significa che ho preso delle decisioni?. Intanto la Quarta Commissione del Csm ha deliberato all?unanimità di concedere l?aspettativa all?ex pm richiesta dallo stesso magistrato per candidarsi alle elezioni europee con l?Italia dei Valori. La delibera della Commissione dovrà ora essere vagliata dal plenum, la cui decisione sarà presa tra oggi e domani. (17-03-09)

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C'era una volta la sera dei "ballunetti" (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La parola ai lettori C'era una volta la sera dei "ballunetti" Lettere ed e-mail vanno inviate a:LA STAMPA REDAZIONE DI SAVONA p.za Marconi, 3/6 - 17100 Savona Fax: 019 810.971, e.mail: savona@lastampa.it Preghiamo i lettori di essere sintetici. I testi privi di generalità, indirizzo e recapito telefonico non saranno pubblicati.Alla festa patronale di Savona era bello passeggiare per il centro e vedere i "ballunetti" ed i savonesi contenti di incontrarsi e riproporsi un antico costume cittadino, popolare ed intimo. Il percorso passava sempre in piazza della Maddalena con un tenero omaggio all'immagine della Madonna, ornata di fiori e di luci. Non è più così. L'immagine della Madonna è trascurata come ogni altra cosa pubblica della città, in un anonimato da giorno normale, senza un barlume di festa e di ricordo, nel rammarico dei passanti. In una città che festeggia con musiche e banchetti l'inaugurazione di una piazza (De Andrè) creata con la speculazione edilizia, nulla resta per onorare un antico sentimento comune. Solo il nuovo cemento residenziale stimola l'amministrazione comunale; allora facciamo così: raddoppiamo i volumi dell'ex Astor o aggiungiamo ancora un piano al vecchio San Paolo e chiediamo ai felici speculatori, e tra gli oneri di urbanizzazione, inseriamo un lume ed un fiore all'immagine della Madonna, almeno per il suo giorno, che non costi troppo e non turbi un Comune cui interessa solo nuovo cemento ROBERTO CUNEO SAVONA Carbone in centrale deboli le proteste Che il Governo possa scavalcare la Regione e gli Enti Locali per decidere il potenziamento della Centrale di Vado, come solo oggi sembra scoprire l'Assessore regioale all' Ambiente Zunino, è ben noto e noi lo abbiamo denunciato pubblicamente già due anni fa ("Clamoroso autogol degli Enti Locali"). Ma gli Enti locali interessati, pur potendo opporsi nel merito (non esiste di fatto emergenza nel sistema elettrico italiano) non hanno avviato nessuna azione legale per respingere l'Art.1 della Legge n°55 "Misure urgenti per garantire la sicurezza del sitema energetico nazionale" su cui si basa il progetto Tirreno Power di ampliamento a carbone ed esprimendo solo un "parere motivato" hanno accettato così di fatto tale normativa che delega il Governo a decidere....quindi anche gli Enti Locali, solo in apparenza contrari al potenziamento a carbone, ne sono tacitamente complici. Riteniamo un errore gravissimo ed incredibile dei Comuni di Vado, Quiliano, della Provincia di Savona e della Regione Liguria aver aderito passivamente alla proposta di autorizzazione unica di Tirreno Power che ha gia predisposto tutto (progetto e addirittura la Via) quando esistono forti motivi di carattere energetico e ambientale per respingere in blocco il progetto contrastandolo attivamente per vie legali come il ricorso della Regione alla Corte costituzionale in quanto vengono lese le competenze regionali in materia di energia e di ambiente. VIRGINIO FADDA, AGOSTINO TORCELLO (MODA) e MARCO CAVIGLIONE (Medici per l'Ambiente) Savona Caccia, un cairese contesta il sindaco I Comuni non hanno competenza sulla caccia ma il sindaco cairese Briano dichiara di apprezzare la proposta del senatore Franco Orsi di permettere la caccia ai sedicenni, perché secondo lui è meglio che vadano nei boschi invece che in giro per la città in cerca di guai. Ha mai pensato il nostro sindaco che c'è una terza alternativa, quella praticata da centinaia di giovani studiosi e rispettosi delle leggi, delle persone e degli animali ? Anche se nella sua giunta si trovano un paio di accaniti cinghialisti, ha provato ad aprire gli occhi e ad accorgersi che anni di caccia al cinghiale e di intense battute selettive non hanno risolto il problema dei danni all'agricoltura ? Vale la pena di fare brutte figure per mantenersi i voti dei cacciatori e perdere quelli delle persone di buon senso? PROSPERO FONDA CAIRO M.

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L'editto bulgaro tedesco (sezione: Giustizia)

( da "EUROPA ON-LINE" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ZDF TRA POLITICA E TV L?editto bulgaro tedesco ALESSANDRO BELLARDITA Un ?caso Rai? anche in Germania? Più o meno. Vien da pensarlo dopo il clamore suscitato dalla vicenda Brender. È la classica storia del potere politico che cerca di influenzare le scelte editoriali della tv pubblica, facendo fuori, innanzitutto, i giornalisti scomodi o non allineati. In questo caso Nikolaus Brender, capo delle news della Zdf, la seconda emittente pubblica tedesca, che alla scadenza del contratto si è visto sbarrare la strada al suo rinnovo da Roland Koch. Koch è il vice-presidente del consiglio d?amministrazione della Zdf, ma è anche il leader della Cdu in Assia. Koch non è riuscito nel tentativo, anzi ha attirato su di sé l?attenzione dei media e dell?opinione pubblica. I tedeschi si chiedono scandalizzati perché in un paese democratico sia la politica a decidere se un direttore possa o meno restare al suo posto. Come assicurare un?informazione non condizionata dagli interessi dei partiti? Un modo ci sarebbe: quello di cambiare i criteri di scelta dei responsabili della tv pubblica. Non dovrebbe essere più il consiglio d?amministrazione ? composto tra l?altro da cinque rappresentanti dei Länder e da un membro del governo ? ma piuttosto il Fernsehrat ? il consiglio della Zdf ? un organo pluralistico, costituito in gran parte da rappresentanti dei diversi settori della società e meno condizionato dai giochi della politica. Il suo compito principale, del resto, è proprio quello di garantire il pluralismo nell?informazione. Se in Italia le lottizzazioni partitiche all?interno del consiglio d?amministrazione della Rai sembrano, ormai, una normalità del sistema politico nostrano, in Germania la vicenda ?Koch- Brender? ha suscitato perlomeno scalpore. I maggiori quotidiani hanno condannato all?unanimità e con sdegno il tentativo di Roland Koch d?influenzare il servizio radiotelevisivo pubblico, mettendo sotto pressione il cda affinché decidesse di fare fuori Brender. Pochi, finora, conoscevano gli intrecci della tv pubblica con la politica. E, come sostiene il settimanale Der Spiegel, serviva proprio questa vicenda per fare luce sui meccanismi della tv pubblica. Anche dall?opposizione e dalla Spd sono arrivate pesanti critiche a Koch. «Si è trattata di una dichiarazione di guerra alla tv pubblica », ha detto il deputato della Linke, Ulrich Wilken. «Nikolaus Brender non si è distinto per essere un giornalista compiacente, al contrario», ha urlato Thorsten Schäfer-Gümbel, capogruppo della Spd, in un accalorato discorso nel Landtag dell?Assia. «Gli attacchi contro il giornalista sono figli di un uso personale dell?emittente pubblica», ha poi aggiunto, ammonendo che in Germania «noi non vogliamo una situazione italiana e non abbiamo bisogno di alcun Silvio Koch», con evidente riferimento al premier italiano. E, anche grazie alla solidarietà dimostrata dai media nei confronti di Brender ? «eccellente vittima di un complotto politico», come sostiene la Süddeutsche Zeitung ? questa storia potrebbe avere un lieto fine. Il ministro-presidente dell?Assia, Koch ? oltre a uscire sconfitto dal faccia a faccia con Brender ? ha dovuto ingoiare un altro rospo, dopo che anche il Fernsehrat ha preso le difese del capo dell?informazione della Zdf, rinviando la vicenda a dopo il voto federale di settembre. Quelle elezioni, che si terranno il prossimo settembre, Koch avrebbe voluto affrontarle con un direttore delle news conservatore: insomma, allineato. Koch continua a negare che i motivi della sua battaglia contro Brender siano di natura politica. Sostiene che non gli dà fastidio il fatto che Brender appartenga all?area socialdemocratica, ma piuttosto a preoccuparlo è il «calo degli ascolti». A questo punto, più che del destino della tv pubblica, Roland Koch dovrebbe preoccuparsi del suo futuro in politica. In Germania chi si permette di toccare gli equilibri della democrazia, spesso e volentieri fa una brutta fine. È successo al primo cancelliere Konrad Adenauer, che criticò una sentenza a lui scomoda della corte costituzionale e fu subito isolato anche dai compagni di partito. E potrebbe succedere anche a Koch, visto che le sue motivazioni non convincono nessuno.

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China Rural Subsidies Spur GM's Sales More Than $13.4 Billion U.S. Bailout (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

By Tian Ying March 19 (Bloomberg) -- General Motors Corp. can thank U.S. taxpayers for $13.4 billion in loans that have kept it running. The carmaker can also thank China's government, which is kicking in subsidies of as much as $1,170 to help it sell vans. The automaker's China minivan venture boosted sales 32 percent in the first two months after a cut in retail taxes on small vehicles. The government is now giving out 5 billion yuan ($731 million) in subsidies to spur auto sales in rural areas. GM doubled its 2009 forecast for China's market growth as the tax cuts and subsidies revived demand, helping the country pass the U.S. as the world's largest auto market so far this year. By contrast, the Detroit-based carmaker's domestic sales have plunged 51 percent, forcing it to seek as much as $16.6 billion more in government aid. "Every farmer in China wants a new vehicle, all 800 million of them," said Yale Zhang, a consultant at CSM Asia in Shanghai. "It looks like the government wants to make that happen." The auto subsidies fit into China's wider push to help spread economic growth into rural areas, heavily dependent on agriculture. The rural areas are home to about half of the country's 1.3 billion people. They are also in line with China's 4 trillion yuan stimulus plan designed to help revive the economy by spurring domestic consumption. China's Demand Vehicle sales in China may rise between 5 percent and 10 percent this year, according to GM, the largest overseas automaker in the country. It had previously forecast sale growth of less than 3 percent. The automaker expects to outperform the wider market by as much as 3 percentage points, helped by sales at SAIC-GM-Wuling Automobile Co., the largest minivan-maker in China. The venture accounts for at least half of GM's China sales. "There's a very direct link between the government's efforts to boost rural consumption and Wuling's rising sales," said Nick Reilly, GM's Asia-Pacific president. "The government has also come out with its stimulus package and the stock market is up and that's giving people confidence to spend again." SAIC-GM-Wuling sales rose to 72,947 vehicles in February, about 50 percent more than a year earlier, according to the China Association of Automobile Manufacturers. In January, the government halved retail taxes on vehicles with engines of 1.6 liters or less. The tax break, covering more than half the market, helped end three months of falling nationwide sales Help for Farmers Chinese farmers and other rural residents who buy a new minivan or light truck can also now get a subsidy equal to 10 percent of the purchase price up to a maximum of 5,000 yuan. Rural drivers who replace an existing light truck with a new truck or minivan can get a further 3,000 yuan. The government help allowed Wu Tao, 25, to replace the electric bike he used to ferry goods to his store in Hebei province with a SAIC-GM-Wuling Sunshine minivan -- the first vehicle his family has ever owned. "Because the government is giving us money, I was able to get it now instead of waiting until I had saved up more," Wu said. Wuling's Sunshine minivan, the best selling SAIC-GM-Wuling model, is 3.73 meters (12.2 feet) to 3.8 meters long, with either a 1.1-liter or 1.2-liter engine. That compares with the 4.77-meter long Odyssey minivan with a 2.4-liter engine that Honda sells in China. Surging Sales SAIC-GM-Wuling, also part-owned by SAIC Motor Corp., China's biggest domestic automaker, will be the biggest beneficiary of China's tax cut and subsidies, according to Beijing Polk-CATARC, which tracks vehicle sales. Domestic carmakers, including Beiqi Foton Motor Co. and Chongqing Changan Automobile Co., will also benefit, it added. Nationwide minivan sales may rise as much as 30 percent this year, according to Shenyin & Wanguo Securities Co. "Consumers are very happy because of the government policies," said Li Shaoyan, general manager of Hebei Tongling Auto Sales Co., the largest SAIC-GM-Wuling dealer in Hebei. While the Chinese subsidies have boosted sales, they may do little for automakers' profits. The impact for GM is diluted by the fact that it only holds 34 percent of SAIC-GM-Wuling. SAIC Motor owns 50.1 percent and Liuzhou Wuling Motors Co. owns the remainder. More generally, farmers are mainly buying cheap, low- margin models -- prices run as low as 30,000 yuan. "Farmers are sensitive to differences in prices of as little as 100 yuan," said Zuo Yanan, chairman of Anhui Jianghuai Automobile Group Co., China's biggest light-truck exporter. Automakers have begun to suggest consideration of vehicle subsidies in the U.S., where GM, already propped up by $13.4 billion of federal funds, is shuttering plants after industrywide sales fell to the lowest level since 1981 last month. Subsidies "should be investigated," Jim Lentz, Toyota Motor Corp.'s U.S. sales chief, said in Washington on March 11. "Anything aimed at stimulating car sales is a good thing." To contact the reporter on this story: Tian Ying in Beijing on ytian@bloomberg.net Last Updated: March 18, 2009 21:27 EDT

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Nessuna ripercussione per l'accusato anche se le regole di partito prevedono l'espulsione (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Nessuna ripercussione per l'accusato anche se le regole di partito prevedono l'espulsione ROMA «Prendo atto che la notizia esce nel giorno in cui viene presentata la mia candidatura. L'iscrizione è dovuta, l'ipotesi di reato infondata». A parti invertite, la notizia per Luigi De Magistris ha il sapore di una «giustizia a orologeria» di berlusconiana memoria. Eh già, perché la notizia che De Magistris e una pattuglia di magistrati di Salerno sono iscritti sul registro degli indagati della procura di Roma (per abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio), arriva il giorno dopo l'annuncio e lo stesso giorno del via libera del Csm e della presentazione della candidatura alle Europee di De Magistris (insieme a quelle del giornalista Carlo Vulpio e di Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe, vittima di mafia) da parte del leader di Italia dei valori, Antonio Di Pietro. Un avviso di garanzia che non avrà nessuna ripercussione dentro IdV che pure, in tema di fedine penali dei candidati, è intransigente. La regola dipietrese vuole che un eletto indagato venga sospeso dal partito, espulso in caso di condanna. Ma è anche vero che per chi è indagato si tratta di valutare l'accusa e il reato. Dunque, la candidatura di Luigi De Magistris è ufficiale. Ieri mattina il plenum del Csm ha dato il via libera formale. Il vicepresidente Nicola Mancino, annunciando il voto favorevole alla richiesta di aspettativa di De Magistris, ha dichiarato: «La candidatura del dott. Luigi De Magistris - ma non è e non sarà la sola -, pur legittima - chi può mai comprimere l'elettorato passivo? -, apre un dibattito (l'ennesimo) e una riflessione (vecchia). L'esigenza che esprimo è che venga disciplinata l'ipotesi del parlamentare che vuole tornare a fare il magistrato. A mio avviso è preferibile che venga stabilito il divieto di rientrare nell'Ordine Giudiziario e venga garantita, a domanda, la mobilità nella pubblica amministrazione, nella funzione e nel ruolo presso a poco corrispondenti a quelli di provenienza». Problema che non riguarderà De Magistris, che ha dichiarato che qualora non fosse eletto non rientrà nella magistratura, perché «ormai la politica è una scelta di vita». Se l'Associazione nazionale dei magistrati non prende posizione, l'Udc Michele Vietti condivide la proposta Mancino. Attaccano la candidatura De Magistris l'ex Guardasigilli Roberto Castelli («è un grave colpo alla credibilità delle sue inchieste») e il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri: «Le liste di Di Pietro sono inquietanti». Intanto l'ex pm di Catanzaro è finito sul registro degli indagati di Roma, insieme ai magistrati della Procura di Salerno che, il 2 dicembre scorso, mandarono i carabinieri a Catanzaro a perquisire gli uffici giudiziari e le abitazioni dei magistrati che avevano ereditato l'inchiesta da De Magistris, avocata dalla Procura generale, per sequestrare gli atti di «Why Not?». A Roma il fascicolo è stato trasmesso a febbraio da Catanzaro che per replicare all'iniziativa di Salerno ordinò il «controsequestro» degli atti e iscrisse sul registro degli indagati sette magistrati salernitani. Le iniziative delle due procure sono state censurate dalla Disciplinare del Csm con la decapitazione dei due uffici. De Magistris, questa è in sintesi l'accusa di Catanzaro, nei fatti ha concorso nei reati, ne è stato l'ispiratore o comunque sono stati commessi «per favorire una persona, nella specie il dottor De Magistris». Il fascicolo da Roma potrebbe essere trasferito per competenza a Perugia.\

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Quando Gigi entrò in magistratura, nel 1995, Tonino aveva già attaccato al chiodo la sua t... (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Quando Gigi entrò in magistratura, nel 1995, Tonino aveva già attaccato al chiodo la sua toga. Mani Pulite, tangentopoli, l'offensiva dell'Antimafia. Una stagione straordinaria e tragica, che per intere generazioni di studenti del diritto rappresentò un punto di riferimento per le future scelte professionali. Molti di loro, nel nome di Falcone e Borsellino, decisero di diventare magistrati. Per Gigi, però, la scelta fu motivata anche dalle sue radici familiari: un suo bisnonno magistrato - registra Wikipedia - fu addirittura bersaglio di un attentato, perché aveva perseguito il brigantaggio. Adesso i destini di Luigi, Gigi De Magistris, e Tonino, Antonio Di Pietro, si incrociano di nuovo. Insieme nella battaglia politica ed elettorale di giugno, candidato, Gigi, come indipendente nelle liste di Italia dei Valori per le Europee: «Mi impegno in politica perché sono stato ostacolato nell'attività di pm». Allora, però, Tonino Di Pietro, era il dicembre del 1994, quando si abbandonò la toga non aveva un campagna elettorale da affrontare. La sua discesa in campo, maturò dopo, almeno ufficialmente: «Mi sento usato, utilizzato, tirato per le maniche....». In queste ore il consulente tecnico Gioacchino Genchi confida di essere lui il vero consigliori di Gigi De Magistris. Genchi e De Magistris. Un rapporto molto più che solo professionale. Ambedue travolti dalla bufera delle polemiche e dalle iniziative giudiziarie e disciplinari. Salerno per Gigi De Magistris è un po' come Brescia per Tonino Di Pietro. Due giudici a Berlino, che hanno fatto giustizia di tutte le accuse contro le due toghe. Salerno, però, coinvolta nello scontro istituzionale all'arma bianca con la Procura generale di Catanzaro, ci ha rimesso le penne. La mannaia della Disciplinare del Csm ha decapitato la sua Procura, dopo aver trasferito ad altra sede e ad altra funzione lo stesso De Magistris. E adesso Salerno e De Magistris sono indagati per abuso d'ufficio dalla Procura di Roma. Gigi (Gioacchino) e Tonino, si sono sfiorati in questi anni. A Catanzaro. Proprio nel corso della inchiesta madre di tutte le guerre combattute in questi mesi, «Why Not?». La storia è nota. Il protagonista è Antonio Saladino, l'imprenditore del lavoro interinale della Compagnia delle opere (Cdo). Una sua ex socia, Caterina Merante, indagata da De Magistris, svela le relazioni politico-istituzionali di Saladino. Fa i nomi di tutti, o quasi: da Prodi a Mastella, da Minniti a Pisanu. Perquisito, a Saladino vengono sequestrati cellulari e rubriche telefoniche. Ci sono tutti, ma questa volta proprio tutti, in quelle rubriche. Genchi estrapola i tabulati, fa gli incroci, i tracciati. Non risparmia nessuno, o quasi. In un'intervista al «Mattino», Antonio Saladino racconta dei suoi incontri con Tonino Di Pietro. Il primo risale alla campagna elettorale del 2001. Di Pietro scende a Lamezia Terme per conoscerlo. Il secondo incontro ravvicinato avviene a Roma: Saladino accompagna da Di Pietro un ex senatore dc che voleva candidarsi con IdV. Il terzo non si è tenuto. Per decisione di Saladino, che aveva ricevuto nel frattempo un avviso di garanzia. Solo che quell'incontro fu voluto da un certo Angelino Arminio. Quando esplose la bufera su Catanzaro al Csm, venne fuori che anche il vicepresidente di palazzo dei Marescialli, Nicola Mancino, aveva avuto rapporti con Saladino. Il consulente Genchi scovò una traccia telefonica risalente al 2001. Mancino si difese così: «Quella telefonata fu fatta da un'altra persona, da un rappresentante di Cl, Angelino Arminio che nel 2001 era nella schiera dei miei collaboratori». Si offese, Mancino. Masticò amaro, e ieri ha reso in qualche modo la pariglia: «Mai più De Magistris in magistratura». Arminio collaboratore di Nicola Mancino e Arminio collaboratore di Antonio Di Pietro? I detrattori di De Magistris, poi, scommettono che l'agenda di Saladino non sia stata sfruttata del tutto dal consulente Genchi. L'imprenditore della Cdo aveva rapporti con il presidente della Commissione Giustizia della Camera, Pino Pisicchio, IdV. E con Aurelio Misiti, ex assessore regionale calabrese della giunta Chiaravallotti (centrodestra) transitato poi nel partito di Di Pietro.

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Tutti i se del biotestamento (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

COVER STORY / LA LEGGE SUL FIN VITA Tutti i se del biotestamento La legge in discussione divide il Parlamento e solleva molti dubbi fra i medici. L'ultima parola al giudice? Sara Gandolfi per il Magazine Eluana Englaro, morta il 9 febbraio Doveva essere la legge sul fine vita, pensata per regolare quelle delicate fasi che accompagnano le persone verso la morte. Invece, resterà negli annali come la legge del caso Englaro. Dedicata, cioè, ai 2000-2500 italiani in stato vegetativo, come era Eluana, e di chi potrebbe - per trauma o altra sventura - finire così. Per alcuni non poteva essere altrimenti: «Quell'esperienza ha evidenziato un vuoto legislativo, per la prima volta in Italia la magistratura ha autorizzato l'induzione della morte in un paziente in coma vegetativo persistente; quindi dura lex sed lex: meglio una legge imperfetta che nessuna legge», sostiene Melania Rizzoli, deputato Pdl e medico che la morte, personalmente, l'ha vinta sconfiggendo un tumore maligno del sangue recidivante («Perché proprio a me?», s'intitola il suo libro). C'è invece chi pensa che il decreto legge Calabrò in discussione al Senato sia «molto peggio del nulla»: «Si è partiti da una legge che aveva come obbiettivo quello di dare la libertà di scelta anche a chi non è più nelle condizioni di esprimersi, sulla base dell'articolo 32 della Costituzione secondo cui nessuno può essere sottoposto a trattamento sanitario senza esplicito consenso, e si è arrivati ad una legge che dà indicazioni terapeutiche sottraendo la libertà di scelta al cittadino. Il risultato sarà un aumento della conflittualità e dei ricorsi ai tribunali», preconizza Ignazio Marino, senatore Pd e chirurgo, il cattolico divenuto pasionario difensore del diritto di cura e scelta di ogni paziente. Fissati i cardini del ddl - divieto di ogni forma di eutanasia attiva e dell'accanimento terapeutico - su alcuni punti s'è pure trovato l'accordo: le disposizioni anticipate di trattamento, o Dat, saranno raccolte e rinnovate ogni 5 anni dal medico di base, e non dal notaio, registrate alla Asl e conservate in un registro nazionale al ministero del Welfare. Ma sui temi chiave i fronti politici restano lontani, con divisioni non irrilevanti anche al loro interno. Fra i punti più controversi, c'è l'obbligatorietà della nutrizione e dell'idratazione artificiale. Non potranno essere incluse nelle Dat in quanto considerate «sostegno vitale» e non trattamento medico. Definizione sulla quale la Società di Nutrizione Artificiale non è d'accordo: «Non è possibile equiparare l'assunzione di cibo e acqua alla nutrizione artificiale, che alimentazione non è visto che è introdotta invasivamente attraverso vie non naturali in persone non in grado di mangiare e bere. La comunità scientifica internazionale è concorde nel ritenerla un trattamento medico, per il quale bisogna chiedere il consenso informato», spiega Maurizio Muscaritoli, professore al dipartimento di medicina clinica della Sapienza di Roma e presidente Sinpe. «Non possiamo affrontare e risolvere un problema etico, evidente, negando la medicalità di un trattamento sostitutivo - com'è la dialisi quando sostituisce la funzione renale - che non riguarda solo le persone in stato di coma vegetativo. In Italia, sono nutrite artificialmente a domicilio circa 15.000 persone, oltre ai casi in ospedale». Marino è più diretto: «Immagino cosa accadrà il giorno dopo l'approvazione della legge, quando un medico entrerà nella stanza di un paziente incapace di intendere e di volere e, senza chiedere il permesso alla famiglia, lo porterà in sala operatoria per mettergli un tubo nello stomaco, per obbligo di legge. I tribunali saranno invasi di casi clinici. Non sono i giudici che devono decidere su queste cose né loro lo desiderano ». Prevedibile, a suo parere, il ricorso alla Corte Costituzionale. E non è escluso quello, tramite referendum abrogativo, al cittadino, «che ha più buon senso di tanti parlamentari». «Alimentare il paziente clinicamente in coma, senza morte cerebrale, è doveroso», ribatte Melania Rizzoli. «Io, medico, posso sospendere l'alimentazione in un paziente terminale, che sta morendo di malattia, non in un paziente esente da patologia. Altrimenti bisogna cambiare le regole della medicina, non fare una legge». Eppure il codice deontologico dei medici, all'articolo 53, sostiene che il paziente può rifiutare «volontariamente di nutrirsi... e il medico non deve assumere misure costrittive ». «Quando il paziente è cosciente. Può rifiutare anche un'iniezione o l'amputazione di una gamba in cancrena. Noi però stiamo parlando di persone incoscienti. Se mi arriva un ragazzo ventenne in rianimazione per un trauma cranico, o perfino perché ha tentato il suicidio, io medico ho il dovere di salvarlo...». Certo è che cinquant'anni fa un caso Eluana non ci sarebbe stato, perché Eluana non sarebbe sopravvissuta. Il primo respiratore automatico è del 1952, la prima nutrizione artificiale di fine anni Sessanta e gli avanzamenti tecnico-scientifici hanno spinto sempre più in là la medicina, su quel fragile confine tra vita e morte. «Oggi, nei centri di rianimazione, salviamo l'84% dei pazienti, una minima percentuale rimane disabile, il resto muore», sottolinea Vincenzo Carpino, presidente dell'Associazione degli anestesisti rianimatori ospedalieri. È quella piccola percentuale che sta sollevando dubbi etici fortissimi. «Chiediamo da vent'anni che si legiferi su questo tema, ma deve essere una legge chiara che lasci libertà a noi medici e ai pazienti. Gli anestesisti rianimatori escludono tassativamente l'eutanasia attiva ma ben diversa è la problematica relativa al rifiuto della terapia. I cittadini devono avere la possibilità di esprimerlo e, se esistono regole precise, il medico, quando non è obiettore, deve procedere. In base alla sua professionalità, alla sua onestà intellettuale e nel rispetto delle volontà di quel paziente». La centralità del medico è indiscutibile per Giacomo Milillo, presidente della Fimmg che rappresenta i medici di famiglia italiani (1 ogni 1100 pazienti circa). «Credo che solo il medico, insieme al paziente prima e ai parenti poi, possa valutare dov'è la misura oltre la quale una terapia diventa accanimento. A mio avviso anche la nutrizione artificiale, a seconda dei casi, a volte può essere accanimento e a volte sottrarla può essere eutanasia. Non so come la legge possa stabilire il limite». E a chi teme che i medici diventino "burocrati della salute", Milillo replica: «Conosciamo il paziente, la famiglia, il suo linguaggio: per noi è sicuramente più facile spiegargli quali sono le reali condizioni in cui po trebbe trovarsi e metterlo in condizione di esprimere la sua volontà». Il problema delle disposizioni anticipate non si pone per gran parte dei malati terminali, che di norma mantengono fino alla fine la capacità di gestire il "consenso informato" sulle terapie. Diverso il discorso per le malattie neurodegenerative, in cui si potrebbe ad esempio disporre di non essere attaccati al ventilatore e di esser lasciati morire per insufficienza respiratoria. O ancor più nei casi di sopravvenuto stato vegetativo, gli unici previsti esplicitamente dalla legge. «Il vero quesito al quale il legislatore dovrebbe rispondere è se un cittadino può rispondere sì o no a una terapia quando non può dirlo con la propria voce. Può lasciare per iscritto quell'espressione di volontà o no? In altri paesi (vedi cartina a pag. 47) le Dat sono un principio garantito e d'obbligo la figura del fiduciario». Figura presente, ma facoltativa, anche nel ddl Calabrò, l'unica autorizzata a intervenire per conto del paziente. Vincenzo Saraceni, presidente dell'Associazione dei medici cattolici, individua un problema a monte: «Una visione economicistica del servizio sanitario che ha comportato un'accelerazione del lavoro e una minore attenzione al malato. Il quale, proprio nel momento in cui vive la crisi più profonda, si sente abbandonato e privato della dignità. Anche il consenso informato è purtroppo diventato lo strumento burocratico per sollevare il medico dalle responsabilità delle conseguenze medicolegali e non più lo strumento che dà al paziente la capacità di assumere, insieme al medico, una scelta importante. Se esistesse una vera alleanza terapeutica, forse tutto questo tema sarebbe superato e nessun malato chiederebbe che venisse posta fine alla sua vita». Forse. Sara Gandolfi stampa |

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Madagascar, Rajoelina ha preso il potere (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

l'ex dj ha promesso di organizzare nuove elezioni entro due anni Madagascar, Rajoelina ha preso il potere Il passaggio di consegne da parte del direttorio dei militari è avvenuto in una cerimonia in diretta tv DAL NOSTRO INVIATO Andry Rajoelina (Reuters) NAIROBI La matassa ingarbugliata che ha caratterizzato la crisi in Madagascar si sta dipanando, anche se lentamente. Martedì a tarda sera il direttorio dei militari, che nel pomeriggio erano stati nominati dal presidente Marc Ravalomanana come suoi successori, ancorché temporanei, ha rifiutato l'incarico e consegnato il potere nelle mani dell'ex disk jockey e capo dell'opposizione Andry Rajoelina. In una cerimonia trasmessa dalla televisione il leader del direttorio militare, il più alto in grado dei militari, l'ammiraglio Hyppolite Rarison Ramaroson, ha detto che lui e gli altri generali non avevano nessuna intenzione di accettare l'incarico da un presidente screditato e inviso dalla maggior parte della popolazione e che avrebbero abdicato immediatamente a favore di Rajoelina. ELEZIONI ENTRO 2 ANNI - È stato un giorno confuso e pieno di colpi di scena quello di martedì. Il presidente Ravalomanana si è dimesso nel pomeriggio e con un ultimo colpo di coda per non cedere il potere all'opposizione ha cercato di coinvolgere i militari, ma senza successo. Rajoelina (che ha solo 34 anni) ha già promesso di organizzare nuove elezioni entro due anni. Parlando alla televisione francese si è detto sicuro di avere il sostegno «dei militari, della burocrazia, dei sindacati e cioè dei gruppi sociali più rilevanti. Il potere appartiene al popolo che può concederlo e riprenderselo a piacimento», ha concluso. A fare da maestro delle cerimonia Norbert Lala Ratsirahonana, ex capo della Corte costituzionale. Con la sua presenza ha cancellato così ogni legittima critica al fatto che Rajoelina, secondo la Carta, è troppo giovane per diventare capo dello Stato. Il palazzo presidenziale ad Antananarivo (Afp) IL CASO DAEWOO - Ravalomanana ha denunciato che il suo rivale ha preso il potere con mezzi anticostituzionali. La popolarità dell'ex presidente era grande qualche anno fa. Lui aveva cominciato da venditore di latte e gelati. Girava in bicicletta per i quartieri più poveri della capitale. Un classico self made man che aveva fatto impazzire la gente. Poi una volta al potere si è circondato solo di uomini a lui fedeli. Il boom economico ha lasciato poche tasche con tanti guadagni e la moltitudine della gente povera e impoverita sempre più. La tensione tra i due è salita da quando poi circola la voce che un terzo dell'isola è stata venduta alla compagnia sudcoreana Daewoo per coltivarla con piante destinate alla produzione di bio carburanti. Si parla di deforestazione e di scempi ecologici. Ma per i malgasci è soprattutto un affronto aver ceduto la terra a degli stranieri. FLIRT CON LA PRIMOGENITA - Secondo blog e malelingue locali la crisi tra Ravalomanana e Rajoelina è cominciata quando quest'ultimo ha avuto un lungo flirt con Sarah, la primogenita dell'ex presidente. Sarah è l'unica figlia femmina e troppo giovane e il padre si oppone alla relazione con «un poveraccio». Ma - secondo uno dei siti più visitati dai malgasci, il Liarman's Blog, di cui non siamo in grado di garantire l'affidabilità - la giovane insiste e resta incinta. Partorisce un bimbo. Siamo alla fine degli anni '90. Sarebbe un grande scandalo per la famiglia del presidente il quale prende il bambino e lo adotta. Ora Ravalomanana ha quattro figli: tre grandi e uno molto, molto più piccolo. Massimo A. Alberizzi malberizzi@corriere.it stampa |

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De Magistris indagato (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione: 19/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano De Magistris indagato Mancino sulla candidatura: non indossi più la toga ROMAL'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris è indagato dalla procura di Roma per concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio insieme a sette magistrati della procura di Salerno, protagonisti dello scontro dei mesi scorsi con la procura generale di Catanzaro. La notizia arriva proprio nel giorno in cui il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro presenta alla stampa la candidatura del magistrato alle prossime elezioni europee come indipendente nelle liste del suo partito. Sono ipotesi di reato «del tutto infondate», reagisce il magistrato, spiegando che non farà nessuna marcia indietro sulla sua discesa nel campo della politica: «Non mi faccio condizionare da vicende che non hanno alcun fondamento». In mattinata aveva dovuto rispondere anche al vice presidente del Csm Nicola Mancino, che aveva auspicato un intervento legislativo per vietare ai magistrati che, come lui, scelgono la politica di tornare a fine mandato a indossare la toga: «La mia è una scelta irreversibile, anche qualora non dovessi essere eletto», aveva assicurato. E lo stesso Di Pietro aveva rilanciato: «De Magistris si dimetterà dalla magistratura subito dopo le elezioni, lo assicuro. Anche lui, come me, pensa che sia una strada senza ritorno una volta che da magistrato si passa alla politica». L'inchiesta che vede De Magistris indagato è partita dalla procura generale di Catanzaro e si iscrive nello scontro con la procura di Salerno, giocato proprio sulle inchieste avocate all'ex pm. Al clamoroso sequestro del fascicolo Why not, i pm di Catanzaro reagirono con il contro-sequestro degli atti e mettendo sotto inchiesta gli stessi colleghi campani che li avevano indagati. Gli atti che riguardano De Magistris e i pm salernitani sono poi arrivati a Roma nello scorso mese di febbraio per competenza territoriale, in quanto l'ex pm è ora giudice al Tribunale del riesame di Napoli. Ma è possibile un ulteriore trasferimento a Perugia, visto che due dei sostituti di Salerno indagati sono stati intanto trasferiti dalla sezione disciplinare del Csm nel distretto della Corte d'appello di Roma. «La vicenda rientra nelle plurime, reiterate, infondate segnalazioni di reato che provengono dai magistrati di Catanzaro, indagati per fatti gravissimi dalla Procura di Salerno» liquida la faccenda De Magistris che fa notare la coincidenza tra la notizia dell'indagine e la presentazione della sua candidatura. E il suo legale Stefano Montone ritiene «ridicola» e «paradossale» la «tesi proposta dalla magistratura catanzarese, che De Magistris possa essere stato l'ispiratore, oltre che l'istigatore, delle attività giudiziarie dell'intera procura di Salerno». Un altro fronte caldo per il magistrato era stato aperto in mattinata da Mancino, che votando con tutto il plenum del Csm la concessione dell'aspettativa all'ex pm, essenziale per la sua candidatura alle europee, aveva tuttavia auspicato un intervento del legislatore: «Una volta candidato, il giudice ammette d'essere divenuto parte, non fosse altro perché si è schierato con una forza politica»; per questo «venga stabilito il divieto di rientrare nell'Ordine Giudiziario, e venga garantita, a domanda, la mobilità nella Pubblica Amministrazione». Dà ragione a Mancino il presidente vicario dell'Unione di Centro alla Camera, Michele Vietti. E se l'Associazione nazionale magistrati non si schiera («candidarsi alle elezioni o tornare in magistratura dopo un'esperienza politica sono scelte personali», sostiene il segretario Giuseppe Cascini), l'ex Guardasigilli Castelli ritiene in sè la candidatura di De Magistris «un grave colpo alla credibilità delle sue inchieste», mentre il presidente dei senatori del Pdl Gasparri definisce «inquietanti» le liste di Di Pietro per le Europee.

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IN CITTÀ Vietato legare le bici ai pali nEdizione del Giornale di... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione: 19/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE IN CITTÀ Vietato legare le bici ai pali nEdizione del Giornale di Brescia di sabato 14 marzo a pag. 10, trafiletto «Curiosità», si legge: «Art. 8 - è vietato legare i velocipedi con qualsivoglia mezzo ai pali di illuminazione, alla segnaletica verticale o agli elementi di arredo urbano» e sarà inoltre vietato sdraiarsi sulle panchine - multa di ? 500. Legare biciclette ai pali della luce e alla segnaletica verticale è un'attività deprecabile ma normalmente praticata dai bresciani, tanto da renderne opportuno il vietarla. Che dire poi del solidarizzare una bicicletta ad un qualsivoglia elemento di arredo urbano? È proprio quest'attività di accoppiamento a un palo della luce a illuminare recondite similitudini orgiastiche: non si fa, punto! E le panchine? Ma un vero bresciano mai e poi mai oserà schienarsi su una panca pubblica; è inscritto nel Dna della straordinaria cultura dei nipoti della Langobardorum Mundi. Abbiamo infatti una Giunta che nel nome della Libertà - finalmente - ci consentirà parcheggi in auto il più vicino possibile agli elementi suddetti: è un gusto, come dire, da erotomani affiancare la candida cromatura metallizzata delle nostre vetture a stretto e affine, oserei dire, quasi simbiotico contatto ad un segnale verticale: è l'estasi incontrollata di ogni automobilista. Altro dramma: i nostri quadrupedi. Tutti i santi giorni a cercare un palo libero da bici per far pipì e costretti - loro malgrado - a improbabili gimcane (da cui il loro nome) tra le gambe di chi usa fare shopping in centro: mai un palo libero, mai una segnaletica verticale disponibile - anche per soli 5 minuti - al dolce latrare del vespasiano urbano. Anche Eurostat ha finanziato un apposito ufficio statistica per comprendere quest'inusuale usanza dei bresciani contro i loro cani: bici intimamente accoppiate a qualsivoglia arredo urbano, panchine deputate solo all'appoggio di poderosi glutei di bresciana memoria; la nostra schiena mai sdraiata, sempre dritta, anzi drittissima, proprio come un palo! E in Europa sono sgomenti! Suo malgrado, la Giunta sarà ora costretta a disseminare su tutto il suolo comunale migliaia e migliaia di portabiciclette e dovranno deliberare il costo di quest'operazione ben prima del divieto dell'art. 8, al contrario dell'UE che dissemina parcheggi auto in ogni realtà urbana. È così che si fa girare l'economia: ora tutte le industrie siderurgiche della Leonessa e le centinaia di fabbri bresciani saranno sommersi da commesse per portabici da parte della Civica Amministrazione, altro che Obama. Massimo Braghini Brescia PAZIENZA ESAURITA Il nodo irrisolto delle pensioni d'annata nL'umana sopportazione ha un limite e quello dei poveri pensionati anziani credo sia stato abbondantemente superato. Come ben lei sa, Signor Direttore, e lo possono anche immaginare i suoi lettori che ormai seguono da decenni, mi riferisco a quelle che decenni or sono facemmo denominare «dannate pensioni di annata». Sono trascorsi quasi venti anni, sono passati non so quanti governi, tutti si sono impegnati a risolvere il problema annoso e dannoso, ma nessuno disonestamente se ne è interessato più di tanto, una volta per tutte si vuole parlare del problema dell'aggancio delle pensioni alle retribuzioni? Con queste ristrettezze e con queste crisi disoneste economiche si sa come sono ridotti gli anziani pensionati di annata? Quali danni economici subiscono e devono penosamente sopportare? Quella delle pensioni di annata costituisce una gravissima ingiustizia che coinvolge come minimo una decina di milioni di pensionati anziani che usufruiscono di una pensione previdenziale costituita, cioè, dai contributi versati durante tutta la vita lavorativa. Ormai è ben noto che tali pensionati non ricevono né il completo recupero dell'inflazione (circa il 2/4 per cento annuo se tutto va bene) né gli aumenti di cui invece usufruiscono i lavoratori in attività a seguito della contrattazione aziendale e nazionale (circa il 3/5 per cento annuo), con la conseguenza che ogni anno vedono diminuire di circa un 5/7 per cento il proprio potere di acquisto rispetto ai colleghi rimasti in servizio. Quindi dopo dieci anni (ed adesso diciamo anche di più!) tali pensioni finiscono per valere come minimo il 50 per cento in meno, perdendo così le caratteristiche di «retribuzione differita». Questi risultati violano gli art. 3 e 36 della Costituzione, la giurisprudenza della Corte costituzionale (sentenza 1/2/97 n. 974), gli art. 12 e 23 della Carta Europea di Strasburgo del 3/5/96, gli art. 2, 3, 136 e 141 del trattato istitutivo della Ue del 25/3/57, il trattato di Maastricht, il trattato di Amsterdam del 2/10/97; la giurisprudenza della Corte di Giustizia europea (sentenza 1/1/81 causa 69/80 e sentenza 22/12/93 in causa 152/91). Ma soprattutto contrastano con i fondamentali principi di giustizia sociale perché sottraggono potere di acquisto ai pensionati proprio nel momento in cui maggiore è il bisogno di cure. I partiti dell'attuale maggioranza che nell'ultima campagna elettorale hanno assunto l'impegno di affrontare tale drammatico offensivo penalizzante problema sono tenuti ora a mantenere le promesse ed a chiedere al governo di porre finalmente all'ordine del giorno il problema delle «dannate pensioni di annata» che sempre di più rappresenta una grande questione sociale. Un lavoratore posto in quiescenza attualmente percepisce un trattamento economico di circa il 50 per cento superiore a quello di un lavoratore di pari anzianità di servizio e pari qualifica funzionale andato in pensione qualche decennio fa. Pertanto l'aggancio delle pensioni (dopo essere state rivalutate ed aggiornate) alle retribuzioni costituisce un'esigenza morale, sociale e costituzionale non più trascurabile e non differibile. O si attende che tutti gli interessati, per salvare la Patria passino a miglior vita? Attendiamo di sapere quali provvedimenti il Governo intende adottare con urgenza per sanare questa vergognosa situazione di ingiustizia e gravissima disparità di trattamento che ormai incancrenita si trascina da troppo tempo e con danni irreparabili nei confronti degli aventi diritto, Noi dell'Unms nel prossimo convegno assemblea annuale dei soci, dibatteremo il problema ed inoltreremo al Governo una vibrata e ben dettagliata petizione seguita dalle firme dei soci. Speriamo che altri seguano il nostro esempio. Arrigo Varano Presidente Unione nazionale mutilati per servizio - Brescia LAMENTELE Quando non c'è nulla che va bene nC'è chi si lamenta per l'eliambualnza quando transita sopra via Trento e chi si lamenta per gli autobus in via San Donino, chi vuole lo svuotamento dei cassonetti la sera perchè la mattina dorme, ma non lo vorrebbe nemmeno la sera perchè sta guardando la televisione. A quando l'eliminazione dei treni perchè magari disturbano gli abitanti della Stazione o il trasferimento su Marte delle autostrade che transitano nei pressi dei centri abitati? Ah dimenticavo: manca solo qualcuno che scriva dalla zona Ospedale-Pronto Soccorso lamentandosi delle troppe ambulanze e relative sirene. O l'hanno già fatto? Paolo Rubagotti Bagnolo Mella NEI PARCHI L'assurdo divieto di giocare al pallone nHo scoperto ieri che la Giunta comunale si appresta a vietare, tra le altre cose, il gioco del pallone nei parchi pubblici. Ho appreso di questa novità subito dopo aver comprato a mia figlia di tre anni un pallone, con il quale pensavo di aprire la stagione di gioco ai giardini. Ora io non ho sicuramente sotto mano i dati sulla sicurezza cittadina, di cui invece possono certamente disporre i nostri amministratori, ma mi sembra quanto meno ridicolo identificare la sicurezza dei parchi cittadini con il divieto di tirar calci ad un pallone, perché «potenzialmente pericoloso». Quanti sono stati negli anni passati i frequentatori dei parchi cittadini feriti, menomati o peggio deceduti per una pallonata? Mi piacerebbe sinceramente saperlo, mi piacerebbe confrontare questo dato con i morti sul lavoro, o per incidenti stradali. Chissà che non ci siano delle sorprese. Resta il problema di cosa dire a mia figlia che si aspetta di poter andare a giocare ai giardini; le dirò che è pericoloso, che è illegale, che con il pallone potrebbe far male a qualcuno. davvero dei bei messaggi. oppure sceglierò un altro posto dove andare. Già, dove? Forse i nostri illuminati amministratori non sono al corrente del fatto che la media dei bambini abitanti in città non ha a disposizione parchi privati, giardini o residenze con laghetto e bosco annesso, ma vivono in condomini ed utilizzano da sempre i giardini pubblici per giocare a pallone (forse anche i nostri politici cittadini confesseranno un giorno queste condotte illegali come peccati di gioventù, al pari dell'essersi fumato uno spinello come confessò Fini). Ci ho pensato parecchio, signor Direttore, e ho deciso che nonostante questo ridicolo divieto, continuerò a portare mia figlia ai giardini pubblici per giocare a pallone e questo per un semplice motivo: è un luogo che a me e a mia figlia piace molto, un luogo che ci rilassa e ci diverte. Non credo che né io né mia figlia faremo mai niente di male a qualcosa o a qualcuno tirandoci un pallone; al contrario, sento che negare a me e a lei questa cosa sarebbe ingiusto e sciocco. Con ciò, non credo di rendere la città più insicura. Vorrò proprio vedere chi si coprirà di ridicolo per darmi una multa! Mi piacerebbe che altri cittadini bresciani facessero lo stesso, che ci fosse una sorta di disobbedienza di massa contro questi divieti, che nulla hanno a che fare con il problema della sicurezza, ma piuttosto con la restrizione di spazi di libertà. Sarebbe rassicurante vedere nella gente una reazione di buon senso. Mario Biazzi Brescia REGOLE MUTANTI Valutazione a scuola: che confusione nLa confusione governa il Ministero della pubblica istruzione. Il 13 marzo il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo schema di regolamento sulla valutazione scolastica. Il precedente decreto era stato emanato nel «lontanissimo» 16 gennaio 2009. A distanza di poche settimane si modificano di nuovo le regole ed in modo assai significativo. Già quest'aspetto testimonia come l'azione del nuovo ministro sia saldamente ancorata ad incompetenza e pressapochismo, a tal punto che nel comunicato stampa del Ministero si confondono le competenze del Consiglio di classe con quelle del Collegio docenti. Due brevi osservazioni nel merito del nuovo regolamento. Sull'attribuzione del cinque in condotta noto, con preoccupazione, che si rendono meno severi i criteri per poterlo attribuire. Basterà molto meno per assegnare l'insufficienza (con due cartellini gialli si verrà «espulsi»). Oggi serviva almeno un provvedimento disciplinare che prevedeva un allontanamento temporaneo dalla comunità scolastica superiore a 15 giorni. Altra novità, a mio avviso negativa, riguarda l'ammissione all'esame di Stato (maturità). Per essere ammessi gli studenti dovranno avere la sufficienza in tutte le materie e in condotta (oggi il criterio, molto più equilibrato, è o forse bisognerebbe dire era: la media sufficiente fra tutte le discipline). Il risvolto ancora più preoccupante è che tutto questo potrebbe entrare in vigore già da quest'anno scolastico, visto che le norme transitorie (art. 14) non prevedono assolutamente che le novità introdotte siano applicate dal prossimo anno scolastico. Concludendo osservo con rammarico che è ormai consuetudine cambiare e ricambiare le regole ad anno scolastico già ampiamente avviato! Maurizio Billante Brescia SULLA 45 BIS Una schiera di angeli inviati dal Buon Dio nChiediamo un piccolo spazio del Giornale di Brescia per un grande e sentito «grazie di cuore». Siamo i genitori di Cecilia, una ragazza di 22 anni, che domenica 22 febbraio uscendo di strada mentre era sola alla guida della sua automobile sulla SP 45 bis, all'altezza del km 20,45, rimaneva incastrata nelle lamiere dell'auto stessa, procurandosi fratture e ferite molto profonde e rimanendo immersa fino oltre la cintola nell'acqua gelida della roggia in cui era precipitata. La situazione era talmente grave che avrebbe potuto morire di lì a poco tempo per dissanguamento e ipotermia se un anonimo automobilista, del quale non sappiamo nulla, non si fosse accorto, passando accanto al luogo dell'incidente, e fermato immediatamente. Sappiamo che si è precipitato giù verso la macchina, si è fatto dare il numero di telefono di casa nostra per avvertirci e nello stesso tempo ha allertato i soccorsi, senza mai abbandonare la ragazza, anzi tranquillizzandola e rimanendole accanto per confortarla fino all'arrivo dei soccorsi, poi è svanito nel nulla. Per alcune sere ci ha chiamato al telefono per sapere come stesse nostra figlia, senza mai rivelarci né chi fosse, né il suo nome, né dove abitasse, nonostante io e mia moglie insistessimo per sapere qualcosa di più di lui, solo una sera ci ha detto; «...se proprio volete chiamatemi Claudio». Se questo non è un «angelo» inviato dal Buon Dio a salvare nostra figlia... diteci voi chi è!!! Ma un grazie immenso anche a tutti gli altri angeli che sono intervenuti in seguito sul luogo dell'incidente: gli infermieri del 118 dell'Ospedale di Manerbio, i Vigili del Fuoco e i Carabinieri di Verolanuova che con premura e sollecitudine hanno permesso un rapido recupero di nostra figlia dal luogo dell'incidente, le cui condizioni nel frattempo si erano ulteriormente aggravate, pur rimanendo sempre cosciente e vigile, e quindi un velocissimo trasferimento al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Manerbio. Un riconoscente e affettuosissimo grazie anche al dott. Pasquali che ricevendola al Pronto Soccorso, grazie alla sua grande professionalità, è intervenuto tempestivamente, allestendo in poco tempo la sala operatoria ed eseguendo un intervento delicatissimo. Adesso nostra figlia è tornata a casa, non è ancora guarita, anzi il cammino sarà lungo e faticoso, forse ci sarà bisogno di un altro intervento chirurgico, ma siamo sicuri che se non avessimo incontrato tutti questi «angeli», sicuramente le cose non sarebbero andate così. Quindi ci sentiamo di dire il nostro grazie dal profondo del cuore a tutti questi «angeli» e che Dio Li benedica per tutto il bene che fanno. Luigi e Aurelia Rossetti Genitori di Cecilia Pontevico

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roberti procuratore di salerno il csm lo designa all'unanimità (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IV - Napoli La nomina Roberti procuratore di Salerno il Csm lo designa all´unanimità E´ considerato tra i massimi esperti in Italia del clan dei casalesi, una delle più pericolose organizzazioni criminali ed è a capo della Dda da quattro anni. Ora Franco Roberti, che ha indagato anche su Calciopoli e sugli appalti legati all´imprenditore Alfredo Romeo, lascia il capoluogo campano per diventare il nuovo procuratore di Salerno al posto di Luigi Apicella, sospeso dalle funzioni e dallo stipendio dal Csm per lo scontro con la procura generale di Catanzaro sulle indagini avocate all´ex pm Luigi De Magistris. La sua nomina è stata decisa all´unanimità dal plenum del Csm. Napoletano, 61 anni, Roberti ha detto: «Questo nuovo incarico mi motiva fortemente. Andrò a dirigere un ufficio giudiziario che in questo momento ha bisogno del ripristino di un clima di serenità e operatività».

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Feltre fuori dalla Cmf, Dal Sasso ricorre al Tar (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

di Cristiano Cadoni Feltre fuori dalla Cmf, Dal Sasso ricorre al Tar L'ex sindaco promuove un'azione legale, il comune e la Comunità lo appoggiano FELTRE. Per la serie "non serve una poltrona per fare politica", l'ex sindaco Felice Dal Sasso ha presentato un ricorso al Tar del Veneto contro l'esclusione di Feltre dalla Comunità montana feltrina. Un'azione legale, la sua, condotta «con azione popolare, in via sostitutiva e nell'interesse del comune», con il preciso intento di «ottenere l'annullamento del provvedimento». Comune e Cmf gli vanno dietro, nominando propri legali per appoggiare il ricorso. Il ricorso di Dal Sasso risale a metà febbraio ed è stato notificato al comune il 23 del mese scorso. La giunta Vaccari lo ha fatto proprio nell'unico modo possibile, ossia autorizzando il sindaco ad intervenire nel giudizio e nominando un paio di avvocati per seguire la vicenda. Lo stesso passaggio sarà fatto oggi dalla giunta della Cmf che darà analogo mandato al presidente Vigne. L'oggetto del ricorso è l'esclusione di Feltre dalla Comunità montana, provvedimento che ha la sua genesi nella Finanziaria 2007 (taglio degli enti inutili) e che la Regione ha in qualche modo confermato, non modificando i contenuti della legge che mette fuori gioco i comuni con più di ventimila abitanti. Gli effetti del provvedimento sono noti, anche se in parte ancora oggetto di discussione. La Cmf, per esempio, dovrebbe ricevere fra i 250 e i 300 mila euro in meno (metà destinati all'agricoltura e alla difesa del suolo, il resto per manifestazioni culturali e turistiche) proprio in conseguenza dell'estromissione di Feltre. Con un bacino d'utenza ridotto da 57 mila a 27 mila abitanti e senza il comune capofila (che - e qui sta l'assurdo - resta comunque un comune montano), la Cmf si trova svuotata di potenzialità, missioni e poteri. Da qui il ricorso di Dal Sasso sul quale si attende ora il pronunciamento del Tar. Sempre che prima dei giudici amministrativi non si pronunci la Corte costituzionale alla quale si è rivolta la Regione chiedendo di annullare quella parte della Finanziaria 2007 con cui si è legiferato in materia di comunità montane. Un'ingerenza, secondo i legali di Venezia, che potrebbe portare ad una revisione della legge e quindi anche alla cancellazione dei suoi effetti su tutte le comunità montane. Nell'attesa degli sviluppi legali, prosegue il dibattito su come mantenere in vita le comunità montane dotandole di un minimo di autonomia gestionale e quindi dando loro almeno una parte dei trasferimenti che sono stati cancellati nell'ultimo anno.

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cooperativa sociale, rilanciata l'attività (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 11 - Pordenone Cooperativa sociale, rilanciata l'attività Avviato il progetto di reinserimento lavorativo "La volpe sotto i gelsi" L'INIZIATIVA SAN VITO. Avviato ieri il progetto "La volpe sotto i gelsi", che raccoglie l'esperienza portata avanti per dodici anni dalla cooperativa sociale Il seme nella sede di via Copece, a San Vito. In questo luogo, per tutti questi anni, la coop si è occupata del reinserimento lavorativo di persone in situazioni di disagio psichico, producendo e vendendo fiori e ortaggi. Verso la fine dello scorso anno erano, però, insorte alcune difficoltà gestionali. Quattro cooperative sociali del territorio - ossia Il piccolo principe (capofila) e Lilliput di Casarsa e Futura e Il granello di San Vito - sempre contando sull'aiuto di volontari, dell'amministrazione comunale e dell'Azienda sanitaria, e sull'appoggio de Il seme, hanno deciso di raccogliere quell'esperienza positiva e di portarla avanti. Questa comunione di intenti, che ha preso il nome, per l'appunto, di "La volpe sotto i gelsi", è stata presentata ieri, con una festa inaugurale in una delle serre di via Copece. Sono intervenuti il presidente de Il piccolo principe, Giuliana Colussi, quello de Il seme, Giorgio Verardo, il sindaco di San Vito, Gino Gregoris, l'assessore alle Politiche sociali di Casarsa, Franco Canzian, il responsabile del Csm est, Stefano Petriccioli, e l'operatrice sociale Carla Ius. Gregoris, in particolare, ha enfatizzato l'importanza delle cooperative sociali nel territorio («Sono entrate nel cuore dei sanvitesi») e di questa realtà («É figlia della comunità e patrimonio di tutti»), ricordando che si tratta, soprattutto, di un'attività produttiva. A questo proposito, il responsabile del Csm Est si è detto un po' preoccupato sul futuro degli inserimenti lavorativi di persone svantaggiate. (a.s.)

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Biotestamento Berlusconi al Pdl: si deve votare compatti (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Biotestamento Berlusconi al Pdl: si deve votare compatti MARIA ZEGARELLI Il premier Silvio Berlusconi il giorno in cui il Senato inizia la discussione sul ddl sul testamento biologico entra a gamba tesa nei lavori parlamentari. Con ai suoi senatori ribadisce sì la libertà di coscienza, ma subito dopo afferma che il testo del ddl al loro esame «riprende e traduce in norme alcuni dei valori fondamentali del popolarismo europeo». Arriva al punto: «A pochi giorni dal primo congresso nazionale del Pdl è davvero importante riuscire a dare sostanza a quei principi che dovranno unirci per decenni». Ma per carità, «il governo non è tenuto ad intervenire». Lo fa come «uomo, ancor prima che come» premier perché non può «far finta di dimenticare che questo appuntamento parlamentare fa seguito alla tragica sera nella quale morì Eluana Englaro». È un ordine di scuderia La capogruppo Pd Anna Finocchiaro archivia le speranze di dialogo. Berlusconi «prende atto che la pluralità di vedute riguarda anche il Pdl, ma non rinuncia all'imposizione - dice- . Non mi pare neanche bellissimo che il premier, rispetto ai propri deputati e senatori, peraltro nominati con questa orrenda legge elettorale, scrive una lettera con la quale sostanzialmente dice "mi raccomando, coniugate la vostra coscienza con l'etica della responsabilità nei confronti del governo e della maggioranza». La missiva non è piaciuta Dice Antonio Paravia: «La mia posizione rimane la stessa, io ho sempre detto che per me questa legge è incostituzionale, illegittima e sbagliata», o Lucio Malan: «Ci sono alcune parti del ddl che non condivido». In aula va tutto come previsto: Pdl, l'Udc e la Lega respingono le 4 pregiudiziali di costituzionalità presentate da Pd, Idv e radicali e la questione sospensiva presentata soltanto dai radicali. «Noi combatteremo fino in fondo affinché "io non lo farei" non diventi "tu non lo devi fare"- dice Emma Bonino -. Nei giorni scorsi avevo avanzato una proposta di moratoria, oggi vi prego di fermarvi. La forza dei numeri non è sempre la forza del diritto». L'incostituzionalità si fonda soprattutto sull'articolo 32 della Costituzione. Da qui partono i senatori dell'opposizione che illustrano le pregiudiziali di costituzionalità. «Poter scegliere di morire dignitosamente è un diritto fondamentale di tutti quanti o per lo meno di chi lo vuole fare e chi lo vuole fare deve essere lasciato libero», dice la Bonino. «Chiedo al centrodestra di essere coerente col suo tradizionale approccio anti-giustizialista e di votare a favore delle pregiudiziali », insiste il Pd Stefano Ceccanti che legge in aula un articolo di Alfredo Mantovano apparso su Il Foglio, che ha «inequivocabilmente ammesso l'incostituzionalità» e cita Peppino Calderisi: «Tale legge è destinata inevitabilmente a infrangersi contro la Corte Costituzionale». È Umberto Veronesi - a lungo applaudito - a ribadire che alimentazione e idratazione «sono trattamenti medici» e quindi non possono essere imposti ad un paziente. Raffaele Calabrò, relatore del Ddl, difende il lavoro svolto - cita Enzo Iannacci cantante, nonché medico «laico». Sostiene che non «sempre libertà e diritto coincidono» e che «il bene comune» deve prevalere. «Il voto finale sul testamento biologico si svolgerà giovedì sera -notte della prossima settimana», annuncia Finocchiaro al termine della conferenza dei capigruppo. Ieri il Senato ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità del Ddl sul testamento biologico. Berlusconi scrive ai suoi e detta la linea. Finocchiaro: «Impossibile dialogare con questa maggioranza». Il 26 il voto finale.

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Inchiesta Dal Parlamento ai sindacati, ecco i nuovi Faraoni (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 67 del 2009-03-19 pagina 32 Inchiesta Dal Parlamento ai sindacati, ecco i nuovi Faraoni di Redazione Dopo la Casta ecco i Faraoni, i potenti d'Italia, o «gli eterni signori del potere puibblico» come li definiscono Aldo Forbice e Giancarlo Mazzuca in I faraoni. Come le mille caste del potere pubblico stanno dissanguando l'Italia (Piemme, pagg. 308, euro 17,50). Dove stanno i Faraoni d'Italia? I due autori ne danno una mappa precisa. Gli «Intoccabili» della pubblica amministrazione (ma non solo) si annidano nei palazzi della politica, dalla presidenza della Repubblica al Parlamento, dalle Regioni alle Province, dalle comunità montane fino alle circoscrizioni comunali. Ma Faraoni sono anche quelli del Cnel, un organismo corporativo, assurdamente costoso e altrettanto inutile, che comprende rappresentanze di tutte le parti sociali, dal Governo alla Confindustria, dalle organizzazioni sindacali a Confartigianato, Confagricoltura e Confcommercio. Oppure nella casta dei sindacati e nelle gigantesche strutture delle associazioni di categoria. Nella casta di enti, organi e autorità di sorveglianza: dal Consiglio di Stato, alla Corte dei conti, al Csm. Nella casta delle università pubbliche, dei concorsi e delle baronie accademiche. Il saggio di Forbice (vicedirettore del giornale radio Rai e conduttore su Radio1 di Zapping) e Mazzuca (ex direttore di Qn e Resto del Carlino, ora parlamentare del Pdl) denuncia come le «mille caste del potere pubblico stiano dissanguando» l'Italia. Dopo le elezioni politiche del 2008 non è cambiato «praticamente nulla», dicono gli autori, rispetto ai tagli alle spese pubbliche promessi. Lungo l'elenco delle cose rimaste invariate nel quale figurano gli stipendi dei parlamentari, che anzi sono saliti e quelli degli impiegati, funzionari e dirigenti degli enti locali e delle Regioni. «Non solo - spiegano Forbice e Mazzucca - il ragioniere di Montecitorio ora guadagna 20mila euro l'anno più del presidente della Repubblica, il cui emolumento «congelato» dal 1999, è fermo a 218mila euro lordi. L'ex ministro dell'Economia Padoa-Schioppa, «aveva stilato - ricordano i due autori - una lista di 130 enti da sopprimere, ma dopo pressioni infinite di politici, sindacati e altri amici potenti dei suddetti enti, nella Finanziaria 2008 ne furono inseriti solo 11. Col governo Berlusconi la cifra è diventata 14». Avanti dunque con le forbici, o peggio per tutti. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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De Magistrisindagato. Mancino: fuorii pm candidati (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

De Magistrisindagato. Mancino: fuorii pm candidati toghe e politica L'ex pm di Catanzaro sotto inchiesta: abuso d'ufficio. Il vicepresidente del Csm: non tornino i magistrati che si candidano alle elezioni 19/03/2009

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Indagato (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Indagato . Anche lui. Anche lui finito tra quelli che Antonio Di Pietro considera impresentabili alle elezioni. Peccato che Luigi De Magistris, ex pubblico ministero di Catanzaro, sia invece fresco di candidatura per le prossime europee proprio nell'Italia dei Valori. Come si comporterà ora l'ex pm di Mani Pulite, visto che solo pochi mesi fa, il 4 dicembre del 2008, aveva dichiarato orgoglioso che il suo partito si era dato un codice etico interno che prevedeva il divieto di candidatura «per chi è indagato e divieto di assumere o mantenere incarichi di governo, nazionale o locale, per chi è rinviato a giudizio»? La notizia di una sua iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Roma, insieme ad altri sette pm di Salerno, è arrivata ieri, poche ore dopo la conferenza stampa in cui l'ex magistrato era stato presentato da Antonio Di Pietro come candidato indipendente con l'Idv. Il fascicolo nei suoi confronti era stato però aperto già a febbraio e riguarda la «guerra» tra le due Procure di Salerno e Catanzaro relativa all'inchiesta «Why not» — che provocò l'intervento addirittura di Giorgio Napolitano e quello del Csm — e nella quale si sono trovati invischiati e poi scagionati Romano Prodi e Clemente Mastella. I reati ipotizzati sarebbero quelli di abuso d'ufficio — per aver eseguito una perquisizione che sarebbe andata oltre le necessità investigative e sarebbe stata realizzata in modi «anomali» — e interruzione di pubblico servizio, perché avendo realizzato una perquisizione abusando del proprio ufficio, in questo modo avrebbe anche interrotto l'attività della magistratura in modo non giustificato. Secondo le accuse ora al vaglio della procura capitolina, il sequestro del fascicolo dell'inchiesta Why Not eseguito dalla procura di di Salerno - e ispirato da De Magistris - alla procura generale di Catanzaro costituì — parole dell'ex pg Enzo Jannelli, indagato a Salerno — «un danno devastante per l'intera Magistratura italiana e disdoro anche per quella, pur complessivamente sana, magistratura inquirente salernitana». «Il sequestro dei pm di Salerno — si leggeva nel decreto di controsequestro firmato da Jannelli — ha avvalorato, mediante l'inconferenza elefantiaca (1425 pagine) e sovrabbondante nelle motivazioni, la tesi del complotto istituzionale ai danni del dottor De Magistris, in forza all'asserito, illegittimamente ritenuto, dell'illecita avocazione del procedimento Why Not ed in forza ancora della presunta ritenuta illegittima conduzione dell'indagine ad opera dei pm di Catanzaro, funzionale invece, secondo il pensiero e le azioni criminose degli indagati (il procuratore Luigi Apicella e i suoi sostituti) ad insabbiare il processo ovvero a favorire tutti o più taluni degli oltre settanta indagati del procedimento Why Not». Secondo la procura di Salerno, invece, l'avocazione di Why Not a De Magistris, fu illegittima. La procura campana sta ancora indagando sull'operato della magistratura calabrese e uno dei filoni di inchiesta, che ora erediterà il nuovo procuratore Franco Roberti, riguardano le presunte irregolarità nell'archiviazione, fatta da Catanzaro, della posizione dell'ex ministro della giustizia Clemente Mastella indagato da De Magistris nell'inchiesta Why Not. Insomma un intreccio di accuse e controaccuse difficile da decifrare ma nel quale De Magistris è uno dei principali attori. Ieri, dopo aver saputo di essere stato indagato a Roma (ma l'indagine sarà trasferita a Perugia perché due magistrati coinvolti lavorano nel distretto della Corte di Appello di Roma), il novello candidato alle europee ha replicato sdegnato: «Sono ipotesi di reato del tutto infondate». Spiegando poi che non farà marcia indietro sulla sua discesa nel campo della politica: «Non mi faccio condizionare da vicende che non hanno alcun fondamento». In mattinata, però, aveva dovuto rispondere anche al vice presidente del Csm Nicola Mancino, che aveva sollecitato un intervento legislativo per vietare ai magistrati che, come lui, scelgono la politica, di tornare a fine mandato a indossare la toga. «La mia — aveva replicato De Magistris — è una scelta irreversibile, anche qualora non dovessi essere eletto». E lo stesso Di Pietro aveva rilanciato: «De Magistris si dimetterà dalla magistratura subito dopo le elezioni, lo assicuro. Anche lui, come me, pensa che sia una strada senza ritorno una volta che da magistrato si passa alla politica». Ora Di Pietro dovrà ripensare seriamente a quella candidatura.

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Quel cursus honorum che porta sempre a sinistra (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Quel cursus honorum che porta sempre a sinistra Avanti un altro! Il partito dei pm che conducono inchieste che li fanno diventare parlamentari si infoltisce con la scelta di Luigi De Magistris di candidarsi alle europee nelle liste di Di Pietro, suo leader naturale, peraltro, per biografia e grettezza politica. La scelta, in questo caso, è sconvolgente, e non solo perché conferma che in Italia il cursus honorum dei pubblici ministeri ha uno sbocco naturale — in realtà palesemente distorto — nel Parlamento nei partiti della sinistra (al momento sono una decina, tra i quali Di Pietro, D'Ambrosio, Tenaglia, Casson e Ferranti), ma perché questa candidatura è — come si direbbe a Oxford — un calcio nei denti al Pd di Franceschini, tuttora e inspiegabilmente alleato dell'Italia dei Valori. De Magistris, con la sua inchiesta «Why not?» va ricordato, non ha solo provocato una guerra tra le procure di Catanzaro e Salerno che è sfociata in incredibili perquisizioni notturne incrociate nelle case dei magistrati delle due procure, obbligando il Csm a duri interventi. De Magistris ha fatto meglio e di più: ha dato un contributo non secondario nella caduta del governo Prodi. L'ipotesi accusatoria della sua inchiesta, infatti lo ha portato a indagare su Romano Prodi, il suo Guardasigilli Clemente Mastella, il deputato del Pd — stretto collaboratore di Prodi — Sandro Gozi, Agazio Loiero, presidente della Calabria del Pd, oltre a Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc. Inutile dire che nelle pagine della sua inchiesta si trovano molta fantasia, moltissimi teoremi, infiniti aggettivi e poco altro. Il fatto è che la destabilizzazione di Prodi e il percorso che portò Mastella a rifiutargli la fiducia in Parlamento, iniziò proprio quando il Guardasigilli dovette esercitare i suoi legittimi diritti di difesa da un inchiesta irrispettosa di tutto, anche della forma. Veltroni, però, col pieno assenso di Franceschini ha poi scelto Di Pietro come unico e solo alleato in Parlamento e ora — con la candidatura di De Magistris nell'Idv — si ritrova ripagato con un ennesimo sberleffo. Candidare De Magistris definisce infatti un sillogismo implacabile: la sua inchiesta su Prodi, Gozi, Loiero, era più che legittima ed è stata impedita con l'artificio. Il corto circuito interno all'opposizione diventa così incandescente e non tarderà a provocare ulteriori faville. Detto questo, non si può non notare che questo cursus honorum dei Pm che sbocca in candidature della sinistra, abbia aspetti inquietanti. Di Pietro, è noto, indagò e eliminò dalla scena politica gli avversari del segretario dei Ds Achille Occhetto. D'Ambrosio era la mente-giuridico politica di Mani Pulite (e un suo intervento salvò Botteghe Oscure nel caso Greganti-mazzette al Pci). Casson indagò su Andreotti e Cossiga. Un panorama a dir poco stravagante a cui si può aggiungere una ciliegina: oggi, sindaco di Bari per il Pd è Michele Emiliano. Per pura assoluta, incredibile, coincidenza, proprio il Pm che indagò sullo scandalo dell'operazione Arcobaleno, gestita — malamente — dal governo D'Alema in Albania. Che strano...

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LE TOGHE IN POLITICA (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Carlo Federico Grosso LE TOGHE IN POLITICA I n occasione dell'esame della domanda di Luigi De Magistris di essere messo in aspettativa dalla magistratura in vista della sua candidatura alle elezioni europee, il presidente del Csm, Nicola Mancino, ha affermato che occorrerebbe introdurre la regola secondo cui un magistrato che entra in politica deve rinunciare per sempre alla toga. Perché, ha specificato il presidente, candidandosi il giudice o il pubblico ministero dimostra di essere diventato parte politica. Bisognerebbe ricorrere al principio di mobilità nella pubblica amministrazione. In tal caso, prevedendo che il magistrato, alla fine del mandato, entri in un'amministrazione diversa da quella giudiziaria, si conseguirebbe invece il doppio vantaggio di acquisire alla pubblica amministrazione un patrimonio di esperienza e di professionalità senza pari e di allontanare dall'ordine giudiziario un magistrato che rischierebbe di apparire parziale, danneggiando l'immagine dell'intera magistratura. Non so se sia stata, quella utilizzata, l'occasione più opportuna per esprimere tale opinione, in quanto il Consiglio e il suo presidente sono di recente intervenuti in sede disciplinare nei confronti di De Magistris e tali interventi hanno alimentato polemiche tuttora non sopite. È comunque un fatto che Mancino ha evidenziato un problema di carattere generale sul quale si è, in passato, ampiamente discusso, e sul quale merita tuttora ragionare. Oggi è previsto che i magistrati non siano eleggibili nelle circoscrizioni sottoposte alla giurisdizione degli uffici presso i quali hanno esercitato le loro funzioni nei sei mesi precedenti la data di accettazione della candidatura. È stabilito che i magistrati che si sono candidati, ma non sono stati eletti, nei cinque anni successivi non possono esercitare funzioni giudiziarie nella circoscrizione nel cui ambito si sono presentati alle elezioni. Dal 2006 è stato ulteriormente disposto che quando cessano dalla funzione politica i magistrati devono scegliere un ufficio situato in una Regione diversa sia da quella nella quale era ubicata la sede di provenienza, sia da quella in cui sono stati eletti (salvo che si tratti di soggetti facenti parte della Cassazione, della Procura Generale presso la Cassazione e della Direzione Nazionale Antimafia, in ragione della competenza nazionale di tali uffici). Predisponendo questa griglia articolata di regole che impongono condizioni d'ineleggibilità e limitazioni nei luoghi di possibile riassunzione in magistratura, il legislatore ha cercato di contemperare due principi costituzionali contrapposti: il diritto di chiunque, e pertanto anche del cittadino magistrato, di non essere escluso dall'esercizio dei diritti elettorali passivi e l'esigenza di salvaguardare l'immagine d'indipendenza del singolo magistrato e della magistratura nel suo insieme. L'impatto sull'immagine d'indipendenza, si sostiene, si affievolisce se il magistrato eletto rientra nei ruoli della magistratura in un luogo lontano sia da quello dove lo si conosceva come giudice o come pubblico ministero, sia da quello in cui egli si è adoperato per farsi eleggere. Mancino ritiene, evidentemente, che queste limitazioni non siano sufficienti a garantire l'immagine d'indipendenza indispensabile a chi esercita una funzione giudiziaria. E forse ha ragione. Il magistrato che si è impegnato direttamente in politica iscrivendosi a un partito, partecipando alle competizioni elettorali, discettando e polemizzando in un'assemblea elettiva, ha assunto sicuramente ruoli «di parte», ha compiuto scelte «di parte», ha parlato pubblicamente come soggetto «di parte». E questa sua posizione di parte è diventata tanto più evidente quanto maggiore sono stati il suo impegno e la sua visibilità, il rilievo e l'incisività della sua attività, il successo delle sue iniziative politiche. Ecco perché, allora, potrebbe essere auspicabile la scelta radicale: il magistrato che sceglie l'avventura politica ha ovviamente il diritto di coltivare, come ogni altro cittadino, questa sua passione. Gli si imponga tuttavia un sacrificio. Quando deciderà di abbandonare l'impegno politico, gli si assicuri all'interno della pubblica amministrazione (magari garantendogli ampia facoltà di scelta) una funzione, un grado, uno stipendio adeguato al ruolo e alla funzione precedentemente esercitata. Non sia più, tuttavia, nell'esercizio della funzione giudiziaria. Nell'interesse, superiore, della migliore immagine d'imparzialità dell'amministrazione della giustizia. Si dirà: la Corte Costituzionale, a garanzia delle posizioni precostituite, ha più volte enunciato il principio generale secondo cui il parlamentare ha diritto di conservare il «proprio» posto di lavoro. Giusto, in linea di principio. Ma davvero questo principio non può trovare, in qualche caso, limitazioni o censure nella prospettiva del rispetto di altri, superiori, interessi di carattere generale? Si può d'altro canto osservare che numerosi magistrati hanno già interpretato questa esigenza a livello di scelta personale di opportunità. Una riforma che recepisse le suggestioni evocate ieri dal presidente del Csm, pur imponendo una regola rigorosa di comportamento, l'arricchirebbe comunque di una forte garanzia, poiché al magistrato che avesse scelto di fare un'esperienza politica sarebbe in ogni caso assicurato un ruolo di rango all'interno dell'amministrazione pubblica. Lo stesso De Magistris, secondo quanto hanno riportato ieri le agenzie di stampa, ha d'altronde reagito alle parole di Mancino affermando che la sua è una scelta di vita e che, in ogni caso, mai ritornerà ad esercitare le sue pregresse funzioni giudiziarie.

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messineo, il csm verso l'archiviazione "nessun contatto tra il cognato e la mafia" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 21 - Cronaca La prima commissione all´unanimità: "Sul procuratore di Palermo mettiamo la mano sul fuoco" Messineo, il Csm verso l´archiviazione "Nessun contatto tra il cognato e la mafia" La decisione dopo aver ascoltato i pm che hanno indagato sul parente del magistrato ROMA - La Prima Commissione del Csm sta per chiudere all´unanimità e con l´archiviazione il caso del procuratore di Palermo Francesco Messineo, cognato di un imprenditore, Sergio Sacco, più volte finito in indagini di mafia. La decisione è stata presa al termine dell´audizione dei pm palermitani che si sono occupati della vicenda. Nel corso dell´audizione i pm Gaetano Paci, Annamaria Picozzi e l´aggiunto Antonio Ingroia, hanno spiegato che il cognato del procuratore non è stato iscritto recentemente nel registro degli indagati per il colloquio avuto con la moglie di un boss poi scomparso per lupara bianca. Sacco avrebbe consigliato alla donna di allontanarsi col marito da Palermo. Ma per i pm «allo stato degli atti sono esclusi contatti tra Sacco e mafiosi». A rendere note le indicazioni dei magistrati sono stati il presidente della commissione, Ugo Bergamo e il relatore del fascicolo Mario Fresa. Quest´ultimo ha anche aggiunto: «Sul procuratore mettiamo la mano sul fuoco». Ingroia e Paci sono i pm dell´inchiesta nell´ambito della quale è stata depositata l´informativa dei carabinieri sui rapporti che Sacco, fratello della moglie di Messineo, avrebbe avuto con la vedova del capomafia Giovanni Bonanno, ucciso dalla cosca capeggiata dai boss palermitani Lo Piccolo e sulla conversazione avuta nel dicembre del 2006 con la donna. Picozzi è la pm che ha interrogato la vedova di Bonanno. La donna ha confermato l´episodio ma ha sostenuto che il consiglio di Sacco, datole nel corso di un incontro casuale, non fosse in alcun modo un avvertimento.

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Mancino: <Chi va in politicanon torni a fare il giudice> (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mancino: «Chi va in politicanon torni a fare il giudice» la candidatura di de magistris Monito del vicepresidente del Csm. Indagato l'ex pm di "Why not" Roma. Ha letto le agenzie, dottor De Magistris? Lei risulta indagato a Roma per il reato di concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio in relazione all'inchiesta della procura generale di Catanzaro che indagò per gli stessi reati anche sette pm della procura di Salerno. No, il giorno dopo aver annunciato la sua discesa in campo in politica (come candidato dell'Italia dei Valori alle elezioni europee) l'ex pm titolare delle inchieste Why Not e Poseidone, Luigi De Magistris, non ha ancora letto il lancio di agenzia che lo riporta nel turbine giudiziario. Ma ostenta nonchalance: «Ah, la storia ridicola del controsequestro...». Al telefono Luigi De Magistris non sembra turbato dall'ultimo (per ora) siluro spedito verso di lui. Ha passato il Rubicone, si candida con Di Pietro, che ieri lo ha incoronato assieme ad altri due "ribelli" dell'establishment: Sonia Alfano, figlia del giornalista ucciso dalla mafia, e presidente dell'Associazione Italiana familiari delle vittime, e Carlo Vulpio, giornalista del Corriere della Sera. «Torniamo in Europa, ma con degli italiani di valore, dei quali dobbiamo essere orgogliosi», li ha presentati in conferenza stampa il leader dell'IdV, Antonio Di Pietro. «Sono i primi candidati che vogliono rappresentare il programma dell'IdV e che si sono impegnati per il bene del Paese nella lotta alla mafia, per una giustizia che non guardi in faccia ai potenti e per un'informazione trasparente e giusta». Da magistrato inquirente (spedito per incompatibilità ambientale dal Csm da Catanzaro a Napoli dove esercita le funzioni di magistrato del riesame), ad aspirante europarlamentare. Come mai un taglio così netto col passato, che de Magistris, figlio e nipote di magistrati, aveva sempre definito una missione? «Da un lato la scelta è obbligata perché non mi è più consentito fare il pubblico ministero, il mestiere che amavo e continuo ad amare - ha detto De Magistris al Secolo XIX - Prendo atto che l'attività di ostacolo e delegittimazione nei miei confronti non si è fermata ma continua, da ultimo con la notizia che lei mi ha appena letto, l'incredibile iscrizione nel registro degli indagati collegata, mi pare di capire, all'illegale attività di controsequestro compiuta dalla procura generale di Catanzaro. Non c'erano più, quindi, le condizioni per fare il magistrato. Entrare in politica non lo trovo un ripiego, ma una opportunità importantissima per dare con la mia esperienza un contributo a migliorare il Paese» Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha già espresso parere favorevole alla richiesta di aspettativa formulata da De Magistris. Ma ha approfittato dell'occasione per caldeggiare l'introduzione di una norma che impedisca ai magistrati che entrano in politica di rientrare nei ranghi della magistratura, una volta esaurito il mandato. Per Mancino «è preferibile che sia stabilito il divieto di rientro nell'ordine giudiziario e sia garantita, a domanda, la mobilità nella Pubblica Amministrazione nella funzione e nel ruolo pressapoco corrispondenti a quelli di provenienza... La PA recupera un patrimonio di esperienze e di professionalità e la magistratura perde un giudice diventato parte». Commenti, dottor De Magistris? «Ho già risposto al vicepresidente del Csm. Aggiungo che trovo sintomatico che Mancino se ne ricordi proprio adesso, quando ci sono tantissimi ex magistrati in Parlamento. Prendo atto della sua dichiarazione pubblica nei miei confronti ma, rispetto alla mia vicenda, proprio per i tanti clamori che ha suscitato, trovo che la mia scelta sia una scelta di vita che mi porterà lontano». Anche dal palcoscenico europeo potrà tenere d'occhio le vicende italiane? «Assolutamente sì. Ne sono convinto. Cominciando proprio dai finanziamenti pubblici europei, da come vengono spesi. Devono creare progresso ed occupazione, non servire per arricchire comitati d'affari politici, economici, imprenditoriali e mafiosi». Non a caso le sue inchieste come pm a Catanzaro si erano occupate dell'utilizzo sospetti di finanziamenti e fondi europei. A proposito, che fine faranno le inchieste? «Non lo so. Non deve più chiederlo a me...». La notizia della candidatura di de Magistris ha scatenato commenti assortiti. Giuseppe Casini, segretario dell'Anm, osserva che «candidarsi alle elezioni o tornare in magistratura dopo un'esperienza politica sono scelte personali, rispetto alle quali non c'è una posizione dell'Anm». Renzo Parodi parodi@ilsecoloxix.it 19/03/2009 ' 19/03/2009 la sceltaOrmai non c'erano più le condizioni per fare il magistrato Luigi de magistrisex magistrato ora candidato al Parlamento europeo 19/03/2009 adriano sansa 19/03/2009 vito d'ambrosio 19/03/2009 GIANFRANCO AMENDOLA 19/03/2009 GIUSEPPE CHIARAVALLOTI 19/03/2009 ENRICO FERRI 19/03/2009 giuseppe ayala 19/03/2009 Adriano Sansa, nato a Pola nel 1940, magistrato, è stato sindaco di Genova dal 1993 al 1997 a capo di una coalizione guidata dal Pds. Dopo l'avventura da primo cittadino è poi rientrato in magistratura: attualmente è presidente del Tribunale dei minori di Genova. Scrittore, ha pubblicato diverse raccolte di poesie 19/03/2009 Nato a Pescara nel 1943, è stato pretore di Ancona dal 1971 all'86 e poi nel Csm fino al '90 quando diventò sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Indipendente di sinistra, nel '95 venne eletto dapprima consigliere regionale tra le file del Pds e poi presidente della Regione Marche, fino al 2005. È sostituto procuratore generale 19/03/2009 Gianfranco Amendola, nato a Roma nel 1942, è stato procuratore aggiunto alla Procura di Roma occupandosi principalmente di reati ambientali. È stato eletto deputato europeo alle elezioni del 1989 per la lista dei Verdi e consigliere comunale di Roma sempre per i Verdi. Autore di numerosi libri, è dall'ottobre 2008 Procuratore di Civitavecchia 19/03/2009 Giuseppe Chiaravalloti, 75 anni, è stato presidente della giunta Regionale della Calabria dal 2000 al 2005, eletto in una coalizione di centrodestra, come espressione di Forza Italia. Già Procuratore generale a Catanzario e alla Corte d'Appello di Reggio Calabria, è attualmente vicepresidente del Garante della privacy 19/03/2009 Enrico Ferri, 66 anni, ex "ministro dei 110 all'ora", è stato in contemporanea vicesindaco a Pontremoli e sostituto procuratore generale in Cassazione. Sindaco per 4 volte del paese toscano, e per tre europarlamentare, non rieletto, nel 2005 tornò alla procura generale della Cassazione per poi aderire all'Udeur di Mastella 19/03/2009 Giuseppe Ayala, eletto deputato nel Pri, è poi tornato in magistratura e oggi è consigliere alla Corte d'appello di L'Aquila. Nato a Caltanissetta nel 1945, Ayala ha esercitato per anni come pm diventando, tra l'altro, consigliere di cassazione. Deputato nelle file del Pri, aderì poi in Alleanza Democratica e fu senatore e sottosegretario con i Ds 19/03/2009

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Medici e clandestini, è rivolta nel Pdl (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

DDL SICUREZZA 170 deputati scrivono al premier: «Non mettere la fiducia» Medici e clandestini, è rivolta nel Pdl Carlo Lania ROMA ROMA L'ultima conta, alle cinque della sera, dà un totale di 170 firme, vale a dire la stragrande maggioranza dei 271 deputati iscritti al gruppo Pdl della Camera. 170 nomi allineati in fondo a una lettera scritta da Alessandra Mussolini al premier Silvio Berlusconi per chiedergli di non mettere la fiducia sul disegno di legge sulla sicurezza visto che la suo interno, scrive la presidente della commissione Infanzia nonché nome di spicco dell'anima «aennina» del Pdl, sono presenti «norme inaccettabili» come quella che vorrebbe obbligare i medici, «ma anche gli insegnanti», a denunciare gli immigrati clandestini. Norme che, proseguono i firmatari, «necessitano di indispensabili correzioni». Richiesta avanzata, tra gli altri, da parlamentari di primo piano come il sottosegretario alla presidenza del consiglio Carlo Giovanardi e Gaetano Pecorella, che sul ddl incriminato a Berlusconi chiede il diritto di potersi esprimere liberamente, «secondo coscienza». Se non proprio una ribellione, di certo una doccia fredda per il governo, che con la lettera non vede traballare solo una norma che è uno dei cavalli di battaglia del ministro degli Interni Roberto Maroni (visto che è legato all'introduzione del reato di clandestinità), ma lo stesso rapporto con la Lega. Senza contare che l'insurrezione dei 170 (secondo i beni informati 2/3 di An e 1/3 di Forza Italia) avviene ad appena tre giorni dal congresso di An e a dieci da quello del Pdl. Insomma ce n'è abbastanza per far scattare l'allarme in casa di un movimento in cui la disobbedienza agli ordini di scuderia non è proprio all'ordine del giorno. E infatti le reazioni non si fanno attendere. Il primo a parlare, tentando di gettare acqua sul fuoco e di tranquillizzare il Carroccio è Fabrizio Cicchitto, per il quale la lettera dei 170 è «solo propaganda che lascia il tempo che trova». «Il testo è ancora nel pieno dell'iter parlamentare - dice il capogruppo del Pdl a Montecitorio - se ne dovrà discutere nelle commissioni competenti. Quindi il problema non esiste». Tagliano corto anche il leader del Carroccio, Umberto Bossi, e il titolare del Viminale Roberto Maroni. «Il ddl passerà così com'è», assicura il primo mostrando una certezza per nulla scontata, mentre il secondo fa sue le parole del leghista Cota, che nel pomeriggio si era detto «stupito» per la lettera dei ribelli bollandola come una «manovra interna in vista del congresso del Pdl». Ma la Lega non molla, e arriva a minacciare ritorsioni nel caso la norma sui medici dovesse essere cassata. Come quella, prospettata dal senatore Sandro Mazzatorta, di interferire nella discussione del ddl sulle intercettazioni tanto caro al premier. A mollare, però non ci pensano neanche i ribelli.E questo anche se in serata circola la voce di una «controlettera» firmata da alcuni parlamentari pentiti. Al punto che la stessa Alessandro Mussolini annuncia per i prossimi giorni una riunione del gruppo per discutere del disegno di legge. mettendo sul piatto anche il sostegno del presidente della Camera Gianfranco Fini, un altro che in passato non ha certo fatto mistero di non apprezzare le politiche sull'immigrazione della Lega, compreso il ruolo da «guardiani» dei clandestini che i medici potrebbero dover assumere in futuro. «In realtà io formato la lettera per tre motivi», spiega Gaetano pecorella. «Il primo è che si tratta di un voto di coscienza sul quale sarebbe sbagliato porre la fiducia. Poi perché questa norma avrebbe effetti socialmente negativi, visto che si diffonderebbero malattie ed epidemie al di fuori di ogni controllo sanitario. Infine perché io credo che il diritto alla salute venga prima del controllo sulla presenza degli stranieri irregolari sul territorio». E circa le accuse di voler in qualche modo condizionare i congresso del Pdl, è la stessa Mussolini a chiarire: «Io e Di Virgilio. oltre u mese fa pendemmo immediatamente posizione. la lega è irritata? E come stanno i bambini dei clandestini?». L'uscita dei ribelli raccoglie consensi a man bassa da parte di medici e opposizione. «Meno male, hanno avuto un sussulto di dignità», dice l'ex ministro della Salute Livia Turco, mentre per la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, «la lettera dimostra che le nostre osservazioni e i nostri no avevano un senso. Ora è ancora più necessario e doveroso che governo e maggioranza ritirino quella barbara norma». Soddisfazione, infine, anche da parte dei medici. «Una parte del parlamento e della maggioranza - dice Stefano Biasioli, presidente del sindacato medici ospedalieri Cimo-Asmd - ha capito che i sindacati dei medici non scherzavano quando hanno detto che in caso di approvazione della norma avremmo fatto un immediato ricorso alla Corte costituzionale e alla Corte europea».

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Il pm anticamorra nella procura dei veleni (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

WHY NOT Franco Roberti guiderà Salerno Il pm anticamorra nella procura dei veleni Ilaria Urbani NAPOLI NAPOLI Integerrimo e appassionato al suo lavoro, Franco Roberti è stato nominato ieri all'unanimità dal Consiglio Superiore della Magistratura Procuratore capo a Salerno. Il magistrato napoletano lascia il fronte caldo della Direzione distrettuale antimafia di Napoli per andare a dirigere la procura dei veleni al centro delle polemiche per lo scontro sul caso Why Not con i magistrati di Catanzaro. Il neoprocuratore prenderà il posto di Luigi Apicella, sospeso dalle sue funzioni proprio dopo lo scontro tra procure sul caso De Magistris. «A Salerno è necessario portare serenità - ha commentato a caldo Roberti che prenderà posto nel nuovo ufficio salernitano il 3 aprile - bisogna valorizzare i colleghi e il personale amministrativo. Il mio impegno sarà rivolto a riportare efficienza e autorevolezza in una procura di grandi tradizioni che, al di là delle ultime polemiche, ha sempre lavorato bene. Questo è un motivo in più di orgoglio. Sono fiero di affrontare un impegno così delicato e prestigioso». Al magistrato sono arrivati attestati di stima da parte di tutti i componenti del Csm. Franco Roberti è noto per il suo impegno sin dal 1982 in inchieste delicate contro la camorra. Ha iniziato la sua carriera in Toscana nel 1975, ma è tornato dopo poco nella regione d'origine, a Sant'Angelo dei Lombardi, dove si è occupato dei processi sul terremoto che ha devastato l'Irpinia. E' tra i più grandi conoscitori del fenomeno camorristico, dall'82 in poi alla Procura della Repubblica di Napoli ha condotto procedimenti cruciali sulla Nuova famiglia. «Ho iniziato e concluso la mia carriera di investigazione a Napoli con le indagini sui Casalesi, tanto è stato fatto, ma molto rimane da fare». Lascia Napoli con la consapevolezza di aver contributio all'arresto di molti latitanti e sgominato centinaia di attività illecite del sistema, ma con il rammarico che la camorra è ancora viva e vegeta. «Il costrasto giudiziario alla camorra è necessario, ma non è sufficiente. Sono necessari interventi sociali e politici. L'attività giudiziaria serve a fronteggiare e sconfiggere, ma per prevenire la criminalità organizzata servono scelte politiche. La camorra rimane radicata nel tessuto sociale della città, sono necessari tutti gli sforzi congiunti». Una riflessione amara. Che parla, senza troppi giri, del deserto che la politica ha creato attorno ai magistrati che indagano sulla criminalità organizzata: «Serve che la lotta alla criminalità diventi una priorità governativa, non lo è mai stata e nemmeno ora lo è. Ma i camorristi devono sapere che la Dda non abbasserà mai la guardia e le procure di Napoli e Salerno lavoreranno in collaborazione costante». Qualche ora prima della notizia della nomina, ospite di un convegno all'univesità di Caserta sulla criminalità nel territorio campano, Roberti ha ribadito uno dei suoi concetti più cari: «La crminalità organizzata in provincia di Caserta è imprenditoriale, molto simile alla mafia siciliana. Nessun paese in Europa ha una criminalitaà come la nostra e questo succede perchè ci sono incapacità di attuare quei principi fondamentali della costituzione. La camorra si è inserita nel settore edilizio e quindi può succedere che anche un'impresa legale ha una partecipazione mafiosa». Roberti ieri è stato elogiato per le sue qualità professionali anche da Nicola Mancino. Esprimendo il suo voto favorevole alla nomina di Roberti il vicepresidente del Csm ha ricordato che serve spingere «proprio in attuazione della riforma dell'Ordinamento giudiziario, a rivolgere particolare attenzione al buon funzionamento di tutti gli Uffici. E' necessario assicurare ordine e tranquillità alla procura di Salerno, importante ufficio giudiziario». Sessantun'anni, il neoprocutare di Salerno in passato ha anche indagato sui reati contro la pubblica amministrazione e l'economia, come il caso del Banco di Napoli, e per otto anni, è stato alla Direzione nazionale antimafia di Napoli dove è stato delegato per anni anche ai rapporti di cooperazione internazionale con gli Stati Uniti, Canada, Francia, Irlanda e Giappone. Nel 2001 il magistrato è ritornato ad rivestire il ruolo di pm. rocuratore come alla Procura di Napoli, qui ha seguito anche le indagini sul terrorismo internazionale. «Alla Procura di Napoli voglio essere ricordato e non rimpianto - prosegue - sono sicuro che chi mi succederà farà un ottimo lavoro. A Napoli lascio molti amici con i quali ho raggiunto obiettivi molti soddisfacenti, tanti i risultati dal contrasto al terrorismo internazionale nel 2001, durante quell'anno Napoli ha svolto un'attività eccellente. La Procura ha lavorato molto bene anche durante la faida camorristica del 2006». Roberti ha condotto molte delle inchieste sui rifiuti. E chiude l'incarico alla Dda con l'arresto del latitante Giuseppe Setola, mandante ed esecutore di una ventina di omicidi, tra questi la strage di Castelvolturno. Sotto la guida di Roberti, alla Dda sono stati arrestati tutti i protagonisti principali della faida di Scampia.

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Palazzo dei Marescialli salva Messineo (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

MAFIA Il magistrato alla guida di Palermo «estraneo» all'inchiesta che ha coinvolto un suo parente Palazzo dei Marescialli salva Messineo ROMA Si avvia verso l'archiviazione il fascicolo aperto dalla prima commissione del Csm in merito alle notizie di stampa su un'indagine per mafia inerente il cognato del procuratore capo di Palermo Francesco Messineo. Dopo le audizioni svolte questo pomeriggio, durante le quali sono stati sentiti Antonio Ingroia, Annamaria Picozzi e Gaetano Paci, procuratore aggiunto e sostituti nell'ufficio siciliano, la commissione, all'unanimità, ha dato mandato al relatore Mario Fresa di stendere la delibera di archiviazione, che sarà poi esaminata dal plenum. Da quanto è emerso dall'istruttoria svolta a Palazzo dei Marescialli, con accertamenti «a 360 gradi» sui rapporti tra Messineo e suo cognato Sergio Sacco, la mancata iscrizione sul registro degli indagati di quest'ultimo si basa su elementi convincenti, e l'intera Procura palermitana, nonchè tutti gli operatori, compresi gli avvocati che lavorano nel distretto, hanno confermato assoluta stima nei confronti del procuratore capo. L'archiviazione del procedimento, dunque, ha osservato il relatore Fresa, «è una soluzione obbligata». I magistrati ascoltati oggi hanno illustrato i meccanismi processuali che, allo stato hanno escluso l'ipotesi di iscrivere sul registro degli indagati, per associazione mafiosa, il cognato di Messineo. L'unico atto in possesso dei pm, titolari dell'inchiesta, un colloquio tra lo stesso Sacco e la vedova Bonanno, il cui marito venne ucciso dalla mafia nel gennaio 2006. Alla donna, Sacco avrebbe detto, prima della morte del marito, di allontanarsi da Palermo, ma la stessa ha minimizzato l'episodio dicendo che aveva incontrato casualmente Sacco in un centro commerciale e che le sue parole non erano affatto un avvertimento. Nell'informativa in mano ai pm, benchè molto ampia, non emerge mai il nome del parente di Messineo, così come in migliaia di intercettazioni telefoniche. «In assenza di riscontri, ricercati dai pm - afferma Fresa - è stato escluso qualunque contatto di Sacco con ambienti mafiosi». L'uomo, inoltre, si puntualizza a Palazzo dei Marescialli, non è figlio dell'uomo d'onore di Camporeale, Lillo Sacco. I pm sentiti a Palazzo dei Marescialli hanno escluso che questo rapporto di parentela abbia influito in qualche modo sulla Procura.

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Separazione delle carriere (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 19/03/2009 - pag: 1 autore: di Franco Bechis Separazione delle carriere De Magistris entra in politica, Mancino dà l'ok e dice: mai più giudice Luigi De Magistris, ex pubblico ministero a Catanzaro punito dall'organo di autogoverno della magistratura con la promozione a giudice del tribunale del riesame di Napoli, dovrà lasciare la toga per sempre una volta candidatosi come annunciato ieri alle elezioni europee nella lista dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. La richiesta, informale, è arrivata dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, che ha invocato una legge ad hoc per impedire a qualsiasi magistrato buttatosi in politica di tornare a vestire la toga. Dopo averne tanto discusso, questa è la prima separazione delle carriere che la magistratura sembra accettare. Anche se la propone un vicepresidente del Csm che in politica ha fatto una gran carriera...(...) Non sono a dire il vero moltissimi i casi di magistrati che hanno preso l'ascensore della politica, e poi un giorno ne sono scesi tornando ad esercitare la funzione originaria. Fra i pochi l'esempio più famoso probabilmente fu quello di Giuseppe Ayala, magistrato antimafia e poi politico navigato per alcune legislature. Vero che i diritti politici dei cittadini non si dovrebbero mai limitare, e infatti i magistrati si candidano alle elezioni con tanto di concessione di aspettativa alla pari di tutti gli altri dipendenti pubblici. Ma sembrerebbe di buon senso che chi ha svolto un ruolo politico di parte non torni ad esercitare un mestiere che dovrebbe essere sempre super partes (e tale non è nella esperienza quotidiana). Separare le carriere della magistratura e della politica sarebbe gran passo sì, magari anche più chiaro se i vertici dell'organo di autogoverno della magistratura a iniziare dal suo grado più alto (dopo quello istituzionale del Capo dello Stato) non fossero scelti dal parlamento solo fra le fila di ex parlamentari, che poi sulle grandi questioni si dividono come farebbero le schiere di partito più che le libere coscienze. Ma se già su una questione tanto semplice come quella che emerge dal caso De Magistris bisogna stare a litigare, figuriamoci quanto dovremo ancora attendere quella riforma del sistema giudiziario che è restata sempre e solo inutile bandiera personale di Silvio Berlusconi. La vera separazione delle carriere, a garanzia di tutti i cittadini, una semplice norma per cui un pm punito perché ha male lavorato non può diventare giudice sopra le parti, passati i grandi processi con i grandi protagonisti imputati sembra non interessare più al sistema politico. Ed è un vero peccato. Franco Bechis

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Magistrati, chi esce non rientra (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 19/03/2009 - pag: 3 autore: di Paolo Silvestrelli Il vicepresidente del Csm chiede una norma ad hoc. Intanto l'ex pm viene iscritto tra gli indagati a Roma Magistrati, chi esce non rientra Mancino: sì a De Magistris in politica ma dopo niente toga Il messaggio del vice presidente del Csm Nicola Mancino è stato chiaro: «le toghe che entrano in politica lascino per sempre la magistratura».La dicesa in campo per le prossime elezioni politiche europee nelle file del partito dell'Italia dei Valori dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ha aperto un dibattito sviluppato dalla richiesta di aspettativa di De Magistris al Csm, per fini elettorali. Nonostante lo stesso ex pm di Catanzaro abbia da subito comunicato di lasciare per sempre la magistratura per una scelta politica irreversibile e nonostante Mancino abbia annunciato il via libera, il vicepresidente del Csm ha voluto precisare: «La candidatura di De Magistris pur legittima non è e non sarà la sola». Nessuno può «comprinere l'elettorato passivo» ha affermato Mancino ma il quesito è successivo alla legittimità della candidatura politica: «È giusto che chi viene eletto rientri in magistratura ha mandato finito»? Non è difficile capire che una volta candidato, il giudice che si schiera con una forza politica piuttosto che con un'altra difficilmente potrebbe avere una visione super partes che dovrebbe garantire l'equilibrio del giudizio. Il monito di Mancino si inserisce all'interno di questo processo decisionale per cui è necessaria che «venga disciplinata l'ipotesi del parlamentare che vuole tornare a fare il magistrato» e in questo caso, ha concluso il vicepresidente del Csm «è preferibile che venga stabilito il divieto di rientrare nell'ordine giudiziario». L'associazione nazionale magistrati, anche se non ha voluto replicare alle dichiarazioni del vicepresidente del Csm, ha espresso la propria posizione:«entrare in politica e poi tornare in magistratura è una scelta personale» ha affermato Giuseppe Cascini segretario dell'Anm, secondo il quale un'eventuale riforma legislativa in questa materia deve tenere conto dei vincoli fissati dallo costituzione». Intanto, nelle stesse ore in cui si discute sulla candidature politica alle elezioni europee, l'ex pm De Magistris è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma per le ipotesi di reato di abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio, in relazione all'inchiesta avviata lo scorso dicembre dalla procura generale di Catanzaro,nell'ambito della cosidetta guerra tra le procure di Salerno e Catanzaro.In questo caso, i giudici territorialmente competenti sarebbero stati quelli di Napoli ma considerato che lo stesso De Magistris è impegnato al tribunale del riesame del capoluogo campano, il fascicolo è stato inviato alla procura di Roma. «L'ipotesi di reato e del tutto infondata», ha spiegato l'ex pm e ritengo si tratti di una «iscrizione dovuta perché nata dall'illegale contro sequestro compiuto dalla procura generale di Catanzaro». Ma del resto, ha concluso De Magistris con tono polemico, «rientra nelle plurime, reiterate e infondate segnalazioni di reato che provengono dai magistrati di Catanzaro, indagati per fatti gravissimi dalla procura di Salerno».

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DOMANI e dopodomani Ascoli ospiterà l'annuale convegno nazionale del ce... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ASCOLI PRIMO PIANO pag. 2 DOMANI e dopodomani Ascoli ospiterà l'annuale convegno nazionale del ce... DOMANI e dopodomani Ascoli ospiterà l'annuale convegno nazionale del centro studi di diritto del lavoro «Domenico Napoletano» incentrato su un tema di grande attualità e di notevole complessità. Nelle due giornate si parlerà di «Competitività, flessibilità del mercato e diritti fondamentali dei lavoratori», annotando relatori ed ospiti di caratura nazionale come il dottor Francesco Amirante, presidente della Corte Costituzionale, nominato da pochi giorni che compirà la prima uscita ufficiale ' proprio ad Ascoli. Il convegno si svolgerà nella Sala dei Savi del Palazzo dei Capitani e sarà presieduto dal Raffaele Foglia, Presidente del Centro Nazionale e Consigliere della Corte di Cassazione, addetto alla Corte Costituzionale. Tra i relatori spiccano qualificati esponenti del mondo universitario come la professoressa Paola Olivelli, preside facoltà di giurisprudenza dell'Università di Macerata; il professor Roberto Pessi, preside Facoltà Giurisprudenza Università Luiss; il professor Edoardo Ghera, ordinario diritto lavoro, Presidente Aidlass. L'evento è stato organizzato grazie al contributo offferto dalla Fondazione Carisap che da anni sta portando avanti un progetto che mira a rendere Ascoli città del turismo congressuale'. e. a.

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Il pasticciaccio del magistrato che fa politica (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il pasticciaccio del magistrato che fa politica --> Giovedì 19 Marzo 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print La battuta fin troppo facile è: «Why not?». Già, perché mai il magistrato Luigi De Magistris, ex titolare defenestrato dell'esplosiva inchiesta su politica e affari denominata per l'appunto «Why not?», non dovrebbe farsi un bel giro in politica, magari al Parlamento europeo, come già hanno fatto in tanti in passato, in attesa di tempi migliori? Sulle prime, infatti, aveva pensato di chiedere l'aspettativa dal servizio, come è formalmente nei suoi diritti. Poi però, vista la gragnuola di critiche che gli sono piovute addosso (su tutti il vicepresidente del Csm Nicola Mancino: «I magistrati che scelgono la politica non dovrebbero più tornare in magistratura»), De Magistris ha annunciato che in tribunale non ci tornerà mai più. Bene: ha scoperto l'amore per la politica, non è certo il primo magistrato a cui capita e non sarà l'ultimo. Del resto, per candidarsi ha scelto proprio il partito fondato da un suo ex collega altrettanto d'assalto, Antonio Di Pietro. Ciò che però colpisce - non proprio positivamente - nella candidatura dell'ex pm di Catanzaro sono le motivazioni: «Sono stato fermato e continuano a impedirmi di lavorare, per questo mi presento alle europee. Ho scelto la politica con la P maiuscola» perché «non ci sono più le condizioni per riuscire a fare qualcosa di importante in magistratura». Il che lascia supporre, anche senza essere maliziosi, che De Magistris intenda la politica come una prosecuzione della magistratura con altri mezzi. O peggio ancora, che prima intendesse il lavoro in magistratura come un modo di fare politica con altri strumenti. Il fatto poi che assieme a lui nell'Italia dei valori si sia candidato anche il giornalista del Corriere della Sera Carlo Vulpio, che guarda caso aveva seguito con molta passione le indagini di De Magistris, è un altro ingrediente che disturba un po' il palato. Lascia un sapore impastato, che sa di vecchio e pasticciato. Anche perché Vulpio è stato ancora più esplicito: «La mia è una candidatura indipendente ma anche di legittima difesa», ha detto. Aggiungendo: «Negli ultimi anni per me è stato difficile fare questo lavoro senza scendere a compromessi». Evidentemente, anche nel suo caso la precedente professione non era che una forma di lotta politica, condotta con mezzi impropri. Ma più in generale disturba il sentore di un malcostume che, per carità, non appartiene solo a De Magistris o Vulpio: quello di sfruttare un ruolo svolto in altri settori, ma limitrofi o addirittura concorrenziali della vita pubblica, per aprirsi poi altre strade in politica. L'idea di svernare comodamente a Strasburgo, per poi tornare a riprendere il proprio ruolo di visibilità in Italia, venne anche a Michele Santoro, a Lilli Gruber e a tanti altri: l'Europa usata come momentaneo parcheggio o come vetrina è un vezzo diffuso, ma anche poco rispettoso degli elettori. Mescolare però le carte tra giustizia e politica è anche peggio. Persino un giornale dell'opposizione come «Il Riformista» lo ha notato: «Lungi dall'essere un riscatto della magistratura», la candidatura di De Magistris «è un nuovo vulnus arrecato alla credibilità dell'ordine giudiziario». E il fatto che nelle stesse ore in cui il pm annunciava la sua candidatura a Roma si aprisse un'inchiesta su di lui, avrà come esito di indebolire ancora di più la credibilità complessiva di tutto il sistema. Alla fine è difficile dare torto al buon Clemente Mastella - che di tutto il gran polverone giudiziario e mediatico sollevato da De Magistris è a tutt'oggi l'unica vittima accertata - che ha commentato con amarezza: «Ora capisco tante cose». Maurizio Crippa 19/03/2009 nascosto-->

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Mancino a De Magistris <O la toga o la politica> (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mancino a De Magistris «O la toga o la politica» --> Il vice presidente del Csm: basta rientri a fine mandato Il magistrato con Di Pietro. È indagato per abuso d'ufficio Mancino: una volta candidato, il giudice ammette d'essere divenuto parte perché si è schierato con una forza politica; per questo venga stabilito per legge il divieto di rientrare tra i giudici Giovedì 19 Marzo 2009 GENERALI, pagina 5 e-mail print ROMAL'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris è indagato dalla procura di Roma per concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio insieme a sette magistrati della procura di Salerno, protagonisti dello scontro con la procura generale di Catanzaro. La notizia arriva nel giorno in cui il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro presenta alla stampa la candidatura del magistrato alle prossime elezioni europee come indipendente nelle liste del suo partito. Sono ipotesi di reato «del tutto infondate», reagisce il magistrato, spiegando che non farà marcia indietro sulla sua discesa nel campo della politica. In mattinata aveva dovuto rispondere anche al vice presidente del Csm Nicola Mancino, che aveva auspicato un intervento legislativo per vietare ai magistrati che, come lui, scelgono la politica, di tornare a fine mandato a indossare la toga: «La mia è una scelta irreversibile, anche qualora non dovessi essere eletto», aveva assicurato. E lo stesso Di Pietro aveva rilanciato: «De Magistris si dimetterà dalla magistratura subito dopo le elezioni, lo assicuro. Anche lui, come me, pensa che sia una strada senza ritorno una volta che da magistrato si passa alla politica». L'inchiesta che vede De Magistris indagato è partita dalla procura generale di Catanzaro e si iscrive nello scontro con la procura di Salerno, giocato proprio sulle inchieste avocate all'ex pm. Al clamoroso sequestro del fascicolo «Why not», i pm di Catanzaro reagirono con il contro-sequestro degli atti e mettendo sotto inchiesta gli stessi colleghi campani che li avevano indagati. Gli atti che riguardano De Magistris e i pm salernitani sono poi arrivati a Roma a febbraio per competenza territoriale, in quanto l'ex pm è ora giudice al Tribunale del riesame di Napoli. «La vicenda rientra nelle plurime, reiterate, infondate segnalazioni di reato che provengono dai magistrati di Catanzaro, indagati per fatti gravissimi dalla Procura di Salerno» liquida la faccenda De Magistris che fa notare la coincidenza tra la notizia dell'indagine e la presentazione della sua candidatura. E il suo legale Stefano Montone ritiene «ridicola» e «paradossale» la «tesi proposta dalla magistratura catanzarese, che De Magistris possa essere stato l'ispiratore, oltre che l'istigatore, delle attività giudiziarie della procura di Salerno». Un altro fronte caldo per il magistrato era stato aperto in mattinata da Mancino, che votando con tutto il plenum del Csm la concessione dell'aspettativa all'ex pm, essenziale per la candidatura alle europee, aveva auspicato un intervento del legislatore: «Una volta candidato, il giudice ammette d'essere divenuto parte, non fosse altro perché si è schierato con una forza politica»; per questo «venga stabilito il divieto di rientrare nell'ordine giudiziario, e venga garantita, a domanda, la mobilità nella Pubblica amministrazione». Dà ragione a Mancino il presidente vicario dell'Udc alla Camera, Michele Vietti. E se l'Associazione nazionale magistrati non si schiera, l'ex Guardasigilli Roberto Castelli ritiene la candidatura di De Magistris «un grave colpo alla credibilità delle sue inchieste» 19/03/2009 nascosto-->

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<Legittimo il governo del Madagascar> (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«Legittimo il governo del Madagascar» --> Giovedì 19 Marzo 2009 GENERALI, pagina 7 e-mail print Andry Rajoelina esercita le funzioni di presidente del Madagascar in modo legittimo. Lo ha decretato ieri la Corte costituzionale definendo valida l'ordinanza con cui martedì i vertici militari hanno trasferito i poteri a Rajoelina. La Corte ha precisato che il mandato è di 24 mesi, termine entro il quale Rajoelina indirà nuove elezioni. 19/03/2009 nascosto-->

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Sull'abuso di diritto la Consulta dà una mano (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Imposte e Tasse data: 19/03/2009 - pag: 27 autore: Sull'abuso di diritto la Consulta dà una mano Sull'abuso di diritto la Corte costituzionale soccorre i contribuenti italiani. Lo ha ricordato Enrico Traversa, consigliere giuridico del servizio legale della Commissione europea, intervenendo alla giornata di studio organizzata ieri dal consiglio dei dottori commercialisti di Milano su «Elusione fiscale e abuso di diritto tra giurisprudenza e prassi della normativa italiana e comunitaria». Le due sentenze della Consulta, la n. 249/95 e la n. 443/97 hanno infatti sancito l'illegittimità costituzionale della discriminazione a rovescio del diritto interno. E cioè il diritto interno si deve adeguare automaticamente all'ordinamento comunitario che pone come limite il non ostacolo alle libertà comunitarie. Quindi se nel caso delle imposte come l'Iva gli stati hanno l'obbligo di reprimere l'abuso di diritto nel campo dell'Iva per le imposte non armonizzate possono riscuotere nel rispetto del limite del non ostacolo alle libertà del trattato. Traversa ha poi ricordato come nella sentenza Cadbury, la Corte di giustizia ha ribadito che la riduzione del gettito fiscale non è causa sufficiente per motivare la restrizione alla libertà di trasferimento. In apertura dei lavori Luigi Martino, presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano, ha sottolineato come «l'incertezza del diritto tributario sia sempre più tangibile e costituisca un vero problema per la vita delle imprese». Al convegno sono intervenuti Joseph Holzmiller, Aidc Milano, Ivan Vacca, condirettore generale Assonime, Franco Roccatagliata del College of Europe della Ue, Alessandro Savorana, consigliere dell'Odcec di Milano e Guido Marzorati, direttore settore Fisco Assolombarda.

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Giudici dell'accusa in crisi profonda (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: La Legge data: 19/03/2009 - pag: 15 autore: Ennio Fortuna procuratore generale della repubblica a Venezia l'analisi Giudici dell'accusa in crisi profonda Una notizia degli scorsi giorni relegata dalla grande stampa alle ultime pagine, e senza alcun particolare rilievo. Nell'ultimo bando di concorso sono stati pochissimi i magistrati del pm a presentare la domanda per esercitare le relative funzioni nel Sud e in Sicilia in particolare. In pratica sono state solo quattro le domande per 55 posti. Molte procure del Sud resteranno quasi senza alcuna copertura, e la lotta alla criminalità diventerà solo un'affermazione retorica.A questo risultato concorrono molti fattori: anzitutto la norma (per molti aspetti razionale e giustificata) che impedisce ai magistrati di prima nomina (i cosiddetti giudici ragazzini) di esercitare le funzioni del pm.Dicevo che la limitazione appare giustificata, almeno in teoria, perché è fin troppo evidente la delicatezza dell'esercizio delle funzioni dell'accusa, in fatto di equilibrio e di esperienza (che magistrati troppo giovani non possono ovviamente vantare), ma è incontestabile che soprattutto i magistrati più giovani si prestano a trasferimenti disagevoli, e non possono opporre alcun rifiuto ai provvedimenti del Csm. Sembra un assurdo circolo vizioso: i magistrati più giovani sono i soli sui quali il Csm può contare (anche senza domanda), ma sono anche i soli senza esperienza ed equilibrio che occorrerebbe non utilizzare specie in funzioni assai delicate come la lotta alla criminalità mafiosa. Apparentemente non c'è idonea soluzione, vista l'inamovibilità di livello costituzionale di cui godono i magistrati più anziani. Da tempo però il Csm insiste perché vengano introdotti particolari incentivi economici, solo fattore in grado di indurre magistrati anziani a trasferirsi nel Sud da città e regioni più gradite come quelle del Nord e del Centro.Naturalmente occorrerebbe assicurare a tutti (anche a coloro che sono presenti da tempo nello stesso ufficio) gli stessi vantaggi economici, sia per un elementare senso di giustizia, sia per evitare trasferimenti in direzione contraria (dal Sud al Nord). Giocano pure contro la necessaria copertura di posti al Sud sia la norma che proibisce il tramutamento di funzioni (da giudice a pm e viceversa) se non dopo un quinquennio e da un ufficio all'altro dello stesso distretto (occorre allontanarsi almeno di una regione) sia soprattutto la campagna di stampa da tempo in atto contro l'esercizio delle funzioni dell'accusa.Ormai si fa il pm molto malvolentieri, le soddisfazioni professionali sono scarse, i rischi molti, e quindi le vocazioni vanno a rilento e scarseggiano. Credo che sarà sempre più difficile la copertura dei posti in sedi disagiate, e lo sarà anche se varranno introdotti gli incentivi economici di cui parlavo. Ma non è possibile fare a meno dei pm in zone a forte densità mafiosa o con forte impatto di criminalità organizzata.È necessario che il paese intero prenda coscienza realistica di un problema assai grave come è questo, anche perché ogni altra innovazione normativa (pm elettivi, separazione delle carriere, e così via) non sono facili da realizzare, richiedono studio e sperimentazioni, ed inoltre presentano aspetti negativi di evidente e innegabile spessore, a mio giudizio certamente più rilevanti dei pochi vantaggi esaltati dai fautori.Il Csm fa quello che può, che non è molto, visti i limiti posti dall'ordinamento giudiziario, molto di più si potrebbe fare se l'opinione pubblica convenisse su un punto decisivo: senza un pm efficiente e indipendente la giustizia, specie da noi, è decisamente impossibile. È interesse di tutti che la funzione di pm sia esercitata da magistrati esperti ed equilibrati, con forte e convinta cultura della giustizia, e occorre fare di tutto per averne in numero adeguato, specie nelle zone dove sono più necessari, per le infiltrazioni mafiose e per la forte presenza della criminalità.

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I giudici di pace in assemblea (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Giudici di Pace data: 19/03/2009 - pag: 16 autore: di Francesco Cersosimo, presidente Angdp I temi caldi al centro della quindicesima assise dell'Angdp che si tiene stamattina a Roma I giudici di pace in assemblea All'aumento di compiti segua la continuità dell'incarico Gli iscritti all'Associazione nazionale giudici di pace sono riuniti oggi all'Hotel Nazionale in piazza Montecitorio a Roma in assemblea per la quindicesima volta. Convergono da tutta Italia per mettere a punto le linee d'azione per l'anno in corso. Troveranno una situazione in pieno movimento. L'attenzione del parlamento in questa fase è notevole. L'aumento della competenza civile e penale per i gdp è ormai un dato di fatto. Si tratterà di attendere le decisioni definitive della camera dei deputati per via dell'obsoleto bicameralismo perfetto, non più al passo con i tempi. Il senato ha infatti licenziato sia l'aumento della competenza civile sia quella penale. In civile l'aumento per valore passa ad 5.000,00 per i beni mobili ed 20.000,00 per i danni da circolazione stradale e natanti. Abbiamo già riferito che la proposta governativa che prevedeva, rispettivamente 7.500,00 ed 25.000,00. Purtroppo il senato non è stata di tale avviso, anche per una immotivata opposizione dell'avvocatura, incomprensibile, in quanto finisce per danneggiare i giovani avvocati. Sostanzialmente si è trattato di adeguare i valori del 1991. Con una novità: una nuova competenza per materia in tema di previdenza. Va bene così. E' stata una battaglia lunga che l'Angdp, che insieme ad altre forze associative ha portato avanti e la cui risoluzione arriva al momento giusto. Ricordo agli scettici per professione, a chi tende a sottovalutare sempre gli obiettivi che si raggiungono che la fine del «Conciliatore» si ebbe per consunzione. La competenza per valore £ 50.000, non più aggiornata, svuotò l'ufficio di vertenze e ne segnò la morte. Consapevoli di questo ci siamo battuti con tutti i governi affinchè la competenza per valore venisse aumentata. Comunque ciò sta avvenendo con una significativa attribuzione di competenza per materia.Non è roba da poco. Si apre un fronte di intervento che occuperà lo spazio lasciato libero dalla rarefazione della materia relativa ai danni da circolazione, che, detto per inciso, a questo punto potevano essere dati con maggiore estensione (almeno sino a 50,000,00), data l'esperienza e professionalità raggiunta dai gdp. E' pleonastico osservare che più materie vengono assegnate ai gdp, più magistrati di tribunale possono essere dislocati nel penale. Per la verità anche per questo settore i gdp vedranno potenziata la loro attività. Il senato ha già approvato e trasmesso alla camera il disegno di legge sulla sicurezza che all'art. 22 prevede che il reato di clandestinità sia attribuito ai gdp. Anche qui non senza polemiche, questa volta con i magistrati di carriera che evidenziavano come i gdp non potessero decidere in ordine alla restrizione personale degli imputati. Il governo ha aggirato l'ostacolo prevedendo non il carcere, ma l'erogazione di una multa da 5.000 a 10.000,00 e la espulsione dal territorio nazionale. Dunque aumento di competenze per i gdp e loro insostituibilità per il sistema giustizia. E' evidente che il giudizio di positività sull'operato dei gdp, sempre espresso in tutte le relazioni inaugurali dell'anno giudiziario sia dai presidenti della Cassazione sia dai ministri di giustizia, di recente dal ministro Angelino Alfano, da me personalmente sentito, è stato fondato sull'operosità dei gdp protratta dal 1995. Di questi giudici di pace che, entrati in 4.700, oggi non raggiungono le 3 mila unità. Occorre dire che se il governo non esprimerà un parere favorevole all'approvazione degli emendamenti dell'on. Pelino, dell'on. Marinello e altri, che danno una prospettiva di continuità, se pure sottoposta a giudizio quadriennale del Csm, agli attuali gdp in servizio e a quelli che in seguito verranno, nel giro di due anni gli uffici del gdp saranno svuotati ed il sistema giustizia collasserà definitivamente sotto il peso di un milione cinquecentomila cause che andranno a sommarsi alle insolute cinquemilionicinquecentomila. Senza giri di parole il punto è questo. All'aumento delle competenza dovrà necessariamente fare seguito contestualmente la continuità nell'incarico. Tanti in parlamento hanno compreso. In questi ultimi giorni un sempre un maggior numero di parlamentari sono coinvolti e attendono che il governo dia il placet esprimendo parere favorevole agli emendamenti. Le ragioni le abbiamo espresse più volte in tutte le sedi, ma non ci stancheremo di sottolinearle. Raggiunta una professionalità conclamata, appare assurdo che lo Stato non dia certezze di continuità nell'incarico, per come già avvenuto per i giudici tributari, sia per dare serenità ad un corpo giudicante in essere, sia per garantire la funzionalità stessa degli uffici a gravissimo rischio di esistenza, sia infine, e non da ultimo, per motivi di risparmio economico che i concorsi ripetuti ed i corsi di nuove formazioni comporterebbero .Questi saranno i temi al centro del dibattito. Su cui i gdp si confronteranno con tutti gli operatori della giustizia e con i rappresentanti delle associazioni.

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FANO E' nelle Marche che il magistrato, anzi, ex magistrato, più... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 19 Marzo 2009 Chiudi di ELISABETTA ROSSI FANO - E' nelle Marche che il magistrato, anzi, ex magistrato, più scomodo d'Italia, Luigi De Magistris, inaugura la sua nuova carriera politica. L'affollatissimo incontro di martedì sera a Fano (oltre 500 persone), organizzato da "Res publica-Amici di Beppe Grillo" nella sala parrocchiale di Sant'Orso, è di fatto coinciso con la sua prima uscita pubblica da candidato al Parlamento europeo per l'Idv. Perché «è dall'Europa che spero di poter arrivare alla politica italiana» dice l'ex pm. Che, intanto, continua a fare i conti con il passato. E non può essere altrimenti, soprattutto se si trova nelle Marche, nella terra di Vito D'Ambrosio, come gli fa presente il moderatore della serata, il giornalista Lorenzo Furlani. D'Ambrosio: il presidente per dieci anni della Regione. Lo stesso D'Ambrosio, magistrato come lui, sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, che ha rappresentato l'accusa nel processo disciplinare del Csm contro De Magistris. Processo finito con una censura e il trasferimento al tribunale del Riesame di Napoli. Nella sua requisitoria, D'Ambrosio ha sostenuto che il pm di Catanzaro «interpreta in modo errato e distorto» il suo ruolo, come una «missione» più che come «un mestiere». «Incommentabile» è la reazione composta di De Magistris al ricordo di quelle parole. «Come se fosse una colpa arrivare a considerare una missione il proprio lavoro - aggiunge - Quella sentenza è appesa dietro la mia scrivania. Se il motivo del mio trasferimento è questo, allora ne vado fiero». Prende fuoco invece l'altro illustre ospite del convegno, Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo: «Oscene - sbotta - parole oscene quelle di D'Ambrosio. Mio fratello è morto per il suo lavoro. Per una missione. Perchè si era messo di traverso al progetto di una repubblica fondata sull'accordo tra stato e criminalità. Questa è una repubblica fondata sul sangue». E per chi pensa che le Marche siano un'isola felice, ci hanno pensato i relatori a lasciare un inquietante punto interrogativo: «Credete che la "Ndrangheta non sia arrivata fino a qui? - ha detto lo scrittore calabrese Francesco Saverio Alessio, autore insieme con Emiliano Morrone di "La società sparente" - Quelli fanno affari ovunque. E magari voi state lavorando per loro senza saperlo». E mentre lo diceva, De Magistris annuiva.

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Il candidato-indagato nel partito di Di Pietro (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il candidato-indagato nel partito di Di Pietro Sorvoliamo pure sul paradosso: da ieri il candidato dell'Italia dei valori Luigi De Magistris è indagato in concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio dalla procura di Roma. Il paradosso sta nel fatto che De Magistris si candida in un partito il cui leader, Tonino Di Pietro, ha più volte sostenuto l'incompatibilità tra l'essere indagato e l'essere parlamentare. Ma tant'è: potrà sempre dire che De Magistris è stato indagato perché è un eroe, e non un reo, e fare per lui un'eccezione alla regola moralista generale. Il problema più serio, invece, è quello che ha posto Nicola Mancino, vicepresidente del Csm, quando ha ricordato che «è urgente una riflessione sui magistrati-parlamentari»; perché, una volta eletto, «il giudice ammette di essere divenuto parte, non foss'altro perché si è schierato con una forza politica e non certo per un giorno solo». La soluzione proposta da Mancino è che i magistrati che si fanno eleggere parlamentari smettano per sempre di essere magistrati e non tornino mai più alla funzione. Giusto: sarebbe una salutare separazione delle carriere tra giudici e politici. E fa onore a De Magistris averla anticipata ieri annunciando che, per quanto lo riguarda, lui non tornerà mai più a fare il magistrato. Ma, anche così, il problema resta. Ci si metterebbe infatti al riparo dal rischio che il magistrato ex parlamentare utilizzi ex post la sua partigianeria politica nell'esercizio della funzione giurisdizionale, ma non ci si assicura dal rischio opposto: che cioè ex ante, già nella sua attività di magistrato, egli si comporti da uomo di parte che si prepara una carriera politica. Che poi è esattamente il sospetto che pesa su De Magistris. La soluzione migliore, in fin dei conti, sarebbe che i cittadini non lo votassero e non lo eleggessero. 19/03/2009

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ROMA Luigi De Magistris, l'ex pm di Catanzaro già titolare dell'inchiesta <I... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 19 Marzo 2009 Chiudi ROMA Luigi De Magistris, l'ex pm di Catanzaro già titolare dell'inchiesta Why Not e poi trasferito dal Csm per presunte irregolarità nella conduzione di alcune indagini, è indagato dalla Procura di Roma per abuso di ufficio e interruzione di pubblico servizio, in concorso con i magistrati di Salerno che eseguirono la clamorosa perquisizione presso la Procura Generale di Catanzaro nel dicembre scorso. Intanto il Csm interviene sulla sua candidatura alle Europee affinchè l'eventuale rientro in magistratura sia regolamentato da una legge.

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di Alessandro Calvi Non ha neppure fatto in tempo a candidarsi che risulta indagato dalla Procura di Roma per concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio insiem (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

di Alessandro Calvi Non ha neppure fatto in tempo a candidarsi che risulta indagato dalla Procura di Roma per concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio insieme ad altri sette magistrati della procura di Salerno INTERVISTA. «Il mondo va alla rovescia se si discute uno come lui. Vale Di Pietro. Farà conoscere all'Europa il regime di Berlusconi. Ma Tonino ha sbagliato a non accettare la proposta elettorale mia e di Camilleri: così non riuscirà a intercettare i milioni di voti in uscita dal Pd». di Alessandro Calvi Non ha neppure fatto in tempo a candidarsi che risulta indagato dalla Procura di Roma per concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio insieme ad altri sette magistrati della procura di Salerno. Ma quella di Luigi De Magistris è, spiega Paolo Flores d'Arcais, una candidatura «ottima». Da sola, però, non sarà in grado di evitare la «dissipazione del patrimonio potenziale» al quale l'Italia dei Valori avrebbe potuto puntare se avesse accolto la proposta ricevuta proprio da Flores d'Arcais e da Andrea Camilleri. L'"incidente" con Di Pietro, però, è ormai chiuso. Mentre il Pd resta quello di sempre, nonostante l'arrivo di Franceschini. Cosa ne pensa della candidatura di De Magistris? Ottima. Però De Magistris è indagato. Non era Di Pietro a chiedere di lasciare fuori dalle liste elettorali indagati e condannati? Una domanda di questo genere è tipica di chi ormai descrive il mondo alla rovescia, come è avvenuto a proposito di queste vicende? Si riferisce alla "guerra" tra le procure? Non c'è nessuna guerra tra procure, c'è una procura, quella di Salerno, che si comporta come è scritto in ogni tribunale - "La legge è uguale per tutti" - e una procura, quella di Catanzaro, della quale la procura di Salerno dimostra la sistematica violazione di quel principio. Nessuna guerra, questa è disiniformacija, da scrivere alla russa, messa in atto dalla maggior parte del giornalismo italiano. De Magistris in tutte queste vicende è una vittima, un perseguitato, oltre che un magistrato esemplare. O forse proprio perché magistrato esemplare. Lui ha spiegato che non tornerà in magistratura. Mi sembra una posizione esemplare, proprio come fu esemplare quella di Di Pietro che si dimise da magistrato prima di entrare in politica. Già, ma su questo è tornato ad accendersi il dibattito. Il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha chiesto che «venga stabilito il divieto di rientrare nel mondo giudiziario e garantita, a domanda, la mobilità nella pubblica amministrazione», con ruolo diverso. «La pubblica amministrazione - ha spiegato - recupera un patrimonio di esperienze e professionalità e la magistratura perde un giudice divenuto parte». Da anni scrivo che un magistrato una volta che si candidi per una carica politica dovrebbe uscire dalla magistratura. Gli unici due magistrati che lo hanno fatto sono stati Di Pietro ieri e De Magistris oggi. Evidentemente, Mancino considera questi due magistrati come l'esempio che tutti gli altri dovrebbero seguire. Quello che invece mi sembra censurabile nelle affermazioni di Mancino è la seconda parte, come se nella pubblica amministrazione non ci fosse il dovere della imparzialità. Di Pietro ieri ha annunciato anche il giornalista del Corriere della Sera Carlo Vulpio. Ritiene soddisfacente il profilo che il leader dell'Idv sta dando alla lista che presenterà alle europee? Non si fanno, ovviamente, valutazioni in blocco. Ma anche la candidatura di Vulpio mi pare ottima. Se De Magistris incarna perfettamente il magistrato-magistrato, Vulpio incarna perfettamente il giornalista-giornalista, quello che ha come bussola il rispetto delle verità dei fatti. Proprio per aver raccontato con scrupolo ed esattezza quanto avveniva nell'ambito di quelle inchieste, quell'incarico gli è stato tolto dal suo giornale, il Corriere della Sera. Noi su Micromega le vicende dei magistrati-magistrati le abbiamo sempre raccontate come elementi del quotidiano affossamento della democrazia italiana. Che persone così vadano in Europa sulla spinta di un mare di voti di cittadini democratici - come mi auguro - avrà un doppio valore perché aiuterà un'Europa disattenta a conoscere le macerie in cui il regime di Berlusconi sta riducendo l'Italia. Sembra soddisfatto di come si sta muovendo Di Pietro. Ma tra lei e il leader dell'Idv ultimamente qualcosa era andato storto con il rifiuto della sua proposta elettorale. La proposta fu avanzata a una tavola rotonda pubblica insieme ad Andrea Camilleri. Di Pietro era sembrato molto disponibile. L'idea era che un settore della società civile si autoorganizzasse e desse vita a una lista nuova insieme all'Idv. Poi, Di Pietro ha detto che per lui questo era impossibile. Penso che sia un errore, glielo ho ripetuto in tutti i modi perché, come dicono tutti i sondaggi, esiste un settore di delusi dal Pd, quantificato da Ilvo Diamanti in 4 o 5 milioni di elettori che non voteranno più Pd e che devono decidere se restare a casa o votare altro. Quello che farà Di Pietro, che comunque è meritorio, convincerà solo una parte di quegli elettori, purtroppo. E quindi dissiperà l'altra parte del patrimonio potenziale. E quel patrimonio potenziale potrebbe tornare al "nuovo" Pd di Franceschini? Il Pd di Franceschini è ancora il Pd di D'Alema, Rutelli, Veltroni, Marini, e Binetti. Tanto è vero che su questo orrore medioevale che è la legge Calabrò che ci toglie il diritto di decidere persino sull'ultimo periodo della nostra vita, parte dei parlamentari del Pd voteranno a favore o si asterranno e non verranno cacciati con disgusto dal partito. Anzi, si parlerà di libertà di coscienza. Il fatto che sono bastate alcune parole - ancora prive di riscontro nei fatti - non più subalterne alla logica dell'inciucio per far risalire di 3 punti il Pd nei sondaggi è l'ennesima dimostrazione che il centrosinistra potrebbe tornare a vincere se seguisse proprio quella politica che inutilmente con Camilleri, Travaglio, Tabucchi da anni su Micromega cerchiamo di esporre come l'unica politica democratica in Italia. Anche con Di Pietro e De Magistris? Anche con Di Pietro e De Magistris, ovviamente. 19/03/2009

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Accanto Luigi De Magistris, nel tondo il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 19 Marzo 2009 Chiudi Accanto Luigi De Magistris, nel tondo il vicepresidente del Csm Nicola Mancino

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ROMA - Gli ultimi fuochi del caso De Magistris incendiano i corridoi della procura di Roma. ... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 19 Marzo 2009 Chiudi di MASSIMO MARTINELLI ROMA - Gli ultimi fuochi del caso De Magistris incendiano i corridoi della procura di Roma. Dai quali, proprio ieri che l'ex pm di Catanzaro annunciava di candidarsi alle prossime Europee con l'Italia dei Valori, è trapelata la notizia della sua iscrizione nel registro indagati. La coincidenza temporale è assolutamente casuale: ad indagare formalmente Luigi De Magistris per i reati di abuso di ufficio e interruzione di pubblico servizio era stata la stessa procura di Catanzaro molte settimane fa, quando De Magistris non aveva ancora deciso di entrare in politica. Nei giorni scorsi, però, quell'inchiesta che coinvolge lui e altri sette magistrati di Salerno è arrivata alla procura di Roma, che è competente a giudicare i presunti reati commessi dai magistrati di Napoli, dove appunto è applicato adesso De Magistris. Ma il gioco impazzito delle competenze potrebbe far viaggiare ancora questa inchiesta, almeno fino a Perugia, dove c'è la procura competente a decidere sulle vicende processuali dei magistrati romani. E tutto perché tra le sette toghe di Salerno indagate con De Magistris, ben due sono state trasferite a Cassino e a Latina, cioè nel distretto giudiziario della Corte di Appello di Roma. L'accusa dalla quale dovrà difendersi l'ex pm di Catanzaro riguarda le oltre sessanta deposizioni da lui rese alla procura di Salerno, in cui denunciava di essere vittima di una manovra dei suoi colleghi di Catanzaro finalizzata ad emarginarlo e a delegittimare la sua indagine Why Not. Come è noto, i magistrati salernitani diedero talmente credito alle sue affermazioni da adottare una strategia investigativa senza precedenti nei confronti della Procura Generale di Catanzaro, tale da suscitare persino la perplessità del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che chiese informazioni sulla vicenda. Il procuratore di Salerno, Luigi Apicella, inviò infatti un ordine di sequestro di oltre 1.400 pagine, infarcito di particolari privatissimi sulla vita di persone nemmeno indagate, per ottenere la consegna dell'intero fascicolo Why Not in originale, interrompendo di fatto il corso delle indagini che la procura generale catanzarese stava portando avanti dopo che De Magistris era stato sollevato dall'incarico. Anche il Csm intervenne immediatamente sull'onda delle polemiche suscitate dall'iniziativa giudiziaria, per la quale furono utilizzati oltre cento carabinieri per le perquisizioni (in alcuni casi anche corporali) degli stessi magistrati di Catanzaro. Tutti i contendenti furono convocati a Palazzo dei Marescialli e molti di loro furono trasferiti di ufficio e di funzioni. Lo stesso Csm, per bocca del vicepresidente Mancino, è intervenuto ieri a proposito dell'ufficializzazione della candidatura di De Magistris, riportando di attualità l'ormai antico tema della perduta imparzialità di un giudice nel momento in cui diventa, o cerca di diventare, un uomo politico: «I magistrati che scelgono la politica non dovrebbero più tornare in magistratura» ha detto Mancino; e il presidente vicario dell'Udc alla Camera, Michele Vietti, si è detto d'accordo «sulla necessità di disciplinare per legge, in modo rigoroso, l'eventuale rientro dei magistrati che si impegnano in politica». Nessun segnale, invece, dal vertice dell'Italia dei Valori, nella cui liste De Magistris è candidato. E il cui leader, Antonio Di Pietro, conduce da sempre una battaglia contro i parlamentari che sono indagati. massimo.martinelli@ilmessaggero.it

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<Mille Napoli> La Chiesa s'interroga (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - NAPOLI - sezione: NAPOLI - data: 2009-03-19 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Il libro di Battaglia «Mille Napoli» La Chiesa s'interroga NAPOLI - La Chiesa di Napoli si interroga sui mali di Napoli, sui tanti volti di una città ferita ma che chiede riscatto, una città che sente il bisogno di essere osservata da una prospettiva diversa, quella degli ultimi, attraverso uno sguardo attento che scenda tra la gente per tradurre in gesti concreti gli insegnamenti del Vangelo. L'occasione per parlarne oggi alle 18 nel convento di San Lorenzo Maggiore per la presentazione del libro di don Gino Battaglia: «Mille Napoli. La comunità di Sant'Egidio e la città», edito da Guida, un volume che parla di Napoli e traccia un bilancio sulla presenza trentennale della Comunità di Sant'Egidio in città. Al dibattito, promosso dalla Comunità e dall'Ucsi Campania, oltre all'autore, interverranno il cardinale Crescenzio Sepe che ha curato la prefazione del libro, Francesco Paolo Casavola, presidente emerito della Corte Costituzionale, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità, il filosofo Aldo Masullo, e Gennaro Matino, Vicario Episcopale per la Comunicazione della Diocesi, coordinati da Donatella Trotta, presidente Ucsi Campania. «è un libro che offre una visione particolare della città - spiega l'autore - e che spero fornisca un'analisi diversa, che, partendo dai volti dei poveri, faccia emergere nuove contraddizioni. Al dibattito di stasera, poi, vorrei che venisse ribadita una speranza, un sogno da coltivare insieme alla Diocesi che ha costituito con noi il Cedirec (Centro per il dialogo fra le religioni): che Napoli ritrovi la sua vera anima di città accogliente e pacifica e che gli episodi di intolleranza come quelli avvenuti a Ponticelli con la cacciata dei rom e a piazza del Gesù con la recente aggressione del giovane etiope, rimangano isolati. L'importante è non stare a guardare, lasciare passare questi momenti senza reagire. Desideriamo mettere in comune la nostra esperienza trentennale in città non per dire quello che facciamo, ma per condividere una realtà che viene dalla conoscenza di zingari, disabili, anziani, bambini, giovani». Elena Scarici

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Giudici di pace, è caos: 27mila le cause pendenti (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: BARI - data: 2009-03-19 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Giustizia Situazione grave, gli avvocati accusano: udienze in ritardo Giudici di pace, è caos: 27mila le cause pendenti Savino scrive ai magistrati: «Rispettate gli orari» Il presidente del tribunale, Vito Savino, annuncia ispezioni per verificare gli orari di inizio delle udienze BARI - Ventisettemila cause pendenti, giudici in ritardo e avvocati in rivolta. Nelle aule di udienza dei giudici di pace a Bari è caos. Giudici in ritardo Nel palazzo del quartiere San Paolo i giudici di pace, stando alle lamentele degli avvocati, non si fanno vivi prima delle 11 del mattino. Ai ritardi si aggiunge la mole di contenziosi che cresce a dismisura. Eppure esiste da un anno un protocollo delle udienze civili che sul rispetto degli orari parla chiaro: le discussioni delle cause devono cominciare alle 9 e non oltre le 9.15. Il presidente del tribunale, Vito Savino, ha avviato la sua "cura" proprio dalla regolamentazione degli orari. Ma, denunciano oggi gli avvocati, i magistrati che lavorano nel palazzo di viale Europa non sono puntuali. Non arrivano prima delle 11 in aula e creano disagi ai difensori costretti a rimanere per ore in attesa. Per questo Savino ha mandato una lettera di richiamo ai 35 magistrati al quartiere San Paolo, dipendenti non direttamente dal tribunale, ma dal Csm. Nella missiva il presidente invita i suoi colleghi al rispetto rigoroso degli orari nelle udienze mattutine, preannunciando una sua personale verifica nelle aule a caccia dei ritardatari. «La necessità dei protocolli nasce proprio dal voler mettere ordine nel tribunale - dichiara il magistrato - ed evitare che si crei confusione. Contatterò anche il delegato del Csm - incalza Savino - per rafforzare i controlli». Gli arretrati Altra questione fondamentale che riguarda i giudici di pace sono gli arretrati: attualmente ci sono, secondo l'Istat, 26.699 cause in attesa di giudizio nel distretto di Bari. La maggior parte dei contenziosi che ingolfano l'attività del palazzo alla periferia della città riguardano i ricorsi contro le multe. L'80% delle udienze verte infatti su richieste di annullamento dei verbali della polizia municipale. Il carico di arretrati mette in seria difficoltà lo smaltimento dei procedimenti in attesa di giudizio. Stando alla fotografia scattata dall'Istat, il distretto barese con quasi 27mila arretrati è tra i meno virtuosi d'Italia. La situazione non è destinata a migliorare: basti pensare che nel 2008 sono sopravvenute altre 20.327 cause da discutere, di cui soltanto 8.786 si sono risolte con sentenza. Il nuovo protocollo, per il civile entrato in vigore un anno fa dà anche indicazioni sui limiti temporali entro i quali i procedimenti vanno chiusi. Come si legge nel documento, i giudici sono tenuti a fissare l'udienza entro 60 giorni dalla presentazione del ricorso. Si tratta quindi di un'ulteriore rimedio per velocizzare i tempi della giustizia barese, evidentemente ancora troppo lenta. La sezione lavoro Nella sezione lavoro tuttavia qualcosa sta cambiando in meglio. Con la recente introduzione di un protocollo ad hoc per i lavoristi, avvocati, giudici e cancellieri stanno cominciando a prendere fiato. In primis per la questione degli orari: nella sezione del palazzo di piazza De Nicola le udienze partono in orario e anche i magistrati stanno seguendo una linea virtuosa, anticipando ad esempio i rinvii delle udienze. Se prima passava obbligatoriamente un anno tra la fissazione di un'udienza e un'altra, dall'entrata del nuovo protocollo si riescono ad accorciare i tempi, anche di sei mesi. L'obbligo inoltre di dare precedenza alle cause d'emergenza, come licenziamenti e tutela della salute, si è rivelato un antidoto al male dell'accumulo cronico. Così come l'incremento delle udienze che sono tredici in più al mese per ogni magistrato. Valentina Marzo Una montagna di fascicoli: è un'immagine dell'archivio del tribunale di Bari

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Indagato De Magistris (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 19-03-2009)

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Cronaca Italiana Pagina 112 La notizia nel giorno della candidatura con Di Pietro. Mancino (Csm): mai più in toga Indagato De Magistris La notizia nel giorno della candidatura con Di Pietro. Mancino (Csm): mai più in toga L'ex pm: «Accuse del tutto infondate» --> L'ex pm: «Accuse del tutto infondate» Indagato per abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio insieme a sette magistrati di Salerno. L'ex pm: mai più con la toga. ROMA L'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris è indagato dalla procura di Roma per concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio insieme a sette magistrati della procura di Salerno, protagonisti dello scontro dei mesi scorsi con la procura generale di Catanzaro. La notizia arriva proprio nel giorno in cui il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro presenta alla stampa la candidatura del magistrato alle prossime elezioni europee come indipendente nelle liste del suo partito. Sono ipotesi di reato «del tutto infondate», reagisce il magistrato, spiegando che non farà nessuna marcia indietro sulla sua discesa nel campo della politica: «Non mi faccio condizionare da vicende che non hanno alcun fondamento». In mattinata aveva dovuto rispondere anche al vice presidente del Csm Nicola Mancino, che aveva auspicato un intervento legislativo per vietare ai magistrati che, come lui, scelgono la politica di tornare a fine mandato a indossare la toga: «La mia è una scelta irreversibile, anche qualora non dovessi essere eletto», aveva assicurato. E lo stesso Di Pietro aveva rilanciato: «De Magistris si dimetterà dalla magistratura subito dopo le elezioni, lo assicuro. Anche lui, come me, pensa che sia una strada senza ritorno una volta che da magistrato si passa alla politica». L'inchiesta che vede De Magistris indagato è partita dalla procura generale di Catanzaro e si iscrive nello scontro con la procura di Salerno, giocato proprio sulle inchieste avocate all'ex pm. Al clamoroso sequestro del fascicolo Why not, i pm di Catanzaro reagirono con il contro-sequestro degli atti e mettendo sotto inchiesta gli stessi colleghi campani che li avevano indagati. Gli atti che riguardano De Magistris e i pm salernitani sono poi arrivati a Roma nello scorso mese di febbraio per competenza territoriale, in quanto l'ex pm è ora giudice al Tribunale del riesame di Napoli. Ma è possibile un ulteriore trasferimento a Perugia, visto che due dei sostituti di Salerno indagati sono stati intanto trasferiti dalla sezione disciplinare del Csm nel distretto della Corte d'appello di Roma. «La vicenda rientra nelle plurime, reiterate, infondate segnalazioni di reato che provengono dai magistrati di Catanzaro, indagati per fatti gravissimi dalla Procura di Salerno» liquida la faccenda De Magistris che fa notare la coincidenza tra la notizia dell'indagine e la presentazione della sua candidatura. E il suo legale Stefano Montone ritiene «ridicola» e «paradossale» la «tesi proposta dalla magistratura catanzarese, che De Magistris possa essere stato l'ispiratore, oltre che l'istigatore, delle attività giudiziarie dell'intera procura di Salerno». Un altro fronte caldo per il magistrato era stato aperto in mattinata da Mancino, che votando con tutto il plenum del Csm la concessione dell'aspettativa all'ex pm, essenziale per la sua candidatura alle europee, aveva tuttavia auspicato un intervento del legislatore: «una volta candidato, il giudice ammette d'essere divenuto parte, non fosse altro perchè si è schierato con una forza politica»; per questo «venga stabilito il divieto di rientrare nell'Ordine Giudiziario, e venga garantita, a domanda, la mobilità nella Pubblica Amministrazione».

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IMPARZIALITA' PERDUTA (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA - data: 2009-03-19 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE LA CANDIDATURA DE MAGISTRIS IMPARZIALITA' PERDUTA di LUIGI LABRUNA «N essuno scandalo: candidarsi è un diritto di tutti»: questo il commento di un suo collega all'annuncio del giudice napoletano De Magistris di aver scelto la politica «con la P maiuscola» e di candidarsi alle elezioni europee nelle liste di Di Pietro. Non tutti hanno reagito allo stesso modo. Perplessi non pochi: «le candidature dovrebbero essere fatte sulla base delle competenze e delle esperienze, non della notorietà del momento »; «i giudici non possono far politica, ma di fatto, talvolta vanno in parlamento perché la loro attività giudiziaria viene percepita come “politica”». Critici altri (soprattutto i politici): «così si alimenta il sospetto che la Giustizia possa essere applicata al disegno di qualcuno»; «è la dimostrazione di come alcuni magistrati usino la toga solo per fare carriera politica. Magari ora gli serve anche l'immunità...». Già solo queste reazioni dovrebbero far meditare (e molto) quanti hanno a cuore davvero il prestigio, l'indipendenza e l'imparzialità della magistratura sulla necessità — più volte sottolineata dalla stessa Associazione nazionale magistrati — della adozione di norme «che evitino il rischio che l'esercizio delle funzioni giudiziarie costituisca o possa essere interpretato come una possibile forma di captatio benevolentiae degli elettori e circondino di opportune garanzie il rientro in magistratura dei non eletti e dei magistrati che cessano dal mandato rappresentativo ». Lo si doveva e lo si poteva fare da tempo. L'articolo 51 della Costituzione infatti stabilisce che tutti i cittadini possono accedere alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza ma precisa pure che ciò deve avvenire «secondo i requisiti stabiliti dalla legge». E se è vero — come sempre l'Anm ha ribadito — che non sarebbe utile escludere pregiudizialmente dal Parlamento (nazionale ed europeo) i magistrati, «portatori di competenze e di esperienze professionali non meno preziose di quelle di altri tecnici del diritto, professori universitari e avvocati », è pur vero che le norme vigenti palesemente non bastano più. Anche lo stabilire che in caso di mancata elezione o alla cessazione della carica il giudice o il pm non possa tornare a fare il magistrato nel distretto d'appartenenza, alla luce di tutto quanto si è verificato negli ultimi anni appare ormai insufficiente. Lo ha detto finalmente chiaro chiaro ieri al Csm, nel concedere l'aspettativa a De Magistris, il vicepresidente Mancino. Col semplice fatto di candidarsi, il giudice «ammette d'essere divenuto di parte, non fosse altro perché si è schierato con una forza politica ». Se lo fa, gli sia garantita in caso di insuccesso elettorale o alla fine del mandato, a domanda, la mobilità nella pubblica amministrazione, ma non gli sia consentito di tornare di nuovo nell'ordine giudiziario. L'immagine di imparzialità perduta o solo messa in discussione non si recupera spostandosi semplicemente in altra sede. è così. Ci riflettano soprattutto i tanti magistrati che fanno con impegno civico inesausto, equilibrio, riserbo, dignità il loro delicatissimo mestiere. Essenziale per la democrazia.

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I pm romani indagano Apicella (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - SALERNO - sezione: 1PAGINA - data: 2009-03-19 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Caso De Magistris Nell'inchiesta finiscono anche Nuzzi e Verasani I pm romani indagano Apicella La procura di Roma, nell'ambito del caso De Magistris, ha indagato il procuratore capo Luigi Apicella e i pm salernitani Gabriella Nuzzi, Dionigio Verasani, Antonio Centore, Roberto Penna e Vincenzo Senatore. Nell'inchiesta è coinvolto anche l'ex magistrato di Catanzaro che avrebbe, secondo gli inquirenti romani, condizionato l'operato della procura di Salerno. Intanto, ieri pomeriggio, il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ha confermato il suo voto favorevole alla nomina di Franco Roberti a capo dei pm di Salerno. A PAGINA 9 Cappetta Procuratore Luigi Apicella

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Apicella, Nuzzi e Verasani indagati anche a Roma (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2009-03-19 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Scontro tra toghe Mancino: «Roberti sistemerà la procura di Salerno» Apicella, Nuzzi e Verasani indagati anche a Roma Caso De Magistris, nuova inchiesta nella Capitale Oltre all'ex procuratore capo e ai due pm, sono stati chiamati in causa anche i magistrati Penna, Senatore e Centore SALERNO — Sarà la Procura di Roma ad indagare sui sette magistrati salernitani, protagonisti della guerra tra toghe, accusati di abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio, dopo il sequestro del fascicolo Why Not e le perquisizioni effettuate a dicembre scorso negli uffici e nelle abitazioni dei colleghi calabresi. I nomi dell'ex procuratore capo del Tribunale di Salerno, Luigi Apicella (sospeso dalle funzioni di magistrato dal Csm) e dei sostituti procuratori Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani (titolari delle indagini sul caso De Magistris e trasferiti una a Latina e l'altro a Cassino) compaiono sul registro degli indagati della procura capitolina. Insieme a quelli di Roberto Penna, Patrizia Gambardella, Vincenzo Senatore e Antonio Centore. I pm romani hanno messo sotto inchiesta anche l'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magi-stris, attualmente magistrato giudicante presso il Tribunale del riesame di Napoli, accusato di concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio. Ma le indagini potrebbero subire un'ulteriore ritardo. E il fascicolo potrebbe essere trasferito a Perugia. I due pm salernitani, Nuzzi e Verasani, a fine mese, infatti, dovranno abbandonare i loro uffici del palazzo di giustizia di Corso Garibaldi per raggiungere le nuove sedi assegnate loro da palazzo dei Marescialli, contro la propria volontà (dal momento che avevano chiesto alla terza sezione del tribunale delle toghe di restare in Campania, una a Napoli e l'altro a Benevento). Sia il Tribunale di Latina che quello di Benevento, dove i magistrati non potranno più svolgere la funzione requirente, rientrano nel distretto di Corte d'Appello di Roma. Di conseguenza, anche la procura capitolina dovrà dichiararsi incompetente. «Tutta questa storia — commenta il difensore dei sette pm salernitani, Francesco Saverio Dambrosio — conferma che molte decisioni importanti e delicate di una vicenda davvero singolare non sono state del tutto impermeabili alla pressione mediatica e all'ansia istituzionale di dover dare risposte rapide, quali che esse fossero», mentre la difesa di De Magistris, rappresentata dall'avvocato Stefano Montone, cerca già di smontare le accuse. «Pensare che De Magistris abbia strumentalizzato un intero ufficio di procura, come quello di Salerno — controbatte il legale - per piegarlo ai suoi desideri mi pare davvero un'accusa ridicola, oltre che infondata ». Intanto sul futuro della procura di Salerno è intervenuto anche il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino. «C'è la necessità di assicurare ordine e tranquillità a questa procura che è un importante ufficio giudiziario» ha detto Mancino nell'annunciare il suo voto favorevole alla nomina di Franco Roberti al posto lasciato da Luigi Apicella, sospeso dalle funzioni dopo lo scontro con la procura generale di Catanzaro. Dopo avere messo in risalto «le eccezionali qualità professionali» del magistrato scelto, Mancino ha rivolto a Roberti gli auguri di buon lavoro. Angela Cappetta Il procuratore al passo d'addio Il procuratore capo Luigi Apicella è stato sospeso dall'incarico dal Csm dopo le polemiche che hanno seguito lo scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro La difesa «Molte decisioni non sono state impermeabili alla pressione mediatica» ha detto l'avvocato Dambrosio

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QUEI VASI COMUNICANTI (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2009-03-19 num: - pag: 1 autore: di PIERO OSTELLINO categoria: REDAZIONALE DE MAGISTRIS E I MAGISTRATI IN POLITICA QUEI VASI COMUNICANTI U n altro magistrato, Luigi De Magistris, ha deciso di entrare in politica, presentandosi nelle liste di un altro magistrato entrato in politica, Antonio Di Pietro. De Magistris ha dichiarato che la sua scelta è «irreversibile ». Ma il vicepresidente del Csm Mancino aveva già esortato i magistrati che fanno il loro ingresso in politica a «non tornare alla toga». Negli ultimi anni ci sono stati infatti troppi episodi di andirivieni tra magistratura e politica: da Pierluigi Onorato, tornato in Cassazione dopo anni di vita parlamentare, a Giuseppe Ayala; da Salvatore Senese in lizza per il posto di Procuratore generale della Cassazione dopo un'intensa attività politica, ad Adriano Sansa, che ha ripreso la sua attività di magistrato a Genova dopo essere stato sindaco di questa città. Un sistema di vasi comunicanti tra magistratura e politica che allarma Mancino, comprensibilmente preoccupato dell'immagine «di parte» che questo giro vorticoso di andata a ritorno produce. E avrebbe scandalizzato Montesquieu, per il quale il potere giudiziario doveva essere «invisibile e nullo», in quanto i giudici altro non avrebbero dovuto essere «se non la bocca che pronuncia le parole della legge». E avrebbe indotto Benjamin Constant a invocare un «potere neutro», che intervenisse per rimettere in riga i tre poteri dello Stato legislativo, esecutivo e giudiziario, entrati, da tempo, in conflitto fra loro. Ma questa commistione fra politica e magistratura — che ha trasformato la seconda in supplenza della prima, secondo il togliattiano «viaggio attraverso le istituzioni», versione repubblicana della gramsciana «conquista delle casematte» della società civile e dello Stato — viene da lontano. Sta in una rilettura deformata e illiberale del secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione: «E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Da questo generico principio programmatico — che dice troppo o troppo poco, o forse non dice proprio nulla, secondo quanto don Sturzo aveva scritto, ai tempi della Costituente, di certi articoli della Costituzione — in alcuni settori della magistratura si è fatta largo la legittimazione di una «funzione creativa e progressista » del Diritto; che non si ripromette, come dovrebbe, di applicare la legge, ma di «fare giustizia »; di raddrizzare «il legno storto dell'umanità». Non deve essere il diritto — per dirla con Kant — che si piega alla politica, bensì la politica al diritto. Mentre i magistrati che scelgono un partito sembra che vogliano fare della politica una prosecuzione con altri mezzi del loro diritto «creativo e progressista». Ma ci sono «emeriti» costituzionalisti che hanno detto che, dal 1948 — vittoria elettorale della Dc sul Fronte popolare — l'Italia ha smesso di essere quella scritta nella Costituzione. E ce ne sono altri che hanno sostenuto che il principio di legalità è espressione del dominio borghese. Italia, Patria del Rovescio; non del Diritto. postellino@corriere.it

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Andata e ritorno tra Parlamento e Tribunale Ayala: ho dovuto. Onorato: il problema non c'è (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-03-19 num: - pag: 12 categoria: REDAZIONALE Porte girevoli Bobbio, Nitto Palma e Centaro: serve la legge per uno «scivolo» nell'Avvocatura Andata e ritorno tra Parlamento e Tribunale Ayala: ho dovuto. Onorato: il problema non c'è ROMA — L'esperienza parlamentare arricchisce professionalmente o marchia per sempre l'immagine di indipendenza del magistrato che poi tornerà ad indossare la toga? Il dibattito ora viene rinvigorito dal vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, che chiede al legislatore di introdurre un divieto per il «viaggio di ritorno », dalla politica alla magistratura. Al Csm questa è una proposta condivisa da molti e soprattutto dal togato Giuseppe Berruti di Unicost: tuttavia, ad ascoltare i giudici che sono tornati sui loro passi, emergono anche ragioni di segno opposto. Un caso di scuola è quello di Pierluigi Onorato, ora presidente di sezione in Cassazione (nominato all'unanimità dal Csm), che è stato per 13 anni in Parlamento come indipendente eletto prima nel Pci poi nel Pds e nei Ds. Spiega il presidente Onorato: «Questa esperienza mi è servita per tornare a fare il giudice con la consapevolezza dei limiti della giurisdizione...Perché un rischio del magistrato è quello di debordare dal suo ruolo per invadere la sfera politica. E questo sul piano personale mi ha giovato perché i colleghi, quando sono tornato in Cassazione, me lo hanno riconosciuto». Nessun rischio di apparire poco indipendente, dunque? Certo, argomenta Onorato, «il giudice che ha fatto politica può fornire di sé un'immagine poco tranquillizzante, e questo lo capisco, ma bisogna distinguere da caso a caso. Io ritengo di aver svolto l'attività parlamentare conservando sempre uno stile istituzionale, senza cedere alle tentazioni della lotta ideologica». Nessun dubbio anche quando il giudice Onorato si è trovato in Cassazione a trattare uno dei processi a carico del senatore Marcello Dell'Utri (ora Pdl) e per questo è stato messo in croce dal centro destra? «Lo scontro con Dell'Utri, che io ho querelato per diffamazione, va avanti davanti alla Corte europea per i diritti dell'uomo perché è stato paralizzato in Italia dalla delibera di insindacabilità del Senato contro al mia azione penale per diffamazione...». Per Onorato, dunque, la partita con Dell'Utri non è mica finita. E' pragmatico l'approccio di Giuseppe Ayala, eletto al Senato per il centro sinistra fino alla XV legislatura, rientrato in ruolo come giudice della corte di appello dell'Aquila: «Sono d'accordo con Mancino. Però io sono dovuto rientrare in magistratura perché mi mancava un anno e mezzo di contributi, scegliendo una sede a "riflettori spenti" nella quale mi piace lavorare e dove resto anche se adesso potrei andare in pensione». Alcuni anni fa, segnala Ayala, la Camera approvò un testo che prevedeva il collocamento degli ex parlamentari-magistrati all'Avvocatura dello Stato o nella magistratura amministrativa: «Il testo, mai passato in Senato, andrebbe ripreso». Luigi Bobbio, ex pm di Napoli eletto al Senato per An nella XIV legislatura, ora è capo di gabinetto del ministro Meloni ma continua a mantenere l'aspettativa da magistrato. Anche lui per motivi contributivi: «Mancino ha ragione e gli va dato atto di una grande sensibilità istituzionale ». Concordano con Mancino anche Francesco Nitto Palma (ex pm ora sottosegretario all'Interno del Pdl) e il senatore Roberto Centaro (Pdl, anche lui ex magistrato) che, al pari di Ayala e Bobbio, rimpiangono la legge mai approvata sullo scivolo, più che decoroso, all'Avvocatura dello Stato. C'è infine il caso raro di Vito D'Ambrosio, governatore delle Marche dal '95 al 2005 per il centrosinistra: «Sono tornato in Cassazione con la stessa qualifica. E poi distinguerei tra attività parlamentare e attività amministrativa negli enti locali...». Per dirla però con il giudice Fausto Materia, segretario di Unicost, «un magistrato che crede fino in fondo nel suo lavoro non dovrebbe mai pensare di entrare in politica». Dino Martirano Vicepresidente Csm Nicola Mancino

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De Magistris in politica: dico addio alla toga (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-03-19 num: - pag: 12 categoria: REDAZIONALE Verso le Europee Via libera del Csm all'ex pm di Catanzaro, in campo con Di Pietro: anche se non eletto non tornerò magistrato De Magistris in politica: dico addio alla toga La Procura di Roma lo indaga per l'inchiesta «Why Not». Mancino: giusto il divieto di rientro Il leader Idv: dimettersi? Quello che per altri è un principio generico per noi è la regola. Cascini (Anm): sia una scelta personale ROMA — Lo aveva auspicato in mattinata il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino: per i magistrati come Luigi De Magistris che si candidano «sarebbe preferibile il divieto di rientrare nell'ordine giudiziario». In poche ore il doppio colpo di scena. Prima la rassicurazione di De Magistris, neocandidato come indipendente nelle liste del-l'Italia dei Valori: «Non tornerò più in magistratura anche qualora non fossi eletto». Poi la notizia dell'iscrizione dell'ex pm nel registro degli indagati della procura di Roma: per la vecchia indagine nata a Catanzaro a seguito del sequestro degli atti di Why Not ordinata dai magistrati di Salerno, (anch'essi indagati) per verificare le accuse di insabbiamento lanciate dal giudice. Da oggi, dunque, De Magistris è in aspettativa. Il plenum del Csm ha dato il via libera. Con il placet di Mancino, che proprio prima di esprimere il voto, ha aperto la riflessione: candidatura «legittima (chi può comprimere l'elettorato passivo?) » che tuttavia dovrebbe essere irreversibile. Agli ex magi-strati, per Mancino, si potrebbe garantire un posto nella Pubblica amministrazione «che recupera un patrimonio di esperienze e la magistratura perde un giudice divenuto parte». Il segretario Anm, Giuseppe Cascini, ha definito «legittima» l'opinione di Mancino, ma ha spiegato che i rientri «sono scelte personali ». «Quello che per altri è un principio generico per noi è la regola» ha detto poco dopo Antonio Di Pietro, presentando De Magistris e gli altri neocandidati, Carlo Vulpio del Corriere della Sera e Sonia Alfano, figlia di Giuseppe Alfano, giornalista siciliano ucciso dalla mafia. L'ultima inchiesta di cui dovrà occuparsi De Magistris, dunque, sarà quella su di lui. La stessa che dalla procura generale di Catanzaro è giunta a Roma per competenza, giacché De Magistris è stato trasferito dal Csm a Napoli come giudice del riesame. Ma potrebbe essere solo la prima tappa di un iter che condurrà gli atti a Perugia. Le ipotesi di reato sono concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio. Accuse, secondo De Magistris, che «rientrano nelle plurime, reiterate, infondate segnalazioni di reato che provengono dai magistrati di Catanzaro, indagati per fatti gravissimi dalla Procura di Salerno ». Andò più o meno così. De Magistris, verificando l'esistenza di comitato di affari politico- massone, indagò anche sull'ex premier Romano Prodi e l'ex Guardasigilli Clemente Mastella. Si scatenò una bufera di polemiche, ispezioni dello stesso ministero della Giustizia e procedimenti contro il pm. Il Csm trasferì De Magistris a Napoli e lui denunciò il «complotto » in una sessantina di deposizioni a Salerno: procura competente per i reati compiuti dagli ex colleghi catanzaresi di De Magistris accusati anche di corruzione in atti giudiziari. Il pm Nuzzi richiese e poi sequestrò gli atti di Why not. Ma la procura di Catanzaro controsequestrò le carte. Si parlò di guerra tra procure. Intervenne il capo dello Stato. E il Csm trasferì entrambi i procuratori. Intanto però l'ex pm e i sette colleghi di Salerno che si erano occupati dell'indagine erano finiti sotto indagine per «la falsa tesi del complotto ai suoi danni» e per il sequestro delle carte che avrebbe impedito il lavoro dei pm di Catanzaro. Poi i trasferimenti, ultimi quelli a Latina dei pm salernitani Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi. A causa loro l'inchiesta, per competenza, dovrà finire a Perugia. Virginia Piccolillo Europee Antonio Di Pietro con Luigi De Magistris ieri alla presentazione della candidatura del magistrato napoletano

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Mariella Mantovani capogruppo al posto di Fiocchi (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

RAVENNA CRONACA pag. 5 Mariella Mantovani capogruppo al posto di Fiocchi CIRCOSCRIZIONE DEL MARE STAFFETTA' NEL PARTITO DEMOCRATICO PER TENTARE DI RIDURRE LA CONFLITTUALITA' UN DEBITO di oltre mezzo milione di euro. E' quello che grava sulle società territoriali Hera di Ravenna e di Faenza dal momento in cui la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le norme in base alle quali la società, come le altre gemelle' che si occupano di ciclo idrico integrato, ha incassato la tariffa sul servizio di depurazione anche da quegli utenti che non sono allacciati a sistemi di trattamento delle acque. Ovviamente il provvedimento, diventato efficace a metà di ottobre dello scorso anno, si applica anche in provincia di Ravenna. Sulla base degli approfondimenti condotti dall'Agenzia d'ambito per i servizi pubblici, nel nostro territorio i sistemi di depurazione coprono il 97 per cento delle utenze. Il censimento' realizzato negli ultimi quattro mesi ha accertato che sono 5708 gli utenti non allacciati ai sistemi di depurazione. Per effetto della sentenza della Corte costituzionale, sono gli stessi che hanno diritto a ricevere il rimborso da Hera per aver versato una tariffa non dovuta. Secondo i calcoli della stessa Ato provinciale, il credito globale vantato dagli utenti è di 513mila euro: in sostanza ogni famiglia ha maturato un credito medio di 90 euro. IL PROBLEMA è stato sollevato in consiglio provinciale da un'interpellanza del capogruppo di Forza Italia, Vincenzo Galassini, che ha sollecitato l'Agenzia a disporre che Hera, diventata morosa', regolarizzi la situazione con i suoi utenti, restituendo quanto incassato senza averne titolo. Occorre precisare che l'azienda si era in qualche modo attivata, inviando una lettera agli oltre cinquemila creditori' segnalando che avevano la possibilità di fare domanda per ottenere il rimborso. IN REALTA' la situazione si è modificata per effetto della legge 13 del 2009 approvata dal parlamento a febbraio su proposta del Governo Berlusconi. L'articolo 8 stabilisce che anche solo gli oneri sostenuti dalle aziende multiservizi per la progettazione di sistemi di depurazione «costituiscono una componente vincolata della tariffa». In sostanza il servizio va pagato anche nel caso in cui, pur non essendo presente l'impianto, si stia provvedendo alla sua progettazione. «LA NORMA voluta dal Governo Berlusconi polemizza l'assessore all'ambiente Andrea Mengozzi ha due conseguenze negative. La prima è che aumenta la confusione su chi debba pagare e chi no, e a partire da quando, invece di far chiarezza sulla questione. L'altra è che, adesso che si stava per procedere ai rimborsi, l'intervento blocca tutto e costringe a procedere a un'ulteriore verifica di chi si trova in una certa situazione e chi no. Ora stiamo verificando quanti dei 5.708 utenti vivono in zone oggetto di avvio di procedure di progettazione' e quanti no, per individuare coloro i quali devono vedersi restituite le somme versate». CE N'E' anche per Hera. Secondo l'assessore, infatti, «non è legittimo ipotizzare che siano gli utenti a dover richiedere la sospensione dell'applicazione della quota di depurazione». Così l'Agenzia d'ambito ha già scritto all'azienda invitandola a disporsi al rimborso automatico della quota di tariffa non dovuta «senza che gli interessati debbano inoltrare alcuna specifica richiesta». Bisognerà però aspettare le verifiche sulla presenza di progetti o meno, ed è un lavoro che, secondo Mengozzi, richiederà almeno tre mesi. Intanto Galassini si è dichiarato soddisfatto della risposta ricevuta in consiglio. Image: 20090319/foto/8451.jpg

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De Magistris indagato a Roma (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

PRIMA PAGINA 19-03-2009 GIUSTIZIA De Magistris indagato a Roma ROMA II L'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris è indagato per le ipotesi di reato di concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio. Intanto, il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, sottolinea che i magistrati che scelgono la politica non dovrebbero più tornare in magistratura. De Magistris si candida nelle liste di Di Pietro per le prossime elezioni europee. PAG. 4

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Guerra tra procure Indagato De Magistris (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

POLITICA pag. 11 Guerra tra procure Indagato De Magistris Mancino: «La toga che va in politica non torni indietro» di BEATRICE BERTUCCIOLI ROMA VIA LIBERA del Csm all'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris. Come da lui richiesto, viene messo in aspettativa e potrà quindi candidarsi alle Europee, come indipendente, nell'Idv. Ma il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, auspica che chi sceglie di lasciare la magistratura per un incarico politico, poi non torni ad indossare la toga. Non accadrà, assicura De Magistris, che si è saputo ieri è stato iscritto, con sette pm di Salerno, nel registro degli indagati della procura di Roma per le ipotesi di reato di concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio. Secondo l'accusa, con le sue deposizioni, circa 60, fatte ai pm salernitani che avevano messo sotto inchiesta i colleghi di Catanzaro, avrebbe ispirato «la falsa tesi del complotto ai suoi danni». Ma De Magistris respinge l'accusa di essersi candidato per mettersi al riparo dalle indagini a suo carico. «Prendo atto che la notizia esce proprio il giorno in cui viene presentata la mia candidatura replica deciso ma sono abituato a questo e altro». E precisa: «Ritengo si tratti di un'iscrizione dovuta, e l'ipotesi di reato è del tutto infondata». «Ridicola» aggiunge il suo avvocato Stefano Montone. «Rispettiamo la procura ma andiamo avanti» commenta Di Pietro. Un altro fronte caldo per l'ex pm oggi in servizio al tribunale del Riesame di Napoli è quello aperto da Mancino: «Una volta candidato il giudice ammette d'essere divenuto parte spiega . Per questo è bene che venga stabilito il divieto di rientrare nell'ordine giudiziario e venga garantita, a domanda, la mobilità nella pubblica amministrazione». Ma De Magistris assicura che, eletto o meno, non tornerà in magistratura. «E' una scelta di vita, una scelta irreversibile», ha detto il magistrato noto per le inchieste Poseidon' e Why not'. Sognava di fare il pm, ha aggiunto, e la sua decisione, oggi, rappresenta «una sorta di sconfitta della magistratura». «Il momento discriminante continua è stato il trasferimento ingiusto dei magistrati di Salerno». Perché in quel momento ha «capito che non si vuole la verità». E ANCHE il leader Idv, Di Pietro, pure lui ex pm, assicura: non esiste una legge che lo impone ma De Magistris non tornerà, comunque, in magistratura. Mentre per il leghista ed ex Guardasigilli, Castelli «la candidatura di De Magistris dà un grave colpo alla credibilità delle sue inchieste», l'Anm non prende posizione circa un eventuale rietro in magistratura dopo un'esperienza politica. «Si tratta dichiara il segretario Giuseppe Cascini di scelte personali».

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Procura off limits per i giornalisti (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

BOLOGNA PRIMO PIANO pag. 7 Procura off limits per i giornalisti FNSI: «LESA LA LIBERTA' DI STAMPA» IL CORRIERE della Sera e il Corriere di Bologna pubblicano alcuni articoli che parlano di «fascicoli dimenticati» dalla procura e il procuratore reggente Silverio Piro vieta il palazzo ai cronisti. E se anche l'ultima notizia apparsa sulla cronaca nazionale del quotidiano milanese viene smentita dalla procura e nel dispositivo che di fatto vieta l'accesso ai cronisti giudiziari non vi è alcuna correlazione con la pubblicazione di quegli articoli o con i malumori dello stesso Piro registrati nei giorni scorsi dopo le critiche alla sentenza per lo stupro di via Mattei, certo è che l'effetto non cambia. Ai giornalisti delle testate locali ieri è stato impedito l'accesso ai tre piani del palazzo di vetro' anche negli orari d'apertura al pubblico. Da qui la risposta «stupita e preoccupata» della Federazione nazionale della stampa, dell'Associazione stampa dell'Emilia Romagna e dell'Ordine dei giornalisti per un diritto, quello di cronaca e in particolare quella giudiziaria che «già rischia di essere cancellato al disegno di legge Alfano». «Stupore si legge nel comunicato perchè questa mattina (ieri per chi legge ndr) ai giornalisti è stato impedito l'accesso negli uffici della Procura senza alcuna motivazione. E nell'auspicare che si tratti solo di un equivoco e che ogni cosa si chiarisca al più presto, sindacato e ordine sottolineano con rammarico come ancora una volta venga ostacolato il diritto dei colleghi a svolgere il proprio lavoro e il diritto dei lettori a essere correttamente informati. Simili comportamenti sono lesivi della libertà di stampa e della democrazia». «Non penso che si debbano chiudere le porte in faccia ai giornalisti è il parere della presidente dell'Anm dell'Emilia Romagna, Rossella Poggioli ma è difficile trovare un equilibrio tra le legittime richieste della stampa e le esigenze di segretezza dei pm. Vi sono inoltre precise volontà del legislatore e precise indicazioni del Csm». Emanuela Naldi

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SALUTE, ASSESSORE LIGURE MONTALDO: "AL TAR NON SPETTA SCEGLIERE I MODELLI CLINICI" (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 19 Marzo 2009 SALUTE, ASSESSORE LIGURE MONTALDO: "AL TAR NON SPETTA SCEGLIERE I MODELLI CLINICI" Genova, 19 Marzo 2009 - "Non spetta al tribunale amministrativo regionale scegliere un modello clinico o un altro, la deaziendalizzazione dell´ospedale Santa Corona di Pietra Ligure è stata approvata dal tavolo di monitoraggio dei Ministeri della Salute e delle Finanze e dal Governo, ed è stata valutata opportuna dal punto di vista strutturale e del rispetto dei livelli di assistenza". Lo ha detto l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo rispondendo il 17 marzo alle minoranze in consiglio regionale in merito alla recente sentenza del Tar ligure contro lo stralcio del piano socio-sanitario relativo all´accorpamento alla Asl 2 Savonese dell´ospedale Santa Corona di Pietra ligure. "Noi riteniamo - ha detto Montaldo - che il consiglio regionale abbia agito in piena legittimità e scegliendo in modo conforme alla legislazione che questa assemblea si è data come la legge 41 del dicembre 2006 che prevede che il consiglio regionale, su proposta della Giunta, possa istituire o sopprimere aziende, definire le loro dimensioni e missioni". "Noi siamo già reduci da una vicenda un po´ bizzarra, giunta fino alla corte costituzionale: nel 2007 il Tar della Liguria ha annullato un provvedimento che la Giunta aveva assunto per definire le modalità di consumo dei farmaci protettori gastrici, quindi abbiamo inserito la norma in una legge che è stata impugnata dalle aziende farmaceutiche, infine la corte costituzione ci ha confermato che potevamo farlo a dimostrazione che si è trattato di una grave svista del Tar". Per quanto riguarda la deaziendalizzazione del Santa Corona l´assessore alla Salute ha sottolineato come " abbiamo discusso a lungo sul provvedimento e sulla portata di tale misura, l´allora direttore generale del Santa Corona, Neirotti formulò un´ipotesi di 4 milioni di euro di riduzione di costi a seguito dell´integrazione dei servizi diagnostici, dei servizi tecnici e amministrativi, dei premi assicurativi. Pertanto è stata una scelta motivata da ragioni economiche oltre che strutturali. Oggi se confrontiamo i costi omogenei abbiamo avuto un risparmio nel 2008 di 1 milione di euro e la previsione di un risparmio nel 2009 di 2,6 milioni". "A questo - ha continuato Montaldo - si deve aggiungere l´elemento della validità assistenziale che è stato sempre rispettato e che ha portato a nuovi servizi e ad un miglioramento dell´assistenza grazie ad una migliore integrazione ospedale-territorio". "Risulta contraddittorio, a questo punto - ha concluso Montaldo - invocare una riduzione degli sprechi e poi voler ripristinare ciò che si è smantellato per questo abbiamo fatto ricorso al consiglio di stato, perché una situazione di incertezza sarebbe lesiva dell´organizzazione sanitaria". "Per quanto riguarda poi la richiesta di ritiro del piano sanitario - ha aggiunto l´assessore - che il Tar non mette in discussione, si tratta di una richiesta poco responsabile perché noi abbiamo ereditato una situazione drammatica dal punto di vista dei conti sanitari, con 300 milioni di disavanzo l´anno, abbiamo ripianato 851 milioni in tre anni e portato in equilibrio i conti del 2007-2008 certificati dal tavolo di monitoraggio e dallo stesso Governo. Misure che hanno consentito di ridurre le tasse". . <<BACK

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FVG: IMPEGNARE RISORSE E PAGARE VELOCEMENTE (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 19 Marzo 2009 FVG: IMPEGNARE RISORSE E PAGARE VELOCEMENTE Trieste, 19 marzo 2009 - "E´ fondamentale impegnare, e poi pagare velocemente, le risorse stanziate a bilancio" Nel dibattito sulla crisi in Friuli Venezia Giulia interviene anche il capogruppo di Italia dei Valori-cittadini Piero Colussi. "Un atto politico importante - dice giudicando la mozione presentata dal Pd e pone l´attenzione su due aspetti. Uno dei principali indicatori di efficienza dell´Amministrazione regionale è rappresentato dalla capacità di impegnare, e poi pagare velocemente, le risorse stanziate a bilancio. Bisogna essere certi che questo avvenga. Se così non fosse, come accade ad esempio nel caso della social card, è necessario che vengano disposte immediate variazioni di bilancio. "Sulla questione delle risorse derivanti dai redditi da pensione - aggiunge - è quanto mai urgente conoscere l´esatta cifra che si potrà spendere quest´anno. Un importo certamente diverso dai 30 milioni iscritti oggi a bilancio. Si parla di 200, 300, qualcuno anche ipotizza 450 milioni annui. Grazie alla recente sentenza della Corte costituzionale che ha accolto il ricorso voluto dal presidente Illy nel corso della passata legislatura, attendiamo che venga determinato l´importo con la consapevolezza che non sarà necessario alcun tipo di negoziazione con Roma". . <<BACK

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De Magistris è indagato, Di... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 67 del 2009-03-19 pagina 0 De Magistris è indagato, Di Pietro lo candida di Redazione L'ex pm dell'inchiesta "Why not" accusato di abuso d'ufficio. Ma l'Italia dei valori lo schiera alle Europee alla faccia delle liste "pulite". Il commento: Finalmente non potrà più fare danni/ di Filippo Facci. L'armata BrancaTonino: ti senti un martire? Puoi essere candidato. Quanti pendolari tra i tribunali e il Palazzo Roma - Candidato e indagato. L?ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris è indagato per le ipotesi di reato di concorso in abuso d?ufficio e interruzione di pubblico servizio, in relazione all?inchiesta avviata lo scorso dicembre dalla procura generale di Catanzaro, che indagò per i medesimi reati anche sette pm della procura di Salerno, tra cui l?ex procuratore Luigi Apicella. Anche i sette magistrati salernitani sono indagati a Roma. La vicenda si riferisce alla cosidetta guerra tra le procure di Catanzaro e Salerno. Gli atti che riguardano De Magistris e i pm salernitani sono stati trasmessi alla procura capitolina nello scorso mese di febbraio per competenza territoriale, in quanto De Magistris, che ieri ha annunciato che si candiderà alle elezioni europee con l?Italia dei Valori, è giudice al tribunale del riesame di Napoli. La replica De Magistris si candida per difendersi dalle nuove indagini a suo carico? Per l?ex pm, che proprio oggi ha presentato la sua candidatura a Roma per le europee, è il contrario: "Prendo atto che la notizia esce proprio il giorno in cui viene presentata la mia candidatura, ma sono abituato a questo e altro" è la sua risposta. A proposito del suo futuro impegno politico, il magistrato conclude: "Non mi faccio condizionare da vicende che non hanno alcun fondamento". Mancino contro l'ex pm "A mio avviso è preferibile che sia stabilito il divieto di rietrare nell?ordine giudiziario e sia garantita, a domanda, la mobilità nella pubblica amministrazione nella funzione e nel ruolo pressapoco corrispondenti a quelli di provenienza". è quanto ha affermato il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, durante la discussione in plenum sull?aspettativa richiesta da De Magistris per candidarsi alle europee con l?Italia dei Valori. Necessario disciplinare la materia "L?esigenza che esprimo - ha detto Mancino, che si è espresso a favore del collocamento in aspettativa dell?ex pm - è che sia disciplinata l?ipotesi del parlamentare che vuole tornare a fare il magistrato". Con la mobilità nella pubblica amministrazione, invece secondo Mancino, "la pubblica amministrazione recupera un patrimonio di esperienze e di professionalità e la magistratura perde un giudice divenuto parte". De Magistris: "Scelta irreversibile" "Per me questa è una scelta di vita, irreversibile. Ora posso fare qualcosa per il paese in pericolo con la democrazia a rischio". Così il pm Luigi de Magistris ha spiegato che non tornerà in magistratura, in risposta alla richiesta di Mancino. "La mia - ha spiegato - è una sconfitta della magistratura. La svolta c?è stata quando ho capito che non si voleva andare a fondo nelle inchieste. Ma da un?apparente sconfitta - ha aggiunto - ho capito di avere una grande opportunita". "Candidandomi con l?Idv posso fare qualcosa per il bene pubblico perchè c?è un grave pericolo per noi tutti: stanno svuotando la Costituzione con leggi ordinarie, la stanno stravolgendo con la prassi e c?è bisogno di fare comprendere all?Europa come rischi la nostra democrazia dove ormai c?è criminalizzazione del dissenso. Siamo in una fase che precede una svolta autoritaristica". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Di Pietro assolve De Magistris, un... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 67 del 2009-03-19 pagina 0 Di Pietro assolve De Magistris, un seggio al giudice inquisito di Filippo Facci Divertente: Luigi De Magistris che viene strombazzato come candidato dell?Italia dei Valori e poi il giorno dopo risulta indagato per concorso in abuso d?ufficio e interruzione di pubblico servizio. Giustizia a orologeria? Più facile il contrario, conoscendo un classico di Di Pietro: anticipare i tempi per scambiare le cause con le conseguenze. Tutta questa fretta di annunciare la candidatura di De Magistris, in effetti, era strana. Ora almeno se ne parlerà. Ieri mattina, invece, colpiva che la candidatura di De Magistris non avesse avuto molto spazio sui giornali: come se la notizia fosse stata scontata, meglio: come se avesse meritato lo stesso spazio che la stampa italiana riserva a quelle sentenze regolarmente deludenti che sono epilogo, dopo anni, di indagini che avevano fatto un baccano d?inferno. Dunque l?indagato De Magistris riavrà nuovi titoli sui giornali benché sia ormai chiaramente una pila scarica che non è mai stata carica, fumo senza nemmeno la percezione di un arrosto, archetipo finale e degenere del magistrato eroe di chissà che cosa, e perché, e contro chi. La verità è che la sua candidatura nelle liste di Di Pietro è una buona notizia, perché in fin dei conti andrà all?Europarlamento a combinare ciò che concretamente ha fatto con le sue inchieste (niente) ma almeno senza nuocere al prossimo, sprovvisto di quei delicatissimi strumenti che possono incidere sulle libertà altrui in virtù di un bastevole concorso pubblico vinto da neolaureato. La sua candidatura è una buona notizia perché l?affiliazione col molisano dei favori lo inquadra definitivamente per ciò che è: il testimonial di un?evanescenza missionaria contro un generico «potere» fatto di «nuova P2», «strategia della tensione», «massoneria», «poteri occulti coadiuvati da pezzi della magistratura» e ovviamente «settori deviati di apparati dello Stato»: i virgolettati sono suoi, e hanno progressivamente fatto parte delle cosmogonie giudiziarie che ebbe via via a ingigantire in proporzione a un?esposizione mediatica che alla fine lo sbalestrò, lo catturò senza ritorno: bastava guardarlo in faccia ogni volta che taccuini e telecamere lo circondavano, bastava osservare quel compiacimento represso che pure fu del Di Pietro versione Mani pulite. Il dettaglio è che dietro le sue inchieste Poseidone e Why not, che meritavano seri interrogativi solo dal nome che portavano, c?era un perfetto nulla. Ma noi, frattanto, c?eravamo abituati a tutto: a che un magistrato andasse ad Annozero mentre il Csm stava occupandosi di lui, a che il medesimo andasse al Parlamento europeo a fare una conferenza stampa con Beppe Grillo, soprattutto a che tutti facessero parte di una cospirazione contro di lui: dal capo dello Stato al vicepresidente del Csm, da ex magistrati come Luciano Violante all?Associazione magistrati, dai gip che respingevano le sue richieste ai giudici che le giudicavano, dal superiore che avocava alla Cassazione che rigettava, dal Parlamento della Repubblica a quel Csm che l?ha censurato, punito, trasferito: facendone pur sempre, però, un giudice a Napoli, un signore che decide della vita civile altrui. Meglio che vada, allora. Luigi De Magistris, magistrato dapprima non politicizzato e tuttavia intriso di irrequietezze inadatte al ruolo, era ormai divenuto la caricatura di una caricatura, un sottoprodotto di un sottoprodotto, un eroe con la postura di un funzionario, un declaratore con l?accento da appuntato che parla di sé in terza persona, e che vorrebbe, ora, «portare le istanze di giustizia e verità» in Europa. Ma porti, porti: si accomodi al suo seggio di lenticchie, blateri del neo italico «prefascismo» e soprattutto pubblicizzi, tra una nuova norma sugli ottani della benzina e una sulla misura delle banane, che questa seconda Repubblica è fondata sulle «stragi organizzate da Forza Italia e dalla mafia», come dicono gli amici suoi. L?Europa non aspetta altro che lui, e Pino Arlacchi, Stefano Passigli, Rita Borsellino, magari l?hostess del Grande Fratello, forse una nuova indignatissima madre di Rignano Flaminio, non certo Marco Travaglio come si vocifera: non lo farà mai. Ma De Magistris vada, vada pure: la sua candidatura è una buona notizia anche perché ora, dei magistrati che si buttano in politica, ne hanno davvero piene le scatole tutti. Ieri, attorno ai moniti del vicepresidente del Csm Nicola Mancino che auspicava l?irreversibilità di certe scelte, c?era l?intero arco costituzionale, ex magistrati compresi. A parte uno, il solito: quello che da anni urlacchia «fuori gli inquisiti dal Parlamento» ma forse non dall?Europarlamento: perché De Magistris adesso è indagato. Terribile. Divertente. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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"Why not" (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 67 del 2009-03-19 pagina 2 Chi è di Redazione Luigi De Magistris, 42 anni, è in magistratura dal 1995. Dal 1998 al 2002 ha lavorato a Napoli, quindi è passato come pm a Catanzaro. Qui ha raggiunto la notorietà, ma al tempo stesso è finito nei guai, disciplinari prima - con il trasferimento dalla Calabria a Napoli - e adesso anche giudiziari. Per tutte l'inchiesta Why not - che coinvolgeva l'allora Guardasigilli Clemente Mastella, poi prosciolto - e Toghe lucane, che ipotizzava un oscuro intreccio tra magistrati, forze dell'ordine e politici per gestire affari in Basilicata. Proprio «Toghe lucane» - per le anomalie nella gestione del fascicolo - è costata a De Magistris prima l'apertura del procedimento disciplinare da parte del Csm, e quindi il trasferimento. Due giorni fa, sulla scia di Di Pietro, l'annuncio dell'abbandono della toga e della discesa in politica nell'Idv. Ieri, l'iscrizione nel registro degli indagati a Roma, dove è accusato di abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio in seguito alla «guerra tra procure» tra Catanzaro e Salerno. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Forum online: non è assimilabile ad una rivista telematica (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Forum online: non è assimilabile ad una rivista telematica Cassazione penale , sez. V, sentenza 10.03.2009 n° 10535 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Forum online ? rivista telematica ? assimilazione - illegittimità Il forum on line non è parificabile ad una rivista: il semplice fatto che i messaggi e gli interventi siano visionabili da chiunque, o almeno da coloro che si siano registrati nel forum, non fa sì che il forum stesso, che è assimilabile ad un gruppo di discussione, possa essere qualificato come un prodotto editoriale, o come un giornale online, o come una testata giornalistica informatica. Si tratta quindi di una semplice area di discussione, dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum, ma non per questo il forum resta sottoposto alle regole ed agli obblighi cui è soggetta la stampa. (1) (1) Si veda il focus, VIOLA, Diritto dell?informatica: le ultime applicazioni giurisprudenziali. (Fonte: Altalex Massimario 12/2009) SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE V PENALE Sentenza 11 dicembre 2008 - 10 marzo 2009, n. 10535 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE QUINTA PENALE **** ha pronunciato la seguente SENTENZA **** Svolgimento del processo Con ordinanza 25 ottobre 2007 il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania respinse la richiesta dell?Aduc di revoca del sequestro preventivo di alcune pagine web di sua proprietà disposto il 20.11.2007 in relazione al reato di cui all?art. 403 cod. pen. Il tribunale del riesame di Catania, con l?ordinanza in epigrafe, in parziale accoglimento dell?appello dell?Aduc, revoca il sequestro previa rimozione sul sito internet dell?Aduc delle espressioni e dei messaggi oggetto dei reati contestati, inibendone l?ulteriore diffusione. L?Aduc propone ricorso per cassazione deducendo: 1) inosservanza dell?art. 21, comma 6, Cost. e illegittimità del sequestro preventivo poiché non attiene a reati contro il buon costume. Osserva che l?art. 21, comma 6, Cost. consente la limitazione dell?esercizio della libertà di manifestazione del pensiero nei soli casi di manifestazioni contrarie al buon costume. 2) inosservanza dell?art. 21, comma 6, Cost. e illegittimità del sequestro preventivo perché l?offesa ad una confessione religiosa non è contraria al buon costume. 3) erronea applicazione dell?art. 403 cod. pen. per erronea individuazione del bene giuridico protetto dalla norma. Osserva che, secondo una interpretazione costituzionalmente orientata, non c?è offesa se non vengono individuati i singoli individui, soggetti passivi della norma e portatori del bene giuridico da essa tutelato. 4) erronea applicazione dell?art. 21, comma 3, Cost. ed erronea individuazione dell?ambito applicativo del divieto di sequestro ivi previsto. Erronea interpretazione restrittiva del concetto di stampa che esclude l?informazione non ufficiale. Motivi della decisione Il primo motivo è inammissibile perchè consiste in una censura nuova non dedotta con l?appello, e che non può quindi essere proposta per la prima volta in questa sede di legittimità. Il motivo è comunque manifestamente infondato perchè l?art. 21, comma 6, Cost. vieta direttamente ?le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume?, disponendo altresì che ?la legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni?, ma non ha inteso dire che un comportamento, costituente manifestazione del pensiero, possa essere dalla legge vietato e previsto come reato esclusivamente quando sia contrario al buon costume, e non anche quando sia lesivo di altri beni ritenuti meritevoli di tutela, sebbene non lesivo del buon costume. Se così non fosse, del resto, dovrebbe ritenersi che i reati di ingiuria e diffamazione non sarebbero legittimi quando colpiscano comportamenti lesivi solo dell?onore e della reputazione delle persone, e non anche del buon costume. Per le stesse ragioni è inammissibile, sia perché nuovo sia perché manifestamente infondato, anche il secondo motivo. Con l?atto di appello, invero, non era stato dedotto che il sequestro in questione era illegittimo perché le frasi contestate non erano suscettibili di offendere il buon costume inteso come pudore sessuale della collettività. Né tale doglianza può essere proposta per la prima volta in sede di legittimità solo perché l?ordinanza impugnata ha osservato che alcune delle frasi incriminate, oltre ad avere offeso la religione cattolica mediante il vilipendio dei suoi fedeli e dei suoi ministri, avevano travalicato i limiti del buon costume alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il ?sacro seme del cattolicesimo?. In ogni caso il motivo è manifestamente infondato perché l?art. 21, comma 6, Cost. non limita la possibilità della legge di prevedere, in caso di reato, il sequestro di cose che rappresentino manifestazioni del pensiero soltanto quando queste siano lesive del pudore sessuale. Il terzo motivo è infondato perché esattamente il tribunale del riesame ha ritenuto che per la configurabilità del reato di cui all?art. 403 cod. pen. non occorre che le espressioni di vilipendio debbano essere rivolte a fedeli ben determinati, ben potendo invece, come nella specie, essere genericamente riferite alla indistinta generalità dei fedeli. La norma invero protegge il sentimento religioso di per sè, sanzionando le pubbliche offese verso lo stesso attuate mediante vilipendio dei fedeli di una confessione religiosa, o dei suoi ministri. Opportunamente, invero, l?ordinanza impugnata ha ricordato la sent. n. 188 del 1975 della Corte costituzionale, la quale affermò che ?il sentimento religioso, quale vive nell?intimo della coscienza individuale e si estende anche a gruppi più o meno numerosi di persone legate tra loro dal vincolo della professione di una fede comune, è da considerare tra i beni costituzionalmente rilevanti, come risulta coordinando gli artt. 2, 8 e 19 Cost., ed è indirettamente confermato anche dal primo comma dell?art. 3 e dall?art. 20. Perciò il vilipendio di una religione, tanto più se posto in essere attraverso il vilipendio di coloro che la professano o di un ministro del culto rispettivo, come nell?ipotesi dell?art. 403 cod. pen., che qui interessa, legittimamente può limitare l?ambito di operatività dell?art. 21: sempre che, beninteso, la figura della condotta vilipendiosa sia circoscritta entro i giusti confini, segnati, per un verso, dallo stesso significato etimologico della parola (che vuol dire ?tenere a vile?, e quindi additare al pubblico disprezzo o dileggio), e per altro verso, dalla esigenza di rendere compatibile la tutela penale accordata al bene protetto dalla norma in questione con la più ampia libertà di manifestazione del proprio pensiero in materia religiosa?, e che ?il vilipendio, dunque, non si confonde nè con la discussione su temi religiosi, così a livello scientifico come a livello divulgativo, nè con la critica e la confutazione pur se vivacemente polemica; nè con l?espressione di radicale dissenso da ogni concezione richiamantesi a valori religiosi trascendenti, in nome di ideologie immanentistiche o positivistiche od altre che siano. Sono, invece, vilipendio, e pertanto esclusi dalla garanzia dell?art. 21 (e dell?art. 19), la contumelia, lo scherno, l?offesa, per dir così, fine a sè stessa, che costituisce ad un tempo ingiuria al credente (e perciò lesione della sua personalità) e oltraggio ai valori etici di cui si sostanzia ed alimenta il fenomeno religioso, oggettivamente riguardato?. D?altra parte, anche la recente sent. n. 168 del 2005 (che ha dichiarato l?illegittimità costituzionale dell?art. 403 cod. pen. nella parte in cui prevede, per le offese alla religione cattolica mediante vilipendio di chi la professa o di un ministro del culto, la pena della reclusione rispettivamente fino a due anni e da uno a tre anni, anzichè la pena diminuita stabilita dall?art. 406 dello stesso codice) ha fatto espresso riferimento alle ?esigenze costituzionali di eguale protezione del sentimento religioso che sottostanno alla equiparazione del trattamento sanzionatorio per le offese recate sia alla religione cattolica, sia alle altre confessioni religiose?, ribadendo che tutte le norme contemplate dal capo dei delitti contro il sentimento religioso ?si riferiscono al medesimo bene giuridico del sentimento religioso, che l?art. 403 cod. pen. tutela in caso di offese recate alla religione cattolica mediante vilipendio di chi la professa o di un ministro del culto?. Del resto, anche qualora potesse accogliersi la tesi del ricorrente secondo cui il bene tutelato dalla norma non è il sentimento religioso ma la persona (fisica o giuridica) offesa in quanto appartenente ad una determinata confessione religiosa, non si vedrebbe perché questa tesi dovrebbe comportare che, per aversi reato, il vilipendio dovrebbe rivolgersi verso determinate persone e non verso il gruppo indistinto dei fedeli di quella confessione religiosa nei cui confronti viene pubblicamente portata l?offesa. E? infine infondato anche il quarto motivo. Va preliminarmente osservato che il tribunale del riesame ha revocato il sequestro del forum esistente nell?ambito del sito appartenente alla associazione ricorrente, lasciandolo esclusivamente sui singoli messaggi inviati da alcuni partecipanti al forum in questione, contenenti le frasi oggetto dei reati contestati. Ciò posto, il Collegio ritiene che esattamente il tribunale del riesame ha dichiarato che nel caso di specie non trova applicazione l?art. 21, comma 3, Cost., secondo cui ?Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell?autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l?indicazione dei responsabili?, dato che la concreta fattispecie in esame non rientra nella più specifica disciplina della libertà di stampa, ma solo in quella più generale di libertà di manifestazione del proprio pensiero di cui all?art. 21, comma 1, Cost. Gli interventi dei partecipanti al forum in questione, invero, non possono essere fatti rientrare nell?ambito della nozione di stampa, neppure nel significato più esteso ricavabile dall?art. 1 della legge 7 marzo 2001, n. 62, che ha esteso l?applicabilità delle disposizioni di cui all? articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, n. 47 (legge sulla stampa) al ?prodotto editoriale?, stabilendo che per tale, ai fini della legge stessa, deve intendersi anche il ?prodotto realizzato ? su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico?. Il semplice fatto che i messaggi e gli interventi siano visionabili da chiunque, o almeno da coloro che si siano registrati nel forum, non fa sì che il forum stesso, che è assimilabile ad un gruppo di discussione, possa essere qualificato come un prodotto editoriale, o come un giornale online, o come una testata giornalistica informatica. Si tratta quindi di una semplice area di discussione, dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum, ma non per questo il forum resta sottoposto alle regole ed agli obblighi cui è soggetta la stampa (quale quello di indicazione di un direttore responsabile o di registrazione) o può giovarsi delle guarentigie in tema di sequestro che l?art. 21, comma 3, Cost. riserva soltanto alla stampa, sia pure latamente intesa, ma non genericamente a qualsiasi mezzo e strumento con cui è possibile manifestare il proprio pensiero. D?altra parte, nel caso in esame, neppure si tratta di un forum strutturalmente inserito in una testata giornalistica diffusa per via telematica, di cui costituisca un elemento e su cui il direttore responsabile abbia la possibilità di esercitare il controllo (così come su ogni altra rubrica della testata). Acutamente il difensore del ricorrente sostiene che la norma costituzionale dovrebbe essere interpretata in senso evolutivo per adeguarla alle nuove tecnologie sopravvenute ed ai nuovi mezzi di espressione del libero pensiero. Ma da questo assunto, non può farsi derivare che i nuovi mezzi di comunicazione del proprio pensiero (newsletter, blog, forum, newsgroup, mailing list, chat, messaggi istantanei, e così via) possano, tutti in blocco, solo perché tali, essere inclusi nel concetto di stampa ai sensi dell?art. 21, comma 3, Cost., prescindendo dalle caratteristiche specifiche di ciascuno di essi. In realtà i messaggi lasciati su un forum di discussione (che, a seconda dei casi, può essere aperto a tutti indistintamente, o a chiunque si registri con qualsiasi pseudonimo, o a chi si registri previa identificazione) sono equiparabili ai messaggi che potevano e possono essere lasciati in una bacheca (sita in un luogo pubblico, o aperto al pubblico, o privato) e, così come quest?ultimi, anche i primi sono mezzi di comunicazione del proprio pensiero o anche mezzi di comunicazione di informazioni, ma non entrano (solo in quanto tali) nel concetto di stampa, sia pure in senso ampio, e quindi ad essi non si applicano le limitazioni in tema di sequestro previste dalla norma costituzionale. Il ricorso deve pertanto essere rigettato con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. P.Q.M. La Corte Suprema di Cassazione rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Siniscalchi: "Procura, Franco Roberti nomina opportuna" (sezione: Giustizia)

( da "Caserta News" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 19 Marzo 2009 Siniscalchi: "Procura, Franco Roberti nomina opportuna" GIUSTIZIA | Salerno Vincenzo Siniscalchi, avvocato, più volte deputato dell'Ulivo ed attualmente vice-Presidente della V Commissione sugli incarichi direttive e semidirettivi del CSM: >.

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Europee, "De Magistris vale solo lo 0,1 per cento" (sezione: Giustizia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Politica Europee, "De Magistris vale solo lo 0,1 per cento" Giovedí 19.03.2009 10:12 "E' vero che De Magistris è un personsaggio, ma è la fotocopia minore di Di Pietro. Credo che possa portare all'Italia dei Valori non più dello 0,1-0,2%, ovvero i suoi fan personali, una piccola community. E' molto allineato al modello dell'ex pm di Mani Pulite, ma di seconda generazione. Un'eventuale candidatura di Travaglio sarebbe tutta un'altra cosa". Così il direttore di Coesis Research, Alessandro Amadori, analizza per Affaritaliani.it l'impatto elettorale della discesa in campo di Luigi De Magistris con l'Idv alle elezioni europee di giugno. DE MAGISTRIS: "SE MAGISTRATO FA POLITICA, FA UN'ALTRA COSA" "Quando uno fa il magistrato lo fa osservando le leggi della Costituzione. Se decide di dedicarsi alla poltica assumendosi un impegno, fa un'altra cosa. Non vedo alcuna commistione". Lo dice l'ex Pm Luigi De Magistris, intervenendo in un dibattito a Omnibus, su La7 all'indomani dell'invito del Vicepresidente del Csm a non rientrare in magistratura se candidati. "Tutte le opinioni sono legittime - ha spiegato l'ex Pm riferendosi a quelle espresse su alcuni articoli apparsi sui giornali di oggi dove si manifesta perplessità sulla sua candidatura -. Mi attaccavano da magistrato è logico allora che lo facciano adesso. Il caso Mastella? Non ne voglio parlare visto che non mi è stato consentito di portare a termine le inchieste. Magistrati che indagano su colleghi... i magistrati di Catanzaro hanno controindagato gli indagatori. Dopo due anni di indagini è uscito fuori che io avevo agito in modo corretto e si scopre che sono rimasto vittima di un'attività che tendeva alla mia disintegrazione professionale. E' una cosa talmente ridicola che alla fine ne vado fiero". De Magistris ha spiegato che fra le ragioni che lo hanno spinto a questa scelta, "c'è il fatto che mi è stato fatto capire con le continue azioni disciplinari pretestuose nei miei confronti, che non potevo più fare il magistrato e poi, se si riflette sul fatto che nel giro di un mese, magistrati che indagavano da anni sono stati sospesi, deduco che non siamo più in uno stato di diritto. Bisogna difendere la Costituzione altrimenti si cade in un regime che non è più democrazia. Ho subito una controffensiva mediatica in questi anni impressionante. Chi dice che su di me c'è stato un cortocircuito mediatico sbaglia". Secondo l'ex Pm, "il luogo della politica può invece essere quello dove proprio un ex magistrato puo' dare meglio il suo contributo per migliorare la società". Riferendosi poi alla alla riforma della giustizia, De Magistris ha detto che "i magistrati sono preoccupati per la questione della separazione delle carriere e del fatto che possa eesere il primo passo per assoggettarsi all'Esecutivo. In uno stato democratico non bisognerebbe aver paura di questo. Ma in questo momento, in Italia, è capibile: c'è in atto un disegno di svuotamento dell'indipendenza della magistratura. Mi spaventa la verticalizzazione e gerachizzazione degli uffici del Pubblico Ministero - ha sottolineato -. Un Paese democratico vero deve ridurre al minimo la custodia cautelare e far fare processi rapidi in modo da assicurare giustizia uguale per tutti". tags: De Magistris indagato Idv Di Pietro elezioni europee

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Azerbaigian/ Referendum cancella limiti a mandati presidente (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 19 mar. (Apcom-Nuova Europa) - Il referendum costituzionale azero di ieri, che tra le altre cose cancella il limite massimo di due mandati per il Presidente della Repubblica, è passato. Secondo i dati preliminari diffusi questa mattina dalla Commissione elettorale centrale, con il 96,14 per cento delle schede scrutinate e con poche centinaia di seggi elettorali ancora in fase di spoglio, gli emendamenti alla Carta fondamentale hanno registrato dei "sì" attorno al 90 per cento. La modifica costituzionale più votata - col 91,7 per cento - è proprio quella che garantisce all'attuale presidente Ilham Aliev virtualmente la possibilità di restare capo dello stato a vita. Circostanza questa che ha spinto l'opposizione al boicottaggio, fallito, visto che circa il 70 per cento degli aventi diritto ha espresso il voto. Il quorum minimo per la convalida della consultazione era il 25 per cento. Il voto, secondo quanto dichiarato da diversi rappresentanti dei 177 osservatori stranieri, s'è svolto con regolarità. Secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa azera Trend News, gli osservatori dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (Pace), hanno espresso soddisfazione e hanno invitato "l'Azerbaigian a continuare a migliorare in futuro il processo elettorale". Alcuni di questi emendamenti sono semplici aggiornamenti stilistici della Costituzione del 1995, già modificata nel 2002. Altri sono di sostanza. Tuttavia, l'emendamento costituzionale più forte è quello che riguarda il presidente, eletto a ottobre scorso per il secondo mandato consecutivo, dopo essere succeduto nel 2003 al padre, rimasto presidente fino alla morte. L'Articolo 101, comma V, della Costituzione, contava di una sola, semplice frase: "Nessuno può essere eletto come presidente della Repubblica dell'Azerbaigian per più di due volte". Ora, secondo quanto riferisce lacommissione, se il referendum passerà, reciterà: "Nel caso in cui la celebrazione delle elezioni presidenziali non venga tenuta a causa di operazioni di guerra in base a uno stato di guerra, il mandato del Presidente della Repubblica dell'Azerbaigian sarà esteso fino al termine delle operazioni militari. La decisione su questa materia sarà adottata dalla Corte costituzionale della Repubblica dell'Azerbaigian sulla base della richiesta del corpo statale che organizza le elezioni". Una formulazione che, essendo l'Azerbaigian ancora tecnicamente in guerra con l'Armenia con il Nagorno-Karabakh (è però vigente un cessate-il-fuoco dal 1994), lascia aperta la possibilità di interpretare in senso ampio la lettera costituzionale. Questo delicato passaggio della vita politica azera preoccupa anche a livello internazionale. L'Azerbaigian, nei piani energetici dell'Europa in particolare, si troverà ad assumere un ruolo di primo piano come fornitore di gas e già oggi parte da Baku l'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan (Btc), la condotta che porta sui mercati occidentali il greggio del Caspio, bypassando il sistema di trasporti russi e il collo di bottiglia del Bosforo. Il presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (Pace) Lluis Maria de Puig, a fine gennaio, aveva espresso "preoccupazione sul futuro della democrazia in Azerbaigian".

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De Magistris in politica? Sì del Csm, ma Mancino: Non indossi più la toga (sezione: Giustizia)

( da "Panorama.it" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

- Italia - http://blog.panorama.it/italia - De Magistris in politica? Sì del Csm, ma Mancino: Non indossi più la toga Posted By redazione On 18/3/2009 @ 13:24 In Headlines, NotiziaHome | 1 Comment La porta in uscita è aperta. Ma potrebbe non esserlo per il rientro. Se non si trattasse del vice presidente dell'autorevole organo di autogoverno della magistratura, si potrebbe semplificare così il parere con cui Nicola Mancino ha dato il via libera alla [1] candidatura per le prossime elezioni europee dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, nelle liste dell'Idv di un altro ex pm, Antonio Di Pietro. E infatti: i magistrati che scelgono la politica non dovrebbero più tornare in magistratura, dice Nicola Mancino. Il vice presidente del Csm, prima di esprimere il suo voto favorevole al collocamento in aspettativa dell'attuale giudice del tribunale di Napoli, ha letto al Plenum [2] la seguente dichiarazione: "L'esigenza che esprimo è che venga disciplinata l'ipotesi del parlamentare che vuole tornare a fare il magistrato. A mio avviso è preferibile che venga stabilito il divieto di rientrare nell'Ordine Giudiziario, e venga garantita, a domanda, la mobilità nella Pubblica Amministrazione, nella funzione e nel ruolo press'a poco corrispondenti a quelli di provenienza". "La candidatura del dott. Luigi De Magistris, ma non è non sarà la sola, pur legittima, chi può mai comprimere l'elettorato passivo? - ha detto ancora il vice presidente del Csm, Mancino - apre un dibattito (l'ennesimo) e una riflessione (vecchia)". "Una volta candidato, il giudice ammette d'essere divenuto parte, non foss'altro perchè si è schierato con una forza politica, e non certo per un solo giorno" ha sottolineato "lo status di parlamentare è a termine, permane fino a quando gli elettori lo confermano. Può anche accadere che il parlamentare spontaneamente rinunci alla carica elettiva". "La questione è tutta intorno al rientro nel ruolo di magistrato. È giusto che rientri? Ho sempre sostenuto di no" ha concluso "anche se non sono mai riuscito, quando ero in Parlamento, ad avere condivisione da molti colleghi parlamentari". A rassicurare il vicepresidente del Csm, ci pensa proprio l'interessato: "Per me questa è una scelta di vita. Ho passato da poco i 40 anni e finora ho fatto il magistrato. Ora, con questa scelta di candidarmi con l'Idv, seguirò un nuovo progetto di vita: la mia è una scelta irreversibile, anche qualora non dovessi essere eletto", fa sapere Luigi de Magistris, nel corso di una conferenza stampa. Sul perché lasci la toga, De Magistris risponde con gli stessi argomenti usati [3] sul sito dell'onorevole Di Pietro: "La mia è una sorta di sconfitta della magistratura. Il mio sogno è sempre stato di fare il magistrato. La svolta c'è stata quando ho capito che non si voleva andare a fondo nelle inchieste. Ma da un'apparente sconfitta" ha sottolineato "ho capito di avere una grande opportunità. Candidandomi con l'Idv posso fare qualcosa per il mio paese, per il bene pubblico. Anche perché c'è un grave pericolo per noi tutti: stanno svuotando la Costituzione con leggi ordinarie e la stanno stravolgendo con la prassi e c'è bisogno di fare comprendere all'Europa come è a rischio la nostra democrazia dove ormai c'è la criminalizzazione del dissenso e si tende al pensiero unico. Siamo in una fase che precede una svolta autoritaristica". E proprio nelle ore in cui si discute della sua candidatura, De Magistris è stato indagato a Roma per le ipotesi di reato di concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio, in relazione all'inchiesta avviata lo scorso dicembre dalla procura generale di Catanzaro, che indagò per i medesimi reati anche sette pm della procura di Salerno, tra cui l'ex procuratore Luigi Apicella. Anche i sette magistrati salernitani sono indagati a Roma. Poco prima era intervenuto anche [4] Antonio Di Pietro, ad annunciare l'irreversibilità della scelta dellex pm di catanzaro: "De Magistris si dimetterà dalla magistratura subito dopo le elezioni, lo assicuro. Anche lui, come me, pensa che sia una strada senza ritorno una volta che da magistrato di passa alla politica", ha affermato il leader dell'Italia dei Valori [5] a Radio 24. "De Magistris" ha aggiunto Di Pietro "lascerà con l'amarezza nel cuore perché ha dato tutto se stesso e quando uno fa il proprio dovere ne paga le conseguenze. Alla fine la colpa è di chi scopre i delinquenti". E a Clemente Mastella che ieri commentando la scelta dell'ex pm di catanzaro aveva commentato: "Ora capisco tante cose", l'ex ministro Di Pietro replica: "Mastella offende la propria intelligenza se pensa che de Magistris l'anno scorso ha messo in piedi l'inchiesta Why not per poi candidarsi. A tutt'altro pensava, come a tutt'altro pensavo io, quando facevo il magistrato. Poi abbiamo lasciato la magistratura per colpa di un potere assurdo". Il VIDEO servizio: "Il giudice che entra in politica non indossi più la toga", dice Nicola Mancino vicepresidente del Csm, dando il via libera all'aspettativa dell'ex pm De Magistris che correrà alle Europee con l'Idv. Siete d'accordo? Sì No Mostra i risultati

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Nuovo welfare alla porta Costruiamolo con le famiglie (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

POLITICA 19-03-2009 PROPOSTA PER UNA STAGIONE DI UTILI RIPENSAMENTI Nuovo welfare alla porta Costruiamolo con le famiglie ALESSANDRO COLOMBO Q ualche tempo fa Maurizio Ferrera rilevava su un quotidiano nazionale che il sistema di protezione sociale italiano si regge sulla famiglia. Mentre in Europa è lo Stato che si fa carico di mantenere il reddito in caso di bisogno, in Italia se perdi il lavoro o se hai bisogno di un prestito è la famiglia che interviene. Questa sovra-responsabilità della famiglia ammonisce Ferrera rischia di far scattare 'trappole' che caratterizzano il familismo italiano: ad esempio una divisione del lavoro domestico e di cura che penalizza le donne e la mancata autonomia dei giovani dal nido familiare. Ferrera auspica un potenziamento del welfare pubblico per alleggerire i carichi della famiglia. La distribuzione della nostra spesa sociale, prevalentemente dedicata alle pensioni, impedisce questo, ma «senza incisive riforme conclude lo studioso gli squilibri generazionali (e quelli di genere) sono destinati ad aumentare, aprendo nuove e preoccupanti prospettive di declino». Al di là del termine familismo, che ha fatalmente nervature negative, ci associamo a Ferrera, ma rincarando la dose e aprendo una prospettiva di discussione. Rincariamo la dose: da noi non solo la quota di spesa sociale rispetto al Pil destinata alle pensioni e anziani è tra le più alte d'Europa (13%), ma la percentuale assegnata alle famiglie è la più bassa (insieme alla Spagna): 1,1% contro il 3,8 della Danimarca, il 3,2 della Germania o il 2,8 della Francia. Se la famiglia danese riceve ogni anno 1.500 euro di trasferimenti pro capite, in Italia dobbiamo accontentarci di 300 euro! In compenso, le famiglie con figli triplicano il rischio di povertà. L'incidenza della povertà in Italia è dell'11% (2006), ma sale al 17,2% per le famiglie con due figli minori e al 30% se hai la 'sfortuna' di avere tre figli. Gli aiuti che la famiglia riceve sono sempre nella logica della riparazione (assegni familiari, perché avere i figli è un problema), non dell'investimento pubblico (detrazioni e deduzioni, perché avere dei figli è un bene di tutti). Sappiamo che il quoziente familiare è considerato oggi impossibile per ragioni di finanza pubblica. Ma rimangono paradossi che meriterebbero di meditare un'azione simbolica di protesta: se hai figli e ti separi puoi godere di agevolazioni fiscali che non avresti se rimani sposato. In Germania una sentenza della corte costituzionale del 1992 ha stabilito che la quota di reddito familiare destinata al mantenimento in vita dei figli non può essere computata nel reddito lordo. Se la famiglia è riconosciuta dalla Costituzione come centrale per la vita dello Stato argomenta la corte non si capisce perché il crearla non debba essere considerato un investimento pubblico. Da noi avere figli resta un affare privato; considerato da ricchi o da incoscienti. Ed ecco il punto sul quale ci piacerebbe aprire la discussione. Non soltanto più welfare pubblico-statale per sgravare le famiglie, ma soprattutto un welfare nuovo, costruito insieme alle famiglie. Sono un contributo pubblico, non un affare privato. Esse sono soggetto, non solo oggetto dell'assistenza. Proprio la fantasia, le risorse, le relazioni di cui le famiglie sono capaci vanno considerate come parte centrale della soluzione del problema. Aiutate, iniziando dall'aiuto ad esistere, e accompagnate. Ma non come carità di Stato, bensì come investimento. Le soluzioni che la famiglia (anche in associazioni) produce, siano riconosciute pienamente (e fiscalmente) ed essa non sia lasciata sola, ma il pubblico garantisca il necessario accompagnamento professionale. La prima delle 'incisive' riforme giustamente auspicate da Maurizio Ferrera è forse anche l'accompagnamento alla famiglia in questo ruolo decisivo e il passaggio della politica famigliare da spesa a investimento sociale.

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Abu Omar, il processo si ferma fino al 22 aprile La Consulta deve decidere sul segreto di Stato (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 19-03-2009 Abu Omar, il processo si ferma fino al 22 aprile La Consulta deve decidere sul segreto di Stato DA MILANO I l segreto di Stato ferma nuovamente il processo per il sequestro dell'ex imam di Milano Abu Omar che vede imputati l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e 26 agenti Cia. Tutto come previsto. Il giudice O- scar Magi ha sospeso ieri il processo fino al prossimo 22 aprile, in attesa che la Corte costituzionale depositi le motivazioni del provvedimento con il quale ha accolto in parte i ricorsi dei governi Prodi e Berlusconi che avevano sollevato il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione al segreto. La bozza della sentenza dovrebbe essere discussa e approvata in camera di consiglio il 20 aprile dai giudici costituzionali. Sulla sospensione concordano Procura e avvocati difensori. Anche se il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, crede che il processo non si fermerà e ritiene «necessario vedere come il segreto di Stato influirà sulle prove ancora da raccogliere. La Consulta individuerà dei limiti che bisognerà rispettare quando si tratterà di porre domande ai testi». Infatti la Corte costituzionale, spiega il magi-- strato, «ha affermato la regolarità delle intercettazioni, la cui validità era stata messa in dubbio dal governo e da alcuni difensori ». Per quanto riguarda i documenti, censurati dalla Consulta, Spataro ha ribadito che «erano già stati tolti dal processo». Si tratta di parte della documentazione sequestrata nell'estate 2005 nell'ufficio del Sismi in via Nazionale a Roma e tolta dal fascicolo del dibattimento. Saggia la scelta del rinvio anche per uno dei difensori di Pollari, Nicola Madia: «Sarà necessario attendere le motivazioni della Consulta, che incideranno su alcuni atti espletati durante le indagini preliminari e nel corso del dibattimento. Auspichiamo che dalle motivazioni emergano regole chiare sulla tutela del segreto di Stato».

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"FUORI GLI INQUISITI DAL PARLAMENTO" (MA NON DALL'EUROPARLAMENTO) LA REGOLA DIPIETRISTA NON VALE PER L'INQUISITO DE MAGISTRIS FACCI: "A BRUXELLES NON COMBINERÀ NIENTE (COME CON (sezione: Giustizia)

( da "Dagospia.com" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

HomePage | Segnala articolo --> ?FUORI GLI INQUISITI DAL PARLAMENTO? (MA NON DALL?EUROPARLAMENTO) ?LA REGOLA DIPIETRISTA NON VALE PER L?INQUISITO DE MAGISTRIS ? FACCI: ?A BRUXELLES NON COMBINERà NIENTE (COME CON LE SUE INCHIESTE) MA ALMENO NON DANNEGGERà IL PROSSIMO?? Filippo Facci per "Il Giornale" Luigi De Magistris Divertente: Luigi De Magistris che viene strombazzato come candidato dell'Italia dei Valori e poi il giorno dopo risulta indagato per concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio. Giustizia a orologeria? Più facile il contrario, conoscendo un classico di Di Pietro: anticipare i tempi per scambiare le cause con le conseguenze. Tutta questa fretta di annunciare la candidatura di De Magistris, in effetti, era strana. Ora almeno se ne parlerà. Ieri mattina, invece, colpiva che la candidatura di De Magistris non avesse avuto molto spazio sui giornali: come se la notizia fosse stata scontata, meglio: come se avesse meritato lo stesso spazio che la stampa italiana riserva a quelle sentenze regolarmente deludenti che sono epilogo, dopo anni, di indagini che avevano fatto un baccano d'inferno. Antonio Di Pietro Dunque l'indagato De Magistris riavrà nuovi titoli sui giornali benché sia ormai chiaramente una pila scarica che non è mai stata carica, fumo senza nemmeno la percezione di un arrosto, archetipo finale e degenere del magistrato eroe di chissà che cosa, e perché, e contro chi. La verità è che la sua candidatura nelle liste di Di Pietro è una buona notizia, perché in fin dei conti andrà all'Europarlamento a combinare ciò che concretamente ha fatto con le sue inchieste (niente) ma almeno senza nuocere al prossimo, sprovvisto di quei delicatissimi strumenti che possono incidere sulle libertà altrui in virtù di un bastevole concorso pubblico vinto da neolaureato. La sua candidatura è una buona notizia perché l'affiliazione col molisano dei favori lo inquadra definitivamente per ciò che è: il testimonial di un'evanescenza missionaria contro un generico «potere» fatto di «nuova P2», «strategia della tensione», «massoneria», «poteri occulti coadiuvati da pezzi della magistratura» e ovviamente «settori deviati di apparati dello Stato»: i virgolettati sono suoi, e hanno progressivamente fatto parte delle cosmogonie giudiziarie che ebbe via via a ingigantire in proporzione a un'esposizione mediatica che alla fine lo sbalestrò, lo catturò senza ritorno: bastava guardarlo in faccia ogni volta che taccuini e telecamere lo circondavano, bastava osservare quel compiacimento represso che pure fu del Di Pietro versione Mani pulite. Beppe Grillo Il dettaglio è che dietro le sue inchieste Poseidone e Why not, che meritavano seri interrogativi solo dal nome che portavano, c'era un perfetto nulla. Ma noi, frattanto, c'eravamo abituati a tutto: a che un magistrato andasse ad Annozero mentre il Csm stava occupandosi di lui, a che il medesimo andasse al Parlamento europeo a fare una conferenza stampa con Beppe Grillo, soprattutto a che tutti facessero parte di una cospirazione contro di lui: dal capo dello Stato al vicepresidente del Csm, da ex magistrati come Luciano Violante all'Associazione magistrati, dai gip che respingevano le sue richieste ai giudici che le giudicavano, dal superiore che avocava alla Cassazione che rigettava, dal Parlamento della Repubblica a quel Csm che l'ha censurato, punito, trasferito: facendone pur sempre, però, un giudice a Napoli, un signore che decide della vita civile altrui. Meglio che vada, allora. Luciano Violante Luigi De Magistris, magistrato dapprima non politicizzato e tuttavia intriso di irrequietezze inadatte al ruolo, era ormai divenuto la caricatura di una caricatura, un sottoprodotto di un sottoprodotto, un eroe con la postura di un funzionario, un declaratore con l'accento da appuntato che parla di sé in terza persona, e che vorrebbe, ora, «portare le istanze di giustizia e verità» in Europa. Ma porti, porti: si accomodi al suo seggio di lenticchie, blateri del neo italico «prefascismo» e soprattutto pubblicizzi, tra una nuova norma sugli ottani della benzina e una sulla misura delle banane, che questa seconda Repubblica è fondata sulle «stragi organizzate da Forza Italia e dalla mafia», come dicono gli amici suoi. L'Europa non aspetta altro che lui, e Pino Arlacchi, Stefano Passigli, Rita Borsellino, magari l'hostess del Grande Fratello, forse una nuova indignatissima madre di Rignano Flaminio, non certo Marco Travaglio come si vocifera: non lo farà mai. Ma De Magistris vada, vada pure: la sua candidatura è una buona notizia anche perché ora, dei magistrati che si buttano in politica, ne hanno davvero piene le scatole tutti. Ieri, attorno ai moniti del vicepresidente del Csm Nicola Mancino che auspicava l'irreversibilità di certe scelte, c'era l'intero arco costituzionale, ex magistrati compresi. A parte uno, il solito: quello che da anni urlacchia «fuori gli inquisiti dal Parlamento» ma forse non dall'Europarlamento: perché De Magistris adesso è indagato. Terribile. Divertente. [19-03-2009] Nicola Mancino

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DIO LI FA E POI LI ACCOPPIA/1 - LE CARRIERE PARALLELE DI GIGI (DE MAGISTRIS) E TONINO (DI PIETRO) - ENTRAMBI (ANCHE SE IN TEMPI DIVERSI) HANNO MESSO SOTTO INCHIESTA IL GOTHA DELLA (sezione: Giustizia)

( da "Dagospia.com" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

HomePage | Segnala articolo --> DIO LI FA E POI LI ACCOPPIA/1 - LE CARRIERE PARALLELE DI GIGI (DE MAGISTRIS) E TONINO (DI PIETRO) - ENTRAMBI (ANCHE SE IN TEMPI DIVERSI) HANNO MESSO SOTTO INCHIESTA IL GOTHA DELLA POLITICA - IL RUOLO DI GENCHI E LE STRANEZZE NEL CASO SALADINO? Guido Ruotolo per "La Stampa" Quando Gigi entrò in magistratura, nel 1995, Tonino aveva già attaccato al chiodo la sua toga. Mani Pulite, tangentopoli, l'offensiva dell'Antimafia. Una stagione straordinaria e tragica, che per intere generazioni di studenti del diritto rappresentà un punto di riferimento per le future scelte professionali. Luigi De Magistris Molti di loro, nel nome di Falcone e Borsellino, decisero di diventare magistrati. Per Gigi, però, la scelta fu motivata anche dalle sue radici familiari: un suo bisnonno magistrato - registra Wikipedia - fu addirittura bersaglio di un attentato, perché aveva perseguito il brigantaggio. Adesso i destini di Luigi, Gigi De Magistris, e Tonino, Antonio Di Pietro, si incrociano di nuovo. Insieme nella battaglia politica ed elettorale di giugno, candidato, Gigi, come indipendente nelle liste di Italia dei Valori per le Europee: "Mi impegno in politica perché sono stato ostacolato nell'attività di pm". Allora, però, Tonino Di Pietro, era il dicembre del 1994, quando si abbandonò la toga non aveva un campagna elettorale da affrontare. La sua discesa in campo, maturò dopo, almeno ufficialmente: "Mi sento usato, utilizzato, tirato per le maniche....". In queste ore il consulente tecnico Gioacchino Genchi confida di essere lui il vero consigliori di Gigi De Magistris. Genchi e De Magistris. Un rapporto molto più che solo professionale. Ambedue travolti dalla bufera delle polemiche e dalle iniziative giudiziarie e disciplinari. Antonio Di Pietro Salerno per Gigi De Magistris è un po' come Brescia per Tonino Di Pietro. Due giudici a Berlino, che hanno fatto giustizia di tutte le accuse contro le due toghe. Salerno, però, coinvolta nello scontro istituzionale all'arma bianca con la Procura generale di Catanzaro, ci ha rimesso le penne. La mannaia della Disciplinare del Csm ha decapitato la sua Procura, dopo aver trasferito ad altra sede e ad altra funzione lo stesso De Magistris. E adesso Salerno e De Magistris sono indagati per abuso d'ufficio dalla Procura di Roma. Gigi (Gioacchino) e Tonino, si sono sfiorati in questi anni. A Catanzaro. Proprio nel corso della inchiesta madre di tutte le guerre combattute in questi mesi, "Why Not?". La storia è nota. Il protagonista è Antonio Saladino, l'imprenditore del lavoro interinale della Compagnia delle opere (Cdo). Antonio Saladino Una sua ex socia, Caterina Merante, indagata da De Magistris, svela le relazioni politico-istituzionali di Saladino. Fa i nomi di tutti, o quasi: da Prodi a Mastella, da Minniti a Pisanu. Perquisito, a Saladino vengono sequestrati cellulari e rubriche telefoniche. Ci sono tutti, ma questa volta proprio tutti, in quelle rubriche. Genchi estrapola i tabulati, fa gli incroci, i tracciati. Non risparmia nessuno, o quasi. In un'intervista al "Mattino", Antonio Saladino racconta dei suoi incontri con Tonino Di Pietro. Il primo risale alla campagna elettorale del 2001. Di Pietro scende a Lamezia Terme per conoscerlo. Il secondo incontro ravvicinato avviene a Roma: Saladino accompagna da Di Pietro un ex senatore dc che voleva candidarsi con IdV. Il terzo non si è tenuto. Per decisione di Saladino, che aveva ricevuto nel frattempo un avviso di garanzia. Solo che quell'incontro fu voluto da un certo Angelino Arminio. Quando esplose la bufera su Catanzaro al Csm, venne fuori che anche il vicepresidente di palazzo dei Marescialli, Nicola Mancino, aveva avuto rapporti con Saladino. Il consulente Genchi scovò una traccia telefonica risalente al 2001. Mastella con Moglie Mancino si difese così: "Quella telefonata fu fatta da un'altra persona, da un rappresentante di Cl, Angelino Arminio che nel 2001 era nella schiera dei miei collaboratori". Si offese, Mancino. Masticò amaro, e ieri ha reso in qualche modo la pariglia: "Mai più De Magistris in magistratura". Arminio collaboratore di Nicola Mancino e Arminio collaboratore di Antonio Di Pietro? I detrattori di De Magistris, poi, scommettono che líagenda di Saladino non sia stata sfruttata del tutto dal consulente Genchi. L'imprenditore della Cdo aveva rapporti con il presidente della Commissione Giustizia della Camera, Pino Pisicchio, IdV. E con Aurelio Misiti, ex assessore regionale calabrese della giunta Chiaravallotti (centrodestra) transitato poi nel partito di Di Pietro. [19-03-2009]

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Kirghizistan/ Corte costituzionale: Presidenziali entro 25 (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 19 mar. (Apcom-Nuova Europa) - La Corte costituzionale del Kirghizistan ha deciso oggi che le elezioni presidenziali dovranno tenersi entro il 25 ottobre di quest'anno. Lo scrive l'agenzia di stampa Interfax. "L'elezione presidenziale dovrà aver luogo prima del 25 ottobre 2009. Tuttavia, tocca al Parlamento decidere la data elettorale", ha detto la presidente della corte Svetlana Sydykova. In base alla legge kirghisa, il Parlamento decide la data delle elezioni e l'annuncia quattro mesi prima della consultazione. Il presidente kirghiso in carica è Kurmanbek Bakiev. E' stato eletto il 10 luglio 2005, ma era capo di stato facente funzioni dal marzo dello anno, dopo che il precedente presidente, Askar Akiev, fu costretto alle dimissioni.

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Giustizia: Franco Roberti nuovo procuratore capo a Salerno (sezione: Giustizia)

( da "Salerno notizie" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Giustizia: Franco Roberti nuovo procuratore capo a Salerno Nel giorno in cui il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura sceglie Franco Roberti per il ruolo di procuratore capo a Salerno, la Procura di Roma indaga l?ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris ed i sette colleghi salernitani protagonisti dell?ormai celebre scontro tra Procure che ha creato lacerazioni tra le toghe senza precedenti. De Magistris ed i pm di Salerno sono accusati di concorso in abuso d?ufficio e di interruzione di pubblico servizio per aver sequestrato gli atti relativi all?inchiesta Why not presso gli uffici della Procura di Catanzaro. In particolare, De Magistris avrebbe esercitato pressioni sui colleghi salernitani al fine di dimostrate un proprio teorema: quello relativo alla sottrazione dell?inchiesta Why not perché scomoda e scottante per i suoi possibili risvolti. Insomma, De Magistris sarebbe l?ispiratore dello scontro tra le Procure di Salerno e Catanzaro. Un?accusa che lo stesso De Magistris ha definito oggi «ridicola e grottesca», utile solo ad «offuscare» la sua candidatura alle prossime europee nelle liste dell'Italia dei Valori. Intanto, a Salerno si consuma il crepuscolo del procuratore capo Luigi Apicella, vittima- a suo dire- del doppiopesismo del Csm che proprio ieri ha deciso di sostituirlo con Franco Roberti, magistrato finora in prima linea nella lotta ai casalesi e alla criminalità organizzata partenopea. Roberti, che la fama di un duro, arriva a Salerno per mettere ordine- come detto dal vicepresidente del Csm Nicola Mancino- e valorizzare le professionalità della Procura. 19/03/2009

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Rinominato l'architetto Enzo Caruso (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Biblioteca museo luigi Pirandello Rinominato l'architetto Enzo Caruso Ancora un avvicendamento alla guida della Biblioteca Museo Luigi Pirandello di Agrigento. Con decreto del dirigente generale dell'assessorato regionale ai Beni Culturali e Ambientali, dott. Romeo Palma e in applicazione a una sentenza della Corte Costituzionale, l'architetto Vincenzo Caruso, dirigente responsabile del servizio per i beni paesistici della Soprintendenza ai beni Culturali e ambientali di Agrigento, è stato rinominato direttore della biblioteca-museo Luigi Pirandello di Agrigento. Un ritorno al passato visto che lo stesso ha rivestio tale prestigioso incarico dal 2003 al 2005. Con questa rinomina l'architetto Caruso va a riprendere il cammino avviato negli anni scorsi con l'azione di promozione e divulgazione dell'opera dello scrittore agrigentino e dei luoghi che hanno dato i natali a Luigi Pirandello. Sotto la sua gestione è stata curata la sistemazione della villa di contrada Caos dove si ritirò la mamma di Pirandello quando, in pieno colera, doveva partorire il piccolo Luigi, e della più fruibile biblioteca di via Imera, dove oltre alla consultazione dei testi sono state curate anche mostre e convegni e stampati libri e raccolte. s.z.

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L'INCARICO DI PROCURATORE CAPO A SALERNO, RICEVUTO ALL'UNANIMITà DAL CSM MI ONORA MOLTO&#... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«L'incarico di procuratore capo a Salerno, ricevuto all'unanimità dal Csm mi onora molto». Sono state le prime parole di Franco Roberti, nuovo procuratore della Repubblica di Salerno dopo il voto unanime del plenum del Csm. «Andrò a dirigere un ufficio giudiziario che in questo momento ha bisogno -ha proseguito Roberti- del ripristino di un clima di serenità e operatività». Il vice presidente del Csm Mancino ha detto: «Salerno è una procura dove bisogan riportare ordine e tranquillità». A PAG. 33

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ANTONIO MANZO L'EX PM LUIGI DE MAGISTRIS, ORA IN POLITICA ED IN CORSA PER LE EUROPEE NELLA L... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ANTONIO MANZO L'ex pm Luigi De Magistris, ora in politica ed in corsa per le Europee nella lista di Di Pietro, ispirò ai colleghi salernitani, particolarmente a Gabriella Nuzzi e Dionigio Verasani, la tesi del complotto che a Catanzaro gli ex colleghi avevano ordito contro di lui. Non solo, ma con le sessantasei deposizioni ai pm salernitani, De Magistris indusse Nuzzi e Verasani ad accusare i colleghi calabresi di corruzione in atti giudiziari e a formulare quel decreto di sequestro con oltre 1400 pagine fatto per la procura generale di Catanzaro. È su questo teorema accusatorio che Luigi Apicella, ex procuratore della Repubblica e i sei pm che si recarono a Catanzaro, nel dicembre scorso per le perquisizioni negli uffici e nelle abitazioni dei giudici, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Roma. L'accusa: concorso in abuso di ufficio e interruzione di pubblico servizio. L'iscirizione al registro degli indagati per Apicella e i sostituti procuratori Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi, ex titolari dell'inchiesta Why Not, e poi Patrizia Gambardella, Roberto Penna, Vincenzo Senatore e Antonio Centore è avvenuta, come atto dovuto, a seguito dell'inchiesta aperta fatta dai magistrati calabresi destinatari delle perquisizioni. Per l'ex procuratore generale Enzo Iannelli i sette pm della procura di Salerno avrebbero «per motivi abbietti falsamente e artificiosamente costituito» l'ipotesi di un complotto degli stessi magistrati calabresi contro l'ex pm Luigi De Magistris. In pratica, secondo i calabresi, De Magistris per «vendicarsi» delle avocazioni delle inchieste calabresi avrebbe spinto i salernitani a prospettare la tesi del complotto. «Tutta questa storia - dice Francesco Saverio Dambrosio l'avvocato difensore dei sostituti salernitani - conferma che molte decisioni delicate e importanti di una vicenda davvero singolare non sono state del tutto impermeabili alla pressione mediatica e all'ansia istituzionale di dover dare risposte rapide quali che esse fossero». La dichiarazione del difensore dei sette pm salernitani arriva subito dopo la notizia dell'indagine romana che, per competenza, finirà a Perugia perchè gli indagati Nuzzi e Versani sono stati trasferiti rispettivamente a Latina e Cassino e quindi nel distretto della corte di appello di Roma. L'iscrizione di Luigi De Magistris, secondo quanto si è appreso a piazzale Clodio, fu fatta dai pm calabresi prima della trasmissione degli atti a Roma. L'origine della lunga querelle giudiziaria tra gli uffici giudiziari di Catanzaro e Salerno, sfociata nella iscrizione di De Magistris, risale nell'avocazione delle inchieste Why Not e Poseidone, di cui era titolare l'ex pm, da parte della procura generale del capoluogo calabrese. L'iscrizione dei magistrati salernitani scaturì dal controsequestro fatto dalla procura catanzarese, oggetto in precedenza del decreto di perquisizione all'alba del 2 dicembre scorso con oltre novanta tra carabinieri e poliziotti. I magistrati di Catanzaro denunciarono al Csm che alcuni pm furono perquisiti e denudati, accusa sempre smentita sia da Apicella che dai pm che insieme alla polizia giudiziaria presenziarono alle perquisizoni negli uffici giudiziari e nelle abitazioni. «Pensare che Luigi De Magistris possa aver strumentalizzato un intero ufficio di procura, come quello di Salerno, per piegarlo ai suoi voleri mi pare davvero una accusa ridicola oltre che infondata». Così il difensore di De Magistris, Montone, ha commentato la notizia. Secondo la procura di Salerno, l'avocazione delle inchieste sul malaffare calabrese svolte da De Magistris fu illegittima. Tra i capitoli di indagine che ora passa all'attenzione del nuovo procuratroe Roberti, le presunte irregolarità fatte dai giudici di Catanzaro nell'archiviazione della posizione dell'ex ministro Mastella indagato da De Magistris nell'inchiesta Why Not. L'ex ministro, è poi emerso nelle utlime settimane, fu perfino illecitamente intercettato dal consulente di De Magistris, Gioacchino Genchi.

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LA PROCURA DI SALERNO è SEMPRE STATO UN UFFICIO AUTOREVOLE ED EFFICIENTE DOVE OPERANO GRA... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«La Procura di Salerno è sempre stato un ufficio autorevole ed efficiente dove operano grandi professionalità. Sono onorato di questo incarico che mi impegna e mi motiva fortemente». È la prima dichiarazione del neo procuratore della Repubblica di Salerno Franco Roberti che si insedierà nei primi giorni di aprile. E aggiunge: «Le forze in campo ci sono per potere affrontare con grande competenza anche i clan salernitani». La sincronia delle notizie gioca l'ennesimo ruolo importante e decisivo sugli uffici giudiziari salernitani: negli stessi minuti in cui le agenzie battono la notizia dell'inchiesta aperta a Roma su De Magistris e sette pm salernitani protagonisti del blitz negli uffici e nelle abitazioni dei loro colleghi di Catanzaro, il plenum del Csm vota all'unanimità il nuovo procuratore Roberti. Già da alcune settimane l'ormai ex capo della Dda di Napoli aveva ricevuto il voto unanime della commissione incarichi direttivi. Roberti arriva con l'autorevole viatico di Nicola Mancino, vice presidente del Csm. Dice Mancino: c'è «la necessità di assicurare ordine e tranquillità» alla procura di Salerno, che è «un importante ufficio giudiziario». Quello che aveva detto all'arrivo a Salerno per la presentazione del libro del pm Raffaele Cantone, ieri Mancino lo ha voluto ripetere nella solennità del voto del plenum aannunciano il suo voto favorevole alla nomina del successore di Apicella, sospeso dalle funzioni dopo lo scontro con la procura generale di Catanzaro. Il nuovo procuratore della Repubblica è considerato tra i massimi esperti in Italia del clan dei «casalesi», una delle più pericolose organizzazioni criminali ed è stato a capo della Direzione distrettuale antimafia di Napoli da quattro anni. Ha indagato anche su Calciopoli e sugli appalti legati all'imprenditore Alfredo Romeo. Napoletano, sessantuno anni, in magistratura dal 1975, Roberti oltre a guidare la Dda è stato procuratore aggiunto a Napoli. Ha cominciato la carriera in Toscana, poi il trasferimento a Sant'Angelo dei Lombardi, dove si è occupato dei processi sul terremoto. Nel 1982 l'approdo alla Procura di Napoli, con le inchieste sulla «Nuova famiglia», il clan che si opponeva in quegli anni a Raffaele Cutolo, su reati contro la pubblica amministrazione e l'economia, come quello del Banco di Napoli. Per otto anni è stato alla Direzione nazionale antimafia; nel 2001, il ritorno come aggiunto alla Procura di Napoli, dove ha seguito tra l'altro indagini sul terrorismo. Arriva a Salerno nelle settimane successive allo scontro tra procure, giudicato dai pm salernitani come una indebita controffensiva dei colleghi di Catanzaro indagati per reati particolarmente gravi come presunta corruzione in atti giudiziari oltre che abuso di ufficio. Il procuratore Roberti arriva mentre sale l'allarme sulle infiltrazioni camorristiche negli appalti pubblici, ad opera dei «casalesi». Proprio a Salerno, infatti, la «General Impianti sas» di Pasquale e Giuseppe Setola, il sanguinario boss del casertano, ha partecipato spesso in gare di appalto con l'associazione tenporanea della «Campania appalti srl» ora impegnata nei lavori di costruzione delle strade di accesso al termovalorizzatore. ant.man.

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NON MI ASPETTAVO SICURAMENTE UNA REAZIONE SIMILE. CON AMAREZZA HO CONSTATATO CHE NON C'è ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«Non mi aspettavo sicuramente una reazione simile. Con amarezza ho constatato che non c'è stata comprensione della vicenda da parte di chi mi ha giudicato. E soprattutto non accetto questa situazione: per me il Procuratore generale della Cassazione, il ministro della Giustizia e il Csm hanno riservato provvedimenti severi e pesanti, mentre ci sono dei magistrati di Catanzaro indagati per corruzione in atti giudiziari per i quali non è stata adottata alcuna misura cautelare, nè mi risulta che nei loro confronti sia stato iniziato un procedimento disciplinare». È una delle affermazioni, rilasciate da Luigi Apicella, in una recente intervista all'agenzia Adnkronos. L'ex procuratore ha anche chiesto alla sezione disciplinare del Csm la revoca dei pesanti provvedimenti assunti nei suoi confronti.

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IL MAGISTRATO LUIGI DE MAGISTRIS COMINCIò LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE A CATANZARO, CON INCHIESTE... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il magistrato Luigi De Magistris cominciò la sua campagna elettorale a Catanzaro, con inchieste giudiziarie «clamorose» e soprattutto mediaticamente rumorose. La tecnica sperimentata dal suo leader Di Pietro. Le censure motivate del Csm e della Cassazione sono servite a De Magistris per fare la vittima e chiedere un risarcimento elettorale. Alcuni giorni addietro il Tg3 l'aveva sponsorizzato con una lunga intervista e un giornalista in ginocchio. L'Unità ha fatto la trombetta di un'operazione volta a colpire soprattutto i Ds. Buon lavoro.

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È MOLTO SINGOLARE CHE IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA LAMENTI UNA MANCANZA DI P... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«È molto singolare che il Consiglio superiore della magistratura lamenti una mancanza di Pm, probabilmente ne sente una mancanza più politica che effettiva, in quanto il Csm ben sa, visto che dà le autorizzazioni, che il dieci per cento dei magistrati, cioè circa 10mila, sono sparsi nei vari uffici e non effettuano funzione né giudicante, né requirente»: così Matteo Brigandì, capogruppo della Lega Nord in commissione Giustizia a Montecitorio, risponde alle accuse rivolte dal Csm. E sottolinea: «Anche quei magistrati che lavorano occupano spesso cattedre universitarie o svolgono funzioni diverse come quella dell'arbitrato, e così una causa pendente in Corte d'appello a Milano può durare fino tre anni». «Sarebbe opportuno - prosegue l'esponente leghista - che il Csm invece di lamentarsi, riporti i magistrati a svolgere quel lavoro per il quale hanno fatto un concorso, cioè - sottolinea Brigandì - fare sentenze, ordinanze e decreti, invece di intraprendere altre carriere. I meccanismi che dovrebbe adottare il Csm per risolvere il problema - conclude il deputato della Lega Nord - sono semplici, interna corporis: li faccia lavorare».

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RAFFAELE INDOLFI INDAGATO L'EX PM DI CATANZARO LUIGI DE MAGISTRIS. LA NOTIZIA IL GIORNO DOPO... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

RAFFAELE INDOLFI Indagato l'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris. La notizia il giorno dopo l'annuncio della sua candidatura alle europee nelle liste dell'Italia dei valori, il partito di Antonio Di Pietro. L'ex pm che è ora giudice del Riesame del Tribunale di Napoli è stato iscritto nel registro degli indagati a Roma per le ipotesi di reato di concorso in abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio. Ipotesi di reato che lo stesso De Magistris ha subito definito «del tutto infondate». L'ex pm è indagato in relazione all'inchiesta avviata lo scorso dicembre dalla procura generale di Catanzaro, che indagò per i medesimi reati anche sette pm della procura di Salerno, tra cui l'ex procuratore capo Luigi Apicella, sospeso dal Csm. La vicenda si riferisce alla cosidetta guerra tra le procure di Catanzaro e Salerno esplosa, dopo che De Magistris denunciò ai colleghi campani di aver subito pressioni dai suoi superiori per le indagini che conduceva su politica e malaffari. Per competenza territoriale, le indagini su De Magistris le avrebbero dovuto svolgere i magistrati di Napoli, ma il giudice è stato trasferito per «incompatibilità» proprio al Tribunale del Riesame di Napoli e quindi il faldone è stato indirizzato alla procura della capitale, anche se, per un complicato gioco di competenze, il fascicolo potrebbe ora trasmigrare a Perugia. «Si tratta - ha spiegato De Magistris - di una vicenda che nasce dall'illegale contro-sequestro compiuto dalla procura generale di Catanzaro. Ritengo si tratti di un'iscrizione dovuta, e l'ipotesi di reato è del tutto infondata. Del resto rientra nelle plurime, reiterate, infondate segnalazioni di reato che provengono dai magistrati di Catanzaro, indagati per fatti gravissimi dalla procura di Salerno». De Magistris è ritornato anche sulla sua candidatura alle europee e ha annunciato che anche se non dovesse essere eletto lui non ritornerà a fare il magistrato. L'ex pm di Catanzaro ha replicato così al vicepresidente del Csm Nicola Mancino che ieri aveva detto che i magistrati che scelgono la politica non dovrebbero più tornare in magistratura. Un'opinione che il vicepresidente del Csm ha espresso nella riunione del plenum che ha dato il via libera all'aspettativa chiesta da De Magistris per candidarsi. Mancino ha detto sì alla richiesta di De Magistris, ma prima di esprimere il suo voto ha letto al Plenum la seguente dichiarazione: «A mio avviso è preferibile che venga stabilito il divieto di rientrare nell'Ordine Giudiziario, e venga garantita, a domanda, la mobilità nella Pubblica Amministrazione, nella funzione e nel ruolo pressappoco corrispondenti a quelli di provenienza. La Pubblica Amministrazione - ha detto ancora Mancino - recupera un patrimonio di esperienze e di professionalità e la magistratura perde un giudice divenuto parte». Al vicepresidente del Csm ha replicato anche il segretario dell'Associazione magistrati Giuseppe Cascini che ha definito «legittima» l'opinione di Mancino, ma ha anche sottolineato che entrare in politica e tornare poi in magistratura «sono scelte personali rispetto a cui non c'è una posizione dell'Anm». Per De Magistris il problema non si pone. Per lui la candidatura «è una scelta di vita». E ha aggiunto: «Ho passato da poco i 40 anni e finora ho fatto il magistrato. Adesso seguo un nuovo progetto di vita e la mia è una scelta irreversibile, anche qualora non dovessi essere eletto». Lui non ritornerà in magistratura. «La mia scelta - ha detto ancora De Magistris - è una sorta di sconfitta della magistratura. Il mio sogno è sempre stato quello di fare il magistrato. Ma da un'apparente sconfitta ho capito di avere una grande opportunità. Candidandomi con l'Idv posso fare qualcosa per il mio Paese, per il bene pubblico. Anche perché - ha accusato - stanno svuotando la Costituzione e c'è bisogno di fare comprendere all'Europa com'è a rischio la nostra democrazia, dove ormai c'è la criminalizzazione del dissenso e si tende al pensiero unico».

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È CONSIDERATO TRA I MASSIMI ESPERTI DEL CLAN DEI CASALESI ED è A CAPO DELLA DDA DI NAPOLI ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

È considerato tra i massimi esperti del clan dei Casalesi ed è a capo della Dda di Napoli da 4 anni. Ora Franco Roberti, che ha indagato anche su Calciopoli e sugli appalti legati all'imprenditore Alfredo Romeo, lascia il capoluogo campano per diventare il nuovo procuratore di Salerno, al posto di Luigi Apicella, sospeso dal Csm per lo scontro con la procura di Catanzaro sulle indagini avocate all'ex pm Luigi De Magistris. La nomina di Roberti è stata decisa all'unanimità dal plenum del Csm. Napoletano, 61 anni, in magistratura dal 1975, Roberti oltre a guidare la Dda è procuratore aggiunto a Napoli. Ha cominciato la carriera in Toscana, poi il trasferimento a Sant'Angelo dei Lombardi, dove si è occupato dei processi sul terremoto. Nel 1982 arriva alla Procura di Napoli. Per otto anni è stato alla Dda; nel 200, il ritorno come aggiunto alla Procura di Napoli, dove ha seguito tra l'altro indagini sul terrorismo.

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LA STORIA è COMINCIATA CON LA LEGGE REGIONALE N. 16 DEL 28 NOVEMBRE SCORSO INTITOLATA MIS... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La storia è cominciata con la legge regionale n. 16 del 28 novembre scorso intitolata «misure straordinarie di razionalizzazione e riqualificazione del sistema sanitario regionale per i rientri dal disavanzo», che ha previsto (articolo 7) bandi di concorso riservati per l'assunzione nelle aziende sanitarie pubbliche di lavoratori delle strutture sanitarie private licenziati e posti in mobilità dopo il provvedimento di revoca dell'accreditamento delle cliniche private. Quanti siano questi lavoratori, nessuno a tutt'oggi lo sa. Comunque il governo ha impugnato la legge regionale davanti alla Corte Costituzionale ritenendo che la Regione Campania sia venuta meno al principio di contenimento della spesa sanitaria nonostante l'accordo siglato in materia tra gli organi regionali e i ministeri della salute e dell'economia. Il governo obietta poi che i concorsi riservati possano riguardare al più personale già in servizio nelle amministrazioni pubbliche e dotato di particolari titoli o caratteristiche. Non si può fissare una riserva di posti a personale esterno, proveniente dal settore privato, come nel caso dei lavoratori già in servizio presso le cliniche private. La vicenda delle discutibili assunzioni in organico a tempo indeterminato continua in questi giorni con la decisione dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Campania di avviare l'immissione in ruolo di oltre duecento lavoratori finora comandati presso gli uffici del Consiglio e provenienti da altre amministrazioni pubbliche oppure da società a capitale misto pubblico/privato. I «comandati» sono persone che per lo più hanno finora collaborato con i consiglieri regionali in carica i quali li hanno impegnati con un rapporto fiduciario alla persona oppure sono stati chiamati a collaborare nel tempo con consiglieri regionali non più rieletti nell'ultima legislatura regionale che pure sta per finire. Se questi lavoratori fossero assunti, si violerebbero almeno tre principi di salvaguardia dell'interesse pubblico: a) il principio di non discriminazione tra i cittadini aspiranti al pubblico impiego, secondo il quale i concorsi sono aperti a tutti coloro che ne hanno titolo e salvo casi eccezionali non possono essere riservati ad alcuni escludendo altri; b) il principio dell'assunzione tramite concorso e non in virtù di un rapporto fiduciario stabilitosi nel tempo tra consiglieri regionali e «comandati» e men che mai in ragione della provenienza degli aspiranti all'impiego da una società di diritto privato, sia pure partecipata da un ente pubblico; c) il principio dell'assunzione a tempo indeterminato per riempire i vuoti intanto creatisi nella pianta organica dell'ente, pianta che non è ben definita né aggiornata, che si sappia, nel caso del Consiglio regionale della Campania. Oltre a tutto ciò, va ricordato l'articolo 81, comma 4, della Costituzione secondo il quale ogni legge che importi nuove e maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte. Nel caso del Consiglio regionale della Campania che già costa ai contribuenti più di 80 milioni di euro all'anno, la nuova spesa dovuta alle assunzioni dei «comandati», una volta quantificata (finora non lo è), dovrebbe essere bilanciata da riduzioni equivalenti di altre voci di costo di funzionamento dell'organo consiliare. Nel momento attuale, quando è diffuso presso l'opinione pubblica il discredito dei politici e delle amministrazioni governate dai politici, non credo che ci sia proprio il bisogno di ulteriori esempi di cattiva politica. Occorre anzi alzare la guardia a fronte dei guasti della cattiva politica e renderne continuamente informata l'opinione pubblica come fa il Mattino. Mariano D'Antonio * Assessore regionale al Bilancio

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INCONTRO. OGGI ALLE 18, AL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE THINK THANKS, VIA CAIO MARIO 8, PER IL CICLO ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Incontro. Oggi alle 18, al centro di documentazione Think Thanks, via Caio Mario 8, per il ciclo «Mezzogiorno e un quarto. Sette incontri per un Mezzogiorno possibile» dialogo tra Osvaldo Cammarota e Amedeo Lepore sul tema «Sviluppo. A ciascuno il suo», modera Alessio Postiglione. Studi filosofici. Domani alle 16.30, nella sede dell'Istituto italiano per gli Studi filosofici, Palazzo Serra di Cassano, Carlo Iannello, Sergio Marotta e Alex Zanotelli, presenteranno il libro «Chi governa l'acqua?». Studio sulla governance locale di Giulio Citroni, Nicola Giannelli e Andrea Lippi (Rubbettino editore, 2008) presiede Massimo Villone. Interverrà Riccardo Realfonzo. Sarà presente Giulio Citroni. Industriali. L'offerta formativa delle tre facoltà della Luiss sarà presentata domani alle 11 all'Unione Industriali, in piazza dei Martiri 58. Interverranno Mario Mattioli, Francesca Di Donato, Simona Elia, Luisa Sarchioto e Luigi Sibilio. Libro. Domani alle 18, saletta rossa della libreria Guida Portalba, Igor Righetti, giornalista autore e conduttore del programma in onda su Radio1 «ComuniCattivo», presenta il suo ultimo libro «Felici come mosche in un paese di stitici». Edizioni De Agostini. Veterinaria. «La medicina veterinaria pubblica nel Mezzogiorno» è il tema della conferenza dell'Istituto zooprofilattico in programma domani, ore 16, e sabato, ore 9.30, all'hotel Cocumella di Sant'Agnello. Interverranno, tra gli altri, il commissario e il direttore dell'Istituto Antonio Limone e Giuseppe Iovane, il preside della facoltà di Medicina veterinaria Luigi Zicarelli, il dirigente del settore Veterinario della Regione, i presidenti degli Ordini dei veterinari di Campania e Calabria, l'assessore regionale alla Sanità Angelo Montemarano. Lions. Domani alle 17, all'hotel palazzo Alabardieri, presentazione del libro «Il chiodo nella sabbia» di Luigi Mazzella, giudice della Corte Costituzionale. A seguire convegno su «L'universo femminile», intervengono Giuseppe Spina, Eduardo De Bellis, Lucia Ascione, Dino Falconio, Flora Scelza, Faffaele Sibilio. Coordina Antonio Tajani. Conclude Ermanno Bocchini, direttore internazionale lions Lions/2. Sabato alle 18, villa Maria, in via Manzoni convegno su «Le tradizioni partenopee»: intervengono Maria Furbatto Gaeta, Sergio Cuomo, Mariaconcetta Zaccaria, Teodoro Cicala, Renato de Falco, Massimo Ricciardi, Raffaele Sibilio. Modera Antonio Tajani. Conclude Anna Inserra. Interviene Alfonso Caterino, governatore distretto 108 ya Lions . Associazione Gorki. Domenica alle 16, presso l'associazione Massimo Gorki, via Nardones 17, serata culturale della Repubblica del Kirghizistan. Per informazioni è possibile telefonare allo 081/413564. Lucani. Domenica, alle 17,30, all'associazione lucana G. Fortunato in via Tarantino 4, «La Napoli di ieri e di oggi» dal libro «Le ville di Napoli» di Yvonne Carbonaro e Luigi Cosenza, nelle canzoni interpretate da Enrico Mosiello e nelle poesie recitate da Giustina Petraroia. Conduce Yvonne Carbonaro.

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Cade il Riese Vallà, Resana solo in vetta (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Cade il Riese Vallà, Resana solo in vetta Giovedì 19 Marzo 2009, (m.m.) La capolista C.S.M. Resana, nella sesta di ritorno del campionato provinciale Juniores, si riprende il comando solitario del girone C con la vittoria sul S. Gaetano e la sconfitta del Riese Vallà (nel derby casalingo con Spineda) che scende al terzo posto superato dal Montello. Conferme, con vittorie, per Sanfiorese (A) e Pro Mogliano (B). Ecco risultati, classifiche e programma di sabato 21 marzo. GIRONE A Risultati: Vazzolese-Campolongo 2-1, Gorghense-Codognè 1-4, S. Vendemiano-Feletto np, Porto Mansuè-Francenigo 3-1, Cappella-Marenese 1-2, Godega-Orsago np, Sanfiorese-Parè 4-2. Classifica:Sanfiorese 43, Vazzolese 39, La Marenese, Porto Mansuè 38, Gorghense 34, Codognè 33, Campolongo 29, Godega, Orsago 25, Feletto, Francenigo 17, Parè 14, S. Vendemiano 10, Cappella Maggiore 7. Prossimo turno: Campolongo-Godega, Orsago-Gorghense, La Marenese-Parè, Feletto-Porto Mansuè, Codognè-S. Vendemiano, Francenigo-Sanfiorese, Cappella Maggiore-Vazzolese. GIRONE B Risultati: Casale-Cima Piave 1-3, S. Lucia Mille-Giavera np, Badoere-Padernello 0-1, Pro Mogliano-Pro Roncade 1-0, Salgareda-S. Antonino 3-0, Fontane-Silea 0-1, Paese-Zero Branco 1-2. Classifica: Pro Mogliano 50, S. Lucia Mille, Salgareda 37, Zero Branco 35, Casale, Pro Roncade 29, Padernello 27, Paese 25, Cima Piave 23, Silea, Badoere 22, S. Antonino 12, Fontane 11, Giavera 7. Prossimo turno:Badoere-Paese, Zero Branco-Casale, S. Antonino-Fontane, Silea-Pro Mogliano, Padernello-Pro Roncade, Giavera-Salgareda, Cima Piave-S. Lucia Mille. GIRONE C Risultati: Montello-Bessica 5-1, Riese Vallà-Spineda 0-1, Fossalunga-Godigese 1-1, Treville-Milan Guarda 2-1, Virtsu Csm Farra-S. Floriano 0-4, CSM Resana-S. Gaetano 2-0, Città di Asolo-SP 1-0. Classifica: CSM Resana 43, Montello 41, Riese Vallà, S. Floriano 40, Godigese 36, SP 35, Spineda 34, Virtus Csm Farra 25, Bessica 22, Città di Asolo 19, San Gaetano 17, Milan Guarda, Treville 13, Fossalunga 9. Prossimo turno: Milan Guarda-CSM Resana, Montello-Città di Asolo, Spineda-Fossalunga, SP-Riese Vallà, Bessica-S. Gaetano, S. Floriano-Treville, Godigese-Virtus Csm Farra.

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Due giornate a Corazza (Francenigo), una a un terzetto del Cordignano (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Due giornate a Corazza (Francenigo), una a un terzetto del Cordignano Giovedì 19 Marzo 2009, (m.m.) Queste le delibere del giudice sportivo regionale. ECCELLENZA - Una gara: Morasutti, Dissegna, Rizzioli (Cordignano). PROMOZIONE - Una gara: Zabotto (Villorba), Pasian (Opitergina), De Rossi (Preganziol). PRIMA - Una gara: Urio, Castagnole (Castagnole), Dal Col, Furlan (Orsago), Marchetti (Riese Vallà), Cancian (Codognè), Favaro (Ospedaletto), Stradella (Fonte), Piovesan (Cessalto) Feltrin (Fulgor), Cazzaro (Montello), Barbon (Nervesa), Vendramin (Pro Mogliano), Bandiera (S. Floriano). Inibizione fino al 6 aprile a Toffoli (ass. arbitro Godega); fino al 23/3 a Michielin (all. Fulgor). Ammenda a società per insulti all'arbitro: 80 euro al Cessalto, 70 al Montello. Trofeo Veneto: Una gara a Picozzi (Castagnole). SECONDA - Due gare: Corazza (Francenigo). Una: Awuku, Buqa, Camatta, Dalla Tor (Aurora Treviso Due), Parise (Bessica), Criveller (Monaster), Campagnaro (Salvatronda), Sari, Tonon, Garberlotto, Casagrande (S. Michele), Squizzato (Treville), Brombal (Caerano), Bettamin, Boin (Altivolese), Simeoni, Baggio (Castion), Dardengo (Gaiarine), Zen (Giov. Ezzelina), Benincà (La Sernaglia), Rossi (S. Lucia Mille), Favaro (Mignagola), Tosello, Tronchin (Paese), Fadelli (Sarmede), Rizzato (Casale), Bessegato, Lucchese (Cendon), Cesca, Trinca (Cisonese), Dal Zotto, Gambarotto (Fossalunga), Montino (Godigese), Antonello, Iozzino (Salvarosa). Inibizione fino al 23/3 a Ronchin (dir. Cendon); squalifica fgino al 23/3 agli allenatori De Vecchi (Cisonese), Prosdocimo (Montegrappa). Ammenda: 60 euro alla Gorghense (insulti all'arbitro). Trofeo Veneto: Una gara a Meneghin, Nardi, Pupetti (Virtus Csm Farra). JUNIORES ÈLITE - Due gare: Dorella (Giorgione). Una: Pinos (Liventina). Squalifica fino al 14 aprile a Lorenzetto (ass. arbitro Cornuda Crocetta). JUNIORES REGIONALI - Una gara: Cresce (Preganziol), Merotto, D'Agostin (Careni Pievigina), Bamba (Castagnole), Vettorello (Giov. Ezzelina). ALLIEVI - Due gare: Barbisan (Fulgor). Una: Garbuio (Cornuda Crocetta).

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San Michele in testa (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

San Michele in testa Ha raggiunto il Vittorio che ha pareggiato in casa Giovedì 19 Marzo 2009, (m.m.) Nell'ottava giornata di ritorno del campionato provinciale Giovanissimi il Vittorio Veneto con il pareggio casalingo con l'Ogliano è raggiunto in vetta dai cugini del S. Michele Cerfim vittoriosi per 6-1 sul Godega. Confermate le altre capoliste: Opitergina (B), Casale (C), Loria (D anche se ha riposato) e Lia Piave (E). Ecco i risultati, le classifiche e gare del 21 marzo (9. ritorno). GIRONE A Risultati: Campolongo-Cappella M. 3-1, S. Michele-Godega 6-1, Cordignano-Lourdes 1-3, Vittorio Veneto-Ogliano 3-3, Tarzo Revine Lago-S. Vendemiano 2-0, Codognè-Sanfiorese 5-2, ha rip. Efferre Aurora. Classifica: Vittorio Veneto SM Colle e S. Michele 47, Campolongo 42, Ogliano 38, Codognè 35, S. Vendemiano 32, Tarzo Revine Lago 28, Sanfiorese 22, Cordignano 21, Lourdes 19, Cappella Maggiore, Godega, Efferre Aurora 7. Prossimo turno:Godega-Campolongo, Lourdes-Codognè, Cappella Maggiore-Efferre Aurora, Ogliano-S. Michele, S. Vendemiano-Sanfiorese, Tarzo Revine Lago-Vittorio Veneto, rip. Cordignano. GIRONE B Risultati: Team Biancorossi-Basalghelle 3-0, La Marenese-Breda 0-3, Ardita Pero-Giovani Lia Piave 2-0, Fontanelle-Opitergina 1-5, Lovispresinao-S. Lucia Mille 1-2, Gorghense-Suseganese 0-1, Cima Piave-Vazzolese 0-3. Classifica:Opitergina 58, Team Biancorossi 53, Breda 48, Gorghense 36, La Marenese 31, Basalghelle, Ardita Pero 30, Fontanelle 27, S. Lucia Mille 25, Lovispresiano, Suseganese 24, Giovani Lia Piave 19, Vazzolese 12, Cima Piave 6. Prossimo turno: Opitergina-Pero, Suseganese-Cima Piave, Vazzolese-Fontanelle, Breda-Giovani Lia Piave, Basalghelle-Gorghense, Marenese-Lovispresiano, S. Lucia Mille-Team Biancorosssi. GIRONE C Risultati: S. Giuseppe-Badoere 2-0, Condor-Paese 1-3, Aurora Treviso Due-Pro Roncade 5-0, Castagnole-S. Bona 0-0, Casale-Silea 2-1, Padernello-Preganziol 2-0, ha rip. Zero Branco. Classifica:Casale 51, Silea 42, S. Bona 37, Aurora Treviso Due 35, Paese 34, S. Giuseppe 32, Condor 28, Castagnole 26, Padernello 25, Zero Branco 21, Badoere 13, Preganziol 11, Pro Roncade 0. Prossimo turno:Condor-Aurora Treviso Due, Silea-S. Giuseppe, Preganziol-Casale, Pro Roncade-Padernello, Paese-S. Bona, Badoere-Zero Branco, rip. Castagnole. GIRONE D Risultati: Azzurra 2003-Bessica 4-0, Riese Vallà-Città di Asolo 0-2, CSM Resana-Conc. Fonte 3-2, Giov. Ezzelina-Godigese 1-6, Maser-Idea Sport 4-0, S. Andrea-S. Gottardo 0-3, ha rip. Loria. Classifica: Loria 52, Azzurra 47, Maser 39, Godigese 38, Giov. Ezzelina 35, CSM Resana 32, S. Gottardo 25, Conc. Fonte 24, Riese Vallà 22, Città di Asolo 19, Idea Sport 14, S. Andrea 9, Bessica 3. Prossimo turno: Azzurra-CSM Resana, Idea Sport-G. Ezzelina, Bessica-Godigese, S. Gottardo-Loria, Fonte-S. Andrea, Città di Asolo-Maser, rip. Riese vallà. GIRONE E Risultati: Nervesa-Caerano 2-2, Fontane-Contea 1-0, Città Crocetta Cornuda-Giavera np, Istrana-Lia Piave 0-4, Postioma-Milan Guarda 0-0, Quartier del Piave-S. Gaetano 2-1, Montello-Soccer 1-0. Classifica: Lia Piave 59, Soccer G.A., Quartier del Piave 55, Caerano 39, Città Crocetta Cornuda 35, S. Gaetano, Nervesa 31, Fontane, Montello 28, Milan Guarda 17, Contea 15, Istrana 13, Postioma 10, Giavera 0. Prossimo turno: Postioma-Città Crocetta Cornuda, Caerano-Istrana, Giavera-Fontane, Lia Piave-Montello, Contea-Nervesa, Soccer G.A.-Quartier del Piave, Milan Guarda-S. Gaetano. GIRONE F (Squadre fuori classifica): Codognè-Casier Dosson 2-0, Pro Mogliano-Fulgor 1-2, Cipriano Catron-Padernello 5-0, Careni Pievigina-Quartier del Piave 3-0, Opitergina-Villorba 0-0, Olmi Callalta-Vittorio Veneto 2-3, ha rip. Team Biancorossi. Prossimo turno: Padernello-Casier Dosson, Vittorio-Codognè, Fulgor-Olmi Callalta, Cipriano Catron-Opitergina, Quartier del Piave-Pro Mogliano, Villorba-Team Biancorossi, rip. Careni Pievigina.

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Depurazione, torna il canone per tutti (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Depurazione, torna il canone per tutti Il servizio verrà pagato anche da coloro che non sono allacciati al depuratore Giovedì 19 Marzo 2009, Portogruaro Acque del Basso Livenza, già nella prossima fattura che verrà inviata ai propri clienti, ripristinerà ai consumi delle utenze i corrispettivi del servizio depurazione, costi "sospesi" in precedenza in applicazione della pronuncia della Corte Costituzionale. La tanto discussa sentenza che ha dichiarato illegittima la tariffa applicata agli utenti che non sono collegati a depuratore, infatti, è stata chiarita da una legge del Parlamento che consente di procedere in modo uniforme in tutto il territorio nazionale. La nuova legge prevede che gli oneri relativi alle attività di progettazione e di realizzazione o completamento degli impianti di depurazione siano dovuti anche nei casi in cui manchino gli impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi, a patto che i gestori abbiano già avviato i progetti delle opere necessarie all'attivazione del servizio. Poiché tali attività sono già state avviate da Acque del Basso Livenza, la società a totale controllo pubblico che gestisce il ciclo integrato delle acque nei comuni di Annone Veneto, Cinto Caomaggiore, Concordia Sagittaria, Portogruaro, Pramaggiore, Santo Stino di Livenza, la stessa società ha fatto sapere che a decorrere dalla prossima fatturazione verranno ripristinati ai consumi delle utenze i corrispettivi del servizio di depurazione. Poiché il Comune di Portogruaro ha trasferito alla società la gestione del servizio fognatura e depurazione, anche quei cittadini portogruaresi che scaricano i reflui in sistemi fognari non collegati al depuratore, e che comunque sono soggetti al pagamento della tariffa di depurazione, possono beneficiare del "Servizio di svuotamento, pulizia e smaltimento in siti autorizzati delle vasche private di trattamento dei reflui fognari" che consiste nello svuotamento biennale con autobotte del sistema di depurazione biologico privato. Gli oneri di intervento sono a carico della società, mentre l'utente dovrà solo contribuire con un modesto importo che è stato fissato nel 2005 in 20 euro. Teresa Infanti

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EUROPEE: CODACONS IMPUGNA AL TAR OK CSM AD ASPETTATIVA DE MAGISTRIS (sezione: Giustizia)

( da "Adnkronos" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

EUROPEE: CODACONS IMPUGNA AL TAR OK CSM AD ASPETTATIVA DE MAGISTRIS commenta 0 vota 0 tutte le notizie di POLITICA ultimo aggiornamento: 19 marzo, ore 15:46

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EUROPEE: CODACONS: RICORSO A TAR CONTRO 'VIA LIBERA' CSM A CANDIDATURA DE MAGISTRIS (sezione: Giustizia)

( da "Adnkronos" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

EUROPEE: CODACONS: RICORSO A TAR CONTRO 'VIA LIBERA' CSM A CANDIDATURA DE MAGISTRIS commenta 0 vota 0 tutte le notizie di POLITICA ultimo aggiornamento: 19 marzo, ore 15:35

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19/03/2009 15:35 EUROPEE: CODACONS: RICORSO A TAR CONTRO 'VIA LIBERA' CSM A CANDIDATURA DE MAGISTRIS (sezione: Giustizia)

( da "ITnews.it" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 19 mar. (Adnkronos) - L'Associazione Utenti della Giustizia, aderente al Codacons, annuncia un ricorso al Tar contro la delibera del Consiglio Superiore della Magistratura che ha dato il 'via libera' a De Magistris, consentendo al magistrato di candidarsi alle prossime elezioni europee. "Apprezziamo il lavoro svolto da De Magistris e la sua persona, e il problema non e' certo nel nome, quanto nell'iter seguito dal Csm", spiega l'associazione.

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Auto Suppliers to Receive $5 Billion in U.S. Aid to Help Avert Bankruptcy (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

By John Hughes and Alex Ortolani March 19 (Bloomberg) -- U.S. auto suppliers will get as much as $5 billion in U.S. Treasury aid to avoid a collapse that would cripple the domestic industry, including federally funded General Motors Corp. and Chrysler LLC. Suppliers will get a guarantee that money owed them for products will be paid, regardless of what happens to car companies, the Treasury Department said today in a statement. The program will be run through the automakers. The aid "could go a long way to helping some of those suppliers out there," said Mike Wall, an analyst with CSM Worldwide Inc. in Grand Rapids, Michigan. "It could change the story line." Partsmakers surged in New York trading. Suppliers, squeezed by production cuts at automakers, asked for $18.5 billion last month and said failure to help could mean the loss of one million jobs in the U.S. Lear Corp., the second- largest auto-seat maker, said this month its auditors expressed doubt about its ability to keep operating, and American Axle & Manufacturing Holdings Inc. said it may breach loan terms. "The program will provide supply companies with much needed access to liquidity to assist them in meeting payrolls and covering their expenses, while giving the domestic auto companies reliable access to the parts they need," Treasury Secretary Timothy Geithner said in the statement. The Bloomberg U.S. Auto Parts/Equipment Index of 14 companies rose 4.5 percent at 12:05 p.m. Lear jumped 51 cents, or 71 percent, to $1.23 in New York Stock Exchange composite trading. Lear earlier reached $1.55 for the biggest intraday percentage rise since the company's initial public offering in 1994. American Axle climbed 77 cents, or 50 percent, to $2.32. Participating Companies Any U.S. auto company can participate in the U.S. aid program, and GM and Chrysler have already agreed to do so, according to the Treasury statement. A spokesman at Ford Motor Co. didn't immediately respond to an e-mailed question on whether it will take part. GM appreciates the government's "quick action," said Greg Martin, a company spokesman, in a statement today. "This action can help reduce the risk of vehicle production disruptions." All U.S.-based suppliers that ship to a participating automaker also may participate, according to Treasury. Auto companies will decide which suppliers, and which of their receivables, will receive support. Only receivables on goods shipped after today qualify. "This is not going to save every supplier because there is still a significant amount of overcapacity, but if we can protect those suppliers that are in this situation because of the difficult market environment, that's the key," said Wall, the analyst. Imminent Distress' The Original Equipment Suppliers Association said last month that as many as one-third of the more than 4,000 U.S. suppliers face "imminent financial distress." The group represents some of the industry's biggest companies, including Delphi Corp., TRW Automotive Holdings Corp. and BorgWarner Inc. The OESA and the Motor & Equipment Manufacturers Association asked the Treasury Department on Feb. 13 for $18.5 billion in aid. "We're very grateful that they have moved on this prior to the end of the month, as we thought it was absolutely necessary," said Ann Wilson, a spokeswoman for MEMA. U.S. auto sales in February slid 41 percent to the lowest rate since December 1981, according to Woodcliff Lake, New Jersey-based Autodata Corp., as the recession scared off potential buyers. GM and Chrysler, which are operating on $17.4 billion in government loans, are seeking as much as $21.6 billion in additional aid. To contact the reporters on this story: John Hughes in Washington jhughes5@bloomberg.net; Alex Ortolani in Southfield, Michigan, at aortolani1@bloomberg.net Last Updated: March 19, 2009 12:27 EDT

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Sono 15 i magistrati eletti in Parlamento/di S. Zurlo (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 67 del 2009-03-19 pagina 0 Sono quindici i magistrati eletti in Parlamento di Stefano Zurlo Un tempo indossavano la toga. Oggi sono deputati e senatori, di tutti gli schieramenti. E in futuro è probabile che facciano dietrofront e tornino ad amministrare la giustizia Sono ben quindici i magistrati che siedono in Parlamento. Il caso De Magistris, candidato per l'Italia dei valori alle Europee e dunque in aspettativa, tocca un nervo scoperto: la contiguità, anzi l'intercambiabilità, fra potere politico e potere giudiziario. Si sa, il giudice è per definizione imparziale, terzo, come dicono gli esperti; il politico è per forza di cose di parte. Risultato: la navetta che fa la spola fra i Palazzi di giustizia e le Camere è sempre piena. All'andata e al ritorno. Vi sono magistrati che entrano in politica e poi, dopo alcuni anni di militanza, come se niente fosse, tornano ad indossare la toga. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino è stato perentorio: «Ci vorrebbe un divieto al rientro nell'ordine giudiziario». Invece, al momento, le scelte sono personali e discrezionali. Vi sono casi clamorosi di ritorno in magistratura. Per esempio, Pierluigi Onorato che dopo essere stato per 13 anni in Parlamento come indipendente prima nel Pci, poi nel Pds e nei Ds, è tornato nei saloni felpati del Palazzaccio ed è diventato, con decisione unanime del Csm, Presidente di sezione in Cassazione. Oppure Giuseppe Ayala, volto noto anche per le sue apparizioni televisive: magistrato a Palermo negli anni eroici di Falcone e Borsellino, nel '92 si lancia in politica, poi nel 2006 rientra nei ranghi, nella tranquilla e defilata sede dell'Aquila. Ma quanti sono attualmente i magistrati in aspettativa perché eletti in parlamento? La risposta è quindici. Al Senato Caliendo, Centaro, Giuliano e Nitto Palma nel Pdl; Carofiglio, D'Ambrosio, Della Monica, Finocchiar oe Maritati nel Pd. Tra i deputati: Ferranti, Tenaglia, Lo Moro nel Pd; Papa nel Pdl e Di Pietro e Palomba nell'Idv. Per Mancino, gli ex magistrati non dovrebbero più indossare la toga, una volta chiusa la parentesi parlamentare, ma si dovrebbe garantire loro un posto nella Pubblica amministrazione. Luigi De Magistris, intanto, promette: «Non tornerò più in magistratura, anche se non sarò eletto». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Cooperazione, l'attività dell'Italia in Afghanistan (sezione: Giustizia)

( da "Velino.it, Il" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Cooperazione, l'attività dell'Italia in Afghanistan Roma, 19 mar (Velino) - La presenza dell?Italia in Afghanistan, che pone il nostro paese tra i dieci maggiori donatori con un impegno totale di 370 milioni di euro e un'erogazione di oltre 342 milioni nell'arco di questi anni, è attiva con iniziative di emergenza e di cooperazione allo sviluppo sin dal 2002. A questo proposito, l?Unità tecnica locale (Utl) di Kabul della direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina ha pubblicato un documento nel quale viene effettuato un escursus storico sulle attività svolte e sui progetti in corso nel paese asiatico. “Nel 2008 l?Italia si è dotata di un'Unità tecnica locale, ufficio di Cooperazione dedicato a coordinare programmi e progetti che, sia sul canale bilaterale (governo-governo), sia sul canale multilaterale (attraverso cioè i partner internazionali), vedono l'attiva partecipazione italiana in termini di finanziamento e sostegno tecnico. Partecipando sin dall'inizio ai passi compiuti dalla Comunità internazionale per ricostruire il paese – si legge nel testo -, alla Conferenza di Tokio (2003) l'Italia è stata indicata come il paese di riferimento per le riforme nel settore della giustizia, uno dei pilastri del processo di state building e di cui il nostro paese è ancora il referente”. “Le maggiori aree geografiche di intervento della Cooperazione italiana sono la provincia di Herat e le contigue province di Farah e Badghis (Afghanistan occidentale), Bamian e Wardak (centro), la provincia di Baghlan (Nord) e la città di Kabul. Il maggior focus dell'intervento italiano – prosegue il documento -, il cui quadro di riferimento è l?Afghanistan national development strategy (Ands), o Piano strategico nazionale dell'Afghanistan, è il program Justice and Rule of law, ovvero il ?Programma giustizia?, spina dorsale della riforma del potere giudiziario del paese. In questo settore, attraverso il finanziamento al sistema delle Nazioni Unite o ad altre agenzie multilaterali, l'Italia ha contribuito con 56 milioni di euro, garantendo tra l'altro la costruzione e/o ricostruzione delle strutture e degli uffici del Ministero della Giustizia, carceri in diverse aree del paese (dieci milioni di euro), il sostegno all'Artf, o Fondo Fiduciario per la Ricostruzione dell?Afghanistan (dieci milioni di euro), al Law and Order Trust Fund e al settore della lotta al narcotraffico. è inoltre presente con attività di formazione, supporto tecnico e mentoring (un termine che traduce l'assistenza ai diversi settori della giustizia afgana) e ha creato il National Justice Training Centre e un carcere minorile e femminile aperto a Kabul”. “Nel settore della governance – spiega il testo -, come indicato nella strategia dell'Ands, l'Italia ha contribuito al rafforzamento e sostegno del sistema elettorale (21 milioni di euro), e alle iniziative Disbandment of Illegal Armed Group e Establishment of the Afghan Legislature (Seal). Altro progetti sostenuti dal nostro paese, a partire dal quadro strategico delineato dall'Ands, sono: la strada nazionale Maidan Shar-Bamian (un impegno da oltre 100 milioni); il settore della sanità pubblica con diverse iniziative (Essential Hospital Package) a Kabul ed Herat e in diverse aree decentrate del paese; sostegno ai programmi di prevenzione della Tbc (in collaborazione con l'Oms); sostegno al Budget nazionale afgano (60 milioni) e alle politiche di genere. Nelle iniziative di emergenza e di aiuto umanitario (Social Protection Sector) l'Italia si è tra l'altro impegnata a favore dei rifugiati all'estero e di coloro che hanno scelto di fare ritorno (19,5 milioni di euro attraverso l'Unhcr) e col sostegno alle zone rurali con distribuzione di generi di prima necessità, sia attraverso il Wfp (22 milioni) sia attraverso Organizzazioni non governative locali, e con interventi mirati di riabilitazione e ricostruzione”. “Alcune iniziative meritano in particolare di essere ricordate – aggiunge il documento -: la riabilitazione della Education Radio Television (Ertv), attraverso l'Unesco, che ha dato la possibilità al ministero dell'Educazione di creare sistemi di formazione a distanza; la ricostruzione, riabilitazione e allargamento dell'Ospedale Esteqlal di Kabul, recentemente dotato di un reparto dedicato al trattamento delle ustioni e la costruzione del primo centro aperto per donne e minori a Kabul. La strategia dell'Italia si è posta come obiettivo il rafforzamento delle capacità di governance locale per consentire all'Afghanistan la costruzione di un processo di sviluppo nazionale e autonomo del paese. Ma al contempo ha mirato a intervenire e rispondere rapidamente alle situazioni di emergenza, dando sostegno alle comunità locali con un focus di speciale attenzione alle categorie maggiormente vulnerabili. In prospettiva – conclude lo studio -, l'azione dell'Italia si andrà concentrando sempre di più sul rafforzamento delle capacità di governance e sviluppo locale con il sostegno al National Solidarity Program (Nsp), il programma di solidarietà nazionale cui contribuiamo con 20 milioni di euro, e al nuovo programma Asop. Inoltre l'Italia proseguirà come focal point nel settore Justice and Rule of Law, con particolare attenzione alla giustizia minorile. Progetti di emergenza continueranno ad essere finanziati per garantire risposte immediate a eventi catastrofici e di assistenza umanitaria”. (fbu) 19 mar 2009 19:24

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Magistratii turnatori continua sa judece (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 19-03-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul ?Romania libera?: Magistratii turnatori continua sa judece Vineri, 20 Martie 2009 Curtea de Apel Bucuresti a decis in cazul judecatorului Dan Tabaltoc de la Curtea de Apel Iasi ca a fost colaborator al Securitatii, in procesul intentat magistratului de Consiliul National pentru Studierea Arhivelor Securitatii (CNSAS). Pana acum, doar un singur judecator din cei 29 suspectati ca au colaborat cu Securitatea a primit o decizie definitiva in instanta. Dan Tabaltoc are, la randul sau, drept la recurs, astfel incat pana atunci va continua sa imparta dreptatea ca judecator al Curtii de Apel Iasi. "Functioneaza prezumtia de nevinovatie", explica judecatorul Horatiu Dumbrava de la SoJust, marturisind insa ca acest principiu de drept nu-i asigura magistratului suspectat de colaborare cu Securitatea nici autoritatea profesionala, nici integritatea. Purtatoarea de cuvant a Consiliului Superior al Magistraturii (CSM), judecatoarea Cecilia Morariu, explica, la randul sau, ca "e nevoie de o hotarare irevocabila" pentru a se pune in aplicare, adica pentru a incepe un alt proces pentru fals in acte publice. Magistratii sunt obligati, potrivit Legii Statutului judecatorilor si procurorilor, sa declare pe propria raspundere "apartenenta sau neapartenenta ca agent sau colaborator al organelor de securitate ca politie politica". Totusi, reprezentanta CSM explica mai departe ca judecatorii colaborationisti nu sunt exclusi din magistratura, fiindca, dupa cum lamureste Horatiu Dumbrava de la SoJust, exista doar "o lustratie la nivelul conducatorilor de instante". Altfel spus, judecatorii si procurorii cu functii care au colaborat cu politia politica a regimului Ceausescu vor fi revocati de catre CSM, ceilalti vor raspunde penal doar daca au mintit in declaratia pe proprie raspundere. Colaborationismul magistratilor se regaseste insa chiar in interiorul CSM, institutia care gireaza independenta si integritatea justitiei autohtone. Judecatoarea Florica Bejinaru a primit acum doi ani din partea CNSAS verdict de colaborator al Securitatii ca politie politica fiindca a semnat angajament si a primit chiar bani pentru delatiunile pe care le-a facut. Deocamdata, procesul judecatoarei CSM se afla pe rol, dar multi magistrati socotesc ca ar fi trebuit sa demisioneze din Consiliu. La randul sau, seful CSM, Virgil Andreies, asteapta verdictele finale pentru judecatorii suspectati ca au colaborat cu Securitatea. Procesele tergiverseaza voit in cazul judecatorilor, iar "cel mai flagrant exemplu" este, in opinia judecatorului Horatiu Dumbrava, situatia Rodicai Stanoiu, fost ministru al Justitiei, acuzata de CNSAS ca a facut politie politica. Aceasta a fost judecata de Stere Learciu, un magistrat recrutat de Securitate sub numele de cod "Aurel". Reprezentantul SoJust nu este prea optimist nici in celelalte dosare aflate pe rol, tocmai pentru ca pana acum doar un singur magistrat activ a fost declarat de instanta colaborator, in vreme ce restul cazurilor fie au fost inchise fara vinovati, fie se tot amana. Din aceeasi categorie: Hartuirea devine infractiune in noul Cod Penal Controverse in Franta starnite de weekendul petrecut de Sarko si Carla in MexicTim Kretschmer, baiatul care a avut de toate Voteaza

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