CENACOLO  DEI COGITANTI

PRIMA PAGINA

TUTTI I DOSSIER

CRONOLOGICA


Report "Giustizia"   15-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Doppio canone, blitz della giunta ( da "Tribuna di Treviso, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: come ha stabilito la sentenza della Corte di Cassazione. Non ancora contenti, per rafforzare il loro tentativo di elusione del dettato della Corte costituzionale e per dilatare ulteriormente i tempi, a gennaio il Comune avrebbe preteso che tutti gli utenti che hanno pagato il doppio canone non abbiano diritto a ottenerne il rimborso, proprio perché la pratica si è esaurita con l'

nelle carte le accuse al cognato del procuratore "si è messo a disposizione di cosa nostra" - attilio bolzoni ( da "Repubblica, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Domani Messineo sarà giudicato dal Csm. Anche il fratello Mario imputato per truffa Nelle carte le accuse al cognato del procuratore "Si è messo a disposizione di Cosa nostra" Tutte le "relazioni pericolose" di Sergio Maria Sacco, membro di una potente "famiglia" ATTILIO BOLZONI ROMA - Ogni volta che in un rapporto giudiziario è stato scritto il nome dei Bonanno,

regione, forza italia attacca "legge elettorale scorretta" - roberto fuccillo ( da "Repubblica, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale, iniziativa che va però chiesta al governo. Il primo punto è l´abolizione del listino, che indebolirebbe il presidente entrando in conflitto con l´articolo 121 della Costituzione e con la legge elettorale del 2004. Il secondo è la doppia preferenza di cui una riservata alle donne: Forza Italia contesta sia il profilo costrittivo della norma che la sua inefficacia,

Aziende innovative:osservatoriodell'economica Bilancio, la minoranza a Rapallopresenta 150 emendamenti ( da "Secolo XIX, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: secondo quando stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale, impone agli Enti di rimborsare i canoni di depurazione acque pagati dai cittadini nei Comuni senza depuratore». A Rapallo, questa cifra è di 3 milioni di euro. Capurro preannuncia che, se questo non avverrà, impugnerà il bilancio al Tar come già fatto nel 2008.

ANIEP Informa: nuove disposizioni in materia di disabilità ( da "Sanremo news" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 2009) della Corte Costituzionale ha modificato la disciplina dei congedi retribuiti già prevista dal D.Lgs. n. 151 del 26.03.2001 e, prima ancora, dalla Legge n. 53 del 08.03.2000. "Chiamata ad esprimersi dal Tribunale di Tivoli - si legge nel comunicato - sulla legittimità costituzionale dell'art.

fvg, la sanità a rischio rosso: allarme fondi il pd a tondo: pretenda i tributi da roma ( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: quei soldi dal suo governo dopo la sentenza della Corte costituzionale». Consulta che ha dato ragione a un ricorso della giunta Illy stabilendo che Roma ci deve trasferire il gettito sulle pensioni senza pretendere nuove competenze. Si tratta di circa 250 milioni di euro, appunto. A chiedere un utilizzo di quella cifra in sanità per evitare il rosso è anche il consigliere del Pdl,

<Non esiste il diritto a fare uso di droga> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ancor più preciso Giovanardi: «Vogliamo ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze - ha detto - o altrimenti finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze». 15/03/2009 nascosto-->

droghe, giro di vite del governo fini dal fvg: l'uso sarà più difficile ( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze - ha detto - o altrimenti finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze». Ma la Conferenza ha fatto anche emergere il dialogo e la programmazione intermittente, quando non assente, tra Regioni, Operatori e Governo.

come far annullare le multe in auto ( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: punti è bene conoscere quanto disposto dalla sentenza della Corte costituzionale (24.01.2005 no 27) sull'articolo 126 bis del Codice della strada. Essa riguarda la situazione in cui il proprietario dell'auto non comunichi i dati del conducente con giustificati motivi (semplificando e in estrema sintesi): in forza della sentenza della Corte non si procederà a decurtazione di punti,

Bressa: <L'articolo 25 a noi non si può applicare> ( da "Corriere Alto Adige" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Trento e Bolzano farebbero ricorso alla Corte costituzionale. Inoltre la normativa finanziaria per Trento e Bolzano, come per esempio quella che riguarda la quota variabile, può essere modificata da una legge ordinaria ma solo previa intesa con i consigli delle province interessate ».

Fini: <Non esiste il diritto a drogarsi> ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In questo senso il sottosegretario Giovanardi ha assunto impegni precisi da parte del governo e ha anticipato l'intenzione di ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze «o altrimenti ha aggiunto finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta agli stupefacenti».

Il Pdl: Bassolino eviti la tv e vada in aula ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: stiamo valutando di ricorrere alla Corte Costituzionale contro una legge elettorale frutto di un metodo antidemocratico». Ma dal Pd la risposta è dura. «La soppressione del listino », replica il segretario regionale Tino Iannuzzi, « nel recente passato auspicata anche da alcuni degli attuali critici della nuova legge, elimina la possibilità di nomine precostituite e calate dall'

Niente inciuci. Così Franceschini ribatte colpo su colpo a Berlusconi ( da "Unita, L'" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Metterà mano alla Costituzione, ai poteri del capo dello Stato, del Parlamento, del Csm, travolgerà giustizia, libertà d'informazione, ogni cosa che possa dargli il minimo fastidio. La sua pericolosa ambizione non ha né freni né limiti. Piccolo Cesare, quello vero, ai suoi tempi non era chiamato il Nemico Pubblico n.1?

IL TEMA dell'acqua scalda il consiglio comunale di Campi Bisenzio. Nell'... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sentenza della Corte Costituzionale spiega Carraresi ha giudicato illegittimo far pagare agli utenti la quota dovuta per il servizio di depurazione anche nel caso in cui il depuratore non esista o non funzioni. Poiché anche a Campi sono presenti nuclei abitati, come Sant'Angelo a Lecore, con alcune centinaia di famiglie prive di depurazione è necessario che la sentenza sia fatta valere»

Madagascar sull' orlo del golpe. Presidente barricato nel suo palazzo ( da "Rai News 24" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: aveva annunciato davanti alla Corte Costituzionale che "il Presidente della Repubblica, l'Assemblea Nazionale, il Senato e il governo" erano da considerarsi decaduti dalle loro funzioni. Leggendo una dichiarazione firmata dallo stesso Rajoelina, Monja - che insieme agli altri "Ministri" e a una trentina di militari ha occupato gli uffici dell'esecutivo -

"Drogarsi non è un diritto". Conclusa a Trieste la Conferenza nazionale sulle politiche antidroga ( da "AmericaOggi Online" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ancor più preciso Giovanardi: "Vogliamo ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze - ha detto - o altrimenti finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze".

Madagascar/ Su orlo golpe: continua duello Ravalomanana ( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: aveva annunciato davanti alla Corte Costituzionale che "il Presidente della Repubblica, l'Assemblea Nazionale, il Senato e il governo" erano da considerarsi decaduti dalle loro funzioni. Leggendo una dichiarazione firmata dallo stesso Rajoelina, Monja - che insieme agli altri "Ministri" e a una trentina di militari ha occupato gli uffici dell'esecutivo -

Madagascar/ Ravalomanana non lascia ma apre a referendum - ( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: aveva annunciato davanti alla Corte Costituzionale che "il Presidente della Repubblica, l'Assemblea Nazionale, il Senato e il governo" erano da considerarsi decaduti dalle loro funzioni. Leggendo una dichiarazione firmata dallo stesso Rajoelina, Monja - che insieme agli altri "Ministri" e a una trentina di militari ha occupato gli uffici dell'esecutivo -

Madagascar/ Presidente Ravalomanana alla folla: dimissioni?... ( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: aveva annunciato davanti alla Corte Costituzionale che "il Presidente della Repubblica, l'Assemblea Nazionale, il Senato e il governo" erano da considerarsi decaduti dalle loro funzioni. Leggendo una dichiarazione firmata dallo stesso Rajoelina, Monja - che insieme agli altri "Ministri" e a una trentina di militari ha occupato gli uffici dell'esecutivo -

De Magistris svela la nuova P2 ( da "Corriere Adriatico" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm per iniziativa dell'ex ministro Mastella, martedì 17 sarà a Fano invitato dell'associazione Res Publica per parlare di giustizia, libertà e verità. L'appuntamento è alle 21 nella sala parrocchiale di Sant'Orso, in via Montesi. Intervistato dal giornalista Lorenzo Furlani, De Magistris ricostruirà le sue indagini che nella ripartizione di fondi pubblici avevano scoperto un intreccio

a napoli e in sicilia ( da "Sicilia, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm e, per conoscenza, all'Associazione Nazionale Magistrati, 14 giudici di sorveglianza della capitale hanno messo nero su bianco la loro bocciatura delle novità - contenute nel ddl sicurezza approvato dal Senato e ora all'esame della Camera - sostenendo che l'accentramento della competenza su Roma «costituirebbe una ingiustificata rottura del sistema con evidenti profili di incostituzionalità»

Giovanardi: <Drogatabelle da rivedere e soglie da abbassare> ( da "Sicilia, La" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze o altrimenti finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze». Mentre si svolgeva la quinta Conferenza governativa antidroga, circa 350 persone hanno manifestato a Trieste «per un antiproibizionismo consapevole».

CON IL SISTEMA DELLA DOPPIA PREFERENZA, UNA PER GENERE, SI Dà ALLE DONNE SOLO LA POSSIBIL... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 15-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: «Poi valuteremo un ricorso alla Corte Costituzionale - ha aggiunto Luigi Cesaro, deputato e candidato del Pdl alla presidenza della Provincia di Napoli - perchè non possiamo accettare una legge che è frutto di un metodo antidemocratico». A difendere il nuovo sistema è invece il segretario regionale Pd Tino Iannuzzi.


Articoli

Doppio canone, blitz della giunta (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Doppio canone, blitz della giunta Calesso: aveva chiesto alla Corte dei conti di non pagare «Ca' Sugana non voleva rimborsare il doppio canone fognario, ma per fortuna la Corte dei conti ha sventato il tentativo». A parlare è Gigi Calesso di Un'Altra Treviso, che accusa l'assessore al Bilancio Fulvio Zugno di aver cercato di evitare la restituzione dei soldi ai cittadini che hanno ingiustamente pagato il doppio canone, formulando due questiti alla Corte dei conti. «Lo scorso dicembre - dice Calesso - l'amministrazione comunale ha posto un quesito alla sezione veneta della Corte dei Conti in merito alla restituzione del canone di fognatura agli utenti non allacciati al depuratore. Il quesito è stato successivamente integrato a gennaio con una ulteriore richiesta di chiarimenti. Speravamo che i quesiti, alle cui risposte l'assessore Zugno condizionava l'avvio delle operazioni di rimborso ai cittadini, fossero stati formulati per sapere se l'amministrazione comunale potesse di propria iniziativa provvedere ai calcoli e alla liquidazione delle somme dovute, senza cioé attendere le richieste degli utenti interessati». Nulla di tutto questo. Anzi: «Con i quesiti alla Corte dei conti, Ca' Sugana ha invece tentato di evitare la restituzione di quanto dovuto a migliaia di trevigiani. Nel primo quesito, infatti, la giunta ha messo ancora in dubbio il dovere di rimborsare ai cittadini i canoni di depurazione pagati senza esservi tenuti, come ha stabilito la sentenza della Corte di Cassazione. Non ancora contenti, per rafforzare il loro tentativo di elusione del dettato della Corte costituzionale e per dilatare ulteriormente i tempi, a gennaio il Comune avrebbe preteso che tutti gli utenti che hanno pagato il doppio canone non abbiano diritto a ottenerne il rimborso, proprio perché la pratica si è esaurita con l'avvenuto pagamento. La pretestuosità dell'argomento è evidente. E infatti la risposta della sezione veneta della Corte dei conti ha dato torto al Comune su tutta la linea». (a.z.)

Torna all'inizio


nelle carte le accuse al cognato del procuratore "si è messo a disposizione di cosa nostra" - attilio bolzoni (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 18 - Cronaca Palermo, ecco tutti gli atti dei pm. Domani Messineo sarà giudicato dal Csm. Anche il fratello Mario imputato per truffa Nelle carte le accuse al cognato del procuratore "Si è messo a disposizione di Cosa nostra" Tutte le "relazioni pericolose" di Sergio Maria Sacco, membro di una potente "famiglia" ATTILIO BOLZONI ROMA - Ogni volta che in un rapporto giudiziario è stato scritto il nome dei Bonanno, a seguire c´era sempre il suo. Di padre in figlio, generazione dopo generazione. Sempre là in mezzo, coinvolto o sfiorato o citato a vario titolo. Come favoreggiatore, amico, anche come uomo d´onore. L´hanno sempre espulso dall´indagine. è un uomo dal fortunato destino Sergio Maria Sacco, 64 anni, padrone di una fabbrica di sacchetti di plastica nella borgata palermitana di Resuttana, rampollo di quei Sacco di Camporeale che hanno fatto la storia di Cosa Nostra nel dopoguerra. Ed è inessenziale chiedersi se lui sia organico alla «famiglia» dei Bonanno o piuttosto sia a disposizione nei paraggi, il fatto è che Sergio Maria Sacco ha un cognato che non è un palermitano qualunque. è Francesco Messineo: il procuratore capo della Repubblica. Domani il Consiglio Superiore della Magistratura probabilmente deciderà, dopo avere aperto un´istruttoria su notizie apparse su due quotidiani (Repubblica e La Stampa) e dopo aver convocato il procuratore generale Luigi Croce, sull´ "opportunità" che quel capo - magistrato irreprensibile, è giusto ricordare - continui a dirigere l´ufficio che ha sotto indagine il fratello di sua moglie. Per di più lo stesso fratello del procuratore, Mario Messineo, è attualmente imputato per una truffa ai danni della Regione. Per spiegare meglio ciò che capita nel torpore di Palermo: c´è un sostituto del procuratore che, a ogni udienza che si celebra per quella truffa, sostiene l´accusa contro il fratello del suo capo. E ce n´è un altro che indaga per reati di mafia sugli amici del cognato. Tutto normale? Per alcuni (compresi pubblici ministeri) pare di sì. Comunque tutte le «carte» sono agli atti. Tutte di pubblico dominio. Carte che parlano, soprattutto quelle di Sergio Maria Sacco. Un salto indietro. La prima volta il suo nome - a parte quello della «famiglia» di origine che negli anni 50 era più famigerata dei Corleonesi di Liggio - entra in un´indagine nella seconda metà degli anni 70. A Palermo uccidono un certo Felice Guglielmo. Subito dopo sparisce anche un tale Leuccio Di Trapani, mafioso. L´inchiesta dei carabinieri coinvolge in entrambi i casi lo scomodo parente, a quel tempo già suo cognato per averne - il magistrato - già sposato la sorella: una Sacco. Il magistrato lascia la procura per passare al civile. Poi, la notte del 4 maggio 1980, tre sicari di mafia - uno si chiama Armando Bonanno - ammazzano a Monreale il capitano Emanuele Basile. I tre vengono catturati su un´auto che è intestata proprio a Sacco. Dopo un mese di carcere, torna in libertà: riesce a dimostrare che ha venduto la sua auto ai Madonia (quelli della strage di Capaci) senza un regolare passaggio di proprietà. I tre sicari del capitano, scandalosamente assolti da una corte di Assise, vanno al confino in Sardegna. E dopo pochi giorni fuggono. Racconterà (verbale del 1 settembre 1992) il pentito Alberto Lo Cicero: «Armando Bonanno riuscì a scappare anche con la complicità di Sacco». Un decennio dopo il parente scomodo torna nelle indagini. Almeno una mezza dozzina di collaboratori di giustizia lo «chiamano»: Gaspare Mutolo e Anello Ruggero, Giusto Di Natale e Salvatore Cocuzza, Antonino Avitabile e Marco Favaloro. Lo coinvolgono in traffici di droga, pizzo, riciclaggio. è nel 1997 che c´è un´altra inchiesta sulla mafia di Resuttana e i pm chiedono il suo arresto: «Anche il Sacco, dunque, può dirsi che ha messo la sua professione al servizio di Cosa Nostra, provvedendo sia a riciclare denaro di provenienza illecita, tramite la società con Bonanno Armando, Ganci e Madonia; sia facendo da intermediario tra soggetti esterni e l´associazione mafiosa; sia ancora provvedendo a ospitare summit mafiosi, con ciò agevolando l´associazione sul territorio, ed ostacolando l´azione di contrasto alla detta associazione criminale». Il gip rigetta la richiesta. Dopo dieci anni ancora, agli stessi magistrati che volevano Sacco in carcere arriva un altro rapporto. Alla vedova di Giovanni Bonanno - il figlio di Armando, nel frattempo inghiottito dalla lupara bianca - viene suggerito di dire al marito di «cambiare aria». In effetti anche Giovanni Bonanno poi scomparirà. Chi mette in guardia la donna? Sergio Maria Sacco, secondo le intercettazioni raccolte dei carabinieri e trasmesse con un dossier in procura l´11 dicembre del 2008. Il parente scomodo del procuratore, come usano dire i boss, «conosceva il discorso». Sapeva quello che stava accadendo dentro la mafia di Resuttana.

Torna all'inizio


regione, forza italia attacca "legge elettorale scorretta" - roberto fuccillo (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IX - Napoli Bagarre sulla norma. Incostante: "Costituzione rispettata" Regione, Forza Italia attacca "Legge elettorale scorretta" ROBERTO FUCCILLO NON c´è pace sulla nuova legge elettorale della Regione. Ieri Forza Italia ha esposto le ragioni che potrebbero sostenere un ricorso alla Corte costituzionale, iniziativa che va però chiesta al governo. Il primo punto è l´abolizione del listino, che indebolirebbe il presidente entrando in conflitto con l´articolo 121 della Costituzione e con la legge elettorale del 2004. Il secondo è la doppia preferenza di cui una riservata alle donne: Forza Italia contesta sia il profilo costrittivo della norma che la sua inefficacia, ritenendo che il listino avrebbe garantito molto di più le donne. Poi c´è il barrage alla maggioranza: «Una coalizione - dice il leader regionale Nicola Cosentino - anche se vince l´80 per cento dei seggi, non può averne più del 60». In realtà quel limite è fissato al 65 per certo, ma questo non altera di molto la conclusione di Cosentino: «Forse si sentono già in minoranza». In sostanza Forza Italia attacca una legge che ritiene limitativa di quella maggioranza che il Pdl conta di ottenere l´anno prossimo. Il grosso dell´attenzione resta però sulla doppia preferenza. «I dubbi di incostituzionalità - replica dal Pd Maria Fortuna Incostante, vicepresidente della commissione Affari costituzionali del Senato - non paiono avere sostanziale fondatezza. No c´è infatti alcun vincolo e la soluzione ha pieno rispetto degli articoli 3, 51 e 117 della Costituzione». Idem per le «quote rosa» nelle singole liste, «già riconosciute ammissibili dalla Consulta». Ecco poi il segretario regionale del Pd, Tino Iannuzzi: «Assurde, infondate e del tutto strumentali le polemiche che il Pdl continua a sollevare». In realtà il punto principale di scontro resta quel listino nel quale il Pdl potrebbe infilare alleati tipo l´Udeur della presidente del Consiglio Sandra Mastella. Quest´ultima ieri ha convocato via Facebook una convention di donne Udeur per stamattina a Benevento. Invece il candidato Pdl alla Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, visiterà oggi il carcere di Nisida, dove conta di incontrare anche Angelica, la giovane rom condannata per il sequestro di una bimba.

Torna all'inizio


Aziende innovative:osservatoriodell'economica Bilancio, la minoranza a Rapallopresenta 150 emendamenti (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Aziende innovative:osservatoriodell'economica Bilancio, la minoranza a Rapallopresenta 150 emendamenti l'iniziativa in consiglio si preannuncia una seduta "calda" CHIAVARI. Nasce l'Osservatorio dei fenomeni economici. Lo crea la Società Economica di Chiavari con l'obiettivo di censire, valorizzare e monitorare le aziende innovative del territorio. «Creiamo un osservatorio economico in questo momento di particolare congiuntura internazionale sfavorevole - spiega Roberto Napolitano, presidente dell'Economica - Il nostro, però, non vuol essere un osservatorio sulla crisi, ma sullo sviluppo, per valorizzare tutto ciò che il territorio può offrire. Vogliamo diventare un punto di riferimento - aggiunge - e coinvolgere anche le scuole. Verranno attivati diversi gruppi di studio per esaltare le eccellenze». Napolitano sottolinea le carenze che ostacolano lo sviluppo di aziende tecnologiche, di nuova generazione, in particolare le difficoltà di avere un collegamento internet veloce nelle vallate interne. «Oggi il mondo sta in un computer, non avere un'efficiente rete di comunicazione è un grave handicap - spiega Napolitano - Con una serie di iniziative che favoriscano il confronto tra aziende, istituzioni e territorio vogliamo stimolare e dare risalto a coloro che hanno idee, le realizzano e creano brevetti. Attività che intendiamo allargare anche ad altre realtà - prosegue - per ispirarci, imparare e crescere guardando a modelli extraterritoriali». L'intenzione è quella di creare una banca delle idee e del sapere a livello «ultralocale per scambiare idee e informazioni con altre realtà». Ieri, presso la sede di via Ravaschieri, si è svolto il secondo incontro propedeutico alla nascita dell'osservatorio che andrà ad affiancarsi a un altro organismo attivo in seno alla Società Economica, l'Osservatorio dei fenomeni urbani, Ofu. Alcune delle persone che faranno parte dell'organismo economico, infatti, sono già componenti di Ofu. D. BAD. .x/15/0903 RAPALLO. Centocinquanta emendamenti presentati dall'opposizione e una seduta di consiglio comunale, quella per l'esame del bilancio, che si preannuncia incandescente. Il consigliere comunale di minoranza Armando Ezio Capurro, con una nota inviata anche alla Procura della Corte dei Conti, ha già chiesto un riesame della bozza di bilancio e un nuovo parere dei revisori dei conti, con la richiesta di rinviare la data (ancora da fissare) dell'approvazione in consiglio comunale perché nel bilancio «manca la previsione di spesa per i rimborsi che, secondo quando stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale, impone agli Enti di rimborsare i canoni di depurazione acque pagati dai cittadini nei Comuni senza depuratore». A Rapallo, questa cifra è di 3 milioni di euro. Capurro preannuncia che, se questo non avverrà, impugnerà il bilancio al Tar come già fatto nel 2008. L'intera giunta, ieri mattina, in conferenza stampa, ha difeso - primo fra tutti l'assessore al Bilancio Franco Parodi- la solidità del documento che si andrà ad approvare. «Sui rimborsi dei canoni di depurazione aspettiamo indicazioni chiare e univoche- ha spiegato l'assessore a Lavori pubblici e Patrimonio Fabio Mustorgi- il consigliere Capurro continua ci ha attaccato dicendo che abbiamo tolto gli interventi per la Casa Gaffoglio, per l'edificio ex Mares, per il Castagneto che invece sono fra i primi punti del bilancio». Il 17 marzo, ci sarà la riunione dei capigruppo: «Il 95 per cento degli emendamenti è stato presentato da un solo consigliere di minoranza, Capurro- afferma il consigliere capogruppo di Forza Italia-Verso il Pdl Salvatore Alongi- che sta portando avanti atteggiamenti intimidatori e ostruzionistici. Ci auguriamo di dialogare costruttivamente con il resto della minoranza». S. PED. .x/15/0903

Torna all'inizio


ANIEP Informa: nuove disposizioni in materia di disabilità (sezione: Giustizia)

( da "Sanremo news" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ANIEP Informa: nuove disposizioni in materia di disabilità La Sezione di Imperia dell'Associazione Riconosciuta ANIEP ONLUS comunica che una recente sentenza (n.19 del 30.01.2009) della Corte Costituzionale ha modificato la disciplina dei congedi retribuiti già prevista dal D.Lgs. n. 151 del 26.03.2001 e, prima ancora, dalla Legge n. 53 del 08.03.2000. "Chiamata ad esprimersi dal Tribunale di Tivoli - si legge nel comunicato - sulla legittimità costituzionale dell'art. 42, comma 5 del D.Lgs. citato poc'anzi, la Consulta ha segnato una importante svolta sul piano dei congedi retribuiti concessi ai soggetti che accudiscono familiari affetti da gravi disabilità, stabilendo la illegittimiità costituzionale del predetto art. 42 e sancendo la possibilità di accedere a tale servizio anche per i figli conviventi di persone affette da handicap gravi. Dice, infatti, la Corte che l'art. 42, comma 5 del D.Lgs. 151/2001 è da considerarsi illegittimo costituzionalmente nella parte in cui non include nel novero dei soggetti legittimati a fruire del congedo ivi previsto il figlio convivente, in assenza di altri soggetti idonei a prendersi cura della persona in situazione di disabilità grave. C'è da dire che la Consulta - come essa stessa ricorda nel recente disposto in esame - si era già occupata di tale tematica nel 2005 (sentenza n. 233) e nel 2007 (sentenza n. 158), e già in tali occasioni le decisioni della Corte Costituzionale avevano ovviato alle mancanze del legislatore, garantendo il beneficio del congedo anche ai fratelli o alle sorelle conviventi [e successivamente anche al coniuge convivente], nell'ipotesi in cui i genitori siano impossibilitati a provvedere all'assistenza del figlio in situazione di disabilità grave perchè totalmente inabili. La Consulta, con un gesto a nostro avviso storico, apre le porte a una società più equa e più attenta alle esigenze del disabile, spesso dimenticate o sottovalutate. Questa Associazione, radicata sul territorio ormai dal 1964, è a completa disposizione per assistere gratuitamente coloro che intendessero avvalersi del diritto sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale, garantendo pieno supporto nel disbrigo delle pratiche necessarie". La Sede dell'associazione è ubicata in Piazza Cassini, 12 a Sanremo, ed è aperta al pubblico da Lunedì a Venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00. Per qualsiasi esigenza, è possibile usufruire del telefax 0184.570090 e dell'email aniepimperia@alice.it Chi volesse scrivere all'associazione può indirizzare la sua lettera ad: ANIEP ONLUS - Casella Postale 158 - Piazza Cassini, 12 - 18038 Sanremo.

Torna all'inizio


fvg, la sanità a rischio rosso: allarme fondi il pd a tondo: pretenda i tributi da roma (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il governatore frena sul patto fra "Speciali" «Siamo tutti diversi» «Quella sentenza cade alla vigilia della riforma federale, non sfruttarla significa compromettere la Regione» Fvg, la sanità a rischio rosso: allarme fondi Il Pd a Tondo: pretenda i tributi da Roma L'APPELLO DI TESINI La riforma - di PAOLO MOSANGHINI UDINE. Più tributi da Roma grazie alla Consulta. Oltre 250 milioni di euro l'anno capaci, da soli, di mettere in sicurezza la sanità regionale che è in bilico da anni. E se il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, difende la specialità della Regione e ricorda che le cinque autonomie esistenti «sono molto diverse le une dalle altre», come scrive sul proprio blog in vista dell'incontro che avrà domani, a Roma, con i colleghi delle Regioni a Statuto speciale e il ministro Roberto Calderoli, dal Pd giunge un monito: «Pretenda quei soldi dal suo governo dopo la sentenza della Corte costituzionale». Consulta che ha dato ragione a un ricorso della giunta Illy stabilendo che Roma ci deve trasferire il gettito sulle pensioni senza pretendere nuove competenze. Si tratta di circa 250 milioni di euro, appunto. A chiedere un utilizzo di quella cifra in sanità per evitare il rosso è anche il consigliere del Pdl, Massimo Blasoni: «Se il trasferimento dallo Stato di nuovi 250 milioni di euro l'anno fosse confermato, una parte di quei fondi andrebbe impegnato per finanziare la sanità regionale», dice il vicepresidente della terza commissione: «Quella friulana è una delle migliori sanità italiane ma rimane comunque il problema della crescita dei costi e delle compatibilità economico-finanziarie. A fronte di un aumento medio del gettito fiscale del 3.5% annuo, i costi del comparto sanitario crescono almeno del 6.5%: è evidente che corriamo il rischio di non avere sufficienti risorse per finanziarie la nostra sanità e di vedere il bilancio regionale completamente ingessato da questa voce. Oltretutto- aggiunge il consigliere del Pdl- è ragionevole ritenere che la crisi economica in atto farà diminuire sensibilmente il gettito fiscale, allargando ulteriormente la forbice tra gettito fiscale incamerato e costi sostenuti». Sull'incontro romano di domani interviene il già presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini, consigliere del Pd. «L'incontro di lunedì tra il ministro Calderoli e i presidenti delle Regioni autonome è un punto di snodo molto importante e cade per tutti, in particolare per il Friuli Venezia Giulia, in un momento decisivo - afferma il consigliere regionale -. Sono sicuro che il presidente della Regione, Renzo Tondo, nel rappresentare le nostre posizioni e nel tutelare gli interessi e le aspettative della Regione, nel quadro della solidarietà nazionale e delle strategie europee per reagire alla crisi, avrà ben presente la mozione che il consiglio regionale ha approvato a larghissima maggioranza proprio su questi temi a ridosso della finanziaria 2009 e che costituisce già un anticipo di indirizzo all'appena insediata commissione Paritetica», continua. «Il ddl sul federalismo fiscale va in discussione alla Camera poche ore dopo la sentenza della Corte sul ricorso della Regione relativamente alla compartecipazione anche al reddito delle pensioni, cosí brillantemente concluso», ricorda Tesini. E sottolinea: «È una sentenza che fa giurisprudenza e che aiuta a impostare l'incontro perché, oltre agli argomenti di merito specifico, vengono ribaditi alcuni principi basilari che da piú parti si stavano rimettendo in discussione, a partire da quello pregiudiziale della leale collaborazione a quello molto piú circoscritto e puntuale che assegna alle norme di attuazione lo strumento per adattare alle Regioni autonome i principi generali dell'ordinamento della Repubblica. Alla luce di ciò, la questione di fondo posta dall'articolo 25 del ddl sul federalismo fiscale, che i relatori di maggioranza proponevano di abrogare e poi hanno rinviato alla discussione di domani, diventa una questione di principio dirimente», dice ancora il consigliere regionale. Tesini condivide le posizioni del presidente della Provincia di Trento Dellai «quando sostiene che, fermi restando i vincoli che valgono anche per la Regioni a statuto speciale, le modalità debbano essere istituite nel modello di attuazione». Detto tutto ciò ha, comunque, «ragione Tondo quando sostiene che le Regioni autonome non sono tutte uguali, ma a questo riguardo bisogna tenere ben distinti gli aspetti di ordine strettamente giuridico con le condizioni peculiari dell'autonomia finanziaria». Quanto alle prime, è «bene che le Regioni ad autonomia speciale parlino la stessa lingua e si muovano in piena sintonia tra loro; quanto all'autonomia finanziaria, la storia ci dice che le 5 regioni nel tempo hanno costruito condizioni tra loro a volte anche sensibilmente diverse. Il Friuli Venezia Giulia è in sostanziale equilibrio tra quanto spende complessivamente in termini di risorse pubbliche e capacità fiscale. Alla luce della recente sentenza della Corte, che dice chiaramente che la compartecipazione sulle pensioni ci spetta e ci sarebbe spettata da sempre, vuol dire che siamo stati molto virtuosi dal momento che oggi siamo in equilibrio senza i 450 milioni di euro circa l'anno che, invece, adesso ci spettano e che saranno essenziali per compensare la contrazione del gettito fiscale determinato dalla crisi e che si farà sentire già dal 2009 i cui dati di bilancio saremo costretti a rivedere».

Torna all'inizio


<Non esiste il diritto a fare uso di droga> (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«Non esiste il diritto a fare uso di droga» --> Fini e Giovanardi: le terapie puntino al recupero della persona Allarme per le nuove sostanze, le tabelle saranno aggiornate Domenica 15 Marzo 2009 GENERALI, pagina 6 e-mail print TRIESTENon esiste un diritto a drogarsi, esiste semmai un diritto a essere liberi dalla droga: è questo il messaggio finale della Conferenza nazionale sulle politiche antidroga, che si è conclusa ieri a Trieste. Il principio, lanciato in apertura dei lavori quattro giorni fa dal sottosegretario Carlo Giovanardi, è stato infatti ripreso e sottolineato ieri dal presidente della Camera Gianfranco Fini. Insieme al fatto che ogni terapia rivolta ai tossicodipendenti «deve essere finalizzata al pieno recupero della persona». La difesa della legge Fini ha rivendicato la positività della legge sulla droga in vigore, che porta anche il suo nome: «Non mi sono mai pentito di aver fatto, insieme a Giovanardi nell'altro governo di centrodestra, una legge che parte dal presupposto che detenere sostanze stupefacenti è illegale». E della legge ha parlato anche Giovanardi, che raccogliendo le sollecitazioni degli esperti e degli operatori intervenuti alla Conferenza, ha preannunciato un aggiornamento delle tabelle, per introdurre le nuove sostanze che sono comparse sul mercato degli stupefacenti, come ad esempio le spice drug, il popper o il Gbl. Il titolare delle politiche antidroga si è detto anche disponibile a rivedere in senso restrittivo, come è stato sollecitato nel corso della Conferenza, le «soglie» che determinano se la quantità di droga detenuta è per uso personale o per spaccio: la revisione potrebbe riguardare in particolare le sostanze stimolanti, cioè la cocaina e l'ecstasy, perché secondo alcuni le quantità consentite a uso personale di queste sostanze sono troppo alte rispetto alla pericolosità e agli effetti. «Ne parleremo con i tossicologi», ha precisato. Il no alla legalizzazione Pieno accordo tra Fini e Giovanardi anche sulla contrarietà alla legalizzazione delle droghe, un tema che ciclicamente ritorna all'attenzione e che è emerso negli ultimi giorni anche sulla stampa straniera. «Io - ha detto Fini - rimango dell'idea che considerare la produzione, lo spaccio e il consumo di droghe illecito, ovviamente con livelli diversi di illegalità, sia un dovere se si vuole per davvero combattere quella che viene chiamata la cultura della morte». «Tra l'altro - ha aggiunto - quegli Stati che nel passato avevano sperimentato politiche antiproibizioniste, oggi le stanno ripensando, perché si sono resi conto che l'unico effetto che è stato determinato è stato quello di propagandare ancor di più la droga e non si è certo combattuto il narcotraffico». Il presidente della Camera ha comunque invitato a non puntare solo sulla repressione, ma a riflettere anche sulle motivazioni che portano giovani e non giovani a usare le sostanze stupefacenti. «Molte volte - ha detto - l'uso della droga è favorito da comportamenti, dall'abbinamento con sostanze psicotrope o altre sostanze lecite, da questa tendenza a valutare la persona per la sua capacità di essere sempre molto presente a se stessa, molto efficiente, dinamica». «Fino a qualche tempo fa - ha aggiunto - si diceva che la droga è un fenomeno che riguarda le categorie più deboli e disagiate, il dramma della miseria nelle periferie; oggi c'è ancora quell'aspetto, ma c'è anche l'aspetto collegato alla diffusione di sostanze eccitanti tra i manager, i professionisti, i giovani che vogliono fare bella figura, superare un esame». E anche, ha detto sollecitato dalla stampa - tra i politici e gli stessi giornalisti. Rispetto al passato, ha detto ancora, «la percezione sociale del fenomeno droga è oggi più tollerata culturalmente. C'è meno scandalo e allarme. Questo processo di "normalizzazione" culturale va fortemente contrastato, rialzando la soglia della consapevolezza diffusa circa la pericolosità delle droghe». Il tema spinoso delle risorse Infine, il tema spinoso delle risorse, «ineludibile» secondo Gianfranco Fini, e senza le quali «la guerra è ad armi impari»: «Mi auguro - ha spiegato Fini - che ci sia una maggiore consapevolezza perché se vogliamo combattere, non dico ad armi pari, ma con possibilità di vincere la droga oggi dobbiamo partire dal presupposto che la cultura della morte dispone di mezzi illimitati. La cultura della vita, il recupero, la prevenzione, Sert o associazioni di carattere privato-sociale, non faccio distinzioni tra pubblico e privato, purtroppo non hanno le risorse necessarie. Compito di reperire le risorse deve essere delle istituzioni». Ancor più preciso Giovanardi: «Vogliamo ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze - ha detto - o altrimenti finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze». 15/03/2009 nascosto-->

Torna all'inizio


droghe, giro di vite del governo fini dal fvg: l'uso sarà più difficile (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il presidente della Camera e il sottosegretario Giovanardi ieri a Trieste hanno chiuso il quinto summit nazionale «Resta un dovere considerare produzione, consumo e spaccio illeciti pur in maniera diversa» Droghe, giro di vite del governo Fini dal Fvg: l'uso sarà più difficile LA CONFERENZA " TRIESTE. Droga, l'uso personale d'ora in avanti sarà più difficile. La soglia minima che definisce se la quantità detenuta è per uso personale o per spaccio verrà ritoccata in breve in senso restrittivo. Lo ha annunciato il sottosegretario Carlo Giovanardi, che presto metterà mano alle tabelle, anche per introdurre nuovi stupefacenti, raccogliendo una sollecitazione giunta dagli esperti e dagli operatori che per tre giorni, a Trieste, si sono confrontati nell'ambito della Quinta Conferenza nazionale sulle politiche antidroga. Un giro di vite sostenuto con convinzione dallo stesso presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha rivendicato l'efficacia della legge in vigore che porta il suo nome: «Non mi sono mai pentito di aver fatto insieme a Giovanardi - ha detto ieri a Trieste - nell'altro governo di centrodestra, una legge che parte dal presupposto che detenere sostanze stupefacenti è illegale». Tra le nuove droghe che faranno il loro ingresso nelle tabelle, ci sono, ad esempio, le spice drug, il popper e il Gbl. Il messaggio emerso dalla Conferenza - i cui esiti sono stati giudicati un "flop" dalla controconferenza organizzata contemporaneamente a Trieste da operatori e unità di strada, che ieri hanno anche sfilato in corteo - è che non esiste un diritto a drogarsi, «esiste semmai un diritto a essere liberi dalla droga». Mancanza di dialogo tra operatori, regioni e Governo, indisponibilità cronica di risorse, evoluzione del quadro sociale in cui maturano le dipendenze: questi i temi critici emersi dai tavoli di lavoro. Fini e Giovanardi, alla chiusura dei lavori che hanno impegnato centinaia di operatori - hanno evidenziato la contrarietà alla legalizzazione delle droghe, spegnendo un tema ciclicamente di cronaca. «Io - ha detto Fini - rimango dell'idea che considerare la produzione, lo spaccio e il consumo di droghe illecito, ovviamente con livelli diversi di illegalità, sia un dovere se si vuole per davvero combattere quella che viene chiamata la cultura della morte». «Fino a qualche tempo fa - ha aggiunto il presidente della Camera - si diceva che la droga è un fenomeno che riguarda le categorie più deboli e disagiate, il dramma della miserie nelle periferie; oggi c'é ancora quell'aspetto, ma c'é anche l'aspetto collegato alla diffusione di sostanze eccitanti tra i manager, i professionisti, i giovani che vogliono fare bella figura, superare un esame». E anche, ha detto sollecitato dalla stampa - tra i politici e gli stessi giornalisti. Rispetto al passato, ha detto ancora, «la percezione sociale del fenomeno droga è oggi più tollerata culturalmente. C'é meno scandalo e allarme. Questo processo di "normalizzazione" culturale va fortemente contrastato, rialzando la soglia della consapevolezza diffusa circa la pericolosità delle droghe». Infine, il tema spinoso delle risorse, "ineludibile" secondo Gianfranco Fini, e senza le quali «la guerra è ad armi impari». Ancor più dettagliato Giovanardi: «Vogliamo ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze - ha detto - o altrimenti finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze». Ma la Conferenza ha fatto anche emergere il dialogo e la programmazione intermittente, quando non assente, tra Regioni, Operatori e Governo. E' infatti emerso un forte clima di disagio per l' obsolescenza di servizi. Sonia Sicco

Torna all'inizio


come far annullare le multe in auto (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 20 - Udine Come far annullare le multe in auto Noi consumatori di RITA BERTOSSI Nella nostra regione sono stati moltissimi i casi di multe che potrebbero, alla luce di approfondimenti e indagini in corso, come riportato dalle cronache recenti, essere annullate. In provincia di Gorizia e in quella di Udine, in un comune ai confini con la provincia di Pordenone, numerosi ricorsi al Giudice di pace riguardavano il fatto che il guidatore passasse con il rosso. La violazione veniva confermata dalla documentazione fotografica prodotta da un'apparecchiatura elettronica riportante anche la velocità, spesso moderata. Per tale violazione è prevista la decurtazione di sei punti oltre alla sanzione pecuniaria. Ora, l'ipotesi di riflessi non prontissimi potrebbe avere fondamento se le violazioni fossero state tutte accertate a carico di guidatori di età più che matura, ma così non è e inoltre non è verificabile se il veicolo avesse iniziato l'attraversamento dell'incrocio con il giallo (non potendosi arrestare in tempo utile in prossimità della linea di stop senza arrecare pericolo alla circolazione e alla tutela delle persone) né quale fosse nel periodo dell'accertamento il tempo del "giallo" negli impianti semaforici di cui trattasi. Questo il motivo che, in caso di accertato montaggio di un certo tipo di dispositivo, potrebbe portare all'annullamento delle multe. È bene sapere che il cittadino ha il diritto di accedere alla documentazione fotografica relativa al suo autoveicolo, anche ai fini dell'individuazione del conducente per l'applicazione della decurtazione dei punti della patente, in considerazione del fatto che la notifica del verbale avviene in date abbastanza procrastinate rispetto all'accertamento. E, a proposito dell'obbligo di comunicazione dei dati del conducente, se diverso dal proprietario, per quanto attiene alla decurtazione dei punti è bene conoscere quanto disposto dalla sentenza della Corte costituzionale (24.01.2005 no 27) sull'articolo 126 bis del Codice della strada. Essa riguarda la situazione in cui il proprietario dell'auto non comunichi i dati del conducente con giustificati motivi (semplificando e in estrema sintesi): in forza della sentenza della Corte non si procederà a decurtazione di punti, ma si applicherà al proprietario la pesante sanzione di cui all'articolo 180-8° comma. La circolare 4.2.2005 ( 300/A/1/41236/109/16/1) invece al punto a) sottolinea l'obbligo della richiesta dei dati del conducente nel caso in cui non sia possibile identificarlo al momento dell'infrazione e al punto c) ribadisce l'obbligo di applicazione della sanzione anche nel caso in cui la risposta del proprietario non permetta l'identificazione del conducente. Ma se il proprietario dell'auto non comunica i dati del conducente precisando di non poterne fornire i dati a causa dell'impossibilità di accertare i movimenti dell'auto all'epoca della violazione? In forza della sentenza della Corte non si dovrebbe procedere a decurtazione di punti, ma ad applicare al proprietario la (multa) sanzione di cui all'articolo 180-8° comma (fino a oltre 1.559) da comminarsi a «chiunque senza giustificato motivo non ottempera...». Quello dell'impossibilità dell'individuazione certa del conducente è un caso frequente che riguarda soprattutto, ma non solo, le cosiddette auto aziendali o comunque intestate a persone giuridiche. L'ipotesi di un giustificato motivo, trattandosi di violazioni accertate senza contestazione immediata vista la possibilità di notifica del verbale entro 150 giorni, non è trascurabile, perché è certamente difficile ricordare esattamente i propri movimenti a distanza di mesi. Del resto come si potrebbe ricordare il passaggio inconsapevole con semaforo rosso avendo iniziato tra il verde e il giallo e in totale assenza della contestazione immediata o di segnali luminosi o acustici che evidenzino l'infrazione? La giustificazione di non poter fornire i dati del conducente in considerazione del tempo trascorso resta, quindi, tutta da valutare: ai Giudici di pace, nel concreto, l'onere e l'onore della decisione.

Torna all'inizio


Bressa: <L'articolo 25 a noi non si può applicare> (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Alto Adige" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: REGIONE - data: 2009-03-15 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE L'intervista Il parlamentare del Pd: nessun rischio reale Bressa: «L'articolo 25 a noi non si può applicare» TRENTO — Gianclaudio Bressa, deputato del Pd eletto in Trentino Alto Adige, non teme blitz in aula contro l'autonomia, ma un clima sempre più ostile. Condivide il pericolo paventato da Giorgio Tonini? Il senatore del Pd sostiene che «a volere tutto si rischia di non ottenere nulla» e difende il testo dell'articolo 25 sul patto di convergenza. «Il punto è un altro. Il patto di convergenza non è applicabile alle province di Trento e Bolzano. L'articolo 25 è concettualmente sbagliato per le autonomie speciali». Perché? «Perché il sistema finanziario di Trento e Bolzano è impostato sulla finanza derivata, mentre il patto di convergenza presuppone un sistema di entrate e di uscite. Se anche fosse approvato così com'è, l'articolo 25 verrebbe impugnato e sarebbe dichiarato inapplicabile. Trento e Bolzano farebbero ricorso alla Corte costituzionale. Inoltre la normativa finanziaria per Trento e Bolzano, come per esempio quella che riguarda la quota variabile, può essere modificata da una legge ordinaria ma solo previa intesa con i consigli delle province interessate ». Tonini sostiene che presentare in aula un emendamento che esclude le autonomie speciali dal patto di convergenza significherebbe correre il rischio di «tirarsi addosso le ire della maggioranza dei parlamentari ». Lei è d'accordo? «Su questo Tonini ha ragione. Se dal punto di vista pratico non sono preoccupato, per i motivi che dicevo prima, temo invece che in questa occasione possa lievitare ulteriormente questo clima di scontro molto brutto nei confronti delle speciali». Alla vigilia del voto in aula si sottolinea un altro rischio: che passi con un colpo di mano qualche emendamento «ammazza-specialità». «Io sosterrò le mie tesi nella riunione del gruppo prima della seduta di martedì in aula. Certo, il problema è che qualcuno ha trasformato la discussione sul federalismo fiscale in un'occasione per ridiscutere il sistema delle speciali, ma non posso esservi conseguenze concrete». A. Pap.

Torna all'inizio


Fini: <Non esiste il diritto a drogarsi> (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

BREVI pag. 17 Fini: «Non esiste il diritto a drogarsi» E GIOVANARDI: «NUOVE SOSTANZE PERICOLOSE, TABELLE STUPEFACENTI DA RIVEDERE» ROMA «DROGARSI non è un diritto. Drogarsi è da considerarsi illecito per i danni alla persona e alla società». E' un diritto, invece, quello di liberarsi dalla droga. E' toccato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, chiudere i lavori della quinta conferenza governativa sugli stupefacenti a Trieste. Fini, nel suo intervento, ha sottolineato di non essere pentito di aver voluto la legge che porta il suo nome insieme a quello di Carlo Giovanardi. Quest'ultimo, sottosegretario alla Famiglia, ha annunciato l'intenzione del governo di rivedere le tabelle sia per inserire le nuove sostanze, come spice drug, popper, Gbl, sia per abbassare i limiti delle sostanze detenute per uso personale. Nel mirino soprattutto quegli «stimolanti», come la cocaina e l'ectasy, i cui quantitativi sarebbero considerati «pericolosi» rispetto agli effetti. In questo senso il sottosegretario Giovanardi ha assunto impegni precisi da parte del governo e ha anticipato l'intenzione di ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze «o altrimenti ha aggiunto finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta agli stupefacenti».

Torna all'inizio


Il Pdl: Bassolino eviti la tv e vada in aula (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-03-15 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE La polemica Cosentino: «Legge elettorale incostituzionale». Iannuzzi e Armato: «No, donne garantite» Il Pdl: Bassolino eviti la tv e vada in aula NAPOLI — Il Pdl ribadisce la propria contrarietà alla nuova legge elettorale senza listino collegato al presidente e invita il presidente della Regione, Antonio Bassolino, ad affontare il dibattito in consiglio regionale, così come aveva annunciato più volte nei mesi scorsi. «Piuttosto che andare ad Annozero o in tv — ha dichiarato Nicola Cosentino, sottosegretario all'Economia e coordinatore regionale di Forza Italia — Bassolino deve recarsi in Consiglio e spiegare quali misure adottare a sostegno dei problemi dei campani acuiti dalla crisi internazionale». Sono molte, secondo Cosentino, le «criticità» della nuova legge. A partire dall'abolizione del listino che rappresenta «un depotenziamento dei poteri del presidente». No anche al sistema della doppia preferenza: «Sono sevite creatività e fantasia per immaginare un sistema vincolato alle donne o l'introduzione di un premio di minoranza, perché una coalizione, anche se vince con l'80% dei seggi, non può averne più del 60. Forse si sentono già in minoranza ». Il capogruppo di Forza Italia, Paolo Romano, ha incalzato: «Se non avessimo presentato gli oltre mille emendamenti, la legge sarebbe stata approvata nel giro di mezz'ora: la sinistra sta cercando di conservare il posto che occupano». Secondo Luigi Cesaro, candidato alla presidenza della Provincia di Napoli, «stiamo valutando di ricorrere alla Corte Costituzionale contro una legge elettorale frutto di un metodo antidemocratico». Ma dal Pd la risposta è dura. «La soppressione del listino », replica il segretario regionale Tino Iannuzzi, « nel recente passato auspicata anche da alcuni degli attuali critici della nuova legge, elimina la possibilità di nomine precostituite e calate dall'alto, restituendo l'elezione dell'intero consiglio regionale ai cittadini». Infine, secondo la senatrice Teresa Armato «si tratta di una legge che risponde positivamente all'esigenza di attuare con pienezza di effetti l'articolo 51 della Costituzione, per l'introduzione della doppia preferenza di genere; perché assicura la quota di donne candidate che non potranno essere al di sotto del 30% e, infine, perché stabilisce una vera pari opportunità nell'assegnazione degli spazi tv». A. A. I vertici Pdl Luici Cesaro, Paolo Romano e Nicola Cosentino

Torna all'inizio


Niente inciuci. Così Franceschini ribatte colpo su colpo a Berlusconi (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Niente inciuci. Così Franceschini ribatte colpo su colpo a Berlusconi SAVERIO LODATO Camilleri, de profundis per l'inciucio. Chissà cosa combinerebbe Berlusconi se dovesse vincere le europee. È il concetto espresso da Dario Franceschini che ha definito «clerico fascista» Berlusconi, il quale lo aveva definito «catto comunista». Franceschini ci fa correre un brivido gelido lungo la schiena, visto ciò che dice, dichiara, propone, progetta, congettura, almanacca, fa, trama, dispone, ordina, smentisce, Berlusconi, che ancora non ha vinto. Ma Franceschini ha il merito, quasi rivoluzionario, di non cedere alla tentazione dell'inciucio. Tante uova di Colombo sono state scoperte quasi per caso. che ne pensa? Penso che Franceschini stia mettendo a fuoco il giusto modo di fare opposizione. Da un lato fa proposte concrete che mettono il governo in imbarazzo, come l'assegno ai disoccupati, reperendo la copertura necessaria con una dura lotta all'evasione fiscale. Il no del governo è stato stupefacente: sarebbe un incentivo per i licenziamenti. Come dire: non diamo soldi alla sanità se no le malattie aumentano. Dall'altro Franceschini reagisce colpo su colpo alle ingiurie di Piccolo Cesare, non gliene lascia passare una. Dato che Piccolo Cesare parla a ruota libera, è bene che le risposte che gli vengono date sottolineino il suo sproloquiare. Franceschini trema all'idea di quello che farà Berlusconi se stravincerà le europee. E c'è da esserne seriamente preoccupati. Il suo delirio di onnipotenza è ormai pericolosamente vicino all'incontrollabilità. Metterà mano alla Costituzione, ai poteri del capo dello Stato, del Parlamento, del Csm, travolgerà giustizia, libertà d'informazione, ogni cosa che possa dargli il minimo fastidio. La sua pericolosa ambizione non ha né freni né limiti. Piccolo Cesare, quello vero, ai suoi tempi non era chiamato il Nemico Pubblico n.1?

Torna all'inizio


IL TEMA dell'acqua scalda il consiglio comunale di Campi Bisenzio. Nell'... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CAMPI BISENZIO/CALENZANO/SIGNA/LASTRA A SIGNA pag. 17 IL TEMA dell'acqua scalda il consiglio comunale di Campi Bisenzio. Nell'... IL TEMA dell'acqua scalda il consiglio comunale di Campi Bisenzio. Nell'ultima seduta si è spaccato il Pd su una proposta del PdL inerente la comunicazione delle agevolazioni tariffarie di Publiacqua. «Il documento - spiega Matteo Biagiotti, capogruppo PdL - impegnava il sindaco Chini a informare i cittadini che versano in condizioni disagiate, della possibilità di richiedere il rimborso di una parte della quota annuale versata a Publiacqua. Dopo un apatico atteggiamento del Pd in fase di dibattito si è giunti al voto. Il documento è stato respinto con uno scarto minimo e ha spaccato non solo la maggioranza ma lo stesso Pd. Il documento del PdL non era a sfondo politico ma sostanziale: aiutare le fasce più deboli della popolazione campigiana». La mozione di Marco Carraresi (Udc) sui rimborsi invece è stata approvata all'unanimità. «Una sentenza della Corte Costituzionale spiega Carraresi ha giudicato illegittimo far pagare agli utenti la quota dovuta per il servizio di depurazione anche nel caso in cui il depuratore non esista o non funzioni. Poiché anche a Campi sono presenti nuclei abitati, come Sant'Angelo a Lecore, con alcune centinaia di famiglie prive di depurazione è necessario che la sentenza sia fatta valere». M. Serena Quercioli Image: 20090315/foto/214.jpg

Torna all'inizio


Madagascar sull' orlo del golpe. Presidente barricato nel suo palazzo (sezione: Giustizia)

( da "Rai News 24" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma | 15 marzo 2009 Madagascar sull' orlo del golpe. Presidente barricato nel suo palazzo Madagascar Continua il duello a distanza fra il presidente malgascio Marc Ravalomanana e il leader dell'opposizione Andry Rajoelina, che ieri - ricevuto il via libera dall'esercito - aveva dato un ultimatum al Capo dello Stato per dare le dimissioni e lasciare il potere: Ravalomanana ha rifiutato qualsiasi imposizione e ha ribadito di mantenere il controllo del governo. Il Paese resta sull'orlo del golpe, ma le forze armate non appaiono disposte ad assumere l'iniziativa e sperano piuttosto in un accordo fra i due leader, sebbene al momento non vi sia alcuna ipotesi di una spartizione del potere. Rajoelina accusa il Presidente di malversazione e di occuparsi di suoi interessi imprenditoriali; Ravalomanana - giunto al potere nel 2001 in circostanze molto simili, dopo che l'isola rimase di fatto divisa per sei mesi in due Stati - ribatte tacciando il leader dell'opposizione di populista senza alcuna esperienza politica. Rajoelina aveva chiesto ieri al Presidente di "lasciare umilmente il potere" entro poche ore dicendosi "pronto ad un passaggio dei poteri democratico": "Sono pronto a recarmi al palazzo di Iavoloha (il palazzo presidenziale, ndr) per stringere la mano a Ravalomanana e chiedergli di lasciare umilmente il potere", aveva dichiarato l'ex sindaco della capitale, escludendo di voler coinvolgere le forze armate. Rajoelina - in clandestinita' dallo scorso 6 marzo dopo un fallito tentativo di arresto da parte delle autorita' e ricomparso in pubblico solo ieri - aveva preso la parola alla manifestazione organizzata dall'opposizione ad Antananarivo. Poco prima della manifestazione Roindefo Zafistimivalo Monja, il "Primo ministro" dell'autoproclamata "Alta Autorita' di transizione", aveva annunciato davanti alla Corte Costituzionale che "il Presidente della Repubblica, l'Assemblea Nazionale, il Senato e il governo" erano da considerarsi decaduti dalle loro funzioni. Leggendo una dichiarazione firmata dallo stesso Rajoelina, Monja - che insieme agli altri "Ministri" e a una trentina di militari ha occupato gli uffici dell'esecutivo - aveva inoltre reso noto di aver preso l'impegno di "organizzare le elezioni presidenziali e legislative" entro i prossimi due anni. Il Capo di stato maggiore dell'esercito malgascio, colonnello Andre' Andriarijaona, aveva da parte sua escluso che le forze armate prendessero d'assalto il palazzo presidenziale: "Sono sicuro che la Guardia presidenziale lascera'" il palazzo e "quindi non vale la pena di dispiegare le forze armate; sono certo che la Guardia non sparera' sulla folla o la risposta sara' catastrofica", aveva dichiarato l'ufficiale, aggiungendo di essere pronto a sostenere l'opposizione se questo servira' a riportare la calma nel Paese. Dall'inizio della crisi politica, nel gennaio scorso, fino ad oggi circa un centinaio di persone sono rimaste vittima dei disordini: crisi che si riflette anche sull'economia, dato il crollo del settore turistico rimasto da due mesi senza ricavi economici.

Torna all'inizio


"Drogarsi non è un diritto". Conclusa a Trieste la Conferenza nazionale sulle politiche antidroga (sezione: Giustizia)

( da "AmericaOggi Online" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

"Drogarsi non è un diritto". Conclusa a Trieste la Conferenza nazionale sulle politiche antidroga di Angela Abbrescia 15-03-2009 TRIESTE. Non esiste un diritto a drogarsi, esiste semmai un diritto a essere liberi dalla droga: è questo il messaggio finale della Conferenza nazionale sulle politiche antidroga, che si è conclusa ieri a Trieste. Il principio, lanciato in apertura dei lavori tre giorni fa dal sottosegretario Carlo Giovanardi, è stato infatti ripreso e sottolineato oggi dal presidente della Camera Gianfranco Fini. Assieme al fatto che ogni terapia rivolta ai tossicodipendenti "deve essere finalizzata al pieno recupero della persona". Fini ha rivendicato la positività della legge sulla droga in vigore, che porta anche il suo nome: "non mi sono mai pentito di aver fatto, insieme a Giovanardi nell'altro governo di centrodestra, una legge che parte dal presupposto che detenere sostanze stupefacenti è illegale". E della legge ha parlato anche Giovanardi, che raccogliendo le sollecitazioni degli esperti e degli operatori intervenuti alla Conferenza ha preannunciato un aggiornamento delle tabelle, per introdurre le nuove sostanze che sono comparse sul mercato degli stupefacenti, come ad esempio le spice drug, il popper o il Gbl. Il titolare delle politiche antidroga si è detto anche disponibile a rivedere in senso restrittivo, come è stato sollecitato nel corso della Conferenza, le "soglie" che determinano se la quantità di droga detenuta è per uso personale o per spaccio: la revisione potrebbe riguardare in particolare le sostanze stimolanti, cioé la cocaina e l'ecstasy, perché secondo alcuni le quantità consentite a uso personale di queste sostanze sono troppo alte rispetto alla pericolosità e agli effetti. "Ne parleremo con i tossicologi" ha precisato. Pieno accordo tra Fini e Giovanardi anche sulla contrarietà alla legalizzazione delle droghe, un tema che ciclicamente ritorna all'attenzione e che è emerso negli ultimi giorni anche sulla stampa straniera. "Io - ha detto Fini - rimango dell'idea che considerare la produzione, lo spaccio e il consumo di droghe illecito, ovviamente con livelli diversi di illegalità, sia un dovere se si vuole per davvero combattere quella che viene chiamata la cultura della morte". "Tra l'altro - ha aggiunto - quegli Stati che nel passato avevano sperimentato politiche antiproibizioniste, oggi le stanno ripensando, perché si sono resi conto che l'unico effetto che è stato determinato è stato quello di propagandare ancor di più la droga e non si è certo combattuto il narcotraffico". Il presidente della Camera ha comunque invitato a non puntare solo sulla repressione, ma a riflettere anche sulle motivazioni che portano giovani e non giovani a usare le sostanze stupefacenti. "Molte volte - ha detto - l'uso della droga è favorito da comportamenti, dall'abbinamento con sostanze psicotrope o altre sostanze lecite, da questa tendenza a valutare la persona per la sua capacità di essere sempre molto presente a se stessa, molto efficiente, dinamica". "Fino a qualche tempo fa - ha aggiunto - si diceva che la droga è un fenomeno che riguarda le categorie più deboli e disagiate, il dramma della miserie nelle periferie; oggi c'é ancora quell'aspetto, ma c'é anche l'aspetto collegato alla diffusione di sostanze eccitanti tra i manager, i professionisti, i giovani che vogliono fare bella figura, superare un esame". E anche, ha detto sollecitato dalla stampa - tra i politici e gli stessi giornalisti. Rispetto al passato, ha detto ancora, "la percezione sociale del fenomeno droga è oggi più tollerata culturalmente. C'é meno scandalo e allarme. Questo processo di normalizzazionè culturale va fortemente contrastato, rialzando la soglia della consapevolezza diffusa circa la pericolosità delle droghe". Infine, il tema spinoso delle risorse, "ineludibile" secondo Gianfranco Fini, e senza le quali "la guerra è ad armi impari". Ancor più preciso Giovanardi: "Vogliamo ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze - ha detto - o altrimenti finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze".

Torna all'inizio


Madagascar/ Su orlo golpe: continua duello Ravalomanana (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Antananarivo, 15 mar. (Ap-Apcom) - Continua il duello a distanza fra il presidente malgascio Marc Ravalomanana e il leader dell'opposizione Andry Rajoelina, che ieri - ricevuto il via libera dall'esercito - aveva dato un ultimatum al Capo dello Stato per dare le dimissioni e lasciare il potere: Ravalomanana ha rifiutato qualsiasi imposizione e ha ribadito di mantenere il controllo del governo. Il Paese resta sull'orlo del golpe, ma le forze armate non appaiono disposte ad assumere l'iniziativa e sperano piuttosto in un accordo fra i due leader, sebbene al momento non vi sia alcuna ipotesi di una spartizione del potere. Rajoelina accusa il Presidente di malversazione e di occuparsi di suoi interessi imprenditoriali; Ravalomanana - giunto al potere nel 2001 in circostanze molto simili, dopo che l'isola rimase di fatto divisa per sei mesi in due Stati - ribatte tacciando il leader dell'opposizione di populista senza alcuna esperienza politica. Rajoelina aveva chiesto ieri al Presidente di "lasciare umilmente il potere" entro poche ore dicendosi "pronto ad un passaggio dei poteri democratico": "Sono pronto a recarmi al palazzo di Iavoloha (il palazzo presidenziale, ndr) per stringere la mano a Ravalomanana e chiedergli di lasciare umilmente il potere", aveva dichiarato l'ex sindaco della capitale, escludendo di voler coinvolgere le forze armate. Rajoelina - in clandestinità dallo scorso 6 marzo dopo un fallito tentativo di arresto da parte delle autorità e ricomparso in pubblico solo ieri - aveva preso la parola alla manifestazione organizzata dall'opposizione ad Antananarivo. Poco prima della manifestazione Roindefo Zafistimivalo Monja, il "Primo ministro" dell'autoproclamata "Alta Autorità di transizione", aveva annunciato davanti alla Corte Costituzionale che "il Presidente della Repubblica, l'Assemblea Nazionale, il Senato e il governo" erano da considerarsi decaduti dalle loro funzioni. Leggendo una dichiarazione firmata dallo stesso Rajoelina, Monja - che insieme agli altri "Ministri" e a una trentina di militari ha occupato gli uffici dell'esecutivo - aveva inoltre reso noto di aver preso l'impegno di "organizzare le elezioni presidenziali e legislative" entro i prossimi due anni. Il Capo di stato maggiore dell'esercito malgascio, colonnello André Andriarijaona, aveva da parte sua escluso che le forze armate prendessero d'assalto il palazzo presidenziale: "Sono sicuro che la Guardia presidenziale lascerà" il palazzo e "quindi non vale la pena di dispiegare le forze armate; sono certo che la Guardia non sparerà sulla folla o la risposta sarà catastrofica", aveva dichiarato l'ufficiale, aggiungendo di essere pronto a sostenere l'opposizione se questo servirà a riportare la calma nel Paese. Dall'inizio della crisi politica, nel gennaio scorso, fino ad oggi circa un centinaio di persone sono rimaste vittima dei disordini: crisi che si riflette anche sull'economia, dato il crollo del settore turistico rimasto da due mesi senza ricavi economici.

Torna all'inizio


Madagascar/ Ravalomanana non lascia ma apre a referendum - (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Antananarivo, 15 mar. (Apcom) - "Non darò mai le dimissioni": il presidente malgascio Marc Ravalomanana ha escluso qualsiasi ipotesi di abbandono del potere, come chiesto ieri dal leader dell'opposizione Abdry Rajoelina, che ha affermato di avere il controllo dell'esercito; il Capo dello Stato si è tuttavia detto disposto "se necessario" a organizzare un referendum per uscire dalla crisi politica in cui versa il Paese. Ravalomanana, scortato da civili armati, è uscito per breve tempo dal palazzo presidenziale per partecipare a una cerimonia religiosa e incontrare i suoi sostenitori, circa 5mila, radunati davanti alla residenza ufficiale situata a una decina di chilometri dal centro della capitale, Antananarivo; dove invece sono riuniti circa 3mila seguaci di Rajoelina, anch'egli - protetto da una scorta militare e circondato dai membri del suo autoproclamato "governo" - presente a una cerimonia religiosa. Continua così il duello a distanza fra Ravalomanana e il leader dell'opposizione: il Paese resta sull'orlo del golpe, ma le forze armate non appaiono disposte ad assumere l'iniziativa e sperano piuttosto in un accordo fra i due leader, sebbene al momento non vi sia alcuna ipotesi di una spartizione del potere. L'ex sindaco della capitale accusa il Presidente di malversazione e di occuparsi di suoi interessi imprenditoriali; Ravalomanana - giunto al potere nel 2001 in circostanze molto simili, dopo che l'isola rimase di fatto divisa per sei mesi in due Stati - ribatte tacciando Rajoelina di populista senza alcuna esperienza politica. Rajoelina - in clandestinità dallo scorso 6 marzo dopo un fallito tentativo di arresto da parte delle autorità e ricomparso in pubblico solo ieri - aveva preso la parola alla manifestazione organizzata dall'opposizione ad Antananarivo dando un ultimatum di alcune ore al presidente perché abbandonasse "umilmente il potere", escludendo di voler coinvolgere le forze armate. Poco prima della manifestazione Roindefo Zafistimivalo Monja, il "Primo ministro" dell'autoproclamata "Alta Autorità di transizione", aveva annunciato davanti alla Corte Costituzionale che "il Presidente della Repubblica, l'Assemblea Nazionale, il Senato e il governo" erano da considerarsi decaduti dalle loro funzioni. Leggendo una dichiarazione firmata dallo stesso Rajoelina, Monja - che insieme agli altri "Ministri" e a una trentina di militari ha occupato gli uffici dell'esecutivo - aveva inoltre reso noto di aver preso l'impegno di "organizzare le elezioni presidenziali e legislative" entro i prossimi due anni. Il Capo di stato maggiore dell'esercito malgascio, colonnello André Andriarijaona, aveva da parte sua escluso che le forze armate prendessero d'assalto il palazzo presidenziale: "Sono sicuro che la Guardia presidenziale lascerà" il palazzo e "quindi non vale la pena di dispiegare le forze armate; sono certo che la Guardia non sparerà sulla folla o la risposta sarà catastrofica", aveva dichiarato l'ufficiale, aggiungendo di essere pronto a sostenere l'opposizione se questo servirà a riportare la calma nel Paese. Dall'inizio della crisi politica, nel gennaio scorso, fino ad oggi circa un centinaio di persone sono rimaste vittima delle violenze (una trentina abbattute dalla Guardia presidenziale, che aveva aperto il fuoco sulla folla): crisi che si riflette anche sull'economia, dato il crollo del settore turistico rimasto da due mesi senza ricavi economici.

Torna all'inizio


Madagascar/ Presidente Ravalomanana alla folla: dimissioni?... (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 15 mar. (Apcom) - Il presidente malgascio Marc Ravalomanana è stato acclamato da 5.000 sostenitori davanti alla sua residenza alla periferia di Antananarivo, e ha dichiarato che non presenterà "mai le dimissioni". Il capo di stato, a cui ieri il leader dell'opposizione Andry Rajoelina aveva lanciato un ultimatum, ribadisce così l'intenzione di non cedere. La tensione è alta: il presidente è uscito dal palazzo situato a circa 12 chilometri dalla capitale per pochi minuti, scotato da un gruppo di civli pesantemente armati. L'esercito, che ha dato il via libera alla 'sfida' di Rajoelina, non sembra pronto ad un diretto intervento, ma il Paese resta sull'orlo di un golpe. Rajoelina accusa il Presidente di malversazione e di occuparsi di suoi interessi imprenditoriali; Ravalomanana - giunto al potere nel 2001 in circostanze molto simili, dopo che l'isola rimase di fatto divisa per sei mesi in due Stati - ribatte tacciando il leader dell'opposizione di populista senza alcuna esperienza politica. Rajoelina aveva chiesto ieri al Presidente di "lasciare umilmente il potere" entro poche ore dicendosi "pronto ad un passaggio dei poteri democratico": "Sono pronto a recarmi al palazzo di Iavoloha (il palazzo presidenziale, ndr) per stringere la mano a Ravalomanana e chiedergli di lasciare umilmente il potere", aveva dichiarato l'ex sindaco della capitale, escludendo di voler coinvolgere le forze armate. Rajoelina - in clandestinità dallo scorso 6 marzo dopo un fallito tentativo di arresto da parte delle autorità e ricomparso in pubblico solo ieri - aveva preso la parola alla manifestazione organizzata dall'opposizione ad Antananarivo. Poco prima della manifestazione Roindefo Zafistimivalo Monja, il "Primo ministro" dell'autoproclamata "Alta Autorità di transizione", aveva annunciato davanti alla Corte Costituzionale che "il Presidente della Repubblica, l'Assemblea Nazionale, il Senato e il governo" erano da considerarsi decaduti dalle loro funzioni. Leggendo una dichiarazione firmata dallo stesso Rajoelina, Monja - che insieme agli altri "Ministri" e a una trentina di militari ha occupato gli uffici dell'esecutivo - aveva inoltre reso noto di aver preso l'impegno di "organizzare le elezioni presidenziali e legislative" entro i prossimi due anni.

Torna all'inizio


De Magistris svela la nuova P2 (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Adriatico" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Martedì sarà a Fano invitato dall'associazione Res Publica De Magistris svela la nuova P2 Fano Insieme ai miei più stretti collaboratori avevo scoperto, in modo esattamente preciso, quella che con gergo giornalistico si potrebbe definire la nuova P2. Sono le recenti dichiarazioni di Luigi De Magistris, ex pm di Catanzaro al centro della più controversa vicenda giudiziaria e professionale che ha scosso l'intera magistratura italiana. Luigi De Magistris, trasferito l'anno scorso al Tribunale di Napoli dal Csm per iniziativa dell'ex ministro Mastella, martedì 17 sarà a Fano invitato dell'associazione Res Publica per parlare di giustizia, libertà e verità. L'appuntamento è alle 21 nella sala parrocchiale di Sant'Orso, in via Montesi. Intervistato dal giornalista Lorenzo Furlani, De Magistris ricostruirà le sue indagini che nella ripartizione di fondi pubblici avevano scoperto un intreccio perverso tra politica, affari e massoneria. Un'analisi di estrema attualità sui pericoli per la democrazia, utile a comprendere, combattere o prevenire le dinamiche di un certo potere deviato anche al di fuori della Calabria. Alla serata parteciperà Salvatore Borsellino, fratello del magistrato Paolo. Sui rischi di assuefazione e perdita del rigore etico da parte della società civile, porteranno un'interessante testimonianza i giornalisti Emiliano Morrone e Francesco Saverio Alessio, autori del libro "La società sparente" edito da Neftasia.

Torna all'inizio


a napoli e in sicilia (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

a napoli e in sicilia Roma. I magistrati di sorveglianza contestano le nuove norme sull' applicazione per i mafiosi del regime di carcere duro previsto dal 41 bis che concentrano le competenze sul tribunale di sorveglianza di Roma. In un documento inviato nei giorni scorsi al Csm e, per conoscenza, all'Associazione Nazionale Magistrati, 14 giudici di sorveglianza della capitale hanno messo nero su bianco la loro bocciatura delle novità - contenute nel ddl sicurezza approvato dal Senato e ora all'esame della Camera - sostenendo che l'accentramento della competenza su Roma «costituirebbe una ingiustificata rottura del sistema con evidenti profili di incostituzionalità». Il documento ha avuto ieri l'approvazione unanime dai giudici di sorveglianza riuniti a Bologna per un seminario al quale hanno partecipato magistrati giunti da tutta Italia. In sostanza, il nuovo sistema sarebbe criticabile sotto il profilo della ragionevolezza e violerebbe il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge stabilito dall'articolo 3 della Costituzione. Invitando il Csm ad esprimersi, i giudici ricordano che la previsione di affidare la competenza al tribunale di sorveglianza di Roma è legata al fatto che è il ministro della Giustizia, che ha sede nella capitale, a firmare l'applicazione del 41 bis (sia quando viene disposta per la prima volta, sia quando è rinnovata). Osservano, però, che la decisione può essere impugnata dal detenuto davanti al suo giudice di sorveglianza territoriale, che ha maggiori elementi per valutare la sussistenza degli elementi per giustificare il provvedimento. Allo stesso modo nella lettera si farebbe riferimento al fatto che anche la giurisdizione per i pentiti e per i testimoni di giustizia è concentrata a Roma (se ne occupa la commissione centrale del Ministero dell'Interno) ma nel caso in cui una persona non venga ammessa al programma, la competenza torna al giudice di sorveglianza territoriale. Nel luglio scorso sull'applicazione del 41 bis si innescò una polemica a distanza tra i magistrati di sorveglianza e il ministro della Giustizi, Angelino Alfano, che pochi giorni prima aveva introdotto un giro di vite con una sua circolare. Il Guardasigilli rimproverava alle toghe di non confermare spesso i provvedimenti da lui stesso firmati; i giudici di rimando, sottolinearono che i decreti annullati sono meno del 10%. Giovanni Tamburino, presidente del tribunale di Venezia e coordinatore nazionale dei magistrati di sorveglianza, spiegò che per il rinnovo dei decreti che dispongono il 41 bis alla scadenza dei due anni occorre che vi sia una «motivazione adeguata, come hanno stabilito la Corte di Cassazione, la Consulta e la Corte europea di Strasburgo; talora non è ritenuta sufficiente dalla magistratura di sorveglianza, ma questo è fisiologico».

Torna all'inizio


Giovanardi: <Drogatabelle da rivedere e soglie da abbassare> (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovanardi: «Droga tabelle da rivedere e soglie da abbassare» Trieste. Non esiste un diritto a drogarsi, esiste semmai un diritto a essere liberi dalla droga: è questo il messaggio finale della Conferenza nazionale sulle politiche antidroga, che si è conclusa ieri a Trieste. Il principio, lanciato in apertura dei lavori tre giorni fa dal sottosegretario Carlo Giovanardi, è stato infatti ripreso e sottolineato dal presidente della Camera Gianfranco Fini. Insieme al fatto che ogni terapia rivolta ai tossicodipendenti «deve essere finalizzata al pieno recupero della persona». Fini ha rivendicato la positività della legge sulla droga in vigore, che porta anche il suo nome: «Non mi sono mai pentito di aver fatto, insieme a Giovanardi nell'altro governo di centrodestra, una legge che parte dal presupposto che detenere sostanze stupefacenti è illegale». E della legge ha parlato anche Giovanardi, che raccogliendo le sollecitazioni degli esperti e degli operatori intervenuti alla Conferenza ha preannunciato un aggiornamento delle tabelle, per introdurre le nuove sostanze che sono comparse sul mercato degli stupefacenti, come ad esempio le spice drug, il popper o il Gbl. Tra le spice drug, una desta particolare preoccupazione: è venduta come incenso per profumare gli ambienti, ma viene comperata per essere fumato. Si chiama «Genie» (uno dei tanti nomi sotto i quali si nascondono mix di erbe aromatiche) e contiene una nuova cannabis sintetica, molto più potente di quella naturale. Ed è in vendita negli smart shop italiani. L'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha appena scoperto, proprio in «Genie», un composto sconosciuto finora in Italia, che funziona come il Thc, o tetraidrocannabinolo, il principio attivo della cannabis. E' una molecola di sintesi, non ha niente a che fare con i prodotti naturali». Il titolare delle politiche antidroga si è detto anche disponibile a rivedere in senso restrittivo, come è stato sollecitato nel corso della Conferenza, le «soglie» che determinano se la quantità di droga detenuta è per uso personale o per spaccio: la revisione potrebbe riguardare in particolare le sostanze stimolanti, cioè la cocaina e l'ecstasy, perché secondo alcuni le quantità consentite a uso personale di queste sostanze sono troppo alte rispetto alla pericolosità e agli effetti. «Ne parleremo con i tossicologi» ha precisato. Pieno accordo tra Fini e Giovanardi anche sulla contrarietà alla legalizzazione delle droghe, un tema che ciclicamente ritorna all'attenzione e che è emerso negli ultimi giorni anche sulla stampa straniera. «Io - ha detto Fini - rimango dell'idea che considerare la produzione, lo spaccio e il consumo di droghe illecito, ovviamente con livelli diversi di illegalità, sia un dovere se si vuole per davvero combattere quella che viene chiamata la cultura della morte». «Tra l'altro - ha aggiunto - quegli Stati che nel passato avevano sperimentato politiche antiproibizioniste, oggi le stanno ripensando, perché si sono resi conto che l'unico effetto che è stato determinato è stato quello di propagandare ancor di più la droga e non si è certo combattuto il narcotraffico». Il presidente della Camera ha comunque invitato a non puntare solo sulla repressione, ma a riflettere anche sulle motivazioni che portano giovani e non giovani a usare le sostanze stupefacenti. «Fino a qualche tempo fa si diceva che la droga è un fenomeno che riguarda le categorie più deboli e disagiate; oggi c'è ancora quell'aspetto, ma c'è anche l'aspetto collegato alla diffusione di sostanze eccitanti tra i manager, i professionisti, i giovani che vogliono fare bella figura, superare un esame». E anche, ha detto sollecitato dalla stampa, tra i politici e gli stessi giornalisti. Rispetto al passato, ha detto ancora, «la percezione sociale del fenomeno droga è oggi più tollerata culturalmente. C'è meno scandalo e allarme. Questo processo di ?normalizzazione? culturale va fortemente contrastato, rialzando la soglia della consapevolezza diffusa circa la pericolosità delle droghe». Infine, il tema spinoso delle risorse, «ineludibile» secondo Gianfranco Fini, e senza le quali «la guerra è ad armi impari». Ancor più preciso Giovanardi: «Vogliamo ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze o altrimenti finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze». Mentre si svolgeva la quinta Conferenza governativa antidroga, circa 350 persone hanno manifestato a Trieste «per un antiproibizionismo consapevole». La manifestazione, a cui hanno preso parte operatori dei Sert e associazioni che hanno dato vita, negli scorsi giorni, alla contro-conferenza sulla droga, ha fatto una simbolica tappa sotto le finestre del carcere triestino del Coroneo, lamentando gli effetti sanzionatori della legge Giovanardi-Fini. Angela Abbrescia

Torna all'inizio


CON IL SISTEMA DELLA DOPPIA PREFERENZA, UNA PER GENERE, SI Dà ALLE DONNE SOLO LA POSSIBIL... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 15-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«Con il sistema della doppia preferenza, una per genere, si dà alle donne solo la possibilità di concorrere ma non certo di essere elette. Una legge incostituzionale». Il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino e l'intero gruppo dirigente napoletano di Forza Italia scendono in campo contro la legge elettorale approvata in consiglio regionale dopo una maratona notturna tra mercoledì e giovedì. Sono molte, secondo Cosentino, le criticità della nuova legge. A partire dall'abolizione del listino che rappresenta «un depotenziamento dei poteri del presidente». Bocciato anche il sistema della doppia preferenza. «Sono servite creatività e fantasia per immaginare un sistema vincolato alle donne - ha sottolineato - è una cosa che non ha precedenti. Senza contare l'introduzione di un premio di minoranza, perchè una coalizione, anche se vince l'80% dei seggi, non può averne più del 65%. Si stanno preparando - ironizza - a diventare forza d'opposizione e limitare i danni». Ma gli azzurri tengono a sottolineare anche un altro dato: «È una legge passata grazie a 2 voti dell'Udc e 4 dell'Mpa: il segnale che Bassolino non ha più nemmeno una maggioranza che lo sostenga. E, infatti, attendiamo ancora che venga in consiglio a chiarire cosa voglia fare contro la crisi: invece preferisce i salotti di Ballarò e Annozero». Nel frattempo si aspetta la stesura della legge per valutare le contromosse. «Poi valuteremo un ricorso alla Corte Costituzionale - ha aggiunto Luigi Cesaro, deputato e candidato del Pdl alla presidenza della Provincia di Napoli - perchè non possiamo accettare una legge che è frutto di un metodo antidemocratico». A difendere il nuovo sistema è invece il segretario regionale Pd Tino Iannuzzi. «Trovo assurde, infondate e del tutto strumentali le polemiche. La soppressione del listino, nel recente passato auspicata anche da alcuni degli attuali critici della nuova legge, elimina - spiega Iannuzzi - la possibilità di nomine precostituite e calate dall'alto».

Torna all'inizio