CENACOLO DEI COGITANTI |
Mottalciata ha perso la
causa sui rifiuti ( da "Stampa,
La" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: spiega una nota della Provincia -
comunica che il ricorso del comune di Mottalciata è respinto: è impossibile,
infatti, imputare all'amministrazione provinciale un comportamento illegittimo.
Le norme di riferimento, riconosciute legittime dalla Corte Costituzionale,
addossano al Comune le sue responsabilità nell'illecito correttamente
contestato».
Diritti dei lavoratori, ad
Ascoli un convegno nazionale organizzato dalla Fondazione Carisap
( da "Quotidiano.it, Il"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Presidente della Corte
Costituzionale, nominato da pochi giorni che compirà la “prima uscita
ufficiale” proprio ad Ascoli Piceno, Raffaele Foglia, Presidente del Centro
Nazionale e Consigliere della Corte di Cassazione, addetto alla Corte
costituzionale, Paola Olivelli, Preside della facoltà di giurisprudenza dell?
il fvg vince la battaglia
sui tributi ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale accoglie il
ricorso presentato nel 2008 dalla giunta di centro-sinistra: una maggiore quota
Irpef va di diritto alla Regione Il Fvg vince la battaglia sui tributi Roma ci
deve circa 250 milioni l'anno per i redditi dei pensionati.
tondo: il merito va
riconosciuto a illy ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Nella decisione della Corte
Costituzionale di accogliere il ricorso del Friuli Venezia Giulia contro la
legge Finanziaria del 2008 va riconosciuta l'azione di Riccardo Illy»: questo,
appunto il commento a caldo del presidente della Regione, Renzo Tondo.
«Un'azione coerente - ha spiegato Tondo - fatta nell'interesse della Regione e
dell'intera collettività.
il pd: ora la regione
chieda quei soldi e il centro-destra si prepara a trattare
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: accoglimento da parte della Corte
Costituzionale del ricorso presentato dalla Regione. «È una notizia importante
per il Friuli Venezia Giulia - ha proseguito Moretton - perchè conferma la
piena e totale autonomia della Regione, sancita dallo Statuto. Ma la decisione
della Consulta è anche una vittoria politica perché consente al Centrosinistra,
certi diritti non si
toccano - andrea massidda ( da "Nuova
Sardegna, La" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: «Si tratta di un disegno di legge
farraginoso - ha detto - credo che nel caso fosse approvato, verrebbe
sottoposto all'esame della Corte costituzionale». Tra gli altri interventi,
apprezzati quelli di Giangiacomo Pisotti, Renato Chiesa e Giacomo Doglio
presidente dell'associazione "Articolo 2".
Trieste La Corte Costituzionale
ha accolto il ricorso presentato dalla Regione contro la legge F...
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sabato 14 Marzo 2009, Trieste La
Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato dalla Regione contro la
legge Finanziaria dello Stato del 2008 che "legava" i maggiori
introiti previsti dal 2010 per la Regione a nuove competenze trasferite dallo
Stato alla stessa Regione.
Pensioni, le imposte in
Regione ( da "Gazzettino,
Il (Udine)" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: le imposte in Regione La Corte
costituzionale accoglie il ricorso: quei soldi non vanno al Fisco Sabato 14
Marzo 2009, Trieste La Corte costituzionale ha accolto il ricorso presentato
dalla giunta Illy contro la Finanziaria dello Stato 2008 che "legava"
i maggiori introiti previsti dal 2010 per la Regione a nuove competenze
trasferite dallo Stato alla stessa Regione.
Da Rognoni a Carlo Porcari
erano tanti i volti noti in sala ( da "Provincia
Pavese, La" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ex vice presidente del Csm,
Virginio Rognoni, il segretario cittadino del Pd, Antonio Ricci, il consigliere
regionale, Carlo Porcari, l'ex parlamentare Romana Bianchi, l'onorevole Angelo
Zucchi, il senatore Daniele Bosone, i consiglieri comunali uscenti Luigi Duse e
Ilaria Marchesotti, l'ex assessore all'urbanistica Franco Sacchi,
il pdl difenda la legge
contro il centro oli ( da "Centro,
Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Dopo i proclami della campagna
elettorale contro il Centro Oli - suoi e di Berlusconi - Chiodi sia coerente
con le sue dichiarazioni», afferma D'Alessandro «e difenda le istanze della
Regione davanti alla Corte Costituzionale in modo serio e combattivo - dice
l'esponente Pd - vada a spiegare le ragioni del no per vincere e non rassegnato
a perdere».
la famiglia: dateci gli
altri locali ( da "Repubblica,
La" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: L´ha detto la Corte costituzionale,
fino a prova contraria. Ciò vuol dire che, nella malaugurata e non creduta
ipotesi in cui il governo dovesse decidere di riattivare le procedure
espropriative, la famiglia Messeni Nemagna non resterà a guardare. Questo è
sicuro».
Sanità, stop ai politici
nelle Asl ( da "Tempo,
Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: preparato da una Commissione
composta da cinque membri (ex giudici della Corte Costituzionale, magistrati a
riposo e professori ordinari). Per ogni nomina la Commissione proporrà una
terna, poi spetterà al presidente della Regione sceglierne uno come direttore.
I primari, invece, saranno nominati da una Commissione composta da cinque
dirigenti Asl estratti a sorte.
quel giudice di torino che
tifa rossoblù - ettore boffano ( da "Repubblica,
La" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: membro del Csm, segretario
nazionale dei magistrati italiani, procuratore capo di Torino e adesso (da una
settimana) procuratore generale. Uno, soprattutto, che è stato ed è «tifoso del
Bologna». Ma come mai, com´è possibile all´ombra della Mole dove, se ti occupi
di calcio, puoi essere popolare (il granata del Toro) oppure aristocratico (
Il bello del
( da "Milano Finanza"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ma su questo punto potrebbe
intervenire la Corte Costituzionale.Quadro. Il piano cambia la legge edilizia
del 2001. Spetta alle Regioni scegliere se usare o meno l'opportunità del piano
casa. Il governo, ha assicurato il ministro per i Rapporti con le regioni,
Raffaele Fitto, «si muoverà nel pieno rispetto delle norme costituzionali».
"costituzione
minacciata, muoversi ora" - cinzia sasso
( da "Repubblica, La"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: e alla citazione che ne fa il
presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelski, il primo
applauso della serata milanese di Libertà e Giustizia. «Le tragedie accadute in
Europa nell´ultimo secolo sono state la conseguenza della tendenza a spostare i
problemi di un giorno avanti. C´è l´esigenza forte di aprire gli occhi subito».
Tonino prepara la riscossa
De Magistris alle Europee? ( da "Riformista,
Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: uscito praticamente sconfitto dalla
guerra che si è aperta tra le procure di Catanzaro e Salerno, e poi col Csm; ma
per un determinato target elettorale - che spazia da Grillo a Micromega,
passando per il corpaccione di delusi dal Pd - De Magistris, come spiega una
fonte dipietrista, «rimarrebbe comunque l'uomo giusto al momento giusto».
Meglio averlo in lista, quindi, che non averlo.
La Consulta: ecco perché
Tps sbagliò a disarcionare Petroni
( da "Italia Oggi" del
14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: con cui la Corte costituzionale ha
accolto il ricorso della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai nei
confronti di Tps. Nella sentenza, che chiude una vicenda iniziata nel maggio
del 2007, la Consulta sottolinea più volte il ruolo di garanzia della Vigilanza
sul settore radiotelevisivo pubblico, facendone derivare in sostanza la propria
decisione.
Segreto di Stato, silenzio
di Pd e Pdl sui giudici di Milano
( da "Italia Oggi" del
14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: corte costituzionale e Il caso Abu
Omar Segreto di Stato, silenzio di Pd e Pdl sui giudici di Milano Cerchiamo di
capire. La Corte costituzionale, si badi, non il pretore di Scurcola Marsicana,
ma la massima autorità giurisprudenziale del paese, ha sentenziato che sul caso
del cosiddetto rapimento di Abu Omar c'è stata una violazione del segreto di
stato da parte dei magistrati di
La Corte Costituzionale ha
depositato la sentenza con cui ha accolto il ricorso della Commissione di
vigilanza Rai, contro la revoca del consigliere di amministrazione della tv pub
( da "Riformista, Il"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale ha depositato
la sentenza con cui ha accolto il ricorso della Commissione di vigilanza Rai,
contro la revoca del consigliere di amministrazione della tv pubblica, Angelo
Maria Petroni, sostituito - su proposta dell'allora ministro dell'Economia
Tommaso Padoa-Schioppa - da Fabiano Fabiani La Corte Costituzionale ha depositato
la sentenza con cui ha accolto il
Si è parlato anche
dell'eventuale impiego delle ronde ieri al convegno "Giustizia, tr...
( da "Messaggero, Il (Frosinone)"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: e Roberto Carrelli Palombi di
Montrone, consigliere del Csm. Ma, in apertura dei lavori, il vice sindaco del
capoluogo Danilo Giaccari e l'assessore Narciso Mostarda hanno espresso tutte
le loro perplessità su questa possibilità. «Il Comune non condivide l'ipotesi
delle ronde - ha sottolineato Giaccari -.
Il Pd non si fida delle
promesse e riprende l'offensiva contro il Centro Oli di Ortona. Il capogrupp...
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: unanimità una risoluzione urgente
nella quale si chiedeva al presidente di riferire i colloqui con il ministro
Fitto per superare i limiti di costituzionalità della Legge regionale 14/08 che
era stata impugnata dal governo. Ma abbiamo qualche dubbio che Chiodi
riferirà». L'Abruzzo «deve resistere al Governo», insiste D'Alessandro, specie
nel ricorso davanti alla Corte Costituzionale.
Stretta per chi inquina le
falde ( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: accordo stipulato a Dubai nel 2003
con il Governo degli Emirati Arabi Uniti nel settore della difesa per
semplificare tra l'altro, l'import- export di materiali d'armamento. Il Governo
ha infine deciso di impugnare in Corte Costituzionale la legge della regione
Calabria del 1Ú gennaio scorso contenente alcune disposizioni in materia
sanitaria.
Seicento congressisti
invadono la città ( da "Resto
del Carlino, Il (Ascoli)" del
14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Seicento congressisti invadono la
città Ad Ascoli la prima uscita ufficiale del presidente della Corte
Costituzionale IL PROGETTO DELLA FONDAZIONE CARISAP di EMANUELA ASTOLFI CREARE
INTORNO alla città di Ascoli l'immagine di una realtà che si adatta alla
perfezione ad ospitare congressi di portata nazionale è uno degli obiettivi per
cui, da anni, la Fondazione Carisap sta lavorando.
Cappon: Servono tagli per
altri 60-70 milioni ( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Intanto, la Corte Costituzionale dà
ragione al Parlamento e alla Vigilanza sul caso Petroni. Nelle motivazioni si
sottolinea: la Rai è «un servizio sociale che deve possedere un elevato tasso
di democraticità rappresentativa» e, quindi, deve ruotare «nell'orbita del
Parlamento ».
Contro i casi di filtro in
Cassazione ricorsi in massa alla Corte costituzionale
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La terza via, indicata dallo stesso
presidente della Cassazione Vincenzo Carbone, non è ritenuta dagli avvocati
troppo percorribile. LE RAGIONI Per Giovanni Verde, ex vicepresidente del Csm,
la riforma Alfano diffonde un improprio giudizio di merito sui ricorsi
Nella foto a destra
Francesco Amirante neopresidente della Corte Costituzionale che ha scelto
Ascoli... ( da "Messaggero,
Il (Marche)" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sabato 14 Marzo 2009 Chiudi Nella
foto a destra Francesco Amirante neopresidente della Corte Costituzionale che
ha scelto Ascoli per la sua prima uscita
Sanzioni legittime agli
abusivi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI
data: 2009-03-14 - pag: 20 autore: Corte costituzionale. Intermediazione
finanziaria Sanzioni legittime agli abusivi Giovanni Negri MILANO Non sono
illegittime le sanzioni a carico di chi esercita l'attività di intermediazione
finanziaria senza essere iscritto all'elenco istituito presso l'Uic.
Francesco Amirante,
neopresidente della corte costituzionale, sceglie Ascoli come sede della sua
pri... ( da "Messaggero,
Il (Marche)" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: neopresidente della corte
costituzionale, sceglie Ascoli come sede della sua prima uscita ufficiale.
L'occasione è quella del convegno nazionale del centro nazionale studi di
diritto del lavoro "Domenico Napoletano" che, grazie al contributo
della fondazione Carisap, si terrà al palazzo dei Capitani sabato 21 e domenica
22 marzo.
La Consulta sigilla le
tasse dell'Autonomia ( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte costituzionale. Bocciati i
vincoli per l'Irpef dei pensionati in Friuli La Consulta «sigilla» le tasse
dell'Autonomia La legge statale non può limitare preventivamente la devoluzione
Gianni Trovati MILANO Mentre naufragano uno dopo l'altro i tentativi
parlamentari di ridiscutere i rapporti finanziari tra Stato e Regioni autonome
nell'
Solo un'operazione
mediatica : così Ivano Peduzzi, capogruppo in Regione di Rifondaz...
( da "Messaggero, Il (Metropolitana)"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: della Regione tra ex giudici della
Corte Costituzionale, magistrati a riposo delle supreme magistrature e
professori ordinari anche a riposo) che proporrà tre candidati al presidente.
Iter analogo per la nomina dei primari. Questi saranno nominati da una
commissione esterna composta da cinque dirigenti in servizio presso il sistema
sanitario nazionale che verranno estratti a sorte:
Repressione a go go E
Giovanardi s'arrabbia ( da "Manifesto,
Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm). Ci sono poi i drop-in, dove
si distribuiscono siringhe o preservativi, e le unità di strada che
intercettano le persone in difficoltà per poi costruire eventuali percorsi
terapeutici e di reinserimento. E unità mobili che raggiungono i luoghi di
divertimento per prestare i primi soccorsi per abuso di sostanze.
SENZA il proprio mezzo di
lavoro, con una multa salata da pagare e costretto a ch...
( da "Nazione, La (Pistoia)"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: a una sentenza della Corte Costituzionale,
la numero 433 del 29 novembre 2004, che stabilisce che le pene pecuniarie non
possono essere condonate. Dunque il signor Buscione, male informato da
Equitalia, si trova oggi a dover pagare quasi il doppio della pena iniziale,
oltre a non poter più lavorare, in quanto privato del suo mezzo.
il fvg vince la battaglia:
più tributi da roma ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Vg chiede alla Corte costituzionale
di dichiarare l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2 comma 5 della
legge 24 dicembre 2007, n.244 (Disposizioni per la formazione annuale e
pluriennale dello Stato-legge finanziaria 2008). Nel ricorso la Regione contesta
il decreto del Governo perché questo, in cambio dell'attribuzione dei fondi
spettanti al FVG,
Cvc mette in vendita Leaf
Sul mercato le Dietorelle ( da "Sole
24 Ore, Il (Plus)" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: nata all'interno del colosso
europeo Csm, si è progressivamente ingrandita a colpi di acquisizioni negli
ultimi anni. E l'Italia è stata parte dominante di questa strategia. Proprio
nel 2001 era stata comprata la Socalbe, inglobando marchi come Dietorelle,
Dietor, Fruttil, Vantaggio e Pasticca del Re Sole.
RAI: Consulta, revocando
Pedroni governo violò legge ( da "AmericaOggi
Online" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: a giudizio della Corte Costituzionale,
la revoca del consigliere Rai Angelo Maria Petroni da parte del governo senza
una deliberazione in tal senso della commissione di Vigilanza. La Consulta lo
spiega nelle motivazioni della sentenza sul caso, depositate ieri, che fanno
esultare il Pdl, convinto che la pronuncia confermi "la bontà della legge
Gasparri"
<Repressione a go
go> E Giovanardi s'arrabbia ( da "Manifesto,
Il" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm). Ci sono poi i drop-in, dove
si distribuiscono siringhe o preservativi, e le unità di strada che
intercettano le persone in difficoltà per poi costruire eventuali percorsi
terapeutici e di reinserimento. E unità mobili che raggiungono i luoghi di divertimento
per prestare i primi soccorsi per abuso di sostanze.
La Consulta <spiega>
il caso Petroni ( da "Avvenire"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: È quanto si legge nella sentenza
della Corte Costituzionale, il cui dispositivo era stato reso noto il mese
scorso, che accoglie il ricorso della stessa Vigilanza nei confronti
dell'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e del premier Romano
Prodi. La vicenda riguarda il consigliere di amministrazione Angelo Maria
Petroni, nominato dal ministero dell'
Politica: Papa: <La
legge elettorale segna un passo indietro>
( da "Sannio Online, Il"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: In definitiva, quindi, la nuova
legge elettorale segna solo un passo indietro rispetto alla forma di governo
presidenziale voluta nello Statuto, indebolendone di fatto la portata, senza
introdurre alcun altro elemento di novità, soprattutto se vi sarà l?intervento
della Corte Costituzionale?.
Diano Marina: intervento
del PD sulla depurazione ( da "Sanremo
news" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: noto che la Corte Costituzionale
con la sentenza. n. 335 del 10.10.2008 ha stabilito, che la tariffa del
servizio idrico integrato , compresa la depurazione, ha natura di corrispettivo
di prestazione contrattuale e non di tributo. Di conseguenza, tutti i cittadini
che hanno pagato somme non dovute hanno diritto al rimborso nei termini della
prescrizione ordinaria (
Diffida alle tv, lo strano
silenzio dell'Ordine [...] ( da "Nuovo
Molise web" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: elaborato dalla Corte
Costituzionale, figura nell'articolo 1 (II comma) della legge 6 agosto 1990 n.
223 e nell'articolo 1 (II comma) della legge 14 aprile 1975 n. 103 - garantisce
la missione del libero giornalista. Il giornalista rispetta in sostanza il
decoro e la dignità della professione nella misura in cui impronta,
COMMISSIONE DI VENEZIA
( da "Gazzettino, Il"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Europa intitolato alla città dove
si riunisce semestralmente: «Per la Commissione di Venezia il pluralismo è alla
base della democrazia. L''interdizione di un partito può essere decisa da una
Corte Costituzionale, o Suprema, solo in via eccezionale e per motivi
gravissimi come l'uso della violenza o l'istigazione all'odio razziale».
Maurizio Cerruti
LEONIDA PRIMICERIO,
ATTUALE SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI SALERNO,
AN... ( da "Mattino,
Il (Salerno)" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: attuale sostituto procuratore
generale presso la Corte di appello di Salerno, andrà come sostituto alla
Direzione Nazionale Antimafia. La commissione del Csm, con quattro voti a
favore, ha proposto di nominare sostituto alla procura guidata da Piero Grasso,
l'ex consigliere del Csm Leonida Primicerio, attualmente sostituto pg a
Salerno.
HANNO CHIESTO LA REVOCA
DEI PROVVEDIMENTI CAUTELARI D'URGENZA ADOTTATI NEI LORO CONFRONTI DAL CSM EN...
( da "Mattino, Il (Salerno)"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm Enzo Jannelli, l'ex Pg di
Catanzaro, e Luigi Apicella, l'ex procuratore di Salerno, protagonisti dello
scontro tra i rispettivi uffici giudiziari nato sulle inchieste avocate a Luigi
De Magistris. Per primo si è mosso Jannelli, sulla cui richiesta la sezione
disciplinare del Csm - la stessa che gli ha inflitto la sanzione provvisoria
del trasferimento da Catanzaro e dalle funzioni
LUIGI ROANO LO SCONTRO POLITICO
SULLA NUOVA LEGGE ELETTORALE REGIONALE CHE GARANTISCE LA DOPPIA P...
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: legge e critica chi come in Forza
Italia ha già annunciato ricorso alla Corte costituzionale e auspica analoga
scelta da parte del governo. Per buona parte del centrodestra - infatti - la
nuova legge sarebbe anticostituzionale. Nel mirino del Pd, e in particolare del
capogruppo Pietro Ciarlo - un costituzionalista - finisce invece il presidente del
Consiglio regionale Sandra Lonardo.
IN ATTESA DELL'ACCORDO SUL
NOME DEL PRESIDENTE, A MOVIMENTARE LA GIORNATA DELLA RAI è IL N...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sulla rimozione del consigliere
Angelo Maria Petroni si pronuncia la Corte costituzionale: una «violazione
della legge» e una «illegittima menomazione delle attribuzioni del Parlamento»,
tale fu, per la Consulta, la revoca da parte del governo Prodi senza una
deliberazione in tal senso della commissione di Vigilanza.
LEANDRO DEL GAUDIO NON PUò
ESERCITARE LE SUE FUNZIONI NEL MEDESIMO AMBIENTE CHE LO VED...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il Csm ha deciso di trasferire
Schisano in via cautelare, in attesa di una definizione della sua vicenda
penale. Immediata la replica dei legali del giudice, che si rivolgono al Tar e
ottengono una sospensiva. Per quasi sei mesi, il magistrato continua a lavorare
a Napoli, a presiedere la prima sezione penale.
DROGA: GIOVANARDI,
RIPRISTINARE FONDO NAZIONALE ( da "Virgilio
Notizie" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: posta dal sottosegretario alla presidenza
del Consiglio Carlo Giovanardi, a conclusione dei lavori della quinta
conferenza sulle sulle politiche antidroga, a Trieste. ''In caso contrario - ha
concluso - finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che
un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle
tossicodipendenze''.
Droga/ Giovanardi:
Ripristinare fondo nazionale ( da "Virgilio
Notizie" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Così il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, nel suo intervento conclusivo alla
Conferenza nazionale sulle politiche antidroga. "Altrimenti - ha avvertito
Giovanardi - finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota
della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle
tossicodipendenze".
I no-base prendano atto
che la loro battaglia è finita ( da "Gazzettino,
Il (Vicenza)" del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: come peraltro già abbondantemente
sancito la giurisprudenza della Corte costituzionale». Da qui, dunque, l'invito
di Stefani «alla ragionevolezza, perché Vicenza e i vicentini non possono
essere in balia di posizioni che sono state bocciate come insostenibili, in
diritto, dal Tar e, con esso, da sentenze della Suprema corte».
Tondo rende merito al
predecessore: La sua è stata un'azione coerente
( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 14-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Trieste Nella decisione della Corte
costituzionale di accogliere il ricorso della Regione «va riconosciuta l'azione
di Riccardo Illy». Il presidente della Regione, Renzo Tondo, rende merito al
suo predecessore per il risultato raggiunto: «Un'azione coerente la sua (a quel
tempo, infatti la giunta si era opposta al diniego opposto dal Governo Prodi,
Pensioni, la vittoria
postuma di Illy ( da "Gazzettino,
Il (Udine)" del 14-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte costituzionale ha infatti
accolto il ricorso presentato dalla Regione che contestava la Finanziaria
perché, a suo parere, contrastava con alcune norme dello Statuto di autonomia e
con il "principio di leale collaborazione in materia di rapporti
finanziari tra Stato e Regioni".
( da "Stampa, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
PROCESSO. CONTRO LA
GIUNTA SCARAMAL Mottalciata ha perso la causa sui rifiuti Mottalciata ha perso
la battaglia contro la multa per la raccolta differenziata, che la Provincia le
rifilò nell'ottobre 2007. Il Comune doveva arrivare a quota 33 per cento nell'anno
2003, ma si fermò soltanto al 28. E così scattò la penale. Il sindaco Emanuela
Cattaneo fece ricorso al giudice di pace, spiegando che il metodo utilizzato
per i controlli non era affidabile. L'avvocato difensore sollevò anche una
questione di legittimità costituzionale. Quest'ultima
fu respinta il 5 dicembre 2008, quando la Consulta non rilevò nessuna anomalia
nella legge regionale applicata dalla Provincia. Così il processo è proseguito
davanti al giudice di pace, dove la giunta Scaramal ha deciso di non arruolare
nemmeno l'avvocato: s'è fatta difendere dai due funzionari che avevano seguito
il contenzioso. L'udienza conclusiva s'è tenuta mercoledì. «Il giudice di pace
- spiega una nota della Provincia - comunica che il ricorso
del comune di Mottalciata è respinto: è impossibile, infatti, imputare
all'amministrazione provinciale un comportamento illegittimo. Le norme di
riferimento, riconosciute legittime dalla Corte Costituzionale, addossano al
Comune le sue responsabilità nell'illecito correttamente contestato».
( da "Quotidiano.it, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Diritti dei
lavoratori, ad Ascoli un convegno nazionale organizzato dalla Fondazione
Carisap Ascoli Piceno | Una 'due giorni' in collaborazione con il Centro studi
di diritto del lavoro 'Domenico Napoletano', che vedrà tra i relatori,
personaggi di spicco della Corte di Cassazione e Costituzionale, e degli Atenei
italiani. di Redazione è stato presentato oggi presso la sede della Fondazione
di Ascoli Piceno il Convegno nazionale del Centro Nazionale Studi di Diritto
del Lavoro "Domenico Napoletano", dedicato al tema
"Competitività, flessibilità del mercato e diritti fondamentali dei
lavoratori" , che verrà ospitato ad Ascoli Piceno il 20 e 21 marzo
( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La
Corte costituzionale accoglie il ricorso presentato nel
2008 dalla giunta di centro-sinistra: una maggiore quota Irpef va di diritto
alla Regione Il Fvg vince la battaglia sui tributi Roma ci deve circa 250
milioni l'anno per i redditi dei pensionati. Tondo: lo riconosco, è merito di
Illy Federalismo, primo sì. Il governatore: «Difenderemo la nostra specialità»
I SERVIZI ALLE PAGINE 3 E 9 UDINE. La Consulta ha riconosciuto che alla Regione
spettano anche i 6 decimi sulle pensioni e che quel diritto non è subordinato
alle attribuzioni di maggiori competenze. Un riconoscimento al ricorso che la
Regione - allora guidata da Riccardo Illy - aveva presentato contro la
Finanziaria del 2008. Ed è stato lo stesso presidente Renzo Tondo a riconoscere
il merito del suo predecessore. Da lunedì, intanto, comincerà alla Camera
l'esame del provvedimento sul federalismo fiscale.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 3 - Attualità
Tondo: il merito va riconosciuto a Illy Il governatore UDINE. Onore al vinto;
chapeau al vincitore che riconosce al primo di avere avuto ragione, di essersi
impegnato al massimo, di aver ingaggiato una "guerra" sacrosanta con
il governo. «Nella decisione della Corte Costituzionale di
accogliere il ricorso del Friuli Venezia Giulia contro la legge Finanziaria del
2008 va riconosciuta l'azione di Riccardo Illy»: questo, appunto il commento a
caldo del presidente della Regione, Renzo Tondo. «Un'azione coerente - ha
spiegato Tondo - fatta nell'interesse della Regione e dell'intera collettività.
In campagna elettorale - ha aggiunto - ho avuto scontri anche aspri con il mio
predecessore. Ma si trattava di normale dialettica politica. Insomma, ci stava.
Oggi, invece, debbo con onestà riconoscere che quel ricorso era motivato».
Circa il credito regionale, Tondo non ha voluto fare cifre: «Diciamo che la
sentenza della Corte conferma l'autonomia della Regione sancita dallo Statuto.
Noi non vogliamo nulla di più che un' autonomia responsabile e nulla di più di
quello che ci spetta». Tondo ha infine confermato il "tavolo" con
tutti i parlamentari eletti in Regione «per una strategia comune. Stiamo
attraversando una crisi difficile e profonda - ha concluso Tondo - per uscire
dalla quale serve uno sforzo comune». E di logicità e coerenza della sentenza
parla il coordinatore regionale del Pdl, Isidoro Gottardo. «Il diritto ai trasferimenti
sull'Irpef dei pensionati - ha aggiunto - non poteva essere subordinato al
trasferimento di competenze in quanto la natura statutaria specifica del Friuli
Venezia Giulia era già determinata sin dal suo concepimento al diritto alla
quota parte delle tasse pagate in ragione delle competenze che erano state
attribuite con lo Statuto medesimo».
( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 3 - Attualità
Il Pd: ora la Regione chieda quei soldi E il centro-destra si prepara a
trattare Le reazioni UDINE. «Una vittoria del Centrosinistra che impegna oggi
il presidente della Regione, Renzo Tondo, a chiedere al governo Berlusconi lo
stanziamento delle compartecipazioni Irpef sulle pensioni Inps che ammonta a
circa 250 milioni di euro»: è il commento di Gianfranco Moretton, capogruppo
del Pd in Consiglio regionale, all'accoglimento da parte
della Corte Costituzionale del ricorso presentato dalla Regione. «È una notizia
importante per il Friuli Venezia Giulia - ha proseguito Moretton - perchè
conferma la piena e totale autonomia della Regione, sancita dallo Statuto. Ma
la decisione della Consulta è anche una vittoria politica perché consente al
Centrosinistra, e al Partito democratico in particolare, di sollecitare
il presidente Tondo a indire un "tavolo" con tutti i parlamentari del
Friuli Venezia Giulia per fare pressioni sul Governo Berlusconi per ottenere
quanto ci spetta». Secondo Moretton, «se questi fondi dovessero arrivare,
sarebbero una grande iniezione di liquidità per il sistema economico per
aiutarlo ad uscire dalla crisi attuale». «Con una battuta non posso non dire
che quando si gioca d'azzardo qualche volta si perde e quando si vince va
riconosciuto con molta trasparenza e necessaria onestà intellettuale». Così
Alessandro Tesini (Pd), che aggiunge: «Allora eravamo tutti incerti se
perseguire la strada impervia del ricorso che in caso di diniego avrebbe messo
una pietra tombale sulla vicenda. Ricordo che Illy fu il più determinato di
tutti; per questo oggi gli va tributato molto più dell'onore delle armi». Per
Tesini «quella sentenza determina una svolta nella vita della Regione ancora
più significativa ora in cui è palese la precarietà strutturale del bilancio
della Regione a fronte della ipotesi, non più astratta ma concreta della
contrazione della compartecipazione del reddito». Per l'esponente del Pd la
sentenza della Corte dice due cose. Prima: la Regione ha diritto all'estensione
irpef anche ai tributi da pensione. Seconda: tale diritto è assoluto e non
vincolato all'attribuzione di maggiori competenze. «Ora - chiosa l'ex
presidente del consiglio regionale - credo che la Giunta Tondo e la nuova
commissione paritetica appena insediata si trovino di fronte a un'autostrada e
pure senza auto». «La notizia è senz'altro positiva oltre che attesa e non poteva
arrivare in un momento migliore visto che stiamo affrontando non poche
difficoltà»: lo ha detto il capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale Daniele
Galasso. «Dovremo leggere attentamente la sentenza per capire meglio la portata
del provvedimento, ma sin d'ora si può affermare che la Corte da piena ragione
alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia in quanto sancisce il diritto per
la Regione al gettito derivante dall'Irpef delle pensioni senza che ciò
comporti l'attribuzione di nuove competenze». «E' una notizia sicuramente
positiva», così invece il consigliere regionale del Pdl, Paolo Ciani, secondo
cui «adesso sarà necessario trattare con il governo oltre che questa anche
altre questioni rimaste sul tappeto» Infine, per Ciani «ancora una volta bisogna
dire che l'ex governatore, Riccardo Illy, ha lavorato per il centrodestra».
( da "Nuova Sardegna, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 9 - Sardegna
«Certi diritti non si toccano» Cagliari, il padre di Eluana elogia la
Costituzione ANDREA MASSIDDA CAGLIARI. Un elogio alla Costituzione, «perché
nella sua parte fondamentale garantisce che certi diritti umani non possano
essere messi discussione da nessuno». Poi poche parole (positive) nei confronti
dei magistrati e nette critiche, seppure pacate, all'indirizzo del governo e
del parlamento. Ieri pomeriggio l'influenza ha impedito a Beppino Englaro di
essere presente. Non era presente al palazzo di giustizia di Cagliari, dove si
discuteva di come far conciliare l'indisponibilità della vita e con il
principio di autodeterminazione, ma il suo messaggio è arrivato lo stesso
grazie a un telefonino cellulare ben amplificato. Così al pubblico che ha
riempito l'aula magna per la conferenza organizzata dall'associazione
"Articolo 2", il papà di Eluana ha comunque potuto raccontare
passioni e ragioni di un padre che ha visto la figlia per diciassette anni in
stato vegetativo. Sino alla morte arrivata tra mille polemiche in una clinica
di Udine, il 9 febbraio scorso. Tuttavia ieri, insieme a tanti applausi di
solidarietà, a Beppino Englaro sono arrivate via cavo le scuse di don Ettore
Cannavera, sacerdote, psicologo e fondatore della comunità "La
Collina": «Da cattolico - ha detto - chiedo perdono per quelli che in nome
del Cattolicesimo le hanno gridato assassino». Risposta: «Potevano risparmiarsi
di manifestare». Con la consueta flemma, Beppino Englaro aveva però poco prima
replicato alla domanda di un avvocato presente in sala, curioso di sapere quale
sensibilità della magistratura avesse percepito durante il suo calvario
giudiziario: «Ho dovuto attendere 5560 giorni - è stata la risposta dell'uomo
che assieme ad altre tredici persone è indagato dalla procura di Udine per
omicidio volontario della figlia - ma alla fine i principi del diritto di uno
Stato di diritto sono emersi. Di più, francamente, non potevo attendermi». Il
tempo di un lungo applauso e poi un altro quesito: si è mai sentito
strumentalizzato dalla politica? «Io credo - ha ribattuto il padre di Eluana -
che qualsiasi uomo di buon senso non sia in grado di capire l'atteggiamento che
hanno avuto sia il governo sia il parlamento: sicuramente i nostri politici non
hanno dato il meglio di loro, spero che un giorno se ne rendano conto». Alla
conferenza di ieri c'era anche l'avvocato Franca Alessio, tecnicamente la
"curatrice speciale" di Eluana, ossia quel soggetto super partes
(diverso del tutore) che il tribunale nomina per interpretare la volontà di un
individuo inabilitato. Durissimo il suo commento al disegno di legge sul
presentato dal Pdl per regolare la complessa materia. La bozza della legge
vieta la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione forzata, che secondo
il centrodestra non rappresentano un trattamento sanitario ma un sostegno
vitale e in quanto tale irrinunciabile, anche nel testamento biologico (ovvero
l'istituzione di norme che consentano di determinare la volontà di un paziente
di ricevere oppure no tutte le cure possibili). «Si tratta
di un disegno di legge farraginoso - ha detto - credo che nel caso fosse
approvato, verrebbe sottoposto all'esame della Corte costituzionale».
Tra gli altri interventi, apprezzati quelli di Giangiacomo Pisotti, Renato
Chiesa e Giacomo Doglio presidente dell'associazione "Articolo 2".
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato
14 Marzo 2009, Trieste La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato
dalla Regione contro la legge Finanziaria dello Stato del 2008 che
"legava" i maggiori introiti previsti dal 2010 per la Regione a nuove
competenze trasferite dallo Stato alla stessa Regione. Il ricorso era stato presentato
dalla Giunta di centrosinistra presieduta, nel febbraio 2008, da Riccardo Illy.
Nel ricorso, la Regione contestava la Finanziaria perché in contrasto con
alcune norme dello Statuto di autonomia e con il «principio di leale
collaborazione in materia di rapporti finanziari tra Stato e Regioni». Al
centro del contendere vi erano le imposte Irpef sui redditi da pensione «ancorché
riscosse fuori dal territorio regionale» per un valore, rispettivamente, di 20
milioni nel 2008 e 30 milioni nel 2009. Per il 2010 la Finanziaria ancorava lo
stanziamento a nuove funzioni da attribuire alla Regione. La Consulta ha
dichiarato l'illegittimità dell'articolo 2 della Finanziaria accogliendo la
richiesta della Regione di veder corrisposte quelle somme senza alcun vincolo.
L'attuale presidente Tondo riconosce la bontà dell'azione attivata dal suo
predecessore. In regione
( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pensioni, le imposte in Regione La Corte costituzionale accoglie
il ricorso: quei soldi non vanno al Fisco Sabato 14 Marzo 2009, Trieste La
Corte costituzionale ha accolto il ricorso presentato dalla giunta Illy contro la
Finanziaria dello Stato 2008 che "legava" i maggiori introiti
previsti dal 2010 per la Regione a nuove competenze trasferite dallo Stato alla
stessa Regione. La Regione sosteneva che la Finanziaria era in contrasto
con alcune norme dello Statuto di autonomia e con il «principio di leale
collaborazione in materia di rapporti finanziari tra Stato e Regioni». Al
centro del contendere c'erano le imposte Irpef sui redditi da pensione
«riscosse fuori dal territorio regionale» per un valore di 20 milioni nel 2008
e 30 milioni nel 2009. Per il 2010 la Finanziaria ancorava lo stanziamento a
nuove funzioni da attribuire alla Regione. La Consulta ha dichiarato
l'illegittimità dell'articolo 2 della Finanziaria accogliendo la richiesta
della Regione di veder corrisposte quelle somme senza alcun vincolo. Tondo ha
riconosciuto l'azione di Illy: «Debbo riconoscere con onestà che quel ricorso
era motivato». La sentenza, però, non crea un automatico passaggio delle
risorse, per ottenerle devono essere inserite nel bilancio dello Stato e va
aperta una trattativa con il Governo. A pagina VI
( da "Provincia Pavese, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Da Rognoni a Carlo
Porcari erano tanti i volti noti in sala PAVIA. In una sala conferenze gremita,
ad ascoltare Massimo D'Alema c'erano molti volti noti della politica locale.
Oltre ai due candidati alle primarie del Pd, Andrea Albergati e Antonio Sacchi,
l'ex sindaco, Piera Capitelli, l'ex vice presidente del
Csm, Virginio Rognoni, il segretario cittadino del Pd, Antonio Ricci, il
consigliere regionale, Carlo Porcari, l'ex parlamentare Romana Bianchi,
l'onorevole Angelo Zucchi, il senatore Daniele Bosone, i consiglieri comunali
uscenti Luigi Duse e Ilaria Marchesotti, l'ex assessore all'urbanistica Franco
Sacchi, il docente di procedura penale, ed editorialista del
"Corriere della Sera", Vittorio Grevi. D'Alema è giunto al collegio
Santa Caterina poco prima delle
( da "Centro, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
D'ALESSANDRO (PD)
«Il Pdl difenda la legge contro il centro oli» PESCARA. Il Pd non si fida delle
promesse del Pdl sul Centro Oli di Ortona. Il capogruppo alla Regione, Camillo
D'Alessandro, ha presentato una "delibera tipo" che verrà inviata a
tutti i comuni abruzzesi - e che prende spunto dalla legge statale 9/91 - per
chiedere la revoca delle concessioni petrolifere. «Dopo i
proclami della campagna elettorale contro il Centro Oli - suoi e di Berlusconi
- Chiodi sia coerente con le sue dichiarazioni», afferma D'Alessandro «e
difenda le istanze della Regione davanti alla Corte Costituzionale in modo
serio e combattivo - dice l'esponente Pd - vada a spiegare le ragioni del no
per vincere e non rassegnato a perdere».
( da "Repubblica, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina V - Bari
Giovedì potrebbe arrivare l´agibilità. I Messeni chiedono la disponibilità
degli spazi attigui La famiglia: dateci gli altri locali L´avvocato Amenduni:
"In caso di ulteriori ritardi chiederemo al ministero di scindere le
consegne delle chiavi" Sulla riconsegna del teatro Petruzzelli pende il
completamento dell´iter per l´ottenimento dell´agibilità. E qui c´è una data,
giovedì 19 marzo, in cui il nodo della valutazione della resistenza al fuoco
del foyer dovrebbe essere sciolto, spazzando via, almeno sulla carta, l´ultimo
ostacolo per la consegna del teatro. Eppure dice Ascanio Amenduni, legale del
75 per cento della famiglia Messeni Nemagna, il problema dell´agibilità
riguarda soltanto il teatro e non i locali attigui, cioè quelli non destinati
ad attività di spettacolo. «Non vogliamo complicare la vita a nessuno, quindi -
spiega - aspettiamo pazientemente di ricevere la riconsegna dei locali
extrateatrali unitamente alla consegna delle chiavi del teatro alla Fondazione,
in adempimento ed esecuzione del protocollo d´intesa del 2002». E se per il
passaggio delle chiavi nelle mani dell´ente lirico dovesse passare altro tempo?
«Chiederemo al ministero di scindere le consegne». Ed è dunque probabile che,
paradossalmente, facciano prima in tempo a tornare in vita attività come il
caffè Dona Flor e il circolo Unione. E poi ci sono i locali dell´ex coiffeur
Scarpa, sul quale ci sarebbe tuttavia qualche problema, visto che il suo
ingresso coinciderebbe oggi con un´uscita di sicurezza del teatro, o della
boutique da uomo il Bottegone, non ancora assegnata a una nuova destinazione
d´uso. A meno che non siano attendibili quelle voci che lascerebbero scorgere
l´eventualità del ritorno dell´esproprio. «C´è già un contenzioso a Strasburgo,
perché - ricorda Amenduni - non dimentichiamolo c´è stato un abuso del
legislatore nell´esproprio. L´ha detto la Corte costituzionale, fino a prova contraria. Ciò vuol dire che, nella malaugurata e
non creduta ipotesi in cui il governo dovesse decidere di riattivare le
procedure espropriative, la famiglia Messeni Nemagna non resterà a guardare.
Questo è sicuro». (a. d. g.)
( da "Tempo, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa La Regione
approva i nuovi criteri per le nomine dei manager. L'opposizione: «Solo
demagogia» Sanità, stop ai politici nelle Asl Direttori e primari scelti da
tecnici. Marrazzo: «Più trasparenza» Primari e direttori generali delle Asl non
saranno più scelti dai partiti . La Giunta della Regione Lazio ha approvato
ieri una proposta di legge che cancella lo spoil system. I dg delle aziende
sanitarie verranno «pescati» da uno specifico albo regionale, preparato da una Commissione composta da cinque membri (ex
giudici della Corte Costituzionale, magistrati a riposo e professori ordinari).
Per ogni nomina la Commissione proporrà una terna, poi spetterà al presidente
della Regione sceglierne uno come direttore. I primari, invece, saranno
nominati da una Commissione composta da cinque dirigenti Asl estratti a sorte.
Inoltre sarà istituita presso la presidenza del Lazio la Commissione di
garanzia per i controlli sanitari che valuterà l'attività delle Asl.
Soddisfatto il presidente Piero Marrazzo: «È un passo in avanti verso la
trasparenza, la legalità, ma soprattutto è un passo indietro della politica.
Oggi è una giornata che mi fa capire che il tempo lo stiamo usando bene. Ci
troviamo di fronte a criteri molto più selettivi per la decisione di chi sarà
direttore generale. Si restringerà il potere discrezionale di chi deve
decidere». Insomma, i direttori saranno nominati «per merito e non per una
scelta politica». Dal canto suo l'opposizione ha presentato una proposta di
legge diversa, basata, spiega Donato Robilotta (Socialisti Riformisti), «su
verifiche indipendenti e la creazione di un'Authority di controllo sui servizi
sanitari che prenda come modello quella nazionale». Il capogruppo di Forza
Italia, Alfredo Pallone, fa ironia: «Siamo contenti che oggi Marrazzo si senta
sollevato e che abbia finalmente capito di aver sbagliato tutto in questi
anni». Non risparmia la stoccata il capogruppo di Rifondazione Comunista, Ivano
Peduzzi, che bolla il provvedimento come «un'operazione mediatica».
( da "Repubblica, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina XVII -
Bologna La carriera La passione Quel giudice di Torino che tifa rossoblù
Maddalena: "Scoprii il genio di Haller, al diavolo il Toro e la
Signora" Classe 1941, nato a Treviso, ha indagato su Fiat, terrorismo
rosso e Tangentopoli "Vivevo a Bologna, a 9 anni la mia prima partita Ora
seguo da qui fra Stadio e E´-Tv" ETTORE BOFFANO TORINO - Se provi a
chiedergli la formazione del "suo" primo Bologna (correva l´anno 1950
e il procuratore ne aveva nove), lui te la snocciola senza una sbavatura:
«Vanz, Giovannini, Ballacci, Jensen, Cingolani, Mezzadri, Cervellati, Garcia,
Mike, Cappello e Gritti». E domani, cioè stasera, con la Juve chi giocherà?
«Penso: Antonioli, Zenoni, Britos, Terzi, Lanna, Bombardini, Volpi, Valiani,
Mingazzini, Mudingayi, Di Vaio». Marcello Maddalena è così: magistrato da una
vita, sempre a Torino, uno che ha avuto a che fare con il terrorismo rosso, con
la mafia trapiantata al Nord, con Tangentopoli, con Romiti e i falsi in
bilancio della Fiat, uno che è stato via via giudice istruttore, pubblico
ministero, membro del Csm, segretario nazionale dei
magistrati italiani, procuratore capo di Torino e adesso (da una settimana)
procuratore generale. Uno, soprattutto, che è stato ed è «tifoso del Bologna».
Ma come mai, com´è possibile all´ombra della Mole dove, se ti occupi di calcio,
puoi essere popolare (il granata del Toro) oppure aristocratico (il
bianconero della Juve), ma nulla di più? "Tertium non datur" dicono i
giuristi come lui, eppure a Marcello Maddalena, classe 1941, nato a Treviso da
due docenti di liceo (il padre era un noto grecista), è riuscita l´impresa di
smentire persino una delle massime d´oro del diritto romano. «Capitò che i miei
si trasferirono a Bologna proprio in quel 1950. E quando sei bambino, conta
quasi sempre qual è la prima squadra che vedi giocare in uno stadio. Per me fu
così al Dall´Ara, che allora poi si chiamava Comunale: il primo amore...». Che,
spiega il detto, non si scorda mai. O no? «Beh, io penso che valga quasi
esclusivamente per il calcio: sì, il più stabile sentimento dell´amore è
proprio quello per la squadra del cuore. Una frase che ogni tanto ripeto, anche
se mia moglie (è anche lei magistrato, ndr) s´arrabbia sempre». Una settimana
fa il Csm gli ha annunciato la nomina a procuratore generale di Torino,
subentrato a quel Gian Carlo Caselli (amico di sempre, torinista e giudice
delle Brigate Rosse e di Giulio Andreotti) che, a sua volta, occupa ora la
poltrona di procuratore capo che fu di Maddalena. Eppure, sabato scorso,
ammette di aver gioito soprattutto per la tripletta di Di Vaio. Sa tutto del
Bologna, il procuratore. Il miglior giocatore della storia rossoblu? «Haller,
anche se pensando al cuore e alla tecnica assieme, allora dico Bulgarelli».
Legge, si informa, guarda la tv. Il giornale è il rito del mattino appena
giunto in ufficio (un tempo c´era anche il mezzotoscano, ma il medico gliel´ha
vietato dopo qualche problema cardiaco): «Il Corriere dello Sport-Stadio - ti
spiega con una precisione assoluta -. Una volta era solo Stadio ed era il
quotidiano sportivo di Bologna. Poi ci fu la fusione col Corriere dello Sport,
ma l´edizione verde per il Nord dà sempre spazio ai rossoblu». La tv, invece, è
«il canale 891 di Sky, quello che si occupa dell´Emilia-Romagna. Ma non seguo
mai le dirette: mi emoziono troppo e il medico non vuole». L´ultima partita
vista nello stadio fu proprio un Juventus-Bologna del 23 novembre 2002, «finì
1-1 e il gol nostro lo segnò Signori». E stavolta? «Dico Bologna, ma non so. In
fondo siamo la squadra dei pareggi e potrebbe essere utilissimo. Se vinciamo,
invece, tormenterò Maurizio Laudi che è bianconero, è stato per tanti anni
giudice sportivo e oggi è procuratore capo ad Asti». E Caselli? «Con lui è meno
facile. Siamo compagni di sventura da tanti anni, due squadre gloriose come
Bologna e Torino costrette a dibattersi tra la B e la A. Noi, a dire il vero,
abbiamo conosciuto anche la C, ma io non ho mai smesso di amare il Bologna.
Succede così per chi s´innamora nel calcio a nove anni: la prima squadra rimane
l´unica. Tutto il resto non conta più nulla». Nemmeno per un pubblico
ministero, l´uomo delle certezze e delle prove granitiche? «No, neppure per un
pubblico ministero, soprattutto se tifa Bologna».
( da "Milano Finanza" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Milano Finanza
sezione: Copertina data: 14/03/2009 - pag: 12 autore: di Teresa Campo e
Francesco Ninfole immobili Il bello del In attesa delle misure definitive che
saranno varate dal governo, ecco i principali contenuti del piano casa. Al via
gli ampliamenti degli edifici del 20%. Corsia privilegiata per gli interventi
legati al miglioramento dell'efficienza energetica. Il programma potrebbe
rinnovare il patrimonio immobiliare italiano Non è ancora un decreto legge,
eppure i contenuti sono già in gran parte noti. Ecco, dalla A alla Z, quali
sono le principali misure che il governo è pronto a varare e le possibili
implicazioni.Ampliamenti. Le Regioni e i Comuni possono autorizzare, in deroga
alle previsioni dei regolamenti e degli strumenti urbanistici locali,
l'ampliamento degli edifici esistenti, nei limiti del 20% del volume (se
destinati a uso residenziale o assimilato) e del 20% della superficie coperta
se adibiti a uso diverso. L'esempio tipico è quello delle villette da
ristrutturare. Nel caso in cui l'ampliamento non risulti possibile,
materialmente e giuridicamente, potrebbe essere anche concessa la costruzione
di un corpo edilizio separato avente però carattere accessorio, anche in deroga
ai Piani regolatori in vigore.Bioedilizia. In caso di abbattimento e
ricostruzione, gli allargamenti potrebbero arrivare fino al 35% nel caso
vengano usate tecniche costruttive della bioedilizia o che prevedano il ricorso
alle energie rinnovabili. L'efficienza energetica costituirà un ulteriore
elemento premiale ma non sarà un presupposto per il riconoscimento dei nuovi
diritti edificatori.Condono & costi. L'opposizione ha sottolineato il
rischio di condono generalizzato. Il governo potrebbe varare una sorta di
pre-condono: il procedimento per sanare un intervento edilizio contrastante con
il Piano regolatore sarebbe anticipato ex lege disapplicando per un certo tempo
le previsioni urbanistiche applicabili. Ampliamenti, demolizioni e
ricostruzioni comportano dei costi per i proprietari, piuttosto pesanti specie
quando si parla di privati cittadini. I costi naturalmente saranno compensati
dall'aumento di valore dei fabbricati (più moderni ed efficienti dal punto di
vista energetico) e della cubatura aggiuntiva ottenuta. Ma secondo i
costruttori ciò non è sufficiente a compensare i costi vivi, specie se non si
vende l'abitazione in breve tempo. Ecco comunque un'ipotesi generale di costi,
da declinare a seconda di luoghi e situazioni. Per portare un edificio di
classe energetica C fino alla A (la massima) occorrono 180-200 euro/mq, dalla
classe C alla B ne bastano invece 100-120. Per coprire un balcone o un
terrazzino occorrono 1.000 euro/mq, mentre per aggiungere una stanza a una
villetta in campagna servono 700-900 euro/mq e per costruire un piano in più in
un condominio a Milano o per rendere abitabile un sottotetto si arriva a
1.700-2.000 euro /mq. Infine per demolire un edificio servono 100 euro al metro
cubo, corrispondenti a 50 euro al mq, dopodiché per ricostruire servono circa
1.500 euro/mq. I prezzi naturalmente variano da zona a zona, più cari al Nord e
nelle grandi città. Al Sud, per contro, si può risparmiare quasi la metà.
Durata. Può variare da uno a due anni, con possibilità di conversione in misura
strutturale. Il governo è orientato ad attivare subito le misure di breve
termine, lasciando aperta la porta per un'estensione dei provvedimenti.
«Bisogna tenere conto che, successivamente al programma di indirizzo statale,
si dovrà anche dar tempo di emanare la normativa (assai più complessa) di
attuazione da parte delle Regioni, nonché eventualmente dei Comuni», osserva
Domenico Tulli di Gianni, Origoni, Grippo & Partners.Effetti. Il
provvedimento è considerato urgente dal governo poiché funzionale al rilancio
dell'economia. Per questo motivo, l'esecutivo spingerà per l'approvazione di un
decreto.Fisco. C'è ancora incertezza sulla possibilità per i Comuni di ridurre
del 20% il cosiddetto contributo di costruzione previsto per l'ampliamento,
sconto che sale al 60% per la prima casa. Per i Comuni sono previsti vantaggi,
sul fronte dei bilanci, in arrivo dall'aumento del gettito Ici grazie ai lavori
che riguarderanno le seconde case.Impatto. Alcune stime indicano che il piano
avrà un valore di 25 miliardi di euro per il non residenziale e di 60 miliardi
nell'aggregato. I valori sono però indicativi a causa della loro
volatilità.Liberalizzazione del mercato. Si prevede la liberalizzazione nella
formazione dei permessi di costruire: al permesso di costruire andrà a
sostituirsi una perizia giurata rilasciata da un tecnico abilitato.Milioni. Il
pacchetto complessivo comprende 550 milioni di euro per l'edilizia abitativa,
che secondo le stime del governo dovrebbe portare 5 mila nuovi alloggi e 1
milione di proprietari.Norme sui volumi. I diritti di volume saranno
commerciabili soltanto se si intende che si possano costruire mini-appartamenti
o locali da vendere separatamente. Su questo punto si dovranno semplificare le
procedure di burocratiche relative agli accatastamenti.Obiettivi. Con il
provvedimento il governo intende favorire il rinnovamento del patrimonio
edilizio, che per quanto riguarda l'Italia è notoriamente obsoleto. In
particolare, alcuni interventi potrebbero portare a un maggior gradi di
efficienza energetica degli edifici. L'altro importante scopo è sostenere la ripresa
economica del Paese, attraverso l'aumento dei lavori edilizi. I singoli
individui infine possono trarre vantaggio dalla crescita del valore degli
immobili.Paesaggio. Continueranno a essere applicate tutte le attuali normative
in materia paesaggistica. Il governo stabilirà una semplificazione procedurale
sul rilascio delle necessarie autorizzazioni: ma su questo
punto potrebbe intervenire la Corte Costituzionale.Quadro. Il piano cambia la
legge edilizia del 2001. Spetta alle Regioni scegliere se usare o meno
l'opportunità del piano casa. Il governo, ha assicurato il ministro per i
Rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, «si muoverà nel pieno rispetto delle
norme costituzionali». L'intervento governativo avrà un contenuto
«quadro» non potendo sostituirsi alla potestà legislativa in materia di
edilizia, riconosciuta costituzionalmente alle Regioni: ecco perché si
interverrà con un provvedimento che lascerà alle Regioni e ai Comuni (che
potranno ridurre il contributo di costruzione attualmente dovuto fino al 60%
per la prima casa) la potestà di attivare le nuove misure caso per
caso.Ricostruzione edifici esistenti. È possibile l'abbattimento e la
ricostruzione degli edifici costruiti prima del 1989 con aumento del 30% della
cubatura per gli edifici residenziali e del 30% della superficie per gli altri
(35% se si usano tecniche costruttive nuove o bio-compatibili).Sanzioni. Si
prevede una diminuzione della pena e un alleggerimento delle sanzioni
amministrative per i reati urbanistici. Per gli abusi più lievi potrebbe essere
prevista una depenalizzazione.Tecnici. I tecnici abilitati cambieranno a
seconda degli interventi edilizi. Sarà necessario un professionista in possesso
delle abilitazioni richieste in ragione della tipologia dei lavori da
effettuare.Urbanistica. I consigli comunali possano comunque escludere
ampliamenti e demolizioni per specifici immobili o zone del territorio in base
ad oggettive ragioni di carattere urbanistico, edilizio, paesaggistico e
ambientale. Potrebbe essere inoltre consentito ai Comuni di decidere diversi
limiti di ampliamento, rispetto a quello del 20%, in relazione alle
caratteristiche delle singole zone e al diverso grado di saturazione edilizia.
Il procedimento di autorizzazione prevederebbe che ampliamenti e demolizioni siano
comunque subordinati al permesso di costruire. «La normativa porrà molti temi
di coordinamento», ha spiegato Domenico Tulli di Gianni, Origoni, Grippo &
Partners. «Per esempio quale sarà l'impatto sugli standard urbanistici
esistenti, quali ne saranno le conseguenze in materia di oneri di
urbanizzazione e contributi ai costi di costruzione (che si dice verranno
agevolati in qualche misura) e quale sarà il rapporto con i vincoli
preesistenti. I provvedimenti in parte ampliano e generalizzano interventi già
in atto a livello regionale, ad esempio con riguardo alla premialità
urbanistica legata all'efficienza energetica.Vicinato. Continueranno a essere
applicate tutte le previsioni in materia di distanze e rapporti di vicinato.
( da "Repubblica, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 10 - Interni
"Costituzione minacciata, muoversi ora" Allarme di Libertà e
Giustizia. A Milano Zagrebelski cita Levi: se non ora quando? CINZIA SASSO
MILANO - «Se non ora, quando?». Va a Primo Levi, e alla
citazione che ne fa il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo
Zagrebelski, il primo applauso della serata milanese di Libertà e Giustizia.
«Le tragedie accadute in Europa nell´ultimo secolo sono state la conseguenza
della tendenza a spostare i problemi di un giorno avanti. C´è l´esigenza forte
di aprire gli occhi subito». «Rompere il silenzio», dunque, che è il
titolo dell´appello in difesa della Costituzione che l´associazione ha
presentato ieri sera qui, che i suoi circoli stanno illustrando in tutta Italia
e che ha raccolto su internet oltre 200mila firme. Nomi di persone, dice
Zagrebelsky, che di LeG è il presidente onorario, che non avremmo mai pensato
di vedere nei nostri elenchi, «segno di un bisogno forte di riconoscersi, e di
immaginare anche che cosa fare da adesso in poi». Accanto a Zagrebelsky ci sono
Giovanni Bachelet e l´economista Salvatore Bragantini; in prima fila Gae
Aulenti e Maurizio Pollini; tra il pubblico tante facce note ma anche
tantissimi cittadini qualsiasi. Perché - come dice Sandra Bonsanti, presidente
di L&G - oggi l´allarme è altissimo e non passa giorno che la cronaca
politica non faccia registrare nuove punture di spillo contro la Costituzione:
«La democrazia è in bilico e i rischi che la carta fondamentale sia stravolta,
in un momento come questo in cui sommano crisi economica e istituzionale, si
fanno sempre più elevati». Un elenco infinito di diritti violati, dalla
giustizia uguale per tutti al diritto di fine vita, dalla salvaguardia del
paesaggio alla corruzione, dal diritto di cronaca al disprezzo della legalità e
dell´uguaglianza. Da dove cominciare, allora? Forse da una vignetta di
Ellekappa, che riesce a far sorridere pur con parole terribili: «La crisi deve
essere più grave di quello che sembra»; «Berlusconi sta pensando di licenziare
il Parlamento». Ed è con quella sintesi che apre il "libretto nero"
di Libertà e Giustizia, un ciclostilato come si faceva ai vecchi tempi,
riassunto di undici mesi di dichiarazioni, disegni di legge, proposte, piani
per la sicurezza, decreti. A volte solo parole, altre realtà: dai militari per
le strade ai medici che dovrebbero denunciare i clandestini. Uno scambio di
battute che è un campanello d´allarme: tanto che la proposta di Berlusconi sul
voto solo ai capigruppo pochi anni fa sarebbe sembrata una battuta e oggi,
conclude Zagrebelsky, sembra l´esito finale di uno stato di cose.
( da "Riformista, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Tonino prepara la
riscossa De Magistris alle Europee? RETROSCENA. Di Pietro offre un posto in
lista all'ex pm di «Why not» travolto anche da Genchi. In vista di giugno,
l'Italia dei Valori torna a concentrarsi sulla giustizia: l'obiettivo è il 10
per cento. segue dalla prima pagina Il ragionamento che ha spinto Antonio Di
Pietro ad aprire una trattativa con De Magistris è più o meno il seguente: con
l'avvento di Franceschini alla segreteria del Pd, il tema
dell'antiberlusconismo tout court non è più un terreno di caccia «esclusivo»
come lo era ai tempi del dialogo Silvio-Walter. Di conseguenza, meglio rimanere
nell'area di ferrea opposizione all'esecutivo concentrandosi sull'unico
sentiero che il neo leader democratico sta trascurando: quello della giustizia.
Certo, l'ex pm è uscito praticamente sconfitto dalla guerra
che si è aperta tra le procure di Catanzaro e Salerno, e poi col Csm; ma per un
determinato target elettorale - che spazia da Grillo a Micromega, passando per
il corpaccione di delusi dal Pd - De Magistris, come spiega una fonte
dipietrista, «rimarrebbe comunque l'uomo giusto al momento giusto». Meglio
averlo in lista, quindi, che non averlo. Perché, prosegue l'analisi
della fonte italvalorista, «porta voti e sicuramente non ne fa perdere». Su De
Magistris candidato alle Europee con l'Italia dei valori ci sono due scuole di
pensiero. C'è chi sostiene che il pm dell'inchiesta Why not sia tentato
dall'offerta di Di Pietro e chi, più entusiasticamente, è convinto che abbia
già accettato. Una cosa è certa: la trattativa è aperta ma i dettagli
(circoscrizioni, posto in lista...) sono tutti da definire. Qualche giorno fa,
in un'intervista apparsa sul sito di Klaus Davi, De Magistris ha mostrato
qualche carta. «Non sono il nuovo Di Pietro», ha scandito prima di sottolineare
che «la nuova tangentopoli è molto più pericolosa e molto più inquietante di
quella del '92, '93 e '94». E, alla domanda sul suo futuro, il magistrato ha
risposto così: «Candidarmi? Non lo escludo. Oggi come oggi non programmo più la
mia vita. Mentre un anno fa avevo messo da parte opzioni diverse nella
magistratura, adesso non escludo nemmeno di fare l'imprenditore agricolo o
l'avvocato, l'intellettuale o lo scrittore o il politico. La mia vita è
cambiata enormemente. Io sono stato messo ingiustamente all'angolo per non
nuocere, evidentemente». La situazione di De Magistris si è complicata
ulteriormente dopo le inchieste sul suo ex consulente, Gioacchino Genchi,
indagato per abuso d'ufficio e violazione della privacy (tra l'altro, proprio
ieri i Ros hanno avviato le perquisizioni nella casa e negli uffici dell'«uomo
dei tabulati»). Ma l'eventuale elezione del magistrato napoletano
all'Europarlamento avrebbe l'effetto di riportare la sua carriera all'«anno
zero». Un motivo in più, quindi, per accettare il corteggiamento di Di Pietro.
L'Italia dei valori, intanto, prosegue la sua marcia verso la doppia cifra. Una
marcia, però, complicata dal cambio di marcia del Pd e dal rimescolamento di
carte a sinistra (tra pochi giorni verrà presentato il simbolo del cartello
elettorale composto dai socialisti di Nencini, i Verdi della Francescato, la
Sinistra democratica di Fava e gli ex rifondatori di Vendola). I sondaggi
commissionati dall'Idv danno il Pd al 22 e il partito di Di Pietro all'8. Come
ha dichiarato il capogruppo alla Camera Massimo Donadi ad Affaritaliani,
«questi dati confermano sicuramente il fatto che l'opposizione messa in atto
dall'Italia dei Valori ha riscosso l'apprezzamento di quell'elettorato che non
si identifica nel Pdl e nel Carroccio». Infatti, ha aggiunto, «nel sondaggio
emerge che tra tutti gli elettori delle minoranze (compreso quindi anche
Casini, ndr), l'opposizione dell'Idv è quella giudicata di gran lunga la più
coerente ed efficace». In attesa dell'effetto De Magistris, s'intende. Tommaso
Labate 14/03/2009
( da "Italia Oggi" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Attualità data: 14/03/2009 - pag: 4 autore: Alessandra Ricciardi motivazioni
costituzionali La Consulta: ecco perché Tps sbagliò a disarcionare Petroni Per
dirla in breve, Tommaso Padoa-Schioppa non ha saputo mandare a casa Petroni. Da
ministro dell'economia del governo Prodi non ha saputo sfiduciare il suo
rappresentante in consiglio di amministrazione Rai, Angelo Maria Petroni. Ha
sbagliato le procedure previste dalla legge, violando quel principio di «leale
collaborazione» che invece avrebbe dovuto rispettare nei rapporti con la
Commissione di vigilanza sulla Rai. E per questo l'operazione di destituzione e
sostituzione di Petroni si può dire incostituzionale.
Sono le motivazioni della sentenza depositate ieri, e il cui dispositivo era
stato reso noto a fine febbraio, con cui la Corte costituzionale ha accolto il ricorso della Commissione parlamentare di
vigilanza sulla Rai nei confronti di Tps. Nella sentenza, che chiude una
vicenda iniziata nel maggio del 2007, la Consulta sottolinea più volte il ruolo
di garanzia della Vigilanza sul settore radiotelevisivo pubblico, facendone
derivare in sostanza la propria decisione. Il dispositivo è stato
accolto con un tripudio da parte del capogruppo al senato del Pdl, Maurizio
Gasparri: «I giudici costituzionali confermano in questo modo come la legge
112, detta anche legge Gasparri, sia pienamente conforme alla Costituzione e
che tutte le osservazioni contenute nel ricorso presentato a suo tempo dalla
Vigilanza erano fondati». La Corte presieduta da Francesco Amirante afferma che
la Commissione di vigilanza «è investita di attribuzioni che discendono
dall'esigenza di garantire il pluralismo dell'informazione, fondato
sull'articolo 21 della Costituzione, in base al quale la presenza di un organo
parlamentare di indirizzo e vigilanza serve ad evitare che il servizio pubblico
radiotelevisivo venga gestito dal governo in modo 'esclusivo e preponderante'
(sentenza numero 225 del 1974)». Una sentenza, quest'ultima, richiamata anche
per ricordare come la «Corte ha posto in rilievo che la prima esigenza che il
servizio pubblico radiotelevisivo deve soddisfare è quella di 'offrire al
pubblico una gamma di servizi caratterizzata da obbiettività e completezza di
informazione, da ampia apertura a tutte le correnti culturali, da imparziale
rappresentazione delle idee che si esprimono nella società». Rispetto a questi
fini fondamentali, è indispensabile che gli organi direttivi da una parte non
debbano 'rappresentare direttamente o indirettamente espressione, esclusiva o
preponderante, del potere esecutivo' e dall'altra debbano avere una struttura
'tale da garantirne l'obbiettivita». Questa doppia condizione può essere
soddisfatta solo se vengono riconosciuti «adeguati poteri al Parlamento, che
istituzionalmente rappresenta l'intera collettività nazionale». La Consulta
conclude quindi che «in conseguenza della non spettanza al ministro
dell'economia del potere di richiedere e votare nell'assemblea degli azionisti
della Rai, per il tramite del suo rappresentante, la revoca di un consigliere
di amministrazione, in assenza di previa deliberazione adottata dalla
Commissione parlamentare di vigilanza, deve essere annullata la nota del
ministro dell'economia, indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri in
data 11 maggio 2007, con la quale il ministro stesso ha informato quest'ultimo
della decisione di revocare il predetto consigliere». Vengono così annullati
tutti gli atti conseguenti all'allontanamento di Petroni, compresa la nomina al
suo posto di un nuovo consigliere, Fabiano Fabiani.
( da "Italia Oggi" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Attualità data: 14/03/2009 - pag: 6 autore: Piero Laporta prlprt@gmail.com La corte costituzionale e Il caso Abu Omar Segreto di Stato, silenzio di Pd e Pdl sui
giudici di Milano Cerchiamo di capire. La Corte costituzionale, si
badi, non il pretore di Scurcola Marsicana, ma la massima autorità
giurisprudenziale del paese, ha sentenziato che sul caso del cosiddetto
rapimento di Abu Omar c'è stata una violazione del segreto di stato da parte
dei magistrati di Milano. A parte qualche articoletto di cronaca, la
notizia è scivolata come se nulla fosse.Da destra come da sinistra c'è una
convergente indifferenza, mascherata dietro dichiarazioni tiepide, come vi
fosse fretta di sbarazzarsi dell'evento imbarazzante. Non sappiamo se questa
convergenza silenziosa fosse anteriore agli eventi che hanno portato alla
violazione del segreto di stato, additato dalla Consulta. Certo è, tuttavia,
che essa risuona oggi in tutta la sua poderosa e fragorosa silenziosità
trasversale. Non ci stupiremmo affatto se ci trovassimo ancora una volta di
fronte a un pezzo di teatro sia pure da avanspettacolo, che ha consentito ai
registi di fare uscire di scena i personaggi magari scomodi, ma potenti, a
spese di quelli scomodi anch'essi a loro modo, ma per niente potenti per loro
sfortuna. Pensiamo a Pio Pompa e a Renato Farina e domandiamoci se tutto il
canaio che fu fatto per crocifiggerli valeva la pena, per poi scoprire che
siamo di fronte a una violazione del segreto di uno stato comatoso e intubato,
pronto da un pezzo per l'eutanasia. Può anche darsi che la destra, presa dagli
affanni di governo, non voglia entrare in queste faccende un po' untuose e un
po' noiose della procura di Milano. Neppure possiamo imporre gli argomenti alla
facondia di Dario Franceschini, ma certo è che questa inerzia, questo silenzio
distratto e bipartizan sono davvero singolari. Se non sono l'esito di un patto
scellerato, ricordano tuttavia una delle tante convivialità caserecce a base di
crostate o di torte alla mimosa, tanto più sorprendenti perché questa volta
trascurate persino dai soliti commentatori addomesticati. Eppure non si dica
che non c'è di che chiedere ragione. Recita l'articolo 255 del codice penale:
«Chiunque, in tutto o in parte, sopprime, distrugge o falsifica, ovvero carpisce,
sottrae o distrae, anche temporaneamente, atti o documenti concernenti la
sicurezza dello Stato od altro interesse politico, interno o internazionale,
dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a otto anni». Recita
l'articolo 256 del codice penale: «Chiunque si procura notizie che,
nell'interesse politico, interno o internazionale, dello Stato, debbono
rimanere segrete è punito con la reclusione da tre a dieci anni». Recita
l'articolo 257 del Codice penale: «Chiunque si procura, a scopo di spionaggio
politico o militare, notizie che, nell'interesse della sicurezza dello Stato, o
comunque, nell'interesse politico, interno o internazionale, dello Stato,
debbono rimanere segrete è punito con la reclusione non inferiore a quindici
anni».Come si può capire, violare il segreto di stato non è come ubriacarsi di
Chianti e poi abbandonarsi a schiamazzi notturni. Certo, nessuno è stato
accusato o tanto meno condannato, ma nessuno neppure ha chiesto: allora che
cosa si fa? Non c'è stata né una parola decisiva del governo né una dei
presidenti delle camere, di fronte a un fatto che vede coinvolti in maniera
gravissima e per fatti gravissimi una quantità di magistrati che continueranno
ad amministrare giustizia incuranti del misfatto additato dalla Consulta. Non
c'è una procura che abbia aperto un fascicolo, né una presidenza della
repubblica o un consiglio superiore della magistratura che ammoniscano, come
ammonirono per molto meno e nel recente passato. E il parlamento, spesso
rissoso e vociante per sciocchezze da stadio, è silenzioso come un cimitero.
Neppure i capigruppo, magari anticipando le future usanze, sembrano volerne
parlare. Ma sì, dopo tutto, che segreto di stato sarebbe, quantunque violato,
se tutti ne parlassero?
( da "Riformista, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La Corte Costituzionale ha depositato la sentenza con cui ha accolto
il ricorso della Commissione di vigilanza Rai, contro la revoca del consigliere
di amministrazione della tv pubblica, Angelo Maria Petroni, sostituito - su
proposta dell'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa - da Fabiano
Fabiani La Corte Costituzionale ha depositato la sentenza con cui ha accolto il
ricorso della Commissione di vigilanza Rai, contro la revoca del consigliere di
amministrazione della tv pubblica, Angelo Maria Petroni, sostituito - su
proposta dell'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa - da Fabiano
Fabiani. La Corte spiega che una deliberazione in tal senso rappresenta una
«violazione della legge» e una «illegittima menomazione delle attribuzioni del
Parlamento». A questo punto si potrebbe pensare che tutte le decisioni prese
dal cda senza Petroni diventino illegittime. In ballo anche i diritti
televisivi per le Olimpiadi di Pechino 2008 assegnati a Sky, emittente
satellitare di Rupert Murdoch. 14/03/2009
( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del
14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato 14 Marzo 2009
Chiudi Si è parlato anche dell'eventuale impiego delle ronde ieri al convegno
"Giustizia, tra Stato e autonomie locali" che si è svolto a Frosinone
e al quale hanno preso parte autorevoli magistrati, tra cui Pierluigi Vigna,
procuratore emerito nazionale antimafia, Antonio Baldassarre, presidente
emerito della Corte Costituzionale, e Roberto Carrelli
Palombi di Montrone, consigliere del Csm. Ma, in apertura dei lavori, il vice
sindaco del capoluogo Danilo Giaccari e l'assessore Narciso Mostarda hanno
espresso tutte le loro perplessità su questa possibilità. «Il Comune non
condivide l'ipotesi delle ronde - ha sottolineato Giaccari -. Affidare
il delicato tema della sicurezza al concorso di associazioni di cittadini non
risolve affatto il problema. Per assolvere a questo, ci sono le forze
dell'ordine». Dichiarazioni, quelle del vice sindaco in quota Pd, che, però,
contrastano con il progetto dell'assessorato alla Polizia Municipale, già
finanziato dalla Regione, di voler impiegare 25 volontari ( gli animatori della
legalità) per aumentare il grado di sicurezza urbana in città. «Il Comune, a
mio avviso - continua Giaccari - per favorire la tutela dei cittadini deve
mettere in campo altri strumenti, non le ronde: ad esempio, attivare politiche
sociali, azioni di recupero delle vittime e di sostegno nel settore del
disagi». Un netto no alle ronde è arrivato anche dalla Cisl, tramite il
segretario Giacomo D'amico: «Quello delle ronde è un gioco molto pericoloso, è
sintomo di disagio e degrado sociale». Al convegno era presente anche il
prefetto di Frosinone, Piero Cesari, che riferendosi al coinvolgimento dei
volontari, ha spiegato: «Potrebbe rivelarsi una risorsa in più per costruire quel
modello di sicurezza partecipata». Al convegno erano presenti anche il
Procuratore capo di Cassino, Mercone, e il pm di Frosinone Misiti, oltre ai
vertici provinciali delle forze dell'ordine. Ste. De Ang.
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato 14 Marzo 2009
Chiudi Il Pd non si fida delle promesse e riprende l'offensiva contro il Centro
Oli di Ortona. Il capogruppo alla Regione, Camillo D'Alessandro, nel presentare
una delibera tipo che verrà inviata a tutti i comuni abruzzesi per chiedere la
revoca delle concessioni petrolifere, attacca direttamente il presidente
Chiodi. «Dopo i proclami della campagna elettorale contro il Centro Oli, è bene
che Chiodi sia coerente con le sue dichiarazioni - afferma D'Alessandro - e
difenda le istanze della Regione davanti alla Corte Costituzionale in modo
serio e combattivo. Non è in discussione solo Ortona, ma l'intera idea di un
Abruzzo regione petrolifera. Preoccupa anche che il progetto di legge
presentato dall'assessore Febbo, che innalza le royalties, abbia curiosamente
come primo firmatario proprio il presidente Chiodi. Che bisogna c'era? È un
fatto grave, specie perchè quando si è aperta la legislatura abbiamo approvato
all'unanimità una risoluzione urgente nella quale si
chiedeva al presidente di riferire i colloqui con il ministro Fitto per
superare i limiti di costituzionalità della Legge regionale 14/08 che era stata
impugnata dal governo. Ma abbiamo qualche dubbio che Chiodi riferirà».
L'Abruzzo «deve resistere al Governo», insiste D'Alessandro, specie nel ricorso
davanti alla Corte Costituzionale.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-14 - pag: 6 autore: Le altre disposizioni
Stretta per chi inquina le falde Marco Gasparini ROMA Stretta del Governo
sull'immissione di sostanze inquinanti nelle falde acquifere. Il Consiglio dei
ministri ha infatti approvato in via definitiva il decreto legislativo che dà
attuazione alla direttiva 2006/118/Ce per la protezione delle acque sotterranee
dall'inquinamento e dal deterioramento. Il Dlgs stabilisce standard di qualità
più restrittivi sul monitoraggio dello stato di salute dei corpi idrici da
parte delle Regioni e inasprisce i criteri di rilascio delle autorizzazioni per
gli scarichi di impianti produttivi e attività agricole sia pure con specifiche
deroghe per l'estrazione degli idrocarburi. L'applicazione dei parametri
fissati in sede Ue sarà graduale, ma dalla data di entrata in vigore del
provvedimento fino al 22 dicembre
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del
14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ASCOLI pag. 4 Seicento congressisti invadono la città Ad Ascoli la prima uscita
ufficiale del presidente della Corte Costituzionale IL PROGETTO DELLA
FONDAZIONE CARISAP di EMANUELA ASTOLFI CREARE INTORNO alla città di Ascoli
l'immagine di una realtà che si adatta alla perfezione ad ospitare congressi di
portata nazionale è uno degli obiettivi per cui, da anni, la Fondazione Carisap
sta lavorando. Un chiaro strumento di marketing del territorio che mira
a creare una sinergia tra le bellezze della città e la concreta necessità di
esperti professionisti di aggiornarsi costantemente. La voglia di far decollare
il cosidetto turismo congressuale' si unisce ad un paradosso tutto ascolano:
l'assenza di un vero e proprio centro che ospita i congressi. «Ascoli spiega il
presidente della Fondazione Carisap, Vincenzo Marini Marini non ha un suo
curriculum in materia. Servono delle professionalità competenti». Ebbene, la
Fondazione ha scelto di impegnarsi per portare ad Ascoli, anno dopo anno, un
evento che, come spiega Marini Marini «faccia da testimonial per i futuri congressisti»
che possa rappresentare una garanzia per chi verrà. LE BASI sono state gettate
l'anno scorso con il congresso nazionale dei medici cattolici. Quest'anno sarà
protagonista il mondo del lavoro. Proprio ad Ascoli farà la sua prima uscita
ufficiale il dottor Francesco Amirante, nominato da pochi giorni presidente
della Corte Costituzionale. Il convegno nazionale del Centro nazionale studi di
diritto del lavoro Domenico Napoletano' si svolgerà al palazzo dei Capitani
venerdì e sabato prossimi. Il tema è di grande attualità: «Competitività,
flessibilità del mercato e diritti fondamentali dei lavoratori».
«L'associazione nazionale ha incaricato la sezione regionale di organizzare
questo convegno e noi abbiamo scelto Ascoli spiega Stefano Jacovacci, presidente
della sezione Marche del Centro studi Domenico Napoletano' . Quando abbiamo
pensato al tema avevamo previsto che la crisi economica e occupazionale si
sarebbe incentivata ancora di più. Bisogna rafforzare le tutele per i
lavoratori e creare un clima di fiducia tra lavoratori dipendenti e datori di
lavoro». L'avvocato Leonardo Carbone anticipa già che ad Ascoli arriveranno
oltre 600 persone da tutta Italia. «Nel 1989 aggiunge l'avvocato Costantino
Gulli , il centro Domenico Napoletano' fece il suo primo convegno ad Ascoli e i
congressisti furono accompagnati nei paesi dell'hinterland perché in città non
c'erano molti posti per dormire». La sfida è stata lanciata. In due giorni,
Ascoli ospiterà e svelerà i segreti che custodisce a magistrati, avvocati e docenti
universitari. Compresa la ricetta delle olive fritte. Image:
20090314/foto/649.jpg
( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-14 - pag: 13 autore: LA GIORNATA RAI
Cappon: «Servono tagli per altri 60-70 milioni» La Consulta dà ragione alla
Vigilanza: «Il Parlamento garantisce il pluralismo» Marco Mele La Rai e la
crisi non possono attendere i tempi della politica per la nomina dei vertici.
Claudio Cappon, direttore generale della Rai, scrive a tutte le strutture
aziendali e alle consociate. Annuncia tagli ai costi per ulteriori 60-70 milioni
di euro in aggiunta ai 100-110 già previsti dal budget 2009.Per l'intero
indotto Raiè prospettata una riduzione del 10% dei contratti. La Rai affronta
la crisi «con una posizione finanziaria sana, una buona solidità patrimoniale e
risultati economici sostanzialmente equilibrati anche nel 2008» scrive Cappon.
Nel 2009, tuttavia, «le previsioni di ricavi sono nettamente inferiori a quelli
considerati in sede di budget, con la necessità di rilevanti investimenti in
contenuti e tecnologia per il passaggio al digitale». La Rai ha avviato una
revisione del budget nel quale saranno assegnate alle strutture «nuovi e più
stringenti obiettivi di contenimento della spesa » per recuperare nel 2009 60-
70 milioni. Il grande sistema dell'indotto Rai «dovrà fare la sua parte, e
significativamente, per sostenere quest'impegno». Si tratterebbe appunto –
anche se la lettera di Cappon non lo esplicita – di una riduzione intorno al
10% di tutti i contratti e gli impegni della Rai nei confronti dei soggetti
esterni. Intanto, la Corte Costituzionale dà ragione al
Parlamento e alla Vigilanza sul caso Petroni. Nelle motivazioni si sottolinea:
la Rai è «un servizio sociale che deve possedere un elevato tasso di
democraticità rappresentativa» e, quindi, deve ruotare «nell'orbita del Parlamento
». Perché deve assicurare «il pluralismo delle fonti e degli
orientamenti ideali, culturali e politici» che garantiscano «l'imparzialità e
l'obiettività dell'informazione». La Consulta non prende in considerazione il
formarsi nel Cda di maggioranze capaci di produrre effetti contraddittori con
tali obiettivi. I principi che devono prevalere sono «la prevalenza numerica
dei componenti designati dalla commissione parlamentare » e «il ruolo
necessario di quest'ultima nelle procedure di rimozione dei membri del Cda
medesimo». La revoca di Angelo Maria Petroni è stata quindi definitivamente
annullata.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-03-14 - pag: 19 autore: Avvocati. Protesta
Oua: questione di legittimità avanzata da tutti i legali Contro i casi di
«filtro» in Cassazione ricorsi in massa alla Corte costituzionale
Patrizia Maciocchi è incostituzionale la norma che
introduce un filtro per i ricorsi in cassazione nel processo civile.
L'Organismo unitario dell'avvocatura ribadisce la sua netta contrarietà a una
modifica considerata in netto contrasto con l'articolo 111 della Costituzione
sul diritto di difesa. Un parere condiviso anche da alcuni giuristi italiani
invitati al Convegno che l'Oua a organizzato ieri a Roma. Le quattro ipotesi
fissate dalla riforma per dare il via libera al terzo grado di giudizio sono
state analizzate da Giovanni Verde, ordinario di diritto processuale civile
alla Luiss di Roma, e bollate come inammissibili nel nostro ordinamento. «Le
prime tre ipotesi sono in funzione di una dichiarazione di inammissibilità in
base a una dichiarazione preventiva di "non meritevolezza" – spiega
Verde – mentre la quarta è in funzione di una dichiarazionedi ammissibilità
benché il ricorso in sé non sia ricevibile. Questo conferma che tutte le valutazioni
prese in esame attengono a profili di merito». Perplesso Giovanni Verde anche
sulla valutazione dei principi del giusto processo. «Non vedo alternativa -
dice Verde – o le regole in vigore attuano i principi del giusto processo, e
quindi il procedimento impugnato non è valido, oppure non lo attuano, nel qual
caso si potrebbe porre un problema di costituzionalità della norma. In entrambe
le ipotesi non c'è spazio per una valutazione preventiva». Di "giudizio
alla cieca" sulla possibilità per la Corte di confermare o mutare il
proprio orientamento parla anche il Gian Franco Ricci ordinario all'università
di Bologna.Il presidente dell'Oua Maurizio de Tilla indica le vie alternative
per decongestionare la Cassazione: «Il filtro avrebbe il solo effetto di privare
i cittadini del loro diritto alla difesa. Ma siamo consapevoli di dover ridurre
il numero di avvocati cassazionisti. Uno strumento di "scrematura" è
già contenuto nella riforma della professione messa a punto dal Cnf: attraverso
le nuove norme il numero può scendere del 20%. L'altra strada da percorrere –
conclude de Tilla – sta nella modifica del comma 7 dell'articolo 111 della
Costituzione che consentirebbe di tener fuori dalla Cassazione le controversie
di modesta entità». Per quanto speranzosi sull'operato della Camera gli
avvocati non si nascondono la possibilità che la norma "incriminata"
riesca a ottenere il semaforo verde di Montecitorio. E annunciano battaglia.
«Le nostre iniziative di protesta non saranno di piazza ma di atti – dichiara
de Tilla –consegneremo a tutti gli avvocati una questione di costituzionalità
per eccepire la legittimità del filtro, oppure presenteremo subito una proposta
di legge per abrogarlo». La terza via, indicata dallo
stesso presidente della Cassazione Vincenzo Carbone, non è ritenuta dagli
avvocati troppo percorribile. LE RAGIONI Per Giovanni Verde, ex vicepresidente
del Csm, la riforma Alfano diffonde un improprio giudizio di merito sui ricorsi
( da "Messaggero, Il (Marche)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sabato
14 Marzo 2009 Chiudi Nella foto a destra Francesco Amirante neopresidente della
Corte Costituzionale che ha scelto Ascoli per la sua prima uscita
( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-03-14 - pag: 20
autore: Corte costituzionale. Intermediazione finanziaria Sanzioni legittime agli abusivi
Giovanni Negri MILANO Non sono illegittime le sanzioni a carico di chi esercita
l'attività di intermediazione finanziaria senza essere iscritto all'elenco
istituito presso l'Uic. Lo spiega la Corte costituzionale
con l'ordinanza 73/2009 depositata ieri e scritta da Alessandro Criscuolo. Il
provvedimento ha preso in esame le questioni di legittimità avanzate da più
tribunali, tra i quali Palermo, Macerata ed Alessandria, tutte accomunate dalla
contestazione al legislatore di essere andato, con l'articolo 5 comma 3 del
decreto legislativo n. 153 del
( da "Messaggero, Il (Marche)" del 14-03-2009)
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Sabato 14 Marzo 2009
Chiudi Francesco Amirante, neopresidente della corte costituzionale, sceglie Ascoli come sede della sua prima uscita ufficiale.
L'occasione è quella del convegno nazionale del centro nazionale studi di
diritto del lavoro "Domenico Napoletano" che, grazie al contributo
della fondazione Carisap, si terrà al palazzo dei Capitani sabato 21 e domenica
22 marzo. «Si tratta di un convegno di alta caratura - spiega il
presidente della fondazione Carisap Vincenzo Marini Marini - e inserito
all'interno del nostro progetto di promozione del convegno congressuale. Un
progetto che, cominciato nel 2004 con i primi contatti con alcuni tour operator
congressuali, continua con la costruzione di un valido "curriculum"
per Ascoli, in modo da attirare sempre nuovi operatori. Abbiamo cominciato lo
scorso anno con il convegno nazionale dei medici cattolici e, quest'anno,
proseguiamo con questo importante evento». Tema del convegno sarà la
"competitività, flessibilità del mercato e diritti fondamentali dei
lavoratori". «Un argomento di grande attualità - afferma Stefano
Jacovacci, presidente delle sezione Marche del centro nazionale - che sarà
trattato dai maggiori esperti del settore. L'auspicio è che dal convegno
emergano soluzioni sia a breve sia a lunga scadenza sui temi del rafforzamento
dei diritti dei lavoratori e dell'efficienza dell'amministrazione della
giustizia». Oltre 600 i partecipanti al convegno, che accorreranno ad ascoltare
i maggiori esperti di diritto del lavoro in Italia. Saranno presenti, in
qualità di relatori, i presidi delle facoltà di giurisprudenza di tutta la
penisola, la sezione lavoro della corte di cassazione
quasi al completo, avvocati e magistrati di caratura. Ste.Mi.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)
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Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-03-14 - pag: 23 autore: Corte costituzionale. Bocciati i vincoli per l'Irpef dei pensionati in Friuli La
Consulta «sigilla» le tasse dell'Autonomia La legge statale non può limitare
preventivamente la devoluzione Gianni Trovati MILANO Mentre naufragano uno dopo
l'altro i tentativi parlamentari di ridiscutere i rapporti finanziari tra Stato
e Regioni autonome nell'ambito del cantiere federalista, la Corte costituzionale interviene a blindare l'elenco dei tributi
che rimangono sul territorio in cui sono nati grazie ai vari Statuti di
autonomia. E stabilisce, nella sentenza 74/2009 depositata ieri (presidente
Amirante, relatore Gallo) che la legge dello Stato non può fissare un tetto
preventivo alle devoluzioni che rischiano di costare troppo al bilancio
centrale. La controversia nasce dal destino da riservare alle imposte sui
redditi dei pensionati residenti in Friuli Venezia Giulia (a prescindere dal
territorio in cui l'imposta è riscossa).Lo Statuto di autonomia del Friuli
prevede infatti che rimanga in casa il 60% dell'Irpef prodotta in Friuli, ma
con un limite: i sei decimi dell'imposta restavano in Regione fino a quando il
reddito era da lavoro, ma il pensionamento faceva uscire il gettito dall'ambito
locale. Per sanare questa e altre «difformità» è intervenuto, nell'ottobre
2006, un protocollo d'intesa fra Regione autonoma e Governo, poi applicato
dalla Finanziaria del 2008. Estendere automaticamente a tutte le pensioni la
"regionalizzazione" del prelievo, però, sarebbe costato troppo allo
Stato, che nella Finanziaria aveva posto un tetto di 20 milioni per il primo
anno e di 30 per il secondo, subordinando poi ogni ulteriore assegnazione al
trasferimento di funzioni dallo Stato alla Regione. Il meccanismo è poi
cambiato con il decreto milleproroghe immediatamente successivo (Dl 248/2007,
articolo 47-ter, comma 1), che ha esteso al 2010 il tetto dei 30 milioni
cancellando la previsione dello scambio tra funzioni e risorse. La Corte, però,
boccia il vincolo e accoglie le richieste del Friuli, che dal 60% dell'Irpef
chiesta ai pensionati ottiene così circa il quadruplo dei 30 milioni fissati
dal Governo. I sei decimi dell'Irpef – spiegano i giudici delle leggi –sono
previsti dallo Statuto di autonomia della Regione Friuli e l'estensione ai
redditi da pensione è espressamente sancita dal Dlgs e dalla Finanziaria 2008
attuativi del protocollo d'intesa. In questo quadro, qualsiasi fissazione di
tetti preventivi cozza contro una previsione che ha dignità costituzionale.
Regole analoghe valgono in tutti i territori a Statuto speciale. Le Province
autonome di Trento e Bolzano trattengono, fra l'altro, il 90% di Iva, imposte
di registro, bolli, imposte di successione e donazione,mentre in Valle d'Aosta
il 90% scatta per Irpef e Ires, oltre a registro, bolli, concessioni, tabacchi
e via tassando.
( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 14-03-2009)
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Sabato 14 Marzo 2009
Chiudi «Solo un'operazione mediatica»: così Ivano Peduzzi, capogruppo in
Regione di Rifondazione comunista ha bocciato la proposta dalla Giunta
regionale sui criteri di nomina dei direttori delle Asl. «I contratti e la
normativa sulle Asl - ha ricordato il capogruppo di Rifondazione - già
prevedevano il licenziamento per mancata rispondenza dell'operato dei direttori
generali ai programmi e agli obiettivi previsti». Alla vigilia dell'esito delle
verifiche dell'operato dei manager, in base alla quale la prossima settimana
dovrà decidere chi resta e chi deve essere rimosso fra i direttori generali
della Asl, ieri la giunta regionale ha approvato una proposta di legge sulle
nomine: finora venivano nominati direttamente dal presidente. D'ora in poi
saranno selezionati sulla base di curriculum disponibili on line, da un Albo
regionale a cui potranno chiedere di essere iscritti tutti quelli che saranno
in possesso dei requisiti richiesti. Alla selezione sarà preposta una
commissione, composta da cinque membri (scelti dal presidente della Regione tra ex giudici della Corte Costituzionale,
magistrati a riposo delle supreme magistrature e professori ordinari anche a
riposo) che proporrà tre candidati al presidente. Iter analogo per la nomina
dei primari. Questi saranno nominati da una commissione esterna composta da
cinque dirigenti in servizio presso il sistema sanitario nazionale che verranno
estratti a sorte: tre dagli elenchi di altre regioni e due dall'elenco regionale.
Con una delibera, la Regione ha anche riaperto i termini per presentare la
candidature ad essere inseriti nell'elenco degli idonei alla nomina a direttore
generale. Al di là del meccanismo alquanto complesso e che arriva a legislatura
quasi conclusa, è tutta da verificare nella pratica la promessa in base alla
quale i partiti faranno un passo indietro. Intanto, si concretizzano alcune
anticipazioni sull'esame dell'operato dei diversi direttore generali e sulle
possibile sostituzioni. Fra coloro che vengono ritenuti in bilico, ci sono
Ubaldo Montaguti (Policlinico Umberto I), Luigi D'Elia (S.Giovanni Addolorata),
Giuseppe Maria Aloisio (Viterbo), Marco Biagini (Civitavecchia), Pietro Grasso
(RmE). «Ma quale rivoluzione - ha tagliato corto Fabio Desideri (Cristiano
popolari-Pd) - è una trovata demagogica. Con i nuovi criteri per la nomina dei
direttori generali delle Asl e dei primari, annunciati dal commissario
Marrazzo, tutto (o qualcosa) cambia perché tutto possa rimanere come prima.
Dopo aver sperimentato quattro anni di finta trasparenza del centrosinistra,
non ci sono dubbi in merito. La politica, quindi l'attuale governo regionale,
non lascerà di certo il passo alla meritocrazia. Presto avremo la riprova».
Giuseppe Parroncini, capogruppo del Pd, ha invece parlato di «una vera
rivoluzione che va nella direzione della trasparenza e del rigore».
( da "Manifesto, Il" del 14-03-2009)
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DROGHE «Repressione
a go go» E Giovanardi s'arrabbia La conferenza di Trieste entra nel vivo. E
anche l'appuntamento alternativo di operatori e movimenti. Scontro sull'aumento
della repressione con le nuove norme. Oggi arriva Fini. E gli
antiproibizionisti scendono in piazza Forum droghe presenta un libro bianco
sugli effetti della legge E il sottosegretario perde le staffe: sono attaccato
da tutti Eleonora Martini INVIATA A TRIESTE «Non ho ancora capito se la nostra
legge è una specie di mostro che manda i giovani in carcere come dicono certe
associazioni o se, come hanno scritto autorevolmente i dirigenti della comunità
San Patrignano sul Corriere della Sera, abbiamo sostanzialmente liberalizzato
l'uso delle droghe». Carlo Giovanardi è nervoso già di primo mattino, nel
secondo giorno della Quinta Conferenza nazionale sulle politiche antidroga in
corso a Trieste. Da quando ha letto il "Libro bianco sulla Fini
Giovanardi" presentato da Forum Droghe, Antigone e La società della
ragione, tre organizzazioni che hanno deciso di non partecipare alla conferenza
governativa per non legittimare quella che ritengono una vuota operazione di
facciata. Ma diventa livido quando, appena iniziati i lavori della sessione
tematica sulla legislazione - la più importante dal suo punto di vista e che
non a caso ha scelto di presiedere - (una delle 20 che si sono svolte ieri), si
sente snocciolare dati impressionanti e richieste di revisione della sua legge
(in senso più pragmatico e meno punitivo) addirittura dai suoi stessi ospiti:
il generale Paolo Quattrone, della direzione centrale dei servizi antidroga del
Ministero dell'interno, e Giuseppe Montebelli, della direzione centrale
statistiche del Viminale, che gli chiede di rivedere la norma sulle sanzioni
amministrative. Siamo entrati nel vivo del problema. Al possessore della delega
alle droghe non resta che un evasivo «si può valutare, ma solo se la persona
accetta un percorso di recupero». Il Libro bianco fotografa l'impatto penale e
penitenziario della legge vigente utilizzando i dati ufficiali ministeriali.
Balza agli occhi l'aumento incredibile delle sanzioni amministrative (+62,6%)
dal 2004 al 2008 e della presenza di tossicodipendenti in carcere: +8,4%
rispetto a prima dell'indulto (metà 2006). Un incremento che non si era mai
registrato prima. Ma «se si entra facilmente - spiega il rapporto - non
altrettanto si esce»: il numero delle pene alternative è ancora fermo infatti
ad un quinto rispetto a quelle concesse alla metà del 2006. Mentre addirittura
in diminuzione sono i sequestri di sostanze: -10,5% nel periodo 2004-'07.
Cresce del 31,5% il numero dei procedimenti legati alla violazione
dell'articolo 73, il cuore della Fini-Giovanardi, e addirittura del 44,5% il
numero di persone implicate in tali procedimenti, mentre invece è solo
leggermente in aumento (+3%) il numero di carcerazioni relative alla norma.
Eppure il 40% dei detenuti sconta una pena per spaccio così come è configurato
dalla legge 49/2006. «Nessun altro reato è tanto punito», fa notare Alessio
Scandurra di Antigone. Conferma i dati, dall'interno della Conferenza ospitata
ieri interamente dalla Stazione marittima triestina, il generale Quattrone.
Mentre Montebelli aggiunge: «Prima della legge in vigore le prefetture, che
hanno sempre rivestito un ruolo di prevenzione, non applicavano le sanzioni
soprattutto ai giovani incensurati. Oggi - continua davanti a un Giovanardi
sempre più infastidito - non possiamo non applicarle almeno fino a quando non
parte il programma terapeutico di recupero del giovane. Ma siccome questi
programmi stentano ad essere applicati, dobbiamo reiterare le sanzioni». Da cui
la richiesta di modificare la legge su questo punto. Ma non solo. Montebelli
chiede di riorganizzare i servizi che non sono più adeguati alle nuove
tipologie di tossicodipendenza e di rafforzare le azioni di prevenzione. Ma
Giovanardi non ci sta: spiega che se il numero di detenuti è aumentato non è
per la sua legge ma per la ex Cirielli (recidivi); diffonde dati sull'aumento
di sequestri di sostanze (+ 64% tra il 2007 e il 2008); presenta le "eccellenze"
italiane e straniere che ha scelto per il suo comitato scientifico e che si
oppongono alla proposta lanciata dall'Economist di legalizzare le droghe. E,
schierando in campo anche il ministro Sacconi, tira fuori dal cilindro la
«soluzione di alcuni punti critici»: un «coordinamento interministeriale
permanente presso il dipartimento antidroga» e una più stretta collaborazione
con le regioni in materia di tossicodipendenze. Non dice per eliminare la
disomogeneità dei servizi, ma per «valorizzare le attuali risorse disponibili,
mediante una collaborazione tra il Dpa e il Ministero della giustizia, e per
ridurre la domanda di stupefacenti sul mercato». Una giornata, quella di ieri,
che ha visto entrare nel vivo anche la contro conferenza "Altra Trieste"
organizzata dagli operatori dei Sert friulani e da molti spazi sociali del
nord-est con una tavola rotonda su "Nuove tendenze e nuove pratiche"
a cui hanno partecipato anche operatori del comune Vienna, dimostrazioni
pratiche di cosa siano le politiche di riduzione del danno, e in conclusione
un'assemblea plenaria da cui è nata la proposta di «costruire una rete
nazionale di operatori singoli che, superando appartenenze anche professionali,
si confrontino tra territori e costruiscano buone pratiche di disobbedienza
civile prendendo spunto da quel "Io curo e non denuncio" ideato e
praticato dall'Ordine dei medici». Uno slogan che la Cnca ha impresso su un
badge distribuito tra i partecipanti della Conferenza insieme ai fischietti con
i quali gli operatori del pubblico e del privato sociale si preparano per le
conclusioni della conferenza di Trieste. Questa mattina. Guest star: Gianfranco
Fini. LA RIDUZIONE SCONOSCIUTA Riduzione del danno, questa sconosciuta. Non
tutti forse sanno che ormai da vent'anni si praticano in Italia queste
politiche tanto invise al sottosegretario Giovanardi che vorrebbe trasformarle
in recupero morale prima ancora che socio-lavorativo del tossicodipendente. Per
far conoscere questo quarto pilastro della strategia supportata dal Consiglio
d'Europa, la Cnca (Coordinamento nazionale delle comunità terapeutiche) ha
presentato ieri a Trieste uno studio che mostra le finalità, le attività e gli
utenti medi delle politiche di riduzione del danno. Sui 240 servizi censiti nel
paese, la maggior parte si trovano al nord, qualcuno al centro, pochissimi al
sud. Zero in Abruzzo, Molise, Sardegna e Calabria. Ma in Italia riduzione del
danno vuol dire attività di supporto, sempre più non solo per tossicodipendenti
ma anche per persone con difficoltà socio-economiche, con problemi psichici, o
per anziani: un tetto dove ripararsi, un pasto, una doccia o l'intermediazione
verso i servizi strutturati (Sert, Csm). Ci sono poi i
drop-in, dove si distribuiscono siringhe o preservativi, e le unità di strada
che intercettano le persone in difficoltà per poi costruire eventuali percorsi
terapeutici e di reinserimento. E unità mobili che raggiungono i luoghi di
divertimento per prestare i primi soccorsi per abuso di sostanze. Il
presidente del Cnca Riccardo De Facci ha presentato ieri il rapporto insieme ad
altre associazioni e sindacati (Cgil, Itaca, Cnnd, Gruppo Abele, Lila) alcune
delle quali partecipano alla Conferenza governativa ma dall'«opposizione».
Tutti però hanno denunciato che a Trieste «non vedremo una vera verifica della
Fini-Giovanardi, non parleremo scientificamente di riduzione del danno, né di
risorse, mentre è urgente dire che siamo al collasso del sistema pubblico e
privato di intervento». Foto: MANIFESTAZIONE ANTIPROIBIZIONISTA A ROMA /FOTO
ALEANDRO BIAGIANTI
( da "Nazione, La (Pistoia)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA PISTOIA pag.
8 SENZA il proprio mezzo di lavoro, con una multa salata da pagare e costretto
a ch... SENZA il proprio mezzo di lavoro, con una multa salata da pagare e
costretto a chiedere a colleghi e amici l'auto in prestito per poter lavorare quindici
giorni ogni due o tre mesi. E' così che vive Cesare Buscioni, di professione
corriere: una situazione che va avanti da settembre 2008. Tutto è iniziato nel
settembre del 2003, quando l'Equitalia ha inviato al signor Buscioni una
lettera in cui lo invitava ad assolvere ai suoi doveri e in particolare a
pagare la pena pecuniaria che gli era stata inflitta aderendo a un condono. In
pratica, il signor Buscione a fronte di una multa di 2.033 euro, ne avrebbe
dovuti pagare solo 679, appunto grazie al condono. Il signor Buscione decide
allora di estinguere tutto il suo debito e il 7 ottobre del 2003 paga l'intera
somma ad Equitalia, senza avvalersi della possibilità di rateizzare il
pagamento della stessa. Passano gli anni, finché a settembre del 2008 Equitalia
comunica, tramite una lettera, al signor Buscione che deve pagare la somma di
3.733 euro, ovvero la pena pecuniaria iniziale di duemila e rotti euro, più una
pena di mora pari a circa 1.400 euro, oltre alle spese aggiuntive. Nella stessa
data, il signor Buscione si vede porre il fermo amministrativo del mezzo di
trasporto che lui usa per il suo lavoro di corriere. A questo punto il signor
Buscione chiede chiarimenti ad Equitalia, che gli risponde facendo riferimento,
per il suo caso, a una sentenza della Corte Costituzionale,
la numero 433 del 29 novembre 2004, che stabilisce che le pene pecuniarie non
possono essere condonate. Dunque il signor Buscione, male informato da
Equitalia, si trova oggi a dover pagare quasi il doppio della pena iniziale, oltre
a non poter più lavorare, in quanto privato del suo mezzo. Il signor
Buscione decide di non arrendersi e si rivolge all'Associazione Nazionale dei
Consumatori, che ha avviato il 12 gennaio scorso, per suo conto, una procedura
di illegittima informazione nei confronti di Equitalia. Se fosse stato
correttamente informato sei anni fa della necessità di estinguere la pena
pecuniaria interamente, oggi il signor Buscione potrebbe lavorare. Chi lo
ripagherà dei mesi di lavoro persi e degli interessi di mora che hanno
rimpinguato il suo debito? martina vacca
( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La tesi della
Regione: così lo Stato negava l'autonomia speciale Il Fvg vince la battaglia:
più tributi da Roma Lo Stato deve alla Regione circa 250 milioni in più l'anno
per i redditi dei pensionati SCONTRO DI POTERI LA SPECIALITÀ La Corte costituzionale accoglie il ricorso della giunta Illy: i
tributi Irpef spettano di diritto Il governo aveva invece legato i
trasferimenti dal
( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Plus sezione:
ATTUALITA data: 2009-03-14 - pag: 15 autore: Alimentare. Mandato a Credit
Suisse Cvc mette in vendita Leaf Sul mercato le Dietorelle I l fondo inglese
Cvc Capital Partners e quello olandese Nordic Capital mettono in vendita la
Leaf, uno dei colossi europei nella produzione di caramelle. E i due private
equity assegnano il mandato per valutare i potenziali candidati alla banca
Credit Suisse. Leaf è un gruppo paneuropeo con diverse sedi nel Vecchio
Continente. è presente, in particolare, in Scandinavia e in Paesi del Nord
Europa come Olanda, Belgio, Germania fino al Mediterraneo: in Italia. Tra i
suoi principali marchi ce ne sono alcuni noti tra i nostri confini come Saila,
Sperlari, Dietorelle, Dietor e Galatine. L'Italia, oggi, conta sul gruppo Leaf
con un fatturato di circa 150 milioni e una redditività di circa il 10-12 per
cento. Dati interessanti in quanto le attività europee di Leaf potrebbero
essere vendute con uno spezzatino e i marchi italiani potrebbero quindi essere
cedute a parte. Ma chi potrebbero essere i soggetti potenzialmente interessati
all'acquisizione? In campo sarebbero scesi sia fondi di private equity sia
soggetti industriali. In particolare, secondi i rumors del mercato, al dossier
potrebbero guardare gruppi industriali come l'inglese Cadbury. Mentre gli asset
italiani e olandesi potrebbero far gola alla Perfetti van Melle (che tuttavia,
contattata, smentisce un suo interessamento), il gruppo anglo-italiano nato nel
2001 dopo che la Perfetti ha acquisito la maggioranza dell'olandese Van Melle.
Nel 2006 Perfetti ha acquistato per 440 milioni anche il produttore spagnolo
Chupa Chups, diventando il terzo gruppo al mondo nel settore. La Leaf fa parte
del portafoglio di Cvc Capital e di Nordic Capital dal 2005. La multinazionale,
nata all'interno del colosso europeo Csm, si è
progressivamente ingrandita a colpi di acquisizioni negli ultimi anni. E
l'Italia è stata parte dominante di questa strategia. Proprio nel 2001 era
stata comprata la Socalbe, inglobando marchi come Dietorelle, Dietor, Fruttil,
Vantaggio e Pasticca del Re Sole. Marchi, quelli italiani, ben noti nel
settore e con una intensa storia di cessioni alle spalle: da Giuseppe Gazzoni
Frascara (che aveva la Dietor) fino alla multinazionale Novartis e alla Cir di
Carlo De Benedetti. Dopo l'avvio di una ristrutturazione aziendale (in Paesi
come Polonia, Svezia e Russia) Cvc e Nordic Capital hanno unito al gruppo un altro
brand: acquisendo nel 2007 la Cadbury Italia con le caramelle Saila. Nello
stesso anno Cvc ha avviato una profonda riorganizzazione dei marchi italiani:
con un maggiore focus su brand strategici come Saila e Dietorelle attraverso la
cessione di asset no-core come Sanagola, Gnammy e Charms vendute al braccio di
private equity del Credito Emiliano. C.Fe. Tra gli interessati ai diversi
marchi, un tempo di Cir, ci sarebbe Perfetti FOTOGRAMMA Ubaldo Traldi, Ad della
Perfetti
( da "AmericaOggi Online" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
RAI: Consulta,
revocando Pedroni governo violò legge 14-03-2009 ROMA. Una "violazione
della legge" e una "illegittima menomazione delle attribuzioni del
Parlamento": tale fu, a giudizio della Corte
Costituzionale, la revoca del consigliere Rai Angelo Maria Petroni da parte del
governo senza una deliberazione in tal senso della commissione di Vigilanza. La
Consulta lo spiega nelle motivazioni della sentenza sul caso, depositate ieri,
che fanno esultare il Pdl, convinto che la pronuncia confermi "la bontà
della legge Gasparri". Ma a movimentare la giornata di Viale
Mazzini è anche il nuovo allarme lanciato dal direttore generale Claudio
Cappon: la gelata pubblicitaria si aggrava - scrive a tutti i dipendenti - e
impone nuovi tagli nel 2009 per 60-70 milioni. La Corte si appella al principio
costante in base al quale la rimozione dei componenti del cda "è in ogni
caso assoggettata alla valutazione della commissione": anche quando la
nomina spettava ai presidenti di Camera e Senato, ricorda la Consulta, non era
previsto alcun parere della Vigilanza sui componenti da nominare, ma era
prevista "una deliberazione della commissione nell'ipotesi di
revoca". La stessa legge Gasparri attribuisce sì al ministero
dell'Economia una "scelta discrezionale" sul consigliere fiduciario,
senza alcun intervento della Vigilanza, ma prescrive che la revoca di
"tutti gli amministratori" venga "preceduta da una conforme
deliberazione della commissione". Inutile appellarsi, secondo la Corte,
all'interpretazione letterale della norma che prevede che tali disposizioni
entrino in vigore dopo l'avvio della privatizzazione della Rai, perché non c'è
"alcun ragionevole motivo" per cui nel frattempo la revoca venga
"assoggettata a un regime eterogeneo rispetto a quello voluto del
legislatore negli ultimi decenni". Plauso dal Pdl: per il sottosegretario
alle Comunicazioni Paolo Romani, "esce confermata la bontà dell'impianto
della legge Gasparri; viene riconosciuto come perfettamente legittimo al
ministero dell'Economia il diritto di nominare un suo rappresentante nel cda
Rai; si riconferma la centralità del Parlamento come unico depositario del
diritto di revoca del rappresentante del governo e degli altri componenti del
cda". Dal Pd replica Fabrizio Morri: "Restano tutti gli errori della
Gasparri, che condanna la Rai all'impossibilità di una vera autonomia dai governi
in carica". Intanto Cappon chiede ai dipendenti Rai ulteriori sacrifici
per "60-70 milioni di euro", dopo i tagli da 110 milioni già decisi e
le correzioni alla spesa che dovrebbero consentire al bilancio 2008 di chiudere
in sostanziale pareggio. "Le prospettive per i prossimi mesi - scrive il
dg - appaiono particolarmente difficili": servono perciò
"un'attenzione ancora più accentuata ai costi, una rigorosa selezione
delle scelte compatibili e comportamenti, anche personali, rigorosi e coerenti
assolutamente indispensabili per superare la crisi". Anche l'indotto,
ammonisce Cappon, dovrà fare la sua parte: produttori, artisti, fornitori
dovranno tagliare almeno del 10% le loro richieste. Per far fronte alla
situazione, rilanciano i dirigenti dell'Adrai e l'Usigrai, all'azienda
"serve un governo stabile e nel pieno dei suoi poteri".
( da "Manifesto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
DROGHE «Repressione
a go go» E Giovanardi s'arrabbia La conferenza di Trieste entra nel vivo. E
anche l'appuntamento alternativo di operatori e movimenti. Scontro sull'aumento
della repressione con le nuove norme. Oggi arriva Fini. E gli
antiproibizionisti scendono in piazza Forum droghe presenta un libro bianco
sugli effetti della legge E il sottosegretario perde le staffe: sono attaccato
da tutti Eleonora Martini INVIATA A TRIESTE «Non ho ancora capito se la nostra
legge è una specie di mostro che manda i giovani in carcere come dicono certe
associazioni o se, come hanno scritto autorevolmente i dirigenti della comunità
San Patrignano sul Corriere della Sera, abbiamo sostanzialmente liberalizzato
l'uso delle droghe». Carlo Giovanardi è nervoso già di primo mattino, nel
secondo giorno della Quinta Conferenza nazionale sulle politiche antidroga in
corso a Trieste. Da quando ha letto il "Libro bianco sulla Fini
Giovanardi" presentato da Forum Droghe, Antigone e La società della
ragione, tre organizzazioni che hanno deciso di non partecipare alla conferenza
governativa per non legittimare quella che ritengono una vuota operazione di
facciata. Ma diventa livido quando, appena iniziati i lavori della sessione
tematica sulla legislazione - la più importante dal suo punto di vista e che
non a caso ha scelto di presiedere - (una delle 20 che si sono svolte ieri), si
sente snocciolare dati impressionanti e richieste di revisione della sua legge
(in senso più pragmatico e meno punitivo) addirittura dai suoi stessi ospiti:
il generale Paolo Quattrone, della direzione centrale dei servizi antidroga del
Ministero dell'interno, e Giuseppe Montebelli, della direzione centrale
statistiche del Viminale, che gli chiede di rivedere la norma sulle sanzioni amministrative.
Siamo entrati nel vivo del problema. Al possessore della delega alle droghe non
resta che un evasivo «si può valutare, ma solo se la persona accetta un
percorso di recupero». Il Libro bianco fotografa l'impatto penale e
penitenziario della legge vigente utilizzando i dati ufficiali ministeriali.
Balza agli occhi l'aumento incredibile delle sanzioni amministrative (+62,6%)
dal 2004 al 2008 e della presenza di tossicodipendenti in carcere: +8,4%
rispetto a prima dell'indulto (metà 2006). Un incremento che non si era mai
registrato prima. Ma «se si entra facilmente - spiega il rapporto - non
altrettanto si esce»: il numero delle pene alternative è ancora fermo infatti
ad un quinto rispetto a quelle concesse alla metà del 2006. Mentre addirittura
in diminuzione sono i sequestri di sostanze: -10,5% nel periodo 2004-'07.
Cresce del 31,5% il numero dei procedimenti legati alla violazione
dell'articolo 73, il cuore della Fini-Giovanardi, e addirittura del 44,5% il
numero di persone implicate in tali procedimenti, mentre invece è solo
leggermente in aumento (+3%) il numero di carcerazioni relative alla norma.
Eppure il 40% dei detenuti sconta una pena per spaccio così come è configurato
dalla legge 49/2006. «Nessun altro reato è tanto punito», fa notare Alessio
Scandurra di Antigone. Conferma i dati, dall'interno della Conferenza ospitata
ieri interamente dalla Stazione marittima triestina, il generale Quattrone.
Mentre Montebelli aggiunge: «Prima della legge in vigore le prefetture, che
hanno sempre rivestito un ruolo di prevenzione, non applicavano le sanzioni
soprattutto ai giovani incensurati. Oggi - continua davanti a un Giovanardi
sempre più infastidito - non possiamo non applicarle almeno fino a quando non
parte il programma terapeutico di recupero del giovane. Ma siccome questi
programmi stentano ad essere applicati, dobbiamo reiterare le sanzioni». Da cui
la richiesta di modificare la legge su questo punto. Ma non solo. Montebelli
chiede di riorganizzare i servizi che non sono più adeguati alle nuove
tipologie di tossicodipendenza e di rafforzare le azioni di prevenzione. Ma
Giovanardi non ci sta: spiega che se il numero di detenuti è aumentato non è
per la sua legge ma per la ex Cirielli (recidivi); diffonde dati sull'aumento
di sequestri di sostanze (+ 64% tra il 2007 e il 2008); presenta le
"eccellenze" italiane e straniere che ha scelto per il suo comitato
scientifico e che si oppongono alla proposta lanciata dall'Economist di
legalizzare le droghe. E, schierando in campo anche il ministro Sacconi, tira
fuori dal cilindro la «soluzione di alcuni punti critici»: un «coordinamento
interministeriale permanente presso il dipartimento antidroga» e una più
stretta collaborazione con le regioni in materia di tossicodipendenze. Non dice
per eliminare la disomogeneità dei servizi, ma per «valorizzare le attuali
risorse disponibili, mediante una collaborazione tra il Dpa e il Ministero
della giustizia, e per ridurre la domanda di stupefacenti sul mercato». Una
giornata, quella di ieri, che ha visto entrare nel vivo anche la contro
conferenza "Altra Trieste" organizzata dagli operatori dei Sert
friulani e da molti spazi sociali del nord-est con una tavola rotonda su
"Nuove tendenze e nuove pratiche" a cui hanno partecipato anche
operatori del comune Vienna, dimostrazioni pratiche di cosa siano le politiche
di riduzione del danno, e in conclusione un'assemblea plenaria da cui è nata la
proposta di «costruire una rete nazionale di operatori singoli che, superando
appartenenze anche professionali, si confrontino tra territori e costruiscano
buone pratiche di disobbedienza civile prendendo spunto da quel "Io curo e
non denuncio" ideato e praticato dall'Ordine dei medici». Uno slogan che
la Cnca ha impresso su un badge distribuito tra i partecipanti della Conferenza
insieme ai fischietti con i quali gli operatori del pubblico e del privato
sociale si preparano per le conclusioni della conferenza di Trieste. Questa
mattina. Guest star: Gianfranco Fini. LA RIDUZIONE SCONOSCIUTA Riduzione del
danno, questa sconosciuta. Non tutti forse sanno che ormai da vent'anni si
praticano in Italia queste politiche tanto invise al sottosegretario Giovanardi
che vorrebbe trasformarle in recupero morale prima ancora che socio-lavorativo
del tossicodipendente. Per far conoscere questo quarto pilastro della strategia
supportata dal Consiglio d'Europa, la Cnca (Coordinamento nazionale delle
comunità terapeutiche) ha presentato ieri a Trieste uno studio che mostra le
finalità, le attività e gli utenti medi delle politiche di riduzione del danno.
Sui 240 servizi censiti nel paese, la maggior parte si trovano al nord,
qualcuno al centro, pochissimi al sud. Zero in Abruzzo, Molise, Sardegna e
Calabria. Ma in Italia riduzione del danno vuol dire attività di supporto,
sempre più non solo per tossicodipendenti ma anche per persone con difficoltà
socio-economiche, con problemi psichici, o per anziani: un tetto dove
ripararsi, un pasto, una doccia o l'intermediazione verso i servizi strutturati
(Sert, Csm). Ci sono poi i drop-in, dove si distribuiscono
siringhe o preservativi, e le unità di strada che intercettano le persone in
difficoltà per poi costruire eventuali percorsi terapeutici e di reinserimento.
E unità mobili che raggiungono i luoghi di divertimento per prestare i primi
soccorsi per abuso di sostanze. Il presidente del Cnca Riccardo De Facci
ha presentato ieri il rapporto insieme ad altre associazioni e sindacati (Cgil,
Itaca, Cnnd, Gruppo Abele, Lila) alcune delle quali partecipano alla Conferenza
governativa ma dall'«opposizione». Tutti però hanno denunciato che a Trieste
«non vedremo una vera verifica della Fini-Giovanardi, non parleremo
scientificamente di riduzione del danno, né di risorse, mentre è urgente dire
che siamo al collasso del sistema pubblico e privato di intervento».
( da "Avvenire" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA 14-03-2009
La Consulta «spiega» il caso Petroni ROMA. Il governo non può revocare il
consigliere Rai di sua nomina senza il parere positivo della Commissione
parlamentare di vigilanza. È quanto si legge nella sentenza
della Corte Costituzionale, il cui dispositivo era stato reso noto il mese
scorso, che accoglie il ricorso della stessa Vigilanza nei confronti
dell'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e del premier Romano
Prodi. La vicenda riguarda il consigliere di amministrazione Angelo Maria
Petroni, nominato dal ministero dell'Economia del precedente governo
Berlusconi e revocato nel 2007 dal governo Prodi. Una vicenda tutta politica
(cambiando il consigliere Petroni cambiava il colore della maggioranza nel Cda
Rai), che si è trascinata per mesi e si è conclusa col reintegro di Petroni per
via amministrativa. In sostanza la Consulta sostiene che la decisione di Padoa
Schioppa determinò «una illegittima menomazione delle attribuzioni del
Parlamento, il quale agisce, in questa materia, per il tramite della
Vigilanza». Secondo la Corte, quindi, «non spettava al ministro dell'Economia,
d'intesa col presidente del Consiglio, richiedere di votare nell'assemblea
degli azionisti della Rai la revoca di un consigliere di amministrazione in
assenza di previa deliberazione adottata dalla Commissione». Un filtro, quello
della Vigilanza, necessario per garantire «il controllo del Parlamento» ed
evitare che la Rai «venga gestita dal governo in modo esclusivo e
preponderante». Una motivazione che è stata accolta positivamente dal
sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani, dall'allora presidente della
Vigilanza Mario Landolfi e dall'ex ministro delle Comunicazioni Maurizio
Gasparri, dal quale prende il nome la legge di riforma del sistema
radiotelevisivo. Legge in base alla quale uno dei nove consiglieri del Cda Rai
viene nominato dal ministero dell'Economia in qualità di azionista di
maggioranza. Dalla sentenza, ha detto Romani, «esce confermata la bontà
dell'impianto della Gasparri, ed emerge chiara la valutazione negativa
dell'operato di Padoa Schioppa». Immediata la replica del capogruppo del Pd in
Vigilanza Fabrizio Morri: «L'esultanza è immotivata. La sentenza riguarda la
revoca di Petroni. Le distorsioni della Gasparri restano». (R. Zan.) Quando
Padoa Schioppa gli revocò l'incarico causò l'illegittima menomazione delle
attribuzioni assegnate al Parlamento
( da "Sannio Online, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Politica: Papa: «La
legge elettorale segna un passo indietro» Pubblicato il 14-03-2009 ?La legge
elettorale varata dal Consiglio regionale della Campania rischia di vanificare
la scelta presidenzialista assunta con l?approvazione del nuovo Statuto?. E? la
critica mossa da Giacomo Papa responsabile Enti locali Forza Italia ? PdL...
?La legge elettorale varata dal Consiglio regionale della Campania rischia di
vanificare la scelta presidenzialista assunta con l?approvazione del nuovo
Statuto, rendendo di fatto ostaggio il presidente di forze politiche
scarsamente rappresentative?. E? la critica mossa da Giacomo Papa responsabile
Enti locali Forza Italia ? PdL. ?Infatti, la reintroduzione di un sistema
totalmente proporzionale, dove i seggi vengono attribuiti sulla base dei voti
riportati dai singoli partiti, senza l?introduzione di una soglia di
sbarramento significativa per detti partiti (si pensi che per i partiti facenti
parte di una coalizione che superi nel complesso il 5% non esiste nessuna
soglia di sbarramento), finirà per incoraggiare - con l?intento di catturare
quanti più voti possibili per il Presidente - apparentamenti disomogenei che
comporteranno una frammentazione partitica nella composizione del Consiglio.
Quanto poi all?introduzione delle cd. ?quote rosa? e alla possibilità di
esprimere una seconda preferenza, purché riferita a candidati di sesso diverso
tra loro, con molta probabilità le relative norme saranno dichiarate
costituzionalmente illegittime. In particolare, per quanto riguarda l?obbligo
di una rappresentanza minima di ambedue i sessi nelle liste, tale disposizione
sembra riprodurre sostanzialmente l?art. 5, comma 2, della legge n. 81 del
1993, dichiarata incostituzionale dalla Consulta con
sentenza n. 422 del 1995. I principi sanciti in tale ultima sentenza dovrebbero
comportare anche l?illegittimità costituzionale della
norma relativa alla possibilità della doppia preferenza soltanto se espressa a
favore di candidati di sesso diverso. Infatti in tal modo si finisce per
introdurre un meccanismo di attribuzione del voto che altera il principio di
assoluta parità tra tutti i candidati in competizione, indipendentemente dal
loro sesso, espressamente sancito dagli artt. 3 e 51 della Costituzione ed in
quanto tale non derogabile. Basti pensare che in circoscrizioni come quella di
Benevento, in cui per ogni lista uno dei due sessi dovrebbe essere
rappresentato da un solo candidato, si finirebbe per consentire a quest?ultimo
di ricevere tutte le preferenze a danno degli altri candidati. In definitiva,
quindi, la nuova legge elettorale segna solo un passo indietro rispetto alla
forma di governo presidenziale voluta nello Statuto, indebolendone di fatto la
portata, senza introdurre alcun altro elemento di novità, soprattutto se vi
sarà l?intervento della Corte Costituzionale?.
( da "Sanremo news" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Diano Marina:
intervento del PD sulla depurazione I consiglieri del PD di Diano Marina,
Andrea Guglieri e Marco Ghirelli, sono intervenuti sulla depurazione; ecco
l'intervento: "Il Governo cerca di annullare i rimborsi e gabbare i
cittadini. E? noto che la Corte Costituzionale con la
sentenza. n. 335 del 10.10.2008 ha stabilito, che la tariffa del servizio
idrico integrato , compresa la depurazione, ha natura di corrispettivo di
prestazione contrattuale e non di tributo. Di conseguenza, tutti i cittadini che
hanno pagato somme non dovute hanno diritto al rimborso nei termini della
prescrizione ordinaria (10 anni). Il Governo, però, non ha intenzione di
rimborsare o fare rimborsare ai Comuni gli indebiti incassati e con una norma
in corso di approvazione in Parlamento intende decurtare dai suddetti rimborsi
i costi già sostenuti per la realizzazione degli impianti di depurazione e,
contestualmente ridurre la prescrizione a cinque anni. Si tratta di fare
prevalere l?interesse di bottega sui principi del diritto. E? una norma
vessatoria e ancora incostituzionale. Nel nostro
comprensorio il costruendo depuratore di Imperia è stato finanziato con i soldi
dei cittadini, spesi poi per altri fini, e da contributi elargiti dalla Regione
Liguria (ultimamente due milioni di euro) e da fondi CEE, mentre sul piano del
diritto è stato osservato che la stessa Consulta , con precedente sentenza (n.
282 del 2005) ha stabilito che : ? al legislatore è precluso intervenire , con
norme aventi carattere retroattivo, per annullare gli effetti del giudicato di
sentenze della Corte Costituzionale?. Conclusione: si aprirà un nuovo
contenzioso , di lunga durata, per cercare di far sì che ? chi ha dato ha dato
e chi ha avuto ha avuto ?."
( da "Nuovo Molise web" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
I fatti 14/03/2009
12:13 Diffida alle tv, lo strano silenzio dell'Ordine dei Giornalisti del
Molise Il componente del Consiglio, Giuseppe Saluppo: che il presidente Lupo si
dimetta La famigerata delibera di Giunta numero 199, la diffida del legale
dell'Esecutivo Iorio con la quale si chiede alle televisioni locali e a due
testate nazionali di sospendere la messa in onda, nella rassegna stamopa, della
prima pagina di Nuovo Molise, il silenzio dell'Ordine regionale dei
Giornalisti. Questi i tasselli della vicenda che sta mettendo in subbuglio la
categoria negli ultimi giorni. A fronte del 'disinteresse' dell'ordine guidato
da Antonio Lupo, interviene Giuseppe Saluppo, componente del Consiglio
regionale dell'ente.
( da "Gazzettino, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
COMMISSIONE DI
VENEZIA Sabato 14 Marzo 2009, VENEZIA - Si avvicina la scadenza del quinquennio
del britannico Terry Davis quale segretario generale del Consiglio d'Europa, e
tra i quattro candidati (nessun italiano) al vertice dell'organizzazione di 47
Paesi, con sede a Strasburgo, che promuove la democrazia e i diritti umani, in
pole position c'è il belga fiammingo Luc Van den Brande. Presiede il Comitato
delle Regioni dell'Unione europea e il gruppo Ppe - maggioritario - nel
Consiglio d'Europa. Ex ministro del Lavoro belga ed ex presidente delle
Fiandre, 63 anni, Van den Brande è a Venezia per svolgere una relazione, come
presidente del comitato sulle elezioni democratiche, davanti alla Commissione
per la democrazia attraverso il diritto, nella Scuola Grande di San Giovanni
Evangelista. Il comitato prepara dossier sulle leggi elettorali e sul corretto
funzionamento dei partiti. Ha creato un "codice di buona condotta"
elettorale e la Commissione di Venezia, organo del Consiglio d'Europa, quando
affronta una questione elettorale, si rivolge ad esso. Sui temi etici, Van den
Brande è contrario all'eutanasia, ma anche all'accanimento terapeutico, in
particolare quando è ben chiara la volontà del malato. È favorevole alla
Turchia nell'Unione europea, essendo stata tra i Paesi fondatori del Consiglio
d'Europa, e non ha dubbi sull'affidabilità democratica del Paese euroasiatico.
La questione turca è uno dei temi centrali delle discussioni del centinaio di
giuristi, politici e specialisti della Commissione di Venezia: si parla della
possibile messa al bando dell'Akp - il partito islamico moderato maggioritario
nel Parlamento e guidato dal premier Recep Tayyip Erdogan - per violazione dei
principi costituzionali di laicità. Dice Gianni Buquicchio, segretario generale
dell'organismo consultivo del Consiglio d'Europa intitolato
alla città dove si riunisce semestralmente: «Per la Commissione di Venezia il
pluralismo è alla base della democrazia. L''interdizione di un partito può
essere decisa da una Corte Costituzionale, o Suprema, solo in via eccezionale e
per motivi gravissimi come l'uso della violenza o l'istigazione all'odio
razziale». Maurizio Cerruti
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Leonida Primicerio, attuale sostituto procuratore generale presso la Corte di appello
di Salerno, andrà come sostituto alla Direzione Nazionale Antimafia. La
commissione del Csm, con quattro voti a favore, ha proposto di nominare
sostituto alla procura guidata da Piero Grasso, l'ex consigliere del Csm
Leonida Primicerio, attualmente sostituto pg a Salerno.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Hanno chiesto la
revoca dei provvedimenti cautelari d'urgenza adottati nei loro confronti dal Csm Enzo Jannelli, l'ex Pg di Catanzaro, e Luigi Apicella, l'ex
procuratore di Salerno, protagonisti dello scontro tra i rispettivi uffici
giudiziari nato sulle inchieste avocate a Luigi De Magistris. Per primo si è
mosso Jannelli, sulla cui richiesta la sezione disciplinare del Csm - la stessa
che gli ha inflitto la sanzione provvisoria del trasferimento da Catanzaro e
dalle funzioni di pubblico ministero - si pronuncerà lunedì prossimo in
camera di consiglio. Mentre l'udienza su Apicella, che riguarda la sua
sospensione dalle funzioni e dallo stipendio dovrebbe esserci la settimana
successiva. Jannelli, che dopo il trasferimento è stato assegnato dal Csm alla
Corte d'appello di Reggio Calabria con funzioni di consigliere, non si è
limitato a chiedere alla sezione disciplinare di tornare sui propri passi, ma
ha anche impugnato il provvedimento davanti alle Sezioni unite civili della
Cassazione. Come avviene in campo penale, anche in quello disciplinare, può
essere chiesta la revoca di un provvedimento cautelare allo stesso organo che
lo ha adottato, spiegano a Palazzo dei marescialli, a condizione però che vi
sia una circostanza nuova da valutare. Una strada che non preclude quella
dell'impugnazione davanti a un organo diverso, in questo caso le Sezioni unite
civili della Cassazione. «Non mi aspettavo sicuramente una reazione simile. Con
amarezza ho constatato che non c'è stata comprensione della vicenda da parte di
chi mi ha giudicato. E soprattutto non accetto questa situazione: per me il
Procuratore generale della Cassazione, il ministro della Giustizia e il Csm
hanno riservato provvedimenti severi e pesanti, mentre ci sono dei magistrati
di Catanzaro indagati per corruzione in atti giudiziari per i quali non è stata
adottata alcuna misura cautelare, nè mi risulta che nei loro confronti sia
stato iniziato un procedimento disciplinare». Apicella contina a ribadire che
non c'è stato nessuno scontro con Catanzaro «perchè noi lo abbiamo evitato».
Secondo, dice Apicella, a Salerno abbiamo indagato «su precise denunce di De
Magistris, non su 66 semplici audizioni dell'ex pm». Terzo, «l'Anm mi ha
lasciato solo». Apicella ha sempre rivendicato la decisione di sequestrare in
copia ai fini probatori i procedimenti 'Why Not' e 'Poseidonè per verificare i
fatti denunziati da De Magistris. I sostituti di Salerno avevano riscontrato
questi fatti denunciati anche con l'audizione di molti testimoni e con
l'acquisizione di informative. Per questo, la Procura ha ritenuto necessario
acquisire copie dell'intero procedimento 'Why Not' per verificare l'esattezza
dell'ipotesi accusatoria. re.sa.
( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del
14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
LUIGI ROANO Lo
scontro politico sulla nuova legge elettorale regionale che garantisce la
doppia preferenza solo nel caso si voti un uomo e una donna, è terreno di
polemica politica forte e trasversale. Antonio Bassolino, il presidente della
giunta regionale, difende l'impianto della nuova legge e
critica chi come in Forza Italia ha già annunciato ricorso alla Corte costituzionale e auspica analoga scelta da parte del governo. Per buona parte
del centrodestra - infatti - la nuova legge sarebbe anticostituzionale. Nel mirino del Pd, e in particolare del capogruppo Pietro
Ciarlo - un costituzionalista - finisce invece il presidente del Consiglio
regionale Sandra Lonardo. L'accusa è di non essere stata «super partes»
ma la Lonardo replica seccamente: «Critiche pretestuose, ho sempre creduto
nelle pari opportunità». Ma come stanno le cose? Questa legge piace o no alle
donne e agli elettori? Dalle donne, dalla consulta femminile sembra trapelare
scetticismo: «Con l'approvazione della legge elettorale - si legge in una nota
del presidente Sabrina Castaldo - si è persa l'ennesima occasione di recuperare
una reale democrazia paritaria. Va, comunque, precisato che la consulta
femminile della Campania si attribuisce la maternità del rispetto del principio
che ciascuno dei due generi non può essere rappresentato nella misura superiore
ai due terzi, pena l'esclusione della lista». Di segno opposto il giudizio di
Bassolino: «In politica, come in diversi altri campi, le donne sono una sparuta
minoranza; per questo siamo fermamente convinti che il nuovo consiglio
regionale dovrà essere molto più rosa dei precedenti». Il governatore incalza:
«In questi giorni ho ricevuto tantissime telefonate e ho parlato con tante
donne che ci chiedevano di poter partecipare di più alla politica, di mettere a
disposizione le loro competenze a tutta la comunità. Molte di loro hanno
"presidiato" il Consiglio regionale e hanno svolto una continua e
positiva opera di sensibilizzazione verso i gruppi e i singoli consiglieri. Il
loro desiderio, che era anche il nostro è diventato realtà». Con la legge
elettorale si avvicina il momento di una verifica per lo stesso Bassolino. Il
quale ha legato la sua permanenza in Regione a una serie di riforme come la
legge elettorale e lo Statuto, ormai due realtà. Secondo «Il Velino» Bassolino
potrebbe candidarsi alle Europee e il suo vice Antonio Valiante diverrebbe così
il nuovo governatore che porterebbe la Regione alle elezioni nella primavera
2010. Sarebbe questo il disegno che si sta delineando tra Palazzo Santa Lucia e
il Pd a Roma. Secondo l'indiscrezione però il tutto sarebbe legato alle
decisioni di Berlusconi, cioè alla impugnazione o meno entro il 29 marzo del
nuovo statuto regionale da parte del governo. Torniamo alla legge elettorale
con lo scontro tra Ciarlo e la Lonardo. «Fino all'ultimo istante, l'Udeur ha
svolto una accanita azione di contrasto. Nicola Ferraro, consigliere del gruppo
Udeur, ha chiesto insidiosamente la votazione segreta per introdurre
l'ineleggibilità dei sindaci, mettendo a rischio l'intero provvedimento. Una
richiesta del tutto infondata dal punto di vista regolamentare che, tuttavia,
la presidente Lonardo ha prontamente accolto. La presidente ha tradito il suo
ruolo di garanzia», ha accusato Ciarlo. Ma la Lonardo non ci sta: «Critiche pretestuose,
ho sempre garantito l'Istituzione». Poi la Lonardo entra nel merito della
legge: «Ho qualche perplessità tecnica e poi storicamente le donne non votano
le donne. Rispetto il responso dell'aula, si è fatto uno sforzo per fare una
legge e nell'idea di tutti c'è stata la linea guida di trovare il modo di avere
più rappresentanza femminile».
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
In attesa
dell'accordo sul nome del presidente, a movimentare la giornata della Rai è il
nuovo allarme lanciato dal direttore generale, Claudio Cappon: la gelata
pubblicitaria si aggrava - scrive a tutti i dipendenti - e impone nuovi tagli
nel 2009 per 60-70 milioni, dopo i 110 milioni già decisi per consentire al
bilancio 2008 di chiudere in sostanziale pareggio. «Le prospettive per i
prossimi mesi - scrive il dg - appaiono particolarmente difficili», servono
perciò «un'attenzione ancora più accentuata ai costi, una rigorosa selezione
delle scelte compatibili e comportamenti, anche personali, rigorosi». Sulla rimozione del consigliere Angelo Maria Petroni si pronuncia
la Corte costituzionale: una «violazione della legge» e una «illegittima menomazione
delle attribuzioni del Parlamento», tale fu, per la Consulta, la revoca da
parte del governo Prodi senza una deliberazione in tal senso della commissione
di Vigilanza. Per il sottosegretario Paolo Romani «esce confermata la
bontà dell'impianto della legge Gasparri».
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
LEANDRO DEL GAUDIO
Non può esercitare le sue funzioni nel «medesimo ambiente che lo vede coinvolto
in una vicenda giudiziaria ancora in via di definizione». Con questa
motivazione, i giudici del Consiglio di Stato hanno disposto il trasferimento
del magistrato napoletano Bruno Schisano, da tempo presidente della prima
sezione penale del Tribunale partenopeo. Una decisione destinata a diventare
esecutiva nei prossimi giorni, quando il provvedimento verrà formalmente
notificato alla toga partenopea. Un dispositivo che annulla una precedente
sospensiva del Tar Lazio, che aveva accolto il ricorso firmato dai legali del
magistrato partenopeo. Ma in cosa consiste l'intervento del Consiglio di Stato?
Perché i giudici capitolini hanno deciso di trasferire l'ex coordinatore
dell'intero settore penale napoletano oggi presidente di una sezione di
Tribunale? La decisione va ricondotta ad alcune telefonate tra il magistrato
napoletano e l'imprenditore casertano Alfredo Romeo: conversazioni per le quali
Schisano è imputato dinanzi al gup di Roma per un'ipotesi di tentato abuso
d'ufficio. Stando alle accuse mosse dalla Procura di Roma (titolare dei
fascicoli che coinvolgono i magistrati del distretto partenopeo), Schisano
avrebbe contattato alcuni colleghi napoletani per favorire Romeo, all'epoca
coinvolto in un processo per abusi edilizi consumati nella villa posillipina
dell'imprenditore. Una vicenda per la quale Schisano è atteso in aula il
prossimo 22 maggio, quando potrà dimostrare la propria estraneità alle accuse
dinanzi al gup capitolino. Una vicenda che ha fatto scattare anche un
procedimento disciplinare, che si è concluso pochi giorni fa con un vero e
proprio braccio di ferro. Ecco le tappe principali alla base del trasferimento
del magistrato: lo scorso settembre, il Csm ha deciso di
trasferire Schisano in via cautelare, in attesa di una definizione della sua
vicenda penale. Immediata la replica dei legali del giudice, che si rivolgono
al Tar e ottengono una sospensiva. Per quasi sei mesi, il magistrato continua a
lavorare a Napoli, a presiedere la prima sezione penale. Nel frattempo,
però, l'Avvocatura di Stato impugna il provvedimento dinanzi al Consiglio di
Stato. Pochi giorni fa la revoca della sospensiva, con la decisione del
trasferimento di Schisano. Una vicenda che finisce anche dinanzi alle Sezioni
unite della Corte di Cassazione, dove Schisano pone una questione di diritto:
difeso dall'avvocato Domenico Ducci, il giudice ha eccepito la inutilizzabilità
in sede disciplinare delle intercettazioni tratte da altro processo penale. Si
tratta di conversazioni raccolte nel 2007 dalla Procura di Santa Maria Capua
Vetere, nel corso dell'inchiesta poi trasferita a Napoli sui presunti appalti
truccati del cosiddetto sistema Romeo. Vicende in cui occorre fare una chiosa
finale: il giudice Schisano va considerato estraneo ai presunti interessi
illeciti in campo imprenditoriale di Alfredo Romeo, che non entrano in alcuna delle
conversazioni telefoniche finite nel procedimento disciplinare.
( da "Virgilio Notizie" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
(ASCA) - Trieste, 14
mar - ''Ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze''.
E' la necessita' posta dal sottosegretario alla presidenza
del Consiglio Carlo Giovanardi, a conclusione dei lavori della quinta conferenza
sulle sulle politiche antidroga, a Trieste. ''In caso contrario - ha concluso -
finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che
un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle
tossicodipendenze''.
( da "Virgilio Notizie" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Trieste, 14 mar.
(Apcom) - "Vogliamo ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle
tossicodipendenze". Così il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, nel suo intervento conclusivo alla
Conferenza nazionale sulle politiche antidroga. "Altrimenti - ha avvertito
Giovanardi - finalizziamo per legge, Corte costituzionale
permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla
lotta alle tossicodipendenze".
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
«I no-base prendano
atto che la loro battaglia è finita» Sabato 14 Marzo 2009, (ro.la.) «I No al
Dal Molin prendano atto che la loro battaglia è finita». Dopo l'ennesimo no dei
giudici amministrativi alla sospensione dei lavori della Ederle
( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Tondo rende merito
al predecessore: «La sua è stata un'azione coerente» Sabato 14 Marzo 2009, Trieste Nella decisione della Corte costituzionale di
accogliere il ricorso della Regione «va riconosciuta l'azione di Riccardo
Illy». Il presidente della Regione, Renzo Tondo, rende merito al suo
predecessore per il risultato raggiunto: «Un'azione coerente la sua (a quel
tempo, infatti la giunta si era opposta al diniego opposto dal Governo Prodi,
ndr), fatta nell'interesse della Regione e dell'intera collettività. In
campagna elettorale - aggiunge Tondo - ho avuto scontri anche aspri con il mio
predecessore, ma si trattava di normale dialettica politica. Oggi, invece,
debbo con onestà riconoscere che quel ricorso era motivato». E il coordinatore
regionale del Pdl, Isidoro Gottardo, sottolinea come la sentenza della Consulta
sia «logica e coerente con lo Statuto di autonomia del Fvg che a tal proposito
è molto chiaro». E precisa che «una sentenza analoga è già stata emanata in
relazione all'applicazione dello Statuto siciliano». E grande soddisfazione per
il pronunciamento della Corte è stato espresso anche dal segretario regionale
del Pd, Bruno Zvech, a margine dell'incontro promosso ieri dal Partito
democratico per illustrare le proprie proposte anticrisi.
( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 14-03-2009)
Pubblicato anche in: (Gazzettino, Il (Pordenone))
Argomenti: Giustizia
Pensioni, la
vittoria postuma di Illy Si riapre la partita milionaria delle
compartecipazioni Irpef sulle erogazioni Inps Sabato 14 Marzo 2009, Trieste
Aveva ragione la Giunta Illy quando nel febbraio 2008 presentò il ricorso
contro la legge Finanziaria 2008 - allora il Governo era peraltro un governo
"amico", quello del Centrosinistra guidato da Romano Prodi - che
"legava" i maggiori introiti previsti dal 2010 per la Regione a nuove
competenze trasferite dallo Stato all'Amministrazione regionale. La Corte costituzionale ha infatti accolto il ricorso presentato dalla Regione che
contestava la Finanziaria perché, a suo parere, contrastava con alcune norme
dello Statuto di autonomia e con il "principio di leale collaborazione in
materia di rapporti finanziari tra Stato e Regioni". Al centro del
contendere - come si ricorderà - vi erano le imposte Irpef sui redditi da
pensione ("ancorché riscosse fuori dal territorio regionale") per un
valore, rispettivamente, di 20 milioni nel 2008 e 30 milioni nel 2009. Per il
2010 la Finanziaria ancorava lo stanziamento a nuove funzioni da attribuire
alla regione; la Consulta ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 2 della
Finanziaria, accogliendo la richiesta della Regione di veder corrisposte quelle
somme senza alcun vincolo. E se Tondo, senza sbilanciarsi sulle cifre, sostiene
che «noi non vogliamo nulla di più che un'autonomia responsabile», il
capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Gianfranco Moretton è molto più
esplicito: «È una vittoria del Centrosinistra che impegna Tondo a chiedere al
Governo Berlusconi lo stanziamento delle compartecipazioni Irpef sulle pensioni
Inps, che ammonta a circa 250 milioni di euro». E ancora più in là si spinge
Daniele Galasso, capogruppo del Pdl in Consiglio regionale (che pure attende di
leggere meglio la sentenza per capire meglio la portata del provvedimento,
ndr): «Da subito andrà aperto un tavolo di negoziato con il Governo per le
modalità di assegnazione delle risorse, sottolineando che l'intera partita per
il Friuli Venezia Giulia vale un gettito complessivo di circa 450 milioni di
euro». Secondo Moretton, «Se questi fondi dovessero arrivare, sarebbero una
grande iniezione di liquidità per il sistema economico per aiutarlo ad uscire
dalla crisi attuale». Già, perché - dice il coordinatore regionale del Pdl,
Isidoro Gottardo - «la sentenza non crea un automatico trasferimento di
risorse, ma semplicemente il riconoscimento. Per ottenerle effettivamente -
rimarca - devono essere inserite nel bilancio dello Stato. Il problema, quindi,
rimane aperto». Assolutamente bipartisan, infine (e di non poco conto...), la
soddisfazione - espressa da Tondo, Galasso, Gottardo e Moretton - per il
riconoscimento, da parte della Consulta, della "piena e totale autonomia
della Regione", sancita dallo statuto.