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Report "Giustizia"   14-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Mottalciata ha perso la causa sui rifiuti ( da "Stampa, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: spiega una nota della Provincia - comunica che il ricorso del comune di Mottalciata è respinto: è impossibile, infatti, imputare all'amministrazione provinciale un comportamento illegittimo. Le norme di riferimento, riconosciute legittime dalla Corte Costituzionale, addossano al Comune le sue responsabilità nell'illecito correttamente contestato».

Diritti dei lavoratori, ad Ascoli un convegno nazionale organizzato dalla Fondazione Carisap ( da "Quotidiano.it, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Presidente della Corte Costituzionale, nominato da pochi giorni che compirà la “prima uscita ufficiale” proprio ad Ascoli Piceno, Raffaele Foglia, Presidente del Centro Nazionale e Consigliere della Corte di Cassazione, addetto alla Corte costituzionale, Paola Olivelli, Preside della facoltà di giurisprudenza dell?

il fvg vince la battaglia sui tributi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale accoglie il ricorso presentato nel 2008 dalla giunta di centro-sinistra: una maggiore quota Irpef va di diritto alla Regione Il Fvg vince la battaglia sui tributi Roma ci deve circa 250 milioni l'anno per i redditi dei pensionati.

tondo: il merito va riconosciuto a illy ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Nella decisione della Corte Costituzionale di accogliere il ricorso del Friuli Venezia Giulia contro la legge Finanziaria del 2008 va riconosciuta l'azione di Riccardo Illy»: questo, appunto il commento a caldo del presidente della Regione, Renzo Tondo. «Un'azione coerente - ha spiegato Tondo - fatta nell'interesse della Regione e dell'intera collettività.

il pd: ora la regione chieda quei soldi e il centro-destra si prepara a trattare ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: accoglimento da parte della Corte Costituzionale del ricorso presentato dalla Regione. «È una notizia importante per il Friuli Venezia Giulia - ha proseguito Moretton - perchè conferma la piena e totale autonomia della Regione, sancita dallo Statuto. Ma la decisione della Consulta è anche una vittoria politica perché consente al Centrosinistra,

certi diritti non si toccano - andrea massidda ( da "Nuova Sardegna, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: «Si tratta di un disegno di legge farraginoso - ha detto - credo che nel caso fosse approvato, verrebbe sottoposto all'esame della Corte costituzionale». Tra gli altri interventi, apprezzati quelli di Giangiacomo Pisotti, Renato Chiesa e Giacomo Doglio presidente dell'associazione "Articolo 2".

Trieste La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato dalla Regione contro la legge F... ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sabato 14 Marzo 2009, Trieste La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato dalla Regione contro la legge Finanziaria dello Stato del 2008 che "legava" i maggiori introiti previsti dal 2010 per la Regione a nuove competenze trasferite dallo Stato alla stessa Regione.

Pensioni, le imposte in Regione ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: le imposte in Regione La Corte costituzionale accoglie il ricorso: quei soldi non vanno al Fisco Sabato 14 Marzo 2009, Trieste La Corte costituzionale ha accolto il ricorso presentato dalla giunta Illy contro la Finanziaria dello Stato 2008 che "legava" i maggiori introiti previsti dal 2010 per la Regione a nuove competenze trasferite dallo Stato alla stessa Regione.

Da Rognoni a Carlo Porcari erano tanti i volti noti in sala ( da "Provincia Pavese, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex vice presidente del Csm, Virginio Rognoni, il segretario cittadino del Pd, Antonio Ricci, il consigliere regionale, Carlo Porcari, l'ex parlamentare Romana Bianchi, l'onorevole Angelo Zucchi, il senatore Daniele Bosone, i consiglieri comunali uscenti Luigi Duse e Ilaria Marchesotti, l'ex assessore all'urbanistica Franco Sacchi,

il pdl difenda la legge contro il centro oli ( da "Centro, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Dopo i proclami della campagna elettorale contro il Centro Oli - suoi e di Berlusconi - Chiodi sia coerente con le sue dichiarazioni», afferma D'Alessandro «e difenda le istanze della Regione davanti alla Corte Costituzionale in modo serio e combattivo - dice l'esponente Pd - vada a spiegare le ragioni del no per vincere e non rassegnato a perdere».

la famiglia: dateci gli altri locali ( da "Repubblica, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: L´ha detto la Corte costituzionale, fino a prova contraria. Ciò vuol dire che, nella malaugurata e non creduta ipotesi in cui il governo dovesse decidere di riattivare le procedure espropriative, la famiglia Messeni Nemagna non resterà a guardare. Questo è sicuro».

Sanità, stop ai politici nelle Asl ( da "Tempo, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: preparato da una Commissione composta da cinque membri (ex giudici della Corte Costituzionale, magistrati a riposo e professori ordinari). Per ogni nomina la Commissione proporrà una terna, poi spetterà al presidente della Regione sceglierne uno come direttore. I primari, invece, saranno nominati da una Commissione composta da cinque dirigenti Asl estratti a sorte.

quel giudice di torino che tifa rossoblù - ettore boffano ( da "Repubblica, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: membro del Csm, segretario nazionale dei magistrati italiani, procuratore capo di Torino e adesso (da una settimana) procuratore generale. Uno, soprattutto, che è stato ed è «tifoso del Bologna». Ma come mai, com´è possibile all´ombra della Mole dove, se ti occupi di calcio, puoi essere popolare (il granata del Toro) oppure aristocratico (

Il bello del ( da "Milano Finanza" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ma su questo punto potrebbe intervenire la Corte Costituzionale.Quadro. Il piano cambia la legge edilizia del 2001. Spetta alle Regioni scegliere se usare o meno l'opportunità del piano casa. Il governo, ha assicurato il ministro per i Rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, «si muoverà nel pieno rispetto delle norme costituzionali».

"costituzione minacciata, muoversi ora" - cinzia sasso ( da "Repubblica, La" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e alla citazione che ne fa il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelski, il primo applauso della serata milanese di Libertà e Giustizia. «Le tragedie accadute in Europa nell´ultimo secolo sono state la conseguenza della tendenza a spostare i problemi di un giorno avanti. C´è l´esigenza forte di aprire gli occhi subito».

Tonino prepara la riscossa De Magistris alle Europee? ( da "Riformista, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: uscito praticamente sconfitto dalla guerra che si è aperta tra le procure di Catanzaro e Salerno, e poi col Csm; ma per un determinato target elettorale - che spazia da Grillo a Micromega, passando per il corpaccione di delusi dal Pd - De Magistris, come spiega una fonte dipietrista, «rimarrebbe comunque l'uomo giusto al momento giusto». Meglio averlo in lista, quindi, che non averlo.

La Consulta: ecco perché Tps sbagliò a disarcionare Petroni ( da "Italia Oggi" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: con cui la Corte costituzionale ha accolto il ricorso della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai nei confronti di Tps. Nella sentenza, che chiude una vicenda iniziata nel maggio del 2007, la Consulta sottolinea più volte il ruolo di garanzia della Vigilanza sul settore radiotelevisivo pubblico, facendone derivare in sostanza la propria decisione.

Segreto di Stato, silenzio di Pd e Pdl sui giudici di Milano ( da "Italia Oggi" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: corte costituzionale e Il caso Abu Omar Segreto di Stato, silenzio di Pd e Pdl sui giudici di Milano Cerchiamo di capire. La Corte costituzionale, si badi, non il pretore di Scurcola Marsicana, ma la massima autorità giurisprudenziale del paese, ha sentenziato che sul caso del cosiddetto rapimento di Abu Omar c'è stata una violazione del segreto di stato da parte dei magistrati di

La Corte Costituzionale ha depositato la sentenza con cui ha accolto il ricorso della Commissione di vigilanza Rai, contro la revoca del consigliere di amministrazione della tv pub ( da "Riformista, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale ha depositato la sentenza con cui ha accolto il ricorso della Commissione di vigilanza Rai, contro la revoca del consigliere di amministrazione della tv pubblica, Angelo Maria Petroni, sostituito - su proposta dell'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa - da Fabiano Fabiani La Corte Costituzionale ha depositato la sentenza con cui ha accolto il

Si è parlato anche dell'eventuale impiego delle ronde ieri al convegno "Giustizia, tr... ( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e Roberto Carrelli Palombi di Montrone, consigliere del Csm. Ma, in apertura dei lavori, il vice sindaco del capoluogo Danilo Giaccari e l'assessore Narciso Mostarda hanno espresso tutte le loro perplessità su questa possibilità. «Il Comune non condivide l'ipotesi delle ronde - ha sottolineato Giaccari -.

Il Pd non si fida delle promesse e riprende l'offensiva contro il Centro Oli di Ortona. Il capogrupp... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: unanimità una risoluzione urgente nella quale si chiedeva al presidente di riferire i colloqui con il ministro Fitto per superare i limiti di costituzionalità della Legge regionale 14/08 che era stata impugnata dal governo. Ma abbiamo qualche dubbio che Chiodi riferirà». L'Abruzzo «deve resistere al Governo», insiste D'Alessandro, specie nel ricorso davanti alla Corte Costituzionale.

Stretta per chi inquina le falde ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: accordo stipulato a Dubai nel 2003 con il Governo degli Emirati Arabi Uniti nel settore della difesa per semplificare tra l'altro, l'import- export di materiali d'armamento. Il Governo ha infine deciso di impugnare in Corte Costituzionale la legge della regione Calabria del 1Ú gennaio scorso contenente alcune disposizioni in materia sanitaria.

Seicento congressisti invadono la città ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Seicento congressisti invadono la città Ad Ascoli la prima uscita ufficiale del presidente della Corte Costituzionale IL PROGETTO DELLA FONDAZIONE CARISAP di EMANUELA ASTOLFI CREARE INTORNO alla città di Ascoli l'immagine di una realtà che si adatta alla perfezione ad ospitare congressi di portata nazionale è uno degli obiettivi per cui, da anni, la Fondazione Carisap sta lavorando.

Cappon: Servono tagli per altri 60-70 milioni ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Intanto, la Corte Costituzionale dà ragione al Parlamento e alla Vigilanza sul caso Petroni. Nelle motivazioni si sottolinea: la Rai è «un servizio sociale che deve possedere un elevato tasso di democraticità rappresentativa» e, quindi, deve ruotare «nell'orbita del Parlamento ».

Contro i casi di filtro in Cassazione ricorsi in massa alla Corte costituzionale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La terza via, indicata dallo stesso presidente della Cassazione Vincenzo Carbone, non è ritenuta dagli avvocati troppo percorribile. LE RAGIONI Per Giovanni Verde, ex vicepresidente del Csm, la riforma Alfano diffonde un improprio giudizio di merito sui ricorsi

Nella foto a destra Francesco Amirante neopresidente della Corte Costituzionale che ha scelto Ascoli... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sabato 14 Marzo 2009 Chiudi Nella foto a destra Francesco Amirante neopresidente della Corte Costituzionale che ha scelto Ascoli per la sua prima uscita

Sanzioni legittime agli abusivi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-03-14 - pag: 20 autore: Corte costituzionale. Intermediazione finanziaria Sanzioni legittime agli abusivi Giovanni Negri MILANO Non sono illegittime le sanzioni a carico di chi esercita l'attività di intermediazione finanziaria senza essere iscritto all'elenco istituito presso l'Uic.

Francesco Amirante, neopresidente della corte costituzionale, sceglie Ascoli come sede della sua pri... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: neopresidente della corte costituzionale, sceglie Ascoli come sede della sua prima uscita ufficiale. L'occasione è quella del convegno nazionale del centro nazionale studi di diritto del lavoro "Domenico Napoletano" che, grazie al contributo della fondazione Carisap, si terrà al palazzo dei Capitani sabato 21 e domenica 22 marzo.

La Consulta sigilla le tasse dell'Autonomia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale. Bocciati i vincoli per l'Irpef dei pensionati in Friuli La Consulta «sigilla» le tasse dell'Autonomia La legge statale non può limitare preventivamente la devoluzione Gianni Trovati MILANO Mentre naufragano uno dopo l'altro i tentativi parlamentari di ridiscutere i rapporti finanziari tra Stato e Regioni autonome nell'

Solo un'operazione mediatica : così Ivano Peduzzi, capogruppo in Regione di Rifondaz... ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della Regione tra ex giudici della Corte Costituzionale, magistrati a riposo delle supreme magistrature e professori ordinari anche a riposo) che proporrà tre candidati al presidente. Iter analogo per la nomina dei primari. Questi saranno nominati da una commissione esterna composta da cinque dirigenti in servizio presso il sistema sanitario nazionale che verranno estratti a sorte:

Repressione a go go E Giovanardi s'arrabbia ( da "Manifesto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm). Ci sono poi i drop-in, dove si distribuiscono siringhe o preservativi, e le unità di strada che intercettano le persone in difficoltà per poi costruire eventuali percorsi terapeutici e di reinserimento. E unità mobili che raggiungono i luoghi di divertimento per prestare i primi soccorsi per abuso di sostanze.

SENZA il proprio mezzo di lavoro, con una multa salata da pagare e costretto a ch... ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a una sentenza della Corte Costituzionale, la numero 433 del 29 novembre 2004, che stabilisce che le pene pecuniarie non possono essere condonate. Dunque il signor Buscione, male informato da Equitalia, si trova oggi a dover pagare quasi il doppio della pena iniziale, oltre a non poter più lavorare, in quanto privato del suo mezzo.

il fvg vince la battaglia: più tributi da roma ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Vg chiede alla Corte costituzionale di dichiarare l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2 comma 5 della legge 24 dicembre 2007, n.244 (Disposizioni per la formazione annuale e pluriennale dello Stato-legge finanziaria 2008). Nel ricorso la Regione contesta il decreto del Governo perché questo, in cambio dell'attribuzione dei fondi spettanti al FVG,

Cvc mette in vendita Leaf Sul mercato le Dietorelle ( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nata all'interno del colosso europeo Csm, si è progressivamente ingrandita a colpi di acquisizioni negli ultimi anni. E l'Italia è stata parte dominante di questa strategia. Proprio nel 2001 era stata comprata la Socalbe, inglobando marchi come Dietorelle, Dietor, Fruttil, Vantaggio e Pasticca del Re Sole.

RAI: Consulta, revocando Pedroni governo violò legge ( da "AmericaOggi Online" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a giudizio della Corte Costituzionale, la revoca del consigliere Rai Angelo Maria Petroni da parte del governo senza una deliberazione in tal senso della commissione di Vigilanza. La Consulta lo spiega nelle motivazioni della sentenza sul caso, depositate ieri, che fanno esultare il Pdl, convinto che la pronuncia confermi "la bontà della legge Gasparri"

<Repressione a go go> E Giovanardi s'arrabbia ( da "Manifesto, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm). Ci sono poi i drop-in, dove si distribuiscono siringhe o preservativi, e le unità di strada che intercettano le persone in difficoltà per poi costruire eventuali percorsi terapeutici e di reinserimento. E unità mobili che raggiungono i luoghi di divertimento per prestare i primi soccorsi per abuso di sostanze.

La Consulta <spiega> il caso Petroni ( da "Avvenire" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: È quanto si legge nella sentenza della Corte Costituzionale, il cui dispositivo era stato reso noto il mese scorso, che accoglie il ricorso della stessa Vigilanza nei confronti dell'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e del premier Romano Prodi. La vicenda riguarda il consigliere di amministrazione Angelo Maria Petroni, nominato dal ministero dell'

Politica: Papa: <La legge elettorale segna un passo indietro> ( da "Sannio Online, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In definitiva, quindi, la nuova legge elettorale segna solo un passo indietro rispetto alla forma di governo presidenziale voluta nello Statuto, indebolendone di fatto la portata, senza introdurre alcun altro elemento di novità, soprattutto se vi sarà l?intervento della Corte Costituzionale?.

Diano Marina: intervento del PD sulla depurazione ( da "Sanremo news" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: noto che la Corte Costituzionale con la sentenza. n. 335 del 10.10.2008 ha stabilito, che la tariffa del servizio idrico integrato , compresa la depurazione, ha natura di corrispettivo di prestazione contrattuale e non di tributo. Di conseguenza, tutti i cittadini che hanno pagato somme non dovute hanno diritto al rimborso nei termini della prescrizione ordinaria (

Diffida alle tv, lo strano silenzio dell'Ordine [...] ( da "Nuovo Molise web" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: elaborato dalla Corte Costituzionale, figura nell'articolo 1 (II comma) della legge 6 agosto 1990 n. 223 e nell'articolo 1 (II comma) della legge 14 aprile 1975 n. 103 - garantisce la missione del libero giornalista. Il giornalista rispetta in sostanza il decoro e la dignità della professione nella misura in cui impronta,

COMMISSIONE DI VENEZIA ( da "Gazzettino, Il" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Europa intitolato alla città dove si riunisce semestralmente: «Per la Commissione di Venezia il pluralismo è alla base della democrazia. L''interdizione di un partito può essere decisa da una Corte Costituzionale, o Suprema, solo in via eccezionale e per motivi gravissimi come l'uso della violenza o l'istigazione all'odio razziale». Maurizio Cerruti

LEONIDA PRIMICERIO, ATTUALE SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI SALERNO, AN... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: attuale sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Salerno, andrà come sostituto alla Direzione Nazionale Antimafia. La commissione del Csm, con quattro voti a favore, ha proposto di nominare sostituto alla procura guidata da Piero Grasso, l'ex consigliere del Csm Leonida Primicerio, attualmente sostituto pg a Salerno.

HANNO CHIESTO LA REVOCA DEI PROVVEDIMENTI CAUTELARI D'URGENZA ADOTTATI NEI LORO CONFRONTI DAL CSM EN... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm Enzo Jannelli, l'ex Pg di Catanzaro, e Luigi Apicella, l'ex procuratore di Salerno, protagonisti dello scontro tra i rispettivi uffici giudiziari nato sulle inchieste avocate a Luigi De Magistris. Per primo si è mosso Jannelli, sulla cui richiesta la sezione disciplinare del Csm - la stessa che gli ha inflitto la sanzione provvisoria del trasferimento da Catanzaro e dalle funzioni

LUIGI ROANO LO SCONTRO POLITICO SULLA NUOVA LEGGE ELETTORALE REGIONALE CHE GARANTISCE LA DOPPIA P... ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: legge e critica chi come in Forza Italia ha già annunciato ricorso alla Corte costituzionale e auspica analoga scelta da parte del governo. Per buona parte del centrodestra - infatti - la nuova legge sarebbe anticostituzionale. Nel mirino del Pd, e in particolare del capogruppo Pietro Ciarlo - un costituzionalista - finisce invece il presidente del Consiglio regionale Sandra Lonardo.

IN ATTESA DELL'ACCORDO SUL NOME DEL PRESIDENTE, A MOVIMENTARE LA GIORNATA DELLA RAI è IL N... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sulla rimozione del consigliere Angelo Maria Petroni si pronuncia la Corte costituzionale: una «violazione della legge» e una «illegittima menomazione delle attribuzioni del Parlamento», tale fu, per la Consulta, la revoca da parte del governo Prodi senza una deliberazione in tal senso della commissione di Vigilanza.

LEANDRO DEL GAUDIO NON PUò ESERCITARE LE SUE FUNZIONI NEL MEDESIMO AMBIENTE CHE LO VED... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm ha deciso di trasferire Schisano in via cautelare, in attesa di una definizione della sua vicenda penale. Immediata la replica dei legali del giudice, che si rivolgono al Tar e ottengono una sospensiva. Per quasi sei mesi, il magistrato continua a lavorare a Napoli, a presiedere la prima sezione penale.

DROGA: GIOVANARDI, RIPRISTINARE FONDO NAZIONALE ( da "Virgilio Notizie" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: posta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, a conclusione dei lavori della quinta conferenza sulle sulle politiche antidroga, a Trieste. ''In caso contrario - ha concluso - finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze''.

Droga/ Giovanardi: Ripristinare fondo nazionale ( da "Virgilio Notizie" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, nel suo intervento conclusivo alla Conferenza nazionale sulle politiche antidroga. "Altrimenti - ha avvertito Giovanardi - finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze".

I no-base prendano atto che la loro battaglia è finita ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: come peraltro già abbondantemente sancito la giurisprudenza della Corte costituzionale». Da qui, dunque, l'invito di Stefani «alla ragionevolezza, perché Vicenza e i vicentini non possono essere in balia di posizioni che sono state bocciate come insostenibili, in diritto, dal Tar e, con esso, da sentenze della Suprema corte».

Tondo rende merito al predecessore: La sua è stata un'azione coerente ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 14-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Trieste Nella decisione della Corte costituzionale di accogliere il ricorso della Regione «va riconosciuta l'azione di Riccardo Illy». Il presidente della Regione, Renzo Tondo, rende merito al suo predecessore per il risultato raggiunto: «Un'azione coerente la sua (a quel tempo, infatti la giunta si era opposta al diniego opposto dal Governo Prodi,

Pensioni, la vittoria postuma di Illy ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 14-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale ha infatti accolto il ricorso presentato dalla Regione che contestava la Finanziaria perché, a suo parere, contrastava con alcune norme dello Statuto di autonomia e con il "principio di leale collaborazione in materia di rapporti finanziari tra Stato e Regioni".


Articoli

Mottalciata ha perso la causa sui rifiuti (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

PROCESSO. CONTRO LA GIUNTA SCARAMAL Mottalciata ha perso la causa sui rifiuti Mottalciata ha perso la battaglia contro la multa per la raccolta differenziata, che la Provincia le rifilò nell'ottobre 2007. Il Comune doveva arrivare a quota 33 per cento nell'anno 2003, ma si fermò soltanto al 28. E così scattò la penale. Il sindaco Emanuela Cattaneo fece ricorso al giudice di pace, spiegando che il metodo utilizzato per i controlli non era affidabile. L'avvocato difensore sollevò anche una questione di legittimità costituzionale. Quest'ultima fu respinta il 5 dicembre 2008, quando la Consulta non rilevò nessuna anomalia nella legge regionale applicata dalla Provincia. Così il processo è proseguito davanti al giudice di pace, dove la giunta Scaramal ha deciso di non arruolare nemmeno l'avvocato: s'è fatta difendere dai due funzionari che avevano seguito il contenzioso. L'udienza conclusiva s'è tenuta mercoledì. «Il giudice di pace - spiega una nota della Provincia - comunica che il ricorso del comune di Mottalciata è respinto: è impossibile, infatti, imputare all'amministrazione provinciale un comportamento illegittimo. Le norme di riferimento, riconosciute legittime dalla Corte Costituzionale, addossano al Comune le sue responsabilità nell'illecito correttamente contestato».

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Diritti dei lavoratori, ad Ascoli un convegno nazionale organizzato dalla Fondazione Carisap (sezione: Giustizia)

( da "Quotidiano.it, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Diritti dei lavoratori, ad Ascoli un convegno nazionale organizzato dalla Fondazione Carisap Ascoli Piceno | Una 'due giorni' in collaborazione con il Centro studi di diritto del lavoro 'Domenico Napoletano', che vedrà tra i relatori, personaggi di spicco della Corte di Cassazione e Costituzionale, e degli Atenei italiani. di Redazione è stato presentato oggi presso la sede della Fondazione di Ascoli Piceno il Convegno nazionale del Centro Nazionale Studi di Diritto del Lavoro "Domenico Napoletano", dedicato al tema "Competitività, flessibilità del mercato e diritti fondamentali dei lavoratori" , che verrà ospitato ad Ascoli Piceno il 20 e 21 marzo 2009. L'iniziativa si inserisce in una serie di importanti eventi congressuali che si sono realizzati e si realizzeranno nel territorio locale grazie all'impulso dato dal progetto di marketing territoriale sulla filiera congressi, realizzato nel corso del 2007, coordinato e finanziato dalla Fondazione di Ascoli Piceno. Per il convegno arriveranno seicento i partecipanti e ben ventotto i relatori che interverranno, figure di spicco nei diversi ambiti della magistratura, degli Atenei e del diritto del lavoro. Fra di essi Francesco Amirante, Presidente della Corte Costituzionale, nominato da pochi giorni che compirà la “prima uscita ufficiale” proprio ad Ascoli Piceno, Raffaele Foglia, Presidente del Centro Nazionale e Consigliere della Corte di Cassazione, addetto alla Corte costituzionale, Paola Olivelli, Preside della facoltà di giurisprudenza dell?Università di Macerata e Roberto Pessi, Preside Facoltà Giurisprudenza Università LUISS di Roma. Per la sezione Lavoro della Corte di Cassazione,interverranno come relatori molti membri della stessa. L'incontro permetterà di fare alcuni riflessioni sui nuovi modelli negoziali introdotti dalla 'Legge Biagi' in poi, per evidenziare i rischi che il nuovo mercato del lavorointroduce rispetto ai livelli di protezione dei diritti fondamentali riconosciuti dalla legislazione. Il convegno nasce dall'impegno della Fondazione Carisap che "dal 2007 ad oggi ha avuto la possibilità di attivare una serie di relazioni che hanno permesso, grazie al lavoro e al contributo di uomini del territorio, di portare nella nostra comunità iniziative congressuali di alto profilo. Lo scopo della Fondazione - come la stessa spiega - è lavorare per produrre denaro da destinare alla comunità locale e utilizzare tale denaro affinché alla comunità pervenga un beneficio sociale superiore al valore del denaro utilizzato. essendo un soggetto del terzo settore, opera a favore della comunità locale (come gli enti pubblici) senza utilizzare il denaro della comunità locale ma piuttosto producendo reddito (come i soggetti privati). "Tali valori hanno spinto la Fondazione a collaborare con il Centro Nazionale Studi di Diritto del Lavoro "Domenico Napoletano" - si legge nella nota che anticipa l'evento - nella consapevolezza dell'importanza che il turismo congressuale riveste per la crescita non solo economica ma anche culturale del nostro territorio". 13/03/2009

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il fvg vince la battaglia sui tributi (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La Corte costituzionale accoglie il ricorso presentato nel 2008 dalla giunta di centro-sinistra: una maggiore quota Irpef va di diritto alla Regione Il Fvg vince la battaglia sui tributi Roma ci deve circa 250 milioni l'anno per i redditi dei pensionati. Tondo: lo riconosco, è merito di Illy Federalismo, primo sì. Il governatore: «Difenderemo la nostra specialità» I SERVIZI ALLE PAGINE 3 E 9 UDINE. La Consulta ha riconosciuto che alla Regione spettano anche i 6 decimi sulle pensioni e che quel diritto non è subordinato alle attribuzioni di maggiori competenze. Un riconoscimento al ricorso che la Regione - allora guidata da Riccardo Illy - aveva presentato contro la Finanziaria del 2008. Ed è stato lo stesso presidente Renzo Tondo a riconoscere il merito del suo predecessore. Da lunedì, intanto, comincerà alla Camera l'esame del provvedimento sul federalismo fiscale.

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tondo: il merito va riconosciuto a illy (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 3 - Attualità Tondo: il merito va riconosciuto a Illy Il governatore UDINE. Onore al vinto; chapeau al vincitore che riconosce al primo di avere avuto ragione, di essersi impegnato al massimo, di aver ingaggiato una "guerra" sacrosanta con il governo. «Nella decisione della Corte Costituzionale di accogliere il ricorso del Friuli Venezia Giulia contro la legge Finanziaria del 2008 va riconosciuta l'azione di Riccardo Illy»: questo, appunto il commento a caldo del presidente della Regione, Renzo Tondo. «Un'azione coerente - ha spiegato Tondo - fatta nell'interesse della Regione e dell'intera collettività. In campagna elettorale - ha aggiunto - ho avuto scontri anche aspri con il mio predecessore. Ma si trattava di normale dialettica politica. Insomma, ci stava. Oggi, invece, debbo con onestà riconoscere che quel ricorso era motivato». Circa il credito regionale, Tondo non ha voluto fare cifre: «Diciamo che la sentenza della Corte conferma l'autonomia della Regione sancita dallo Statuto. Noi non vogliamo nulla di più che un' autonomia responsabile e nulla di più di quello che ci spetta». Tondo ha infine confermato il "tavolo" con tutti i parlamentari eletti in Regione «per una strategia comune. Stiamo attraversando una crisi difficile e profonda - ha concluso Tondo - per uscire dalla quale serve uno sforzo comune». E di logicità e coerenza della sentenza parla il coordinatore regionale del Pdl, Isidoro Gottardo. «Il diritto ai trasferimenti sull'Irpef dei pensionati - ha aggiunto - non poteva essere subordinato al trasferimento di competenze in quanto la natura statutaria specifica del Friuli Venezia Giulia era già determinata sin dal suo concepimento al diritto alla quota parte delle tasse pagate in ragione delle competenze che erano state attribuite con lo Statuto medesimo».

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il pd: ora la regione chieda quei soldi e il centro-destra si prepara a trattare (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 3 - Attualità Il Pd: ora la Regione chieda quei soldi E il centro-destra si prepara a trattare Le reazioni UDINE. «Una vittoria del Centrosinistra che impegna oggi il presidente della Regione, Renzo Tondo, a chiedere al governo Berlusconi lo stanziamento delle compartecipazioni Irpef sulle pensioni Inps che ammonta a circa 250 milioni di euro»: è il commento di Gianfranco Moretton, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, all'accoglimento da parte della Corte Costituzionale del ricorso presentato dalla Regione. «È una notizia importante per il Friuli Venezia Giulia - ha proseguito Moretton - perchè conferma la piena e totale autonomia della Regione, sancita dallo Statuto. Ma la decisione della Consulta è anche una vittoria politica perché consente al Centrosinistra, e al Partito democratico in particolare, di sollecitare il presidente Tondo a indire un "tavolo" con tutti i parlamentari del Friuli Venezia Giulia per fare pressioni sul Governo Berlusconi per ottenere quanto ci spetta». Secondo Moretton, «se questi fondi dovessero arrivare, sarebbero una grande iniezione di liquidità per il sistema economico per aiutarlo ad uscire dalla crisi attuale». «Con una battuta non posso non dire che quando si gioca d'azzardo qualche volta si perde e quando si vince va riconosciuto con molta trasparenza e necessaria onestà intellettuale». Così Alessandro Tesini (Pd), che aggiunge: «Allora eravamo tutti incerti se perseguire la strada impervia del ricorso che in caso di diniego avrebbe messo una pietra tombale sulla vicenda. Ricordo che Illy fu il più determinato di tutti; per questo oggi gli va tributato molto più dell'onore delle armi». Per Tesini «quella sentenza determina una svolta nella vita della Regione ancora più significativa ora in cui è palese la precarietà strutturale del bilancio della Regione a fronte della ipotesi, non più astratta ma concreta della contrazione della compartecipazione del reddito». Per l'esponente del Pd la sentenza della Corte dice due cose. Prima: la Regione ha diritto all'estensione irpef anche ai tributi da pensione. Seconda: tale diritto è assoluto e non vincolato all'attribuzione di maggiori competenze. «Ora - chiosa l'ex presidente del consiglio regionale - credo che la Giunta Tondo e la nuova commissione paritetica appena insediata si trovino di fronte a un'autostrada e pure senza auto». «La notizia è senz'altro positiva oltre che attesa e non poteva arrivare in un momento migliore visto che stiamo affrontando non poche difficoltà»: lo ha detto il capogruppo del Pdl in Consiglio Regionale Daniele Galasso. «Dovremo leggere attentamente la sentenza per capire meglio la portata del provvedimento, ma sin d'ora si può affermare che la Corte da piena ragione alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia in quanto sancisce il diritto per la Regione al gettito derivante dall'Irpef delle pensioni senza che ciò comporti l'attribuzione di nuove competenze». «E' una notizia sicuramente positiva», così invece il consigliere regionale del Pdl, Paolo Ciani, secondo cui «adesso sarà necessario trattare con il governo oltre che questa anche altre questioni rimaste sul tappeto» Infine, per Ciani «ancora una volta bisogna dire che l'ex governatore, Riccardo Illy, ha lavorato per il centrodestra».

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certi diritti non si toccano - andrea massidda (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 9 - Sardegna «Certi diritti non si toccano» Cagliari, il padre di Eluana elogia la Costituzione ANDREA MASSIDDA CAGLIARI. Un elogio alla Costituzione, «perché nella sua parte fondamentale garantisce che certi diritti umani non possano essere messi discussione da nessuno». Poi poche parole (positive) nei confronti dei magistrati e nette critiche, seppure pacate, all'indirizzo del governo e del parlamento. Ieri pomeriggio l'influenza ha impedito a Beppino Englaro di essere presente. Non era presente al palazzo di giustizia di Cagliari, dove si discuteva di come far conciliare l'indisponibilità della vita e con il principio di autodeterminazione, ma il suo messaggio è arrivato lo stesso grazie a un telefonino cellulare ben amplificato. Così al pubblico che ha riempito l'aula magna per la conferenza organizzata dall'associazione "Articolo 2", il papà di Eluana ha comunque potuto raccontare passioni e ragioni di un padre che ha visto la figlia per diciassette anni in stato vegetativo. Sino alla morte arrivata tra mille polemiche in una clinica di Udine, il 9 febbraio scorso. Tuttavia ieri, insieme a tanti applausi di solidarietà, a Beppino Englaro sono arrivate via cavo le scuse di don Ettore Cannavera, sacerdote, psicologo e fondatore della comunità "La Collina": «Da cattolico - ha detto - chiedo perdono per quelli che in nome del Cattolicesimo le hanno gridato assassino». Risposta: «Potevano risparmiarsi di manifestare». Con la consueta flemma, Beppino Englaro aveva però poco prima replicato alla domanda di un avvocato presente in sala, curioso di sapere quale sensibilità della magistratura avesse percepito durante il suo calvario giudiziario: «Ho dovuto attendere 5560 giorni - è stata la risposta dell'uomo che assieme ad altre tredici persone è indagato dalla procura di Udine per omicidio volontario della figlia - ma alla fine i principi del diritto di uno Stato di diritto sono emersi. Di più, francamente, non potevo attendermi». Il tempo di un lungo applauso e poi un altro quesito: si è mai sentito strumentalizzato dalla politica? «Io credo - ha ribattuto il padre di Eluana - che qualsiasi uomo di buon senso non sia in grado di capire l'atteggiamento che hanno avuto sia il governo sia il parlamento: sicuramente i nostri politici non hanno dato il meglio di loro, spero che un giorno se ne rendano conto». Alla conferenza di ieri c'era anche l'avvocato Franca Alessio, tecnicamente la "curatrice speciale" di Eluana, ossia quel soggetto super partes (diverso del tutore) che il tribunale nomina per interpretare la volontà di un individuo inabilitato. Durissimo il suo commento al disegno di legge sul presentato dal Pdl per regolare la complessa materia. La bozza della legge vieta la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione forzata, che secondo il centrodestra non rappresentano un trattamento sanitario ma un sostegno vitale e in quanto tale irrinunciabile, anche nel testamento biologico (ovvero l'istituzione di norme che consentano di determinare la volontà di un paziente di ricevere oppure no tutte le cure possibili). «Si tratta di un disegno di legge farraginoso - ha detto - credo che nel caso fosse approvato, verrebbe sottoposto all'esame della Corte costituzionale». Tra gli altri interventi, apprezzati quelli di Giangiacomo Pisotti, Renato Chiesa e Giacomo Doglio presidente dell'associazione "Articolo 2".

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Trieste La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato dalla Regione contro la legge F... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 14 Marzo 2009, Trieste La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato dalla Regione contro la legge Finanziaria dello Stato del 2008 che "legava" i maggiori introiti previsti dal 2010 per la Regione a nuove competenze trasferite dallo Stato alla stessa Regione. Il ricorso era stato presentato dalla Giunta di centrosinistra presieduta, nel febbraio 2008, da Riccardo Illy. Nel ricorso, la Regione contestava la Finanziaria perché in contrasto con alcune norme dello Statuto di autonomia e con il «principio di leale collaborazione in materia di rapporti finanziari tra Stato e Regioni». Al centro del contendere vi erano le imposte Irpef sui redditi da pensione «ancorché riscosse fuori dal territorio regionale» per un valore, rispettivamente, di 20 milioni nel 2008 e 30 milioni nel 2009. Per il 2010 la Finanziaria ancorava lo stanziamento a nuove funzioni da attribuire alla Regione. La Consulta ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 2 della Finanziaria accogliendo la richiesta della Regione di veder corrisposte quelle somme senza alcun vincolo. L'attuale presidente Tondo riconosce la bontà dell'azione attivata dal suo predecessore. In regione

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Pensioni, le imposte in Regione (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pensioni, le imposte in Regione La Corte costituzionale accoglie il ricorso: quei soldi non vanno al Fisco Sabato 14 Marzo 2009, Trieste La Corte costituzionale ha accolto il ricorso presentato dalla giunta Illy contro la Finanziaria dello Stato 2008 che "legava" i maggiori introiti previsti dal 2010 per la Regione a nuove competenze trasferite dallo Stato alla stessa Regione. La Regione sosteneva che la Finanziaria era in contrasto con alcune norme dello Statuto di autonomia e con il «principio di leale collaborazione in materia di rapporti finanziari tra Stato e Regioni». Al centro del contendere c'erano le imposte Irpef sui redditi da pensione «riscosse fuori dal territorio regionale» per un valore di 20 milioni nel 2008 e 30 milioni nel 2009. Per il 2010 la Finanziaria ancorava lo stanziamento a nuove funzioni da attribuire alla Regione. La Consulta ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 2 della Finanziaria accogliendo la richiesta della Regione di veder corrisposte quelle somme senza alcun vincolo. Tondo ha riconosciuto l'azione di Illy: «Debbo riconoscere con onestà che quel ricorso era motivato». La sentenza, però, non crea un automatico passaggio delle risorse, per ottenerle devono essere inserite nel bilancio dello Stato e va aperta una trattativa con il Governo. A pagina VI

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Da Rognoni a Carlo Porcari erano tanti i volti noti in sala (sezione: Giustizia)

( da "Provincia Pavese, La" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Da Rognoni a Carlo Porcari erano tanti i volti noti in sala PAVIA. In una sala conferenze gremita, ad ascoltare Massimo D'Alema c'erano molti volti noti della politica locale. Oltre ai due candidati alle primarie del Pd, Andrea Albergati e Antonio Sacchi, l'ex sindaco, Piera Capitelli, l'ex vice presidente del Csm, Virginio Rognoni, il segretario cittadino del Pd, Antonio Ricci, il consigliere regionale, Carlo Porcari, l'ex parlamentare Romana Bianchi, l'onorevole Angelo Zucchi, il senatore Daniele Bosone, i consiglieri comunali uscenti Luigi Duse e Ilaria Marchesotti, l'ex assessore all'urbanistica Franco Sacchi, il docente di procedura penale, ed editorialista del "Corriere della Sera", Vittorio Grevi. D'Alema è giunto al collegio Santa Caterina poco prima delle 18, a piedi, proveniente da piazza Ghislieri. Ha incontrato la professoressa Maria Pia Sacchi Mussini, rettore del collegio Santa Caterina. Poi è stato presentato alla platea da Salvatore Veca. Tra il pubblico, moltissimi militanti del Partito democratico. (f.m.)

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il pdl difenda la legge contro il centro oli (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

D'ALESSANDRO (PD) «Il Pdl difenda la legge contro il centro oli» PESCARA. Il Pd non si fida delle promesse del Pdl sul Centro Oli di Ortona. Il capogruppo alla Regione, Camillo D'Alessandro, ha presentato una "delibera tipo" che verrà inviata a tutti i comuni abruzzesi - e che prende spunto dalla legge statale 9/91 - per chiedere la revoca delle concessioni petrolifere. «Dopo i proclami della campagna elettorale contro il Centro Oli - suoi e di Berlusconi - Chiodi sia coerente con le sue dichiarazioni», afferma D'Alessandro «e difenda le istanze della Regione davanti alla Corte Costituzionale in modo serio e combattivo - dice l'esponente Pd - vada a spiegare le ragioni del no per vincere e non rassegnato a perdere».

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la famiglia: dateci gli altri locali (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina V - Bari Giovedì potrebbe arrivare l´agibilità. I Messeni chiedono la disponibilità degli spazi attigui La famiglia: dateci gli altri locali L´avvocato Amenduni: "In caso di ulteriori ritardi chiederemo al ministero di scindere le consegne delle chiavi" Sulla riconsegna del teatro Petruzzelli pende il completamento dell´iter per l´ottenimento dell´agibilità. E qui c´è una data, giovedì 19 marzo, in cui il nodo della valutazione della resistenza al fuoco del foyer dovrebbe essere sciolto, spazzando via, almeno sulla carta, l´ultimo ostacolo per la consegna del teatro. Eppure dice Ascanio Amenduni, legale del 75 per cento della famiglia Messeni Nemagna, il problema dell´agibilità riguarda soltanto il teatro e non i locali attigui, cioè quelli non destinati ad attività di spettacolo. «Non vogliamo complicare la vita a nessuno, quindi - spiega - aspettiamo pazientemente di ricevere la riconsegna dei locali extrateatrali unitamente alla consegna delle chiavi del teatro alla Fondazione, in adempimento ed esecuzione del protocollo d´intesa del 2002». E se per il passaggio delle chiavi nelle mani dell´ente lirico dovesse passare altro tempo? «Chiederemo al ministero di scindere le consegne». Ed è dunque probabile che, paradossalmente, facciano prima in tempo a tornare in vita attività come il caffè Dona Flor e il circolo Unione. E poi ci sono i locali dell´ex coiffeur Scarpa, sul quale ci sarebbe tuttavia qualche problema, visto che il suo ingresso coinciderebbe oggi con un´uscita di sicurezza del teatro, o della boutique da uomo il Bottegone, non ancora assegnata a una nuova destinazione d´uso. A meno che non siano attendibili quelle voci che lascerebbero scorgere l´eventualità del ritorno dell´esproprio. «C´è già un contenzioso a Strasburgo, perché - ricorda Amenduni - non dimentichiamolo c´è stato un abuso del legislatore nell´esproprio. L´ha detto la Corte costituzionale, fino a prova contraria. Ciò vuol dire che, nella malaugurata e non creduta ipotesi in cui il governo dovesse decidere di riattivare le procedure espropriative, la famiglia Messeni Nemagna non resterà a guardare. Questo è sicuro». (a. d. g.)

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Sanità, stop ai politici nelle Asl (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa La Regione approva i nuovi criteri per le nomine dei manager. L'opposizione: «Solo demagogia» Sanità, stop ai politici nelle Asl Direttori e primari scelti da tecnici. Marrazzo: «Più trasparenza» Primari e direttori generali delle Asl non saranno più scelti dai partiti . La Giunta della Regione Lazio ha approvato ieri una proposta di legge che cancella lo spoil system. I dg delle aziende sanitarie verranno «pescati» da uno specifico albo regionale, preparato da una Commissione composta da cinque membri (ex giudici della Corte Costituzionale, magistrati a riposo e professori ordinari). Per ogni nomina la Commissione proporrà una terna, poi spetterà al presidente della Regione sceglierne uno come direttore. I primari, invece, saranno nominati da una Commissione composta da cinque dirigenti Asl estratti a sorte. Inoltre sarà istituita presso la presidenza del Lazio la Commissione di garanzia per i controlli sanitari che valuterà l'attività delle Asl. Soddisfatto il presidente Piero Marrazzo: «È un passo in avanti verso la trasparenza, la legalità, ma soprattutto è un passo indietro della politica. Oggi è una giornata che mi fa capire che il tempo lo stiamo usando bene. Ci troviamo di fronte a criteri molto più selettivi per la decisione di chi sarà direttore generale. Si restringerà il potere discrezionale di chi deve decidere». Insomma, i direttori saranno nominati «per merito e non per una scelta politica». Dal canto suo l'opposizione ha presentato una proposta di legge diversa, basata, spiega Donato Robilotta (Socialisti Riformisti), «su verifiche indipendenti e la creazione di un'Authority di controllo sui servizi sanitari che prenda come modello quella nazionale». Il capogruppo di Forza Italia, Alfredo Pallone, fa ironia: «Siamo contenti che oggi Marrazzo si senta sollevato e che abbia finalmente capito di aver sbagliato tutto in questi anni». Non risparmia la stoccata il capogruppo di Rifondazione Comunista, Ivano Peduzzi, che bolla il provvedimento come «un'operazione mediatica».

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quel giudice di torino che tifa rossoblù - ettore boffano (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XVII - Bologna La carriera La passione Quel giudice di Torino che tifa rossoblù Maddalena: "Scoprii il genio di Haller, al diavolo il Toro e la Signora" Classe 1941, nato a Treviso, ha indagato su Fiat, terrorismo rosso e Tangentopoli "Vivevo a Bologna, a 9 anni la mia prima partita Ora seguo da qui fra Stadio e E´-Tv" ETTORE BOFFANO TORINO - Se provi a chiedergli la formazione del "suo" primo Bologna (correva l´anno 1950 e il procuratore ne aveva nove), lui te la snocciola senza una sbavatura: «Vanz, Giovannini, Ballacci, Jensen, Cingolani, Mezzadri, Cervellati, Garcia, Mike, Cappello e Gritti». E domani, cioè stasera, con la Juve chi giocherà? «Penso: Antonioli, Zenoni, Britos, Terzi, Lanna, Bombardini, Volpi, Valiani, Mingazzini, Mudingayi, Di Vaio». Marcello Maddalena è così: magistrato da una vita, sempre a Torino, uno che ha avuto a che fare con il terrorismo rosso, con la mafia trapiantata al Nord, con Tangentopoli, con Romiti e i falsi in bilancio della Fiat, uno che è stato via via giudice istruttore, pubblico ministero, membro del Csm, segretario nazionale dei magistrati italiani, procuratore capo di Torino e adesso (da una settimana) procuratore generale. Uno, soprattutto, che è stato ed è «tifoso del Bologna». Ma come mai, com´è possibile all´ombra della Mole dove, se ti occupi di calcio, puoi essere popolare (il granata del Toro) oppure aristocratico (il bianconero della Juve), ma nulla di più? "Tertium non datur" dicono i giuristi come lui, eppure a Marcello Maddalena, classe 1941, nato a Treviso da due docenti di liceo (il padre era un noto grecista), è riuscita l´impresa di smentire persino una delle massime d´oro del diritto romano. «Capitò che i miei si trasferirono a Bologna proprio in quel 1950. E quando sei bambino, conta quasi sempre qual è la prima squadra che vedi giocare in uno stadio. Per me fu così al Dall´Ara, che allora poi si chiamava Comunale: il primo amore...». Che, spiega il detto, non si scorda mai. O no? «Beh, io penso che valga quasi esclusivamente per il calcio: sì, il più stabile sentimento dell´amore è proprio quello per la squadra del cuore. Una frase che ogni tanto ripeto, anche se mia moglie (è anche lei magistrato, ndr) s´arrabbia sempre». Una settimana fa il Csm gli ha annunciato la nomina a procuratore generale di Torino, subentrato a quel Gian Carlo Caselli (amico di sempre, torinista e giudice delle Brigate Rosse e di Giulio Andreotti) che, a sua volta, occupa ora la poltrona di procuratore capo che fu di Maddalena. Eppure, sabato scorso, ammette di aver gioito soprattutto per la tripletta di Di Vaio. Sa tutto del Bologna, il procuratore. Il miglior giocatore della storia rossoblu? «Haller, anche se pensando al cuore e alla tecnica assieme, allora dico Bulgarelli». Legge, si informa, guarda la tv. Il giornale è il rito del mattino appena giunto in ufficio (un tempo c´era anche il mezzotoscano, ma il medico gliel´ha vietato dopo qualche problema cardiaco): «Il Corriere dello Sport-Stadio - ti spiega con una precisione assoluta -. Una volta era solo Stadio ed era il quotidiano sportivo di Bologna. Poi ci fu la fusione col Corriere dello Sport, ma l´edizione verde per il Nord dà sempre spazio ai rossoblu». La tv, invece, è «il canale 891 di Sky, quello che si occupa dell´Emilia-Romagna. Ma non seguo mai le dirette: mi emoziono troppo e il medico non vuole». L´ultima partita vista nello stadio fu proprio un Juventus-Bologna del 23 novembre 2002, «finì 1-1 e il gol nostro lo segnò Signori». E stavolta? «Dico Bologna, ma non so. In fondo siamo la squadra dei pareggi e potrebbe essere utilissimo. Se vinciamo, invece, tormenterò Maurizio Laudi che è bianconero, è stato per tanti anni giudice sportivo e oggi è procuratore capo ad Asti». E Caselli? «Con lui è meno facile. Siamo compagni di sventura da tanti anni, due squadre gloriose come Bologna e Torino costrette a dibattersi tra la B e la A. Noi, a dire il vero, abbiamo conosciuto anche la C, ma io non ho mai smesso di amare il Bologna. Succede così per chi s´innamora nel calcio a nove anni: la prima squadra rimane l´unica. Tutto il resto non conta più nulla». Nemmeno per un pubblico ministero, l´uomo delle certezze e delle prove granitiche? «No, neppure per un pubblico ministero, soprattutto se tifa Bologna».

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Il bello del (sezione: Giustizia)

( da "Milano Finanza" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Milano Finanza sezione: Copertina data: 14/03/2009 - pag: 12 autore: di Teresa Campo e Francesco Ninfole immobili Il bello del In attesa delle misure definitive che saranno varate dal governo, ecco i principali contenuti del piano casa. Al via gli ampliamenti degli edifici del 20%. Corsia privilegiata per gli interventi legati al miglioramento dell'efficienza energetica. Il programma potrebbe rinnovare il patrimonio immobiliare italiano Non è ancora un decreto legge, eppure i contenuti sono già in gran parte noti. Ecco, dalla A alla Z, quali sono le principali misure che il governo è pronto a varare e le possibili implicazioni.Ampliamenti. Le Regioni e i Comuni possono autorizzare, in deroga alle previsioni dei regolamenti e degli strumenti urbanistici locali, l'ampliamento degli edifici esistenti, nei limiti del 20% del volume (se destinati a uso residenziale o assimilato) e del 20% della superficie coperta se adibiti a uso diverso. L'esempio tipico è quello delle villette da ristrutturare. Nel caso in cui l'ampliamento non risulti possibile, materialmente e giuridicamente, potrebbe essere anche concessa la costruzione di un corpo edilizio separato avente però carattere accessorio, anche in deroga ai Piani regolatori in vigore.Bioedilizia. In caso di abbattimento e ricostruzione, gli allargamenti potrebbero arrivare fino al 35% nel caso vengano usate tecniche costruttive della bioedilizia o che prevedano il ricorso alle energie rinnovabili. L'efficienza energetica costituirà un ulteriore elemento premiale ma non sarà un presupposto per il riconoscimento dei nuovi diritti edificatori.Condono & costi. L'opposizione ha sottolineato il rischio di condono generalizzato. Il governo potrebbe varare una sorta di pre-condono: il procedimento per sanare un intervento edilizio contrastante con il Piano regolatore sarebbe anticipato ex lege disapplicando per un certo tempo le previsioni urbanistiche applicabili. Ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni comportano dei costi per i proprietari, piuttosto pesanti specie quando si parla di privati cittadini. I costi naturalmente saranno compensati dall'aumento di valore dei fabbricati (più moderni ed efficienti dal punto di vista energetico) e della cubatura aggiuntiva ottenuta. Ma secondo i costruttori ciò non è sufficiente a compensare i costi vivi, specie se non si vende l'abitazione in breve tempo. Ecco comunque un'ipotesi generale di costi, da declinare a seconda di luoghi e situazioni. Per portare un edificio di classe energetica C fino alla A (la massima) occorrono 180-200 euro/mq, dalla classe C alla B ne bastano invece 100-120. Per coprire un balcone o un terrazzino occorrono 1.000 euro/mq, mentre per aggiungere una stanza a una villetta in campagna servono 700-900 euro/mq e per costruire un piano in più in un condominio a Milano o per rendere abitabile un sottotetto si arriva a 1.700-2.000 euro /mq. Infine per demolire un edificio servono 100 euro al metro cubo, corrispondenti a 50 euro al mq, dopodiché per ricostruire servono circa 1.500 euro/mq. I prezzi naturalmente variano da zona a zona, più cari al Nord e nelle grandi città. Al Sud, per contro, si può risparmiare quasi la metà. Durata. Può variare da uno a due anni, con possibilità di conversione in misura strutturale. Il governo è orientato ad attivare subito le misure di breve termine, lasciando aperta la porta per un'estensione dei provvedimenti. «Bisogna tenere conto che, successivamente al programma di indirizzo statale, si dovrà anche dar tempo di emanare la normativa (assai più complessa) di attuazione da parte delle Regioni, nonché eventualmente dei Comuni», osserva Domenico Tulli di Gianni, Origoni, Grippo & Partners.Effetti. Il provvedimento è considerato urgente dal governo poiché funzionale al rilancio dell'economia. Per questo motivo, l'esecutivo spingerà per l'approvazione di un decreto.Fisco. C'è ancora incertezza sulla possibilità per i Comuni di ridurre del 20% il cosiddetto contributo di costruzione previsto per l'ampliamento, sconto che sale al 60% per la prima casa. Per i Comuni sono previsti vantaggi, sul fronte dei bilanci, in arrivo dall'aumento del gettito Ici grazie ai lavori che riguarderanno le seconde case.Impatto. Alcune stime indicano che il piano avrà un valore di 25 miliardi di euro per il non residenziale e di 60 miliardi nell'aggregato. I valori sono però indicativi a causa della loro volatilità.Liberalizzazione del mercato. Si prevede la liberalizzazione nella formazione dei permessi di costruire: al permesso di costruire andrà a sostituirsi una perizia giurata rilasciata da un tecnico abilitato.Milioni. Il pacchetto complessivo comprende 550 milioni di euro per l'edilizia abitativa, che secondo le stime del governo dovrebbe portare 5 mila nuovi alloggi e 1 milione di proprietari.Norme sui volumi. I diritti di volume saranno commerciabili soltanto se si intende che si possano costruire mini-appartamenti o locali da vendere separatamente. Su questo punto si dovranno semplificare le procedure di burocratiche relative agli accatastamenti.Obiettivi. Con il provvedimento il governo intende favorire il rinnovamento del patrimonio edilizio, che per quanto riguarda l'Italia è notoriamente obsoleto. In particolare, alcuni interventi potrebbero portare a un maggior gradi di efficienza energetica degli edifici. L'altro importante scopo è sostenere la ripresa economica del Paese, attraverso l'aumento dei lavori edilizi. I singoli individui infine possono trarre vantaggio dalla crescita del valore degli immobili.Paesaggio. Continueranno a essere applicate tutte le attuali normative in materia paesaggistica. Il governo stabilirà una semplificazione procedurale sul rilascio delle necessarie autorizzazioni: ma su questo punto potrebbe intervenire la Corte Costituzionale.Quadro. Il piano cambia la legge edilizia del 2001. Spetta alle Regioni scegliere se usare o meno l'opportunità del piano casa. Il governo, ha assicurato il ministro per i Rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, «si muoverà nel pieno rispetto delle norme costituzionali». L'intervento governativo avrà un contenuto «quadro» non potendo sostituirsi alla potestà legislativa in materia di edilizia, riconosciuta costituzionalmente alle Regioni: ecco perché si interverrà con un provvedimento che lascerà alle Regioni e ai Comuni (che potranno ridurre il contributo di costruzione attualmente dovuto fino al 60% per la prima casa) la potestà di attivare le nuove misure caso per caso.Ricostruzione edifici esistenti. È possibile l'abbattimento e la ricostruzione degli edifici costruiti prima del 1989 con aumento del 30% della cubatura per gli edifici residenziali e del 30% della superficie per gli altri (35% se si usano tecniche costruttive nuove o bio-compatibili).Sanzioni. Si prevede una diminuzione della pena e un alleggerimento delle sanzioni amministrative per i reati urbanistici. Per gli abusi più lievi potrebbe essere prevista una depenalizzazione.Tecnici. I tecnici abilitati cambieranno a seconda degli interventi edilizi. Sarà necessario un professionista in possesso delle abilitazioni richieste in ragione della tipologia dei lavori da effettuare.Urbanistica. I consigli comunali possano comunque escludere ampliamenti e demolizioni per specifici immobili o zone del territorio in base ad oggettive ragioni di carattere urbanistico, edilizio, paesaggistico e ambientale. Potrebbe essere inoltre consentito ai Comuni di decidere diversi limiti di ampliamento, rispetto a quello del 20%, in relazione alle caratteristiche delle singole zone e al diverso grado di saturazione edilizia. Il procedimento di autorizzazione prevederebbe che ampliamenti e demolizioni siano comunque subordinati al permesso di costruire. «La normativa porrà molti temi di coordinamento», ha spiegato Domenico Tulli di Gianni, Origoni, Grippo & Partners. «Per esempio quale sarà l'impatto sugli standard urbanistici esistenti, quali ne saranno le conseguenze in materia di oneri di urbanizzazione e contributi ai costi di costruzione (che si dice verranno agevolati in qualche misura) e quale sarà il rapporto con i vincoli preesistenti. I provvedimenti in parte ampliano e generalizzano interventi già in atto a livello regionale, ad esempio con riguardo alla premialità urbanistica legata all'efficienza energetica.Vicinato. Continueranno a essere applicate tutte le previsioni in materia di distanze e rapporti di vicinato.

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"costituzione minacciata, muoversi ora" - cinzia sasso (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 10 - Interni "Costituzione minacciata, muoversi ora" Allarme di Libertà e Giustizia. A Milano Zagrebelski cita Levi: se non ora quando? CINZIA SASSO MILANO - «Se non ora, quando?». Va a Primo Levi, e alla citazione che ne fa il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelski, il primo applauso della serata milanese di Libertà e Giustizia. «Le tragedie accadute in Europa nell´ultimo secolo sono state la conseguenza della tendenza a spostare i problemi di un giorno avanti. C´è l´esigenza forte di aprire gli occhi subito». «Rompere il silenzio», dunque, che è il titolo dell´appello in difesa della Costituzione che l´associazione ha presentato ieri sera qui, che i suoi circoli stanno illustrando in tutta Italia e che ha raccolto su internet oltre 200mila firme. Nomi di persone, dice Zagrebelsky, che di LeG è il presidente onorario, che non avremmo mai pensato di vedere nei nostri elenchi, «segno di un bisogno forte di riconoscersi, e di immaginare anche che cosa fare da adesso in poi». Accanto a Zagrebelsky ci sono Giovanni Bachelet e l´economista Salvatore Bragantini; in prima fila Gae Aulenti e Maurizio Pollini; tra il pubblico tante facce note ma anche tantissimi cittadini qualsiasi. Perché - come dice Sandra Bonsanti, presidente di L&G - oggi l´allarme è altissimo e non passa giorno che la cronaca politica non faccia registrare nuove punture di spillo contro la Costituzione: «La democrazia è in bilico e i rischi che la carta fondamentale sia stravolta, in un momento come questo in cui sommano crisi economica e istituzionale, si fanno sempre più elevati». Un elenco infinito di diritti violati, dalla giustizia uguale per tutti al diritto di fine vita, dalla salvaguardia del paesaggio alla corruzione, dal diritto di cronaca al disprezzo della legalità e dell´uguaglianza. Da dove cominciare, allora? Forse da una vignetta di Ellekappa, che riesce a far sorridere pur con parole terribili: «La crisi deve essere più grave di quello che sembra»; «Berlusconi sta pensando di licenziare il Parlamento». Ed è con quella sintesi che apre il "libretto nero" di Libertà e Giustizia, un ciclostilato come si faceva ai vecchi tempi, riassunto di undici mesi di dichiarazioni, disegni di legge, proposte, piani per la sicurezza, decreti. A volte solo parole, altre realtà: dai militari per le strade ai medici che dovrebbero denunciare i clandestini. Uno scambio di battute che è un campanello d´allarme: tanto che la proposta di Berlusconi sul voto solo ai capigruppo pochi anni fa sarebbe sembrata una battuta e oggi, conclude Zagrebelsky, sembra l´esito finale di uno stato di cose.

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Tonino prepara la riscossa De Magistris alle Europee? (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Tonino prepara la riscossa De Magistris alle Europee? RETROSCENA. Di Pietro offre un posto in lista all'ex pm di «Why not» travolto anche da Genchi. In vista di giugno, l'Italia dei Valori torna a concentrarsi sulla giustizia: l'obiettivo è il 10 per cento. segue dalla prima pagina Il ragionamento che ha spinto Antonio Di Pietro ad aprire una trattativa con De Magistris è più o meno il seguente: con l'avvento di Franceschini alla segreteria del Pd, il tema dell'antiberlusconismo tout court non è più un terreno di caccia «esclusivo» come lo era ai tempi del dialogo Silvio-Walter. Di conseguenza, meglio rimanere nell'area di ferrea opposizione all'esecutivo concentrandosi sull'unico sentiero che il neo leader democratico sta trascurando: quello della giustizia. Certo, l'ex pm è uscito praticamente sconfitto dalla guerra che si è aperta tra le procure di Catanzaro e Salerno, e poi col Csm; ma per un determinato target elettorale - che spazia da Grillo a Micromega, passando per il corpaccione di delusi dal Pd - De Magistris, come spiega una fonte dipietrista, «rimarrebbe comunque l'uomo giusto al momento giusto». Meglio averlo in lista, quindi, che non averlo. Perché, prosegue l'analisi della fonte italvalorista, «porta voti e sicuramente non ne fa perdere». Su De Magistris candidato alle Europee con l'Italia dei valori ci sono due scuole di pensiero. C'è chi sostiene che il pm dell'inchiesta Why not sia tentato dall'offerta di Di Pietro e chi, più entusiasticamente, è convinto che abbia già accettato. Una cosa è certa: la trattativa è aperta ma i dettagli (circoscrizioni, posto in lista...) sono tutti da definire. Qualche giorno fa, in un'intervista apparsa sul sito di Klaus Davi, De Magistris ha mostrato qualche carta. «Non sono il nuovo Di Pietro», ha scandito prima di sottolineare che «la nuova tangentopoli è molto più pericolosa e molto più inquietante di quella del '92, '93 e '94». E, alla domanda sul suo futuro, il magistrato ha risposto così: «Candidarmi? Non lo escludo. Oggi come oggi non programmo più la mia vita. Mentre un anno fa avevo messo da parte opzioni diverse nella magistratura, adesso non escludo nemmeno di fare l'imprenditore agricolo o l'avvocato, l'intellettuale o lo scrittore o il politico. La mia vita è cambiata enormemente. Io sono stato messo ingiustamente all'angolo per non nuocere, evidentemente». La situazione di De Magistris si è complicata ulteriormente dopo le inchieste sul suo ex consulente, Gioacchino Genchi, indagato per abuso d'ufficio e violazione della privacy (tra l'altro, proprio ieri i Ros hanno avviato le perquisizioni nella casa e negli uffici dell'«uomo dei tabulati»). Ma l'eventuale elezione del magistrato napoletano all'Europarlamento avrebbe l'effetto di riportare la sua carriera all'«anno zero». Un motivo in più, quindi, per accettare il corteggiamento di Di Pietro. L'Italia dei valori, intanto, prosegue la sua marcia verso la doppia cifra. Una marcia, però, complicata dal cambio di marcia del Pd e dal rimescolamento di carte a sinistra (tra pochi giorni verrà presentato il simbolo del cartello elettorale composto dai socialisti di Nencini, i Verdi della Francescato, la Sinistra democratica di Fava e gli ex rifondatori di Vendola). I sondaggi commissionati dall'Idv danno il Pd al 22 e il partito di Di Pietro all'8. Come ha dichiarato il capogruppo alla Camera Massimo Donadi ad Affaritaliani, «questi dati confermano sicuramente il fatto che l'opposizione messa in atto dall'Italia dei Valori ha riscosso l'apprezzamento di quell'elettorato che non si identifica nel Pdl e nel Carroccio». Infatti, ha aggiunto, «nel sondaggio emerge che tra tutti gli elettori delle minoranze (compreso quindi anche Casini, ndr), l'opposizione dell'Idv è quella giudicata di gran lunga la più coerente ed efficace». In attesa dell'effetto De Magistris, s'intende. Tommaso Labate 14/03/2009

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La Consulta: ecco perché Tps sbagliò a disarcionare Petroni (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Attualità data: 14/03/2009 - pag: 4 autore: Alessandra Ricciardi motivazioni costituzionali La Consulta: ecco perché Tps sbagliò a disarcionare Petroni Per dirla in breve, Tommaso Padoa-Schioppa non ha saputo mandare a casa Petroni. Da ministro dell'economia del governo Prodi non ha saputo sfiduciare il suo rappresentante in consiglio di amministrazione Rai, Angelo Maria Petroni. Ha sbagliato le procedure previste dalla legge, violando quel principio di «leale collaborazione» che invece avrebbe dovuto rispettare nei rapporti con la Commissione di vigilanza sulla Rai. E per questo l'operazione di destituzione e sostituzione di Petroni si può dire incostituzionale. Sono le motivazioni della sentenza depositate ieri, e il cui dispositivo era stato reso noto a fine febbraio, con cui la Corte costituzionale ha accolto il ricorso della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai nei confronti di Tps. Nella sentenza, che chiude una vicenda iniziata nel maggio del 2007, la Consulta sottolinea più volte il ruolo di garanzia della Vigilanza sul settore radiotelevisivo pubblico, facendone derivare in sostanza la propria decisione. Il dispositivo è stato accolto con un tripudio da parte del capogruppo al senato del Pdl, Maurizio Gasparri: «I giudici costituzionali confermano in questo modo come la legge 112, detta anche legge Gasparri, sia pienamente conforme alla Costituzione e che tutte le osservazioni contenute nel ricorso presentato a suo tempo dalla Vigilanza erano fondati». La Corte presieduta da Francesco Amirante afferma che la Commissione di vigilanza «è investita di attribuzioni che discendono dall'esigenza di garantire il pluralismo dell'informazione, fondato sull'articolo 21 della Costituzione, in base al quale la presenza di un organo parlamentare di indirizzo e vigilanza serve ad evitare che il servizio pubblico radiotelevisivo venga gestito dal governo in modo 'esclusivo e preponderante' (sentenza numero 225 del 1974)». Una sentenza, quest'ultima, richiamata anche per ricordare come la «Corte ha posto in rilievo che la prima esigenza che il servizio pubblico radiotelevisivo deve soddisfare è quella di 'offrire al pubblico una gamma di servizi caratterizzata da obbiettività e completezza di informazione, da ampia apertura a tutte le correnti culturali, da imparziale rappresentazione delle idee che si esprimono nella società». Rispetto a questi fini fondamentali, è indispensabile che gli organi direttivi da una parte non debbano 'rappresentare direttamente o indirettamente espressione, esclusiva o preponderante, del potere esecutivo' e dall'altra debbano avere una struttura 'tale da garantirne l'obbiettivita». Questa doppia condizione può essere soddisfatta solo se vengono riconosciuti «adeguati poteri al Parlamento, che istituzionalmente rappresenta l'intera collettività nazionale». La Consulta conclude quindi che «in conseguenza della non spettanza al ministro dell'economia del potere di richiedere e votare nell'assemblea degli azionisti della Rai, per il tramite del suo rappresentante, la revoca di un consigliere di amministrazione, in assenza di previa deliberazione adottata dalla Commissione parlamentare di vigilanza, deve essere annullata la nota del ministro dell'economia, indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri in data 11 maggio 2007, con la quale il ministro stesso ha informato quest'ultimo della decisione di revocare il predetto consigliere». Vengono così annullati tutti gli atti conseguenti all'allontanamento di Petroni, compresa la nomina al suo posto di un nuovo consigliere, Fabiano Fabiani.

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Segreto di Stato, silenzio di Pd e Pdl sui giudici di Milano (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Attualità data: 14/03/2009 - pag: 6 autore: Piero Laporta prlprt@gmail.com La corte costituzionale e Il caso Abu Omar Segreto di Stato, silenzio di Pd e Pdl sui giudici di Milano Cerchiamo di capire. La Corte costituzionale, si badi, non il pretore di Scurcola Marsicana, ma la massima autorità giurisprudenziale del paese, ha sentenziato che sul caso del cosiddetto rapimento di Abu Omar c'è stata una violazione del segreto di stato da parte dei magistrati di Milano. A parte qualche articoletto di cronaca, la notizia è scivolata come se nulla fosse.Da destra come da sinistra c'è una convergente indifferenza, mascherata dietro dichiarazioni tiepide, come vi fosse fretta di sbarazzarsi dell'evento imbarazzante. Non sappiamo se questa convergenza silenziosa fosse anteriore agli eventi che hanno portato alla violazione del segreto di stato, additato dalla Consulta. Certo è, tuttavia, che essa risuona oggi in tutta la sua poderosa e fragorosa silenziosità trasversale. Non ci stupiremmo affatto se ci trovassimo ancora una volta di fronte a un pezzo di teatro sia pure da avanspettacolo, che ha consentito ai registi di fare uscire di scena i personaggi magari scomodi, ma potenti, a spese di quelli scomodi anch'essi a loro modo, ma per niente potenti per loro sfortuna. Pensiamo a Pio Pompa e a Renato Farina e domandiamoci se tutto il canaio che fu fatto per crocifiggerli valeva la pena, per poi scoprire che siamo di fronte a una violazione del segreto di uno stato comatoso e intubato, pronto da un pezzo per l'eutanasia. Può anche darsi che la destra, presa dagli affanni di governo, non voglia entrare in queste faccende un po' untuose e un po' noiose della procura di Milano. Neppure possiamo imporre gli argomenti alla facondia di Dario Franceschini, ma certo è che questa inerzia, questo silenzio distratto e bipartizan sono davvero singolari. Se non sono l'esito di un patto scellerato, ricordano tuttavia una delle tante convivialità caserecce a base di crostate o di torte alla mimosa, tanto più sorprendenti perché questa volta trascurate persino dai soliti commentatori addomesticati. Eppure non si dica che non c'è di che chiedere ragione. Recita l'articolo 255 del codice penale: «Chiunque, in tutto o in parte, sopprime, distrugge o falsifica, ovvero carpisce, sottrae o distrae, anche temporaneamente, atti o documenti concernenti la sicurezza dello Stato od altro interesse politico, interno o internazionale, dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a otto anni». Recita l'articolo 256 del codice penale: «Chiunque si procura notizie che, nell'interesse politico, interno o internazionale, dello Stato, debbono rimanere segrete è punito con la reclusione da tre a dieci anni». Recita l'articolo 257 del Codice penale: «Chiunque si procura, a scopo di spionaggio politico o militare, notizie che, nell'interesse della sicurezza dello Stato, o comunque, nell'interesse politico, interno o internazionale, dello Stato, debbono rimanere segrete è punito con la reclusione non inferiore a quindici anni».Come si può capire, violare il segreto di stato non è come ubriacarsi di Chianti e poi abbandonarsi a schiamazzi notturni. Certo, nessuno è stato accusato o tanto meno condannato, ma nessuno neppure ha chiesto: allora che cosa si fa? Non c'è stata né una parola decisiva del governo né una dei presidenti delle camere, di fronte a un fatto che vede coinvolti in maniera gravissima e per fatti gravissimi una quantità di magistrati che continueranno ad amministrare giustizia incuranti del misfatto additato dalla Consulta. Non c'è una procura che abbia aperto un fascicolo, né una presidenza della repubblica o un consiglio superiore della magistratura che ammoniscano, come ammonirono per molto meno e nel recente passato. E il parlamento, spesso rissoso e vociante per sciocchezze da stadio, è silenzioso come un cimitero. Neppure i capigruppo, magari anticipando le future usanze, sembrano volerne parlare. Ma sì, dopo tutto, che segreto di stato sarebbe, quantunque violato, se tutti ne parlassero?

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La Corte Costituzionale ha depositato la sentenza con cui ha accolto il ricorso della Commissione di vigilanza Rai, contro la revoca del consigliere di amministrazione della tv pub (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La Corte Costituzionale ha depositato la sentenza con cui ha accolto il ricorso della Commissione di vigilanza Rai, contro la revoca del consigliere di amministrazione della tv pubblica, Angelo Maria Petroni, sostituito - su proposta dell'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa - da Fabiano Fabiani La Corte Costituzionale ha depositato la sentenza con cui ha accolto il ricorso della Commissione di vigilanza Rai, contro la revoca del consigliere di amministrazione della tv pubblica, Angelo Maria Petroni, sostituito - su proposta dell'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa - da Fabiano Fabiani. La Corte spiega che una deliberazione in tal senso rappresenta una «violazione della legge» e una «illegittima menomazione delle attribuzioni del Parlamento». A questo punto si potrebbe pensare che tutte le decisioni prese dal cda senza Petroni diventino illegittime. In ballo anche i diritti televisivi per le Olimpiadi di Pechino 2008 assegnati a Sky, emittente satellitare di Rupert Murdoch. 14/03/2009

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Si è parlato anche dell'eventuale impiego delle ronde ieri al convegno "Giustizia, tr... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Frosinone)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 14 Marzo 2009 Chiudi Si è parlato anche dell'eventuale impiego delle ronde ieri al convegno "Giustizia, tra Stato e autonomie locali" che si è svolto a Frosinone e al quale hanno preso parte autorevoli magistrati, tra cui Pierluigi Vigna, procuratore emerito nazionale antimafia, Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, e Roberto Carrelli Palombi di Montrone, consigliere del Csm. Ma, in apertura dei lavori, il vice sindaco del capoluogo Danilo Giaccari e l'assessore Narciso Mostarda hanno espresso tutte le loro perplessità su questa possibilità. «Il Comune non condivide l'ipotesi delle ronde - ha sottolineato Giaccari -. Affidare il delicato tema della sicurezza al concorso di associazioni di cittadini non risolve affatto il problema. Per assolvere a questo, ci sono le forze dell'ordine». Dichiarazioni, quelle del vice sindaco in quota Pd, che, però, contrastano con il progetto dell'assessorato alla Polizia Municipale, già finanziato dalla Regione, di voler impiegare 25 volontari ( gli animatori della legalità) per aumentare il grado di sicurezza urbana in città. «Il Comune, a mio avviso - continua Giaccari - per favorire la tutela dei cittadini deve mettere in campo altri strumenti, non le ronde: ad esempio, attivare politiche sociali, azioni di recupero delle vittime e di sostegno nel settore del disagi». Un netto no alle ronde è arrivato anche dalla Cisl, tramite il segretario Giacomo D'amico: «Quello delle ronde è un gioco molto pericoloso, è sintomo di disagio e degrado sociale». Al convegno era presente anche il prefetto di Frosinone, Piero Cesari, che riferendosi al coinvolgimento dei volontari, ha spiegato: «Potrebbe rivelarsi una risorsa in più per costruire quel modello di sicurezza partecipata». Al convegno erano presenti anche il Procuratore capo di Cassino, Mercone, e il pm di Frosinone Misiti, oltre ai vertici provinciali delle forze dell'ordine. Ste. De Ang.

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Il Pd non si fida delle promesse e riprende l'offensiva contro il Centro Oli di Ortona. Il capogrupp... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 14 Marzo 2009 Chiudi Il Pd non si fida delle promesse e riprende l'offensiva contro il Centro Oli di Ortona. Il capogruppo alla Regione, Camillo D'Alessandro, nel presentare una delibera tipo che verrà inviata a tutti i comuni abruzzesi per chiedere la revoca delle concessioni petrolifere, attacca direttamente il presidente Chiodi. «Dopo i proclami della campagna elettorale contro il Centro Oli, è bene che Chiodi sia coerente con le sue dichiarazioni - afferma D'Alessandro - e difenda le istanze della Regione davanti alla Corte Costituzionale in modo serio e combattivo. Non è in discussione solo Ortona, ma l'intera idea di un Abruzzo regione petrolifera. Preoccupa anche che il progetto di legge presentato dall'assessore Febbo, che innalza le royalties, abbia curiosamente come primo firmatario proprio il presidente Chiodi. Che bisogna c'era? È un fatto grave, specie perchè quando si è aperta la legislatura abbiamo approvato all'unanimità una risoluzione urgente nella quale si chiedeva al presidente di riferire i colloqui con il ministro Fitto per superare i limiti di costituzionalità della Legge regionale 14/08 che era stata impugnata dal governo. Ma abbiamo qualche dubbio che Chiodi riferirà». L'Abruzzo «deve resistere al Governo», insiste D'Alessandro, specie nel ricorso davanti alla Corte Costituzionale.

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Stretta per chi inquina le falde (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-14 - pag: 6 autore: Le altre disposizioni Stretta per chi inquina le falde Marco Gasparini ROMA Stretta del Governo sull'immissione di sostanze inquinanti nelle falde acquifere. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato in via definitiva il decreto legislativo che dà attuazione alla direttiva 2006/118/Ce per la protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento. Il Dlgs stabilisce standard di qualità più restrittivi sul monitoraggio dello stato di salute dei corpi idrici da parte delle Regioni e inasprisce i criteri di rilascio delle autorizzazioni per gli scarichi di impianti produttivi e attività agricole sia pure con specifiche deroghe per l'estrazione degli idrocarburi. L'applicazione dei parametri fissati in sede Ue sarà graduale, ma dalla data di entrata in vigore del provvedimento fino al 22 dicembre 2013 l'iter per ottenere i permessi sarà in ogni caso assoggettato a specifiche procedure di valutazione sui rischi di tossicità legati, tra l'altro, alla presenza nelle acque di pesticidi e metalli pesanti. Le nuove norme individuano poi i criteri tecnici in base a cui le amministrazioni regionali dovranno effettuare la mappatura preventiva dei corpi idrici nell'ambito della predisposizione del primo piano di gestione da pubblicare entro il 22 dicembre di quest'anno. Via libera anche al Decreto per la dismissione della quota di partecipazione detenuta indirettamente dal Tesoro nel capitale di Tirrenia Spa e al Ddl di ratifica dell'accordo stipulato a Dubai nel 2003 con il Governo degli Emirati Arabi Uniti nel settore della difesa per semplificare tra l'altro, l'import- export di materiali d'armamento. Il Governo ha infine deciso di impugnare in Corte Costituzionale la legge della regione Calabria del 1Ú gennaio scorso contenente alcune disposizioni in materia sanitaria.

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Seicento congressisti invadono la città (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ASCOLI pag. 4 Seicento congressisti invadono la città Ad Ascoli la prima uscita ufficiale del presidente della Corte Costituzionale IL PROGETTO DELLA FONDAZIONE CARISAP di EMANUELA ASTOLFI CREARE INTORNO alla città di Ascoli l'immagine di una realtà che si adatta alla perfezione ad ospitare congressi di portata nazionale è uno degli obiettivi per cui, da anni, la Fondazione Carisap sta lavorando. Un chiaro strumento di marketing del territorio che mira a creare una sinergia tra le bellezze della città e la concreta necessità di esperti professionisti di aggiornarsi costantemente. La voglia di far decollare il cosidetto turismo congressuale' si unisce ad un paradosso tutto ascolano: l'assenza di un vero e proprio centro che ospita i congressi. «Ascoli spiega il presidente della Fondazione Carisap, Vincenzo Marini Marini non ha un suo curriculum in materia. Servono delle professionalità competenti». Ebbene, la Fondazione ha scelto di impegnarsi per portare ad Ascoli, anno dopo anno, un evento che, come spiega Marini Marini «faccia da testimonial per i futuri congressisti» che possa rappresentare una garanzia per chi verrà. LE BASI sono state gettate l'anno scorso con il congresso nazionale dei medici cattolici. Quest'anno sarà protagonista il mondo del lavoro. Proprio ad Ascoli farà la sua prima uscita ufficiale il dottor Francesco Amirante, nominato da pochi giorni presidente della Corte Costituzionale. Il convegno nazionale del Centro nazionale studi di diritto del lavoro Domenico Napoletano' si svolgerà al palazzo dei Capitani venerdì e sabato prossimi. Il tema è di grande attualità: «Competitività, flessibilità del mercato e diritti fondamentali dei lavoratori». «L'associazione nazionale ha incaricato la sezione regionale di organizzare questo convegno e noi abbiamo scelto Ascoli spiega Stefano Jacovacci, presidente della sezione Marche del Centro studi Domenico Napoletano' . Quando abbiamo pensato al tema avevamo previsto che la crisi economica e occupazionale si sarebbe incentivata ancora di più. Bisogna rafforzare le tutele per i lavoratori e creare un clima di fiducia tra lavoratori dipendenti e datori di lavoro». L'avvocato Leonardo Carbone anticipa già che ad Ascoli arriveranno oltre 600 persone da tutta Italia. «Nel 1989 aggiunge l'avvocato Costantino Gulli , il centro Domenico Napoletano' fece il suo primo convegno ad Ascoli e i congressisti furono accompagnati nei paesi dell'hinterland perché in città non c'erano molti posti per dormire». La sfida è stata lanciata. In due giorni, Ascoli ospiterà e svelerà i segreti che custodisce a magistrati, avvocati e docenti universitari. Compresa la ricetta delle olive fritte. Image: 20090314/foto/649.jpg

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Cappon: Servono tagli per altri 60-70 milioni (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-14 - pag: 13 autore: LA GIORNATA RAI Cappon: «Servono tagli per altri 60-70 milioni» La Consulta dà ragione alla Vigilanza: «Il Parlamento garantisce il pluralismo» Marco Mele La Rai e la crisi non possono attendere i tempi della politica per la nomina dei vertici. Claudio Cappon, direttore generale della Rai, scrive a tutte le strutture aziendali e alle consociate. Annuncia tagli ai costi per ulteriori 60-70 milioni di euro in aggiunta ai 100-110 già previsti dal budget 2009.Per l'intero indotto Raiè prospettata una riduzione del 10% dei contratti. La Rai affronta la crisi «con una posizione finanziaria sana, una buona solidità patrimoniale e risultati economici sostanzialmente equilibrati anche nel 2008» scrive Cappon. Nel 2009, tuttavia, «le previsioni di ricavi sono nettamente inferiori a quelli considerati in sede di budget, con la necessità di rilevanti investimenti in contenuti e tecnologia per il passaggio al digitale». La Rai ha avviato una revisione del budget nel quale saranno assegnate alle strutture «nuovi e più stringenti obiettivi di contenimento della spesa » per recuperare nel 2009 60- 70 milioni. Il grande sistema dell'indotto Rai «dovrà fare la sua parte, e significativamente, per sostenere quest'impegno». Si tratterebbe appunto – anche se la lettera di Cappon non lo esplicita – di una riduzione intorno al 10% di tutti i contratti e gli impegni della Rai nei confronti dei soggetti esterni. Intanto, la Corte Costituzionale dà ragione al Parlamento e alla Vigilanza sul caso Petroni. Nelle motivazioni si sottolinea: la Rai è «un servizio sociale che deve possedere un elevato tasso di democraticità rappresentativa» e, quindi, deve ruotare «nell'orbita del Parlamento ». Perché deve assicurare «il pluralismo delle fonti e degli orientamenti ideali, culturali e politici» che garantiscano «l'imparzialità e l'obiettività dell'informazione». La Consulta non prende in considerazione il formarsi nel Cda di maggioranze capaci di produrre effetti contraddittori con tali obiettivi. I principi che devono prevalere sono «la prevalenza numerica dei componenti designati dalla commissione parlamentare » e «il ruolo necessario di quest'ultima nelle procedure di rimozione dei membri del Cda medesimo». La revoca di Angelo Maria Petroni è stata quindi definitivamente annullata.

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Contro i casi di filtro in Cassazione ricorsi in massa alla Corte costituzionale (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-03-14 - pag: 19 autore: Avvocati. Protesta Oua: questione di legittimità avanzata da tutti i legali Contro i casi di «filtro» in Cassazione ricorsi in massa alla Corte costituzionale Patrizia Maciocchi è incostituzionale la norma che introduce un filtro per i ricorsi in cassazione nel processo civile. L'Organismo unitario dell'avvocatura ribadisce la sua netta contrarietà a una modifica considerata in netto contrasto con l'articolo 111 della Costituzione sul diritto di difesa. Un parere condiviso anche da alcuni giuristi italiani invitati al Convegno che l'Oua a organizzato ieri a Roma. Le quattro ipotesi fissate dalla riforma per dare il via libera al terzo grado di giudizio sono state analizzate da Giovanni Verde, ordinario di diritto processuale civile alla Luiss di Roma, e bollate come inammissibili nel nostro ordinamento. «Le prime tre ipotesi sono in funzione di una dichiarazione di inammissibilità in base a una dichiarazione preventiva di "non meritevolezza" – spiega Verde – mentre la quarta è in funzione di una dichiarazionedi ammissibilità benché il ricorso in sé non sia ricevibile. Questo conferma che tutte le valutazioni prese in esame attengono a profili di merito». Perplesso Giovanni Verde anche sulla valutazione dei principi del giusto processo. «Non vedo alternativa - dice Verde – o le regole in vigore attuano i principi del giusto processo, e quindi il procedimento impugnato non è valido, oppure non lo attuano, nel qual caso si potrebbe porre un problema di costituzionalità della norma. In entrambe le ipotesi non c'è spazio per una valutazione preventiva». Di "giudizio alla cieca" sulla possibilità per la Corte di confermare o mutare il proprio orientamento parla anche il Gian Franco Ricci ordinario all'università di Bologna.Il presidente dell'Oua Maurizio de Tilla indica le vie alternative per decongestionare la Cassazione: «Il filtro avrebbe il solo effetto di privare i cittadini del loro diritto alla difesa. Ma siamo consapevoli di dover ridurre il numero di avvocati cassazionisti. Uno strumento di "scrematura" è già contenuto nella riforma della professione messa a punto dal Cnf: attraverso le nuove norme il numero può scendere del 20%. L'altra strada da percorrere – conclude de Tilla – sta nella modifica del comma 7 dell'articolo 111 della Costituzione che consentirebbe di tener fuori dalla Cassazione le controversie di modesta entità». Per quanto speranzosi sull'operato della Camera gli avvocati non si nascondono la possibilità che la norma "incriminata" riesca a ottenere il semaforo verde di Montecitorio. E annunciano battaglia. «Le nostre iniziative di protesta non saranno di piazza ma di atti – dichiara de Tilla –consegneremo a tutti gli avvocati una questione di costituzionalità per eccepire la legittimità del filtro, oppure presenteremo subito una proposta di legge per abrogarlo». La terza via, indicata dallo stesso presidente della Cassazione Vincenzo Carbone, non è ritenuta dagli avvocati troppo percorribile. LE RAGIONI Per Giovanni Verde, ex vicepresidente del Csm, la riforma Alfano diffonde un improprio giudizio di merito sui ricorsi

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Nella foto a destra Francesco Amirante neopresidente della Corte Costituzionale che ha scelto Ascoli... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 14 Marzo 2009 Chiudi Nella foto a destra Francesco Amirante neopresidente della Corte Costituzionale che ha scelto Ascoli per la sua prima uscita

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Sanzioni legittime agli abusivi (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-03-14 - pag: 20 autore: Corte costituzionale. Intermediazione finanziaria Sanzioni legittime agli abusivi Giovanni Negri MILANO Non sono illegittime le sanzioni a carico di chi esercita l'attività di intermediazione finanziaria senza essere iscritto all'elenco istituito presso l'Uic. Lo spiega la Corte costituzionale con l'ordinanza 73/2009 depositata ieri e scritta da Alessandro Criscuolo. Il provvedimento ha preso in esame le questioni di legittimità avanzate da più tribunali, tra i quali Palermo, Macerata ed Alessandria, tutte accomunate dalla contestazione al legislatore di essere andato, con l'articolo 5 comma 3 del decreto legislativo n. 153 del 1997 in materia di integrazione alla disciplina antiriciclaggio, oltre i limiti che erano stati posti dalla legge delega quanto all'entità della pena.In particolare non sarebbe stato rispettato il vincolo di prevedere, con il decreto, solo contravvenzioni e non delitti e di mantenersi comunque al di sotto dei 4 anni di massima che invece il decreto prevede. Il parere della Corte costituzionale è però di segno diverso e mette in evidenza come il Governo ha invece rispettato i limiti che erano stati posti dalla legge comunitaria (la 52 del 1996) che espressamente prevedeva una possibilità di deroga rispetto al "tetto" dei tre anni genericamente ammesso quando fosse necessario adeguare il limite a quello già previsto da legge in vigore indirizzate a colpire condotte omogenee e di pari offensività. è sfruttando questa facoltà che il Governo ha deciso di emanare la norma incriminatrice, ammettendo cioè che la fattispecie di abusivismo prevista è del tutto omogenea e di pari offensività rispetto al delitto di abusiva attività finanziaria introdotto dall'articolo 132 del decreto legislativo 385 del 1993. Per la Consulta, quindi, i tribunali che hanno "dubitato" della legittimità della misura hanno sbagliato nell'identificazione della norma di delega che sarebbe stata violata.

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Francesco Amirante, neopresidente della corte costituzionale, sceglie Ascoli come sede della sua pri... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 14 Marzo 2009 Chiudi Francesco Amirante, neopresidente della corte costituzionale, sceglie Ascoli come sede della sua prima uscita ufficiale. L'occasione è quella del convegno nazionale del centro nazionale studi di diritto del lavoro "Domenico Napoletano" che, grazie al contributo della fondazione Carisap, si terrà al palazzo dei Capitani sabato 21 e domenica 22 marzo. «Si tratta di un convegno di alta caratura - spiega il presidente della fondazione Carisap Vincenzo Marini Marini - e inserito all'interno del nostro progetto di promozione del convegno congressuale. Un progetto che, cominciato nel 2004 con i primi contatti con alcuni tour operator congressuali, continua con la costruzione di un valido "curriculum" per Ascoli, in modo da attirare sempre nuovi operatori. Abbiamo cominciato lo scorso anno con il convegno nazionale dei medici cattolici e, quest'anno, proseguiamo con questo importante evento». Tema del convegno sarà la "competitività, flessibilità del mercato e diritti fondamentali dei lavoratori". «Un argomento di grande attualità - afferma Stefano Jacovacci, presidente delle sezione Marche del centro nazionale - che sarà trattato dai maggiori esperti del settore. L'auspicio è che dal convegno emergano soluzioni sia a breve sia a lunga scadenza sui temi del rafforzamento dei diritti dei lavoratori e dell'efficienza dell'amministrazione della giustizia». Oltre 600 i partecipanti al convegno, che accorreranno ad ascoltare i maggiori esperti di diritto del lavoro in Italia. Saranno presenti, in qualità di relatori, i presidi delle facoltà di giurisprudenza di tutta la penisola, la sezione lavoro della corte di cassazione quasi al completo, avvocati e magistrati di caratura. Ste.Mi.

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La Consulta sigilla le tasse dell'Autonomia (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-03-14 - pag: 23 autore: Corte costituzionale. Bocciati i vincoli per l'Irpef dei pensionati in Friuli La Consulta «sigilla» le tasse dell'Autonomia La legge statale non può limitare preventivamente la devoluzione Gianni Trovati MILANO Mentre naufragano uno dopo l'altro i tentativi parlamentari di ridiscutere i rapporti finanziari tra Stato e Regioni autonome nell'ambito del cantiere federalista, la Corte costituzionale interviene a blindare l'elenco dei tributi che rimangono sul territorio in cui sono nati grazie ai vari Statuti di autonomia. E stabilisce, nella sentenza 74/2009 depositata ieri (presidente Amirante, relatore Gallo) che la legge dello Stato non può fissare un tetto preventivo alle devoluzioni che rischiano di costare troppo al bilancio centrale. La controversia nasce dal destino da riservare alle imposte sui redditi dei pensionati residenti in Friuli Venezia Giulia (a prescindere dal territorio in cui l'imposta è riscossa).Lo Statuto di autonomia del Friuli prevede infatti che rimanga in casa il 60% dell'Irpef prodotta in Friuli, ma con un limite: i sei decimi dell'imposta restavano in Regione fino a quando il reddito era da lavoro, ma il pensionamento faceva uscire il gettito dall'ambito locale. Per sanare questa e altre «difformità» è intervenuto, nell'ottobre 2006, un protocollo d'intesa fra Regione autonoma e Governo, poi applicato dalla Finanziaria del 2008. Estendere automaticamente a tutte le pensioni la "regionalizzazione" del prelievo, però, sarebbe costato troppo allo Stato, che nella Finanziaria aveva posto un tetto di 20 milioni per il primo anno e di 30 per il secondo, subordinando poi ogni ulteriore assegnazione al trasferimento di funzioni dallo Stato alla Regione. Il meccanismo è poi cambiato con il decreto milleproroghe immediatamente successivo (Dl 248/2007, articolo 47-ter, comma 1), che ha esteso al 2010 il tetto dei 30 milioni cancellando la previsione dello scambio tra funzioni e risorse. La Corte, però, boccia il vincolo e accoglie le richieste del Friuli, che dal 60% dell'Irpef chiesta ai pensionati ottiene così circa il quadruplo dei 30 milioni fissati dal Governo. I sei decimi dell'Irpef – spiegano i giudici delle leggi –sono previsti dallo Statuto di autonomia della Regione Friuli e l'estensione ai redditi da pensione è espressamente sancita dal Dlgs e dalla Finanziaria 2008 attuativi del protocollo d'intesa. In questo quadro, qualsiasi fissazione di tetti preventivi cozza contro una previsione che ha dignità costituzionale. Regole analoghe valgono in tutti i territori a Statuto speciale. Le Province autonome di Trento e Bolzano trattengono, fra l'altro, il 90% di Iva, imposte di registro, bolli, imposte di successione e donazione,mentre in Valle d'Aosta il 90% scatta per Irpef e Ires, oltre a registro, bolli, concessioni, tabacchi e via tassando.

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Solo un'operazione mediatica : così Ivano Peduzzi, capogruppo in Regione di Rifondaz... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 14 Marzo 2009 Chiudi «Solo un'operazione mediatica»: così Ivano Peduzzi, capogruppo in Regione di Rifondazione comunista ha bocciato la proposta dalla Giunta regionale sui criteri di nomina dei direttori delle Asl. «I contratti e la normativa sulle Asl - ha ricordato il capogruppo di Rifondazione - già prevedevano il licenziamento per mancata rispondenza dell'operato dei direttori generali ai programmi e agli obiettivi previsti». Alla vigilia dell'esito delle verifiche dell'operato dei manager, in base alla quale la prossima settimana dovrà decidere chi resta e chi deve essere rimosso fra i direttori generali della Asl, ieri la giunta regionale ha approvato una proposta di legge sulle nomine: finora venivano nominati direttamente dal presidente. D'ora in poi saranno selezionati sulla base di curriculum disponibili on line, da un Albo regionale a cui potranno chiedere di essere iscritti tutti quelli che saranno in possesso dei requisiti richiesti. Alla selezione sarà preposta una commissione, composta da cinque membri (scelti dal presidente della Regione tra ex giudici della Corte Costituzionale, magistrati a riposo delle supreme magistrature e professori ordinari anche a riposo) che proporrà tre candidati al presidente. Iter analogo per la nomina dei primari. Questi saranno nominati da una commissione esterna composta da cinque dirigenti in servizio presso il sistema sanitario nazionale che verranno estratti a sorte: tre dagli elenchi di altre regioni e due dall'elenco regionale. Con una delibera, la Regione ha anche riaperto i termini per presentare la candidature ad essere inseriti nell'elenco degli idonei alla nomina a direttore generale. Al di là del meccanismo alquanto complesso e che arriva a legislatura quasi conclusa, è tutta da verificare nella pratica la promessa in base alla quale i partiti faranno un passo indietro. Intanto, si concretizzano alcune anticipazioni sull'esame dell'operato dei diversi direttore generali e sulle possibile sostituzioni. Fra coloro che vengono ritenuti in bilico, ci sono Ubaldo Montaguti (Policlinico Umberto I), Luigi D'Elia (S.Giovanni Addolorata), Giuseppe Maria Aloisio (Viterbo), Marco Biagini (Civitavecchia), Pietro Grasso (RmE). «Ma quale rivoluzione - ha tagliato corto Fabio Desideri (Cristiano popolari-Pd) - è una trovata demagogica. Con i nuovi criteri per la nomina dei direttori generali delle Asl e dei primari, annunciati dal commissario Marrazzo, tutto (o qualcosa) cambia perché tutto possa rimanere come prima. Dopo aver sperimentato quattro anni di finta trasparenza del centrosinistra, non ci sono dubbi in merito. La politica, quindi l'attuale governo regionale, non lascerà di certo il passo alla meritocrazia. Presto avremo la riprova». Giuseppe Parroncini, capogruppo del Pd, ha invece parlato di «una vera rivoluzione che va nella direzione della trasparenza e del rigore».

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Repressione a go go E Giovanardi s'arrabbia (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

DROGHE «Repressione a go go» E Giovanardi s'arrabbia La conferenza di Trieste entra nel vivo. E anche l'appuntamento alternativo di operatori e movimenti. Scontro sull'aumento della repressione con le nuove norme. Oggi arriva Fini. E gli antiproibizionisti scendono in piazza Forum droghe presenta un libro bianco sugli effetti della legge E il sottosegretario perde le staffe: sono attaccato da tutti Eleonora Martini INVIATA A TRIESTE «Non ho ancora capito se la nostra legge è una specie di mostro che manda i giovani in carcere come dicono certe associazioni o se, come hanno scritto autorevolmente i dirigenti della comunità San Patrignano sul Corriere della Sera, abbiamo sostanzialmente liberalizzato l'uso delle droghe». Carlo Giovanardi è nervoso già di primo mattino, nel secondo giorno della Quinta Conferenza nazionale sulle politiche antidroga in corso a Trieste. Da quando ha letto il "Libro bianco sulla Fini Giovanardi" presentato da Forum Droghe, Antigone e La società della ragione, tre organizzazioni che hanno deciso di non partecipare alla conferenza governativa per non legittimare quella che ritengono una vuota operazione di facciata. Ma diventa livido quando, appena iniziati i lavori della sessione tematica sulla legislazione - la più importante dal suo punto di vista e che non a caso ha scelto di presiedere - (una delle 20 che si sono svolte ieri), si sente snocciolare dati impressionanti e richieste di revisione della sua legge (in senso più pragmatico e meno punitivo) addirittura dai suoi stessi ospiti: il generale Paolo Quattrone, della direzione centrale dei servizi antidroga del Ministero dell'interno, e Giuseppe Montebelli, della direzione centrale statistiche del Viminale, che gli chiede di rivedere la norma sulle sanzioni amministrative. Siamo entrati nel vivo del problema. Al possessore della delega alle droghe non resta che un evasivo «si può valutare, ma solo se la persona accetta un percorso di recupero». Il Libro bianco fotografa l'impatto penale e penitenziario della legge vigente utilizzando i dati ufficiali ministeriali. Balza agli occhi l'aumento incredibile delle sanzioni amministrative (+62,6%) dal 2004 al 2008 e della presenza di tossicodipendenti in carcere: +8,4% rispetto a prima dell'indulto (metà 2006). Un incremento che non si era mai registrato prima. Ma «se si entra facilmente - spiega il rapporto - non altrettanto si esce»: il numero delle pene alternative è ancora fermo infatti ad un quinto rispetto a quelle concesse alla metà del 2006. Mentre addirittura in diminuzione sono i sequestri di sostanze: -10,5% nel periodo 2004-'07. Cresce del 31,5% il numero dei procedimenti legati alla violazione dell'articolo 73, il cuore della Fini-Giovanardi, e addirittura del 44,5% il numero di persone implicate in tali procedimenti, mentre invece è solo leggermente in aumento (+3%) il numero di carcerazioni relative alla norma. Eppure il 40% dei detenuti sconta una pena per spaccio così come è configurato dalla legge 49/2006. «Nessun altro reato è tanto punito», fa notare Alessio Scandurra di Antigone. Conferma i dati, dall'interno della Conferenza ospitata ieri interamente dalla Stazione marittima triestina, il generale Quattrone. Mentre Montebelli aggiunge: «Prima della legge in vigore le prefetture, che hanno sempre rivestito un ruolo di prevenzione, non applicavano le sanzioni soprattutto ai giovani incensurati. Oggi - continua davanti a un Giovanardi sempre più infastidito - non possiamo non applicarle almeno fino a quando non parte il programma terapeutico di recupero del giovane. Ma siccome questi programmi stentano ad essere applicati, dobbiamo reiterare le sanzioni». Da cui la richiesta di modificare la legge su questo punto. Ma non solo. Montebelli chiede di riorganizzare i servizi che non sono più adeguati alle nuove tipologie di tossicodipendenza e di rafforzare le azioni di prevenzione. Ma Giovanardi non ci sta: spiega che se il numero di detenuti è aumentato non è per la sua legge ma per la ex Cirielli (recidivi); diffonde dati sull'aumento di sequestri di sostanze (+ 64% tra il 2007 e il 2008); presenta le "eccellenze" italiane e straniere che ha scelto per il suo comitato scientifico e che si oppongono alla proposta lanciata dall'Economist di legalizzare le droghe. E, schierando in campo anche il ministro Sacconi, tira fuori dal cilindro la «soluzione di alcuni punti critici»: un «coordinamento interministeriale permanente presso il dipartimento antidroga» e una più stretta collaborazione con le regioni in materia di tossicodipendenze. Non dice per eliminare la disomogeneità dei servizi, ma per «valorizzare le attuali risorse disponibili, mediante una collaborazione tra il Dpa e il Ministero della giustizia, e per ridurre la domanda di stupefacenti sul mercato». Una giornata, quella di ieri, che ha visto entrare nel vivo anche la contro conferenza "Altra Trieste" organizzata dagli operatori dei Sert friulani e da molti spazi sociali del nord-est con una tavola rotonda su "Nuove tendenze e nuove pratiche" a cui hanno partecipato anche operatori del comune Vienna, dimostrazioni pratiche di cosa siano le politiche di riduzione del danno, e in conclusione un'assemblea plenaria da cui è nata la proposta di «costruire una rete nazionale di operatori singoli che, superando appartenenze anche professionali, si confrontino tra territori e costruiscano buone pratiche di disobbedienza civile prendendo spunto da quel "Io curo e non denuncio" ideato e praticato dall'Ordine dei medici». Uno slogan che la Cnca ha impresso su un badge distribuito tra i partecipanti della Conferenza insieme ai fischietti con i quali gli operatori del pubblico e del privato sociale si preparano per le conclusioni della conferenza di Trieste. Questa mattina. Guest star: Gianfranco Fini. LA RIDUZIONE SCONOSCIUTA Riduzione del danno, questa sconosciuta. Non tutti forse sanno che ormai da vent'anni si praticano in Italia queste politiche tanto invise al sottosegretario Giovanardi che vorrebbe trasformarle in recupero morale prima ancora che socio-lavorativo del tossicodipendente. Per far conoscere questo quarto pilastro della strategia supportata dal Consiglio d'Europa, la Cnca (Coordinamento nazionale delle comunità terapeutiche) ha presentato ieri a Trieste uno studio che mostra le finalità, le attività e gli utenti medi delle politiche di riduzione del danno. Sui 240 servizi censiti nel paese, la maggior parte si trovano al nord, qualcuno al centro, pochissimi al sud. Zero in Abruzzo, Molise, Sardegna e Calabria. Ma in Italia riduzione del danno vuol dire attività di supporto, sempre più non solo per tossicodipendenti ma anche per persone con difficoltà socio-economiche, con problemi psichici, o per anziani: un tetto dove ripararsi, un pasto, una doccia o l'intermediazione verso i servizi strutturati (Sert, Csm). Ci sono poi i drop-in, dove si distribuiscono siringhe o preservativi, e le unità di strada che intercettano le persone in difficoltà per poi costruire eventuali percorsi terapeutici e di reinserimento. E unità mobili che raggiungono i luoghi di divertimento per prestare i primi soccorsi per abuso di sostanze. Il presidente del Cnca Riccardo De Facci ha presentato ieri il rapporto insieme ad altre associazioni e sindacati (Cgil, Itaca, Cnnd, Gruppo Abele, Lila) alcune delle quali partecipano alla Conferenza governativa ma dall'«opposizione». Tutti però hanno denunciato che a Trieste «non vedremo una vera verifica della Fini-Giovanardi, non parleremo scientificamente di riduzione del danno, né di risorse, mentre è urgente dire che siamo al collasso del sistema pubblico e privato di intervento». Foto: MANIFESTAZIONE ANTIPROIBIZIONISTA A ROMA /FOTO ALEANDRO BIAGIANTI

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SENZA il proprio mezzo di lavoro, con una multa salata da pagare e costretto a ch... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA PISTOIA pag. 8 SENZA il proprio mezzo di lavoro, con una multa salata da pagare e costretto a ch... SENZA il proprio mezzo di lavoro, con una multa salata da pagare e costretto a chiedere a colleghi e amici l'auto in prestito per poter lavorare quindici giorni ogni due o tre mesi. E' così che vive Cesare Buscioni, di professione corriere: una situazione che va avanti da settembre 2008. Tutto è iniziato nel settembre del 2003, quando l'Equitalia ha inviato al signor Buscioni una lettera in cui lo invitava ad assolvere ai suoi doveri e in particolare a pagare la pena pecuniaria che gli era stata inflitta aderendo a un condono. In pratica, il signor Buscione a fronte di una multa di 2.033 euro, ne avrebbe dovuti pagare solo 679, appunto grazie al condono. Il signor Buscione decide allora di estinguere tutto il suo debito e il 7 ottobre del 2003 paga l'intera somma ad Equitalia, senza avvalersi della possibilità di rateizzare il pagamento della stessa. Passano gli anni, finché a settembre del 2008 Equitalia comunica, tramite una lettera, al signor Buscione che deve pagare la somma di 3.733 euro, ovvero la pena pecuniaria iniziale di duemila e rotti euro, più una pena di mora pari a circa 1.400 euro, oltre alle spese aggiuntive. Nella stessa data, il signor Buscione si vede porre il fermo amministrativo del mezzo di trasporto che lui usa per il suo lavoro di corriere. A questo punto il signor Buscione chiede chiarimenti ad Equitalia, che gli risponde facendo riferimento, per il suo caso, a una sentenza della Corte Costituzionale, la numero 433 del 29 novembre 2004, che stabilisce che le pene pecuniarie non possono essere condonate. Dunque il signor Buscione, male informato da Equitalia, si trova oggi a dover pagare quasi il doppio della pena iniziale, oltre a non poter più lavorare, in quanto privato del suo mezzo. Il signor Buscione decide di non arrendersi e si rivolge all'Associazione Nazionale dei Consumatori, che ha avviato il 12 gennaio scorso, per suo conto, una procedura di illegittima informazione nei confronti di Equitalia. Se fosse stato correttamente informato sei anni fa della necessità di estinguere la pena pecuniaria interamente, oggi il signor Buscione potrebbe lavorare. Chi lo ripagherà dei mesi di lavoro persi e degli interessi di mora che hanno rimpinguato il suo debito? martina vacca

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il fvg vince la battaglia: più tributi da roma (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La tesi della Regione: così lo Stato negava l'autonomia speciale Il Fvg vince la battaglia: più tributi da Roma Lo Stato deve alla Regione circa 250 milioni in più l'anno per i redditi dei pensionati SCONTRO DI POTERI LA SPECIALITÀ La Corte costituzionale accoglie il ricorso della giunta Illy: i tributi Irpef spettano di diritto Il governo aveva invece legato i trasferimenti dal 2010 in poi a maggiori competenze RENZO TONDO E RICCARDO ILLY Una stretta di mano che risale alla campagna elettorale dell'aprile 2008 prima della vittoria della Cdl Ma ieri il governatore del Friuli Vg ha ringraziato il suo predecessore per la battaglia sui tributi: «Gli va riconosciuto il merito di questo risultato» di DOMENICO PECILE UDINE. La Consulta, con decisione del 9 marzo scorso, ha riconosciuto che alla Regione spettano anche i 6 decimi sulle pensioni e che quel diritto non è subordinato alla attribuzioni di maggiori competenze. Un riconoscimento, dunque, al ricorso che la la Regione FVG - allora guidata da Riccardo Illy - aveva presentato contro la Finanziaria del 2008. La Finanziaria del 2008 "legava" i maggiori introiti previsti dal 2010 per la Regione a nuove competenze trasferite dallo Stato alla stessa Regione. Nel ricorso, la Regione contestava la Finanziaria perché - a suo parere - in contrasto con alcune norme dello Statuto di autonomia e con il «principio di leale collaborazione in materia di rapporti finanziari tra Stato e Regioni». Al centro del contendere, come accennato, vi erano le imposte Irpef sui redditi da pensione «ancorchè riscosse fuori dal territorio regionale» per un valore, rispettivamente, di 20 milioni nel 2008 e 30 milioni nel 2009. Per il 2010 la Finanziaria ancorava lo stanziamento a nuove funzioni da attribuire alla Regione. Stando ai primi calcoli la somma destinata al Friuli Venezia Giulia a partite dal 2010 dovrebbe aggirarsi attorno ai 250 milioni di euro l'anno. Ma il capogruppo del Pdl in Regione, Daniele Galasso, parla addirittura di 450 milioni di euro. «Da subito - spiega - andrà aperto un tavolo di negoziato con il Governo per le modalità di assegnazione delle risorse. Bene ha fatto Illy a resistere al diniego che aveva opposto il Governo Prodi». Le parole di apprezzamento per l'ex governatore del FVG sono uno dei leit motiv di questa vicenda che è destinata a portare una boccata di ossigeno nelle già provate casse della Regione. Tutto parte nel 2006 quando l'allora premier Romano Prodi sottoscrive un accordo con il governatore del FVG, Riccardo Illy in cui il Governo s'impegna a trasferire alla nostra regione anche i tributi sul reddito dei pensionati, ma nella successiva Finanziaria questa volontà non viene resa manifesta. Scatta l'ira della Regione che invia una sorta di ultimatum al governo "reo" di non avere mantenuto la parola e onorato gli accordi. Il Governo corre ai ripari e nel gennaio 2008 inserisce nel cosiddetto decreto "Mille proroghe" una specifica norma che autorizza il trasferimento alla nostra Regione dei tributi sul reddito dei pensionati. Ed è a questo punto che scatta il ricorso della Regione contro il governo, ricorso notificato il 25 febbraio del 2008 con cui il Friuli-Vg chiede alla Corte costituzionale di dichiarare l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2 comma 5 della legge 24 dicembre 2007, n.244 (Disposizioni per la formazione annuale e pluriennale dello Stato-legge finanziaria 2008). Nel ricorso la Regione contesta il decreto del Governo perché questo, in cambio dell'attribuzione dei fondi spettanti al FVG, gli attribuisce anche nuove mansioni. Passano i mesi e il governo Prodi prima e quello Berlusconi poi riconoscono alla nostra regione soltanto una piccola parte dei tributi spettanti: rispettivamente, come detto, 20 milioni nel 2008 e 30 nel 2009. Ora è arrivata la sentenza della Corte costituzionale: una vittoria per tutti, per la Regione e per i suoi cittadini. I nuovi tributi rappresenteranno davvero un'importantissima boccata di ossigeno finanziaria.

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Cvc mette in vendita Leaf Sul mercato le Dietorelle (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 14-03-2009)

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Plus sezione: ATTUALITA data: 2009-03-14 - pag: 15 autore: Alimentare. Mandato a Credit Suisse Cvc mette in vendita Leaf Sul mercato le Dietorelle I l fondo inglese Cvc Capital Partners e quello olandese Nordic Capital mettono in vendita la Leaf, uno dei colossi europei nella produzione di caramelle. E i due private equity assegnano il mandato per valutare i potenziali candidati alla banca Credit Suisse. Leaf è un gruppo paneuropeo con diverse sedi nel Vecchio Continente. è presente, in particolare, in Scandinavia e in Paesi del Nord Europa come Olanda, Belgio, Germania fino al Mediterraneo: in Italia. Tra i suoi principali marchi ce ne sono alcuni noti tra i nostri confini come Saila, Sperlari, Dietorelle, Dietor e Galatine. L'Italia, oggi, conta sul gruppo Leaf con un fatturato di circa 150 milioni e una redditività di circa il 10-12 per cento. Dati interessanti in quanto le attività europee di Leaf potrebbero essere vendute con uno spezzatino e i marchi italiani potrebbero quindi essere cedute a parte. Ma chi potrebbero essere i soggetti potenzialmente interessati all'acquisizione? In campo sarebbero scesi sia fondi di private equity sia soggetti industriali. In particolare, secondi i rumors del mercato, al dossier potrebbero guardare gruppi industriali come l'inglese Cadbury. Mentre gli asset italiani e olandesi potrebbero far gola alla Perfetti van Melle (che tuttavia, contattata, smentisce un suo interessamento), il gruppo anglo-italiano nato nel 2001 dopo che la Perfetti ha acquisito la maggioranza dell'olandese Van Melle. Nel 2006 Perfetti ha acquistato per 440 milioni anche il produttore spagnolo Chupa Chups, diventando il terzo gruppo al mondo nel settore. La Leaf fa parte del portafoglio di Cvc Capital e di Nordic Capital dal 2005. La multinazionale, nata all'interno del colosso europeo Csm, si è progressivamente ingrandita a colpi di acquisizioni negli ultimi anni. E l'Italia è stata parte dominante di questa strategia. Proprio nel 2001 era stata comprata la Socalbe, inglobando marchi come Dietorelle, Dietor, Fruttil, Vantaggio e Pasticca del Re Sole. Marchi, quelli italiani, ben noti nel settore e con una intensa storia di cessioni alle spalle: da Giuseppe Gazzoni Frascara (che aveva la Dietor) fino alla multinazionale Novartis e alla Cir di Carlo De Benedetti. Dopo l'avvio di una ristrutturazione aziendale (in Paesi come Polonia, Svezia e Russia) Cvc e Nordic Capital hanno unito al gruppo un altro brand: acquisendo nel 2007 la Cadbury Italia con le caramelle Saila. Nello stesso anno Cvc ha avviato una profonda riorganizzazione dei marchi italiani: con un maggiore focus su brand strategici come Saila e Dietorelle attraverso la cessione di asset no-core come Sanagola, Gnammy e Charms vendute al braccio di private equity del Credito Emiliano. C.Fe. Tra gli interessati ai diversi marchi, un tempo di Cir, ci sarebbe Perfetti FOTOGRAMMA Ubaldo Traldi, Ad della Perfetti

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RAI: Consulta, revocando Pedroni governo violò legge (sezione: Giustizia)

( da "AmericaOggi Online" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

RAI: Consulta, revocando Pedroni governo violò legge 14-03-2009 ROMA. Una "violazione della legge" e una "illegittima menomazione delle attribuzioni del Parlamento": tale fu, a giudizio della Corte Costituzionale, la revoca del consigliere Rai Angelo Maria Petroni da parte del governo senza una deliberazione in tal senso della commissione di Vigilanza. La Consulta lo spiega nelle motivazioni della sentenza sul caso, depositate ieri, che fanno esultare il Pdl, convinto che la pronuncia confermi "la bontà della legge Gasparri". Ma a movimentare la giornata di Viale Mazzini è anche il nuovo allarme lanciato dal direttore generale Claudio Cappon: la gelata pubblicitaria si aggrava - scrive a tutti i dipendenti - e impone nuovi tagli nel 2009 per 60-70 milioni. La Corte si appella al principio costante in base al quale la rimozione dei componenti del cda "è in ogni caso assoggettata alla valutazione della commissione": anche quando la nomina spettava ai presidenti di Camera e Senato, ricorda la Consulta, non era previsto alcun parere della Vigilanza sui componenti da nominare, ma era prevista "una deliberazione della commissione nell'ipotesi di revoca". La stessa legge Gasparri attribuisce sì al ministero dell'Economia una "scelta discrezionale" sul consigliere fiduciario, senza alcun intervento della Vigilanza, ma prescrive che la revoca di "tutti gli amministratori" venga "preceduta da una conforme deliberazione della commissione". Inutile appellarsi, secondo la Corte, all'interpretazione letterale della norma che prevede che tali disposizioni entrino in vigore dopo l'avvio della privatizzazione della Rai, perché non c'è "alcun ragionevole motivo" per cui nel frattempo la revoca venga "assoggettata a un regime eterogeneo rispetto a quello voluto del legislatore negli ultimi decenni". Plauso dal Pdl: per il sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani, "esce confermata la bontà dell'impianto della legge Gasparri; viene riconosciuto come perfettamente legittimo al ministero dell'Economia il diritto di nominare un suo rappresentante nel cda Rai; si riconferma la centralità del Parlamento come unico depositario del diritto di revoca del rappresentante del governo e degli altri componenti del cda". Dal Pd replica Fabrizio Morri: "Restano tutti gli errori della Gasparri, che condanna la Rai all'impossibilità di una vera autonomia dai governi in carica". Intanto Cappon chiede ai dipendenti Rai ulteriori sacrifici per "60-70 milioni di euro", dopo i tagli da 110 milioni già decisi e le correzioni alla spesa che dovrebbero consentire al bilancio 2008 di chiudere in sostanziale pareggio. "Le prospettive per i prossimi mesi - scrive il dg - appaiono particolarmente difficili": servono perciò "un'attenzione ancora più accentuata ai costi, una rigorosa selezione delle scelte compatibili e comportamenti, anche personali, rigorosi e coerenti assolutamente indispensabili per superare la crisi". Anche l'indotto, ammonisce Cappon, dovrà fare la sua parte: produttori, artisti, fornitori dovranno tagliare almeno del 10% le loro richieste. Per far fronte alla situazione, rilanciano i dirigenti dell'Adrai e l'Usigrai, all'azienda "serve un governo stabile e nel pieno dei suoi poteri".

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<Repressione a go go> E Giovanardi s'arrabbia (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

DROGHE «Repressione a go go» E Giovanardi s'arrabbia La conferenza di Trieste entra nel vivo. E anche l'appuntamento alternativo di operatori e movimenti. Scontro sull'aumento della repressione con le nuove norme. Oggi arriva Fini. E gli antiproibizionisti scendono in piazza Forum droghe presenta un libro bianco sugli effetti della legge E il sottosegretario perde le staffe: sono attaccato da tutti Eleonora Martini INVIATA A TRIESTE «Non ho ancora capito se la nostra legge è una specie di mostro che manda i giovani in carcere come dicono certe associazioni o se, come hanno scritto autorevolmente i dirigenti della comunità San Patrignano sul Corriere della Sera, abbiamo sostanzialmente liberalizzato l'uso delle droghe». Carlo Giovanardi è nervoso già di primo mattino, nel secondo giorno della Quinta Conferenza nazionale sulle politiche antidroga in corso a Trieste. Da quando ha letto il "Libro bianco sulla Fini Giovanardi" presentato da Forum Droghe, Antigone e La società della ragione, tre organizzazioni che hanno deciso di non partecipare alla conferenza governativa per non legittimare quella che ritengono una vuota operazione di facciata. Ma diventa livido quando, appena iniziati i lavori della sessione tematica sulla legislazione - la più importante dal suo punto di vista e che non a caso ha scelto di presiedere - (una delle 20 che si sono svolte ieri), si sente snocciolare dati impressionanti e richieste di revisione della sua legge (in senso più pragmatico e meno punitivo) addirittura dai suoi stessi ospiti: il generale Paolo Quattrone, della direzione centrale dei servizi antidroga del Ministero dell'interno, e Giuseppe Montebelli, della direzione centrale statistiche del Viminale, che gli chiede di rivedere la norma sulle sanzioni amministrative. Siamo entrati nel vivo del problema. Al possessore della delega alle droghe non resta che un evasivo «si può valutare, ma solo se la persona accetta un percorso di recupero». Il Libro bianco fotografa l'impatto penale e penitenziario della legge vigente utilizzando i dati ufficiali ministeriali. Balza agli occhi l'aumento incredibile delle sanzioni amministrative (+62,6%) dal 2004 al 2008 e della presenza di tossicodipendenti in carcere: +8,4% rispetto a prima dell'indulto (metà 2006). Un incremento che non si era mai registrato prima. Ma «se si entra facilmente - spiega il rapporto - non altrettanto si esce»: il numero delle pene alternative è ancora fermo infatti ad un quinto rispetto a quelle concesse alla metà del 2006. Mentre addirittura in diminuzione sono i sequestri di sostanze: -10,5% nel periodo 2004-'07. Cresce del 31,5% il numero dei procedimenti legati alla violazione dell'articolo 73, il cuore della Fini-Giovanardi, e addirittura del 44,5% il numero di persone implicate in tali procedimenti, mentre invece è solo leggermente in aumento (+3%) il numero di carcerazioni relative alla norma. Eppure il 40% dei detenuti sconta una pena per spaccio così come è configurato dalla legge 49/2006. «Nessun altro reato è tanto punito», fa notare Alessio Scandurra di Antigone. Conferma i dati, dall'interno della Conferenza ospitata ieri interamente dalla Stazione marittima triestina, il generale Quattrone. Mentre Montebelli aggiunge: «Prima della legge in vigore le prefetture, che hanno sempre rivestito un ruolo di prevenzione, non applicavano le sanzioni soprattutto ai giovani incensurati. Oggi - continua davanti a un Giovanardi sempre più infastidito - non possiamo non applicarle almeno fino a quando non parte il programma terapeutico di recupero del giovane. Ma siccome questi programmi stentano ad essere applicati, dobbiamo reiterare le sanzioni». Da cui la richiesta di modificare la legge su questo punto. Ma non solo. Montebelli chiede di riorganizzare i servizi che non sono più adeguati alle nuove tipologie di tossicodipendenza e di rafforzare le azioni di prevenzione. Ma Giovanardi non ci sta: spiega che se il numero di detenuti è aumentato non è per la sua legge ma per la ex Cirielli (recidivi); diffonde dati sull'aumento di sequestri di sostanze (+ 64% tra il 2007 e il 2008); presenta le "eccellenze" italiane e straniere che ha scelto per il suo comitato scientifico e che si oppongono alla proposta lanciata dall'Economist di legalizzare le droghe. E, schierando in campo anche il ministro Sacconi, tira fuori dal cilindro la «soluzione di alcuni punti critici»: un «coordinamento interministeriale permanente presso il dipartimento antidroga» e una più stretta collaborazione con le regioni in materia di tossicodipendenze. Non dice per eliminare la disomogeneità dei servizi, ma per «valorizzare le attuali risorse disponibili, mediante una collaborazione tra il Dpa e il Ministero della giustizia, e per ridurre la domanda di stupefacenti sul mercato». Una giornata, quella di ieri, che ha visto entrare nel vivo anche la contro conferenza "Altra Trieste" organizzata dagli operatori dei Sert friulani e da molti spazi sociali del nord-est con una tavola rotonda su "Nuove tendenze e nuove pratiche" a cui hanno partecipato anche operatori del comune Vienna, dimostrazioni pratiche di cosa siano le politiche di riduzione del danno, e in conclusione un'assemblea plenaria da cui è nata la proposta di «costruire una rete nazionale di operatori singoli che, superando appartenenze anche professionali, si confrontino tra territori e costruiscano buone pratiche di disobbedienza civile prendendo spunto da quel "Io curo e non denuncio" ideato e praticato dall'Ordine dei medici». Uno slogan che la Cnca ha impresso su un badge distribuito tra i partecipanti della Conferenza insieme ai fischietti con i quali gli operatori del pubblico e del privato sociale si preparano per le conclusioni della conferenza di Trieste. Questa mattina. Guest star: Gianfranco Fini. LA RIDUZIONE SCONOSCIUTA Riduzione del danno, questa sconosciuta. Non tutti forse sanno che ormai da vent'anni si praticano in Italia queste politiche tanto invise al sottosegretario Giovanardi che vorrebbe trasformarle in recupero morale prima ancora che socio-lavorativo del tossicodipendente. Per far conoscere questo quarto pilastro della strategia supportata dal Consiglio d'Europa, la Cnca (Coordinamento nazionale delle comunità terapeutiche) ha presentato ieri a Trieste uno studio che mostra le finalità, le attività e gli utenti medi delle politiche di riduzione del danno. Sui 240 servizi censiti nel paese, la maggior parte si trovano al nord, qualcuno al centro, pochissimi al sud. Zero in Abruzzo, Molise, Sardegna e Calabria. Ma in Italia riduzione del danno vuol dire attività di supporto, sempre più non solo per tossicodipendenti ma anche per persone con difficoltà socio-economiche, con problemi psichici, o per anziani: un tetto dove ripararsi, un pasto, una doccia o l'intermediazione verso i servizi strutturati (Sert, Csm). Ci sono poi i drop-in, dove si distribuiscono siringhe o preservativi, e le unità di strada che intercettano le persone in difficoltà per poi costruire eventuali percorsi terapeutici e di reinserimento. E unità mobili che raggiungono i luoghi di divertimento per prestare i primi soccorsi per abuso di sostanze. Il presidente del Cnca Riccardo De Facci ha presentato ieri il rapporto insieme ad altre associazioni e sindacati (Cgil, Itaca, Cnnd, Gruppo Abele, Lila) alcune delle quali partecipano alla Conferenza governativa ma dall'«opposizione». Tutti però hanno denunciato che a Trieste «non vedremo una vera verifica della Fini-Giovanardi, non parleremo scientificamente di riduzione del danno, né di risorse, mentre è urgente dire che siamo al collasso del sistema pubblico e privato di intervento».

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La Consulta <spiega> il caso Petroni (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 14-03-2009 La Consulta «spiega» il caso Petroni ROMA. Il governo non può revocare il consigliere Rai di sua nomina senza il parere positivo della Commissione parlamentare di vigilanza. È quanto si legge nella sentenza della Corte Costituzionale, il cui dispositivo era stato reso noto il mese scorso, che accoglie il ricorso della stessa Vigilanza nei confronti dell'allora ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e del premier Romano Prodi. La vicenda riguarda il consigliere di amministrazione Angelo Maria Petroni, nominato dal ministero dell'Economia del precedente governo Berlusconi e revocato nel 2007 dal governo Prodi. Una vicenda tutta politica (cambiando il consigliere Petroni cambiava il colore della maggioranza nel Cda Rai), che si è trascinata per mesi e si è conclusa col reintegro di Petroni per via amministrativa. In sostanza la Consulta sostiene che la decisione di Padoa Schioppa determinò «una illegittima menomazione delle attribuzioni del Parlamento, il quale agisce, in questa materia, per il tramite della Vigilanza». Secondo la Corte, quindi, «non spettava al ministro dell'Economia, d'intesa col presidente del Consiglio, richiedere di votare nell'assemblea degli azionisti della Rai la revoca di un consigliere di amministrazione in assenza di previa deliberazione adottata dalla Commissione». Un filtro, quello della Vigilanza, necessario per garantire «il controllo del Parlamento» ed evitare che la Rai «venga gestita dal governo in modo esclusivo e preponderante». Una motivazione che è stata accolta positivamente dal sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani, dall'allora presidente della Vigilanza Mario Landolfi e dall'ex ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, dal quale prende il nome la legge di riforma del sistema radiotelevisivo. Legge in base alla quale uno dei nove consiglieri del Cda Rai viene nominato dal ministero dell'Economia in qualità di azionista di maggioranza. Dalla sentenza, ha detto Romani, «esce confermata la bontà dell'impianto della Gasparri, ed emerge chiara la valutazione negativa dell'operato di Padoa Schioppa». Immediata la replica del capogruppo del Pd in Vigilanza Fabrizio Morri: «L'esultanza è immotivata. La sentenza riguarda la revoca di Petroni. Le distorsioni della Gasparri restano». (R. Zan.) Quando Padoa Schioppa gli revocò l'incarico causò l'illegittima menomazione delle attribuzioni assegnate al Parlamento

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Politica: Papa: <La legge elettorale segna un passo indietro> (sezione: Giustizia)

( da "Sannio Online, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Politica: Papa: «La legge elettorale segna un passo indietro» Pubblicato il 14-03-2009 ?La legge elettorale varata dal Consiglio regionale della Campania rischia di vanificare la scelta presidenzialista assunta con l?approvazione del nuovo Statuto?. E? la critica mossa da Giacomo Papa responsabile Enti locali Forza Italia ? PdL... ?La legge elettorale varata dal Consiglio regionale della Campania rischia di vanificare la scelta presidenzialista assunta con l?approvazione del nuovo Statuto, rendendo di fatto ostaggio il presidente di forze politiche scarsamente rappresentative?. E? la critica mossa da Giacomo Papa responsabile Enti locali Forza Italia ? PdL. ?Infatti, la reintroduzione di un sistema totalmente proporzionale, dove i seggi vengono attribuiti sulla base dei voti riportati dai singoli partiti, senza l?introduzione di una soglia di sbarramento significativa per detti partiti (si pensi che per i partiti facenti parte di una coalizione che superi nel complesso il 5% non esiste nessuna soglia di sbarramento), finirà per incoraggiare - con l?intento di catturare quanti più voti possibili per il Presidente - apparentamenti disomogenei che comporteranno una frammentazione partitica nella composizione del Consiglio. Quanto poi all?introduzione delle cd. ?quote rosa? e alla possibilità di esprimere una seconda preferenza, purché riferita a candidati di sesso diverso tra loro, con molta probabilità le relative norme saranno dichiarate costituzionalmente illegittime. In particolare, per quanto riguarda l?obbligo di una rappresentanza minima di ambedue i sessi nelle liste, tale disposizione sembra riprodurre sostanzialmente l?art. 5, comma 2, della legge n. 81 del 1993, dichiarata incostituzionale dalla Consulta con sentenza n. 422 del 1995. I principi sanciti in tale ultima sentenza dovrebbero comportare anche l?illegittimità costituzionale della norma relativa alla possibilità della doppia preferenza soltanto se espressa a favore di candidati di sesso diverso. Infatti in tal modo si finisce per introdurre un meccanismo di attribuzione del voto che altera il principio di assoluta parità tra tutti i candidati in competizione, indipendentemente dal loro sesso, espressamente sancito dagli artt. 3 e 51 della Costituzione ed in quanto tale non derogabile. Basti pensare che in circoscrizioni come quella di Benevento, in cui per ogni lista uno dei due sessi dovrebbe essere rappresentato da un solo candidato, si finirebbe per consentire a quest?ultimo di ricevere tutte le preferenze a danno degli altri candidati. In definitiva, quindi, la nuova legge elettorale segna solo un passo indietro rispetto alla forma di governo presidenziale voluta nello Statuto, indebolendone di fatto la portata, senza introdurre alcun altro elemento di novità, soprattutto se vi sarà l?intervento della Corte Costituzionale?.

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Diano Marina: intervento del PD sulla depurazione (sezione: Giustizia)

( da "Sanremo news" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Diano Marina: intervento del PD sulla depurazione I consiglieri del PD di Diano Marina, Andrea Guglieri e Marco Ghirelli, sono intervenuti sulla depurazione; ecco l'intervento: "Il Governo cerca di annullare i rimborsi e gabbare i cittadini. E? noto che la Corte Costituzionale con la sentenza. n. 335 del 10.10.2008 ha stabilito, che la tariffa del servizio idrico integrato , compresa la depurazione, ha natura di corrispettivo di prestazione contrattuale e non di tributo. Di conseguenza, tutti i cittadini che hanno pagato somme non dovute hanno diritto al rimborso nei termini della prescrizione ordinaria (10 anni). Il Governo, però, non ha intenzione di rimborsare o fare rimborsare ai Comuni gli indebiti incassati e con una norma in corso di approvazione in Parlamento intende decurtare dai suddetti rimborsi i costi già sostenuti per la realizzazione degli impianti di depurazione e, contestualmente ridurre la prescrizione a cinque anni. Si tratta di fare prevalere l?interesse di bottega sui principi del diritto. E? una norma vessatoria e ancora incostituzionale. Nel nostro comprensorio il costruendo depuratore di Imperia è stato finanziato con i soldi dei cittadini, spesi poi per altri fini, e da contributi elargiti dalla Regione Liguria (ultimamente due milioni di euro) e da fondi CEE, mentre sul piano del diritto è stato osservato che la stessa Consulta , con precedente sentenza (n. 282 del 2005) ha stabilito che : ? al legislatore è precluso intervenire , con norme aventi carattere retroattivo, per annullare gli effetti del giudicato di sentenze della Corte Costituzionale?. Conclusione: si aprirà un nuovo contenzioso , di lunga durata, per cercare di far sì che ? chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto ?."

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Diffida alle tv, lo strano silenzio dell'Ordine [...] (sezione: Giustizia)

( da "Nuovo Molise web" del 14-03-2009)

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I fatti 14/03/2009 12:13 Diffida alle tv, lo strano silenzio dell'Ordine dei Giornalisti del Molise Il componente del Consiglio, Giuseppe Saluppo: che il presidente Lupo si dimetta La famigerata delibera di Giunta numero 199, la diffida del legale dell'Esecutivo Iorio con la quale si chiede alle televisioni locali e a due testate nazionali di sospendere la messa in onda, nella rassegna stamopa, della prima pagina di Nuovo Molise, il silenzio dell'Ordine regionale dei Giornalisti. Questi i tasselli della vicenda che sta mettendo in subbuglio la categoria negli ultimi giorni. A fronte del 'disinteresse' dell'ordine guidato da Antonio Lupo, interviene Giuseppe Saluppo, componente del Consiglio regionale dell'ente. elaborato dalla Corte Costituzionale, figura nell'articolo 1 (II comma) della legge 6 agosto 1990 n. 223 e nell'articolo 1 (II comma) della legge 14 aprile 1975 n. 103 - garantisce la missione del libero giornalista. Il giornalista rispetta in sostanza il decoro e la dignità della professione nella misura in cui impronta, senza cedimenti, la sua attività, alla libertà di informazione e di critica (sentenza 11/19698 della Corte Costituzionale). Se l'Ordine non ha ritenuto con tempestività di dover intervenire, di schierarsi a difesa e al fianco, non dei direttori delle testate chiamati in causa, ma dell'autonomia professionale è inutile la sua presenza. E se una struttura non riesce ad ergersi a guardia del principio fondante della sua costituzione, chi la rappresenta dovrebbe rassegnare le dimissioni>.

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COMMISSIONE DI VENEZIA (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

COMMISSIONE DI VENEZIA Sabato 14 Marzo 2009, VENEZIA - Si avvicina la scadenza del quinquennio del britannico Terry Davis quale segretario generale del Consiglio d'Europa, e tra i quattro candidati (nessun italiano) al vertice dell'organizzazione di 47 Paesi, con sede a Strasburgo, che promuove la democrazia e i diritti umani, in pole position c'è il belga fiammingo Luc Van den Brande. Presiede il Comitato delle Regioni dell'Unione europea e il gruppo Ppe - maggioritario - nel Consiglio d'Europa. Ex ministro del Lavoro belga ed ex presidente delle Fiandre, 63 anni, Van den Brande è a Venezia per svolgere una relazione, come presidente del comitato sulle elezioni democratiche, davanti alla Commissione per la democrazia attraverso il diritto, nella Scuola Grande di San Giovanni Evangelista. Il comitato prepara dossier sulle leggi elettorali e sul corretto funzionamento dei partiti. Ha creato un "codice di buona condotta" elettorale e la Commissione di Venezia, organo del Consiglio d'Europa, quando affronta una questione elettorale, si rivolge ad esso. Sui temi etici, Van den Brande è contrario all'eutanasia, ma anche all'accanimento terapeutico, in particolare quando è ben chiara la volontà del malato. È favorevole alla Turchia nell'Unione europea, essendo stata tra i Paesi fondatori del Consiglio d'Europa, e non ha dubbi sull'affidabilità democratica del Paese euroasiatico. La questione turca è uno dei temi centrali delle discussioni del centinaio di giuristi, politici e specialisti della Commissione di Venezia: si parla della possibile messa al bando dell'Akp - il partito islamico moderato maggioritario nel Parlamento e guidato dal premier Recep Tayyip Erdogan - per violazione dei principi costituzionali di laicità. Dice Gianni Buquicchio, segretario generale dell'organismo consultivo del Consiglio d'Europa intitolato alla città dove si riunisce semestralmente: «Per la Commissione di Venezia il pluralismo è alla base della democrazia. L''interdizione di un partito può essere decisa da una Corte Costituzionale, o Suprema, solo in via eccezionale e per motivi gravissimi come l'uso della violenza o l'istigazione all'odio razziale». Maurizio Cerruti

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LEONIDA PRIMICERIO, ATTUALE SOSTITUTO PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI SALERNO, AN... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Leonida Primicerio, attuale sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Salerno, andrà come sostituto alla Direzione Nazionale Antimafia. La commissione del Csm, con quattro voti a favore, ha proposto di nominare sostituto alla procura guidata da Piero Grasso, l'ex consigliere del Csm Leonida Primicerio, attualmente sostituto pg a Salerno.

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HANNO CHIESTO LA REVOCA DEI PROVVEDIMENTI CAUTELARI D'URGENZA ADOTTATI NEI LORO CONFRONTI DAL CSM EN... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Hanno chiesto la revoca dei provvedimenti cautelari d'urgenza adottati nei loro confronti dal Csm Enzo Jannelli, l'ex Pg di Catanzaro, e Luigi Apicella, l'ex procuratore di Salerno, protagonisti dello scontro tra i rispettivi uffici giudiziari nato sulle inchieste avocate a Luigi De Magistris. Per primo si è mosso Jannelli, sulla cui richiesta la sezione disciplinare del Csm - la stessa che gli ha inflitto la sanzione provvisoria del trasferimento da Catanzaro e dalle funzioni di pubblico ministero - si pronuncerà lunedì prossimo in camera di consiglio. Mentre l'udienza su Apicella, che riguarda la sua sospensione dalle funzioni e dallo stipendio dovrebbe esserci la settimana successiva. Jannelli, che dopo il trasferimento è stato assegnato dal Csm alla Corte d'appello di Reggio Calabria con funzioni di consigliere, non si è limitato a chiedere alla sezione disciplinare di tornare sui propri passi, ma ha anche impugnato il provvedimento davanti alle Sezioni unite civili della Cassazione. Come avviene in campo penale, anche in quello disciplinare, può essere chiesta la revoca di un provvedimento cautelare allo stesso organo che lo ha adottato, spiegano a Palazzo dei marescialli, a condizione però che vi sia una circostanza nuova da valutare. Una strada che non preclude quella dell'impugnazione davanti a un organo diverso, in questo caso le Sezioni unite civili della Cassazione. «Non mi aspettavo sicuramente una reazione simile. Con amarezza ho constatato che non c'è stata comprensione della vicenda da parte di chi mi ha giudicato. E soprattutto non accetto questa situazione: per me il Procuratore generale della Cassazione, il ministro della Giustizia e il Csm hanno riservato provvedimenti severi e pesanti, mentre ci sono dei magistrati di Catanzaro indagati per corruzione in atti giudiziari per i quali non è stata adottata alcuna misura cautelare, nè mi risulta che nei loro confronti sia stato iniziato un procedimento disciplinare». Apicella contina a ribadire che non c'è stato nessuno scontro con Catanzaro «perchè noi lo abbiamo evitato». Secondo, dice Apicella, a Salerno abbiamo indagato «su precise denunce di De Magistris, non su 66 semplici audizioni dell'ex pm». Terzo, «l'Anm mi ha lasciato solo». Apicella ha sempre rivendicato la decisione di sequestrare in copia ai fini probatori i procedimenti 'Why Not' e 'Poseidonè per verificare i fatti denunziati da De Magistris. I sostituti di Salerno avevano riscontrato questi fatti denunciati anche con l'audizione di molti testimoni e con l'acquisizione di informative. Per questo, la Procura ha ritenuto necessario acquisire copie dell'intero procedimento 'Why Not' per verificare l'esattezza dell'ipotesi accusatoria. re.sa.

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LUIGI ROANO LO SCONTRO POLITICO SULLA NUOVA LEGGE ELETTORALE REGIONALE CHE GARANTISCE LA DOPPIA P... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

LUIGI ROANO Lo scontro politico sulla nuova legge elettorale regionale che garantisce la doppia preferenza solo nel caso si voti un uomo e una donna, è terreno di polemica politica forte e trasversale. Antonio Bassolino, il presidente della giunta regionale, difende l'impianto della nuova legge e critica chi come in Forza Italia ha già annunciato ricorso alla Corte costituzionale e auspica analoga scelta da parte del governo. Per buona parte del centrodestra - infatti - la nuova legge sarebbe anticostituzionale. Nel mirino del Pd, e in particolare del capogruppo Pietro Ciarlo - un costituzionalista - finisce invece il presidente del Consiglio regionale Sandra Lonardo. L'accusa è di non essere stata «super partes» ma la Lonardo replica seccamente: «Critiche pretestuose, ho sempre creduto nelle pari opportunità». Ma come stanno le cose? Questa legge piace o no alle donne e agli elettori? Dalle donne, dalla consulta femminile sembra trapelare scetticismo: «Con l'approvazione della legge elettorale - si legge in una nota del presidente Sabrina Castaldo - si è persa l'ennesima occasione di recuperare una reale democrazia paritaria. Va, comunque, precisato che la consulta femminile della Campania si attribuisce la maternità del rispetto del principio che ciascuno dei due generi non può essere rappresentato nella misura superiore ai due terzi, pena l'esclusione della lista». Di segno opposto il giudizio di Bassolino: «In politica, come in diversi altri campi, le donne sono una sparuta minoranza; per questo siamo fermamente convinti che il nuovo consiglio regionale dovrà essere molto più rosa dei precedenti». Il governatore incalza: «In questi giorni ho ricevuto tantissime telefonate e ho parlato con tante donne che ci chiedevano di poter partecipare di più alla politica, di mettere a disposizione le loro competenze a tutta la comunità. Molte di loro hanno "presidiato" il Consiglio regionale e hanno svolto una continua e positiva opera di sensibilizzazione verso i gruppi e i singoli consiglieri. Il loro desiderio, che era anche il nostro è diventato realtà». Con la legge elettorale si avvicina il momento di una verifica per lo stesso Bassolino. Il quale ha legato la sua permanenza in Regione a una serie di riforme come la legge elettorale e lo Statuto, ormai due realtà. Secondo «Il Velino» Bassolino potrebbe candidarsi alle Europee e il suo vice Antonio Valiante diverrebbe così il nuovo governatore che porterebbe la Regione alle elezioni nella primavera 2010. Sarebbe questo il disegno che si sta delineando tra Palazzo Santa Lucia e il Pd a Roma. Secondo l'indiscrezione però il tutto sarebbe legato alle decisioni di Berlusconi, cioè alla impugnazione o meno entro il 29 marzo del nuovo statuto regionale da parte del governo. Torniamo alla legge elettorale con lo scontro tra Ciarlo e la Lonardo. «Fino all'ultimo istante, l'Udeur ha svolto una accanita azione di contrasto. Nicola Ferraro, consigliere del gruppo Udeur, ha chiesto insidiosamente la votazione segreta per introdurre l'ineleggibilità dei sindaci, mettendo a rischio l'intero provvedimento. Una richiesta del tutto infondata dal punto di vista regolamentare che, tuttavia, la presidente Lonardo ha prontamente accolto. La presidente ha tradito il suo ruolo di garanzia», ha accusato Ciarlo. Ma la Lonardo non ci sta: «Critiche pretestuose, ho sempre garantito l'Istituzione». Poi la Lonardo entra nel merito della legge: «Ho qualche perplessità tecnica e poi storicamente le donne non votano le donne. Rispetto il responso dell'aula, si è fatto uno sforzo per fare una legge e nell'idea di tutti c'è stata la linea guida di trovare il modo di avere più rappresentanza femminile».

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IN ATTESA DELL'ACCORDO SUL NOME DEL PRESIDENTE, A MOVIMENTARE LA GIORNATA DELLA RAI è IL N... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

In attesa dell'accordo sul nome del presidente, a movimentare la giornata della Rai è il nuovo allarme lanciato dal direttore generale, Claudio Cappon: la gelata pubblicitaria si aggrava - scrive a tutti i dipendenti - e impone nuovi tagli nel 2009 per 60-70 milioni, dopo i 110 milioni già decisi per consentire al bilancio 2008 di chiudere in sostanziale pareggio. «Le prospettive per i prossimi mesi - scrive il dg - appaiono particolarmente difficili», servono perciò «un'attenzione ancora più accentuata ai costi, una rigorosa selezione delle scelte compatibili e comportamenti, anche personali, rigorosi». Sulla rimozione del consigliere Angelo Maria Petroni si pronuncia la Corte costituzionale: una «violazione della legge» e una «illegittima menomazione delle attribuzioni del Parlamento», tale fu, per la Consulta, la revoca da parte del governo Prodi senza una deliberazione in tal senso della commissione di Vigilanza. Per il sottosegretario Paolo Romani «esce confermata la bontà dell'impianto della legge Gasparri».

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LEANDRO DEL GAUDIO NON PUò ESERCITARE LE SUE FUNZIONI NEL MEDESIMO AMBIENTE CHE LO VED... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

LEANDRO DEL GAUDIO Non può esercitare le sue funzioni nel «medesimo ambiente che lo vede coinvolto in una vicenda giudiziaria ancora in via di definizione». Con questa motivazione, i giudici del Consiglio di Stato hanno disposto il trasferimento del magistrato napoletano Bruno Schisano, da tempo presidente della prima sezione penale del Tribunale partenopeo. Una decisione destinata a diventare esecutiva nei prossimi giorni, quando il provvedimento verrà formalmente notificato alla toga partenopea. Un dispositivo che annulla una precedente sospensiva del Tar Lazio, che aveva accolto il ricorso firmato dai legali del magistrato partenopeo. Ma in cosa consiste l'intervento del Consiglio di Stato? Perché i giudici capitolini hanno deciso di trasferire l'ex coordinatore dell'intero settore penale napoletano oggi presidente di una sezione di Tribunale? La decisione va ricondotta ad alcune telefonate tra il magistrato napoletano e l'imprenditore casertano Alfredo Romeo: conversazioni per le quali Schisano è imputato dinanzi al gup di Roma per un'ipotesi di tentato abuso d'ufficio. Stando alle accuse mosse dalla Procura di Roma (titolare dei fascicoli che coinvolgono i magistrati del distretto partenopeo), Schisano avrebbe contattato alcuni colleghi napoletani per favorire Romeo, all'epoca coinvolto in un processo per abusi edilizi consumati nella villa posillipina dell'imprenditore. Una vicenda per la quale Schisano è atteso in aula il prossimo 22 maggio, quando potrà dimostrare la propria estraneità alle accuse dinanzi al gup capitolino. Una vicenda che ha fatto scattare anche un procedimento disciplinare, che si è concluso pochi giorni fa con un vero e proprio braccio di ferro. Ecco le tappe principali alla base del trasferimento del magistrato: lo scorso settembre, il Csm ha deciso di trasferire Schisano in via cautelare, in attesa di una definizione della sua vicenda penale. Immediata la replica dei legali del giudice, che si rivolgono al Tar e ottengono una sospensiva. Per quasi sei mesi, il magistrato continua a lavorare a Napoli, a presiedere la prima sezione penale. Nel frattempo, però, l'Avvocatura di Stato impugna il provvedimento dinanzi al Consiglio di Stato. Pochi giorni fa la revoca della sospensiva, con la decisione del trasferimento di Schisano. Una vicenda che finisce anche dinanzi alle Sezioni unite della Corte di Cassazione, dove Schisano pone una questione di diritto: difeso dall'avvocato Domenico Ducci, il giudice ha eccepito la inutilizzabilità in sede disciplinare delle intercettazioni tratte da altro processo penale. Si tratta di conversazioni raccolte nel 2007 dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, nel corso dell'inchiesta poi trasferita a Napoli sui presunti appalti truccati del cosiddetto sistema Romeo. Vicende in cui occorre fare una chiosa finale: il giudice Schisano va considerato estraneo ai presunti interessi illeciti in campo imprenditoriale di Alfredo Romeo, che non entrano in alcuna delle conversazioni telefoniche finite nel procedimento disciplinare.

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DROGA: GIOVANARDI, RIPRISTINARE FONDO NAZIONALE (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

(ASCA) - Trieste, 14 mar - ''Ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze''. E' la necessita' posta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, a conclusione dei lavori della quinta conferenza sulle sulle politiche antidroga, a Trieste. ''In caso contrario - ha concluso - finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze''.

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Droga/ Giovanardi: Ripristinare fondo nazionale (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Trieste, 14 mar. (Apcom) - "Vogliamo ripristinare il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, nel suo intervento conclusivo alla Conferenza nazionale sulle politiche antidroga. "Altrimenti - ha avvertito Giovanardi - finalizziamo per legge, Corte costituzionale permettendo, che un'aliquota della spesa sanitaria vada obbligatoriamente alla lotta alle tossicodipendenze".

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I no-base prendano atto che la loro battaglia è finita (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«I no-base prendano atto che la loro battaglia è finita» Sabato 14 Marzo 2009, (ro.la.) «I No al Dal Molin prendano atto che la loro battaglia è finita». Dopo l'ennesimo no dei giudici amministrativi alla sospensione dei lavori della Ederle 2, a prendere posizione è il deputato e presidente della commissione Affari esteri della Camera Stefano Stefani. Lo ha fatto ieri, a distanza di ventiquattro ore dal nuovo pronunciamento del Tar del Veneto, che giovedì scorso ha bocciato le richieste di Legambiente, Coordinamento dei comitati e Comuni. Una nuova sconfitta giudiziaria, questa, che porta il leghista Stefani ad augurarsi che «i promotori del No alla base prendano atto che la loro battaglia non ha più senso. Il tribunale amministrativo regionale ha, infatti, spazzato ogni dubbio sulla esclusiva competenza dello Stato in materia di difesa nazionale, come peraltro già abbondantemente sancito la giurisprudenza della Corte costituzionale». Da qui, dunque, l'invito di Stefani «alla ragionevolezza, perché Vicenza e i vicentini non possono essere in balia di posizioni che sono state bocciate come insostenibili, in diritto, dal Tar e, con esso, da sentenze della Suprema corte». Il parlamentare del Carroccio, poi, punta il dito contro il sindaco Achille Variati. Così: «Resto, nonostante ben conosca l'uomo, assolutamente sorpreso dalla pervicacia con cui il sindaco Variati continua a sostenere le tesi di una minoranza, con affermazioni che suonano come un vero e proprio disconoscimento dell'autorità dello Stato alla quale egli vorrebbe sostituire quella di chi è più aggressivo o grida più forte». E ancora: «Asserire, come Variati fa, che lui e i suoi amici hanno "sempre chiesto che anche le ragioni della comunità locale venissero ugualmente soppesate" è, nei fatti, sostenere le ragioni delle minoranze che, appunto perché tali, dovrebbero prendere atto di sentenze e pronunciamenti, ma anche della volontà espressa dalla maggioranza dei vicentini che, innanzitutto, hanno fatto sentire la loro opposizione a strumenti di lotta politica che non appartengono a una città civile come la nostra».

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Tondo rende merito al predecessore: La sua è stata un'azione coerente (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 14-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Tondo rende merito al predecessore: «La sua è stata un'azione coerente» Sabato 14 Marzo 2009, Trieste Nella decisione della Corte costituzionale di accogliere il ricorso della Regione «va riconosciuta l'azione di Riccardo Illy». Il presidente della Regione, Renzo Tondo, rende merito al suo predecessore per il risultato raggiunto: «Un'azione coerente la sua (a quel tempo, infatti la giunta si era opposta al diniego opposto dal Governo Prodi, ndr), fatta nell'interesse della Regione e dell'intera collettività. In campagna elettorale - aggiunge Tondo - ho avuto scontri anche aspri con il mio predecessore, ma si trattava di normale dialettica politica. Oggi, invece, debbo con onestà riconoscere che quel ricorso era motivato». E il coordinatore regionale del Pdl, Isidoro Gottardo, sottolinea come la sentenza della Consulta sia «logica e coerente con lo Statuto di autonomia del Fvg che a tal proposito è molto chiaro». E precisa che «una sentenza analoga è già stata emanata in relazione all'applicazione dello Statuto siciliano». E grande soddisfazione per il pronunciamento della Corte è stato espresso anche dal segretario regionale del Pd, Bruno Zvech, a margine dell'incontro promosso ieri dal Partito democratico per illustrare le proprie proposte anticrisi.

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Pensioni, la vittoria postuma di Illy (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 14-03-2009)
Pubblicato anche in: (Gazzettino, Il (Pordenone))

Argomenti: Giustizia

Pensioni, la vittoria postuma di Illy Si riapre la partita milionaria delle compartecipazioni Irpef sulle erogazioni Inps Sabato 14 Marzo 2009, Trieste Aveva ragione la Giunta Illy quando nel febbraio 2008 presentò il ricorso contro la legge Finanziaria 2008 - allora il Governo era peraltro un governo "amico", quello del Centrosinistra guidato da Romano Prodi - che "legava" i maggiori introiti previsti dal 2010 per la Regione a nuove competenze trasferite dallo Stato all'Amministrazione regionale. La Corte costituzionale ha infatti accolto il ricorso presentato dalla Regione che contestava la Finanziaria perché, a suo parere, contrastava con alcune norme dello Statuto di autonomia e con il "principio di leale collaborazione in materia di rapporti finanziari tra Stato e Regioni". Al centro del contendere - come si ricorderà - vi erano le imposte Irpef sui redditi da pensione ("ancorché riscosse fuori dal territorio regionale") per un valore, rispettivamente, di 20 milioni nel 2008 e 30 milioni nel 2009. Per il 2010 la Finanziaria ancorava lo stanziamento a nuove funzioni da attribuire alla regione; la Consulta ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 2 della Finanziaria, accogliendo la richiesta della Regione di veder corrisposte quelle somme senza alcun vincolo. E se Tondo, senza sbilanciarsi sulle cifre, sostiene che «noi non vogliamo nulla di più che un'autonomia responsabile», il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Gianfranco Moretton è molto più esplicito: «È una vittoria del Centrosinistra che impegna Tondo a chiedere al Governo Berlusconi lo stanziamento delle compartecipazioni Irpef sulle pensioni Inps, che ammonta a circa 250 milioni di euro». E ancora più in là si spinge Daniele Galasso, capogruppo del Pdl in Consiglio regionale (che pure attende di leggere meglio la sentenza per capire meglio la portata del provvedimento, ndr): «Da subito andrà aperto un tavolo di negoziato con il Governo per le modalità di assegnazione delle risorse, sottolineando che l'intera partita per il Friuli Venezia Giulia vale un gettito complessivo di circa 450 milioni di euro». Secondo Moretton, «Se questi fondi dovessero arrivare, sarebbero una grande iniezione di liquidità per il sistema economico per aiutarlo ad uscire dalla crisi attuale». Già, perché - dice il coordinatore regionale del Pdl, Isidoro Gottardo - «la sentenza non crea un automatico trasferimento di risorse, ma semplicemente il riconoscimento. Per ottenerle effettivamente - rimarca - devono essere inserite nel bilancio dello Stato. Il problema, quindi, rimane aperto». Assolutamente bipartisan, infine (e di non poco conto...), la soddisfazione - espressa da Tondo, Galasso, Gottardo e Moretton - per il riconoscimento, da parte della Consulta, della "piena e totale autonomia della Regione", sancita dallo statuto.

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