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Report "Giustizia"   14-16 apriule 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

La class-action dell'acqua ( da "Stampa, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 8 ottobre 2008 la Corte Costituzionale ha stabilito, in sostanza, che qualora la fognatura sia sprovvista di impianto di depurazione non vada pagata la "gabella" che grava sulla bolletta per circa il 40 per cento. «È da tempo che solleviamo la questione - spiega Calabrese - il problema è nella scarsa diligenza di chi ci ha governato».

Camicie rosse, blu, rosa e bianche: tutti i colori della politica thailandese ( da "Corriere.it" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ponendo fine alle proteste solo quando la Corte Costituzionale squalificò il premier per frode elettorale. CAMICIE BLU - Sono una «new entry», apparsa quando le camicie rosse hanno cominciato a costituire una seria minaccia per il governo. Dicono di voler proteggere gli aeroporti e altri servizi pubblici.

Acli Domus, il crac sbarca in Appello Atti falsi e controlli inadeguati ( da "Gazzetta di Reggio" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di polemiche giunte nel 2007 sino al Csm ed al Guardasigilli - non ha ritenuto di proporre ricorso in Appello («La sentenza è ben motivata» ha detto alla Gazzetta). TEMPI BIBLICI. Insomma, anche se non a tutto campo - le assoluzioni dei tre sindaci revisori (Giovanni cervi, Benito Oleari ed Angelo Geminiani) non sono state infatti «scalfite» - sarà di nuovo battaglia giudiziaria,

Buco da 3 milioni di euro ( da "Gazzetta di Reggio" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Nel 2000 viene aperta un'inchiesta: sarà chiusa nel febbraio 2006. Il 5 dicembre 2006 parte l'udienza preliminare che si concluderà con il rinvio a giudizio dei 7 imputati in un clima infuocato: la vicenda approderà sino al Csm (ma senza esito). A fine 2007 il tribunale divise in due il processo.

Si avvicina la scadenza per poter accorpare i diversi appuntamenti elettorali ( da "Cittadino, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: articolo 34 stabilisce infatti che «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Il tempo per decidere non è molto.

Procuratore e marito lasciatoperde causa contro la moglie ( da "Secolo XIX, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: entrambi i casi la moglie di averlo diffamato con una lettera spedita al suo superiore gerarchico una volta e poi al Csm. Il giudice ha precisato al magistrato che non c'è diffamazione se il presunto discredito viene gettato in presenza di una sola persona. È una storia d'amore (finito) e di giustizia quella che è andata in scena nelle aule del tribunale di Genova nei giorni scorsi.

che cosa nasconde il piano b del governo - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Perciò la Corte Costituzionale ha spesso sancito la «primarietà del valore estetico-culturale, che non può esser subordinato ad altri valori, ivi compresi quelli economici», e anzi dev´essere «capace di influire profondamente sull´ordine economico-sociale» (151/1986), affermando che il paesaggio è «un valore primario e assoluto,

addobbi nelle chiese, ( da "Nuova Sardegna, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: embrioni non aveva fondamento La Corte Costituzionale, con questa sentenza non fa altro che dare ragione a quanto sostenuto da sempre dalle Comunità scientifiche, dalle associazioni dei pazienti e soprattutto dal buonsenso. Il limite dei tre embrioni, infatti, non aveva niente di scientifico ed era da tutti considerato una cattiva medicina e pregiudiziale della salute della donna.

Ultimi giorni per decidere l'election day ( da "Adige, L'" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: articolo 34 stabilisce infatti che «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Il tempo per decidere non è molto.

pdl-lega, si cerca l'accordo in fvg ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: articolo 34 stabilisce infatti che «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Il tempo per decidere non è molto.

- lello parise ( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex presidente della Corte costituzionale Francesco Paolo Casavola, nato a Taranto, ma napoletano d´adozione. «I capilista li deciderà il segretario del partito» taglia corto il senatore Nicola Latorre. L´appuntamento è per martedì 21. Franceschini & C. sceglieranno sapendo che «l´esperienza barese è la più innovativa del Sud»,

si parla di costituzione con de siervo e zaccaria ( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vicepresidente della Corte Costituzionale. Tema dell'incontro "Storia della Carta Costituzionale e prospettive future di una costituzione europea". Giovedì 17 aprile invece, al Polo Universitario Città di Prato, in Piazza dell'Università, alle ore 17 il vicepresidente della prima Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati Roberto Zaccaria tratterà il tema "

)LA POLEMICA I SUDDITI ... ( da "Nazione, La (Pisa)" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: disposizione i fondi promessi dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul pagamento non dovuto dei canoni di depurazione da parte di chi non è allacciato alla fogna nera. E la zona è appunto senza fogna nera: il Comune ripari pertanto la strada attingendo a quei fondi promessi da Acque! E nel frattempo imponga alla Cpt di fare transitare nella stretta strada autobus più piccoli,

La ricreazione è libera E non si recupera mai ( da "Italia Oggi" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: si è già pronunciata anche la Corte di cassazione che, con la sentenza 254/2009, ha chiarito che: «trattasi di disposizione interpretativa, la quale ha superato il vaglio di costituzionalità, come da sentenza della Corte Costituzionale 16.5.2008 n. 146? e nella specie va ritenuto che l'area di richiamo contenuto nel contratto collettivo non si estenda alla normativa di cui alla L.

INAUGURATO CENTRO SALUTE MENTALE GEMONA ( da "marketpress.info" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a Gemona del Friuli il nuovo Centro di Salute Mentale (Csm), che come ha detto Tondo, "rappresenta l´emblema delle capacità e della forza interiore che caratterizzano e animano la nostra gente; qualità, che ci dovranno consentire di guardare con fiducia al futuro, per superare l´attuale congiuntura economica negativa".

L'esercito occupa Bangkok ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: spazzato via con l'accusa di brogli elettorali da una sentenza della Corte Costituzionale il 2 dicembre. Oggi alla guida della Thalandia un Esecutivo delle "larghe intese", capeggiato dal giovane leader del Partito democratico, Abhisit Vejjajiva, frutto di un ribaltone realizzato con il benestare delle forze armate.

Thaksin, il tycoon rivoluzionario ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sotto pressione combinata di manifestanti realisti e della Corte costituzionale che alla fine ha sciolto il Governo La famiglia Shinawatra, d'origine cinese,ha fatto fortuna nel XX secolo nel commercio della seta, ma Thaksin non ha seguito questa via. Laureato in legge negli Stati Uniti, comincia la sua carriera nella polizia dove diventa tenente-colonnello.

Galgano: ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm. Ora, per quanto mi sia attentamente occupato della vicenda, in coscienza non riesco a intravedere alcuna condotta difforme dalle regole da parte di Giovandomenico Lepore». E come si spiega la reazione di alcuni sostituti? «Appare difficile comprendere questa presa di posizione troppo reattiva e ipersensibile Il cittadino della strada non capisce il perché di tutte queste polemiche

La Slovenia ordina: troppi orsi, uccidete 75 di JJ3 ( da "Corriere della Sera" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in seguito a una vivace controversia, non fosse intervenuta la Corte Costituzionale a richiamare la Direttiva europea 92/43 'Habitat', la strage di orsi sarebbe stata ancora più vasta puntualizza Massimiliano Rocco, responsabile per l'Italia del programma specie Wwf i cacciatori ne avrebbero ucciso almeno un centinaio.

Dopo 50 anni il sovrano Bhumibol si macchia ( da "Riformista, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte costituzionale decreta non valide le elezioni tenutesi poco prima e che hanno attribuito la vittoria a Thaksin Shinawatra. Allora però si pensava che l'intervento del re, una forte pressione sul potere giudiziario, fosse più che giustificato: e che mirasse a contenere la strategia politica di un personaggio controverso che stava cercando -

Quegli innocui batti-piedi di plastica hanno lasciato spazio a bombe molotov e bastoni, e l'eterno c... ( da "Stampa, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ultime tre elezioni ma che è stata estromessa dal potere dopo una sentenza della Corte costituzionale e un ribaltone parlamentare che ha portato al governo Abhisit. Avevano le loro ragioni: ma ora molti thailandesi non vedono più la differenza tra i «gialli» che occuparono gli aeroporti di Bangkok e i «rossi» che portano il caos nella capitale, magari minacciando abitazioni e negozi.

Ipoteche e fermi amministrativi dei concessionari di riscossione ( da "AltaLex" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di rinvio alla Corte Costituzionale del 2 novembre 2006 che ha dato avvio al giudizio di legittimità costituzionale concluso con la sentenza della Corte Costituzionale n. 64/2008). La difformità delle opposizioni incardinate avanti al Tribunale rispetto al modello in alcuni casi, è reale, in altri, è solo apparente.

Paternità: il test non è subordinato alla prova del celamento della gravidanza ( da "AltaLex" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte ha richiamato la sentenza della Corte Costituzionale 6 luglio 2006, n. 266, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 235 c.c., nella parte in cui, ai fini dell'azione di disconoscimento della paternità, subordina l'esame delle prove tecniche, alla previa dimostrazione dell'adulterio.

Turchia/ Maxi retata nell'Est del Paese tra militanti del ( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: uno degli avvocati di Abdullah Ocalan, fondatore del Pkk e attualmente detenuto nel carcere sull'isola di Imrali. In questo momento il Dtp è sotto processo da parte della Corte Costituzionale che deve decidere se accogliere le accuse della procura di Ankara e farlo chiudere per attività volte a distruggere l'unità nazionale.

Moldova/ Partiti opposizione non partecipano a nuovo ( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Domenica la Corte Costituzionale moldava ha dato il via libera al nuovo computo chiesto dal presidente Voronin. La settimana scorsa l'opposizione era scesa in piazza denunciando brogli nelle legislative che hanno dato la maggioranza dei voti ai Comunisti.

La Slovenia ordina: troppi orsi, uccidete 75 di JJ3 ( da "Corriere.it" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in seguito a una vivace controversia, non fosse intervenuta la Corte Costituzionale a richiamare la Direttiva europea 92/43 "Habitat", la strage di orsi sarebbe stata ancora più vasta puntualizza Massimiliano Rocco, responsabile per l'Italia del programma specie Wwf i cacciatori ne avrebbero ucciso almeno un centinaio.

TURCHIA/ MAXI RETATA NELL'EST DEL PAESE TRA MILITANTI DEL PKK ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: uno degli avvocati di Abdullah Ocalan, fondatore del Pkk e attualmente detenuto nel carcere sull'isola di Imrali. In questo momento il Dtp è sotto processo da parte della Corte Costituzionale che deve decidere se accogliere le accuse della procura di Ankara e farlo chiudere per attività volte a distruggere l'unità nazionale.

MOLDOVA/ PARTITI OPPOSIZIONE NON PARTECIPANO A NUOVO CONTEGGIO ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Domenica la Corte Costituzionale moldava ha dato il via libera al nuovo computo chiesto dal presidente Voronin. La settimana scorsa l'opposizione era scesa in piazza denunciando brogli nelle legislative che hanno dato la maggioranza dei voti ai Comunisti.

Revisione degli studi di settore nel "privato" ( da "Napoli.com" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 94 della Corte Costituzionale del 1 aprile 2009, in ordine al comma 796, lettera o) dell?art. 1 Legge 296/06, per altro, ha rappresentato per le aziende sanitarie private, la ciliegina sulla torta. Lo sconto delle tariffe di laboratorio del 20 per cento, e di quelle specialistiche del 2 per cento - allorquando le stesse sono ferme al 1998 -

Camera/ Da inizio legislatura Aula riunita per 900 ore ( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Si sono svolte 16 informative urgenti e 2 comunicazioni all'Assemblea del Governo. Infine, il Parlamento in seduta comune si è riunito 7 volte per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (è stato eletto al sesto scrutinio l'avv. prof. Giuseppe Frigo). (segue)

CAMERA/ DA INIZIO LEGISLATURA AULA RIUNITA PER 900 ORE ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Si sono svolte 16 informative urgenti e 2 comunicazioni all'Assemblea del Governo. Infine, il Parlamento in seduta comune si è riunito 7 volte per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (è stato eletto al sesto scrutinio l'avv. prof. Giuseppe Frigo). (segue)

IL 29 MARZO 2009 IN TURCHIA SI SONO TENUTE LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE, IL CUI ESITO è STATO FAV... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale ha assolto, con una strettissima maggioranza, l'Akp dall'accusa di violazione della laicità dello Stato per il tentativo di eliminare il divieto di indossare il velo nei luoghi pubblici. Il verdetto favorevole avrebbe dovuto far capire, alla dirigenza dell'Akp, che la moderazione e il rispetto delle regole costituzionali sono elementi fondamentali per governare.

Rete idrica colabrodo, paga il cittadino ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: depurazione sulla base della recente sentenza della Corte Costituzionale. Sentenza con la quale è stato stabilito che i cittadini non sono tenuti a pagare in caso di mancato collegamento della fognatura agli impianti di depurazione. Molti utenti ritengono non essere allacciati al depuratore, come i residenti del quartiere Bacareto dove il sistema fognario continua a dare problemi.

Roma Settimana decisiva per decidere sull'election day e cioè l'accorpamento di tutte le co... ( da "Gazzettino, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». ELECTION DAY - Favorevole alla richiesta di accorpare le diverse tornate elettorali è innanzitutto l'

Galgano: ( da "Campaniapress" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: disciplinare del Csm. Ora, per quanto mi sia attentamente occupato della vicen da, in coscienza non riesco a intravedere al cuna condotta difforme dalle regole da par te di Giovandomenico Lepore». E come si spiega la reazione di alcuni sostituti? «Appare difficile comprendere questa presa di posizione troppo reattiva e ipersen sibile che ha caratterizzato una larga fascia dei pm.

Voto Moldavia, opposizione boicotterà riconteggio delle schede ( da "Reuters Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ha disposto il riconteggio, previsto per domani, su richiesta del presidente comunista Vladimir Voronin a seguito delle violente proteste scaturite dai risultati elettorali del 5 aprile. I partiti all'opposizione chiedono nuove elezioni e affermano che ci sono stati brogli elettorali.

AFGHANISTAN/ MULLEN: CON NUOVI RINFORZI CI SARÀ AUMENTO VIOLENZE ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: con nuovi rinforzi ci sarà aumento violenze di Apcom Csm Usa: ma poi sarà possibile "invertire la tendenza" -->Washington, 14 apr. (Apcom) - L'invio di rinforzi statunitensi in Afghanistan provocherà probabilmente un inasprimento delle violenze nel Paese nel corso dei prossimi 12 mesi: lo ha affermato il Capo degli stati maggiori riuniti americano, ammiraglio Mike Mullen,

Ad Alghero il centro di salute mentale aperto 24 ore ( da "Sardegna oggi" del 14-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e del Csm algherese, Anna Paola Tarasconi, hanno effettuato un sopralluogo nella struttura. Tra le sue funzione il Csm a 24 ha quella di garantire il sostegno alla vita quotidiana e la continuità della presa in carico, quindi essere un?alternativa al ricovero ospedaliero in tutte quelle situazioni che non necessitano di ricovero ospedaliero.

I ribelli si ritirano Rientrata l'emergenza ( da "City" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale) era divampata sabato quando un migliaio di sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra (detto "il Berlusconi d'Asia", estromesso dal governo nel 2006, condannato a 3 anni per corruzione e tuttora in esilio - ha anche dovuto vendere la squadra del Manchester City) erano addirittura riusciti a far rinviare una riunione tra il premier cinese Wen Jiabao e i 10

Via libera della Slovenia: uccidete gli orsi ( da "Trentino" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in seguito a una vivace controversia, non fosse intervenuta la Corte Costituzionale a richiamare la Direttiva europea 92/43 "Habitat", la strage di orsi sarebbe stata ancora più vasta-puntualizza Massimiliano Rocco, responsabile per l'Italia del programma specie Wwf - i cacciatori ne avrebbero ucciso almeno un centinaio.

Coppa Provincia finalissima Resana-S.Gaetano ( da "Tribuna di Treviso, La" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: attesa gara tra Csm Resana e San Gaetano. I club di terza categoria da tempo cercano di ambire alla vittoria perché il vincitore accederà di diritto come quarta classificata ai playoff di categoria: una chance golosa di far il colpaccio. Stando alla classifica del girone (entrambe le formazioni partecipano al campionato di terza divisione Treviso B)

Le possibilità di successo della fecondazione in vitro sono sempre maggiori. La recente sentenz... ( da "Leggo" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La recente sentenza della Corte Costituzionale ha infatti eliminato il vincolo a formare solo tre embrioni e quindi a fecondare solo tre cellule uovo. «Potranno beneficiare di un numero maggiore di embrioni le donne over 40 anni e quelle che hanno effettuato più tentativi, in cui è dimostrato una minore percentuale di impianto - spiega Ermanno Greco,

il centro di via costa da ieri aperto 24 ore ( da "Nuova Sardegna, La" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: si sopperisce alla mancata attivazione del Csm a 24 ore nei locali di via Manzoni, cui sono stati dedicati appositi finanziamenti regionali sul progetto "Accogliere con cura" e accessibili soltanto alle amministrazioni comunali. Il centro dispone di due posti letto con bagno in camera, nella struttura poi c'è una infermeria, tre studi medici e una sala cucina.

Sedi disagiate, Venezia come Palermo ( da "Italia Oggi" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Attualità data: 15/04/2009 - pag: 7 autore: di Roberto Miliacca Il Csm stila l'elenco dei tribunali con forti scoperti d'organico che potranno avvalersi della norma Sedi disagiate, Venezia come Palermo Anche ai pm trasferiti in Veneto il bonus da 2500 per 4 anni Venezia. Lodi, Busto Arsizio e Brescia. Ma anche Trieste e Alba.

Gli incentivi servono, ma occorre anche premiare chi si sacrifica ( da "Italia Oggi" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a mio modo di vedere, il Csm, e ritengo anche l'Anm, hanno il dovere di contribuire a trovare soluzioni condivise in applicazione di quelle parti della legge che offrono soluzioni al problema. I benefici economici per i magistrati che, avendone titolo, si rendano disponibili a trasferirsi presso procure ?

e consumi ( da "Tirreno, Il" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In quel caso era stata una sentenza della Corte costituzionale a imporre all'Ato 2 di restituire i soldi del canone alle famiglie che non beneficiavano del servizio, causando una riduzione delle entrate di tre milioni di euro. Il decreto 208, convertito in legge il 28 febbraio scorso, però, ha reintrodotto l'obbligo di pagare per mille delle cinquemila famiglie,

fecondazione, il caos dopo la sentenza della consulta centri sommersi di richieste: "ora più di tre embrioni" ( da "Repubblica, La" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Dopo la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato la parziale illegittimità della legge 40 (in particolare l´art.14 comma 2 che rendeva possibile "produrre non più di tre embrioni"), nei centri di procreazione assistita della Capitale sono arrivate centinaia di richieste di coppie che chiedono se sia già possibile produrre più di tre embrioni.

fecondazione, il grande caos dopo la consulta - laura serloni ( da "Repubblica, La" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Dopo la decisione della Corte costituzionale che ha dichiarato la parziale illegittimità della legge 40, quella sulla procreazione assistita, sono state moltissime le domande di coppie giovani e meno giovani arrivate ai centri privati romani. Tutte chiedono se è già possibile produrre più di tre embrioni, visto che la sentenza dell´Alta Corte ha bollato come incostituzionale l´

"così la procreazione assistita resta nel limbo è il momento di far rispettare quella sentenza" ( da "Repubblica, La" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: «Uso le parole pronunciate dopo la sentenza della Corte costituzionale da una persona che ha delle vedute completamente opposte alle mie, Carlo Casini, il presidente del Movimento per la Vita. Casini ha detto che questa decisione "ha scardinato l´intero impianto della legge". E io credo sia proprio così.

congedo retribuito ai figli ( da "Tirreno, Il" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ha esteso la possibilità di usufruire del congedo retribuito di due anni anche ai figli nel caso il genitore sia riconosciuto con stato di handicap grave. Per poter usufruire di questa agevolazione devono essere soddisfatti i seguenti requisiti: - il genitore non sia coniugato o non conviva con il coniuge.

san carlis: vigileremo affinché le prescrizioni siano rispettate ( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: loro valori devono essere adeguati alla sentenza della Corte costituzionale. La Soprintendenza ha facoltà di poter annullare completamente la certificazione paesaggistica: se dovesse approvarla, la Provincia ha 90 giorni di tempo per trasmettere il progetto con le integrazioni». Infine, una frecciata all'assessore Antonio Di Bisceglie, «che nonostante abiti a Prodolone - conclude -

"quel giudice è molto bravo e stimato doveva essere esonerato dalle urgenze" ( da "Repubblica, La" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: uno degli uffici in assoluto più gravati su cui in termini di assoluta priorità andrebbe effettuato un potenziamento. Aspetto quest´ultimo che sfugge alla dimensione decisionale locale e che richiede un intervento degli organi deputati, ministero e Csm, a cui richieste di potenziamento, peraltro, sono state più volte formulate». (g.d.m.)

reversibilità, pensione ai raggi x quando spetta ai figli maggiorenni - felice silvestri ( da "Tirreno, Il" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza (interpretativa di rigetto) 22-25 febbraio 1999, n. 42. Figli inabili La legge riconosce la pensione di reversibilità, senza limiti di tempo, ai figli maggiorenni non in grado, per infermità fisica o mentale, di svolgere attività lavorativa.

Mandato d'arresto per Thaksin ( da "Sole 24 Ore, Il" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: costituito lo scorso dicembre dopo che una sentenza della Corte costituzionale aveva sciolto con l'accusa di brogli elettorali l'Esecutivo guidato da Somchai Wongsawat, un fedelissimo dell'ex premier. Il grande burattinaio dei tumulti di lunedì, che hanno lasciato sul campo due morti e oltre un centinaio di feriti, non ha badato a spese per destabilizzare il Paese,

Raffaele Nevi sale sull'Aventino. Ha annunciato che non parteciperà più n&... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ***** Nonostante la bocciatura del Tar, la rincorsa alla poltrona di procuratore capo di Perugia potrebbe riparte da dove si è fermata. E dal Csm potrebbe alzarsi un altro fil di Fumu. ***** Un'antenna di troppo in pieno centro a Terni. Nel piano del Comune non c'è e gli abitanti protestano. (A pag. 43)

Vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio . Ormai la parola d'ordine per la g... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente emerito della Corte Costituzionale, ex presidente della Rai, giurista, professore alla Luiss e all'Università Lateranense, di presentarsi alle prossime elezioni amministrative lo hanno chiesto «imprenditori, artigiani e lavoratori di questa città». «E noi ha specificato il senatore Maurizio Gasparri gli offriamo il nostro sostegno senza nulla chiedere in cambio»

Il tragico terremoto ha dato la stura a varie forme di sciacallaggio. Si è infatti avvertita pe... ( da "Giorno, Il (Milano)" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale compresa), ha provveduto a vanificare. Se tutti gli immobili in Abruzzo fossero stati dotati di un costoso libretto libretto casa, non per questo si sarebbe posto rimedio ai mali del terremoto, dicono adesso. Chi vuole il fascicolo del fabbricato non pensa all'utile delle case, bensì specuala a favore esclusivo degli interessi professionali e bassamente economici

TERNI CLIMA DA STADIO nella gremita sala consiliare di Palazzo S... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che ha parlato del presidente emerito della Corte Costituzionale come di «una della più grandi personalità, espressione di saggezza e cultura giuridica, che la nazione abbia». «Per questo ha proseguito siamo orgogliosi di appoggiarlo in una città importante ma difficile e lo ringraziamo per il suo spirito di servizio.

Magistrati, i leader delle correnti contro il Pg ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex consigliere del Csm ed esponente del Movimento per la giustizia, le dichiarazioni del procuratore generale le legge così: «Ho sempre stimato Vincenzo Galgano per il coraggio e la generosità. E, alla luce di quello che ha detto, confermo la mia opinione. È coraggioso, perché esprime una posizione che non credo sia condivisa dal resto della magistratura.

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: al Csm e alla Procura generale. Nell'esposto, Fitto lamenta, tra le altre cose, la «ritardata iscrizione nel registro degli indagati», «l'illegittimità riguardante la richiesta di autorizzazione a intercettazioni telefoniche», e si duole anche della partecipazione di uno dei pm al «Vaffa day» di Grillo, denunciando un «metodo persecutorio »

AGENDA DEGLI AVVENIMENTI DI MERCOLEDI 15 APRILE 2009 ( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Riunione del plenum del Csm - Conferenza stampa del segretario del Pd Dario Franceschini per presentare nuovo sito - Riunione presidenza Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai - Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ed il responsabile Welfare Pd Enrico Letta presentano il libro di Piero Ostellino 'Lo Stato canaglia,

Election day, corsa contro il tempo ( da "Corriere Adriatico" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: articolo 34 stabilisce infatti che "ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno". Il tempo per decidere non è molto.

Palazzi con la patente: dopo il no della Consulta la legge va riproposta ( da "Denaro, Il" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale, con Sentenza n. 54 del 17 novembre 2003, ne respinse alcuni articoli, rendendola di fatto inattuabile. Tuttavia la sentenza della Corte, pur bocciando l'articolazione tecnica del testo, non ne ha intaccato il contenuto di fondo, sancito dall'articolo 1 di quella legge regionale, che è appunto quello di creare un registro per ogni fabbricato pubblico e privato,

Avocatii lui Becali vor face plangere la CEDO ( da "Romania Libera" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: solicite un punct clar din partea CSM", in legatura cu modul in care a fost supus Becali procedurilor judiciare. Dancu a precizat ca in urma discutiilor cu senatorii s-a ajuns la concluzia ca nu este momentan nevoie ca Gigi Becali sa se prezinte pentru audieri in fata comisiei juridice, acest lucru insa urmeaza sa fie stabilit abia dupa analiza documentelor ce vor fi prezentate.

Liberta' di rete. Liberta' di software ( da "Articolo21.com" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: interpretazione della Corte costituzionale, di un potere legislativo di coordinamento di tipo tecnico, idoneo ad “ …assicurare una comunanza di linguaggi, di procedure e di standard omogenei, al fine di consentire la cooperazione operativa fra tutti i soggetti pubblici operanti sul territorio nazionale”

15/04/2009 13:01 REFERENDUM: MARINI (CONSULTA), ELECTION DAY NON E' INCOSTITUZIONALE ( da "ITnews.it" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente emerito della Corte Costituzionale, Annibale Marini smonta la tesi sostenuta dal ministro per la semplificazione legislativa Roberto Calderoli, esponente della Lega nord, che ha parlato di incostituzionalita'. "L'accorpamento e' perfettamente costituzionale -ribadisce all'ADNKRONOS l'ex presidente della Consulta- ed e' semplicemente inimmaginabile pensare il contrario"

Aici este Petrolul Ploiesti! ( da "Romania Libera" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In urmatorul an competitional isi schimba denumirea in CSM FC Ploiesti, dupa ce Niculae ajunge la o intelegere cu primaria pentru un parteneriat public-privat, cu ideea ca aceasta sa devina pe viitor echipa-fanion a orasului. Instalarea lui Valeriu Rachita pe banca tehnica a produs o emulatie in randul suporterilor, care incet-incet s-au apropiat de noua echipa.

Le due squadre militano nel girone "B" di Terza: CSM capolista, S. Gaetano sesto ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: B" di Terza: CSM capolista, S. Gaetano sesto Mercoledì 15 Aprile 2009, Vedelago (mic.mir.) - Sarà lo stadio "Bolge" di Vedelago ad ospitare questa sera, inizio alle 20,30, la finalissima della "Coppa Provincia di Treviso, memorial Lidio Carniato". Di fronte, a contendersi l'ambito trofeo, ci saranno le formazioni del C.

Giustizia/ Minale favorito nella corsa per nomina pg Milano ( da "Virgilio Notizie" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: A pronunciarsi in prima battuta sulla nomina del nuovo pg di Milano sarà la Commissione per gli incarichi direttivi di Palazzo dei Marescialli, che potrebbe licenziare la sua proposta tra una quindicina di giorni. Poi la parola finale passerà al plenum del Csm.

Giustizia/ E' donna nuovo avvocato generale corte Appello ( da "Virgilio Notizie" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm ha nominato questa mattina Laura Bertolè Viale nuovo avvocato generale presso la Corte d'Appello di Milano, con 16 voti a favore, mentre 6 preferenze sono andate all'altro candidato, Corrado Carnevali, ex procuratore aggiunto di Milano. Palazzo dei Marescialli, inoltre, ha nominato stamane Massimiliano Serpi come procuratore aggiunto a Bologna:

GIUSTIZIA/ MINALE FAVORITO NELLA CORSA PER NOMINA PG MILANO ( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: A pronunciarsi in prima battuta sulla nomina del nuovo pg di Milano sarà la Commissione per gli incarichi direttivi di Palazzo dei Marescialli, che potrebbe licenziare la sua proposta tra una quindicina di giorni. Poi la parola finale passerà al plenum del Csm.

GIUSTIZIA/ E' DONNA NUOVO AVVOCATO GENERALE CORTE APPELLO MILANO ( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm ha nominato questa mattina Laura Bertolè Viale nuovo avvocato generale presso la Corte d'Appello di Milano, con 16 voti a favore, mentre 6 preferenze sono andate all'altro candidato, Corrado Carnevali, ex procuratore aggiunto di Milano. Palazzo dei Marescialli, inoltre, ha nominato stamane Massimiliano Serpi come procuratore aggiunto a Bologna:

( da "Sicilia, La" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: tramite la Giunta nazionale dell'Anm, al Csm riguardo agli incentivi di carriera per chi vuole lavorare nelle sedi disagiate. Il Csm, dovrebbe pronunziarsi a breve. La speranza è di trovare una linea guida unica». Intanto non ci sono notizie su possibili arrivi di magistrati alla procura nissena, il cui organico resta ancora dimezzato.

Ragusa e Modicamagistratiin agitazione ( da "Sicilia, La" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: allarme sulla carenza di organici era stato lanciato nelle settimane scorse dal Csm. Nell'ultimo bando di trasferimento per i posti requirenti, infatti, numerosi posti pubblicati relativi a Procure del Sud (Lanusei, Nuoro, Sassari, Tempio Pausania, Caltanissetta, Enna, Gela, Nicosia, Larino, Catania, Ragusa, Castrovillari, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Lamezia Terme, Paola, Rossano,

Liguria/ A luglio il processo per lo scandalo del Porto di ( da "Virgilio Notizie" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sarà interessante perchè si vedrà se in sede di costituzione delle parti, l'Autorità portuale (oggi presieduta da Luigi Merlo) si presenterà contro il suo ex presidente. A deciderlo un legale di altissimo profilo, l'ex vicepresidente del Csm Carlo Federico Grosso, incaricato di seguire la vicenda in rappresentanza dell'Autorità portuale.

SISMA ABRUZZO/ APPELLO CSM: TOGHE AIUTINO COLLEGHI CHE INDAGANO ( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Appello Csm: Toghe aiutino colleghi che indagano di Apcom Petralia: "C'è la possibilità di essere applicati subito" -->Roma, 15 apr. (Apcom) - Il Csm lancia un appello ai magistrati: si facciano avanti coloro che vogliono dare una mano ai colleghi dell'Aquila che indagano sulle responsabilità dei crolli degli edifici abruzzesi.

RIFIUTI/ CSM 'BACCHETTA' CAPO PM NAPOLI, PRESSIONI PER STRALCI ( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm 'bacchetta' capo pm Napoli, pressioni per stralci di Apcom Ma non ci sono gli estremi per chiedere un'azione disciplinare -->Roma, 15 apr. (Apcom) - Il procuratore capo di Napoli Giovandomenico Lepore esercitò una sorta di "revoca implicita", una "forma indiretta di sostanziale esonero", nei confronti dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo durante l'

LIGURIA/ A LUGLIO IL PROCESSO PER LO SCANDALO DEL PORTO DI GENOVA ( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sarà interessante perchè si vedrà se in sede di costituzione delle parti, l'Autorità portuale (oggi presieduta da Luigi Merlo) si presenterà contro il suo ex presidente. A deciderlo un legale di altissimo profilo, l'ex vicepresidente del Csm Carlo Federico Grosso, incaricato di seguire la vicenda in rappresentanza dell'Autorità portuale.

MARCHE: UNIVERSITA' CAMERINO DOMANI RICORDA LEOPOLDO ELIA. ( da "Asca" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Nato a Fano nel 1925, Leopoldo Elia venne eletto nel 1976 giudice della Corte Costituzionale dal Parlamento in seduta comune. Nel 1981 venne eletto presidente della Corte Costituzionale. Allo scadere del triennio,e' stato riconfermato presidente fino altermine del suo mandato novennale alla Consulta, nel maggio 1985.

Terremoto, scarseggiano i magistrati. Appello Csm: ''Aiutare i pm dell'Aquila'' ( da "Adnkronos" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Appello Csm: ''Aiutare i pm dell'Aquila'' La richiesta dell'organo di autogoverno della magistratura: si facciano avanti coloro che vogliono dare una mano ai pm che ora indagano sulle responsabilità dei crolli. Il procuratore del capoluogo abruzzese aveva sottolineato le carenze di organico del suo ufficio.

BARI: SANTELLI, SCARCERAZIONE 21 PRESUNTI MAFIOSI DI INAUDITA GRAVITA'. ( da "Asca" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il deputato Jole Santelli (Pdl), vicepresidente della commissione Affari Costituzionali, ha commentato cosi' la scarcerazione dei 21 presunti affiliati ai clan della mafia pugliese. ''Per dignita' dell'intera magistratura il Csm ha l'obbligo di usare il pugno di ferro senza inutili e dannosi giustificazionismi''. red-njb/cam/ss

Sanzione per i giudici che scarcerarono Izzo: la Cassazione conferma ( da "Giornale.it, Il" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm che ha ammonito i magistrati del tribunale di Sorveglianza di Palermo. Da libero il mostro del Circeo ha ucciso due donne, mamma e figlia Si erano difesi a spada tratta. Avevano sostenuto che no, con le carte a loro disposizione nel fascicolo, non potevano fare altro che scarcerare quel detenuto che sembrava aver dato segnali di ravvedimento e che invece poi era tornato a uccidere.

BARI: SANTELLI, SCARCERAZIONE 21 PRESUNTI MAFIOSI DI ( da "Virgilio Notizie" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il deputato Jole Santelli (Pdl), vicepresidente della commissione Affari Costituzionali, ha commentato cosi' la scarcerazione dei 21 presunti affiliati ai clan della mafia pugliese. ''Per dignita' dell'intera magistratura il Csm ha l'obbligo di usare il pugno di ferro senza inutili e dannosi giustificazionismi''.

Europee, i partiti al rush finale ( da "AprileOnline.info" del 15-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Tra i candidati in corsa per un seggio a Strasburgo anche il consigliere del Csm Ugo Bergamo. La sinistra va alla sfida di Strasburgo divisa. Da una parte c'è la lista della neonata 'Sinistra e liberta', che riunisce Verdi, socialisti, Sinistra democratica e il Movimento per la sinistra del Governatore della Puglia Nichi Vendola.

Sentenza "lenta", boss liberi ( da "City" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: I presunti affiliati al clan Strisciuglio di Bari (13 erano ai domiciliari, otto in carcere) sono tornati in libertà, mentre impazzano le polemiche. La giudice "lenta", infatti, nei mesi scorsi era stata "premiata" dal Csm, e messa a capo del Tribunale per i minorenni di Bari. Il ministero avvia un'inchiesta e invia gli ispettori.City 16 aprile 2009

Nell'intervista di Gianni Martini a Mino Taricco, Assessore Regionale all'Agricoltura, can... ( da "Stampa, La" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ed il Consiglio di Stato, in ripetuti interventi, hanno precisato che il termine deve essere rispettato e non può essere sospeso se non limitatamente. La Provincia di Cuneo ha sospeso 23 procedimenti per attendere un parere del Ministro dell'Ambiente, richiesto dall'Autorità di Bacino del Po,

Incontro in memoria di Leopoldo Elia ( da "Bollettino Università & Ricerca" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Elia viene eletto nel 1976 giudice della Corte Costituzionale dal Parlamento in seduta comune. Nel 1981 viene eletto presidente della Corte Costituzionale. Allo scadere del triennio viene riconfermato presidente fino al termine del suo mandato novennale alla Consulta, nel maggio 1985.

di Vincenzo Chiumarulo Con una maxi-scarcerazione sono stati r... ( da "Leggo" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm presidente del tribunale per i minorenni di Bari, in 15 mesi non è riuscita a depositare le motivazioni della sentenza di primo grado (il dispositivo è di 62 pagine). La vicenda ha subito allarmato gli esponenti del Governo. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto profilo disciplinare» il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori,

Sono stati tutti scarcerati i 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga nei confronti dei quali son... ( da "Gazzettino, Il" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato poiché si tratta di un fatto grave, che rischia di avere conseguenze ancor più gravi». Intanto sul caso il Csm avvierà un'istruttoria. Lo annuncia il presidente della prima commissione del Csm Ugo Bergamo che sottolinea di avere intenzione di fare aprire un fascicolo sulla questione. A pagina

truffa da 12 milioni, il processo accelera ( da "Nuova Sardegna, La" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presente come responsabile civile solo nel processo bis, dove viene assistita dall'avvocato Nicola Satta) è ripreso l'anno scorso dopo un lunghissimo stop nell'attesa di una pronuncia della Corte Costituzionale su una questione procedurale. Il gup Maria Teresa Lupinu ha già fissato il calendario della discussione e la sentenza è attesa a ottobre.

BARI - Sono 21 i presunti mafiosi e trafficanti di droga - otto detenuti in carcere, 13 ai domiciliari - che sono stati scarcerati per il mancato deposito delle motivazioni della s ( da "Adige, L'" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Nei confronti degli imputati che tornano in libertà sono infatti scaduti i «termini di fase» che decorrono dalla data di lettura del dispositivo di sentenza all'avvio del processo di secondo grado. Il ministro della Giustizia Alfano e il Csm hanno disposto accertamenti. 16/04/2009

Bugoloni a giudizio, domani la sentenza ( da "Adige, L'" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ha respinto l'eccezione di legittimità costituzionale sollevata dal giudice unico di Tione, Giuseppe Serao, nel giudizio che vede imputato per diffamazione il consigliere comunale ed ex sindaco di Fiavé, Beniamino Bugoloni .

il pm antiracket scelto per la dna trovata l'unanimità su de lucia ( da "Repubblica, La" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Maurizio de Lucia ha coordinato decine di operazioni di polizia contro le cosche riuscendo a ricostruire la mappa del pizzo in città e in provincia e gli organigrammi delle famiglie mafiose. Il magistrato ha tra l´altro curato la collaborazione con la giustizia di boss di primo piano come Salvatore Cucuzza. Sulla proposta si pronuncerà ora il plenum del Csm.

boss liberi, bufera a bari alfano ordina un'ispezione - gabriella de matteis ( da "Repubblica, La" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Anche il Csm avvierà una istruttoria, annuncia il presidente della prima commissione, Ugo Bergamo, mentre il ministro dell´Interno Roberto Maroni, ieri, ha chiamato il Guardasigilli per esprimere il proprio «sconcerto»: «Fatto grave che rischia di avere conseguenze ancor più gravi».

Otto anni per una stesurail clamoroso "caso Pinatto" ( da "Secolo XIX, Il" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il 16 giugno 2008 la sezione disciplinare del Csm ha radiato dall'ordine giudiziario Pinatto che il 4 luglio è stato condannato a 8 mesi (pena sospesa) per omissione di atti d'ufficio. Nella sentenza veniva spiegato che con il suo clamoroso ritardo nel redigere la sentenza, Pinato aveva gettato «discredito sul prestigio della magistratura tutta».

Concessero la semilibertà a Izzo Sanzione disciplinare alle toghe ( da "Giorno, Il (Milano)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ammonimento loro inflitto dal Csm, il 2 aprile 2008. Secondo Palazzo dei Marescialli, i due magistrati, con la loro decisione, hanno demeritato per «scarsa diligenza e caduta di professionalità» e la loro responsabilità deontologia è consistita nel non aver preso in considerazione tutta la serie di circostanze negative, che erano invece ben presenti nel fascicolo di Izzo.

Duecento pensionati militari ammalati per colpa dell'amianto potranno essere indennizzati ( da "Nazione, La (Firenze)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: recente sentenza della Corte costituzionale sulla scia dell'eccezione sollevata dalla Corte dei Conti di Genova in accoglimento dell'istanza dell'avvocato Emanuela Monaci del Foro di Massa nell'ambito della causa intentata da una vedova per il riconoscimento della reversibilità della pensione privilegiata chiesta a fronte del manifestarsi del mesiotelioma pleurico contratto dal marito,

Giustizia lumaca e mafiosi in libertà Alfano manda gli ispettori ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 16-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: Anche il Csm avvierà una istruttoria che potrebbe cominciare già oggi. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto, mentre il coordinatore della Dda, Marco Dinapoli, assicura che sugli scarcerati saranno intensificati i controlli.

Concessero la semilibertà a Izzo Sanzione disciplinare alle toghe ( da "Nazione, La (Firenze)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ammonimento loro inflitto dal Csm, il 2 aprile 2008. Secondo Palazzo dei Marescialli, i due magistrati, con la loro decisione, hanno demeritato per «scarsa diligenza e caduta di professionalità» e la loro responsabilità deontologia è consistita nel non aver preso in considerazione tutta la serie di circostanze negative, che erano invece ben presenti nel fascicolo di Izzo.

MASSIMILIANO SERPI Da oltre 15 anni in città, il pm è stato nomi... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: LETTERE E AGENDA pag. 14 MASSIMILIANO SERPI Da oltre 15 anni in città, il pm è stato nomi... MASSIMILIANO SERPI Da oltre 15 anni in città, il pm è stato nominato dal Csm procuratore aggiunto. Giustizia è fatta

Alfano apre un'indagine sui boss scarcerati a Bari ( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: indagine sui boss scarcerati a Bari Il Csm avvierà in tempi brevissimi (probabilmente già oggi) un'istruttoria sulla clamorosa scarcerazione dei 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga per i quali sono trascorsi i termini di durata massima della custodia cautelare previsti a decorrere dalla lettura della sentenza di primo grado.

LA PROCURA ha un nuovo aggiunto: è il pm Massimiliano Serpi, in servizio nel... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nostra città da oltre 15 anni e ora nominato ufficialmente dal Csm. Nato a Imola, Serpi ha 58 anni e ha iniziato la sua carriera in magistratura nel 1981, quando venne nominato uditore giudiziario. Prima di lavorare a Bologna come pm, Serpi è stato giudice a Modena, penale prima e civile poi, tra l'83 e il '95 quando è arrivato alla Procura di Bologna, dove è rimasto fino al '96.

PERUGIA - L'orgoglio a stelle e strisce torna con il suo mantello per garantire un gius... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Tribunale di Perugia in mano alla prima commissione del Csm c'era anche quello di un giornalista americano che lamentava "toni non consoni" nei suoi confronti utilizzati nel processo. Due esposti giunti all'ufficio protocollo di Palazzo dei Marescialli. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ricevette anche una lettera dei docenti del liceo di Seattle frequento da Amanda Knox in cui,

BARI - Dopo la scarcerazione di 22 imputati del processo "Eclissi" nei confronti del clan ... ( da "Messaggero, Il" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Anche il Csm avvia un'istruttoria sul caso delle scarcerazioni dei boss mafiosi dovute al ritardo di un giudice di Bari, Anna Rosa De Palo, nel deposito delle motivazioni della sentenza di condanna nei loro confronti. Lo ha annunciato il presidente della prima commissione del Csm, Ugo Bergamo.

Il Procuratore: ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: organico della Procura che il Csm ha fissato in dieci unità (Procuratore capo più nove sostituti). La notizia l'ha fornita ieri mattina il procuratore Roberto Mescolini il quale ha anche fornito informazioni sull'attività della Procura. «L'adeguamento degli organici renderà possibile aumentare ancor più la qualità dell'attività.

"CRISI del mercato o crisi delle regole", è il titolo del convegno... ( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente del Notariato Italiaeuropa, Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna Spa, Edward N. Luttwak del Center for Strategicand International Studies, Peter L. Murray, Harvard Law School, Antonio Baldassarre, Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Augusta Iannini.

Giudice non deposita la sentenza, liberi 21 presunti mafiosi ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori, che hanno chiesto al presidente della Corte d' appello di Bari di svolgere una verifica e di comunicarne al più presto gli esiti. Anche il Csm avvierà una istruttoria. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto.

PERUGIA E' UN PROVVEDIMENTO articolato e duro quello del Ta... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nomina e ha rimesso al Csm la valutazione sulla scelta del candidato che però dovrà provvedere ad espletare la comparazione prevista dalle norme. Nella sentenza, depositata nelle scorse settimane, il tribunale amministrativo censura il Csm. Che aveva scelto Fumu sostenendo che solo lui, rispetto agli altri candidati, abbina «tre caratteristiche fondamentali per la nomina in questione:

Niente motivazioni: boss scarcerati a Bari ( da "Eco di Bergamo, L'" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Anche il Csm avvierà un'istruttoria e potrebbe cominciare a discutere del caso già oggi. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato - ha detto - poiché si tratta di un fatto grave, che rischia di avere conseguenze ancor più gravi».

Strisciuglio fuori, bufera sui giudici ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm avvia una propria indagine, mentre il capo dell'ufficio del Gip-Gup Leonardi denuncia l'organizzazione dei maxi-processi: troppo lavoro per un solo giudice. I 21 presunti affiliati al clan Strisciuglio di Bari (13 erano agli arresti domiciliari, otto in carcere) - come era stato anticipato - sono tornati in libertà perchè il giudice che ha emesso il dispositivo della sentenza

Alfano manda gli ispettori Mantovano domani a Bari ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della riforma del Csm. In 15 mesi il magistrato non ha depositato le motivazioni, causando le scarcerazioni, ma frattanto è stato promosso dal Csm. Il cittadino non può che rimanere stupefatto ». E per Pierfelice Zazzera, coordinatore regionale di Idv: «E' un fatto gravissimo ed inaccettabile quello che si è verificato perchè vanifica anni di indagini e di attività delle forze dell'

Comune e periferie, i politici si dividono ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: i politici si dividono BARI Dopo l'intervento di Gianni Di Cagno - ex Csm ma, soprattutto, cittadino di Bari - in merito al silenzio istituzionale e politico che aleggia attorno al referendum 'autonomista' di domenica prossima nelle ex frazioni di Carbonara-Ceglie -Loseto e Palese-Santo Spirito si è aperto un profluvio di lettere aperte al Corriere.

scarcerati 21 mafiosi a bari ( da "Tirreno, Il" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dicono fonti giudiziarie, non ci sono i tempi tecnici necessari. La vicenda ha rinfocolato le polemiche sulle lentezze della giustizia. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto profilo disciplinare» il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori, che hanno chiesto al presidente della Corte d'

Caso Pansa, il Csm: L'Anm al Pg: solidali con i pm>( da "Corriere del Mezzogiorno" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm: «Sostituti esonerati dall'inchiesta» L'Anm al Pg: solidali con i pm NAPOLI La decisione del procuratore di Napoli di stralciare dall'inchiesta sull'emergenza rifiuti in Campania le posizioni del prefetto di Napoli Alessandro Pansa e dell'attuale capo della Protezione civile Guido Bertolaso fu nei fatti una «revoca implicita »

Capasso procuratore a Santa Maria ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nominata ieri dal plenum del Csm dopo la proposta all'unanimità deliberata lo scorso anno dalla quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura e andrà ad affiancare l'altro aggiunto a Santa Maria, ovvero il magistrato Luigi Gay. Con la nomina del pm antimafia, il plenum di Palazzo dei Marescialli ha riempito la vacanza del secondo posto di procuratore aggiunto nell'

Crisi e mutui, dibattito al Cnel ( da "Corriere della Sera" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Concluderà i lavori Augusta Iannini, Capo Ufficio Legislativo Ministero della Giustizia. Interverranno, tra gli tra gli altri, il Segretario Generale dell'Unione Internazionale Magistrati Antonello Mura e il Segretario Generale del Csm Carlo Visconti.

Milano, una donna avvocato generale ( da "Giornale.it, Il" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm ha dato a Laura Bertolè Viale (nella foto) l'incarico di avvocato generale presso la Corte d'appello di Milano con 16 voti a favore mentre 6 sono andati a Corrado Carnevali, ex procuratore aggiunto. La carriera della Bertolè Viale si è svolta tutta nel capoluogo lombardo dove ha cominciato nel 1968 come giudice,

Diatriba. Sul trattamento di rocce e terra la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato dal governo contro la Regione ( da "Stampa, La" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Diatriba. Sul trattamento di rocce e terra la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato dal governo contro la Regione

Nessuno vuole gli inerti L'edilizia rischia lo stop ( da "Stampa, La" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E la Corte Costituzionale gli ha dato ragione. Roberto Montrosset, presidente della Cna Costruzione (Confederazione nazionale dell'artigianato) e gestore della discarica della Comunità Montana Valdigne/Mont Blanc, è disorientato. «Ci troviamo in una grande incertezza - dice -.

OLGA D'ANTONA VS. SARKò e LULA A BOLOGNA L'UNIONE SOTTERRA IL PD LA MADIA ELOGIA IL GOVERNO E VIENE INSULTATA - Milano, una donna avvocato generale BRESSO VS. VATTIMO LA FE ( da "Dagospia.com" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm ha dato a Laura Bertolè Viale l'incarico di avvocato generale presso la Corte d'appello di Milano con 16 voti a favore mentre 6 sono andati a Corrado Carnevali, ex procuratore aggiunto. La carriera della Bertolè Viale si è svolta tutta nel capoluogo lombardo dove ha cominciato nel 1968 come giudice,

Bari, scandalo in tribunale ( da "Affari Italiani (Online)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E anche il Csm avvierà un'istruttoria sul caso di Bari. Il presidente della Prima Commissione Ugo Bergamo (laico Udc) ha annunciato l'intenzione "di far aprire un fascicolo sulla questione" . A suo parere, la Commissione che presiede potrebbe cominciare a discutere del caso già domani.

Turchia/ Inquirenti: curdi del Pkk aiutarono Ergenekon ( da "Virgilio Notizie" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In questo momento il Dtp è sotto processo da parte della Corte Costituzionale che deve decidere se accogliere le accuse della procura di Ankara e farlo chiudere per attività volte a distruggere l'unità nazionale. Ergenekon è accusata di aver costituito un vero e proprio stato nello stato. Secondo l'accusa l'organizzazione è composta da giornalisti, ex-politici,

TURCHIA/ INQUIRENTI: CURDI DEL PKK AIUTARONO ERGENEKON ( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In questo momento il Dtp è sotto processo da parte della Corte Costituzionale che deve decidere se accogliere le accuse della procura di Ankara e farlo chiudere per attività volte a distruggere l'unità nazionale. Ergenekon è accusata di aver costituito un vero e proprio stato nello stato. Secondo l'accusa l'organizzazione è composta da giornalisti, ex-politici,

Giustizia: già a lavoro Franco Roberti neo procuratore della Repubblica di Salerno ( da "Salerno notizie" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ufficio della procura. Roberti ha preso il posto di Luigi Apicella, sospeso dalle funzioni e dallo stipendio dal Csm in seguito allo scontro con la procura generale di Catanzaro sulle indagini avocate all'ex pm Luigi De Magistris. 16/04/2009

AGENDA DEGLI AVVENIMENTI DI GIOVEDÌ 16 APRILE 2009 ( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Riunione del plenum del Csm - Presentazione del libro 'Elogio della lottizzazione' con i consigliere Rai Angelo Petroni, Nino Rizzo Nervo e gli ex ministri Maurizio Gasparri e Giovanna Melandri - Convegno sulla 'libertà di rete' promosso dal Pd con Paolo Gentiloni e Vincenzo Vita CITTA' DEL VATICANO - Papa Benedetto XVI festeggia a Castel Gandolfo i suoi 82 anni -

Il Csm nomina Giovanni Canzio presidente della Corte d'appello del tribunale dell'Aquila ( da "Adnkronos" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm nomina Giovanni Canzio presidente della Corte d'appello del tribunale dell'Aquila A dare il definitivo via libera sarà Palazzo Marescialli nella prossima seduta. Potrebbe già ottenere l'autorizzazione a insediarsi entro mercoledì prossimo per far fronte all'emergenza in cui versano gli uffici giudiziari commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento:

L'AQUILA: CSM, CANZIO NOMINATO PRESIDENTE CORTE D'APPELLO ( da "Adnkronos" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: L'AQUILA: CSM, CANZIO NOMINATO PRESIDENTE CORTE D'APPELLO commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 16 aprile, ore 10:22

Gli amici: Un vero capitano d'azienda ( da "Denaro, Il" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: oggi membro del Csm) Vincenzo Siniscalchi. Non nasconde il dolore, Serao, commentando la notizia dell'uccisione dell'industriale, che ricorda così: "Credo che sia stato uno dei più grandi imprenditori che abbia avuto il Meridione d'Italia - dice - era apprezzato e conosciuto anche all'estero, non a caso lo chiamavano 'il re del grano'.

Scarcerati ventuno presunti mafiosi ( da "Tempo, Il" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Anche il Csm avvierà una istruttoria e potrebbe cominciare a discutere del caso già oggi. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato - ha detto - poiché si tratta di un fatto grave , che rischia di avere conseguenze ancor più gravi».

Bari, boss scarcerati: arrivano gli ispettori ( da "Avvenire" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Anche il Csm avvierà una istruttoria e potrebbe cominciare a discutere del caso già oggi. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato - ha detto - poiché si tratta di un fatto grave, che rischia di avere conseguenze ancor più gravi».

Boss scarcerati, si muove il Csm ( da "KataWeb News" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Boss scarcerati, si muove il Csm «Convocati i magistrati di Bari» 16 aprile 2009 alle 12:24 — Fonte: corriere.it — 0 commenti L'istruttoria sui 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga scarcerati per il mancato deposito della motivazione

SCARCERAZIONI A BARI, IL CSM CONVOCA I VERTICI GIUDIZIARI ( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Scarcerazioni a Bari, il Csm convoca i vertici giudiziari -->L'istruttoria sui 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga scarcerati per il mancato deposito della motivazione

MAFIA/ CSM: AUDIZIONI VERTICI TOGHE BARI SU CASO ECLISSI E BOSS ( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm: audizioni vertici toghe Bari su caso Eclissi e boss di Apcom Saranno auditi Presidenti dei tribunali e Capo Gip-gup -->Roma, 16 apr. (Apcom) - La Prima Commissione del Csm ha disposto per il 28 aprile le audizioni dei presidenti della Corte d'appello e del tribunale di Bari e del capo dell'ufficio gip-gup per appronfondire le cause del mancato deposito della sentenza di primo

RIFIUTI/ CSM: IL 28 AUDIZIONE DEI VERTICI PROCURA NAPOLI ( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm: il 28 audizione dei vertici Procura Napoli di Apcom La prima commissione indaga sul 'clima' dopo inchiesta e stralci -->Roma, 16 apr. (Apcom) - La Prima Commissione del Csm ha deciso di convocare per un'audizione il procuratore generale di Napoli Vincenzo Galgano, il procuratore capo Giovandomenico Lepore e l'aggiunto Aldo De Chiara.

GIUSTIZIA/ GIOVANNI CANZIO VERSO PRESIDENZA CORTE APPELLO AQUILA ( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Canzio verso presidenza corte appello Aquila di Apcom La proposta dalla V commissione del Csm -->Roma, 16 apr. (Apcom) - La V Commissione del Csm ha deliberato di proporre al plenum la nomina di Giovanni Canzio come nuovo presidente della Corte d'appello de L'Aquila. La candidatura di Canzio, attualmente consigliere in Corte di Cassazione, è stata votata all'unanimità in Commissione.

SALUTE. Anagrafe canina, Corte Costituzionale: inammissibile ricorso Provincia Trento ( da "HelpConsumatori" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale: inammissibile ricorso Provincia Trento 16/04/2009 - 12:50 La Corte Costituzione ha dichiarato inammissibile il ricorso intentato dalla Provincia Autonoma di Trento contro l' Ordinanza concernente "misure per l'identificazione e la registrazione della popolazione canina" emanata il 6 agosto 2008.

OGGI ARRIVA FRANCO ROBERTI, IL NUOVO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA. LA CERIMONIA DI INSEDIAMENTO ... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il nuovo procuratore presterà giuramento ed entrerà in possesso della sede salernitana. Roberti, già alla guida del pool antimafia presso la procura di Napoli, arriva dopo lo scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro. Sostituirà Luigi Apicella, sospeso da funzioni e stipendio dal Csm

LA DECISIONE DEL PROCURATORE DI NAPOLI, GIANDOMENICO LEPORE, DI STRALCIARE DALL'INCHIESTA SULLA PRES... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Settima Commissione del Csm «bacchetta» il capo dei pm di Napoli, dando ragione - con una proposta di delibera che domani saràall'esame del plenum - ai suoi sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, che contro quel provvedimento avevano protestato davanti al Consiglio giudiziario di Napoli.

L'ATTUALE PUBBLICO MINISTERO DELLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI NAPOLI, RAFFAELLA CAPASS... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Raffaella Capasso, è stata nominata ieri - dal plenum del Csm - procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere. A proporre all'unanimità il nome della Capasso per il prestigioso incarico nel circondario giudiziario sammaritano, era stata, lo scorso anno, la quinta commissione di Palazzo dei Marescialli.

TORRE DEL GRECO. DOPO LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE CHE CONFERMA L'ILLEGITTIMITà DEL P... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che conferma l'illegittimità del pagamento della quota di tariffa riferita ai servizi di depurazione e fognatura anche Torre del Greco comincia la raccolta dei ricorsi attraverso le associazioni Turris Octava e Atom. «Dopo il ricorso di un cittadino- ha detto Agostino Balzano, presidente di Turris Octava -

Le motivazioni della sentenza non sono state depositate nei tempi previsti dalla legge il csm apre un'inchiesta ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 16-04-2009)
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Abstract: Le motivazioni della sentenza non sono state depositate nei tempi previsti dalla legge il Csm apre un'inchiesta

ROBERTO BUONAVOGLIA BARI. ERA STATO UN MAXIPROCESSO-LAMPO. ERA IL VANTO DELLA MAGISTRATURA BARESE... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 16-04-2009)
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Abstract: Anche il Csm avvierà una istruttoria e potrebbe cominciare a discutere del caso già oggi. Il ministro dell'Interno Maroni ha chiamato Alfano dicendosi molto preoccupato per le possibili gravi conseguenze. Il presidente dei gip barese, Giovanni Leonardi, allarga le braccia: «Non è possibile - afferma - per un solo giudice,

QUESTA MATTINA TOCCA AL PLENUM DEL CSM GIUDICARE IL PROCURATORE GIOVANDOMENICO LEPORE SULLA GESTIONE... ( da "Mattino, Il (City)" del 16-04-2009)
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Abstract: Questa mattina tocca al plenum del Csm giudicare il procuratore Giovandomenico Lepore sulla gestione del fascicolo ecoballe. La domanda posta ai consiglieri è una: lo stralcio dal fascicolo principale di alcuni indagati, tra cui i commissari Corrado Catenacci, Guido Bertolaso e Alessandro Pansa corrisponde a una revoca dell'inchiesta dalle mani dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo?

Buzziolo: non ha senso trasferire gli orsi in Friuli ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 16-04-2009)
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Abstract: legittimità attendiamo il giudizio della Corte Costituzionale. (*) presidente del Circolo Friulano Cacciatori (fa) Ringraziamo il presidente Buzziolo per il suo intervento che contribuirà ad alimentare il dibattito. Ma ci permettiamo di ricordare al Buzziolo collega giornalista della Rai che non tutti sono "tecnici" e l'abbattimento programmato di settanta orsi è comunque una notizia.

Bari Era stato un maxiprocesso-lampo. Era il vanto della magistratura barese perché era com... ( da "Gazzettino, Il" del 16-04-2009)
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Abstract: Anche il Csm avvierà una istruttoria e potrebbe cominciare a discutere del caso già domani. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato - ha detto - poiché si tratta di un fatto grave , che rischia di avere conseguenze ancor più gravi».

San Gaetano - CSM Resana1 - 0 ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 16-04-2009)
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Abstract: CSM Resana1 - 0 Giovedì 16 Aprile 2009, GOL: st 2' Magagnin. SAN GAETANO: Quagliotto, Caeran, Scarpa, Zago, Camozzato, Pederiva, Magagnin (st 44' Favaro), Callegari, Canonico (st 30' Peveri), Possamai (st 47' Biliato), Corato. All.: Favero. CSM RESANA: De Marchi, Pagan (st 33' Fabbian), Tosetto, Bussolin (st 14' Carraro)

RIFIUTI: AL CSM SLITTA ESAME SU PRATICA PROCURATORE NAPOLI ( da "Adnkronos" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: RIFIUTI: AL CSM SLITTA ESAME SU PRATICA PROCURATORE NAPOLI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 16 aprile, ore 15:27

Notificazioni penali ( da "AltaLex" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 2008 n° 19602 Notificazioni penali, imputato non detenuto, consegna al difensore, legittimità Corte Costituzionale , sentenza 14.05.2008 n° 136 Contumacia dell?imputato, imputato detenuto, mancata notificazione Cassazione penale , sez. II, sentenza 11.04.2008 n° 15417 Stampa | Segnala | Condividi |

Animali/ Consulta rigetta ricorso Trento contro anagrafe ( da "Virgilio Notizie" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: così commenta il pronunciamento della Corte costituzionale: "Esprimo grandissima soddisfazione per il pronunciamento della Corte Costituzionale a favore dell'ordinanza da me emanata il 6 agosto 2008 in materia di implementazione dell'anagrafe canina nazionale, obbligo di apposizione del microchip a tutti i cani ed altre norme di tutela degli stessi".

ANIMALI/ CONSULTA RIGETTA RICORSO TRENTO CONTRO ANAGRAFE CANINA ( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: così commenta il pronunciamento della Corte costituzionale: "Esprimo grandissima soddisfazione per il pronunciamento della Corte Costituzionale a favore dell'ordinanza da me emanata il 6 agosto 2008 in materia di implementazione dell'anagrafe canina nazionale, obbligo di apposizione del microchip a tutti i cani ed altre norme di tutela degli stessi".

Piazza Duomo negata ( da "Sicilia, La" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: l'avvocato Ezechia Paolo Reale, ho chiesto alla Corte d'appello di Catania di inviare gli atti alla Corte costituzionale per colmare questa lacuna nel sistema giudiziario italiano. Riconoscendo anche al cittadino prosciolto, come nel mio caso, il diritto di avere una sentenza che non lasci alcuna ombra.

Ammoniti i giudiciche liberarono il ( da "Sicilia, La" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm il 2 aprile 2008 dopo il giudizio emesso dalla sezione disciplinare dello stesso Consiglio il 14 marzo precedente. Secondo i consiglieri del Palazzo dei Marescialli, la responsabilità deontologia dei due magistrati - che hanno demeritato per «scarsa diligenza e caduta di professionalità» - è consistita nel non aver preso in considerazione gli elementi negativi presenti nel fascicolo

Il magistrato promosso dal Csm presidente del Tribunale ( da "Sicilia, La" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il magistrato promosso dal Csm presidente del Tribunale Roberto Buonavoglia Bari. Era stato un maxiprocesso-lampo. Era il vanto della magistratura barese perché era cominciato e si era concluso a tempo di record, in un anno, con 150 condanne e dieci assoluzioni nei confronti del sanguinario clan mafioso degli Strisciuglio, capace di arruolare anche killer-

16/04/2009 15:27 RIFIUTI: AL CSM SLITTA ESAME SU PRATICA PROCURATORE NAPOLI ( da "ITnews.it" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: - Slitta al Csm la discussione della pratica della settima Commissione che 'bacchetta' il procuratore capo di Napoli Giovandomenico Lepore riguardo la ''revoca implicita'' attuata nei confronti dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo in relazione allo stralcio di alcune posizioni nell'ambito dell'inchiesta sui rifiuti,

Grandi movimenti in Procura ( da "Affari Italiani (Online)" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: A pronunciarsi in prima battuta sulla nomina del nuovo pg di Milano sarà la Commissione per gli incarichi direttivi di Palazzo dei Marescialli, che potrebbe licenziare la sua proposta tra una quindicina di giorni. Poi la parola finale passerà al plenum del Csm. tags: milano

REFERENDUM/ GUZZETTA: FINCHÈ COLLE NON FIRMA DL C'È SPERANZA ( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Mentre gli animatori del presidio gridano slogan come 'Calderoli la tua porcata difenditela da solo' i promotori del referendum, tra cui Mario Segni, osservano che già "il 2 giugno 1946 e nel 1989 i referendum furono abbinati alle elezioni e quattro presidenti della Corte costituzionale hanno risposto alle farneticazioni di Calderoli".

##Moldova/ Romania: cittadinanza a 1mln moldavi, Chisinau.. ( da "Virgilio Notizie" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: autorizzazione della Corte Costituzionale, l'opposizione moldava contesta i dati diffusi dalla polizia sugli arresti nelle file dei manifestanti. "E' stato creato un database sulla base delle denunce delle persone scomparse e di quelle rilasciate, che comprende almeno 328 tra arrestati e sanzionati, anche se il ministero degli Interni ne cita soltanto 172"

##MOLDOVA/ ROMANIA: CITTADINANZA A 1MLN MOLDAVI, CHISINAU... -2- ( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: autorizzazione della Corte Costituzionale, l'opposizione moldava contesta i dati diffusi dalla polizia sugli arresti nelle file dei manifestanti. "E' stato creato un database sulla base delle denunce delle persone scomparse e di quelle rilasciate, che comprende almeno 328 tra arrestati e sanzionati, anche se il ministero degli Interni ne cita soltanto 172"

REFERENDUM: GUZZETTA RISPONDE A TREMONTI ( da "Virgilio Notizie" del 16-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: bastati i pareri di quattro presidenti emeriti della Corte costituzionale (Marini, Ferri, Baldassarre e Chieppa), i quali ieri hanno unanimemente escluso qualsiasi profilo di incostituzionalita' circa l'ipotesi dell'abbinamento del referendum alle elezioni europee del 7 giugno. Evidentemente la tentazione di riproporre gli strampalati argomenti gia' avanzati da Calderoli e compagni e'


Articoli

La class-action dell'acqua (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

SERVIZI INESISTENTI BOLLETTE SCONTATE E RIMBORSI SE MANCANO FOGNATURE E DEPURATORI La class-action dell'acqua [FIRMA]ALESSANDRO BALLESIO In tutta la Provincia di Torino - e in particolar modo nelle zone del Canavese e del Pinerolese - circa 40 mila famiglie avrebbero un credito di 600 euro sulla bolletta dell'acqua. Motivo? Continuano a pagare una quota per la depurazione e per le fognature, anche se di fatto le loro case non sono servite né da uno né dall'altro servizio. Lo sostiene Federconsumatori Piemonte, che, forte di una recente sentenza, ha avviato una campagna «per consentire a migliaia di utenti di recuperare il denaro ingiustamente corrisposto negli ultimi dieci anni», come spiega il direttore Diego Calabrese. L'8 ottobre 2008 la Corte Costituzionale ha stabilito, in sostanza, che qualora la fognatura sia sprovvista di impianto di depurazione non vada pagata la "gabella" che grava sulla bolletta per circa il 40 per cento. «È da tempo che solleviamo la questione - spiega Calabrese - il problema è nella scarsa diligenza di chi ci ha governato». Federconsumatori ha messo a disposizione nelle sue sedi (e in quelle Spi Cgil) la documentazione necessaria a chiedere i rimborsi che - per legge - possono al massimo riferirsi a un arco di dieci anni. I documenti verranno inviati sia ai Comuni di appartenenza (per le bollette dal 1998 al 2003) che alla Smat (per il periodo dal 2003 al 2008). «In mancanza di una risposta, entro trenta giorni, si potrà richiedere un intervento legale - dicono alla Federconsumatori - . Creando un precedente si potrà sollecitare il Governo affinché approvi il decreto che renderebbe automatico il rimborsi». L'avvocato Antonella Riassetto segue il caso per conto dell'«associazione: «Ci siamo accorti che in almeno 400 Comuni molte persone non possono contare né sulle fognature, né su impianti di depurazione. Nei prossimi giorni sarà possibile aderire a questa petizione in tutti gli uffici del Canavese e in gran parte di quelli della Provincia». Uno dei casi più emblematici riguarda il Comune di Rueglio, in Valchiusella. Qui il gruppo di opposizione ha denunciato una situazione limite: «In pratica tutti gli 800 abitanti avrebbero la possibilità di chiedere il rimborso. Perché non solo mancano le fognature in parte del paese, ma anche gli impianti di chiarificazione delle acque sono in stato di totale abbandono».

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Camicie rosse, blu, rosa e bianche: tutti i colori della politica thailandese (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

I disordini e i simboli Camicie rosse, blu, rosa e bianche: tutti i colori della politica thailandese Dai manifestanti dell'opposizione ai sostenitori del premier. Fino alle tinte "a fiori" per i turisti Le «camicie rosse»: sono loro i protagonisti delle proteste delle ultime settimane in Thailandia. Facendo irruzione al vertice dell'Asean, hanno umiliato il premier Abhisit Vejjajiva costringendolo a cancellarlo. Domenica il premier ha dichiarato lo stato di emergenza a Bangkok, ma loro hanno fatto irruzione al ministero dell'Interno, costringendolo alla fuga. Poi l'esercito è intervenuto: 2 morti, oltre 100 feriti. Nel Paese sconvolto l'anno scorso dalle proteste delle camicie gialle (per il momento rimaste dietro le quinte), sono apparse venerdì anche le camicie blu, un altro gruppo extra-parlamentare. E poi ci sono le camicie rosa.. Stanno insomma sparendo rapidamente i colori da indossare per chi sia politicamente neutrale. CAMICIE ROSSE Appoggiano l'ex premier Thaksin Shinawatra (rovesciato da un golpe militare nel 2006), fanno parte del cosiddetto «Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura». Vogliono le dimissioni di Abhisit e nuove elezioni. Domenica Thaksin li ha incitati alla rivoluzione e ha promesso di guidarla. Sono decine di migliaia. Tengono sotto assedio da tre settimane la sede del governo, impedendo ad Abhisit di accedervi. Usano le stesse tattiche adottate l'anno scorso dai loro nemici, le camicie gialle. Tra le camicie rosse molti appartengono alle classi meno abbienti. Ma «Siam Report» sostiene che tra loro c'è anche gente benestante che vive nella capitale e che non tutti sono interessati al ritorno di Thaksin, ma che tutti si oppongono all'attuale sistema. CAMICIE GIALLE - Appartengono all'Alleanza Popolare per la Democrazia, movimento creato nel 2005 per rovesciare Thaksin (da un suo ex socio d'affari). Finora rimaste dietro le quinte, potrebbero scendere in campo se le camicie rosse dovessero apparire vittoriose. Indossano il giallo in segno di rispetto per il re Bhumibol Adulyadej, 81 anni, al trono dal '62 (ma non significa che le camicie rosse si oppongano al re). Il gruppo comprende filo-monarchici, accademici, imprenditori, ex militari: la vecchia elite, insomma, inorridita dall'ascesa di Thaksin e dalle sue politiche populiste che gli hanno assicurato i voti dei poveri. L'anno scorso, le camicie gialle hanno tenuto per mesi sotto assedio il palazzo del governo opponendosi al premier pro-Thaksin (era suo cognato Somchai Wongsawat). Fu dichiarato lo stato di emergenza a settembre, poi a novembre le camicie gialle bloccarono gli aeroporti (e 250mila turisti stranieri) per una settimana, ponendo fine alle proteste solo quando la Corte Costituzionale squalificò il premier per frode elettorale. CAMICIE BLU - Sono una «new entry», apparsa quando le camicie rosse hanno cominciato a costituire una seria minaccia per il governo. Dicono di voler proteggere gli aeroporti e altri servizi pubblici. Sulle loro magliette c'era scritto «Proteggere l'istituzione» (un riferimento alla monarchia) quando, armate di bastoni di legno e di ferro, hanno cercato di fermare le camicie rosse decise a impedire il summit dell'Asean. Le camicie rosse accusano le blu di essere una milizia filo-governativa. CAMICIE BIANCHE (O ARANCIONI?) - Come reagiscono i thailandesi? Secondo il sito «Global Voices Online» su Twitter c'è chi promette che indosserà solo camicie bianche d'ora in poi, per testimoniare la propria neutralità, chi propone di mettere insieme giallo e rosso per fare arancione (ma gli ucraini sono arrivati prima). CAMICIE ROSA - Quando nel novembre 2007 il re uscì dall'ospedale (era stato ricoverato per 3 settimane per problemi di cuore), indossava una camicia rosa con giacca rosa. Gli opinionisti thailandesi dissero che erano stati gli astrologi di corte a consigliarglielo in quanto di buon auspicio per la sua salute. Da allora è iniziata una nuova moda: solo nel primo mese un'azienda di abiti affermò d'aver venduto oltre 40mila magliette. Prendendo in giro le camicie rosse e quelle gialle, la popolare cantante thailandese Jintara ha lanciato una canzone per proporre un nuovo movimento "basato sull'amore". E c'è chi consiglia ai turisti di indossare solo camicie floreali. Viviana Mazza stampa |

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Acli Domus, il crac sbarca in Appello Atti falsi e controlli inadeguati (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Acli Domus, il crac sbarca in Appello «Atti falsi e controlli inadeguati» TIZIANO SORESINA REGGIO. Non è morto e sepolto, sul piano giudiziario, lo scandalo immobiliare «marchiato» Acli Domus: case-fantasma riferibili a ben 14 anni fa... La sentenza relativa al primo troncone - la bancarotta fraudolenta aggravata - è stata impugnata. Un ricorso in Appello a Bologna che ha diverse «facce». I RICORSI. L'impugnazione è stata presentata dai legali degli unici due amministratori condannati - cioè il 56enne Roberto Codeluppi (a capo della cooperativa edile dal 29 agosto 1985 al 28 giugno 1996) e il 58enne Naldo Giovannini (vicepresidente dall'11 luglio 1994 al 14 novembre 1996) che avrebbero - ma anche dall'avvocato di parte civile Lalla Gherpelli (che tutela il Comitato di 24 soci) sia in via incidentale avverso all'impugnazione proposta da Giovannini, sia per i soli interessi civili. LA PROCURA. Invece il procuratore capo Italo Materia - che ha rappresentato in aula l'accusa, affontando contemporaneamente un vespaio di polemiche giunte nel 2007 sino al Csm ed al Guardasigilli - non ha ritenuto di proporre ricorso in Appello («La sentenza è ben motivata» ha detto alla Gazzetta). TEMPI BIBLICI. Insomma, anche se non a tutto campo - le assoluzioni dei tre sindaci revisori (Giovanni cervi, Benito Oleari ed Angelo Geminiani) non sono state infatti «scalfite» - sarà di nuovo battaglia giudiziaria, ma con tempi a dir poco sconfortanti: il processo di secondo grado dovrebbe tenersi non prima di un anno e mezzo, cioè nel 2010 inoltrato... LE DISTRAZIONI. L'avvocato difensore Ernesto D'Andrea - che difende Giovannini - punta decisamente il dito, nel ricorso, sulle indagini e sulla mancata concessione di una perizia contabile durante il processo. Per la difesa tutto parte dai «controlli a campione» fatti dal commissario liquidatore Luigi Leoni durante la complessa ricostruzione del crac Acli Domus. «Se il commissario liquidatore avesse fatto i controlli completi - replica D'Andrea - in particolare se avesse controllato che tutte le operazioni bancarie della cooperativa Acli Domus risultavano nelle scritture contabili della stessa cooperativa, non saremmo giunti alla condanna di Giovannini, ma nemmeno ad una sua incriminazione. Difatti, si sarebbe accertato che le somme di denaro prelevate da Giovannini e fatte apparire come distrazioni, non erano distrazioni, bensì somme di denaro di cui l'appellante si riappropriava legittimamente, dopo averle prestate in precedenza, proprio ad Acli Domus, per sanare posizioni debitorie». A Giovannini e Codeluppi gli inquirenti hanno «ricondotto» distrazioni per quasi due miliardi di vecchie lire e sul punto il tribunale - nella sentenza - si sofferma a lungo. «Prestiti infruttiferi mai restituiti e ingiustificati, concretamente lesivi della garanzia dei creditori. L'Acli Domus - motiva la Corte - doveva costruire case, non elargire prestiti, fosse stato anche per sostenere buone cause». FALSIFICAZIONI. Ma per l'avvocato D'Andrea le cose non stanno così e tutto nasce dalla falsificazione delle scritture contabili. «Chi ha agito a tale fine - rimarca il difensore - ha fatto emergere, dalle scritture contabili, ciò che credeva opportuno e, in particolare, solo il momento in cui Giovannini prelevava denaro dalle casse di Acli Domus: questo, a conclusione di tutto, sono apparse delle distrazioni tali, da fare incriminare per bancarotta fraudolenta il mio assistito. Da qui l'esigenza d'effettuare una perizia contabile». Sulla falsificazione degli atti contabili di Acli Domus la difesa «picchia» duro, indicando le molte testimonianze ascoltate nel processo che parlano di «documentazione artatamente falsificata - sintetizza D'Andrea - ma non da Giovannini e senza che questi potesse intervenire più di quanto non ha fatto». A supporto si fa riferimento all'esposto presentato in procura dallo stesso Giovannini nel novembre 1996 in cui - ben prima del crac - fa riferimento a falsificazioni e somme ingenti (370 milioni di vecchie lire, ndr) scomparse «che lui avrebbe versato a mezzo di assegni bancari tratti sul suo conto personale». FALLIMENTO NULLO. Anche la sentenza del 2001 in cui viene dichiarato lo stato d'insolvenza della cooperativa Acli Domus entra nel mirino del ricorso in Appello: viene contestata la firma del giudice sull'atto. «Va dichiarata la nullità della sentenza, la firma non è solo indecifrabile, ma sicuramente tale da creare dei dubbi sulla stessa sottoscrizione da parte del giudice competente». Una nullità che, se riconosciuta dalla Corte, farebbe saltare fallimento e processo di primo grado...

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Buco da 3 milioni di euro (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Buco» da 3 milioni di euro «Buco» da 3 milioni di euro Acconti per case-fantasma Nel 1995 una sessantina di famiglie versarono alla cooperativa Acli Domus acconti per terreni su cui sarebbero dovute sorgere le loro case. E' l'inizio di un crac da tre milioni di euro. Nel 2000 viene aperta un'inchiesta: sarà chiusa nel febbraio 2006. Il 5 dicembre 2006 parte l'udienza preliminare che si concluderà con il rinvio a giudizio dei 7 imputati in un clima infuocato: la vicenda approderà sino al Csm (ma senza esito). A fine 2007 il tribunale divise in due il processo.

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Si avvicina la scadenza per poter accorpare i diversi appuntamenti elettorali (sezione: Giustizia)

( da "Cittadino, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

La settimana decisiva per il voto: ultimi giorni per "l'election day" ROMA Settimana cruciale per decidere sull'election day, cioè sull'accorpamento di tutte le consultazione elettorali (amministrative, europee e referendum) sabato 6 e domenica 7 giugno. Calendario alla mano il governo ha tempo fino al 16 aprile per indire i comizi elettorali. La legge stabilisce infatti un minimo di cinquanta giorni per la campagna elettorale fino a un massimo di 70. E, numeri alla mano, i cinquanta giorni dalla elezioni del 6 e 7 giugno scadono proprio giovedì 16 aprile.Nel caso in cui si dovesse superare quella data sarebbe impossibile accorpare i diversi appuntamenti e le ipotesi in campo resterebbero due: elezioni per tre domeniche di seguito, il 7 giugno per le amministrative e le europee, il 14 giugno per il referendum e il 21 per i ballottaggi. Oppure, altra strada percorribile è quella di rinviare al 21 giugno la consultazione referendaria insieme con il secondo turno delle amministrative. Un'ipotesi però per cui servirebbe un intervento ad hoc del governo. La legge 352 del 1970 sull'indizione dei referendum parla chiaro: l'articolo 34 stabilisce infatti che «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Il tempo per decidere non è molto. E nella maggioranza c'è da fare i conti con i distinguo tra Pdl e Lega, contraria all'accorpamento dei diversi appuntamenti elettorali.n ELECTION DAYFavorevole alla richiesta di accorpare le diverse tornate elettorali è innanzitutto l'opposizione così come lo stesso comitato referendario. L'ipotesi porterebbe, secondo l'opposizione, a un risparmio di 400 milioni di euro. L'idea non è esclusa nemmeno dal premier Berlusconi che ha invitato la maggioranza a riflettere sull'ipotesi. Un no secco arriva invece dalla Lega Nord, contraria all'accorpamento che contesta anche il risparmio di 400 milioni di euro perché, secondo il ministro dell'Interno, sarebbero in realtà 170 milioni.n REFERENDUM 21 GIUGNoÈ questa la possibile mediazione tra il Pdl e la Lega. Si tratta di un "mini accorpamento" perché la data del referendum andrebbe a coincidere con il secondo turno dei ballottaggi per le elezioni amministrative. Se il governo decidesse di procedere in questa direzione dovrebbe però emanare una leggina ad hoc per correggere quella attuale visto che il termine ultimo per la consultazione referendaria è fissato al 15 giugno. n REFERENDUM 14 GIUGNOÈ la data prevista per il voto nel caso in cui il governo dovesse emanare il decreto nei termini stabiliti. Per gli elettori il rischio è però di dover andare a votare per tre domeniche di seguito: il 7 giugno per il primo turno delle amministrative e per le elezioni europee; il 14 giugno per la consultazione referendaria e il 21 giugno per gli eventuali ballottaggi.Yasmin Inangiray

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Procuratore e marito lasciatoperde causa contro la moglie (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Procuratore e marito lasciatoperde causa contro la moglie storia d'amore (finito) & giustizia IL SECONDO giudice che gli ha dato torto lo ha anche, implicitamente, bacchettato spiegandogli quanto lui, capo di una delle principali Procure della Repubblica della Toscana, avrebbe dovuto sapere perfettamente: «Ci sono novanta giorni di tempo per presentare una querela per diffamazione. E questa denuncia è partita quando era già troppo tardi». In precedenza un altro giudice genovese (il tribunale del capoluogo ligure è competente su tutti gli affari penali riguardanti i giudici toscani) aveva sancito ancora una sconfitta per il procuratore: "il fatto non sussiste" era stata la sentenza. Il capo dei pm accusava in entrambi i casi la moglie di averlo diffamato con una lettera spedita al suo superiore gerarchico una volta e poi al Csm. Il giudice ha precisato al magistrato che non c'è diffamazione se il presunto discredito viene gettato in presenza di una sola persona. È una storia d'amore (finito) e di giustizia quella che è andata in scena nelle aule del tribunale di Genova nei giorni scorsi. Riguarda la famiglia in disfacimento del capo dei pm di una Procura toscana. Il punto di partenza è la vita privata del procuratore, difeso dall'avvocato genovese Roberto Frank. La moglie, che è stata assistita dai legali Sandro Vaccaro e Nicola Scodnik, ormai non lo sopporta più. È disperata: «Mio marito mi trascura, beve ai limiti dell'alcolismo ed è aggressivo, violento». È l'epilogo di una relazione che dura da anni. La donna, che fa l'impiegata, prima di rassegnarsi chiede aiuto. Lo fa presentato un esposto all'Avvocato di Stato, il diretto superiore del marito. La sua è una sorta di denuncia. Ma il fine della moglie non è portare il marito in tribunale. Ma costringerlo a mettersi in riga, magari grazie all'intervento di un magistrato autorevole. E chi più autorevole del suo diretto superiore? E poi il suo obiettivo è quello di mettere il marito di fronte al rigore della legge. La risposta della giustizia? «Assente», dirà la donna in aula. Sì perché in questa vicenda è lei a finire sotto accusa. Il procuratore capo la querela per diffamazione. Le parole scritte dalla moglie nell'esposto all'Avvocato di Stato sono ritenute gratuite e offensive. Al punto da spingere il magistrato a chiedere giustizia. Nel processo di fronte al giudice di pace genovese la donna viene condannata a una pena pecuniaria di 500 euro e al risarcimento dei danni patiti dal marito (che si era costituito parte civile) nella carriera (nessuna attesa promozione nel frattempo era arrivata a suo parere per via di quell'esposto). In appello la sentenza viene però ribaltata e il giudice assolve la donna «che si è limitata a inviare al superiore del marito una disperata richiesta di aiuto». A questo punto i problemi all'interno della coppia non accennano a risolversi. Tuttaltro. E quando la separazione è ormai una prospettiva concreta, la moglie del procuratore capo ha un nuovo sussulto. E chiede l'intervento della Corte di cassazione e del Consiglio superiore della magistratura. Il marito la querela ancora, sempre per diffamazione. E proprio come nel primo caso la donna viene in primo grado condannata e in secondo assolta: il suo accusatore si era dimenticato, un aspetto basilare del suo lavoro, le querele vanno presentate entro novanta giorni. 14/04/2009

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che cosa nasconde il piano b del governo - (segue dalla prima pagina) (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 33 - Commenti CHE COSA NASCONDE IL PIANO B DEL GOVERNO (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Ci sono voluti centinaia di morti perché un residuo di decenza cancellasse (sembra) queste parole sinistre, preludio a nuovi disastri, a nuovi lutti. Conflitti di competenza Stato-Regioni, furberie e tatticismi procedurali hanno ormai consegnato il "piano casa" a una sorta di percorso carsico, da cui esso riemerge ogni giorno in vesti mutate. Ma è vero che il "piano casa", «a furia di passare di mano in mano e dal setaccio delle Regioni, è diventato un pianerottolo» (così Feltri su Libero)? O ha ragione invece Bartezzaghi quando scrive che, accantonato il Piano A, il governo è passato a un Piano B («l´opzione alternativa, la via di fuga, la riserva mentale, la scappatoia»)? E il Piano B, scritto con la voglia del Piano A, non ne avrà conservato, nonostante le copiose lacrime di coccodrillo, le peggiori istanze? Per valutare il Piano B e i suoi travestimenti, ricordiamoci quel che diceva il Piano A. Esso incoraggiava ampliamenti indiscriminati di tutti i fabbricati, infestando case e condomini con funeste escrescenze: ampliamenti del 20% degli edifizi ultimati entro il 2008, per giunta con opzione di acquisto dai vicini delle quote di loro spettanza, onde raddoppiare (e oltre) quel 20%; per chi abbatta un edificio, possibilità di ricostruirlo ampliato del 35%. Il tutto in deroga a ogni norma vigente, mediante il ricorso massiccio al silenzio-assenso e alla d.i.a. (dichiarazione inizio attività), che perfino nei centri storici doveva precedere (di fatto, sostituire) il parere delle Soprintendenze, ribaltando la sequenza prevista dal Codice dei Beni Culturali e dal T.U. per l´edilizia. Insomma, la legalizzazione previa di abusi e reati: una vera e propria istigazione a delinquere nei panni di una bozza di legge, un regalo agli «osceni palazzinari di cui ci lamentiamo da anni, ai comuni annaspanti nella corruzione, ai costruttori senza regole e ai politici imbroglioni: uomini che disprezziamo, ma che sono stati prodotti da noi, sono parte di noi, e il nostro disprezzo non ci protegge dalle loro malefatte» (Orhan Pamuk). Molto si è reclamizzato il fatto che nel Piano B uscito dalla Conferenza Stato-Regioni del 31 marzo, e rimaneggiato fino al 9 aprile, le escrescenze (la "soluzione 20%") vengano limitate a villette uni e bifamiliari (resta invece la "soluzione 35%" per la demolizione e ricostruzione di edifici residenziali di qualsiasi dimensione), e che ne vengano esclusi i centri storici. Resta da capire come mai una norma che prevede la rottamazione dei fabbricati di bassa qualità costruttiva (quelli che all´Aquila sono crollati come castelli di carta) inciti poi a ricostruirli più in grande senza garanzie di sicurezza; e questo in un Paese che da decenni vede il drammatico calo di tecniche costruttive e controlli pubblici, come le rovine d´Abruzzo dimostrano anche ai ciechi. Ma il Piano B fa di peggio. Dove il Codice dei Beni Culturali prevede l´autorizzazione paesaggistica preventiva, con controlli incrociati di Stato, Regioni ed Enti locali (art. 146), si sostituisce la vana opzione di annullamento ex post di quanto già approvato dai Comuni, ma «solo per contrasto con le prescrizioni del Codice»; e ciò in via permanente (secondo una versione), ovvero fino al 2011 (secondo un´altra, che però aggiunge il silenzio-assenso). Peggio ancora, e ancora contro il Codice, un basso espediente causidico nullifica ogni potere e responsabilità dello Stato nella gestione dei vincoli paesaggistici, obbligando il Soprintendente ad esprimersi in una "conferenza dei servizi", cioè a sedere a un tavolo in cui può facilmente esser messo in minoranza dai rappresentanti degli enti locali, anche se privi di competenza tecnica in materia di paesaggio. Si assimilano alla manutenzione ordinaria e straordinaria gli interventi di "edilizia libera", prefigurando un condono garantito a regime, e si estende in perpetuo la sanatoria paesaggistica che il Codice bloccava al 2004. Infine, si delega il Governo a "semplificare" le sanzioni degli illeciti paesaggistici, depenalizzando in particolare le false dichiarazioni tecniche dei progettisti, punibili solo dopo l´accertamento del danno (cioè dopo il prossimo terremoto, dopo altri lutti e rovine). Anche il Piano B calpesta dunque senza scrupoli il Codice dei Beni Culturali, che pure nacque da un altro governo Berlusconi, e a cui ministri e loro lacché continuano a rendere omaggio pro forma, mentre lavorano per smantellarlo. Intanto le Regioni, dopo aver protestato perché il Piano A non rispettava le loro competenze, tacciono, soddisfatte del Piano B, quasi per un patto scellerato: accettano di subire l´invadenza dello Stato sul piano casa, purché i controlli paesaggistici previsti dal Codice vengano posticipati sine die o annullati. Questo richiamo al Codice non è l´ubbÍa di qualche nostalgico. I valori in gioco sono la memoria storica del Paese, la sua dignità etica, il patrimonio naturale e artistico che abbiamo ereditato dai nostri padri e dobbiamo trasmettere ai nostri figli. Sono valori presidiati dalla Costituzione: e sarebbe bene che qualcuno, a Palazzo Chigi e dintorni, andasse a rileggersi l´articolo 9 («La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione»), e si ricordasse che, in quanto inserito tra i principi fondamentali, esso è sovraordinato a tutto quel che segue, inclusa l´attività economica privata, che «non può svolgersi in contrasto con l´utilità sociale» (art. 41). Perciò la Corte Costituzionale ha spesso sancito la «primarietà del valore estetico-culturale, che non può esser subordinato ad altri valori, ivi compresi quelli economici», e anzi dev´essere «capace di influire profondamente sull´ordine economico-sociale» (151/1986), affermando che il paesaggio è «un valore primario e assoluto, che precede e costituisce un limite agli altri interessi pubblici» (367/2007). Precisamente il contrario della ratio del piano-escrescenze, che fa appello all´egoismo individuale per inondare città, borghi e campagne d´Italia con un´immensa colata di cemento. Sarebbe un delitto contro l´ambiente come bene pubblico, contro la storia e la memoria di questo Paese: questo vuol dire il severo, tempestivo monito del Capo dello Stato contro le «molte insidie alla salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico, valori che la Costituzione tutela e di cui impone il rispetto». Il terremoto d´Abruzzo è una tragedia per l´Italia, e costringe, oltre le emozioni del momento, a un severo riesame delle priorità nazionali. Se davvero vogliamo "far ripartire i cantieri", questo è il momento di ricordarsi delle leggi antisismiche, ogni giorno disattese: basti ricordare le misure del governo Berlusconi nel 2003 dopo il terremoto di San Giuliano di Puglia, mai entrate in vigore dopo svariati rinvii (l´ultimo dei quali nel recente "decreto milleproroghe"). Anziché costruire il ponte sullo Stretto di Messina (una delle aree più sismiche del mondo, oltre centomila morti nel terremoto del 1908), è il momento di concentrare energie e investimenti in un grandioso piano di messa in sicurezza del Paese (non solo monumenti, ma case, scuole, ospedali, uffici, fabbriche, università, musei) con le tecnologie antisismiche più avanzate, come in Giappone e in California, promuovendo architetture di qualità, inasprendo e non allentando i controlli. Anziché legiferare per poi cancellare le norme mediante indecenti sequele di "rinvii", è il momento di attivare la virtuosa ricostruzione non di anonime new town che cancellino memoria storica e identità culturale, ma del prezioso tessuto abitativo, anche "minore", della nobile terra d´Abruzzo, mantenendo le caratteristiche costruttive dei borghi (come dopo un altro terremoto fu fatto, nelle Marche assai meglio che in Umbria). Invece di irresponsabili demolizioni, l´Abruzzo merita una campagna di accurato ripristino: non è un caso che abbiano retto benissimo al terremoto le case della splendida Santo Stefano di Sessanio, sul Gran Sasso, restaurata di recente come "albergo diffuso" nel rispetto delle norme antisismiche. Profitto imprenditoriale e rispetto delle regole di tutela si possono coniugare, salvando vite umane. Non di uno sgangherato "piano casa" ha bisogno l´Italia, ma di un vero piano-sicurezza, che sia insieme un piano-tutela dell´ambiente, del paesaggio, della memoria storica.

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addobbi nelle chiese, (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 30 - Sassari Addobbi nelle chiese, Addobbi nelle chiese, una inutile spesa Scrivo alla Nuova perchè un paio di giorni fa mi sono davvero arrabbiata. Andando a fare le «cerche» ho visto tutte le chiese addobbate con tantissimi fiori che sono carissimi, mi dà fastidio ogni anno ma questa volta non l'ho digerita. Perchè i soldi non sono stati usati per i terremotati? lo so che sono donazioni dei fedeli, ma io credo che anche loro sarebbero stati d'accordo. E credo che anche Gesù lo sarebbe stato. Tutto questo sfarzo non è da Lui, altrimenti non sarebbe nato in una grotta. Dovrebbero prendere tutti esempio dalla chiesetta di San Giacomo, è meravigliosa, ci sono i veri sepolcri come si faceva una volta. Così si dovrebbe fare ogni anno e i soldi dei fiori darli alle famigli povere. Io credo che sarebbe il modo migliore di festeggiare la Pasqua. Chiedo scusa se ho urtato qualcuno che magari non la pensa così, ma questa è come la vedo io. Almeno a Pasqua si dovrebbe pensare alle cose veramente importanti nella vita. Giovanna Lella Il cuore dei sardi per aiutare l'Abruzzo Sono uno dei tanti sardi che da qualche giorno non riesce a dormire perchè pensa alla tragedia dell'Abruzzo. Ho fatto la mia modesta donazione, ma, chiaramente, non riesco a non pensare alla sensazione di sconforto che provano decine di migliaia di cittadini dell'Aquila e dintorni. a prescindere da quelle che possano essere le idee politiche di ognuno di noi, ritengo che la proposta del governo di affidare 100 progetti di ricostruzione a 100 provincie possa essere positiva. Considerando la generosità del popolo sardo e la fierezza che da sempre ci impedisce di affrontare gli eventi negativi senza agire in prima persona, sarei orgoglioso se ogni provincia sarda assumesse obiettivi ambiziosi portandoli in porto in brevissimo tempo. Offro la mia disponibilità per qualsiasi iniziativa e ringrazio i sardi che come me non vogliono stare in seconda linea. Andrea Ledda Il limite dei tre embrioni non aveva fondamento La Corte Costituzionale, con questa sentenza non fa altro che dare ragione a quanto sostenuto da sempre dalle Comunità scientifiche, dalle associazioni dei pazienti e soprattutto dal buonsenso. Il limite dei tre embrioni, infatti, non aveva niente di scientifico ed era da tutti considerato una cattiva medicina e pregiudiziale della salute della donna. Quindi, la Suprema Corte, confermando le precedenti sentenze del Tribunale di Cagliari, di Firenze e del Tar del Lazio, ha ancora una volta affermato che prima viene la salute della donna e poi quella dell'ovocita fecondato. Giovanni Monni primario ginecologo ospedale microcitemico presidente Aogooi (Associazione ostetrici ginecologici ospedali italiani)

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Ultimi giorni per decidere l'election day (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Referendum Accorpamento a giugno? Ultimi giorni per decidere l'election day ROMA - Settimana decisiva per decidere sull'election day e cioè l'accorpamento di tutte le consultazione elettorali (amministrative, europee e referendum) sabato 6 e domenica 7 giugno. Calendario alla mano il governo ha tempo fino al 16 aprile per indire i comizi elettorali. La legge infatti stabilisce un minimo di cinquanta giorni per la campagna elettorale fino ad un massimo di 70. E, numeri alla mano, i cinquanta giorni dalle elezioni del 6 e 7 giugno scadono proprio giovedì 16 aprile. Nel caso in cui si dovesse superare quella data sarebbe impossibile accorpare i diversi appuntamenti e le ipotesi in campo resterebbero due: elezioni per tre domeniche di seguito, il 7 giugno per le amministrative e le europee, il 14 giugno per il referendum ed il 21 per i ballottaggi. Oppure, altra strada percorribile è quella di rinviare al 21 giugno la consultazione referendaria insieme con il secondo turno delle amministrative. Un'ipotesi però per cui servirebbe un intervento ad hoc del governo. La legge 352 del 1970 sull'indizione dei referendum parla chiaro: l'articolo 34 stabilisce infatti che «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Il tempo per decidere non è molto. E nella maggioranza c'è da fare i conti con i distinguo tra Pdl e Lega, contraria all'accorpamento dei diversi appuntamenti elettorali. Favorevole alla richiesta di accorpare le diverse tornate elettorali è innanzitutto l'opposizione così come lo stesso comitato referendario. L'ipotesi porterebbe, secondo l'opposizione, ad un risparmio di 400 milioni di euro da destinare all'emergenza terremoto. L'idea non è esclusa nemmeno dal premier Silvio Berlusconi che ha invitato la maggioranza a riflettere sull'ipotesi. Un no secco arriva invece dalla Lega Nord, contraria all'accorpamento e contesta anche il risparmio di 400 milioni di euro. Una possibile mediazione tra il Pdl e la Lega potrebbe essere l'accorpamento con il secondo turno dei ballottaggi per le elezioni amministrative. 14/04/2009

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pdl-lega, si cerca l'accordo in fvg (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Settimana determinante per decidere l'election day e accorpare europee e referendum il 6 giugno Pdl-Lega, si cerca l'accordo in Fvg Gottardo (Pdl) convoca un vertice: l'alleanza soluzione più coerente UDINE. Un incontro dei partiti della coalizione di Centrodestra del Friuli Venezia Giulia si terrà giovedì 16 aprile a Udine, in vista delle prossime elezioni amministrative. Lo rende noto il coordinatore regionale del Pdl, Isidoro Gottardo, che ha promosso l'incontro in accordo con il vicecoordinatore, Roberto Menia. Alla riunione prenderanno parte i segretari regionali della Lega Nord, Pietro Fontanini, e dell'Udc Angelo Compagnon, assieme ai responsabili provinciali dei partiti della coalizione. «Il Centrodestra che da un anno governa la Regione - afferma Gottardo - rimane la soluzione politicamente più coerente e in grado di assicurare stabilità negli enti locali del Friuli Venezia Giulia che andranno presto al voto. È questa la comune volontà - conclude - di tutte le segreterie regionali delle forze politiche che la compongono». Referendum. Questa sarà la settimana decisiva per decidere sull'election day e cioè l'accorpamento di tutte le consultazione elettorali (amministrative, europee e referendum) sabato 6 e domenica 7 giugno. Calendario alla mano il governo ha tempo fino al 16 aprile per indire i comizi elettorali. La legge infatti stabilisce infatti un minimo di cinquanta giorni per la campagna elettorale fino a un massimo di 70. E, numeri alla mano, i cinquanta giorni dalla elezioni del 6 e 7 giugno scadono proprio giovedì 16 aprile. Nel caso in cui si dovesse superare quella data sarebbe impossibile accorpare i diversi appuntamenti e le ipotesi in campo resterebbero due: elezioni per tre domeniche di seguito, il 7 giugno per le amministrative e le europee, il 14 giugno per il referendum ed il 21 per i ballottaggi. Oppure, altra strada percorribile è quella di rinviare al 21 giugno la consultazione referendaria insieme con il secondo turno delle amministrative. Un'ipotesi però per cui servirebbe un intervento ad hoc del governo. La legge 352 del 1970 sull'indizione dei referendum parla chiaro: l'articolo 34 stabilisce infatti che «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Il tempo per decidere non è molto. E nella maggioranza c'è da fare i conti con i distinguo tra Pdl e Lega, contraria all'accorpamento dei diversi appuntamenti elettorali. Election day. Favorevole alla richiesta di accorpare le diverse tornate elettorali è innanzitutto l'opposizione così come lo stesso comitato referendario. L'ipotesi porterebbe, secondo l'opposizione, ad un risparmio di 400 milioni di euro da destinare all'emergenza terremoto. L'idea non è esclusa nemmeno dal premier Silvio Berlusconi che ha invitato la maggioranza a riflettere sull'ipotesi. Un no secco arriva invece dalla Lega Nord, contraria all'accorpamento e contesta anche il risparmio di 400 milioni di euro perchè, secondo il ministro dell'Interno, sarebbero in realtà 170 milioni.

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- lello parise (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IV - Bari Latorre: a Roma sanno che l´esperienza barese è la più innovativa nel Mezzogiorno LELLO PARISE Se il capolista della circoscrizione meridionale per le europee con addosso la maglia del Pd dovrà essere un pugliese, la partita si riduce a un paio di nomi: quelli di Paolo De Castro e di Gianrico Carofiglio, entrambi senatori. Nel frattempo il segretario Michele Emiliano insisterà perché oggi la direzione regionale accetti di schierare ai nastri di partenza per Strasburgo, almeno tre assessori della giunta Vendola. Tutte e due le facce di questa medaglia, sono ancora da mettere a fuoco. Il dibattito a proposito della testa di serie, è apertissimo. Ma, a quanto pare, in queste ore continuerebbero a salire le quotazioni dell´ex ministro delle Risorse agricole. Mentre tenderebbero al ribasso quelle del pm-scrittore, che in particolare i dalemiani non vedrebbero di buon occhio anche solo perché De Castro avrebbe una maggiore esperienza in campo europeo per essere stato al fianco di Romano Prodi quando l´ex premier era il presidente dell´Ue. Non per questo la nomination di Carofiglio segna il passo. Tant´è che l´onorevole Alberto Losacco, uno dei più ascoltati consiglieri del segretario Dario Franceschini, continua a considerarlo nella «lista dei papabili», quelli che non dispiacerebbero al leader dei riformisti. A meno che, alla fine, la Puglia non resti ferma al palo e si preferiscano soluzioni tese a privilegiare la regione più rappresentativa, dal punto di vista elettorale, del collegio: quella campana. In questo caso gli identikit più ricorrenti sono quelli dello scrittore Roberto Saviano, restio a vestire i panni dell´europarlamentare, e dell´ex presidente della Corte costituzionale Francesco Paolo Casavola, nato a Taranto, ma napoletano d´adozione. «I capilista li deciderà il segretario del partito» taglia corto il senatore Nicola Latorre. L´appuntamento è per martedì 21. Franceschini & C. sceglieranno sapendo che «l´esperienza barese è la più innovativa del Sud», ma anche che «il tacco d´Italia non è l´ombelico del mondo». Latorre spiega: «Si terrà conto di quello che è il quadro nazionale e del fatto che i cinque capilista, insieme, dovranno avere la forza di raccontare il Pd». E´, più o meno, la stessa esigenza di Emiliano, che non vuole allineare «una serie di sconosciuti» nella griglia dei competitori locali. Saranno al massimo, sei. Ecco perché Michele il Gladiatore vorrebbe che della squadra facessero parte con l´uscente Enzo Lavarra, il sindaco di Melpignano Sergio Blasi, gli assessori regionali Sandro Frisullo, Guglielmo Minervini e Michele Pelillo nonché il deputato Francesco Boccia. Non sarà facile raggiungere questo obiettivo, il cui scopo sarebbe innanzi tutto quello di arginare l´eventuale successo del fondatore di Sinistra e libertà Nichi Vendola, nei cui confronti si rovescerebbero non pochi voti targati Pd qualora lo stesso Pd fosse in grado di proporre esclusivamente dei "signori nessuno". Ma i Democratici dell´esecutivo guidato dal rivoluzionario gentile, tirano il freno. Dice il parlamentare tarantino Ludovico Vico: «Il problema di queste elezioni non è quello di fare le scarpe a Vendola. Seguiremo questa strada piuttosto, rischia di fare del male al centrosinistra».

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si parla di costituzione con de siervo e zaccaria (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 6 - Prato Si parla di Costituzione con De Siervo e Zaccaria PRATO. La Casa della Cultura "Enzo Biagi", con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia e del Comune, organizza due incontri sulla Costituzione con il preciso intento di sensibilizzare studenti delle scuole superiori e dell'Università. Il primo appuntamento è per domani all'auditorium Gramsci-Keynes (via di Reggiana 106) a partire dalle ore 10,30. Sarà ospite Ugo De Siervo, vicepresidente della Corte Costituzionale. Tema dell'incontro "Storia della Carta Costituzionale e prospettive future di una costituzione europea". Giovedì 17 aprile invece, al Polo Universitario Città di Prato, in Piazza dell'Università, alle ore 17 il vicepresidente della prima Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati Roberto Zaccaria tratterà il tema "Costituzione repubblicana: un patrimonio da salvare". Introdurrà i due incontri Ambra Giorgi, presidente della Quinta Commissione del consiglio regionale toscano. L'invito alla partecipazione è esteso a tutta la cittadinanza ed è a ingresso libero. A.P.

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)LA POLEMICA I SUDDITI ... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Pisa)" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

AGENDA PISA pag. 8 )LA POLEMICA «Via Cuppari: il Comne non ascolta» I SUDDITI<... )LA POLEMICA «Via Cuppari: il Comne non ascolta» I SUDDITI di Via Cuppari sono liberi di continuare a lamentarsi perché la giunta non ha nessuna intenzione di risolvere i loro problemi! E' questa la conclusione vista la risposta che ho ricevuto alla mia interpellanza su via Cuppari, letteralmente distrutta dall'usura del traffico automobilistico. Nel mio intervento ricordavo l'impegno dell'amministrazione precedente per deviare il traffico del pullman sulla via Avanzi, ma oggi la giunta risponde che allo stato attuale non è possibile e che la deviazione rischierebbe di scontentare gli abitanti di via Avanzi, sicchè il pulman continuerà a transitare su via Cuppari. Neppure la definitiva messa in sicurezza della strada, a parte qualche rattoppo, è nei programmi dell'amministrazione: ci vogliono oltre 200mila euro che, nella priorità delle cose da fare, l'amministrazione non vuole trovare. Basterebbe che Acque Spa mettesse a >disposizione i fondi promessi dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul pagamento non dovuto dei canoni di depurazione da parte di chi non è allacciato alla fogna nera. E la zona è appunto senza fogna nera: il Comune ripari pertanto la strada attingendo a quei fondi promessi da Acque! E nel frattempo imponga alla Cpt di fare transitare nella stretta strada autobus più piccoli, almeno nelle ore non di punta, perché quelli di dimensioni normali viaggiano sistematicamente vuoti e distruggono il manto stradale. Riccardo Buscemi Consigliere comunale Pdl )TERREMOTO Affetti e ricordi dall'Abruzzo ferito ABRUZZO forte e gentile. Sono ormai alcuni decenni che ho riscontrato di persona la veridicità di questa nota affermazione. Gli abruzzesi sono tosti e laboriosi, gentili e intelligenti. Una realtà geografica aspra la loro, dove la terra per dare i suoi frutti richiede tantissimo lavoro e fatica. L'asprezza della montagna è impressa sui volti degli anziani, che hanno vissuto all'ombra del Gran Sasso d'Italia, le loro esperienze più significative. Un popolo determinato, quello abruzzese, carico di storia e di cultura.L'ho conosciuto tanti anni fa (ho sposato una donna abruzzese) e ho scoperto per intero tutte le qualità di questa gente, oggi provata all'estremo da questo terremoto che ne ha devastati i corpi, gli spiriti, gli antichi monumenti. Ma tutto questo si poteva prevedere? Adesso è il momento della solidarietà, ma faremmo bene a tenere presente nella ricostruzione che l'Abruzzo è sì forte, ma le faglie su cui poggia e sulle quali si compone come regione hanno una potenza distruttiva che deve essere valutata e prevista. Raimondo Pistoia Pisa )DEGRADO Strada rifatta già danneggiata LA STRADA in pietra di fianco al teatro Verdi è stata rifatta in anni recenti. Si è scelto, e questo va bene, di lastricarla con i pietroni e per reggere il «peso» del traffico ricordo che si lavorò a lungo per preparare il fondo «armato» con reti elettrosaldate e gettate di cemento. Risultato: molte pietre sono già smosse e l'altra sera un masso era completamente rovesciato e spuntava pericolosamente dalla linea delle pietre: con la mia auto l'ho evitato per un soffio. Sarà stato sistemato? Spero di sì: resta il problema di strade per le quali si spende molto per i lavori, ma che alla prova dei fatti non durano. Perchè? P.M. Pisa

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La ricreazione è libera E non si recupera mai (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Lettere data: 14/04/2009 - pag: 15 autore: Mario Zavagnin Vicenza Antimo Di Geronimo L'esperto Risponde/ Un nonno chiede conto dei rientri della nipote La ricreazione è libera E non si recupera mai La pausa fa parte del normale orario didattico Un nonno chiede conto del piano orario fatto dalla scuola dove sua nipote si è iscritta. E che prevede, per la pausa della ricreazione, il recupero con attività pomeridiane. A ben vedere, è una scelta sbagliata, perché, come si desume dal contratto e come ha chiarito anche l'Aran, l'agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego: la ricreazione fa parte a tutti gli effetti dell'orario di servizio, sia per gli insegnanti che per gli alunni. Libera ricreazione, dunque, senza nessun recupero.Mia nipote si è scritta alla prima classe di un istituto superiore e ha ricevuto la comunicazione che segue: «Fino a diversa deliberazione degli organi collegiali, si osserverà il seguente orario: 1° ora 08.20-09.20; 2° ora 09.20-10.10; 3° ora 10.10-11.10; 4° ora 11.10-12.10; 5° ora 12.10-13.00; 6° ora 13.00-13.50 sulla carta 1°, 3° e 4° ora da 60' e 2°, 5° e 6° da 50' per un totale giornaliero di 330'».È previsto un intervallo (ovvero ricreazione), che si terrà a cavallo della 3° e 4° ora di lezione, precisamente dalle ore 11.00 alle ore 11.20. Verrà recuperato in attività pomeridiane il tempo scuola sottratto alla 3° e 4° ora di lezione dalla ricreazione. Ma è corretto costringere gli allievi ad alcuni rientri settimanali per recuperare il tempo riservato alla ricreazione?L'intervallo o ricreazione è una pausa che rientra a tutti gli effetti nell'orario di servizio (l'orario in cui l'istituzione eroga il servizio cui è istutuzionalmente preposta). E rientra a pieno titolo anche nell'orario di lavoro. Tanto rileva dalla consuetudine e dai comportamenti concludenti che, da sempre, informano questo genere di attività in tutte le scuole del paese. Non è dovuto, quindi alcun recupero perchè l'attività fa parte a pieno titolo tra quelle di istituto, sia dal punto di vista degli alunni che dei docenti. In tal senso si è espressa anche l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) con una nota emanata il 29 maggio 2002 (prot.5254): «Non vi è dubbio alcuno», si legge nel provvedimento «anche a parere di quest'agenzia, che i minuti d'intervallo intercorrenti tra le ore di lezione costituiscano, per i docenti, servizio a tutti gli effetti. Basti considerare, in proposito,che durante tale lasso di tempo, sia pur minimale, non viene meno alcuno dei doveri e delle responsabilità che comunemente fanno capo al corpo docente durante il complessivo periodo giornaliero di funzionamento dell'istituzione scolastica. Quanto sopra, peraltro, appare di oggettiva evidenza, tale da far ritenere superflua e sovrabbondante l'attivazione di un formale procedimento di interpretazione autentica del contratto».Restare in servizio era possibile Sono un direttore amministrativo di un istituto scolastico comprensivo e sono interessato all' articolo apparso su Azienda Scuola del 3 aprile. Poiché compirò i 65 anni il 27 giugno 2009 e 40 anni di contributi (compreso il servizio militare) il 31 agosto 2009. Ho presentato in data 8 ottobre 2008 istanza di proroga dal servizio ai sensi del comma 8 dell'art. 72 della legge n. 133/2008, istanza regolarmente accolta con decreto del dirigente scolastico. L'ufficio provinciale sostiene ora che il trattenimento in servizio non può essere consentito stante il disposto della direttiva ministeriale n. 13 del 2 febbraio 2009, Come stanno realmente le cose?Aurelio Merlino ForlìAi sensi del comma 8 dell'art. 72 della legge 133/2008, l'accoglimento da parte dell'amministrazione scolastica della sua domanda di trattenimento in servizio presentata in data 8 ottobre 2008, ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 509, comma 5 del d.lgs n. 297/94 e all'art. 16, comma 1 del d.lgs n. 503/92 era un atto dovuto, essendo un suo diritto essere trattenuto in servizio per un massimo di un biennio in applicazione, appunto, dell'originario disposto del predetto art.16. Nella fattispecie, la tesi sostenuta dall'Usp non appare giuridicamente supportata da una norma di legge che abbia abrogato la disposizione contenuta nel comma 8 dell'art. 72. La circostanza che la direttiva ministeriale n. 13/2009 disponga, invece, al punto 2 che l'istanza di trattenimento in servizio poteva essere accolta esclusivamente in caso di mancato raggiungimento dell'anzianità contributiva minima o di quella massima di 40 anni entro il suddetto limite di età di 65 anni, non appare sufficiente a giustificare una eventuale annullamento del decreto con il quale il dirigente scolastico ha accolto la sua domanda di trattenimento in servizio.Nicola MondelliCome controllare i benefici ex lege 104Nella graduatoria di istituto della mia scuola si sono materialiizzate diverse posizioni di colleghi che godono dei benefici della legge 104/92. Ciò comporta che il sottoscritto, pur avendo molti più punti di costoro, sarà trasferito d'ufficio. Ho chiesto alla preside di consentirmi la visione dei documenti di questi colleghi cassando le parti che riguardano le diagnosi, ma la dirigente ha opposto un netto rifiuto perchè a suo dire, si tratterebbe di dati sensibili, quindi, inaccessibili. Vorrei fare ricorso e quindi mi interesserebbe sapere se ci sono precedenti di sentenza su casi analoghi e, soprattutto, se ne ho titolo.Mariano Rigongelli FirenzeIl diritto di accesso, nei termini rappresentati dall'interessato, sussiste in ogni caso. Il docente, infatti, finalizza la sua domanda di accesso alla tutela del proprio interesse a non essere trasferito d'ufficio (interesse giuridicamente protetto) e ne chiede la fruizione secondo i principi di sufficienza e proporzionalità. Vale a dire, limitandosi a chiedere ciò che è strettamente necessario alla tutela del suo interesse. La giurisprudenza, peraltro, è univoca nel ritenere accessibili anche i documenti contenenti dati sensibili, previa schermatura dei dati sensibili in senso stretto (nel caso in discussione: la diagnosi). In tal senso : Tar Puglia 2436/288 e 1794/2003; Consiglio di stato 6440/2006 e Tar Campania 812/2008.Antimo Di GeronimoLe festività non pagate sono perseHo sentito parlare della possibilità di ottenere il pagamento delle festività concidenti con la domenica come, per esempio, il 25 aprile 1999 e 2 giugno 2002. Alcuni colleghi qualche anno fa sarebbero riusciti ad ottenere il dovuto. Vorrei sapere se le norme che lo prevedono sono ancora valide.Marco Sellamora RomaAd oggi il diritto alla maggiorazione retribuitiva non esiste più, ma chi è riuscito ad avere i soldi con provvedimenti giudiziari può tenerseli senza problemi. La normativa che prevede il pagamento delle festività coincidenti con la domenica è costituita dall'articolo 5, della legge 260 del 1949, come modificata dalla legge 90 del 1954 e dalla legge 54 del 1977 . La normativa citata, però, non è più in vigore perchè l'articolo 1, comma 224, della legge 256 del 2005 (Finanziaria 2006) ha dichiarato inapplicabili, a sensi dell' articolo 69, comma 1 del decreto legislativo 165 del 2001, le disposizioni citate, con la salvezza dei giudicati già formatisi. Sulla questione, peraltro, si è già pronunciata anche la Corte di cassazione che, con la sentenza 254/2009, ha chiarito che: «trattasi di disposizione interpretativa, la quale ha superato il vaglio di costituzionalità, come da sentenza della Corte Costituzionale 16.5.2008 n. 146… e nella specie va ritenuto che l'area di richiamo contenuto nel contratto collettivo non si estenda alla normativa di cui alla L. n. 260 del 1949 e successive modificazioni». Antimo Di Geronimo

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INAUGURATO CENTRO SALUTE MENTALE GEMONA (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Martedì 14 Aprile 2009 INAUGURATO CENTRO SALUTE MENTALE GEMONA Gemona del Friuli, 14 aprile 2009 - Il presidente della Regione, Renzo Tondo, e l´assessore alla Salute e Protezione sociale, Vladimir Kosic, hanno inaugurato, il 9 aprile, a Gemona del Friuli il nuovo Centro di Salute Mentale (Csm), che come ha detto Tondo, "rappresenta l´emblema delle capacità e della forza interiore che caratterizzano e animano la nostra gente; qualità, che ci dovranno consentire di guardare con fiducia al futuro, per superare l´attuale congiuntura economica negativa". Il Csm di Gemona sarà aperto ´h. 24´, e come ha evidenziato il direttore generale, Luciano Zanelli, è stato realizzato grazie ai ´risparmi´ dell´Azienda sanitaria n. 3 ´Alto Friuli´, all´impegno del direttore del Dipartimento di salute mentale, Mauro Asquini, e degli operatori, nonché alla disponibilità dello stabile, un prefabbricato risalente all´emergenza del terremoto, offerta dal Comune. La nuova struttura e i servizi erogati costituiscono dunque, secondo Tondo, un esempio della capacità di coesione della nostra gente. Caratteristica che per il Presidente permetterà alla comunità regionale di fruire del sistema sanitario con oculatezza, e fiducia nelle strutture e negli operatori. I cittadini potranno così concorrere direttamente al risparmio della sanità regionale, favorendo l´erogazione di servizi di eccellenza. Da Gemona, il cuore della rinascita del Friuli, Tondo ha dunque voluto lanciare all´intera comunità regionale un messaggio forte alla coesione sociale, proprio in questi giorni nei quali il terremoto e la ricostruzione sono ritornati d´attualità a causa del tragico sisma che ha colpito l´Abruzzo, ribadendo altresì che -"la Regione non dimentica le famiglie del Friuli Venezia Giulia che si trovano in difficoltà a causa della chiusura di numerosi stabilimenti". La crisi, secondo Tondo, va affrontata nella consapevolezza che entro breve, com´è accaduto nel 1973, nel periodo dell´Austerity, quando sembrava che l´economia globale dovesse avere fine, anche questo periodo difficile avrà termine. Nel suo intervento, Tondo si era anche soffermato sugli aspetti più difficili del rapporto tra la società e le malattie mentali, che penalizzano anche i familiari dei malati. Ma pesa sempre di più sulle famiglie, ha aggiunto Kosic, la presenza di anziani infermi che impone impiego di risorse fisiche ed economiche, spesso, a discapito dell´educazione dei figli. Kosic, al quale Tondo ha rivolto un applaudito e pubblico apprezzamento per l´impegno che egli sta profondendo per la sanità e l´assistenza nella nostra Regione, ha parlato della particolare area della sofferenza rappresentata dal disagio mentale, che merita un´attenzione crescente da parte della regione e della società, con la creazione di servizi specifici, ed è legata all´invecchiamento della popolazione, alla disoccupazione, alla ricerca del lavoro e all´abbandono. Servizi per i quali la Giunta, seguendo le linee programmatiche del presidente Tondo, ha destinato alle Aziende sanitarie 4,9 milioni di euro per le spese di gestione. La sanità regionale, ha concluso Kosic, potrà mantenere i suoi livelli d´eccellenza rappresentando le esigenze di sanità e assistenza espresse dal territorio, e valutate nel contesto del Libro verde (consultazioni con gli enti, le associazioni, la popolazione), e con una progettualità di lunga portata. Il nuovo Centro di salute mentale di Gemona, situato in via S. Lucia 81, a breve distanza dalla stazione ferroviaria e dall´autostazione, dispone di sei posti letto, e assicura assistenza continuativa alle persone che necessitano di assistenza psichiatrica e psicologica. Il Csm di Gemona costituisce, è stato detto, una delle ultime tappe dell´attuazione della legge ´Basaglia´, la 180 del 1972, che ha decretato la chiusura dei manicomi. Uno dei quali, riservato alla degenza femminile, si trovava proprio a Gemona. I lavori di ristrutturazione del fabbricato del Csm sono costati 380 mila euro; le dotazioni e gli arredi 50 mila euro; altri 40 mila euro le finiture dello stabile. . <<BACK

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L'esercito occupa Bangkok (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-14 - pag: 7 autore: Thailandia. La capitale in mano alle forze armate: lacrimogeni e cannoni ad acqua sui manifestanti L'esercito occupa Bangkok Diecimila in piazza contro il Governo - Due morti e oltre 100 feriti Luca Vinciguerra La Thailandia sprofonda ancora nell'instabilità e nel caos. Ieri, Bangkok è stata teatro di scontri violenti tra l'esercito e migliaia di manifestanti che chiedono la testa del primo mi-nistro, Abhisit Vejjajiva, e le elezioni. Le "Camicie rosse", seguaci di Shinawatra Thaksin,l'ex premier destituito tre anni fa da un colpo di Stato e poi fuggito in esilio dopo una condanna per corruzione, hanno tentato di occupare alcune zone nevralgiche della città. Le forze armate sono intervenute per sgombrare il campo con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. I manifestanti hanno reagito lanciando sassi e molotov, alzando barricate, e incendiando diversi autobus. Anche un edificio governativo è stato dato alle fiamme. Il bilancio della giornata di guerriglia urbana è di oltre 100 feriti e due morti tra la popolazione. Diecimila manifestanti, compresi monaci, donne e bambini, hanno preso d'assedio il Palazzo del Governo. Era dai giorni dell'occupazione degli aeroporti di Bangkok, a novembre, che il Paese non viveva ore tanto drammatiche. Allora c'era un Governo eletto democraticamente, ma odiato da metà del Paese: quello di Somchai Wongsawat, spazzato via con l'accusa di brogli elettorali da una sentenza della Corte Costituzionale il 2 dicembre. Oggi alla guida della Thalandia un Esecutivo delle "larghe intese", capeggiato dal giovane leader del Partito democratico, Abhisit Vejjajiva, frutto di un ribaltone realizzato con il benestare delle forze armate. Il Paese è stato duramente colpito sul piano economico prima dalla crisi finanziaria internazionale, poi dall'assedio degli aeroporti di Bangkok, che ha avuto pesanti ripercussioni sul turismo. A soffrire di più sono state le fasce più povere, i contadini, gli emigrati urbani alla ricerca di lavoro. Vale a dire i grandi sostenitori di Thaksin e del suo partito. Il malcontentoè diventato un terreno fertile per la protesta iniziata nel fine settimana a Pattaya, dove le Camicie rosse hanno causato l'annullamento del vertice Asean, e proseguita ieri a Bangkok. In questo clima, forte della sua popolarità, del suo carismae del suo potere economico, Thaksin continua a soffiare sul fuoco. Ieri, prima ha incitato i suoi sostenitori a continuare la lotta. Poi ha accusato l'esercito di aver mentito sui proiettili utilizzati contro i manifestanti. «I militari hanno sparato anche pallottole vere. Ci sono molti morti e molti feriti», ha detto alla Cnn. Le forze armate, che non hanno replicato, sono decise a stroncare la rivolta, «con qualsiasi mezzo», come ha dichiarato il generale Songkitti Jaggabatara, comandante supremo dell'esercito. Frattanto, Abhisit ha decretato lo stato d'emergenza per Bangkok. L'unico in grado di tentare una mediazione tra le due fazioni (la vecchia classe politica urbana che per mezzo secolo ha governato il Paese, e le "forze nuove" di Thaksin) è re Bhumibol. Ma il sovrano è vecchio e malato. © RIPRODUZIONE RISERVATA www.ilsole24ore.com Gli aggiornamenti in tempo reale LO SCONTRO I seguaci dell'ex premier Thaksin vogliono le elezioni No dei generali che avvertono: l'ordine sarà garantito «con ogni mezzo» AP/LAPRESSE Caccia ai ribelli. Un militare insegue un manifestante in una strada di Bangkok

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Thaksin, il tycoon rivoluzionario (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-14 - pag: 7 autore: IL LEADER DI CHI PROTESTA Thaksin, il tycoon rivoluzionario Thaksin Shinawatra (59 anni, nella foto), principale ispiratore delle attuali manifestazioni delle "camicie rosse" a Bangkok, è stato primo ministro dal 2001 al 2006, quando è stato destituito da un golpe guidato da generali sostenitori del re. Thaksin vive in esilio per sottrarsi a una condanna per corruzione I suoi fedeli erano tornati al potere con le elezioni del dicembre 2007, le prime dopo il golpe, ma ne erano stati cacciati un anno dopo, sotto pressione combinata di manifestanti realisti e della Corte costituzionale che alla fine ha sciolto il Governo La famiglia Shinawatra, d'origine cinese,ha fatto fortuna nel XX secolo nel commercio della seta, ma Thaksin non ha seguito questa via. Laureato in legge negli Stati Uniti, comincia la sua carriera nella polizia dove diventa tenente-colonnello. A 30 anni si lancia negli affari e fonda un impero nelle tlc con il gruppo Shin Corp Insieme all'impero,fonda un partito che vince le elezioni del 2001. Avvantaggia i contadini del Nord e del Nord-est che costituiscono la sua base elettorale, ma le elite urbane, a Bangkok, non lo apprezzano Nel febbraio 2005, viene rieletto alla guida del Paese. Ma le sue relazioni con l'anziano re Bhumibol Adulyadej si deteriorano Nel gennaio 2006, la sua famiglia vende a Singapore tutte le azioni nell'impero Shin Corp, intascando più di 1,5 miliardi di dollari. A Bangkok scoppiano manifestazioni, preludio al golpe di settembre 2006 BLOOMBERG

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Galgano: (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 14/04/2009 - pag: 3 Giustizia L'intervista Galgano: «Ci sono pm che perseguono interessi personali» Il Pg: «Il caso Lepore? Qualcuno cercava visibilità I magistrati imparino a lavorare in silenzio» NAPOLI Vincenzo Galgano, procuratore generale, il magistrato che deve vigilare sui pm. Che accade in Procura? «Ci avviciniamo alle elezioni, e questo rende ahimé inevitabili stimolazioni per acquisire una visibilità che altrimenti non ci sarebbe». Queste «stimolazioni» hanno inciso anche sullo strappo tra il procuratore Giovandomenico Lepore e i sostituti che gli hanno contestato l'«inopportunità» della partecipazione all'inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra? «Beh, è difficile comprendere questo clima troppo reattivo ed ipersensibile che ha caratterizzato larga fascia dei pm. Io, francamente, non riesco a intravedere alcun elemento di disvalore nella condotta del procuratore ». Dicono che doveva replicare alle critiche del premier... «Ma andiamo, cosa doveva fare? Il capo del Governo è padrone di fare le esternazioni che ritiene, e oltretutto il lodo Alfano lo mette al riparo da qualsiasi conseguenza giudiziaria. È inutile star qui a discettare di faccende che non hanno alcun significato pratico». Oddìo, per i pm proprio inutile non è. Sostengono che così si «delegittimano» i titolari dell'inchiesta e, più in generale, l'ufficio di Procura. Lei da che parte sta? «È vero che chi esercita la funzione inquirente è destinatario di una serie di pressioni, ma è vero anche che i pm dovrebbero imparare a lavorare in silenzio». Vincenzo Galgano, procuratore generale, è la più alta carica della magistratura inquirente del distretto. Lo «strappo» in Procura è vicenda che l'ha interessato direttamente, «perché sarei dovuto intervenire immediatamente se fosse emerso qualche comportamento non corretto da parte del procuratore della Repubblica». Comportamenti non corretti, invece, «non ce ne sono stati». E allora perché quella reazione di certi pm che il Pg di Napoli definisce «troppo reattiva »? Perché quell'assemblea convocata in fretta e furia? Perché le critiche al capo esternate (anche) a mezzo stampa? Colpa delle «effervescenze elettorali», accusa Vincenzo Galgano. E di alcuni magistrati che, all'interno delle correnti della magistratura ormai orfane delle ideologie, «perseguono scopi personali». Iniziamo dal principio. Cominciamo da Giovandomenico Lepore ad Acerra. E da quell'assemblea convocata dai pm per discutere dei comportamenti del loro capo. «E allora partiamo da un'affermazione molto precisa: non si può attribuire al procuratore di Napoli qualsiasi responsabilità di alcun genere connessa agli ultimi accadimenti ». Non tutti la pensano come lei... «C'è stata una reazione troppo impegnata da parte di coloro che hanno ritenuto che il procuratore avesse fatto cose che non doveva fare». Magari hanno ragione loro, non pensa? «Chiariamo subito una cosa: che non ci sia stato alcun elemento di disvalore nella condotta del capo dei pm è affermazione che posso fare a ragion veduta». Perché? «Perché, in forza dei poteri di sorveglianza che mi sono attribuiti, se avessi sospettato qualcosa sarei intervenuto subito. Avrei dovuto chiedere spiegazioni al procuratore: e, nel caso queste fossero state insoddisfacenti, avrei dovuto far presente ciò alla sezione disciplinare del Csm. Ora, per quanto mi sia attentamente occupato della vicenda, in coscienza non riesco a intravedere alcuna condotta difforme dalle regole da parte di Giovandomenico Lepore». E come si spiega la reazione di alcuni sostituti? «Appare difficile comprendere questa presa di posizione troppo reattiva e ipersensibile Il cittadino della strada non capisce il perché di tutte queste polemiche che ha caratterizzato una larga fascia dei pm. Ci sono state diverse reazioni alle esternazioni del presidente del Consiglio: ora, premesso che ciascuno risponde di ciò che dice, cosa avrebbe dovuto fare il procuratore in quel contesto? Se il premier ritiene che quella del termovalorizzatore sia un'impresa straordinaria, questo è un problema che riguarda lui, non chi lo ascolta». I magistrati lo leggono come un «attacco ». E neppure troppo velato... «La sovraesposizione di chi esercita la funzione inquirente rende i magistrati destinatari di una serie di pressioni. Ma è anche vero che loro dovrebbero imparare a lavorare in pace e soprattutto in silenzio. Meno clamore c'è, più si garantisce alla collettività il corretto svolgimento del lavoro giudiziario». Insomma, troppo rumore per nulla? «Francamente a me sono sembrate cose non perfettamente ragionevoli. Certo è che lo stesso Consiglio giudiziario, così «Diciamo che si tratta di effervescenze elettorali. Ci avviciniamo al momento della verità per i gruppi associativi, e questo rende purtroppo inevitabili stimolazioni per acquisire o conservare una visibilità che altrimenti non ci sarebbe». Sospetta un ruolo delle correnti della magistratura? «Questo è un rischio del quale dobbiamo iniziare a essere consapevoli. Non si può ignorare che le ideologie sono venute meno, e che questo fenomeno ha prodotto effetti anche sui raggruppamenti di magistrati associati. La conseguenza è che oggi le correnti sono fatte di persone che perseguono finalità empiriche, più che ideali. Sono, insomma, associazioni che hanno obiettivi pratici che coincidono con gli interessi particolari di alcuni protagonisti della vita associativa. I fini possono essere anche ottimi, ma è la maniera per perseguirli che è criticabile». Dice che ci sono pm che fanno attività di lobby? «No, quello è un termine anglosassone che esprime un concetto diverso. Dico che ci sono certi pm, e più in generale certi magistrati, che attraverso le correnti di cui fanno parte perseguono scopi concreti che coincidono con interessi personali». Diranno che così non aiuta a fornire alla città un'immagine costruttiva della magistratura... «Sono gli effetti di certi comportamenti dei magistrati a disorientare la collettività. L'uomo della strada, ad esempio, non riesce a rendersi conto del perché ci debbano essere tenzoni così accese tra gruppi di magistrati su una vicenda angolare come quella di Acerra». Insisto, non saranno contenti. Vedrà che commenti nelle mailing list... «Ah, quelle...». Sì, quelle. Perché? «Sono il metodo più sbagliato per formare la coscienza del magistrato. Si è destinatari Le frasi La Procura / 1 \\ Clima troppo reattivo da parte dei sostituti, non vedo elementi di disvalore nella condotta del procuratore La Procura / 2 \\ Gli scontri \\ Il Consiglio giudiziario? Organo sempre proclive a sollevare polveroni Le mailing list \\ Il metodo peggiore, si scrive troppo e si pensa poco: portano ad aggregazioni non sufficientemente responsabili

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La Slovenia ordina: troppi orsi, uccidete 75 di JJ3 (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 14/04/2009 - pag: 23 Animali Dopo il clamore per l'abbattimento in Svizzera di un esemplare La Slovenia ordina: troppi orsi, uccidete 75 «fratelli» di JJ3 Rivolta del Wwf: lasciateli emigrare altrove «Guerra» di cifre fra ministero e ambientalisti L'esperto: pianifichiamo un loro insediamento vicino a Tarvisio MILANO Giusto un anno fa, un orso irrequieto e affamato, JJ3 (107 chili, consumatore vorace non solo di cervi dilaniati ma anche di alimenti trovati, a valle, rovistando nei bidoni della spazzatura), fu abbattuto, con un ordine legale, in un bosco di abeti e di larici, a Thusis, nel cuore del Canton dei Grigioni. E fu polemica a suon di commenti indignati delle associazioni eco-animaliste, nel nostro Paese, da dove l'orso bruno era partito per l'ultimo viaggio, cominciato dal parco trentino dell'Adamello Brenta e tragicamente terminato in Svizzera. È inevitabile richiamare quel fatto che suscitò clamore per la morte indotta di un unico esemplare, allorché dalla Slovenia giunge la notizia che dà conto di una decisione (presa negli stessi giorni, che sarà portata a compimento nel 2009) del locale ministero dell'Ambiente di licenza di abbattimento di ben 75 orsi bruni «fratelli» di JJ3. (Per inciso, la stessa ordinanza prevede l'eliminazione di 10 lupi, specie protetta dal '93, su un totale di circa 70 stanziali). «Se, in seguito a una vivace controversia, non fosse intervenuta la Corte Costituzionale a richiamare la Direttiva europea 92/43 'Habitat', la strage di orsi sarebbe stata ancora più vasta puntualizza Massimiliano Rocco, responsabile per l'Italia del programma specie Wwf i cacciatori ne avrebbero ucciso almeno un centinaio. Quota eccessiva rispetto alla popolazione degli orsi». La Slovenia spietata (dove alcuni chef, su richiesta, cucinano anche la carne dell'orso), in verità, ha diminuito progressivamente gli abbattimenti. Che, secondo i protezionisti, risultano comunque troppi. E qui entra in ballo il gioco delle cifre: da quel che si intuisce, il governo fornisce numeri al rialzo («adesso parla di una presenza di 440/490 esemplari, ma si arrivò a sostenere che fossero 750», dice Rocco), mentre gli ecologisti/ animalisti tendono al ribasso. Ancora: uno dei motivi della dichiarata necessità di decimazione degli orsi riguarderebbe il loro habitat concentrato in un'area ristretta: una zona a sud est della Slovenia (confinante con la Croazia) più piccola della Corsica. E sì che, ogni anno, 25 di loro muoiono secondo le stesse stime governative slovene a causa di incidenti d'auto e di treno. La caccia all'orso, infine, sarebbe giustificata dai danni inferti all'agricoltura: nel 2008, quantificabili in 450.000 euro. Argomentazioni fuorvianti insiste il Wwf . Buona parte degli orsi abbattuti, con la scusa dell'alta concentrazione, in realtà si sposterebbero in altri luoghi, se fosse loro permesso. Rocco suggerisce la pianificazione territoriale e vedrebbe bene un nuovo insediamento di orsi bruni nell'area di Tarvisio, su tre confini: Slovenia, Austria, Italia. Ma come si concilia la protezione con la potenziale pericolosità degli orsi anche per l'uomo? Risponde il responsabile del Wwf: «In Slovenia, l'unico caso di aggressione umana recente si è verificato, a causa di un incauto avvicinamento ai cuccioli. Così, è scattato da parte dell'orso l'istinto di difesa. In Italia, invece, sono decenni che non si registrano episodi analoghi». Nel nostro Paese, vi sono due gruppi stabili di popolazione: uno insediato sulle Alpi trentine, con circa 25/30 esemplari, il secondo sull'Appennino abruzzese con 40/45. «Essi rappresentano una ricchezza faunistica, non un pericolo spiega Rocco . Non solo. Offrono un appeal turistico interessante e alimentano un indotto produttivo utile e fantasioso. Mi riferisco, ad esempio, a certi cibi come il pane dell'orso, il dolce dell'orso, il miele dell'orso, che vengono venduti nelle zone di richiamo». «A proposito di paventati danni all'agricoltura conclude si possono evitare con la prevenzione. Penso alle recinzioni elettrificate ed ai sistemi di allevamento consapevoli. Che tengano conto cioè della presenza di possibili predatori». In coppia Due orsi bruni reintrodotti in Italia: provengono dalla Slovenia Marisa Fumagalli

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Dopo 50 anni il sovrano Bhumibol si macchia (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Dopo 50 anni il sovrano Bhumibol si macchia Fino al giugno del 2006, quando re Bhumibol Adulyadej compiva 50 anni di onorato servizio come re della Thailandia, non c'era macchia sull'abito regale di questo monarca costituzionale che aveva indossato la corona nel lontano giugno del 1946. Il re più longevo del pianeta al momento in attività non è però più il modello che sembrava incarnare e che per molti anni aveva fatto di lui un personaggio cui guardare, anche fuori dal suo paese, con una certa ammirazione. Col suo genetliaco monarchico del 2006 però le cose cambiano e il suo ruolo politico si fa più attivo. La partita il re comincia a giocarla in quel periodo, quando le elezioni vengono invalidate da un richiamo istituzionale che arriva diretto dal Palazzo reale. Sotto la pressione del monarca, un mese prima del suo compleanno istituzionale, la Corte costituzionale decreta non valide le elezioni tenutesi poco prima e che hanno attribuito la vittoria a Thaksin Shinawatra. Allora però si pensava che l'intervento del re, una forte pressione sul potere giudiziario, fosse più che giustificato: e che mirasse a contenere la strategia politica di un personaggio controverso che stava cercando - questa l'impressione che Shinawatra restituiva - di trasformare la Thailandia in una dittatura personale. Apparso sulla scena politica nel 1998, Thaksin aveva collezionato vittoria dopo vittoria il primato di una longevità politica che non gli derivava dal sangue blu ma da una grande abilità tattica. Ma ecco che fa una mossa falsa: la sua famiglia vende ai fondi sovrani di Singapore un piccolo tesoro nazionale e personale, la Shin Corporation, una delle maggiori compagnie di telecomunicazioni del paese. Un tradimento nazionale, certo, che gli aliena molti consensi. Ma la verità è anche un'altra: il re aveva partecipazioni in quell'azienda...Un tradimento doppio, dunque, e nel quale non si sa dove prevalga l'onore nazionale o l'odore del denaro. Certo però, quando il re entra in scena per bloccare le elezioni dove Thaksin ha vinto (ma le schede nulle, a Bangkok, superano quelle per il suo partito mentre in 278 circoscrizioni su 400 l'opposizione non ha nemmeno presentato candidati all'elettorato), l'intervento sembra in linea col suo mandato: la tensione è alle stelle, le piazze sono gremite, il clima è surriscaldato. E il suo intervento a gamba tesa sembra risolvere la situazione. Ma poi arriva il golpe. E appena qualche ora dopo l'invasione pacifica dei carri armati nelle strade della capitale, i generali sono già a farsi benedire a Palazzo reale. L'immagine dell'uomo super partes comincia a scricchiolare. Bhumibol è nato negli Stati Uniti, nel Mount Auburn Hospital di Cambridge, Massachusetts, nel 1927, figlio più giovane di Mahidol Adulyadej, principe di Songkhla (a sua volta figlio di re Chulalongkorn) e di Mom Sangwal, una donna del popolo. Studia in svizzera, a Losanna, dov'è uno scolaro modello. È la prematura morte di suo fratello maggiore Ananda Mahid a farlo incoronare re il 9 giugno del 1946. Vive, da monarca, anni un po' appannati. Abbastanza in disparte. Ma riesce a ritagliarsi addosso un'immagine che ne fa una semi divinità rispettata e adorata, apprezzata per l'equilibrio, la saggezza, la capacità negoziale. Ma poi qualcosa cambia negli anni di Thaksin, l'outsider che del re non ne vuole sapere. O che, col passar degli anni, diventa nemico della corona. La mossa della vendita della Shin Corp, il re non gliela perdona. E decide che adesso la monarchia costituzionale deve andar oltre la Costituzione. Il suo abito si macchia forse indelebilmente. E le prossime ore diranno sino a che punto. La tentazione del pugno di ferro è dietro l'angolo e in queste ore se n'è già avuta una prova. Saranno per lui giorni decisivi. Non solo per la sua Thailandia. Em.Gio. 14/04/2009

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Quegli innocui batti-piedi di plastica hanno lasciato spazio a bombe molotov e bastoni, e l'eterno c... (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Quegli innocui batti-piedi di plastica hanno lasciato spazio a bombe molotov e bastoni, e l'eterno carnevale della protesta antigovernativa di Bangkok è diventato anarchia da guerra civile. La capitale thailandese è da due giorni teatro di scontri tra esercito, sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra e ora anche thailandesi che si rivoltano contro i rivoltosi: violenze che nella serata di ieri hanno causato due morti, le prime vittime dopo 133 feriti di 48 ore di follia. Il premier Abhisit Vejjajiva ha perso la pazienza. La cancellazione del summit asiatico di Pattaya sabato scorso è stata lo spartiacque: dopo aver definito i manifestanti «nemici della nazione», domenica il primo ministro ha proclamato lo stato di emergenza a Bangkok e in cinque province limitrofe. L'intenzione era quella di procedere allo sgombero della sede del governo, occupata da migliaia di «camicie rosse» dal 26 marzo. Ma invece di riportare la calma, l'annuncio è stato considerato dai manifestanti una «dichiarazione di guerra». E dall'esilio volontario, il loro idolo Thaksin li ha incitati a unirsi alla rivoluzione, promettendo di tornare in patria. Dopo un assalto al convoglio del premier domenica pomeriggio, con il suo segretario generale picchiato dalla folla, i «rossi» si sono sparpagliati per Bangkok. All'alba di ieri, centinaia di militari hanno affrontato la folla che occupava l'incrocio di Din Daeng, sparando lacrimogeni ma anche proiettili veri sopra le teste. Da quella battaglia, che ha causato 70 feriti, è iniziata una caccia su scala cittadina: dove i thaksiniani erigevano barricate, bruciando autobus e in due casi posizionando camion-cisterna pieni di gas liquido, i soldati intervenivano per sgomberare le strade. In serata, Abhisit ha annunciato che l'ordine era quasi ristabilito. Ma altro che missione compiuta: nella sede del governo, migliaia di «camicie rosse» continuano a presidiare il loro accampamento, sfidando le centinaia di soldati posizionati attorno all'area. I loro leader li hanno esortati a dare man forte al luogo-simbolo della rivolta, lo stesso che lo scorso autunno era rimasto per tre mesi nelle mani dei rivali monarchici «gialli». Abhisit ha cercato di dividere il fronte della protesta, invitando chi non condivide le tattiche violente ad abbandonare il bivacco, ma per ora invano. L'improvvisa virata violenta dei sostenitori di Thaksin sembra però iniziare a ritorcersi contro il movimento, espressione della parte politica che ha vinto le ultime tre elezioni ma che è stata estromessa dal potere dopo una sentenza della Corte costituzionale e un ribaltone parlamentare che ha portato al governo Abhisit. Avevano le loro ragioni: ma ora molti thailandesi non vedono più la differenza tra i «gialli» che occuparono gli aeroporti di Bangkok e i «rossi» che portano il caos nella capitale, magari minacciando abitazioni e negozi. I due morti di ieri sono proprio residenti nei pressi di un mercato, il Nang Lerng, dove i thaksiniani avevano portato la loro battaglia. Dopo aver smentito le voci di colpo di stato, l'esercito sta cercando di coniugare la volontà di reprimere la protesta con quella di tranquillizzare la popolazione. Ma è un equilibrio precario. «Non spareremo per ferire, siamo tutti thailandesi», ha detto il generale a capo delle operazioni, aggiungendo però che i soldati avranno facoltà di sparare «per autodifesa». Durante la giornata, i dimostranti hanno denunciato più volte morti nelle loro fila, e lo stesso Thaksin ha accusato Abhisit di mentire sul bilancio delle vittime. La tensione rimane altissima. Governo e forze armate sanno che un blitz contro l'accampamento delle «camicie rosse» rischierebbe di provocare un bagno di sangue. Inoltre, è possibile che molti soldati - provenienti dalle stessi classi medio-basse che sostengono Thaksin - non condividano una repressione sanguinosa: domenica alcuni blindati sono caduti facilmente nelle mani dei rivoltosi, con militari visti scherzare assieme a loro. Mentre l'opposizione invita il governo a cessare le violenze e a convocare una sessione straordinaria del Parlamento, inizia a «fare rumore» il silenzio del venerato re Bhumibol. In altre situazioni di crisi, sono bastate le sue parole per mostrare la via d'uscita. Ma il sovrano ha 81 anni e l'ultima volta che è comparso in pubblico, lo scorso dicembre, è apparso estremamente debole. E dire che dovrebbero essere giornate allegre: proprio ieri è iniziato il Songkran, l'anno nuovo thailandese, ma le violenze hanno portato alla cancellazione di tutti i festeggiamenti nella capitale. Quelli ufficiali, almeno: tra i bordelli di Nana e la mecca del turismo giovane a Khao San Road, i turisti continuano nelle tradizionali battaglie a secchiate d'acqua, con l'ausilio di enormi fucili giocattolo. A due chilometri da quelli veri. E la Farnesina agli italiani dice: «Se avete programmato un viaggio in Thailandia, rinviatelo».

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Ipoteche e fermi amministrativi dei concessionari di riscossione (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Ipoteche e fermi amministrativi dei concessionari di riscossione Articolo di Luigi Patricelli e di Francesco Mingiardi 14.04.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Ipoteche e fermi amministrativi dei concessionari di riscossione: giurisdizione e competenza nela tutela giurisdizionale di Francesco Mingiardi e Luigi Patricelli Sommario: 1. La Giurisdizione - 2. La Competenza. 1. La Giurisdizione Ad esito di numerose difficili dissertazioni sull’esatta individuazione della giurisdizione in materia di tutela giudiziaria avverso gli atti illegittimi compiuti nell’esercizio dell’attività di riscossione mediante ruolo, la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione hanno recentemente individuato i criteri cui i giudici di merito devono attenersi. Tali criteri sono oggi in grado di orientare l’attribuzione della giurisdizione prima contesa tra i giudici amministrativi, i giudici tributari ed i giudici ordinari. Quanto alla giurisdizione amministrativa, essa era stata ipotizzata dai Tribunali Amministrativi Regionali e dal Consiglio di Stato proprio con riguardo ad atti quali il fermo amministrativo di beni mobili e l’ipoteca di beni immobili, particolarmente idonei ad incidere in via autoritativa sulla disponibilità e sul godimento dei privati. Recentemente, la Corte di Cassazione, nell’esercizio delle funzioni di organo supremo della giustizia che assicura l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto ed i limiti delle diverse giurisdizioni ha escluso tale possibilità. La Suprema Corte ha stabilito che l’iscrizione del fermo amministrativo e dell’ipoteca sono attività preordinate all’espropriazione forzata e che, ai fini della tutela giudiziaria, tale caratteristica prevale su quella della funzione pubblica esercitata da chi cura il servizio di riscossione. (Cfr. Cass. S.U. 31 gennaio 2006, n. 2053; Cass. S.U. 23 giugno 2006, n. 14701 e Cass. S.U. 17 gennaio 2007, n. 875). Tale orientamento è, ormai, condiviso dalla giurisprudenza amministrativa (Cons. di Stato, Sez. 5^, n. 4689 del 2005). Quanto al rapporto tra giurisdizione tributaria e giurisdizione ordinaria, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 36 del 2006, ha stabilito che la giurisdizione tributaria, “deve ritenersi imprescindibilmente collegata” alla “natura tributaria del rapporto” e non può essere ancorata “al solo dato formale e soggettivo, relativo all'ufficio competente ad irrogare la sanzione”. Sulla scia di siffatta interpretazione, ribadita in maniera chiarissima nelle successive sentenze della Corte Costituzionale n. 64 e 130 del 2008, la Corte di Cassazione ha definito il proprio orientamento stabilendo che se il “… necessario ancoraggio alla natura tributaria del rapporto è il fondamento della legittimità costituzionale della giurisdizione tributaria … bisogna affermare che in tanto il giudice tributario potrà conoscere delle relative controversie in quanto le stesse siano attinenti ad una pretesa tributaria.” (Cfr. Cass., S.U. 5 giugno 2008, n. 14831). Tuttavia, in passato, siffatta ricostruzione soffriva un’eccezione con riguardo alle controversie relative alle iscrizioni ipotecarie ed ai fermi amministrativi. Invero, secondo l’orientamento delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione antecedente all’ultima modifica dell’art. 19 del D.Lgs. n. 546/1992 (operata con l’art. 35, comma 26-quinquies, del D.L. n. 223/2006, convertito dalla Legge n. 248/2006), il giudice tributario non era competente a conoscere delle controversie avverso le iscrizioni ipotecarie (Cfr. Cass. S.U. 23 giugno 2006, n. 14701). A prescindere, quindi, dalla tipologia di pretesa – tributaria o non tributaria – le ipoteche ed i fermi amministrativi prima della riforma erano opponibili solo con i rimedi dell’opposizione all’esecuzione e dell’opposizione agli atti esecutivi. Peraltro, in forza della previsione contenuta nell’art. 57 del D.P.R. 602/19973, la possibilità di esperire lo strumento dell’opposizione all’esecuzione era limitata con riferimento al motivo dell’impignorabilità dei beni, mentre lo strumento l’opposizione agli atti esecutivi era esperibile solo con riguardo a motivi attinenti la regolarità formale e la notificazione del titolo esecutivo. Successivamente, la riforma del 2006 ha aggiunto tra gli atti impugnabili ex art. 19 del D.Lgs. n. 546/1992 davanti al giudice tributario anche quelli riguardanti l’iscrizione di ipoteca sugli immobili. Alla luce di quanto sopra ed allo stato attuale della normativa deve concludersi che sussiste la giurisdizione tributaria ogni qualvolta il credito in esecuzione abbia natura tributaria. Diversamente, la giurisdizione è del giudice ordinario. Stante tale criterio di ripartizione, la Carte di Cassazione ha, poi, sottolineato che esso non può comportare la frustrazione della posizione giuridica soggettiva del destinatario di un’attività di riscossione qualora essa sia contemporaneamente incardinata su crediti di natura tributaria e crediti di natura diversa. La Suprema Corte ha stabilito che il giudice parzialmente carente di giurisdizione, in forza del principio della “translatio giudicii”, è tenuto a pronunciarsi su quanto soggetto alla sua cognizione concedendo termini per la riassunzione della controversia avanti al giudice dotato di giurisdizione della concorrente. Ha stabilito, altresì, che è fatta salva la possibilità della parte interessata di agire contemporaneamente avanti alle due giurisdizioni chiamate a conoscere della controversia in base alla natura dei crediti messi in esecuzione. Per riassumere con le parole della giurisprudenza, il principio della translatio iudicii “consente al processo, iniziato erroneamente, in parte o in tutto, davanti ad un giudice che non ha la giurisdizione necessaria, di poter continuare davanti al giudice effettivamente dotato di giurisdizione, onde dar luogo ad una pronuncia di merito che conclude la controversia, comunque iniziata, realizzando in modo più sollecito ed efficiente il servizio giustizia, costituzionalmente rilevante” (v. Cass. S.U. n. 4109 del 2007). In attuazione di tale principio “il giudice adito dovrà verificare se i crediti posti a fondamento del provvedimento di fermo oggetto dell’impugnazione siano crediti di natura tributaria – ipotesi nella quale sussisterà la giurisdizione del giudice tributario – o crediti di natura non tributaria – ipotesi nella quale sussisterà la giurisdizione del giudice ordinario – e, in esito a tale accertamento … separerà le cause, trattenendo quella per la quale egli ha giurisdizione e rimettendo la restante al giudice competente. Il debitore potrà in ogni caso proporre originariamente l’impugnazione separatamente innanzi ai giudici diversamente competenti in relazione alla natura dei crediti posti a base del provvedimento di fermo contestato.” (Cass. civ., S.U. 5 giugno 2008, n. 14831). 2. La Competenza In merito alla competenza, il problema di individuare precisi criteri di attribuzione si è posto solo con riguardo alla giurisdizione ordinaria limitatamente al criterio della competenza per materia. Per la giurisdizione tributaria il problema non si è posto perché l’unico criterio di attribuzione della competenza nel contenzioso tributario è quello territoriale. L’analisi che segue è limitata all’ipotesi in cui l’attività di riscossione sia fondata su crediti nascenti da sanzioni amministrative per le quali la competenza per materia è del Giudice di Pace. La Corte di Cassazione, in più occasioni, ha affrontato il problema unitamente a quello degli strumenti esperibili per ottenere la tutela giudiziaria. Da una lettura della giurisprudenza di legittimità emergono tre possibili strumenti di tutela a seconda dei vizi ipotizzabili. I tre strumenti di tutela incidono, poi, sulla competenza dell’organo chiamato a conoscere delle relative controversie. Se si lamenta la mancata notifica, da parte dell’Ente Creditore, degli accertamenti di violazione e l’illegittimità degli stessi è esperibile lo strumento dell’opposizione a sanzione amministrativa previsto dall’art. 23 della Legge 24 novembre 1981, n. 689 anche per impugnare i successivi atti della riscossione. L’ammissibilità dello strumento è riconosciuta in ragione dell’esigenza di garantire la possibilità di proporre, avverso l’atto della riscossione, le argomentazioni sostanziali che sarebbero state proposte avverso l’accertamento presupposto ove fosse stata notificato. In sostanza, la giurisprudenza della Suprema Corte ha ritenuto ammissibile lo strumento dell’opposizione a sanzione amministrativa in quanto consente all’interessato di recuperare il mezzo di tutela previsto dalla legge per agli atti sanzionatori. In questo caso, il giudice competente è lo stesso giudice che avrebbe dovuto conoscere dell’opposizione avverso l’atto presupposto ove fosse stato notificato. Per le sanzioni amministrative comunali, derivanti da violazioni del Codice della Strada, è competente il Giudice di Pace. A titolo di esempio, per le sanzioni relative alla contribuzione previdenziale è competente il Tribunale. Se si contesta la legittimità della iscrizione al ruolo per la mancanza di un titolo legittimante l’iscrizione stessa, o si adducono fatti estintivi sopravvenuti alla formazione del titolo esecutivo, lo strumento esperibile è quello dell’opposizione all’esecuzione. In applicazione del disposto dell’art. 615 c.p.c., se l’esecuzione non è ancora iniziata, l’opposizione deve essere proposta con citazione avanti al giudice competente per materia e valore a conoscere del rapporto sostanziale. Diversamente, ove l’esecuzione è già iniziata, l’opposizione deve essere proposta con ricorso avanti al giudice dell’esecuzione. La circostanza dell’intervenuto inizio dell’esecuzione è in grado di incidere notevolmente sulla competenza a conoscere dell’opposizione ove la sanzione amministrativa presupposta è irrogata per violazioni del codice della strada. Prima dell’inizio dell’esecuzione l’opposizione deve essere proposta avanti al Giudice di Pace cui l’art. 22 bis della Legge 24 novembre 1981, n. 689 riconosce una competenza funzionale in materia. Diversamente, a esecuzione già iniziata l’opposizione deve essere proposta avanti al giudice dell’esecuzione che, ai sensi dell’art. 9 c.p.c., non può che essere il Tribunale. Se si contesta la ritualità formale dell’atto posto in essere in sede di riscossione, lo strumento esperibile è quello dell’opposizione agli atti esecutivi. Ai sensi dell’art. 617 c.p.c. – ed in forza del richiamo all’art. 480 c.p.c. – l’opposizione agli atti esecutivi deve essere proposta, prima dell’inizio dell’esecuzione, con citazione avanti al giudice competente per l’esecuzione. Dopo l’inizio dell’esecuzione, con ricorso avanti al giudice dell’esecuzione. Posto che, a norma dell’art. 9 c.p.c., il solo giudice competente in materia di esecuzione forzata è il Tribunale, in entrambi i casi l’opposizione agli atti esecutivi deve essere esperita davanti al Tribunale. Siffatta circostanza ha risvolti importanti laddove l’atto esecutivo posto in essere prima dell’inizio dell’esecuzione sia adottato per l’esecuzione di un credito consistente in una sanzione amministrativa per violazione del Codice della Strada. Non è possibile, infatti, incardinare l’opposizione all’esecuzione avanti al Giudice di Pace, nonostante la competenza funzionale riconosciuta dall’art. 22 bis della Legge 24 novembre 1981, n. 689 e nonostante la competenza di quest’ultimo a conoscere delle opposizioni all’esecuzione. Quanto sopra costituisce l’esito della ricognizione di una giurisprudenza ormai consolidata formatasi sugli strumenti di impugnazione e sulle relative competenze in materia di tutela giudiziaria avverso cartelle di pagamento, avvisi di mora e preavvisi di fermo nell’ambito della riscossione coattiva di crediti per sanzioni amministrative (Cfr. tra le altre Cass. civ., sez. I 18 luglio 2005, n. 15149; Cass. civ., sez. I, 08 febbraio 2006, n. 2819; Cass. civ., sez. I, 20 aprile 2006, n. 9180; Cass. civ., sez. I, 15 febbraio 2005, n. 3035; Cass. civ., sez. I, 07 maggio 2004, n. 8695; Cass. civ., sez. Lavoro 26 marzo 2004, n. 6119). Di recente, con la sentenza 1 febbraio 2007, n. 2214, la Corte di Cassazione ha ribadito la validità della tradizionale ricostruzione ripartita sopra esposta anche con riguardo alle impugnazioni avverso le iscrizioni ipotecarie. Tuttavia, nella quotidiana esperienza giudiziaria in materia di opposizioni all’esecuzione avverso iscrizioni ipotecarie fondate su crediti nascenti da sanzioni amministrative per violazioni del Codice della Strada, si registra una certa confusione. Le opposizioni sono proposte ora avanti al Giudice di Pace, in conformità al modello sopra descritto, ora avanti al Tribunale, in difformità rispetto a detto modello (Cfr. tra le tante opposizioni incardinate avanti al Giudice di Pace quelle relative ai seguenti provvedimenti: G.d.P. di Roma Sez. I^, dott. Catarinella 8 novembre 2007; G.d.P. di Carinola, dott. Pietro Tudino 22 maggio 2007; G.d.P. di Pozzuoli, dott. Bruno 18 dicembre 2006. Cfr. invece tra le opposizioni incardinate avanti al Tribunale quelle relative ai seguenti provvedimenti: Tribunale di Roma Sez. distaccata di Ostia Ord. del 25 febbraio 2008 nel proc. R.G. n. 1262/07; Tribunale di Napoli 29 marzo 2007 nel proc. R.G. n. 19703/06; Tribunale di Roma Ord. di rinvio alla Corte Costituzionale del 2 novembre 2006 che ha dato avvio al giudizio di legittimità costituzionale concluso con la sentenza della Corte Costituzionale n. 64/2008). La difformità delle opposizioni incardinate avanti al Tribunale rispetto al modello in alcuni casi, è reale, in altri, è solo apparente. Parimenti, anche la conformità delle opposizioni incardinate avanti al Giudice di Pace, in alcuni casi, è solo apparente. Per le opposizioni proposte avanti al Tribunale la difformità è reale quando con le opposizioni all’esecuzione si fanno valere la mancanza di un titolo legittimante l’iscrizione o fatti estintivi o modificativi sopravvenuti alla formazione del titolo esecutivo. Di converso, la difformità è solo apparente quanto le opposizioni sono proposte per far valere l’illegittimità dell’esecuzione immobiliare per fatti diversi, indipendenti rispetto al titolo esecutivo sottostante. Quando, per intendersi, il Tribunale è chiamato a verificare l’esperibilità di un’attività esecutiva alla luce della normativa di riferimento, a prescindere da una verifica dell’esistenza e della integrità sostanziale dei titoli sottostanti. In base al modello tripartito sopra descritto, solo tale ultima verifica sarebbe preclusa al Tribunale stante la competenza per materia riconosciuta al Giudice di Pace dall’art. 22 bis della Legge 24 novembre 1981, n. 689. Il modello tripartito proposto dalla giurisprudenza di legittimità, infatti, non contempla l’ipotesi di un’opposizione fondata su motivi indipendenti dai titoli sottostanti. Per tale ragione, ove i motivi dell’opposizione prescindono totalmente dai titoli fondanti l’esecuzione è necessario fare riferimento ai tradizionali criteri di ripartizione della competenza per materia fissati dal codice di procedura civile. In sostanza, l’elemento fondante la competenza per materia del Giudice di Pace – ossia la sussistenza di sanzioni amministrative per violazioni del Codice della Strada – non viene in rilievo laddove l’opposizione ha riguardo a motivi totalmente indipendenti dalla legittimità e dalla consistenza quantitativa delle sanzioni amministrative. Per ragioni speculari a quelle prospettate, la conformità al modello tripartito delle opposizioni all’esecuzione proposte avanti al Giudice di Pace è apparente quando i motivi dedotti non attengono alla giuridica esistenza ed alla consistenza del titolo presupposto all’esecuzione. L’art. 7 c.p.c. esclude espressamente la competenza del Giudice di Pace per le cause che abbiano ad oggetto beni immobili. Tale competenza è attribuita dall’art. 9 c.p.c. al Tribunale unitamente alla competenza per la materia dell’esecuzione forzata. È evidente, quindi, che se si dibatte sulla legittimità di una iscrizione ipotecaria, con riguardo, magari, alla impignorabilità dei beni aggrediti, non può che essere competente il Tribunale. Di contro, in forza di tutto quanto sin qui sostenuto, sono di esclusiva competenza del Giudice di Pace le opposizioni all’esecuzione fondate su questioni riservate alla competenza per materia di tale giudice. Ciò posto, si pone un ennesimo problema di competenza quando l’attività esecutiva è illegittima, sia per questioni attinenti l’esistenza del titolo o la consistenza della pretesa ad esso relativa, sia per questioni indipendenti dal titolo. In questo caso non resta altra soluzione se non quella di proporre due giudizi separati. Non è possibile ipotizzare una trattazione congiunta. L’art. 104 c.p.c., infatti, pur prevedendo la trattazione congiunta di cause tra le stesse parti altrimenti non connesse per l’oggetto o per il titolo, non è suscettibile di derogare alle regole sull’attribuzione della competenza per materia. Se, quindi, due cause tra i medesimi soggetti hanno ad oggetto questioni riservate alla competenza per materia di giudici diversi non è possibile la riunione. In questi casi, sia il Tribunale che il Giudice di Pace sono competenti a conoscere i motivi dedotti nell’opposizione solo parzialmente. Il Giudice di Pace è competente a conoscere dei motivi con cui vengono dedotti fatti estintivi e modificativi attinenti l’esistenza e la consistenza della pretesa dedotta nel titolo. Il Tribunale è competente a conoscere dei motivi con cui vengono dedotti vizi dell’iscrizione ipotecaria indipendenti dal titolo sottostante e comunque relativi alla giuridica legittimità dell’esecuzione. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Paternità: il test non è subordinato alla prova del celamento della gravidanza (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Paternità: il test non è subordinato alla prova del celamento della gravidanza Cassazione civile , sez. I, sentenza 06.06.2009 n° 15088 (Cesira Cruciani) Commenta | Stampa | Segnala | Condividi La Suprema Corte nella sentenza 6 giugno 2008, n. 15088, sez. I civile, in tema di disconoscimento della paternità proposta ai sensi dell'art. 235, comma 1, n. 3, c.c. per celamento della gravidanza, ha osservato che il subordinare l'accesso alle prove tecniche (test ematologico e genetico) la previa prova dell'adulterio è da ritenersi irragionevole ed impedisce altresì la tutela dei diritti fondamentali attinenti lo status e l'identità biologica. La Corte ha richiamato la sentenza della Corte Costituzionale 6 luglio 2006, n. 266, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 235 c.c., nella parte in cui, ai fini dell'azione di disconoscimento della paternità, subordina l'esame delle prove tecniche, alla previa dimostrazione dell'adulterio. L’indagine sul verificarsi dell’adulterio era preliminare rispetto a quella sulla sussistenza o meno del rapporto procreativo, con la conseguenza che la prova genetica o ematologia, anche se espletata contemporaneamente alla prova dell’adulterio, poteva essere esaminata solo subordinatamente al raggiungimento di quest’ultima, e al diverso fine di stabilire il fondamento del merito della domanda; con l’ulteriore conseguenza che, in difetto di prova dell’adulterio, anche in presenza della dimostrazione che il figlio presentava caratteristiche genetiche o del gruppo sanguigno incompatibili con quelle del presunto padre, l’azione di disconoscimento della paternità doveva essere respinta. La conclusione a cui è pervenuta la Corte Costituzionale, per quanto dettata con riferimento all’adulterio, deve applicarsi anche alla fattispecie del celamento della gravidanza, disciplinata negli stessi termini dall’art. 235, comma 1, n. 3 c.c., alla luce dell’obbligo dell’interprete, più volte enunciato dalla Corte Costituzionale, di preferire, tra le plurime interpretazioni possibili di un testo di legge, quella costituzionalmente orientata. Nel caso in esame la Corte di merito ha ritenuto che il ricorrente non avesse dato la prova del celamento della gravidanza prima della celebrazione del matrimonio, avrebbe dovuto invece dare ingresso alla prova ematologia e genetica dedotta dal ricorrente, sicuramente rilevante per accertare il fondamento della domanda ed il ricorso alla quale, non era certamente precluso. (Altalex, 14 aprile 2009. Nota di Cesira Cruciani) Famiglia e successioni | Filiazione SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE I CIVILE Sentenza 5 maggio - 6 giugno 2008, n. 15088 Massima e Testo Integrale Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Turchia/ Maxi retata nell'Est del Paese tra militanti del (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Istanbul, 14 apr. (Apcom-Nuova Europa) - È scattata questa mattina all'alba una massiccia operazione contro i militanti curdi del Pkk, che ha visto finire in manette oltre 50 persone nell'est del Paese a maggioranza curda, soprattutto a Diyarbakir. Le operazioni sono state coordinate dalla Procura di Diyarbakir. Fra i fermati ci sono anche alcuni dirigenti del Dtp, il Partito curdo per la società democratica che di recente si è imposto alle elezioni locali proprio in questa parte del Paese e che viene sesso accusato di avere contatti diretti con il Pkk. I nomi più eccellenti dell'operazione di questa mattina sono: Kamuran Yuksek, Bayram Altun e Selma Irmak, tutti e tre con la qualifica di vice-segretario del Partito. Fra i fermati anche Seracettin Irmak, uno degli avvocati di Abdullah Ocalan, fondatore del Pkk e attualmente detenuto nel carcere sull'isola di Imrali. In questo momento il Dtp è sotto processo da parte della Corte Costituzionale che deve decidere se accogliere le accuse della procura di Ankara e farlo chiudere per attività volte a distruggere l'unità nazionale.

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Moldova/ Partiti opposizione non partecipano a nuovo (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 14 apr. (Apcom-Nuova Europa) - I tre partiti d'opposizione moldavi non parteciperanno alle procedure di ricomputo dei voti delle legislative dello scorso 5 aprile, ma si concentreranno invece sull'esame delle liste elettorali, dove ci sono stati brogli, ha dichiarato a Interfax il portavoce di Nostra Moldova, Viktor Osipov. "Per noi non c'è alcuna ragione per partecipare a questa procedura - ha detto, facendo riferimento al nuovo conteggio delle schede che si svolgerà domani - Il leader dei Comunisti si è presentato con questa iniziativa per distogliere l'attenzione dalle reali manovre elettorali, che si sono svolte quando sono state preparate le liste degli aventi diritto. Per questo motivo ci concentreremo sull'esame di queste liste e non parteciperemo al nuovo conteggio". L'annuncio ufficiale sarà dato dai tre partiti alle 11,00 ora italiana, ha aggiunto Osipov, che assieme ai Liberali e ai Liberal-Democratici contestano i primi risultati del voto di inizio aprile. Domenica la Corte Costituzionale moldava ha dato il via libera al nuovo computo chiesto dal presidente Voronin. La settimana scorsa l'opposizione era scesa in piazza denunciando brogli nelle legislative che hanno dato la maggioranza dei voti ai Comunisti.

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La Slovenia ordina: troppi orsi, uccidete 75 di JJ3 (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Animali Dopo il clamore per l'abbattimento in Svizzera di un esemplare La Slovenia ordina: troppi orsi, uccidete 75 «fratelli» di JJ3 Rivolta del Wwf: lasciateli emigrare altrove MILANO Giusto un anno fa, un orso irrequieto e affamato, JJ3 (107 chili, consumatore vorace non solo di cervi dilaniati ma anche di alimenti trovati, a valle, rovistando nei bidoni della spazzatura), fu abbattuto, con un ordine legale, in un bosco di abeti e di larici, a Thusis, nel cuore del Canton dei Grigioni. E fu polemica a suon di commenti indignati delle associazioni eco-animaliste, nel nostro Paese, da dove l'orso bruno era partito per l'ultimo viaggio, cominciato dal parco trentino dell'Adamello Brenta e tragicamente terminato in Svizzera. È inevitabile richiamare quel fatto che suscitò clamore per la morte indotta di un unico esemplare, allorché dalla Slovenia giunge la notizia che dà conto di una decisione (presa negli stessi giorni, che sarà portata a compimento nel 2009) del locale ministero dell'Ambiente di licenza di abbattimento di ben 75 orsi bruni «fratelli» di JJ3 (per inciso, la stessa ordinanza prevede l'eliminazione di 10 lupi, specie protetta dal '93, su un totale di circa 70 stanziali). «Se, in seguito a una vivace controversia, non fosse intervenuta la Corte Costituzionale a richiamare la Direttiva europea 92/43 "Habitat", la strage di orsi sarebbe stata ancora più vasta puntualizza Massimiliano Rocco, responsabile per l'Italia del programma specie Wwf i cacciatori ne avrebbero ucciso almeno un centinaio. Quota eccessiva rispetto alla popolazione degli orsi». La Slovenia spietata (dove alcuni chef, su richiesta, cucinano anche la carne dell'orso), in verità, ha diminuito progressivamente gli abbattimenti. Che, secondo i protezionisti, risultano comunque troppi. E qui entra in ballo il gioco delle cifre: da quel che si intuisce, il governo fornisce numeri al rialzo («adesso parla di una presenza di 440/490 esemplari, ma si arrivò a sostenere che fossero 750», dice Rocco), mentre gli ecologisti/animalisti tendono al ribasso. Ancora: uno dei motivi della dichiarata necessità di decimazione degli orsi riguarderebbe il loro habitat concentrato in un'area ristretta: una zona a sud est della Slovenia (confinante con la Croazia) più piccola della Corsica. E sì che, ogni anno, 25 di loro muoiono secondo le stesse stime governative slovene a causa di incidenti d'auto e di treno. La caccia all'orso, infine, sarebbe giustificata dai danni inferti all'agricoltura: nel 2008, quantificabili in 450.000 euro. Argomentazioni fuorvianti insiste il Wwf . Buona parte degli orsi abbattuti, con la scusa dell'alta concentrazione, in realtà si sposterebbero in altri luoghi, se fosse loro permesso. Rocco suggerisce la pianificazione territoriale e vedrebbe bene un nuovo insediamento di orsi bruni nell'area di Tarvisio, su tre confini: Slovenia, Austria, Italia. Ma come si concilia la protezione con la potenziale pericolosità degli orsi anche per l'uomo? Risponde il responsabile del Wwf: «In Slovenia, l'unico caso di aggressione umana recente si è verificato, a causa di un incauto avvicinamento ai cuccioli. Così, è scattato da parte dell'orso l'istinto di difesa. In Italia, invece, sono decenni che non si registrano episodi analoghi». Nel nostro Paese, vi sono due gruppi stabili di popolazione: uno insediato sulle Alpi trentine, con circa 25/30 esemplari, il secondo sull'Appennino abruzzese con 40/45. «Essi rappresentano una ricchezza faunistica, non un pericolo spiega Rocco . Non solo. Offrono un appeal turistico interessante e alimentano un indotto produttivo utile e fantasioso. Mi riferisco, ad esempio, a certi cibi come il pane dell'orso, il dolce dell'orso, il miele dell'orso, che vengono venduti nelle zone di richiamo». «A proposito di paventati danni all'agricoltura conclude si possono evitare con la prevenzione. Penso alle recinzioni elettrificate ed ai sistemi di allevamento consapevoli. Che tengano conto cioè della presenza di possibili predatori». Marisa Fumagalli stampa |

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TURCHIA/ MAXI RETATA NELL'EST DEL PAESE TRA MILITANTI DEL PKK (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Turchia/ Maxi retata nell'Est del Paese tra militanti del Pkk di Apcom In manette anche dirigenti del partito curdo -->Istanbul, 14 apr. (Apcom-Nuova Europa) - È scattata questa mattina all'alba una massiccia operazione contro i militanti curdi del Pkk, che ha visto finire in manette oltre 50 persone nell'est del Paese a maggioranza curda, soprattutto a Diyarbakir. Le operazioni sono state coordinate dalla Procura di Diyarbakir. Fra i fermati ci sono anche alcuni dirigenti del Dtp, il Partito curdo per la società democratica che di recente si è imposto alle elezioni locali proprio in questa parte del Paese e che viene sesso accusato di avere contatti diretti con il Pkk. I nomi più eccellenti dell'operazione di questa mattina sono: Kamuran Yuksek, Bayram Altun e Selma Irmak, tutti e tre con la qualifica di vice-segretario del Partito. Fra i fermati anche Seracettin Irmak, uno degli avvocati di Abdullah Ocalan, fondatore del Pkk e attualmente detenuto nel carcere sull'isola di Imrali. In questo momento il Dtp è sotto processo da parte della Corte Costituzionale che deve decidere se accogliere le accuse della procura di Ankara e farlo chiudere per attività volte a distruggere l'unità nazionale.

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MOLDOVA/ PARTITI OPPOSIZIONE NON PARTECIPANO A NUOVO CONTEGGIO (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Moldova/ Partiti opposizione non partecipano a nuovo conteggio di Apcom Oggi alle 11 l'annuncio ufficiale dell'opposizione -->Roma, 14 apr. (Apcom-Nuova Europa) - I tre partiti d'opposizione moldavi non parteciperanno alle procedure di ricomputo dei voti delle legislative dello scorso 5 aprile, ma si concentreranno invece sull'esame delle liste elettorali, dove ci sono stati brogli, ha dichiarato a Interfax il portavoce di Nostra Moldova, Viktor Osipov. "Per noi non c'è alcuna ragione per partecipare a questa procedura - ha detto, facendo riferimento al nuovo conteggio delle schede che si svolgerà domani - Il leader dei Comunisti si è presentato con questa iniziativa per distogliere l'attenzione dalle reali manovre elettorali, che si sono svolte quando sono state preparate le liste degli aventi diritto. Per questo motivo ci concentreremo sull'esame di queste liste e non parteciperemo al nuovo conteggio". L'annuncio ufficiale sarà dato dai tre partiti alle 11,00 ora italiana, ha aggiunto Osipov, che assieme ai Liberali e ai Liberal-Democratici contestano i primi risultati del voto di inizio aprile. Domenica la Corte Costituzionale moldava ha dato il via libera al nuovo computo chiesto dal presidente Voronin. La settimana scorsa l'opposizione era scesa in piazza denunciando brogli nelle legislative che hanno dato la maggioranza dei voti ai Comunisti.

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Revisione degli studi di settore nel "privato" (sezione: Giustizia)

( da "Napoli.com" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

14/4/2009 Revisione degli studi di settore nel “privato” di Antonio Salvatore Gli studi di settore, istituiti con il Decreto Legge 30 agosto 1993 n. 331 - convertito con modificazioni dalla Legge 29 ottobre 1993 n. 427 - allo scopo di contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale, hanno investito in modo incisivo, sin dal 2001, il comparto della sanità, attraverso la rilevazione delle caratteristiche strutturali di professionisti, studi ed imprese e, conseguentemente, individuandone le condizioni presuntive di redditività. Strumenti matematico-statistici che, individuando indici di congruità e coerenza per singole attività economiche, in base alla loro collocazione territoriale e al ciclo macroeconomico,  e cogliendo le peculiarità di chi opera a vario titolo nel sistema salute, determinano soglie di redditività minima da assoggettare a tassazione. La crisi finanziaria ed economica che ha investito tutti i settori della nostra economia e, tra essi anche la sanità, ha, tuttavia, messo a dura prova la capacità degli studi di settore di rappresentare in modo corretto le singole realtà imprenditoriali. Difficoltà che, prevalentemente, sono correlate alla poca flessibilità di tali strumenti presuntivi ad omogeneizzarsi alle conseguenze di una congiuntura negativa. Per tali ragioni, il Decreto Legge 29 novembre 2008 n. 185, noto anche come Decreto anti crisi, convertito nella Legge n. 2 del 28 gennaio 2009, ha previsto la revisione straordinaria degli studi di settore – tra cui quelli afferenti il comparto della sanità – applicabili per il 2008 e 2009, al fine di tener conto della congiuntura negativa che ha interessato la nostra economia. La Commissione di esperti del Ministero dell’Economia, istituita ai sensi dell’articolo 10, comma 7, della Legge 8 maggio 1998 n. 146, nella riunione del 2 aprile scorso, ha, infatti, individuato i primi interventi di correzione per adeguare gli studi alla situazione economica attuale; circostanza già prevista nella riunione straordinaria del 6 novembre 2008, allorquando la stessa Commissione decise di attivare un processo di monitoraggio della crisi finalizzato ad un intervento di revisione e correzione degli studi di settore. Un’analisi completa e approfondita, in ordine alla capacità di tale strumento di fotografare la redditività delle attività economiche sanitarie, sarà possibile, tuttavia, soltanto con le dichiarazioni per l’esercizio 2008. Nonostante ciò, sono scattati già i primi provvedimenti in favore dei contribuenti. Grazie all’aggiornamento del software Gerico, ritarato sulla base dei dati elaborati, ciascun soggetto fiscale, potrà verificare la propria posizione in termini di normalità e congruità e, qualora lo ritenga opportuno, adeguarsi ai risultati dello studio in sede di dichiarazione. Nel documento approvato dalla Commissione è stato più volte ribadito, inoltre, che se il contribuente – azienda e/o professionista - non si riconoscerà nel risultato ottenuto con l’applicazione dello studio, non dovrà adeguarsi e, anzi, potrà dare ragione del mancato adeguamento nell’apposito spazio per le annotazioni. Anche sul fronte dell’accertamento, relativamente ai periodi di imposta 2008 – 2009, l’amministrazione finanziaria dovrà tenere conto di altri elementi in grado di rafforzare la pretesa tributaria, segnalando particolare prudenza nelle situazioni in cui gli scostamenti saranno di lieve entità.   Sul versante del comparto della sanità privata accreditata gli interventi non sono di poco conto, atteso che gli indicatori di congruità e normalità, posti a base della capacità contributiva delle aziende che operano in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale, sono particolarmente significativi.   Basti pensare che, al fine di conseguire lo status di “soggetto accreditato”, aziende e professionisti che operano in Campania, hanno, nel biennio 2007-2008, effettuato ingenti investimenti volti a potenziare i loro fattori di produzione, ovvero “attrezzature, impiantistica, personale, etc” che, tuttavia, pesano, come macigni, ai fini della redditività presuntiva.   Giova evidenziare, infatti, che “l’indice di coerenza”, afferente gli studi del comparto sanità, è correlato alla resa del capitale che, come noto, è dato dal rapporto tra le prestazioni fatturate ed il valore dei beni strumentali.   Orbene, in presenza di tetti di spesa che incidono negativamente sui volumi di fatturato delle aziende e dei professionisti del comparto, e di ingenti investimenti in beni strumentali, necessari per superare la prova dell’accreditamento istituzionale, qualora non si fosse intervenuti sugli studi, sarebbe stato, per le aziende del comparto, una vera ecatombe.   Nell’ultimo quinquennio, invero, in Campania vi è stata una intensa attività normativa che ha prodotto, per le aziende e i professionisti del comparto, più vincoli che opportunità.   Infatti, a fronte di vincoli normativi sempre più stringenti in ordine ai “coefficienti tecnici”, necessari per erogare prestazioni per conto del Servizio Sanitario Regionale, vi è stata una riduzione sempre maggiore di volumi di prestazioni potenzialmente erogabili e di correlati volumi di fatturato.   La recente Sentenza n. 94 della Corte Costituzionale del 1 aprile 2009, in ordine al comma 796, lettera o) dell’art. 1 Legge 296/06, per altro, ha rappresentato per le aziende sanitarie private, la ciliegina sulla torta.   Lo sconto delle tariffe di laboratorio del 20 per cento, e di quelle specialistiche del 2 per cento - allorquando le stesse sono ferme al 1998 -  oltre che costituire un grave pregiudizio per la stessa sopravvivenza delle aziende del sistema salute, determina – di fatto - la inattendibilità di qualsivoglia strumento presuntivo matematico-statistico.   Tetti di spesa, beni strumentali, capacità operative massime (COM), fattori di produzione, costituiscono un mix che difficilmente consente di rinvenire negli studi di settore, per come concepiti, adeguati margini di attendibilità.   La loro revisione straordinaria, pertanto, consentirà, da un lato, di fotografare una situazione economica di settore fortemente mutata, dall’altro, eviterà il proliferare di inutili quanto costosi contenziosi.

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Camera/ Da inizio legislatura Aula riunita per 900 ore (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 14 apr. (Apcom) - Dall'inizio della legislatura al 9 aprile 2009, l'Assemblea della Camera ha tenuto 161 sedute, per un totale di 898 ore e 58 minuti. Le sedute delle Commissioni sono state complessivamente 3.455, per un totale di 1.996 ore e 25 minuti. Il numero di decreti-legge presentati dal Governo alle Camere è pari a 34, cui vanno aggiunti i 5 decreti-legge emanati alla fine della legislatura precedente dal Governo Prodi e convertiti in legge in questa legislatura. Le leggi approvate sono state complessivamente 62, di cui: 32 di conversione di decreti-legge, 4 di bilancio, 1 legge collegata alla manovra finanziaria, 21 ratifiche, 4 ordinarie (di cui tre di iniziativa parlamentare, 2 delle quali approvate in sede legislativa). Per 11 volte, infine, il Governo ha posto la fiducia, sempre su decreti legge. In particolare, le ore di seduta dell'Assemblea per attività legislativa sono state 632 e 6 minuti, le ore di seduta per attività di indirizzo e di controllo 167 e 35 minuti, le ore di seduta per altre attività (esame di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni, procedimenti elettivi, ecc.) 99 e 17 minuti. Sono stati deliberati dall'Assemblea 66 progetti di legge, di cui 33 disegni di legge di conversione di decreti-legge e 32 altri disegni di legge di iniziativa governativa. L'Assemblea ha deliberato su una proposta di legge di iniziativa parlamentare. Sono stati presentati 17.144 emendamenti ai progetti di legge in calendario, 2.603 ordini del giorno e 31 tra questioni pregiudiziali e sospensive. La Conferenza dei presidenti di gruppo ha tenuto 61 riunioni; sono stati predisposti 5 programmi (e 13 modifiche) e 10 calendari (più 26 modifiche). Quanto agli atti di sindacato ispettivo, sono state presentate 362 interpellanze (di cui 210 concluse, pari ad una percentuale del 58,01%), 482 interrogazioni a risposta orale (di cui 232 concluse, pari ad una percentuale del 48,13%) e 2.797 interrogazioni a risposta scritta (di cui 708 concluse, pari ad una percentuale del 25,31%). Le interrogazioni a risposta immediata presentate e svolte sono state 184. Per quanto riguarda le mozioni e le risoluzioni in Assemblea, i dati sono i seguenti: sono state presentate 148 mozioni (di cui 97 concluse, pari ad una percentuale del 65,54%) e 16 risoluzioni, tutte concluse. Si sono svolte 16 informative urgenti e 2 comunicazioni all'Assemblea del Governo. Infine, il Parlamento in seduta comune si è riunito 7 volte per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (è stato eletto al sesto scrutinio l'avv. prof. Giuseppe Frigo). (segue)

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CAMERA/ DA INIZIO LEGISLATURA AULA RIUNITA PER 900 ORE (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Camera/ Da inizio legislatura Aula riunita per 900 ore di Apcom A Montecitorio approvate 62 leggi, 32 sono decreti e 21 ratifiche -->Roma, 14 apr. (Apcom) - Dall'inizio della legislatura al 9 aprile 2009, l'Assemblea della Camera ha tenuto 161 sedute, per un totale di 898 ore e 58 minuti. Le sedute delle Commissioni sono state complessivamente 3.455, per un totale di 1.996 ore e 25 minuti. Il numero di decreti-legge presentati dal Governo alle Camere è pari a 34, cui vanno aggiunti i 5 decreti-legge emanati alla fine della legislatura precedente dal Governo Prodi e convertiti in legge in questa legislatura. Le leggi approvate sono state complessivamente 62, di cui: 32 di conversione di decreti-legge, 4 di bilancio, 1 legge collegata alla manovra finanziaria, 21 ratifiche, 4 ordinarie (di cui tre di iniziativa parlamentare, 2 delle quali approvate in sede legislativa). Per 11 volte, infine, il Governo ha posto la fiducia, sempre su decreti legge. In particolare, le ore di seduta dell'Assemblea per attività legislativa sono state 632 e 6 minuti, le ore di seduta per attività di indirizzo e di controllo 167 e 35 minuti, le ore di seduta per altre attività (esame di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni, procedimenti elettivi, ecc.) 99 e 17 minuti. Sono stati deliberati dall'Assemblea 66 progetti di legge, di cui 33 disegni di legge di conversione di decreti-legge e 32 altri disegni di legge di iniziativa governativa. L'Assemblea ha deliberato su una proposta di legge di iniziativa parlamentare. Sono stati presentati 17.144 emendamenti ai progetti di legge in calendario, 2.603 ordini del giorno e 31 tra questioni pregiudiziali e sospensive. La Conferenza dei presidenti di gruppo ha tenuto 61 riunioni; sono stati predisposti 5 programmi (e 13 modifiche) e 10 calendari (più 26 modifiche). Quanto agli atti di sindacato ispettivo, sono state presentate 362 interpellanze (di cui 210 concluse, pari ad una percentuale del 58,01%), 482 interrogazioni a risposta orale (di cui 232 concluse, pari ad una percentuale del 48,13%) e 2.797 interrogazioni a risposta scritta (di cui 708 concluse, pari ad una percentuale del 25,31%). Le interrogazioni a risposta immediata presentate e svolte sono state 184. Per quanto riguarda le mozioni e le risoluzioni in Assemblea, i dati sono i seguenti: sono state presentate 148 mozioni (di cui 97 concluse, pari ad una percentuale del 65,54%) e 16 risoluzioni, tutte concluse. Si sono svolte 16 informative urgenti e 2 comunicazioni all'Assemblea del Governo. Infine, il Parlamento in seduta comune si è riunito 7 volte per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale (è stato eletto al sesto scrutinio l'avv. prof. Giuseppe Frigo). (segue)

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IL 29 MARZO 2009 IN TURCHIA SI SONO TENUTE LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE, IL CUI ESITO è STATO FAV... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il 29 marzo 2009 in Turchia si sono tenute le elezioni amministrative, il cui esito è stato favorevole all'Akp, il partito al governo dal 2002, che però, per la prima volta, ha dovuto registrare un netto regresso. Qualche dato: nelle precedenti amministrative del 2004 aveva raccolto il 42% dei consensi, e addirittura il 47% alle politiche del 2007; questa volta invece ci si è fermati al 39%. La causa principale della flessione è da rintracciare nel non aver capito, da parte della leadership, l'impatto che la crisi mondiale avrebbe avuto sul Paese. Le conseguenze sul piano occupazionale sono state rilevanti e il governo centrale, impreparato, non ha saputo reagire con misure adeguate. Detto ciò, è opportuno analizzare anche altri fattori che hanno condizionato il voto, a partire da ciò che è accaduto in Turchia dal 30 luglio 2008. In quella data la Corte costituzionale ha assolto, con una strettissima maggioranza, l'Akp dall'accusa di violazione della laicità dello Stato per il tentativo di eliminare il divieto di indossare il velo nei luoghi pubblici. Il verdetto favorevole avrebbe dovuto far capire, alla dirigenza dell'Akp, che la moderazione e il rispetto delle regole costituzionali sono elementi fondamentali per governare. Alcune vicende successive, interne e internazionali, hanno evidenziato che la lezione non è stata compresa fino in fondo. Iniziamo da quella interna più rilevante. Nel settembre del 2008, i quotidiani (Hurriyet, Milliyet ecc.) controllati da Aydin Dogan, maggiore editore del paese, hanno denunciato una vicenda di finanziamenti illeciti che prende l'avvio in Germania e che gira intorno a una società benefica turca accusata di aver convogliato buona parte della cospicua cifra raccolta, in vari Paesi, nelle tasche di un alto funzionario dell'Akp per finanziare un canale televisivo islamico e l'Islam politico in generale. Lo scandalo che segue è enorme e tra Erdogan e Dogan è «guerra» senza esclusione di colpi. Il primo, dimenticando di essere primo ministro di uno stato democratico, arriva a invitare dirigenti e militanti del proprio partito a boicottare le pubblicazioni del Dogan Group; il secondo si difende appellandosi alla libertà di stampa. I toni diventano ancora più aspri quando la magistratura tedesca invia ai colleghi turchi i fascicoli processuali. A quel punto il governo, attraverso il ministero del Tesoro, notifica al Dogan Group una maximulta da mezzo miliardo di dollari per un presunto illecito fatto relativamente ad una cessione di quote effettuata nel 2006. Ora il tutto è in mano alla magistratura. Anche in ambito internazionale c'è qualcosa da rilevare. La causa scatenante è stata l'operazione «Piombo fuso» a Gaza, che non è proprio stata digerita da Erdogan. Quando qualche settimana dopo, a Davos, ha incontrato Shimon Peres in un pubblico incontro, gli ha inveito contro per la vicenda di Gaza in modo inqualificabile. Il suo comportamento ha creato sconcerto e le critiche più dure le ha ricevute dalla libera stampa laica del suo Paese, Hurriyet in testa, che gli ha ricordato, tra l'altro, che la politica non si fa urlando e certi comportamenti sono inammissibili. In ogni caso, gli israeliani, seppur risentiti, hanno minimizzato e l'incidente è rientrato. Concludo con lo status quo delle trattative in atto per l'ammissione della Turchia nell'U.E. Le questioni più spinose («genocidio» armeno; questione curda e cipriota) sembra che si stiano indirizzando in percorsi virtuosi e anche nell'ambito dei diritti civili si stanno facendo dei lenti passi in avanti. In ogni caso credo che il destino della Turchia sia di essere sempre più l'imprescindibile e insostituibile centro di raccordo delle molteplici relazioni tra Occidente ed Oriente. Francesco Villano - NAPOLI

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Rete idrica colabrodo, paga il cittadino (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Rete idrica colabrodo, paga il cittadino Buona parte dell'acqua dispersa a causa dei tubi rotti. E intanto arrivano bollette rincarate Martedì 14 Aprile 2009, Mogliano Più salate del previsto. Sono le ultime bollette trasmesse alle circa 11 mila utenze dell'acquedotto pubblico di Mogliano. La multutility veneziana Veritas (che ha assorbito l'ex municipalizzata moglianese Spim) un mese fa aveva chiesto all'autorità d'ambito (l'Ato Laguna) un aumento del 7% sulle tariffe. Un ritocco verso l'alto giustificato dai maggiori costi di gestione affrontati da Veritas nella gestione 2008. Infuriati i cittadini che dovranno pagare ben oltre il presto 7% di aumento. «L'ultima bolletta - dice il pensionato Oliviero Bertoncello - è quasi raddoppianta. Allo sportello di Veritas mi hanno detto che potrebbe trattarsi di un errore dovuto alla nuova bollettazione centralizzata dei servizi idrici interprovinciali (Venezia, Miranese, Chioggia, oltre ad alcuni comuni della Marca tra cui Mogliano e Preganziol, ndr) e che verrà fatta una verifica sui reali consumi dell'acqua». Non è questo il solo inconveniente legato al passaggio di Spim alla Veritas. Alle fine del 2008 erano scoppiate le polemiche sul pagamento della tariffa di depurazione. Tariffa che viene calcolata in base ai consumi a carico delle unità abitative, o attività commerciali e produttive, allacciate al depuratore fognario. Molti cittadini si erano rivolti all'ufficio di via Pia della Veritas per chiedere la sospensione della tariffa di depurazione sulla base della recente sentenza della Corte Costituzionale. Sentenza con la quale è stato stabilito che i cittadini non sono tenuti a pagare in caso di mancato collegamento della fognatura agli impianti di depurazione. Molti utenti ritengono non essere allacciati al depuratore, come i residenti del quartiere Bacareto dove il sistema fognario continua a dare problemi. La verifica effettuata dai tecnici di Veritas ha permesso di stabilire che l'intero sistema fognario esistente del territorio moglianese (che si estende su oltre 46 chilometri quadrati) è allacciato all'impianto di depurazione. Nelle zone dove la rete fognaria non funziona come dovrebbe sono previsti interventi di ripristino. La gente chiede anche la verifica della tenuta delle vecchie tubature dell'acquedotto cittadino che si estende per circa 150 chilometri. Le perdite sono calcolate nell'ordine del 20-25%. Il piano di graduale sostituzione delle vecchie tubature ha ripreso vigore dopo l'incidente dell'26 ottobre 2008, quando circa diecimila famiglie moglianesei sono rimaste due giorni senza fornitura idrica a causa del cedimento della condotta centrale di via De Gasperi che serve interi quartieri cittadini e alcune zone periferiche. Un'altra questione che sta molto a cuore all'utenza riguarda il pagamento dilazionato le bollette. Infatti, sono sempre più numerosi i cittadini che chiedono di pagare in più soluzioni il consumo annuale dell'acqua. Nello Duprè

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Roma Settimana decisiva per decidere sull'election day e cioè l'accorpamento di tutte le co... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Martedì 14 Aprile 2009, Roma Settimana decisiva per decidere sull'election day e cioè l'accorpamento di tutte le consultazione elettorali (amministrative, europee e referendum) sabato 6 e domenica 7 giugno. Calendario alla mano il governo ha tempo fino al 16 aprile per indire i comizi elettorali. La legge stabilisce infatti un minimo di cinquanta giorni per la campagna elettorale fino ad un massimo di 70. E, numeri alla mano, i cinquanta giorni dalla elezioni del 6 e 7 giugno scadono proprio giovedì 16 aprile. Un'ipotesi però per cui servirebbe un intervento ad hoc del governo. La legge 352 del 1970 sull'indizione dei referendum parla chiaro: l'articolo 34 stabilisce infatti che «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». ELECTION DAY - Favorevole alla richiesta di accorpare le diverse tornate elettorali è innanzitutto l'opposizione così come lo stesso comitato referendario. L'ipotesi porterebbe, secondo l'opposizione, ad un risparmio di 400 milioni di euro da destinare all'emergenza terremoto. Un no secco arriva dalla Lega Nord, contraria all'accorpamento. REFERENDUM 21 GIUGNO - È questa la possibile mediazione tra il Pdl e la Lega. Si tratta di un "mini accorpamento" perché la data del referendum andrebbe a coincidere con il secondo turno dei ballottaggi per le elezioni amministrative. REFERENDUM 14 GIUGNO - È la data prevista per il voto nel caso in cui il governo dovesse emanare il decreto nei termini stabiliti. Per gli elettori il rischio è però di dover andare a votare per tre domeniche di seguito: il 7 giugno per il primo turno delle amministrative e per le elezioni europee; il 14 giugno per la consultazione referendaria e il 21 giugno per gli eventuali ballottaggi.

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Galgano: (sezione: Giustizia)

( da "Campaniapress" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Aprile 14th, 2009 Galgano: «A Napoli ci sono pm che perseguono interessi personali» (Corrriere del Mezzogiorno) - Vincenzo Galgano, procura tore generale, il magistrato che deve vigi lare sui pm. Che accade in Procura? «Ci avviciniamo alle elezioni, e questo rende ahimé inevitabili stimolazioni per ac quisire una visibilità che altrimenti non ci sarebbe». Queste «stimolazioni» hanno inciso an che sullo strappo tra il procuratore Gio vandomenico Lepore e i sostituti che gli hanno contestato l'«inopportunità» della partecipazione all'inaugurazione del ter movalorizzatore di Acerra? «Beh, è difficile comprendere questo cli ma troppo reattivo ed ipersensibile che ha caratterizzato larga fascia dei pm. Io, franca mente, non riesco a intravedere alcun ele mento di disvalore nella condotta del pro curatore ». Dicono che doveva replicare alle criti che del premier. «Ma andiamo, cosa doveva fare? Il capo del Governo è padrone di fare le esternazio ni che ritiene, e oltretutto il lodo Alfano lo mette al riparo da qualsiasi conseguenza giudiziaria. È inutile star qui a discettare di faccende che non hanno alcun significato pratico». Oddìo, per i pm proprio inutile non è. Sostengono che così si «delegittimano» i titolari dell'inchiesta e, più in generale, l'ufficio di Procura. Lei da che parte sta? «È vero che chi esercita la funzione inqui rente è destinatario di una serie di pressio ni, ma è vero anche che i pm dovrebbero imparare a lavorare in silenzio». Vincenzo Galgano, procuratore generale, è la più alta carica della magistratura inqui rente del distretto. Lo «strappo» in Procura è vicenda che l'ha interessato direttamente, «perché sarei dovuto intervenire immedia tamente se fosse emerso qualche comporta mento non corretto da parte del procurato re della Repubblica». Comportamenti non corretti, invece, «non ce ne sono stati». E allora perché quella reazione di certi pm che il Pg di Napoli definisce «troppo reatti va »?Perché quell'assemblea convocata in fretta e furia? Perché le critiche al capo esternate (anche) a mezzo stampa? Colpa delle «effervescenze elettorali», accusa Vin cenzo Galgano. E di alcuni magistrati che, all'interno delle correnti della magistratura ormai orfane delle ideologie, «perseguono scopi personali». Iniziamo dal principio. Cominciamo da Giovandomenico Lepore ad Acerra. E da quell'assemblea convocata dai pm per di scutere dei comportamenti del loro capo. «E allora partiamo da un'affermazione molto precisa: non si può attribuire al pro curatore di Napoli qualsiasi responsabilità di alcun genere connessa agli ultimi accadi menti ». Non tutti la pensano come lei. «C'è stata una reazione troppo impegna ta da parte di coloro che hanno ritenuto che il procuratore avesse fatto cose che non do veva fare». Magari hanno ragione loro, non pensa? «Chiariamo subito una cosa: che non ci sia stato alcun elemento di disvalore nella condotta del capo dei pm è affermazione che posso fare a ragion veduta». Perché? «Perché, in forza dei poteri di sorveglian za che mi sono attribuiti, se avessi sospetta to qualcosa sarei intervenuto subito. Avrei dovuto chiedere spiegazioni al procuratore: e, nel caso queste fossero state insoddisfa centi, avrei dovuto far presente ciò alla se zione disciplinare del Csm. Ora, per quanto mi sia attentamente occupato della vicen da, in coscienza non riesco a intravedere al cuna condotta difforme dalle regole da par te di Giovandomenico Lepore». E come si spiega la reazione di alcuni sostituti? «Appare difficile comprendere questa presa di posizione troppo reattiva e ipersen sibile che ha caratterizzato una larga fascia dei pm. Ci sono state diverse reazioni alle esternazioni del presidente del Consiglio: ora, premesso che ciascuno risponde di ciò che dice, cosa avrebbe dovuto fare il procu ratore in quel contesto? Se il premier ritie ne che quella del termovalorizzatore sia un'impresa straordinaria, questo è un pro blema che riguarda lui, non chi lo ascolta». I magistrati lo leggono come un «attac co ». E neppure troppo velato. «La sovraesposizione di chi esercita la funzione inquirente rende i magistrati de stinatari di una serie di pressioni. Ma è anche vero che loro dovrebbero im parare a lavorare in pace e soprat tutto in silenzio. Meno clamore c'è, più si garantisce alla collettivi tà il corretto svolgimento del la voro giudiziario». Insomma, troppo rumore per nulla? «Francamente a me sono sem brate cose non perfettamente ragionevoli. Certo è che lo stes so Consiglio giudiziario, così proclive ad alzare polveroni, al la fine non ha potuto far altro che formulare un parere favore vole alla riconferma del procura tore. È la dimostrazione che quando si scende sul terreno dei fatti non c'è partita, la verità trionfa». Ecco, a proposito del Consiglio giu diziario. Qualcuno le contesta di aver defi nito «irresponsabile» una decisione as sunta dopo un voto democratico. Dica la verità, oggi pensa d'aver esagerato? «No. Essere membri di un organo demo cratico non significa essere esenti da re sponsabilità di qualsiasi genere. Comun que sono certo che, dopo quella polemica, d'ora in poi ci sarà maggior attenzione alle richieste avanzate, alle proposte formulate e alle decisioni assunte». Torniamo alla Procura. Qualcuno parla di «critiche strumentali» al capo dei pm. «Preferisco non dir nulla su questo». Andiamo, almeno un'idea del contesto in cui è maturato lo strappo se la sarà fat ta, no? «Diciamo che si tratta di effervescenze elettorali. Ci avviciniamo al momento della verità per i gruppi associativi, e questo ren de purtroppo inevitabili stimolazioni per ac quisire o conservare una visibilità che altri menti non ci sarebbe». Sospetta un ruolo delle correnti della magistratura? «Questo è un rischio del quale dobbiamo iniziare a essere consapevoli. Non si può ignorare che le ideologie sono venute me no, e che questo fenomeno ha prodotto ef fetti anche sui raggruppamenti di magistra ti associati. La conseguenza è che oggi le correnti sono fatte di persone che perseguo no finalità empiriche, più che ideali. Sono, insomma, associazioni che hanno obiettivi pratici che coincidono con gli interessi par ticolari di alcuni protagonisti della vita as sociativa. I fini possono essere anche otti mi, ma è la maniera per perseguirli che è criticabile». Dice che ci sono pm che fanno attività di lobby? «No, quello è un termine anglosassone che esprime un concetto diverso. Dico che ci sono certi pm, e più in generale certi ma gistrati, che attraverso le correnti di cui fan no parte perseguono scopi concreti che coincidono con interessi personali». Diranno che così non aiuta a fornire al la città un'immagine costruttiva della ma gistratura. «Sono gli effetti di certi comportamenti dei magistrati a disorientare la collettività. L'uomo della strada, ad esempio, non rie sce a rendersi conto del perché ci debbano essere tenzoni così accese tra gruppi di ma gistrati su una vicenda angolare come quel la di Acerra». Insisto, non saranno contenti. Vedrà che commenti nelle mailing list. «Ah, quelle.». Sì, quelle. Perché? «Sono il metodo più sbagliato per forma re la coscienza del magistrato. Si è destina tari di informazioni che hanno la capacità di disorientare, offendere, irritare, indurre a prendere decisioni affrettate. Lì si scrive troppo e si pensa poco, si esternano pensie ri non sufficientemente meditati, si favori scono aggregazioni che possono non esse re sufficientemente responsabili». Suvvìa procuratore generale, la mail og gi la utilizzano tutti. «Sì, ma nella nostra professione per gesti re questo strumento occorre il rigoroso con trollo delle funzioni superiori: pensiero, azione e capacità espressiva. Controllo che purtroppo non tutti i magistrati hanno». L'ultima domanda, in tempi di elezioni europee, è quasi d'obbligo. Come valuta il procuratore generale di Napoli la candida tura dell'ex pm Luigi De Magistris? «Io sono convinto che ognuno deve agi re in modo tale da non dare adito a sospetti di scorrettezza, ma questa è vicenda sulla quale non soffermo il mio pensiero più di tanto. Lui ha esercitato una facoltà, ognuno valuti come crede. Non è il primo. E non sarà l'ultimo, temo». Gianluca Abate Posted in rassegna stampa | This entry was posted on Martedì, Aprile 14th, 2009 and is filed under rassegna stampa. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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Voto Moldavia, opposizione boicotterà riconteggio delle schede (sezione: Giustizia)

( da "Reuters Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CHISINAU (Reuters) - Il partito liberale moldavo all'opposizione, filo-occidentale, ha definito un "trucco" il riconteggio dei voti deciso dopo le controverse elezioni vinte dal partito comunista al governo e ha detto che non parteciperà alla procedura. La Corte Costituzionale ha disposto il riconteggio, previsto per domani, su richiesta del presidente comunista Vladimir Voronin a seguito delle violente proteste scaturite dai risultati elettorali del 5 aprile. I partiti all'opposizione chiedono nuove elezioni e affermano che ci sono stati brogli elettorali. In particolare sostengono che nelle liste degli elettori ci fossero nomi di persone decedute e di moldavi che lavorano all'estero. "Non prenderemo parte al riconteggio. E' un trucco che i comunisti vogliono usare per distogliere l'attenzione dal fatto che hanno imbrogliato", ha detto ad una conferenza stampa Serafim Urecheanu del partito La Nostra Moldavia, uno dei tre gruppi all'opposizione che hanno ottenuto dei seggi. "Non escludiamo che vogliano ottenere il 61esimo seggio di cui hanno bisogno per eleggere il presidente". Vlad Filat del partito Liberal Democratico ha detto che l'opposizione si rivolgerà alla Corte Costituzionale.

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AFGHANISTAN/ MULLEN: CON NUOVI RINFORZI CI SARÀ AUMENTO VIOLENZE (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Afghanistan/ Mullen: con nuovi rinforzi ci sarà aumento violenze di Apcom Csm Usa: ma poi sarà possibile "invertire la tendenza" -->Washington, 14 apr. (Apcom) - L'invio di rinforzi statunitensi in Afghanistan provocherà probabilmente un inasprimento delle violenze nel Paese nel corso dei prossimi 12 mesi: lo ha affermato il Capo degli stati maggiori riuniti americano, ammiraglio Mike Mullen, intervistato dall'emittente televisiva statunitense Abc. Tuttavia, le nuove truppe permetteranno di "iniziare ad invertire la tendenza e portare la sicurezza al popolo afgano, il che è fondamentale così come lo è l'addestramento delle forze di sicurezza afgane", ha continuato Mullen, secondo il quale l'entità dei rinforzi è "adeguata" allo scopo. "Abbiamo bisogno di truppe operative per fornire agli afgani quella sicurezza che loro manca, soprattutto nel sud del Paese, e abbiamo bisogno di soldati per addestrare l'esercito e la polizia afgani, perché possano mantenere tale sicurezza nel lungo periodo: questa è la vera soluzione al problema della sicurezza", ha concluso l'ammiraglio statunitense. L'Amministrazione Obama, nel quadro della nuova strategia per l'Iraq e l'Afghanistan, ha dato il via libera per il trasferimento nel Paese asiatico - promosso teatro principale della guerra al terrorismo - di 21mila effettivi mentre nel prossimo autunno dovrà decidere se autorizzare o meno il dispiegamento di altri 10mila militari. (fonte Afp)

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Ad Alghero il centro di salute mentale aperto 24 ore (sezione: Giustizia)

( da "Sardegna oggi" del 14-04-2009)

Argomenti: Giustizia

martedì, 14 aprile 2009 Ad Alghero il centro di salute mentale aperto 24 ore Sarà attivo da questa sera, in via Enrico Costa ad Alghero, il Centro salute mentale aperto 24 ore. La sua apertura era stata annunciata lo scorso mese di febbraio dal direttore generale, Giovanni Battista Mele, durante il convegno sulla salute mentale organizzato sempre ad Alghero dall’associazione di familiari “Il Labirinto”. Il centro aperto ad Alghero risponde così alle esigenze della popolazione del distretto sanitario servita dal Centro di salute mentale di Alghero, che aveva espresso la necessità di una struttura importante, in grado di offrire un servizio di ospitalità anche nelle ore notturne. -->ALGHERO - Il “Csm a 24 ore”, inserito all’interno dell’edificio (di circa 400 metri quadrati) che ospita il Centro diurno del Dipartimento di salute mentale, dispone di due posti letto ed è in grado di ospitare due pazienti. Le due stanze inoltre dispongono di un bagno in camera. All’interno della struttura poi c’è una infermeria, tre studi medici e una sala cucina. Il Csm a 24 ore è inoltre situato in una zona riservata rispetto al resto del Centro diurno, dove viene svolta appunto l’attività diurna. Il suo inserimento negli stessi locali in cui è attivo il Centro diurno è una garanzia per lo svolgimento di quelle attività che consentono all’utente il recupero della sua identità, della quotidianità e di stabilire valide relazioni interpersonali. Il servizio è garantito nelle ore diurne da tutto il personale in servizio nel Csm (medici psichiatri, infermieri professionali, psicologa); nelle ore notturne (dalle 20 alle 8) e nei giorni festivi è prevista la presenza di un infermiere professionale (considerato il numero di posti letto pari a due) a cui si aggiunge un operatore della portineria. Questa mattina il direttore generale dell’Asl, Giovanni Battista Mele, il direttore sanitario, Marcello Acciaro, accompagnati dai responsabili del Dipartimento di salute mentale, Francesco Ruiu, e del Csm algherese, Anna Paola Tarasconi, hanno effettuato un sopralluogo nella struttura. Tra le sue funzione il Csm a 24 ha quella di garantire il sostegno alla vita quotidiana e la continuità della presa in carico, quindi essere un’alternativa al ricovero ospedaliero in tutte quelle situazioni che non necessitano di ricovero ospedaliero. L’ospitalità nelle 24 ore non è, infatti, rivolta a situazioni di emergenza sanitaria che continueranno, invece, ad essere gestite nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura, reparto ospedaliero del “Santissima Annunziata” di Sassari. A quest’ultimo servizio dovranno continuare a rivolgersi il 118, la guardia medica, il pronto soccorso e i reparti ospedalieri. L’inserimento dei pazienti infine non è consentito nelle ore notturne e nei giorni festivi e viene concordato esclusivamente nelle ore diurne dei giorni feriali. L’ospitalità nelle 24 ore può essere dedicata a ridurre i tempi di degenza ospedaliera e a svolgere una funzione di cuscinetto nei casi in cui il paziente, compensato da un punto di vista clinico, non può essere dimesso perché la famiglia non è ancora pronta ad accoglierlo; oppure ai casi in cui le condizioni cliniche dello stesso paziente in carico al Csm necessitano di una revisione terapeutica in un ambiente protetto, ma non necessariamente ospedaliero; oppure ancora nelle situazioni in cui il disagio sociale del paziente necessiti di affiancamento costante. L’ingresso del paziente in regime “24 ore” avviene su proposta del dirigente aziendale che ha in carico il singolo caso, una volta presi accordi con l’equipe di riferimento, e necessita di autorizzazione del responsabile del Csm. Il progetto d’ingresso, snello e motivato, deve prevedere anche il tempo di permanenza che, comunque, deve essere il più breve possibile. Questa apertura precede quella degli altri due centri di salute mentale a 24 ore prevista entro la fine dell'anno. Il prossimo in ordine di tempo infatti sarà quello di Ozieri, la cui realizzazione si concluderà entro giugno. I locali ristrutturati dal Comune di Ozieri, consentiranno l'attivazione del centro tra ottobre e novembre. A Sassari, infine, i lavori di ristrutturazione della Palazzina Liberty, all'interno del parco di Rizzeddu, che appunto ospiterà il "Csm a 24 ore", è prevista per fine agosto. Seguirà quindi entro dicembre la sua attivazione. E’ stato infine rimandato a domani il sopralluogo congiunto, direttore generale dell’Asl e sindaco di Alghero, a Villa Segni, l’immobile situato in Viale Primo Maggio, proprio di fronte alla spiaggia di Maria Pia ad Alghero, dove sono ospitati diversi utenti del Dipartimento di salute mentale. -->

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I ribelli si ritirano Rientrata l'emergenza (sezione: Giustizia)

( da "City" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

I ribelli si ritirano Rientrata l'emergenza in thailandia Dopo tre giorni di guerriglia urbana e due morti, ieri i leader dei manifestanti si sono consegnati alle forze dell'ordine. BANGKOK - Imprevedibilmente come era iniziata, ieri la rivolta delle "camicie rosse" è finita. Dopo tre giorni di guerriglia urbana e due morti, nella capitale thailandese tutto è ripreso come se niente fosse accaduto. Compresi i tradizionali gavettoni lanciati per festeggiare il Capodanno thai, il Songkran.Guerriglia urbanaLa rivolta contro l'attuale premier Abhisit Vejjajiva (44 anni, al potere da dicembre grazie a una sentenza della Corte costituzionale) era divampata sabato quando un migliaio di sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra (detto "il Berlusconi d'Asia", estromesso dal governo nel 2006, condannato a 3 anni per corruzione e tuttora in esilio - ha anche dovuto vendere la squadra del Manchester City) erano addirittura riusciti a far rinviare una riunione tra il premier cinese Wen Jiabao e i 10 leader dell'Asean (l'associazione delle nazioni del sud-est asiatico). Gli scontri erano continuati e lunedì le forze dell'ordine hanno sparato sui manifestanti causando due morti e un centinaio di feriti.La resaIeri mattina all'improvviso la svolta: i quattro leader della protesta hanno invitato i loro seguaci a tornare a casa e poi si sono consegnati alle autorità. Immediatamente la magistratura ha emesso un mandato d'arresto per Thaksin e 13 suoi "fedeli" per violazione dello stato d'emergenza che proibisce riunioni per motivi politici di più di cinque persone. Tuttavia le "camicie rosse" hanno assicurato: "Non è la fine. Torneremo". City 15 aprile 2009

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Via libera della Slovenia: uccidete gli orsi (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

L'ALLARME Via libera della Slovenia: uccidete gli orsi Per il ministro dell'ambiente si possono abbattere 75 fratelli di Jj1 e Jj3 TRENTO. La Slovenia, la patria degli orsi importati in Trentino nel 1999, ha dato il via libera all'uccisione dei plantigradi. La decisione è stata presa dal ministro per l'ambiente che ha dato licenzia di uccidere 75 «fratelli» di Jj1 (Bruno, ucciso in Germania) e Jj3 (ucciso in aprile in Svizzera). «Se, in seguito a una vivace controversia, non fosse intervenuta la Corte Costituzionale a richiamare la Direttiva europea 92/43 "Habitat", la strage di orsi sarebbe stata ancora più vasta-puntualizza Massimiliano Rocco, responsabile per l'Italia del programma specie Wwf - i cacciatori ne avrebbero ucciso almeno un centinaio. Quota eccessiva rispetto alla popolazione degli orsi». La Slovenia ha diminuito progressivamente gli abbattimenti ma, secondo le associazioni ambientali, sono ancora troppi. E anche in questo caso parte il belletto delle cifre. Secondo il governo gli orsi presenti sul territorio nazionale sarebbero fra le 440 e le 490 unità mentre gli ecologisti tendono al ribasso. Poi uno dei motivi della dichiarata necessità di decimazione degli orsi riguarderebbe il loro habitat concentrato in un'area ristretta: una zona a sud est della Slovenia (confinante con la Croazia) più piccola della Corsica. Ci sarebbe poi il problema dell'agricoltura (aspetto conosciuto anche qui in Trentino). Gli attacchi dei plantigradi, infatti, avrebbero portato a centinaia di migliaia di euro di danni. Il Wwf oltre a dire di no all'abbattimento, propone anche delle soluzioni come quella di prevedere un nuovo insediamento nella area di Tarvisio, ossia in un'area che tocchi i territori italiani, sloveni e croati. Dice ancora Rocco del Wwf sentito dal Corriere della Sera: «In Slovenia l'unico caso di aggressione umana recente si è verificato, a causa di un incauto avvicinamento ai cuccioli. Così, è scattato da parte dell'orso l'istinto di difesa. In Italia, invece, sono decenni che non si registrano episodi analoghi». Oltre al Trentino, in Italia c'è un altro nucleo di orsi ed è in Abruzzo. Come si ricorderà il progetto «Life Ursus» sostenuto dalla Provincia di Trento è entrato nella sua fase operativa nel 1999 con la liberazione dei primi due esemplari: Masun e Kirka. Tra il 2000 e il 2002 sono stati liberati altri 8 animali. E da allora hanno iniziato la loro nuova vita trentina non disdegnando scorribande al di fuori dei confini. Attualmente la popolazione di plantigradi si aggira sui 24 animali e nel solo 2008 sono nati ben otto cuccioli. Tra il 2002 e l'anno scorso in totale ci sono state 16 cucciolate con un totale di 35 orsi. Fra decessi naturali e uccisioni, ci si attesta sui 24 esemplari.

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Coppa Provincia finalissima Resana-S.Gaetano (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 15-04-2009)

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Coppa Provincia finalissima Resana-S.Gaetano VEDELAGO. Finalissima stasera (ore 20,30) per il Trofeo coppa Provincia di Treviso. Lo stadio di Vedelago «A. Bolge», ospiterà l'attesa gara tra Csm Resana e San Gaetano. I club di terza categoria da tempo cercano di ambire alla vittoria perché il vincitore accederà di diritto come quarta classificata ai playoff di categoria: una chance golosa di far il colpaccio. Stando alla classifica del girone (entrambe le formazioni partecipano al campionato di terza divisione Treviso B), Csm sembra la favorita; dall'altra San Gaetano è reduce da importanti vittorie e da un girone di ritorno esaltante. (l.p.)

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Le possibilità di successo della fecondazione in vitro sono sempre maggiori. La recente sentenz... (sezione: Giustizia)

( da "Leggo" del 15-04-2009)

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Le possibilità di successo della fecondazione in vitro sono sempre maggiori. La recente sentenza della Corte Costituzionale ha infatti eliminato il vincolo a formare solo tre embrioni e quindi a fecondare solo tre cellule uovo. «Potranno beneficiare di un numero maggiore di embrioni le donne over 40 anni e quelle che hanno effettuato più tentativi, in cui è dimostrato una minore percentuale di impianto - spiega Ermanno Greco, Direttore Responsabile Medicina della Riproduzione all'European Hospital di Roma - Ci sono poi nuove tecnologie in grado di aumentarne il successo: La selezione degli spermatozoi ad alto ingrandimento (IMSI), che permette la scelta dello spermatozoo migliore; il 'supercongelamento' degli ovociti mediante vetrificazione; la diagnosi preconcepimento, per evitare la trasmissione di malattie genetiche di origine femminile».

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il centro di via costa da ieri aperto 24 ore (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 32 - Sassari Il centro di via Costa da ieri aperto 24 ore ALGHERO. E' attivo da ieri, in via Enrico Costa, il Centro salute mentale aperto 24 ore. Il centro risponde alle esigenze della popolazione del distretto sanitario che aveva espresso la necessità di una struttura importante, in grado di offrire un servizio di ospitalità anche nelle ore notturne e, temporaneamente, si sopperisce alla mancata attivazione del Csm a 24 ore nei locali di via Manzoni, cui sono stati dedicati appositi finanziamenti regionali sul progetto "Accogliere con cura" e accessibili soltanto alle amministrazioni comunali. Il centro dispone di due posti letto con bagno in camera, nella struttura poi c'è una infermeria, tre studi medici e una sala cucina. Il servizio è garantito nelle ore diurne da tutto il personale in servizio nel Csm (medici psichiatri, infermieri professionali, psicologa); nelle ore notturne (dalle 20 alle 8) e nei giorni festivi è prevista la presenza di un infermiere professionale a cui si aggiunge un operatore della portineria. Ieri mattina il direttore generale dell'Asl, Giovanni Battista Mele, il direttore sanitario, Marcello Acciaro, accompagnati dai responsabili del Dipartimento di salute mentale, Francesco Ruiu, e del Csm algherese, Anna Paola Tarasconi, hanno effettuato un sopralluogo nella struttura. Questa apertura precede quella degli altri due centri di salute mentale a 24 ore prevista entro la fine dell'anno. Il prossimo in ordine di tempo infatti sarà quello di Ozieri, la cui realizzazione si concluderà entro giugno. E' stato infine rimandato a oggi il sopralluogo congiunto, direttore generale dell'Asl e sindaco di Alghero, a Villa Segni, l'immobile situato in viale Primo Maggio, proprio di fronte alla spiaggia di Maria Pia, dove sono ospitati diversi utenti del Dipartimento di salute mentale e dove negli ultimi tempi si era presentata l'ipotesi di chiusura. Il rinvio è stato determinato da un improvviso impegno istituzionale del sindaco a Cagliari.

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Sedi disagiate, Venezia come Palermo (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Attualità data: 15/04/2009 - pag: 7 autore: di Roberto Miliacca Il Csm stila l'elenco dei tribunali con forti scoperti d'organico che potranno avvalersi della norma Sedi disagiate, Venezia come Palermo Anche ai pm trasferiti in Veneto il bonus da 2500 per 4 anni Venezia. Lodi, Busto Arsizio e Brescia. Ma anche Trieste e Alba. Città del ricco Nord, dove la giustizia viene amministrata sicuramente meglio che in altre zone di Italia. Eppure, tra qualche giorno, anche le procure di queste città potrebbero rientrare tra quelle dei tribunali cui lo Stato riconoscerà lo status di sedi «disagiate» alla pari di quelle più tristemente noti per essere da sempre in prima linea per la lotta alla criminalità organizzata, come Palermo, Reggio Calabria, Locri o Potenza, tanto per citarne qualcuno. E anche i magistrati che verranno trasferiti a queste sedi «disagiate» del Nord Italia avranno diritto a beneficiare dello stesso bonus di stipendio di 2500 euro per quattro anni, previsto dal decreto legge 143/2008 (convertito in legge 13 novembre 2008, n. 181) per incentivare i giudici a spostarsi sui territori dove si combatte mafia, 'ndrangheta e Sacra corona unita e dove gli organici sono spesso scoperti. Specie nelle procure. Ebbene, il Consiglio superiore della magistratura, adempiendo a quanto previsto dal decreto, ha stilato venerdì scorso l'elenco degli uffici giudiziari requirenti di primo grado d'Italia nei quali si è registrata contemporaneamente la presenza dei due requisiti previsti dal dl 143, e cioè la mancata copertura dei posti da pm messi a concorso nell'ultima pubblicazione e una quota di posti vacanti non inferiore al 20% dell'organico. Il Csm ha individuato 55 sedi di procure che si trovano in queste condizioni, buona parte delle quali nel Mezzogiorno, ma anche nel Nord Italia (nella tabella a fianco l'elenco delle procure lombarde, friulane, venete e piemontesi che hanno scoperture di organico superiori al 20%). E ha messo nero su bianco un elenco, trasmesso al guardasigilli Angelino Alfano, che dovrà ora decidere quali di queste sedi meriteranno di effigiarsi realmente del titolo di sede «disagiata», e quindi godere dell'applicazione della norma sulla maggiorazione di stipendio prevista in favore dei pubblici ministeri. Palazzo dei Marescialli ha trasmesso la lista al guardasigilli a un paio di giorni di distanza dalla dichiarazione di inammissibilità, da parte del presidente della camera, Gianfranco Fini, dell'emendamento del governo al pacchetto sicurezza, che avrebbe consentito al Csm il trasferimento d'ufficio dei magistrati nelle sedi disagiate, anche derogando al divieto di passaggio da funzioni giudicanti a funzioni requirenti e viceversa all'interno di altri distretti della stessa regione.

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Gli incentivi servono, ma occorre anche premiare chi si sacrifica (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Attualità data: 15/04/2009 - pag: 7 autore: Cosimo Maria Ferri Componente del Consiglio Superiore della Magistratura l'intervento Gli incentivi servono, ma occorre anche premiare chi si sacrifica E' da diversi mesi che si parla della scopertura d'organico di molte Procure. Nell'auspicare che il legislatore riveda al più presto la norma contenuta nel dlgs n. 160/06 (quella che impedisce ai «magistrati ordinari in tirocinio», ex uditori giudiziari, di assumere, in prima nomina e sino al raggiungimento della prima valutazione di anzianità, e cioè dopo 4 anni, incarichi di sostituto procuratore), a mio modo di vedere, il Csm, e ritengo anche l'Anm, hanno il dovere di contribuire a trovare soluzioni condivise in applicazione di quelle parti della legge che offrono soluzioni al problema. I benefici economici per i magistrati che, avendone titolo, si rendano disponibili a trasferirsi presso procure “scomode” sono, per esempio, una risposta anche a richieste passate avanzate dallo stesso Csm. Sono state previste, infatti, indennità, per coloro che vengono trasferiti in tali sedi disagiate, sicuramente significative. Bisogna, però, andare oltre, individuando una griglia di misure ulteriori da affiancare a quelle economiche, in grado di garantire l'effettività del risultato auspicato. Ad esempio, si potrebbe per un verso garantire la possibilità di un più proficuo utilizzo della magistratura onoraria requirente e per l'altro prevedere non soltanto agevolazioni economiche oppure corsie preferenziali per i trasferimenti, ma incentivi di carriera per i trasferimenti in senso verticale in relazione sia ai magistrati che garantiscano la copertura di sedi disagiate come per quelli che prestino il consenso alle applicazioni infradistrettuali. Pur essendo “la coperta corta” occorre incentivare le applicazioni infradistrettuali ed extradistrettuali distribuendo il sacrificio dei magistrati, sacrificio che però deve essere premiato dal Csm sia in sede di valutazione di professionalità che del conferimento degli incarichi semidirettivi e direttivi. L'impegno e il sacrificio di chi presta servizio in sedi disagiate, dando la disponibilità ad essere applicato, trasferito, o a permanervi devono essere premiati. I benefici di più rapido avanzamento in carriera non potranno comunque prescindere da una valutazione sull'operato del magistrato, e ciò anche oltre le previsioni che pure sono contenute nelle modifiche normative apportate; tali misure appaiono, infatti, maggiormente idonee (rispetto a quelle di natura soltanto economica) a “stimolare” gli interessati. Deve essere rivista la scelta, relativa ai cosiddetti uffici «a copertura immediata», di prevedere anche un meccanismo di trasferimento d'ufficio, prescindendo dalla disponibilità degli interessati, essendo pur sempre necessario contemperare le esigenze di piena funzionalità degli uffici giudiziari con il rispetto (non solo formale) del principio costituzionale sull'inamovibilità dei magistrati. Inoltre, quel meccanismo produrrebbe, a mio avviso, effetti di tipo numericamente vantaggioso per le sedi in difficoltà soltanto nel breve periodo, perché è evidente che ciascun soggetto potenzialmente in posizione di subire il dettato della norma opererebbe in modo da evitare di rientrare in tale previsione per il futuro. Resta, inoltre, “aperto” il problema di assicurare che l'introduzione di tali incentivi non produca l'effetto di «penalizzare» i magistrati già operanti presso sedi disagiate. Di qui, l'opportunità di valutare se non debba riconoscersi anche a costoro una qualche forma di incentivo, economico e di carriera, in cambio di una rinnovata disponibilità a permanere in tali sedi, eventualmente anche per un periodo maggiore di quello che li legittimerebbe a presentare la domanda di trasferimento. Molte questioni, dunque, restano da definire, ma ciò non toglie che sia necessario, in questa fase, riconoscere al ministro di aver saputo interpretare il carattere d'urgenza del grido d'allarme che gli operatori hanno lanciato. Altrettanto doveroso è, però, sottolineare come i contenuti di questo intervento, pur in parte sono apprezzabili, possano essere meglio calibrati quanto all'individuazione delle migliori soluzioni. A tal proposito, mi preme segnalare come nell'ultimo bando di trasferimento per i posti requirenti numerosi, posti pubblicati relativi a Procure del Sud (Lanusei, Nuoro, Sassari, Tempio Pausania, Caltanissetta, Enna, Gela, Nicosia, Larino, Catania, Ragusa, Castrovillari, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Lamezia Terme, Paola, Rossano, Lanciano, Vibo Valentia, Patti, Barcellona Pozzo di Gotto, Agrigento, Marsala, Palermo, Sciacca, Termini Imerese, Trapani, Melfi, Lagonegro, Potenza, Locri, Palmi ecc.), ma anche del Nord (Brescia, Biella, Casale Monferrato, Busto Arsizio, Lecco. Lodi, Vigevano, Voghera, Acqui Terme, Aosta, Vercelli, Tolmezzo, Trieste, Venezia), sono rimaste scoperte e prive di aspiranti. Un dato positivo deve essere invece essere segnalato a riguardo della Procura di Reggio Calabria dove non solo è stato coperto l'unico posto pubblicato per il quale peraltro c'erano più aspiranti, ma si è anche verificato che un magistrato in servizio presso la Procura di Reggio, e trasferito alla Procura di Velletri, abbia rinunciato al trasferimento per rimanere a Reggio, Così un collega in servizio presso la Procura di Termini Imerese ha rinunciato al trasferimento presso la Procura di Vicenza. Tali segnali devono essere colti positivamente e devono essere, da una parte, il punto di partenza per sensibilizzare e motivare i singoli magistrati, dall'altra per farci prendere piena coscienza della possibilità che la magistratura ha, anche nell'ambito dell'attuale quadro normativo, di trovare soluzioni interne con la grande responsabilizzazione che tutti le riconoscono e che la politica deve rispettare. E' una sfida che abbiamo davanti e che sapremo cogliere come sempre con grande serietà.

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e consumi (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 1 - Empoli E CONSUMI Quando era Tarsu l'imposta non era versata perché si trattava di una tassa. Ora è tariffa Il precedente contro l'Ato 2 Il ricorso sulla depurazione EMPOLI. L'ultimo grande ricorso che ha interessato cinquemila famiglie nel circondario risale all'anno scorso e riguarda la tariffa di depurazione dell'acqua. In quel caso era stata una sentenza della Corte costituzionale a imporre all'Ato 2 di restituire i soldi del canone alle famiglie che non beneficiavano del servizio, causando una riduzione delle entrate di tre milioni di euro. Il decreto 208, convertito in legge il 28 febbraio scorso, però, ha reintrodotto l'obbligo di pagare per mille delle cinquemila famiglie, per coprire le spese di realizzazione degli impianti.

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fecondazione, il caos dopo la sentenza della consulta centri sommersi di richieste: "ora più di tre embrioni" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina III - Roma Fecondazione, il caos dopo la sentenza della Consulta Centri sommersi di richieste: "Ora più di tre embrioni" Sulla fecondazione assistita ora è caos. Dopo la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato la parziale illegittimità della legge 40 (in particolare l´art.14 comma 2 che rendeva possibile "produrre non più di tre embrioni"), nei centri di procreazione assistita della Capitale sono arrivate centinaia di richieste di coppie che chiedono se sia già possibile produrre più di tre embrioni. Ma i medici rispondono: «Bisogna aspettare la pubblicazione della sentenza, che non è ancora esecutiva». LAURA SERLONI A PAGINA V

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fecondazione, il grande caos dopo la consulta - laura serloni (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VII - Roma Fecondazione, il grande caos dopo la Consulta Centri sommersi di richieste: "Ora più di tre embrioni". Ma i medici: "Aspettiamo le linee-guida" Centinaia di richieste per l´applicazione delle nuove direttive LAURA SERLONI Un fiume di richieste, centinaia di e-mail e decine di telefonate. Dopo la decisione della Corte costituzionale che ha dichiarato la parziale illegittimità della legge 40, quella sulla procreazione assistita, sono state moltissime le domande di coppie giovani e meno giovani arrivate ai centri privati romani. Tutte chiedono se è già possibile produrre più di tre embrioni, visto che la sentenza dell´Alta Corte ha bollato come incostituzionalearticolo 14, comma 2, della norma che rendeva "possibile produrre non più di tre embrioni per volta, ovvero il numero necessario a un unico e contemporaneo impianto". Ma, nonostante le molte richieste, le più importanti cliniche di Pma (procreazione medicalmente assistita) non hanno ancora avviato la nuova procedura. «Stiamo aspettando la pubblicazione della sentenza perché per il momento non è ancora esecutiva - sottolinea Ermanno Greco, responsabile del reparto Medicina della riproduzione alla clinica European Hospital - Certo ci sono già arrivate numerose sollecitazioni ma ci vuole prudenza proprio per questo siamo in attesa di linee guida dall´Istituto superiore di sanità». L´aspettativa, l´entusiasmo e i dubbi di molte donne si manifestano nei centinaia di messaggi lasciati nel blog di "Cerco un bimbo", uno dei siti più cliccati per quanti non riescono ad aver un figlio in modo naturale. «Io sono abbastanza confusa e demoralizzata, non so come muovermi - scrive "arancina 77" - i centri alzano subito le mani e nell´incertezza continuano a fare come hanno sempre fatto. Aspetto fiduciosa che qualcuno mi dica che al suo centro applicano la nuova disposizione, così mi ci fiondo anch´io». E subito ribatte "girasole 1976": «Ho scritto una mail al mio centro per chiedere come intendono comportarsi. Mi rispondono testualmente che si tratta di una sentenza della corte costituzionale, ma che devono aspettare eventuali nuove direttive. Fino a quel momento rimane tutto invariato». C´è anche chi esprime rabbia. «è il colmo. Ma questi centri non hanno un ufficio legale in grado di dare il giusto rilievo alla sentenza della consulta senza bisogno delle direttive? Io sono distrutta, non ce la faccio più», commenta Eleonor. Prudenza, è dunque la parola che più di frequente si riscontra nei discorsi degli esperti del settore. «Occorre che si avvii un dibattito interpretativo per tradurre questa nuova sentenza nelle pratiche quotidiane - spiega Cesare Aragona, responsabile del centro del Policlinico Umberto I - sia per la complessità della legge sia per il tema delicato che si affronta». Senza dubbio «un grande passo avanti» per Greco, mentre Mauro Schimberni, responsabile del centro di Villa Salaria la stigmatizza come «una vittoria a metà». «Dopo questa sentenza, la legge è ancora più confusa e così com´è lascia spazio a notevoli interpretazioni - sottolinea Schimberni - Per ora aspettiamo chiarimenti, ma la questione del congelamento non è stata proprio affrontata. Insomma produrre più embrioni, senza poi poterli congelare è abbastanza singolare». Una decisione quella dell´Alta Corte che accende molte perplessità. «I viaggi all´estero delle giovani coppie non si fermeranno - commenta Pierluigi Giannini, responsabile del centro di Villa Margherita - perché il cuore del problema sta proprio nel congelamento degli embrioni in più che vengono prodotti. Una vittoria forse per le coppie di 40enni dove sarà possibile impiantare più di tre embrioni, aumentando la possibilità di una gravidanza, ma è molto pericoloso per una donna di 28 o 30 anni dove l´impianto di più embrioni potrebbe comportare gravidanze plurigemine mettendo a rischio sia la vita del feto che quella della madre».

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"così la procreazione assistita resta nel limbo è il momento di far rispettare quella sentenza" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VII - Roma Giovanna Melandri, deputato pd: "Dall´Alta Corte luce su una legge crudele, ma servono in fretta le norme riviste" "Così la procreazione assistita resta nel limbo è il momento di far rispettare quella sentenza" C´è da augurarsi che la maggioranza non faccia un conflitto ideologico astratto: sarebbe scandaloso Onorevole Giovanni Melandri, la sentenza della Consulta cambia, anche se in modo parziale, la legge 40. Secondo lei queste modifiche sono un successo? «Uso le parole pronunciate dopo la sentenza della Corte costituzionale da una persona che ha delle vedute completamente opposte alle mie, Carlo Casini, il presidente del Movimento per la Vita. Casini ha detto che questa decisione "ha scardinato l´intero impianto della legge". E io credo sia proprio così. Si è accesa una grande luce su una legge crudele che va contro le donne che vogliono avere un figlio. Certo, è una vittoria parziale perché sono stati cambiati soltanto i comma 2 e 3 dell´articolo 14, ma credo sia un importante passo avanti. Una modifica che rimette al centro la salute della persona, non costringendo tutte le donne a sottoporsi alla stessa tecnica». Però i centri romani di Procreazione medicalmente assistita, nonostante la sentenza e le numerose richieste, non applicano ancora la nuova norma. Sono fermi, dicono, in attesa delle linee guida dell´Istituto Superiore di sanità. Lei cosa ne pensa? «è evidente che ora c´è una responsabilità del governo che deve prendere atto di questa sentenza e procedere nell´emanazione delle linee guida nel più breve tempo possibile. è fuori da ogni dubbio che ora i centri di procreazione assistita siano in un limbo, stretti tra il pronunciamento della Consulta e l´Istituto superiore di sanità. C´è da augurarsi che ora la maggioranza non faccia un conflitto ideologico astratto, ma proceda in fretta. Sarebbe davvero scandaloso se ci fosse una battaglia di posizionamento, cosa che bisogna ancora superare su molti fronti, come anche il testamento biologico, perché al centro ci deve essere la persona». Cosa, secondo lei, può essere ancora cambiato nella legge 40? «è una legge che comunque va completamente ripensata per evitare la sofferenza fisica e psicologica di molte donne, ma anche per fronteggiare gli aborti. Siamo in un paese dove c´è un altissimo numero di coppie che si recano all´estero per cercare di avere un figlio e questo introduce un elemento di discriminazione di classe perché solo chi ha soldi può permetterselo. E ci sono molte soluzioni, anche per venire incontro al mondo cattolico: penso ad esempio a quella che prevede il congelamento dell´ovotita, cioè del pre-pre-embrione. Poi si rende sempre più necessaria la diagnosi pre-impianto».

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congedo retribuito ai figli (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 4 - Lucca Congedo retribuito ai figli LUCCA. La Corte Costituzionale ha esteso la possibilità di usufruire del congedo retribuito di due anni anche ai figli nel caso il genitore sia riconosciuto con stato di handicap grave. Per poter usufruire di questa agevolazione devono essere soddisfatti i seguenti requisiti: - il genitore non sia coniugato o non conviva con il coniuge. Oppure se coniugato e convivente con il coniuge, non sia lavoratore o sia lavoratore autonomo; il coniuge rinunci espressamente a beneficiare del congedo nello stesso periodo; - i genitori del disabile (i nonni del lavoratore) siano deceduti o totalmente inabili; - il genitore disabile non abbia altri figli o non conviva con alcuno di loro. In caso di convivenza, tali altri figli non devono prestare attività lavorativa oppure essere lavoratori autonomi; oppure rinunciare espressamente a beneficiare del congedo nello stesso periodo; - il genitore disabile non abbia fratelli o non conviva con loro, a meno che i fratelli non prestino attività lavorativa o siano lavoratori autonomi oppure ancora rinuncino espressamente a beneficiare del congedo nello stesso periodo. La Cgil invita nei suoi uffici tutti i lavoratori che ritengano di poter accedere a questo importante diritto per i cittadini.

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san carlis: vigileremo affinché le prescrizioni siano rispettate (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 12 - Pordenone San Carlis: vigileremo affinché le prescrizioni siano rispettate SAN VITO. «La procedura per la circonvallazione è ben lontana dalla sua conclusione e il Comitato vigilerà perché tutte le prescrizioni siano ottemperate. Denunceremo ogni travisamento od omissione e, se ciò avvenisse, ricorreremo in tutte le sedi». Questa la posizione del San Carlis dopo l'acquisizione del parere del servizio tutela beni paesaggistici della Direzione centrale pianificazione territoriale della Regione, di cui davamo notizia nei giorni scorsi. «La certificazione paesaggistica e quella di Via - ribadisce il presidente del comitato, Mario Bortolussi - devono essere inserite nel progetto definitivo: il costo aumenterà di oltre 20 milioni di euro, fino a circa 40 milioni per 5 chilometri di strada. Il progetto dovrà essere adottato dalla Provincia, approvato dalla Regione, solo se avrà recepito i 20 milioni di euro mancanti, approvato dalla nuova conferenza di servizi ed infine verrà redatto il progetto esecutivo». Bortolussi ricorda poi le prescrizioni contenute nella certificazione paesaggistica, come le varie misure a tutela della roggia Mussa e del bosco a San Floriano. «Devono essere ricalcolate le maggiori aree di esproprio - continua - e i loro valori devono essere adeguati alla sentenza della Corte costituzionale. La Soprintendenza ha facoltà di poter annullare completamente la certificazione paesaggistica: se dovesse approvarla, la Provincia ha 90 giorni di tempo per trasmettere il progetto con le integrazioni». Infine, una frecciata all'assessore Antonio Di Bisceglie, «che nonostante abiti a Prodolone - conclude - è uno dei più ferventi fautori dell'attuale tracciato, solo perchè finanziato dal suo compagno di partito, l'ex-assessore regionale Sonego». (c.l.)

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"quel giudice è molto bravo e stimato doveva essere esonerato dalle urgenze" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina III - Bari Il responsabile dell´Anm, Salvatore Casciaro ammette. "Possiamo comprendere l´allarme sociale" "Quel giudice è molto bravo e stimato doveva essere esonerato dalle urgenze" «si tratta di fatti che destano comprensibile allarme nell´opinione pubblica, ma va precisato, non per circoscrivere gli accadimenti ma per un´esatta comprensione degli stessi, che le scarcerazioni non riguardano le imputazioni e le condanne più gravi». Con queste parole Salvatore Casciaro, responsabile della giunta barese dell´Anm commenta il caso delle 22 scarcerazioni. «Proprio partendo da tali eventi - aggiunge - occorre fare una riflessione complessiva su una situazione di innegabile criticità legata al sottodimensionamento degli organici dell´ufficio gip». Quindi è un problema di carichi di lavoro ? «A un magistrato si può chiedere la massima diligenza, ma non una impossibile obbligazione di risultato al di là delle umane possibilità. Quello che intendo dire è che per sentenze con 160 imputati, imputazioni complesse, fatti articolati, sarebbe necessario che il magistrato chiamato a decidere il processo in sede di abbreviato potesse quantomeno fruire di un esonero totale dall´attività ordinaria». In questo caso, però, non è accaduto. «No, sicchè è comprensibile che la dottoressa De Palo, magistrato capace e altamente stimato negli ambienti giudiziari, non abbia materialmente potuto depositare nella ristrettezza dei tempi prevista per la stesura della motivazione, un provvedimento così articolato e complesso». E quindi. C´è una possibile soluzione ? «Quello che andrebbe fatto è un potenziamento di un ufficio nel senso di aumentare i numero dei magistrati, stabilire meccanismi di applicazione che spesso non sono fruibili per ragioni varie. In casi come questi, in altri termini, si dovrebbe consentire a una magistrato di dedicarsi prevalentemente ad una attività, soprattutto quando è totalmente assorbente per la sua inusuale complessità». Il problema della carenza di organico all´ufficio gip-gup è nota. «E´ uno degli uffici in assoluto più gravati su cui in termini di assoluta priorità andrebbe effettuato un potenziamento. Aspetto quest´ultimo che sfugge alla dimensione decisionale locale e che richiede un intervento degli organi deputati, ministero e Csm, a cui richieste di potenziamento, peraltro, sono state più volte formulate». (g.d.m.)

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reversibilità, pensione ai raggi x quando spetta ai figli maggiorenni - felice silvestri (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 9 - Livorno Reversibilità, pensione ai raggi x Quando spetta ai figli maggiorenni Il diritto non decade se i ragazzi non sono più minorenni: ma si conserva solo se sussistono alcune condizioni. Ecco quali FELICE SILVESTRI LIVORNO. Mario N. è pensionato Inps da circa due anni e da alcuni mesi versa in condizioni di salute cagionevole che, a detta dei medici, non sono suscettibili di miglioramento. Ciò lo preoccupa non poco: soprattutto per le sue due figlie, una portatrice dalla nascita di un grave handicap, l'altra studentessa universitaria, iscritta al primo anno della facoltà di lettere. Il lettore chiede se alla sua morte, le due figlie potranno beneficiare della pensione di reversibilità e per quanto tempo. Quando un genitore, lavoratore (con almeno 15 anni di contributi o con una anzianità contributiva di almeno 5 anni di cui almeno 3 versati nel quinquennio precedente la data della morte) o pensionato (di vecchiaia, anzianità, inabilità), viene a mancare, i figli, in determinate condizioni, possono ottenere la pensione di reversibilità, anche in mancanza del coniuge superstite. Il riconoscimento del diritto non è automatico, come avviene per i figli minori, in quanto per i figli studenti e per quelli inabili, sono fissate precise condizioni anche di reddito dalle quali non si può prescindere. Figli studenti Dopo il compimento del 18º anno di età, i figli studenti conservano il diritto alla pensione di reversibilità: 1) se iscritti ad una scuola media superiore o professionale fino al compimento del corso di studi ma non oltre il 21º anno di età. Se il ciclo di studi prevede più corsi con intervalli tra loro, la pensione spetta anche nei periodi in cui la frquenza risulta interotta; 2) se iscritti all'università, per tutta la durata del corso legale di laurea ma non oltre il 26º anno di età. L'ultimo anno accademico si considera terminato il 31 ottobre ma in caso di laurea nella sessione invernale, lo studente può percepire la pensione fino al mese di marzo dell'anno successivo. Una volta conseguita la laurea, se uno studente decide di iscriversi ad un nuovo corso universitario, continua a percepire la pensione di reversibilità anche dopo il conseguimento del primo titolo di studio, per la durata del nuovo corso legale di laurea, ma, comunque, anche in questo caso, non oltre il 26º anno di età. Gli studenti universitari hanno diritto alla pensione di reversibilità, anche se alla morte del genitore effettuavano piccole prestazioni lavorative ricavandone un modesto reddito. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza (interpretativa di rigetto) 22-25 febbraio 1999, n. 42. Figli inabili La legge riconosce la pensione di reversibilità, senza limiti di tempo, ai figli maggiorenni non in grado, per infermità fisica o mentale, di svolgere attività lavorativa. è da tener, comunque, presente che l'art. 46 della legge n. 31/2008 ha stabilito che «l'attività svolta con finalità terapeutiche dai figli riconosciuti inabili, con orario non superiore alle 25 ore settimanali, presso le cooperative sociali o presso datori di lavoro che assumono i predetti soggetti con convenzioni di integrazione lavorativa, di cui all'art. 11 della legge n. 68/99, con contratti di formazione e lavoro, con contratti di apprendistato oppure con le agevolazioni previste per le assunzioni di disoccupati di lunga durata, non preclude il conseguimento della pensione di reversibiltà». Situazione reddituale I figli, studenti o inabili, per avere diritto alla pensione di reversibilità devono risultare a carico del genitore al momento del decesso, cioè non devono avere un reddito superiore ad un certo tetto, che risulta differenziato a seconda che si tratti di soggetti studenti o inabili. Per quanto riguarda i figli maggiorenni studenti il loro reddito non deve superare l'importo del trattamento minimo Inps, maggiorato del 30%. I figli maggiorenni inabili, invece, acquisiscono e conservano il diritto alla pensione in presenza di un reddito non superiore a quello richiesto dalla legge per il diritto alla pensione di invalido civile totale e, se titolari dell'indennità di accompagnamento, se il loro reddito non supera quello richiesto dalla legge per il diritto alla pensione di invalidi civile totale aumentato dell'importo dell'indennità di accompagnamento.

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Mandato d'arresto per Thaksin (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-15 - pag: 11 autore: Thailandia. I manifestanti antigovernativi depongono le armi ma promettono: «è solo una tregua, torneremo più forti» Mandato d'arresto per Thaksin L'ex premier in esilio accusato con altri 13 di aver ispirato le proteste di piazza Luca Vinciguerra BANGKOK. Dal nostro inviato La Thailandia, ferita sul piano interno e umiliata su quello internazionale, presenta il conto a Thaksin Shinawatra. Ieri sera, dopo la resa delle "camicie rosse" che ha riportato la calma a Bangkok, un tribunale della capitale ha emesso un mandato di arresto a carico dell'ex premier, destituito da un colpo di Stato nel 2006 e poi fuggito dal Paese per sottrarsi a un processo per corruzione. Secondo i giudici, Thaksin e altre 13 persone sarebbero i responsabili ideologici e morali delle manifestazioni di protesta che sabato a Pattaya hanno costretto il Governo ad annullare il vertice Asean, e che lunedì hanno messo a ferro e fuoco Bangkok. I reati contestati al tycoon in esilio e agli uomini di punta del suo movimento sono due: istigazione alla violenza e minaccia all'ordine pubblico. In caso di provata colpevolezza, Thaksin rischierebbe 12 anni di reclusione. Se a questi si aggiungono le condanne in contumacia per corruzione, l'ex premier potrebbe trascorrere il resto dei suoi giorni in carcere. Meglio l'esilio. Dove, nessuno lo sa. Giusto ieri la Cambogia ha negato di aver ospitato l'ex capo di Stato più ricercato del mondo. Sicuramente un esilio dorato, dal quale Thaksin in questi ultimi mesi ha continuato a manovrare incessantemente contro il Governo di Abhisit Vejjajiva, costituito lo scorso dicembre dopo che una sentenza della Corte costituzionale aveva sciolto con l'accusa di brogli elettorali l'Esecutivo guidato da Somchai Wongsawat, un fedelissimo dell'ex premier. Il grande burattinaio dei tumulti di lunedì, che hanno lasciato sul campo due morti e oltre un centinaio di feriti, non ha badato a spese per destabilizzare il Paese, far cadere il Governo Abhisit e preparare il terreno per un suo ritorno in Thailandia. Naturalmente da vincitore. Ma ha fatto male i conti. Grazie al sostegno dell'Esercito, Abhisit è riuscito a superare una prova difficilissima. A un costo esorbitante. Sul piano interno, perché l'ennesima prova d'instabilità politica avrà un impatto negativo sull'economia thailandese (ieri Standard&Poor's ha tagliato il rating sul baht). E anche sul piano internazionale, perché l'annullamento del vertice Asean ha arrecato un duro colpo all'affidabilità e all'immagine della Thailandia. Ciononostante, Abhisit è ancora in sella. E questo per il gruppo di potere che sostiene il giovane premier (la borghesia di Bangkok, la famiglia reale, le Forze armate) è il risultato più importante. Per contro, Thaksin esce indebolito dalla prova di forza dei giorni scorsi. «Non è una resa, ma solo una tregua. Torneremo in piazza più forti di prima», diceva ieri orgogliosa una giovane "camicia rossa" dopo aver deposto le armi. Ma il primo a non crederci è lo stesso tycoon. Un'occasione d'oro per tentare il colpo di mano come quella offerta dal vertice di Pattaya e dal rilassamento delle Forze armate in coincidenza del Capodanno thailandese, infatti, non si presenterà più. Ma c'èpoi un altro problema: la doppia mobilitazione delle camicie rosse di Pattaya e Bangkok è costata un occhio della testa a Thaksin. Che ora, come dimostra la vendita della sua quota di maggioranza nel Manchester City, potrebbe iniziare a essere a corto di liquidità. ganawar@gmail.com © RIPRODUZIONE RISERVATA REUTERS Passo indietro. Sostenitori di Thaksin lasciano il Palazzo del Governo a Bangkok

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Raffaele Nevi sale sull'Aventino. Ha annunciato che non parteciperà più n&... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 15 Aprile 2009 Chiudi Raffaele Nevi sale sull'Aventino. Ha annunciato che non parteciperà più né alle riunioni del gruppo Pdl in consiglio regionale, né agli incontri pre elettorali del caminetto. ***** Holding regionale dei trasporti. La Provincia di Perugia ha deciso di battere un colpo. Ieri la giunta ha deliberato il matrimonio tra bus e treni pubblici. ***** Nonostante la bocciatura del Tar, la rincorsa alla poltrona di procuratore capo di Perugia potrebbe riparte da dove si è fermata. E dal Csm potrebbe alzarsi un altro fil di Fumu. ***** Un'antenna di troppo in pieno centro a Terni. Nel piano del Comune non c'è e gli abitanti protestano. (A pag. 43)

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Vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio . Ormai la parola d'ordine per la g... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 15 Aprile 2009 Chiudi di WALTER PATALOCCO «Vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio». Ormai la parola d'ordine per la gente del Popolo della Libertà è questa. E ieri, nell'aula consiliare di Palazzo Spada, è stata la giornata delle ovazioni, degli applausi scroscianti e lunghi, fin oltre il limite dell'arrossamento delle palme, per Antonio Baldassarre che il Pdl ha assunto quale proprio candidato sindaco di Terni. In appoggio, sia chiaro. Perché lo stesso candidato ci ha tenuto a specificare che lui, comunque, è alla guida di una lista civica e quindi indipendente. Perché a lui, ad Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, ex presidente della Rai, giurista, professore alla Luiss e all'Università Lateranense, di presentarsi alle prossime elezioni amministrative lo hanno chiesto «imprenditori, artigiani e lavoratori di questa città». «E noi ha specificato il senatore Maurizio Gasparri gli offriamo il nostro sostegno senza nulla chiedere in cambio». Ok? Ok. Già. C'erano anche i pezzi da novanta del Pdl ad offrire il sostegno al candidato si Rinnoviamo Insieme Terni. Di Gasparri s'è già detto, ma non mancava tutta una schiera di parlamentari umbri del Pdl: da Ada Urbani (il professore le ha mandato un bacio in cambio dei complimenti dopo il suo intervento), a Pietro Laffranco; da Franco Asciutti a Domenico Benedetti Valentini e ovviamente Luciano Rossi, deputato e neo coordinatore regionale del Pdl. Che era annunciato si è preso qualche bordata di fischi dagli "spalti" dell'aula consiliare occupata da quelli di Forza Italia di Terni non soddisfatti della doppia nomina di Alfredo De Sio (ex di An) a coordinatore ternano e candidato alla presidenza della Provincia di Terni. Qualche fischio, qualche epiteto (da "comunista" a "perugino") ed un paio di cartelli («La sinistra sentitamente ringrazia») non hanno impedito a Luciano Rossi di svolgere il suo discorsetto di introduzione alla manifestazione. Poi anche i "contestatori" si sono fatte le mani viola per il batterle ogni qualvolta si pronunciavano nome e cognome del candidato sindaco Antonio Baldassarre. Lui è intervenuto con poche, sentite parole. Quello che ormai è una specie di cavallo di battaglia: «Mai visto la città in questo stato di abbandono; questa è l'amministrazione peggiore che la città abbia avuto in sessant'anni; chi mi dà contributi per la campagna elettorale mi prega che non si sappia perché, mi dicono, senno questi me la fanno pagare; ciò significa che qui ciò che conta sono le parti e non il merito; si assiste ad un accaparramento delle risorse pubbliche per scopi, diciamo non trasparenti per non dire inconfessabili». Insomma accuse dure. Ed invece «c'è un grande fermento in questa città, persino in ambienti insospettabili mi viene significato un grande desiderio di cambiamento radicale; qui c'è stato il governo di alcuni contro tutti noi porteremo il governo di tutti». Alfredo De Sio spiega che il Pdl ha trovato una convergenza tra i propri programmi e quelli della lista Baldassarre. Aggiunge che si «apre per questa città una nuova stagione di governo, con un programma arioso, aperto. Stavolta ha aggiunto non c'è il clima di rassegnazione di altre campagne elettorali, stavolta siamo solo rassegnati a vincere perché sappiamo interpretare i desideri del popolo ternano che vuole liberarsi da un'egemonia». «E poi ha concluso c'è questa candidatura di Antonio Baldassarre, un grande dono per questa città, un gesto d'amore nei confronti di Terni».

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Il tragico terremoto ha dato la stura a varie forme di sciacallaggio. Si è infatti avvertita pe... (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 15-04-2009)

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LETTERE E COMMENTI pag. 13 Il tragico terremoto ha dato la stura a varie forme di sciacallaggio. Si è infatti avvertita pe... Il tragico terremoto ha dato la stura a varie forme di sciacallaggio. Si è infatti avvertita perfino una proposta per introdurre quel fascicolo di fabbricato che già la magistratura ai più svariati livelli (Corte Costituzionale compresa), ha provveduto a vanificare. Se tutti gli immobili in Abruzzo fossero stati dotati di un costoso libretto libretto casa, non per questo si sarebbe posto rimedio ai mali del terremoto, dicono adesso. Chi vuole il fascicolo del fabbricato non pensa all'utile delle case, bensì specuala a favore esclusivo degli interessi professionali e bassamente economici di quanti sarebbero incaricati di redigerlo. Senza alcun vantaggio per le abitazioni, come l'esperienza ha dimostrato. Piercarlo Rattotti

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TERNI CLIMA DA STADIO nella gremita sala consiliare di Palazzo S... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 15-04-2009)

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TERNI pag. 17 TERNI CLIMA DA STADIO nella gremita sala consiliare di Palazzo S... TERNI CLIMA DA STADIO nella gremita sala consiliare di Palazzo Spada che ieri ha fatto da contorno all'ufficializzazione del patto tra il candidato sindaco Antonio Baldassarre e il Pdl, che appoggerà la sua lista civica. Presenti all'appuntamento i parlamentari umbri del Partito della libertà, oltre ai vertici locali, al senatore Maurizio Gasparri e al candidato presidente della Provincia Alfredo De Sio. Dure critiche all'amministrazione uscente dal candidato sindaco. «C'è desiderio e bisogno di un cambiamento radicale perché Terni torni a vivere nella sua pienezza ha dichiarato il professor Baldassarre . Ringrazio il Pdl per avermi dato il suo sostegno in questo progetto. Vivo a Terni da cinquant'anni e non ho mai visto la città in questo stato di abbandono e confusione. La città si trova nel punto peggiore dei suoi sessant'anni di storia repubblicana, c'è bisogno che la società civile rialzi la testa. Non ho mai visto un gruppo di governo così chiuso e isolato, che pensa solo al proprio tornaconto. Noi saremo il governo di tutti e non faremo esclusioni, premiando il merito. Le condizioni per vincere questa volta ci sono tutte, è una scommessa che può andare a buon fine». «Questa ha aggiunto è stata forse la peggiore giunta della storia di Terni. C'è grande fermento e forte desiderio di cambiamento in tanti ambienti cittadini, anche insospettabili. La prima condizione è comunque l'impegno di tutti ad essere compatti». «Stavolta ha affermato De Sio possiamo dire di essere rassegnati a vincere. Baldassarre è un dono per la città». Entusiasmo per la candidatura è stato espresso anche da Gasparri, che ha parlato del presidente emerito della Corte Costituzionale come di «una della più grandi personalità, espressione di saggezza e cultura giuridica, che la nazione abbia». «Per questo ha proseguito siamo orgogliosi di appoggiarlo in una città importante ma difficile e lo ringraziamo per il suo spirito di servizio. Una personalità indipendente, quella di Baldassarre, che rappresenta un'occasione storica per un'inversione di rotta». Stefano Cinaglia

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Magistrati, i leader delle correnti contro il Pg (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 15-04-2009)

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Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 15/04/2009 - pag: 2 «Galgano delegittima i pm, c'è insofferenza alle critiche dei sostituti» Magistrati, i leader delle correnti contro il Pg G. A. ». sull'operato dei pubblici ministeri, se ha elementi che l'hanno indotto a dire certe cose, allora deve intervenire subito. Questa è una denuncia a tutti gli effetti. E mi è difficile seguirlo su questa strada, anche perché solo chi conosce bene le vicende cui fa riferimento può intuire di cosa parli o a chi si riferisca». Pina Casella, segretario distrettuale di Unicost, parla invece di «attacco indiscriminato » alle correnti. «È una cosa che non condivido. E, al contrario, credo che occorra rafforzare questi luoghi di confronto ed elaborazione culturale in un momento di crisi democratica del Paese. Non si può escludere che qualcuno utilizzi le correnti a fini personali, ma se valorizziamo l'aggregazione nel suo insieme si può ridurre il pericolo di personalismi. Un elemento positivo nel monito del Pg però lo vedo. Il richiamo alla sobrietà delle manifestazioni del pensiero. Ma è un richiamo che deve valere per tutti i magistrati si tratta di un confronto necessario che fa crescere l'ufficio». Certe esternazioni, sostiene il Pg, più che alla dialettica sono riconducibili a «effervescenze» in vista delle future elezioni della magistratura associata. «Macché, la magistratura non fa campagna elettorale». Ernesto Aghina, ex consigliere del Csm ed esponente del Movimento per la giustizia, le dichiarazioni del procuratore generale le legge così: «Ho sempre stimato Vincenzo Galgano per il coraggio e la generosità. E, alla luce di quello che ha detto, confermo la mia opinione. È coraggioso, perché esprime una posizione che non credo sia condivisa dal resto della magistratura. Ed è generoso, perché interviene su una questione che non riguarda lui. Ciò detto, immagino però quale possa essere il disorientamento dei cittadini di fronte a queste dichiarazioni. Il procuratore generale ha un ruolo istituzionale che dovrebbe imporre critiche più dettagliate. Lui ha responsabilità di controllo affetto nei confronti di Giovandomenico Lepore che lo spinge a certe dichiarazioni. Solo che poi il risultato di queste valutazioni è la delegittimazione dei magistrati. Ora, se sa, faccia i nomi, citi gli episodi, riveli quali sono questi interessi personali». L'invito a «far nomi, indicare fatti specifici e chiarire quali siano gli interessi personali» arriva anche da Sergio Amato, segretario distrettuale di Magistratura Indipendente: «Non si può accogliere l'invito al silenzio fatto dal procuratore generale e che riguarda anche chi ha un ruolo di rappresentanza nell'Associazione nazionale magistrati, salvo non voler negare la legittimazione alla sua stessa esistenza. Le affermazioni di Vincenzo Galgano sono gravissime, delegittimano il lavoro dei magistrati e del Consiglio giudiziario. Io vedo in queste prese di posizione una forma di intolleranza alle critiche legittime dei pm: ma se i sostituti hanno dei rilievi da muovere è giusto che li esplicitino, Alfredo Guardiano, segretario di Md, non ha dubbi: «Si tratta di valutazioni che delegittimano i pubblici ministeri. Il procuratore generale ha tra i suoi compiti quello di esercitare l'azione disciplinare nei confronti dei magistrati, quindi deve essere prudente nel lanciare accuse. Io, personalmente, non riesco a vedere alcun interesse personale. E sono sorpreso da queste esternazioni: ci dicono che dobbiamo essere cauti nel rilasciare dichiarazioni, ma questo discorso dovrebbe valere per tutti». Domanda: e perché mai il Pg dovrebbe delegittimare i pubblici ministeri? Risposta: «Leggo nel suo intervento una sorta di comprensibilissimo ». correnti oggi sono diventate associazioni che hanno obiettivi pratici coincidenti con gli interessi particolari di alcuni protagonisti della vita associativa (...). Ci sono certi pm, e più in generale certi magistrati, che attraverso le correnti di cui fanno parte perseguono scopi concreti che coincidono con interessi personali NAPOLI La prima stoccata arriva da Magistratura democratica. «Quelle del procuratore generale sono valutazioni che delegittimano i pubblici ministeri». Firmato Alfredo Guardiano, che di Md è segretario della sezione napoletana. Subito dopo, Sergio Amato, segretario distrettuale di Magistratura Indipendente: «Il Pg fa affermazioni gravi che delegittimano il lavoro dei magistrati». E ancora. Ernesto Aghina (Movimento per la giustizia): «Se ha elementi intervenga». Pina Casella (Unicost): «Attacco indiscriminato». I leader delle correnti reagiscono così, in modo compatto e sovrapponibile, alle accuse mosse dal procuratore generale Vincenzo Galgano, che in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno ha detto: «Tramontate le ideologie, le Aghina (Movimenti): «Se ha elementi intervenga». Casella (Unicost): «Attacco indiscriminato»

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(sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 15-04-2009)

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Corriere del Mezzogiorno sezione: BARI data: 15/04/2009 - pag: 6 Il caso Ieri sono tornati in Procura i funzionari inviati dal Guardasigilli «Quanto sono costate le inchieste su Fitto?» Lo dovranno scoprire gli ispettori del ministero Complessivamente sono sette le domande a cui dovranno rispondere i pm baresi. Una riguarda la «nota spese» BARI Sono tornati ieri alle 14 in punto, questa volta con copia del mandato ispettivo da consegnare nelle mani del capo della procura, Emilio Marzano. Possibilità fino ad oggi negata. Venerdì scorso, c'era stato uno scontro tra il procuratore e i quattro tecnici del ministero della Giustizia, inviati a Bari dal guardasigilli, Angelino Alfano, per accertare eventuali comportamenti irregolari nella conduzione delle indagini Cedis e La Fiorita. Inchieste che vedono coinvolto anche il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto. Marzano aveva vietato agli ispettori di portare a Roma la copia su dvd degli atti delle due inchieste nel mirino. Ricordando, in una lettera, come la sola informazione verbale del mandato ispettivo «desti perplessità sull'adeguatezza di tale rito, sconosciuto ad ogni procedura. Questa prassi - rincarava la dose - assume carattere di singolarità e dubbia compatibilità ». Ieri una copia del mandato è stata consegnata a Marzano e al procuratore aggiunto, Marco Dinapoli. La procura barese, quindi, da ieri conosce l'oggetto dell'ispezione, o meglio è informata sulle presunte «criticità» delle inchieste sulle quali gli ispettori sono chiamati a fare luce. Sette le domande a cui dovranno rispondere, tra queste una voce riguarda il capitolo «spese». Il ministero della Giustizia vuole capire quanto sono costate le due inchieste condotte dai pm baresi Roberto Rossi, Renato Nitti e Lorenzo Nicastro (del pool reati contro la pubblica amministrazione, coordinato da Dinapoli), in particolare quanto e come è stato speso per l'uso delle intercettazioni. Infine, gli ispettori dovranno assicurarsi che esista una sorta di «nota spese» e che tutto sia riportato voce per voce. Le inchieste Cedis e La Fiorita risalgono al periodo 2002-2005, quando il ministro Fitto rivestiva il ruolo di presidente della Regione Puglia. Ma si tratta solo di un aspetto. Il secondo riguarderebbe la fuga di notizie dal palazzo di giustizia barese di via Nazariantz. L'ispezione è scattata circa dieci giorni fa, dopo un esposto presentato, lo scorso marzo, dall'ex governatore negli uffici del ministero, al Csm e alla Procura generale. Nell'esposto, Fitto lamenta, tra le altre cose, la «ritardata iscrizione nel registro degli indagati», «l'illegittimità riguardante la richiesta di autorizzazione a intercettazioni telefoniche», e si duole anche della partecipazione di uno dei pm al «Vaffa day» di Grillo, denunciando un «metodo persecutorio » di indagine da parte dei magistrati, nonché la «ripetuta fuga di notizie». La polemica, la settimana scorsa, si era spostata anche in Parlamento. Nove senatori del Pd presentarono una interrogazione parlamentare denunciando «una interferenza nell'attività giurisdizionale, interferenza munita di un'oggettiva forza di intimidazione nei confronti dei pubblici ministeri del ministro Raffaele Fitto». Altrettanto dura replica dell'ex governatore: «Una casta togata siede pro tempore sui banchi del Senato ». Vincenzo Damiani Le criticità La Procura da ieri è informata sulle presunte «criticità» delle inchieste sulle quali gli ispettori sono chiamati a fare luce Ministro Il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, coinvolto in due inchieste ai tempi della sua presidenza alla Regione Puglia

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AGENDA DEGLI AVVENIMENTI DI MERCOLEDI 15 APRILE 2009 (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Agenda degli avvenimenti di mercoledi 15 aprile 2009 di Apcom -->Roma, 14 apr. (Apcom) - Questa l'agenda degli avvenimenti in Italia ed all'estero di mercoledi 15 aprile 2009. ITALIA POLITICA Roma - Riunione del plenum del Csm - Conferenza stampa del segretario del Pd Dario Franceschini per presentare nuovo sito - Riunione presidenza Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai - Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ed il responsabile Welfare Pd Enrico Letta presentano il libro di Piero Ostellino 'Lo Stato canaglia, come la cattiva politica continua a soffocare l'Italia' - Conferenza stampa Comunità Sant'Egidio su accensione straordinaria Colosseo contro la pena di morte Altre città Mazara del Vallo - Il Presidente della Camera Gianfranco Fini presenta il libro 'I Traditori' di Nicola Cristaldi' Napoli - L'ex Premier Pd Massimo D'Alema partecipa al seminario dell'Unione Industriali 'Check up Mezzogiorno'. - Ultimo giorno di visita privata del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ECONOMIA E FINANZA Roma - Assemblea di Aeroporti di Roma sul bilancio 2008 - Cisl, Uil, Ugl e Confindustria firmano la riforma del modello contrattuale - Presentazione alla Luiss del libro "La paga dei padroni" di Gianni Dragoni e Giorgio Meletti. Partecipano il presidente di Fs Innocenzo Cipolletta e il presidente di Autostrade Gian Maria Gros-Pietro - Forum delle associazioni di ispirazione cattolica su "Lavoro e famiglia". Partecipano il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni - Conferenza stampa della Confederazione italiana agricoltori - Convegno "I giovani imprenditori e l'arte: 11 opere raccontano": Partecipa la presidente dei giovani di Confindustria Federica Guidi Milano - Cda straordinario di Bpm su risposte a Consob sulla natura della lista di minoranza in vista dell'assemblea Altre città Bergamo - Conferenza stampa Ryanair con il deputy Ceo Michale Cawley per illustrare i progetti sull'Aeroporto di Orio al Serio ECONOMIA INTERNAZIONALE Washington - La Federal Reserve presenta il Beige book San Francisco - Si apre la conferenza internazionale "Raggiungere un'economia globale sostenibile" organizzata dall'associazione Ceres: previsti tra gli altri gli interventi dell'attore Robert Redford e dell'ad di Sun Jonathan Schwartz Usa - Attesi i dati sulla produzione industriale di marzo, l'indagine Empire State sull'attività nel manifatturiero ad aprile, i dati sulla domanda estera su asset in dollari a febbraio e i dati definitivi sull'inflazione di marzo ESTERO UNIONE EUROPEA Bruxelles - Conferenza stampa del commissario Ue alle Relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner, sul lancio del servizio Euromed News NUOVA EUROPA Russia - Kalinin, premier Vladimir Putin coordina riunione su sviluppo energia atomica Moldova - Chisinau, commissione elettorale procede al ricomputo delle schede delle legislative contestate dall'opposizione Ucraina - Kiev, commissione per il campionato Euro2012 fa il punto sui preparativi. Partecipa il presidente Uefa Michel Platini Armenia - Erevan, incontro dei ministri dell'Interno del Patto Colletivo per la Sicurezza (Csto) MONDO Brasile - Rio de Janeiro, conferenza per la difesa aerospaziale dell'America Latina Gran Bretagna - Commemorazioni per l'anniversario del disastro di Hillsborough India - Mumbai, udienza del processo contro l'unico imputato per gli attentati di novembre Stati Uniti - Washington, incontro al dipartimento di Stato fra Hillary Clinton e l'alto rappresentante Ue per la politica estera, Javier Solana Giappone - Tokyo, visita del presidente del Pakistan Asif Ali Zardari Sudan - Khartoum, visita del presidente della Commissione Esteri del Senato Usa, John Kerry Cina - Pechino, visita dell'inviato speciale Usa per Afghanistan e

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Election day, corsa contro il tempo (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Adriatico" del 15-04-2009)

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Election day, corsa contro il tempo Pochi giorni ancora per decidere l'accorpamento di tutte le consultazioni, referendum compreso Roma Settimana cruciale per decidere sull'election day e cioè l'accorpamento di tutte le consultazione elettorali (amministrative, europee e referendum) sabato 6 e domenica 7 giugno. Calendario alla mano il governo ha tempo fino al 16 aprile per indire i comizi elettorali. La legge infatti stabilisce infatti un minimo di 50 giorni per la campagna elettorale fino ad un massimo di 70. E, numeri alla mano, i cinquanta giorni dalla elezioni del 6 e 7 giugno scadono proprio giovedì 16 aprile. Nel caso in cui si dovesse superare quella data sarebbe impossibile accorpare i diversi appuntamenti e le ipotesi in campo resterebbero due: elezioni per tre domeniche di seguito, il 7 giugno per le amministrative e le Europee, il 14 giugno per il referendum e il 21 per i ballottaggi. Oppure, altra strada percorribile è quella di rinviare al 21 giugno la consultazione referendaria insieme con il secondo turno delle amministrative. Un'ipotesi però per cui servirebbe un intervento ad hoc del governo. La legge 352 del 1970 sull'indizione dei referendum parla chiaro: l'articolo 34 stabilisce infatti che "ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno". Il tempo per decidere non è molto. E nella maggioranza c'è da fare i conti con i distinguo tra Pdl e Lega, contraria all'accorpamento dei diversi appuntamenti elettorali. Favorevole alla richiesta di accorpare le diverse tornate elettorali è innanzitutto l'opposizione così come lo stesso comitato referendario. L'ipotesi porterebbe, secondo l'opposizione, ad un risparmio di 400 milioni di euro da destinare all'emergenza terremoto. L'idea non è esclusa nemmeno dal premier Silvio Berlusconi. Un no secco arriva invece dalla Lega. Referendum il 21 giugno è la possibile mediazione tra il Pdl e la Lega. Si tratta di un "mini accorpamento" perchè la data del referendum andrebbe a coincidere con il secondo turno dei ballottaggi per le elezioni amministrative. Se il governo decidesse di procedere in questa direzione dovrebbe però emanare una leggina ad hoc per correggere quella attuale visto che il termine ultimo per la consultazione referendaria è fissato al 15 giugno. Un no secco arriva però dal comitato referendario perchè la soluzione porterebbe ad un risparmio di soldi irrisorio. Referendum il 14 giugno è la data prevista per il voto nel caso in cui il governo dovesse emanare il decreto nei termini stabiliti. Per gli elettori il rischio è però di dover andare a votare per tre domeniche di seguito: il 7 giugno per il primo turno delle amministrative e per le elezioni europee; il 14 giugno per la consultazione referendaria e il 21 giugno per gli eventuali ballottaggi. YASMIN INANGIRAY,

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Palazzi con la patente: dopo il no della Consulta la legge va riproposta (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Campania Intervento Palazzi con la patente: dopo il no della Consulta la legge va riproposta antonio amato* La necessità di monitorare lo stato degli edifici pubblici e privati in Campania rappresenta una priorità che deve essere perseguita con gli strumenti legislativi più adatti. Il fascicolo di fabbricato è sicuramente il mezzo migliore ed il presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Napoli, Luigi Vinci, ha perfettamente ragione nel richiamare la necessità di una nuova legge che lo ripristini. Mi ero personalmente adoperato in commissione urbanistica durante la scorsa consigliatura per mettere a punto questo strumento, il quale, infatti, venne tradotto in legge con l'Istituzione del Registro storico tecnico Urbanistico dei fabbricati ai fini della pubblica e privata incolumità. Purtroppo, a seguito del ricorso promosso da Confedilizia, la Corte Costituzionale, con Sentenza n. 54 del 17 novembre 2003, ne respinse alcuni articoli, rendendola di fatto inattuabile. Tuttavia la sentenza della Corte, pur bocciando l'articolazione tecnica del testo, non ne ha intaccato il contenuto di fondo, sancito dall'articolo 1 di quella legge regionale, che è appunto quello di creare un registro per ogni fabbricato pubblico e privato, ubicato sul territorio campano, nel quale venga dichiarato lo stato di conservazione e di manutenzione del fabbricato e delle aree e manufatti di pertinenza. Questo permetterebbe di monitorare il patrimonio edilizio esistente, e si configurerebbe come strumento di prevenzione di primaria importanza in un territorio come il nostro interessato da attività sismiche di rilievo. Come ribadito anche dal preside della facoltà di Ingegneria dell'Ateneo Federiciano, Edoardo Cosenza, infatti, il registro dei fabbricati non deve intendersi come mero atto burocratico, ma, piuttosto, deve essere proposto come strumento di prevenzione essenziale per la pubblica sicurezza. E' per queste ragioni che non solo sostengo la proposta del presidente Vinci, ma auspico che, in tempi brevissimi, presso la Commissione Urbanistica, si determini un'audizione con la Federazione degli Ordini degli Ingegneri della Campania e gli Ordini delle città capoluogo sì da giungere ad un nuovo e condiviso testo che preveda la fattiva istituzione del fascicolo di fabbricato. La creazione di una vera e propria anagrafe del nostro patrimonio edilizio si pone come necessità che non può più essere prorogata. Come ci insegna la tragedia abruzzese di questi giorni, bisogna fare tutto quanto in nostro potere per evitare, nei limiti del possibile, che gli eventi funesti della natura si trasformino in catastrofi umane. * consigliere regionale del Pd del 15-04-2009 num.

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Avocatii lui Becali vor face plangere la CEDO (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Avocatii lui Becali vor face plangere la CEDO Rl online Miercuri, 15 Aprilie 2009 Catalin Dancu, unul dintre avocatii lui Gigi Becali, a declarat miercuri, dupa audierea din Comisia de abuzuri a Senatului, ca membrii comisiei au decis sa accepte prezentarea de documente care sa demonstreze eventualele abuzuri la care a fost supus finantatorul Stelei. Potrivit ziare.com, Dancu a precizat foarte ferm ca senatorii din comisia juridica "au spus ca vor face acest lucru" iar dupa ce, marti 21 aprilie, avocatii le vor prezenta toate dovezile necesare, ei vor intocmi un raport care sa reprezinte un punct de vedere oficial al unei autoritati publice impartiale. Intrebat de jurnalisti cum ii va folosi lui Gigi Becali acest raport, avocatul sau a spus: "Concret, comisia senatoriala poate ca pe baza rapoartelor noastre si a documentelor pe care le vor cere ulterior de la procurori sa solicite un punct clar din partea CSM", in legatura cu modul in care a fost supus Becali procedurilor judiciare. Dancu a precizat ca in urma discutiilor cu senatorii s-a ajuns la concluzia ca nu este momentan nevoie ca Gigi Becali sa se prezinte pentru audieri in fata comisiei juridice, acest lucru insa urmeaza sa fie stabilit abia dupa analiza documentelor ce vor fi prezentate. Avocatul a mai subliniat ca au gasit de cuviinta sa recurga la acest demers inainte de a depune plangerea la CEDO si la Curtea de la Strasbourg, lucru pe care urmeaza sa il faca in perioada imediat urmatoare. Printre abuzurile semnalate de catre avocatii lui Becali se numara incalcari privind dreptul la aparare, abuzuri ale procurorilor, refuzul nejustificat de a lua legatura cu avocatii, dreptul la declaratii sau erori procedurale in momentul in care s-a realizat "hold-up-ul". Din aceeasi categorie: Nastase: Rusia incearca sa deplaseze frontiera de contact cu NATO si cu UE de pe Nistru pe PrutCriza economica de la Moscova afecteaza imigrantii din fostele republici sovieticeAC/DC nu mai vine in Romania Voteaza

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Liberta' di rete. Liberta' di software (sezione: Giustizia)

( da "Articolo21.com" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Liberta' di rete. Liberta' di software di redazione "La neutralita' della rete è fondamentale per garantire a tutti democrazia e saperi. La liberta' di software e' essenziale per evitare nuove concentrazioni della e nella conoscenza, la privatizzazione di uno dei grandi beni comuni: la comunicazione". Queste le considerazioni su cui e' basato il convegno organizzato dal Partito democratico "Liberta' di rete. Liberta' di software. Le proposte del Pd per la neutralita' della Rete", che si terra' giovedi' 16 aprile, alle ore 14.30 a Roma, presso la Sala della Mercede di Palazzo Marini (entrata via della Mercede 55). L'iniziativa, coordinata dal responsabile Comunicazione online del Pd Francesco Verducci, sara' introdotta da Vincenzo Vita, vicepresidente della Commissione Cultura del Senato. Le conclusioni saranno del responsabile Comunicazione del Pd, Paolo Gentiloni. Al convegno interverranno, tra gli altri, esperti, blogger, esponenti delle istituzioni e di associazioni del settore. SENATO DELLA REPUBBLICA XVI^ LEGISLATURA - DISEGNO DI LEGGE d'iniziativa dei Senatori Vita, Vimercati Disposizioni per garantire la neutralità delle reti di comunicazione, la diffusione delle nuove tecnologie telematiche e lo sviluppo del software libero RELAZIONE Onorevoli Senatori !! - L'avvento della rete Internet ha causato la crescita economica della società dell’informazione e dell’industra delle c.d. Information and Communication Techology (ICT). Il termine società dell'informazione connota una società caratterizzata da un'economia basata largamente sulla produzione di servizi e sul valore della conoscenza come risorsa strategica. Secondo questa visione la società fonda i rapporti interpersonali e l'assetto socio-produttivo sull'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione che rappresentano, pertanto, una risorsa cruciale per la crescita del Paese. Negli ultimi anni, soprattutto in paesi come negli Stati Uniti, si è avviato un dibattito sulla “neutralità della rete”, in cui tutti i servizi sono accessibili a tutti allo stesso modo ed hanno lo stesso trattamento in una logica di “best effort”. Da una parte, i servizi che viaggiano sulla rete non subiscono da parte dell’operatore che gestisce la rete una "prioritizzazione" (cioè una scelta su quale contenuto/servizio deve viaggiare più veloce od essere più facilmente accessibile) e, dall’altra, gli utenti non sono discriminati nell’accesso a quel servizio (ad esempio, sulla base del prezzo di accesso) o non sono limitati nella propria scelta di accedere ad un contenuto piuttosto che ad un altro. In sostanza, il traffico sulla rete Internet circola nel rispetto del principio di non discriminazione e del principio “end-to-end”. Sulla base della infrastruttura di rete attuale, gli operatori di telecomunicazioni occasionalmente devono procedere ad una gestione del traffico in modo tale da consentire di evitare congestioni ai servizi particolari (ad esempio, servizi di emergenza o di pubblica utilità o servizi fortemente dipendenti dal tempo). La gestione del traffico da parte dell’operatore deve essere assolutamente rispettosa dei diritti individuali degli utenti, ovvero non deve discriminare tra utenti sulla base del contenuto del traffico né degli interlocutori coinvolti nella comunicazione né delle applicazioni o servizi utilizzati. Ogni eventuale limitazione nell'accesso non può che avvenire su esclusiva e specifica richiesta degli utenti stessi e non può in alcun caso essere unilateralmente imposta dal fornitore di accesso ad Internet. Una rete neutrale implica, inoltre, che il suo dimensionamento sia in grado di supportare senza congestioni il traffico generato dagli utenti nei momenti di picco di utilizzo. In definitiva si tratta quindi di rispettare un equilibrio tra potenzialità elaborative dei computer degli utenti e capacità della rete di trasmissione. Una rete di nuova generazione in fibra ottica, oltre ad offrire una portata illimitata, dipendente unicamente dai dispositivi di trasmissione e ricezione, appare la soluzione tecnologica più in grado di creare le condizioni per assicurare la neutralità della rete. Secondo la FCC Americana, vi sono quattro principi fondamentali per garantire l’apertura delle reti e la natura pubblica di Internet: «1) I consumatori hanno diritto di accesso a tutti i contenuti leciti su Internet sulla base della propria scelta; 2) I consumatori hanno il diritto di utilizzare applicazioni e servizi a propria scelta, nel rispetto delle leggi; 3) I consumatori hanno il diritto di connettere i propri i apparati purché non provochino danni alla rete; 4) I consumatori hanno il diritto alla concorrenza tra operatori di rete, applicazioni e fornitori di servizi e di contenuti ». Ci sono diverse ragioni che rendono opportuno un intervento finalizzato a garantire la neutralità delle reti di telecomunicazioni e fra questi la relazione tra l’accesso ad Internet e le garanzie democratiche, l’importanza delle reti di telecomunicazione per il futuro di ampi settori dell’economia e la necessità di rimanere al passo con i Paesi più avanzati, quali USA e Canada, che già sono intervenuti in questa direzione. Per quanto riguarda il rapporto tra l’accesso ad Internet e le garanzie democratiche, basti pensare che Internet svolge già oggi un ruolo molto importante nell’accesso all’informazione e che questo ruolo crescerà nel tempo. Pertanto, chi dovesse influenzare l’accesso alla Rete, ai servizi o alle informazioni fruibili per il suo tramite, influenzerebbe anche il diritto fondamentale alla libertà di informazione. Una rete neutrale, pertanto, è una garanzia di democrazia. Sull’importanza delle reti di telecomunicazioni nell’economia italiana, si pensi che una rete non neutrale rappresenterebbe una rete in cui non è più scontato il ruolo tradizionale delle telecomunicazioni quale “supporto” alle attività produttive o ai servizi che le utilizzano strumentalmente. In presenza di reti di telecomunicazione non neutrali il ruolo degli operatori delle telecomunicazioni nel sistema economico non sarebbe prevedibile nella misura in cui non esistesse un limite alla loro possibilità di discriminare e limitare le condizioni di accesso ai servizi e alle reti. Il valore futuro delle ICT non è nelle reti in sé, ma nei servizi e applicazioni che queste permettono o permetteranno. Oggi non è possibile immaginare le applicazioni e i servizi che in futuro potranno essere forniti, ma già oggi esiste un conflitto d’interessi strutturale tra i gestori delle reti e i fornitori di servizi sulle reti: i primi nell’accesso alle reti sono in regime di monopolio o di oligopolio e, contemporaneamente, in concorrenza con i secondi sugli stessi servizi. Tale condizione è strutturale ed è difficilmente eliminabile. Un intervento che salvaguardi la neutralità della rete può, invece, annullare il rischio appena descritto. D’altronde, è appena il caso di ricordare che più volte il Commissario europeo alla Società dell’Informazione Viviane Reding ha sottolineato che l’ICT è la chiave per la competitività e la crescita economica in Europa, ed è responsabile per circa il 50% dell’attuale crescita di produttività nella UE. Il futuro dell’ICT dipende in larga parte dal futuro delle reti. Quindi, la salvaguardia della neutralità della rete è quanto mai opportuna. A livello internazionale, vi sono già diversi paesi che sono intervenuti in questo senso. Negli USA la FCC (Federal Communications Commission) ha già dal 2005 fissato alcuni principi generali per l’accesso alle reti che hanno portato all’intervento contro le politiche di traffic shaping di Comcast, il maggiore ISP americano. Il Congresso americano, a maggio 2008, ha inoltre approvato una proposta di legge che qualifica come una violazione della normativa antitrust ogni provvedimento che i fornitori di banda larga dovessero prendere per bloccare o rallentare il traffico Internet (Internet Freedom and Nondiscrimination Act). La normativa prevede che gli Internet Service Provider si possano collegare agli impianti di altri ISP sulla base di condizioni ragionevoli e non discriminatorie, ed offrendo accesso alle stesse condizioni in modo che tutti i contenuti, i servizi e le applicazioni siano trattati allo stesso modo e abbiano una identica opportunità di raggiungere i consumatori. Nella stessa direzione si muove una proposta di legge da poco avanzata in Canada, dove vi è stato un intenso dibattito sulle politiche di traffic shaping e/o throttling di Bell Canada, Rogers Communications, Videotron Ltée e Cogeco. In molti Paesi si è inoltre intervenuti con normative che impongono, a livello legale, l’obbligo di fornire piena accessibilità dei servizi della rete e della società dell’informazione da parte dei disabili. Tra queste iniziative, si ricordano quelle sviluppate negli USA, in Canada, in Australia, nelle Filippine e, in Europa, dalla Spagna, dalla Svezia, dal Regno Unito e dall’Irlanda. Un intervento che miri a salvaguardare la neutralità della rete, al fine di favorire lo sviluppo della società democratica dell’informazione non può tuttavia prescindere dalla situazione attuale del nostro Paese: è un dato, infatti, che le possibilità offerte dalle nuove tecnologie fanno parte, ancora oggi, del patrimonio di una minoranza. L’analisi dei dati sull’utilizzo di Internet impone di lavorare sulla realizzazione delle infrastrutture necessarie ma, anche, sulla promozione della capacità d’uso e sull’orientamento all’innovazione della pubblica amministrazione, delle imprese e dei cittadini. La formazione e l’aggiornamento del capitale umano rappresentano, pertanto, un obiettivo prioritario. La diffusione della società dell’informazione implica, quindi, alcuni interventi: garanzia della neutralità della rete; sviluppo di infrastrutture a banda larga; sicurezza d’accesso e interoperabilità dei sistemi; promozione dell’utilizzo delle tecnologie digitali nei diversi settori industriali e dei servizi (turismo, commercio, artigianato, agricoltura ed industria); produzione di contenuti digitali; inclusione dei soggetti esclusi; sviluppo della partecipazione politica anche attraverso la creazione di luoghi virtuali di confronto telematico tra i cittadini, esperti e decisori politici. Il perseguimento di tali obiettivi richiede, pertanto, uno strumento che definisca in modo chiaro, semplice e trasparente, le modalità di programmazione, finanziamento e supporto delle politiche per lo sviluppo della società dell’informazione, le aree di intervento prioritarie e le procedure di coinvolgimento degli enti locali, dei cittadini e delle imprese. Il disegno di legge rappresenta, pertanto, il mezzo attraverso il quale coordinare e sistematizzare tutti gli strumenti già esistenti in materia di sviluppo della società dell’informazione ed attuare le nuove strategie. In ambito comunitario, La Commissione europea ha definito gli orientamenti strategici per la società dell’informazione, in linea con la Strategia di Lisbona rinnovata dal Consiglio europeo nella primavera del 2005, a partire dalla Comunicazione “i 2010 – Una società europea dell’informazione per la crescita e l’occupazione”. Con la successiva Comunicazione “Il piano di azione e-Governement per l’iniziativa 2010: accelerare l’e-Governement in Europa a vantaggio di tutti”, la Commissione ha affermato esplicitamente che: la correlazione tra competitività nazionale, forza di innovazione e qualità dei servizi dell’amministrazione pubblica dimostra che, nell’economia mondiale, migliorare l’amministrazione è indispensabile per essere competitivi. Grazie all’e-Governement i servizi pubblici possono apportare un significativo contributo all' agenda di Lisbona ”. In questa prospettiva, l’Unione europea si è data cinque grandi obiettivi per raggiungere risultati concreti entro il 2010: non lasciare indietro alcun cittadino; trasformare l’efficienza e l’efficacia della pubblica amministrazione in realtà; attuare servizi fondamentali a forte impatto destinati ai cittadini e alle imprese; mettere in atto strumenti chiave, che consentano ai singoli cittadini e alle imprese di beneficiare di un accesso autenticato, adeguato, sicuro e interoperabile ai servizi pubblici in tutta Europa; rafforzare la partecipazione e il processo decisionale democratico. La Commissione europea riconosce direttamente alle Regioni, oltre che agli Stati, un ruolo attivo per lo sviluppo di una società ed economia basate sulla conoscenza. Oltre a ciò, nel contesto del nuovo quadro finanziario, sono stati previsti finanziamenti imponenti indirizzati al settore dell’innovazione: nel nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013, infatti, “(…) l’Unione europea ha destinato circa 7 miliardi di euro a progetti collegati alle TIC, e che le TIC costituiscono inoltre una delle priorità degli orientamenti strategici comunitari sulla coesione 2007-2013 (…)”. A questo si aggiungano le risorse, pari circa a 9 miliardi di euro, messe a disposizione dall’Unione Europea nel Settimo programma quadro di ricerca (PQ7), di cui le TIC costituiscono la voce principale, nonché le risorse previste dal Programma per la competitività e l’innovazione (PCI) che prevede una serie di interventi strettamente connessi con quelli previsti dal PQ7. Per maggiore completezza, si segnala, anche, una recente nota della Commissione europea in materia di aiuti di stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione, finalizzata a rendere più chiara, semplice e trasparente la procedura per la concessione di aiuti di stato nel settore della ricerca e innovazione da parte di soggetti pubblici. La Commissione europea, nella sua Comunicazione del 30 marzo 2007, “i 2010 – Relazione annuale 2007 sulla Società dell’informazione", ha fatto il punto della situazione sullo sviluppo delle politiche europee della Società dell’informazione, sui risultati ottenuti e sulle ulteriori azioni da intraprendere nei prossimi mesi. Dalla Relazione emerge in modo chiaro il ruolo fondamentale che la società dell’informazione ha assunto nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona, e, in particolare, la Commissione sottolinea la tendenza degli Stati all’integrazione trasversale delle politiche in materia di società dell’informazione, nonché i risultati positivi raggiunti, finora, nei settori della banda larga, dell’amministrazione in linea e dell’alfabetizzazione digitale. Nel contesto del nostro Paese, le nuove tecnologie richiedono la definizione di standard comuni e soltanto la collaborazione istituzionale può evitare il rischio di potenziali conflitti. In questo contesto, lo Stato ricopre un ruolo centrale e necessario per garantire, nel rispetto delle autonomie regionali, l’unitarietà d’azione e di erogazione dei servizi in tutto il Paese e le Regioni, secondo le proprie esigenze e risorse, possono procedere all’innovazione con linee e strategie che tengano conto del tessuto sociale e d’impresa presenti sul proprio territorio. Il ruolo fondamentale, nella promozione e nella predisposizione di regole e criteri, è stato svolto finora dallo Stato con fonti di rango legislativo e regolamentare. La cornice nazionale di riferimento è rappresentata dal Decreto legislativo n. 82 del 2005, recante il "Codice dell’amministrazione digitale” (di seguito CAD) e dalla legge 9 gennaio 2004, n. 4 ”Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”. Il CAD, ai sensi dell’articolo 2, comma 2, si applica alle pubbliche amministrazioni “salvo che sia diversamente stabilito nel rispetto della loro autonomia organizzativa e comunque nel rispetto del riparto di competenza di cui all’articolo 117 della Costituzione”. Ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera r) della Costituzione, il coordinamento informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale è attribuito alla competenza esclusiva dello Stato, tenuto a dettare le regole tecniche necessarie a garantire la sicurezza e l’interoperabilità dei sistemi informatici – articolo 14 del CAD. Si tratta, secondo l’interpretazione della Corte costituzionale, di un potere legislativo di coordinamento di tipo tecnico, idoneo ad “ …assicurare una comunanza di linguaggi, di procedure e di standard omogenei, al fine di consentire la cooperazione operativa fra tutti i soggetti pubblici operanti sul territorio nazionale” il cui esercizio, comunque, non può escludere una competenza regionale nella disciplina e gestione di una propria rete informativa (Corte Costituzionale n. 17/2004 e n. 50/2005). Considerata la natura trasversale della materia, il disegno di legge ha tenuto conto anche del riparto di competenze tra Stato, Regione e autonomie locali in materia di comunicazione, formazione e istruzione. In tal senso, sono stati rispettati i principi dettati dal Codice delle comunicazioni elettroniche - D. lgs. 1 agosto 2003, n. 259- , avente ad oggetto le reti ed i servizi di comunicazione elettronica ad uso pubblico. Il Codice, infatti, in attuazione di principi di derivazione comunitaria, detta una disciplina tesa non solo alla salvaguardia di diritti costituzionalmente garantiti, quali quelli della «libertà di comunicazione» e della «libertà di iniziativa economica», ma anche a promuovere la semplificazione dei procedimenti amministrativi e la partecipazione ad essi dei soggetti interessati, nonché lo sviluppo, in regime di concorrenza, delle reti e dei servizi di comunicazione. Per quanto concerne, in particolare, la tematica del software libero, le principali amministrazioni pubbliche in Francia e in Germania hanno già adottato questa nuova politica di gestione e di utilizzo del software, in un ottica di economicità e di funzionalità. In Italia, alcune amministrazioni hanno riconvertito i loro principali sistemi informatici utilizzando l’open source ed il software libero (Emilia Romagna, Toscana, Umbria, provincia di Bolzano) e, recentemente, è stato approvato dalla Camera dei deputati un ordine del giorno – 9/DOC. VIII, N. 2/4 – al quale è seguito il piano per il passaggio dell’infrastruttura informatica della Camera al sistema operativo open source. Il piano prevede il passaggio graduale dell’intera amministrazione di Montecitorio al nuovo sistema – server, desktop, applicazioni. Il disegno di legge si suddivide in tre parti: la prima indica le finalità della presente proposta di legge; la seconda è relativa allo sviluppo della società dell’informazione e della conoscenza, da promuovere attraverso la salvaguardia del principio della neutralità tecnologica e la promozione del c.d. software libero; la terza indica le politiche per lo sviluppo della società dell’informazione. Aspetti molto innovativi riguardano il diritto all’uso delle tecnologie, la partecipazione democratica, l’alfabetizzazione informatica dei cittadini e della pubblica amministrazione. Il disegno di legge introduce nell’ordinamento il software libero, considerato lo strumento più idoneo per uno sviluppo della società dell’informazione ispirato ai principi di contenimento della spesa pubblica e di tutela della concorrenza. Il software libero non è solo una semplice alternativa a sistemi proprietari, ma può essere oramai considerato un elemento capace di implementare la qualità e l’efficienza nel settore pubblico e nel privato. Tra i principali vantaggi, oltre i minori costi per l’amministrazione, si segnalano: la disponibilità del codice sorgente; l’indipendenza da uno specifico fornitore; l’accessibilità anche per le piccole realtà di sviluppo ed un beneficio per l’industria informatica in particolare locale; la possibilità di sviluppare o ampliare autonomamente parti del software attraverso l’intervento sul codice sorgente; la possibilità di trasmettere nuove applicazioni eventualmente sviluppate in proprio o tramite terzi ad altre amministrazioni secondo il principio del riuso (ex art. 69 del CAD); il controllo sulle operazioni svolte dal software che assicura un maggiore grado di sicurezza; la certezza per chiunque ed in qualunque momento, anche futuro, di accedere ai dati e di apportare miglioramenti o modifiche. Relativamente al diritto all’uso delle tecnologie, previsto dall’articolo 3 del CAD, al fine di evitare che tale riconoscimento risulti una formula vuota, ci si impegna su due fronti: dal punto di vista strutturale, fornendo alla collettività strumenti concreti per interagire con l’amministrazione (banda larga, punti di accesso pubblici assistiti, fornitura di strumentazione alle scuole, servizi in rete); dal punto di vista culturale, attraverso la diffusione della conoscenza delle potenzialità delle nuove tecnologie e l’educazione all’uso consapevole delle TIC. Con riguardo all'alfabetizzazione informatica, per evitare che lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie sia causa di nuove forme di discriminazione, si garantisce un apprendimento costante attraverso intensi processi formativi di base e specialistici. L’obiettivo è ottenere un miglioramento della capacità individuale di utilizzo delle tecnologie. Rispetto alla partecipazione democratica, le opportunità offerte dalla rete possono essere utilizzate per realizzare nuove procedure di partecipazione democratica. In questa direzione i contenuti di tutti i siti istituzionali devono essere ripensati per consentire maggiore chiarezza, trasparenza e fruibilità delle informazioni. Il disegno di legge, inoltre, introduce un’apposita sezione dedicata alla consultazione, all’invio di proposte o segnalazioni, con l’intento di coinvolgere direttamente i cittadini nella definizione delle politiche pubbliche e di stimolare il dibattito sulle questioni di maggiore interesse collettivo. Gli esiti delle consultazioni hanno funzione solo consultiva e, pertanto, saranno maggiormente significative quanto più consistente sarà la partecipazione dei cittadini. Il rafforzamento del settore che produce servizi e prodotti nell’ambito delle TIC, settore strategico per lo sviluppo economico del Paese, è raggiunto grazie ad una duplice azione: l’utilizzo intenso da parte delle amministrazioni delle tecnologie digitali ed il diretto coinvolgimento delle stesse imprese nello studio e nella ricerca di soluzioni innovative. A tal fine, il disegno di legge prevede una serie di interventi di coordinamento e di sostegno in un settore, in forte espansione, ma che necessita di un piano di sviluppo sistematico. Particolare importanza assumono la previsione di un fondo per lo studio e la ricerca del software libero e la creazione di un partenariato pubblico privato che sia capace di riunire tutte le eccellenze in campo informatico, attingendo anche dal tessuto imprenditoriale e economico – sociale. Lo Stato, oltre che realizzare servizi e contenuti digitali, promuove l’interoperabilità tra le pubbliche amministrazioni presenti sul territorio e fornisce le infrastrutture necessarie contribuendo allo sviluppo della rete nazionale. Il Piano di innovazione digitale è lo strumento operativo che consentirà di raggiungere gli obiettivi prefissati e rendere effettivi i principi generali. Il disegno di legge prevede il coinvolgimento, nella preparazione del suddetto Piano, dei soggetti chiamati a darvi attuazione, quali ad esempio Regioni, Province, enti locali, e dei diretti destinatari degli interventi, quali ad esempio, imprese o associazioni di categoria. Al fine di dare concretezza alle politiche in materia, il Piano deve prevedere gli interventi specifici, con indicazione dei costi e delle risorse necessarie. L’intendimento è quello di avere a disposizione uno strumento realmente operativo. Ad esempio, considerato che il Piano prevede l’adozione di misure specifiche a favore dei disabili, dovranno essere individuati i programmi applicativi che consentono il superamento dell’esclusione – come la previsione all’interno dei siti delle pubbliche amministrazioni di contenuti fruibili via audio dai non vedenti. L’amministrazione assicura il pieno coinvolgimento degli enti locali nei processi innovativi, sostenendo l’autonoma capacità di ogni amministrazione locale di generare innovazione amministrativa e di servizio. L’obiettivo è evitare la dispersione delle risorse, causata dall’utilizzo di soluzioni diverse, spesso incompatibili tra loro e contrarie ad un progetto comune di sistema; non solo, quindi, sostegno economico, ma anche e soprattutto capacità di orientare le scelte delle amministrazioni locali. A tal fine, la definizione del Piano è arricchita da una fase preliminare di concertazione in sede di Conferenza Stato-Regione–enti locali. Tale coinvolgimento consentirà di evidenziare i relativi fabbisogni e le eventuali criticità e semplificherà l’attuazione delle misure da parte degli enti locali. DISEGNO DI LEGGE TITOLO I CAPO I FINALITà Art. 1 (Finalità) 1. Lo Stato italiano, nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale, promuove lo sviluppo della società dell’informazione e della conoscenza al fine di garantire: a) la neutralità nelle condizioni di accesso alle reti di comunicazione elettronica; b) la diffusione e la fruibilità delle nuove tecnologie della comunicazione elettronica in tutto il territorio nazionale allo scopo di abbattere il divario digitale esistente nelle diverse aree del Paese e favorire la libera diffusione della conoscenza, l’accesso pieno e aperto alle fonti di informazione e agli strumenti di produzione del sapere; c) lo sviluppo coordinato dei sistemi informativi pubblici, la valorizzazione e la condivisione del patrimonio informativo pubblico, garantendo il pluralismo informatico anche attraverso l’utilizzo di software libero; d) la rimozione degli ostacoli che impediscono la piena parità di accesso alle informazioni digitali e alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, di seguito TIC, con particolare riferimento a situazioni di disabilità, disagio economico e sociale e diversità culturale; e) la diffusione e l'utilizzo di standard e formati aperti allo scopo di salvaguardare il pluralismo informatico e la libertà di scelta delle istituzioni pubbliche, del cittadino e delle imprese. Art. 2 (Carta dei diritti) 1. Lo Stato italiano riconosce l’importanza del superamento del divario digitale, in particolare nelle aree depresse del Paese, per la libera diffusione della conoscenza fra la cittadinanza, l’accesso pieno e aperto alle fonti di informazione e agli strumenti di produzione del sapere. A tal fine, promuove una "Carta dei diritti", nella quale sono definiti i principi e i criteri volti a garantire l’accesso universale della cittadinanza alla rete internet senza alcuna discriminazione o forma di censura. 2. Lo Stato italiano promuove la diffusione dei principi della "Carta dei diritti" a livello internazionale e individua forme di sostegno al Fondo di Solidarietà Digitale per la diffusione della società dell’informazione e della conoscenza nei paesi in via di sviluppo. Art. 3 (Definizioni) 1. Ai fini della presente legge si intende per: accessibilità: la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari; accesso: il fatto di rendere accessibili risorse o servizi di un operatore a determinate condizioni, su base esclusiva o non esclusiva, per la fornitura di servizi di comunicazione elettronica; comprende, tra l’altro, l’accesso: agli elementi della rete e alle risorse correlate, che può comportare la connessione di apparecchiature con mezzi fissi o non fissi, ivi compreso in particolare l’accesso alla rete locale nonché alle risorse e ai servizi necessari per fornire servizi tramite la rete locale; all’infrastruttura fisica, tra cui edifici, condotti e piloni; ai pertinenti sistemi software, tra cui i sistemi di supporto operativo; ai servizi di traduzione del numero o a sistemi che svolgano funzioni analoghe; alle reti fisse e mobili, in particolare per il roaming tra operatori mobili; ai sistemi di accesso condizionato per i servizi di televisione digitale; ai servizi di rete privata virtuale; alfabetizzazione informatica: il processo di formazione volto a fornire gli strumenti culturali necessari a rendere le persone capaci di utilizzare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione; banda minima garantita: la prestazione minima del servizio di accesso fornito dall’internet service provider; ovvero la quantità di traffico, espresso in bit per secondo, che l’utente può essere in grado di trasferire (ricevere e/o inviare) con continuità e certezza in un ampio intervallo temporale, attraversando il segmento di rete di pertinenza del provider; banda massima raggiungibile: la prestazione di picco del servizio di accesso fornito dall’internet service provider; ovvero la quantità massima di traffico, espresso in bit per secondo, che l’utente può essere in grado di trasferire (ricevere e/o inviare) in condizioni di rete non congestionata, attraversando il segmento di rete di pertinenza del provider; Best effort: una trasmissione dati attraverso una connessione elettronica senza un livello garantito di prestazioni e/o priorità dei dati trasmessi; divario digitale: la situazione di disuguaglianza nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione dovuta a carenze di ordine infrastrutturale, tecnico, economico, sociale e culturale; Filtering o filtraggio: ogni attività che consiste nel blocco o nell’alterazione di prestazioni selettiva di contenuti in transito su reti di comunicazione elettronica in base a criteri predeterminati o, comunque, oggettivi basati sul tipo di dati, sul contenuto dei dati e/o su liste di URL periodicamente aggiornate; formato aperto: il formato di dati che non presenta restrizioni, anche di licenza, rispondente a specifiche tecniche definite e validate a livello internazionale liberamente disponibili e documentate in modo completo; interconnessione: il collegamento fisico e logico delle reti pubbliche di comunicazione utilizzate dal medesimo operatore o da un altro per consentire agli utenti di un operatore di comunicare con gli utenti del medesimo o di un altro operatore, o di accedere ai servizi offerti da un altro operatore. I servizi possono essere forniti dalle parti interessate o da altre parti che hanno accesso alla rete. L’interconnessione è una particolare modalità di accesso tra operatori della rete pubblica di comunicazione; Internet Service Provider: soggetto che fornisce all’utente l’accesso ad Internet; interoperabilità: la capacità dei sistemi informativi, anche eterogenei, di interagire, condividere, scambiare e utilizzare dati e programmi informatici; banda larga: l’ambiente tecnologico costituito da applicazioni, contenuti, servizi ed infrastrutture, che consente l’utilizzo delle tecnologie digitali ad elevati livelli di interattività; neutralità delle reti: una rete in cui tutti i servizi sono accessibili a tutti gli utenti allo stesso modo ed hanno lo stesso trattamento con una logica del “massimo sforzo”, ovvero una rete in cui l’operatore non eserciti alcuna forma di discriminazione, da una parte, sui contenuti e sui servizi su di essa veicolati e, dall’altra, sugli utenti; neutralità tecnologica: la condizione che non impone l'uso di una particolare tecnologia, che non discrimina tra diverse tecnologie e che permette di adottare provvedimenti e promuovere servizi indipendentemente dalla tecnologia utilizzata; piattaforme informatiche: i sistemi informatici, ovvero insiemi di hardware e software che elaborano dati e informazioni; operatore: un’impresa che è autorizzata a fornire una rete pubblica di comunicazioni, o una risorsa correlata; pluralismo informatico: l’insieme di condizioni che garantiscono libertà di scelta nella realizzazione di piattaforme informatiche, eliminando ogni barriera dovuta a diversità di standard; punti di accesso pubblici assistiti: le postazioni per l’accesso a servizi telematici, da utilizzare con l’assistenza di personale addetto; reingegnerizzazione: l’analisi e ridefinizione dei processi organizzativi; riuso: il processo di trasferimento di una o più soluzioni delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione dall'ambiente organizzativo per il quale esse sono state progettate e realizzate in altri contesti organizzativi e funzionali. La soluzione riusabile è costituita da una componente di servizi, da una componente tecnologica e da una componente organizzativa. Possono essere oggetto di riuso: software applicativi; software infrastrutturali; metodologie; modelli (architettura, organizzazione, processo, standardizzazione); moduli di formazione (su un determinato tema); Shaping: ogni attività che consiste nel blocco o nell’alterazione delle prestazioni di tipologie di classi di traffico IP su reti di comunicazioni elettronica attraverso interventi mirati sui classi di pacchetti di dati in base a criteri predeterminati; società dell’informazione e della conoscenza: la modalità di sviluppo della società basato sulla centralità dell’informazione e della conoscenza quali risorse essenziali per lo sviluppo economico, sociale e culturale e in cui creazione, distribuzione, diffusione, uso e elaborazione delle informazioni sono effettuati su piattaforme informatiche attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC); software libero: il programma per elaboratore elettronico distribuito con una licenza d’uso che permette la sua esecuzione per qualsiasi scopo, senza vincoli sul suo utilizzo, l’accesso al codice sorgente, il suo studio ed eventualmente la sua modifica, la sua ridistribuzione in un numero di copie illimitato e la sua modifica e miglioramento; tecnologie assistive: le strumentazioni e le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono alla persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici; tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC): l’insieme delle tecnologie informatiche e telematiche che consentono di creare, distribuire, diffondere, usare, elaborare e trasmettere l’informazione in formato digitale; usabilità: la modalità di organizzazione e strutturazione delle informazioni finalizzata a garantire la massima facilità di utilizzo e soddisfazione dell’utente; utente: la persona fisica o giuridica che utilizza o chiede di utilizzare un servizio di comunicazione elettronica accessibile al pubblico; 2. Il Ministero dello sviluppo economico provvede, con cadenza biennale, con proprio decreto, all'aggiornamento e all'integrazione delle definizioni di cui al comma 1. TITOLO II SVILUPPO DELLA SOCIETà DELL’INFORMAZIONE E DELLA CONOSCENZA Capo I Politiche per la diffusione sul territorio nazionale della Banda Larga Art. 4 (Diffusione sul territorio della connettività a banda larga) 1. L'universalità dell'accesso ad internet ed il superamento del divario digitale costituiscono obiettivo essenziale e prioritario del processo di modernizzazione tecnologica del Paese. Ogni cittadino ha diritto ad accedere, in condizioni di eguaglianza, a tutte le informazioni e ai servizi forniti attraverso la banda larga. La diffusione della rete di telecomunicazione a banda larga è assicurata in tutto il territorio nazionale e in tutti i servizi pubblici di interesse generale. 2. Ai fini di cui al comma 1, entro dieci mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero dello sviluppo economico adotta, d’intesa con le Regioni e con le Province autonome di Trento e di Bolzano, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie, un programma per lo sviluppo e la diffusione sul territorio dell’accesso a Internet mediante connettività a banda larga, inteso a rimuovere le carenze infrastrutturali che impediscono la piena parità di accesso dei cittadini e di competitività del sistema produttivo. Per la realizzazione del programma è istituito un apposito fondo presso il Ministero dello sviluppo economico, di ammontare pari a 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011. 3. Il programma di cui al comma 2 è realizzato nel rispetto del principio della neutralità tecnologica entro il 31 dicembre 2012. Capo II Politiche per garantire la neutralità nell'accesso alle reti di comunicazione Art. 5 (Accesso neutrale alle reti e trasparenza nelle condizioni di accesso) 1. Al fine di garantire la neutralità e la trasparenza nelle condizioni di accesso alle reti, i fornitori di accesso alle reti, nell'erogazione dei servizi di accesso ad internet, sono tenuti a specificare la banda minima garantita, la banda massima raggiungibile, il tasso di concentrazione verso le reti nazionali e le condizioni tecnologiche in relazione ai livelli di traffico verso le reti internazionali. 2. L’accesso alle reti deve essere garantito con qualsiasi dispositivo a condizioni di neutralità rispetto ai contenuti, ai servizi, alle applicazioni ed agli apparati terminali, e a condizioni economiche ed operative eque, ragionevoli e non discriminatorie. 3. Sono vietate le interruzioni selettive o le variazioni delle prestazioni dei collegamenti in funzione dell’uso di determinati tipi di apparati terminali, servizi, applicazioni o contenuti, anche per brevi istanti. Art. 6 (Garanzie per gli utenti nell'accesso alle reti e ai servizi) 1. I fornitori di accesso alle reti, sono tenuti a: a) non discriminare la qualità del servizio sia nelle comunicazioni che si svolgono tra propri utenti sia nelle comunicazioni tra un proprio utente ed utenti di altro operatore; b) negoziare l'interconnessione con altri operatori secondo la normativa vigente e assicurando qualità di servizio non inferiori a quelle offerte ai propri utenti. Tali accordi sono resi pubblici; c) garantire agli utenti un accesso base definito nel rispetto di condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie e nel rispetto del principio del best effort; d) fornire servizi aggiuntivi quali i sistemi di filtering shaping e di ottimizzazione del traffico delle applicazioni e dei servizi esclusivamente sulla base di una esplicita richiesta dell’utente e a costi ragionevoli e non discriminatori; 2. Ogni limitazione delle condizioni di accesso deve essere richiesta ed autorizzata in maniera esplicita dall’utente per singolo servizio, applicazione e contenuto e deve essere in ogni momento recedibile. Art. 7 (Sanzioni e vigilanza) 1. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni vigila sull’applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 5 e 6. Nei casi di violazione, irroga la sanzione amministrativa da un minimo dell'1% ad un massimo del 10% del fatturato annuo del fornitore di accesso. L’Autorità adotta tutte le misure necessarie per l'applicazione delle disposizioni di cui al presente Capo entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge. Capo III Politiche per l'informatizzazione della Pubblica amministrazione Art. 8 (Informatizzazione della Pubblica amministrazione) 1. A decorrere dal 1 gennaio 2012, le amministrazioni pubbliche sono tenute ad utilizzare, nell'ambito delle attività e dei compiti assegnati a ciascuna di esse, le tecnologie e i programmi informatici di cui al comma 2 allo scopo di: a) migliorare i servizi offerti ai cittadini e alle imprese; b) favorire lo sviluppo coordinato dei sistemi informativi pubblici, la valorizzazione e la condivisione del patrimonio informativo pubblico; c) garantire una più efficace e diffusa partecipazione dei cittadini, delle imprese, delle associazioni di categoria e di ogni altro soggetto interessato ai processi decisionali pubblici, ai processi di formazione delle norme e alla verifica dei risultati dell’azione amministrativa. 2. Ai fini di cui al comma 1, in conformità con il principio di neutralità tecnologica, le amministrazioni pubbliche utilizzano soluzioni basate su software libero, anche al fine di contenere e razionalizzare la spesa pubblica, favorire la possibilità di riuso e l’interoperabilità dei componenti facendo uso di protocolli e formati aperti, e adottano soluzioni informatiche basate su protocolli e formati aperti di generale accettazione. I programmi informatici utilizzati dovranno consentire all'amministrazione pubblica l’acquisizione e la trattazione dei documenti, in qualunque formato gli stessi siano prodotti. In caso contrario, le amministrazioni pubbliche, sono tenute ad indicare i motivi che impediscono l’adozione di soluzioni basate su software libero e l'utilizzo di protocolli e formati aperti. 3. Le amministrazioni pubbliche utilizzano le tecnologie e i programmi informatici di cui al comma 2 per la fornitura di servizi ai cittadini, anche per via telematica, nonché nelle procedure ad evidenza pubblica. Analogamente, le pubbliche amministrazioni sono tenute ad accettare e trattare i documenti consegnati, anche in via telematica, da cittadini, imprese e altri soggetti, in qualunque formato gli stessi siano prodotti. 4. Le informazioni pubbliche devono essere accessibili ai cittadini, alle imprese alle associazioni e agli altri soggetti interessati, al prezzo marginale del costo di accesso per il singolo e, se questo non è significativo, in modo del tutto gratuito. 6. Le amministrazioni pubbliche non possono imporre al pubblico costi per l'accesso ai propri documenti dovuti al pagamento di licenze d'uso direttamente o indirettamente legate a diritti di proprietà intellettuale propri di terzi. 7. Al fine di far valere i diritti di cui al presente articolo è ammesso ricorso al Difensore civico. 8. Al fine di consentire la realizzazione degli obiettivi di cui al presente articolo, sono stanziati 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011. Art. 9 (Archivi e documenti della Pubblica amministrazione) 1. I dati contenuti negli archivi elettronici utilizzati dagli uffici delle amministrazioni pubbliche, sono conservati in formati standard e liberamente accessibili dai soggetti autorizzati senza vincoli all’utilizzo di specifici programmi. L’estrazione dei dati dall’archivio e il trasferimento su altro archivio non sono soggetti a limitazioni tecniche derivanti da licenze, brevetti, copyright o marchi registrati. 2. Le amministrazioni pubbliche garantiscono l'archiviazione dei documenti in formato digitale con modalità che consentono la conservazione e la conoscibilità nel tempo. Art. 10 (Sito istituzionale delle amministrazioni pubbliche) 1. Le amministrazioni pubbliche, nella realizzazione dei siti istituzionali, rispettano i principi di accessibilità e usabilità e assicurano, con chiarezza di linguaggio, una completa informazione sulle proprie attività. In particolare i siti istituzionali delle amministrazioni pubbliche contengono: l'organigramma, e per ogni ufficio l'articolazione, le attribuzioni, il nome dei responsabili unitamente agli atti amministrativi e normativi di riferimento; l'elenco dei procedimenti; con riferimento ad ogni procedimento, il termine per la sua conclusione ed ogni altro eventuale termine rilevante, la normativa di riferimento, moduli e formulari, la documentazione richiesta, i termini per la proposizione dell’impugnazione e l’indicazione dell’autorità competente, l’indicazione dello stato di attuazione; l’elenco completo delle caselle di posta elettronica istituzionali e delle caselle di posta elettronica certificata di cui al decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio 2005, n. 68 ; l’elenco dei bandi di gara e di concorso, la documentazione necessaria e la modulistica per la partecipazione; l'elenco dei collaboratori esterni e dei soggetti cui sono stati affidati incarichi di consulenza, con l'indicazione della ragione dell'incarico e dell'ammontare dei compensi corrisposti; l’elenco dei responsabili del trattamento dei dati personali; l’informativa sul trattamento dei dati personali degli utenti del sito istituzionale e dei portali da essa gestiti; l'elenco dei servizi forniti in rete e, per i nuovi servizi, l’indicazione dei tempi previsti per la loro attivazione; una sezione dedicata alla consultazione della collettività attraverso l’invio di proposte, suggerimenti ed eventuali segnalazioni. L’amministrazione pubblica tempestivamente gli esiti delle consultazioni sul sito; i messaggi di informazione e di comunicazione previsti dalla legge 7 giugno 2000, n. 150 “Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni; l’elenco dei punti di accesso assistito ad internet realizzati con il finanziamento dell’amministrazione. 2. Le amministrazioni pubbliche garantiscono l’accessibilità dei propri siti e del proprio materiale informatico da parte dei disabili ed effettuano annualmente l’analisi di accessibilità dei propri siti web, attraverso gli strumenti in uso e realizzano iniziative divulgative sulle tematiche dell’accessibilità e sull’uso di tecnologie assistive da parte di disabili. 3. Le amministrazioni pubbliche rendono disponibili i propri documenti con modalità tali da permettere un accesso semplice e gratuito, utilizzando almeno un formato aperto nella memorizzazione e nella pubblicazione nel sito istituzionale. 4. Le amministrazioni pubbliche sono tenute a dare attuazione a quanto previsto dal presente articolo entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge. Nello stesso termine predispongono gli strumenti necessari per valutare il grado di soddisfazione degli utenti in relazione ai servizi offerti. Capo IV Politiche per l'informatizzazione delle università, per la ricerca e la formazione nel settore delle TIC Art. 11 (Utilizzo delle tecnologie informatiche nelle Università) 1. A decorrere dal 1 gennaio 2012, le Università pubbliche sono tenute ad utilizzare, a supporto delle attività di formazione, di formazione ed organizzazione, le tecnologie e i programmi informatici di cui al comma 2 allo scopo di: a) migliorare i servizi offerti agli studenti iscritti e agli ex studenti laureati; b) favorire lo sviluppo della formazione degli studenti; 2. Ai fini di cui al comma 1, in conformità con il principio di neutralità tecnologica, le università pubbliche utilizzano soluzioni basate su software libero, anche al fine di contenere e razionalizzare la spesa pubblica, favorire la possibilità di riuso e l’interoperabilità dei componenti facendo uso di protocolli e formati aperti, e adottano soluzioni informatiche basate su protocolli e formati aperti di generale accettazione. I programmi informatici utilizzati dovranno consentire all'Università la trattazione dei documenti, in qualunque formato gli stessi siano prodotti. In caso contrario, le Università, sono tenute ad indicare i motivi che impediscono l’adozione di soluzioni basate su software libero e l'utilizzo di protocolli e formati aperti. 3. Le Università pubbliche utilizzano le tecnologie e i programmi informatici di cui al comma 2 per la fornitura di servizi agli studenti iscritti, anche per via telematica. Analogamente, le Università pubbliche sono tenute ad accettare e trattare i documenti consegnati, anche in via telematica, dagli studenti iscritti, in qualunque formato gli stessi siano prodotti. 4. Le informazioni pubbliche devono essere accessibili agli studenti e agli ex studenti laureati in modo del tutto gratuito. 5. All'interno di ciascuna università pubblica sono messe a disposizione degli iscritti e degli ex iscritti laureati, apposite aree attrezzate con postazioni per l'accesso alla rete internet e per l'accesso ai servizi forniti in rete dall'Università medesima. 6. Al fine di consentire la realizzazione degli obiettivi di cui al presente articolo, sono stanziati 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011. Art. 12 (Interventi formativi) 1. Lo Stato, le Regioni e gli enti locali promuovono attività di comunicazione ed educazione all’uso consapevole delle TIC e ai vantaggi connessi all’utilizzo del software libero al fine di garantire concrete possibilità di accesso ai servizi erogati con strumenti tecnologici e telematici. A tal fine, promuovono: interventi di formazione rivolti agli studenti delle scuole superiori per garantire l’alfabetizzazione informatica e l’uso consapevole delle TIC; interventi di formazione rivolti ai dipendenti. 2. L’attività di formazione è realizzata attraverso corsi in aula e programmi di apprendimento elettronico fruibili anche da punti di accesso pubblici o assistiti. 3. Lo Stato, le Regioni e gli enti locali promuovono programmi di sostegno all’acquisto o al recupero di hardware da destinare a scuole, biblioteche, associazioni senza fini di lucro e favoriscono la realizzazione e il recupero di aule informatiche da parte degli istituti scolastici primari e secondari. 4. Al fine di consentire la realizzazione degli obiettivi di cui al presente articolo, sono stanziati 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011. Art. 13 (Incentivazione alla ricerca e allo sviluppo del software libero) 1. Lo Stato promuove e sostiene le attività di elaborazione programmi di sostegno e ricerca specifici sul software libero. A tal fine sostiene e cofinanzia progetti di istituzioni scolastiche e universitarie e di enti pubblici orientati all’utilizzo delle TIC nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni. 2. Ai fini di cui al comma 1, è istituito presso il Ministero della pubblica amministrazione e innovazione, un apposito Fondo con dotazione pari a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011. 3. Il Ministero della pubblica amministrazione e innovazione provvede, con proprio decreti, da emanarsi entro il 30 marzo di ciascun anno, alla definizione delle modalità di presentazione delle domande per l'accesso ai finanziamenti nonché all'assegnazione delle relative risorse. TITOLO III SOCIETà DELL’INFORMAZIONE E DELLA CONOSCENZA Art. 14 (Piano per l’innovazione digitale) 1. Il Piano per l’innovazione digitale, di seguito Piano, definisce: le azioni specifiche, i singoli interventi da realizzare nel corso dell’esercizio finanziario o nel diverso termine individuato, i costi di progettazione, realizzazione e gestione e i risultati attesi; le risorse, le misure organizzative necessarie e le condizioni per la concessione dei relativi finanziamenti; gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono ai disabili di accedere alle informazioni ed ai servizi erogati dai sistemi informatici; il livello minimo di velocità di trasmissione dati da garantire agli utenti, tenuto conto delle tecnologie a disposizione; le misure per la conservazione dei documenti al fine di garantire la leggibilità dei dati nel tempo e l’erogazione dei servizi in caso di impossibilità di utilizzo delle TIC; gli interventi per l’alfabetizzazione informatica di cui all’articolo 10, anche con riguardo ai dipendenti delle aziende con meno di quindici dipendenti; gli strumenti e le tecnologie necessarie per la realizzazione della partecipazione democratica; gli interventi per la reingegnerizzazione dei procedimenti al fine di implementare i servizi erogabili; le misure di sostegno agli investimenti nelle TIC delle piccole e medie imprese. 2. Il Ministero della pubblica amministrazione e innovazione procede annualmente alla verifica dello stato di attuazione del Piano e redige un’apposita relazione motivando gli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi fissati. In tal caso, il Piano è sottoposto a revisione al fine di stabilire le azioni necessarie per il raggiungimento degli obiettivi o per rimodulare gli interventi programmati. La relazione e l’eventuale revisione del Piano sono trasmessi al Parlamento. 3. Al fine di consentire la realizzazione degli obiettivi di cui al presente articolo, sono stanziati 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011. Art. 15 (Approvazione del Piano per l’innovazione digitale) 1. Nel rispetto delle finalità e degli obiettivi fissati dalla presente legge, il Ministero della pubblica amministrazione e innovazione adotta, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico per quanto attiene agli aspetti concernenti le reti di comunicazione elettronica, entro 6 mesi dall’approvazione della presente legge e aggiorna con cadenza triennale il Piano. 2. Ai fini della elaborazione del Piano, la concertazione con gli enti territoriali è effettuata in sede di Conferenza permanente Stato - Regione - enti locali; a tali fini alla Conferenza permanente Stato -Regione - enti locali possono partecipare, senza integrarne la composizione, le imprese e le associazioni di imprese, le Università e gli altri soggetti interessati. Della convocazione della Conferenza e dell’ordine del giorno è data adeguata pubblicità sui siti istituzionali, individuando il termine per la presentazione delle istanze di partecipazione e rendendo disponibili i documenti utili alla discussione. Le proposte e le conclusioni dei rappresentanti sono verbalizzate. 3. Conclusa la fase di concertazione, la proposta del Piano è trasmessa dal Governo al Parlamento per il parere. Il Governo approva in via definitiva il Piano entro trenta giorni dall’acquisizione del parere. 4. Il Ministero della pubblica amministrazione e innovazione, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, provvede al coordinamento delle iniziative previste dalla presente legge. Art. 16 (Clausola valutativa) 1. Il Ministero della pubblica amministrazione e innovazione, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico per quanto attiene agli aspetti concernenti le reti di comunicazione elettronica, predispone con cadenza triennale una relazione sullo stato di attuazione della presente legge che deve contenere specifiche valutazioni in ordine a: interventi realizzati per prevenire e rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena parità di accesso alle informazioni digitali e alle TIC, con particolare riferimento a situazioni di disabilità, disagio economico, sociale e diversità culturale; strumenti adottati al fine di diffondere l'uso delle tecnologie telematiche nelle comunicazioni con le pubbliche amministrazioni; sviluppo digitale, con indicazione delle zone non coperte dalla connettività a banda larga; procedure di concertazione utilizzate; grado di diffusione delle nuove tecnologie nel sistema delle imprese; grado di diffusione del software libero nelle pubbliche amministrazioni, livello di interoperabilità, riuso dei programmi informatici, diffusione dell’archivio e del documento informatico e cambiamenti che lo sviluppo delle suddette tecnologie hanno prodotto nell’attività amministrativa; grado di utilizzo da parte degli utenti degli strumenti della tecnologia digitale e dei servizi in rete; interventi adottati in materia di formazione del personale e della collettività e di diffusione delle TIC nelle istituzioni scolastiche e nelle Università; stato di realizzazione e livello di qualità dei progetti finanziati; soddisfazione da parte dei destinatari della presente legge in ordine all’efficacia degli interventi attuati. 2. La relazione è trasmessa al Parlamento e, unitamente agli allegati contenenti la descrizione dei risultati conseguiti, dei costi sostenuti e degli effetti degli interventi realizzati è pubblicata nel sito istituzionale del Ministero della pubblica amministrazione e l’innovazione. TITOLO IV DISPOSIZIONI FINALI Art. 17 (Copertura finanziaria) 1. Ai maggiori oneri di cui alla presente legge, pari a 300 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011, si provvede mediante le maggiori entrate derivanti dalle disposizioni di cui ai commi 2 e 3. 2. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono aumentate le aliquote di cui all’allegato I del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, relative ai prodotti alcolici intermedi e all’alcole etilico al fine di assicurare un maggior gettito complessivo pari a 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011. 3. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono aumentate le aliquote di base di cui all'articolo 5 della legge 7 marzo 1985, n. 76, per il calcolo sull'imposta dei tabacchi lavorati destinati alla vendita al pubblico del territorio a soggetto a monopolio al fine di assicurare un maggior gettito complessivo pari a 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011.

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15/04/2009 13:01 REFERENDUM: MARINI (CONSULTA), ELECTION DAY NON E' INCOSTITUZIONALE (sezione: Giustizia)

( da "ITnews.it" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 15 apr. (Adnkronos) - "Incostituzionale l'accorpamento del referendum con le elezioni europee, perche' favorirebbe il raggiugimento del quorum? Il minimo che si puo' dire e' che il ragionamento appare paradossale". Il presidente emerito della Corte Costituzionale, Annibale Marini smonta la tesi sostenuta dal ministro per la semplificazione legislativa Roberto Calderoli, esponente della Lega nord, che ha parlato di incostituzionalita'. "L'accorpamento e' perfettamente costituzionale -ribadisce all'ADNKRONOS l'ex presidente della Consulta- ed e' semplicemente inimmaginabile pensare il contrario".

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Aici este Petrolul Ploiesti! (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: O FOSTA CAMPIOANA SI DETINATOARE A CUPEI SE ZBATE PRIN COCLAURII CELUI DE-AL PATRULEA ESALON Aici este Petrolul Ploiesti! Bogdan Ormuz Miercuri, 15 Aprilie 2009 » Desi municipiul Ploiesti este reprezentat in Liga a II-a de doua echipe, FC Petrolul si FC Ploiesti, fosta mare campioana a Romaniei nu se identifica cu nici una dintre aceste formatii. Motivul este cat se poate de simplu. Detinatoare a patru titluri de campioana si castigatoare de doua ori a Cupei Romaniei, ASFC Petrolul Ploiesti evolueaza in Liga A Prahova, adica divizia a patra nationala! Mai mult decat atat, printr-o succesiune de proceduri juridice, ASFC Petrolul Ploiesti a devenit satelitul Astrei Ploiesti. Fosta campioana evolueaza pe un maidan Stadionul Vega, cel pe care evolueaza singura echipa romaneasca invingatoare in fata lui Liverpool (3-1 in returul de la Ploiesti, dupa ce in tur englezii s-au impus cu 2-0; al treilea joc a avut loc la Bruxelles, unde englezii s-au impus cu 2-0), nu poate fi catalogat ca o arena de fotbal. Are o singura tribuna, in care nu incap mai mult de 200 de persoane, restul terenului fiind imprejmuit cu un gard de sarma. Singurul lucru care aduce aminte de gloria de altadata a formatiei prahovene sunt inscriptiile "Petrolul Ploiesti 1924" si "Lupii Galbeni" de pe zidul tribunei. In acest moment, Petrolul Ploiesti, pregatita de Octavian Dincuta, ocupa locul trei in clasamentul Ligii A Prahova, cu 46 de puncte din 21 de jocuri, fiind depasita de Petrolul Teleajen (47 de puncte) si Intersport Plopeni (48 de puncte). De cand s-a pierdut istoria Nebunia a inceput in vara anului 2002, cand ASFC Petrolul Ploiesti a retrogradat in liga secunda. Florin Bercea (vicepresedinte la FSLI Petrom) le-a transmis suporterilor petrolisti ca Petrom nu-si poate asocia imaginea cu un club din al doilea esalon, dar ca va continua sa sustina echipa cu aproximativ 600.000 de dolari pe an. Cat timp ASFC Petrolul a evoluat in Liga a II-a, Astra a jucat pe prima scena a fotbalului romanesc, avand ca sponsori principali pe Interagro si Petrom. O parte din jucatorii importanti ai ASFC Petrolul au ajuns in acel sezon la gruparea din cartierul 9 Mai. Dupa un parcurs foarte bun in esalonul secund, "petrolistii" promoveaza in prima liga in 2003, insa incep sezonul 2003/2004 in divizia a… patra. La o luna dupa promovare (iunie 2003), conducerea clubului anunta ca finantarea este sub semnul intrebarii. In mai putin de 30 de zile fanii au fost anuntati ca intre ASFC Petrolul Ploiesti si Astra Ploiesti va avea loc o fuziune. Doar ca in iulie 2003 ASFC Petrolul Ploiesti este dezafiliata de la FRF, ramanand astfel un loc vacant in prima liga, care este ocupat in cele din urma de Otelul. Gurile rele spun ca sefii "petrolisti" ar fi fost recompensati cu 300.000 de euro de catre galateni pentru retragerea echipei. Mai mult decat atat, pe data de 28 iulie 2003, prin Hotararea 4833 a Tribunalului Prahova, SC Sport Club Astra SA Ploiesti isi schimba denumirea in SC FC Petrolul SA Ploiesti, avandu-i la conducere pe Florin Bercea si Ioan Niculae. De ce s-a ales aceasta varianta? La acea vreme, ASFC Petrolul Ploiesti era o asociatie nonprofit, iar conform Legii sportului, ar fi trebuit sa se transforme in SA. O fuziune cu Astra Ploiesti si formarea unei noi societati ar fi durat cel putin sapte luni. O perioada buna de timp, "lupii galbeni" au incurajat echipa din prima liga, fiind convinsi ca a avut loc o fuziune prin absorbtie. Mircea Dridea a esuat Printre cei care si-au dat seama totusi ce s-a intamplat cu adevarat s-a numarat si Mircea Dridea. Fosta glorie a Petrolului infiinteaza Asociatia Sportiva Petrolul ‘52 Ploiesti, alaturi de Costica Moldoveanu, pentru ca palmaresul sa nu se piarda. Acest club nu a supravietuit decat foarte putin. Desi a dobandit Certificatul de Identitate Sportiva pe 23 iulie 2003, iar Astra a primit decizia judecatoreasca pentru schimbarea denumirii in SC FC Petrolul SA cinci zile mai tarziu, Federatia de Fotbal, la cererea lui Florin Bercea si Ioan Niculae, someaza gruparea lui Mircea Dridea sa-si modifice numele pentru ca nu pot exista doua echipe in acelasi oras care sa foloseasca acelasi cuvant ("Petrolul"). S-au trezit suporterii La sfarsitul sezonului 2003-2004, SC FC Petrolul SA (fosta Astra) retrogradeaza, iar din cauza unor divergente la nivelul conducerii, Ioan Niculae renunta la cele 50 de procente pe care le detinea in cadrul clubului, acestea ajungand la Liviu Luca, Florin Bercea si Edi Alexandru. De atunci, SC FC Petrolul SA nu a mai reusit sa revina pe prima scena a fotbalului romanesc. Cea mai buna performanta a fost inregistrata cu Valeriu Rachita pe banca tehnica, in sezonul 2005-2006, cand "galben-albastrii" au ajuns pana in semifinalele Cupei Romaniei, unde au fost eliminati de Rapid. La finalul sezonului, conducerea clubului ia surprinzatoarea decizie de a-l demite pe Rachita. Acesta a fost momentul care a produs o adevarata revolta a fanilor, in scurt timp "lupii galbeni" intelegand ca SC FC Petrolul SA nu are nici o legatura cu fosta campioana. Pentru ca lucrurile sa nu degenereze, conducerea clubului, motivand si lucrarile de la Stadionul "Ilie Oana", decide ca jocurile de acasa sa le dispute pe arenele de la Moreni si Mogosoaia, suporterii cu buletin de Prahova neavand acces la aceste partide. Pe 12 octombrie 2006, suporterii organizeaza in centrul Ploiestiului mitingul "Petrolul este al nostru", dupa ce timp de trei saptamani au strans aproape 15.000 de semnaturi pentru ca echipa sa fie reluata de primarie si se revina pe Stadionul "Ilie Oana". La inceputul sezonului, reintra in joc fostul conducator al SC FC Petrolul Ioan Niculae. Omul de afaceri isi formeaza o noua echipa sub denumirea de "Astra", numele fiind valabil, dupa ce vechea Astra se transformase in SC FC Petrolul SA. Dar pentru a nu incepe campionatul in ultima liga a tarii, Niculae cumpara cu totul formatia International Pitesti din Liga a III-a, pe care o redenumeste "Astra", trecand astfel si peste procedurile necesare infiintarii unei entitati sportive. Astra a terminat sezonul pe locul cinci in a treia liga. In urmatorul an competitional isi schimba denumirea in CSM FC Ploiesti, dupa ce Niculae ajunge la o intelegere cu primaria pentru un parteneriat public-privat, cu ideea ca aceasta sa devina pe viitor echipa-fanion a orasului. Instalarea lui Valeriu Rachita pe banca tehnica a produs o emulatie in randul suporterilor, care incet-incet s-au apropiat de noua echipa. De precizat ca nici aceasta nu avea vreo legatura cu Petrolul Ploiesti, care se zbate si acum in Liga a IV-a. "Pe 1 iulie 2007 aveam un singur jucator, pe Gafita, restul fiind vanduti sau dati afara. Pana la inceputul campionatului am mai adus 22 de jucatori, pe care am platit in total 15.000 de euro. Primul meci a fost in august, in Cupa Romaniei. Partida era programata la ora 17.00, cu Compet Ploiesti, iar noi la ora 13.00 aveam doar sapte jucatori legitimati. Pana la ora 17.00 am reusit sa mai gasim inca cinci, din care un portar. Deci am reusit sa acoperim posturile de titulari, iar pe banca aveam o singura rezerva, cea de portar, restul fiind juniori, doar sa fie la numar. Pana la urma a iesit bine si am castigat cu 3-1", ne-a declarat Valeriu Rachita. In decembrie 2007 primaria a hotarat sa preia 51% din actiunile clubului, insa prefectul a contestat decizia si totul a cazut. Echipa si-a vazut insa de treaba, castigand seria a 3-a a Ligii a III-a cu 95 de puncte din 102 posibile. In liga secunda, echipa antrenata de Valeriu Rachita s-a descurcat excelent, terminand turul pe podium. Cu toate acestea, tehnicianul a fost demis, iar proiectul a fost sistat, primaria deschizand negocieri cu sefii SC FC Petrolul SA pentru preluarea numelui si locului din Liga a II-a. Discutiile demarate de primarul Andrei Volosevici, la care participa, pe langa conducerea SC FC Petrolul SA, si Valeriu Rachita, in calitate de consilier al primariei pe teme sportive, si Octav Preda, ca reprezentant al suporterilor, nu au ajuns deocamdata la nici un consens. Mai intai, Florin Bercea s-a aratat dispus sa cedeze 99% din actiuni, insa autoritatile l-au convins sa renunte si la ultimul procent. Au aparut alte conditii, cea mai importanta fiind legata de lotul de jucatori. Presedintele CA de Administratie a cerut ca jucatorii sa fie evaluati, insa in Romania nu exista nici o societate care sa poata face asa ceva. CAMPIOANA LIGII A IV-A » Istoria ultimilor ani pentru ASFC Petrolul Ploiesti » mai 2003: ASFC Petrolul repromoveaza in prima liga; » iulie 2003: ASFC Petrolul este dezafiliata de FRF; » 28 iulie 2003: SC Sport Club Astra SA isi schimba denumirea in SC FC Petrolul SA, patroni Florin Bercea si Ioan Niculae; » 2003/prezent: ASFC Petrolul joaca in Liga A Prahova (Liga a IV-a nationala). Petrolul – istorie 1952 – Juventus Bucuresti, grupare infiintata in 1924, fosta campioana nationala in 1930, a fost mutata la Ploiesti; 1958 – primul titlu national, sub denumirea de "Energia"; 1958 decembrie – primeste denumirea "Petrolul"; 1959 – primul titlu national sub denumirea "Petrolul"; 1963 – castiga Cupa Romaniei dupa 6-1 cu Siderurgistul Galati; 1966 – ultimul titlu de campioana; 1995 – castiga Cupa Romaniei dupa 5-3 cu Rapid in finala. Din aceeasi categorie: Insulari vs peninsulari, episodul 2Nicolae Grigorescu, presedintele interimar al CCA. 12 arbitri retinuti de la delegariMarcel Lica si Dan Petrescu, la "butoanele" arbitrilor Voteaza

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Le due squadre militano nel girone "B" di Terza: CSM capolista, S. Gaetano sesto (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Le due squadre militano nel girone "B" di Terza: CSM capolista, S. Gaetano sesto Mercoledì 15 Aprile 2009, Vedelago (mic.mir.) - Sarà lo stadio "Bolge" di Vedelago ad ospitare questa sera, inizio alle 20,30, la finalissima della "Coppa Provincia di Treviso, memorial Lidio Carniato". Di fronte, a contendersi l'ambito trofeo, ci saranno le formazioni del C.S.M. Resana e del San Gaetano, giunte all'atto conclusivo dopo una lunga fase di qualificazione che ha visto coinvolte tutte le formazioni trevigiane di Terza categoria partecipanti ai due gironi del campionato. Si preannuncia una gara molto intensa e particolarmente attesa poichè porterà la vincitrice, oltre alla coinquista del trofeo che è dedicato alla memoria di Lidio Carniato - per anni presidente del Comitato provinciale della Federcalcio di Treviso - ad accedere alla roulette degli spareggi per la promozione in Seconda categoria. Oltre alla vincitrice della coppa, che entrerà come quinta squadra nella griglia, si misureranno appunto le formazioni classificate dal secondo al quinto posto del rispettivo girone. Obiettivi finali a parte, questa sera a Vedelago in caso di parità dopo i due tempi regolamentari, CSM Resana e San Gaetano dovranno disputare due supplementari da 10 minuti ciascuno ed eventualmente, se persisterà lo stallo, saranno poi calciati i rigori per stabilire la vincitrice. ALBO D'ORO Questo l'albo d'oro della manifestazione, ideata nella stagione 1989/90, che tra le curiosità varie non annovera doppiette: 1. edizione Spinazzè Voluntas, 2. Fontanelle, 3. Careni Pieve, 4. Carinatese, 5. Badoere, 6. Pederobba, 7. Orsago, 8. Cendon, 9. Prealpi, 10. Segusino, 11. Resana, 12. Fanzolo, 13. Vedelaghese, 14. Piavon, 15. S. Michele , 16. Casale, 17. Montello, 18. Ardita Pero, 19. Itlas Santa Giustina.

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Giustizia/ Minale favorito nella corsa per nomina pg Milano (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 15 apr. (Apcom) - Probabile avvicendamento ai vertici della Procura di Milano: il procuratore capo Manlio Minale potrebbe lasciare in anticipo il suo posto per occupare quello del suo diretto superiore, il procuratore generale di Milano Mario Blandini, ormai prossimo a lasciare la magistratura per raggiunti limiti di età. Minale guida infatti la classifica dei magistrati candidati all'incarico ed è considerato favorito nella corsa, che vede tra i 12 concorrenti anche il capo della Procura dell'Aquila Alfredo Rossini, impegnato nell'inchiesta sul terremoto. Nella corsa per il posto più alto a palazzo di Giustizia di Milano ci sono il procuratore di Bologna Giancarlo Tarquini, l'avvocato generale di Brescia Angelo Curto, il sostituto pg romano Antonio Marini, il procuratore di Varese Maurizio Grigo. Completano la lista dei candidati, Luigi Gueli, presidente della Corte di Appello di Reggio Calabria; Francesco Dettori, procuratore di Busto Arsizio; Pietro Riamundo, giudice al Tribunale di Napoli; Antonino Rinaldi Mazzeo, presidente del Tribunale di Busto Arsizio; Emilio Curtò, presidente del Tribunale di Varese; e Fausto De Santis, attualmente direttore generale della Statistica al ministero della Giustizia. A pronunciarsi in prima battuta sulla nomina del nuovo pg di Milano sarà la Commissione per gli incarichi direttivi di Palazzo dei Marescialli, che potrebbe licenziare la sua proposta tra una quindicina di giorni. Poi la parola finale passerà al plenum del Csm.

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Giustizia/ E' donna nuovo avvocato generale corte Appello (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 15 apr. (Apcom) - Il Csm ha nominato questa mattina Laura Bertolè Viale nuovo avvocato generale presso la Corte d'Appello di Milano, con 16 voti a favore, mentre 6 preferenze sono andate all'altro candidato, Corrado Carnevali, ex procuratore aggiunto di Milano. Palazzo dei Marescialli, inoltre, ha nominato stamane Massimiliano Serpi come procuratore aggiunto a Bologna: il magistrato, che è stato pm di udienza al processo all'ex Nar Luigi Ciavardini è stato preferito ad Adolfo Izzo, attuale procuratore della Repubblica di Nola. La pm del pool anticamorra di Napoli Raffaella Capasso, infine, è stata nominata procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere.

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GIUSTIZIA/ MINALE FAVORITO NELLA CORSA PER NOMINA PG MILANO (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giustizia/ Minale favorito nella corsa per nomina pg Milano di Apcom Tra candidati anche il procuratore di L'Aquila e altre 10 toghe -->Roma, 15 apr. (Apcom) - Probabile avvicendamento ai vertici della Procura di Milano: il procuratore capo Manlio Minale potrebbe lasciare in anticipo il suo posto per occupare quello del suo diretto superiore, il procuratore generale di Milano Mario Blandini, ormai prossimo a lasciare la magistratura per raggiunti limiti di età. Minale guida infatti la classifica dei magistrati candidati all'incarico ed è considerato favorito nella corsa, che vede tra i 12 concorrenti anche il capo della Procura dell'Aquila Alfredo Rossini, impegnato nell'inchiesta sul terremoto. Nella corsa per il posto più alto a palazzo di Giustizia di Milano ci sono il procuratore di Bologna Giancarlo Tarquini, l'avvocato generale di Brescia Angelo Curto, il sostituto pg romano Antonio Marini, il procuratore di Varese Maurizio Grigo. Completano la lista dei candidati, Luigi Gueli, presidente della Corte di Appello di Reggio Calabria; Francesco Dettori, procuratore di Busto Arsizio; Pietro Riamundo, giudice al Tribunale di Napoli; Antonino Rinaldi Mazzeo, presidente del Tribunale di Busto Arsizio; Emilio Curtò, presidente del Tribunale di Varese; e Fausto De Santis, attualmente direttore generale della Statistica al ministero della Giustizia. A pronunciarsi in prima battuta sulla nomina del nuovo pg di Milano sarà la Commissione per gli incarichi direttivi di Palazzo dei Marescialli, che potrebbe licenziare la sua proposta tra una quindicina di giorni. Poi la parola finale passerà al plenum del Csm.

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GIUSTIZIA/ E' DONNA NUOVO AVVOCATO GENERALE CORTE APPELLO MILANO (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giustizia/ E' donna nuovo avvocato generale corte Appello Milano di Apcom Serpi aggiunto a Bologna, Capasso a Santa Maria Capua Vetere -->Roma, 15 apr. (Apcom) - Il Csm ha nominato questa mattina Laura Bertolè Viale nuovo avvocato generale presso la Corte d'Appello di Milano, con 16 voti a favore, mentre 6 preferenze sono andate all'altro candidato, Corrado Carnevali, ex procuratore aggiunto di Milano. Palazzo dei Marescialli, inoltre, ha nominato stamane Massimiliano Serpi come procuratore aggiunto a Bologna: il magistrato, che è stato pm di udienza al processo all'ex Nar Luigi Ciavardini è stato preferito ad Adolfo Izzo, attuale procuratore della Repubblica di Nola. La pm del pool anticamorra di Napoli Raffaella Capasso, infine, è stata nominata procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere.

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(sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

appello della «lida» dopo il rinvenimento di cani appena nati e abbandonati in via San Giovanni Bosco «Recupero cuccioli, nessuno ci aiuta» Stringere i denti e andare avanti. Questa la linea di magistrati e avvocati, consapevoli delle gravi difficoltà dovute alle carenze degli organici di Tribunale e Procura. Un allarme che ormai da un anno attanaglia gli uffici giudiziari del distretto della Corte d'Appello e quindi non solo gli uffici nisseni, ma anche i Tribunali e le Procure di Gela, Enna e Nicosia. A reiterare l'allarme al Csm, chiedendo di trovare una soluzione alla norma che vieta ai magistrati di prima nomina di prendere servizio come sostituti procuratori o giudici monocratici penali, è stato il dott. Cosimo Maria Ferri componente di Magistratura Indipendente, una delle associazioni di categoria. A Caltanissetta, dopo le ferie estive, arriveranno 12 nuovi magistrati che prenderanno servizio al Tribunale Civile, andando così a completare un organico ormai quasi sguarnito. Nei mesi scorsi, infatti, numerosi magistrati sono stati trasferiti dalle Sezioni Lavoro e Civile alla Sezione Penale. «La situazione non è delle migliori - sostiene il presidente della sezione nissena dell'Anm Giovanbattista Tona - nei giorni scorsi è arrivato il veto del presidente della Camera all'emendamento del decreto sicurezza varato dal Governo che prevedeva trasferimento d'ufficio dei magistrati verso le sedi disagiate. Il Governo aveva previsto questo emendamento, ma contemporaneamente non sono previsti, secondo la normativa attuale, i trasferimenti di magistrati giudicanti agli uffici requirenti della stessa regione. Pertanto un giudice di Palermo non può venire a Caltanissetta a fare il pubblico ministero. Questa, a nostro modo di vedere, è una contraddizione. Così si penalizza la buona volontà di chi vuol venire a lavorare a Caltanissetta. Da parte nostra abbiamo fatto delle proposte, tramite la Giunta nazionale dell'Anm, al Csm riguardo agli incentivi di carriera per chi vuole lavorare nelle sedi disagiate. Il Csm, dovrebbe pronunziarsi a breve. La speranza è di trovare una linea guida unica». Intanto non ci sono notizie su possibili arrivi di magistrati alla procura nissena, il cui organico resta ancora dimezzato. Le carenze di magistrati preoccupano anche l'avvocatura, come conferma l'avvocato Giuseppe Iacona, presidente dell'Ordine forense nisseno. «Nell'ultimo periodo le esigenze della Sezione Penale hanno portato al trasferimento di molti magistrati dal settore civile. Noi stringiamo i denti e andiamo avanti, abbiamo cercato di non acuire il problema facendo astensioni o forme di protesta estreme. Sappiamo che a ottobre, con l'arrivo di nuovi giudici avremo una boccata d'ossigeno. Il presidente del Tribunale, da parte sua, ha assicurato che la magistratura onoraria tornerà a svolgere la funzione suppletiva. Il lavoro che hanno svolto è ammirevole, ma si avverte l'esigenza di avere dei giudici "togati" a reggere i ruoli». Vincenzo Pane

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Ragusa e Modicamagistratiin agitazione (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Ragusa e Modica magistrati in agitazione Ragusa. L'Associazione Nazionale Magistrati di Ragusa e Modica esprime «vivissima preoccupazione per la grave carenza di magistrati del Pubblico Ministero nelle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Modica e di Ragusa, pari a circa due terzi dei posti previsti in pianta organica». Chiesto «un intervento immediato del legislatore, volto all'abolizione della disposizione di legge». I magistrati reputano, «indifferibile l'assunzione di iniziative di protesta, in particolare l'indizione di una o più giornate di astensione dal lavoro e la mobilitazione della stampa e dell'opinione pubblica sulla gravità della situazione delle Procure della Repubblica nelle Regioni a più alta densità mafiosa del Paese». «Non esclusa - prosegue una nota -, anzi ritenuta fortemente auspicabile, qualora non fosse possibile una mobilitazione nazionale , una agitazione anche a livello solo regionale». L'allarme sulla carenza di organici era stato lanciato nelle settimane scorse dal Csm. Nell'ultimo bando di trasferimento per i posti requirenti, infatti, numerosi posti pubblicati relativi a Procure del Sud (Lanusei, Nuoro, Sassari, Tempio Pausania, Caltanissetta, Enna, Gela, Nicosia, Larino, Catania, Ragusa, Castrovillari, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Lamezia Terme, Paola, Rossano, Lanciano, Vibo Valentia, Patti, Barcellona Pozzo di Gotto, Agrigento, Marsala, Palermo, Sciacca, Termini Imerese, Trapani, Melfi, Lagonegro, Potenza, Locri, Palmi), ma anche del Nord (Brescia, Biella, Casale Monferrato, Busto Arsizio, Lecco, Lodi, Vigevano, Voghera, Acqui Terme, Aosta, Vercelli, Tolmezzo, Trieste, Venezia), erano rimasti scoperti e privi di aspiranti. «Un dato positivo - fa notare Cosimo Maria Ferri, di componente di Magistratura Indipendente al Consiglio Superiore della Magistratura.- deve essere invece essere segnalato a riguardo della Procura di Reggio Calabria dove non solo è stato coperto l'unico posto pubblicato per il quale peraltro c'erano più aspiranti, ma si è anche verificato che un magistrato in servizio presso la Procura di Reggio, e trasferito alla Procura di Velletri, abbia rinunciato al trasferimento per rimanere a Reggio, Così un collega in servizio presso la Procura di Termini Imerese ha rinunciato al trasferimento presso la Procura di Vicenza». A. D. N.

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Liguria/ A luglio il processo per lo scandalo del Porto di (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Genova, 15 apr. (Apcom) - Il Gip Maria Letizia Califano ha fissato le date di inizio delle prime tre udienze che daranno il via a quello che a Genova è considerato il processo del secolo: alla sbarra accusati a vario titolo di diversi reati (turbativa di asta, truffa e così via) l'ex presidente dell'Autorità portuale Giovanni Novi, l'accocato Franco Maria Carbone, principe del Foro, professore universitario (ex presidente di Finmeccanica), Paride Batini, console della Compagnia unica merci varie (Culmv), Franco Carena, ex segretario generale dell'Autorità portuale, e poi una folla di personaggi minori che vanno da un avvocato dello Stato a vari manager. La prima udienza, fissata per il 3 luglio, sarà interessante perchè si vedrà se in sede di costituzione delle parti, l'Autorità portuale (oggi presieduta da Luigi Merlo) si presenterà contro il suo ex presidente. A deciderlo un legale di altissimo profilo, l'ex vicepresidente del Csm Carlo Federico Grosso, incaricato di seguire la vicenda in rappresentanza dell'Autorità portuale.

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SISMA ABRUZZO/ APPELLO CSM: TOGHE AIUTINO COLLEGHI CHE INDAGANO (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Sisma Abruzzo/ Appello Csm: Toghe aiutino colleghi che indagano di Apcom Petralia: "C'è la possibilità di essere applicati subito" -->Roma, 15 apr. (Apcom) - Il Csm lancia un appello ai magistrati: si facciano avanti coloro che vogliono dare una mano ai colleghi dell'Aquila che indagano sulle responsabilità dei crolli degli edifici abruzzesi. A farsi portavoce dell'appello è il togato del Movimento per la giustizia Dino Petralia, vicepresidente della Settima commissione di palazzo dei Marescialli, competente sulle applicazioni, ossia sui rinforzi di magistrati assegnati agli uffici giudiziari che si trovano in difficoltà. Il procuratore dell'Aquila ieri aveva sottolineato che nell'ufficio abruzzese "siamo quattro gatti e dobbiamo muoverci in un mare di carte", una difficoltà che potrebbe portare alla richiesta di rinforzi al Csm. Petralia, infine, sottolinea che chiunque abbia l'intenzione di collaborare "non aspetti tempo e manifesti la sua disponibilità a essere applicato anche in assenza di un formale interpello".

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RIFIUTI/ CSM 'BACCHETTA' CAPO PM NAPOLI, PRESSIONI PER STRALCI (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Rifiuti/ Csm 'bacchetta' capo pm Napoli, pressioni per stralci di Apcom Ma non ci sono gli estremi per chiedere un'azione disciplinare -->Roma, 15 apr. (Apcom) - Il procuratore capo di Napoli Giovandomenico Lepore esercitò una sorta di "revoca implicita", una "forma indiretta di sostanziale esonero", nei confronti dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo durante l'inchiesta sui rifiuti a Napoli, in particolare sullo stralcio di alcune posizioni, tra cui quelle del capo della Protezione civile Guido Bertolaso e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa. Lo sottolinea la Settima Commissione del Csm nella delibera che domani approderà in plenum. Tale "revoca implicita", si legge ancora nel documento redatto dal togato del Movimento per la Giustizia Dino Petralia ed approvato a maggioranza in Commissione, avvenuta senza un "formale e motivato provvedimento da parte del procuratore", ha "di fatto espropriato i due magistrati del legittimo diritto di opporre ad essa osservazioni scritte idonee ad integrare quel fisiologico contraddittorio richiesto dalla legge". "L'effettività sostanziale" della revoca, spiega la Commissione, "è rinvenibile" nel dispositivo del provvedimento di stralcio, datato 24 luglio 2008, in cui Lepore, "curando in proprio e in dissenso dai due coassegnatari la stesura e la sottoscrizione dell'atto di separazione soggettiva dal maggior contesto procedimentale" per cui era stato già inviato l'avviso di chiusura indagini, ha "espressamente conferito delega al procuratore aggiunto Aldo De Chiara a disporre il rinvio a giudizio degli indagati non oggetto di stralcio". Il conferimento di una delega simile, osserva la Settima Commissione, "nel manifestare l'indubbia volontà del dottor Lepore di avvalersi del solo Dottor De Chiara per lo svolgimento delle rilevanti attività conseguenti allo stralcio, è al contempo espressione inequivoca della determinazione del procuratore di non più giovarsi dell'apporto professionale dei sostituti coassegnatari". La vicenda, in ogni caso, "non ha fatto evidenziare aspetti riconducibili ad un clima di aspra conflittualità tale da estendersi all'intero ufficio o a gran parte di esso, nè la contrapposizione che ha interessato il procuratore e i sostituti ha assunto toni ed espressioni idonei a sollecitare l'attenzione dei titolari dell'azione disciplinare o a legittimare iniziative ai sensi dell'articolo 2 della legge sulle guarentigie", relativa ai trasferimenti d'ufficio per incompatibilità. Dunque, "unica e congrua soluzione", secondo la Commissione, è "l'inserimento" di questa delibera nel fascicolo personale di Lepore ai fini delle valutazioni di professionalità".

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LIGURIA/ A LUGLIO IL PROCESSO PER LO SCANDALO DEL PORTO DI GENOVA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Liguria/ A luglio il processo per lo scandalo del Porto di Genova di Apcom Fissate le date per le prime tre udienze -->Genova, 15 apr. (Apcom) - Il Gip Maria Letizia Califano ha fissato le date di inizio delle prime tre udienze che daranno il via a quello che a Genova è considerato il processo del secolo: alla sbarra accusati a vario titolo di diversi reati (turbativa di asta, truffa e così via) l'ex presidente dell'Autorità portuale Giovanni Novi, l'accocato Franco Maria Carbone, principe del Foro, professore universitario (ex presidente di Finmeccanica), Paride Batini, console della Compagnia unica merci varie (Culmv), Franco Carena, ex segretario generale dell'Autorità portuale, e poi una folla di personaggi minori che vanno da un avvocato dello Stato a vari manager. La prima udienza, fissata per il 3 luglio, sarà interessante perchè si vedrà se in sede di costituzione delle parti, l'Autorità portuale (oggi presieduta da Luigi Merlo) si presenterà contro il suo ex presidente. A deciderlo un legale di altissimo profilo, l'ex vicepresidente del Csm Carlo Federico Grosso, incaricato di seguire la vicenda in rappresentanza dell'Autorità portuale.

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MARCHE: UNIVERSITA' CAMERINO DOMANI RICORDA LEOPOLDO ELIA. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

MARCHE: UNIVERSITA' CAMERINO DOMANI RICORDA LEOPOLDO ELIA (ASCA) - Camerino, 15 apr - Un incontro in ricordo di Leopoldo Elia, e' stato organizzato per domani 16 aprile dalla Facolta' di Giurisprudenza e dal Dipartimento di Scienze giuridiche e politiche dell'Universita' di Camerino. Mario Dogliani, ordinario di Diritto costituzionale presso l'Universita' di Torino, uno dei piu' cari ed autorevoli allievi di Leopoldo Elia, terra' infatti una lezione magistrale su ''Costituzione e diritto non scritto nel pensiero di Leopoldo Elia''. L'incontro, che sara' aperto dal saluto del Rettore Unicam Fulvio Esposito, si terra' presso l' Aula Carlo Esposito del Palazzo ducale con inizio alle ore 15. Sara' presente la famiglia del prof. Elia. ''Abbiamo voluto organizzare l'incontro a Camerino - ha detto Antonio Iannuzzi, docente della Facolta' di Giurisprudenza dell'universita' - in considerazione del legame di Leopoldo Elia verso la citta', testimoniato dal fatto che ha scelto di essere sepolto proprio a Camerino''. Nato a Fano nel 1925, Leopoldo Elia venne eletto nel 1976 giudice della Corte Costituzionale dal Parlamento in seduta comune. Nel 1981 venne eletto presidente della Corte Costituzionale. Allo scadere del triennio,e' stato riconfermato presidente fino altermine del suo mandato novennale alla Consulta, nel maggio 1985. Elia e' stato relatore di importanti sentenze tra cui, in particolare, alcune in tema di liberta' personale, di liberta' religiosa, di diritto di famiglia, di diritto sindacale, di diritto elettorale. Accanto ai numerosi incarichi in veste di giurista (e' stato anche protagonista della legge per la Presidenza del consiglio), Elia ha avuto anche un ruolo nella politica italiana. Stretto collaboratore di Aldo Moro, nel 1986 entro' nella direzione nazionale della Dc e nel 1987 venne eletto al Senato. Il suo impegno politico prosegui nel Ppi e nella Margherita restando in Parlamento fino al 2006. Nel governo Ciampi, nel 1993, assunse la carica di Ministro delle riforme istituzionali. Dal 30 maggio 1996 al 21 luglio 1998 e dal 22 luglio 1998 al 29 maggio 2001, e' stato membro della Commissione affari costituzionali di palazzo Madama. Partecipo' inoltre, ai lavori della Bicamerale per le riforme. red/dnp/bra (Asca)

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Terremoto, scarseggiano i magistrati. Appello Csm: ''Aiutare i pm dell'Aquila'' (sezione: Giustizia)

( da "Adnkronos" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Terremoto, scarseggiano i magistrati. Appello Csm: ''Aiutare i pm dell'Aquila'' La richiesta dell'organo di autogoverno della magistratura: si facciano avanti coloro che vogliono dare una mano ai pm che ora indagano sulle responsabilità dei crolli. Il procuratore del capoluogo abruzzese aveva sottolineato le carenze di organico del suo ufficio. LA DISTRUZIONE DALL'ALTO 1; 2 - SFOLLATI - L'AQUILA - ONNA commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 15 aprile, ore 19:19

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BARI: SANTELLI, SCARCERAZIONE 21 PRESUNTI MAFIOSI DI INAUDITA GRAVITA'. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

BARI: SANTELLI, SCARCERAZIONE 21 PRESUNTI MAFIOSI DI INAUDITA GRAVITA' (ASCA) - Roma, 15 apr - ''Ancora una volta, a causa del ritardo nella deposizione delle motivazioni da parte di un magistrato, tornano in liberta' pericolosi criminali. E' un fatto di inaudita gravita'''. Il deputato Jole Santelli (Pdl), vicepresidente della commissione Affari Costituzionali, ha commentato cosi' la scarcerazione dei 21 presunti affiliati ai clan della mafia pugliese. ''Per dignita' dell'intera magistratura il Csm ha l'obbligo di usare il pugno di ferro senza inutili e dannosi giustificazionismi''. red-njb/cam/ss

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Sanzione per i giudici che scarcerarono Izzo: la Cassazione conferma (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 90 del 2009-04-15 pagina 0 Sanzione per i giudici che scarcerarono Izzo: la Cassazione conferma di Mariateresa Conti La Suprema corte ha confermato il giudizio del Csm che ha ammonito i magistrati del tribunale di Sorveglianza di Palermo. Da libero il mostro del Circeo ha ucciso due donne, mamma e figlia Si erano difesi a spada tratta. Avevano sostenuto che no, con le carte a loro disposizione nel fascicolo, non potevano fare altro che scarcerare quel detenuto che sembrava aver dato segnali di ravvedimento e che invece poi era tornato a uccidere. Ma per il Csm prima, e adesso anche per la Cassazione, hanno sbagliato, e di grosso, dando fiducia ad Angelo Izzo, uno dei «mostri del Circeo», assassino, appunto mentre era in semilibertà, di una madre e della figlia di soli 14 anni, Maria Carmela Linciano e Valentina Majorano, rispettivamente moglie e figlia di un suo ex compagno di cella. Perché in quelle carte, per la Suprema corte, c'erano tutti gli elementi per far sì che Izzo restasse in carcere. Che restasse in carcere e che quindi non tornasse a uccidere. Confermata la sanzione disciplinare dell'ammonimento per i giudici Pietro Cavarretta e Gabriella Gagliardi, nel 2006 rispettivamente presidente e giudice relatore del collegio che decise di concedere la semilibertà ad Angelo Izzo. La Cassazione ha confermato la sanzione disciplinare dell'ammonimento, comminata dal Csm nell'aprile del 2008, contro la quale i due magistrati avevano presentato ricorso. Secondo Palazzo dei Marescialli i due giudici avevano peccato di «scarsa diligenza e caduta di professionalità», per non aver tenuto conto di una serie di elementi, presenti nel fascicolo di Izzo, elementi che avrebbero dovuto metterli in allarme e impedire la concessione della semilibertà. Si chiude così, definitivamente, una delle vicende più dolorose e cariche di polemiche che hanno segnato la storia giudiziaria degli ultimi anni. Il caso era esploso nel 2005, dopo l'uccisione di Maria Carmela e Valentina Majorano, orribilmente trucidate, e il nuovo arresto di Angelo Izzo. Era bastato poco, una serie di controlli, a svelare che il disco verde alla scarcerazione del mostro del Circeo era arrivato dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo, nel novembre del 2004. L'allora ministro di Giustizia, Roberto Castelli, aveva disposto subito l'avvio di un'ispezione e, in esito a questa, del procedimento disciplinare. All'epoca i due giudici si erano difesi a spada tratta, sostenendo che «sembrava veramente pentito» e che le relazioni di medici e assistenti sociali, presenti nel fascicolo, andavano in una sola direzione, quella del ravvedimento. Il Csm però aveva condannato l'operato dei due giudici. E adesso la Cassazione gli ha dato ragione. Per quel duplice delitto Izzo è stato condannato definitivamente all'ergastolo, nel novembre scorso. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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BARI: SANTELLI, SCARCERAZIONE 21 PRESUNTI MAFIOSI DI (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

(ASCA) - Roma, 15 apr - ''Ancora una volta, a causa del ritardo nella deposizione delle motivazioni da parte di un magistrato, tornano in liberta' pericolosi criminali. E' un fatto di inaudita gravita'''. Il deputato Jole Santelli (Pdl), vicepresidente della commissione Affari Costituzionali, ha commentato cosi' la scarcerazione dei 21 presunti affiliati ai clan della mafia pugliese. ''Per dignita' dell'intera magistratura il Csm ha l'obbligo di usare il pugno di ferro senza inutili e dannosi giustificazionismi''.

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Europee, i partiti al rush finale (sezione: Giustizia)

( da "AprileOnline.info" del 15-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Europee, i partiti al rush finale ***, 15 aprile 2009, 18:19 Il riepilogo Prendono corpo le liste per le elezioni per il Parlamento di Strasburgo. Il Pd ha deciso di non schierare amministratori locali e big, ci sarà Cofferati al nord - ovest, la Borsellino nella circoscrizione "Isole", probabilmente Bettini al Centro. La Lega schiera Bossi capolista ovunque, l'Udc Gianni Rivera e Magdi Allam, la lista Pdci - Prc orientata per far scendere in campo sia Diliberto che Ferrero, mentre "Sinistra e libertà" avrà Vendola Si intensifica il lavoro dei partiti per la composizione delle liste di candidati alle elezioni europee del 6 e 7 giugno prossimi. Pochi, fino ad ora, i nomi certi. Sicura la candidatura del premier Silvio Berlusconi, annunciata già da un paio di settimane, mentre ha detto di no il leader del Pd Dario Franceschini. Ancora da sciogliere del tutto il nodo delle candidature dei ministri: sicura quella del ministro per le Riforme Umberto Bossi, che sarà capolista per la Lega in tutte le circoscrizioni. Gli altri ministri del Carroccio, Roberto Maroni, titolare del Viminale, Roberto Calderoli, ministro per la Semplificazione normativa e Luca Zaia, ministro per le Politiche agricole, invece, non correranno per un seggio a Strasburgo. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa dovrebbe essere capolista nella circoscrizione Nord Ovest. Tra i nomi circolati in questi giorni anche quelli del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, del Guardasigilli Angelino Alfano e del titolare dello Sviluppo economico Claudio Scajola. La macchina organizzativa dei partiti lavora a pieno regime: per quanto riguarda il Pd l'ultima parola sulle liste sarà pronunciata dalla Direzione nazionale convocata per il 21 aprile. Nel frattempo, stanno giungendo ai vertici del partito le proposte di candidatura formulate a livello locale. Cinque le candidature piemontesi del Pd per la circoscrizione Nord Ovest che vedrà come capolista il sindaco uscente di Bologna Sergio Cofferati. I nomi sono quelli dell'europarlamentare uscente Gianluca Susta, di Maria Lucia Centillo, consigliere comunale a Torino, di Giorgio Ferrero, già presidente regionale di Coldiretti, di Roberto Placido, vice presidente del Consiglio regionale del Piemonte e di Maria Luigia Simeone, sindaco di None. Per la Toscana (Circoscrizione Centro Italia) saranno candidati il sindaco uscente di Firenze Leonardo Domenici, l'eurodeputata uscente Monica Giuntini e la campionessa olimpionica di windsurf Alessandra Sensini. In Campania, per la Circoscrizione Sud, i papabili sono l'assessore regionale alle Attività produttive Andrea Cozzolino, l'ex assessore alla Sanità Angelo Montemarano, gli europarlamentari uscenti Graziella Pagano e Andrea Losco, la giornalista de 'Il Mattino' Rosaria Capacchione, il vice presidente della Provincia di Salerno Giovanni Iuliano e l'ex Udeur Luigi Abbate. Nella Circoscrizione di Centro, per quanto riguarda il Lazio, in lizza per fare il capolista c'è il veltroniano Goffredo Bettini, già coordinatore del Pd. Si contendono un posto in lista l'assessore regionale alla Scuola Silvia Costa e Gabriele Mori, direttore generale dell'Enpaia, l'Ente di previdenza per addetti ed impiegati nell'agricoltura. Tra i possibili candidati anche l'assessore regionale al Commercio Francesco De Angelis e il presidente del Consiglio regionale Guido Milana, oltre a Luisa Laurelli, consigliere regionale e presidente della Commissione sicurezza. Il Pd calabrese ha avanzato tre candidature: l'europarlamentare uscente Donato Veraldi, l'assessore regionale all'Agricoltura Mario Pirillo e l'assessore regionale al Personale Liliana Frascà. Nel Nord Est il capolista potrebbe essere Vittorio Prodi, europarlamentare uscente, ma in lizza c'e' anche il segretario regionale del partito in Emilia Salvatore Caronna. Tra le candidature sicure quella di Debora Serracchiani, 39 anni, avvocato specializzato in cause del lavoro e consigliere provinciale a Udine. Nella Circoscrizione Isole capolista sarà Rita Borsellino, mentre ha rinunciato alla candidatura Sergio D'Antoni. Restano in corsa per il Sud il capodelegazione del Pd al Parlamento europeo Gianni Pittella e Paolo De Castro, ex ministro prodiano e ora presidente di 'Red', l'associazione vicina a 'Italianieuropei'. In lista potrebbero esserci anche l'ex ministro ed ex sindaco di Catania Enzo Bianco, oggi senatore, e l'europarlamentare uscente Luigi Cocilovo. Cresce la richiesta della Sardegna per avere un eurodeputato: il nome circolato nei giorni scorsi è quello dell'ex Governatore Renato Soru. La Lega dovrebbe ricandidare gli europarlamentari uscenti Mario Borghezio, Francesco Speroni ed Erminio Boso, mentre nei giorni scorsi erano circolati i nomi del sindaco di Verona Flavio Tosi e del docente ed esperto di strategie e politiche internazionali Enrico Jacchia che potrebbe essere candidato nella Circoscrizione Centro. La delegazione dell'Idv sarà guidata dal suo leader Antonio Di Pietro "fino alle elezioni". Di nomi di candidati certi ce ne sono già parecchi: l'ex Pm di Catanzaro Luigi De Magistris, il filosofo Gianni Vattimo, l'esperto di droga e mafia Pino Arlacchi, Sonia Alfano, figlia del giornalista ucciso dalla mafia, l'ex hostess Alitalia Maruska Piredda, Maurizio Zipponi, per molti anni segretario della Fiom di Brescia ed ex deputato del Prc, il giornalista Carlo Vulpio, Giovanni Pesce, avvocato del magistrato Clementina Forleo. Per l'Udc le punte di diamante sono l'ex ragazzo d'oro del calcio italiano Gianni Rivera, che sarà capolista nella Circoscrizione del Centro e Magdi Cristiano Allam, fondatore del movimento 'Protagonisti per l'Europa cristiana', convertitosi al cristianesimo un anno fa. L'ex vice direttore del Corriere della Sera sara' capolista nel Nord Ovest. Tra i candidati anche il deputato ex Pd Pierluigi Mantini, il senatore Luca Marconi, vice sindaco di Recanati e Luciano Ciocchetti. Nella Circoscrizione Isole l'Udc schiererà Saverio Romano, segretario regionale in Sicilia e responsabile dell'organizzazione nazionale, i due assessori regionali siciliani Pippo Gianni e Antonello Antinoro, uno tra il senatore Gianpiero D'Alia e il deputato Giuseppe Naro. Tra i candidati in corsa per un seggio a Strasburgo anche il consigliere del Csm Ugo Bergamo. La sinistra va alla sfida di Strasburgo divisa. Da una parte c'è la lista della neonata 'Sinistra e liberta', che riunisce Verdi, socialisti, Sinistra democratica e il Movimento per la sinistra del Governatore della Puglia Nichi Vendola. Dall'altra, la lista Pdci - Prc. Lo stesso Vendola, il coordinatore del Partito socialista Marco Di Lello, l'ex presidente della Provincia di Napoli Dino Di Palma, i consiglieri regionali Antonella Cammardella (area vendoliana), Michele Ragosta (Verdi) e Angelo Giusto (Sd) dovrebbero essere in lista, insieme ai deputati europei uscenti: Monica Frassoni dei Verdi, Roberto Musacchio (area vendoliana), il segretario di Sinistra democratica Claudio Fava (Sd), Umberto Guidoni, l'astronauta ex Pdci, i socialisti Alessandro Battilocchio e Pia Locatelli e forse anche l'ex Prc Vincenzo Aita. Tra i candidati potrebbe esserci anche il soprintendente al Polo Museale di Napoli Nicola Spinosa. Ci sarà sicuramente Giuliana Sgrena, la giornalista del 'Manifesto' rapita nella primavera del 2005 da un gruppo di fondamentalisti a Baghdad, in Iraq e rilasciata dopo alcuni giorni, purtroppo con conseguenze drammatiche per Nicola Calipari, l'agente dei servizi che era riuscito a liberarla. Dall'altra parte l'accoppiata Pdci - Prc, insieme all'Associazione Socialismo 2000 di Cesare Salvi e a Consumatori uniti, potrebbe far scendere in campo i leader Oliviero Diliberto e Paolo Ferrero, insieme a Cesare Salvi, l'europarlamentare uscente Vittorio Agnoletto e l'astrofisica Margherita Hack. Proprio oggi il segretario di Rifondazione comunista Ferrero ha ironizzato sul leader del Pd Franceschini: "E' una persona seria e ha il pregio di esprimersi in modo chiaro e comprensibile, a volte il suo modo di porsi mi fa pensare un po' a un 'pretino buono. A volte però le sue posizioni sono contraddittorie: da una parte critica lo spreco di risorse che ci sarebbe con la programmazione del referendum in giorni diversi da quelli per le elezioni, e dall'altra non lo sento parlare dei costi enormi della missione militare in Afghanistan o del ponte sullo stretto. Non mi sembra che non vada sulle cose essenziali, sugli sprechi reali che ci sarebbero come nel caso della Tav in val di Susa". Per quanto riguarda il Pdl, in Sicilia potrebbe essere candidato l'ex senatore Nino Strano, che nell'aula di palazzo Madama fu ripreso da fotografi e cameramen nell'atto di 'papparsi' platealmente una corposa fetta di mortadella proprio nel momento in cui cadeva il governo guidato da Romano Prodi. Sempre per il centrodestra sarà confermato Mario Mauro, vice presidente del Parlamento europeo ed ora ufficialmente candidato dal nostro Paese alla presidenza dell'iostituzione europea. Nella rosa dei nomi del Pdl figurano anche i parlamentari europei uscenti Roberta Angelilli, l'assessore comunale di Roma al patrimonio Alfredo Antoniozzi, Stefano Zappala'. Una new entry dovrebbe essere quella del capogruppo alla Regione Lazio Alfredo Pallone. Nelle scorse settimane era circolato anche il nome del direttore del Tg4 Emilio Fede, che pero' ha fatto sapere di voler rimanere al proprio posto. Tra i candidati potrebbe esserci anche la showgirl pugliese Barbara Matera. A destra del Pdl c'è il connubio tra La Destra di Francesco Storace e il Mpa di Raffaele Lombardo, che dovrebbe essere capolista. Sembrerebbe sicura la candidatura di Teodoro Buontempo nella Circoscrizione del Centro.

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Sentenza "lenta", boss liberi (sezione: Giustizia)

( da "City" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Sentenza "lenta", boss liberi IL CASO DI BARI Quindici mesi dopo la sentenza di primo grado la giudice non deposita in tempo le motivazioni. Tornano quindi liberi 21 affiliati al clan egemone. BARI - Il giudice che ha emesso il dispositivo della sentenza di primo grado il 16 gennaio 2008, Rosa Anna De Palo, in un maxi-processo antimafia celebrato a Bari, non ha ancora - quindici mesi dopo - depositato le motivazioni. Per questo da ieri sono tornati in libertà 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga, nei confronti dei quali sono trascorsi i termini di durata massima della custodia cautelare previsti a decorrere dalla lettura della sentenza di primo grado. E altri trenta potrebbero beneficiare dello stesso provvedimento nei prossimi mesi. I presunti affiliati al clan Strisciuglio di Bari (13 erano ai domiciliari, otto in carcere) sono tornati in libertà, mentre impazzano le polemiche. La giudice "lenta", infatti, nei mesi scorsi era stata "premiata" dal Csm, e messa a capo del Tribunale per i minorenni di Bari. Il ministero avvia un'inchiesta e invia gli ispettori.City 16 aprile 2009

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Nell'intervista di Gianni Martini a Mino Taricco, Assessore Regionale all'Agricoltura, can... (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Nell'intervista di Gianni Martini a Mino Taricco, Assessore Regionale all'Agricoltura, candidato alla presidenza della Provincia, l'aspirante presidente ha indicato, per quanto riguarda l'installazione in futuro di centraline idroelettriche, un programma che appare in contrasto con la vigente normativa europea, recepita nel nostro ordinamento fin dal 2003. Tale norma indica le modalità ed i tempi da osservare da parte delle Regioni - che hanno delegato le Province - per istruire le richieste di costruzione di impianti di produzione di energie rinnovabili, tra le quali l'idroelettrica e rilasciare le concessioni per iniziare la produzione. Non sono consentite imposizioni di corrispettivi o quote di produzione a vantaggio della Regione, delle Province, dei Comuni e delle Comunità Montane ove sorgano gli impianti. L'istruttoria deve essere definita entro 180 giorni. Il procedimento fissato non può essere aggravato o modificato a danno dei proponenti. La Corte Costituzionale ed il Consiglio di Stato, in ripetuti interventi, hanno precisato che il termine deve essere rispettato e non può essere sospeso se non limitatamente. La Provincia di Cuneo ha sospeso 23 procedimenti per attendere un parere del Ministro dell'Ambiente, richiesto dall'Autorità di Bacino del Po, che dubita sulla realizzabilità degli impianti, dovendo prelevare l'acqua nell'alveo dei torrenti, considerato zona a rischio di dissesto. I benefici sul territorio - anche se non consentiti dalla normativa europea e statale - sono ugualmente conseguiti dai Comuni ove sorgono gli impianti, stipulando convenzioni che prevedono un ritorno economico netto intorno al 10% dell'intera produzione, incentivi compresi, come volontario riconoscimento agli enti locali che ospitano le centraline. Il programma dell'aspirante presidente in punto centraline pare in contrasto con la normativa europea, in quanto annuncia regolamentazioni e corresponsioni che né la Provincia né la Regione possono fissare. Non corrisponde alla realtà che la Provincia abbia bloccato le 23 istruttorie per le proteste dei valligiani, in quanto una simile motivazione sarebbe illegittima. La sospensione in atto - peraltro di assai dubbia legittimità - è avvenuta a seguito della presa di posizione dell'Autorità di Bacino, che ha posto la Provincia di fronte alla decisione di esaurire le istruttorie tenendo o meno conto dell'attuale posizione dell'Autorità di Bacino. Quest'ultima aveva, in un primo tempo, per alcuni impianti, espresso parere favorevole, per poi inviare un nuovo parere, questa volta negativo. È stato costituito un Comitato per le Centraline, che ha chiesto l'appoggio del Patto per lo Sviluppo della Provincia di Cuneo, presieduto da Sebastiano Dutto, per sollecitare il parere del Ministro dell'Ambiente. L'attuale situazione di stallo blocca 23 impianti, che produrrebbero 80 Megawatt, con un investimento di circa 80 milioni di euro, il conseguente risparmio energetico, la diminuzione di anidride carbonica in atmosfera e la corresponsione per lo Stato di canoni erariali. Il tutto in perfetta sintonia con gli impegni assunti dall'Italia in sede europea circa il raggiungimento dell'obiettivo del 20% di energia pulita.

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Incontro in memoria di Leopoldo Elia (sezione: Giustizia)

( da "Bollettino Università & Ricerca" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Università di Camerino Incontro in memoria di Leopoldo Elia La Facoltà di Giurisprudenza ed il Dipartimento di Scienze giuridiche e politiche dell’Università di Camerino organizzano per oggi un incontro in memoria di Leopoldo Elia. Il prof. Mario Dogliani, ordinario di Diritto costituzionale presso l'Università di Torino nonché uno dei più cari ed autorevoli allievi di Leopoldo Elia, terrà infatti una lezione magistrale su "Costituzione e diritto non scritto nel pensiero di Leopoldo Elia" L’incontro, che sarà aperto dal saluto del Rettore Unicam prof. Fulvio Esposito, si terrà presso l’ Aula Carlo Esposito del Palazzo ducale con inizio alle ore 15. Sarà presente la famiglia del prof. Elia. “Abbiamo voluto organizzare l’incontro a Camerino – sottolinea il prof. Antonio Iannuzzi, docente della Facoltà di Giurisprudenza di Unicam – in considerazione del legame di Leopoldo Elia verso la città, testimoniato dal fatto che ha scelto di essere sepolto proprio a Camerino”. La comunità universitaria e la cittadinanza sono invitate a partecipare. Nato a Fano nel 1925, il prof. Elia viene eletto nel 1976 giudice della Corte Costituzionale dal Parlamento in seduta comune. Nel 1981 viene eletto presidente della Corte Costituzionale. Allo scadere del triennio viene riconfermato presidente fino al termine del suo mandato novennale alla Consulta, nel maggio 1985. Elia è stato relatore di importanti sentenze tra cui, in particolare, alcune in tema di libertà personale, di libertà religiosa, di diritto di famiglia, di diritto sindacale, di diritto elettorale. Accanto ai numerosi incarichi in veste di giurista (è stato anche protagonista della legge per la Presidenza del consiglio), Elia ha avuto anche un ruolo nella politica italiana.>> Stretto collaboratore di Aldo Moro, nel 1986 entra nella direzione nazionale della Dc e nel 1987 viene eletto al Senato. Il suo impegno politico prosegue nel Ppi e nella Margherita restando in Parlamento fino al 2006. Nel governo Ciampi, nel 1993, assume la carica di Ministro delle riforme istituzionali. Dal 30 maggio 1996 al 21 luglio 1998 e dal 22 luglio 1998 al 29 maggio 2001, è membro della Commissione affari costituzionali di palazzo Madama. Partecipa, inoltre, ai lavori della Bicamerale per le riforme. Elia è anche autore di numerose pubblicazioni giuridiche, tra cui saggi sulle forme di governo negli stati democratici e sull'efficacia, all'interno degli stati membri, del diritto della Comunità Europea. BUR.IT 16.04.09

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di Vincenzo Chiumarulo Con una maxi-scarcerazione sono stati r... (sezione: Giustizia)

( da "Leggo" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

di Vincenzo Chiumarulo Con una maxi-scarcerazione sono stati rimessi in libertà, ieri a Bari, 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga (8 detenuti in carcere, 13 ai domiciliari). E altri 30 imputati dello stesso processo, Eclissi, condannati a pene superiori ai 10 anni, potrebbero essere liberati ad ottobre. In 21 sono liberi perché il giudice che 15 mesi fa ha deciso la sentenza di primo grado, Rosa Anna De Paolo, non ha depositato le motivazioni entro i termini previsti dalla legge. E nei confronti dei detenuti sono scaduti i termini di durata massima della custodia cautelare. Il processo Eclissi era cominciato e si era concluso a tempo di record, in un anno, con 150 condanne e dieci assoluzioni nei confronti del sanguinario clan mafioso degli Strisciuglio, capace di arruolare anche killer-bambini. Ma il gup del tribunale di Bari, Rosa Anna De Palo, che di recente è stata promossa dal Csm presidente del tribunale per i minorenni di Bari, in 15 mesi non è riuscita a depositare le motivazioni della sentenza di primo grado (il dispositivo è di 62 pagine). La vicenda ha subito allarmato gli esponenti del Governo. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto profilo disciplinare» il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori, che hanno chiesto al presidente della Corte d' appello di Bari di svolgere una verifica e di comunicarne al più presto gli esiti. «E' sconcertato» il ministro dell'Interno, Roberto Maroni: «rischiamo conseguenze più gravi». Mentre dal Csm Ugo Bergamo fa sapere: «Apriremo un'istruttoria e chiederemo informazioni alla procura generale». Ma per il presidente dell'ufficio gip-gup del tribunale di Bari, Giovanni Leonardi, «non è possibile, per un solo giudice, giudicare 160 persone accusate di 53 capi d'imputazione nei tempi previsti dal Codice». La vicenda di Bari ricorda gli 8 anni del caso più clamoroso, quello del giudice Edi Pinatto, ora radiato dall'ordine giudiziario: a Gela, per gli stessi motivi, furono liberati in sette. (ass)

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Sono stati tutti scarcerati i 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga nei confronti dei quali son... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 16 Aprile 2009, Sono stati tutti scarcerati i 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga nei confronti dei quali sono trascorsi i termini di durata massima della custodia cautelare previsti a decorrere dalla lettura della sentenza di primo grado. I 21 presunti affiliati al clan Strisciuglio di Bari (13 erano agli arresti domiciliari, otto in carcere) sono tornati in libertà perché il giudice che ha emesso il dispositivo della sentenza di primo grado il 16 gennaio 2008, Rosa Anna De Palo, non ha ancora depositato le motivazioni. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha telefonato al Guardasigilli Alfano - che ha già provveduto a mandare gli ispettori - per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato poiché si tratta di un fatto grave, che rischia di avere conseguenze ancor più gravi». Intanto sul caso il Csm avvierà un'istruttoria. Lo annuncia il presidente della prima commissione del Csm Ugo Bergamo che sottolinea di avere intenzione di fare aprire un fascicolo sulla questione. A pagina 6

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truffa da 12 milioni, il processo accelera (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 25 - Sassari Truffa da 12 milioni, il processo accelera Prescritti i reati minori contestati ai collaboratori del promoter di Pattada SASSARI. Si avvicina il giorno del giudizio al processo-bis per la truffa da dodici milioni di euro che nel 2001 lasciò senza soldi più di duecento piccoli risparmiatori residenti nel Goceano. Ieri i giudici del tribunale che stanno processando due collaboratori del principale imputato - il pattadese Tore Campus, ex promoter Axa Sim - hanno preso una decisione che potrebbe accelerare i tempi di un dibattimento con centinaia di testimoni. A sfrondare la lista contribuirà la prescrizione dei reati minori. Imputazioni come la truffa e l'appropriazione indebita contestate ai due imputati Salvatore Sanna, 54 anni, di Ozieri, difeso dall'avvocato Nicola Di Benedetto; e Cesare Dario Murgia, di 56, di Macomer, assistito dall'avvocato Gemma Maurizi. Nell'aula del tribunale tutti gli addetti ai lavori sono consapevoli del fatto che i reati meno gravi sono già prescritti, essendo passati più di nove anni dalla loro presunta commissione. Da qui la decisione del collegio presieduto dal giudice Mariano Brianda (a latere Carla Altieri e Antonello Spanu) di fissare una data per la declaratoria della prescrizione. Questa sentenza, mercoledì prossimo, dovrebbe fare da spartiacque di una vicenda infinita e che ancora non ha una verità processuale. Il dibattimento riprenderà il 6 maggio, ma solo per il reato più grave di associazione per delinquere. Nel corso di quella udienza, il pubblico ministero Gianni Caria dovrebbe indicare ai giudici quali testimoni intende citare per provare le accuse. A questo punto la lista delle persone chiamate a raccontare la storia dei soldi affidati a Tore Campus, ma svaniti nel nulla nel 2000, potrebbe ridursi a una decina di persone. Niente in confronto al centinaio di testimoni che ancora deve essere chiamato a deporre. Fino ad oggi il collegio ha ascoltato il racconto di una ventina di presunte vittime. L'accelerazione del processo è la speranza delle numerose parti civili che, anche ieri (gli avvocati Vittorio Campus, Nicola Lucchi, Maria Angela Guiso e Antonio Secci) hanno ribadito l'interesse dei rispettivi clienti ad arrivare presto a una sentenza. Intanto, entro ottobre è attesa la sentenza del rito abbreviato cui si sono sottoposti Tore Campus, la moglie e la cognata. L'ex «mago della finanza» è reo confesso di avere mandato in fumo i risparmi di centinaia di clienti. Il rito alternativo nei confronti dell'ex promotore finanziario della Axa Sim (presente come responsabile civile solo nel processo bis, dove viene assistita dall'avvocato Nicola Satta) è ripreso l'anno scorso dopo un lunghissimo stop nell'attesa di una pronuncia della Corte Costituzionale su una questione procedurale. Il gup Maria Teresa Lupinu ha già fissato il calendario della discussione e la sentenza è attesa a ottobre.

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BARI - Sono 21 i presunti mafiosi e trafficanti di droga - otto detenuti in carcere, 13 ai domiciliari - che sono stati scarcerati per il mancato deposito delle motivazioni della s (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

BARI - Sono 21 i presunti mafiosi e trafficanti di droga - otto detenuti in carcere, 13 ai domiciliari - che sono stati scarcerati per il mancato deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado da parte del Tribunale di Bari BARI - Sono 21 i presunti mafiosi e trafficanti di droga - otto detenuti in carcere, 13 ai domiciliari - che sono stati scarcerati per il mancato deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado da parte del Tribunale di Bari. Un'altra trentina di imputati, condannata a pene superiori ai dieci anni, sarà scarcerata nell'ottobre prossimo. Si tratta di alcuni dei 160 imputati del maxiprocesso Eclissi nei confronti del potente clan mafioso barese degli Strisciuglio, egemone nel capoluogo pugliese e in comuni della provincia. Nei confronti degli imputati che tornano in libertà sono infatti scaduti i «termini di fase» che decorrono dalla data di lettura del dispositivo di sentenza all'avvio del processo di secondo grado. Il ministro della Giustizia Alfano e il Csm hanno disposto accertamenti. 16/04/2009

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Bugoloni a giudizio, domani la sentenza (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Fiavé Non c'è stata prescrizione, udienza in tribunale a Tione per diffamazione Bugoloni a giudizio, domani la sentenza FIAVÉ - Il reato, se reato c'è stato, non è andato in prescrizione. La Corte Costituzionale ha respinto l'eccezione di legittimità costituzionale sollevata dal giudice unico di Tione, Giuseppe Serao, nel giudizio che vede imputato per diffamazione il consigliere comunale ed ex sindaco di Fiavé, Beniamino Bugoloni . L'udienza di discussione è stata quindi fissata per domani, e si andrà a sentenza. Bugoloni è accusato di avere diffamato, in tre ricorsi presentati nel 2001 contro alcune delibere comunali, l'amministrazione locale, in particolare l'allora sindaco Sandro Guella e l'allora segretario comunale Francesco Del Dot , entrambi costituitisi parte civile. Tra le espressioni che hanno indotto Guella e Del Dot a reagire e a querelare Bugoloni «associazione a delinquere», «furti alle casse comunali», «clima mafioso» e altro. La difesa di Bugoloni sostiene che le affermazioni del consigliere comunale di Fiavè sono da ricondurre al «diritto di critica politica» e vanno quindi lette nel contesto della situazione in cui vengono utilizzate, cioè «rapporti di carattere politico». Sulla natura diffamatoria o meno delle affermazioni di Bugoloni si pronuncerà domani il giudice. E la decisione farà discutere. 16/04/2009

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il pm antiracket scelto per la dna trovata l'unanimità su de lucia (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VIII - Palermo La nomina La terza commissione ha proposto il nome del magistrato dopo la rinuncia di Fici Il pm antiracket scelto per la Dna trovata l´unanimità su de Lucia La terza commissione del Consiglio superiore della magistratura, dopo la rinuncia di Giuseppe Fici, ha proposto all´unanimità la nomina a sostituto procuratore alla Direzione nazionale antimafia di Maurizio de Lucia, il pm che ha istruito il processo all´ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, poi condannato a 5 anni per favoreggiamento e rivelazione di notizie riservate. Quarantotto anni, in magistratura da 1990, de Lucia è sostituto procuratore a Palermo. Per 10 anni alla Dda del capoluogo siciliano, si è occupato delle principali inchieste sulla gestione mafiosa degli appalti, sulle commistioni mafia-politica e sul racket delle estorsioni. Maurizio de Lucia ha coordinato decine di operazioni di polizia contro le cosche riuscendo a ricostruire la mappa del pizzo in città e in provincia e gli organigrammi delle famiglie mafiose. Il magistrato ha tra l´altro curato la collaborazione con la giustizia di boss di primo piano come Salvatore Cucuzza. Sulla proposta si pronuncerà ora il plenum del Csm.

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boss liberi, bufera a bari alfano ordina un'ispezione - gabriella de matteis (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 16-04-2009)

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Pagina 21 - Cronaca Ieri 21 uomini dei clan scarcerati per il mancato deposito delle motivazioni Boss liberi, bufera a Bari Alfano ordina un´ispezione GABRIELLA DE MATTEIS BARI - é il giorno delle scarcerazioni. 21 tra presunti affiliati al clan degli Strisciuglio e trafficanti di droga lasciano il carcere o i domiciliari perché il giudice non ha depositato le motivazioni. Un caso sul quale il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha avviato accertamenti, disponendo un´ispezione. I tecnici di via Arenula hanno già chiesto al presidente della Corte di Appello di «procedere con la relativa verifica e di riferirne al più presto gli esiti, al fine di valutare l´eventuale sussistenza di condotte negligenti, rilevanti sotto il profilo disciplinare». La sentenza, nel processo al clan degli Strisciuglio è stata pronunciata il 16 gennaio del 2008. Ma dopo quindici mesi il gup Anna Rosa De Palo (nel frattempo passata a presiedere il Tribunale per i Minorenni) non ha depositato le motivazioni. E i termini di custodia sono scaduti per i 21 imputati che avevano rimediato condanne inferiori ai dieci anni. Altri, quelli con pene più pesanti, potrebbero uscire il 15 ottobre perché è difficile, quasi impossibile riuscire a fissare l´udienza di appello e quindi congelare i termini. Anche il Csm avvierà una istruttoria, annuncia il presidente della prima commissione, Ugo Bergamo, mentre il ministro dell´Interno Roberto Maroni, ieri, ha chiamato il Guardasigilli per esprimere il proprio «sconcerto»: «Fatto grave che rischia di avere conseguenze ancor più gravi». Il processo era «complesso», ha ripetuto ieri il capo dell´ufficio gip del Tribunale di Bari, Giovanni Leonardi. «Non è possibile per un solo giudice, del quale sono note le straordinarie capacità tecniche, giudicare - ha detto - 160 persone accusate di 53 capi d´imputazione nei tempi previsti dal Codice».

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Otto anni per una stesurail clamoroso "caso Pinatto" (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Otto anni per una stesurail clamoroso "caso Pinatto" Il giudice fu radiato dall'ordine giudiziario e condannato «per aver gettato discredito sulla magistratura» 16/04/2009 ROMA. La vicenda di Bari, con la scarcerazione di 21 persone per il mancato deposito in tempo delle motivazioni della sentenza, ricorda il caso del giudice Edi Pinatto, che è stato il più clamoroso esempio di ritardo di questo tipo: il giudice aveva impiegato otto anni per scrivere una sentenza su un impòortante processo di mafia. Il 22 maggio 2000 i giudici del tribunale di Gela avevano comminato pene per oltre un secolo a componenti della cosca mafiosa del boss Giuseppe "Piddu" Madonia. Condannati a 15 anni lo stesso Madonia, e a 90 anni complessivi sette componenti del clan (tra cui la moglie e la sorella del boss) arrestati nel 1998 nell'operazione chiamata "Grande oriente". A causa del mancato deposito delle motivazioni da parte del giudice Pinatto, gli imputati, escluso il capomafia Madonia, sono stati scarcerati nel gennaio 2002 per decorrenza dei termini. Il 16 giugno 2008 la sezione disciplinare del Csm ha radiato dall'ordine giudiziario Pinatto che il 4 luglio è stato condannato a 8 mesi (pena sospesa) per omissione di atti d'ufficio. Nella sentenza veniva spiegato che con il suo clamoroso ritardo nel redigere la sentenza, Pinato aveva gettato «discredito sul prestigio della magistratura tutta». Il primo novembre i giudici della Corte d'appello di Caltanissetta hanno confermato le condanne di primo grado. Il 9 aprile scorso la Cassazione - nelle motivazioni della sentenza con cui il 10 marzo ha confermato la rimozione del giudice dall' ordine giudiziario, ha stabilito che non sono giustificabili i ritardi di quella entità accumulati nel depositare la sentenza. La Corete aveva evidenziato che «il ritardo» nella stesura della sentenza di mafia «si è tradotto in un diniego di giustizia lungamente protratto in netto ed insanabile contrasto con il principio di ragionevole durata del processo di cui all'art. 111 della Costituzione». Il problema delle scarcerazioni facili per i ritardi della giustizia era stato affrontato anche dal Governo Amato che il 23 novembre 2000 aveva approvato un decreto legge che prevedeva alcune misure come l'esclusione del giudizio abbreviato per i delitti puniti con l' ergastolo e il rafforzamento dei controlli nei confronti dei soggetti scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Diverso il caso del 1991 quando, in conseguenza di un pronunciamento della Cassazione, uscirono dal carcere una trentina di presunti boss imputati a Palermo nel primo grande processo di mafia. Il Governo Andreotti corse ai ripari approvando un decreto legge di cui venne data notizia soltanto molte ore dopo per consentire alle forze dell' ordine di riacciuffare gli imputati usciti in base alle vecchie norme. 16/04/2009

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Concessero la semilibertà a Izzo Sanzione disciplinare alle toghe (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

BREVI pag. 19 Concessero la semilibertà a Izzo Sanzione disciplinare alle toghe IL MOSTRO DEL CIRCEO ROMA La Cassazione ha confermato la sanzione disciplinare dell'ammonimento a due magistrati del Tribunale di sorveglianza di Palermo colpevoli' di aver concesso, il 9 novembre 2004, la semilibertà ad Angelo Izzo, uno dei mostri' del Circeo, che di lì a poco sarebbe tornato ad uccidere a Ferrazzano approfittando della concessione del beneficio due donne, Maria Carmela e Valentina Maiorano, madre e figlia. In particolare, la Suprema Corte (sentenza 3759) ha respinto il ricorso di Pietro Cavaretta e Gabriella Gagliardi rispettivamente presidente e giudice relatore del collegio che decise la semidentezione per Izzo contro l'ammonimento loro inflitto dal Csm, il 2 aprile 2008. Secondo Palazzo dei Marescialli, i due magistrati, con la loro decisione, hanno demeritato per «scarsa diligenza e caduta di professionalità» e la loro responsabilità deontologia è consistita nel non aver preso in considerazione tutta la serie di circostanze negative, che erano invece ben presenti nel fascicolo di Izzo. E proprio per oggi è attesa la sentenza della Cassazione per il complice di Izzo, Luca Palaia: il giovane è accusato di avere compito, assieme al mostro del Circeo, proprio il massacro di Ferrazzano, avvenuto nel 2005. In primo grado, il ragazzo di origini calabresi fu condannato a 24 anni di reclusione, pena salita poi a 30 anni in Appello. Image: 20090416/foto/5740.jpg

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Duecento pensionati militari ammalati per colpa dell'amianto potranno essere indennizzati (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACHE pag. 16 Duecento pensionati militari ammalati per colpa dell'amianto potranno essere indennizzati LA SPEZIA LA SPEZIA PER DUECENTO pensionati della Marina militare, scopertisi affetti dalle patologie derivate dall'esposizione all'amianto nelle navi dopo cinque anni di pensione, si accendono le speranze di ottenere la cosiddetta pensione previlegiata per causa di servizio. Finora la possibilità era sbarrata da una norma, l'articolo 129 del Dpr 1092 del '73, che ammetteva il privilegio solo se l'infermità per causa di servizio sorgeva entro 5 anni dal pensionamento. A 'cancellare' il limite è stata una recente sentenza della Corte costituzionale sulla scia dell'eccezione sollevata dalla Corte dei Conti di Genova in accoglimento dell'istanza dell'avvocato Emanuela Monaci del Foro di Massa nell'ambito della causa intentata da una vedova per il riconoscimento della reversibilità della pensione privilegiata chiesta a fronte del manifestarsi del mesiotelioma pleurico contratto dal marito, poi deceduto, sei anni dopo il collocamento in pensione. «Un verdetto spiega Alessio Anselmi (nella foto), presidente del Cocer, l'organo centrale di rappresentanza militare che permette ora di attivare le procedure per l'ottenimento dei benefici per 200 pensionati della Marina. Per questo abbiamo chiesto al Ministero della Difesa di attivarsi». Corrado Ricci

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Giustizia lumaca e mafiosi in libertà Alfano manda gli ispettori (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 16-04-2009)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Milano))

Argomenti: Giustizia

BREVI pag. 19 Giustizia lumaca e mafiosi in libertà Alfano manda gli ispettori IL CASO BARI, BUFERA SUL GUP: DOPO 15 MESI NON HA DEPOSITATO LE MOTIVAZIONI BARI Era stato un maxiprocesso-lampo. Era il vanto della magistratura barese e della pm che aveva costruito l'accusa e per questo è finita sotto scorta perché in un tempo record, appena un anno, erano arrivate 150 condanne e 10 assoluzioni nei confronti del sanguinario clan mafioso degli Strisciuglio, capace di arruolare anche killer-bambini. Ma il giudice che ha celebrato il processo con rito abbreviato, il gup Rosa Anna De Paolo da poco promossa presidente del tribunale per i minorenni di Bari , a 15 mesi dalla lettura della sentenza non ha depositato le motivazioni. Così, ieri, 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga sono tornati liberi, mentre un'altra trentina di condannati a pene superiori a 10 anni sarà liberata il 15 ottobre. Anche la scarcerazione degli altri condannati, infatti, è data ormai per scontata: per evitarla il giudice nei prossimi sei mesi deve depositare le motivazioni, notificarle ai difensori, concedere 45 giorni alle difese per impugnare la sentenza, permettere ai giudici dell'appello di arrivare a sentenza o, quantomeno, di incardinare il processo ed eventualmente sospendere la decorrenza dei termini di custodia. La vicenda ha rinfocolato le polemiche sulle lentezze della giustizia, a pochi giorni dalla conferma della destituzione di Edy Pinatto, il giudice che impiegò 8 anni per scrivere una motivazione. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto profilo disciplinare» il Guardasigilli, Angelino Alfano, ha subito mandati i suoi ispettori alla Corte d'appello di Bari. Anche il Csm avvierà una istruttoria che potrebbe cominciare già oggi. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto, mentre il coordinatore della Dda, Marco Dinapoli, assicura che sugli scarcerati saranno intensificati i controlli. Il presidente dell'ufficio gip-gup di Bari, Giovanni Leonardi, allarga le braccia e dice che «non è possibile per un solo giudice, del quale sono note le straordinarie capacità tecniche, giudicare 160 persone accusate di 53 capi d'imputazione nei tempi previsti dal Codice». Quindi «la procura dovrebbe evitare di istruire i maxi-processi». Ma in molti fanno notare che 15 mesi non sono pochi e che il giudice avrebbe potuto farsi esonerare dagli altri procedimenti.

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Concessero la semilibertà a Izzo Sanzione disciplinare alle toghe (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

BREVI pag. 19 Concessero la semilibertà a Izzo Sanzione disciplinare alle toghe IL MOSTRO DEL CIRCEO ROMA La Cassazione ha confermato la sanzione disciplinare dell'ammonimento a due magistrati del Tribunale di sorveglianza di Palermo colpevoli' di aver concesso, il 9 novembre 2004, la semilibertà ad Angelo Izzo, uno dei mostri' del Circeo, che di lì a poco sarebbe tornato ad uccidere a Ferrazzano approfittando della concessione del beneficio due donne, Maria Carmela e Valentina Maiorano, madre e figlia. In particolare, la Suprema Corte (sentenza 3759) ha respinto il ricorso di Pietro Cavaretta e Gabriella Gagliardi rispettivamente presidente e giudice relatore del collegio che decise la semidentezione per Izzo contro l'ammonimento loro inflitto dal Csm, il 2 aprile 2008. Secondo Palazzo dei Marescialli, i due magistrati, con la loro decisione, hanno demeritato per «scarsa diligenza e caduta di professionalità» e la loro responsabilità deontologia è consistita nel non aver preso in considerazione tutta la serie di circostanze negative, che erano invece ben presenti nel fascicolo di Izzo. E proprio per oggi è attesa la sentenza della Cassazione per il complice di Izzo, Luca Palaia: il giovane è accusato di avere compito, assieme al mostro del Circeo, proprio il massacro di Ferrazzano, avvenuto nel 2005. In primo grado, il ragazzo di origini calabresi fu condannato a 24 anni di reclusione, pena salita poi a 30 anni in Appello. Image: 20090416/foto/656.jpg

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MASSIMILIANO SERPI Da oltre 15 anni in città, il pm è stato nomi... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

LETTERE E AGENDA pag. 14 MASSIMILIANO SERPI Da oltre 15 anni in città, il pm è stato nomi... MASSIMILIANO SERPI Da oltre 15 anni in città, il pm è stato nominato dal Csm procuratore aggiunto. Giustizia è fatta

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Alfano apre un'indagine sui boss scarcerati a Bari (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-04-16 - pag: 16 autore: I TEMPI LENTI DELLA GIUSTIZIA Alfano apre un'indagine sui boss scarcerati a Bari Il Csm avvierà in tempi brevissimi (probabilmente già oggi) un'istruttoria sulla clamorosa scarcerazione dei 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga per i quali sono trascorsi i termini di durata massima della custodia cautelare previsti a decorrere dalla lettura della sentenza di primo grado. I 21 presunti affiliati al clan Strisciuglio di Bari (13 erano agli arresti domiciliari, 8 in carcere) sono tornati in libertà perchè il giudice che ha emesso il dispositivo della sentenza di primo grado il 16 gennaio 2008, Rosa Anna De Palo, non ha ancora depositato le motivazioni. La vicenda, oltre a suscitare forti preoccupazioni nell'opinione pubblica barese, ha rinfocolato le polemiche sulle lentezze della giustizia. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto profilo disciplinare» il guardasigilli, Angelino Alfano, ha inviato a Bari gli ispettori, che hanno chiesto al presidente della Corte d'appello di svolgere una verifica e di comunicarne al più presto gli esiti. Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato – ha detto – poiché si tratta di un fatto grave, che rischia di avere conseguenze ancor più gravi».

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LA PROCURA ha un nuovo aggiunto: è il pm Massimiliano Serpi, in servizio nel... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

BOLOGNA PRIMO PIANO pag. 7 LA PROCURA ha un nuovo aggiunto: è il pm Massimiliano Serpi, in servizio nel... LA PROCURA ha un nuovo aggiunto: è il pm Massimiliano Serpi, in servizio nella nostra città da oltre 15 anni e ora nominato ufficialmente dal Csm. Nato a Imola, Serpi ha 58 anni e ha iniziato la sua carriera in magistratura nel 1981, quando venne nominato uditore giudiziario. Prima di lavorare a Bologna come pm, Serpi è stato giudice a Modena, penale prima e civile poi, tra l'83 e il '95 quando è arrivato alla Procura di Bologna, dove è rimasto fino al '96. Dal '96 al 2004 ha lavorato alla Procura dei minori e dal gennaio 2004 lavora in piazza Trento e Trieste. Tra i casi giudiziari più importanti che ha seguito, la strage all'istituto Salvemini, il processo a carico di Luigi Ciavardini per la bomba alla stazione e l'omicidio dell'imprenditore Giancarlo Orbellanti, 71 anni, uno dei fondatori di Comet. Con la nomina di Serpi, si copre uno dei due posti vacanti da procuratore aggiunto previsti per l'organico della Procura, che sulla carta conta 23 sostituti, due aggiunti e un capo (vacante dopo il pensionamento di Enrico Di Nicola). Anche Silverio Piro ha la carica di aggiunto ma è in procinto di lasciare Bologna, dopo aver avuto l'ok del Csm, la scorsa settimana, per il posto di capo a Velletri. Al momento della sua partenza, se non sarà ancora stato nominato il nuovo procuratore capo per Bologna (e le ultime notizia da Roma sembrano far prevedere tempi lunghi), a reggere piazza Trento Trieste sarà proprio Serpi.

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PERUGIA - L'orgoglio a stelle e strisce torna con il suo mantello per garantire un gius... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 16 Aprile 2009 Chiudi di ITALO CARMIGNANI e VANNA UGOLINI PERUGIA - L'orgoglio a stelle e strisce torna con il suo mantello per garantire un giusto processo ad una delle sue figlie, Amanda Knox, venti anni l'accusa più pesante possibile, omicidio. Giusto processo e, se possibile, giusto verdetto. Se però il mantello illumina l'americana di Seattle accusata di avere ucciso Meredith Kercher, studentessa inglese, pare oscurare del tutto la posizione di Rudy Hermann Guede, ivoriano, terzo imputato al processo per omicidio e primo condannato. Tanto l'oscura che lo vuole unico colpevole. Così a metà del processo contro La Knox e il suo fidanzato Raffaele Sollecito e alla vigilia del appello per Guede, la polemica contro le pressioni americane torna ad alzarsi. Troppe pressioni, «mediatiche e non» che «partono da lontano», dagli Stati Uniti, denunciano i difensori di Rudy Guede, che chiedono anche all'ambasciata Usa le ragioni della presenza di suoi sedicenti rappresentanti nei corridoi romani della Cassazione, mentre si discuteva dei ricorsi per la concessione della libertà ai tre imputati dell'omicidio di Meredith Kercher. Gli avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, «prendendo atto dell'ennesima "americanata" apparsa sul settimanale "Oggi" e decidono di sporgere denuncia nei confronti del direttore della rivista, dell'articolista e dello scrittore Douglas Preston, secondo il quale Rudy è l'unico assassino». La rivista riporta infatti un'intervista allo scrittore Douglas Preston, in passato autore di un libro sul Mostro di Firenze, che definisce «errori incredibili» le accuse ad Amanda Knox e a Raffaele Sollecito e critica il pubblico ministero Giuliano Mignini. «Siamo stufi - continuano i due avvocati - di questo genere di pressioni "mediatiche e non" che partono da lontano, dai vari Tacopina, dall'avvocato Anne Bremner, da un giudice di Seattle che ha scritto più lettere alla corte ed al pm italiani e da ultimo da questo scrittore, Preston, in evidente ricerca di pubblicità come novello tenente Colombo». Tacopina, consulente americano della famiglia di Amanda, e l'avvocato Bremner, incaricata da un gruppo di amici americani della studentessa di Seattle di occuparsi della sua vicenda giudiziaria, hanno rivolto pesanti critiche all'operato degli inquirenti italiani che hanno avuto ampia eco sui media internazionali. «Non siamo nuovi - affermano ancora gli avvocati Biscotti e Gentile - a questi tentativi di intromissione con gravi accuse e vorremmo chiedere pubblicamente all'ambasciata Usa in Italia chi c'era a nome della ambasciata stessa e cosa ci faceva nei corridoi della Cassazione quando, il primo aprile dell'anno scorso, si discuteva il ricorso di Amanda sulla libertà e degli altri due imputati». Rudy Guede, che si è sempre proclamato innocente, è già stato condannato a 30 anni di reclusione con rito abbreviato, mentre è ancora in corso il processo in assise ad Amanda e Raffaele. L'America si era già sbracciata per difendere Amanda Knox, quando dalla sua madre patria arrivò la richiesta che la sua cittadina venisse sottratta al giudizio dei magistrati italiani e, invece, sottoposta a quello di un tribunale americano. L'avvocatessa Anne Bremner, da Seattle, chiedeva, infatti che il processo a carico di Amanda venisse spostato in America. Una richiesta che fece scattare immediatamente l'apertura, come atto dovuto, di un fascicolo al Csm (che, comunque, non sarebbe competente per questo tipo di richieste) e che provocò anche un'alzata di scudi da parte della magistratura perugina. Il presidente del Tribunale Mario Villani chiese che le toghe perugine venissero tutelate dagli attacchi ricevuti dal "New York Times" sulle fughe di notizie che a detta del quotidiano ci sarebbero state nell'inchiesta. Ma oltre all'esposto del presidente del Tribunale di Perugia in mano alla prima commissione del Csm c'era anche quello di un giornalista americano che lamentava "toni non consoni" nei suoi confronti utilizzati nel processo. Due esposti giunti all'ufficio protocollo di Palazzo dei Marescialli. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino ricevette anche una lettera dei docenti del liceo di Seattle frequento da Amanda Knox in cui, avendo pietà per la ragazza si chiede che il processo si svolga nel rispetto dell'imputata. Come finirà l'ultima polemica? Come la prima, in una novola mediatica. Intanto per sabato prossimo è in programma un sopralluogo della Corte nella villetta dove fu uccisa Meredith, sottoposta a sequestro e che nelle scorse settimane è stata oggetto di due «irruzioni» da parte di persone non ancora identificate dagli investigatori.

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BARI - Dopo la scarcerazione di 22 imputati del processo "Eclissi" nei confronti del clan ... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 16 Aprile 2009 Chiudi BARI - Dopo la scarcerazione di 22 imputati del processo "Eclissi" nei confronti del clan mafioso barese degli Strisciuglio, il ministro della giustizia, Angelino Alfano (foto), invia a Bari i suoi ispettori. Alfano ha incaricato l'ispettorato di «verificare con tempestività i motivi per i quali la sentenza emessa nei confronti degli imputati, all'esito di un giudizio abbreviato celebrato nel gennaio 2008, non sia stata ancora depositata a distanza di 15 mesi». L'ispettorato ha «immediatamente richiesto al presidente della Corte d'appello di Bari di procedere con la relativa verifica e di riferirne al più presto gli esiti per valutare l'eventuale sussistenza di condotte negligenti, rilevanti sotto il profilo disciplinare». Anche il Csm avvia un'istruttoria sul caso delle scarcerazioni dei boss mafiosi dovute al ritardo di un giudice di Bari, Anna Rosa De Palo, nel deposito delle motivazioni della sentenza di condanna nei loro confronti. Lo ha annunciato il presidente della prima commissione del Csm, Ugo Bergamo. Già da oggi la commissione potrebbe chiedere informazioni alla Procura generale.

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Il Procuratore: (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

RAVENNA CRONACA pag. 4 Il Procuratore: «Nel 2008 denunciati 27mila reati» In aumento rispetto al 2007. Arrivano due nuovi sostituti Il procuratore Mescolini LA PROCURA entro la fine dell'anno avrà due nuovi sostituti: si tratta di Monica Gargiulo, origini napoletane, romana d'adozione, da quattro anni sul fronte della n'drangheta essendo pm alla Procura di Locri e di Francesca Stilla, foggiana, laureatasi a Bologna e da quattro anni pm a Brescia. Uno dei magistrati sostituirà Silvia Ziniti che da oggi prenderà servizio al tribunale civile di Cesena, l'altro andrà a completare l'organico della Procura che il Csm ha fissato in dieci unità (Procuratore capo più nove sostituti). La notizia l'ha fornita ieri mattina il procuratore Roberto Mescolini il quale ha anche fornito informazioni sull'attività della Procura. «L'adeguamento degli organici renderà possibile aumentare ancor più la qualità dell'attività. Attualmente ogni pm gestisce una media di 1122 procedimenti contro noti. Sono tanti, rispetto alla media di altre realtà anche più importanti di Ravenna, ad esempio Palermo. Nella nostra provincia si registrano numerosissimi reati, basti dire che nel 2008 ne sono stati denunciati 26.605. Di questi 8.775 contro persone note. Questi ventisettemila procedimenti nuovi si sono aggiunti ai 24.300 pendenti al primo gennaio 2008. Nel corso del 2008 ne sono stati definiti 30.084, di cui 9.268 contro persone note. La pendenza dei procedimenti penali al 31 dicembre scorso è quindi scesa a 20.857, seimila dei quali contro noti. Questi poi nel primo trimestre si sono ridotti a 5.702». Oltre 26mila reati denunciati nel 2008, in aumento rispetto al 2007, indicano che la provincia ravennate non è certo un'isola tranquillissima come forse la si vuole tratteggiare. «Le migliaia di appartamenti sfitti lungo il litorale costituiscono un'occasione importante per chi vuole nascondersi e delinquere. Se a Ravenna si traffica tanto in droga, è per questo, non certo per il porto» ha sottolineato Mescolini. Il procuratore ha poi aggiunto come la Procura ravennate si stia dando da fare sempre di più sulla strada della best practice. E su vari fronti, da quello informativo (attraverso il sito), a quello organizzativo e anche operativo. Tanto da ricevere elogi a livello europeo dallo stesso Eurojust, l'organismo di coordinamento delle magistrature dell'Ue. Nell'Annual Report 2008 di Eurojust sarà citata la Procura di Ravenna per le modalità con cui ha condotto, in collaborazione con le autorità tedesche, le indagini sull'omicidio di Lino Ronconi, a lido di Savio, di cui sono accusati due giovani tedeschi. E proprio in virtù del livello di collaborazione raggiunto, la magistratura tedesca ha poi consegnato a quella ravennate i due imputati. c.r. Image: 20090416/foto/9258.jpg

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"CRISI del mercato o crisi delle regole", è il titolo del convegno... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ravenna)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

RAVENNA CRONACA pag. 9 "CRISI del mercato o crisi delle regole", è il titolo del convegno... "CRISI del mercato o crisi delle regole", è il titolo del convegno che si svolgerà oggi a Roma presso il Cnel, con inizio alle 9.30, per iniziativa dell'Unione Internazionale del Notariato, dell'Associazione Notariato Italiaeuropa e del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro. Interverranno Antonio Marzano, presidente del Cnel, Giancarlo Laurini, presidente del Notariato Italiaeuropa, Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna Spa, Edward N. Luttwak del Center for Strategicand International Studies, Peter L. Murray, Harvard Law School, Antonio Baldassarre, Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Augusta Iannini.

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Giudice non deposita la sentenza, liberi 21 presunti mafiosi (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACHE 16-04-2009 BARI ALFANO MUOVE GLI ISPETTORI Giudice non deposita la sentenza, liberi 21 presunti mafiosi BARI II Era stato un maxiprocessolampo. Era il vanto della magistratura barese perché era cominciato e si era concluso a tempo di record, in un anno, con 150 condanne e dieci assoluzioni nei confronti del sanguinario clan mafioso degli Strisciuglio, capace di arruolare anche killer-bambini. Ma il giudice che ha celebrato il processo con rito abbreviato, il gup Rosa Anna De Paolo, a 15 mesi dalla lettura del dispositivo della sentenza non ha depositato le motivazioni. Così, ieri, 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga sono tornati in libertà, mentre un'altra trentina di condannati a pene superiori a dieci anni sarà liberata il 15 ottobre. Anche la scarcerazione degli altri condannati, infatti, è data ormai per scontata perché per evitarla di - cono fonti giudiziarie il giudice nei prossimi sei mesi deve depositare le motivazioni della sentenza, deve notificarle ai difensori, deve concedere 45 giorni alle difese per impugnare la sentenza, e permettere ai giudici dell'appello di arrivare a sentenza o, quantomeno, di incardinare il processo e di sospendere, se ve ne saranno i presupposti, la decorrenza dei termini di custodia. La vicenda ha rinfocolato le polemiche sulle lentezze della giustizia. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto il profilo disciplinare » il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori, che hanno chiesto al presidente della Corte d' appello di Bari di svolgere una verifica e di comunicarne al più presto gli esiti. Anche il Csm avvierà una istruttoria. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto.

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PERUGIA E' UN PROVVEDIMENTO articolato e duro quello del Ta... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

PERUGIA pag. 3 PERUGIA E' UN PROVVEDIMENTO articolato e duro quello del Ta... PERUGIA E' UN PROVVEDIMENTO articolato e duro quello del Tar del Lazio che boccia' per mancanza di motivazione e illogicità i parametri con cui il Consiglio superiore della magistratura aveva nominato alla procura di Perugia Giacomo Fumu consigliere di Cassazione , al posto di Consolato Labate, procuratore a Civitavecchia. Una sentenza che di fatto lascia ancora scoperta la poltrona di procuratore. Labate ha fatto ricorso e lo ha vinto: il tribunale ha annullato la nomina e ha rimesso al Csm la valutazione sulla scelta del candidato che però dovrà provvedere ad espletare la comparazione prevista dalle norme. Nella sentenza, depositata nelle scorse settimane, il tribunale amministrativo censura il Csm. Che aveva scelto Fumu sostenendo che solo lui, rispetto agli altri candidati, abbina «tre caratteristiche fondamentali per la nomina in questione: in primo luogo aver lungamente esercitato funzioni requirenti proprio nell'ufficio della cui dirigenza si tratta; in secondo luogo essere portatore di un profilo culturale assolutamente eccellente ed impareggiabile, maturato attraverso la lunga esperienza, articolata in una pluralità di ruoli svolti presso la Corte di Cassazione; in terzo luogo aver vissuto esperienze extra-giudiziarie...». Eppure secondo il Tar «La proposta approvata dal plenum ha completamente omesso di considerare le funzioni direttive svolte dal dott. Labate e le capacità organizzative dallo stesso dimostrate in tale contesto, nonché ha omesso di porre a raffronto la lunga esperienza requirente di quest'ultimo con la molto più breve e risalente nel tempo esperienza requirente del controinteressato.In altri termini, la comparazione effettuata dall'organo di autogoverno non è esauriente e non è ragionevole in quanto ha preso in considerazione elementi, in virtù dei quali il ricorrente è stato ritenuto subvalente, sostanzialmente estranei ai criteri previsti per il conferimento di incarichi direttivi ». Eri.P.

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Niente motivazioni: boss scarcerati a Bari (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Niente motivazioni: boss scarcerati a Bari --> Giovedì 16 Aprile 2009 GENERALI, pagina 7 e-mail print BARIEra stato un maxiprocesso lampo. Era il vanto della magistratura barese, perché era cominciato e si era concluso a tempo di record, in un anno, con 150 condanne e dieci assoluzioni nei confronti del sanguinario clan mafioso degli Strisciuglio, capace di arruolare anche killer-bambini. Ma il giudice che ha celebrato il processo con rito abbreviato, il gup Rosa Anna De Paolo, a 15 mesi dalla lettura del dispositivo della sentenza non ha depositato le motivazioni. Così, ieri, 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga sono tornati in libertà, mentre un'altra trentina di condannati a pene superiori a dieci anni sarà liberata il 15 ottobre. Anche la scarcerazione degli altri condannati, infatti, è data ormai per scontata perché per evitarla - dicono fonti giudiziarie - il giudice nei prossimi sei mesi deve depositare le motivazioni della sentenza, deve notificarle ai difensori, deve concedere 45 giorni alle difese per impugnare la sentenza e permettere ai giudici dell'Appello di arrivare a sentenza o, quantomeno, di incardinare il processo e di sospendere, se ve ne saranno i presupposti, la decorrenza dei termini di custodia. La vicenda ha rinfocolato le polemiche sulle lentezze della giustizia. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto profilo disciplinare», il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori. Anche il Csm avvierà un'istruttoria e potrebbe cominciare a discutere del caso già oggi. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato - ha detto - poiché si tratta di un fatto grave, che rischia di avere conseguenze ancor più gravi». Il presidente dell'ufficio gip-gup di Bari, Giovanni Leonardi, allarga le braccia e dice che «non è possibile per un solo giudice, del quale sono note le straordinarie capacità tecniche, giudicare 160 persone accusate di 53 capi d'imputazione nei tempi previsti dal Codice». Quindi - è la sua ricetta - «la Procura dovrebbe evitare di istruire i maxiprocessi». Dalla Procura ufficialmente non rispondono alla provocazione, ma in tanti fanno capire che le regole previste dal Codice di procedura penale sono altre, e che il processo è stato un successo per la Dda perché si è concluso con 150 condanne e con solo dieci assoluzioni. E sui tempi per scrivere la sentenza? Qualcuno fa capire che 15 mesi non sono pochi e che il giudice avrebbe potuto farsi esonerare dagli altri procedimenti. R. Buon. 16/04/2009 nascosto-->

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Strisciuglio fuori, bufera sui giudici (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 16-04-2009)

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Corriere del Mezzogiorno sezione: 1PAGINA data: 16/04/2009 - pag: 1 Mancano le motivazioni della sentenza dopo 15 mesi dal processo. Leonardi contro i maxi-processi Strisciuglio fuori, bufera sui giudici 21 già scarcerati, altri 30 a ottobre. Alfano manda gli ispettori BARI Sono stati tutti scarcerati - come si temeva - i 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga nei confronti dei quali sono trascorsi i termini di durata massima della custodia cautelare previsti a decorrere dalla lettura della sentenza di primo grado. E scoppia la bufera sulla procura di Bari. Il ministro Alfano ha annunciato di aver attivato gli ispettori, il Csm avvia una propria indagine, mentre il capo dell'ufficio del Gip-Gup Leonardi denuncia l'organizzazione dei maxi-processi: troppo lavoro per un solo giudice. I 21 presunti affiliati al clan Strisciuglio di Bari (13 erano agli arresti domiciliari, otto in carcere) - come era stato anticipato - sono tornati in libertà perchè il giudice che ha emesso il dispositivo della sentenza di primo grado il 16 gennaio 2008, Rosa Anna De Palo, non ha depositato le motivazioni. Preoccupazioni del ministro dell'Interno Maroni mentre il sottosegretario Mantovano ha convocato il comitato dell'ordine pubblico per domani. ALLE PAGINE 2E3 Carbonara, Damiani, Saracino La mappa del potere degli Strigiuglio a Bari. Le loro attività illegali sono presenti in ogni quartiere. A San Paolo, Libertà, Enziteto, San Girolamo e Bari Vecchia hanno il predominio. Da ieri 21 di essi sono in libertà.

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Alfano manda gli ispettori Mantovano domani a Bari (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 16/04/2009 - pag: 2 Alfano manda gli ispettori Mantovano domani a Bari Il Guardasigilli: «Verificare i motivi di questo ritardo» Il Csm avvia istruttoria. Maroni: «Sono molto preoccupato» L'Ispettorato ha richiesto al presidente della Corte di Appello di procedere con verifica e di riferirne al più presto gli esiti BARI Come era prevedibile il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha voluto vederci chiaro sul 'lodo scarcerazioni' a Bari. E per questo ha mobi-- litato gli ispettori del ministero per «accertamenti preliminari» sul corretto operato dei magistrati. In particolare, sul ritardo del giudice, Rosa Anna De Palo, nel deposito delle motivazioni della sentenza di condanna pronunciata nei confronti di 21 presunti affiliati del clan Strisciuglio, che ne ha determinato la scarcerazione. Il Guardasigilli - specifica una nota inviata ieri - «ha incaricato l'ispettorato di verificare, con tempestività, i motivi per i quali la sentenza, emessa nei confronti degli imputati, all'esito di un giudizio abbreviato, celebrato nel gennaio del 2008, non sia stata ancora depositata ». Inoltre, l'ispettorato ha «immediatamente» richiesto al presidente della Corte d'Appello di Bari, Vito Marino Caferra, di procedere ad una verifica «e di riferirne al più presto gli esiti, al fine di valutare l'eventuale sussistenza di condotte negligenti, rilevanti sotto il profilo disciplinare». Va da sè che la vicenda ha fatto molto scalpore e su di essa si è appuntata l'attenzione dell'intero Paese. Lo stesso ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha telefonato al ministro Alfano, ieri, per esprimergli il proprio sconcerto. «Sono molto preoccupato - ha detto - poichè si tratta di un fatto grave, che rischia di avere conseguenze ancor più gravi». Venerdì, intanto, sarà a Bari anche il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, per partecipare in Prefettura e nella sede del comando della Guardia di finanza, ad una serie di riunioni tecniche con i vertici delle forze dell'ordine, dell'autorità giudiziaria e delle istituzioni per fare il punto della situazione della sicurezza nel territorio barese. Intanto, anche il Csm ha deciso di scendere direttamente in campo con una sua istruttoria sul caso. Ad annunciarlo è stato, ieri, il presidente della Prima commissione, Ugo Bergamo. «Ho intenzione di far aprire un fascicolo. Chiederemo informazioni alla procura generale» ha spiegato il laico dell'Udc, secondo cui la Commissione che lui presiede potrebbe cominciare a discutere del caso già in giornata. Sulla vicenda si moltiplicano già le prese di posizione. Per il president e dell'ufficio gip-gup del tribunale di Bari, Giovanni Leonardi, «la procura dovrebbe evitare di istruire i maxi-processi. Non è possibile per un solo giudice, del quale sono note le straordinarie capacità tecniche, giudicare 160 persone accusate di 53 capi d'imputazione nei tempi previsti dal Codice». Per il capogruppo Pdl in commissione Giustizia della Camera, Enrico Costa, «è un'ulteriore conferma dell'esigenza della riforma del Csm. In 15 mesi il magistrato non ha depositato le motivazioni, causando le scarcerazioni, ma frattanto è stato promosso dal Csm. Il cittadino non può che rimanere stupefatto ». E per Pierfelice Zazzera, coordinatore regionale di Idv: «E' un fatto gravissimo ed inaccettabile quello che si è verificato perchè vanifica anni di indagini e di attività delle forze dell'ordine e non garantisce la certezza della pena, il diritto e la sicurezza dei cittadini. Il rischio che possa esplodere una guerra tra clan sul territorio a questo punto è elevatissimo». Lorena Saracino Il ministro Alfano

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Comune e periferie, i politici si dividono (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: BARI data: 16/04/2009 - pag: 8 Il dibattito Critiche sull'azione della giunta nelle ex frazioni, il Psdi all'attacco Comune e periferie, i politici si dividono BARI Dopo l'intervento di Gianni Di Cagno - ex Csm ma, soprattutto, cittadino di Bari - in merito al silenzio istituzionale e politico che aleggia attorno al referendum 'autonomista' di domenica prossima nelle ex frazioni di Carbonara-Ceglie -Loseto e Palese-Santo Spirito si è aperto un profluvio di lettere aperte al Corriere. Carlo De Santis, consigliere regionale di Sinistra e Libertà, scrive: «Sono pienamente d'accordo con Di Cagno sull'incostituzionalità del referendum, argomentazioni sollevate in sede di Consiglio regionale il 18 ottobre 2007 quando si contestò la realizzazione di un referendum frutto di esasperate derive localistiche». In tutta la fase di discussione che durò più di una seduta, scrive ancora De Santis, «il Comune di Bari non si pronunciò. Il voto finale in Consiglio vide una maggioranza trasversale che andava dal Pd al centrodestra. Mentre tutta la sinistra votò contro. Forse Di Cagno che è esponente del Pd, dovrebbe chiederle spiegazioni in quella sede». Michele Monno, assessore comunale alle Aziende del Pd, commenta: «Nonostante «la costante attenzione che la giunta ha messo in campo per le periferie, quelle pulsioni di autonomia e quelle sensazioni di lontananza dal Palazzo emergenti tra i cittadini dei quartieri più tradizionalmente autonomi, sono rimaste ancora vive». Con l'istituzione della città metropolitana e dei futuri municipi «le azioni di decentramento faranno sentire meno soli i cittadini e si dovrà superare per primo il problema delle risorse umane». Le ex frazioni, sostiene il candidato sindaco del Psdi, Mimmo Magistro, «sono state mortificate da una politica amministrativa distratta ed incapace di valorizzare l'arte, la cultura e la tradizione di una popolazione che prima del fascismo era già Comune autonomo. L'autonomia non è anacronistica e da settimane abbiamo inziato una campagna di sensibilizzazione per il sì con manifesti e spot». Previste oggi assemblee pubbliche e visite nei mercati rionali. Secondo il consigliere comunale del Pd, Massimo Maiorano, «manca tra la popolazione la voglia di partecipazione a questa tornata referendaria sull'idea di Comune autonomo per Palese-Santo Spirito-Catino-Enziteto che ha ormai raggiunto la piena consapevolezza di essere barese a tutti gli effetti. Siamo ormai perfettamente integrati, anche se questa iniziativa ha avuto il pregio di accendere i riflettori sui tanti problemi che gravano sul territorio e che meritano una maggiore attenzione senza parcellizzare le risorse». Infine, Antonio De Michele, consigliere di circoscrizione di Santo Spirito- Palese di An, «accusa l'amministrazione Emiliano di non aver attuato il decentramento promesso nel programma elettorale. Se le circoscrizioni non possono svolgere il loro lavoro è inutile che esistano». Si dovrà ripartire da un organico capace e competente, dal rafforzamento della polizia municipale, alla messa in sicurezza delle strade, dalla fogna bianca, dai passaggi a livello, dalla mancanza di contenitori culturali. Lorena Saracino

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scarcerati 21 mafiosi a bari (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Attualità Scarcerati 21 mafiosi a Bari Ritarda la motivazione della sentenza e tornano liberi I PROBLEMI DELLA GIUSTIZIA Condannati al maxiprocesso Il ministro apre un'inchiesta BARI. Sono 21 i presunti mafiosi tornati ieri in libertà per un ritardo nel deposito delle motivazioni della condanna. Era stato un maxiprocesso-lampo, il vanto della magistratura barese perché cominciato e concluso a tempo di record, in un anno, con 150 condanne e dieci assoluzioni nei confronti del sanguinario clan mafioso degli Strisciuglio, capace di arruolare anche killer-bambini. Ma il giudice che ha celebrato il processo con rito abbreviato, il gup Rosa Anna De Paolo, a 15 mesi dalla lettura del dispositivo della sentenza non ha depositato le motivazioni. Così ieri 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga sono tornati in libertà, mentre un'altra trentina di condannati a pene superiori a dieci anni sarà liberata il 15 ottobre. Anche la scarcerazione degli altri condannati, infatti, è data ormai per scontata perché per evitarla, dicono fonti giudiziarie, non ci sono i tempi tecnici necessari. La vicenda ha rinfocolato le polemiche sulle lentezze della giustizia. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto profilo disciplinare» il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori, che hanno chiesto al presidente della Corte d' appello di Bari di svolgere una verifica e di comunicarne al più presto gli esiti. Anche il Csm avvierà una istruttoria e potrebbe cominciare a discutere del caso già oggi. Il ministro dell' Interno Roberto Maroni ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato - ha detto - poichè si tratta di un fatto grave, che rischia di avere conseguenze ancor più gravi». Il presidente dell'ufficio gip-gup di Bari, Giovanni Leonardi, allarga le braccia e dice che «non è possibile per un solo giudice, del quale sono note le straordinarie capacità tecniche, giudicare 160 persone accusate di 53 capi d'imputazione nei tempi previsti dal Codice». Quindi - è la sua ricetta - «la procura dovrebbe evitare di istruire i maxi-processi». Dalla procura ufficialmente non rispondono alla provocazione ma in tanti fanno capire che le regole previste dal Codice di procedura penale sono altre, e che il processo è stato un successo per la Dda perchè si è concluso con 150 condanne e con solo dieci assoluzioni. E sui tempi per scrivere la sentenza? Qualcuno fa capire che 15 mesi non sono pochi e che il giudice avrebbe potuto farsi esonerare dagli altri procedimenti, anche dopo la lettura del dispositivo. Il coordinatore della Dda Marco Dinapoli risponde con concretezza: «Abbiamo potenziato i controlli nei confronti delle persone scarcerate circa il rispetto degli obblighi (di firma e di dimora, ndr) imposti dal giudice. E' chiaro che in caso di trasgressioni c'è la possibilità che la misura venga aggravata». Insomma, la gente può star tranquilla perchè - sottolinea Dinapoli - la polizia giudiziaria sa qual è il lavoro da fare. Chi non sta tranquilla è invece il pm che ha istruito il processo, Desirè Digeronimo, titolare di tutte le indagini sull'inarrestabile clan Strisciuglio e per questo finita sotto scorta. Preferisce il silenzio il giudice De Palo, anche perchè - a dispetto del ritardo nella sentenza - da un paio di mesi è stato promosso presidente del tribunale per i minorenni di Bari. Sul suo conto i commenti raccolti a palazzo di giustizia sono unanimi: è un magistrato serio, intransigente, inavvicinabile.

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Caso Pansa, il Csm: L'Anm al Pg: solidali con i pm>(sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 16/04/2009 - pag: 5 La delibera oggi al plenum Caso Pansa, il Csm: «Sostituti esonerati dall'inchiesta» L'Anm al Pg: solidali con i pm NAPOLI La decisione del procuratore di Napoli di stralciare dall'inchiesta sull'emergenza rifiuti in Campania le posizioni del prefetto di Napoli Alessandro Pansa e dell'attuale capo della Protezione civile Guido Bertolaso fu nei fatti una «revoca implicita » della delega ai suoi sostituti che si occupavano dell'indagine e che non condividevano quel provvedimento. Insomma, si trattò di un «sostanziale esonero» dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Eccole le motivazioni anticipate due settimane fa dal Corriere del Mezzogiorno con cui la settima commissione del Csm dà ragione ai pm e torto al capo. La delibera (che oggi sarà discussa dal plenum) afferma che, pur trattandosi di una «revoca ingiustificata », il caso avrà come unica conseguenza l'inserimento dell'atto nel fascicolo personale di Lepore al fine di tenerne conto nelle valutazioni sulla sua professionalità. E questo perchè, spiegano i consiglieri, lo scontro non ha assunto «toni ed espressioni idonei a sollecitare l'attenzione dei titolari dell'azione disciplinare o a legittimare un trasferimento d'ufficio». Ieri, intanto, assemblea sulla «questione morale» con i vertici dell'Associazione nazionale dei magistrati. Un confronto serrato, oltre venti interventi e un documento finale che fa riferimento anche alle accuse lanciate dal Pg nella sua intervista al Corriere: «Con riferimento all'esternazione del procuratore generale su organi di stampa, l'Anm afferma la piena legittimità di riflessione sulla questione morale in sede associativa ed esprime la sua solidarietà ai magistrati che si riuniscono anche all'interno dei rispettivi uffici per dibattere sull'applicazione delle regole dell'ordinamento giudiziario e in generale sull'autonomia della magistratura da influenze interne ed esterne. Ribadisce infine la necessità del rispetto dell'autonomia del Consiglio giudiziario sia nella sua collegialità che nei singoli componenti, con riferimento ai voti e alle opinioni espresse da parte di ogni magistrato del distretto, ivi compresi i dirigenti degli uffici giudiziari». G. A. Procuratore Giandomenico Lepore, capo dei pm di Napoli Giudice Tullio Morello, presidente della giunta dell'Anm

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Capasso procuratore a Santa Maria (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: CASERTA data: 16/04/2009 - pag: 9 Nomina La pm napoletana sostituisce Paolo Albano ed affianca Luigi Gay Capasso procuratore a Santa Maria SANTA MARIA CAPUA VETERE Raffaella Capasso, già pm antimafia presso la Dda di Napoli, prenderà possesso quasi probabilmente entro l'estate del nuovo incarico di procuratore aggiunto presso gli uffici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La pm napoletana, infatti, è stata infatti nominata ieri dal plenum del Csm dopo la proposta all'unanimità deliberata lo scorso anno dalla quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura e andrà ad affiancare l'altro aggiunto a Santa Maria, ovvero il magistrato Luigi Gay. Con la nomina del pm antimafia, il plenum di Palazzo dei Marescialli ha riempito la vacanza del secondo posto di procuratore aggiunto nell'ufficio retto dal Procuratore capo Corrado Lembo. In particolare, si tratta della vacanza (esistente dal maggio dello scorso anno) del procuratore aggiunto Paolo Albano il quale ha superato gli otto anni di permanenza nello stesso ufficio e quindi decaduto dall'incarico per maturazione del termine di permanenza nelle funzioni. Il magistrato, in ogni caso, aveva proseguito la sua attività, in attesa della nomina del successore, sulla base di un decreto con il quale il Procuratore aveva rinnovato il conferimento di tutte le deleghe di cui era destinatario. Raffaella Capasso che era stata proposta anche per l'ufficio della Procura di Nola ha firmato diverse ed importanti inchieste della Dda di Napoli. Il procuratore aggiunto uscente Paolo Albano, che nel frattempo ha presentato domande per i bandi aperti presso le procure di Napoli, Nocera Inferiore e Isernia, è stato già in passato sostituto procuratore a Santa Maria Capua Vetere (nel pool anticamorra, prima della nascita della Dda), a Napoli come procuratore generale e poi di nuovo a Santa Maria Capua Vetere dal 2000 come procuratore aggiunto. Tra gli altri incarichi, quello di pubblico ministero a Venezia negli anni caldi del terrorismo. Intanto, si avvicinano i tempi del trasferimento del tribunale di Caserta dall'area San Benedetto alla nuova struttura di via Leonardo. Il trasloco effettivo avverrà entro la fine di giugno e per gli inizi di luglio gli uffici giudiziari saranno del tutto operativi. Lo aveva assicurato nie giorni scorsi, smentendo voci su possibili rallentamenti o problematiche annesse al caso, il presidente del Palazzo di Giustizia di Santa Maria Capua Vetere, Andrea Della Selva. Giorgio Santamaria Una donna protagonista La magistrata ha diretto importanti inchieste per la Dda nel capoluogo partenopeo

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Crisi e mutui, dibattito al Cnel (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Tempo Libero data: 16/04/2009 - pag: 16 Unione del Notariato Crisi e mutui, dibattito al Cnel «Crisi del mercato o crisi delle regole? Confronto tra sistemi» è il titolo dell'incontro organizzato dall'Unione Internazionale del Notariato, dal CNEL e dall'Associazione Notariato ItaliaEuropa che si tiene oggi alle 9,30 presso il Parlamentino Cnel di Viale Lubin 2. Il Convegno mette a fuoco il contrasto o, se si vuole, il difficile coordinamento tra «mercato e autoregolamentazione » da una parte e «regole oggettive » dall'altra. Un rapporto delicato e complesso che la crisi dei mutui subprime prima e dei mercati finanziari mondiali dopo e i loro effetti devastanti sulle Borse e sulle economie di tutti i Paesi hanno posto al centro del dibattito, non solo economico. La crisi internazionale, infatti, ha fatto emergere scenari e problematiche sulle quali i protagonisti delle professioni liberali tradizionali - Avvocati, Notai, Commercialisti - devono aggiornarsi e confrontarsi. Il Notariato, in particolare, svolge nell'area del civil law un ruolo centrale per la tutela di interessi generali e particolari e oggi è chiamato a confrontarsi con gli altri sistemi presenti sulla scena mondiale, dall'area del common law a quella del nord-Europa, per verificare compatibilità, aspetti positivi e lacune. Ciò soprattutto in quel mercato immobiliare che attira un gran numero di risparmiatori e investitori e, più in generale, in vista della realizzazione di quella «circolazione internazionale» degli atti autentici, recentemente indicata dal Vice Presidente della Commissione Europea, Jacques Barrot, come una delle priorità del processo di sviluppo dell' Unione Europea. Ne discuteranno - introdotti da Giancarlo Laurini, Presidente onorario dell'Unione Internazionale del Notariato - il Presidente Cnel Antonio Marzano, il Presidente della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre, il Presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna Antonio Patuelli e i Professori Ugo Mattei, Hastings School of Law University of California, Edward N. Luttwak, Center for Strategic and International Studies e Peter L. Murray, Harvard Law School. Concluderà i lavori Augusta Iannini, Capo Ufficio Legislativo Ministero della Giustizia. Interverranno, tra gli tra gli altri, il Segretario Generale dell'Unione Internazionale Magistrati Antonello Mura e il Segretario Generale del Csm Carlo Visconti.

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Milano, una donna avvocato generale (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 91 del 2009-04-16 pagina 16 Milano, una donna avvocato generale di Redazione In una raffica di nuove nomine, il Csm ha dato a Laura Bertolè Viale (nella foto) l'incarico di avvocato generale presso la Corte d'appello di Milano con 16 voti a favore mentre 6 sono andati a Corrado Carnevali, ex procuratore aggiunto. La carriera della Bertolè Viale si è svolta tutta nel capoluogo lombardo dove ha cominciato nel 1968 come giudice, nel 1981 è diventata consigliere della Corte d'appello e ha partecipato a numerosi processi in materia di terrorismo, come quelli ai Proletari armati per il comunismo (il gruppo di Cesare Battisti), l'Unità comuniste combattenti, i processi Ramelli e il primo processo per l'omicidio Calabresi. Si è occupata anche di criminalità organizzata, poi è diventata sostituto pg. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Diatriba. Sul trattamento di rocce e terra la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato dal governo contro la Regione (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Diatriba. Sul trattamento di rocce e terra la Corte Costituzionale ha accolto il ricorso presentato dal governo contro la Regione

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Nessuno vuole gli inerti L'edilizia rischia lo stop (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

La lite legale sull'ambiente Nessuno vuole gli inerti L'edilizia rischia lo stop Impresari tra due fuochi: discariche vietate e riutilizzo difficile [FIRMA]SANDRA LUCCHINI AOSTA E' crisi nell'edilizia regionale. L'impossibilità di portare in discarica i materiali provenienti da scavo (terra e rocce) sta causando problemi a macchia d'olio. La Valle d'Aosta ha promulgato la normativa numero 31 del 2007, riguardante anche il trattamento di questo tipo di inerti. La presidenza del Consiglio dei ministri ha impugnato a febbraio 2008 la legge regionale con un ricorso sostenendo l'incostituzionalità di alcuni commi della legge relativi al trattamento dei materiali da scavo. E la Corte Costituzionale gli ha dato ragione. Roberto Montrosset, presidente della Cna Costruzione (Confederazione nazionale dell'artigianato) e gestore della discarica della Comunità Montana Valdigne/Mont Blanc, è disorientato. «Ci troviamo in una grande incertezza - dice -. La Regione ha limitato in termini drastici il conferimento di terra mista a pietrame nelle 52 discariche in attività sul territorio regionale per salvaguardare la capienza di queste strutture. In parallelo, ha offerto l'opportunità di un riutilizzo del materiale da scavo nell'ambito delle attività inerenti le costruzioni». Esemplifica: riempimenti di valloni, bonifiche agrarie, recupero di cave. «La Corte Costituzionale - riprende - ha però approvato il ricorso del Consiglio dei ministri, comprimendoci tra due divieti: il riutilizzo e il deposito in discarica. E' un problema allarmante che discuteremo, a breve, con l'assessore regionale all'Ambiente Manuela Zublena». Come vi comportate in presenza di materiali da scavo? «Urge una moratoria che consenta il conferimento totale in discarica di terra mista a rocce - dice Montrosset -, in attesa di una normativa che offra varie possibilità di riutilizzo». Il recupero rende perplessi gli impresari edili. Ancora Montrosset: «L'operazione implica la selezione della terra e del pietrame. Materiale che, in ogni caso, deve avere una collocazione. Dove? - si chiede il presidente di Cna Costruzioni -. Il tutto costa da 10 a 13 euro al metro cubo e in Valle manca un mercato delle opere pubbliche così vasto da dare collocazione ai materiali da scavo. Dovrebbe crearlo l'ente pubblico». Apre una parentesi per ricordare come una normativa nazionale molto importante permetterebbe, «se venisse osservata», dice, il riutilizzo dei rifiuti. Compreso il materiale da scavo. «Questa legge - spiega - impone di prevedere che nel 30 per cento delle opere eseguite si debbano impiegare materiali provenienti da recupero di rifiuti in generale. Gli impresari edili sono attori passivi, costretti ad adeguarsi al legislatore». Soluzioni «fai da te» ai limiti della legge per lo smaltimento di inerti da scavo sono sempre più frequenti. «Si cominciano a vedere cumuli di terra su terreni agricoli» dice ancora Montrosset, approvando l'allarme lanciato dal sindaco di Aosta Guido Grimod pochi giorni fa: «Ci stiamo impegnando - ha detto Grimod - per dare risposte idonee al settore al fine di non compromettere la realizzazione delle grandi opere previste per la città. Il problema sta penalizzando lo sviluppo dell'edilizia». Ma secondo Roberto Montrosset questo scoglio va superato in fase di progettazione. «Deve essere definita in precedenza la destinazione degli inerti da scavo» conclude. Situazione fluida, invece, per il deposito di inerti da demolizione. Il piano discariche comunali e intercomunali redatto dalla Regione è sufficiente a coprire le necessità della categoria.

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OLGA D'ANTONA VS. SARKò e LULA A BOLOGNA L'UNIONE SOTTERRA IL PD LA MADIA ELOGIA IL GOVERNO E VIENE INSULTATA - Milano, una donna avvocato generale BRESSO VS. VATTIMO LA FE (sezione: Giustizia)

( da "Dagospia.com" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

HomePage | Segnala articolo --> OLGA D’ANTONA VS. SARKò e LULA – A BOLOGNA L’UNIONE SOTTERRA IL PD – LA MADIA ELOGIA IL GOVERNO E VIENE INSULTATA - Milano, una donna avvocato generale – BRESSO VS. VATTIMO – LA FESTA DEI GRANATIERI - MONTANELLI, UN SECOLO IN MOSTRA… 1 - «L'Italia tortura le vittime delle Br»... Altro che tortura, la deputata pd Olga D'Antona chiama Sarkozy e Lula. «Vorrei ricordare al presidente francese che non ha estradato la Petrella e a quello brasiliano che ha fatto lo stesso con Battisti che per la legge italiana le vittime non esistono... Altro che tortura». La vedova del giurista ucciso dalle Br commenta gli arresti domiciliari concessi a Cinzia Banelli dicendosi «amareggiata, pur rispettando la decisione dei magistrati». Poi attacca. E giustamente. olga dantona «Quando si concede il rito abbreviato a questi imputati, scelta vergognosa, le vittime vengono addirittura private della possibilità di assistere al dibattimento. E senza chiedere se siano d'accordo. Le vittime non hanno titolo e sono di disturbo perché se vengono intervistate possono dire cose sgradevoli... ». 2 - A Bologna la sinistra sotterra il Pd... L'unione (con la u minuscola) fa la forza ma l'Unione (con la U maiuscola) fa la campagna elettorale. Tutti contro gli alfieri del centrodestra a Bologna. La paura che Giorgio Guazzaloca e mister Motorshow, Alfredo Cazzola, due che tirano verso destra pur correndo da soli, ce la facciano nella corsa a Palazzo D'Accursio ha compattato il centrosinistra intorno al nome di Flavio Delbono riesumando l'Unione e sotterrando al contempo il Pd tanto caro a Uòlter Veltroni e al suo vice Franceschini. Sinistra rosa, rossa e rossissima si ripresenteranno dunque unite sotto la stessa bandiera. Già arrivato anche l'ok di Prodi . Proprio il Professore è considerato il regista occulto del tentativo disperato della sinistra emiliana di non perdere una città simbolo come Bologna dopo la fallimentare esperienza da sindaco di Cofferati. Marianna Madia 3 - Elogia il governo, insulti alla Madia.... «Il governo e la Protezione civile hanno fatto bene sinora». L'apprezzamento questa volta non arriva dal centrodestra, ma dall'onorevole Pd, Marianna Madia che su Facebook ha pubblicato una nota nella quale ha lodato le azioni dell'esecutivo. «Anche Berlusconi ha, personalmente, lavorato al meglio», ha scritto Madia aggiungendo di augurarsi che il governo «continui così». Apriti cielo! La maggior parte degli oltre 120 commenti oscillava tra «vittima della propaganda», «posizioni aberranti», «mi vergogno di appartenere al suo stesso partito» e «Forza Di Pietro!». La giovane deputata, accusata di berlusconismo, non ha però fatto marcia indietro. 4 - Milano, una donna avvocato generale... In una raffica di nuove nomine, il Csm ha dato a Laura Bertolè Viale l'incarico di avvocato generale presso la Corte d'appello di Milano con 16 voti a favore mentre 6 sono andati a Corrado Carnevali, ex procuratore aggiunto. La carriera della Bertolè Viale si è svolta tutta nel capoluogo lombardo dove ha cominciato nel 1968 come giudice, nel 1981 è diventata consigliere della Corte d'appello e ha partecipato a numerosi processi in materia di terrorismo, come quelli ai Proletari armati per il comunismo (il gruppo di Cesare Battisti), l'Unità comuniste combattenti, i processi Ramelli e il primo processo per l'omicidio Calabresi. Si è occupata anche di criminalità organizzata, poi è diventata sostituto pg. 5 - Sulle Europee scambio di accuse Bresso-Vattimo... Scambio di cortesie fra Mercedes Bresso, governatrice del Piemonte e Gianni Vattimo, filosofo e docente universitario in pensione. Lui dà della «zarina» a lei perché «deve distrarre i suoi elettori e contribuenti dallo scandalo dei fondi dati al premio Grinzane Cavour in cambio di lauti inviti in giro per il mondo e usati senza controlli in modi che la magistratura deve ancora accertare. Ha perfino la faccia tosta di proporre che anche per l'Europa si applichi la legge elettorale nazionale con liste bloccate, formate da politici professionisti nominati dalle oligarchie di partito». Mercedes Bresso Lei, invece aveva attaccato: «Per Vattimo l'Europa è un posto di una noia mortale però ci vuole tornare. Evidentemente non per ragioni nobili». Lui replica: «Vado con Di Pietro alle Europee per tenere vivo nell'unica sede ancora praticabile quel barlume di democrazia che burocrati come la Bresso stanno cercando di affossare». Sinistra di lite, insomma, più che di dialogo. 6 - Granatieri in festa per i 350 anni dalla fondazione... Weekend speciale per migliaia di italiani che, come militari di leva o professionisti, hanno prestato servizio nei Granatieri di Sardegna. A Torino, dove il corpo nacque il 18 aprile 1659 come «Régiment des Gardes», avrà luogo domani, sabato e domenica un raduno per festeggiare i 350 anni della fondazione. I Granatieri sono stati protagonisti di tutte le guerre di questi tre secoli e mezzo. Durante il Risorgimento presero parte alle battaglie di Pastrengo, Goito, San Martino e Solferino, Custoza. Nella prima guerra mondiale si distinsero sul Sabotino, sull'Ortigara e nella difesa dell'altopiano di Asiago pagando il loro eroismo con 7.500 morti e 15mila feriti. Nella seconda, combatterono in Albania, Slovenia e Croazia, e si coprirono di gloria nella difesa di Roma contro i tedeschi dopo l'8 settembre. Nel dopoguerra, gli originari tre reggimenti hanno subito diverse ristrutturazioni e oggi l'eredità dei Granatieri è affidata alla «Brigata granatieri di Sardegna». 7 - MONTANELLI, UN SECOLO IN MOSTRA: LA RAI DONA 4 MILA FILMATI... Undonodi spessore,nonc'èche dire. Mercoledì, Indro Montanelli, il direttore dei direttori, avrebbe compiuto cent'anni. Il prestigioso compleanno segnerà una prestigiosa donazione da parte della Rai che farà omaggio alla Fondazione Montanelli-Bassi di ben 4mila filmati conservati nelle Teche Rai dei quali il celebre giornalista è stato protagonista. Il contributo andrà ad arricchire un archivio già molto folto grazie al quale verrà allestita la grande mostra che apre a Fucecchio proprio mercoledì 22 per restare aperta fino al 13 settembre. «Indro Montanelli, la vita le opere e i luoghi», questo il titolo della kermesse, esporrà un percorso fotografico, bibliografico e documentario con il quale si ripercorre, attraverso la biografia di «Cilindro» la storia del Novecento di cui Montanelli è stato uno dei più attenti testimoni grazie ai suoi reportage e ai libri che ci ha lasciato. Indro Montanelli Alla mostra, cui si accede con ingresso gratuito, saranno esposte fotografie, giornali, riviste, libri nelle varie edizioni anche le più rare, oggetti personali, lettere inedite. «Si tratta di un patrimonio di immenso valore storiografico e affettivo - sottolinea il presidente della Fondazione, Alberto Malvolti - che arriva per la prima volta nel paese natale di Montanelli, andando ad arricchire il museo dedicato allo scrittore e giornalista», che nel '74 ha fondato Il Giornale. Una sezione a parte sarà dedicata a ritratti e caricature e seguiti da noti artisti e vignettisti, come Forattini, Fremura, Guttuso, Caruso, Manzi, Pericoli. Uno spazio speciale sarà riservato a lettere e biglietti autografi oltre a immagini e foto che documentano i ritorni di Indro a Fucecchio e il legame con le sue origini. [16-04-2009]

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Bari, scandalo in tribunale (sezione: Giustizia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Cronache Bari/ Scandalo in tribunale: 21 mafiosi scarcerati. E Alfano manda gli ispettori Giovedí 16.04.2009 09:05 Sono stati tutti scarcerati a Bari i 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga nei confronti dei quali sono scaduti i termini di durata massima della custodia cautelare previsti a decorrere dalla lettura della sentenza di primo grado. L'ennesimo caso di "giustizia lumaca" che ha suscitato polemiche e sul quale il ministero della Giustizia, Angelino Alfano, ha mobilita gli ispettori per "accertamenti preliminari". Il Guardasigilli - si legge in una nota - "ha incaricato l'Ispettorato di verificare, con tempestività, i motivi per i quali la sentenza, emessa nei confronti degli imputati, all'esito di un giudizio abbreviato, celebrato nel gennaio del 2008, non sia stata ancora depositata". "L'Ispettorato - prosegue la nota - ha immediatamente richiesto al presidente della Corte di Appello di Bari di procedere con la relativa verifica e di riferirne al più presto gli esiti, al fine di valutare l'eventuale sussistenza di condotte negligenti, rilevanti sotto il profilo disciplinare". I 21 presunti affiliati al clan Strisciuglio di Bari (13 erano agli arresti domiciliari, otto in carcere) sono tornati in libertà perché il giudice che ha emesso il dispositivo della sentenza di primo grado il 16 gennaio 2008, Rosa Anna De Palo, non ha ancora depositato le motivazioni. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni che in una telefonata ad Alfano si è detto "molto preoccupato poiché si tratta di un fatto grave, che rischia di avere conseguenze ancor più gravi". E anche il Csm avvierà un'istruttoria sul caso di Bari. Il presidente della Prima Commissione Ugo Bergamo (laico Udc) ha annunciato l'intenzione "di far aprire un fascicolo sulla questione" . A suo parere, la Commissione che presiede potrebbe cominciare a discutere del caso già domani. "Faremo un'istruttoria - ha anticipa - e chiederemo informazioni alla procura generale". Dal tribunale di Bari arriva la presa di posizione del presidente dell'ufficio gip-gup, Giovanni Leonardi, secondo il quale "la procura dovrebbe evitare di istruire i maxiprocessi". "Non è possibile per un solo giudice, del quale sono note le straordinarie capacità tecniche, giudicare - ha detto ancora Leonardi - 160 persone accusate di 53 capi d'imputazione nei tempi previsti dal Codice". Dalla procura ufficialmente non c'è stata risposta, ma in tanti hanno fatto capire che le regole previste dal Codice di procedura penale sono altre, e che il processo è stato un successo per la Dda perché si è concluso con 150 condanne e con dieci sole assoluzioni. Anche sui tempi per scrivere la sentenza nessuno ha fatto dichiarazioni, ma qualcuno ha lasciato intendere che 15 mesi non sono pochi e che il giudice avrebbe potuto farsi esonerare dagli altri procedimenti, anche dopo la lettura del dispositivo. tags: mafia tribunale Alfano ispettori

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Turchia/ Inquirenti: curdi del Pkk aiutarono Ergenekon (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Istanbul, 16 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Per gli inquirenti ormai non ci sono più dubbi. Il Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, organizzazione separatista riconosciuta come terrorista da Europa e Stati Uniti, ha aiutato Ergenenkon, l'organizzazione segreta accusata di aver destabilizzato la vita politica turca negli ultimi 10 anni. A dirlo sono gli inquirenti del tribunale di Istanbul che stanno seguendo le indagini. Il quotidiano Zaman di oggi riporta che la Confederazione democratica curda (Kck), una delle falangi più intransigenti del Pkk, avrebbe aiutato Ergenekon a fomentare proteste ed episodi di violenza per destabilizzare il Paese. Questo forse potrebbe spiegare l'operazione su larga scala compiuta dalle forze armate turche ieri e nella quale sono stato catturati 50 esponenti, anche di alto livello. I nomi più eccellenti dell'operazione di questa mattina sono: Kamuran Yuksek, Bayram Altun e Selma Irmak, tutti e tre con la qualifica di vice-segretario del partito. Fra i fermati anche Seracettin Irmak, uno degli avvocati di Abdullah Ocalan, fondatore del Pkk e attualmente detenuto nel carcere sull'isola di Imrali. In questo momento il Dtp è sotto processo da parte della Corte Costituzionale che deve decidere se accogliere le accuse della procura di Ankara e farlo chiudere per attività volte a distruggere l'unità nazionale. Ergenekon è accusata di aver costituito un vero e proprio stato nello stato. Secondo l'accusa l'organizzazione è composta da giornalisti, ex-politici, intellettuali, militari, giudici ed esponenti dei servizi segreti deviati, appartenenti alle schiere ultra nazionaliste e che lavorano per sovvertire l'ordine costituito. La maggior parte del Paese crede che con il processo contro i suoi dirigenti (fra cui sarebbero numerosi militari e forse anche gente legate alla magistratura) si metterà la parolafine a una delle pagine più drammatiche nella storia recente del paese, con l'eliminazione di questa presenza oscura, che potrebbe essere anche il mandante dell'omicidio contro Don Andrea Santoro, freddato a Trebisonda nel febbraio 2006, apparentemente per mano di un giovane fanatico. Ma c'è anche chi crede che molte persone arrestate non abbiano nulla a che vedere con l'organizzazione e che siano state coinvolte per gettare discredito verso i militari e la magistratura, da sempre difensori dei principi laici su cui si basa la Turchia moderna, e spesso non in sintonia con il governo islamico-moderato del premier Recep Tayyip Erdogan. O, in questo caso verso i curdi, che dopo l'ultimo voto amministrativo sono diventati uno dei concorrenti più preoccupanti per il primo ministro.

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TURCHIA/ INQUIRENTI: CURDI DEL PKK AIUTARONO ERGENEKON (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Turchia/ Inquirenti: curdi del Pkk aiutarono Ergenekon di Apcom Una falange dell'organizzazione in contatto con lo Stato Profondo -->Istanbul, 16 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Per gli inquirenti ormai non ci sono più dubbi. Il Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, organizzazione separatista riconosciuta come terrorista da Europa e Stati Uniti, ha aiutato Ergenenkon, l'organizzazione segreta accusata di aver destabilizzato la vita politica turca negli ultimi 10 anni. A dirlo sono gli inquirenti del tribunale di Istanbul che stanno seguendo le indagini. Il quotidiano Zaman di oggi riporta che la Confederazione democratica curda (Kck), una delle falangi più intransigenti del Pkk, avrebbe aiutato Ergenekon a fomentare proteste ed episodi di violenza per destabilizzare il Paese. Questo forse potrebbe spiegare l'operazione su larga scala compiuta dalle forze armate turche ieri e nella quale sono stato catturati 50 esponenti, anche di alto livello. I nomi più eccellenti dell'operazione di questa mattina sono: Kamuran Yuksek, Bayram Altun e Selma Irmak, tutti e tre con la qualifica di vice-segretario del partito. Fra i fermati anche Seracettin Irmak, uno degli avvocati di Abdullah Ocalan, fondatore del Pkk e attualmente detenuto nel carcere sull'isola di Imrali. In questo momento il Dtp è sotto processo da parte della Corte Costituzionale che deve decidere se accogliere le accuse della procura di Ankara e farlo chiudere per attività volte a distruggere l'unità nazionale. Ergenekon è accusata di aver costituito un vero e proprio stato nello stato. Secondo l'accusa l'organizzazione è composta da giornalisti, ex-politici, intellettuali, militari, giudici ed esponenti dei servizi segreti deviati, appartenenti alle schiere ultra nazionaliste e che lavorano per sovvertire l'ordine costituito. La maggior parte del Paese crede che con il processo contro i suoi dirigenti (fra cui sarebbero numerosi militari e forse anche gente legate alla magistratura) si metterà la parola fine a una delle pagine più drammatiche nella storia recente del paese, con l'eliminazione di questa presenza oscura, che potrebbe essere anche il mandante dell'omicidio contro Don Andrea Santoro, freddato a Trebisonda nel febbraio 2006, apparentemente per mano di un giovane fanatico. Ma c'è anche chi crede che molte persone arrestate non abbiano nulla a che vedere con l'organizzazione e che siano state coinvolte per gettare discredito verso i militari e la magistratura, da sempre difensori dei principi laici su cui si basa la Turchia moderna, e spesso non in sintonia con il governo islamico-moderato del premier Recep Tayyip Erdogan. O, in questo caso verso i curdi, che dopo l'ultimo voto amministrativo sono diventati uno dei concorrenti più preoccupanti per il primo ministro.

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Giustizia: già a lavoro Franco Roberti neo procuratore della Repubblica di Salerno (sezione: Giustizia)

( da "Salerno notizie" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giustizia: già a lavoro Franco Roberti neo procuratore della Repubblica di Salerno Primo giorno di lavoro a Salerno per il nuovo procuratore della Repubblica, Franco Roberti, già procuratore aggiunto della Procura di Napoli e coordinatore della Dda. Roberti prima delle 10 era già nel suo studio al terzo piano di palazzo di giustizia per incontrare i colleghi dufficio della procura. Roberti ha preso il posto di Luigi Apicella, sospeso dalle funzioni e dallo stipendio dal Csm in seguito allo scontro con la procura generale di Catanzaro sulle indagini avocate all'ex pm Luigi De Magistris. 16/04/2009

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AGENDA DEGLI AVVENIMENTI DI GIOVEDÌ 16 APRILE 2009 (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Agenda degli avvenimenti di giovedì 16 aprile 2009 di Apcom -->Roma, 16 apr. (Apcom) - Questa l'agenda degli avvenimenti in Italia ed all'estero di mercoledi 16 aprile 2009. ITALIA POLITICA Roma - Il presidente della Camera Gianfranco Fini e gli ex Presidenti Pier Ferdinando Casini e Fausto Bertinotti intervengono alla presentazione del video 'La rinascita del Parlamento, dalla Liberazione alla Costituzione' - Il segretario Antonio Di Pietro presenta nuove candidature Idv alle elezioni europee - L'ex Premier Pd Massimo D'Alema interviene alla presentazione del libro 'Perchè la sinistra ha perso le elezioni?' - Riunione del plenum del Csm - Presentazione del libro 'Elogio della lottizzazione' con i consigliere Rai Angelo Petroni, Nino Rizzo Nervo e gli ex ministri Maurizio Gasparri e Giovanna Melandri - Convegno sulla 'libertà di rete' promosso dal Pd con Paolo Gentiloni e Vincenzo Vita CITTA' DEL VATICANO - Papa Benedetto XVI festeggia a Castel Gandolfo i suoi 82 anni - Presentazione del libro su San Paolo dell'Opera Romana Pellegrinaggi Altre città L'Aquila - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in visita nelle zone colpite dal terremoto ECONOMIA E FINANZA Roma - L'Istat diffonde i dati sui prezzi al consumo a marzo - Dati Acea sulle immatricolazioni auto in Europa a marzo - Assemblea pubblica della Fieg - Alla Luiss Decima lezione "Angelo Costa" "The economics of global warming". Tra i partecipanti, il presidente Fiat Luca Cordero di Montezemolo e la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia Milano - Si svolge l'ottava edizione dell'Insurance day, partecipano l'ad di Fondiaria Fausto Marchionni, l'ad di Generali Giovanni Perissinotto, e il presidente Ania Fabio Cerchiai - Piaggio presenta il nuovo "Piaggio Porter" - Il sindaco di Milano Letizia Moratti riferisce in Consiglio comunale sullo stato dei preparativi per l'Expo 2015 Altre città Bari - Quinta tappa del roadshow Pmi di Confcommercio. Intervengono il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli e il ministro per le Politiche comunitarie Andrea Ronchi - Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni interviene ai congressi Cisl Puglia e Cisl Basilicata ECONOMIA INTERNAZIONALE New York - Pubblicati risultati primo trimestre JpMorgan Shangai - Al via il "China International Boat Show", il maggior salone nautico asiatico Usa - Attesi i dati sull'avvio di nuovi cantieri per l'edilizia a marzo, i dati settimanali sulle richieste di sussidi di disoccupazione. La Fed di Philadelphia pubblica la sua inchiesta mensile sull'andamento dell'attività economica CRONACA E ALTRO Milano - Presentazione della stagione 2009 delle nazionali italiane maschili e femminili di basket ESTERO UNIONE EUROPEA Bruxelles - Eurostat pubblica i dati sull'inflazione di marzo e sulla produzione industriale di febbraio NUOVA EUROPA Pechino - Secondo dei cinque giorni di visita del presidente kazako Nursultan Nazarbaev Mosca - Inizia visita di stato del presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliev MONDO Città del Messico - Visita del presidente Usa Barack Obama; incontro con il presidente Felipe Calderon alla vigilia del summit delle Americhe che si terrà nei giorni successivi a Trinidad e Tobago Filippine - Manila, esercitazioni militare congiunte tra truppe filippine e americane India - Nuova Delhi, primo turno delle elezioni generali Venezuela - Caracas, summit dei paesi del patto alternativo bolivariano Gerusalemme - Israele, visita dell'inviato speciale statunitense George Mitchell Bangkok - Thailandia, i tre giorni del capodanno prolungati con altri due giorni di vacanza per restaurare l'ordine dopo gli scontri antigovernativi Usa - New York, alle Nazioni Unite incontro fra il segretario generale Ban Ki-moon e l'alto rappresentante Ue per la politica estera Javier Solana Guiana francese - Kourou, il programma spaziale europeo Ariane lancia in orbita due satelliti scienticifi per lo studio delle origini dell'universo

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Il Csm nomina Giovanni Canzio presidente della Corte d'appello del tribunale dell'Aquila (sezione: Giustizia)

( da "Adnkronos" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Csm nomina Giovanni Canzio presidente della Corte d'appello del tribunale dell'Aquila A dare il definitivo via libera sarà Palazzo Marescialli nella prossima seduta. Potrebbe già ottenere l'autorizzazione a insediarsi entro mercoledì prossimo per far fronte all'emergenza in cui versano gli uffici giudiziari commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 16 aprile, ore 11:14

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L'AQUILA: CSM, CANZIO NOMINATO PRESIDENTE CORTE D'APPELLO (sezione: Giustizia)

( da "Adnkronos" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

L'AQUILA: CSM, CANZIO NOMINATO PRESIDENTE CORTE D'APPELLO commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 16 aprile, ore 10:22

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Gli amici: Un vero capitano d'azienda (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Campania Le reazioni Gli amici: Un vero capitano d'azienda Angela milanese Sono distrutto, è una persona con la quale ho collaborato in varie occasioni, una persona sempre positiva che si è battuta contro tutto e contro tutti per affermare la sua napoletanità e la sua capacità imprenditoriale". Francesco Serao, commercia lista, già presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine, era amico e consigliere di Franco Ambrosio, e gli è rimasto accanto anche nei momenti di difficoltà dovuti alle vicissitudini giudiziarie, quando effettuò per l'industriale alcune perizie penali insieme all'avvocato (oggi membro del Csm) Vincenzo Siniscalchi. Non nasconde il dolore, Serao, commentando la notizia dell'uccisione dell'industriale, che ricorda così: "Credo che sia stato uno dei più grandi imprenditori che abbia avuto il Meridione d'Italia - dice - era apprezzato e conosciuto anche all'estero, non a caso lo chiamavano 'il re del grano'. Ha avuto delle vicissitudini che nell'ultima parte della sua vita lo hanno molto amareggiato. So per certo che lui avrebbe voluto continuare a difendersi fino in fondo, era deluso perché vedeva oscurata la sua storia imprenditoriale. Ambrosio era nato imprenditore: la famiglia lavorava nel campo dei mulini e dei pastifici, aveva rapporti con Ferruzzi e con i grandi del grano. Del grano per animali si occupava Ferruzzi, di quello per pasta Ambrosio. Era entrato in tutti i mercati mondiali, Stati Uniti, Argentina, Francia, trattando con i governi e riuscendo a imporre il marchio Napoli nel mondo", dice Serao. Ricorda le sue doti imprenditoriali anche l'ex ministro Giulio Di Donato: "Lo ricordo come una persona intelligente, simpatica, un imprenditore capace di reggere la competizione internazionale. Era riuscito a superare i confini nazionali trasformando la sua azienda in un gruppo multinazionale con sede a Napoli. Nel corso della sua attività imprenditoriale aveva inevitabilmente avuto delle disavventure - prosegue l'ex leader del Psi in Campania - come le ultime vicende giudiziarie. Ma io lo conoscevo soprattutto come persona. Quello che mi colpisce di più di questo omicidio sono le modalità in cui è stato fatto ". Modalità evidenziate anche dagli imprenditori campani. "La terribile morte di Ambrosio dice Bruno Scuotto, presidente del gruppo Piccola Industria Napoli è un segnale preoccupante per il territorio. " un allarme da non sottovalutare". Aggiunge Giuseppe Rocco, ex presidente del Gruppo Giovani dell'Unione industriali di Napoli: "Si tratta di un delitto efferato. Mi colpisce personalmente perché le nostre famiglie sono sempre state molto legate. Ambrosio era un simbolo dell'imprenditoria campana degli anni passati". "Ambrosio ha lasciato un segno nella storia dell'imprenditoria napoletana aggiunge Nicola Salzano, responsabile del Centro Studi degli industriali partenopei . Quello che è successo riaccende l'allerma sicurezza". Allarme sicurezza che riescheggia anche nelle parole del governatore Antonio Bassolino ("Il diritto alla sicurezza, soprattutto nelle grandi aree metropolitane, continua ad essere un problema centrale e deve essere una priorità fondamentale per il Governo e per tutto il Paese") e in quelle del sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino ("" giunto il momento, per Regione e Comune, di affrontare la questione delle aree metropolitane, che degrado, marginalità e disinteresse delle istituzioni locali hanno trasformato in zone franche per delinquenti nostrani e anche importati". del 16-04-2009 num.

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Scarcerati ventuno presunti mafiosi (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa I detenuti tornano in libertà perché il giudice non deposita le motivazioni della sentenza pronunciata nel gennaio 2008 Scarcerati ventuno presunti mafiosi Sconcerto Maroni telefona ad Alfano: «È un fatto grave». Partono le verifiche BARI Era stato un maxiprocesso-lampo. Era il vanto della magistratura barese perché era cominciato e si era concluso a tempo di record, in un anno, con 150 condanne e dieci assoluzioni nei confronti del sanguinario clan mafioso degli Strisciuglio, capace di arruolare anche killer-bambini. Ma il giudice che ha celebrato il processo con rito abbreviato, il gup Rosa Anna De Paolo, a 15 mesi dalla lettura del dispositivo della sentenza non ha depositato le motivazioni. Così, ieri, 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga sono tornati in libertà, mentre un'altra trentina di condannati a pene superiori a dieci anni sarà liberata il 15 ottobre. Anche la scarcerazione degli altri condannati, infatti, è data ormai per scontata perché per evitarla - dicono fonti giudiziarie - il giudice nei prossimi sei mesi deve depositare le motivazioni della sentenza, deve notificarle ai difensori, deve concedere 45 giorni alle difese per impugnare la sentenza, e permettere ai giudici dell'appello di arrivare a sentenza o, quantomeno, di incardinare il processo e di sospendere, se ve ne saranno i presupposti, la decorrenza dei termini di custodia. La vicenda ha rinfocolato le polemiche sulle lentezze della giustizia. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto profilo disciplinare» il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori, che hanno chiesto al presidente della Corte d'appello di Bari di svolgere una verifica e di comunicarne al più presto gli esiti. Anche il Csm avvierà una istruttoria e potrebbe cominciare a discutere del caso già oggi. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato - ha detto - poiché si tratta di un fatto grave , che rischia di avere conseguenze ancor più gravi». Il presidente dell'ufficio gip-gup di Bari, Giovanni Leonardi, allarga le braccia e dice che «non è possibile per un solo giudice, del quale sono note le straordinarie capacità tecniche, giudicare 160 persone accusate di 53 capi d'imputazione nei tempi previsti dal Codice». Quindi - è la sua ricetta - «la procura dovrebbe evitare di istruire i maxi-processi». Dalla procura ufficialmente non rispondono alla provocazione ma in tanti fanno capire che le regole previste dal Codice di procedura penale sono altre, e che il processo è stato un successo per la Dda perchè si è concluso con 150 condanne e con solo dieci assoluzioni.

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Bari, boss scarcerati: arrivano gli ispettori (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 16-04-2009 Bari, boss scarcerati: arrivano gli ispettori E ora si teme una nuova guerra di mafia DA BARI GAETANO CAMPIONE I l rischio più immediato è che si ricominci a sparare per le strade del capoluogo pugliese. Perché le 21 persone scarcerate (13 erano agli arresti domiciliari, 8 in carcere), a causa del mancato deposito della motivazione della sentenza di primo grado entro i termini previsti dalla legge, sono tutte affiliate al clan degli Strisciuglio, il più violento, il più sanguinario, il più organizzato tra quelli della criminalità barese. Sono a spasso luogotenenti e picciotti dei boss, condannati con rito abbreviato a pene minori, al termini dell'indagine 'Eclissi' dei carabinieri: su 161 imputati, 150 condanne. E ad aggravare il quadro ci sarà l'onda lunga della Giustizia-lumaca, che restituirà entro sei mesi la libertà ad altre 30 malavitosi (personaggi sempre più in alto nella gerarchia del clan), condannati a pene che superano i dieci anni di reclusione. Tutti a spasso, fino a quando la sentenza non diventerà definitiva. Allarme rosso, dunque. Tant'è che la Direzione distrettuale antimafia barese cerca di correre ai ripari, chiedendo uno sforzo supplementare nei controlli (gli scarcerati sono sottoposti all'obbligo della firma) a polizia e carabinieri. Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano mobilita il prefetto, Carlo Schilardi («La situazione è sotto controllo. I cittadini non devono avere alcuna paura ») e per venerdì prossimo è convocata una riunione tecnica. Per riparare all'errore il giudice dovrebbe depositare le motivazioni e la Corte d'appello fissare il processo di se- condo grado, sospendendo i termini di custodia cautelare. Iter praticabile solo in teoria. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto profilo disciplinare» il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori, che hanno chiesto al presidente della Corte d'appello di Bari di svolgere una verifica e di comunicarne al più presto gli esiti. Anche il Csm avvierà una istruttoria e potrebbe cominciare a discutere del caso già oggi. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato - ha detto - poiché si tratta di un fatto grave, che rischia di avere conseguenze ancor più gravi». Ma come si è verificata questa sconfitta annunciata dello Stato? A palazzo di Giustizia, bocche cucite. Nessuno vuole parlare. Nessuno, però, si mostra sorpreso. Eppure il gup Anna De Palo che ha celebrato il processo, concluso il 16 gennaio dell'anno scorso, è da tutti ritenuta giudice scrupoloso, attento, preciso. Tanto da essere promossa dallo stesso Csm: da qualche mese è presidente del Tribunale per i minorenni. Ma in 15 mesi non è riuscita a depositare le motivazioni della sentenza. Il presidente dei gip, Giovanni Leonardi, fa sapere che questo tempo non è sufficiente per un giudice unico e scrupoloso che si è occupato di un processo articolato con 161 imputati e 53 capi d'accusa. A meno che non bisogna scrivere sentenze frettolose che il processo d'appello cancellerebbe. Quindi una stoccata alla Procura: la pubblica accusa non dovrebbe costringere più a celebrare processi-mostro, ingestibili, con un così elevato numero di imputati: meglio stralciare le posizioni, procedere per gravità dei reati. Bari, il palazzo di giustizia Il giudice, di recente promosso dal Csm, non ha depositato le motivazioni della sentenza

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Boss scarcerati, si muove il Csm (sezione: Giustizia)

( da "KataWeb News" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Boss scarcerati, si muove il Csm «Convocati i magistrati di Bari» 16 aprile 2009 alle 12:24 — Fonte: corriere.it — 0 commenti L'istruttoria sui 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga scarcerati per il mancato deposito della motivazione

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SCARCERAZIONI A BARI, IL CSM CONVOCA I VERTICI GIUDIZIARI (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Scarcerazioni a Bari, il Csm convoca i vertici giudiziari -->L'istruttoria sui 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga scarcerati per il mancato deposito della motivazione

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MAFIA/ CSM: AUDIZIONI VERTICI TOGHE BARI SU CASO ECLISSI E BOSS (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Mafia/ Csm: audizioni vertici toghe Bari su caso Eclissi e boss di Apcom Saranno auditi Presidenti dei tribunali e Capo Gip-gup -->Roma, 16 apr. (Apcom) - La Prima Commissione del Csm ha disposto per il 28 aprile le audizioni dei presidenti della Corte d'appello e del tribunale di Bari e del capo dell'ufficio gip-gup per appronfondire le cause del mancato deposito della sentenza di primo grado per il maxiprocesso 'Eclissi' da parte dell'allora gup Anna Rosa De Palo, che ha avuto come conseguenza decine di scarcerazioni di presunti boss e narcotrafficanti. Di fatto, quindi, si avvia un'istruttoria per chiarire le ragioni di questo ritardo.

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RIFIUTI/ CSM: IL 28 AUDIZIONE DEI VERTICI PROCURA NAPOLI (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Rifiuti/ Csm: il 28 audizione dei vertici Procura Napoli di Apcom La prima commissione indaga sul 'clima' dopo inchiesta e stralci -->Roma, 16 apr. (Apcom) - La Prima Commissione del Csm ha deciso di convocare per un'audizione il procuratore generale di Napoli Vincenzo Galgano, il procuratore capo Giovandomenico Lepore e l'aggiunto Aldo De Chiara. I tre dovranno chiarire quale sia il clima nell'ufficio requirente partenopeo alla luce delle polemiche sulla gestione dell'inchiesta sui rifiuti. Le audizioni sono state fissate per la mattina del 28 aprile. La Commissione aveva aperto un fascicolo nelle scorse settimane, sulla base di una richiesta di tutela avanzata dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo.

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GIUSTIZIA/ GIOVANNI CANZIO VERSO PRESIDENZA CORTE APPELLO AQUILA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giustizia/ Giovanni Canzio verso presidenza corte appello Aquila di Apcom La proposta dalla V commissione del Csm -->Roma, 16 apr. (Apcom) - La V Commissione del Csm ha deliberato di proporre al plenum la nomina di Giovanni Canzio come nuovo presidente della Corte d'appello de L'Aquila. La candidatura di Canzio, attualmente consigliere in Corte di Cassazione, è stata votata all'unanimità in Commissione.

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SALUTE. Anagrafe canina, Corte Costituzionale: inammissibile ricorso Provincia Trento (sezione: Giustizia)

( da "HelpConsumatori" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

News SALUTE. Anagrafe canina, Corte Costituzionale: inammissibile ricorso Provincia Trento 16/04/2009 - 12:50 La Corte Costituzione ha dichiarato inammissibile il ricorso intentato dalla Provincia Autonoma di Trento contro l' Ordinanza concernente "misure per l'identificazione e la registrazione della popolazione canina" emanata il 6 agosto 2008. La Provincia aveva proposto ricorso per un presunto conflitto di attribuzione nei confronti dello Stato: "l'Ordinanza - si legge nel ricorso - lede le competenze normative e amministrative riconosciute dallo statuto speciale di autonomia e dalle relative norme di attuazione in materia di «igiene e sanità, ivi compresa l'assistenza sanitaria e ospedaliera» e in materia di «ordinamento degli uffici provinciali e del personale ad essi addetto», nonché delle competenze riconosciute degli artt. 117, commi terzo, quarto e sesto, e 118 della Costituzione, applicabili per effetto dell'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 2001, in quanto tali competenze possano risultare più ampie di quelle statutarie, particolarmente in relazione alla materia "tutela della salute". Inoltre, sempre ad avviso della Provincia autonoma, l'ordinanza ministeriale in questione sarebbe stata adottata in assenza di idonea base giuridica ed in una situazione del tutto priva del carattere della straordinarietà, con conseguente violazione del principio di legalità e delle regole costituzionali sulla competenza regolamentare, senza peraltro che l'atto medesimo possa legittimamente essere qualificato né come atto di indirizzo e coordinamento né come atto funzionalmente equivalente all'esercizio di un potere sostitutivo. "Esprimo grandissima soddisfazione per il pronunciamento della Corte Costituzionale - ha detto il Sottosegretario Martini - Il ricorso a suo tempo intentato dalla Provincia autonoma di Trento è stato coerentemente rigettato e credo abbia rappresentato nella sostanza un cattivo esempio da parte di una Pubblica Amministrazione. Sperperare denaro pubblico per fermare un importante passo avanti di civiltà per il nostro Paese non credo sia ciò che si attendono i cittadini italiani e tantomeno i milioni di proprietari di animali d'affezione che fortunatamente sono in numero sempre crescente in Italia. Il randagismo si combatte anche e soprattutto attraverso la possibilità di identificazione dell'animale e attraverso norme che permettano una vera assunzione di responsabilità da parte dei proprietari. Queste, assieme ad altre disposizioni di legge, sono quindi pronte per venire inserite in un disegno di legge organico che diverrà una pietra miliare in materia di tutela del benessere degli animali". PDF: la sentenza della Corte Costituzionale 2009 - redattore: VC

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OGGI ARRIVA FRANCO ROBERTI, IL NUOVO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA. LA CERIMONIA DI INSEDIAMENTO ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Oggi arriva Franco Roberti, il nuovo procuratore della Repubblica. La cerimonia di insediamento è prevista per le ore dieci presso la seconda sezione del tribunale di Salerno dove il neo procuratore sarà accolto dal presidente della corte di appello facente funzioni Matteo Casale, dal presidente del tribunale Luigi Mastrominico e dal procuratore generale presso la corte di appello Lucio Di Pietro. Il nuovo procuratore presterà giuramento ed entrerà in possesso della sede salernitana. Roberti, già alla guida del pool antimafia presso la procura di Napoli, arriva dopo lo scontro tra le procure di Salerno e Catanzaro. Sostituirà Luigi Apicella, sospeso da funzioni e stipendio dal Csm

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LA DECISIONE DEL PROCURATORE DI NAPOLI, GIANDOMENICO LEPORE, DI STRALCIARE DALL'INCHIESTA SULLA PRES... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

La decisione del procuratore di Napoli, Giandomenico Lepore, di stralciare dall'inchiesta sulla presunta illecita gestione dell'emergenza rifiuti in Campania le posizioni del prefetto di Napoli Alessandro Pansa e dell'attuale capo della Protezione civile Guido Bertolaso, fu nei fatti una «revoca implicita» della delega ai suoi sostituti che si occupavano dell'indagine e che non condividevano quel provvedimento; per questo andava motivata. La Settima Commissione del Csm «bacchetta» il capo dei pm di Napoli, dando ragione - con una proposta di delibera che domani saràall'esame del plenum - ai suoi sostituti Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, che contro quel provvedimento avevano protestato davanti al Consiglio giudiziario di Napoli. Pur trattandosi di una «revoca ingiustificata», non ci saranno però conseguenze pratiche pesanti per il procuratore, al di là dell'inserimento della delibera di Palazzo dei marescialli nel suo fascicolo personale, al fine di tenerne conto in occasione delle valutazioni sulla sua professionalità. E questo perchè, spiegano i consiglieri, «la contrapposizione tra il procuratore e i sostituti» non ha assunto «toni ed espressioni idonei a sollecitare l'attenzione dei titolari dell'azione disciplinare o a legittimare iniziative ai sensi dell'articolo 2 della legge delle Guarentigie», che disciplina il trasferimento d'ufficio per incompatibilità dei magistrati. La vicenda risale all'estate scorsa e il contrasto nacque quando Noviello e Sirleo - che erano coassegnatari con Lepore dell'inchiesta sulla presunta gestione illecita dell'emergenza rifiuti in Campania da parte della struttura commissariale di governo e di due società controllate dall'Impregilo - chiusero le indagini con il deposito degli atti per tutti gli indagati del procedimento. Lepore riteneva, invece, che le posizioni di alcuni indagati, come Pansa e Bertolaso, richiedessero «approfondimento investigativo»; ma visto il dissenso dei suoi sostituti, dispose da solo lo stralcio delle loro posizioni e delegò il procuratore aggiunto Aldo De Chiara,coordinatore della sezione ambiente, a disporre il rinvio a giudizio di tutti gli altri indagati. I due sostituti si rivolsero allora al Consiglio giudiziario di Napoli lamentando di essere stati «sostanzialmente estromessi» dalla trattazione dei procedimenti, in assenza di un «provvedimento motivato» al quale opporre le loro ragioni. Ora la Settima Commissione del Csm dà loro ragione: si è trattato, infatti, di un «sostanziale esonero» da parte del procuratore di Napoli nei confronti dei sostituti, sottolinea la proposta di delibera; una «revoca impilcita», che «ha di fatto espropriato i due magistrati del legittimo diritto di opporre ad essa, ove fosse intervenuta per le prescritte vie formali, osservazioni scritte idonee a integrare quel fisiologico contraddittorio previsto dalla legge».

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L'ATTUALE PUBBLICO MINISTERO DELLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI NAPOLI, RAFFAELLA CAPASS... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

L'attuale pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, Raffaella Capasso, è stata nominata ieri - dal plenum del Csm - procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere. A proporre all'unanimità il nome della Capasso per il prestigioso incarico nel circondario giudiziario sammaritano, era stata, lo scorso anno, la quinta commissione di Palazzo dei Marescialli. Con la nomina della pm napoletana, il Consiglio Superiore della Magistratura ha riempito la vacanza del secondo posto di procuratore aggiunto nell'ufficio retto dal Procuratore capo Corrado Lembo. In particolare, la vacanza - dal maggio dello scorso anno - del procuratore aggiunto Paolo Albano il quale ha superato gli otto anni di permanenza nello stesso ufficio e quindi decaduto dall'incarico per maturazione del termine di permanenza nelle funzioni. Il magistrato, in ogni caso, aveva proseguito la sua attività, in attesa della nomina del successore, sulla base di un decreto con il quale il Procuratore aveva rinnovato il conferimento di tutte le deleghe di cui era destinatario. La presa di possesso dell'ufficio da parte del neo procuratore aggiunto Raffaella Capasso - che era stata proposta anche per l'ufficio della Procura di Nola e che ha firmato diverse e importanti inchieste partenopee - avverrà non prima di due mesi, probabilmente in estate. Il procuratore aggiunto uscente Paolo Albano, che nel frattempo ha presentato domande per i bandi aperti presso le procure di Napoli, Nocera Inferiore e Isernia, è stato già in passato sostituto procuratore a Santa Maria Capua Vetere (nel pool anticamorra, prima della nascita della Dda), a Napoli come procuratore generale e poi di nuovo a Santa Maria Capua Vetere dal 2000 come procuratore aggiunto. Tra gli altri incarichi, quello di pubblico ministero a Venezia negli anni caldi del terrorismo. L'altro procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere è invece il magistrato Luigi Gay.

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TORRE DEL GRECO. DOPO LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE CHE CONFERMA L'ILLEGITTIMITà DEL P... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Torre del Greco. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che conferma l'illegittimità del pagamento della quota di tariffa riferita ai servizi di depurazione e fognatura anche Torre del Greco comincia la raccolta dei ricorsi attraverso le associazioni Turris Octava e Atom. «Dopo il ricorso di un cittadino- ha detto Agostino Balzano, presidente di Turris Octava - ci siamo mobilitati per offrire un servizio di consulenza e sostegno agli utenti per la compilazione dei moduli per ottenere i risarcimenti Gori». Uno staff di legali sosterrà i cittadini il mercoledì e il venerdì dalle 16 alle 18, o all'associazione Turris Octava, in via Nazionale 478, il martedì e il giovedì dalle 16 alle 19. Per informazioni 3317381866. fra.ma.

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Le motivazioni della sentenza non sono state depositate nei tempi previsti dalla legge il csm apre un'inchiesta (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Le motivazioni della sentenza non sono state depositate nei tempi previsti dalla legge il Csm apre un'inchiesta

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ROBERTO BUONAVOGLIA BARI. ERA STATO UN MAXIPROCESSO-LAMPO. ERA IL VANTO DELLA MAGISTRATURA BARESE... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ROBERTO BUONAVOGLIA Bari. Era stato un maxiprocesso-lampo. Era il vanto della magistratura barese, perchè era cominciato e si era concluso a tempo di record, in un anno, con 150 condanne e dieci assoluzioni nei confronti del sanguinario clan mafioso degli Strisciuglio, capace di arruolare anche killer bambini. Ma il giudice che ha celebrato il processo con rito abbreviato, il gup Rosa Anna De Paolo, a 15 mesi dalla lettura del dispositivo della sentenza non ha depositato le motivazioni. Così, oggi, 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga sono tornati in libertà, mentre un'altra trentina di condannati a pene superiori a dieci anni sarà liberata il 15 ottobre. Anche la scarcerazione degli altri condannati, infatti, è data ormai per scontata perchè per evitarla - dicono fonti giudiziarie - il giudice nei prossimi sei mesi dovrebbe depositare le motivazioni della sentenza, notificarle ai difensori, concedere 45 giorni alle difese per impugnare la sentenza, e permettere ai giudici di appello di arrivare a sentenza, o quanto meno di incardinare il processo. La vicenda ha rinfocolato le polemiche sulle lentezze della giustizia. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto profilo disciplinare», il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori, che hanno chiesto al presidente della Corte d'appello di Bari di svolgere una verifica comunicando al più presto gli esiti. Anche il Csm avvierà una istruttoria e potrebbe cominciare a discutere del caso già oggi. Il ministro dell'Interno Maroni ha chiamato Alfano dicendosi molto preoccupato per le possibili gravi conseguenze. Il presidente dei gip barese, Giovanni Leonardi, allarga le braccia: «Non è possibile - afferma - per un solo giudice, del quale sono note le straordinarie capacità tecniche, giudicare 160 persone accusate di 53 capi d'imputazione nei tempi previsti dal Codice. La Procura dovrebbe evitare di istruire i maxiprocessi». E in Procura? nessuno replica, ma in tanti fanno capire che le regole previste dal Codice di procedura penale sono altre, e che il processo è stato un successo per la Dda perchè si è concluso con 150 condanne e con solo dieci assoluzioni. E sui tempi per scrivere la sentenza? Qualcuno fa capire che 15 mesi non sono pochi e che il giudice avrebbe potuto farsi esonerare dagli altri procedimenti, anche dopo la lettura del dispositivo. Le scarcerazioni allarmano il coordinatore della Dda Marco Dinapoli che afferma: «Abbiamo potenziato i controlli nei confronti delle persone scarcerate rispetto agli obblighi (di firma e di dimora, ndr) imposti dal giudice. È chiaro che in caso di trasgressioni c'è la possibilità che la misura venga aggravata». Insomma, la gente può star tranquilla perchè - sottolinea Dinapoli - la polizia giudiziaria sa qual è il lavoro da fare. Chi non sta tranquilla è invece il pm che ha istruito il processo, Desirèe Digeronimo, titolare di tutte le indagini sull'inarrestabile clan Strisciuglio e per questo sotto scorta. Preferisce il silenzio il magistrato «lento», la De Palo, che da un paio di mesi aveva anche incassato la promozione a presidente del Tribunale per i Minorenni di Bari. Di lei, a Palazzo di giustizia, dicono: è un magistrato serio, intransigente, inavvicinabile. Peculiarità queste che non sono bastate a mantenere agli arresti oltre 50 affiliati al peggior clan mafioso barese.

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QUESTA MATTINA TOCCA AL PLENUM DEL CSM GIUDICARE IL PROCURATORE GIOVANDOMENICO LEPORE SULLA GESTIONE... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (City)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Questa mattina tocca al plenum del Csm giudicare il procuratore Giovandomenico Lepore sulla gestione del fascicolo ecoballe. La domanda posta ai consiglieri è una: lo stralcio dal fascicolo principale di alcuni indagati, tra cui i commissari Corrado Catenacci, Guido Bertolaso e Alessandro Pansa corrisponde a una revoca dell'inchiesta dalle mani dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo? Per la settima commissione del Csm si tratterebbe di una revoca infondata. Oggi si attende il plenum. Intanto, è di ieri una lunga assemblea dell'Anm nazionale in trasferta a Napoli. C'è stato un duro confronto sulla questione morale e sulla necessità dell'Anm di prendere posizioni nette di fronte a magistrati coinvolti in inchieste. Sono gli strascichi del caso che ha visto contrapposte le Procure di Salerno e Reggio Calabria. Il pm Giuseppe Narducci ha più volte invitato i vertici dell'Anm - rappresentati da Luca Palamara e Giuseppe Cascini - ad ascoltare con umiltà gli interventi degli esponenti dell'assemblea napoletana. Momenti di tensione, tanto che lo stesso Giuseppe Cascini ha lasciato per qualche minuto l'aula prima di farvi ritorno sbolliti gli animi. Al termine dell'assemblea, l'Anm distrettuale, guidata dal presidente Tullio Morello, segretario Ciambellini, ha ribadito in un documento la centralità della questione morale. Morello ha inoltre ribadito la legittimità delle posizioni assunte dalle correnti associate, dopo le recenti critiche esposte dal pg Vincenzo Galgano. Intanto, l'attenzione è per le decisioni del plenum del csm sul cosiddetto caso ecoballe. Secondo la settima sezione, la decisione di Lepore di stralciare dall'inchiesta sulla presunta illecita gestione dell'emergenza rifiuti in Campania alcune posizioni fu nei fatti una «revoca implicita» della delega ai suoi sostituti che si occupavano dell'indagine e che non condividevano quel provvedimento; per questo andava motivata. Pur trattandosi di una «revoca ingiustificata», non ci saranno però conseguenze pratiche pesanti per il procuratore, al di là dell'inserimento della delibera di Palazzo dei marescialli nel suo fascicolo personale, al fine di tenerne conto in occasione delle valutazioni sulla sua professionalità. E questo perchè, spiegano i consiglieri, «la contrapposizione tra il procuratore e i sostituti» non ha assunto «toni ed espressioni idonei a sollecitare l'attenzione dei titolari dell'azione disciplinare o a legittimare iniziative ai sensi dell'articolo 2 della legge delle Guarentigie», che disciplina il trasferimento d'ufficio per incompatibilità dei magistrati. La vicenda risale all'estate scorsa. Ilcontrasto nacque quando Noviello e Sirleo chiusero le indagini. Lepore riteneva che le posizioni di alcuni indagati, come Pansa e Bertolaso, richiedessero «approfondimento investigativo»; ma visto il dissenso dei suoi sostituti, dispose da solo lo stralcio delle loro posizioni e delegò il procuratore aggiunto Aldo De Chiara,coordinatore della sezione ambiente, a disporre il rinvio a giudizio di tutti gli altri indagati. l.d.g.

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Buzziolo: non ha senso trasferire gli orsi in Friuli (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Buzziolo: non ha senso trasferire gli orsi in Friuli Giovedì 16 Aprile 2009, La Regione Fvg che, clamoroso esempio negativo in Italia, consente ancor oggi la nefasta caccia agli ungulati con il segugio, dovrebbe prendere esempio dalla Slovenia, dove la fauna è gestita in un modo che qui da noi neppure ci sogniamo e, invece di ipotizzare ospitalità di orsi sloveni, farebbe meglio ad occuparsi della propria legge venatoria, sulla cui più che dubbia legittimità attendiamo il giudizio della Corte Costituzionale. (*) presidente del Circolo Friulano Cacciatori (fa) Ringraziamo il presidente Buzziolo per il suo intervento che contribuirà ad alimentare il dibattito. Ma ci permettiamo di ricordare al Buzziolo collega giornalista della Rai che non tutti sono "tecnici" e l'abbattimento programmato di settanta orsi è comunque una notizia. Così come fa notizia la disponibilità della Regione ad accogliere alcuni di questi animali.

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Bari Era stato un maxiprocesso-lampo. Era il vanto della magistratura barese perché era com... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 16 Aprile 2009, Bari Era stato un maxiprocesso-lampo. Era il vanto della magistratura barese perché era cominciato e si era concluso a tempo di record, in un anno, con 150 condanne e dieci assoluzioni nei confronti del sanguinario clan mafioso degli Strisciuglio, capace di arruolare anche killer-bambini. Ma il giudice che ha celebrato il processo con rito abbreviato, il gup Rosa Anna De Paolo, a 15 mesi dalla lettura del dispositivo della sentenza non ha depositato le motivazioni. Così, ieri, 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga sono tornati in libertà, mentre un'altra trentina di condannati a pene superiori a dieci anni sarà liberata il 15 ottobre. Anche la scarcerazione degli altri condannati, infatti, è data ormai per scontata perché per evitarla - dicono fonti giudiziarie - il giudice nei prossimi sei mesi deve depositare le motivazioni della sentenza, deve notificarle ai difensori, deve concedere 45 giorni alle difese per impugnare la sentenza, e permettere ai giudici dell'appello di arrivare a sentenza o, quantomeno, di incardinare il processo e di sospendere, se ve ne saranno i presupposti, la decorrenza dei termini di custodia. La vicenda ha rinfocolato le polemiche sulle lentezze della giustizia. Per stabilire se ci siano state «condotte negligenti, rilevanti sotto profilo disciplinare» il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori, che hanno chiesto al presidente della Corte d' appello di Bari di svolgere una verifica e di comunicarne al più presto gli esiti. Anche il Csm avvierà una istruttoria e potrebbe cominciare a discutere del caso già domani. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha chiamato Alfano per esprimergli il proprio sconcerto: «Sono molto preoccupato - ha detto - poiché si tratta di un fatto grave , che rischia di avere conseguenze ancor più gravi». Il presidente dell'ufficio gip-gup di Bari, Giovanni Leonardi, allarga le braccia e dice che «non è possibile per un solo giudice, del quale sono note le straordinarie capacità tecniche, giudicare 160 persone accusate di 53 capi d'imputazione nei tempi previsti dal Codice, dato il grande carico di lavoro». Quindi - è la sua ricetta - «la procura dovrebbe evitare di istruire i maxi-processi». Dalla procura ufficialmente non rispondono alla provocazione ma in tanti fanno capire che le regole previste dal Codice di procedura penale sono altre, e che il processo è stato un successo per la Dda perché si è concluso con 150 condanne e con solo dieci assoluzioni. E sui tempi per scrivere la sentenza? Qualcuno fa capire che 15 mesi non sono pochi e che il giudice avrebbe potuto farsi esonerare dagli altri procedimenti, anche dopo la lettura del dispositivo. Ricette posticce a parte, le scarcerazioni allarmano il coordinatore della Dda Marco Dinapoli che, senza cedere alla polemica, afferma: «Abbiamo potenziato i controlli nei confronti delle persone scarcerate circa il rispetto degli obblighi (di firma e di dimora, ndr) imposti dal giudice. È chiaro che in caso di trasgressioni c'è la possibilità che la misura venga aggravata». Insomma, la gente può star tranquilla perché - sottolinea Dinapoli - la polizia giudiziaria sa qual è il lavoro da fare. Chi non sta tranquilla è invece il pm che ha istruito il processo, Desiré Digeronimo, titolare di tutte le indagini sull'inarrestabile clan Strisciuglio e per questo finita sotto scorta. Preferisce il silenzio il giudice De Palo, anche perché - a dispetto del ritardo nella sentenza - da un paio di mesi è stato promosso presidente del tribunale per i minorenni di Bari. Sul suo conto i commenti a palazzo di giustizia sono unanimi: è un magistrato serio, intransigente, inavvicinabile. Ma c'è un precedente. Il cosiddetto caso Pinatto: 8 anni per depositare le motivazioni di una sentenza. Il 22 maggio 2000 i giudici del tribunale di Gela avevano comminato pene per oltre un secolo a componenti della cosca mafiosa del boss Giuseppe 'Piddu' Madonia. Condannati a 15 anni lo stesso Madonia, e a 90 anni complessivi sette componenti del clan (tra cui moglie e sorella del boss) arrestati nel 1998 nell'operazione «Grande oriente». A causa del mancato deposito delle motivazioni da parte del giudice Pinatto, gli imputati, escluso il capomafia Madonia, sono stati scarcerati nel gennaio 2002 per decorrenza dei termini. Il 16 giugno 2008 la sezione disciplinare del Csm ha radiato dall'ordine giudiziario Pinatto che il 4 luglio è stato condannato a 8 mesi (pena sospesa) per omissione d'atti d'ufficio. Il primo novembre i giudici della corte d'appello di Caltanissetta hanno confermato le condanne di primo grado. Il 9 aprile scorso la Cassazione - nelle motivazioni della sentenza con cui il 10 marzo ha confermato la rimozione del giudice dall' ordine giudiziario, ha stabilito che non sono giustificabili i ritardi accumulati nel depositare la sentenza. Il problema delle scarcerazioni facili per i ritardi della giustizia era stato affrontato anche dal Governo Amato che il 23 novembre 2000 aveva approvato un decreto legge che prevedeva alcune misure come l'esclusione del giudizio abbreviato per i delitti puniti con l'ergastolo e il rafforzamento dei controlli nei confronti dei soggetti scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare.

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San Gaetano - CSM Resana1 - 0 (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

San Gaetano - CSM Resana1 - 0 Giovedì 16 Aprile 2009, GOL: st 2' Magagnin. SAN GAETANO: Quagliotto, Caeran, Scarpa, Zago, Camozzato, Pederiva, Magagnin (st 44' Favaro), Callegari, Canonico (st 30' Peveri), Possamai (st 47' Biliato), Corato. All.: Favero. CSM RESANA: De Marchi, Pagan (st 33' Fabbian), Tosetto, Bussolin (st 14' Carraro), Barichello D., Rigo (st 22' Pallaro), Barban, Agello (st 30' Simionato), Gobbo (st 37' Zorzi), Ruffato, Giacobbi. All.: Fabrin. ARBITRO: Lorenzin di Castelfranco Veneto. NOTE - Espulso Pederiva al 28' st per doppia ammonizione. Ammoniti Canonico, Bussolin, Camozzato, Possamai, Pallaro. Angoli 6-2 per il San Gaetano. Recuperi: pt 3', st 7'. Spettatori: 450.

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RIFIUTI: AL CSM SLITTA ESAME SU PRATICA PROCURATORE NAPOLI (sezione: Giustizia)

( da "Adnkronos" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

RIFIUTI: AL CSM SLITTA ESAME SU PRATICA PROCURATORE NAPOLI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 16 aprile, ore 15:27

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Notificazioni penali (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Notificazioni penali Mappa agg. al 16.04.2009 Stampa | Segnala | Condividi Mappa di Altalex | Procedura penale NOTIFICAZIONI PENALI ** * ** Normativa Titolo V: Notificazioni (artt. 148-171 c.p.p.) Altalex Mese - Schede di Giurisprudenza (www.altalexmese.it) Custodia di animale e lesioni colpose: citazione a giudizio e nullità della notifica Cassazione penale , sez. IV, sentenza 03.02.2009 n° 4672 (Giacomina Dingeo) Altalex Massimario (www.massimario.it) Processo penale, notifica, a mani proprie, significato, attendibilità Cassazione penale , sez. IV, sentenza 03.02.2009 n° 4672 Processo penale, notificazioni alla parte, nullità, vizi, precisazioni Cassazione penale , SS.UU., sentenza 15.05.2008 n° 19602 Notificazioni penali, imputato non detenuto, consegna al difensore, legittimità Corte Costituzionale , sentenza 14.05.2008 n° 136 Contumacia dell’imputato, imputato detenuto, mancata notificazione Cassazione penale , sez. II, sentenza 11.04.2008 n° 15417 Stampa | Segnala | Condividi |

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Animali/ Consulta rigetta ricorso Trento contro anagrafe (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 16 apr. (Apcom) - La corte costituzionale ha rigettato il ricorso presentato dalla provincia autonoma di Trento contro l'ordinanza sull'anagrafe canina, il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, autore dell'ordinanza "misure per l'identificazione e la registrazione della popolazione canina", esprime soddisfazione per la decisione della consulta, sottolineando che il ricorso della provincia fosse un "cattivo esempio". Martini, così commenta il pronunciamento della Corte costituzionale: "Esprimo grandissima soddisfazione per il pronunciamento della Corte Costituzionale a favore dell'ordinanza da me emanata il 6 agosto 2008 in materia di implementazione dell'anagrafe canina nazionale, obbligo di apposizione del microchip a tutti i cani ed altre norme di tutela degli stessi". "Il ricorso - prosegue Martini - a suo tempo intentato dalla Provincia autonoma di Trento è stato coerentemente rigettato e credo abbia rappresentato nella sostanza un cattivo esempio da parte di una Pubblica Amministrazione". "Sperperare denaro pubblico per fermare un importante passo avanti di civiltà per il nostro Paese non credo sia ciò che si attendono i cittadini italiani e tantomeno i milioni di proprietari di animali d'affezione che fortunatamente sono in numero sempre crescente in Italia", sottoline ail sottosegretario ricordando che "il randagismo si combatte anche e soprattutto attraverso la possibilità di identificazione dell'animale e attraverso norme che permettano una vera assunzione di responsabilità da parte dei proprietari". "Queste - conclude - assieme ad altre disposizioni di legge, sono quindi pronte per venire inserite in un disegno di legge organico che diverrà una pietra miliare in materia di tutela del benessere degli animali".

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ANIMALI/ CONSULTA RIGETTA RICORSO TRENTO CONTRO ANAGRAFE CANINA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Animali/ Consulta rigetta ricorso Trento contro anagrafe canina di Apcom Martini: soddisfazione, ricorso della provincia cattivo esempio -->Roma, 16 apr. (Apcom) - La corte costituzionale ha rigettato il ricorso presentato dalla provincia autonoma di Trento contro l'ordinanza sull'anagrafe canina, il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, autore dell'ordinanza "misure per l'identificazione e la registrazione della popolazione canina", esprime soddisfazione per la decisione della consulta, sottolineando che il ricorso della provincia fosse un "cattivo esempio". Martini, così commenta il pronunciamento della Corte costituzionale: "Esprimo grandissima soddisfazione per il pronunciamento della Corte Costituzionale a favore dell'ordinanza da me emanata il 6 agosto 2008 in materia di implementazione dell'anagrafe canina nazionale, obbligo di apposizione del microchip a tutti i cani ed altre norme di tutela degli stessi". "Il ricorso - prosegue Martini - a suo tempo intentato dalla Provincia autonoma di Trento è stato coerentemente rigettato e credo abbia rappresentato nella sostanza un cattivo esempio da parte di una Pubblica Amministrazione". "Sperperare denaro pubblico per fermare un importante passo avanti di civiltà per il nostro Paese non credo sia ciò che si attendono i cittadini italiani e tantomeno i milioni di proprietari di animali d'affezione che fortunatamente sono in numero sempre crescente in Italia", sottoline ail sottosegretario ricordando che "il randagismo si combatte anche e soprattutto attraverso la possibilità di identificazione dell'animale e attraverso norme che permettano una vera assunzione di responsabilità da parte dei proprietari". "Queste - conclude - assieme ad altre disposizioni di legge, sono quindi pronte per venire inserite in un disegno di legge organico che diverrà una pietra miliare in materia di tutela del benessere degli animali".

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Piazza Duomo negata (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Piazza Duomo negata Il sindaco Visentin rifiuta l'uso del salotto d'Ortigia per la manifestazione del 1º maggio Non un non luogo a procedere, ma un'assoluzione. Per questo l'ex presidente della Provincia Bruno Marziano ha proposto un appello avverso la decisione di non luogo a procedere per la vicenda giudiziaria che lo ha riguardato quando era a capo dell'ente di via Malta. «Chiedo un pronunciamento ancora più favorevole - ha detto Marziano - e che non lasci dubbi sulla correttezza del mio operato. La legge italiana non consente al cittadino prosciolto in primo grado di giudizio di proporre appello pertanto, su suggerimento del mio legale, l'avvocato Ezechia Paolo Reale, ho chiesto alla Corte d'appello di Catania di inviare gli atti alla Corte costituzionale per colmare questa lacuna nel sistema giudiziario italiano. Riconoscendo anche al cittadino prosciolto, come nel mio caso, il diritto di avere una sentenza che non lasci alcuna ombra. In tutta questa vicenda, che ho definito stucchevole e nata dall'astio a dall'acrimonia di un ex compagno di partito, continuo ad avere piena fiducia nei confronti della giustizia che si è già espressa con due pronunciamenti di un pubblico ministero che ha richiesto l'archiviazione e di un gup che ha deciso per il non luogo a procedere».

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Ammoniti i giudiciche liberarono il (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Ammoniti i giudici che liberarono il «mostro del Circeo» Giorgio Petta Palermo. Confermata anche dalla Cassazione la sanzione disciplinare dell'ammonimento ai giudici Pietro Cavarretta e Gabriella Gagliardi del Tribunale di sorveglianza di Palermo. I due magistrati – ai quali l'ex Guardasigilli Roberto Castelli aveva contestato la lesione del prestigio dell'ordine giudiziario e una negligenza inescusabile – sono stati ritenuti responsabili di aver concesso, il 9 novembre 2004, la semilibertà ad Angelo Izzo, protagonista insieme con Gianni Guido e Andrea Ghiro di uno dei più efferati «casi» della storia criminale d'Italia. Nel 1975, in una villa del Circeo, i tre avevano sequestrato e violentato le quindicenni Rosaria Lopez e Donatella Colesanti. La prima mori in conseguenza delle sevizie, la seconda si salvò solo perché finse di essere morta. Izzo fu processato e condannato a 30 anni di reclusione, parte dei quali scontati nel carcere palermitano di «Pagliarelli». Quasi trent'anni dopo, ottenuto da poco più di cinque mesi il beneficio della semilibertà con l'impegno di lavorare presso l'associazione «Città futura» di Campobasso, Izzo tornò di nuovo ad uccidere. Vittime, ancora una volta, due donne: Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, 14 anni, moglie e figlia di Giovanni Maiorano, un ex affiliato della Sacra Corona Unita pugliese che Izzo aveva conosciuto in carcere. Entrambe, il 28 aprile 2005, furono da lui assassinate e quindi sepolte nude nel giardino di una villetta di Ferrazzano, in provincia di Campobasso, con l'aiuto di due complici, Luca Palaia e Giovanni Palladino. Per il duplice omicidio Izzo fu condannato all'ergastolo, mentre a Palaia furono inflitti in primo grado 24 anni di reclusione e in appello 30. Contro questa sentenza il difensore ha presentato ricorso alla Suprema Corte che deciderà proprio oggi. Palladino se la cavò, invece, con una condanna a 2 anni e tre mesi. Tornando alla vicenda dei magistrati del Tribunale di Sorveglianza di Palermo, la Suprema Corte, con sentenza numero 3759, ha respinto il ricorso presentato da Cavarretta e Gagliardi - rispettivamente presidente e giudice relatore del collegio che decise la semilibertà per Izzo - contro l'ammonimento inflitto loro dal Csm il 2 aprile 2008 dopo il giudizio emesso dalla sezione disciplinare dello stesso Consiglio il 14 marzo precedente. Secondo i consiglieri del Palazzo dei Marescialli, la responsabilità deontologia dei due magistrati - che hanno demeritato per «scarsa diligenza e caduta di professionalità» - è consistita nel non aver preso in considerazione gli elementi negativi presenti nel fascicolo personale di Izzo e che avrebbero dovuto indurli a respingere l'istanza di semilibertà presentata nell'aprile del 2004. Ottenuto il beneficio il detenuto era stato trasferito da «Pagliarelli» nel carcere di Campobasso per dargli la possibilità di trascorrere le giornate concesse dal regime di semilibertà presso l'Associazione «Città Futura» da lui stesso indicata - nell'istanza - ai giudici palermitani.

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Il magistrato promosso dal Csm presidente del Tribunale (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il magistrato promosso dal Csm presidente del Tribunale Roberto Buonavoglia Bari. Era stato un maxiprocesso-lampo. Era il vanto della magistratura barese perché era cominciato e si era concluso a tempo di record, in un anno, con 150 condanne e dieci assoluzioni nei confronti del sanguinario clan mafioso degli Strisciuglio, capace di arruolare anche killer-bambini. Ma il giudice che ha celebrato il processo con rito abbreviato, il gup Rosa Anna De Paolo, a 15 mesi dalla lettura del dispositivo, non ha depositato le motivazioni. Così, ieri, 21 presunti mafiosi e trafficanti di droga sono tornati in libertà, mentre un'altra trentina di condannati a pene superiori a dieci anni sarà liberata il 15 ottobre. Anche la scarcerazione degli altri condannati, infatti, è data per scontata perché per evitarla - dicono fonti giudiziarie - il giudice nei prossimi sei mesi deve depositare le motivazioni della sentenza, deve notificarle ai difensori, deve concedere 45 giorni alle difese per impugnare la sentenza, e permettere ai giudici dell'appello di arrivare a sentenza o, quantomeno, di incardinare il processo e di sospendere la decorrenza dei termini di custodia. La vicenda ha rinfocolato le polemiche sulle lentezze della giustizia. E il Guardasigilli Angelino Alfano ha subito mobilitato gli ispettori, che hanno chiesto al presidente della Corte d'appello di Bari di svolgere una verifica e di comunicarne al più presto gli esiti. Il presidente dell'ufficio gip-gup di Bari, Giovanni Leonardi, allarga le braccia e dice che «non è possibile per un solo giudice giudicare 160 persone accusate di 53 capi d'imputazione nei tempi previsti dal Codice». Quindi - è la sua ricetta - «la procura dovrebbe evitare di istruire i maxi-processi». Dalla procura ufficialmente non rispondono alla provocazione ma in tanti fanno capire che le regole previste dal Codice sono altre, e che il processo è stato un successo per la Dda perché si è concluso con 150 condanne e con soli dieci assoluzioni. E sui tempi per scrivere la sentenza? Qualcuno fa capire che 15 mesi non sono pochi e che il giudice avrebbe potuto farsi esonerare dagli altri procedimenti. Ricette posticce a parte, le scarcerazioni allarmano il coordinatore della Dda Marco Dinapoli che afferma: «Abbiamo potenziato i controlli nei confronti delle persone scarcerate circa il rispetto degli obblighi (di firma e di dimora, ndr) imposti dal giudice. È chiaro che in caso di trasgressioni c'è la possibilità che la misura sia aggravata». Chi non sta tranquilla è invece il pm che ha istruito il processo, Desirè Digeronimo, titolare di tutte le indagini sull'inarrestabile clan Strisciuglio e per questo finita sotto scorta. Preferisce il silenzio il giudice De Palo, anche perché - a dispetto del ritardo nella sentenza - da un paio di mesi è stato promosso presidente del tribunale per i minorenni di Bari. Sul suo conto i commenti a palazzo di giustizia sono unanimi: è un magistrato serio, intransigente, inavvicinabile. Peculiarità che non sono bastate a tenere agli arresti oltre 50 affiliati al peggior clan mafioso barese.

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16/04/2009 15:27 RIFIUTI: AL CSM SLITTA ESAME SU PRATICA PROCURATORE NAPOLI (sezione: Giustizia)

( da "ITnews.it" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 16 apr. - (Adnkronos) - Slitta al Csm la discussione della pratica della settima Commissione che 'bacchetta' il procuratore capo di Napoli Giovandomenico Lepore riguardo la ''revoca implicita'' attuata nei confronti dei pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo in relazione allo stralcio di alcune posizioni nell'ambito dell'inchiesta sui rifiuti, tra cui il capo della Protezione civile Guido Bertolaso e il prefetto di Napoli Alessandro Pansa. Alla base del rinvio della discussione della pratica, sia l'assenza di alcuni consiglieri sia il voler trattare la delibera insieme ad altre proposte della settima Commissione riguardi situazioni simili verificatesi a Bari e Genova.

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Grandi movimenti in Procura (sezione: Giustizia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

MilanoItalia Procura Milano/ Blandini va in pensione. Sfida Minale - Rossini Giovedí 16.04.2009 16:25 Probabile avvicendamento ai vertici della Procura di Milano: il procuratore capo Manlio Minale potrebbe lasciare in anticipo il suo posto per occupare quello del suo diretto superiore, il procuratore generale di Milano Mario Blandini, ormai prossimo a lasciare la magistratura per raggiunti limiti di età. Minale guida infatti la classifica dei magistrati candidati all'incarico ed è considerato favorito nella corsa, che vede tra i 12 concorrenti anche il capo della Procura dell'Aquila Alfredo Rossini, impegnato nell'inchiesta sul terremoto. Nella corsa per il posto più alto a palazzo di Giustizia di Milano ci sono il procuratore di Bologna Giancarlo Tarquini, l'avvocato generale di Brescia Angelo Curto, il sostituto pg romano Antonio Marini, il procuratore di Varese Maurizio Grigo. Completano la lista dei candidati, Luigi Gueli, presidente della Corte di Appello di Reggio Calabria; Francesco Dettori, procuratore di Busto Arsizio; Pietro Riamundo, giudice al Tribunale di Napoli; Antonino Rinaldi Mazzeo, presidente del Tribunale di Busto Arsizio; Emilio Curtò, presidente del Tribunale di Varese; e Fausto De Santis, attualmente direttore generale della Statistica al ministero della Giustizia. A pronunciarsi in prima battuta sulla nomina del nuovo pg di Milano sarà la Commissione per gli incarichi direttivi di Palazzo dei Marescialli, che potrebbe licenziare la sua proposta tra una quindicina di giorni. Poi la parola finale passerà al plenum del Csm. tags: milano

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REFERENDUM/ GUZZETTA: FINCHÈ COLLE NON FIRMA DL C'È SPERANZA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Referendum/ Guzzetta: Finchè Colle non firma dl c'è speranza di Apcom "Lega vuole conservare suoi privilegi, no a furto a Paese" -->Roma, 16 apr. (Apcom) - "Fino a quando il presidente della Repubblica non avrà firmato il decreto di indizione del referendum sarà ancora possibile evitare un furto a danno degli italiani". Il presidente del comitato promotore del referendum Giovanni Guzzetta insiste, dal presidio organizzato dai referendari davanti alla sede del governo, sulla necessità di accorpare il voto a quello per le europee e le amministrative. "Fino ad allora si potrà evitare che l'abbia vinta la Lega con i suoi ricatti di far cadere il governo - continua Guzzetta - e si potrà realizzare quello che gli italiani vogliono e che il 70% degli elettori del Pdl vuole: evitare di buttare 400 milioni di euro". Per Guzzetta "soddisfare l'esigenza della Lega che vuole conservare i suoi privilegi è un furto alla democrazia". Mentre gli animatori del presidio gridano slogan come 'Calderoli la tua porcata difenditela da solo' i promotori del referendum, tra cui Mario Segni, osservano che già "il 2 giugno 1946 e nel 1989 i referendum furono abbinati alle elezioni e quattro presidenti della Corte costituzionale hanno risposto alle farneticazioni di Calderoli".

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##Moldova/ Romania: cittadinanza a 1mln moldavi, Chisinau.. (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 16 apr. (Apcom-Nuova Europa) - E mentre si attende per domani l'annuncio del risultato del nuovo conteggio dei voti delle legislative, che si è svolto tra ieri e oggi, dopo l'autorizzazione della Corte Costituzionale, l'opposizione moldava contesta i dati diffusi dalla polizia sugli arresti nelle file dei manifestanti. "E' stato creato un database sulla base delle denunce delle persone scomparse e di quelle rilasciate, che comprende almeno 328 tra arrestati e sanzionati, anche se il ministero degli Interni ne cita soltanto 172", ha dichiarato a Interfax il vicepresidente del partito Liberale Dorin Chirtoaca, aggiungendo che il numero complessivo di coloro che sono stati fermati dalla polizia raggiunge i 1.000. Chirtoaca ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire e "fermare i maltrattamenti delle polizia sui detenuti". Da Bruxelles si mantiene una linea prudente e si pensa alla visita già annunciata da parte del premier dimissionario ceco Mirek Topolanek, che sarà a Chisinau come rappresentante della presidenza Ue mercoledì prossimo. "Non commentiamo le intenzioni, aspettiamo di vedere i fatti", ha indicato il portavoce comunitario Amadeu Altafaj-Tardio, assicurando che Bruxelles "resta preoccupata" per le denunce di violazioni dei diritti umani nel Paese. Una fonte Ue, chiedendo di rimanere anonima, aggiunge che "in materia di cittadinanza gli Stati membri sono sovrani", implicando quindi che la Commissione non può fare nulla per bloccare le autorità romene. Ma al tempo stesso Bucarest "dovrà fornire garanzie ai partner Ue su come intende gestire" questa nuova ondata di cittadini Ue. Nei giorni scorsi è stato ipotizzato l'invio di una missione Ue in Moldova per accertare i fatti e mediare tra le parti. La proposta è stata lanciata da Bucarest, e secondo la Commissione anche Voronin l'ha proposta al Rappresentante Ue per la politica estera Javier Solana, in una telefonata sabato scorso. Ma prima di lanciarsi nell'operazione, i Ventisette vogliono vederci chiaro: la settimana prossima è atteso a Bruxelles il rapporto del Rappresentante speciale Ue a Chisinau, Kalman Mizsei, e poi ne riparleranno i ministri degli Esteri nel Consiglio previsto a Lussemburgo il 27 aprile. Il Parlamento europeo, nel frattempo, chiede a Voronin e all'opposizione di "riprendere il dialogo e a unire gli sforzi per trovare una soluzione politica alla crisi in corso" e prepara a sua volta l'invio "al più presto" di una delegazione a Chisinau. Inoltre giovedì prossimo, all'indomani della visita di Topolanek, è stato fissato un dibattito nella plenaria di Strasburgo a cui saranno chiamati a riferire presidenza Ue e Commissione. Peccato però che l'aula rischia di essere quasi vuota: la maggioranza degli eurodeputati, infatti, lascia Strasburgo all'ora di pranzo di giovedì, per non essere costretti a rimanere in trasferta una notte aggiuntiva.

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##MOLDOVA/ ROMANIA: CITTADINANZA A 1MLN MOLDAVI, CHISINAU... -2- (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

##Moldova/ Romania: cittadinanza a 1mln moldavi, Chisinau... -2- di Apcom Da Bruxelles resta linea prudente e si guarda a missioni -->Roma, 16 apr. (Apcom-Nuova Europa) - E mentre si attende per domani l'annuncio del risultato del nuovo conteggio dei voti delle legislative, che si è svolto tra ieri e oggi, dopo l'autorizzazione della Corte Costituzionale, l'opposizione moldava contesta i dati diffusi dalla polizia sugli arresti nelle file dei manifestanti. "E' stato creato un database sulla base delle denunce delle persone scomparse e di quelle rilasciate, che comprende almeno 328 tra arrestati e sanzionati, anche se il ministero degli Interni ne cita soltanto 172", ha dichiarato a Interfax il vicepresidente del partito Liberale Dorin Chirtoaca, aggiungendo che il numero complessivo di coloro che sono stati fermati dalla polizia raggiunge i 1.000. Chirtoaca ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire e "fermare i maltrattamenti delle polizia sui detenuti". Da Bruxelles si mantiene una linea prudente e si pensa alla visita già annunciata da parte del premier dimissionario ceco Mirek Topolanek, che sarà a Chisinau come rappresentante della presidenza Ue mercoledì prossimo. "Non commentiamo le intenzioni, aspettiamo di vedere i fatti", ha indicato il portavoce comunitario Amadeu Altafaj-Tardio, assicurando che Bruxelles "resta preoccupata" per le denunce di violazioni dei diritti umani nel Paese. Una fonte Ue, chiedendo di rimanere anonima, aggiunge che "in materia di cittadinanza gli Stati membri sono sovrani", implicando quindi che la Commissione non può fare nulla per bloccare le autorità romene. Ma al tempo stesso Bucarest "dovrà fornire garanzie ai partner Ue su come intende gestire" questa nuova ondata di cittadini Ue. Nei giorni scorsi è stato ipotizzato l'invio di una missione Ue in Moldova per accertare i fatti e mediare tra le parti. La proposta è stata lanciata da Bucarest, e secondo la Commissione anche Voronin l'ha proposta al Rappresentante Ue per la politica estera Javier Solana, in una telefonata sabato scorso. Ma prima di lanciarsi nell'operazione, i Ventisette vogliono vederci chiaro: la settimana prossima è atteso a Bruxelles il rapporto del Rappresentante speciale Ue a Chisinau, Kalman Mizsei, e poi ne riparleranno i ministri degli Esteri nel Consiglio previsto a Lussemburgo il 27 aprile. Il Parlamento europeo, nel frattempo, chiede a Voronin e all'opposizione di "riprendere il dialogo e a unire gli sforzi per trovare una soluzione politica alla crisi in corso" e prepara a sua volta l'invio "al più presto" di una delegazione a Chisinau. Inoltre giovedì prossimo, all'indomani della visita di Topolanek, è stato fissato un dibattito nella plenaria di Strasburgo a cui saranno chiamati a riferire presidenza Ue e Commissione. Peccato però che l'aula rischia di essere quasi vuota: la maggioranza degli eurodeputati, infatti, lascia Strasburgo all'ora di pranzo di giovedì, per non essere costretti a rimanere in trasferta una notte aggiuntiva.

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REFERENDUM: GUZZETTA RISPONDE A TREMONTI (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 16-04-2009)

Argomenti: Giustizia

(ASCA) - Roma, 16 apr - ''Vedo che a Tremonti non sono bastati i pareri di quattro presidenti emeriti della Corte costituzionale (Marini, Ferri, Baldassarre e Chieppa), i quali ieri hanno unanimemente escluso qualsiasi profilo di incostituzionalita' circa l'ipotesi dell'abbinamento del referendum alle elezioni europee del 7 giugno. Evidentemente la tentazione di riproporre gli strampalati argomenti gia' avanzati da Calderoli e compagni e' stata piu' forte''. E' quanto dichiara in riferimento alle ultime dichiarazioni del ministro Tremonti, Giovanni Guzzetta, presidente del comitato promotore ed estensore dei quesiti referendari. ''Occorre dunque sottolineare - prosegue Guzzetta - che il motivo per il quale la legge ordinaria ha escluso la coincidenza di elezioni politiche e referendum dipende esclusivamente dalla circostanza che, nel caso vi siano nuove elezioni, si vuole consentire al parlamento di avere il tempo per intervenire prima che si svolga il referendum. Questo tempo e' fissato in un anno, e nel nostro caso quel tempo e' gia' abbondantemente scaduto. Poiche', come tutti sanno, il parlamento europeo non ha alcuna competenza ad occuparsi delle questioni di cui si occupa questo referendum, e' evidente la pretestuosita' di simili argomentazioni. Se alla porcata di legge elettorale si vuole aggiungere un'altra porcata di spreco di denaro pubblico, si abbia quantomeno il pudore di non scomodare a sproposito i principi costituzionali''. ''Quanto all'argomento della minore spesa derivante dall'accorpamento truffa al 21, non si giochi a nascondersi dietro un dito - aggiunge Guzzetta -. Credo che Tremonti abbia tutte le competenze per calcolare l'ammontare degli sprechi, considerando che al ballottaggio e' chiamato a votare circa il 30% del corpo elettorale, mentre il referendum e le elezioni europee coinvolgono invece l'intero corpo elettorale. Cio' vuol dire che nel caso del referendum al 7 giugno il corpo elettorale coinciderebbe, e invece nel caso invece dei ballottaggi vi sarebbe uno scarto de 70% di votanti in piu', per i quali andrebbero comunque allestiti ex novo i seggi, reclutati personale e sorveglianza, e previsti tutti gli annessi e connessi, non ultimi i costi di viaggio per i pendolari che devono nuovamente recarsi al voto. Se dunque la matematica non e' un'opinione, cio' comporta allora che, ad un risparmio del 100% nel caso del voto al 7 giugno, nel caso del referendum fissato invece nella data dei ballottaggi del 21 corrispondera' un risparmio che sara' nella migliore delle ipotesi soltanto del 30% di quello che potremmo avere seguendo la strada piu' logica, trasparente e ragionevole del voto insieme alle europee del 7 giugno''.

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