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Report "Giustizia"   12-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Su Eccli decida la Consulta ( da "Alto Adige" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sulla nomina del sovrintendente scolastico il braccio di ferro tra Provincia e Governo potrebbe finire davanti alla corte costituzionale. Lo aveva già anticipato la deputata del Pd Luisa Gnecchi: «La Provincia può procedere comunque alla nomina di Ivan Eccli e poi aspettare che il Governo faccia ricorso alla Consulta». Ora la questione è stata approfondita anche in casa Svp.

Irruzione di manifestanti in hotel: salta il vertice dei Paesi asiatici ( da "Libertà" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Alleanza popolare per la democrazia) che avevano tra l'altro occupato e bloccato gli aeroporti. Quelle proteste erano terminate con l'intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Alessandro Ursic 12/04/2009

Assalto delle camicie rosse thailandesi Cancellato il summit dei leader asiatici ( da "Unita, L'" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: FRODE ELETTORALE Allora la crisi fu risolta dalla Corte costituzionale, che condannò per truffa elettorale il primo ministro Somchai Wongsawat, alter ego di Thaksin. Somchai fu costretto a dimettersi, e tre partiti di governo vennero sciolti. In Parlamento si formò una maggioranza alternativa, e la guida dell'esecutivo passò al capo della principale formazione anti-Thaksin,

assessorati, futuro legato alla statutaria ( da "Nuova Sardegna, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: europee e le decisioni che la Corte costituzionale prenderà sulla legge statutaria. Un pronunciamento che potrebbe avere ripercussioni sul futuro della giunta Sarda. Il Centrodestra si metterà in moto martedì. Mariano Delogu e Claudia Lombardo, coordinatore regionale e vice del Pdl, si recheranno a Olbia per cercare di risolvere la crisi comunale e mettere pace tra Giovannelli e Nizzi.

LA LEGGE 40 E LA FUGA PER LA LIBERTÀ ( da "Unita, L'" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E LA FUGA PER LA LIBERTÀ La Corte Costituzionale ha dichiarato la parziale illegittimità della legge 40 sulla procreazione assistita, esprimendosi sul limite numerico dei tre embrioni previsti per un unico e contemporaneo impianto; e sul comma 3 nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni debba essere effettuato senza pregiudizio per la salute della donna.

ROMA IL GOVERNO ha pochi giorni per decidere cosa fare sul referendum. Già nel... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: indizione dei referendum parla chiaro: «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Cosa succederà, allora?

ugo bergamo. già sindaco e senatore, è membro del csm. candidato udc. ( da "Nuova Venezia, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Pagina 14 - Cronaca UGO BERGAMO. Già sindaco e senatore, è membro del Csm. Candidato Udc. UGO BERGAMO. Già sindaco e senatore, è membro del Csm. Candidato Udc.

dopo le feste si parte con il taglio delle spese ( da "Nuova Venezia, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: A giugno Mognato ha comunque già previsto una verifica sul taglio delle spese correnti, per vederese sarà possibile allentare il vincolo, ma intanto monitorerà la situazione. (e.t.) UGO BERGAMO. Già sindaco e senatore, è membro del Csm. Candidato Udc.

Thailandia, salta il summit asiatico ( da "Secolo XIX, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Oggi la Corte Costituzionale decide se riconteggiare i voti. 12/04/2009 6 GEORGIA. Oppositori in piazza per chiedere le dimissioni del presidente, Mikhail Saakashvili. 7 KURDISTAN. I ribelli del Pkk che da anni chiedono l'autonomia del sudest della Turchia hanno ucciso due soldati turchi.

Election day sì o no? Pochi giorni per decidere ( da "Secolo XIX, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Diverse sono dunque le ipotesi che il governo ha di fronte nel caso si volesse evitare una tripla tornata elettorale.

lezione di cordero sulla procedura penale ( da "Tirreno, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: editorialista di Repubblica ha affrontato la sua prima battaglia processuale, andando davanti alla Corte Costituzionale pur di difendere il suo diritto di insegnare in una facoltà cattolica senza essere un credente. Dopo anni di battaglia, però, il professore perderà e non potrà più insegnare Filosofia del diritto nelle aule dell'università Cattolica di Milano.

Thailandia, scatenate: salta il vertice ( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Successivamente, grazie a un ribaltone parlamentare, è nato l'esecutivo di Abhisit. E le «camicie rosse», che si ritengono defraudate, hanno iniziato una nuova campagna di proteste.

BANGKOK - Folle colorate che chiedono le dimissioni del governo, scontri tra opposte fazioni e con l... ( da "Messaggero, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Successivamente, grazie a un ribaltone parlamentare, è nato l'esecutivo di Abhisit. E le "camicie rosse", che si ritengono defraudate, hanno iniziato una nuova campagna di proteste.

La Gioielleria Paci invia una memoria alla Corte dei Conti ( da "Nazione, La (Prato)" del 12-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: se come stabilisce una sentenza della Corte Costituzionale l'esproprio fosse valutato al reale valore di mercato». Infine si evidenziano nel documento forti perplessità sui criteri di valutazione economica: «Il 5 ottobre ci viene fatta una proposta scandalosa ad opera del tecnico dell'Oasis: ma perché il valore di esproprio lo deve fissare il soggetto che ha l'

Bangkok, si infiamma la rivolta ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Successivamente, grazie a un ribaltone parlamentare, è nato l'esecutivo di Abhisit. E le Camicie Rosse, che si ritengono defraudate, hanno iniziato una campagna di proteste.

ROMA IL GOVERNO ha pochi giorni per decidere cosa fare sul referendum. Già nel... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 12-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: indizione dei referendum parla chiaro: «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Cosa succederà, allora?

L'autorità del Cavaliere... ( da "Giornale.it, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E quello che Silvio chiede è di dare al governo il rilievo che la prassi costituzionale gli ha negato a vantaggio del capo dello Stato, della presidenza delle Camere, della Corte costituzionale. Si pone anche il problema se la maggioranza sia all'altezza del suo leader. Infine è lui, e non la maggioranza, che è stato investita dalla fiducia degli italiani.

Thailandia. Irruzione nell'hotel, salta il vertice ( da "AmericaOggi Online" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Successivamente, grazie a un ribaltone parlamentare, è nato l'esecutivo di Abhisit. E le "camicie rosse", che si ritengono defraudate, hanno iniziato una nuova campagna di proteste.

Referendum, pochi giorni per la data ( da "Corriere Adriatico" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno". Diverse sono dunque le ipotesi che il governo ha di fronte nel caso si volesse evitare una tripla tornata elettorale.

Oppositori in piazza in Moldavia come in Georgia ( da "Gazzettino, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Oppositori in piazza in Moldavia come in Georgia Domenica 12 Aprile 2009, Chisinau La Corte costituzionale di Chisinau ha rinviato ad oggi l'udienza sulla richiesta del presidente moldavo Vladimir Voronin di ricontare i voti delle elezioni di domenica 5 aprile, vinte dal Partito comunista filorusso e contestate aspramente dall'opposizione filoccidentale.

Statisti in fuga tra le contestazioni ( da "Gazzettino, Il" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Poi, con un ribaltone parlamentare, è nato l'esecutivo di Abhisit. E le «camicie rosse», che si ritengono defraudate hanno iniziato una nuova campagna di proteste.

Marino e la Imbergamo tornanoin corsa per un posto alla Dna ( da "Sicilia, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: rinuncia al posto di sostituto alla Procura nazionale antimafia il pm di Palermo Giuseppe Fici, che la terza commissione del Csm aveva proposto a maggioranza fra i 6 magistrati che faranno parte della Dna. "Sarebbe stata un'occasione professionale - dice Fici - ma a causa di motivi personali sono costretto a fare un passo indietro". Fici ha già inviato al Csm la lettera in cui revoca.

Posto in Procura nazionaleil pm Fici revoca domanda ( da "Sicilia, La" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: lettera al csm Posto in Procura nazionale il pm Fici revoca domanda Gli agenti dell'ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, hanno arrestato un pregiudicato responsabile di una tentata rapina ai danni del supermercato Marotta di piazza Generale Cascino.

Moldavia, la Corte Costituzionale ordina il riconteggio dei voti ( da "Rai News 24" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale ordina il riconteggio dei voti Proteste a Chisinau Dopo le massicce proteste di piazza dell'opposizione che contestava la vittoria dei comunisti alle elezioni del 5 aprile, la Corte Costituzionale moldava ha accolto la richiesta del presidente Vladimir Voronin di ricontare i voti.

Moldova: sì a riconteggio dei voti ( da "Corriere.it" del 12-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: «La Corte costituzionale dispone che la Commissione elettorale centrale riconti entro nove giorni tutti i voti espressi nelle elezioni del 5 aprile», ha dichiarato il presidente dell'Alta corte, Dumitru Pulbere, autorizzando anche il riesame delle liste elettorali come chiesto dalle opposizioni anticomunista,


Articoli

Su Eccli decida la Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Alto Adige" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Su Eccli decida la Consulta» Gnecchi e Zeller: la giunta può nominarlo senza intesa BOLZANO. Sulla nomina del sovrintendente scolastico il braccio di ferro tra Provincia e Governo potrebbe finire davanti alla corte costituzionale. Lo aveva già anticipato la deputata del Pd Luisa Gnecchi: «La Provincia può procedere comunque alla nomina di Ivan Eccli e poi aspettare che il Governo faccia ricorso alla Consulta». Ora la questione è stata approfondita anche in casa Svp. Karl Zeller, deputato della Stella Alpina e punto di riferimento del partito per tutte le questioni costituzionali, al presidente della Provincia Luis Durnwalder ha prospettato due soluzioni. La prima riprende esattamente la proposta avanzata dalla Gnecchi, ovvero procedere alla nomina del sovrintendente senza l'intesa e poi aspettare che si muova il governo. La seconda, che Zeller definisce come «la più sensata», è invece quella di imporre un termine ultimo al governo per motivare il no a Ivan Eccli. «A quel punto - suggerisce l'onorevole della Volkspartei - si potrebbe fare ricorso al Tar del Lazio che chiamerebbe in causa la corte costituzionale. A decidere, a quel punto, potrebbe essere chiamato anche un commissario ad acta». Luis Durnwalder per ora non vuole sbilanciarsi: in queste settimane ci saranno nuovi colloqui con le autorità scolastiche italiane, entro la fine del mese il presidente e il ministro Maria Stella Gelmini dovrebbero arrivare a chiudere la questione una volta per tutte, così almeno si augura Durnwalder.

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Irruzione di manifestanti in hotel: salta il vertice dei Paesi asiatici (sezione: Giustizia)

( da "Libertà" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Irruzione di manifestanti in hotel: salta il vertice dei Paesi asiatici BANGKOK - Folle colorate che chiedono le dimissioni del governo, scontri tra opposte fazioni e con le forze dell'ordine, una nazione spaccata: l'instabilità che la Thailandia sperava di essersi lasciata alle spalle è tornata ieri, con scene che hanno ricordato la "presa" dei due aeroporti di Bangkok. A Pattaya, un vertice di sedici Paesi asiatici è stato cancellato in seguito all'irruzione di un migliaio di "camicie rosse", sostenitori dell'ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, nell'hotel che avrebbe dovuto ospitare il summit. I leader stranieri sono ripartiti in elicottero e in città è ritornata la calma, tanto che lo stato di emergenza dichiarato in mattinata dal premier Abhisit Vejjajiva è stato revocato in serata. La protesta ha preso le autorità alla sprovvista: pur continuando a chiedere nuove elezioni, venerdì gli oppositori avevano accettato di sospendere le manifestazioni nella località turistica a 140 chilometri da Bangkok, facendo intendere di essere disponibili a un compromesso. Tuttavia, rinvigoriti dai rinforzi arrivati nella notte dalla capitale, questa mattina migliaia di attivisti hanno fatto rotta verso il complesso che attendeva l'arrivo dei leader dei Paesi dell'Asean (sud-est asiatico) oltre a quelli di Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Australia e Nuova Zelanda. Un gruppo di "camicie blu", movimento finora sconosciuto e subito accusato dai leader delle "camicie rosse" di essere una milizia governativa, ha cercato di sbarrare loro la strada: gli scontri hanno provocato una decina di feriti. Ma la marea rossa, numericamente superiore, è riuscita comunque a raggiungere il resort. A forza di premere è riuscita a sfondare il cordone di sicurezza e la vetrata dell'ingresso, riversandosi poi nell'edificio. A quel punto i politici sono stati fatti partire in tutta fretta in elicottero dal tetto dell'edificio e il vertice è stato rinviato a data da destinarsi. È la seconda volta che succede: gli incontri, organizzati per discutere il rilancio delle economie asiatiche, erano inizialmente programmati per lo scorso dicembre, ma erano stati posticipati a causa della rivolta delle "camicie gialle" del Pad (Alleanza popolare per la democrazia) che avevano tra l'altro occupato e bloccato gli aeroporti. Quelle proteste erano terminate con l'intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Alessandro Ursic 12/04/2009

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Assalto delle camicie rosse thailandesi Cancellato il summit dei leader asiatici (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Assalto delle camicie rosse thailandesi Cancellato il summit dei leader asiatici GABRIEL BERTINETTO Questa volta hanno vinto i rossi. Niente a che vedere con il sol dell'avvenire. Sono i sostenitori di Thaksin Shinawatra, ex-premier thailandese che vive all'estero perché se rientrasse in patria verrebbe arrestato per frode ed evasione fiscale. La pressione della piazza ha costretto le autorità thailandesi a sospendere il vertice in programma ieri a Pattaya, località turistica a sud di Bangkok. ARRIVANO I BLU Un migliaio di manifestanti anti-governativi ha dapprima ingaggiato una gigantesca rissa con dimostranti di opposta tendenza che sfoggiavano maglie blu, un colore nuovo nel paesaggio politico nazionale, imperniato sulla contrapposizione tra «rossi» e «gialli». Dieci persone rimanevano ferite. La resistenza dei blu (poliziotti travestiti, secondo gli avversari) è stata rapidamente piegata, e i rossi sono avanzati, sfondando gli sbarramenti di polizia, sino a irrompere nell'hotel dove erano riuniti i leader dei 10 Stati membri dell'Asean (Associazione delle nazioni dell'Asia sudorientale) e di altri Stati di Asia e Oceania: Cina Giappone India Corea del Sud Australia e Nuova Zelanda. Molti illustri ospiti sono stati evacuati in elicottero. Il premier Abhisit Vejjajiva ha annullato il summit e dichiarato lo stato d'emergenza, poi revocato in serata. Nessuna vittima per fortuna. Positiva la scelta di evitare una repressione violenta della protesta. Ma il governo ha fatto una pessima figura sotto gli occhi del mondo, rivelandosi incapace di garantire lo svolgimento di un'iniziativa prevista da tempo e finalizzata al rilancio economico dei Paesi partecipanti. Così ha riconfermato l'immagine di instabilità che la Thailandia aveva offerto di sé solo pochi mesi fa, quando al potere erano gli amici di Thaksin. Il vertice infatti avrebbe dovuto tenersi già in dicembre, ma era stato preventivamente rinviato perché Bangkok era paralizzata da quotidiani cortei dei «gialli». FRODE ELETTORALE Allora la crisi fu risolta dalla Corte costituzionale, che condannò per truffa elettorale il primo ministro Somchai Wongsawat, alter ego di Thaksin. Somchai fu costretto a dimettersi, e tre partiti di governo vennero sciolti. In Parlamento si formò una maggioranza alternativa, e la guida dell'esecutivo passò al capo della principale formazione anti-Thaksin, il Partito democratico. I gialli avevano trionfato. Oggi la situazione pare capovolgersi. In collegamento telefonico dall'estero Thaksin ha esortato i seguaci riuniti ieri sera nel centro di Bangkok, a pazientare alcuni giorni, perché una svolta è imminente: «Se la nostra gente a Bangkok e nelle province si unisce, stavolta riusciremo a cambiare il Paese. Vedremo una vera democrazia, con il re come capo di Stato». Il riferimento al sovrano non era rituale, visto che i «rossi» sono accusati di covare propositi repubblicani. Thaksin ha un forte seguito nelle zone rurali. Il fronte a lui ostile comprende parte dei ceti urbani ed imprenditoriali e ha sinora avuto l'appoggio dei militari e della casa reale. Le camicie rosse fedeli al deposto premier thailandese Thaksin Shinawatra invadono l'hotel del vertice est-asiatico a Pattaya. Leader evacuati in elicottero. Salta il summit. Thaksin dall'estero: stiamo per vincere.

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assessorati, futuro legato alla statutaria (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

di Alfredo Franchini Assessorati, futuro legato alla Statutaria I partiti rivedono gli assetti interni e si preparano alle elezioni europee Pressing del Pd nazionale su Soru per un possibile seggio a Strasburgo ma l'ex governatore è contrario CAGLIARI. Mentre in Consiglio procede l'iter della legge Finanziaria, (da martedì riprende il confronto nella Commissione Bilancio), i partiti caricano le batterie per le prossime scadenze. Due appuntamenti riguardano da vicino gli assestamenti interni del Centrodestra ma anche del Pd: le elezioni europee e le decisioni che la Corte costituzionale prenderà sulla legge statutaria. Un pronunciamento che potrebbe avere ripercussioni sul futuro della giunta Sarda. Il Centrodestra si metterà in moto martedì. Mariano Delogu e Claudia Lombardo, coordinatore regionale e vice del Pdl, si recheranno a Olbia per cercare di risolvere la crisi comunale e mettere pace tra Giovannelli e Nizzi. Inutile dire che nel Centrodestra molte attese sono concentrate su un altro martedì, il 21 aprile, quando la Corte costituzionale potrebbe bocciare la legge Statutaria: in quel caso salterebbe l'incompatibilità tra il mandato di assessore e la carica di consigliere regionale; un passo importante per i futuri assetti di una giunta che, al momento della formazione, si è dovuta misurare proprio con questo oastacolo. E da qui è scaturita una certa provvisorietà di alcuni assessorati. Più facile la partita per le candidature alle elezioni europee con Maddalena Calia, eurodeputato uscente, che potrebbe essere riconfermata. (Resta, però, da definire la collocazione nel collegio unico con la Sicilia che ha finora impedito l'elezione di sardi; la Calia, infatti, era subentrata, sul finire della legislatura in sostituzione di un altro parlamentare siciliano). Centrosinistra. Il commissario del Pd, Augusto Passoni, ha convocato per giovedì prossimo la direzione. Si deve affrontare il nodo delle elezioni europee. E anche in questo caso torna sulla scena «il caso Soru». Nel Pd sardo non è ancora chiaro il ruolo del movimento Sardegna Democratica, lanciato dall'ex governatore nelle scorse settimane a Sanluri e rimbalzano sempre più frequenti le voci di un pressing del Pd nazionale, e in particolare di Piero Fassino, per candidare Soru alle europee. L'ex presidente della Regione, però, è restio ad accettare un incarico simile: gli eventi richiedono una sua presenza fissa a Tiscali, tanto che nel presentare il suo movimento annunciò che avrebbe girato i paesi dell Sardegna solo nel week end. Il Pd è in cerca di riscatto e, nel collegio unico Sardegna-Sicilia, per essere eletti occorrono più di centomila voti: un monte di preferenze che nel Centrosinistra - è il ragionamento di Fassino - può essere raggiunto solo da Soru. Riformatori. Nei prossimi giorni in tutta la Sardegna compariranno i gazebo dei Riformatori sardi per una massiccia campagna a favore del referendum sulla legge elettorale «che ha tolto il diritto del cittadino di scegliere chi deve andare in parlamento».

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LA LEGGE 40 E LA FUGA PER LA LIBERTÀ (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

LA LEGGE 40 E LA FUGA PER LA LIBERTÀ La Corte Costituzionale ha dichiarato la parziale illegittimità della legge 40 sulla procreazione assistita, esprimendosi sul limite numerico dei tre embrioni previsti per un unico e contemporaneo impianto; e sul comma 3 nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni debba essere effettuato senza pregiudizio per la salute della donna. La Consulta interviene, così, su due dei punti più qualificanti e più contestati della normativa, evidenziandone il profilo di incostituzionalità. Non è mera questione di diritto: il tema è quello dei vincoli legislativi che dal 2004 a oggi hanno ridotto le nascite per fecondazione assistita del 2,78% (stante un aumento delle coppie che ricorrono a quella tecnica); hanno accresciuto le gravidanze multiple, dal 16% al 23%, con una percentuale di parti trigemini del 3,5% mentre in Europa è dello 0,8%; hanno indotto circa 4.000 coppie l'anno a recarsi all'estero per concepire un figlio, con un incremento del 200% (erano poco più di 1.000 prima dell'entrata in vigore della legge 40). Si manifesta, con ciò, un "turismo" (mai definizione fu più impropria) che trova origine nella sfera degli orientamenti personali in fatto di procreazione: ovvero la libertà di ricorrere alla scienza medica per avere un figlio, o per non averlo. Nel 2008 nel Canton Ticino sono stati fatti 682 aborti (+11,25% rispetto al 2007). Nel 33% dei casi le donne erano residenti "all'estero"; e quelle provenienti dall'Italia 221 (di cui 206 italiane e 5 straniere). Appena 5 anni prima, nel 2003, il "turismo" abortivo aveva interessato 78 donne. Le cause dell'incremento sono da rinvenirsi nella scarsa o difficile reperibilità, nel nostro paese, della Ru486; nelle politiche più rigorose di altri stati in materia di privacy; infine, in un'efficienza sanitaria altrimenti sconosciuta e nella presenza di un personale medico non tentato dall'obiezione di coscienza. Il ginecologo Silvio Viale dice al Corriere della Sera che una simile migrazione sanitaria è composta da persone che "preferiscono spendere da 400 a 600 euro oltre confine piuttosto che fare le code nei nostri consultori, dove c'è sempre qualcuno che ti può riconoscere o ricordarsi di te. E poi sono donne che non vogliono rischiare la corsa contro il tempo dei pochi ospedali che oggi importano l'Ru486. Dal momento della richiesta alla Francia, in genere, passano 4-5 giorni": basta un imprevisto per impedire l'interruzione della gravidanza tramite quella pillola. Come si vede, altro che "turismo": siamo in presenza, piuttosto, di un cercare soccorso, di un rifugiarsi altrove, di una sorta di "fuga per la libertà" (senza nemmeno Sergio Castellitto). Scrivere a info@innocentievasioni.net

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ROMA IL GOVERNO ha pochi giorni per decidere cosa fare sul referendum. Già nel... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

POLITICA pag. 13 ROMA IL GOVERNO ha pochi giorni per decidere cosa fare sul referendum. Già nel... ROMA IL GOVERNO ha pochi giorni per decidere cosa fare sul referendum. Già nel prossimo Consiglio dei ministri si dovrebbe sciogliere il nodo: se cioé accorpare, come ha invitato a riflettere Silvio Berlusconi, le elezioni amministrative ed europee alla consultazione popolare in un'unica data (6-7 giugno) per risparmiare. Oppure se, come sostiene la Lega, il referendum non dovrà tenersi contemporaneamente alle altre votazioni. In realtà, salvo interventi con decreti ad hoc, la legge 352 del 70 sull'indizione dei referendum parla chiaro: «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Cosa succederà, allora? Ci sono tre ipotesi in campo. Comitato referendario, Pd e Pdl premono per l'election day, che, secondo gli studiosi de Lavoce.info, potrebbe far risparmiare 400milioni. Fondi che potrebbero essere destinati all'Abruzzo (anche se il ministro Roberto Maroni sostiene che il risparmio sarebbe inferiore). La seconda via è di mediazione: un mini-accorpamento tra referendum e ballottaggi il 21 giugno, data che, per le ragioni suddette, imporrebbe un decreto ad hoc per correggere l'attuale norma e significherebbe risparmi minori rispetto alla prima possibilità. L'ipotesi caldeggiata dalla Lega consiste invece nel destinare il referendum al 14 giugno, così come previsto in origine.

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ugo bergamo. già sindaco e senatore, è membro del csm. candidato udc. (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 14 - Cronaca UGO BERGAMO. Già sindaco e senatore, è membro del Csm. Candidato Udc. UGO BERGAMO. Già sindaco e senatore, è membro del Csm. Candidato Udc.

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dopo le feste si parte con il taglio delle spese (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 14 - Cronaca «Dopo le feste si parte con il taglio delle spese» Mognato conferma la riduzione del 40 per cento dei fondi degli assessorati «Subito dopo le feste concluderemo le verifiche per la riduzione al 60 per cento di tutte le spese correnti di assessorati e direzioni, per cautelarci, così, rispetto al calo delle entrate. Avremo un occhio di riguardo solo per la spesa sociale, perché, soprattutto in questo momento, non è possibile penalizzare ulteriormente le fasce più deboli». Così l'assessore al Bilancio Michele Mognato fa il punto della situazione sui conti di Ca' Farsetti, confermando l'intenzione di non rispettare, di fatto, il Patto di stabilità interno per salvaguardare gli investimenti del Comune, utilizzando anche le risorse da alienazioni immobiliari. «Molti assessorati - conferma Vianello - hanno già inviato l'elenco delle spese da tagliare, da altri lo aspetto ancora. L'ultimo incontro sarà con l'assessorato alle Politiche sociali, proprio per la delicatezza della spesa in questo campo. Dal taglio, per motivi di elementare prudenza contabile, non si può derogare. Sulla percentuale di esso, in alcuni casi, si può discutere, proprio per tutelare i cittadini più deboli. Nessuno pensa certo di tagliare l'assistenza agli anziani». L'assessore alle Politiche sociali Sandro Simionato era stato tra i primi a mettere le mani avanti rispetto alla riduzione del 40 per cento delle spese, proprio per la difficoltà di farlo in questo settore, senza ridurre necessariamente l'assistenza. «Sul fronte delle entrate - spiega ancora Mognato - purtroppo non possiamo fare molto, perché Casinò, turismo e permessi di costruzione, sono i possibili canali e in questo momento tutti segnano il passo». Il Casinò ha già fatto sapere che non sarà in grado di rispettare la convenzione con il Comune che prevede di versare a Ca' Farsetti ogni anno 107 milioni di euro e potrebbe quest'anno fernarsi una decina di milioni più in basso. A giugno Mognato ha comunque già previsto una verifica sul taglio delle spese correnti, per vederese sarà possibile allentare il vincolo, ma intanto monitorerà la situazione. (e.t.) UGO BERGAMO. Già sindaco e senatore, è membro del Csm. Candidato Udc.

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Thailandia, salta il summit asiatico (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Thailandia, salta il summit asiatico le camicie rosse marciano contro il governo Tensioni internazionali: golpe alle Fiji, in Sri Lanka 100 mila civili ostaggi delle Tigri Tamil 1 MAROCCO. Proteste contro il muro costruito da Rabat tra i territori controllati dagli indipendentisti del Fronte Polisario e quelli sotto il controllo marocchino. Due i feriti. 2 ALGERIA. Le opposizioni denunciano brogli nelle elezioni che hanno visto la conferma del presidente in carica Abdelaziz Bouteflika il 90,24% dei voti. 3 NIGERIA. Violenze nel Delta del Niger, regione ricca di petrolio, nei primi nove mesi del 2008 oltre mille morti. 4 KENYA. Divisioni all'interno del governo, riforme mancate e proliferazione di gruppi armati. 5 MOLDOVA. Accuse di brogli elettorali. Oggi la Corte Costituzionale decide se riconteggiare i voti. 12/04/2009 6 GEORGIA. Oppositori in piazza per chiedere le dimissioni del presidente, Mikhail Saakashvili. 7 KURDISTAN. I ribelli del Pkk che da anni chiedono l'autonomia del sudest della Turchia hanno ucciso due soldati turchi. 8 IRAQ. Un nuovo attentato kamikaze ha provocato ieri 12 morti tra i soldati in fila davanti a una caserma per prendere lo stipendio. 9 THAILANDIA. Il vertice dell'Asea, che avrebbe dovuto tenersi a Pattaya è stato annullato per i disordini provocati dai manifestanti. 10. FIJI. Il leader golpista, Frank Bainimarama, è stato reinsediato alla guida di un governo provvisorio, dopo che un tribunale aveva giudicato illegittima il suo esecutivo nato dal pacifico golpe del 2006. 12/04/2009

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Election day sì o no? Pochi giorni per decidere (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Election day sì o no? Pochi giorni per decidere referendum Le diverse soluzioni possibili del governo: per risparmiare soldi e per evitare uno scontro frontale con la Lega 12/04/2009 ROMA. Dopo la pausa per le festività pasquali il governo dovrà decidere in pochi giorni cosa fare per la convocazione del referendum elettorale. Il tema dovrebbe essere in agenda nel prossimo Consiglio dei ministri. A complicare la situazione un nodo ancora irrisolto all'interno della maggioranza, vista la contrarietà della Lega Nord all'election day, l'accorpamento cioè delle elezioni amministrative ed europee con la consultazione popolare da tenere sabato 6 e domenica 7 giugno. In realtà, salvo interventi con decreti ad hoc, parla chiaro. L'articolo 34 della legge 352 stabilisce infatti che «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Diverse sono dunque le ipotesi che il governo ha di fronte nel caso si volesse evitare una tripla tornata elettorale. Election day. Il premier Silvio Berlusconi ha invitato gli alleati a riflettere sull'ipotesi di accorpare le diverse consultazioni elettorali. Un ipotesi, sottolineano dal Pd e dal comitato referendario, che permetterebbe al governo di destinare 400 milioni di euro all'emergenza terremoto, una cifra contestata però dal Carroccio da sempre contrario all'accorpamento delle consultazioni elettorali. Il tema rischia dunque di aumentare le tensioni con la Lega Nord dopo lo scontro sul decreto sicurezza. Referendum 21 giugno. È questa la mediazione a cui si potrebbe giungere tra il Pdl e la Lega. Si tratta di un mini accorpamentoperché la data del referendum andrebbe a coincidere con il secondo turno dei ballottaggi per le elezioni amministrative. Se il governo decidesse di procedere in questa direzione dovrebbe però emanare un decreto ad hoc per correggere la legge visto che il termine ultimo per la consultazione referendaria è fissato al 15 giugno. Un no secco all'ipotesi arriva dal comitato referendario così come esponenti del Pd perché la soluzione porterebbe pochi risparmi in termini economici. Referendum 14 giugno. È la data prevista per il voto nel caso in cui il governo dovesse emanare il decreto nei termini stabiliti. Per gli elettori il rischio è però di dover andare a votare tre domeniche di seguito: il 7 giugno per il primo turno delle amministrative e per le europee; il 14 giugno consultazione referendaria e il 21 giugno per i ballottaggi. 12/04/2009

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lezione di cordero sulla procedura penale (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 7 - Pisa Lezione di Cordero sulla procedura penale Ne ripercorre le tappe in un intreccio con la sua vita professionale e umana PISA. Il professor Franco Cordero, uno dei padri della procedura penale italiana, ha tenuto una lezione ai giuristi pisani al polo Carmignani, tenendoli incollati alla sedia per tre ore. Nella sua conferenza intitolata "Storie di procedure, un'autobiografia processual penalistica", l'avvocato Cordero ha ripercorso la storia della sua vita professionale ed umana che si è intrecciata e sviluppata con la storia della procedura penale stessa. Da materia di corredo delle discipline giuridiche nei primi anni universitari del professore, la procedura ha piano piano conquistato importanza sia in campo accademico che nelle aule di tribunale diventando oggi protagonista di capovolgimenti di sentenze. «Negli ultimi tempi per il legislatore è diventato più semplice modificare le norme del codice di procedura penale piuttosto che fare leggi», ha commentato il professore torinese. «Apportando qualche cambiamento alla procedura - ha aggiunto l'illustre ospite delle Camere penali di Pisa presiedute dall'avvocato Ezio Menzione - si può rivoluzionare l'andamento di un processo». Il professore non ha lesinato esempi e attacchi ai governanti italiani «che legiferano in modo da pilotare i processi e rendere certa la propria assoluzione». Del resto Cordero non si è mai sottratto ad alcun confronto ed ha sempre combattuto battaglie di principio senza timori reverenziali e forte della sua approfondita conoscenza del diritto. Così l'autore di centinaia di articoli e libri non solo di carattere giuridico, il coniatore dell'appellativo "Caimano", ripreso dal regista Nanni Moretti, vede nel presidente Berlusconi per ora l'ultimo dei suoi avversari. Nel 1972, infatti, l'editorialista di Repubblica ha affrontato la sua prima battaglia processuale, andando davanti alla Corte Costituzionale pur di difendere il suo diritto di insegnare in una facoltà cattolica senza essere un credente. Dopo anni di battaglia, però, il professore perderà e non potrà più insegnare Filosofia del diritto nelle aule dell'università Cattolica di Milano. Lascerà in eredità la storica sentenza della Corte costituzionale n. 195/1972 e un pamphlet riassuntivo della vicenda, "Lettera a monsignore". Agli avvocati, giudici di pace e professori pisani venuti ad ascoltarlo, il professore ha ribadito, tra gli altri insegnamenti, che "La buona procedura non dà nell'occhio". Forse è proprio per questo amore della linearità, chiarezza e purezza della materia che Cordero ha dedicato la sua vita professionale più all'insegnamento e studio della procedura che all'arena dei tribunali in cui è entrato da avvocato, per meno di 10 anni, da insegnante, inspiratore e difensore dei principi, da una vita. V.V.

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Thailandia, scatenate: salta il vertice (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Thailandia, «camicie rosse» scatenate: salta il vertice --> Domenica 12 Aprile 2009 SOCIETA, pagina 13 e-mail print La «marea rossa» in piazza a Bangkok foto LaPresse BANGKOKFolle colorate che chiedono le dimissioni del governo, scontri tra opposte fazioni e con le Forze dell'ordine, una nazione spaccata: l'instabilità che la Thailandia sperava di essersi lasciata alle spalle è tornata ieri, con scene che hanno ricordato la «presa» dei due aeroporti di Bangkok. A Pattaya, un vertice di 16 Paesi asiatici è stato cancellato in seguito all'irruzione di un migliaio di «camicie rosse», sostenitori dell'ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, nell'hotel che avrebbe dovuto ospitare il summit. I leader stranieri sono già ripartiti in elicottero e in città è ritornata la calma, tanto che lo stato di emergenza dichiarato in mattinata dal premier Abhisit Vejjajiva è stato revocato in serata. La protesta ha preso le autorità alla sprovvista: pur continuando a chiedere nuove elezioni, venerdì gli oppositori avevano accettato di sospendere le manifestazioni nella località turistica a 140 chilometri da Bangkok, facendo intendere di essere disponibili a un compromesso. Tuttavia, rinvigoriti dai rinforzi arrivati nella notte dalla capitale, ieri mattina migliaia di attivisti hanno fatto rotta verso il complesso che attendeva l'arrivo dei leader dei Paesi dell'Asean (sud-est asiatico) oltre a quelli di Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Australia e Nuova Zelanda. Un gruppo di «camicie blu», movimento finora sconosciuto e subito accusato dai leader delle «camicie rosse» di essere una milizia governativa, ha cercato di sbarrare loro la strada: gli scontri hanno provocato una decina di feriti. Ma la marea rossa, numericamente superiore, è riuscita comunque a raggiungere il resort. A forza di premere è riuscita a sfondare il cordone di sicurezza e la vetrata dell'ingresso, riversandosi poi nell'edificio. A quel punto i politici sono stati fatti partire in tutta fretta in elicottero dal tetto dell'edificio e il vertice è stato rinviato a data da destinarsi. È la seconda volta che succede: gli incontri, organizzati per discutere il rilancio delle economie asiatiche, erano inizialmente programmati per lo scorso dicembre, ma erano stati posticipati a causa della rivolta delle «camicie gialle» del Pad (Alleanza popolare per la democrazia) che avevano tra l'altro occupato e bloccato gli aeroporti. Quelle proteste erano terminate con l'intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Successivamente, grazie a un ribaltone parlamentare, è nato l'esecutivo di Abhisit. E le «camicie rosse», che si ritengono defraudate, hanno iniziato una nuova campagna di proteste. Per Abhisit, che aveva coltivato un'immagine di leader pacato e capace di riportare stabilità, la cancellazione del summit è un grave smacco. Il primo ministro ha spiegato che i leader stranieri «hanno compreso» la situazione, ma è chiaro che l'immagine della Thailandia ne uscirà ulteriormente danneggiata. Alessandro Ursic 12/04/2009 nascosto-->

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BANGKOK - Folle colorate che chiedono le dimissioni del governo, scontri tra opposte fazioni e con l... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Domenica 12 Aprile 2009 Chiudi BANGKOK - Folle colorate che chiedono le dimissioni del governo, scontri tra opposte fazioni e con le forze dell'ordine, una nazione spaccata: l'instabilità che la Thailandia sperava di essersi lasciata alle spalle è tornata ieri, con scene che hanno ricordato la "presa" dei due aeroporti di Bangkok. A Pattaya, un vertice di sedici Paesi asiatici è stato cancellato in seguito all'irruzione di un migliaio di "camicie rosse", sostenitori dell'ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, nell'hotel che avrebbe dovuto ospitare il summit. I leader stranieri sono fuggiti in elicottero dopo essere saliti sul tetto. La protesta ha preso le autorità alla sprovvista: pur continuando a chiedere nuove elezioni, ieri gli oppositori avevano accettato di sospendere le manifestazioni nella località turistica a 140 chilometri da Bangkok, facendo intendere di essere disponibili a un compromesso. Tuttavia, rinvigoriti dai rinforzi arrivati nella notte dalla capitale, migliaia di attivisti hanno fatto rotta verso il complesso che attendeva l'arrivo dei leader dei Paesi dell'Asean (sud-est asiatico) oltre a quelli di Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Australia e Nuova Zelanda. Un gruppo di "camicie blu", movimento finora sconosciuto e subito accusato dai leader delle "camicie rosse" di essere una milizia governativa, ha cercato di sbarrare loro la strada: gli scontri hanno provocato una decina di feriti. Ma la marea rossa, numericamente superiore, è riuscita comunque a sfondare il cordone di sicurezza e la vetrata dell'ingresso, irrompendo nell'edificio. A quel punto i politici sono stati fatti partire in tutta fretta in elicottero dal tetto dell'edificio e il vertice è stato rinviato. È la seconda volta che succede: gli incontri, organizzati per discutere il rilancio delle economie asiatiche, erano inizialmente programmati per lo scorso dicembre, ma erano stati posticipati a causa della rivolta delle "camicie gialle" del Pad (Alleanza popolare per la democrazia) che avevano tra l'altro occupato e bloccato gli aeroporti. Quelle proteste erano terminate con l'intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Successivamente, grazie a un ribaltone parlamentare, è nato l'esecutivo di Abhisit. E le "camicie rosse", che si ritengono defraudate, hanno iniziato una nuova campagna di proteste. Per Abhisit, che aveva coltivato un'immagine di leader pacato e capace di riportare stabilità, la cancellazione del summit è un grave smacco. Il primo ministro ha spiegato che i leader stranieri «hanno compreso» la situazione, ma è chiaro che l'immagine della Thailandia ne uscirà ulteriormente danneggiata.

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La Gioielleria Paci invia una memoria alla Corte dei Conti (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Prato)" del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nazione, La (Prato))

Argomenti: Giustizia

CRONACA PRATO pag. 6 La Gioielleria Paci invia una memoria alla Corte dei Conti L'ESPROPRIO CONTESTATO NELL'AREA MULTISALA GIOELLERIA PACI e esproprio per la strada di accesso alla Multisala: la titolare del negozio, forte della bocciatura della commissione Urbanistica chiede ai consiglieri comunali di non approvare la delibera e invia un documento integrativo anche alla Corte dei Conti. Dovrebbe essere discussa giovedì prossimo o nell'ultima seduta di questa legislatura una delibera che, in caso di approvazione, consentirebbe il collegamento tra viale Allende e Via Tobbianese e che, con una modifica ad hoc alla convezione fra Comune e Oasis, permetterebbe l'apertura della Multisala anche senza la realizzazione della nuova strada. Così Giulia Paci, la titolare dell'ultimo piccolo negozio rimasto in piedi in zona Multisala, ha messo nero su bianco alcune considerazioni e le ha inviate ai consiglieri e al procuratore della Corte dei Conti. Innanzitutto la Paci fa notare che i differenti tempi riscontrati nell'azione della pubblica amministrazione: «Sono quasi tre anni che nessuno ci ha fatto una giusta proposta, mentre solo dopo tre mesi e mezzo il Comune dà risposta affermativa per modificare la delibera 98 alla Oasis si legge nel documento della Paci anche dopo la richiesta della Circoscrizione Sud nessuna garanzia integrativa per l'acquisto dell'immobile è stata domandata alla Oasis: senza garanzie il Comune potrebbe subire un danno erariale di oltre 2 milioni di euro, se come stabilisce una sentenza della Corte Costituzionale l'esproprio fosse valutato al reale valore di mercato». Infine si evidenziano nel documento forti perplessità sui criteri di valutazione economica: «Il 5 ottobre ci viene fatta una proposta scandalosa ad opera del tecnico dell'Oasis: ma perché il valore di esproprio lo deve fissare il soggetto che ha l'obbligo per legge di pagarlo? Perché il Comune fa propria l'offerta e non formula l'offerta in base alle proprie valutazioni (1.028.000 euro) ben lontana dai miseri 463.541?» si chiede infine la Paci Filippo Federighi Image: 20090412/foto/6844.jpg

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Bangkok, si infiamma la rivolta (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Esteri Pagina 115 Thailandia. I leader del summit costretti a fuggire in elicottero. Duri scontri fra manifestanti e polizia Bangkok, si infiamma la rivolta Thailandia.. I leader del summit costretti a fuggire in elicottero. Duri scontri fra manifestanti e polizia Le Camicie Rosse bloccano il vertice asiatico --> Le Camicie Rosse bloccano il vertice asiatico Il vertice dei sedici Paesi asiatici è stato cancellato in seguito all'irruzione dei sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra. BANGKOK Folle colorate che chiedono le dimissioni del governo, scontri tra opposte fazioni e con le forze dell'ordine, una nazione spaccata: l'instabilità che la Thailandia sperava di essersi lasciata alle spalle è tornata ieri. A Pattaya, un vertice di sedici Paesi asiatici è stato cancellato in seguito all'irruzione di un migliaio di Camicie Rosse, sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra, nell'hotel che avrebbe dovuto ospitare il summit. I leader stranieri sono ripartiti in elicottero e in città è ritornata la calma, tanto che lo stato di emergenza dichiarato ieri in mattinata dal premier Abhisit Vejjajiva è stato revocato. LA RIVOLTA La protesta ha preso le autorità alla sprovvista: venerdì gli oppositori avevano accettato di sospendere le manifestazioni nella località turistica a 140 chilometri da Bangkok, facendo intendere di essere disponibili a un compromesso. Tuttavia, rinvigoriti dai rinforzi arrivati nella notte dalla capitale, ieri migliaia di attivisti hanno fatto rotta verso il complesso che attendeva l'arrivo dei leader dei Paesi dell'Asean (sud-est asiatico) oltre a quelli di Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Australia e Nuova Zelanda. CAMICIE BLU Un gruppo di Camicie Blu, movimento finora sconosciuto e subito accusato dai leader delle Camicie Rosse di essere una milizia governativa, ha cercato di sbarrare loro la strada: gli scontri hanno provocato una decina di feriti. Ma la marea rossa, numericamente superiore, è riuscita comunque a raggiungere il resort. A forza di premere è riuscita a sfondare il cordone di sicurezza e la vetrata dell'ingresso, riversandosi poi nell'edificio. A quel punto i politici sono stati fatti partire in tutta fretta in elicottero dal tetto dell'edificio e il vertice è stato rinviato. IL PRECEDENTE È la seconda volta che succede: gli incontri, organizzati per discutere il rilancio delle economie asiatiche, erano inizialmente programmati per lo scorso dicembre, ma erano stati posticipati a causa della rivolta delle Camicie Gialle del Pad (Alleanza popolare per la democrazia) che avevano tra l'altro occupato gli aeroporti. Quelle proteste erano terminate con l'intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Successivamente, grazie a un ribaltone parlamentare, è nato l'esecutivo di Abhisit. E le Camicie Rosse, che si ritengono defraudate, hanno iniziato una campagna di proteste.

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ROMA IL GOVERNO ha pochi giorni per decidere cosa fare sul referendum. Già nel... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 12-04-2009)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Milano))

Argomenti: Giustizia

POLITICA pag. 15 ROMA IL GOVERNO ha pochi giorni per decidere cosa fare sul referendum. Già nel... ROMA IL GOVERNO ha pochi giorni per decidere cosa fare sul referendum. Già nel prossimo Consiglio dei ministri si dovrebbe sciogliere il nodo: se cioé accorpare, come ha invitato a riflettere Silvio Berlusconi, le elezioni amministrative ed europee alla consultazione popolare in un'unica data (6-7 giugno) per risparmiare. Oppure se, come sostiene la Lega, il referendum non dovrà tenersi contemporaneamente alle altre votazioni. In realtà, salvo interventi con decreti ad hoc, la legge 352 del 70 sull'indizione dei referendum parla chiaro: «ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno». Cosa succederà, allora? Ci sono tre ipotesi in campo. Comitato referendario, Pd e Pdl premono per l'election day, che, secondo gli studiosi de Lavoce.info, potrebbe far risparmiare 400milioni. Fondi che potrebbero essere destinati all'Abruzzo (anche se il ministro Roberto Maroni sostiene che il risparmio sarebbe inferiore). La seconda via è di mediazione: un mini-accorpamento tra referendum e ballottaggi il 21 giugno, data che, per le ragioni suddette, imporrebbe un decreto ad hoc per correggere l'attuale norma e significherebbe risparmi minori rispetto alla prima possibilità. L'ipotesi caldeggiata dalla Lega consiste invece nel destinare il referendum al 14 giugno, così come previsto in origine.

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L'autorità del Cavaliere... (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 88 del 2009-04-12 pagina 0 L’autorità del Cavaliere oltre un governo dai poteri limitati di Gianni Baget Bozzo Finora l'esecutivo era stato la Cenerentola delle istituzioni. Il contrario di quanto accade all'estero. La Lega tende ad agire unilateralmente. E la maggioranza è davvero all'altezza del suo leader? Secondo una celebre battuta attribuita a Benito Mussolini, governare gli italiani non è impossibile ma è inutile. Dopo tanti paragoni tra Berlusconi e Mussolini, sembra ora evidente che le due storie si diversificano radicalmente. Berlusconi accetta di governare l'Italia con la sua maggioranza quando la sfida della realtà va oltre le liturgie istituzionali della nostra Repubblica. Il governo affronta a livello nazionale, come accade a tutti i governi, una crisi che è mondiale senza che esista un governo mondiale. Sui governi nazionali cadono quindi responsabilità che vanno oltre il diritto vigente e soprattutto le consuetudini che su quel diritto si sono fondate. Il potere dei governi nazionali è stato eroso sia a profitto delle istituzioni internazionali e, nel nostro caso europee, sia a quello delle istituzioni locali. Sicché la sfida eccezionale è affrontata con poteri diminuiti e, nel nostro Paese, dove il governo è la Cenerentola delle istituzioni, affrontare la crisi sotto il peso di esorbitanti istituzioni di garanzia, diviene una sfida ancora più complessa che negli altri Paesi. Il presidente del Consiglio chiede al Parlamento di consentirgli quei poteri che hanno i primi ministri in tutti i Paesi a regime parlamentare e, ovviamente, molto minori di quelli del presidente della Repubblica nei regimi presidenziali. Un governo di unità nazionale non avrebbe oggi più forza, dato il clima di conflitto civile che percorre tutta la sinistra incalzata da Di Pietro e logorata dalle sue divisioni ideologiche: non avrebbe più autorità del governo Berlusconi. è stato scritto che lo «Stato c'è». Non a caso questa espressione è stata calcata sul modello di quella che afferma: «Silvio c'è». La coalizione berlusconiana di centrodestra assume il governo del Paese in una situazione che il disastro aquilano rende ancora più grave. La sua potenza di distruzione supera quella degli altri terremoti. Ma l'Aquila è una città della storia e ridarle vita sfida l'essenza della nazione. Berlusconi non si è sottratto alla sfida di governare e ha dato all'intervento del governo una dimensione personale, ha aggiunto di suo una autorità che purtroppo il governo italiano ha perduto come potere istituzionale. E quello che Silvio chiede è di dare al governo il rilievo che la prassi costituzionale gli ha negato a vantaggio del capo dello Stato, della presidenza delle Camere, della Corte costituzionale. Si pone anche il problema se la maggioranza sia all'altezza del suo leader. Infine è lui, e non la maggioranza, che è stato investita dalla fiducia degli italiani. Un incidente parlamentare creato, come pare, dai deputati del Pdl, può essere politicamente spiegato con l'unilateralità che la Lega imprime alla sua «delegazione» al governo, al suo farsi parte per se stessa per conseguire più voti alle elezioni europee e amministrative. La Lega deve dire, di fronte alla sfida dell'economia e dell'Abruzzo, se la Padania è una espressione geografica o se configura ancora uno scisma dell'unità della nazione. Ma il presidente della Camera dovrà comprendere che la necessità della grande crisi non si affronta con le consuetudini parlamentari e che il compito del Parlamento è in primo luogo quello di essere responsabile innanzi al popolo acconsentendo a quello che il popolo chiede: un governo che corrisponda al sentimento dell'unità della nazione e che esprima quel coraggio che i soccorritori dei terremotati dell'Aquila hanno così esemplarmente donato al Paese. Per questo, innanzi alla sfida aquilana, Berlusconi ha riproposto il suo problema: perché il governo possa governare occorre che il Quirinale e le Camere consentano al governo di essere quello che è. Esso non è la parte «dignificata» del paese ma è la parte «efficiente», per usare una celebre distinzione che risale a due secoli fa, pronunciata dal fondatore dell'Economist. è «l'efficienza» dello Stato. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Thailandia. Irruzione nell'hotel, salta il vertice (sezione: Giustizia)

( da "AmericaOggi Online" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Thailandia. Irruzione nell'hotel, salta il vertice Di Alessandro Ursic 12-04-2009 BANGKOK. Folle colorate che chiedono le dimissioni del governo, scontri tra opposte fazioni e con le forze dell'ordine, una nazione spaccata: l'instabilità che la Thailandia sperava di essersi lasciata alle spalle è tornata ieri, con scene che hanno ricordato la "presa" dei due aeroporti di Bangkok. A Pattaya, un vertice di sedici Paesi asiatici è stato cancellato in seguito all'irruzione di un migliaio di "camicie rosse", sostenitori dell'ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, nell'hotel che avrebbe dovuto ospitare il summit. I leader stranieri sono già ripartiti in elicottero e in città è ritornata la calma, tanto che lo stato di emergenza dichiarato in mattinata dal premier Abhisit Vejjajiva è stato revocato in serata. La protesta ha preso le autorità alla sprovvista: pur continuando a chiedere nuove elezioni, venerdì gli oppositori avevano accettato di sospendere le manifestazioni nella località turistica a 140 chilometri da Bangkok, facendo intendere di essere disponibili a un compromesso. Tuttavia, rinvigoriti dai rinforzi arrivati nella notte dalla capitale, ieri mattina migliaia di attivisti hanno fatto rotta verso il complesso che attendeva l'arrivo dei leader dei Paesi dell'Asean (sud-est asiatico) oltre a quelli di Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Australia e Nuova Zelanda. Un gruppo di "camicie blu", movimento finora sconosciuto e subito accusato dai leader delle "camicie rosse" di essere una milizia governativa, ha cercato di sbarrare loro la strada: gli scontri hanno provocato una decina di feriti. Ma la marea rossa, numericamente superiore, è riuscita comunque a raggiungere il resort. A forza di premere è riuscita a sfondare il cordone di sicurezza e la vetrata dell'ingresso, riversandosi poi nell'edificio. A quel punto i politici sono stati fatti partire in tutta fretta in elicottero dal tetto dell'edificio e il vertice è stato rinviato a data da destinarsi. È la seconda volta che succede: gli incontri, organizzati per discutere il rilancio delle economie asiatiche, erano inizialmente programmati per lo scorso dicembre, ma erano stati posticipati a causa della rivolta delle "camicie gialle" del Pad (Alleanza popolare per la democrazia) che avevano tra l'altro occupato e bloccato gli aeroporti. Quelle proteste erano terminate con l'intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Successivamente, grazie a un ribaltone parlamentare, è nato l'esecutivo di Abhisit. E le "camicie rosse", che si ritengono defraudate, hanno iniziato una nuova campagna di proteste. Per Abhisit, che aveva coltivato un'immagine di leader pacato e capace di riportare stabilità, la cancellazione del summit è un grave smacco. Il primo ministro ha spiegato che i leader stranieri "hanno compreso" la situazione, ma è chiaro che l'immagine della Thailandia ne uscirà ulteriormente danneggiata. Il settore turistico, già piegato dalle azioni del Pad, teme un nuovo contraccolpo. Proprio in coincidenza del ponte del Songkran, l'anno nuovo thailandese, a Pattaya si segnala già un'ondata di cancellazioni di prenotazioni. Mentre migliaia di "camicie rosse" sono già tornate ai loro bivacchi presso la sede del governo, a Bangkok, i loro leader non nascondono la soddisfazione. Ma l'escalation delle proteste, che ricalca l'esempio dei rivali "gialli", rischia di renderli antipatici agli occhi di molti cittadini comuni. Almeno così spera Abhisit, che ha già espresso il suo disappunto, lasciando intuire un cambiamento di atteggiamento: "Chiunque dichiari vittoria per una sconfitta nazionale è un nemico della nazione. D'ora in poi, non permetterò che nessuno influenzi in tal modo il nostro Paese" ha affermato.

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Referendum, pochi giorni per la data (sezione: Giustizia)

( da "Corriere Adriatico" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Referendum, pochi giorni per la data La legge prevede il voto entro il 15 giugno. La Lega Nord resta contraria all'election day Roma Dopo la pausa per le festività pasquali il governo dovrà decidere in pochi giorni cosa fare per la convocazione del referendum elettorale. Il tema dovrebbe essere in agenda nel prossimo Consiglio dei ministri. A complicare la situazione un nodo ancora irrisolto all'interno della maggioranza, vista la contrarietà della Lega Nord all'election day, l'accorpamento cioè delle elezioni amministrative ed Europee con la consultazione popolare da tenere sabato 6 e domenica 7 giugno. In realtà, salvo interventi con decreti ad hoc, la legge 352 del 1970 sull'indizione dei referendum parla chiaro. L'articolo 34 stabilisce infatti che "ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile e 15 giugno". Diverse sono dunque le ipotesi che il governo ha di fronte nel caso si volesse evitare una tripla tornata elettorale. Election day Il premier Silvio Berlusconi ha invitato gli alleati a riflettere sull'ipotesi di accorpare le diverse consultazioni elettorali di giugno. Un ipotesi, sottolineano dal Partito Democratico e dal comitato referendario, che permetterebbe al governo di destinare 400 milioni di euro all'emergenza terremoto in Abruzzo, una cifra contestata però dal Carroccio da sempre contrario all'accorpamento delle consultazioni elettorali. Il tema rischia dunque di aumentare le tensioni con la Lega Nord dopo lo scontro sul decreto sicurezza. Referendum il 21 giugno E' questa la mediazione a cui si potrebbe giungere tra il Pdl e la Lega. Si tratta di un "mini accorpamento" perchè la data del referendum andrebbe a coincidere con il secondo turno dei ballottaggi per le elezioni amministrative. Se il governo decidesse di procedere in questa direzione dovrebbe però emanare un decreto ad hoc per correggere la legge attuale visto che il termine ultimo per la consultazione referendaria è fissato al 15 giugno. Un no secco all'ipotesi arriva dal comitato referendario così come esponenti del Pd perchè la soluzione porterebbe pochi risparmi in termini economici. Referendum il 14 giugno E' la data prevista per il voto nel caso in cui il governo dovesse emanare il decreto nei termini stabiliti. Per gli elettori il rischio è però di dover andare a votare per tre domeniche di seguito: il 7 giugno per il primo turno delle amministrative e per le elezioni europee; il 14 giugno consultazione referendaria e il 21 giugno per i ballottaggi. YASMIN INANGIRAY,

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Oppositori in piazza in Moldavia come in Georgia (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Oppositori in piazza in Moldavia come in Georgia Domenica 12 Aprile 2009, Chisinau La Corte costituzionale di Chisinau ha rinviato ad oggi l'udienza sulla richiesta del presidente moldavo Vladimir Voronin di ricontare i voti delle elezioni di domenica 5 aprile, vinte dal Partito comunista filorusso e contestate aspramente dall'opposizione filoccidentale. Non ci sono precedenti di un riconteggio in Moldavia (o Moldova) da quando dichiarò l'indipendenza nel 1991 dalla disciolta Urss. L'opposizione ha ottenuto il riconteggio dopo dure contestazioni di piazza che martedì sono degenerate in scontri e violenze (morta una donna). Il governo filorusso accusa Bucarest - lingua e tradizioni della maggioranza dei moldavi sono affini a quelle romene - di aver sobillato i manifestanti per favorire un colpo di Stato. Oggi è prevista una nuova protesta di piazza dell'opposizione per la liberazione di decine di manifestanti arrestati nei disordini. A Tbilisi intanto l'opposizione è scesa in piazza ieri, per il terzo giorno, chiedendo a gran voce le dimissioni del presidente georgiano Michail Saakashvili. Dai 50-60mila manifestanti di giovedì e dai 25 mila di venerdì, ieri erano scesi a 15 mila. «Misha, vattene!» era lo slogan più «gettonato» dai dimostranti che hanno sfidato pioggia e freddo, riunendosi sulla spianata davanti al parlamento, sotto la sede della tv pubblica e intorno alla residenza di Saakashvili, paralizzando il traffico nel centro della capitale. Saakashvili - che ha detto che non intende ritirarsi fino al 2013 - è stato portato al potere nel 2003 dalla "rivoluzione delle rose" democratica, ma ora i georgiani filo-europei gli imputano la condotta disastrosa della guerra contro i russi l'estate scorsa, autoritarismo e incapacità di affrontare la crisi economica.

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Statisti in fuga tra le contestazioni (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Statisti in fuga tra le contestazioni Il governo thailandese minimizza lo smacco. Esultano i sostenitori dell'ex premier esiliato Domenica 12 Aprile 2009, Bangkok Folle colorate che chiedono le dimissioni del governo, scontri tra opposte fazioni e con le forze dell'ordine, una nazione spaccata: l'instabilità che la Thailandia sperava di essersi lasciata alle spalle è tornata ieri con scene che hanno ricordato la «presa» dei due aeroporti di Bangkok. A Pattaya un vertice di sedici Paesi asiatici è stato annullato a causa dell'irruzione di un migliaio di «camicie rosse», sostenitori dell'ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, nell'hotel che avrebbe dovuto ospitare il summit. Dopo che i leader stranieri sono ripartiti in elicottero, in città è ritornata la calma, e lo stato di emergenza dichiarato in mattinata dal premier Abhisit Vejjajiva è stato revocato in serata. La protesta ha preso le autorità alla sprovvista: pur continuando a chiedere nuove elezioni, gli oppositori avevano accettato di sospendere le proteste nella località turistica a 140 km. da Bangkok, facendo balenare la possibilità di un compromesso. Tuttavia, rinvigoriti dai rinforzi arrivati nella notte dalla capitale, ieri mattina migliaia di attivisti hanno fatto rotta verso il lussuoso complesso che attendeva l'arrivo dei leader dei Paesi dell'Asean (sud-est asiatico) oltre a quelli di Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Australia e Nuova Zelanda. Un gruppo di «camicie blu», movimento finora sconosciuto e subito accusato dai leader delle «camicie rosse» di essere una contro-milizia filogovernativa, ha cercato di sbarrare loro la strada: gli scontri hanno provocato una decina di feriti. Ma la marea rossa, numericamente superiore, è riuscita a raggiungere l'hotel. A forza di premere è riuscita a sfondare il cordone di sicurezza e la vetrata dell'ingresso, riversandosi poi nell'edificio. A quel punto i politici sono stati fatti partire in tutta fretta in elicottero dal tetto dell'edificio e il vertice è stato rinviato a data da destinarsi. È la seconda volta che succede: gli incontri, organizzati per discutere il rilancio delle economie asiatiche, erano inizialmente programmati per lo scorso dicembre, ma erano stati posticipati a causa della rivolta delle «camicie gialle» del Pad (Alleanza popolare per la democrazia) che avevano tra l'altro occupato e bloccato gli aeroporti. Quelle proteste erano terminate con l'intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Poi, con un ribaltone parlamentare, è nato l'esecutivo di Abhisit. E le «camicie rosse», che si ritengono defraudate hanno iniziato una nuova campagna di proteste. Per Abhisit, che aveva coltivato un'immagine di leader pacato e capace di riportare stabilità, la cancellazione del summit è un grave smacco. Il premier ha spiegato che i leader stranieri «hanno compreso» la situazione, ma è chiaro che l'immagine della Thailandia ne uscirà ancor più danneggiata. Il settore turistico teme nuovi contraccolpi. Proprio in coincidenza del ponte del Songkran, l'anno nuovo thailandese, a Pattaya si segnala già un'ondata di prenotazioni cancellate. Migliaia di «camicie rosse» sono già tornate ai loro bivacchi presso la sede del governo, a Bangkok e i loro leader non nascondono la soddisfazion, malgrado il crescente risentimento verso di loro di molti thailandesi.

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Marino e la Imbergamo tornanoin corsa per un posto alla Dna (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

dopo la rinuncia di fici Marino e la Imbergamo tornano in corsa per un posto alla Dna Tornano in corsa per un posto alla Direzione nazionale antimafia, due magistrati che attualmente prestano servizio al Palazzo di giustizia di Caltanissetta. Si tratta di Franca Imbergano, sostituto procuratore generale e di Nicolò Marino in servizio alla Direzione distrettuale antimafia. La Imbergamo e Marino sono tornati in lizza dopo la rinuncia al posto di sostituto alla Procura nazionale antimafia il pm di Palermo Giuseppe Fici, che la terza commissione del Csm aveva proposto a maggioranza fra i 6 magistrati che faranno parte della Dna. "Sarebbe stata un'occasione professionale - dice Fici - ma a causa di motivi personali sono costretto a fare un passo indietro". Fici ha già inviato al Csm la lettera in cui revoca. Adesso la commissione deve rifare una nuova proposta per indicare al plenum il sesto magistrato. A maggioranza erano stati proposti Diana De Martino (Magistratura indipendente), pm a Roma; Carlo Caponcello (Unicost), giudice a Catania; Maria Vittoria De Simone (Unicost), gip a Napoli; Giovanni Russo (Mi), ex consulente della Commissione antimafia e Anna Canepa (Magistratura democratica), ex pm a Genova e attualmente in servizio alla Procura di Gela. Erano rimasti fuori altri candidati che si sono sempre distinti per le tante inchieste antimafia che hanno coordinato, e fra questi in commissione non hanno avuto la maggioranza pm come Maurizio De Lucia (Dda Palermo) e, appunto, Franca Imbergamo (ex pm Palermo) e Nicolò Marino (Dda Caltanissetta).

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Posto in Procura nazionaleil pm Fici revoca domanda (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

lettera al csm Posto in Procura nazionale il pm Fici revoca domanda Gli agenti dell'ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, hanno arrestato un pregiudicato responsabile di una tentata rapina ai danni del supermercato Marotta di piazza Generale Cascino. In manette è finito Danilo D., 20 anni, autore di un violento raid. Il giovane ha fatto ingresso nel supermercato quando il titolare del discount stava trasferendo l'introito giornaliero dalle casse continue alla cassaforte di una stanza adiacente. Il gestore è stato raggiunto nella sua stanza dal malvivente che gli intimava la consegna della somma di denaro. L'inattesa resistenza del titolare, sostenuto anche da un dipendente, ha fatto desistere il pregiudicato dal suo intento, dandosi alla fuga danneggiando articoli e scaffali del supermercato.

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Moldavia, la Corte Costituzionale ordina il riconteggio dei voti (sezione: Giustizia)

( da "Rai News 24" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma | 12 aprile 2009 Moldavia, la Corte Costituzionale ordina il riconteggio dei voti Proteste a Chisinau Dopo le massicce proteste di piazza dell'opposizione che contestava la vittoria dei comunisti alle elezioni del 5 aprile, la Corte Costituzionale moldava ha accolto la richiesta del presidente Vladimir Voronin di ricontare i voti. Era questa la richiesta avanzata dall'opposizione anticomunista e a cui Voronin aveva ceduto dopo i disordini avvenuti nella capitale Chisinau. Nelle manifestazioni e' morta una donna, mentre oggi e' deceduto un uomo a causa delle ferite riportate nei giorni scorsi. "La Corte Costituzionale ordina alla Commissione elettorale centrale di ricontare entro nove giorni tutte le schede delle elezioni del 5 aprile", ha detto il presidente della Corte, Dumitru Pubelere.

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Moldova: sì a riconteggio dei voti (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 12-04-2009)

Argomenti: Giustizia

A Pasqua ancora 10 mila persone in piazza a Chisinau Moldova: sì a riconteggio dei voti Morto un manifestante nei giorni scorsi. I parenti: è stata la polizia. Le autorità: colpa dei gas lacrimogeni CHISINAU - La Corte costituzionale della Moldova ha deciso di autorizzare la riconta dei voti e la revisione delle liste delle contestate elezioni politiche del 5 aprile vinte dal Partito comunista e che l'opposizione reputa non valide e minate da brogli. Il riconteggio era stato chiesto anche dal richiesto dal presidente della Repubblica, Vladimir Voronin. «La Corte costituzionale dispone che la Commissione elettorale centrale riconti entro nove giorni tutti i voti espressi nelle elezioni del 5 aprile», ha dichiarato il presidente dell'Alta corte, Dumitru Pulbere, autorizzando anche il riesame delle liste elettorali come chiesto dalle opposizioni anticomunista, che da giorni contestano il voto con manifestanzioni che hanno causato duri scontri. MORTE SOSPETTA - Voronin nei giorni scorsi ha accusato «forze politiche della Romania» di aver organizzato e diretto gli scontri. Comunque anche a Pasqua circa 10 mila persone sono scese in piazza nella capitale Chisinau per contestare i risultati delle elezioni e per chiedere il rilascio degli arrestati negli scontri dei giorni scorsi. Un manifestante è morto mercoledì: lo confermano i suoi parenti e le autorità, che tuttavia hanno posizioni differenti sulle cause della morte. I genitori di Valeriu Boboc, 23 anni, hanno detto di aver recuperato il corpo del figlio ricoperto di ematomi all'obitorio della capitale dopo il suo arresto. Un portavoce della polizia ha confermato il decesso, ma l'ha attribuito ai gas lacrimogeni. Secondo i risultati dell'autopsia Boboc aveva una costola rotta, ma è morto avvelenato da una sostanza d'origine sconosciuta. stampa |

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