CENACOLO  DEI  COGITANTI

PRIMA PAGINA

TUTTI I DOSSIER

CRONOLOGICA

 

 


Report "Giustizia"   11-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Materia a Bologna? Il Csm si blocca ( da "Gazzetta di Reggio" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm si blocca Era dato per «favorito», ma i suoi sostenitori si sono «raffreddati» Rinviata la seduta che pareva decisiva spunta un nuovo rivale La poltrona di capo della procura di Bologna non è più sicura per Italo Materia. Il «trasferimento» da Reggio a Bologna sembrava ormai una formalità, ma quanto accaduto nell'ultima riunione del Consiglio superiore della magistratura -

personale; inglobando la componente aennina questa dimensione appare pi& inglobando la componente aennina questa dimensione appare più problematica. Una buona ... ( da "Trentino" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: incubo del vizio di anticostituzionalità già anticipato dal parere del Csm sulle parti del decreto care al Carroccio, consigliano prudenza. Nella Lega, soprattutto in Veneto, vi è chi ritiene che la marcia indietro del Pdl possa spalancare praterie elettorali: permettendo al Carroccio di presentarsi come l'unico a autentico paladino dei bisogni di sicurezza dei cittadini.

Moldova: si riconteranno i voti elettorali ( da "Giornale di Brescia" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: chiedo alla Corte costituzionale di prendere una decisione per ricontare i voti delle elezioni parlamentari», ha annunciato. Nessuno dubita che la Corte, dove otto giudici su nove sono stati nominati da Voronin, accoglierà la richiesta. La decisione sarà presa entro 24 ore dal deposito dei risultati preliminari, atteso entro domenica.

INQUIETUDINI DI MAGGIORANZA ( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: incubo del vizio di incostituzionalità già anticipato dal parere del Csm sulle parti del decreto care al Carroccio, consigliano prudenza. Nella Lega, soprattutto in Veneto, vi è chi ritiene che la marcia indietro del Pdl possa spalancare praterie elettorali: permettendo al Carroccio di presentarsi come l'unico e autentico paladino dei bisogni di sicurezza dei cittadini.

il fattore lega ( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: incubo del vizio di anticostituzionalità già anticipato dal parere del Csm sulle parti del decreto care al Carroccio, consigliano prudenza. Nella Lega, soprattutto in Veneto, vi è chi ritiene che la marcia indietro del Pdl possa spalancare praterie elettorali: permettendo al Carroccio di presentarsi come l'unico autentico paladino dei bisogni di sicurezza dei cittadini.

inquietudini di maggioranza ( da "Nuova Venezia, La" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: incubo del vizio di incostituzionalità già anticipato dal parere del Csm sulle parti del decreto care al Carroccio, consigliano prudenza. Nella Lega, soprattutto in Veneto, vi è chi ritiene che la marcia indietro del Pdl possa spalancare praterie elettorali: permettendo al Carroccio di presentarsi come l'unico e autentico paladino dei bisogni di sicurezza dei cittadini.

inquietudini di maggioranza ( da "Mattino di Padova, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: incubo del vizio di incostituzionalità già anticipato dal parere del Csm sulle parti del decreto care al Carroccio, consigliano prudenza. Nella Lega, soprattutto in Veneto, vi è chi ritiene che la marcia indietro del Pdl possa spalancare praterie elettorali: permettendo al Carroccio di presentarsi come l'unico e autentico paladino dei bisogni di sicurezza dei cittadini.

tariffa depurazione contestata casadio: il sindaco ci illumini ( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: riferimento alla sentenza numero 335 della Corte costituzionale - ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della quota di tariffa riferita al servizio di deprazione dovuta dagli utenti anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi - sottolinea come pure a Sacile la tariffa venga incassata dai residenti in zone prive di fognatura.

Il giudice Di Nicola se ne va. Censi critica il Csm ( da "Tempo, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Censi critica il Csm Piove sul bagnato al Tribunale di Latina. Il giudice Paola Di Nicola è stata applicata a Napoli, presso l'ufficio del gip, per sei mesi, e vi rimarrà fino al prossimo mese di Ottobre. L'indiscrezione, confermata nel tardo pomeriggio di ieri, ha provocato la dura reazione di Paolo Censi, segretario della Camera penale di Latina.

"quei pm, un manipolo di legionari" - gabriella de matteis ( da "Repubblica, La" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: scelte patologiche dei pubblici ministeri», ad avvertire il Guardasigilli, il Csm e il procuratore generale della Cassazione di fatti «indicativi di una scientifica e pervicace "aggressione giudiziaria" nei miei confronti, con il sapore di una vera e propria "questione personale" e, con ogni evidenza, di una solare matrice politica».

cognato del procuratore indagato caltanissetta apre un fascicolo - francesco viviano ( da "Repubblica, La" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nissena acquisirà anche le dichiarazioni rese al Csm dai pm palermitani FRANCESCO VIVIANO CALTANISSETTA - L´imbarazzante vicenda giudiziaria di Sergio Sacco, cognato del Procuratore della repubblica di Palermo, Francesco Messineo, ha provocato l´apertura di una indagine, allo stato contro ignoti, da parte della Procura della Repubblica di Caltanissetta che vuole fare chiarezza sull´

FANO - Tregua elettorale per l'operazione ex caserma Paolini, ormai fuori tempo massimo. Lo ... ( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Carloni aveva annunciato la possibilità di acquisire l'ex caserma a titolo gratuito, sfruttando una sentenza della Corte costituzionale riguardo a una legge sul terremoto del 1997. L'alternativa, acquisizione a titolo oneroso. Molte le critiche dall'opposizione: c'è una bella differenza fra la cessione gratuita e 21 milioni da pagare al Demanio in caso di cessione onerosa.

moldova: Il presidente ordina il riconteggio dei voti ( da "Eco di Bergamo, L'" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: come presidente del partito che ha vinto incontestabilmente in un contesto corretto e democratico, chiedo alla Corte costituzionale di prendere una decisione per ricontare i voti delle elezioni parlamentari», ha annunciato. Nessuno dubita che la Corte, dove otto giudici su nove sono stati nominati da Voronin, accoglierà la richiesta. 11/04/2009 nascosto-->

Rigore ma per tutti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: quello analogo del Csm, è importante, perché dimostra che il vincolo corporativo non è insuperabile. Ma, per essere convincente, il rigore non può limitarsi ai casi limite, quelli che oltrepassano perfino la soglia dello scandalo. • La polizza anticalamità Il terremoto in Abruzzo ha dato la stura alle (ricorrenti) richieste di istituzione di una polizza assicurativa anticalamità.

Professionisti, più larga la forbice dei redditi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: probabilmente in misura inferiore rispetto a quanto si sarebbe potuto pensare dopo la sentenza della Corte costituzionale del 2001 che ha legato l'Irap all'elemento dell'organizzazione e le precisazioni della Cassazione, quanti non dichiarano imponibile ai fini dell'imposta sulle attività produttive. Erano circa il 25% dei professionisti nel 2002, sono diventati il 34,5% nel 2006.

INCERTEZZA assoluta. Slitta la nomina di Italo Materia - attuale procuratore capo... ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: cosa che implica un grosso lavoro - e tempi lunghi - del Csm per elaborarlo. IL FATTO è che mentre dentro il Csm era già aperto il braccio di ferro sulle pratiche a tutela, contemporaneamente l'organo d'autogoverno dei magistrati stava arrivando a partorire la decisione sulla nomina - di grande prestigio e delicatezza - di procuratore capo a Bologna.

Ripianati i debiti del Sud respinto il ricorso Veneto ( da "Corriere del Veneto" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 2 Sanità e Corte Costituzionale Ripianati i debiti del Sud respinto il ricorso Veneto VENEZIA La battaglia del Veneto contro il ripianamento delle voragini della sanità del Sud incappa in un'altra sconfitta. La Corte costituzionale ha infatti bocciato, perché inammissibile, il ricorso con cui la Regione aveva chiesto l'annullamento della Finanziaria 2008,

Asl, stop alle consulenze legali ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: attuale componente del Csm, Vincenzomaria Siniscalchi: «Si tratta oltreche dell' applicazione di una legge regionale, dell'adozione di una di quelle pratiche virtuose che rappresentano il fondamento di una buona amministrazione». Insomma Bassolino non ha nessuna intenzione di farsi fermare in questa certosina e testarda opera di restyling istituzionale,

Cari Iannuzzi e Bindi, ma dov'era la buona sanità? ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Governo sempre nei mesi scorsi ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale due norme della legge regionale di riordino degli ospedali scritta da Montemarano, una relativa all'assunzione nelle aziende pubbliche di personale licenziato dalle aziende private e l'altra relativa alle consulenze pagate dalla sanità pubblica.

Mettiamo in pratica ( da "Alto Adige" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: metterlo in pratica cari signori della Corte Costituzionale. Se il famoso aumento è legale vorrebbe dire che avrei la facoltà (o permesso) di farmi lievitare la pensione. Se non lo è, uno sbaglio si può sempre correggere. Il mio senso del dovere riguardo all'articolo 54 mi ha spinto a dire ciò che ho detto anche perché altrimenti dovrei pensare di essere stretto in una morsa omertosa.

Scuola, la Rauzi in pressing per Vidoni ( da "Alto Adige" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la nomina la Provincia può farla comunque e poi sarà eventualmente il governo ad impugnarla davanti alla corte costituzionale». Intanto il mondo della scuola chiede una soluzione veloce. «Vidoni sta lavorando bene come reggente, ma la scuola ha bisogno di un sovrintendente», dice Donatella Califano della Cisl aggiungendo che Eccli ha tutte le carte in regola.

L'autorità del premier e il governo con poteri limitati ( da "Giornale.it, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E quello che Silvio chiede è di dare al governo il rilievo che la prassi costituzionale gli ha negato a vantaggio del capo dello Stato, della presidenza delle Camere, della Corte costituzionale. Si pone anche il problema se la maggioranza sia all'altezza del suo leader. Infine è lui, e non la maggioranza, che è stato investita dalla fiducia degli italiani.

Referendum: Legge prevede data entro 15 giugno ( da "KataWeb News" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ricevuta comunicazione delle sentenza della Corte Costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno. Nel caso di anticipato scioglimento delle Camere o di una di esse,

Il governo in Moldova fa dietrofront: ( da "Avvenire" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale comincerà a «occuparsi del problema entro 24 ore dall'arrivo dei dati definitivi». I risultati preliminari assegnano il 49,48 per cento ai comunisti, dato questo violentemente contestato dagli oppositori. Le operazioni di riconteggio potrebbero durare 10 giorni.

Procura antimafia, Md critica nomine ( da "Avvenire" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: È polemica al Csm sulle nomine dei procuratori antimafia. Magistratura democratica, la corrente di sinistra, contesta con il consigliere togato Livio Pepino alcune scelte che non terrebbero conto di un requisito fondamentale per un magistrato da impiegare alla Direzione nazionale antimafia: «La competenza specifica di prim'ordine,

Nuove aziende, via ai tetti di spesa ( da "Denaro, Il" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in aderenza con quanto assunto recentemente dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 94 del 1 aprile del 2009 - non saranno remunerate dal Ssn "se non nei limiti e con le modalità già previste dalla disciplina della regressione tariffaria di cui alle delibere di Giunta n. 2.157 del 2005, 800 del 2006, 517 del 2007 e 1.

IL NEO ASSESSORE ALLA SANITà MARIO SANTANGELO INCONTRA SUBITO I COMMISSARI STRAORDINARI DELLE 7... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 11-04-2009) + 4 altre fonti
Argomenti: Giustizia

Abstract: per tre legislature senatore dell'Ulivo e attualmente componente del Csm: «Questa decisione - sottolinea Siniscalchi - valorizza la professionalità dell'avvocatura degli enti pubblici e al tempo stesso consente di contenere all'interno dell'ente il controllo di tutte le procedure, evitando ogni dilatazione delle risorse».

Apertura domenicale: al Tar chiediamo un pronunciamento pieno ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: potrebbero portare alla richiesta di una pronuncia della Corte Costituzionale su una possibile incostituzionalità della legislazione regionale sul commercio - precisa l'azienda con una nota - Oviesse Spa ha preferito richiedere al Tar una pronuncia nel merito della questione invece di una semplice misura cautelare d'urgenza di sospensione immediata dell'efficacia dell'ordinanza.

Illegittimo confiscare l'auto ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha sollevato il caso prima davanti alla Corte di Cassazione, chiedendo, ancora in fase cautelare, il dissequestro dell'Opel Astra e, in alternativa, la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale affinché valuti l'istanza di illegittimità della norma. In prima battuta, Rui si era già visto respingere la richiesta dal Tribunale di Belluno.

Sparatoria in laguna, interrogato Zennaro ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex sindaco ed ex parlamentare Udc, Ugo Bergamo, oggi componente del Csm, sostenendo di avergli parlato per far togliere l'inchiesta al pm Ancilotto. Effettivamente Vidali aveva contattato Bergamo, come emerge da un'altra telefonata intercettata dagli investigatori, ma soltanto per lamentare le minacce ricevute da Zennaro.

liste anche in sicilia ( da "Sicilia, La" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: unica certezza è che non si farà un decreto ad hoc: il Quirinale, forte del parere della Corte Costituzionale, non sarebbe disposto a firmare per la seconda volta un provvedimento d'emergenza sulla stessa materia. Il nodo da sciogliere è tecnico e politico allo stesso tempo. E per la Lega, a ridosso della campagna elettorale per le europee, è questione cruciale.

MOLDOVA: DOMANI CORTE COSTITUZIONALE DECIDE SU RICONTEGGIO VOTI ( da "Adnkronos" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: MOLDOVA: DOMANI CORTE COSTITUZIONALE DECIDE SU RICONTEGGIO VOTI DOPO SI' DEL PRESIDENTE A RICHIESTA OPPOSIZIONE commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 11 aprile, ore 18:54

MOLDOVA: DOMANI CORTE COSTITUZIONALE DECIDE SU RICONTEGGIO VOTI ( da "ITnews.it" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale di Chisinau ha rinviato a domani l'udienza, prevista per oggi, sulla richiesta del presidente moldavo Vladimir Voronin di ricontare i voti delle contestate elezioni parlamentari di domenica scorsa. "Stiamo cercando di lavorare il piu' velocemente possibile - ha detto ai giornalisti il presidente della Corte,

Thailandia, salta il summit dell'Asean ( da "Stampaweb, La" del 11-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Successivamente, grazie a un ribaltone parlamentare, è nato l?esecutivo di Abhisit. E le «camicie rosse», che si ritengono defraudate, hanno iniziato una nuova campagna di proteste.


Articoli

Materia a Bologna? Il Csm si blocca (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

di Tiziano Soresina Materia a Bologna? Il Csm si blocca Era dato per «favorito», ma i suoi sostenitori si sono «raffreddati» Rinviata la seduta che pareva decisiva spunta un nuovo rivale La poltrona di capo della procura di Bologna non è più sicura per Italo Materia. Il «trasferimento» da Reggio a Bologna sembrava ormai una formalità, ma quanto accaduto nell'ultima riunione del Consiglio superiore della magistratura - cioè un inaspettato nuovo rinvio della decisione - lascia intuire che i giochi sono tutt'altro che chiusi. Ufficialmente il rinvio è per motivi tecnici (mancava una consigliera), però da quanto «filtra» sui due candidati - Materia e il reggiano Giancarlo Tarquini (ex procuratore capo a Brescia) - si sarebbero raffreddati gli entusiasmi. Secondo le previsioni Materia veniva dato «vincente» sul rivale perché forte dei voti - al Csm - di Unicost (corrente di centro dei magistrati) ma anche di quelli di Movimenti per la giustizia e Magistratura democratica (correnti di sinistra). Un pacchetto più consistente di quello che sostiene Tarquini, cioè i voti di Magistratura indipendente (corrente di destra) e Pdl. Ma i sostenitori di questo duplice schieramento non sarebbero più convinti e questa nuova «fronda» nei confronti dei due candidati sarebbe legata alla loro carriera in magistratura. Le recenti «grane» di Materia riguardano, a Reggio, il crac Acli Domus (con tanto di richiesta al Guardasigilli di un'ispezione ministeriale in procura a Reggio che però non venne mai effettuata), mentre sui suoi anni in procura a Messina c'è la rovente polemica con Sonia Alfano che nell'ottobre scorso parlò di «ombre» sul procuratore riconducibili a presunte collusioni. Di fronte all'attacco dell'Alfano il procuratore capo di Reggio aveva chiesto un pronunciamento a difesa da parte del Csm, ma l'organo di autogoverno dei magistrati anche in quell'occasione non trovò l'unanimità. Di recente alcuni fatti - per tutti il memoriale di un magistrato, prima anonimo poi rivendicato via fax - avrebbero riacceso i riflettori sulla procura di Messina e sul lavoro dei magistrati che vi hanno operato negli anni. Comunque sia, questi «raffreddamenti» potrebbero portare ad una soluzione clamorosa, cioè il «ripescaggio» della candidatura di Roberto Alfonso, pm 58enne della Direzione nazionale antimafia. Il magistrato «terzo incomodo» sarebbe vicino a Magistratura indipendente, con la possibilità di raccogliere voti anche fra le toghe di Magistratura democratica. Se il ripescaggio del pm antimafia raccoglierà consensi, si potrebbe davvero arrivare ad uno scenario inatteso, con tempi - ovviamente - sempre più dilatati sulla scelta del nuovo procuratore capo di Bologna. Per chi guida la procura di Reggio una sfida che sembra non avere mai fine: al momento Materia rimane proposto dalla Commissione incarichi del Csm alla pari con Tarquini.

Torna all'inizio


personale; inglobando la componente aennina questa dimensione appare pi& inglobando la componente aennina questa dimensione appare più problematica. Una buona ... (sezione: Giustizia)

( da "Trentino" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

personale; inglobando la componente aennina questa dimensione appare pi& inglobando la componente aennina questa dimensione appare più problematica. Una buona ... personale; inglobando la componente aennina questa dimensione appare più problematica. Una buona parte di An, quella che guarda a Fini depurata dai "berluscones", ormai transitati in pianta stabile nell'orbita del Cavaliere, non condivide pienamente né la linea di Berlusconi, né la sua arrendevolezza nei confronti del Carroccio. Una volta che in Parlamento si è votato a scrutinio segreto, questa componente ha fatto sentire il suo peso, unendo il suo voto a quella dell'opposizione e infliggendo un pesante schiaffo alla Lega. Come al solito Berlusconi cerca di rassicurare, facendo capire che il malcontento nel suo partito riguarda le amministrative, nelle quali la Lega corre spesso da sola al primo turno o impone suoi candidati. Forse il Cavaliere meglio avrebbe fatto a riferirsi a elezioni future, dato che il vero contenzioso riguarda essenzialmente la partita delle regionali del prossimo anno: con il Carroccio deciso a guidare regioni ora in quota azzurra. In realtà "l'incidente di percorso" ha radici più solide. E non riguarda solo Fini, ormai distante anni luce da Berlusconi e la Lega su temi come immigrazione, laicità dello Stato, ruolo del Parlamento, testamento biologico. Certo, il Presidente della Camera si sta ritagliando uno spazio che gli consentirà, quando sarà aperta l'altra successione, quella a Berlusconi, di porsi come riferimento di quanti vogliono sanare l'anomalia del Pdl, espungendone il populismo carismatico berlusconiano e le pulsioni antistataliste e rendendolo più simile a un classico partito conservatore di massa: come la Dc tedesca, i conservatori inglesi, i post-gollisti francesi. La componente finiana diventerà sempre più una spina nel fianco dell'asse Berlusconi- Bossi. La confluenza nel Pdl obbliga i quadri di matrice aennina a garantire la continuità della loro cultura politica, pena la loro irrilevanza. Lo si vedrà quando il Cavaliere dovrà cominciare a considerare il partito non più un giocattolo personale e far funzionare gli organismi dirigenti. Le evidenti inquietudini suscitate nel Pdl dal decreto sicurezza non derivano, però, solo dagli strappi finiani. Gli umori pesantemente ostili nei confronti delle ronde che circolano tra le burocrazie della sicurezza, che pure dipendono dal Ministero dell'Interno a guida leghista; così come l'incubo del vizio di anticostituzionalità già anticipato dal parere del Csm sulle parti del decreto care al Carroccio, consigliano prudenza. Nella Lega, soprattutto in Veneto, vi è chi ritiene che la marcia indietro del Pdl possa spalancare praterie elettorali: permettendo al Carroccio di presentarsi come l'unico a autentico paladino dei bisogni di sicurezza dei cittadini. Una differenziazione che consentirebbe alla Lega di continuare a recitare il ruolo di "partito di governo e di lotta". Ipotesi valida, forse, sul breve periodo; ma destinata a trasmettere un'immagine meno coesa della coalizione di governo sin qui premiata dagli elettori. Anche perché, passata la sbornia del trionfo elettorale, gli interessi divergenti che compongono il blocco sociale dell'attuale maggioranza sono destinati a riemergere. Ridisegnati dalla crisi economica, o da emergenze come il terremoto. Tra gli imperativi di quel "sindacato territoriale sotto forma di partito" che è la Lega e gli interessi del Pdl a sud, vedi il faraonico progetto del Ponte sullo Stretto in un paese che non solo ha infrastrutture ottocentesche ma è a perenne rischio sismico, la contraddizione è evidente. E i patti di potere non sempre riescono a temperarli. Non sempre sarà possibile replicare scandalose operazioni come il ripianamento dei debiti di alcune città del Sud care al Pdl. Oltretutto anche Berlusconi sa che la Lega non deve crescere troppo: la stessa apertura all'election day mira a metterla in difficoltà. Facendo maliziosamente trasparire all'opinione pubblica che il balzello a carico della collettività sotto forma di Bossi-tax è una scelta del Carroccio: per evitare il quorum in un referendum che spazzerebbe via la sua rendita politica. Mentre quei soldi, come propone l'opposizione, andrebbero meglio utilizzati per la ricostruzione in Abruzzo. Mosse che mostrano come il chiarimento per definire i rapporti di forza nella maggioranza non sarà ne breve né semplice. Renzo Guolo

Torna all'inizio


Moldova: si riconteranno i voti elettorali (sezione: Giustizia)

( da "Giornale di Brescia" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Edizione: 11/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero Moldova: si riconteranno i voti elettorali Il presidente Voronin cede alle proteste della piazza e chiede una verifica delle elezioni del 5 aprile Le proteste dei giovani moldavi in piazza CHISINAUIl presidente moldavo Vladimir Voronin cede alla piazza e, in nome della stabilità, chiede un riconteggio del voto legislativo del 5 aprile accogliendo la richiesta dell'opposizione che, dopo la schiacciante vittoria comunista (50%), aveva gridato ai brogli nonostante l'imprimatur degli osservatori europei. In questo modo il capo dello Stato ha disinnescato la miccia della nuova protesta prevista ieri, che ha visto partecipare solo alcune centinaia di giovani. Ma Voronin ha insistito nelle accuse a Bucarest di aver fomentato i disordini, culminati martedì in un violento assalto al parlamento e al palazzo presidenziale conclusosi con un morto, oltre 270 feriti (170 poliziotti) e 193 arresti. «La magistratura ha raccolto prove inconfutabili del coinvolgimento della Romania nell'organizzazione dei disordini a Chisinau», ha dichiarato ieri, riaccendendo una crisi diplomatica che ha già portato alla cacciata dell'ambasciatore romeno, all'introduzione del regime dei visti e al blocco alla frontiera dei giornalisti romeni. Voronin ha accusato l'ambasciata romena di aver dato consigli politici a tre partiti di opposizione durante la campagna elettorale e di aver organizzato il trasferimento di numerosi gruppi di studenti universitari romeni in Moldavia per partecipare ai disordini, insieme a «specialisti» intervenuti nella fase culminante degli scontri. In precedenza la procura generale aveva annunciato il fermo di un cittadino romeno ritenuto implicato nei disordini. Ma sul piano interno il presidente ha preferito una mossa di compromesso, che asseconda anche gli inviti al dialogo e alla moderazione da parte della Ue, alla vigilia di una partnership orientale che include anche la Moldova. «Io, come presidente del partito che ha vinto incontestabilmente in un contesto corretto e democratico, chiedo alla Corte costituzionale di prendere una decisione per ricontare i voti delle elezioni parlamentari», ha annunciato. Nessuno dubita che la Corte, dove otto giudici su nove sono stati nominati da Voronin, accoglierà la richiesta. La decisione sarà presa entro 24 ore dal deposito dei risultati preliminari, atteso entro domenica. Poi, in caso positivo, la commissione elettorale centrale avrà bisogno di una dozzina di giorni per il nuovo conteggio: un tempo sufficientemente lungo per uscire dalla crisi.

Torna all'inizio


INQUIETUDINI DI MAGGIORANZA (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

PDL-LEGA INQUIETUDINI DI MAGGIORANZA SEGUE DALLA PRIMA Una buona parte di An, quella che guarda a Fini depurata dai «berluscones», ormai transitati in pianta stabile nell'orbita del Cavaliere, non condivide pienamente né la linea di Berlusconi, né la sua arrendevolezza nei confronti del Carroccio. Una volta che in Parlamento si è votato a scrutinio segreto, questa componente ha fatto sentire il suo peso, unendo il suo voto a quella dell'opposizione e infliggendo un pesante schiaffo alla Lega. Come al solito, Berlusconi cerca di rassicurare, facendo capire che il malcontento nel suo partito riguarda le amministrative, nelle quali la Lega corre spesso da sola al primo turno o impone suoi candidati. Forse il Cavaliere meglio avrebbe fatto a riferirsi a elezioni future, dato che il vero contenzioso riguarda essenzialmente la partita delle regionali del prossimo anno: con il Carroccio deciso a candidarsi a guidare il Veneto, ora in quota azzurra. In realtà, «l'incidente di percorso» ha radici più solide. E non riguarda solo Fini, ormai distante anni luce da Berlusconi e dalla Lega su temi come immigrazione, laicità dello Stato, ruolo del Parlamento, testamento biologico. Certo, il presidente della Camera si sta ritagliando uno spazio che gli consentirà, quando sarà aperta l'altra successione, quella a Berlusconi, di porsi come riferimento di quanti vogliono sanare l'anomalia del Pdl, espungendone il populismo carismatico berlusconiano e le pulsioni antistataliste, e rendendolo più simile a un classico partito conservatore di massa: come la Dc tedesca, i conservatori inglesi, i post-gollisti francesi. La componente finiana diventerà sempre più una spina nel fianco dell'asse Berlusconi-Bossi. La confluenza nel Pdl obbliga i quadri di matrice aennina a garantire la continuità della loro cultura politica, pena la loro irrilevanza. Lo si vedrà quando il Cavaliere dovrà cominciare a considerare il partito non più un giocattolo personale e far funzionare gli organismi dirigenti. Le evidenti inquietudini suscitate nel Pdl dal decreto sicurezza non derivano, però, solo dagli strappi finiani. Gli umori pesantemente ostili nei confronti delle ronde che circolano tra le burocrazie della sicurezza, che pure dipendono dal ministero dell'Interno a guida leghista; così come l'incubo del vizio di incostituzionalità già anticipato dal parere del Csm sulle parti del decreto care al Carroccio, consigliano prudenza. Nella Lega, soprattutto in Veneto, vi è chi ritiene che la marcia indietro del Pdl possa spalancare praterie elettorali: permettendo al Carroccio di presentarsi come l'unico e autentico paladino dei bisogni di sicurezza dei cittadini. Una differenziazione che consentirebbe alla Lega di continuare a recitare il ruolo di «partito di governo e di lotta». Ipotesi valida, forse, nel breve periodo; ma destinata a trasmettere un'immagine meno coesa della coalizione di governo sin qui premiata dagli elettori. Anche perché, passata la sbornia del trionfo elettorale, gli interessi divergenti che compongono il blocco sociale dell'attuale maggioranza sono destinati a riemergere. Ridisegnati dalla crisi economica, o da emergenze come il terremoto. Tra gli imperativi di quel «sindacato territoriale sotto forma di partito» che è la Lega e gli interessi del Pdl a Sud, vedi il faraonico progetto del Ponte sullo Stretto in un Paese che non solo ha infrastrutture ottocentesche, ma è a perenne rischio sismico, la contraddizione è evidente. E i patti di potere non sempre riescono a temperarli. Non sempre sarà possibile replicare scandalose operazioni come il ripianamento dei debiti di alcune città del Sud care al Pdl. Oltretutto, anche Berlusconi sa che la Lega non deve crescere troppo: la stessa apertura all'election day mira a metterla in difficoltà. Facendo maliziosamente trasparire all'opinione pubblica che il balzello a carico della collettività sotto forma di Bossi-tax è una scelta del Carroccio: per evitare il quorum in un referendum che spazzerebbe via la sua rendita politica. Mentre quei soldi, come propone l'opposizione, andrebbero meglio utilizzati per la ricostruzione in Abruzzo. Mosse che mostrano come il chiarimento per definire i rapporti di forza nella maggioranza non sarà ne breve né semplice. Renzo Guolo

Torna all'inizio


il fattore lega (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

xIL CAVALIERE E GLI ALLEATI IL FATTORE LEGA di RENZO GUOLO La bocciatura in Parlamento delle norme del decreto sicurezza che stanno più a cuore alla Lega, ronde e permanenza prolungata degli immigrati nei Cie, rivela tensioni destinate a segnare il rapporto tra il Carroccio e il Pdl. Berlusconi minimizza; garantisce personalmente che i rimpatri si faranno; sui vigilantes promette che tutto si risolverà rinviando al disegno di legge. Normale: il Cavaliere vuole che il governo duri l'intera legislatura e se le circostanze lo imponessero, intenderebbe puntare al Quirinale. In entrambi i casi ha bisogno del sostegno leghista. Ma la nascita del Pdl produce dinamiche nuove nella maggioranza. Una fusione, come dimostra il caso del Pd, non è mai pacifica: gli apparati di partito hanno logiche diverse da quelle, unificanti, dell'elettorato. Forza Italia era un partito personale; inglobando la componente aennina questa dimensione appare più problematica. Una buona parte di An, quella che guarda a Fini depurata dai "berluscones", ormai transitati in pianta stabile nell'orbita del Cavaliere, non condivide pienamente né la linea di Berlusconi né la sua arrendevolezza nei confronti del Carroccio. Una volta che in Parlamento si è votato a scrutinio segreto, questa componente ha fatto sentire il suo peso, unendo il suo voto a quella dell'opposizione e infliggendo un pesante schiaffo alla Lega. Come al solito, Berlusconi cerca di rassicurare, facendo capire che il malcontento nel suo partito riguarda le amministrative, nelle quali la Lega corre spesso da sola al primo turno o impone suoi candidati. Forse il Cavaliere meglio avrebbe fatto a riferirsi a elezioni future, dato che il vero contenzioso riguarda essenzialmente la partita delle regionali del prossimo anno: con il Carroccio deciso a guidare Regioni ora in quota azzurra. In realtà l'incidente di percorso ha radici più solide. E non riguarda solo Fini, ormai distante anni luce da Berlusconi e dalla Lega su temi come immigrazione, laicità dello Stato, ruolo del Parlamento, testamento biologico. Certo, il presidente della Camera si sta ritagliando uno spazio che gli consentirà, quando sarà aperta l'altra successione, quella a Berlusconi, di porsi come riferimento di quanti vogliono sanare l'anomalia del Pdl, espungendone il populismo carismatico berlusconiano e le pulsioni antistataliste e rendendolo più simile a un classico partito conservatore di massa: come la Dc tedesca, i conservatori inglesi, i post-gollisti francesi. La componente finiana diventerà sempre più una spina nel fianco dell'asse Berlusconi-Bossi. La confluenza nel Pdl obbliga i quadri di matrice aennina a garantire la continuità della loro cultura politica, pena la loro irrilevanza. Lo si vedrà quando il Cavaliere dovrà cominciare a considerare il partito non più un giocattolo personale e a far funzionare gli organismi dirigenti. Le evidenti inquietudini suscitate nel Pdl dal decreto sicurezza non derivano, però, solo dagli strappi finiani. Gli umori pesantemente ostili nei confronti delle ronde che circolano tra le burocrazie della sicurezza, che pure dipendono dal ministero dell'Interno a guida leghista; così come l'incubo del vizio di anticostituzionalità già anticipato dal parere del Csm sulle parti del decreto care al Carroccio, consigliano prudenza. Nella Lega, soprattutto in Veneto, vi è chi ritiene che la marcia indietro del Pdl possa spalancare praterie elettorali: permettendo al Carroccio di presentarsi come l'unico autentico paladino dei bisogni di sicurezza dei cittadini. Una differenziazione che consentirebbe alla Lega di continuare a recitare il ruolo di "partito di governo e di lotta". Ipotesi valida, forse, sul breve periodo; ma destinata a trasmettere un'immagine meno coesa della coalizione di governo sin qui premiata dagli elettori. Anche perché , passata la sbornia del trionfo elettorale, gli interessi divergenti che compongono il blocco sociale dell'attuale maggioranza sono destinati a riemergere. Ridisegnati dalla crisi economica o da emergenze come il terremoto. Tra gli imperativi di quel sindacato territoriale sotto forma di partito che è la Lega e gli interessi del Pdl a Sud, vedi il faraonico progetto del Ponte sullo Stretto in un paese che non solo ha infrastrutture ottocentesche, ma è a perenne rischio sismico, la contraddizione è evidente. E i patti di potere non sempre riescono a temperarli. Non sempre sarà possibile replicare scandalose operazioni come il ripianamento dei debiti di alcune città del Sud care al Pdl. Oltretutto, anche Berlusconi sa che la Lega non deve crescere troppo: la stessa apertura all'election day mira a metterla in difficoltà. Facendo maliziosamente trasparire all'opinione pubblica che il balzello a carico della collettività sotto forma di Bossi tax è una scelta del Carroccio, per evitare il quorum in un referendum che spazzerebbe via la sua rendita politica. Mentre quei soldi, come propone l'opposizione, andrebbero meglio utilizzati per la ricostruzione in Abruzzo. Mosse che mostrano come il chiarimento per definire i rapporti di forza nella maggioranza non sarà né breve né semplice.

Torna all'inizio


inquietudini di maggioranza (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 12 - Regione INQUIETUDINI DI MAGGIORANZA SEGUE DALLA PRIMA Sui vigilantes promette che tutto si risolverà rinviando al disegno di legge. Normale: il Cavaliere vuole che il governo duri l'intera legislatura e, se le circostanze lo imponessero, intende puntare al Quirinale. In entrambi i casi ha bisogno del sostegno leghista. Ma la nascita del Pdl produce dinamiche nuove nella maggioranza. Una fusione, come dimostra il caso del Pd, non è mai pacifica: gli apparati di partito hanno logiche diverse da quelle, unificanti, dell'elettorato. Forza Italia era un partito personale; inglobando la componente aennina questa dimensione appare più problematica. Una buona parte di An, quella che guarda a Fini depurata dai «berluscones», ormai transitati in pianta stabile nell'orbita del Cavaliere, non condivide pienamente né la linea di Berlusconi, né la sua arrendevolezza nei confronti del Carroccio. Una volta che in Parlamento si è votato a scrutinio segreto, questa componente ha fatto sentire il suo peso, unendo il suo voto a quella dell'opposizione e infliggendo un pesante schiaffo alla Lega. Come al solito, Berlusconi cerca di rassicurare, facendo capire che il malcontento nel suo partito riguarda le amministrative, nelle quali la Lega corre spesso da sola al primo turno o impone suoi candidati. Forse il Cavaliere meglio avrebbe fatto a riferirsi a elezioni future, dato che il vero contenzioso riguarda essenzialmente la partita delle regionali del prossimo anno: con il Carroccio deciso a candidarsi a guidare il Veneto, ora in quota azzurra. In realtà, «l'incidente di percorso» ha radici più solide. E non riguarda solo Fini, ormai distante anni luce da Berlusconi e dalla Lega su temi come immigrazione, laicità dello Stato, ruolo del Parlamento, testamento biologico. Certo, il presidente della Camera si sta ritagliando uno spazio che gli consentirà, quando sarà aperta l'altra successione, quella a Berlusconi, di porsi come riferimento di quanti vogliono sanare l'anomalia del Pdl, espungendone il populismo carismatico berlusconiano e le pulsioni antistataliste, e rendendolo più simile a un classico partito conservatore di massa: come la Dc tedesca, i conservatori inglesi, i post-gollisti francesi. La componente finiana diventerà sempre più una spina nel fianco dell'asse Berlusconi-Bossi. La confluenza nel Pdl obbliga i quadri di matrice aennina a garantire la continuità della loro cultura politica, pena la loro irrilevanza. Lo si vedrà quando il Cavaliere dovrà cominciare a considerare il partito non più un giocattolo personale e far funzionare gli organismi dirigenti. Le evidenti inquietudini suscitate nel Pdl dal decreto sicurezza non derivano, però, solo dagli strappi finiani. Gli umori pesantemente ostili nei confronti delle ronde che circolano tra le burocrazie della sicurezza, che pure dipendono dal ministero dell'Interno a guida leghista; così come l'incubo del vizio di incostituzionalità già anticipato dal parere del Csm sulle parti del decreto care al Carroccio, consigliano prudenza. Nella Lega, soprattutto in Veneto, vi è chi ritiene che la marcia indietro del Pdl possa spalancare praterie elettorali: permettendo al Carroccio di presentarsi come l'unico e autentico paladino dei bisogni di sicurezza dei cittadini. Una differenziazione che consentirebbe alla Lega di continuare a recitare il ruolo di «partito di governo e di lotta». Ipotesi valida, forse, nel breve periodo; ma destinata a trasmettere un'immagine meno coesa della coalizione di governo sin qui premiata dagli elettori. Anche perché, passata la sbornia del trionfo elettorale, gli interessi divergenti che compongono il blocco sociale dell'attuale maggioranza sono destinati a riemergere. Ridisegnati dalla crisi economica, o da emergenze come il terremoto. Tra gli imperativi di quel «sindacato territoriale sotto forma di partito» che è la Lega e gli interessi del Pdl a Sud, vedi il faraonico progetto del Ponte sullo Stretto in un Paese che non solo ha infrastrutture ottocentesche, ma è a perenne rischio sismico, la contraddizione è evidente. E i patti di potere non sempre riescono a temperarli. Non sempre sarà possibile replicare scandalose operazioni come il ripianamento dei debiti di alcune città del Sud care al Pdl. Oltretutto, anche Berlusconi sa che la Lega non deve crescere troppo: la stessa apertura all'election day mira a metterla in difficoltà. Facendo maliziosamente trasparire all'opinione pubblica che il balzello a carico della collettività sotto forma di Bossi-tax è una scelta del Carroccio: per evitare il quorum in un referendum che spazzerebbe via la sua rendita politica. Mentre quei soldi, come propone l'opposizione, andrebbero meglio utilizzati per la ricostruzione in Abruzzo. Mosse che mostrano come il chiarimento per definire i rapporti di forza nella maggioranza non sarà ne breve né semplice. Renzo Guolo

Torna all'inizio


inquietudini di maggioranza (sezione: Giustizia)

( da "Mattino di Padova, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

PDL-LEGA INQUIETUDINI DI MAGGIORANZA SEGUE DALLA PRIMA Una buona parte di An, quella che guarda a Fini depurata dai «berluscones», ormai transitati in pianta stabile nell'orbita del Cavaliere, non condivide pienamente né la linea di Berlusconi, né la sua arrendevolezza nei confronti del Carroccio. Una volta che in Parlamento si è votato a scrutinio segreto, questa componente ha fatto sentire il suo peso, unendo il suo voto a quella dell'opposizione e infliggendo un pesante schiaffo alla Lega. Come al solito, Berlusconi cerca di rassicurare, facendo capire che il malcontento nel suo partito riguarda le amministrative, nelle quali la Lega corre spesso da sola al primo turno o impone suoi candidati. Forse il Cavaliere meglio avrebbe fatto a riferirsi a elezioni future, dato che il vero contenzioso riguarda essenzialmente la partita delle regionali del prossimo anno: con il Carroccio deciso a candidarsi a guidare il Veneto, ora in quota azzurra. In realtà, «l'incidente di percorso» ha radici più solide. E non riguarda solo Fini, ormai distante anni luce da Berlusconi e dalla Lega su temi come immigrazione, laicità dello Stato, ruolo del Parlamento, testamento biologico. Certo, il presidente della Camera si sta ritagliando uno spazio che gli consentirà, quando sarà aperta l'altra successione, quella a Berlusconi, di porsi come riferimento di quanti vogliono sanare l'anomalia del Pdl, espungendone il populismo carismatico berlusconiano e le pulsioni antistataliste, e rendendolo più simile a un classico partito conservatore di massa: come la Dc tedesca, i conservatori inglesi, i post-gollisti francesi. La componente finiana diventerà sempre più una spina nel fianco dell'asse Berlusconi-Bossi. La confluenza nel Pdl obbliga i quadri di matrice aennina a garantire la continuità della loro cultura politica, pena la loro irrilevanza. Lo si vedrà quando il Cavaliere dovrà cominciare a considerare il partito non più un giocattolo personale e far funzionare gli organismi dirigenti. Le evidenti inquietudini suscitate nel Pdl dal decreto sicurezza non derivano, però, solo dagli strappi finiani. Gli umori pesantemente ostili nei confronti delle ronde che circolano tra le burocrazie della sicurezza, che pure dipendono dal ministero dell'Interno a guida leghista; così come l'incubo del vizio di incostituzionalità già anticipato dal parere del Csm sulle parti del decreto care al Carroccio, consigliano prudenza. Nella Lega, soprattutto in Veneto, vi è chi ritiene che la marcia indietro del Pdl possa spalancare praterie elettorali: permettendo al Carroccio di presentarsi come l'unico e autentico paladino dei bisogni di sicurezza dei cittadini. Una differenziazione che consentirebbe alla Lega di continuare a recitare il ruolo di «partito di governo e di lotta». Ipotesi valida, forse, nel breve periodo; ma destinata a trasmettere un'immagine meno coesa della coalizione di governo sin qui premiata dagli elettori. Anche perché, passata la sbornia del trionfo elettorale, gli interessi divergenti che compongono il blocco sociale dell'attuale maggioranza sono destinati a riemergere. Ridisegnati dalla crisi economica, o da emergenze come il terremoto. Tra gli imperativi di quel «sindacato territoriale sotto forma di partito» che è la Lega e gli interessi del Pdl a Sud, vedi il faraonico progetto del Ponte sullo Stretto in un Paese che non solo ha infrastrutture ottocentesche, ma è a perenne rischio sismico, la contraddizione è evidente. E i patti di potere non sempre riescono a temperarli. Non sempre sarà possibile replicare scandalose operazioni come il ripianamento dei debiti di alcune città del Sud care al Pdl. Oltretutto, anche Berlusconi sa che la Lega non deve crescere troppo: la stessa apertura all'election day mira a metterla in difficoltà. Facendo maliziosamente trasparire all'opinione pubblica che il balzello a carico della collettività sotto forma di Bossi-tax è una scelta del Carroccio: per evitare il quorum in un referendum che spazzerebbe via la sua rendita politica. Mentre quei soldi, come propone l'opposizione, andrebbero meglio utilizzati per la ricostruzione in Abruzzo. Mosse che mostrano come il chiarimento per definire i rapporti di forza nella maggioranza non sarà ne breve né semplice. Renzo Guolo

Torna all'inizio


tariffa depurazione contestata casadio: il sindaco ci illumini (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

C'è l'interrogazione Attenzione puntata sui calcoli in bolletta e la loro uniformità Tariffa depurazione contestata Casadio: il sindaco ci illumini SACILE. Illegittima la riscossione della tariffa di depurazione in assenza dei relativi impianti? É dibattito aperto a Sacile, dove l'argomento é già stato sollevato anche in occasione dell'assemblea territoriale svoltasi a Cavolano. La questione viene ora affrontata dal consigliere comunale Rossana Casadio (Sacile partecipata e sostenibile) con una interrogazione presentata al sindaco, Roberto Cappuzzo. Nel merito la Casadio chiede di conoscere quale sia l'orientamento dell'amministrazione rispetto alla questione e come si sia deciso di regolare la materia, se i cittadini siano stati debitamente informati, se i parametri in base ai quali sono calcolate le bollette nel comune risultino uniformi su tutto il territorio e, in caso contrario, per quali motivi non lo siano. Nell'interrogazione il consigliere di minoranza, facendo riferimento alla sentenza numero 335 della Corte costituzionale - ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della quota di tariffa riferita al servizio di deprazione dovuta dagli utenti anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi - sottolinea come pure a Sacile la tariffa venga incassata dai residenti in zone prive di fognatura. Si osserva come la quota richiesta agli utenti della fornitura idrica non configuri una tassa bensì il corrispettivo di un servizio il quale, nei casi in cui manchino gli impianti, non viene erogato. «A detta degli esperti si tratta di una situazione normativa estremamente complessa» rileva la Casasadio, la quale osserva come più volte durante le assemblee con la cittadinanza, siano emerse perplessità sul fatto di dover pagare un servizio che di fatto non viene effettuato. Al punto tale che «alcuni cittadini hanno fatto presente d'aver notato delle difformità nei parametri di calcolo delle bollette a seconda delle zone di residenza nel comune». (m.mo.)

Torna all'inizio


Il giudice Di Nicola se ne va. Censi critica il Csm (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Tribunale Il giudice Di Nicola se ne va. Censi critica il Csm Piove sul bagnato al Tribunale di Latina. Il giudice Paola Di Nicola è stata applicata a Napoli, presso l'ufficio del gip, per sei mesi, e vi rimarrà fino al prossimo mese di Ottobre. L'indiscrezione, confermata nel tardo pomeriggio di ieri, ha provocato la dura reazione di Paolo Censi, segretario della Camera penale di Latina. «Mentre noi protestiamo -ha dichiarato l'avvocato Censi, raggiunto ieri sera telefonicamente- il Csm decide di prendere una strada completamente opposta. Rimaniamo interdetti dinanzi alla proroga della permanenza del giudice Di Nicola a Napoli. Cosa faremo? Martedi mattina valuteremo eventuali nuove iniziative». Per il Tribunale di Latina si tratta di un brutto colpo, dal momento che i giudici penali sono rimasti appena tre. Il tutto accade nella settimana che avrebbe dovuto sancire un primo risultato concreto. Dal Consiglio superiore della magistratura si attendevano segnali importanti per il capoluogo pontino. Nelle previsioni il Csm avrebbe dovuto iniziare a trattare il problema del potenziamento dell'organico dei giudici nei Tribunali del Lazio, partendo proprio da Latina. Ma di novità positive neanche l'ombra.

Torna all'inizio


"quei pm, un manipolo di legionari" - gabriella de matteis (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IX - Bari "Quei pm, un manipolo di legionari" L´esposto di Fitto: "Così la giustizia è un incubo per violenza e crudeltà" La lettera di undici pagine contiene pesanti giudizi sulla procura: in quattro contro di me, gli altri costretti al superlavoro GABRIELLA DE MATTEIS L´esposto che ha dato il via all´ispezione negli uffici della procura di Bari è una lettera di undici pagine, scritta a Maglie il 19 febbraio scorso. Il ministro Raffaele Fitto e il suo avvocato e compagno di partito Francesco Paolo Sisto sono un fiume in piena. Ai pubblici ministeri che coordinano le due inchieste, al centro della polemica, rivolgono accuse gravi. Frasi pesanti che annunciano un attacco alla magistratura senza precedenti in Puglia. Il ministro Fitto e l´avvocato Sisto rimproverano al procuratore aggiunto Marco Dinapoli e ai sostituti Roberto Rossi, Renato Nitti e Lorenzo Nicastro di aver lavorato insieme sui due fascicoli. «Assai spesso la mia difesa tecnica - scrivono nell´esposto - si trova "sola contro quattro", quattro che si fanno da reciproco scudo e specchio rifrangente verso le responsabilità personali, per così dire disperse nel darsi manforte, con un manipolo di legionari». Per Fitto e Sisto, quindi, i quattro magistrati che coordinano le inchieste "Fiorita" e "Cedis", assomigliano «ad un manipolo di legionari». Una considerazione tra le altre che, secondo il ministro della Giustizia Alfano, merita attenzione e giustifica l´ispezione. E infatti il ministro e l´avvocato deputato, con il loro ragionamento, anticipano la decisione del Guardasigilli. «Come non intervenire - ragionano - per fare in modo che queste anomalie, questi privilegi abbiano giusta fine, in un momento di affanno dei numeri della giustizia, sprecando professionalità in un giustificato perenne "lavoro di gruppo" (ne basterebbero, per i casi più impegnativi, due pm!) con il conseguente sovraccarico di meno fortunati colleghi pm che... restano soli». Il ministro della Giustizia Angelino Alfano, alla fine, è intervenuto, disponendo l´ispezione a tempo di record, quaranta giorni dopo aver ricevuto l´esposto del ministro e del suo avvocato. Nella lettera, divisa per paragrafi, c´è la questione delle intercettazioni, richieste dalla procura nel 2005, «adducendo fatti risalenti al 2003». E ancora quelle della fuga di notizie o della «ritardata iscrizione nel registro degli indagati». Considerazioni che spingono Fitto a parlare di «scelte patologiche dei pubblici ministeri», ad avvertire il Guardasigilli, il Csm e il procuratore generale della Cassazione di fatti «indicativi di una scientifica e pervicace "aggressione giudiziaria" nei miei confronti, con il sapore di una vera e propria "questione personale" e, con ogni evidenza, di una solare matrice politica». E, infine, l´affermazione di carattere generale: «Interesse vero è fare sì che per tutti i cittadini l´eventuale esperienza di contatto con il mondo della Giustizia Quotidiana non si trasformi in un incubo incontrollabile per violenza e crudeltà». Il ministro Fitto scrive e dopo poco più di un mese arrivano gli ispettori, andati via dal capoluogo pugliese per la pausa delle festività pasquali. Ma martedì si ricomincia. I tecnici di via Arenula torneranno e, come hanno già annunciato, chiederanno altre carte.

Torna all'inizio


cognato del procuratore indagato caltanissetta apre un fascicolo - francesco viviano (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 18 - Cronaca La vicenda di Sergio Sacco, parente del giudice Messineo. Per ora nessuna ipotesi di reato Cognato del procuratore indagato Caltanissetta apre un fascicolo La procura nissena acquisirà anche le dichiarazioni rese al Csm dai pm palermitani FRANCESCO VIVIANO CALTANISSETTA - L´imbarazzante vicenda giudiziaria di Sergio Sacco, cognato del Procuratore della repubblica di Palermo, Francesco Messineo, ha provocato l´apertura di una indagine, allo stato contro ignoti, da parte della Procura della Repubblica di Caltanissetta che vuole fare chiarezza sull´operato dei colleghi di Palermo e sulle fughe di notizie relative al parente del Procuratore. La Procura di Caltanissetta acquisirà anche le dichiarazioni fatte nelle settimane scorse dai pm di Palermo, Getano Paci, Roberto Scarpinato, Antonio Ingroia e Anna Maria Picozzi, rese al Consiglio Superiore della Magistratura che sul caso «Sacco-Messineo» aveva avviato una indagine conoscitiva. In quell´occasione i magistrati palermitani avevano sostenuto che il cognato del Procuratore Messineo non era indagato e che in ogni caso si trattava di «vicende vecchie». Ma non era così Nel dicembre scorso i carabinieri di Palermo depositarono una informativa dove risultava che Sergio Sacco era collegato al clan mafioso dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, un collegamento che era stato confermato in aula alcuni giorni dopo dalla vedova di Giovanni Bonanno, rapito e poi ucciso dai Lo Piccolo. Non solo, pochi giorni dopo su alcuni giornali erano state pubblicate altre notizie di pentiti di mafia che chiamavano in causa il cognato del Procuratore Messineo che si sarebbe intestato in maniera fittizia beni di boss mafiosi e ceduto quote di una sua azienda alla moglie del capomafia Galatolo. A quel punto la Procura di Palermo ha riesumato quell´indagine chiedendo alla polizia di fare ulteriori accertamenti da cui viene confermata la presunta responsabilità di Sergio Sacco. Le nuove rivelazioni hanno portato alla riapertura dell´inchiesta del Csm sul caso «Sacco-Messineo» e indotto la Procura di Palermo ad iscrivere, soltanto l´altro ieri, nel registro degli indagati Sergio Sacco con l´accusa di intestazione fittizia di beni di boss mafiosi. Una situazione che ha costretto il procuratore di Palermo, Messineo, ad astenersi dal coordinare l´indagine trasferendo gli atti alla Procura di Caltanissetta. E´ la seconda inchiesta che la Procura di Caltanissetta, coordinata da Sergio Lari, è costretta a svolgere: la procura nissena coordina da tempo l´indagine che vede imputato il fratello del Procuratore di Palermo, sotto processo per truffa alla Regione.

Torna all'inizio


FANO - Tregua elettorale per l'operazione ex caserma Paolini, ormai fuori tempo massimo. Lo ... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 11 Aprile 2009 Chiudi di OSVALDO SCATASSI FANO - Tregua elettorale per l'operazione ex caserma Paolini, ormai fuori tempo massimo. Lo stesso sindaco Stefano Aguzzi ha specificato che non se la sente di stringere a pochi giorni dalla fine delle legislatura: «Sarebbe eccessivo comportarsi in modo diverso, quando la situazione è ancora poco chiara». Un telegrafico Mirco Carloni, assessore al Patrimonio, ha aggiunto che la priorità è acquisire a titolo gratuito l'area demaniale, a Fano in viale Gramsci. Resterebbe in piedi, comunque, l'ipotesi di costituire una Stu, la società che dovrebbe vendere patrimonio comunale per restaurare gli edifici militari. La giunta di centrodestra non abbandona il campo, si limita a rimandare tutto a dopo le Comunali del 6 e 7 giugno prossimi. «In caso di vittoria, l'ex caserma sarà il primo impegno della nuova giunta», assicura Aguzzi. Qualche settimana fa, presente lo stato maggiore dei consulenti, Carloni aveva annunciato la possibilità di acquisire l'ex caserma a titolo gratuito, sfruttando una sentenza della Corte costituzionale riguardo a una legge sul terremoto del 1997. L'alternativa, acquisizione a titolo oneroso. Molte le critiche dall'opposizione: c'è una bella differenza fra la cessione gratuita e 21 milioni da pagare al Demanio in caso di cessione onerosa. Ma anche all'interno della stessa giunta e della stessa maggioranza, in particolare nella lista civica La tua Fano, sembra che nel frattempo siano maturate robuste perplessità. Ora resta confermata la strategia della forchetta (acquisto a titolo oneroso oppure gratuito), con accenti più decisi sulla soluzione conveniente al Comune, quella a costo zero. Un percorso ancora all'inizio e che quindi necessita di un tempo adeguato per essere messo a punto: al Demanio sarà chiesto di prorogare i termini dell'operazione fino al 31 dicembre prossimo. Nel caso la trattativa si infilasse in un vicolo cieco, si tornerebbe all'originaria ipotesi di acquisto a titolo oneroso. «Abbiamo seguito passo dopo passo l'evolvere del percorso, senza smettere di riflettere sulle soluzioni migliori», afferma il sindaco. Forse considerazioni in anticipo sulle critiche, da parte dell'opposizione, di regia altalenante e confusa: «Non c'è fretta, non rincorriamo un traguardo». «Una serie di pareri positivi - conclude Carloni - ha reso possibile la delibera, che corona due anni di lavoro complesso e intenso». Il nuovo slittare dei tempi e la nuova correzione della rotta sembrano segnalare, però, anche una forte resistenza interna.

Torna all'inizio


moldova: Il presidente ordina il riconteggio dei voti (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

moldova: Il presidente ordina il riconteggio dei voti --> Sabato 11 Aprile 2009 GENERALI, pagina 14 e-mail print Il presidente moldavo Vladimir Voronin cede alla piazza e, in nome della stabilità, chiede un riconteggio del voto legislativo del 5 aprile accogliendo la richiesta dell'opposizione che, dopo la schiacciante vittoria comunista (50%), aveva gridato ai brogli nonostante l'imprimatur degli osservatori europei. In questo modo il capo dello Stato ha disinnescato la miccia della nuova protesta prevista per ieri che ha visto partecipare solo alcune centinaia di giovani. Ma Voronin ha insistito nelle accuse a Bucarest di aver fomentato i disordini, culminati martedì in un violento assalto al parlamento e al palazzo presidenziale conclusosi con un morto, oltre 270 feriti (170 poliziotti) e 193 arresti. «La magistratura ha raccolto prove inconfutabili del coinvolgimento della Romania nell'organizzazione dei disordini a Chisinau», ha dichiarato ieri, riaccendendo una crisi diplomatica che ha già portato alla cacciata dell'ambasciatore romeno, all'introduzione del regime dei visti e al blocco alla frontiera dei giornalisti romeni. Voronin ha accusato l'ambasciata romena di aver dato consigli politici a tre partiti di opposizione durante la campagna elettorale e di aver organizzato il trasferimento di numerosi gruppi di studenti universitari romeni in Moldavia per partecipare ai disordini, insieme a «specialisti» intervenuti nella fase culminante degli scontri. In precedenza la procura generale aveva annunciato il fermo di un cittadino romeno ritenuto implicato nei disordini. Ma sul piano interno il presidente ha preferito una mossa di compromesso, che asseconda anche gli inviti al dialogo e alla moderazione della Ue, alla vigilia di una partnership orientale che include anche la Moldova. «Io, come presidente del partito che ha vinto incontestabilmente in un contesto corretto e democratico, chiedo alla Corte costituzionale di prendere una decisione per ricontare i voti delle elezioni parlamentari», ha annunciato. Nessuno dubita che la Corte, dove otto giudici su nove sono stati nominati da Voronin, accoglierà la richiesta. 11/04/2009 nascosto-->

Torna all'inizio


Rigore ma per tutti (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-11 - pag: 12 autore: Rigore ma per tutti Finalmente abbiamo assistito al licenziamento in stile "Brunetta" del giudice che ha impiegato otto anni a scrivere una sentenza, causando la liberazione di pericolosi mafiosi. Una delle pagine più vergognose che abbia conosciuto la magistratura. Era ora che la Cassazione prendesse una decisione che il popolo italiano condivide inpieno. Con un po' di demagogia cisi potrebbe chiedere quanti sono i giudici incapaci ancora al proprio posto di lavoro. Ma tutto il settore del pubblico impiego è composto da persone che possono permettersi di lavorare male senza correre rischi. Alcuni, spero una minoranza, se ne approfittano, altri invece fanno il proprio lavoro con diligenza per senso di responsabilità. Leo Pignoni email Q uesto è il punto: l'immagine complessiva della Pubblica amministrazione rischia di essere devastata dai lavativi. Sono convinto che questi siano la minoranza: perciò non ho mai compreso perché abbiano goduto di compiacenze e protezioni corporative, quasi che difendere i fannulloni serva a tutelare immagine, professionalità, potere contrattuale e, alla fine, trattamenti della maggioranza dei lavoratori seria e per bene. Perciò il segnale della corte di Cassazione,dopo quello analogo del Csm, è importante, perché dimostra che il vincolo corporativo non è insuperabile. Ma, per essere convincente, il rigore non può limitarsi ai casi limite, quelli che oltrepassano perfino la soglia dello scandalo. • La polizza anticalamità Il terremoto in Abruzzo ha dato la stura alle (ricorrenti) richieste di istituzione di una polizza assicurativa anticalamità. Meraviglia, però, che si ignori che per essa esiste già - da anni - un'apposita legge, rimasta inattuata. Mi pare un dato fondamentale, dal quale non si può non partire, così come non si può dimenticare di considerare che la proprietà edilizia paga già crescenti (ogni anno) contributi ai Consorzi di bonifica per essere difesa dalle calamità naturali (nel 2006: 146.911.470 euro). Altrettanto, non si possono non considerare i due pareri negativi dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato rispettivamente del 1999 e del 2003. Corrado Sforza Fogliani Presidente Confedilizia Le tasse sugli affitti Leggo con una certa meraviglia la lettera, pubblicata sul Sole 24 Ore di ieri, del signor Pozzi nella quale vengono profilati motivi di incostituzionalità della proposta di tassare i redditi da locazione con il cosiddetto sistema della cedolare secca al 20 per cento. Meraviglia invero che un lettore del Sole 24ore non abbia colto i contenuti dei molteplici interventi pubblicati proprio su questo quotidiano; tutti interventi favorevoli all'applicazione di questo nuovo regime, abbinatoa un regime di detrazioni per l'inquilino.Una simile normativa infatti, avvicinerebbe il livello di tassazione per coloro i quali hanno scelto di investire i loro risparmi nel mattone, condividendone i valori anche morali, rispetto a coloro che, invece, hanno optato per più altalenanti investimenti mobiliari, che ricordiamolo, sono tassati in maniere ancora inferiore. Carlo del Torre Gorizia Case, il nuovo portiere Già da qualche tempo le forze politiche e sociali hanno cominciato a pensare di rispondere alle esigenze degli anziani con una nuova figura di operatore condominiale, mediante la rivalutazione della figura del portiere tradizionale. Il "nuovo" portiere dovrebbe avere innanzitutto la funzione di un vero operatore sociale. Con il compito di monitoraggio continuo in un ottica preventiva di vigilanza, per fornire anche risposte a emergenze semplici. è in questa direzione che le organizzazioni paritetichee sindacali dovranno valorizzaree rivalutarne la figura. Francesco Vitale Catania

Torna all'inizio


Professionisti, più larga la forbice dei redditi (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-04-11 - pag: 19 autore: Dichiarazioni. Sotto esame i dati riportati nel modello Unico del 2007 Professionisti, più larga la «forbice» dei redditi Aumentano i contribuenti sotto i 21mila euro Maria Carla De Cesari ROMA I professionisti continuano ad aumentare, seppure a ritmi più contenuti rispetto agli anni 90, il mercato dell'offerta di servizi diventa sempre più affollato ma nello stesso tempo il reddito medio dichiarato continua a crescere, così come il volume d'affari, tenendo testa all'inflazione. Nello stesso tempo, però, tra il 2002 e il 2006 raddoppiano quanti hanno reddito negativoo fino a 500 euro (si passa da 33.662 professionisti a 68.809). E cresce il numero assoluto di quanti rimangono schiacciati sotto i 21mila euro di compenso. L'insieme conta 70mila professionisti in più, con un aumento di oltre il 16% in cinque anni. Descrivere il mondo professionale a partire dai dati di sintesi delle dichiarazioni dei redditi è un'angolatura che può apparire semplicistica, perché l'insieme messo a punto dal dipartimento delle Politiche fiscali, quello degli lavoratori autonomi che compilano il quadro RE, sezione 1 di Unico, potrebbe essere un po' più ampio degli iscritti agli Albi che hanno partita Iva e dei professionisti che esercitano un'attività intellettuale. Inoltre, l'autoritratto risente dell'utilizzo fiscale delle informazioni: un elemento che probabilmente potrebbe spiegare un certa costante nel peso relativo delle varie classi di compenso o redditi. Va detto inoltre che il dipartimento delle Finanze, con l'obiettivo di mettere in evidenza l'andamento di un macro settore quanto a base imponibile e gettito non ha interesse a una classificazione stringente. Cosa che, invece, ha fatto la Sose (la società che gestisce gli studi di settore) per determinare l'andamento complessivo delle varie aree di attività, ai fini dell'applicazione dei correttivi per gli studi di settore 2008 (si veda la tabella a fianco). Per altro, l'elaborazione dei dati sui redditi si ferma al 2006 (dichiarazione 2007), mentre in questi mesi la crisi in alcuni comparti si fa sentire, per il calo degli incarichi professionalie per le difficoltà nel pagamento delle parcelle. Criticità che la Sose, con l'analisi dei dati Iva, registra, per esempio, per gli studi legali e notarili. Gli elementi di incertezza, poi, sono stati più volte rimarcati in questi mesi da Confprofessioni, una sigla che riunisce più sindacati di categoria dei professionisti, che sollecita un monitoraggio continuo. In ogni caso, al di là del problema della fedeltà fiscale, tutta da verificare, dei contribuenti, i dati relativi alla dichiarazioni dei redditi hanno il pregio di evidenziare alcune dinamiche generali del settore professionale confermando come i servizi rappresentino per molti giovani uno sbocco "forzato" di fronte al restringersi di altre possibilità di impiego. In questo modo si spiega l'aumento di circa 90mila unità dei professionisti compresi tra 25 e 44 anni (erano 428.740 nel 2002, sono 513.209 nel 2005). Mentre le donne hanno ormai toccato il 32% degli esercenti. Dal punto di vista generale, però, la serie storica mette in evidenza il miglioramento di tutti i parametri reddituali. Anche se va detto che il dato 2006 – la media è di 34.420 euro –è condizionato anche da una variazione normativa: da quell'anno, infatti, i professionisti non hanno più potuto compensare in modo orizzontale le perdite per attività professionale. Con questa categoria di elementi negativi, in altre parole, non è stato più possibile alleggerire gli altri tipi di redditi e, dunque, rimane solo la soluzione di riportare in avanti il segno meno. Questo significa che le medie reddituali si sono alzate, non conteggiando più le perdite, classificate invece come "zero". Per altro, la media delle perdite diminuisce a fronte di un leggero calo di quanti le dichiarano (la cosiddetta frequenza). Aumentano, ma probabilmente in misura inferiore rispetto a quanto si sarebbe potuto pensare dopo la sentenza della Corte costituzionale del 2001 che ha legato l'Irap all'elemento dell'organizzazione e le precisazioni della Cassazione, quanti non dichiarano imponibile ai fini dell'imposta sulle attività produttive. Erano circa il 25% dei professionisti nel 2002, sono diventati il 34,5% nel 2006. In questo caso, la base imponibile media è aumentata da 37mila euro a 40.690. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL QUADRO Il mercato dell'offerta dei servizi continua a espandersi per l'ingresso dei giovani ma il livello delle entrate resta costante

Torna all'inizio


INCERTEZZA assoluta. Slitta la nomina di Italo Materia - attuale procuratore capo... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

REGGIO pag. 9 INCERTEZZA assoluta. Slitta la nomina di Italo Materia - attuale procuratore capo... INCERTEZZA assoluta. Slitta la nomina di Italo Materia - attuale procuratore capo a Reggio - a procuratore capo di Bologna. Il plenum del Csm che avrebbe dovuto decidersi a scegliere tra lui e il reggiano Giancarlo Tarquini, procuratore capo di Brescia, mercoledì ha rinviato di una settimana il voto per l'assenza di un suo membro. Ma vien dato per scontato che per l'assenza di un altro membro si slitterà di nuovo fino a maggio. Il punto tuttavia non è solo questo: mentre per Bologna si ventila la proposta di un ulteriore nome nuovo che potrebbe rimescolare tutte le carte, quello di Roberto Alfonso, sostituto procuratore alla Dda, a Roma il Csm appare incerto e diviso su un ulteriore problema, quello delle cosiddette «pratiche a tutela» che con ogni probabilità viene a intrecciarsi col nodo della nomina di un procuratore capo a Bologna. Una vicenda su cui ha preso posizione il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. TRA LE PRATICHE a tutela aperte dal Csm - si tratta dell' apertura di fascicoli con cui il consiglio superiore della magistratura tutela i suoi magistrati quando scoppiano casi «esterni» - ce n'è una che riguarda proprio il procuratore di Reggio. A proporla e depositarla è stata a suo tempo l'avvocato reggiano Celestina Tinelli, membro laico del Csm, in seguito a due uscite pubbliche a Reggio di Sonia Alfano, presidente dell'Associazione nazionale familiari vittime della mafia, che aveva duramente attaccato il procuratore capo di Reggio in quanto collega d'ufficio e amico a Messina di Giovanni Lembo, sostituto procuratore condannato in primo grado per favoreggiamento alla mafia. L'appunto principale che la Alfano aveva mosso pubblicamente a Materia era di essersi trovato a pranzo a Messina con Lembo quand'erano colleghi e al loro tavolo si era fermato un ex boss pentito di mafia: Materia, ha riferito la Alfano rendendo nota a Reggio la testimonianza dello stesso Materia nel dibattimento sul caso Lembo - non se n'era andato via alzandosi dal tavolo come invece, a suo avviso, avrebbe dovuto fare. Materia, sentendosi «sbeffeggiato», aveva annunciato di volere tutelarsi, cosa che poi aveva annunciato anche la presidente dell'Associazione, figlia di un giornalista ucciso dalla mafia, sentitasi definire da Materia «strumento di qualcuno mandato a Reggio per colpirmi». UNA STORIA delicata, emersa lo scorso autunno. E la relativa «pratica a tutela» di Materia non è ancora arrivata a conclusione. Perchè? Alla base ci sarebbe una divisione nelle valutazioni all'interno della seconda commissione del Csm - valutazioni che rispecchiano le posizioni delle varie correnti - sull'instaurazione delle pratiche a tutela (ce ne sono in Italia tre o quattro, allo stato tutte bloccate). Secondo una linea interna i magistrati dovrebbe tutelarsi querelando autonomamente, secondo un'altra è il Csm a doverne tutelare l'indipendenza stigmatizzando l'operato di chi eventualmente li prenda di mira. Di fronte a questa frattura occorre modificare il regolamento sull'ammissione delle pratiche a tutela, cosa che implica un grosso lavoro - e tempi lunghi - del Csm per elaborarlo. IL FATTO è che mentre dentro il Csm era già aperto il braccio di ferro sulle pratiche a tutela, contemporaneamente l'organo d'autogoverno dei magistrati stava arrivando a partorire la decisione sulla nomina - di grande prestigio e delicatezza - di procuratore capo a Bologna. Ormai pareva tutto deciso, come rivelato dal nostro giornale due mesi fa. Depositate le motivazioni finali per la scelta di Materia o di Tarquini - secondo notizie ufficiose i membri del Csm avevano ormai scelto materia Materia - si è arrivati al plenum, che è stato rinviato: alla luce dei fatti nuovi la questione potrebbe tornare in quinta commissione, un passo indietro come i gamberi. Il braccio di ferro nella seconda commissione si è riverberato sul plenum. A farne le spese, allo stato provvisoriamente, è proprio Italo Materia. Il tempo passa - il predecessore Enrico Di Nicola è andato in pensione lo scorso luglio - a Bologna c'è un procuratore capo facente funzioni e a Reggio un procuratore sul piede di partenza. Ecco l'incertezza, che inevitabilmente si vive a palazzo di giustizia, a partire dai pm. MERCOLEDI' il Csm invece ha preso un'altra decisione. Per il posto vacante di sostituto procuratore che ancora c'era a Reggio è stata nominata Stefania Pigozzi, 39 anni, ora in servizio a Mantova.

Torna all'inizio


Ripianati i debiti del Sud respinto il ricorso Veneto (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Veneto" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Veneto sezione: PRIMOPIANO data: 11/04/2009 - pag: 2 Sanità e Corte Costituzionale Ripianati i debiti del Sud respinto il ricorso Veneto VENEZIA La battaglia del Veneto contro il ripianamento delle voragini della sanità del Sud incappa in un'altra sconfitta. La Corte costituzionale ha infatti bocciato, perché inammissibile, il ricorso con cui la Regione aveva chiesto l'annullamento della Finanziaria 2008, l'ultima del governo Prodi, laddove aveva stanziato un maxi-prestito da 9,1 miliardi di euro, da restituire al massimo in trent'anni, per la ristrutturazione dei debiti di Lazio, Campania, Molise e Sicilia. «Un nuovo caso di ingiustificata elargizione di preziose risorse pubbliche», avevano scritto nel ricorso gli avvocati di Palazzo Balbi, Mario Bertolissi e Andrea Manzi. Ma la Corte ha confermato la linea interpretativa con cui già aveva rigettato un ricorso analogo di Veneto e Lombardia contro un precedente decreto legge, sempre del 2007, che dava altri contributi per coprire il deficit sanitario di Lazio e Campania, e ha bocciato l'iniziativa della giunta Galan. Secondo i giudici infatti la Regione Veneto non è legittimata ad agire per «carenza di interesse»: «La ricorrente nessuna utilità diretta ed immediata potrebbe trarre, sul piano sostanziale, da una eventuale declaratoria di illegittimità costituzionale», scrive la Consulta. Se i commi fossero cancellati, insomma, al Veneto non ne verrebbe in tasca nulla di più di quanto già ha. Alberto Zorzi

Torna all'inizio


Asl, stop alle consulenze legali (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 11/04/2009 - pag: 3 Cambiamento Prime disposizioni della presidenza dopo la nomina di Santangelo Asl, stop alle consulenze legali Si dovrà utilizzare solo l'Avvocatura regionale per i contenziosi NAPOLI Il dopo-Montemarano in Regione Campania si apre con una convenzione tra i commissari delle Asl e l'avvocatura regionale. Stop alle consulenze delle Asl. Ma soprattutto le aziende dovranno rivolgersi agli avvocati regionali per ogni lite o contenzioso che le coinvolga. «Così le Asl potranno realizzare un risparmio ingente annunicia il governatore , di diversi milioni di euro ogni anno, e investire più risorse nei servizi offerti ai cittadini». Poco dopo arriva il parere favorevole del giurista, attuale componente del Csm, Vincenzomaria Siniscalchi: «Si tratta oltreche dell' applicazione di una legge regionale, dell'adozione di una di quelle pratiche virtuose che rappresentano il fondamento di una buona amministrazione». Insomma Bassolino non ha nessuna intenzione di farsi fermare in questa certosina e testarda opera di restyling istituzionale, ma soprattutto politico. Si tratti del suo partito, dilaniato dopo il siluramento di Angelo Montemarano, si tratti del Pdl che annuncia una nuova mozione di sfiducia da presentare subito dopo Pasqua. D'altronde il governatore è troppo esperto per non calcolare i rischi dell'operazione sanità. Ieri i consiglieri regionali democratici vicini a Montemarano hanno tenuto una conferenza stampa. Ebbene dovevano essere in tre, ma Sebastiano Sorrentino non si presentato. Nicola Caputo e Pietro Mastranzo hanno tagliato corto: «O si avvia un confronto o si torni al voto». E parlano di una vendetta elettorale di Bassolino. «Potremmo essere dinanzi Mastranzo a una reazione dovuta al rifiuto giunto da Roma a una candidatura del presidente Antonio Bassolino alle elezioni Europee. Se così fosse, sarebbe una reazione pericolosa perché la democrazia ha delle regole». In difesa del governatore il consigliere regionale Felice Iossa: «Sono in molti a criticare Bassolino per la decisione di sostituire Montemarano. Se non ci si ferma alla forma, la decisione di Bassolino è ineccepibile, anzi andava assunta prima, visto che il diretto interessato non ha avvertito il bisogno di rassegnare le dimissioni quando non è riuscito ad evitare il disastro della Sanità in Campania. Al segretario del mio partito dico che non si può parlare ora, dopo essere rimasto in silenzio per tutto questo tempo, mentre l'opposizione ed il Governo centrale minacciavano il commissariamento dell'assessorato regionale ». Beh l'(ex) bassoliniano Antonio Amato invece dice: «Non giovano alla sanità regolamenti di conti». S.B. Primo vertice tra Santangelo e i manager Asl Napoli 1, l'Asl più indebitata

Torna all'inizio


Cari Iannuzzi e Bindi, ma dov'era la buona sanità? (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 11/04/2009 - pag: 3 La lettera Cari Iannuzzi e Bindi, ma dov'era la buona sanità? di MARIANO D'ANTONIO* C aro direttore, sono veramente stupito nel leggere alcuni commenti alla decisione di Bassolino di estromettere dalla giunta regionale l'assessore Montemarano chiamando a succedergli il professore Mario Santangelo che per anni si è fatto apprezzare per la sua competenza professionale, per il rigore con cui ha gestito l'Istituto Pascale nonché per il garbo, la sobrietà, il rispetto dei suoi interlocutori che ne caratterizzano il comportamento, doti non sempre presenti tra i responsabili della sanità campana. Non parlo del commento che lei ha scritto definendo la decisione di Bassolino come tardiva e politicamente rovinosa: è nel suo diritto non avere peli sulla lingua. Mi riferisco invece ai commenti del segretario regionale del Pd Tino Iannuzzi e della parlamentare Rosy Bindi che guida una corrente dello stesso partito alla quale Montemarano fa capo. Iannuzzi e Bindi hanno giudicato incomprensibile la decisione di Bassolino atteso che, a loro avviso, l'ex assessore avrebbe gestito la sanità con impegno e buoni risultati. Iannuzzi e Bindi sono veramente distratti. Da un anno a questa parte la sanità campana, il suo assessore ora estromesso e i suoi collaboratori hanno collazionato ben quattro eloquenti bocciature dai funzionari dei ministeri della Salute e dell'Economia chiamati ad esaminare ogni trimestre il rispetto degli obiettivi di rientro dal disavanzo sanitario, l'ultima bocciatura è contenuta nel verbale del cosiddetto tavolo tecnico stilato pochi giorni fa a Roma. Ricordo poi che nel novembre scorso il presidente del Consiglio Berlusconi inviò a Bassolino una lettera formale di diffida a mettere ordine nei conti della sanità campana, lettera che preludeva al commissariamento governativo dell'intero comparto regionale. Ancora: il Governo sempre nei mesi scorsi ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale due norme della legge regionale di riordino degli ospedali scritta da Montemarano, una relativa all'assunzione nelle aziende pubbliche di personale licenziato dalle aziende private e l'altra relativa alle consulenze pagate dalla sanità pubblica. E poi un'altra norma introdotta in Consiglio regionale nell'ultima legge finanziaria, norma tesa ad evitare il pignoramento dei beni delle Asl da parte dei creditori insoddisfatti, appariva anch'essa in odore d'incostituzionalità ed era stata già giudicata impraticabile da un'ordinanza del tribunale di Napoli. Infine, due settimane fa la giunta regionale su iniziativa di Bassolino ha dato al governo nazionale un segnale vistoso di cambiamento di rotta nominando alcuni stimati funzionari regionali commissari delle Asl risultanti dall'accorpamento delle tredici aziende, con l'esclusione dell'Asl di Benevento. Dov'era dunque il buon governo della sanità campana? *Assessore regionale al Bilancio

Torna all'inizio


Mettiamo in pratica (sezione: Giustizia)

( da "Alto Adige" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Mettiamo in pratica Mettiamo in pratica l'art. 54 della Costituzione Tutti rivendicano il fatto di essere i migliori. Che la situazione sia grave, però, nessuno lo smentisce. Il premier ci elargisce le briciole come i commensali delle favole medievali, ed i sindacati si ringalluzziscono a suon di manifestazioni dimenticando l'unità sindacale che potrebbe portare alla riconquista di ciò che hanno permesso ci fosse sottratto all'inizio del millennio. Possibile che la cosa sia così difficile da capire? Ho sentito un onorevole proporre la diminuzione del dieci per cento delle loro paghe. Appena passata la bufera aumentano del venti per cento e siamo fregati. Bisogna tornare indietro e costringere i nostri controllori ad eliminare ciò che è stato loro concesso (per una svista?). L'istituto del referendum l'abbiamo, ebbene adoperiamolo. Il senatore Leoluca Orlando parlando del comportamento mafioso di certi gruppi ad una conferenza a Merano, ha citato l'articolo 54 della Costituzione. Ebbene, cominciamo a metterlo in pratica cari signori della Corte Costituzionale. Se il famoso aumento è legale vorrebbe dire che avrei la facoltà (o permesso) di farmi lievitare la pensione. Se non lo è, uno sbaglio si può sempre correggere. Il mio senso del dovere riguardo all'articolo 54 mi ha spinto a dire ciò che ho detto anche perché altrimenti dovrei pensare di essere stretto in una morsa omertosa. Non certo per voi redattori (per voi saluti cordiali), per i destinatari saluti in agrodolce. Giovanni Maistrello MERANO Autocertificazione di morte Telecom smentisce Con riferimento all'articolo pubblicato lo scorso 6 aprile dal titolo "Telecom all'utente morto: serve l'autocertificazione del decesso", Telecom Italia desidera precisare che quanto riportato non corrisponde a verità. Innanzitutto va sottolineato che, contrariamente a quanto dichiarato, Telecom Italia non ha mai richiesto una "autocertificazione di morte". Telecom Italia ha ricevuto da parte di un parente del defunto, due distinte richieste, una errata e l'altra non completa, che non hanno consentito di dar seguito alla regolare cessazione della linea del Sig. Salvatore. La prima richiesta, infatti, si riferiva all'utenza telefonica intestata ad un'altra persona e, per questo motivo, è stata automaticamente scartata dai sistemi amministrativi dell'azienda. La seconda richiesta, invece, era incompleta nella documentazione presentata: mancava la copia del certificato di morte che Telecom Italia ha pertanto richiesto al parente del Sig. Salvatore (e quindi non al defunto). La linea telefonica è rimasta quindi attiva generando la corretta emissione delle bollette telefoniche e la conseguente richiesta di pagamento da parte dell'azienda, come prevedono le condizioni generali di abbonamento. Ufficio stampa Telecom Sulla nomina di Eccli la Gelmini è stata corretta La nomina del nuovo sovrintendente per la scuola italiana è oramai diventata una barzelletta. La responsabilità della situazione di stallo è da addebitare interamente alla giunta provinciale. Durnwalder ha praticamente imposto un solo nome, sapendo bene, però, che la norma prevede di proporne più di uno e d'intesa con il ministero. L'attuale ministro Gelmini, quindi, non ha fatto altro che seguire ciò che è previsto. E'ipocrita, ora, lamentarsi, piuttosto ci si dovrebbe chiedere perchè si è tanto insistito sul dirigente Eccli, visto che, al di là della rispettabilità della persona in oggetto, in tutta la provincia non era così difficile trovare qualche altro nome. La risposta è che, com'è noto, la nomina è puramente politica e sappiamo perciò da parte di chi, del Pd. Del resto, anche la sovrintendente uscente, a suo tempo era stata proposta dall'allora Dc. Qualcosa cambierebbe se si indicesse un concorso per titoli ed esami, ma sappiamo come vanno le cose in Alto Adige. Pasquale Ciaccio BOLZANO Tagli alla sanità? Tagliatevi piuttosto gli stipendi d'oro Andrea Fabi, direttore generale dell'Asl, minaccia di tagliare posti di lavoro perché la Provincia ha sottofinanziato 26 milioni di euro il bilancio 2009. Si potrebbe iniziare proprio da lui a tagliare il suo stipendio d'oro, oltreché naturalmente tutti i politicanti. Inoltre la Provincia dovrebbe riflettere su come spendere così tanti milioni per strutture non indispensabili (Museion, ecc. ecc.) mentre si potrebbe usufruire di detti capitali per risolvere reali problemi più urgenti e più importanti. Ma per far capire ciò a certi politici, che cosa ci vuole? Una rivoluzione? Carlo Michelon BOLZANO Non serve l'«una tantum» per risanare l'Italia Questa mia è soprattutto diretta al segretario Franceschini del Pd che propone per il risanamento del debito pubblico e la lotta alla crisi incombente, che fa perdere posti di lavoro e cassa integrazione, una «una tantum» per chi ha reddito alto. Sarebbe un palliativo, una proposta demagogica per dire che il ricco pensa al povero. No signor Franceschini, semma dovrebbe essere una «una semper», che dovrebbero pagare tutti i ricchi e non sempre le «una tantum» sugli stipendi dei lavoratori, di craxiana memoria. Io potrei dare una ricetta che potrebbe aiutare questa situazione di crisi che attanaglia più che altro la povera gente: qualcuno ci sguazza. Dimezziamo, cominciando dalla politica e dai politici che hanno poi un altro lavoro, gli stipendi di sindaci, consiglieri provinciali e regionali di province «autonome e non», assessori, deputati e senatori regolari e a vita. Togliamo del tutto quegli odiosi «vitalizi» che durano in «perpetuo» a persone che hanno già un'altra pensione. Pensi che i trombati a Trento dopo una legislatura in Provincia, ricevono 200.000 euro. Io in trentacinque anni di lavoro (insegnante) ho preso 50 milioni di lire equivalenti a 25.000 euro. Queste sono proposte da fare da maggioranza e minoranza, e non «una tantum» demagogiche, come chi raccoglieva firme da noi per essere eletto e fare calare gli stipendi... e poi incassare; fare tre legislature ed essere sistemato per tutta la vita. Se farà proposte come quelle sopra, sarà creduto, altrimenti sarà tutto un gridare e offendere senza costrutto, come chi urlava al lupo quando le pecore erano sbranate. A proposito. Si pensa già alla 5ª legislatura. Tullio Dell'Eva ISERA

Torna all'inizio


Scuola, la Rauzi in pressing per Vidoni (sezione: Giustizia)

( da "Alto Adige" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Scuola, la Rauzi in pressing per Vidoni «Sono pronta a consigliare Durnwalder» I sindacati chiedono una soluzione veloce Il presidente disposto a riaprire le consultazioni, ma Tommasini non vuole fare marcia indietro MIRCO MARCHIODI BOLZANO. «Le prove di forza non servono, da questa situazione si può ancora uscire senza vincitori né vinti. E se la giunta vuole, io avrei piacere di essere interpellata». Bruna Rauzi è pronta a dare la sua indicazione. E la corsa al nuovo sovrintendente si fa sempre più combattuta. Giovedì a Roma, proprio mentre il ministro all'Istruzione Maria Stella Gelmini riceveva il presidente della Provincia Luis Durnwalder, passava di lì anche Michaela Biancofiore, deputata del Pdl. «Per caso - dice lei - e il ministro e il presidente mi sembravano in sintonia». Sintonia forse è una parola grossa, perché per l'ennesima volta l'intesa sul sovrintendente non c'è stata, ma come ha poi ammesso anche Durnwalder, c'è voglia di chiudere la vicenda senza ulteriori polemiche. Per questo Durnwalder, pur ribadendo che la prima scelta della Provincia resta Ivan Eccli, si è detto disposto a ripartire con le consultazioni per trovare un nome che possa mettere tutti d'accordo. Michaela Biancofiore l'ha buttata lì: «Chiediamo consiglio a una professionista della scuola come l'ex sovrintendente Bruna Rauzi». Chiamata in causa, Bruna Rauzi non si tira certo indietro. «Dopo 16 anni di lavoro, credo che la mia conoscenza della scuola altoatesina mi metta in condizione di dare un consiglio ponderato: avrei piacere di essere interpellata», afferma. Inutile chiederle chi consiglierebbe a Durnwalder, ma Rauzi fa capire che l'alternativa a Eccli c'è: «Da questa situazione si può uscire senza vincitori né vinti. Io l'avevo già detto all'epoca che le modalità con cui era stata fatta la scelta del nuovo sovrintendente non era stata corretta. Le prove di forza non servono, quello che serve è un buon dirigente. E visto che la scuola in questi mesi ha vissuto molti cambiamenti, può anche darsi che chi all'epoca piaceva alla Gnecchi adesso possa anche essere sostituito da qualcun altro». Chi? Nomi la Rauzi non ne vuole fare, ma quando le si chiede se la scuola senza sovrintendente è nel caos, scopre le carte: «La scuola altoatesina ha una grande autonomia, molte decisioni che una volta spettavano al sovrintendente ora le prendono direttamente i dirigenti. E tutto il resto, lo sta curando più che bene Claudio Vidoni». Insomma, come dire che potrebbe continuare a farlo ancora. La proposta l'ha avanzata anche il ministro Gelmini, che ha messo sul tavolo anche altri nomi. Tullio Lott, dirigente scolastico a Brunico, tra i papabili fin dalla prima ora. Maria Rita Chiaramonte, dirigente scolastica a San Cadido. E ancora Annamaria Corradi, ispettrice della Sovrintendenza che alle scorse elezioni provinciali si era candidati con i Verdi: una proposta, quest'ultima, fatta dal governo per ribadire che la questione non è legata al colore politico del candidato, quanto a quello del proponente. Per essere ancora più chiari: il veto su Eccli, e questo lo ha ammesso la stessa Biancofiore, non è legato al suo curriculum quanto alla modalità con cui l'allora assessore alla scuola Luisa Gnecchi lo aveva proposto. «Modalità prevista dalla norma di attuazione», ribadisce l'attuale deputata del Pd, e con lei è dello stesso avviso anche il suo successore, Christian Tommasini, che non ha nessuna intenzione di cedere e vuole portare avanti la candidatura di Eccli. «Al limite - propone Gnecchi - la nomina la Provincia può farla comunque e poi sarà eventualmente il governo ad impugnarla davanti alla corte costituzionale». Intanto il mondo della scuola chiede una soluzione veloce. «Vidoni sta lavorando bene come reggente, ma la scuola ha bisogno di un sovrintendente», dice Donatella Califano della Cisl aggiungendo che Eccli ha tutte le carte in regola. Posizione ribadita anche da Giovanni Scolaro della Uil: «Eccli è una persona valida, ma lo sono anche gli altri nomi proposti. Certo che questo tira e molla sta logorando tutti, da questa situazione bisogna uscirne al più presto, anche se Vidoni, che per anni è stato il braccio destro della sovrintendente Rauzi, sta gestendo bene questo periodo».

Torna all'inizio


L'autorità del premier e il governo con poteri limitati (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 87 del 2009-04-11 pagina 0 L’autorità del Cavaliere oltre un governo dai poteri limitati di Gianni Baget Bozzo Finora l'esecutivo era stato la Cenerentola delle istituzioni. Il contrario di quanto accade all'estero. La Lega tende ad agire unilateralmente. E la maggioranza è davvero all'altezza del suo leader? Secondo una celebre battuta attribuita a Benito Mussolini, governare gli italiani non è impossibile ma è inutile. Dopo tanti paragoni tra Berlusconi e Mussolini, sembra ora evidente che le due storie si diversificano radicalmente. Berlusconi accetta di governare l'Italia con la sua maggioranza quando la sfida della realtà va oltre le liturgie istituzionali della nostra Repubblica. Il governo affronta a livello nazionale, come accade a tutti i governi, una crisi che è mondiale senza che esista un governo mondiale. Sui governi nazionali cadono quindi responsabilità che vanno oltre il diritto vigente e soprattutto le consuetudini che su quel diritto si sono fondate. Il potere dei governi nazionali è stato eroso sia a profitto delle istituzioni internazionali e, nel nostro caso europee, sia a quello delle istituzioni locali. Sicché la sfida eccezionale è affrontata con poteri diminuiti e, nel nostro Paese, dove il governo è la Cenerentola delle istituzioni, affrontare la crisi sotto il peso di esorbitanti istituzioni di garanzia, diviene una sfida ancora più complessa che negli altri Paesi. Il presidente del Consiglio chiede al Parlamento di consentirgli quei poteri che hanno i primi ministri in tutti i Paesi a regime parlamentare e, ovviamente, molto minori di quelli del presidente della Repubblica nei regimi presidenziali. Un governo di unità nazionale non avrebbe oggi più forza, dato il clima di conflitto civile che percorre tutta la sinistra incalzata da Di Pietro e logorata dalle sue divisioni ideologiche: non avrebbe più autorità del governo Berlusconi. è stato scritto che lo «Stato c'è». Non a caso questa espressione è stata calcata sul modello di quella che afferma: «Silvio c'è». La coalizione berlusconiana di centrodestra assume il governo del Paese in una situazione che il disastro aquilano rende ancora più grave. La sua potenza di distruzione supera quella degli altri terremoti. Ma l'Aquila è una città della storia e ridarle vita sfida l'essenza della nazione. Berlusconi non si è sottratto alla sfida di governare e ha dato all'intervento del governo una dimensione personale, ha aggiunto di suo una autorità che purtroppo il governo italiano ha perduto come potere istituzionale. E quello che Silvio chiede è di dare al governo il rilievo che la prassi costituzionale gli ha negato a vantaggio del capo dello Stato, della presidenza delle Camere, della Corte costituzionale. Si pone anche il problema se la maggioranza sia all'altezza del suo leader. Infine è lui, e non la maggioranza, che è stato investita dalla fiducia degli italiani. Un incidente parlamentare creato, come pare, dai deputati del Pdl, può essere politicamente spiegato con l'unilateralità che la Lega imprime alla sua «delegazione» al governo, al suo farsi parte per se stessa per conseguire più voti alle elezioni europee e amministrative. La Lega deve dire, di fronte alla sfida dell'economia e dell'Abruzzo, se la Padania è una espressione geografica o se configura ancora uno scisma dell'unità della nazione. Ma il presidente della Camera dovrà comprendere che la necessità della grande crisi non si affronta con le consuetudini parlamentari e che il compito del Parlamento è in primo luogo quello di essere responsabile innanzi al popolo acconsentendo a quello che il popolo chiede: un governo che corrisponda al sentimento dell'unità della nazione e che esprima quel coraggio che i soccorritori dei terremotati dell'Aquila hanno così esemplarmente donato al Paese. Per questo, innanzi alla sfida aquilana, Berlusconi ha riproposto il suo problema: perché il governo possa governare occorre che il Quirinale e le Camere consentano al governo di essere quello che è. Esso non è la parte «dignificata» del paese ma è la parte «efficiente», per usare una celebre distinzione che risale a due secoli fa, pronunciata dal fondatore dell'Economist. è «l'efficienza» dello Stato. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Referendum: Legge prevede data entro 15 giugno (sezione: Giustizia)

( da "KataWeb News" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Referendum: Legge prevede data entro 15 giugno 11 aprile 2009 alle 11:18 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Per far svolgere i referendum sulla legge elettorale il 21 giugno (data dei ballottaggi), sarebbe necessario modificare la legge di attuazione dei referendum stessi. L'articolo 34 della legge 352/1970 stabilisce infatti: "Ricevuta comunicazione delle sentenza della Corte Costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri, indice con decreto il referendum, fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno. Nel caso di anticipato scioglimento delle Camere o di una di esse, il referendum già indetto si intende automaticamente sospeso all'atto della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto del Presidente della Repubblica di indizione dei comizi elettorali per l'elezione delle nuove Camere o di una di esse. AGI

Torna all'inizio


Il governo in Moldova fa dietrofront: (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

MONDO 11-04-2009 Il governo in Moldova fa dietrofront: «C'è il via libera al riconteggio dei voti» DA MOSCA I l presidente della Moldova Vladimir Voronin ha accettato il riconteggio completo dei voti espressi alle elezioni del 5 aprile. La Corte costituzionale comincerà a «occuparsi del problema entro 24 ore dall'arrivo dei dati definitivi». I risultati preliminari assegnano il 49,48 per cento ai comunisti, dato questo violentemente contestato dagli oppositori. Le operazioni di riconteggio potrebbero durare 10 giorni. A Chisinau circa mille partecipanti si sono riuniti davanti alla sede del governo. A segnalare le loro intenzioni pacifiche, molti hanno portato con sé mazzi di fiori. La procura generale ha annunciato l'arresto, con l'accusa di aver fomentato i disordini dei giorni scorsi, di un cittadino romeno, indi- cato come N. Iordan, presso il quale sarebbero state trovate bombe molotov. Intanto l'Ucraina ha iniziato le procedure per l'estradizione di due ricchi imprenditori moldavi, Gabriel Stati e Auren Marinescu, arrestati all'aeroporto di Odessa il 9 scorso. Un mandato d'arresto contro di loro era stato spiccato dal procuratore generale moldavo Valeriu Gurbulea. Gabriel Stati e suo padre Anatoliu si occupano di petrolio, gas e edilizia. Essi sarebbero in conflitto con Voronin e avrebbero finanziato le forze di opposizione. Voronin stesso ha dichiarato che «nonostante 118 sponsor dei disordini siano stati arrestati, il più ricco di essi è riuscito a fuggire all'estero». La Russia, scrive il moscovita Kommersant, ha inviato a Voronin un singolare «regalo»: una partita di armi antisommossa, fra cui le granate a gas Cerjomukha. Però il ministero dell'Interno moldavo ha smentito. ( G.Ben.) Il presidente Vladimir Voronin ha acconsentito al riconteggio dei voti (Reuters)

Torna all'inizio


Procura antimafia, Md critica nomine (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 11-04-2009 Procura antimafia, Md critica nomine ROMA. È polemica al Csm sulle nomine dei procuratori antimafia. Magistratura democratica, la corrente di sinistra, contesta con il consigliere togato Livio Pepino alcune scelte che non terrebbero conto di un requisito fondamentale per un magistrato da impiegare alla Direzione nazionale antimafia: «La competenza specifica di prim'ordine, pena la totale inutilità dell'ufficio». Pepino si riferisce in particolare alla delibera di mercoledì scorso, con la quale il plenum del Csm ha dato il via libera alla nomina di Leonida Primicerio, sostituto procuratore generale di Salerno, alla procura di Via Giulia. Insieme a Primicerio il plenum ha nominato Filippo Beatrice, il pm del processo di Napoli su Calciopoli. E ieri la Terza commissione del Csm ha proposto a maggioranza (con i voti di Unicost e di un 'laico' di centrosinistra) gli altri sei nomi mancanti per la Dna: Diana De Martino (pm a Roma), Giuseppe Fici (pm a Palermo), Carlo Caponcello (giudice a Catania), Maria Vittoria De Simone (Gip a Napoli), Giovanni Russo (già consulente della commissione Antimafia), Anna Canepa (pm a Genova). Restano fuori magistrati da anni impegnati contro la mafia, come Maurizio De Lucia (Dda Palermo), Franca Imbergamo e Nicolò Marino (Dda Caltanissetta).

Torna all'inizio


Nuove aziende, via ai tetti di spesa (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Campania privati Nuove aziende, via ai tetti di spesa Nelle nuove Asl accorpate restano in vigore i budget di spesa e i contratti annuali stipulati dai centri provvisoriamente accreditati con le vecchie Aziende sanitarie locali. Lo specifica una nota inoltrata dall'assessorato regionale alla Sanità ai commissari straordinari delle Asl e ai titolari dei centri sanitari privati provvisoriamente accreditati. La nota evidenzia che le prestazioni erogate oltre il tetto assegnato - in aderenza con quanto assunto recentemente dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 94 del 1 aprile del 2009 - non saranno remunerate dal Ssn "se non nei limiti e con le modalità già previste dalla disciplina della regressione tariffaria di cui alle delibere di Giunta n. 2.157 del 2005, 800 del 2006, 517 del 2007 e 1.268 del 2008. del 11-04-2009 num.

Torna all'inizio


IL NEO ASSESSORE ALLA SANITà MARIO SANTANGELO INCONTRA SUBITO I COMMISSARI STRAORDINARI DELLE 7... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 11-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento)) (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il (Salerno))

Argomenti: Giustizia

Il neo assessore alla Sanità Mario Santangelo incontra subito i commissari straordinari delle 7 Asl della Campania. Nel corso del vertice, avvenuto ieri mattina, l'assessore ha ribadito «l'eccellente rapporto esistente con i commissari, l'importanza di lavorare in maniera collegiale e integrata e la certezza di poter svolgere assieme un proficuo lavoro, in stretto raccordo con il territorio, con la forza lavoro e con la sanità privata». Sempre ieri il governatore Antonio Bassolino ha siglato una convenzione tra i commissari delle Asl e l'Avvocatura regionale. Per effetto dell'intesa le Asl affidano all'Avvocatura regionale l'attività di consulenza legale e di patrocinio in giudizio. In particolare, le Asl non potranno più avvalersi di consulenze esterne. «In questo modo - spiega il presidente della giunta - realizziamo un ulteriore passo in avanti sulla strada del contenimento della spesa sanitaria, evitando l'affidamento all'esterno degli incarichi di consulenza e di patrocinio legale. Le Asl potranno così realizzare un risparmio ingente, di diversi milioni di euro ogni anno, e investire più risorse nei servizi offerti ai cittadini». «Continueremo - prosegue - a muoverci su questa strada con grande determinazione per perseguire l'obiettivo della ulteriore riduzione dei costi sia nella Sanità che in tutti gli altri settori dell'Amministrazione». Una scelta accolta positivamente dal giurista Vincenzo Siniscalchi, per tre legislature senatore dell'Ulivo e attualmente componente del Csm: «Questa decisione - sottolinea Siniscalchi - valorizza la professionalità dell'avvocatura degli enti pubblici e al tempo stesso consente di contenere all'interno dell'ente il controllo di tutte le procedure, evitando ogni dilatazione delle risorse».

Torna all'inizio


Apertura domenicale: al Tar chiediamo un pronunciamento pieno (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Apertura domenicale: al Tar chiediamo un pronunciamento pieno» Sabato 11 Aprile 2009, (p.r.) «Non abbiamo fatto marcia indietro: visto l'importanza della questione abbiamo semplicemente chiesto al tribunale di pronunciarsi più approfonditamente». È questa la spiegazione fornita da Oviesse, azienda del gruppo Coin, sul ritiro, avvenuto ieri, della richiesta di sospensiva del provvedimento "domeniche-chiuse". Il colosso veneto dell'abbigliamento precisa di non aver avuto alcun ripensamento sul fatto di essersi rivolta al tribunale del Veneto. L'intenzione di chiedere ai giudici di pronunciarsi sull'illegittimità o meno dell'ordinanza del Comune di Vicenza, che limita l'apertura degli esercizi commerciali nei giorni festivi, c'è ancora e più forte di prima. «Data la complessità dei temi trattati, che potrebbero portare alla richiesta di una pronuncia della Corte Costituzionale su una possibile incostituzionalità della legislazione regionale sul commercio - precisa l'azienda con una nota - Oviesse Spa ha preferito richiedere al Tar una pronuncia nel merito della questione invece di una semplice misura cautelare d'urgenza di sospensione immediata dell'efficacia dell'ordinanza. È questo l'unico motivo per cui ha ritirato la richiesta di una procedura d'urgenza». Ma è altrettanto vero che l'azione del Gruppo, come d'altra parte ha precisato la stessa azienda, non è mirata ad ottenere tutte le aperture domenicali in una singola realtà, ma di creare un precedente per tutto il Veneto. Da qui la voglia di approdare, in seguito, alla Corte Costituzionale. «Andando oltre il singolo caso - conferma Oviesse - la questione deve essere risolta non affrontando l'applicazione della legge da parte di questo o quel comune, ma l'impianto della legge stessa». Le motivazioni portate sono però esattamente l'opposto di quelle del Comune di Vicenza e dell'Ascom. Oviesse ritiene infatti che la liberalizzazione possa aiutare economie locali, senza danneggiare il dettaglio tradizionale, mentre per Palazzo Trissino e per la Confcommercio di Vicenza succederebbe il contrario. Al Tar, quindi una decisione che potrebbe cambiare l'assetto del commercio veneto.

Torna all'inizio


Illegittimo confiscare l'auto (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Illegittimo confiscare l'auto» Il difensore si appella alla Suprema Corte: «C'è disparità tra chi ha un mezzo nuovo e chi uno vecchio» Sabato 11 Aprile 2009, (lm) Confiscare un'auto di poco valore e una di lusso non avrebbe lo stesso valore punitivo. Pertanto la norma che stabilisce la confisca indiscriminata non può che essere illegittima. L'avvocato Andrea Rui, nel difendere un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza, ha sollevato il caso prima davanti alla Corte di Cassazione, chiedendo, ancora in fase cautelare, il dissequestro dell'Opel Astra e, in alternativa, la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale affinché valuti l'istanza di illegittimità della norma. In prima battuta, Rui si era già visto respingere la richiesta dal Tribunale di Belluno. Il rigetto era stato motivato citando la "natura politica" della scelta. Ora la palla passa alla Suprema Corte che dovrà pronunciarsi sul quesito, non di poco conto visto che perdere un'auto da rottamare non è esattamente la stessa cosa di una appena acquistata e magari di lusso, posto che, il valore di ciascun bene, alla fine, è sempre dato dalla disponibilità economica del suo proprietario. Sarà interessante, pertanto, conoscere la risposta. Per qualcuno mille euro possono essere una bicchierata in compagnia, per altri un mese di stipendio. Il caso è emerso nel corso del processo a carico di F. D.M., 31 anni, originario di Milano, che l'8 novembre 2008 venne fermato dalla Polstrada per un controllo. L'uomo aveva un tasso di 2,11 grammi, abbondantemente superiore alla soglia massima dello 0,50. Immediato il sequestro dell'auto e il ritiro della patente. Ieri, davanti al giudice Antonella Coniglio, Rui ha impugnato il decreto penale, ma la risposta è stata la condanna a 5 mila euro di multa e la confisca del veicolo. L'obiettivo del ricorso è quello di poter riavere l'auto, contando magari sul riconoscimento da parte della Suprema Corte dell'incostituzionalità della norma che prevede la confisca. Ci riuscirà? Se si farà la felicità di tanti automobilisti, visto che ogni settimana l'elenco di quanti finiscono a processo per guida in stato di ebbrezza si allunga di continuo. Anche ieri sono stati ben otto quelli affrontati davanti al tribunale, tutte impugnazioni di decreti penali di condanna per il temuto 186 del Codice della strada.

Torna all'inizio


Sparatoria in laguna, interrogato Zennaro (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Sparatoria in laguna, interrogato Zennaro Sabato 11 Aprile 2009, Lungo interrogatorio in Procura per Maurizio Zennaro, il quarantacinquenne mestrino che nel giugno dello scorso anno fu aggredito a colpi di pistola e rimase ferito assieme a Massimo Zanon, 42 anni, a bordo di un gommone, nel tratto di laguna antistante il Lido. Il sostituto procuratore Stefano Ancilotto lo ha ascoltato per alcune ore per chiarire la dinamica di quel giorno in laguna, ma soprattutto il possibile movente dell'episodio di violenza, per il quale è finito in carcere prima l'esecutore materiale, Alessandro Rizzi, detto il "Doic", e poi il presunto mandante, Bruno Vidali, 46 anni, amministratore del cantiere navale "Nuovo moschettiere", per il quale Zennaro aveva lavorato prima dell'arrivo dello stesso Rizzi. È stato il "Doic", dopo aver confessato di essere l'autore della sparatoria, a fornire i principali elementi d'accusa nei confronti di Vidali: nel corso di due interrogatori, avvenuti all'inizio dell'anno, ha raccontato di aver ricevuto da Vidali una pistola (una calibro 9 con la matricola abrasa), e ripetute pressioni affinché desse una lezione a Zennaro. Rizzi ha spiegato che Vidali aveva paura in quanto Zennaro lo aveva minacciato: per questo motivo temeva per la sua vita e per quella dei suoi familiari. Sul contenuto dell'interrogatorio di Zennaro non è trapelato nulla, ma è probabile che il magistrato abbia chiesto all'ex dipendente del cantiere "Nuovo Moschettiere" di precisare i suoi rapporti con Rizzi e Vidali, ma anche di chiarire la questione delle presunte minacce che avrebbe rivolto a quest'ultimo. Minacce per le quali è aperta un'inchiesta penale nei confronti di Zennaro. Vidali, assistito dagli avvocati Antonio Franchini e Marco Vassallo, ha respinto con determinazione ogni accusa, sostenendo di non aver mai dato incarico a Rizzi di sparare a Zennaro, tantomeno di avergli consegnato una pistola. Consegna alla quale avrebbe presenziato il fratello di Rizzi, Andrea. Nei giorni scorsi, però, il Tribunale del riesame ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare, ritenendo pesante il quadro indiziario raccolto dalla procura nei suoi confronti. Dalle intercettazioni effettuate dai carabinieri nel corso delle indagini sulla sparatoria è emersa una telefonata in cui Vidali, parlando al telefono con Rizzi, pochi giorni prima che quest'ultimo venisse arrestato, lo tranquillizzava "spendendo" il nome di un suo amico di vecchia data, l'ex sindaco ed ex parlamentare Udc, Ugo Bergamo, oggi componente del Csm, sostenendo di avergli parlato per far togliere l'inchiesta al pm Ancilotto. Effettivamente Vidali aveva contattato Bergamo, come emerge da un'altra telefonata intercettata dagli investigatori, ma soltanto per lamentare le minacce ricevute da Zennaro. E Bergamo in quell'occasione aveva consigliato l'imprenditore di sporgere denuncia, aggiungendo che il pm Ancilotto è un bravo magistrato. In quella telefonata non si parlò della sparatoria, né delle indagini, e quella di Vidali con Rizzi fu evidentemente una semplice vanteria. Gianluca Amadori

Torna all'inizio


liste anche in sicilia (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

liste anche in sicilia Gabriella Bellucci Roma. Berlusconi ha annunciato che se ne parlerà nel prossimo Cdm, ma sull'ipotesi di accorpare il referendum all'Election Day la Lega resta sulle barricate. «Si risparmierebbero solo 173 milioni di euro», fa sapere il ministro dell'Interno, Maroni, ridimensionando l'entità dei fondi da investire per i terremotati dell'Abruzzo. Il braccio di ferro dentro la maggioranza è sottotraccia. Formalmente, la ricucitura propiziata dal premier dopo lo strappo sul decreto sicurezza (bocciata anche con i voti del Pdl la norma sul prolungamento della detenzione dei clandestini, e stralciata la parte sulle ronde) ha riportato il sereno nella coalizione. Ma il fuoco cova sotto la cenere. E' la riprova che, dopo l'inaspettata apertura di Berlusconi sul referendum (seppure favorita dalla possibilità di aumentare gli stanziamenti post-sisma), è seguito il gelo degli alleati padani e la soddisfazione degli ex di An. Il punto è che la Lega non si fida fino in fondo. Le rassicurazioni sul recupero della misura anti-clandestini andranno infatti verificate concretamente. Al momento, invece, non è ancora chiaro se quella norma sarà inserita nel decreto sicurezza ora all'esame del Senato (magari con voto di fiducia vista la ristrettezza dei tempi), o nel disegno di legge sulla sicurezza in giacenza alla Camera. L'unica certezza è che non si farà un decreto ad hoc: il Quirinale, forte del parere della Corte Costituzionale, non sarebbe disposto a firmare per la seconda volta un provvedimento d'emergenza sulla stessa materia. Il nodo da sciogliere è tecnico e politico allo stesso tempo. E per la Lega, a ridosso della campagna elettorale per le europee, è questione cruciale. Almeno quanto lo è il referendum che, se approvato, rischierebbe di depotenziare ai minimi termini il partito del Nord. Preso tra i fuochi incrociati (la Lega, da un lato; parte del Pdl, dall'altro) Berlusconi prova a giocare su due fronti, prendendo tempo in attesa che si calmino le acque. Sulla consultazione referendaria ha aperto uno spiraglio (assecondando peraltro le aspettative di Fini pronunciate al congresso del Pdl), ma è tutto da vedere se riuscirà a imporre l'accorpamento di fronte al niet più volte ribadito dalla Lega che punta a far mancare il quorum. Tant'è che il segretario del Pd, Franceschini, si domanda se Berlusconi faccia sul serio o stia bluffando. «Il premier sa come la pensiamo su questo punto», dice Maroni, riducendo a «soli 173 milioni» il risparmio che gli economisti della «Voce.info» hanno quantificato sui 320 milioni di euro. «Deduco che per Maroni - ribatte il presidente del Comitato promotore, Guzzetta - in un momento di tragedia si potrebbero tranquillamente mandare in fumo tutti quei soldi, solo per far contenti i dirigenti del suo partito». Parole in parte condivise da Bocchino (ex-colonnello di An) che invita gli alleati a riflettere su «un'opportunità di risparmio, che è anche una questione di sobrietà». Nella maggioranza si comincia a profilare un'ipotesi-compromesso: celebrare la consultazione non il 7 giugno (giorno dell'Election Day) ma il 21, quando si terranno i ballottaggi. Un modo per tentare di salvare capra e cavoli, anche se, in quel caso, sarebbe più probabile la vittoria dell'astensione. «Sarebbe un accorpamento-truffa», taglia corto Guzzetta.

Torna all'inizio


MOLDOVA: DOMANI CORTE COSTITUZIONALE DECIDE SU RICONTEGGIO VOTI (sezione: Giustizia)

( da "Adnkronos" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

MOLDOVA: DOMANI CORTE COSTITUZIONALE DECIDE SU RICONTEGGIO VOTI DOPO SI' DEL PRESIDENTE A RICHIESTA OPPOSIZIONE commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 11 aprile, ore 18:54

Torna all'inizio


MOLDOVA: DOMANI CORTE COSTITUZIONALE DECIDE SU RICONTEGGIO VOTI (sezione: Giustizia)

( da "ITnews.it" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Chisinau, 11 apr. - (Adnkronos) - La Corte costituzionale di Chisinau ha rinviato a domani l'udienza, prevista per oggi, sulla richiesta del presidente moldavo Vladimir Voronin di ricontare i voti delle contestate elezioni parlamentari di domenica scorsa. "Stiamo cercando di lavorare il piu' velocemente possibile - ha detto ai giornalisti il presidente della Corte, Dumitru Pulbere, annunciando il rinvio della seduta - Non ci sono precedenti di un riconteggio in Moldova dall'indipendenza nel 1991. In ogni caso, abbiamo dieci giorni per confermare il risultato delle elezioni".

Torna all'inizio


Thailandia, salta il summit dell'Asean (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 11-04-2009)

Argomenti: Giustizia

BANGKOK La folla che chide le dimissioni del governo, scontri tra opposte fazioni e con le forze dell’ordine, una nazione spaccata: l’instabilità che la Thailandia sperava di essersi lasciata alle spalle è tornata. A Pattaya, un vertice di sedici Paesi asiatici è stato cancellato in seguito all’irruzione di un migliaio di «camicie rosse», sostenitori dell’ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, nell’hotel che avrebbe dovuto ospitare il summit. I leader stranieri sono già ripartiti in elicottero e in città è ritornata la calma, tanto che lo stato di emergenza dichiarato in mattinata dal premier Abhisit Vejjajiva è stato revocato in serata. La protesta ha preso le autorità alla sprovvista: pur continuando a chiedere nuove elezioni, ieri gli oppositori avevano accettato di sospendere le manifestazioni nella località turistica a 140 chilometri da Bangkok, facendo intendere di essere disponibili a un compromesso. Tuttavia, rinvigoriti dai rinforzi arrivati nella notte dalla capitale, questa mattina migliaia di attivisti hanno fatto rotta verso il complesso che attendeva l’arrivo dei leader dei Paesi dell’Asean (sud-est asiatico) oltre a quelli di Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Australia e Nuova Zelanda. Un gruppo di «camicie blu», movimento finora sconosciuto e subito accusato dai leader delle «camicie rosse» di essere una milizia governativa, ha cercato di sbarrare loro la strada: gli scontri hanno provocato una decina di feriti. Ma la marea rossa, numericamente superiore, è riuscita comunque a raggiungere il resort. A forza di premere è riuscita a sfondare il cordone di sicurezza e la vetrata dell’ingresso, riversandosi poi nell’edificio. A quel punto i politici sono stati fatti partire in tutta fretta in elicottero dal tetto dell’edificio e il vertice è stato rinviato a data da destinarsi. È la seconda volta che succede: gli incontri, organizzati per discutere il rilancio delle economie asiatiche, erano inizialmente programmati per lo scorso dicembre, ma erano stati posticipati a causa della rivolta delle «camicie gialle» del Pad (Alleanza popolare per la democrazia) che avevano tra l’altro occupato e bloccato gli aeroporti. Quelle proteste erano terminate con l’intervento della Corte costituzionale, che aveva condannato per frode elettorale il premier Somchai Wongsawat - cognato di Thaksin - e sciolto tre partiti di governo. Successivamente, grazie a un ribaltone parlamentare, è nato l’esecutivo di Abhisit. E le «camicie rosse», che si ritengono defraudate, hanno iniziato una nuova campagna di proteste. Per Abhisit, che aveva coltivato un’immagine di leader pacato e capace di riportare stabilità, la cancellazione del summit è un grave smacco. Il primo ministro ha spiegato che i leader stranieri «hanno compreso» la situazione, ma è chiaro che l’immagine della Thailandia ne uscirà ulteriormente danneggiata. Il settore turistico, già piegato dalle azioni del Pad, teme un nuovo contraccolpo. Proprio in coincidenza del ponte del Songkran, l’anno nuovo thailandese, a Pattaya si segnala già un’ondata di cancellazioni di prenotazioni. Mentre migliaia di «camicie rosse» sono già tornate ai loro bivacchi presso la sede del governo, a Bangkok, i loro leader non nascondono la soddisfazione. Ma l’escalation delle proteste, che ricalca l’esempio dei rivali «gialli», rischia di renderli antipatici agli occhi di molti cittadini comuni. Almeno così spera Abhisit, che ha già espresso il suo disappunto, lasciando intuire un cambiamento di atteggiamento: «Chiunque dichiari vittoria per una sconfitta nazionale è un nemico della nazione. D’ora in poi, non permetterò che nessuno influenzi in tal modo il nostro Paese» ha affermato.

Torna all'inizio