CENACOLO DEI COGITANTI |
Sulla casa le regioni
temono il trappolone ( da "EUROPA
ON-LINE" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ha già promesso di ricorrere alla
Corte costituzionale se la legge quadro limiterà le competenze delle regioni in
materia urbanistica. Anche perché lì il piano casa è stato già varato dalla
giunta regionale: 230 milioni per l?edilizia popolare, più di quanto stanziato
nel 2009 dal governo per tutto il territorio nazionale (200 milioni).
Bizzo torna davanti al
tribunale ( da "Alto
Adige" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Una vicenda giudiziaria che approdò
davanti alla Corte costituzionale. A favore della tesi di Bizzo vi sarebbe ora
una precedente decisione della Corte di Cassazione a sezioni riunite ed il
nuovo ricorso potrebbe dunque risultare più insidioso del primo quando il
tribunale (presidente Heinrich Zanon) liquidò le contestazioni sollevate dal
ricorrente Bizzo (definite in sentenza «
Carlucci, il DDL è a
tutela dei minori? ( da "Punto
Informatico" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: sin tanto che sarà possibile, la
libertà di manifestazione del pensiero che, come saprà, è già stata definita
dalla nostra Corte Costituzionale "pietra angolare della democrazia".
La ringrazio ancora per aver accettato il confronto in Rete e con la Rete e Le
invio i miei più cordiali saluti, Guido Scorza www.guidoscorza.it
Doppio canone fognario, a
ottobre scattano i rimborsi ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la giunta ha recepito in pieno la
sentenza della corte costituzionale che ne ha decretato la palese
illegittimità. Risultato: gli importi da pagare sono stati limati al ribasso.
E' stata perciò messa la parola fine alla sequela di ricorsi rimasti sullo
sfondo della complicata vicenda, che potevano intasare gli uffici delle
amministrazioni coinvolte.
Abu Omar, scontro tra
poteri ( da "Arena,
L'" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Le domande cui da oggi è chiamata a
dare risposta la Corte Costituzionale sono spinose, potrebbero decidere il
destino del processo in corso a Milano, ora sospeso fino al prossimo 18 marzo.
Seguendo una linea «bi-partisan» il governo Prodi, prima, e quello Berlusconi,
poi, hanno sollevato tre conflitti (contro la procura, il gup e il giudice del
processo),
Irap, l'utilizzo di
tecnologia non prova l'organizzazione
( da "Italia Oggi" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: esame dei giudici regionali parte
dalla sentenza della Corte costituzionale n. 156 del 21/5/01. Dopo aver
rilevato come la legge istitutiva dell'Irap sia stata ritenuta
costituzionalmente legittima, il collegio osserva come esista una fondamentale
differenza tra una azienda diretta alla produzione di beni e servizi ed una
attività svolta professionalmente.
Appalti, limiti per gli
affidamenti ( da "Italia
Oggi" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: come anche affermato dalla sentenza
della Corte costituzionale 23 novembre 2007, n. 401.I timori sopra espressi
tanto più paiono fondati quanto più si assistere a casi in cui le stazioni
appaltanti hanno autoannullato bandi di gara, che prevedevano l'aggiudicazione
a mezzo di procedura aperta o ristretta e si sono determinate nel senso della
procedura negoziata,
MADRID - Da grande
accusatore ad accusato: il molto mediatico e controverso giudice Baltasar
Garzon è stato deferito alla commissione disciplinare del Consiglio generale
del potere ( da "Adige,
L'" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: potere giudiziario (Cspj, il Csm
spagnolo) con l' accusa di non avere dichiarato nel 2005-2006 al ministero
della giustizia, 203 mila dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università
di New York MADRID - Da grande accusatore ad accusato: il molto mediatico e
controverso giudice Baltasar Garzon è stato deferito alla commissione
disciplinare del Consiglio generale del potere giudiziario
La rosa per la Rai?
Proviamo a farla noi ( da "Riformista,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Risparmiateci un presidente emerito
della Corte Costituzionale. Già ce ne sono troppi in giro, e le esperienze di
Zaccaria e Baldassarre non si ricordano come le più brillanti a Viale Mazzini.
Una seconda preghiera: risparmiateci anche la promozione di un dipendente Rai.
La presidenza dell'azienda non può essere l'ennesima merce di scambio della
spartizione del partito Rai,
doppia inchiesta sulla
riscossione multe ( da "Repubblica,
La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm per quanto di competenza
dell´organo di autogoverno di giudici e pm. Ieri intanto il procuratore
Giandomenico Lepore ha diramato una circolare nella quale ricorda ai sostituti
l´obbligo informare tempestivamente il capo dell´ufficio nel caso in cui
dovessero emergere dagli atti d´indagine riferimenti ai magistrati del
distretto sui quali la competenza spetta per legge alla Procura
archivio genchi, una legge
a difesa degli 007 ( da "Centro,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Csm. E ancora il procuratore
nazionale antimafia Piero Grasso "seguito" attraverso le tracce dei
tabulati per 24 mesi e addirittura il capo del Sismi Niccolò Pollari per 20.
«Mai più» è il coro dei senatori, guidati da Renato Schifani: «E' necessaria
una attenta riflessione sulla necessità urgente di colmare un vuoto legislativo
per la tutela non solo dei diritti garantiti dall'
pagate le bollette ma senza
il canone di depurazione ( da "Nuova
Sardegna, La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: acqua e la società che gestisce le
acque della Sardegna sembrava conclusa dopo la sentenza della Corte
Costituzionale di ottobre ma i problemi restano. Infatti nelle ultime bollette
gli iglesienti hanno trovato ancora una volta conteggiato il canone per il
trattamento delle acque e dagli animatori del comitato arriva l'invito ad
auto-detrarre dalla cifra complessiva questa voce.
Deferito il giudice
Garzon: non dichiarò maxi-parcella negli Usa
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Baltasar Garzon è stato deferito
ieri alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere
giudiziario (Cspj, il Csm spagnolo) con l' accusa di non avere dichiarato nel
2005-2006 al suo datore di lavoro, il ministero della Giustizia, 203mila
dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università di New York. La
commissione all'unanimità ha deciso di aprire una inchiesta.
amico di ugo bergamo:
spero sia un equivoco ( da "Nuova
Venezia, La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: oggi componente del Csm, «ma
conoscendo Bruno da tanti anni mi auguro che si tratti di un clamoroso
equivoco, e che tutto possa essere chiarito al più presto». Difficile per chi
lo conosce bene, pensare a Bruno Vidali come mandante di un omicidio. Gli amici
del Lido lo avevano perso di vista da qualche mese.
Spagna Il giudice Garzon
da accusatore diventa accusato ( da "Giornale.it,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: giudice Baltasar Garzon è stato
deferito alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere
giudiziario (Cgpj, il Csm spagnolo) con l'accusa di non avere dichiarato nel
2005-2006 al suo datore di lavoro, il ministero della Giustizia, 203mila
dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università di New York. La
commissione all'unanimità ha deciso di aprire un'inchiesta.
manca il gup, il processo
ciclone resta al palo - gian paolo coppola
( da "Centro, Il" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: IL CSM. Il nodo da sciogliere è
proprio sul nome di chi subentrerà alla dottoressa Tascone. E' una partita che
si gioca tra Marco Dall'Olio, forte di un'esperienza di un anno a Messina da
gip, e Carla De Matteis, che ha invece dalla sua parte la maggiore anzianità
professionale.
<Controllato il
direttore del Sismi> ( da "Tempo,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: numeri riferiti alla Presidenza
della Repubblica di 52 utenze fisse e mobili del Csm». Subito dopo attacca
Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato: «La relazione di Rutelli nell'Aula
del Senato sullo scandalo Genchi ci parla di una vicenda inquietante. Sono
stati sventrati con attività illecite apparati di sicurezza, servizi segreti,
ambasciate, procura antimafia e Parlamento.
Oggi l'incontro tra gli
avvocati e Alfano ( da "Tempo,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Come già illustrato al Csm, i
rappresentanti del foro evidenzieranno al rappresentante del dicastero di via
Arenula le troppe carenze che rendono un percorso ad ostacoli l'esercizio della
giustizia a Latina, a partire dall'esiguo numero di magistrati e, soprattutto,
di personale amministrativo.
palermo, il csm convoca il
procuratore generale ( da "Repubblica,
La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il Csm convoca il procuratore
generale PALERMO - Il Csm apre un´istruttoria sul caso del procuratore di
Palermo Francesco Messineo, il cui cognato è coinvolto in un´indagine di mafia.
La prima commissione dell´organo di autogoverno dei magistrati ha convocato per
oggi il procuratore generale del capoluogo siciliano,
Il Pd nel pantano di viale
Mazzini ( da "Manifesto,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ex presidente della Corte
costituzionale Francesco Paolo Casavola. Nonostante quanto detto da Berlusconi,
non è escluso che, tra indisponibilità dei candidati (dovute anche al
precedente no di de Bortoli a offrirsi come passacarte del premier) e bocciature
da parte della maggioranza, alla fine si torni al punto di partenza,
Abu Omar, oggi la Consulta
decide sul segreto di stato ( da "Manifesto,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: quando la Corte costituzionale si
riunirà in camera di consiglio per decidere sulla vicenda. Una scelta che
peserà sul destino del processo in corso, sospeso fino al prossimo 18 marzo.
Ieri, con un udienza a porte chiuse durata tre ore, la Corte costituzionale ha
discusso a lungo del caso e dei sei ricorsi contrapposti arrivati negli anni
delle indagini su quel sequestro:
Rinvio di 7 giorni Una
rosa di nomi all'esame del Pd ( da "Stampa,
La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: anche l'ex presidente della Corte
Costituzionale Francesco Paolo Casavola e l'ex direttore de "La
Stampa" e del Tg1 Marcello Sorgi. Sono molti i nomi sui quali stanno
ragionando al "Nazareno": Giuseppe De Rita, Stefano Folli, Andrea
Manzella, Enzo Cheli, Pierluigi Celli, Fabiano Fabiani, Paolo Ruffini.
Si mostra scettico il
procuratore emerito nazionale Antimafia, Pierluigi Vigna, riguardo all'id...
( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 11-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Giustizia
Abstract: parteciperanno Antonio Baldassarre,
presidente emerito della Corte Costituzionale, Roberto Carrelli Palombi di
Montrone, consigliere del Csm, Margherita Gerunda e Mario Mercone,
rispettivamente Procuratore della Repubblica di Frosinone e Cassino, e Luigi Palamara,
presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Ste. De Ang.
ESPROPRIO PER IL
PETRUZZELLI INDICATO DA AVVOCATURA DELLO STATO
( da "marketpress.info"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: necessità di una nuova legge per
definire tutti gli aspetti normativi e finanziari rimasti insoluti dopo la
sentenza della Corte Costituzionale. Dunque, come tante volte abbiamo detto, il
Governo ha l?obbligo di prendere una decisione, e la via maestra è quella di applicare
il Codice Urbani per i Beni Culturali dando il via all?esproprio del Teatro?.
?Dalla sentenza della Corte ?
ROMA - Nuove norme del
codice di procedura penale sulle intercettazioni per dare maggi...
( da "Messaggero, Il"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: utenze fisse e mobili del Csm».
Questa banca dati «benché largamente non utilizzata per lo svolgimento delle
indagini, risulta oggi nella disponibilità di tre distinti uffici giudiziari:
le Procure della Repubblica di Catanzaro, di Salerno, di Roma. E del consulente
Genchi che, per quanto risulta in base a ciò che lui stesso ha dichiarato non
ha distrutto i dati in suo possesso»
Abu Omar, alla Consulta
scontro fra Governo e toghe di Milano
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: davanti alla Corte costituzionale,
il Governo e la magistratura di Milano si sono dati battaglia per circa quattro
ore sul segreto di Stato, piombato come un macigno sullavicenda giudiziaria
solo quando le indagini erano già concluse (luglio 2006) per coprire documenti,
intercettazioni, accordi internazionali sul terrorismo,
I timori per la Corte dei
Conti e l'attesa delle elezioni ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Anzi: si ricordava che la Corte
costituzionale aveva bocciato la procedura avviata da Prodi, ma solo perché
formalizzata con un decreto legge, la cui urgenza era stata ritenuta incongrua;
mentre non aveva deliberato sul merito dello stesso esproprio. Cavilli giuridici?
Il commissario: aspetto
solo l'avvocatura ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: normativi e finanziari rimasti
insoluti dopo la sentenza della corte costituzionale (a maggio scorso, ndr) che
ha annullato l'esproprio». Quindi l'affondo contro Bondi. «Nove mesi di
inammissibili perdite di tempo», caratterizzati da «atteggiamenti elusivi e
dilatori di un ministro che fin dall'inizio del suo mandato sulla questione
Petruzzelli omette di adempiere ai suoi compiti d'
Rifiuti, legge
incostituzionale ( da "Stampa,
La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: SENTENZA DELLA CONSULTA Rifiuti,
legge incostituzionale L'ultima sentenza della Corte costituzionale sulla Valle
d'Aosta riguarda terra, rocce, ghiaia e sabbia. Dichiara incostituzionale una
parte della legge regionale sui rifiuti approvata nel 2007. Provvedimento che
aveva provocato lo scorso anno il ricorso del governo.
La Corte dei conti ha
archiviato il 97% delle denunce ( da "Sole
24 Ore, Il (Sud)" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Procura aveva chiesto gli atti
ha aperto un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale e su
cui si attende una pronuncia entro giugno- luglio. In generale sulle
istruttorie pesa spesso il problema della mancata denuncia per danno erariale
da parte delle amministrazioni locali. «Oltre ai debiti fuori bilancio che
rappresentano il grosso delle segnalazioni con 2.
Il piano-cave ripartirà da
zero ( da "Sole
24 Ore, Il (Sud)" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: è finita davanti alla Corte
costituzionale. Losappio, si dice «soddisfatto » per il nuovo testo di legge e
parla di «massime garanzie per tutti». L'assessore precisa di essersi mosso
dopo aver sentito tutti gli interessati: «Abbiamo avuto un lungo confronto con
le categorie ed abbiamo incassato immediatamente il sì dei sindacati.
Genchi, l'attacco di
Rutelli <Su Pollari 20 mesi di controlli>
( da "Corriere della Sera"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 52 utenze del Csm, ministeri, Corpi
dello Stato sino all'ambasciata Usa. La tecnica di Genchi «ha portato ad
acquisire una cifra oscillante tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico
telefonico». E ora «una banca dati è nella disponibilità di tre distinti uffici
giudiziari, le procure di Catanzaro, di Salerno e di Roma,
Fine vita, sul consenso
informato il Pdl apre e il Pd si spacca
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: competenze alla Corte
costituzionale che però l'ha rigettato». Crede che quello di Firenze non sia un
comportamento da città evoluta? «Io penso che Firenze sia una città senza
bussola culturale; ha conosciuto una sintesi alta tra il pensiero comunista e il
pensiero cattolico in ambito sociale, ma nel momento in cui questa sintesi è
venuta meno per la fine del comunismo si è dispersa.
Berlusconi: <Oracambio
le regole> ( da "Secolo
XIX, Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: giurista e presidente della Corte
Costituzionale fino a pochi giorni fa. «Ma Berlusconi - sostengono le fonti
ufficiali del Pd - vuole distrarre l'attenzione dalla questione del
referendum». Ieri pomeriggio, in aula, il segretario Franceschini ha riproposto
la questione: «E' uno scandalo che, in una situazione economica grave come
questa,
Nuova beffa nelle bollette
dell'acqua ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ente regionale ignora la sentenza
della Corte Costituzionale, protestano i cittadini Nuova beffa nelle bollette
dell'acqua L'ente regionale ignora la sentenza della Corte Costituzionale,
protestano i cittadini Abbanoa chiede il pagamento della tassa di depurazione
--> Abbanoa chiede il pagamento della tassa di depurazione Nella bolletta
c'è sempre il canone di depurazione.
Tariffe acqua decimate
dove non c'è depuratore Albenga, esempio limite
( da "Stampa, La" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: dopo che la Corte costituzionale
che ha dichiarato illegittimo far pagare nella bolletta dell'acqua il servizio
di deprazione agli utenti delle zone senza impianti o con impianti inattivi. I
gestori dei servizi di acque e fognature dovranno quindi rinunciare alla quota
di quegli utenti che non sono ancora allacciati ai depuratori funzionanti,
Indebita percezione
erogazioni, truffa aggravata, precisazioni
( da "AltaLex" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: è stata pure riconosciuta dalla
Corte Costituzionale, sia pure affidando all'interprete il compito di
verificare la configurabilità del delitto di truffa ovvero di quello residuale
previsto dall'art. 316 ter c.p. (Corte cost. n. 25/94; n. 95/2004). In
conformità a detto intento del legislatore di espandere la responsabilità per
le condotte consumate in danno dello Stato e dell'
Analysts share 2 ideas to help save industry ( da "Usa Today"
Argomenti:
Giustizia
Abstract: sales
forecaster at consultant CSM Worldwide. "It would have an immediate,
stimulating effect on auto sales." CSM figures new vehicle sales in the
European countries with such plans will be 400,000 more this year than they'd
be without the incentives. Barker says a scrappage plan discussed but not
included in the U.
Abu Omar e segreto di
stato La Consulta oggi decide ( da "Avvenire"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Si riuniranno oggi in camera di
consiglio i giudici della Corte Costituzionale chiamati a sciogliere il nodo
del segreto di stato in relazione al rapimento dell'imam Abu Omar. Cinque i
ricorsi presentati e su cui ieri è stata aperta la discussione nel corso
dell'udienza svoltasi a porte chiuse e durata tre ore.
De Magistris: siamo in
piena P2 Non escludo un futuro in politica
( da "Avvenire" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: oggi giudice a Napoli dopo il
trasferimento deciso dal Csm, a «non escludere » la prospettiva, in
un'intervista concessa a Klaus Davi per la rubrica Klauscondicio su internet.
Fino a un anno fa, sottolinea De Magistris, per lui non esisteva che la
magistratura, ma dopo l'avocazione delle inchieste Why not?
VEDI (ABU) OMAR QUANT'È
BRUTTO D-DAY PER POLLARI: OGGI LA CONSULTA SULLO SCONTRO TRA GOVERNO E TOGHE
SUL SEGRETO DI STATO OIL FOR FOOD, CONDANNATO L'UOMO DI FORMIGONI. IL PRESI
( da "Dagospia.com" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: davanti alla Corte costituzionale,
il Governo e la magistratura di Milano si sono dati battaglia per circa quattro
ore sul segreto di Stato, piombato come un macigno sulla vicenda giudiziaria solo
quando le indagini erano già concluse (luglio 2006) per coprire documenti,
intercettazioni, accordi internazionali sul terrorismo,
Turchia/ Dopo velo dagli
atenei potrebbe essere bandita la
( da "Virgilio Notizie"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: bocciata dalla Corte Costituzionale
- che ha messo a ferro e fuoco il Paese per mesi - adesso potrebbe arrivare un
provvedimento contro barba e baffi. A dirlo è il quotidiano Sabah, secondo cui
lo Yok, l'Isituto per l'istruzione universitaria, avrebbe varato una bozza per
regole disciplinari che dovranno adottare i docenti.
Caso Messineo davanti al
Csm ( da "Sicilia,
La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Le parentele Caso Messineo davanti
al Csm Castelvetrano. Manifestazione di protesta nel centro per immigrati
"La Locanda", di contrada Latomie a Selimunte. Una quindicina di
nigeriani nel lamentare il ritardo con cui verrebbe esaminata la loro domanda
di richiesta di riconoscimento di rifugiati politici hanno minacciato di
suicidarsi o di fare lo sciopero della fame.
<L'acqua non va
privatizzata> ( da "Sicilia,
La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Oggi la Prima Commissione del Csm
ascolterà, infatti, il procuratore generale di Palermo, Luigi Croce, sulla
vicenda ? pubblicata da alcuni quotidiani ? sul presunto coinvolgimento in
un'indagine antimafia dell'imprenditore Sergio Sacco, cognato di Messineo, il
cui fratello, Giovanni, è processato, tra l'altro, per truffa aggravata e
continuata.
<Acqua: restituiteci i
soldi>Militello. ( da "Sicilia,
La" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: 335/2008 della Corte
costituzionale, non essendo stato (di fatto) erogato il servizio di depurazione
delle acque reflue. Secondo il segretario di Rc, Giovanni Scirè Ingastone
«dalla petizione popolare arriverà un messaggio forte e chiaro sulle aspettative
dell'utenza di Militello.
ROMA. UNA VICENDA DI
ENORME RILIEVO PER LE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE E SULLA QUALE ...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: utenze di 14 numeri riferiti alla
presidenza della Repubblica e di 52 al Csm. E ancora il procuratore nazionale
Antimafia Piero Grasso «seguito» attraverso tracce dei tabulati per 24 mesi e
il capo del Sismi Niccolò Pollari per 20. «Incarichi professionali retribuiti,
a beneficio di una società privata controllata da Genchi - spiega Rutelli - che
ha fatturato milioni di euro».
I medici in rivolta:
obbligati a denunciare i clandestini
( da "Stampaweb, La"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: almeno sperano non ce ne sia
bisogno) ma useranno tutti gli strumenti legali: fino «alla Corte di giustizia
europea passando per la Corte costituzionale». È questa la posizione delle
diverse sigle sindacali dei medici (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil,
Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl), nel caso in cui dovesse
passare la norma sull?
MADRID Il giudice Garzon
sotto inchiesta per i compensi in Usa Il tribunale supremo ...
( da "Gazzettino, Il"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: il Csm spagnolo) una documentazione
su compensi ricevuti dal giudice Baltasar Garzon durante un soggiorno negli Usa
nel 2005 affinché verifichi se il magistrato li ha dichiarati come prevede la
legge: lo riferisce la stampa spagnola. La somma sulla quale il Cspj è invitato
a fare accertamenti è secondo il quotidiano El Mundo di 203mila dollari.
Ecco Castagnole e Virtus
Csm, semifinali Provincia ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Virtus Csm, semifinali Provincia
Mercoledì 11 Marzo 2009, (m.m.) Turno infrasettimanale con le coppe dei
dilettanti, in programma le semifinali del trofeo Veneto di Prima, i quarti di
Seconda e semifinali della Coppa Provincia di Terza. PRIMA - Gara di ritorno,
alle
Clandestini, no dai medici
"Questa legge ci obbliga a denunciare gli stranieri"
( da "Giornale.it, Il"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Al momento non facciamo scioperi
ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte le possibilità che ci sono
messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla Corte Costituzionale e alla
Corte europea". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
Immigrati, i medici in
rivolta ( da "Affari
Italiani (Online)" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Un provvedimento inutile e
paradossalmente che potrebbe produrre effetti inversi a quelli voluti. Al
momento non facciamo scioperi ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte
le possibilità che ci sono messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla
Corte Costituzionale e alla Corte europea". tags: immigrati medici rivolta
Antonio Pizzi diventa
procuratore generale a Bari ( da "Varesenews"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ex procuratore capo di Busto
Arsizio, Antonio Pizzi, è stato nominato dal Csm procuratore generale e Bari.
Pizzi, che ha avuto la meglio sull'avvocato generale di Bari Francesco Saverio
Nunziante, ha cominciato la carriera come giudice a Milano nel 1969; ha guidato
diversi la procura di Busto Arsizio, e dal 2005 è procuratore a Monza.
I medici contro il dl
sicurezza "Obbligati a denunciare i clandestini"
( da "Repubblica.it"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: di non approvare l'emendamento che
creerà non pochi problemi anche di tipo pratico in tutti gli ospedali
italiani". E, seppur non arriveranno a scioperare useranno tutti gli
strumenti legali: fino "alla Corte di giustizia europea passando per la
Corte costituzionale", dicono all'unisono. OAS_RICH('Middle'); (11 marzo
2009
Immigrati, i medici in
rivolta: <Non siamo spie né macellai>
( da "Corriere.it" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: alla Corte di giustizia europea
passando per la Corte costituzionale». È questa la posizione delle diverse
sigle sindacali dei medici (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm,
Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl), nel caso in cui dovesse passare la
norma sulla possibilità di denunciare gli immigrati clandestini,
Imperia: è Gianfranco
Boccalatte il presidente del Tribunale
( da "Sanremo news" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Gianfranco Boccalatte, 67 anni, il
nuovo Presidente del Tribunale di Imperia. Boccalatte, da dieci a Sanremo,
succede a Giuseppe Squizzato, da poco andato in pensione. Al plenum del Csm,
Boccalatte ha prevalso su Biagio Insacco, ora al tribunale di Palermo, con 13
voti contro 11.
I medici scelgono
Ippocrate ( da "AprileOnline.info"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: E annunciano battaglia: fino
"alla Corte di giustizia europea passando per la Corte
costituzionale". La Camera, è la loro richiesta, cambi rotta Le case prima
agli italiani, il lavoro prima agli italiani. E la salute? Anche quella prima,
anzi solo agli italiani. La politica del governo, con le recenti dichiarazioni
del leader leghista Bossi,
Sindacati dei medici
contro la norma anti-clandestini: 'non siamo spie'
( da "Rai News 24" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ad andare fino alla Corte di
giustizia europea, passando per la Corte costituzionale". "Il medico
dipendente da enti pubblici o da enti convenzionati con il Ssn - spiega il
segretario nazionale Fp Cgil medici, Massimo Cozza - riveste contemporaneamente,
secondo il costante orientamento della giurisprudenza, la qualifica di pubblico
ufficiale o di pubblico servizio.
Giustizia/ Pg Palermo al
Csm: Cognato Messineo non indagato
( da "Virgilio Notizie"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Commissione del Csm, che sulla
vicenda ha avviato un'istruttoria per verificare le notizie apparse sulla
stampa. Secondo quanto si è appreso, il pg di Palermo avrebbe spiegato in
maniera chiara che non risultano carichi pendenti o indagini in corso nei
confronti di alcun parente di Messineo e si sarebbe anche riservato di produrre
documenti e verbali a dimostrazione di questa tesi.
Ddl sicurezza, i sindacati
dei medici dicono no "La legge obbliga a denunciare i clandestini"
( da "Quotidiano.net"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte di giustizia europea passando
per la Corte costituzionale’’</p>" /> Leggi il giornale Nome
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Dieta IL PROVVEDIMENTO CONTESTATO Ddl sicurezza,
IMMIGRATI: MEDICI, IN
REALTA' SIAMO OBBLIGATI A DENUNCIA.
( da "Virgilio Notizie"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: se il provvedimento dovesse
passare, ''ad andare fino alla Corte di giustizia europea, passando per la
Corte costituzionale''. Non si tratta della possibilita' di segnalare un
clandestino secondo la discrezionalita', avvertono i medici, ma di vero e proprio
obbligo alla denuncia degli immigrati irregolari.
Clandestini, no dai
medici: obbligati a denuncia ( da "Giornale.it,
Il" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Al momento non facciamo scioperi
ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte le possibilità che ci sono
messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla Corte Costituzionale e alla
Corte europea". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
Caso Abu Omar, Consulta:
inammissibile il ricorso della magistratura
( da "Adnkronos" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Caso Abu Omar, Consulta:
inammissibile il ricorso della magistratura La Corte Costituzionale ha accolto
i ricorsi presentati nel 2007 dal presidente del Consiglio commenta 0 vota 0
tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 11 marzo, ore 20:15
Consulta: su Abu Omar
segreto di Stato violato dai magistrati
( da "Rai News 24" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: giudici della Corte Costituzionale,
accogliendo parzialmente i conflitti di attribuzione tra poteri sollevati dal
Governo. Per la Consulta, "non spettava alle autorità giudiziarie porre a
fondamento della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto che dispone il
giudizio, i documenti acquisiti all'esito della perquisizione eseguita il 5
luglio 2006 e successivamente inviati all'
CONSULTA: <CASO ABU
OMAR, VIOLATO IL SEGRETO DI STATO>
( da "Wall Street Italia"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Consulta: «Caso Abu Omar, violato
il segreto di Stato» -->La sentenza della Corte Costituzionale boccia
l'operato dei magistrati e accoglie in parte i ricorsi presentati dai governi
Prodi e Berlusconi. Dichiarato inammissibile il contro-conflitto sollevato
dalla procura di Milano...
ABU OMAR: LA CONSULTA
DECIDE A FAVORE DEL GOVERNO, PM DI MILANO VIOLARONO SEGRETO
( da "Wall Street Italia"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Abu Omar: la Consulta decide a
favore del governo, pm di Milano violarono segreto -->Sentenza della Corte
Costituzionale: c'è stata violazione del segreto di Stato da parte dei
magistrati di Milano
Consulta: Abu Omar,
magistrati violarono il segreto di Stato
( da "KataWeb News" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: magistrati violarono il segreto di
Stato 11 marzo 2009 alle 20:05 — Fonte: Homepage">repubblica.it — 0
commenti La Corte Costituzionale accoglie in parte i ricorsi presentati dal
governo Prodi e Berlusconi contro la Procura di Milano Bocciati tutti e due i
conflitti sollevati dalle toghe milanesi
Antonio Pizzi dice addio a
Monza ( da "CronacaQui.it"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Lo ha deciso il plenum del Csm. Il
magistrato monzese d'adozione è stato preferito all'altro candidato, Francesco
Saverio Nunziante, avvocato generale nel capoluogo pugliese. Magistrato di
notevoli capacità investigative, anche in Brianza Pizzi è riuscito a concludere
una lunga serie di brillanti indagini.
Abu Omar/ Consulta:
Procura Milano ha violato segreto di
( da "Virgilio Notizie"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: la Corte Costituzionale "ha
dichiarato inammissibile il ricorso incidentale proposto nell'interesse della
Sezione Gip del tribunale di Milano nei confronti del presidente del
Consiglio". Inoltre, si legge nella decisione della Consulta, e'
"inammissibile il ricorso proposto dal procuratore della Repubblica presso
il tribunale di Milano"
ABU OMAR: CONSULTA
ACCOGLIE RICORSO, VIOLATO SEGRETO STATO
( da "Virgilio Notizie"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: (ASCA) - Roma, 11 mar - La Corte
costituzionale ha accolto in parte il ricorso della presidenza del consiglio
(Prodi e Berlusconi) contro le indagini della procura di Milano e l'ordinanza
di rinvio a giudizio sul caso Abu Omar, contro gli agenti dei servizi segreti
italiani indagati assieme a quelli della Cia.
Abu Omar/ Consulta:
Procura Milano ha violato segreto di.
( da "Virgilio Notizie"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: La Corte Costituzionale ha in questo
senso accolto in parte i ricorsi presentati dai governi Prodi e Berlusconi e ha
dichiarato inammissibile il contro-conflitto sollevato dalla procura di Milano,
respingendo anche quello presentato dal giudice del tribunale Oscar Magi,
titolare del processo.
11/03/2009 20:03
TERRORISMO: CONSULTA, INAMMISSIBILE RICORSO MAGISTRATURA SU CASO ABU OMAR
( da "ITnews.it" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: - (Adnkronos) - La Corte
costituzionale ha dichiarato ''inammissibile il ricorso proposto dal
procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano nei confronti del
presidente del Consiglio dei ministri'' sul caso di Abu Omar, l'ex imam rapito
nel
Immigrati/ Medici: Ricorso
a Consulta contro denuncia ( da "Virgilio
Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Sono disposti a ricorrere alla
Corte costituzionale e persino alla Corte di giustizia europea. I sindacati dei
medici non hanno intenzione di cedere sull'emendamento al ddl sicurezza che,
sono convinti, li obbligherebbe a denunciare i clandestini. Ad annunciarlo è
Carlo Lusenti, segretario nazionale dell'Anaao Assomed, sottolineando che
"non saremmo neanche da soli,
Da ieri all'esame il
decreto che ha introdotto le ronde
( da "Unita, L'" del
11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: esame il decreto che ha introdotto
le ronde Il Csm darà il suo parere sul decreto-legge antistupri varato in
febbraio dal Consiglio dei ministri. L'iniziativa è stata presa d'ufficio,
senza cioè una sollecitazione del ministro della Giustizia, dalla Sesta
Commissione di Palazzo dei marescialli, che ieri ha cominciato a discutere del
provvedimento.
Abu Omar: i magistrati
violarono il segreto di Stato ( da "AudioNews.it"
del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Questo il verdetto della Corte
Costituzionale -la notizia è di questi minuti- che avrebbe accolto in parte i
ricorsi presentati dai governi Prodi e Berlusconi e dichiarato inamissibile
quello della procura di Milanesi. Nel procedimento rinviati a giudizio l'ex
capo del Sismi Niccolò Pollari e altre 34 persone, tra cui molti agenti della
Cia.
Abu Omar, per Consulta pm
non potevano usare documenti ( da "Reuters
Italia" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Corte Costituzionale ha deciso oggi
che i magistrati di Milano che hanno indagato agenti segreti americani e
italiani sul presunto rapimento di un imam egiziano non potevano utilizzare
documenti coperti dal segreto di Stato. Lo dice un comunicato della Consulta
emesso questa sera al termine della camera di consiglio sul conflitto di
attribuzione dei poteri del governo con la magistratura
Virozele cresc numarul
internarilor ( da "Romania
Libera" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: in judetele Dolj si Braila, ambele
la grupa de varsta 0-4 ani, si unul prin infectii acute de cai respiratorii
superioare, in judetul Bistrita. Din aceeasi categorie: CSM tine cu Adrian
Nastase in meciul contra judecatorilorDacia Logan, masina de cult in
GermaniaTintele spionilor: unitatile de la Babadag si Medgidia Voteaza
Abu Omar: Consulta, toghe
hanno violato segreto Stato ( da "KataWeb
News" del 11-03-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: giudici della Corte Costituzionale,
accogliendo parzialmente i conflitti di attribuzione tra poteri sollevati dal
Governo. Per la Consulta, "non spettava alle autorità giudiziarie porre a
fondamento della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto che dispone il
giudizio, i documenti acquisiti all'esito della perquisizione eseguita il 5
luglio 2006 e successivamente inviati all'
( da "EUROPA ON-LINE" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
EDILIZIA
L?ANNUNCIO DEL PREMIER FINALIZZATO A METTERE IN DIFFICOLTÀ QUELLE ?ROSSE? Sulla
casa le regioni temono il trappolone GIANNI DEL VECCHIO Se fino a domenica sera
poteva essere un sospetto, da ieri è qualcosa di più reale. Il piano casa
annunciato da Berlusconi, che permetterebbe di allargare casa senza dover
chiedere la licenza, è una trappola politica per quelle regioni che già si sono
dette contrarie. Ovvero quelle ?rosse?. Il premier ha ieri dato qualche precisazione
in più su quale dovrebbe essere l?iter legislativo del provvedimento. Non sarà
un decreto ma un disegno di legge, che verrà licenziato venerdì prossimo dal
consiglio dei ministri. Si tratterà di una legge quadro, che fissa dei principi
generali riguardo alla deregulation amministrativa per l?ampliamento di case,
ville e condomini. A dover poi riempire la cornice, ci dovranno pensare invece
le singole regioni, che peraltro hanno competenza diretta in materia
d?urbanistica (lo sancisce la Costituzione). Per usare le stesse parole del
premier, «spetta a loro fare la legge, non noi, e potrà esserci qualche regione
che non la farà, come già anticipato da Calabria e Marche ». Insomma,
Berlusconi scarica tutta la responsibilità sulle spalle degli enti locali,
creando di fatto una specie di lista di buoni e cattivi agli occhi del
pubblico. Le regioni buone sono ovviamente quelle che accoglieranno il piano
governativo e, manco a farlo apposta, sono tutte amministrazioni a guida
centrodestra. Il più entusiasta è il governatore veneto Galan, che scalpita
all?idea di poter permettere ai propri cittadini la costruzione di una mansarda
o di una dependance. Impaziente di partire è anche Roberto Formigoni. Per il
presidente della Lombardia si dovrebbe cominciare subito, prima dell?estate.
Scettico invece il siciliano Lombardo. Le regioni cattive sono quelle di
centrosinistra, compatte nel dire no all?ennesima cementificazione del paese.
Calabria, Basilicata, Toscana, Emilia Romagna, Marche e Umbria si sono subito schierate
contro. Correndo però il rischio di diventare impopolari agli occhi della
gente. La proposta di Berlusconi, fanno sapere fonti vicine all?emiliano
Errani, mette infatti il governo in una posizione invidiabile: se le regioni lo
assecondano, incassa un bel risultato; se invece lo contrastano allora può
sempre far passare gli enti locali come conservatori, come quelli che negano la
stanza per il nipotino alle famiglie italiane. Del resto, continua la fonte, se
il governo avesse voluto fare le cose seriamente, avrebbe aperto un tavolo con
la conferenza stato-regioni per discutere del piano molto prima di annunciarlo
in pompa magna alla stampa. Invece non c?è stato nessun incontro e nessuno è in
programma prima di venerdì prossimo. Intanto c?è più di una regione pronta allo
scontro. La Calabria, ad esempio, ha già promesso di ricorrere alla Corte costituzionale se la legge quadro limiterà le competenze
delle regioni in materia urbanistica. Anche perché lì il piano casa è stato già
varato dalla giunta regionale: 230 milioni per l?edilizia popolare, più di
quanto stanziato nel 2009 dal governo per tutto il territorio nazionale (200
milioni).
( da "Alto Adige" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
L'assessora
provinciale rischia a seguito della sua presenza al momento del voto nel cda
della Bls Bizzo torna davanti al tribunale Depositato il secondo ricorso contro
Barbara Repetto L'udienza dovrebbe essere fissata entro pochi giorni. La nuova
istanza affidata all'avvocato Rosa BOLZANO. Roberto Bizzo, primo dei non eletti
nelle file del partito democratico in occasione delle ultime elezioni
provinciali, ha depositato un nuovo ricorso in sede giudiziaria contro
l'elezione di Barbara Repetto, ora assessore della nuova giunta Durnwalder. Il
contenzioso, dunque, tornerà nelle aule giudiziarie. Come in occasione del
primo ricorso, Roberto Bizzo sosterrà la tesi dell'ineleggibilità di Barbara
Repetto la cui posizione potrebbe risultare irregolare a seguito della
decisione di dimettersi dal consiglio di amministrazione della Bls (la società
provinciale Business Location Sudtirol) solo dopo essere stata eletta in
consiglio provinciale. Trattandosi di una presunta causa di ineleggibililità e
non di incompatibilità (sanabile anche dopo l'elezione), il ricorrente Bizzo
sostiene che Barbara Repetto avrebbe dovuto dimettersi dal consiglio di
amministrazione della società prima delle elezioni e non dopo. Lo scenario è
del tutto simile alla contestazione di ineleggibilità che venne mossa nella
scorsa legislatura al presidente Luis Durnwalder per il Cda della Sadobre. Una vicenda giudiziaria che approdò davanti alla Corte costituzionale. A favore della tesi di Bizzo vi sarebbe ora una precedente
decisione della Corte di Cassazione a sezioni riunite ed il nuovo ricorso
potrebbe dunque risultare più insidioso del primo quando il tribunale
(presidente Heinrich Zanon) liquidò le contestazioni sollevate dal ricorrente
Bizzo (definite in sentenza «pretestuose») con un rigetto molto rapido.
Ora Roberto Bizzo, che ha annunciato di voler impugnare anche la prima sentenza
che lo ha visto soccombere, è pronto a «sparare» la seconda bordata contro la
collega di partito. Il ricorso verrà curato nuovamente nuovamente dall'avvocato
Paolo Rosa di Trento. L'udienza davanti al tribunale dovrebbe essere fissata
entro pochi giorni. La questione della presenza di Barbara Repetto nel
consiglio di amministrazione della Bls era stata inserita all'ultimo momento
già nel primo ricorso avviato davanti al tribunale da Roberto Bizzo ma il
tribunale aveva respinto l'integrazione demandando la trattazione della
questione ad un eventuale ulteriore ricorso. Così in effetti è stato. Roberto
Bizzo è stato di parola nonostante i tentativi dei compagni di partito di farlo
desistere dalla nuova azione giudiziaria. Come si ricorderà, nel primo ricorso
Roberto Bizzo aveva sostenuto che Barbara Repetto non avrebbe rispettato alcune
norme comportamentali previste per i funzionari provinciali in caso di
candidatura. Una tesi che non trovò conforto nella decisione del tribunale che
respinse il ricorso condannando Bizzo anche al pagamento delle spese
processuali.
( da "Punto Informatico" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma - L'onorevole
Gabriella Carlucci ha offerto le proprie spiegazioni: la proposta di legge con
cui sembrerebbe si voglia proibire l'anonimato in rete e garantire tutele
all'industria dei contenuti ha l'obiettivo di tutelare i minori. A dimostrarlo,
ci sarebbero proprio i dettagli delle proprietà dei file. La firma di Davide
Rossi, fra l'altro Presidente di Univideo? Il DDL è frutto di una legittima
collaborazione. In merito ai chiarimenti dell'onorevole, riceviamo e
pubblichiamo la lettera aperta con cui l'avvocato Guido Scorza si rivolge a
Carlucci. Gentile Onorevole, ho letto sulle pagine di Webnews le sue
dichiarazioni in relazione alle polemiche seguite alla pubblicazione della Sua
proposta di legge dal titolo "Internet territorio della libertà dei
diritti e dei doveri". Credo, innanzitutto, che non si possa che plaudire
alla circostanza che abbia avvertito il bisogno di spiegare ai cittadini
italiani che usano quotidianamente la Rete per informarsi ed informare quanto
accaduto con riferimento alla redazione della citata proposta e, soprattutto,
al fatto che lo abbia fatto con onestà riconoscendo che quel testo è il frutto
dell'ispirazione di un Suo consulente che, solo per caso, è anche il Presidente
di Univideo. Non c'è niente - o meglio non c'è, sfortunatamente, più nulla -
per cui meravigliarsi o scandalizzarsi nell'idea che un disegno di legge esca
dal PC di un'associazione di categoria anziché da quello di un parlamentare. Ci
sono, tuttavia, alcuni passaggi nella Sua dichiarazione di ieri che continuano
a lasciarmi perplesso e che, in tutta franchezza, non credo meritino plausi ma,
al contrario, biasimi fermi e sottolineati con forza. Mi riferisco al Suo
tornare a sostenere che quella da Lei promossa possa essere effettivamente
considerata un'iniziativa legislativa antipedofilia online. Non è così e non
posso credere che tale ovvia circostanza sia sin qui sfuggita a Lei ed ai
consulenti di cui si avvale. La Sua è una proposta scritta dal Presidente di
Univideo, nella quale si affrontano - e lo conferma anche Lei nelle Sue
precisazioni di ieri - temi quali il diritto d'autore, l'applicabilità della
disciplina sulla stampa, la diffamazione, la calunnia, le ingiurie nonché il
tema dell'anonimato in Rete. Cosa c'entra tutto ciò con la questione della
pedofilia? Da cittadino non posso accettare che un Onorevole della Repubblica
tenti di giustificare un'iniziativa legislativa che si appare prefiggersi lo
scopo di tutelare il portafoglio delle major dell'audiovisivo e di limitare
l'esercizio della libertà di manifestazione del pensiero in Rete con l'alibi
della lotta alla pedofilia, ovvero di uno dei crimini più gravi dei quali un
uomo può macchiarsi e la cui semplice evocazione è in grado di toccare le corde
più sensibili dell'animo di ciascuno. Perché non riconoscere che con quella
proposta ha inteso tutelare interessi che Lei - e forse qualcuno dei Suoi
elettori - evidentemente ritiene non sufficientemente tutelati nell'attuale
contesto normativo? C'è poi un'altra Sua affermazione che nel 2009, nel secolo
della Rete, mi sarei augurato di non veder scrivere ad un nostro
rappresentante. È quella con cui chiude il Suo comunicato: "in ogni caso
io vado avanti per la mia strada, sicura e conscia della bontà e la necessità
della mia iniziativa". Possibile che la ferma, civile e composta
manifestazione di critica e dissenso registrata in Rete nelle ultime ore da
parte di decine di migliaia o forse centinaia di migliaia di cittadini italiani
non sia valsa neppure a far traballare le Sue sicurezze? Nella Sua
dichiarazione di ieri, infine, si augura che chi l'avrebbe "selvaggiamente
offesa senza motivo abbia la compiacenza ed il buon gusto di" chiederle
scusa. Mi auguro e credo di non essere tra coloro - se ce ne sono stati - che
l'hanno "selvaggiamente offesa" ma se questo è quanto ha letto nelle
mie parole, Le chiedo sinceramente perdono ma, solo, per aver capito bene
quanto era accaduto e per averlo voluto raccontare...esercitando, sin tanto che sarà possibile, la libertà di manifestazione del
pensiero che, come saprà, è già stata definita dalla nostra Corte
Costituzionale "pietra angolare della democrazia". La ringrazio
ancora per aver accettato il confronto in Rete e con la Rete e Le invio i miei
più cordiali saluti, Guido Scorza www.guidoscorza.it
( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Doppio canone
fognario, a ottobre scattano i rimborsi L'assessore Zugno: «I moduli per le
richieste saranno pronti tra una settimana» Rimborsi a ottobre per il doppio
canone fognario. Sette mesi ancora, quindi, per rientrare in possesso delle
somme ingiustamente pagate all'amministrazione, che sta approntando il piano
per la restituzione. Chi ha pagato due volte avrà a disposizione dalla prossima
settimana i moduli preparati dal Comune, impegnato ad accelerare l'iter dei
rimborsi. «Un lavoro puramente formale che stiamo ormai completando - assicura
l'assessore al Bilancio Fulvio Zugno - siamo quasi pronti a darli in consegna
ai cittadini. Stiamo cercando di redigerli nella maniera più semplice
possibile, in modo che non ci siano ulteriori fraintendimenti». La tabella di
marcia per arrivare alla liquidazione delle somme che spettano ai residenti
manca però di alcune tappe fondamentali. A fine aprile ci sarà infatti il saldo
dei conti attraverso cui verranno scorporati i cittadini a cui spetterà il
rimborso, per i quali erano già state accantonate somme pari a tre milioni di
euro, giudicati sufficienti da Zugno per poter assicurare la folta platea
interessata dall'indennizzo. Vagliate tutte le domande arrivate in Comune sarà
tempo per i rimborsi, ultimo atto di una battaglia combattuta a suon di
polemiche tra cittadini e amministrazione. Gli assegni verranno staccati a
ottobre, con buona pace di tutti. «Siamo arrivati a definire quasi tutti i
particolari della vicenda - sottolinea Zugno - senza che nessuno ci abbia
rimesso nulla. Alla fine liquideremo le cifre esatte che spettano a chi ha
pagato di più». I conteggi del doppio canone, è sicuro, non avverranno più in
futuro. Da un settimana circa, infatti, la giunta ha
recepito in pieno la sentenza della corte costituzionale che ne ha decretato la palese illegittimità. Risultato: gli
importi da pagare sono stati limati al ribasso. E' stata perciò messa la parola
fine alla sequela di ricorsi rimasti sullo sfondo della complicata vicenda, che
potevano intasare gli uffici delle amministrazioni coinvolte. Niente più
beffe né guerra di numeri, quindi. A suggellare la pace saranno gli stampati
standard, che una volta compilati a dovere dovranno essere riconsegnati al
Comune di Treviso per poter poi accedere alle operazioni di indennizzo. (Enrico
Lorenzo Tidona)
( da "Arena, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 11 Marzo
2009 NAZIONALE Pagina 4 Abu Omar, scontro tra poteri C'è stata violazione o
meno del segreto di Stato da parte dei magistrati di Milano che hanno indagato
sul sequestro dell'ex imam Abu Omar e che hanno rinviato a giudizio l'ex capo
del Sismi Nicolò Pollari assieme ad altre 24 persone (di cui 26 ex agenti Cia)?
E ancora: chi ha opposto il segreto, quando e in che termini? Le domande cui da oggi è chiamata a dare risposta la Corte
Costituzionale sono spinose, potrebbero decidere il destino del processo in
corso a Milano, ora sospeso fino al prossimo 18 marzo. Seguendo una linea
«bi-partisan» il governo Prodi, prima, e quello Berlusconi, poi, hanno
sollevato tre conflitti (contro la procura, il gup e il giudice del processo),
ai quali la Procura e il giudice Oscar Magi hanno replicato con due
contro-ricorsi. Trattandosi di segreto di Stato, l'udienza di ieri pomeriggio a
Palazzo della Consulta si è svolta a porte chiuse ed è durata ben tre ore. Da
oggi i giudici si ritireranno in camera di consiglio per decidere. Presente in
udienza, in toga, anche il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, uno
dei titolari dell'inchiesta, che ha portato con sè in aula diversi faldoni
contenenti 275 documenti a sostegno delle tesi dell'avvocato difensore della
procura, il profesor Alessandro Pace.
( da "Italia Oggi" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
Lavoro e Previdenza data: 11/03/2009 - pag: 36 autore: di Benito Fuoco Sentenza
della Commissione tributaria regionale del Lazio Irap, l'utilizzo di tecnologia
non prova l'organizzazione In tema d'Irap e nell'ambito dell'attività
esercitata dal contribuente, l'entità dei costi non è mai, di per sé,
significativa alla determinazione di una organizzazione autonoma. Infatti,
l'acquisto e l'utilizzo di strumenti informatici e dei relativi applicativi,
recentemente, si è particolarmente resa necessaria e strumentale per lo
svolgimento dell'attività, senza per questo che i relativi costi possano essere
considerati significativi di una organizzazione autonoma. Sono queste le
conclusioni della Commissione tributaria regionale del Lazio nella sentenza
21/2/09 che ha evidenziato come l'analisi sui fattori produttivi debba essere
focalizzata su tutti gli elementi che concorrono a determinare l'attività professionale,
vagliando l'insieme delle componenti della struttura autonoma organizzata. L'esame dei giudici regionali parte dalla sentenza della Corte costituzionale n. 156 del 21/5/01. Dopo aver rilevato come la legge istitutiva
dell'Irap sia stata ritenuta costituzionalmente legittima, il collegio osserva
come esista una fondamentale differenza tra una azienda diretta alla produzione
di beni e servizi ed una attività svolta professionalmente. Proprio con
riferimento all'attività di lavoro autonomo professionale, il collegio
regionale aggiunge, come in passato la suprema Corte di cassazione abbia
attribuito alle commissioni di merito la valutazione dei requisiti minimi per
assoggettare una azienda od un professionista all'Irap. La commissione,
riformando la decisione dei primi giudici e annullando la cartella, ha quindi
considerato come si trattasse di un ingegnere libero professionista, il quale,
nello svolgimento dell'attività, non si serviva di dipendenti o collaboratori .
«Le spese portate in detrazione dal professionista» si osserva «si riferiscono
all'acquisto di strumenti informatici e dei relativi applicativi, oltre a
materiale di arredamento dell'ufficio, compreso l'acquisto di lampade ed altri
oggetti»; questi costi, concludono i giudici capitolini, andavano semmai
verificati nell'inerenza, ma non possono essere ritenuti significativi di una
organizzazione autonoma nell'ambito dell'attività svolta.
( da "Italia Oggi" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ItaliaOggi sezione:
appalti e qualificazione data: 11/03/2009 - pag: 20 autore: di Paolo Patrito*
Secondo la Commissione Ue la procedura ristretta e accelerata è giustificata
dalla crisi economica Appalti, limiti per gli affidamenti Soglia aumentata a
500 mila . Conciliare rapidità e concorrenza La legge 22 dicembre 2008, n. 201
(di conversione, con modificazioni del dl 23 ottobre 2008, n. 162), tra le
altre novità in tema di appalti pubblici, ha aggiunto il comma 7-bis all'art.
122 del Codice dei contratti pubblici, il quale prevede che «i lavori di
importo complessivo pari o superiore a 100 mila euro e inferiore a 500 mila
euro possono essere affidati dalle stazioni appaltanti, a cura del responsabile
del procedimento, nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di
trattamento, proporzionalità e trasparenza, e secondo la procedura prevista
dall'art. 57, comma 6; l'invito è rivolto ad almeno cinque soggetti, se sussistono
aspiranti idonei in tale numero».La ratio della disposizione è esplicitata
dall'art. 1, comma 10-quinquies, della stessa legge n. 201/08: lo scopo è
quello di «fronteggiare la crisi nel settore delle opere pubbliche e
semplificare le procedure d'appalto per i lavori sotto soglia».Il testo del
nuovo art. 122, comma 7-bis, richiama i principi di non discriminazione, parità
di trattamento, proporzionalità e trasparenza che devono (o dovrebbero)
presiedere allo svolgimento della procedura negoziata. Si tratta, peraltro, di
una indicazione del tutto pleonastica, essendo i principi sopra elencati
pacificamente applicabili a tutta l'attività negoziale dell'amministrazione,
anche in relazione alle procedure negoziate, come conferma lo stesso art. 57,
comma 6, dlgs n. 163/2006 e, in genere, agli appalti sotto soglia.La
giurisprudenza, nazionale e comunitaria, già da tempo ha spiegato che i
suddetti principi generali, essendo sanciti nel Trattato Ce, sono valevoli
anche per i contratti e le fattispecie non concretamente contemplate dalle
direttive sugli appalti (v., per esempio, Cons. di stato, Sez. VI, 30 gennaio
2007, n. 362; Corte giust. Ce, 14 giugno 2007, C-6/05). Nello stesso senso si
esprimono il secondo considerando della direttiva 2004/18/Ce e la comunicazione
interpretativa della Commissione, relativa al diritto comunitario applicabile
alle aggiudicazioni di appalti non o solo parzialmente disciplinate dalle
direttive «appalti pubblici», del 1° agosto 2006.La giurisprudenza di recente
ha poi affermato che il principio di parità di trattamento e il suo corollario
rappresentato dall'obbligo di trasparenza impongono una congrua motivazione in
ordine alla scelta del contraente, da effettuare in relazione agli specifici
criteri di selezione qualitativa e quantitativa (Tar Lombardia, Milano, 10
giugno 2008, n. 1962).E ancora, non è stata considerata illegittima per
violazione dei principi generali dell'evidenza pubblica la clausola che
restringeva la partecipazione alle imprese con sede nella regione in cui si
trovava la stazione appaltante, essendosi ritenuta sufficiente giustificazione
la circostanza per cui il criterio non appariva sganciato da una ragionevole
considerazione della natura e dei caratteri delle prestazioni da affidare (Tar
Puglia, Bari, 21 novembre 2007, n.
( da "Adige, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
MADRID - Da grande
accusatore ad accusato: il molto mediatico e controverso giudice Baltasar
Garzon è stato deferito alla commissione disciplinare del Consiglio generale
del potere giudiziario (Cspj, il Csm spagnolo) con l' accusa di non avere dichiarato
nel 2005-2006 al ministero della giustizia, 203
mila dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università di New York MADRID -
Da grande accusatore ad accusato: il molto mediatico e controverso giudice
Baltasar Garzon è stato deferito alla commissione disciplinare del Consiglio
generale del potere
giudiziario (Cspj, il Csm spagnolo) con l' accusa di non avere
dichiarato nel 2005-2006 al ministero della giustizia,
203 mila dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università di New York. La
commissione all'unanimità ha deciso di aprire un'inchiesta. Se i fatti fossero
provati, Garzon rischierebbe una sospensione dall'incarico fino a tre anni, un
trasferimento d'ufficio o perfino la perdita della toga. Il deferimento
interviene mentre il magistrato è al centro di violente polemiche per
l'inchiesta da lui guidata sulla «tangentopoli iberica» nella quale sono
implicati esponenti del Partido Popular. A sollecitare l'intervento del Cgpj è
stato il Tribunale Supremo, paradossalmente in seguito a un giudizio a favore
del magistrato. Garzon era stato accusato da un avvocato di avere ricevuto 1,7
milioni di dollari dal Banco Santander per il ciclo di conferenze negli Usa. Il
tribunale supremo ha respinto la denuncia per «corruzione», ma ha segnalato al
Cgpj che, in base alla documentazione ricevuta sul soggiorno americano del
giudice, una sua mancanza «molto grave». 11/03/2009
( da "Riformista, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La rosa per la Rai?
Proviamo a farla noi Possibile che sia così difficile trovare un presidente
della Rai? Possibile che il posto si sia così rapidamente dequalificato dopo il
rifiuto di de Bortoli che non si possa trovare una persona che ne sia degna?
Possibile che sia ricominciata la deprimente telenovela della paralisi Rai, che
già ci ha portato al caso Villari? È vero. I poteri della carica sono esigui,
quasi nulli. È vero, lo stipendio non è esaltante per chi è nel privato e già
guadagna bene. Però Claudio Petruccioli, a detta di tutti, compreso il
presidente del Consiglio, si è guadagnato in quel ruolo stima per l'equilibrio
e soprattutto - diremo noi che lo conosciamo bene - per la passione che ci ha
messo, quasi l'amore che in lui è sbocciato per l'azienda Rai. Varrebbe allora
forse la pena di seguire il metodo Petruccioli, nella scelta del nuovo presidente,
anche se Berlusconi ha deciso che non va bene Petruccioli, perché
all'improvviso ha scoperto le virtù del rinnovamento chiudendo così la porta a
una riconferma. E non dovrebbe essere poi così difficile per il Pd, cui è stata
chiesta una rosa, indicare dei nomi all'altezza. Ne facciamo noi qui solo tre,
tanto per esemplificare come, se si esce dai recinti della partitocrazia, sia
possibile risolvere il rebus. Il primo nome è Pietro Calabrese. Professionista
di vaglia, a lungo candidato alla carica, sembra essere uscito di scena insieme
alla caduta di Veltroni. Perché? Solo perché Veltroni, che aveva in tasca
quella soluzione fin dal primo giorno, se l'è lasciata sfilare per indecisione
e incertezza? Calabrese è sempre lì, ed è sempre all'altezza. Il secondo nome è
Emma Bonino. Vi sembra una provocazione? Non lo è. È persona abbastanza
indipendente e abbastanza padrona di se stessa e delle proprie idee per essere
una garanzia per tutti, e una garanzia per la Rai, ché di certo si
immedesimerebbe con gli interessi dell'azienda. Noi ci fideremmo ciecamente di
lei. Il terzo nome è Franco Debenedetti. Se c'è uno che conosce, per averlo
studiato, il mercato della televisione in Italia, quello è lui. Se c'è uno cui
l'appartenenza politica non ha mai fatto velo all'onestà intellettuale e al
rispetto della verità, quello è lui. E come lui, come Calabrese, come Bonino,
ce ne sono anche altri in giro. Una sola preghiera. Risparmiateci
un presidente emerito della Corte Costituzionale. Già ce ne sono troppi in
giro, e le esperienze di Zaccaria e Baldassarre non si ricordano come le più
brillanti a Viale Mazzini. Una seconda preghiera: risparmiateci anche la
promozione di un dipendente Rai. La presidenza dell'azienda non può essere
l'ennesima merce di scambio della spartizione del partito Rai, che già
nomina direttori, vicedirettori e caporedattori, e non può essere premiato
perfino con la scelta del capo dell'azienda. 11/03/2009
( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina II - Napoli
Magistrati citati negli atti, circolare di Lepore ai pm Doppia inchiesta sulla
riscossione multe Sono due i filoni d´inchiesta che prendono in esame il
servizio di riscossione delle multe. Uno è quello avviato dai pm del pool che
indaga sull´imprenditore Alfredo Romeo e prende in esame l´appalto del 2006,
poi mai decollato. L´altro capitolo investigativo è all´attenzione della
sezione Reati contro la pubblica amministrazione dell´ufficio inquirente,
coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco, e riguarda alcuni
disservizi segnalati nei mesi scorsi in una relazione redatta dal comandate
della polizia municipale, il generale Luigi Sementa. Intanto i pm Vincenzo
D´Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli, trasmetteranno nei
prossimi giorni alla Procura di Roma le intercettazioni dei colloqui fra Romeo
e il giudice napoletano Antonio Panico depositati nei giorni scorsi agli atti
del procedimento sugli appalti e il Global service. Toccherà agli inquirenti
capitolini esaminare il contenuto dei colloqui e valutare eventuali profili a
carico del magistrato. Scontato, anche alla luce dei resoconti pubblicati ieri
sulla stampa, l´interessamento del Csm per quanto di
competenza dell´organo di autogoverno di giudici e pm. Ieri intanto il
procuratore Giandomenico Lepore ha diramato una circolare nella quale ricorda
ai sostituti l´obbligo informare tempestivamente il capo dell´ufficio nel caso
in cui dovessero emergere dagli atti d´indagine riferimenti ai magistrati del
distretto sui quali la competenza spetta per legge alla Procura di Roma.
(d.d.p.)
( da "Centro, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 4 - Attualità
Archivio Genchi, una legge a difesa degli 007 Rutelli rivela particolari
inquietanti: Pollari "seguito" per 20 mesi ROMA. Una vicenda di
«enorme rilievo per le istituzioni democratiche». Francesco Rutelli presenta al
Senato la relazione del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui
servizi di sicurezza, sulla bufera sollevata dall'archivio messo insieme da
Gioacchino Genchi, consulente dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, nelle
indagini Why Not e Poseidone. Tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico
telefonico, dati di almeno 13 parlamentari, ministri e sottosegretari di Stato,
utenze di 14 numeri riferiti alla presidenza della Repubblica e di 52 tra fissi
e mobili del Csm. E ancora il procuratore nazionale
antimafia Piero Grasso "seguito" attraverso le tracce dei tabulati
per 24 mesi e addirittura il capo del Sismi Niccolò Pollari per 20. «Mai più» è
il coro dei senatori, guidati da Renato Schifani: «E' necessaria una attenta
riflessione sulla necessità urgente di colmare un vuoto legislativo per la
tutela non solo dei diritti garantiti dall'articolo 68 della
Costituzione (che riguarda la tutela dei parlamentari nello svolgimento delle
loro funzioni, ndr), ma anche di tutti i cittadini», dice il presidente
dell'Assemblea di Palazzo Madama. E, alla fine, il ministro della Giustizia
Angelino Alfano annuncia la decisione del governo di varare una legge a tutela
degli 007, che conterrà «importanti modifiche all'art.270 del codice di
procedura penale, idonee a dare maggiori garanzie agli apparati di sicurezza
dello Stato». Con la proposta di legge, spiega il Guardasigilli, «verrà
affidata esclusivamente al procuratore della Repubblica la facoltà di disporre
le intercettazioni o di acquisire dati su tabulati telefonici relativi ai
servizi segreti di sicurezza (Dis, Aise, Aisi)». E «sarà cura del procuratore
disporre l'immediata secretazione della documentazione acquisita da inviare al
presidente del Consiglio per la verifica che non contenga dati sensibili per la
sicurezza dello Stato». Se poi entro 30 giorni non c'è una pronuncia, la
documentazione sarà «acquisita al fascicolo processuale». Alfano auspica che il
dibattito del Parlamento offra altri spunti utili alla stesura del disegno di
legge. Dal primo confronto, non può trarre però indicazioni unanimi. Se infatti
comune è la preoccupazione, diversi sono i punti oscuri che le opposizioni
chiedono al governo di chiarire. Anzitutto, sui possibili «legami sottili,
forse rivelatori tra l'archivio Genchi, l'outsourcing delle intercettazioni e
la security di Pirelli-Telecom potrebbero esserci legami sottili, forse
rivelatori», come dice il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda.
( da "Nuova Sardegna, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 13 - Cagliari
«Pagate le bollette ma senza il canone di depurazione» Il comitato civico
contesta e lancia un invito alle famiglie per l'auto-detrazione ACQUA E ABBANOA
LA BATTAGLIA IGLESIAS. In città manca il depuratore ma Abbanoa chiede ancora ai
cittadini di pagare il canone di depurazione: la diatriba tra il comitato acqua e la società che gestisce le acque della Sardegna sembrava
conclusa dopo la sentenza della Corte Costituzionale di ottobre ma i problemi
restano. Infatti nelle ultime bollette gli iglesienti hanno trovato ancora una
volta conteggiato il canone per il trattamento delle acque e dagli animatori
del comitato arriva l'invito ad auto-detrarre dalla cifra complessiva questa
voce. Visto che i rimborsi sperati tarderanno ad arrivare. Sulle
bollette di Abbanoa è dunque ancora battaglia, e oltre ad invitare gli utenti a
pagarle al netto degli oneri per la depurazione il comitato «Acqua in città»
annuncia che a breve sarà indetta una nuova assemblea pubblica per chiarire
quali saranno le iniziative da qui ai prossimi mesi (per maggiori informazioni
è possibile scrivere all'indirizzo depurazioneiglesias@tiscali.it e visitare il
sito www.remigiocabras.it) ma non solo. «Riteniamo che quanto sta facendo
Abbanoa è scorretto dal punto di vista contrattuale - dice Remigio Cabras, tra
i promotori del movimento - consideriamo la legge 13 del 2009 incostituzionale e dunque assieme alle altre associazioni dei
consumatori chiederemo l'intervento del Giudice di Pace e della Corte
Costituzionale». è necessario fare un passo indietro per districare la vicenda
che si trascina da anni ma che ha avuto alcuni scossoni solo negli ultimi mesi.
Innanzitutto Iglesias, come molte altre città italiane non ha un depuratore ma
l'ente gestore del servizio idrico ha sempre fatto pagare la depurazione. Molte
le associazioni di categoria che hanno protestato e infine a otto ottobre su
questo punto si è pronunciata la Corte Costituzionale che - con sentenza 335
dell'8 ottobre - ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 14, comma 1, della
legge 36 del 1994, e l'articolo 28 della legge 179 del 2002, nella parte in cui
prevedono che la quota per il servizio di depurazione debba essere pagata anche
quando questa non avviene. Questa voce in bolletta - hanno chiarito gli
ermellini - non è una tassa ma il corrispettivo di un servizio: se il servizio
non è erogato non deve neppure essere pagato. In seguito a questo
pronunciamento in città il comitato si è mosso per ottenere il rimborso delle
cifre percepite indebitamente per dieci anni, ma qualche giorno fa hanno avuto
(come molti altri in Italia) un'amara sorpresa: la legge 13 del
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Esteri Pagina 108
spagna Deferito il giudice Garzon: non dichiarò maxi-parcella negli Usa Spagna
--> MADRID Da grande accusatore ad accusato: il molto mediatico e
controverso giudice Baltasar Garzon è stato deferito ieri
alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere giudiziario
(Cspj, il Csm spagnolo) con l' accusa di non avere dichiarato nel 2005-2006 al
suo datore di lavoro, il ministero della Giustizia, 203mila dollari ricevuti
per un ciclo di corsi all'università di New York. La commissione all'unanimità
ha deciso di aprire una inchiesta. Se i fatti fossero provati, Garzon
rischierebbe una sospensione dall'incarico fino a tre anni, un trasferimento
d'ufficio o perfino la perdita della toga. Il deferimento interviene mentre il
magistrato, titolare dell'aula numero 5 della Audiencia Nacional di Madrid, è
al centro di violente polemiche per l'inchiesta da lui guidata sulla
tangentopoli iberica nella quale sono implicati esponenti del Partido Popular.
A sollecitare l'intervento del Cgpj è stato lunedì il Tribunale Supremo,
paradossalmente in seguito a un giudizio a favore del magistrato. Garzon era
stato accusato da un avvocato di avere ricevuto 1,7 milioni di dollari dal
Banco Santander per il ciclo di conferenze negli Usa. Il tribunale supremo ha
respinto la denuncia per «corruzione», ma ha segnalato al Cgpj che, in base
alla documentazione ricevuta sul soggiorno americano del giudice, una sua
possibile mancanza «molto grave».
( da "Nuova Venezia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
IL PERSONAGGIO Amico
di Ugo Bergamo: «Spero sia un equivoco» Simpatico, sveglio. Occhi furbi,
capelli lunghi e voglia di stupire. Carattere esuberante e tante attività ai
limiti del lecito. Ma da qui ad essere il mandante di un omicidio... C'è
stupore e grande incredulità tra gli amici di Bruno Vidali, ex motoscafista e
imprenditore, titolare del cantiere «Nuovo moschettiere», arrestato ieri
all'alba con accuse pesantissime. «Ho la massima fiducia nella magistratura e
mi auguro che faccia fino in fondo e con celerità il suo lavoro», commenta Ugo
Bergamo, ex sindaco e senatore Udc, oggi componente del
Csm, «ma conoscendo Bruno da tanti anni mi auguro che si tratti di un clamoroso
equivoco, e che tutto possa essere chiarito al più presto». Difficile per chi
lo conosce bene, pensare a Bruno Vidali come mandante di un omicidio. Gli amici
del Lido lo avevano perso di vista da qualche mese. Bruno si era
trasferito a Mestre, in Corso del Popolo, e aveva venduto la sua casa del Lido
in via Sandro Gallo, vicino al campo di rugby. Aveva qualche problema
finanziario, perché molti clienti non gli pagavano i lavori del cantiere,
manutenzione e custodia delle barche. Tra questi anche enti pubblici e la
Procura, con cui Vidali aveva sottoscritto un contratto per la custodia delle
barche sequestrate. Vidali aveva ottenuto la licenza di motoscafista nei primi
anni Novanta. Poi l'aveva venduta e si era messo a dirigere il cantiere
«Moschettiere» in Marittima, ereditandolo dallo zio. Un'attività che andava
abbastanza bene, tanto che adesso pensava all'ampliamento e al rilancio del
cantiere e del waterfront. Traffici, grandi ambizioni. Forse un tenore di vita
«spericolato», anche al di sopra delle sue possibilità, qualche amicizia poco
raccomandabile e quei due tipi che si era portato in cantiere per farsi aiutare
nel lavoro. Ma tutto il resto a chi lo conosce sembra davvero incredibile.
(Alberto Vitucci)
( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 60 del 2009-03-11
pagina 14 Spagna Il giudice Garzon da accusatore diventa accusato di Redazione
LA CHIESA Dichiarazione comune del vescovo cattolico e di quello anglicano:
«Non torneremo indietro» Madrid Da grande accusatore ad accusato: il mediatico
e controverso giudice Baltasar Garzon è stato deferito alla
commissione disciplinare del Consiglio generale del potere giudiziario (Cgpj,
il Csm spagnolo) con l'accusa di non avere dichiarato nel 2005-2006 al suo
datore di lavoro, il ministero della Giustizia, 203mila dollari ricevuti per un
ciclo di corsi all'università di New York. La commissione all'unanimità ha
deciso di aprire un'inchiesta. Se i fatti fossero provati, Garzon
rischierebbe una sospensione dall'incarico fino a tre anni, un trasferimento
d'ufficio o perfino la perdita della toga. Il deferimento interviene mentre il
magistrato, considerato di simpatie socialiste, è al centro di violente
polemiche per l'inchiesta da lui guidata sulla «tangentopoli iberica» nella
quale sono implicati esponenti del Partido Popular. A sollecitare l'intervento
del Cgpj è stato il Tribunale Supremo, paradossalmente in seguito a un giudizio
a favore del magistrato. Garzon era stato accusato da un avvocato di avere
ricevuto 1,7 milioni di dollari dal Banco Santander per il ciclo di conferenze
negli Usa. Il tribunale supremo ha respinto la denuncia per «corruzione», ma ha
segnalato al Cgpj, in base alla documentazione ricevuta sul soggiorno americano
del giudice, una sua possibile mancanza «molto grave». Il giudice si è difeso
affermando di non avere agito «in malafede o con la volontà di occultare» nulla
al Cgpj, sostenendo che quando richiese il permesso di studio «queste
retribuzioni non erano state fissate». Garzon ha detto anche di avere dichiarato
queste entrate al fisco Usa. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4
- 20123 Milano
( da "Centro, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Appalti e tangenti a
Montesilvano. Dopo le mancate notifiche, un altro intoppo Manca il gup, il
processo Ciclone resta al palo Ennesima beffa: tutti incompatibili i giudici
dell'ufficio, salta anche l'udienza di oggi GIAN PAOLO COPPOLA PESCARA. E'
partito come un Ciclone, ma sta procedendo come una brezza leggera. L'udienza
preliminare per lo scandalo Montesilvano, che dovrebbe di fatto accendere la
stagione dei grandi processi, resta al palo, inchiodata com'è dalle formalità.
Non se ne farà niente neanche oggi, come è già accaduto l'autunno scorso, con
replay il 4 febbraio. Una beffa trattandosi di un'inchiesta che un anno e mezzo
dopo l'inizio dello scandalo e tre misure cautelari aveva già partorito la
richiesta di rinvio a giudizio. Ma da maggio 2008, tutto è rimasto fermo. GIP
INCOMPATIBILI. Salterà tutto perché il giudice incaricato, Gabriella Tascone, è
stato trasferito a Sulmona - e questo era annunciato da tempo - ma soprattutto
perché non c'è un gip che possa prendere il mano il fascicolo senza avere già
adottato qualche provvedimento che lo renda incompatibile come gup. Così, in
attesa della nomina del quarto giudice, né Guido Campli, né i colleghi Maria
Michela Di Fine e ovviamente, Luca De Ninis (che firmò gli arresti) possono
trattare il fascicolo con 36 imputati, 8 società, 30 avvocati, decine di
faldoni e 331 cd contenenti migliaia di ore di conversazioni registrate. IL CSM. Il nodo da sciogliere è proprio sul nome di chi subentrerà alla
dottoressa Tascone. E' una partita che si gioca tra Marco Dall'Olio, forte di
un'esperienza di un anno a Messina da gip, e Carla De Matteis, che ha invece
dalla sua parte la maggiore anzianità professionale. La decisione è in
mano al presidente del tribunale Giuseppe Antonio Cassano, che deve attendere
però indicazioni dal Csm per superare l'impasse. Tocca infatti all'organo di
autogoverno della magistratura fornire indicazioni su quale dei due requisiti -
l'anzianità professionale o l'esperienza specifica - abbia un peso maggiore. Ma
lo scioglimento del rebus ha intanto avuto l'effetto di bloccare l'udienza
Ciclone che oggi, dunque, il gip Campli, incaricato dal presidente Cassano di
curare il fascicolo, potrà verosimilmente solo trattare pro forma e rinviare
per l'ennesima volta. LA BEFFA. Così, si allungheranno ulteriormente i tempi di
un processo, quello su appalti e tangenti nella quinta città d'Abruzzo, partito
subito zoppo il 22 ottobre scorso a causa di quattro mancate notifiche e
incappato un mese fa in un altro intoppo-beffa, l'avviso che riguardava
l'imprenditore Antonio Camperchioli, recapitato a Montesilvano invece che a
Spoltore. Pochi chilometri per mandare all'aria l'udienza preliminare sul
presunto sistema di scambi di favori tra ex politici, tecnici comunali e
costruttori, che venne sgominato nell'autunno 2006 decapitando la giunta
comunale di centrosinistra e facendo finire in carcere imprenditori ed ex
amministratori. LE INTERCETTAZIONI. E dire che sarebbe bastato che quella
notifica fosse arrivata a destinazione, perché venisse almeno disposta la
perizia per la trascrizione integrale dei dialoghi registrati dalla polizia,
all'insaputa degli indagati, durante l'inchiesta. Perizia richiesta della
difesa e in linea con quanto già sollecitato dal pm Gennaro Varone nella
richiesta di rinvio a giudizio. E invece occorrerà attendere ancora,
probabilmente fino a giugno, a meno che Campli non riesca oggi a incardinare il
processo nominando i consulenti. Sarebbe un guadagno di tempo notevole. Ma occorre
l'accordo di tutti i difensori e anche questa appare un'impresa. Considerando
che si tratta di migliaia di intercettazioni telefoniche e ambientali, che
costituiscono parte dell'impianto accusatorio messo in piedi dalla procura e
dalla squadra mobile diretta da Nicola Zupo, è facile dedurre che occorreranno
dai sei mesi a un anno per sbobinare tutto il materiale, a meno che il gup che
verrà non affidi la consulenza a un pool di esperti. Ma intanto sarà stato
sprecato un anno. E per la contestazione di truffa, la prescrizione è sempre
più vicina.
( da "Tempo, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa «Controllato
il direttore del Sismi» Rutelli sull'archivio Genchi: «È pedinamento
elettronico, ha acquisito dati estremamente sensibili» L'allarme lo lancia
nell'aula del Senato Francesco Rutelli. Il presidente del Copasir, il comitato
di controllo sui servizi segreti, spiega che il caso Genchi rappresenta «una
vicenda di enorme rilievo per le istituzioni democratiche». Per Rutelli, «il
rilievo istituzionale di questa vicenda riguarda quattro punti principali».
L'ex vicepremier li elenca. Anzitutto, «l'acquisizione di dati estremamente
sensibili riguardanti l'ex direttore del Sismi, generale Nicolò Pollari».
Nonchè l'acquisizione dei tabulati di traffico telefonico di altre 17 utenze
mobili e 11 utenze fisse utilizzate da appartenenti ai Servizi. Inoltre, «la
tecnica di indagine sviluppata dal consulente cui il pm di Catanzaro ha
delegato lo svolgimento degli accertamenti che ha portato ad acquisire un
numero impressionante di dati, una cifra oscillante tra i 14 e i 18 milioni di
righe di traffico telefonico». E infine «una "banca-dati" nella
disponibilità di tre distinti uffici giudiziari, le procure di Catanzaro, di
Salerno e di Roma, e del consulente Gioacchino Genchi, che non ha distrutto i
dati in suo possesso». Rutelli premette subito che «la vicenda non può
assolutamente essere definita di ordinaria amministrazione». E chiarisce: «Il
Copasir non ha inteso esprimere giudizi sull'attività della procura di
Catanzaro, a proposito dei due procedimenti denominati "Poseidone" e
"Why Not?" e ha espresso rispetto nei confronti di indagini
giudiziarie che si sono svolte in contesti delicati. Tocca agli uffici
giudiziari valutare alcune dichiarazioni che abbiano raccolto anche presso il
Comitato, contenenti una lettura critica delle ragioni che avrebbero portato
all'avocazione delle indagini». Come primo punto, Rutelli sottolinea il
«rilievo istituzionale» derivante dalla «acquisizione di dati estremamente
sensibili riguardanti l'ex direttore del Sismi, il generale Nicolò Pollari». In
particolare, «sono state individuate le sue conversazioni telefoniche e la
lista dei suoi interlocutori per venti mesi del suo mandato di capo del
servizio segreto militare. Attraverso i tabulati, che includevano queste
informazioni, è stato verosimilmente tracciato il percorso dei suoi spostamenti
per lo stesso periodo di tempo, dal 10 marzo 2005 al 15 dicembre 2006», dunque
per quasi 21 mesi. «Lo stesso è avvenuto per due stretti congiunti del generale
Pollari». Un altro «caso emblematico», dopo quello di Pollari, riguarda il
procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, «del quale sono stati acquisiti
i tabulati di 24 mesi di traffico telefonico, nonostante lo stesso pm
responsabile delle indagini abbia chiarito di essere all'oscuro di questa
attività svolta dal suo consulente», osserva Rutelli. Commenta a tal proposito
il presidente del Copasir: «Ogni cittadino italiano può ben comprendere la
delicatezza della disponibilità di queste informazioni. Può comprenderlo anche
chi magari sia meno sensibile alla tutela dei dati, protetti dalla legge,
riportati nei tabultati di almeno 13 parlamentari, ministri e sottosegretari,
nonchè delle utenze di 14 numeri riferiti alla Presidenza
della Repubblica di 52 utenze fisse e mobili del Csm». Subito dopo attacca
Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato: «La relazione di Rutelli nell'Aula
del Senato sullo scandalo Genchi ci parla di una vicenda inquietante. Sono
stati sventrati con attività illecite apparati di sicurezza, servizi segreti,
ambasciate, procura antimafia e Parlamento. Una mostruosa e illegale
banca dati è ancora esistente nonostante gli evidenti e reiterati reati
connessi da Genchi e non solo da lui». Duro anche il senatore del Pd Felice
Casson: «Rimangono fortissime perplessità e pesanti dubbi sulla vicenda
investigativa che ha riguardato comuni cittadini e decine di rappresentanti
delle istituzioni, di ogni ordine e grado, con una disinvolta gestione di dati
e informazioni molto sensibili, gestione posta in essere in occasione di
un'indagine giudiziaria penale». È intervenuto anche il ministro della Giustizia
Angelino Alfano: «Una delicatissima vicenda che investe anche la sicurezza
nazionale». Dal canto suo il pm di Catanzaro Luigi De Magistris, colui che ha
delegato Genchi, non molla: «Insieme ai miei più stretti collaboratori
attraverso la ricostruzione dei finanziamenti pubblici in Calabria, avevamo
scoperto, in modo esattamente preciso, quella che con gergo giornalistico si
potrebbe anche definire la nuova P2».
( da "Tempo, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
stampa Tribunale al
collasso: il ministro già interrogato sul caso da Berselli Oggi l'incontro tra
gli avvocati e Alfano Oggi l'incontro tra una delegazione dell'ordine degli
avvocati di Latina e il ministro della giustizia, Angelino Alfano, per
discutere delle enormi difficoltà presenti nel Tribunale del capoluogo pontino.
Come già illustrato al Csm, i rappresentanti del foro
evidenzieranno al rappresentante del dicastero di via Arenula le troppe carenze
che rendono un percorso ad ostacoli l'esercizio della giustizia a Latina, a
partire dall'esiguo numero di magistrati e, soprattutto, di personale
amministrativo. A porre il «caso Latina» al ministro Alfano, era già
stato, con un'apposita interrogazione, il senatore Filippo Berselli, il 3
febbraio scorso. Il senatore, insieme ad altri colleghi del Pdl, aveva
sollecitato un intervento del ministro, sottolineando che sui giudici di Latina
pesa un carico di lavoro triplo rispetto a quello dei giudici di Roma, che su
41 magistrati previsti in organico ne sono presenti solo 35, mentre ne
sarebbero necessari 70, e ancor peggio va per quanto riguarda gli
amministrativi. Berselli ha inoltre posto il problema della mancanza di fondi
per la realizzazione della cittadella giudiziaria. cle.pis.
( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 17 - Cronaca
Caso Messineo, i magistrati vogliono sapere se esistono indagini in corso sul
cognato in odore di mafia Palermo, il Csm convoca il
procuratore generale PALERMO - Il Csm apre un´istruttoria sul caso del
procuratore di Palermo Francesco Messineo, il cui cognato è coinvolto in
un´indagine di mafia. La prima commissione dell´organo di autogoverno dei
magistrati ha convocato per oggi il procuratore generale del capoluogo
siciliano, Luigi Croce. Quest´ultimo aveva inviato nei giorni scorsi una
nota al vice presidente del Csm, Nicola Mancino, esprimendo «preoccupazione per
l´improvvisa attenzione mediatica su una circostanza peraltro già conosciuta»
ed evidenziando la solidarietà espressa a Messineo dai magistrati della Procura
di Palermo. Lo scopo dell´audizione sarà quello di verificare se ci sono
realmente indagini nuove in corso sull´imprenditore Sergio Sacco, fratello
della moglie di Messineo. All´esame degli inquirenti è una conversazione
telefonica del dicembre del 2006 nella quale Sacco avrebbe invitato la vedova
del capomafia Giovanni Bonanno, poi ucciso dal clan Lo Piccolo, a lasciare
Palermo, facendole intendere che il marito aveva dei nemici. Alle anticipazioni
giornalistiche sul caso Messineo i magistrati della Procura di Palermo hanno
reagito con un comunicato in cui manifestano «incondizionata stima» al loro
capo.
( da "Manifesto, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
RAI Il premier: «Ho
grande stima di Petruccioli ma, come dice Franceschini, serve un rinnovamento» Il
Pd nel pantano di viale Mazzini Sbocciano rose ma l'accordo non c'è. Un'altra
settimana per trovare il presidente Micaela Bongi Il presidente del vecchio
consiglio d'amministrazione Rai, Claudio Petruccioli, può contare sulla stima,
«grande stima», che Silvio Berlusconi nutre nei suoi confronti. Ma a viale
Mazzini «serve un rinnovamento, anche in coerenza con quanto detto da Dario
Franceschini». Intervenendo all'assemblea del Pdl, il premier rilancia. Il
segretario del Pd aveva proposto la conferma di Petruccioli per far uscire allo
scoperto il veto del Cavaliere? E lui, dopo averlo posto in privato, il veto lo
ribadisce pubblicamente. E a chi gli chiede se i democratici hanno proposto una
rosa di nomi per la presidenza Rai, Berlusconi risponde: «Non ne sono al
corrente». Dopo il rifiuto di Ferruccio de Bortoli, intorno al vertice della tv
pubblica è insomma guerra di nervi. E per il momento, è il segretario del Pd a
risentirne di più. Una dopo l'altra, vengono sconvocate sia l'assemblea degli
azionisti Rai che ieri avrebbe dovuto indicare il numero uno del cda (è stata
aggiornata a mercoledì 18), sia la riunione della commissione di vigilanza che
questa sera avrebbe dovuto ratificare, con una maggioranza dei due terzi,
quell'indicazione. Dal nuovo incontro mattutino tra Franceschini e Gianni
Letta, il nome del nuovo presidente infatti non esce. In un primo momento si
parla appunto di una «rosa» che il segretario democratico starebbe per
presentare al governo che, in quanto azionista della tv pubblica, secondo la
legge Gasparri deve dare il nome del prescelto che però può essere eletto solo
con il gradimento dell'opposizione. Il Pd però smentisce che si sia parlato di
rose. I sostenitori di Petruccioli, dal capogruppo in commissione di vigilanza
Fabrizio Morri all'ex ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni, del resto
insistono: il veto su Petruccioli è «inaccettabile», «immotivato». Insomma,
prima di passare a proposte alternative, singole o in forma di rosa, bisogna
insistere sulla candidatura che, prima di sbattere il muso sulla «sorpresa» de
Bortoli preparata nel riserbo da una decina di giorni, dal Pd veniva
accreditata come quella sulla quale, nonostante dubbi e resistenze interni,
alla fine si era trovato l'accordo. Lui, Peruccioli, ai giornalisti che lo
incrociano in Transatlantico dopo la proiezione della fiction su Di Vittorio e
dopo l'uscita di Berlusconi, si limita a rispondere: «Sono grato per la stima,
ma essendo un politico esperto, so quando stare zitto e quando parlare». E se
per il presidente uscente non è il momento di parlare, probabilmente è perché
non dà per chiusa la partita. Del resto, nel corso della giornata diversi
esponenti del Pdl, in particolare di An, gli avevano lasciato aperta la porta
del settimo piano di viale Mazzini: «Non vedo veti», ripeteva Ignazio La Russa.
E Domenico Nania, vicepresidente del senato: «Dal mio punto di vista andrebbe
bene Petruccioli. Apprendo che Berlusconi ha posto il veto, vedremo». Nel corso
della giornata, dal Pd si fa sapere che il candidato è sempre Petruccioli ma
nel frattempo si parla anche di ipotetiche rose e comunque di altri papabili,
perché Franceschini lavora a quella soluzione nel segno del rinnovamento che
Berlusconi non a caso gli ricorda di aver sostenuto. I nomi sono molti, pure
troppi: dall'ex direttore della Stampa Marcello Sorgi al presidente della Siae
Giorgio Assumma, dall'attuale direttore del Tg1 Gianni Riotta all'ex presidente della Corte costituzionale
Francesco Paolo Casavola. Nonostante quanto detto da Berlusconi, non è escluso
che, tra indisponibilità dei candidati (dovute anche al precedente no di de
Bortoli a offrirsi come passacarte del premier) e bocciature da parte della
maggioranza, alla fine si torni al punto di partenza, a Petruccioli. Ma
prima il Cavaliere cercherà di far girare a vuoto Franceschini, eventualmente
per inchiodarlo all'incapacità di trovare un presidente che appunto sia
garanzia di rinnovamento. Nel frattempo, l'Usigrai, sindacato dei giornalisti
Rai, oggi annuncerà «iniziative di mobilitazione» (si pensa anche a uno
sciopero), per difendere l'azienda da «veti incrociati e accordi lottizzatori».
Perché, scrive il sindacato, «se un autorevole giornalista come de Bortoli
rifiuta un pur prestigioso incarico a fronte di nessuna garanzia di autonomia,
i giornalisti del servizio pubblico rifiutano la solita logica di una
trattativa che dietro un nome cela un organigramma già stabilito». Foto: IL
SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO DARIO FRANCESCHINI /FOTO EMBLEMA
( da "Manifesto, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
SEGRETO DI STATO Abu
Omar, oggi la Consulta decide sul segreto di stato C'è stata violazione o meno
del segreto di stato da parte dei magistrati di Milano che hanno indagato sul
sequestro dell'ex imam Abu Omar e che hanno rinviato a giudizio l'ex capo del
Sismi Nicolò Pollari assieme ad altre 24 persone (di cui 26 ex agenti Cia)? La
domanda che aleggia da anni sull'inchiesta della procura di Milano potrebbe
trovare una risposta nella giornata di oggi, quando la
Corte costituzionale si riunirà in camera di consiglio per decidere sulla vicenda.
Una scelta che peserà sul destino del processo in corso, sospeso fino al
prossimo 18 marzo. Ieri, con un udienza a porte chiuse durata tre ore, la Corte
costituzionale ha discusso a lungo del caso e dei sei ricorsi contrapposti
arrivati negli anni delle indagini su quel sequestro: tre da Milano e
tre dai presidenti del Consiglio (nell'ordine Berlusconi, Prodi e di nuovo
Berlusconi) Presente in udienza, in toga, anche il procuratore aggiunto di
Milano, Armando Spataro, uno dei titolari dell'inchiesta, che ha portato con sè
in aula diversi faldoni contenenti 275 documenti a sostegno delle tesi
dell'avvocato difensore della procura, il prof. Alessandro Pace.
( da "Stampa, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
La presidenza Rai
Rinvio di 7 giorni Una rosa di nomi all'esame del Pd Tira aria di melina nella
partita per la Rai, proprio ieri il ministero del Tesoro ha rinviato di una
settimana la nomina del proprio rappresentante nel Cda e così, alle sei della
sera, il segretario del Pd Dario Franceschini, uscendo dalla buvette di
Montecitorio, provava a sdrammatizzare: «Potremo occuparci di cose più
importanti...». Buon viso a gioco cattivo: la decisione del governo di prendere
ancora tempo cozza infatti con una urgenza opposta da parte del Pd. Quella di
dare un assetto al vertice della Rai, se non altro nella speranza di liberarsi
il prima possibile dal sospetto della trattativa sottobanco col
"nemico". Ieri il Tesoro non ha indicato i propri due nominativi e
dunque l'assemblea dei soci Rai ha deciso di rinviare tutto di una settimana.
L'obiettivo della maggioranza è quello di "rosolare" il Pd? L'agenzia
Ansa ieri attribuiva al Pd una rosa di tre nomi e comprendente, oltre a
Petruccioli, anche l'ex presidente della Corte
Costituzionale Francesco Paolo Casavola e l'ex direttore de "La
Stampa" e del Tg1 Marcello Sorgi. Sono molti i nomi sui quali stanno
ragionando al "Nazareno": Giuseppe De Rita, Stefano Folli, Andrea
Manzella, Enzo Cheli, Pierluigi Celli, Fabiano Fabiani, Paolo Ruffini.
( da "Messaggero, Il (Latina)" del 11-03-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Frosinone))
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 11 Marzo
2009 Chiudi Si mostra scettico il procuratore emerito nazionale Antimafia,
Pierluigi Vigna, riguardo all'idea di alcuni sindaci di attivare i volontari
per aumentare il grado di sicurezza urbana. A Frosinone, ad esempio, sono stati
istituiti gli "Animatori della Legalità". «Le Ronde? Direi che questa
soluzione mi lascia molto perplesso - commenta Vigna -. Di fronte a dei crimini
non potrebbero intervenire, dovrebbero richiedere l'intervento della polizia.
Ho, pertanto, forti dubbi sul loro impiego». Il procuratore sarà dopodomani a
Frosinone per affrontare, nel corso del convegno "Giustizia tra Stato e
autonomie locali", in programma alle 16.30 presso l'auditorium Umberto I
(via Grappelli), un tema complesso, di piena attualità. «Dall'estate dello
scorso anno è stata varata una decentralizzazione: con la modifica
dell'articolo 54 del Testo Unico degli locali, si è attribuito ai sindaci il
potere di emettere ordinanze non solo per la incolumità pubblica, ma anche per
la sicurezza urbana. E non sono mancati atteggiamenti di narcisismo dei
sindaci. Al contrario - aggiunge Vigna - ritengo che sarebbe stato più
opportuno, anzi necessario e prioritario, dapprima ripianare gli organici delle
forze dell'ordine, dare loro strumenti necessari e solo dopo verificare
l'esistenza di un eventuale vuoto da colmare». Poi il Procuratore conclude:
«Tutti noi dobbiamo essere animati dalla collaborazione civica. Non dobbiamo
chiudere gli occhi di fronte a ciò che vediamo: questo atteggiamento di
trascuratezza è alimentato dal fatto che alla nostra sicurezza debbano pensarci
altri». Al convegno, organizzato dall'assessorato alla Cultura del Comune di
Frosinone e dal Fps della Cisl, parteciperanno Antonio
Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, Roberto Carrelli
Palombi di Montrone, consigliere del Csm, Margherita Gerunda e Mario Mercone,
rispettivamente Procuratore della Repubblica di Frosinone e Cassino, e Luigi
Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Ste. De Ang.
( da "marketpress.info" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 11 Marzo
2009 ESPROPRIO PER IL PETRUZZELLI INDICATO DA AVVOCATURA DELLO STATO Bari, 11
marzo 2009 - L?assessore al Mediterraneo e alle Attività Culturali, Silvia
Godelli, ha diffuso la seguente dichiarazione: ?Da fonti di stampa, dei cui
contenuti attendiamo conferma ufficiale, apprendiamo che l?Avvocatura dello
Stato interpellata dal Ministro Bondi in merito alla questione del Teatro
Petruzzelli avrebbe indicato la via dell?esproprio a definitiva conclusione di
una vicenda durata ben diciotto anni. Se la notizia fosse vera, ne trarremmo
almeno due conseguenze: la prima è che il Ministro Bondi, che ad oggi non ha
reso noto il parere dell?Avvocatura dello Stato agli Enti territoriali
pugliesi, tergiversando ormai da mesi si assume la gravissima responsabilità di
paralizzare l?attività della Fondazione Lirico-sinfonica privando la
collettività dell?uso pubblico di un Teatro ricostruito interamente a spese dei
cittadini?. ?In secondo luogo, e vogliamo sottolinearlo con forza, emerge ?
spiega la Godelli - in modo inequivocabile la correttezza della posizione della
Regione Puglia, che ha impugnato la validità del Protocollo del 2002 davanti
alla Magistratura Civile e ha invocato ripetutamente la necessità di una nuova
legge per definire tutti gli aspetti normativi e finanziari rimasti insoluti
dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Dunque, come tante volte abbiamo
detto, il Governo ha l?obbligo di prendere una decisione, e la via maestra è
quella di applicare il Codice Urbani per i Beni Culturali dando il via
all?esproprio del Teatro?. ?Dalla sentenza della Corte ? conclude l?assessore -
sono passati ben nove mesi di inutili e inammissibili perdite di tempo: la
comunità pugliese, la Città di Bari, il mondo della cultura e della musica non
possono accettare oltre gli atteggiamenti elusivi e dilatori di un Ministro che
sin dall?inizio del suo mandato sulla questione Petruzzelli omette di adempiere
ai suoi compiti d?ufficio?. . <<BACK
( da "Messaggero, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 11 Marzo
2009 Chiudi di MARIO COFFARO ROMA - Nuove norme del codice di procedura penale
sulle intercettazioni «per dare maggiori garanzie agli apparati di sicurezza
dello Stato». Lo ha annunciato ieri al Senato il ministro della Giustizia
Angelino Alfano. «Il governo ha predisposto un intervento normativo che
introduce importanti modifiche all'art. 270 del codice di procedura penale», ha
detto Alfano, dopo che il presidente del Copasir, Francesco Rutelli aveva
illustrato la relazione del comitato sull'archivio Genchi. Alfano ha spiegato che
«verrà affidata esclusivamente al procuratore della Repubblica la facoltà di
disporre le intercettazioni o di acquisire dati su tabulati telefonici relativi
ai servizi segreti di sicurezza (Dis, Aise, Aisi)». Il procuratore, inoltre,
disporrà l'immediata secretazione della documentazione acquisita, ha continuato
Alfano, e la invierà al presidente del consiglio per verificare che non vi
siano dati sensibili per la sicurezza dello Stato. Se il premier «non si
pronuncia entro 30 giorni» la documentazione sarà «acquisita al fascicolo
processuale». Il presidente del Copasir Francesco Rutelli ha ribadito che il
caso Genchi rappresenta «una vicenda di enorme rilievo per le istituzioni
democratiche». Perché «la tecnica di indagine sviluppata dal consulente Gioacchino
Genchi, cui il Pm di Catanzaro De Magistris ha delegato lo svolgimento degli
accertamenti, ha portato ad acquisire un numero impressionante di dati: secondo
un'informazione riferita dal Ros dei Carabinieri si tratterebbe di una cifra
oscillante tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico telefonico». Raccolti
nell'ambito delle indagini Why Not e Poseidone, i dati, ha detto Rutelli,
contengono «certamente informazioni sensibili per le quali non si è potuta
conoscere la necessità o l'utilità per le indagini: emblematico è il caso del
procuratore antimafia Pietro Grasso del quale sono stati acquisiti i tabulati
di 24 mesi di traffico telefonico, nonostante lo stesso pubblico ministero
responsabile delle indagini abbia dichiarato di essere all'oscuro di questa
attività svolta dal suo consulente». Per sottolineare la delicatezza della
vicenda, il presidente del Copasir Rutelli ha ricordato che ci sono, tra i
«dati riportati nei tabulati quelli di almeno 13 parlamentari, ministri e
sottosegretari di Stato, nonchè delle utenze di 14 numeri riferiti alla
presidenza della Repubblica e di 52 utenze fisse e mobili
del Csm». Questa banca dati «benché largamente non utilizzata per lo
svolgimento delle indagini, risulta oggi nella disponibilità di tre distinti
uffici giudiziari: le Procure della Repubblica di Catanzaro, di Salerno, di
Roma. E del consulente Genchi che, per quanto risulta in base a ciò che lui
stesso ha dichiarato non ha distrutto i dati in suo possesso».
( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-11 - pag: 17 autore: Segreto di
Stato. Forse oggi la sentenza - Il 18 riprende il processo Abu Omar, alla
Consulta scontro fra Governo e toghe di Milano Donatella Stasio ROMA Ore
decisive per la sorte del processo sul sequestro di Abu Omar e sul ruolo che
ebbero i più alti dirigenti del Sismi – a cominciare dall'ex direttore Niccolò
Pollari – nella preparazione del rapimento (eseguito il 17 febbraio 2003), una
delle tante extraordinary rendition organizzate dalla Cia dopo l'11 settembre.
Ieri, davanti alla Corte costituzionale, il
Governo e la magistratura di Milano si sono dati battaglia per circa quattro
ore sul segreto di Stato, piombato come un macigno sullavicenda giudiziaria
solo quando le indagini erano già concluse (luglio 2006) per coprire documenti,
intercettazioni, accordi internazionali sul terrorismo, «ancorché in
qualche modo collegati o collegabili» al sequestro. Un muro alzato, mattone
dopo mattone, prima dal Governo Prodi e poi da quello Berlusconi, sebbene il
Consiglio d'Europa abbia a più riprese invitato i Governi a non ostacolare le
indagini con il segreto di Stato, coprendo gravi violazioni dei diritti umani,
come quelle consumate con le extraordinary rendition. Cominciato a Milano a
giugno 2007, il processo a Pollari e agli altri 26 imputati del sequestro
(quasi tutti 007 italiani e americani, questi ultimi latitanti) è giunto a un
passo dalla conclusione. Sempre che il 18 marzo possa rimettersi in moto.
Dipenderà, appunto, dal verdetto della Consulta, atteso per oggi. La questione
è delicata, ma sono trascorsi ormai molti mesi (quasi un anno) da quando è
stata "istruita" dai giudici costituzionali. La Corte è chiamataa
definire i confini del segreto di Stato in una vicenda (il sequestro di una
persona, ancorché sospettata di terrorismo, trasferita in Egitto, imprigionata
e torturata) che per la magistratura milanese è «eversiva dell'ordine costituzionale» e, come tale, è "indifferente" al
segreto di Stato. Una tesi ribadita ieri da Alessandro Pace, presidente dei
costituzionalisti italiani, nonché avvocato della Procura di Milano ( era
presente, ma silente, anche il Procuratore aggiunto Armando Spataro). L'udienza
si è svolta a porte chiuse e, dopo la relazione del giudice Alfonso Quaranta,
hanno preso la parola gli avvocati. Il conflitto tra poteri nasce da tre
ricorsi della Presidenza del Consiglio (contro la Procura, il Giudice che ha
disposto il rinvio agiudizio e il giudice del Tribunale di fronte al quale è in
corso il dibattimento) e da due successivi ricorsi della Procura e del
Tribunale contro i Governi in carica. L'Avvocato dello Stato Francesco
Caramazza ha accusato i magistrati, in particolare, di aver violato il segreto
di Stato con intercettazioni telefoniche «a strascico», su 185 telefoni di
agenti segreti. Ma ha insistito soprattutto sulla natura «politica» del
segreto, «adottato nel superiore interesse della sicurezza del Paese», che come
tale «limita» il potere giudiziario. Federico Sorrentino, avvocato di Oscar
Magi, giudice del Tribunale, ha obiettato la natura «amministrativa» del
segreto, che deve essere «sottoposto alla legge», «motivato», e avere «confini»
ben precisi, mentre quello opposto dal Governo è stato sempre «generico». Pace
ha smentito intercettazioni «a tappeto»: sono state solo 15 su 8 agenti del
Sismi, tutti indagati. Ha poi ricordato che la legge – anche la recente riforma
dei Servizi –non vieta di intercettare i telefoni di agenti segreti. Oggi la
Corte metterà finalmente un punto fermo. Sempre che non decida di prendersi
altro tempo. SCAMBIO DI ACCUSE L'avvocatura dello Stato: sono state fatte
intercettazioni a strascico I magistrati: falso, da noi solo otto ascolti
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-03-11 num: - pag: 3
categoria: REDAZIONALE Il retroscena I timori per la Corte dei Conti e l'attesa
delle elezioni ROMA — In via informale il ministero dei Beni culturali ieri
sera ha smentito la notizia che Sandro Bondi si sarebbe rivolto all'Avvocatura
generale dello Stato per avere un parere autorevole sul teatro Petruzzelli,
prima di consegnarne le chiavi alla Fondazione; e tanto più è stata smentita la
notizia che il suggerimento sarebbe stato quello di procedere con l'esproprio,
così come aveva fatto il governo Prodi (dopo di che nell'arco di poco più un
anno il teatro è stato ricostruito). «Il ministro non ha mai chiesto nulla, ciò
che i giornali hanno scritto si riferisce probabilmente al parere
dell'Avvocatura dello Stato distrettuale dato lo scorso anno ad un soggetto
diverso dal ministero. Sul tavolo di Bondi non c'è alcun fascicolo relativo al
Petruzzelli, il tema non è alla sua attenzione». Stop. Ma dallo stesso
ministero, e sempre in via informale, nella mattinata di ieri non si smentiva
il merito degli articoli di giornale e cioè che l'Avvocatura generale dello
Stato si sarebbe espressa sull'esproprio. Anzi: si
ricordava che la Corte costituzionale aveva bocciato la procedura avviata da Prodi, ma solo perché
formalizzata con un decreto legge, la cui urgenza era stata ritenuta incongrua;
mentre non aveva deliberato sul merito dello stesso esproprio. Cavilli
giuridici? Niente affatto, perché nel corso della giornata è cresciuto
l'allarme nelle stanze del Collegio romano, perché si è consapevoli - sulla
base di autorevoli pareri espressi retrodatante - che l'affare Petruzzelli dal
punto di vista giuridico fa acqua da più versanti: quello dell'incongruità del
canone d'affitto per un immobile ricostruito con fondi pubblici, da affidarsi -
in sovrappiù - ad un soggetto, la Fondazione, assente nel protocollo d'intesa
siglato nel 2002, dal momento che ancora non era ancora nata; e quello del
merito del protocollo stesso, poiché non cancella il valore giuridico del
contratto sottoscritto con la famiglia Messeni Nemagna nel secolo scorso. In
sostanza, la paura è che la Corte dei conti possa impugnare l'intera pratica e
che si possa arrivare ad un risarcimento danni di 53 milioni. La consegna, a
questo punto, è quella di tirare per le lunghe, almeno fino all'8 giugno.
Rosanna Lampugnani Il ministro Sandro Bondi. Sul Petruzzelli è entrato in
polemica con il sindaco Emiliano
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-03-11 num: - pag: 3
categoria: REDAZIONALE Gli enti E' imminente il parere sull'esproprio richiesto
da Balducci. La Regione: «E' l'unica strada giusta da percorrere» Il
commissario: aspetto solo l'avvocatura BARI — «Imminente». Il parere
dell'avvocatura dello Stato è atteso a brevissimo dal commissario per la
ricostruzione del teatro Petruzzelli, Angelo Balducci. Che ieri ha risposto al
presidente della fondazione e sindaco Michele Emiliano che lo aveva invitato a
fissare tempi e modi della consegna del teatro, facendo presente di essere in
attesa del parere dell'avvocatura generale dello Stato, data appunto per
imminente. Intanto, con perfetta aderenza alle rispettive parti che i due enti
si sono dati, mentre Emiliano aspetta, la Regione perentoriamente invita il
governo: «Proceda con l'esproprio. Ha il dovere di prendere una decisione ».
Emiliano aveva scritto a Balducci una settimana fa, subito dopo che l'ultimo
sopralluogo della commissione di vigilanza nel teatro: i tecnici, al cui parere
il ministro Bondi condizionava la riapertura del teatro, avevano dato
sostanziale via libera all'agibilità in attesa dell'ultimo studio, quello sulla
resistenza al fuoco del solaio del foyer atteso per il 18 marzo. Emiliano
chiedeva di fissare la consegna. Balducci replica dicendo che la linea del
ministro è quella di aspettare il definitivo ottenimento dell'agibilità per la
consegna. Il commissario comunica anche di aver chiesto un parere
all'avvocatura dello Stato sui termini giuridici della consegna e di essere in
attesa del parere che sarebbe imminente. Parere che, secondo le indiscrezioni,
indicherebbe la via dell'esproprio. E che il governo starebbe cercando di
capire come seguire. Del resto che il nodo fosse questo, era apparso chiaro
quando Mario Carrieri, componente del cda della fondazione di nomina
ministeriale, aveva frenato sulla riconsegna, invocando una liberatoria, sulle
responsabilità, per la fondazione. Insomma, sgombrato il campo dagli ipotetici
ostacoli di natura tecnica, tutto torna a girare intorno ai 53 milioni di euro
spesi per ricostruire il teatro. Soldi che non giustificherebbero la riconsegna
del teatro alla famiglia proprietaria perché lo «affitti» alla fondazione
costituita da Regione, Provincia e Comune. Nonostante quel protocollo del 2002
che lo prevede. Uno strumento considerato troppo fragile per evitare gli strali
della Corte dei conti. Godelli non ha dubbi. «Se la notizia del parere
dell'avvocatura fosse vera dice l'assessora che siede nel cda della fondazione
- il ministro tergiversando da mesi si assumerebbe la responsabilità di
paralizzare l'attività della fondazione privando la collettività dell'uso
pubblico di un teatro ricostruito a spese dei cittadini. La posizione della
Regione sarebbe di una correttezza inequivocabile». Godelli, infatti, rivendica
di aver impugnato davanti al tribunale civile la validità del protocollo
d'intesa del 2002. «Abbiamo invocato ripetutamente la necessità di una nuova
legge per definire tutti gli aspetti normativi e finanziari
rimasti insoluti dopo la sentenza della corte costituzionale (a maggio scorso, ndr) che ha annullato l'esproprio». Quindi
l'affondo contro Bondi. «Nove mesi di inammissibili perdite di tempo»,
caratterizzati da «atteggiamenti elusivi e dilatori di un ministro che fin
dall'inizio del suo mandato sulla questione Petruzzelli omette di adempiere ai
suoi compiti d'ufficio». Ad. Lo. L'assessora Godelli: «Il ministero
priva la collettività dell'uso pubblico di un teatro ricostruito a spese dei
cittadini» L'assessora Silvia Godelli
( da "Stampa, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
AMBIENTE.SENTENZA DELLA CONSULTA Rifiuti, legge incostituzionale L'ultima sentenza della Corte costituzionale
sulla Valle d'Aosta riguarda terra, rocce, ghiaia e sabbia. Dichiara incostituzionale una parte della legge regionale sui rifiuti approvata nel 2007.
Provvedimento che aveva provocato lo scorso anno il ricorso del governo.
Il tema è quando devono essere considerati rifiuti (quindi da trattare e
smaltire secondo normative di settore) gli inerti e i materiali da scavo. La
Consulta ha preso in esame il conflitto di competenze tra Stato e Regione. I
rifiuti sono una competenza statale, e quindi la Valle «difetta tanto di una
competenza statutaria generale in materia di tutela dell'ambiente, quanto di un
titolo statutario specifico in materia di rifiuti». Un'altra parte della
sentenza riguarda il fatto specifico. Nel suo ricorso, il governo nazionale
sosteneva che la legge regionale fosse troppo «elastica» nell'individuare quali
fossero i materiali da scavo considerati sicuri per l'ambiente, e che quindi
potevano essere smaltiti senza le restrizioni imposte per i rifiuti. Ieri
l'assessore all'Ambiente Manuela Zublena stava approfondendo la questione con i
tecnici. La sentenza della Corte è stata pubblicata solo qualche giorno fa.
«Secondo i primi dati che ho raccolto - dice Zublena - c'è stata un'evoluzione
normativa a livello nazionale, che ha ampiamente modificato le disposizioni in
vigore quando venne approvata la legge regionale del 2007». Secondo le prime
valutazioni dei tecnici dell'assessorato dell'Ambiente, le ultime disposizioni
di legge a livello nazionale prevedono che i materiali da scavo siano
classificati come «sottoprodotti, quindi non assoggettati alle disposizioni
amministrative e tecniche previste per i rifiuti». La legge nazionale elenca
una serie di condizioni. Queste ultime, sempre secondo le prime valutazioni
tecniche fatte in Regione, sarebbero coerenti con le disposizioni contenute
nella parte della legge regionale dichiarata illegittima dalla Consulta. «Il
tema è comunque ancora da approfondire - dice Zublena - invieremo delle
comunicazioni ai soggetti interessati, quindi alle amministrazioni locali e
alle associazioni di categoria". La Corte costituzionale
ha dichiarato «non fondato» il ricorso del governo sulla parte della legge che
riguarda le isole ecologiche. Le disposizioni della normativa regionale e
nazionale sono state dichiarate «compatibili».\
( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sud sezione:
ISTITUZIONI data: 2009-03-11 - pag: 7 autore: Il 2008 dei giudici contabili
nell'isola La Corte dei conti ha archiviato il 97% delle denunce Valeria Russo
PALERMO In Sicilia la Procura generale della Corte dei conti è sottorganico e i
i pochi magistrati in servizio sono costretti a trattare pratiche che nel 97,4%
dei casi sono destinate all'archiviazione. è questo ciò che emerge dall'analisi
dei dati resi noti nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della
sezione siciliana della Corte dei conti. Negli uffici palermitani di Via
Cordova, dove si trova la Procura presieduta da Guido Carlino, sono approdate
nel corso del 2008 5.259 pratiche che si sono aggiunte alle 5.875 pendenti al
31 dicembre 2007 per un totale di 11.134. Si tratta di denunce che spaziano
dalle frodi europee agli appalti pubblici passando per le consulenze alla
Pubblica amministrazione. Di tutte le pratiche ne sono state evase 4.720 e di
queste ben 4.601 sono state archiviate mentre 119 sono state definite (115 con
atto di citazione e 4 con istanze per rese di conto). E dire che gli atti di
citazione sono persino cresciuti del 17,3% rispetto rispetto al 2007 e sono
stati emessi nei confronti di 253 persone tra amministratori e dipendenti
pubblici per un importo complessivo di 18,8 milioni di danno erariale. Il
motivo delle tante archiviazioni, secondo il Procuratore generale della Corte
dei conti in Sicilia, è semplice: «In generale – spiega Carlino – c'è una
scarsa conoscenza delle nostre competenze da parte dei cittadini e di alcune
pubbliche amministrazioni che ci segnalano azioni che però non presentano un
danno erariale, tutte istruttorie che poi vengono archiviate». Lo scorso anno
il 61% delle istruttorie archiviate sono state chiuse già nella fase
preliminare, mentre per il restante 39% si è dovuto procedere a delle indagini
che alla fine hanno però portato all'archiviazione delle pratiche: ben 1.790
fascicoli che i magistrati hanno dovuto comunque analizzare. Il carico di
lavoro deve fare i conti con la carenza di organico. A oggi i magistrati in
servizio presso la procura regionale della Corte dei conti della Siciliasono
nove ma da pianta organica dovrebbero essere 12, mentre secondo Carlino ne
servirebbero almeno
( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Sud sezione: PUGLIA
data: 2009-03-11 - pag: 6 autore: Attività estrattive. La Regione prepara una
nuova legge che tiene conto delle lamentele delle imprese Il piano-cave
ripartirà da zero Si pagherà a Province e Comuni un diritto sul materiale
ricavato Riccardo Erbani BARI I titolari delle cave pugliesi pagheranno un
diritto a Comuni e Province in base alla quantità di materiale estratto, ma in
cambio otterranno l'azzeramento del Piano regionale delle attività estrattive
(Prae): sono le due novità più importanti della nuova legge quadro di settore,
che ha appena iniziato l'iter approvativo. Il testo predisposto dall'assessore
all'Ecologia, Michele Losappio, si "ispira" a quello toscano (la
Puglia è, dopo la Toscana, la seconda regione italiana per quantità estratte),
e dopo 24 anni manderà in pensione la legge 37/85. L'onere per le imprese non è
ancora stato determinato, ma si parla di una cifra tra gli 0,50 centesimi e
l'euro a metro cubo di materiale scavato. Così la nuova legge porterà nelle
casse degli Enti locali dagli 1,5 ai 3 milioni l'anno, che saranno utilizzati
per far funzionare lo Sportello unico (il Surae, responsabile del rilascio
delle concessioni) e per la revisione periodica del Prae, oltre che per
promuovere progetti di ricerca in collaborazione con le Università. Il testo
prevede anche di spingere sulle sanzioni per le opere realizzate in difformità,
con un incasso di almeno 50mila euro l'anno: i compiti di polizia mineraria
potrebbero essere affidati alle Province, con tutta l'istruttoria delle
autorizzazioni. A fronte di tutto questo, agli operatori del settore la Regione
ha promesso più celerità e soprattutto tempi certi per l'esaurimento delle
pratiche: in Puglia, al varo dei Surae, sono saltate fuori richieste vecchie
anche di 10 anni. La nuova legge scoraggerà l'apertura di nuove cave favorendo
invece gli ampliamenti, concedendo facilitazioni a chi si impegna a
ripristinare le aree abbandonate o dismesse. Le autorizzazioni all'ampliamento
dovranno essere esaminate in tempi più ristretti (120 giorni controi 180
dell'autorizzazione unica per una nuova coltivazione) e l'importo della
fidejussione di garanzia sarà scontato del 15%. Inoltre, sarà consentito
chiedere un ampliamento fino al 50% delle cave già esaurite, purché
l'intervento abbia finalità di recupero della cava dismessa: si riprende a
scavare, ma contemporaneamente si ripristina lo stato dei luoghi. Ad
occuparsene sarà un apposito comitato tecnico, mentre va in pensione l'attuale
Ctrae (Comitato tecnico regionale per le attività estrattive): nascerà infatti
la Consulta regionale per le attività estrattive, che avrà una impronta più
scientifica. Novità anche per il rilascio delle autorizzazioni: gli
imprenditori dovranno infatti presentare (oltre alle garanzie bancarie ed ai
progetti) anche il certificato del casellario penale. Un evidente tentativo di
fare un po' di pulizia nel settore. Il Prae, che nei mesi passati è stato al
centro di feroci contestazioni da parte delle imprese (sono stati scoperti
clamorosi errori nelle cartografie, nel frattempo corretti), rimarrà in vigore
solo fino all'approvazione del nuovo. Ma le disposizioni transitorie del
disegno di legge fanno nutrire qualche dubbio: prevedono che l'iter approvativo
dei Piani di bacino possa continuare secondo le norme del vecchio Prae, ma
prescrivono che le pratiche per il rilascio delle autorizzazioni non ancora
perfezionate dovranno fare i conti con la nuova norma. Una previsione analogo,
inserita nella nuova legge quadro sulle energie rinnovabili, è finita davanti alla Corte costituzionale.
Losappio, si dice «soddisfatto » per il nuovo testo di legge e parla di
«massime garanzie per tutti». L'assessore precisa di essersi mosso dopo aver
sentito tutti gli interessati: «Abbiamo avuto un lungo confronto con le
categorie ed abbiamo incassato immediatamente il sì dei sindacati. Anche
con Confindustria il rapporto è stato proficuo. Il pagamento delle concessioni?
In Italia esiste quasi dappertutto, casomai l'anomalia era che non si pagasse».
Una tesi per certi versi confermata da Marco Ielli, responsabile delle attività
estrattive per la Confindustria pugliese: «Il costo di estrazione non è ancora
stato definito,ma dietro c'è una logica: per la nostra attività utilizziamo
infrastrutture pubbliche, come le strade, quindi non è sbagliato riconoscere un
corrispettivo alla stregua di quanto avviene in altri settori». Tuttavia le
imprese incassano un risultato importante come la riscrittura del Prae
(«Assolutamente necessaria », secondo Ielli), e la promessa di tempi celeri: «A
noi imprenditori interessano le certezze e fino ad oggi non ne abbiamo avute
molte: spesso i nostri diritti sono stati trascurati. Per questo diciamo che il
disegno di legge è una buona via di mezzo traciò che c'è oggi e l'obiettivo
ideale che ci eravamo prefissi ».
( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-03-11 num: - pag: 13 categoria:
REDAZIONALE Il caso Scontro tra Li Gotti (Idv) e il presidente del Copasir:
«Eri nei tabulati». «Falso» Genchi, l'attacco di Rutelli «Su Pollari 20 mesi di
controlli» E Alfano annuncia una stretta: più difficile intercettare i servizi
L'ex pm de Magistris: l'archivio è una bufala, prima che mi fermassero stavo
scoprendo una nuova P2 ROMA — «La vicenda Genchi investe la sicurezza nazionale
». L'allarme lo lancia il ministro della Giustizia, Angelino Alfano,
annunciando modifiche all'articolo 270 «a tutela degli operatori dei servizi».
Proprio nel giorno in cui il presidente del Copasir, Francesco Rutelli, torna a
denunciare con nettezza e fermezza «l'enorme rilievo per le istituzioni
democratiche» del caso originato dall'attività di indagine di Gioacchino
Genchi, consulente di Luigi de Magistris nelle inchieste Why not e Poseidon, e
dal suo archivio di tabulati. Un caso che l'ex pm ha definito invece «una
bufala», ieri, nel corso di una intervista nella quale ha lamentato di essere
arrivato a scoprire «una nuova P2» prima che gli venissero tolte le indagini.
In aula Rutelli spiega che per 20 mesi del mandato di Nicolò Pollari a capo del
Sismi, tra il 10 marzo e il 15 dicembre 2006, «sono state individuate le sue
conversazioni telefoniche e la lista dei suoi interlocutori». E attraverso i
tabulati «è stato verosimilmente tracciato il percorso dei suoi spostamenti».
Stesso trattamento «per due suoi stretti congiunti». Malgrado siano
informazioni acquisite a posteriori, Rutelli parla di «pedinamento
elettronico». E ricorda che nei tabulati c'era il traffico di altre 17 utenze
mobili e 11 utenze fisse utilizzate da appartenenti ai Servizi, oltre a quelle
del superprocuratore antimafia Pietro Grasso, 14 numeri della presidenza della
Repubblica, 52 utenze del Csm, ministeri, Corpi dello Stato
sino all'ambasciata Usa. La tecnica di Genchi «ha portato ad acquisire una
cifra oscillante tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico telefonico». E
ora «una banca dati è nella disponibilità di tre distinti uffici giudiziari, le
procure di Catanzaro, di Salerno e di Roma, e del consulente Gioacchino
Genchi, che non ha distrutto i dati in suo possesso». Rispondendo in tempo
reale all'auspicio del presidente del Senato, Renato Schifani («occorre colmare
un vuoto legislativo »), Alfano annuncia una stretta sulla possibilità di
intercettare o di ricostruire i contatti degli 007. «Viene affidata solo al
procuratore la richiesta di disporre intercettazioni o acquisire dati dei
tabulati telefonici» di membri dei servizi, spiega Alfano. Inoltre «sarà cura
dello stesso procuratore l'immediata secretazione di tale documentazione che
sarà trasmessa al presidente del Consiglio». Se il premier «non si pronuncia
entro 30 giorni » questo materiale sarà «acquisito al fascicolo processuale».
Ieri sera il capo della polizia Antonio Manganelli ha chiesto un incontro a
Rutelli per vedere chiaro sulla vicenda Genchi. E riesplode anche, alla vigilia
della discussione sulla nuova legge che restringe la possibilità di
intercettare (anche i non 007) la polemica sull'archivio Genchi contenente le
tracce del vorticoso giro di telefonate tra gli indagati di de Magistris e i loro
interlocutori istituzionali. Dati già inviati dal Copasir alla procura di Roma
che sta indagando Genchi per abuso d'ufficio. Una polemica dura nella quale si
registra anche uno scontro tra Rutelli e l'Idv Li Gotti che ha accusato il capo
del Copasir di «interesse personale nell'indagine». Duro il dipietrista: «C'era
anche lei tra quei 13 parlamentari che sono nell'archivio? Così hanno scritto i
giornali, così dice Genchi. E allora, forse, un momento di distacco dalla
vicenda sarebbe stato preferibile. Non si può indagare su una vicenda che ha
per oggetto se stessi». «E' falso» grida Rutelli. Ma Li Gotti incalza: «Si
rende conto che lei in questo modo è venuto a conoscenza di atti di indagine
che non doveva conoscere?». «Non abbiamo mai acquisito i tabulati che
riguardassero alcuno di noi» insiste Rutelli. E Schifani media: «Rutelli si
assume la paternità delle sue dichiarazioni. Conosciamo il suo senso
istituzionale». Virginia Piccolillo
( da "Giorno, Il (Milano)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
POLITICA pag. 10
Fine vita, sul consenso informato il Pdl apre e il Pd si spacca Intervista a
Quagliariello: «Englaro ha voluto la battaglia politica» di ANTONELLA COPPARI
ROMA «HANNO fatto un affronto al signor Englaro e alla sua volontà di mettere
un punto alla vicenda». Il giorno dopo la concessione della cittadinanza
onoraria al papà di Eluana, che ha spaccato il Pd e attirato le ire della Curia
sul consiglio comunale fiorentino, il presidente vicario dei senatori del Pdl
Gaetano Quagliariello è perentorio: è stato un errore. «O la vicenda di Eluana
aveva solo una dimensione privata, per cui era giusto che il padre chiedesse il
rispetto per il suo dolore, oppure attraverso quella vicenda passava una
battaglia politica per la conquista di alcuni diritti. Questa però è una scelta
di cui si deve assumere ogni responsabilità il signor Englaro, come peraltro ha
già fatto intervenendo alla manifestazioni pochi giorni dopo la fine della
vicenda, non spettava certo al comune di Firenze sollecitare la
politicizzazione di quella tragedia». Anche il Parlamento e il governo hanno
politicizzato quel caso, intervenendo con una legge ad hoc. «Siamo stati
obbligati: di fronte a un sentenza della Cassazione che diceva siccome c'è un
vuoto normativo, provvediamo noi', un Parlamento che si rispetti deve
intervenire. E l'ha fatto ad agosto, senza entrare nel merito della vicenda,
elevando un conflitto di competenze alla Corte costituzionale che però l'ha rigettato». Crede che quello di Firenze non sia un
comportamento da città evoluta? «Io penso che Firenze sia una città senza
bussola culturale; ha conosciuto una sintesi alta tra il pensiero comunista e
il pensiero cattolico in ambito sociale, ma nel momento in cui questa sintesi è
venuta meno per la fine del comunismo si è dispersa. Un simbolo di
questo smarrimento è il modo in cui Firenze si è comportata ieri con Oriana
Fallaci e oggi con Englaro». Eppure, il signor Englaro è soddisfatto: non
gioisco per me, ha detto, ma per il tema delle libertà dell'uomo. «Con tutto il
rispetto per la scelta, ho una concezione differente dell'amore che ha ispirato
i comportamenti del signor Englaro. Ritengo che l'amore per le persone a cui si
tiene di più come i figli sia quello di amare incondizionatamente la persona
nel suo destino, qualunque sia, non quello di cercare di determinarlo». E la
Chiesa? Ha fatto bene a intervenire? «La Chiesa non deve rinunciare a una
presenza pubblica: non solo aveva il diritto ma il dovere di intervenire. Oggi
ho letto anche dichiarazioni sulla laicità dello stato provenienti dal
presidente della Camera che avverte deve esistere una distinzione netta fra
quello che è proprio dello Stato e quello che è della Chiesa'. Ma questa
distinzione non può diventare nè separazione nè reciproca indifferenza».
( da "Secolo XIX, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Berlusconi:
«Oracambio le regole» «In Parlamento uno vota per tutti». Ma Fini lo gela:
«Impossibile» Roma. Due proposte choc: in Parlamento, il capogruppo dovrebbe
votare per tutti i parlamentari che rappresenta, chi non è d'accordo avrebbe la
facoltà di manifestare il dissenso astenendosi o votando contro; il
dimezzamento del numero dei parlamentari dovrebbe avvenire attraverso una legge
di iniziativa popolare, avanzata dal Pdl, e senza modifica costituzionale.
Due annunci: se la crisi si dovesse allargare si potrebbe estendere la cassa
integrazione a tutti coloro che avranno perduto il lavoro; nelle prossime ore
il governo incontrerà le banche per incentivare l'economia. Silvio Berlusconi,
ieri pomeriggio, si è di nuovo conquistato il centro della scena politica.
All'assemblea di tutti i parlamentari del Pdl ha avanzato le sue proposte per
modificare i regolamenti di Camera e Senato ed il welfare. Ma, a sorpresa, ha
ricevuto uno stop tanto immediato quanto forte proprio da Gianfranco Fini, che,
come riportiamo qui a fianco, aveva poco prima avanzato la candidatura del
Cavaliere al Quirinale: «E' impossibile che ciò accada. E' una proposta
vecchia, che giàè stata avanzata ed è già caduta nel vuoto». Alle parole del
premier, la risposta delle opposizioni è stata durissima. L'Idv sostiene che il
Cavaliere ha intenzione di trasformare il Parlamento in un consiglio di
amministrazione: «Berlusconi è ormai diventato un pericolo per la democrazia,
proprio come lo era Saddam Hussein», ha commentato il leader, Antonio Di
Pietro. Più feroce Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc: «E la Costituzione?
Che ne facciamo? La nostra carta costituzionale
prevede che ogni parlamentare si esprima personalmente, senza vincolo di
mandato, rappresentando gli elettori». «Come in un fiume carsico, ogni tanto
riemergono le pulsioni autoritarie del premier. L'idea di delegare a poche
persone il potere legislativo esprime la totale assenza di cultura costituzionale di Berlusconi e il suo incontenibile fastidio
per le regole ed il dissenso», ha tuonato il capogruppo dei Democratici in
Senato, Anna Finocchiaro. Ma il Pd sospetta che la brusca accelerazione del
Cavaliere non sia altro che un modo per sviare l'attenzione. Dal "caso
Rai" e dalla questione referendum. Ieri Berlusconi aveva ammorbidito il
suo "no" alla scelta di Claudio Petruccioli ai vertici dell'azienda
di Viale Mazzini: «C'è stime per lui, ma in Rai serve un cambiamento», aveva
detto ai giornalisti. «Grazie, ma sono un politico e so quando è il momento di
tacere», gli ha replicato proprio Petruccioli. Tutto il partito è pronto a far
quadrato attorno al suo nome, respingendo "veti ad personam". Ieri il
segretario, Dario Franceschini, ha incontrato il plenipotenziario di Palazzo
Chigi, Gianni Letta e gli ha ribadito che, al momento, quello è il solo nome su
cui si possa trovare subito una intesa per la presidenza Rai. Ma è chiaro che
si sta andando verso un braccio di ferro: per questo motivo sia l'assemblea
degli azionisti Rai (rinviata al 18 marzo) sia la riunione della commissione di
Vigilanza, sono state saltate. Se dovesse persistere il "muro contro
muro", allora Franceschini potrebbe avanzare una rosa di nomi molto meno
graditi al centrodestra: circolano i nomi di Marcello Sorgi, ex direttore de La
Stampa, Gianni Riotta, attuale direttore del Tg1, e Francesco Casavola, giurista e presidente della Corte Costituzionale fino a pochi
giorni fa. «Ma Berlusconi - sostengono le fonti ufficiali del Pd - vuole
distrarre l'attenzione dalla questione del referendum». Ieri pomeriggio, in
aula, il segretario Franceschini ha riproposto la questione: «E' uno scandalo
che, in una situazione economica grave come questa, il governo decida di
buttare dalla finestra 460 milioni di euro. Basterebbe convocare il referendum
assieme alle elezioni europee per risparmiare questa cifra, ma la Lega non
vuole (l'eventuale approvazione dei quesiti costringerebbe il Carroccio a confluire
nel Pdl o a perdere peso, n.d.r.) e voi accettate questo ricatto. Vi abbiamo
già proposto di utilizzare quei soldi che si risparmierebbero per la sicurezza,
per la benzina delle auto della polizia, per assumere nuovi agenti. Il ministro
La Russa ci ha suggerito che si potrebbe accorpare il referendum con il secondo
turno di ballottaggi alle amministrative, il 21 giugno. Non è una soluzione:
invece di 460 milioni, ne butteremmo dalla finestra almeno 300, visto che le
amministrative non si svolgono in tutto il paese». Ad una sola di queste
questioni, Berlusconi ha risposto, prima di presentarsi all'assemblea dei suoi
parlamentari. «Rosa di nomi del Pd per la presidenza Rai? Non ne sono al
corrente», ha detto ai giornalisti. Subito dopo ha scompaginato il copione. «I
regolamenti parlamentari potrebbero essere cambiati così: il capogruppo deve
rappresentare, in aula o in commissione, tutti i suoi deputati o senatori e
votare per conto di tutti. Chi non è d'accordo potrà votare contro o astenersi.
In Francia - ha detto - all'Assemblea Nazionale un deputato malato o in
missione, può votare lasciando la delega al presidente. Il nuovo sistema
dovrebbe garantire che non si abbiano mai sorprese: la maggioranza voluta dagli
italiani deve sempre restare tale». Angelo Bocconetti bocconetti@ilsecoloxix.it
11/03/2009
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Iglesias Pagina
( da "Stampa, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
TAGLI ALLE BOLLETTEE
ACQUEDOTTI IN CRISI Tariffe acqua decimate dove non c'è depuratore Albenga,
esempio limite Albenga, priva di depuratore, divide con una parte del Tigullio
la «maglia nera» simbolicamente assegnata dall'assessore all'ambiente della
Regione, Franco Zunino, che ieri, in Consiglio, ha affrontato il problema delle
tariffe per l'acqua che devono essere differenziate a seconda della situazione
locale, ovvero se l'utenza può fruire di un depuratore o no. «In Liguria gli
utenti non collegati oscillano tra il 14-15%, ma la quota si alza nel Ponente
savonese per arrivare al picco di Albenga, dove la situazione è a rischio» ha
detto Zunino. In Consiglio Zunino è stato chiamato in causa da
un'interrogazione di Luigi Morgillo (Forza Italia) in cui chiedeva se la
Regione avesse provveduto a un censimento degli utenti allacciati ai
depuratori, dopo che la Corte costituzionale che
ha dichiarato illegittimo far pagare nella bolletta dell'acqua il servizio di
deprazione agli utenti delle zone senza impianti o con impianti inattivi. I
gestori dei servizi di acque e fognature dovranno quindi rinunciare alla quota
di quegli utenti che non sono ancora allacciati ai depuratori funzionanti,
eventualmente rimborsando chi ha già pagato. Morgillo ha chiesto anche se sono
stati predisposti eventuali ammortizzatori straordinari per poter far fronte
alla grave situazione finanziaria che andrà a ricadere sui gestori del servizio
idrico. «Con questa sentenza - ha risposto Zunino - si ridurranno i fondi
disponibili: ciò può determinare o lo slittamento degli interventi o l'aumento
delle tariffe». In quanto ai rimborsi, «saranno regolamentati da un decreto
legislativo, in fase di varo». «Siamo al festival dello scaricabarile - ha
replicato l'insoddisfatto Morgillo - Ci troviamo in una regione dove l'acqua è
molto cara: mi aspettavo iniziative per evitare ulteriori rincari ed invece
siamo alle solite, si demanda ad altri».
( da "AltaLex" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Indebita percezione
erogazioni, truffa aggravata, precisazioni Cassazione penale , sez. II,
sentenza 11.12.2008 n° 45845 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Indebita
percezione erogazioni ? truffa aggravata ? precisazioni [art. 316 ter e art.
640 bis c.p.] Con l'introduzione dell'art. 316 ter c.p. si è voluto perseguire
anche la mera percezione sine titulo delle erogazioni, al di là delle modalità
attraverso cui viene attuata la indebita percezione, in aderenza al carattere
sussidiario e residuale che caratterizza detta norma rispetto all'art. 640 bis
c.p.. (1-2) (1) Si veda Art. 640 c.p. annotato con la giurisprudenza. (2) Si
veda anche Cassazione penale, SS.UU., sentenza 27.04.2007 n° 16568. (Fonte:
Altalex Massimario 10/2009) SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II PENALE Sentenza
25 novembre - 11 dicembre 2008, n. 45845 Svolgimento Il P.M. presso il
Tribunale di Varese ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza, in
data 11.7.2007, con cui il GUP del Tribunale di Varese aveva assolto R.P.M.I.
dai reati di cui all'art. 61 c.p., n. 2, art. 495 c.p.; art. 640 c.p., comma 2,
n. 1 perchè il fatto non è previsto dalla legge come reato e chiedeva
l'annullamento della sentenza impugnata per i seguenti motivi: mancanza,
contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione in ordine alla
sussistenza di un elemento di fatto decisivo per la decisione (asserita
esibizione di un documento di identità attestante la diversa nazionalità
dell'imputato) nonchè in ordine alla asserita grossolanità del falso ed alla
ritenuta insussistenza dell'elemento oggettivo e soggettivo del reato di
truffa. Con detta sentenza il GUP aveva assolto l'imputata (per aver percepito
indebitamente un contributo di Euro 1.000,00, previsto dalla L. 23 dicembre
2005, n. 266, art. 1, commi 331, 332 e 333, attestando falsamente, mediante
autocertificazione relativa al possesso dei relativi requisiti, di essere
cittadino italiano o di altro paese dell'Unione Europea). In particolare era
contestato all'imputata il reato (capo a) di cui all'art. 495 c.p. perchè con
dichiarazione sostitutiva di certificazione, al fine di realizzare il delitto
di truffa, affermava falsamente di possedere la qualità personale della
cittadinanza italiana e comunque di altro paese dell'Unione Europea; ciò
mediante dichiarazione mendace presentata all'Ufficio postale di ****,
dichiarazione correlata alla contestazione (di cui al capo b) del reato di cui
all'art. 640 c.p., comma 2 perchè, con artifizi e raggiri consistiti nel
dichiarare la falsa qualità personale della cittadinanza di cui al capo a),
induceva in errore il Ministero dell'Economia e delle Finanze sul possesso dei
requisiti previsti dalla L. cit. ed otteneva l'erogazione dell'ufficio postale
di **** della somma di Euro 1.000,00 per la nascita del proprio figlio, così procurandosi
l'ingiusto profitto con corrispettivo altrui danno, non avendone diritto perchè
cittadina ****. La pronuncia di assoluzione era fondata sul fatto che
l'imputata aveva accompagnato la falsa dichiarazione di nazionalità italiana
con l'esibizione del proprio documento di identità, attestante una diversa
nazionalità, circostanza che avrebbe connotato il fatto contestato di evidente
grossolanità e che avrebbe escluso, quindi, la sussistenza dell'elemento
oggettivo e soggettivo del reato di truffa. A parere del P.M. ricorrente non
era dimostrata l'asserita esibizione di detto documento d'identità nè erano
stati indicati gli elementi specifici da cui desumere il difetto dell'elemento
psicologico della truffa, posto che i motivi giustificativi erano stati enunciati
in maniera solo ipotetica e contrastavano comunque con il chiaro contenuto
della falsa autocertificazione; sussisteva, inoltre, il vizio di inosservanza o
erronea applicazione della legge penale relativamente alla esclusione dei reati
contestati ed, in particolare, del reato di cui all'art. 495 c.p., nell'ipotesi
di riconducibilità del fatto all'ipotesi di cui all'art. 316 ter c.p.; la
sentenza impugnata aveva ritenuto configurabile nella condotta contestata
l'ipotesi di cui all'art. 316 ter c.p. (indebita percezione di erogazioni a
danno dello Stato), in esso assorbito il reato di cui all'art. 495 c.p., per il
rapporto di specialità fra tali norme ed aveva, di conseguenza, escluso la
sussistenza dell'elemento oggettivo del reato di truffa e di quello di cui
all'art. 316 ter c.p., in difetto del superamento dei limiti quantitativi della
somma percepita senza considerare, però, che il mendacio ed il silenzio
assumono connotazioni artificiose o di raggiro in relazione al reato di truffa
e che doveva ritenersi integrato almeno il reato di cui all'art. 495 c.p., a
fronte del mancato raggiungimento della soglia quantitativa prevista dall'art.
316 ter c.p., comma 2, secondo la giurisprudenza della S.C.. Motivi Il ricorso
è fondato. Come di recente evidenziato con sentenza delle S.U. (Cass. n.
16568/2007), il legislatore, allorchè ha inserito nel codice penale l'art. 316
ter c.p., L. n. 300 del 2000, ex art.
( da "Usa Today" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Analysts share 2 ideas to help save industry Experts
advocate vouchers to car buyers or a federal assurance plan By James R. Healey
USA TODAY Two auto analysts suggest that spending some government auto aid
money for direct-to-consumer incentives could boost sales and benefit the whole
industry. They say the government could provide discount vouchers for new car
buyers, as is successfully being done in Europe, or could underwrite the costs
of a federal version of South Korean automaker Hyundai's successful Assurance
Plan. The key benefit of either plan: "The government fund would support
the entire industry, allowing customers to buy what they want," says Itay
Michaeli, auto analyst at Citi Investment Research. It would also be
cost-effective, he says. A federal program similar to Hyundai's incentive would
tap what could be pent-up demand for new cars among buyers numbering in the
millions for $5 billion or less, he says. General Motors and Chrysler are
surviving on $17.4 billion in federal loans, and an Obama administration task
force is weighing whether they will get $21.6 billion more they're seeking. Under
the Hyundai plan, you can return the car if you lose your income because you're
laid off or for other specified reasons. Hyundai will cancel the loan, even if
you owe more than the car's worth, and won't put a black mark in your credit
file. It also, currently, will forgive three payments while you look for work
before the car has to come back. "We eat the negative equity, up to
$7,500, which covers most of our business," says Dave Zuchowski, vice
president of sale for Hyundai Motor America. He says Hyundai buys insurance on
each car sold to cover possible losses. Michaeli suggests a government program
cover negative equity up to $10,000. The other plan, usually called scrappage,
provides government discounts for new car buyers if they trade in old cars to
be scrapped. It is currently being done in several European nations, and its
value is seen as not only improving car sales ? helping automakers, dealers,
parts suppliers and lenders ? but also retiring older vehicles that pollute
more, use more fuel and are less safe. Such a plan "could turn the (U.S.)
auto industry around in a year," says Joseph Barker, sales
forecaster at consultant CSM Worldwide. "It would have an immediate, stimulating effect
on auto sales." CSM figures new vehicle sales in the European countries with such
plans will be 400,000 more this year than they'd be without the incentives. Barker
says a scrappage plan discussed but not included in the U.S. stimulus
bill would have given discounts up to $4,500. "On top of incentives by
automakers, that (would be) powerful" and could boost sales by a million
in the second half of this year, and 1.5 million to 3 million next year, he
says. Auto sales this year are running at an annualized pace of less than 9.5
million. Automakers need 9.5 million or 10 million just to survive, says
Stephanie Brinley, analyst at consultant AutoPacific. Barker thinks a
Hyundai-style plan could help, too, but not as much or as fast. The only
direct-to-consumer help in the U.S., part of the stimulus bill, lets new
vehicle buyers deduct the state sales tax on the purchases next year when they
file their 2009 federal taxes. That's worthless in states that have no sales
tax ? such as Delaware, Oregon and New Hampshire ? and worth no more than a few
hundred dollars elsewhere. White House representatives did not answer e-mail
requests for comment on the proposals.
( da "Avvenire" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA 11-03-2009
Abu Omar e segreto di stato La Consulta oggi decide ROMA. Si
riuniranno oggi in camera di consiglio i giudici della Corte Costituzionale
chiamati a sciogliere il nodo del segreto di stato in relazione al rapimento
dell'imam Abu Omar. Cinque i ricorsi presentati e su cui ieri è stata aperta la
discussione nel corso dell'udienza svoltasi a porte chiuse e durata tre ore.
Ci sono quelli della Procura di Milano, del giudice dell'udienza preliminare
davanti al quale si sta celebrando il processo a carico di Nicolò Pollari e di
altri 34 indagati (26 sono agenti della Cia), ma anche quelli della presidenze
del consiglio (prima di Prodi e poi di Berlusconi). Secondo i magistrati di
Milano la Consulta deve dichiarare che il segreto di stato non può impedire
l'acquisizione delle prove in relazione al rapimento dell'imam da parte della
Cia e del Sismi. La Presidenza del Consiglio, invece, sostiene che i rapporti
con gli americani sono segreti e quindi non possono in alcun modo e in nessun
caso essere svelati. In aula anche il procuratore aggiunto di Milano, Armando
Spataro, titolare dell'inchiesta, e il collega Ferdinando Pomarici, che hanno i
faldoni con 275 documenti a supporto della tesi difensiva della Procura
rappresentata dal professor Alessandro Pace.
( da "Avvenire" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
CRONACA 11-03-2009
De Magistris: siamo in piena P2 Non escludo un futuro in politica DA ROMA U n
futuro (imminente?) in politica per Luigi De Magistris. È lo stesso ex-pm di
Catanzaro, oggi giudice a Napoli dopo il trasferimento
deciso dal Csm, a «non escludere » la prospettiva, in un'intervista concessa a
Klaus Davi per la rubrica Klauscondicio su internet. Fino a un anno fa,
sottolinea De Magistris, per lui non esisteva che la magistratura, ma dopo
l'avocazione delle inchieste Why not? e Poseidone e il putiferio
politico-giudiziario che ne è conseguito non esclude altre avventure. «Non sono
il nuovo Di Pietro», assicura, ma non spiega quali sarebbero le differenze tra
lui e l'ex-collega, 'terrore' dei partiti poi divenuto fondatore e leader di un
partito. Le tesi dei due, per altro, non si differenziano troppo. Secondo De
Magistris, infatti, «siamo in piena P2 sotto alcuni profili, come il controllo
della magistratura; per il 60/70% il piano di Rinascita democratica è stato già
applicato, anzi lo stanno migliorando nella loro ottica, lo stanno rendendo
contemporaneo». Loro chi? Le decine e decine di giudici, politici, militari,
agenti segreti messi sotto controllo, tramite i tabulati telefonici, dal suo
discusso consulente Gioacchino Genchi, la cui attività ha profondamente
preoccupato il Copasir (Comitato per la sicurezza della Repubblica) presieduto
dal senatore del Pd Francesco Rutelli? Macché, il caso Genchi «è una grande
bufala», ribatte De Magistris, garantendo di «non avere assolutamente paura di
Rutelli» e «prendendo atto che non si vuole far emergere la verità». Per sapere
quale verità basterà attendere: «Il mio diario diventerà un libro», annuncia il
magistrato. L'ex pm di Catanzaro: «Non sono il nuovo Di Pietro. E il mio diario
diventerà un libro»
( da "Dagospia.com" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
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articolo --> VEDI (ABU) OMAR QUANT?è BRUTTO ? D-DAY PER POLLARI: OGGI LA
CONSULTA SULLO SCONTRO TRA GOVERNO E TOGHE SUL SEGRETO DI STATO ? OIL FOR FOOD,
CONDANNATO L?UOMO DI FORMIGONI. IL PRESIDENTE MAI INDAGATO MA GLI IRACHENI GLI
ASSEGNAVANO 24 MLN DI BARILI? 1 - Abu Omar, alla Consulta scontro fra Governo e
toghe di Milano... Donatella Stasio per "Il Sole 24 Ore" Ore decisive
per la sorte del processo sul sequestro di Abu Omar e sul ruolo che ebbero i
più alti dirigenti del Sismi - a cominciare dall'ex direttore Niccolò Pollari -
nella preparazione del rapimento (eseguito il 17 febbraio 2003), una delle
tante extraordinary rendition organizzate dalla Cia dopo l'11 settembre.
Roberto Formigoni Ieri, davanti alla Corte costituzionale, il Governo e la magistratura di Milano si sono dati battaglia
per circa quattro ore sul segreto di Stato, piombato come un macigno sulla
vicenda giudiziaria solo quando le indagini erano già concluse (luglio 2006)
per coprire documenti, intercettazioni, accordi internazionali sul terrorismo,
«ancorché in qualche modo collegati o collegabili» al sequestro. Un muro
alzato, mattone dopo mattone, prima dal Governo Prodi e poi da quello
Berlusconi, sebbene il Consiglio d'Europa abbia a più riprese invitato i
Governi a non ostacolare le indagini con il segreto di Stato, coprendo gravi
violazioni dei diritti umani, come quelle consumate con le extraordinary
rendition. Cominciato a Milano a giugno 2007, il processo a Pollari e agli
altri 26 imputati del sequestro (quasi tutti 007 italiani e americani, questi
ultimi latitanti) è giunto a un passo dalla conclusione. Sempre che il 18 marzo
possa rimettersi in moto. Dipenderà, appunto, dal verdetto della Consulta,
atteso per oggi. La questione è delicata, ma sono trascorsi ormai molti mesi
(quasi un anno) da quando è stata "istruita" dai giudici
costituzionali. La Corte è chiamata a definire i confini del segreto di Stato
in una vicenda (il sequestro di una persona, ancorché sospettata di terrorismo,
trasferita in Egitto, imprigionata e torturata) che per la magistratura
milanese è «eversiva dell'ordine costituzionale» e,
come tale, è "indifferente" al segreto di Stato. Nicolo Pollari Una
tesi ribadita ieri da Alessandro Pace, presidente dei costituzionalisti
italiani, nonché avvocato della Procura di Milano ( era presente, ma silente,
anche il Procuratore aggiunto Armando Spataro). L'udienza si è svolta a porte
chiuse e, dopo la relazione del giudice Alfonso Quaranta, hanno preso la parola
gli avvocati. Il conflitto tra poteri nasce da tre ricorsi della Presidenza del
Consiglio (contro la Procura, il Giudice che ha disposto il rinvio a giudizio e
il giudice del Tribunale di fronte al quale è in corso il dibattimento) e da
due successivi ricorsi della Procura e del Tribunale contro i Governi in
carica. L'Avvocato dello Stato Francesco Caramazza ha accusato i magistrati, in
particolare, di aver violato il segreto di Stato con intercettazioni
telefoniche «a strascico», su 185 telefoni di agenti segreti. Ma ha insistito
soprattutto sulla natura «politica» del segreto, «adottato nel superiore
interesse della sicurezza del Paese», che come tale «limita» il potere
giudiziario. Federico Sorrentino, avvocato di Oscar Magi, giudice del
Tribunale, ha obiettato la natura «amministrativa» del segreto, che deve essere
«sottoposto alla legge», «motivato», e avere «confini» ben precisi, mentre
quello opposto dal Governo è stato sempre «generico». Pace ha smentito
intercettazioni «a tappeto»: sono state solo 15 su 8 agenti del Sismi, tutti
indagati. Ha poi ricordato che la legge - anche la recente riforma dei Servizi
- non vieta di intercettare i telefoni di agenti segreti. Oggi la Corte metterà
finalmente un punto fermo. Sempre che non decida di prendersi altro tempo. 2 -
Oil for Food, condannato collaboratore di Formigoni... Claudio Gatti per
"Il Sole 24 Ore" Abu Omar Due anni di reclusione, con sospensione
della pena, e confisca di un milione di euro, prezzo e provento della
corruzione. È stato questo il verdetto con cui il Tribunale di Milano ha
concluso il procedimento di primo grado sulla vicenda dei pagamenti fatti a
funzionari iracheni in cambio di contratti di petrolio. Condannati Marco
Mazarino De Petro - all'epoca dei fatti rappresentante in Iraq del presidente della
Regione Lombardia, Roberto Formigoni - Andrea Catanese e Paolo Lucarno,
rispettivamente socio e funzionario della società di combustibili Cogep.
L'inchiesta era partita nel 2005, dopo lo scoppio dello scandalo Oil for Food,
quando si venne a sapere che Saddam Hussein aveva per anni offerto sconti sul
prezzo del petrolio a politici e opinion makers di tutto il mondo che
sostenevano la sua richiesta di revoca dell'embargo. Formigoni non è mai stato
neppure iscritto al registro degli indagati, ma negli elenchi iracheni gli
risultavano assegnati 24 milioni di barili attraverso la Cogep. Il team di
polizia giudiziaria del Pm Alfredo Robledo è riuscito a ricostruire sia il
percorso dei proventi della vendita dei "buoni" assegnati a Cogep che
quello di circa 800.000 dollari in "retropagamenti" fatti da Cogep
alla società petrolifera irachena. La difesa aveva sostenuto che quei pagamenti
costituivano una "sovrattassa" necessaria per acquistare il petrolio
iracheno. Ma il tribunale ha dato ragione al Pm Robledo quando ha sostenuto che
violavano la normativa contro la corruzione internazionale. È la prima volta in
Italia che una sentenza dibattimentale applica questa norma, diretta emanazione
nel nostro codice penale dei principi sanciti dalla convenzione internazionale
contro la corruzione. [11-03-2009]
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Istanbul, 11 mar.
(Apcom-Nuova Europa) - Non c'è pace per le università turche e chi le
frequenta. Dopo la legge sulle liberalizzazione del velo islamico, bocciata dalla Corte Costituzionale - che ha messo a ferro e
fuoco il Paese per mesi - adesso potrebbe arrivare un provvedimento contro
barba e baffi. A dirlo è il quotidiano Sabah, secondo cui lo Yok, l'Isituto per
l'istruzione universitaria, avrebbe varato una bozza per regole disciplinari
che dovranno adottare i docenti. A onor del vero sembra che un regolamento
del genere sia già in vigore ma che nessuno lo osservi. Di qui la necessità di
una normativa. Così i docenti rischiano di dover andare in università con la
barba rasata di fresco ogni giorno e con la cravatta d'ordinanza. Naturalmente
le reazioni non si sono fatte attendere e adesso l'istituzione cerca una
mediazione. Eser Karakas, professore di economia all'università di Bahcesehir,
che porta la barba, ha definito "non ragionevole" costringere i
docenti a vestire tutti nello stesso modo. Malumore anche nella capitale dove
alla Facoltà di Economia dell'Università di Ankara, dove i docenti hanno detto
che in nessun altro Paese al mondo si pensa a un provvedimento del genere.
"Certe regole - ha detto Aslan Sonat, docente in facoltà - andavano bene
al tempo dei militari. Non si dovrebbero nemmeno discutere cose del
genere".
( da "Sicilia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Le
parentele Caso Messineo davanti al Csm Castelvetrano. Manifestazione di
protesta nel centro per immigrati "La Locanda", di contrada Latomie a
Selimunte. Una quindicina di nigeriani nel lamentare il ritardo con cui
verrebbe esaminata la loro domanda di richiesta di riconoscimento di rifugiati
politici hanno minacciato di suicidarsi o di fare lo sciopero della fame. Sono intervenuti i carabinieri che
al termine di una trattativa sono riusciti a far rientrare la protesta. Quando
i militari sono andati via la protesta si è riaccesa ed è stato necessario un
secondo intervento.
( da "Sicilia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Un ddl di Laccoto
del Pd «L'acqua non va privatizzata» Palermo. Finisce davanti al Consiglio
superiore della magistratura il caso delle parentele «pesanti» del procuratore
della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo. Oggi la Prima Commissione del
Csm ascolterà, infatti, il procuratore generale di Palermo, Luigi Croce, sulla
vicenda ? pubblicata da alcuni quotidiani ? sul presunto coinvolgimento in
un'indagine antimafia dell'imprenditore Sergio Sacco, cognato di Messineo, il
cui fratello, Giovanni, è processato, tra l'altro, per truffa aggravata e
continuata. Croce ha già inviato una nota al vice presidente Nicola Mancino,
rilevando «l'improvvisa attenzione mediatica» e sottolineando la solidarietà
espressa dai pm palermitani a Messineo. L'audizione mira ad accertare se ci
sono o meno nuove indagini a carico di Sacco. Giorgio Petta
( da "Sicilia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
«Acqua: restituiteci
i soldi»Militello. Petizione su un servizio di depurazione mai erogato Una
petizione per chiedere la liquidazione dei canoni di depurazione delle acque,
un'azione di «messa in mora» dell'amministrazione municipale: l'iniziativa è
stata assunta dal circolo militellese di Rifondazione, che ha deciso di
rivendicare, con il supporto di centinaia di contribuenti, la restituzione dei
tributi versati al Comune per oltre un decennio. Con l'applicazione degli oneri
del depuratore, secondo il direttivo di Rifondazione -l 'Ente locale avrebbe
incassato un importo complessivo di circa 1 milione di euro. Il prelievo è
stato ritenuto illegittimo dalla sentenza n. 335/2008 della
Corte costituzionale, non essendo stato (di fatto) erogato il servizio di depurazione
delle acque reflue. Secondo il segretario di Rc, Giovanni Scirè Ingastone
«dalla petizione popolare arriverà un messaggio forte e chiaro sulle
aspettative dell'utenza di Militello. La Giunta dovrà a questo punto
dare una risposta ufficiale sull'eventuale avvio delle procedure di rimborso».
Altri interventi sono giunti, nel corso di una riunione, da Vito Cataldo
("All'utenza serve almeno un segnale di buona volontà"), Pippo Fagone
("Occorre riprendere il dialogo con le parti sociali") e Santi
Falcone ("Le sensibilità della gente sono alte"). Raccolte di firme e
dibattiti proseguiranno pure nei prossimi giorni. Sull'argomento «non sono
state escluse attenzioni da parte dell'amministrazione, che ha avviato una
ricognizione finanziaria. Dovranno essere rispettati, comunque, i vincoli del
prossimo bilancio, le cui previsioni di spesa sono in fase avanzata di esame».
Lucio Gambera
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma. Una vicenda di
«enorme rilievo per le istituzioni democratiche» e sulla quale «servono
interventi immediati». Francesco Rutelli presenta al Senato la relazione del
Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, sulla
bufera sollevata dall'archivio messo insieme da Gioacchino Genchi, consulente
dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, nelle indagini Why Not e Poseidone.
Tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico telefonico, dati di 13
parlamentari, ministri e sottosegretari, utenze di 14
numeri riferiti alla presidenza della Repubblica e di 52 al Csm. E ancora il
procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso «seguito» attraverso tracce dei
tabulati per 24 mesi e il capo del Sismi Niccolò Pollari per 20. «Incarichi
professionali retribuiti, a beneficio di una società privata controllata da
Genchi - spiega Rutelli - che ha fatturato milioni di euro». «Mai più» è
il coro dei senatori, guidati dal presidente del Senato Renato Schifani. E,
alla fine, il ministro della Giustizia Angelino Alfano annuncia la decisione
del governo di varare una legge a tutela degli 007, che conterrà «importanti
modifiche all'art. 270 del codice di procedura penale, idonee a dare maggiori
garanzie agli apparati di sicurezza dello Stato». Con la proposta di legge,
spiega Alfano, «verrà affidata al procuratore della Repubblica la facoltà di
disporre le intercettazioni o di acquisire dati su tabulati telefonici relativi
ai servizi segreti di sicurezza». E «sarà cura del procuratore disporre la
secretazione della documentazione acquisita da inviare al presidente del
Consiglio per la verifica che non contenga dati sensibili per la sicurezza
dello Stato». E il Senato è stato anche teatro di uno scontro verbale tra
Rutelli e il senatore dell'Idv Luigi Li Gotti. Il battibecco è stato acceso dal
parlamentare dipietrista che ha parlato dell'indiscrezione sulla presenza di
Rutelli nell'archivio Genchi. Ma Rutelli ha reagito con toni duri.
( da "Stampaweb, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA Non arriveranno
a scioperare (almeno sperano non ce ne sia bisogno) ma useranno tutti gli
strumenti legali: fino «alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale». È questa la posizione delle diverse sigle
sindacali dei medici (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm,
Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl), nel caso in cui dovesse passare la
norma sull?obbligatorietà di denunciare gli immigrati clandestini, emersa nel
corso di una conferenza stampa, oggi a Roma. I sindacati dei medici si
oppongono al disegno di legge sulla sicurezza (passato al Senato, ora all?esame
della Camera): in particolare, all?approvazione di un emendamento della Lega
nord con cui è stato abrogato il divieto di denuncia di immigrati clandestini
all?autorità giudiziaria. Così stando le cose, dicono i sindacati, il medico di
enti pubblici e convenzionati con il Servizio sanitario nazionale è «obbligato
a denunciare» all?autorità giudiziaria. I rischi sono diversi: operare senza
tranquillità dovendo ogni volta scegliere tra seguire il codice deontologico o
la legge, la nascita di una sanità parallela (ambulatori clandestini) e il
pericolo di un accesso in ritardo in ambulatorio cosa che preoccupa per la
salute pubblica e che comporterebbe il ritorno di malattie scomparse (come
focolai di tubercolosi, già 4.400 casi nel 2005), un aumento dei costi per
curare malattie che normalmente costerebbero meno (il Ssn spende lo 0, 5% per
immigrati), e nondimeno un?ulteriore ricaduta sull?organizzazione del lavoro
(perdita di almeno un?ora e mezza per una denuncia). L?appello del segretario
nazionale dell?Anaao assomed (l? associazione dei medici dirigenti), Carlo
Lusenti, è rivolto al Parlamento affinchè cambi questo dispositivo che è
«soltanto inutile, anzi controproducente».
( da "Gazzettino, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Mercoledì 11 Marzo
2009, MADRID Il giudice Garzon sotto inchiesta per i compensi in Usa Il
tribunale supremo di Madrid ha trasmesso al Consiglio superiore del potere
giudiziario (Cspj, il Csm spagnolo) una documentazione su
compensi ricevuti dal giudice Baltasar Garzon durante un soggiorno negli Usa
nel 2005 affinché verifichi se il magistrato li ha dichiarati come prevede la
legge: lo riferisce la stampa spagnola. La somma sulla quale il Cspj è invitato
a fare accertamenti è secondo il quotidiano El Mundo di 203mila dollari.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Ecco Castagnole e Virtus Csm, semifinali Provincia Mercoledì 11 Marzo 2009, (m.m.)
Turno infrasettimanale con le coppe dei dilettanti, in programma le semifinali
del trofeo Veneto di Prima, i quarti di Seconda e semifinali della Coppa
Provincia di Terza. PRIMA - Gara di ritorno, alle
( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 60 del 2009-03-11
pagina 0 Clandestini, no dai medici "Questa legge ci obbliga a denunciare
gli stranieri" di Redazione Le sigle sindacali dei camici bianchi
protestano contro il dl sicurezza: "Il parlamento non ci ripensi. Non avrà
effetti positivi né sull'ordine pubblico né sulla spesa sanitaria". Pronto
il ricorso alla Corte Ue Roma - E' muro contro muro tra medici e maggioranza
sulla norma che preved la denuncia dei pazienti clandestini. La nuova condanna
del testo, già votato alla Camera e ora in discussione al Senato, arriva dalle
sigle sindacali dei medici. I sindacati hanno voluto rivolgere un appello al
parlamento affinché "venga corretta questa norma" che a loro avviso
"non produrrà effetti positivi sia nell?ambito dell?ordine pubblico sia
nel campo della spesa sanitaria". No dei medici "Adesso basta"
affermano in una dura nota nove sigle sindacali. "Prima l?offesa
inqualificabile - denunciano - di essere macellai o nella migliore delle
ipotesi, fannulloni. Poi gli attacchi diretti alla professione contenuti nella
manovra economica e nella legge Brunetta sul pubblico impiego. E ora l?attacco
alla nostra stessa dignità e deontologia professionale che si vorrebbero
mortificare, sancendo l?obbligo di denunciare i clandestini che si dovessero
rivolgere a noi per essere assistiti". A firmare il documento sono
Anao-Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi, Fp-Cgil-Medici, Fvm, Federazione Cisl Medici,
Fassid, Fesmed e Federazione Medici Uil Fpl. Le proteste "Questa norma non
serve a nulla - ha detto Carlo Lusenti, segretario nazionale dell?Anaao Assomed
- non serve al controllo dell?ordine pubblico, che invece è bene che sia
garantito da altri soggetti e non dai medici, e non aiuterebbe la spesa
sanitaria anche perché gli immigrati clandestini si rivolgerebbero agli
ospedali non ai primi sintomi della malattia, ma in uno stato già avanzato
quindi con costi più alti. Un provvedimento inutile e paradossalmente che
potrebbe produrre effetti inversi a quelli voluti. Al
momento non facciamo scioperi ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte
le possibilità che ci sono messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla
Corte Costituzionale e alla Corte europea". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Affari Italiani (Online)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Cronache Immigrati/
I medici in rivolta: "La norma ci obbliga a denunciarli" Mercoledí
11.03.2009 15:42 Ferma contrarietà alla norma inserita nel decreto sicurezza,
attualmente all'esame della Camera, che prevede l'obbligatorietà per i medici
di denunciare l'immigrato clandestino è stata espressa dalle sigle sindacali
dei medici riunitesi questa mattina a Roma. I sindacati hanno voluto rivolgere
un appello al Parlamento affinchè "venga corretta questa norma" che a
loro avviso "non produrrà effetti positivi sia nell'ambito dell'ordine
pubblico sia nel campo della spesa sanitaria". "Questa norma non serve
a nulla - ha detto Carlo Lusenti, segretario nazionale dell'Anaao Assomed - non
serve al controllo dell'ordine pubblico, che invece è bene che sia garantito da
altri soggetti e non dai medici, e non aiuterebbe la spesa sanitaria anche
perché gli immigrati clandestini si rivolgerebbero agli ospedali non ai primi
sintomi della malattia ma in uno stato già avanzato quindi con costi più
eccessivi. Un provvedimento inutile e paradossalmente che
potrebbe produrre effetti inversi a quelli voluti. Al momento non facciamo
scioperi ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte le possibilità che ci
sono messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla Corte Costituzionale e
alla Corte europea". tags: immigrati medici rivolta
( da "Varesenews" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Busto Arsizio - La
popolarità del magistrato si deve al processo contro la setta satanica delle
"Bestie di satana Antonio Pizzi diventa procuratore generale a Bari L'ex procuratore capo di Busto Arsizio, Antonio Pizzi, è stato
nominato dal Csm procuratore generale e Bari. Pizzi, che ha avuto la meglio
sull'avvocato generale di Bari Francesco Saverio Nunziante, ha cominciato la
carriera come giudice a Milano nel 1969; ha guidato diversi la procura di Busto
Arsizio, e dal 2005 è procuratore a Monza. Nella sua ventennale
esperienza di giudice istruttore presso il Tribunale di Milano si è occupato di
importanti procedimenti, a cominciare da quelli in materia di bancarotta
fraudolenta ain relazione al dissesto del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi,
procedimento che coinvolgeva oltre 50 imputati. La popolarità del magistrato si
deve tuttavia al processo contro la setta satanica delle "Bestie di
satana", che fu condotto in aula insieme al sostituto procuratore Tiziano
Masini, oggi magistrato alla procura di Varese. In quella occasione, i due
magistrati riuscirono a far giudicare e condannare tutti gli appartenenti al
gruppo. Fu anche l'improvvisa attenzione mediatica sul processo che permise al
grande pubblico di conoscere il magistrato, normalmente schivo e riservato.
Originario del Molise, figlio di un maresciallo dei carabineri, quella di
Antonio Pizzi è stata una carriera tutta dedicata alle indagini. A Busto
Arsizio ha lasciato un profondo ricordo per la disponibilità verso i colleghi e
i giornalisti. Mercoledi 11 Marzo 2009 R.R.
( da "Repubblica.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA - Non sarà una
"possibilità" per i medici che lavorano nelle strutture del Servizio
Sanitario Nazionale quella di denunciare l'immigrato clandestino che si rivolge
a loro ma piuttosto un "obbligo". Così la pensano le principali sigle
sindacali dei camici bianchi italiani che operano all'interno di strutture
pubbliche e che a distanza di poche settimane tornano a fare muro intorno
all'emendamento contenuto nel Ddl sulla sicurezza (passato al Senato, ora
all'esame della Camera) che di fatto abroga il comma 5 dell'articolo 35 del
decreto 25-7-1998 "secondo cui l'accesso alle strutture sanitarie da parte
di uno straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare
alcun tipo di segnalazione all'autorità". "Se dovesse passare
l'emendamento", spiega Massimo Cozza, segretario nazionale della Cgil
Medici, "di fatto noi medici che lavoriamo nel servizio pubblico saremmo
obbligati a denunciare l'immigrato clandestino. I nostri uffici giuridici hanno
studiato a fondo l'emendamento e anche il Ddl sulla sicurezza. I medici del
Ssn, o che lavorano per enti convenzionati, rivestono la qualifica di pubblico
ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, quindi se l'immigrazione
clandestina è reato, ed è perseguibile d'ufficio, ogni funzionario è obbligato,
se ne ha notizia, a denunciare il clandestino altrimenti sarebbe lui stesso
perseguibile penalmente". Anaoo Assomed, Cimo Asmd, Aaroi, Fp Cgil medici,
Fvm, Federazionee Cisl medici, Fassid, Fesmed e Federazione medici Uil Fpl,
tornano all'attacco e chiedono chiedono quindi al Parlamento "di non approvare l'emendamento che creerà non pochi problemi
anche di tipo pratico in tutti gli ospedali italiani". E, seppur non
arriveranno a scioperare useranno tutti gli strumenti legali: fino "alla
Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale",
dicono all'unisono. OAS_RICH('Middle'); (11 marzo 2009
( da "Corriere.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
la protesta contro
l'emendamento della lega nord Immigrati, i medici in rivolta : «Non siamo spie
né macellai» I sindacati: «La norma che toglie il divieto alla segnalazione dei
clandestini è controproducente» Clandestini soccorsi in ospedale (Ansa) ROMA -
Sperano di non dover arrivare allo sciopero. Ma sono pronti a usare tutti gli
strumenti legali: fino «alla Corte di giustizia europea
passando per la Corte costituzionale». È questa la posizione delle diverse sigle sindacali dei medici
(Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid,
Fesmed, Uil fpl), nel caso in cui dovesse passare la norma sulla possibilità di
denunciare gli immigrati clandestini, emersa nel corso di una conferenza
stampa, a Roma. «Non siamo spie, bisogna bloccare subito l'emendamento della
Lega Nord (al ddl sicurezza, ndr) che elimina il principio di non segnalazione
degli immigrati clandestini da parte degli operatori del Ssn. Se diventa legge,
il camice bianco avrà l'obbligo, e non la possibilità, di segnalare un
clandestino che si rivolge per le cure a una struttura sanitaria pubblica, in
quanto pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio». L'EMENDAMENTO - I
rischi sono diversi: operare senza tranquillità dovendo ogni volta scegliere
tra seguire il codice deontologico o la legge, la nascita di una sanità
parallela (ambulatori clandestini) e il pericolo di un accesso in ritardo in
ambulatorio cosa che preoccupa per la salute pubblica e che comporterebbe il
ritorno di malattie scomparse (come focolai di tubercolosi, già 4.400 casi nel
2005), un aumento dei costi per curare malattie che normalmente costerebbero
meno (il Ssn spende lo 0, 5% per immigrati), e nondimeno un'ulteriore ricaduta
sull'organizzazione del lavoro (perdita di almeno un'ora e mezza per una
denuncia). CONTROPRODUCENTE - L'appello del segretario nazionale dell'Anaao
assomed (l'associazione dei medici dirigenti), Carlo Lusenti, è rivolto al
Parlamento affinché cambi questo dispositivo che è «soltanto inutile, anzi
controproducente». stampa |
( da "Sanremo news" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Imperia: è
Gianfranco Boccalatte il presidente del Tribunale E? Gianfranco
Boccalatte, 67 anni, il nuovo Presidente del Tribunale di Imperia. Boccalatte,
da dieci a Sanremo, succede a Giuseppe Squizzato, da poco andato in pensione.
Al plenum del Csm, Boccalatte ha prevalso su Biagio Insacco, ora al tribunale
di Palermo, con 13 voti contro 11.
( da "AprileOnline.info" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
I medici scelgono
Ippocrate Marzia Bonacci, 11 marzo 2009, 16:08 Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi,
Fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl: i sindacati dei camici
bianchi dicono no all'emendamento leghista che abolisce il divieto alla denuncia
dello straniero clandestino. E annunciano battaglia: fino
"alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale". La Camera, è la loro richiesta, cambi rotta Le case prima
agli italiani, il lavoro prima agli italiani. E la salute? Anche quella prima,
anzi solo agli italiani. La politica del governo, con le recenti dichiarazioni
del leader leghista Bossi, continua a muoversi nell'orizzonte oscuro
della discriminazione, trovando in certi casi nella crisi economica la
giustificazione pelosa alle sue misure razziste. Impazzano dichiarazioni
xenofobe che vogliono che la torta delle possibilità materiali (che va
restringendosi progressivamente per via dello scossone economico) sia mangiata
solo dagli italici palati; si attua la militarizzazione di Lampedusa per
espulsioni di massa contro il diritto e l'umana carità (a proposito, oggi ne
sono sbarcati 332); si prospetta l'apertura di un Cpie in ogni regione (Maroni
dixit) magari riproponendo l'inumana condizione vissuta dagli stranieri nel "carcere"
siciliano; si tenta di varare un decreto sicurezza che richiama tragici eventi
del passato novecentesco: insomma sotto il cielo della politica brilla la
stella polare del diverso come capro espiatorio e, soprattutto, carburante
elettorale. Ultimo possibile atto, di questa stagione infame a cui ci condanna
il governo delle destre, potrebbe essere quello dell'approvazione da parte
della Camera dell'emendamento Bricolo, dal nome del leghista promotore,
presentato in relazione al ddl sicurezza, che ha già incassato il via libera
del Senato. Trattasi dell'abolizione del divieto al personale sanitario di
denunciare il clandestino che si accosta ad esso per farsi curare.
Un'abrogazione del comma 5 dell'articolo 35 del Testo unico sull'immigrazione
che stabilisce: "L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello
straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun
tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il
referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano". Una violazione
dei principi costituzionali ma anche internazionali. Un possibile mostro della
giurisprudenza e della legislazione, contrario perfino al buon senso pratico,
che preoccupa, oltre ad i "soliti comunisti," anche le associazioni
di categoria. Oltre a far tremare i polsi alla politica in modo trasversale:
Pd, Idv, Udc, parte di An e Fi si sono detti contrari. Convinte, dunque,
soprattutto le camice verdi, attente a tradurre la caccia all'immigrato in un
consistente compenso elettorale da giocarsi sul tavolo della prossima tornata
europea e amministrativa. Per questo appare potente il richiamo che oggi
proviene dalle diverse sigle sindacali dei medici, i quali per contrastare
l'emendamento Bricolo, qualora fosse approvato dalla Camera, si dichiarano
pronti ad usare tutti gli strumenti legali: fino "alla Corte di giustizia
europea passando per la Corte costituzionale",
hanno detto. Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, Fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl,
Fassid, Fesmed, Uil fpl non si chiuderanno in difesa, ma attaccheranno.
L'annuncio arriva nel corso di una conferenza stampa organizzata a Roma,
un'occasione per chiarire in cosa realmente consista l'emendamento in questione
e quali ripercussioni potrebbe avere sulla salute pubblica e sui costi
sanitari. Secondo i padani infatti il provvedimento non obbliga i medici alla
denuncia, ma offre loro la possibilità di avanzarla qualora lo vogliano. Non è
vero. A detta dei sindacati della categoria, il medico di enti pubblici e
convenzionati con il Servizio sanitario nazionale è "obbligato a
denunciare" all'autorità giudiziaria il clandestino. Spiega Massimo Cozza,
segretario nazionale della Cgil Medici, che "i nostri uffici giuridici
hanno studiato a fondo l'emendamento e il ddl sicurezza" ricavandone la
certezza che se passasse, "di fatto noi medici che lavoriamo nel servizio
pubblico saremmo obbligati a denunciare l'immigrato clandestino. I medici del
Ssn, o che lavorano per enti convenzionati, rivestono la qualifica di pubblico
ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, quindi se l'immigrazione
clandestina è reato, ed è perseguibile d'ufficio, ogni funzionario è obbligato,
se ne ha notizia, a denunciare il clandestino altrimenti sarebbe lui stesso
perseguibile penalmente". Per quanto riguarda le ripercussioni di tale
provvedimento, se diventasse norma dello Stato, la previsione della
rappresentanza medica è preoccupante. Le conseguenze sarebbero infatti diverse
e tutte allarmanti: i camici bianchi sarebbe costretti ad operare senza
tranquillità dovendo ogni volta scegliere tra seguire il codice deontologico o
la legge; si assisterebbe alla nascita di una sanità parallela clandestina; si
determinerebbe un accesso ritardato ai presidi sanitari che comporterebbe un
evidente danno alla salute pubblica, con il ritorno di malattie attualmente
scomparse o in remissione (come focolai di tubercolosi, già 4.400 casi nel
2005). Sul piano economico, infine, l'accesso ritardato dell'immigrato al
servizio sanitario determinerebbe un aumento dei costi per curare quelle
malattie che normalmente vengono spesate dallo Stato con una cifra inferiore,
proprio in virtù di un accesso repentino alle strutture da parte dei pazienti
stranieri. Il Ssn spende infatti per loro lo 0,5%. Nondimeno ci sarebbe
un'ulteriore ricaduta sull'organizzazione del lavoro, con la perdita di almeno
un'ora e mezza per poter avanzare una denuncia. In Italia, del resto, la burocrazia
e i suoi tempi sono tutt'altro che rapidi. Per tali ragioni, oggi, l'appello
del segretario nazionale dell'Anaao assomed (l' associazione dei medici
dirigenti), Carlo Lusenti, è rivolto al Parlamento affinché abroghi questo
dispositivo, non "soltanto inutile", ma anzi proprio
"controproducente". Sotto ogni punto di vista.
( da "Rai News 24" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma | 11 marzo 2009
Sindacati dei medici contro la norma anti-clandestini: 'non siamo spie'
Protesta dei sindacati dei medici "Non siamo spie, bisogna bloccare subito
l'emendamento della Lega Nord che elimina il principio di non segnalazione
degli immigrati clandestini da parte degli operatori del Ssn. Se diventa legge,
il camice bianco avra' l'obbligo, e non la possibilita', di segnalare un
clandestino che si rivolge per le cure a una struttura sanitaria pubblica, in
quanto pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio". A lanciare
l'appello sono i sindacati della dirigenza medica e veterinaria del Ssn,
riuniti oggi a Roma proprio per spingere il Governo a tornare sui propri passi
e bocciare la norma anti-clandestini, contenuta nel Ddl sicurezza. All'incontro
hanno preso parte tutte le maggiori sigle sindacali della dirigenza medica:
Anaao Assomed, Cimo Asmd, Fp Cgil medici, Aaroi, Fvm, Federazione Cisl medici,
Fassid, Fesmed, Federazione medici Uil-Fpl, pronte, se la legge dovesse
passare, "ad andare fino alla Corte di giustizia
europea, passando per la Corte costituzionale". "Il
medico dipendente da enti pubblici o da enti convenzionati con il Ssn - spiega
il segretario nazionale Fp Cgil medici, Massimo Cozza - riveste
contemporaneamente, secondo il costante orientamento della giurisprudenza, la
qualifica di pubblico ufficiale o di pubblico servizio. I medici del
servizio sanitario nazionale, in quanto pubblici ufficiali, saranno quindi
obbligati a denunciare per iscritto quando avranno notizia della
clandestinita', diventato reato perseguibile di ufficio. Chi omette o ritarda
di denunciare sara' punito con la multa da
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 11 mar.
(Apcom) - Sergio Sacco, il cognato del procuratore di Palermo Francesco
Messineo, non risulterebbe indagato in alcun provvedimento della Procura
siciliana. Questa la notizia confermata oggi dal procuratore generale di
Palermo Luigi Croce durante l'audizione di fronte alla Prima Commissione del Csm, che sulla vicenda ha avviato un'istruttoria
per verificare le notizie apparse sulla stampa. Secondo quanto si è appreso, il
pg di Palermo avrebbe spiegato in maniera chiara che non risultano carichi
pendenti o indagini in corso nei confronti di alcun parente di Messineo e si
sarebbe anche riservato di produrre documenti e verbali a dimostrazione di
questa tesi. Per questo, è intenzione del presidente della Prima
Commissione Ugo Bergamo e dei consiglieri del Csm "redigere un atto molto
motivato per tranquillizzare l'opinione pubblica" e presentarlo al plenum
forse già la prossima settimana.
( da "Quotidiano.net" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Spiegano che non
arriveranno a scioperare, ma utilizzeranno tutti gli strumenti messi a
disposizione dalla legge: fino ‘’alla Corte di giustizia europea passando per
la Corte costituzionale’’
"
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sicurezza, i medici sul piede di guerra "La legge obbliga a denunciare i
clandestini" Spiegano che non arriveranno a scioperare, ma utilizzeranno
tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legge: fino ??alla Corte di
giustizia europea passando per la Corte costituzionale??
Roma, 11 marzo 2009 - Medici italiani sul piede di guerra. Fanno sentire la
loro voce, rivendicano il loro ruolo professionale, si appellano al buonsenso
dei politici ma, in attesa di segnali, lanciano l?allarme: "Non siamo
spie, bisogna bloccare subito l?emendamento della Lega Nord che elimina il
principio di non segnalazione degli immigrati clandestini da parte degli
operatori del Ssn. Se diventa legge, il camice bianco avrà l?obbligo, e non la
possibilità, di segnalare un clandestino che si rivolge per le cure a una
struttura sanitaria pubblica, in quanto pubblico ufficiale incaricato di
pubblico servizio". A lanciare l?appello sono i sindacati della dirigenza
medica e veterinaria del Ssn, riuniti oggi a Roma proprio per spingere il
Governo a tornare sui propri passi e bocciare la norma anti-clandestini,
contenuta nel Ddl sicurezza. All?incontro hanno preso parte tutte le maggiori
sigle sindacali della dirigenza medica: Anaao Assomed, Cimo Asmd, Fp Cgil
medici, Aaroi, Fvm, Federazione Cisl medici, Fassid, Fesmed, Federazione medici
Uil-Fpl, pronte, se la legge dovesse passare, "ad andare fino alla Corte
di giustizia europea, passando per la Corte costituzionale".
"Il medico dipendente da enti pubblici o da enti convenzionati con il Ssn
- spiega il segretario nazionale Fp Cgil medici, Massimo Cozza - riveste
contemporaneamente, secondo il costante orientamento della giurisprudenza, la
qualifica di pubblico ufficiale o di pubblico servizio. I medici del servizio
sanitario nazionale, in quanto pubblici ufficiali, saranno quindi obbligati a
denunciare per iscritto quando avranno notizia della clandestinità, diventato
reato perseguibile di ufficio. Chi omette o ritarda di denunciare sarà punito
con la multa da
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
(ASCA) - Roma, 11
mar - Stop all'emendamento della lega che elimina l'obbligo di non segnalazione
dei clandestini ''perche' i medici non sono spie''. Lo hanno ribadito oggi le
sigle sindacali della dirigenza medica (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp
Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl) pronte, se il provvedimento dovesse passare, ''ad andare fino alla Corte
di giustizia europea, passando per la Corte costituzionale''.
Non si tratta della possibilita' di segnalare un clandestino secondo la
discrezionalita', avvertono i medici, ma di vero e proprio obbligo alla
denuncia degli immigrati irregolari. ''Il medico - spiega all'Asca,
Massimo Cozza segretario nazionale FP CGIL Medici - e' un pubblico ufficiale e
in quanto tale obbligato a denunciare l'immigrato clandestino nel momento in
cui la clandestinita' e' diventato reato perseguibile d'ufficio. Chi omette o
ritarda di denunciare sara' punito con la multa da
( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
n. 60 del 2009-03-11
pagina 0 Clandestini, no dai medici: obbligati a denuncia di Redazione Le sigle
sindacali dei camici bianchi protestano contro il dl sicurezza: "Il
parlamento non ci ripensi. Non avrà effetti positivi né sull'ordine pubblico né
sulla spesa sanitaria". Pronto il ricorso alla Corte Ue: "Non siamo
né spie né macellai" Roma - E' muro contro muro tra medici e maggioranza
sulla norma che preved la denuncia dei pazienti clandestini. La nuova condanna
del testo, già votato alla Camera e ora in discussione al Senato, arriva dalle
sigle sindacali dei medici. I sindacati hanno voluto rivolgere un appello al
parlamento affinché "venga corretta questa norma" che a loro avviso
"non produrrà effetti positivi sia nell?ambito dell?ordine pubblico sia
nel campo della spesa sanitaria". No dei medici "Adesso basta"
affermano in una dura nota nove sigle sindacali. "Prima l?offesa
inqualificabile - denunciano - di essere macellai o nella migliore delle
ipotesi, fannulloni. Poi gli attacchi diretti alla professione contenuti nella
manovra economica e nella legge Brunetta sul pubblico impiego. E ora l?attacco
alla nostra stessa dignità e deontologia professionale che si vorrebbero
mortificare, sancendo l?obbligo di denunciare i clandestini che si dovessero
rivolgere a noi per essere assistiti. Non siamo né spie né macellai". A
firmare il documento sono Anao-Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi, Fp-Cgil-Medici, Fvm,
Federazione Cisl Medici, Fassid, Fesmed e Federazione Medici Uil Fpl. Le
proteste "Questa norma non serve a nulla - ha detto Carlo Lusenti,
segretario nazionale dell?Anaao Assomed - non serve al controllo dell?ordine
pubblico, che invece è bene che sia garantito da altri soggetti e non dai
medici, e non aiuterebbe la spesa sanitaria anche perché gli immigrati clandestini
si rivolgerebbero agli ospedali non ai primi sintomi della malattia, ma in uno
stato già avanzato quindi con costi più alti. Un provvedimento inutile e
paradossalmente che potrebbe produrre effetti inversi a quelli voluti. Al momento non facciamo scioperi ma, se non saremo ascoltati,
utilizzeremo tutte le possibilità che ci sono messe a disposizione delle legge
rivolgendoci alla Corte Costituzionale e alla Corte europea". © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Adnkronos" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Caso
Abu Omar, Consulta: inammissibile il ricorso della magistratura La Corte
Costituzionale ha accolto i ricorsi presentati nel 2007 dal presidente del
Consiglio commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento:
11 marzo, ore 20:15
( da "Rai News 24" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma | 11 marzo 2009
Consulta: su Abu Omar segreto di Stato violato dai magistrati Abu Omar I
magistrati milanesi hanno violato il segreto di Stato nell'ambito del
procedimento sul sequestro dell'ex imam Abu Omar. E' quanto hanno sancito i giudici della Corte Costituzionale, accogliendo parzialmente i
conflitti di attribuzione tra poteri sollevati dal Governo. Per la Consulta,
"non spettava alle autorità giudiziarie porre a fondamento della richiesta
di rinvio a giudizio e del decreto che dispone il giudizio, i documenti
acquisiti all'esito della perquisizione eseguita il 5 luglio 2006 e
successivamente inviati all'autorità giudiziaria, con parziali omissioni
relative ai dati coperti dal segreto di Stato, nonchè la richiesta di
svolgimento dell'incidente probatorio e con essa, sia l'ordinanza che lo ha
disposto sia il relativo verbale di acquisizione della prova del 30 settembre
2006". Per questo, tali atti processuali "nelle parti
corrispondenti" sono stati annullati. I ricorsi parzialmente accolti sono
quelli presentati nel 2007 dall'allora Governo guidato da Romano Prodi. La
Corte Costituzionale ha anche accolto in parte il conflitto sollevato dal
Governo Berlusconi nei confronti del giudice monocratico della quarta sezione
penale del Tribunale di Milano, Oscar Magi, davanti al quale si sta svolgendo
il processo a carico di 35 imputati, tra cui l'ex direttore del Sismi Niccolò
Pollari e 26 agenti Cia. Tale ricorso è stato accolto "limitatamente
all'ordinanza del 14 maggio 2008, ammissiva di determinate prove". I
giudici costituzionali, invece, hanno 'bocciato' tutti e due i conflitti
sollevati dalla magistratura milanese: respinto il ricorso del giudice Oscar
Magi, risalente al dicembre scorso, in relazione a tre note del premier
Berlusconi, con cui si confermava il segreto di Stato opposto da alcuni
testimoni nel procedimento. Inammissibile, invece, è stato dichiarato il
conflitto sollevato dal procuratore capo di Milano nel 2007, così come il
ricorso incidentale proposto dalla sezione gip del tribunale di Milano. Due
anni di scontri tra governo e procura di Milano L'affare Abu Omar (e il destino
processuale dell'ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari) prese corpo quando,
quasi inaspettatamente, Romano Prodi, allora a Palazzo Chigi, sollevò la
questione di legittimità costituzionale per
"conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato" in merito alle
indagini fatte dalla procura della Repubblica di Milano ed al conseguente
processo, ancora in corso. A spiegare il perché di quella iniziativa,
confermata poi altre volte sia dallo stesso Prodi, sia dal suo successore
Silvio Berlusconi, un question time alla Camera dell'ex vicepresidente del
consiglio Francesco Rutelli. Palazzo Chigi accusò i procuratori Ferdinando
Pomarici e Armando Spataro di aver illegittimamente e ripetutamente
"violato il segreto di Stato" nella conduzione delle indagini sul
sequestro dell'ex imam egiziano, "bruciando" uomini e strutture del
controspionaggio. E la procura di Milano per "aver violato le prerogative
di secretazione del governo" in almeno tre circostanze: con
"l'acquisizione di documenti informativi, anche di carattere documentale,
attinenti l'identita' di 85 appartenenti al Sismi; con "l'intercettazione
delle utenze cellulari in loro uso" e "l'acquisizione di elementi
attinenti la struttura e le logiche di funzionamento del Servizio non
direttamente afferenti l'indagine sul sequestro" e "riguardanti i
rapporti con agenti stranieri". Tutto aggravato, secondo Rutelli,
dall'aver ignorato (la procura di Repubblica di Milano) dolosamente,
"l'acquisizione di materiale classificato e di elementi informativi"
su cui "il governo aveva provveduto ad apporre il segreto di Stato".
Lo scontro che ne seguì fuori dalla aule giudiziarie fu molto violento,
alimentato da una lettera che i legali dei magistrati milanesi che si sono
costituiti davanti alla Consulta contro il conflitto di attribuzione fra i
poteri dello Stato, inviarono nel marzo di due anni fa al capo della procura
milanese Manlio Minale. Nella missiva l'avvocato Alessandro Pace, definiva il
comportamento del premier Romano Prodi "discutibile". E ciò
"sotto un duplice profilo: poichè il ricorso è stato sollevato dal
presidente del Consiglio Prodi e non dal governo la valutazione se rinunciare o
meno al ricorso spetta solo al presidente del Consiglio; in secondo luogo,
ritenere di scarsa importanza la sollecita celebrazione di un processo penale,
come quello di Milano, relativo al rapimento di Abu Omar (avente delicate
implicazioni politico-istituzionali) non costituisce certo una manifestazione
di leale collaborazione del presidente del Consiglio con l'autorità
giudiziaria".
( da "Wall Street Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Consulta: «Caso Abu
Omar, violato il segreto di Stato» -->La sentenza della Corte Costituzionale
boccia l'operato dei magistrati e accoglie in parte i ricorsi presentati dai
governi Prodi e Berlusconi. Dichiarato inammissibile il contro-conflitto
sollevato dalla procura di Milano...
( da "Wall Street Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Abu Omar: la
Consulta decide a favore del governo, pm di Milano violarono segreto
-->Sentenza della Corte Costituzionale: c'è stata violazione del segreto di
Stato da parte dei magistrati di Milano
( da "KataWeb News" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Consulta: Abu Omar,
magistrati violarono il segreto di Stato 11 marzo 2009 alle 20:05 — Fonte:
Homepage">repubblica.it — 0 commenti La Corte Costituzionale accoglie
in parte i ricorsi presentati dal governo Prodi e Berlusconi contro la Procura
di Milano Bocciati tutti e due i conflitti sollevati dalle toghe milanesi
( da "CronacaQui.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
il magistrato
dell'indagine delle Bestie di Satana trasferito in Puglia Antonio Pizzi dice
addio a Monza MONZA - Antonio Pizzi, per cinque anni capo del Palazzo di
Giustizia di Monza lascerà la Brianza. Un addio già scritto: Pizzi è stato
nominato nuovo procuratore generale di Bari. Lo ha deciso
il plenum del Csm. Il magistrato monzese d'adozione è stato preferito all'altro
candidato, Francesco Saverio Nunziante, avvocato generale nel capoluogo
pugliese. Magistrato di notevoli capacità investigative, anche in Brianza Pizzi
è riuscito a concludere una lunga serie di brillanti indagini. Ma si è
anche messo in luce per i modi garbati e per una disponibilità e una gentilezza
decisamente fuori del Palazzo. Barba grigia e occhi chiari, stimato e ammirato
da tutti i colleghi, è appassionato di bicicletta da corsa. E in questi anni in
Brianza nel poco tempo libero è riuscito a dedicarsi a lunghe escursioni. Ed è
così che ricaricava le batterie ritrovando le energie per rituffarsi nelle
indagini più complesse. La sua inchiesta più famosa è quella sui delitti delle
Bestie di Satana. Non sono concluse, in alcuni casi si cerca ancora di definire
un movente preciso, e i giorni del processo sono ancora lontani. Ma quell'
inchiesta resterà fra quelle più cupe, e più documentate, nella cronaca nera di
tutto il dopoguerra. Antonio Pizzi è nato nel
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 11 mar.
(Apcom) - In buona sostanza, con la sentenza emessa oggi in camera di Consiglio,
la Corte Costituzionale "ha dichiarato inammissibile
il ricorso incidentale proposto nell'interesse della Sezione Gip del tribunale
di Milano nei confronti del presidente del Consiglio". Inoltre, si legge
nella decisione della Consulta, e' "inammissibile il ricorso proposto dal
procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano". Ed
"e' respinto il ricorso proposto dal giudice monocratico della IV sezione
penale del tribunale di Milano nei confronti del Presidente del
COnsiglio". La Corte Costituzionale, poi, "ha accolto i ricorsi
presentati dal presidente del Consiglio (all'epoca era Romano Prodi)"
nelle parti in cui Palazzo Chigi lamentava la violazione del segreto di Stato
"nella richiesta di rinvio a giudizio e nel decreto che dispone il rinvio
a giudizio". Il governo, in quella circostanza, accusò davanti alla Corte
i procuratori Ferdinando Pomarici e Armando Spataro di aver illegittimamente e
ripetutamente "violato il segreto di Stato" nella conduzione delle
indagini sul sequestro dell'ex imam egiziano, "bruciando" uomini e
strutture del controspionaggio. La procura di Milano fu inoltre accusata di
"aver violato le prerogative di secretazione del governo" in almeno
tre circostanze: con "l'acquisizione di documenti informativi, anche di carattere
documentale, attinenti l'identita' di 85 appartenenti al Sismi; con
"l'intercettazione delle utenze cellulari in loro uso" e
"l'acquisizione di elementi attinenti la struttura e le logiche di
funzionamento del Servizio non direttamente afferenti l'indagine sul
sequestro" e "riguardanti i rapporti con agenti stranieri".
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
(ASCA)
- Roma, 11 mar - La Corte costituzionale ha accolto in
parte il ricorso della presidenza del consiglio (Prodi e Berlusconi) contro le
indagini della procura di Milano e l'ordinanza di rinvio a giudizio sul caso
Abu Omar, contro gli agenti dei servizi segreti italiani indagati assieme a
quelli della Cia.
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 11 mar.
(Apcom) - Nella vicenda processuale rerlativa al rapimento dell'ex Imam di
Milano Abu Omar c'è stata violazione del segreto di stato da parte della
procura di Milano, che hanno indagato e rinviato a giudizio l'ex capo del Sismi
Niccolò Pollari e altre 34 persone, fra cui 26 agenti Cia. La
Corte Costituzionale ha in questo senso accolto in parte i ricorsi presentati
dai governi Prodi e Berlusconi e ha dichiarato inammissibile il
contro-conflitto sollevato dalla procura di Milano, respingendo anche quello
presentato dal giudice del tribunale Oscar Magi, titolare del processo.
(segue)
( da "ITnews.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 11 mar. - (Adnkronos) - La Corte costituzionale ha
dichiarato ''inammissibile il ricorso proposto dal procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di Milano nei confronti del presidente del Consiglio dei ministri''
sul caso di Abu Omar, l'ex imam rapito nel
( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Roma, 11 mar.
(Apcom) - Sono disposti a ricorrere alla Corte costituzionale e persino alla Corte di giustizia europea. I sindacati dei
medici non hanno intenzione di cedere sull'emendamento al ddl sicurezza che,
sono convinti, li obbligherebbe a denunciare i clandestini. Ad annunciarlo è
Carlo Lusenti, segretario nazionale dell'Anaao Assomed, sottolineando che
"non saremmo neanche da soli, visto che già qualche regione ha
annunciato un'iniziativa analoga, visto che la competenza sanitaria non spetta
al Governo nazionale". "Noi - spiega Lusenti - chiediamo al
Parlamento di ritirare questo emendamento, che creerebbe in capo ai medici
l'obbligo di denunciare l'immigrato irregolare e non la possibilità. Io confido
che ci sia una valutazione serena e positiva da parte del Parlamento. Si tratta
- sottolinea - di una norma insensata, perché non ci guadagnerebbe nessuno: nè
l'ordine pubblico, visto che i clandestini non si presenterebbero affatto in
ospedale; nè la salute pubblica, visto che si rischia la diffusione di malattie
infettive; nè le casse dello Stato, che si troverebbero a curare delle patologie
più gravi quando i clandestini, costretti dalla necessità, si rivolgessero
finalmente in ospedale". Insomma, sottolinea, l'emendamento sembra
"sfuggito dalla penna", piuttosto che frutto di una scelta
consapevole. Noi, aggiunge Lusenti, "pretendiamo una valutazione
oggettiva, di buon senso, che prenda atto la norma non serve e che quindi va
ritirata". Il contenuto della legge, poi, aggiunge, "ha vari risvolti
di incostituzionalità". E' in contrasto, infatti, spiega, con l'articolo
32 della Carta fondamentale, secondo il quale "la Repubblica tutela la
salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività,
e garantisce cure gratuite agli indigenti". L'obbligo di denunciare i
clandestini, poi, "si discosterebbe dalle norme vigentinella stragrande
maggioranza dei paesi europei e dalle prescrizioni delle normative
comunitarie". Per questa ragione i sindacati, spiega, non escludono di
rivolgersi anche alla Corte di giustizia europea. Sulla stessa lunghezza d'onda
Armando Masucci, segretario generale di Federazione medici Uil Fpl, per il
quale il ricorso alla Corte costituzionale, se il
Parlamento non facesse un passo indietro, rimarrebbe l'unica strada possibile:
"Non possiamo certo invitare - sottolinea - i nostri iscritti a violare la
legge e a esporsi al pericolo di una denuncia. Certo, saranno tempi lunghi, noi
preferiremmo senz'altro risolvere il problema prima, con una scelta diversa del
Parlamento. Abbiamo ancora - dice - un po' di speranza in questo senso".
"Il fatto è che già oggi - denuncia - registriamo un calo del 15-20% degli
immigrati che si rivolgono all'ospedale, e tra quelli che lo fanno aumenta il
numero di quelli che ci arrivano in condizioni drammatiche. Abbiamo registrato
l'anno scorso 4.300 nuovi casi di tubercolosi, una patologia che in Italia
praticamente non esisteva più". Insomma il ruolo di monitoraggio del
sistema sanitario, insiste, è fondamentale per evitare la diffusione di
epidemie. "La nostra paura - conclude - è che si sviluppi un mercato
sommerso delle cure, che può avere effetti drammatici".
( da "Unita, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Da ieri all'esame il decreto che ha introdotto le ronde Il Csm darà il suo
parere sul decreto-legge antistupri varato in febbraio dal Consiglio dei
ministri. L'iniziativa è stata presa d'ufficio, senza cioè una sollecitazione
del ministro della Giustizia, dalla Sesta Commissione di Palazzo dei
marescialli, che ieri ha cominciato a discutere del provvedimento. I
consiglieri contano di pronunciarsi in tempi brevi, perchè il parere possa
arrivare in tempi utili, prima della conversione del decreto in legge. In
vigore dal 25 febbraio scorso, il provvedimento prevede inasprimenti di pena
per chi commette violenze sessuali, ma ha anche introdotto le ronde e allungato
da due a sei mesi il tempo di trattenimento dei clandestini nei Centri per
l'identificazione. Il decreto venne appprovato pochi giorni dopo l'arresto dei
tre romeni scagionati ieri in seguto all'esame del Dna. Per quanto riguarda i
reati come la violenza sessuale, il provvedimento licenziato dal governo
prevede tra l'altro l'arresto obbligatorio in flagranza per gli stupratori,
l'ergastolo per i violentatori omicidi, il gratuito patrocinio per le vittime.
Csm
( da "AudioNews.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
mercoledì 11 marzo
2009 22.17 Politica Abu Omar: i magistrati violarono il segreto di Stato 19.53:
Violazione del segreto di Stato da parte dei magistrati milanesi titolari
dell'indagine sul rapimento dell'ex Imam di Milano Abu Omar. Questo il verdetto della Corte Costituzionale -la notizia è di
questi minuti- che avrebbe accolto in parte i ricorsi presentati dai governi
Prodi e Berlusconi e dichiarato inamissibile quello della procura di Milanesi.
Nel procedimento rinviati a giudizio l'ex capo del Sismi Niccolò Pollari e
altre 34 persone, tra cui molti agenti della Cia.
( da "Reuters Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
ROMA (Reuters) - La Corte Costituzionale ha deciso oggi che i magistrati di Milano
che hanno indagato agenti segreti americani e italiani sul presunto rapimento
di un imam egiziano non potevano utilizzare documenti coperti dal segreto di
Stato. Lo dice un comunicato della Consulta emesso questa sera al termine della
camera di consiglio sul conflitto di attribuzione dei poteri del governo con la
magistratura nella vicenda relativa alla "rendition" di Abu
Omar. La Consulta non ha direttamente annullato il processo in corso a Milano
contro 33 imputati - tra cui 26 cittadini americani - ma in sostanza ha
eliminato dal dibattimento i documenti che ne hanno consentito il rinvio a
giudizio. La Corte, accogliendo in parte due ricorsi del presidente del Consiglio,
(sia Romano Prodi che Silvio Berlusconi) "ha dichiarato che non spettava
alle predette autorità giudiziarie porre a fondamento, rispettivamente, della
richiesta di rinvio a giudizio e del decreto che dispone il giudizio, i
documenti acquisiti" nel corso di una perquisizione del luglio 2006 e il
materiale relativo all'incidente probatorio. "Per l'effetto ha disposto
l'annullamento di tali atti processuali nelle parti corrispondenti". La
Consulta ha respinto tutti i ricorsi presentati dalla magistratura. Ventisei
americani e sette italiani sono accusati di aver rapito il religioso musulmano
- sospettato di terrorismo - per strada a Milano nel 2003 e di averlo deportato
in Egitto, durante una cosiddetta operazione di "rendition". Dal
canto suo Abu Omar -- che è stato poi rilasciato nel 2007 - sostiene di essere
stato torturato e detenuto per anni senza accuse. Nel dicembre scorso, il
tribunale di Milano ha sospeso il processo fino al prossimo 18 marzo in attesa
della decisione della Consulta, dopo la richiesta delle difese e l'opposizione
dell'esistenza del segreto di Stato, da parte del presidente del Consiglio
Berlusconi, su ordini e direttive impartite dall'ex-direttore del Sismi Nicolò
Pollari - imputato nel procedimento - ai suoi uomini. Continua...
( da "Romania Libera" del 11-03-2009)
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anunturile din ziarul ?Romania libera?: Virozele cresc numarul internarilor
Ioana Georgescu Joi, 12 Martie 2009 Spitalele sunt pline de bolnavi care sufera
de viroze, afectiune cu debut acut, incubatie scurta, care par a nu fi gripa, a
declarat profesorul Paul Stoicescu, specialist pneumolog la Institutul National
de Pneumologie "Prof. Marius Nasta" din Capitala. Sunt peste 200 de
virusuri care dau viroze in orice sezon. Un om poate trece prin doua-patru
episoade intr-un an", a explicat profesorul Stoicescu. El a precizat ca in
prezent este o explozie de viroze. "Cele mai multe tipuri de virusuri sunt
cele respiratorii", a subliniat dr. Viorel Alexandrescu, directorul
Centrului de Referinta pentru Gripa. Dintre acestea, cel mai periculos este
virusul gripal. Virusul scintial respirator, cele patru subtipuri paragripale,
rinovirusul (vinovat de guturai), adenovirusul dau grave imbolnaviri ale cailor
respiratorii. Spitalele sunt pline si bolnavii vin continuu. Potrivit dr. Sorin
Petrea, la Institutul de Boli Infectioase "Matei Bals" se prezinta la
internari multi bolnavi cu varste extreme (copii si batrani), cu o serie de
complicatii grave ale sistemului respirator: pneumonii, bronhopneumonii, otite,
sinuzite, decompensari ale afectiunilor respiratorii sau cardiace. In ceea ce
priveste tratamentul, nu exista o terapie antivirala specifica. In general,
terapia contra virozelor respiratorii se axeaza pe tratarea simptomatologiei
(tusea, febra, obstructia nazala si starea generala proasta). Sunt indicate
medicamentele antitermice (paracetamolul este foarte bun) sau medicamentele
care calmeaza tusea. De asemenea, tabletele antiseptice sunt recomandate.
Ceaiurile caldute sunt indicate in calmarea durerilor de gat sau a tusei
(ceaiul de tei), spun medicii. In ultima saptamana, in Romania au fost
inregistrate peste 70.000 de cazuri de infectii respiratorii, cu 7.040
internari si trei decese, dintre care doua prin pneumonie, in
judetele Dolj si Braila, ambele la grupa de varsta 0-4 ani, si unul prin
infectii acute de cai respiratorii superioare, in judetul Bistrita. Din aceeasi
categorie: CSM tine cu Adrian Nastase in meciul contra judecatorilorDacia
Logan, masina de cult in GermaniaTintele spionilor: unitatile de la Babadag si
Medgidia Voteaza
( da "KataWeb News" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia
Abu Omar: Consulta,
toghe hanno violato segreto Stato 11 marzo 2009 alle 20:38 — Fonte:
repubblica.it — 0 commenti I magistrati milanesi hanno violato il segreto di
Stato nell'ambito del procedimento sul sequestro dell'ex imam Abu Omar. È
quanto hanno sancito i giudici della Corte Costituzionale,
accogliendo parzialmente i conflitti di attribuzione tra poteri sollevati dal
Governo. Per la Consulta, "non spettava alle autorità giudiziarie porre a
fondamento della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto che dispone il
giudizio, i documenti acquisiti all'esito della perquisizione eseguita il 5
luglio 2006 e successivamente inviati all'autorità giudiziaria, con
parziali omissioni relative ai dati coperti dal segreto di Stato, nonché la
richiesta di svolgimento dell'incidente probatorio e con essa, sia l'ordinanza
che lo ha disposto sia il relativo verbale di acquisizione della prova del 30
settembre 2006". Per questo, tali atti processuali "nelle parti
corrispondenti" sono stati annullati. I ricorsi parzialmente accolti sono
quelli presentati nel 2007 dall'allora Governo guidato da Romano Prodi. La
Corte ha anche accolto in parte il conflitto sollevato dal Governo Berlusconi
nei confronti del giudice monocratico della quarta sezione penale del Tribunale
di Milano, Oscar Magi, davanti al quale si sta svolgendo il processo a carico
di 35 imputati, tra cui l'ex direttore del Sismi Niccolò Pollari e 26 agenti
Cia. Tale ricorso è stato accolto "limitatamente all'ordinanza del 14
maggio 2008, ammissiva di determinate prove". I giudici costituzionali, invece,
hanno 'bocciato' tutti e due i conflitti sollevati dalla magistratura milanese:
respinto il ricorso del giudice Oscar Magi, risalente al dicembre scorso, in
relazione a tre note del premier Berlusconi, con cui si confermava il segreto
di Stato opposto da alcuni testimoni nel procedimento. Inammissibile, invece, è
stato dichiarato il conflitto sollevato dal procuratore capo di Milano nel
2007, così come il ricorso incidentale proposto dalla sezione gip del tribunale
di Milano. AGI