CENACOLO  DEI COGITANTI

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Report "Giustizia"   11-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Sulla casa le regioni temono il trappolone ( da "EUROPA ON-LINE" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha già promesso di ricorrere alla Corte costituzionale se la legge quadro limiterà le competenze delle regioni in materia urbanistica. Anche perché lì il piano casa è stato già varato dalla giunta regionale: 230 milioni per l?edilizia popolare, più di quanto stanziato nel 2009 dal governo per tutto il territorio nazionale (200 milioni).

Bizzo torna davanti al tribunale ( da "Alto Adige" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Una vicenda giudiziaria che approdò davanti alla Corte costituzionale. A favore della tesi di Bizzo vi sarebbe ora una precedente decisione della Corte di Cassazione a sezioni riunite ed il nuovo ricorso potrebbe dunque risultare più insidioso del primo quando il tribunale (presidente Heinrich Zanon) liquidò le contestazioni sollevate dal ricorrente Bizzo (definite in sentenza «

Carlucci, il DDL è a tutela dei minori? ( da "Punto Informatico" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sin tanto che sarà possibile, la libertà di manifestazione del pensiero che, come saprà, è già stata definita dalla nostra Corte Costituzionale "pietra angolare della democrazia". La ringrazio ancora per aver accettato il confronto in Rete e con la Rete e Le invio i miei più cordiali saluti, Guido Scorza www.guidoscorza.it

Doppio canone fognario, a ottobre scattano i rimborsi ( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la giunta ha recepito in pieno la sentenza della corte costituzionale che ne ha decretato la palese illegittimità. Risultato: gli importi da pagare sono stati limati al ribasso. E' stata perciò messa la parola fine alla sequela di ricorsi rimasti sullo sfondo della complicata vicenda, che potevano intasare gli uffici delle amministrazioni coinvolte.

Abu Omar, scontro tra poteri ( da "Arena, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Le domande cui da oggi è chiamata a dare risposta la Corte Costituzionale sono spinose, potrebbero decidere il destino del processo in corso a Milano, ora sospeso fino al prossimo 18 marzo. Seguendo una linea «bi-partisan» il governo Prodi, prima, e quello Berlusconi, poi, hanno sollevato tre conflitti (contro la procura, il gup e il giudice del processo),

Irap, l'utilizzo di tecnologia non prova l'organizzazione ( da "Italia Oggi" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: esame dei giudici regionali parte dalla sentenza della Corte costituzionale n. 156 del 21/5/01. Dopo aver rilevato come la legge istitutiva dell'Irap sia stata ritenuta costituzionalmente legittima, il collegio osserva come esista una fondamentale differenza tra una azienda diretta alla produzione di beni e servizi ed una attività svolta professionalmente.

Appalti, limiti per gli affidamenti ( da "Italia Oggi" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: come anche affermato dalla sentenza della Corte costituzionale 23 novembre 2007, n. 401.I timori sopra espressi tanto più paiono fondati quanto più si assistere a casi in cui le stazioni appaltanti hanno autoannullato bandi di gara, che prevedevano l'aggiudicazione a mezzo di procedura aperta o ristretta e si sono determinate nel senso della procedura negoziata,

MADRID - Da grande accusatore ad accusato: il molto mediatico e controverso giudice Baltasar Garzon è stato deferito alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere ( da "Adige, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: potere giudiziario (Cspj, il Csm spagnolo) con l' accusa di non avere dichiarato nel 2005-2006 al ministero della giustizia, 203 mila dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università di New York MADRID - Da grande accusatore ad accusato: il molto mediatico e controverso giudice Baltasar Garzon è stato deferito alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere giudiziario

La rosa per la Rai? Proviamo a farla noi ( da "Riformista, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Risparmiateci un presidente emerito della Corte Costituzionale. Già ce ne sono troppi in giro, e le esperienze di Zaccaria e Baldassarre non si ricordano come le più brillanti a Viale Mazzini. Una seconda preghiera: risparmiateci anche la promozione di un dipendente Rai. La presidenza dell'azienda non può essere l'ennesima merce di scambio della spartizione del partito Rai,

doppia inchiesta sulla riscossione multe ( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm per quanto di competenza dell´organo di autogoverno di giudici e pm. Ieri intanto il procuratore Giandomenico Lepore ha diramato una circolare nella quale ricorda ai sostituti l´obbligo informare tempestivamente il capo dell´ufficio nel caso in cui dovessero emergere dagli atti d´indagine riferimenti ai magistrati del distretto sui quali la competenza spetta per legge alla Procura

archivio genchi, una legge a difesa degli 007 ( da "Centro, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm. E ancora il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso "seguito" attraverso le tracce dei tabulati per 24 mesi e addirittura il capo del Sismi Niccolò Pollari per 20. «Mai più» è il coro dei senatori, guidati da Renato Schifani: «E' necessaria una attenta riflessione sulla necessità urgente di colmare un vuoto legislativo per la tutela non solo dei diritti garantiti dall'

pagate le bollette ma senza il canone di depurazione ( da "Nuova Sardegna, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: acqua e la società che gestisce le acque della Sardegna sembrava conclusa dopo la sentenza della Corte Costituzionale di ottobre ma i problemi restano. Infatti nelle ultime bollette gli iglesienti hanno trovato ancora una volta conteggiato il canone per il trattamento delle acque e dagli animatori del comitato arriva l'invito ad auto-detrarre dalla cifra complessiva questa voce.

Deferito il giudice Garzon: non dichiarò maxi-parcella negli Usa ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Baltasar Garzon è stato deferito ieri alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere giudiziario (Cspj, il Csm spagnolo) con l' accusa di non avere dichiarato nel 2005-2006 al suo datore di lavoro, il ministero della Giustizia, 203mila dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università di New York. La commissione all'unanimità ha deciso di aprire una inchiesta.

amico di ugo bergamo: spero sia un equivoco ( da "Nuova Venezia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: oggi componente del Csm, «ma conoscendo Bruno da tanti anni mi auguro che si tratti di un clamoroso equivoco, e che tutto possa essere chiarito al più presto». Difficile per chi lo conosce bene, pensare a Bruno Vidali come mandante di un omicidio. Gli amici del Lido lo avevano perso di vista da qualche mese.

Spagna Il giudice Garzon da accusatore diventa accusato ( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giudice Baltasar Garzon è stato deferito alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere giudiziario (Cgpj, il Csm spagnolo) con l'accusa di non avere dichiarato nel 2005-2006 al suo datore di lavoro, il ministero della Giustizia, 203mila dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università di New York. La commissione all'unanimità ha deciso di aprire un'inchiesta.

manca il gup, il processo ciclone resta al palo - gian paolo coppola ( da "Centro, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: IL CSM. Il nodo da sciogliere è proprio sul nome di chi subentrerà alla dottoressa Tascone. E' una partita che si gioca tra Marco Dall'Olio, forte di un'esperienza di un anno a Messina da gip, e Carla De Matteis, che ha invece dalla sua parte la maggiore anzianità professionale.

<Controllato il direttore del Sismi> ( da "Tempo, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: numeri riferiti alla Presidenza della Repubblica di 52 utenze fisse e mobili del Csm». Subito dopo attacca Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato: «La relazione di Rutelli nell'Aula del Senato sullo scandalo Genchi ci parla di una vicenda inquietante. Sono stati sventrati con attività illecite apparati di sicurezza, servizi segreti, ambasciate, procura antimafia e Parlamento.

Oggi l'incontro tra gli avvocati e Alfano ( da "Tempo, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Come già illustrato al Csm, i rappresentanti del foro evidenzieranno al rappresentante del dicastero di via Arenula le troppe carenze che rendono un percorso ad ostacoli l'esercizio della giustizia a Latina, a partire dall'esiguo numero di magistrati e, soprattutto, di personale amministrativo.

palermo, il csm convoca il procuratore generale ( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm convoca il procuratore generale PALERMO - Il Csm apre un´istruttoria sul caso del procuratore di Palermo Francesco Messineo, il cui cognato è coinvolto in un´indagine di mafia. La prima commissione dell´organo di autogoverno dei magistrati ha convocato per oggi il procuratore generale del capoluogo siciliano,

Il Pd nel pantano di viale Mazzini ( da "Manifesto, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex presidente della Corte costituzionale Francesco Paolo Casavola. Nonostante quanto detto da Berlusconi, non è escluso che, tra indisponibilità dei candidati (dovute anche al precedente no di de Bortoli a offrirsi come passacarte del premier) e bocciature da parte della maggioranza, alla fine si torni al punto di partenza,

Abu Omar, oggi la Consulta decide sul segreto di stato ( da "Manifesto, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: quando la Corte costituzionale si riunirà in camera di consiglio per decidere sulla vicenda. Una scelta che peserà sul destino del processo in corso, sospeso fino al prossimo 18 marzo. Ieri, con un udienza a porte chiuse durata tre ore, la Corte costituzionale ha discusso a lungo del caso e dei sei ricorsi contrapposti arrivati negli anni delle indagini su quel sequestro:

Rinvio di 7 giorni Una rosa di nomi all'esame del Pd ( da "Stampa, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: anche l'ex presidente della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola e l'ex direttore de "La Stampa" e del Tg1 Marcello Sorgi. Sono molti i nomi sui quali stanno ragionando al "Nazareno": Giuseppe De Rita, Stefano Folli, Andrea Manzella, Enzo Cheli, Pierluigi Celli, Fabiano Fabiani, Paolo Ruffini.

Si mostra scettico il procuratore emerito nazionale Antimafia, Pierluigi Vigna, riguardo all'id... ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 11-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: parteciperanno Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, Roberto Carrelli Palombi di Montrone, consigliere del Csm, Margherita Gerunda e Mario Mercone, rispettivamente Procuratore della Repubblica di Frosinone e Cassino, e Luigi Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Ste. De Ang.

ESPROPRIO PER IL PETRUZZELLI INDICATO DA AVVOCATURA DELLO STATO ( da "marketpress.info" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: necessità di una nuova legge per definire tutti gli aspetti normativi e finanziari rimasti insoluti dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Dunque, come tante volte abbiamo detto, il Governo ha l?obbligo di prendere una decisione, e la via maestra è quella di applicare il Codice Urbani per i Beni Culturali dando il via all?esproprio del Teatro?. ?Dalla sentenza della Corte ?

ROMA - Nuove norme del codice di procedura penale sulle intercettazioni per dare maggi... ( da "Messaggero, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: utenze fisse e mobili del Csm». Questa banca dati «benché largamente non utilizzata per lo svolgimento delle indagini, risulta oggi nella disponibilità di tre distinti uffici giudiziari: le Procure della Repubblica di Catanzaro, di Salerno, di Roma. E del consulente Genchi che, per quanto risulta in base a ciò che lui stesso ha dichiarato non ha distrutto i dati in suo possesso»

Abu Omar, alla Consulta scontro fra Governo e toghe di Milano ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: davanti alla Corte costituzionale, il Governo e la magistratura di Milano si sono dati battaglia per circa quattro ore sul segreto di Stato, piombato come un macigno sullavicenda giudiziaria solo quando le indagini erano già concluse (luglio 2006) per coprire documenti, intercettazioni, accordi internazionali sul terrorismo,

I timori per la Corte dei Conti e l'attesa delle elezioni ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Anzi: si ricordava che la Corte costituzionale aveva bocciato la procedura avviata da Prodi, ma solo perché formalizzata con un decreto legge, la cui urgenza era stata ritenuta incongrua; mentre non aveva deliberato sul merito dello stesso esproprio. Cavilli giuridici?

Il commissario: aspetto solo l'avvocatura ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: normativi e finanziari rimasti insoluti dopo la sentenza della corte costituzionale (a maggio scorso, ndr) che ha annullato l'esproprio». Quindi l'affondo contro Bondi. «Nove mesi di inammissibili perdite di tempo», caratterizzati da «atteggiamenti elusivi e dilatori di un ministro che fin dall'inizio del suo mandato sulla questione Petruzzelli omette di adempiere ai suoi compiti d'

Rifiuti, legge incostituzionale ( da "Stampa, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: SENTENZA DELLA CONSULTA Rifiuti, legge incostituzionale L'ultima sentenza della Corte costituzionale sulla Valle d'Aosta riguarda terra, rocce, ghiaia e sabbia. Dichiara incostituzionale una parte della legge regionale sui rifiuti approvata nel 2007. Provvedimento che aveva provocato lo scorso anno il ricorso del governo.

La Corte dei conti ha archiviato il 97% delle denunce ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Procura aveva chiesto gli atti ha aperto un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale e su cui si attende una pronuncia entro giugno- luglio. In generale sulle istruttorie pesa spesso il problema della mancata denuncia per danno erariale da parte delle amministrazioni locali. «Oltre ai debiti fuori bilancio che rappresentano il grosso delle segnalazioni con 2.

Il piano-cave ripartirà da zero ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è finita davanti alla Corte costituzionale. Losappio, si dice «soddisfatto » per il nuovo testo di legge e parla di «massime garanzie per tutti». L'assessore precisa di essersi mosso dopo aver sentito tutti gli interessati: «Abbiamo avuto un lungo confronto con le categorie ed abbiamo incassato immediatamente il sì dei sindacati.

Genchi, l'attacco di Rutelli <Su Pollari 20 mesi di controlli> ( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 52 utenze del Csm, ministeri, Corpi dello Stato sino all'ambasciata Usa. La tecnica di Genchi «ha portato ad acquisire una cifra oscillante tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico telefonico». E ora «una banca dati è nella disponibilità di tre distinti uffici giudiziari, le procure di Catanzaro, di Salerno e di Roma,

Fine vita, sul consenso informato il Pdl apre e il Pd si spacca ( da "Giorno, Il (Milano)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: competenze alla Corte costituzionale che però l'ha rigettato». Crede che quello di Firenze non sia un comportamento da città evoluta? «Io penso che Firenze sia una città senza bussola culturale; ha conosciuto una sintesi alta tra il pensiero comunista e il pensiero cattolico in ambito sociale, ma nel momento in cui questa sintesi è venuta meno per la fine del comunismo si è dispersa.

Berlusconi: <Oracambio le regole> ( da "Secolo XIX, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giurista e presidente della Corte Costituzionale fino a pochi giorni fa. «Ma Berlusconi - sostengono le fonti ufficiali del Pd - vuole distrarre l'attenzione dalla questione del referendum». Ieri pomeriggio, in aula, il segretario Franceschini ha riproposto la questione: «E' uno scandalo che, in una situazione economica grave come questa,

Nuova beffa nelle bollette dell'acqua ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ente regionale ignora la sentenza della Corte Costituzionale, protestano i cittadini Nuova beffa nelle bollette dell'acqua L'ente regionale ignora la sentenza della Corte Costituzionale, protestano i cittadini Abbanoa chiede il pagamento della tassa di depurazione --> Abbanoa chiede il pagamento della tassa di depurazione Nella bolletta c'è sempre il canone di depurazione.

Tariffe acqua decimate dove non c'è depuratore Albenga, esempio limite ( da "Stampa, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dopo che la Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo far pagare nella bolletta dell'acqua il servizio di deprazione agli utenti delle zone senza impianti o con impianti inattivi. I gestori dei servizi di acque e fognature dovranno quindi rinunciare alla quota di quegli utenti che non sono ancora allacciati ai depuratori funzionanti,

Indebita percezione erogazioni, truffa aggravata, precisazioni ( da "AltaLex" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è stata pure riconosciuta dalla Corte Costituzionale, sia pure affidando all'interprete il compito di verificare la configurabilità del delitto di truffa ovvero di quello residuale previsto dall'art. 316 ter c.p. (Corte cost. n. 25/94; n. 95/2004). In conformità a detto intento del legislatore di espandere la responsabilità per le condotte consumate in danno dello Stato e dell'

Analysts share 2 ideas to help save industry ( da "Usa Today" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sales forecaster at consultant CSM Worldwide. "It would have an immediate, stimulating effect on auto sales." CSM figures new vehicle sales in the European countries with such plans will be 400,000 more this year than they'd be without the incentives. Barker says a scrappage plan discussed but not included in the U.

Abu Omar e segreto di stato La Consulta oggi decide ( da "Avvenire" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Si riuniranno oggi in camera di consiglio i giudici della Corte Costituzionale chiamati a sciogliere il nodo del segreto di stato in relazione al rapimento dell'imam Abu Omar. Cinque i ricorsi presentati e su cui ieri è stata aperta la discussione nel corso dell'udienza svoltasi a porte chiuse e durata tre ore.

De Magistris: siamo in piena P2 Non escludo un futuro in politica ( da "Avvenire" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: oggi giudice a Napoli dopo il trasferimento deciso dal Csm, a «non escludere » la prospettiva, in un'intervista concessa a Klaus Davi per la rubrica Klauscondicio su internet. Fino a un anno fa, sottolinea De Magistris, per lui non esisteva che la magistratura, ma dopo l'avocazione delle inchieste Why not?

VEDI (ABU) OMAR QUANT'È BRUTTO D-DAY PER POLLARI: OGGI LA CONSULTA SULLO SCONTRO TRA GOVERNO E TOGHE SUL SEGRETO DI STATO OIL FOR FOOD, CONDANNATO L'UOMO DI FORMIGONI. IL PRESI ( da "Dagospia.com" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: davanti alla Corte costituzionale, il Governo e la magistratura di Milano si sono dati battaglia per circa quattro ore sul segreto di Stato, piombato come un macigno sulla vicenda giudiziaria solo quando le indagini erano già concluse (luglio 2006) per coprire documenti, intercettazioni, accordi internazionali sul terrorismo,

Turchia/ Dopo velo dagli atenei potrebbe essere bandita la ( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: bocciata dalla Corte Costituzionale - che ha messo a ferro e fuoco il Paese per mesi - adesso potrebbe arrivare un provvedimento contro barba e baffi. A dirlo è il quotidiano Sabah, secondo cui lo Yok, l'Isituto per l'istruzione universitaria, avrebbe varato una bozza per regole disciplinari che dovranno adottare i docenti.

Caso Messineo davanti al Csm ( da "Sicilia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Le parentele Caso Messineo davanti al Csm Castelvetrano. Manifestazione di protesta nel centro per immigrati "La Locanda", di contrada Latomie a Selimunte. Una quindicina di nigeriani nel lamentare il ritardo con cui verrebbe esaminata la loro domanda di richiesta di riconoscimento di rifugiati politici hanno minacciato di suicidarsi o di fare lo sciopero della fame.

<L'acqua non va privatizzata> ( da "Sicilia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Oggi la Prima Commissione del Csm ascolterà, infatti, il procuratore generale di Palermo, Luigi Croce, sulla vicenda ? pubblicata da alcuni quotidiani ? sul presunto coinvolgimento in un'indagine antimafia dell'imprenditore Sergio Sacco, cognato di Messineo, il cui fratello, Giovanni, è processato, tra l'altro, per truffa aggravata e continuata.

<Acqua: restituiteci i soldi>Militello. ( da "Sicilia, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 335/2008 della Corte costituzionale, non essendo stato (di fatto) erogato il servizio di depurazione delle acque reflue. Secondo il segretario di Rc, Giovanni Scirè Ingastone «dalla petizione popolare arriverà un messaggio forte e chiaro sulle aspettative dell'utenza di Militello.

ROMA. UNA VICENDA DI ENORME RILIEVO PER LE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE E SULLA QUALE ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: utenze di 14 numeri riferiti alla presidenza della Repubblica e di 52 al Csm. E ancora il procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso «seguito» attraverso tracce dei tabulati per 24 mesi e il capo del Sismi Niccolò Pollari per 20. «Incarichi professionali retribuiti, a beneficio di una società privata controllata da Genchi - spiega Rutelli - che ha fatturato milioni di euro».

I medici in rivolta: obbligati a denunciare i clandestini ( da "Stampaweb, La" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: almeno sperano non ce ne sia bisogno) ma useranno tutti gli strumenti legali: fino «alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale». È questa la posizione delle diverse sigle sindacali dei medici (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl), nel caso in cui dovesse passare la norma sull?

MADRID Il giudice Garzon sotto inchiesta per i compensi in Usa Il tribunale supremo ... ( da "Gazzettino, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm spagnolo) una documentazione su compensi ricevuti dal giudice Baltasar Garzon durante un soggiorno negli Usa nel 2005 affinché verifichi se il magistrato li ha dichiarati come prevede la legge: lo riferisce la stampa spagnola. La somma sulla quale il Cspj è invitato a fare accertamenti è secondo il quotidiano El Mundo di 203mila dollari.

Ecco Castagnole e Virtus Csm, semifinali Provincia ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Virtus Csm, semifinali Provincia Mercoledì 11 Marzo 2009, (m.m.) Turno infrasettimanale con le coppe dei dilettanti, in programma le semifinali del trofeo Veneto di Prima, i quarti di Seconda e semifinali della Coppa Provincia di Terza. PRIMA - Gara di ritorno, alle 20,30 a Castagnole, della semifinale del trofeo Veneto di Prima con i locali chiamati a ribaltare la sconfitta per 2-

Clandestini, no dai medici "Questa legge ci obbliga a denunciare gli stranieri" ( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Al momento non facciamo scioperi ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte le possibilità che ci sono messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla Corte Costituzionale e alla Corte europea". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Immigrati, i medici in rivolta ( da "Affari Italiani (Online)" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Un provvedimento inutile e paradossalmente che potrebbe produrre effetti inversi a quelli voluti. Al momento non facciamo scioperi ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte le possibilità che ci sono messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla Corte Costituzionale e alla Corte europea". tags: immigrati medici rivolta

Antonio Pizzi diventa procuratore generale a Bari ( da "Varesenews" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex procuratore capo di Busto Arsizio, Antonio Pizzi, è stato nominato dal Csm procuratore generale e Bari. Pizzi, che ha avuto la meglio sull'avvocato generale di Bari Francesco Saverio Nunziante, ha cominciato la carriera come giudice a Milano nel 1969; ha guidato diversi la procura di Busto Arsizio, e dal 2005 è procuratore a Monza.

I medici contro il dl sicurezza "Obbligati a denunciare i clandestini" ( da "Repubblica.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: di non approvare l'emendamento che creerà non pochi problemi anche di tipo pratico in tutti gli ospedali italiani". E, seppur non arriveranno a scioperare useranno tutti gli strumenti legali: fino "alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale", dicono all'unisono. OAS_RICH('Middle'); (11 marzo 2009

Immigrati, i medici in rivolta: <Non siamo spie né macellai> ( da "Corriere.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale». È questa la posizione delle diverse sigle sindacali dei medici (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl), nel caso in cui dovesse passare la norma sulla possibilità di denunciare gli immigrati clandestini,

Imperia: è Gianfranco Boccalatte il presidente del Tribunale ( da "Sanremo news" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Gianfranco Boccalatte, 67 anni, il nuovo Presidente del Tribunale di Imperia. Boccalatte, da dieci a Sanremo, succede a Giuseppe Squizzato, da poco andato in pensione. Al plenum del Csm, Boccalatte ha prevalso su Biagio Insacco, ora al tribunale di Palermo, con 13 voti contro 11.

I medici scelgono Ippocrate ( da "AprileOnline.info" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E annunciano battaglia: fino "alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale". La Camera, è la loro richiesta, cambi rotta Le case prima agli italiani, il lavoro prima agli italiani. E la salute? Anche quella prima, anzi solo agli italiani. La politica del governo, con le recenti dichiarazioni del leader leghista Bossi,

Sindacati dei medici contro la norma anti-clandestini: 'non siamo spie' ( da "Rai News 24" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ad andare fino alla Corte di giustizia europea, passando per la Corte costituzionale". "Il medico dipendente da enti pubblici o da enti convenzionati con il Ssn - spiega il segretario nazionale Fp Cgil medici, Massimo Cozza - riveste contemporaneamente, secondo il costante orientamento della giurisprudenza, la qualifica di pubblico ufficiale o di pubblico servizio.

Giustizia/ Pg Palermo al Csm: Cognato Messineo non indagato ( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Commissione del Csm, che sulla vicenda ha avviato un'istruttoria per verificare le notizie apparse sulla stampa. Secondo quanto si è appreso, il pg di Palermo avrebbe spiegato in maniera chiara che non risultano carichi pendenti o indagini in corso nei confronti di alcun parente di Messineo e si sarebbe anche riservato di produrre documenti e verbali a dimostrazione di questa tesi.

Ddl sicurezza, i sindacati dei medici dicono no "La legge obbliga a denunciare i clandestini" ( da "Quotidiano.net" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale’’</p>" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Politica TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Stop al bullismo Cronaca Politica Esteri New York Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa Dieta IL PROVVEDIMENTO CONTESTATO Ddl sicurezza,

IMMIGRATI: MEDICI, IN REALTA' SIAMO OBBLIGATI A DENUNCIA. ( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: se il provvedimento dovesse passare, ''ad andare fino alla Corte di giustizia europea, passando per la Corte costituzionale''. Non si tratta della possibilita' di segnalare un clandestino secondo la discrezionalita', avvertono i medici, ma di vero e proprio obbligo alla denuncia degli immigrati irregolari.

Clandestini, no dai medici: obbligati a denuncia ( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Al momento non facciamo scioperi ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte le possibilità che ci sono messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla Corte Costituzionale e alla Corte europea". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Caso Abu Omar, Consulta: inammissibile il ricorso della magistratura ( da "Adnkronos" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Caso Abu Omar, Consulta: inammissibile il ricorso della magistratura La Corte Costituzionale ha accolto i ricorsi presentati nel 2007 dal presidente del Consiglio commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 11 marzo, ore 20:15

Consulta: su Abu Omar segreto di Stato violato dai magistrati ( da "Rai News 24" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giudici della Corte Costituzionale, accogliendo parzialmente i conflitti di attribuzione tra poteri sollevati dal Governo. Per la Consulta, "non spettava alle autorità giudiziarie porre a fondamento della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto che dispone il giudizio, i documenti acquisiti all'esito della perquisizione eseguita il 5 luglio 2006 e successivamente inviati all'

CONSULTA: <CASO ABU OMAR, VIOLATO IL SEGRETO DI STATO> ( da "Wall Street Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Consulta: «Caso Abu Omar, violato il segreto di Stato» -->La sentenza della Corte Costituzionale boccia l'operato dei magistrati e accoglie in parte i ricorsi presentati dai governi Prodi e Berlusconi. Dichiarato inammissibile il contro-conflitto sollevato dalla procura di Milano...

ABU OMAR: LA CONSULTA DECIDE A FAVORE DEL GOVERNO, PM DI MILANO VIOLARONO SEGRETO ( da "Wall Street Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Abu Omar: la Consulta decide a favore del governo, pm di Milano violarono segreto -->Sentenza della Corte Costituzionale: c'è stata violazione del segreto di Stato da parte dei magistrati di Milano

Consulta: Abu Omar, magistrati violarono il segreto di Stato ( da "KataWeb News" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: magistrati violarono il segreto di Stato 11 marzo 2009 alle 20:05 — Fonte: Homepage">repubblica.it — 0 commenti La Corte Costituzionale accoglie in parte i ricorsi presentati dal governo Prodi e Berlusconi contro la Procura di Milano Bocciati tutti e due i conflitti sollevati dalle toghe milanesi

Antonio Pizzi dice addio a Monza ( da "CronacaQui.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lo ha deciso il plenum del Csm. Il magistrato monzese d'adozione è stato preferito all'altro candidato, Francesco Saverio Nunziante, avvocato generale nel capoluogo pugliese. Magistrato di notevoli capacità investigative, anche in Brianza Pizzi è riuscito a concludere una lunga serie di brillanti indagini.

Abu Omar/ Consulta: Procura Milano ha violato segreto di ( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: la Corte Costituzionale "ha dichiarato inammissibile il ricorso incidentale proposto nell'interesse della Sezione Gip del tribunale di Milano nei confronti del presidente del Consiglio". Inoltre, si legge nella decisione della Consulta, e' "inammissibile il ricorso proposto dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano"

ABU OMAR: CONSULTA ACCOGLIE RICORSO, VIOLATO SEGRETO STATO ( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: (ASCA) - Roma, 11 mar - La Corte costituzionale ha accolto in parte il ricorso della presidenza del consiglio (Prodi e Berlusconi) contro le indagini della procura di Milano e l'ordinanza di rinvio a giudizio sul caso Abu Omar, contro gli agenti dei servizi segreti italiani indagati assieme a quelli della Cia.

Abu Omar/ Consulta: Procura Milano ha violato segreto di. ( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte Costituzionale ha in questo senso accolto in parte i ricorsi presentati dai governi Prodi e Berlusconi e ha dichiarato inammissibile il contro-conflitto sollevato dalla procura di Milano, respingendo anche quello presentato dal giudice del tribunale Oscar Magi, titolare del processo.

11/03/2009 20:03 TERRORISMO: CONSULTA, INAMMISSIBILE RICORSO MAGISTRATURA SU CASO ABU OMAR ( da "ITnews.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: - (Adnkronos) - La Corte costituzionale ha dichiarato ''inammissibile il ricorso proposto dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano nei confronti del presidente del Consiglio dei ministri'' sul caso di Abu Omar, l'ex imam rapito nel 2003 a Milano.

Immigrati/ Medici: Ricorso a Consulta contro denuncia ( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Sono disposti a ricorrere alla Corte costituzionale e persino alla Corte di giustizia europea. I sindacati dei medici non hanno intenzione di cedere sull'emendamento al ddl sicurezza che, sono convinti, li obbligherebbe a denunciare i clandestini. Ad annunciarlo è Carlo Lusenti, segretario nazionale dell'Anaao Assomed, sottolineando che "non saremmo neanche da soli,

Da ieri all'esame il decreto che ha introdotto le ronde ( da "Unita, L'" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: esame il decreto che ha introdotto le ronde Il Csm darà il suo parere sul decreto-legge antistupri varato in febbraio dal Consiglio dei ministri. L'iniziativa è stata presa d'ufficio, senza cioè una sollecitazione del ministro della Giustizia, dalla Sesta Commissione di Palazzo dei marescialli, che ieri ha cominciato a discutere del provvedimento.

Abu Omar: i magistrati violarono il segreto di Stato ( da "AudioNews.it" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Questo il verdetto della Corte Costituzionale -la notizia è di questi minuti- che avrebbe accolto in parte i ricorsi presentati dai governi Prodi e Berlusconi e dichiarato inamissibile quello della procura di Milanesi. Nel procedimento rinviati a giudizio l'ex capo del Sismi Niccolò Pollari e altre 34 persone, tra cui molti agenti della Cia.

Abu Omar, per Consulta pm non potevano usare documenti ( da "Reuters Italia" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale ha deciso oggi che i magistrati di Milano che hanno indagato agenti segreti americani e italiani sul presunto rapimento di un imam egiziano non potevano utilizzare documenti coperti dal segreto di Stato. Lo dice un comunicato della Consulta emesso questa sera al termine della camera di consiglio sul conflitto di attribuzione dei poteri del governo con la magistratura

Virozele cresc numarul internarilor ( da "Romania Libera" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in judetele Dolj si Braila, ambele la grupa de varsta 0-4 ani, si unul prin infectii acute de cai respiratorii superioare, in judetul Bistrita. Din aceeasi categorie: CSM tine cu Adrian Nastase in meciul contra judecatorilorDacia Logan, masina de cult in GermaniaTintele spionilor: unitatile de la Babadag si Medgidia Voteaza

Abu Omar: Consulta, toghe hanno violato segreto Stato ( da "KataWeb News" del 11-03-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giudici della Corte Costituzionale, accogliendo parzialmente i conflitti di attribuzione tra poteri sollevati dal Governo. Per la Consulta, "non spettava alle autorità giudiziarie porre a fondamento della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto che dispone il giudizio, i documenti acquisiti all'esito della perquisizione eseguita il 5 luglio 2006 e successivamente inviati all'


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Sulla casa le regioni temono il trappolone (sezione: Giustizia)

( da "EUROPA ON-LINE" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

EDILIZIA   L?ANNUNCIO DEL PREMIER FINALIZZATO A METTERE IN DIFFICOLTÀ QUELLE ?ROSSE? Sulla casa le regioni temono il trappolone GIANNI DEL VECCHIO Se fino a domenica sera poteva essere un sospetto, da ieri è qualcosa di più reale. Il piano casa annunciato da Berlusconi, che permetterebbe di allargare casa senza dover chiedere la licenza, è una trappola politica per quelle regioni che già si sono dette contrarie. Ovvero quelle ?rosse?. Il premier ha ieri dato qualche precisazione in più su quale dovrebbe essere l?iter legislativo del provvedimento. Non sarà un decreto ma un disegno di legge, che verrà licenziato venerdì prossimo dal consiglio dei ministri. Si tratterà di una legge quadro, che fissa dei principi generali riguardo alla deregulation amministrativa per l?ampliamento di case, ville e condomini. A dover poi riempire la cornice, ci dovranno pensare invece le singole regioni, che peraltro hanno competenza diretta in materia d?urbanistica (lo sancisce la Costituzione). Per usare le stesse parole del premier, «spetta a loro fare la legge, non noi, e potrà esserci qualche regione che non la farà, come già anticipato da Calabria e Marche ». Insomma, Berlusconi scarica tutta la responsibilità sulle spalle degli enti locali, creando di fatto una specie di lista di buoni e cattivi agli occhi del pubblico. Le regioni buone sono ovviamente quelle che accoglieranno il piano governativo e, manco a farlo apposta, sono tutte amministrazioni a guida centrodestra. Il più entusiasta è il governatore veneto Galan, che scalpita all?idea di poter permettere ai propri cittadini la costruzione di una mansarda o di una dependance. Impaziente di partire è anche Roberto Formigoni. Per il presidente della Lombardia si dovrebbe cominciare subito, prima dell?estate. Scettico invece il siciliano Lombardo. Le regioni cattive sono quelle di centrosinistra, compatte nel dire no all?ennesima cementificazione del paese. Calabria, Basilicata, Toscana, Emilia Romagna, Marche e Umbria si sono subito schierate contro. Correndo però il rischio di diventare impopolari agli occhi della gente. La proposta di Berlusconi, fanno sapere fonti vicine all?emiliano Errani, mette infatti il governo in una posizione invidiabile: se le regioni lo assecondano, incassa un bel risultato; se invece lo contrastano allora può sempre far passare gli enti locali come conservatori, come quelli che negano la stanza per il nipotino alle famiglie italiane. Del resto, continua la fonte, se il governo avesse voluto fare le cose seriamente, avrebbe aperto un tavolo con la conferenza stato-regioni per discutere del piano molto prima di annunciarlo in pompa magna alla stampa. Invece non c?è stato nessun incontro e nessuno è in programma prima di venerdì prossimo. Intanto c?è più di una regione pronta allo scontro. La Calabria, ad esempio, ha già promesso di ricorrere alla Corte costituzionale se la legge quadro limiterà le competenze delle regioni in materia urbanistica. Anche perché lì il piano casa è stato già varato dalla giunta regionale: 230 milioni per l?edilizia popolare, più di quanto stanziato nel 2009 dal governo per tutto il territorio nazionale (200 milioni).

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Bizzo torna davanti al tribunale (sezione: Giustizia)

( da "Alto Adige" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

L'assessora provinciale rischia a seguito della sua presenza al momento del voto nel cda della Bls Bizzo torna davanti al tribunale Depositato il secondo ricorso contro Barbara Repetto L'udienza dovrebbe essere fissata entro pochi giorni. La nuova istanza affidata all'avvocato Rosa BOLZANO. Roberto Bizzo, primo dei non eletti nelle file del partito democratico in occasione delle ultime elezioni provinciali, ha depositato un nuovo ricorso in sede giudiziaria contro l'elezione di Barbara Repetto, ora assessore della nuova giunta Durnwalder. Il contenzioso, dunque, tornerà nelle aule giudiziarie. Come in occasione del primo ricorso, Roberto Bizzo sosterrà la tesi dell'ineleggibilità di Barbara Repetto la cui posizione potrebbe risultare irregolare a seguito della decisione di dimettersi dal consiglio di amministrazione della Bls (la società provinciale Business Location Sudtirol) solo dopo essere stata eletta in consiglio provinciale. Trattandosi di una presunta causa di ineleggibililità e non di incompatibilità (sanabile anche dopo l'elezione), il ricorrente Bizzo sostiene che Barbara Repetto avrebbe dovuto dimettersi dal consiglio di amministrazione della società prima delle elezioni e non dopo. Lo scenario è del tutto simile alla contestazione di ineleggibilità che venne mossa nella scorsa legislatura al presidente Luis Durnwalder per il Cda della Sadobre. Una vicenda giudiziaria che approdò davanti alla Corte costituzionale. A favore della tesi di Bizzo vi sarebbe ora una precedente decisione della Corte di Cassazione a sezioni riunite ed il nuovo ricorso potrebbe dunque risultare più insidioso del primo quando il tribunale (presidente Heinrich Zanon) liquidò le contestazioni sollevate dal ricorrente Bizzo (definite in sentenza «pretestuose») con un rigetto molto rapido. Ora Roberto Bizzo, che ha annunciato di voler impugnare anche la prima sentenza che lo ha visto soccombere, è pronto a «sparare» la seconda bordata contro la collega di partito. Il ricorso verrà curato nuovamente nuovamente dall'avvocato Paolo Rosa di Trento. L'udienza davanti al tribunale dovrebbe essere fissata entro pochi giorni. La questione della presenza di Barbara Repetto nel consiglio di amministrazione della Bls era stata inserita all'ultimo momento già nel primo ricorso avviato davanti al tribunale da Roberto Bizzo ma il tribunale aveva respinto l'integrazione demandando la trattazione della questione ad un eventuale ulteriore ricorso. Così in effetti è stato. Roberto Bizzo è stato di parola nonostante i tentativi dei compagni di partito di farlo desistere dalla nuova azione giudiziaria. Come si ricorderà, nel primo ricorso Roberto Bizzo aveva sostenuto che Barbara Repetto non avrebbe rispettato alcune norme comportamentali previste per i funzionari provinciali in caso di candidatura. Una tesi che non trovò conforto nella decisione del tribunale che respinse il ricorso condannando Bizzo anche al pagamento delle spese processuali.

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Carlucci, il DDL è a tutela dei minori? (sezione: Giustizia)

( da "Punto Informatico" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma - L'onorevole Gabriella Carlucci ha offerto le proprie spiegazioni: la proposta di legge con cui sembrerebbe si voglia proibire l'anonimato in rete e garantire tutele all'industria dei contenuti ha l'obiettivo di tutelare i minori. A dimostrarlo, ci sarebbero proprio i dettagli delle proprietà dei file. La firma di Davide Rossi, fra l'altro Presidente di Univideo? Il DDL è frutto di una legittima collaborazione. In merito ai chiarimenti dell'onorevole, riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta con cui l'avvocato Guido Scorza si rivolge a Carlucci. Gentile Onorevole, ho letto sulle pagine di Webnews le sue dichiarazioni in relazione alle polemiche seguite alla pubblicazione della Sua proposta di legge dal titolo "Internet territorio della libertà dei diritti e dei doveri". Credo, innanzitutto, che non si possa che plaudire alla circostanza che abbia avvertito il bisogno di spiegare ai cittadini italiani che usano quotidianamente la Rete per informarsi ed informare quanto accaduto con riferimento alla redazione della citata proposta e, soprattutto, al fatto che lo abbia fatto con onestà riconoscendo che quel testo è il frutto dell'ispirazione di un Suo consulente che, solo per caso, è anche il Presidente di Univideo. Non c'è niente - o meglio non c'è, sfortunatamente, più nulla - per cui meravigliarsi o scandalizzarsi nell'idea che un disegno di legge esca dal PC di un'associazione di categoria anziché da quello di un parlamentare. Ci sono, tuttavia, alcuni passaggi nella Sua dichiarazione di ieri che continuano a lasciarmi perplesso e che, in tutta franchezza, non credo meritino plausi ma, al contrario, biasimi fermi e sottolineati con forza. Mi riferisco al Suo tornare a sostenere che quella da Lei promossa possa essere effettivamente considerata un'iniziativa legislativa antipedofilia online. Non è così e non posso credere che tale ovvia circostanza sia sin qui sfuggita a Lei ed ai consulenti di cui si avvale. La Sua è una proposta scritta dal Presidente di Univideo, nella quale si affrontano - e lo conferma anche Lei nelle Sue precisazioni di ieri - temi quali il diritto d'autore, l'applicabilità della disciplina sulla stampa, la diffamazione, la calunnia, le ingiurie nonché il tema dell'anonimato in Rete. Cosa c'entra tutto ciò con la questione della pedofilia? Da cittadino non posso accettare che un Onorevole della Repubblica tenti di giustificare un'iniziativa legislativa che si appare prefiggersi lo scopo di tutelare il portafoglio delle major dell'audiovisivo e di limitare l'esercizio della libertà di manifestazione del pensiero in Rete con l'alibi della lotta alla pedofilia, ovvero di uno dei crimini più gravi dei quali un uomo può macchiarsi e la cui semplice evocazione è in grado di toccare le corde più sensibili dell'animo di ciascuno. Perché non riconoscere che con quella proposta ha inteso tutelare interessi che Lei - e forse qualcuno dei Suoi elettori - evidentemente ritiene non sufficientemente tutelati nell'attuale contesto normativo? C'è poi un'altra Sua affermazione che nel 2009, nel secolo della Rete, mi sarei augurato di non veder scrivere ad un nostro rappresentante. È quella con cui chiude il Suo comunicato: "in ogni caso io vado avanti per la mia strada, sicura e conscia della bontà e la necessità della mia iniziativa". Possibile che la ferma, civile e composta manifestazione di critica e dissenso registrata in Rete nelle ultime ore da parte di decine di migliaia o forse centinaia di migliaia di cittadini italiani non sia valsa neppure a far traballare le Sue sicurezze? Nella Sua dichiarazione di ieri, infine, si augura che chi l'avrebbe "selvaggiamente offesa senza motivo abbia la compiacenza ed il buon gusto di" chiederle scusa. Mi auguro e credo di non essere tra coloro - se ce ne sono stati - che l'hanno "selvaggiamente offesa" ma se questo è quanto ha letto nelle mie parole, Le chiedo sinceramente perdono ma, solo, per aver capito bene quanto era accaduto e per averlo voluto raccontare...esercitando, sin tanto che sarà possibile, la libertà di manifestazione del pensiero che, come saprà, è già stata definita dalla nostra Corte Costituzionale "pietra angolare della democrazia". La ringrazio ancora per aver accettato il confronto in Rete e con la Rete e Le invio i miei più cordiali saluti, Guido Scorza www.guidoscorza.it

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Doppio canone fognario, a ottobre scattano i rimborsi (sezione: Giustizia)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Doppio canone fognario, a ottobre scattano i rimborsi L'assessore Zugno: «I moduli per le richieste saranno pronti tra una settimana» Rimborsi a ottobre per il doppio canone fognario. Sette mesi ancora, quindi, per rientrare in possesso delle somme ingiustamente pagate all'amministrazione, che sta approntando il piano per la restituzione. Chi ha pagato due volte avrà a disposizione dalla prossima settimana i moduli preparati dal Comune, impegnato ad accelerare l'iter dei rimborsi. «Un lavoro puramente formale che stiamo ormai completando - assicura l'assessore al Bilancio Fulvio Zugno - siamo quasi pronti a darli in consegna ai cittadini. Stiamo cercando di redigerli nella maniera più semplice possibile, in modo che non ci siano ulteriori fraintendimenti». La tabella di marcia per arrivare alla liquidazione delle somme che spettano ai residenti manca però di alcune tappe fondamentali. A fine aprile ci sarà infatti il saldo dei conti attraverso cui verranno scorporati i cittadini a cui spetterà il rimborso, per i quali erano già state accantonate somme pari a tre milioni di euro, giudicati sufficienti da Zugno per poter assicurare la folta platea interessata dall'indennizzo. Vagliate tutte le domande arrivate in Comune sarà tempo per i rimborsi, ultimo atto di una battaglia combattuta a suon di polemiche tra cittadini e amministrazione. Gli assegni verranno staccati a ottobre, con buona pace di tutti. «Siamo arrivati a definire quasi tutti i particolari della vicenda - sottolinea Zugno - senza che nessuno ci abbia rimesso nulla. Alla fine liquideremo le cifre esatte che spettano a chi ha pagato di più». I conteggi del doppio canone, è sicuro, non avverranno più in futuro. Da un settimana circa, infatti, la giunta ha recepito in pieno la sentenza della corte costituzionale che ne ha decretato la palese illegittimità. Risultato: gli importi da pagare sono stati limati al ribasso. E' stata perciò messa la parola fine alla sequela di ricorsi rimasti sullo sfondo della complicata vicenda, che potevano intasare gli uffici delle amministrazioni coinvolte. Niente più beffe né guerra di numeri, quindi. A suggellare la pace saranno gli stampati standard, che una volta compilati a dovere dovranno essere riconsegnati al Comune di Treviso per poter poi accedere alle operazioni di indennizzo. (Enrico Lorenzo Tidona)

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Abu Omar, scontro tra poteri (sezione: Giustizia)

( da "Arena, L'" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 11 Marzo 2009 NAZIONALE Pagina 4 Abu Omar, scontro tra poteri C'è stata violazione o meno del segreto di Stato da parte dei magistrati di Milano che hanno indagato sul sequestro dell'ex imam Abu Omar e che hanno rinviato a giudizio l'ex capo del Sismi Nicolò Pollari assieme ad altre 24 persone (di cui 26 ex agenti Cia)? E ancora: chi ha opposto il segreto, quando e in che termini? Le domande cui da oggi è chiamata a dare risposta la Corte Costituzionale sono spinose, potrebbero decidere il destino del processo in corso a Milano, ora sospeso fino al prossimo 18 marzo. Seguendo una linea «bi-partisan» il governo Prodi, prima, e quello Berlusconi, poi, hanno sollevato tre conflitti (contro la procura, il gup e il giudice del processo), ai quali la Procura e il giudice Oscar Magi hanno replicato con due contro-ricorsi. Trattandosi di segreto di Stato, l'udienza di ieri pomeriggio a Palazzo della Consulta si è svolta a porte chiuse ed è durata ben tre ore. Da oggi i giudici si ritireranno in camera di consiglio per decidere. Presente in udienza, in toga, anche il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, uno dei titolari dell'inchiesta, che ha portato con sè in aula diversi faldoni contenenti 275 documenti a sostegno delle tesi dell'avvocato difensore della procura, il profesor Alessandro Pace.  

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Irap, l'utilizzo di tecnologia non prova l'organizzazione (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 11-03-2009)

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ItaliaOggi sezione: Lavoro e Previdenza data: 11/03/2009 - pag: 36 autore: di Benito Fuoco Sentenza della Commissione tributaria regionale del Lazio Irap, l'utilizzo di tecnologia non prova l'organizzazione In tema d'Irap e nell'ambito dell'attività esercitata dal contribuente, l'entità dei costi non è mai, di per sé, significativa alla determinazione di una organizzazione autonoma. Infatti, l'acquisto e l'utilizzo di strumenti informatici e dei relativi applicativi, recentemente, si è particolarmente resa necessaria e strumentale per lo svolgimento dell'attività, senza per questo che i relativi costi possano essere considerati significativi di una organizzazione autonoma. Sono queste le conclusioni della Commissione tributaria regionale del Lazio nella sentenza 21/2/09 che ha evidenziato come l'analisi sui fattori produttivi debba essere focalizzata su tutti gli elementi che concorrono a determinare l'attività professionale, vagliando l'insieme delle componenti della struttura autonoma organizzata. L'esame dei giudici regionali parte dalla sentenza della Corte costituzionale n. 156 del 21/5/01. Dopo aver rilevato come la legge istitutiva dell'Irap sia stata ritenuta costituzionalmente legittima, il collegio osserva come esista una fondamentale differenza tra una azienda diretta alla produzione di beni e servizi ed una attività svolta professionalmente. Proprio con riferimento all'attività di lavoro autonomo professionale, il collegio regionale aggiunge, come in passato la suprema Corte di cassazione abbia attribuito alle commissioni di merito la valutazione dei requisiti minimi per assoggettare una azienda od un professionista all'Irap. La commissione, riformando la decisione dei primi giudici e annullando la cartella, ha quindi considerato come si trattasse di un ingegnere libero professionista, il quale, nello svolgimento dell'attività, non si serviva di dipendenti o collaboratori . «Le spese portate in detrazione dal professionista» si osserva «si riferiscono all'acquisto di strumenti informatici e dei relativi applicativi, oltre a materiale di arredamento dell'ufficio, compreso l'acquisto di lampade ed altri oggetti»; questi costi, concludono i giudici capitolini, andavano semmai verificati nell'inerenza, ma non possono essere ritenuti significativi di una organizzazione autonoma nell'ambito dell'attività svolta.

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Appalti, limiti per gli affidamenti (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 11-03-2009)

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ItaliaOggi sezione: appalti e qualificazione data: 11/03/2009 - pag: 20 autore: di Paolo Patrito* Secondo la Commissione Ue la procedura ristretta e accelerata è giustificata dalla crisi economica Appalti, limiti per gli affidamenti Soglia aumentata a 500 mila . Conciliare rapidità e concorrenza La legge 22 dicembre 2008, n. 201 (di conversione, con modificazioni del dl 23 ottobre 2008, n. 162), tra le altre novità in tema di appalti pubblici, ha aggiunto il comma 7-bis all'art. 122 del Codice dei contratti pubblici, il quale prevede che «i lavori di importo complessivo pari o superiore a 100 mila euro e inferiore a 500 mila euro possono essere affidati dalle stazioni appaltanti, a cura del responsabile del procedimento, nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza, e secondo la procedura prevista dall'art. 57, comma 6; l'invito è rivolto ad almeno cinque soggetti, se sussistono aspiranti idonei in tale numero».La ratio della disposizione è esplicitata dall'art. 1, comma 10-quinquies, della stessa legge n. 201/08: lo scopo è quello di «fronteggiare la crisi nel settore delle opere pubbliche e semplificare le procedure d'appalto per i lavori sotto soglia».Il testo del nuovo art. 122, comma 7-bis, richiama i principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza che devono (o dovrebbero) presiedere allo svolgimento della procedura negoziata. Si tratta, peraltro, di una indicazione del tutto pleonastica, essendo i principi sopra elencati pacificamente applicabili a tutta l'attività negoziale dell'amministrazione, anche in relazione alle procedure negoziate, come conferma lo stesso art. 57, comma 6, dlgs n. 163/2006 e, in genere, agli appalti sotto soglia.La giurisprudenza, nazionale e comunitaria, già da tempo ha spiegato che i suddetti principi generali, essendo sanciti nel Trattato Ce, sono valevoli anche per i contratti e le fattispecie non concretamente contemplate dalle direttive sugli appalti (v., per esempio, Cons. di stato, Sez. VI, 30 gennaio 2007, n. 362; Corte giust. Ce, 14 giugno 2007, C-6/05). Nello stesso senso si esprimono il secondo considerando della direttiva 2004/18/Ce e la comunicazione interpretativa della Commissione, relativa al diritto comunitario applicabile alle aggiudicazioni di appalti non o solo parzialmente disciplinate dalle direttive «appalti pubblici», del 1° agosto 2006.La giurisprudenza di recente ha poi affermato che il principio di parità di trattamento e il suo corollario rappresentato dall'obbligo di trasparenza impongono una congrua motivazione in ordine alla scelta del contraente, da effettuare in relazione agli specifici criteri di selezione qualitativa e quantitativa (Tar Lombardia, Milano, 10 giugno 2008, n. 1962).E ancora, non è stata considerata illegittima per violazione dei principi generali dell'evidenza pubblica la clausola che restringeva la partecipazione alle imprese con sede nella regione in cui si trovava la stazione appaltante, essendosi ritenuta sufficiente giustificazione la circostanza per cui il criterio non appariva sganciato da una ragionevole considerazione della natura e dei caratteri delle prestazioni da affidare (Tar Puglia, Bari, 21 novembre 2007, n. 2768, in fattispecie relativa ad una concessione di servizi, cui, come noto, si applicano i principi generali sopra ricordati).In ogni caso, il richiamo operato dal legislatore ai supremi principi in tema di evidenza pubblica, ha il sapore di vera e propria excusatio non petita: l'accusatio è quella di tentare di trasformare quello che la giurisprudenza considera (Cons. di stato, Sez. V, 14 aprile 2008, n. 1600) modulo di formazione della volontà contrattuale dell'amministrazione pubblica di carattere eccezionale in modulo, se non di carattere generale, quantomeno di eccessivamente diffusa praticabilità. Aumentare sino a 500 mila euro la soglia entro cui poter affidare i lavori pubblici mediante procedura negoziata sottrae una fetta importante di mercato alla puntuale disciplina recata dal Codice dei contratti pubblici e comporta una vistoso vulnus al libero dispiegarsi della concorrenza, alla cui tutela provvede il Codice, come anche affermato dalla sentenza della Corte costituzionale 23 novembre 2007, n. 401.I timori sopra espressi tanto più paiono fondati quanto più si assistere a casi in cui le stazioni appaltanti hanno autoannullato bandi di gara, che prevedevano l'aggiudicazione a mezzo di procedura aperta o ristretta e si sono determinate nel senso della procedura negoziata, limitandosi a richiamare, a giustificazione della scelta, l'art. 122, comma 7-bis, del dlgs n. 163/2006, con evidente violazione dell'obbligo di congrua e puntuale motivazione. È opportuno allora ricordare che la giurisprudenza amministrativa, ben conscia degli abusi che possono verificarsi nel delicato ambito in esame, ha individuato alcuni adempimenti cui subordinare la legittimità della procedura negoziata, la quale è suscettibile di essere applicata esclusivamente in presenza di specifici presupposti da individuarsi ed esplicitarsi a monte della procedura, proprio per giustificare la deroga alle regole ordinarie dell'evidenza pubblica (Cons. di stato, n. 1600/2008, cit.)Particolare peso è attribuito all'onere motivazionale che incombe sull'amministrazione che abbia scelto tale modalità di affidamento: la recente decisione n. 2803/2008 della V Sezione del Consiglio di stato, ha affermato che «il ricorso alla trattativa privata va giustificato e di tale giustificazione va data esternazione: il metodo della trattativa privata, infatti, rappresenta comunque una eccezione ai principi di libera concorrenza, e dunque di rispetto, al contempo, della pari condizione dei potenziali interessati e dell'interesse della amministrazione alla convenienza economica dei lavori. Sicché il passaggio derogatorio da un metodo competitivo ad un metodo monopolistico come la trattativa privata, che per definizione è atto a restringere potenzialmente la cura di detti immanenti interessi, deve trovare e avere una manifesta ragione legittimante».Certo, sono comprensibili le preoccupazioni che hanno mosso il legislatore a introdurre l'art. 122, comma 7-bis, nel Codice dei contratti pubblici. Probabilmente, però, si sarebbe potuto percorrere un'altra strada, più rispettosa della tutela della concorrenza e, al contempo, in grado di favorire la ripresa economica mediante la riduzione dei tempi fisiologici dell'esperimento della procedura di gara. Si sarebbe potuto, cioè, accogliere il suggerimento espresso dalla Commissione europea nel documento IP/08/2040 del 19 dicembre 2008, nel quale la Commissione ha riconosciuto che «la natura eccezionale della attuale situazione economica può giustificare il ricorso alla procedura accelerata che riduce notevolmente il termine complessivo della procedura da 87 a 30 giorni. Tale presunzione di urgenza dovrebbe trovare applicazione nel 2009 e 2010 per ogni rilevante progetto pubblico». La Commissione continua affermando che «accelerare le procedure di appalto possa fornire un significativo sostegno all'azione di uno stato membro per sollevare la propria economia attraverso una rapida esecuzione dei maggiori progetti di investimento pubblici: il regime regolare previsto per la procedura ristretta, che porta ad un termine massimo di 87 giorni, prevede un termine minimo di 37 giorni dalla data in cui l'avviso di gara viene spedito per acquisire le richieste di partecipazione e, del pari, un altro termine minimo di 40 giorni per i candidati selezionati per presentare le loro offerte. Dopo la aggiudicazione, si applica il periodo di sospensione di 10 giorni prima della conclusione del contratto».Infine, conclude la Commissione, «grazie alla procedura ristretta e accelerata, che la Commissione considera giustificata alla luce della crisi finanziaria, le autorità aggiudicatrici possono ridurre il termine previsto per presentare le richieste di partecipazione alla gara da 37 a 10 giorni, nel caso di spedizione del relativo avviso con mezzi elettronici ed il susseguente termine per i candidati selezionati per presentare le loro offerte da 40 a 10 giorni. Con il periodo di sosta rimanente di 10 giorni, i termini della procedura ristretta possono essere perciò ridotti a 30 giorni in tutto».Il legislatore italiano non ha fatto proprie tali considerazioni, ma ha scelto di privilegiare la rapidità a scapito della concorrenza e, quindi, dell'economicità dell'azione amministrativa, quando avrebbe potuto, facendo ricorso agli strumenti a disposizione e senza introdurre l'ennesima modifica a un testo su cui si è già più volte intervenuti, conciliare le due esigenze. Aspettiamo i commenti e le repliche dei lettori a: matteoufficiostampa@bentleysoa.com oppure al numero verde 800540340.* collaboratore dello studio legale Finiguerra

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MADRID - Da grande accusatore ad accusato: il molto mediatico e controverso giudice Baltasar Garzon è stato deferito alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

MADRID - Da grande accusatore ad accusato: il molto mediatico e controverso giudice Baltasar Garzon è stato deferito alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere giudiziario (Cspj, il Csm spagnolo) con l' accusa di non avere dichiarato nel 2005-2006 al ministero della giustizia, 203 mila dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università di New York MADRID - Da grande accusatore ad accusato: il molto mediatico e controverso giudice Baltasar Garzon è stato deferito alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere giudiziario (Cspj, il Csm spagnolo) con l' accusa di non avere dichiarato nel 2005-2006 al ministero della giustizia, 203 mila dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università di New York. La commissione all'unanimità ha deciso di aprire un'inchiesta. Se i fatti fossero provati, Garzon rischierebbe una sospensione dall'incarico fino a tre anni, un trasferimento d'ufficio o perfino la perdita della toga. Il deferimento interviene mentre il magistrato è al centro di violente polemiche per l'inchiesta da lui guidata sulla «tangentopoli iberica» nella quale sono implicati esponenti del Partido Popular. A sollecitare l'intervento del Cgpj è stato il Tribunale Supremo, paradossalmente in seguito a un giudizio a favore del magistrato. Garzon era stato accusato da un avvocato di avere ricevuto 1,7 milioni di dollari dal Banco Santander per il ciclo di conferenze negli Usa. Il tribunale supremo ha respinto la denuncia per «corruzione», ma ha segnalato al Cgpj che, in base alla documentazione ricevuta sul soggiorno americano del giudice, una sua mancanza «molto grave». 11/03/2009

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La rosa per la Rai? Proviamo a farla noi (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La rosa per la Rai? Proviamo a farla noi Possibile che sia così difficile trovare un presidente della Rai? Possibile che il posto si sia così rapidamente dequalificato dopo il rifiuto di de Bortoli che non si possa trovare una persona che ne sia degna? Possibile che sia ricominciata la deprimente telenovela della paralisi Rai, che già ci ha portato al caso Villari? È vero. I poteri della carica sono esigui, quasi nulli. È vero, lo stipendio non è esaltante per chi è nel privato e già guadagna bene. Però Claudio Petruccioli, a detta di tutti, compreso il presidente del Consiglio, si è guadagnato in quel ruolo stima per l'equilibrio e soprattutto - diremo noi che lo conosciamo bene - per la passione che ci ha messo, quasi l'amore che in lui è sbocciato per l'azienda Rai. Varrebbe allora forse la pena di seguire il metodo Petruccioli, nella scelta del nuovo presidente, anche se Berlusconi ha deciso che non va bene Petruccioli, perché all'improvviso ha scoperto le virtù del rinnovamento chiudendo così la porta a una riconferma. E non dovrebbe essere poi così difficile per il Pd, cui è stata chiesta una rosa, indicare dei nomi all'altezza. Ne facciamo noi qui solo tre, tanto per esemplificare come, se si esce dai recinti della partitocrazia, sia possibile risolvere il rebus. Il primo nome è Pietro Calabrese. Professionista di vaglia, a lungo candidato alla carica, sembra essere uscito di scena insieme alla caduta di Veltroni. Perché? Solo perché Veltroni, che aveva in tasca quella soluzione fin dal primo giorno, se l'è lasciata sfilare per indecisione e incertezza? Calabrese è sempre lì, ed è sempre all'altezza. Il secondo nome è Emma Bonino. Vi sembra una provocazione? Non lo è. È persona abbastanza indipendente e abbastanza padrona di se stessa e delle proprie idee per essere una garanzia per tutti, e una garanzia per la Rai, ché di certo si immedesimerebbe con gli interessi dell'azienda. Noi ci fideremmo ciecamente di lei. Il terzo nome è Franco Debenedetti. Se c'è uno che conosce, per averlo studiato, il mercato della televisione in Italia, quello è lui. Se c'è uno cui l'appartenenza politica non ha mai fatto velo all'onestà intellettuale e al rispetto della verità, quello è lui. E come lui, come Calabrese, come Bonino, ce ne sono anche altri in giro. Una sola preghiera. Risparmiateci un presidente emerito della Corte Costituzionale. Già ce ne sono troppi in giro, e le esperienze di Zaccaria e Baldassarre non si ricordano come le più brillanti a Viale Mazzini. Una seconda preghiera: risparmiateci anche la promozione di un dipendente Rai. La presidenza dell'azienda non può essere l'ennesima merce di scambio della spartizione del partito Rai, che già nomina direttori, vicedirettori e caporedattori, e non può essere premiato perfino con la scelta del capo dell'azienda. 11/03/2009

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doppia inchiesta sulla riscossione multe (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina II - Napoli Magistrati citati negli atti, circolare di Lepore ai pm Doppia inchiesta sulla riscossione multe Sono due i filoni d´inchiesta che prendono in esame il servizio di riscossione delle multe. Uno è quello avviato dai pm del pool che indaga sull´imprenditore Alfredo Romeo e prende in esame l´appalto del 2006, poi mai decollato. L´altro capitolo investigativo è all´attenzione della sezione Reati contro la pubblica amministrazione dell´ufficio inquirente, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco, e riguarda alcuni disservizi segnalati nei mesi scorsi in una relazione redatta dal comandate della polizia municipale, il generale Luigi Sementa. Intanto i pm Vincenzo D´Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli, trasmetteranno nei prossimi giorni alla Procura di Roma le intercettazioni dei colloqui fra Romeo e il giudice napoletano Antonio Panico depositati nei giorni scorsi agli atti del procedimento sugli appalti e il Global service. Toccherà agli inquirenti capitolini esaminare il contenuto dei colloqui e valutare eventuali profili a carico del magistrato. Scontato, anche alla luce dei resoconti pubblicati ieri sulla stampa, l´interessamento del Csm per quanto di competenza dell´organo di autogoverno di giudici e pm. Ieri intanto il procuratore Giandomenico Lepore ha diramato una circolare nella quale ricorda ai sostituti l´obbligo informare tempestivamente il capo dell´ufficio nel caso in cui dovessero emergere dagli atti d´indagine riferimenti ai magistrati del distretto sui quali la competenza spetta per legge alla Procura di Roma. (d.d.p.)

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archivio genchi, una legge a difesa degli 007 (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 4 - Attualità Archivio Genchi, una legge a difesa degli 007 Rutelli rivela particolari inquietanti: Pollari "seguito" per 20 mesi ROMA. Una vicenda di «enorme rilievo per le istituzioni democratiche». Francesco Rutelli presenta al Senato la relazione del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, sulla bufera sollevata dall'archivio messo insieme da Gioacchino Genchi, consulente dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, nelle indagini Why Not e Poseidone. Tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico telefonico, dati di almeno 13 parlamentari, ministri e sottosegretari di Stato, utenze di 14 numeri riferiti alla presidenza della Repubblica e di 52 tra fissi e mobili del Csm. E ancora il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso "seguito" attraverso le tracce dei tabulati per 24 mesi e addirittura il capo del Sismi Niccolò Pollari per 20. «Mai più» è il coro dei senatori, guidati da Renato Schifani: «E' necessaria una attenta riflessione sulla necessità urgente di colmare un vuoto legislativo per la tutela non solo dei diritti garantiti dall'articolo 68 della Costituzione (che riguarda la tutela dei parlamentari nello svolgimento delle loro funzioni, ndr), ma anche di tutti i cittadini», dice il presidente dell'Assemblea di Palazzo Madama. E, alla fine, il ministro della Giustizia Angelino Alfano annuncia la decisione del governo di varare una legge a tutela degli 007, che conterrà «importanti modifiche all'art.270 del codice di procedura penale, idonee a dare maggiori garanzie agli apparati di sicurezza dello Stato». Con la proposta di legge, spiega il Guardasigilli, «verrà affidata esclusivamente al procuratore della Repubblica la facoltà di disporre le intercettazioni o di acquisire dati su tabulati telefonici relativi ai servizi segreti di sicurezza (Dis, Aise, Aisi)». E «sarà cura del procuratore disporre l'immediata secretazione della documentazione acquisita da inviare al presidente del Consiglio per la verifica che non contenga dati sensibili per la sicurezza dello Stato». Se poi entro 30 giorni non c'è una pronuncia, la documentazione sarà «acquisita al fascicolo processuale». Alfano auspica che il dibattito del Parlamento offra altri spunti utili alla stesura del disegno di legge. Dal primo confronto, non può trarre però indicazioni unanimi. Se infatti comune è la preoccupazione, diversi sono i punti oscuri che le opposizioni chiedono al governo di chiarire. Anzitutto, sui possibili «legami sottili, forse rivelatori tra l'archivio Genchi, l'outsourcing delle intercettazioni e la security di Pirelli-Telecom potrebbero esserci legami sottili, forse rivelatori», come dice il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda.

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pagate le bollette ma senza il canone di depurazione (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 13 - Cagliari «Pagate le bollette ma senza il canone di depurazione» Il comitato civico contesta e lancia un invito alle famiglie per l'auto-detrazione ACQUA E ABBANOA LA BATTAGLIA IGLESIAS. In città manca il depuratore ma Abbanoa chiede ancora ai cittadini di pagare il canone di depurazione: la diatriba tra il comitato acqua e la società che gestisce le acque della Sardegna sembrava conclusa dopo la sentenza della Corte Costituzionale di ottobre ma i problemi restano. Infatti nelle ultime bollette gli iglesienti hanno trovato ancora una volta conteggiato il canone per il trattamento delle acque e dagli animatori del comitato arriva l'invito ad auto-detrarre dalla cifra complessiva questa voce. Visto che i rimborsi sperati tarderanno ad arrivare. Sulle bollette di Abbanoa è dunque ancora battaglia, e oltre ad invitare gli utenti a pagarle al netto degli oneri per la depurazione il comitato «Acqua in città» annuncia che a breve sarà indetta una nuova assemblea pubblica per chiarire quali saranno le iniziative da qui ai prossimi mesi (per maggiori informazioni è possibile scrivere all'indirizzo depurazioneiglesias@tiscali.it e visitare il sito www.remigiocabras.it) ma non solo. «Riteniamo che quanto sta facendo Abbanoa è scorretto dal punto di vista contrattuale - dice Remigio Cabras, tra i promotori del movimento - consideriamo la legge 13 del 2009 incostituzionale e dunque assieme alle altre associazioni dei consumatori chiederemo l'intervento del Giudice di Pace e della Corte Costituzionale». è necessario fare un passo indietro per districare la vicenda che si trascina da anni ma che ha avuto alcuni scossoni solo negli ultimi mesi. Innanzitutto Iglesias, come molte altre città italiane non ha un depuratore ma l'ente gestore del servizio idrico ha sempre fatto pagare la depurazione. Molte le associazioni di categoria che hanno protestato e infine a otto ottobre su questo punto si è pronunciata la Corte Costituzionale che - con sentenza 335 dell'8 ottobre - ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 14, comma 1, della legge 36 del 1994, e l'articolo 28 della legge 179 del 2002, nella parte in cui prevedono che la quota per il servizio di depurazione debba essere pagata anche quando questa non avviene. Questa voce in bolletta - hanno chiarito gli ermellini - non è una tassa ma il corrispettivo di un servizio: se il servizio non è erogato non deve neppure essere pagato. In seguito a questo pronunciamento in città il comitato si è mosso per ottenere il rimborso delle cifre percepite indebitamente per dieci anni, ma qualche giorno fa hanno avuto (come molti altri in Italia) un'amara sorpresa: la legge 13 del 2009 ha infatti stabilito che i gestori del servizio idrico integrato possono pagare anche a rate entro cinque anni. In sintesi: vi diamo i soldi ma a piccolissime dosi. E inoltre dal rimborso «devono essere scontati gli oneri derivati dalle attività di progettazione, di realizzazione o di completamento avviate». «Vogliamo ricordare ad Abbanoa - conclude Cabras - che dal 10 ottobre 2008 non è dovuta la quota relativa al servizio di depurazione "nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi", come ha stabilito la corte Costituzionale, e solo per gli arretrati vale la legge 13 del 27 febbraio 2009. Chiediamo dunque che la società riscriva le bollette e se questo non avverrà invitiamo i cittadini a detrarre la quota di depurazione». Secondo la carta dei servizi, chiariscono dal comitato, Abbanoa deve emettere bollette bimestrali ma gli utenti hanno ricevuto bollettini di pagamento semestrali per il periodo giugno-dicembre 2008, emessi il 27 febbraio, il giorno prima della pubblicazione della legge, dunque l'applicazione dell'onere di depurazione per l'eventuale progettazione degli impianti non sarebbe legittima perché non prevista dalle norme. Laura Sanna

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Deferito il giudice Garzon: non dichiarò maxi-parcella negli Usa (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Esteri Pagina 108 spagna Deferito il giudice Garzon: non dichiarò maxi-parcella negli Usa Spagna --> MADRID Da grande accusatore ad accusato: il molto mediatico e controverso giudice Baltasar Garzon è stato deferito ieri alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere giudiziario (Cspj, il Csm spagnolo) con l' accusa di non avere dichiarato nel 2005-2006 al suo datore di lavoro, il ministero della Giustizia, 203mila dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università di New York. La commissione all'unanimità ha deciso di aprire una inchiesta. Se i fatti fossero provati, Garzon rischierebbe una sospensione dall'incarico fino a tre anni, un trasferimento d'ufficio o perfino la perdita della toga. Il deferimento interviene mentre il magistrato, titolare dell'aula numero 5 della Audiencia Nacional di Madrid, è al centro di violente polemiche per l'inchiesta da lui guidata sulla tangentopoli iberica nella quale sono implicati esponenti del Partido Popular. A sollecitare l'intervento del Cgpj è stato lunedì il Tribunale Supremo, paradossalmente in seguito a un giudizio a favore del magistrato. Garzon era stato accusato da un avvocato di avere ricevuto 1,7 milioni di dollari dal Banco Santander per il ciclo di conferenze negli Usa. Il tribunale supremo ha respinto la denuncia per «corruzione», ma ha segnalato al Cgpj che, in base alla documentazione ricevuta sul soggiorno americano del giudice, una sua possibile mancanza «molto grave».

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amico di ugo bergamo: spero sia un equivoco (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Venezia, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

IL PERSONAGGIO Amico di Ugo Bergamo: «Spero sia un equivoco» Simpatico, sveglio. Occhi furbi, capelli lunghi e voglia di stupire. Carattere esuberante e tante attività ai limiti del lecito. Ma da qui ad essere il mandante di un omicidio... C'è stupore e grande incredulità tra gli amici di Bruno Vidali, ex motoscafista e imprenditore, titolare del cantiere «Nuovo moschettiere», arrestato ieri all'alba con accuse pesantissime. «Ho la massima fiducia nella magistratura e mi auguro che faccia fino in fondo e con celerità il suo lavoro», commenta Ugo Bergamo, ex sindaco e senatore Udc, oggi componente del Csm, «ma conoscendo Bruno da tanti anni mi auguro che si tratti di un clamoroso equivoco, e che tutto possa essere chiarito al più presto». Difficile per chi lo conosce bene, pensare a Bruno Vidali come mandante di un omicidio. Gli amici del Lido lo avevano perso di vista da qualche mese. Bruno si era trasferito a Mestre, in Corso del Popolo, e aveva venduto la sua casa del Lido in via Sandro Gallo, vicino al campo di rugby. Aveva qualche problema finanziario, perché molti clienti non gli pagavano i lavori del cantiere, manutenzione e custodia delle barche. Tra questi anche enti pubblici e la Procura, con cui Vidali aveva sottoscritto un contratto per la custodia delle barche sequestrate. Vidali aveva ottenuto la licenza di motoscafista nei primi anni Novanta. Poi l'aveva venduta e si era messo a dirigere il cantiere «Moschettiere» in Marittima, ereditandolo dallo zio. Un'attività che andava abbastanza bene, tanto che adesso pensava all'ampliamento e al rilancio del cantiere e del waterfront. Traffici, grandi ambizioni. Forse un tenore di vita «spericolato», anche al di sopra delle sue possibilità, qualche amicizia poco raccomandabile e quei due tipi che si era portato in cantiere per farsi aiutare nel lavoro. Ma tutto il resto a chi lo conosce sembra davvero incredibile. (Alberto Vitucci)

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Spagna Il giudice Garzon da accusatore diventa accusato (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 60 del 2009-03-11 pagina 14 Spagna Il giudice Garzon da accusatore diventa accusato di Redazione LA CHIESA Dichiarazione comune del vescovo cattolico e di quello anglicano: «Non torneremo indietro» Madrid Da grande accusatore ad accusato: il mediatico e controverso giudice Baltasar Garzon è stato deferito alla commissione disciplinare del Consiglio generale del potere giudiziario (Cgpj, il Csm spagnolo) con l'accusa di non avere dichiarato nel 2005-2006 al suo datore di lavoro, il ministero della Giustizia, 203mila dollari ricevuti per un ciclo di corsi all'università di New York. La commissione all'unanimità ha deciso di aprire un'inchiesta. Se i fatti fossero provati, Garzon rischierebbe una sospensione dall'incarico fino a tre anni, un trasferimento d'ufficio o perfino la perdita della toga. Il deferimento interviene mentre il magistrato, considerato di simpatie socialiste, è al centro di violente polemiche per l'inchiesta da lui guidata sulla «tangentopoli iberica» nella quale sono implicati esponenti del Partido Popular. A sollecitare l'intervento del Cgpj è stato il Tribunale Supremo, paradossalmente in seguito a un giudizio a favore del magistrato. Garzon era stato accusato da un avvocato di avere ricevuto 1,7 milioni di dollari dal Banco Santander per il ciclo di conferenze negli Usa. Il tribunale supremo ha respinto la denuncia per «corruzione», ma ha segnalato al Cgpj, in base alla documentazione ricevuta sul soggiorno americano del giudice, una sua possibile mancanza «molto grave». Il giudice si è difeso affermando di non avere agito «in malafede o con la volontà di occultare» nulla al Cgpj, sostenendo che quando richiese il permesso di studio «queste retribuzioni non erano state fissate». Garzon ha detto anche di avere dichiarato queste entrate al fisco Usa. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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manca il gup, il processo ciclone resta al palo - gian paolo coppola (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Appalti e tangenti a Montesilvano. Dopo le mancate notifiche, un altro intoppo Manca il gup, il processo Ciclone resta al palo Ennesima beffa: tutti incompatibili i giudici dell'ufficio, salta anche l'udienza di oggi GIAN PAOLO COPPOLA PESCARA. E' partito come un Ciclone, ma sta procedendo come una brezza leggera. L'udienza preliminare per lo scandalo Montesilvano, che dovrebbe di fatto accendere la stagione dei grandi processi, resta al palo, inchiodata com'è dalle formalità. Non se ne farà niente neanche oggi, come è già accaduto l'autunno scorso, con replay il 4 febbraio. Una beffa trattandosi di un'inchiesta che un anno e mezzo dopo l'inizio dello scandalo e tre misure cautelari aveva già partorito la richiesta di rinvio a giudizio. Ma da maggio 2008, tutto è rimasto fermo. GIP INCOMPATIBILI. Salterà tutto perché il giudice incaricato, Gabriella Tascone, è stato trasferito a Sulmona - e questo era annunciato da tempo - ma soprattutto perché non c'è un gip che possa prendere il mano il fascicolo senza avere già adottato qualche provvedimento che lo renda incompatibile come gup. Così, in attesa della nomina del quarto giudice, né Guido Campli, né i colleghi Maria Michela Di Fine e ovviamente, Luca De Ninis (che firmò gli arresti) possono trattare il fascicolo con 36 imputati, 8 società, 30 avvocati, decine di faldoni e 331 cd contenenti migliaia di ore di conversazioni registrate. IL CSM. Il nodo da sciogliere è proprio sul nome di chi subentrerà alla dottoressa Tascone. E' una partita che si gioca tra Marco Dall'Olio, forte di un'esperienza di un anno a Messina da gip, e Carla De Matteis, che ha invece dalla sua parte la maggiore anzianità professionale. La decisione è in mano al presidente del tribunale Giuseppe Antonio Cassano, che deve attendere però indicazioni dal Csm per superare l'impasse. Tocca infatti all'organo di autogoverno della magistratura fornire indicazioni su quale dei due requisiti - l'anzianità professionale o l'esperienza specifica - abbia un peso maggiore. Ma lo scioglimento del rebus ha intanto avuto l'effetto di bloccare l'udienza Ciclone che oggi, dunque, il gip Campli, incaricato dal presidente Cassano di curare il fascicolo, potrà verosimilmente solo trattare pro forma e rinviare per l'ennesima volta. LA BEFFA. Così, si allungheranno ulteriormente i tempi di un processo, quello su appalti e tangenti nella quinta città d'Abruzzo, partito subito zoppo il 22 ottobre scorso a causa di quattro mancate notifiche e incappato un mese fa in un altro intoppo-beffa, l'avviso che riguardava l'imprenditore Antonio Camperchioli, recapitato a Montesilvano invece che a Spoltore. Pochi chilometri per mandare all'aria l'udienza preliminare sul presunto sistema di scambi di favori tra ex politici, tecnici comunali e costruttori, che venne sgominato nell'autunno 2006 decapitando la giunta comunale di centrosinistra e facendo finire in carcere imprenditori ed ex amministratori. LE INTERCETTAZIONI. E dire che sarebbe bastato che quella notifica fosse arrivata a destinazione, perché venisse almeno disposta la perizia per la trascrizione integrale dei dialoghi registrati dalla polizia, all'insaputa degli indagati, durante l'inchiesta. Perizia richiesta della difesa e in linea con quanto già sollecitato dal pm Gennaro Varone nella richiesta di rinvio a giudizio. E invece occorrerà attendere ancora, probabilmente fino a giugno, a meno che Campli non riesca oggi a incardinare il processo nominando i consulenti. Sarebbe un guadagno di tempo notevole. Ma occorre l'accordo di tutti i difensori e anche questa appare un'impresa. Considerando che si tratta di migliaia di intercettazioni telefoniche e ambientali, che costituiscono parte dell'impianto accusatorio messo in piedi dalla procura e dalla squadra mobile diretta da Nicola Zupo, è facile dedurre che occorreranno dai sei mesi a un anno per sbobinare tutto il materiale, a meno che il gup che verrà non affidi la consulenza a un pool di esperti. Ma intanto sarà stato sprecato un anno. E per la contestazione di truffa, la prescrizione è sempre più vicina.

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<Controllato il direttore del Sismi> (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa «Controllato il direttore del Sismi» Rutelli sull'archivio Genchi: «È pedinamento elettronico, ha acquisito dati estremamente sensibili» L'allarme lo lancia nell'aula del Senato Francesco Rutelli. Il presidente del Copasir, il comitato di controllo sui servizi segreti, spiega che il caso Genchi rappresenta «una vicenda di enorme rilievo per le istituzioni democratiche». Per Rutelli, «il rilievo istituzionale di questa vicenda riguarda quattro punti principali». L'ex vicepremier li elenca. Anzitutto, «l'acquisizione di dati estremamente sensibili riguardanti l'ex direttore del Sismi, generale Nicolò Pollari». Nonchè l'acquisizione dei tabulati di traffico telefonico di altre 17 utenze mobili e 11 utenze fisse utilizzate da appartenenti ai Servizi. Inoltre, «la tecnica di indagine sviluppata dal consulente cui il pm di Catanzaro ha delegato lo svolgimento degli accertamenti che ha portato ad acquisire un numero impressionante di dati, una cifra oscillante tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico telefonico». E infine «una "banca-dati" nella disponibilità di tre distinti uffici giudiziari, le procure di Catanzaro, di Salerno e di Roma, e del consulente Gioacchino Genchi, che non ha distrutto i dati in suo possesso». Rutelli premette subito che «la vicenda non può assolutamente essere definita di ordinaria amministrazione». E chiarisce: «Il Copasir non ha inteso esprimere giudizi sull'attività della procura di Catanzaro, a proposito dei due procedimenti denominati "Poseidone" e "Why Not?" e ha espresso rispetto nei confronti di indagini giudiziarie che si sono svolte in contesti delicati. Tocca agli uffici giudiziari valutare alcune dichiarazioni che abbiano raccolto anche presso il Comitato, contenenti una lettura critica delle ragioni che avrebbero portato all'avocazione delle indagini». Come primo punto, Rutelli sottolinea il «rilievo istituzionale» derivante dalla «acquisizione di dati estremamente sensibili riguardanti l'ex direttore del Sismi, il generale Nicolò Pollari». In particolare, «sono state individuate le sue conversazioni telefoniche e la lista dei suoi interlocutori per venti mesi del suo mandato di capo del servizio segreto militare. Attraverso i tabulati, che includevano queste informazioni, è stato verosimilmente tracciato il percorso dei suoi spostamenti per lo stesso periodo di tempo, dal 10 marzo 2005 al 15 dicembre 2006», dunque per quasi 21 mesi. «Lo stesso è avvenuto per due stretti congiunti del generale Pollari». Un altro «caso emblematico», dopo quello di Pollari, riguarda il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, «del quale sono stati acquisiti i tabulati di 24 mesi di traffico telefonico, nonostante lo stesso pm responsabile delle indagini abbia chiarito di essere all'oscuro di questa attività svolta dal suo consulente», osserva Rutelli. Commenta a tal proposito il presidente del Copasir: «Ogni cittadino italiano può ben comprendere la delicatezza della disponibilità di queste informazioni. Può comprenderlo anche chi magari sia meno sensibile alla tutela dei dati, protetti dalla legge, riportati nei tabultati di almeno 13 parlamentari, ministri e sottosegretari, nonchè delle utenze di 14 numeri riferiti alla Presidenza della Repubblica di 52 utenze fisse e mobili del Csm». Subito dopo attacca Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato: «La relazione di Rutelli nell'Aula del Senato sullo scandalo Genchi ci parla di una vicenda inquietante. Sono stati sventrati con attività illecite apparati di sicurezza, servizi segreti, ambasciate, procura antimafia e Parlamento. Una mostruosa e illegale banca dati è ancora esistente nonostante gli evidenti e reiterati reati connessi da Genchi e non solo da lui». Duro anche il senatore del Pd Felice Casson: «Rimangono fortissime perplessità e pesanti dubbi sulla vicenda investigativa che ha riguardato comuni cittadini e decine di rappresentanti delle istituzioni, di ogni ordine e grado, con una disinvolta gestione di dati e informazioni molto sensibili, gestione posta in essere in occasione di un'indagine giudiziaria penale». È intervenuto anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano: «Una delicatissima vicenda che investe anche la sicurezza nazionale». Dal canto suo il pm di Catanzaro Luigi De Magistris, colui che ha delegato Genchi, non molla: «Insieme ai miei più stretti collaboratori attraverso la ricostruzione dei finanziamenti pubblici in Calabria, avevamo scoperto, in modo esattamente preciso, quella che con gergo giornalistico si potrebbe anche definire la nuova P2».

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Oggi l'incontro tra gli avvocati e Alfano (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Tribunale al collasso: il ministro già interrogato sul caso da Berselli Oggi l'incontro tra gli avvocati e Alfano Oggi l'incontro tra una delegazione dell'ordine degli avvocati di Latina e il ministro della giustizia, Angelino Alfano, per discutere delle enormi difficoltà presenti nel Tribunale del capoluogo pontino. Come già illustrato al Csm, i rappresentanti del foro evidenzieranno al rappresentante del dicastero di via Arenula le troppe carenze che rendono un percorso ad ostacoli l'esercizio della giustizia a Latina, a partire dall'esiguo numero di magistrati e, soprattutto, di personale amministrativo. A porre il «caso Latina» al ministro Alfano, era già stato, con un'apposita interrogazione, il senatore Filippo Berselli, il 3 febbraio scorso. Il senatore, insieme ad altri colleghi del Pdl, aveva sollecitato un intervento del ministro, sottolineando che sui giudici di Latina pesa un carico di lavoro triplo rispetto a quello dei giudici di Roma, che su 41 magistrati previsti in organico ne sono presenti solo 35, mentre ne sarebbero necessari 70, e ancor peggio va per quanto riguarda gli amministrativi. Berselli ha inoltre posto il problema della mancanza di fondi per la realizzazione della cittadella giudiziaria. cle.pis.

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palermo, il csm convoca il procuratore generale (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 17 - Cronaca Caso Messineo, i magistrati vogliono sapere se esistono indagini in corso sul cognato in odore di mafia Palermo, il Csm convoca il procuratore generale PALERMO - Il Csm apre un´istruttoria sul caso del procuratore di Palermo Francesco Messineo, il cui cognato è coinvolto in un´indagine di mafia. La prima commissione dell´organo di autogoverno dei magistrati ha convocato per oggi il procuratore generale del capoluogo siciliano, Luigi Croce. Quest´ultimo aveva inviato nei giorni scorsi una nota al vice presidente del Csm, Nicola Mancino, esprimendo «preoccupazione per l´improvvisa attenzione mediatica su una circostanza peraltro già conosciuta» ed evidenziando la solidarietà espressa a Messineo dai magistrati della Procura di Palermo. Lo scopo dell´audizione sarà quello di verificare se ci sono realmente indagini nuove in corso sull´imprenditore Sergio Sacco, fratello della moglie di Messineo. All´esame degli inquirenti è una conversazione telefonica del dicembre del 2006 nella quale Sacco avrebbe invitato la vedova del capomafia Giovanni Bonanno, poi ucciso dal clan Lo Piccolo, a lasciare Palermo, facendole intendere che il marito aveva dei nemici. Alle anticipazioni giornalistiche sul caso Messineo i magistrati della Procura di Palermo hanno reagito con un comunicato in cui manifestano «incondizionata stima» al loro capo.

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Il Pd nel pantano di viale Mazzini (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

RAI Il premier: «Ho grande stima di Petruccioli ma, come dice Franceschini, serve un rinnovamento» Il Pd nel pantano di viale Mazzini Sbocciano rose ma l'accordo non c'è. Un'altra settimana per trovare il presidente Micaela Bongi Il presidente del vecchio consiglio d'amministrazione Rai, Claudio Petruccioli, può contare sulla stima, «grande stima», che Silvio Berlusconi nutre nei suoi confronti. Ma a viale Mazzini «serve un rinnovamento, anche in coerenza con quanto detto da Dario Franceschini». Intervenendo all'assemblea del Pdl, il premier rilancia. Il segretario del Pd aveva proposto la conferma di Petruccioli per far uscire allo scoperto il veto del Cavaliere? E lui, dopo averlo posto in privato, il veto lo ribadisce pubblicamente. E a chi gli chiede se i democratici hanno proposto una rosa di nomi per la presidenza Rai, Berlusconi risponde: «Non ne sono al corrente». Dopo il rifiuto di Ferruccio de Bortoli, intorno al vertice della tv pubblica è insomma guerra di nervi. E per il momento, è il segretario del Pd a risentirne di più. Una dopo l'altra, vengono sconvocate sia l'assemblea degli azionisti Rai che ieri avrebbe dovuto indicare il numero uno del cda (è stata aggiornata a mercoledì 18), sia la riunione della commissione di vigilanza che questa sera avrebbe dovuto ratificare, con una maggioranza dei due terzi, quell'indicazione. Dal nuovo incontro mattutino tra Franceschini e Gianni Letta, il nome del nuovo presidente infatti non esce. In un primo momento si parla appunto di una «rosa» che il segretario democratico starebbe per presentare al governo che, in quanto azionista della tv pubblica, secondo la legge Gasparri deve dare il nome del prescelto che però può essere eletto solo con il gradimento dell'opposizione. Il Pd però smentisce che si sia parlato di rose. I sostenitori di Petruccioli, dal capogruppo in commissione di vigilanza Fabrizio Morri all'ex ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni, del resto insistono: il veto su Petruccioli è «inaccettabile», «immotivato». Insomma, prima di passare a proposte alternative, singole o in forma di rosa, bisogna insistere sulla candidatura che, prima di sbattere il muso sulla «sorpresa» de Bortoli preparata nel riserbo da una decina di giorni, dal Pd veniva accreditata come quella sulla quale, nonostante dubbi e resistenze interni, alla fine si era trovato l'accordo. Lui, Peruccioli, ai giornalisti che lo incrociano in Transatlantico dopo la proiezione della fiction su Di Vittorio e dopo l'uscita di Berlusconi, si limita a rispondere: «Sono grato per la stima, ma essendo un politico esperto, so quando stare zitto e quando parlare». E se per il presidente uscente non è il momento di parlare, probabilmente è perché non dà per chiusa la partita. Del resto, nel corso della giornata diversi esponenti del Pdl, in particolare di An, gli avevano lasciato aperta la porta del settimo piano di viale Mazzini: «Non vedo veti», ripeteva Ignazio La Russa. E Domenico Nania, vicepresidente del senato: «Dal mio punto di vista andrebbe bene Petruccioli. Apprendo che Berlusconi ha posto il veto, vedremo». Nel corso della giornata, dal Pd si fa sapere che il candidato è sempre Petruccioli ma nel frattempo si parla anche di ipotetiche rose e comunque di altri papabili, perché Franceschini lavora a quella soluzione nel segno del rinnovamento che Berlusconi non a caso gli ricorda di aver sostenuto. I nomi sono molti, pure troppi: dall'ex direttore della Stampa Marcello Sorgi al presidente della Siae Giorgio Assumma, dall'attuale direttore del Tg1 Gianni Riotta all'ex presidente della Corte costituzionale Francesco Paolo Casavola. Nonostante quanto detto da Berlusconi, non è escluso che, tra indisponibilità dei candidati (dovute anche al precedente no di de Bortoli a offrirsi come passacarte del premier) e bocciature da parte della maggioranza, alla fine si torni al punto di partenza, a Petruccioli. Ma prima il Cavaliere cercherà di far girare a vuoto Franceschini, eventualmente per inchiodarlo all'incapacità di trovare un presidente che appunto sia garanzia di rinnovamento. Nel frattempo, l'Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai, oggi annuncerà «iniziative di mobilitazione» (si pensa anche a uno sciopero), per difendere l'azienda da «veti incrociati e accordi lottizzatori». Perché, scrive il sindacato, «se un autorevole giornalista come de Bortoli rifiuta un pur prestigioso incarico a fronte di nessuna garanzia di autonomia, i giornalisti del servizio pubblico rifiutano la solita logica di una trattativa che dietro un nome cela un organigramma già stabilito». Foto: IL SEGRETARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO DARIO FRANCESCHINI /FOTO EMBLEMA

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Abu Omar, oggi la Consulta decide sul segreto di stato (sezione: Giustizia)

( da "Manifesto, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

SEGRETO DI STATO Abu Omar, oggi la Consulta decide sul segreto di stato C'è stata violazione o meno del segreto di stato da parte dei magistrati di Milano che hanno indagato sul sequestro dell'ex imam Abu Omar e che hanno rinviato a giudizio l'ex capo del Sismi Nicolò Pollari assieme ad altre 24 persone (di cui 26 ex agenti Cia)? La domanda che aleggia da anni sull'inchiesta della procura di Milano potrebbe trovare una risposta nella giornata di oggi, quando la Corte costituzionale si riunirà in camera di consiglio per decidere sulla vicenda. Una scelta che peserà sul destino del processo in corso, sospeso fino al prossimo 18 marzo. Ieri, con un udienza a porte chiuse durata tre ore, la Corte costituzionale ha discusso a lungo del caso e dei sei ricorsi contrapposti arrivati negli anni delle indagini su quel sequestro: tre da Milano e tre dai presidenti del Consiglio (nell'ordine Berlusconi, Prodi e di nuovo Berlusconi) Presente in udienza, in toga, anche il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, uno dei titolari dell'inchiesta, che ha portato con sè in aula diversi faldoni contenenti 275 documenti a sostegno delle tesi dell'avvocato difensore della procura, il prof. Alessandro Pace.

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Rinvio di 7 giorni Una rosa di nomi all'esame del Pd (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

La presidenza Rai Rinvio di 7 giorni Una rosa di nomi all'esame del Pd Tira aria di melina nella partita per la Rai, proprio ieri il ministero del Tesoro ha rinviato di una settimana la nomina del proprio rappresentante nel Cda e così, alle sei della sera, il segretario del Pd Dario Franceschini, uscendo dalla buvette di Montecitorio, provava a sdrammatizzare: «Potremo occuparci di cose più importanti...». Buon viso a gioco cattivo: la decisione del governo di prendere ancora tempo cozza infatti con una urgenza opposta da parte del Pd. Quella di dare un assetto al vertice della Rai, se non altro nella speranza di liberarsi il prima possibile dal sospetto della trattativa sottobanco col "nemico". Ieri il Tesoro non ha indicato i propri due nominativi e dunque l'assemblea dei soci Rai ha deciso di rinviare tutto di una settimana. L'obiettivo della maggioranza è quello di "rosolare" il Pd? L'agenzia Ansa ieri attribuiva al Pd una rosa di tre nomi e comprendente, oltre a Petruccioli, anche l'ex presidente della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola e l'ex direttore de "La Stampa" e del Tg1 Marcello Sorgi. Sono molti i nomi sui quali stanno ragionando al "Nazareno": Giuseppe De Rita, Stefano Folli, Andrea Manzella, Enzo Cheli, Pierluigi Celli, Fabiano Fabiani, Paolo Ruffini.

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Si mostra scettico il procuratore emerito nazionale Antimafia, Pierluigi Vigna, riguardo all'id... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 11-03-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Frosinone))

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 11 Marzo 2009 Chiudi Si mostra scettico il procuratore emerito nazionale Antimafia, Pierluigi Vigna, riguardo all'idea di alcuni sindaci di attivare i volontari per aumentare il grado di sicurezza urbana. A Frosinone, ad esempio, sono stati istituiti gli "Animatori della Legalità". «Le Ronde? Direi che questa soluzione mi lascia molto perplesso - commenta Vigna -. Di fronte a dei crimini non potrebbero intervenire, dovrebbero richiedere l'intervento della polizia. Ho, pertanto, forti dubbi sul loro impiego». Il procuratore sarà dopodomani a Frosinone per affrontare, nel corso del convegno "Giustizia tra Stato e autonomie locali", in programma alle 16.30 presso l'auditorium Umberto I (via Grappelli), un tema complesso, di piena attualità. «Dall'estate dello scorso anno è stata varata una decentralizzazione: con la modifica dell'articolo 54 del Testo Unico degli locali, si è attribuito ai sindaci il potere di emettere ordinanze non solo per la incolumità pubblica, ma anche per la sicurezza urbana. E non sono mancati atteggiamenti di narcisismo dei sindaci. Al contrario - aggiunge Vigna - ritengo che sarebbe stato più opportuno, anzi necessario e prioritario, dapprima ripianare gli organici delle forze dell'ordine, dare loro strumenti necessari e solo dopo verificare l'esistenza di un eventuale vuoto da colmare». Poi il Procuratore conclude: «Tutti noi dobbiamo essere animati dalla collaborazione civica. Non dobbiamo chiudere gli occhi di fronte a ciò che vediamo: questo atteggiamento di trascuratezza è alimentato dal fatto che alla nostra sicurezza debbano pensarci altri». Al convegno, organizzato dall'assessorato alla Cultura del Comune di Frosinone e dal Fps della Cisl, parteciperanno Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, Roberto Carrelli Palombi di Montrone, consigliere del Csm, Margherita Gerunda e Mario Mercone, rispettivamente Procuratore della Repubblica di Frosinone e Cassino, e Luigi Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Ste. De Ang.

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ESPROPRIO PER IL PETRUZZELLI INDICATO DA AVVOCATURA DELLO STATO (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 11 Marzo 2009 ESPROPRIO PER IL PETRUZZELLI INDICATO DA AVVOCATURA DELLO STATO Bari, 11 marzo 2009 - L?assessore al Mediterraneo e alle Attività Culturali, Silvia Godelli, ha diffuso la seguente dichiarazione: ?Da fonti di stampa, dei cui contenuti attendiamo conferma ufficiale, apprendiamo che l?Avvocatura dello Stato interpellata dal Ministro Bondi in merito alla questione del Teatro Petruzzelli avrebbe indicato la via dell?esproprio a definitiva conclusione di una vicenda durata ben diciotto anni. Se la notizia fosse vera, ne trarremmo almeno due conseguenze: la prima è che il Ministro Bondi, che ad oggi non ha reso noto il parere dell?Avvocatura dello Stato agli Enti territoriali pugliesi, tergiversando ormai da mesi si assume la gravissima responsabilità di paralizzare l?attività della Fondazione Lirico-sinfonica privando la collettività dell?uso pubblico di un Teatro ricostruito interamente a spese dei cittadini?. ?In secondo luogo, e vogliamo sottolinearlo con forza, emerge ? spiega la Godelli - in modo inequivocabile la correttezza della posizione della Regione Puglia, che ha impugnato la validità del Protocollo del 2002 davanti alla Magistratura Civile e ha invocato ripetutamente la necessità di una nuova legge per definire tutti gli aspetti normativi e finanziari rimasti insoluti dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Dunque, come tante volte abbiamo detto, il Governo ha l?obbligo di prendere una decisione, e la via maestra è quella di applicare il Codice Urbani per i Beni Culturali dando il via all?esproprio del Teatro?. ?Dalla sentenza della Corte ? conclude l?assessore - sono passati ben nove mesi di inutili e inammissibili perdite di tempo: la comunità pugliese, la Città di Bari, il mondo della cultura e della musica non possono accettare oltre gli atteggiamenti elusivi e dilatori di un Ministro che sin dall?inizio del suo mandato sulla questione Petruzzelli omette di adempiere ai suoi compiti d?ufficio?. . <<BACK

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ROMA - Nuove norme del codice di procedura penale sulle intercettazioni per dare maggi... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 11 Marzo 2009 Chiudi di MARIO COFFARO ROMA - Nuove norme del codice di procedura penale sulle intercettazioni «per dare maggiori garanzie agli apparati di sicurezza dello Stato». Lo ha annunciato ieri al Senato il ministro della Giustizia Angelino Alfano. «Il governo ha predisposto un intervento normativo che introduce importanti modifiche all'art. 270 del codice di procedura penale», ha detto Alfano, dopo che il presidente del Copasir, Francesco Rutelli aveva illustrato la relazione del comitato sull'archivio Genchi. Alfano ha spiegato che «verrà affidata esclusivamente al procuratore della Repubblica la facoltà di disporre le intercettazioni o di acquisire dati su tabulati telefonici relativi ai servizi segreti di sicurezza (Dis, Aise, Aisi)». Il procuratore, inoltre, disporrà l'immediata secretazione della documentazione acquisita, ha continuato Alfano, e la invierà al presidente del consiglio per verificare che non vi siano dati sensibili per la sicurezza dello Stato. Se il premier «non si pronuncia entro 30 giorni» la documentazione sarà «acquisita al fascicolo processuale». Il presidente del Copasir Francesco Rutelli ha ribadito che il caso Genchi rappresenta «una vicenda di enorme rilievo per le istituzioni democratiche». Perché «la tecnica di indagine sviluppata dal consulente Gioacchino Genchi, cui il Pm di Catanzaro De Magistris ha delegato lo svolgimento degli accertamenti, ha portato ad acquisire un numero impressionante di dati: secondo un'informazione riferita dal Ros dei Carabinieri si tratterebbe di una cifra oscillante tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico telefonico». Raccolti nell'ambito delle indagini Why Not e Poseidone, i dati, ha detto Rutelli, contengono «certamente informazioni sensibili per le quali non si è potuta conoscere la necessità o l'utilità per le indagini: emblematico è il caso del procuratore antimafia Pietro Grasso del quale sono stati acquisiti i tabulati di 24 mesi di traffico telefonico, nonostante lo stesso pubblico ministero responsabile delle indagini abbia dichiarato di essere all'oscuro di questa attività svolta dal suo consulente». Per sottolineare la delicatezza della vicenda, il presidente del Copasir Rutelli ha ricordato che ci sono, tra i «dati riportati nei tabulati quelli di almeno 13 parlamentari, ministri e sottosegretari di Stato, nonchè delle utenze di 14 numeri riferiti alla presidenza della Repubblica e di 52 utenze fisse e mobili del Csm». Questa banca dati «benché largamente non utilizzata per lo svolgimento delle indagini, risulta oggi nella disponibilità di tre distinti uffici giudiziari: le Procure della Repubblica di Catanzaro, di Salerno, di Roma. E del consulente Genchi che, per quanto risulta in base a ciò che lui stesso ha dichiarato non ha distrutto i dati in suo possesso».

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Abu Omar, alla Consulta scontro fra Governo e toghe di Milano (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-03-11 - pag: 17 autore: Segreto di Stato. Forse oggi la sentenza - Il 18 riprende il processo Abu Omar, alla Consulta scontro fra Governo e toghe di Milano Donatella Stasio ROMA Ore decisive per la sorte del processo sul sequestro di Abu Omar e sul ruolo che ebbero i più alti dirigenti del Sismi – a cominciare dall'ex direttore Niccolò Pollari – nella preparazione del rapimento (eseguito il 17 febbraio 2003), una delle tante extraordinary rendition organizzate dalla Cia dopo l'11 settembre. Ieri, davanti alla Corte costituzionale, il Governo e la magistratura di Milano si sono dati battaglia per circa quattro ore sul segreto di Stato, piombato come un macigno sullavicenda giudiziaria solo quando le indagini erano già concluse (luglio 2006) per coprire documenti, intercettazioni, accordi internazionali sul terrorismo, «ancorché in qualche modo collegati o collegabili» al sequestro. Un muro alzato, mattone dopo mattone, prima dal Governo Prodi e poi da quello Berlusconi, sebbene il Consiglio d'Europa abbia a più riprese invitato i Governi a non ostacolare le indagini con il segreto di Stato, coprendo gravi violazioni dei diritti umani, come quelle consumate con le extraordinary rendition. Cominciato a Milano a giugno 2007, il processo a Pollari e agli altri 26 imputati del sequestro (quasi tutti 007 italiani e americani, questi ultimi latitanti) è giunto a un passo dalla conclusione. Sempre che il 18 marzo possa rimettersi in moto. Dipenderà, appunto, dal verdetto della Consulta, atteso per oggi. La questione è delicata, ma sono trascorsi ormai molti mesi (quasi un anno) da quando è stata "istruita" dai giudici costituzionali. La Corte è chiamataa definire i confini del segreto di Stato in una vicenda (il sequestro di una persona, ancorché sospettata di terrorismo, trasferita in Egitto, imprigionata e torturata) che per la magistratura milanese è «eversiva dell'ordine costituzionale» e, come tale, è "indifferente" al segreto di Stato. Una tesi ribadita ieri da Alessandro Pace, presidente dei costituzionalisti italiani, nonché avvocato della Procura di Milano ( era presente, ma silente, anche il Procuratore aggiunto Armando Spataro). L'udienza si è svolta a porte chiuse e, dopo la relazione del giudice Alfonso Quaranta, hanno preso la parola gli avvocati. Il conflitto tra poteri nasce da tre ricorsi della Presidenza del Consiglio (contro la Procura, il Giudice che ha disposto il rinvio agiudizio e il giudice del Tribunale di fronte al quale è in corso il dibattimento) e da due successivi ricorsi della Procura e del Tribunale contro i Governi in carica. L'Avvocato dello Stato Francesco Caramazza ha accusato i magistrati, in particolare, di aver violato il segreto di Stato con intercettazioni telefoniche «a strascico», su 185 telefoni di agenti segreti. Ma ha insistito soprattutto sulla natura «politica» del segreto, «adottato nel superiore interesse della sicurezza del Paese», che come tale «limita» il potere giudiziario. Federico Sorrentino, avvocato di Oscar Magi, giudice del Tribunale, ha obiettato la natura «amministrativa» del segreto, che deve essere «sottoposto alla legge», «motivato», e avere «confini» ben precisi, mentre quello opposto dal Governo è stato sempre «generico». Pace ha smentito intercettazioni «a tappeto»: sono state solo 15 su 8 agenti del Sismi, tutti indagati. Ha poi ricordato che la legge – anche la recente riforma dei Servizi –non vieta di intercettare i telefoni di agenti segreti. Oggi la Corte metterà finalmente un punto fermo. Sempre che non decida di prendersi altro tempo. SCAMBIO DI ACCUSE L'avvocatura dello Stato: sono state fatte intercettazioni a strascico I magistrati: falso, da noi solo otto ascolti

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I timori per la Corte dei Conti e l'attesa delle elezioni (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-03-11 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Il retroscena I timori per la Corte dei Conti e l'attesa delle elezioni ROMA — In via informale il ministero dei Beni culturali ieri sera ha smentito la notizia che Sandro Bondi si sarebbe rivolto all'Avvocatura generale dello Stato per avere un parere autorevole sul teatro Petruzzelli, prima di consegnarne le chiavi alla Fondazione; e tanto più è stata smentita la notizia che il suggerimento sarebbe stato quello di procedere con l'esproprio, così come aveva fatto il governo Prodi (dopo di che nell'arco di poco più un anno il teatro è stato ricostruito). «Il ministro non ha mai chiesto nulla, ciò che i giornali hanno scritto si riferisce probabilmente al parere dell'Avvocatura dello Stato distrettuale dato lo scorso anno ad un soggetto diverso dal ministero. Sul tavolo di Bondi non c'è alcun fascicolo relativo al Petruzzelli, il tema non è alla sua attenzione». Stop. Ma dallo stesso ministero, e sempre in via informale, nella mattinata di ieri non si smentiva il merito degli articoli di giornale e cioè che l'Avvocatura generale dello Stato si sarebbe espressa sull'esproprio. Anzi: si ricordava che la Corte costituzionale aveva bocciato la procedura avviata da Prodi, ma solo perché formalizzata con un decreto legge, la cui urgenza era stata ritenuta incongrua; mentre non aveva deliberato sul merito dello stesso esproprio. Cavilli giuridici? Niente affatto, perché nel corso della giornata è cresciuto l'allarme nelle stanze del Collegio romano, perché si è consapevoli - sulla base di autorevoli pareri espressi retrodatante - che l'affare Petruzzelli dal punto di vista giuridico fa acqua da più versanti: quello dell'incongruità del canone d'affitto per un immobile ricostruito con fondi pubblici, da affidarsi - in sovrappiù - ad un soggetto, la Fondazione, assente nel protocollo d'intesa siglato nel 2002, dal momento che ancora non era ancora nata; e quello del merito del protocollo stesso, poiché non cancella il valore giuridico del contratto sottoscritto con la famiglia Messeni Nemagna nel secolo scorso. In sostanza, la paura è che la Corte dei conti possa impugnare l'intera pratica e che si possa arrivare ad un risarcimento danni di 53 milioni. La consegna, a questo punto, è quella di tirare per le lunghe, almeno fino all'8 giugno. Rosanna Lampugnani Il ministro Sandro Bondi. Sul Petruzzelli è entrato in polemica con il sindaco Emiliano

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Il commissario: aspetto solo l'avvocatura (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-03-11 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Gli enti E' imminente il parere sull'esproprio richiesto da Balducci. La Regione: «E' l'unica strada giusta da percorrere» Il commissario: aspetto solo l'avvocatura BARI — «Imminente». Il parere dell'avvocatura dello Stato è atteso a brevissimo dal commissario per la ricostruzione del teatro Petruzzelli, Angelo Balducci. Che ieri ha risposto al presidente della fondazione e sindaco Michele Emiliano che lo aveva invitato a fissare tempi e modi della consegna del teatro, facendo presente di essere in attesa del parere dell'avvocatura generale dello Stato, data appunto per imminente. Intanto, con perfetta aderenza alle rispettive parti che i due enti si sono dati, mentre Emiliano aspetta, la Regione perentoriamente invita il governo: «Proceda con l'esproprio. Ha il dovere di prendere una decisione ». Emiliano aveva scritto a Balducci una settimana fa, subito dopo che l'ultimo sopralluogo della commissione di vigilanza nel teatro: i tecnici, al cui parere il ministro Bondi condizionava la riapertura del teatro, avevano dato sostanziale via libera all'agibilità in attesa dell'ultimo studio, quello sulla resistenza al fuoco del solaio del foyer atteso per il 18 marzo. Emiliano chiedeva di fissare la consegna. Balducci replica dicendo che la linea del ministro è quella di aspettare il definitivo ottenimento dell'agibilità per la consegna. Il commissario comunica anche di aver chiesto un parere all'avvocatura dello Stato sui termini giuridici della consegna e di essere in attesa del parere che sarebbe imminente. Parere che, secondo le indiscrezioni, indicherebbe la via dell'esproprio. E che il governo starebbe cercando di capire come seguire. Del resto che il nodo fosse questo, era apparso chiaro quando Mario Carrieri, componente del cda della fondazione di nomina ministeriale, aveva frenato sulla riconsegna, invocando una liberatoria, sulle responsabilità, per la fondazione. Insomma, sgombrato il campo dagli ipotetici ostacoli di natura tecnica, tutto torna a girare intorno ai 53 milioni di euro spesi per ricostruire il teatro. Soldi che non giustificherebbero la riconsegna del teatro alla famiglia proprietaria perché lo «affitti» alla fondazione costituita da Regione, Provincia e Comune. Nonostante quel protocollo del 2002 che lo prevede. Uno strumento considerato troppo fragile per evitare gli strali della Corte dei conti. Godelli non ha dubbi. «Se la notizia del parere dell'avvocatura fosse vera dice l'assessora che siede nel cda della fondazione - il ministro tergiversando da mesi si assumerebbe la responsabilità di paralizzare l'attività della fondazione privando la collettività dell'uso pubblico di un teatro ricostruito a spese dei cittadini. La posizione della Regione sarebbe di una correttezza inequivocabile». Godelli, infatti, rivendica di aver impugnato davanti al tribunale civile la validità del protocollo d'intesa del 2002. «Abbiamo invocato ripetutamente la necessità di una nuova legge per definire tutti gli aspetti normativi e finanziari rimasti insoluti dopo la sentenza della corte costituzionale (a maggio scorso, ndr) che ha annullato l'esproprio». Quindi l'affondo contro Bondi. «Nove mesi di inammissibili perdite di tempo», caratterizzati da «atteggiamenti elusivi e dilatori di un ministro che fin dall'inizio del suo mandato sulla questione Petruzzelli omette di adempiere ai suoi compiti d'ufficio». Ad. Lo. L'assessora Godelli: «Il ministero priva la collettività dell'uso pubblico di un teatro ricostruito a spese dei cittadini» L'assessora Silvia Godelli

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Rifiuti, legge incostituzionale (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

AMBIENTE.SENTENZA DELLA CONSULTA Rifiuti, legge incostituzionale L'ultima sentenza della Corte costituzionale sulla Valle d'Aosta riguarda terra, rocce, ghiaia e sabbia. Dichiara incostituzionale una parte della legge regionale sui rifiuti approvata nel 2007. Provvedimento che aveva provocato lo scorso anno il ricorso del governo. Il tema è quando devono essere considerati rifiuti (quindi da trattare e smaltire secondo normative di settore) gli inerti e i materiali da scavo. La Consulta ha preso in esame il conflitto di competenze tra Stato e Regione. I rifiuti sono una competenza statale, e quindi la Valle «difetta tanto di una competenza statutaria generale in materia di tutela dell'ambiente, quanto di un titolo statutario specifico in materia di rifiuti». Un'altra parte della sentenza riguarda il fatto specifico. Nel suo ricorso, il governo nazionale sosteneva che la legge regionale fosse troppo «elastica» nell'individuare quali fossero i materiali da scavo considerati sicuri per l'ambiente, e che quindi potevano essere smaltiti senza le restrizioni imposte per i rifiuti. Ieri l'assessore all'Ambiente Manuela Zublena stava approfondendo la questione con i tecnici. La sentenza della Corte è stata pubblicata solo qualche giorno fa. «Secondo i primi dati che ho raccolto - dice Zublena - c'è stata un'evoluzione normativa a livello nazionale, che ha ampiamente modificato le disposizioni in vigore quando venne approvata la legge regionale del 2007». Secondo le prime valutazioni dei tecnici dell'assessorato dell'Ambiente, le ultime disposizioni di legge a livello nazionale prevedono che i materiali da scavo siano classificati come «sottoprodotti, quindi non assoggettati alle disposizioni amministrative e tecniche previste per i rifiuti». La legge nazionale elenca una serie di condizioni. Queste ultime, sempre secondo le prime valutazioni tecniche fatte in Regione, sarebbero coerenti con le disposizioni contenute nella parte della legge regionale dichiarata illegittima dalla Consulta. «Il tema è comunque ancora da approfondire - dice Zublena - invieremo delle comunicazioni ai soggetti interessati, quindi alle amministrazioni locali e alle associazioni di categoria". La Corte costituzionale ha dichiarato «non fondato» il ricorso del governo sulla parte della legge che riguarda le isole ecologiche. Le disposizioni della normativa regionale e nazionale sono state dichiarate «compatibili».\

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La Corte dei conti ha archiviato il 97% delle denunce (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sud sezione: ISTITUZIONI data: 2009-03-11 - pag: 7 autore: Il 2008 dei giudici contabili nell'isola La Corte dei conti ha archiviato il 97% delle denunce Valeria Russo PALERMO In Sicilia la Procura generale della Corte dei conti è sottorganico e i i pochi magistrati in servizio sono costretti a trattare pratiche che nel 97,4% dei casi sono destinate all'archiviazione. è questo ciò che emerge dall'analisi dei dati resi noti nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della sezione siciliana della Corte dei conti. Negli uffici palermitani di Via Cordova, dove si trova la Procura presieduta da Guido Carlino, sono approdate nel corso del 2008 5.259 pratiche che si sono aggiunte alle 5.875 pendenti al 31 dicembre 2007 per un totale di 11.134. Si tratta di denunce che spaziano dalle frodi europee agli appalti pubblici passando per le consulenze alla Pubblica amministrazione. Di tutte le pratiche ne sono state evase 4.720 e di queste ben 4.601 sono state archiviate mentre 119 sono state definite (115 con atto di citazione e 4 con istanze per rese di conto). E dire che gli atti di citazione sono persino cresciuti del 17,3% rispetto rispetto al 2007 e sono stati emessi nei confronti di 253 persone tra amministratori e dipendenti pubblici per un importo complessivo di 18,8 milioni di danno erariale. Il motivo delle tante archiviazioni, secondo il Procuratore generale della Corte dei conti in Sicilia, è semplice: «In generale – spiega Carlino – c'è una scarsa conoscenza delle nostre competenze da parte dei cittadini e di alcune pubbliche amministrazioni che ci segnalano azioni che però non presentano un danno erariale, tutte istruttorie che poi vengono archiviate». Lo scorso anno il 61% delle istruttorie archiviate sono state chiuse già nella fase preliminare, mentre per il restante 39% si è dovuto procedere a delle indagini che alla fine hanno però portato all'archiviazione delle pratiche: ben 1.790 fascicoli che i magistrati hanno dovuto comunque analizzare. Il carico di lavoro deve fare i conti con la carenza di organico. A oggi i magistrati in servizio presso la procura regionale della Corte dei conti della Siciliasono nove ma da pianta organica dovrebbero essere 12, mentre secondo Carlino ne servirebbero almeno 15. A fine 2008 il rapporto magistrati-istruttorie, considerato che i fascicoli pendenti erano 6.414, è di quasi 713 istruttorie per ogni magistrato. Accanto alle archiviazioni comunque si trovano molte indagini serie come quelle sulle frodi europee, le consulenze, sugli appalti pubblici o come quella sul118 su cui l'Assemblea regionale siciliana, cui la Procura aveva chiesto gli atti ha aperto un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale e su cui si attende una pronuncia entro giugno- luglio. In generale sulle istruttorie pesa spesso il problema della mancata denuncia per danno erariale da parte delle amministrazioni locali. «Oltre ai debiti fuori bilancio che rappresentano il grosso delle segnalazioni con 2.318 casi, enti locali e pubblica amministrazione non denunciano i danni erariali subiti» lamenta Carlino. Questa sorta di omertà degli enti danneggiati è ben visibile se si osservano i dati relativi alla provenienza delle notizie di danno: solo 1.149 vengono dalla pubblica amministrazione mentre i privati ne hanno denunciati ben 449. «Sarebbe opportuno - dice il procuratore – che il legislatore prevedesse una sanzione per l'omessa denuncia di reato nella pubblica amministrazione». LE CAUSE Le istruttorie sono rimaste senza esito per carenza dei requisiti nelle segnalazioni arrivate agli uffici IL PARADOSSO Il procuratore Carlino chiama in causa gli enti pubblici: «Non fanno esposti per danno erariale»

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Il piano-cave ripartirà da zero (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Sud sezione: PUGLIA data: 2009-03-11 - pag: 6 autore: Attività estrattive. La Regione prepara una nuova legge che tiene conto delle lamentele delle imprese Il piano-cave ripartirà da zero Si pagherà a Province e Comuni un diritto sul materiale ricavato Riccardo Erbani BARI I titolari delle cave pugliesi pagheranno un diritto a Comuni e Province in base alla quantità di materiale estratto, ma in cambio otterranno l'azzeramento del Piano regionale delle attività estrattive (Prae): sono le due novità più importanti della nuova legge quadro di settore, che ha appena iniziato l'iter approvativo. Il testo predisposto dall'assessore all'Ecologia, Michele Losappio, si "ispira" a quello toscano (la Puglia è, dopo la Toscana, la seconda regione italiana per quantità estratte), e dopo 24 anni manderà in pensione la legge 37/85. L'onere per le imprese non è ancora stato determinato, ma si parla di una cifra tra gli 0,50 centesimi e l'euro a metro cubo di materiale scavato. Così la nuova legge porterà nelle casse degli Enti locali dagli 1,5 ai 3 milioni l'anno, che saranno utilizzati per far funzionare lo Sportello unico (il Surae, responsabile del rilascio delle concessioni) e per la revisione periodica del Prae, oltre che per promuovere progetti di ricerca in collaborazione con le Università. Il testo prevede anche di spingere sulle sanzioni per le opere realizzate in difformità, con un incasso di almeno 50mila euro l'anno: i compiti di polizia mineraria potrebbero essere affidati alle Province, con tutta l'istruttoria delle autorizzazioni. A fronte di tutto questo, agli operatori del settore la Regione ha promesso più celerità e soprattutto tempi certi per l'esaurimento delle pratiche: in Puglia, al varo dei Surae, sono saltate fuori richieste vecchie anche di 10 anni. La nuova legge scoraggerà l'apertura di nuove cave favorendo invece gli ampliamenti, concedendo facilitazioni a chi si impegna a ripristinare le aree abbandonate o dismesse. Le autorizzazioni all'ampliamento dovranno essere esaminate in tempi più ristretti (120 giorni controi 180 dell'autorizzazione unica per una nuova coltivazione) e l'importo della fidejussione di garanzia sarà scontato del 15%. Inoltre, sarà consentito chiedere un ampliamento fino al 50% delle cave già esaurite, purché l'intervento abbia finalità di recupero della cava dismessa: si riprende a scavare, ma contemporaneamente si ripristina lo stato dei luoghi. Ad occuparsene sarà un apposito comitato tecnico, mentre va in pensione l'attuale Ctrae (Comitato tecnico regionale per le attività estrattive): nascerà infatti la Consulta regionale per le attività estrattive, che avrà una impronta più scientifica. Novità anche per il rilascio delle autorizzazioni: gli imprenditori dovranno infatti presentare (oltre alle garanzie bancarie ed ai progetti) anche il certificato del casellario penale. Un evidente tentativo di fare un po' di pulizia nel settore. Il Prae, che nei mesi passati è stato al centro di feroci contestazioni da parte delle imprese (sono stati scoperti clamorosi errori nelle cartografie, nel frattempo corretti), rimarrà in vigore solo fino all'approvazione del nuovo. Ma le disposizioni transitorie del disegno di legge fanno nutrire qualche dubbio: prevedono che l'iter approvativo dei Piani di bacino possa continuare secondo le norme del vecchio Prae, ma prescrivono che le pratiche per il rilascio delle autorizzazioni non ancora perfezionate dovranno fare i conti con la nuova norma. Una previsione analogo, inserita nella nuova legge quadro sulle energie rinnovabili, è finita davanti alla Corte costituzionale. Losappio, si dice «soddisfatto » per il nuovo testo di legge e parla di «massime garanzie per tutti». L'assessore precisa di essersi mosso dopo aver sentito tutti gli interessati: «Abbiamo avuto un lungo confronto con le categorie ed abbiamo incassato immediatamente il sì dei sindacati. Anche con Confindustria il rapporto è stato proficuo. Il pagamento delle concessioni? In Italia esiste quasi dappertutto, casomai l'anomalia era che non si pagasse». Una tesi per certi versi confermata da Marco Ielli, responsabile delle attività estrattive per la Confindustria pugliese: «Il costo di estrazione non è ancora stato definito,ma dietro c'è una logica: per la nostra attività utilizziamo infrastrutture pubbliche, come le strade, quindi non è sbagliato riconoscere un corrispettivo alla stregua di quanto avviene in altri settori». Tuttavia le imprese incassano un risultato importante come la riscrittura del Prae («Assolutamente necessaria », secondo Ielli), e la promessa di tempi celeri: «A noi imprenditori interessano le certezze e fino ad oggi non ne abbiamo avute molte: spesso i nostri diritti sono stati trascurati. Per questo diciamo che il disegno di legge è una buona via di mezzo traciò che c'è oggi e l'obiettivo ideale che ci eravamo prefissi ».

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Genchi, l'attacco di Rutelli <Su Pollari 20 mesi di controlli> (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2009-03-11 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Il caso Scontro tra Li Gotti (Idv) e il presidente del Copasir: «Eri nei tabulati». «Falso» Genchi, l'attacco di Rutelli «Su Pollari 20 mesi di controlli» E Alfano annuncia una stretta: più difficile intercettare i servizi L'ex pm de Magistris: l'archivio è una bufala, prima che mi fermassero stavo scoprendo una nuova P2 ROMA — «La vicenda Genchi investe la sicurezza nazionale ». L'allarme lo lancia il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, annunciando modifiche all'articolo 270 «a tutela degli operatori dei servizi». Proprio nel giorno in cui il presidente del Copasir, Francesco Rutelli, torna a denunciare con nettezza e fermezza «l'enorme rilievo per le istituzioni democratiche» del caso originato dall'attività di indagine di Gioacchino Genchi, consulente di Luigi de Magistris nelle inchieste Why not e Poseidon, e dal suo archivio di tabulati. Un caso che l'ex pm ha definito invece «una bufala», ieri, nel corso di una intervista nella quale ha lamentato di essere arrivato a scoprire «una nuova P2» prima che gli venissero tolte le indagini. In aula Rutelli spiega che per 20 mesi del mandato di Nicolò Pollari a capo del Sismi, tra il 10 marzo e il 15 dicembre 2006, «sono state individuate le sue conversazioni telefoniche e la lista dei suoi interlocutori». E attraverso i tabulati «è stato verosimilmente tracciato il percorso dei suoi spostamenti». Stesso trattamento «per due suoi stretti congiunti». Malgrado siano informazioni acquisite a posteriori, Rutelli parla di «pedinamento elettronico». E ricorda che nei tabulati c'era il traffico di altre 17 utenze mobili e 11 utenze fisse utilizzate da appartenenti ai Servizi, oltre a quelle del superprocuratore antimafia Pietro Grasso, 14 numeri della presidenza della Repubblica, 52 utenze del Csm, ministeri, Corpi dello Stato sino all'ambasciata Usa. La tecnica di Genchi «ha portato ad acquisire una cifra oscillante tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico telefonico». E ora «una banca dati è nella disponibilità di tre distinti uffici giudiziari, le procure di Catanzaro, di Salerno e di Roma, e del consulente Gioacchino Genchi, che non ha distrutto i dati in suo possesso». Rispondendo in tempo reale all'auspicio del presidente del Senato, Renato Schifani («occorre colmare un vuoto legislativo »), Alfano annuncia una stretta sulla possibilità di intercettare o di ricostruire i contatti degli 007. «Viene affidata solo al procuratore la richiesta di disporre intercettazioni o acquisire dati dei tabulati telefonici» di membri dei servizi, spiega Alfano. Inoltre «sarà cura dello stesso procuratore l'immediata secretazione di tale documentazione che sarà trasmessa al presidente del Consiglio». Se il premier «non si pronuncia entro 30 giorni » questo materiale sarà «acquisito al fascicolo processuale». Ieri sera il capo della polizia Antonio Manganelli ha chiesto un incontro a Rutelli per vedere chiaro sulla vicenda Genchi. E riesplode anche, alla vigilia della discussione sulla nuova legge che restringe la possibilità di intercettare (anche i non 007) la polemica sull'archivio Genchi contenente le tracce del vorticoso giro di telefonate tra gli indagati di de Magistris e i loro interlocutori istituzionali. Dati già inviati dal Copasir alla procura di Roma che sta indagando Genchi per abuso d'ufficio. Una polemica dura nella quale si registra anche uno scontro tra Rutelli e l'Idv Li Gotti che ha accusato il capo del Copasir di «interesse personale nell'indagine». Duro il dipietrista: «C'era anche lei tra quei 13 parlamentari che sono nell'archivio? Così hanno scritto i giornali, così dice Genchi. E allora, forse, un momento di distacco dalla vicenda sarebbe stato preferibile. Non si può indagare su una vicenda che ha per oggetto se stessi». «E' falso» grida Rutelli. Ma Li Gotti incalza: «Si rende conto che lei in questo modo è venuto a conoscenza di atti di indagine che non doveva conoscere?». «Non abbiamo mai acquisito i tabulati che riguardassero alcuno di noi» insiste Rutelli. E Schifani media: «Rutelli si assume la paternità delle sue dichiarazioni. Conosciamo il suo senso istituzionale». Virginia Piccolillo

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Fine vita, sul consenso informato il Pdl apre e il Pd si spacca (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

POLITICA pag. 10 Fine vita, sul consenso informato il Pdl apre e il Pd si spacca Intervista a Quagliariello: «Englaro ha voluto la battaglia politica» di ANTONELLA COPPARI ROMA «HANNO fatto un affronto al signor Englaro e alla sua volontà di mettere un punto alla vicenda». Il giorno dopo la concessione della cittadinanza onoraria al papà di Eluana, che ha spaccato il Pd e attirato le ire della Curia sul consiglio comunale fiorentino, il presidente vicario dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello è perentorio: è stato un errore. «O la vicenda di Eluana aveva solo una dimensione privata, per cui era giusto che il padre chiedesse il rispetto per il suo dolore, oppure attraverso quella vicenda passava una battaglia politica per la conquista di alcuni diritti. Questa però è una scelta di cui si deve assumere ogni responsabilità il signor Englaro, come peraltro ha già fatto intervenendo alla manifestazioni pochi giorni dopo la fine della vicenda, non spettava certo al comune di Firenze sollecitare la politicizzazione di quella tragedia». Anche il Parlamento e il governo hanno politicizzato quel caso, intervenendo con una legge ad hoc. «Siamo stati obbligati: di fronte a un sentenza della Cassazione che diceva siccome c'è un vuoto normativo, provvediamo noi', un Parlamento che si rispetti deve intervenire. E l'ha fatto ad agosto, senza entrare nel merito della vicenda, elevando un conflitto di competenze alla Corte costituzionale che però l'ha rigettato». Crede che quello di Firenze non sia un comportamento da città evoluta? «Io penso che Firenze sia una città senza bussola culturale; ha conosciuto una sintesi alta tra il pensiero comunista e il pensiero cattolico in ambito sociale, ma nel momento in cui questa sintesi è venuta meno per la fine del comunismo si è dispersa. Un simbolo di questo smarrimento è il modo in cui Firenze si è comportata ieri con Oriana Fallaci e oggi con Englaro». Eppure, il signor Englaro è soddisfatto: non gioisco per me, ha detto, ma per il tema delle libertà dell'uomo. «Con tutto il rispetto per la scelta, ho una concezione differente dell'amore che ha ispirato i comportamenti del signor Englaro. Ritengo che l'amore per le persone a cui si tiene di più come i figli sia quello di amare incondizionatamente la persona nel suo destino, qualunque sia, non quello di cercare di determinarlo». E la Chiesa? Ha fatto bene a intervenire? «La Chiesa non deve rinunciare a una presenza pubblica: non solo aveva il diritto ma il dovere di intervenire. Oggi ho letto anche dichiarazioni sulla laicità dello stato provenienti dal presidente della Camera che avverte deve esistere una distinzione netta fra quello che è proprio dello Stato e quello che è della Chiesa'. Ma questa distinzione non può diventare nè separazione nè reciproca indifferenza».

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Berlusconi: <Oracambio le regole> (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Berlusconi: «Oracambio le regole» «In Parlamento uno vota per tutti». Ma Fini lo gela: «Impossibile» Roma. Due proposte choc: in Parlamento, il capogruppo dovrebbe votare per tutti i parlamentari che rappresenta, chi non è d'accordo avrebbe la facoltà di manifestare il dissenso astenendosi o votando contro; il dimezzamento del numero dei parlamentari dovrebbe avvenire attraverso una legge di iniziativa popolare, avanzata dal Pdl, e senza modifica costituzionale. Due annunci: se la crisi si dovesse allargare si potrebbe estendere la cassa integrazione a tutti coloro che avranno perduto il lavoro; nelle prossime ore il governo incontrerà le banche per incentivare l'economia. Silvio Berlusconi, ieri pomeriggio, si è di nuovo conquistato il centro della scena politica. All'assemblea di tutti i parlamentari del Pdl ha avanzato le sue proposte per modificare i regolamenti di Camera e Senato ed il welfare. Ma, a sorpresa, ha ricevuto uno stop tanto immediato quanto forte proprio da Gianfranco Fini, che, come riportiamo qui a fianco, aveva poco prima avanzato la candidatura del Cavaliere al Quirinale: «E' impossibile che ciò accada. E' una proposta vecchia, che giàè stata avanzata ed è già caduta nel vuoto». Alle parole del premier, la risposta delle opposizioni è stata durissima. L'Idv sostiene che il Cavaliere ha intenzione di trasformare il Parlamento in un consiglio di amministrazione: «Berlusconi è ormai diventato un pericolo per la democrazia, proprio come lo era Saddam Hussein», ha commentato il leader, Antonio Di Pietro. Più feroce Rocco Buttiglione, presidente dell'Udc: «E la Costituzione? Che ne facciamo? La nostra carta costituzionale prevede che ogni parlamentare si esprima personalmente, senza vincolo di mandato, rappresentando gli elettori». «Come in un fiume carsico, ogni tanto riemergono le pulsioni autoritarie del premier. L'idea di delegare a poche persone il potere legislativo esprime la totale assenza di cultura costituzionale di Berlusconi e il suo incontenibile fastidio per le regole ed il dissenso», ha tuonato il capogruppo dei Democratici in Senato, Anna Finocchiaro. Ma il Pd sospetta che la brusca accelerazione del Cavaliere non sia altro che un modo per sviare l'attenzione. Dal "caso Rai" e dalla questione referendum. Ieri Berlusconi aveva ammorbidito il suo "no" alla scelta di Claudio Petruccioli ai vertici dell'azienda di Viale Mazzini: «C'è stime per lui, ma in Rai serve un cambiamento», aveva detto ai giornalisti. «Grazie, ma sono un politico e so quando è il momento di tacere», gli ha replicato proprio Petruccioli. Tutto il partito è pronto a far quadrato attorno al suo nome, respingendo "veti ad personam". Ieri il segretario, Dario Franceschini, ha incontrato il plenipotenziario di Palazzo Chigi, Gianni Letta e gli ha ribadito che, al momento, quello è il solo nome su cui si possa trovare subito una intesa per la presidenza Rai. Ma è chiaro che si sta andando verso un braccio di ferro: per questo motivo sia l'assemblea degli azionisti Rai (rinviata al 18 marzo) sia la riunione della commissione di Vigilanza, sono state saltate. Se dovesse persistere il "muro contro muro", allora Franceschini potrebbe avanzare una rosa di nomi molto meno graditi al centrodestra: circolano i nomi di Marcello Sorgi, ex direttore de La Stampa, Gianni Riotta, attuale direttore del Tg1, e Francesco Casavola, giurista e presidente della Corte Costituzionale fino a pochi giorni fa. «Ma Berlusconi - sostengono le fonti ufficiali del Pd - vuole distrarre l'attenzione dalla questione del referendum». Ieri pomeriggio, in aula, il segretario Franceschini ha riproposto la questione: «E' uno scandalo che, in una situazione economica grave come questa, il governo decida di buttare dalla finestra 460 milioni di euro. Basterebbe convocare il referendum assieme alle elezioni europee per risparmiare questa cifra, ma la Lega non vuole (l'eventuale approvazione dei quesiti costringerebbe il Carroccio a confluire nel Pdl o a perdere peso, n.d.r.) e voi accettate questo ricatto. Vi abbiamo già proposto di utilizzare quei soldi che si risparmierebbero per la sicurezza, per la benzina delle auto della polizia, per assumere nuovi agenti. Il ministro La Russa ci ha suggerito che si potrebbe accorpare il referendum con il secondo turno di ballottaggi alle amministrative, il 21 giugno. Non è una soluzione: invece di 460 milioni, ne butteremmo dalla finestra almeno 300, visto che le amministrative non si svolgono in tutto il paese». Ad una sola di queste questioni, Berlusconi ha risposto, prima di presentarsi all'assemblea dei suoi parlamentari. «Rosa di nomi del Pd per la presidenza Rai? Non ne sono al corrente», ha detto ai giornalisti. Subito dopo ha scompaginato il copione. «I regolamenti parlamentari potrebbero essere cambiati così: il capogruppo deve rappresentare, in aula o in commissione, tutti i suoi deputati o senatori e votare per conto di tutti. Chi non è d'accordo potrà votare contro o astenersi. In Francia - ha detto - all'Assemblea Nazionale un deputato malato o in missione, può votare lasciando la delega al presidente. Il nuovo sistema dovrebbe garantire che non si abbiano mai sorprese: la maggioranza voluta dagli italiani deve sempre restare tale». Angelo Bocconetti bocconetti@ilsecoloxix.it 11/03/2009

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Nuova beffa nelle bollette dell'acqua (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Iglesias Pagina 2020 L'ente regionale ignora la sentenza della Corte Costituzionale, protestano i cittadini Nuova beffa nelle bollette dell'acqua L'ente regionale ignora la sentenza della Corte Costituzionale, protestano i cittadini Abbanoa chiede il pagamento della tassa di depurazione --> Abbanoa chiede il pagamento della tassa di depurazione Nella bolletta c'è sempre il canone di depurazione. Continua la protesta dei cittadini. Nei prossimi giorni ci sarà un'assemblea popolare. La sentenza della Corte Costituzionale non è bastata. E neppure le conseguenti richieste di rimborso del canone di depurazione da parte di migliaia di famiglie: Abbanoa, noncurante di provvedimenti giudiziari e proteste, continua a calcolare nelle bollette dei contribuenti iglesienti anche il canone di depurazione. Se ne sono accorti i cittadini che, in questi giorni, si sono visti recapitare i bollettini relativi ai consumi dell'acqua. LA BEFFA Come se niente fosse accaduto, la società persiste nel conteggiare anche il costo per un servizio che non c'è. L'ennesima beffa che, ancora una volta, scatena la reazione indignata del Comitato acqua in città. «Considerato che dal 10 ottobre 2008 non è dovuta la quota relativa al servizio di depurazione - premette Remigio Cabras, uno dei responsabili dell'associazione - e solo per gli arretrati vale il provvedimento del Governo che concede agli enti gestori di rimborsare i cittadini anche a rate, chiediamo ad Abbanoa la riscrittura delle bollette». Quello del rappresentante dei cittadini è un invito perentorio: «Qualora non accolgano la nostra richiesta invitiamo i contribuenti a detrarre la quota di depurazione direttamente dall'importo dei consumi. Riteniamo - aggiunge Remigio Cabras - che quanto sta facendo il gestore unico sia scorretto dal punto di vista contrattuale. Consideriamo inoltre la legge 13 del 2009 (quella che prevede la rateizzazione) incostituzionale e pertanto il Comitato, d'intesa con le altre associazioni dei consumatori chiederà l'intervento del giudice di pace e della Corte Costituzionale». NIENTE TASSA Una vicenda che sembrava risolta con la sentenza pronunciata dai giudici della Corte a ottobre del 2008, nella quale si ribadiva il concetto secondo il quale il canone di depurazione non può configurarsi come una tassa. Si tratta, piuttosto, di un corrispettivo per un servizio che, quando non viene garantito come nel caso di Iglesias dove manca il depuratore, non deve essere pagato dai cittadini. Nei prossimi giorni sarà indetta un'assemblea pubblica. LE INFORMAZIONI Il Comitato mette anche a disposizione il numero 3479974433 e il sito internet www.remigiocabras.it dove vengono chiariti dubbi e si ripercorrono le tappe dell'annosa vicenda che sempre più assume i contorni di una beffa per le famiglie. Anche alla luce del recente provvedimento del Governo che concede agli enti gestori la possibilità di rateizzare i rimborsi (a partire da ottobre 2009) dovuti ai cittadini, ma stornando gli oneri per la progettazione degli impianti. CINZIA SIMBULA

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Tariffe acqua decimate dove non c'è depuratore Albenga, esempio limite (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

TAGLI ALLE BOLLETTEE ACQUEDOTTI IN CRISI Tariffe acqua decimate dove non c'è depuratore Albenga, esempio limite Albenga, priva di depuratore, divide con una parte del Tigullio la «maglia nera» simbolicamente assegnata dall'assessore all'ambiente della Regione, Franco Zunino, che ieri, in Consiglio, ha affrontato il problema delle tariffe per l'acqua che devono essere differenziate a seconda della situazione locale, ovvero se l'utenza può fruire di un depuratore o no. «In Liguria gli utenti non collegati oscillano tra il 14-15%, ma la quota si alza nel Ponente savonese per arrivare al picco di Albenga, dove la situazione è a rischio» ha detto Zunino. In Consiglio Zunino è stato chiamato in causa da un'interrogazione di Luigi Morgillo (Forza Italia) in cui chiedeva se la Regione avesse provveduto a un censimento degli utenti allacciati ai depuratori, dopo che la Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo far pagare nella bolletta dell'acqua il servizio di deprazione agli utenti delle zone senza impianti o con impianti inattivi. I gestori dei servizi di acque e fognature dovranno quindi rinunciare alla quota di quegli utenti che non sono ancora allacciati ai depuratori funzionanti, eventualmente rimborsando chi ha già pagato. Morgillo ha chiesto anche se sono stati predisposti eventuali ammortizzatori straordinari per poter far fronte alla grave situazione finanziaria che andrà a ricadere sui gestori del servizio idrico. «Con questa sentenza - ha risposto Zunino - si ridurranno i fondi disponibili: ciò può determinare o lo slittamento degli interventi o l'aumento delle tariffe». In quanto ai rimborsi, «saranno regolamentati da un decreto legislativo, in fase di varo». «Siamo al festival dello scaricabarile - ha replicato l'insoddisfatto Morgillo - Ci troviamo in una regione dove l'acqua è molto cara: mi aspettavo iniziative per evitare ulteriori rincari ed invece siamo alle solite, si demanda ad altri».

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Indebita percezione erogazioni, truffa aggravata, precisazioni (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 11-03-2009)

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Indebita percezione erogazioni, truffa aggravata, precisazioni Cassazione penale , sez. II, sentenza 11.12.2008 n° 45845 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Indebita percezione erogazioni ? truffa aggravata ? precisazioni [art. 316 ter e art. 640 bis c.p.] Con l'introduzione dell'art. 316 ter c.p. si è voluto perseguire anche la mera percezione sine titulo delle erogazioni, al di là delle modalità attraverso cui viene attuata la indebita percezione, in aderenza al carattere sussidiario e residuale che caratterizza detta norma rispetto all'art. 640 bis c.p.. (1-2) (1) Si veda Art. 640 c.p. annotato con la giurisprudenza. (2) Si veda anche Cassazione penale, SS.UU., sentenza 27.04.2007 n° 16568. (Fonte: Altalex Massimario 10/2009) SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II PENALE Sentenza 25 novembre - 11 dicembre 2008, n. 45845 Svolgimento Il P.M. presso il Tribunale di Varese ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza, in data 11.7.2007, con cui il GUP del Tribunale di Varese aveva assolto R.P.M.I. dai reati di cui all'art. 61 c.p., n. 2, art. 495 c.p.; art. 640 c.p., comma 2, n. 1 perchè il fatto non è previsto dalla legge come reato e chiedeva l'annullamento della sentenza impugnata per i seguenti motivi: mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione in ordine alla sussistenza di un elemento di fatto decisivo per la decisione (asserita esibizione di un documento di identità attestante la diversa nazionalità dell'imputato) nonchè in ordine alla asserita grossolanità del falso ed alla ritenuta insussistenza dell'elemento oggettivo e soggettivo del reato di truffa. Con detta sentenza il GUP aveva assolto l'imputata (per aver percepito indebitamente un contributo di Euro 1.000,00, previsto dalla L. 23 dicembre 2005, n. 266, art. 1, commi 331, 332 e 333, attestando falsamente, mediante autocertificazione relativa al possesso dei relativi requisiti, di essere cittadino italiano o di altro paese dell'Unione Europea). In particolare era contestato all'imputata il reato (capo a) di cui all'art. 495 c.p. perchè con dichiarazione sostitutiva di certificazione, al fine di realizzare il delitto di truffa, affermava falsamente di possedere la qualità personale della cittadinanza italiana e comunque di altro paese dell'Unione Europea; ciò mediante dichiarazione mendace presentata all'Ufficio postale di ****, dichiarazione correlata alla contestazione (di cui al capo b) del reato di cui all'art. 640 c.p., comma 2 perchè, con artifizi e raggiri consistiti nel dichiarare la falsa qualità personale della cittadinanza di cui al capo a), induceva in errore il Ministero dell'Economia e delle Finanze sul possesso dei requisiti previsti dalla L. cit. ed otteneva l'erogazione dell'ufficio postale di **** della somma di Euro 1.000,00 per la nascita del proprio figlio, così procurandosi l'ingiusto profitto con corrispettivo altrui danno, non avendone diritto perchè cittadina ****. La pronuncia di assoluzione era fondata sul fatto che l'imputata aveva accompagnato la falsa dichiarazione di nazionalità italiana con l'esibizione del proprio documento di identità, attestante una diversa nazionalità, circostanza che avrebbe connotato il fatto contestato di evidente grossolanità e che avrebbe escluso, quindi, la sussistenza dell'elemento oggettivo e soggettivo del reato di truffa. A parere del P.M. ricorrente non era dimostrata l'asserita esibizione di detto documento d'identità nè erano stati indicati gli elementi specifici da cui desumere il difetto dell'elemento psicologico della truffa, posto che i motivi giustificativi erano stati enunciati in maniera solo ipotetica e contrastavano comunque con il chiaro contenuto della falsa autocertificazione; sussisteva, inoltre, il vizio di inosservanza o erronea applicazione della legge penale relativamente alla esclusione dei reati contestati ed, in particolare, del reato di cui all'art. 495 c.p., nell'ipotesi di riconducibilità del fatto all'ipotesi di cui all'art. 316 ter c.p.; la sentenza impugnata aveva ritenuto configurabile nella condotta contestata l'ipotesi di cui all'art. 316 ter c.p. (indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato), in esso assorbito il reato di cui all'art. 495 c.p., per il rapporto di specialità fra tali norme ed aveva, di conseguenza, escluso la sussistenza dell'elemento oggettivo del reato di truffa e di quello di cui all'art. 316 ter c.p., in difetto del superamento dei limiti quantitativi della somma percepita senza considerare, però, che il mendacio ed il silenzio assumono connotazioni artificiose o di raggiro in relazione al reato di truffa e che doveva ritenersi integrato almeno il reato di cui all'art. 495 c.p., a fronte del mancato raggiungimento della soglia quantitativa prevista dall'art. 316 ter c.p., comma 2, secondo la giurisprudenza della S.C.. Motivi Il ricorso è fondato. Come di recente evidenziato con sentenza delle S.U. (Cass. n. 16568/2007), il legislatore, allorchè ha inserito nel codice penale l'art. 316 ter c.p., L. n. 300 del 2000, ex art. 4, ha voluto estendere la punibilità a condotte truffaldine non incluse nella fattispecie di truffa. La possibile diversità delle fattispecie di truffa rispetto a quella introdotta nel 2000 con l'art. 316 ter c.p., è stata pure riconosciuta dalla Corte Costituzionale, sia pure affidando all'interprete il compito di verificare la configurabilità del delitto di truffa ovvero di quello residuale previsto dall'art. 316 ter c.p. (Corte cost. n. 25/94; n. 95/2004). In conformità a detto intento del legislatore di espandere la responsabilità per le condotte consumate in danno dello Stato e dell'Unione europea, l'ambito di applicabilità dell'art. 316 ter c.p. è rapportabile a situazioni del tutto marginali, come quelle del silenzio antidoveroso e della condotta inidonea ad indurre in errore l'autore della disposizione patrimoniale. In conclusione con l'introduzione dell'art. 316 ter c.p. si è voluto perseguire anche la mera percezione sine titulo delle erogazioni, al di là delle modalità attraverso cui viene attuata la indebita percezione, in aderenza al carattere sussidiario e residuale che caratterizza detta norma rispetto all'art. 640 bis c.p.. Va rilevato poi che, nella specie, il procedimento di erogazione della pubblica sovvenzione si fonda sulla mera dichiarazione del soggetto interessato essendo riservate ad una fase successiva le opportune verifiche nel senso che l'erogazione era conseguita alla mera presentazione di una dichiarazione (nel caso di specie mendace) in forza del carattere fidefaciente dell'autocertificazione e del conseguente affidamento, su di essa fondata, da parte dei relativi destinatari. Peraltro l'autocertificazione riguardava anche lo stato di cittadinanza e tale requisito, richiesto per poter beneficiare del "bonus" per i neonati, era di agevole percezione in quanto chiaramente indicato nel modulo sottoscritto dai richiedenti il bonus stesso. Nè può attribuirsi rilievo scriminante, in relazione alla configurabilità del falso grossolano, al fatto che l'imputato presentò all'ufficio postale il proprio documento d'identità, posto che l'esibizione di tale documento era diretto ad identificare il percettore e non la sua cittadinanza ed era comunque preordinata ad adempimenti amministrativi estranei al controllo di legittimità della elargizione in questione. Sotto tale profilo la motivazione del GUP, in punto di grossolanità del falso e di induzione in errore, è carente ed illogica. Alla stregua di quanto osservato la sentenza impugnata deve essere annullata e gli atti devono essere trasmessi al Tribunale di Varese per l'ulteriore corso. P.Q.M. annulla l'impugnata sentenza con rinvio al Tribunale di Varese per l'ulteriore corso. Così deciso in Roma, il 25 novembre 2008. Depositato in Cancelleria il 11 dicembre 2008. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Analysts share 2 ideas to help save industry (sezione: Giustizia)

( da "Usa Today" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Analysts share 2 ideas to help save industry Experts advocate vouchers to car buyers or a federal assurance plan By James R. Healey USA TODAY Two auto analysts suggest that spending some government auto aid money for direct-to-consumer incentives could boost sales and benefit the whole industry. They say the government could provide discount vouchers for new car buyers, as is successfully being done in Europe, or could underwrite the costs of a federal version of South Korean automaker Hyundai's successful Assurance Plan. The key benefit of either plan: "The government fund would support the entire industry, allowing customers to buy what they want," says Itay Michaeli, auto analyst at Citi Investment Research. It would also be cost-effective, he says. A federal program similar to Hyundai's incentive would tap what could be pent-up demand for new cars among buyers numbering in the millions for $5 billion or less, he says. General Motors and Chrysler are surviving on $17.4 billion in federal loans, and an Obama administration task force is weighing whether they will get $21.6 billion more they're seeking. Under the Hyundai plan, you can return the car if you lose your income because you're laid off or for other specified reasons. Hyundai will cancel the loan, even if you owe more than the car's worth, and won't put a black mark in your credit file. It also, currently, will forgive three payments while you look for work before the car has to come back. "We eat the negative equity, up to $7,500, which covers most of our business," says Dave Zuchowski, vice president of sale for Hyundai Motor America. He says Hyundai buys insurance on each car sold to cover possible losses. Michaeli suggests a government program cover negative equity up to $10,000. The other plan, usually called scrappage, provides government discounts for new car buyers if they trade in old cars to be scrapped. It is currently being done in several European nations, and its value is seen as not only improving car sales ? helping automakers, dealers, parts suppliers and lenders ? but also retiring older vehicles that pollute more, use more fuel and are less safe. Such a plan "could turn the (U.S.) auto industry around in a year," says Joseph Barker, sales forecaster at consultant CSM Worldwide. "It would have an immediate, stimulating effect on auto sales." CSM figures new vehicle sales in the European countries with such plans will be 400,000 more this year than they'd be without the incentives. Barker says a scrappage plan discussed but not included in the U.S. stimulus bill would have given discounts up to $4,500. "On top of incentives by automakers, that (would be) powerful" and could boost sales by a million in the second half of this year, and 1.5 million to 3 million next year, he says. Auto sales this year are running at an annualized pace of less than 9.5 million. Automakers need 9.5 million or 10 million just to survive, says Stephanie Brinley, analyst at consultant AutoPacific. Barker thinks a Hyundai-style plan could help, too, but not as much or as fast. The only direct-to-consumer help in the U.S., part of the stimulus bill, lets new vehicle buyers deduct the state sales tax on the purchases next year when they file their 2009 federal taxes. That's worthless in states that have no sales tax ? such as Delaware, Oregon and New Hampshire ? and worth no more than a few hundred dollars elsewhere. White House representatives did not answer e-mail requests for comment on the proposals.

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Abu Omar e segreto di stato La Consulta oggi decide (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 11-03-2009 Abu Omar e segreto di stato La Consulta oggi decide ROMA. Si riuniranno oggi in camera di consiglio i giudici della Corte Costituzionale chiamati a sciogliere il nodo del segreto di stato in relazione al rapimento dell'imam Abu Omar. Cinque i ricorsi presentati e su cui ieri è stata aperta la discussione nel corso dell'udienza svoltasi a porte chiuse e durata tre ore. Ci sono quelli della Procura di Milano, del giudice dell'udienza preliminare davanti al quale si sta celebrando il processo a carico di Nicolò Pollari e di altri 34 indagati (26 sono agenti della Cia), ma anche quelli della presidenze del consiglio (prima di Prodi e poi di Berlusconi). Secondo i magistrati di Milano la Consulta deve dichiarare che il segreto di stato non può impedire l'acquisizione delle prove in relazione al rapimento dell'imam da parte della Cia e del Sismi. La Presidenza del Consiglio, invece, sostiene che i rapporti con gli americani sono segreti e quindi non possono in alcun modo e in nessun caso essere svelati. In aula anche il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, titolare dell'inchiesta, e il collega Ferdinando Pomarici, che hanno i faldoni con 275 documenti a supporto della tesi difensiva della Procura rappresentata dal professor Alessandro Pace.

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De Magistris: siamo in piena P2 Non escludo un futuro in politica (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 11-03-2009 De Magistris: siamo in piena P2 Non escludo un futuro in politica DA ROMA U n futuro (imminente?) in politica per Luigi De Magistris. È lo stesso ex-pm di Catanzaro, oggi giudice a Napoli dopo il trasferimento deciso dal Csm, a «non escludere » la prospettiva, in un'intervista concessa a Klaus Davi per la rubrica Klauscondicio su internet. Fino a un anno fa, sottolinea De Magistris, per lui non esisteva che la magistratura, ma dopo l'avocazione delle inchieste Why not? e Poseidone e il putiferio politico-giudiziario che ne è conseguito non esclude altre avventure. «Non sono il nuovo Di Pietro», assicura, ma non spiega quali sarebbero le differenze tra lui e l'ex-collega, 'terrore' dei partiti poi divenuto fondatore e leader di un partito. Le tesi dei due, per altro, non si differenziano troppo. Secondo De Magistris, infatti, «siamo in piena P2 sotto alcuni profili, come il controllo della magistratura; per il 60/70% il piano di Rinascita democratica è stato già applicato, anzi lo stanno migliorando nella loro ottica, lo stanno rendendo contemporaneo». Loro chi? Le decine e decine di giudici, politici, militari, agenti segreti messi sotto controllo, tramite i tabulati telefonici, dal suo discusso consulente Gioacchino Genchi, la cui attività ha profondamente preoccupato il Copasir (Comitato per la sicurezza della Repubblica) presieduto dal senatore del Pd Francesco Rutelli? Macché, il caso Genchi «è una grande bufala», ribatte De Magistris, garantendo di «non avere assolutamente paura di Rutelli» e «prendendo atto che non si vuole far emergere la verità». Per sapere quale verità basterà attendere: «Il mio diario diventerà un libro», annuncia il magistrato. L'ex pm di Catanzaro: «Non sono il nuovo Di Pietro. E il mio diario diventerà un libro»

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VEDI (ABU) OMAR QUANT'È BRUTTO D-DAY PER POLLARI: OGGI LA CONSULTA SULLO SCONTRO TRA GOVERNO E TOGHE SUL SEGRETO DI STATO OIL FOR FOOD, CONDANNATO L'UOMO DI FORMIGONI. IL PRESI (sezione: Giustizia)

( da "Dagospia.com" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

HomePage | Segnala articolo --> VEDI (ABU) OMAR QUANT?è BRUTTO ? D-DAY PER POLLARI: OGGI LA CONSULTA SULLO SCONTRO TRA GOVERNO E TOGHE SUL SEGRETO DI STATO ? OIL FOR FOOD, CONDANNATO L?UOMO DI FORMIGONI. IL PRESIDENTE MAI INDAGATO MA GLI IRACHENI GLI ASSEGNAVANO 24 MLN DI BARILI? 1 - Abu Omar, alla Consulta scontro fra Governo e toghe di Milano... Donatella Stasio per "Il Sole 24 Ore" Ore decisive per la sorte del processo sul sequestro di Abu Omar e sul ruolo che ebbero i più alti dirigenti del Sismi - a cominciare dall'ex direttore Niccolò Pollari - nella preparazione del rapimento (eseguito il 17 febbraio 2003), una delle tante extraordinary rendition organizzate dalla Cia dopo l'11 settembre. Roberto Formigoni Ieri, davanti alla Corte costituzionale, il Governo e la magistratura di Milano si sono dati battaglia per circa quattro ore sul segreto di Stato, piombato come un macigno sulla vicenda giudiziaria solo quando le indagini erano già concluse (luglio 2006) per coprire documenti, intercettazioni, accordi internazionali sul terrorismo, «ancorché in qualche modo collegati o collegabili» al sequestro. Un muro alzato, mattone dopo mattone, prima dal Governo Prodi e poi da quello Berlusconi, sebbene il Consiglio d'Europa abbia a più riprese invitato i Governi a non ostacolare le indagini con il segreto di Stato, coprendo gravi violazioni dei diritti umani, come quelle consumate con le extraordinary rendition. Cominciato a Milano a giugno 2007, il processo a Pollari e agli altri 26 imputati del sequestro (quasi tutti 007 italiani e americani, questi ultimi latitanti) è giunto a un passo dalla conclusione. Sempre che il 18 marzo possa rimettersi in moto. Dipenderà, appunto, dal verdetto della Consulta, atteso per oggi. La questione è delicata, ma sono trascorsi ormai molti mesi (quasi un anno) da quando è stata "istruita" dai giudici costituzionali. La Corte è chiamata a definire i confini del segreto di Stato in una vicenda (il sequestro di una persona, ancorché sospettata di terrorismo, trasferita in Egitto, imprigionata e torturata) che per la magistratura milanese è «eversiva dell'ordine costituzionale» e, come tale, è "indifferente" al segreto di Stato. Nicolo Pollari Una tesi ribadita ieri da Alessandro Pace, presidente dei costituzionalisti italiani, nonché avvocato della Procura di Milano ( era presente, ma silente, anche il Procuratore aggiunto Armando Spataro). L'udienza si è svolta a porte chiuse e, dopo la relazione del giudice Alfonso Quaranta, hanno preso la parola gli avvocati. Il conflitto tra poteri nasce da tre ricorsi della Presidenza del Consiglio (contro la Procura, il Giudice che ha disposto il rinvio a giudizio e il giudice del Tribunale di fronte al quale è in corso il dibattimento) e da due successivi ricorsi della Procura e del Tribunale contro i Governi in carica. L'Avvocato dello Stato Francesco Caramazza ha accusato i magistrati, in particolare, di aver violato il segreto di Stato con intercettazioni telefoniche «a strascico», su 185 telefoni di agenti segreti. Ma ha insistito soprattutto sulla natura «politica» del segreto, «adottato nel superiore interesse della sicurezza del Paese», che come tale «limita» il potere giudiziario. Federico Sorrentino, avvocato di Oscar Magi, giudice del Tribunale, ha obiettato la natura «amministrativa» del segreto, che deve essere «sottoposto alla legge», «motivato», e avere «confini» ben precisi, mentre quello opposto dal Governo è stato sempre «generico». Pace ha smentito intercettazioni «a tappeto»: sono state solo 15 su 8 agenti del Sismi, tutti indagati. Ha poi ricordato che la legge - anche la recente riforma dei Servizi - non vieta di intercettare i telefoni di agenti segreti. Oggi la Corte metterà finalmente un punto fermo. Sempre che non decida di prendersi altro tempo. 2 - Oil for Food, condannato collaboratore di Formigoni... Claudio Gatti per "Il Sole 24 Ore" Abu Omar Due anni di reclusione, con sospensione della pena, e confisca di un milione di euro, prezzo e provento della corruzione. È stato questo il verdetto con cui il Tribunale di Milano ha concluso il procedimento di primo grado sulla vicenda dei pagamenti fatti a funzionari iracheni in cambio di contratti di petrolio. Condannati Marco Mazarino De Petro - all'epoca dei fatti rappresentante in Iraq del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni - Andrea Catanese e Paolo Lucarno, rispettivamente socio e funzionario della società di combustibili Cogep. L'inchiesta era partita nel 2005, dopo lo scoppio dello scandalo Oil for Food, quando si venne a sapere che Saddam Hussein aveva per anni offerto sconti sul prezzo del petrolio a politici e opinion makers di tutto il mondo che sostenevano la sua richiesta di revoca dell'embargo. Formigoni non è mai stato neppure iscritto al registro degli indagati, ma negli elenchi iracheni gli risultavano assegnati 24 milioni di barili attraverso la Cogep. Il team di polizia giudiziaria del Pm Alfredo Robledo è riuscito a ricostruire sia il percorso dei proventi della vendita dei "buoni" assegnati a Cogep che quello di circa 800.000 dollari in "retropagamenti" fatti da Cogep alla società petrolifera irachena. La difesa aveva sostenuto che quei pagamenti costituivano una "sovrattassa" necessaria per acquistare il petrolio iracheno. Ma il tribunale ha dato ragione al Pm Robledo quando ha sostenuto che violavano la normativa contro la corruzione internazionale. È la prima volta in Italia che una sentenza dibattimentale applica questa norma, diretta emanazione nel nostro codice penale dei principi sanciti dalla convenzione internazionale contro la corruzione. [11-03-2009]

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Turchia/ Dopo velo dagli atenei potrebbe essere bandita la (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Istanbul, 11 mar. (Apcom-Nuova Europa) - Non c'è pace per le università turche e chi le frequenta. Dopo la legge sulle liberalizzazione del velo islamico, bocciata dalla Corte Costituzionale - che ha messo a ferro e fuoco il Paese per mesi - adesso potrebbe arrivare un provvedimento contro barba e baffi. A dirlo è il quotidiano Sabah, secondo cui lo Yok, l'Isituto per l'istruzione universitaria, avrebbe varato una bozza per regole disciplinari che dovranno adottare i docenti. A onor del vero sembra che un regolamento del genere sia già in vigore ma che nessuno lo osservi. Di qui la necessità di una normativa. Così i docenti rischiano di dover andare in università con la barba rasata di fresco ogni giorno e con la cravatta d'ordinanza. Naturalmente le reazioni non si sono fatte attendere e adesso l'istituzione cerca una mediazione. Eser Karakas, professore di economia all'università di Bahcesehir, che porta la barba, ha definito "non ragionevole" costringere i docenti a vestire tutti nello stesso modo. Malumore anche nella capitale dove alla Facoltà di Economia dell'Università di Ankara, dove i docenti hanno detto che in nessun altro Paese al mondo si pensa a un provvedimento del genere. "Certe regole - ha detto Aslan Sonat, docente in facoltà - andavano bene al tempo dei militari. Non si dovrebbero nemmeno discutere cose del genere".

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Caso Messineo davanti al Csm (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Le parentele Caso Messineo davanti al Csm Castelvetrano. Manifestazione di protesta nel centro per immigrati "La Locanda", di contrada Latomie a Selimunte. Una quindicina di nigeriani nel lamentare il ritardo con cui verrebbe esaminata la loro domanda di richiesta di riconoscimento di rifugiati politici hanno minacciato di suicidarsi o di fare lo sciopero della fame. Sono intervenuti i carabinieri che al termine di una trattativa sono riusciti a far rientrare la protesta. Quando i militari sono andati via la protesta si è riaccesa ed è stato necessario un secondo intervento.

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<L'acqua non va privatizzata> (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Un ddl di Laccoto del Pd «L'acqua non va privatizzata» Palermo. Finisce davanti al Consiglio superiore della magistratura il caso delle parentele «pesanti» del procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo. Oggi la Prima Commissione del Csm ascolterà, infatti, il procuratore generale di Palermo, Luigi Croce, sulla vicenda ? pubblicata da alcuni quotidiani ? sul presunto coinvolgimento in un'indagine antimafia dell'imprenditore Sergio Sacco, cognato di Messineo, il cui fratello, Giovanni, è processato, tra l'altro, per truffa aggravata e continuata. Croce ha già inviato una nota al vice presidente Nicola Mancino, rilevando «l'improvvisa attenzione mediatica» e sottolineando la solidarietà espressa dai pm palermitani a Messineo. L'audizione mira ad accertare se ci sono o meno nuove indagini a carico di Sacco. Giorgio Petta

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<Acqua: restituiteci i soldi>Militello. (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

«Acqua: restituiteci i soldi»Militello. Petizione su un servizio di depurazione mai erogato Una petizione per chiedere la liquidazione dei canoni di depurazione delle acque, un'azione di «messa in mora» dell'amministrazione municipale: l'iniziativa è stata assunta dal circolo militellese di Rifondazione, che ha deciso di rivendicare, con il supporto di centinaia di contribuenti, la restituzione dei tributi versati al Comune per oltre un decennio. Con l'applicazione degli oneri del depuratore, secondo il direttivo di Rifondazione -l 'Ente locale avrebbe incassato un importo complessivo di circa 1 milione di euro. Il prelievo è stato ritenuto illegittimo dalla sentenza n. 335/2008 della Corte costituzionale, non essendo stato (di fatto) erogato il servizio di depurazione delle acque reflue. Secondo il segretario di Rc, Giovanni Scirè Ingastone «dalla petizione popolare arriverà un messaggio forte e chiaro sulle aspettative dell'utenza di Militello. La Giunta dovrà a questo punto dare una risposta ufficiale sull'eventuale avvio delle procedure di rimborso». Altri interventi sono giunti, nel corso di una riunione, da Vito Cataldo ("All'utenza serve almeno un segnale di buona volontà"), Pippo Fagone ("Occorre riprendere il dialogo con le parti sociali") e Santi Falcone ("Le sensibilità della gente sono alte"). Raccolte di firme e dibattiti proseguiranno pure nei prossimi giorni. Sull'argomento «non sono state escluse attenzioni da parte dell'amministrazione, che ha avviato una ricognizione finanziaria. Dovranno essere rispettati, comunque, i vincoli del prossimo bilancio, le cui previsioni di spesa sono in fase avanzata di esame». Lucio Gambera

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ROMA. UNA VICENDA DI ENORME RILIEVO PER LE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE E SULLA QUALE ... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma. Una vicenda di «enorme rilievo per le istituzioni democratiche» e sulla quale «servono interventi immediati». Francesco Rutelli presenta al Senato la relazione del Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, sulla bufera sollevata dall'archivio messo insieme da Gioacchino Genchi, consulente dell'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, nelle indagini Why Not e Poseidone. Tra i 14 e i 18 milioni di righe di traffico telefonico, dati di 13 parlamentari, ministri e sottosegretari, utenze di 14 numeri riferiti alla presidenza della Repubblica e di 52 al Csm. E ancora il procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso «seguito» attraverso tracce dei tabulati per 24 mesi e il capo del Sismi Niccolò Pollari per 20. «Incarichi professionali retribuiti, a beneficio di una società privata controllata da Genchi - spiega Rutelli - che ha fatturato milioni di euro». «Mai più» è il coro dei senatori, guidati dal presidente del Senato Renato Schifani. E, alla fine, il ministro della Giustizia Angelino Alfano annuncia la decisione del governo di varare una legge a tutela degli 007, che conterrà «importanti modifiche all'art. 270 del codice di procedura penale, idonee a dare maggiori garanzie agli apparati di sicurezza dello Stato». Con la proposta di legge, spiega Alfano, «verrà affidata al procuratore della Repubblica la facoltà di disporre le intercettazioni o di acquisire dati su tabulati telefonici relativi ai servizi segreti di sicurezza». E «sarà cura del procuratore disporre la secretazione della documentazione acquisita da inviare al presidente del Consiglio per la verifica che non contenga dati sensibili per la sicurezza dello Stato». E il Senato è stato anche teatro di uno scontro verbale tra Rutelli e il senatore dell'Idv Luigi Li Gotti. Il battibecco è stato acceso dal parlamentare dipietrista che ha parlato dell'indiscrezione sulla presenza di Rutelli nell'archivio Genchi. Ma Rutelli ha reagito con toni duri.

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I medici in rivolta: obbligati a denunciare i clandestini (sezione: Giustizia)

( da "Stampaweb, La" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA Non arriveranno a scioperare (almeno sperano non ce ne sia bisogno) ma useranno tutti gli strumenti legali: fino «alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale». È questa la posizione delle diverse sigle sindacali dei medici (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl), nel caso in cui dovesse passare la norma sull?obbligatorietà di denunciare gli immigrati clandestini, emersa nel corso di una conferenza stampa, oggi a Roma. I sindacati dei medici si oppongono al disegno di legge sulla sicurezza (passato al Senato, ora all?esame della Camera): in particolare, all?approvazione di un emendamento della Lega nord con cui è stato abrogato il divieto di denuncia di immigrati clandestini all?autorità giudiziaria. Così stando le cose, dicono i sindacati, il medico di enti pubblici e convenzionati con il Servizio sanitario nazionale è «obbligato a denunciare» all?autorità giudiziaria. I rischi sono diversi: operare senza tranquillità dovendo ogni volta scegliere tra seguire il codice deontologico o la legge, la nascita di una sanità parallela (ambulatori clandestini) e il pericolo di un accesso in ritardo in ambulatorio cosa che preoccupa per la salute pubblica e che comporterebbe il ritorno di malattie scomparse (come focolai di tubercolosi, già 4.400 casi nel 2005), un aumento dei costi per curare malattie che normalmente costerebbero meno (il Ssn spende lo 0, 5% per immigrati), e nondimeno un?ulteriore ricaduta sull?organizzazione del lavoro (perdita di almeno un?ora e mezza per una denuncia). L?appello del segretario nazionale dell?Anaao assomed (l? associazione dei medici dirigenti), Carlo Lusenti, è rivolto al Parlamento affinchè cambi questo dispositivo che è «soltanto inutile, anzi controproducente».

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MADRID Il giudice Garzon sotto inchiesta per i compensi in Usa Il tribunale supremo ... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 11 Marzo 2009, MADRID Il giudice Garzon sotto inchiesta per i compensi in Usa Il tribunale supremo di Madrid ha trasmesso al Consiglio superiore del potere giudiziario (Cspj, il Csm spagnolo) una documentazione su compensi ricevuti dal giudice Baltasar Garzon durante un soggiorno negli Usa nel 2005 affinché verifichi se il magistrato li ha dichiarati come prevede la legge: lo riferisce la stampa spagnola. La somma sulla quale il Cspj è invitato a fare accertamenti è secondo il quotidiano El Mundo di 203mila dollari.

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Ecco Castagnole e Virtus Csm, semifinali Provincia (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Ecco Castagnole e Virtus Csm, semifinali Provincia Mercoledì 11 Marzo 2009, (m.m.) Turno infrasettimanale con le coppe dei dilettanti, in programma le semifinali del trofeo Veneto di Prima, i quarti di Seconda e semifinali della Coppa Provincia di Terza. PRIMA - Gara di ritorno, alle 20,30 a Castagnole, della semifinale del trofeo Veneto di Prima con i locali chiamati a ribaltare la sconfitta per 2-0 dell'andata subita dall'Eclisse La Loggia, arbitra Nube di Mestre. L'altra semifinale è Raldon-Campodarsego (1-1, arbitro Caberlotto di Castelfranco). SECONDA - Si recupera alle 20,30 il ritorno dei quarti del trofeo di Seconda con la Virtus Csm Farra impegnata a S. Ambrogio di Trebaseleghe contro l'Ambrosiana che all'andata ha vinto 1-0. TERZA - Gare di andata, alle 20,30, delle semifinali della 20. "Coppa Provincia di Treviso, memorial Lidio Carniato" di Terza: San Gaetano-Suseganese e Follinese Doc Mobili-C.S.M. Resana (a Refrontolo). Ritorno il 25 marzo. RAPPRESENTATIVE - Gli impegni delle rappresentative. Provinciali: alle 14,30 a Oderzo (stadio Opitergium) in campo quella Giovanissimi, alle 19 a Silea (stadio Cendon) la Juniores (Prima, Seconda e Terza). Regionali: alle 14 a Favaro selezione Allievi, alle 15 a Isola Vicentina la Juniores regionale affronta il Vicenza Primavera; i trevigiani convocati Merotto (Moriago) Cittadini (Lia Piave), Bettiol (Opitergina), Facchin (Vedelago). Domani alle 14,30 a Salvatronda selezione della Femminile Under 15.

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Clandestini, no dai medici "Questa legge ci obbliga a denunciare gli stranieri" (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 60 del 2009-03-11 pagina 0 Clandestini, no dai medici "Questa legge ci obbliga a denunciare gli stranieri" di Redazione Le sigle sindacali dei camici bianchi protestano contro il dl sicurezza: "Il parlamento non ci ripensi. Non avrà effetti positivi né sull'ordine pubblico né sulla spesa sanitaria". Pronto il ricorso alla Corte Ue Roma - E' muro contro muro tra medici e maggioranza sulla norma che preved la denuncia dei pazienti clandestini. La nuova condanna del testo, già votato alla Camera e ora in discussione al Senato, arriva dalle sigle sindacali dei medici. I sindacati hanno voluto rivolgere un appello al parlamento affinché "venga corretta questa norma" che a loro avviso "non produrrà effetti positivi sia nell?ambito dell?ordine pubblico sia nel campo della spesa sanitaria". No dei medici "Adesso basta" affermano in una dura nota nove sigle sindacali. "Prima l?offesa inqualificabile - denunciano - di essere macellai o nella migliore delle ipotesi, fannulloni. Poi gli attacchi diretti alla professione contenuti nella manovra economica e nella legge Brunetta sul pubblico impiego. E ora l?attacco alla nostra stessa dignità e deontologia professionale che si vorrebbero mortificare, sancendo l?obbligo di denunciare i clandestini che si dovessero rivolgere a noi per essere assistiti". A firmare il documento sono Anao-Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi, Fp-Cgil-Medici, Fvm, Federazione Cisl Medici, Fassid, Fesmed e Federazione Medici Uil Fpl. Le proteste "Questa norma non serve a nulla - ha detto Carlo Lusenti, segretario nazionale dell?Anaao Assomed - non serve al controllo dell?ordine pubblico, che invece è bene che sia garantito da altri soggetti e non dai medici, e non aiuterebbe la spesa sanitaria anche perché gli immigrati clandestini si rivolgerebbero agli ospedali non ai primi sintomi della malattia, ma in uno stato già avanzato quindi con costi più alti. Un provvedimento inutile e paradossalmente che potrebbe produrre effetti inversi a quelli voluti. Al momento non facciamo scioperi ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte le possibilità che ci sono messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla Corte Costituzionale e alla Corte europea". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Immigrati, i medici in rivolta (sezione: Giustizia)

( da "Affari Italiani (Online)" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Cronache Immigrati/ I medici in rivolta: "La norma ci obbliga a denunciarli" Mercoledí 11.03.2009 15:42 Ferma contrarietà alla norma inserita nel decreto sicurezza, attualmente all'esame della Camera, che prevede l'obbligatorietà per i medici di denunciare l'immigrato clandestino è stata espressa dalle sigle sindacali dei medici riunitesi questa mattina a Roma. I sindacati hanno voluto rivolgere un appello al Parlamento affinchè "venga corretta questa norma" che a loro avviso "non produrrà effetti positivi sia nell'ambito dell'ordine pubblico sia nel campo della spesa sanitaria". "Questa norma non serve a nulla - ha detto Carlo Lusenti, segretario nazionale dell'Anaao Assomed - non serve al controllo dell'ordine pubblico, che invece è bene che sia garantito da altri soggetti e non dai medici, e non aiuterebbe la spesa sanitaria anche perché gli immigrati clandestini si rivolgerebbero agli ospedali non ai primi sintomi della malattia ma in uno stato già avanzato quindi con costi più eccessivi. Un provvedimento inutile e paradossalmente che potrebbe produrre effetti inversi a quelli voluti. Al momento non facciamo scioperi ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte le possibilità che ci sono messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla Corte Costituzionale e alla Corte europea". tags: immigrati medici rivolta

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Antonio Pizzi diventa procuratore generale a Bari (sezione: Giustizia)

( da "Varesenews" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Busto Arsizio - La popolarità del magistrato si deve al processo contro la setta satanica delle "Bestie di satana Antonio Pizzi diventa procuratore generale a Bari L'ex procuratore capo di Busto Arsizio, Antonio Pizzi, è stato nominato dal Csm procuratore generale e Bari. Pizzi, che ha avuto la meglio sull'avvocato generale di Bari Francesco Saverio Nunziante, ha cominciato la carriera come giudice a Milano nel 1969; ha guidato diversi la procura di Busto Arsizio, e dal 2005 è procuratore a Monza. Nella sua ventennale esperienza di giudice istruttore presso il Tribunale di Milano si è occupato di importanti procedimenti, a cominciare da quelli in materia di bancarotta fraudolenta ain relazione al dissesto del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, procedimento che coinvolgeva oltre 50 imputati. La popolarità del magistrato si deve tuttavia al processo contro la setta satanica delle "Bestie di satana", che fu condotto in aula insieme al sostituto procuratore Tiziano Masini, oggi magistrato alla procura di Varese. In quella occasione, i due magistrati riuscirono a far giudicare e condannare tutti gli appartenenti al gruppo. Fu anche l'improvvisa attenzione mediatica sul processo che permise al grande pubblico di conoscere il magistrato, normalmente schivo e riservato. Originario del Molise, figlio di un maresciallo dei carabineri, quella di Antonio Pizzi è stata una carriera tutta dedicata alle indagini. A Busto Arsizio ha lasciato un profondo ricordo per la disponibilità verso i colleghi e i giornalisti. Mercoledi 11 Marzo 2009 R.R.

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I medici contro il dl sicurezza "Obbligati a denunciare i clandestini" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica.it" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA - Non sarà una "possibilità" per i medici che lavorano nelle strutture del Servizio Sanitario Nazionale quella di denunciare l'immigrato clandestino che si rivolge a loro ma piuttosto un "obbligo". Così la pensano le principali sigle sindacali dei camici bianchi italiani che operano all'interno di strutture pubbliche e che a distanza di poche settimane tornano a fare muro intorno all'emendamento contenuto nel Ddl sulla sicurezza (passato al Senato, ora all'esame della Camera) che di fatto abroga il comma 5 dell'articolo 35 del decreto 25-7-1998 "secondo cui l'accesso alle strutture sanitarie da parte di uno straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità". "Se dovesse passare l'emendamento", spiega Massimo Cozza, segretario nazionale della Cgil Medici, "di fatto noi medici che lavoriamo nel servizio pubblico saremmo obbligati a denunciare l'immigrato clandestino. I nostri uffici giuridici hanno studiato a fondo l'emendamento e anche il Ddl sulla sicurezza. I medici del Ssn, o che lavorano per enti convenzionati, rivestono la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, quindi se l'immigrazione clandestina è reato, ed è perseguibile d'ufficio, ogni funzionario è obbligato, se ne ha notizia, a denunciare il clandestino altrimenti sarebbe lui stesso perseguibile penalmente". Anaoo Assomed, Cimo Asmd, Aaroi, Fp Cgil medici, Fvm, Federazionee Cisl medici, Fassid, Fesmed e Federazione medici Uil Fpl, tornano all'attacco e chiedono chiedono quindi al Parlamento "di non approvare l'emendamento che creerà non pochi problemi anche di tipo pratico in tutti gli ospedali italiani". E, seppur non arriveranno a scioperare useranno tutti gli strumenti legali: fino "alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale", dicono all'unisono. OAS_RICH('Middle'); (11 marzo 2009

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Immigrati, i medici in rivolta: <Non siamo spie né macellai> (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

la protesta contro l'emendamento della lega nord Immigrati, i medici in rivolta : «Non siamo spie né macellai» I sindacati: «La norma che toglie il divieto alla segnalazione dei clandestini è controproducente» Clandestini soccorsi in ospedale (Ansa) ROMA - Sperano di non dover arrivare allo sciopero. Ma sono pronti a usare tutti gli strumenti legali: fino «alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale». È questa la posizione delle diverse sigle sindacali dei medici (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl), nel caso in cui dovesse passare la norma sulla possibilità di denunciare gli immigrati clandestini, emersa nel corso di una conferenza stampa, a Roma. «Non siamo spie, bisogna bloccare subito l'emendamento della Lega Nord (al ddl sicurezza, ndr) che elimina il principio di non segnalazione degli immigrati clandestini da parte degli operatori del Ssn. Se diventa legge, il camice bianco avrà l'obbligo, e non la possibilità, di segnalare un clandestino che si rivolge per le cure a una struttura sanitaria pubblica, in quanto pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio». L'EMENDAMENTO - I rischi sono diversi: operare senza tranquillità dovendo ogni volta scegliere tra seguire il codice deontologico o la legge, la nascita di una sanità parallela (ambulatori clandestini) e il pericolo di un accesso in ritardo in ambulatorio cosa che preoccupa per la salute pubblica e che comporterebbe il ritorno di malattie scomparse (come focolai di tubercolosi, già 4.400 casi nel 2005), un aumento dei costi per curare malattie che normalmente costerebbero meno (il Ssn spende lo 0, 5% per immigrati), e nondimeno un'ulteriore ricaduta sull'organizzazione del lavoro (perdita di almeno un'ora e mezza per una denuncia). CONTROPRODUCENTE - L'appello del segretario nazionale dell'Anaao assomed (l'associazione dei medici dirigenti), Carlo Lusenti, è rivolto al Parlamento affinché cambi questo dispositivo che è «soltanto inutile, anzi controproducente». stampa |

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Imperia: è Gianfranco Boccalatte il presidente del Tribunale (sezione: Giustizia)

( da "Sanremo news" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Imperia: è Gianfranco Boccalatte il presidente del Tribunale E? Gianfranco Boccalatte, 67 anni, il nuovo Presidente del Tribunale di Imperia. Boccalatte, da dieci a Sanremo, succede a Giuseppe Squizzato, da poco andato in pensione. Al plenum del Csm, Boccalatte ha prevalso su Biagio Insacco, ora al tribunale di Palermo, con 13 voti contro 11.

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I medici scelgono Ippocrate (sezione: Giustizia)

( da "AprileOnline.info" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

I medici scelgono Ippocrate Marzia Bonacci, 11 marzo 2009, 16:08 Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, Fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl: i sindacati dei camici bianchi dicono no all'emendamento leghista che abolisce il divieto alla denuncia dello straniero clandestino. E annunciano battaglia: fino "alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale". La Camera, è la loro richiesta, cambi rotta Le case prima agli italiani, il lavoro prima agli italiani. E la salute? Anche quella prima, anzi solo agli italiani. La politica del governo, con le recenti dichiarazioni del leader leghista Bossi, continua a muoversi nell'orizzonte oscuro della discriminazione, trovando in certi casi nella crisi economica la giustificazione pelosa alle sue misure razziste. Impazzano dichiarazioni xenofobe che vogliono che la torta delle possibilità materiali (che va restringendosi progressivamente per via dello scossone economico) sia mangiata solo dagli italici palati; si attua la militarizzazione di Lampedusa per espulsioni di massa contro il diritto e l'umana carità (a proposito, oggi ne sono sbarcati 332); si prospetta l'apertura di un Cpie in ogni regione (Maroni dixit) magari riproponendo l'inumana condizione vissuta dagli stranieri nel "carcere" siciliano; si tenta di varare un decreto sicurezza che richiama tragici eventi del passato novecentesco: insomma sotto il cielo della politica brilla la stella polare del diverso come capro espiatorio e, soprattutto, carburante elettorale. Ultimo possibile atto, di questa stagione infame a cui ci condanna il governo delle destre, potrebbe essere quello dell'approvazione da parte della Camera dell'emendamento Bricolo, dal nome del leghista promotore, presentato in relazione al ddl sicurezza, che ha già incassato il via libera del Senato. Trattasi dell'abolizione del divieto al personale sanitario di denunciare il clandestino che si accosta ad esso per farsi curare. Un'abrogazione del comma 5 dell'articolo 35 del Testo unico sull'immigrazione che stabilisce: "L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano". Una violazione dei principi costituzionali ma anche internazionali. Un possibile mostro della giurisprudenza e della legislazione, contrario perfino al buon senso pratico, che preoccupa, oltre ad i "soliti comunisti," anche le associazioni di categoria. Oltre a far tremare i polsi alla politica in modo trasversale: Pd, Idv, Udc, parte di An e Fi si sono detti contrari. Convinte, dunque, soprattutto le camice verdi, attente a tradurre la caccia all'immigrato in un consistente compenso elettorale da giocarsi sul tavolo della prossima tornata europea e amministrativa. Per questo appare potente il richiamo che oggi proviene dalle diverse sigle sindacali dei medici, i quali per contrastare l'emendamento Bricolo, qualora fosse approvato dalla Camera, si dichiarano pronti ad usare tutti gli strumenti legali: fino "alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale", hanno detto. Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, Fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl non si chiuderanno in difesa, ma attaccheranno. L'annuncio arriva nel corso di una conferenza stampa organizzata a Roma, un'occasione per chiarire in cosa realmente consista l'emendamento in questione e quali ripercussioni potrebbe avere sulla salute pubblica e sui costi sanitari. Secondo i padani infatti il provvedimento non obbliga i medici alla denuncia, ma offre loro la possibilità di avanzarla qualora lo vogliano. Non è vero. A detta dei sindacati della categoria, il medico di enti pubblici e convenzionati con il Servizio sanitario nazionale è "obbligato a denunciare" all'autorità giudiziaria il clandestino. Spiega Massimo Cozza, segretario nazionale della Cgil Medici, che "i nostri uffici giuridici hanno studiato a fondo l'emendamento e il ddl sicurezza" ricavandone la certezza che se passasse, "di fatto noi medici che lavoriamo nel servizio pubblico saremmo obbligati a denunciare l'immigrato clandestino. I medici del Ssn, o che lavorano per enti convenzionati, rivestono la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, quindi se l'immigrazione clandestina è reato, ed è perseguibile d'ufficio, ogni funzionario è obbligato, se ne ha notizia, a denunciare il clandestino altrimenti sarebbe lui stesso perseguibile penalmente". Per quanto riguarda le ripercussioni di tale provvedimento, se diventasse norma dello Stato, la previsione della rappresentanza medica è preoccupante. Le conseguenze sarebbero infatti diverse e tutte allarmanti: i camici bianchi sarebbe costretti ad operare senza tranquillità dovendo ogni volta scegliere tra seguire il codice deontologico o la legge; si assisterebbe alla nascita di una sanità parallela clandestina; si determinerebbe un accesso ritardato ai presidi sanitari che comporterebbe un evidente danno alla salute pubblica, con il ritorno di malattie attualmente scomparse o in remissione (come focolai di tubercolosi, già 4.400 casi nel 2005). Sul piano economico, infine, l'accesso ritardato dell'immigrato al servizio sanitario determinerebbe un aumento dei costi per curare quelle malattie che normalmente vengono spesate dallo Stato con una cifra inferiore, proprio in virtù di un accesso repentino alle strutture da parte dei pazienti stranieri. Il Ssn spende infatti per loro lo 0,5%. Nondimeno ci sarebbe un'ulteriore ricaduta sull'organizzazione del lavoro, con la perdita di almeno un'ora e mezza per poter avanzare una denuncia. In Italia, del resto, la burocrazia e i suoi tempi sono tutt'altro che rapidi. Per tali ragioni, oggi, l'appello del segretario nazionale dell'Anaao assomed (l' associazione dei medici dirigenti), Carlo Lusenti, è rivolto al Parlamento affinché abroghi questo dispositivo, non "soltanto inutile", ma anzi proprio "controproducente". Sotto ogni punto di vista.

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Sindacati dei medici contro la norma anti-clandestini: 'non siamo spie' (sezione: Giustizia)

( da "Rai News 24" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma | 11 marzo 2009 Sindacati dei medici contro la norma anti-clandestini: 'non siamo spie' Protesta dei sindacati dei medici "Non siamo spie, bisogna bloccare subito l'emendamento della Lega Nord che elimina il principio di non segnalazione degli immigrati clandestini da parte degli operatori del Ssn. Se diventa legge, il camice bianco avra' l'obbligo, e non la possibilita', di segnalare un clandestino che si rivolge per le cure a una struttura sanitaria pubblica, in quanto pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio". A lanciare l'appello sono i sindacati della dirigenza medica e veterinaria del Ssn, riuniti oggi a Roma proprio per spingere il Governo a tornare sui propri passi e bocciare la norma anti-clandestini, contenuta nel Ddl sicurezza. All'incontro hanno preso parte tutte le maggiori sigle sindacali della dirigenza medica: Anaao Assomed, Cimo Asmd, Fp Cgil medici, Aaroi, Fvm, Federazione Cisl medici, Fassid, Fesmed, Federazione medici Uil-Fpl, pronte, se la legge dovesse passare, "ad andare fino alla Corte di giustizia europea, passando per la Corte costituzionale". "Il medico dipendente da enti pubblici o da enti convenzionati con il Ssn - spiega il segretario nazionale Fp Cgil medici, Massimo Cozza - riveste contemporaneamente, secondo il costante orientamento della giurisprudenza, la qualifica di pubblico ufficiale o di pubblico servizio. I medici del servizio sanitario nazionale, in quanto pubblici ufficiali, saranno quindi obbligati a denunciare per iscritto quando avranno notizia della clandestinita', diventato reato perseguibile di ufficio. Chi omette o ritarda di denunciare sara' punito con la multa da 30 a 516 euro. E non va dimenticato che l'obbligatorieta' della denuncia non e' solo a carico dei medici, ma anche degli infermieri e di tutto il personale della sanita' pubblica quando e' nell'esercizio delle sue funzioni". "Questa norma non serve a nulla - ha detto Carlo Lusenti, segretario nazionale dell'Anaao Assomed - non serve al controllo dell'ordine pubblico, che invece e' bene che sia garantito da altri soggetti e non dai medici, e non aiuterebbe la spesa sanitaria anche perche' gli immigrati clandestini si rivolgerebbero agli ospedali non ai primi sintomi della malattia ma in uno stato gia' avanzato quindi con costi piu' eccessivi. Un provvedimento inutile e paradossalmente che potrebbe produrre effetti inversi a quelli voluti. Al momento non facciamo scioperi ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte le possibilita' che ci sono messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla Corte Costituzionale e alla Corte europea".

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Giustizia/ Pg Palermo al Csm: Cognato Messineo non indagato (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 11 mar. (Apcom) - Sergio Sacco, il cognato del procuratore di Palermo Francesco Messineo, non risulterebbe indagato in alcun provvedimento della Procura siciliana. Questa la notizia confermata oggi dal procuratore generale di Palermo Luigi Croce durante l'audizione di fronte alla Prima Commissione del Csm, che sulla vicenda ha avviato un'istruttoria per verificare le notizie apparse sulla stampa. Secondo quanto si è appreso, il pg di Palermo avrebbe spiegato in maniera chiara che non risultano carichi pendenti o indagini in corso nei confronti di alcun parente di Messineo e si sarebbe anche riservato di produrre documenti e verbali a dimostrazione di questa tesi. Per questo, è intenzione del presidente della Prima Commissione Ugo Bergamo e dei consiglieri del Csm "redigere un atto molto motivato per tranquillizzare l'opinione pubblica" e presentarlo al plenum forse già la prossima settimana.

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Ddl sicurezza, i sindacati dei medici dicono no "La legge obbliga a denunciare i clandestini" (sezione: Giustizia)

( da "Quotidiano.net" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Spiegano che non arriveranno a scioperare, ma utilizzeranno tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legge: fino ‘’alla Corte di giustizia europea passando per la Corte costituzionale’’

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Se diventa legge, il camice bianco avrà l?obbligo, e non la possibilità, di segnalare un clandestino che si rivolge per le cure a una struttura sanitaria pubblica, in quanto pubblico ufficiale incaricato di pubblico servizio". A lanciare l?appello sono i sindacati della dirigenza medica e veterinaria del Ssn, riuniti oggi a Roma proprio per spingere il Governo a tornare sui propri passi e bocciare la norma anti-clandestini, contenuta nel Ddl sicurezza. All?incontro hanno preso parte tutte le maggiori sigle sindacali della dirigenza medica: Anaao Assomed, Cimo Asmd, Fp Cgil medici, Aaroi, Fvm, Federazione Cisl medici, Fassid, Fesmed, Federazione medici Uil-Fpl, pronte, se la legge dovesse passare, "ad andare fino alla Corte di giustizia europea, passando per la Corte costituzionale". "Il medico dipendente da enti pubblici o da enti convenzionati con il Ssn - spiega il segretario nazionale Fp Cgil medici, Massimo Cozza - riveste contemporaneamente, secondo il costante orientamento della giurisprudenza, la qualifica di pubblico ufficiale o di pubblico servizio. I medici del servizio sanitario nazionale, in quanto pubblici ufficiali, saranno quindi obbligati a denunciare per iscritto quando avranno notizia della clandestinità, diventato reato perseguibile di ufficio. Chi omette o ritarda di denunciare sarà punito con la multa da 30 a 516 euro. E non va dimenticato che l?obbligatorietà della denuncia non è solo a carico dei medici, ma anche degli infermieri e di tutto il personale della sanità pubblica quando è nell?esercizio delle sue funzioni". Dello stesso avviso anche il presidente dell?Anaao Assomed, Carlo Lusenti, che aggiunge: "Se il provvedimento diventasse legge si creerebbe una situazione senza via d?uscita. Il medico che decidesse di non applicare la norma, commetterebbe un reato perseguibile d?ufficio". Un vicolo cieco, dal momento che non sarebbe nemmeno ipotizzabile un ricorso all?obiezione di coscienza. "In linea generale - spiega Lusenti - non è possibile per i medici sollevare obiezione di coscienza, in quanto si può ricorrere a questa prerogativa solo nei casi in cui è espressamente prevista dalla legge, come ad esempio nel caso dell?interruzione volontaria di gravidanza". Per i sindacati, la norma in questione presenta inoltre "un evidente profilo di incostituzionalità", per contrasto con l?articolo 32 della Costituzione, in base al quale la "Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell?individuo e interesse della collettività". Le sigle sindacali passano quindi in rassegna i rischi che potrebbero sorgere nel caso l?emendamento dovesse avere il via libera anche della Camera. E' giusto che i medici possano denunciare i clandestini che curano? Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi "Englaro è cittadino onorario". E si scatena la rissa (53 commenti) Brunetta avvia il censimento dei precari "No a moratorie o regolarizzazioni per tutti" (31 commenti) Il Comune conferirà la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro (26 commenti) Stupri, una proposta - choc della Lega Nord "Castrazione in piazza per i violentatori" (18 commenti) "Tutti a scuola alle 11 di mattina Prima i ragazzi sono come 'zombie'" "No, meglio la colazione in classe" (16 commenti) "Il nuovo stadio di Firenze? 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Sei d'accordo?E' giusto che il nuovo presidente dell'Aia Nicchi confermi Collina come designatore?Giusto ammettere i trans nell'esercito, come in Spagna?De Rossi, Mourinho e Balotelli sono da squalificare?Chi è il tuo modello di donna ideale?Mutui agevolati per le coppie gay, sei d'accordo? La foto del giorno Daimler Daimler ha annunciato la cassa integrazione per 18mila addetti per parecchi mesi. Coinvolti sono quattro impianti di Mercedes-Benz che producono camion. La misura entrerà in vigore a pasqua o al più tardi a maggio per durare fino alla fine delle vacanze estive. RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec /body>

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IMMIGRATI: MEDICI, IN REALTA' SIAMO OBBLIGATI A DENUNCIA. (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

(ASCA) - Roma, 11 mar - Stop all'emendamento della lega che elimina l'obbligo di non segnalazione dei clandestini ''perche' i medici non sono spie''. Lo hanno ribadito oggi le sigle sindacali della dirigenza medica (Anaao assomed, Cimo asmd, Aaroi, fp Cgil, Fvm, Federazione Cisl, Fassid, Fesmed, Uil fpl) pronte, se il provvedimento dovesse passare, ''ad andare fino alla Corte di giustizia europea, passando per la Corte costituzionale''. Non si tratta della possibilita' di segnalare un clandestino secondo la discrezionalita', avvertono i medici, ma di vero e proprio obbligo alla denuncia degli immigrati irregolari. ''Il medico - spiega all'Asca, Massimo Cozza segretario nazionale FP CGIL Medici - e' un pubblico ufficiale e in quanto tale obbligato a denunciare l'immigrato clandestino nel momento in cui la clandestinita' e' diventato reato perseguibile d'ufficio. Chi omette o ritarda di denunciare sara' punito con la multa da 30 a 516 euro'', cosi' come prevede il pacchetto sicurezza. Ma non e' tutto, aggiunge Cozza, ''anche l'infermiere o un altro medico e' tenuto a denunciare il collega che non ha segnalato il clandestino, con l'effetto, arrivando al paradosso, che se non si intende denunciare l'intero ospedale deve entrare in clandestinita'. Sempre parlando per paradossi, insomma, i 120.000 medici ospedalieri e del territorio che rispetteranno la deontologia e la costituzione diventeranno loro stessi clandestini, dovendo agire in segretezza in modo difforme dal codice penale''.

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Clandestini, no dai medici: obbligati a denuncia (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 60 del 2009-03-11 pagina 0 Clandestini, no dai medici: obbligati a denuncia di Redazione Le sigle sindacali dei camici bianchi protestano contro il dl sicurezza: "Il parlamento non ci ripensi. Non avrà effetti positivi né sull'ordine pubblico né sulla spesa sanitaria". Pronto il ricorso alla Corte Ue: "Non siamo né spie né macellai" Roma - E' muro contro muro tra medici e maggioranza sulla norma che preved la denuncia dei pazienti clandestini. La nuova condanna del testo, già votato alla Camera e ora in discussione al Senato, arriva dalle sigle sindacali dei medici. I sindacati hanno voluto rivolgere un appello al parlamento affinché "venga corretta questa norma" che a loro avviso "non produrrà effetti positivi sia nell?ambito dell?ordine pubblico sia nel campo della spesa sanitaria". No dei medici "Adesso basta" affermano in una dura nota nove sigle sindacali. "Prima l?offesa inqualificabile - denunciano - di essere macellai o nella migliore delle ipotesi, fannulloni. Poi gli attacchi diretti alla professione contenuti nella manovra economica e nella legge Brunetta sul pubblico impiego. E ora l?attacco alla nostra stessa dignità e deontologia professionale che si vorrebbero mortificare, sancendo l?obbligo di denunciare i clandestini che si dovessero rivolgere a noi per essere assistiti. Non siamo né spie né macellai". A firmare il documento sono Anao-Assomed, Cimo-Asmd, Aaroi, Fp-Cgil-Medici, Fvm, Federazione Cisl Medici, Fassid, Fesmed e Federazione Medici Uil Fpl. Le proteste "Questa norma non serve a nulla - ha detto Carlo Lusenti, segretario nazionale dell?Anaao Assomed - non serve al controllo dell?ordine pubblico, che invece è bene che sia garantito da altri soggetti e non dai medici, e non aiuterebbe la spesa sanitaria anche perché gli immigrati clandestini si rivolgerebbero agli ospedali non ai primi sintomi della malattia, ma in uno stato già avanzato quindi con costi più alti. Un provvedimento inutile e paradossalmente che potrebbe produrre effetti inversi a quelli voluti. Al momento non facciamo scioperi ma, se non saremo ascoltati, utilizzeremo tutte le possibilità che ci sono messe a disposizione delle legge rivolgendoci alla Corte Costituzionale e alla Corte europea". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Caso Abu Omar, Consulta: inammissibile il ricorso della magistratura (sezione: Giustizia)

( da "Adnkronos" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Caso Abu Omar, Consulta: inammissibile il ricorso della magistratura La Corte Costituzionale ha accolto i ricorsi presentati nel 2007 dal presidente del Consiglio commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 11 marzo, ore 20:15

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Consulta: su Abu Omar segreto di Stato violato dai magistrati (sezione: Giustizia)

( da "Rai News 24" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma | 11 marzo 2009 Consulta: su Abu Omar segreto di Stato violato dai magistrati Abu Omar I magistrati milanesi hanno violato il segreto di Stato nell'ambito del procedimento sul sequestro dell'ex imam Abu Omar. E' quanto hanno sancito i giudici della Corte Costituzionale, accogliendo parzialmente i conflitti di attribuzione tra poteri sollevati dal Governo. Per la Consulta, "non spettava alle autorità giudiziarie porre a fondamento della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto che dispone il giudizio, i documenti acquisiti all'esito della perquisizione eseguita il 5 luglio 2006 e successivamente inviati all'autorità giudiziaria, con parziali omissioni relative ai dati coperti dal segreto di Stato, nonchè la richiesta di svolgimento dell'incidente probatorio e con essa, sia l'ordinanza che lo ha disposto sia il relativo verbale di acquisizione della prova del 30 settembre 2006". Per questo, tali atti processuali "nelle parti corrispondenti" sono stati annullati. I ricorsi parzialmente accolti sono quelli presentati nel 2007 dall'allora Governo guidato da Romano Prodi. La Corte Costituzionale ha anche accolto in parte il conflitto sollevato dal Governo Berlusconi nei confronti del giudice monocratico della quarta sezione penale del Tribunale di Milano, Oscar Magi, davanti al quale si sta svolgendo il processo a carico di 35 imputati, tra cui l'ex direttore del Sismi Niccolò Pollari e 26 agenti Cia. Tale ricorso è stato accolto "limitatamente all'ordinanza del 14 maggio 2008, ammissiva di determinate prove". I giudici costituzionali, invece, hanno 'bocciato' tutti e due i conflitti sollevati dalla magistratura milanese: respinto il ricorso del giudice Oscar Magi, risalente al dicembre scorso, in relazione a tre note del premier Berlusconi, con cui si confermava il segreto di Stato opposto da alcuni testimoni nel procedimento. Inammissibile, invece, è stato dichiarato il conflitto sollevato dal procuratore capo di Milano nel 2007, così come il ricorso incidentale proposto dalla sezione gip del tribunale di Milano. Due anni di scontri tra governo e procura di Milano L'affare Abu Omar (e il destino processuale dell'ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari) prese corpo quando, quasi inaspettatamente, Romano Prodi, allora a Palazzo Chigi, sollevò la questione di legittimità costituzionale per "conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato" in merito alle indagini fatte dalla procura della Repubblica di Milano ed al conseguente processo, ancora in corso. A spiegare il perché di quella iniziativa, confermata poi altre volte sia dallo stesso Prodi, sia dal suo successore Silvio Berlusconi, un question time alla Camera dell'ex vicepresidente del consiglio Francesco Rutelli. Palazzo Chigi accusò i procuratori Ferdinando Pomarici e Armando Spataro di aver illegittimamente e ripetutamente "violato il segreto di Stato" nella conduzione delle indagini sul sequestro dell'ex imam egiziano, "bruciando" uomini e strutture del controspionaggio. E la procura di Milano per "aver violato le prerogative di secretazione del governo" in almeno tre circostanze: con "l'acquisizione di documenti informativi, anche di carattere documentale, attinenti l'identita' di 85 appartenenti al Sismi; con "l'intercettazione delle utenze cellulari in loro uso" e "l'acquisizione di elementi attinenti la struttura e le logiche di funzionamento del Servizio non direttamente afferenti l'indagine sul sequestro" e "riguardanti i rapporti con agenti stranieri". Tutto aggravato, secondo Rutelli, dall'aver ignorato (la procura di Repubblica di Milano) dolosamente, "l'acquisizione di materiale classificato e di elementi informativi" su cui "il governo aveva provveduto ad apporre il segreto di Stato". Lo scontro che ne seguì fuori dalla aule giudiziarie fu molto violento, alimentato da una lettera che i legali dei magistrati milanesi che si sono costituiti davanti alla Consulta contro il conflitto di attribuzione fra i poteri dello Stato, inviarono nel marzo di due anni fa al capo della procura milanese Manlio Minale. Nella missiva l'avvocato Alessandro Pace, definiva il comportamento del premier Romano Prodi "discutibile". E ciò "sotto un duplice profilo: poichè il ricorso è stato sollevato dal presidente del Consiglio Prodi e non dal governo la valutazione se rinunciare o meno al ricorso spetta solo al presidente del Consiglio; in secondo luogo, ritenere di scarsa importanza la sollecita celebrazione di un processo penale, come quello di Milano, relativo al rapimento di Abu Omar (avente delicate implicazioni politico-istituzionali) non costituisce certo una manifestazione di leale collaborazione del presidente del Consiglio con l'autorità giudiziaria".

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CONSULTA: <CASO ABU OMAR, VIOLATO IL SEGRETO DI STATO> (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Consulta: «Caso Abu Omar, violato il segreto di Stato» -->La sentenza della Corte Costituzionale boccia l'operato dei magistrati e accoglie in parte i ricorsi presentati dai governi Prodi e Berlusconi. Dichiarato inammissibile il contro-conflitto sollevato dalla procura di Milano...

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ABU OMAR: LA CONSULTA DECIDE A FAVORE DEL GOVERNO, PM DI MILANO VIOLARONO SEGRETO (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Abu Omar: la Consulta decide a favore del governo, pm di Milano violarono segreto -->Sentenza della Corte Costituzionale: c'è stata violazione del segreto di Stato da parte dei magistrati di Milano

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Consulta: Abu Omar, magistrati violarono il segreto di Stato (sezione: Giustizia)

( da "KataWeb News" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Consulta: Abu Omar, magistrati violarono il segreto di Stato 11 marzo 2009 alle 20:05 — Fonte: Homepage">repubblica.it — 0 commenti La Corte Costituzionale accoglie in parte i ricorsi presentati dal governo Prodi e Berlusconi contro la Procura di Milano Bocciati tutti e due i conflitti sollevati dalle toghe milanesi

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Antonio Pizzi dice addio a Monza (sezione: Giustizia)

( da "CronacaQui.it" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

il magistrato dell'indagine delle Bestie di Satana trasferito in Puglia Antonio Pizzi dice addio a Monza MONZA - Antonio Pizzi, per cinque anni capo del Palazzo di Giustizia di Monza lascerà la Brianza. Un addio già scritto: Pizzi è stato nominato nuovo procuratore generale di Bari. Lo ha deciso il plenum del Csm. Il magistrato monzese d'adozione è stato preferito all'altro candidato, Francesco Saverio Nunziante, avvocato generale nel capoluogo pugliese. Magistrato di notevoli capacità investigative, anche in Brianza Pizzi è riuscito a concludere una lunga serie di brillanti indagini. Ma si è anche messo in luce per i modi garbati e per una disponibilità e una gentilezza decisamente fuori del Palazzo. Barba grigia e occhi chiari, stimato e ammirato da tutti i colleghi, è appassionato di bicicletta da corsa. E in questi anni in Brianza nel poco tempo libero è riuscito a dedicarsi a lunghe escursioni. Ed è così che ricaricava le batterie ritrovando le energie per rituffarsi nelle indagini più complesse. La sua inchiesta più famosa è quella sui delitti delle Bestie di Satana. Non sono concluse, in alcuni casi si cerca ancora di definire un movente preciso, e i giorni del processo sono ancora lontani. Ma quell' inchiesta resterà fra quelle più cupe, e più documentate, nella cronaca nera di tutto il dopoguerra. Antonio Pizzi è nato nel 1947 a Torino (mentre i suoi venivano da Petrella Tifernina, nel Molise). Magistrato, lo è da quando aveva ventisei anni: "Non avrei mai voluto far altro che il giudice - ha detto -. E della giustizia ho sempre presente l' immagine tradizionale con la bilancia, il simbolo dell' equità: piace a tutti, è il sogno di tutti". Un maestro su tutti gli altri, nella carriera: Alfonso Beria d' Argentine, l' indimenticato procuratore capo di Milano. E insieme a lui anche Guido Galli, collega ucciso dai terroristi rossi, con il quale Pizzi divise l' ufficio istruzione nel capoluogo lombardo. Nella sua ventennale esperienza di giudice istruttore presso il Tribunale di Milano si è occupato di importanti procedimenti, a cominciare da quelli in materia di bancarotta fraudolenta a carico di Carlo De Benedetti, Flavio Carboni, Angelo Rizzoli, Bruno Tassan Din, Licio Gelli, Umberto Ortolani, di Giuseppe Prisco, Franco Pazienza, Giuseppe Mazzotta, tutti connessi al dissesto del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, procedimento che coinvolgeva oltre 50 imputati. E si è occupato anche di processi in materia di terrorismo. 11/03/2009 - Daniele Bianchi

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Abu Omar/ Consulta: Procura Milano ha violato segreto di (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 11 mar. (Apcom) - In buona sostanza, con la sentenza emessa oggi in camera di Consiglio, la Corte Costituzionale "ha dichiarato inammissibile il ricorso incidentale proposto nell'interesse della Sezione Gip del tribunale di Milano nei confronti del presidente del Consiglio". Inoltre, si legge nella decisione della Consulta, e' "inammissibile il ricorso proposto dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano". Ed "e' respinto il ricorso proposto dal giudice monocratico della IV sezione penale del tribunale di Milano nei confronti del Presidente del COnsiglio". La Corte Costituzionale, poi, "ha accolto i ricorsi presentati dal presidente del Consiglio (all'epoca era Romano Prodi)" nelle parti in cui Palazzo Chigi lamentava la violazione del segreto di Stato "nella richiesta di rinvio a giudizio e nel decreto che dispone il rinvio a giudizio". Il governo, in quella circostanza, accusò davanti alla Corte i procuratori Ferdinando Pomarici e Armando Spataro di aver illegittimamente e ripetutamente "violato il segreto di Stato" nella conduzione delle indagini sul sequestro dell'ex imam egiziano, "bruciando" uomini e strutture del controspionaggio. La procura di Milano fu inoltre accusata di "aver violato le prerogative di secretazione del governo" in almeno tre circostanze: con "l'acquisizione di documenti informativi, anche di carattere documentale, attinenti l'identita' di 85 appartenenti al Sismi; con "l'intercettazione delle utenze cellulari in loro uso" e "l'acquisizione di elementi attinenti la struttura e le logiche di funzionamento del Servizio non direttamente afferenti l'indagine sul sequestro" e "riguardanti i rapporti con agenti stranieri".

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ABU OMAR: CONSULTA ACCOGLIE RICORSO, VIOLATO SEGRETO STATO (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

(ASCA) - Roma, 11 mar - La Corte costituzionale ha accolto in parte il ricorso della presidenza del consiglio (Prodi e Berlusconi) contro le indagini della procura di Milano e l'ordinanza di rinvio a giudizio sul caso Abu Omar, contro gli agenti dei servizi segreti italiani indagati assieme a quelli della Cia.

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Abu Omar/ Consulta: Procura Milano ha violato segreto di. (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 11 mar. (Apcom) - Nella vicenda processuale rerlativa al rapimento dell'ex Imam di Milano Abu Omar c'è stata violazione del segreto di stato da parte della procura di Milano, che hanno indagato e rinviato a giudizio l'ex capo del Sismi Niccolò Pollari e altre 34 persone, fra cui 26 agenti Cia. La Corte Costituzionale ha in questo senso accolto in parte i ricorsi presentati dai governi Prodi e Berlusconi e ha dichiarato inammissibile il contro-conflitto sollevato dalla procura di Milano, respingendo anche quello presentato dal giudice del tribunale Oscar Magi, titolare del processo. (segue)

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11/03/2009 20:03 TERRORISMO: CONSULTA, INAMMISSIBILE RICORSO MAGISTRATURA SU CASO ABU OMAR (sezione: Giustizia)

( da "ITnews.it" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 11 mar. - (Adnkronos) - La Corte costituzionale ha dichiarato ''inammissibile il ricorso proposto dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano nei confronti del presidente del Consiglio dei ministri'' sul caso di Abu Omar, l'ex imam rapito nel 2003 a Milano. La Consulta ha accolto i ricorsi presentati nel 2007 dal presidente del Consiglio ed ha dichiarato che non spettava ai magistrati ''porre a fondamento'' della richiesta del rinvio a giudizio e del 'decreto che dispone il giudizio ''i documenti acquisiti all'esito della perquisizione eseguita il 5 luglio 2006 e successivamente inviati all'autorita' giudiziaria, con parziali omissioni relative ai dati coperti dal Segreto di Stato, nonche' la richiesta di svolgimento dell'incidente probatorio, e, con essa, sia l'ordinanza che lo ha disposto sia il relativo verbale di acquisizione della prova, del 30 settembre 2006''.

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Immigrati/ Medici: Ricorso a Consulta contro denuncia (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 11 mar. (Apcom) - Sono disposti a ricorrere alla Corte costituzionale e persino alla Corte di giustizia europea. I sindacati dei medici non hanno intenzione di cedere sull'emendamento al ddl sicurezza che, sono convinti, li obbligherebbe a denunciare i clandestini. Ad annunciarlo è Carlo Lusenti, segretario nazionale dell'Anaao Assomed, sottolineando che "non saremmo neanche da soli, visto che già qualche regione ha annunciato un'iniziativa analoga, visto che la competenza sanitaria non spetta al Governo nazionale". "Noi - spiega Lusenti - chiediamo al Parlamento di ritirare questo emendamento, che creerebbe in capo ai medici l'obbligo di denunciare l'immigrato irregolare e non la possibilità. Io confido che ci sia una valutazione serena e positiva da parte del Parlamento. Si tratta - sottolinea - di una norma insensata, perché non ci guadagnerebbe nessuno: nè l'ordine pubblico, visto che i clandestini non si presenterebbero affatto in ospedale; nè la salute pubblica, visto che si rischia la diffusione di malattie infettive; nè le casse dello Stato, che si troverebbero a curare delle patologie più gravi quando i clandestini, costretti dalla necessità, si rivolgessero finalmente in ospedale". Insomma, sottolinea, l'emendamento sembra "sfuggito dalla penna", piuttosto che frutto di una scelta consapevole. Noi, aggiunge Lusenti, "pretendiamo una valutazione oggettiva, di buon senso, che prenda atto la norma non serve e che quindi va ritirata". Il contenuto della legge, poi, aggiunge, "ha vari risvolti di incostituzionalità". E' in contrasto, infatti, spiega, con l'articolo 32 della Carta fondamentale, secondo il quale "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti". L'obbligo di denunciare i clandestini, poi, "si discosterebbe dalle norme vigentinella stragrande maggioranza dei paesi europei e dalle prescrizioni delle normative comunitarie". Per questa ragione i sindacati, spiega, non escludono di rivolgersi anche alla Corte di giustizia europea. Sulla stessa lunghezza d'onda Armando Masucci, segretario generale di Federazione medici Uil Fpl, per il quale il ricorso alla Corte costituzionale, se il Parlamento non facesse un passo indietro, rimarrebbe l'unica strada possibile: "Non possiamo certo invitare - sottolinea - i nostri iscritti a violare la legge e a esporsi al pericolo di una denuncia. Certo, saranno tempi lunghi, noi preferiremmo senz'altro risolvere il problema prima, con una scelta diversa del Parlamento. Abbiamo ancora - dice - un po' di speranza in questo senso". "Il fatto è che già oggi - denuncia - registriamo un calo del 15-20% degli immigrati che si rivolgono all'ospedale, e tra quelli che lo fanno aumenta il numero di quelli che ci arrivano in condizioni drammatiche. Abbiamo registrato l'anno scorso 4.300 nuovi casi di tubercolosi, una patologia che in Italia praticamente non esisteva più". Insomma il ruolo di monitoraggio del sistema sanitario, insiste, è fondamentale per evitare la diffusione di epidemie. "La nostra paura - conclude - è che si sviluppi un mercato sommerso delle cure, che può avere effetti drammatici".

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Da ieri all'esame il decreto che ha introdotto le ronde (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Da ieri all'esame il decreto che ha introdotto le ronde Il Csm darà il suo parere sul decreto-legge antistupri varato in febbraio dal Consiglio dei ministri. L'iniziativa è stata presa d'ufficio, senza cioè una sollecitazione del ministro della Giustizia, dalla Sesta Commissione di Palazzo dei marescialli, che ieri ha cominciato a discutere del provvedimento. I consiglieri contano di pronunciarsi in tempi brevi, perchè il parere possa arrivare in tempi utili, prima della conversione del decreto in legge. In vigore dal 25 febbraio scorso, il provvedimento prevede inasprimenti di pena per chi commette violenze sessuali, ma ha anche introdotto le ronde e allungato da due a sei mesi il tempo di trattenimento dei clandestini nei Centri per l'identificazione. Il decreto venne appprovato pochi giorni dopo l'arresto dei tre romeni scagionati ieri in seguto all'esame del Dna. Per quanto riguarda i reati come la violenza sessuale, il provvedimento licenziato dal governo prevede tra l'altro l'arresto obbligatorio in flagranza per gli stupratori, l'ergastolo per i violentatori omicidi, il gratuito patrocinio per le vittime. Csm

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Abu Omar: i magistrati violarono il segreto di Stato (sezione: Giustizia)

( da "AudioNews.it" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

mercoledì 11 marzo 2009 22.17 Politica Abu Omar: i magistrati violarono il segreto di Stato 19.53: Violazione del segreto di Stato da parte dei magistrati milanesi titolari dell'indagine sul rapimento dell'ex Imam di Milano Abu Omar. Questo il verdetto della Corte Costituzionale -la notizia è di questi minuti- che avrebbe accolto in parte i ricorsi presentati dai governi Prodi e Berlusconi e dichiarato inamissibile quello della procura di Milanesi. Nel procedimento rinviati a giudizio l'ex capo del Sismi Niccolò Pollari e altre 34 persone, tra cui molti agenti della Cia.

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Abu Omar, per Consulta pm non potevano usare documenti (sezione: Giustizia)

( da "Reuters Italia" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

ROMA (Reuters) - La Corte Costituzionale ha deciso oggi che i magistrati di Milano che hanno indagato agenti segreti americani e italiani sul presunto rapimento di un imam egiziano non potevano utilizzare documenti coperti dal segreto di Stato. Lo dice un comunicato della Consulta emesso questa sera al termine della camera di consiglio sul conflitto di attribuzione dei poteri del governo con la magistratura nella vicenda relativa alla "rendition" di Abu Omar. La Consulta non ha direttamente annullato il processo in corso a Milano contro 33 imputati - tra cui 26 cittadini americani - ma in sostanza ha eliminato dal dibattimento i documenti che ne hanno consentito il rinvio a giudizio. La Corte, accogliendo in parte due ricorsi del presidente del Consiglio, (sia Romano Prodi che Silvio Berlusconi) "ha dichiarato che non spettava alle predette autorità giudiziarie porre a fondamento, rispettivamente, della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto che dispone il giudizio, i documenti acquisiti" nel corso di una perquisizione del luglio 2006 e il materiale relativo all'incidente probatorio. "Per l'effetto ha disposto l'annullamento di tali atti processuali nelle parti corrispondenti". La Consulta ha respinto tutti i ricorsi presentati dalla magistratura. Ventisei americani e sette italiani sono accusati di aver rapito il religioso musulmano - sospettato di terrorismo - per strada a Milano nel 2003 e di averlo deportato in Egitto, durante una cosiddetta operazione di "rendition". Dal canto suo Abu Omar -- che è stato poi rilasciato nel 2007 - sostiene di essere stato torturato e detenuto per anni senza accuse. Nel dicembre scorso, il tribunale di Milano ha sospeso il processo fino al prossimo 18 marzo in attesa della decisione della Consulta, dopo la richiesta delle difese e l'opposizione dell'esistenza del segreto di Stato, da parte del presidente del Consiglio Berlusconi, su ordini e direttive impartite dall'ex-direttore del Sismi Nicolò Pollari - imputato nel procedimento - ai suoi uomini. Continua...

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Virozele cresc numarul internarilor (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul ?Romania libera?: Virozele cresc numarul internarilor Ioana Georgescu Joi, 12 Martie 2009 Spitalele sunt pline de bolnavi care sufera de viroze, afectiune cu debut acut, incubatie scurta, care par a nu fi gripa, a declarat profesorul Paul Stoicescu, specialist pneumolog la Institutul National de Pneumologie "Prof. Marius Nasta" din Capitala. Sunt peste 200 de virusuri care dau viroze in orice sezon. Un om poate trece prin doua-patru episoade intr-un an", a explicat profesorul Stoicescu. El a precizat ca in prezent este o explozie de viroze. "Cele mai multe tipuri de virusuri sunt cele respiratorii", a subliniat dr. Viorel Alexandrescu, directorul Centrului de Referinta pentru Gripa. Dintre acestea, cel mai periculos este virusul gripal. Virusul scintial respirator, cele patru subtipuri paragripale, rinovirusul (vinovat de guturai), adenovirusul dau grave imbolnaviri ale cailor respiratorii. Spitalele sunt pline si bolnavii vin continuu. Potrivit dr. Sorin Petrea, la Institutul de Boli Infectioase "Matei Bals" se prezinta la internari multi bolnavi cu varste extreme (copii si batrani), cu o serie de complicatii grave ale sistemului respirator: pneumonii, bronhopneumonii, otite, sinuzite, decompensari ale afectiunilor respiratorii sau cardiace. In ceea ce priveste tratamentul, nu exista o terapie antivirala specifica. In general, terapia contra virozelor respiratorii se axeaza pe tratarea simptomatologiei (tusea, febra, obstructia nazala si starea generala proasta). Sunt indicate medicamentele antitermice (paracetamolul este foarte bun) sau medicamentele care calmeaza tusea. De asemenea, tabletele antiseptice sunt recomandate. Ceaiurile caldute sunt indicate in calmarea durerilor de gat sau a tusei (ceaiul de tei), spun medicii. In ultima saptamana, in Romania au fost inregistrate peste 70.000 de cazuri de infectii respiratorii, cu 7.040 internari si trei decese, dintre care doua prin pneumonie, in judetele Dolj si Braila, ambele la grupa de varsta 0-4 ani, si unul prin infectii acute de cai respiratorii superioare, in judetul Bistrita. Din aceeasi categorie: CSM tine cu Adrian Nastase in meciul contra judecatorilorDacia Logan, masina de cult in GermaniaTintele spionilor: unitatile de la Babadag si Medgidia Voteaza

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Abu Omar: Consulta, toghe hanno violato segreto Stato (sezione: Giustizia)

( da "KataWeb News" del 11-03-2009)

Argomenti: Giustizia

Abu Omar: Consulta, toghe hanno violato segreto Stato 11 marzo 2009 alle 20:38 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti I magistrati milanesi hanno violato il segreto di Stato nell'ambito del procedimento sul sequestro dell'ex imam Abu Omar. È quanto hanno sancito i giudici della Corte Costituzionale, accogliendo parzialmente i conflitti di attribuzione tra poteri sollevati dal Governo. Per la Consulta, "non spettava alle autorità giudiziarie porre a fondamento della richiesta di rinvio a giudizio e del decreto che dispone il giudizio, i documenti acquisiti all'esito della perquisizione eseguita il 5 luglio 2006 e successivamente inviati all'autorità giudiziaria, con parziali omissioni relative ai dati coperti dal segreto di Stato, nonché la richiesta di svolgimento dell'incidente probatorio e con essa, sia l'ordinanza che lo ha disposto sia il relativo verbale di acquisizione della prova del 30 settembre 2006". Per questo, tali atti processuali "nelle parti corrispondenti" sono stati annullati. I ricorsi parzialmente accolti sono quelli presentati nel 2007 dall'allora Governo guidato da Romano Prodi. La Corte ha anche accolto in parte il conflitto sollevato dal Governo Berlusconi nei confronti del giudice monocratico della quarta sezione penale del Tribunale di Milano, Oscar Magi, davanti al quale si sta svolgendo il processo a carico di 35 imputati, tra cui l'ex direttore del Sismi Niccolò Pollari e 26 agenti Cia. Tale ricorso è stato accolto "limitatamente all'ordinanza del 14 maggio 2008, ammissiva di determinate prove". I giudici costituzionali, invece, hanno 'bocciato' tutti e due i conflitti sollevati dalla magistratura milanese: respinto il ricorso del giudice Oscar Magi, risalente al dicembre scorso, in relazione a tre note del premier Berlusconi, con cui si confermava il segreto di Stato opposto da alcuni testimoni nel procedimento. Inammissibile, invece, è stato dichiarato il conflitto sollevato dal procuratore capo di Milano nel 2007, così come il ricorso incidentale proposto dalla sezione gip del tribunale di Milano. AGI

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