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Report "Giustizia"   10-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

La Giunta è stupefatta ( da "Settegiorni (Rho)" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità di addebito della quota di tariffa di depurazione dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura fosse sprovvista di impianti centralizzati di depurazione, abbiamo inviato ad Amiacque l'elenco delle utenze delle vie del territorio che non risultano allacciate alla depurazione e per queste la richiesta di provvedere all'

Recuperano anche i team della pianura ( da "Corriere delle Alpi" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In Seconda Q, successo dei locali, che avvicinano il quarto posto. La graduatoria: Cisonese 56, Montegrappa 52, Bessica 51, Caerano 47, Virtus Csm 45, Sp 2005 44, Maser 35, Tegorzo 34, Foen 32, Juventina 29, Lentiai, Castion 24, Agordina, Altivolese 23, Sernaglia 22, Fiori Barp 15. (g.s.)

La Giustizia prova a tornare alla normalità ( da "Tempo, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: esponente del Csm, nel corso di un incontro convocato a Pescara dall'Associazione nazionale magistrati. Riviezzo, cui la notizia è stata comunicata dal Ministero della Giustizia, ha aggiunto che nell'arco di 2-3 mesi, sempre nei pressi del Tribunale dei Minorenni dell'Aquila verrà allestita una struttura provvisoria per le questioni amministrative.

il comune fa i dispetti al ministro brunetta - pablo sole ( da "Nuova Sardegna, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Su questo versante però la partita è ancora da giocare, visto che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le sanzioni ma contemporaneamente il ministero scrive che sono tuttora valide. Tant'è: anziché rischiare eventuali provvedimenti, non sarebbe meglio puntare sulla trasparenza e l'osservanza delle norme?

inaugurato il centro salute mentale ( da "Messaggero Veneto, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: effetti il Csm di Gemona svolge anche una funzione di accoglienza notturna - riferisce il dottor Mauro Asquini, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell'Alto Friuli -. Siamo qui ora a inaugurarlo formalmente (sebbene l'attività sia iniziata già a settembre), con la messa a regime di tutte le funzioni e con la possibilità di trarre un bilancio dei primi sei mesi di attività.

rifondazione si sbaglia ecco la verità ( da "Tirreno, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: effetti della sentenza della Corte Costituzionale, si tiene a precisare che le affermazioni del coordinatore comunale di Rifondazione di San Giuliano non sono vere. Acque non ha mai "indebitamente percepito il canone di depurazione", anzi, è vero l'esatto contrario. Acque ha legittimamente e correttamente applicato le normative per tempo vigenti e le tariffe come determinate dall'

caos csm, la procura senza guida per altri 12 mesi - paola cascella ( da "Repubblica, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Pagina III - Bologna Il caso Caos Csm, la Procura senza guida per altri 12 mesi PAOLA CASCELLA Il procuratore della Repubblica sta per arrivare? Sarà l´attuale procuratore di Reggio Emilia Italo Materia che la vincerà sul procuratore di Brescia Giancarlo Tarquini? Contrordine compagni.

caos csm, la procura senza guida per ... - paola cascella ( da "Repubblica, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Pagina VII - Bologna CAOS CSM, LA PROCURA SENZA GUIDA PER ... PAOLA CASCELLA (segue dalla prima di cronaca) Roberto Alfonso, 58 anni, pm della Direzione nazionale antimafia dal '93, vicino a Mi (Magistratura indipendente) ma gradito anche ad alcune toghe di Md (Magistratura democratica) è in magistratura dal '79.

Ronde, Berlusconi placa l'ira della Lega ( da "Secolo XIX, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: i sospetti di incostituzionalità evidenziati dal Csm (non si può delegare la tutela della sicurezza ad organizzazioni private, n.d.r.) dovranno essere superati con una nuova stesura del testo per non creare una nuova tensione con il Quirinale. Troppe incognite, quindi, per sostenere che il sereno è già tornato nella maggioranza.

Trasferito a Napoliuno dei gipdel processo stasi ( da "Secolo XIX, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Trasferito a Napoliuno dei gipdel processo stasi CSM diviso Roma. Il plenum del Csm ha deciso oggi, con l'astensione della consigliera laica Letizia Vacca (centrosinistra) e con il voto contrario dei togati Ezia Maccora (Magistratura democratica) e Fabio Roia (Unicost), l'applicazione per sei mesi di un giudice del Tribunale di Vigevano, dove si sta svolgendo il processo per l'

Pinatto fuori dalla magistratura Impiegò 8 anni per una sentenza ( da "Giorno, Il (Milano)" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ecco perchè le sezioni unite civili della Cassazione hanno respinto il ricorso dell'ex giudice di Gela, poi pm a Milano, sospeso dal Csm per avere impiegato 8 anni per una sentenza su boss mafiosi, scarcerati per decorrenza dei Image: 20090410/foto/5748.jpg

Trasferito Arnaldi Vitelli resta solo ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 9 Trasferito Arnaldi Vitelli resta solo LA SITUAZIONE INTANTO ieri il Csm ha disposto il trasferimnto dell'altro Gup-Gip Roberto Arnaldi, 51 anni, anni, al Tribunale di Napoli. Entro la settimana prossima quindi il suo posto accanto al collega Stefano Vitelli dovrà essere coperto.

Decreto sicurezza Pdl e Lega trattano ( da "Eco di Bergamo, L'" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: per evitare la rimessa in circolazione dei clandestini, si possa pensare anche a un decreto ad hoc che contenga, oltre a quella sui Cie, «anche altre norme sull'immigrazione». E questo per evitare l'obiezione sulla reiterazione dei decreti sollevata più volte dal Colle e dalla Corte Costituzionale. Anna Laura Bussa 10/04/2009 nascosto-->

Condoni, Fisco batte edilizia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: edilizia Giovanni Negri MILANO La Corte costituzionale promuove il condono fiscale deciso con Finanziaria 2003. L'ordinanza n. 109, depositata ieri e scritta da Franco Gallo, infatti ha respinto giudicandole, in parte infondate e in parte inammissibili, le questioni sollevate dal tribunale di Spoleto che aveva contestato la legittimità dell'articolo 15,

L'indeducibilità dell'Irap ritorna alla Consulta ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 28 autore: Corte costituzionale. Nuovo rinvio dopo il decreto legge 185 L'indeducibilità dell'Irap ritorna alla Consulta Il «forfait» non cancella i dubbi di legittimità Stefano Verna La partita dell'Irap torna alla Corte costituzionale.La Commissione tributaria provinciale di Bologna, sezione V, con ordinanza3 aprile 2009,

Gli esami già superati restano validi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: MENO POTERI AI TAR Gli esami già superati restano validi La Corte costituzionale salva l'iscrizione all'Albo forense da parte di chi ha superato le prove scritte e orali quando l'ammissione o la ripetizione della valutazione da parte della commissione è la diretta conseguenza di un intervento della magistratura amministrativa.

Giudice destituito per inerzia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La pronuncia della Cassazione conferma la sanzione del Csm, che in precedenza aveva già sanzionato il Pm con la perdita di mesi d'anzianità per i ritardi accumulati nella redazione delle sentenze, e va ad affiancarsi al parallelo processo penale che, per gli stessi fatti, ha visto nel luglio scorso, il Gup di Catania condannare Pinatto a otto mesi di reclusione,

Dimenticate i muri scrostati e le sedie di ferro. Qui ci sono pareti fiorite, tavoli semplici ma di ... ( da "Unita, L'" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ma il Csm da solo non basta. I dipartimenti di salute mentale infatti hanno al loro interno un Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (Spdc), che si trova nell'ospedale ed è il luogo dove vengono ricoverati i pazienti dal pronto soccorso psichiatrico e dove vanno i trattamenti sanitari obbligatori.

Edifici crollati, la procura acquisirà i verbali dei tecnici ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: esponente del Csm, nel corso di un incontro convocato a Pescara dall'Associazione nazionale magistrati. Riviezzo, cui la notizia è stata comunicata dal ministero della Giustizia, ha aggiunto che nell'arco di 2-3 mesi, sempre nei pressi del Tribunale dei Minorenni dell'Aquila verrà allestita una struttura provvisoria per le questioni amministrative.

Linate, nuovo esposto al Tar per il volo Milano-Roma ( da "Corriere della Sera" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La discussione nel merito davanti al tribunale amministrativo, intanto, è stata riaggiornata al 20 maggio quando verranno verificate tutte le contestazioni. L'obiettivo dei ricorrenti è quello di arrivare alla Corte Costituzionale. A PAGINA

Monopolio sul Milano-Roma, ricorso di Meridiana ed Eurofly ( da "Corriere della Sera" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il ricorso fa infatti riferimento sia al Diritto Comunitario che alla Costituzione per ribadire che i consumatori si avvantaggiano, in termini di minori costi e di maggiore qualità dei servizi, di una situazione di piena concorrenza fra più competitors. E l'obiettivo dei ricorrenti è proprio quello di arrivare alla Corte Costituzionale. Elisabetta Soglio

Giudice Pinatto al ricorso: via dalla magistratura ( da "Corriere della Sera" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm gli aveva inflitto la durissima sanzione disciplinare della rimozione dall'ordine giudiziario, alla luce dei suoi ripetuti ritardi, fino ad 8 anni, nel deposito di alcune sentenze. Tra queste, quella del processo «Grande Oriente» di cui Pinatto si era occupato quando rivestiva le funzioni di giudice a Gela (poi era passato a Milano come pm)

PALERMO La procura di Palermo ha iscritto nel registro degli indagati, con l'ipotesi di fittizia in... ( da "Messaggero, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: indagine è stata comunicata anche al Csm, che nelle scorse settimane, dopo alcune indiscrezioni pubblicate dai giornali, aveva aperto un'inchiesta conoscitiva. L'ipotesi di reato si riferisce al contenuto delle dichiarazioni del pentito Andrea Bonaccorso che aveva detto che Sacco si sarebbe intestato alcuni cavalli di razza, appartenenti in realtà al boss di Brancaccio Andrea Adamo.

Pinatto fuori dalla magistratura Impiegò 8 anni per una sentenza ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ecco perchè le sezioni unite civili della Cassazione hanno respinto il ricorso dell'ex giudice di Gela, poi pm a Milano, sospeso dal Csm per avere impiegato 8 anni per una sentenza su boss mafiosi, scarcerati per decorrenza dei Image: 20090410/foto/6375.jpg

Oviesse procede con il Tar ( da "Corriere del Veneto" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che potrebbero portare alla richiesta di una pronuncia della Corte Costituzionale su una possibile incostituzionalità della legislazione regionale sul commercio, Oviesse Spa ha preferito richiedere al Tar una pronuncia nel merito della questione invece di una semplice misura cautelare d'urgenza di sospensione immediata dell'efficacia dell'ordinanza.

Oggi di Centri di salute mentale aperti 24 ore al giorno per 7 giorni ce ne sono 4 a Trieste, 13... ( da "Unita, L'" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Avere un Csm aperto sempre vuol dire dover ricorrere di meno all'ospedalizzazione coatta. In Italia i Csm di quel tipo non sono più di una ventina. Perché? La prima spiegazione è che la legge 180 non dà indicazioni su come organizzare l'assistenza. L'unica cosa che viene regolamentata dalla 180 è il Tso, il ricovero contro la volontà del paziente.

Luogo aperto a tutti il modello di Trieste ( da "Unita, L'" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: psichiatra e oggi direttore della Asl durante la presentazione di una mostra sui progetti architettonici per i Csm. «Quando a Barcola, uno dei quartieri bene della città, si propose di aprire la prima struttura di questo genere nel 1976 la popolazione era spaventata - continua Rotelli - poi organizzammo un'assemblea pubblica dove spiegammo le nostre ragioni e i cittadini capirono».

Sulle ronde il Csm poteva tacere ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 2 Sulle ronde il Csm poteva tacere Il parere espresso dal CSM in riferimento al decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11 in materia di «Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori», contiene luci ed ombre che hanno spinto alcuni membri, tra cui me,

Pinatto fuori dalla magistratura Impiegò 8 anni per una sentenza ( da "Nazione, La (Firenze)" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ecco perchè le sezioni unite civili della Cassazione hanno respinto il ricorso dell'ex giudice di Gela, poi pm a Milano, sospeso dal Csm per avere impiegato 8 anni per una sentenza su boss mafiosi, scarcerati per decorrenza dei Image: 20090410/foto/634.jpg

Le indagini finanziarie, armi micidiali del fisco ( da "Italia Oggi" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sulle indagini finanziarie né la paura che con tale procedimento si violasse l'articolo 53 della Corte costituzionale. Nonostante una sentenza della Corte costituzionale tesa a salvaguardare la norma di riferimento a condizione che l'accertamento non produca un reddito mostruoso quale potrebbe scaturire dalla sommatoria di tutte le entrate e le uscite finanziarie non giustificate.

Posti unici dell'organico, progressione verticale ko ( da "Italia Oggi" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale, con una serie di sentenze, ha stabilito che in termini generali, le assunzioni derivanti da concorsi integralmente riservati a soggetti già dipendenti dagli enti non possono essere superiori al 50% delle assunzioni da effettuare mediante concorso pubblico.

Avvocati abilitati pure con sentenza ( da "Italia Oggi" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: pag: 35 autore: di Debora Alberici Sentenza della Corte costituzionale Avvocati abilitati pure con sentenza Avvocati abilitati anche per sentenza. Infatti i candidati, che abbiano superato tutte le prove, conseguono l'abilitazione professionale anche se l'ammissione agli scritti e agli orali sia stata decisa da un giudice.

Vigevano perde un giudice ( da "Provincia Pavese, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: perde un giudice A Napoli per sei mesi e il Csm si divide VIGEVANO. Nel giorno del processo per l'omicidio di Garlasco, il tribunale di Vigevano è stato al centro di un altro caso. Ieri, il plenum del Csm ha deliberato, con l'astensione della consigliera laica Letizia Vacca (centrosinistra) e con i voti contrari dei togati, entrambi lombardi, Ezia Maccora (Magistratura democratica)

Tariffe scontate: c'è un tesoretto ( da "Denaro, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sentenza della Corte Costituzionale n. 94 del primo aprile scorso, richiede l'applicazione della norma della Finanziaria (articolo 1, comma 796, lettera o) legge 296 del 27 dicembre del 2006, con le "conseguenti previsioni delle determinazioni delle eventuali compensazioni tra branche e macroaree e delle regressioni tariffarie così come stabilito dal punto 6 della Delibera di giunta n.

MOLDAVIA: PRESIDENTE CHIEDE RICONTEGGIO SCHEDE ELETTORALI. ( da "Asca" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale di ordinare il riconteggio dei voti delle discusse elezioni che hanno consegnato la vittoria al Partito Comunista e che hanno innescato una serie di violente proteste nella capitale Chisinau. ''Sono convinto che un nuovo scrutinio diventera' una valida ragione per il mantenimento della stabilita' politica e della pace in un clima di reciproca fiducia in Moldavia'

Thailandia: Proteste anti-Premier al summit asean ( da "KataWeb News" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dopo la decisione della Corte Costituzionale di destituire per frode elettorale l'ex premier, Somchai Wongsawat, alleato di Thaksin. In oltre 400, cantando slogan "Abhsit vattene", "La Thailandia deve cambiare", hanno rotto i cordoni della polizia riuscendo ad arrivare a pochi metri dal resort sul Golfo thailandese, a 145 chilometri da Bangkok.

11:05 THAILANDIA: PROTESTE ANTI-PREMIER AL SUMMIT DEI PAESI ASIATICI ( da "Agi" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dopo la decisione della Corte Costituzionale di destituire per frode elettorale l'ex premier, Somchai Wongsawat, alleato di Thaksin. In oltre 400, cantando slogan "Abhsit vattene", "La Thailandia deve cambiare", hanno rotto i cordoni della polizia riuscendo ad arrivare a pochi metri dal resort sul Golfo thailandese, a 145 chilometri da Bangkok.

Moldova/ Voronin chiede nuovo conteggio voti legislative -2- ( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il presidente moldavo ha chiesto alla Corte Costituzionale di ordinare un nuovo conteggio delle schede delle legislative che si sono svolte il 5 aprile. "Sono convinto che un pieno riconteggio dei voti, svolto nel rispetto della legge e delle procedure stabilite, sarà un punto cruciale a favore della stabilità politica, della pace e della fiducia reciproca in Moldova"

00:02 INDAGATO COGNATO PROCURATORE PALERMO, ATTI A CALTANISSETTA ( da "Agi" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: stata data anche al Csm, che nelle scorse settimane aveva aperto un'inchiesta conoscitiva sull'intera vicenda. L'ipotesi di reato riguardante il fratello della moglie di Messineo e' relativa alle dichiarazioni del pentito Andrea Bonaccorso, che aveva parlato dell'intestazione da parte di Sacco di alcuni cavalli di razza,

MOLDOVA/ VORONIN CHIEDE NUOVO CONTEGGIO VOTI LEGISLATIVE -2- ( da "Wall Street Italia" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il presidente moldavo ha chiesto alla Corte Costituzionale di ordinare un nuovo conteggio delle schede delle legislative che si sono svolte il 5 aprile. "Sono convinto che un pieno riconteggio dei voti, svolto nel rispetto della legge e delle procedure stabilite, sarà un punto cruciale a favore della stabilità politica, della pace e della fiducia reciproca in Moldova"

Moldavia, presidente chiede riconteggio voti elezioni parlamento ( da "Reuters Italia" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha inoltrato una richiesta formale alla Corte Costituzionale affinché disponga il riconteggio. "Io, in qualità di presidente del partito che si è aggiudicato una vittoria indubbia in una disputa giusta e democratica, chiedo alla Corte Costituzionale di prendere una decisione chiara sulla necessità di un completo riconteggio dei voti dell'elezione parlamentare del 5 aprile"

edifici crollati, perizie in procura ( da "Centro, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: consigliere del Csm, durante l'incontro promosso dall'Associazione nazionale magistrati per discutere dell'emergenza giustizia scoppiata all'Aquila dopo il sisma di lunedì. A coordinare l'incontro è stato Giampiero Di Florio (Anm Abruzzo), mentre il presidente dell'Anm, Luca Palamara, ha sottolineato la vicinanza dell'associazione «a tutto l'

Tondo inaugura sede del Csm ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Tondo inaugura sede del Csm Il centro di salute mentale sarà aperto e operativo 24 ore su 24 Venerdì 10 Aprile 2009, Gemona del Friuli Un forte appello da parte del presidente Tondo alla coesione sociale, alla tensione morale e ideale nel momento del terremoto del 1976 e allo spirito della ricostruzione nel suo discorso all'inaugurazione del nuovo Centro di Salute Mentale (

Inevitabile rimuovere il giudice dalle sentenze lumaca ( da "Gazzettino, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: inflitta il 7 luglio del 2008 dalla sezione disciplinare del Csm. Una vicenda avvenuta quando Pinatto era giudice a Gela (ora invece è alla procura di Milano) e che aveva fatto indignare anche il capo dello Stato, che definì «inaccettabile» il ritardo accumulato dal magistrato per la stesura delle motivazioni della sentenza sul clan Madonia.

Giudice di Vigevano spostato a Napoli ( da "Gazzettino, Il" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il plenum del Csm ha deciso ieri, con l'astensione della consigliera laica Letizia Vacca (centrosinistra) e con il voto contrario dei togati Ezia Maccora (Magistratura democratica) e Fabio Roia (Unicost), l'applicazione per sei mesi di un giudice del Tribunale di Vigevano, dove si sta svolgendo il processo per l'omicidio di Garlasco,

Treviso (mic.mir.) Le delibere del giudice sportivo dei dilettanti e giovanili. T... ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Mazzocco (Soccer), Achek (Aurora Treviso Due), Sakmaoui (Csm Resana). ESORDIENTI - Ammenda 30 euro al Csm Resana. CALCIO A 5 - In Serie C2: sei gare ad Alessandro Pancot (S. Lucia Mille) per tentata aggressione all'arbitro; una gara a Dall'Anese, Padoan (Prisma S. Polo), Gardin (Miane), Zanatta (Montebelluna);

PRG DI GALLIPOLI, NUOVE GRANE DAL CONSIGLIO DI STATO ( da "LeccePrima.it" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Mentre ancor prima la Corte Costituzionale aveva fugato (con sentenza n.241/08) ogni dubbio sulla legittimità costituzionale della legge istitutiva del Parco naturale regionale ?Isola di S. Andrea e litorale di Punta Pizzo?, rigettando le questioni di legittimità costituzionali rimessele dal Tar di Lecce.

Moldova/ Arrestato romeno coinvolto in scontri, Bucarest ( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Oggi il capo di stato ha chiesto alla Corte Costituzionale un nuovo conteggio dei voti delle elezioni per garantire maggiore stabilità al Paese. Vorinin ha accusato i tre partiti dell'opposizione di aver usato "giovani e studenti come scudi umani" creando una situazione di caos vicina al "colpo di stato".

Truffava gli automobilisti erogando meno carburante ( da "Sicilia, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sancito dalla Carta Costituzionale e da numerose disposizioni internazionali. Conseguentemente, il Cga ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale per la dichiarazione di incostituzionalità della legge, disponendo che - in attesa della decisione della Consulta - le norme censurate devono essere disapplicate;

Il significato, la sorpresa e il gusto unico ( da "Sicilia, La" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ho scritto al Csm - dice però Di Lorenzo - per spingerli a velocizzare l'iter». La questione è stata affrontata nell'ultima conferenza dei capigruppo, quando il consigliere Grasso ha proposto di esprimersi senza aspettare il referendum per evitare il rischio di essere citati in giudizio per l'allungamento dei tempi che portano a una decisione.

Le tesi del segretario Francesco Motolese ( da "Merateonline.it" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Giurisprudenza: Corte Costituzionale Sent. n. 282 del 2002; Corte Costituzionale Sent. n. 303 del 2003; Cassazione Civile Sez. I, sent. n. 6362 del 01-04-2004; Cassazione Civile Sez. II, sent. n. 11965 del 22-05-2006 ; Tar Milano Sez. III Sent. 5462 del 1/12/2003.

Gli strumenti di protezione del patrimonio familiare: Fondo Patrimoniale e Trust ( da "AltaLex" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il risalente ed ormai consolidato orientamento della Corte Costituzionale (sentenze n. 94/1973 e n. 5/1974), pur ammettendo diversificazioni e limitazioni del sistema di tutela giurisdizionale, ha sempre affermato che l'evenienza va circoscritta alle ipotesi in cui si ponga l?esigenza di salvaguardare interessi razionalmente ritenuti degni di tutela.

Biotestamento/ Bonino: Mi aspetto che la legge cambi alla ( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dopo la decisione della Corte costituzionale che ne ha bocciato alcune norme, "non c'è nessun vuoto legislativo, quindi si applica così. Per ora - ha spiegato l'esponente radicale - sono saltate le parti più inaccettabili, oggi cominciano a rendere evidente ciò che decidevamo noi radicali sulla legge 40.

## Moldova/ Pronti a nuovo conteggio voti, scintille con ( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Spetta alla Corte costituzionale moldava adesso decidere sul nuovo conteggio dei voti delle elezioni legislative di domenica scorsa, dopo che il presidente Vladimir Voronin ha chiesto ufficialmente di ripetere il computo per dare "stabilità" al Paese e nello stesso tempo accettare l'appello dell'opposizione che è scesa in piazza ed è stata coinvolta negli scontri con la polizia.

BIOTESTAMENTO/BONINO: MI ASPETTO CHE LA LEGGE CAMBI ALLA CAMERA ( da "Wall Street Italia" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dopo la decisione della Corte costituzionale che ne ha bocciato alcune norme, "non c'è nessun vuoto legislativo, quindi si applica così. Per ora - ha spiegato l'esponente radicale - sono saltate le parti più inaccettabili, oggi cominciano a rendere evidente ciò che decidevamo noi radicali sulla legge 40.

## MOLDOVA/ PRONTI A NUOVO CONTEGGIO VOTI, SCINTILLE CON BUCAREST ( da "Wall Street Italia" del 10-04-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: scintille con Bucarest di Apcom Corte Costituzionale deciderà se effettuare computo schede -->Roma, 10 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Spetta alla Corte costituzionale moldava adesso decidere sul nuovo conteggio dei voti delle elezioni legislative di domenica scorsa, dopo che il presidente Vladimir Voronin ha chiesto ufficialmente di ripetere il computo per dare "


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La Giunta è stupefatta (sezione: Giustizia)

( da "Settegiorni (Rho)" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

MIRANDOLA «àˆ una strumentalizzazione» LA GIUNTA è STUPEFATTA L'assessore Vanni Mirandola Pero - Stupore da parte dell'amministrazione comunale in merito all'iniziativa proposta dal Comitato composto da Stefano Totaro , Andrea Bartolini e Vincenzo Di Risio , che venerdì 3 aprile ha organizzato un'assemblea pubblica per parlare delle reti fognarie di Cerchiarello. Stupore, perchè poco più di una decina di giorni prima l'assessore ai lavori Pubblici, Vanni Mirandola , aveva incontrato i promotori dell'iniziativa per spiegare loro la situazione delle reti fognarie e le decisioni prese dalla Giunta per risolvere il problema. «Come già  spiegato ai promotori dell'assemblea, abbiamo inviato ad Amiacque una lettera di richiesta di sgravio sulla tariffa di depurazione - spiega Mirandola -. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità  di addebito della quota di tariffa di depurazione dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura fosse sprovvista di impianti centralizzati di depurazione, abbiamo inviato ad Amiacque l'elenco delle utenze delle vie del territorio che non risultano allacciate alla depurazione e per queste la richiesta di provvedere all'esonero del pagamento della tariffa di depurazione. Inoltre abbiamo già  incontrato due volte Amiacque per la gestione e la relativa definizione di piano-programma per il sistema fognario del nostro Comune. Gli usi strumentali non risolvono i problemi - continua l'assessore -; la questione fognatura, reti e gestione, sono argomenti complessi che richiedono l'impiego di risorse umane e finanziarie. Vorrei ricordare che nel 2008 abbiamo rifatto le fogne di via Verdi e via Puccini. E che nel 2009, oltre al lavoro sulla via Battisti, per eliminare lo sversamento nell'Olona con il collegamento al collettore consortile e il previsto rifacimento del tratto su via Battisti verso il Sempione, abbiamo anticipato il rifacimento di quella di via Basso e che c'è in programma l'intervento su quella di vicolo san Martino».. Articolo pubblicato il 10/04/09

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Recuperano anche i team della pianura (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Recuperano anche i team della pianura PONZANO. I recuperi degli altri. Pari tra Ponzano e Miranese e il Caerano batte il Sp 2005. Spostato a sabato Istrana - Casier di Promozione. Ponzano - Miranese 2-2. E' finito pari l'arretrato di Eccellenza. La classifica: Adriese 54, Edo 45, Liapiave 44, Romano 43, Ardita 42, Feltrese 35, Marosticense 34, Miranese 32, Giorgione 31, Union Csv, Ponzano 30, Liventina, Rossano 28, Cordignano 27, Vedelago 26, Dolo Riviera 24. Caerano - Sp 2005 1-0. In Seconda Q, successo dei locali, che avvicinano il quarto posto. La graduatoria: Cisonese 56, Montegrappa 52, Bessica 51, Caerano 47, Virtus Csm 45, Sp 2005 44, Maser 35, Tegorzo 34, Foen 32, Juventina 29, Lentiai, Castion 24, Agordina, Altivolese 23, Sernaglia 22, Fiori Barp 15. (g.s.)

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La Giustizia prova a tornare alla normalità (sezione: Giustizia)

( da "Tempo, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

stampa Ripresa La Giustizia prova a tornare alla normalità Anche camper e strutture di emergenza per cercare di far tornare alla normalità l'organizzazione giudiziaria e forense dell'Aquila, messa a dura prova dal terremoto e che ha reso inutilizzabili gran parte degli uffici giudiziari. Lo stesso presidente della Corte d'Appello, Mario Della Porta ha lamentato la situazione in cui versa attualmente il tribunale del capoluogo abruzzese, completamente distrutto, con tramezzi caduti e pavimenti rigonfiati. Il presidente ha detto di non avere a disposizione più nulla, né personale, né strutture. «L'unica cosa che ho - ha sottolineato - è il mio cellulare». Della Porta ha inoltre definito «molto deludente» l'incontro avuto mercoledì con il ministro Angelino Alfano. Sia per la forma, in quanto il ministro ha incontrato lui e altri magistrati nel prato laterale del Palazzo di Giustizia, ma anche nella sostanza «perché non ha ascoltato niente di quello che avevamo da dirgli, preferendo le interviste con i giornalisti». Oggi comunque verrà istituito, presso una struttura del Tribunale dei Minorenni dell'Aquila, un presidio per i servizi più urgenti di procura, tribunale e presidenza della corte d'Appello, rimasti danneggiati dal terremoto. Ad annunciarlo è stato Ciro Riviezzo, esponente del Csm, nel corso di un incontro convocato a Pescara dall'Associazione nazionale magistrati. Riviezzo, cui la notizia è stata comunicata dal Ministero della Giustizia, ha aggiunto che nell'arco di 2-3 mesi, sempre nei pressi del Tribunale dei Minorenni dell'Aquila verrà allestita una struttura provvisoria per le questioni amministrative. «È un segnale forte - ha commentato - che di servizi essenziali ripartono e ripartono all'Aquila». Sempre oggi il Consiglio nazionale forense provvederà a inviare all'Aquila un camper in cui gli avvocati avranno la possibilità di riunirsi. Per le esigenze degli avvocati, il consiglio nazionale ha previsto uno stanziamento di 150mila euro.

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il comune fa i dispetti al ministro brunetta - pablo sole (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 1 - Cagliari Il Comune fa i dispetti al ministro Brunetta Mai inviato un documento sulla partecipazione negli enti I funzionari romani confermano: «è inammissibile» PABLO SOLE CAGLIARI. C'è una falla grande come il municipio di via Roma nella pur meritoria "operazione trasparenza" lanciata dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. Una falla che, stando alle direttive di Roma, potrebbe diventare presto un esempio di danno erariale. I fatti. Pochi giorni fa sul sito del ministero sono comparsi i documenti relativi alle società e consorzi compartecipati da comuni e amministrazioni provinciali di tutta Italia, con relativi emolumenti sborsati dagli enti per un posto nei vari consigli di amministrazione. I dati sono stati inviati dagli stessi enti, così come previsto dalla Finanziaria del 2007 e la lista è lunga. Ma incompleta. Perché qualcuno si è dimenticato di questo piccolo obbligo. E chi c'è tra gli sbadati? Il Comune Peraltro non si tratta di una distrazione dell'ultima ora, come testimoniano dagli uffici romani del dipartimento della Funzione pubblica: ‹‹Da Cagliari non hanno inviato alcun documento, né per via telematica, né tramite supporto dvd. Non parliamo solo del 2007, ma anche degli anni precedenti››. Le verifiche. Insomma: niente di niente. Tanto che a una verifica sul sito www.consoc.it, il portale per la "Gestione della partecipazione di pubbliche amministrazioni a consorzi e società", i documenti del Comune sono bianchi: tabula rasa. Eppure le poltrone occupate a nome dell'amministrazione non mancano, tra Ctm, Casic e Consorzio di gestione del parco di Molentargius-Saline. Il problema nasce quando la "distrazione" degli uffici municipali - e della parte politica che in merito dovrebbe fissare le direttive e saggiarne la loro osservanza - potrebbe costare alle casse comunali un bel po' di denari. Le sanzioni. Cosa contempla, oltre l'obbligo di presentare l'elenco delle compartecipazioni, la Finanziaria del 2007? Le sanzioni per le amministrazioni inadempienti così come segnalato sul sito del ministero per la Pubblica amministrazione, sono queste: nel caso di mancata o incompleta comunicazione dei dati al dipartimento della Funzione pubblica ‹‹è vietata l'erogazione di somme a qualsivoglia titolo (...) a favore del consorzio o società, o a favore dei propri rappresentanti negli organi di governo degli stessi››. Ora: ipotizzare che i delegati del Comune seduti nei vari consigli d'amministrazione abbiano lavorato per almeno tre anni senza intascare lo stipendio è inverosimile. Il problema è che quei soldi non avrebbero dovuto essere erogati e, in seconda istanza, se il ministero avesse effettuato i dovuti controlli sarebbero partite le sanzioni previste dalle norme, con uno stop ai trasferimenti statali. Lo stabilisce il comma seguente, che inaugura una serie di multe a cascata e rammenta che in caso di mancata osservanza delle disposizioni, ‹‹una cifra pari alle spese da ciascuna amministrazione sostenuta nell'anno viene detratta dai fondi a qualsiasi titolo trasferiti a quella amministrazione dallo Stato medesimo››. Tradotto: si chiudono i rubinetti. E su questo versante è utile ricordare come la legislazione tenda a ravvisare, nel caso di una detrazione di fondi operata dallo Stato nei confronti dell'ente locale a causa di un inadempimento amministrativo, i profili tipici della responsabilità per danno erariale. Su questo versante però la partita è ancora da giocare, visto che la Corte costituzionale ha dichiarato illegittime le sanzioni ma contemporaneamente il ministero scrive che sono tuttora valide. Tant'è: anziché rischiare eventuali provvedimenti, non sarebbe meglio puntare sulla trasparenza e l'osservanza delle norme? Il Comune non risponde: è tabula rasa.

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inaugurato il centro salute mentale (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Gemona. Nei primi mesi ha già accolto 30 persone con una degenza media di 13 giorni Inaugurato il centro salute mentale Alla presenza del presidente Tondo e dell'assessore Kosic GEMONA. È stato tagliato ieri mattina a Gemona il nastro che inaugura il nuovo centro di salute mentale della città pedemontana, l'unico attivo sulle 24 ore nell'intero territorio dell'Alto Friuli. All'inaugurazione, oltre al sindaco Gabriele Marini e al direttore generale dell'azienda sanitaria n° 3, Luciano Zanelli, hanno preso parte il presidente della Regione, Renzo Tondo, e l'assessore alla sanità, Vladimir Kosic che hanno sottolineato la rilevanza del servizio ospitato oggi in una struttura rimessa a nuovo la cui sistemazione è costata circa 360 mila euro. Si è trattato di una vera e propria festa, iniziata in presenza della autorità e poi proseguita all'interno del centro coinvolgendo oltre 200 persone tra pazienti, familiari, operatori e volontari. "Il centro - ha detto a margine dell'inaugurazione il sindaco - aveva ormai da tempo bisogno d'essere ristrutturato anche in virtù dell'esigenza di disporre di una parte residenziale dove accogliere persone bisognose di assistenza continua, 24 ore su 24, che oggi conta ben 6 posti letto". "In effetti il Csm di Gemona svolge anche una funzione di accoglienza notturna - riferisce il dottor Mauro Asquini, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell'Alto Friuli -. Siamo qui ora a inaugurarlo formalmente (sebbene l'attività sia iniziata già a settembre), con la messa a regime di tutte le funzioni e con la possibilità di trarre un bilancio dei primi sei mesi di attività. In questi primi mesi abbiamo infatti accolto 30 persone, 21 del distretto di Gemona-Val Canale-Canal del Ferro, 9 del distretto della Carnia, con prevalenza di disturbi dell'umore con sintomi psicotici. Le giornate di degenza sono state 420 con una degenza media di 13 giorni». (m.d.c.)

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rifondazione si sbaglia ecco la verità (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Sui canoni di Acque Spa «Rifondazione si sbaglia Ecco la verità» SAN GIULIANO. Acque Spa replica agli interventi di Rifondazione Comunista apparsi sulla stampa ieri e l'altro ieri, «ribadendo per l'ennesima volta che la determinazione delle tariffe non è di sua competenza ma dell'Autorità di Ambito. Tale Autorità - spiega Acque Spa - che è un consorzio obbligatorio dei Comuni ha il compito di programmare e controllare la gestione e di stabilire le tariffe del servizio idrico, che devono essere elaborate in base al "Metodo normalizzato" previsto dalla legge Galli del 1994. In base a tale normativa le tariffe sono essenzialmente determinate in base ai costi operativi ed agli investimenti previsti nel Piano d'ambito, ammontanti nell'arco di venti anni ad oltre 650 milioni di euro. Al riguardo Acque SpA ricorda che nel corso dei primi 6 anni di attività, ha puntualmente rispettato gli obbiettivi stabiliti dall'ATO e che al 31/12/2007 gli investimenti effettuati ammontavano ad oltre 218 milioni di euro. Pertanto, per le tariffe, Rifondazione deve rivolgersi all'Autorità di Ambito A.T.O, la quale potrà agevolmente fornire tutte le informazioni in merito alle proprie deliberazioni in materia. Sugli effetti della sentenza della Corte Costituzionale, si tiene a precisare che le affermazioni del coordinatore comunale di Rifondazione di San Giuliano non sono vere. Acque non ha mai "indebitamente percepito il canone di depurazione", anzi, è vero l'esatto contrario. Acque ha legittimamente e correttamente applicato le normative per tempo vigenti e le tariffe come determinate dall'Autorità di Ambito. Acque a partire dalla data della sentenza della Corte Costituzionale, su disposizione della medesima Autorità, ha provveduto ad esentare gli utenti residenti in zone non servite da depurazione dalla relativa quota di tariffa, senza necessità di alcun adempimento e spesa da parte degli utenti. Si ricorda che il decreto legge 208 del 30/12/2008, approvato dal Governo e convertito dal Parlamento con legge 13 del 2009, ha modificato ulteriormente la materia prevedendo che l'eventuale restituzione delle somme agli utenti debba avvenire anche in forma rateizzata, entro il termine massimo di cinque anni a partire dal 1º ottobre 2009. Inoltre il parlamento ha deciso che dall'importo da restituire vanno dedotti gli oneri relativi alle attività di progettazione, realizzazione o di completamento avviate. L'importo da restituire è individuato entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge (entro fine giugno 2009) dall'Autorità d'Ambito a seguito di una ulteriore ricognizione delle utenze interessate. è questo un ulteriore elemento che dovrebbe indurre a prudenza e responsabilità prima di addentrarsi in iniziative che lungi da produrre benefici per gli utenti possono solo provocare confusione e spese inutili. Comunque anche in questo caso Acque si atterrà scrupolosamente alle disposizioni dell'Autorità di Ambito. Infine ricordiamo che le perdite idriche nel territorio servito da Acque Soa, calcolate secondo le direttive del Comitato per la vigilanza sulle risorse idriche, si collocano non al 40% come affermato da Rifondazione, ma al di sotto del 27%, uno dei livelli più bassi del nostro paese».

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caos csm, la procura senza guida per altri 12 mesi - paola cascella (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina III - Bologna Il caso Caos Csm, la Procura senza guida per altri 12 mesi PAOLA CASCELLA Il procuratore della Repubblica sta per arrivare? Sarà l´attuale procuratore di Reggio Emilia Italo Materia che la vincerà sul procuratore di Brescia Giancarlo Tarquini? Contrordine compagni. Il Consiglio superiore della magistratura è in procinto di cambiare idea. Tutto quando i giochi sembravano ormai chiusi: la commissione incarichi direttivi ha indicato con tre preferenze ciascuno, un testa a testa all´ultimo voto tra Materia e Tarquini, il ministro ha dato a entrambi il suo gradimento (il concerto) e il plenum si è già riunito (mercoledì scorso) per dire l´ultima parola sull´annosa vicenda che va avanti dal luglio scorso, quando l´ex procuratore Enrico Di Nicola lasciò per andare in pensione. Invece niente di fatto, la Procura di Bologna rischia di restare senza guida per un altro anno. Infatti i 24 consiglieri di Palazzo dei Marescialli non hanno deciso, rinviando di nuovo la scelta. Ufficialmente per motivi tecnici (mancava una consigliera), ma le ragioni sarebbero altre. I candidati arrivati al traguardo, ora non convincono completamente neppure i loro stessi sostenitori della prima ora (la corrente di Unicost per Materia, i consiglieri Pdl per Tarquini). Il risultato è che qualcuno propone di ripartire da zero, recuperando il nome del pm Roberto Alfonso. SEGUE A PAGINA V

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caos csm, la procura senza guida per ... - paola cascella (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VII - Bologna CAOS CSM, LA PROCURA SENZA GUIDA PER ... PAOLA CASCELLA (segue dalla prima di cronaca) Roberto Alfonso, 58 anni, pm della Direzione nazionale antimafia dal ´93, vicino a Mi (Magistratura indipendente) ma gradito anche ad alcune toghe di Md (Magistratura democratica) è in magistratura dal ´79. E´ stato giudice e pm: a Pachino, in Sicilia, a Novara, e a Trapani. Il Csm ha rinviato il caso Bologna al 29 aprile. Intanto si lavora dietro le quinte per cercare alleanze e sostenitori. Ma se l´idea del ripescaggio del nome del pm dell´antimafia nazionale raccoglierà consensi - una congrua maggioranza, altrimenti non se ne fa nulla - potrebbe aprirsi uno scenario inedito. Qualcosa tipo: amici, abbiamo scherzato, si ritorna in commissione col candidato Alfonso, ripercorrendo la trafila di cui sopra. Motivazione della proposta, richiesta di concerto al ministro e infine riconvocazione del plenum, tutto da rifare. Passeranno mesi, forse un anno, prima che il nuovo procuratore possa varcare il cancello di piazza Trento e Trieste. La Procura è senza un capo dal luglio scorso. L´attuale procuratore reggente Silverio Piro è stato appena nominato alla guida della Procura di Velletri, mentre i due posti di aggiunto sono vacanti. Una situazione di disagio che rischia di peggiorare.

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Ronde, Berlusconi placa l'ira della Lega (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Ronde, Berlusconi placa l'ira della Lega decreto sicurezza Ma l'ipotesi di accorpare elezioni europee e referendum riattizza la polemica e la fronda nella maggioranza Roma. «Con Bossi e Maroni è tutto chiarito: nella maggioranza c'è piena condivisione sulle politiche della sicurezza»: Silvio Berlusconi, dopo due ore di colloqui fitti con i vertici della Lega, è riuscito a ricucire lo strappo provocato dalla clamorosa bocciatura, due giorni fa a Montecitorio, di una parte del "pacchetto sicurezza". Un'intesa non facile: il decreto non potrà essere più ritoccato pena la decadenza (entro il 25 aprile deve essere convertito definitivamente dal Senato). Il Presidente del Consiglio, allora, ha messo sul piatto la promessa di ripresentare le due delle norme più care al "Carroccio" (l'allungamento dei tempi di detenzione dei clandestini nei centri di identificazione e la istituzione delle Ronde) in un apposito disegno di legge. Sui quali, se necessario, il governo porrà anche la fiducia. Di fronte alla possibilità che entro la fine del mese, migliaia di ospiti dei centri possano essere rimessi in libertà senza controllo, il premier ha messo la faccia. Si impegnerà personalmente con il governo di Tunisi perché siano accelerate al massimo le pratiche del rientro dei clandestini provenienti da quel paese: sono circa 900. «Ho preso su di me la responsabilità di accelerare i rimpatri - ha spiegato il premier - Con alcuni paesi (la Tunisia, appunto, n.d.r.) ci sono tali rapporti di amicizia per cui non ci saranno problemi a rendere più rapidi i rimpatri». Sul piano politico, però, Berlusconi ha imposto a Bossi un dazio gravoso: «Stiamo riflettendo: l'ipotesi di indire una sola giornata di elezioni per europee e referendum va attentamente valutata». Secondo quanto ha più volte richiesto il leader dell'opposizione, Franceschini, accorpare le due votazioni farebbe risparmiare 460 milioni di euro da destinare alle zone colpite dal terremoto. La Lega si era sempre opposta a questa soluzione, nella speranza che il referendum naufragasse per il mancato raggiungimento del quorum: ma la gravità della situazione in Abruzzo non consente più irrigidimenti. Bossi, a quel punto, ha chiesto a Berlusconi due contropartite politiche: la conferma del candidato leghista alla Provincia di Bergamo (nonostante l'ostracismo di ampi settori del Pdl locale), ed almeno una delle Presidenze delle Regioni del Nord che rinnoveranno i Consigli a primavera. Tutto risolto, quindi? No. La decisione di riproporre la norma sulle ronde e sui clandestini in un disegno di legge ad hoc potrebbe incontrare serie difficoltà parlamentari. «Se ci riprovano, il Pd contrasterà la maggioranza e riusciremo a far fare un secondo passo indietro. Gli italiani hanno diritto alla sicurezza, ma la sicurezza può arrivare solo dalle forze dell'ordine e non dalle ronde che sono solo proposte demagogiche», ha sostenuto il segretario dei Democratici, Dario Franceschini. E l'opposizione, in via cautelativa, si è già rivolta ai presidenti delle due Camere perché il governo non tenti di ripresentare norme già bocciate dal Parlamento. Pier Ferdinando Casini, ieri, ha invece fatto una piccola apertura al centrodestra: «Il periodo di detenzione nei centri deve essere "ragionevole"». L'ipotesi cui sta lavorando la maggioranza, anche di fronte allo spiraglio offerto dall'Udc, prevede il prolungamento della detenzione per un periodo diverso da quello bocciato dal parlamento (sei mesi), limitandosi a 120 giorni, proprio per non creare un precedente istituzionale. Diversa la questione delle ronde: i sospetti di incostituzionalità evidenziati dal Csm (non si può delegare la tutela della sicurezza ad organizzazioni private, n.d.r.) dovranno essere superati con una nuova stesura del testo per non creare una nuova tensione con il Quirinale. Troppe incognite, quindi, per sostenere che il sereno è già tornato nella maggioranza. E la conferma di questo stato di "quiete apparente" arriva proprio dalle attività parlamentari di queste ore. Ieri, la commissione Affari Costituzionali del Senato ha esaminato il testo del decreto appena trasmesso da Montecitorio, ed ha espresso il parere di Costituzionalità. I senatori della Lega, però, hanno disertato la riunione, ed il "via libera"è arrivato solo grazie all'astensione dei rappresentanti dell'opposizione. «La Lega - hanno accusato due senatrici del Pd in commissione, Marilena Adamo e Mariangela Bastico - non ha preso parte ai lavori perché ha perduto interesse al provvedimento. Eppure, in quel decreto ci sono norme contro le molestie sessuali (stalking) e le violenze sulle donne che non possono decadere». Altra indiretta conferma delle tensioni che covano è arrivata dal silenzio che gli esponenti della Lega hanno tenuto con i giornalisti, al termine del vertice con Berlusconi. «Alla fine la soluzione si trova», sono le uniche parole che Umberto Bossi ha affidato ai suoi collaboratori perché fossero, poi, riferiti ai cronisti. Ma non tutti hanno scelto il profilo basso: «Le imboscate d'aula contro le misure volute dal Ministro Maroni, sono frutto del comportamento di alcuni "pagliacci" della politica», ha commentato Mario Borghezio, eurodeputato del Carroccio. Angelo Bocconetti bocconetti@ilsecoloxix.it 10/04/2009

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Trasferito a Napoliuno dei gipdel processo stasi (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Trasferito a Napoliuno dei gipdel processo stasi CSM diviso Roma. Il plenum del Csm ha deciso oggi, con l'astensione della consigliera laica Letizia Vacca (centrosinistra) e con il voto contrario dei togati Ezia Maccora (Magistratura democratica) e Fabio Roia (Unicost), l'applicazione per sei mesi di un giudice del Tribunale di Vigevano, dove si sta svolgendo il processo per l'omicidio di Garlasco, al Tribunale di Napoli. «Questo - si legge in una nota firmata da Roia e Maccora - comporterà una inevitabile sofferenza del Tribunale di Vigevano ed in particolare dell'Ufficio Gip-Gup». Il voto contrario espresso dai due togati, prosegue la nota, «non esprime alcuna sottovalutazione delle esigenze degli uffici napoletani, ma evidenzia la necessità che la comparazione tra le diverse esigenze degli uffici non si fermi all'analisi dei dati quantitativi e non prescinda dalla valutazione specifica della complessità dei processi in trattazione nelle diverse realtà giudiziarie». Vigevano è un ufficio giudiziario di piccole dimensioni «che dovrebbe essere coinvolto nella auspicabile revisione delle circoscrizioni, impegnato oggi nella celebrazione del processo per l'omicidio di Chiara Poggi, processo indiziario, complesso, che merita la massima attenzione». 10/04/2009

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Pinatto fuori dalla magistratura Impiegò 8 anni per una sentenza (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

BREVI pag. 20 Pinatto fuori dalla magistratura Impiegò 8 anni per una sentenza CASSAZIONE: NO AL RICORSO ROMA Edi Pinatto (Emmevi) non farà mai più il magistrato in quanto, avendo impiegato 8 anni per scrivere una sentenza di mafia, ha gettato «discredito sul prestigio della magistratura». Ecco perchè le sezioni unite civili della Cassazione hanno respinto il ricorso dell'ex giudice di Gela, poi pm a Milano, sospeso dal Csm per avere impiegato 8 anni per una sentenza su boss mafiosi, scarcerati per decorrenza dei Image: 20090410/foto/5748.jpg

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Trasferito Arnaldi Vitelli resta solo (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

VETRINA pag. 9 Trasferito Arnaldi Vitelli resta solo LA SITUAZIONE INTANTO ieri il Csm ha disposto il trasferimnto dell'altro Gup-Gip Roberto Arnaldi, 51 anni, anni, al Tribunale di Napoli. Entro la settimana prossima quindi il suo posto accanto al collega Stefano Vitelli dovrà essere coperto.

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Decreto sicurezza Pdl e Lega trattano (sezione: Giustizia)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Decreto sicurezza Pdl e Lega trattano --> Dichiarazioni ottimistiche ma la «quadra» non c'è Al lavoro per ridurre la permanenza nei Cie a 4 mesi Venerdì 10 Aprile 2009 GENERALI, pagina 13 e-mail print ROMAIl leader della Lega Umberto Bossi ostenta ottimismo: «Sul fronte della sicurezza faremo tutto. Con Berlusconi, una soluzione si troverà». Ma la situazione, a quanto si apprende in ambienti della maggioranza, al di là delle dichiarazioni ufficiali che parlano di «una condivisione politica» del problema immigrazione e di un chiarimento «che soddisfa» il ministro dell'Interno Roberto Maroni, risulterebbe ancora aperta. L'intenzione, al momento, sembra sia quella di far votare al Senato il decreto, che ora contiene per lo più norme «anti-stupro» e «anti-stalking», così com'è, e di inserire la norma che prolunga il tempo di permanenza degli stranieri nei Cie - Centri di identificazione ed espulsione - nel disegno di legge sulla sicurezza, dal 27 aprile all'esame dell'Aula di Montecitorio. TEMPI STRETTISSIMI PER MODIFICARE IL DECRETO Dopo lo schiaffo ricevuto mercoledì alla Camera dal Carroccio, che prima ha dovuto rinunciare alla norma sulle ronde e poi si è visto bocciare («con un'imboscata del Pdl», dicono i leghisti) la misura che prolungava a sei mesi la permanenza degli irregolari nei Cie, una via d'uscita certa, per ricucire i rapporti con Maroni e per impedire che si aprano le porte dei Centri dal 26 aprile rimettendo in circolazione oltre 1.038 irregolari, non sembra sia stata ancora individuata con certezza. Dopo due incontri a palazzo Chigi, prima e dopo il Consiglio dei ministri, e un'altra riunione a palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi, i vertici della Lega e il ministro della Difesa Ignazio La Russa, le soluzioni sul tappeto sono tre. La prima è che si modifichi il decreto al Senato reintroducendo la norma sui Cie a quattro mesi e non più a sei; ma questo significherebbe una affannosa corsa contro il tempo e il ricorso alla fiducia sia alla Camera sia al Senato. LO STRALCIO NEL DDL SICUREZZA La seconda strada, che sembra più plausibile, prevede che appunto si lasci il decreto così com'è e si inserisca il capitolo Cie nel ddl sicurezza da far marciare a spron battuto. Berlusconi, infatti, ha assicurato che riuscirà, attraverso «i rapporti di particolare amicizia» che ha con alcuni presidenti dei Paesi di provenienza degli irregolari, «ad accelerare i rimpatri». Evitando così che tornino in circolazione i 1.038 clandestini. Ma benché questa risulti la soluzione più agevole, osservano nel Pdl, di fatto suona come un altro «no» alla Lega, in particolare a Maroni. E non darebbe certezze sui clandestini visto che l'attuale accordo bilaterale tra Italia e Tunisia (i 1.038 sono quasi tutti tunisini), racconta il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, prevede il rimpatrio di non più di sette irregolari al giorno. «È chiaro - replica La Russa - che si tratterebbe di un'intesa straordinaria con questi Paesi stranieri solo per evitare la scadenza del 26 aprile». Ma al momento, per il coordinatore del Pdl, questa sarebbe la soluzione migliore perché forzare i tempi con il decreto implicherebbe «uno stress parlamentare» di notevole entità. Il che, traducono nel centrodestra, significa che la maggioranza potrebbe risentire di due voti di fiducia in tre giorni. LA RUSSA PENSA A DECRETO AD HOC In più la Lega sull'altro piatto della bilancia ha messo un altro «peso da 90»: il secco no all'election day per il referendum. E Bossi starebbe ben attento a non alterare troppo gli equilibri per non compromettere questo risultato. Tra i vantaggi della scelta dei quattro mesi di permanenza nei Cie anziché sei, c'è per la maggioranza la possibilità di contare anche sul «sì» di Udc e Idv. «E se poi entrambe le ipotesi dovessero trovare un qualche intoppo», La Russa (la terza soluzione) non esclude che, per evitare la rimessa in circolazione dei clandestini, si possa pensare anche a un decreto ad hoc che contenga, oltre a quella sui Cie, «anche altre norme sull'immigrazione». E questo per evitare l'obiezione sulla reiterazione dei decreti sollevata più volte dal Colle e dalla Corte Costituzionale. Anna Laura Bussa 10/04/2009 nascosto-->

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Condoni, Fisco batte edilizia (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-04-10 - pag: 28 autore: La sentenza. Presupposti meno rigidi Condoni, Fisco «batte» edilizia Giovanni Negri MILANO La Corte costituzionale promuove il condono fiscale deciso con Finanziaria 2003. L'ordinanza n. 109, depositata ieri e scritta da Franco Gallo, infatti ha respinto giudicandole, in parte infondate e in parte inammissibili, le questioni sollevate dal tribunale di Spoleto che aveva contestato la legittimità dell'articolo 15, comma 7 della legge 289/2002 nella parte in cui prevede l'esclusionee da punibilità per i reati tributari nel caso di adesione alla sanatoria. Tra le ragioni sostenute, il giudice di Spoleto aveva fatto soprattutto leva sulla presunta irragionevolezza di una misura che sembrava non rispettare i presupposti delineati dalla stessa giurisprudenza della Corte costituzionale per quanto riguarda l'estinzione dei reati urbanistici. In materia di condono edilizio, infatti, la Consulta aveva sancito la legittimità sulla base di un duplice presupposto: l'esistenza di un'eccezionale illegalità di massa e l'esigenza di favorire l'emersione degli illeciti. Si tratta, però, sottolinea adesso l'ordinanza, di due fattispecie di condono del tutto eterogenee perchè, mentre la normativa sul condono edilizio esige un bilanciamento con una pluralità di interessi costituzionalmente protetti ( come il governo del territorio, la tutela del paesaggio, dell'ambiente e dei beni culturali), il condono fiscale «è essenzialmente diretto a soddisfare l'interesse costituzionale all'acquisizione delle disponibilità finanziarie necessarie a sostenere le pubbliche spese, incentivando la definizione semplificata e spedita delle pendenze fiscali mediante il parziale pagamento del debito tributario». La diversità degli interessi costituzionali coinvolti dai due tipi di sanatoria esclude pertanto che la normativa sul condono fiscale debba rispettare le medesime condizioni di ragionevolezza individuate dalla giurisprudenza della Consulta per le leggi di condono edilizio. Così, non può essere criticata come irragionevole la normativa sul condono tributario e i suoi obiettivi che sono quelli di una riduzione del contenzioso con i contribuenti e l'ottenimento di un immediato introito finanziario sia pure in misura inferiore rispetto a quanto previsto inizialmente. Respinta, poi, anche l'equiparazione tra condono e amnistia (che puntava sull'assenza di una maggioranza qualificata per l'approvazione): il condono infatti raggiunge i suoi effetti estintivi con la collaborazione degli interessati, mentre l'amnistia è una misura di clemenza generalizzata. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'indeducibilità dell'Irap ritorna alla Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-04-10 - pag: 28 autore: Corte costituzionale. Nuovo rinvio dopo il decreto legge 185 L'indeducibilità dell'Irap ritorna alla Consulta Il «forfait» non cancella i dubbi di legittimità Stefano Verna La partita dell'Irap torna alla Corte costituzionale.La Commissione tributaria provinciale di Bologna, sezione V, con ordinanza3 aprile 2009,n.42,ha sollevato dubbio di costituzionalità per l'articolo 1, comma 2,del decreto legislativo 446/97, istitutivo dell'Irap, in quanto,disponendo l'indeducibi-lità, non consente di dedurre dall'imponibile Ires la quota di Irap che grava su costo del lavoro e oneri finanziari. Nell'imponibile Ires sono deducibili le spese per prestazioni di lavoro e interessi passivi, mentre costituisce variazione in aumento l'Irap, in quanto imposta indeducibile. L'indeducibilità dell'Irap fa sì che il reddito d'impresa netto sia colpito da Ires e Irap, e quest'ultima colpisca anche i costi di lavoro e gli interessi passivi che di tale reddito sono elementi negativi. Pertanto, proprio per l'indeducibilità, questi costi sono prima componenti negativi del reddito Ires e dopo, con una variazione in aumento, componenti positivi dello stesso reddito, al 4,25 per cento. Costo del lavoro e interessi passivi sono quindi deducibili solo per il 95,75%: ovvero per il 100% prima, ma col recupero del 4,25% poi. Questa situazione contrasterebbe con tre principi costituzionali. La capacità contributiva L'articolo 53 della Costituzione stabilisce che il concorso dei cittadini alle spese erariali deve avvenire «in ragione» della loro capacità contributiva; occorre un "rapporto" fra ricchezza ed entità dell'imposta. La ricchezza colpita deve essere obiettivamente valutabile ed è determinata nelle leggi istitutive dei tributi con la fissazione del presupposto d'imposta.Presupposto dell'Ires è il possesso di un reddito, che è un reddito netto,ma,a causa dell'indeducibilità dell'Irap, netto non è in quanto aumentato del 4,25% su due fattori della produzione: i costi del lavoro e del capitale preso a mutuo. L'uguaglianza A parità di reddito effettivo, il diverso ammontare dell'imposta fra due imprese deve avere una causa ragionevole, voluta dal legislatore, altrimenti la diversità è irrazionale. Non è perciò giustificabile che un'impresa sia colpita dall'Ires più di altre se, a parità di reddito effettivo, i costi del lavoro e dei capitali presi a mutuo hanno maggior peso nell'imponibile. La tutela del lavoro L'indeducibilità dell'Irap si traduce nella deducibilità del costo del lavoro limitata al 95,75% e quindi nella penalizzazione tributaria del ricorso al "lavoro". La domanda di rimborso dell'Ires (33%), calcolata sul 4,25% di costo del lavoro e interessi passivi netti, quindi la domanda di rimborso dell'1,4% su questi costi, dipende dalla fondatezza del dubbio di costituzionalità nella misura in cui l'indeducibilità dell'Irap si traduce nella parziale indeducibilità di costi del lavoro e interessi passivi netti. La Ctp ha osservato che il dubbio di costituzionalità resta anche dopo l'entrata in vigore del Dl 185/08. Infatti il rimborso previsto dalla nuova norma non è certo, dipendendo da rimborsi richiesti e fondi disponibili. Infine, non esiste collegamento logico fra il rimborso forfettario concesso dalla norma e quello che dovrebbe essere disposto nel caso in cui fosse riconosciuta l'illegittimità costituzionale nei termini avanzati dal contribuente (rimborso analitico), pari all'aliquota Ires sul 4,25% di costo del lavoro e interessi passivi netti. La deduzione, calcolata non sull'ammontare dei costi che dovrebbero essere interamente deducibili ai fini dell'imposta sul reddito, ma in misura forfetaria sull'imposta reale che ha colpito questi costi, unitamente ai ricavi e proventi meno tutti gli altri costi, appare arbitraria e, a sua volta, non sfugge al dubbio di costituzionalità. Il dubbio, diverso da quello sollevato da altre commissioni sull'indeducibilità di tutta l'Irap, con effetti dirompenti per le casse erariali, se accolto dalla Corte, darà luogo a un rimborso Ires più contenuto, pari all'1,4%di costo del lavoro e oneri finanziari fino al 2007 e, dopo le riduzioni di aliquote, all'1,073 per cento. Ne potranno beneficiare le società che, entro 48 mesi dal versamento, avranno presentato domanda di rimborso alle Entrate e, dopo il suo rifiuto o silenzio-rifiuto, depositato, per maggior sicurezza e chiedere gli interessi, ricorso in commissione tributaria. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Gli esami già superati restano validi (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-04-10 - pag: 35 autore: MENO POTERI AI TAR Gli esami già superati restano validi La Corte costituzionale salva l'iscrizione all'Albo forense da parte di chi ha superato le prove scritte e orali quando l'ammissione o la ripetizione della valutazione da parte della commissione è la diretta conseguenza di un intervento della magistratura amministrativa. Lo ha stabilito la sentenza n. 108 depositata ieri e scritta da Sabino Cassese. A sollevare la questione di legittimità era stato il Consiglio di giustizia amministrativa per la Sicilia che aveva contestato l'articolo 4, comma 2 bis del decreto legge n. 115 del 2005 (poi convertito dalla legge n. 168 del 2005). Per i giudici amministrativi a essere violati sarebbero stati soprattutto gli articoli 3 e 11 della Costituzione. La Corte ha considerato legittima la disposizione spiegando che «ha lo scopo di evitare che il superamento delle prove di un esame di abilitazione venga reso inutile dalle vicende processuali successive al provvedimento, con il quale un giudice o la stessa amministrazione, in via di autotutela, abbiano disposto l'ammissione alle prove di esame o la ripetizione della valutazione. Per raggiungere questo scopo, la disposizione rende irreversibili – secondo la giurisprudenza amministrativa – gli effetti del superamento delle prove scritte e orali previste dal bando». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Giudice destituito per inerzia (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-04-10 - pag: 35 autore: Cassazione. Il grave ritardo nel deposito delle sentenze provoca la rimozione dalla magistratura Giudice destituito per inerzia Edi Pinatto sanzionato per le scarcerazioni dei boss a Gela Giovanni Negri MILANO Ritardi di anni nel deposito delle sentenze costituiscono una lesione grave del prestigio sia del magistrato sia dell'ordine giudiziario. Si pongono in contrasto con il principio di ragionevole durata del processo. E per giustificarli non serve fare riferimento ai carichi di lavoro, almeno quando quei ritardi finiscono per assumere le caratteristiche di un vero e proprio diniego di giustizia. A stabilirlo sono state le Sezioni unite civili della Corte di cassazione, con la sentenza n. 8615 depositata l'8 aprile (pubblicata sul sito www.guidaaldiritto. ilsole24ore.com), che ha confermato la sanzione della rimozione, la più grave in assoluto, per Edi Pinatto, ex giudice al tribunale di Gela (oggi Pm alla Procura di Milano), che aveva impiegato circa otto anni per completare il deposito delle nove sentenze con cui erano stati condannati numerosi esponenti del clan Madonia. Un maxiritardo nel deposito delle motivazioni che aveva provocato la scarcerazione di sette delle persone condannate. La pronuncia della Cassazione conferma la sanzione del Csm, che in precedenza aveva già sanzionato il Pm con la perdita di mesi d'anzianità per i ritardi accumulati nella redazione delle sentenze, e va ad affiancarsi al parallelo processo penale che, per gli stessi fatti, ha visto nel luglio scorso, il Gup di Catania condannare Pinatto a otto mesi di reclusione, pena sospesa, per omissione o ritardo in atti d'ufficio. Pinatto aveva provato a farsi scudo delle difficoltà del nuovo incarico alla Procura milanese, della corposità della motivazione delle sentenze in questione, della contemporaneità del lavoro quotidiano. Argomentazioni che però sono cadute nel vuoto. Le Sezioni unite hanno innanzitutto fatto rilevare che quando il ritardo (che rappresentata statisticamente la ragione più frequente di sanzione disciplinare del Csm nei confronti del magistrato) è veramente eccessivo, il danno per il prestigio della magistratura è pressoché automatico. Danno per cui non serve una specifica dimostrazione, visto che è avvertito «dalla coscienza sociale come sintomo di inefficienza intollerabile». Se il ritardo è poi protratto per anni non ha senso accampare il motivo dei gravi carichi di lavoro. Questo vale per la maggioranza dei magistrati: così «è punibile come lesivo del prestigio del magistrato e dell'ordine giudiziario il comportamento del giudice che ritardi di depositare le motivazioni dei suoi provvedimenti in una misura che, per quantità dei casi ed entità dei tempi di deposito, è tale da violare la soglia di ragionevolezza e giustificabilità ». Una soglia che è possibile, a giudizio della Cassazione, identificare attraverso vari parametri, ma è sempre superata, in concreto, quando il tempo di ritardo è tale da compromettere il diritto delle parti alla durata ragionevole del processo. La preoccupazione della Corte di cassazione va nella direzione di assicurare all'ordine giudiziario quel prestigio di cui deve godere da parte dell'opinione pubblica e che viene meno se il magistrato si espone a condotte che sono di tale gravità da prevalere anche sulla produttività dello stesso magistrato dimostrata in altri settori della sua attività. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE RAGIONI Le Sezioni unite chiariscono che un vuoto di otto anni non può essere giustificato dai carichi di lavoro e dal peso delle motivazioni

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Dimenticate i muri scrostati e le sedie di ferro. Qui ci sono pareti fiorite, tavoli semplici ma di ... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Dimenticate i muri scrostati e le sedie di ferro. Qui ci sono pareti fiorite, tavoli semplici ma di design, poltrone bianche, una cucina in acciaio, una sala cinema con il soffitto in legno, camere con uno o due letti, ognuno dotato di un comodino e un armadietto, dove, chi vuole, può rimanere a dormire o può riposare anche durante il giorno. Tutto come in una vera casa. Una casa bella e semplice. Ma il Csm da solo non basta. I dipartimenti di salute mentale infatti hanno al loro interno un Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (Spdc), che si trova nell'ospedale ed è il luogo dove vengono ricoverati i pazienti dal pronto soccorso psichiatrico e dove vanno i trattamenti sanitari obbligatori. A Trieste questo servizio ha solo 6 posti letto, «ma funziona la rete territoriale» commenta Dell'Acqua. Qui da 35 anni non si lega più nessuno, ma altrove non è così: «Da un'indagine dell'Istituto superiore di sanità - ci spiega Dell'Acqua - in 6 Spdc italiani su 10 si usa ancora la contenzione, almeno in modo sporadico». Nella rete territoriale c'è poi la terza gamba del dipartimento: il Servizio abilitazione e residenze. Il suo compito è quello di coordinare le strutture residenziali (dove vivono le persone che non possono rimanere nella casa di famiglia) e le attività riabilitative. In città ci sono 6 strutture residenziali con 40 posti e un centro diurno con 6 laboratori. Nel centro diurno hanno la loro sede le cooperative sociali all'interno delle quali lavorano la persone con disagio mentale. Si occupano di sartoria, edilizia, pulizie, giardinaggio, ristorazione, piccola editoria. I laboratori fanno corsi di arti visive, musica, tessuti. Il modello triestino ha avuto molti riconoscimenti. L'Oms ha indicato il dipartimento triestino come centro per la formazione dei «mental health center community based» in Europa. E tuttavia, sono in molti ad osteggiarlo. Recentemente il suo operato è stato oggetto di un attacco da parte del quotidiano Libero e di una interrogazione di Paolo Guzzanti al ministro Sacconi in cui si accusa gli psichiatri di Trieste di «atteggiamenti disumani» e si chiede con urgenza di modificare la legge 180 (Guzzanti, peraltro, è firmatario di una delle proposte di legge di riforma). Peppe Dell'Acqua è preoccupato. Da che? «Da una psichiatria che vede solo malattia, che fonda la sua credibilità sulla promessa della sicurezza e dell'ordine, sull'industria del farmaco. Questa psichiatria è tornata nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura ospedalieri blindati, nelle affollate e immobili strutture residenziali, nei Centri di salute mentale vuoti e ridotti a miseri ambulatori. Non a caso le ultime proposte di modifica della legge 180 si muovono in questa direzione. Propongono adeguate strutture di cura «ad alta protezione» e procedura più restrittive, più rapide e meno garantite di obbligatorietà alla cura». Ma questo non lo vogliono neppure i familiari. L'Unasam, che rappresenta oltre 150 associazioni di familiari, nella home page del suo sito ha scritto a chiare lettere cosa vogliono e cosa non vogliono. Nel primo elenco troviamo: un'assistenza adeguata sia in fase di cronicità sia in quelle di emergenza; la riabilitazione psicosociale continuativa, cioè abitativa, lavorativa e con servizi di supporto; la chiusura definitiva degli ultimi ospedali psichiatrici. Tra le cose che non vogliono: una situazione logora, in cui buone leggi rimangono inapplicate; i malati abbandonati con le loro famiglie; le strutture neomanicomiali nelle quali si entra per non uscire più; una università vecchia, ferma nel passato, che continua a sfornare giovani psichiatri su modelli ormai desueti e criticabili, trascurando la nuova psichiatria di comunità.

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Edifici crollati, la procura acquisirà i verbali dei tecnici (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

PRIMO PIANO 10-04-2009 CONTROLLI OCCHI PUNTATI SU STABILI PUBBLICI E COSTRUITI DI RECENTE Edifici crollati, la procura acquisirà i verbali dei tecnici L'AQUILA II La Procura dell'Aquila acquisirà i verbali degli accertamenti tecnici che verranno svolti dagli organi competenti nei prossimi giorni sugli edifici crollati e danneggiati dal terremoto, in particolare su quelli pubblici e quelli di più recente costruzione. Secondo quanto si apprende da fonti giudiziarie, il primo obiettivo dell'inchiesta aperta dalla Procura per verificare le eventuali responsabilità nei crolli è «il monitoraggio completo di tutti gli immobili che, spiegano le fonti, per loro natura dovrebbero essere a norma, in quanto realizzati in epoca in cui era già vigente la normativa antisismica ». Un monitoraggio che sarà svolto sia dalla polizia giudiziaria sia attraverso l'acquisizione dei verbali che i 1.500 tecnici arrivati all'Aquila per fare le verifiche di agibilità e stabilità degli edifici lesionati redigeranno nel corso del loro lavoro. Ma la procura dell'Aquila si concentrerà anche su un altro aspetto dell'inchiesta, al momento ancora lontano, ma che in futuro diventerà predominante: la partita della ricostruzione. Per evitare che la criminalità organizzata possa mettere le mani su una torta enorme, quella dei fondi che arriveranno nel capoluogo abruzzese. Verranno dunque svolte «accurate indagini», sottolineano fonti giudiziarie, su tutte le aziende e le società che vorranno partecipare alle gare d'appalto. Intanto anche la macchina della giustizia prova a rimettersi in moto. Ed è così che entrano in scena camper e strutture di emergenza anche per cercare di far tornare alla normalità l'organizzazione giudiziaria e forense dell'Aquila, messa a dura pro- va dal terremoto e che ha reso inutilizzabili gran parte degli uffici giudiziari. Lo stesso presidente della Corte d'appello, Mario Della Porta ha lamentato la situazione in cui versa attualmente il tribunale dell'Aquila, completamente distrutto, con tramezzi caduti e pavimenti rigonfiati. Il presidente ha detto di non avere a disposizione più nulla, nè personale, nè strutture. «L'unica cosa che ho ha sottolineato è il mio cellulare». Della Porta ha, inoltre, definito «molto deludente» l'incontro avuto mercoledì con il ministro Angelino Alfano. Per il presidente della Corte d'Appello è stato deludente sia per la forma, in quanto il ministro ha incontrato lui e altri magistrati dell'Aquila nel prato laterale di palazzo di Giustizia, ma anche nella sostanza «perchè non ha ascoltato niente di quello che avevamo da dirgli, preferendo le interviste con i giornalisti». Oggi verrà istituito, presso una struttura del Tribunale dei Minorenni dell'Aquila, un presidio per i servizi più urgenti di procura, tribunale e presidenza della corte d'Appello, rimasti danneggiati dal terremoto. Ad annunciarlo è stato Ciro Riviezzo, esponente del Csm, nel corso di un incontro convocato a Pescara dall'Associazione nazionale magistrati. Riviezzo, cui la notizia è stata comunicata dal ministero della Giustizia, ha aggiunto che nell'arco di 2-3 mesi, sempre nei pressi del Tribunale dei Minorenni dell'Aquila verrà allestita una struttura provvisoria per le questioni amministrative. «E' un segnale forte ha commentato che di servizi essenziali ripartono e ripartono all'Aquila». Sempre oggi il Consiglio nazionale forense provvederà a inviare all'Aquila un camper in cui gli avvocati avranno la possibilità di riunirsi. Per le esigenze degli avvocati, il consiglio nazionale ha previsto uno stanziamento di 150 mila euro. Il presidente della Corte d'Appello Mario Della Porta ha reso noto che sulla questione dei servizi giudiziari all'Aquila incontrerà oggi il capo dipartimento dell'Organizzazio - ne giudiziaria Luigi Birritteri.

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Linate, nuovo esposto al Tar per il volo Milano-Roma (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: PRIMA PAGINA data: 10/04/2009 - pag: 1 Meridiana ed Eurofly Linate, nuovo esposto al Tar per il volo Milano-Roma di ELISABETTA SOGLIO Si moltiplicano i ricorsi contro il monopolio di Alitalia sulla tratta Milano-Roma. Dopo quello di Federconsumatori, appoggiato da altre associazioni di utenti e dalla Provincia di Milano, al Tar del Lazio sono arrivati negli ultimi giorni altri due ricorsi, presentati dalle compagnie Meridiana ed Eurofly. La discussione nel merito davanti al tribunale amministrativo, intanto, è stata riaggiornata al 20 maggio quando verranno verificate tutte le contestazioni. L'obiettivo dei ricorrenti è quello di arrivare alla Corte Costituzionale. A PAGINA 3

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Monopolio sul Milano-Roma, ricorso di Meridiana ed Eurofly (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 10/04/2009 - pag: 3 Il caso In precedenza anche alcune associazioni di consumatori avevano chiesto al Tar del Lazio di pronunciarsi Monopolio sul Milano-Roma, ricorso di Meridiana ed Eurofly Adesso i ricorsi sono più di uno e la morsa intorno a Cai, accusata di monopolio sulla tratta Milano-Roma, e intorno all'Autorità per la Libera Concorrenza, accusata di non aver difeso i diritti degli utenti, si fa sempre più stretta. Il Tar del Lazio si è riunito l'altro giorno per discutere il ricorso presentato da Federcomsumatori e studiato da un team di esperti e legali guidati dall'avvocato Daniele Portinaro. A supporto del provvedimento era intervenuta nelle scorse settimane la Provincia di Milano, che aveva firmato il ricorso ad adiuvandum e che potrebbe essere seguita a ruota dalla Provincia di Cremona. Hanno invece già ufficilizzato la decisione di sostenere il ricorso anche altre associazioni di utenti, tra le quali Assoutenti, Movimento difesa del Cittadino, Adusbef. Durante l'udienza dell'altro ieri, però, è stato comunicato ai legali che sono pervenuti nel frattempo altri due ricorsi, presentati dalle compagnie Meridiana ed Eurofly. Per questo, la discussione nel merito è stata fissata al 20 maggio e verranno verificate tutte le contestazioni, che di fondo si equivalgono. Come si ricorderà, il ricorso impugna il provvedimento del 3 dicembre scorso firmato dall' Autorità garante della Concorrenza e del mercato: un testo che di fatto autorizza l'operazione di concentrazione Cai-Alitalia fissata nel decreto governativo. Si stabilisce poi che solo il 3 dicembre 2011 sarà «deciso il successivo termine entro il quale le posizioni di monopolio eventualmente determinatesi a seguito dell'operazione devono cessare ». Insomma: per tre anni numerose rotte, tra cui il Linate-Fiumicino, sono roba di Cai e nessuna Autorità può intervenire per evitare che vengano sfruttati a danno degli utenti gli effetti della mancanza di concorrenza. Secondo i legali, poco conterebbe il fatto che l'Autorità ha imposto alcuni vincoli a Cai, perché i danni per gli utenti resterebbero comunque: il ricorso fa infatti riferimento sia al Diritto Comunitario che alla Costituzione per ribadire che i consumatori si avvantaggiano, in termini di minori costi e di maggiore qualità dei servizi, di una situazione di piena concorrenza fra più competitors. E l'obiettivo dei ricorrenti è proprio quello di arrivare alla Corte Costituzionale. Elisabetta Soglio

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Giudice Pinatto al ricorso: via dalla magistratura (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 10/04/2009 - pag: 5 Cassazione Giudice Pinatto «No» al ricorso: via dalla magistratura Edi Pinatto non indosserà più la toga. Lo ha deciso la Cassazione che, a sezioni unite civili, ha rigettato il ricorso del magistrato contro la sentenza con cui, lo scorso luglio, il Csm gli aveva inflitto la durissima sanzione disciplinare della rimozione dall'ordine giudiziario, alla luce dei suoi ripetuti ritardi, fino ad 8 anni, nel deposito di alcune sentenze. Tra queste, quella del processo «Grande Oriente» di cui Pinatto si era occupato quando rivestiva le funzioni di giudice a Gela (poi era passato a Milano come pm): a seguito del mancato deposito delle motivazioni del verdetto, alcuni boss mafiosi condannati vennero scarcerati. Già in passato, Pinatto era stato condannato per due volte dalla disciplinare di Palazzo dei Marescialli per la sua lentezza con la sanzione della perdita di anzianità. I suoi ritardi sono stati anche oggetto di un processo penale.

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PALERMO La procura di Palermo ha iscritto nel registro degli indagati, con l'ipotesi di fittizia in... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 10 Aprile 2009 Chiudi PALERMO La procura di Palermo ha iscritto nel registro degli indagati, con l'ipotesi di fittizia intestazione di beni, Sergio Sacco, cognato del Procuratore e capo della Dda di Palermo, Francesco Messineo. L'indagine non verrà però condotta dai magistrati di Palermo: gli atti sono stati infatti trasmessi a Caltanissetta, perchè Messineo si è astenuto. Per analogia alle situazioni in cui i magistrati sono autori di reati o «persone offese», la competenza è così passata alla procura nissena coordinata da Sergio Lari. L'apertura dell'indagine è stata comunicata anche al Csm, che nelle scorse settimane, dopo alcune indiscrezioni pubblicate dai giornali, aveva aperto un'inchiesta conoscitiva. L'ipotesi di reato si riferisce al contenuto delle dichiarazioni del pentito Andrea Bonaccorso che aveva detto che Sacco si sarebbe intestato alcuni cavalli di razza, appartenenti in realtà al boss di Brancaccio Andrea Adamo. Il cognato di Messineo era stato più volte indagato, in passato, per mafia, ma è stato sempre scagionato.

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Pinatto fuori dalla magistratura Impiegò 8 anni per una sentenza (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

BREVI pag. 20 Pinatto fuori dalla magistratura Impiegò 8 anni per una sentenza CASSAZIONE: NO AL RICORSO ROMA Edi Pinatto (Emmevi) non farà mai più il magistrato in quanto, avendo impiegato 8 anni per scrivere una sentenza di mafia, ha gettato «discredito sul prestigio della magistratura». Ecco perchè le sezioni unite civili della Cassazione hanno respinto il ricorso dell'ex giudice di Gela, poi pm a Milano, sospeso dal Csm per avere impiegato 8 anni per una sentenza su boss mafiosi, scarcerati per decorrenza dei Image: 20090410/foto/6375.jpg

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Oviesse procede con il Tar (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Veneto" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Veneto sezione: VICENZA data: 10/04/2009 - pag: 9 Negozi aperti Oviesse procede con il Tar VICENZA - Nessuna marcia indietro. E' quello che precisa il gruppo Oviesse in merito al ritiro della richiesta di sospensiva al Tar del Veneto. «Data la complessità e delicatezza dei temi trattati spiegano i vertici del gruppo che continua a ritenere "illegittima l'ordinanza del Comune berico che limita l'apertura festiva dei negozi" -, che potrebbero portare alla richiesta di una pronuncia della Corte Costituzionale su una possibile incostituzionalità della legislazione regionale sul commercio, Oviesse Spa ha preferito richiedere al Tar una pronuncia nel merito della questione invece di una semplice misura cautelare d'urgenza di sospensione immediata dell'efficacia dell'ordinanza. E' questo l'unico motivo per cui ha ritirato la richiesta di una procedura d'urgenza ». Si continua, dunque, a sostenere «che la liberalizzazione delle aperture domenicali possa dare un contributo importante all'occupazione e alle economie locali, senza danneggiare in alcun modo il dettaglio tradizionale, anzi favorendo anche tale canale distributivo ». Non solo: «Soltanto in un giudizio di merito il ricorso di Oviesse spa e le memorie delle altre parti potranno essere discussi in modo approfondito esaminandone tutte le sfaccettature precisa Oviesse - . E soltanto un giudizio di merito potrà permettere di adire la Corte Costituzionale. Andando oltre il singolo caso, infatti, la questione deve essere risolta non affrontando l'applicazione della legge da parte di questo o quel comune, ma l'impianto della legge stessa».

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Oggi di Centri di salute mentale aperti 24 ore al giorno per 7 giorni ce ne sono 4 a Trieste, 13... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 10-04-2009)

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Oggi di Centri di salute mentale aperti 24 ore al giorno per 7 giorni ce ne sono 4 a Trieste, 13 in tutto il Friuli Venezia Giulia, ma il progetto è quello di arrivare a 20. Funzionano? Un metodo per valutarlo è quello di contare i Trattamenti sanitari obbligatori (Tso). «A Trieste -spiega Dell'Acqua- abbiamo 7 Tso ogni 100mila abitanti, in Italia la media è di 24 ogni 100mila abitanti». Avere un Csm aperto sempre vuol dire dover ricorrere di meno all'ospedalizzazione coatta. In Italia i Csm di quel tipo non sono più di una ventina. Perché? La prima spiegazione è che la legge 180 non dà indicazioni su come organizzare l'assistenza. L'unica cosa che viene regolamentata dalla 180 è il Tso, il ricovero contro la volontà del paziente. Per il resto, è demandato alle regioni. E ogni regione opera in modo diverso.

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Luogo aperto a tutti il modello di Trieste (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Luogo aperto a tutti il modello di Trieste CRISTIANA PULCINELLI Peppe, dobbiamo andare in America». «A che fare, Mauro?». «A levarci l'età». «Quanto costa?». «Un milione di dollari». «Ma io non ce li ho tutti 'sti soldi. Senti a me, Mauro, l'unico modo per levarti l'età è goderti la vita di più». «Non posso, Peppe». Quando Mauro dice «non posso», lascia trasparire un mondo di sofferenza che Peppe conosce e noi possiamo solo intuire. Peppe è lo psichiatra, Mauro il matto. Ma quando si incontrano nel corridoio di uno dei padiglioni dell'ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste sono solo due vecchi amici. Si conoscono dai primi anni Settanta, quando entrambi avevano poco più di vent'anni. Peppe era appena laureato e arrivava da Salerno accolto da Basaglia che stava radunando attorno a sé giovani psichiatri. Mauro aveva avuto le sue prime crisi. Oggi, Peppe è il direttore del dipartimento di salute mentale della città e Mauro fa il custode in una delle strutture del dipartimento. Con Peppe Dell'Acqua, ci incontriamo al Posto delle fragole, un piccolo ristorante all'interno dell'ex manicomio. Un luogo bellissimo in cima a una collina, circondato da un meraviglioso parco dove sorgono le palazzine che un tempo ospitavano i malati, divisi in categorie precise: i sudici, i violenti, gli incontinenti. Il ristorante è gestito da una cooperativa di tipo B, ovvero all'interno della quale ci deve essere il 30% di persone svantaggiate, e propone dei piatti deliziosi. «L'anno scorso il manicomio di Trieste ha compiuto cento anni - racconta Dell'Acqua - È nato sul modello austriaco: una cittadella separata dal resto del mondo, luogo di cura e di reclusione». Prima ancora che fosse approvata la riforma psichiatrica e cominciasse lo smantellamento dei manicomi, qui a Trieste si cominciò a pensare a luoghi di cura diversi. Si ipotizzò che questi luoghi dovessero essere inseriti nella città, ma dovessero anche essere aperti sempre: giorno e notte, giorni feriali e domeniche. «Trent'anni fa ci inventammo questa macchina da corsa: un Centro di Salute Mentale aperto 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. E ancora oggi credo sia uno strumento potente», racconta Franco Rotelli, psichiatra e oggi direttore della Asl durante la presentazione di una mostra sui progetti architettonici per i Csm. «Quando a Barcola, uno dei quartieri bene della città, si propose di aprire la prima struttura di questo genere nel 1976 la popolazione era spaventata - continua Rotelli - poi organizzammo un'assemblea pubblica dove spiegammo le nostre ragioni e i cittadini capirono». L'idea era quella di costruire un luogo aperto, di coinvolgimento. Un luogo dove chiunque fosse invitato ad entrare, dove le porte fossero aperte anche la notte. L'esatto opposto del manicomio. «Certo, una struttura di questo tipo costa - spiega Dell'Acqua - ci vuole più personale e attenzione ai luoghi: l'architettura, i mobili». Siamo andati a visitare un Csm a Trieste, anzi due: il vecchio, che stava per essere smantellato, e il nuovo, che lo stava per sostituire. Il reportage

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Sulle ronde il Csm poteva tacere (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

OPINIONI 10-04-2009 Opinioni / 2 Sulle ronde il Csm poteva tacere Il parere espresso dal CSM in riferimento al decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11 in materia di «Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori», contiene luci ed ombre che hanno spinto alcuni membri, tra cui me, ad astenersi. Esso infatti pur offrendo a mio avviso alcuni spunti tecnici utili al lavoro che potrà essere fatto in questi mesi dal Parlamento, ha però il limite di aver posto un accento troppo marcato su un tema come quello delle c.d. ronde anche oltre le specifiche competenze attribuite all'organo di autogoverno. Si è così persa un'occasione per raggiungere un voto complessivo unanime che era a portata di mano. Analizzando più nel dettaglio gli argomenti trattati dal parere particolarmente opportune appaiono le introducende modifiche processuali in tema di incidente probatorio per i reati di violenza sessuale, al fine di meglio tutelare le vittime. La previsione dell'obbligatorietà della custodia cautelare in carcere lascia invece un pò perplessi: diminuire sempre di più la discrezionalità del giudice comporta infatti il rischio che le decisioni non tengano conto delle specificità di ciascuna vicenda. Come ho già avuto modo di dire in passato, personalmente ritengo che il responsabile e consapevole uso degli attuali strumenti processuali in tema di misure cautelari già consenta di affrontare in maniera adeguata il fenomeno. L'introduzione del c.d. reato di «stalking» colma invece una grave lacuna del nostro ordinamento ed attribuisce alle forze dell'ordine e alla magistratura un importante strumento che potrà essere utile anche per prevenire la commissione di delitti ben più gravi. Sarebbe però più opportuna, a mio avviso, una formulazione della fattispecie più attenta che consenta una sufficiente tipizzazione. Utile ed opportuno appare poi l'estensione da due a sei mesi del termine massimo di durata del trattenimento. E' una modifica resasi necessaria dall'esperienza passata, da considerare indispensabile per assicurare l'effettività delle espulsioni (non condivido le osservazioni critiche evidenziate su questo punto nel parere anche in relazione alla soluzione prospettata di trasferire la competenza relativa alla proroga del trattenimento attribuita al giudici di pace ai tribunali ordinari con le conseguenze negative che si riflettono sull'organizzazione e sui carichi di lavoro). Sul problema delle ronde è necessario sottolineare che il carattere squisitamente politico della scelta non debba, a mio avviso, essere oggetto di valutazione se non appunto in sede politica. Gli aspetti tecnici che conseguono da tale scelta meriteranno invece un'accurata attenzione non appena sarà noto il decreto del Ministro dell'Interno. Sarà comunque fondamentale disciplinare compiti e soprattutto l'organizzazione delle c.d. ronde per evitare interferenze con l'attività delle forze dell'ordine per evitare che si determinino maggiori problemi di quelli che si vogliono risolvere, soprattutto in alcune zone del territorio. Importante sarà poi curare con molta attenzione la formazione dei volontari per la sicurezza. Cosimo Maria Ferri Componente del Consiglio Superiore della Magistratura

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Pinatto fuori dalla magistratura Impiegò 8 anni per una sentenza (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

BREVI pag. 20 Pinatto fuori dalla magistratura Impiegò 8 anni per una sentenza CASSAZIONE: NO AL RICORSO ROMA Edi Pinatto (Emmevi) non farà mai più il magistrato in quanto, avendo impiegato 8 anni per scrivere una sentenza di mafia, ha gettato «discredito sul prestigio della magistratura». Ecco perchè le sezioni unite civili della Cassazione hanno respinto il ricorso dell'ex giudice di Gela, poi pm a Milano, sospeso dal Csm per avere impiegato 8 anni per una sentenza su boss mafiosi, scarcerati per decorrenza dei Image: 20090410/foto/634.jpg

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Le indagini finanziarie, armi micidiali del fisco (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: I commenti data: 10/04/2009 - pag: 2 autore: di Giuseppe Ripa IL PUNTO Le indagini finanziarie, armi micidiali del fisco Le indagini finanziarie nei confronti dei terzi diversi dal verificato e le conseguenti azioni cautelari sono armi micidiali nelle mani dell'amministrazione finanziaria, alla quale basta monitorare i movimenti finanziari per evitare defatiganti indagini sul campo: se il contribuente non riesce a dimostrare la liceità del versamento o del prelievo tutto questo si somma al reddito dichiarato. Non sono neppure state ritenute sufficienti le osservazioni circa l'irretroattività della disposizioni allargata sulle indagini finanziarie né la paura che con tale procedimento si violasse l'articolo 53 della Corte costituzionale. Nonostante una sentenza della Corte costituzionale tesa a salvaguardare la norma di riferimento a condizione che l'accertamento non produca un reddito mostruoso quale potrebbe scaturire dalla sommatoria di tutte le entrate e le uscite finanziarie non giustificate. Nonostante tale arresto giurisprudenziale ai massimi livelli (sentenza interpretativa di rigetto), le cose non sono cambiate. Anzi. Dalla verifica del soggetto sottoposto a controllo si è passati via via al controllo dei conti formalmente intestati a terzi (mogli, figli, dipendenti, soci) al fine di ricondurre le movimentazioni al contribuente. La logicità e la linearità di tutto questo affannarsi in verità sfuggono. Non ci sono garanzie che tengano. Sia l'amministrazione finanziaria, con la circolare n. 37/E del 2006, sia la giurisprudenza di legittimità pare non guardino in faccia nessuno. Sull'irretroattività o meno della norma di cui all'articolo 32 del dpr n. 600 del 1973 e all'analogo elaborato ai fini Iva si è parlato tanto. Ma a vuoto. Come possa una disposizione così invasiva ai fini fiscali operare anche per il passato resta e resterà un mistero giuridico. Nonostante, si badi bene, la disposizione di cui al comma 2 dell'articolo 3 della legge n. 212 del 2000 specifichi con enfasi che, salvo la previsione di norme interpretative, le disposizioni tributarie non possono avere effetto retroattivo. Nonostante inoltre la portata di tale legge stante l'ormai riconosciuto suo carattere autoreferenziale e rinforzato. C'è stato niente da fare: la giurisprudenza di legittimità è andata per la sua strada e ha convalidato l'effetto retroattivo sul presupposto che le indagini finanziarie attengono a norme procedurali e non sostanziali e, quindi, ogni possibile sua retrodatazione è lecita. Ecco allora che, per esempio, anche movimentazioni in entrata e in uscita riferite al 2003 possono essere sindacate; anche se difficilmente, per chi non sia dotato di una contabilità collaterale, possa essere in grado, con sufficiente chiarezza, di specificare il soggetto destinatario dei prelievi e quello che ha contribuito ai versamenti.

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Posti unici dell'organico, progressione verticale ko (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Enti Locali data: 10/04/2009 - pag: 14 autore: di Luigi Oliveri Lo dice un parere della sezione lombarda della Corte dei conti Posti unici dell'organico, progressione verticale ko Vietata la progressione verticale su posti unici della dotazione organica. Col parere 30 marzo 2009, n. 64, la Sezione regionale di controllo per la Lombardia della Corte dei conti chiarisce un punto dolente della disciplina delle progressioni verticali, le procedure destinate, cioè, a far acquisire ai dipendenti pubblici una categoria di inquadramento superiore, mediante prove selettive interamente riservate.La magistratura contabile ribadisce l'avvisto ormai predominante nella giurisprudenza, sia amministrativa, sia ordinaria: le progressioni verticali determinano una novazione del rapporto di lavoro. Infatti, il dipendente che supera la prova selettiva accede a una nuova categoria o livello di inquadramento e a mansioni diverse da quelle di provenienza. Pertanto, come ha sancito la Corte di cassazione con la sentenza delle Sezioni Unite 15 ottobre 2003, n. 15403, si tratta di vere e proprie nuove assunzioni. Peraltro, rilevanti sia ai fini del rispetto delle regole del patto di stabilità, sia ai fini delle norme poste a garanzia del rispetto di tetti di spesa per il personale. Poiché la configurazione della progressione verticale comporta, nella sostanza, la realizzazione di concorsi interamente riservati a personale interno, va in contrasto col principio generale posto dall'articolo 97, comma 3, della Costituzione, ai sensi del quale si accede agli impieghi presso le amministrazioni pubbliche solo mediante concorso pubblico, aperto a tutti. Tale contrasto con la Costituzione può essere appianato, solo se le selezioni riservate agli interni siano contenute entro limiti compatibili col principio del concorso pubblico e della prevalenza delle procedure concorsuali pubbliche rispetto alle progressioni, disposta dall'articolo 35 del dlgs 165/2001. La Corte costituzionale, con una serie di sentenze, ha stabilito che in termini generali, le assunzioni derivanti da concorsi integralmente riservati a soggetti già dipendenti dagli enti non possono essere superiori al 50% delle assunzioni da effettuare mediante concorso pubblico.Questa soglia del 50%, tuttavia, è solo teorica: in effetti, le assunzioni per concorso aperto a tutti debbono essere prevalenti. Di fatto, se un ente ha la possibilità di effettuare una sola assunzione, laddove procedesse con progressione verticale assumerebbe mediante procedure riservate il 100% dei posti disponibili. In ogni caso, se oggetto della progressione fosse un posto unico della dotazione, si avrebbe egualmente una riserva interna del 100%, contraria all'interpretazione costituzionalmente orientata, fornita dalla giurisprudenza. Occorre ricordare che, in merito alle progressioni verticali, la legge 15/2009 porrà definitivo rimedio. Infatti, l'articolo 5, comma 2, lettera f), prevede il criterio di delega legislativa posto a «stabilire che le progressioni di carriera avvengano per concorso pubblico, limitando le aliquote da destinare al personale interno ad una quota comunque non superiore al 50%». Pertanto, una volta attuata la «legge Brunetta» le progressioni verticali saranno disapplicate e gli avanzamenti di carriera saranno possibili esclusivamente superando concorsi pubblici, con riserva di posti al personale interno.Luigi Oliveri

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Avvocati abilitati pure con sentenza (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Professioni data: 10/04/2009 - pag: 35 autore: di Debora Alberici Sentenza della Corte costituzionale Avvocati abilitati pure con sentenza Avvocati abilitati anche per sentenza. Infatti i candidati, che abbiano superato tutte le prove, conseguono l'abilitazione professionale anche se l'ammissione agli scritti e agli orali sia stata decisa da un giudice. Hanno superato con successo il vaglio della Corte costituzionale (sentenza n. 108 di ieri) le norme contenute nell'articolo 4 del dl 115 del 2005 emesse per assicurare la funzionalità della pubblica amministrazione. È infatti infondata la questione di legittimità sollevata in relazione a questa disposizione secondo cui «conseguono ad ogni effetto l'abilitazione professionale o il titolo per il quale concorrono i candidati, in possesso dei titoli per partecipare al concorso, che abbiano superato le prove d'esame scritte ed orali previste dal bando, anche se l'ammissione alle medesime o la ripetizione della valutazione da parte della commissione sia stata operata a seguito di provvedimenti giurisdizionali o di autotutela». In questo modo, assicura il Collegio, è comunque assicurata la par condicio fra gli esaminandi. Ma non solo. Il bilanciamento degli interessi contrapposti nelle prove per l'abilitazione professionale operato dal legislatore, ha precisato la Consulta, con la disposizione denunciata, non è irragionevole. Il diritto di difesa dell'amministrazione è sì compresso, ma non eliminato, in quanto esso può comunque esplicarsi fino all'eventuale superamento delle prove. E la sua compressione è giustificata dal fatto che dell'interesse pubblico all'accertamento dell'idoneità del candidato, di cui l'amministrazione stessa è portatrice, la disposizione si fa comunque carico, richiedendo il superamento della prova: è solo a seguito della ripetizione della stessa o della nuova valutazione, con esito positivo, e non semplicemente sulla base di un provvedimento giurisdizionale, che il candidato consegue l'abilitazione. I giudici di Palazzo della Consulta fanno poi un'altra importante precisazione: la norma sospettata di illegittimità non si applica ai concorsi pubblici, ma solo agli esami di abilitazione. Insomma si applica solo alle prove che hanno lo scopo di «accertare l'idoneità dei candidati a svolgere una determinata attività professionale». Fra l'altro, accertata questa idoneità la professione deve potersi svolgere liberamente.

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Vigevano perde un giudice (sezione: Giustizia)

( da "Provincia Pavese, La" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Vigevano perde un giudice A Napoli per sei mesi e il Csm si divide VIGEVANO. Nel giorno del processo per l'omicidio di Garlasco, il tribunale di Vigevano è stato al centro di un altro caso. Ieri, il plenum del Csm ha deliberato, con l'astensione della consigliera laica Letizia Vacca (centrosinistra) e con i voti contrari dei togati, entrambi lombardi, Ezia Maccora (Magistratura democratica) e Fabio Roia (Unicost) il trasferimento per sei mesi a Napoli di Roberto Arnaldi, uno dei due giudici delle indagini preliminari di Vigevano. «Questo - si legge in una nota di Roia e Maccora - comporterà una sofferenza del tribunale di Vigevano. Pur non sottovalutando le esigenze degli uffici napoletani, la comparazione tra le esigenze degli uffici non si fermi ai dati quantitativi. Vigevano, infatti, è un ufficio giudiziario di piccole dimensioni, impegnato nella celebrazione del processo per l'omicidio Poggi. Quindi, sarebbe stato possibile utilizzare giudici appartenenti a tribunali diversi». Arnaldi, a Vigevano dal dicembre 2006, prenderà servizio a Napoli subito dopo Pasqua. E' stato lo stesso Arnaldi a dare la disponibilità per un'applicazione in altre sedi, indicando Napoli tra le possibili scelte. (l.g.)

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Tariffe scontate: c'è un tesoretto (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Campania sanità Tariffe scontate: c'è un tesoretto La Consulta conferma i tagli: l'Anisap chiede di redistribuire circa 25 mln "Alla luce della recente sentenza della Consulta, che conferma la legittimità dei tagli alle tariffe, del 20 per cento, previsti dalla Finanziaria del 2007, le Asl dovranno ricalcolare il case mix e il volume delle prestazioni erogate negli utlimi due anni dai centri specialistici accreditati". E' quanto sostiene Ciro Oliviero, presidente regionale dell'Anisap, associazione di categoria della Sanità privata accreditata. ettore mautone Una delle principali conseguenze della rideterminazione delle tariffe della specialistica ambulatoriale, (dal 2007 applicate in Campania senza lo sconto del 20 per cento, per le prestazioni di laboratorio, e del 2 per cento per le altre branche, radiologia, riabilitazione ecc.) potrebbe essere la individuazione di un tesoretto di circa 25 milioni di euro che, fermo restando il tetto di spesa già attribuito al settore, comporterebe l'abbassamento del valore medio attribuito a ciascuna prestazione e, dunque, la rideterminazione del volume di prestazioni contrattualmente definito ogni anno per ciascuna area della Sanità privata accreditata. "Lo stop all'erogazione delle prestazioni scattato nell'ottobre scorso - argomenta Nando Mariniello, vice presidente dell'Anisap - da parte dei laboratori di analisi, centri radiologici e strutture ambulatoriali di altre associazioni, fu motivato dall'esaurimento dei volumi di prestazioni contrattualizzati con le Asl, calcolati in base al valore unitario attribuito a ciascuna prestazione fino al raggiungimento del tetto di spesa annualmente stabilito. Quello stop oggi potrebbe non essere stato legittimo o quanto meno intempestivo. A parità di budget, infatti, se diminuisce il valore unitario della prestazione si allunga il numero delle prestazioni erogabili all'interno della soglia del tetto prefissato. Visto che l'Anisap è stata l'unica associazione di categoria ad aver sostenuto - quando tutti gli altri chiudevano le porte alle prestazioni a carico del Ssn - la necessità di continuare ad erogare (pur a fronte del rischio che, quelle valutate extra budget, non venissero poi remunerate ndr) oggi rivendichiamo fermamente la necessità che le Asl provvedano a ricalcolare i volumi di prestazioni contrattualizzati nel 2008 con i centri accreditati per rimettere sul piatto le risorse drenate dalla rivisitazione delle tariffe in termini di volumi erogabili". Considerando pari a circa 150 milioni di euro il budget dei laboratori di analisi, il taglio delle tariffe (calcolando il 15 per cento anzichè il 20, in virtù delle differenze tra il tariffario nazionale e quello campano) porterebbe a un corripondente valore di circa 25 milioni equivalenti a circa un mese di attività dei centri. (sarebbe il 20 per cento ma a valere su un nomenclatore nazionale, il Bindi, più pbasse)?sulda estrapolare dal budget della specialsitica ambulatoriale esterna (erogata da centri privati accreditati. In merito l'Anisap ha già fatto partire, ieri, una lettera all'assessore regionale alla Sanità Angelo Montemarano e al presidente Antonio Bassolino in cui, richiamando la sentenza della Corte Costituzionale n. 94 del primo aprile scorso, richiede l'applicazione della norma della Finanziaria (articolo 1, comma 796, lettera o) legge 296 del 27 dicembre del 2006, con le "conseguenti previsioni delle determinazioni delle eventuali compensazioni tra branche e macroaree e delle regressioni tariffarie così come stabilito dal punto 6 della Delibera di giunta n. 1.268 del 2008. "Si precisa - scrive l'Anisap nella missiva - che la mancata applicazione della normativa nazionale e regionale configura mancanza di atti d'ufficio con la conseguente responsabilità personale di tutti gli attori che partecipano con i loro atti al processo decisionale". del 10-04-2009 num.

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MOLDAVIA: PRESIDENTE CHIEDE RICONTEGGIO SCHEDE ELETTORALI. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

MOLDAVIA: PRESIDENTE CHIEDE RICONTEGGIO SCHEDE ELETTORALI (ASCA-AFP) - Chisinau, 10 apr - Il presidente moldavo Vladimir Voronin ha chiesto alla Corte costituzionale di ordinare il riconteggio dei voti delle discusse elezioni che hanno consegnato la vittoria al Partito Comunista e che hanno innescato una serie di violente proteste nella capitale Chisinau. ''Sono convinto che un nuovo scrutinio diventera' una valida ragione per il mantenimento della stabilita' politica e della pace in un clima di reciproca fiducia in Moldavia'', ha spiegato Voronin in una nota ufficiale inviata alla Corte. ghi/cam/bra

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Thailandia: Proteste anti-Premier al summit asean (sezione: Giustizia)

( da "KataWeb News" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Thailandia: Proteste anti-Premier al summit asean 10 aprile 2009 alle 11:15 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti A otto mesi dai violenti scontri che paralizzarono il Paese, torna a infiammarsi la protesta in Thailandia. Centinaia di manifestanti hanno circondato l'albergo di Pattaya, sulla costa nordorientale, dove è in corso il summit dei Paesi asiatici, chiedendo le dimissioni del primo ministro, Abhisit Vejjajiva. Al vertice partecipano, tra i capi di Stato e di governo, quelli di Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Australia e Nuova Zelanda. I manifestanti, sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra, deposto nel 2006 da un golpe militare, ritengono che il neopremier, eletto da appena quattro mesi, sia arrivato al potere in modo "antidemocratico". Abhisit fu infatti votato dalla Camera dei Rappresentanti, dopo la decisione della Corte Costituzionale di destituire per frode elettorale l'ex premier, Somchai Wongsawat, alleato di Thaksin. In oltre 400, cantando slogan "Abhsit vattene", "La Thailandia deve cambiare", hanno rotto i cordoni della polizia riuscendo ad arrivare a pochi metri dal resort sul Golfo thailandese, a 145 chilometri da Bangkok. Proteste erano scoppiate all'inizio della settimana anche nella capitale. AGI

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11:05 THAILANDIA: PROTESTE ANTI-PREMIER AL SUMMIT DEI PAESI ASIATICI (sezione: Giustizia)

( da "Agi" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

THAILANDIA: PROTESTE ANTI-PREMIER AL SUMMIT DEI PAESI ASIATICI (AGI) - Pattaya (Thailandia), 10 apr. - A otto mesi dai violenti scontri che paralizzarono il Paese, torna a infiammarsi la protesta in Thailandia. Centinaia di manifestanti hanno circondato l'albergo di Pattaya, sulla costa nordorientale, dove e' in corso il summit dei Paesi asiatici, chiedendo le dimissioni del primo ministro, Abhisit Vejjajiva. Al vertice partecipano, tra i capi di Stato e di governo, quelli di Cina, Giappone, Corea del Sud, India, Australia e Nuova Zelanda. I manifestanti, sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra, deposto nel 2006 da un golpe militare, ritengono che il neopremier, eletto da appena quattro mesi, sia arrivato al potere in modo "antidemocratico". Abhisit fu infatti votato dalla Camera dei Rappresentanti, dopo la decisione della Corte Costituzionale di destituire per frode elettorale l'ex premier, Somchai Wongsawat, alleato di Thaksin. In oltre 400, cantando slogan "Abhsit vattene", "La Thailandia deve cambiare", hanno rotto i cordoni della polizia riuscendo ad arrivare a pochi metri dal resort sul Golfo thailandese, a 145 chilometri da Bangkok. Proteste erano scoppiate all'inizio della settimana anche nella capitale. Pure in quella occasione, la polizia aveva cercato il piu' possibile di non intervenire per non alimentare ulteriormente la rivolta. La Cina ha comunque espresso preoccupazione per la sicurezza del summit di Pattaya, pur confidando nel governo e nelle forze dell'ordine thailandesi.

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Moldova/ Voronin chiede nuovo conteggio voti legislative -2- (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 10 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Il presidente moldavo ha chiesto alla Corte Costituzionale di ordinare un nuovo conteggio delle schede delle legislative che si sono svolte il 5 aprile. "Sono convinto che un pieno riconteggio dei voti, svolto nel rispetto della legge e delle procedure stabilite, sarà un punto cruciale a favore della stabilità politica, della pace e della fiducia reciproca in Moldova", ha dichiarato il presidente moldavo nel suo messaggio inviato all'Alta corte.

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00:02 INDAGATO COGNATO PROCURATORE PALERMO, ATTI A CALTANISSETTA (sezione: Giustizia)

( da "Agi" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

INDAGATO COGNATO PROCURATORE PALERMO, ATTI A CALTANISSETTA (AGI) - Palermo, 9 apr. - La Procura di Palermo ha iscritto nel registro degli indagati Sergio Sacco, cognato del capo della Direzione distrettuale antimafia, Francesco Messineo. L'ipotesi di accusa e' di fittizia intestazione di beni. Gli atti sono stati pero' trasmessi a Caltanissetta, perche' Messineo si e' immediatamente astenuto e l'inchiesta e' passata, per competenza, alla Procura che puo' indagare sui reati commessi dai magistrati palermitani o se gli stessi giudici sono 'persone offese'. La competenza nissena si estende anche al caso di un'inchiesta su un prossimo congiunto o su un 'affine' del procuratore. La notizia e' stata confermata in ambienti giudiziari. Comunicazione dell'apertura dell'indagine su Sacco e' stata data anche al Csm, che nelle scorse settimane aveva aperto un'inchiesta conoscitiva sull'intera vicenda. L'ipotesi di reato riguardante il fratello della moglie di Messineo e' relativa alle dichiarazioni del pentito Andrea Bonaccorso, che aveva parlato dell'intestazione da parte di Sacco di alcuni cavalli di razza, appartenenti in realta' al boss di Brancaccio Andrea Adamo.

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MOLDOVA/ VORONIN CHIEDE NUOVO CONTEGGIO VOTI LEGISLATIVE -2- (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Moldova/ Voronin chiede nuovo conteggio voti legislative -2- di Apcom Presidente moldavo: aiuterà stabilità Paese e fiducia reciproca -->Roma, 10 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Il presidente moldavo ha chiesto alla Corte Costituzionale di ordinare un nuovo conteggio delle schede delle legislative che si sono svolte il 5 aprile. "Sono convinto che un pieno riconteggio dei voti, svolto nel rispetto della legge e delle procedure stabilite, sarà un punto cruciale a favore della stabilità politica, della pace e della fiducia reciproca in Moldova", ha dichiarato il presidente moldavo nel suo messaggio inviato all'Alta corte.

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Moldavia, presidente chiede riconteggio voti elezioni parlamento (sezione: Giustizia)

( da "Reuters Italia" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

CHISINAU (Reuters) - Il presidente moldavo Vladimir Voronin ha chiesto un completo riconteggio dei voti delle elezioni parlamentari di domenica. Lo riporta oggi l'agenzia di stampa moldava Omega. Voronin, il cui partito comunista ha vinto le elezioni secondo i risultati ufficiali, ha inoltrato una richiesta formale alla Corte Costituzionale affinché disponga il riconteggio. "Io, in qualità di presidente del partito che si è aggiudicato una vittoria indubbia in una disputa giusta e democratica, chiedo alla Corte Costituzionale di prendere una decisione chiara sulla necessità di un completo riconteggio dei voti dell'elezione parlamentare del 5 aprile" ha detto Voronin secondo quanto riferito da Omega. "Sono convinto che un riconteggio completo... sarà importante per riportare la stabilità politica, la pace e la fiducia reciproca nella Repubblica moldava", ha aggiunto. La Commissione per l'Elezione Centrale ha confermato questa settimana i risultati delle elezioni del weekend scorso, provocando proteste dell'opposizione degenerate in episodi violenti nel centro di Chisinau. La decisione della Commissione implicava che non ci sarebbe stato il riconteggio chiesto dall'opposizione. I risultati devono essere consegnati entro domenica alla Corte Costituzionale, che avrà poi 10 giorni per dare la propria conferma. I comunisti hanno ricevuto poco meno del 50% dei voti e 60 seggi all'assemblea da 101 membri, un solo seggio in meno rispetto al numero necessario per assicurare la vittoria del candidato del partito quando l'assemblea eleggerà il presidente. Voronin è al potere dal 2001 e non può essere eletto per un terzo mandato.

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edifici crollati, perizie in procura (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 23 - Altre Edifici crollati, perizie in procura I magistrati vogliono acquisire i verbali: «I processi restino qui» Il presidente della Corte d'appello polemico col ministro PESCARA. Il tribunale dell'Aquila prova a ripartire, nonostante il terremoto che ha reso inagibile il Palazzo di giustizia e seppellito migliaia di fascicoli. Mentre la procura aquilana vuol acquisire i verbali delle perizie sui palazzi per verificare se siano state rispettate le norme antisismiche per quelli di più recente costruzione, già da oggi sarà istituito un presidio negli spazi del tribunale per i minorenni e al suo interno saranno assicurati i servizi più urgenti anche della Procura e della presidenza della Corte d'appello. La notizia si è appresa ieri, a Pescara, da Ciro Riviezzo, consigliere del Csm, durante l'incontro promosso dall'Associazione nazionale magistrati per discutere dell'emergenza giustizia scoppiata all'Aquila dopo il sisma di lunedì. A coordinare l'incontro è stato Giampiero Di Florio (Anm Abruzzo), mentre il presidente dell'Anm, Luca Palamara, ha sottolineato la vicinanza dell'associazione «a tutto l'Abruzzo e ai colleghi». Riviezzo, informato dal capo dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, Luigi Birritteri, ha anche annunciato che in due o tre mesi sarà allestita una struttura provvisoria dove ripristinare la funzionalità di tutti gli uffici giudiziari, magari vicino al tribunale dei minori. Questo vuol dire, ha detto Riviezzo, che i servizi essenziali non saranno interrotti e saranno ripristinati all'Aquila e non altrove, nonostante che si temesse il trasferimento. Si è attivato anche il Consiglio nazionale forense, ha annunciato Celestina Tinelli (Csm), e oggi arriverà un camper all'Aquila per consentire al Consiglio dell'Ordine degli avvocati di riprendere alcune attività. La categoria potrà anche contare su un sostegno di 150mila euro per affrontare le esigenze immediate. Qualcosa di più si potrebbe sapere oggi, visto che il presidente della Corte d'Appello, Mario Della Porta, incontrerà Birritteri per discutere di tutti i problemi esistenti. Della Porta non vuole, però, essere «trattato di nuovo male» come è avvenuto col ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Il presidente della Corte d'appello sostiene che l'incontro con il rappresentante del governo sia stato «molto deludente» essendo avvenuto «in un prato, e solo dopo che il ministro ha rilasciato un'intervista. Poi Alfano si è chiuso in un gabbiotto di legno, non ci ha ascoltati e un suo rappresentante ha avanzato delle proposte, come quella di usare il personale dei nostri uffici in altri tribunali, ma non riteniamo che sia opportuno». E' poi da scartare, ha aggiunto Della Porta, «l'ipotesi di un trasferimento, anche per rispetto degli aquilani che non meritano di vedersi togliere gli uffici della Corte d'appello». Dal presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati dell'Aquila, Antonello Carbonara, è arrivato un appello accorato affinché si lavori per «restituire la speranza alla città, ancora viva. Non vedo perché il Palazzo di giustizia non debba continuare a lavorare in locali diversi, come sta avvenendo per tutti quegli uffici che sono stati trasferiti nelle tende. Non è il momento delle polemiche tra L'Aquila e Pescara per la sede della Corte d'appello, dobbiamo essere tutti uniti». I parlamentari presenti alla riunione si sono dimostrati pronti a collaborare, al di là delle casacche, e nessuno ha preso in considerazione l'ipotesi di un trasferimento. Maurizio Scelli ha invitato Della Porta a «presentare lui stesso delle soluzioni concrete e una lista delle priorità, e Roma non potrà respingerle». Giovanni Legnini ha sollecitato invece «la collaborazione di tutti per scrivere una norma sulla sospensione dei termini», mentre Lanfranco Tenaglia ha proposto un «tavolo permanente» che è stato subito istituito. Flavia Buccilli

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Tondo inaugura sede del Csm (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Tondo inaugura sede del Csm Il centro di salute mentale sarà aperto e operativo 24 ore su 24 Venerdì 10 Aprile 2009, Gemona del Friuli Un forte appello da parte del presidente Tondo alla coesione sociale, alla tensione morale e ideale nel momento del terremoto del 1976 e allo spirito della ricostruzione nel suo discorso all'inaugurazione del nuovo Centro di Salute Mentale (CSM), a Gemona. Una struttura che può rappresentare l'emblema delle capacità e della forza interiore che caratterizzano e animano la nostra gente. «Qualità, queste- ha detto Tondo- che devono consentire alla comunità del Friuli Venezia Giulia di guardare con fiducia al futuro per superare l'attuale congiuntura economica negativa». Il CSM di Gemona, che sarà aperto 'h.24' per soddisfare i bisogni dei una delle fasce della popolazione più sfortunata, è stato realizzato, come ha evidenziato il direttore generale, Luciano Zanelli, grazie ai 'risparmi' dell'Azienda sanitaria n.3 'Alto Friuli'. Ma anche all'impegno del direttore del Dipartimento di salute mentale, Mauro Asquini, e degli operatori, nonché alla messa a disposizione dello stabile, un prefabbricato del terremoto, da parte del Comune di Gemona. La vicinanza delle genti terremotate del gemonese e friulane è stata ribadita dal sindaco, Gabriele Marini, che ha invitato i presenti a osservare un minuto di raccoglimento, ribadendo che la Regione è vicina alle genti terremotate dell'Abruzzo, ma non dimentica le famiglie del Friuli Venezia Giulia che si trovano in difficoltà, a causa della chiusura di numerosi stabilimenti. Nel suo intervento, Tondo si era anche soffermato sugli aspetti più 'scomodi' e difficili del rapporto tra la società e le malattie mentali. Aspetti che interessano le famiglie di coloro che sono colpiti da tali patologie. Un settore che merita un'attenzione crescente da parte dell'Amministrazione, ha rilevato Kosic, ma anche della società, proprio per le difficoltà emergenti nella comunità, che si accompagnano all'invecchiamento della popolazione, ma anche alla disoccupazione, alla ricerca del lavoro e all'abbandono.

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Inevitabile rimuovere il giudice dalle sentenze lumaca (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

«Inevitabile rimuovere il giudice dalle sentenze lumaca» Venerdì 10 Aprile 2009, ROMA - Non sono in alcun modo «giustificabili» i ritardi - anche di sette, otto anni - accumulati, nel depositare sentenze sulla mafia, dal giudice Edi Pinatto, che con la sua lentezza nello scrivere le motivazioni determinò la scarcerazione di diversi componenti del clan Madonia, che erano stati condannati a 90 anni complessivi di carcere. Un comportamento che «ha provocato nella pubblica opinione una assoluta caduta di stima sulla sua persona gettando discredito anche sul prestigio della magistratura tutta». La Cassazione spiega così (sentenza 8615), nelle motivazioni che ha depositato ieri, le ragioni per le quali il 10 marzo scorso ha confermato la rimozione dall'ordine giudiziario del giudice, inflitta il 7 luglio del 2008 dalla sezione disciplinare del Csm. Una vicenda avvenuta quando Pinatto era giudice a Gela (ora invece è alla procura di Milano) e che aveva fatto indignare anche il capo dello Stato, che definì «inaccettabile» il ritardo accumulato dal magistrato per la stesura delle motivazioni della sentenza sul clan Madonia. Nel processo davanti al Csm, Pinatto tentò di spiegare le ragioni del suo clamoroso ritardo: il trasferimento alla procura di Milano e la difficoltà di conciliare il carico di lavoro legato alla nuova funzione con l'eliminazione dell'arretrato di Gela, a cominciare dalla stesura di quella sentenza sul clan Madonia. E raccontò di aver «utilizzato tutte le ferie disponibili» per portarla a termine. Spiegazioni che non hanno convinto né il tribunale delle toghe né la Cassazione. A pesare è stato anche il fatto - di cui dà conto la Suprema Corte nelle sue motivazioni- che sempre a causa del ritardo nei depositi, a Pinatto erano già state inflitte due sanzioni che si erano rivelate «inutili» dal momento che il magistrato ha continuato nella sua condotta «non scusabile» specie in una «materia sensibile cone la mafia».

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Giudice di Vigevano spostato a Napoli (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Giudice di Vigevano spostato a Napoli Venerdì 10 Aprile 2009, ROMA - Il plenum del Csm ha deciso ieri, con l'astensione della consigliera laica Letizia Vacca (centrosinistra) e con il voto contrario dei togati Ezia Maccora (Magistratura democratica) e Fabio Roia (Unicost), l'applicazione per sei mesi di un giudice del Tribunale di Vigevano, dove si sta svolgendo il processo per l'omicidio di Garlasco, al Tribunale di Napoli. «Questo - si legge in una nota firmata da Roia e Maccora - comporterà una inevitabile sofferenza del Tribunale di Vigevano ed in particolare dell'Ufficio Gip-Gup». Il voto contrario espresso dai due togati, prosegue la nota, «non esprime alcuna sottovalutazione delle esigenze degli uffici napoletani, ma evidenzia la necessità che la comparazione tra le diverse esigenze degli uffici non si fermi all'analisi dei dati quantitativi e non prescinda dalla valutazione specifica della complessità dei processi in trattazione nelle diverse realtà giudiziarie». Vigevano, infatti, è un ufficio giudiziario di piccole dimensioni «che dovrebbe essere coinvolto nella auspicabile revisione delle circoscrizioni - spiegano - impegnato oggi nella celebrazione del processo per l'omicidio di Chiara Poggi, processo indiziario, complesso, che merita la massima attenzione».

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Treviso (mic.mir.) Le delibere del giudice sportivo dei dilettanti e giovanili. T... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 10 Aprile 2009, Treviso (mic.mir.) Le delibere del giudice sportivo dei dilettanti e giovanili. TERZA CATEGORIA - Tre gare: Michele Dassiè (Parè) per insulto e offese all'arbitro. Due gare: Bresolin (Volpago). Una gara: Lazzer (Barbisano), Ceccato (Pederobba), Pavanetto, Zaupa (S. Giuseppe), Rossi, Franchetto (Fanzolo), Stocco, Sartori, Bertuola (Fontane), Barattin (Parè), De Silvestro, Schiavon (Badoere), Todesco (Cima Piave), M. Dal Pont (Follinese), Scottà (Itlas S. Giustina), Luise (Milan Guarda), Martinelli (Padernello), Carraretto (S. Antonino), Fellet, Rossetto (Suseganese). Inibizione fino al 21 aprile: Cuppone (dir. Parè), Galli (all. Milan Guarda). Del. Basso Piave: Una gara a Febas (Zensonese), Cagnato (Biancade). Del. Bassano: Una gara a Baggio (Union Borso), Martin (Eagles Pedemontana). JUNIORES - Tre gare: Nicolò Carelle (Milan Guarda) ed Enrico Sartor (Padernello) per offese all'arbitro, Kone (Cima Piave). Due gare: Campagnolo (Bessica), Pivato (Godigese), Lamghaili (S. Gaetano), Sbrissa, Favaro (Csm Resana), Bernardi (Badoere), Cozzi (Fontane), Carella (Montello), Girgenti (Milan Guarda), Esposito (Orsago), Citron (S. Vendemiano), Spagnolo (Zero Branco), Zampou (Campolongo), Parin, Parisotto (S. Floriano), Trevisiol (SP), Stefani (Pro Mogliano). Inibizione a dirigenti: fino al 21 aprile a Gian (Csm Resana), fino al 14 a Colognese (Sanfiorese). Squalifica fino al 21 aprile a Miotto (all. Bessica). Ammende per insulti e denigrazioni all'arbitro: 80 euro al Cima Piave, 40 al S. Vendemiano. ALLIEVI - Una gara: Tuchel (Cima Piave), Gasparini (Zero Branco), Sperandio, Agostinis, Agyekum (S. Lucia Mille), Cappellazzo (Cima Piave), Dabija, Foschia (Ardita Pero), Bortolotto (Azzurra), Chiarotto (Casale), Zanatta (Casier Dosson). Inibizione fino al 14 aprile a Tronchin (dir. Condor). Ammenda 70 euro al Codognè (insulti all'arbitro). GIOVANISSIMI - Due gare: Moresco (Godigese), Zilli (La Marenese), Colussi (Preganziol), Busatto (Zero Branco), Mazzocco (Soccer), Achek (Aurora Treviso Due), Sakmaoui (Csm Resana). ESORDIENTI - Ammenda 30 euro al Csm Resana. CALCIO A 5 - In Serie C2: sei gare ad Alessandro Pancot (S. Lucia Mille) per tentata aggressione all'arbitro; una gara a Dall'Anese, Padoan (Prisma S. Polo), Gardin (Miane), Zanatta (Montebelluna); inibizione fino al 4 maggio a Daniel (dir. Pederobba), fino al 27 aprile a Bortoletto (dir. S. Lucia Mille); ammenda 70 euro al Pederobba per insulti all'arbitro da parte di un tesserato fra il pubblico dopo l'espulsione. In Serie D: una gara a Bresolin (Italia Sport), Parolin (Brentanella), Busato (Paese); inibizione fino al 14 aprile ai dirigenti Mattiazzo (Vedelago), Rorato (Real Evolution).

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PRG DI GALLIPOLI, NUOVE GRANE DAL CONSIGLIO DI STATO (sezione: Giustizia)

( da "LeccePrima.it" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Nuove grane in arrivo per lo strumento di Pianificazione Urbanistica del Comune di Gallipoli? Alla vigilia di Pasqua ecco la sentenza del Consiglio di Stato a cui si erano appellati numerosi imprenditori e proprietari privati per contestare le nuove prescrizioni del Prg gallipolino in particolare nella zona ricadente l’area della litoranea sud e a ridosso del parco di Punta Pizzo. A quanto riferito dal legale dei ricorrenti privati la recente sentenza del Consiglio di Stato definisce che: “Sono illegittimi gli atti di approvazione del Piano regolatore generale del Comune di Gallipoli con riferimento alle aree di proprietà di numerosi privati che ne avevano contestato il procedimento di formazione”. È quanto emergerebbe dalla lettura del dispositivo giuridico disposto dalla seconda Sezione del Consiglio di Stato che, in sede di esame dei ricorsi straordinari al Capo dello Stato proposti da numerosi proprietari di vaste aree site in zona Pizzo, tra cui la Smav Immobiliare Srl, Costa Salentina Srl e Praja del Sud S.p.A, ha fissato un importante paletto nella querelle giuridica instauratasi tra i privati ricorrenti da un lato e l’ente civico gallipolino e la Regione Puglia dall’altro. Nello specifico i ricorrenti, patrocinati dal legale professor Ernesto Sticchi Damiani, avevano chiesto l’annullamento del nuovo Prg del Comune di Gallipoli poiché “in sede di approvazione regionale dello strumento pianificatorio e di successivo recepimento comunale dello stesso, erano state introdotte, senza alcun contraddittorio con i privati, rilevanti modifiche della disciplina urbanistica delle aree in loro proprietà”. In particolare, i ricorrenti avevano evidenziato come tali modifiche del Prg, apportate nella fase conclusiva del procedimento, fossero chiaramente peggiorative delle situazioni preesistenti, perché comportanti un cambiamento sfavorevole della precedente destinazione urbanistica delle aree di loro proprietà. “A fronte di tali doglianze” spiegano dallo studio Sticchi Damiani, “i giudici di Palazzo Spada si sono chiaramente espressi in favore delle argomentazioni giuridiche prospettate dalla difesa dei ricorrenti, stabilendo che nessuna modificazione peggiorativa delle previsioni contenute nell’iniziale provvedimento di adozione del Prg poteva essere introdotta senza la garanzia di una adeguato contraddittorio con i privati, da assicurarsi attraverso il coinvolgimento e la partecipazione di questi ultimi anche nell’ultimo stadio del procedimento di approvazione del Prg. L’attesa pronuncia del Consiglio di Stato conduce dunque all’annullamento delle previsioni del Prg riguardanti numerose aree in zona Pizzo nella proprietà dei ricorrenti”. La vicenda, è inutile dirlo è di quelle contraddittorie i cui esiti stando, a quanto espresso dai legali dei ricorrenti dovrebbero portare allo “stralcio” delle previsioni del Prg su numerose zone dell’area Pizzo e quindi, in buona sostanza, ad una ripubblicazione del Piano per consentire le eventuali controdeduzioni dei soggetti privati “penalizzati” dalle nuove prescrizioni pianificatorie. Vicenda che richiama e ripercorre quella dell’estate scorsa portata avanti dalla “Torre del Pizzo Investimenti” contro le “riconversioni” urbanistiche dettate dal nuovo Prg gallipolino e la relativa perimetrazione del Parco naturale “Isola di Sant’Andrea- litorale Punta Pizzo”. Nell’agosto scorso il Tar di Lecce aveva accolto (con sentenza n. 2388/08) il ricorso proposto dalla Torre Pizzo, annullando, nei limiti dell’interesse fatto valere in giudizio, l’approvazione del Prg ed ordinando la ripubblicazione dello strumento urbanistico per consentire alla società ricorrente di interloquire con gli enti titolari del potere di pianificazione, presentando osservazioni sulla declassificazione (rispetto al Prg adottato) dei terreni di sua proprietà. Mentre ancor prima la Corte Costituzionale aveva fugato (con sentenza n.241/08) ogni dubbio sulla legittimità costituzionale della legge istitutiva del Parco naturale regionale “Isola di S. Andrea e litorale di Punta Pizzo”, rigettando le questioni di legittimità costituzionali rimessele dal Tar di Lecce. Come spiegò già allora l’avvocato del Comune di Gallipoli, Andrea Angelelli: “il Tar di Lecce in quel caso non ha mosso alcuna censura di merito alle scelte pianificatorie della Regione Puglia e del Comune di Gallipoli, ma ha solo stabilito che deve esser reintegrata la pienezza del contraddittorio nella fase di approvazione del Prg. Ora il Comune di Gallipoli e la Regione Puglia potevano decidere se impugnare tale pronuncia, ponendosi la stessa in contrasto con altre statuizioni dei giudici amministrativi, secondo cui invece nella fase di approvazione del Prg non è necessaria l’osservanza di particolari garanzie partecipative”.

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Moldova/ Arrestato romeno coinvolto in scontri, Bucarest (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 10 apr. (Apcom-Nuova Europa) - La Procura generale moldava ha annunciato di aver fermato e arrestato un romeno, il cui cognome è Jordan, che è sospettato di essere coinvolto nell'organizzazione delle manifestazioni anti-comuniste di questi giorni e negli scontri che sono seguiti. Il ministero degli Esteri romeno, però, ha smentito la notizia, sottolineando che non c'è nessuna conferma ufficiale di quanto riportato dalla stampa. La Procura moldava ha dichiarato in un comunicato di aver rinvenuto nell'abitazione del romeno arrestato mappe di Chisinau, degli edifici amministrativi, incluso il Parlamento e la residenza del presidente e il materiale per confezionare bombe molotov. "La Procura sta valutando le misure da intraprendere per provare in maniera piena, rapida e oggettiva tutti i fatti, quello che è accaduto e le responsabilità del sospettato", continua la nota. Continua così la guerra diplomatica e di accuse tra Chisinau e Bucarest, dopo la denuncia del presidente moldavo Vladimir Voronin del coinvolgimento diretto della Romania nell'organizzazione delle proteste. Oggi il capo di stato ha chiesto alla Corte Costituzionale un nuovo conteggio dei voti delle elezioni per garantire maggiore stabilità al Paese. Vorinin ha accusato i tre partiti dell'opposizione di aver usato "giovani e studenti come scudi umani" creando una situazione di caos vicina al "colpo di stato". Gli eventi, ha aggiunto, hanno causato "gravi danni all'immagine dell'intero processo democratico in Moldova".

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Truffava gli automobilisti erogando meno carburante (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

denunciato benzinaio di trecastagni Truffava gli automobilisti erogando meno carburante Gli alunni disabili dovranno avere un insegnante di sostegno in numero di ore adeguato alla loro patologia. Il Consiglio di giustizia amministrativa (presidente Riccardo Virgilio, relatore Pietro Ciani) ha rigettato gli appelli proposti dal direttore dell'ufficio scolastico regionale Guido Di Stefano e dal ministero contro le sentenze del Tar di Catania che - nello scorso dicembre - avevano accolto i ricorsi presentati da numerosi genitori di alunni disabili, difesi dall'avv. Fabio Rossi, per l'assegnazione di un insegnante di sostegno in numero di ore adeguato alla patologia dei propri figli. Il Cga ha ritenuto che la legge 244 del 24 dicembre 2007, nella parte in cui fa divieto ai dirigenti scolastici di nominare - anche nei casi di grave patologia degli alunni - docenti di sostegno in deroga al contingente di posti assegnati dal ministro, viola gravemente il diritto allo studio dei disabili, sancito dalla Carta Costituzionale e da numerose disposizioni internazionali. Conseguentemente, il Cga ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale per la dichiarazione di incostituzionalità della legge, disponendo che - in attesa della decisione della Consulta - le norme censurate devono essere disapplicate; con le relative ricadute in campo nazionale. A questo punto, non sussiste alcun rischio, almeno per il presente anno scolastico, che gli alunni disabili - che si erano visti integrare le ore di sostegno in virtù delle sentenze del Tar - possano avere revocato tale beneficio. Lo stesso deve dirsi per i docenti di sostegno nominati in deroga all'organico ministeriale; docenti che, ove fossero stati accolti gli appelli dell'amministrazione, avrebbero rischiato la revoca dell'incarico. Come detto, circa 100 genitori catanesi, a dicembre, assistiti dall'avv. Rossi, hanno ottenuto un gruppo di ordinanze dal Tar di Catania che sancirono il diritto degli alunni disabili a una piena integrazione scolastica non subordinata alle economie di spesa perseguite dall'amministrazione. Secondo il legale, «il Cga ha ribadito che dinanzi ai diritti dei cittadini, quale è quello dell'integrazione degli alunni disabili, lo Stato non può trincerarsi dietro impedimenti di carattere finanziario; impedimenti, che ove esistenti, vanno risolti con una più oculata e razionale gestione delle risorse pubbliche e non certo con provvedimenti in danno delle categorie sociali più deboli. Devo fare presente - conclude l'avv. Rossi - che i miei assistiti stanno valutando la possibilità di agire anche in sede penale nei confronti di alcuni dirigenti scolastici coinvolti nel contenzioso che, sulla base di una nota del direttore generale regionale Di Stefano, hanno ritenuto di potere risolvere il problema dell'esecuzione delle pronunzie del Tar di Catania, rese in favore dei miei assistiti, privando del docente di sostegno alunni in uguale condizione di disabilità, piuttosto che procedere alla nomina di ulteriore personale». MARIO CASTRO

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Il significato, la sorpresa e il gusto unico (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Il significato, la sorpresa e il gusto unico «Il referendum non è in bilico». Il presidente della circoscrizione Neapolis, Giovanni Di Lorenzo non ha dubbi sul modo di procedere riguardo il villaggio turistico di Terrauzza. Il presidente del Tribunale pare abbia provveduto a nominare il giudice Salvatore Polto quale componente del comitato (cui farebbero parte anche il difensore civico e il segretario generale del Comune) che dovrà decidere sulla legittimità del referendum consultivo. La nomina dovrà ancora essere sottoposta al vaglio del Consiglio superiore della magistratura, ma saranno necessari circa sei mesi. «Ho scritto al Csm - dice però Di Lorenzo - per spingerli a velocizzare l'iter». La questione è stata affrontata nell'ultima conferenza dei capigruppo, quando il consigliere Grasso ha proposto di esprimersi senza aspettare il referendum per evitare il rischio di essere citati in giudizio per l'allungamento dei tempi che portano a una decisione. «Non ci sarebbe alcun risarcimento danni - sottolinea il presidente di Neapolis - perché il privato attende solo dallo scorso maggio l'approvazione del nuovo progetto. Non si rappresenta così la popolazione e se i capigruppo non vogliono rispettare lo statuto comunale, allora lo cambino. Usare il potere di rappresentanza come un'arma è disonorevole, io voglio essere il notaio del volere dei miei concittadini». La prossima settimana è previsto un incontro con il responsabile dell'ufficio legale del Comune per giungere a una soluzione, una riunione a cui Di Lorenzo vuole partecipare, ma non solo. «Ho intenzione di convocare la soprintendenza per spiegare le ragioni che hanno portato all'approvazione del progetto - conclude Di Lorenzo - e ho anche chiesto agli uffici competenti di accertare la regolarità nella presentazione del progetto del villaggio». Luca Signorelli

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Le tesi del segretario Francesco Motolese (sezione: Giustizia)

( da "Merateonline.it" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Politica >> Merate politica 10 / 4 / 2009 Le tesi del segretario Francesco Motolese Parere di legittimità sul testo regolamentare del commercio su aree pubbliche A seguito di richiesta della Giunta Comunale avanzatami nella seduta del 2 Aprile u.s. redigo in qualità di Segretario Generale il presente parere di legittimità sul testo regolamentare portato in approvazione nel Consiglio Comunale tenutosi il 31 Marzo u.s., limitatamente alle questioni di legittimità evidenziate durante il dibattito consiliare e relative ad alcuni articoli del testo portato in approvazione con l’ausilio del file audio della registrazione degli interventi effettuati. Mi corre l’obbligo di evidenziare preliminarmente che il Segretario non rilascia più pareri di legittimità sugli atti amministrativi collegiali del Comune già dal lontano Maggio 1997 e cioè all’indomani della riforma c.d. “Bassanini” entrata in vigore con la legge 127/1997. Il Segretario quindi non firma più, come invece avveniva nel previgente regime della L. 142/1990, il parere preventivo di legittimità sulle proposte di deliberazione di Giunta e Consiglio Comunale. Tale riforma ha di fatto eliminato il controllo di legittimità interno, anche al fine di uno snellimento amministrativo, ma prevedendo ancora l’apposizione del parere preventivo di regolarità tecnica di competenza dei dirigenti ovvero, nei comuni privi di dirigenza, dei Responsabili di servizio tuttora previsto dall’art. 49 del D. Lgs. 267/2000. E’ purtuttavia vero che il Segretario rimane l’organo di assistenza giuridico-amministrativa degli organi dell’Ente, con la specificazione che tale funzione non può e non deve estendersi indiscriminatamente a tutti gli atti amministrativi adottati dagli organi politici e gestionali perché altrimenti ciò vorrebbe dire: 1. ripristinare il previgente regime del parere preventivo di legittimità; 2. un indubbio rallentamento dell’attività amministrativa perché si creerebbe un collo di bottiglia per l’iter di approvazione di delibere e determine (oltre che contratti e convenzioni) che sono circa 900 ogni anno; 3. un’invasione di campo rispetto alle competenze degli altri organi. E’ quindi consequenziale a tali considerazioni che il parere non può che essere espresso solo su esplicita richiesta degli organi interessati. Da ultimo mi preme chiarire preliminarmente che il presente parere si limita semplicemente ad esaminare il testo regolamentare sotto il profilo della sua conformità all’ordinamento giuridico vigente essendo tutt’altra cosa la valutazione dell’opportunità ovvero della discrezionalità amministrativa che non può che essere esercitata se non dall’organo competente alla sua approvazione. Verifichiamo ora l’iter seguito dal procedimento di approvazione del regolamento in questione. Il testo regolamentare è stato preventivamente esaminato dalle associazioni di categoria nelle seguenti riunioni: 11.02.2008 e 31.03.2008. In altre riunioni (05.05.2008, 01.12.2008, 10.02.2009, 23.02.2009 e 9.03.2009) si sono riviste le norme non modificate e trattate ulteriori tematiche inerenti il mercato e le fiere. La bozza di regolamento è stata altresì preventivamente esaminata dalla Conferenza dei capigruppo nella riunione del 19 Febbraio 2009. E’ opportuno rilevare che il testo del regolamento è stato preventivamente inviato ai capigruppo via e-mail in data 17 Febbraio, al fine di una sua preventiva disamina. Le osservazioni rilevate sono state discusse e recepite dal Responsabile della Polizia Locale presente alla riunione. Quadro normativo di riferimento: Artt. 117 e 118 della Costituzione; D. Lgs. 114/1998; D. Lgs. 267/2000; L. R. 15/2000 come modificata dalle Leggi Regionali 6/2001, 8/2008 e 17/2008; Deliberazione di Giunta Regionale della Lombardia n. 8/8570 del 3/12/2008. Giurisprudenza: Corte Costituzionale Sent. n. 282 del 2002; Corte Costituzionale Sent. n. 303 del 2003; Cassazione Civile Sez. I, sent. n. 6362 del 01-04-2004; Cassazione Civile Sez. II, sent. n. 11965 del 22-05-2006 ; Tar Milano Sez. III Sent. 5462 del 1/12/2003. Veniamo ora all’esame del merito degli articoli del regolamento modificati, infatti bisogna premettere che l’attuale regolamento è stato approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 27 del 10 luglio 2001, sottoposta all’esame dell’Organo Regionale di Controllo, con esito positivo del controllo successivo di legittimità, come da atto n. 113 del 23/07/2001 prot. 9915//2001 e che si è proceduto a modificare solo alcuni degli articoli vigenti, rimanendo invariato l’impianto generale. Articoli esaminati nell’ordine degli interventi effettuati: 1. Art. 21: intervento del Consigliere Robbiani che richiede di inserire espressamente la previsione della possibilità di effettuare la propaganda politica all’interno dell’area di mercato per evitare di sottoporla alla discrezionalità dell’ufficio, non ritenendo sufficiente la cancellazione del testo previgente che prevedeva: ”La propaganda religiosa, politica o sindacale non è ammessa all’interno delle aree in questione, ma, su autorizzazione della polizia municipale, è ammessa nella loro prossimità”. Non si rilevano profili di illegittimità nel testo proposto. Ad ogni buon conto può solo giovare ricordare che vige il principio che ciò che non è proibito è ammesso dall’ordinamento giuridico. 2. Art. 5: intervento del Consigliere Robbiani che richiede di lasciare la competenza dell’Osap all’Ufficio tributi. Si veda il punto n. 5 successivo. 3. Art. 23: intervento del Consigliere Robbiani che evidenzia che l’articolo in esame nel testo così come proposto lascia la discrezionalità della revoca alla polizia locale che la può disporre in virtù del regolamento e non della legge ed inoltre che se la violazione è ad una norma di legge deve essere quest’ultima a disciplinare le sanzioni relative e non il regolamento. Si vedano i punti n. 8, 10 e 11 successivi. 4. Art. 2 intervento del Consigliere Perego che richiede di eliminare dal testo il riferimento al demanio marittimo ed ai canali. Non si rilevano profili di illegittimità nel testo proposto che ricalca pedissequamente il testo delle definizioni fornito dalla legge. 5. Art. 5 intervento del Consigliere Perego che richiede di lasciare la competenza sull’Osap all’ufficio tributi. Non si rinvengono profili di illegittimità. L’aver eliminato il riferimento del testo precedente: ”La competenza per quanto inerente l’OSAP è demandata all’Ufficio Tributi” non rispondeva affatto ad una presunta volontà di sottrarre alla competenza dell’ufficio tributi la tassa occupazione suolo pubblico per passarla alla gestione della polizia locale (nulla di tutto ciò è infatti detto nel testo proposto), ma semplicemente adeguare il testo del regolamento al mutato regime giuridico della tassa. E’ infatti dal lontano 27.11.1998 (data a cui risale l’approvazione del Regolamento per la concessione di spazi ed aree pubbliche) che la tassa occupazione suolo pubblico per Merate non esiste più, essendo stata sostituita dal Canone per l’occupazione del suolo pubblico, disciplinato dall’apposito regolamento che fa chiarezza in ordine alla competenza, mentre per quanto concerne la riscossione questa dal 01/01/2003 è demandata in regime di concessione affidata con convenzione alla società Duomo Gpa. Non di tributo pertanto si tratta ma di canone con tutto ciò che ne consegue. E appena il caso di evidenziare pur fugare ogni dubbio interpretativo al riguardo che l’art. 49 del testo regolamentare prevede: “Per quanto non espressamente previsto dalle presenti norme, è fatto obbligo di osservare le disposizioni di tutte le altre leggi e decreti che regolano la materia, nonché‚ i regolamenti comunali vigenti ed in particolare lo strumento urbanistico, le norme di polizia urbana e quelle igienico-sanitarie.” 6. Art. 10 intervento del Consigliere Perego che richiede di aggiungere “su decisione o previa decisione della giunta comunale” e quindi non del responsabile del servizio all’interno del seguente testo: “il mercato settimanale potrà essere svolto nelle giornate di domenica o festive, salvo che lo stesso non coincida con particolari giornate festive di interesse nazionale o locale e potrà essere recuperato in data da concordare;” Non si rinvengono motivi di illegittimità. 7. Art. 21 intervento del Consigliere Perego che fa riferimento all’intervento del consigliere Robbiani di cui al punto 1 per distinguere l’occupazione del suolo con gazebo per la propaganda politica dal volantinaggio. Vedi punto n. 1. 8. Artt. 23 e 24 intervento del Consigliere Perego che richiede di aggiungere “ricorrendone i presupposti di legge”, per evitare un’eccessiva discrezionalità dell’ufficio commercio, nel seguente testo: “La revoca dell’autorizzazione del posteggio può sempre essere disposta in qualunque momento dal Servizio Commercio senza oneri a carico del Comune”. Non si rinvengono motivi di illegittimità. E’ il caso di evidenziare che il medesimo regolamento disciplina dettagliatamente le ipotesi che comportano la revoca all’art. 14 e che sono conformi alla disciplina legislativa vigente. Si deve altresì evidenziare che la Deliberazione di Giunta Regionale della Lombardia n. 8/8570 del 3/12/2008 in attuazione degli articoli 4 comma 2 e 18 comma 1 bis della L.R. 15/2000 prevede al punto IV.3 commi 1, 3 e 4: IV.3 Decadenza dal posteggio 1.L’operatore decade dalla concessione del posteggio per il mancato rispetto delle norme sull’esercizio dell’attività e quando il posteggio non viene utilizzato in ciascun anno solare per periodi di tempo complessivamente superiori a quattro mesi, salvo il caso di assenza per malattia, gravidanza, infortunio……..omissis……. 3. Accertato il mancato utilizzo del posteggio nei termini suindicati, la decadenza è automatica e va immediatamente comunicata all’interessato dall’organo comunale competente. 4. Il Comune può revocare la concessione del posteggio per motivi di pubblico interesse con esclusione di oneri a suo carico. 9. Art. 31 intervento del Consigliere Perego che propone di introdurre una regola per ridurre l’eccessiva discrezionalità del responsabile del procedimento nel seguente testo: “L’assegnazione dei posti liberi è effettuata ad insindacabile giudizio del Responsabile di procedimento, fatto salvo l’impossibilità tecnica di posizionamento valutata esclusivamente dal Responsabile del procedimento e l’eventuale rinuncia sarà considerata come assenza dalla spunta”. Non si rinvengono motivi di illegittimità in quanto il responsabile di procedimento deve rifarsi necessariamente alla disciplina dettata in precedenza dal medesimo articolo che ricalca la normativa vigente ed in particolare quella prevista dalla Deliberazione di Giunta Regionale della Lombardia n. 8/8570 del 3/12/2008 che prevede al punto IV 4: “I posteggi temporaneamente non occupati dai titolari delle relative concessioni sono assegnati giornalmente, durante il periodo di non utilizzazione da parte del titolare, ai soggetti legittimati ad esercitare il commercio su aree pubbliche che vantino il più alto numero di presenze nel mercato di cui trattasi riferibili all’autorizzazione. A parità di presenze, si tiene conto della maggior anzianità dell’attività di commercio su aree pubbliche attestata dal registro delle imprese. L’assegnazione dei posteggi liberi è effettuata giornalmente entro l’orario stabilito dal regolamento comunale, sulla base dei criteri previsti dal comma precedente. Se il Comune ha determinato le tipologie merceologiche dei posteggi, l’assegnazione deve avvenire riservando la priorità alla medesima tipologia del posteggio non occupato.” 10. Art. 23 intervento del Consigliere Perego che evidenzia come la Legge Regionale 15/2000 preveda la sospensione dell’autorizzazione quale sanzione per le violazioni di minore gravità, mentre per quelle più rilevanti la revoca; inoltre evidenzia che il regolamento prevede delle sanzioni per violazioni che non sono previste come tali dalla legge regionale 15/2000. Si rimanda al punto successivo ma si evidenzia a tal proposito che la Deliberazione di Giunta Regionale della Lombardia n. 8/8570 del 3/12/2008 in attuazione degli articoli 4 comma 2 e 18 comma 1 bis della L.R. 15/2000 prevede al punto VII comma 2: “Il regolamento dispone, in via generale, in ordine a: …… omissis…….. j) le ipotesi di decadenza e di revoca delle concessioni di posteggio; 11. art. 48 intervento del Consigliere Perego che evidenzia come le sanzioni ivi previste siano di importo superiore rispetto a quelle di cui alla Legge Regionale 15/2000. Il testo della bozza regolamentare non ha modificato nulla rispetto al vigente se non per aggiornare i valori espressi ancora in lire per convertirli in Euro ed infatti prevede: “Sono punite con la sanzione amministrativa da € 2.582,28 a € 15.493,71 e con la confisca delle attrezzature e della merce, le seguenti violazioni:……”. Tali valori sono esattamente quelli previsti dalla normativa statale (art. 29 del D.Lgs. 114/1998) ed erano in linea anche con quelli della Legge Regionale 15/2000 se non che quest’ultima è stata oggetto di modifica con la recente L.R. 8/2008 entrata in vigore in data 5 aprile 2008 che ne ha modificato il minimo ed il massimo edittale portandoli rispettivamente a € 1.500,00 ed a € 10.000,00. Si pongono pertanto i seguenti problemi interpretativi: - se si deve intendere prevalente la Legge statale ovvero la legge regionale nella materia del commercio su aree pubbliche; - se può un regolamento comunale prevedere violazioni e sanzioni con limiti edittali minimi e massimi diversi rispetto alla legge regionale. Per dare una risposta ad entrambi i problemi bisogna fare riferimento: - all’art. 117 commi 2, 3 e 6 della Costituzione il quale ultimo prevede altresì la potestà regolamentare dei Comuni prevedendo espressamente che: “……I Comuni, le Province e le Città metropolitane hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell`organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite.” ; - all’art. 118 commi 1 e 2 della Costituzione che prevedono: “Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l`esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. I Comuni, le Province e le Città metropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. - alla Deliberazione di Giunta Regionale della Lombardia n. 8/8570 del 3/12/2008 che in attuazione degli articoli 4 comma 2 e 18 comma 1 bis della L.R. 15/2000 prevede al punto VII: “VII. Regolamento dei mercati e delle fiere 1. Per l’esercizio del commercio nei mercati ed in ogni fiera il Comune, sentite obbligatoriamente le organizzazioni dei consumatori e delle imprese del commercio maggiormente rappresentative a livello provinciale, adotta il relativo regolamento. 2. Il regolamento dispone, in via generale, in ordine a:………omissis…… l) le sanzioni da applicarsi nell’ipotesi di violazione dei regolamenti comunali e quelle di cui alla legge regionale; Con la riforma del Titolo V della Costituzione (approvata con Legge Costituzionale n.3/2001) l’art. 117 nel nuovo testo ha ribaltato il precedente criterio di riparto tra potestà legislativa statale e regionale stabilendo che lo Stato ha competenza esclusiva solo nelle materie espressamente ed esaustivamente elencate al comma 2, ovvero una competenza concorrente (alla legge statale sono riservati i principi fondamentali mentre alle leggi regionali la disciplina di dettaglio) nelle materie elencate al comma 3, mentre le Regioni possono legiferare in via residuale in tutte le altre materie non rientranti nella competenza esclusiva o concorrente dello Stato. Qualora si dovesse ritenere che la materia del commercio sulle aree pubbliche ed in particolare delle sanzioni amministrative rientri tra quelle di competenza esclusiva della legislazione statale (perché rientrante nelle materie di cui alla lett.e) dell’art. 117 in quanto riguardante la tutela della concorrenza – vedasi a favore di tale tesi l’art. 2 del D. Lgs. 114/1998 “L`attività commerciale si fonda sul principio della libertà di iniziativa economica privata ai sensi dell`articolo 41 della Costituzione ed è esercitata nel rispetto dei princìpi contenuti nella legge 10 ottobre 1990, n. 287, recante norme per la tutela della concorrenza e del mercato.”) allora il regolamento sarebbe legittimo perché conforme al D. Lgs.114/1998. Ma se leggiamo attentamente l’art. 117 la materia della polizia amministrativa viene esclusa dalla potestà esclusiva dello Stato di cui al comma 2 e non viene citata tra le materie di cui alla competenza concorrente e pertanto deve ritenersi rientrante tra le materie di cui alla competenza residuale delle regioni. All’indomani della riforma si sono posti una serie di problemi in ordine all’interpretazione da dare alla normativa statale vigente in assenza di legislazione regionale. Si trattava dunque di coniugare il principio di legittimità costituzionale con quello di continuità dell`ordinamento giuridico. La corte Costituzionale ha sancito in via interpretativa che in virtù del principio di continuità dell’ordinamento giuridico le norme statali continuano ad avere vigore anche nelle materie di competenza regionale esclusiva o concorrente fino a quando però la legislazione regionale non intervenga a disciplinare quella determinata materia (c.d. principio di cedevolezza). Pertanto deve concludersi che sia prevalente nella materia del commercio su aree pubbliche la legislazione regionale. Risolto il primo dei due dubbi occorre occuparsi del secondo. Anche in tal caso dobbiamo rifarci al testo costituzionale e precisamente all’art. 117 comma 6 che prevede in capo ai Comuni la potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell`organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite, nonché all’art. 118 comma 2 che attribuisce ai Comuni la titolarità di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. Tali disposizioni vanno interpretrate alla luce del principio di sussidiarietà. Il Trattato di Maastricht ha dato del principio di sussidiarietà, la seguente definizione: “nelle materie che non rientrano nella propria competenza esclusiva, la Comunità potrà intervenire, alla stregua del principio di sussidiarietà, soltanto e nella misura in cui gli obiettivi prefissati non possano essere conseguiti in maniera soddisfacente dagli stati membri e possano, pertanto, in ragione dell’ambito o degli effetti degli obiettivi medesimi, essere meglio conseguiti dalla Comunità”. Pertanto, riconducendo tale principio all’ordinamento giuridico italiano, si può dare dello stesso la seguente qualificazione: ogni ente sovraordinato svolge una funzione “sussidiaria” rispetto all’ente locale più vicino al cittadino, secondo una scala di attribuzione di funzioni che inizia dal comune e, passando attraverso la provincia, la regione e lo Stato, termina con l’attribuzione delle funzioni comuni di interesse sovranazionale all’Unione Europea. Nell’ambito della legislazione italiana, il principio di sussidiarietà è stato per la prima volta enunciato dalla legge 59/97 (cd. “legge Bassanini”) e successivamente dal decreto delegato 112/98. Il principio di sussidiarietà è stato poi codificato con la legge costituzionale 18 ottobre 2001 n. 3, che ha modificato il titolo V della Carta fondamentale. Successivamente, la legge 5 giugno 2003, n. 131 ha ulteriormente definito tale concetto. In particolare, l’articolo 118 della Costituzione attribuisce ai Comuni le funzioni amministrative “salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza”.. Nella legge n. 131 del 2003 sono poi contenute varie disposizioni attuative del predetto principio costituzionale. Tra queste, vi è l’art. 7 (“Attuazione dell’articolo 118 Cost. in materia di esercizio delle funzioni amministrative”). Il principio di sussidiarietà è altresì menzionato tra i principi e criteri direttivi della delega al Governo per l’attuazione dell’articolo 117, secondo comma, lettera p) in materia di funzioni fondamentali degli enti locali. Nell’assumere valore e dignità di principio costituzionale, la sussidiarietà, quale formula organizzatoria dei pubblici poteri, ha assunto una dimensione “allargata” rispetto al passato, grazie anche alla giurisprudenza “evolutiva” della Corte Costituzionale (vedasi Corte Costituzionale Sent. n. 303 del 2003). In questa ricostruzione, l’articolo 118 Cost., là ove dispone che le funzioni amministrative, generalmente affidate ai comuni, possano essere devolute a un diverso livello di governo per assicurarne l’esercizio unitario, introduce un sistema dinamico, che rende più flessibile, sia l’originario assetto delle funzioni amministrative, sia la stessa distribuzione delle competenze legislative. E’ quindi possibile affermare che la sussidiarietà diventa in tal modo uno strumento che permette di introdurre nel nostro ordinamento costituzionale un concetto di flessibilità sinora sconosciuto. In un ordinamento a Costituzione rigida come quello italiano, l’introduzione di tale elemento ha fatto sì che la Consulta svolgesse quasi un ruolo surrogatorio delle competenze del legislatore costituzionale. In tal senso, lassetto fondamentalmente statico della riforma del titolo V è reso dinamico dal principio di sussidiarietà nell’accezione datane dalla Corte. Questo sembra essere stato anche il ragionamento seguito dal legislatore regionale che infatti è intervenuto a disciplinare diversamente con l’approvazione della L.R. 8/2008 la materia delle violazioni e delle sanzioni amministrative. Tuttavia la stessa Legge regionale ha sostituito l’art. 4 prevedendo al 2° comma: ……..“la Giunta regionale fornisce indicazioni per l`individuazione delle aree mercatali e fieristiche e provvede, nel rispetto delle competenze degli enti locali, agli ulteriori adempimenti di disciplina del commercio su aree pubbliche”……. Orbene la giunta regionale ha approvato la deliberazione n. 8/8570 del 3/12/2008 ai sensi dell’art. 4 comma 2 della Legge Regionale 15/2000 nel testo modificato dalla Legge regionale 8/2008 sulla base degli indirizzi dettati dal Consiglio regionale che ha stabilito al punto VII: “VII. Regolamento dei mercati e delle fiere 1. Per l’esercizio del commercio nei mercati ed in ogni fiera il Comune, sentite obbligatoriamente le organizzazioni dei consumatori e delle imprese del commercio maggiormente rappresentative a livello provinciale, adotta il relativo regolamento. 2. Il regolamento dispone, in via generale, in ordine a:………omissis…… l) le sanzioni da applicarsi nell’ipotesi di violazione dei regolamenti comunali e quelle di cui alla legge regionale; Pertanto deve ritenersi che la Regione abbia voluto delegare la disciplina della revoca e delle violazioni e relative sanzioni ai Comuni i quali legittimamente possono esercitare la propria potestà regolamentare in tali materie appunto perché legittimati dalle disposizioni sopra richiamate. A conferma di quanto sopra si veda anche la sentenza del Tar Lombardia Sez. III sede Milano n. 5462 del 01/12/2003 di cui si riporta la massima: Il nuovo ordinamento che disciplina l`esercizio delle attività di commercio al dettaglio su aree pubbliche, per divenire operativo, richiede di essere completato mediante l`emanazione delle norme regolamentari di dettaglio rimesse all`autonomia comunale (o, in caso di inerzia, all`intervento sostitutivo regionale) e destinate a specificare i criteri e le modalità procedurali di rilascio delle concessioni di posteggio, in mancanza delle quali, come espressamente stabilito dall`art. 30 del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 114, devono trovare applicazione le norme previgenti; ne discende che, non essendo ancora intervenute le norme attuative comunali, il diniego di concessione non può essere motivato facendo riferimento alle disposizioni dettate nella nuova L.R. 21 marzo 2000, n. 15. In conclusione si deve ritenere che nella misura in cui la legge regionale non solo non avochi a sé la potestà sanzionatoria ma lasci all’autonomia regolamentare del Comune un proprio spazio di manovra sia possibile stabilire una sanzione amministrativa per violazioni al regolamento che non siano allo stesso modo previste come tali dalla legge regionale. Pertanto non si rinvengono profili di illegittimità del testo regolamentare proposto, ma semmai dei rilievi di opportunità. Merate, lì 6 Aprile 2009 Il Segretario Generale Dott. Francesco Motolese Articoli Correlati: (c)www.merateonline.it Il primo giornale digitale della provincia di Lecco Scritto il 10/4/2009 alle 16.32

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Gli strumenti di protezione del patrimonio familiare: Fondo Patrimoniale e Trust (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Gli strumenti di protezione del patrimonio familiare: Fondo Patrimoniale e Trust Articolo di Romolo D'Argento 10.04.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Gli strumenti di protezione del patrimonio familiare: Fondo Patrimoniale e Trust di Romolo D'Argento Sommario: 1. Aspetti generali del fondo patrimoniale - 2. Portata del divieto di azioni esecutive sui beni ad esso destinati (art. 170 c.c.) - 3. Il concetto di estraneità del debito (esemplificazione pratica) - 4. Critica al divieto di cui all'art. 170 c.c. - 5. Gli orientamenti giurisprudenziali - 6. I dubbi di legittimità costituzionale - 7. Il Trust (brevi cenni) 1. Aspetti generali del fondo patrimoniale Il fondo patrimoniale, che consiste in un vincolo posto nell’interesse della famiglia su di un complesso di beni determinati (immobili, mobili registrati o titoli di credito), realizza la costituzione di un patrimonio separato o di destinazione, con limitazione dei poteri dispositivi dei costituenti (ciascuno o un ambedue i coniugi, un terzo, anche per testamento). Funzione del vincolo è quella di destinare i beni conferiti al soddisfacimento dei diritti di mantenimento, di assistenza e di contribuzione esistenti nell’ambito della famiglia. Nella collocazione codicistica, con la legge di riforma del diritto di famiglia (n. 151 del 19.05.1975), la normativa del fondo patrimoniale (artt. 167 - 171 c.c.) ha sostituito quella del patrimonio familiare. La sostanziale differenza tra i due istituti risiede nella intensità del vincolo di destinazione, assai rigido nel secondo, così da assicurare a quel complesso di beni stabilità e durata in armonia con quelli che erano un tempo anche i caratteri del matrimonio (potendo i coniugi disporre dei beni soltanto previa autorizzazione del giudice nei casi di necessità o utilità evidente e con l’obbligo del reimpiego della somma ricavata, ed i creditori agire soltanto sui frutti dei beni, purchè non fossero stati a conoscenza che i debiti venivano contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia); più tenue e labile nel primo, posto che i coniugi (art. 169 c.c.) possono disporre dei beni liberamente, senza obbligo di reimpiego, non soltanto quando sia loro consentito dall’atto di costituzione, ma anche quando abbiano raggiunto l’accordo sull’atto di disposizione e, allorchè vi siano figli minori, nei soli casi di necessità od utilità evidente e con l’autorizzazione del Tribunale, che provvede in Camera di consiglio sentito il Pubblico ministero (art. 38, commi 2 e 3, disp. att. c.c.). 2. Portata del divieto di azioni esecutive sui beni ad esso destinati (art. 170 c.c.) Tra gli ulteriori effetti del fondo, merita particolare attenzione il divieto di esecuzione sui beni ad esso destinati (e sui relativi frutti) “ … per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia” (art. 170 c.c.): i beni del fondo ed i loro frutti rispondono soltanto per obbligazioni assunte nell’interesse della famiglia (così come avveniva per i frutti del patrimonio familiare). La consapevolezza del creditore della estraneità del debito alle esigenze familiari deve sussistere al momento del perfezionamento della fonte dell’obbligazione e deve costituire oggetto di prova da parte di colui che si oppone all’espropriazione forzata. La prova può essere fornita anche mediante presunzioni semplici, essendo sufficiente dimostrare che lo scopo dell’obbligazione appariva come normalmente estraneo ai bisogni della famiglia. In ordine al significato ed alla portata dell’art. 170 c.c., la giurisprudenza (Cass., Sez. I, 18.09.2001 n. 11683; conf. Cass., Sez. III, 7.01.1984 n. 134) ha chiarito che “ In tema di esecuzione sui beni del fondo patrimoniale, il disposto dell'art. 170 c.c. -nel testo di cui alla legge 19 maggio 1975 n. 151- per il quale detta esecuzione non può aver luogo per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia, va inteso non in senso restrittivo, come riferentesi cioè alla necessità di soddisfare l’indispensabile per l’esistenza della famiglia, bensì -analogamente a quanto, prima della riforma di cui alla richiamata legge n. 151 del 1975, avveniva per i frutti dei beni dotali- nel senso di ricomprendere in detti bisogni anche quelle esigenze volte al pieno mantenimento ed all’armonico sviluppo della famiglia, nonché al potenziamento della sua capacità lavorativa, restando escluse solo le esigenze voluttuarie o caratterizzate da intenti meramente speculativi”. Appare, quindi, del tutto superato l’orientamento restrittivo che considerava i bisogni familiari sinonimo di “esigenze indispensabili” della famiglia, perché necessarie alla sua stessa esistenza. Un aspetto importante e discusso è, invece, quello se si possano annoverare nei bisogni familiari, al cui soddisfacimento sono destinati i beni del fondo, anche le spese e le obbligazioni assunte per l’attività d’impresa dei coniugi o di uno di essi o per l’impresa familiare. Alla stregua del principio giurisprudenziale testè enucleato, certamente non potrebbero ritenersi contratti per “scopi estranei” i debiti inerenti l’attività di lavoro autonomo di un coniuge, allorquando da tale attività la famiglia tragga i mezzi di mantenimento. Parimenti preferibile sembra l’opzione interpretativa che ritiene contratti per bisogni familiari i debiti dell’impresa familiare nella quale prestino la loro attività i membri della famiglia, atteso che in tal caso gli interessi di famiglia ed impresa sono totalmente coincidenti, in ragione della destinazione degli utili di impresa anche e soprattutto alle esigenze familiari. 3. Il concetto di estraneità del debito (esemplificazione pratica) (L'esemplificazione è riferita ad un imprenditore individuale che ha destinato a fondo patrimoniale un immobile in comunione legale con la moglie). Per le linee di credito concesse all’imprenditore per far fronte alle esigenze dell’attività esercitata con Ditta individuale, e nell’ipotesi in cui dai rapporti creditizi in essere derivino saldi passivi, la Banca, previa revoca degli affidamenti e promosse le azioni del caso per conseguire un titolo esecutivo, potrebbe sottoporre ad esecuzione forzata la sua quota per ½ dell’immobile costituito in fondo patrimoniale, non applicandosi in via di principio il divieto di esecuzione previsto dall’art. 170 c.c. Il divieto in questione opera, difatti, solo allorquando i debiti siano stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia, bisogni che secondo il citato orientamento giurisprudenziale non vanno intesi in senso restrittivo. Nel caso di specie, le linee di credito sono state erogate in favore dell’imprenditore per esigenze inerenti la sua attività di lavoro autonomo esercitata con una Ditta individuale, attività dalla quale si presume che la famiglia tragga i redditi necessari al suo pieno ed adeguato mantenimento; ed il corrispondente suo debito verso la Banca risulterebbe così contratto anche per soddisfare bisogni della famiglia, oltre che per esigenze connesse all’attività imprenditoriale. Per converso, la stessa quota di proprietà immobiliare non potrebbe essere aggredita per un eventuale saldo passivo derivante dal rapporto creditizio intrattenuto dalla S.r.l. di cui la moglie dell’imprenditore è socia, rapporto che lo stesso ha garantito con fideiussione, trattandosi di linee di credito concesse ad una Società con personalità giuridica e con conseguente autonomia patrimoniale perfetta, e senz’altro destinate esclusivamente ad esigenze economiche, produttive e/o commerciali della Società stessa. Per ragioni analoghe a quelle di cui sopra, la quota in questione non potrebbe essere aggredita per eventuali debiti contratti dalla S.a.s. di cui l’imprenditore è socio accomandatario ed amministratore, debiti per i quali è, pertanto, solidalmente ed illimitatamente responsabile con la S.a.s. stessa. Difatti, anche la S.a.s., società di persone, benché in quanto tale sprovvista di personalità giuridica, costituisce pur sempre un autonomo soggetto di diritto che può essere centro di imputazione di rapporti contrattuali distinti rispetto alle posizioni dei singoli soci, ed è altresì dotata di una propria parziale autonomia patrimoniale. In conclusione, anche se l’anno prossimo il fondo patrimoniale già costituito si consoliderà, per il decorso del termine quinquennale di prescrizione dell’azione revocatoria ordinaria, permane il potenziale rischio di espropriazione forzata per la quota di proprietà immobiliare dell’imprenditore, ma unicamente in relazione ad eventuali debiti contratti come Ditta individuale, salvo fornire la prova rigorosa che il debito è del tutto estraneo alle esigenze familiari (prova peraltro “diabolica” se la famiglia non ha altri redditi). 4. La critica al divieto di cui all'art. 170 c.c. Nel corso degli anni, purtroppo, le finalità originarie dell’istituto in esame sono state in larga parte disattese, proprio in funzione del divieto di esecuzione forzata. E’, difatti, opinione comune in dottrina che il fondo patrimoniale, nella prassi, sia stato assai raramente utilizzato per le originarie funzioni solidaristiche che il codice civile gli attribuisce. Invero, si registra come la maggior parte dei fondi patrimoniali siano stati e vengano tutt’ora costituiti in epoca successiva al sorgere del credito e per una finalità strumentale (la sottrazione di determinati beni alla generica garanzia di tutti i creditori), con conseguente deviazione dalla funzione tipica che l'ordinamento attribuisce al negozio. Tale deviazione è stata peraltro avvertita anche dal G.E. del Tribunale di Chieti, il quale, in una propria ordinanza, nel respingere un’istanza di sospensione dell’esecuzione, ha così motivato “… la Sig.ra Tizia, infatti, ebbe a costituire il fondo patrimoniale l’11.9.1995, e cioè -forse fu solo una mera coincidenza- quattro giorni dopo che la Banca aveva iscritto su di essi ipoteca giudiziale (il 7.9.1995), e quando erano trascorsi già 18 anni dalle nozze …”. 5. Gli orientamenti giurisprudenziali Sul fronte della giurisprudenza di legittimità, si sottolinea come la funzione strumentale che il fondo patrimoniale ha nella prassi assunto sia stata di fatto avallata. Difatti, la Corte di Cassazione, nell'unico precedente esistente (Cass., Sez. III, 9.04.1996 n. 3251) ha così statuito: “Con riguardo a beni conferiti in fondo patrimoniale, l’art. 170 c.c. -secondo cui l’esecuzione sui beni del fondo e sui frutti non può aver luogo per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia- non limita il divieto di esecuzione forzata ai soli crediti (estranei ai bisogni della famiglia) sorti successivamente alla costituzione del fondo. Ne consegue che detto divieto estende la sua efficacia anche ai crediti sorti prima di tale data, ferma restando in questo caso la possibilità del creditore di agire in revocatoria ordinaria, qualora ne ricorrano i presupposti, al fine di far dichiarare l’inefficacia nei propri confronti dell’atto costitutivo del fondo patrimoniale”. Il principio giurisprudenziale testè enucleato, seppure di fonte autorevole, se accolto sic et simpliciter, suscita perplessità e, difatti, ad esso si contrappongono alcune pronunce di merito. Di particolare interesse, per i pregievoli argomenti critici alla citata sentenza della S.C., è la sentenza del Tribunale Ragusa 21.12.1999, nella quale si afferma testualmente che: “La costituzione del fondo patrimoniale in epoca successiva al sorgere del o dei debiti personali dei coniugi confligge ragionevolmente con il sistema della responsabilità patrimoniale (artt. 2740 e 2741 c.c.), per cui non è consentito -in mancanza di dati obiettivi e coerenti- restringere la difesa dei terzi creditori all’azione ex art. 2901 e ss. c.c., l’inespropriabilità sancita dall’art. 170 dovendo collegarsi con i crediti successivi alla pubblicità della convenzione matrimoniale” (nello stesso senso, anche Tribunale Milano 5.11.1990: “L’art. 170 c.c., nel porre un limite all’azione dei creditori, postula necessariamente che la costituzione del fondo sia avvenuta prima del sorgere del credito per il cui soddisfacimento essi agiscono”). Le argomentazioni utilizzate dal Tribunale di Ragusa per discostarsi dal precedente della S.C. possono così riassumersi: - all'affermazione secondo cui l'espropriabilità dei beni del fondo patrimoniale va ricollegata esclusivamente alla natura dell'obbligazione (se inerente o meno ai bisogni familiari), "essendo ininfluente il tempo della sua nascita", il Giudice ragusano ha obiettato che "Il rischio dell'inespropriabilità del bene per effetto -riguardo i rapporti estranei ai bisogni familiari- della eventuale successiva costituzione del fondo, ben può indurre il terzo a non prestare credito, e pertanto introduce una variabile di grande incertezza nel delicato bilanciamento degli interessi delle parti (coniugi/terzi)"; - ed ancora che "... all'infuori della convenzione la natura dell'obbligazione non ha rilievo; e se allora l'acquista con la convenzione, non può essere svalutato il principio della sua opponibilità ai terzi se e in quanto sia espletata la relativa pubblicità". All'ulteriore argomentazione (dedotta dal previgente art. 169 com-ma 3 c.c.) secondo cui l'art. 170 c.c. "... non riproduce la regola secondo cui la inalienabilità dei beni costituenti il patrimonio familiare non era opponibile ai terzi il cui diritto fosse sorto anteriormente alla trascrizione dell'atto o alla nascita del vincolo sui titoli di credito ...", il Giudice ragusano ha poi replicato che "... la sua plausibilità è apparente, poichè secondo dottrina pressochè unanime l'istituto del fondo patrimoniale è qualitativamente diverso dal patrimonio familiare e questa disomogeneità pertanto esclude una valida possibilità di raffronto. Il novum consiste nella iniziativa di entrambi i coniugi, nella titolarità comune dei beni, nella uguaglianza dei poteri di amministrazione: tanto è sufficiente per recidere ogni legame con l'abrogato istituto del patrimonio familiare (pensato e realizzato in ben altre temperie storico-sociali). Se si considera che ognuno dei coniugi ha facoltà di conferire i propri beni nel fondo e che l'annotazione della convenzione si inscrive in un sistema incardinato sulla comunione legale familiare, che viene derogata appunto dal fondo patrimoniale; se si aggiunge che l'art. 166, comma 3, abr. coesisteva, all'origine, con il divieto di donazione tra i coniugi, è difficilmente contestabile la insignificanza, sul piano sistematico, della abrogata disciplina del patrimonio familiare". 6. I dubbi di legittimità costituzionale Le pertinenti osservazioni appena esposte privilegiano, dunque, l'opzione interpretativa che esclude l'applicabilità dell’art. 170 c.c. qualora il debito sia stato contratto in epoca precedente alla costituzione del fondo patrimoniale, interpretazione che, peraltro, appare maggiormente in linea con i principi fondamentali del nostro ordinamento. Ed invero, nell’ipotesi si accedesse alla contrapposta tesi (secondo cui le limitazioni di cui all’art. 170 c.c. avrebbero carattere assoluto e generalizzato, colpendo indistintamente non soltanto i crediti successivi, ma anche quelli precedenti alla costituzione del fondo), si introdurrebbe e legittimerebbe un mezzo per eludere il sistema della responsabilità patrimoniale del debitore. Si cita l’esempio di un Istituto di credito, il quale -confidando nella solvibilità dell’utente, poiché proprietario di immobile libero da iscrizioni e trascrizioni pregiudizievoli- conceda le richieste linee di credito. Se si consentisse a colui che abbia così ottenuto affidamenti di cautelarsi da preordinate insolvenze e conseguenti azioni esecutive, mediante destinazione successiva dei propri beni al fondo patrimoniale, si introdurrebbe appunto un mero espediente elusivo e lesivo, che vieppiù prospetterebbe la q.l.c. dell’art. 170 c.c., in relazione agli artt. 3 e 24 Cost., nella parte in cui estende l’inespropriabilità dei beni destinati al fondo patrimoniale anche all’ipotesi in cui i crediti siano sorti in epoca precedente alla costituzione del fondo medesimo. Il dubbio di contrasto con l’art. 3 Cost. (per violazione del principio di uguaglianza) si fonda sul rilievo che mentre per i creditori successivi vi sarebbe la previa possibilità di acquisire informazioni sulla destinazione del credito ovvero di cautelarsi dagli effetti della costituzione medesima, concedendo unicamente finanziamenti da destinare a ben determinate esigenze familiari, quali le cure mediche del figlio, per i creditori precedenti una siffatta indagine oppure, in alternativa, l'adozione di un siffatto strumento di "autotutela" (quale, appunto, il c.d. prestito finalizzato o finanziamento di scopo), in assenza del fondo patrimoniale, non avrebbero, invece, significato alcuno. In altri termini, non avrebbe senso richiedere la conoscenza della estraneità del debito ai bisogni familiari se già non risultasse trascritto il fondo patrimoniale, posto che l'eventuale estraneità potrebbe incidere sul diritto di agire in executivis solo in presenza della convenzione, mentre in sua assenza assumerebbe una valenza neutra, cioè priva di rilievo ai fini dell’operazione creditizia, sempre che non si voglia imporre al creditore l’onere di preconizzare l’intenzione dei coniugi contraenti di costituire in futuro un fondo patrimoniale. Parimenti fondato è il vulnus all’art. 3 Cost. per irragionevolezza sopravvenuta e/o anacronismo delle scelte legislative, atteso che -come peraltro osservato dal Tribunale di Ragusa- la limitazione al diritto di agire in executivis di cui all'art. 170 c.c. confliggerebbe con il sistema della responsabilità patrimoniale (artt. 2740 e 2741 c.c.), introducendo un regime derogatorio ingiustificato ed incoerente. Ed invero, proprio in ragione del disposto di cui all’art. 170 c.c., il fondo patrimoniale ha ormai assunto -nella prassi- una funzione strumentale e distorta rispetto alla sua originaria finalità solidaristica (il soddisfacimento delle esigenze familiari), rappresentando -come accennato- un mero espediente successivo all'erogazione del credito, posto in essere per sottrarre determinati beni alla generica garanzia di tutti i creditori, conservandone peraltro la piena proprietà. In relazione alla violazione dell'art. 24 Cost., pure prospettata, si rileva che la limitazione de quo restringerebbe la difesa dei terzi creditori all’azione revocatoria che, pertanto, pur presentando complessi profili probatori, costituirebbe l’unico rimedio per evitare gli irreversibili pregiudizi (sopravvenuta assenza di garanzie) della costituzione successiva del fondo patrimoniale. Sul punto, il risalente ed ormai consolidato orientamento della Corte Costituzionale (sentenze n. 94/1973 e n. 5/1974), pur ammettendo diversificazioni e limitazioni del sistema di tutela giurisdizionale, ha sempre affermato che l'evenienza va circoscritta alle ipotesi in cui si ponga l’esigenza di salvaguardare interessi razionalmente ritenuti degni di tutela. Tale esigenza, seppure sussistente all’epoca della legge di riforma del diritto di famiglia (che ha appunto introdotto il fondo patrimoniale in sostituzione del patrimonio familiare) in ragione del carattere ancora patriarcale della famiglia e del diverso contesto storico-sociale esistente, ha da anni assunto connotazioni marginali e residuali, riconducibili alla crisi ed alla dissoluzione della famiglia legittima (si pensi al recente scontro politico sulla regolamentazione delle coppie di fatto). 7. Il Trust (brevi cenni) La parola Trust in lingua inglese significa “affidamento”. Ed è proprio sulla fiducia che si basa questo innovativo strumento di pianificazione patrimoniale, conosciuto ed utilizzato in Italia solo da pochi anni, precisamente da quando il nostro Paese ha ratificato la Convenzione dell'Aja (art. 2 della L. 16.10.1989 n. 364, in vigore dal 1992). E’ la Convenzione stessa che fornisce la definizione di Trust, stabilendo che con tale termine debbano intendersi i rapporti giuridici istituiti da una persona con atto tra vivi o "mortis causa", qualora dei beni siano stati posti sotto il controllo di un "Trustee" nell'interesse di un “Beneficiario” o per un fine specifico. In altri termini, il Trust realizza una netta separazione tra il patrimonio del Disponente (di colui, cioè, che dà vita al Trust stesso) e quello dell'effettivo Beneficiario e del Trustee. Quindi, alla costituzione ed alla gestione del Trust, generalmente, intervengono tre soggetti: il Disponente, cioè il proprietario dei beni; il Trustee, cioè il gestore fiduciario dei beni; il Beneficiario, cioè il soggetto nell’interesse del quale i beni vengono conferiti nel Trust e gestiti dal Trustee. Lo schema contrattuale tipico del Trust è il seguente: il Disponente trasferisce i propri beni e istituisce il Trust attribuendo la proprietà degli stessi al Trustee (gestore), che è la figura chiave di tutto lo strumento e che, oltre a divenire l'effettivo proprietario, assume funzioni di gestione; Il Trustee, a sua volta, dispone dei beni secondo l'atto di Trust, ma è comunque obbligato a gestirli nell'interesse dei Beneficiari od allo scopo determinato dal Disponente. Il Disponente ed il Trustee possono anche coincidere nella stessa persona, se il Trust è istituto per il perseguimento di uno specifico scopo (Trust di scopo). Il punto sostanziale che caratterizza un Trust è la piena separazione ed il totale distacco del patrimonio conferito dalla sfera giuridica del Disponente, per passare in piena proprietà al Trustee, seppure a titolo fiduciario e nell’interesse del Beneficiario. Possiamo esemplificare dicendo che il patrimonio conferito nel Trust è messo al riparo da eventuali pretese creditorie di terzi cosi individuati: i creditori del Disponente, poichè il patrimonio non è più di sua proprietà; i creditori del Trustee, poichè il Trustee, seppure effettivo proprietario del patrimonio stesso, lo deterrà solo ed esclusivamente nella sua qualità di Trustee e mai a titolo personale; i creditori del Beneficiario, fino a quando esso non riceva i beni con successivo passaggio dal Trustee. Riassumendo, le caratteristiche essenziali di un Trust sono le seguenti: i beni trasferiti dal Disponente costituiscono una massa distinta e non fanno parte del patrimonio nè del Trustee, né tantomeno del Disponente medesimo, che li ha ceduti; i beni del Trust sono intestati a titolo fiduciario al Trustee; il Trustee è investito del potere e dell’onere di gestire, amministrare e disporre dei beni secondo i termini del Trust, deve agire nell'esclusivo interesse dei Beneficiari ed è sottoposto al potere di vigilanza e di cooperazione del Disponente; i beni che formano oggetto di Trust non sono in tal modo aggredibili dai creditori del Trustee e neppure da quelli del Disponente, in quanto costituiscono un patrimonio separato ovvero segregato. Nel Trust possono essere conferiti tutti i beni mobili o immobili e tutti i diritti che appartengono a persone fisiche e/o a società (es. titolo di credito, conti bancari, somme di denaro, azioni, quote di società immobiliari, preziosi, opere d'arte, quote di fondi comuni d'investimento, immobili, autoveicoli, imbarcazioni, mobili ed arredi). Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Biotestamento/ Bonino: Mi aspetto che la legge cambi alla (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 10 apr. (Apcom) - La legge sul testamento biologico cambierà alla Camera: la previsione è della vicepresidente del Senato Emma Bonino. "Mi aspetto - ha detto intervenendo a 'Otto e mezzo' su La7 - una legge cambiata alla Camera sul testamento biologico. Penso che questo obbligo di vivere a qualunque costo, quando alla fine l'hanno visto scritto nero su bianco abbia fatto serpeggiare un po' di disagio, tanto che la Camera ha deciso di rivedere un po' tutto, non solo di fare una pausa per riflettere un pochino". Quanto alla legge 40, dopo la decisione della Corte costituzionale che ne ha bocciato alcune norme, "non c'è nessun vuoto legislativo, quindi si applica così. Per ora - ha spiegato l'esponente radicale - sono saltate le parti più inaccettabili, oggi cominciano a rendere evidente ciò che decidevamo noi radicali sulla legge 40. Però intanto quanti dolori e quante tragedie". "Sui temi della laicità - ha detto ancora Bonino - penso abbiamo fatto passi indietro, non solo per le ingerenze della Chiesa, ma anche per la fragilità della classe politica che si sente così poco portatrice di valori che li mutua da qualche altra parte. Scambia i credenti con i votanti, per un alleanza di potere, come se solo i credenti o le gerarchie vaticane avessero dei valori".

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## Moldova/ Pronti a nuovo conteggio voti, scintille con (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 10 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Spetta alla Corte costituzionale moldava adesso decidere sul nuovo conteggio dei voti delle elezioni legislative di domenica scorsa, dopo che il presidente Vladimir Voronin ha chiesto ufficialmente di ripetere il computo per dare "stabilità" al Paese e nello stesso tempo accettare l'appello dell'opposizione che è scesa in piazza ed è stata coinvolta negli scontri con la polizia. E mentre a Chisinau diverse centinaia attivisti protestano pacificamente contro il governo, scoppiano nuove scintille nella crisi diplomatica tra la Moldova e la Romania. L'accusa lanciata da Voronin nei giorni scorsi su una regia romena dietro agli scontri di piazza a Chisinau non si sgonfia e oggi il capo di stato ha dichiarato di averne "le prove" incontrovertibili mentre la Procura generale ha annunciato di aver arrestato un cittadino romeno, che sarebbe coinvolto nelle proteste. La smentita ufficiale da parte di Bucarest non si è fatta attendere e anzi il ministero degli Esteri romeno ha chiesto di conoscere l'identità del sospettato, di cui si conosce il cognome Jordan, per dare assistenza consolare. La Procura moldava ha dichiarato in un comunicato di aver rinvenuto nell'abitazione del romeno mappe di Chisinau, degli edifici amministrativi, incluso il Parlamento e la residenza del presidente e il materiale per confezionare bombe molotov. "La Procura sta valutando le misure da intraprendere per provare in maniera piena, rapida e oggettiva tutti i fatti, quello che è accaduto e le responsabilità del sospettato". E il presidente moldavo ha rilanciato la teora del complotto sostenendo legami tra l'opposizione moldava e l'ambasciata di Romania a Chisinau. Gli incidenti diplomatici e non che hanno coinvolto romeni in questi giorni sono diversi. Secondo le notizie diffuse dalla stampa tre giornalisti romeni sono stati espulsi e il corrispondente della tv romena Tvr da Chisinau, Doru Dendiu, è stato arrestato e poi rilasciato. Nell'ultima settimana un cameraman di Pro TV è stato aggredito e altri colleghi hanno subito intimidazioni. L'associazione stampa romena si è detta molto preoccupata dalla situazione in cui si trovano a lavorare i colleghi che sono in Moldova e ha chiesto alle autorità moldave di "garantire la sicurezza dei giornalisti". Ieri anche Reporter senza frontiere aveva protestato contro il mancato ingresso dei giornalisti romeni in Moldova e il ripristino del regime di visti da parte delle autorità moldave. (segue)

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BIOTESTAMENTO/BONINO: MI ASPETTO CHE LA LEGGE CAMBI ALLA CAMERA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

Biotestamento/Bonino: Mi aspetto che la legge cambi alla Camera di Apcom "Obbligo vivere a qualunque costo ha fatto serpeggiare disagio" -->Roma, 10 apr. (Apcom) - La legge sul testamento biologico cambierà alla Camera: la previsione è della vicepresidente del Senato Emma Bonino. "Mi aspetto - ha detto intervenendo a 'Otto e mezzo' su La7 - una legge cambiata alla Camera sul testamento biologico. Penso che questo obbligo di vivere a qualunque costo, quando alla fine l'hanno visto scritto nero su bianco abbia fatto serpeggiare un po' di disagio, tanto che la Camera ha deciso di rivedere un po' tutto, non solo di fare una pausa per riflettere un pochino". Quanto alla legge 40, dopo la decisione della Corte costituzionale che ne ha bocciato alcune norme, "non c'è nessun vuoto legislativo, quindi si applica così. Per ora - ha spiegato l'esponente radicale - sono saltate le parti più inaccettabili, oggi cominciano a rendere evidente ciò che decidevamo noi radicali sulla legge 40. Però intanto quanti dolori e quante tragedie". "Sui temi della laicità - ha detto ancora Bonino - penso abbiamo fatto passi indietro, non solo per le ingerenze della Chiesa, ma anche per la fragilità della classe politica che si sente così poco portatrice di valori che li mutua da qualche altra parte. Scambia i credenti con i votanti, per un alleanza di potere, come se solo i credenti o le gerarchie vaticane avessero dei valori".

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## MOLDOVA/ PRONTI A NUOVO CONTEGGIO VOTI, SCINTILLE CON BUCAREST (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 10-04-2009)

Argomenti: Giustizia

## Moldova/ Pronti a nuovo conteggio voti, scintille con Bucarest di Apcom Corte Costituzionale deciderà se effettuare computo schede -->Roma, 10 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Spetta alla Corte costituzionale moldava adesso decidere sul nuovo conteggio dei voti delle elezioni legislative di domenica scorsa, dopo che il presidente Vladimir Voronin ha chiesto ufficialmente di ripetere il computo per dare "stabilità" al Paese e nello stesso tempo accettare l'appello dell'opposizione che è scesa in piazza ed è stata coinvolta negli scontri con la polizia. E mentre a Chisinau diverse centinaia attivisti protestano pacificamente contro il governo, scoppiano nuove scintille nella crisi diplomatica tra la Moldova e la Romania. L'accusa lanciata da Voronin nei giorni scorsi su una regia romena dietro agli scontri di piazza a Chisinau non si sgonfia e oggi il capo di stato ha dichiarato di averne "le prove" incontrovertibili mentre la Procura generale ha annunciato di aver arrestato un cittadino romeno, che sarebbe coinvolto nelle proteste. La smentita ufficiale da parte di Bucarest non si è fatta attendere e anzi il ministero degli Esteri romeno ha chiesto di conoscere l'identità del sospettato, di cui si conosce il cognome Jordan, per dare assistenza consolare. La Procura moldava ha dichiarato in un comunicato di aver rinvenuto nell'abitazione del romeno mappe di Chisinau, degli edifici amministrativi, incluso il Parlamento e la residenza del presidente e il materiale per confezionare bombe molotov. "La Procura sta valutando le misure da intraprendere per provare in maniera piena, rapida e oggettiva tutti i fatti, quello che è accaduto e le responsabilità del sospettato". E il presidente moldavo ha rilanciato la teora del complotto sostenendo legami tra l'opposizione moldava e l'ambasciata di Romania a Chisinau. Gli incidenti diplomatici e non che hanno coinvolto romeni in questi giorni sono diversi. Secondo le notizie diffuse dalla stampa tre giornalisti romeni sono stati espulsi e il corrispondente della tv romena Tvr da Chisinau, Doru Dendiu, è stato arrestato e poi rilasciato. Nell'ultima settimana un cameraman di Pro TV è stato aggredito e altri colleghi hanno subito intimidazioni. L'associazione stampa romena si è detta molto preoccupata dalla situazione in cui si trovano a lavorare i colleghi che sono in Moldova e ha chiesto alle autorità moldave di "garantire la sicurezza dei giornalisti". Ieri anche Reporter senza frontiere aveva protestato contro il mancato ingresso dei giornalisti romeni in Moldova e il ripristino del regime di visti da parte delle autorità moldave. (segue)

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