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Report "Giustizia"  1-2 maggio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Guai se la forma divora la sostanza ( da "Articolo21.com" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ombra di discredito sul CSM e su chi fece pendere la bilancia da quel lato. Adesso alcuni esponenti dell?Ordine dicono che Maniaci deve pagare pegno per non aver seguito la trafila; altri dicono non possumus perché non ha presentato la domanda. La prima obiezione, non merita commento.

Materia potrebbe ritornare in sella ( da "Gazzetta di Reggio" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in cui il vicepresidente del Csm - Nicola Mancino - è sceso in campo a difesa del magistrato dimissionario. Il numero due del Csm ha specificato che Materia è stato sentito telefonicamente per saperne di più sulle sue dimissioni, per poi osservare come sia in discussione «l'onorabilità di un magistrato» e come la lettera di dimissioni presentata dal procuratore di Reggio sia «

"Sinistra addio Nuova giunta o tutti a casa" ( da "Stampa, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ingusto atteggiamento persecutorio assunto dal Csm» nei confronti della Forleo. Il trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale deliberato dal Csm nel luglio scorso nei confronti del Gip dell'inchiesta milanese sulle scalate bancarie, Clementina Forleo, è stato deliberato «in carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente».

Rompiamo il silenzio, tutti insieme Con Libertà e Giustizia per reagire ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale, magistratura), l'occupazione e il controllo dell'informazione, la destrutturazione (tagli di fondi e di servizi) degli elementi chiave che costituiscono e fondano la socialità e l'eguaglianza quali la scuola e la sanità in favore del privato, l'indebolimento della capacità sindacale del cittadino attraverso contratti di lavoro sempre meno tutelanti,

"Why not", chiesto il rinvioa giudizio per 98 persone ( da "Secolo XIX, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: chiese al Consiglio superiore della magistratura l'immediato trasferimento dal capoluogo calabrese e l'avvio di un procedimento disciplinare a carico di De Magistris. Il Csm non agì in via cautelare, non ravvisando alcuna urgenza, ma il procedimento si concluse il 18 gennaio con il trasferimento di De Magistris di sede e di funzioni. 01/05/2009

FORLEO: TAR ACCOGLIE RICORSO E ANNULLA TRASFERIMENTO /ANSA ( da "Secolo XIX, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Tar del Lazio ha accolto il suo ricorso contro il provvedimento del Csm che le aveva imposto di lasciare Milano per incompatibilità ambientale, dopo il tumulto seguito alle sue dichiarazioni su presunte interferenze di poteri forti nelle inchieste sulle scalate bancarie. «Sono molto commossa, la giustizia ha trionfato» ha detto il giudice subito dopo aver appreso della sentenza.

Fondo mobilità dei disabili solo d'intesa con le regioni ( da "Italia Oggi" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ripartizione delle competenze legislative è stata la Corte costituzionale che, con sentenza n. 124 di ieri, ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 2, comma 474, legge 244/07 nella parte in cui non prevede che il dm dei Trasporti, emanato di concerto con i ministri dell'economia, della salute e della solidarietà sociale, sia adottato previa intesa con la Conferenza permanente Stato-

Albergati, l'accordo con i socialisti ( da "Provincia Pavese, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ex vicepresidente del Csm, Virginio Rognoni. Altro nome che circola con insistenza è quello di Italo Arella, componente della giunta di Ascom, l'associazione commercianti, e del consiglio di amministrazione della fondazione Vittadini. Luigi Boffini, volontario della Caritas, potrebbe far parte dell'elenco dei candidati in rappresentanza degli ambienti cattolici.

Il Tar annulla il trasferimento dell'ex gip Forleo ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il Csm infatti potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato. La sentenza, infatti, dovrà essere notificata al Csm dalla stessa Forleo. Poi, l'organo di autogoverno dei magistrati avrà due possibilità: prendere atto e dare esecuzione alla sentenza, oppure impugnare il provvedimento davanti al Consiglio di Stato,

PENSATE se venisse riformato il fuorigioco; e se si dovesse rigiocare una certa p... ( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: LA Corte Costituzionale è il guardiano della legge-pilastro che tiene in equilibrio la Repubblica, e quindi la società: la Costituzione. Se chi fa le leggi (Parlamento o Governo) sgarra da quella via aurea, paga penitenza. Adesso succede che i giudici-guardiani di Palazzo della Consulta danno ragione a Michele Leoni,

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: In particolare la nostra Regione, che ne ha la facoltà, dovrebbe ricorrere alla Corte costituzionale, per impugnare una norma chiaramente lesiva delle prerogative che la Costituzione assegna alle Regioni nel campo della pianificazione territoriale».

Filse progetta il nuovo ospedale ( da "Nazione, La (La Spezia)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: davanti alla Corte Costituzionale». «L'obiettivo ha continuato Burlando è quello di avviare al più presto alcuni interventi strategici per la Liguria, come l'ospedale spezzino, per il quale sono stati stanziati 188 milioni di euro. In particolare la società avrà come compito l'accelerazione di nuovi progetti, l'incremento delle infrastrutture e lo sviluppo della progettazione per l'

Non vestirò mai più la toga Mi batterò per la legalità ( da "Unita, L'" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: «Sono stato fermato dalla politica, che ha fatto il suo, ma con il concorso determinante di settori della magistratura. Maggior responsabile è il Csm, che rispetto come istituzione, ma di cui vedo la degenerazione». Intervista a Luigi De Magistris

Giustizia Per Tar del Lazio la Forleo può restare a Milano Il Tar del Lazio ha acc... ( da "Unita, L'" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Giustizia Per Tar del Lazio la Forleo può restare a Milano Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del gip di Milano Clementina Forleo contro la decisione del Csm di trasferirla d'ufficio a Cremona. Il Csm, che aveva deliberato il trasferimento d'ufficio della Forleo per incompatibilità ambientale, farà ricorso.

Il Tar: no al trasferimento della Forleo ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Lazio ha accolto il suo ricorso contro il provvedimento del Csm che le aveva imposto di lasciare Milano per incompatibilità ambientale, dopo il tumulto seguito alle sue dichiarazioni su presunte interferenze di poteri forti nelle inchieste sulle scalate bancarie. «Sono molto commossa, la giustizia ha trionfato» dice il giudice, dimenticando per un attimo le amarezze dei mesi scorsi.

il procuratore capo pronto a difendersi ( da "Centro, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Cassazione e quindi interessato la prima sezione disciplinare del Csm. All'indomani della notizia della decisione del Csm, in tribunale da una parte si respira un clima di sorpresa attorno all'effetto avuto da un esposto, comunque sia, anonimo, da un'altra a dimostrazione di come qualcosa non andasse per il verso giusto si ricorda quando un mese fa arrivarono gli ispettori ministeriali.

la sua strategia ( da "Centro, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sott'inchiesta da parte del Csm, baserà la propria difesa. A differenza del giudice, che ha l'obbligo di astensione (articolo 36), al pm viene data la possibilità di esimersi. I casi sono gli stessi e fra questi c'è anche il grado di parentela. Moffa è accusato di non essersi astenuto nel processo che riguardava un parente.

ecco il caso del parente su cui è nata l'inchiesta ( da "Centro, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Moffa nel processo sosteneva la pubblica accusa e secondo il Csm, che l'ha trasferito d'ufficio, non si è astenuto dal dare un parere in merito alla richiesta di patteggiamento della pena avanzata dall'imputato- suo parente. Il procuratore capo, come ha ribadito anche davanti ai giudici della sezione disciplinare del Csm, sostiene che non aveva, quale pm, l'obbligo di astenersi.

villa segni, non c'era alternativa ( da "Nuova Sardegna, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Asl 1 si riserva di avviare ulteriori programmi riabilitativi di inserimento lavorativo e di socializzazione per gli utenti del Csm che arricchiranno l'offerta di servizi ad Alghero, avvalendosi del personale educativo della cooperativa attualmente convenzionata». Dagli operatori sanitari di Villa Segni è invece arrivato un articolato intervento sulla smobilitazione di Villa Segni.

Materia può tornare in corsa per Bologna ( da "Gazzetta di Modena,La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ma il Csm 'frena' TIZIANO SORESINA REGGIO. Materia pronto a ritirare le dimissioni, ritornando così sorprendentemente in gioco per la poltrona di capo della procura di Bologna. Il rumors - più che insistente - piomba a Reggio dagli ambienti romani del Csm e la «retromarcia» di Materia avrebbe del clamoroso.

quel parere dell'avvocatura che seppellisce il protocollo - (segue dalla prima pagina) nicola colaianni ( da "Repubblica, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dopo la sentenza della Corte costituzionale, s´è comportata come se fosse ancora proprietaria del bene. Ha continuato perciò a spendere soldi pubblici per un bene ridiventato privato. Con lieta incoscienza ma indisturbata dal proprietario parvenu. Il quale s´è limitato ad una generica letterina di diffida.

i figli assenti dalla scuola, genitori puniti con un'oblazione di 34 euro ( da "Nuova Sardegna, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per chi ieri invece non si è presentato davanti al giudice rimane aperto il contenzioso legale perché ignorata la possibilità di mandare in archivio il problema con l'oblazione si dovrà arrivare al dibattimento. La seconda parte di questa battagli giudiziaria è prevista per il 16 luglio prossimo. In quell'occasione dovrà essere sentito anche il dirigente scolastico. (ea)

organici all'osso e giustizia al tracollo ( da "Nuova Sardegna, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: esercizio della giustizia penale, come gli assistenti giudiziari, che svolgono funzioni come la verbalizzazione delle udienze. E il governo che promette di sistemare i problemi della giustizia? Per ora si fa sentire con la legge Brunetta che prevede un ulteriore taglio del dieci per cento del personale e con provvedimenti che aprono le porte all'

laudati nuovo procuratore nomina all'unanimità del csm ( da "Repubblica, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: unanimità del Csm Mobilitazione generale degli agenti e manifestazione di piazza a Bari. Le annuncia la segreteria provinciale del Siap se la situazione di chi lavora nella squadra mobile non dovesse migliorare: «I colleghi sono costretti a tirare a dadi per poter uscire di servizio con un´auto e devono fare i conti anche con ore di straordinario non indennizzato»

forleo, il tar annulla il trasferimento ( da "Repubblica, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: annullando così il provvedimento del Csm. «Sono commossa, la giustizia ha trionfato», ha commentato Forleo. Alla base del trasferimento le sue dichiarazioni pubbliche sui "poteri forti" che avrebbero interferito nelle inchieste sulle scalate bancarie. Ora il Csm dovrà decidere se rivolgersi al Consiglio di Stato: se anche questo ricorso dovesse essere respinto,

nasce la camera civile ( da "Tirreno, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: mobilitati soprattutto per stimolare anche nella nostra città il dibattito sul problema giustizia con particolare riferimento al settore della giustizia civile. Presidente della Camera è stato eletto l'avvocato Giovanni Giovannelli, vicepresidente Franco Ballati, tesoriere Fernando Paggetti, segretario lo stesso Franco Ballati e membri gli avvocati Caterina Silvestri, Lorenzo Franchini,

Il Tar dà ragione alla Forleo Lei: ( da "Giorno, Il (Milano)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: spiega che il Tar del Lazio ha accolto il suo ricorso contro il Csm, che le aveva imposto di lasciare Milano per Cremona dopo le polemiche seguite alle sue frasi riguardo i poteri forti nelle scalate bancarie. Ma, per essere sicura di lasciare Cremona, Forleo dovrà attendere ancora: il Csm potrebbe impugnare la sentenza.

MENTRE le rappresentanze sindacali della Centrale di Porto Tolle festeggiano dopo... ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ricorrere alla Corte costituzionale per impugnare una norma chiaramente lesiva delle prerogative che la Costituzione assegna alle Regioni nel campo della pianificazione territoriale». La lista "Sinistra Unita"con Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica ex Ds di Adria, considera «il sì al carbone per la centrale di Porto Tolle,

PERUGIA LA BASAGLIA ha chiuso le porte ai manicomi. Era il 13 m... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ma anche gli affidamenti ai Centri di salute mentale (Csm) o gli inserimenti in comunità o in strutture di recupero». Chi stabilisce il trattamento? «Le aziende sanitarie di riferimento, sulla base della patologia e della gravità del soggetto». E se il malato diventa pericoloso? «Si ricorre al Tso».

LANCIANO - Non ho scheletri nell'armadio, è una macchinazione . E' la chiosa... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: con un provvedimento cautelare urgente del Csm che ne ha disposto l'immediato trasferimento provvisorio ad altra sede contigua a Lanciano, sempre con incarichi requirenti. Moffa potrebbe finire anche alla Procura Generale. Certo è che deve andare via, subito. Poi si attenderà l'esito dei procedimenti amministrativi e disciplinare che potrà avere qualsiasi altro tipo di sentenza.

Paolo Franci Roma L'ALTA CORTE di Giustizia del Coni riapre lo stadio Olimpico a... ( da "Giorno, Il (Milano)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il collegio del Foro Italico presieduto da Riccardo Chieppa, presidente emerito della Corte Costituzionale, ha sospeso il verdetto della Corte di Giustizia federale che aveva rigettato il ricorso juventini confermando di fatto quanto deciso dal giudice sportivo Tosel in attesa delle motivazioni della stessa Corte che saranno discusse il 14 maggio.

Il Tar dà ragione al gip Forleo: illegittimo il trasferimento da Milano deciso dal Csm ( da "Messaggero, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Venerdì 01 Maggio 2009 Chiudi Il Tar dà ragione al gip Forleo: illegittimo il trasferimento da Milano deciso dal Csm

ROMA - Il Tar dà ragione all'ex gip milanese Clementina Forleo e boccia la decisione del C... ( da "Messaggero, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Clementina Forleo e boccia la decisione del Csm che a luglio aveva trasferito per incompatibilità ambientale il magistrato da Milano a Cremona. La prima sezione del Tribunale amministrativo, presieduto da Giorgio Giovannini, ha ritenuto che il trasferimento d'ufficio disposto dal Csm sia stato deliberato «in carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente»

Le sezioni per i brevetti perdono le vecchie liti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-05-01 - pag: 31 autore: Corte costituzionale. In materia di misure cautelari Le sezioni per i brevetti perdono le vecchie liti Giovanni Negri MILANO Si alleggerisce il carico di lavoro delle sezioni specializzate in proprietà industriale. La Corte costituzionale, con la sentenza n.

Laudati è il nuovo procuratore ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corriere del Mezzogiorno sezione: BARI data: 01/05/2009 - pag: 11 Lo ha deciso il Csm Laudati è il nuovo procuratore BARI Il Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso la nomina di Antonio Laudati (nella foto) a nuovo procuratore di Bari. Il plenum del Csm ha approvato all'unanimità la proposta della commissione per gli incarichi direttivi.

Spazio alle Regioni sul trasporto disabili ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale, con la sentenza n. 124, depositata ieri e scritta da Maria Rita Saulle, ha infatti dichiarato l'illegittimità costituzionale di quella parte della Finanziaria 2008 (articolo 2, comma 474, della legge n. 244 del 2007) che istituisce un parco ferroviario per favorire la mobilità dei disabili.

Centrale a carbone impugnare la sentenza ( da "Nuova Ferrara, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Regione Emilia Romagna dovrebbe ricorrere alla Corte costituzionale per impugnare una norma chiaramente lesiva delle prerogative che la Costituzione assegna alle Regioni nel campo della pianificazione territoriale». La Provincia si scaglia contro la decisione del Governo di autorizzare la riconversione a carbone della centrale elettrica di Porto Tolle,

Il Tar la Forleo: errori sul trasferimento ( da "Corriere della Sera" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm. La gip: commossa MILANO Il Tar del Lazio dà ragione a Clementina Forleo e annulla la decisione con cui il Csm il 28 luglio 2008 ha trasferito il gip da Milano a Cremona per incompatibilità ambientale dopo che in tv e sulla stampa aveva parlato di «sottili pressioni» che avrebbe subito da «poteri forti» e di rallentamento delle indagini quando si occupava come giudice del caso

Izzo, Zuccarelli e Melillo: ecco i tre nuovi aggiunti ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 9 Nomina ufficializzata dal Csm Izzo, Zuccarelli e Melillo: ecco i tre nuovi aggiunti ROMA Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha ufficializzato la nomina dei tre nuovi procuratori aggiunti a Napoli: si tratta di Luciana Izzo, attualmente procuratore capo presso il Tribunale dei minorenni, e di Fausto Zuccarelli e Giovanni Melillo,

Csm, il pm Vitello da Roma a Lamezia ( da "Corriere della Sera" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: 2009 - pag: 6 NOMINE Csm, il pm Vitello da Roma a Lamezia Il pm Salvatore Vitello è il nuovo procuratore della Repubblica di Lamezia Terme (Catanzaro). La nomina è stata decisa all'unanimità dal plenum del Csm. Vitello, in magistratura dal 1983, ha avuto incarichi al ministero della Giustizia e dal 1998 è sostituto a Roma.

E l'avvocato rinunciò alla difesa ( da "Corriere della Sera" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: vicepresidente dell'Unione delle Camere penali italiane al Csm, al Procuratore generale della Corte di Cassazione e al suo Ordine. Il giudice Giovanni De Donato ha a sua volta trasmesso gli atti al consiglio dell'Ordine degli avvocati e al Procuratore, affinché si accerti se l'avvocato Borzone si sia macchiato di qualche reato.

Accolto il ricorso di Clementina Forleo ( da "AudioNews.it" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Tar del Lazio ha accolto il suo ricorso contro la decisione del Csm di trasferirla d'ufficio a Cremona riconoscendo la "carenza di presupposti". "Sono commossa", commenta il gip, nel mirino del Csm e di parte del mondo politico dopo le dichiarazioni sull'ingerenza di "poteri forti" nelle sue inchieste sulle scalate bancarie.

Toyota Partmakers Hire Detectives to Probe Suppliers as Bankruptcies Rise ( da "Bloomberg" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a Tokyo-based supply chain analyst at CSM Worldwide, which advises the auto industry. "This would change the balance of power and could become reflected in prices," Miyao said. Toyota's supply network consists of two groups: the 217 primary partsmakers that deal directly with the carmaker and their subcontractors.

Gip non incompatibile Forleo torna a Milano ( da "Giornale.it, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il Csm aspetta la notifica e, probabilmente, farà ricorso al Consiglio di Stato. Il trasferimento era stato deciso dal plenum del Csm a luglio per le dichiarazioni fatte dalla Forleo a stampa e tv su poteri forti che avrebbero interferito nella sua attività giurisdizionale relativa alle inchieste sulle scalate bancarie.

La lunga corsa all'euroseggio, duello per duello ( da "Giornale.it, Il" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ieri la Alfano ha nuovamente accusato il vicepresidente del Csm Nicola Mancino di mentire riguardo all'incontro tra l'allora ministro dell'Interno e Paolo Borsellino alle ore 19 e 30 del 1º luglio 1992, che per Mancino «non ci fu mai». La sorella del pm ucciso in Via d'Amelio, forse per non irritare il Pd, ha preferito glissare.

1 MAGGIO/ AL QUIRINALE STELLE AL MERITO LAVORO PER ABRUZZESI ( da "Wall Street Italia" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Erano presenti il Vice Presidente della Corte Costituzionale, prof. Ugo De Siervo, il sen. Benedetto Adragna, in rappresentanza del Senato della Repubblica, l'on. Renzo Lusetti per la Camera dei Deputati, i Consoli provinciali e regionali del Lazio e dell'Abruzzo, autorità civili ed esponenti del mondo del lavoro.

IL MAGISTRATO AVELLINESE ANTONIO LAUDATI è IL NUOVO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI BARI. LO HA... ( da "Mattino, Il (Avellino)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: unanimità ieri mattina il plenum del Csm. Un ulteriore riconoscimento al valente magistrato irpino. A proporre il nome di Laudati era stata la quinta commissione del Csm. Il nuovo procuratore capo rientra in ruolo dopo che ha ricoperto l'incarico di direttore generale della Giustizia penale-Dipartimento degli Affari di Giustizia al Ministero di via Arenula,

ROMA. IL TRASFERIMENTO D'UFFICIO DA MILANO A CREMONA, PER INCOMPATIBILITà AMBIENTALE DELIBERATO... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: incompatibilità ambientale deliberato dal Csm nel luglio scorso nei confronti del gip dell'inchiesta milanese sulle scalate bancarie, Clementina Forleo, è stato deliberato «in carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente». È questa una delle principali motivazioni in base alle quali il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del magistrato e annullato il provvedimento.

IL PRESIDENTE NAPOLITANO HA INCONTRATO I NUOVI MA ( da "WindPress.it" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Erano presenti il Vice Presidente della Corte Costituzionale, prof. Ugo De Siervo, il sen. Benedetto Adragna, in rappresentanza del Senato della Repubblica, l'on. Renzo Lusetti per la Camera dei Deputati, i Consoli provinciali e regionali del Lazio e dell'Abruzzo, autorità civili ed esponenti del mondo del lavoro.

Rappresentativa Juniores Treviso inizia senza gol ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Iacobucci (Caerano), Busetti (Virtus Csm Farra). Risultati: Padova-Belluno 1-1 (2-1 ai rig.), Venezia-Verona 2-0, Rovigo-Verona 1-0, Rovigo-Venezia 0-1, Vicenza-Basso Piave 1-0, Bassano-Basso Piave 0-2, Bassano-Vicenza 0-2. Classifica: Venezia, Vicenza 6, Belluno, Padova, Treviso, Basso Piave 3, Bassano, Verona 0.

1 Maggio/ Al Quirinale stelle al merito lavoro per abruzzesi ( da "Virgilio Notizie" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Erano presenti il Vice Presidente della Corte Costituzionale, prof. Ugo De Siervo, il sen. Benedetto Adragna, in rappresentanza del Senato della Repubblica, l'on. Renzo Lusetti per la Camera dei Deputati, i Consoli provinciali e regionali del Lazio e dell'Abruzzo, autorità civili ed esponenti del mondo del lavoro.

la Dda chiede524 anni carcere ( da "Sicilia, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: incompatibilità ambientale deliberato dal Csm nel luglio scorso nei confronti del Gip dell'inchiesta milanese sulle scalate bancarie, Clementina Forleo, è giunto «in carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente». Questa una delle principali motivazioni per cui il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della Forleo e annullato il provvedimento del plenum del Csm.

Quali poterial premier ( da "Sicilia, La" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in qual modo potrebbe rientrare nel disegno di riforma in tale maniera auspicato, la Corte costituzionale, la quale in quanto giudice, ancorché costituzionale, dovrebbe riacquistare (per la parte che già ha perso) con pienezza la condizione di neutralità e di assoluta soggezione alla legge, anche perché giudice in unica istanza.

Chavigné n'a ( da "Figaro, Le" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: D'une part, le CSM n'a rien reproché à Fabrice Burgaud concernant la détention des mis en examen. D'autre part, je rappelle que ce magistrat n'était plus en poste dans le Nord depuis un an lorsque j'ai été amené à statuer. Les faits débattus devant le CSM n'avaient aucun lien avec l'audience du 26 août 2003.

Ford, Toyota, Nissan U.S. Sales Trail Estimates as Recession Cuts Demand ( da "Bloomberg" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: an analyst at CSM Worldwide in Northville, Michigan. "Credit continues to free up, albeit at a slow pace, and we're not seeing confidence degrade like we have in the past." While the government may say May 8 that unemployment rose to 8.9 percent from 8.5 percent in March, job losses likely eased in April, based on Bloomberg surveys of economists.

1 maggio, Napolitano : "Menzione speciale alla memoria lavoratori egiziani deceduti a Settimo Milanese" ( da "Sestopotere.com" del 01-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Erano presenti il Vice Presidente della Corte Costituzionale, prof. Ugo De Siervo, il sen. Benedetto Adragna, in rappresentanza del Senato della Repubblica, l'on. Renzo Lusetti per la Camera dei Deputati, i Consoli provinciali e regionali del Lazio e dell?Abruzzo, autorità civili ed esponenti del mondo del lavoro.

Il Tar la Forleo: errori sul trasferimento ( da "Corriere.it" del 02-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: decisione del Csm. La gip: commossa MILANO Il Tar del Lazio dà ragione a Clementina For­leo e annulla la decisione con cui il Csm il 28 luglio 2008 ha trasferito il gip da Milano a Cremona per incompatibilità ambientale dopo che in tv e sulla stampa aveva parlato di «sottili pressioni» che avreb­be subito da «poteri forti» e di rallentamento delle indagini quando si occupava come giu­

Primo Maggio. La consegna delle "Stelle al merito del lavoro" al Quirinale ( da "AmericaOggi Online" del 02-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Erano presenti il Vice Presidente della Corte Costituzionale, prof. Ugo De Siervo, il sen. Benedetto Adragna, in rappresentanza del Senato della Repubblica, l'on. Renzo Lusetti per la Camera dei Deputati, i Consoli provinciali e regionali del Lazio e dell'Abruzzo, autorità civili ed esponenti del mondo del lavoro.

Le favolette sull'unità resistenziale sono finite a Onna, il 25 aprile ( da "Foglio, Il" del 02-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: dalla formazione della Corte costituzionale a quella del Consiglio superiore della magistratura al decollo delle regioni). Una “trappola”, la definiva Scelba. Principe senza scettro, democrazia senza Costituzione, chiamò Lelio Basso quella stagione. Per tener saldi principi e simboli, e insieme innovare profondamente,

Affaire Burgaud : vives tensions au Conseil de la magistrature ( da "Figaro, Le" del 02-05-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: de ne plus siéger au CSM. Maudite. L'affaire d'Outreau aura jusqu'au bout divisé la magistrature. Cette fois, les soubresauts de ce fiasco judiciaire ont atteint l'instance judiciaire suprême, le Conseil supérieur de la magistrature (CSM), aujourd'hui ouvertement divisé sur l'attitude à tenir vis-à-vis de l'un des siens, Xavier Chavigné.


Articoli

Guai se la forma divora la sostanza (sezione: Giustizia)

( da "Articolo21.com" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Guai se la forma divora la sostanza di Alberto Spampinato* Come si fa a negare che Pino Maniaci sia un giornalista? Non si può. Di fronte al processo d’ufficio che il tribunale di Palermo gli ha intentato con l’accusa di esercizio abusivo della professione si deve semplicemente tributargli solidarietà e, doverosamente, iscriverlo d’ufficio all’Ordine dei Giornalisti, e magari dargli un altro premio per il coraggio con cui fa questo mestiere su una frontiera tanto esposta. Invece si obietta che l’Ordine dei Giornalisti è frenato da insuperabili impedimenti formali e addirittura si ipotizza che lo stesso Ordine si possa costituire parte civile presentandosi al processo come parte lesa. La costituzione in giudizio sarebbe un fatto abnorme e spero che non si arrivi a tanto, perché sarebbe difficile respingere le accuse di chi già parla di oltranzismo corporativo. La costituzione in giudizio getterebbe discredito sull’organo di autogoverno della categoria. Mi auguro che si rifletta prima di compiere questo passo e si proceda con saggezza, evitando di cadere nella trappola di chi vorrebbe ridurre il caso Maniaci a un casus belli per regolare altre partite di natura imprecisata fra persone, fra componenti giornalistiche, fra Roma e Palermo. Ci vuole molto cinismo per ragionare così: in questa partita “tutti” i giornalisti e i loro organismi rappresentativi rischiano di perdere credibilità. Vorrei perciò proporre una via d’uscita. La tessera. Conosco le obiezioni di forma e di sostanza rispetto alla soluzione che ho formulato, ma siamo noi che fissiamo le procedure più adatte per raggiungere risultati sostanziali. E' da azzeccagarbugli far prevalere la forma sulla sostanza e sul merito delle cose. In Sicilia, purtroppo, accade spesso ed è un grosso problema anche per la lotta alla mafia. So di citare fatti noti ricordando che accadde, ad esempio, quando si voleva promuovere capo dei giudici istruttori Giovanni Falcone, che lo aveva meritato inequivocabilmente sul campo. Era il 1988. Invece, nel rispetto delle forme, fu promosso un giudice di cui non ricordo il nome, che non aveva le sue capacità ma aveva più anni di anzianità. Quella scelta creò un solco nel mondo dei giudici e dopo 21 anni getta ancora un’ombra di discredito sul CSM e su chi fece pendere la bilancia da quel lato. Adesso alcuni esponenti dell’Ordine dicono che Maniaci deve pagare pegno per non aver seguito la trafila; altri dicono non possumus perché non ha presentato la domanda. La prima obiezione, non merita commento. La seconda ha un fondamento, ma non può essere insuperabile in un Paese in cui non è necessario presentare domanda neppure per ottenere la grazia dal presidente della Repubblica. La questione va al di là del caso Maniaci e credo che, con la saggezza che ho invocato, debbano farsene carico in modo solidale l’Ordine Nazionale dei Giornalisti e gli Ordini regionali , a cominciare da quello della Sicilia. Come per i militari è previsto che divengano ufficiali sul campo senza aver frequentato l’accademia e senza aver presentato alcuna domanda, si stabilisca una volte per tutte che oltre ai canali codificati di accesso alla professione ce n’è uno ad honorem, magari vincolandone l’esercizio a un consenso condiviso pluriregionale. A proposito: perché non abbiamo ancora iscritto d’ufficio Roberto Saviano all’Ordine dei Giornalisti? Sul caso Maniaci non possiamo trincerarci dietro l’iniziativa della magistratura che ha aperto un procedimento d’ufficio per esercizio abusivo della professione con una iniziativa che, con il dovuto rispetto, fa vacillare la fede nell’obbligatorietà dell’azione penale. Spero che in udienza i giudici tengano nel dovuto conto lo spirito della legge e il valore sociale del comportamento di Pino. Purtroppo è già accaduto in Sicilia che le leggi sulla stampa siano valse a colpire proprio chi si impegnava a fare circolare notizie che non trovavano spazio e visibilità su altri media: è accaduto l’anno scorso con la condanna della corte d’appello di Catania contro Carlo Ruta per il reato di stampa clandestina per aver pubblicato una serie di documenti sul suo blog. Una sentenza che ha fatto scalpore e ha destato allarme in vari paesi europei e che avrebbe meritato più attenzione in Sicilia. Ruta è un giornalista irregolare come Pino Maniaci, ma è uno che tira fuori le notizie. Non possiamo accettare che i Ruta e i Maniaci e tutti gli altri grilli parlanti siano ridotti al silenzio perché non hanno seguito la trafila per iscriversi all’Ordine. *responsabile di OSSIGENO - Osservatorio permanente sull’informazione giornalistica e le notizie oscurate e sui cronisti minacciati e sotto scorta promosso congiuntamente dalla Fnsi e dall’Ordine nazionale dei Giornalisti con il sostegno di Liberainformazione, Articolo21 e UNCI

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Materia potrebbe ritornare in sella (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Reggio" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

L'indiscrezione «rimbalza» dal Csm: i giochi per Bologna non sono chiusi Materia potrebbe ritornare in sella Il magistrato sarà presto sentito a Roma e «incassa» la solidarietà di Mancino REGGIO. Il procuratore Italo Materia pronto a ritirare le dimissioni, ritornando così sorprendentemente in gioco per la poltrona di capo della procura di Bologna. Il rumors - più che insistente - piomba a Reggio dagli ambienti romani del Csm e la «retromarcia» di Materia avrebbe del clamoroso se solo pensiamo alla lettera-shock d'addio alla magistratura, alla conferenza-stampa in lacrime, alla querelle in odore di querela con il «suo» pm Luciano Padula. Eppure un ripensamento ci può stare, perché «tecnicamente» la corsa alla procura felsinea è tutt'altro che chiusa. Come ha deciso mercoledì il plenum, Materia rimane con il reggiano Giancarlo Tarquini (ex procuratore di Brescia) formalmente in lizza per il vertice della procura di Bologna, in quanto la discussione per la nomina è stata rinviata a data da destinarsi, legandola però al termine dei lavori sulle due pratiche «a tutela» relative proprio al procuratore dimissionario. Delle due pratiche, una è relativa alle dimissioni di Materia ed è in mano alla Quarta Commissione, mentre l'altra aperta dalla Prima Commissione «a tutela degli uffici giudiziari di Reggio» riguarda le «ombre» lanciate dall'Alfano e dai grillini di Bologna nei confronti del procuratore. Il Csm stabilirà chi nominare a capo dell'ufficio giudiziario bolognese solo quando si sarà pronunciato in forma «non burocratica» su queste due pratiche a tutela. Il che significa, anche, che presto Materia (da ieri in ferie sino a metà giugno) sarà sentito a Palazzo dei Marescialli. E se tutto questo complesso iter verrà completato - com'è possibile - prima dell'annunciato decorrere delle dimissioni di Materia (primo luglio, con possibilità di slittamento se non c'è l'ok ministeriale), con tanto di rinnovato appoggio alla sua candidatura, ecco che il procuratore potrebbe ritirare l'addio alla magistratura. Inoltre che la solidarietà «caduta a pioggia» su Materia dopo le clamorose dimissioni abbia «rafforzato» il procuratore lo si è toccato con mano mercoledì nella seduta del plenum, in cui il vicepresidente del Csm - Nicola Mancino - è sceso in campo a difesa del magistrato dimissionario. Il numero due del Csm ha specificato che Materia è stato sentito telefonicamente per saperne di più sulle sue dimissioni, per poi osservare come sia in discussione «l'onorabilità di un magistrato» e come la lettera di dimissioni presentata dal procuratore di Reggio sia «una reazione ad un'aggressione subita». Per Mancino vi sono state «interferenze esterne deprecabili e il Csm non può limitarsi a prendere atto burocraticamente». E le parole del vicepresidente dell'organo di autogoverno della magistratura hanno rispecchiato l'umore dell'assemblea. Insomma i «presupposti» per un rilancio di Materia vi sono a prima vista tutti, ma lui sarebbe capace di ritornare sui suoi passi? Sul punto i tre «suoi» sostituti fuori dal coro (Maria Rita Pantani, Valentina Salvi e Luciano Padula) gli hanno «consigliato», nell'ormai famoso comunicato-stampa, di non fare marcia indietro «per la convinzione che un passo di segno contrario avrebbe potuto cagionare effetti ancor più lesivi della credibilità del singolo magistrato e dell'ordine giudiziario, nonché ingenerare ulteriore confusione nell'ambito forense e cittadino». E su questo «invito» Materia si è soffermato, più volte, con tono deciso nella convulsa conferenza stampa di martedì: «Non avrei mai rivisto la mia posizione - ha puntualizzato - le dimissioni non sono un contratto, ma una dichiarazione di recesso unilaterale. Bisogna solo prenderne atto». Parole forti, ma sono ancora valide?

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"Sinistra addio Nuova giunta o tutti a casa" (sezione: Giustizia)

( da "Stampa, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

La vicenda POPULISMO I GRILLINI Intervista Sergio Chiamparino Decisione del Tar "Sinistra addio Nuova giunta o tutti a casa" Crisi a Torino, il sindaco apre all'Udc «È il vero nemico anche nella forma del sinistrismo» «In aula applaudivano i discorsi di An o dei leghisti» LUIGI LA SPINA No al trasferimento di Forleo a Cremona TORINO Tar del Lazio ha accolto il ricorso del gip di Milano Clementina Forleo (foto) contro la decisione del Csm di trasferirla d'ufficio a Cremona. Lo rende noto il sito lagazzettadelmezzogiorno.it, sottolineando come a dare la notizia sia stato uno dei difensori dell'ex gip di Milano, l'avvocato Giovanni Pesce che ha così commentato: «Finalmente un giudice terzo imparziale ha riconosciuto l'ingusto atteggiamento persecutorio assunto dal Csm» nei confronti della Forleo. Il trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale deliberato dal Csm nel luglio scorso nei confronti del Gip dell'inchiesta milanese sulle scalate bancarie, Clementina Forleo, è stato deliberato «in carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente». È questa una delle principali motivazioni in base alle quali il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del magistrato e annullato il provvedimento del plenum dell'organo di autogoverno della magistratura.A poco più di un mese dalle elezioni amministrative ed europee, il centrosinistra rischia la crisi in una delle ultime sue roccaforti del Nord d'Italia, al comune di Torino. Con possibili conseguenze devastanti per le alleanze elettorali che, in quello schieramento, si dovrebbero presentare unite sul territorio, a cominciare dalla provincia torinese. Dopo il voto sulla fusione Iride-Enìa, che ha visto parte della maggioranza su cui si regge la giunta Chiamparino contraria ad approvare l'immediata esecutività dell'operazione, il sindaco ha deciso l'apertura di una verifica che prevede solo due ipotesi: o una modifica dell'attuale maggioranza o il voto anticipato. Sindaco, è davvero possibile, al Comune di Torino, una crisi tale da dover ricorrere alle urne, a due anni dalla scadenza naturale del suo mandato? «Non posso escluderlo. Quel voto che, peraltro, non ha effetti pratici, costituisce un gesto di pura ostilità politica. E' difficile pensare che si possa andare avanti con una parte della maggioranza che su tutte le delibere più importanti si esprime contro. C'è meno lealtà e fiducia con una parte della mia maggioranza che con l'opposizione». Adesso che cosa succederà? «Andremo a una verifica, ma una cosa è certa: non si può proseguire così per altri due anni, un periodo in cui dobbiamo varare delibere importanti: dalla variante sulla spina Nord della città, al 2011, al riordino dell'assetto delle partecipate. Non possiamo permetterci un altro percorso di guerra». I contrasti non sono solo con una parte della sinistra radicale, ma anche con il partito di Di Pietro. Il Pd deve pensare a un cambio di alleati se vuole governare, a Torino oggi, e in sede nazionale, in futuro più o meno lontano? «In consiglio c'è stato un episodio significativo: i simpatizzanti di Attac, un gruppo di sinistra vicino a Grillo, hanno applaudito i discorsi del rappresentante di An, Ravello e dei leghisti. Questo vuol dire che la vera discriminante, il vero avversario, ormai, è il populismo che riguarda un pezzo della sinistra, Di Pietro e buona parte della destra. Se si vuole fare davvero un nuovo progetto per l'Italia è da lì che bisogna prendere le distanze. Dal populismo, sia che si ammanti di sinistrismo sia che si ammanti di perbenismo, al centro o a destra. Questo è il nemico del Paese che vuole affrontare la sfida della modernità». Sindaco, quando parla di modernità, lei si riferisce alla battaglia sull'inserimento, nello statuto della nuova società di servizi, del principio secondo cui il 51 per cento deve essere assicurato all'azionista pubblico? «Quella è stata una battaglia sul nulla. Sull'acqua nessuno mette in dubbio che la maggioranza sia pubblica. Si tratta di una pretesa ideologica: non si capisce che il problema non riguarda il pubblico o il privato, ma la contendibilità di qualsiasi comando. Qualsiasi potere, se non è contendibile, rischia di diventare opaco e inefficiente, non innovativo. Sono queste le diverse concezioni sulle quali si devono distinguere i progetti politici». In concreto, per evitare le elezioni anticipate in un momento di crisi economica come questa, è possibile un ingresso in maggioranza dell'Udc? «Con l'Udc c'è un dialogo aperto, trasparente. A questo punto, loro sono nostri interlocutori, se lo vogliono essere. Comunque, gli scenari sono tutti aperti: questo con l'Udc può essere uno, come un governo di unità cittadina, vista la gravità della crisi, oppure un restringimento dell'attuale maggioranza. Ma non posso escludere anche il voto anticipato. Una cosa è certa: non vedo le condizioni per continuare così, con l'attuale maggioranza nell'attuale composizione». In caso di nuove elezioni, poichè si è superata la metà della legislatura, lei non si potrebbe ricandidare. C'è il sospetto che questa norma costituisca, in un certo senso, un ricatto nei confronti del suo partito. «Non voglio parlare di questioni personali, anche perchè tutti sanno quali sono le mie intenzioni sul mio futuro. Non voglio parlare di ricatti. Possiamo dire che forse questa situazione viene vista, da qualcuno, come un'opportunità».

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Rompiamo il silenzio, tutti insieme Con Libertà e Giustizia per reagire (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Rompiamo il silenzio, tutti insieme Con Libertà e Giustizia per reagire Credo che il documento «Rompiamo il silenzio» con cui Libertà e Giustizia è tornata a farsi sentire a livello nazionale rappresenti qualcosa che trascende l'associazione stessa e coglie tutta la drammaticità acuta di una situazione politica, culturale e sociale che attanaglia il paese. La cultura politica che esprime la classe dirigente che ci governa, l'assenza di un'opposizione in grado di proporre temi e valori capaci di contrastare questa deriva e l'acquiescenza, l'indifferenza, il qualunquismo e la ricerca dell'interesse personale fuori da ogni contesto del bene comune che prevale nella maggioranza dei cittadini, innescano non solo un corto circuito della vita sociale del paese, ma mettono anche in gioco le stesse istituzioni, le regole e i contrappesi che ne assicurano il funzionamento e, in definitiva, la democrazia. Il quadro può essere sconfortante, ma è questo e occorre guardarlo in faccia: il populismo sempre più demagogico che rincorre e solletica la «pancia» della gente, la concezione «padronale» dello Stato e dei suoi organismi che si giustifica con l'avere avuto la maggioranza, una delegittimazione di ogni altro organismo di garanzia (presidente della Repubblica, Parlamento, Corte Costituzionale, magistratura), l'occupazione e il controllo dell'informazione, la destrutturazione (tagli di fondi e di servizi) degli elementi chiave che costituiscono e fondano la socialità e l'eguaglianza quali la scuola e la sanità in favore del privato, l'indebolimento della capacità sindacale del cittadino attraverso contratti di lavoro sempre meno tutelanti, il mantenimento del precariato diffuso, l'affossamento della class-action, le leggi in favore dell'alta finanza e delle imprese (si pensi a quella sugli infortuni sul lavoro), il bene comune del territorio sempre più asservito agli interessi economici di pochi e dei più forti, gli interventi di regolazione dei flussi migratori sempre più con espliciti connotati di razzismo, gli interventi di stampo neo clericale sui temi etici (testamento biologico, fecondazione assistita, coppie di fatto, ecc.) che vanno a intaccare i diritti fondamentali di ciascuna persona. Di fatto la Costituzione, le regole a garanzia dei diritti di ciascuno di noi e della convivenza sociale, viene, senza nemmeno più dirlo esplicitamente come lo fu nel caso della proposta di riforma costituzionale fermata con il referendum, non applicata, svuotata, distorta, snaturata. Quando riemergerà finalmente un briciolo di sana indignazione di fronte a quanto avviene nel nostro povero paese? E «se non ora, quando?» si domandava Primo Levi ripensando ai giorni tragici del 1943 quando «un muto bisogno di decenza» sconfisse la rassegnazione che regnava nell'animo della maggior parte degli italiani e portato al riscatto dal fascismo. Libertà e Giustizia vuole farsi punto di raccolta di quanti si sentono «dispersi e smarriti», vuole impegnarsi a divenire osservatorio attento e puntuale di quanto avviene ogni giorno e soprattutto vorrebbe riuscire a farsi «voce» che denuncia, fa conoscere, aiuta a riflettere, costruisce una controinformazione e se è possibile, una opposizione. Da soli non abbiamo le forze e le possibilità di fare molto. Sappiamo bene che altre molte persone e altri gruppi da tempo già lavorano su temi specifici e sono impegnati sul territorio. Con la proposta di costituire i «Comitati per la democrazia» vorremmo metterci in rete con loro per far conoscere meglio e di più il lavoro di ciascuno e avere così più voce per farci sentite e più forza per provare a cambiare la rotta. Questo appello lo abbiamo lanciato nella lettera del 29 marzo, lo ribadiamo con questo intervento e lo vogliamo cominciare a concretizzare nell'incontro pubblico che si terrà a Mantova giovedì 7 maggio, alle 21, presso la sala degli Stemmi con la nostra Presidente Sandra Bonsanti. Già alcune associazioni, oltre che singoli cittadini, hanno fatto sapere il loro interesse e la loro disponibilità a parlarne ed a ricercarne le modalità per realizzarlo: l'incontro del 7 può quindi divenire il primo momento di incontro. Si deve porre mano a ricostruire una cultura civica che è stata già pesantemente intaccata ed che ogni giorno risulta oggetto di nuovi attacchi: insieme possiamo farcela. Alessandro Monicelli Coord. Circolo mantovano di Libertà e Giustizia

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"Why not", chiesto il rinvioa giudizio per 98 persone (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

"Why not", chiesto il rinvioa giudizio per 98 persone chiusa l'inchiesta Vennero indagati anche Romano Prodi e Clemente Mastella. Il pm Luigi De Magistris venne trasferito ad altra sede 01/05/2009 CATANZARO. La Procura generale di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio di 98 persone sulle 106 che nei mesi scorsi avevano ricevuto l'avviso di conclusione dell'inchiesta "Why not". Per altre sette è stato deciso lo stralcio con l'invio degli atti alla procura di Milano, mentre un indagato è morto. La Procura ha anche chiesto l'archiviazione per alcuni reati di imputati per i quali è stato comunque chiesto il rinvio a giudizio per altri illeciti. È il caso del presidente della Regione, Agazio Loiero e del suo predecessore, Giuseppe Chiaravalloti, per i quali è stata chiesta l'archiviazione per l'associazione per delinquere, ma il rinvio a giudizio per gli altri reati ipotizzati nell'avviso di conclusione delle indagini. Tra gli indagati figurano assessori e consiglieri regionali in carica ed ex, funzionari regionali e imprenditori, tra i quali Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere della Calabria, e la superteste Caterina Merante, che con le sue dichiarazioni aveva dato il via all'inchiesta aperta dall'allora pm Luigi De Magistris. L'inchiesta "Why not", avviata dall'allora sostituto procuratore di Catanzaro, Luigi De Magistris, puntava a svelare un presunto comitato d'affari «coperto», un sodalizio complesso, in cui precisi ruoli sarebbero stati rivestiti da imprenditori, professionisti e pubblici amministratori, finalizzato a ottenere e gestire illecitamente finanziamenti pubblici, per milioni di euro, sborsati dalla Regione Calabria, dallo Stato, dall'Ue. Le prime «avvisaglie» di "Why not" arrivarono nel settembre del 2006, quando all'allora vice presidente della Regione Calabria, Nicola Adamo, e a sua moglie Enza Bruno Bossio venne notificato un avviso di garanzia. Associazione a delinquere, abuso d'ufficio, truffa furono le ipotesi inizialmente formulate da De Magistris. Nel luglio 2007 sul registro delle notizie di reato venne iscritto il nome dell'allora presidente del consiglio Romano Prodi (per cui è stata presentata una richiesta di archiviazione). L'ipotesi a carico del premier era quella di abuso d'ufficio in concorso, e fa riferimento al periodo in cui era impegnato a Bruxelles come presidente della Commissione europea. Il 14 ottobre del 2007 anche il ministro della giustizia Clemente Mastella venne iscritto nel registro degli indagati, per le ipotesi di truffa, finanziamento illecito ai partiti e abuso d'ufficio (la sua posizione è stata archiviata il primo aprile 2008). Lo stesso guardasigilli - che peraltro aveva inviato gli ispettori del ministero a Catanzaro - chiese al Consiglio superiore della magistratura l'immediato trasferimento dal capoluogo calabrese e l'avvio di un procedimento disciplinare a carico di De Magistris. Il Csm non agì in via cautelare, non ravvisando alcuna urgenza, ma il procedimento si concluse il 18 gennaio con il trasferimento di De Magistris di sede e di funzioni. 01/05/2009

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FORLEO: TAR ACCOGLIE RICORSO E ANNULLA TRASFERIMENTO /ANSA (sezione: Giustizia)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

FORLEO: TAR ACCOGLIE RICORSO E ANNULLA TRASFERIMENTO /ANSA MILANO. Clementina Forleo ha spiegato ieri, commossa, che il Tar del Lazio ha accolto il suo ricorso contro il provvedimento del Csm che le aveva imposto di lasciare Milano per incompatibilità ambientale, dopo il tumulto seguito alle sue dichiarazioni su presunte interferenze di poteri forti nelle inchieste sulle scalate bancarie. «Sono molto commossa, la giustizia ha trionfato» ha detto il giudice subito dopo aver appreso della sentenza. «Sono soddisfatta - ha aggiunto in serata - non tanto per la mia persona quanto per l'affermazione del principio dell' indipendenza e dell'autonomia del giudice». «Sono soddisfatta - ha proseguito - anche per l'affermazione del rispetto delle regole che l'organo di autogoverno della magistratura, costituito da magistrati e da persone altamente qualificate, dovrebbe, in ogni momento e in ogni occasione, affermare, a prescindere dagli interessi in gioco». «Mi riservo di valutare nei prossimi giorni se chiedere l'ottemperanza immediata della sentenza del Tar - ha detto ancora Clementina Forleo - o se decidere di rimanere a Cremona, dove l'ambiente giudiziario, tutto, mi ha consentito e mi consente di far valere la mia indipendenza e la mia autonomia, qualunque sia il colore degli interessi toccati nell'esercizio delle mie funzioni, senza pregiudizio alcuno». La sentenza con la quale il Tar ha annullato il provvedimento disciplinare di trasferimento è esecutiva ma ciò non comporta che il giudice lascerà subito il tribunale dove esercita ora, a Cremona (salvo l' eccezione di ottemperanza immediata che la Forleo sta valutando) per far ritorno a Milano. La sentenza dovrà comunque essere notificata al Csm dalla stessa Forleo. Poi, l'organo di autogoverno dei magistrati avrà due possibilità: prendere atto e dare esecuzione alla sentenza, deliberando il suo ritorno, oppure impugnare il provvedimento davanti al Consiglio di Stato, con richiesta di sospensiva. La I Sezione del Tar del Lazio, presieduta da Giorgio Giovannini, parla di un trasferimento deciso «in carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente». 01/05/2009

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Fondo mobilità dei disabili solo d'intesa con le regioni (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Imposte e Tasse data: 01/05/2009 - pag: 26 autore: Debora Alberici Fondo mobilità dei disabili solo d'intesa con le regioni Fondo per la mobilità dei disabili solo d'intesa con le regioni. È infatti incostituzionale una norma statale che prevede l'istituzione di finanziamenti a destinazione vincolata. A ristabilire la ripartizione delle competenze legislative è stata la Corte costituzionale che, con sentenza n. 124 di ieri, ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 2, comma 474, legge 244/07 nella parte in cui non prevede che il dm dei Trasporti, emanato di concerto con i ministri dell'economia, della salute e della solidarietà sociale, sia adottato previa intesa con la Conferenza permanente Stato-regioni. I motivi della decisione presa dai giudici di Palazzo della Consulta sono radicato in un'altra decisione della Corte, la sentenza n. 287 del 2004, secondo cui «tutte le attività, come quella in esame, relative alla predisposizione ed erogazione di servizi, gratuiti e a pagamento, o di prestazioni economiche destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che la persona umana incontra nel corso della sua vita, escluse soltanto quelle assicurate dal sistema previdenziale e da quello sanitario», rientrano nel più generale ambito dei servizi sociali attribuito alla competenza legislativa residuale delle Regioni». Proprietà intellettuale- Competenze ristrette per le sezioni specializzate in materia di proprietà industriale ed intellettuale. Non potranno più decidere sulle procedure di reclamo, iniziate dopo il codice, ma riguardanti misure cautelari concesse secondo le vecchie norme. La sentenza 123 della Consulta di ieri dichiara l 'illegittimità dell'art. 245, comma 3, dlgs 30/2005 (Codice proprietà industriale), nella parte in cui stabilisce che sono devolute alla cognizione delle sezioni specializzate le procedure di reclamo iniziate dopo l'entrata in vigore del codice, anche se riguardano misure cautelari concesse secondo le norme precedentemente in vigore. Ciò perché le norme bocciate hanno disciplinato un oggetto estraneo al contenuto della delega, determinando, così, una scelta incoerente. Tale scelta, infatti, non potrebbe essere ricondotta alla discrezionalità del legislatore delegato, «poiché la devoluzione alla cognizione delle sezioni specializzate delle procedure di reclamo si pone evidentemente in posizione eccentrica rispetto al richiamato principio direttivo in materia di disposizioni transitorie».

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Albergati, l'accordo con i socialisti (sezione: Giustizia)

( da "Provincia Pavese, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Albergati, l'accordo con i socialisti Ma nella lista in appoggio al candidato Pd non ci sarà Portolan Con il presidente di Asm i medici Dionigi e Bottoni FABRIZIO MERLI PAVIA. Il Partito socialista appoggerà la candidatura di Andrea Albergati con una propria lista e con il proprio simbolo. L'accordo tra socialisti e Pd è stato raggiunto ieri. Capolista dovrebbe essere l'avvocato Alessandra Morlotti, mentre non comparirà il nome dell'ex assessore Roberto Portolan. Intanto, a poche ore dall'ufficialità, filtrano nomi di candidati, da una parte e dall'altra. «Dopo una serie di incontri con Albergati - spiega Alessandra Morlotti - e dopo avere affrontato e discusso vari punti programmatici, abbiamo raggiunto un accordo». Oltre al Partito socialista, l'ex presidente di Asm potrà contare sull'appoggio anche di altre liste. Oltre a quella legata al candidato, e che vedrà la partecipazione di esponenti della società civile, vi saranno anche quelle del Partito democratico (il simbolo è stato presentato ieri) dell'Italia dei Valori e una lista di pensionati. Tra i nomi che filtrano, oltre a quelli di alcuni ex consiglieri comunali, ve ne sono anche di inediti. Iniziando dal centrosinistra, indiscrezioni parlano dell'impegno di Mariella Rognoni, nipote dell'ex vicepresidente del Csm, Virginio Rognoni. Altro nome che circola con insistenza è quello di Italo Arella, componente della giunta di Ascom, l'associazione commercianti, e del consiglio di amministrazione della fondazione Vittadini. Luigi Boffini, volontario della Caritas, potrebbe far parte dell'elenco dei candidati in rappresentanza degli ambienti cattolici. Nei "si dice" della vigilia, affiora anche il nome di Roberto Dionigi, medico, attualmente primario di anestesia e rianimazione all'Asp (l'Azienda servizi alla persona) di Melegnano. Sempre declinato al condizionale, circola anche il nome di Paolo Bottoni, ex direttore sanitario del Santa Margherita. Infine, restando all'elenco delle persone pronte ad appoggiare l'esponente Pd Andrea Albergati, c'è da registrare anche una voce che riguarda il professor Gianni Pavan, impegnato a studiare la comunicazione tra le balene con il Centro interdisciplinare di bioacustica e ricerche ambientali dell'Università di Pavia. Passando al centrodestra, invece, accanto a nomi già citati in passato ne compaiono, sulla scena, di nuovi. Ad esempio quello di Franco Martini, medico ed ex assessore provinciale - per un breve tempo - nella prima giunta Beretta. Molti gli esponenti dei medici. Accanto a Sergio Pellegrino, titolare di un poliambulatorio a Mirabello, figurano anche Giuseppe Arcuri e Bruno Mazzacane. Molti i giovani voluti in lista dal Pdl: tra di loro, Eva Imparato, figlia dell'ex primario di Ostetricia e ginecologia al policlinico San Matteo. Altro cognome noto è quello di Maurizio Malinverni, figlio del presidente dell'Associazione artigiani di Pavia. Restando sulla stessa linea, dai "vivai" di Alleanza nazionale dovrebbe arrivare anche Antonio Longo, figlio del presidente onorario di Confesercenti, Giuseppe Longo. Stessa provenienza per l'avvocato Cristiano Facciotto, vicino a Vittorio Pesato, e per due candidature caldeggiate dall'onorevole Carlo Nola: Francesca Pini, capoufficio stampa di An in Regione Lombardia e dell'imprenditore Francesco Irianni. Certa anche la riproposizione di Marco Galandra, consigliere comunale uscente di Alleanza nazionale.

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Il Tar annulla il trasferimento dell'ex gip Forleo (sezione: Giustizia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 01 Maggio 2009 NAZIONALE Pagina 6 GIUSTIZIA. Accolto il ricorso contro il Csm Il Tar annulla il trasferimento dell'ex gip Forleo Il magistrato dell'inchiesta Unipol: «Sono commossa» De Magistris: «Pagine buie per l'autonomia dei giudici» MILANO Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dell'ex gip di Milano Clementina Forleo contro il provvedimento del Csm che le aveva imposto di lasciare Milano per incompatibilità ambientale, dopo le sue dichiarazioni su presunte interferenze di poteri forti nelle inchieste sulle scalate bancarie. «Sono molto commossa, la giustizia ha trionfato» dice il giudice. La sentenza del Tar parla di «carenza di presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente», è esecutiva, ma ciò non comporta che il giudice lascerà subito il tribunale di Cremona, dove esercita ora, per far ritorno a Milano, il Csm infatti potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato. La sentenza, infatti, dovrà essere notificata al Csm dalla stessa Forleo. Poi, l'organo di autogoverno dei magistrati avrà due possibilità: prendere atto e dare esecuzione alla sentenza, oppure impugnare il provvedimento davanti al Consiglio di Stato, con richiesta di sospensiva. «Esprimo gioia per questa decisione del Tar» commenta l'ex pm di Catanzaro Luigi de Magistris, candidato alle Europee nelle liste dell'Idv. «Clementina Forleo è un giudice di elevata preparazione professionale, onesto, dall'apprezzabile passione civile e coraggioso. È stata colpita ingiustamente, dopo essersi occupata della vicenda Unipol in cui erano coinvolti anche noti politici». «In questa settimana» ricorda de Magistris, «sono state anche archiviate le infamanti accuse nei miei confronti e accertata l'assoluta correttezza del mio operato e le gravi interferenze esercitate per fermarmi. Credo che questo Csm, abbia scritto pagine davvero buie».  

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PENSATE se venisse riformato il fuorigioco; e se si dovesse rigiocare una certa p... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

FORLI' PRIMO PIANO pag. 2 PENSATE se venisse riformato il fuorigioco; e se si dovesse rigiocare una certa p... SETTEMBRE 2004 I carabinieri del Nas di Bologna arrestarono 20 persone: così esplose Rifiutopoli (repertorio) PENSATE se venisse riformato il fuorigioco; e se si dovesse rigiocare una certa partita. Ovvero: immaginatevi molto più che per assurdo che dopo 28 anni fossero accolte le doglianze del presidente giallorosso Dino Viola, e di colpo arriva uno e dice che il gol di Turone era valido, e Juve-Roma (zero a zero) del 10 maggio dell'81 va rifatta (con gli stessi protagonisti!). Tradotto in immagini giudiziarie: grazie a una sentenza del 20 aprile (pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 24) una porzione del procedimento penale di Rifiutopoli (scandalo forlivese del 2004 legato allo smaltimento dei rifiuti) va ripetuto. LA Corte Costituzionale è il guardiano della legge-pilastro che tiene in equilibrio la Repubblica, e quindi la società: la Costituzione. Se chi fa le leggi (Parlamento o Governo) sgarra da quella via aurea, paga penitenza. Adesso succede che i giudici-guardiani di Palazzo della Consulta danno ragione a Michele Leoni, un loro collega del tribunale di Forlì, che su richiesta ufficiale del pm Filippo Santangelo nel novembre 2007 sollevò la cosiddetta questione di legittimità'. Viene così annullato per incostituzionalità il comma 1-bis dell'articolo 405 del codice di procedura penale; quello che ordinava al pubblico ministero, al termine delle indagini, di formulare la «richiesta di archiviazione quando la Corte di Cassazione si pronuncia per l'insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza... senza ulteriori e nuovi elementi...». Una linea di frontiera. Perché dal 24 aprile per magistrati e avvocati di tutta Italia cambia la strategia di gioco. NELLO specifico per otto indagati di Rifiutopoli scagionati nel 2005 grazie a un'ordinanza della Cassazione che costrinse poi il pm Santangelo a formulare l'archiazione torna l'incubo del processo. A dire il vero per quattro di loro si tratta di una scocciatura formale: Giacomo, Roberto e Raffaele Laghi, e con loro Tolmino Giunchi gli imputati principali hanno già patteggiato la pena su tutti i capi d'imputazione. La richiesta di fissazione di una nuova udienza preliminare per alcuni punti d'accusa richiesta già arrivata da Roma e ora sul tavolo del giudice Leoni sarà solo una pura formalità. Per Deri e Andrea Gorzanelli (padre e figlio, titolari di un'azienda di smaltimento rifiuti), Milena Mugnai (dirigente dell'inceneritore di Mengozzi) e Alceo Sbaragli (di Romagnola Strade) si tratterà invece di fare i conti coi fantasmi del passato. (Come se il gol di Turone fosse dichiarato valido). Ora Leoni fisserà l'udienza e chiederà al pm (sempre Filippo Santangelo) la dichiarazione d'imputabilità coatta'. A quel punto s'affaccerà il rischio del rinvio a giudizio. E del processo. Maurizio Burnacci Image: 20090501/foto/4033.jpg

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(sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

COMACCHIO E LIDI pag. 20 «Contro la riconversione la regione faccia ricorso» CENTRALE DI PORTO TOLLE SERGIO GOLINELLI (VERDI) DOPO L'OK DEL MINISTERO Il ministero dell'ambiente ha autorizzato la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle «nonostante il giudizio negativo di due diverse perizie acquisite dalla Procura di Rovigo dice Sergio Golinelli, assessore provinciale all'ambiente , prima tentando di scavalcare la Via, poi introducendo nel decreto-incentivi una norma che consente di procedere in deroga alle disposizioni di legge nazionali e regionali. Un provvedimento ad hoc, inserito in un testo nato con finalità totalmente diverse, che ha l'unico scopo di superare la legge regionale del Veneto, che, per ovvi motivi, vieta l'uso di combustibili più inquinanti del gas naturale negli impianti termoelettrici collocati nei comuni del Parco regionale. La scelta del carbone è in netta contraddizione sia con la necessità di ridurre la CO2, sia con l'impegno a rientrare nei limiti di qualità dell'aria, sempre superati nella pianura padana. Ora occorre che enti locali, della Regione Emilia Romagna e degli Enti Parco, che in questi anni hanno coerentemente contrastato questo progetto, una azione incisiva per impugnare il Decreto del Governo e gli atti ad esso connessi. In particolare la nostra Regione, che ne ha la facoltà, dovrebbe ricorrere alla Corte costituzionale, per impugnare una norma chiaramente lesiva delle prerogative che la Costituzione assegna alle Regioni nel campo della pianificazione territoriale».

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Filse progetta il nuovo ospedale (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (La Spezia)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

PRIMO PIANO pag. 2 Filse progetta il nuovo ospedale OPERA LA GIUNTA BURLANDO AFFIDA L'INTERVENTO ALLA FINANZIARIA E' STATO affidato dalla giunta regionale ligure a Filse, la Finanziaria regionale, l'incarico di partecipare alla costituenda società per le infrastrutture della Liguria. Lo ha comunicato ieri il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando al termine della seduta di giunta. «La società ha spiegato il presidente Burlando si occuperà della progettazione e realizzazione di una serie di opere di interesse regionale, a cominciare dall'ospedale della Spezia, al posto di Sviluppo Genova, su cui pende l'impugnativa del Governo davanti alla Corte Costituzionale». «L'obiettivo ha continuato Burlando è quello di avviare al più presto alcuni interventi strategici per la Liguria, come l'ospedale spezzino, per il quale sono stati stanziati 188 milioni di euro. In particolare la società avrà come compito l'accelerazione di nuovi progetti, l'incremento delle infrastrutture e lo sviluppo della progettazione per l'attuazione di nuove strutture ospedaliere». Filse parteciperà quindi alla costituzione della nuova società per conto della Regione sottoscrivendo, con risorse proprie, l'intero capitale pari a 100.000 euro.

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Non vestirò mai più la toga Mi batterò per la legalità (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

«Non vestirò mai più la toga Mi batterò per la legalità» Il disegno neoautoritario di Berlusconi va contrastato, il Pd riscopra la questione morale Ho lasciato la magistratura quando politica e alcuni colleghi mi hanno sbarrato la strada FEDERICA FANTOZZI Luigi De Magistris, lasciata la toga, è in campo per le europee con l'Idv di Di Pietro. Ha detto «potevo essere una risorsa per la sinistra». E invece è candidato in tutte le circoscrizioni per Italia dei Valori. C'è amarezza nella sua scelta? «No, è un'analisi. In questi anni la sinistra ha disperso un patrimonio molto forte: la berlingueriana questione morale si è andata disperdendo». Quando e dove? «A livello locale in quasi tutto il Mezzogiorno: Abruzzo, Campania, Calabria, Basilicata. Non mi pare un tema centrale nel Pd. Comunque, da sinistra nessuno mi ha proposto niente». La scelta di correre con Di Pietro è un ripiego? «No. Mi sento molto a mio agio nel suo progetto perché è aperto alla società civile in modo ampio e apprezzo la difesa netta della Costituzione. È giusto che sia patrimonio di sensibilità diverse: di sinistra ma anche conservatori». Quindi Berlusconi ha fatto bene a celebrare il 25 aprile? «È in politica da vent'anni e se ne ricorda solo ora. Vorrà trasformarla in Festa della Libertà. Soprattutto, vuole andare al Quirinale. Ma vedo forte contraddizione con i continui attacchi alla Carta. Con reazioni tiepide da parte del Pd». Lei ritiene la difesa della Costituzione patrimonio di IdV e distante dal Pd. Ma il primo atto di Franceschini segretario è stato giurare sulla Carta. «Non mi permetto di parlare di lontananza. Ma non ho visto un'opposizione netta al disegno neoautoritario di Berlusconi. In particolare sull'indipendenza della magistratura e il pluralismo dell'informazione». D'Alema spara a zero: siete velleitari, funzionali al centrodestra, prigionieri di una logica minoritaria. A settembre l'alleanza con il Pd arriverà al capolinea? «Non scopriamo ora che D'Alema è più vicino all'Udc. Forse vuole spostarsi in quell'ottica, e mi preoccupa: IdV ha un altro patrimonio di valori. Non considero finita l'alleanza, ma spero in un Pd diverso». Lei ha detto che la politica è una scelta di vita e non tornerà indietro. Non dovrebbe valere per tutti i magistrati e i giornalisti che si candidano? «Per me è doveroso stabilire una netta cesura con il passato. È necessario per sgombrare il campo da equivoci vista la mia vicenda personale. Ma avrei perplessità su una legge che vieti di tornare in toga a un giudice di processo civile o amministrativo divenuto europarlamentare». Perché questa improvvisa scelta di vita? Si è disamorato della magistratura? «È stata una scelta "spintanea": in parte spontanea, in parte obbligata. Il mio sogno è sempre stato fare il magistrato. Quando ho capito di non poterlo fare, che mi impedivano di farlo, ho lasciato. Ma se non mi fosse accaduto quello che è accaduto non avrei mai pensato di fare politica». I suoi nemici la accusano di non avere mai ottenuto una condanna. Si sente professionalmente incapace? «È falso. Ho fatto il Pm per 15 anni occupandomi di mafia, 'ndrangheta, droga, omicidi. Come tutti, ho avuto condanne e assoluzioni». Tranne che nelle inchieste a sfondo politico? «No, anche in quelle. Poi alcune mi sono state sottratte illegalmente e alcuni processi sono stati "aggiustati". Se tocchi i poteri politici e istituzionali scatta anche l'inquinamento della magistratura». Lei è stato prosciolto nell'inchiesta Toghe Lucane. A chi attribuisce le responsabilità di averla ostacolata? «Sono stato fermato dalla politica, che ha fatto il suo, ma con il concorso determinante di settori della magistratura. Maggior responsabile è il Csm, che rispetto come istituzione, ma di cui vedo la degenerazione». Intervista a Luigi De Magistris

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Giustizia Per Tar del Lazio la Forleo può restare a Milano Il Tar del Lazio ha acc... (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Giustizia Per Tar del Lazio la Forleo può restare a Milano Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del gip di Milano Clementina Forleo contro la decisione del Csm di trasferirla d'ufficio a Cremona. Il Csm, che aveva deliberato il trasferimento d'ufficio della Forleo per incompatibilità ambientale, farà ricorso.

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Il Tar: no al trasferimento della Forleo (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Cronaca Italiana Pagina 111 milano Il Tar: no al trasferimento della Forleo Milano --> MILANO È la stessa Clementina Forleo a spiegare commossa che il Tar del Lazio ha accolto il suo ricorso contro il provvedimento del Csm che le aveva imposto di lasciare Milano per incompatibilità ambientale, dopo il tumulto seguito alle sue dichiarazioni su presunte interferenze di poteri forti nelle inchieste sulle scalate bancarie. «Sono molto commossa, la giustizia ha trionfato» dice il giudice, dimenticando per un attimo le amarezze dei mesi scorsi. Le fa eco un suo collega che per molti anni ha condiviso gli uffici del settimo piano di Palazzo di Giustizia di Milano, dove si trova l'ufficio gip. «Sono molto contento - dice Fabio Paparella, da qualche mese in Corte d'appello a Milano -: ho sempre ritenuto ingiusto quel provvedimento perché non esistevano i presupposti per il trasferimento per incompatibilità ambientale». La sentenza con la quale il Tar ha annullato il provvedimento disciplinare di trasferimento è esecutiva ma ciò non comporta che il giudice lascerà subito il tribunale di Cremona, dove esercita ora, per far ritorno a Milano. La sentenza, infatti, dovrà essere notificata al Csm dalla stessa Forleo.

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il procuratore capo pronto a difendersi (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

di Andrea Mori Il procuratore capo pronto a difendersi Moffa impugna il trasferimento, un mese fa la visita degli ispettori del ministero Ritiene di essersi comportato correttamente e incassa la solidarietà degli avvocati I controlli di Roma sugli incarichi interni LANCIANO. Incassa la solidarietà di amici, collaboratori e avvocati ma già sa che la "battaglia" è all'inizio. Perché Tullio Moffa, il procuratore capo sotto inchiesta che il Consiglio superiore della magistratura (Csm) ha deciso di trasferire d'ufficio, vuole difendersi fino in fondo. Non appena gli sarà notificato il provvedimento disciplinare, farà ricorso in Cassazione (sezioni unite) e ripeterà le sue ragioni alla terza commissione deputata a decidere sui trasferimenti. Un caso che aveva comunque avuto della avvisaglie, quando un mese fa il ministero aveva inviato in tribunale gli ispettori. L'inchiesta avviata dal Csm si basa sulla mancata astensione da parte di Moffa (in qualità di sostituto procuratore) in un processo che ha visto per imputato un suo stretto parente (vedi articolo accanto). Un esposto anonimo ha innescato l'azione della Procura generale della Cassazione e quindi interessato la prima sezione disciplinare del Csm. All'indomani della notizia della decisione del Csm, in tribunale da una parte si respira un clima di sorpresa attorno all'effetto avuto da un esposto, comunque sia, anonimo, da un'altra a dimostrazione di come qualcosa non andasse per il verso giusto si ricorda quando un mese fa arrivarono gli ispettori ministeriali. In realtà, secondo quanto è stato possibile accertare, l'ispezione ministeriale era legata a uno specifico fatto interno dell'ufficio della Procura e non troverebbe quindi appendici alla successiva contestazione sollevata contro Moffa. Il ministero decise infatti di accertare, su esplicita richiesta, un cambio di incarichi e di mansioni da parte di un magistrato. A questa ispezione non sarebbe seguita alcuna decisione. Ciò non toglie che l'interesse del ministero incominciò ad agitare le acque nella Procura. Ieri il procuratore capo è arrivato come sempre, alle 9, per buttarsi sulle carte che da due anni occupano il suo tavolo. Nell'uffico al secondo piano di Palazzo di giustizia, Moffa ha incassato la solidarietà di amici e collaboratori: forze dell'ordine, avvocati e qualche collega. C'è chi ha telefonato e chi gli ha fatto visita. L'ambiente giudiziario appare comunque scosso, come si intuisce dalle parole del presidente del consiglio dell'Ordine forense, Sandro Sala: «Siamo sorpresi, dispiace anche dal lato umano perché Moffa lavora qui da tanti anni. D'altra parte anche i rapporti tra l'Ordine degli avvocati e la Procura sono sempre stati buoni». (ha collaborato Stefania Sorge)

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la sua strategia (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Chieti LA SUA STRATEGIA IL pubblico ministero ha la facoltà, non l'obbligo, di astenersi quando esistono gravi ragioni di convenienza: è quanto stabilisce l'articolo 52 del codice di procedura penale, sul quale il procuratore capo, Tullio Moffa, sott'inchiesta da parte del Csm, baserà la propria difesa. A differenza del giudice, che ha l'obbligo di astensione (articolo 36), al pm viene data la possibilità di esimersi. I casi sono gli stessi e fra questi c'è anche il grado di parentela. Moffa è accusato di non essersi astenuto nel processo che riguardava un parente. Il procuratore ha già avuto modo di difendersi davanti alla prima commissione disciplinare del Csm, successivamente quest'ultima ha chiesto il suo trasferimento.

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ecco il caso del parente su cui è nata l'inchiesta (sezione: Giustizia)

( da "Centro, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Chieti Ecco il caso del parente su cui è nata l'inchiesta LANCIANO. Ha patteggiato 100 euro di ammenda: si è chiuso così il processo dal quale si è innescata l'inchiesta sul procuratore capo, Tullio Moffa, poiché imputato era un suo congiunto. Il patteggiamento si è svolto davanti al giudice per le udienze preliminari (Gup) del tribunale, Massimo Canosa. Il capo di imputazione era per molestie telefoniche e ingiuria, entrambi reati punibili con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda fino a 516 euro. Moffa nel processo sosteneva la pubblica accusa e secondo il Csm, che l'ha trasferito d'ufficio, non si è astenuto dal dare un parere in merito alla richiesta di patteggiamento della pena avanzata dall'imputato- suo parente. Il procuratore capo, come ha ribadito anche davanti ai giudici della sezione disciplinare del Csm, sostiene che non aveva, quale pm, l'obbligo di astenersi. L'obbligo, sostiene il procuratore, è del giudice; al pubblico ministero è concessa la facoltà di astenersi, come prevede l'articolo 52 del codice di procedura penale. Del resto, nel caso finito sotto inchiesta, il giudice avrebbe potuto ritenere non congrua la pena stabilita fra le parti e rigettare così la richiesta. Cosa che il Gup Massimo Canosa non ha rilevato e non ha quindi fatto.

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villa segni, non c'era alternativa (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 30 - Sassari «Villa Segni, non c'era alternativa» Il direttore generale dell'Asl 1 spiega i motivi della chiusura L'amarezza degli operatori sanitari: «Evitabile il trasferimento di massa che è stato un trauma per i pazienti» ALGHERO. «Ferma determinazione dell'Azienda sanitaria di realizzare il progettato potenziamento delle strutture psichiatriche presenti nel territorio algherese, come testimonia il progetto di realizzazione del nuovo Centro di salute mentale in via Manzoni, che realizza le necessarie sinergie tra questa Azienda e l'Amministrazione Comunale». A sostenerlo è il direttore generale dell'Asl 1, Giovanni Battista Mele, che così risponde al sindaco Marco Tedde, intervenuto a proposito della chiusura di Villa Segni, l'impianto riabilitativo per i degenti con problemi di salute mentale a Maria Pia. A questo proposito Giovanni Mele spiega al sindaco che «è stato già pubblicato il bando "Budget di salute" finalizzato a reperire soluzioni abitative per i pazienti che si avvalgono dei servizi del Dipartimento di Salute Mentale. Il bando consentirà all'Asl 1 di individuare un congruo numero di posti letto ad Alghero, nei quali i pazienti potranno trovare collocazione nel rispetto della migliore prassi riabilitativa e delle inderogabili norme sull'accreditamento». E Giovanni Mele sottolinea che l'Azienda sanitaria non poteva agire diversamente in quanto, come ente pubblico, è tenuta per legge a procurarsi solo strutture in possesso dei requisiti per l'accreditamento da reperirsi nell'ambito di una pubblica gara e Villa Segni era ormai una struttura fatiscente e inidonea per supportare gli adeguamenti resi necessari dalle normative, come si è potuto constatare in occasione del sopralluogo del 15 aprile. «La principale preoccupazione del Dipartimento di salute mentale, in questa fase di riorganizzazione del servizio, - prosegue il direttore generale dell'Asl 1 - è stata ed è quella di assicurare il minor disagio possibile ai pazienti coinvolti e ai loro familiari - ha aggiunto il direttore generale -. Su questo presupposto si è proceduto al loro inserimento in strutture recentemente rinnovate e a norma con l'accreditamento nelle quali i nuovi ospiti ricevono i medesimi servizi riabilitativi di cui godevano ad Alghero; ciò fino al loro rientro in città, che presumibilmente avverrà entro l'estate. «Il personale aziendale già impiegato nella struttura di Villa Segni - ha concluso Giovanni Mele - è stato interamente collocato nel Centro di salute mentale e nell'annesso Centro diurno di Alghero, che resta pienamente operativo. L'Asl 1 si riserva di avviare ulteriori programmi riabilitativi di inserimento lavorativo e di socializzazione per gli utenti del Csm che arricchiranno l'offerta di servizi ad Alghero, avvalendosi del personale educativo della cooperativa attualmente convenzionata». Dagli operatori sanitari di Villa Segni è invece arrivato un articolato intervento sulla smobilitazione di Villa Segni. «Il superamento della struttura era previsto, ma si è attuata esclusivamente la chiusura senza offrire alternative nel contesto di appartenenza degli utenti. Come mai, se nell'arco di questi anni ci si è attivati per reperire altre sedi che potessero rispondere ai bisogni di residenzialità, si è arrivati a optare per il trasferimento delle persone a Sassari? Questa situazione era evitabile, in quanto sono disponibili in città un appartamento, una villetta e un residence centrali. Ma è invece emersa la scarsa volontà di provvedere in tempi brevi a un accreditamento di queste sedi, soprattutto se le strutture sono a norma. Questa soluzione sarebbe stata più idonea per garantire una reale continuità assistenziale, terapeutica e riabilitativa tra operatori di riferimento e utenti, per alcuni dei quali il trasferimento a Sassari è un "traumatico ritorno al passato". «E non si vorrebbe mai assistere a spettacoli come quello del trasferimento di massa nella mattina del 29 aprile da Villa Segni, nè a quello di chi viene prelevato con la scusa di andare a fare una passeggiata, nè a quello di chi non ha avuto il tempo di salutare i propri familiari - hanno concluso con amarezza gli operatori -. Difficile pensare, in un simile stato di cose, a un rientro nel territorio di appartenenza, sia degli utenti sia degli operatori».

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Materia può tornare in corsa per Bologna (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Materia può tornare in corsa per Bologna Il procuratore di Reggio si è dimesso dopo il caso Alfano, ma il Csm 'frena' TIZIANO SORESINA REGGIO. Materia pronto a ritirare le dimissioni, ritornando così sorprendentemente in gioco per la poltrona di capo della procura di Bologna. Il rumors - più che insistente - piomba a Reggio dagli ambienti romani del Csm e la «retromarcia» di Materia avrebbe del clamoroso. Se solo pensiamo alla lettera-shock d'addio alla magistratura, alla conferenza-stampa in lacrime, alla querelle in odore di querela con il «suo» pm Luciano Padula. Eppure un ripensamento ci può stare, perché «tecnicamente» la corsa alla procura felsinea è tutt'altro che chiusa. Come ha deciso mercoledì il plenum, Materia rimane con il reggiano Giancarlo Tarquini (ex procuratore di Brescia) formalmente in lizza per il vertice della procura di Bologna, in quanto la discussione per la nomina è stata rinviata a data da destinarsi, legandola però al termine dei lavori sulle due pratiche «a tutela». Una relativa alle dimissioni di Materia in mano alla 4ª Commissione, l'altra «a tutela degli uffici giudiziari di Reggio» riguarda le «ombre» lanciate dall'Alfano e dai grillini di Bologna nei confronti del procuratore. Il Csm stabilirà chi nominare a Bologna solo quando si sarà pronunciato in forma «non burocratica» sulle due 'tutele'. Quindi Materia (da ieri in ferie sino a metà giugno) sarà sentito a Palazzo dei Marescialli. E se tutto il complesso iter verrà completato prima prima delle dimissioni di Materia (1º luglio, con possibilità di slittamento se non c'è l'ok ministeriale), con tanto di rinnovato appoggio alla sua candidatura, il procuratore potrebbe ritirare l'addio alla magistratura. Inoltre che Materia si sia rafforzato con la solidarietà «caduta a pioggia» dopo le clamorose dimissioni lo si è toccato con mano mercoledì nella seduta del plenum, in cui è sceso in campo il vicepresidente del Csm Nicola Mancino. Ha detto che Materia è stato sentito telefonicamente per saperne di più sulle sue dimissioni, per poi osservare come sia in discussione «l'onorabilità di un magistrato» e come la lettera di dimissioni presentata dal procuratore di Reggio sia «una reazione ad un'aggressine subita». Per Mancino vi sono state «interferenze esterne deprecabili e il Csm non può limitarsi a prendere atto burocraticamente». Insomma i «presupposti» per un rilancio di Materia vi sono, ma lui tornerebbe sui suoi passi? Sul punto i tre «suoi» sostituti fuori dal coro (Maria Rita Pantani, Valentina Salvi e Luciano Padula) gli hanno «consigliato» nell'ormai famoso comunicato-stampa di non fare marcia indietro «per la convinzione che un passo di segno contrario avrebbe potuto cagionare effetti ancor più lesivi della credibilità del singolo magistrato e dell'ordine giudiziario, nonché ingenerare ulteriore confusione nell'ambito forense e cittadino». E su questo «invito» Materia si è soffermato, più volte, con tono deciso nella convulsa conferenza stampa di martedì: «Non avrei mai rivisto la mia posizione - ha puntualizzato - le dimissioni non sono un contratto, ma una dichiarazione di recesso unilaterale. Bisogna solo prenderne atto». Parole forti, ma sono ancora valide?

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quel parere dell'avvocatura che seppellisce il protocollo - (segue dalla prima pagina) nicola colaianni (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IV - Bari In una parentesi i legali dello Stato spiegano che quell´accordo non vale più Quel parere dell´Avvocatura che seppellisce il protocollo (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) NICOLA COLAIANNI (segue dalla prima di cronaca) Vale a dire: in seguito all´esproprio a favore del Comune. Illegittima per ragioni formali, quella norma ha comunque innovato la situazione. Tant´è che da essa, e non dal protocollo, è venuta ad esistenza la Fondazione che ha fatto i lavori. E che, dopo la sentenza della Corte costituzionale, s´è comportata come se fosse ancora proprietaria del bene. Ha continuato perciò a spendere soldi pubblici per un bene ridiventato privato. Con lieta incoscienza ma indisturbata dal proprietario parvenu. Il quale s´è limitato ad una generica letterina di diffida. Ma s´è guardato bene dal rivendicare il bene. Gli conveniva lasciar fare. Ma se faccio gestire i miei affari ad altri, al possessore del bene, la legge stabilisce che lo indennizzi delle spese sostenute, se non del maggior valore eventualmente acquisito dal bene. Nel caso, poi, le spese sono state sostenute con danaro pubblico. E perciò non si possono semplicemente abbonare. In mancanza di contropartite giustificative si tratterebbe di elargizioni senza causa a privati cittadini. Infatti, nonostante la sua funzione pubblica, il teatro è in mani private. Certo, quello dell´Avvocatura è un parere tecnico. La volontà politica può fare miracoli. Ma l´esperienza insegna che quando si tratta di responsabilità contabile gli amministratori non sono molto disinvolti. La Corte dei conti è in agguato. Tanto più in una vicenda come questa che per il Comune ha del kafkiano. Doveva tornare pieno proprietario a seguito dell´incendio e della mancata ricostruzione. Così stabiliva il contratto di concessione del 1896. E così, nonostante il contenzioso aperto dagli eredi, il Comune aveva deciso di fare nel 1996. La procedura era già pronta: suggerita dal prof. Barile, chiamato – ebbene, sì - dal sindaco Di Cagno Abbrescia. Con il protocollo del 2002 si ritrova, invece, ad essere un semplice affittuario, dopo aver pagato – insieme a Stato, Provincia e Regione – le ingenti spese della ricostruzione. All´inizio del secolo scorso aveva concesso il suolo perché privati allestissero spettacoli teatrali. All´inizio di questo secolo sono gli eredi di quei privati ad affittargli il teatro perché allestisca lui gli spettacoli. Solo il teatro, beninteso, perché altro è poi il business dell´affitto delle pertinenze: bar, circoli ricreativi e quant´altro. I conti, chiaramente, non tornano. Da tutti condiviso il desiderio di riaprire quanto prima il teatro. Ma non è conveniente che la Fondazione continui a reclamarne l´affidamento non si sa più – dopo il parere dell´Avvocatura – a quale titolo. La realtà è che, dopo la sentenza della Corte costituzionale, è venuto meno il fine per cui era stata creata: l´uso esclusivo del teatro. Se l´è visto sfilare di mano. Il nodo gordiano che si è venuto a creare può essere sciolto in tempi relativamente rapidi (la class action è di lunga durata) solo con l´esproprio. Se una insensibile maggioranza parlamentare non vuole provvedere con legge, lo faccia in via amministrativa il Comune. Un bell´impegno per il sindaco che uscirà dalle elezioni.

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i figli assenti dalla scuola, genitori puniti con un'oblazione di 34 euro (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 22 - Cagliari I figli assenti dalla scuola, genitori puniti con un'oblazione di 34 euro GIUDICE DI PACE Sott'accusa trenta famiglie IGLESIAS. Si è conclusa ieri mattina davanti al giudice di pace del tribunale di Iglesias, una parte dei trenta processi a carico di parecchi genitori che avevano impedito, per vari motivi, ai loro figli di adempiere agli obblighi scolastici. Davanti al giudice, Luigia Frau, sono sfilate mamme e papà che hanno preferito, tramite i loro legali, chiedere l'oblazione per un reato che poteva avere ben più gravi conseguenze dal punto di vista penale. Di fatto i genitori distratti e poco interessati al profitto scolastico dei propri figli hanno preferito versare alle casse del ministero della giustizia, come oblazione, 34 euro, oltre alle spese processuali che saranno notificate in separata sede, cancellando ogni macchia di carattere penale. Non tutti gli imputati, però, si sono presentati davanti al giudice e ai loro avvocati d'ufficio e per una decina di genitori, si dovrà andare al processo, con ben più gravi conseguenze. L'inchiesta della procura della repubblica di Cagliari era partita nel 2008 quanto il dirigente scolastico, Giuseppe Scano, rispettando rigorosamamente le disposizioni di legge, nel corso delle verifiche delle presenze degli studenti delle scuole medie e dietro anche delle segnalazioni degli insegnanti aveva notato che molti ragazzini e ragazzine non erano mai entrati in aula e non avevano pertanto partecipato alle lezioni. Anche i solleciti del preside erano serviti a poco e dopo le raccomandate sono scattate le richieste di intervento dei carabinieri. Tutta la vicenda si è concluda con il rinvio a giudizio di una sessantina di persone, anche se le famiglie interessate sono poco più di trenta. I motivi dell' inadempienza scolastica sarebbero molteplici: Si va dall'assenza di qualsiasi controllo da parte dei genitori, e alla loro indifferenza per l'educazione scolastica dei figli, alle assenza strategiche degli studenti che, approfittando della mancanza dei controlli, da parte dei genitori, scorazzavano in città senza meta. Ci sono anche motivi di natura psicologica: alcune ragazzine si sarebbero vergognate per il loro aspetto fisico e le mamme le avrebbero assecondate. Insomma assenze, alle lezioni, diffuse che hanno indotto le autorità scolastiche ad intervenire per evitare che il fenomeno dilagasse. Per chi ieri invece non si è presentato davanti al giudice rimane aperto il contenzioso legale perché ignorata la possibilità di mandare in archivio il problema con l'oblazione si dovrà arrivare al dibattimento. La seconda parte di questa battagli giudiziaria è prevista per il 16 luglio prossimo. In quell'occasione dovrà essere sentito anche il dirigente scolastico. (ea)

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organici all'osso e giustizia al tracollo (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 25 - Cagliari Organici all'osso e giustizia al tracollo Da anni nessun sostituto per chi va in pensione Negli uffici carenze per trenta unità lavorative ORISTANO. Ci pensa lui a risolvere i problemi della giustizia. Sul come ci riuscirà per ora nessuno si sbilancia. Anche perché ogni giorno che passa la situazione diventa sempre peggiore. E il tribunale di Oristano di certo non fa eccezione. Le speranze residue ora sono riposte su un incontro che si terrà a Roma. Doveva svolgersi la settimana prossima, invece slitterà a fine mese. Poco cambia, visto che l'emergenza non è certo figlia di questi giorni ma va avanti da diversi anni. Semmai è vero che proprio in questi ultimi mesi si è aggravata notevolmente, perché la saggia decisione del governo nazionale è stata quella di non sostituire il personale che va in pensione. Così pezzo dopo pezzo il mosaico risulta decisamente incompleto. E non si dica che non sono suonati ripetuti campanelli d'allarme. Da tempo infatti viene segnalato che i dipendenti che vanno in pensione non vengono sostituiti. è successo praticamente sempre per cui, al momento, in organico risulta esserci una carenza di circa una trentina di unità. I ruoli sono i più disparati e coprono l'intero arco delle specializzazioni del personale. «Mancano gli assistenti e gli operatori giudiziari - spiega Pietro Sale, rappresentante della Cisl -, ma le cose non vanno meglio per i responsabili di cancelleria. Ovviamente le carenze hanno ripercussioni notevoli sia in tribunale, sia dal giudice di pace, sia negli uffici». Nelle scorse settimane c'è stato un incontro sulla questione della mobilità, poi il tutto è stato rinviato all'incontro di fine mese. Dove le questioni sul piatto saranno più di una. «Fondamentale - prosegue Pietro Sale nella sua analisi - è anche la questione della riqualificazione del personale. Su questo versante c'è stato un primo incontro poi la trattativa si è arenata per problemi strettamente contrattuali». I continui rinvii e le mancate coperture delle carenze di personale, hanno ovvie ricadute. Una sorta di effetto domino che frena in un colpo solo il lavoro della procura e delle varie sezioni del tribunale. Mancando i funzionari infatti rallenta l'intera attività e di conseguenza anche le udienze si svolgono ad un ritmo ridotto. Chi protesta ovviamente sono i sindacati che minacciano di aprire immediatamente una vertenza e del resto ce ne sarebbero gli estremi, visto che le assunzioni sono ferme da quindici anni. A Roma non si discuterà solo della situazione oristanese, visto che altri tribunali sono ormai alla canna del gas e rischiano seriamente di veder ulteriormente rallentata la propria attività. Insomma, una sorta di bancarotta giudiziaria. Ritornando alle cifre, un dato chiarisce meglio degli altri quanto sta accadendo. Solo negli ultimi dodici mesi i pensionamenti sono stati dieci, ovviamente senza l'attesa contropartita che rinvigorisse la truppa che attualmente è di ottanta unità, comprendendo il Tribunale, la Procura della Repubblica e anche le sezioni distaccate di Macomer e Sorgono. Spingendo più nel dettaglio l'obiettivo, si scopre che a mancare sono soprattutto alcune figure professionali indispensabili per l'esercizio della giustizia penale, come gli assistenti giudiziari, che svolgono funzioni come la verbalizzazione delle udienze. E il governo che promette di sistemare i problemi della giustizia? Per ora si fa sentire con la legge Brunetta che prevede un ulteriore taglio del dieci per cento del personale e con provvedimenti che aprono le porte all'assunzione di 7 esperti informatici, 34 statistici e 17 cancellieri. Ad Oristano? No, in tutta Italia. Enrico Carta

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laudati nuovo procuratore nomina all'unanimità del csm (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IX - Bari Tribunale Laudati nuovo procuratore nomina all´unanimità del Csm Mobilitazione generale degli agenti e manifestazione di piazza a Bari. Le annuncia la segreteria provinciale del Siap se la situazione di chi lavora nella squadra mobile non dovesse migliorare: «I colleghi sono costretti a tirare a dadi per poter uscire di servizio con un´auto e devono fare i conti anche con ore di straordinario non indennizzato» denuncia il sindacato.

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forleo, il tar annulla il trasferimento (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 18 - Cronaca Milano Forleo, il Tar annulla il trasferimento MILANO - Non c´erano i «presupposti di causa ed effetto» nella decisione di trasferire il gip Clementina Forleo per incompatibilità ambientale. A dirlo è il Tar del Lazio che ieri ha accolto il ricorso del giudice, annullando così il provvedimento del Csm. «Sono commossa, la giustizia ha trionfato», ha commentato Forleo. Alla base del trasferimento le sue dichiarazioni pubbliche sui "poteri forti" che avrebbero interferito nelle inchieste sulle scalate bancarie. Ora il Csm dovrà decidere se rivolgersi al Consiglio di Stato: se anche questo ricorso dovesse essere respinto, Forleo potrà, volendo, tornare a Milano.

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nasce la camera civile (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 8 - Montecatini Nasce la Camera civile L'iniziativa di un gruppo di professionisti PISTOIA. è stata costituita anche a Pistoia la Camera civile degli avvocati. L'iniziativa è stata assunta da alcuni professionisti del foro di Pistoia che si sono mobilitati soprattutto per stimolare anche nella nostra città il dibattito sul problema giustizia con particolare riferimento al settore della giustizia civile. Presidente della Camera è stato eletto l'avvocato Giovanni Giovannelli, vicepresidente Franco Ballati, tesoriere Fernando Paggetti, segretario lo stesso Franco Ballati e membri gli avvocati Caterina Silvestri, Lorenzo Franchini, Fabio Nannotti e Ezio Tonfoni. Gli scopi della Camera Civile sono innanzitutto quello di «promuovere - si legge in una nota diffusa dalla stessa Camera civile - in tutte le sedi l'adeguamento dell'ordinamento civile alle esigenze della società e contribuire al migliore funzionamento della giustizia civile, anche attraverso l'istituzione e l'organizzazione di centri di risoluzione delle controversie, quali la costituzione di camere arbitrali e di conciliazione». Altro obiettivo fondamentale, «mantenere alto il prestigio degli operatori, diffondere e sviluppare i principi della deontologia professionale, sia nei rapporti con le parti che nella colleganza professionale». Inoltre «promuovere iniziative utili per l'attività giudiziaria civile, anche mediante conferenze, dibattiti, congressi, pubblicazioni e corsi d'aggiornamento professionale». La prima assemblea della Camera civile 2009 ha nominato il consiglio direttivo, che è composto da Caterina Silvestri, Lorenzo Franchini, Fernando Paggetti, Fabio Nannotti, Ezio Tonfoni, Giovanni Giovannelli e Franco Ballati. Presidente onorario è stato nominato il presidente del consiglio dell'Ordine degli avvocati di Pistoia Giancarlo Bellizzi. Nella prima riunione il consiglio direttivo ha anche costituito un comitato scientifico composto da Lorenzo Franchini, Fabio Nannotti, Enrico Panicucci, Davide Ferretti, Franco Ballati, Caterina Silvestri. La Camera civile di Pistoia ha in programma una serie di iniziative di studio e approfondimento sulle materie giuridiche che si riserva di comunicare nei prossimi giorni.

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Il Tar dà ragione alla Forleo Lei: (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

BREVI pag. 21 Il Tar dà ragione alla Forleo Lei: «Giustizia ha trionfato» POTREBBE TORNARE A MILANO MILANO «Sono commossa, la giustizia ha trionfato». Il giudice, Clementina Forleo (foto Ansa), spiega che il Tar del Lazio ha accolto il suo ricorso contro il Csm, che le aveva imposto di lasciare Milano per Cremona dopo le polemiche seguite alle sue frasi riguardo i poteri forti nelle scalate bancarie. Ma, per essere sicura di lasciare Cremona, Forleo dovrà attendere ancora: il Csm potrebbe impugnare la sentenza. Image: 20090501/foto/5520.jpg

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MENTRE le rappresentanze sindacali della Centrale di Porto Tolle festeggiano dopo... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

VENETO pag. 15 MENTRE le rappresentanze sindacali della Centrale di Porto Tolle festeggiano dopo... MENTRE le rappresentanze sindacali della Centrale di Porto Tolle festeggiano dopo il sì con prescrizione della commissione Via (Valutazione di impatto ambientale) del ministero dell'Ambiente per la conversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle, sottolineando che sonsiderano questo solo il primo passo', piovono i commenti sulla scelta che determinerà il futuro energetico e ambientale del Polesine. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, esprime grande "soddisfazione" per il via libera al progetto di riconversione della centrale di Porto Tolle. «Dopo anni di tentennamenti, rinvii, opposizioni ambiental-ideologiche ed imboscate pratiche dalla politica - ha detto Bonanni - è un risultato positivo fortemente voluto dalla Cisl nazionale e da quella locale di Rovigo che si è sempre battuta con coraggio e determinazione per questo progetto di sviluppo». Ma non mancano le voci contrarie. La Provincia di Ferrara si scaglia contro la decisione del Governo di autorizzare la riconversione a carbone della centrale elettrica di Porto Tolle, in provincia di Rovigo. L'assessore all'Ambiente, il verde Sergio Golinelli, chiede alla Regione Emilia Romagna di «ricorrere alla Corte costituzionale per impugnare una norma chiaramente lesiva delle prerogative che la Costituzione assegna alle Regioni nel campo della pianificazione territoriale». La lista "Sinistra Unita"con Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica ex Ds di Adria, considera «il sì al carbone per la centrale di Porto Tolle, pericolo di inquinamento, di veleni, di distruzione e morte»,. E chiede « che la giunta comunale di Adria deliberi subito un provvedimento urgente per ricorrere in tutte le sedi contro le decisioni del Governo e dell'Enel». Critico anche il polesano Vanni Destro della Liste civiche per il Polesine che scrive in una nota: «Ieri si è presentato ufficialmente il candidato per l'alleanza Pdl Lega alle provinciali Antonello Contiero, segretario della Lega, e già si realizza il via libera alla riconversione a carbone della centrale di Polesine Camerini. Se non ci si sbriga a fare le elezioni si realizzerà la fine del Parco del Delta del Po».

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PERUGIA LA BASAGLIA ha chiuso le porte ai manicomi. Era il 13 m... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACHE pag. 18 PERUGIA LA BASAGLIA ha chiuso le porte ai manicomi. Era il 13 m... PERUGIA LA BASAGLIA ha chiuso le porte ai manicomi. Era il 13 maggio del 1978. Da quella legge in poi, la massima espressione di tutela nei confronti delle malattie mentali si chiama Tso. Ovvero, trattamento sanitario obbligatorio. Un ricovero coatto, considerato un momento «eccezionale» dell'assistenza pubblica. La sua gestione è affidata ai medici dei servizi territoriali, a firmarlo è il sindaco in persona. Ma chi o cosa protegge famiglie e ignari cittadini dalla follia di coloro che sono incapaci di intendere e di volere? «Dal punto di vista normativo spiega Roberto Quartesan psichiatra dell'Università di Perugia l'Umbria è leader in questo settore, insieme a Emilia Romagna e Toscana». Cosa significa professore? «Oltre al Tso, esistono molti altri strumenti di protezione e prevenzione per i pazienti psichiatrici e i loro parenti. Per esempio, gli accertamenti sanitari obbligatori (Aso). Ma anche gli affidamenti ai Centri di salute mentale (Csm) o gli inserimenti in comunità o in strutture di recupero». Chi stabilisce il trattamento? «Le aziende sanitarie di riferimento, sulla base della patologia e della gravità del soggetto». E se il malato diventa pericoloso? «Si ricorre al Tso». Ma il Tso, solitamente, richiede ore, se non giorni, per essere approvato. Tempo che l'emergenza non prevede? «I Centri di salute mentale sono aperti 12 ore al giorno, di notte è attiva la guardia. Basta una telefonata». Provare per credere, anche se nei fatti non è così semplice fare i conti con l'imprevedibilità. Federica Cappelletti

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LANCIANO - Non ho scheletri nell'armadio, è una macchinazione . E' la chiosa... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 01 Maggio 2009 Chiudi di WALTER BERGHELLA LANCIANO - «Non ho scheletri nell'armadio, è una macchinazione». E' la chiosa del procuratore Tullio Moffa sul ciclone disciplinare che lo ha investito con un provvedimento cautelare urgente del Csm che ne ha disposto l'immediato trasferimento provvisorio ad altra sede contigua a Lanciano, sempre con incarichi requirenti. Moffa potrebbe finire anche alla Procura Generale. Certo è che deve andare via, subito. Poi si attenderà l'esito dei procedimenti amministrativi e disciplinare che potrà avere qualsiasi altro tipo di sentenza. L'accusa è che il procuratore non si è astenuto su un procedimento a carico di un congiunto, tanto che in una denuncia anonima la "talpa" ha inviato alla procura generale della Cassazione e allo stesso Csm la fotocopia del fascicolo. Il procuratore ammise, come per ogni indagato, il famigliare a patteggiamento, regolarmente chiuso dinanzi al gup, in camera di consiglio. «Moffa si sarebbe dovuto astenere», rimarca l'accusa. Moffa, difeso dall'avvocato Aldo La Morgia, attende le motivazioni del Consiglio Superiore della Magistratura per ricorre in Cassazione e poi chiarire la vicenda dinanzi allo stesso Csm, difeso da un magistrato. «Il fascicolo, che mi è giunto a fine indagini - spiega Moffa - è stato seguito con rigore estremo e diligenza. Tutto è stato fatto alla luce del sole. Un fatto però che è stato sfruttato a dovere e poi ingigantito. Non ho idea di cosa abbia scritto l'anonimo». Un caso precipitato durante la Pasqua e che nulla ha che vedere con le avvenute ispezioni ministeriali, compresi i noti dissidi con le sostitute, come la ex Mirvana Di Serio e Rosaria Vecchi, sui carichi di lavori, ferie e quant'altro. Nessuno sa chi abbia preso il fascicolo "sospetto", fotocopiato e spedito a Roma. A Palazzo di Giustizia, non solo nella "Procura dei Veleni", c'è sconcerto e sentimenti diversi. I reali contorni della vicenda saranno comunque verificati dalla competente sezione disciplinare del Csm.

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Paolo Franci Roma L'ALTA CORTE di Giustizia del Coni riapre lo stadio Olimpico a... (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

CALCIO pag. 4 Paolo Franci Roma L'ALTA CORTE di Giustizia del Coni riapre lo stadio Olimpico a... Paolo Franci Roma L'ALTA CORTE di Giustizia del Coni riapre lo stadio Olimpico ai tifosi. Juventus-Lecce, dunque, si giocherà con bandiere, striscioni e cori, con i bianconeri all'inseguoimento del secondo posto. Il collegio del Foro Italico presieduto da Riccardo Chieppa, presidente emerito della Corte Costituzionale, ha sospeso il verdetto della Corte di Giustizia federale che aveva rigettato il ricorso juventini confermando di fatto quanto deciso dal giudice sportivo Tosel in attesa delle motivazioni della stessa Corte che saranno discusse il 14 maggio. A questo punto, le ipotesi sono due: Juve-Atalanta, in programma il 17 maggio, senza tifosi se i giudici del Foro Italico dovessero respingere l'istanza juventina o verdetto della Cgf ribaltato per la gioia del clan bianconero. Per i legali della Juventus è comunque una vittoria: «E' il segnale che le nostre rimostranze non erano pretestuose», spiega l'avvocato Michele Briamonte, che con i colleghi Luigi Chiappero e Franzo Grande Stevens aveva dato battaglia prima in Figc e poi al Coni, puntando su quella che, nel ricorso all'Alta Corte, avevano definito un'«abnormità giuridica». Il contropiede bianconero era partito proprio perché era stato ritenuto inaccettabile digerire un verdetto senza le motivazioni dei giudici del calcio. E non solo. C'era stato anche il giallo della fuga di notizie, con la decisione della Corte di Giustizia federale pubblicata sulle agenzie in anticipo rispetto alla conclusione della camera di consiglio. La società bianconera aveva dunque chiesto la sospensiva della decisione ai giudici del Coni, in nome del principio della legalità, del giusto processo, che prevede sì una sentenza ma anche delle motivazioni che, con Juve-Lecce alle porte, dovevano essere garantite. I legali della Figc hanno puntato sulla ileggittimità dell'Alta Corte a giudicare, ma è stato un tentativo che evidentemente è andato a vuoto. Il ragionamento dei legali bianconeri, invece, aveva trovato origine dall'impossibilità sancita dal codice di giustizia sportiva di potersi appellare contro le decisioni della Corte di Giustizia Federale. Una variabile non accettabile dalla Juve, in assenza delle motivazioni dei giudici del calcio.

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Il Tar dà ragione al gip Forleo: illegittimo il trasferimento da Milano deciso dal Csm (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 01 Maggio 2009 Chiudi Il Tar dà ragione al gip Forleo: illegittimo il trasferimento da Milano deciso dal Csm

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ROMA - Il Tar dà ragione all'ex gip milanese Clementina Forleo e boccia la decisione del C... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 01 Maggio 2009 Chiudi ROMA - Il Tar dà ragione all'ex gip milanese Clementina Forleo e boccia la decisione del Csm che a luglio aveva trasferito per incompatibilità ambientale il magistrato da Milano a Cremona. La prima sezione del Tribunale amministrativo, presieduto da Giorgio Giovannini, ha ritenuto che il trasferimento d'ufficio disposto dal Csm sia stato deliberato «in carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente». Secondo i giudici «nell'ordinamento attuale», il trasferimento per incompatibilità ambientale può ritenersi «integrato soltanto in una situazione non attribuibile a colpa del magistrato». Il collegio ha ritenuto non sussistente «nemmeno l'altro presupposto: l'impossibilità per il magistrato di svolgere, nella sede occupata le proprie funzioni con piena indipendenza ed imparzialità». Adesso il Consiglio superiore della magistratura potrà fare appello davanti al Consiglio di Stato o rendere esecutivo il provvedimento.

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Le sezioni per i brevetti perdono le vecchie liti (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-05-01 - pag: 31 autore: Corte costituzionale. In materia di misure cautelari Le sezioni per i brevetti perdono le vecchie liti Giovanni Negri MILANO Si alleggerisce il carico di lavoro delle sezioni specializzate in proprietà industriale. La Corte costituzionale, con la sentenza n. 123, depositata ieri e scritta da Giuseppe Tesauro, ha dichiarato l'illegittimità del Codice della proprietà industriale nella parte in cui (articolo 245, comma 3 del decreto legislativo n. 273 del 2002) stabilisce che sono affidate alla competenza delle sezioni specializzate le procedure di reclamo iniziate dopo l'entrata in vigore del Codice anche se riguardano misure cautelari concesse secondo le norme precedentemente in vigore. A dubitare della legittimità della norma era stato il tribunale di Napoli che aveva contestato la corrispondenza del decreto alla legge delega per quanto riguarda in generale la disciplina della competenza delle sezioni specializzate e la regolamentazione della relativa fase transitoria. In altre parole, per i giudici napoletani, non esiste una norma delegante in materia, o meglio era sbagliato il riferimento alla delega contenuta nell'articolo 15 della legge 273 del 2002. Il riferimento corretto è, invece, quello all'articolo 16, sulla cui base è stata effettivamente introdotta nei tribunali la sezione specializzata in proprietà industriale. Una ricostruzione che, in sostanza, è condivisa dalla Corte costituzionale. Che ricorda il suo precedente intervento in materia (sentenza n. 112 del 2008), nel quale già si affermava che tutti i profili riguardanti l'istituzione e la disciplina delle sezioni specializzate dovevano essere considerati estranei all'articolo 15 del Codice della proprietà industriale. Inoltre, nella stessa pronuncia, la Corte ricordava anche che la delega dell'articolo 16 affidava al Governo il compito, quanto alla fase transitoria, di evitare che le neonate sezioni venissero rallentate da un eccessivo carico di lavoro iniziale. è in attuazione di queste indicazioni, sottolinea la Consulta, che erano stati attribuiti alla competenza delle sezioni specializzate solo i giudizi iscritti a ruoloapartire dal1Úluglio 2003, stabilendo che tutte le altre controversie restassero assegnate al giudice competente sulla base della vecchia normativa. La norma del Codice oggetto di censura, perciò, nella lettura della Consulta, ha disciplinato un oggetto estraneo alla delega, provocando una scelta incoerente, che non può essere frutto della discrezionalità del legislatore, rispetto al principio indicato per la fase transitoria. © RIPRODUZIONE RISERVATA I CHIARIMENTI La disposizione non ha rispettato i criteri di delega e le indicazioni di riduzione delle cause assegnate

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Laudati è il nuovo procuratore (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: BARI data: 01/05/2009 - pag: 11 Lo ha deciso il Csm Laudati è il nuovo procuratore BARI Il Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso la nomina di Antonio Laudati (nella foto) a nuovo procuratore di Bari. Il plenum del Csm ha approvato all'unanimità la proposta della commissione per gli incarichi direttivi. Laudati, che in passato è stato pm a Napoli e ha poi lavorato nella Direzione Nazionale Antimafia, era attualmente Direttore Generale della giustizia penale del Ministero della Giustizia. Laudati inoltre ha seguito numerose e importanti inchieste tra cui quelle sul boss Pasquale Galasso e su Carmine Alfieri e su esponenti del clan dei Casalesi. Laudati prende il posto di Emilio Marzano il cui mandato a Bari è durato otto anni e terminerà a giugno: poi il magistrato andrà in pensione. Durante il suo incarico barese ha coordinato inchieste importantissime: l'ultima è quella su Francesco e Salvatore Pappalardi, i fratellini di Gravina spariti da Gravina in Puglia nel 2006 e poi ritrovati morti nel 2008 in una cisterna in un palazzo diroccato al centro di Gravina. Poi ancora ha coordinato importanti attività investigative antimafia, in particolare l'indagine «Eclissi» contro il clan Strisciuglio di Bari, assicurando alla giustizia nomi eccellenti della criminalità locale. An. Ba.

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Spazio alle Regioni sul trasporto disabili (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-05-01 - pag: 31 autore: Competenze. Conflitto Stato-Enti locali Spazio alle Regioni sul trasporto disabili ROMA Un round alle Regioni nell'eterno match con lo Stato sulle competenze normative. La Corte costituzionale, con la sentenza n. 124, depositata ieri e scritta da Maria Rita Saulle, ha infatti dichiarato l'illegittimità costituzionale di quella parte della Finanziaria 2008 (articolo 2, comma 474, della legge n. 244 del 2007) che istituisce un parco ferroviario per favorire la mobilità dei disabili. A venire contestata dalla Regione Veneto era stata soprattutto la mancata previsione dell'intesa della Conferenza Stato-Regioni sul decreto del ministero dei Trasporti che deve disciplinare le modalità di realizzazione del parco. La Corte chiarisce, richiamando un suo precedente del 2004, che tutte le attività indirizzate a rimuovere o superare le situazioni di bisogno della persona vanno collocate nell'ambito dei servizi sociali. Ambito che è attribuito alla competenza legislativa residuale delle Regioni. Il riconoscimento però non esclude, come nella fattispecie relativa alle agevolazioni al trasporto di persone disabili,l'esercizio della competenza da parte dello Stato in materia di trasporti pubblici non locali. si tratta però di trovare un bilanciamento tra esigenze diverse, statali e locali, nella disciplina di una materia delicata. La norma in questione non riconosce invece, spiega la Corte costituzionale, una qualche forma di partecipazione delle Regioni. Neppure attraverso il canale istituzionale della Conferenza Stato-Regioni deputata a intervenire anche su situazioni come questa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Centrale a carbone impugnare la sentenza (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Ferrara, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Porto Tolle, la protesta di Golinelli in Provincia «Centrale a carbone impugnare la sentenza» PORTO TOLLE. «La Regione Emilia Romagna dovrebbe ricorrere alla Corte costituzionale per impugnare una norma chiaramente lesiva delle prerogative che la Costituzione assegna alle Regioni nel campo della pianificazione territoriale». La Provincia si scaglia contro la decisione del Governo di autorizzare la riconversione a carbone della centrale elettrica di Porto Tolle, in provincia di Rovigo. La voce è quella dell'assessore all'Ambiente Sergio Golinelli il quale ricorda che il Governo ha sancito la riconversione della centrale «nonostante il giudizio negativo di ben due diverse perizie acquisite dalla procura di Rovigo». Prima «tentando di scavalcare la commissione nazionale di Valutazione d'impatto ambientale», poi «introducendo nel decreto incentivi una norma ad hoc». Quella che consente di procedere «in deroga alle disposizioni di legge nazionali e regionali che prevedono limiti di localizzazione territoriali per la riconversione degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati ad olio combustibile.

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Il Tar la Forleo: errori sul trasferimento (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 01-05-2009)

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Corriere della Sera sezione: Cronache data: 01/05/2009 - pag: 23 La sentenza Ma il magistrato resterà ancora nella sede di Cremona Il Tar «riabilita» la Forleo: errori sul trasferimento Annullata la decisione del Csm. La gip: commossa MILANO Il Tar del Lazio dà ragione a Clementina Forleo e annulla la decisione con cui il Csm il 28 luglio 2008 ha trasferito il gip da Milano a Cremona per incompatibilità ambientale dopo che in tv e sulla stampa aveva parlato di «sottili pressioni» che avrebbe subito da «poteri forti» e di rallentamento delle indagini quando si occupava come giudice del caso Unipol/Bnl. Affermazioni che, dopo aver scatenato polemiche a non finire, si concretizzarono in un procedimento dell'organo di autogoverno della magistratura. Una sentenza che la Forleo ha accolto commuovendosi nel pomeriggio di ieri, quando le è stata comunicata al telefono in ufficio al termine di un'udienza che stava tenendo a Cremona: «Sono contenta, la giustizia ha trionfato», ha detto con gli occhi lucidi. Ma che, pur essendo teoricamente immediatamente esecutiva, non verrà applicata subito. Almeno non prima della definizione completa del suo iter che, se il Csm farà ricorso, come ha sempre fatto in casi analoghi, dovrà passare anche il vaglio del Consiglio di Stato. Per i difensori comunque si tratta di un primo punto a favore che «rappresenta un'affermazione di principio importante », dichiara uno di loro, l'avvocato Giovanni Pesce. Il quale, però, sceglie il basso profilo: «È il primo round e non comporterà un trasferimento perché a Cremona la dottoressa Forleo sta lavorando con serenità e soddisfazione ». Anche perché l'intera vicenda e tutti i suoi strascichi hanno inciso sui rapporti tra il giudice e diversi suoi colleghi milanesi. Il Tar ha accolto praticamente tutte le richieste presentate al plenum del Consiglio superiore della magistratura dal difensore della Forleo, il procuratore di Asti Maurizio Laudi, e poi nelle udienze del procedimento amministrativo dai legali del gip che, oltre Pesce, sono Mario Sanino e Mauro Renna. Tre i punti evidenziati dai giudici nelle 24 pagine della sentenza. Il primo è che di fronte al Csm il procedimento sulla Forleo non doveva seguire la strada amministrativa del trasferimento d'ufficio, ma quella disciplinare che eventualmente può portare a un trasferimento cautelare; lo impedisce la legge sulla materia che, modificata nel 2006, ha però creato un sistema che soffre di una «sorta di incompletezza », commentano i magistrati. Il secondo passaggio riguarda il fatto che non è stata data una «esauriente spiegazione sulla plausibilità» del perché l'indipendenza e la imparzialità di Clementina Forleo sarebbero state messe in dubbio dalle sue dichiarazioni. Il terzo argomento sottolineato dal Tar, infine, è che doveva essere valutata dal Csm anche la richiesta con cui Laudi aveva invitato all'astensione per «inimicizia personale» il vice presidente della prima commissione Letizia Vacca la quale, in piena fase istruttoria, aveva pubblicamente definito la Forleo e il collega Luigi De Magistris come «cattivi giudici che non danno il buon esempio». È «arduo ipotizzare che l'inosservanza dell'eventuale obbligo di astensione non abbia potuto produrre un'alterazione del procedimento », commentano i giudici. «Sono felice, ma quelle scritte dal Csm sono state pagine buie», commenta, riferendosi anche alle sue vicende, De Magistris, che si è felicitato per la sentenza insieme con Antonio di Pietro, leader d'Italia dei Valori, partito per il quale è stato candidato alle Europee lo stesso De Magistris e, di recente, anche l'avvocato Pesce. Giuseppe Guastella gguastella@corriere.it ACremona Gli avvocati: nessun trasferimento. A Cremona la Forleo sta lavorando con serenità e soddisfazione Magistrato Il gip del Tribunale di Cremona Clementina Forleo

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Izzo, Zuccarelli e Melillo: ecco i tre nuovi aggiunti (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: NAPOLI data: 01/05/2009 - pag: 9 Nomina ufficializzata dal Csm Izzo, Zuccarelli e Melillo: ecco i tre nuovi aggiunti ROMA Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha ufficializzato la nomina dei tre nuovi procuratori aggiunti a Napoli: si tratta di Luciana Izzo, attualmente procuratore capo presso il Tribunale dei minorenni, e di Fausto Zuccarelli e Giovanni Melillo, fino ad oggi pm alla Direzione nazionale antimafia. Entrambi hanno lavorato in passato a Napoli, occupandosi di importanti inchieste su camorra e terrorismo. Nelle prossime settimane si saprà quali sezioni della Procura coordineranno i nuovi aggiunti: sono da assegnare quelle che si occupano di fasce deboli, colpe professionali e infortuni sul lavoro e reati predatori. Sempre ieri, il Csm ha designato all'unanimità alla guida della Procura di Bari l'ex pm di Napoli Antonio Laudati.

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Csm, il pm Vitello da Roma a Lamezia (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 01-05-2009)

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Corriere della Sera sezione: Cronaca di Roma data: 01/05/2009 - pag: 6 NOMINE Csm, il pm Vitello da Roma a Lamezia Il pm Salvatore Vitello è il nuovo procuratore della Repubblica di Lamezia Terme (Catanzaro). La nomina è stata decisa all'unanimità dal plenum del Csm. Vitello, in magistratura dal 1983, ha avuto incarichi al ministero della Giustizia e dal 1998 è sostituto a Roma. A piazzale Clodio si è occupato, tra l'altro, di Telekom Serbia, del caso Welby, di terrorismo, di reati di matrice anarco-insurrezionalista e delle inchieste sugli espropri proletari dei no-global.

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E l'avvocato rinunciò alla difesa (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Roma data: 01/05/2009 - pag: 7 Lite in tribunale «Giudice, lei non mi fa parlare» E l'avvocato rinunciò alla difesa È finita con una raffica di esposti: dell'avvocato Renato Borzone, vicepresidente dell'Unione delle Camere penali italiane al Csm, al Procuratore generale della Corte di Cassazione e al suo Ordine. Il giudice Giovanni De Donato ha a sua volta trasmesso gli atti al consiglio dell'Ordine degli avvocati e al Procuratore, affinché si accerti se l'avvocato Borzone si sia macchiato di qualche reato. Il fatto è all'apparenza minimo: durante le questioni preliminari di un caso bancarotta fraudolenta, il gup De Donato chiede al legale di non far durare il suo intervento più di cinque minuti. E scoppia la lite. L'avvocato Borzone, appellandosi all'articolo 105 del codice di procedura penale, sulla rinuncia alla difesa, si toglie la toga, obbligando così alla nomina di un difensore d'ufficio. In tribunale compaiono manifesti di solidarietà con l'avvocato, i colleghi assicurano solidarietà al giudice. Insomma, uno scontro durissimo. «Violati i miei diritti e quelli dei colleghi», tuona Borzone. «L'avvocato aveva avuto dieci minuti per esporre le ragioni della non utilizzabilità di un cd rom - obietta De Donato - , dopodiché ne chiedeva altri venti per sollevare in via subordinata l'eccezione d'incostituzionalità, e gli ho chiesto di stringere. Questa rissosità è paradossale». Laura Martellini

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Accolto il ricorso di Clementina Forleo (sezione: Giustizia)

( da "AudioNews.it" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

venerdì 1 maggio 2009 10.10 Cronaca Accolto il ricorso di Clementina Forleo 08.13: Torna a Milano Clementina Forleo. Il Tar del Lazio ha accolto il suo ricorso contro la decisione del Csm di trasferirla d'ufficio a Cremona riconoscendo la "carenza di presupposti". "Sono commossa", commenta il gip, nel mirino del Csm e di parte del mondo politico dopo le dichiarazioni sull'ingerenza di "poteri forti" nelle sue inchieste sulle scalate bancarie.

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Toyota Partmakers Hire Detectives to Probe Suppliers as Bankruptcies Rise (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

By Makiko Kitamura and Masatsugu Horie May 1 (Bloomberg) -- Hironori Minezawa, a private detective, spends his days investigating struggling autoparts makers in Toyota City, Japan, as cuts by Toyota Motor Corp. end a 7-year expansion for the city's thousands of parts suppliers. Toyota slashed production following the automaker's first loss in 59 years, pushing some partsmakers into bankruptcy. Minezawa said he is employed by Toyota suppliers to find out whether subcontractors may fail, leaving his clients unable to fill their own orders. "A rumor of a possible bankruptcy gets out, and we are called in to find out what's going on," said Minezawa, who works for Tokyo Shoko Research, based in nearby Nagoya. "These companies aren't getting any work and are at the end of their tethers." Failure of the weak links in the chain may force Toyota to turn to suppliers outside its traditional network, ending the company's stranglehold over a procurement system that has driven down profit margins at subcontractors to 1 percent or less, said Takeshi Miyao, a Tokyo-based supply chain analyst at CSM Worldwide, which advises the auto industry. "This would change the balance of power and could become reflected in prices," Miyao said. Toyota's supply network consists of two groups: the 217 primary partsmakers that deal directly with the carmaker and their subcontractors. Toyota spokeswoman Ririko Takeuchi declined to comment on the company's pricing practices or negotiations between its suppliers and their subcontractors. Minezawa expects bankruptcies to mount over the next six months, particularly in the lower ranks of Toyota's supply chain. Toyota's Grip "Profit is next to nothing," said Kazushi Kawabata, president of Comco Holdings Inc., a maker of machine tools, that supplies Toyota. "The suppliers are totally in Toyota's grip." Nationwide, bankruptcies in the auto sector surged 52 percent to 41 cases in March compared with last year, according to Tokyo Shoko. The number of newly registered unemployed in Aichi prefecture, which includes Toyota City, jumped 88 percent in February. About 80 percent of the labor force in Toyota City serves the auto industry, according to Norio Seki, the head of the city hall's industrial affairs division. Domestic production of Toyota and Lexus cars fell last year to 4 million vehicles, the first decline in 7 years. The cuts have rippled through the local economy. In the Meitetsu Toyota Hotel, opposite Toyota City rail station, occupancy rates have halved since October to as low as 30 percent, said front desk manager Chiharu Suzuki. Foreign suppliers, who used to make up more than half the hotel's guests, are gone, leaving the once popular samurai swords untouched in the gift shop, she said. Hello Work At the Hello Work employment agency, Satoru Tsuda, a 31- year-old Japanese-Brazilian from Parana in southern Brazil, is trying to find work to meet his family's 41,500 yen monthly rent. He, his two brothers and his parents worked for 12 years at an engine-parts factory until they were fired in March, he said. Toyota may post a 227 billion yen ($2.34 billion) loss for the year ending March 2010, according to the median of 20 analyst estimates compiled by Bloomberg. The company forecast a loss of 350 billion yen for last fiscal year. It reports earnings on May 8th. The carmaker said it may cut global production by 12 percent this fiscal year to about 6.2 million vehicles. As Japanese companies report earnings for the fiscal year ended March, more bankruptcies may come to light, said CSM's Miyao. Dry Towel Nihon Koshuha, a maker of car-door parts for Toyota affiliate Toyota Boshoku Corp., halted operations on March 3 after orders dropped and the company couldn't service debt on a new plant built in 2007. Taishin Kasei Inc., a maker of plastic car interior and body parts in Nagoya, ceased production in April and filed for bankruptcy. Former President Eiji Toyoda, great-uncle to incoming President Akio Toyoda, once said "water can be wrung even from a dry towel if you put your mind to it," to explain how the company overcame the economic crisis following the 1973 oil shock, according to the company. This philosophy permeates the supply chain, Miyao said. Sub-suppliers' profit margins are restricted because they are expected to open their books and show their costs to customers, he said. The price of their products is then typically decided after delivery, Kawabata and Miyao said. "Part of Toyota's success is based on its ability to squeeze parts makers," said Bob Sliwa, advance design director at Nagoya-based Cobo Design Co., which works with Toyota suppliers such as Denso Corp., the world's largest listed auto- parts maker. Tied to Toyota Toyota group companies like Denso and Aisin Seiki Co., Japan's largest maker of car transmissions, in which Toyota has equity stakes, sell to automakers around the world. Sales to carmakers other than Toyota make up about half of Denso's business. In contrast, most secondary suppliers in Toyota City make parts only for Toyota. Denso set up a taskforce in January to help sub-suppliers cut costs, said spokesman Goro Kanemasu. Comco's Kawabata said the company's relationship with Toyota "shocked" him when he joined his father's business in 1981, leading him to diversify his company from being completely dependent on the Toyota group to getting 80 percent of sales from other companies. Subcontractors "are pushed to cut costs in units of hundredths of a yen at times," Tokyo Shoko's Minezawa said. "It's that kind of world." To contact the reporter on this story: Makiko Kitamura in Toyota City at mkitamura1@bloomberg.net; Last Updated: April 30, 2009 22:23 EDT

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Gip non incompatibile Forleo torna a Milano (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 104 del 2009-05-01 pagina 10 Gip non incompatibile Forleo torna a Milano di Redazione Clementina Forleo torna a Milano. Il Tar del Lazio ha accettato il ricorso presentato dal gip contro il Csm che aveva deciso il suo trasferimento d'ufficio a Cremona per incompatibilità ambientale. «Sono commossa, la giustizia ha trionfato», le sue prime parole del magistrato che ha osservato come il provvedimento sia immediatamente esecutivo. Di «carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente» parlano le motivazioni del Tar. Il Csm aspetta la notifica e, probabilmente, farà ricorso al Consiglio di Stato. Il trasferimento era stato deciso dal plenum del Csm a luglio per le dichiarazioni fatte dalla Forleo a stampa e tv su poteri forti che avrebbero interferito nella sua attività giurisdizionale relativa alle inchieste sulle scalate bancarie. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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La lunga corsa all'euroseggio, duello per duello (sezione: Giustizia)

( da "Giornale.it, Il" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

n. 104 del 2009-05-01 pagina 11 La lunga corsa all'euroseggio, duello per duello di Felice Manti Strasburgo è lontana come il West. Sulla strada che conduce all'ambito seggio di europarlamentare si annunciano duelli all'ultimo sangue, anche tra cowboy della stessa «banda». Pensiamo, ad esempio, a Sergio Cofferati e Salvatore Caronna, segretario regionale del Pd emiliano. Le scintille tra i due divampano dopo l'addio dell'ex leader Cgil alla ricandidatura a sindaco di Bologna. «Il suo successore dovrà essere giovane, competente e bolognese» sibilò il segretario regionale democratico. «È razzismo politico», fu la risposta del sindaco uscente, e poi «Caronna è siciliano», aggiunse acidamente. Stessa guerra, ma con pallottole di carta, quella tra gli ex giornalisti Tg1 David Sassoli (Pd) e Francesco Pionati (Autonomie). Quando nel 2000 l'anchorman in lista col Pd firmò il servizio sui pedofili Pionati non versò nemmeno un grammo d'inchiostro di solidarietà. Nel 2004 la collaborazione di Pionati con il settimanale Panorama fu oggetto di un furioso scontro durante un'assemblea del Tg1. Sassoli, spalleggiato da Lilli Gruber, si nascose dietro l'appello al pluralismo lanciato dall'allora capo dello Stato: «Nessuno si permetta di metterci una giacca politica», urlarono in coro i due... Sfida all'ultimo voto anche tra Luigi Berlinguer (Pd) e Valentina Aprea (Pdl). L'ex ministro della Pubblica istruzione alla fine degli anni '90 ebbe proprio nella responsabile Scuola di Forza Italia la peggiore nemica. In Piemonte è la Tav a dividere Gianluca Susta (Pd) e Vittorio Agnoletto (Comunisti), per il quale «l'Alta velocità Torino-Lione non si farà mai». Il leader dell'Udeur Clemente Mastella si troverà sulla sua strada Luigi De Magistris, l'ex pm di Catanzaro che con quell'avviso di garanzia al Guardasigilli diede la spallata per far cadere il governo Prodi. Ma tra i protagonisti del crepuscolo prodiano il podio spetta a Tommaso Barbato (Autonomie) e Nino Strano (Pdl), oggi l'un contro l'altro armati. Il video con la sequela di corna, sputi e insulti («Checca squallida, frocio, sei una mer...») contro Nuccio Cusumano per l'inutile voto a Prodi e il brindisi a champagne e mortadella in Aula al Senato è ancora oggi nella top ten dei video più visti su Youtube. Allora Imma Battaglia, che oggi corre con Sinistra e Libertà, definì quella sceneggiata «squallido razzismo» e «aberrante esempio di cultura omofobica», oggi dovrà contendere i voti della comunità gay a Gianni Vattimo (Italia dei valori) e allo stesso capolista di Sl, Nichi Vendola. Su due sponde opposte anche Rita Borsellino (Pd), sorella del magistrato ucciso dalla mafia, e Sonia Alfano (Idv) a cui la criminalità organizzata siciliana uccise il padre, giornalista giudiziario. Ieri la Alfano ha nuovamente accusato il vicepresidente del Csm Nicola Mancino di mentire riguardo all'incontro tra l'allora ministro dell'Interno e Paolo Borsellino alle ore 19 e 30 del 1º luglio 1992, che per Mancino «non ci fu mai». La sorella del pm ucciso in Via d'Amelio, forse per non irritare il Pd, ha preferito glissare. Una «freddezza» che ha amareggiato l'altro figlio di vittime di mafia, Claudio Fava (Sl): «La politica non è un taxi». L'ex giudice Mario Sossi (Forza Nuova) non ha certo perdonato le Br che lo rapirono il 18 aprile del '74 e lo tennero prigioniero per 35 giorni, mentre l'ex Manifesto Giuliana Sgrena (Sl) coi suoi sequestratori è sempre stata molto tenera. Al Corriere della Sera disse: «Non mi sono mai sentita una loro nemica, si battevano per l'Irak». A battagliare saranno anche Maurizio Paniz (Pdl) e Luciano Garofano (Autonomie). L'ex comandante dei Ris di Parma ha già «affrontato» in un'aula giudiziaria Paniz, nella veste di avvocato difensore di Elvo Zornitta, scagionato dall'accusa di essere Unabomber grazie alle prove scientifiche che dimostrarono come il taglierino che avrebbe dovuto incastrare l'ingegnere friulano fosse stato manomesso. felice.manti@il giornale.it © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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1 MAGGIO/ AL QUIRINALE STELLE AL MERITO LAVORO PER ABRUZZESI (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

1 Maggio/ Al Quirinale stelle al merito lavoro per abruzzesi di Apcom Al Colle prima di Napolitano un lavoratore su ricostruzione -->Roma, 1 mag. (Apcom) - Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale a Festa del Lavoro alla presenza dei nuovi Maestri del Lazio e dell'Abruzzo insigniti della "Stella al Merito del Lavoro". Dopo la consegna, da parte del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sen. Maurizio Sacconi, delle onorificenze, nel Salone dei Corazzieri sono intervenuti il Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Cav. Lav. Benito Benedini, il Presidente dell'Associazione Nazionale Lavoratori Anziani di Azienda, ing. Riccardo Tucci, il Presidente della Federazione dei Maestri del Lavoro d'Italia, dott. Gianluigi Diamantini, e il Ministro Sacconi. Un lavoratore abruzzese ha testimoniato dell'impegno per la ripresa delle attività produttive nelle aree colpite dal sisma. L'attrice Raffaella Rea ha letto alcuni brani tratti dai discorsi di Amintore Fanfani e Giuseppe Di Vittorio all'Assemblea Costituente sulle prime parole della Carta fondamentale: "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro". La cerimonia si è conclusa con l'intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Erano presenti il Vice Presidente della Corte Costituzionale, prof. Ugo De Siervo, il sen. Benedetto Adragna, in rappresentanza del Senato della Repubblica, l'on. Renzo Lusetti per la Camera dei Deputati, i Consoli provinciali e regionali del Lazio e dell'Abruzzo, autorità civili ed esponenti del mondo del lavoro. Nel segno della continuità dell'impegno contro le morti bianche, al termine della celebrazione il Capo dello Stato, accompagnato dal Ministro Sacconi, ha deposto una corona di alloro davanti al monumento ai Caduti sul lavoro, inaugurato lo scorso anno in Piazza Pastore, antistante la sede dell'INAIL di Roma, alla presenza dei familiari dei lavoratori che quest'anno hanno ricevuto il riconoscimento alla memoria. Sono state conferite le seguenti onorificenze : - Medaglia d'oro al Merito Civile alla memoria del sig. Stefano Miniussi - Giovane operaio, espostosi, con generoso slancio, a grave rischio per prestare soccorso ad un collega scomparso sul fondo di una vasca di un impianto di depurazione, veniva colto da malore per le forti esalazioni nocive, sacrificando la vita ai più nobili ideali di altruismo ed umana solidarietà. Luminosa testimonianza di coraggio ed elevato senso civico. Trieste, 8 ottobre 2001; - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei lavoratori italiani deceduti a seguito delle esplosioni verificatesi, il 6 dicembre 1907, nella miniera di carbone di Monongah - West Virginia negli Stati Uniti d'America. - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei signori Valerio Anchino, Marino Barale, Antonio Cavicchioli, Massimiliano Manuello e Mario Ricca, deceduti a causa dell'esplosione e del successivo incendio nello stabilimento di molitura della ditta Molino Cordero. Fossano (CN), 16 luglio 2007 - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei signori Giuseppe Palermo, Salvatore Pulici, Salvatore Smecca, Natale Sofia, Salvatore Tumino e Giuseppe Zaccaria, deceduti a causa delle esalazioni sprigionatesi nel corso della pulitura delle vasche dell'impianto di depurazione comunale. Mineo (CT), 11 giugno 2008 - Stella al Merito del Lavoro alla memoria del signor Domenico Cagnina, deceduto a seguito di una caduta da una impalcatura mentre effettuava lavori di manutenzione presso la centrale termoelettrica dell'ENEL. Termini Imerese (PA), 13 giugno 2008 - Menzione speciale alla memoria dei signori Ashour Maomhoud Mohamed Hassan e Salama Awad Omar Younes, lavoratori egiziani deceduti a seguito del crollo di un ponteggio presso un cantiere edile. Vighignolo frazione di Settimo Milanese (MI), 13 giugno 2008

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IL MAGISTRATO AVELLINESE ANTONIO LAUDATI è IL NUOVO PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI BARI. LO HA... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Avellino)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Il magistrato avellinese Antonio Laudati è il nuovo procuratore della Repubblica di Bari. Lo ha deciso all'unanimità ieri mattina il plenum del Csm. Un ulteriore riconoscimento al valente magistrato irpino. A proporre il nome di Laudati era stata la quinta commissione del Csm. Il nuovo procuratore capo rientra in ruolo dopo che ha ricoperto l'incarico di direttore generale della Giustizia penale-Dipartimento degli Affari di Giustizia al Ministero di via Arenula, l'incarico che fu di Giovanni Falcone. Nella sua lunga carriera, Antonio Laudati, 56 anni, è stato sostituto procuratore a Lecco, ad Avellino, pm a Napoli e poi presso la Direzione nazionale antimafia. Laudati ha seguito numerose inchieste, tra cui quelle sul boss Pasquale Galasso e su Carmine Alfieri, e su esponenti di spicco del clan dei Casalesi. Laudati andrà a occupare un prestigioso incarico, in una terra da sempre al centro dell'attenzione sul piano della criminalità organizzata. L'esperienza e la preparazione professionale del magistrato irpino consentiranno sicuramente al neo capo della Procura barese di raggiungere brillanti risultati. Con l'arrivo di Laudati a Bari si consolida anche la presenza di irpini nel capoluogo pugliese: da alcuni mesi è in servizio, in qualità di comandante provinciale dei carabinieri a Bari, Antonio Bacile, per anni comandante della Compagnia di Montella prima del trasferimento a Roma.

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ROMA. IL TRASFERIMENTO D'UFFICIO DA MILANO A CREMONA, PER INCOMPATIBILITà AMBIENTALE DELIBERATO... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma. Il trasferimento d'ufficio da Milano a Cremona, per incompatibilità ambientale deliberato dal Csm nel luglio scorso nei confronti del gip dell'inchiesta milanese sulle scalate bancarie, Clementina Forleo, è stato deliberato «in carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente». È questa una delle principali motivazioni in base alle quali il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del magistrato e annullato il provvedimento. La prima sezione, nel decidere è partita dal fatto che «nell'ordinamento attuale», il trasferimento per incompatibilità ambientale può ritenersi «integrato solo in una situazione non attribuibile a colpa del magistrato, che sia produttiva di un effetto costituito dall'impossibilità di svolgere nella sede occupata le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità». «Sono commossa e contenta» così Clementina Forleo ha commentato la decisione del Tar e definisce la decisione o un «trionfo della giustizia» più che di un successo personale. Il provvedimento è immediatamente esecutivo e potrebbe quindi decidere di rientrare subito a Milano. «Sto ancora valutando cosa fare» dice il magistrato.

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IL PRESIDENTE NAPOLITANO HA INCONTRATO I NUOVI MA (sezione: Giustizia)

( da "WindPress.it" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

01-05-2009 Il Presidente Napolitano ha incontrato i nuovi Maestri del Lavoro in occasione della celebrazione del 1 maggioelementi correlatiC o m u n i c a t o Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale la Festa del Lavoro alla presenza dei nuovi Maestri del Lazio e dell'Abruzzo insigniti della "Stella al Merito del Lavoro". Dopo la consegna, da parte del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sen. Maurizio Sacconi, delle onorificenze, nel Salone dei Corazzieri sono intervenuti il Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Cav. Lav. Benito Benedini, il Presidente dell'Associazione Nazionale Lavoratori Anziani di Azienda, ing. Riccardo Tucci, il Presidente della Federazione dei Maestri del Lavoro d'Italia, dott. Gianluigi Diamantini, e il Ministro Sacconi. Un lavoratore abruzzese ha testimoniato dell'impegno per la ripresa delle attività produttive nelle aree colpite dal sisma. L'attrice Raffaella Rea ha letto alcuni brani tratti dai discorsi di Amintore Fanfani e Giuseppe Di Vittorio all'Assemblea Costituente sulle prime parole della Carta fondamentale: "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro". La cerimonia si è conclusa con l'intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Erano presenti il Vice Presidente della Corte Costituzionale, prof. Ugo De Siervo, il sen. Benedetto Adragna, in rappresentanza del Senato della Repubblica, l'on. Renzo Lusetti per la Camera dei Deputati, i Consoli provinciali e regionali del Lazio e dell'Abruzzo, autorità civili ed esponenti del mondo del lavoro. Nel segno della continuità dell'impegno contro le morti bianche, al termine della celebrazione il Capo dello Stato, accompagnato dal Ministro Sacconi, ha deposto una corona di alloro davanti al monumento ai Caduti sul lavoro, inaugurato lo scorso anno in Piazza Pastore, antistante la sede dell'INAIL di Roma, alla presenza dei familiari dei lavoratori che quest'anno hanno ricevuto il riconoscimento alla memoria. Sono state conferite le seguenti onorificenze: - Medaglia d'oro al Merito Civile alla memoria del sig. Stefano Miniussi Giovane operaio, espostosi, con generoso slancio, a grave rischio per prestare soccorso ad un collega scomparso sul fondo di una vasca di un impianto di depurazione, veniva colto da malore per le forti esalazioni nocive, sacrificando la vita ai più nobili ideali di altruismo ed umana solidarietà. Luminosa testimonianza di coraggio ed elevato senso civico. Trieste, 8 ottobre 2001; - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei lavoratori italiani deceduti a seguito delle esplosioni verificatesi, il 6 dicembre 1907, nella miniera di carbone di Monongah West Virginia negli Stati Uniti d'America. - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei signori Valerio Anchino, Marino Barale, Antonio Cavicchioli, Massimiliano Manuello e Mario Ricca, deceduti a causa dell'esplosione e del successivo incendio nello stabilimento di molitura della ditta Molino Cordero. Fossano (CN), 16 luglio 2007 - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei signori Giuseppe Palermo, Salvatore Pulici, Salvatore Smecca, Natale Sofia, Salvatore Tumino e Giuseppe Zaccaria, deceduti a causa delle esalazioni sprigionatesi nel corso della pulitura delle vasche dell'impianto di depurazione comunale. Mineo (CT), 11 giugno 2008 - Stella al Merito del Lavoro alla memoria del signor Domenico Cagnina, deceduto a seguito di una caduta da una impalcatura mentre effettuava lavori di manutenzione presso la centrale termoelettrica dell'ENEL. Termini Imerese (PA), 13 giugno 2008 - Menzione speciale alla memoria dei signori Ashour Maomhoud Mohamed Hassan e Salama Awad Omar Younes, lavoratori egiziani deceduti a seguito del crollo di un ponteggio presso un cantiere edile. Vighignolo frazione di Settimo Milanese (MI), 13 giugno 2008 Roma, 1 maggio 2009i discorsi Intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Festa del Lavoro i video Intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione del 1 Maggio "Festa del Lavoro" le fotografie Il Presidente Giorgio Napolitano con il lavoratore abruzzese Arturo Narducci intervenuto alla cerimonia del 1 maggio Il Presidente Giorgio Napolitano rende omaggio al Monumento dedicato alle vittime sul lavoroIL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICAI PRESIDENTILA COSTITUZIONEATTIVITA' DEL CAPO DELLO STATOGLI UFFICILE ONORIFICENZE

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Rappresentativa Juniores Treviso inizia senza gol (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Rappresentativa Juniores Treviso inizia senza gol Venerdì 1 Maggio 2009, (m.m.) È inizita con due pareggi senza gol, quindi ai rigori una vittoria e una sconfitta, l'avventura della rappresentativa Juniores di Treviso nel 12. Memorial Giuseppe Nicolli, torneo fra le rappresentative (giocatori di Prima, Seconda e Terza categoria) delle Delegazioni Figc del Veneto. Treviso nella prima gara contro il Belluno dopo lo 0-0 i rigori hanno premiato 7-6 Belluno, nella seconda Treviso ha vinto dagli 11 metri 3-1 (0-0). I GIOCATORI: Mister Zanet ha questi giocatori Morandin, Morellato, Viel (Fulgor), Buqa (Aurora Tv2), Baldissin (Olmi Callalta), Zampolli (Orsago), Mazzardis (Codognè), Pandolfo (Montegrappa), Tonon (Sanfiorese), Gava (Godega), Guadagnini, De Bortoli (Ezzelina), Modanese, De Marchi, Merotto (Careni Pievigina), Silvestri, Pauletto (Godigese), De Madero, Iacobucci (Caerano), Busetti (Virtus Csm Farra). Risultati: Padova-Belluno 1-1 (2-1 ai rig.), Venezia-Verona 2-0, Rovigo-Verona 1-0, Rovigo-Venezia 0-1, Vicenza-Basso Piave 1-0, Bassano-Basso Piave 0-2, Bassano-Vicenza 0-2. Classifica: Venezia, Vicenza 6, Belluno, Padova, Treviso, Basso Piave 3, Bassano, Verona 0. Programma: Oggi a Mazzolada Treviso affronta dalle 15,30 Rovigo e Basso Piave, domani a Musile, Verona e Bassano.

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1 Maggio/ Al Quirinale stelle al merito lavoro per abruzzesi (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale a Festa del Lavoro alla presenza dei nuovi Maestri del Lazio e dell'Abruzzo insigniti della "Stella al Merito del Lavoro". Dopo la consegna, da parte del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sen. Maurizio Sacconi, delle onorificenze, nel Salone dei Corazzieri sono intervenuti il Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Cav. Lav. Benito Benedini, il Presidente dell'Associazione Nazionale Lavoratori Anziani di Azienda, ing. Riccardo Tucci, il Presidente della Federazione dei Maestri del Lavoro d'Italia, dott. Gianluigi Diamantini, e il Ministro Sacconi. Un lavoratore abruzzese ha testimoniato dell'impegno per la ripresa delle attività produttive nelle aree colpite dal sisma. L'attrice Raffaella Rea ha letto alcuni brani tratti dai discorsi di Amintore Fanfani e Giuseppe Di Vittorio all'Assemblea Costituente sulle prime parole della Carta fondamentale: "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro". La cerimonia si è conclusa con l'intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Erano presenti il Vice Presidente della Corte Costituzionale, prof. Ugo De Siervo, il sen. Benedetto Adragna, in rappresentanza del Senato della Repubblica, l'on. Renzo Lusetti per la Camera dei Deputati, i Consoli provinciali e regionali del Lazio e dell'Abruzzo, autorità civili ed esponenti del mondo del lavoro. Nel segno della continuità dell'impegno contro le morti bianche, al termine della celebrazione il Capo dello Stato, accompagnato dal Ministro Sacconi, ha deposto una corona di alloro davanti al monumento ai Caduti sul lavoro, inaugurato lo scorso anno in Piazza Pastore, antistante la sede dell'INAIL di Roma, alla presenza dei familiari dei lavoratori che quest'anno hanno ricevuto il riconoscimento alla memoria. Sono state conferite le seguenti onorificenze : - Medaglia d'oro al Merito Civile alla memoria del sig. Stefano Miniussi - Giovane operaio, espostosi, con generoso slancio, a grave rischio per prestare soccorso ad un collega scomparso sul fondo di una vasca di un impianto di depurazione, veniva colto da malore per le forti esalazioni nocive, sacrificando la vita ai più nobili ideali di altruismo ed umana solidarietà. Luminosa testimonianza di coraggio ed elevato senso civico. Trieste, 8 ottobre 2001; - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei lavoratori italiani deceduti a seguito delle esplosioni verificatesi, il 6 dicembre 1907, nella miniera di carbone di Monongah - West Virginia negli Stati Uniti d'America. - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei signori Valerio Anchino, Marino Barale, Antonio Cavicchioli, Massimiliano Manuello e Mario Ricca, deceduti a causa dell'esplosione e del successivo incendio nello stabilimento di molitura della ditta Molino Cordero. Fossano (CN), 16 luglio 2007 - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei signori Giuseppe Palermo, Salvatore Pulici, Salvatore Smecca, Natale Sofia, Salvatore Tumino e Giuseppe Zaccaria, deceduti a causa delle esalazioni sprigionatesi nel corso della pulitura delle vasche dell'impianto di depurazione comunale. Mineo (CT), 11 giugno 2008 - Stella al Merito del Lavoro alla memoria del signor Domenico Cagnina, deceduto a seguito di una caduta da una impalcatura mentre effettuava lavori di manutenzione presso la centrale termoelettrica dell'ENEL. Termini Imerese (PA), 13 giugno 2008 - Menzione speciale alla memoria dei signori Ashour Maomhoud Mohamed Hassan e Salama Awad Omar Younes, lavoratori egiziani deceduti a seguito del crollo di un ponteggio presso un cantiere edile. Vighignolo frazione di Settimo Milanese (MI), 13 giugno 2008

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la Dda chiede524 anni carcere (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

«Addiopizzo» la Dda chiede 524 anni carcere Roma. Il trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale deliberato dal Csm nel luglio scorso nei confronti del Gip dell'inchiesta milanese sulle scalate bancarie, Clementina Forleo, è giunto «in carenza dei presupposti di causa ed effetto previsti dalla norma vigente». Questa una delle principali motivazioni per cui il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della Forleo e annullato il provvedimento del plenum del Csm. Il Tar sottolinea che «nell'ordinamento attuale», il trasferimento per incompatibilità ambientale può ritenersi «integrato solo in una situazione non attribuibile a colpa del magistrato, che sia produttiva di un effetto costituito dall'impossibilità di svolgere nella sede occupata le proprie funzioni con piena indipendenza ed imparzialità». Non sussistente, poi, «nemmeno l'impossibilità per il magistrato di svolgere, nella sede occupata, le proprie funzioni con piena indipendenza ed imparzialità»

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Quali poterial premier (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Quali poteri al premier Angelo Panebianco sul Corriere della Sera del 28 aprile - prendendo spunto dal discorso di Napolitano tenuto a Torino intorno alla esigenza di rivedere l'assetto dell'organizzazione costituzionale, ma precisando le condizioni cui legare la riforma - conduce un'analisi, corretta sulle premesse, le quali rendono difficile l'avvio del processo di mutamento auspicato, non condivisibile, invece, nella parte dei rimedi proposti. Egli, combinando gli elementi culturali e politici, che impedirebbero l'avvio della revisione costituzionale nel senso di attribuire maggiori potestà al Premier, predilige la soluzione di individuare precisi contrappesi, anziché nel Parlamento, nei poteri di garanzia; cioè a dire conferendo al Capo dello Stato e alla Corte Costituente poteri più incisivi ed aggiungendo, impropriamente, le Regioni in codesto quadro di riforma. Non si può non essere d'accordo con Panebianco nel ritenere difficile insediare nelle Camere (così come sono attualmente, mentre qualcosa potrebbe sortire con la riforma del Senato) elementi su cui poggiare gli opportuni contrappesi nei confronti dell'auspicata maggiore potestà da assegnare al Presidente del Consiglio. E' difficile, infatti, dare alle Assemblee gli adeguati contrappesi nella eventualità di maggioranze numericamente forti, coese nel portare avanti il programma e con una leadership solida, perché indiscussa. Pare, tuttavia, errato pensare di potere rendere più incisivi gli interventi del Capo dello Stato e, soprattutto, della Corte costituzionale, senza conferire al primo potestà di natura politica: senza, vale a dire, attribuirgli capacità oppositive che non si configurino soltanto come intercettazione dell'attività politica dell'Esecutivo, facendo leva sugli strumenti di controllo della legittimità costituzionale. Nel caso si volesse assegnare poteri diversi di quelli di cui attualmente dispone il presidente della Repubblica occorrerebbe definire il suo ruolo, non tanto come garante, ma dando fondamento differente e più consistente alla legittimazione presidenziale, attraverso la previsione della sua elezione popolare diretta. Il che comporterebbe una revisione totale dell'attuale forma di governo in senso presidenziale o semipresidenziale, che non è nella agenda di alcuna parte politica. Né va dimenticato il tentativo, uscito dalla proposta della bicamerale D'Alema, inteso a mantenere il ruolo di garanzia al Presidente, ma gravandolo di maggiori poteri di intervento; tentativo - come si ricorda - naufragato assieme all'intera proposta di riforma. Non si vede, poi, in qual modo potrebbe rientrare nel disegno di riforma in tale maniera auspicato, la Corte costituzionale, la quale in quanto giudice, ancorché costituzionale, dovrebbe riacquistare (per la parte che già ha perso) con pienezza la condizione di neutralità e di assoluta soggezione alla legge, anche perché giudice in unica istanza. Più volte dalle colonne di questo quotidiano, che ospita talune mie riflessioni, ho manifestato critiche alla mutazione cui, in atto, sono soggetti i due poteri di garanzia. Essi, tra l'altro, per una serie di circostanze, prime fra tutte la cadenza delle elezioni del capo dello Stato ed il meccanismo di elezione e nomina dei giudici della Consulta, tendono, per così dire, ad attrarsi nel contrastare - comunque di fatto - i governi "forti". Pare più che ragionevole, infatti, affermare che codesta tendenza non è fra le migliori per caldeggiare il realizzarsi di contrappesi utili a compensare la crescita (ritenuta peraltro necessaria) delle potestà del premier. Chiamare in causa presidente della Repubblica e (soprattutto) Corte costituzionale, non è l'itinerario da percorrere per aspirare al consolidamento della democrazia dell'alternanza. La soluzione adombrata pare, se mai, favorire lo sviluppo di una democrazia "sotto tutela" mentre, al contrario, serve dare pieno respiro a strumenti della medesima democrazia coi quali alimentare meccanismi di controllo di natura meramente politica. La democrazia dell'alternanza, poggiata sul bipolarismo compiuto, contiene in sé gli strumenti di contrappeso a poteri più incisivi dell'esecutivo. Questi si condensano e si esprimono nella responsabilità politica dell'esecutivo di fronte all'uso del voto popolare con cui è possibile rovesciare la maggioranza e il suo governo. Va, inoltre, aggiunto il referendum abrogativo, strumento fino ad oggi non sempre ben utilizzato, il quale, se aggiornato, riordinato ed a sua volta circoscritto, può divenire utilissimo elemento di contropotere. Una democrazia che intenda consolidarsi deve chiamare a raccolta le espressioni di consenso e di dissenso degli elettori, manifestate con metodo democratico, per evitare di confinare l'opposizione al governo nelle mani degli organi di garanzia, posti a presidio di tutt'altro.

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Chavigné n'a (sezione: Giustizia)

( da "Figaro, Le" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Outreau : Chavigné n'a «jamais rien voulu cacher» Propos recueillis par Cyrille Louis 01/05/2009 | Mise à jour : 20:13 | Ajouter à ma sélection . --> «Il s'agit d'une polémique malheureuse», affirme Xavier Chavigné. Mis en cause par les avocats du juge Burgaud, qui lui reprochent d'avoir siégé au sein de l'instance disci­plinaire du Conseil supérieur de la magistrature sans préciser ce qu'il avait eu à connaître de l'affaire d'Outreau, le substitut général Xavier Chavigné s'explique. LE FIGARO Les avocats du juge Burgaud mettent en cause votre impartialité au motif que vous avez, par le passé, statué dans le cadre de l'affaire d'Outreau. Que leur répondez-vous ? Xavier CHAVIGNE - Tout d'abord, je souhaiterais préciser que je faisais partie de la chambre familiale et non de la chambre de l'instruction lors de ma brève affectation à la cour d'appel de Douai, il y a six ans. À titre exceptionnel, j'ai en re­vanche siégé au sein de cette formation le 26 août 2003, c'est-à-dire le lendemain de mon retour de congé estival, pour remplacer un collègue au pied levé. Ce jour-là, parmi les nombreux dossiers qui nous étaient soumis, nous avons eu à statuer sur deux demandes de remise en liberté formulées par Dominique Wiel. Je n'ai pas eu à lire le dossier car ce rôle était celui du conseiller rapporteur. Par ailleurs, je n'ai ni signé, ni rédigé l'arrêt. Le plus simple n'aurait-il pas été d'évoquer cet épisode avant la comparution du juge Burgaud devant le CSM ? Mais je ne m'en souvenais pas ! À l'époque, je pense que nous n'avons pas dû passer plus d'une vingtaine de minutes sur cette affaire. L'examen de ces demandes de remise en liberté a quelque chose de très répétitif, surtout lorsque la détention a déjà été confirmée peu auparavant. En l'occurrence, le mis en examen n'a apporté aucun élément nouveau à l'appui de sa demande. Il faut se rappeler que l'affaire d'Outreau, si elle revêtait une certaine importance, n'avait pas à cette époque le relief qu'elle a pris par la suite. Le père Dominique Wiel assure qu'il faisait tout pour attirer l'attention des magistrats lorsqu'il comparaissait devant la chambre de l'instruction. Comment avez-vous pu l'oublier ? J'avoue que, ces derniers jours, je me suis posé la question. Mais lorsque j'ai interrogé les collègues qui siégeaient alors à la chambre de l'instruction, nombre d'entre eux m'ont attesté que ce mis en examen avait en fait bien souvent un comportement normal. Rappelez-vous que l'instruction était clôturée et que le procès aux assises approchait. Peut-être qu'à ce moment-là, il cherchait moins à attirer l'attention. Vous estimez donc ne pas avoir commis de faute ? Absolument. D'ailleurs, j'observe que la défense du juge Burgaud n'a jamais demandé ma récusation, alors août 2003 est consignée dans le dossier de que mon intervention du 26 l'instruction. Si je m'en étais souvenu, j'aurais informé mes collègues et on se serait demandé ensemble s'il était opportun que je me déporte du dossier Burgaud. Mais, contrairement à ce que prétend la défense de ce magistrat, la réponse est loin d'être évidente. D'une part, le CSM n'a rien reproché à Fabrice Burgaud concernant la détention des mis en examen. D'autre part, je rappelle que ce magistrat n'était plus en poste dans le Nord depuis un an lorsque j'ai été amené à statuer. Les faits débattus devant le CSM n'avaient aucun lien avec l'audience du 26 août 2003. Comment vivez-vous cette polémique ? Très mal. J'ai été profondément choqué que la défense mette en doute mon impartialité alors que je n'ai jamais rien voulu cacher. À mes yeux, il s'agit d'une polémique malheureuse. Le premier président de la Cour de cassation, Vincent Lamanda, souhaite que vous vous mettiez en retrait du CSM jusqu'à la fin de l'affaire Burgaud. Quelle est votre réaction ? Dans cette affaire, j'ai désormais le sentiment d'être un bouc émissaire. Je relève que je n'ai fait l'objet d'aucune sanction. Pour le reste, je n'entends pas suivre cette recommandation et je continuerai de siéger en conscience au sein du CSM, comme je l'ai d'ailleurs fait jeudi après-midi en présence de mes collègues et du premier président. LIRE AUSSI : » Burgaud : Chavigné refuse d'être un «bouc-émissaire» » Affaire Burgaud : l'«éthique» d'un membre du CSM en cause » Des soupçons de corporatisme et de politisation pèsent sur le CSM » Outreau : le juge Burgaud écope d'un blâme

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Ford, Toyota, Nissan U.S. Sales Trail Estimates as Recession Cuts Demand (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

By Keith Naughton and Alan Ohnsman May 1 (Bloomberg) -- Ford Motor Co., Toyota Motor Corp. and Nissan Motor Co. posted U.S. auto sales declines that exceeded analysts' estimates for April, a month that ended with Chrysler LLC filing for bankruptcy. Ford's deliveries slid 32 percent including the Volvo brand. Toyota's total for Toyota and Lexus vehicles slumped 42 percent, and Nissan tumbled 38 percent. The results ran counter to analysts' expectations that April might signal a bottom for a U.S. industry that has been shrinking since October 2007. Car shoppers made decisions under the cloud of Chrysler's approaching Chapter 11 filing and its bid to forge an alliance with Italy's Fiat SpA. "Talk about bankruptcy at GM and Chrysler is keeping people out of the showrooms," John Wolkonowicz, an IHS Global Insight analyst in Lexington, Massachusetts, said in a Bloomberg Television interview. "Until people are comfortable about their jobs, their ability to pay their bills and even their retirement, things are going to remain slow." With Chrysler in court after falling short of President Barack Obama's goals to find debt and labor savings and complete the Fiat tie-up, Detroit-based General Motors Corp. still faces a June 1 deadline to avoid a U.S.-backed bankruptcy. Ford's slide exceeded the 30 percent average estimate among 5 analysts surveyed by Bloomberg. Toyota's decline was greater than the 37 percent average of 4 estimates, while Nissan's slump exceeded a projected drop of 28 percent. "We continue to operate in a very challenging economic and competitive environment," Ken Czubay, vice president of sales and marketing for Dearborn, Michigan-based Ford, said in a statement. Nissan's Outlook April's second half showed an increase in dealer business that may continue into this month, Al Castignetti, Nissan's U.S. vice president, said in an interview. "I'm a lot more optimistic about May than I've been about another month in a while," he said. GM, which is being propped up with $15.4 billion in federal loans, probably will say April sales fell 37 percent, and Auburn Hills, Michigan-based Chrysler likely will report the same decline, based on the average of 5 analysts' estimates. Honda Motor Co. may have fallen 27 percent, based on 4 estimates. New cars and light trucks probably sold at an annual rate of 9.9 million vehicles in April, based on the average of 7 analyst estimates compiled by Bloomberg. That would be unchanged from March, after a 9.1 million rate in February that was the lowest since 1981. Sales totaled 13.2 million in 2008, and averaged 16.8 million this decade through 2007. April had 26 selling days, the same as a year earlier. Automakers' spending on incentives averaged $3,031 for each vehicle, a 29 percent increase from a year earlier, according to automotive researcher Edmunds.com of Santa Monica, California. Still, that was down from the record of $3,165 in March. Industrywide Sales Industrywide sales may have benefited from a rebound in consumer sentiment, which surged last month to its highest since before the collapse of credit markets late last year, according to a Reuters/University of Michigan index released today. "It's all about credit and confidence," said Michael Robinet, an analyst at CSM Worldwide in Northville, Michigan. "Credit continues to free up, albeit at a slow pace, and we're not seeing confidence degrade like we have in the past." While the government may say May 8 that unemployment rose to 8.9 percent from 8.5 percent in March, job losses likely eased in April, based on Bloomberg surveys of economists. The drop in nonfarm payrolls was projected to be 610,000, 8 percent fewer than a month earlier. Consumers also probably were buoyed by a 9.4 percent gain for the Standard & Poor's 500 Index, the biggest monthly rally since March 2000. As of yesterday, the benchmark index for U.S. stocks needed to rise only 3.5 percent to erase its 2009 loss. Those signs of life for the stock market and confidence will position auto sales for a modest second-half recovery, said Gary Dilts, an analyst at market-research firm J.D. Power & Associates in Troy, Michigan. "It's nothing to have a party over," Dilts said. "But we've reached the point where there's just not much lower that you can go." To contact the reporters on this story: Keith Naughton in Southfield, Michigan, at Knaughton3@bloomberg.net; To contact the reporter on this story: Alan Ohnsman in Los Angeles aohnsman@bloomberg.net Last Updated: May 1, 2009 13:34 EDT

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1 maggio, Napolitano : "Menzione speciale alla memoria lavoratori egiziani deceduti a Settimo Milanese" (sezione: Giustizia)

( da "Sestopotere.com" del 01-05-2009)

Argomenti: Giustizia

1° maggio, Napolitano : "Menzione speciale alla memoria lavoratori egiziani deceduti a Settimo Milanese" (1/5/2009 20:15) | (Sesto Potere) - Roma - 1 maggio 2009 - Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale la Festa del Lavoro alla presenza dei nuovi Maestri del Lazio e dell'Abruzzo insigniti della "Stella al Merito del Lavoro”. Dopo la consegna, da parte del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sen. Maurizio Sacconi, delle onorificenze, nel Salone dei Corazzieri sono intervenuti il Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Cav. Lav. Benito Benedini, il Presidente dell'Associazione Nazionale Lavoratori Anziani di Azienda, ing. Riccardo Tucci, il Presidente della Federazione dei Maestri del Lavoro d'Italia, dott. Gianluigi Diamantini, e il Ministro Sacconi. Un lavoratore abruzzese ha testimoniato dell'impegno per la ripresa delle attività produttive nelle aree colpite dal sisma. L'attrice Raffaella Rea ha letto alcuni brani tratti dai discorsi di Amintore Fanfani e Giuseppe Di Vittorio all'Assemblea Costituente sulle prime parole della Carta fondamentale: "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro". La cerimonia si è conclusa con l'intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Erano presenti il Vice Presidente della Corte Costituzionale, prof. Ugo De Siervo, il sen. Benedetto Adragna, in rappresentanza del Senato della Repubblica, l'on. Renzo Lusetti per la Camera dei Deputati, i Consoli provinciali e regionali del Lazio e dell’Abruzzo, autorità civili ed esponenti del mondo del lavoro. Nel segno della continuità dell'impegno contro le morti bianche, al termine della celebrazione il Capo dello Stato, accompagnato dal Ministro Sacconi, ha deposto una corona di alloro davanti al monumento ai Caduti sul lavoro, inaugurato lo scorso anno in Piazza Pastore, antistante la sede dell'INAIL di Roma, alla presenza dei familiari dei lavoratori che quest'anno hanno ricevuto il riconoscimento alla memoria. Fra le altre sono state conferite anche queste onorificenze: - Medaglia d’oro al Merito Civile alla memoria del sig. Stefano Miniussi – Giovane operaio, espostosi, con generoso slancio, a grave rischio per prestare soccorso ad un collega scomparso sul fondo di una vasca di un impianto di depurazione, veniva colto da malore per le forti esalazioni nocive, sacrificando la vita ai più nobili ideali di altruismo ed umana solidarietà. Luminosa testimonianza di coraggio ed elevato senso civico. Trieste, 8 ottobre 2001; Menzione speciale alla memoria dei signori Ashour Maomhoud Mohamed Hassan e Salama Awad Omar Younes, lavoratori egiziani deceduti a seguito del crollo di un ponteggio presso un cantiere edile. Vighignolo frazione di Settimo Milanese (MI), 13 giugno 2008

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Il Tar la Forleo: errori sul trasferimento (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 02-05-2009)

Argomenti: Giustizia

La sentenza Ma il magistrato resterà ancora nella sede di Cremona Il Tar «riabilita» la Forleo: errori sul trasferimento Annullata la decisione del Csm. La gip: commossa MILANO Il Tar del Lazio dà ragione a Clementina For­leo e annulla la decisione con cui il Csm il 28 luglio 2008 ha trasferito il gip da Milano a Cremona per incompatibilità ambientale dopo che in tv e sulla stampa aveva parlato di «sottili pressioni» che avreb­be subito da «poteri forti» e di rallentamento delle indagini quando si occupava come giu­dice del caso Unipol/Bnl. Affer­mazioni che, dopo aver scate­nato polemiche a non finire, si concretizzarono in un proce­dimento dell'organo di auto­governo della magistratura. Una sentenza che la Forleo ha accolto commuovendosi nel pomeriggio di ieri, quan­do le è stata comunicata al te­lefono in ufficio al termine di un'udienza che stava tenendo a Cremona: «Sono contenta, la giustizia ha trionfato», ha detto con gli occhi lucidi. Ma che, pur essendo teoricamen­te immediatamente esecutiva, non verrà applicata subito. Al­meno non prima della defini­zione completa del suo iter che, se il Csm farà ricorso, co­me ha sempre fatto in casi ana­loghi, dovrà passare anche il vaglio del Consiglio di Stato. Per i difensori comunque si tratta di un primo punto a fa­vore che «rappresenta un'af­fermazione di principio im­portante », dichiara uno di lo­ro, l'avvocato Giovanni Pesce. Il quale, però, sceglie il basso profilo: «È il primo round e non comporterà un trasferi­mento perché a Cremona la dottoressa Forleo sta lavoran­do con serenità e soddisfazio­ne ». Anche perché l'intera vi­cenda e tutti i suoi strascichi hanno inciso sui rapporti tra il giudice e diversi suoi colle­ghi milanesi. Il Tar ha accolto praticamen­te tutte le richieste presentate al plenum del Consiglio supe­riore della magistratura dal di­fensore della Forleo, il procu­ratore di Asti Maurizio Laudi, e poi nelle udienze del proce­dimento amministrativo dai legali del gip che, oltre Pesce, sono Mario Sanino e Mauro Renna. Tre i punti evidenziati dai giudici nelle 24 pagine del­la sentenza. Il primo è che di fronte al Csm il procedimento sulla Forleo non doveva segui­re la strada amministrativa del trasferimento d'ufficio, ma quella disciplinare che eventualmente può portare a un trasferimento cautelare; lo impedisce la legge sulla mate­ria che, modificata nel 2006, ha però creato un sistema che soffre di una «sorta di incom­pletezza », commentano i ma­gistrati. Il secondo passaggio riguarda il fatto che non è sta­ta data una «esauriente spiega­zione sulla plausibilità» del perché l'indipendenza e la im­parzialità di Clementina For­leo sarebbero state messe in dubbio dalle sue dichiarazio­ni. Il terzo argomento sottoli­neato dal Tar, infine, è che do­veva essere valutata dal Csm anche la richiesta con cui Lau­di aveva invitato all'astensio­ne per «inimicizia personale» il vice presidente della prima commissione Letizia Vacca la quale, in piena fase istrutto­ria, aveva pubblicamente defi­nito la Forleo e il collega Luigi De Magistris come «cattivi giudici che non danno il buon esempio». È «arduo ipotizzare che l'inosservanza dell'even­tuale obbligo di astensione non abbia potuto produrre un'alterazione del procedi­mento », commentano i giudi­ci. «Sono felice, ma quelle scritte dal Csm sono state pa­gine buie», commenta, riferen­dosi anche alle sue vicende, De Magistris, che si è felicita­to per la sentenza insieme con Antonio di Pietro, leader d'Ita­lia dei Valori, partito per il qua­le è stato candidato alle Euro­pee lo stesso De Magistris e, di recente, anche l'avvocato Pesce. Giuseppe Guastella stampa |

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Primo Maggio. La consegna delle "Stelle al merito del lavoro" al Quirinale (sezione: Giustizia)

( da "AmericaOggi Online" del 02-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Primo Maggio. La consegna delle "Stelle al merito del lavoro" al Quirinale 02-05-2009 ROMA. Si è svolta ieri mattina al Palazzo del Quirinale la Festa del Lavoro alla presenza dei nuovi Maestri del Lazio e dell'Abruzzo insigniti della "Stella al Merito del Lavoro". Dopo la consegna, da parte del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali sen. Maurizio Sacconi, delle onorificenze, nel Salone dei Corazzieri sono intervenuti il Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Cav. Lav. Benito Benedini, il Presidente dell'Associazione Nazionale Lavoratori Anziani di Azienda, ing. Riccardo Tucci, il Presidente della Federazione dei Maestri del Lavoro d'Italia, dott. Gianluigi Diamantini, e il Ministro Sacconi. Un lavoratore abruzzese ha testimoniato dell'impegno per la ripresa delle attività produttive nelle aree colpite dal sisma. L'attrice Raffaella Rea ha letto alcuni brani tratti dai discorsi di Amintore Fanfani e Giuseppe Di Vittorio all'Assemblea Costituente sulle prime parole della Carta fondamentale: "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro". La cerimonia si è conclusa con l'intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Erano presenti il Vice Presidente della Corte Costituzionale, prof. Ugo De Siervo, il sen. Benedetto Adragna, in rappresentanza del Senato della Repubblica, l'on. Renzo Lusetti per la Camera dei Deputati, i Consoli provinciali e regionali del Lazio e dell'Abruzzo, autorità civili ed esponenti del mondo del lavoro. Stiamo attraversando "una crisi economica globale senza precedenti" che richiede una risposta altrettanto globale, ha detto Napolitano, indicando la necessità di una azione comune europea, di una concertazione mondiale e, nel nostro Paese, della "lucida consapevolezza"che il tessuto imprenditoriale e sociale è in grado di reggere. La crisi potrebbe gonfiarsi, come è accaduto in America, solo se dovesse attecchire "il virus" della sfiducia. E "in effetti credo che non stia attecchendo", ha detto il capo dello Stato riprendendo alcuni temi del suo messaggio di fine anno, ma ciò non basta: "Occorre trasformare la crisi in una opportunità, in una occasione da non perdere per sciogliere nodi che da troppo tempo impacciano in Italia il cammino della crescita economica e sociale; tra questi l'attuale sistema normativo di regolazione dei rapporti di lavoro, da considerarsi insoddisfacente da entrambe le parti sociali, e in particolare per le categorie meno protette di lavoratori". Un evidente riferimento ala riforma della contrattazione, della cui necessità ha parlato anche il ministro del lavoro Maurizio Sacconi, prendendo la parola prima di Napolitano. Sotto i colpi della crisi finanziaria, la Festa del Lavoro si celebra quest'anno con il tema dell'occupazione e della caduta dell'attività produttiva "in primo piano anche in Italia", ha detto il presidente della Repubblica, che ha parlato delle preoccupazioni di chi teme di perdere il posto di lavoro, della caduta dell'attività produttiva, "dell'insufficienza della protezione sociale, della debolezza delle prospettive per i giovani in cerca di lavoro". Su questi temi, ha detto, "molte toccanti lettere a me indirizzate richiamano l'attenzione". Anche quest'anno Napolitano ha celebrato la Festa del Lavoro sottolineando l'attualità drammatica degli incidenti mortali sul lavoro. E' "un segnale positivo ma non ancora sufficiente", ha detto, il dato che indicato uno scendere delle morti bianche sotto il livello di 1.200 casi l'anno. "Il fenomeno rimane dolorosissimo e inquietante e si rischia di vederlo aggravarsi di fronte alla crisi economica". Questo rischio, ha detto Napolitano, si corre se di fronte alla crisi emergerà "qualche tendenza a ricorrere più facilmente al sommerso e comunque al lavoro irregolare, in special modo all'impiego illegale di immigrati. Occorre un più forte impegno a non abbassare in alcun modo la guardia su questo versante sempre cruciale". Nel segno della continuità dell'impegno contro le morti bianche, al termine della celebrazione il Capo dello Stato, accompagnato dal Ministro Sacconi, ha deposto una corona di alloro davanti al monumento ai Caduti sul lavoro, inaugurato lo scorso anno in Piazza Pastore, antistante la sede dell'Inail di Roma, alla presenza dei familiari dei lavoratori che quest'anno hanno ricevuto il riconoscimento alla memoria. Sono state conferite le seguenti onorificenze. - Medaglia d'oro al Merito Civile alla memoria del sig. Stefano Miniussi - Giovane operaio, espostosi, con generoso slancio, a grave rischio per prestare soccorso ad un collega scomparso sul fondo di una vasca di un impianto di depurazione, veniva colto da malore per le forti esalazioni nocive, sacrificando la vita ai più nobili ideali di altruismo ed umana solidarietà. Luminosa testimonianza di coraggio ed elevato senso civico. Trieste, 8 ottobre 2001. - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei lavoratori italiani deceduti a seguito delle esplosioni verificatesi, il 6 dicembre 1907, nella miniera di carbone di Monongah - West Virginia negli Stati Uniti d'America. - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei signori Valerio Anchino, Marino Barale, Antonio Cavicchioli, Massimiliano Manuello e Mario Ricca, deceduti a causa dell'esplosione e del successivo incendio nello stabilimento di molitura della ditta Molino Cordero. Fossano (CN), 16 luglio 2007. - Stella al Merito del Lavoro alla memoria dei signori Giuseppe Palermo, Salvatore Pulici, Salvatore Smecca, Natale Sofia, Salvatore Tumino e Giuseppe Zaccaria, deceduti a causa delle esalazioni sprigionatesi nel corso della pulitura delle vasche dell'impianto di depurazione comunale. Mineo (CT), 11 giugno 2008. - Stella al Merito del Lavoro alla memoria del signor Domenico Cagnina, deceduto a seguito di una caduta da una impalcatura mentre effettuava lavori di manutenzione presso la centrale termoelettrica dell'Enel. Termini Imerese (PA), 13 giugno 2008. - Menzione speciale alla memoria dei signori Ashour Maomhoud Mohamed Hassan e Salama Awad Omar Younes, lavoratori egiziani deceduti a seguito del crollo di un ponteggio presso un cantiere edile. Vighignolo frazione di Settimo Milanese (MI), 13 giugno

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Le favolette sull'unità resistenziale sono finite a Onna, il 25 aprile (sezione: Giustizia)

( da "Foglio, Il" del 02-05-2009)

Argomenti: Giustizia

2 maggio 2009 Dopo la celebrazione del Cav. Le favolette sull'unità resistenziale sono finite a Onna, il 25 aprile La celebrazione berlusconiana del 25 aprile a Onna potrebbe avere chiuso un ciclo della politica italiana: quello dell’uso della Costituzione e della Resistenza come strumenti di delegittimazione dell’avversario. Stagione spiegata con chiarezza da Marco Revelli su Liberazione: “Pensiamo al 1994, al primo governo Berlusconi. Quello fu un 25 aprile di lotta e vincente”. In qualche modo è la tesi anche di Adriano Prosperi sulla Repubblica quando sostiene che va difeso il nome di festa della Liberazione e non della Libertà perché questa è la via “per tenere aperta una ferita”. Esattamente il contrario del desiderio di tante persone di buon senso e di validi sentimenti: chiudere “le ferite” e smetterla di utilizzare la sacra guerra al maresciallo Kesserling e alleati saloini come surrogato della normale lotta politica. In questo contesto due tasselli fondamentali per ripartire sono stati fissati dal duo Giorgio Napolitano-Gianfranco Fini: la democrazia italiana non può essere ridotta a puro decisionismo legittimato dal voto, va impiantata in un sistema di contrappesi, di poteri, diritti definiti costituzionalmente. E la base di legittimità del sistema costituzionale italiano deriva dalla Resistenza. Subito dopo – ha anche spiegato Napolitano – definita questa cornice, viene l’urgenza di innovare le istituzioni. Questo il messaggio colto positivamente da Silvio Berlusconi. L’esigenza di innovare è fortissima anche perché la Costituzione nasce da un compromesso non sempre efficiente tra forze politiche che uscivano da una guerra civile e temevano di precipitare in un’altra. Un sentimento allora comprensibile che diventa però oggi un ostacolo a una dispiegata e libera democrazia: così per quel che riguarda il pasticcio corporativo del sistema giudiziario italiano (la non separazione tra giudici e magistrati inquirenti è quasi un unicum mondiale: anche il Portogallo ha superato questo lascito salazariano), così nella distribuzione di poteri tra assemblee ed esecutivo, tra stato centrale e sistema delle autonomie (e in prospettiva federale). E’ importante quindi distinguere le questioni di metodo (la procedura per modificare le coordinate istituzionali di uno stato deve essere una procedura complessa, attenta agli equilibri di poteri e diritti, non solo alle regole dell’efficienza) e simboliche (il valore della nostra libertà poggia sulla scelta dei partigiani che si opposero ai nazifascisti), dalle questioni di merito che richiedono un’elaborazione articolata ma puntuale. E’ lo stesso dibattito sull’antifascismo sviluppatosi in questi giorni che spiega come le soluzioni di domani non possano limitarsi in nessun modo a un puro evolversi nella nostra realtà storica. Lasciamo perdere l’estremismo che pure ha un ruolo importante nel centrosinistra italiano, tanto è vero che i suoi ultimi governi senza l’apporto degli estremisti non si sarebbero formati e vi sono ancora molte vedove dell’Unione, cioè del raccordo con Rifondazione comunista. Dino Greco spiega come l’estrema sinistra consideri solo due anni “italiani”, il 1947 e il 1948 (naturalmente fino al 18 aprile), veramente antifascisti. Oscar Lugi Scalfaro su questo argomento, deplorando i fischi a Roberto Formigoni per il 25 aprile, assume una posizione non solo da sepolcro ma da intero cimitero imbiancato, dice: “Non voglio credere che qualcuno usi le celebrazioni della Resistenza per dividere”. Come non vuole credere? Ignora il dibattito sostenuto innanzi tutto dai suoi attuali superlaudatores azionisti sulla Resistenza tradita? Si dimentica i quaranta anni di giovanotti (oggi diventati vecchiotti) che hanno sfilato a decine di migliaia gridando “la Resistenza è rossa, non è democristiana”? Meno ipocrita, perché non molto informato, Michele Serra sostiene che sulla Resistenza ci fu sempre una grande unità di tutta la politica italiana tanto è vero che quando andava in sezione da iscritto al Pci gli si diceva di difendere quelli degli altri partiti che venivano alla manifestazioni del 25 aprile, persino i monarchici. A Serra sfugge il dibattito che si è svolto per trenta anni su Fronte popolare, fronte unico e reale riconoscimento della legittimità democratica. Probabilmente non conosce bene quello splendido cominternista, inventore di fronti popolari che operò negli anni Trenta, Willy Muenzenberg, e le sue tattiche per utilizzare i compagni di viaggio (Lenin usò un’espressione più brutale). Sfuggono i venti anni precedenti a quando lui andava in sezione, la rottura dell’unità antifascista, le manifestazioni contrapposte, i giochi del Pci sul Movimento sociale, l’opposizione a Mario Scelba che voleva mettere fuori legge il partito neofascista e i togliattiani che si opponevano anche per indebolire la Dc. La complessità della vicenda italiana non è colta in parte anche da Eugenio Scalfari, naturalmente ben altrimenti informato, che sottolinea come la democrazia italiana si trasformò in partitocrazia tra la metà degli anni Sessanta e gli anni Ottanta. E’ questa una sommaria esecuzione del centrosinistra che dimentica però come, nei decenni precedenti, la tenuta di una democrazia non partitocratica da parte del centrismo fu praticata anche non attuando o attuando molto al rallentatore la Costituzione (dalla formazione della Corte costituzionale a quella del Consiglio superiore della magistratura al decollo delle regioni). Una “trappola”, la definiva Scelba. Principe senza scettro, democrazia senza Costituzione, chiamò Lelio Basso quella stagione. Per tener saldi principi e simboli, e insieme innovare profondamente, la prima cosa da fare è non raccontarsi favolette. di Lodovico Festa

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Affaire Burgaud : vives tensions au Conseil de la magistrature (sezione: Giustizia)

( da "Figaro, Le" del 02-05-2009)

Argomenti: Giustizia

Outreau : vives tensions au Conseil de la magistrature Laurence de Charette 01/05/2009 | Mise à jour : 21:47 | Ajouter à ma sélection . --> Vincent Lamanda, premier président de la Courde cassation et président de la formation chargée de juger le dossier Burgaud, a demandé au subsitut général Xavier Chavigné, qui fait l'objet d'une polémique, de ne plus siéger au CSM. Maudite. L'affaire d'Outreau aura jusqu'au bout divisé la magistrature. Cette fois, les soubresauts de ce fiasco judiciaire ont atteint l'instance judiciaire suprême, le Conseil supérieur de la magistrature (CSM), aujourd'hui ouvertement divisé sur l'attitude à tenir vis-à-vis de l'un des siens, Xavier Chavigné. Au point même que jeudi, Vincent Lamanda, premier président de la Cour de cassation et président de la formation chargée de juger le dossier de Fabrice Burgaud, a été désavoué par les siens. Il avait demandé à Xavier Chavigné, membre du CSM de ne pas siéger, celui-ci a refusé d'obtempérer et la séance s'est déroulée normalement. Une situation inédite dans l'univers en principe si feutré de la haute magistrature. Les «sages» du CSM sont en effet prisonniers d'un inextricable imbroglio. La sanction qu'ils ont finalement prononcée - une simple réprimande - à l'égard de Fabrice Burgaud la semaine dernière n'a satisfait personne. Ni l'opinion publique, pour qui elle paraît trop faible, ni les magistrats, qui eux l'estiment injustifiée, ni l'intéressé lui-même. La défense de ce dernier l'a contestée, lançant un ultime scandale, puisque ses avocats ont relevé que Xavier Chavigné, membre du CSM, avait siégé lors de l'une des audiences de la chambre de l'instruction de Douai. À cette époque, il y a environ six ans, celle-ci avait étudié et rejeté l'une des multiples demandes de mise en liberté de l'abbé Wiel, aujourd'hui acquitté. «Vacation» ponctuelle À leurs yeux, Xavier Chavigné aurait donc été à la fois juge et partie, ce qui, selon la défense de Fabrice Burgaud, remettrait en cause toute la décision du CSM. Le Conseil d'État pourrait être amené à trancher. En attendant, c'est la crédibilité du CSM, et par ricochet de toute l'institution judiciaire, qui est en cause. Et, de nouveau, les sages peinent à déterminer la bonne conduite à tenir : couper une tête ou serrer les coudes. Mercredi soir, Xavier Chavigné, dans un tête-à-tête avec Vincent Lamanda, a plaidé son dossier en rappelant les faits : il n'a effectué qu'une «vacation» ponctuelle, c'est-à-dire un simple remplacement, pendant l'été. Il n'a même siégé qu'au cours d'une seule audience et n'a pas eu à traiter de l'instruction de Fabrice Burgaud. Il s'agissait d'une demande de mise en liberté, or tout ce qui concerne la détention ne relève pas du domaine du juge d'instruction. Fabrice Burgaud n'était d'ailleurs déjà plus présent à Boulogne-sur-Mer depuis un an. Le lendemain, lors d'une réunion informelle de crise, Vincent Lamanda a toutefois déclaré aux membres du conseil qu'il recommandait à Xavier Chavigné de ne plus siéger en disciplinaire pour l'instant. Une déclaration qui est restée sans effet puisque, lors de la séance disciplinaire qui a suivi, Xavier Chavigné, magistrat globalement apprécié et largement soutenu au Conseil supérieur de la magistrature, est resté à sa place. Il devrait d'ailleurs continuer à siéger. Rien ne l'obligeant juridiquement à suivre la recommandation du premier président. » INTERVIEW - Chavigné : «Je n'ai jamais rien voulu cacher»

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