CENACOLO DEI COGITANTI |
I penalisti: separare le
carriere (
da "Giornale di Brescia"
del 01-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Come loro siamo parti nel processo
e non vediamo per quale ragione dovremmo essere solo degli spettatori». L'avv.
Pellizzari valuta anche i contenuti dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.
«Oltre alla terribile conta di dati negativi - commenta - non c'è un momento
propositivo e costruttivo in cui
si cerchi di trovare rimedi ai mali della giustizia»
tribunale, più magistrati
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 01-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: inaugurazione dell'anno giudiziario
del distretto del Fvg. Una valutazione positiva sullo sblocco de processi per le morti da amianto «ma occorre risolvere il
problema del sottorganico». «I problemi della
giustizia goriziana sono stati dunque in primo piano ieri a Trieste durante la
cerimonia per l'inaugurazione dell'anno giudiziario.
DOPO la Corte di
Cassazione anche nelle Corti d'Appello si sono svolte le cerimonie d'inau...
( da "Messaggero, Il (Metropolitana)"
del 01-02-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che proprio in tema di giustizia
mescolò vino vecchio e nuovo, con gli effetti nocivi che oggi ci affliggono. Il
potere giudiziario è un tramite diretto tra lo Stato e i cittadini, è il
profilo più autorevole dello Stato-comunità. Non gli giova essere frammentato
in corpi giudiziari separati, oltretutto con status economici diversificati.
Ma questo sovrano quando
riesce ad avere leggi, che sembrano corrispondere ai suoi bisogni, ... ( da "Messaggero,
Il" del 01-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che proprio in tema di giustizia
mescolò vino vecchio e nuovo, con gli effetti nocivi che oggi ci affliggono. Il
potere giudiziario è un tramite diretto tra lo Stato e i cittadini, è il
profilo più autorevole dello Stato-comunità. Non gli giova essere frammentato
in corpi giudiziari separati, oltretutto con status economici diversificati.
Giustizia, sette anni per
una sentenza ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 01-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: non incidono sul concreto svolgimento
dei processi». Insomma: bisogna riformare la giustizia nel senso di garantirne
il buon funzionamento pensando «a un pubblico servizio reso ai cittadini». In
quest'ottica il primo problema è la riduzione «degli intollerabili tempi dei
processi». Per fare questo «non occorrono modifiche costituzionali ma riforme
legislative e organizzative che,
Processi troppo lenti, la
Giustizia è in affanno ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 01-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: sette per un verdetto civile: il
problema della Giustizia è legato alla lentezza dei processi. Nell'inaugurare l'anno giudiziario
del distretto di Corte d'appello della Sardegna il presidente Vicenzo Oliveri
sottolinea che i rimedi non possono essere la separazione delle carriere fra
giudice pm o la divisione del Csm.
addio tribunale? tempio prepara le barricate
( da "Nuova Sardegna, La"
del 02-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: accentrare i magistrati in un
ufficio giudiziario più grande sono state superate dal pensiero espresso dal
primo presidente della Corte d'appello. Dal suo osservatorio prililegiato
Vincenzo Oliveri, che conosce alla perfezione la situazione della giustizia in
Gallura, non ha infatti sollecitato (come ha fatto
l'Associazione nazionale magistrati) la chiusura degli uffici giudiziari,
Anno Giudiziario 2009:
l'intervento del Presidente del Consiglio Nazionale Forense
( da "AltaLex" del 02-02-2009)
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Giustizia
Abstract: Italia un paese poco affidabile per
gli investitori a causa del suo sistema giudiziario, a ritenere il ruolo degli
avvocati del tutto marginale. La cultura giuridica di cui siamo portatori
insieme con coloro che autorevolmente amministrano la giustizia, la tradizione
di libertà espressa per l?appunto dal ?libero foro?
"Sulla giustizia
l'accordo è difficile" ( da "Corriere
Adriatico" del
02-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: partono dalla necessità di far
funzionarela macchina giudiziaria: processi più rapidipene certe, nessuna
leggerezza quando sono in ballo libertà e privacy" "Sulla giustizia
l'accordo è difficile" Veltroni tuona contro la maggioranza: vuole indebolire
l'autonomia dei giudici ROMA - "Sulla Giustizia è difficile trovare un
accordo se l'esecutivo insegue solo la separazione delle carriere,
Inaugurato anche a
Catanzaro l'anno giudiziario. Il Pg Iannelli:
( da "Giornale di Calabria, Il"
del 02-02-2009)
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Giustizia
Abstract: dei tempi della giustizia "il
vero processo è quello delle indagini preliminari celebrate sui media, è una
manifestazione eclatante della barbarie a cui è giunta l'Italia". Un lungo
applauso tributato in piedi dai componenti della Corte d'appello di Catanzaro,
della Procura generale e da tutti i partecipanti alla inaugurazione
dell'Anno giudiziario ha salutato la conclusione dell'
processi civili: lentezza
e confusione ( da "Nuova
Sardegna, La" del
03-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: giudiziario - si sono rivelati
peggiori del male, giacchè non è stata perseguita una coerente impostazione
medianteuna visione generale dei problemi della giustizia». Per Oliveri
«un'imponente e disordinata produzione legislativa si è sovrapposta in modo
irrazionale ceusando incertezze e instabilità nella disciplina processuale e
una ancor più grave precarietà sul piano organizzativo,
Tribunale, 30 tecnici e
computer in tilt ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del
03-02-2009)
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Giustizia
Abstract: REDAZIONALE I problemi della
giustizia Nella sede di piazza De Nicola cento apparecchi fuori uso Tribunale,
30 tecnici e computer in tilt In tutto il Veneto sono solo quattro. Il processo
telematico ancora fermo Quindici tecnici assunti da
ditte private, ma costano il doppio rispetto ai dipendenti del ministero BARI —
Ci sono "gravi
indizi" di sconquasso giustizia
( da "Famiglia Cristiana"
del 03-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Il ministro della Giustizia
Angelino Alfano all'inaugurazione dell'Anno giudiziario a Napoli (foto Ansa).
Le cause di tale disastro sono note da anni. Attualmente le denunce più pesanti
che arrivano dal mondo giudiziario riguardano la carenza di mezzi e di
personale, la dispersione di tanti piccoli Tribunali in troppe località,
il tribunale militare fu
un abuso di crispi - francesco renda
( da "Repubblica, La"
del 05-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: Ora a conferma di quello storico
giudizio esce Il processo imperfetto. 1894 I Fasci siciliani alla sbarra
(Sellerio, 2008) scritto dal dottor Rino Messina, sostituto procuratore
generale presso la Corte di Appello di Palermo, che dedica 445 pagine all´esame
della vicenda giudiziaria del processo celebrato dal tribunale militare di
guerra istituito da Crispi.
L'attacco alla separazione
dei poteri ( da "AprileOnline.info"
del 05-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: dotato di enormi poteri personali
come in USA o in Francia, le soglie di sbarramento che permettono solo alle
grandi lobbies di accedere ai parlamenti, sono altrettante misure che
colpiscono il potere legislativo la cui indipendenza, come quella del potere
giudiziario, viene incessantemente ridotta a profitto del potere esecutivo.
Laudati: questa mozione
peserà ( da "Avvenire"
del 06-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: che si arrivi a uno scontro fra
potere giudiziario ed esecutivo, in Brasile? Non proprio. Lo strumento su cui
puntare è l'esercizio di un sindacato di legittimità della Suprema Corte. Che,
insieme alla pressione politico-diplomatica di Europa e Italia, potrebbe
indurre il presidente Lula a chiedere al suo ministro quello che tecnicamente
viene chiamato atto di '
Processo penale, si cambia (
da "Giornale di Brescia"
del 07-02-2009)
Argomenti:
Giustizia
Abstract: ombra della Giustizia Lanfranco
Tenaglia, la riforma «in alcune parti è dannosa, in
altre insoddisfacente. Accanto a proposte utili sono state inserite soluzioni
che preoccupano», come le modifiche del rapporto tra
pm e polizia giudiziaria. Le deleghe, «non sono la premessa migliore per
ottenere una collaborazione da parte dell'Udc»
( da "Giornale di Brescia" del
01-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Edizione: 01/02/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:brescia e
provincia I penalisti: separare le carriere A Milano inaugurazione di protesta
dell'Unione Camere Penali Da alcuni anni disertano l'appuntamento. Da due ne
organizzano uno tutto loro. «Di protesta e costrutto». Gli avvocati dell'Unione
delle camere penali si sono ritrovati a Milano mercoledì scorso per la loro
inaugurazione dell'anno giudiziario. Erano in più di
quattrocento, tra loro anche Luciano Violante, Emma Bonino, Niccolò Ghedini oltre
al presidente della Corte d'appello milanese Giuseppe Grechi.
«A monte di questa iniziativa c'è innanzitutto una
protesta nei confronti dell'appuntamento istituzionale. L'anno giudiziario che si celebra nelle sedi di Corte d'appello ci
vorrebbe presenti nei panni del convitato di pietra - dice l'avv. Fausto
Pellizzari presidente dell'Unione delle Camere penali della Lombardia Orientale
- e questo per un malinteso senso del nostro ruolo. Noi al pari dei magistrati
ci sentiamo padroni di casa in Tribunale. Come loro siamo
parti nel processo e non vediamo per quale ragione dovremmo essere solo degli
spettatori». L'avv. Pellizzari valuta anche i contenuti dell'inaugurazione
dell'anno giudiziario. «Oltre alla terribile conta di dati negativi - commenta - non c'è
un momento propositivo e costruttivo in cui si cerchi di trovare rimedi ai mali
della giustizia». L'inaugurazione dell'Unione delle Camere penali,
nell'intento dei suoi organizzatori, si propone di «parlare dei reali problemi della giustizia». A Milano
tra le altre cose si è parlato di riforma della giustizia
auspicando «riforme vere e non gattopardesche». Si è discusso innanzitutto di
separazione delle carriere dei giudici. «È un passaggio non più rinviabile -
dice l'avv. Pellizzari - per arrivare ad un processo in cui davvero accusa e
difesa siano sullo stesso piano, in modo che non ne risulti vulnerata la
terzietà del giudice». L'Ucpi inoltre auspica una disciplina dell'azione penale
che ne assicuri in concreto l'obbligatorietà. «L'azione
penale non può essere lasciata alla discrezionalità libera del pm. Alcuni reati
- prosegue Pellizzari - rischiano di non essere perseguiti». Quanto alla
riforma in senso più diffuso le Camere penali italiane auspicano un nuovo
codice penale e una riforma sistematica di quello di procedura penale in modo
da recuperare «l'autenticità di processo di parti». «Dev'essere questa
l'occasione - ha detto concludendo Pellizzari - per rimediare alle molte norme
che sono state emanate nella male interpretata
esigenza di sicurezza dei cittadini. Ma che in realtà spesso violano i principi
costituzionali e deprimono la qualità della giurisdizione». pi.
pra.
( da "Messaggero Veneto, Il" del
01-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Pagina 3 - Gorizia
«Tribunale, più magistrati» Il pg Deidda: altrimenti tutti gli sforzi saranno
vanificati ANNO GIUDIZIARIO «La macchina della giustizia
nel capoluogo isontino si è rimessa in moto» Dapelo ha posto invece l'accento
sul grave degrado del carcere, il "peggiore del Fvg" «Chi aspettava
da tanti anni che la macchina della giustizia a
Gorizia si rimettesse in moto può essere soddisfatto». Questa la considerazione
espressa ieri dal procuratore generale di Trieste Beniamino Deidda all'inaugurazione dell'anno giudiziario del
distretto del Fvg. Una valutazione positiva sullo sblocco de processi per le morti da amianto «ma occorre risolvere il problema del
sottorganico». «I problemi della giustizia goriziana sono stati dunque in primo piano ieri a Trieste
durante la cerimonia per l'inaugurazione dell'anno giudiziario.
Il procuratore generale Deidda ha espresso la propria soddisfazione per la
chiusura dei primi processi (in aprile c'è stata la
prima sentenza di condanna) e l'accelerata impressa con nuovi rinvii a giudizio
nell'ambito dei procedimenti legati alle centinaia di casi di operai dei
cantieri navalmeccanici di Monfalcone morti per malattie riconducibili
all'esposizione all'amianto. Deidda ha ricordato che in seguito all'avocazione
dei fascicoli da parte della Procura generale sono state chiuse 42 indagini per
altrettante morti di operai esposti alla fibra killer. «La magistratura - ha
sottolineato - ha trovato la forza di porre rimedio ai ritardi e alla richiesta
di giustizia e così ha dimostrato che il processo può
avere una ragionevole durata». Secondo Deidda, però, lo sforzo dei pubblici
ministeri resterà inutile se non verrà adeguato l'organico attualmente operante
nel palazzo di giustizia goriziana che da anni risulta
gravemente sottodimensionato. A tale proposito il procuratore generale ha
ricordato gli «importanti sviluppi» seguiti all'appello che lo stesso Deidda ha
lanciato lo scorso anno circa la difficile situazione del tribunale di via
Sauro culminati nella visita degli esponenti della prima commissione del Consiglio superiore della magistratura che ha poi adottato
una risoluzione che ritiene «indifferibile la necessità di un intervento sulla
pianta organica» dell'ufficio giudicante goriziano. «C'è da sperare - ha
concluso Deidda - che si possa finalmente risolvere l'annosa questione di un
tribunale ampiamente sotto dimensionato». Da registrare poi, sempre nel corso
della giornata di ieri, le considerazioni del presidente della Corte d'appello
Carlo Dapelo che oltre a ribadire i problemi della
Procura goriziana, che si trova a fronteggiare una criminalità multiforme che
comprende per esempio il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ha
posto l'accento sulla situazione critica del carcere di via Barzellini,
giudicato il peggiore della regione, e sottolineato anche come la struttura sia
inadeguata e non offra garanzie dal punto di vista della sicurezza. Piero
Tallandini
( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 01-02-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il)
Argomenti: Giustizia
Domenica 01 Febbraio 2009 Chiudi DOPO la Corte di Cassazione anche nelle
Corti d'Appello si sono svolte le cerimonie d'inaugurazione dell'anno giudiziario, con relazioni e interventi che, nel fare un
bilancio non esaltante dello stato della giustizia, invocano
durature e urgenti riforme. I cittadini reclamano giustizia,
nelle due forme di sentenze rese in tempi ragionevoli e di contenuto
corrispondente allo spirito delle leggi e al bene comune. Una giustizia tardiva è denegata giustizia,
lo è egualmente una giustizia ingiusta. Siamo, ormai
da troppo tempo, su quel confine della delusione e della sfiducia verso la giustizia, valicato il quale questi stati d'animo si
rivolgono verso lo Stato, perché la prima delle ragioni per il patto sociale
fondativo dello Stato è che lo Stato renda ai cittadini quella giustizia, che altrimenti si farebbero da sé, con la
violenza privata o con la vendetta. Occorre avere chiarezza su questa origine e
natura della questione giustizia, per non ridurla ad
un settore circoscritto della vita collettiva, al funzionamento di un qualsiasi
apparato pubblico. Quando i magistrati denunciano le disfunzioni della giustizia, sembrano richiedere riforme procedurali,
amministrative, entro la cornice esistente. Governo, opposizione, gruppi di
opinione e di interessi vorrebbero non sfidare i magistrati e trovare la via di
riforme cosiddette condivise, che somigliano a vestiti su misura fatti dal
proprio sarto personale. Occorre invece porsi domande radicali. Perché si
riconosca lo Stato di diritto, basta che si registri una distinzione formale
tra i tre poteri, esecutivo, legislativo e giudiziario,
senza interferenze e conflitti? I tre poteri sono emanazione della sovranità
popolare. Il Parlamento rappresenta il popolo e legittima con il consenso del
popolo il governo. La giurisdizione amministra la giustizia
in nome del popolo. Ma questo sovrano quando riesce ad avere leggi, che
sembrano corrispondere ai suoi bisogni, le vede poi tradotte sempre in concreti
atti di giustizia? La sicurezza, che è il bene atteso
dai cittadini traverso il giudice penale, è compatibile con la diversità delle
iniziative e delle decisioni giudiziarie e conseguente incertezza della pena e
delle sue applicazioni? Il torto e la ragione nei processi
civili e amministrativi dipendono dal dettato della legge o sempre di più dal
fluttuare delle giurisprudenze? Ma andiamo oltre: la stessa cultura che si
apprende e tramanda e innova nelle Facoltà giuridiche non tende forse a fornire
un corredo per legislatori, giudici, avvocati di soli strumenti logici e
tecnici? I Romani vedevano nel diritto il bonum e l'aequum, cioè il nesso tra
valori etici e razionali. La loro eredità l'abbiamo dissipata. Fosse solo
quella! In Assemblea costituente si discusse se non sarebbe stato opportuno
ripristinare l'unità strutturale della giurisdizione, un unico ordine di
giudici civili, penali, amministrativi, contabili, militari, in un unico
palazzo di giustizia, ove fosse possibile al cittadino
ottenere giustizia dal giudice competente, senza
impigliarsi nella selva delle giurisdizioni separate, inconveniente al quale si
vorrebbe porre rimedio con un tribunale dei conflitti. Le menti più illuminate
tra i Padri costituenti non arrivarono con i loro progetti al testo definitivo della
Carta costituzionale, che proprio in tema di giustizia mescolò vino vecchio e nuovo, con gli effetti nocivi che oggi ci
affliggono. Il potere
giudiziario è un tramite diretto tra lo Stato
e i cittadini, è il profilo più autorevole dello Stato-comunità. Non gli giova
essere frammentato in corpi giudiziari separati, oltretutto con status
economici diversificati. Nel nostro Paese l'approccio dei cittadini con
la giustizia esige sempre una intermediazione
tecnica in crescente iperspecializzazione. Il distacco dai comuni privati fa
dei giudici e dei legali non professioni, ma caste. Il
diritto va semplificato, non solo nella quantità delle leggi, e nelle
esondazioni giurisprudenziali, ma nella grammatica e nella sintassi della
lingua dei giuristi, che deve poter essere intesa da quanti parlano l'italiano
comune. Come si vede, la questione giustizia
è un'insieme culturale e costituzionale. Non facciamole un lavoro da rammendo.
( da "Messaggero, Il" del
01-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Domenica 01 Febbraio 2009 Chiudi di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA Ma questo
sovrano quando riesce ad avere leggi, che sembrano corrispondere ai suoi
bisogni, le vede poi tradotte sempre in concreti atti di giustizia?
La sicurezza, che è il bene atteso dai cittadini traverso il giudice penale, è
compatibile con la diversità delle iniziative e delle decisioni giudiziarie e
conseguente incertezza della pena e delle sue applicazioni? Il torto e la
ragione nei processi civili e amministrativi dipendono
dal dettato della legge o sempre di più dal fluttuare delle giurisprudenze? Ma
andiamo oltre: la stessa cultura che si apprende e tramanda e innova nelle
Facoltà giuridiche non tende forse a fornire un corredo per legislatori,
giudici, avvocati di soli strumenti logici e tecnici? I Romani vedevano nel
diritto il bonum e l'aequum, cioè il nesso tra valori etici e razionali. La
loro eredità l'abbiamo dissipata. Fosse solo quella! In Assemblea costituente
si discusse se non sarebbe stato opportuno ripristinare l'unità strutturale
della giurisdizione, un unico ordine di giudici civili, penali, amministrativi,
contabili, militari, in un unico palazzo di giustizia,
ove fosse possibile al cittadino ottenere giustizia
dal giudice competente, senza impigliarsi nella selva delle giurisdizioni
separate, inconveniente al quale si vorrebbe porre rimedio con un tribunale dei
conflitti. Le menti più illuminate tra i Padri costituenti non arrivarono con i
loro progetti al testo definitivo della Carta costituzionale, che proprio in tema di giustizia mescolò
vino vecchio e nuovo, con gli effetti nocivi che oggi ci affliggono. Il potere giudiziario è un tramite diretto tra lo Stato e i cittadini, è il profilo
più autorevole dello Stato-comunità. Non gli giova essere frammentato in corpi
giudiziari separati, oltretutto con status economici diversificati. Nel
nostro Paese l'approccio dei cittadini con la giustizia
esige sempre una intermediazione tecnica in crescente
iperspecializzazione. Il distacco dai comuni privati fa dei giudici e dei legali
non professioni, ma caste. Il diritto va semplificato,
non solo nella quantità delle leggi, e nelle esondazioni giurisprudenziali, ma
nella grammatica e nella sintassi della lingua dei giuristi, che deve poter
essere intesa da quanti parlano l'italiano comune. Come si vede,
la questione giustizia è un'insieme culturale e
costituzionale. Non facciamole un lavoro da rammendo.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 01-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Cagliari e Provincia
Pagina
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 01-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Prima Pagina Pagina 2 Cagliari. Inaugurato l'anno giudiziario, cinque anni per una sentenza penale Processi
troppo lenti, la Giustizia è in affanno Cagliari..
Inaugurato l'anno giudiziario, cinque anni per una
sentenza penale --> Cinque anni per una sentenza penale, sette per un verdetto civile: il problema della Giustizia è
legato alla lentezza dei processi. Nell'inaugurare l'anno giudiziario del
distretto di Corte d'appello della Sardegna il presidente Vicenzo Oliveri
sottolinea che i rimedi non possono essere la separazione delle carriere fra
giudice pm o la divisione del Csm. Bisogna piuttosto colmare i vuoti di
organico e rivedere le circoscrizioni giudiziarie. In quest'ottica il Tribunale
di Lanusei andrebbe accorpato a quello di Nuoro. CHIAPPE A PAGINA 17
( da "Nuova Sardegna, La" del
02-02-2009)
Argomenti: Giustizia
di Giampiero Cocco Addio tribunale?
Tempio prepara le barricate Il sindaco Pintus: «Niente chiusura, al contrario
gli uffici vanno potenziati» TEMPIO. Per il sindaco di Tempio Antonello Pintu
le affermazioni del presidente della Corte d'Appello di Cagliari, Vincenzo
Oliveri, che nell'inaugurare l'anno giudiziario della
Sardegna ha auspicato la chiusura dei tribunali di Tempio e Lanusei trasferendo
i magistrati e gli uffici giudiziari a Olbia «sono
l'ennesima e ingiustificata ingerenza dei giudici nelle competenze della
politica, un maldestro schiaffo del potere giudiziario
a quello politico. Il presidente della Corte pensi a fare il magistrato e lasci
la gestione del territorio, e degli uffici istituzionali esistenti, alle
decisioni del potere esecutivo». «I
giudici - ha detto Antonello Pintus - sostengono d'essere nel mirino della
politica, ma in questo caso sono i cittadini della Gallura ad essere nelle mire
della magistratura. Non riesco a capire in che modo si potrà assicurare meglio
l'amministrazione della giustizia, ed effettuare
risparmi in questo settore, semplicemente spostando un tribunale esistente da
un secolo e mezzo (quello di Tempio) nell'altro capoluogo gallurese, Olbia.
Invito invece l'alto magistrato di Cagliari a preoccuparsi delle carenze
d'organico del tribunale gallurese, sollecitando il Csm e il ministero della
Giustizia per l'invio di personale amministrativo e
magistrati». La battaglia per il tribunale, assicura Antonello Pintus, è
soltanto agli inizi: «muoveremo i nostri passi verso il governo nazionale non
appena capiremo la portata delle dichiarazioni del presidente della Corte
d'appello». Il motivo di fondo della forte preoccupazione di Antonello Pintus è
semplice: se Tempio dovesse perdere il tribunale - l'ufficio più importante
della Gallura - anche il tessuto socio-economomico della città, già in asfissia
a causa di una profonda crisi nel settore trainante, l'industria del sughero,
ne risentirebbe pesantemente. I numeri del tribunale di Tempio, la cui
circoscrizione comprende l'intera Gallura e parte del Goceano, sono imponenti:
tra soppravvenienze e affari trattati - in campo civile, panale e del lavoro -,
si posiziona al terzo posto nell'isola. L'idea - già ventilata nei giorni
scorsi dall'Associazione nazionale magistrati e cassata dal secco no di Silvio
Berlusconi - di sopprimere i tribunali minori (come quelli di Tempio e Lanusei)
per accentrare i magistrati in un ufficio giudiziario più grande sono state superate dal pensiero espresso dal primo
presidente della Corte d'appello. Dal suo osservatorio prililegiato Vincenzo
Oliveri, che conosce alla perfezione la situazione della giustizia in Gallura, non ha infatti sollecitato
(come ha fatto l'Associazione nazionale magistrati) la chiusura degli uffici
giudiziari, ma il trasferimento e potenziamento della sede centrale nel
luogo dove reati e richieste di giustizia sono
maggiori, cioè Olbia e il suo vasto hinterland. Che, da soli, producono
all'incirca il 77 per cento del lavoro degli uffici giudiziari.
( da "AltaLex" del
02-02-2009)
Argomenti: Giustizia
Anno Giudiziario
2009: l'intervento del Presidente del Consiglio Nazionale Forense Relazione di
Guido Alpa 30.01.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Se si vuole
accedere alla prospettiva del mercato, senza giungere agli eccessi della
?commercializzazione? della professione, ben venga una
disciplina che renda più competitiva l?Avvocatura italiana rispetto a quelle
degli altri Paesi europei, e anche più competitiva rispetto alle altre
professioni. Costituzionale | Anno giudiziario 2009
Inaugurazione Anno Giudiziario 2009 INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CNF Roma, 30
gennaio 2009 Signor Presidente della Repubblica, signor Presidente del
Consiglio, signor Presidente della Corte costituzionale,
signor Ministro Guardasigilli, signor Primo Presidente, Signor Procuratore
Generale, Eminenza Autorità civili e militari porgo a loro e a tutti gli
intervenuti il deferente saluto del Consiglio nazionale forense e mio
personale. Nel corso del congresso nazionale forense, che si è celebrato a
Bologna nel novembre scorso, si è dedicato ampio spazio ai problemi
della giustizia, resi particolarmente acuti dalla
perpetuazione della crisi che investe ormai da decenni la macchina processuale
del nostro Paese. La situazione si è aggravata vieppiù a causa della recessione
economica che ha assunto dimensioni globali e una veemenza inaspettata. La
recessione produrrà inevitabilmente effetti negativi anche sul contenzioso: è
prevedibile la moltiplicazione delle azioni rivolte alla tutela del credito,
l?instaurazione di procedure connesse alla insolvenza
delle imprese, e più generalmente una soluzione conflittuale, anziché
amichevole, delle controversie. L? Avvocatura, consapevole del suo ruolo e
della responsabilità che ciascun cittadino deve assumersi in questi frangenti,
senza perdere la speranza, ma anzi cercando di volgere le difficoltà del
momento in un ammonimento ed in uno sprone per ridare credibilità al sistema e
vigore allo sviluppo economico ? come ci ha esortato il Capo dello Stato nel
suo discorso di fine d?anno - intende profondere il suo impegno nel modo più
rigoroso per agevolare la situazione e contenere i tempi delle fasi cruciali.
Al congresso si sono esaminate le possibile vie
d?uscita alla situazione che già allora si stava delineando e che nei mesi
successivi si è definita con contorni più netti La stato delle cose, illustrato
con la consueta precisione dal Presidente della Suprema Corte continua ad
essere preoccupante. I dati or ora declinati confermano la tendenza negativa
già registrata negli anni passati, come emerge anche dal Rapporto del CEPEJ che
ne ha fatto oggetto di esame comparativo con la situazione in cui versa la giustizia negli altri Paesi del Consiglio d?Europa.
Pubblicato nell? ottobre scorso, i dati si riferiscono
al 2006; il rapporto elabora statisticamente i tempi e i modi nei quali
funziona la macchina della giustizia affidata agli
apparati pubblici. E? amaro constatare che la giustizia civile ? a differenza di quella penale e di quella
amministrativa - connota il nostro Paese in modo non encomiabile; in alcune
tabelle, ad es. in quella riguardante il numero dei procedimenti pendenti e
tempi del loro esaurimento ? il nostro Paese è in coda rispetto ai Paesi dell?
Unione europea, ma purtroppo rispetto anche agli altri del continente, seguito
solo dalla Bosnia Erzegovina. Questi dati riflettono tuttavia solo uno spicchio
della situazione complessiva. Come tutte le analisi statistiche ed economiche
che tengono conto dei dati più facilmente verificabili ,
dà spazio ai costi senza tener conto dei benefici. Quanto ai costi, la spesa in
questo settore non risulta essere inferiore a quella stanziata in Paesi
economicamente forti, come la Francia, la Germania o il Regno Unito; è evidente
però che là dove il numero dei procedimenti e i tempi del loro esaurimento sono
ridotti l?investimento produce effetti più considerevoli. Ma credo che sia
necessario correggere quell?analisi almeno sotto due profili: l?ampio ricorso
alla giustizia ordinaria, che costituisce un primato
per noi; e questo è il segno che, pur in condizioni difficili, ai giudici
togati continuano ad affidarsi milioni di cittadini, come dimostra il numero
dei procedimenti pendenti; il costo della giustizia
per i suoi utenti, che nel nostro Paese è ancora tollerabile e quindi non
costituisce un ostacolo al suo accesso. Sarà allora una questione di ottimale
distribuzione delle risorse, di completamento dell?organico, di migliore
gestione della organizzazione amministrativa. A questo
programma di miglioramento stiamo lavorando, in collegamento con gli Ordini
distrettuali e territoriali e con i componenti dei consigli giudiziari, che ci
aiutano a monitorare il sistema e a segnalarne le manchevolezze, oltre che i
possibili rimedi. Solo in questo modo il diritto alla difesa, consacrato
dall?art. 24 della Costituzione, che costituisce ancora uno dei grandi meriti
che si possono ascrivere alla legge fondamentale, potrà essere compiutamente
applicato, come si è avuto modo di sottolineare in occasione dei numerosi
incontri di studio promossi, anche per merito della Corte costituzionale, in
quest?anno fecondo che ha celebrato i sessanta anni della Costituzione
repubblicana. Quanto ai rimedi, l?anno appena trascorso ha recato alcune
importanti innovazioni. L? Avvocatura ha dato immediato riscontro e offerto la
sua disponibilità alla creazione di organismi di conciliazione e mediazione
presso i Tribunali, che potranno essere gestiti dagli Ordini forensi, con la
partecipazione degli avvocati in veste di conciliatori e mediatori. Questo
ruolo è espletato regolarmente nell?ambito della c.d. giustizia
privata; ma è svolto dagli avvocati in via di supplenza nella veste di giudici
onorari, il cui numero è quasi il doppio di quello dei giudici togati. Allo
stesso modo l?Avvocatura ha accolto con favore, ed è quindi disponibile a
realizzare compiutamente, il progetto in allestimento di estensione del
processo telematico a tutte le procedure e in tutte le sedi. Anche le riforme -
annunciate al congresso dal Ministro della Giustizia - sono state accolte con
favore; alcune di esse per la verità erano già state oggetto di ripetute
proposte e richieste dell?Avvocatura: dalla semplificazione dei riti
processuali alla riorganizzazione normativa del sistema, dalla specializzazione
dei giudici alla migliore definizione dei confini della giurisdizione, e così
via; temi sui quali molto si è discusso, anche in quest?aula, grazie alle
iniziative seminariali promosse dal Primo Presidente. Abbiamo anche esaminato
qualche testo proposto in sede governativa e abbiamo partecipato alle audizioni
delle commissioni parlamentari competenti. Attendiamo ora di esaminare la
versione definitiva dei provvedimenti, che è stato annunciata come imminente, e
confidiamo che ci sia data la possibilità di contribuire, sulla base
dell?esperienza maturata diuturnamente nelle aule di giustizia,
a che il testo posto in approvazione tenga conto delle esigenze che abbiamo
segnalato. D?altra parte, questo è uno dei compiti istituzionali del Consiglio,
al quale non intendiamo sottrarci. Abbiamo accolto con favore la decisione di
introdurre nel nostro ordinamento una azione
risarcitoria collettiva che assicuri ai consumatori quello strumento
processuale che la Commissione europea ha raccomandato nel piano strategico di
tutela dei consumatori per gli anni 2007-2013, con il Libro verde sui rimedi
collettivi [COM(2008) 794 del 27 novembre 2008] e con il Rapporto sulla
effettività e sull?efficacia dei rimedi collettivi, pubblicato il 23 dicembre
scorso. Attendiamo, anche in questo settore, di esaminare il testo, grati se ci
sarà data la possibilità di offrire la nostra collaborazione, questa volta non
sulla base dell?esperienza, che dovrà essere costruita sul campo, ma sulla base
dei principi di chiarezza, coerenza, efficacia a cui dovrebbero rispondere
tutti i provvedimenti normativi ed in particolare questo ,
la cui redazione, come abbiamo potuto constatare esaminando il testo approvato
dal Parlamento e poi saggiamente sospeso, implica particolari difficoltà di
natura tecnica, oltre che scelte di natura politica. Siamo ovviamente
disponibili a collaborare alla applicazione del
Regolamento comunitario n. 1896 del 2006, entrato in vigore il 12 dicembre
scorso, sul procedimento ingiuntivo, e alla applicazione del Regolamento
comunitario n. 861 del 2007 , entrato in vigore il 1 gennaio scorso , sulle
controversie di modesta entità, che semplifica i procedimenti relativi a
controversie transfrontaliere in materia civile e commerciale; le small claims
potrebbero essere anche amministrate dagli stessi organismi di conciliazione e
mediazione, ai quali il legislatore potrebbe affidare i compiti giudiziali
previsti dal Regolamento, e ciò per non gravare ulteriormente il carico, già
gravoso, della giustizia ordinaria. Le small claims
richiamano alla mente la tutela dei diritti ?deboli?: non solo dei diritti dei
soggetti deboli, i malati, gli anziani, i minori, gli immigrati, i poveri, ai
quali l? Avvocatura sovviene, nei limiti consentiti dall?attuale legislazione e
in adempimento della sua responsabilità sociale, ma anche dei diritti che pur
essendo ?forti? dal punto di vista della loro garanzia costituzionale, sono
tuttavia deboli perché non trovano nella macchina della giustizia
e spesso anche nell? apparato istituzionale una
adeguata tutela; mi riferisco in particolare ai diritti civili e al giusto
processo. Il 6 dicembre scorso, data memorabile per la proclamazione universale
dei diritti dell?uomo, è stata sottoscritta a Parigi la ?Carta degli avvocati
nel mondo?, promossa dall? American Bar Association,
dal Barreau des Avocats di Parigi e dal Consiglio nazionale forense, per
consentire agli avvocati, che per loro costituzionale professione sono paladini
dei diritti di libertà, di operare ovunque siano conculcati i diritti
fondamentali. E? l?ulteriore impegno che abbiamo
assunto, anche a testimoniare che, al di là dell?immagine spesso riduttiva
quando non denigratoria dei mass media, per la verità non condivisa
dall?opinione pubblica, come è risultato da recenti indagini sociologiche, gli
avvocati non perdono mai di vista il loro compito essenziale, essere cioè
custodi dei diritti. Ma per esser tali gli avvocati abbisognano di moderne
regole, di regole che consentano un accesso selezionato, una formazione
continua accurata, un procedimento disciplinare semplificato e spedito, una amministrazione degli albi più ordinata. Abbisognano
cioè di una riforma radicale della professione, che ne esalti la funzione e ne
ammoderni l?organizzazione. Alcuni progetti di legge dedicati alla riforma
della disciplina della professione forense pendono ora in Parlamento; mi auguro
che tutte le componenti dell? Avvocatura, come convenuto nel corso del
congresso bolognese, siano in grado di predisporre al più presto un testo
aggiornato in materia da sottoporre al legislatore. Se si vuole accedere alla
prospettiva del mercato, senza giungere agli eccessi della
?commercializzazione? della professione, ben venga una
disciplina che renda più competitiva l?Avvocatura italiana rispetto a quelle
degli altri Paesi europei, e anche più competitiva rispetto alle altre professioni.
Il Consiglio nazionale forense, insieme con tutte le componenti associative
dell?Avvocatura, da anni si prodiga per migliorare la qualità della formazione
e della prestazione professionale degli avvocati e ritiene perciò errata la
prospettiva di quegli organismi internazionali, come la Banca mondiale degli
investimenti (con i suoi Rapporti del 2004, 2007, 2008) o l?OCSE (con il suo
Rapporto sulla competizione nelle professionali legali dell? 8 gennaio 2008),
che , sotto il velo della efficienza del mercato,
accreditano una ideologia della concorrenza che tende a privilegiare gli
ordinamenti di common law rispetto quelli di civil law, a considerare l?Italia
un paese poco affidabile per gli investitori a causa del suo sistema giudiziario, a ritenere il ruolo degli avvocati del tutto
marginale. La cultura giuridica di cui siamo portatori insieme con coloro che
autorevolmente amministrano la giustizia, la
tradizione di libertà espressa per l?appunto dal ?libero foro?,
l?impegno profuso nella difesa dei diritti della persona, dei rapporti
familiari, dei rapporti economici, nei processi penali
equi nella misura in cui la difesa non è minorata rispetto all?accusa, nei processi amministrativi e tributari dimostrano come
l?Avvocatura possa cooperare attivamente nella amministrazione della giustizia e come possa, anche in questo difficile momento,
contribuire a recuperare la prosperità del Paese. E? questo
rinnovato impegno che assumo, dinanzi a Lei Presidente, e alle Autorità qui
convenute, a nome dell?Avvocatura. Ringrazio tutti Loro per la cortese
attenzione. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |
( da "Corriere Adriatico" del
02-02-2009)
Argomenti: Giustizia
"Abbiamo
avanzatouna serie complessiva di proposte di riforma che partono
dalla necessità di far funzionarela macchina giudiziaria: processi più rapidipene certe, nessuna leggerezza quando sono in ballo
libertà e privacy" "Sulla giustizia
l'accordo è difficile" Veltroni tuona contro la maggioranza: vuole
indebolire l'autonomia dei giudici ROMA - "Sulla Giustizia è difficile
trovare un accordo se l'esecutivo insegue solo la separazione delle carriere,
lo svilimento del Csm o il blocco sostanziale delle intercettazioni come
strumento d'indagine". E' quanto afferma il leader del Pd, Walter Veltroni, in una intervista sul mensile "Pocket", secondo
l'anticipazione diffusa dallo stesso giornale. "Tutti provvedimenti -
sottolinea Veltroni - che indeboliscono l'autonomia della magistratura senza
rendere più efficiente la giustizia". "Noi - ricorda Veltroni - abbiamo avanzato una serie
complessiva di proposte di riforma che partono dalla necessità di far
funzionare la macchina giudiziaria: processi in tempi
più rapidi, pene certe, nessuna leggerezza quando sono in ballo la libertà e la
privacy dei cittadini. Dal governo - sottolinea invece
- non è arrivata una proposta concreta, solo molte voci e molte divisioni".
"Ma - aggiunge - siamo qui, aspettiamo di avere un pacchetto di proposte
definitivo e forse qualcosa, anche nella maggioranza, si sta muovendo".
"Mentre in Italia c'è una preoccupante emergenza giustizia,
il governo pensa a fare regali alla criminalità e a limitare i poteri
d'indagine della magistratura, eliminando le intercettazioni per tantissimi
reati, anche gravi": afferma invece Massimo Donadi, capogruppo dell'Italia
dei Valori alla Camera. "Siamo secondi in Europa per
numero di reati commessi e tra gli ultimi nel mondo per rapidità dei processi. Dati che dovrebbero far scattare l'allarme
per una vera riforma della giustizia, che garantisca
tempi rapidi e certezza della pena. Ma il governo pensa alle
intercettazioni, a indebolire la magistratura e a mettere il bavaglio ai
giornalisti", conclude il parlamentare. "I problemi
della giustizia italiana sono in gran parte di
organizzazione scientifica del lavoro", di "informatizzazione,
produttività, efficienza, trasparenza" - tanto che gli "italiani
credono che il 90% dei problemi sta
proprio in questo" - e "non sono problemi
di risorse, più che in altri settori della nostra pubblica
amministrazione". E' quanto ha detto il ministro della Pubblica
amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, ospite di Rtl 102.5,
sottolineando che "siamo ancora allo stadio pre-industriale" e
chiedendo ai magistrati di cambiare "mentalità". Considerando le
"spese e il numero di magistrati e addetti", l'Italia, ha premesso
Brunetta, "dedica alla giustizia un pezzo di Pil,
di tasse quanto se non maggiore di quello degli altri paesi europei".
All'indomani dell'inaugurazione dell'anno giudiziario,
Brunetta ha sostenuto che "non basta dire che la giustizia
è allo sfascio", serve "un'autocritica", ha aggiunto indicando
che la responsabilità di ciò è "certamente della politica, di parlamento e
governi, ma anche dei magistrati e operatori al 50%". FRANCO LIMIDO,
( da "Giornale di Calabria, Il" del 02-02-2009)
( da "Nuova Sardegna, La" del
03-02-2009)
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 03-02-2009)
( da "Famiglia Cristiana" del
03-02-2009)
( da "Repubblica, La" del
05-02-2009)
( da "AprileOnline.info" del
05-02-2009)
( da "Avvenire" del
06-02-2009)