CENACOLO
DEI COGITANTI |
Caterpillar : "Aujourd'hui,
on supprime du personnel pour améliorer le rendement des actionnaires" (
da "Monde, Le"
del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: atteindre Barack Obama
pendant le G20, le PDG de notre groupe, Jim Owens, étant l'un de ses
conseillers. Que reprochez-vous au plan de sauvegarde
de l'emploi présenté par la direction ? Les 733 licenciements ne sont pas
justifiés. Effectivement, il y a une baisse des commandes et une baisse
d'activité dans l'ensemble du secteur, et notamment dans le BTP.
hedge fund, giro di vite della
ue "paletti su capitale, debiti e trasparenza" (
da "Repubblica, La"
del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: avevano annunciato al
vertice del G20 a Londra. E l´Unione Europea, per prima tra le grandi
istituzioni, tenta di mettere in pratica i nuovi principi stabiliti dai Grandi
per regolamentare la finanza internazionale. Si comincia da hedge fund e
private equity, che verranno sottoposti a precisi limiti entro cui poter agire
e saranno obbligati fornire informazioni più dettagliata sull´
Fmi antiriciclaggio (
da "Italia Oggi"
del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Dopo il rinnovo della
fiducia da parte del G20 suggellato dalla concessione di risorse per 750
miliardi di dollari, tre volte superiori a quelle elargite negli ultimi anni,
l'Fmi ha affilato le armi muovendo un primo passo concreto nella direzione
della lotta al riciclaggio di denaro sporco.
Il mea culpa dell'Uruguay Addio
ai paradisi fiscali ( da "Italia Oggi" del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: In una lettera inviata
ai vertici dell'Organizzazione di Parigi all'indomani del G20, il ministro
dell'economia uruguayano, Alvaro Garcia, ha alzato bandiera bianca adottando
formalmente gli standard di trasparenza e scambi di informazioni richiesti in
campo fiscale dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Draghi: incoraggiare la ripresa
del credito ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: dopo che il G20 ha
ampliato il mandato dell'organismo. «Alcune cose – sottolinea – sono già state
fatte»e «diverse ulteriori misure sulla ricapitalizzazione delle banche e sulla
riduzione o l'eliminazione della loro esposizione verso gli asset a rischio
sono allo studio o in corso di applicazione».
L'aumento di Hsbc fa il tutto
esaurito ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: analista Alex Tang di
Core Pacific - grazie anche alle sensazioni positive prodotte dal G20».
L'operazione di ieri oscura, quindi, i 12 miliardi di sterline raccolti da
Royal Bank of Scotland lo scorso anno, quando l'istituto era sugli scudi per l'acquisizione
di Abn Amro che si è poi rivelata pillola avvelenata per il colosso scozzese.
La partita di Erdogan nel bazar
diplomatico ( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: G20, Nato e Usa-Ue) e
oggi a Istanbul al Forum sull'alleanza delle civiltà. Contrattazione può voler
dire che Erdogan ha sì ceduto sulla nomina a segretario generale della Nato del
premier (ormai ex) danese Anders Fogh Rasmussen, perdonando il silenzio, anzi
la difesa delle vignette satiriche su Maometto pubblicate da un giornale del
suo paese,
Il Fmi: paracadute euro per
salvare i Paesi dell'Est ( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Lo stesso G20 di Londra
ha segnato un passo decisivo in questi senso, con un'attribuzione al Fondo di
nuove risorse (oltre mille miliardi di dollari) per alimentare la disponibilità
di «diritti speciali di prelievo », cioè la «moneta» dell'Fmi composta da un
paniere che oltre alla valuta Usa comprende euro, sterlina e yen.
Benigni a Londra reinventa
l'inglese ( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: cominciato con una
battuta sulla prestazione del premier al G20 il debutto londinese di Roberto
Benigni, che ha presentato il suo TuttoDante in inglese. Una situazione di per
sé comica ha sottolineato lui paragonabile a un «Mr. Bean che a Roma parla di John
Milton. In italiano». Pochi i posti vuoti al Theatre Royal di Drury Lane,
nonostante i prezzi relativamente alti dei biglietti (
Terremoto, l'Italia che
reagisce bene (con qualche eccezione). (
da "Giornale.it, Il"
del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: 2009 Feed RSS Articoli
Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi
fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso
storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i
risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e
speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi.
Niente incontro
Obama-Berlusconi Casa Bianca: "Stima per il premier" (
da "Repubblica.it"
del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Che, durante il G20,
aveva minimizzato: ''Non abbiamo chiesto un incontro perche' non ci sono
argomenti nuovi su cui intrattenerci. Abbiamo tutto chiaro''. Nuova puntata
durante il vertice Usa-Ue a Praga. "Con Obama c'è stata una splendida
collaborazione" aveva rilanciato Berlusconi.
Doutes sur les circonstances de
la mort d'un homme lors du G20 ( da "Monde, Le" del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract:
G20 défilent dans les rues Cadrage Le G20
au secours du capitalisme Cadrage Les principaux enjeux du G20 Zoom Dominique
Strauss-Kahn (FMI) : "Ce qu'il faut faire maintenant, c'est nettoyer le
système bancaire. Bien sûr, c'est difficile" Les faits Les Bourses
euphoriques après le G20 Cadrage Imposer la transparence aux marchés financiers
Spécial G20 Construire une véritable régulation
M. Obama a ouvert une nouvelle
page dans la politique étrangère américaine (
da "Monde, Le"
del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Sommets du G20 et de
l'OTAN : la méthode Obama Sur le même sujet Portfolio Des manifestants turcs
protestent contre la venue d'Obama Entretien Génocide arménien : "En
Turquie, Obama a fait preuve d'habileté" Compte-rendu Obama : "Les
Etats-Unis ne sont pas en guerre avec l'islam" Eclairage Barack Obama en
Turquie pour resserrer les liens avec un "
Tragedie immigrati
Argomenti:
G 20
Abstract: riuniti a Londra per il
G20, ricordando come proprio i Paesi dell'Africa subsahariana, «la cui voce ha
meno forza nello scenario politico», sono alla fine «quelli che soffrono di più
i danni di una crisi di cui non portano la responsabilità». Ma questi stessi
Paesi, aggiungeva, sono quelli che «poi, a lungo termine, hanno più
potenzialità per contribuire al progresso di tutti»
Paradisi fiscali, l'Ocse:
nessun paese in lista nera ( da "Giornale.it, Il" del 07-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Ocse dopo il G20 di
Londra, la settimana scorsa. Chiusa la lista nera "Giovedì scorso - ha
detto Gurria in una conferenza stampa - abbiamo comunicato al G20 il fatto che
c?erano quattro giurisdizioni che non applicano ancora in modo ampio la norma
internazionale" in materia di scambio di informazioni fiscali.
( da "Monde, Le" del
07-04-2009)
Argomenti: G 20
Nicolas
Benoît, délégué CGT Caterpillar : "L'Etat doit intervenir pour limiter le
rendement des actionnaires" LEMONDE.FR | 06.04.09 | 20h58 Réagissez (1)
Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Nicolas Sarkozy s'est engagé à
recevoir mercredi, à l'Elysée, l'intersynsdicale de Caterpillar. La semaine dernière, des salariés du fabricant d'engins de chantier ont
séquestré quatre cadres dans leur usine de Grenoble, dont le directeur du site.
Nicolas Benoît, délégué CGT au comité d'entreprise, espère obtenir du chef de
l'Etat le déblocage du Fonds européen d'ajustement à la mondialisation, créé en
2006 et doté de 500 millions d'euros par an pour soutenir la reconversion
professionelle des salariés touchés par un licenciement. Nicolas Sarkozy a
promis de vous recevoir mercredi. Qu'attendez-vous de cette rencontre ? Des
avancées. Nous voulons que toutes les catégories de personnels cadres et ouvriers
puissent partir en retraite à 57 ans, voire moins pour ceux qui ont commencé assez tôt et ont déjà complété l'ensemble de leurs
trimestres. On
attend aussi que Nicolas Sarkozy fasse bouger la réglementation sur le Fonds
européens d'ajustement à la mondialisation (FEM). Aujourd'hui,
Caterpillar supprime 733 emplois [sur 2 800 en
( da "Repubblica, La" del
07-04-2009)
Argomenti: G 20
Pagina
28 - Economia Prima bozza della direttiva della Commissione europea: anche i
private equity fund dovranno essere registrati Hedge fund, giro di vite della
Ue "Paletti su capitale, debiti e trasparenza" MILANO - Lo avevano annunciato al vertice del G20 a Londra. E
l´Unione Europea, per prima tra le grandi istituzioni, tenta di mettere in
pratica i nuovi principi stabiliti dai Grandi per regolamentare la finanza
internazionale. Si comincia da hedge fund e private equity, che verranno
sottoposti a precisi limiti entro cui poter agire e saranno obbligati fornire
informazioni più dettagliata sull´operatività, soprattutto in merito
alla leva finanziaria utilizzata. Sono i principali elementi contenuti in una
bozza allo studio della Commissione europea, la cui versione definitiva sotto
forma di direttiva da destinare a tutti gli stati membri è attesa per la fine
di aprile. Secondo le prime indiscrezioni, si tratta di nuove regole da
applicare a hedge e fondi di private equity. I quali dovranno, innanzi tutto, essere
registrati, detenere una base minima di capitale destinato agli investimenti,
oltre a comunicare notizie precise sul tipi di leva, le principali fonti da cui
arrivano i finanziamenti oltre a indicare il totale del leverage dei propri
fondi. I manager, inoltre, secondo la bozza del documento della Ue anticipata
ieri dall´agenzia Radiocor, dovranno anche dare un rendiconto periodico degli
asset cosiddetti illiquidi che fanno parte dei proprio patrimonio, nonché dei
profili di rischio, oltre a dare indicazioni sugli strumenti con cui vengono
valutati gli stessi asset a rischio. Non tutti gli hedge dovranno sottoporsi a
questa procedure. La Ue avrebbe fissato un livello minimo sotto il quale, tutto
resterà come prima. Il tetto oltre al quale scattano i controlli sarebbe stato
fissato in 125 milioni di capitale proprio più lo 0,02% del livello degli asset
gestiti sopra 250 milioni di euro. Per i fondi di private equity, invece, ci
sarà l´obbligo di fornire indicazioni successive sulla gestione e sui risultati
nel caso in cui acquistino una quota di controllo di una società dalle
dimensioni finanziarie più grandi. Sempre secondo quanto trapelato da
Bruxelles, il documento conterebbe alcune valutazioni per altro in linea con
quanto giù emerso a Londra al vertice del G20. Nella
bozza si legge, infatti, come «gli hedge fund possano aver contribuito
all´inflazione dei prezzi degli asset e alla rapida crescita dei mercati
strutturati del credito». Allo stesso modo, la Commissione si sarebbe convinta
del fatto che gli hedge possano essere ritenuti responsabili anche dell´effetto
contrario: «Il rapido ritiro delle posizioni di leverage ha contribuito alla
volatilità del mercato». Per concludere, Bruxelles nel suo documento spiega
anche perché, a suo modo di vedere, sia ormai necessario un intervento che
valga per tutta l´eurozona: «è evidente - si legge - che l´approccio
frammentato a livello nazionale non contribuisce a una risposta efficace e
complessiva ai rischi in questo settore». (l.pa.)
( da "Italia Oggi" del
07-04-2009)
Argomenti: G 20
ItaliaOggi
sezione: Imposte e Tasse data: 07/04/2009 - pag: 29 autore: di Gabriele
Frontoni Al via dal 1° maggio. Anche con i soldi della Svizzera Fmi
antiriciclaggio Trust fund contro il denaro sporco Il Fondo monetario
internazionale torna a fare sul serio. Dopo il rinnovo
della fiducia da parte del G20 suggellato dalla concessione di
risorse per 750 miliardi di dollari, tre volte superiori a quelle elargite
negli ultimi anni, l'Fmi ha affilato le armi muovendo un primo passo concreto
nella direzione della lotta al riciclaggio di denaro sporco. A partire
dal 1º maggio prossimo, l'istituzione di Washington taglierà i nastri inaugurando
il primo Trust Fund creato con lo scopo di fornire assistenza tecnica ai Paesi
che ne faranno richiesta nelle operazioni di contrasto al money laundering.
Nello specifico, il fondo avrà un patrimonio di 31 milioni di euro in 5 anni, i
due terzi dei quali arriveranno da contributi volontari di Norvegia, Giappone,
Arabia Saudita, Regno Unito, Francia, Corea del Sud e, guarda caso, Svizzera e
Lussemburgo. Dopo essere riusciti a sfuggire alla lista nera dei paradisi
fiscali dell'Oecd, i governi di Svizzera e Lussemburgo sembrerebbero adesso
intenzionati a fare di tutto per riuscire ad accaparrarsi le benevolenze dei
vigilantes internazionali. E dopo aver aperto alla possibilità di dire addio al
segreto bancario, si sono mossi per dare un contributo economico proprio alla
lotta al riciclaggio di denaro, uno dei pilastri del florido andamento dei
paradisi fiscali. «La stabilità del sistema finanziario internazionale dipende
da un'azione collettiva, oltre che da un serrato controllo condotto a livello
di singoli Paesi», ha spiegato Murilo Portugal, numero due del Fondo monetario.
«La definizione e implementazione di regimi strutturati di contrasto al
riciclaggio di denaro sporco costituisce un elemento fondamentale del sistema
di regolamentazione e di supervisione internazionale e parte degli sforzi messi
in campo per rafforzare il mercato finanziario». A questo proposito, il numero
due del Fmi ha svelato che a brevissimo tempo verrà aperto un nuovo Centro di
assistenza tecnica per il contrasto al riciclaggio nell'America centrale. La
task force del Fondo verrà ospitata all'interno dell'edificio della Banca
centrale del Guatemala e avrà giurisdizione su Costa Rica, Repubblica
Domenicana, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, e Panama. A questo
primo intervento concreto sul campo, nei prossimi mesi, faranno seguito altri
tre centri di assistenza per il contrasto al riciclaggio di denaro che avranno
sede in Asia centrale, Sudest asiatico e Africa occidentale.
( da "Italia Oggi" del
07-04-2009)
Argomenti: G 20
ItaliaOggi
sezione: Imposte e Tasse data: 07/04/2009 - pag: 29 autore: Gabriele Frontoni
Il mea culpa dell'Uruguay Addio ai paradisi fiscali È durato il tempo di una
notte il peggior incubo finanziario del governo di Montevideo. Dopo
l'inclusione dell'Uruguay all'interno della ristretta lista nera dell'Oecd sui
paradisi fiscali il piccolo paese sudamericano ha fatto il mea culpa riuscendo
a riscattare in poche ore una lunga tradizione all'insegna della riservatezza
bancaria a prova di bomba. In una lettera inviata ai
vertici dell'Organizzazione di Parigi all'indomani del G20, il ministro dell'economia uruguayano, Alvaro Garcia, ha alzato
bandiera bianca adottando formalmente gli standard di trasparenza e scambi di
informazioni richiesti in campo fiscale dall'Organizzazione per la cooperazione
e lo sviluppo economico. Sono bastate queste parole per aprire all'Uruguay
le porte della libertà, abbandonando Costa Rica, Filippine e Malesia al proprio
destino di paradisi fiscali e guadagnandosi uno spazio nella lunga lista grigia
di Paesi pentiti, insieme a Svizzera, Austria, Belgio, Monaco, San Marino,
Liechtenstein e Lussemburgo, tanto per citare i più famosi. «Il governo di
Montevideo ha deciso di unirsi al crescente numero di paesi che vogliono
cooperare per lottare contro l'evasione e altri abusi fiscali», ha commentato
con soddisfazione il segretario generale dell'Oecd, Angel Gurria, che nei
giorni scorsi aveva inviato al presidente uruguayano, Tabarè Vazquez, una sorta
di ultimatum sottolineando che il governo aveva tempo fino al 2 aprile per fare
una dichiarazione pubblica accettando gli standard fiscali, evitando di finire
nella black list dei cattivi. E questo, nonostante il parlamento di Montevideo,
nel 2007, abbia varato una drastica riforma fiscale che prevede il versamento
di una tassa sul reddito pari al 10% del valore dei depositi per tutti coloro
che possiedono un conto segreto nelle banche uruguayane. Non solo. La riforma
ha disposto anche la cancellazione della figura delle società anonime
finanziarie di investimenti limitando, di fatto, l'utilizzo di questo strumento
per fini illeciti. Strumenti, questi, che evidentemente l'Oecd non ha reputato
sufficienti per evitare il declassamento dell'Uruguay nella lista nera per via,
probabilmente, della pessima reputazione delle banche uruguayane: negli ultimi
anni (stime Oecd) hanno dato asilo a 13 miliardi di dollari sfuggiti al fisco
argentino e brasiliano.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
07-04-2009)
Argomenti: G 20
Il
Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-07 - pag: 36 autore: Il
Governatore di Bankitalia a La Tribune: «Occorre restaurare la fiducia nel
sistema» Draghi: incoraggiare la ripresa del credito ROMA «Occorre prima di
tutto restaurare la fiducia nella solidità del sistema finanziario e restaurare
i flussi del credito bancario». Lo afferma, in un'intervista al quotidiano
francese «La Tribune », il Governatore di Bankitalia e presidente del Financial
Stability Board, Mario Draghi, dopo che il G20 ha
ampliato il mandato dell'organismo. «Alcune cose – sottolinea – sono già state
fatte»e «diverse ulteriori misure sulla ricapitalizzazione delle banche e sulla
riduzione o l'eliminazione della loro esposizione verso gli asset a rischio
sono allo studio o in corso di applicazione». «Dobbiamo anche incoraggiare una
ragionevole ripresa del credito – aggiunge – per esempio fornendo dei fondi che
consentano alle banche di garantire i loro crediti sani ». Più in generale,
Draghi richiama gli aspetti prioritari della necessaria riforma del sistema
finanziario. «La riforma dei sistemi di retribuzione o l'installazione dei
collegi di supervisione per le banche e le assicurazioni possono essere
realizzati immediatamente. In altri casi, come per il rafforzamento dei
requisiti di capitale, siamo d'accordo sulla direzione da prendere ma, per
mettere a punto i dettagli, occorreranno ancora uno o due anni». Sulla riforma
dei sistemi di retribuzione, Draghi ribadisce che il meccanismo dei bonus
«spingeva gli addetti a realizzare elevati profitti a breve, senza riguardo ai
rischi a lungo termine». «Noi proponiamo – osserva – che le remunerazioni siano
allineate a un prezzo di rischio prudente» e che questi principi di prudente
remunerazione siano applicati a tutti gli istituti finanziari, non solo a
quelli che hanno ricevuto aiuti pubblici. Quanto ai collegi di supervisione per
le istituzioni finanziarie cross border, Draghi nota che «attualmente ne
contiamo 29 e molti si sono già riuniti. Il compito principale che spetta loro
è quello di determinare come possano funzionare in modo più efficace e quello
di accrescere la qualità e la reattività dell'attuale supervisione. Questi
collegi devono puntarea un miglioramento negli scambi di informazioni, nella
cooperazione e nella valutazione dei rischi. Vedremo come tutto ciò potrà
funzionare nel 2009». I BONUS Nell'intervista al quotidiano francese il
presidente del Financial Stability Board ha ribadito la necessità di riformare
le retribuzioni
( da "Sole 24 Ore, Il" del
07-04-2009)
Argomenti: G 20
Il
Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-07 - pag: 37 autore:
Credito. L'istituto riesce a chiudere la ricapitalizzazione record da 12,5
miliardi di sterline L'aumento di Hsbc fa il tutto esaurito AP/LAPRESSE
Leonardo Maisano LONDRA. Dal nostro corrispondente Dodici miliardi e mezzo di
sterline, al netto di 400 milioni di spese e oneri vari. Hong Kong &
Shangai Bank (Hsbc) ha chiuso ieri l'aumento di capitale avviato nel week end
quando il 96,6% dei titoli era stato sottoscritto dagli attuali azionisti. Ieri
stata piazzata sul mercato la quota rimanente che ha permesso al colosso
bancario di concludere l'operazione rastrellando la più alta somma mai
raggiunta in Gran Bretagna. Solo tre aumenti di capitali in dollari sono stati
superiori nella storia delle transazioni finanziarie. Il titolo ieri ha
celebrato il buono esitodell'offerta salendo fino al 5%, per poi chiudere a più
3,75 per cento. Gli investitori già azionisti hanno potuto acquistare azioni di
Hsbc (5 per dodici) a un prezzo scontatissimo: 254 pence contro i 434 pence
della chiusura di venerdì 3 aprile. Fra gli investitori istituzionali c'erano
Goldman Sachs, Jp Morgan, Cazenove. La domanda maggiore è giunta dalla piazza
di Hong Kong dove Hsbc, soprannominata Grande Elefante, è da sempre amatissima
dai risparmiatori. I titoli rimanenti sono stati collocati lunedì con un premio
iniziale del 13,5% rispetto ai 434 di venerdì. Le richieste sono state cinque
volte superiori alla disponibilità. «è andata in modo eccellente - ha
commentato l'analista Alex Tang di Core Pacific - grazie
anche alle sensazioni positive prodotte dal G20». L'operazione
di ieri oscura, quindi, i 12 miliardi di sterline raccolti da Royal Bank of
Scotland lo scorso anno, quando l'istituto era sugli scudi per l'acquisizione
di Abn Amro che si è poi rivelata pillola avvelenata per il colosso scozzese.
In questo caso il capitale raccolto servirà per rifinanziare la banca che potrà
portare il suo tier 1 al 9,8 per cento. Il capitolo più doloroso per Hsbc è
quello americano dove ha accumulato perdite nel vortice del credit crunch
considerate superiori ai 15 miliardi di dollari. Anche in Inghilterra la più
grande banca europea per capitalizzazione ha avuto guai seri, senza però mai
avvicinarsi alle catastrofi che hanno travolto Rbs, Lloyds e Hbos. Il titolo in
questi mesi ha perso il 49% del valore a fronte del 92% di Royal Bank of Scotland
e del 65% di Barclays, l'unica fra le grandi banche inglesi riuscita a
mantenersi privata. Hsbc ha fatto segnare utili di 9,3 miliardi di dollari nel
2008 con una contrazione del 62% rispetto al 2007. Per questo motivo Hong Kong
& Shangai ha tagliato 6100 posti di lavoro nel mondo riducendo
drasticamente la presenza negli Stati Uniti. I miliardi raccolti ieri
consolideranno le sue finanze, ma permetteranno ad Hsbc di avviare una nuova
stagione di acquisti. «Siamo molto ben piazzati nel contesto bancario attuale -
ha commentato il presidente Stephen Green - e crediamo che la nostra forza
possa portarci a sfruttare nuovo opportunità». La prima sarà, probabilmente,
gli assett asiatici di Royal Bank of Scotland. Rbs dopo la nazionalizzazione
provocata dalle perdite colossali dello scorso anno ha avviato un consistente
piano di dismissioni, mentre Hong Kong & Shangai da ieri ha ritrovato i
capitali per avanzare offerte concrete. © RIPRODUZIONE RISERVATA L'OPERAZIONE I
risparmiatori di Hong Kong sostengono la domanda dei titoli appena emessi Al
listino di Londra quotazioni in rialzo del 3,7%
( da "Corriere della Sera"
del 07-04-2009)
Argomenti: G 20
Corriere
della Sera sezione: Esteri data: 07/04/2009 - pag: 17 Strategie La partita di
Erdogan nel bazar diplomatico SEGUE DALLA PRIMA È un passo che la Casa Bianca
sostiene invece con crescente impegno, perché l'ingresso «allargherebbe e
rafforzerebbe le fondamenta dell'Unione », con il cemento garantito da
«diversità di etnicità, tradizione e fede». La sfida, lanciata a Praga, è stata
reiterata nel parlamento turco, in realtà non particolarmente entusiasta. E'
forse quel silenzio ingombrante di numerosi deputati la ragione del convinto
affondo di Obama, che teme la stanchezza dei turchi per una corsa senza la
certezza del traguardo. Disaffezione affiorata anche nelle ultime elezioni, che
hanno visto il premier Erdogan, convinto europeista, ricevere un altolà dagli
elettori. Troppo importante per gli Usa è il legame con lo storico alleato per
cedere alle resistenze della Ue. Una Turchia in Europa rafforzerebbe
quell'offerta di generosa apertura con l'intero Islam, «con il quale l'America
non sarà mai in guerra», che il presidente non si stanca di ripetere. Discorso
ineccepibile, condivisibile, e sicuramente gradito all'Italia, che si spende a
favore dell'ingresso della Turchia nell' Ue. Ma non si può ignorare la presenza
di quell' intreccio di «pazarlik», termine turco che significa contrattazione,
e che ha preceduto, accompagnato e forse segnerà la tappa conclusiva del
viaggio di Obama in Europa per partecipare a tre vertici (G20, Nato e
Usa-Ue) e oggi a Istanbul al Forum sull'alleanza delle civiltà. Contrattazione
può voler dire che Erdogan ha sì ceduto sulla nomina a segretario generale
della Nato del premier (ormai ex) danese Anders Fogh Rasmussen, perdonando il
silenzio, anzi la difesa delle vignette satiriche su Maometto pubblicate da un
giornale del suo paese, e ritirando il veto. Ma in cambio ha ottenuto
poltrone importanti al vertice della Nato, e forse qualche silenzio di troppo
sulle inadempienze della Turchia: in materia di diritti umani, di violazioni
della libertà di stampa, e di cedimenti alla propria componente islamica di
frontiera. Sul genocidio (o massacro sistematico) degli armeni nel 1915 Obama
non ha parlato, limitandosi a sfiorare lo scottante e delicato argomento, «per
non turbare» gli sforzi diplomatici che avvicinano Ankara e Erevan. Scambio di
favori, appunto. Il presidente Usa è credibile, deciso e scaltro, ma sul
«pazarlik» Erdogan gli tiene testa. Antonio Ferrari
( da "Corriere della Sera"
del 07-04-2009)
Argomenti: G 20
Corriere
della Sera sezione: Economia data: 07/04/2009 - pag: 31 La Banca centrale
europea accelera sul programma di prestiti alla Fed Il Fmi: paracadute euro per
salvare i Paesi dell'Est Il no Bce: i requisiti per la moneta unica non si
toccano Bini Smaghi: possibili interventi sul mercato dei cambi MILANO Usare
l'euro come paracadute per evitare il collasso dei Paesi del centro e dell'est
Europa più esposti alla crisi finanziaria mondiale. La proposta è contenuta in
un rapporto confidenziale, rivelato ieri dal Financial Times, che è stato
preparato circa un mese fa dal Fondo monetario internazionale con l'obiettivo
di servire da base per un piano d'azione concordato con la Banca Mondiale e la
Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bers). Ma il piano per
«euroizzare» le economie dei paesi dell'Est più a rischio (così lo hanno
definito esponenti dello stesso Fmi) si è per ora scontrato con la netta
opposizione sia della Banca centrale europea sia di diverse nazionali
dell'Unione, sia all'interno (in primo luogo la Germania) sia all'esterno della
zona euro. E non è difficile capire il perché. Il piano prevede che sia
concesso ai paesi in difficoltà din adottare subito l'euro al posto della
propria moneta, tanto da diventare «quasi» membri dell'euro pur senza entrare a
pieno titolo nell'euro-zona composta dalle 16 nazioni che attualmente
utilizzano la valuta comunitaria. Di contro, visto che non ne hanno i
requisiti, dovrebbero essere «allentati» i criteri per aderire alla divisa
unica. «I requisiti per l'euro sono quelli sanciti dal Trattato e non possono
essere cambiati», ha ribadito ieri la Bce. Il documento dell'Fmi parte dalla
convinzione che le economie emergenti del continente rischino il collasso se
non si metterà subito mano a un piano di salvataggio «complessivo», e che il
loro crollo produca inevitabilmente effetti gravi sulle stesse economie della
zona euro. In particolare, il Fondo indica i casi di Lettonia e Ucraina (che
hanno già fatti ricorso a crediti d'emergenza dell'Fmi), dell'Ungheria, della
Romania (prossima a chiedere l'intervento del Fondo) ma anche di nazioni come
la Polonia, la cui situazione finanziaria sta deteriorandosi rapidamente. Con
il prosciugarsi del credito, i buchi legati ai titoli tossici che sono nei
portafogli di molte banche locali (spesso filiali di banche dell'Europa
occidentale), la perdita di valore delle monete locali e la gelata dell'intera
economia, gli «emergenti » d'Europa si trovano con 413 miliardi di dollari di
debito estero in scadenza nel 2009 e con la necessità di finanziare anche 84
miliardi di dollari di deficit delle partite correnti. Tutto questo senza
disporre delle risorse sufficienti, e con un'erosione delle loro valute che non
fa che ampliare la voragine. Anzi, con tutta probabilità Ucraina, Lettonia non
riusciranno neppure ad applicare le ricette economiche anti-crisi dettate dal
Fondo monetario come condizione per concedere credito. Il rapporto dell'Fmi
stima che l'Europa centro-orientale (compresa la Turchia) si troverà quest'anno
con un «gap finanziario» di 123 miliardi di dollari e 63 miliardi il prossimo.
Quel che è certo è che il documento del Fondo s'inserisce in una fase di revisione
degli equilibri dollaro-centrici fissati a Bretton Wood 55 anni fa. Lo stesso G20 di Londra ha segnato un passo decisivo in questi senso, con
un'attribuzione al Fondo di nuove risorse (oltre mille miliardi di dollari) per
alimentare la disponibilità di «diritti speciali di prelievo », cioè la
«moneta» dell'Fmi composta da un paniere che oltre alla valuta Usa comprende
euro, sterlina e yen. Proprio nella direzione di una «divisa globale»,
del resto, punta apertamente la Cina. Ad alimentare il confronto contribuisce
ovviamente la crisi attuale. Ieri Lorenzo Bini Smaghi, esponente del board
della Bce, ha ammesso la situazione di instabilità sul mercato dei cambi,
legata in parte anche alla necessità di finanziarsi in dollari che hanno gli
Usa. Il che ha portato molte istituzioni a convertire euro in valuta americana
attraverso swap in divisa estera. Bini Smaghi è arrivato a prefigurare un
intervento diretto della Bce sul mercato dei cambi. E sulla crisi è tornato
ieri a parlare anche il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi,
presidente del Financial Stability Board, che una volta di più ha sottolineato
l'esigenza che le banche tornino a erogare credito. Giancarlo Radice
( da "Corriere della Sera"
del 07-04-2009)
Argomenti: G 20
Corriere
della Sera sezione: Spettacoli data: 07/04/2009 - pag: 45 «TuttoDante» al
Theatre Royal Benigni a Londra reinventa l'inglese LONDRA «Credevo di essere il
primo italiano a fare un one-man show a Londra, e invece no, mi ha preceduto
Silvio Berlusconi». E' cominciato con una battuta sulla
prestazione del premier al G20 il debutto londinese di Roberto
Benigni, che ha presentato il suo TuttoDante in inglese. Una situazione di per
sé comica ha sottolineato lui paragonabile a un «Mr. Bean che a Roma parla di
John Milton. In italiano». Pochi i posti vuoti al Theatre Royal di Drury Lane,
nonostante i prezzi relativamente alti dei biglietti (da
( da "Giornale.it, Il" del
07-04-2009)
Argomenti: G 20
Per una
volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè
dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati
rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti
finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in
Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a
Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche
ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada,
scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche
e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non
arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia
conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro
Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma
e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche
edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto
dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il
popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e
considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso
da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il
sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero
prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il
31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero
stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il
comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in
Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun
legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i
terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani
sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa
aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia
confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? Scritto in
comunicazione, pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società,
manipolazione, giornalismo Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog
di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo
viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di immagine per Obama.
La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un presidente, all'estero, venga
accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della
perestroika. Obama in Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti
e i sondaggi rivelano che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine
settembre, batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una
donna dal carattere forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua
straripante popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti,
possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era
viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le
proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov,
però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto drammatica
nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si concluse con il
crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano difficilmente
terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio
ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé, improvvisamente umile,
a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi,
quella di oggi dà l'impressione di subirli. Il G20 è
stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto l'impegno
di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della Nato
si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per l'invio
duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di 5mila
uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse settimane
aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli europei.
Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no, senza temere
lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata improvvisamente forte?
No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala. Semmai è l'America a
essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà intellettuale di ammetterlo:
«Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati
Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E
allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della
Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla
poco e ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato -
ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore. La sua è
un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama sta
gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere il ruolo
di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un grande
Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi,
europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti ( 38 )
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Invia questo articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti,
molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama
ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e
speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse
hanno risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come
previsto, il G20 ha portato poche novità. L'unica è
l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi: erano previsti 500 miliardi,
saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che intendono regolamentare gli
hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le norme devono essere ancora
stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. - secondo Brown "non ci
saranno più i bonus per i manager che fanno fallire le società". Era ora,
ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè ogni Paese, com'è ovvio,
deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno dichiarato di aver posto
le fondamenta per "ripulire i bilanci delle banche dagli asset
tossici", ma anche questa è una dichiarazione d'intenti. In realtà, i
Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un codice comune appare ancora
lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti ( vedi l' intervista uscita sul
Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno a far ripartire il commercio
mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa,
ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina,
India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto
nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare
una domanda interna molto forte. Complessivamente il G20
è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da 1100 miliardi non serve
a rilanciare l'economia mondiale - il problema più urgente, quello di una
riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è irrisolto. Intanto
proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il mark-to-market ovvero la norma
che obbligava le banche a valutare ogni giorno il prezzo di mercato dei
prodotti finanziari e siccome molti di questi non hanno acquirenti le banche
erano costrette a iscrivere a bilancio perdite colossali. Ora invece potranno
diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro i prodotti tossici valgano più
di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè affrontare le cause del male.
L'impressione è che il G20 si servito soprattutto a
spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel tentativo di cambiare la psicologia
catastrofista dei mercati, infondendo ottimismo, avvalorando l'impressione che
la situazione sia sotto controllo. Il tentativo in sè è comprensibile, ma
basterà per risollevare l'economia globale? Scritto in spin, era obama, banche,
capitalismo, crisi, società, economia, gli usa e il mondo, germania,
globalizzazione, europa, francia Commenti ( 44 ) » (5 voti, il voto medio è:
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che
tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia
di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche,
accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto.
Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è
la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta.
Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del
menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama
sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un
collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le
possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure
ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda
ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta contro i
bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che le
proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli spin
doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli animi, di
minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime. Da notare
che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi siano
assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi
d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste,
giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e,
purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che
negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato
inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un
decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta
finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi
non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti
difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da
imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona
notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama,
spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie
nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (2 voti,
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2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar
09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più
paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei
venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti
fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti,
che non è difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione
degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le
riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza
sull'economia reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a
nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America
e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso
di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non
secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato
misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà,
toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30%
del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno
della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli
Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro
e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che
"Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del
pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra
mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco,
esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia
da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei
conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la
cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo
l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà
inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a
poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe
al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da
indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così
debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a
Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio
di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo
non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi
si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a
un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della
crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli
usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 53 )
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Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Nasce il Pdl, bene.
E non è difficile prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di
riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira
e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi
meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista
(ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un
centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo
stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti,
Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd,
che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha
saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post
comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di
appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia
e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà
riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai
militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta
sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc,
che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli
elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca
sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto
in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4
voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico
25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi
abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono
rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che
affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru
economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i
fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri
durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato
questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati
(finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I
mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono
sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa
queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci
bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e
penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del
benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i
mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda
e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria
finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi strumenti? Nati a fin di
bene ovvero per permettere agli operatori e agli industriali di cautelarsi
contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni, sono diventati dei mostri
che con l'effetto leva consentono profitti o perdite inimmaginabili. Ma servono
all'economia reale? Consentono una miglior valutazione delle società quotate?
La risposta a queste domande è no: non servono a nulla se non a una certa
finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso da distorgere molte valutazioni,
accentuando spasmodicamente i movimenti al rialzo o al ribasso di borse,
valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il petrolio? Su su fino a 150
dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da
( da "Repubblica.it" del
07-04-2009)
Argomenti: G 20
ISTANBUL
- La Casa Bianca ha "grande stima" per Silvio Berlusconi. "Non è
stato possibile organizzare un incontro bilaterale durante questo viaggio del
presidente Obama - spiega oggi a Istanbul il vice-consigliere per la sicurezza
nazionale Denis McDonough - semplicemente perchè non è stato possibile
conciliare le rispettive agende di Obama e Berlusconi". Le parole degli
Usa arrivano dopo le polemiche sul mancato faccia a faccia tra il presidente
Usa e il premier italiano. In occasione della sua visita europea, infatti,
Obama aveva visto molti leader europei. Ma non Berlusconi. Che,
durante il G20, aveva minimizzato: ''Non abbiamo chiesto un incontro perche'
non ci sono argomenti nuovi su cui intrattenerci. Abbiamo tutto chiaro''. Nuova
puntata durante il vertice Usa-Ue a Praga. "Con Obama c'è stata una
splendida collaborazione" aveva rilanciato Berlusconi. Di un
bilaterale, però, nessuna traccia. Poi l'annuncio: "Obama mi ha invitato
ad andare a Washington". Quando? "Prossimamente, dobbiamo fissare la
data. Visto che i giornalisti italiani attribuiscono tanta importanza al fatto
che non c'è stato ancora un colloquio bilaterale, allora gli ho detto, ridendo,
se tu me lo chiedi io te le concedo...". Oggi la nota ufficiale della Casa
Bianca che spiega la questione ma non fissa scadenze: "Non è stata ancora
fissata una data per l'incontro, ma Obama e Berlusconi si sono incrociati
comunque più volte ai vertici di questi ultimi giorni e sono in contatto".
(7 aprile 2009
( da "Monde, Le" del
07-04-2009)
Argomenti: G 20
Doutes
sur les circonstances de la mort d'un homme lors du G20
LEMONDE.FR | 07.04.09 | 11h15 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez
Partagez : L'enquête sur la mort de l'homme lors des manifestations contre le G20 mercredi 1er avril a pris une tournure nouvelle. Alors
que la police avait annoncé que la mort était due à une "crise
cardiaque", plusieurs journaux britanniques ont recueilli des témoignages
qui font état de contacts physiques entre les policiers et Ian Tomlinson. Sur
le même sujet Portfolio A Londres, les manifestants anti-G20 défilent dans
les rues Cadrage Le G20 au secours du capitalisme Cadrage Les principaux enjeux du G20 Zoom Dominique Strauss-Kahn (FMI) : "Ce qu'il faut faire
maintenant, c'est nettoyer le système bancaire. Bien sûr, c'est difficile"
Les faits Les Bourses euphoriques après le G20 Cadrage
Imposer la transparence aux marchés financiers Spécial G20 Construire une véritable régulation internationale Sur le
même sujet Enquête Twitter, nouvelle starlette du Net Les faits Les mystérieux
comptes de la branche francilienne de l'UIMM Les faits La prime de solidarité
active versée à plus de 4 millions de foyers modestes Les faits Allemagne :
nouveau scandale d'espionnage chez Lidl Cadrage C'est quand la reprise ? Après
avoir publié une photographie d,e l'homme, âgé de 47 ans, allongé face à la police,
The Observer, un journal du dimanche lié au Guardian, a recueilli plusieurs
témoignages de personnes présentes lors de la manifestation. Une photographe de
presse affirme ainsi que la police a bousculé et frappé Ian Tomlinson peu avant
qu'il ne s'écroule au sol près de la Banque d'Angleterre mercredi en début de
soirée. D'autres témoins, cités par plusieurs journaux, ont même assuré que la
police l'avait jeté à terre, l'avait matraqué voire lui avait frappé la tête
contre le sol. Habitant la City et employé dans un magasin de journaux du
quartier, il était passé près de la manifestation en rentrant chez lui et avait
été découvert vers 19 h 30 heure locale, mercredi, par des passants. Selon la
police, l'autopsie a révélé qu'il avait succombé à "une attaque cardiaque
soudaine alors qu'il rentrait de son travail." Au départ, la commission
indépendante chargée d'examiner les plaintes à l'encontre de la police devait
publier un communiqué qui allait dans le sens de la police, vendredi, explique
The Observer. Mais elle a finalement décidé d'enquêter plus profondément sur
les circonstances de la mort de Ian Tolimson. Lundi, la commission a ainsi
reconnu qu'il "a été en contact physique avec la police" et a déclaré
chercher à établir "si ce contact avait quelque chose à voir avec le
décès". Les images de caméras de surveillance ont montré que Ian Tomlinson
avait été repoussé par la police alors qu'il s'était retrouvé au cur de cette manifestation houleuse à la veille du sommet du G20
de Londres. Après l'incident, la police a affirmé que des manifestants avaient
jeté des bouteilles et autres projectiles sur les forces de l'ordre qui
essayaient de ranimer la victime, morte peu après à l'hôpital. Le Monde.fr,
avec AFP
( da "Monde, Le" del
07-04-2009)
Argomenti: G 20
M. Obama
a ouvert une nouvelle page dans la politique étrangère américaine LE MONDE |
06.04.09 | 11h25 * Mis à jour le 06.04.09 | 15h32 Réagissez (7) Classez
Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Prague, envoyée spéciale Ceux qui se
demandaient pendant la campagne électorale quelle vision du monde animait le
candidat Obama ont eu la réponse, dimanche 5 avril, à Prague. Dans une
atmosphère printanière, le président des Etats-Unis a assuré qu'un monde sans
armes nucléaires est possible et que la prolifération n'est pas une fatalité.
Et il a repris le slogan devenu universellement célèbre : "Yes we
can." Derrière lui, se découpait le château de Prague, dans un plan
soigneusement étudié pour les caméras. Sur le même sujet Décryptage M. Obama a
ouvert une nouvelle page dans la politique étrangère américaine Editorial du
"Monde" Façon Obama Chat Londres, Strasbourg, Prague, la diplomatie
des sommets peut-elle réguler le monde ? Edition abonnés Archive : Sommets du G20 et de l'OTAN : la méthode Obama Sur le même sujet Portfolio Des
manifestants turcs protestent contre la venue d'Obama Entretien Génocide
arménien : "En Turquie, Obama a fait preuve d'habileté" Compte-rendu
Obama : "Les Etats-Unis ne sont pas en guerre avec l'islam" Eclairage
Barack Obama en Turquie pour resserrer les liens avec un "allié
stratégique" Décryptage M. Obama a ouvert une nouvelle page dans la
politique étrangère américaine Portfolio Obama rend hommage à Atatürk et à la
nation turque Vidéo Barack Obama rend hommage à Mustafa Kemal Atatürk L'image,
légèrement brumeuse, resterait pour la postérité, tout comme les phrases :
"Le fatalisme est un ennemi mortel : si nous pensons que la prolifération
des armes nucléaires est inévitable, alors c'est que nous admettons en
nous-mêmes que leur utilisation est inévitable. Nous devons ignorer les voix de
ceux qui disent que le monde ne peut pas changer." Barack Obama arrive à
la dernière partie de son voyage en Europe, celle qu'il consacre à la Turquie.
Il n'a pas craint de rappeler, dimanche 5 avril à Prague, en présence des
Vingt-Sept, que ce pays devrait, selon lui, faire partie de l'Union européenne.
Le président américain peut d'ores et déjà se prévaloir d'avoir ouvert une
nouvelle page dans la politique étrangère de son pays. Non seulement il a
plaidé pour l'élimination des armes nucléaires, mais il en a fait
l'"objectif à long terme" de sa politique. Une révolution que le
conservateur John Bolton et ses amis ont jugée "utopique" faisant
mine d'oublier que Ronald Reagan avait lancé, lui aussi, un appel à
l'élimination des armes nucléaires lors de son sommet de 1986 avec M.
Gorbatchev à Reykjavik. M. Obama a lui même reconnu que le but ne sera pas
atteint rapidement, "peut-être pas de mon vivant". NÉGOCIATION
GLOBALE Si la non-prolifération est la "signature" de M. Obama, le
sujet sur lequel il a travaillé dès son arrivée à la commission des affaires
étrangères du Sénat, il n'avait jamais développé un projet aussi articulé. Le
raisonnement qui sous-tend la doctrine Obama peut être résumé ainsi : pour
amener l'Iran à renoncer à ses ambitions, les sanctions ne suffisent pas. Il
faut passer par une négociation globale, et commencer par une réduction des
arsenaux américains. "Si nous voulons mobiliser la communauté
internationale contre l'Iran ou la Corée du Nord, nous devons être
irréprochables sur le plan de la morale", a expliqué Gary Samore, le
conseiller à la non-prolifération de la Maison Blanche. De Londres à Ankara,
M.Obama a ouvert une nouvelle page aussi par son ton : post-guerre froide,
multipolaire. Il a appelé à en finir avec les vieux conflits. Il a encouragé
les Indiens et Pakistanais à se concentrer sur leur défi commun la pauvreté plutôt que sur leur différend
territorial (au Cachemire). En Turquie, il était attendu sur la question du
génocide
arménien. Les journalistes américains ont noté qu'il avait beaucoup parlé des
erreurs commises par les Etats-Unis, ce qui lui permet de plaider plus
efficacement que la page est tournée. Au G20, il a
reconnu la responsabilité de la dérégulation à l'américaine dans l'effondrement
de la finance mondiale. Devant les étudiants de Strasbourg, il a parlé d'Abou
Ghraib, l'ancienne prison américaine en Irak, un nom qui ne revient pas souvent
dans le discours public américain, en essayant de les convaincre qu'ils peuvent
désormais se joindre aux Etats-Unis sans avoir peur de "se regarder dans
la glace". Lors d'une conférence de presse à Londres, il a dit que les
Etats-Unis polluaient à un rythme tel que si Indiens et Chinois usaient autant
d'énergie, "nous aurions déjà tous fondu". A Prague, il a rappelé un
fait qui lui non plus n'est pas souvent dit en ces termes : les Etats-Unis sont
les seuls à avoir lancé une bombe A. Ce qui leur donne, selon lui,
"l'autorité morale" pour proposer un désarmement complet. ACCENTS PACIFISTES
Le pragmatique, le commandant en chef qui a envoyé ses premières troupes en
Afghanistan a parfois manifesté des accents pacifistes. A la guerre froide et à
la décennie de la toute-puissance américaine, il propose de faire succéder un
monde de coopération où chacun trouverait son avantage. Et les Etats-Unis ne
seraient pas obligatoirement en position dominante. Interrogé sur
l'"exception américaine", cette théorie qui veut que les Etats-Unis,
par la manière dont ils se sont créés, ont un destin particulier, M. Obama a eu
une réponse révélatrice. Il croit, bien sûr, à l'exception américaine. Mais
"je soupçonne que les Anglais croient à l'exception britannique ou les
Grecs à l'exception grecque" (Il venait de rencontrer le président grec,
dans une séance bilatérale pouvant difficilement contre-balancer plus de
vingt-quatre heures en Turquie). M. Obama n'en était qu'à son premier grand
voyage. Il s'est montré d'une grande patience, même si on a compris à quelques
éternuements qu'il était enrhumé, et à quelques réflexions qu'il n'était pas
dupe. "L'Europe fait penser au Sénat américain. Il y a des marchandages
", a-t-il glissé après plusieurs heures de négociations
sur le choix du secrétaire général au sommet de l'OTAN. Même si la presse
américaine a déjà commencé à critiquer l'absence de résultats concrets après
toutes ces concessions et mains tendues, il est trop tôt pour en juger. En deux
mois et demi, les chantiers ont été nombreux. Les débuts avec l'Iran, comme
avec la Syrie, sont jugés encourageants. Un assouplissement de l'embargo avec
Cuba est en chantier. Même Hugo Chavez a demandé un "nouveau départ"
(reset, le mot en vogue) pour les relations entre le Venezuela et Washington.
Le tir nord-coréen de dimanche a fait quelque peu retomber la portée du
discours de M. Obama, même s'il a assuré que le test ne faisait que souligner
l'urgence d'agir contre la prolifération nucléaire. Mise à l'épreuve du
président ? Interrogé, le porte-parole de la Maison Blanche, Robert Gibbs, a
érigé un mur de protection : "Cela n'a rien à voir avec le président
Obama. Les Nord-Coréens ont ignoré les résolutions internationales depuis des
années et au moins les deux dernières présidences." Modestie là aussi,
autrement dit. Corine Lesnes
( da "Avvenire" del
07-04-2009)
Argomenti: G 20
CRONACA
07-04-2009 Tragedie immigrati «Non rassegniamoci» Il Papa: servono strategie
coordinate DA ROMA SALVATORE MAZZA T utti i Paesi del mondo devono firmare la
Convenzione internazionale che mette al bando le mine antiuomo. È l'appello che
Benedetto XVI ha lanciato domenica, all'Angelus, ricordando la celebrazione, il
4 aprile scorso, della IV Giornata indetta dall'Onu per la sensibilizzazione
sul problema delle mine anti persona». Un richiamo forte, al quale Papa
Ratzinger ha voluto unire il ricordo dei migranti recentemente vittime di
naufragi, invitando a non «rassegnarsi» a «tali tragedie» e a ricercare
«strategie coordinate» affinché non si ripetano. «A dieci anni dall'entrata in
vigore della Convenzione per la messa al bando di questi ordigni ha detto
Benedetto XVI riferendosi alla Giornata di sensibilizzazione contro le mine
antiuomo (problema che venne portato per la prima volta all'attenzione
internazionale, agli inizi degli anni '90, proprio dalla dalla Santa Sede) e
dopo la recente apertura alla firma della Convenzione per l'interdizione delle
munizioni a grappolo, desidero incoraggiare i Paesi che non lo hanno ancora fatto
a firmare senza indugio questi importanti strumenti del diritto internazionale
umanitario, ai quali la Santa Sede ha dato da sempre il proprio appoggio».
Sostegno, ha aggiunto, che si estende anche a tutte le misure per «garantire la
necessaria assistenza alle vittime di tali armi devastanti». Benedetto XVI,
come detto, ha poi parlato degli africani morti pochi giorni fa in mare, nella
loro traversata verso l'Europa: «Non possiamo rassegnarci a tali tragedie ha
detto che purtroppo si ripetono da tempo! Le dimensioni del fenomeno rendono
sempre più urgenti strategie coordinate tra Unione europea e Stati africani,
come pure l'adozione di adeguate misure di carattere umanitario, per impedire
che questi migranti ricorrano a trafficanti senza scrupoli». In questo, ha
aggiunto il pontefice, è necessario anche «l'aiuto della comunità
internazionale» per affrancare le popolazioni africane «dalla miseria e dalle
guerre». Un tema, quest'ultimo, che Papa Ratzinger aveva anche affrontato nella
lettera indirizzata qualche giorno fa al primo ministro britannico Gordon Brown
e, attraverso lui, ai potenti della terra, riuniti a Londra
per il G20, ricordando come proprio i Paesi dell'Africa subsahariana, «la
cui voce ha meno forza nello scenario politico», sono alla fine «quelli che
soffrono di più i danni di una crisi di cui non portano la responsabilità». Ma
questi stessi Paesi, aggiungeva, sono quelli che «poi, a lungo termine, hanno
più potenzialità per contribuire al progresso di tutti». «La fattiva
fiducia nell'uomo concludeva il Papa soprattutto la fiducia negli uomini e
nelle donne più povere, dell'Africa e di altre regioni del mondo colpite dalla
povertà estrema, sarà la prova che veramente si vuole uscire dalla crisi senza
esclusioni e in modo permanente e che si vuole evitare decisamente il ripetersi
di situazioni simili a quelle che oggi ci tocca vivere». Ed esorta a impegnarsi
per aiutare le popolazioni africane ad affrancarsi dalla miseria e dalle guerre
( da "Giornale.it, Il" del
07-04-2009)
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n. 83
del 2009-04-07 pagina 0 Paradisi fiscali, l'Ocse: nessun paese in lista nera di
Redazione Uruguay, Costa Rica, Filippine e Malaysia hanno preso limpegno di rispettare le norme fiscali internazionali. I
quattro paesi non saranno più nella lista nera dopo il G20
di Londra Parigi - Il segretario generale dellOcse,
Angel Gurria, ha annunciato questa mattina a Parigi che i quattro paesi che
figuravano sulla "lista nera" dei paradisi fiscali (Uruguay, Costa
Rica, Filippine e Malaysia) hanno preso limpegno di
rispettare le norme fiscali internazionali. Di conseguenza, i quattro paesi non
saranno più nella cosiddetta "lista nera" diffusa dallOcse dopo il G20 di Londra, la settimana
scorsa. Chiusa la lista nera "Giovedì scorso - ha detto Gurria in una
conferenza stampa - abbiamo comunicato al G20 il fatto
che cerano quattro giurisdizioni che non applicano ancora in modo ampio la
norma internazionale" in materia di scambio di informazioni fiscali.
"Oggi - ha continuato il segretario generale dellOcse - queste quattro giurisdizioni si sono tutte impegnate
pienamente a procedere a scambi di informazioni fiscali in funzione delle
norme Ocse". LUruguay, il Costa Rica, le
Filippine e la Malaysia si uniranno quindi ai 38 paesi iscritti nella
"lista grigia" pubblicata dallOcse e che comprende i paesi che
si sono impegnati a scambiare informazioni fiscali ma che non hanno ancora firmato
gli accordi bilaterali con stati membri delOcse.
"Fra le 84 giurisdizioni che lOcse segue regolarmente - ha quindi
aggiunto Gurria - non ce nè più nessuna che faccia parte" della
"lista nera". Il segretario generale si è rallegrato per "un
progresso assolutamente significativo" che è stato reso possibile dalla
mobilitazione dei leader riuniti a Londra il 2 aprile per il vertice del G20. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano