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Report "G20"   3-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: G20

È un residente della City l'uomo morto nella manifestazione contro il G20 ( da "Corriere.it" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: uomo morto nella manifestazione contro il G20 La vittima, Ian Tomlinson, era un giornalaio di 47 anni. I dubbi dei manifestanti sull'inchiesta LONDRA - Si chiamava Ian Tomlinson e viveva nella City, l'uomo morto mercoledì sera nel corso della manifestazione contro il G20 a Londra. Lo ha reso noto giovedì la polizia aggiungendo che Tomlinson, un giornalaio di 47 anni,

Bob Geldof:

Les Bourses euphoriques après le G20 ( da "Monde, Le" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20 défilent dans les rues Cadrage Le G20 au secours du capitalisme Cadrage Les principaux enjeux du G20 Zoom Dominique Strauss-Kahn (FMI) : "Ce qu'il faut faire maintenant, c'est nettoyer le système bancaire. Bien sûr, c'est difficile" Les faits Les Bourses euphoriques après le G20 Cadrage Imposer la transparence aux marchés financiers Spécial G20 Construire une véritable régulation

L'Europa è uscita alla grande dal summit del G20 a Londra ( da "Italia Oggi" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Europa è uscita alla grande dal summit del G20 a Londra Un tempo, l'Europa unita veniva spinta dal tandem franco-tedesco, alla guida del quale (fino a Chirac) c'era la Francia che sceglieva il percorso. La Germania spingeva. Anche adesso l'Europa è guidata dal tandem franco-tedesco. Solo che ora viene guidato dalla Germania mentre la Francia si trova collocata lontano dal manubrio.

G20, 6 mila mld di $ contro la crisi ( da "Italia Oggi" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Stop a paradisi fiscali e bonus ai manager che falliscono G20, 6 mila mld di $ contro la crisi L'Fmi triplicherà le proprie risorse e potrà vendere oro Una «espansione fiscale concertata e senza precedenti, che salverà o creerà milioni di posti di lavoro che sarebbero altrimenti stati distrutti, e che ammonterà, entro la fine dell'anno prossimo, a 5 mila miliardi di dollari;

Paradisi fiscali in nero e in grigio ( da "Italia Oggi" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Le risposte alla crisi non hanno tradito le aspettative del G20. Tanto che per la prima volta i premier dei paesi più potenti del mondo sono riusciti a trovare un'intesa per mettere la parola fine alla saga della lotta ai paradisi fiscali. Tre le liste pubblicate dall'Oecd, una bianca, una grigia e una nera.

Gran Bretagna-Liechtenstein, scudo bilaterale ( da "Italia Oggi" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Mentre i premier dei maggiori Paesi industrializzati lavoravano febbrilmente al G20 di Londra per cercare di trovare una soluzione globale al problema dei paradisi fiscali, poco distante, nella sede dell'HM Revenue and Customs (l'agenzia delle entrate britannica), l'attenzione sembra invece rivolta tutta verso un unico stato, il Liechtenstein.

Il G20 mette il turbo ai mercati ( da "Italia Oggi" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Il G20 mette il turbo ai mercati Forti rialzi in tutta Europa nella scia del meeting londinese Seduta di forti guadagni per le principali borse mondiali. A sostenere i mercati sono state le aspettative e i risultati del G20 di Londra, che ha segnato una strategia comune contro la recessione, e alcuni dati macro americani.

l'abbraccio alla regina e le confidenze a carlo sorprendono gli inglesi ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: agenda serrata a cui li ha costretti il G20, ha chiosato la conversazione dicendo: «State solo cercando di restare svegli...». E quando il presidente Usa ha proseguito, ricordando gli incontri già avuti a Londra con Gordon Brown, Dmitri Medvedev e David Cameron, il duca di Edimburgo ha gelato i presenti chiedendo al presidente: «Ma come ha fatto a distinguerli l´

obama: "il mondo è cambiato supereremo la crisi tutti insieme" - (segue dalla prima pagina) dalnostro inviato ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: la nostra leadership al servizio di tutti Il protagonista Il presidente ha trasformato il finale del G20 in uno spot contro l´antiamericanismo (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) DALNOSTRO INVIATO mario calabresi Ha cercato di ribaltare l´immagine del suo Paese, segnata dagli anni di Bush e dalle colpe di Wall Street di aver innescato la grande crisi finanziaria.

Crisi, che cosa hanno deciso i grandi... ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: che cosa hanno deciso i grandi Misure straordinarie dal G20: altri mille miliardi per rilanciare l'economia, stop ai paradisi fiscali, limiti a stipendi e superbonus. «Così salveremo milioni di posti di lavoro». Punto per punto tutti i provvedimenti di Redazione Mille miliardi per il Fondo monetario e le altre istituzioni finanziarie, oltre allo stimolo fiscale da 5.

E a palazzo va in onda il Cavaliere-show ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: show di Redazione L'umore è evidentemente dei migliori se l'approccio di Berlusconi al G20 di Londra è uno dei più scoppiettanti degli ultimi tempi. Con l'obiettivo dichiarato di «creare rapporti personali veri», perché «come nella vita» anche nella diplomazia «tutto diventa più facile» con un'interazione più diretta e confidenziale.

Berlusconi: Obama m'ha... ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: pomeriggio quando Silvio Berlusconi traccia un primo bilancio del G20 appena concluso a Londra. «Soddisfacente», spiega il premier, perché alla fine si è riusciti nel difficile compito di conciliare la linea franco-tedesca con quella anglo-americana. La dimostrazione del fatto, dice, che i grandi del mondo hanno mostrato una «forte e unanime volontà» di «cooperare per uscire dalla crisi»

stretta sui manager, draghi esulta "parte un grande cambiamento" ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: approvate dal G20. E lo dice «al di là dei tecnicismi», perché sa benissimo l´effetto che quei maxi assegni hanno creato e creano sull´opinione pubblica, specie in tempi di recessione. Perciò, d´ora in avanti dovranno essere limitati e comunque parametrati ai risultati economici di lungo periodo della banca o società finanziaria che sia.

berlusconi: non sforeremo il deficit - claudio tito ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Berlusconi è poi tornato sui risultati del G20. A suo giudizio, l´importante è conservare l´ottimismo. Un ragionamento che ha fatto anche a Barack Obama. «Gli ho detto che si deve tirare su le maniche per far uscire il mondo dalla crisi visto che la crisi arriva proprio dall´America. Lui mi ha risposto che ho ragione e che l´importante è restare tutti insieme per risolvere i problemi»

un no comune al protezionismo ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: comune impegno del G20 contro il protezionismo e per riaprire al più presto i negoziati commerciali Wto. "Minimizzeremo ogni impatto negativo sul commercio delle nostre politiche fiscali", scrivono i Grandi, decidendo di stanziare 250 miliardi di dollari per un fondo per il commercio internazionale.

L'attacco a manager e banche... ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: pacifici cortei manifestano contro il G20 e attraversano una Londra blindata dalla polizia». Pacifici? Citiamo a testimone non la stampa berlusconiana e neppure quella dei grandi banchieri, bensì l'Unità: «Al via il G20. A Londra assalto alla City». E subito sotto: «Scontri e feriti, mentre i Grandi preparano il vertice sulla crisi».

g20, altri mille miliardi di aiuti e addio a tutti i paradisi fiscali - enrico franceschini ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Economia G20, altri mille miliardi di aiuti e addio a tutti i paradisi fiscali L´Fmi triplica i fondi e vende l´oro per sostenere i Paesi poveri Il vertice Giudizi tutti positivi dai Grandi. Sarkozy: un esito oltre le aspettative, voltiamo pagina ENRICO FRANCESCHINI dal nostro corrispondente LONDRA - Solenne e trepidante,

sulla valuta globale altolà alla cina ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: l´idea cinese di una «valuta globale» che sostituisca il biglietto verde come strumento di riserva. Obama è contrario, anche se pare che il Fondo monetario voglia studiare la questione. A margine del vertice G20 però, il leader russo Medvedev ha rilanciato la proposta cara a Pechino, ma senza ottenere esiti

una piccola bretton woods - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: il G20 non solo ha accettato la pubblicazione di una «lista nera» da parte dell´Ocse, ma l´ha anche assortita da una seria minaccia di sanzioni: «l´era del segreto bancario è finita», dicono i Venti. Infine sul fronte della regolamentazione dei mercati, tutti i Paesi accettano la supervisione «equa» del Fmi.

La lotta sulla lista dei cattivi, poi il sì per evitare le sanzioni ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: è un passaggio sul quale il comunicato del G20 scivola. È giusto il tempo di un verbo, una sfumatura fra passato prossimo e futuro, anche questo probabilmente molto prossimo. Ma racchiude tutta la tensione di un muro che crolla e che da ieri non proteggerà più i paradisi fiscali. Quanto a questo, il testo finale del G20 di ieri è netto: i centri off-shore che nascondono l'

Accordo tra i Grandi contro la crisi ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: 2009 - pag: 1 Il G20 a Londra Superate le divisioni. Obama: svolta senza precedenti. Brown: un nuovo ordine mondiale Accordo tra i Grandi contro la crisi Via i paradisi fiscali, 5 mila miliardi di dollari, più soldi al Fondo monetario LONDRA Il premier Gordon Brown ha annunciato con soddisfazione il successo del vertice G20,

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: è soddisfatto quando annuncia che il G20 ha siglato l'accordo e darà ossigeno aggiuntivo all'economia. Hanno vinto tutti: decisamente di più Stati Uniti, Regno Unito e Cina, decisamente meno l'Europa. Stimoli alla domanda, poteri di vigilanza e di allerta affidati a un organismo centrale il Financial Stability Board guidato da Mario Draghi,

UNA BUONA PARTENZA ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20 non ha vinto nessuno, e così hanno potuto vincere tutti. Il debuttante Barack Obama, sostenuto dai britannici e dai giapponesi, voleva che per combattere la crisi fosse varato un poderoso stimolo fiscale. L'ha avuto, ma sotto mentite spoglie per non urtare la contrarietà degli europei: mille miliardi di dollari andranno al Fondo monetario e alla Banca mondiale per spingere la

E con un bigliettino di Obama a Hu Jintao si sigla l'accordo ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Il vertice del G20 era in stallo, nonostante l'egregio lavoro di Gordon Brown. A quel punto si è consumato il battesimo del fuoco di Barack Obama, la conferma internazionale di un leader che conosce ed esercita l'arte nobile del compromesso. Il presidente americano ha preso da parte il francese, per un breve ma intenso colloquio a tu per tu.

Più poteri all'Fsb guidato da Draghi: stipendi dei banchieri legati ai risultati ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: 2 Le decisioni del G20 Più poteri all'Fsb guidato da Draghi: stipendi dei banchieri legati ai risultati DAL NOSTRO INVIATO PRAGA Mario Draghi lo definisce «un grande cambiamento» per tutti i Paesi: lo schema di retribuzione dei manager delle grosse banche e società finanziarie sarà sottoposto alla vigilanza delle autorità nazionali.

Silvio, la foto con i leader e il rimbrotto della regina ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: La «diplomazia fotografica», almeno per il Cavaliere, vale tanto quanto! Ai giornalisti Rai «Attenti a quello che scrivete, vi ricordo che a casa mia si tengono le riunioni sulla Rai» Lo stupore di Giulio Una curiosa espressione del ministro Tremonti al G20 di Londra (Caddick/Afp) M. Gal.

1.100.000.000.000 ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 3 1.100.000.000.000 dollari i soldi destinati dal G20 soprattutto al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale per aiutare i Paesi in difficoltà e sostenere gli scambi commerciali

Elisabetta tocca Michelle E il protocollo ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: e in particolare alla signora Michelle, ha assegnato il premio simpatia del G20. Elisabetta II è rimasta conquistata dalla first lady statunitense, tanto da stravolgere e poi abbandonare del tutto il protocollo di corte. Chi l'ha sempre pensata fredda e distante avrà dovuto ricredersi di fronte a un'immagine del tutto inedita.

5.000.000.000.000 ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 3 5.000.000.000.000 dollari le risorse stanziate e ancora da stanziare entro la fine del 2010 dai singoli Paesi del G20 per politiche pubbliche nazionali finalizzate a contrastare gli effetti della crisi

Trichet taglia Su le Borse ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: unito all'esito del G20, ai buoni dati sugli ordinativi industriali negli Usa e al rinvio delle nuove regole contabili per il credito bancario ha spinto le borse in forte rialzo, mentre l'euro è schizzato a quota 1,3447 dollari: Piazza Affari ha guadagnato il 4,76%, Londra il 4,28%, Francoforte il 6,07%, Parigi il 5,37%.

La rabbia e il ricordo ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: due raid della polizia e 32 arresti: è il bilancio delle proteste anti G20 di ieri a Londra (foto Reuters). Quattrocento dimostranti hanno deposto mazzi di fiori a St Michael's Alley per ricordare Ian Tomlinson, l'edicolante di 47 anni colpito da malore durante gli scontri avvenuti mercoledì nella City.

Effetto Obama sui no-global ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Presto la politica estera mostrerà tutti gli elementi di inevitabile continuità tra le diverse amministrazioni» Prima e dopo Londra 2003: nella manifestazione contro la guerra in Iraq centinaia di cartelli contro Bush. Ieri, durante il G20 e sempre a Londra, le immagini di Obama mostrate da giovani sostenitori Stefano Montefiori

Scontri a Strasburgo, paura per il vertice Nato ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: e poche ore dopo la fine del G20, ecco di nuovo le felpe nere e le spranghe. Cioè manifestanti pronti allo scontro, e poliziotti altrettanto duri e determinati. Tutti insieme ricompaiono non più intorno alla City ma alla periferia di Strasburgo, dove un tentativo di corteo verso il centro viene bloccato sul nascere, fra sparsi tafferugli.

L'effetto Usa fa volare Fiat In Borsa maxi-balzo del 27% ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20 e dal taglio dei tassi europei, ha fatto da contorno a un mix di fattori. Tecnici (la speculazione di breve periodo, gli investitori istituzionali che ritoccano i portafogli), ma anche aziendali, a partire dai risultati di vendita delle auto a marzo in Italia e, notizia di ieri, in Germania, dove la casa torinese ha messo a segno un incremento delle immatricolazioni del 218,

I clienti fumano in strada: bar condannato a pagare i danni. E' giusto? ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: SUL WEB Risposte alle 19.00 di ieri I numeri sono in percentuale Sì R 55,4 No R 44,6 La domanda di oggi Il compromesso del G20 è un passo avanti per uscire dalla crisi? I sondaggi on line non hanno valore statistico e non sono basati su un campione scientifico

Una buona partenza ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: 2009 - pag: 44 IL G20 Una buona partenza di FRANCO VENTURINI SEGUE DALLA PRIMA Londra non è Bretton Woods, insomma, e non poteva esserlo. Per ripensare davvero l'architettura finanziaria globale occorrerà prima uscire dalle sabbie mobili della recessione, affrontare una disoccupazione che potrebbe trasformarsi in valanga,

UN G8 tutto rivolto al sociale, quello che Silvio Berlusconi ha intenzione di organizzare alla Madda... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi UN G8 tutto rivolto al sociale, quello che Silvio Berlusconi ha intenzione di organizzare alla Maddalena a luglio. La decisione del G20 di riunirsi a settembre spinge ancor più l'Italia a cambiare il profilo della riunione.

G20, maxi-aiuti e nuove regole ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi Il vertice di Londra si chiude con una svolta. Stanziati altri 1100 miliardi di dollari G20, maxi-aiuti e nuove regole Stop ai paradisi fiscali. Berlusconi: misure per l'occupazione

LONDRA Nuovi fondi per combattere la crisi ma soprattutto regole per la finanza mondiale. Il vertic... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Il vertice G20 di Londra si è chiuso con un risultato forse superiore alle aspettative, viste le divisioni della vigilia, e con il prevalere della linea europea in favore di una maggiore regolamentazione. In particolare si è deciso di mettere sotto vigilanza i fondi speculativi, di moderare le retribuzioni dei manager,

TRA i rumori di una piazza che sa solo ciò che non vuole e non la vuole con la violenza m... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: il G20, il Gruppo dei venti grandi della terra, si è riunito a Londra per trovare un accordo sul da farsi. Questo incontro è stato preceduto da una simultanea battaglia "di piazza" tra i protagonisti, meno cruenta nei fatti, ma non nei toni. In questa situazione difficile, ma non seria, si sono fronteggiate due correnti politiche unite dalla comune volontà di chiedere di più,

Wall Street, il rally continua ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: dopo gli annunci del G20 di Londra a sostengo dell'economia. L'accordo raggiunto tra i Grandi della Terra ha convinto il mercato,che al contrario si era mostrato incerto alla vigilia. Piacciono le garanzie date sui finanziamenti sotto forma di stimoli fiscali per 5mila miliardi di dollari all'economia mondiale entro la fine del 2010.

PARIGI - Scontri con la polizia, lanci di lacrimogeni, rifiuti in fiamme, fermate dell'autob... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20 di Londra» hanno spiegato i responsabili del collettivo che organizza la protesta anti-Nato. «Si tratta della più grossa operazione di sicurezza sul territorio francese dal G8 di Evian nel 2003» ha detto la ministra dell'Interno Michèle Alliot Marie, accusata dalla sinistra di aver spiegato un' "armata" anticontestazione che ha già avuto il merito di alzare il livello di tensione

Il consenso su una linea comune internazionale è stato raggiunto assegnando all'Ocse d... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: interpretazione positiva delle decisioni del G20 di Londra indurrebbe a credere che essi abbiamo quanto meno tracciato, non certo intrapreso, questo itinerario. In tutta questa bagarre la Banca centrale europea ha annunciato poco prima che uscisse il comunicato del Summit, forse per ribadire la sua autonomia di giudizio, la riduzione di 25 cent di punto dei tassi ufficiali.

Shanghai 2010, vetrina d'Italia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Mi auguro che anche dal G20 escano risultati concreti », ha commentato Emma Marcegaglia, all'incontro che si è tenuto ieri, a Roma, in Confindustria, per mettere a fuoco le potenzialità dell'evento per l'industria italiana. Con un occhio attento al futuro: dopo Shanghai, sarà la volta dell'Expo di Milano 2015.

Le storie - Diario italiano ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: La risposta del G20 alla crisi globale: Sarah Varetto ne discute con Mario Monti e Nouriel Roubini. SKY CINEMA CLASSICS 21,00 Il grande sonno, di Howard Hawks, con Humphrey Bogart, Lauren Bacall, Usa 1946 (114'). Il miglior Marlowe del grande schermo, dal meraviglioso romanzo omonimo di Raymond Chandler.

Un centinaio di giovani hanno dato vita ieri a una manifestazione spontanea per l'uccisione di... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: uccisione di un manifestante a Londra durante le proteste contro il G20, davanti all'ambasciata inglese a Porta Pia. I manifestanti partiti da Castro Pretorio hanno bloccato la strada ed esibito striscioni «No justice, no peace» e «Genova 2001 - Londra 2009, assassini». Le forze dell'ordine gli hannno impedito di raggiungere l'ambasciata.

PARIGI - Nicolas Sarkozy aveva minacciato di andarsene se non ci fossero stati risulta... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: risultati concreti al G20: ha fatto bene a restare»: l'economista francese Jean-Pisani Ferry, direttore di Bruegel, il più importante think tank economico europeo, è soddisfatto delle decisioni prese a Londra. Persino un po' sorpreso. Positivamente. Il direttore del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Khan ha parlato del «più grande piano di rilancio coordinato mai deciso»

PARIGI L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha pubblicato ieri sera ... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: dopo la decisione del G20 di agire contro gli Stati che non collaborano in campo fiscale. La «lista nera» comprende i paesi che non si sono mai impegnati a rispettare gli standard internazionali, precisa l'Ocse sul suo sito Internet. Mentre la lista numero due - la lista «grigia» - comprende 38 paesi fra i quali Monaco, Liechtenstein,

Il G20 si impegna a sostenere il lavoro fatto dal Financial stability forum per definire nuovi principi sulle retribuzioni aziendali, con l'obiettivo di una maggiore responsabilità ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi LE RETRIBUZIONI DEI MANAGER Il G20 si impegna a sostenere il lavoro fatto dal Financial stability forum per definire nuovi principi sulle retribuzioni aziendali, con l'obiettivo di una maggiore responsabilità sociale

LONDRA - Alla fine l'accordo c'è stato, con l'ago della bilancia spostato più... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: I leader del G20 hanno deciso di destinare 1.100 miliardi di dollari in prestiti e garanzie per i paesi in difficoltà, di colpire con mano pesante i paradisi fiscali e gli hedge funds, e di creare un'organismo di supervisione, figlio del Financial stability forum di cui Mario Draghi è presidente, per affrontare i problemi del sistema finanziario globale.

LONDRA Peccato che ne abbiano arrestati così pochi. Potevo farci dei soldi ... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: in questa due giorni di proteste organizzate contro il G20. Ma quella camicia Brook Brothers e quell'impermeabile Burberry non fanno fesso neppure il meno glamour dei manifestanti. Mark, che non vuole dire il cognome, ma che lavora in Bishopsgate, l'arteria principale della City, spiega che i trader si sono messi a scommettere sul numero degli arresti dei no-global (le quote,

LONDRA Si chiamava Ian Tomlinson, aveva 47 anni e stava per tornare a casa dal posto di lavoro, un ... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: lui la vittima di questo G20, lui l'uomo morto per strada nella sera di mercoledì, mentre la protesta infuriava di fronte alla Banca d'Inghilterra, nel cuore della City di Londra. E a condurre la guerriglia urbana potrebbe essere stato proprio un gruppo di anarchici italiani, sostiene il Daily Telegraph, citando fonti delle forze dell'ordine.

LONDRA - Sapremo se abbiamo lavorato bene soltanto tra anni , ma sono convinto ch... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: «Negli incontri con gli altri leader del G20 ho riconosciuto che parte del contagio della crisi è effettivamente partito da Wall Street». «Difficile negare - ha aggiunto il presidente americano - che diverse nostre società abbiano assunto rischi ingiustificati e inimmaginabili mentre le autorità di vigilanza dormivano.

ROMA I leader hanno voluto sottolineare la discontinuità tra passato e futuro . Cos... ( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: sarà allargato a tutti i paesi del G20 più la Spagna e l'Unione europea, avrà più poteri, e cambierà nome in Financial Stability Board. Mario Draghi ha illlustrato a Londra le novità che riguardano l'istituto che presiede, nato per iniziativa del G8, e ora allargato anche alle nuove potenze economiche mondiali.

Paura al vertice Nato, scontri a Strasburgo: cento fermi, un ferito ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: un ferito di Redazione Dopo gli scontri al G20 di Londra i dimostranti, armati di sassi e bastoni, hanno assediato la città. Colpite Strasburgo, Baden Baden e Kehl, le tre città che ospitano il vertice della Nato. Ferito un fotografo Strasburgo - Le immagini degli scontri violenti di Londra stanno ancora facendo il giro del mondo, che la paura si sposta sulle rive del Reno,

Paradisi fiscali, Ocse: ecco i Paesi "offshore" ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: di Redazione Come annunciato al termine del vertice del G20 a Londra, l?Ocse ha pubblicato le liste aggiornate dei "paradisi fiscali". E' un giro d'affari da 1.800 miliardi. Costa Rica, Malaysia, Filippine e Uruguay nella lista nera. Ocse: "Tendenza ad attirare società offshore con attività fittizie" Londra - Come annunciato al termine del vertice del G20 a Londra,

gli scontri al G20 di Londra ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Anche il secondo giorno del G20 londinese è stato segnato dalla tensione tra manifestanti e forze di polizia, che si sono scontrati a più riprese. Pesante il bilancio della due-giorni: oltre 110 arresti. Ieri la protesta è cominciata alle 11 di mattina quando 500 manifestanti si sono dati appuntamento nella periferia est della città,

La politica del sorriso ha cancellato l'etichetta ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Anche così al G20 la diplomazia è diventata più umana La foto di famiglia, il protocollo, le strette di mano, cravatte, guanti e diademi. Quando i grandi si incontrano la terra sembra molto lontana. Tutti quanti, tutti insieme, ti regalano quell?effetto da museo delle cere e pensi: le statue non sanno dove sta di casa la crisi.

Quelli che le violenze "sono un... ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: pacifici cortei manifestano contro il G20 e attraversano una Londra blindata dalla polizia». Pacifici? Citiamo a testimone non la stampa berlusconiana e neppure quella dei grandi banchieri, bensì l?Unità: «Al via il G20. A Londra assalto alla City». E subito sotto: «Scontri e feriti, mentre i Grandi preparano il vertice sulla crisi».

G20, intesa da mille miliardi di dollari Obama: "E' una svolta per la ripresa" ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: provvedimenti concertati messi a punto dai paesi G20, sempre secondo Brown, faranno aumentare il prodotto mondiale del 4% entro la fine dell?anno prossimo. "A partire dalla nostra ultima riunione di Washington e nella cornice del processo allora partito i paesi G20 hanno annunciato e stanno mettendo a punto il più grande pacchetto di stimolo macroeconomico che il mondo abbia mai visto"

Accordo da mille miliardi di dollari Guerra globale ai paradisi fiscali ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20 più risorse per la crescita e stop alla finanza senza regole Sarkozy e Merkel soddisfatti: «Intesa storica, risultati oltre le aspettative» nostro inviato a Londra Se almeno per una volta, questa volta, potessimo fidarci dei mercati finanziari, potremmo dire che le conclusioni del summit del G20 sono state positive: mentre Barack Obama incontrava i giornalisti nella sua conferenza

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: e riunitosi a Londra a latere del G20, ha presentato un piano d'azione che comprende anche nuovi principi per la determinazione dei premi per i manager. «Gli schemi di retribuzione - ha detto Draghi - diventano oggetto di supervisione finanziaria e, al di là del linguaggio diplomatico, è un grande cambiamento».

Il documento finale accoglie il modello Italia Più attenzione al della crisi ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20 ricorda che finora gli stati che compongono il gruppo hanno stanziato cinquemila miliardi di euro nel biennio 2009-2010 in stimoli fiscali alla crescita e alla creazione, o conservazione, di milioni di posti di lavoro. Si tratta di una cifra senza precedenti, e «siamo impegnati - dice il G20 - ad accelerare la scala degli sforzi di bilancio necessari per ripristinare la ripresa

IL VERTICE DI LONDRA ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Il summit del G20 si conclude con una cifra tonda e pesante, per aiutare il mondo ad uscire dalla crisi. I mille miliardi si aggiungono ai 5mila già stanziati dai Paesi del G20 per il biennio 2009-2010 allo scopo di spingere sull'acceleratore della ripresa e salvare dalla distruzione milioni di posti di lavoro.

Ecco la e la dei Paesi che non rispettano le regole Ocse ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: I Paesi del G20 sono pronti a prendere provvedimenti e sanzioni per proteggere le proprie finanze pubbliche e i sistemi finanziari. «L'era del segreto bancario è finita», si legge nel documento finale. La conclusione del G20 sui paradisi fiscali rappresenta un successo per il presidente francese Nicolas Sarkozy e per la cancelliera tedesca Angela Merkel,

Stretta agli stipendi dei banchieri Ora conteranno rischi e risultati ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Con queste parole il premier britannico Gordon Brown ha sintetizzato le decisioni assunte dal G20 sulla delicata e controversa questione delle retribuzioni e dei premi per i grandi manager bancari. Il comunicato finale del summit «sostiene i nuovi, forti principi sugli stipendi e sui compensi che vengono elaborati dal Financial stability forum».

Non si ripeterà l'errore del protezionismo Sostegno da 250 miliardi agli scambi ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Questo solenne impegno è contenuto nel comunicato finale del G20 di Londra. Il presupposto è che il libero commercio ha assicurato la crescita economica del mondo nell'ultimo mezzo secolo, ma si sta riducendo ora, per la prima volta in 25 anni. Il calo della domanda «viene esacerbato dalle crescenti pressioni protezionistiche e da un calo del credito al commercio».

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: di Marcello Foa Il G20 ha affidato poteri più ampi al Fondo Monetario Ora avrà più soldi e di fatto la possibilità di emettere moneta Non è una rivoluzione, ma «un altro passo per scongelare l'economia mondiale e ripristinare la fiducia». Giorgio Barba Navaretti, docente di economia politica dell'Università degli studi di Milano,

Vertice Nato, scontri e violenza:... ( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: 300 fermi di Redazione Dopo gli scontri al G20 di Londra i dimostranti, armati di sassi e bastoni, hanno assediato la città. Colpite Strasburgo, Baden Baden e Kehl, le tre città che ospitano il vertice della Nato. Ferito un fotografo Strasburgo - Le immagini degli scontri violenti di Londra stanno ancora facendo il giro del mondo, che la paura si sposta sulle rive del Reno,

"dieci anni fa a seattle avevamo previsto tutto" - anais ginori ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Al G20 di Londra Gordon Brown o Nicolas Sarkozy lo dicono e sembrano affermazioni di semplice buon senso». L´economista inglese Noreena Hertz, 41 anni, è direttrice della Business School dell´università di Cambridge. Ha partecipato al movimento no-global sin dalla sua nascita, e ne è stata una convinta teorica.

ferrero sfila con i no-global "la rivolta arriverà in italia" ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Sicuramente nelle decisioni del G20 manca un qualsiasi accenno alla distribuzione della ricchezza. è invece una delle cause della crisi sta proprio nella polarizzazione estrema della ricchezza». Ma lei crede che il G20 dovesse occuparsi di una diversa distribuzione del reddito?

tassi bce ai minimi storici, le borse volano - andrea tarquini ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: sia le misure annunciate dal vertice G20 a Londra per lottare contro la devastante crisi economica-finanziaria internazionale. Al London stock exchange il rialzo è stato del 4,28%, a Francoforte di ben il 6,07, a Parigi del 5,37, a Milano il Mibtel ha chiuso con un più 4,35. E l´euro si è apprezzato sul dollaro, salendo a quota 1,3447, e sullo yen: 133,

rivalutati gli "asset tossici" colpo di coda di wall street - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: che monti la sfiducia nel sistema finanziario FEDERICO RAMPINI Non è stato il G20 ieri la vera causa scatenante del rialzo di Wall Street, bensì un regalo normativo ai banchieri. Mentre a Londra i leader di Stato assumevano l´impegno a varare regole più severe sui mercati finanziari, l´America ha fatto un passo indietro riscoprendo la deregulation a favore della "finanza creativa".

tagliati gli stipendi dei manager gli italiani al passo con l'europa - ettore livini>( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Nessuno ha aspettato gli interventi, inevitabili, di G20 e dei governi. I vertici di molti istituti francesi (come Bnp) e spagnoli hanno rinunciato a bonus già acquisiti per non esasperare l´opinione pubblica. Guy Hands, supermanager di un fondo come Terra Firma, ha restituito di tasca sua 50 milioni dello stipendio 2008.

piazza affari brinda con fiat e i bancari forti eni ed enel, italcementi e il mattone ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Il taglio dei tassi della Bce e le buone notizie dal G20 rilanciano i listini. L´indice Mibtel sale del 4,35%, l´S&p/Mib +4,76%. Fiat è protagonista, con un rialzo record del 27%, per i buoni dati sulle immatricolazioni la vigilia e le attese di accordo con Chrysler. La imitano i titoli della galassia torinese, e i "collegati" Pirelli (+8%), Brembo (+8%),


Articoli

È un residente della City l'uomo morto nella manifestazione contro il G20 (sezione: G20)

( da "Corriere.it" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Intanto La Polizia perquisisce occupazioni abusive usate per gli scontri di Londra È un residente della City l'uomo morto nella manifestazione contro il G20 La vittima, Ian Tomlinson, era un giornalaio di 47 anni. I dubbi dei manifestanti sull'inchiesta LONDRA - Si chiamava Ian Tomlinson e viveva nella City, l'uomo morto mercoledì sera nel corso della manifestazione contro il G20 a Londra. Lo ha reso noto giovedì la polizia aggiungendo che Tomlinson, un giornalaio di 47 anni, stava rientrando a casa dal lavoro quando si è sentito male poco prima delle 19.30 e che sarebbe poi deceduto per un infarto. Secondo testimoni oculari, un manifestante ha avvertito la polizia che ha soccorso l'uomo velocemente e lo ha portato via, schivando le bottiglie e gli oggetti che i manifestanti tiravano contro la gente. INCHIESTA - Intanto i manifestanti del G20 hanno chiesto una pubblica inchiesta per la morte di Tomlinson, mentre la polizia ha perquisito alcune occupazioni abusive che ritiene siano state utilizzate dalle persone responsabili delle violenze: una si trova a Rampart Street, Aldgate, l'altra a Earl Street, vicino a Liverpool Street Station. Lo riferisce la tv satellitare britannica Sky News. javascript:galleriaN("Esteri","2009/04_Aprile/londra_g20/1&1"); COMMEMORAZIONE E PROTESTA - E circa 300 manifestanti si sono dati appuntamento alle 13 di giovedì di fronte alla Banca d'Inghilterra «in segno di solidarietà» per la morte di Ian Tomlinson: abbracci, lacrime, mazzi di fiori e urla contro la polizia. Pochi isolati più a est un manifestante solitario nel frattempo ha scalato il grattacielo dei Lloyd's e ha srotolato uno striscione. Sorvegliati da oltre una cinquantina di agenti, i dimostranti di fronte alla Banca d'Inghilterra hanno deposto alcuni mazzi di fiori a St Michael's Alley, il vicolo dove Tomlinson è stato trovato privo di sensi da uno dei manifestanti poco prima delle 19.30 di mercoledì. In tanti hanno urlato «Vergogna!» ai poliziotti. Molti dei dimostranti presenti hanno dichiarato di essere stati picchiati e maltrattati dalla polizia, che per ore li ha trattenuti tra i cordoni senza permettere loro di lasciare la manifestazione. «È morto all'interno del cordone della polizia a causa delle condizioni terribili in cui i manifestanti sono stati tenuti per troppe ore», hanno detto due ragazze arrivate con i fiori «da parte di tutti gli altri dimostranti che si trovavano qui con noi mercoledì». «Il fatto che non si sappia nulla sulle circostanze della morte, che non si sia visto il corpo e che la polizia non abbia diffuso nessuna informazione è molto sospetto», hanno dichiarato le ragazze, che non hanno voluto rivelare il loro nome, aggiungendo di non essere soddisfatte dall'inchiesta aperta dalla polizia e di volere un'indagine indipendente a riguardo. Sospetti sulla morte dell'uomo sono stati espressi anche da altre fonti vicine agli organizzatori delle manifestazioni. «Il mistero che circonda questa vicenda suscita sospetto», ha detto una fonte, aggiungendo che l'uomo si trovava all'interno di uno dei cordoni dove la polizia si è scontrata più volte con i manifestanti. stampa |

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Bob Geldof: Anche il cantante e animatore del Live Aid partecipa al vertice del G20. Pillay: aiutare i contadini, non le banche LONDRA - Anche Bob Geldof, il musicista impegnato con il Live Aid nella battaglia a sostegno dei Paesi poveri, è al G20 di Londra dove nella sala stampa del centro ExCel, sede del vertice, ha suscitato la curiosità e le domande dei cronisti di tutto il mondo. DUE DOLLARI AL GIORNO - «Sono qui per ricordare ai leader del G20 che oltre il 50% della popolazione mondiale vive con meno di due euro al giorno», ha affermato Geldof, aggiungendo: «Se vogliamo davvero il rilancio, dobbiamo includere tutte queste persone, che rappresentano una grande risorsa economica ed intellettuale». La rockstar ha anche invitato i 20 grandi a «resistere alle tentazioni protezionistiche». Navi Pillay, alto commissario Onu per i diritti umani (Afp) «MA I PAESI POVERI?» - Anche l'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha affrontato il tema della povertà nel mondo e si è rammaricata dell'esclusione dei manifestanti e dei Paesi più poveri dal vertice del G20. Lo ha fatto da Ginevra, sede del Concilio per i diritti umani: «Non mi è sfuggito - ha detto - che le persone che dovrebbero essere al centro (dei dibattiti del G20) sono tutte in piazza e tenute a distanza dalla polizia: penso che sia anche l'immagine dell'esclusione». L'alto commissario ha inoltre espresso rammarico per il fatto che il vertice riunisca soltanto «alcuni stati, venti stati, mentre c'è un argomento per cui dovrebbero essere impegnati tutti gli stati visto che la crisi mondiale coinvolge tutti e dovrebbe colpire in modo particolare e più duro i Paesi in via di sviluppo e la gente povera». «Come alto commissario per i diritti umani - ha aggiunto -, direi che la politica finanziaria non dovrebbe sostenere le banche ma gli esseri umani, le cui preoccupazioni dovrebbero essere al centro dei dibattiti». Il vertice del G20, ha detto ancora, «dovrebbe concentrarsi immediatamente sulle preoccupazioni dei lavoratori e dei contadini poveri». stampa |

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La cena dei leader firmata Jamie Oliver (sezione: G20)

( da "Corriere.it" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Diplomazia a tavola La cena dei leader firmata Jamie Oliver Il giovane chef, star della tv, ha impostato un menu molto british, con agnello e salmone scozzese Jamie Oliver dietro le quinte della cena dei leader LONDRA - E' stato il giovane chef Jamie Oliver, che nel Regno Unito è una vera celebrità grazie al successo di alcuni suoi programmi televisivi (trasmessi anche in Italia da Rai Sat Gambero Rosso, cosa che lo ha reso particolarmente noto anche nel nostro Paese) a preparare la cena della vigilia del vertice per i leader impegnati nel G20 di Londra. Oliver è particolarmente legato alla cucina italiana, avendo avuto tra i suoi maestri anche Gennaro Contaldo, chef di origine amalfitana titolare di un ristorante a Charlotte Street, nel cuore della capitale britannica I leader a tavola (Ap) IL MENU - Il piatto forte del menù è stato agnello del Galles accompagnato da funghi selvatici, asparagi e patate del Jersey. Per i capi di governo vegetariani la variante è stata una fantasia basata su gnocchi di patate e asparagi. Tra le altre portate, salmone scozzese con verdure e formaggio di capra dell'Hertfordshire con scalogno arrostito. Per il dolce, infine, crostata di mandorle e budino. stampa |

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Paradis fiscaux : la liste noire de l'OCDE comprend le Costa Rica et l'Uruguay (sezione: G20)

( da "Monde, Le" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Paradis fiscaux : la liste noire de l'OCDE comprend le Costa Rica et l'Uruguay LEMONDE.FR avec AFP, Reuters, AP | 02.04.09 | 22h19 * Mis à jour le 02.04.09 | 23h08 Réagissez (5) Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : L'OCDE a publié trois listes de paradis fiscaux sur son site, jeudi 2 avril, après la décision prise par le G20 de sanctionner les Etats fiscalement non coopératifs. La première, une liste noire, recense quatre pays qui ont refusé de respecter les nouvelles règles internationales en matière fiscale : le Costa Rica, le territoire malaisien de Labuan, les Philippines et l'Uruguay sont pointés du doigt. Le président de la banque centrale de l'Uruguay, Mario Bergera, a immédiatement démenti que son pays soit un paradis fiscal, insistant sur la réforme fiscale entamée en 2007 par le président Tabaré Vazquez. M. Bergera assure que Montevideo dispose désormais de normes sévères en matière de "supervision" et de "régulation". Les critères et les listes de l'OCDE Quatre critères sont retenus par l'OCDE pour définir un paradis fiscal : - Des impôts insignifiants ou inexistants ; - L'absence de transparence sur le régime fiscal ; - L'absence d'échanges de renseignements fiscaux avec d'autres Etats ; - Le fait d'attirer des sociétés écrans ayant une activité fictive. La liste noire : Costa Rica - Malaisie - Philippines - l'Uruguay La liste grise : Autriche - Andorre - Anguilla - Antigua et Barbuda - Aruba - Bahamas - Bahreïn - Belgique - Belize - Bermudes - Brunei - Les îles Caïmans - Chili - Les îles Cook - République dominicaine - Gibraltar - Grenade - Guatemala - Liberia - Liechtenstein - Les îles Marshall - Luxembourg - Monaco - Montserrat - Nauru - Antilles néerlandaises - Niue - Panama - Saint-Kitts et Nevis - Sainte-Lucie - Saint Vincent et les Grenadines - Samoa - Saint-Marin - Singapour - Suisse - Iles Turks et Caïques - Vanuatu - Les îles Vierges Sur le même sujet Les faits Paradis fiscaux : la liste noire de l'OCDE comprend le Costa Rica et l'Uruguay Les faits Juncker presse Merkel, Sarkozy et Brown de s'attaquer aux paradis fiscaux américains Blog Eradication factice des paradis fiscaux Infographie Les paradis fiscaux en Europe selon l'OCDE Edition abonnés Archive : Haro sur les paradis fiscaux Les deux autres catégories sont les centres financiers qui ont promis de se conformer aux nouvelles règles sans les appliquer (liste grise) et ceux qui s'y conforment "substantiellement" (liste blanche). Dans la liste grise, qui comprend trente-huit pays, on recense des pays comme la Suisse et le Liechtenstein, qui avaient promis avant le sommet du G20 plus de transparence. On retrouve également la principauté de Monaco, les îles Cayman, Andorre, le Chili, la Belgique et l'Autriche. HONGKONG ET MACAU ÉPARGNÉS Enfin, la liste blanche des Etats coopératifs comprend notamment les Seychelles, l'île de Man, l'Irlande, les Barbades, la France, les Etats-Unis ou encore l'île de Jersey. La Chine, qui a défendu cette démarche à demi-mot, réussit à y figurer également. Elle avait donné son accord à condition que deux de ses territoires, Hongkong et Macau, ne figurent pas sur la liste noire. L'OCDE constate néanmoins que les deux régions administratives spéciales chinoises se sont pour l'instant "limitées à des engagements". A l'issue du sommet du G20, les participants s'étaient engagés à "agir" contre les juridictions non coopératives, dont les paradis fiscaux, laissant le soin à l'OCDE de publier la liste des pays concernés. L'organisation a alors mis à jour sa précédente liste, publiée en 2000. Au cours des dernières semaines, plusieurs Etats dans le collimateur de la communauté internationale avaient donné des gages de bonne volonté, notamment le Luxembourg ou la Suisse, mais aussi le Liechtenstein ou Andorre. Les sanctions contre les pays de la liste noire peuvent aller jusqu'à des audits répétés pour ceux qui utilisent des instutions de ces pays. Les participants au G20 ont déjà fait remarquer que les relations bilatérales avec les membres de cette liste pourraient également être modifiées.

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Les Bourses euphoriques après le G20 (sezione: G20)

( da "Monde, Le" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Les Bourses euphoriques après le G20 LEMONDE.FR Avec AFP | 02.04.09 | 18h39 * Mis à jour le 02.04.09 | 22h21 Réagissez (3) Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Plus 5,37 % à Paris, + 4,28 % à Londres, + 6,07 % à Francfort : les Bourses mondiales se sont envolées, jeudi 2 avril, après l'annonce des décisions du G20. Après l'annonce des conclusions du G20 prévoyant notamment le triplement des ressources du FMI, le CAC 40 a frôlé les 3 000 points. Les Bourses nordiques ont grimpé également, jusqu'à + 6,17 % à Helsinki. La Bourse de New York a conforté ses gains tout au long de la journée : l'indice Dow Jones a gagné 2,73 % en clôture et le Nasdaq 2,82 %. Sur le même sujet Portfolio A Londres, les manifestants anti-G20 défilent dans les rues Cadrage Le G20 au secours du capitalisme Cadrage Les principaux enjeux du G20 Zoom Dominique Strauss-Kahn (FMI) : "Ce qu'il faut faire maintenant, c'est nettoyer le système bancaire. Bien sûr, c'est difficile" Les faits Les Bourses euphoriques après le G20 Cadrage Imposer la transparence aux marchés financiers Spécial G20 Construire une véritable régulation internationale Les dirigeants réunis dans la capitale britannique se sont mis d'accord sur une augmentation des ressources du Fonds monétaire international et de la Banque mondiale, qui seront accrues de 1 000 milliards de dollars, et la publication d'une liste des paradis fiscaux. Le premier ministre britannique, Gordon Brown, a salué jeudi l'avènement d'un "nouvel ordre mondial". Les banques et les sociétés automobiles étaient parmi les plus fortes hausses. A Francfort, Daimler a bondi de 16,42 % et BMW de 14,40 %. Deutsche Bank s'est adjugée 14,38 %. A Milan, l'action FIAT a bondi de 27,12 %, grâce au redémarrage du marché automobile italien en mars sous l'effet de la prime à la casse et à la perspective de son alliance avec l'américain Chrysler. A New York Citigroup grimpait de 6,72 %, Bank of America de 7,66 % et JPMorgan Chase de 3,13 %.

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L'Europa è uscita alla grande dal summit del G20 a Londra (sezione: G20)

( da "Italia Oggi" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

ItaliaOggi sezione: I commenti data: 03/04/2009 - pag: 2 autore: di Pierluigi Magnaschi L'analisi L'Europa è uscita alla grande dal summit del G20 a Londra Un tempo, l'Europa unita veniva spinta dal tandem franco-tedesco, alla guida del quale (fino a Chirac) c'era la Francia che sceglieva il percorso. La Germania spingeva. Anche adesso l'Europa è  guidata dal tandem franco-tedesco. Solo che ora  viene guidato dalla Germania mentre la Francia si trova collocata lontano dal manubrio. Questo ribaltamento dei ruoli, presente da tempo, è diventato evidente, agli occhi di tutti, in occasione del vertice del G20 a Londra. Lo spartito europeo, in questa occasione, lo ha infatti scritto il premier tedesco Angela Merkel al quale si è poi associato il leader francese Nicholas Sarkozy e quindi tutti gli altri paesi europei, a partire dall'Italia, con la sola eccezione dell'Inghilterra (che, da sempre, è, su queste questioni, il copia-e-incolla delle soluzioni Usa). La scontro (rispettoso) fra gli Stati Uniti e la Germania (e quindi anche con l'Europa) in ordine al mix di misure per riuscire a uscire dalla crisi finanziaria, manifestatosi nel G20, ma poi composto, non ha nulla di ideologico ma si basa sui divergenti interessi nazionali che Angela Merkel vuole tutelare senza imbarazzi. Barack Obama e Angela Merkel sono sicuramente dei leader che vogliono collaborare, questo è il punto. Con Schröder, invece, le divergenze con gli Usa erano ideologiche e quindi, spesso, anche prevenute . Obama e la Merkel certo non hanno smesso di sostenere gli interessi dei loro paesi. Oltrettutto la crisi attuale non è globale ma mondiale. È cioè una crisi che si è sì diffusa in tutto il mondo ma che sta anche colpendo i vari paesi in modo diverso e che quindi deve essere aggredita, certo con delle ricette comuni, ma anche con degli interventi specifici, nazionali o, nel caso della Ue, di area. Dal vertice di Londra del G20 è uscita una buona intesa che premia la nuova leadership di Obama, rende per la prima volta protagonista l'Europa, riconosce il ruolo internazionale della Cina soprattutto a livello di Fmi. Il nuovo corso di Obama riconosce, nei fatti, il declino della leadership Usa che può essere contrastato, solo sostituendo alla politica egemonica degli Usa, una politica di collaborazione, senza la quale il mondo si impantana nei suoi stessi dissidi. D'altra parte, senza un'Europa politica solidale e unita, il mondo si inceppa. Ecco perché il Trattato di Lisbona che le consentirebbe di operare in base alle regole della maggioranza, e che è bloccato dal voto contrario dell'Irlanda e dalla non ratifica della Cechia, non può più attendere. Questi due paesi non possono più, da una parte, bloccare la Ue e, dall'altra, reclamarne i benefici. Debbono decidersi. E prima lo fanno, meglio è. Per tutti.

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G20, 6 mila mld di $ contro la crisi (sezione: G20)

( da "Italia Oggi" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

ItaliaOggi sezione: Economia e Politica data: 03/04/2009 - pag: 8 autore: A Londra compromesso storico. Stop a paradisi fiscali e bonus ai manager che falliscono G20, 6 mila mld di $ contro la crisi L'Fmi triplicherà le proprie risorse e potrà vendere oro Una «espansione fiscale concertata e senza precedenti, che salverà o creerà milioni di posti di lavoro che sarebbero altrimenti stati distrutti, e che ammonterà, entro la fine dell'anno prossimo, a 5 mila miliardi di dollari; aumenterà la produzione del 4% e accelererà la transizione a un'economia verde». Il comunicato finale del vertice dei capi di stato e di governo del G20, che si è concluso ieri a Londra, elenca gli interventi a sostegno della ripresa dell'economia mondiale, che includono anche una lista nera dei paradisi fiscali, un nuovo consiglio per la stabilità finanziaria globale. E l'impegno di ritrovarsi per un nuovo summit, a fine anno, in modo da valutare gli eventuali progressi.A queste misure, decise per combattere una crisi senza precedenti, si aggiunge uno stanziamento di oltre 1.000 miliardi di dollari aggiuntivi per rafforzare le istituzioni di Bretton Woods: Fondo monetario internazionale e Banca mondiale. Lo scopo è quello di affrontare la crisi e di far nascere un nuovo «ordine mondiale», come ha affermato ambiziosamente il primo ministro britannico Gordon Brown nella conferenza stampa finale del vertice.Per rispondere rapidamente alla crisi il Fondo monetario vedrà sostanziamente triplicarsi i suoi fondi con 500 miliardi di dollari che si aggiungono ai 250 miliardi attualmente disponibili. Il Fondo monetario, inoltre, potrà vendere una certa quantità d'oro per aiutare i paesi più poveri toccati dalla crisi. Anche se le entrate derivanti da tali vendite non possono essere quantificate con precisione, l'insieme delle risorse supplementari a disposizione del Fondo raggiunge i 1.100 miliardi di dollari.Altri 250 miliardi di dollari sono stati destinati dal G20 per finanziare lo sviluppo del commercio e rilanciare gli scambi internazionali, mentre 100 miliardi andranno alle banche multilaterali di sviluppo come la Banca Asiatica di sviluppo e l'omologa istituzione africana. I paesi poveri riceveranno 50 miliardi di dollari di aiuti.«I problemi che la gente pensava ci dividessero, non ci hanno diviso affatto», ha detto il premier britannico, sottolineando che all'aumento dei fondi per l'Fmi hanno contribuito con 40 miliardi di dollari la Cina, con 100 miliardi l'Ue e altrettanti il Giappone. Il primo ministro britannico ha detto che è stato raggiunto un accordo per una lista nera dei paradisi fiscali, per sottoporre a regolamentazione gli hedge fund, precisando che la lista dei paradisi fiscali verrà stilata e pubblicata a breve dall'Ocse.Non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire le società, ha detto Brown, il quale ha preannunciato un sistema di «nuove regole» sui bonus e salari a livello globale: i numeri uno delle istituzioni finanziarie, ha spiegato il premier britannico, saranno nominati sulla base del «merito». «Ripuliremo le banche per rilanciare credito per le famiglie e le imprese. Ci siamo accordati per un approccio unico e globale per gli asset tossici». Dalla crisi economica emergono, secondo Brown, «le fondamenta di una nuova cooperazione internazionale, di un nuovo ordine mondiale».Riconosciuta infine, come richiesto dall'Italia, «la dimensione umana della crisi». «Sosterremo l'occupazione stimolando la crescita, investendo sull'educazione e tramite politiche attive sul mercato del lavoro, concentrandoci sui soggetti più vulnerabili».Il documento si conclude con il riferimento a una «crescita verde» e ai cambiamenti climatici, rimandando le decisioni al vertice di dicembre a Copenhagen.Dal G20 di Londra è uscita una «forte e unanime affermazione della volontà di cooperare per uscire dalla crisi e prendere misure coordinate», ha detto il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, il quale ha raccontato ai giornalisti di aver detto scherzando al presidente Usa Obama che «deve rimboccarsi le maniche, perché la crisi è venuta da lì e adesso siete voi che dovete rimediare». Berlusconi ha poi assicurato che il governo italiano non ha intenzione di superare i vincoli europei sul debito e il deficit pubblico.Soddisfatto anche lo stesso Obama per il quale il G20 «è stato un punto di svolta nel perseguimento della ripresa economica» e che il vertice «ha respinto ogni ipotesi di ritorno a forme protezionistiche che avrebbero solo l'effetto di aggravare la crisi».Secondo il cancelliere tedesco Angela Merkel, si tratta di «un compromesso storico in risposta a una crisi eccezionale». Anche il presidente francese Nicolas Sarkozy, nonostante le forti perplessità della vigilia, è apparso soddisfatto: «I risultati ottenuti vanno aldilà di quello che potevamo immaginare. I paesi del G20 hanno deciso di riformare in profondità l'organizzazione finanziaria internazionale, cosa che non era stata mai fatta a questo livello dagli accordi di Bretton Woods nel 1945», ha detto Sarkozy, «è un impegno dei capi di Stato e di governo per un rafforzamento delle regole della supervisione delle attività finanziarie: era una priorità per Francia e Germania, e questa priorità è diventata uno degli obiettivi di tutti i capi di stato e di governo».

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Paradisi fiscali in nero e in grigio (sezione: G20)

( da "Italia Oggi" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

ItaliaOggi sezione: Diritto e Fisco data: 03/04/2009 - pag: 27 autore: di Gabriele Frontoni L'Ocse ha diffuso le liste: Svizzera, Belgio, Lussemburgo, Austria e Liechtenstein poco collaborativi Paradisi fiscali in nero e in grigio Nella black list: Costa rica, Malaysia, Filippine e Uruguay Una black list di quattro paesi che non rispettano gli standard fiscali internazionali. E una grey list ben più numerosa. Le risposte alla crisi non hanno tradito le aspettative del G20. Tanto che per la prima volta i premier dei paesi più potenti del mondo sono riusciti a trovare un'intesa per mettere la parola fine alla saga della lotta ai paradisi fiscali. Tre le liste pubblicate dall'Oecd, una bianca, una grigia e una nera. Sulla bianca compaiono i nomi dei 40 Paesi rispettosi delle norme in materia fiscale, dall'Italia alla Francia, dalla Germania agli Stati Uniti. Ma anche Spagna, Canada e Regno Unito, tanto per citare i più importanti. La grigia è invece riservata a 38 stati, tra cui Svizzera, San Marino, Montecarlo, Andorra e Liechtenstein, oltre ad Austria, Belgio, Lussemburgo e Singapore, che intendono rispettare gli standard dell'Oecd, ma che non li hanno ancora messi in atto completamente. E infine la lista nera, su cui sono finiti i quattro paesi bollati come non collaborativi ovvero che rifiutano ogni forma di scambio di informazioni per l'individuazione degli evasori fiscali. Si tratta di Costa Rica, Malesia, Uruguay e Filippine. «Ci siamo accordati per mettere fine alla non cooperazione dei paradisi fiscali che non trasmettono le informazioni quando gli vengono richieste», ha dichiarato con soddisfazione il premier britannico e padrone di casa, Gordon Brown. Ma il G20 è andato oltre alla mera definizione di una lista di “cattivi” e ha richiesto all'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico di tornare a riferire sui progressi nella lotta ai paradisi fiscali nell'incontro tra i ministri delle finanze, in agenda per il mese di novembre prossimo, in Scozia. E per coloro che non volessero ancora uniformasi agli standard dell'Oecd, ecco arrivare anche un avvertimento: i centri offshore potrebbero essere soggetti a sanzioni finanziarie e vedersi modificare i progetti di investimento predisposti dalla Banca Mondiale e dal Fondo monetario internazionale. Ed è proprio sul ruolo e sulle risorse degli organismi internazionali che il G20 di ieri ha segnato un secondo importante passo nella direzione del contrasto alla crisi mondiale. Entro la fine del 2010, i Venti metteranno in atto il più grande piano di stimolo fiscale della storia: 5mila miliardi di dollari a sostegno della ripresa dell'economia mondiale. La leva fiscale sarà poi accompagnata da nuovi fondi per mille miliardi di dollari da destinare alle istituzioni internazionali impegnate a combattere la crisi. Di questa pioggia di denaro, 750 milioni confluiranno nelle casse del Fondo monetario internazionale, mentre i restanti 250 milioni verranno utilizzati per rilanciare il commercio internazionale. A questi si devono aggiungere altri 50 miliardi di dollari di aiuti che riceveranno i paesi poveri. Senza contare gli interventi indiretti ma non per questo meno efficaci che serviranno per riportare fiducia sul mercato dei capitali. Tra questi, la definizione di un quadro di regolamenti finanziari per evitare di incappare in un nuovo terremoto. In quest'ottica il G20 ha rafforzato i poteri del Financial stability forum (presieduto dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi), trasformandolo in Financial Stability Board, con un mandato ancora più accentuato a promuovere la stabilità del sistema. Un riassetto che include l'allargamento dell'ente a nuovi paesi membri. Oltre agli attuali paesi del G8 includerà così tutti i membri del G20, la Spagna e una rappresentanza della Commissione europea. «Il Fsb dovrà collaborare con il Fondo monetario per fornire un avvertimento anticipato dei rischi macroeconomici e finanziari e delle azioni necessari per contrastarli», si legge nel comunicato emesso al termine del vertice di Londra. Non solo. Questo includerà, per la prima volta, gli hedge fund, i maggiori imputati del disastro economico internazionale, che d'ora in avanti verranno sottoposti a un'attenta regolamentazione.

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Gran Bretagna-Liechtenstein, scudo bilaterale (sezione: G20)

( da "Italia Oggi" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

ItaliaOggi sezione: Diritto e Fisco data: 03/04/2009 - pag: 27 autore: Gran Bretagna-Liechtenstein, scudo bilaterale Uno scudo fiscale bilaterale per riportare a casa da uno a tre miliardi di sterline. Mentre i premier dei maggiori Paesi industrializzati lavoravano febbrilmente al G20 di Londra per cercare di trovare una soluzione globale al problema dei paradisi fiscali, poco distante, nella sede dell'HM Revenue and Customs (l'agenzia delle entrate britannica), l'attenzione sembra invece rivolta tutta verso un unico stato, il Liechtenstein. Dopo aver siglato un accordo bilaterale con il Regno Unito per lo scambio di informazioni chiave per l'individuazione di evasori fiscali, le autorità del Liechtenstein sono andate oltre e hanno acconsentito alle richieste dell'HMRC, intenzionata a proporre un'amnistia fiscale ai cittadini britannici in possesso di un conto segreto nel piccolo staterello dell'Europa centrale. I contorni della vicenda sono ancora molto vaghi. Dopo un primo contatto tra le autorità finanziarie dei due Paesi avvenuto nella giornata di mercoledì scorso, i lavori preparatori del primo scudo fiscale bilaterale della storia dovrebbero andare avanti almeno per tutta la settimana. Tenendo conto, neanche a dirlo, delle indicazioni che arriveranno dal vertice dei G20. Ma una prima cosa si può già dire. Il piano messo a punto dell'agenzia delle entrate di Sua Maestà si rivolge a diverse migliaia di cittadini britannici in possesso di un conto corrente segreto nel Liechtenstein a cui dovrebbe essere concessa un'immunità di carattere penale nel caso in cui decidano di chiudere i propri depositi rimpatriando interamente il capitale. Una volta rientrato in patria, il denaro dovrebbe essere soggetto a una multa il cui tasso, non ancora definitivo, potrebbe aggirarsi attorno al 10% del capitale come avvenuto nel corso dell'ultima amnistia fiscale avviata dalla Gran Bretagna nel 2007 che ha consentito il rientro di 400 milioni di sterline. Non solo. In base alle prime notizie filtrate dall'HMRC, il governo britannico sembrerebbe pronto a dare incarico a una delle 4 maggiori società al mondo di revisione contabile, (PricewaterhouseCoopers , Kpmg, Deloitte Touche Tomatsu ed Ernst & Young) per verificare l'effettiva chiusura dei conti correnti e il rimpatrio dei capitali. «L'accordo con il Liechtenstein ci dovrebbe mettere nella condizione di conoscere tutti i cittadini britannici titolari di un conto corrente nel Paese», ha dichiarato Dave Hartnett, numero uno del dipartimento fiscale dell'agenzia delle entrate britannica, secondo cui nei giorni scorsi sono già partite 30 lettere dall'HRMC dirette verso altrettante banche del Liechtenstein che arriveranno a 50 entro la fine della settimana con i contenuti potenziali dell'accordo tra i due Paesi.

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Il G20 mette il turbo ai mercati (sezione: G20)

( da "Italia Oggi" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

ItaliaOggi sezione: Mercati e Finanza data: 03/04/2009 - pag: 38 autore: Mibtel +4,35%. L'euro guadagna terreno a 1,3447 dollari. Petrolio in progresso sopra 52 $ Il G20 mette il turbo ai mercati Forti rialzi in tutta Europa nella scia del meeting londinese Seduta di forti guadagni per le principali borse mondiali. A sostenere i mercati sono state le aspettative e i risultati del G20 di Londra, che ha segnato una strategia comune contro la recessione, e alcuni dati macro americani. In particolare, negli Stati Uniti gli ordini all'industria sono cresciuti dell'1,8% in febbraio, oltre le attese: è il primo incremento da sei mesi a questa parte. Negativi, invece, i numeri riguardanti le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, salite ai massimi dal 1982. A Milano, dove si sono registrati scambi record per 3,278 miliardi di euro, livello massimo dallo scorso 17 ottobre, il Mibtel ha guadagnato il 4,35% a 13.539 punti e l'S&P/Mib il 4,76% a 16.811. In Europa su di giri Francoforte (+6,07%), Parigi (+5,37%) e Londra (+4,28%). In luce il comparto bancario, con Hsbc salita dell'11,8% e Allied Irish banks del 22,2%. Andamento positivo per il comparto automobilistico, in seguito alla pubblicazione dei dati sulle vendite in Germania a marzo, che hanno mostrato un aumento del 40%: Daimler è volata del 15,6% e Bmw del 14,8%. In nero anche K+S (+11,2%), Swiss re (+9,9%) e Oce (+43,8%).A New York, in serata, il Dow Jones avanzava del 3,91% e il Nasdaq del 4,18%.A piazza Affari bene Fiat (si veda articolo alla pagina seguente) e Piaggio (+7,72%), quest'ultima dopo la pubblicazione dei dati sulle vendite di due ruote in marzo. In gran spolvero i bancari, con B. Popolare (12,8%) migliore del comparto. Bene anche UniCredit (+7,5%), B.Mps (+2,43% a 1,05 euro), su cui Crédit Suisse ha tagliato il target price a 0,95 euro, Intesa Sanpaolo (+3,78%) e B.P.Milano (+0,39%), influenzata dalle voci sulle candidature di Beniamino Anselmi e Mario Resca alla carica di presidente.Tra le altre blue chip, da segnalare l'andamento negativo di Ansaldo Sts (-2,77%), considerato però da un esperto «fisiologico, dopo che il titolo ha segnato una delle migliori performance da inizio anno». Nel comparto degli editoriali, bene Mediaset, su cui tuttavia B.Leonardo consiglia cautela. In progresso anche Telecom Italia (+2,74%), inserita da Mediobanca nei suoi reccomended portfolios, e Saipem (+4,17%) nonostante il taglio del target price a 16,5 euro da parte di Cheuvreux.Sul Midex altalenante l'andamento di Seat Pg, che ha chiuso in discesa del 5,18% successivamente al taglio del rating da parte B.Akros. Il titolo, più volte sospeso durante la giornata, ha risentito, secondo un analista, dell'impossibilità di effettuare vendite short durante il periodo dell'aumento di capitale. In forte rialzo Exor (+21,38%) e Indesit (+14,23%).Tra gli altri titoli, le vendite hanno colpito Maire T. (-12,26%), influenzato negativamente dalle notizie sulla cancellazione della commessa da parte di Gs engineering & construction. Male anche M.Burani (-2,66%), su cui B.Leonardo ha ridotto il target price da 6,6 a 5,7 euro. Sugli scudi Aicon (+26,41%), Molmed (+21,37%) e Pininfarina (12,20%).Nei cambi, l'euro è terminato in rialzo a 1,3447 dollari dopo che la Bce ha tagliato i tassi di 25 punti base, meno del previsto. La moneta comune ha guadagnato terreno anche sullo yen a 133,69. Per le materie prime, il petrolio a New York è stato scambiato sopra 52 dollari, in progresso di circa 4 dollari rispetto alla vigilia.

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l'abbraccio alla regina e le confidenze a carlo sorprendono gli inglesi (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 4 - Esteri Il debutto degli Obama L´abbraccio alla Regina e le confidenze a Carlo sorprendono gli inglesi LONDRA - I coniugi Obama si sono fatti notare e apprezzare per la loro affabilità e per qualche strappo alle regole che - pare - non ha infastidito la regina, che ne è stata protagonista. Dopo che nei giorni scorsi Barack Obama non aveva fatto mistero di essere ansioso in vista del primo incontro ufficiale a Buckingham Palace, Michelle è stata accolta da Elisabetta II con una novità straordinaria. Durante la consueta foto, la first lady ha posato la mano sulla spalla della sovrana, un gesto del tutto inammissibile per il protocollo, ma la regina non è apparsa infastidita, anzi, ha ricambiato avvicinando a sua volta il braccio verso la vita di Michelle. Per parte sua Barack Obama ha replicato le ormai note attenzioni anche ai non vip, e appena arrivato a Downing Street ha salutato il poliziotto di guardia tenendogli la mano e altrettanto ha fatto con il maggiordomo che l´ha accolto. Il presidente americano ha avuto subito anche il "battesimo" delle famose gaffe del principe consorte. Filippo di Edimburgo, mentre Michelle e Obama scambiavano qualche battuta con Elisabetta II sull´agenda serrata a cui li ha costretti il G20, ha chiosato la conversazione dicendo: «State solo cercando di restare svegli...». E quando il presidente Usa ha proseguito, ricordando gli incontri già avuti a Londra con Gordon Brown, Dmitri Medvedev e David Cameron, il duca di Edimburgo ha gelato i presenti chiedendo al presidente: «Ma come ha fatto a distinguerli l´uno dall´altro?». Il presidente ha risposto soltanto con un sorriso educato.

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obama: "il mondo è cambiato supereremo la crisi tutti insieme" - (segue dalla prima pagina) dalnostro inviato (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 4 - Esteri Obama: "Il mondo è cambiato supereremo la crisi tutti insieme" Il presidente Usa: la nostra leadership al servizio di tutti Il protagonista Il presidente ha trasformato il finale del G20 in uno spot contro l´antiamericanismo (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) DALNOSTRO INVIATO mario calabresi Ha cercato di ribaltare l´immagine del suo Paese, segnata dagli anni di Bush e dalle colpe di Wall Street di aver innescato la grande crisi finanziaria. Prima ha festeggiato i risultati di quello che ha definito «un vertice storico», ha parlato di «passi seri e di un accordo senza precedenti che sono un punto di svolta per la ripresa economica», poi ha voluto parlare al mondo rassicurandolo sul futuro: «Le sfide del 21esimo secolo possono essere risolte solo se lavoriamo tutti insieme». Il successo personale di Obama si poteva misurare già prima dell´inizio del suo discorso, quando centinaia di giornalisti si accalcavano fuori dalla sala stampa per riuscire ad entrare, ma la svolta c´è stata quando ha voluto che a fare le domande non fossero solo gli inviati americani e inglesi, ma ha lasciato la parola a chi era arrivato dalla Cina, dall´Australia o dall´India. E alla fine la gran parte dei 500 giornalisti, molti dei quali non lo avevano mai visto, non hanno resistito e gli hanno fatto un lungo applauso, cosa che non si è mai vista ad una conferenza stampa. Obama è uscito vincitore da questo G20, che alla vigilia sembrava tutto in salita per lui, non solo per essere riuscito a mediare tra Francia e Cina sulla lista nera dei paradisi fiscali, ma anche per aver lanciato il messaggio più positivo. «Sono venuto Londra per ascoltare e imparare, ma anche per offrire una leadership americana: penso di avere centrato l´obiettivo», ha detto con soddisfazione parlando degli impegni presi per «un forte coordinamento nella riforma delle regole finanziarie e nell´impegno per la crescita economica». Ha messo in evidenza i punti che stavano a cuore agli Stati Uniti e che è riuscito a far approvare, ma subito ha voluto spiegare ai suoi elettori americani l´importanza della mediazione e del lavoro comune nel giorno in cui il suo Paese conosce il peggior dato sulla disoccupazione degli ultimi 26 anni: «Non possiamo agire da soli, perché se le nostre azioni sono contraddette nel mondo allora non ce la faremo ad uscire dalla crisi». E per farsi capire ha raccontato il «drastico declino delle esportazioni americane» attraverso la crisi della Caterpillar, «che un anno fa aveva risultati straordinari e che oggi per colpa della crisi mondiale è ridotta molto male». Niente tentazioni protezionistiche, si raccomanda Obama, ma un lavoro comune per far ripartire il motore dell´economia ed è a questo punto che presenta il suo manifesto di politica estera: «L´America è un leader, è la più grande economia del pianeta, la prima potenza militare e ha una grande influenza sulle idee e la cultura, ma lo fa al meglio se è capace di ascoltare, se riconosce che il mondo è complicato e che c´è bisogno di collaborare con gli altri Paesi e se mostra un atteggiamento di umiltà. Dobbiamo ammettere di non avere sempre la risposta giusta ma possiamo ascoltare e stimolare la giusta soluzione». E con questo atteggiamento di umiltà ha aggiunto: «è difficile negare che la crisi sia iniziata negli Stati Uniti, a Wall Street e in alcune banche in particolare e bisogna ammettere che molte avevano assunto rischi azzardati ed ingiustificati». Ma ai giornalisti che gli chiedevano se gli altri leader mondiali glielo avessero rinfacciato ha risposto: «I miei colleghi hanno avuto un grande tatto: ci sono stati commenti occasionali, mentre si parlava di altri temi, sul fatto che la crisi sia iniziata in America ma da parte di tutti c´è stato un atteggiamento straordinariamente costruttivo». La chiave per risolvere i problemi, secondo l´Obama al secondo giorno di visita europea è solo quella dell´approccio multilaterale: «Se una persona dieci anni fa avesse immaginato di vedere seduti insieme Germania e Francia, Cina, Russia, India e un presidente americano con il nome Obama, se avesse immaginato ex avversari e anche ex nemici uniti per mettere a posto l´economia mondiale avrebbero detto che era pazza». Ma non si poteva fare diversamente: «Tutti parlano degli accordi di Bretton Woods, quando venne riscritto l´ordine monetario internazionale, ma diciamo la verità: a quei tempi erano solo in due, Roosevelt e Churchill, a prendere le decisioni seduti in una stanza davanti a un bicchiere di brandy. Era molto più facile. Il mondo non è più così, ed è un bene per tutti: l´Europa e il Giappone si sono ricostruite, l´India e la Cina sono emerse e miliardi di persone sono uscite dalla povertà e oggi noi desideriamo costruire alleanze, non imporre soluzioni. Creare consenso e non solo affermare la nostra volontà». E dopo aver annunciato che l´aiuto alimentare degli Stati Uniti ai Paesi più poveri sarà raddoppiato ad oltre un miliardo di dollari ha aggiunto: «Il tipo di leadership che abbiamo bisogno di conoscere ora è quella che dà ai paesi emergenti nuove opportunità e nuove vite». Un´ora di discorso per dare la carica al mondo, per rivendicare di aver cambiato l´immagine dell´America: «La nostra reputazione nel mondo era scesa per colpa di scelte sbagliate dell´Amministrazione precedente, ma la mia elezione e le prime decisioni che abbiamo preso penso che ci abbiano già restituito una parte di quel prestigio». La conferenza stampa finisce in modo talmente trionfale che si sente in dovere di invitare alla cautela e di paragonare l´economia mondiale ad un paziente malato: «Il vertice G20 ha dato al paziente la medicina giusta, e adesso il paziente è stato stabilizzato, ma le ferite devono ancora guarire e dobbiamo vigilare perché non ci siano nuove crisi».

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Crisi, che cosa hanno deciso i grandi... (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 80 del 2009-04-03 pagina 1 Crisi, che cosa hanno deciso i grandi Misure straordinarie dal G20: altri mille miliardi per rilanciare l'economia, stop ai paradisi fiscali, limiti a stipendi e superbonus. «Così salveremo milioni di posti di lavoro». Punto per punto tutti i provvedimenti di Redazione Mille miliardi per il Fondo monetario e le altre istituzioni finanziarie, oltre allo stimolo fiscale da 5.000 miliardi di dollari entro il 2010 per sostenere la ripresa economica; una lista nera dei paradisi fiscali; un nuovo consiglio per la stabilità finanziaria globale e l'impegno per un nuovo vertice a fine anno. Ecco le misure decise dal G20 di Londra per combattere la crisi. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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E a palazzo va in onda il Cavaliere-show (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 80 del 2009-04-03 pagina 2 E a palazzo va in onda il Cavaliere-show di Redazione L'umore è evidentemente dei migliori se l'approccio di Berlusconi al G20 di Londra è uno dei più scoppiettanti degli ultimi tempi. Con l'obiettivo dichiarato di «creare rapporti personali veri», perché «come nella vita» anche nella diplomazia «tutto diventa più facile» con un'interazione più diretta e confidenziale. Con qualche incidente di percorso, certo, se la regina Elisabetta non sembra gradire l'enfasi con cui il premier si rivolge al presidente americano durante la foto opportunity di mercoledì, ma anche con buoni risultati se l'immagine di questo G20 resta la foto scattata ieri con Berlusconi in mezzo a Obama e Medvedev. Il primo atto va in scena a Buckingham Palace. «Mister Obama, mister Obama», chiama a gran voce il Cavaliere concluse le foto. L'inquilino della Casa Bianca si gira e il premier è rapidissimo: «I'm mister Berlusconi». Seguono risate divertite, anche se Elisabetta non sembra gradire lo strappo alla rigidissima etichetta reale. «Ma chi è?», dice voltandosi e allargando le braccia. Il secondo atto, invece, è di ieri. Quando i venti grandi si sottopongono all'ennesima foto di gruppo, infatti, tra Obama e Medvedev si scorge la testa del Cavaliere. Che dopo pochi secondi li invita a parole e a gesti a farsi qualche scatto insieme. Berlusconi con le mani sulle spalle di entrambi, Obama con il pollice alzato e Medvedev che saluta diventa in pochi minuti la foto ufficiale del summit londinese. Finisce sui maggiori siti italiani e a stretto giro è sull'home page della Bbc prima e della Cnn dopo. Ed è forse sull'onda del buon umore che anche nella conferenza stampa finale il premier non lesina gag e battute. Prima invita ridendo Paolo Bonaiuti a «non disturbare» e poi dà la parola a Giulio Tremonti annunciando che avrebbe «sicuramente detto qualcosa di geniale». «Niente di geniale, cose banali - chiosa più tardi - visto che ha solo ripetuto meglio quanto avevo già detto io». I due ingaggiano poi un piccolo «duello» tra le risate dei cronisti. Di solito, dice il titolare dell'Economia, ai vertici internazionali «il lavoro viene fatto dagli sherpa a cui si aggiunge un intermedio di lavoro dei ministri». Questa volta però «è stato l'opposto» perché «i ministri non hanno fatto niente» e «i capi di Stato e di governo hanno fatto tutto». «Ogni tanto - ironizza - si applaudivano». Berlusconi coglie la palla al balzo e replica: «I ministri in compenso stavano al cesso». Poi il confronto con due giornalisti. Berlusconi cita Gigi Proietti e si rivolge al primo definendolo «acchiapponico», subito si sparge la voce che avrebbe usato lo stesso termine anche per Obama, ma Palazzo Chigi smentisce categoricamente. Poi, l'uno due con un'inviata della Rai. Che riprende ridendo perché gli rivolge la domanda con due microfoni. «Questa - scherza il premier - è una denigrazione della televisione di Stato, pagata con i soldi dei contribuenti, perché lei suppone che i microfoni messi a sua disposizione abbiano una forte percentuale di rottura». Alla fine l'affondo, sempre sul filo dell'ironia. «E tu cosa scrivi? Guarda - dice alla stessa giornalista facendo il verso alla polemica lanciata mercoledì da Dario Franceschini - che a casa mia ci sono le riunioni per la Rai, stai attenta». AdS © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Berlusconi: Obama m'ha... (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 80 del 2009-04-03 pagina 2 Berlusconi: «Obama m'ha dato ragione, la crisi è nata in Usa» di Adalberto Signore Il premier ha invitato il presidente americano a «rimboccarsi le maniche e a rimediare» nostro inviato a Londra «Le previsioni pessimistiche della vigilia sono state smentite». È tardo pomeriggio quando Silvio Berlusconi traccia un primo bilancio del G20 appena concluso a Londra. «Soddisfacente», spiega il premier, perché alla fine si è riusciti nel difficile compito di conciliare la linea franco-tedesca con quella anglo-americana. La dimostrazione del fatto, dice, che i grandi del mondo hanno mostrato una «forte e unanime volontà» di «cooperare per uscire dalla crisi» adottando «misure più coordinate». Un punto, questo, su cui si è speso proprio Berlusconi, che in quanto presidente di turno del G8 preferisce la via della cautela e della mediazione nonostante si senta decisamente più vicino alle posizioni di Sarkozy e della Merkel. Non è un mistero, infatti, che sulla necessità di riscrivere le regole di economia e finanza Giulio Tremonti sia un deciso «interventista». Ma, assicura il premier, «la contrapposizione» che si è creata «non è affatto tra modelli di sviluppo diversi». Insomma, è superabile. Così, quando durante uno degli ultimi giri di tavolo Sarkozy e Brown iniziano a discutere con una certa insistenza è proprio il Cavaliere a prendere la parola e invitare tutti alla prudenza. «No, questo - dice Berlusconi - non è il momento delle divisioni. Tutt'altro, questo è il momento di restare uniti». L'invito ha successo e riscuote anche un applauso. La parola passa ad Obama che sottolinea il «senso costruttivo dell'intervento di Berlusconi» e si dice soddisfatto di vedere «un simile clima di collaborazione anche tra Paesi che solo una decina di anni fa erano in pessimi rapporti». Anche l'inquilino della Casa Bianca, dunque, insiste sulla necessità di un'azione concertata che porti a superare le divisioni. Anche perché, spiegano gli sherpa, al di là delle posizioni ufficiali sembra che Obama non sia poi così contrario a una black list sui paradisi fiscali che - se imposta dal G20 - potrebbe opporre a chi a Wall Street rema nella direzione opposta. Ma il Cavaliere va oltre e - racconta in conferenza stampa - invita il presidente americano a «rimboccarsi le maniche» perché «la crisi è venuta dagli Stati Uniti e adesso siete voi che dovete rimediare». Obama concorda: «È vero quello che dice il mio amico italiano, la crisi è partita da noi. Ma ora lavoriamo tutti insieme». Non è un caso, dunque, che il premier abbia parole di elogio per l'esordio del nuovo inquilino della Casa Bianca sulla scena internazionale. «Obama - dice - ha debuttato molto bene, con grande capacità di rapporti umani e si è inserito con naturalezza». E anche il rapporto con Medvedev è «estremamente cordiale». Insomma, «siamo sulla buona strada per risolvere quelle situazioni negative che si sono venute a creare» tra Usa e Russia negli ultimi anni. Berlusconi torna poi su quella «dimensione sociale» su cui insiste da settimane. Al punto da presentarsi di prima mattina da Brown con in mano un emendamento sul Social pact da inserire nel documento finale. Poi spiega quello che definisce il suo «paradosso» sullo sforamento del deficit. «L'altro giorno - dice - ho messo sul piatto il bene dei cittadini e ho detto che al limite non sarebbe un sacrilegio, ma non abbiamo intenzione di sforare. Piuttosto l'intenzione è di destinare degli investimenti e delle spese già decisi in altre direzioni così da convertirli per il benessere dei nostri cittadini». Quello che a cui pensa il presidente del Consiglio, cioè «nuovi strumenti per la disoccupazione», lo spiega senza scendere nei dettagli Tremonti: «Interverremo prima che si perda il lavoro e non dopo». E «senza costi aggiuntivi per lo Stato», precisa, perché «i nove miliardi per gli ammortizzatori sono una somma sufficiente». La due giorni londinese si chiude con uno sguardo al G8 de La Maddalena. Perché, dice Berlusconi, oggi «si è cominciato a parlare di regole» ma «l'auspicio è che si vari un codice di regolamentazione» vero e proprio, il Legal standard, al summit di luglio in Sardegna. Sul punto «si sono detti tutti interessati». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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stretta sui manager, draghi esulta "parte un grande cambiamento" (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 2 - Economia Il Financial Stability Forum amplia il suo mandato e cambia nome: diventa Fsb Stretta sui manager, Draghi esulta "Parte un grande cambiamento" L´organismo e l´Fmi eserciteranno un controllo coordinato per prevenire le crisi DAL NOSTRO INVIATO LONDRA - «E´ un grande, grande cambiamento». Mario Draghi commenta così le nuove regole per dire basta ai super compensi dei manager, approvate dal G20. E lo dice «al di là dei tecnicismi», perché sa benissimo l´effetto che quei maxi assegni hanno creato e creano sull´opinione pubblica, specie in tempi di recessione. Perciò, d´ora in avanti dovranno essere limitati e comunque parametrati ai risultati economici di lungo periodo della banca o società finanziaria che sia. Il tutto, per evitare che vengano assunti rischi eccessivi. Il governatore della Banca d´Italia parla con un filo di voce, dopo l´estenuante maratona di riunioni. E´ visibilmente soddisfatto non solo perché è passato il "no" ai superbonus, ma anche perché il suo Financial Stability Forum, l´organismo anti- crisi voluto dal G7, cambia volto, nome e acquisisce nuovi poteri. E difatti si allarga a tutti i paesi del G20, più la Spagna e la Ue e diventa un Financial stability Board, cioè un "consiglio" sulla stabilità finanziaria con una serie di nuovi compiti da svolgere e quindi con nuovi poteri. Il neonato Fsb - questa la sigla - agirà in coordinamento con il Fondo Monetario svolgendo un ruolo che il governatore definisce «complementare». L´Fmi farà la sorveglianza sul sistema economico globale e sull´aiuto ai paesi in difficoltà; Draghi avrà invece il compito di coordinare e mettere in rete tutte informazioni. Lo scopo è di costituire un quadro di regole comuni di vigilanza macroprudenziale fra le diverse autorità nazionali per prevenire le difficoltà delle grandi istituzioni finanziarie. Insieme i due organi realizzeranno così i cosiddetti Early Warning Exercise per prevedere in tempo le crisi. Al G20, Draghi presenta quattro documenti tutti tecnici che contengono le raccomandazioni e i principi per assicurare una più corretta e trasparente gestione dei mercati e per eliminare le distorsioni che hanno portato al contagio tra crisi finanziaria ed economia reale. C´è la questione dei supercompensi dei manager, ma anche la proposta che le banche sviluppino dotazioni patrimoniali aggiuntive, nei momenti di fase espansiva dei mercati, rispetto ai minimi regolamentari, in modo da mitigare gli effetti negativi del ciclo economico. In quelle pagine, ancora una volta, Draghi reclama una glasnost delle perdite bancarie dovute ai titoli tossici, perché solo così la vigilanza può essere efficace. Draghi si attende che i provvedimenti per restringere le retribuzioni dei managers siano varati entro l´anno. (e.p.)

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berlusconi: non sforeremo il deficit - claudio tito (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 5 - Economia L´ironia sulla Rai Berlusconi: non sforeremo il deficit E Tremonti annuncia "misure preventive" contro la disoccupazione Cosa scrive quel giornalista? Fai attenzione, che a casa mia ci sono riunioni sulle nomine per la Rai CLAUDIO TITO DAL NOSTRO INVIATO LONDRA - «Non abbiamo intenzione di sforare. Abbiamo solo l´intenzione nel caso di destinare gli interventi o convertirli per il benessere dei nostri cittadini, perché "people first"». Silvio Berlusconi solo pochi giorni fa non aveva escluso la possibilità di ricorrere al debito pubblico per affrontare l´emergenza economica. Ieri, però, ha corretto e ha definito quella posizione solo un «paradosso». Una linea che stavolta ha visto il premier in sintonia con il ministro dell´Economia, Giulio Tremonti. «E´ la stessa politica che abbiamo fatto per finanziare la quota aggiuntiva per gli ammortizzatori sociali dove abbiamo spostato risorse da voci, comunque meritevoli, a voci che riteniamo ancora più meritevoli. E´ il senso della politica che abbiamo fatto e che faremo». Tant´è che anche sulla difesa dell´occupazione (argomento su cui la delegazione ha insistito con il cosiddetto "social pact"), il titolare del Tesoro ha annunciato - d´intesa con il Cavaliere - che l´esecutivo sta studiando «strumenti addizionali, forse non costosi ma molto efficaci con un effetto di anticipo». Ossia «più che gestire a valle con gli ammortizzatori stiamo pensando a come intervenire ex ante». Eppure, poco prima, i due si erano scambiati delle vere e proprie sciabolate. Il tutto celato dietro un sorriso. «Ora lascio la parola al ministro Tremonti - ha esordito il Cavaliere - che vi dirà sicuramente qualcosa di geniale». «Niente di geniale - ha risposto il titolare di Via XX Settembre - semmai di banale». Del resto, in queste occasioni «in genere lavorano gli sherpa e i ministri dell´Economia, e i capi di Stato e di governo non fanno niente. Stavolta hanno invece lavorato gli sherpa e i capi di Stato e di governo che ogni tanto si applaudono da soli». Ma Berlusconi ha voluto l´ultima parola. «Noi lavoravamo - ha risposto sogghignando - mentre i ministri stavano al cesso». Un siparietto che ha fatto calare per qualche secondo il gelo nella sala stampa del centro Excel e che ha riaperto pure un altro capitolo: quello della Rai. Alla parola «cesso», infatti, il presidente del Consiglio si è rivolto a un cronista Rai e ridendo ha ammonito, riferendosi pure alle polemiche degli ultimi giorni su un incontro svoltosi a Palazzo Grazioli: «Tu cosa scrivi? Guarda che a casa mia ci sono riunioni per la Rai». Berlusconi è poi tornato sui risultati del G20. A suo giudizio, l´importante è conservare l´ottimismo. Un ragionamento che ha fatto anche a Barack Obama. «Gli ho detto che si deve tirare su le maniche per far uscire il mondo dalla crisi visto che la crisi arriva proprio dall´America. Lui mi ha risposto che ho ragione e che l´importante è restare tutti insieme per risolvere i problemi». Del resto, l´inquilino di Palazzo Chigi è convinto che non ci sia stata «alcuna contrapposizione» con gli Stati Uniti. Soddisfato per la pubblicazione dei paradisi fiscali, il premier italiano ha rinviato le altre decisioni al G8 della Maddalena. Ad esempio quelle sul "legal standard": «Si è avviata la regolamentazione finanziaria che troverà compimento a luglio, anche attraverso un codice di comportamento». Ma in vista del summit sardo, Berlusconi dovrà fare i conti con un concorrente agguerrito: il prossimo G20. Che è stato convocato per il prossimo autunno. In Giappone, come sostiene lui, o a New York, come dice Sarkozy. Il summit si è chiuso con questo piccolo "giallo".

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un no comune al protezionismo (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 3 - Economia Un no comune al protezionismo Doppio, comune impegno del G20 contro il protezionismo e per riaprire al più presto i negoziati commerciali Wto. "Minimizzeremo ogni impatto negativo sul commercio delle nostre politiche fiscali", scrivono i Grandi, decidendo di stanziare 250 miliardi di dollari per un fondo per il commercio internazionale. Non è chiaro che fine farà la tanto discussa clausola del "buy american"

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L'attacco a manager e banche... (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 80 del 2009-04-03 pagina 1 L'attacco a manager e banche Quelli che le violenze «sono un ottimo segnale» di Michele Brambilla Forse per riscattare la grigia immagine che s'è fatta da quando è andato via Sansonetti per far posto a un direttore che viene non dal giornalismo ma dal sindacalese, ieri Liberazione ha inventato una prima pagina di straordinaria comicità, degna del miglior Campanile. Così ricostruiva, infatti, la non proprio tranquillissima giornata londinese: «Quattro grandi, pacifici cortei manifestano contro il G20 e attraversano una Londra blindata dalla polizia». Pacifici? Citiamo a testimone non la stampa berlusconiana e neppure quella dei grandi banchieri, bensì l'Unità: «Al via il G20. A Londra assalto alla City». E subito sotto: «Scontri e feriti, mentre i Grandi preparano il vertice sulla crisi». Questo in prima pagina. Dentro, il titolo era «Ritornano i no global, scontri e assedio alle banche». Liberazione ha visto un altro film, evidentemente. A volte, quando un giornale la spara grossa, si dà la colpa a chi fa i titoli, e si dice che poi nel pezzo c'erano concetti diversi. Ma in questo caso chi ha fatto il titolo ha rispettato alla lettera il contenuto del servizio dell'inviato a Londra, il quale parla, già dalle prime righe, di «manifestazioni tutto sommato pacifiche». Non sappiamo che cosa abbiano «sommato» a Liberazione. Forse, se hanno fatto la somma del numero delle vetrine rimaste in piedi, del numero delle automobili non incendiate e del numero delle persone fisicamente presenti a Londra e rimaste illese, be', se hanno fatto un calcolo simile, allora si può dire che il numero di vetrine tirate giù, di auto date alle fiamme e di persone finite al pronto soccorso, in effetti, è «tutto sommato» poco rilevante. Resta l'impressione di un occultamento dei fatti, di una volontà di minimizzare che sembra parente stretta di un giustificazionismo strisciante. Tanto per citare qualcun altro, oltre a Liberazione. Beppe Grillo, l'altro ieri sera a La7, dopo aver equiparato le banche alla «criminalità organizzata», ha detto: «In Francia sequestrano i manager. Cominciamo ad avere segnali ottimi, direi». E ancora. Don Vitaliano Della Sala, che fa il parroco in provincia di Avellino, ieri ha annunciato che salirà sulle imbarcazioni dei no global che tenteranno l'assedio, via mare, all'isola della Maddalena in occasione del G8. La gente comune «è disperata e, quindi, è molto, molto arrabbiata», ha detto questo prete, che forse non sa che Gesù non ha chiesto ai poveri di fare la rivoluzione, ma ai ricchi di essere meno egoisti. I sequestri di persona e gli assalti alle banche di questi giorni per don Vitaliano sono solo «azioni simboliche»; quindi, l'annuncio del giorno del giudizio: «I potenti devono aver paura». Intendiamoci bene. Che i «potenti» - o almeno una buona parte di loro: le generalizzazioni non ci piacciono, portano ai gulag e ai lager - abbiano spesso dato scandalo, è vero. Ieri Michele Serra ha scritto su Repubblica che, stando ai dati dell'Ocse, «negli anni Sessanta in Italia un presidente di azienda guadagnava 50 volte più di un operaio. Oggi, 300 volte di più» Il «gap tra ricchi e poveri è smisuratamente aumentato, non può non avere conseguenze sociali», ha aggiunto. Sono riflessioni condivisibili, anzi sono dati di fatto incontestabili. Anche noi del Giornale lo denunciamo da tempo: ieri Marcello Zacché ci ha fatto conoscere «le super-retribuzioni dei bramini dell'economia», e ha osservato che esse «urtano il buon senso». Anche perché non si tratta di retribuzioni dettate da un libero mercato e da meriti incontestabili: spesso certe cifre sono - ha scritto ancora Zacché - il frutto di autoretribuzioni di una casta di manager autoreferenziale. Serra è però meno convincente nelle conclusioni che trae dal suo ragionamento, e cioè quando dice che questa «nuda realtà» inevitabilmente porta a «ridare forza e significato a quella che una volta si chiamava lotta di classe». Poi, invita pure a trovare un sinonimo di quel termine - lotta di classe - se il problema sono le parole. Un po' sì, il problema sono anche le parole. Quando un Diliberto dice a Sky tg24, come ha fatto mercoledì, «Noi odiamo Berlusconi», il problema sono le parole. Quando un regista come il francese Gustave Kerven, presentando il suo film Louise-Michel che racconta di operaie che decidono di uccidere il padrone, dice «certo non condanno i sequestri di manager in atto nel mio Paese», e aggiunge che «i lavoratori dovrebbero essere più arrabbiati», il problema sono le parole. Una certa aria di consenso, ecco qual è - se non il problema - uno dei problemi. Anche le Brigate Rosse avevano cominciato con sequestri di manager «puramente dimostrativi». E quel che ne seguì non ha certo giovato alla causa dei lavoratori, «tutto sommato». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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g20, altri mille miliardi di aiuti e addio a tutti i paradisi fiscali - enrico franceschini (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 2 - Economia G20, altri mille miliardi di aiuti e addio a tutti i paradisi fiscali L´Fmi triplica i fondi e vende l´oro per sostenere i Paesi poveri Il vertice Giudizi tutti positivi dai Grandi. Sarkozy: un esito oltre le aspettative, voltiamo pagina ENRICO FRANCESCHINI dal nostro corrispondente LONDRA - Solenne e trepidante, Gordon Brown annuncia il risultato del summit alle quattro in punto, davanti ai giornalisti e alle tivù di tutto il pianeta: «Questo è il giorno in cui il mondo si è unito per combattere la recessione globale», dice il primo ministro britannico. «Per combatterla non a parole, ma con un piano per una ripresa internazionale e per le riforme, con un chiaro calendario per applicarlo». Il comunicato finale del G20, riassunto dal «padrone di casa», prevede più di un trilione di dollari di stimoli per affrontare la crisi, la pubblicazione di una «lista nera» dei paradisi fiscali per metter fine al segreto bancario (pubblicata in serata dall´Ocse), il rifiuto del protezionismo e un nuovo pacchetto di regole per meglio controllare il sistema finanziario. Ce n´è per tutti: per l´asse franco-tedesco che pretendeva più regulation e niente obbligo di nuove iniezioni di denaro pubblico nell´economia mondiale, per l´asse anglo-americano che preferiva il contrario, per i mercati che pregavano per un messaggio d´ottimismo e l´hanno avuto, reagendo ovunque con un´impennata delle Borse. Ai summit, naturalmente, devono vincere tutti, perché se non si raggiunge un accordo perdono tutti. Ma le prime dichiarazioni dei partecipanti sprizzano soddisfazione genuina. «Un esito al di là delle aspettative, per tutto il dopoguerra il mondo ha vissuto secondo il modello finanziario anglosassone e oggi abbiamo voltato pagina», giubila il presidente francese Sarkozy, che voleva andarsene se non avessero esaudito le sue richieste. «Uno storico compromesso in risposta a una crisi eccezionale», gli fa eco la cancelliera tedesca Angela Merkel. «We did okay», abbiamo fatto bene, dice con più stile e misura Barack Obama, parlando anche lui però di «una svolta storica» per l´economia mondiale. Il diavolo è nei dettagli, e quelli di questo accordo si prestano a diverse interpretazioni. Il trilione di dollari di nuovi stimoli alle economie, affidato a Fondo Monetario e Banca Mondiale, si aggiunge a 5 mila miliardi già stanziati dai singoli Stati; ma le riserve dell´Fmi vengono triplicate e l´oro venduto per sostenere i paesi poveri. Il rifiuto del protezionismo è netto, ma sarà meglio definito al G8 di luglio. La stretta alla «regulation» appare sostanziale, ma i puntini sulle i saranno oggetto di ulteriori discussioni. Ciononostante, Gordon Brown, nominato «salvatore del mondo» dal premio Nobel per l´economia Paul Krugman all´inizio della crisi, ora ha fatto il bis, e può proclamare l´avvento di un «nuovo ordine mondiale» di cui è stato il caparbio regista. Il vero trionfatore di questo G20, tuttavia, è Obama: basti dire che centinaia di giornalisti hanno fatto la coda per partecipare alla sua conferenza stampa, e alla fine, gettando la maschera dell´imparzialità e del cinismo del mestiere, l´hanno applaudito fino a spellarsi le mani. Come una star.

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sulla valuta globale altolà alla cina (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 3 - Economia Sulla valuta globale altolà alla Cina Il dollaro rimane una moneta di riserva. E´ accantonata, almeno per adesso, l´idea cinese di una «valuta globale» che sostituisca il biglietto verde come strumento di riserva. Obama è contrario, anche se pare che il Fondo monetario voglia studiare la questione. A margine del vertice G20 però, il leader russo Medvedev ha rilanciato la proposta cara a Pechino, ma senza ottenere esiti

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una piccola bretton woods - (segue dalla prima pagina) (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 37 - Commenti UNA PICCOLA BRETTON WOODS Vai a fare acquisti nell´orario di ufficio? Allora ti meriti di lavorare cinque anni in più, è questo il ragionamento dello scintillante ministro maschio che praticamente si sente padre padrone di intere categorie umane e le colpisce per rimetterle in riga (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Di certo, però, nessuno si sarebbe atteso che venti capi di governo, fino a pochi anni fa incapaci perfino di sedersi allo stesso tavolo, riuscissero a superare esigenze e preoccupazioni diverse per trovare un accordo di alto profilo che non ha precedenti nella storia mondiale. «Un compromesso di portata storica per una crisi eccezionale», ha commentato Angela Merkel. I risultati superano le attese su tutti i fronti. Si sperava in un raddoppio dei finanziamenti a disposizione del Fondo Monetario Internazionale, e sono stati più che triplicati. Gordon Brown aveva l´ambizione di far stanziare 100 miliardi per riaprire i canali del credito al commercio mondiale, e ne sono stati trovati 250. Si diceva che gli europei non volessero allargare i cordoni della borsa, e invece mille e cento miliardi di nuovi crediti vanno ad aggiungersi ai cinquemila miliardi che i governi hanno complessivamente stanziato per far fronte alla crisi. Si voleva una condanna dei paradisi fiscali e, grazie alle insistenze di Merkel e Sarkozy, il G20 non solo ha accettato la pubblicazione di una «lista nera» da parte dell´Ocse, ma l´ha anche assortita da una seria minaccia di sanzioni: «l´era del segreto bancario è finita», dicono i Venti. Infine sul fronte della regolamentazione dei mercati, tutti i Paesi accettano la supervisione «equa» del Fmi. Il Financial Stability Forum, presieduto da Mario Draghi, si allarga a tutti i membri del G20 e si istituzionalizza diventando il Financial Stability Board. Il sistema di sorveglianza si estende agli hedge funds. Le agenzie di rating saranno regolamentate e verrà posto un tetto al sistema delle remunerazioni dei banchieri. Inoltre, anche se i meccanismi di applicazione non sono ancora chiari, saranno fissate regole comuni per risolvere il problema degli asset tossici che strangolano il credito e verranno fissati standard unici di contabilità globale. Basterà questo per porre fine alla recessione? Probabilmente no. Come ha avvertito Gordon Brown, «non ci sono soluzioni miracolo, ma grazie alle misure adottate la ripresa arriverà prima». Quello che nessuno ammette apertamente è che neppure l´inattesa concordia di tutti i leader del pianeta potrà riportare il mondo alla situazione di un anno fa. Quel modello di sviluppo e di crescita è irripetibile perché si è dimostrato illusorio. E Obama ha avvertito gli altri grandi senza mezzi termini: non vi illudete che, superata la crisi, l´America torni ad indebitarsi per finanziare la crescita del pianeta. Se il «nuovo ordine mondiale» del dopo-crisi deve ancora vedere la luce, non c´è dubbio che il vertice di ieri ne preannuncia l´attesa. E lo fa anche ridefinendo sia il profilo dei partecipanti sia il nuovo spirito con cui interagiscono. Merkel e Sarkozy, che sempre più chiaramente parlano a nome di tutti gli europei, escono soddisfatti da un summit dove hanno ottenuto tutto quello che volevano: la guerra ai paradisi fiscali, nonostante l´ostilità dei cinesi e le perplessità dei britannici, e nuove regole di governance nonostante la freddezza degli americani. Non c´è dubbio che il nuovo capitalismo preconizzato dal G20 assomigli più al modello europeo che a quello anglo-sassone. D´altra parte Gordon Brown porta a casa un enorme successo personale che potrà spendere sul difficile fronte interno, corona il suo vecchio sogno di una governance globale e si conferma vero mediatore culturale tra le due sponde dell´Atlantico. Hu Jintao ottiene di fatto l´incoronazione di grande tra i grandi, seppellisce definitivamente il G8 mettendo la Cina al centro di qualsiasi futuro equilibrio mondiale. Perfino Berlusconi, che riesce a farsi fotografare tra il presidente russo e quello americano, può dichiararsi soddisfatto. Ma la vera rivelazione di questo vertice è la ritrovata leadership dell´America di Obama. Senza la volontà del nuovo presidente di trovare un accordo di alto livello, il successo del G20 sarebbe stato impossibile. E, grazie ad esso, l´America torna al centro del nuovo equilibrio mondiale. «Dimostriamo la nostra leadership anche quando sappiamo ascoltare, quando ci accorgiamo che il mondo è complesso» ha detto Obama. Una lezione che gli altri grandi, per una volta, hanno dimostrato di voler imparare.

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La lotta sulla lista dei cattivi, poi il sì per evitare le sanzioni (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 2 Off-shore L'elenco Ocse dei centri da rendere trasparenti La lotta sulla lista dei cattivi, poi il sì per evitare le sanzioni MILANO C'è un passaggio sul quale il comunicato del G20 scivola. È giusto il tempo di un verbo, una sfumatura fra passato prossimo e futuro, anche questo probabilmente molto prossimo. Ma racchiude tutta la tensione di un muro che crolla e che da ieri non proteggerà più i paradisi fiscali. Quanto a questo, il testo finale del G20 di ieri è netto: i centri off-shore che nascondono l'anonimato dei conti rischiano «sanzioni» e, si legge, «l'Ocse oggi ha pubblicato una lista di Paesi valutati in base ai criteri sullo scambio d'informazione». Peccato che l'organismo di Parigi quella lista a tre fasce neri i paradisi irriducibili, grigi quelli che promettono di cambiare, bianchi quelli che mantengono le promesse non l'avesse affatto resa nota. Angel Gurria, il segretario generale dell'Ocse, ci aveva lavorato fino a notte fonda con il premier di Londra Gordon Brown. Quel documento stava per apparire in serata sul sito dell'Ocse, questione di minuti, quando tutto si è bloccato per altre tre ore: in extremis i Paesi messi all'indice hanno chiesto di rivedere l'elenco. Non è chiaro chi sia stato fra i quattro Paesi «neri», se Costa Rica, Malaysia, Filippine o Uruguay. O magari chi fra i «grigi» come Svizzera o Lussemburgo. È chiaro invece che il muro sta

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Accordo tra i Grandi contro la crisi (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Prima Pagina data: 03/04/2009 - pag: 1 Il G20 a Londra Superate le divisioni. Obama: svolta senza precedenti. Brown: un nuovo ordine mondiale Accordo tra i Grandi contro la crisi Via i paradisi fiscali, 5 mila miliardi di dollari, più soldi al Fondo monetario LONDRA Il premier Gordon Brown ha annunciato con soddisfazione il successo del vertice G20, con un accordo che premia soprattutto le posizioni di Stati Uniti, Regno Unito e Cina, desiderosi di privilegiare l'iniezione di risorse più che l'accento su nuove regole. Cinquemila miliardi di dollari di stimoli all'economia, poteri di vigilanza e di allerta affidati a un organismo centrale il Financial Stability Board guidato da Mario Draghi, fine dei paradisi fiscali e del segreto bancario: ecco il corposo pacchetto di emergenza. DA PAGINA 2 A PAGINA 6 Cavalera, De Carolis de Feo, Fubini, Offeddu Tamburello, Valentino

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(sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 2 «Un nuovo ordine mondiale per uscire insieme dalla crisi» I Grandi: un trilione di dollari e aiuteremo la ripresa Addio ai paradisi fiscali Gli interventi attraverso il Fondo monetario Brown: dal vertice l'inizio della fine della crisi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA «Abbiamo serrato le file per combattere la recessione globale». Il padrone di casa, Gordon Brown, è soddisfatto quando annuncia che il G20 ha siglato l'accordo e darà ossigeno aggiuntivo all'economia. Hanno vinto tutti: decisamente di più Stati Uniti, Regno Unito e Cina, decisamente meno l'Europa. Stimoli alla domanda, poteri di vigilanza e di allerta affidati a un organismo centrale il Financial Stability Board guidato da Mario Draghi, guinzaglio al collo degli hedge fund, bonus ai manager proporzionali ai risultati di lungo periodo, infine tagliola per i paradisi fiscali e del segreto bancario: ecco il corposo pacchetto di emergenza. Dal summit esce «un nuovo ordine» con un diverso baricentro delle decisioni politiche: è un multilateralismo nel quale i Paesi in via di sviluppo affiancano i ricchi ed entrano a pieno titolo nei meccanismi di governo della crisi. La «sala di comando » si sposterà dalla sua sede tradizionale, il G8, a questa sede, il G20 che rappresenta l'84% della ricchezza planetaria e il 64% della popolazione. I tre maggiori protagonisti della svolta Stati Uniti, Regno Unito, Cina hanno vinto la partita e il messaggio che lanciano, per bocca di Gordon Brown è chiaro: «La prosperità è un bene indivisibile di conseguenza l'azione per sostenere il lavoro, le imprese, le famiglie, la crescita in generale, non può che essere comune». Si era profilato nelle ultime ore il rischio del fallimento, poi gli umori sono cambiati. E il punto di equilibrio è un documento che non contiene una ricetta risolutiva ma che viene definito dal premier britannico «l'inizio della fine della crisi» e che sarà sottoposto a verifica in una sessione del G20, convocata entro l'anno. I pilastri fondamentali sui quali si costruisce il percorso di uscita dalla recessione sono due. Il primo è ciò che Washington e Londra hanno sempre chiesto: una robusta iniezione di «risorse». Fino ad oggi globalmente sono stati investiti 5 mila miliardi di dollari, suddivisi fra interventi a sostegno degli istituti di credito in agonia, interventi di «quantitative easing » ovvero di creazione di moneta da parte delle banche centrali, di ammortizzatori sociali (in Europa), di sostegno all'industria. Adesso nel circuito dell'economia mondiale saranno resi disponibili circa un trilione di dollari (tecnicamente sono 850 miliardi). E il veicolo principale che li trasporterà per il «pronto soccorso» agli Stati sull'orlo del collasso sarà il Fondo Monetario Internazionale la cui dotazione sarà triplicata. Ai 250 di cui già dispone e che dunque vanno sottratti dal conto se ne aggiungono 500. Cento messi a disposizione dall'Europa, 100 dal Giappone, 40 dalla Cina, il resto dagli altri Paesi. Di conseguenza, saranno ridisegnati gli equilibri del Fmi con ruolo crescente di Pechino. Altri 100 miliardi di dollari saranno incanalati attraverso le Banche di Sviluppo. Infine una borsa carica di 250 miliardi sarà destinata nei prossimi due anni a riattivare i commerci internazionali. Il protezionismo è bandito. Il totale fa 1.100 o 850 se si escludono i 250 già a disposizione del Fondo Monetario. Il secondo pilastro viene incontro alle richieste soprattutto di Parigi, Berlino, Roma, e affronta dunque il capitolo delle regole e della supervisione. Al Financial Stability Board che si allargherà ai Paesi del G20, alla Spagna e al rappresentante della Commissione Europea spetterà il compito di disegnare i principi, di vigilare su tutte le istituzioni, gli strumenti e i mercati finanziari e avviare l'azione sulle «giurisdizioni che non collaborano, inclusi i paradisi fiscali ». Il G20 ha annunciato che la lista nera di questi paradisi sarà pubblicata dall'Ocse: dalla Svizzera al Lussemburgo, dal Liechtenstein all'Uruguay, dal Costa Rica alle Filippine, dall'Austria alla Malaysia chi non si adegua si trova sul banco degli imputati. «Il tempo del segreto bancario è compiuto», è scritto solennemente nel documento finale del G20. È un segnale politico forte che provocherà panico fra chi ha giocato a nascondino con capitali e profitti. Ma il «nuovo ordine» mondiale di cui parlano i vincitori Obama e Gordon Brown non può che passare da questa «rivoluzione ». È il presupposto di una stabile credibilità. Protagonisti Il presidente Usa, Barack Obama, e il premier britannico Gordon Brown (Reuters/Wojazer) Fabio Cavalera

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UNA BUONA PARTENZA (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Prima Pagina data: 03/04/2009 - pag: 1 UNA BUONA PARTENZA di FRANCO VENTURINI A l G20 non ha vinto nessuno, e così hanno potuto vincere tutti. Il debuttante Barack Obama, sostenuto dai britannici e dai giapponesi, voleva che per combattere la crisi fosse varato un poderoso stimolo fiscale. L'ha avuto, ma sotto mentite spoglie per non urtare la contrarietà degli europei: mille miliardi di dollari andranno al Fondo monetario e alla Banca mondiale per spingere la ripresa e soccorrere i Paesi con l'acqua alla gola. Nicolas Sarkozy e Angela Merkel volevano regole severe per raddrizzare la schiena al sistema finanziario e, sotto sotto, anche per indicare i colpevoli della recessione. Le hanno avute, ma affidando all'Ocse la controversa lista nera dei paradisi fiscali e muovendosi con inedita cautela per non irritare gli Usa gelosi della loro sovranità, i britannici protettori della City, i cinesi preoccupati per Hong Kong e Macao. Se si pensa alle polemiche e alle minacce di rottura della vigilia, il G20 londinese di ieri non evita soltanto un disastroso parallelo con quello fallito nel 1933. Evita, anche, il compromesso al ribasso che sembrava essere nelle carte, e che per salvare politicamente i partecipanti avrebbe lanciato ai mercati un disastroso segnale di impotenza. Dalla capitale britannica, invece, parte un primo segnale di volontà politica collettiva nella gestione della crisi dopo tanti, tantissimi esempi di gestione nazionale. Parte un certificato di idoneità della formula del G20, che d'un colpo ha reso obsoleti il G7 e il G8 (lo tenga presente l'Italia, che organizza quello di quest'anno) con la sola ma cruciale presenza della Cina. E partono, anche, provvedimenti non sempre di applicazione immediata, non sempre impermeabili a una certa dose di scetticismo, ma sufficienti a creare, come ha detto Gordon Brown, «ossigeno per la fiducia». Non ci sono soltanto i mille miliardi di dollari e i meccanismi di pronto soccorso. Una parte di questa somma è destinata a sostenere il libero commercio e a frenare il protezionismo (peccato che 17 dei 20 partecipanti proprio al protezionismo abbiano fatto ricorso, in un modo o in un altro). Vengono regolamentati gli hedge funds, introdotti nuovi criteri per la contabilità bancaria e in generale per l'attività degli istituti di credito, passate al setaccio le agenzie di rating, riportati nella ragionevolezza compensi e bonus di chi opera nella finanza, e, soprattutto, viene definito un approccio globale per «ripulire» le banche dai titoli infetti che hanno in buona parte originato la crisi. Quest'ultima potrebbe essere la conquista principale del vertice, se si considera che il forte rallentamento del credito deriva principalmente proprio dall'insicurezza delle banche sul destino della loro parte di tossicità. Ma l'impegno è ancora troppo generico, e del resto non risulta che l'ammontare degli attivi sotto accusa sia stato credibilmente calcolato. CONTINUA A PAGINA 44

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E con un bigliettino di Obama a Hu Jintao si sigla l'accordo (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 3 Diplomazie Il presidente Usa e il colloquio con Sarkozy E con un bigliettino di Obama a Hu Jintao si sigla l'accordo DA UNO DEI NOSTRI INVIATI LONDRA Alla fine, la storia del mondo stava per bloccarsi sui paradisi fiscali. In apparenza, una banale questione terminologica, ma sufficiente a intestardire Nicolas Sarkozy e Hu Jintao nel loro no, simmetricamente opposto nelle motivazioni, al comunicato finale. Il vertice del G20 era in stallo, nonostante l'egregio lavoro di Gordon Brown. A quel punto si è consumato il battesimo del fuoco di Barack Obama, la conferma internazionale di un leader che conosce ed esercita l'arte nobile del compromesso. Il presidente americano ha preso da parte il francese, per un breve ma intenso colloquio a tu per tu. Poi è tornato al suo posto, ha scritto qualcosa su un foglio e lo ha mandato al collega cinese. Un attimo dopo, anche quello si è alzato per appartarsi con Obama, insieme a un interprete. Scambio rapidissimo e nuovo movimento obamiano verso Sarkozy. Triangolazione riuscita. Il laureato della Harvard Law School aveva trovato la formula dell'intesa, quella poi apparsa nel testo conclusivo: «Siamo d'accordo ad agire contro le giurisdizioni non-cooperative, inclusi i paradisi fiscali. Siamo pronti ad applicare sanzioni per proteggere le nostre finanze pubbliche e i sistemi finanziari». Perfino il vanitoso presidente francese ha dato pubblicamente atto a Obama di essere stato decisivo. «In un mondo così complesso ha spiegato poi il capo della Casa Bianca in conferenza stampa la leadership americana va esercitata forgiando partnership, invece che dettando soluzioni. Dobbiamo ascoltare, mostrare una certa umiltà, capire che non sempre noi abbiamo la risposta migliore». Qualche rimpianto, forse. Ma solo per lo sfizio di concedersi una battuta irriverente ma efficace: «Tutti parlano di Bretton Woods ha detto Obama tra il serio e la celia , quando venne riscritto il nuovo ordine monetario internazionale. Ma diciamoci la verità: a quei tempi quando erano solo in due, Roosevelt e Churchill, chiusi in una stanza con un bicchiere di brandy, era molto più facile. Il mondo non è più così ed è un bene per tutti: l'Europa e il Giappone si sono rialzati diventando vere potenze, la Cina e l'India sono realtà emergenti, miliardi di persone sono uscite dalla povertà». Qual è stato il segreto della forza di persuasione di Obama? Probabilmente il suo candore. Come ha raccontato nell'ora trascorsa davanti ai media, in pochi durante i vari giri di tavola nella sala dell'ExCel Center, si sono lasciati sfuggire l'occasione per «ricordare che la crisi non fosse iniziata da loro». Lui li ha assecondati, riconoscendo come «sia difficile negare che parte del contagio sia originata da Wall Street», complice l'assunzione di rischi «selvaggi e ingiustificati » da parte di alcuni gruppi e il sonno colpevole «di taluni che nel governo dovevano sorvegliare». Ma Obama ha anche ricordato, che neppure le loro banche fossero immuni al virus. «Abbiamo imparato le lezioni della Storia», ha detto il presidente: l'ampiezza devastante della crisi economica, che rischia di trascinare il mondo intero in un baratro senza speranza, richiede «azioni collettive ». E se l'accordo «non potrà mai essere facile e i risultati immediati», la comunità internazionale può ora contare su un leader americano, convinto che «l'era della responsabilità » promessa agli Stati Uniti, «non si ferma ai loro confini», ma coinvolge tutti. Funzionerà? Nella vita e nell'economia, «non ci sono garanzie». Ma Obama è convinto che la strada intrapresa sia quella necessaria. Non usa, ma alla fine noi giornalisti gli abbiamo fatto un applauso. Hu Jintao, presidente della Cina Gordon Brown (Omega/Baroncini) Paolo Valentino

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Più poteri all'Fsb guidato da Draghi: stipendi dei banchieri legati ai risultati (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 2 Le decisioni del G20 Più poteri all'Fsb guidato da Draghi: stipendi dei banchieri legati ai risultati DAL NOSTRO INVIATO PRAGA Mario Draghi lo definisce «un grande cambiamento» per tutti i Paesi: lo schema di retribuzione dei manager delle grosse banche e società finanziarie sarà sottoposto alla vigilanza delle autorità nazionali. Che seguiranno le linee definite dal Financial Stability Forum, l'organismo internazionale presieduto dal governatore della Banca d'Italia. Si tratta di una serie di principi diretti a legare i bonus e gli incentivi alla redditività a medio e lungo termine della società. Diretti cioè a premiare non il rischio ma il risultato e ad azzerare premi o aumenti in caso di bilanci negativi. In Italia la Banca d'Italia ha già da tempo dato indicazioni a riguardo alle banche, che dovranno adeguarsi entro fine giugno. Ora la seguiranno anche le altre autorità nazionali, visto che la proposta di Draghi è stata accolta ieri a Londra dal G20, assieme alle ulteriori indicazioni per rafforzare la stabilità del sistema finanziario globale. Draghi ne parlerà anche a Praga, dove è arrivato ieri sera per partecipare all'Ecofin informale dei ministri dell'Economia e delle Finanze e dei governatori, che dovrà definire la posizione europea per il prossimo G7 finanziario in programma a Washington a fine aprile. Parteciperà come governatore assieme al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e come appunto presidente dell'Fsf. O meglio, dell'Fsb, Financial Stability Board, secondo il nuovo mandato, più forte «per promuovere la stabilità finanziaria», ricevuto dal G20, anche in considerazione dell'allargamento ai paesi emergenti, Cina e India in testa. L'Fsb collaborerà anche con l'Fmi sull'Early warning, cioè sulle possibilità di individuare in anticipo i segnali di crisi. Le regole A giugno i nuovi tetti ai manager Oggi il vertice informale Ecofin Mario Draghi Stefania Tamburello

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Silvio, la foto con i leader e il rimbrotto della regina (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 5 A Buckingham Palace La sovrana: ma chi è che grida? Suvvia Silvio, la foto con i leader e il rimbrotto della regina Il Cavaliere scambia battute con Tremonti Il Cavaliere ha chiamato ad alta voce Barack Obama subito dopo lo scatto della foto con la regina d'Inghilterra DA UNO DEI NOSTRI INVIATI LONDRA Saloni ovattati e stucchi dorati di Buckingham Palace. Ricevimento ufficiale offerto dai Reali d'Inghilterra ai venti leader della Terra. La signora Obama si è imposta all'attenzione dei media internazionali per aver rotto il protocollo: ha abbracciato la Regina, che secondo regole secolari non potrebbe nemmeno essere sfiorata. Berlusconi riesce a fare di più: alza la voce a tal punto da far girare di colpo la testa a venti capi di governo e di Stato e farsi riprendere da un'indispettita Elisabetta. Accade al termine della foto di gruppo. Il Cavaliere ha voglia di scherzare, chiama quasi gridando il neo presidente degli Stati Uniti, ne vuole attirare l'attenzione: «Mister Obamaaaa, I'm mister Berlusconi». Una telecamera ha l'audio aperto, l'audio finisce sui principali siti di informazione del mondo. Si ascoltano risate, percepisce disorientamento, imbarazzo, e soprattutto la frase di Sua Maestà che allarga e richiude le braccia sui fianchi, in segno di impotenza, e soprattutto ammonisce, all'indirizzo del capo del governo: «Ma chi è che grida? Suvvia!». Poco più di una giornata a Londra basta al capo del governo per confermare la sua fama: in equilibrio costante fra la gaffe e la sincerità, incurante del protocollo al punto da romperlo più volte, il Cavaliere sorprende, fa sorridere, indispettire. Persino il suo ministro, Giulio Tremonti, con il quale inscena una gag a colpi di battute, in conferenza stampa, davanti ad alcune decine di cronisti. Inizia Berlusconi, con una puntura di spillo: «Do la parola a Tremonti, che vi dirà cose geniali». Tremonti non si fa pregare e risponde così: «Di solito in questi vertici lavorano molto gli sherpa, i nostri assistenti, moltissimo i ministri e quasi nulla i capi di governo. Qui a Londra è stato il contrario, noi ministri non abbiamo fatto nulla e hanno fatto tutto i capi di governo, lavoravano e si applaudivano anche da soli, fra loro...». Berlusconi incassa, vacilla, ma si riprende subito: «In compenso voi ministri stavate al cesso... ». Imbarazzo in prima fila. Sorrisi del portavoce Bonaiuti, dello sherpa Massolo, dell'assistente Valentini, del consigliere diplomatico Archi. Finita qui? Nemmeno per sogno. E' finita per Tremonti, che a questo punto forse ritiene più opportuno concludere il siparietto. Per il Cavaliere invece c'è un seguito. In prima fila ci sono alcuni giornalisti Rai, prendono appunti, Berlusconi sorride ancora e non resiste: «Attenti voi a quello che scrivete, vi ricordo che a casa mia si tengono in questi giorni le riunioni sulla Rai». L'allusione è per alcune imminenti nomine nelle testate di informazione. Le gag di Berlusconi possono tendere all'infinito, gli archivi ne sono testimoni. Il segno delle corna ad una scolaresca, un modo per giocare, ma fatto durante un vertice, anni fa, dietro ad un inconsapevole ministro degli Esteri spagnolo, immortalato cornuto dai fotografi. I baci soffiati con le mani alle cameriere di un albergo di Hokkaido, durante il G8 dello scorso anno. Lui che canta «San Marino campanaro», ad un vertice Nato, mentre una campanella richiama i leader per un foto. Ieri alla lista si è aggiunta un foto che ha fatto il giro del pianeta. Berlusconi è alla spalle di Obama e Medvedev. I flash scattano, il Cavaliere ha un guizzo, mette le mani sulle spalle di entrambi, li avvicina l'uno all'altro, infila la testa, fisicamente, fra i due: Obama sta al gioco, fa il segno della vittoria, sorride di gusto anche il russo, lo scatto è il segno del riavvicinamento in atto fra Mosca e Washington. Il volto del premier ha i tratti sorridenti del monello che ha fatto centro. Alla faccia di chi si interroga, per Palazzo Chigi stupidamente, sul fatto che Obama e Berlusconi non abbiano ancora fissato un incontro. La «diplomazia fotografica», almeno per il Cavaliere, vale tanto quanto! Ai giornalisti Rai «Attenti a quello che scrivete, vi ricordo che a casa mia si tengono le riunioni sulla Rai» Lo stupore di Giulio Una curiosa espressione del ministro Tremonti al G20 di Londra (Caddick/Afp) M. Gal.

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1.100.000.000.000 (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 3 1.100.000.000.000 dollari i soldi destinati dal G20 soprattutto al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale per aiutare i Paesi in difficoltà e sostenere gli scambi commerciali

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Elisabetta tocca Michelle E il protocollo (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 4 La regina e la first lady Elisabetta tocca Michelle E «rompe» il protocollo LONDRA Le foto sono inequivocabili, il video pure. Se a Silvio Berlusconi ha contestato la voce eccessivamente alta, ai coniugi Obama, e in particolare alla signora Michelle, ha assegnato il premio simpatia del G20. Elisabetta II è rimasta conquistata dalla first lady statunitense, tanto da stravolgere e poi abbandonare del tutto il protocollo di corte. Chi l'ha sempre pensata fredda e distante avrà dovuto ricredersi di fronte a un'immagine del tutto inedita. Lei, così piccina e canuta, una nuvola di bianco e rosa, che con la mano guantata cinge la schiena di un'altra persona: non il marito Filippo, non un parente che già di per sé sarebbe inaudito in pubblico , ma una donna che sino a un'ora prima non aveva mai visto. E questo conscia del fatto che gli occhi del mondo erano puntati su di lei. «Si è trattato di un momento di reciproca simpatia tra Sua Maestà e Michelle Obama», ha detto una portavoce di Buckingham Palace, per niente sconcertata, precisando che se in veste professionale la sovrana è efficiente e controllata, privatamente sa essere molto affettuosa. Niente scandalo, quindi, nonostante il fatto che Michelle, un po' perché negli Usa si usa più che in Gran Bretagna, un po' perché è calorosa di suo, abbia reciprocato il gesto di Elisabetta, abbracciandola a sua volta. Come sono cambiati i tempi. Solo cinque anni fa Jacques Chirac saltellò da destra a sinistra per far strada alla Regina senza toccarla. Venne ugualmente messo in croce dai media per averla semplicemente sfiorata. Nel 2000 il premier australiano finì alla gogna per aver commesso lo stesso fallo del suo predecessore, Paul Keating, otto anni prima: guidare la sovrana mettendole, per un secondo, una mano sulla schiena. Ora il lungo abbraccio con Michelle, seguito da una richiesta accorata: «Ora che ci siamo conosciute, per favore si faccia sentire». Dieci e lode. Michelle ha stregato anche Elisabetta. Cerimoniale addio Il quasi abbraccio tra Michelle e la regina Questione di look Michelle Obama in trasferta a Londra: abiti scelti con cura ma low profile, in ragione della crisi Paola De Carolis

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5.000.000.000.000 (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 3 5.000.000.000.000 dollari le risorse stanziate e ancora da stanziare entro la fine del 2010 dai singoli Paesi del G20 per politiche pubbliche nazionali finalizzate a contrastare gli effetti della crisi

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Trichet taglia Su le Borse (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 3 «Ridurremo ancora» Trichet taglia Su le Borse FRANCOFORTE La Banca centrale europea ha tagliato il costo del denaro di un quarto di punto, portandolo all'1,25%. Un passo più ridotto di quanto atteso, ma che porta comunque i tassi «al livello più basso dal dopoguerra», come ha spiegato il presidente Jean-Claude Trichet (foto). Il quale ha preannunciato un'altra sforbiciata di ampiezza «modesta », attesa per la riunione del sette di maggio. E proprio l'intervento della Bce, unito all'esito del G20, ai buoni dati sugli ordinativi industriali negli Usa e al rinvio delle nuove regole contabili per il credito bancario ha spinto le borse in forte rialzo, mentre l'euro è schizzato a quota 1,3447 dollari: Piazza Affari ha guadagnato il 4,76%, Londra il 4,28%, Francoforte il 6,07%, Parigi il 5,37%. E a Wall Street, il Dow Jones ha chiuso in rialzo del 2,79%. Trichet ha spiegato che la decisione della Bce è stata presa «in consenso», e non all'unanimità dei membri del Consiglio direttivo. Forse i banchieri hanno anche inteso diluire le aspettative dei mercati, prima di fermare i tassi all'1%. D'altra parte, con i saggi del mercato monetario allineato ai quelli Usa a circa lo 0,6-0,7% Trichet pensa ai prossimi passi per alleviare il mercato. Preannunciando per maggio «una decisione» del Consiglio sui provvedimenti «non standard», senza specificare se si possa trattare di acquisti di commercial papers (seguendo la Fed). Trichet, insomma, ha preso tempo per avere a disposizione più dati sulla «recessione grave» in corso. I mercati I tassi ridotti all'1,25%. Milano guadagna il 4,76% Marika de Feo

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La rabbia e il ricordo (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 6 In piazza La rabbia e il ricordo La giornata Tre manifestazioni, due raid della polizia e 32 arresti: è il bilancio delle proteste anti G20 di ieri a Londra (foto Reuters). Quattrocento dimostranti hanno deposto mazzi di fiori a St Michael's Alley per ricordare Ian Tomlinson, l'edicolante di 47 anni colpito da malore durante gli scontri avvenuti mercoledì nella City.

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Effetto Obama sui no-global (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 6 Svolta Scomparsi i riti dell'antiamericanismo Effetto Obama sui no-global «Ma è solo una parentesi» Questa volta sono mancati i riti dell'antiamericanismo di piazza. Non si sono viste le bandiere a stelle e strisce date alle fiamme, gli striscioni yankee go home, le caricature del leader della Casa Bianca. Anzi, in onore della prima visita di Barack Obama in Europa, davanti a Buckingham Palace sono apparsi gli ormai classici ritratti del presidente creati da Shepard Fairey, nuove icone dell'America come e più del contestato logo Starbucks. A Londra la rabbia c'era, ma non era diretta contro l'America. Alla forma più virulenta di antiamericanismo, quello francese, lo studioso Philippe Roger ha dedicato il lungo saggio Il nemico americano (Sellerio, 2008). Davvero siamo di fronte a una svolta? «Non so quanto duratura, il fenomeno è talmente radicato che non credo possa scomparire. Però è vero che le manifestazioni di Londra sono una novità, credo che tutto dipenda dalla personalità e dallo stile di Barack Obama. Si sta ripetendo quello che è successo con il New Deal di Roosevelt, quando gli europei erano stupefatti dalle politiche americane di intervento pubblico nell'economia. I moderati e persino la sinistra riformista erano quasi spaventati, giudicavano Roosevelt una specie di collettivista, vennero avanzati paragoni con i piani quinquennali sovietici». Obama nuovo eroe nei no global? «Oggi c'è la gara a tirare il presidente americano dalla propria parte, una gara alla quale partecipano tutti, da Sarkozy alla sinistra radicale continua Roger . Obama viene visto, a torto o a ragione, come il modello di quello che bisognerebbe fare in Europa e non si fa. Come nel 1932/1933, c'è un presidente di rottura rispetto all'abituale equazione tra capitalismo e America. Ma a mio parere si tratta di una parentesi, l'antiamericanismo ha ragioni di lungo periodo». Dall'altra parte dell'Atlantico, uno dei migliori osservatori delle relazioni tra Usa e Europa è Charles A. Kupchan, ex consigliere di Bill Clinton, direttore del dipartimento di studi europei del Council on Foreign Relations. Kupchan individua un paradosso: «Il movimento no global, anticapitalistico, grazie alla crisi è più forte che mai, ma non è più diretto in primo luogo contro gli Stati Uniti, che pure con i subprime possono essere considerati all'origine del disastro. Merito della straordinaria popolarità di Obama, alla quale contribuisce non poco la sua origine multietnica. Presto la politica estera mostrerà tutti gli elementi di inevitabile continuità tra le diverse amministrazioni. Ma la personalità di Obama continuerà a fornire un'immagine diversa, più positiva, dell'America ». Il colore della pelle del leader americano sembra tuttora decisivo. «Chi scende in piazza contro il capitalismo, per formazione e abitudine, è terrorizzato all'idea di insultare un presidente nero», dice lo storico britannico di area conservatrice Andrew Roberts. Che come gli altri commentatori coglie la novità del momento, ma non pensa a un cambio definitivo. «Si tratta di una fortunata coincidenza. Obama gode di una luna di miele nella quale è percepito come un outsider. I pacifisti non protestano contro Obama neppure quando manda rinforzi in Afghanistan o ordina attacchi aerei contro il Pakistan; ma gli Stati Uniti restano il cuore del capitalismo e hanno molte truppe impegnate in missioni all'estero. I no global finiranno per prenderne atto e mi aspetto presto una recrudescenza di antiamericanismo». In Francia, dove l'amore-odio verso l'America è uno dei caratteri nazionali, il quotidiano Libération da sempre vicino ai movimenti antiglobalizzazione in questi giorni ha cantato le lodi di Obama. «È il migliore, non è corresponsabile del disastro come i dirigenti europei dice il direttore Laurent Joffrin . I nostri leader hanno accettato il vecchio sistema chiudendo gli occhi. Obama è stato eletto per segnare una svolta rispetto alla vecchia politica, ha più slancio, più freschezza intellettuale. E infatti le previsioni del Fmi per il 2009 vedono meglio gli Usa dell'Europa». Con il romanzo Cenerentola, uscito da poche settimane in Italia per il Saggiatore, due anni fa lo scrittore francese Eric Reinhardt ha sorprendentemente anticipato nei dettagli la crisi a venire. «Uno dei miei personaggi dice di non capire come mai la gente non si è ancora rivoltata, e progetta di fuggire in un'isola sperduta 'per non venire infilzato da un forcone'. Non me lo auguro, ma oggi assistiamo all'inizio di questa rabbia. E il nemico non è tanto l'America, quanto il dirigente della banca sotto casa, o il grande manager che guadagna una fortuna. I francesi se la prendono più con il miliardario François- Henri Pinault che con la Casa Bianca». Kupchan «Presto la politica estera mostrerà tutti gli elementi di inevitabile continuità tra le diverse amministrazioni» Prima e dopo Londra 2003: nella manifestazione contro la guerra in Iraq centinaia di cartelli contro Bush. Ieri, durante il G20 e sempre a Londra, le immagini di Obama mostrate da giovani sostenitori Stefano Montefiori

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Scontri a Strasburgo, paura per il vertice Nato (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 03/04/2009 - pag: 6 Scontri a Strasburgo, paura per il vertice Nato Cento fermati, oggi il summit. La stampa inglese: italiani dietro le violenze di Londra DAL NOSTRO INVIATO STRASBURGO Da Londra all'Alsazia francese, la protesta «contro il mondo globalizzato» viaggia rapidissima: a 12 ore dall'inizio del primo vertice della Nato con Barack Obama, e poche ore dopo la fine del G20, ecco di nuovo le felpe nere e le spranghe. Cioè manifestanti pronti allo scontro, e poliziotti altrettanto duri e determinati. Tutti insieme ricompaiono non più intorno alla City ma alla periferia di Strasburgo, dove un tentativo di corteo verso il centro viene bloccato sul nascere, fra sparsi tafferugli. «Bandiere della pace», comparse a diverse finestre, vengono tolte su ordine della polizia: «Un eccesso di zelo », dirà più tardi il ministro dell'Interno Alliot-Marie. Bilancio di queste prime scintille: un centinaio di fermati (un migliaio in tutto i mani-- festanti), 12 arrestati, vetrine in frantumi, cassonetti in fiamme, veloci sassaiole. Nessun ferito, fino a tarda sera. Ma il vertice deve ancora iniziare. E su Strasburgo come su Kehl e Baden-Baden in Germania, le tre sedi previste, starebbero già convergendo migliaia di dimostranti. Domani a mezzogiorno, hanno annunciato, faranno di tutto per impedire a Obama e agli altri leader di raggiungere il ponte sul Reno dov'è prevista una cerimonia. Alcuni dimostranti arrivano a bordo di un treno Tgv superveloce e di vari autobus direttamente dalla Gran Bretagna ieri sulla stampa inglese circolava l'ipotesi che dietro gli scontri di Londra ci fossero gruppi di anarchici italiani già coinvolti nel G8 di Genova del 2001. Il capo del sindacato della polizia tedesca avverte: «Ciò che è accaduto a Londra è stato solo un piccolo assaggio di quello che potremmo vedere qui». Si temono soprattutto escursioni dei soliti indecifrabili «black bloc», chiunque essi siano. Davanti alla cattedrale di Strasburgo caracollano poliziotti a cavallo, i canali sono pattugliati dai motoscafi della «Brigata navale» della polizia. C'è perfino un'«unità di decontaminazione », equipaggiata per intervenire in caso di emergenze chimiche o addirittura nucleari. In tutto, tra Francia e Germania, saranno 25mila gli agenti mobilitati. Questa sera, quando i leader politici e militari della Nato si riuniranno a cena, sarà chiuso lo spazio aereo al di sopra delle loro teste. E sarà chiusa anche l'antica frontiera franco-tedesca, per 24 ore, come pure le autostrade della zona, su una sponda e l'altra del Reno: non era mai successo, forse dai tempi dell'ultima guerra. Luigi Offeddu

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L'effetto Usa fa volare Fiat In Borsa maxi-balzo del 27% (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Economia data: 03/04/2009 - pag: 31 Svolte L'incontro di Marchionne e Nardelli (Chrysler) a Washington L'effetto Usa fa volare Fiat In Borsa maxi-balzo del 27% In Germania le vendite del Lingotto crescono del 218% La scelta «verde» del gruppo di Torino fa correre le vendite. A Piazza Affari passa di mano il 10% del capitale MILANO Più 27,12%. Un balzo così consistente in un sola seduta il titolo Fiat non lo aveva mai fatto nella sua storia. Il precedente record (+14%) risale soltanto a un mese fa, all'indomani della presentazione a Ginevra del dispositivo Multiair, brevettato dal Lingotto, che permette di ridurre drasticamente sia i consumi di carburante sia le emissioni di CO2. Protagonista assoluto della seduta di ieri a Piazza Affari, Fiat è stata acquistata a piene mani (sono state scambiate 155,5 milioni di azioni, pari al 14,2% del capitale ordinario), contribuendo in modo significativo al record dei volumi complessivi. Con questo rialzo la quotazione di riferimento (6,75 euro) non solo torna ai livelli di ottobre 2008, ma è più che raddoppiata rispetto a pochi mesi fa (il 24 febbraio scorso aveva toccato il minimo di 3,32 euro). Come si spiega un così repentino risveglio? La giornata positiva dei mercati azionari, sostenuti dalle decisioni del G20 e dal taglio dei tassi europei, ha fatto da contorno a un mix di fattori. Tecnici (la speculazione di breve periodo, gli investitori istituzionali che ritoccano i portafogli), ma anche aziendali, a partire dai risultati di vendita delle auto a marzo in Italia e, notizia di ieri, in Germania, dove la casa torinese ha messo a segno un incremento delle immatricolazioni del 218,7% piazzandosi al primo posto tra i costruttori stranieri e al terzo in assoluto dopo Volkswagen e Opel. Tutto questo, però, ancora non basta. C'è infatti la scommessa su Chrysler ad alimentare le attese degli operatori. Tra chi ha acquistato ieri in Borsa a Milano ci sono infatti anche molti investitori esteri, che vedono nella ipotizzata alleanza con Detroit quel salto dimensionale che potrebbe riposizionare la Fiat nel mercato internazionale, collocandola tra i players più importanti. Insomma, mentre l'amministratore delegato Sergio Marchionne sta trattando negli Usa gli ultimi dettagli dell'operazione, nella direzione richiesta dalla task-force governativa nominata da Barack Obama, le Borse brindano già al possibile accordo. A dispetto delle principali agenzie di rating che proprio in questi giorni hanno declassato il debito del Lingotto, classificandolo addirittura a livello di junk-bond. Il negoziato prosegue (anche ieri Marchionne si è incontrato a Washington con il numero uno di Chrysler, l'italo-americano Bob Nardelli), ma c'è tempo fino al 30 aprile per chiudere. Le attese americane Il mercato scommette sugli acquisti da parte di investitori Usa in attesa dell'intesa con Chrysler Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat Giacomo Ferrari

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I clienti fumano in strada: bar condannato a pagare i danni. E' giusto? (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Opinioni data: 03/04/2009 - pag: 44 La tua opinione su corriere.it I clienti fumano in strada: bar condannato a pagare i danni. E' giusto? SUL WEB Risposte alle 19.00 di ieri I numeri sono in percentuale Sì R 55,4 No R 44,6 La domanda di oggi Il compromesso del G20 è un passo avanti per uscire dalla crisi? I sondaggi on line non hanno valore statistico e non sono basati su un campione scientifico

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Una buona partenza (sezione: G20)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Corriere della Sera sezione: Opinioni data: 03/04/2009 - pag: 44 IL G20 Una buona partenza di FRANCO VENTURINI SEGUE DALLA PRIMA Londra non è Bretton Woods, insomma, e non poteva esserlo. Per ripensare davvero l'architettura finanziaria globale occorrerà prima uscire dalle sabbie mobili della recessione, affrontare una disoccupazione che potrebbe trasformarsi in valanga, verificare ancora, e più severamente, il consenso che ieri ha fatto squillare le trombe. In questi limiti il G20 è stato un successo per nulla scontato, e dunque incoraggiante. Ma non è il caso di farsi ingannare da una buona partenza: tra Usa ed Europa restano profonde diversità di approccio confermate ieri anche dalla prudenza della Bce, il «nuovo ordine mondiale» che Brown ha enfaticamente annunciato potrebbe più correttamente chiamarsi «lotta di potere nella definizione dei nuovi equilibri internazionali», e la Cina, ancora lei, su questi nuovi equilibri ha appena cominciato a esercitare il suo peso. I cinesi sono arrivati a Londra con dati macroeconomici migliori di quelli altrui e con il più ambizioso (e costoso) piano di rilancio. Pechino detiene una grossa fetta del debito americano, anche se ha bisogno del mercato Usa. La Cina è portatrice orgogliosa di un «modello» che afferma essere migliore del liberal-capitalismo occidentale. La Cina non è democratica, né vuole esserlo perché non riuscirebbe più a governare il suo capitalismo primordiale basato sul social dumping. Questa Cina risulterebbe invadente anche se non lo volesse. E trova il suo interlocutore naturale nell'America, che non si sottrae di certo. Il G2 dentro il G20, o anche fuori da esso. Gli europei venuti a Londra con lo spirito dei primi della classe nei confronti della «finanza anglosassone» dovrebbero stare attenti, da oggi, alla «finanza cinoamericana». Capacissima di tradursi in intese globali, e di emarginare un Vecchio continente già prigioniero delle sue convulsioni interne.

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UN G8 tutto rivolto al sociale, quello che Silvio Berlusconi ha intenzione di organizzare alla Madda... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi UN G8 tutto rivolto al sociale, quello che Silvio Berlusconi ha intenzione di organizzare alla Maddalena a luglio. La decisione del G20 di riunirsi a settembre spinge ancor più l'Italia a cambiare il profilo della riunione.

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G20, maxi-aiuti e nuove regole (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi Il vertice di Londra si chiude con una svolta. Stanziati altri 1100 miliardi di dollari G20, maxi-aiuti e nuove regole Stop ai paradisi fiscali. Berlusconi: misure per l'occupazione

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LONDRA Nuovi fondi per combattere la crisi ma soprattutto regole per la finanza mondiale. Il vertic... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi LONDRA Nuovi fondi per combattere la crisi ma soprattutto regole per la finanza mondiale. Il vertice G20 di Londra si è chiuso con un risultato forse superiore alle aspettative, viste le divisioni della vigilia, e con il prevalere della linea europea in favore di una maggiore regolamentazione. In particolare si è deciso di mettere sotto vigilanza i fondi speculativi, di moderare le retribuzioni dei manager, di pubblicare la lista dei paradisi fiscali. Sono state stanziate risorse finanziarie per 1.100 miliardi di dollari. I fondi già impegnati dai singoli Paesi ammontano a 5.000 miliardi. Il governo italiano ha poi annunciato nuove misure in favore dell'occupazione.

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TRA i rumori di una piazza che sa solo ciò che non vuole e non la vuole con la violenza m... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi di PAOLO SAVONA TRA i rumori di una piazza che sa solo ciò che non vuole e non la vuole con la violenza ma non ha idea di come risolvere i problemi del mondo, il G20, il Gruppo dei venti grandi della terra, si è riunito a Londra per trovare un accordo sul da farsi. Questo incontro è stato preceduto da una simultanea battaglia "di piazza" tra i protagonisti, meno cruenta nei fatti, ma non nei toni. In questa situazione difficile, ma non seria, si sono fronteggiate due correnti politiche unite dalla comune volontà di chiedere di più, ma non la stessa cosa: alcuni più spesa e altri più regole. Tra i seguaci di una maggiore spesa vi era chi, con a capo Obama, riteneva indifferente che ciascuno procedesse per suo conto e chi, come Gordon Brown, che chiedeva invece una comune iniziativa internazionale; all'interno di questa potente corrente politica vi era però chi avrebbe voluto destinare la maggior parte della spesa a sostegno dell'attività produttiva, come Hu Jintao, e chi al sociale, come Berlusconi. Tra i seguaci di maggiori regole, capeggiati dal duo europeo Sarkozy e Merkel, il fronte si presentava più compatto; il ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbrueck, ha fatto da portavoce affermando che: «Il messaggio principale che deve uscire da questo vertice è che nessun prodotto finanziario, nessun partecipante al mercato e nessun mercato finanziario può restare senza regolamentazione e supervisione». Il lettore dovrà portare pazienza nel districarsi tra le diversità di posizioni assunte dai venti Capi di Stato, ma è quello che gli impone la realtà delle relazioni internazionali. Queste varie correnti politiche si sono collocate su una comune bisettrice che fa parlare di successo del Summit di Londra e, una volta conosciuti i dettagli di come il Fondo monetario internazionale userà le risorse ricevute, apre le speranze per un futuro meno fosco. Su tutto emerge la valutazione che gli Stati hanno già stanziato 5 mila mld di dollari che porterebbe lo sviluppo globale su tassi di crescita nell'ordine del 4%. È forse inutile aggiungere che, per l'Italia, ciò equivarrebbe a una manna dal cielo! Il consenso su una linea comune internazionale è stato raggiunto assegnando all'Ocse di Parigi il compito di redigere una lista nera dei paradisi fiscali e alla trasformazione del Foro per la stabilità finanziaria guidato da Mario Draghi in un'istituzione permanente che, salvi più precisi chiarimenti, avrà il compito di attuare una regolamentazione più stretta degli hedge fund, delle agenzie di rating e degli stipendi e bonus dei banchieri, nonché contribuire a stabilire i modi in cui le banche verranno aiutate a ripulire su basi comuni i titoli tossici in portafoglio. Non è mancata una piccola apertura al tema più conflittuale, quello di spostare sui diritti speciali di prelievo, la "moneta"del Fondo monetario internazionale, l'onere dei finanziamenti degli squilibri nelle bilance estere di parte corrente. L'accordo prevede che 250 milioni di dollari delle risorse previste provengano da una nuova creazione di diritti speciali. Non è l'accantonamento del dollaro come moneta di riserva internazionale, ma un parente stretto di questa decisione, che gli Stati Uniti molto difficilmente accetteranno. La proposta era stata avanzata dal governatore della Banca centrale del popolo di Cina, Zhou Xiaochuan, e aveva trovato riscontro, tramite un portavoce, nella delegazione russa. Per raggiungere questo obiettivo occorre che maturi una comune coscienza geopolitica, alla cui formazione si dovrebbero dedicare i Capi di Stato. Un'interpretazione positiva delle decisioni del G20 di Londra indurrebbe a credere che essi abbiamo quanto meno tracciato, non certo intrapreso, questo itinerario. In tutta questa bagarre la Banca centrale europea ha annunciato poco prima che uscisse il comunicato del Summit, forse per ribadire la sua autonomia di giudizio, la riduzione di 25 cent di punto dei tassi ufficiali. La decisione era stata preceduta il giorno prima dall'annuncio dell'intenzione di vendere 35,5 tonnellate di oro, rastrellando preziosa liquidità dal mercato. Nessuno ha sottolineato questo implicazione. Sarebbe il caso che la Bce spiegasse il perché intende farlo e se si prefigge di compensare l'operazione con un'equivalente iniezione di liquidità per altri canali. Altrimenti avrebbe iniziato una restrizione creditizia prima ancora che la crisi sia stata superata.

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Wall Street, il rally continua (sezione: G20)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-03 - pag: 5 autore: Wall Street, il rally continua Finanziari e hi-tech in volo - In Usa 5 istituti restituiscono gli aiuti Mara Monti MILANO Un afflato di entusiasmo è soffiato sulle Borse europee e americane, dopo gli annunci del G20 di Londra a sostengo dell'economia. L'accordo raggiunto tra i Grandi della Terra ha convinto il mercato,che al contrario si era mostrato incerto alla vigilia. Piacciono le garanzie date sui finanziamenti sotto forma di stimoli fiscali per 5mila miliardi di dollari all'economia mondiale entro la fine del 2010.Convince anche il nuovo quadro di regole e di supervisione che dovranno servire ad evitare un'altracrisifinanziariasenzaeguali, se si esclude quella della Grande depressione del 1929. La Borsa Usa ha approfittato anche del rally dei titoli finanziari sostenuto dalla decisione del Financial Accounting Standards Board – la commissione Usa che regolamenta le norme contabili – di allentare le norme sul fair- value,fornendo così un aiuto ai bilanci delle banche. L'indice dello S&P che raggruppa i titoli finanziari è salito dell'11 per cento. Citigroup ha raggiunto rialzi del 12% per poi finire guadagnando il 2,24%%, Bank of America è salita del 2,7% e Goldman Sachs del 3,5 per cento. In questo clima la Borsa americana ha messo a segno il terzo rialzo consecutivo e pur rallentando sul finale ha terminato le contrattazioni con l'indice Dow Jones a +2,79%, l'S&P's 500 è rimbalzato del 2,87% e il Nasdaq del 3,29%. Il G20 ha spinto anche il petrolio che ha concluso la seduta al Nymex con un rialzo di 4,25 dollari (+8,8%) a 52,64 dollari al barile, mentre sul fronte valutario l'euro si è rafforzato sul dollaro a 1,3445. Le decisioni prese dai leader dei maggiori Paesi industrializzati e delle economie emergenti insieme alle novità sul mark-tomarket hanno messo in ombra gli ultimi dati macroeconomici poco entusiasmanti, a cominciare dalle richieste sui sussidi di disoccupazione negli Usa che nell'ultima settimana hanno toccato il livello record degli ultimi 26 anni. A rasserenare gli animi hanno contribuito gli ordini industriali che a febbraio hanno segnato un rimbalzo dell'1,8%dopo la caduta del 3,5% di gennaio. Ora l'attesa è per il tasso di disoccupazione di marzo (in calendario oggi). Anche in Europa la seduta è stata dettata dall'euforia, sostenuta dall'aumento dioltre quattro punti della Borsa di Tokyo: in una giornata, i listini hanno messo a segno guadagni per 200 miliardi di euro per effetto del balzo del 4,94% dell'indice Eurostoxx 600.Ad aiutare ha contribuito la discesa dei tassi d'interesse decisa dalla Banca centrale europea, al minimo storico dell' 1,25%,al di sotto delle attese macon l'annuncio che si potrebbe tagliare ancora. Una corrente di fiducia che ha portato la Borsa di Francoforte a salire del 6,07%,Parigi del 5,37%, Londra del 4,28%,Amsterdam del 5,14 per cento. In linea con l'Europa anche Piazza Affari dove l'S&P Mib è salito del 4,76%e il Mibtel del 4,35 per cento. Tra i settori spicca il caso dell'automobile, contagiata dal boom del titolo Fiat, salito del 27,12% sulla fiducia riposta sull'amministratore delegato Sergio Marchionne che ha in corso la definizione dei termini dell'alleanza con Chrysler. Nel comparto, fortissimi rialzi si sono registrati per Porsche (+16,6%), Michelin (+16,5%), Daimler (+15,6%), Bmw (+14,8%), Renault (+13,9%)e Peugeot (+13,7%).L'aumento minore è stato fatto segnare da Volkswagen, il cui titolo è salito solo del 3,97 per cento. Ma quella di ieri è stata soprattutto la giornata del settore bancario e assicurativo, anche in Europa. Il primo ha registrato un aumento dell'indice Dj stoxx del 9,30%, con la gran corsa di Deutsche bank (+14,64%), Royal bank of Scotland (+12,35%) e anche Hsbc (+11,75%).Tra i titoli assicurativi spiccano Ing (+15,23%), Axa (+13,59%), Aegon (+11,33%) e Swiss Re (+10,63%). Molto bene anche Allianz,salita del 9,39%finale, mentre tra i titoli maggiori del settore solo Fondiaria si è fermata a un modesto +0,56 per cento. E sempre dal settore bancario Usa arriva un altro piccolo segnale di fiducia:l'amministrazione americana ha riferito che cinque banche hanno restituito 353 milioni di dollari che avevano ricevuto dal governo federale nell'ambito del piano di salvataggio del sistema finanziario da 700 miliardi di dollari. Si tratta di Iberiabank, Bank of Marin Bancorp, Signature Bank, Old National Bancorp e Centra Financial Holdings. Piccoli istituti, ma sono pur sempre i primi nel Paese che restituiscono i soldi avuti in prestito. © RIPRODUZIONE RISERVATA CLIMA MIGLIORE Nasdaq al primo guadagno dall'inizio dell'anno La spinta ai listini è venuta dalle misure decise al summit sia dalla svolta contabile

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PARIGI - Scontri con la polizia, lanci di lacrimogeni, rifiuti in fiamme, fermate dell'autob... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

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Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi di FRANCESCA PIERANTOZZI PARIGI - Scontri con la polizia, lanci di lacrimogeni, rifiuti in fiamme, fermate dell'autobus distrutte, un ferito e un centinaio di fermi: la festa per il sessantesimo anniversario della Nato è già cominciata a Strasburgo. Si sono appena spente le luci sui tumulti nella City, si alza il sipario sull'assedio sul Reno. Venticinquemila poliziotti, contro sessantamila manifestanti, antisommossa e lacrimogeni contro molotov e sassi: sono due eserciti uno contro contro l'altro armati quelli che si affrontano oggi e domani nella francese Strasburgo e nelle tedesche Kehl e Baden-Baden. La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy si incontreranno domani mattina a metà del ponte pedonale, la "passerelle des deux rives", dove si stringeranno la mano in una cornice di tripudio e celebrazioni. Intorno, è già sommossa. Ieri c'è stata un'anteprima di quello che potrà succedere, con violenti scontri tra i no-Nato accampati in un "village" a sud di Strasburgo, e la polizia. Alla fine un fotografo tedesco è rimasto ferito da una pallottola di gomma. «E' stata una manifestazione di solidarietà con le azioni anti G20 di Londra» hanno spiegato i responsabili del collettivo che organizza la protesta anti-Nato. «Si tratta della più grossa operazione di sicurezza sul territorio francese dal G8 di Evian nel 2003» ha detto la ministra dell'Interno Michèle Alliot Marie, accusata dalla sinistra di aver spiegato un' "armata" anticontestazione che ha già avuto il merito di alzare il livello di tensione oltre i limiti di allerta. «Qualsiasi vertice della Nato presenta seri rischi per la sicurezza - ha ribadito la ministra davanti al Senato - per avere io stessa partecipato a dei summit quando ero ministra della Difesa, posso dire di aver visto delle violenze inaudite». Alliot Marie ha evocato «un grosso rischio di attacchi terroristici» e la necessità «di proteggere abitanti, delegazioni internazionali e gli stessi manifestanti». Visto il rischio e la tensione, Alliot Marie ritiene che il dispositivo francese sia «misurato» e ha fatto notare che «a Londra per 4mila manifestanti sono stati schierati 20mila poliziotti». Domani a protestare a Strasburgo dovrebbero essere in sessantamila. Sfileranno in una gigantesca parata il cui itinerario sarà piantonato metro per metro da poliziotti e soldati e non sfiorerà il centro della città, restando lontano dalla vista dei potenti del mondo. Il responsabile tedesco del coordinamento internazionale anti-Nato Reiner Braun ha già fatto sapere a nome di tutti che la protesta non si accontenterà della periferia. «La democrazia vive quando le azioni di protesta possono svolgersi nella città - ha detto Braun - La nostra manifestazione ha come obiettivo di mostrare a un pubblico più vasto possibile che la Nato è una macchina da guerra militare e che la guerra non può risolvere le grandi questioni planetarie come la fame nel mondo». Di fronte ad anarchici, pacifisti, autonomi o anticapitalisti, si troveranno 25mila poliziotti sulle due rive del Reno, e a Strasburgo, anche unità d'élite della polizia e della gendarmeria, oltre a un migliaio di soldati.

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Il consenso su una linea comune internazionale è stato raggiunto assegnando all'Ocse d... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

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Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi di PAOLO SAVONA Il consenso su una linea comune internazionale è stato raggiunto assegnando all'Ocse di Parigi il compito di redigere una lista nera dei paradisi fiscali e alla trasformazione del Foro per la stabilità finanziaria guidato da Mario Draghi in un'istituzione permanente che, salvi più precisi chiarimenti, avrà il compito di attuare una regolamentazione più stretta degli hedge fund, delle agenzie di rating e degli stipendi e bonus dei banchieri, nonché contribuire a stabilire i modi in cui le banche verranno aiutate a ripulire su basi comuni i titoli tossici in portafoglio. Non è mancata una piccola apertura al tema più conflittuale, quello di spostare sui diritti speciali di prelievo, la "moneta"del Fondo monetario internazionale, l'onere dei finanziamenti degli squilibri nelle bilance estere di parte corrente. L'accordo prevede che 250 milioni di dollari delle risorse previste provengano da una nuova creazione di diritti speciali. Non è l'accantonamento del dollaro come moneta di riserva internazionale, ma un parente stretto di questa decisione, che gli Stati Uniti molto difficilmente accetteranno. La proposta era stata avanzata dal governatore della Banca centrale del popolo di Cina, Zhou Xiaochuan, e aveva trovato riscontro, tramite un portavoce, nella delegazione russa. Per raggiungere questo obiettivo occorre che maturi una comune coscienza geopolitica, alla cui formazione si dovrebbero dedicare i Capi di Stato. Un'interpretazione positiva delle decisioni del G20 di Londra indurrebbe a credere che essi abbiamo quanto meno tracciato, non certo intrapreso, questo itinerario. In tutta questa bagarre la Banca centrale europea ha annunciato poco prima che uscisse il comunicato del Summit, forse per ribadire la sua autonomia di giudizio, la riduzione di 25 cent di punto dei tassi ufficiali. La decisione era stata preceduta il giorno prima dall'annuncio dell'intenzione di vendere 35,5 tonnellate di oro, rastrellando preziosa liquidità dal mercato. Nessuno ha sottolineato questo implicazione. Sarebbe il caso che la Bce spiegasse il perché intende farlo e se si prefigge di compensare l'operazione con un'equivalente iniezione di liquidità per altri canali. Altrimenti avrebbe iniziato una restrizione creditizia prima ancora che la crisi sia stata superata.

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Shanghai 2010, vetrina d'Italia (sezione: G20)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-03 - pag: 25 autore: Eventi. Per Emma Marcegaglia l'Expo del prossimo anno è un'occasione per sviluppare la presenza in Asia «Shanghai 2010, vetrina d'Italia» Frattini: vogliamo rendere permanente il padiglione del nostro Paese Nicoletta Picchio ROMA Un milione di visitatori al mese, dal 1Úmaggio del 2010 alla fine di ottobre. è inevitabile che con questi numeri imponenti l'Expo di Shanghai abbia già catturato l'attenzione delle imprese italiane, al di là delle aspettative degli organizzatori. L'Expo, quindi, come scommessa per il futuro, guardando oltre la crisi. «Sono orgogliosa di come le aziende stiano reagendo. Lavorando tutti insieme pensiamo che l'Italia possa uscire velocemente e bene da questa situazione: le imprese si stanno impegnando per evitare tensioni sociali e dare risposte ai lavoratori. Mi auguro che anche dal G20 escano risultati concreti », ha commentato Emma Marcegaglia, all'incontro che si è tenuto ieri, a Roma, in Confindustria, per mettere a fuoco le potenzialità dell'evento per l'industria italiana. Con un occhio attento al futuro: dopo Shanghai, sarà la volta dell'Expo di Milano 2015. E la Marcegaglia non ha mancato di ricordarlo: «Metterà in moto 20 miliardi di investimenti, sarà una grande opportunità per le imprese e per il Paese, visto che si prevedono 29 milioni di visitatori». Attorno al tavolo c'erano tutti i protagonisti: le imprese, i vertici di Confindustria, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, l'ambasciatore della Repubblica popolare cinese in Italia, Sun Yuxi, il Commissario generale del Governo per l'Expo 2010, Beniamino Quintieri. Obiettivo, una collaborazione economica e politica. «La Cina è stata erroneamenteconsiderata soprattutto un attore economico. Invece è un partner prolitico di prima grandezza. Questo è un salto di qualità che l'Italia propone agli altri partner», ha detto il ministro Frattini, sottolineando che al G8 alla Maddalena la presenza cinese «sarà sostanziale e non formale».Parole gradite all'ambasciatore Sun Yuxi, che poco prima avera auspicato «rapporti di collaborazione a lungo termine » tra Italia e Cina». Dal 2004 ad oggi, cioè da quando la Cina è entrata nel Wto, i rapporti economici con l'Italia sono costantemente cresciuti, con l'eccezione degli ultimi mesi, a causa della recessione mondiale. Da allora ad oggi, ha detto la Marcegaglia, quasi 2mila imprese italiane hanno lavorato con il Celeste Impero. L'Unione europea è il primo partner commerciale della Cina e l'Italia è il quarto Paese importatore ed il terzo esportatore dell'Europa. L'Expo di Shanghai è l'occasione per incrementare i rapporti, anche rendendo permanente, come ha chiesto la Marcegaglia, il padiglione italiano. Frattini ha immediatamente recepito: «Farò di tutto perché accada ». Il Padiglione Italia, ha spiegato Quintieri, sarà grande oltre 6mila metri quadrati, una dimensione di cui disporranno solo 12 Paesi di 231 partecipanti, una cifra che ha battuto ogni record (si prevedono 80 milioni di visitatori). Il tema selezionato è La città dell'uomo, in sintonia con l'argomento dell'evento "Better city, better life". A vincere la gara è statol'architetto Giampaolo Imbrighi: il Padiglione sarà una sintesi tra l'antico e il moderno, con mostre permamenti che dovranno suscitare emozioni, come ha detto il presidente della Triennale di Milano, Davide Rampello (sono già più di 20 le aziende che partecipano alla costruzione e all'arredo). Il risultato sarà frutto di un «grande gioco di squadra», ha detto Paolo Zegna, vice presidente per l'internazionalizzazione di Confindustria, fatto in questi mese e che dovrà continuare nel «programma di avvicinamento » a Shangai. «Possiamo già esprimere un buon giudizio - ha continuato Zegna - c'è la volontà di reagire, si guarda avanti». L'ALLESTIMENTO L'architetto Giampaolo Imbrighi ha vinto la gara per la realizzazione dello spazio espositivo: sarà una sintesi tra antico e moderno

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Le storie - Diario italiano (sezione: G20)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-04-03 - pag: 39 autore: TV ACURADI LUIGIPAINI Le storie - Diario italiano RAITRE 12.45 Dall'amore secondo Platone al mito eterno di Don Giovanni: Umberto Curi racconta a Corrado Augias (nella foto) la filosofia dell'eros Da non perdere SKY TG24 18,35 Sky Tg24 Economia. La risposta del G20 alla crisi globale: Sarah Varetto ne discute con Mario Monti e Nouriel Roubini. SKY CINEMA CLASSICS 21,00 Il grande sonno, di Howard Hawks, con Humphrey Bogart, Lauren Bacall, Usa 1946 (114'). Il miglior Marlowe del grande schermo, dal meraviglioso romanzo omonimo di Raymond Chandler. ITALIA 1 21,10 Le Iene Show. Varietà a base di adrenalina: il meglio sono i servizi degli "inviati-iene", sguinzagliati da Ilary Blasi, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. LA 7 21,10 Niente di personale. Fedele Confalonieri, Ferruccio de Bortoli e Afef Jnifen sono fra gli ospiti di Antonello Piroso. Attualità LA 7 20,30 Otto e mezzo. Lamberto Dini, presidente della commissione Esteri del Senato, e Marta Dassù, direttrice di Aspen Institute Italia, rispondono alle domande di Lilli Gruber e Federico Guiglia RAITRE 21,10 Mi manda Raitre. Oggetti indesiderati in confezioni e prodotti alimentari: Andrea Vianello si occupa di sicurezza alimentare.. RAIUNO 23,20 Tv7. Si parla dei processi per gli omicidi di Meredith Kercher, di Chiara Poggi e del tifoso laziale Gabriele Sandri. RAITRE 1,10 Economix. Il piano casa e i suoi effetti sull'economia e sull'occupazione; l'impatto sul territorio; l'edilizia abitativa e l'edilizia scolastica; le grandi e piccole opere pubbliche: sono i temi che Myrta Merlino affronta con Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance. Spettacolo RETE 4 15,30 Dalla terrazza, di Mark Robson, con Paul Newman, Joanne Woodward, Usa 1960 (144'). Drammi incrociati. Sospiri e lacrime. SKY CINEMA MAX 21,00 Non aprite quella porta: l'inizio, di Jonathan Liebesman, con Jordan Brewster, Usa 2006 (91'). Serata horror: segue alle 23 "Non aprite quella porta", del 1974. CULT 23,00 Una storia americana. Una famiglia rovinata da un'accusa ingiusta di pedofilia: il documentario ricostruisce una terrificante vicenda realmente accaduta. RAITRE 1,50 Fuori orario. Fra i film della notte "Gioventù in marcia" (Portogallo 2006) e i capolavori di Charlot "Vita da cani (1918) e "Giorno di paga" (1922).

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Un centinaio di giovani hanno dato vita ieri a una manifestazione spontanea per l'uccisione di... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

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Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi Un centinaio di giovani hanno dato vita ieri a una manifestazione spontanea per l'uccisione di un manifestante a Londra durante le proteste contro il G20, davanti all'ambasciata inglese a Porta Pia. I manifestanti partiti da Castro Pretorio hanno bloccato la strada ed esibito striscioni «No justice, no peace» e «Genova 2001 - Londra 2009, assassini». Le forze dell'ordine gli hannno impedito di raggiungere l'ambasciata.

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PARIGI - Nicolas Sarkozy aveva minacciato di andarsene se non ci fossero stati risulta... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

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Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi di FRANCESCA PIERANTOZZI PARIGI - «Nicolas Sarkozy aveva minacciato di andarsene se non ci fossero stati risultati concreti al G20: ha fatto bene a restare»: l'economista francese Jean-Pisani Ferry, direttore di Bruegel, il più importante think tank economico europeo, è soddisfatto delle decisioni prese a Londra. Persino un po' sorpreso. Positivamente. Il direttore del Fondo Monetario Internazionale Dominique Strauss-Khan ha parlato del «più grande piano di rilancio coordinato mai deciso». Questo vertice passerà alla storia? «E' un vertice riuscito. Ha prevalso la cooperazione ed è stata lanciata un'iniziativa importante per sostenere i paesi in difficoltà». Si fatica però a trovare misure concrete nuove ad uso dei governi. «Per quanto riguarda la gestione della crisi, non ci sono nuove misure a livello nazionale, non ci sono annunci per quanto riguarda il settore bancario. Da questo punto di vista il risultato finale è deludente, ma ce lo aspettavamo. Quello che invece è importante è il riconoscimento di un ruolo di verifica e valutazione delle politiche nazionali alle istituzioni internazionali, Fmi e Organizzazione mondiale del Commercio. La missione attribuita al Fondo Monetario è espressa nel comunicato finale in termini molto chiari e forti che non mi aspettavo. Questo significa che tra tre mesi l'Fmi potrà valutare se gli Stati avranno effettivamente fatto sforzi, se le politiche sono buone. Tutti hanno accettato questa sorveglianza: si è avviato un processo di controllo che è fondamentale». L'annuncio più spettacolare restano proprio i 1100 miliardi di dollari attributi agli organismi internazionali. «Il fatto nuovo e importante è che i paesi più ricchi hanno mostrato la volontà di aiutare i paesi in difficoltà. Negli ultimi tre mesi la crisi finanziaria è diventata crisi economica, e si è abbattuta con particolare virulenza sui paesi in via di sviluppo, anche quelli in Europa. Questa è una prima risposta della comunità internazionale. Nello stesso senso va l'accenno alla riforma delle organizzazioni internazionali per aumentare la presenza dei paesi emergenti. In particolare per quanto riguarda le quote nel Fondo Monetario Internazionale». Non a caso Gordon Brown ha parlato di nuovo ordine mondiale? «Parlare di Nuovo ordine mondiale mi sembra in verità eccessivo. Si tratta di una riorganizzazione che introduce elementi che non sono radicalmente nuovi, ma molto utili perché coinvolgono e fanno rientrare in gioco paesi, soprattutto asiatici, che si sentono o sono ai margini del sistema, in opposizione a Stati Uniti e Europa». Grande accento è stato posto anche sulla pubblicazione della lista nera dei paradisi fiscali. «Forse l'accento è stato troppo forte. Si tratta di un argomento importante, ma non dell'argomento centrale, che è il sistema bancario nei paesi industrializzati». Nonostante la foto di gruppo e le dichiarazioni unanimi, non è stata superata la divisione tra la volontà americana di rilancio monetario e la cautela europea sulla crescita del debito. «Il momento della verità arriverà questa estate, quando sapremo se ci sono o meno segni di ripresa. Diciamo che questo vertice ha sancito una tregua».

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PARIGI L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha pubblicato ieri sera ... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

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Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi PARIGI L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha pubblicato ieri sera due liste di paradisi fiscali - fra cui una «lista nera» che include Costa Rica, Malaysia, Filippine e Uruguay - dopo la decisione del G20 di agire contro gli Stati che non collaborano in campo fiscale. La «lista nera» comprende i paesi che non si sono mai impegnati a rispettare gli standard internazionali, precisa l'Ocse sul suo sito Internet. Mentre la lista numero due - la lista «grigia» - comprende 38 paesi fra i quali Monaco, Liechtenstein, Antille olandesi, Belgio, Svizzera e Lussemburgo e riguarda Stati che pur essendosi impegnati a rispettare le regole dell'Ocse non le hanno «in sostanza» applicate. «L'epoca del segreto bancario è finita», hanno scritto i leader del G20 nel documento finale. Dove è stata anche inserito, vincendo la resistenza di diversi Paesi tra cui la Cina, un esplicito riferimento proprio alla lista nera dei paradisi fiscali redatta dall'Ocse. Toccherà ora ai ministri delle finanze del G20 mettere a punto l'elenco di sanzioni da applicare contro chi si ostinerà a non collaborare.

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Il G20 si impegna a sostenere il lavoro fatto dal Financial stability forum per definire nuovi principi sulle retribuzioni aziendali, con l'obiettivo di una maggiore responsabilità (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

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Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi LE RETRIBUZIONI DEI MANAGER Il G20 si impegna a sostenere il lavoro fatto dal Financial stability forum per definire nuovi principi sulle retribuzioni aziendali, con l'obiettivo di una maggiore responsabilità sociale

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LONDRA - Alla fine l'accordo c'è stato, con l'ago della bilancia spostato più... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi di CRISTINA MARCONI LONDRA - Alla fine l'accordo c'è stato, con l'ago della bilancia spostato più dalla parte dell'Unione europea e delle sue esigenze di riforma dei mercati finanziari che da quella di Stati Uniti e Gran Bretagna, persuasi che senza nuovi stimoli l'economia mondiale non possa ripartire. I leader del G20 hanno deciso di destinare 1.100 miliardi di dollari in prestiti e garanzie per i paesi in difficoltà, di colpire con mano pesante i paradisi fiscali e gli hedge funds, e di creare un'organismo di supervisione, figlio del Financial stability forum di cui Mario Draghi è presidente, per affrontare i problemi del sistema finanziario globale. «Oggi i più grandi paesi del mondo si sono messi d'accordo su un piano globale per la ripresa e la riforma dell'economia», ha commentato il padrone di casa, il premier britannico Gordon Brown, mentre l'inquilino della Casa Bianca Barack Obama ha parlato di un «vertice molto produttivo», che rappresenterà una vera «svolta» sul percorso del rilancio dell'economia. E il francese Nicolas Sarkozy, che nei giorni passati aveva minacciato di lasciare la sala in caso di «mezzi compromessi», ha ammesso: «Non avremmo mai pensato di raggiungere un accordo così importante». Brown ha sottolineato come con i piani già varati i paesi del G20, entro la fine del 2010, avranno immesso nell'economia mondiale 5.000 miliardi di dollari. Ora l'appuntamento è in autunno, quando i venti leader si incontreranno di nuovo per il terzo vertice di questo tipo, che secondo il premier Silvio Berlusconi si terrà in Giappone e secondo il francese Nicolas Sarkozy avrà luogo a New York. I 1.100 miliardi di dollari promessi dal vertice sono stati così suddivisi: 750 miliardi, ossia il triplo di prima, destinati al Fmi, 250 miliardi per finanziare il commercio e 100 miliardi per le banche per lo sviluppo multilaterale. Il direttore generale del Fondo monetario, Dominique Strauss-Kahn, che in precedenza aveva esortato i partecipanti al vertice ad affrontare con chiarezza il problema degli asset tossici che ostruiscono il funzionamento del sistema bancario, ha accolto con favore la decisione, spiegando che l'istituzione ha ora «la potenza di fuoco per fare quello di cui il mondo ha bisogno». «Per la prima volta abbiamo un approccio comune alla ripulitura delle banche nel mondo, in modo da ristrutturare il sistema finanziario globale. Abbiamo mantenuto il nostro impegno di aiutare i più poveri del mondo», ha detto Brown. I leader si sono impegnati a rinunciare al protezionismo e hanno destinato 250 miliardi di dollari in sostegno al commercio internazionale per aiutare le economie meno sviluppate e più in difficoltà. Sui paradisi fiscali è stato dato il via libera alla pubblicazione della lista nera dell'Ocse, che comprende Costa Rica, Malaysia, Uruguay e Filippine. «Siamo pronti a far scattare delle sanzioni», si legge nel comunicato finale. Inoltre sono state stabilite nuove regole per legare i compensi dei managers ai risultati ottenuti. Un risultato che Mario Draghi ha definito «molto molto importante», aggiungendo: «Oggi l'Fsf è stato rilanciato e rifondato come Financial Stability Board e questo perchè il leaders vogliono segnare una discontinuità tra il presente e il passato».

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LONDRA Peccato che ne abbiano arrestati così pochi. Potevo farci dei soldi ... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi di DEBORAH AMERI LONDRA «Peccato che ne abbiano arrestati così pochi. Potevo farci dei soldi». L'impiegato di banca è sulla trentina, ha l'aspetto distinto e snob. Non indossa giacca e cravatta, come i datori di lavoro hanno consigliato a tutti i «city boy» in questa due giorni di proteste organizzate contro il G20. Ma quella camicia Brook Brothers e quell'impermeabile Burberry non fanno fesso neppure il meno glamour dei manifestanti. Mark, che non vuole dire il cognome, ma che lavora in Bishopsgate, l'arteria principale della City, spiega che i trader si sono messi a scommettere sul numero degli arresti dei no-global (le quote, dice, erano perfino su Bloomberg). Verso i 140 Mark avrebbe potuto guadagnare un gruzzolo. Contava anche il numero dei morti e quello dei manifestanti feriti dai cavalli della polizia. Ma stavolta nessuno ha fatto soldi. E se i cinquemila no-global che si sono dati pena di passare nel distretto finanziario due giornate, pensavano di portare per lo meno qualche scompiglio o senso di colpa, sbagliavano di grosso. «Non abbiamo avuto paura, è stata solo una giornata diversa dalle altre - osserva un broker della Deutsche Bank, in Bishopsgate - ci siamo vestiti casual e invece di andare fuori a pranzo guardavamo dalle finestre cosa succedeva. Ho visto alcuni colleghi che in segno di scherno esibivano ai dimostranti banconote da dieci sterline. L'ho trovato di cattivo gusto. Ma il clima generale, qui, è stato di menefreghismo». Eppure la gente, e non solo chi è sceso in piazza a dimostrare, ce l'ha con i colletti bianchi delle banche. «Incolpano noi perché è la soluzione più comoda - risponde Cedric Bardawil, impiegato di Bloomberg - Ma non siamo noi quelli dei bonus milionari!». E allora dove sono i «fat cat», i manager senza scrupoli, quelli che si ispirano a Gordon Gecko (il Michael Douglas del film Wall Street) e che si sono ingrassati con i soldi dei contribuenti? «Quelli li trova seduti ai tavoli dei consigli di amministrazione - continua Bardawil - per esempio della Banca Centrale, che ha preso delle decisioni davvero pessime». Alle 18 il miglio quadrato torna a rianimarsi, è il rush hour, l'ora di punta. I trader in jeans e camicia firmata lasciano gli uffici, anche se altri resteranno fino a molto più tardi. «Il nostro scopo è solo quello di fare soldi - chiarisce alla fine Alan, che si accinge a prendere la metropolitana - possono protestare e cambiare le regole della finanza ma l'obiettivo rimarrà sempre lo stesso».

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LONDRA Si chiamava Ian Tomlinson, aveva 47 anni e stava per tornare a casa dal posto di lavoro, un ... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi LONDRA Si chiamava Ian Tomlinson, aveva 47 anni e stava per tornare a casa dal posto di lavoro, un negozietto-edicola poco distante dalla stazione di Liverpool Street. E' lui la vittima di questo G20, lui l'uomo morto per strada nella sera di mercoledì, mentre la protesta infuriava di fronte alla Banca d'Inghilterra, nel cuore della City di Londra. E a condurre la guerriglia urbana potrebbe essere stato proprio un gruppo di anarchici italiani, sostiene il Daily Telegraph, citando fonti delle forze dell'ordine. Si tratterebbe dei Guerriglieri Anomali, arrivati a Londra insieme a uno zoccolo duro di altri anarchici europei, come francesi, polacchi e tedeschi. Si sarebbero coordinati via cellulare, sparendo nella pancia del corteo per non essere arrestati e uscendone al momento giusto per creare la massima distruzione. Una tecnica già collaudata al G8 di Genova nel 2001. In serata Scotland Yard ha incriminato quattro persone, tra i 17 e i 21 anni, di cui però non è nota la nazionalità. In tutto gli arresti sono saliti a 122. I fermi di ieri sono stati effettuati soprattutto nel quartiere di Shoreditch, a due passi dalla City, dove gli agenti hanno fatto irruzione in due case che si pensano essere il quartier generale degli anarchici. Era presente anche un giornalista italiano, Paolo Gerbaudo, che lavora per il Manifesto. Ha raccontato di essersi preso un pugno in faccia da uno degli agenti e che la polizia ha tenuto alcune delle persone presenti ammanettate per quasi due ore senza motivo. Sempre ieri circa cinquecento dimostranti sono tornati di fronte alla Bank of England, portando fiori in St. Michael Alley, nel punto in cui Tomlinson è rimasto a terra senza vita. La polizia ha aperto un'inchiesta ma i manifestanti chiedono un'indagine indipendente per accertare se davvero l'uomo è morto per un malore. Alla veglia funebre ci sono stati anche attimi di tensione, quando un gruppo di no-global è riuscito a sfondare il cordone di polizia, che però non ha perso il controllo. Molto più tranquilla, invece, la situazione di fronte all'ExCeL centre, dove si è svolto il summit. Qui si sono dati appuntamento circa 400 rappresentanti di diversi Paesi del mondo, come Etiopia, Congo, Tibet, Palestina, sperando che qualcuno dei grandi della terra ascoltasse, per una volta, la loro voce. De. Am.

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LONDRA - Sapremo se abbiamo lavorato bene soltanto tra anni , ma sono convinto ch... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi dal nostro inviato MARCO CONTI LONDRA - «Sapremo se abbiamo lavorato bene soltanto tra anni», ma sono convinto che «le medicine usate siano quelle giuste». Barack Obama è un fiume di parole quando racconta, al termine della quarantott'ore londinese, i risultati del vertice. Sarà quel pizzico di euforia dovuto allo scampato fallimento, o la consapevolezza di aver ottenuto il massimo dall'estenuante trattativa con Francia e Germania, a rendere Obama disponibile all'autocritica. «Negli incontri con gli altri leader del G20 ho riconosciuto che parte del contagio della crisi è effettivamente partito da Wall Street». «Difficile negare - ha aggiunto il presidente americano - che diverse nostre società abbiano assunto rischi ingiustificati e inimmaginabili mentre le autorità di vigilanza dormivano. Questo ha trascinato il nostro Paese nella crisi e da lì ha contagiato tutte le altre economie». Parte da qui l'analisi del nuovo inquilino della Casa Bianca per sostenere anche in patria la necessità di una lotta ai paradisi fiscali e di regole più stringenti per agenzie di rating e fondi speculativi. Si tratta per Obama di «misure più coraggiose e veloci di quelle che abbiamo mai visto in passato in occasione di altre crisi finanziarie», in grado quindi di «riportare fiducia, salvare posti di lavoro e portare crescita». L'amministrazione Usa spunta la corposa dotazione che viene assegnata al Fondo Monetario Internazionale e ad altre istituzioni finanziarie internazionali, in grado di rilanciare l'economia mondiale. Il tentativo è quasi disperato se non fosse per l'entità dell'intervento che spinge il presidente americano a definire il G20 di Londra, «storico» e «con decisioni della portata senza precedenti per far ripartire l'economia». E'evidente che Obama, per salvare la finanza americana, ha dovuto cedere qualcosa all'inedito asse franco-tedesco, e non ne fa mistero quando spiega che «dobbiamo imparare ad essere anche umili. Imparare a forgiare un consenso, anzichè cercare di imporre le nostre condizioni. Dobbiamo ammettere di non avere sempre la risposta giusta». Se il primo ministro inglese Brown, definisce quello uscito da Londra, «un nuovo ordine mondiale», Obama ammette che l'America «non può agire da sola» per difendere quel mercato libero che è alla base del suo stesso assetto sociale. Per Obama non si può parlare di una nuova Bretton Woods, perchè sono finiti i tempi quando due leader «sorseggiando brandy in una stanza» potevano imporre le loro regole al resto del mondo. Adesso la realtà globale è molto più complessa, con l'emergere di nuovi paesi, come Cina e India, che rappresentano miliardi di persone». A spingere all'intesa ha comunque contribuito l'umore dell'opinione pubblica mondiale, sempre meno propensa ad accettare misure che salvano finanzieri dalle retribuzioni plurimilionarie. E' per questo che Obama considera le concessioni fatte necessarie per chiudere il summit con quella dimostrazione di unità e di consenso indispensabile per far scattare la ripresa economica, restituendo fiducia ai mercati, agli investitori e, soprattutto, alla pubblica opinione.

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ROMA I leader hanno voluto sottolineare la discontinuità tra passato e futuro . Cos... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Venerdì 03 Aprile 2009 Chiudi ROMA «I leader hanno voluto sottolineare la discontinuità tra passato e futuro». Così il Financial Stability Forum, sarà allargato a tutti i paesi del G20 più la Spagna e l'Unione europea, avrà più poteri, e cambierà nome in Financial Stability Board. Mario Draghi ha illlustrato a Londra le novità che riguardano l'istituto che presiede, nato per iniziativa del G8, e ora allargato anche alle nuove potenze economiche mondiali. Il Financial Stability Board non solo promuoverà il coordinamento e lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali responsabili della stabilità finanziaria, ma avrà anche un ruolo di consigliere in materia di standard di politica di regolazione. Il mandato che su richiesta del G8 Draghi ha assolto da quando è scoppiata la crisi finanziaria mondiale viene così istituzionalizzato. E viene anche sancito che l'Fsp agirà in coordinamento con il Fondo Monetario, in un ruolo «complementare». A quest'ultimo spettano infatti la sorveglianza sul sistema economico globale e l'aiuto ai paesi in difficoltà. Al Board presieduto da Draghi quello di coordinare e mettere in rete le informazioni con lo scopo di costituire un quadro di regole comuni di vigilanza macroprudenziale fra le diverse autorità nazionali per prevenire le difficoltà delle grandi istituzioni finanziarie. Fmi e Fsb insieme realizzeranno degli Early Warning Exercise per prevedere le crisi. Ai grandi della Terra Draghi ha presentato una serie di principi e raccomandazioni per correggere subito quelle distorsioni che hanno prima bloccato il sistema finanziario e poi trasmesso il contagio all'economia reale. A vigilare sull'applicazione di questi principi saranno le diverse autorità nazionali. Ha sollecitato la necessità di un quadro di regole comuni sulla vigilanza macroprudenziale per le banche di maggiori dimensioni, quelle che possono generare rischi per l'intero sistema finanziario. La supervisione di quelli che tecnicamente vengono definiti "soggetti sistemici" rimane alle autorità nazionali, ma in una più stretta collaborazione tra autorità di vigilanza e banche centrali nazionali in modo da potersi preparare per tempo ad affrontare eventuali difficoltà. Tra le nuove regole anche quelle sulle maxi retribuzioni dei manager delle banche, sempre più oggetto delle proteste in tutto il mondo. «Saranno un grande, grande cambiamento», ha detto Draghi, e dovranno essere collegate alla redditività di lungo termine della banca. Si parte da subito, e Bankitalia ha già emanato le direttive che le banche dovranno recepire entro il 30 giugno. R.e.f.

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Paura al vertice Nato, scontri a Strasburgo: cento fermi, un ferito (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 80 del 2009-04-03 pagina 0 Paura al vertice Nato, scontri a Strasburgo: cento fermi, un ferito di Redazione Dopo gli scontri al G20 di Londra i dimostranti, armati di sassi e bastoni, hanno assediato la città. Colpite Strasburgo, Baden Baden e Kehl, le tre città che ospitano il vertice della Nato. Ferito un fotografo Strasburgo - Le immagini degli scontri violenti di Londra stanno ancora facendo il giro del mondo, che la paura si sposta sulle rive del Reno, fra Strasburgo, Baden Baden e Kehl, le tre città che oggi ospiteranno il vertice della Nato. Con uno spiegamento di forze imponente, la città alsaziana ha vissuto oggi una serie di tafferugli che hanno coinvolto manifestanti no-global e le forze dell'ordine, nei pressi del villaggio autogestito degli anti-Nato. In serata un fotografo tedesco è stato ferito a una gamba da una pallottola di gomma sparata dalla polizia. Un centinaio le persone fermate dagli agenti e molti i danni agli arredi urbani. Strasburgo sotto assedio Nel pomeriggio i manifestanti, molti dei quali armati di spranghe, hanno tentato di forzare il blocco della polizia per avvicinarsi al centro di Strasburgo e sono stati respinti con una carica e con un lancio di lacrimogeni, dopo avere lanciato pietre e mattoni contro le forze dell'ordine schierate in assetto anti-sommossa. Nuovi scontri sono avvenuti in serata attorno al villaggio autogestito. Lo svolgimento del vertice Nato a Strasburgo presenta "seri rischi per la sicurezza pubblica", ha messo in guardia il ministro dell' interno francese, Michele Alliot-Marie, Le autorità francesi e tedesche si sono preparate mobilitando complessivamente oltre venticinquemila uomini della sicurezza, in attesa della mega manifestazione, che prenderà avvio sabato mattina a Strasburgo. In Germania, 14.600 poliziotti verranno affiancati da seicento militari. Duecento poliziotti tedeschi e sei mezzi con gli idranti attraverseranno la frontiera, che sarà chiusa per 24 ore da venerdì notte, per dare una mano ai colleghi francesi. A Strasburgo, a garantire che le due zone rosse siano ermeticamente chiuse a chi è sprovvisto di permessi ci saranno circa diecimila poliziotti e gendarmi, ai quali si uniranno alcune unità delle forze d'elite. Lo spazio aereo fra Strasburgo e Baden Baden, dove questa sera si svolgerà la cena dei leader, sarà off limits a tutti gli aerei non previsti e anche le autostrade fra le due città saranno chiuse. L'operazione di sicurezza E' la più grande operazione di sicurezza sul territorio francese dal G8 di Evian nel 2003, ha reso noto il ministro dell'Interno Michele Alliot Marie, secondo la quale duemila dei circa 35-40mila manifestanti attesi a Strasburgo sono potenzialmente violenti. Mentre sul lato tedesco sono attesi circa 25 mila manifestanti, che potrebbero includere, secondo le autorità locali, circa tremila violenti. Tafferugli e tensioni si sono già registrate nei giorni scorsi fra partecipanti al contro-vertice e forze dell'ordine. Due collettivi tedeschi hanno annunciato che bloccheranno gli accessi a Strasburgo, sabato mattina, quando i leader Nato attraverseranno il ponte che collega la riva tedesca e quella francese del Reno. "Ci prepariamo a bloccare l'accesso ai partecipanti del vertice e vogliamo che Obama lo sappia", ha affermato uno rappresentanti della 'sinistra interventista' Jonas Frykman. Nel frattempo sono a un punto morto i negoziati fra il collettivo anti-Nato e la prefettura di Strasburgo per modificare il percorso della manifestazione di sabato e che prevede un tragitto lungo le rive del Reno, fuori dalla città. "E' incredibile - ha commentato Arielle Denis del Movimento per la pace - lungo gli otto chilometri non c'é assolutamente nulla, abbiamo fatto proposte compatibili con le esigenze di sicurezza, ma che permettevano di sfilare nelle zone abitate. Lo spazio pubblico non appartiene ai capi di stato, ma ai cittadini", ha commentato © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Paradisi fiscali, Ocse: ecco i Paesi "offshore" (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 80 del 2009-04-03 pagina 0 Paradisi fiscali, Ocse: ecco i Paesi "offshore" di Redazione Come annunciato al termine del vertice del G20 a Londra, l’Ocse ha pubblicato le liste aggiornate dei "paradisi fiscali". E' un giro d'affari da 1.800 miliardi. Costa Rica, Malaysia, Filippine e Uruguay nella lista nera. Ocse: "Tendenza ad attirare società offshore con attività fittizie" Londra - Come annunciato al termine del vertice del G20 a Londra, l’Ocse ha pubblicato ieri sera le liste aggiornate dei cosiddetti "paradisi fiscali", che i leader mondiali sono determinati ad eliminare. Accanto ai quattro che finiscono nella lista nera, ce ne sono ben 38 nella grigia, una fascia di stati che si sono impegnati ad adeguarsi alle norme ma non l’hanno ancora fatto. In lista bianca, quelli che "sostanzialmente" si sono adeguati. La lista nera Costa Rica, Malaysia per il suo territorio di Labuan, Filippine e Uruguay: questo il quartetto contro il quale stasera tutti puntano l’indice: zero accordi di trasparenza e zero impegni, finora, per loro. Secondo la definizione tecnica dell’Ocse, sono territori con "imposte insignificanti o inesistenti", "assenza di trasparenza fiscale", "assenza di scambio di informazioni fiscali con altri stati" e "tendenza ad attirare società offshore con attività fittizie". Nomi eccellenti nella lista grigia Nella lista grigia finiscono molti nomi "eccellenti", dalla Svizzera, che però già stasera ha fatto sapere di aver "previsto" le decisioni del G20 e di essersi adeguata "ammorbidendo" il suo segreto bancario, al Belgio, dall’Austria al Lussemburgo. Si tratta di paesi che si sono soltanto "impegnati" alla trasparenza imposta dalle norme Ocse ma che finora non hanno sostanzialmente applicato tale principio. Negli ultimi giorni, diversi di questi stati finiti in zona grigia, avevano cercato di correre ai ripari, dando garanzie e promesse di buona condotta per evitare di finire nell’elenco. Belgio, Austria, Lussemburgo, Svizzera, Liechtenstein, Andorra: tutti questi governi hanno promesso che il segreto bancario non sarà più così rigido. Il Belgio aveva anche fatto sapere di voler anticipare di un anno, dal 2011 al 2010, la pura e semplice soppressione del segreto, Lussemburgo ed Austria hanno accettato di cooperare con gli altri paesi scambiando informazioni bancarie nel caso di sospetto di frode fiscale. La Svizzera ha ribadito che si conformerà al dettato Ocse. Gli Stati che cooperano L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha completato gli elenchi con una lista "bianca", che comprende gli stati che "cooperano in modo sostanziale": al fianco di Seychelles o dell’Isola di Man, figurano Italia, Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna. Rientra nel novero dei "bianchi" anche la Cina, pur se Pechino non si è opposta alla crociata contro i paradisi fiscali soltanto in cambio della "promozione" delle sue due amministrazioni speciali, Hong Kong e Macao, dalla lista nera a quella grigia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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gli scontri al G20 di Londra (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 4 TORNA LA LOTTA DI CLASSE di Lorenzo Amuso LondraIn mattinata - davanti al centro congressi Excel - la manifestazione contro le guerre in Irak e in Afghanistan. Nel pomeriggio l'appuntamento è di fronte alla Banca d'Inghilterra, «in segno di solidarietà» verso l'uomo morto mercoledì nel corso delle proteste. Abbracci, lacrime, mazzi di fiori: un cordoglio degenerato velocemente in rabbia e violenza. Anche il secondo giorno del G20 londinese è stato segnato dalla tensione tra manifestanti e forze di polizia, che si sono scontrati a più riprese. Pesante il bilancio della due-giorni: oltre 110 arresti. Ieri la protesta è cominciata alle 11 di mattina quando 500 manifestanti si sono dati appuntamento nella periferia est della città, in attesa dell'arrivo dei leader mondiali. Un presidio pacifico a base di slogan e striscioni. Subito dopo mezzogiorno, due chilometri più distante, è cominciata la manifestazione in ricordo di Ian Tomlinson, il giornalaio inglese di 47 anni che mercoledì sera stava rientrando a casa dal lavoro, attraverso la manifestazione, quando si è sentito male: una morte naturale, secondo le fonti ufficiali. Testimoni oculari confermano che la polizia ha soccorso l'uomo e lo ha portato via, schivando le bottiglie e gli oggetti che i no global tiravano contro i passanti. Il corteo di ieri, partito in modo pacifico, si è acceso con l'arrivo degli agenti di Scotland Yard. Le strade nei dintorni sono state chiuse e i manifestanti isolati in piccoli gruppi. Il centro della protesta si è concentrato nel piazzale vicino alla Banca d'Inghilterra. Sorvegliati da una cinquantina di agenti, i dimostranti (qualche centinaio) hanno deposto alcuni mazzi di fiori e insultato i poliziotti. Pacifisti, no global, ma anche operai, disoccupati, gente comune. Una protesta (semi)spontanea, trasversale, eterogenea, con un unico punto in comune: la rabbia. Spesso degenerata in violenza. La tensione è salita in maniera incontrollabile e sono scoppiati i primi scontri con le forze dell'ordine. Molti dei dimostranti, che hanno dichiarato di essere stati maltrattati dalla polizia, ora «chiedono giustizia»: «Quell'uomo è morto all'interno del cordone della polizia a causa delle condizioni terribili in cui siamo sono stati tenuti per troppe ore», hanno dichiarato due ragazze arrivate con i fiori «da parte di tutti i dimostranti che si trovavano qui con noi ieri». Accuse seccamente respinte da Scotland Yard, che anzi ha criticato i manifestanti per non aver sospeso la sassaiola contro gli agenti neppure durante le operazioni di soccorso. Nel frattempo procedono le indagini sui responsabili degli scontri: due centri sociali sono stati sgomberati. Simon Brien, commissario di Scotland Yard, ha dichiarato che a rendersi protagonista degli episodi di maggior violenza (in particolare l'irruzione nella filiale della Royal Bank of Scotland) è stata solo una piccola minoranza di criminali. È già stata avviata un'inchiesta che ha portato all'incriminazione di quattro persone. Numero destinato a salire nei prossimi giorni. E ieri sera tra i media si era diffusa la notizia che fossero tutti italiani i responsabili della battaglia di strada di mercoledì nel tratto che collega Mansion House a Bank, nel cuore della City. Un gruppo già noto alle forze dell'ordine, i «Guerriglieri anomali», anarco-insurrezionalisti già protagonisti degli scontri al G8 di Genova. La notizia è stata smentita ufficialmente da Scotland Yard, almeno per ora: «Continuiamo a indagare». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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La politica del sorriso ha cancellato l'etichetta (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 0 La politica del sorriso ha cancellato l’etichetta di Redazione Berlusconi alza la voce e fa spazientire la regina Elisabetta. Poi unisce Obama e Medvedev in un abbraccio per la foto La first lady americana tocca Sua Maestà: un gesto proibito. Anche così al G20 la diplomazia è diventata più umana La foto di famiglia, il protocollo, le strette di mano, cravatte, guanti e diademi. Quando i grandi si incontrano la terra sembra molto lontana. Tutti quanti, tutti insieme, ti regalano quell’effetto da museo delle cere e pensi: le statue non sanno dove sta di casa la crisi. è quello che appare anche al G20 e si ripete nei secoli dei secoli. Il potere separa, crea muri, distacchi, solitudini, vecchie ricette per una male che cambia ed è sempre più furbo dei suoi dottori. Poi, ogni tanto, c’è qualcuno che rompe gli schemi e accorcia le distanze. Silvio Berlusconi e Michelle Obama quasi non si conoscono, ma ieri a Buckingham Palace un po’ parlavano la stessa lingua. Berlusconi e Michelle, ognuno con il suo accento e il suo stile, hanno «scongelato» certe etichette. E le statue sono diventate umane. «Mister Obama, mister Obama». La voce di Berlusconi in quel silenzio si sente. La regina, rosa e bianca, le braccia su e giù, spazientita. «Ma perché deve parlare così forte?». Poi la foto con Obama e Medvedev. La faccia di Berlusconi in mezzo che sorride. E anche l’americano. E anche il russo. Uno fa ok con il pollice, l’altro saluta a mano aperta. Questa scena fa il giro del mondo e uno si chiede se Berlusconi sbagli. Ma questo è il suo stile, la sua filosofia, la sua politica. è il suo successo come leader. Può non piacere, ma è così. è una diplomazia umana. Non c’è più lo Stato. Non c’è più la poltrona. Non c’è più la geopolitica senza volto. Ci sono uomini. Questa è la formula Berlusconi. Ci crede, la ripete e qualche volta funziona. Qualcosa del tipo «siamo comunque venti amici al bar». è il suo sogno ed è spiazzante. E pazienza se una regina sbuffa e qualcuno ride. Berlusconi ritiene che la partita che sta giocando sia molto più alta. Il premier italiano è convinto, davvero, che quando si parla tra uomini tutto è facile. è la stessa forza della first lady. Michelle LaVaughn Robinson è il vero volto della svolta americana. La signora Obama porta l’orto alla Casa Bianca ed è come dire: noi siamo una famiglia come voi. Accorcia, appunto, le distanze. Non ha paura di mettere in mostra le braccia nude, muscolose. Lei è così. è soda, forte, concreta. E non fa sconti. Neppure al marito. Obama a casa lava i piatti. «Qualcuno deve farlo. Non posso fare tutto da sola». Michelle arriva a Buckingham Palace e tratta Elisabetta, la regina, da donna. C’è simpatia tra loro. C’è rispetto. Elisabetta dice: «Ora che ci siamo conosciute teniamoci in contatto». è un rapporto «umano». La regina, quindi, non è intoccabile. Elisabetta mette una mano intorno ai fianchi di Michelle e lei la stringe, sulla schiena. Michelle tocca la regina. E manda in frantumi secoli e secoli di tradizione, regole, etichette. Era ora. Michelle è una che spiazza. Lo ammettono anche i repubblicani: «è una persona diversa da quello che ti aspetti, una che descrive il mondo con ottimismo, speranza, invece che brutto e scuro». è una che crede nel fattore umano. Un giorno Obama stava preparando un discorso con il suo staff. Tante chiacchiere e Michelle a un certo punto sbotta e dice al marito di essere meno cerebrale: «Non ti perdere nei dettagli, devi essere più viscerale. Usa il cuore. E la testa». E il mondo non è più così lontano. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Quelli che le violenze "sono un... (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 0 Quelli che le violenze "sono un ottimo segnale" di Michele Brambilla Forse per riscattare la grigia immagine che s’è fatta da quando è andato via Sansonetti per far posto a un direttore che viene non dal giornalismo ma dal sindacalese, ieri Liberazione ha inventato una prima pagina di straordinaria comicità, degna del miglior Campanile. Così ricostruiva, infatti, la non proprio tranquillissima giornata londinese: «Quattro grandi, pacifici cortei manifestano contro il G20 e attraversano una Londra blindata dalla polizia». Pacifici? Citiamo a testimone non la stampa berlusconiana e neppure quella dei grandi banchieri, bensì l’Unità: «Al via il G20. A Londra assalto alla City». E subito sotto: «Scontri e feriti, mentre i Grandi preparano il vertice sulla crisi». Questo in prima pagina. Dentro, il titolo era «Ritornano i no global, scontri e assedio alle banche». Liberazione ha visto un altro film, evidentemente. A volte, quando un giornale la spara grossa, si dà la colpa a chi fa i titoli, e si dice che poi nel pezzo c’erano concetti diversi. Ma in questo caso chi ha fatto il titolo ha rispettato alla lettera il contenuto del servizio dell’inviato a Londra, il quale parla, già dalle prime righe, di «manifestazioni tutto sommato pacifiche». Non sappiamo che cosa abbiano «sommato» a Liberazione. Forse, se hanno fatto la somma del numero delle vetrine rimaste in piedi, del numero delle automobili non incendiate e del numero delle persone fisicamente presenti a Londra e rimaste illese, be’, se hanno fatto un calcolo simile, allora si può dire che il numero di vetrine tirate giù, di auto date alle fiamme e di persone finite al pronto soccorso, in effetti, è «tutto sommato» poco rilevante. Resta l’impressione di un occultamento dei fatti, di una volontà di minimizzare che sembra parente stretta di un giustificazionismo strisciante. Tanto per citare qualcun altro, oltre a Liberazione. Beppe Grillo, l’altro ieri sera a La7, dopo aver equiparato le banche alla «criminalità organizzata», ha detto: «In Francia sequestrano i manager. Cominciamo ad avere segnali ottimi, direi». E ancora. Don Vitaliano Della Sala, che fa il parroco in provincia di Avellino, ieri ha annunciato che salirà sulle imbarcazioni dei no global che tenteranno l’assedio, via mare, all’isola della Maddalena in occasione del G8. La gente comune «è disperata e, quindi, è molto, molto arrabbiata», ha detto questo prete, che forse non sa che Gesù non ha chiesto ai poveri di fare la rivoluzione, ma ai ricchi di essere meno egoisti. I sequestri di persona e gli assalti alle banche di questi giorni per don Vitaliano sono solo «azioni simboliche»; quindi, l’annuncio del giorno del giudizio: «I potenti devono aver paura». Intendiamoci bene. Che i «potenti» - o almeno una buona parte di loro: le generalizzazioni non ci piacciono, portano ai gulag e ai lager - abbiano spesso dato scandalo, è vero. Ieri Michele Serra ha scritto su Repubblica che, stando ai dati dell’Ocse, «negli anni Sessanta in Italia un presidente di azienda guadagnava 50 volte più di un operaio. Oggi, 300 volte di più» Il «gap tra ricchi e poveri è smisuratamente aumentato, non può non avere conseguenze sociali», ha aggiunto. Sono riflessioni condivisibili, anzi sono dati di fatto incontestabili. Anche noi del Giornale lo denunciamo da tempo: ieri Marcello Zacché ci ha fatto conoscere «le super-retribuzioni dei bramini dell’economia», e ha osservato che esse «urtano il buon senso». Anche perché non si tratta di retribuzioni dettate da un libero mercato e da meriti incontestabili: spesso certe cifre sono - ha scritto ancora Zacché - il frutto di autoretribuzioni di una casta di manager autoreferenziale. Serra è però meno convincente nelle conclusioni che trae dal suo ragionamento, e cioè quando dice che questa «nuda realtà» inevitabilmente porta a «ridare forza e significato a quella che una volta si chiamava lotta di classe». Poi, invita pure a trovare un sinonimo di quel termine - lotta di classe - se il problema sono le parole. Un po’ sì, il problema sono anche le parole. Quando un Diliberto dice a Sky tg24, come ha fatto mercoledì, «Noi odiamo Berlusconi», il problema sono le parole. Quando un regista come il francese Gustave Kerven, presentando il suo film Louise-Michel che racconta di operaie che decidono di uccidere il padrone, dice «certo non condanno i sequestri di manager in atto nel mio Paese», e aggiunge che «i lavoratori dovrebbero essere più arrabbiati», il problema sono le parole. Una certa aria di consenso, ecco qual è - se non il problema - uno dei problemi. Anche le Brigate Rosse avevano cominciato con sequestri di manager «puramente dimostrativi». E quel che ne seguì non ha certo giovato alla causa dei lavoratori, «tutto sommato». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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G20, intesa da mille miliardi di dollari Obama: "E' una svolta per la ripresa" (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 0 G20, intesa da mille miliardi di dollari Obama: "E' una svolta per la ripresa" di Redazione Intesa sulle nuove regole: maxi pacchetto a sostegno dell'economia e stimoli fiscali per 5 miliardi. Stop ai paradisi fiscali. Il presidente americano: "Serie di misure senza precedenti". Berlusconi: "C’è stata una forte volontà di cooperare per uscire dalla crisi". Quindi tranquillizza: "Non sforeremo il deficit". Merkel e Sarkozy soddisfatti Londra - Mille miliardi di dollari a sostegno dell’economia mondiale alle prese con la grave crisi finanziaria. E' questa la principale decisione presa dai 20 leader più importanti della terra oggi a Londra. I nuovi fondi, annuncia il premier britannico Gordon Brown padrone di casa del summit londinese, verranno messi a disposizione attraverso il Fondo monetario internazionale e altre istituzioni. Illustrando le conclusioni dei lavori iniziati ieri a Londra, l’inquilino di Downing Street precisa che gli aiuti aggiuntivi proverranno per 500 miliardi dal Fondo e 250 miliardi dai diritti speciali di prelievo sempre Fmi, mentre gli ultimi 250 miliardi costituiranno un fondo speciale a sostegno del commercio. Brown: "Il pil mondiale aumenterà del 4%" I provvedimenti concertati messi a punto dai paesi G20, sempre secondo Brown, faranno aumentare il prodotto mondiale del 4% entro la fine dell’anno prossimo. "A partire dalla nostra ultima riunione di Washington e nella cornice del processo allora partito i paesi G20 hanno annunciato e stanno mettendo a punto il più grande pacchetto di stimolo macroeconomico che il mondo abbia mai visto" spiega. "Siamo nel pieno di un’espansione fiscale senza precedenti che per la fine dell’anno prossimo corrisponderà a un’iniezione di fondi da 5.000 miliardi di dollari nella nostra economia" aggiunge. Quanto poi al delicato tema della supervisione, il riferimento del premier inglese è alla creazione di più collegi internazionali. Stop ai paradisi fiscali I leader del G20 si sono accordati per "mettere fine ai paradisi fiscali": lo ha detto il premier britannico Gordon Brown, precisando che ci saranno sanzioni contro quei paesi che non forniscono le informazioni richieste. Silvio Berlusconi esprime tutta la sua soddisfazione sull’esito del vertice di Londra. "C’è stata una forte volontà di cooperare per uscire dalla crisi per prendere delle misure coordinate. Abbiamo verificato i piani di bilancio", spiega il presidente del Consiglio al termine del G20. "Abbiamo deciso che tutti gli Stati si impegnino, è stato varato un piano globale per triplicare le risorse del Fmi", osserva il premier. "Si tratta di millecento milioni di dollari", conclude Berlusconi, "serviranno per dare vento alla ripresa". La lista dei paradisi fiscali che l’Ocse si è impegnata a redigere su impulso del G20 è qualcosa di "veramente innovativo" e "positivo" ha proseguito il premier. Obama: "Svolta per la ripresa" Per il presidente statunitense Barack Obama quello di oggi è stato "un vertice molto produttivo", che rappresenta una "svolta per la ripresa della nostra economia". è quanto ha dichiarato al termine della riunione del G20. "Oggi abbiamo concluso un vertice molto produttivo e siamo a una svolta per la ripresa della nostra economia. Il vertice è stato storico per molte ragioni, per il momento in cui c’è stato e per le nostre risposte" ha aggiunto. Osservando: "Oggi i leader hanno risposto con una serie di misure senza precedenti". Confermato il no al protezionismo: "Il G20 ha respinto ogni ipotesi di ritorno a forme protezionistiche che avrebbero solo l’effetto di aggravare la crisi". Il Cavaliere: "Non sforeremo il deficit" Il governo sta studiando "strumenti addizionali, non costosi, ma molto efficaci" da aggiungere agli ammortizzatori sociali per combattere gli effetti della disoccupazione. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti nel corso della conferenza stampa al termine del G20 a Londra, senza voler entrare nei dettagli degli interventi. E il premier assicura: "State tranquilli non abbiamo nessuna intenzione di sforare i parametri previsti dall’Unione Europea sui bilanci. L’altro giorno ho usato un paradosso ho messo sul piatto il bene dei cittadini e ho detto che al limite non sarebbe un sacrilegio, ma non abbiamo intenzione di sforare. Piuttosto c'è l’intenzione di destinare degli investimenti e delle spese già decisi in altre direzione e quindi di convertili per il benessere dei nostri cittadini". Moderare remunerazioni e bonus Nel documento che il financial stability forum ha presentato oggi al G20 si definiscono i principi secondo cui le remunerazioni devono essere adeguate "a tutti i tipi di rischio, debbono essere simmetriche rispetto ai rischi futuri e inoltre sensibili all’orizzonte temporale dei rischi". Secondo il report del fsf questi principi si dovranno applicare "a tutte le istituzioni finanziarie rilevanti anche se questi principi sono critici in modo particolare per le società significativamente grandi e importanti da un punto di vista sistemico". Un completo sviluppo di questa materia, dice il documento, "dovrebbe procedere il più rapidamente possibile" e un progresso materiale nello sviluppo di questi principi è atteso a partire dalla tornata 2009 relativa alle remunerazioni e ai bonus. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Accordo da mille miliardi di dollari Guerra globale ai paradisi fiscali (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 3 Accordo da mille miliardi di dollari Guerra globale ai paradisi fiscali di Gian Battista Bozzo Dal vertice G20 più risorse per la crescita e stop alla finanza senza regole Sarkozy e Merkel soddisfatti: «Intesa storica, risultati oltre le aspettative» nostro inviato a Londra Se almeno per una volta, questa volta, potessimo fidarci dei mercati finanziari, potremmo dire che le conclusioni del summit del G20 sono state positive: mentre Barack Obama incontrava i giornalisti nella sua conferenza stampa conclusiva, l'indice Dow Jones della Borsa americana saliva del 3,44%. In precedenza le Borse europee avevano salutato la fine del vertice con cospicui rialzi: +5% l'indice dei migliori titoli europei. E in Giappone, a riunione ancora aperta per via dei fusi orari, l'indice Nikkei aveva scommesso sul successo del summit con un +4,4%. Ma è nel comunicato finale e nelle parole dei leader che i 2.500 giornalisti di oltre venti Paesi presenti a Londra hanno scorto un qualcosa di positivo, una prima risposta politica comune alla crisi. Mille miliardi - altri conti parlano di mille e cento miliardi - di risorse aggiuntive per la crescita sono una cifra considerevole. La regolamentazione degli hedge funds, per la prima volta, rappresenta un segnale importante, così come la pubblicazione della «lista nera» dei paradisi fiscali. «Questo è il giorno in cui il mondo si è ritrovato insieme contro la recessione globale», ha detto il premier britannico Gordon Brown, che sino a poche ore prima aveva visto in faccia lo spettro del fallimento, o almeno il fantasma di un accordo al ribasso. «La prosperità - ha aggiunto - è indivisibile, possiamo rendere la recessione più breve, e salvare tanti posti di lavoro». Non sono soltanto i mille miliardi di dollari aggiuntivi a marcare le conclusioni del vertice. Il G20 prosegue nel tentativo, incominciato nel novembre scorso a Washington, di instaurare nuovi principi e nuove regole nei mercati finanziari, fra cui limiti alle retribuzioni e ai bonus dei megadirigenti bancari. «Nessun premio per chi fa fallire una banca», ha rimarcato Brown. Da parte loro, Nicolas Sarkozy e Angela Merkel ottengono la pubblicazione della «lista nera» e l'impegno a sanzioni contro i paradisi fiscali. Il presidente francese e la cancelliera tedesca, che hanno agitato la vigilia del summit con la loro conferenza stampa congiunta, hanno ottenuto un risultato non da poco. E ieri, a riunione conclusa, hanno potuto affermare che si è ottenuto «un compromesso storico, in risposta a una crisi eccezionale», come ha detto la Merkel. Per Sarkozy, il vertice è andato oltre ogni aspettativa, «i risultati oltre la nostra immaginazione: tutti hanno accettato senza riserve che si parlasse dei paradisi fiscali nel documenti finale». Ed ha potuto aggiungere, con una certa soddisfazione che «rispetto al modello di finanza anglosassone finora prevalente, adesso si è chiaramente cambiato pagina». Lo stesso Brown ha spiegato che oggi «è finito il Washington consensus, ed è nato un nuovo consensus» sulle regole e le pratiche economiche e finanziarie. Nessuno al G20 ha abbandonato il capitalismo, nessuno ha rinnegato il mercato. Ma gli eccessi della finanza spingono le autorità a una modello più restrittivo. Una situazione che ha coinciso con l'esordio sulla scena internazionale di un presidente americano meno dogmatico e più realista. Obama, a Londra, si è dimostrato molto flessibile, secondo la definizione coniata per l'occasione da Silvio Berlusconi. «Possiamo ammettere di non aver sempre la risposta giusta - ha detto incontrando i giornalisti - e io sono impegnato a creare consenso piuttosto che a imporre le nostre condizioni. Se gli Stati Uniti agissero da soli sarebbero efficaci al 50 per cento, o forse anche meno. Ero giunto a Londra per ascoltare, imparare e fornire un contributo americano: credo di avere centrato l'obiettivo». Obama ha definito le decisioni prese al vertice «di portata senza precedenti» per la ripresa dell'economia. Ha ricordato le persone in difficoltà «negli Stati Uniti, ma anche qui a Londra e nel resto del mondo», e ha annunciato che la sua amministrazione aumenterà i contributi per chi soffre la fame. Un esordio complicato, quello del neo presidente. Ora l'amministrazione americana è attesa alla sfida più difficile, quella del piano Geithner per la pulizia dei titoli tossici dai bilanci delle banche. Non sono mancate tensioni, fino all'ultimo, nel corso delle due giornate. Gli sherpa, i principali collaboratori dei capi di Stato e di governo, hanno gettato la spugna dopo una nottata di trattative, e sono stati gli stessi leader a trattare su ogni singolo punto. Ai mercati e agli osservatori il risultato appare buono, almeno a prima vista. Se il G20 di Washington, nello scorso novembre, è stato il vertice dei principi, quello di ieri nelle docklands di Londra è stato il summit delle regole. Il prossimo incontro - che si terrà forse in Giappone o forse a New York - sarà più prosaicamente il vertice della verifica dei progressi fatti sul campo. Il diavolo si nasconde nei dettagli, nel come applicare le ricette. E in questo, il documento del G20 appare ancora un po' generico. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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(sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 3 «Stretta sugli stipendi dei manager» di Gian Maria De Francesco È in arrivo «un grande cambiamento» per le retribuzioni dei vertici delle banche e delle istituzioni finanziarie. Nel prossimo futuro non dovrebbero più ripetersi casi come quello dell'americana Aig, il colosso della riassicurazione «salvato» dal presidente Obama a metà marzo con 170 miliardi di dollari mentre negli stessi giorni, infatti, i manager responsabili del disastro avevano riscosso bonus per 165 milioni. Il Financial stability forum (Fsf), l'organismo di regolazione delle autorità finanziarie presieduto dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, e riunitosi a Londra a latere del G20, ha presentato un piano d'azione che comprende anche nuovi principi per la determinazione dei premi per i manager. «Gli schemi di retribuzione - ha detto Draghi - diventano oggetto di supervisione finanziaria e, al di là del linguaggio diplomatico, è un grande cambiamento». La svolta è molto significativa perché si delega alle istituzioni finanziarie il compito di vigilare sull'erogazione di premi ai manager. Non solo, una volta tradotti in norme, i principi dell'Fsf «sottrarranno» ad amministratori delegati e comitati per la remunerazione le leve del comando. I consigli di amministrazione nella loro interezza dovranno stabilire premi e bonus e revocarli quando gli obiettivi fissati non sono raggiunti. Analogamente, le retribuzioni dovranno essere commisurate ai rischi: più le direttive di un manager metteranno a repentaglio liquidità e reputazione di un'azienda meno dovrà essere pagato a parità di risultati. La stretta sui bonus deriva da una diffusa convinzione in seno ai mercati: «i vecchi schemi retributivi sono tra le cause che hanno determinato la crisi». E l'Italia è un passo avanti agli altri: entro fine giugno le banche dovranno recepire le nuove regole emanate da Bankitalia che contengono un capitolo ad hoc sulle retribuzioni. Se il G20 si è infatti concentrato sull'iniezione di capitali nell'Fmi e sulla lotta ai paradisi fiscali, l'Fsf ha ricercato un quadro di regole di comuni per il sistema finanziario mondiale. Anche per questo il Forum si trasformerà nel Financial stability board allargandosi ai Paesi del G20, alla Spagna e all'Ue. «I leader vogliono segnare una discontinuità con il passato», ha concluso Draghi. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Il documento finale accoglie il modello Italia Più attenzione al della crisi (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 6 Il documento finale accoglie il modello Italia Più attenzione al «lato umano» della crisi di Redazione Il comunicato finale del G20 ricorda che finora gli stati che compongono il gruppo hanno stanziato cinquemila miliardi di euro nel biennio 2009-2010 in stimoli fiscali alla crescita e alla creazione, o conservazione, di milioni di posti di lavoro. Si tratta di una cifra senza precedenti, e «siamo impegnati - dice il G20 - ad accelerare la scala degli sforzi di bilancio necessari per ripristinare la ripresa economica». Ma l'affermazione resta generica, riflettendo l'opposizione dei Paesi europei a nuovi pacchetti di misure fiscali per la crescita, che erano stati sollecitati dagli Stati Uniti e dal Giappone. Su questo fronte la posizione europea, attenta anche ai bilanci pubblici, è risultata vincente. L'Italia ha ottenuto che nel comunicato venisse menzionata la conclusione del G8 Lavoro di Roma, con il riconoscimento dell'importanza della «dimensione umana della crisi». «Sosterremo l'occupazione stimolando la crescita, investendo sull'educazione e tramite politiche attive sul mercato del lavoro, concentrandoci sui soggetti più vulnerabili», conclude il documento. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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IL VERTICE DI LONDRA (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 6 IL VERTICE DI LONDRA di Gian Battista Bozzo nostro inviato a Londra Mille miliardi di dollari per la ripresa. Il summit del G20 si conclude con una cifra tonda e pesante, per aiutare il mondo ad uscire dalla crisi. I mille miliardi si aggiungono ai 5mila già stanziati dai Paesi del G20 per il biennio 2009-2010 allo scopo di spingere sull'acceleratore della ripresa e salvare dalla distruzione milioni di posti di lavoro. Il «gestore» di queste risorse aggiuntive sarà, per la gran parte, il Fondo monetario internazionale, che vede triplicate - da 250 a 750 miliardi - le risorse a disposizione per aiutare i Paesi in difficoltà. Parte di queste somme, in realtà, erano state già stanziate (100 miliardi dal Giappone, altrettanti dall'Unione europea) ma si tratta comunque, a detta di tutti, di un buon risultato. Altri 250 miliardi di dollari sono destinati a finanziare crediti all'export e altri mezzi per rinvigorire il commercio internazionale. Ma il G20 non dimentica che la crisi è nata nella finanza e nelle banche. Perciò conferma l'impegno a un nuovo ventaglio di regole, per una supervisione più stretta, per una stretta decisa («dura» la definisce Giulio Tremonti ) ai paradisi fiscali, la cui lista sta per essere pubblicata dall'Ocse. Per la prima volta anche gli hedge fund, fondi d'investimento ad alto rischio, saranno oggetto di sorveglianza da parte delle autorità. Il Financial stability forum guidato dal governatore di Bankitalia Mario Draghi diventa Financial stability board (consiglio), con nuovi compiti e maggiori responsabilità: fra queste le nuove regole che riguarderanno le retribuzioni e i bonus dei grandi manager bancari, messi sotto accusa dalla gente per la loro avidità. Il G20 ha fiducia che le misure adottate saranno utili per la ripresa. In novembre, i ministri finanziari del Gruppo si incontreranno in Scozia per fare il punto. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Ecco la e la dei Paesi che non rispettano le regole Ocse (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 6 Ecco la «lista nera» e la «lista grigia» dei Paesi che non rispettano le regole Ocse di Redazione Bianca, grigia e nera. Ecco le tre liste dei «paradisi fiscali», ovvero di quei Paesi che assicurano un rifugio opaco ai capitali internazionali in fuga dalla tassazione o semplicemente dalla ricognizione delle autorità nazionali. A stilarla è stato L'Ocse. Quattro nomi per la black list: Costa Rica, Malesia, Filippine e Uruguay. La lista grigia è più lunga. Ci sono 38 Paesi. Tra questi: Monaco, Liechtenstein, Antille olandesi, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Austria e isole Cayman. I Paesi del G20 sono pronti a prendere provvedimenti e sanzioni per proteggere le proprie finanze pubbliche e i sistemi finanziari. «L'era del segreto bancario è finita», si legge nel documento finale. La conclusione del G20 sui paradisi fiscali rappresenta un successo per il presidente francese Nicolas Sarkozy e per la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ne avevano sollecitato la pubblicazione. A Londra Sarkozy ha parlato di «tre liste: bianca, grigia e nera». Nella bianca ci sono i Paesi che rispettano le regole del forum globale dell'Ocse, nella nera quelli che le infrangono e nella grigia «quelli come la Svizzera che hanno annunciato un processo che va ancora portato a termine». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Stretta agli stipendi dei banchieri Ora conteranno rischi e risultati (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 6 Stretta agli stipendi dei banchieri Ora conteranno rischi e risultati di Redazione «Non ci saranno più bonus per chi provoca fallimenti bancari, e le retribuzioni dovranno riflettere i risultati della banca». Con queste parole il premier britannico Gordon Brown ha sintetizzato le decisioni assunte dal G20 sulla delicata e controversa questione delle retribuzioni e dei premi per i grandi manager bancari. Il comunicato finale del summit «sostiene i nuovi, forti principi sugli stipendi e sui compensi che vengono elaborati dal Financial stability forum». Mario Draghi spiega che i compensi degli executive bancari dovranno essere correlati ai rischi, e comunque diventano oggetto di vigilanza. Di fatto, non si pongono limiti quantitativi validi per tutti, ma viene introdotto il nuovo principio secondo il quale le retribuzioni e i bonus non potranno essere decisi senza tener conto di rischi e risultati. L'enfasi dedicata dal G20 a questo argomento è una risposta alla crescente rabbia dell'opinione pubblica contro i banchieri, ritenuti responsabili della crisi finanziaria per la loro avidità. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Non si ripeterà l'errore del protezionismo Sostegno da 250 miliardi agli scambi (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 6 Non si ripeterà l'errore del protezionismo Sostegno da 250 miliardi agli scambi di Redazione «Non ripeteremo l'errore storico del protezionismo dei periodi passati». Questo solenne impegno è contenuto nel comunicato finale del G20 di Londra. Il presupposto è che il libero commercio ha assicurato la crescita economica del mondo nell'ultimo mezzo secolo, ma si sta riducendo ora, per la prima volta in 25 anni. Il calo della domanda «viene esacerbato dalle crescenti pressioni protezionistiche e da un calo del credito al commercio». Dunque, per il G20 è essenziale rinvigorire gli scambi per favorire la crescita. Quindi no a nuove barriere, restrizioni alle importazioni, e svalutazioni competitive; nuova linfa ai negoziati commerciali del Wto, le cui conclusioni positive potrebbero aggiungere alle economie del G20 almeno 150 miliardi l'anno. Nel summit si è deciso di finanziare con almeno 250 miliardi in due anni il credito alle esportazioni attraverso le banche di sviluppo multilaterali (come le banche interamericana, asiatica, africana di sviluppo) . Tutti i Paesi del Gruppo si impegnano inoltre a minimizzare l'impatto sul commercio internazionale di ogni azione di politica economica interna (ad esempio, gli aiuti all'auto). © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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(sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

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n. 80 del 2009-04-03 pagina 7 «Dal vertice passi avanti per rilanciare l'economia» >di Marcello Foa Il G20 ha affidato poteri più ampi al Fondo Monetario Ora avrà più soldi e di fatto la possibilità di emettere moneta Non è una rivoluzione, ma «un altro passo per scongelare l'economia mondiale e ripristinare la fiducia». Giorgio Barba Navaretti, docente di economia politica dell'Università degli studi di Milano, accoglie con ottimismo i risultati del G20 di Londra. Basteranno mille miliardi per risollevare il mondo? «È molto significativo che le misure per stabilizzare l'economia mondiale siano state affidate al Fondo monetario internazionale. Gli americani non hanno ottenuto il piano di stimolo globale, ma i miliardi stanziati a favore del Fmi sono in misura più ampia del previsto e con modalità innovative». In che senso? «Il Fondo riceve 500 miliardi di dollari più altri 250 sotto forma di diritti speciali di prelievo che sono una sorta di moneta virtuale per valutare le proprie transizioni sulla base di un paniere di valute. Di fatto il G20 consente al Fmi di emettere moneta, come hanno già fatto la Federal reserve e la Banca d'Inghilterra». Ma perché passare dal Fmi? «Perché i Paesi occidentali in questa crisi hanno perso credibilità, valorizzare il Fondo monetario internazionale è un modo per ridare legittimità alle istituzioni globali». Ritiene dunque che i Paesi emergenti escano rafforzati? «È l'altra grande novità di questo G20. Considerati i problemi delle economie più avanzate, si cerca di riattivare la crescita economica stimolando la domanda di questi Paesi, ciò significa che le economie cosiddette periferiche sono sempre più importanti. Il messaggio è molto forte: anziché confidare solo sull'America e in parte sull'Europa si punta su un traino globale». Il pacchetto da 250 miliardi sotto forma di crediti all'esportazione va in questa direzione? «Sì, il commercio mondiale ha subito un crollo drammatico negli ultimi mesi; ma il G20 dimostra di aver capito che la ripresa degli scambi internazionali è indispensabile per far ripartire l'economia. E questo è un no al protezionismo». Nel comunicato finale si annunciano misure per regolare i mercati finanziari, gli hedge funds, le agenzie di rating; ma cosa cambia davvero? «Ho l'impressione che il comunicato ufficializzi decisioni che sono già state discusse nei mesi scorsi dal Financial stability forum, presieduto da Mario Draghi. Più che un annuncio mi sembra la conferma di un orientamento». Il G20 sostiene che sono stati stabiliti criteri comuni per ripulire i bilanci delle banche. «Se fosse così sarebbe una grandissima novità. La dichiarazione è molto vaga, mi sembra più che altro un auspicio». Ma i problemi strutturali del sistema finanziario non sono stati risolti. «È vero, però è stato fatto molto per stabilizzare i bilanci delle banche e sebbene siano stati seguiti criteri diversi in Europa e in America, il risultato è già molto positivo. Certo oggi nessuno può sapere se ci siano altre bombe a orologeria nei bilanci delle banche, ma è evidente che le riforme strutturali richiedono tempi più lunghi». L'America ieri ha allentato le regole mark-to-market sui debiti tossici. Un passo giusto o sbagliato? «Un passo inevitabile, quella regola imponeva di valutare i debiti a prezzi di mercato, e siccome molti prodotti oggi non hanno acquirenti e in teoria valgono zero, una misurazione così stringente pesava moltissimo sui bilanci. La norma approvata ieri consente alle banche valutazioni più soft». E dunque hanno ragione le Borse a essere così euforiche? «I crolli riflettevano innanzitutto una mancanza di fiducia, che ora invece sta tornando. Si ha l'impressione che ci sia una leadership globale, che le misure adottate stiano producendo effetto. È cambiata la psicologia e bastano quindi piccoli segnali per far salire gli indici. La crisi, però, resta molto seria; dunque fiducia sì, ma con cautela». http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Vertice Nato, scontri e violenza:... (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 80 del 2009-04-03 pagina 0 Vertice Nato, scontri e violenza: paura Strasburgo è sotto assedio: 300 fermi di Redazione Dopo gli scontri al G20 di Londra i dimostranti, armati di sassi e bastoni, hanno assediato la città. Colpite Strasburgo, Baden Baden e Kehl, le tre città che ospitano il vertice della Nato. Ferito un fotografo Strasburgo - Le immagini degli scontri violenti di Londra stanno ancora facendo il giro del mondo, che la paura si sposta sulle rive del Reno, fra Strasburgo, Baden Baden e Kehl, le tre città che oggi ospiteranno il vertice della Nato. Con uno spiegamento di forze imponente, la città alsaziana ha vissuto oggi una serie di tafferugli che hanno coinvolto manifestanti no-global e le forze dell'ordine, nei pressi del villaggio autogestito degli anti-Nato. In serata un fotografo tedesco è stato ferito a una gamba da una pallottola di gomma sparata dalla polizia. Un centinaio le persone fermate dagli agenti e molti i danni agli arredi urbani. Strasburgo sotto assedio Nel pomeriggio i manifestanti, molti dei quali armati di spranghe, hanno tentato di forzare il blocco della polizia per avvicinarsi al centro di Strasburgo e sono stati respinti con una carica e con un lancio di lacrimogeni, dopo avere lanciato pietre e mattoni contro le forze dell'ordine schierate in assetto anti-sommossa. Nuovi scontri sono avvenuti in serata attorno al villaggio autogestito. Lo svolgimento del vertice Nato a Strasburgo presenta "seri rischi per la sicurezza pubblica", ha messo in guardia il ministro dell' interno francese, Michele Alliot-Marie, Le autorità francesi e tedesche si sono preparate mobilitando complessivamente oltre venticinquemila uomini della sicurezza, in attesa della mega manifestazione, che prenderà avvio sabato mattina a Strasburgo. In Germania, 14.600 poliziotti verranno affiancati da seicento militari. Duecento poliziotti tedeschi e sei mezzi con gli idranti attraverseranno la frontiera, che sarà chiusa per 24 ore da venerdì notte, per dare una mano ai colleghi francesi. A Strasburgo, a garantire che le due zone rosse siano ermeticamente chiuse a chi è sprovvisto di permessi ci saranno circa diecimila poliziotti e gendarmi, ai quali si uniranno alcune unità delle forze d'elite. Lo spazio aereo fra Strasburgo e Baden Baden, dove questa sera si svolgerà la cena dei leader, sarà off limits a tutti gli aerei non previsti e anche le autostrade fra le due città saranno chiuse. L'operazione di sicurezza E' la più grande operazione di sicurezza sul territorio francese dal G8 di Evian nel 2003, ha reso noto il ministro dell'Interno Michele Alliot Marie, secondo la quale duemila dei circa 35-40mila manifestanti attesi a Strasburgo sono potenzialmente violenti. Mentre sul lato tedesco sono attesi circa 25 mila manifestanti, che potrebbero includere, secondo le autorità locali, circa tremila violenti. Tafferugli e tensioni si sono già registrate nei giorni scorsi fra partecipanti al contro-vertice e forze dell'ordine. Due collettivi tedeschi hanno annunciato che bloccheranno gli accessi a Strasburgo, sabato mattina, quando i leader Nato attraverseranno il ponte che collega la riva tedesca e quella francese del Reno. "Ci prepariamo a bloccare l'accesso ai partecipanti del vertice e vogliamo che Obama lo sappia", ha affermato uno rappresentanti della 'sinistra interventista' Jonas Frykman. Nel frattempo sono a un punto morto i negoziati fra il collettivo anti-Nato e la prefettura di Strasburgo per modificare il percorso della manifestazione di sabato e che prevede un tragitto lungo le rive del Reno, fuori dalla città. "E' incredibile - ha commentato Arielle Denis del Movimento per la pace - lungo gli otto chilometri non c'é assolutamente nulla, abbiamo fatto proposte compatibili con le esigenze di sicurezza, ma che permettevano di sfilare nelle zone abitate. Lo spazio pubblico non appartiene ai capi di stato, ma ai cittadini", ha commentato © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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"dieci anni fa a seattle avevamo previsto tutto" - anais ginori (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 6 - Esteri La contraddizione L´accusa Noreena Hertz, direttrice della Business School di Cambridge "Dieci anni fa a Seattle avevamo previsto tutto" è incredibile che gli stessi Paesi che hanno prodotto il disastro economico si candidino ora a gestire la crisi Quando chiedevamo controlli sui mercati ci chiamavano estremisti Oggi lo dicono anche Brown o Sarkozy ANAIS GINORI «A Seattle e Genova, quando chiedevamo maggiore controllo sui mercati finanziari, venivamo additati come pericolosi estremisti. Al G20 di Londra Gordon Brown o Nicolas Sarkozy lo dicono e sembrano affermazioni di semplice buon senso». L´economista inglese Noreena Hertz, 41 anni, è direttrice della Business School dell´università di Cambridge. Ha partecipato al movimento no-global sin dalla sua nascita, e ne è stata una convinta teorica. Qualcuno l´ha battezzata "Naomi Klein europea" per via del successo dei suoi due libri ("La conquista silenziosa" e "Un pianeta in debito", pubblicato da Ponte alle Grazie). «Il G20 - commenta al telefono - ha finalmente usato parole come "protezionismo" e "regole finanziarie". E´ finalmente un buon segnale». Cos´è la sua, una rivincita? «Non è una piacevole vittoria. Avevamo previsto il Big Bang al quale siamo assistendo. Le proteste di Seattle contro la globalizzazione del Wto erano del 1999. Quelle di Genova del 2001. Nessuno ci ha voluto ascoltare. Ed eccoci qui con una delle peggiori crisi finanziarie ed economiche che si ricordino nell´epoca contemporanea». Cos´è successo durante le proteste alla City, nel quale è morto un uomo? «Ho visto gli scontri alla tv. Non li considero rappresentativi del movimento di protesta generale. Per ogni persona che lanciava un sasso contro una vetrina c´erano dieci fotografi. I media si sono interessate molto meno alle trentacinque mila persone che hanno manifestato sabato nelle vie di Londra, senza provocare scontri né incidenti». Le proteste aumenteranno ancora? «Chi scende in strada oggi non deve più contestare un sistema ormai al collasso. Lo fa per necessità e per chiedere urgenti rimedi. E´ evidente che ci saranno sempre più segni di rivolta sociale, non soltanto in Europa. Il tempo stringe. Abbiamo bisogno di sentire altre parole nuove».

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ferrero sfila con i no-global "la rivolta arriverà in italia" (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 6 - Esteri Il segretario di Rifondazione unico leader italiano in piazza Ferrero sfila con i no-global "La rivolta arriverà in Italia" ROMA - «Ho manifestato a Londra perché il movimento no-global aveva e ha ragione nel denunciare le magagne della ricetta liberista. Ed è incredibile che gli stessi Paesi che hanno prodotto il disastro economico e finanziario si candidino ora a gestire la crisi». Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, è stato l´unico leader politico italiano a manifestare contro il G20 per le strade londinesi. Da lì dice che «l´ondata di ribellismo arriverà anche l´Italia». Eppure a Londra sono state prese misure senza precedenti: una montagna di risorse e le prime nuove regole per la finanza mondiale. Le sembra poco? «Non è un problema di quantità, bensì di qualità degli interventi. Io dico che finché saranno i Paesi più ricchi a decidere del mondo, dalla crisi non se ne uscirà. Non nego, tuttavia, che ci siano elementi positivi, per esempio la parte relativa ai paradisi fiscali. Ma insisto: non è identico se con quei miliardi si incentivi, per esempio, la ricerca sul fronte delle energie rinnovabili oppure l´energia nucleare. Non dimentichiamoci che il Fondo monetario internazionale è lo stesso che, insistendo sui processi di privatizzazione, ha distrutto le economie locali. Sicuramente nelle decisioni del G20 manca un qualsiasi accenno alla distribuzione della ricchezza. è invece una delle cause della crisi sta proprio nella polarizzazione estrema della ricchezza». Ma lei crede che il G20 dovesse occuparsi di una diversa distribuzione del reddito? In ogni caso i manager non riceveranno più i bonus in caso di fallimento. «Esattamente come nel passato i Grandi hanno insistito nel proporre la riduzione delle tasse, ora avrebbero dovuto indicare la strada di un inasprimento della tassazione delle rendite, dei patrimoni, dei redditi più alti. Io temo che quei mille miliardi che gestirà l´Fmi alla fine li pagheranno i lavoratori». Arriverà anche in Italia l´onda della ribellione contro i manager? «Se non si daranno risposte ai problemi concreti, penso proprio di sì». (r.ma.)

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tassi bce ai minimi storici, le borse volano - andrea tarquini (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 9 - Economia Tassi Bce ai minimi storici, le Borse volano Taglio all´1,25% e Trichet annuncia nuove mosse a maggio. Mibtel: più 4,35% I mercati La decisione a maggioranza. "Ripresa solo nel corso del prossimo anno" ANDREA TARQUINI dal nostro corrispondente BERLINO - Il taglio dei tassi in Eurolandia è minore di quanto i mercati speravano, eppure porta il costo del denaro nell´area della moneta unica al suo minimo storico. E così i mercati, dopo iniziali, forti reazioni di delusione e scetticismo, hanno festeggiato con un decollo delle Borse la scelta compiuta ieri dal Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce). Il quale, riunitosi alla Eurotower di Francoforte sotto la direzione del presidente Jean-Claude Trichet, ha tagliato il saggio centrale di un quarto di punto, all´1,25%. Un altro calo del costo del denaro, probabilmente analogo, ha fatto capire Trichet, non è affatto da escludere, è anzi probabile alla prossima seduta, a maggio, e intanto la Bce si prepara a nuove misure più aggressive sui mercati, fino all´acquisto di obbligazioni di aziende in difficoltà. Il volo degli indici delle piazze d´affari in tutta Europa ha salutato sia la decisione della Eurotower - il sesto calo dei tassi dell´euro dallo scorso ottobre - sia le misure annunciate dal vertice G20 a Londra per lottare contro la devastante crisi economica-finanziaria internazionale. Al London stock exchange il rialzo è stato del 4,28%, a Francoforte di ben il 6,07, a Parigi del 5,37, a Milano il Mibtel ha chiuso con un più 4,35. E l´euro si è apprezzato sul dollaro, salendo a quota 1,3447, e sullo yen: 133,69. In volo anche Wall Street (Dow + 2,74%, Nasdaq +3,29). La crisi economica sarà pesante in tutto il 2009, la ripresa arriverà soltanto nel corso del 2010, ha ammonito Jean-Claude Trichet nella sua conferenza stampa dopo il vertice Bce. Poi ha spiegato le motivazioni della scelta. «Abbiamo deciso a maggioranza, i governatori sono stati d´accordo sulla misura del taglio dei tassi a un quarto di punto», ha detto. Eppure, va detto che maggioranza non vuol dire unanimità: molti osservatori bene informati a Francoforte parlano di duri contrasti tra chi voleva che il calo del costo del denaro si limitasse a solo un quarto di punto per non privarsi di ulteriori margini di manovra in futuro, e chi avrebbe preferito un taglio più deciso. «Non posso escludere che in un prossimo futuro prenderemo altre decisioni analoghe, in modo altrettanto misurato», ha sottolineato Trichet. «Non abbiamo deciso a priori che il tasso all´1,25% sia il minimo o il punto d´arrivo, e faremo prossimamente quello che ci parrà più opportuno al momento giusto». Il segnale è chiaro: un nuovo taglio il mese prossimo, che porti il saggio centrale Bce all´1%, sembra probabile. «La seduta di maggio del board Bce sarà interessante», commenta Aurelio Maccaro di Unicredit. E non è tutto: Trichet ha insistito sull´imminente decisione della Eurotower di varare nuove misure non convenzionali, di lanciare al momento giusto interventi di tipo diverso a sostegno dei mercati, dell´economia e dei consumatori. Le possibili prossime misure della Bce potrebbero spingersi ancora più lontano: fino all´acquisto di obbligazioni di aziende o enti in difficoltà. Trichet ha poi esortato le Banche d´affari a una politica di sostegno più attivo all´economia, e i governi europei a politiche che non distorcano la concorrenza e che respingano ogni pericolosa tentazione di protezionismo.

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rivalutati gli "asset tossici" colpo di coda di wall street - federico rampini (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 9 - Economia Rivalutati gli "asset tossici" colpo di coda di Wall Street Banche Usa, a sorpresa torna la deregulation Di fatto sospesa la norma del "mark to market", allentate le regole della contabilità I mercati hanno festeggiato, ma c´è il rischio che monti la sfiducia nel sistema finanziario FEDERICO RAMPINI Non è stato il G20 ieri la vera causa scatenante del rialzo di Wall Street, bensì un regalo normativo ai banchieri. Mentre a Londra i leader di Stato assumevano l´impegno a varare regole più severe sui mercati finanziari, l´America ha fatto un passo indietro riscoprendo la deregulation a favore della "finanza creativa". L´Authority che fissa le norme sulla contabilità ha deciso di allentare i criteri di valutazione dei titoli tossici. Finora valeva la norma del "mark-to-market": le banche erano tenute ad assegnare ai titoli che possiedono un valore calcolato in tempo reale in base alla loro quotazione di mercato. E´ così che i maggiori istituti di credito del mondo sono stati costretti a rivelare delle voragini nei loro bilanci. Montagne di titoli-spazzatura, infatti, non trovano acquirenti sul mercato se non a prezzi che sono una minuscola frazione del loro valore teorico (quello nominale o di emissione). Di fronte a questa diffidenza dei mercati e alla latitanza di acquirenti, i banchieri erano obbligati a svalutare i loro portafogli-titoli, con una spirale di perdite. E´ quella regola contabile che ha precipitato i fallimenti bancari (come Lehman), le nazionalizzazioni ufficiali o di fatto (da Aig a Royal Bank of Scotland). Ieri è scattato il contrordine. Il Financial Accounting Standards Board (Fasb), Authority che determina i requisiti della contabilità societaria, ha varato una sorta di indulgenza plenaria. Il "mark-to-market" è di fatto sospeso. Le banche possono usare un criterio molto più flessibile. Sono autorizzate ad attribuire ai loro titoli un "fair value", un valore equo che possono determinare a loro giudizio. Di colpo i titoli tossici possono essere rivalutati d´incanto, se solo le banche che li detengono decidono che il loro valore reale è superiore a quello di mercato. Pazienza se non ci sono acquirenti a cui venderli; quei titoli spazzatura possono diventare ben più pregiati se questa è l´opinione di chi redige i bilanci. Di conseguenza si allenta sulle aziende di credito la pressione per rivelare le perdite legate al deprezzamento di quei titoli. Non stupisce l´euforia di Wall Street, dove i titoli delle banche hanno trascinato il listino al rialzo. L´indice Dow Jones ha ormai recuperato oltre il 20% rispetto ai minimi di marzo. Perfino il dato sui senza lavoro (in aumento a 669.000 i disoccupati mensili) è stato ignorato dai mercati di fronte al cambio di regole per la contabilità bancaria. La svolta annunciata ieri dal Fasb non era inattesa. Da mesi i banchieri si battono per ottenere questa deregulation contabile. Suscitando ulteriore indignazione tra i contribuenti americani, si è scoperto che le stesse banche semi-nazionalizzate, dopo aver ricevuto centinaia di miliardi di aiuti hanno aumentato le loro spese di lobbying per far pressione sul Congresso e sull´Amministrazione Obama. I banchieri spiegano così la loro richiesta: nella crisi attuale alcuni mercati di fatto hanno smesso di funzionare; l´assenza di fiducia ha fatto scomparire gli investitori per certi prodotti finanziari; in questo caso le quotazioni di mercato non hanno più senso e doverle usare è una penalizzazione assurda. Le perdite di bilancio, secondo questa tesi, sono temporanee perché in futuro gli stessi titoli tossici potranno ritrovare acquirenti a valori più ragionevoli. Oppure le banche potranno tenersi i titoli fino alla scadenza, e non sempre i debitori che sono all´origine di quei titoli si riveleranno insolventi. Costringere le banche a deprezzare pesantemente quei titoli non fa che alimentare la spirale della sfiducia. Questi argomenti hanno fatto breccia nelle autorità e i banchieri l´hanno spuntata. Ma adesso il rischio si sposta nuovamente altrove: dalla parte dei risparmiatori che non sanno più se possono fidarsi dei bilanci bancari. All´origine di questa crisi ci fu proprio la mancanza di trasparenza, che il Fasb ora legittima nuovamente. Quando le banche di tutto il mondo fecero incetta di titoli-spezzatino legati ai mutui subprime, quei titoli avevano l´etichetta della "tripla A" generosamente rilasciata dalle agenzie di rating. Tutte in conflitto d´interessi, perché pagate dagli emittenti dei titoli. La decisione del Fasb rischia di riprodurre gli stessi problemi: mancanza di trasparenza, e conflitto d´interessi visto che saranno gli stessi banchieri ad attribuire un prezzo ai titoli che hanno in casa.

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tagliati gli stipendi dei manager gli italiani al passo con l'europa - ettore livini (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 28 - Economia Tagliati gli stipendi dei manager gli italiani al passo con l´Europa Tra i banchieri e i dirigenti dell´auto i maggiori cali 2008 Clamoroso il caso di Josef Ackerman (Deutsche Bank): la retribuzione giù da 20 a 1,4 milioni Ma nel settore tv cresce l´assegno per Confalonieri e James Murdoch (Newscorp) ETTORE LIVINI MILANO - Meglio tardi che mai. Dopo anni di stipendi d´oro, bonus da favola e buonuscite principesche, i supermanager mondiali � fiutata l´austerity e il rischio d´impopolarità � hanno deciso che è arrivato il momento di auto-ridursi la busta paga. I compensi dei banchieri e dei guru della finanza, ritenuti a torto o a ragione i colpevoli numero uno della crisi, sono crollati con percentuali a due cifre. I big dell´auto � impegnati a batter cassa con i governi e a chiedere pesanti sacrifici ai dipendenti � si sono in molti casi dimezzati gli emolumenti. E una volta tanto, persino gli ad di Piazza Affari � da tempo tra i più pagati del continente � hanno seguito l´esempio virtuoso dei colleghi europei. Gli artefici della crisi dei subprime e di quella valanga di finanza strutturata che ha messo ko l´economia mondiale sono, come ovvio, le vittime più illustri di questa corsa al ribasso degli stipendi. Nessuno, beninteso, faticherà ad arrivare a fine mese. Ma l´addio ai bonus � in un anno in cui sono crollati utili e risultati � ha dato un drastico colpo di forbice alla busta paga dei grandi del credito. Josef Ackermann, numero uno di Deutsche Bank e negli anni scorsi il banchiere più pagato d´Europa, si è accontentato nel 2008 (si fa per dire) di 1,4 milioni di euro. Noccioline per uno come lui che l´anno prima ne guadagnava quasi venti. I vertici dei colossi svizzeri � fino a pochi mesi fa Paperoni da decine di milioni di franchi svizzeri � hanno rinunciato a qualsiasi premio ridimensionando tra il 75 e il 90% il loro 740. Nessuno ha aspettato gli interventi, inevitabili, di G20 e dei governi. I vertici di molti istituti francesi (come Bnp) e spagnoli hanno rinunciato a bonus già acquisiti per non esasperare l´opinione pubblica. Guy Hands, supermanager di un fondo come Terra Firma, ha restituito di tasca sua 50 milioni dello stipendio 2008. Il suo collega Stephen Schawaraman ha rivisto i suoi emolumenti da 180 milioni a 350 mila euro causa crisi. L´austerity non ha risparmiato nemmeno il mondo delle quattroruote. Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne hanno dimezzato i loro compensi nel 2008 a 3,3 milioni. Più o meno lo stesso sacrificio di Dieter Zetsche (Daimler). I supermanager di Detroit � quelli non licenziati dalla Casa Bianca come Richard Wagoner di Gm � hanno annunciato un colpo di lima del 30% al loro salario e rinunciato, come richiesto da Obama, ai loro costosissimi e lussuosi jet privati. Unica eccezione Martin Winterkom della Volkswagen che grazie al boom dei titoli per l´offerta Porsche si è messo in tasca quasi 13 milioni, il 60% in più dell´anno prima. Freccia rossa nel 2008 pure per gli stipendi degli assicuratori. Da Allianz a Generali fino ad Axa, i tagli sono stati tutti tra il 15% e il 40%, in linea più o meno con il crollo dei titoli in Borsa. Un po´ meglio invece è andata ai settori più anticiclici dell´economia reale dove pure gli stipendi (oltre ai risultati) sembrano risentire meno della crisi. Tengono abbastanza le buste paga dei dirigenti dei big delle tlc continentali. E pure i colossi dell´energia, malgrado un anno da dimenticare in Borsa, hanno premiato i loro manager (in quasi tutti i casi) con un ritocco all´insù dei loro emolumenti. Com´è successo a Fedele Confalonieri (Mediaset) e James Murdoch (News Corp), gli arci-rivali dell´etere, che anche nel 2008, un esercizio non proprio felice, hanno visto salire le loro entrate annuali. E ora? L´orizzonte per le buste paga dell´Europa Spa non è roseo e i governi e le autorità internazionali hanno deciso di intervenire mettendo paletti ai superstipendi. Per i manager delle grandi aziende il timore oggi (Pinault docet) più che un taglio alla busta paga è quello di essere rapiti dai loro dipendenti.

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piazza affari brinda con fiat e i bancari forti eni ed enel, italcementi e il mattone (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 35 - Economia IL PUNTO Piazza Affari brinda con Fiat e i bancari Forti Eni ed Enel, Italcementi e il mattone MILANO - Piazza Affari sale euforica col resto del mondo, e segna il record di scambi del 2009, pari a 3,2 miliardi di euro. Il taglio dei tassi della Bce e le buone notizie dal G20 rilanciano i listini. L´indice Mibtel sale del 4,35%, l´S&p/Mib +4,76%. Fiat è protagonista, con un rialzo record del 27%, per i buoni dati sulle immatricolazioni la vigilia e le attese di accordo con Chrysler. La imitano i titoli della galassia torinese, e i "collegati" Pirelli (+8%), Brembo (+8%), Pininfarina (+12%). Allungano gli energetici nel finale: Eni +5%, Enel guadagna il 4%, Saipem e Tenaris li tallonano. Bancari ancora sugli scudi, con il tris del Banco Popolare (+12,8%), Unicredit +7,5%, Mediobanca e Intesa oltre +3%. Rialzi a due cifre per Italcementi e i titoli delle immobiliari.

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