CENACOLO  DEI COGITANTI

PRIMA PAGINA

TUTTI I DOSSIER

CRONOLOGICA

 

Dossier “G 20”

 

IN EVIDENZA 2-4-2009

Accordo G20: "Entro il 2010 5.000 miliardi di dollari" Pronta lista paradisi fiscali (La Repubblica) 

I paradisi fiscali spaccano il G20 (La Stampa 2-4-2009)

 


 

Accordo G20: "Entro il 2010 5.000 miliardi di dollari" Pronta lista paradisi fiscali

A Londra, pacchetto di interventi contro la crisi. Nuove regole per stipendi e bonus ai manager. Ai paesi poveri 50 miliardi di dollari di aiuti". Entro dicembre nuovo summit in Giappone per verificare i progressi. Sui paradisi fiscali raggiunto l'accordo. Sarkozy: "Il tempo del segreto bancario è finito". Il premier italiano: "Non sforeremo il deficit". Tremonti: "Nuovi strumenti contro la disoccupazione". Incontro bilaterale Italia-Usa. Berlusconi: "Obama ha lo sguardo acchiapponico..."



18:57 Usa: "Soddisfatti dai risultati del vertice"

Gli Stati Uniti hanno espresso "soddisfazione" per i risultati ottenuti dal vertice dei paesi del G20. Lo riferiscono fonti della Casa Bianca

18:52 Medvedev, Russia: "Un passo avanti"

Il presidente russo Medvedev si è detto soddisfatto dei risultati del vertice del G20 a Londra, parlando di "un passo avanti", "un passo nella giusta direzione"

18:44 Berlusconi: "Obama ha lo sguardo acchiapponico..."

Silvio Berlusconi ha incontrato il presidente americano. Usando un modo di dire usato dall'attore Gigi Proietti, ha detto: "Obama ha lo sguardo acchiapponico..."

18:39 Berlusconi: "Serve ottimismo per la crisi"

"La crisi internazionale dell'economia preoccupa tutti, ma per reagire serve ottimismo e fiducia". Lo ha ribadito il presidente del consiglio Silvio Berlusconi al termine del G20

18:30 Tremonti: "Testo su paradisi fiscali molto duro"

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha detto: "Il testo sui paradisi fiscali è molto più duro di quanto si poteva prevedere"

18:26 Tremonti: "Nuovi strumenti contro disoccupazione"

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, ha detto: "Il governo italiano ha allo studio strumenti addizionali, forse non costosi ma molto efficaci con un effetto di anticipo" per la tutela dell'occupazione

18:22 Berlusconi: "Non abbiamo intenzione di sforare il debito"

Berlusconi ha detto: "Non abbiamo intenzione di sforare il debito, già si sfora da solo con la crisi"

18:18 Berlusconi: "Nessuna contrapposizione con GB e Usa"

Silvio Berlusconi ha detto: "Nessuna contrapposizione" tra Italia, Francia e Germania da una parte e Inghilterra e Usa dall'altra.

18:09 Berlusconi: "Le regole saranno concluse al G8 della Maddalena"

Silvio Berlusconi ha detto: "Si è avviata la regolamentazione finanziaria che troverà compimento al G8 de La Maddalena"

18:07 Brown: "Faremo il necessario per far crescere l'occupazione"

Il premier inglese Brown ha detto: "Faremo il necessario per far tornare a crescere l'occupazione"

18:01 Tremonti: "Testo efficace sullo stop dei paradisi fiscali"

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha detto: "E' molto efficace il testo sullo stop dei paradisi fiscali"

17:56 Berlusconi: "Obama, tiraci fuori dalla crisi"

Berlusconi ha detto: "Ho detto ad Obama che si deve tirare su le maniche per far uscire il mondo dalla crisi visto che la crisi arriva proprio dall'America. Lui mi ha risposto che ho ragione e che l'importante è restare tutti insieme per risolvere i problemi"

17:55 Berlusconi: "Il prossimo G20 in Giappone"

Berlusconi ha detto: "Il prossimo G20 sarà in Giappone"

17:54 Berlusconi: "Positivo la lista dei paradisi fiscali"

Berlusconi ha detto: "Innovativo pubblicare la lista dei paradisi fiscali"

17:49 Berlusconi: "Piano globale. Triplicate le risorse del Fmi"

Silvio Berlusconi esprime tutta la sua soddisfazione sull'esito del vertice di Londra. "E' stato varato un piano globale per triplicare le risorse del Fmi. Si tratta di millecento milioni di dollari"

17:45 Merkel: "Compromesso quasi storico"

Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha definito il risultato del G20 "molto, molto buono", parlando di "un compromesso quasi storico"

17:44 Sarkozy: "Conclusioni superiori alle aspettative"

Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha detto: "Le conclusioni del G20 sulla crisi economica sono superiori a quanto potevamo sperare"

17:42 Draghi, Bankitalia: "Grande cambiamento"

Il governatore di Bankitalia Mario Draghi ha definito un "grande cambiamento" le pratiche presentate al termine dei G20

17:40 Brown: "Priorità lavoro e casa"

Gordon Brown ha detto: "Il nostro obiettivo prioritario durante il vertice sono stati i posti di lavoro, le case, le aziende delle famiglie che lavorano, in questo e in tutti gli altri paesi del mondo"

17:29 Brawn: "Ai paesi poveri 50 miliardi di dollari di aiuti"

Brawn ha detto: "I paesi poveri riceveranno 50 miliardi di dollari di aiuti"

17:18 Brown: "L'accordo è un passo significativo per la ripresa"

Gordon Brown ha rivendicato l'esito del summit del G20: "L'accordo rappresenta un passo significativo per la ripresa"

17:15 Sarkozy: "Il tempo del segreto bancario è finito"

Sarkozy ha detto: "Il tempo del segreto bancario è finito"

17:12 Brown: "Nuovo summit entro dicembre"

Brown ha detto: "Ci rivedremo entro l'anno per verificare i progressi"

17:11 Brown: "Stimolo fiscale da 5.000 miliardi di dollari entro il 2010"

Brown ha detto: "Deciso uno stimolo fiscale da 5.000 miliardi di dollari entro il 2010"

17:10 Brown: "Nuove regole per stipendi e bonus ai manager"

Brown ha detto: "Nuove regole per stipendi e bonus ai manager"

17:07 Brown: "Decise risorse finanziarie per mille miliardi di dollari"

Brown ha detto: "Decise risorse finanziarie per mille miliardi di dollari"

17:05 Brown: "Subito una lista dei paradisi fiscali"

Brown ha detto: "Faremo subito una lista dei paradisi fiscali"

17:04 Brown: "Dai G20 il più grande stimolo all'economia mai visto"

Brown ha detto: "Dai G20 il più grande stimolo all'economia mai visto"

17:02 Brown: "Nuova stabilità finanziaria internazionale"

Brown ha detto: "Creeremo una nuova stabilità finanziaria internazionale"

17:01 Brown al microfono

Il primo ministro inglese Gordon Brown ha iniziato a parlare ala conferenza stampa di fine lavori

17:00 Bilaterale Berlusconi-Ban Ki-Moon

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si sta intrattenendo con il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, a margine del summit del G20 di Londra. Ieri il premier ha avuto un altro incontro bilaterale con il premier giapponese, Taro Aso

16:43 Imminente conferenza conclusiva dei G20

Tra poco inizierà la conferenza stampa che segnerà il termine dei lavori. Parlerà il primo ministro inglese Gordon Brown. Al microfono anche Silvio Berlusconi

16:34 Draghi: "Nuove norme sulle retribuzioni dei manager"

Il Financial Stability Forum, presieduto dal governatore di Bankitalia Mario Draghi, chiede nuove norme sulle retribuzioni dei vertici delle banche che devono essere allineate alla redditività nel lungo termine della società

16:09 Ban Ki Moon, Onu: "Temo il collasso globale"

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon, ai leader del G20, ha detto: "C'è un confine sottile tra il fallimento delle banche e delle nazioni, temo un collasso globale. Temo che il peggio possa venire - scrive il segretario generale dell'Onu in un articolo per il Guardian in cui anticipa i contenuti del suo discorso al vertice - una vera e propria crisi politica segnata da una crescente rivolta sociale, governi indeboliti e opinioni pubbliche arrabbiate che hanno perso fiducia nei propri leader e nel proprio futuro"

16:02 Probabile pacchetto di 1.000 miliardi di dollari per l'economia

La somma che i G20 dovrebbe destinare a sostegno dell'economia sembra essere lievitata a 1.000 miliardi di dollari. Lo hanno riferito fonti citate dall'agenzia France presse. In particolare, i fondi a disposizione del fondo monetario internazionale dovrebbero essere triplicati da 250 a 750 miliardi di dollari. Altri 100 miliardi di dollari dovrebbero essere messi a disposizione della banca mondiale ogni anno per tre anni da parte degli stati membri

15:19 Trichet: "Ottimista sul vertice G20"

Trichet, presidente della Banca centrale europea, ha detto: "Attendo il comunicato del vertice G20. Sono molto ottimista"

14:38 Paradisi fiscali, presto lista nera

Il sottosegretario al tesoro britannico, Stephen Timms, ha detto: "Ritengo che il G20 deciderà una serie di sanzioni nei confronti di quei paesi che rifiutano di cooperare contro i paradisi fiscali sui quali, a tempo debito, sarà diffusa una 'lista nera'". Secondo fonti diplomatiche, su questi due ultimi punti ci sono ancora grandi riserve da parte di alcuni stati del g20

14:26 Berlusconi assente alla foto di gruppo

Al termine della sessione plenaria dei lavori del G20 a Londra i leader si sono riuniti nuovamente per una seconda foto di gruppo prima della colazione di lavoro. All'appuntamento, tuttavia, era assente il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ha invece partecipato alla prima 'foto di famiglia'

13:46 Fmi, verso intesa su nuovi fondi per 500 miliardi

I leader del G20 sono orientati a fissare in 500 miliardi di dollari l'aumento delle risorse a disposizione del Fondo monetario internazionale per andare in aiuto dei Paesi in crisi. E' quanto si apprende da fonti del summit. L'accordo sarebbe ormai a portata di mano, rilevano le stesse fonti. Se la decisione sarà formalizzata, il capitale dell'Fmi sarà triplicato passando dagli attuali 250 a 750 miliardi di dollari.

12:51 Leader ancora divisi sui paradisi fiscali

Sulla lista dei paradisi fiscali il G20 è ancora diviso. E' quanto si è appreso da fonti francesi prima che il dossier venga affrontato dai leader del G20. E' una questione "molto complicata", hanno rilevato le fonti. Francia e Germania, sostenute anche dal Brasile e da altri paesi, vogliono la pubblicazione della lista. Molti altri non sono di questo avviso. La discussione, hanno sottolineato ancora le stesse fonti, si concentra su questioni come i criteri in base ai quali deve essere compilata la lista e chi deve procedere alla redazione.

12:25 Si valuta la vendita delle riserve di oro dell'Fmi

I leader del G20 stanno valutando la possibilità di accrescere le risorse del Fondo Monetario Internazionale tramite la vendita delle sue riserve di oro. Lo ha dichiarato il ministro dello Sviluppo Internazionale inglese, Douglas Alexander. "Sarà argomento di discussione questo pomeriggio, ma non mi aspetterei una decisione immediata per oggi" ha spiegato Alexander

12:20 Quasi concluso accordo su 250 miliardi di dollari per il commercio

I leader del G20 sono vicini ad un accordo su un pacchetto di sostegno al commercio internazionale da 250 miliardi di dollari. Lo rende noto una fonte del summit. I fondi verranno impiegati per fornire finanziamenti al settore tramite agenzie di credito e banche di sviluppo multilaterali.

12:16 Piccolo gruppo di manifestanti assale la Borsa

In mattinata un piccolo gruppo di manifestanti ha assediato il London Stock Exchange, il palazzo della Borsa: gli attivisti hanno portato con sè un Monopoli gigante ed enormi cesti pieni di soldi finti. Secondo quanto riferisce la Bbc, alla manifestazione erano presenti più poliziotti e giornalisti che dimostranti e non si sono verificati episodi violenti.

12:15 Proteste: gli arresti saliti a 88

Seconda giornata di proteste a Londra per il summit del G20: centinaia di dimostranti contro la guerra in Iraq e in Afghanistan stanno arrivando al centro congressi Excel - nella periferia est di Londra, dove si tiene l'incontro dei leader mondiali - per una manifestazione che dovrebbe iniziare intorno alle 11.00 (12.00 in Italia). Altri arresti stamane: il numero totale è salito a 88.

12:12 Frattini: "Al G8 non tollereremo i violenti"

Al G8 della Maddalena "non tollereremo i violenti". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, commentando i disordini di Londra in occasione del G20, a margine della presentazione degli strumenti messi a disposizione della Farnesina per i viaggiatori.

12:11 Brown: "Accordo per il no al protezionismo"

Tutti i paesi del G20 sono d'accordo nel rifiutare pratiche protezionistiche. Lo ha detto il primo ministro britannico, Gordon Brown, a margine dei lavori del G20.

12:02 Bob Geldof al G20: "Il 50% del mondo vive con meno di 2 euro"

Arriva anche Bob Geldof al vertice del G20 in corso a Londra. Il cantante, sostenitore dell'associazione 'One' fondata dal leader degli U2 Bono, si è presentato al centro Media dell'Excel Centre per ricordare ai venti grandi quella parte del mondo della quale oggi non si parla. ''Sono qui - ha detto - per ricordare ai leader del G20 che oltre il 50% della popolazione mondiale vive con meno di due euro al giorno''.

11:54 Berlusconi fa inserire 'social pact' nel documento finale

Un chiaro ed esplicito riferimento al 'social summit' di Roma. Silvio Berlusconi, spiegano fonti diplomatiche, è riuscito a far inserire nel documento finale la sua 'richiesta' primaria al vertice di Londra. Il premier nei giorni scorsi ha spiegato di voler portare sul tavolo del G20 la proposta di un 'social pact'. "Ci sarà - riferiscono fonti diplomatiche - un richiamo alla dimensione umana della crisi, Berlusconi insiste sulla necessità di proteggere e sostenere coloro che soffrono la crisi e soprattutto chi perde il posto di lavoro".

11:51 Cominciata la seduta plenaria del G20

E' iniziata a Londra la seduta plenaria dei leader del gruppo dei venti. Seguirà una colazione di lavoro. I lavori in seduta plenaria riprenderanno nel primo pomeriggio e si concluderanno con la diffusione del comunicato stampa congiunto e con le conferenze stampa della presidenza britannica e delle delegazioni nazionali.

11:41 Mandelson: "Brown troppo ambizioso su obiettivi G20"

Al vertice del G20 iniziato questa mattina a Londra resistono le divergenze su molti temi e il premier britannico Gordon Brown è stato forse "troppo ambizioso" nel delineare i risultati del vertice. A dirlo, parlando con la Bbc, è stato il ministro delle Attività produttive Peter Mandelson, secondo cui "i disaccordi persistevano ancora nel corso della notte", in particolare per quel che riguarda l'aumento dei finanziamenti al Fondo monetario internazionale, i paradisi fiscali e le misure a sostegno del commercio.

11:33 Michelle Obama e la regina Elisabetta sottobraccio

Gli Obama reinventano anche il protocollo di Buckingham Palace. Con un gesto che ha pochi precedenti, Michelle Obama e la Regina hanno cinto l'una la vita dell'altra alla fine del ricevimento per gli ospiti del G20 e le loro mogli.

11:24 Il contenuto della bozza del documento conclusivo

Misure concrete contro i paradisi fiscali, limiti comuni per i bonus ai banchieri, aumento delle risorse dell'Fmi, nuovi meccanismi di sorveglianza sugli hedge fund: questi alcuni dei principali contenuti delle conclusioni del G20 a cui stanno lavorando i leader dei Paesi che, nel loro insieme, rappresentano oltre l'80% della ricchezza mondiale.

11:12 Conferenza stampa di Obama alle 18.45

Dopo la chiusura ufficiale dei lavori del vertice del G20 di londra, il presidente Usa Obama avrà una serie di incontri bilaterali e concluderà la sua giornata con una conferenza stampa prevista alle 18.45 ora italiana. La conferenza stampa della presidenza britannica del G20 per illustrare i risultati del vertice, tenuta dal premier Gordon Brown, è prevista, per ora, intorno alle 16.30 ora italiana.

11:08 Pronta la bozza per la supervisione degli hedge funds

Nella bozza di comunicato finale a cui hanno lavorato stanotte gli sherpa e che è all'attenzione dei leader del G20 a Londra, emerge l'ipotesi di sottomettere per la prima volta gli hedge fund alla supervisione di una nuova agenzia internazionale e di un fondo dell'Fmi. Tuttavia non c'è ancora accordo sulla quantità di risorse da assegnare al fondo monetario, sui soldi da destinare agli aiuti all'export e sulla lotta ai paradisi fiscali.

11:05 Alle 15.30 conferenza stampa di Berlusconi

E' prevista intorno alle 15.30 (16.30 ora italiana) la conferenza stampa del presidente del consiglio, Berlusconi, al termine dei lavori del G20. Alla conferenza stampa parteciperà anche il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.

10:45 Verso il rinvio per l'elenco dei paradisi fiscali

L'elenco dei paradisi fiscali potrebbe non uscire oggi dal vertice di Londra. E' quanto si apprende da fonti diplomatiche. Francia e Germania (in primis il presidnete francese Nicolas Sarkozy) stanno insistendo - spiegano le stesse fonti all'Agi - affinchè al G20 ci sia una 'black-list' in modo da mettere al bando i segreti bancari. Ma l'ipotesi che sembra affacciarsi è che l'accordo possa essere trovato non alla riunione di oggi, ma presumibilmente alla Maddalena, in occasione del G8. Resistenze arrivano per esempio da Paesi come la Gran Bretagna. "Non tutte le nazioni - riferiscono fonti diplomatiche - vogliono che venga stilato un elenco, ci sono delle trattative in corso".

10:43 Scotland Yard in allarme nel timore di nuove violenze

Scotland Yard è in allarme per il timore di nuove violenze nelle zone di Londra che ospitano i lavori del G20. I manifestanti hanno attaccato la polizia anche mentre cercava di soccorrere un dimostrante colpito da un collasso e ora gli agenti in assetto antisommossa sono dispiegati nei punti chiave della protesta: la borsa e l'Excel Centre, dove si sono riuniti i leader dei 20 Paesi sviluppati.

10:38 Berlusconi accolto al centro Excel da Gordon Brown

Il premier Silvio Berlusconi è giunto al vertice del G20 in programma oggi al centro Excel di Londra. Al suo arrivo Berlusconi è stato accolto dal primo ministro britannico, Gordon Brown. I due leader si sono salutati in italiano e Berlusconi ha letto e poi consegnato un foglio al premier britannico.

10:28 Almeno 86 arresti tra i manifestanti

Almeno 86 arresti. E' il bilancio delle proteste anti-G20 che hanno messo sotto 'assedio' da ieri il distretto finanziario della city londinese. A renderlo noto la polizia britannica.

10:06 Il manifestante morto ieri è deceduto per cause naturali

L'uomo morto ieri al margine delle manifestazioni di protesta aveva circa 30 anni ed ha avuto un malore per cause naturali: lo riferisce un manifestante presente quando l'uomo si è accasciato, citato dal Times. Scotland Yard, nel comunicato diffuso in nottata, ha detto che gli agenti sono stati allertati da alcune persone che hanno segnalato la presenza di una persona che aveva perso i sensi in un vicolo in prossimità delle dimostrazioni.

09:28 Anche oggi attese manifestazioni di protesta

Anche oggi sono previste manifestazioni di protesta a Londra. Ieri uno dei partecipanti alle manifestazioni contro il G20 che inizia oggi a Londra è stato colto da collasso ed è morto. Secondo la versione fornita dalla polizia, la tragedia sarebbe avvenuta nei pressi della sede della Banca d'Inghilterra. Non è chiaro però se il malore sia stato provocato dagli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine che hanno caratterizzato la giornata di ieri

09:25 Obama incontra il presidente sudcoreano

Il presidente americano Barack Obama ha cominciato oggi la sua seconda giornata di attività a Londra con un incontro con il presidente della Corea del Sud Lee Myung-bak all'ExCel Center, il complesso che ospita i lavori del G20.

09:25 Molti Paesi chiedono regole più rigide per la finanza

Il negoziato si prevede intenso, con Francia e Gran Bretagna che chiedono più stringenti regole per la finanza internazionale, e Usa e Gb che premono per nuovi, massicci interventi finanziari dei governi. Secondo la Bbc, un accordo sarebbe comunque "vicino".

09:24 La conferenza stampa conclusiva di Brown alle 16.30

Alle 9,30 ora locale, le 10,30 in Italia, è prevista la foto ufficiale del vertice e poi inizierà la sessione plenaria dei lavori che durerà, compresa la pausa per il 'lunch', quattro ore e mezza. La conferenza stampa, con la lettura da parte di Gordon Brown del comunicato conclusivo, conclusiva è fissata per 15.30, ora locale (16.30 in Italia). Nel pomeriggio il presidente russo, Dmitry Medvedev farà un discorso alla London School of Economics.

09:22 Si aprono alle 9.30 i lavori del G20

Inzierà alle 8,30 ora locale, le 9,30 in Italia, il summit dei leader del G20 con un 'breakfast' di lavoro all'Excel Centre, nell'East London. Ed anche per oggi sono attese manifestazioni di protesta come quelle che ieri hanno paralizzato la City di Londra e che hanno registrato anche la morte di un manifestante, crollato a terra, forse per un infarto, la notte scorsa mentre continuavano le proteste a cui, secondo la Bbc, hanno partecipato almeno 5mila persone.


 

I paradisi fiscali spaccano il G20 (La Stampa 2-4-2009)

 

"Il testo è sbilanciato verso gli Usa" Francia e Germania: "Segnali chiari". Londra blindata, già oltre 80 arresti

 

LONDRA
Misure concrete contro i paradisi fiscali, limiti comuni per i bonus ai banchieri, aumento delle risorse dell’Fmi, nuovi meccanismi di sorveglianza sugli hedge fund: questi alcuni dei principali contenuti delle conclusioni del G20 a cui stanno lavorando i leader dei Paesi che, nel loro insieme, rappresentano oltre l’80% della ricchezza mondiale. Profonda è la discussione sui paradisi fiscali: in particolare rimane aperta la questione della lista dei Paesi nel mirino. La sua compilazione potrebbe slittare ancora nel tempo mentre a Londra verrebbero definiti solo criteri per la loro identificazione e le future sanzioni.

La bozza delle conclusioni, secondo quanto si è appreso, è però ancora in fase di revisione nonostante il lavoro di ’limaturà condotto dagli sherpa durante la notte. «Troppi stimoli fiscali e poche regole: il documento è ancora troppo sbilanciato verso gli Stati Uniti», ha osservato una fonte. Francia e Germania chiedono di uscire da Londra con la nuova architettura del sistema finanziario internazionale e la bozza delle conclusioni, così com’è entrata stamane nella riunione dei leader del G20, non sarebbe ancora ritenuta soddisfacente.

L’asse franco-tedesco vuole in particolare che il G20 dia segnali molto chiari e precisi sul fronte dell’identificazione dei paradisi fiscali, per arrivare alla compilazione della cosiddetta ’lista-nerà, e delle misure ’punitivè da adottare nei loro confronti, ovvero le sanzioni.

Prima dell’inizio del vertice, Barck Obama ha incontrato per la prima volta la sua controparte sudcoreana, Lee Myung-bak, per discutere, tra le altre cose, di alcuni rapporti dei servizi segreti secondo cui la Corea del Nord sta per lanciare un missile di nuova generazione. Pyongyang ha dichiarato che si tratta di un lancio di satelliti, ma Washington sospetta che si tratti di una tecnologia nucleare e ha definito qualunque lancio «una provocazione». Nell’agenda di Obama sono previsti anche incontri con il primo ministro indiano Manmohan Singh e con il re saudita Abdullah. Con il primo dovrebbe parlare del Pakistan, rassicurando sui progetti di aumentare gli aiuti al rivale storico dell’India. Con il leader saudita, sul tavolo ci saranno principalmente i prezzi del petrolio e gli sforzi per raggiungere la pace in Medio Oriente. È possibile che venga affrontata anche una delicata questione riguardante la successione di Abdullah.

Il vertice si sta tenendo in una Londra blindata: sono 86 le persone finora arrestate dalla polizia nel corso delle proteste. La Polizia metropolitana ha chiarito che in base ai dati aggiornati alle 3 di questa mattina, sedici persone sono state arrestate per disordini, undici per possesso di uniformi della polizia e tredici per reati inerenti l’ordine pubblico. Due persone sono state arrestate per possesso di armi, altrettante per l’assalto a un’agenzia della Royal Bank of Scotland e un’altra per incendio doloso contro la stessa filiale.

Le forze dell’ordine hanno inoltre confermato che un uomo si è sentito male in mezzo alla folla dei manifestanti ed è deceduto dopo il ricovero in ospedale: le sue generalità non sono ancora state diffuse. Circa 4mila tra anarchici, anti-capitalisti, ambientalisti e altri manifestanti si sono riversati ieri nel distretto finanziario di Londra.


 

 


Report "G20"   2-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: G20

G20, questi i partecipanti ( da "Corriere.it" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Il vertice di Londra di giovedì G20, questi i partecipanti Due gli italiani presenti: il premier Berlusconi e Mario Draghi, presidente del Financial Stability Forum I partecipanti al G20 di Londra di giovedì ARABIA SAUDITA: re Abdallah ARGENTINA: presidente Cristina Kirchner AUSTRALIA: primo ministro Kevin Rudd BRASILE: presidente Luiz Inacio Lula da Silva CANADA:

quel solco tra usa e europa - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina QUEL SOLCO TRA USA E EUROPA FEDERICO RAMPINI I leader del G20 devono rappezzare una finta concordia e un comunicato comune se vogliono evitare il panico sui mercati. Ma alla fine conta tutto ciò che manca in questo vertice. SEGUE A PAGINA 28

assalto al g20, muore un manifestante ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina I grandi divisi sulla crisi: Sarkozy e Merkel contro Obama, che vede Medvedev e Hu Jintao. Verso un nuovo trattato sulle armi nucleari Assalto al G20, muore un manifestante Cortei e scontri a Londra: 32 fermati, un poliziotto ferito SEGUE A PAGINA

"trascurata l'europa dell'est - andrea tarquini ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: al G20, al vertice Nato, e qui a Praga dove la nuova amministrazione si presenterà alla Ue. Verificheremo i livelli di consenso Non temo scontri al vertice». Ma allora perché ha criticato la politica economica di Obama? «Insensato! Ho solo espresso la mia preoccupazione per un possibile trend protezionista Usa accoppiato a incentivi fiscali.

obama per il disarmo atomico chiede l'aiuto di russia e cina - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: e la cena a Downing Street con i leader del G20. Un totale di 14 ore e 30 minuti di colloqui e riunioni, in un giorno in cui gli incubi nucleari del passato, del presente e del futuro si sono mescolati: prima Obama ha lanciato insieme al presidente russo Medvedev un nuovo negoziato sulla riduzione delle armi strategiche (i missili intercontinentali a testata atomica)

asse sarkozy-merkel contro gli usa "qui e ora nuove regole sulla finanza" - enrico franceschini ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Qui e ora nuove regole sulla finanza" G20 ad alta tensione. Obama: ognuno faccia la propria parte L´economia Il vertice dei Grandi è iniziato con il ricevimento dalla regina e la cena a Downing Street ENRICO FRANCESCHINI dal nostro corrispondente loNDRA - Si chiama summit del Gruppo dei 20, ma a cena a Downing Street, ieri sera, i posti a tavola erano 29,

dalla cina agli usa, valzer delle debolezze così i grandi cercano la ricetta della ripresa - andrea bonanni ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Economia Tutti i paesi del G20 si siedono al tavolo di Londra con problemi e obiettivi diversi Dalla Cina agli Usa, valzer delle debolezze così i Grandi cercano la ricetta della ripresa Scontro sulle colpe e sugli assetti di potere che usciranno alla fine della recessione ANDREA BONANNI DAL NOSTRO INVIATO LONDRA - Non sarà un summit facile.

berlusconi: le vere decisioni al g8 - claudio tito ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Derubricare il G20, trasferire tutto al G8 della Maddalena e comunque insistere sulla necessità di varare nuove regole. Silvio Berlusconi non è per niente convinto che il summit in corso a Londra debba e possa realizzare il suo ordine del giorno. Contemporaneamente annuncia che non avrà nessun faccia a faccia con il presidente americano,

quel solco tra usa e europa - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: ma un modello di capitalismo illiberale e autoritario, la Cina, sta usando questa recessione per rafforzare la sua influenza mondiale. è un paese che ha il vantaggio di saper mobilitare investimenti statali a una velocità ineguagliabile. Sarebbe anche la sede ideale di un prossimo G20, se lo si preferisce senza no global e senza vetrine infrante.

nonviolenti, in casa o in piazza arriva il mediatore di conflitti - michela bompani ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: a Londra per il G20: gestire il conflitto si può e si impara all´Università di Genova, con il nuovo master post-universitario (si accede dopo la laurea specialistica) in "Gestione e trasformazione dei conflitti", finanziato dalla Regione e frutto della collaborazione delle facoltà di Scienze della Formazione e Giurisprudenza.

assalto alla city, muore un dimostrante - enrico franceschini ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: andamento del summit del G20, cominciato poco lontano con il ricevimento offerto dalla regina agli illustri ospiti a Buckingham Palace e la cena di gala a Downing street, né creano problemi al resto della città. Anche se quegli incidenti, ingigantiti dalle telecamere di mezzo mondo, riecheggiano una rabbia popolare che cresce a macchia d´olio in tutto l´

"non è una protesta organizzata chiamiamola rivolta popolare" - anais ginori ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Nel giorno del G20, il docente all´Istituto di studi politici di Parigi e presidente dell´Osservatorio per le congiunture economiche, pronuncia un giudizio severo, e aggiunge anche un allarme: «Le fondamenta della democrazia sono in pericolo». Da dove nasce questa nuova collera popolare?

il piano del governatore draghi un tetto agli stipendi per i manager ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20 oggi. Perciò: per assicurare una governance efficace dei compensi, occorre appunto allinearli a quella che lo stesso Draghi chiama «una presa di rischio prudente e una analisi di supervisione efficace». Tradotto in parole povere vuol dire che i sistemi retributivi dei manager non devono in alcun modo essere in contrasto con una sana e prudente gestione della banca e con le sue

G20. La nuova America e la vecchia Europa ( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20. La nuova America e la vecchia Europa 02-04-2009 LONDRA. I grandi in ordine sparso impegnati in una corsa contro il tempo, costretti a dribblare diktat e paletti, avvertimenti e minacce, ma comunque lanciati verso un accordo che domani ci sarà.

G20. La city sotto assedio ( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20. La city sotto assedio 02-04-2009 ONDRA - City sotto assedio per alcune ore per le proteste contro il G20, in serata funestate dal ritrovamento di un manifestante morto, in circostanze non chiare. Al momento è impossibiLe accertare se si sia trattato di un malore o di una conseguenza degli scontri con la polizia.

Francia-Cina. Tibet addio. Parigi si riallea con Pechino ( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: al G20 la Francia si presenta con un pegno importante di fedeltà e amicizia con Pechino: di Tibet e di velleità indipendentiste o soltanto autonomistiche non si parlerà più "sotto nessuna forma". La Cina contraccambia con il disgelo delle relazioni, che si erano bruscamente irrigidite già dagli incidenti durante il passaggio della fiamma olimpica a Parigi,

Israele. Esordio di un governo duro no di Liebernan ai due Stati ( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: a margine della riunione del G20, ribadendo a stretto giro l'impegno degli Stati Uniti per una pace israelo-palestinese fondata sulla "soluzione dei due Stati" per due popoli. Il messaggio è diretto evidentemente a Netanyahu, esortato oggi a seguire la strada del processo di pace dallo stesso presidente israeliano Shimon Peres, durante la cerimonia ufficiale d'

Guarda oltre l'Europa. I vertici con Jintao e Medvedev rivelano le priorità di Obama ( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: ora di colazione col premier britannico Gordon Brown, alla cena serale con i leader del G20. Due appuntamenti però spiccavano nella sua agenda, in quella dell'America e in quella del mondo: i due vertici bilaterali con il presidente russo Dmitri Medvedev e con il presidente cinese Hu Jintao. Due eventi di peso, sia per il presente sia per il futuro.

La recessione è imposta dalla finanza globale ( da "Italia Oggi" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: che hanno segnato la vigilia del G20 non stiano tanto a testimoniare differenze di valutazioni sulle terapie da adottare per aggredire la crisi in atto (che pure ci sono), quanto il segno che è in corso un confronto tra l'Europa e l'America, nel quadro della modifica dei poteri che indubbiamente questa potente recessione sta determinando.

Obama, agire subito contro la crisi ( da "Italia Oggi" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: ai grandi della Terra alla vigilia del G20 che si apre oggi a Londra Obama, agire subito contro la crisi Asse tra Francia e Germania: nuove regole per la finanza «Agire con urgenza» contro la crisi senza cedere alle tentazioni del protezionismo. È l'invito rivolto ieri ai grandi della Terra dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, alla vigilia dei lavori del summit del G20,

Il G20 e i vostri soldi Non stop su Class Cnbc ( da "Italia Oggi" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: pag: 20 autore: Il G20 e i vostri soldi Non stop su Class Cnbc Class Cnbc, il canale di finanza globale di Class Editori, in onda sul 505 di Sky, su www.yalp.it, AliceHome TV e sul veideocenter di www.milanofinanza.it e www.italiaoggi.it, dedica l'intera giornata di oggi a una copertura straordinaria del G20 di Londra.

Paradisi fiscali, è corsa all'accordo ( da "Italia Oggi" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: i tax heaven promettono dati alle autorità finanziarie del G20 Paradisi fiscali, è corsa all'accordo Un vero boom di protocolli per gli scambi di informazioni Si allunga la lista dei Paesi in cerca di escamotage dell'ultima ora per evitare di finire sulla lista nera dei paradisi fiscali che verrà stilata oggi nel corso del G20 di Londra.

ROMA Il G20, ovvero il vertice dei 20 Paesi più importanti del mondo, si è aperto a Londr... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi ROMA Il G20, ovvero il vertice dei 20 Paesi più importanti del mondo, si è aperto a Londra ed è stato subito assediato da ottomila manifestanti. Un uomo è morto durante l'assalto alla City che ha fatto registrare ore di scontri con la polizia e numerosi arresti.

G20, assalto alla City: un morto ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi Il vertice di Londra/Assedio di ottomila manifestanti. Scontri con la polizia, feriti e arresti G20, assalto alla City: un morto Crisi, braccio di ferro Usa-Europa. Berlusconi: al G8 le nuove regole per la finanza

LA GRAVITÀ dei problemi economici esistenti richiede che dal G20 che si tiene oggi a Londra... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: economici esistenti richiede che dal G20 che si tiene oggi a Londra esca con chiarezza un messaggio unitario convincente e coeso capace di riportare la fiducia sui mercati finanziari globali. La crisi coinvolge tutti, anche se con radici e modalità diverse. Ma vi è un comune interesse, una sorta di bene pubblico, che l'incontro esprima alcuni indirizzi condivisi sui temi essenziali.

ROMA - Le regole messe a punto dal Financial Stability Forum per limitare l'indebitamento e i rischi... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Fsf saranno presentate oggi al G20. «Se si tratta di una banca, di un hedge fund o di un soggetto importante a livello sistemico dovrà sottostare alla supervisione» ha detto. «Ci attendiamo un sostegno da parte del G20 per un mandato istituzionale forte». Ma ha aggiunto di «non vedere al momento l'FSF come un'autorità di regolamentazione a livello globale»

I paradisi fiscali sono quei paesi che offrono condizioni fiscali particolarmente attraenti a ch... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: La questione dei paradisi fiscali è tornata sul tavolo del G20 perché, in questo momento di crisi dei mercati e di difficoltà per le economie globali, i governi mal sopportano fughe di capitali nei vari "paradisi" sparsi per il mondo. E' soprattutto in Europa che si è tronati a discutere del problema.

LONDRA - Con una Londra attraversata da migliaia di manifestanti infuriati, i leader dei due... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: dal padrone di casa del G20 Gordon Brown e dal presidente statunitense Barack Obama dovrà confrontarsi oggi con la prova dei fatti. Col risultato che il compromesso finale difficilmente potrà essere all'altezza delle aspettative. Obama, alla sua prima apparizione europea, si è detto "assolutamente fiducioso" che la riunione riuscirà a sanare le divergenze tra i paesi partecipanti,

Berlino - C'è bisogno di una sorta di Nazioni Unite anche per l'economia . N... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Ma riusciranno i Paesi del G20 ad accordarsi su di un piano d'azione comune? «Il G20 è sicuramente meglio di un G8 ma le differenze e gli interessi tra i vari Paesi che lo compongono sono ancora troppo distanti. Sarebbe già tanto se il vertice riuscisse a dare più fiducia e credibilità ad un'economia di mercato ingiustamente screditata.

LONDRA - Tra la richiesta di nuove e immediate regole per i mercati finanziari di fr... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: «Il G20 potrà fare qualcosa - spiegava ieri pomeriggio Berlusconi poco prima di lasciare l'hotel Claridge per Buckingam palace - potrà prendere «qualche decisione opportuna e immediata, ma è al G8 che si pensa che verrà redatto il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici del mondo».

dal nostro corrispondente NEW YORK - Per mesi, durante la campagna elettorale, uno de... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: ha tenuto alla vigilia del summit del G20 a Londra. Plauso ha riscosso soprattutto l'accordo stipulato con il collega russo Dmitri Medvedev per la ripresa dei negoziati per la riduzione degli arsenali strategici nucleari. «Importante», «significativa», sono stati i commenti a caldo degli esperti, davanti alla decisione dei due giovani presidenti - Medvedev ha 43 anni e Obama 46 -

Preso atto dei mutati rapporti di forza economica e politica dei diversi Paesi, si dovrebbe ... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: auspicabile che dal G20 esca anche la volontà di correggere attraverso adeguati interventi cooperativi i costi della crisi economica per i nuovi disoccupati e più in generale per la parte più povera della popolazione del pianeta. Una risposta adeguata alle sfide sopra indicate non è facile da conseguire perché non vi è più un Paese leader capace di offrire una soluzione condivisa.

C'È UNA tendenza negli ambienti internazionali a considerare "superato" il G... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: e naturalmente di un G20. Sono "formati" si argomenta dai più rappresentativi sotto il profilo economico, demografico, di "civiltà", perché, ad esempio, includono l'Africa e grandi Paesi (come l'Indonesia) a maggioranza musulmana. Tuttavia, una cosa è il numero, altra cosa il metodo in base al quale il G8 lavora.

Benjamin Netanyahu e il suo ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, non hanno atteso molto... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Un diplomatico americano al seguito di Barack Obama, a Londra per il vertice G20, non ha voluto commentare direttamente le parole di Lieberman ma ha insistito che per Washington «la soluzione offerta di due Stati, israeliani e palestinesi che convivono fianco a fianco in pace e sicurezza, è negli interessi nostri e della regione».

Proteste e scontri nel cuore di Londra C'è già un morto tra i manifestanti ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: è già un morto tra i manifestanti di Redazione Decine di cariche della polizia e 32 arresti alla vigilia del G20. Undici finiti in carcere indossano falkse divise della polizia. Irruzione nella Royal Bank of Scotland. Il terrore dei dirigenti sotto assedio: "Ci accusano della crisi e ci odiano" Londra - Qualcuno ha già paragonato il G20 di Londra al G8 di Genova nel 2001.

Scia di sangue in Russia: ucciso un altro giornalista Sergei Protazanov, 40 anni, denunciava brogli elettorali e affari poco chiari sul quotidiano di un sobborgo di Mosca ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Se sia inaccettabile anche per le autorità, lo dimostreranno le prossime azioni di Medvedev e Putin. Quel che è certo è che nei giorni del G20 l'immagine della Russia si appanni di nuovo. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

La caccia al ricco è... ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: In occasione del G20 va in onda la ribellione contro il management e l?investment banking, ma non c?è molta differenza, nelle facce e nei comportamenti, rispetto alle manifestazioni no-global che si ripetono da oltre un decennio. Il minimo comun denominatore è quello della violenza.

G20 a rischio flop, Obama in... ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: 02 pagina 2 G20 a rischio flop, Obama in difficoltà ora cerca l'appoggio di russi e cinesi di Marcello Foa Il presidente americano minimizza i contrasti con l'Europa: «Sulla crisi c'è consenso» Intesa con Medvedev sul nucleare. In programma viaggi a Pechino e Mosca Una nuova era nei rapporti con Mosca, ma soprattutto una nuova America,

Sarkozy-Merkel, asse anti Washington ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: gli affondi di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel agitano la vigilia del summit londinese del G20. Davanti a una folla di giornalisti stipata in una sala del Berkeley Hotel, e con le bandiere francese, tedesca ed europea alle spalle, il presidente e la cancelliera mettono in guardia dai «falsi compromessi». «Sulle regole della finanza non si tratta», afferma Sarkozy con durezza.

No-global scatenati, e c'è... ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Oggi il bis di Lorenzo Amuso LondraC'è anche un morto nella convulsa vigilia del G20 a Londra dove gli scontri hanno scosso la città per tutto il giorno. A tarda notte era ancora incerto come abbia perso la vita un uomo, probabilmente uno dei manifestanti, crollato a terra in una strada della City nelle vicinanze della Banca d'Inghilterra.

Si chiama politica la ricetta contro la... ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: La risposta del G20 deve, allora, essere globale e legata più alle esigenze di miliardi di cittadini del mondo poveri da sempre o che stanno scivolando verso nuove povertà di massa e molto meno alla potenza seducente di una finanza deviata e in molti casi corrotta.

Vittima numero 48 nel mondo dei media ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: il G20 a Londra) per screditare il Cremlino agli occhi del mondo». «Chiediamo alle istituzioni europee, ai partiti e alle associazioni - conclude il comunicato - di astenersi da nuovi cordogli, condanne e inutili lavaggi di mani, che non trovano mai traduzione concreta nell'atteggiamento tenuto nei confronti della politica autoritaria della Federazione russa.

G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra.

Proteste e scontri nel cuore di... ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: è già un morto tra i manifestanti di Redazione Decine di cariche della polizia e 32 arresti alla vigilia del G20. Undici finiti in carcere indossano false divise della polizia. Irruzione nella Royal Bank of Scotland. Il terrore dei dirigenti sotto assedio: "Ci accusano della crisi e ci odiano" Londra - Qualcuno ha già paragonato il G20 di Londra al G8 di Genova nel 2001.

Proteste e scontri nel cuore di Londra Un morto tra i manifestanti: malore ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: malore di Redazione Decine di cariche della polizia e 32 arresti alla vigilia del G20. Undici finiti in carcere indossano false divise della polizia. Irruzione nella Royal Bank of Scotland. Il terrore dei dirigenti sotto assedio: "Ci accusano della crisi e ci odiano" Londra - Qualcuno ha già paragonato il G20 di Londra al G8 di Genova nel 2001.

Seul agli Usa: rappresaglie se toccate il satellite ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Obama e Lee Myung-bak si sono incontrati oggi a margine del vertice del G20 sull?economia mondiale. L?ufficio del presidente sudcoreano ha diramato un comunicato dopo l?incontro tra Obama e Lee spiegando che hanno raggiunto un accordo "per lavorare insieme in vista di una reazione congiunta al lancio". La Corea del Nord ha annunciato l?

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20: «Qualche decisione sarà presa, ma solo alla Maddalena verrà redatto il nuovo codice per economia e finanza». Il dispiacere per la morte del giovane manifestante: «Ma questi vertici sono indispensabili» nostro inviato a Londra È quasi mezzanotte e mezzo quando Silvio Berlusconi rientra all'Hotel Claridge's dopo la cena a Downing Street con gli altri leader del G20 e la notizia

Hedge sorvegliati speciali dal Fmi">G20, Sarkò: "E' necessario cooperare" Hedge sorvegliati speciali dal Fmi ( da "Affari Italiani (Online)" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: > G20/ Sarkò: "E' necessario cooperare". Hedge sorvegliati speciali dal Fmi Giovedí 02.04.2009 10:16 Parti più concilianti nel giorno dell'apertura del G20 a Londra. ''Di fronte a una sfida di tale entità, la cooperazione non è una scelta, ma una necessita''', ha affermato infatti il presidente francese Nicolas Sarkozy.

Borse Ue toniche. Costo del denaro verso l'1% ( da "Affari Italiani (Online)" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Mentre a Londra è in corso il G20 che dovrà mettere mano anche alle regole sulla finanza internazionale, le Borse europee aprono toniche. L'indice Ftse di Londra guadagna il 2,50% a 4.054,35 punti. Il Cac 40 di Parigi avanza del 2,01% a 2.896,67 punti e il Dax tedesco segna un +1,03% a 4.

Foto">Scontri a Londra, un morto tra i manifestanti. Foto ( da "Affari Italiani (Online)" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20/ Scontri a Londra, un morto. Si temono nuovi incidenti Giovedí 02.04.2009 09:51 E' morto per cause naturali, l'uomo trovato senza vita ieri durante le manifestazioni di protesta e gli scontri a margine del vertice del G20 a Londra. E per oggi la polizia teme nuovi incidenti.

Foto">Scontri a Londra, un morto tra i manifestanti. Foto pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20/ Scontri a Londra, un morto. Si temono nuovi incidenti Giovedí 02.04.2009 09:51 GLI OSPITI. Fra le ospiti, anche se si attende ancora conferma, la moglie del presidente russo, Svetlana Medvedeva, amante della vita mondana, delle belle arti e della moda nazionale.

Foto">Scontri a Londra, un morto tra i manifestanti. Foto pag.2 ( da "Affari Italiani (Online)" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: G20/ Scontri a Londra, un morto. Menù low cost per i Grandi Giovedí 02.04.2009 09:51 Per i vegetariani polpette di patata accompagnate con sedano di montagna. Il menù è stato organizzato da Jamie Oliver, chef molto noto nel Regno Unito per aver rivoluzionato i pasti che servono agli alunni delle scuole,

Black list dei paradisi fiscali: niente intesa tra i 20 leader ( da "Corriere.it" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: è arrivato al centro Excel nella zona dei Docklands a Londra, dove oggi si svolge il vertice dei G20 sulla crisi economica. Berlusconi è stato accolto dal padrone di casa, il premier britannico Gordon Brown, al quale ha consegnato un articolo dalla sua rassegna stampa. Dopo la foto di rito, i due si sono salutati con un «ciao ciao» in italiano.

La prime à la casse crée un rebond en trompe-l' il du marché automobile ( da "Monde, Le" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: il du marché automobile Cadrage Régulation de la finance : ce que va proposer le G20 Les faits Airbus Allemagne reconnaît à son tour avoir espionné ses salariés Reportage Ambiance mouvementée au congrès de la FNSEA Mais si le bonus-malus et la prime à la casse permettent aux constructeurs de passer le creux conjoncturel actuel, le contrecoup risque d'être violent.

Envoyez vos photos du sommet de l'OTAN ( da "Monde, Le" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Obama aura lieu à Strasbourg Décryptage G20, OTAN : le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy CONDITIONS Pour nous envoyer vos témoignages, merci de vous conformer à ces quelques conditions techniques : Textes - Vos témoignages écrits doivent comporter 1 500 signes maximum (espaces compris) Photos - 5 photos maximum par envoi.

Le constructeur français de bateaux Bénéteau prépare un plan social ( da "Monde, Le" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: ce que va proposer le G20 Les faits Airbus Allemagne reconnaît à son tour avoir espionné ses salariés Reportage Ambiance mouvementée au congrès de la FNSEA Fin janvier le constructeur naval tablait sur une chute de "30 à 40 %" de son chiffre d'affaires sur l'exercice 2008-2009 après avoir annoncé une chute de 48 % de son chiffre d'affaires au premier trimestre (

Des mesures visant à encadrer les rémunérations des traders ( da "Monde, Le" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: ce que va proposer le G20 Compte rendu Le G20 entaché par la mort d'un manifestant Cadrage Les principaux enjeux du G20 Portfolio G20 : les banquiers, cibles des manifestants à Londres Infographie G20 : les pays qui participent au sommet Edition abonnés Thématique : Les enjeux du G20 En dépit des réticences exprimées par les pays émergents,

Bataille sur la liste des paradis fiscaux ( da "Monde, Le" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Les dirigeants du G20 n'avaient pas décidé, jeudi matin, s'ils publieraient le nom des paradis fiscaux qui refusent d'échanger des informations avec le fisc ou la justice. La veille, Nicolas Sarkozy avait exigé qu'une telle liste soit publiée "tout de suite ou dans quelques jours".

Le G20 veut renforcer les moyens et les pouvoirs des institutions internationales ( da "Monde, Le" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: Le G20 demande d'accélérer la discussion et veut que la réforme des droits de vote y soit achevée d'ici au printemps 2011. Pékin aurait souhaité un engagement précis sur ce sujet. Le G20 veut donner au FMI la capacité de prévenir les crises. Actuellement, il intervient tard dans les cas désespérés, comme il l'a fait pour l'

Le G20 entaché par la mort d'un manifestant ( da "Monde, Le" del 02-04-2009)
Argomenti: G 20

Abstract: ce que va proposer le G20 Compte rendu Le G20 entaché par la mort d'un manifestant Cadrage Les principaux enjeux du G20 Portfolio G20 : les banquiers, cibles des manifestants à Londres Infographie G20 : les pays qui participent au sommet Edition abonnés Thématique : Les enjeux du G20 La police indique l'avoir découvert dans une rue près de la Banque d'


Articoli

G20, questi i partecipanti (sezione: G20)

( da "Corriere.it" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Il vertice di Londra di giovedì G20, questi i partecipanti Due gli italiani presenti: il premier Berlusconi e Mario Draghi, presidente del Financial Stability Forum I partecipanti al G20 di Londra di giovedì ARABIA SAUDITA: re Abdallah ARGENTINA: presidente Cristina Kirchner AUSTRALIA: primo ministro Kevin Rudd BRASILE: presidente Luiz Inacio Lula da Silva CANADA: premier Stephen Harper CINA: presidente Hu Jintao COREA DEL SUD: presidente Lee Myung-Bak FRANCIA: presidente Nicolas Sarkozy GERMANIA: cancelliere Angela Merkel GIAPPONE: premier Taro Aso GRAN BRETAGNA: primo ministro Gordon Brown INDIA: primo ministro Manmohan Singh INDONESIA: presidente Susilo Bambang Yudhoyono ITALIA: presidente del Consiglio Silvio Berlusconi MESSICO: presidente Felipe Calderon RUSSIA: presidente Dmitri Medvedev STATI UNITI: presidente Barack Obama SUDAFRICA: presidente Kgalema Motlanthe TURCHIA: primo ministro Recep Tayyip Erdogan UNIONE EUROPEA: Mirek Topolanek, premier della Repubblica Ceca e presidente di turno dell'Ue. José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea Partecipano inoltre: SPAGNA: primo ministro José Luis Rodriguez Zapatero OLANDA: primo ministro Jan Peter Balkenende ASEAN: Abhisit Vejjajiva, premier della Thailandia e presidente di turno dell'Asean BANCA MONDIALE: il presidente Robert Zoellick FONDO MONETARIO INTERNAIONALE: il direttore generale Dominique Strauss-Kahn FINANCIAL STABILITY FORUM: il presidente Mario Draghi WTO (Organizzazione mondiale del commercio): il direttore generale Pascal Lamy ONU: il segretario generale Ban Ki-moon NEPAD: (Nuova partenariato per lo sviluppo dell'Africa: Meles Zenawi, primo ministro dell'Etiopia e presidente di turno del Nepad UNIONE AFRICANA: il presidente della commissione Jean Ping stampa |

Torna all'inizio


quel solco tra usa e europa - federico rampini (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 1 - Prima Pagina QUEL SOLCO TRA USA E EUROPA FEDERICO RAMPINI I leader del G20 devono rappezzare una finta concordia e un comunicato comune se vogliono evitare il panico sui mercati. Ma alla fine conta tutto ciò che manca in questo vertice. SEGUE A PAGINA 28

Torna all'inizio


assalto al g20, muore un manifestante (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 1 - Prima Pagina I grandi divisi sulla crisi: Sarkozy e Merkel contro Obama, che vede Medvedev e Hu Jintao. Verso un nuovo trattato sulle armi nucleari Assalto al G20, muore un manifestante Cortei e scontri a Londra: 32 fermati, un poliziotto ferito SEGUE A PAGINA 6

Torna all'inizio


"trascurata l'europa dell'est - andrea tarquini (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 8 - Esteri Parla il premier ceco Topolanek presidente di turno della Ue: ci sono troppe barriere economiche e mentali tra di noi e la politica Usa non aiuta "Trascurata l´Europa dell´Est rischiamo un nuovo Muro" La crisi di governo a Praga non deve preoccupare Bruxelles Anche l´Italia negli anni passati ha cambiato premier senza influire sulla presidenza di turno ANDREA TARQUINI DAL NOSTRO INVIATO PRAGA - «Impariamo a capirci meglio, altrimenti sullo sfondo della crisi internazionale un nuovo Muro, il Muro dell´incomprensione, del sospetto, della diffidenza reciproci, sorgerà e tornerà a dividere l´Europa. E i vincitori non saranno né l´Ovest né l´Est della Ue, ma solo i nazionalismi, la xenofobia, la diffidenza verso la democrazia e l´ideale di Europa». Così dice a Repubblica il presidente di turno dell´Unione europea, il premier liberalconservatore cèco, Mirek Topolanek. Signor primo ministro, la crisi politica a Praga, presidente di turno Ue, non le sembra un grave problema per l´Europa? «Trovo divertente che la domanda venga da un giornalista italiano: spesso da voi i governi duravano al massimo una stagione. E nella Ue ciò non ha mai creato problemi. Regoleremo la situazione nell´ambito della democrazia. Non è una situazione felice ma non avrà influenze sulla presidenza Ue». Ma nel resto della Ue la preoccupazione è forte. «Certo, su questo non ho certezze assolute. L´opposizione è stata irresponsabile a causare la crisi nel mezzo della presidenza di turno cèca. Non ha reso un buon servigio agli altri paesi piccoli e medi della Ue. Perché i paesi maggiori ricevono un nuovo argomento contro il sistema di rotazione». Lei è sicuro di restare premier fino alla fine del semestre? «Penso sia improbabile. Ma non è il problema più serio». Ma non la allarma il timore che l´Est diventi il nuovo focolaio d´instabilità della crisi economica internazionale? «Questa è una grossa menzogna. L´epicentro della crisi internazionale sono gli Usa. La crisi finanziaria ed economica colpisce alcuni paesi di più, e altri di meno, sia tra i vecchi che tra i nuovi membri Ue. Noi al contrario dell´Italia non abbiamo dovuto investire un soldo per salvare le banche. Vedo uno sforzo di trasferire gli effetti della crisi altrove dalle sue origini. Il pregiudizio contro l´Est è totalmente scorretto». Vent´anni dopo la caduta del Muro, non teme un nuovo muro nelle teste, un muro di diffidenza, sfiducia verso le idee costitutive della democrazia e dell´Europa? «Non a caso lo slogan della presidenza cèca della Ue è `Europa senza barriere´. Non si tratta solo delle barriere nel mercato unico, ma delle barriere mentali. La crisi è molteplice: finanziaria, energetica, economica. E´uno dei maggiori test che da decenni per la Ue e il progetto europeo». Teme cioè per il futuro dell´idea di Europa? ««Sì. L´Europa può andare avanti solo senza nuove barriere interne. I Consigli europei hanno detto chiari no al protezionismo e al nazionalismo economico. Ma la crisi ha indebolito l´entusiasmo europeo: xenofobia, nazionalismo, problemi sociali montano. Affrontarli insieme è una priorità». Il vertice Ue-Obama sarà un fallimento? «Non è vero. Vedrò Obama tre volte nei prossimi giorni: al G20, al vertice Nato, e qui a Praga dove la nuova amministrazione si presenterà alla Ue. Verificheremo i livelli di consenso Non temo scontri al vertice». Ma allora perché ha criticato la politica economica di Obama? «Insensato! Ho solo espresso la mia preoccupazione per un possibile trend protezionista Usa accoppiato a incentivi fiscali. La Ue posa su pilastri precisi: riforme strutturali, apertura, liberalizzazione dei mercati mondiali, regulation, misure fiscali. Le discussioni al G20 saranno accese. Se l´economia Usa non riparte non c´è uscita dalla crisi». Bce e fondo monetario sono in allarme per il centro-est europeo. «Spero che si preoccupino anche della situazione dell´Italia. Ogni paese in difficoltà va aiutato». (Ha collaborato Petr Pisa)

Torna all'inizio


obama per il disarmo atomico chiede l'aiuto di russia e cina - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 8 - Esteri Le colpe della recessione Il lancio del missile coreano Obama per il disarmo atomico chiede l´aiuto di Russia e Cina E dopo una giornata di vertici il presidente Usa regala un iPod alla Regina La diplomazia A questo punto, più che discutere su chi sia colpevole della crisi economica globale preferisco cercare di risolvere il problema, guardare avanti e non indietro Il lancio del nuovo missile da parte della Corea del Nord, se avverrà, sarà una provocazione, una violazione delle risoluzioni dell´Onu e un attentato alla stabilità e alla sicurezza della regione (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) DAL NOSTRO INVIATO mario calabresi Poi è entrato a Buckingham Palace e si è rilassato, tanto che alla Regina ha regalato un i-pod carico di immagini e canzoni. La prima giornata del viaggio europeo di Barack Obama è stata micidiale: tre faccia a faccia internazionali, una conferenza stampa, un tè con Elisabetta II e il principe Filippo, un incontro di cortesia con il leader dell´opposizione David Cameron (probabile prossimo primo ministro britannico) e la cena a Downing Street con i leader del G20. Un totale di 14 ore e 30 minuti di colloqui e riunioni, in un giorno in cui gli incubi nucleari del passato, del presente e del futuro si sono mescolati: prima Obama ha lanciato insieme al presidente russo Medvedev un nuovo negoziato sulla riduzione delle armi strategiche (i missili intercontinentali a testata atomica), la cui prima versione era stata firmata quando lui ancora studiava legge ad Harvard. Si deve essere ricordato di quella visita nel 2005 al sito nucleare russo di Perm, la sua prima missione da neoeletto senatore al seguito del più esperto Richard Lugar, quando imparò che la diplomazia è pazienza: i russi li fecero aspettare per molte ore chiusi in una piccola stanzetta, ma Obama non si scompose e si mise a dormire sul divano. Dopo aver scongelato i rapporti con Mosca e aver tolto dal tavolo lo scudo antimissile amato da Bush, ha usato il faccia a faccia con il presidente cinese Hu Jintao per avvertire la Corea del Nord che considererà l´annunciato lancio del nuovo missile Taepodong 2, capace di raggiungere le Hawaii e l´Alaska, «una provocazione, una violazione delle risoluzioni dell´Onu e un attentato alla stabilità e alla sicurezza della regione». Infine ha usato il suo primo incontro con il leader russo e la decisione di lavorare per smontare quello che resta della Guerra Fredda (l´idea è di ridurre le testate strategiche da 2.200 a 1.500) come strumento di pressione sull´Iran. Il ragionamento del presidente americano si potrebbe sintetizzare così: mentre noi lavoriamo per chiudere la corsa agli armamenti del passato, non possiamo far partire una nuova gara atomica nel mondo islamico. Il presidente americano non solo teme un Iran nucleare ma sa anche che l´Arabia Saudita e l´Egitto sarebbero pronte a seguire la stessa strada, cercando di opporre un´atomica sunnita a quella sciita di cui cerca di dotarsi Teheran. Tutto in una giornata cominciata con le minacce di Sarkozy di boicottare il G20 - che hanno fatto sorridere Obama in conferenza stampa - e l´accusa all´America di aver infettato l´economia e la finanza mondiali. «Alcuni sono colpevoli ma tutti sono responsabili», ha replicato il presidente americano ai giornalisti inglesi, citando la frase preferita del suo professore alla scuola di legge, per aggiungere: «A questo punto più che di discutere su chi sia colpevole preferisco cercare di risolvere il problema, guardare avanti e non indietro». E poi ha ricordato a quegli europei che si mostrano scettici sulla sua ricetta keynesiana di rilancio dell´occupazione e dei consumi che «se la crescita ripartirà, il motore non potrà essere solo l´America». Non bastasse, Obama ha anche discusso di Tibet e Sudan con i cinesi, sottolineando che le organizzazioni non governative devono poter intervenire nell´emergenza umanitaria; e ha accettato l´invito di andare a Pechino in autunno e a Mosca a luglio. Chiedergli di rispettare l´etichetta degli inglesi in una giornata così sarebbe stato troppo: così, durante la conferenza stampa con Brown, si è fatto passare una bottiglia d´acqua e l´ha bevuta a canna, poi a Buckingham Palace è andato a salutare il principe Filippo senza aspettare - come prevede il galateo - che il Duca di Edimburgo gli allungasse la mano. Ma se si fosse fatto ingabbiare dalle formalità non sarebbe stato l´Obama che ha vinto le elezioni promettendo il cambiamento, un mondo meno burocratico e diviso. Lo ha voluto dimostrare in ogni momento, non solo è il presidente americano che rilancia l´amicizia con i russi, che discute con i cinesi e apre al dialogo con l´Iran, ma anche quello che non fa regali costosi con i soldi dei contribuenti. I tabloid inglesi poche settimane fa si erano scandalizzati quando Obama aveva omaggiato Gordon Brown, in visita a Washington, soltanto con un confanetto di 45 dvd con il meglio del cinema americano. Per di più, visti i diversi sistemi televisivi, si è scoperto che non si potevano vedere in Inghilterra, ma i tecnici di Downing Street, per evitare l´incidente diplomatico, hanno annunciato di aver fatto una modifica al lettore cd del premier britannico. Il presidente americano non se ne è curato, e rivolgendosi alla sovrana come fosse in visita da una cara vecchia zia le ha regalato un i-pod caricato con spezzoni di video della visita di sua maestà negli Stati Uniti nel 2007 e con vecchie canzoni americane. Elisabetta II, che ha 82 anni, non si è però stupita, visto che possiede un vecchio i-pod da 4 anni, da quando su suggerimento del figlio Andrea se lo fece comprare all´Apple Store di Regent Street. Lei invece ha seguito la tradizione, e ha donato a Michelle e Barack una foto con autografo sua e del principe Filippo in una cornice d´argento. L´unico cruccio di Obama deve essere quello di non aver visto nulla di Londra, di essere stato blindato nella residenza di Winfield House, circondato dal più grande parco privato di Londra: 49mila metri quadrati di giardino. Dalle finestre della villa si può vedere una grande cupola dorata, quella della Moschea Centrale di Londra, che dista meno di 200 metri. In mezzo, barriere, piloni di cemento e centinaia di poliziotti. E pensare che solo quattro anni fa, dopo una visita con una delegazione di senatori a Tony Blair, Obama uscì da Downing Street da solo, a piedi, e se ne andò a cena con la sorella più grande, a cui raccontò orgoglioso che l´avevano lasciato sedere nella poltrona di Winston Churchill.

Torna all'inizio


asse sarkozy-merkel contro gli usa "qui e ora nuove regole sulla finanza" - enrico franceschini (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 6 - Economia Asse Sarkozy-Merkel contro gli Usa "Qui e ora nuove regole sulla finanza" G20 ad alta tensione. Obama: ognuno faccia la propria parte L´economia Il vertice dei Grandi è iniziato con il ricevimento dalla regina e la cena a Downing Street ENRICO FRANCESCHINI dal nostro corrispondente loNDRA - Si chiama summit del Gruppo dei 20, ma a cena a Downing Street, ieri sera, i posti a tavola erano 29, senza contare quelli per le signore in una sala separata, e la disposizione è importante: Barack Obama sedeva accanto ad Angela Merkel, forse nella speranza che il salmone scozzese (quello del menù, non Gordon Brown) facesse fare la pace ai due litiganti, magari coadiuvato da Silvio Berlusconi, che gli stava di fronte; mentre dell´altro «dissidente», il presidente francese Nicolas Sarkozy, si occupava il premier britannico padrone di casa, lavorandolo al fianco insieme al presidente cinese Hu Jintao. La diplomazia delle poltrone, una volta tanto, potrebbe essere decisiva: perché il G20 iniziato ieri con il ricevimento a Buckingham Palace offerto dalla regina Elisabetta appare seriamente spaccato. Da un parte il vecchio asse franco-tedesco, che esige massima regulation sui mercati finanziari e respinge nuove misure per stimolare l´economia, ossia nuovi pacchetti di aiuti pubblici che indebitino governi e contribuenti; dall´altra i tradizionali alleati, America e Regno Unito, più il Giappone, che preferirebbero il contrario. Di solito i leader arrivano ai vertici internazionali quando tutto è stato già deciso dal lavoro preparatorio dei cosiddetti sherpa. Ma questa volta non è così. Nel carosello di colloqui bilaterali che ha riempito la giornata di ieri, mentre dalla City arrivava l´eco della battaglia tra dimostranti anti-capitalismo e polizia, il dissenso emerso alla vigilia è stato riconfermato, nonostante gli sforzi di Brown e di Obama di gettare acqua sul fuoco. «Il comunicato finale deve delineare con passi concreti la nuova architettura dei mercati finanziari», ossia di una nuova severa regulation, «e i paesi che non mantengono gli accordi vanno sbugiardati», ha tuonato Angela Merkel dopo il suo incontro con Sarkozy. Il quale, forse piccato di passare in secondo piano a causa della presenza della «stella» Obama, ha addirittura alzato il tono rispetto alla già ventilata minaccia di andarsene prima della fine: «Francia e Germania parleranno con una voce sola. Vogliamo risultati concreti dal vertice. Vogliamo le basi di una nuova regulation finanziaria, e questo obiettivo non è negoziabile. Non mi associerò con un summit che finisca con un comunicato fatto di falsi compromessi». E ancora: «Al momento, l´accordo non c´è. La conversazione prosegue, ma i progetti presentati non vanno bene a Francia o Germania». Un fiume in piena. Ad arginarlo ci hanno provato, anch´essi dopo un incontro a due, Obama e Brown. «La verità è che si sta discutendo solo su questioni marginali. Comunque ognuno faccia la propria parte, lo stimolo alla crescita non può dipendere solo dagli Usa», ha detto il presidente americano. «Sulla sostanza non ci sono diverbi. E l´idea che alcuni di noi stiano opponendo resistenza a chi preme per imporre maggiori regole è fasulla». Gordon Brown ammette che raggiungere un accordo «non sarà semplice», ma si dice fiducioso di farcela. C´è da sperare che il salmone ai finocchi di mare e cavoli, seguito da spalla d´agnello con funghi e salsa alla menta, per finire con crostata calda con crema, tutti piatti preparati dal celebrity-chef Jamie Oliver con ingredienti britannici, non siano rimasti sullo stomaco dei commensali. Oggi dovranno consumare il summit vero e proprio, ed entro stasera sapremo se qualcuno l´ha trovato indigesto.

Torna all'inizio


dalla cina agli usa, valzer delle debolezze così i grandi cercano la ricetta della ripresa - andrea bonanni (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 6 - Economia Tutti i paesi del G20 si siedono al tavolo di Londra con problemi e obiettivi diversi Dalla Cina agli Usa, valzer delle debolezze così i Grandi cercano la ricetta della ripresa Scontro sulle colpe e sugli assetti di potere che usciranno alla fine della recessione ANDREA BONANNI DAL NOSTRO INVIATO LONDRA - Non sarà un summit facile. Lo ha detto a chiare lettere Nicholas Sarkozy. Lo ha lasciato capire Angela Merkel. Lo ha ammesso indirettamente perfino Barack Obama, che pure nella sua prima missione europea è ben determinato a mostrare il volto di un´America tornata sorridente, amichevole, all´occasione perfino umile nell´ascoltare e nel cercare di capire le esigenze degli altri. Ma non sono tanto le divergenze, pure importanti, che rendono difficile il colloqui tra i Grandi, quanto piuttosto l´impossibilità di trovare una ricetta che ponga fine alla crisi e riporti indietro le lancette dell´orologio a quegli anni di «sviluppo insostenibile», che però faceva comodo a tutti. Ben consapevoli di quanto sia impari il compito che li aspetta, i capi di governo reagiscono in modo diverso ma tutti con il medesimo obiettivo di nascondere la loro impotenza collettiva. C´è chi, come gli americani e i cinesi, cerca di abbassare le aspettative sui risultati, si sforza di accentuare i punti di accordo e di mettere la sordina ai dissidi. Ma intanto Cina e Stati Uniti, legati a doppio filo dal gigantesco problema del debito americano, hanno già stabilito un tavolo bilaterale di «Dialogo strategico ed economico» che costituisce forse l´embrione di un «G2» destinato a pilotare il Pianeta. E poi ci sono gli europei, Sarkozy e Merkel in prima linea, che invece cercano di alzare le aspettative, perché sanno benissimo che, con il G8 che non conta più nulla e con il G20 troppo affollato ed eterogeneo per decidere davvero le sorti del mondo, l´Europa rischia di essere marginalizzata dai tavoli dove si fanno le scelte veramente importanti. Infine c´è il contorno degli altri Paesi. C´è la Russia, che ha capito subito come gira il vento e spende il proprio peso militare, secondo solo a quello degli Usa, per impegnare Obama in una trattativa di disarmo bilaterale riaffermando così il ruolo di grande potenza mondiale che il crollo dei prezzi energetici le ha tolto. C´è il Giappone, nella non invidiabile situazione di una potenza economica che assomma i problemi di chi ha un debito pubblico in crescita esponenziale (come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna) e di chi ha un´economia basata su esportazioni ormai crollate ai minimi termini (come la Germania o la Cina). E ci sono gli altri, i paesi emergenti come il Brasile, l´India, la Turchia a cui la crisi sta tagliando sotto i piedi l´erba dei capitali internazionali che avevano finanziato e sostenuto la loro travolgente crescita economica. Otterranno da questo vertice un impegno a lottare contro il protezionismo. Ma la vera corda che li sta strangolando è il drenaggio dei canali di credito internazionale. I contrasti che arrivano a questo vertice dei Venti hanno almeno due piani di lettura. Quello più palese, e ormai ampiamente dibattuto, vede da una parte gli americani, che reclamano dagli altri più investimenti pubblici per tornare a far girare il motore dell´economia mondiale, ma che sono restii ad affidare ad organizzazioni internazionali la governance dei mercati finanziari globali le cui regole fino a ieri erano state decise a Wall Street in splendida solitudine. Dall´altra ci sono gli europei, che non vogliono spendere più di quanto hanno già fatto anche per non creare una ennesima bolla che renderebbe precaria pure la nuova ripresa economica, ma che reclamano a gran voce un set di regole internazionali condivise per governare i mercati finanziari. Ma parallelo a questo dibattito, che al vertice si risolverà come sempre con una buona dose di compromesso, c´è un altro contrasto che nasce dall´analisi delle presunte «colpe» della crisi e investe già gli assetti di potere che usciranno al termine della recessione. E´ la polemica tra i Paesi come l´America che, con l´enorme deficit della loro bilancia dei pagamenti, hanno alimentato la crescita forzosa ed illusoria di questi anni, e quelli come la Germania o la Cina, che hanno accumulato un enorme surplus di ricchezza traendo beneficio dall´indebitamento degli altri. E´ la riedizione in forma globale dell´eterno scontro tra le cicale e le formiche. Gli europei, con la notevole eccezione della Gran Bretagna, si identificano piuttosto con le formiche, considerano gli americani come i primi responsabili della crisi e trovano logico che siano loro a pagare il conto più salato e ad accettare quelle regole che finora si erano limitati ad imporre al resto del mondo. Dall´altra parte gli Usa rinfacciano all´Europa, alla Cina e al Giappone di essersi arricchiti sulla pelle e sui debiti dei consumatori americani. E reclamano da chi ha un forte surplus di bilancia dei pagamenti un adeguato contributo a far ripartire l´economia. Il nuovo ordine mondiale nascerà dalla soluzione di questo braccio di ferro. Ma è ancora presto per capire dove si troverà il punto di compromesso.

Torna all'inizio


berlusconi: le vere decisioni al g8 - claudio tito (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 7 - Economia Berlusconi: le vere decisioni al G8 Il premier punta sul "suo" summit. E intanto esplode il deficit italiano "Roma non ha chiesto un incontro bilaterale con il presidente Usa, è tutto chiaro" CLAUDIO TITO DAL NOSTRO INVIATO LONDRA - Derubricare il G20, trasferire tutto al G8 della Maddalena e comunque insistere sulla necessità di varare nuove regole. Silvio Berlusconi non è per niente convinto che il summit in corso a Londra debba e possa realizzare il suo ordine del giorno. Contemporaneamente annuncia che non avrà nessun faccia a faccia con il presidente americano, Barak Obama: «Non abbiamo chiesto un bilaterale - dice il presidente del Consiglio al suo arrivo nella capitale inglese - perché non ci sono argomenti nuovi su cui intrattenerci: abbiamo tutto chiaro». Eppure nei giorni scorsi la diplomazia italiana si era attivata per organizzare il primo incontro tra il Cavaliere e il successore di George Bush. Non è però escluso che a Palazzo Chigi provino a mettere a punto in extremis una riunione tra i due a Praga. Dove Obama e Berlusconi si rivedranno domenica prossima per il vertice Usa-Ue. Del resto la linea che Washington sta sostenendo al G20 non è sovrapponibile a quella dell´Italia. A Londra, è la previsione scettica del premier, «credo si adotterà qualche decisione immediata, ma è al G8 che si pensa che verrà redatto il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici mondiali». Prima dell´incontro con la Regina Elisabetta e la cena di lavoro con i 20 "grandi", il Cavaliere ricorda che «al G8 di luglio noi porteremo come nostra proposta il Global Standard e cioè una legislazione internazionale per il mondo della finanza e dell´economia. Quindi il G20 qualche cosa la comincerà a fare, ma è alla Maddalena che si pensa di redigere il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici del mondo». Nel giorno in cui da Roma arrivano segnali di peggioramento della crisi, con il deficit statale che a marzo è già arrivato a sfiorare i 30 miliardi (9 in più dell´anno scorso) soprattutto a causa del calo delle entrate, il governo italiano si avvicina alla linea franco-tedesca. I fronti su cui si sta discutendo riguardano rifinanziamento del Fondo monetario (gli Usa hanno chiesto un investimento per 750 miliardi), le nuove regole e gli stimoli all´economia. A Palazzo Chigi ripetono che «tutto si tiene». Ossia la richiesta americana può essere accolta se nel frattempo vengono introdotti nuovi controlli e soprattutto viene adottato il «social pact» per la «copertura sociale» di chi è in difficoltà (ad esempio chi perde il lavoro). «Saremo noi - è il refrain del Cavaliere - i veri innovatori e non la sinistra». Non è un caso che anche il ministro dell´Economia, Giulio Tremonti, abbia insistito molto sulla necessità di un intervento sulle norme che regolano i mercati: «E´ evidente che dobbiamo intervenire, non possiamo lasciare le cose così come stanno. Dobbiamo essere noi a innovare». «Tremonti è molto deciso e schierato sulla linea Sarkozy nel chiedere una riscrittura delle regole. Ieri sera, ad esempio, abbiamo parlato anche con il premier inglese Gordon Brown e l´impressione è che non vogliano cambiare nulla. Devo ammettere che i governi di destra si mostrano più risoluti nel reclamare nuove regole».

Torna all'inizio


quel solco tra usa e europa - (segue dalla prima pagina) (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 28 - Commenti QUEL SOLCO TRA USA E EUROPA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) L´assenza di una leadership riconosciuta. Di ricette condivise. Perfino di un´analisi comune della crisi. Obama misura i limiti della sua influenza sul resto del mondo. Ha un carisma universale paragonabile a John Kennedy. Ma la sua capacità di dettare l´agenda internazionale è ai livelli di Jimmy Carter, un minimo storico per l´America. Non solo deve fare i conti con il peso crescente della Cina; perfino l´Europa è ben più riottosa del previsto. Obama credeva di avere fatto abbastanza per soddisfare il Vecchio continente. Una settimana fa il suo segretario al Tesoro annunciava una riforma drastica dei controlli sui mercati finanziari: hedge fund e derivati finiranno sotto la stessa vigilanza che disciplina le banche tradizionali. La lotta ai paradisi fiscali ha avuto una svolta con la "profanazione" del segreto bancario svizzero da parte del fisco americano. Ancora prima di aver varcato la soglia dei 100 giorni Obama ha avviato lo smantellamento graduale di trent´anni di neoliberismo. In cambio si aspettava un gesto da parte dell´Europa: più risorse pubbliche da spendere per le manovre di rilancio della crescita. Invece l´asse Sarkozy-Merkel incalza Obama chiedendogli di più: in particolare un´authority globale per la regolazione dei mercati finanziari. è un´idea difficilmente accettabile per Obama e soprattutto per il Congresso di Washington, riluttante a qualsiasi passo che somigli ad una "cessione di sovranità". Ma si inserisce perfettamente nell´atmosfera di processo al capitalismo finanziario angloamericano. La Merkel e Sar-kozy sono gli interpreti moderati dello stesso risentimento che ha riempito di manifestanti le vie di Londra. In fondo è la stessa rivolta contro il modello anglosassone la ragione per cui l´Europa nega a Obama nuove iniezioni di spesa pubblica. La Merkel denuncia il rischio di una esplosione dei deficit foriera di futura inflazione. Una crisi provocata dall´eccesso di debito finanziario non si cura con altre overdose di indebitamento: è la linea della cancelliera che riscuote consensi in Europa. Le incomprensioni sono quasi incolmabili. Gli americani non misurano l´importanza del Welfare State europeo, che con le sue tanto deprecate "rigidità" attutisce l´impatto sociale della recessione: basta confrontare le cifre dei licenziamenti da una parte e dall´altra dell´Atlantico. D´altronde molti europei non sembrano convinti che il rischio di una Grande Depressione sia reale. Visti dagli Stati Uniti, dove quello scenario viene preso molto sul serio, certi nostri governanti ricordano l´incoscienza di Herbert Hoover nel 1929. La Cina può aspirare a un ruolo di arbitro. Per la portata della sua maximanovra di spesa pubblica (quasi 500 miliardi di euro) Hu Jintao è più in sintonia con Obama. D´altra parte i dirigenti cinesi condividono l´aspirazione europea a una riforma concertata delle regole della finanza. Vi aggiungono una richiesta così radicale da suonare quasi come una provocazione: la fine del ruolo del dollaro come valuta globale, per ridurne gli effetti destabilizzanti. Il ballon d´essai lanciato dal governatore della banca centrale cinese ci ricorda che dentro questo G-20 avvengono assestamenti sismici: il totale dei paesi rappresentati fa l´85% del Pil del pianeta, ma la parte dell´Occidente si rattrappisce a gran velocità. Certe divergenze sono quasi inconciliabili perché derivano da ruoli opposti nella divisione internazionale del lavoro. Da una parte ci sono paesi strutturalmente debitori che hanno usato la leva della finanza per colmare l´insufficienza di risparmio interno: Obama e Brown governano due di questi Stati. Dall´altra ci sono nazioni strutturalmente esportatrici che hanno accumulato attivi commerciali: Hu Jintao e la Merkel da questo punto di vista sono sullo stesso lato della barricata. Lo scontro fondamentale verte su come andranno ripartiti i sacrifici per uscire dalla Grande Recessione. Con quali livelli di tassazione delle generazioni attuali e future. Con quali scappatoie di "consolidamento dei debiti" attraverso svalutazioni e inflazioni. I leader riuniti al summit odierno faranno di tutto per evitare che le apparenze ricordino il precedente storico più infausto: la conferenza di Londra del 1933, finita con un clamoroso fallimento, proprio mentre il mondo si avvitava nella Grande Depressione. è utile rievocare anche il seguito. Tra i paesi più efficaci nel combattere la disoccupazione di massa si segnalò la Germania di Hitler. Oggi non c´è un Hitler all´orizzonte; ma un modello di capitalismo illiberale e autoritario, la Cina, sta usando questa recessione per rafforzare la sua influenza mondiale. è un paese che ha il vantaggio di saper mobilitare investimenti statali a una velocità ineguagliabile. Sarebbe anche la sede ideale di un prossimo G20, se lo si preferisce senza no global e senza vetrine infrante.

Torna all'inizio


nonviolenti, in casa o in piazza arriva il mediatore di conflitti - michela bompani (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina XIII - Genova Spuntano sempre nuove forme di protesta All´Università di Genova ora si insegna come trovare delle soluzioni condivise Nonviolenti, in casa o in piazza Arriva il mediatore di conflitti MICHELA BOMPANI Dai comitati antigronda agli scontri con il capoufficio, dalle liti in famiglia alle manifestazioni antimoschea agli scontri di piazza, come quelli, ieri, a Londra per il G20: gestire il conflitto si può e si impara all´Università di Genova, con il nuovo master post-universitario (si accede dopo la laurea specialistica) in "Gestione e trasformazione dei conflitti", finanziato dalla Regione e frutto della collaborazione delle facoltà di Scienze della Formazione e Giurisprudenza. Il corso comincia dalla marea di comitati "contro" che stanno germinando in tutta la città e spesso mettono sotto scacco la pubblica amministrazione. E svela perché i "vecchi" metodi di protesta, come i cortei, non funzionino più. «Per uscire dall´impasse, gli enti italiani devono guardare all´Europa: istituire un ufficio di mediazione del conflitto, questo è il futuro e forse la salvezza dell´amministrazione pubblica», spiega Mauro Palumbo, presidente del master, e non a caso il Comune di Genova è nell´elenco dei molti enti e aziende (come Caritas, comunità di Sant´Egidio, centro studi Medì) che offriranno possibilità di stage o impiego agli studenti. «Vogliamo creare la figura del mediatore sul territorio - spiega Carlo Schenone, docente del master di "Teoria e pratica della nonviolenza - non esiste ancora in Italia, ma in molti paesi europei sì. Lavora organizzando processi di partecipazione veri, conosce e analizza il territorio, sa mediare tra i vari interessi trovando soluzioni partecipate». Palumbo spiega come si sia arrivati a questa germinazione inarrestabile del "comitatismo": «Una volta la mediazione era affidata alla politica, oggi non vale più. Esisteva anche allora il conflitto, ma si smorzava nelle Acli, nelle sezioni dei partiti, nei circoli, nelle associazioni, oggi tutto questo mondo non esiste più, lo scontro con le istituzioni è immediato e frontale». Come è accaduto al Comune di Genova, sulla gronda. Palumbo spiega come sia caduto nella trappola della sindrome "Dad", decisione, annuncio, difesa: l´amministrazione decide, poi fa l´annuncio - e i cittadini immediatamente si rivoltano - poi si deve difendere. «Abbiamo nuove forme di democrazie diretta - spiega - dobbiamo però imparare a gestirne le regole». E questo vale per i conflitti interetnici (striscianti) in quartieri della città, giù giù fino ai conflitti all´interno della famiglia. Una decina di docenti (selezionati tra i luminari della materia, in Italia e all´estero), stage in Europa, una prima sessione teorica, interrotta da un workshop in aziende o enti, e poi una seconda tranche di corso nuovamente in aula, a Genova e in viaggio: il master genovese mutua e supera l´esperienza dell´Università di Pisa, con il corso di laurea in Scienze per la pace. Durerà un anno, è gratuito, il corso concede sessanta crediti e il bando sta per essere pubblicato (per ogni informazione: infoperform. unige. it). «I conflitti sono profondamente cambiati negli ultimi tempi - analizza Schenone - negli anni Ottanta un corteo di 300.000 persone veniva considerato dalla controparte e rispettato anche a livello simbolico. Adesso non c´è più possibilità dello scontro reale: il corteo, lo stesso sciopero non scalfiscono neppure più il datore di lavoro». Schenone al master traccerà la storia della protesta non-violenta da Gandhi a Rosa Luxemburg fino al nuovo fronte della lotta dei lavoratori, con i sequestri pacifici di manager e dirigenti, in Francia. Nella storia dei conflitti, un punto di svolta è stato il G8 di Genova: «L´acme della mobilitazione pacifica, ma se non fosse successo quello che è successo, la storia delle proteste sarebbe stata diversa e forse, oggi, non saremmo davanti alla crisi di quei modelli perché gestire il conflitto non significa evitarlo, ma affrontarlo con metodo non violento». SEGUE A PAGINA VIII

Torna all'inizio


assalto alla city, muore un dimostrante - enrico franceschini (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 10 - Esteri Assalto alla City, muore un dimostrante Guerriglia tra cinquemila no-global e polizia: 32 fermati, ferito un agente Le proteste "Il capitalismo non funziona" è lo slogan più gettonato dai manifestanti ENRICO FRANCESCHINI dal nostro corrispondente londra - «Queste sono le nostre strade!», grida uno. «Queste sono le nostre banche!», si sgola un altro. «Questa è la nostra rivoluzione!», proclama un terzo. Calano il fazzoletto sul volto, e parte l´attacco alla City di Londra, cuore del capitalismo: ma, probabilmente durante gli scontri con la polizia, muore un manifestante raccolto per strada senza vita da un´ambulanza, mentre un agente rimane ferito. Nel pomeriggio è battaglia: un bombardamento di ortaggi, uova e proiettili di vernice fa ondeggiare i cordoni della polizia davanti alla Banca d´Inghilterra, permettendo a un drappello di giovani vestiti di nero, forse anarchici, forse black bloc, di penetrare su Threadneedle street, dove subito una scarica di mattoni sfonda una vetrata all´ingresso della Royal Bank of Scotland, la banca con venti miliardi di sterline di debiti, salvata dalla nazionalizzazione e diventata il simbolo dei bonus milionari ai banchieri, degli sprechi, della cultura del rischio. Un drappello di giovani incappucciati si infila nella crepa, irrompe nell´edificio, comincia a spaccare tutto, mentre altri scrivono «ladri» con lo spray sulle pareti. Alle loro spalle, lo «square mile», il miglio quadrato che contiene più ricchezza di ogni altro, è un finimondo, invaso da migliaia di manifestanti e poliziotti che premono gli uni contro gli altri. Manganellate, cavalli della polizia che scalpitano, dimostranti col volto insanguinato, il frastuono degli elicotteri che volano bassi, i fischietti dei no-global che segano l´aria, mentre banchieri e bancari, a cui era stato consigliato di andare al lavoro senza cravatta per essere meno identificabili come bersaglio, seguono la battaglia incuriositi dai piani alti dei loro sontuosi palazzi. Se Karl Marx, sepolto un paio di chilometri più a nord, potesse vedere, forse penserebbe che stanno per realizzarsi le sue profezie, sebbene con un po´ in ritardo. Il padre del comunismo, beninteso, sbaglierebbe. Le scene di violenza nella cittadella finanziaria coinvolgono in fondo soltanto cinquemila dimostranti (e altrettanti agenti), si concludono con ventiquattro arresti e una dozzina di feriti. Ma il bilancio, col morto, diventa tragico, anche se gli scontri non scompigliano l´andamento del summit del G20, cominciato poco lontano con il ricevimento offerto dalla regina agli illustri ospiti a Buckingham Palace e la cena di gala a Downing street, né creano problemi al resto della città. Anche se quegli incidenti, ingigantiti dalle telecamere di mezzo mondo, riecheggiano una rabbia popolare che cresce a macchia d´olio in tutto l´Occidente, anche se non si esprime con lo stesso furore esibito nella City. Londra ha visto disordini e manifestazioni maggiori, contro la «poll tax» ai tempi della Thatcher o contro la guerra in Iraq ai tempi di Blair: mai, tuttavia, nel sacro tempio degli affari e del profitto, fino a qualche decennio fa popolato esclusivamente da pallidi gentiluomini in bombetta e gessato grigio. Le manifestazioni indette per il G20 in realtà sono tre. Una è organizzata dagli ambientalisti, che si accampano con piccole tende da campeggio davanti allo European Climate Exchange di Bishopgate per richiamare l´attenzione sui disastri provocati dal cambiamento climatico, ancora peggiori - ammoniscono - di quelli della recessione. Un´altra promossa dai pacifisti, che contestano la guerra in Iraq, in Afghanistan, nei Territori Palestinesi, insomma la guerra ovunque, convergendo su Trafalgar Square. Ma entrambe queste adunate raccolgono meno dimostranti e di età più avanzata rispetto a quella nella City, e anche per questo non producono violenze. Tutti i timori della polizia, del resto, erano puntati sulla cittadella della finanza, dove ci si aspettava un confronto duro: che puntualmente arriva. E che col passare delle ore si inasprisce, con frequenti cariche della polizia in uniforme anti-sommosa, coadiuvata dagli agenti a cavallo, e una militarizzazione dei no-global che la sfidano. In un paio di momenti, le forze dell´ordine danno l´impressione di perdere il controllo della folla e devono indietreggiare. Poi però prevalgono: sono ben organizzate, usano la forza ma senza (quasi) mai diventare brutali. La città dello Speaker´s Corner, l´angolo di Hyde Park dove da secoli chiunque può fare un comizio, difende anche la libertà di marciare, manifestare, protestare, più o meno civilmente. Al G8 di Genova, per citare un precedente, andò in modo ben diverso. Stamattina si replica: i no-global ritornano nella City all´alba, per un´altra dimostrazione di rabbia. «Il capitalismo non funziona», sentenzia uno dei loro striscioni. «E´ un sistema ingiusto, crudele, antipopolare», ripetono i giovani che per un giorno hanno provato a conquistarne il cuore. Neanche loro, tuttavia, sembrano sapere bene con cosa sostituirlo. E dalla collina di Highgate, dove giace Karl Marx, non giungono suggerimenti.

Torna all'inizio


"non è una protesta organizzata chiamiamola rivolta popolare" - anais ginori (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 10 - Esteri I salari Parla l´economista francese Fitoussi: "Ci vogliono ripensamenti politici, economici e sociali" "Non è una protesta organizzata chiamiamola rivolta popolare" La situazione è molto grave si chiedono altri sforzi ai lavoratori e ci si accorge che il salario medio in trent´anni s´è abbassato ANAIS GINORI «La chiamano in vari modi, ma le dico io cos´è. E´ una rivolta. Questa è una rivolta popolare non coordinata, spontanea. E molto pericolosa». Senza giri di parole, si tratta semplicemente di questo. L´economista Jean-Paul Fitoussi battezza così gli ultimi incidenti in Francia e il malcontento che sta esplodendo in altre parti d´Europa. «La gente ha avuto la sensazione di essere stata presa in giro». Nel giorno del G20, il docente all´Istituto di studi politici di Parigi e presidente dell´Osservatorio per le congiunture economiche, pronuncia un giudizio severo, e aggiunge anche un allarme: «Le fondamenta della democrazia sono in pericolo». Da dove nasce questa nuova collera popolare? «L´attuale crisi va esaminata nella sua triplice dimensione: economica, finanziaria e intellettuale. Contrariamente a quello che si pensa, il vero ostacolo per una ripresa è l´ultimo aspetto: quello intellettuale. La crisi proviene infatti da una grande menzogna. Non soltanto dei finanzieri, ma anche di politici, forse in buona fede, diventati prigionieri di una dottrina assolutista e che ha prodotto effetti catastrofici». Era tutto una gigantesca illusione? «Assolutamente sì. Le faccio un esempio. Ci dicevano che nuovi posti di lavoro si potevano creare soltanto in relazione alla loro produttività marginale. I lavoratori dovevano insomma essere pagati in proporzione al loro apporto produttivo. Eppure scopriamo oggi che, in realtà, la classe dirigente di molte imprese non veniva pagata con questa regola. Anzi, è stato esattamente il contrario: la maggior parte dei dirigenti del sistema finanziario ha avuto una produttività negativa, continuando però a incassare remunerazioni astronomiche». Le proteste aumenteranno? «Ripeto: la gente ha capito di essere stata raggirata. E´ questa la dimensione forte, pregnante della protesta. Gli incidenti di oggi in alcune imprese sono manifestazioni di rivolta spontanea. Per tre decenni è stato raccontato un sistema come verità assoluta. Improvvisamente, ci si accorge che era un bugia altrettanto assoluta E´ comprensibile lo choc e la rivolta nella popolazione». Come si esce da questa crisi? «La situazione è molto grave. Ora che si chiedono sforzi supplementari ai lavoratori, ci si accorge che negli ultimi trent´anni il salario medio si è globalmente abbassato. In sostanza, abbiamo permesso che fossero rafforzate le discriminazioni economiche. La dottrina andava fino ad accettare che le disuguaglianze fossero considerate un fattore positivo di crescita e dinamismo economico. Questo ha provocato un´ovvia crisi della democrazia che, per sua stessa definizione, non può sopportare l´aumento delle disuguaglianze». Quali sono le responsabilità delle istituzioni? «Il credo della dottrina in vigore fino al settembre 2008 era che la sfera politica dovesse essere ben distinta da quella economica. Qualcuno si era convinto che la democrazia fosse l´applicazione della legge della maggioranza. E´ profondamente sbagliato. La legge della maggioranza deve sempre coniugarsi con la protezione delle minoranze». Cosa si aspetta da questo G20? «Al di là di quel che diranno i comunicati ufficiali, bisognerà capire se effettivamente la democrazia sta ritornando. Non dobbiamo guardare solo ai rimedi economici e finanziari immediati. Quello che si deve valutare con estrema attenzione è se vi siano elementi nuovi che vadano verso un ripensamento permanente della gestione degli affari politici, economici e sociali. Soltanto così si potrà uscire dalla crisi».

Torna all'inizio


il piano del governatore draghi un tetto agli stipendi per i manager (sezione: G20)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Pagina 11 - Esteri Il retroscena Il piano del governatore Draghi un tetto agli stipendi per i manager DAL NOSTRO INVIATO LONDRA - Basta con i super-compensi dei manager. Le cosiddette "compensation", cioè i salari, le stock options e i bonus di vario tipo, dovranno essere allineati alle performance delle società, in modo da evitare di prendere rischi eccessivi. Mario Draghi, governatore della Banca d´Italia, ne è convinto da sempre. Ora queste sue idee sono racchiuse in tre documenti tecnici, scritti nella sua veste di presidente del Financial Stability Forum, l´organismo anti-crisi voluto dai Grandi del mondo. Li approverà il G20 oggi. Perciò: per assicurare una governance efficace dei compensi, occorre appunto allinearli a quella che lo stesso Draghi chiama «una presa di rischio prudente e una analisi di supervisione efficace». Tradotto in parole povere vuol dire che i sistemi retributivi dei manager non devono in alcun modo essere in contrasto con una sana e prudente gestione della banca e con le sue strategie di lungo periodo. Il modello è quello già utilizzato dalla Banca d´Italia e sfociato in apposite "istruzioni". In sintesi: i compensi devono essere «parametrati» ai rischi assunti dalla società e «strutturati» in modo da evitare il prodursi di incentivi in conflitto con l´interesse della company in un´ottica di lungo termine. Sulla loro entità e anche sulla loro composizione, serve la massima trasparenza. Gli organi di supervisione devono esserne informati. A loro tocca il compito di vigilare e se necessario di intervenire a correzione. Regole e paletti precisi saranno comunque definiti proprio dagli organi di supervisione entro ottobre. Si sa che Draghi vuole anche spingere le banche a dotarsi di maggiori capitali in tempi di vacche grasse, in modo da tutelarsi nelle fasi di congiuntura avversa. E si sa pure che intende insistere su quella che chiama la «vigilanza macroprudenziale» sulle istituzioni «sistemiche», ovvero di grandi dimensioni e diffuse in vari paesi, che in caso di fallimento possono arrecare danni generali. Parlando a margine del G20, Draghi annuncia che le regole messe a punto dal Financial Stability Forum per limitare l´indebitamento e i rischi delle maggiori società finanziarie saranno applicate anche agli hedge fund e alle banche. In pratica, a «tutti i soggetti importanti a livello sistemico». Il governatore si aspetta dal G20 «un sostegno a un mandato istituzionale più incisivo» per il suo Fsf. Sulla crisi, Draghi avverte che «è´ presto per dire che il peggio è passato». (e. p.)

Torna all'inizio


G20. La nuova America e la vecchia Europa (sezione: G20)

( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

G20. La nuova America e la vecchia Europa 02-04-2009 LONDRA. I grandi in ordine sparso impegnati in una corsa contro il tempo, costretti a dribblare diktat e paletti, avvertimenti e minacce, ma comunque lanciati verso un accordo che domani ci sarà. Un accordo al ribasso, un piccolo accordo, ma comunque un'intesa che non può mancare e domani sarà probabilmente presentata come un successo. Questo è il fermo-immagine della vigilia dell'atteso G20 anticrisi di Londra. Un treno in affanno che oggi è stato alimentato solo dall'entusiasmo di Barack Obama che ha lanciato un appello alla vecchia Europa a superare le divisioni cercando le convergenze, dando così una lezione di sano pragmatismo a stelle e strisce. Una fotografia che il premier Silvio Berlusconi ha di fatto confermato assicurando che domani saranno sicuramente prese delle decisioni "opportune" ma che molto resterà da fare fino al G8 sotto presidenza italiana. Sarà a luglio, alla Maddalena, che saranno varate le regole vere, "il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici", ha assicurato Berlusconi. Una linea questa che lo colloca fuori dagli schieramenti forti che si stanno delineando in vista della battaglia negoziale di domani: l'Italia infatti non sembra schierata né sul fronte franco-tedesco, né su quello anglo-britannico. E' stata comunque una vigilia di tensione, con la City della capitale assediata per ore e ore, una filiale della bank of Scotland attaccata, diversi scontri e 23 fermati. I londinesi hanno seguito con sconcerto le immagini delle proteste, a volte vivaci, ma perlopiù civili, degenerate per l'assalto di una ventina di incappucciati. Il popolo di Londra poco aveva a che vedere con quello dell'ormai lontano G8 di Genova, così come gli agenti britannici - rigorosamente disarmati - sembravano distanti secoli da quelli in tenuta antisommossa visti nelle strade di Genova nel 2001. Dal punto di vista politico la scena oggi è stata rubata dal duo Merkel-Sarkozy che si è presentato particolarmente aggressivo e sufficientemente unito da far parlare gli analisti di un rinato asse franco-tedesco. La bozza delle conclusioni del G20 "non è sufficiente", le nuove regole del sistema finanziario mondiale vanno varate ora e qui e non sono "negoziabili". Condizioni che sono sembrati macigni sulla strada già tortuosa dell'intesa e che il presidente francese ha appesantito reiterando la minaccia di lasciare il tavolo in assenza di "decisioni concrete". Eppure la giornata era cominciata non male, con il presidente americamo Barack Obama - al suo debutto sulla scena europea - molto in sintonia con il padrone di casa, il premier britannico Gordon Brown: bisogna "agire subito" e guardare ai punti che "ci uniscono piuttosto che a quelli che ci dividono perché non possiamo trovare un'intesa su tutti i punti", aveva detto profeticamente il presidente americano. Anche Gordon Brown ha riconosciuto che i negoziati sono tutt'altro che chiusi e che si aspettava dei round "duri". Il presidente di turno del G20 ha attaccato le banche sottolineando che è proprio giunta l'ora di "ripulirle". "E' uno dei test per misurare il successo di questo vertice: gli altri sono - ha spiegato Brown - il no al protezionismo, la creazione delle basi per un'economia a basse emissioni, il sostegno ai più bisognosi". Questo vertice, ha concluso, è "molto importante, perché il mondo si riunisce per agire di fronte a questo momento senza precedenti della finanza globale".

Torna all'inizio


G20. La city sotto assedio (sezione: G20)

( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

G20. La city sotto assedio 02-04-2009 ONDRA - City sotto assedio per alcune ore per le proteste contro il G20, in serata funestate dal ritrovamento di un manifestante morto, in circostanze non chiare. Al momento è impossibiLe accertare se si sia trattato di un malore o di una conseguenza degli scontri con la polizia. Secondo Scotland Yard, il personale medico è stato chiamato dagli stessi dimostranti, che alla polizia schierata hanno segnalato un uomo finito in terra e che non respirava nella stradina chiamata St Michael Alley, alle spalle della manifestazione nella City. Trasportato in ospedale, l'uomo è stato dichiarato morto. Le proteste - durante le quali ci sono stati 32 arresti - sono cominciate come un grande carnevale, con cornamuse, maschere ed un clima di festa e sono sfociate in un'irruzione in una filiale della Royal Bank of Scotland e migliaia di persone bloccate tra i cordoni di polizia, le manifestazioni organizzate oggi a Londra in occasione del vertice del G20. I quattro Cavalieri dell'Apocalisse, ovvero i quattro cortei partiti alle 11 da altrettante stazioni ferroviarie del centro della città - in segno di protesta contro la guerra, il problema della casa, i crimini della finanza ed i cambiamenti climatici - sono riusciti a raggiungere senza grossi problemi la loro destinazione finale, la Banca d'Inghilterra, dove per circa un'ora i manifestanti circondati da polizia e moltissimi fotografi e telecamere, hanno dimostrato pacificamente. Un'altra manifestazione intanto prendeva corpo pochi isolati più a nord, nei pressi della stazione ferroviaria di Liverpool Street, dove centinaia di ambientalisti di Climate Camp - il gruppo responsabile in passato delle azioni di protesta contro l'espansione dell'aeroporto di Heathrow - hanno organizzato un sit in di fronte agli uffici della European Climate Exchange, una sorta di 'borsa' dove i paesi europei si scambiano le emissioni di anidride carbonica in modo da rispettare le loro quote nazionali. La polizia, ansiosa di evitare che le varie manifestazioni si mescolassero e che i dimostranti si disperdessero tra le strade della City, ha messo in atto la sua usuale tattica contenitiva, isolando i vari gruppi di dimostranti impedendo a quelli nei pressi della Banca d'Inghilterra di spostarsi. E poi, verso le 14.00, quando per le strade della City si contavano circa 4.000 persone, è scoppiato il caos: un gruppo di manifestanti dal volto coperto è riuscita a penetrare in una filiale della Royal Bank of Scotland nei pressi della Banca d'Inghilterra vandalizzandone l'interno. Agenti in tenuta antisommossa e protetti da scudi sono entrati nella banca e sono riusciti a rimuovere i manifestanti, circa una ventina, al suo interno. Inevitabile a quel punto l'aumento della tensione: i circa 3.000 dimostranti bloccati nei pressi della Banca d'Inghilterra hanno cominciato a prendere di mira la polizia gettando lattine, frutta e farina contro gli agenti. Alcuni manifestanti sono rimasti feriti negli scontri, terminati poi intorno alle 15.30 quando la maggior parte dei dimostranti e riuscita ad attraversare i cordoni della polizia. Un'altra manifestazione - organizzata dai gruppi pacifisti Stop the War, Campaign for Nulear Disarmament, Palestine Solidarity Campaign e dalla British Muslim Initiative - si è svolta, a partire dalle 14.00, nel centro di Londra. I manifestanti si sono dati appuntamento dinanzi all'ambasciata statunitense a Grosvenor Square ed hanno sfilato fino a Trafalgar dove circa 5.000 persone - secondo le stime degli organizzatori - hanno ascoltato i comizi di diversi esponenti del movimento pacifista. Tra i 32 arrestati, ci sono undici persone fermate dopo essere state fermate a bordo di un veicolo blindato con indosso uniformi false della polizia.

Torna all'inizio


Francia-Cina. Tibet addio. Parigi si riallea con Pechino (sezione: G20)

( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Francia-Cina. Tibet addio. Parigi si riallea con Pechino 02-04-2009 PARIGI. Il Tibet? La Francia, dopo mesi di gelo con Pechino per aver dato udienza al Dalai Lama, ha fatto sapere ieri come la pensa: "Fa parte integrante del territorio cinese". Rapporti subito più caldi, fin da ieri sera, quindi. Nicolas Sarkozy e Hu Jintao, i due presidenti, saranno seduti uno accanto all'altro alla cena di Buckingham Palace. E oggi si riparleranno. Era da qualche settimana che il Quai d'Orsay aveva ripreso la strada "maestra" dei rapporti concilianti con la Cina, indicando la via. Ieri, il bivio: Parigi si lascia alle spalle l'incontro di dicembre in Polonia di Sarkozy con il Dalai Lama, capo spirituale dei tibetani, la cordialissima visita di agosto in Francia della stessa alta personalità, che pur non incontrando Sarkozy fu accolto dalla premiere dame Carla Bruni e dal calore di diverse città francesi. Da oggi, e per il futuro, si legge in un comunicato diffuso a Parigi e a Pechino, vale "la decisione presa dal generale de Gaulle, che non è cambiata e non cambierà". Il padre della repubblica è stato scomodato, nell'occasione, per sancire che il Tibet fa parte della Cina. Parte "integrante". E per aggiungere che la Francia "respinge" ogni sostegno all'indipendenza dei tibetani, "sotto qualsiasi forma". Il documento viene, fra l'altro, aperto da un omaggio al "principio di non ingerenza" che sgombra il campo da qualsiasi ombra di dubbio ancora sussistesse. La svolta diplomatica è stata talmente accelerata che da fonti del Quai d'Orsay, in mattinata, trapelava la voce di un incontro immediato a Londra fra i due numeri 1, già in giornata. Più tardi, Luc Chatel, portavoce del governo, correggeva: "Sicuramente domani". Ma ancora in serata non ci sono certezze. In sostanza, al G20 la Francia si presenta con un pegno importante di fedeltà e amicizia con Pechino: di Tibet e di velleità indipendentiste o soltanto autonomistiche non si parlerà più "sotto nessuna forma". La Cina contraccambia con il disgelo delle relazioni, che si erano bruscamente irrigidite già dagli incidenti durante il passaggio della fiamma olimpica a Parigi, e si erano quasi interrotte dall'estate in poi, culminando con l'annullamento del vertice Ue-Cina a novembre, con la Francia presidente di turno. Resta da capire, osservano oggi gli analisti a Parigi, il motivo di un atteggiamento di Sarkozy sul Tibet che era già stato accusato di essere ondivago prima del documento di ieri con l'allegato della pacificazione immediata con Pechino. Intanto, è stato reso noto che entro la fine di aprile si recheranno in visita in Cina l'ex capo dello stato Jacques Chirac con il suo ex delfino premier Jean-Pierre Raffarin. Due personalità che a Pechino non avevano mai sollevato dubbi sulla linea di amicizia della Francia.

Torna all'inizio


Israele. Esordio di un governo duro no di Liebernan ai due Stati (sezione: G20)

( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Israele. Esordio di un governo duro no di Liebernan ai due Stati 02-04-2009 TEL AVIV. Uno schiaffo all'Autorità nazionale palestinese (Anp) del moderato Abu Mazen (Mahmud Abbas) e uno all'alleato americano in un colpo solo e con poche parole. Quelle necessarie a dire che il nuovo governo israeliano delle destre - con ruota di scorta laburista - non si ritiene impegnato dalla dichiarazione congiunta di Annapolis, sottoscritta nel 2007 su suggerimento di Washington per ribadire l'orizzonte dei due Stati quale traguardo finale del processo di pace in Medio Oriente. Non poteva essere più scoppiettante l'esordio al dicastero degli Esteri di Avigdor Lieberman, l'alfiere ultranazionalista del partito Israel Beitenu asceso al timone della diplomazia israeliana nella mega-compagine del premier Benyamin Netanyahu, presentata ieri in parlamento ed entrata oggi nel pieno delle sue funzioni. Un esordio rumoroso che non ha mancato di suscitare la reazione dell'Anp - a un tempo allarmata e irritata -, né le inquietudini di molte cancellerie e le secche puntualizzazioni della Casa Bianca. Ma a cui non è seguita alcuna presa di distanza da parte di Netanyahu. L'occasione per fare esplodere i primi fuochi di artificio è stato il rituale passaggio di consegne al ministero fra Lieberman e Tzipi Livni, la leader centrista di Kadima che al nuovo esecutivo ha promesso una ferma opposizione da sponde moderate. Le intese di Annapolis, ha detto Lieberman a un certo punto, "non hanno valore" per il gabinetto entrante. Che - ha chiarito - si ritiene obbligato al rispetto della road map', il tracciato di pace delineato dai mediatori del Quartetto (Usa, Russia, Ue e Onu), non certo della dichiarazione del 2007: un documento formalmente "mai ratificato da alcun governo israeliano, né dal parlamento". Parole che hanno lasciato il segno. Tanto più che il tribuno di Israel Beitenu non si è fermato qui, aggiungendo a muso duro che "sbaglia chi pensa che per mezzo di rinunce e concessioni si possa ottenere rispetto e pace. Al contrario si avranno ancora guerre e più faremo rinunce più la situazione peggiorerà". "Dopo queste affermazioni, sono ancora più convinta ad aver fatto bene a restar fuori dal vostro governo", non ha potuto fare a meno di sussurragli Livni a microfoni ancora aperti. La replica vera, tuttavia, è riecheggiata qualche minuto più tardi dal quartier generale di Abu Mazen a Ramallah. Per bocca del portavoce Nabil Abu Rudeina il quale ha sollecitato la comunità internazionale e Washington in primis a prendere subito "una posizione chiara contro queste provocazioni, prima che le cose vadano di male in peggio". Un invito a cui una fonte dell'amministrazione di Barack Obama ha risposto da Londra, a margine della riunione del G20, ribadendo a stretto giro l'impegno degli Stati Uniti per una pace israelo-palestinese fondata sulla "soluzione dei due Stati" per due popoli. Il messaggio è diretto evidentemente a Netanyahu, esortato oggi a seguire la strada del processo di pace dallo stesso presidente israeliano Shimon Peres, durante la cerimonia ufficiale d'investitura del suo governo, ma rimasto poi silente sulle affermazioni di Lieberman. Affermazioni che lo staff del premier - impegnato a valutare concretamente un'opzione militare contro i piani nucleari dell'Iran, stando al giornale Haaretz - ha anzi definito "largamente" condivisibili. Per Abu Mazen, del resto, il problema non è solo il controverso Lieberman, quanto l'intero nuovo esecutivo israeliano. A cominciare dal primo ministro Netanyahu, chiamato in causa direttamente in una nota del presidente palestinese come un uomo che "non crede alla pace, non accetta la soluzione dei due Stati e non vuole fermare gli insediamenti" ebraici in Cisgiordania e a Gerusalemme est. Un uomo - opina Abu Mazen - che solo una decisa "pressione internazionale" potrà forse riportare sulla via del negoziato.

Torna all'inizio


Guarda oltre l'Europa. I vertici con Jintao e Medvedev rivelano le priorità di Obama (sezione: G20)

( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Guarda oltre l'Europa. I vertici con Jintao e Medvedev rivelano le priorità di Obama di Jean-Luc Giorda 02-04-2009 A rischiare più di tutti, a questo punto, è l'Europa. Non solo nella sua identità di "player" globale, ormai chimera. Ma anche nelle sue unità fondanti, quegli stati nazionali che nella tempesta della crisi tirano fuori le unghie degli interessi particolari. Il rischio non è solo quello di uscire tardi e male dalla crisi economica. È soprattutto quello di autocondannarsi alla marginalità. Lo spettacolo andato in scena ieri a Londra è stato illuminante. Il neo-presidente americano Barack Obama ha avuto come previsto una giornata fittissima di impegni, dal vertice all'ora di colazione col premier britannico Gordon Brown, alla cena serale con i leader del G20. Due appuntamenti però spiccavano nella sua agenda, in quella dell'America e in quella del mondo: i due vertici bilaterali con il presidente russo Dmitri Medvedev e con il presidente cinese Hu Jintao. Due eventi di peso, sia per il presente sia per il futuro. Quello con Hu Jintao era decisamente il più importante e il più atteso, e non ha deluso le aspettative. La Cina, con la sua economia che "già mostra timidi segnali di ripresa" e con i suoi fondi sovrani che sono i maggiori acquirenti di titoli di stato Usa, è di fatto il principale finanziatore del piano di stimolo varato dalla Casa Bianca per superare la crisi, e tiene in mano le sorti del dollaro. Con sano realismo, Obama ne ha tenuto conto offrendo a Pechino una partnership di alto livello, suggellata da una visita di Obama a Pechino tra pochi mesi e da un "gruppo per il dialogo strategico ed economico" che vede impegnati direttamente il segretario di Stato Hillary Clinton e il ministro del Tesoro, Tim Geithner. In pratica, Washington si impegna a concordare con Pechino le scelte importanti in politica internazionale e in politica economica, riconoscendo così alla Cina lo "status" mondiale che fu dell'Urss, ma in un contesto di collaborazione più che di competizione. Status che si tradurrà anche in promessi "mutamenti radicali" ai vertici delle istituzioni finanziarie internazionali, per far posto ai cinesi e alle altre potenze emergenti. In cambio, Pechino offre il suo sostegno alla ripresa Usa e alla strategia dei piani di stimolo, impegnandosi anche a incentivare la domanda interna per "tornare a condizioni di forte crescita e rafforzare il sistema finanziario internazionale". Lavorerà inoltre alla soluzione di crisi internazionali che l'America non ha più strumenti e forze per risolvere da sola: la Corea del Nord, il programma nucleare dell'Iran, la crisi del Darfur. Al secondo posto, il vertice con Medvedev. Anche qui, i risultati pesano: "reset" delle relazioni bilaterali confermato da un vertice a Mosca già a luglio, avvio immediato del nuovo negoziato sulle armi strategiche, apertura alla collaborazione sullo "scudo spaziale", aiuto di Mosca su Iran, Corea del Nord, Afghanistan. Oggi, al tavolo del G20, Cina e Russia avranno una statura ancora maggiore, saranno i veri Grandi che decideranno (hanno già deciso) che cosa fare e cosa no. E l'Europa? Mentre Obama trasforma Londra in una Yalta per il dopo-crisi, l'Europa è ridotta a comparsa chiassosa ma ininfluente, e rappresentata solo da Gran Bretagna, Francia e Germania. Che come tre nobildonne ormai appassite, si preoccupano più di strappare qualche ultimo baciamano che dei risultati concreti. Gordon Brown, padrone di casa votato come tutti i premier britannici al ruolo di "spalla" del presidente americano; Nicolas Sarkozy, che per blandire gli infuriati operai francesi giura (con le dita incrociate dietro la schiena) di essere pronto a "lasciare la sedia vuota" se il G20 non varerà nuove e severe regole per i mercati finanziari; Angela Merkel, che guarda solo al voto tedesco di ottobre, preoccupata di non accettare nuove iniezioni di denaro pubblico nel sistema perché "i contribuenti tedeschi non paghino per gli altri". Obama guarda alto sopra le loro teste, oltre gli Urali, verso l'Asia. Il presidente americano, che ha il difetto di non parlare lingue straniere, non osando cominciare dal cinese, ha promesso ieri di iniziare a studiare il russo. Francese e tedesco, non li ha presi nemmeno in considerazione. In italiano, gli basterà imparare "pizza" e "amore" in tempo per la vacanza estiva del G8 alla Maddalena.

Torna all'inizio


La recessione è imposta dalla finanza globale (sezione: G20)

( da "Italia Oggi" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

ItaliaOggi sezione: I commenti data: 02/04/2009 - pag: 2 autore: di Giovanni Cossiga IL PUNTO La recessione è imposta dalla finanza globale È probabile che le «scaramucce» che hanno segnato la vigilia del G20 non stiano tanto a testimoniare differenze di valutazioni sulle terapie da adottare per aggredire la crisi in atto (che pure ci sono), quanto il segno che è in corso un confronto tra l'Europa e l'America, nel quadro della modifica dei poteri che indubbiamente questa potente recessione sta determinando. Ma è indubbio che è un successo, al di là delle concrete decisioni, il fatto che i paesi del G20 si riuniscano per discutere comportamenti comuni. Decisioni che non saranno di capitale importanza anche per la durata limitata del summit. Ma di certo saranno l'embrione per un meno evanescente metodo di consultazione a livello globale. Ciò detto, si deve sottolineare che la crisi che stiamo vivendo viene imputata genericamente alla Stati Uniti, per l'eccesso di deregolamentazione nel settore finanziario, la carenza dei controlli e la sicumera sul laisser-faire al mercato. Tuttavia, la tesi che gli Stati Uniti siano gli untori della crisi mondiale con la finanza facile e fuori controllo sembra un po' semplicistica. Non v'è dubbio, ora, che la fiammata che ha scosso le fondamenta della finanza globale nasca oltre Atlantico, ma questo non vuol dire che le responsabilità siano tutte lì. In realtà, la finanza mondiale non ha patria, è del tutto apolide e la crisi è scoppiata negli Usa perché il paese nordamericano ha una strumentazione finanziaria che non ha uguali, quanto a forza creativa e organizzativa. La finanza poiché apolide e senza terra non crea specifiche responsabilità a livello territoriale o locale ma coinvolge il mondo in tutte le sue rappresentanze. Questa caratteristica extraterritoriale della crisi finanziaria in atto impone ai governanti, quelli del G20 riuniti a Londra, di trovare una metodologia e un'organizzazione, a livello sovrannazionale, in grado di monitorare e governare, ove necessario, la violenza di movimenti finanziari che purtroppo sono in grado di mettere alle corde e infliggere una recessione all'economia globale. Da questo punto di vista, è certo necessario cercare una via per l'uscita, la più rapida possibile, dalla più grave crisi economica del dopoguerra. Ma per fare questo occorre prima individuare le cause della crisi finanziaria e trovare la strada per non subire ancora l'aggressione di inaudita violenza di una finanza senza scrupoli di bandiera e di coscienza. La «way to hell» evocata dal primo ministro ceco Mirek Topolanek davanti al Parlamento europeo, di fronte all'eccesso di spesa pubblica messa in capo per fronteggiare la crisi, potrebbe divenire concreta se dopo tutto non si cercasse di controllare i flussi invasivi della speculazione globale.

Torna all'inizio


Obama, agire subito contro la crisi (sezione: G20)

( da "Italia Oggi" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

ItaliaOggi sezione: Economia e Politica data: 02/04/2009 - pag: 9 autore: Appello del presidente Usa ai grandi della Terra alla vigilia del G20 che si apre oggi a Londra Obama, agire subito contro la crisi Asse tra Francia e Germania: nuove regole per la finanza «Agire con urgenza» contro la crisi senza cedere alle tentazioni del protezionismo. È l'invito rivolto ieri ai grandi della Terra dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, alla vigilia dei lavori del summit del G20, in una Londra messa a ferro e fuoco dai manifestanti.«Sono assolutamente fiducioso che questa riunione rifletterà un enorme consenso sulla necessità di lavorare per affrontare questi problemi», ha detto Obama nel corso della conferenza stampa a Downing Street con il premier britannico, Gordon Brown. Pur non negando che sia «improbabile che ci possa essere consenso su tutti i punti», il presidente Usa ha auspicato che i leader mondiali si concentrino su «un terreno comune» e non sulle «differenze occasionali. Abbiamo la responsabilità di coordinare le nostre azioni», ha spiegato, sottolineando che il 2009 «non c'è dubbio sarà un anno difficile». Francia e Germania però non sono ancora soddisfatte della bozza di documento redatta in vista dei lavori di oggi. Ieri il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel, in una conferenza congiunta, hanno annunciato una decisa posizione comune e chiesto una nuova regolamentazione dei mercati finanziari. «Germania e Francia», ha detto Sarkozy, «parlano con un'unica lingua. Abbiamo gli stessi obiettivi. Da questo G20 vogliamo dei risultati». Parigi chiede una nuova regolamentazione dei mercati a partire dall'abolizione dei paradisi fiscali e dalla regolamentazione degli hedge found e delle agenzie di rating. Sulla stessa linea d'onda Merkel che ha dichiarato: «Quello su cui siamo d'accordo è che servono degli standard unici e vanno definiti subito. Il messaggio che vogliamo portare a questo summit, ha spiegato Merkel, «è che è successo qualcosa di disastroso nel mondo e che dobbiamo uscirne senza dimenticarci come siamo entrati in questa crisi. Il messaggio centrale che vogliamo lanciare è quello che dobbiamo elaborare una nuova architettura per i mercati finanziari. Deve essere chiaro che non vogliamo lasciare nessuna nazione senza regole e dunque dobbiamo costringere chi non vuole delle regole a darsele. Tutti i mercati finanziari devono essere regolati in modo da ripartire meglio i rischi. Diciamo questo in modo costruttivo, ma vogliamo dei risultati concreti in modo da cambiare il mondo in cui viviamo».Sarkozy gioca sulla sua minaccia di lasciare al vertice una sedia vuota se non arriveranno risultati concreti. «Sarebbe un peccato», ha detto, «andarmene adesso che sono appena arrivato. Io e Angela Merkel siamo sulla stessa linea. Vogliamo andare avanti sui principi stabiliti a Washington. Diciamo che questo è un momento storico e che dobbiamo affrontarlo adesso, a partire da domani (oggi per chi legge, ndr)».Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che ieri a Londra ha partecipato a un incontro bilaterale con il primo ministro giapponese Taro Aso, ha detto che «per questo vertice hanno lavorato molto bene i nostri uomini e credo che qualche conclusione immediata e decisione opportuna verrà presa». In merito poi alla possibilità di approvare nuove regole per la finanza, Berlusconi ha ricordato che «al prossimo G8 noi porteremo come nostra proposta il Global standard, cioè una legislazione internazionale per il mondo della finanza e dell'economia. Quindi al G20 qualcosa si comincerà a fare, ma è al G8 che si pensa che verrà redatto il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici nel mondo».

Torna all'inizio


Il G20 e i vostri soldi Non stop su Class Cnbc (sezione: G20)

( da "Italia Oggi" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

ItaliaOggi sezione: Media data: 02/04/2009 - pag: 20 autore: Il G20 e i vostri soldi Non stop su Class Cnbc Class Cnbc, il canale di finanza globale di Class Editori, in onda sul 505 di Sky, su www.yalp.it, AliceHome TV e sul veideocenter di www.milanofinanza.it e www.italiaoggi.it, dedica l'intera giornata di oggi a una copertura straordinaria del G20 di Londra.Cronaca in diretta non stop, dibattiti e interviste esclusive si alterneranno alla analisi delle reazioni dei mercati e delle conseguenze per chi investe.I collegamenti con gli inviati nella City inizieranno alle 7.00 del mattino e proseguiranno durante tutto l'arco della giornata, fino alle 23: economisti, investitori e politici commenteranno i momenti più rilevanti del summit, dagli arrivi dei leader alle conferenze stampa.Alle 19.00, inoltre, una edizione speciale di Partita Doppia, il talk show condotto da Andrea Cabrini e dedicato all'economia reale, analizzerà a caldo i risultati del vertice con ospiti illustri in studio per fornire ai telespettatori la più completa analisi. Fra gli altri, parteciperanno alla puntata speciale di Partita Doppia, Angelo Tantazzi, presidente di Borsa Italiana; GianMaria Gros Pietro, economista dell'Università Luiss Guido Carli; Pier Carlo Padoan, vicesegretario generale dell'Ocse; Gian Luca Clementi della New York University e Stefano Rossi, a.d. di Edmond de Rotschild.Class Cnbc è trasmesso sul canale 505 di Sky, sul portale Internet www.yalp.it e su Alice Home Tv. Inoltre, i contributi più significativi della programmazione quotidiana sono disponibili in modalità on-demand sul videocenter di Class Editori (che partecipa al capitale di questo giornale), cui si accede direttamente dalle home page di www.milanofinanza.it e www.italiaoggi.it.

Torna all'inizio


Paradisi fiscali, è corsa all'accordo (sezione: G20)

( da "Italia Oggi" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

ItaliaOggi sezione: Imposte e Tasse data: 02/04/2009 - pag: 28 autore: di Gabriele Frontoni Da Gibilterra a Bermuda, i tax heaven promettono dati alle autorità finanziarie del G20 Paradisi fiscali, è corsa all'accordo Un vero boom di protocolli per gli scambi di informazioni Si allunga la lista dei Paesi in cerca di escamotage dell'ultima ora per evitare di finire sulla lista nera dei paradisi fiscali che verrà stilata oggi nel corso del G20 di Londra. Ieri è stata la volta di Gibilterra che ha siglato un accordo bilaterale con gli Stati Uniti per lo scambio di informazioni fiscali sui correntisti delle proprie banche. Sempre ieri il Liechtenstein ha fatto sapere di avere allo studio un simile accordo con le autorità finanziarie del Regno Unito, mentre i paesi del Nord Europa (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, Faroe Islands, Groenlandia e Åland) sarebbero pronti a firmare un'intesa per lo scambio di informazioni sensibili per gli accertamenti fiscali con le Bermuda (entro il mese di aprile) e con le Isole Vergini britanniche di qui alla fine di maggio. Si tratta soltanto della punta dell'iceberg dei numerosi interventi bilaterali e multilaterali messi in atto nelle ultime settimane dai Paesi che a tutt'oggi garantiscono ai propri investitori il totale anonimato nelle inchieste internazionali delle autorità fiscali. E' per questa ragione che il G20 rappresenta una tappa cruciale nella lotta al segreto bancario, dopo che Usa, Francia e Germania, spalleggiati dalla Cina, hanno unito le proprie forze usando una determinazione senza precedenti per debellare il virus dell'elusione delle tasse, in grado di convogliare verso i paradisi fiscali un fiume senza fine di denaro, stimato dall'Oecd in una cifra compresa tra i 5mila e i 7mila miliardi di dollari. «Ad oggi ci troviamo a combattere contro un muro di gomma nelle inchieste transnazionali», ha ricordato ieri da Perugia il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso. «Se la malavita può contare su strumenti informatici che le consentono di spostare i capitali in pochi secondi da un angolo all'altro del Pianeta, la magistratura non dispone ancora degli strumenti necessari per ottenere informazioni sui patrimoni detenuti all'estero, nei paradisi fiscali. E così i tempi delle indagini si allungano e i reati cadono in prescrizione». Da questa lotta senza quartiere alle frodi fiscali, nessun paese può sentirsi veramente al riparo. E' così che nonostante la protezione dell'ombrello dell'Unione europea, nelle scorse settimane l'Austria ha dovuto allentare le norme che regolano il segreto bancario accogliendo gli standard Oecd per lo scambio di informazioni fiscali. Si tratta di una serie di regole definite dall'Organizzazione di Parigi nel corso del Global Forum 2005 che vengono utilizzate dai governi di tutto il mondo come linee guida per negoziare accordi bilaterali e multilaterali. Quegli stessi accordi sottoscritti in gran fretta dai principali paradisi fiscali nel corso dell'ultimo mese. Ma non è stato soltanto il governo di Vienna a dichiarare l'intenzione di conformarsi agli standard dell'Oecd. Anche la Svizzera ha rotto con le tradizioni adeguandosi alle linee guida di Parigi. Stesso destino per il Principato di Monaco, San Marino, Hong Kong, Singapore. Senza contare gli staterelli più piccoli ma non per questo meno importanti nella lotta all'elusione fiscale come Isle of Man, Guernsey, Bermuda, Isole Vergini e Macao, tanto per citare i più famosi.

Torna all'inizio


ROMA Il G20, ovvero il vertice dei 20 Paesi più importanti del mondo, si è aperto a Londr... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi ROMA Il G20, ovvero il vertice dei 20 Paesi più importanti del mondo, si è aperto a Londra ed è stato subito assediato da ottomila manifestanti. Un uomo è morto durante l'assalto alla City che ha fatto registrare ore di scontri con la polizia e numerosi arresti. Il vertice era iniziato all'insegna del braccio di ferro fra Usa da una parte e Francia e Germania dall'altra. Sul fronte politico ed economico Washington chiede che l'Europa spenda di più per far ripartire l'economia globale. Parigi e Berlino insistono perché vengano varati immediatamente più controlli. Berlusconi sottolinea che «sarà il G8, in Italia, a varare il nuovo codice internazionale per la finanza».

Torna all'inizio


G20, assalto alla City: un morto (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi Il vertice di Londra/Assedio di ottomila manifestanti. Scontri con la polizia, feriti e arresti G20, assalto alla City: un morto Crisi, braccio di ferro Usa-Europa. Berlusconi: al G8 le nuove regole per la finanza

Torna all'inizio


LA GRAVITÀ dei problemi economici esistenti richiede che dal G20 che si tiene oggi a Londra... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi di FRANCO REVIGLIO LA GRAVITÀ dei problemi economici esistenti richiede che dal G20 che si tiene oggi a Londra esca con chiarezza un messaggio unitario convincente e coeso capace di riportare la fiducia sui mercati finanziari globali. La crisi coinvolge tutti, anche se con radici e modalità diverse. Ma vi è un comune interesse, una sorta di bene pubblico, che l'incontro esprima alcuni indirizzi condivisi sui temi essenziali. Essi devono ricevere una risposta forte e urgente per il superamento della crisi e per la ripresa dell'economia. Ovviamente è dalla finanza che può (e deve) ripartire quel segnale di maggiori controlli e rigore che stacchi nettamente con il passato e trasmetta un flusso di fiducia indispensabile per attenuare l'impatto contagioso della crisi sull'economia reale e le tante (troppe) disuguaglianze. Il primo indirizzo dovrebbe esprimere la volontà di fare emergere i titoli tossici che inquinano i bilanci delle istituzioni finanziarie che sono particolarmente ingenti soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Perché questa emersione possa avvenire con successo, deve ripartire la leva finanziaria che si è eccessivamente ridotta. Senza l'aumento della leva i rendimenti dei nuovi fondi creati dal ministro del Tesoro americano per fare scoprire il valore dei titoli tossici non attrarrebbero nessuno e quindi i titoli tossici non emergerebbero. D'altro canto, la ripresa della leva è necessaria per riportare la trasparenza dei bilanci delle banche e quindi la fiducia, entrambe condizioni indispensabili per fare ripartire la concessione di crediti per la ripresa dei consumi e degli investimenti. Un secondo indirizzo dovrebbe garantire ai mercati che gli squilibri fondamentali che sono alla base della crisi finanziaria, in primo luogo gli squilibri dei conti pubblici e dei conti con l'estero americani, saranno gradualmente contenuti, evitando che i debiti che essi producono siano svalutati esportando inflazione. Un terzo indirizzo dovrebbe esprimere la volontà condivisa di riformare le regole che guidano la finanza mondiale. La strada da percorrere passa attraverso l'introduzione di una sorta di legal standard della moneta, sulla linea più volte sostenuta dal ministro Tremonti. Preso atto dei mutati rapporti di forza economica e politica dei diversi Paesi, si dovrebbe disegnare la volontà di definire una nuova unità monetaria di conto e di riserva, rilanciare con maggiori risorse il ruolo del Fondo Monetario e nello stesso tempo consentire una regolazione e una supervisione sovranazionale dei mercati finanziari per impedire che nuove "bolle" possano ancora prodursi in futuro. Un quarto indirizzo dovrebbe esprimere la volontà di sostenere l'economia con un adeguato sostegno della domanda. Si dovrebbe disegnare uno sforzo cooperativo capace di superare in via transitoria i vincoli esistenti che nell'Unione Europea sembrano paralizzare l'adozione di misure congrue di rilancio. Infine è auspicabile che dal G20 esca anche la volontà di correggere attraverso adeguati interventi cooperativi i costi della crisi economica per i nuovi disoccupati e più in generale per la parte più povera della popolazione del pianeta. Una risposta adeguata alle sfide sopra indicate non è facile da conseguire perché non vi è più un Paese leader capace di offrire una soluzione condivisa. Nel nuovo contesto è più difficile superare insieme gli egoismi nazionali e i diversi interessi, nonché le differenze ideologiche. Ma l'interesse comune è il banco di prova della capacità della classe dirigente del pianeta di esprimere un messaggio unitario per governare e superare la crisi economica e sociale. Solo con un messaggio unitario si potrà superare la crisi e nello stesso tempo anche le tensioni e i diffusi contrasti che oggi dividono il mondo, costruendo una nuova e condivisa sicurezza collettiva.

Torna all'inizio


ROMA - Le regole messe a punto dal Financial Stability Forum per limitare l'indebitamento e i rischi... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi ROMA - Le regole messe a punto dal Financial Stability Forum per limitare l'indebitamento e i rischi delle maggiori società finanziarie saranno applicate anche agli hedge fund. Lo ha chiarito da Londra lo stesso presidente dell'Fsf, Mario Draghi. Il piano di riforma delle regole finanziarie internazionali messe a punto dall'Fsf saranno presentate oggi al G20. «Se si tratta di una banca, di un hedge fund o di un soggetto importante a livello sistemico dovrà sottostare alla supervisione» ha detto. «Ci attendiamo un sostegno da parte del G20 per un mandato istituzionale forte». Ma ha aggiunto di «non vedere al momento l'FSF come un'autorità di regolamentazione a livello globale». Potrebbe invece essere un organo che stabilisce standard internazionali e coordina le autorità nazionali. Draghi apprezza il piano annunciato dal governo Obama per ripulire i bilanci delle banche dai titoli tossici.

Torna all'inizio


I paradisi fiscali sono quei paesi che offrono condizioni fiscali particolarmente attraenti a ch... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi I paradisi fiscali sono quei paesi che offrono condizioni fiscali particolarmente attraenti a chi trasferisce lì i propri capitali. Garantiscono l'assoluto anonimato il che rende molto difficile agli Stati di origine controllare l'evasione fiscale dei contribuenti fuggitivi. La questione dei paradisi fiscali è tornata sul tavolo del G20 perché, in questo momento di crisi dei mercati e di difficoltà per le economie globali, i governi mal sopportano fughe di capitali nei vari "paradisi" sparsi per il mondo. E' soprattutto in Europa che si è tronati a discutere del problema. Il presidente francese Sarkozy è sceso in campo con parole dure nei giorni scorsi invocando regole certe. Il premier inglese Gordon Brown e lo spagnolo Zapatero ne hanno parlato in Cile in un vertice bilaterale che ha preceduto il G20. E il Lussemburgo, regno del segreto bancario, alla vigilia del vertice di Londra ha messo sotto accusa gli Stati Uniti . Il premier Jean Claude Juncker ha replicato alla crociata anti-paradisi fiscali europea chiedendo un analogo rigore anche nei confronti degli Usa. «Il G20 ha affermato prima di partire per Londra non ha alcuna credibilità se sulla lista "nera" dei paradisi fiscali non compaiono il Deleware, nè il Wyoming, il Nevada, o alcune isole americane ancora piu lontane degli stati menzionati. Se deve esserci un elenco, anche gli Usa devono trovarvi il loro buon posto».

Torna all'inizio


LONDRA - Con una Londra attraversata da migliaia di manifestanti infuriati, i leader dei due... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi di CRISTINA MARCONI LONDRA - Con una Londra attraversata da migliaia di manifestanti infuriati, i leader dei due più grandi paesi europei decisi a portare a casa risultati concreti e non "falsi compromessi" e delle divergenze abissali tra le varie delegazioni, l'ottimismo ostentato questa mattina dal padrone di casa del G20 Gordon Brown e dal presidente statunitense Barack Obama dovrà confrontarsi oggi con la prova dei fatti. Col risultato che il compromesso finale difficilmente potrà essere all'altezza delle aspettative. Obama, alla sua prima apparizione europea, si è detto "assolutamente fiducioso" che la riunione riuscirà a sanare le divergenze tra i paesi partecipanti, poiché la situazione attuale non consente di accontentarsi di "mezze misure" e per raggiungere gli obiettivi bisogna "concentrarsi sui punti in comune, piuttosto che sulle divergenze" e agire con urgenza. Ma il leader francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel, nel corso di una conferenza stampa congiunta per mettere in evidenza l'asse di ferro che hanno deciso di formare in questa circostanza hanno considerato la bozza troppo debole. "Quello su cui siamo d'accordo è che servono degli standard unici e vanno definiti subito, non domani", ha messo in chiaro Merkel. Facendo eco all'inquilino dell'Eliseo, che già dall'altroieri ha minacciato di abbandonare la riunione se questa non porterà ai risultati sperati. Il pomo della discordia resta quello dei maggiori stimoli che gli Usa ma anche il Giappone, ritengono necessari per far ripartire il motore dell'economia mondiale. Il premier giapponese Taro Aso, con cui il premier Berlusconi ha avuto un bilaterale ieri, ha dichiarato in un'intervista che la Germania "non capisce" l'importanza di iniettare denaro nell'economia e Obama ha ribadito che gli Stati Uniti non possono essere "l'unico motore" della crescita. L'Unione europea, sottoposta alle stringenti regole di bilancio del Patto di stabilità e di crescita, è riluttante ad allentare i cordoni della borsa e a far correre i deficit più di quanto già avvenga da quando è esplosa la crisi economica. Motivo per cui aspetta di vedere quali saranno i risultati dei piani già varati fino ad ora. Anche se il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso ha ammesso che è "una questione di credibilità non parlare di nuovi piani", aggiungendo: "Non escludiamo di cambiare in corso d'opera le misure che sono state già prese". Il risultato è che si potrebbe arrivare ad un compromesso in cui si dice che ogni paese è pronto a fare "tutto quanto necessario". Il Vecchio Continente, fatta eccezione per una Gran Bretagna recalcitrante, è invece inamovibile su un punto: serve più regolazione per risanare un sistema capitalistico che, per dirla con Sarkozy, "non ha principi" né "morale". Un'esigenza, questa, che ha già portato ad un primo risultato, ancorché circoscritto, nella lotta ai paradisi fiscali. La minaccia di stilare una lista dei paesi non cooperativi ha portato Stati finora storicamente molto riluttanti come la Svizzera, l'Austria e il Lussemburgo ad annunciare delle revisioni delle norme sul segreto bancario. Lo stesso rischia di essere più difficile in sede di G20, poiché la Cina non vuole rinunciare ai privilegi di Macao e Hong Kong. Sul tema il presidente dell'Eurogruppo, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, ha sottolineato come anche gli Stati Uniti dovrebbero mostrare "coraggio" per affrontare una situazione che riguarda, ad esempio, anche il Nevada, il Delaware e Wyoming. Il premier britannico Gordon Brown ha garantito inoltre che verranno poste le basi per regolare il sistema di "bonus" dei manager. Uno dei rari temi su cui ci sarà un sicuro consenso è quello dell'aumento dei mezzi dell'Fmi, che dovrebbero essere raddoppiati. Anche il protezionismo dovrebbe suscitare la consueta levata di scudi e un coro di condanne formali, anche se nella pratica pochi leader sembrano immuni da questo peccato.

Torna all'inizio


Berlino - C'è bisogno di una sorta di Nazioni Unite anche per l'economia . N... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi di WALTER RAHUE Berlino - «C'è bisogno di una sorta di Nazioni Unite anche per l'economia». Ne è convinto Joerg Kraemer, capo economista del secondo colosso bancario tedesco Commerzbank, che dai capi di stato e di governo del G20 riuniti a Londra chiede soprattutto la formazione di un forte organismo internazionale in grado di governare i mercati globali. Ma all'insegna delle forti divergenze che hanno caratterizzato la vigilia del summit, si attende risultati concreti dal G 20? «Esiste una grande differenza tra quello che mi augurerei da questo vertice e quello che invece realisticamente ne può uscire. La cosa davvero più urgente che andrebbe fatta è quella di trovare una vera unità e coordinazione nella gestione dell'attuale crisi e nello sviluppo di nuove regole globali per i mercati finanziari. Fino a quando non esiste questa unità o questa sorta di governo economico internazionale, di ONU per l'economia, ogni sforzo e ogni misura per contrastare la crisi potrebbe risultare inutile». Teme che senza un'azione comune e un documento firmato da tutti i Paesi del G20 possano rafforzarsi le tendenze protezionistiche di alcuni governi? «Il protezionismo è un veleno per i nostri mercati e purtroppo alcune tendenze verso la renazionalizzazione delle economie sono già riscontrabili nelle polemiche di Sarkozy contro le nuove fabbriche automobilistiche aperte in Repubblica ceca». Secondo lei sono auspicabili nuovi piani congiunturali come quelli invocati da Obama o Brown? «Barack Obama commette un grave errore aspettandosi troppo da questi investimenti pubblici miliardari. Nessun pacchetto d'emergenza, per quanto costoso e gigantesco esso sia, è in grado di bloccare una crisi di queste dimensioni. Gli stimoli ci vogliono, ma da soli non sono in grado di scongiurare la recessione. Molti cittadini negli Stati Uniti sono indebitati fino al collo e non hanno più un Cent da spendere. Lo stesso vale per molte imprese. Gli stati devono stare attenti a non immettere sui mercati troppi soldi che rischiano di far crescere a dismisura i deficit pubblici. I governi fanno già molto per contrastare la crisi, ma non devono fare troppo. Nei prossimi 12-24 mesi il pericolo è quello di una deflazione. Ma dopo potrebbe incombere un'inflazione molto alta». Ma riusciranno i Paesi del G20 ad accordarsi su di un piano d'azione comune? «Il G20 è sicuramente meglio di un G8 ma le differenze e gli interessi tra i vari Paesi che lo compongono sono ancora troppo distanti. Sarebbe già tanto se il vertice riuscisse a dare più fiducia e credibilità ad un'economia di mercato ingiustamente screditata. Non vorrei che un riflesso di questa crisia sia un'iper regolarizzazione dei mercati. Ci vogliono regole giuste ma non troppe regole».

Torna all'inizio


LONDRA - Tra la richiesta di nuove e immediate regole per i mercati finanziari di fr... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi dal nostro inviato MARCO CONTI LONDRA - Tra la richiesta di nuove e immediate regole per i mercati finanziari di francesi e tedeschi e la cautela di inglesi e americani, Silvio Berlusconi preferisce non schierarsi e rimanda al G8 di luglio della Maddalena il varo di un nuovo pacchetto norme internazionali che dovranno regolare i mercati finanziari. «Il G20 potrà fare qualcosa - spiegava ieri pomeriggio Berlusconi poco prima di lasciare l'hotel Claridge per Buckingam palace - potrà prendere «qualche decisione opportuna e immediata, ma è al G8 che si pensa che verrà redatto il nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici del mondo». Certo, aggiunge, rientrando dalla cena a Buckingam Palace, quella franco-tedesca «è la nostra linea, siamo noi che stiamo preparando il cosiddetto "legal standard act" che deve trovare il suo compimento al G8 della Maddalena». Nessuna fretta però, e nessuna forzatura rispetto alla posizione anglo-americana. In una Londra blindata e sotto assedio, con i principali esponenti del G20 che si rinfacciano responsabilità e mancate prese di posizione necessarie a combattere la speculazione finanziaria, l'Italia si presenta al summit di oggi con una buona dose di realismo. Il rischio di una rottura e di una rovinosa corsa protezionista, spingono il Cavaliere alla cautela e a rinviare quel momento decisivo che potrebbe spingere qualcuno dei Venti a rifare anzitempo le valigie. Per Berlusconi, più delle regole conta «il messaggio conclusivo del G20» che sarà, anticipa il Cavaliere - «non abbiate paura, gli stati ci sono e faranno la loro parte». Ancora una volta Berlusconi tenta una mediazione, mentre a pochi metri di distanza Angela Merkel e Nicolas Sarkozy lanciano ultimatum, definiscono «non negoziabile l'obiettivo» del vertice di nuove regole per la finanza internazionale, e Gordon Brown e Barack Obama chiedono all'Europa maggiori risorse per sostenere la domanda e il Fondo Monetario Internazionale. Nel riproporre il G8 della Maddalena, il presidente del Consiglio tenta anche di acquistare un ruolo di interlocuzione con il nuovo inquilino della Casa Bianca, che nel lungo giro europeo di questi giorni non ha trovato il modo per organizzare un faccia a faccia con il premier italiano, malgrado abbia deciso di incontrare a quattr'occhi tutti i leader europei presenti, compreso lo spagnolo Zapatero con il quale ha anche riattivato la linea telefonica segreta Madrid-Washington che Bush aveva messo fuori uso. «L'agenda del presidente non può essere modificata», spiegava ieri un portavoce della Casa Bianca sollecitato sull'argomento. Berlusconi fa buon viso a cattivo gioco sostenendo che «non abbiamo chiesto» un incontro bilaterale con il presidente Usa Barack Obama «perchè non ci sono argomenti nuovi su cui intrattenerci. Abbiamo tutto chiaro». Durante a cena a Buckingam Palace, «abbiamo scambiato battute simpatiche, e ho detto che come "kid" non è andato male». Fatto sta che, con la vicenda ancora aperta degli elicotteri che Finmeccanca dovrebbe consegnare alla Casa Bianca, e malgrado quattro giorni di continue riunioni (il G20 di Londra, il vertice Nato di domani e l'incontro Usa-Ue a Praga di dopodomani), le due diplomazie non sono riuscite a ritagliare uno spazio nelle agende. Alla necessità di una nuova regolamentazione della finanza globale e, in particolare, dei paradisi fiscali crede invece il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che ieri ha incontrato all'hotel Claridge di Londra il leader della Cisl Bonanni. «Tremonti è deciso e d'accordo con noi. E' paradossale - spiega Bonanni - che siano i governi di destra in Europa a sollecitare nuove regole e forme di protezione per i lavoratori». D'altra parte Berlusconi, annunciando che oggi illustrerà ai leader mondiali «il risultato del G8 sociale», conclude: «People first».

Torna all'inizio


dal nostro corrispondente NEW YORK - Per mesi, durante la campagna elettorale, uno de... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi ANNA GUAITAdal nostro corrispondente NEW YORK - Per mesi, durante la campagna elettorale, uno dei dubbi più pungenti che i rivali esprimevano su Obama riguardava la sua scarsa preparazione in politica estera. Ma in questi suoi primi passi sul palcoscenico mondiale, Obama è riuscito a presentarsi con un'autorevolezza degna di un diplomatico consumato. Sarà che il resto del mondo è ben disposto verso di lui e vuole rendergli la strada più facile, ma ieri i media americani sembravano d'accordo nel promuovere a pieni voti i risultati dei primi incontri che Obama ha tenuto alla vigilia del summit del G20 a Londra. Plauso ha riscosso soprattutto l'accordo stipulato con il collega russo Dmitri Medvedev per la ripresa dei negoziati per la riduzione degli arsenali strategici nucleari. «Importante», «significativa», sono stati i commenti a caldo degli esperti, davanti alla decisione dei due giovani presidenti - Medvedev ha 43 anni e Obama 46 - di rinnovare il trattato prima della sua scadenza, fissata al prossimo dicembre. Dalle indiscrezioni raccolte dalla stampa, si capisce che i due presidenti vogliono ottenere una riduzione di almeno un terzo delle testate nucleari, da 2200 a 1500 ciascuno, e realizzare un trattato più «vincolante» del precedente, che comporti anche metodi di verifica reciproca e che obblighi legalmente i due Paesi al rispetto pieno degli impegni presi. I due presidenti, che sono stati a discutere 35 minuti più del previsto, hanno deciso di rivedersi a luglio a Mosca: «Studierò il russo - ha scherzato Obama -, così arriverò preparato al nostro incontro». Fra i due c'è stata dell'ovvia simpatia, e Obama ha sottolineato anche la «costruttiva» coincidenza di vedute su vari punti «di reciproco interesse», come la necessità di trovare «misure efficaci per arginare la crisi economica». Era stato deciso di non entrare a fondo sui temi che dividono i due Paesi, in particolare l'invasione della Georgia da parte delle truppe russe e la decisione degli Usa di installare delle batterie antimissile nell'Europa centro-orientale. Invece si sono sottolineati gli interessi comuni di portare l'Iran a collaborare con l'Onu per dimostrare che il suo programma nucleare «è di natura pacifica». E l'Iran è stato al centro anche dell'altro appuntamento importante di ieri, quello con il presidente cinese Hu Jintao. E anche questo si è concluso con un invito a Obama ad andare in visita ufficiale. Fra Obama e Hu c'è stato uno scambio di vedute su una grande quantità di problemi. E dopo gli ultimi due anni di incertezza circa l'affidabilità dei rapporti con Pechino, gli osservatori americani hanno giudicato rilevante che si sia giunti all'accordo di creare una commissione bilaterale che si incontri annualmente, per discutere sia dei temi che i due Paesi hanno in comune sia di quelli che li dividono. Dopo questi due incontri difficili, per Obama e Michelle ce n'è stato un altro, forse più difficile: un te' con la regina Elisabetta. Le tv americane, che si sono divertite a ritrasmetere le gaffe dei passati presidenti (l'occhiolino di George Bush durante una conferenza insieme alla regina è stato il più ritrasmesso) hanno tirato un sospiro di sollievo quando Barack e Michelle hanno superato l'esame senza passi falsi. Ma qualcuno ha insinuato che è Elisabetta a saper mettere a loro agio i politici: dopotutto la regina ha incontrato tutti i presidenti americani sin da Truman, e ne conosce meriti e difetti.

Torna all'inizio


Preso atto dei mutati rapporti di forza economica e politica dei diversi Paesi, si dovrebbe ... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi di FRANCO REVIGLIO Preso atto dei mutati rapporti di forza economica e politica dei diversi Paesi, si dovrebbe disegnare la volontà di definire una nuova unità monetaria di conto e di riserva, rilanciare con maggiori risorse il ruolo del Fondo Monetario e nello stesso tempo consentire una regolazione e una supervisione sovranazionale dei mercati finanziari per impedire che nuove "bolle" possano ancora prodursi in futuro. Un quarto indirizzo dovrebbe esprimere la volontà di sostenere l'economia con un adeguato sostegno della domanda. Si dovrebbe disegnare uno sforzo cooperativo capace di superare in via transitoria i vincoli esistenti che nell'Unione Europea sembrano paralizzare l'adozione di misure congrue di rilancio. Infine è auspicabile che dal G20 esca anche la volontà di correggere attraverso adeguati interventi cooperativi i costi della crisi economica per i nuovi disoccupati e più in generale per la parte più povera della popolazione del pianeta. Una risposta adeguata alle sfide sopra indicate non è facile da conseguire perché non vi è più un Paese leader capace di offrire una soluzione condivisa. Nel nuovo contesto è più difficile superare insieme gli egoismi nazionali e i diversi interessi, nonché le differenze ideologiche. Ma l'interesse comune è il banco di prova della capacità della classe dirigente del pianeta di esprimere un messaggio unitario per governare e superare la crisi economica e sociale. Solo con un messaggio unitario si potrà superare la crisi e nello stesso tempo anche le tensioni e i diffusi contrasti che oggi dividono il mondo, costruendo una nuova e condivisa sicurezza collettiva.

Torna all'inizio


C'È UNA tendenza negli ambienti internazionali a considerare "superato" il G... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi di FRANCO FRATTINI C'È UNA tendenza negli ambienti internazionali a considerare "superato" il G8. Si discute di un G13/G14, di un G16, e naturalmente di un G20. Sono "formati" si argomenta dai più rappresentativi sotto il profilo economico, demografico, di "civiltà", perché, ad esempio, includono l'Africa e grandi Paesi (come l'Indonesia) a maggioranza musulmana. Tuttavia, una cosa è il numero, altra cosa il metodo in base al quale il G8 lavora. Quanto al numero dei partecipanti, l'approccio italiano al G8 tiene conto di questo dibattito. In particolare, il Vertice della Maddalena renderà manifesta un'articolazione a geometria variabile, funzionale ai dossier in esame. Il Vertice della Maddalena si distaccherà già dal formato tradizionale G8, perché il coinvolgimento di diversi attori in diverse fasi va oltre l'idea di un semplice "G8+". L'agenda del Vertice, dopo una prima riunione del "nucleo storico" (il G8 tradizionale) sarà affrontata sostanzialmente assieme ai Paesi del "G5" (India, Cina, Sudafrica, Brasile e Messico), considerati anch'essi Paesi ospitanti e non semplici invitati, più l'Egitto, e la riunione si estenderà anche ad un gruppo rappresentativo di Paesi africani. Ciò premesso, io credo che il metodo delle riunioni "tipo G8" sia importante almeno quanto il numero dei Paesi coinvolti. Da questo punto di vista, credo che il G8 abbia tuttora qualcosa da insegnare. La sua flessibilità ci ha consentito e consentirà ancor più in futuro di articolare in maniera creativa il rapporto tra strutture, funzioni ed obiettivi. Sono anzitutto gli obiettivi di policy che devono suggerire i formati (le strutture), partendo in ogni caso da un "gruppo fondativo" (che comprenda il G8, esteso al G5), il cui ruolo propulsivo rimane essenziale. In questo senso, il "G8" non dovrebbe diventare un generico e fluttuante "GX". Il G8 del futuro avrà una funzione strategica in termini di "sostegno" alla governance mondiale attuata, sia in senso economico che politico, nelle sedi istituzionali (Fmi, Banca mondiale,Wto, Nazioni Unite). In sostanza, sarà più simile ad un foro "pre-negoziale" per far avanzare l'esame di dossier di rilevanza globale che non ad un elitario "Governo mondiale". Esso avrà l'obiettivo di favorire ed accelerare il processo decisionale nelle organizzazioni internazionali. Questo gruppo "funzionale" sarà di natura inclusiva e non esclusiva, e sarà al servizio di cause comuni di rilevanza mondiale. In altri termini, il G8 sarà sempre più simile ad un gruppo di iniziativa e di pressione e per il consenso globale, un "Global consensus group" ("Gcg"). La partecipazione ai lavori del gruppo, al di là del semplice "posto al tavolo", dovrebbe rispondere anzitutto al principio di responsabilità. Il "Gcg", in quanto "evoluzione" del G8, rappresenterebbe un luogo di esercizio della "democrazia deliberativa" a livello globale, consentendo cioè il confronto di opinioni, l'esame delle proposte, la discussione sulle priorità dell'agenda mondiale, in vista del loro formale esame ed eventuale adozione nei fori istituzionali multilaterali o regionali. La differenza rispetto ad altri consessi a partecipazione universale, come ad esempio l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, sta anzitutto nella possibilità di sviluppo e di approfondimento di singole tematiche tra un numero limitato di Paesi senza che ciò impedisca che essi siano anche rappresentativi di un contesto internazionale più vasto. Le sue "competenze" potrebbero comprendere la trattazione sia di questioni inerenti ad esempio all'agenda globale e di stampo economico-finanziario che argomenti di carattere politico o di sicurezza. Non si dovrebbe tuttavia escludere la possibilità che esso affronti anche questioni di rilevanza politico-internazionale, specie in relazione a gravi crisi in atto o ad iniziative riguardanti la sicurezza in senso più ampio. Da questo punto di vista, il "Gcg" dovrebbe trattare anche temi riguardanti la global security, vale a dire l'insieme dei fattori molteplici e diversificati che, combinati assieme, pongono una sfida alla sicurezza mondiale (ad esempio, cambiamenti climatici, desertificazione e migrazioni di massa; mobilità e rischi di pandemie; diffusione di armi di distruzione di massa e loro eventuale disponibilità da parte di formazioni terroristiche; questione dello "scontro di civiltà" in rapporto al radicalismo religioso, ecc.). Ciò che è importante, è che il G8 "evoluto" non sia legato a situazioni emergenziali o ad erratiche esigenze di inclusione, ma che risponda alle reali esigenze di indirizzo politico-economico di un mondo in rapidissimo cambiamento.

Torna all'inizio


Benjamin Netanyahu e il suo ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, non hanno atteso molto... (sezione: G20)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi di ERIC SALERNO Benjamin Netanyahu e il suo ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, non hanno atteso molto per mettere un freno al cosiddetto processo di pace con i palestinesi proprio mentre, secondo fonti di stampa, un attacco preventivo contro l'Iran diventa più probabile di prima. E' stato il nuovo capo della diplomazia israeliana, il leader di Israel Beitenu, noto per le sue affermazioni razziste, a lanciare la prima pietra in ciò che potrebbe essere uno scontro frontale con l'Amministrazione americana. Il «governo non si considera vincolato dagli accordi raggiunti» nel 2007 alla Conferenza di pace di Annapolis, ha detto Lieberman ricordando che le intese non furono ratificate dall'allora governo Olmert o dal Parlamento. Nessun problema, secondo un portavoce del premier: vale ancora il percorso tracciato dalla cosiddetta road map, concordata anni prima dal Quartetto (Usa, Ue, Russia e Onu). La differenza non è soltanto formale. Ad Annapolis, in un incontro voluto dal presidente Bush e organizzato dall'allora Segretario di Stato Condoleezza Rice, fu deciso di premere sull'acceleratore e tentare di chiudere un negoziato su un accordo di pace basato sulla creazione di uno Stato palestinese indipendente accanto a Israele entro la fine del 2008. Non è accaduto e la formulazione del documento di Annapolis evidentemente non piace a Netanyahu. Non soltanto il premier si rifiuta di confermare l'ipotesi ormai universalmente accettata di "Stato palestinese indipendente" accanto a Israele ma non vuole nemmeno riconoscere l'urgenza di agire per frenare l'effetto destabilizzante di oltre quaranta anni di occupazione militare della Cisgiordania e di Gerusalemme Est. «Quelli che pensano che attraverso le concessioni guadagneremo pace e rispetto si sbagliano. E' il contrario - ha insistito Lieberman durante la cerimonia del suo insediamento - condurranno ad altre guerre». «Pronunciare la parola pace 20 volte al giorno non ci farà fare la pace». E ancora: «Quelli che vogliono la pace dovrebbero prepararsi per la guerra ed essere forti. Dal 1967 abbiamo abbandonato un territorio che è tre volte le dimensioni di Israele». Il neo premier si riferiva al Sinai, restituito all'Egitto e ad alcune terre tornate alla Giordania nel contesto dell'accordo di pace con il regno hascemita. Un diplomatico americano al seguito di Barack Obama, a Londra per il vertice G20, non ha voluto commentare direttamente le parole di Lieberman ma ha insistito che per Washington «la soluzione offerta di due Stati, israeliani e palestinesi che convivono fianco a fianco in pace e sicurezza, è negli interessi nostri e della regione». Dura, invece, la reazione di Mahmoud Abbas (Abu Mazen). «Vogliamo dire che quest'uomo non crede nella pace e dunque non possiamo trattare con lui. Il mondo dovrebbe premere su di lui». Nabil Abu Radainah, portavoce del presidente, ritiene che le parole del nuovo ministro degli Esteri sono «provocazioni che possono minare la sicurezza e la stabilità in questa regione». Costituiscono «una sfida alla comunità internazionale e agli Stati Uniti, che hanno adottato la soluzione dei due Stati». Netanyahu ha esortato i suoi ministri a «mettersi al lavoro subito» senza, però, definire pubblicamente le priorità. Si sa che la questione iraniana è in cima alla sua agenda e che sta aspettando di incontrare, probabilmente a maggio, Obama per parlarne. Il premier, secondo Aluf Ben, il noto commentatore militare del quotidiano Haaretz, avrebbe già deciso di attaccare gli impianti nucleari iraniani perché convinto che le pressioni diplomatiche e le sanzioni non riusciranno a impedire a Teheran di armarsi.

Torna all'inizio


Proteste e scontri nel cuore di Londra C'è già un morto tra i manifestanti (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 0 Proteste e scontri nel cuore di Londra C'è già un morto tra i manifestanti di Redazione Decine di cariche della polizia e 32 arresti alla vigilia del G20. Undici finiti in carcere indossano falkse divise della polizia. Irruzione nella Royal Bank of Scotland. Il terrore dei dirigenti sotto assedio: "Ci accusano della crisi e ci odiano" Londra - Qualcuno ha già paragonato il G20 di Londra al G8 di Genova nel 2001. E' troppo presto per fare bilanci ma si segnala già una vittima per gli scontri di piazza tra manifestanti e polizia. L'uomo sarebbe morto per collasso cardiaco. Secondo quanto riferisce Scotland Yard i soccorsi sono stati chiamati dagli stessi dimostranti, che alla polizia schierata hanno segnalato un uomo sdraiato per terra in una stradina, la St Michael Alley, alle spalle della manifestazione nella City. L'uomo non respirava più. In quei momenti concitati sono proseguiti i lanci di bottiglie contro la polizia che tentava di fare un cordone di sicurezza per agevolare i soccorsi. Trasportato poi all'ospedale l'uomo è deceduto. La City sotto assedio Le proteste - durante le quali ci sono stati 32 arresti - erano cominciate in modo spettacolare e festoso, come un grande carnevale. C'erano cornamuse, maschere e un clima di allegria. Poi però sono scoppiate le violenze, con un'irruzione in una filiale della Royal Bank of Scotland e migliaia di persone bloccate tra i cordoni di polizia. Quattro cortei Li hanno ribattezzati i quattro Cavalieri dell'Apocalisse: sono i quattro cortei partiti ieri mattina da altrettante stazioni ferroviarie del centro della città - in segno di protesta contro la guerra, il problema della casa, i crimini della finanza ed i cambiamenti climatici - sono riusciti a raggiungere senza grossi problemi la loro destinazione finale, la Banca d'Inghilterra, dove per circa un'ora i manifestanti circondati da polizia e moltissimi fotografi e telecamere, hanno dimostrato pacificamente. Un'altra manifestazione intanto prendeva corpo pochi isolati più a nord, nei pressi della stazione ferroviaria di Liverpool Street, dove centinaia di ambientalisti di Climate Camp - il gruppo responsabile in passato delle azioni di protesta contro l'espansione dell'aeroporto di Heathrow - hanno organizzato un sit in di fronte agli uffici della European Climate Exchange, una sorta di 'borsa' dove i paesi europei si scambiano le emissioni di anidride carbonica in modo da rispettare le loro quote nazionali. Il caos nel primo pomeriggio Verso le 14, quando per le strade della City si contavano circa quattromila persone, è scoppiato il caos: un gruppo di manifestanti dal volto coperto è riuscita a penetrare in una filiale della Royal Bank of Scotland nei pressi della Banca d'Inghilterra vandalizzandone l'interno. Agenti in tenuta antisommossa e protetti da scudi sono entrati nella banca e sono riusciti a rimuovere i manifestanti, circa una ventina, al suo interno. Inevitabile a quel punto l'aumento della tensione: i circa tremila dimostranti bloccati nei pressi della Banca d'Inghilterra hanno cominciato a prendere di mira la polizia gettando lattine, frutta e farina contro gli agenti. Alcuni manifestanti sono rimasti feriti negli scontri, terminati poi intorno alle 15.30 quando la maggior parte dei dimostranti e riuscita ad attraversare i cordoni della polizia. Proteste a Trafalgar Un'altra manifestazione - organizzata dai gruppi pacifisti Stop the War, Campaign for Nulear Disarmament, Palestine Solidarity Campaign e dalla British Muslim Initiative - si è svolta, a partire dalle 14, nel centro di Londra. I manifestanti si sono dati appuntamento dinanzi all'ambasciata statunitense a Grosvenor Square ed hanno sfilato fino a Trafalgar dove circa 5.000 persone - secondo le stime degli organizzatori - hanno ascoltato i comizi di diversi esponenti del movimento pacifista. Tra i 32 arrestati, ci sono undici persone fermate dopo essere state fermate a bordo di un veicolo blindato con indosso uniformi false della polizia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Scia di sangue in Russia: ucciso un altro giornalista Sergei Protazanov, 40 anni, denunciava brogli elettorali e affari poco chiari sul quotidiano di un sobborgo di Mosca (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 16 Scia di sangue in Russia: ucciso un altro giornalista Sergei Protazanov, 40 anni, denunciava brogli elettorali e affari poco chiari sul quotidiano di un sobborgo di Mosca di Matteo Buffolo Se mai li aveva abbandonati, la paura è tornata prepotente fra i giornalisti russi e gli attivisti per i diritti umani. Dopo che anche il presidente Dmitry Medvedev aveva ammesso che in Russia ci sono stati omicidi politici che hanno visto vittime dei giornalisti, l'opinione pubblica della terra degli zar è stata colpita da altri due casi: la morte di Sergei Protazanov, un giornalista-tipografo-impaginatore del giornale «Il Consenso Civile» del sobborgo moscovita di Khimki e l'aggressione a Lev Ponomariov, leader del movimento per i diritti umani russo, famoso nella capitale già dai tempi del regime sovietico. «Ci sono stati omicidi politici, ne sono certo. Non in tutti i casi è così, ma in alcuni di sicuro», aveva detto Medvedev. E fra i casi controversi è destinato anche a rientrare quello della morte del quarantenne Protazanov: fonti investigative sostengono che sia morto a causa di un'intossicazione da farmaci, altri invece dicono che è successo tutto in seguito a un'aggressione subita domenica da parte di sconosciuti. E a sostenere questa tesi non ci sarebbero soltanto attivisti, ma anche una figura istituzionale come Oleg Mitvol, numero due del servizio russo per il controllo dell'ambiente. Perché proprio un problema ambientale sarebbe al centro del "giallo": la municipalità di Khimki e gruppi di ambientalisti si scontrano da mesi sul passaggio di un'autostrada. E a Khimki, già nei mesi scorsi, per gli stessi temi era stato minacciato Mikhail Beketov, direttore del quotidiano di opposizione Khimkinskaja Pravda («La verità di Khimki»). Minacce culminate in novembre con una feroce aggressione che lo ha mandato in coma e in seguito alla quale ha subito l'amputazione di una gamba. Ma alcuni sostengono anche che Protazanov stesse per pubblicare una sua inchiesta su presunti brogli elettorali. È andata "meglio" a Lev Ponomariov, che è stato aggredito martedì sera a Mosca da "ignoti" ed è già stato dimesso dall'ospedale. Avvicinato col pretesto di una sigaretta, è stato malmenato e anche se le sue condizioni non sembrano gravi dovrà sottoporsi ad esami più approfonditi. «Quello che mi inquieta di più - ha detto la moglie - è che da tempo sosteneva di essere pedinato». Di certo Ponomariov è sempre stato molto critico con il Cremlino e nel passato aveva collaborato anche con Stanislav Markelov, l'avvocato difensore delle cause cecene, ucciso nei mesi scorsi insieme alla giornalista Anastasia Baburova della Novaya Gazeta, lo stesso giornale di Anna Politkovskaia. «Sono fermamente convinto che sia una vendetta e non la semplice aggressione di alcuni balordi - ha spiegato Ponomariov -. Al tempo stesso, tuttavia, non saprei dire chi potrebbe essere dietro a questo attacco su commissione, anche se sicuramente ho dato fastidio a qualcuno. Di certo non fermeranno la mia attività: non perché io sia un eroe ma perché è la mia vita», ha concluso auspicando che lo Stato intervenga per fermare le aggressioni. «L'aggressione contro Ponomariov è un segnale allarmante», ha commentato Aleksandr Verkhvski, direttore dell'ong Sova. E gli ha fatto eco Tatiana Lokshina, responsabile della sede di Mosca dell'organizzazione statunitense Human Rights Watch: «È vergognoso, questo incidente testimonia che l'atmosfera nella quale opera la società civile russa è inaccettabile». Se sia inaccettabile anche per le autorità, lo dimostreranno le prossime azioni di Medvedev e Putin. Quel che è certo è che nei giorni del G20 l'immagine della Russia si appanni di nuovo. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


La caccia al ricco è... (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 6 La "caccia al ricco" è una barbarie ma certi stipendi non sono giustificabili di Marcello Zacche' «Eat the rich», mangiamo i ricchi. è lo stile «gastronomia operaia» che si sta imponendo in questo nuovo ’68 improvvisato, che prende di mira i manager e i banchieri supposti responsabili della crisi. Anche se le scene di questi giorni, a ben guardare, sono le stesse di sempre. In occasione del G20 va in onda la ribellione contro il management e l’investment banking, ma non c’è molta differenza, nelle facce e nei comportamenti, rispetto alle manifestazioni no-global che si ripetono da oltre un decennio. Il minimo comun denominatore è quello della violenza. Va da sé che nessuna condivisione, simpatia o solidarietà può essere fornita a movimenti di questa sorta. Nessuna comprensione nemmeno a chi tra questi manifestanti, a Parigi come a Londra o a Roma, sia sinceramente rivolto contro i disastri causati dagli eccessi della finanza, simbolicamente rappresentati dai super stipendi dei grandi manager. Si parla di milioni di euro l’anno. Magari pagati con i soldi pubblici, come è accaduto nel caso dell’assicurazione Aig, negli Usa. Ciò che non può essere accettato è il metodo, composto di giustizia sommaria, piuttosto che di violenza o intimidazione. Detto questo, però, sarebbe sbagliato fermarsi qui e non trattare la questione che, in realtà, rischia di essere trattata nel modo sbagliato. Perché le super-retribuzioni dei bramini dell’economia urtano il buon senso e non da ieri. La classifica, provvisoria, dei compensi 2008 (qui a fianco) parte dagli 8,3 milioni di Roberto Tunioli (nella foto), numero uno di Datalogic, società che ha chiuso con 17,8 milioni di utile su 380 di ricavi. Non a caso il Giornale ne ha scritto in tempi non sospetti e a più riprese. Sia chiaro: nessuna tentazione verso l’appiattimento dei meriti, la parificazione delle qualifiche. è sacrosanto che chi ha responsabilità maggiori e specifiche competenze pretenda una reddito adeguato. Ma non è questo il punto di partenza dal quale, negli ultimi 20 anni, il sistema delle grandi corporate, prima in Usa poi in Europa, ha generato al suo interno una casta di manager autoreferenziale; e soprattutto auto-super-stipendiata, attraverso il meccanismo, diventato perverso, dei bonus e delle stock option: automatismi per moltiplicare i redditi dei manager legandoli al raggiungimento di determinati parametri e obiettivi di bilancio, piuttosto che all’andamento dei titoli azionari. Obiettivi, parametri, bilancio e prezzi che lo stesso manager può manipolare. Come i casi Enron e Parmalat avevano dimostrato con 6-7 anni di anticipo. Ma senza per forza pensare alle truffe più clamorose, i segnali di una qualche sproporzione erano sotto gli occhi di tutti. Senza che gli interessati ce ne vogliano, se un amministratore delegato come Luca Majocchi, alla guida di Seat Pagine Gialle oggi alle prese con un aumento di capitale necessario per sopravvivere, nel 2008 ha incassato 8 milioni; se Carlo Puri Negri, capo di un’altra società in difficoltà come Pirelli Re, nel 2008 ha incassato 2 milioni, che si sommano ai 33,7 del periodo 2001-2006; e se nello stesso periodo nessun banchiere tra Passera (Intesa), Profumo (Unicredit) e Nagel (Mediobanca) ha portato a casa meno di 30 milioni, allora viene in mente John Pierpont Morgan, leggendario banchiere che all’inizio del secolo scorso diceva che in nessun caso il presidente di una società doveva superare quello medio dei suoi dipendenti moltiplicato per venti. E questo è il punto: ci vuole proporzione. Se lo stipendio medio di un impiegato è nell’ordine dei 25mila euro annui, secondo JP Morgan il supermanager dovrebbe stare dalle parti dei 500mila. E che si arrivi pure al milione, dollari o euro non fa differenza, come piacerebbe al signor Bonaventura. Ma senza più perdere il senso, prezioso, della misura. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


G20 a rischio flop, Obama in... (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 2 G20 a rischio flop, Obama in difficoltà ora cerca l'appoggio di russi e cinesi di Marcello Foa Il presidente americano minimizza i contrasti con l'Europa: «Sulla crisi c'è consenso» Intesa con Medvedev sul nucleare. In programma viaggi a Pechino e Mosca Una nuova era nei rapporti con Mosca, ma soprattutto una nuova America, più umile, disposta ad ascoltare gli altri, a tratti arrendevole. Bush ha lasciato la Casa Bianca nemmeno due mesi fa, ma è come se fosse passato un decennio. E se è innegabile che con Obama l'immagine degli Stati Uniti è migliorata straordinariamente, l'impressione è che l'autorevolezza e la capacità di incidere sui destini del mondo sia diminuita in modo marcato. Il nuovo presidente non ne ha colpa, ma è costretto a subire gli effetti di una crisi finanziaria nata negli Usa e che gli Usa, da soli, non possono risolvere. L'America è costretta a chiedere e dunque a concedere. Alla Russia, ed era previsto; ma anche alla Cina, con un gesto simbolico poco mediatico ma, politicamente, molto significativo. Nella prima giornata a Londra Obama ha incontrato il presidente Dmitri Medvedev in un clima di grande cordialità e di simpatia reciproca, agevolato dall'età; sono entrambi giovani e insieme fanno 90 anni. Facile auspicare la fine dei toni da guerra fredda, e più in generale, l'inizio di una nuova relazione tra i due Paesi, che conviene a entrambi. Washington deve ridimensionare i piani per il controllo dello scacchiere euroasiatico e non vuole tensioni geostrategiche, Mosca a sua volta può ripristinare l'influenza in alcune zone ex sovietiche ed è ben lieta di dare una mano alla stabilizzazione dei mercati finanziari. Il summit ha sancito la ripresa di negoziati per la riduzione degli armamenti nucleari strategici, con l'obettivo di sostituire il Trattato Start 1 che scade a fine anno. È l'unico risultato concreto, mentre su altri temi, rimangono le differenze; ma è un primo passo, a cui presto seguiranno altri; probabilmente già a luglio, quando Obama si recherà in visita a Mosca. L'obiettivo è di giungere a soluzioni condivise su tutti i dossier "caldi": Washington vuole trovare un'intesa sull'Iran, Mosca sull'Ucraina, entrambi sono preoccupati dalla Corea del Nord e si dicono pronti a cooperare in Afghanistan. Ed è verosimile che alla fine lo scudo spaziale nell'Europa dell'est venga congelato. Insomma, la via è segnata. Obama ha incontrato anche il presidente cinese Hu Jintao, che, a conclusione del G20, tornerà a Pechino con un accordo che alza il profilo internazionale del suo governo. Già, perché Washington ha accettato la creazione di un «gruppo congiunto per il dialogo strategico ed economico», a cui parteciperanno i ministri del Tesoro e degli Esteri, per collaborare su temi come la crescita economica, la denuclearizzazione della penisola coreana, il programma nucleare dell'Iran, l'emergenza umanitaria nel Sudan, le questioni ambientali. Washington riconosce così l'importanza di Pechino e svela un atteggiamento che non è più quello della superpotenza, dall'alto in basso, ma tendenzialmente sempre più paritario e che la visita a Pechino del capo della Casa Bianca, nella seconda metà dell'anno, accentuerà ulteriormente. Non è un caso che i diritti umani siano scivolati in secondo piano. In questo momento conta solo l'economia e con Pechino l'intesa, per ora, regge. I dissapori sono soprattutto con l'Europa. Ieri il premier britannico Gordon Brown e lo stesso Obama, in conferenza stampa, hanno tentato di ridimensionare le aspettative per l'odierno G20. Nonostante le forti pressioni esercitate dagli americani, la Ue ha già bocciato l'idea di una manovra coordinata mondiale. Ma Obama minimizza i contrasti. Su come superare la crisi, dice, c'è un «enorme consenso». http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Sarkozy-Merkel, asse anti Washington (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 2 Sarkozy-Merkel, asse anti Washington di Gian Battista Bozzo nostro inviato a Londra Prima dei sorrisi, delle strette di mano e dello champagne a Buckingham Palace con la Regina Elisabetta, gli affondi di Nicolas Sarkozy e Angela Merkel agitano la vigilia del summit londinese del G20. Davanti a una folla di giornalisti stipata in una sala del Berkeley Hotel, e con le bandiere francese, tedesca ed europea alle spalle, il presidente e la cancelliera mettono in guardia dai «falsi compromessi». «Sulle regole della finanza non si tratta», afferma Sarkozy con durezza. E la Merkel non è da meno: «Chi non rispetta le regole - ribadisce - deve essere identificato». Un modo molto diretto per dire che i due Paesi vogliono una lista dei paradisi fiscali, un elenco «dei cattivi» per mettere ognuno, nel mondo, di fronte alle proprie responsabilità. Nel mirino di Merkel e Sarkozy, evidentemente, gli Stati Uniti. «Il presidente Obama è stato eletto con lo slogan "yes we can" - ricorda l'inquilino dell'Eliseo - e noi gli diamo fiducia, ma anche la sua amministrazione deve seguirlo». E la Merkel aggiunge che è venuto il momento delle «decisioni concrete» dopo che nel vertice del G20 a Washington, lo scorso novembre, si erano individuati i principi riformatori della finanza globale. La crisi è dura, occorrono risposte effettive, sostengono i due statisti europei. Ma Barack Obama - al difficile esordio sulla scena internazionale - ridimensiona le differenze con Francia e Germania, parlando di «enorme consenso» all'interno del G20. «Che qualcuno spinga per più regole e altri no - osserva il presidente americano - è smentito dai fatti». Né Obama crede che le differenti visioni sui pacchetti di stimolo fiscale per l'economia possano far fallire il vertice. «Il fatto che i governi debbano promuovere la ripresa economica non è in dubbio», afferma. Ma al contrario, il premier giapponese Taro Aso accusa la Germania di non comprendere l'importanza di adeguate misure di stimolo per uscire dalla crisi. L'Europa ha detto chiaramente d'aver fatto abbastanza per la ripresa, Stati Uniti e Giappone non concordano. Al primo ministro britannico Gordon Brown il difficilissimo compito di comporre le divergenze fra le due sponde dell'Atlantico, senza dimenticare i malumori di molti Paesi emergenti come l'India e il Brasile, che si trovano a dover fronteggiare un gravissimo aumento della disoccupazione a causa della crisi. Brown, ieri sera, ha riunito i venti leader più numerosi ospiti - fra cui spicca J.K. Rawling, l'autrice miliardaria di Harry Potter - in una cena al numero 10 di Downing street. Brown non ha la bacchetta magica del «maghetto» Potter, ma deve ugualmente compiere l'incantesimo più difficile: trovare il consenso generale su un comunicato finale convincente, non un semplice rimando a nuovi summit e a nuove regole dei mercati per il futuro. Ci sono in ballo cifre importanti, dai 100 miliardi di pacchetto per il commercio globale ai 500 miliardi da assegnare al Fondo monetario internazionale per il sostegno ai Paesi in difficoltà. «La sfida - chiave del G20 - spiega Mario Draghi, a Londra come presidente del Financial Stability Forum - è di ripristinare la fiducia sui mercati e nelle economie». Sfida difficile perché Draghi stesso non sa ancora se la restrizione del credito si sta allentando. «Non ho ancora una risposta su questo - osserva - ma ricordo che molte cose sono state fatte da tutti i Paesi e fra breve saranno operative: vedremo presto i benefici». Sul fronte regolatorio, Draghi dice sì al piano Geithner sulle banche Usa, e conferma che le nuove regole finanziarie - compresi i limiti al leverage - dovranno valere anche per gli hedge fund. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


No-global scatenati, e c'è... (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 3 No-global scatenati, e c'è anche un morto Dopo un pomeriggio di scontri, uno dei manifestanti trovato senza vita dalla polizia per un possibile collasso. Irruzione alla Royal Bank of Scotland: vetrine sfondate. Nel primo giorno di proteste 32 arresti. Oggi il bis di Lorenzo Amuso LondraC'è anche un morto nella convulsa vigilia del G20 a Londra dove gli scontri hanno scosso la città per tutto il giorno. A tarda notte era ancora incerto come abbia perso la vita un uomo, probabilmente uno dei manifestanti, crollato a terra in una strada della City nelle vicinanze della Banca d'Inghilterra. Immediati i soccorsi, ma all'arrivo dell'ambulanza l'uomo aveva già smesso di respirare. Secondo una prima ricostruzione sembra che egli sia stato vittima di un collasso cardiaco ma solo nelle prossime ore se ne saprà di più. Per tutto ieri Londra è stata teatro di scontri e tensioni. Vetrine infrante, gli uffici della Royal Bank of Scotland violati dai vandali. Tafferugli con lancio di ortaggi, uova e qualche sasso contro la polizia, mura imbrattate da graffiti. Trentadue arresti tra attivisti anti-guerra, ambientalisti, no global anti-capitalisti. E alcuni feriti, anche fra le forze dell'ordine. Questo il bilancio della prima giornata di cortei contro il vertice dei G20 a Londra. Puntuali, come temuto, gli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti. Solito rituale: cortei pacifici nelle intenzioni che nel corso della giornata si sono caricati di spunti violenti. Fino a raggiungere l'apice poco dopo mezzogiorno quando una folla di 4mila persone s'è radunata di fronte alla Bank of England. Immediato l'intervento della polizia che ha cercato di disperdere l'adunata con cariche d'alleggerimento e l'uso di lacrimogeni. Una manciata di manifestanti con il volto coperto è riuscita a smarcarsi e fare irruzione nella vicina Bank of Scotland, sfondando le vetrine dell'entrata su Bartholomew Lane. Dalle finestre sono piovuti in strada mobili e suppellettili fino a quando la polizia non è intervenuta. Tutta l'area circostante è stata prontamente isolata e la banca ha deciso l'immediata chiusura di tutte le filiali londinesi. Neppure le imponenti misure di sicurezza della Metropolitan Police - oltre 5mila gli agenti impegnati per un investimento di otto milioni di euro - sono comunque bastate per proteggere la Rbs, bersaglio dichiarato. Salvata dalla bancarotta in ottobre tramite la parziale nazionalizzazione, la banca era tornata d'attualità le scorse settimane per i maxi-bonus riconosciuti ai suoi banchieri. Quasi una provocazione in tempi di recessione e licenziamenti. Al di là di qualche episodio (infrante le vetrine anche di una filiale della Hsbc), la polizia è riuscita ad arginare i quattro diversi cortei, partiti da altrettante stazioni ferroviarie. Differenti i colori della protesta: circa 4mila manifestanti che si sono dati appuntamento in strada nel «Financial Fool's Day», il pesce d'aprile finanziario. Slogan d'antan («Guerra di classe» e «Ladri»), fumogeni, lancio di sassi e di qualche bottiglia all'indirizzo del cordone di polizia. Per un pomeriggio la City è rimasta paralizzata e qualche negozio si è ritrovato con le vetrine infrante. Da qualche ufficio i lavoratori della City hanno reagito agli slogan anti-finanza sventolando banconote da 10 sterline. La protesta è stata limitata sia nello spazio, circoscritta in una zona della città, sia nel tempo. Eppure per qualche minuto ha rischiato di degenerare in guerriglia urbana. Alla fine l'emergenza è rientrata. Merito del piano di prevenzione studiato nei dettagli. Cecchini sopra i tetti, tombini bullonati, quasi 3mila telecamere a ogni angolo delle strade. Chi non ha disertato la City ha seguito il consiglio di vestire casual per non dare nell'occhio ed evitare tensioni. Nei giorni scorsi le vetrine di negozi e ristoranti erano state sbarrate con assi di legno. A calmare i più esagitati ci hanno pensato i reparti speciali in assetto anti-sommossa. «I manifestanti hanno lanciato diversi oggetti contundenti contro gli agenti e ci sono stati scatti d'ira contro i cordoni di poliziotti, siamo intervenuti quando è cresciuto il livello di violenza», ha fatto sapere Scotland Yard dopo il fermo di un gruppo di anarchici. Nel tardo pomeriggio un folto corteo si è diretto verso Trafalgar Square per una manifestazione contro la guerra. Oggi si bissa: stesso copione stesso palcoscenico. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Si chiama politica la ricetta contro la... (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 0 Si chiama politica la ricetta contro la rabbia di Redazione Il rischio è grande perché grande è la posta in gioco. La riunione di Londra dei 20 Paesi espressioni delle maggiori economie del mondo è chiamata a dare risposte concrete per contenere e superare la grave crisi finanziaria ed economica che ci affligge. Troppe riunioni a vuoto, tanti annunci di misure in parte poi disattese, molte previsioni sbagliate hanno caratterizzato la vita di questi ultimi due anni testimoniando, così, un'incertezza grave della politica mondiale dinanzi alla più grande crisi dal 1929 in poi. Questa volta, dunque, non si può sbagliare. Gli episodi di rabbia popolare, la disperazione di masse crescenti di lavoratori, la visibilità di una minoranza opulenta che si identifica spesso in chi ha avuto responsabilità in questo sfascio, sono una miscela esplosiva che può avere un effetto domino sul terreno della protesta in tutti i paesi, ed in particolare in quelli a democrazia consolidata. Di qui, l'esigenza di risposte immediate e coordinate tra i 20 maggiori Paesi. A Londra si confronteranno due scuole di pensiero, quella che chiede di stimolare massicciamente una domanda pubblica e privata e quella prevalentemente europea che chiede l'adozione di regole comuni per disciplinare i guasti di un mercato lasciato per troppo tempo solo a se stesso. Più che due scuole di pensiero, in realtà si tratta di due posizioni che testimoniano da un lato le diverse responsabilità nell'origine della crisi e dall'altro, la necessaria complementarietà delle risposte. Insomma l'immissione di ingenti risorse nell'economia reale è indispensabile per contenere gli effetti occupazionali della crisi che rischia di essere devastante sul piano della coesione sociale e per porre le basi di una ripresa economica diversa dal passato per qualità e diffusione planetaria. Queste misure sollecitate innanzitutto da Barack Obama avrebbero però respiro breve se non fossero accompagnate da una più ferrea disciplina dei mercati finanziari. Nuove regole comuni per tagliare le unghie alla speculazione e ai truffatori che hanno buon gioco nei mercati finanziari trasformati in questi 15 anni in vere e proprie «sale scommesse». Tutto è potuto avvenire grazie a quella che fu definita agli inizi degli anni '90 l'innovazione finanziaria che partorì nuovi prodotti come i derivati nati per assicurare il sistema bancario sui rischi che assumeva e via via trasformati poi in strumenti di facile arricchimento di poche élite a danno di tutti. Con quelle innovazioni ( derivati, futures sulle materie prime, hedge fund) banche e intermediari finanziari scoprirono che la finanziarizzazione dell'economia portava ad un'immediata impennata dei ricavi e degli utili rendendo così felici ad un tempo gli azionisti, i trader borsistici e i top-manager con le stock-option e i bonus legati ai risultati anno per anno. Naturalmente la «deregulation» dei mercati, sostenuta culturalmente da un pensiero unico debole ma interessato da consulenze milionarie e da un'informazione plaudente alle ricchezze che si accumulavano senza capirne l'origine aleatoria e le conseguenze economiche e sociali, ha portato al disastro di oggi. Non correggere questo stato di cose come chiedono gli europei significherebbe, dunque, lasciare intatte le cause profonde che hanno generato l'attuale crisi finanziaria che prima o poi si ripeterebbe. La risposta del G20 deve, allora, essere globale e legata più alle esigenze di miliardi di cittadini del mondo poveri da sempre o che stanno scivolando verso nuove povertà di massa e molto meno alla potenza seducente di una finanza deviata e in molti casi corrotta. Sbaragliate le vecchie ideologie autoritarie del Novecento, il capitalismo vincerà la sua sfida se saprà battere la fame, le malattie, l'immensa povertà di interi continenti e contenere livelli sproporzionati di disuguaglianze sociali nei Paesi a democrazia avanzata. L'auspicato accordo dovrà prevedere che ciascuno faccia la propria parte. Per quanto riguarda l'Italia Berlusconi ha giustamente preso le distanze da una politica economica che con la scusa di un debito altissimo altro non ha fatto che produrne altro portando il deficit di quest'anno ad oltre il 4% sul Pil, il debito al 112% sul Pil e una crescita negativa a ben oltre il 4% come avevamo da mesi previsto. Avremo il tempo di ragionare sulle vergini violate che oggi si stracciano le vesti nel tentativo di recuperare la virtù perduta mentre ieri coccolavano quel mostro creato dall'avidità del mercato. Oggi quel che ci preme è che la politica riprenda il suo primato e la sua autorevolezza per il governo del mondo. ilgeronimo@tiscali.it © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Vittima numero 48 nel mondo dei media (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 16 Vittima numero 48 nel mondo dei media di Redazione «Sergei Protazanov, giornalista e tipografo di un piccolo giornale di opposizione della municipalità di Khimki, nell'hinterland di Mosca, è il 48° giornalista ucciso nella Federazione Russa dal 2000, anno di insediamento al potere di Vladimir Putin. Forse qualcuno dovrebbe dire basta!». Lo sostiene in un comunicato l'associazione Information Safety and Freedom (Isf). «Le autorità russe già tentano di insabbiare il caso, - continua Isf - diffondendo voci su una presunta overdose di droga come causa della morte e si rilancerà, anche in questo caso, la tesi del complotto: giornalisti e dissidenti russi verrebbero uccisi in concomitanza di importanti avvenimenti internazionali (il G20 a Londra) per screditare il Cremlino agli occhi del mondo». «Chiediamo alle istituzioni europee, ai partiti e alle associazioni - conclude il comunicato - di astenersi da nuovi cordogli, condanne e inutili lavaggi di mani, che non trovano mai traduzione concreta nell'atteggiamento tenuto nei confronti della politica autoritaria della Federazione russa. Se nessuno riprende e rilancia le denunce che hanno condannato a morte quei colleghi è come ucciderli una seconda volta». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste, giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e, purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 2 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 37 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.8 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati (finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni, sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da 1,25 a 1,45 in dieci giorni e poi torna a 1,25. Tutto questo è innaturale e superfluo. E allora perchè non limitarli o addirittura abolirli, progressivamente? I trader, certi banchieri, gli speculatori hanno già fatto abbastanza danni. Che la festa finisca e che il mercato torni ad essere il mercato, in un'ottica autenticamente liberale. Domanda: Che Soros abbia ragione? Scritto in capitalismo, crisi, banche, manipolazione, globalizzazione, economia, notizie nascoste Commenti ( 91 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Mar 09 Il piano Geithner? Un'altra beffa. I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo al piano del ministro del Tesoro americano Geithner e non è difficile capire perchè: non fa altro che prorogare lo strapotere della casta finanziaria di Wall Street. Come hanno evidenziato alcuni commentatori (segnalo al riguardo l'ottimo fondo di Luigi Zingales sul Sole 24Ore), la manovra messa a punto dall'Amministrazione Obama si risolve in uno straordinario regalo alle banche che hanno provocato il dissesto finanziario, in un incentivo agli hedge funds che potranno indebitarsi a spese del contribuente, e persino in un premio alle agenzie di rating che per valutare i nuovi fondi di asset tossici intascheranno un miliardo di dollari. Sul Giornale di oggi do voce anche a un'illustre economista, Alice Rivlin, ex membro del board della Federal Reserve, che sebbene con qualche perplessità difende il piano. Tuttavia resto molto scettico, per queste quattro ragioni: 1) Il piano ignora le cause strutturali del dissesto. Anche se avesse successo, non impedirebbe alle banche di ripetere gli stessi errori del passato. infatti, secondo voci accreditate, gli istituti bancari non hanno ancora rinunciato alle operazioni di ingegneria finanziaria, insomma continuano a trastullarsi con derivati, cartolarizzazioni, eccetera. 2) Il fondo dovrebbe essere alimentato con mille miliardi di dollari, ma l'ammontare dei debiti tossici è di gran lunga superiore a questa pur ingente cifra. Verosimilmente, non sarà sufficiente per risanare completamente i bilanci delle banche. 3) La Cina è sempre più diffidente nei confronti degli Stati Uniti e sempre meno disposta a indebitarsi in dollari. Ieri, d'accordo con la Russia, ha lanciato l'idea di una moneta globale al posto della valuta statunitense. L'ipotesi appartiene a un futuro lontano. Ma il solo fatto che venga presa in considerazione è indicativa delle intenzioni di Pechino. 4) L'economia americana si basa per il 75% sui consumi e le misure varate dal governo faranno esplodere prima il deficit e poi il debito pubblico, che potrebbe arrivare in appena due anni all'80% del Pil. E ci vorranno molti anni per riconvertirla all'industria. Le sue debolezze sono strutturali. L'ottimismo di molti operatori è davvero giustificato? Scritto in banche, capitalismo, crisi, era obama, economia, cina, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore? Ne dubito. O meglio, dipende dalle circostanze. Come spiego in un articolo pubblicato oggi sul Giornale, il presidente degli Stati Uniti è soprattutto un grande interprete, ma solo di discorsi scritti, spesso da altri. Sa leggere, sa recitare bene. Ma è terrorizzato quando deve parlare a braccio. Infatti, ha sempre appresso il teleprompter (vedi foto) ovvero il "gobbo elettronico", anche quando deve intervenire in pubblico solo per pochi secondi. Non sa improvvisare, non sa essere spontaneo. Io dico: non paragonatelo a Roosevelet, nè a Kennedy, nè a Reagan. Quella era un'altra categoria. Obama senza il suo spin doctor David Axelrod è perso. Scritto in spin, comunicazione, era obama, presidenziali usa, gli usa e il mondo, giornalismo Commenti ( 72 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Mar 09 Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Ieri altri tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza; perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo, francia, immigrazione, islam Commenti ( 180 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai Negli ultimi sette giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. AGGIORNAMENTO: Sono a Parigi, dove ho intervistato Jacques Attali, uno dei pochi ad aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera. Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima. Attali è persuaso che l'Europa sia meglio attrezzata e potrebbe addirittura emergere come la nuova superpotenza. Potere leggere l'intervista qui Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti ( 88 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (9) blog (1) capitalismo (9) cina (19) comunicazione (2) crisi (11) democrazia (62) economia (31) era obama (16) europa (12) francia (23) germania (4) giornalismo (51) giustizia (2) gli usa e il mondo (63) globalizzazione (45) immigrazione (40) islam (20) israele (2) Italia (151) manipolazione (6) medio oriente (13) notizie nascoste (47) partito democratico (2) pdl (1) politica (1) presidenziali usa (23) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (23) spin (6) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni dellelmodiscipio: Lei ha senz'altro ragione, Foa, e leggiamo con orgoglio il suo elogio della stampa italiana,... Harlequin: Gentilissimo Dr. Foa, dovrebbe conoscere uno dei soprannomi con cui è nota la CNN negli USA:... Harlequin: Abbondantemente fuori tempo massimo, ma nella speranza che qualcuno lo legga, posto il link del sito... lino: meno male che c'è qualcuno che sa come risovere i problemi: bruciando tutto. ah! se non ci fossero loro.... Marina: Il partoto nazista e il partito fascista sono fuori legge. Perchè il partito comunista no? Ultime news Proteste e scontri nel cuore di Londra C'è già un morto tra i manifestantiBioetica, la Consulta boccia la legge 40 Roccella: nuove lineePiano casa, Berlusconi: "Alloggio a chi non lo ha"Malore in gita scolastica, 18enne in coma: è gialloG20, appello di Obama: servono azioni urgenti Finanza, asse Merkel-Sarkozy: "Nuove regole"Matera, arrestato 61enne: da tre anni abusava sulle figlie delle amantiMourinho: "Sono Antipatico? Neanche Gesù piaceva a tutti"Giuda vince il "Vangelo reality"Il macellaio di Pol Pot alla sbarra "Ho massacrato 14mila cambogiani"Baricco spiazza tutti: "Il futuro è a destra" Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it April 2009 M T W T F S S « Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2009 (1) March 2009 (15) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Il piano Geithner? Un'altra beffa. Non chiedete a Obama di essere spontaneo Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

Torna all'inizio


Proteste e scontri nel cuore di... (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 0 Proteste e scontri nel cuore di Londra C'è già un morto tra i manifestanti di Redazione Decine di cariche della polizia e 32 arresti alla vigilia del G20. Undici finiti in carcere indossano false divise della polizia. Irruzione nella Royal Bank of Scotland. Il terrore dei dirigenti sotto assedio: "Ci accusano della crisi e ci odiano" Londra - Qualcuno ha già paragonato il G20 di Londra al G8 di Genova nel 2001. E' troppo presto per fare bilanci ma si segnala già una vittima per gli scontri di piazza tra manifestanti e polizia. L'uomo sarebbe morto per collasso cardiaco. Secondo quanto riferisce Scotland Yard i soccorsi sono stati chiamati dagli stessi dimostranti, che alla polizia schierata hanno segnalato un uomo sdraiato per terra in una stradina, la St Michael Alley, alle spalle della manifestazione nella City. L'uomo non respirava più. In quei momenti concitati sono proseguiti i lanci di bottiglie contro la polizia che tentava di fare un cordone di sicurezza per agevolare i soccorsi. Trasportato poi all'ospedale l'uomo è deceduto. La City sotto assedio Le proteste - durante le quali ci sono stati 32 arresti - erano cominciate in modo spettacolare e festoso, come un grande carnevale. C'erano cornamuse, maschere e un clima di allegria. Poi però sono scoppiate le violenze, con un'irruzione in una filiale della Royal Bank of Scotland e migliaia di persone bloccate tra i cordoni di polizia. Quattro cortei Li hanno ribattezzati i quattro Cavalieri dell'Apocalisse: sono i quattro cortei partiti ieri mattina da altrettante stazioni ferroviarie del centro della città - in segno di protesta contro la guerra, il problema della casa, i crimini della finanza ed i cambiamenti climatici - sono riusciti a raggiungere senza grossi problemi la loro destinazione finale, la Banca d'Inghilterra, dove per circa un'ora i manifestanti circondati da polizia e moltissimi fotografi e telecamere, hanno dimostrato pacificamente. Un'altra manifestazione intanto prendeva corpo pochi isolati più a nord, nei pressi della stazione ferroviaria di Liverpool Street, dove centinaia di ambientalisti di Climate Camp - il gruppo responsabile in passato delle azioni di protesta contro l'espansione dell'aeroporto di Heathrow - hanno organizzato un sit in di fronte agli uffici della European Climate Exchange, una sorta di 'borsa' dove i paesi europei si scambiano le emissioni di anidride carbonica in modo da rispettare le loro quote nazionali. Il caos nel primo pomeriggio Verso le 14, quando per le strade della City si contavano circa quattromila persone, è scoppiato il caos: un gruppo di manifestanti dal volto coperto è riuscita a penetrare in una filiale della Royal Bank of Scotland nei pressi della Banca d'Inghilterra vandalizzandone l'interno. Agenti in tenuta antisommossa e protetti da scudi sono entrati nella banca e sono riusciti a rimuovere i manifestanti, circa una ventina, al suo interno. Inevitabile a quel punto l'aumento della tensione: i circa tremila dimostranti bloccati nei pressi della Banca d'Inghilterra hanno cominciato a prendere di mira la polizia gettando lattine, frutta e farina contro gli agenti. Alcuni manifestanti sono rimasti feriti negli scontri, terminati poi intorno alle 15.30 quando la maggior parte dei dimostranti e riuscita ad attraversare i cordoni della polizia. Proteste a Trafalgar Un'altra manifestazione - organizzata dai gruppi pacifisti Stop the War, Campaign for Nulear Disarmament, Palestine Solidarity Campaign e dalla British Muslim Initiative - si è svolta, a partire dalle 14, nel centro di Londra. I manifestanti si sono dati appuntamento dinanzi all'ambasciata statunitense a Grosvenor Square ed hanno sfilato fino a Trafalgar dove circa 5.000 persone - secondo le stime degli organizzatori - hanno ascoltato i comizi di diversi esponenti del movimento pacifista. Tra i 32 arrestati, ci sono undici persone fermate dopo essere state fermate a bordo di un veicolo blindato con indosso uniformi false della polizia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Proteste e scontri nel cuore di Londra Un morto tra i manifestanti: malore (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 0 Proteste e scontri nel cuore di Londra Un morto tra i manifestanti: malore di Redazione Decine di cariche della polizia e 32 arresti alla vigilia del G20. Undici finiti in carcere indossano false divise della polizia. Irruzione nella Royal Bank of Scotland. Il terrore dei dirigenti sotto assedio: "Ci accusano della crisi e ci odiano" Londra - Qualcuno ha già paragonato il G20 di Londra al G8 di Genova nel 2001. E' troppo presto per fare bilanci ma si segnala già una vittima per gli scontri di piazza tra manifestanti e polizia. L'uomo sarebbe morto per collasso cardiaco. Secondo quanto riferisce Scotland Yard i soccorsi sono stati chiamati dagli stessi dimostranti, che alla polizia schierata hanno segnalato un uomo sdraiato per terra in una stradina, la St Michael Alley, alle spalle della manifestazione nella City. L'uomo non respirava più. In quei momenti concitati sono proseguiti i lanci di bottiglie contro la polizia che tentava di fare un cordone di sicurezza per agevolare i soccorsi. Trasportato poi all'ospedale l'uomo è deceduto. La City sotto assedio Le proteste - durante le quali ci sono stati 32 arresti - erano cominciate in modo spettacolare e festoso, come un grande carnevale. C'erano cornamuse, maschere e un clima di allegria. Poi però sono scoppiate le violenze, con un'irruzione in una filiale della Royal Bank of Scotland e migliaia di persone bloccate tra i cordoni di polizia. Quattro cortei Li hanno ribattezzati i quattro Cavalieri dell'Apocalisse: sono i quattro cortei partiti ieri mattina da altrettante stazioni ferroviarie del centro della città - in segno di protesta contro la guerra, il problema della casa, i crimini della finanza ed i cambiamenti climatici - sono riusciti a raggiungere senza grossi problemi la loro destinazione finale, la Banca d'Inghilterra, dove per circa un'ora i manifestanti circondati da polizia e moltissimi fotografi e telecamere, hanno dimostrato pacificamente. Un'altra manifestazione intanto prendeva corpo pochi isolati più a nord, nei pressi della stazione ferroviaria di Liverpool Street, dove centinaia di ambientalisti di Climate Camp - il gruppo responsabile in passato delle azioni di protesta contro l'espansione dell'aeroporto di Heathrow - hanno organizzato un sit in di fronte agli uffici della European Climate Exchange, una sorta di 'borsa' dove i paesi europei si scambiano le emissioni di anidride carbonica in modo da rispettare le loro quote nazionali. Il caos nel primo pomeriggio Verso le 14, quando per le strade della City si contavano circa quattromila persone, è scoppiato il caos: un gruppo di manifestanti dal volto coperto è riuscita a penetrare in una filiale della Royal Bank of Scotland nei pressi della Banca d'Inghilterra vandalizzandone l'interno. Agenti in tenuta antisommossa e protetti da scudi sono entrati nella banca e sono riusciti a rimuovere i manifestanti, circa una ventina, al suo interno. Inevitabile a quel punto l'aumento della tensione: i circa tremila dimostranti bloccati nei pressi della Banca d'Inghilterra hanno cominciato a prendere di mira la polizia gettando lattine, frutta e farina contro gli agenti. Alcuni manifestanti sono rimasti feriti negli scontri, terminati poi intorno alle 15.30 quando la maggior parte dei dimostranti e riuscita ad attraversare i cordoni della polizia. Proteste a Trafalgar Un'altra manifestazione - organizzata dai gruppi pacifisti Stop the War, Campaign for Nulear Disarmament, Palestine Solidarity Campaign e dalla British Muslim Initiative - si è svolta, a partire dalle 14, nel centro di Londra. I manifestanti si sono dati appuntamento dinanzi all'ambasciata statunitense a Grosvenor Square ed hanno sfilato fino a Trafalgar dove circa 5.000 persone - secondo le stime degli organizzatori - hanno ascoltato i comizi di diversi esponenti del movimento pacifista. Tra i 32 arrestati, ci sono undici persone fermate dopo essere state fermate a bordo di un veicolo blindato con indosso uniformi false della polizia. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Seul agli Usa: rappresaglie se toccate il satellite (sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 0 Seul agli Usa: rappresaglie se toccate il satellite di Redazione La Corea del Nord minaccia di ricorrere alla rappresaglia contro Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud nell'eventualità che il proprio satellite venisse intercettato dai sistemi antimissile dispiegati nell'area. Obama fa muro: "La risposta sarà rigorosa" Seul - La Corea del Nord minaccia di ricorrere alla rappresaglia contro Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud nell'eventualità che il proprio satellite, il cui lancio è stato annunciato tra il 4 e l'8 aprile, venisse intercettato dai sistemi antimissile dispiegati nell'area. L'avvertimento è giunto oggi dall'agenzia di regime nordcoreana Kcna, che ha citato le parole di un alto esponente dell'Armata del Popolo di Pyongyang. La replica di Obama Al lancio di un missile della Corea del Nord, fissato tra il 4 e l’8 aprile, deve seguire una "risposta rigorosa e unita". è il punto su cui hanno concordato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e quello della Corea del Sud, Lee Myung-bak, a Londra per il vertice. Obama e Lee Myung-bak si sono incontrati oggi a margine del vertice del G20 sull’economia mondiale. L’ufficio del presidente sudcoreano ha diramato un comunicato dopo l’incontro tra Obama e Lee spiegando che hanno raggiunto un accordo "per lavorare insieme in vista di una reazione congiunta al lancio". La Corea del Nord ha annunciato l’imminente lancio, fra il 4 e l’8 aprile, di un "satellite per telecomunicazioni". Secondo Usa, Giappone e Corea del Sud, si tratterebbe in realtà del test simulato di un vettore missilistico intercontinentale, in grado di colpire l’Alaska. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


(sezione: G20)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

n. 79 del 2009-04-02 pagina 5 «Il G8 fisserà le regole del mercato globale» di Adalberto Signore Berlusconi nella capitale inglese anticipa gli esiti del G20: «Qualche decisione sarà presa, ma solo alla Maddalena verrà redatto il nuovo codice per economia e finanza». Il dispiacere per la morte del giovane manifestante: «Ma questi vertici sono indispensabili» nostro inviato a Londra È quasi mezzanotte e mezzo quando Silvio Berlusconi rientra all'Hotel Claridge's dopo la cena a Downing Street con gli altri leader del G20 e la notizia della morte di uno dei manifestanti è sulle agenzie di stampa solo da pochi minuti. Il premier non nasconde il suo disappunto perché, spiega, «lo abbiamo saputo adesso» e «sono molto dispiaciuto». Le circostanze della morte non sono ancora chiare, ma la memoria non può non andare al G8 del 2001. «Londra come Genova?», chiede un cronista. Il Cavaliere scuote la testa: «Questa è la parte negativa di vertici che sono comunque indispensabili». Un summit, quello che si apre oggi, nel quale si cerca di conciliare le diverse ricette alla crisi economica messe sul piatto da Sarkozy e Merkel da una parte e Brown ed Obama dall'altra. È anche per questo che secondo il Cavaliere il G20 sarà «solo l'inizio». Pur essendo convinto che nel vertice di Londra si «adotterà qualche decisione immediata», infatti, Berlusconi è dell'idea che per mettere nero su bianco il «nuovo codice dei comportamenti finanziari ed economici mondiali» sia necessario un tavolo più ristretto. Perché è più facile prendere decisioni, certo. Ma anche perché Europa e Stati Uniti ancora non sono sulla stessa lunghezza d'onda. Per usare le parole del segretario generale della Farnesina Giampiero Massolo, «il negoziato è in corso». Con i grandi dell'Ue che puntano soprattutto sulle nuove regole e gli incentivi ai consumi, e Washington che preferirebbe privilegiare un rifinanziamento del Fondo monetario. Che siano queste le tre leve per uscire dalla crisi sono tutti d'accordo, il problema resta come modulare gli interventi. Per questo il presidente del Consiglio è convinto che «nuove regole» per evitare le speculazioni finanziarie e per fare la guerra ai paradisi fiscali «arriveranno» solo «con il G8» in programma a luglio a La Maddalena. Un tavolo al quale l'Italia porterà come sua proposta proprio il Global Standard su cui «stiamo lavorando». Un punto, questo, su cui il premier è deciso ad andare avanti, tanto quanto Giulio Tremonti che in materia non esita a definirsi «interventista». «Il ministro dell'Economia - spiega il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, anche lui a Londra - l'ho visto sulla linea di Sarkozy». Quella franco-tedesca, dice Berlusconi a tarda notte, «è la nostra linea». Il Cavaliere, poi, insiste anche sulla necessità di dare un forte segnale di copertura sociale e conferma di voler proporre alla riunione di oggi un Social Pact, così che «si possa sostituire al pessimismo l'ottimismo e trasformare la paura in speranza». Il messaggio conclusivo di questo G20, dice, sarà «non abbiate paura». Perché «gli Stati ci sono e faranno la loro parte». Berlusconi parla anche di Obama e spiega di aver risposto alla lettera del presidente americano e di aver accolto la sua proposta di tenere a La Maddalena un vertice sui cambiamenti climatici. Un argomento affrontato con Hillary Clinton anche durante la cena al numero 10 di Downing Street. Che per Berlusconi è stata anche l'occasione per scambiare qualche idea con il nuovo inquilino della Casa Bianca, visto che un vero e proprio bilaterale Italia-Usa non è in agenda. «Non lo abbiamo chiesto», spiega il Cavaliere, perché «non ci sono argomenti nuovi su cui intrattenerci» e «abbiamo tutto chiaro». Dopo l'incontro nel primo pomeriggio con il primo ministro giapponese Taro Aso («abbiamo fondato un grande partito della libertà e il mio gradimento è al 66,4%», gli ha raccontato il Cavaliere), il presidente del Consiglio torna poi sul piano-casa che, spiega, «non ho mai chiamato così». Per ora, dice, si tratta solo di un «piano-famiglia». Che nelle speranze del governo riuscirà a immettere «nel circuito economico 60-70 miliardi di euro». Poi verrà anche il «grande piano-casa per dare un'abitazione a chi non ce l'ha». Per il momento, comunque, Berlusconi è «molto soddisfatto» visto che in mattinata il governo ha incassato il via libera degli enti locali al decreto sulla casa che sarà varato dal Consiglio dei ministri tra dieci giorni. Un provvedimento, ha spiegato in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, che viene soprattutto incontro alle esigenze delle famiglie che «potranno aumentare del 20% la volumetria» delle case mono e bifamiliari. Berlusconi fa anche due conti: «Se il 10% dei proprietari di case approfittassero dell'offerta, entrerebbero nel circuito economico 60-70 miliardi di euro, quasi tutti provenienti da depositi bancari». Un provvedimento, spiega, che riguarda «anche le villette a schiera che sono considerate monofamiliari» e che darà la possibilità anche di abbattere e ricostruire gli edifici giudicati «obsoleti». Insomma, i proprietari «possono chiamare già da oggi i progettisti e commissionargli il lavoro». Il premier, però, è già pronto a rilanciare. E spiega che il vero piano, quello con la P maiuscola, consisterà nella «realizzazione in ogni capoluogo di provincia di un insediamento urbanistico», così da «dare una casa a chi una casa non ha» a cominciare dalle giovani coppie «che oggi non si sposano perché non c'è un'offerta di locazione adeguata». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Torna all'inizio


Hedge sorvegliati speciali dal Fmi">G20, Sarkò: "E' necessario cooperare" Hedge sorvegliati speciali dal Fmi (sezione: G20)

( da "Affari Italiani (Online)" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Economia Hedge sorvegliati speciali dal Fmi%0A%0D%0A%0Dhttp://www.affaritaliani.it/economia/g2002042009.html"> G20/ Sarkò: "E' necessario cooperare". Hedge sorvegliati speciali dal Fmi Giovedí 02.04.2009 10:16 Parti più concilianti nel giorno dell'apertura del G20 a Londra. ''Di fronte a una sfida di tale entità, la cooperazione non è una scelta, ma una necessita''', ha affermato infatti il presidente francese Nicolas Sarkozy. Il vertice, ha spiegato, ''deve consentirci di andare oltre e dare concretamente applicazione ai principi stabiliti a Washington'' nel G20 di novembre. A Washington furono indicati quattro principi, ricorda il presidente francese, per guidare l'azione di fronte alla crisi: ''La necessita' di un rilancio coordinato e concertato, il rifiuto del protezionismo, una migliore regolamentazione dei mercati finanziari e una nuova governance mondiale''. Sarkozy ha sottolineato che ''le principali economie del mondo hanno fornito sforzi giganteschi per fare fronte alla crisi'', ma tutti dovranno essere ''pronti a fare di piu' se le circostanze lo richiederanno''. ''Sara' questo principio di fare di tutto per la crescita mondiale - ha detto - che chiederò a Londra''. Per Sarkozy è prioritario ''avanzare sulla questione della regolamentazione dei mercati finanziari'' auspicando in questo senso l'adozione di un documento che ''individui i paradisi fiscali, i cambiamenti che da essi attendiamo e le conseguenze che il loro rifiuto di attenervisi comporterebbe''. Sul tema della regolazione dei mercati finanziari, si è espresso anche il ministro delle Finanze tedesco, Peer Steinbrueck che ha raccolto con soddisfazione gli sforzi statunitensi per progredire su questo terreno, che ha definito il tema più importante del G20 di Londra. "Le aspettative del vertice sulla regolamentazione - ha detto alla radio Deutschlandfunk - non sono alte, sono realistiche". "Dal mio punto di vista - ha aggiunto - la cosa più imortante è che riusciamo ad accordarci, anche con gli Usa e i britannici, sul principio che nessun prodotto finanziario, nessun soggetto che partecipa ai mercati e nessun mercato finanziario resti senza regolamentazione e senza supervisione. Questo è il nostro messaggio". Secondo quanto si apprende nella bozza di comunicato finale i leader del G20 intendono sottomettere per la prima volta i grossi hedge fund a supervisione attraverso una nuova agenzia internazionale collegata al Fmi. "L'ammnistrazione Obama - ha spiegato Steinbrueck - è più ambiziosa del governo britannico in materia di regolamentazione dei mercati. Ma il governo britannico starà molta attento a non lasciarsi isolare e osserverà molto da vicino quello che faranno gli statunitensi". tags: g2002042009

Torna all'inizio


Borse Ue toniche. Costo del denaro verso l'1% (sezione: G20)

( da "Affari Italiani (Online)" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Borse Ue toniche. Tokyo ai massimi. E i mercati si aspettano i tassi all'1% Giovedí 02.04.2009 10:27 Ancora acquisti sui mercati. Mentre a Londra è in corso il G20 che dovrà mettere mano anche alle regole sulla finanza internazionale, le Borse europee aprono toniche. L'indice Ftse di Londra guadagna il 2,50% a 4.054,35 punti. Il Cac 40 di Parigi avanza del 2,01% a 2.896,67 punti e il Dax tedesco segna un +1,03% a 4.173,62 punti. A Piazza Affari il Mibtel sale del 2,3% a 13.272 punti. Nonostante lo scetticismo di alcuni, gli operatori si attendono dei risultati concreti dalla riunione di Londra, soprattutto in tema di trasparenza finanziaria. Cavallo di battaglia dell'asse franco-tedesco. I mercati sono anche galvanizzati dal fatto che la Banca Centrale Europea metterà nuovemente mano al costo del denaro, tagliandolo di un altro mezzo punto e portandolo all'1%. Il livello più basso nella storia dell'Eurotower. La leva dei tassi come antidoto alla crisi è stata peraltro richiesta ieri dall'Ocse. La forbice nei confronti degli Stati Uniti, dove la forchetta è compresa tra da zero e 0,25%, si va dunque accorciando. Jean-Claude Trichet, numero uno della Bce, ha più volte ripetuto però di non voler seguire la strada di politica monetaria intrapresa dal collega Ben Bernanke, perché considerata "controproducente". L'Ocse, inoltre, ha chiesto anche alla banca centrale di agire non solo sul versante tassi, ma anche con "misure di accomodamento quantitativo" tese a sostenere la domanda. In questo modo l'organizzazione di Parigi ha auspicato che la Bce proceda su sentieri simili a quelli già intrapresi dalla Fed e dalla Banca d'Inghilterra. Entrambe si sono impegnate a rilevare obbligazioni private e pubbliche procedendo ad aumenti delle loro riserve (materialmente finanziando gli acquisti stampando nuova moneta). Nei giorni scorsi, il vice presidente della Bce, Lucas Papademos, aveva ipotizzato la possibilità di studiare manovre per l'eventuale acquisto di obbligazioni societarie. pagina successiva >>

Torna all'inizio


Foto">Scontri a Londra, un morto tra i manifestanti. Foto (sezione: G20)

( da "Affari Italiani (Online)" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

G20/ Scontri a Londra, un morto. Si temono nuovi incidenti Giovedí 02.04.2009 09:51 E' morto per cause naturali, l'uomo trovato senza vita ieri durante le manifestazioni di protesta e gli scontri a margine del vertice del G20 a Londra. E per oggi la polizia teme nuovi incidenti. Un manifestante, presente quando l'uomo si è accasciato, ha riferito che l'uomo aveva circa trentanni. Scotland Yard, nel comunicato diffuso in nottata, ha detto che gli agenti sono stati allertati da alcune persone che hanno segnalato la presenza di una persona che aveva perso i sensi in un vicolo, presso la Banca d'Inghilterra, in prossimità delle dimostrazioni. Simon O'Brien, comandante della squadra incaricata della sicurezza del G20, ha raccontato a Sky News come sono andate le cose. "Una persona - ha detto O'Brien - si è avvicinata al cordone di polizia in Birchin Lane per dire che oltre l'angolo con Cornhill c'era un uomo a terra. Il funzionario ha mandato due agenti medici e poichè la folla continuava un fitto lancio di pietre e bottiglie contro di loro hanno spostato l'uomo svenuto da St Michael Alley al'edificio della borsa per tentate la rianimazione". La persona è stata quindi trasportata in ospedale dove è stata dichiarata morta. GLI SCONTRI NELLA CAPITALE INGLESE: LA CRONACA Attivisti anti-guerra, ambientalisti, no global anti-capitalisti. Londra a ferro e fuoco. Si infiamma la protesta anti-G20: i manifestanti si sono scontrati con la polizia e hanno infranto numerose vetrine. Assediata anche la bank of England dove un poliziotto è stato colpito con una grossa sbarra. I manifestanti hanno fatto irruzione negli uffici londinesi della Bank of Scotland. Secondo testimoni, sfondate le vetrine dell'edificio, si sono riversati all'interno e hanno iniziato a lanciare mobili e sedie. Fino a poco tempo fa fiore all'occhiello del sistema creditizio britannico, è uno degli istituti più colpiti dalla crisi. Cariche della polizia anche a Cannon Street. Almeno 23 manifestanti sono stati fermati. Il Times ha descritto il clima e le misure pre-vertice, definendo Londra come una ''fortezza'', mentre il quotidiano City AM titola la sua prima pagina ''G20: Una città sotto assedio''. LONDRA BLINDATA. Cecchini sopra i tetti, tombini bullonati, quasi 3.000 telecamere di sicurezza ad ogni angolo delle strade (costo previsto 7,5 milioni di sterline, circa 8,4 milioni di euro). CLICCA QUI PER GUARDARE IL VIDEO DEGLI SCONTRI LA PROTESTA. Al centro della protesta la City di Londra, vista da molti come l'ombelico dell'attuale crisi. Quattro marce di protesta, "I Cavalieri dell'Apocalisse' sono arrivati nelle sedi della Bank of England e l'ambasciata Usa: da Moorgate il rosso, che rappresenta gli orrori della guerra; da Liverpool Street, il verde, che simboleggia i cambiamenti climatici; da London Bridge, l'argento, simbolo dei guai creati dai finanzieri; e da Cannon Street, il nero, che ricorda quanti hanno perso il lavoro per la crisi. Giovedì le manifestazioni si concentreranno all'ExCel Centre a Docklands, nella parte orientale della città, dove avverrà il vertice. Manifestazione a Londra contro il G20, le immagini degli scontri GUARDA LA GALLERY I gruppi della coalizione "G20 Meltdown" (in riferimento alla catastrofe che risulterebbe dalla fusione di un reattore nucleare) si sono dati appuntamento dinanzi alla Bank of England, trasformata in fortezza, "il ventre della bestia". Nel primo pomeriggio, invece, la Coalizione contro la Guerra ha manifestato dinanzi all'ambasciata statunitense a Londra per chiedere il ritiro delle truppe da Iraq e Afghanistan e il disarmo nucleare. La cosiddetta "Campagna per il Cambiamento climatico", programmata a Square Mile,ha porato nel pomeriggio un blocco di ghiaccio fino al recinto di Ex-Cel. Gli organizzatori hanno detto ai loro accoliti di muoversi in continuazione, rimanere in piccoli gruppi ed essere pronti ad "obbedire" agli sms che indicheranno gli "obiettivi". Nell'ultima settimana, gruppi come Whitechapel Anarchist Group, Class War e Wombles, hanno avuto riunione carbonare per coordinare le tattiche. La gente prima di tutto. Londra, Berlino, Francoforte: manifestazioni contro il G20 GUARDA LA GALLERY GIORNATA FITTA PER OBAMA. Dopo i colloqui con Gordon Brown a Downing Street, in vista del summit del G20 che si aprirà giovedì a Londra, il presidente statunitense ha incontra a margine del summit anche il collega cinese Hu Jintao e l'omologo russo Dmitry Medvedev. Poi il leader americano e consorte saranno ricevuti a Buckingam Palace dalla Regina Elisabetta II. Infine parteciperanno alla cena di apertura del G20 dove sono attesi i leader mondiali che cercheranno di trovare una soluzione coordinata alla crisi economica. CENA A DOWNING STREET. I diecimilia poliziotti schierati a Londra saranno messi a dura prova. Le autorità infatti devono garantire protezione a 40 delegazioni dei leader mondiali e nel frattempo gestire le manifestazioni di protesta organizzate in tutta la città. In serata i leader mondiali e le first lady saranno a cena a Downing Street. Cene separate, da una parte Brown con i Grandi, dall'altra Sarah Brown che farà da anfitriona alle mogli. La grande assente sarà Carla Bruni che non accompagnerà il marito al G20. Il Times non lascia cadere la vicenda nel vuoto e parla di un "grave affronto". La premier dame solitamente accompagna il marito nei suoi spostamenti all'estero e la sua assenza al G20 verrà "inevitabilmente considerata come un affronto a Londra". Segue/ Gli ospiti, il menù e i regali. Le curiosità pagina successiva >>

Torna all'inizio


Foto">Scontri a Londra, un morto tra i manifestanti. Foto pag.1 (sezione: G20)

( da "Affari Italiani (Online)" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

G20/ Scontri a Londra, un morto. Si temono nuovi incidenti Giovedí 02.04.2009 09:51 GLI OSPITI. Fra le ospiti, anche se si attende ancora conferma, la moglie del presidente russo, Svetlana Medvedeva, amante della vita mondana, delle belle arti e della moda nazionale. Spicca di meno, invece, l'assenza di due consorti maschi, Joachim Sauer, marito del cancelliere tedesco Angela Merkel, e l'ex capo di stato argentino, marito dell'attuale presidente, Nestor Kirchner. La First Lady statunitense, Michelle Obama, avrà occasione di conoscere Jk Rowling, l'autrice di Harry Potter. Tra gli ospiti anche l'atleta britannica Kelly Holmes, medaglia d'oro ai Giochi olimpici di Atene nel 2004, Naomi Campbell, Martha Lane Fox, la geniale fondatrice di lastminute.com (il sito che consente l'acquisto all'ultimo minuto di vacanze a prezzi stracciati) e rappresentanti del mondo della moda, dello sport, delle aziende e delle arti. IL MENU'. Antipasco: salmone scozzese servito con cavolo marinato e una selezione di verdure provenienti dal Sussex e dal Surrey. Piatto principale: costolette di agnello della valle di Elwy nel Galles del nord, contorno patate reali della Jerse e funghi selvatici in salsa di menta. Infine torta con la crema. < < pagina precedente pagina successiva >>

Torna all'inizio


Foto">Scontri a Londra, un morto tra i manifestanti. Foto pag.2 (sezione: G20)

( da "Affari Italiani (Online)" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

G20/ Scontri a Londra, un morto. Menù low cost per i Grandi Giovedí 02.04.2009 09:51 Per i vegetariani polpette di patata accompagnate con sedano di montagna. Il menù è stato organizzato da Jamie Oliver, chef molto noto nel Regno Unito per aver rivoluzionato i pasti che servono agli alunni delle scuole, sottolineando la necessità di evitare cibi precotti e sceglie ingredienti naturali a prezzi accessibili. A differenza delle altre volte, il menù questa volta sarà all'insegna dell'austerity. Soltanto sei portate cucinate come potrebbe fare una buona casalinga, evitando ingredienti pretenziosi. Bandito il maiale per non offendere la sensibilità dei musulmani come il premier turco Erdogan. I REGALI. E' un momento particolarmente delicato questo soprattutto dopo la geffe di Brown. Quando era andato a trovarlo a Washington qualche settimana fa, il premier inglese aveva regalato a Obama un prezioso portapenne ricavato dalla scafo della "Gannet", una celebre nave antischiavista della marina britannica. In cambio, Obama se n'era uscito con "il meglio del cinema americano" in 25 Dvd. Mancanza di tatto o di rispetto hanno detto in molto. FoxNews non si è lasciata scappare la gaffe ci ha ricamato sopra un'agguerrita campagna stampa convincendo centinaia di americani a spedire una lettera di scuse a Brown. Il portavoce della Casa Bianca Gibbs, finora, ha mantenuto il più stretto riserbo sul dono che verrà fatto. Brown invece ha già scoperto le sue carte. Gli omaggi scelti sono tutti nel segno della "creatività britannica": una cravatta disegnata da tre sarti di grido, una tovaglietta da tè in lino, candele firmate e cioccolata finissima. < < pagina precedente

Torna all'inizio


Black list dei paradisi fiscali: niente intesa tra i 20 leader (sezione: G20)

( da "Corriere.it" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Francia e Germania: nessun atto finanziario sia sottratto al controllo dei governi Oggi a Londra i leader cercano una sintesi Dopo le violenze in strada della vigilia, i capi dei 20 Paesi lavorano a una ricetta per uscire dalla crisi economica LONDRA - E' il giorno del vertice. Dopo una vigilia contrassegnata dagli scontri nella City tra manifestanti anti-capitalismo e polizia - che portano un bilancio di un morto (per cause naturali) e di alcune decine di arrestati tra i dimostranti - i capi di stato e di governo stabiliranno oggi una linea comune per affrontare le nuove sfide dell'economia, in particolare in tempi di crisi. Un'operazione non scontata viste le divergenze di opinione sulle ricette da adottare. In particolare, l'asse franco-tedesco chiede che non vi siano allentamenti nei controlli da parte dei governi. BERLUSCONI DISTACCATO - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è arrivato al centro Excel nella zona dei Docklands a Londra, dove oggi si svolge il vertice dei G20 sulla crisi economica. Berlusconi è stato accolto dal padrone di casa, il premier britannico Gordon Brown, al quale ha consegnato un articolo dalla sua rassegna stampa. Dopo la foto di rito, i due si sono salutati con un «ciao ciao» in italiano. Berlusconi affronta il vertice da una posizione distaccata. In più di un'occasione ha fatto sapere di riporre le proprie aspettative soprattutto nel vertice del G8 che si terrà a luglio alla Maddalena e che sarà da lui stesso presieduto. LA DIPLOMAZIA A TAVOLA - Il vertice è stato preceduto ieri sera da una cena a Downing Street tra i leader del summit. Barack Obama è stato seduto accanto alla cancelliera tedesca Angela Merkel, il leader europeo che con più vigore in queste settimane si è opposto alla ricetta americana per uscire dalla crisi. E che ieri ha lanciato un vero e proprio ultimatum sulle regole a Stati Uniti, ed al suo alleato speciale britannico, insieme al Nicolas Sarkozy, con cui in questa occasione ha rinsaldato e rilanciato un solido asse franco-tedesco. E, naturalmente non a caso, il presidente francese ieri sera al tavolo di Downing Street, imbandito esclusivamente del «meglio della cucina britannica» dallo chef star televisiva Jamie Oliver, sedeva vicino a Gordon Brown, a cui evidentemente era stato affidato il compito di cercare, tra una portata e l'altra, di ridurre le differenze, apparse quanto mai ampie nelle conferenze stampa delle due coppie di leader ieri, in vista del summit di oggi. In effetti, tra Brown e Sarkozy l'attento protocollo del premier britannico ha messo - secondo il piano dei posti a tavola che è stato diffuso alla stampa - il presidente cinese Hu Jintao. Silvio Berlusconi, invece, era seduto tra il premier olandese Jan Peter Balkenende e il primo ministro indiano Manmohan Singh, che aveva al suo fianco la 'presidentá argentina Cristina Kirchner. stampa |

Torna all'inizio


La prime à la casse crée un rebond en trompe-l' il du marché automobile (sezione: G20)

( da "Monde, Le" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

La prime à la casse crée un rebond en trompe-l'œil du marché automobile LE MONDE | 02.04.09 | 10h18 * Mis à jour le 02.04.09 | 10h59 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Euphorie sur le marché automobile ? Ce serait un peu osé pour résumer les ventes du mars. Certes, après cinq mois de baisse continue, les immatriculations de voitures particulières neuves sont reparties à la hausse (+ 8,1 % sur un an). Toutefois, sur le trimestre, elles restent en baisse de 3,9 %. Les constructeurs français sont les premiers bénéficiaires de cette embellie printanière : leurs ventes ont bondi de 14,6 %, tandis que celles des marques étrangères sont quasi stables (+ 0,5 %). PSA Peugeot Citroën progresse de 15,9 %, Renault de 12,8 %. La prime à la casse, instaurée en janvier 2009, a tiré le marché à la hausse. Saluant cette "éclaircie", Xavier Fels, le président du comité des constructeurs français d'automobile, a reconnu que le dispositif "devait représenter entre 30 % et 40 % des immatriculations nouvelles". Manifestement, les ménages qui avaient retardé l'achat d'une nouvelle voiture ont sauté le pas. Selon Patrick Pelata, directeur général délégué de Renault, la prime à la casse devrait entraîner globalement la vente de 100 000 à 200 000 véhicules en 2009. Partout où ce type de dispositif a été mis en place, les effets concrets sur les ventes sont tangibles. Le cas le plus spectaculaire reste l'Allemagne. Le nombre de demandes pour bénéficier de l'aide a approché le million, quasiment le double du budget fixé à l'origine. Sur le même sujet Décryptage La prime à la casse crée un rebond en trompe-l'œil du marché automobile Compte rendu Constructeurs automobiles : Renault "va mieux" Les faits Le groupe Manitou annonce 650 suppressions d'emplois Zoom PSA assure que Christian Streiff ne touchera pas de parachute doré Chronique "Breakingviews" Un homme de l'acier pour redresser PSA Peugeot Citroën Les faits Christian Streiff surpris d'avoir été débarqué de PSA Edition abonnés Thématique : L'automobile, une industrie à réinventer Sur le même sujet Blog Avigdor Lieberman a ses raisons Les faits Surenchère entre Pyongyang et ses voisins avant le tir d'une fusée Les faits Les ventes de GM et Ford s'écroulent de près de moitié aux Etats-Unis Les faits Le secteur privé aux Etats-Unis a détruit 742 000 emplois en mars Les faits Le pape ordonne une enquête chez les Légionnaires du Christ Sur le même sujet Compte rendu Le constructeur français de bateaux Bénéteau prépare un plan social Décryptage La prime à la casse crée un rebond en trompe-l'œil du marché automobile Cadrage Régulation de la finance : ce que va proposer le G20 Les faits Airbus Allemagne reconnaît à son tour avoir espionné ses salariés Reportage Ambiance mouvementée au congrès de la FNSEA Mais si le bonus-malus et la prime à la casse permettent aux constructeurs de passer le creux conjoncturel actuel, le contrecoup risque d'être violent. "On pense sans arrêt à la fin de la prime, même si ce n'est pas pour tout de suite", confie M. Fels. En Allemagne, les économistes anticipent déjà un effondrement de 30 % en 2010… paradoxalement au moment où la croissance de l'économie pourrait faire son retour. Après une véritable purge sur les stocks, fin 2008, les constructeurs augmentent à nouveau les cadences dans les usines. "A Novo Mesto, en Slovénie, une troisième équipe a été mise en place pour produire la Twingo et nous avons rapatrié la production de la Clio2 dans l'usine de Flins", souligne-t-on chez Renault. Chez PSA, à Poissy, la production, qui est tombée à 550 véhicules par jour à l'automne, est passée à 900 véhicules jusqu'à fin mai pour redescendre ensuite à 700. A Sochaux (Peugeot 308), la production passe de 1000 à 1 400 voitures à partir du 20 avril. Toutefois, la situation de Rennes (Citroën C6, Peugeot 607 et 407 coupé) reste critique: les clients ne sont pas encore revenus vers les berlines de haut de gamme. Nathalie Brafman

Torna all'inizio


Envoyez vos photos du sommet de l'OTAN (sezione: G20)

( da "Monde, Le" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Vous Envoyez vos photos du sommet de l'OTAN LEMONDE.FR | 02.04.09 | 10h41 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Habitant de Strasbourg, manifestant anti-OTAN, ou voyageur de passage dans la capitale alsacienne, envoyez-nous vos photos  par e-mail à focus@lemonde.fr, en précisant vos nom et prénom. Une séléction d'images sera publiée par Le Monde.fr Sur le même sujet Vidéo Sommet de l'OTAN : Alliot-Marie défend le dispositif de sécurité Vous Envoyez vos photos du sommet de l'OTAN Les faits Vivre à Strasbourg pendant le sommet de l'OTAN Les faits Des clowns paradent contre le "cirque sécuritaire" à Strasbourg Les faits Incidents à Strasbourg entre policiers et manifestants anti-OTAN Les faits Un tête-à-tête Sarkozy-Obama aura lieu à Strasbourg Décryptage G20, OTAN : le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy CONDITIONS Pour nous envoyer vos témoignages, merci de vous conformer à ces quelques conditions techniques : Textes - Vos témoignages écrits doivent comporter 1 500 signes maximum (espaces compris) Photos - 5 photos maximum par envoi. Les ensembles de photos devront être compactés aux formats .zip ou .rar - Format : JPEG, 72 dpi, 1 200 pixels de largeur maximum - Poids : 500 Ko maximum par photo Légendes des photos - Précisez le prénom et le nom de l'auteur - La légende de chaque photo ou vidéo comprendra 300 signes maximum. Elle devra indiquer notamment le lieu et la date de la situation photographiée. - En envoyant votre témoignage par courrier électronique, vous devrez écrire en toutes lettres : "Je certifie être l'auteur de cette photo et j'accepte l'ensemble des conditions de dépôt stipulées sur Le Monde.fr." AUTORISATIONS - Les déposants autorisent l'utilisation de leurs textes et photographies par Le Monde interactif pour une publication sur Le Monde.fr et dans le groupe Dailymotion du Monde.fr. - Les témoignages seront toujours utilisés avec mention du nom de l'auteur. L'utilisation de ces éléments ne pourra donner lieu à un versement de droits d'auteur ou à une rétribution sous quelque forme que ce soit. - Le Monde interactif s'engage à prendre le plus grand soin des œuvres confiées dans le cadre de ce service, mais ne pourra en aucun cas être tenu pour responsable des pertes ou dommages occasionnés aux œuvres.

Torna all'inizio


Le constructeur français de bateaux Bénéteau prépare un plan social (sezione: G20)

( da "Monde, Le" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Le constructeur français de bateaux Bénéteau prépare un plan social LEMONDE.FR avec AFP | 02.04.09 | 07h47 * Mis à jour le 02.04.09 | 07h49 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Touché, mais pas encore coulé. Le constructeur français de bateaux Bénéteau prépare "un plan social qui pourrait entraîner la suppression de 700 à 800 emplois" après avoir vu son carnet de commandes chuter "de 50 % par rapport à la même période en 2008", indique Le Figaro, jeudi 2 avril. Sur le même sujet Les faits Logements : les mises en chantier diminuent, les ventes frémissent Entretien Jacques Delors : "Il faut réhabiliter l’impôt citoyen" Pour l'économiste Michel Dollé, l'emploi est "en miettes" Infographie L'évolution du PIB français depuis 1990 Edition abonnés Archive : Récession d'une ampleur inédite pour la France Sur le même sujet Compte rendu Le constructeur français de bateaux Bénéteau prépare un plan social Décryptage La prime à la casse crée un rebond en trompe-l'œil du marché automobile Cadrage Régulation de la finance : ce que va proposer le G20 Les faits Airbus Allemagne reconnaît à son tour avoir espionné ses salariés Reportage Ambiance mouvementée au congrès de la FNSEA Fin janvier le constructeur naval tablait sur une chute de "30 à 40 %" de son chiffre d'affaires sur l'exercice 2008-2009 après avoir annoncé une chute de 48 % de son chiffre d'affaires au premier trimestre (clos fin novembre) de son exercice. Le groupe basé en Vendée avait reconduit des mesures de chômage partiel pour les 15 premiers jours de février pour un millier de salariés, selon la CGT. Le Figaro indique que "dès janvier, Bénéteau avait dû recourir au chômage partiel pour plus de 3 000 de ses salariés" [2 000 salariés de Bénéteau et 1 500 de Jeanneau]."Nous avons récemment partagé avec notre personnel notre inquiétude sur la chute du marché" explique Bruno Cathélinas, président du directoire, dans les colonnes du quotidien. "Il s'agit dit-il, de trouver le bon équilibre entre le sauvetage du maximum d'emplois et la pérennité du groupe". Au début de l'année, le groupe reconnaissait qu'il était "prématuré de prévoir à quel moment interviendra la reprise", mais prévoyait "dès la saison 2010 une croissance à deux chiffres de son activité bateaux". D'après un document interne que se sont procuré les syndicats, les difficultés actuelles auraient fait perdre 2,7 millions d'heures de travail, rapporte le quotidien. "Ce volume représente 2 000 emplois", selon la CGT de Bénéteau. Le groupe confirmait également son intention de se diversifier dans les grands bateaux à moteur et l'habitat résidentiel à ossature de bois, dont la production devait débuter en "septembre 2009". "Sur leurs douze premiers mois, ces deux activités généreront un chiffre d'affaires supplémentaire de 25 millions d'euros", assurait alors Bénéteau.

Torna all'inizio


Des mesures visant à encadrer les rémunérations des traders (sezione: G20)

( da "Monde, Le" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Des mesures visant à encadrer les rémunérations des traders LE MONDE | 02.04.09 | 08h20 * Mis à jour le 02.04.09 | 10h50 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Londres, envoyés spéciaux Sous la pression de l'opinion publique internationale, les membres du G20 devaient annoncer, le 2 avril, une série de mesures internationales pour réglementer les bonus des traders. Les chefs d'Etat et de gouvernement souhaitaient limiter les rémunérations excessiveset éviter que celles-ci n'encouragent des prises de risques inconsidérées, comme cela a été le cas dans la crise financière mondiale commencée à l'été 2007. Sur le même sujet Son Le FMI, embryon d'un ministère de l'économie mondiale Cadrage Régulation de la finance : ce que va proposer le G20 Compte rendu Le G20 entaché par la mort d'un manifestant Cadrage Les principaux enjeux du G20 Portfolio G20 : les banquiers, cibles des manifestants à Londres Infographie G20 : les pays qui participent au sommet Edition abonnés Thématique : Les enjeux du G20 En dépit des réticences exprimées par les pays émergents, récemment convertis au capitalisme et désireux de profiter du marché libre, un consensus a pu être trouvé, lors des réunions préparatoires entre les "sherpas". Il devait être officiellement entériné, jeudi. Moteur dans ces discussions en Europe, la France est notamment parvenue à rallier à sa position le Royaume-Uni, un allié essentiel du fait du poids de la City. Mardi 31 mars, le premier ministre britannique Gordon Brown avait promis que cet appel à la moralisation serait entendu, que le sommet permettrait de s'accorder pour encadrer les primes des "princes de la finance". Le G20 a ainsi décidé de prendre à son compte des propositions spécialement élaborées pour le sommet par le Forum de stabilité financière (FSF). Selon un participant aux négociations, les membres du G20 se sont entendus pour "s'assurer que la structure de rémunération [des traders] récompense la performance actuelle [et non pas une promesse de gain hypothétique futur], soutienne une croissance durable et évite toute prise de risques excessive". Voilà pour les principes. Concrètement, les bonus des traders, qu'ils soient employés par des banques, des compagnies d'assurances ou des sociétés de courtage, ne pourront plus être discrétionnaires. Ils devront être approuvés par les conseils d'administration de ces établissements. De plus, les rémunérations devront tenir compte des risques, et à cet effet, une partie du paiement des bonus, en espèces ainsi qu'en titres, pourrait n'intervenir qu'une fois le gain constaté. Les établissements devront s'engager à rendre leur politique de rémunération publique. Enfin, pour contrôler la mise en œuvre de ces principes, le G20 prévoit, dans chacun des pays membres, l'assistance des autorités de contrôle du secteur financier. Celles-ci devront tenir compte des salaires octroyés aux traders dans leur évaluation de la solidité financière d'un établissement. Elles pourraient ainsi demander à une institution qui prendrait trop de risques d'augmenter le niveau de ses fonds propres. En février, la France fut le premier pays à adopter un "code éthique" pour ses traders, que les banques françaises se sont engagées à appliquer dès 2010. Arnaud Leparmentier, Virginie Malingre et Anne Michel

Torna all'inizio


Bataille sur la liste des paradis fiscaux (sezione: G20)

( da "Monde, Le" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Bataille sur la liste des paradis fiscaux LE MONDE | 02.04.09 | 08h17 * Mis à jour le 02.04.09 | 11h04 Réagissez (1) Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Londres, envoyés spéciaux Liste ou pas liste ? Les dirigeants du G20 n'avaient pas décidé, jeudi matin, s'ils publieraient le nom des paradis fiscaux qui refusent d'échanger des informations avec le fisc ou la justice. La veille, Nicolas Sarkozy avait exigé qu'une telle liste soit publiée "tout de suite ou dans quelques jours". Mais la position du président français suscite des réticences. Pour trois raisons. Les pays émergents – Chine et Brésil notamment– contestent la légitimité d'une liste établie par l'OCDE, organisation qui réunit essentiellement les pays occidentaux. Ensuite, de nombreux paradis fiscaux dont la Suisse, le Luxembourg, la Belgique et l'Autriche, mais aussi Andorre, Monaco et le Liechtenstein, se sont engagés à coopérer. Beaucoup estiment qu'il faut leur donner le temps de se mettre en règle avant de les stigmatiser. Ils suggèrent de soumettre leurs engagements à contrôle dans quelques mois et de reporter à la prochaine réunion des ministres des finances du G20, dans six mois, la publication d'une éventuelle liste. L'OCDE tient cette liste prête. Elle établit trois catégories de paradis fiscaux : les "blancs", qui respectent les règles, les "gris" qui se sont engagés à le faire et les "noirs" qui ont refusé de s'ajuster. Ces derniers sont au nombre de six : les Philippines, Brunei, le Costa Rica, le Guatemala, la Malaisie et l'Uruguay. Le principe d'un enregistrement et d'un contrôle des fonds spéculatifs –ils recourent à un endettement massif et sont peu régulés– a été entériné. Paris et Berlin veulent surveiller tous ces fonds spéculatifs. Les Anglo-Saxons veulent se focaliser sur ceux qui font courir un risque systémique. Le débat portait, jeudi matin, sur l'ampleur des contrôles à effectuer. De même, les agences de notation –elles évaluent les risques de crédit des firmes et des Etats– seront enregistrées auprès d'une autorité chargée de les surveiller. Elles ont été accusées de ne pas avoir vu venir la crise et d'avoir accéléré la chute de certains établissements en dégradant brutalement leur note. Arnaud Leparmentier, Virginie Malingre et Anne Michel

Torna all'inizio


Le G20 veut renforcer les moyens et les pouvoirs des institutions internationales (sezione: G20)

( da "Monde, Le" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Le G20 veut renforcer les moyens et les pouvoirs des institutions internationales LE MONDE | 02.04.09 | 07h58 * Mis à jour le 02.04.09 | 11h08 Réagissez (3) Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Londres, envoyés spéciaux La crise financière fait naître un nouvel ordre économique mondial. Le pouvoir est passé des seuls pays occidentaux, réunis au sein du G7 (Etats-Unis, Japon, Canada, Allemagne, France, Royaume-Uni, Italie), à un club élargi aux puissances émergentes du G20 (Chine, Inde, Brésil, etc.). Elle a remis en selle les institutions internationales, décriées pendant les années de dérégulation. Réunis mercredi 1er et jeudi 2 avril à Londres, les dirigeants des principales puissances mondiales s'efforcent de refonder la gouvernance de la planète. C'est ce qui ressort du communiqué rédigé dans la nuit de mercredi à jeudi par les "sherpas" et qui devait être approuvé définitivement au petit déjeuner par les chefs d'Etat et de gouvernement. Le FSF, nouveau gendarme des marchés Fondation. Le Forum de stabilité financière a été créé en 1999 à l’initiative des ministres des finances et des gouverneurs des banques centrales du G7 après la crise asiatique de1997 et 1998. Périmètre. Il rassemble autorités monétaires et financières, superviseurs et régulateurs des grandes places financières et diverses institutions ou organisations internationales. Mission. Il vise à promouvoir la stabilité financière internationale, à améliorer le fonctionnement des marchés et à réduire les risques systémiques. Le Fonds monétaire international (FMI), la Banque mondiale, le Forum de stabilité financière (FSF) et l'Organisation mondiale du commerce (OMC) vont constituer les quatre piliers de cette nouvelle architecture. Leurs moyens seront renforcés, leurs pouvoirs élargis. Les pays émergents sont appelés à y jouer un rôle à la hauteur de leur poids économique. Le FMI est le grand gagnant de la réforme : il va voir ses moyens passer de 250 à 750 milliards de dollars (jusqu'à 565milliards d'euros), ce qui lui permettra d'exercer un nouveau rôle de vigie des déséquilibres macro-économiques mondiaux et de soutenir plus activement les pays en difficulté. Ce sont 250 milliards de dollars qui seront apportés par les Etats et 250 autres milliards créés par des "droits de tirage spéciaux". A l'origine, il était simplement prévu de doubler les moyens du FMI, mais le président américain, Barack Obama, a voulu aller plus loin. Par ailleurs, le G20, soucieux de montrer qu'il se préoccupe aussi des pays les plus démunis, doit autoriser le FMI à vendre une partie de son stock d'or. Cela lui permettra de prêter 20 milliards de dollars aux pays les plus démunis, comme la République centrafricaine et la Côte d'Ivoire. Le renforcement du FMI était bloqué par la querelle sur le partage du pouvoir en son sein – défavorable aux pays émergents. Le G20 demande d'accélérer la discussion et veut que la réforme des droits de vote y soit achevée d'ici au printemps 2011. Pékin aurait souhaité un engagement précis sur ce sujet. Le G20 veut donner au FMI la capacité de prévenir les crises. Actuellement, il intervient tard dans les cas désespérés, comme il l'a fait pour l'Islande, la Hongrie et l'Ukraine. Il aura un rôle de surveillance des déséquilibres macroéconomique qu'il partagera avec le FSF. (Cliquez ici pour écouter également l'analyse d'Alain Faujas, du service Economie du "Monde", sur ce renforcement du FMI) Créé dans la foulée de la crise asiatique, le FSF regroupe depuis 1999 les autorités de tutelle du secteur financier des pays du G7. Présidé par l'italien Mario Draghi, il était censé alerter sur les pratiques dangereuses pour l'équilibre du système financier international. Il n'a pas eu le poids suffisant pour prévenir la crise financière : ses mises en garde n'ont pas été entendues. A l'avenir, il va accueillir tous les pays membres du G20, l'Espagne et la Commission européenne. Il s'agit d'en faire le gendarme mondial des marchés et des institutions financières. Créé à l'initiative de l'ancien président de la Bundesbank, Hans Tietmeyer, pour permettre aux banquiers centraux d'empiéter sur les pouvoirs du FMI, le FSF est désormais invité à travailler avec lui. Pour asseoir son pouvoir, le G20 souhaite l'institutionnaliser. Le FSF devrait se transformer en Conseil de stabilité financière, avec une structure permanente, même si les Chinois ont fait part de leurs réticences. La Banque mondiale, présidée par Robert Zoellick, est invitée, avec les autres banques de développement régional, à augmenter, à ressources constantes au moins pour l'instant, sa capacité de prêts, qui passera de 200 à 300 milliards de dollar sur la période 2009-2011. La réforme de ses droits de vote doit être conclue avant le printemps 2010. Quatrième institution, l'OMC va être invitée à clore le cycle de libéralisation commerciale de Doha, engagé dans la foulée des attentats du 11 septembre 2001, aujourd'hui en panne. M.Obama donne ainsi un signal après le récent "Buy American Act", jugé protectionniste. Le directeur général de l'OMC, Pascal Lamy, nouveau gendarme du libre-échange, est invité à surveiller les pays qui érigent de nouvelles barrières commerciales. Les pays conservent le droit de relever leurs protections dans les limites permises par l'OMC. La réforme de la gouvernance de l'organisation n'est pas à l'ordre du jour. Arnaud Leparmentier, Virginie Malingre et Anne Michel

Torna all'inizio


Le G20 entaché par la mort d'un manifestant (sezione: G20)

( da "Monde, Le" del 02-04-2009)

Argomenti: G 20

Le G20 entaché par la mort d'un manifestant LEMONDE.FR avec AFP et Reuters | 02.04.09 | 06h58 * Mis à jour le 02.04.09 | 09h47 Réagissez (2) Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : REUTERS/Stringer/Uk Plusieurs personnes ont été blessées lors de heurts avec des manifestants contenus par un cordon de police qui s'étaient massés contre des barrières de sécurité, près de la Banque d'Angleterre. Le sommet des chefs d'Etat du G20 s'ouvre, jeudi 2 avril, à Londres pour une journée de travaux qui se veut historique. Mais le sommet est entaché par la mort d'un manifestant, dans des circonstances non élucidées. L'homme est mort à l'intérieur d'un cordon policier sur St Michael's Alley, non loin de la Banque d'Angleterre, où des milliers de manifestants convergeaient. Sur le même sujet Son Le FMI, embryon d'un ministère de l'économie mondiale Cadrage Régulation de la finance : ce que va proposer le G20 Compte rendu Le G20 entaché par la mort d'un manifestant Cadrage Les principaux enjeux du G20 Portfolio G20 : les banquiers, cibles des manifestants à Londres Infographie G20 : les pays qui participent au sommet Edition abonnés Thématique : Les enjeux du G20 La police indique l'avoir découvert dans une rue près de la Banque d'Angleterre. Selon les forces de l'ordre, il est vraisemblable qu'il soit mort en raison de son état médical, mais que cela ne pourra être confirmé qu'après autopsie. Les policiers disent avoir tenté de ranimer l'homme mais avoir aussi fait face à une pluie de projectiles. Il a été évacué vers un hôpital voisin où il a été déclaré mort. Plusieurs personnes ont été blessées lors de heurts avec des manifestants contenus par un cordon de police qui s'étaient massés contre des barrières de sécurité, près de la Banque d'Angleterre. De nouvelles manifestations sont prévues jeudi aux alentours de l'Excel, le centre de conférences de l'est londonien où se déroule le sommet, placé sous très haute surveillance. La police a indiqué avoir procédé à 63 arrestations, et a ajouté qu'au moins un policier blessé avait été hospitalisé. Une autre manifestation, de moindre ampleur, contre l'implication militaire de Londres en Irak et en Afghanistan, a rassemblé quelques centaines de personnes à Trafalgar Square. Jeudi, le sommet tentera de trouver les moyens de sortir de la pire crise mondiale depuis les années 30. Il devrait s'engager sur plusieurs fronts, en premier lieu la volonté commune des pays de faire leur possible pour sortir leurs pays de la crise, et un renforcement mondial de la régulation financière pour éviter qu'elle ne se répète.

Torna all'inizio