CENACOLO DEI COGITANTI |
Da Washington uno staff di
500 persone venti aerei e un ospedale mobile
( da "Giornale.it, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: praticamente pari al costo totale
del G20. Mister presidente porterà al suo seguito uno staff di 500 persone,
caricati, insieme all'attrezzatura, su una ventina di aerei. Nel gruppo
duecento agenti dei servizi segreti, diplomatici, alti funzionari, militari e
l'unità medica che ha il compito di vegliare sulla salute del capo della Casa
Bianca 24 ore su 24,
Obama l'europeo si gioca
tutto in una settimana ( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Affronterà G20, vertici con la Nato
e la Ue, i primi faccia a faccia con Russia e Cina. Ma le premesse non sembrano
incoraggianti: su crisi economica e Afghanistan rischia di tornare a mani vuote
Quando arrivò in Europa nel luglio scorso, Barack Obama venne accolto da una
folla oceanica a Berlino, mentre i leader dei grandi Paesi sgomitavano per
farsi ritrarre al suo fianco.
le super-banche sono il
vero virus - alessandro penati ( da "Repubblica,
La" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina LE
SUPER-BANCHE SONO IL VERO VIRUS ALESSANDRO PENATI Obiettivo del prossimo G20 è
ridefinire l´architettura del sistema finanziario mondiale. Un problema
complesso, ma sintetizzabile in tre parole: troppa leva finanziaria. SEGUE A PAGINA
13
Manager Paghino gli errori
Ma niente... ( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Questa settimana si apre il G20 e
Londra è in allarme. Sono annunciate manifestazioni di no global e anarchici,
si temono incidenti. Si torna a respirare lo spirito del G8 di Genova. L'altro
giorno a Roma un corteo di estremisti di sinistra è finito con l'assalto alle
banche.
gli elettori col
portafoglio vuoto ( da "Repubblica,
La" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: il mondo in occasione della
riunione del G20. E´ ingenuo aspettarsi che il premier britannico Gordon Brown
e i suoi diciannove invitati, tra cui il presidente Obama al primo viaggio in
Europa, riescano in un vertice di poche ore a risolvere la crisi. Sarebbe già
qualcosa se presteranno ascolto alle proteste dell´opinione pubblica, che vanno
ben oltre le manifestazioni di piazza:
la cifra del maxi-bonus -
(segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica,
La" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Al G20 di Londra i governi
cercheranno di fronteggiare la spregiudicatezza finanziaria ponendo limiti
d´accesso ai paradisi fiscali e al segreto bancario. Non è detto che vi
riescano. Più facile per loro, e di sicuro effetto, sarà fissare tetti
retributivi ai manager delle aziende che godono di sostegno pubblico.
g20: senza protezionismo
ripresa nel 2010 ( da "Repubblica,
La" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: G20: senza protezionismo ripresa
nel 2010 Pronto il documento finale. Più poteri a Draghi: frenerà i bonus.
Duello Londra-Berlino Il vertice DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA - La
recessione mondiale finirà entro la fine del 2010, il protezionismo sarà
respinto, i paradisi fiscali saranno messi sotto controllo e un´età delle
regole e della crescita sostenibile rimpiazzerà quella del
"asse stato-mercato
per battere la crisi - enrico franceschini
( da "Repubblica, La"
del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: opinione pubblica mondiale vuole
vedere azioni efficaci ENRICO FRANCESCHINI dal nostro corrispondente LONDRA -
«Il summit del G20 deve riuscire a fondere Stato e mercato. Il capitalismo ne
uscirà trasformato, non sarà mai più quello di prima. E la crisi finirà per
favorire i partiti che proteggono la gente ma respingono il protezionismo,
ossia le forze progressiste».
a tre giorni dal vertice
di londra del g20, parla il ministro delle attività produttive inglesi, peter
mandelson ( da "Repubblica,
La" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Pagina 4 - Economia A tre giorni
dal vertice di Londra del G20, parla il ministro delle Attività Produttive
inglesi, Peter Mandelson
Vincente saper decidere in
fretta ( da "Sole
24 Ore, Il" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: alla vigilia di un G20 in cui
diversi Governi, compreso quello Usae il nostro, presenteranno soluzioni alla
crisi incentrate su nuove regole di funzionamento dei mercati, è importante sentire
l'opinione di chi nel mercato ci vive ogni giorno. Il favore verso un più
incisivo intervento dei Governi si manifesta soprattutto se questo prende la
forma di sostegno all'
LONDRA - Fosse stata una
mazzetta non avrebbe fatto così scalpore. Invece si tratta di ...
( da "Messaggero, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: facendo più o meno l'ombra del
premier Gordon Brown, il quale, a pochi giorni dal G20 non sarà certamente
felice di questo ulteriore imbarazzo. La Smith ha subito cercato di riparare:
«Mi scuso per la svista, naturalmente restituirò tutto», ha dichiarato, spiegando
di aver erroneamente inserito la pay per view nella nota spese.
Ocse:
Argomenti:
G 20
Abstract: verso le cifre è troppo forte e
anche la bozza del documento finale del prossimo G20, che si apre a Londra
giovedì e che il Financial Times ha pubblicato in esclusiva, si affida a loro:
«Tutte le misure messe in atto dai governi faranno tornare l'economia globale a
crescere non prima del 2010, quando il Pil aumenterà del 2% con la creazione di
oltre 20 milioni di posti di lavoro».
I manager paghino gli
errori ma... ( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Questa settimana si apre il G20 e
Londra è in allarme. Sono annunciate manifestazioni di no global e anarchici,
si temono incidenti. Si torna a respirare lo spirito del G8 di Genova. L?altro
giorno a Roma un corteo di estremisti di sinistra è finito con l?assalto alle
banche.
I manager paghino gli
errori ma niente... ( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Questa settimana si apre il G20 e
Londra è in allarme. Sono annunciate manifestazioni di no global e anarchici,
si temono incidenti. Si torna a respirare lo spirito del G8 di Genova. L?altro
giorno a Roma un corteo di estremisti di sinistra è finito con l?assalto alle
banche.
Obama l'europeo si gioca
tutto in una settimana/di Marcello Foa
( da "Giornale.it, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Affronterà G20, vertici con la Nato
e la Ue, i primi faccia a faccia con Russia e Cina. Ma le premesse non sembrano
incoraggianti: su crisi economica e Afghanistan rischia di tornare a mani vuote
Quando arrivò in Europa nel luglio scorso, Barack Obama venne accolto da una
folla oceanica a Berlino, mentre i leader dei grandi Paesi sgomitavano per
farsi ritrarre al suo fianco.
old-style europeo
( da "Corriere Economia"
del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: c'è la preparazione del vertice G20
del 2 aprile a Londra, una preparazione cui i sindacati europei hanno voluto
partecipare. Una loro dichiarazione verrà infatti presentata quel giorno a
Obama e agli altri leader. Monks ne ha anticipato i contenuti al presidente
della Commissione europea, José Manuel Barroso.
UsaCina, un G2 contro la
crisi ( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del
30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: le aspettative sul vertice del G20
di Londra restano elevate. La ragione principale è che si tratta del primo
summit internazionale antirecessione a cui partecipa la nuova Amministrazione
Obama dopo aver messo a punto gli elementichiave della sua strategia .Al
precedente vertice di quel livello, a Washington, Obama aveva vinto le elezioni
ma alla Casa Bianca c'
Masera: "Ora l'Europa
deve lanciare i suoi bond" ( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del
30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Europa si presenterà al G20. «Al
G20 i documenti non mancheranno. Oltre a quello della Commissione De Larosière
ci saranno le proposte elaborate da Lord Turner, il presidente della Financial
Stability Authority britannica, quello del Financial Stability Forum e
probabilmente anche un documento del Fondo Monetario Internazionale sulla
sorveglianza macroprudenziale»
Times square Obama e
l'Europa gli screzi di una luna di miele
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: tra cui la sosta a Londra il 2
aprile per il summit del G20 sulla crisi finanziaria, gli entusiasmi europei
sembrano raffreddarsi di colpo. La ragione? Scontrandosi contro il populismo
strumentale dei repubblicani e contro buona parte degli stessi contribuenti
americani, chiamati a pagare per gli eccessi di Wall Street, il neopresidente
ha varato in due mesi una strategia organica:
Yamani: "Sul petrolio
mai più tempeste se si dialoga con l'Opec"
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: porteranno al G20 che si apre
giovedì proprio qui a Londra come contributo alla stabilizzazione globale».
Basterà a controllare le ondate speculative che periodicamente si abbattono sul
greggio? «Diciamo che potrebbe dare un contributo importante. La situazione è
diversa da quella del 198586, quando ci fu il precedente scivolone con il
greggio che scese da
Dominique de Villepin :
"Le chef de l'Etat doit faire preuve non de banane mais de sagesse"
( da "Monde, Le" del
30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: est
le grand enjeu du G20. Que
faut-il en attendre ? Sur les paradis fiscaux, les
normes comptables, nous devons arriver à un accord. Au-delà, il y a tout le chantier de
la gouvernance mondiale. Il faut créer un conseil de sécurité économique au
niveau des Nations unies, renforcer la coordination entre le FMI, qui serait
chargé de mieux réguler le système international,
Fort décrochage des places
boursières ( da "Monde,
Le" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: prudence avant la réunion très
attendue jeudi du G20 à Londres, et à l'orée d'une semaine qui sera très riche
en statistiques économiques. Toutes les valeurs du CAC 40
étaient dans le rouge, les financières occupant le bas de la cote. Les valeurs
liées à l'automobile sont sous pression avant la présentation du plan de
soutien à l'automobile aux Etats-Unis par le président Barack Obama.
Londra, il ministro è nei
guai per i film porno del marito ( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: il ministro è nei guai per i film
porno del marito di Erica Orsini Polemiche a Londra a soli quattro giorni dal
G20. Il marito di Jacqui Smith, titolare dell'Interno, comprava video a luci
rosse e li metteva in nota spese. Scuse ufficiali dal governo. Ma l'opposizione
vuole le dimissioni Londra - Il ministro degli Interni britannico messa nei
guai dal vizietto del marito.
Proteste alla Sapienza e
degli islamici, la legge vale per tutti?
( da "Giornale.it, Il"
del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: in vista del prossimo G20. Il punto
centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni
preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari
al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese
straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a
sfondare il deficit del 3%
G20, OTAN : le pari
diplomatique de Nicolas Sarkozy ( da "Monde,
Le" del 30-03-2009)
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G 20
Abstract: G20, OTAN : le pari diplomatique de
Nicolas Sarkozy LE MONDE | 30.03.09 | 14h14 Réagissez Classez Imprimez Envoyez
Partagez Partagez : Nicolas Sarkozy compte encaisser les dividendes de sa
politique étrangère, à l'occasion du sommet du G20 à Londres, mercredi 1er et
jeudi 2 avril, puis du soixantième anniversaire de l'OTAN,
Barack Obama résolu à
établir un nouveau leadership ( da "Monde,
Le" del 30-03-2009)
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G 20
Abstract: Jeudi
Sommet du G20 à Londres. Vendredi
Arrivée à Strasbourg ; rencontre avec Nicolas Sarkozy. Vol pour Baden-Baden en
hélicoptère ; rencontre avec la chancelière allemande, Angela Merkel. Samedi
Discussions avec des dirigeants de l'OTAN en Allemagne et en
In piazza il 4 aprile
( da "AprileOnline.info"
del 30-03-2009)
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G 20
Abstract: Lì si sta per aprire il G20 e noi
sabato manifesteremo quando il summit si sarà appena chiuso». Parliamo del 4,
ma poco si sa ancora sul primo maggio. «La manifestazione unitaria la terremo
con gli altri sindacati a Siracusa, città che è un grande polo edile, ed
essendo in Sicilia sarà legata non solo alla crisi ma anche al tema della
legalità e dei diritti.
Un sergent américain
reconnu coupable du meurtre de 4 Irakiens
( da "Monde, Le" del
30-03-2009)
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G 20
Abstract: être russe Décryptage G20, OTAN :
le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy "Je pensais que c'était dans le
meilleur intérêt de mes hommes" de tuer ce prisonnier, avait déclaré le
sergent-chef Joseph P. Mayo, 27 ans. Il a indiqué à la cour que les quatre
prisonniers, menottés et aveuglés par un bandeau, avaient été tués d'une balle
dans la tête,
La colère des retraités,
symptôme du mal-être russe ( da "Monde,
Le" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: être russe Décryptage G20, OTAN :
le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Chaque jeudi, avec une trentaine
d'autres retraités, ils se retrouvent à la rédaction du journal Dien pour
élaborer leur stratégie de lutte : manifestations, lettres au président russe,
plaintes à la Cour européenne des droits de l'homme (CEDH) à Strasbourg.
Stock-options : "Il faut empêcher les dérapages dans toutes les
entreprises" ( da "Monde, Le"
Argomenti:
G 20
Abstract: Streiff
Cadrage Le G20 au secours du capitalisme Entretien Stock-options : "Il
faut empêcher les dérapages dans toutes les entreprises" J'ai toujours été
hostile au fait de légiférer sur ce sujet. Mais après plusieurs scandales,
notamment celui provoqué par l'annonce de la distribution de trois cent vingt
mille stock-options à quatre dirigeants de la Société générale le 18 mars,
Le G20 au secours du
capitalisme ( da "Monde,
Le" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: G20 Rééquilibrer la croissance de
l'économie mondiale Sur le même sujet Cadrage Le G20 au secours du capitalisme
Spécial G20 Construire une véritable régulation internationale Spécial G20
Imposer la transparence aux marchés financiers Spécial G20 Rééquilibrer la
croissance de l'économie mondiale Entretien "Les banques centrales doivent
avoir une mission de surveillance des risques
Le PDG des chemins de fer
allemands démissionne après un scandale d'espionnage
( da "Monde, Le" del
30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: la
famille Peugeot congédie Christian Streiff Cadrage Le G20 au secours du
capitalisme Entretien Stock-options : "Il faut empêcher les dérapages dans
toutes les entreprises" L'entreprise est secouée depuis plusieurs mois par
des révélations de la presse sur des pratiques de surveillance des salariés.
"Les banques centrales doivent avoir une mission de surveillance
des risques systémiques" ( da "Monde, Le"
Argomenti:
G 20
Abstract: perspective
du G20. Sur le même sujet Cadrage Le G20 au secours du capitalisme Spécial G20
Imposer la transparence aux marchés financiers Entretien "Les banques
centrales doivent avoir une mission de surveillance des risques systémiques"
Spécial G20 Construire une véritable régulation internationale Entretien
"Le recours aux prêts du FMI ne doit pas être synonyme de
stigmatisation"
Rôle du dollar : "Une
question géostratégique et monétaire"
( da "Monde, Le" del
30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: au G20 Décryptage G20, OTAN : le
pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Point de vue Au-delà de la récession, nous
sommes face à une crise de civilisation, par Luiz Inácio Lula da Silva
Entretien Rôle du dollar : "Une question géostratégique et monétaire"
Décryptage Barack Obama résolu à établir un nouveau leadership Eclairage Des
relations américano-
Quelle tenue de camouflage
pour les banquiers de la City ? ( da "Monde,
Le" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: au G20 Décryptage G20, OTAN : le
pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Point de vue Au-delà de la récession, nous
sommes face à une crise de civilisation, par Luiz Inácio Lula da Silva
Entretien Rôle du dollar : "Une question géostratégique et monétaire"
Décryptage Barack Obama résolu à établir un nouveau leadership Eclairage Des
relations américano-
Fillon détaille les
mesures pour encadrer les bonus des patrons
( da "Monde, Le" del
30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: symptôme du mal-être russe Cadrage
Le G20 au secours du capitalisme Décryptage G20, OTAN : le pari diplomatique de
Nicolas Sarkozy Le décret en question sera publié au Journal officiel dès mardi
matin et entrera aussitôt en vigueur. Ces "règles de temps de crise"
s'appliqueront au moins jusque fin 2010.
green, Silvio sposa
l'economia sociale">Politica green, Silvio sposa l'economia sociale
( da "Affari Italiani (Online)"
del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: G20, quanto sono consapevoli i
Grandi che devono rifarsi a un altro paradigma che non sia più quello del
libero mercato? "Ne sono consapevoli, ma bisogna fare attenzione a Cina e
India". L'INTERVISTA E' d'accordo con quanti sostengono che ormai il paradigma
economico dominante sia il modello dell'economia sociale di mercato che ha
definitivamente soppiantato quello del libero mercato?
green, Silvio sposa
l'economia sociale">Politica green, Silvio sposa l'economia sociale
pag.2 ( da "Affari
Italiani (Online)" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: 2009 17:34 Siamo alle porte del
prossimo G20 di Londra che inizierà la prossima settimana. Quanto sono
consapevoli i Grandi che devono rifarsi a un altro paradigma che non sia più
quello del libero mercato? "La consapevolezza c'è, anche se ci sono degli
ostacoli al definitivo consolidarsi di questo modello".
Un sergent américain
condamné à 35 ans de prison pour le meurtre de 4 Irakiens
( da "Monde, Le" del
30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Sur le même sujet Décryptage G20,
OTAN : le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Les faits Un sergent américain
condamné à 35 ans de prison pour le meurtre de 4 Irakiens Cadrage Les obstacles
s'accumulent avant un nouvel élargissement de l'UE Reportage Visite guidée en
"Otanistan" Les faits Le Japon en état d'alerte avant le lancement
d'une fusée nord-
Les syndicats appellent à
l'unité avant le 1er mai ( da "Monde,
Le" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Lundi matin, les leaders des cinq
confédérations représentatives (CGT, CFDT, FO, CFTC, CFE-CGC) ont été reçus par
Nicolas Sarkozy à l'Elysée dans le cadre d'une rencontre prévue de longue date
pour préparer la rencontre du G20 jeudi à Londres.
Le rôle du dollar est
"une question géostratégique et monétaire"
( da "Monde, Le" del
30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Sur le même sujet Décryptage G20,
OTAN : le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Point de vue Au-delà de la
récession, nous sommes face à une crise de civilisation, par Luiz Inácio Lula
da Silva Entretien Le rôle du dollar est "une question géostratégique et
monétaire" Décryptage Barack Obama résolu à établir un nouveau leadership
Eclairage Des relations américano-
Les syndicats appellent à
manifester ensemble le 1er mai ( da "Monde,
Le" del 30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: ont été reçus par Nicolas Sarkozy
dans le cadre d'une rencontre prévue de longue date pour préparer la rencontre
du G20 jeudi à Londres. Au terme de deux heures de réunion à l'Elysée, le
secrétaire général de la CFDT, François Chérèque, s'est plaint que "des
annonces qui ont été faites le 18 février au sommet social, il n'y ait
quasiment rien de mis en ?uvre".
Obama veut sauver
l'industrie automobile mais il faudra faire "des choix difficiles"
( da "Monde, Le" del
30-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: France pour les céréaliers Sur le
même sujet Décryptage G20, OTAN : le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Les
faits Un sergent américain condamné à 35 ans de prison pour le meurtre de 4
Irakiens Cadrage Les obstacles s'accumulent avant un nouvel élargissement de
l'UE Reportage Visite guidée en "Otanistan" Les faits Le Japon en
état d'alerte avant le lancement d'une fusée nord-
Michelle Obama debutta in
Europa, tè con la regina e sfida d'eleganza con la Bruni
( da "Corriere.it" del
31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Alle prese con un G20 restio ad
adottare le sue ricette finanziarie, il presidente rischia di ricevere
un'accoglienza meno calorosa di quella della estate scorsa a Berlino. Il
successo di Michelle invece è assicurato: la first lady è il simbolo del lato
migliore dell'America, come lo fu Jacqueline, attirerà ovunque folle
entusiaste.
obama: sì alla fiat per
chrysler ( da "Repubblica,
La" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Brown alla vigilia del G20: giusta
la rabbia contro i banchieri Obama: sì alla Fiat per Chrysler L´azienda Usa:
accordo fatto. La Casa Bianca boccia i big dell´auto ROMA - Il presidente
Barack Obama benedice l´intesa tra Fiat e Chrysler, presenta il piano per il
salvataggio dell´auto nel quale boccia i big del mercato e non esclude un
fallimento assistito in vista del rilancio.
l'orgoglio del lingotto
"salveremo posti anche negli usa" - (segue dalla prima pagina)
salvatore tropea ( da "Repubblica,
La" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: potrebbe approdare anche al G20 di
Londra (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) SALVATORE TROPEA «Il riconoscimento delle
nostre capacità» dicono altri. Per tutti a Torino è il semaforo verde da parte
della Casa Bianca verso l´accordo annunciato il 19 gennaio e che tra un mese
potrebbe trasformarsi definitivamente nella nascita di un colosso dell´auto
italo-americano da 4 milioni di vetture all´
obama, il g20 e l'europa
che non c'è - timothy garton ash ( da "Repubblica,
La" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: il G20 e l´EUROPA che non c´è
TIMOTHY GARTON ASH Questa settimana Barack Obama sarà a Londra e scoprirà che
al tavolo del G20 una grande potenza è assente: l´Europa. Dei venti leader del
vertice mondiale cinque saranno europei, in rappresentanza di Francia,
Germania, Gran Bretagna e Ue, ma il tutto sarà minore della somma delle sue
parti.
almunia: "ancora
rischi dal credito ma forse la primavera sta arrivando" - andrea bonanni
( da "Repubblica, La"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: qualche modo istituzionalizzare il
Financial Stability Forum allargandone la partecipazione dal G8 al G20 più la
Commissione. Mi sembra che siano risultati molto positivi». Chi parlerà a nome
dell´Europa? «Parlerà la presidenza, che sarà presente. Parlerà la Commissione.
Parleranno i paesi europei che fanno parte del G20 e che hanno una posizione
comune su tutti i punti in discussione.
"rabbia giustificata
contro i bonus" brown congela gli stipendi ai ministri - enrico franceschini
elena polidori ( da "Repubblica,
La" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: stipendi ai ministri Allarme G20, 5
arresti in Inghilterra. Possibile secondo vertice in Sardegna G20, in
Inghilterra 5 arresti. Possibile secondo vertice in Sardegna "Rabbia
giustificata per i bonus dei manager" Gordon Brown blocca gli aumenti ai
ministri Trichet: la ripresa sarà più lenta del previsto e arriverà a metà del
prossimo anno ENRICO FRANCESCHINI ELENA POLIDORI LONDRA -
Guernsey, Jersey e Isola
di Man: ok agli scambi ( da "Italia
Oggi" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: In attesa della riunione del G20 in
programma giovedì prossimo a Londra, Guernsey, Jersey e Isle of Man hanno
deciso di imboccare la via dello scambio di informazioni finalizzato al
rispetto delle norme internazionali in materia finanziaria, anti-riciclaggio e
lotta al finanziamento del terrorismo.
G-8 lavoro.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Sudafrica ed Egitto) organizzato
dalla presidenza italiana, in vista del G20 di Londra che si occuperà della
stabilità finanziaria. L'appello degli otto ministri del Lavoro è a seguire il
principio "people first": «L'early warning,utile ad anticipare
eventuali fenomeni – ha detto il ministro italiano Maurizio Sacconi –
LA CRISI E LA VIA STRETTA
DEL G20 ( da "Messaggero,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Martedì 31 Marzo 2009 Chiudi I
grandi, le emergenze, le divisioni LA CRISI E LA VIA STRETTA DEL G20
IL SUMMIT dei capi di
Stato e di governo del G20 che si terrà a Londra il 2 aprile è sta...
( da "Messaggero, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: governo del G20 che si terrà a
Londra il 2 aprile è stato preceduto da un gran numero di riunioni, soprattutto
a livello europeo, ma anche mondiale. L'aumento del turismo politico e
diplomatico significa sempre due cose. Intanto, che gli sherpa non sono giunti
a conclusioni condivise e che non hanno le idee chiare sulle soluzioni e forse
neppure sui problemi da discutere nel vertice.
ROMA La ripresa passa per
le politiche sociali. Anzi, le politiche sociali sono il motore s...
( da "Messaggero, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: G20 di Londra». La crisi è di
dimensioni globali: investe tutti i Paesi, uomini e donne. Ma i più danneggiati
sono i lavoratori adulti o anziani. Sono i lavoratori che hanno ancora
un'aspettativa di vita di almeno 30 anni. «Condannarli così presto - ha
lamentato il titolare del nostro dicastero del Welfare - significa anche un
impoverimento di molte famiglie perchè spesso hanno ancora
Molti di loro sono
persuasi che la crisi sia stata causata dagli squilibri strutturali esist...
( da "Messaggero, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: nella riunione del G20, si
svolgeranno interessanti discussioni fra gli Usa che vogliono che gli europei
stimolino maggiormente l'economia e questi ultimi che non ne vogliono sapere.
Come scusa, sosterranno che nei loro stimoli andrebbero considerate le loro
maggiori provvidenze sociali, proprie del capitalismo renano.
TUTTO il pianeta guarda
con il fiato sospeso al vertice dei capi di governo di Londra del 2 apri...
( da "Messaggero, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: ma è il G20 l'istituzione adatta
per affrontarli? Sotto il profilo della legittimità, il G20 non ne ha alcuna.
Si tratta una istituzione che non ha neppure un impiegato, non ha una sede e
tanto meno uno statuto. E, nonostante il nome, non ha neppure 20 Stati membri:
ne ha solamente
LA CRISI mondiale ha
colpito inizialmente le banche, le Borse e il risparmio trasferendo...
( da "Messaggero, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: attenzione del G20. Lo scorso
gennaio l'International labour organization, nel suo ultimo "Global
employment trends", ha formulato alcuni scenari di crescita del numero dei
disoccupati nel mondo. Nel 2007 i senza lavoro erano 179 milioni; lo scenario
base prevede un loro incremento di 31 milioni entro il 2009, quando potrebbero
raggiungere i 210 milioni;
Dahrendorf: il G20 fallirà
( da "Corriere della Sera"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Prima Pagina - data: 2009-03-31 num: - pag: 1 autore: di DANILO TAINO
categoria: REDAZIONALE L'intervista Il grande sociologo Dahrendorf: il G20
fallirà \\ Il sociologo Ralf Dahrendorf è sicuro: il vertice del G20 di Londra
fallirà. A PAGINA
Argomenti:
G 20
Abstract: ma c'è un contenuto di nazionalismo
economico» «Il G20 fallirà, non ci sono soluzioni globali» Dahrendorf: la
crisi? Torneremo agli stili di vita degli anni Cinquanta e Sessanta DAL NOSTRO
INVIATO COLONIA — Ralf Dahrendorf è sicuro che il vertice del G20 di Londra, il
prossimo 2 aprile, fallirà.
L'Ocse taglia le stime
mondiali: Pil in calo del 4,3% Trichet pronto a ridurre ancora il costo del
denaro ( da "Corriere
della Sera" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Numeri per il summit dei Grandi.
Mentre le anticipazioni sul comunicato finale del prossimo G20 spiega che i
piani di stimolo già varati aumenteranno il pil globale del 2%, creando 20
milioni di nuovi posti di lavoro. Entro quando, non è ancora dato sapere.
Marika de Feo
Nuovo contratto, sul
referendum sfida tra Cgil e Cisl ( da "Corriere
della Sera" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: E mentre si chiude il G8 del
Lavoro, con un nuovo appello del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, a
mettere al centro dell'azione politica la «stabilità sociale». Sacconi e il
G8-Lavoro «Al G20 ricordiamo: la stabilità sociale è elemento portante
dell'economia» R. Ba.
Londra, la polizia usa i
lacrimogeni in Parlamento ( da "Corriere
della Sera" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: alla vigilia del G20 e nonostante
Londra sia pattugliata e controllata in ogni suo metro quadrato, tre persone,
pare invitate al party dei conservatori, ma prive del necessario pass sono
riuscite a entrare. Erano con ogni probabilità già abbastanza cariche di alcol
così quando gli agenti hanno chiesto loro conto della ragione per cui si
trovavano lì hanno risposto alzando la voce,
G20, Sarkzoy minaccia:
"Misure concrete oppure io me ne vado"
( da "Giornale.it, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Il capo di stato francese alza il
tono e minaccia di far saltare in aria il vertice G20 di Londra del 2 aprile se
non saranno adottate misure concrete per rilanciare l?economia globale:
"Non ci sarebbe niente di peggio di un G20 di basso profilo, preferisco
una rottura a un consenso minimalista". Quando mancano meno di 48 ore all?
E Parigi sospende i bonus
( da "Giornale.it, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: prima del vertice del G20 in
calendario per il 2 aprile a Londra. Così il primo ministro Fillon ha avuto il
compito di annunciare ieri il testo del decreto, che molti osservatori
considerano piuttosto restrittivo rispetto alle grandi promesse della vigilia.
In realtà Sarkozy e Fillon evitano di affondare il bisturi nel complicato
sottobosco dei bonus e delle stock-
Borse Ue positive. Fiat
traina Piazza Affari ( da "Affari
Italiani (Online)" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: con gli investitori che iniziano a
rivolgere l'attenzione all'avvicinarsi del vertice G20 a fine settimana. A
Londra l'indice Ftse 100 sale dello 0,53% a 3.782,90 punti. A Milano il Mibtel
segna un rialzo dello 0,66% a 12.502 punti. Cresce dello 0,56% il Cac 40 di
Parigi a 2.734,69 punti e a Francoforte il Dax guadagna lo 0,46% a 4.
Povertà, appello al G20:
servono misure urgenti ( da "Affari
Italiani (Online)" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Economia Povertà/ Appello al G20:
misure per i più vulnerabili Martedí 31.03.2009 09:21 Misure ad hoc per i più
vulnerabili, in primis i bambini e le madri che vivono nei paesi a basso
reddito. Perché non si può prescindere da loro, che più di tutti pagano il prezzo
della crisi globale.
Michelin, Elf et Adidas
dans le collimateur du fisc ( da "Monde,
Le" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: un
sommet du G20 qui doit prendre des initiatives pour lutter contre les paradis
fiscaux. Sur le même sujet Compte rendu Michelin, Elf et Adidas dans le
collimateur du fisc Edition abonnés Archive : Haro sur les paradis fiscaux Sur
le même sujet Les faits Selon l'OCDE, la Chine se redresse, mais les économies
industrialisées plongent Compte rendu Michelin,
Afghanistan, la Nato batte
cassa ( da "Avvenire"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: europeo del presidente americano
nei vertici del G20 giovedì a Londra e della Nato venerdì e sabato alla
frontiera francotedesca, il segretario generale dell'alleanza atlantica Jaap de
Hoop Scheffer ha annunciato che i Paesi della coalizione impegnata in
Afghanistan devono rendersi conto della insufficienza degli attuali 25 milioni
di dollari per finanziare le forze armate afgane,
Parte da Londra il tour de
force di Obama ( da "Avvenire"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: al G20 di Londra e al vertice Nato
di Strasburgo-Kehl) sarà uno dei fili conduttori di questa visita. Al G20,
sotto l'unità di facciata, resta infatti la differenza della ricetta Usa
(centrata su massicci pacchetti di stimolo) con quella dei Paesi europei basata
su robuste riforme delle regole e delle istituzioni finanziarie.
Torna il buio sulle Borse:
in fumo 127 miliardi ( da "Avvenire"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: «Le previsioni sono incerte » come
ha confermato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. I mercati aspettano
di capire cosa succederà, concentrati sui due appuntamenti di giovedì: la
decisione della Bce in materia di tassi di interesse ed il vertice G20 a
Londra.
Un tête-à-tête
Sarkozy-Obama aura lieu à Strasbourg
( da "Monde, Le" del
31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Décryptage G20, OTAN : le pari
diplomatique de Nicolas Sarkozy Revue de web Internet, outil privilégié des
anti-OTAN Portfolio Strasbourg transformée en bunker pour le sommet de l'OTAN
Décryptage Barack Obama résolu à établir un nouveau leadership Eclairage Des
relations américano-européennes placées sous le signe du pragmatisme les faits
La police évacue les étudiants grévistes de l'
Allarme sulla
disoccupazione: l'Ocse la vede a due cifre
( da "Panorama.it" del
31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: invocano un cambiamento di rotta
già al G20 di Londra e poi al [6] G8 della Maddalena, chiedendo, per bocca del
segretario generale della Uil Luigi Angeletti, di parteciparvi con un proprio
rappresentante. Risposta immediatamente positiva da parte del governo: "il
governo incontrerà i sindacati alla vigilia del G8 alla Maddalena, così come
fece a Genova",
A Londres, le gotha
mondial rêve d'entrer dans l'histoire
( da "Monde, Le" del
31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: économie mondiale lors de ce G20
londonien du jeudi 2 avril. Telle est la carte postale qu'il veut léguer à son
pays. Le G8, dix pays émergents, l'Australie et l'UE Le G20 (90 % du produit
intérieur brut mondial) rassemble les pays du G8 (Etats-Unis, Japon, Allemagne,
France, Royaume-Uni, Italie, Canada, Russie) ainsi que dix pays émergents :
l'Afrique du Sud,
Veiller aux finances
publiques ou déclencher l'Apocalypse
( da "Monde, Le" del
31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Lors du G20 du jeudi 2 avril, les
Etats-Unis et le Royaume-Uni n'auront pas à affronter les pays d'Europe
continentale quant à l'opportunité de nouvelles mesures de relance publique. Le
projet de communiqué évoque la détermination des Etats à mettre en oeuvre tout
ce qui pourra contribuer au retour de la croissance ou assurer des finances
publiques responsables sur le long terme.
Les Européens s'efforcent
de présenter un front uni face au président Obama
( da "Monde, Le" del
31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: unité
affichées par les Européens du G20 risquent cependant d'être soumises à rude
épreuve, pour des raisons de fond, comme de forme. Le risque de cacophonie européenne
est réel, tant le Vieux Continent est surreprésenté au G20 : pas moins de six
pays de l'UE participent à ce forum informel - l'Allemagne, la France,
l'Italie, le Royaume-Uni,
Les syndicats réclament
une meilleure prise en compte des droits sociaux
( da "Monde, Le" del
31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: avant
le nouveau sommet du G20, jeudi à Londres. Sur le même sujet Décryptage A
Londres, le gotha mondial rêve d'entrer dans l'histoire Compte rendu Avant même
le sommet, de multiples points d'accord Cadrage Pékin veut se présenter au
sommet du G20 comme le "bon élève" de l'économie mondiale Les faits
En
Avant même le sommet, de
multiples points d'accord ( da "Monde,
Le" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Le G20 réaffirmera les vertus de la
mondialisation et de la fin des barrières tarifaires et des subventions à
l'exportation. Mieux réglementer la finance. Le G20 souligne la
responsabilité des marchés financiers dans l'éclatement de la crise et prévoit
un cadre réglementaire plus fort pour tous les acteurs (hedge funds,
En 2008, l'aide au
développement a atteint 119,8 milliards de dollars
( da "Monde, Le" del
31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: accord
Cadrage Pékin veut se présenter au sommet du G20 comme le "bon élève"
de l'économie mondiale Les faits En
Pékin veut se présenter au
sommet du G20 comme le "bon élève" de l'économie mondiale
( da "Monde, Le" del
31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Pékin veut se présenter au sommet
du G20 comme le "bon élève" de l'économie mondiale LE MONDE |
31.03.09 | 14h07 * Mis à jour le 31.03.09 | 14h07 Réagissez Classez Imprimez
Envoyez Partagez Partagez : SHANGHAÏ CORRESPONDANT Rôle du dollar comme monnaie
de réserve, questions de gouvernance des institutions internationales, défense
du libre-échange : à l'approche du G20,
G20, Sarkozy: misure
concrete ( da "Giornale.it,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Il capo di stato francese alza il
tono e minaccia di far saltare in aria il vertice G20 di Londra del 2 aprile se
non saranno adottate misure concrete per rilanciare l?economia globale:
"Non ci sarebbe niente di peggio di un G20 di basso profilo, preferisco
una rottura a un consenso minimalista". Quando mancano meno di 48 ore all?
A deux jours du G20, Paris
multiplie les menaces ( da "Monde,
Le" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: A deux jours du G20, Paris multiplie
les menaces LEMONDE.FR avec AFP | 31.03.09 | 16h32 * Mis à jour le 31.03.09 |
16h45 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Alors que le
sommet du G20 doit s'ouvrir à Londres, jeudi 2 avril, le gouvernement français
a réitéré ses menaces de quitter la table de négociations si les résultats sont
trop mous,
"Siamo pronti ad
aumentare il deficit"">Disoccupazione, allarme di Berlusconi
"Siamo pronti ad aumentare il deficit" pag.1
( da "Affari Italiani (Online)"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: ai governi che parteciperanno al
G20 e a quelli che poi a La Maddalena parteciperanno al G8. Un "patto
globale che possa sostituire al pessimismo l'ottimismo, alla sfiducia, la
fiducia e trasformare la paura in speranza". INCENTIVI ALLE IMPRESE. Il
Governo sta pensando ad incentivi anche per chi vuole diventare imprenditore,
ha annunciato Berlusconi.
Dai No Global ghiaccio per
scioglierlo ">Un Obama senza scettro in Europa Dai No Global ghiaccio
per scioglierlo ( da "Affari
Italiani (Online)" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: No Global all'assalto del G20.
Mappa Martedí 31.03.2009 17:00 Il G20, il vertice Nato e Ue. Gran Bretagna, Francia,
Repubblica Ceca e Turchia. Grand'esordio di Obama in Europa, in poco più di una
settimana il presidente Usa incontrerà praticamente tutto l'establishment
mondiale.
Berlusconi:
Argomenti:
G 20
Abstract: ai governi che parteciperanno al
G20 e a quelli che poi a La Maddalena parteciperanno al G8. Un «patto globale
che possa sostituire al pessimismo l'ottimismo, alla sfiducia, la fiducia e
trasformare la paura in speranza». SUSSIDI - «Interverremo sulla cassa
integrazione guadagni, che darà l'80% cento e fino al 100% con diverse forme di
sussidi compensantivi per l'
E' allarme a Londra: un
pacco sospetto alla Banca d'Inghilterra
( da "Giornale.it, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Giovedì a Londra inizia il G20 con
tutti i principali leader mondiali Londra - Allarme nella City. Pacco sospetto
alla Banca d?Inghilterra. La polizia di Londra ha fatto sapere che sta
investigando su un pacco sospetto trovato fuori dall?istituto centrale nel
cuore della capitale britannica dove da giovedì si riunisce il G20.
G20, tanto rumore per
poco. E l'America non fa più paura.
( da "Giornale.it, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: in vista del prossimo G20. Il punto
centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni
preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari
al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese
straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a
sfondare il deficit del 3%
G8, Berlusconi: "La
crisi sarà globale Nel 2010 a rischio 20 milioni di posti"
( da "Giornale.it, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Proprio per questo è pronto a
proporre un social pact ai governi che parteciperanno al G20: "Un patto
globale che possa sostituire al pessimismo l?ottimismo, alla sfiducia la
fiducia e trasformare la paura in speranza". Secondo Berlusconi, serve
inoltre "una regola precisa", che a partire dalla prossima
Commissione Europea "possa parlare solo il presidente ed il suo
portavoce".
Ora è crisi anche per lui
( da "AprileOnline.info"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: offre dati catastrofici in vista
del G20, in programma a Londra tra due giorni. Cominciamo dall'Italia:
quest'anno, già inquadrato da tutti gli attori del sistema (istituti economici
e associazioni sindacali e imprenditoriali), come il più duro della crisi,
vedrà il Prodotto interno lordo calare addirittura del 4,3%.
Vivre à Strasbourg pendant
le sommet de l'OTAN ( da "Monde,
Le" del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: ceux
du G20 à Londres, jeudi 2 avril, puis de l'OTAN à
Berlusconi avverte:
"La crisi è globale" Nel 2010 a rischio 20 milioni di posti"
( da "Giornale.it, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Proprio per questo è pronto a
proporre un social pact ai governi che parteciperanno al G20: "Un patto
globale che possa sostituire al pessimismo l?ottimismo, alla sfiducia la
fiducia e trasformare la paura in speranza". Secondo Berlusconi, serve
inoltre "una regola precisa", che a partire dalla prossima
Commissione Europea "possa parlare solo il presidente ed il suo
portavoce".
G20, il Papa scrive a
Brown: "Sforzo congiunto"
( da "Giornale.it, Il"
del 31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: 77 del 2009-03-31 pagina 0 G20, il
Papa scrive a Brown: "Sforzo congiunto" di Redazione Il papa invita i
leader al G20 a coordinare gli sforzi "tra governi e organizzazioni
internazionali" per uscire dalla "crisi globale" "evitando
soluzioni segnate da nazionalismi e protezionismo".
Evacuata la Banca
d'Inghilterra Pacco sospetto nella sede di Londra
( da "Corriere.it" del
31-03-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: G20. «È tutto finito» ha detto un
portavoce della polizia. Sono stati già rimossi i cordoni di sicurezza che
isolavano la zona e le vie circostanti sono state riaperte al traffico. La
polizia non ha dato dettagli sul contenuto del pacco, sospetto perchè trovato
vicino alla sede centrale della banca che potrebbe essere al centro delle
proteste annunciate in concomitanza con la riunione
obama, prima volta in
europa: - mario calabresi ( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Se fino a ieri la priorità era il
G20, il vertice voluto per frenare la recessione mondiale e costruire un nuovo
quadro di regole per i mercati finanziari, adesso che un successo delle tesi
della Casa Bianca sembra da escludere l´attenzione americana si è spostata sui
faccia a faccia con il presidente cinese Hu Jintao e con quello russo Medvedev.
i grandi al capezzale del
mondo tensione a londra per il g20 - enrico franceschini
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: con il ricevimento a Buckingham
Palace offerto dalla regina Elisabetta ai capi di stato e di governo del G20,
seguito da una cena a Downing street? Il presidente della Commissione Europea,
Josè Manuel Barroso, sdrammatizza l´ultimatum di Parigi: «L´importante è andare
al G20 per ottenere dei risultati tangibili, ed è questo anche lo spirito di
Sarkozy.
parigi, dimostranti contro
pinault il re del lusso ostaggio per un'ora - giampiero martinotti
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Alla vigilia del G20, le tensioni
crescono. E lo stesso avviene anche sull´altra sponda della Manica: oggi a
Londra ci saranno ben tre manifestazioni e ieri si è temuto per un allarme
bomba di fronte alla Banca d´Inghilterra. Oltralpe - com´era già successo nei
giorni scorsi alla Sony e alla 3M - sono le ristrutturazioni,
sarko e la merkel alla
prova obama - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: i leaders del Vecchio Continente
presenti al G20 possono difficilmente pretendere di più. E´ un interlocutore
americano diverso dai suoi predecessori: è più aperto e al tempo stesso ha lo
sguardo che sorvola l´Europa. Barack Obama, eletto nel pieno della crisi, con
il preciso compito di affrontarla, non ha soltanto l´autorità conferitagli dal
paese che rappresenta.
le richieste russe a
barack - dimitri medvedev ( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: principi e spero di iniziare già da
oggi al nostro incontro al G20 di Londra. La situazione dell´economia globale
costituisce una grande preoccupazione per tutti. Possiamo garantire la
stabilità del sistema finanziario mondiale soltanto rendendone l´architettura
reciprocamente complementare e basata su di un sistema diversificato di valute
di riserva e di centri finanziari locali.
le regole per uscire dalla
crisi - josé manuel barroso ( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: L´Ue ha deciso di presentarsi al
G20 di Londra con un messaggio comune. Continueremo ad indicare la via da
seguire, dando noi stessi il buon esempio. Coinvolgeremo i nostri partner internazionali
e ci impegneremo per raggiungere un accordo su quattro elementi determinanti:
1.
NEO - DEM La terza via dei
democratici di centro ( da "Italia
Oggi" del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Italia debba partecipare da
protagonista alla guida del G8 allargato e nel G20, alla ridefinizione delle
nuove regole della governance economica internazionale. L'insistenza di
Tremonti sui legal standard è positiva, anche al netto dei suoi precedenti entusiasmi
per la ?finanza creativa?, ed è comprensibile la collaborazione in tal senso
offerta da esponenti del centrosinistra.
Anche San Marino rinuncia
al segreto bancario ( da "Italia
Oggi" del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: data stabilita dal G20 per la
definizione della lista nera dei paesi non collaborativi sul fronte dello
scambio di informazioni fiscali. E parlando degli impegni futuri, San Marino ha
rassicurato l'Ocse sull'adozione degli standard 2005 sulle convenzioni bilaterali
contro le doppie imposizioni fiscali.
Il Toro si rinforza
( da "Italia Oggi" del
01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Gli investitori restano in attesa
di quanto emergerà dal G20 che inizierà domani. A Piazza Affari l'S&P/Mib
ha guadagnato il 3,97%, il Mibtel il 3,49%, il Midex il 2,78%, l'All Stars il
2,85%. In rialzo anche il Dax (+2,39%), il Cac 40 (+3,24%) e il Ftse 100
(+4,34%). A metà seduta, a Wall Street, il Dow Jones segnava un +1,05%,
l'S&P500 un +1,09% e il Nasdaq Composite un +1,
Hanno sequestrato anche il
re del lusso ( da "Giornale.it,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: marito di Salma Hayek E Berlusconi
rilancia: «Proporrò al G20 un patto sociale per l'occupazione. In Italia gli
aiuti saliranno a 40 miliardi» Il clima è pesante. Continua la caccia al
manager. Il re del lusso Pinault bloccato in un taxi, per un'ora, dai suoi
dipendenti. Sequestrati a Grenoble anche 4 manager della Caterpillar.
Continua la caccia ai
manager:... ( da "Giornale.it,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: guerra trasversale nella capitale
britannica che domani accoglierà i leader del G20, ha registrato momenti ad
alta tensione con scontri e manifestazioni durissime che sono state definite
«senza precedenti» dagli uomini di Scotland Yard. Storie di dissennata umanità
che, come ha ricordato ieri il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker,
mettono «a rischio la coesione sociale»,
Dai vescovi 500 euro
mensili alle famiglie ( da "Giornale.it,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: E in vista del G20, in programma
oggi a Londra, il Cavaliere annuncia: sono pronto a proporre un «social pact».
Cioè, un «patto globale», dinanzi a una crisi globale, «che possa sostituire al
pessimismo l'ottimismo, alla sfiducia la fiducia e trasformare la paura in
speranza».
Creatività britannica:
cravatte nel pacco dono anche per le donne
( da "Giornale.it, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: cravatte nel pacco dono anche per
le donne di Erica Orsini LondraEcco tutto quello che dovete sapere sul G20 che
si apre nella capitale inglese: PERCHÉ G20 Già perché? Tutto sommato chiamare
«G e qualcosa» qualsiasi vertice economico internazionale è diventato più una
moda che altro. G è semplicemente l'abbreviazione inglese di Group, 20 indica
il numero dei Paesi partecipanti.
Sarkozy
Argomenti:
G 20
Abstract: Non ci sarebbe niente di peggio di
un G20 di basso profilo, preferisco una rottura a un consenso minimalista»,
avrebbe detto l'inquilino dell'Eliseo secondo quanto pubblicato dal quotidiano
«Le Figaro». Anche prima di arrivare di là della Manica, il vulcanico Nicolas
cerca dunque un ruolo da protagonista: «La crisi finanziaria - ha detto il Presidente
francese in un discorso ieri -
dal boom alla grande crisi
in declino la città più cool - enrico franceschini londra
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: mentre la metropoli ospita il G20
della crisi, è la stessa stampa britannica a decretare la fine del sogno Dal
boom alla grande crisi in declino la città più cool "C´era Blair, oggi
Brown. Principessa era Diana, oggi un´ex cattiva del Grande Fratello" ENRICO
FRANCESCHINI LONDRA dal nostro corrispondente èuna copertina che ha fatto
storia,
ocse: in italia
disoccupati al 9% berlusconi pensa di allargare il deficit - elena polidori
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Alla vigilia del G20 di Londra, il
premier italiano annuncia che proporrà ai partner internazionali un «social
pact» per combattere la crisi «e trasformare il pessimismo in ottimismo, la
paura in speranza». Ma soprattutto, prima fa capire che i cordoni della spesa
si possono allargare per fronteggiare gli effetti della recessione,
l'argentina tradisce il
dollaro accordo valutario con la cina - federico rampini
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: la Cina Swap da 70 miliardi di yuan
per il commercio tra i due paesi Il rilancio del Fmi in agenda al G20 diventerà
oggetto di negoziato tra i cinesi e il mondo FEDERICO RAMPINI dal nostro
corrispondente pechino - L´Argentina volta le spalle al dollaro per entrare
nella «zona yuan»? Non è fantapolitica, è la lettura che i mercati finanziari
hanno dato ieri di un accordo clamoroso.
rai, berlusconi accelera
sulle nomine - goffredo de marchis
( da "Repubblica, La"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Prima di partire per il G20 Silvio
Berlusconi riunisce le anime del centrodestra: i ministro Maroni (Lega) e
Ronchi (Pdl ma in veste An ancora per un giorno) i capigruppo del Pdl Cicchitto
e Gasparri, il vice del Senato Quagliariello e il sottosegretario alle
Comunicazioni Paolo Romani.
Il deficit può salire se
salva lavoro ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: In vista del G20 londinese il
documento finale del summit romano del G8 propone un « social pact » per
mettere al centro delle politiche il lavoro:«Proponiamo che l'Fmi negli early
warning – ha spiegato il ministro Sacconi – incorpori gli elementi della
sostenibilitÁ sociale accanto a quelli di stabilità economica,
ROMA Silvio Berlusconi
chiederà nei prossimi appuntamenti internazionali, G20 e G8, un Patto s...
( da "Messaggero, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: G20 e G8, un Patto sociale globale
contro la crisi che, secondo il premier, nel 2010, metterà a rischio 20 milioni
di posti di lavoro. «Siamo preoccupati e comunque non abbandoneremo nessuno»,
ha affermato. Berlusconi ha confermato lo stanziamento di 36 milioni, che
potrebbero diventare 40, per il sostegno alle famiglie e si è detto pronto a
sforare il deficit per affrontare le necessità
RALPH Dahrendorf, una
della menti più lucide d'Europa, prevede che il G20 che ...
( da "Messaggero, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: prevede che il G20 che si sta
aprendo a Londra sia destinato al fallimento. In una intervista dai toni
estremamente pessimisti tratteggia un quadro oscuro e immagina per l'Europa il
ritorno agli schemi di vita e di consumo degli anni Cinquanta-Sessanta. Il G20
è stato convocato per trovare una via di uscita dalla crisi economica che
attanaglia non solo l'
Il premier: pronto a
proporre un "social pact" ai governi del G20 e poi al vertice della
Maddalena ( da "Messaggero,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Mercoledì 01 Aprile 2009 Chiudi Il
premier: pronto a proporre un "social pact" ai governi del G20 e poi
al vertice della Maddalena
Londra, si apre il G20 ma
c'è il rischio spaccatura ( da "Messaggero,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: Mercoledì 01 Aprile 2009 Chiudi
Londra, si apre il G20 ma c'è il rischio spaccatura Sarkozy: senza risultati
concreti me ne vado. Obama vede Medvedev e Hu Jintao
dal nostro inviato LONDRA
- Cresce la tensione nelle principa...
( da "Messaggero, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: concluda con una spaccatura il
vertice dei G20 che si apre domani nell'"Excel Centre" all'estrema
periferia est di Londra. La possibilità che si arrivi ad un'intesa in grado di
dare una risposta efficace e globale alla crisi, è ridotta. Al tempo stesso è
anche però difficile che l'ultimo e decisivo appuntamento internazionale, che
chiude una lunghissima serie di summit iniziata nell'
ROMA I numeri sono numeri.
Difficilmente interpretabili. Drammatici comunque quando sono ri...
( da "Messaggero, Il"
del 01-04-2009)
Argomenti:
G 20
Abstract: attraverso un Patto Sociale Globale
che proporremo ai governi che parteciperanno al G20 e poi al G8 di luglio alla
Maddalena». Traguardo finale: «Sostituire l'ottimismo al pessimismo, la fiducia
alla sfiducia con cui trasformare la paura in speranza». Il Cavaliere,
affiancato dal ministro del Lavoro Sacconi, insiste ripetutamente sul concetto
che lo Stato non abbandonerà nessuno.
Crisi, asse Brown-Obama
Argomenti:
G 20
Abstract: Stati Uniti Barack Obama è arrivato
a Londra per il G20, ma già emergono le prime divergenze al vertice
«anticrisi». Gli Stati Uniti si aspettano che il G20 si concluda con un «ampio
accordo» sulle misure che devono essere prese per combattere la crisi finanziaria.
Ma il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha dichiarato che le attuali
proposte non soddisfano Francia e Germania.
Michelle: Abstract: Prima di partire con il marito per Londra in occasione del G20, la first lady ha messo a tacere le voci nate dalle foto che mostravano un leggero rigonfiamento al suo addome. «Sembra che sia incinta? Anche se lavoro così tanto? - ha chiesto ai giornalisti - Vi do uno scoop: non sono incinta. E non ho in programma una gravidanza».
Argomenti: G 20
Abstract: ambitions de Nicolas Sarkozy pour le G20 Les faits Benyamin Nétanyahou présente un gouvernement élargi mais fragile Les faits Les talibans pakistanais revendiquent l'attaque de Lahore Blog Eradication factice des paradis fiscaux Sur le même sujet Compte-rendu Obama veut sauver l'industrie automobile mais il faudra faire "des choix difficiles" Revue de presse Le PDG de General Motors,
Abstract: pression avant le G20 Les faits Juncker presse Merkel, Sarkozy et Brown de s'attaquer aux paradis fiscaux américains Compte rendu Le risque de déflation menace la sortie de crise, indique Dominique Strauss-Kahn Chat Un G20 pour quoi faire ? Compte rendu G20, Caterpillar, Afghanistan, OTAN : Nicolas Sarkozy sur tous les fronts Les faits Les ambitions de Nicolas Sarkozy pour le G20 M.>
Juncker
presse Merkel, Sarkozy et Brown de s'attaquer aux paradis fiscaux américains ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
G20 Les faits Juncker presse Merkel, Sarkozy et Brown de s'attaquer aux
paradis fiscaux américains Compte rendu Le risque de déflation menace la sortie
de crise, indique Dominique Strauss-Kahn Chat Un G20 pour quoi faire ? Compte rendu G20,
G20, Caterpillar, Afghanistan,
OTAN : Nicolas Sarkozy sur tous les fronts ( da
"Monde, Le"
Argomenti: G 20
Abstract: G20 Les faits Juncker presse Merkel, Sarkozy et Brown de s'attaquer aux
paradis fiscaux américains Compte rendu Le risque de déflation menace la sortie
de crise, indique Dominique Strauss-Kahn Chat Un G20 pour quoi faire ? Compte
rendu G20,
Les
ambitions de Nicolas Sarkozy pour le G20 ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
pression avant le G20 Les faits Juncker presse Merkel, Sarkozy et Brown
de s'attaquer aux paradis fiscaux américains Compte rendu Le risque de
déflation menace la sortie de crise, indique Dominique Strauss-Kahn Chat Un G20
pour quoi faire ? Compte rendu G20,
Francia,
operai liberano manager della Caterpillar ( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
in partenza per il G20 di Londra, ha annunciato che avrebbe ricevuto gli
operai della Caterpillar e promesso di salvare lo stabilimento, che dà lavoro
complessivamente a Grenoble a 2.800 persone. Il presidente ha anche osservato che
in Francia ci sono "organizzazioni sindacali perfettamente
responsabili".
Obama
sbarca a Londra per il G20 Ma la prima
Argomenti: G 20
Abstract:
AGENDA Obama sbarca a Londra per il G20 Ma la prima «sfida» è con
Medvedev DA NEW YORK ELENA MOLINARI L' anno scorso era sbarcato in Europa come
il candidato della speranza. Oggi arriva come il leader di una potenza in
affanno e sotto accusa. Barack Obama è atterrato ieri sera a Londra, prima
tappa di un tour di otto giorni che si concluderà in Turchia,
Intesa
tra Regioni Stretta finale sul piano casa ( da "Avvenire" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
30 di oggi, prima che Berlusconi parta per il G20 di Londra. Secondo i
presidenti regionali (che ritengono così pienamente tutelati i loro programmi
urbanistici), gli aumenti di volume riguarderanno esclusivamente l'edilizia
residenziale, escludendo in modo netto i centri storici e tutte le aree
protette.
Anche
la Cina avrà il suo Nasdaq">Un'indice per le start-up tecnologiche
Anche la Cina avrà il suo Nasdaq ( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
in risposta alla crisi ed in prossimità del G20 tanto atteso. Un
ulteriore segnale è quello che a breve avrà anche il suo NASDAQ. Si chiamerà
GEM (Growth Enterprise Market) e ha come funzione quella di supportare le
startup e le piccole imprese a grande potenziale di crescita. E' la prova dello
sfalsamento spazio temporale nel quale vivono i due sistemi economici e
finanziari,
A
Londres, Barack Obama minimise les divergences du G20 ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: Kahn Chat Un G20 pour quoi faire ? Compte rendu G20,
G20,
Obama: "Servono azioni urgenti" Brown assicura: "Sarkozy sarà
con noi" ( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
78 del 2009-04-01 pagina 0 G20, Obama: "Servono azioni urgenti"
Brown assicura: "Sarkozy sarà con noi" di Redazione "Il G20 deve
dare risposte globali a problemi globali" lo ha dichiarato Gordon Brown
durante l'incontro con il presidente degli Stati Uniti. Obama: "Occore
agire con senso d'urgenza".
Londra
assediata: migliaia di no global nella City ( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
6 arresti Londra - G20 e proteste. Vertice che vai, disturbatori e
contestatori che trovi. Il summit inglese non fa eccezione. E, già dai giorni
scorsi, la City è stata presa d'assalto da no global e ambientalisti. Migliaia
di dimostranti stanno convergendo, in quattro diversi cortei, verso la sede
principale della Banca d?
Londra
blindata: scontri nel cuore della City ( da "Corriere.it" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
G20 nel cuore della City No global e altri manifestanti diretti verso la
Banca d'Inghilterra. Tre arresti e una carica a Cannon Street (Ap) LONDRA -
Attivisti anti-guerra, ambientalisti, no global anti-capitalisti: per 48 ore,
fino a giovedì, giorno del G20, Londra rischia di essere messa a ferro e fuoco
dalle diverse manifestazioni in programma.
Paris
rassure Pékin sur le Tibet ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
à la veille du sommet du G20. Les
deux pays affirment avoir décidé "de tenir, au moment opportun, des
contacts de haut niveau ainsi que de nouvelles sessions du dialogue stratégique
entre les deux pays, en vue de promouvoir la coopération bilatérale dans les
différents domaines et d'assurer un développement harmonieux et stable de la
relation franco-
Zone
euro : le chômage s'est aggravé plus que prévu en février ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
neiges et de glaces Les faits Les ambitions de Nicolas Sarkozy pour le
G20 Les faits Benyamin Nétanyahou présente un gouvernement élargi mais fragile
Les faits Les talibans pakistanais revendiquent l'attaque de Lahore Blog
Eradication factice des paradis fiscaux "Le taux de chômage dans la zone
euro a augmenté pour le onzième mois consécutif en février", de manière
"préoccupante",
Frappée
par la récession, la Corée du Sud veut maintenir la cohésion sociale ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
C'est le pays du G20 dont PIB a le plus fortement reculé : 5,6 % au
quatrième trimestre 2008 (21 % en base annuelle). Certes, l'économie locale est
solide. Les grands groupes ne sont
plus affaiblis par un surendettement structurel ; les banques n'ont pas été
renflouées par l'Etat ;
Un
ouvrage nationaliste fait polémique en Chine ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
la Chine arrive en position de force au sommet du G20 du 2 avril à
Londres, aspirant à un nouveau rôle dans l'ordre mondial. Il est temps, car "la Chine n'est pas
satisfaite", clament les auteurs du livre Zhongghuo bu gaoxing, sous-titré
en anglais Unhappy China, un brûlot nationaliste paru en mars, dont la
rhétorique agressive vis-à-vis de l'Occident,
"L'important n'est pas de
réguler les entités juridiques, mais les fonctions qu'elles occupent dans le
système" ( da "Monde,
Le"
Argomenti: G 20
Abstract: Sur le même sujet Portfolio G20 : début des manifestations à Londres,
transformée en "forteresse" Compte rendu A Londres, Barack Obama
minimise les divergences du G20 Décryptage Nicolas Sarkozy fait monter la
pression avant le G20 Décryptage Les dirigeants français des grandes institutions
internationales remis en selle Zoom Jean-Claude Trichet (BCE)
La
Banque mondiale prédit un recul du PIB mondial de 1,7 % en 2009 ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: Sur le même sujet Portfolio G20 : début des manifestations à Londres,
transformée en "forteresse" Compte rendu A Londres, Barack Obama
minimise les divergences du G20 Décryptage Nicolas Sarkozy fait monter la
pression avant le G20 Décryptage Les dirigeants français des grandes
institutions internationales remis en selle Zoom Jean-Claude Trichet (BCE)
Paradis
fiscal "à l'ancienne", Jersey estime ne pas avoir de comptes à rendre ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: Sur le même sujet Portfolio G20 : début des manifestations à Londres,
transformée en "forteresse" Compte rendu A Londres, Barack Obama
minimise les divergences du G20 Décryptage Nicolas Sarkozy fait monter la
pression avant le G20 Décryptage Les dirigeants français des grandes
institutions internationales remis en selle Zoom Jean-Claude Trichet (BCE)
Le
premier ministre britannique, Gordon Brown, s'est entouré de banquiers
compétents mais compromis ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
Mercredi 1er avril à la veille du G20, des manifestations étaient prévues
- un "poisson d'avril financier", disent les organisateurs - aux
alentours de la Banque d'Angleterre pour incarner cette exaspération montante. Sur le même sujet Portfolio G20 : début des
manifestations à Londres, transformée en "forteresse" Compte rendu A
Londres,
Barack
Obama se présente à Londres avec une popularité à peine écornée ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: Sur le même sujet Portfolio G20 : début des manifestations à Londres,
transformée en "forteresse" Compte rendu A Londres, Barack Obama
minimise les divergences du G20 Décryptage Nicolas Sarkozy fait monter la
pression avant le G20 Décryptage Les dirigeants français des grandes
institutions internationales remis en selle Zoom Jean-Claude Trichet (BCE)
Les fonds spéculatifs se
mobilisent pour modérer les ardeurs du G20 ( da
"Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: Sur le même sujet Portfolio G20 : début des manifestations à Londres,
transformée en "forteresse" Compte rendu A Londres, Barack Obama
minimise les divergences du G20 Décryptage Nicolas Sarkozy fait monter la
pression avant le G20 Décryptage Les dirigeants français des grandes
institutions internationales remis en selle Zoom Jean-Claude Trichet (BCE)
Jean-Claude
Trichet (BCE) : "On ne peut pas indéfiniment augmenter les dépenses" ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: Sur le même sujet Portfolio G20 : début des manifestations à Londres,
transformée en "forteresse" Compte rendu A Londres, Barack Obama
minimise les divergences du G20 Décryptage Nicolas Sarkozy fait monter la
pression avant le G20 Décryptage Les dirigeants français des grandes
institutions internationales remis en selle Zoom Jean-Claude Trichet (BCE)
Pascal
Lamy (OMC) : "Le risque d'un protectionnisme de basse intensité qui
utilise les flexibilités permises par l'OMC" ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: Sur le même sujet Portfolio G20 : début des manifestations à Londres,
transformée en "forteresse" Compte rendu A Londres, Barack Obama
minimise les divergences du G20 Décryptage Nicolas Sarkozy fait monter la
pression avant le G20 Décryptage Les dirigeants français des grandes
institutions internationales remis en selle Zoom Jean-Claude Trichet (BCE)
Dominique
Strauss-Kahn (FMI) : "Ce qu'il faut faire maintenant, c'est nettoyer le
système bancaire. Bien sûr, c'est difficile" ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: Sur le même sujet Portfolio G20 : début des manifestations à Londres,
transformée en "forteresse" Compte rendu A Londres, Barack Obama
minimise les divergences du G20 Décryptage Nicolas Sarkozy fait monter la
pression avant le G20 Décryptage Les dirigeants français des grandes
institutions internationales remis en selle Zoom Jean-Claude Trichet (BCE)
Protection rapprochée pour les
dirigeants des grandes banques de la City ( da
"Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: Sur le même sujet Portfolio G20 : début des manifestations à Londres,
transformée en "forteresse" Compte rendu A Londres, Barack Obama
minimise les divergences du G20 Décryptage Nicolas Sarkozy fait monter la
pression avant le G20 Décryptage Les dirigeants français des grandes
institutions internationales remis en selle Zoom Jean-Claude Trichet (BCE)
Les dirigeants français des
grandes institutions internationales remis en selle ( da
"Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: Sur le même sujet Portfolio G20 : début des manifestations à Londres,
transformée en "forteresse" Compte rendu A Londres, Barack Obama
minimise les divergences du G20 Décryptage Nicolas Sarkozy fait monter la
pression avant le G20 Décryptage Les dirigeants français des grandes
institutions internationales remis en selle Zoom Jean-Claude Trichet (BCE)
FOTO">Londra
a ferro e fuoco, scontri nella City. FOTO ( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
G20/ Scontri a Londra. Menù low cost per i Grandi Mercoledí 01.04.2009
12:51 Attivisti anti-guerra, ambientalisti, no global anti-capitalisti. Londra
a ferro e fuoco. Si infiamma la protesta anti-G20: i manifestanti si sono
scontrati con la polizia e hanno infranto numerose vetrine.
FOTO">Londra
a ferro e fuoco, scontri nella City. FOTO pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
G20/ Scontri a Londra. Menù low cost per i Grandi Mercoledí 01.04.2009
12:51 GLI OSPITI. Fra le ospiti, anche se si attende ancora conferma, la moglie
del presidente russo, Svetlana Medvedeva, amante della vita mondana, delle
belle arti e della moda nazionale.
FOTO">Londra
a ferro e fuoco, scontri nella City. FOTO pag.2 ( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
G20/ Scontri a Londra. Menù low cost per i Grandi Mercoledí 01.04.2009
12:51 Per i vegetariani polpette di patata accompagnate con sedano di montagna.
Il menù è stato organizzato da Jamie Oliver, chef molto noto nel Regno Unito
per aver rivoluzionato i pasti che servono agli alunni delle scuole,
sottolineando la necessità di evitare cibi precotti e sceglie ingredienti
naturali
FOTO">Insanguinate
per le foche. FOTO ( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
2009 13:48 La protesta della Peta alla Canada House di Rrafalgar Square
per chiedere la fine della strage delle foche in Canada per la partecipazione
del primo ministro canadese Stephen Harper al summit del G20. Saranno uccise
oltre 338mila foche durante la stagione di caccia. tags: foche protesta peta
G8
sul Welfare, Berlusconi: "A rischio 20 milioni di posti. Pronti 40
mld" ( da
"Panorama.it" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
ai governi che parteciperanno al G20. Un "patto globale che possa
sostituire al pessimismo l'ottimismo, alla sfiducia la fiducia e trasformare la
paura in speranza". "Garantiremo a tutti" spiega ancora una
volta il premier "che usciremo dalla crisi senza lasciare nessuno indietro
e" aggiunge "lavoreremo insieme per uscirne".
Londra,
la City assediata dai no global: tafferugli, vetrine rotte, arresti e feriti ( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
interno Londra - G20 e proteste. Vertice che vai, disturbatori e
contestatori che trovi. Il summit inglese non fa eccezione. E, già dai giorni
scorsi, la City è stata presa d'assalto da no global e ambientalisti. Migliaia
di dimostranti stanno convergendo, in quattro diversi cortei, verso la sede
principale della Banca d?
G20,
asse Obama-Brown: servono azioni urgenti ( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
78 del 2009-04-01 pagina 0 G20, asse Obama-Brown: servono azioni urgenti
di Redazione "Il G20 deve dare risposte globali a problemi globali"
lo ha dichiarato Gordon Brown durante l'incontro con il presidente degli Stati
Uniti. Obama: "Occore agire con senso d'urgenza".
Obama.
Agire senza mezze misure per riprendersi dalla crisi ( da "AmericaOggi Online" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
ha espresso fiducia sulla capacità dei leader del G20 di coordinare una
risposta comune alla crisi economica. Il presidente Usa ha esortato a
concentrarsi sui punti comuni piuttosto che sulle differenze. "Non
possiamo trovarci d'accordo su ogni cosa", ha detto alla vigilia del
vertice. "Sono venuto qui non solo per proporre idee ma anche per
ascoltare",
G20.
Obama: la crisi è grave. Occorre agire subito ( da "AmericaOggi Online" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
lavoro condotto dagli sherpa in questi mesi il documento finale del G20 é
ben lontano dall'aver trovato consenso unanime. "Le bozze del comunicato
finale del G20 non piacciono né alla Germania né alla Francia", ha detto
oggi Sarkozy gelando gli umori della Gran Bretagna, il Paese che ha la
presidenza del G20 e che più di ogni altro aveva caricato di aspettative questo
appuntamento.
Des
clowns paradent contre le "cirque sécuritaire" à Strasbourg ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
Obama aura lieu à Strasbourg Décryptage G20, OTAN : le pari diplomatique
de Nicolas Sarkozy Revue de web Internet, outil privilégié des anti-OTAN
Portfolio Strasbourg transformée en bunker pour le sommet de l'OTAN Pendant que
certains entonnent L'Internationale, d'autres simulent des combats avec des
armes factices, sous l'?
"Mettre
en place de nouvelles règles du jeu est compliqué mais pas impossible" ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
Obama minimise les divergences du G20 Décryptage Nicolas Sarkozy fait
monter la pression avant le G20 Télézapping L'éco fait sa mue, Sarko fait la
moue Portfolio G20 : des milliers de personnes manifestent à la City Sur le
même sujet Portfolio La voiture la moins chère du monde séduit les Indiens Les
faits Un ouvrage nationaliste fait polémique en Chine Les faits EDF soupçonné
d'
G20
: "Mettre en place de nouvelles règles du jeu est compliqué mais pas
impossible" ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: le G20, plus que çà ? Tous les pays de la planète ne sont pas représentés
au G20, mais ceux qui y participent représentent par leur poids l'essentiel de
l'économie mondiale. Les régions les plus pauvres sont effectivement laissées
de côté. Cela ne signifie pas nécessairement qu'elles soient totalement oubliées.
Londra,
no global assaltano le banche: 24 arresti ( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
ambientalisti e anarchici nel distretto finanziario londinese contro il
G20. Scontri con la polizia davanti alla Banca d'Inghilterra (guarda le
immagini - guarda il video): 24 arresti. Distrutte le vetrine della Rbs:
dimostranti all'interno. Cariche dei poliziotti Londra - G20 e proteste.
Vertice che vai, disturbatori e contestatori che trovi.
G20,
Obama-Brown: "Azioni urgenti" Merkel-Sarkozy: "Varare nuove
regole" ( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
01 pagina 0 G20, Obama-Brown: "Azioni urgenti" Merkel-Sarkozy:
"Varare nuove regole" di Redazione In vista del summit che inizierà
domani accordo tra Obama e Brown: "Il G20 deve dare risposte globali a
problemi globali". Sarkozy boccia le bozze del comunicato finale, ma trova
l'intesa con la Merkel per un fronte unico: "Delineare le nuove regole per
il ventunesimo secolo è nell'
La
strategia anti-crisi di Berlusconi. Dalla paura alla speranza ( da "AmericaOggi Online" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
occupazione e di lanciare al prossimo G20 un "social pact", un
patto globale dei paesi più industrializzati per sostenere l'economia e chi è
più in difficoltà. Resta il fatto che, a dispetto del secco invito a tacere
rivolto ai burocrati europei e all'Ocse, Berlusconi non può che condividere,
per sua stessa ammissione, le preoccupazioni dell'Eurogruppo sulla tenuta della
coesione sociale.
Obama
contro tutti. Una settimana di fuoco per il presidente Americano ( da "AmericaOggi Online" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
di allora nella capitale britannica dove si terrà il G20 di domani così
come nella francese Strasburgo e nella tedesca Kehl che ospiteranno il
successivo summit per i 60 anni della Nato. Il punto vero è che Obama dovrà
vedersela con un sacco di alleati "storici" - Francia e Germania in
testa - che guardano a come uscire dalla crisi mondiale con degli occhiali ben
diversi dai suoi.
Crisi,
Brown e Obama:
Argomenti: G 20
Abstract:
Alla vigilia del G20, in una Londra presa d'assalto da pacifisti e
ambientalisti, la partita si gioca a quattro, tra le assi Brown-Obama e
Merkel-Sarkozy. Il premier inglese e il presidente americano hanno tracciato le
linee del vertice durante un incontro a Downing Street: agire subito contro la
crisi che non ha precedenti concordando «
Les
principaux enjeux du G20 ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
Les principaux enjeux du G20 LEMONDE.FR | 01.04.09 | 19h17 * Mis à jour
le 01.04.09 | 19h42 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Les
enjeux du G20, qui se tient jeudi 2 avril à Londres, sont nombreux. La plupart
ont déjà été discutés entre les participants : si certains points font d'ores
et déjà l'objet d'un accord,
Anglosassoni
Vs latini, Brown media">G20, si prepara l'asse Sarkozy-Merkel
Anglosassoni Vs latini, Brown media ( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
G20/ Sarkò e Merkel alzano la voce. Obama pronto al compromesso Mercoledí
01.04.2009 10:35 Sono partiti i vertici bilaterali a Londra prima dell'inizio
del G20 di domani. Mentre il presidente Usa Barack Obama è arrivato a Downing
Street, dove lo attendeva il premier britannico Gordon Brown, il presidente
francese Nicolas Sarkozy ha fatto sapere che "
Anglosassoni
Vs latini, Brown media">G20, si prepara l'asse Sarkozy-Merkel
Anglosassoni Vs latini, Brown media pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
G20/ Sarkò e Merkel alzano la voce. Obama pronto al compromesso Mercoledí
01.04.2009 10:35 In vista del G20 intanto il distretto finanziario di Londra si
è blindato per il timore delle manifestazioni di gruppi violenti previste per
oggi, alla vigilia del vertice.
Crisi,
inizia il G20. Il Papa scrive a Gordon Brown. ( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
ha scritto una lettera al premier inglese Gordon Brown per il G20 che
inizia a Londra. Eccone qualche passaggio: "Il Vertice di Londra, così
come il Vertice di Washington che lo precedette nel 2008, per motivi pratici di
urgenza si è limitato a convocare gli Stati che rappresentano il 90% del PIL e
l'80% del commercio mondiale.
G20
: Sarkozy veut réguler, Obama tente de rassurer ( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract: Sur le même sujet Portfolio G20 : les banquiers, cibles des manifestants
à Londres Compte rendu G20 : Sarkozy veut réguler, Obama tente de rassurer
Compte rendu G20 : "Mettre en place de nouvelles règles du jeu est
compliqué mais pas impossible" Portfolio G20 : les négociations avancent
plus vite que ne le laissent entendre Sarkozy et Merkel Entretien "
Argentina,
è morto Alfonsin con lui il ritorno alla democrazia ( da "Repubblica.it" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Abstract:
ha riconosciuto la presidente argentina Cristina Kirchner da Londra dove
si trova per partecipare al G20 - è legata alla riconquista della democrazia
dopo la dittatura militare più tragica che abbiamo subìto", mentre il suo
vicepresidente, Julio Cobos, che ha raggiunto l'abitazione di Alfonsin appena
conosciuta la notizia ha detto: "Abbiamo perso un grande uomo di bene.
( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 13 del 2009-03-30 pagina 16 Da Washington uno staff di 500 persone
venti aerei e un ospedale mobile di Redazione Sulla carovana del nuovo
inquilino della casa Bianca è già polemica. La trasferta europea di Obama non è
ancora cominciata che il presidente americano è già nell'occhio del ciclone per
la spesa faraonica del suo viaggio: oltre 21 milioni di euro, praticamente pari al costo totale del G20. Mister presidente porterà al suo seguito uno staff di 500
persone, caricati, insieme all'attrezzatura, su una ventina di aerei. Nel
gruppo duecento agenti dei servizi segreti, diplomatici, alti funzionari,
militari e l'unità medica che ha il compito di vegliare sulla salute del capo
della Casa Bianca 24 ore su 24, portando sempre al proprio seguito una
scorta di sangue del gruppo AB, quello di Obama. E ancora gli autisti di
"The Beast", la limousine blindata costruita per proteggere il
presidente da ogni tipo di attacco e perché possa avere un ufficio mobile in
grado di consentirgli di assolvere i propri doveri di comandante in capo delle
Forze armate. Anche la first lady Michelle non si farà mancare nulla. Otto i
fedelissimi al suo seguito, tra cui segretaria, addetto stampa e guardia del
corpo. Chissà se il premier Gordon Brown, che agli ospiti del G20
regalerà una cravatta, una simbolica candela e una scatola di cioccolatini,
potrà ricevere una riparazione per il passo falso dell'amministrazione
americana in occasione del suo recente viaggio a Washington. Barack e Michelle
avevano pensato di fargli una cosa gradita regalandogli 45 dvd di film
americani. Il presente erà stato subito considerato poco di rappresentanza dal
severo protocollo del Foreign Office. Il giudizio è stato ancora più severo
quando si è scoperto che erano in una codifica tecnica visibile solo dai
lettori dvd americani e risultavano quindi del tutto inutilizzabili dal premier
britannico. Ancora peggiore i commenti dei giornali inglesi che non hanno avuto
remore nell'accusare la coppia presidenziale di cattivo gusto e scarsa
eleganza. Non ha contribuito l'altro regalo offerto a Brown: il modellino
giocattolo di un elicottero Marine One. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via
G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 13 del 2009-03-30 pagina 16 Obama l'europeo si gioca tutto in una
settimana di Marcello Foa Il presidente americano sbarca domani nel Vecchio
Continente. Affronterà G20, vertici con la Nato e la Ue, i primi faccia a faccia con Russia
e Cina. Ma le premesse non sembrano incoraggianti: su crisi economica e
Afghanistan rischia di tornare a mani vuote Quando arrivò in Europa nel luglio
scorso, Barack Obama venne accolto da una folla oceanica a Berlino, mentre i
leader dei grandi Paesi sgomitavano per farsi ritrarre al suo fianco.
Era l'uomo della speranza, della fiducia, di un'America che, nonostante la
presidenza Bush, era ancora considerata la potenza di riferimento. Ma Wall
Street non era ancora crollata. Domani Obama tornerà in Europa con un programma
molto intenso: sbarcherà a Londra per il G20 e per
l'incontro con il presidente russo Medvedev, giovedì sarà a Strasburgo al
vertice della Nato e al summit con la Merkel e Sarkozy, venerdì andrà a Praga
dove è in programma la riunione euro-americana, sabato effettuerà la prima
visita in un grande Paese musulmano, ovvero la Turchia. La sua popolarità è
ancora altissima e tutti i leader, non solo europei, lo accoglieranno festosi.
Il successo di immagine è assicurato e sarà amplificato da un incontro a Praga
con i giovani della Repubblica ceca e in collegamento video con i giovani di
tutto il mondo. Eppure politicamente il viaggio di Obama rischia di passare
alla storia come uno dei più grandi insuccessi della diplomazia o, più
probabilmente, come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo
status di superpotenza. Un'America che, svanita l'arroganza dei
neoconservatori, «viene ad ascoltare», come ha riconosciuto il portavoce
presidenziale Robert Gibbs e che non potendo più di dar lezioni conta «di
continuare a guidare attraverso l'esempio». Un'America contrita, umile, quasi
supplicante, che dà l'impressione di essere disposta a far la pace con chiunque
in cambio del riconoscimento della sua importanza. Il nodo è rappresentato
dalla crisi finanziaria. Europa, Cina e Russia non hanno ormai dubbi: la
responsabilità della crisi mondiale è degli Stati Uniti e di un modello
economico che, attraverso la globalizzazione, ha contagiato il mondo, liberando
da ogni controllo banche e gruppi finanziari, che hanno assunto un potere
enorme, spropositato. E ora devono essere gli Usa a uscire dai guai. Da soli.
Il messaggio più forte che verosimilmente emergerà da questo intenso viaggio di
Obama è proprio questo. L'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via
del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama,
in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche
e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500
miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane
l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato
di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera
tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto. Sabato i
consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che Obama non insisterà con i
leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la
prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione,
trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun
vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé. Anche sull'altro dossier importante,
l'Afghanistan, Obama tornerà a Washington, quasi certamente, a mani vuote. Il
copione è identico. Un paio di mesi fa il presidente Usa ha deciso una nuova
offensiva contro i talebani, che comporta l'invio di altri 30mila marines, e
per settimane ha sollecitato gli alleati europei a fare altrettanto. Un mese fa
ha inviato a Bruxelles il suo vice Joe Biden che, in un summit della Nato, ha
usato toni assai bruschi per convincere i Paesi «riottosi». Invano: l'opinione
pubblica europea non accetta di mandare altre truppe e, in tempi di crisi, sono
pochi i governi disposti a sfidare le piazze. La tendenza, semmai, è al ritiro
da Kabul. Ovunque Obama si volti, c'è un problema. Vedrà Medvedev, ma il
disgelo con la Russia rischia di essere lento, finché non verrà risolto il
problema dello scudo spaziale. Neanche il presidente russo gli darà conforto,
perché dire «niet» o «no» o «nein» agli Usa non è più un tabù.
http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri
4 - 20123 Milano
( da "Repubblica,
La" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 1 - Prima Pagina LE SUPER-BANCHE SONO IL VERO
VIRUS ALESSANDRO PENATI Obiettivo del prossimo G20 è ridefinire l´architettura del
sistema finanziario mondiale. Un problema complesso, ma sintetizzabile in tre
parole: troppa leva finanziaria. SEGUE A PAGINA 13
( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 13 del 2009-03-30 pagina 1 Manager Paghino gli errori Ma niente caccia
all'untore di Nicola Porro C'è un momento in cui occorre fermarsi. I lettori
del Giornale ricorderanno le inchieste, gli articoli e le posizioni molto
critiche che abbiamo assunto nei confronti del sistema bancario italiano.
Abbiamo denunciato i costi eccessivi dei nostri conti correnti, la scarsa
competizione, che nei fatti, ha contraddistinto il mercato del credito. Abbiamo
sottolineato l'incongruenza di un'impresa che ha prestato ai più grandi e ha
rarefatto le risorse per i più piccoli. E non abbiamo fatto sconti a quei
manager che hanno sottovalutato la crisi propria e del settore, come Alessandro
Profumo. O che hanno ipocritamente difeso l'etica dei comportamenti
(evidentemente altrui) e poi concentrato le risorse della propria banca a
favore di speculatori di Borsa, come è il caso Zalesky per Gianni Bazoli. Ma,
dicevamo, occorre fermarsi. Non smettere di vigilare, certo. Ma capire quando
si supera il confine. Quando si rischiano le monetine in piazza, gli insulti
alla Raphael, la ricerca dell'untore e l'individuazione del colpevole assoluto.
È ciò che sta avvenendo in questi giorni. Questa settimana
si apre il G20 e Londra è in allarme. Sono
annunciate manifestazioni di no global e anarchici, si temono incidenti. Si
torna a respirare lo spirito del G8 di Genova. L'altro giorno a Roma un corteo
di estremisti di sinistra è finito con l'assalto alle banche. Abbiamo
assistito, nelle ultime ore, a scene incredibili di manager assediati nei loro
uffici e di dirgenti minacciati. Per giovedì, primo giorno del G20,
è stato preparato uno schieramento di polizia senza precedenti. E chi frequenta
la City è stato vivamente sconsigliato di indossare la grisaglia d'ordinanza:
potrebbe attirare violenze. Sta vincendo il populismo, insomma. Ed è sempre un
male. Anche se, è chiaro, i manager hanno sbagliato, le banche pure. E tanto.
Specialmente quelle americane che hanno assunto rischi, con i soldi dei
risparmiatori, e oggi i propri errori li stanno facendo pagare ai contribuenti.
Hanno mangiato per anni nei migliori ristoranti di New York e oggi ci fanno
pagare il check. Ne deriva una doppia mortificazione per i diritti dei singoli.
Da una parte soffrono i morsi di una recessione che non hanno generato, e
dall'altra i rischi di un inasprimento fiscale che domani arriverà per pagare i
salvataggi proprio del sistema finanziario. A ciò si aggiunga un profilo,
questo sì davvero etico. Salvando le istituzioni che hanno sbagliato, non si
gettano le premesse affinché ciò non avvenga nel futuro. Azzardare paga, poiché
i costi dei possibili errori vengono spalmati sulla collettività e i benefici,
anche se temporanei, dell'azzardo ricadono su pochi. Le nostre banche hanno
avuto un atteggiamento più conservativo. Ma erano e restano fondamentalmente
arretrate. Non sono la causa della crisi. Semmai sono state un ingrediente tra
i tanti che ha contribuito a mantenere la crescita economica italiana su
livelli bassi. Ahinoi se oggi esiste un motivo di critica nei confronti del
sistema bancario italiano è il medesimo di ieri. Il fatto che le banche
richiedano sempre e comunque garanzie reali alle piccole imprese per aprire
loro una linea di credito, è forse circostanza nuova? L'attenzione maniacale
dei nostri istituti di credito a concedere mutui sulla casa, è forse
prerogativa del momento? L'accondiscendenza al prestito alla grande impresa di
sistema è forse procedura degli ultimi mesi? Ma va' là. Il mestiere delle
banche, banalmente, è quello di raccogliere quattrini dai risparmiatori e
venderli alle imprese (o alle famiglie) sotto forma di prestiti. Una banca che
raccoglie 10 può più o meno prestare 150. La fragilità dei suoi affari risiede
in questa funzione. Se tutti i risparmiatori dovessero chiedere all'istante, cosa
a loro permessa, i 10 depositati, la banca si troverebbe in gravi difficoltà,
avendo impiegato quei soldi e molti di più nel tessuto produttivo. Occorre
riflettere su questa funzione. Una banca presta quattrini per lucrare un
margine. Non prestarli è economicamente folle. Non tanto per un motivo etico,
quanto perché proprio nell'impiego si ricavano gli utili dell'impresa bancaria.
È come un fornaio che dovesse comprare la farina, ma se la tenesse in casa,
invece di panificare. Temporaneamente potrebbe anche farlo, magari perché
impaurito da clienti che non lo pagano, ma nel medio periodo sarebbe insensato.
E quel fornaio fallirebbe. Non si vuole qua negare che ci sia una rarefazione
del credito da parte delle banche. Si vuole solo sottolineare che si tratta di
una condizione, che se c'è, è per definizione temporanea. Per un'impresa che si
vede rifiutato o, peggio, cancellato un prestito, ciò può diventare fatale.
Appunto occorre valutare, mettere in fila una dietro l'altra le situazioni.
Raccontare i singoli casi, denunciare le singole circostanze. Purtroppo i
500mila nuovi disoccupati italiani non dipendono dall'avidità dei nostri
banchieri, ma da una crisi economica planetaria. Individuare un capro
espiatorio per una situazione di disagio sociale è una vecchia tradizione. Non
calma però gli animi. E soprattutto non risolve la situazione. Una banca che si
mettesse a fare cattivo credito farebbe al contrario un doppio danno. A coloro
che hanno versato i depositi nei suoi forzieri, perché vedrebbero messa in discussione
la certezza del proprio risparmio. E al sistema economico nel suo complesso.
Poiché prestare a tutti vuol dire non prestare a sufficienza a chi si merita.
Quando nelle piazze volano le monetine, occorre fermarsi un attimo e ragionare.
© SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Repubblica,
La" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Pagina III - Bologna Gli elettori col portafoglio vuoto LONDRA - Gli
elettori, afferma un noto detto, votano col portafoglio: nel senso che nel
scegliere il partito da sostenere valutano, più di tutto, quanti soldi hanno in
tasca. Ebbene il portafoglio, nell´annus horribilis della recessione globale, è
vuoto: non solo per i meno abbienti, ma si è assottigliato pure per la classe
media. Perfino i ricchi, come diceva una vecchia telenovela, piangono. La
rabbia popolare esplode in questi giorni nelle strade di Londra, su cui
convergono decine di migliaia di dimostranti da tutto il
mondo in occasione della riunione del G20. E´ ingenuo aspettarsi che il premier britannico Gordon Brown e
i suoi diciannove invitati, tra cui il presidente Obama al primo viaggio in Europa,
riescano in un vertice di poche ore a risolvere la crisi. Sarebbe già qualcosa
se presteranno ascolto alle proteste dell´opinione pubblica, che vanno ben
oltre le manifestazioni di piazza: coloro che marciano sono un´esigua
minoranza, ma disagio e indignazione sembrano oggi sentimenti di massa. «La
gente ha ragione a essere arrabbiata», ho sentito dire a un sindacalista alla
dimostrazione dello scorso week-end per le vie di Londra, «perché non c´era
nulla di inevitabile in questa recessione. E´ stata provocata da leader
politici che per decenni predicavano che il mercato dev´essere lasciato libero
di fare ciò che vuole, che il capitalismo si regola da solo, che il profitto è
l´unico motore della storia». Difficile non essere d´accordo. Nascerà da questa
crisi una svolta, un movimento che «put people first», come chiede lo slogan
della manifestazione londinese, che dia la precedenza alla gente anziché al
profitto? Se non ora, viene da chiedersi, quando?
( da "Repubblica,
La" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 18 - Cronaca LA CIFRA DEL MAXI-BONUS (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)
Dovevano pensarci prima? O i profitti conseguiti negli anni delle "vacche
grasse" giustificavano i loro redditi stratosferici? Ora che manager e
banchieri sono guardati in cagnesco dall´opinione pubblica, è prevedibile un
effetto a cascata di autoriduzioni che coinvolgerà centinaia di quadri. A
godere di bonus milionari, infatti, non sono stati solo i dirigenti con
responsabilità strategiche. L´elasticità delle retribuzioni variabili ha incentivato
al rischio e all´aggressività pure una vasta leva di giovani finanzieri,
trasformandoli in spacciatori di asset tossici. Sarebbe un peccato liquidare
come invidia sociale o come si dice ora
- "rabbia populista", una riflessione sulla forbice delle
retribuzioni divaricata ormai fino al rischio di spezzarsi. Anche perché la
caccia al ricco, se orchestrata demagogicamente da una politica plutocratica
come quella italiana, al cui vertice siede il più ricco di tutti, è il modo
peggiore per affrontare l´ingiustizia sociale venuta allo scoperto. Sarà pure
vero che i "manager stockoptionisti" hanno messo a segno un
"colpo di Stato mondiale" (Giulio Sapelli); o che "il trionfo
dell´élite manageriale" ha dilatato immeritatamente il rapporto fra le
retribuzioni dell´alta dirigenza e quelle dei dipendenti, portandola da 45:1
nel 1980 fino a 500:1 nel 2000 (Alessandro Casiccia). Ma dietro ai tecnocrati
si nascondono azionisti una volta si
diceva padroni - che hanno ingigantito nel frattempo i loro patrimoni. La
recessione mondiale pone una domanda ben più radicale sulla destinazione dei
profitti d´impresa. Troppo comodo minimizzare tale crisi come "virus
americano" che toccherebbe solo di striscio la nostra società (lo ha
sostenuto ieri guarda caso -
Silvio Berlusconi, divenuto per l´occasione antiamericano). Senza
speculazione finanziaria non esisterebbe l´industria così come oggi la
conosciamo e la crisi è esplosa anche perché nel sistema attuale i profitti
d´impresa sono troppo bassi se confrontati ai rischi. Bisognerebbe riconoscere,
allora, che è miseramente fallita l´idea che dare libero corso ai profitti di
pochi avrebbe beneficiato a cascata l´intera società circostante: a furia di
legittimare la disuguaglianza si è infine penalizzato anche il ceto medio,
oltre che i poveri. Fa impressione ascoltare Francesco Greco, il pm del caso
Parmalat: "L´unica cosa etica è accettare di tornare a profitti normali. I
profitti degli ultimi 20 anni non sono stati normali, sono profitti drogati che
possono provenire solo da attività illecite". Ma cosa significa tornare a
"profitti normali", dopo un lungo ciclo economico che li ha visti
crescere a scapito del lavoro dipendente? Al G20 di Londra i governi cercheranno di fronteggiare la
spregiudicatezza finanziaria ponendo limiti d´accesso ai paradisi fiscali e al
segreto bancario. Non è detto che vi riescano. Più facile per loro, e di sicuro
effetto, sarà fissare tetti retributivi ai manager delle aziende che godono di
sostegno pubblico. Ammesso e non concesso che il governo di destra
italiano sia disposto a seguire quest´esempio il risultato discutibile è che si
assegni a un manager l´ingrato compito di guidare una grande azienda in
difficoltà per un compenso inferiore a quello percepito da un avvocato o un
notaio. Si placherà, forse, il malcontento, ma senza fare ancora un passo in
direzione di un´efficace redistribuzione del reddito. Ben oltre la caccia al
banchiere, lo sterco nel ristorante di lusso, la ghigliottina per lo
speculatore (ma non per il suo complice ministro) è sulla necessità di un´opera
di redistribuzione del reddito fra profitti e lavoro che la politica tornerà a
dividersi. Restituendo significato alle categorie di destra e sinistra secondo
la definizione di Bobbio: il filosofo aveva sottolineato l´attualità "di
sinistra" del valore dell´uguaglianza. Dopo avere cavalcato
vittoriosamente l´offensiva del popolo contro l´élite, ora la destra è
destinata a mostrare il suo vero volto al cospetto dell´ingiustizia sociale.
Quale politica fiscale, quale regolamentazione degli utili, quale antidoto
all´arricchimento di pochissimi e all´impoverimento degli altri? Non è un caso
se oggi si levano tante voci frettolose a dire che "il peggio è
passato". Sperano di cavarsela uscendo dalla crisi senza correggere le
dinamiche della disuguaglianza. Ma la loro è una pia illusione. La sinistra
oggi ne è travolta insieme alle categorie sociali che ha rappresentato. Ma ha
dalla sua i valori per rigenerarsi, promuovendo un moto di equità: politica dei
redditi, giusta distribuzione della ricchezza, rientro dei benestanti in
parametri di sobrietà.
( da "Repubblica,
La" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 4 - Economia G20: senza
protezionismo ripresa nel 2010 Pronto il documento finale. Più poteri a Draghi:
frenerà i bonus. Duello Londra-Berlino Il vertice DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA - La recessione mondiale finirà entro la fine del 2010, il protezionismo
sarà respinto, i paradisi fiscali saranno messi sotto controllo e un´età delle
regole e della crescita sostenibile rimpiazzerà quella del rischio e
dell´avidità. Sono queste le indicazioni che verranno dal summit del G20,
in programma giovedì a Londra, secondo la bozza dell´accordo finale, del cui
testo si è procurato una copia il Financial Times, anticipandola immediatamente
sul suo sito Internet in un articolo datato Roma (forse la «talpa» era lì).
L´espansione delle politiche fiscali già in atto, afferma il comunicato,
aumenteranno la produzione mondiale di 2 punti percentuali, creando oltre venti
milioni di nuovi posti di lavoro. «Siamo determinati a far ripartire la
crescita ora, a resistere al protezionismo e a riformare i nostri mercati e le
nostre istituzioni per il futuro, siamo determinati a garantire che questa
crisi non si ripeta», dichiarano i leader del Gruppo dei 20 nella bozza
d´accordo, esprimendo il loro appoggio a «un´economia mondiale aperta, fondata
su principi di mercato, su controlli efficaci e su istituzioni globali forti»,
per conseguire «una globalizzazione sostenibile con crescente prosperità per
tutti». Il comunicato promette inoltre sanzioni contro i paradisi fiscali e una
diversa politica di bonus e retribuzioni per i top manager, che premi «le
prestazioni effettive». Il compito è affidato al Financial Stability Forum,
guidato dal governatore della Banca d´Italia Mario Draghi, che sarà allargato a
tutti i membri del G20, rinominandolo Financial Stability
Board e affidandogli la supervisione degli hedge fund. I portavoce del primo
ministro Gordon Brown, padrone di casa del summit che inizia di fatto mercoledì
sera non commentano lo scoop del quotidiano della City. E non è detto che tutti
i giochi siano già fatti. Altre voci che circolano a Londra parlano infatti di
tensioni persistenti tra la Gran Bretagna e la Germania, accusando il governo
di Angela Merkel di fare resistenza a certi aspetti del piano proposto da
Brown. Fonti britanniche accusano i tedeschi di avere passato informazioni
confidenziali al settimanale Der Spiegel, secondo le quali il G20
si prepara ad approvare un nuovo pacchetto di aiuti all´economia per un
trilione di dollari, soltanto per imbarazzare Downing street, che smentisce
seccamente la notizia. Sul summit permangono poi incertezze d´altro tipo,
legate alle intenzioni del movimenti dei no global di attaccare mercoledì o
giovedì qualche obiettivo spettacolare: come la banca d´Inghilterra, la Borsa,
le banche della City, considerate il simbolo di un capitalismo avido e
sfruttatore. (e. f.)
( da "Repubblica,
La" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 4 - Economia Il capitalismo Le contestazioni "Asse
Stato-mercato per battere la crisi Il capitalismo non sarà mai più quello di
prima E la crisi finirà per favorire i partiti che proteggono la gente Le
proteste sono comprensibili L´opinione pubblica mondiale
vuole vedere azioni efficaci ENRICO FRANCESCHINI dal nostro corrispondente
LONDRA - «Il summit del G20 deve riuscire
a fondere Stato e mercato. Il capitalismo ne uscirà trasformato, non sarà mai
più quello di prima. E la crisi finirà per favorire i partiti che proteggono la
gente ma respingono il protezionismo, ossia le forze progressiste».
Peter Mandelson è stato per un decennio l´ispiratore della "nuova
sinistra" occidentale e il braccio destro di Tony Blair, prima di andare a
fare il commissario al Commercio alla Commissione Europea a Bruxelles. Da sei
mesi è tornato a Londra, come ministro delle Attività Produttive (e membro
della Camera dei Lord), per aiutare il primo ministro Gordon Brown a
riguadagnare consensi e vincere le elezioni dell´anno prossimo. Questa
settimana sarà uno dei registi del summit del G20. Lord
Mandelson, cosa deve accadere affinché il summit sia considerato un successo?
«Due cose: il vertice deve porre le basi per ricostruire l´economia globale e
deve raggiungere un´intesa a livello internazionale sul fatto che gli unici
strumenti con le risorse e il potere per farlo sono i governi. Questa è la
chiave da cui ripartire. Poi bisogna respingere le minacce che mettono in
pericolo la ricostruzione economica, rifiutando in primo luogo gli appelli al
protezionismo. E in generale bisogna lanciare un messaggio che non deluda le
aspettative della gente. Tutto ciò, naturalmente, non si può fare in un giorno,
ma il summit deve perlomeno stabilire un agenda, fissare la direzione di marcia.
Il test per determinare se sarà stato veramente un successo verrà dopo, al
momento di verificare se l´agenda è stata mantenuta e se la direzione è quella
giusta». Come giudica le manifestazioni di protesta a Londra e altrove? «Sono
legittime, comprensibili e direi necessarie. L´opinione pubblica mondiale vuole
vedere azioni efficaci e coordinate da parte dei propri leader e dei propri
governi. E´ un richiamo che dobbiamo ascoltare». Si parla di nuovi, ingenti
pacchetti di infusioni di denaro pubblico a sostegno delle economie in crisi.
Ma i contribuenti accetteranno di pagare più tasse per salvare banche ed
aziende? «In ballo ci sono non solo aziende e banche, ma ciò che esse
rappresentano in concreto: posti di lavoro e case comprate a rate, da molti lavoratori
in molti paesi del mondo. Per risolvere la crisi dobbiamo riparare innanzitutto
i danni fatti. Ma proprio perché si chiede un sacrificio ai contribuenti
occorre che i governi varino misure chiare ed efficienti, perché solo così
l´opinione pubblica potrà approvarle». Alle dimostrazioni di piazza di questi
giorni risuona lo slogan "tassate i banchieri, fate pagare a loro il
prezzo della crisi". Sono i banchieri i veri colpevoli? «Il problema non è
il comportamento più o meno scorretto di singoli banchieri: truffe ed errori ci
sono sempre stati. Il problema è che la cornice all´interno della quale operano
le banche è diventata troppo poco trasparente, troppo complessa e con troppa
poca supervisione. Ora abbiamo bisogno di mettere a punto una nuova cornice di
regole, e quando l´avremo fatto, le banche avranno bisogno di tempo e spazio
per funzionare di nuovo nel modo giusto. La regola principale è che le banche
non possono governarsi da sole». Si avverte in giro una gran rabbia, una
richiesta di eguaglianza e di giustizia. Dove porterà? Al ritorno dello Stato a
danno del libero mercato? «E´ necessario comprendere che non possiamo
permetterci il lusso di scegliere tra lo Stato e il mercato: abbiamo bisogno di
tutti e due. Con uno solo, non possiamo funzionare bene. E la combinazione di
mercati aperti, opportunamente regolati, con uno stato che si batte per
programmi di giustizia sociale e di opportunità per tutti, è a mio avviso la
combinazione giusta». E che favorisce le forze politiche progressiste... «Quando
tutto va bene, è facile spendere, investire, consumare. E´ quando i tempi si
fanno difficili che ci vuole coraggio a investire di più. Non sono decisioni
facili. Ebbene io credo che le forze progressiste, i governi e i partiti di
centro-sinistra, siano nelle condizioni migliori per mostrare questo coraggio,
il coraggio necessario per uscire dalla crisi e costruire un mondo nuovo,
migliore del precedente». Sulle ali dell´ascesa al potere in Gran Bretagna di
Tony Blair, a cui lei diede un fondamentale contributo, i partiti di centro-
sinistra conquistarono il governo quasi ovunque in Europa, un decennio fa. Oggi
sono quasi ovunque all´opposizione. Pensa che la crisi potrà rafforzarli e
riportarli al potere? «La lezione che inevitabilmente molta gente trarrà da
questa crisi è che è saggio e sensato affidarsi a governi che regolano
l´economia, non a forze che propongono un indiscriminato laissez faire. I
partiti progressisti sono meglio posizionati per questo compito. E c´è un altro
fattore che li dovrebbe favorire. I partiti di centro-sinistra non sono
protezionisti, e il protezionismo è oggi la tentazione più pericolosa: se non
riusciremo a respingerla, temo che la recessione diventerà una lunga e grande
depressione. Bisogna proteggere la gente, ma non è la stessa cosa che essere
protezionisti. Ecco la differenza: i partiti di centro-sinistra proteggono la
gente, i partiti di centro-destra proteggono il protezionismo».
( da "Repubblica,
La" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 4 - Economia A tre giorni dal vertice di
Londra del G20, parla il ministro delle Attività Produttive inglesi, Peter Mandelson
( da "Sole 24
Ore, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-03-29 - pag: 16 autore:
Intervento Vincente saper decidere in fretta di Barbara Zucchi Frua* L a crisi
è in pieno svolgimento e durerà fino a fino anno. Lo Stato farà bene a
intervenire, anche se con cautela, e le imprese stanno reagendo ridisegnando le
proprie strutture e investendo sui prodotti. Questa in sintesi la visione degli
appartenenti al panel di Alumni Istud, che hanno risposto al primo sondaggio
dell'Osservatorio Istud- Il Sole 24 Ore. Rispetto allo stesso periodo del 2008
i manager interpellati vedono la situazione economica peggiorata e pensano che
non migliorerà, se non dopo la fine del 2009. Qui devono entrare in partita sia
lo Stato sia le imprese, entrambi chiamati in causa dal sondaggio. Quale ruolo
gioca lo Stato in questa situazione? Nel dibattito, alla
vigilia di un G20 in cui diversi
Governi, compreso quello Usae il nostro, presenteranno soluzioni alla crisi
incentrate su nuove regole di funzionamento dei mercati, è importante sentire
l'opinione di chi nel mercato ci vive ogni giorno. Il favore verso un più
incisivo intervento dei Governi si manifesta soprattutto se questo prende la
forma di sostegno all'economia e ai piccoli operatori. Perplessità
suscitano gli interventi di assistenza mirata verso banche e grande industria.
Il ruolo atteso dallo Stato è quello di vigilanza e regolazione, soprattutto
con riferimento all'erogazione del credito e ai comportamenti delle agenzie di
rating. Sulle Pmi puntano i manager per il rilancio dell'economia: è a loro
favore che dovrebbero essere rivolti gli interventi statali, anziché verso
grandi imprese e banche. E hanno ragione, come ci dicono le recenti ricerche di
Mediobanca e Unioncamere sulle medie imprese. L'establishment finanziario che
ha sostenuto lo sviluppo economico italiano dal dopoguerra in poi sembra in
deficit di legittimazione, almeno agli occhi di chi, come la maggioranza dei
rispondenti, proviene proprio dal mondo delle grandi società. E le imprese? La
"vita vissuta" dei manager ci offre uno spaccato ambiguo. Si
manifesta una decisa tendenza al ridimensionamento del personale e delle
attività poco profittevoli. Se si tratti di opportunistica razionalizzazione o
di disinvestimenti strutturali è difficile dirlo, anche perché allo stesso
tempo si avverte movimento, vivacità, azione nello spazio dell'innovazione, per
fortuna non ancora chiuso. In un terzo dei casi si stanno introducendo prodotti
per guadagnare quote di mercato e si stanno sperimentando nuove opzioni
competitive. Solo in un caso su dieci si inserisce nuovo personale qualificato.
Non sono infatti le skill tecniche che mancano. La crisi sta chiedendo ai
manager di uscire dalle "camere" tecnico-specialistiche per allargare
la visuale e adottare prospettive diverse. La capacità di gestire situazioni
complesse e incerte è oggi considerata chiave. La "capacità negativa"
per dirla con il poeta John Keats, che nel 1817 definì capacità negativa il
saper «stare nelle incertezze, (&), senza essere impaziente di pervenire a
fatti e a ragioni ». La multidisciplinarità, la contaminazione con i saperi
umanistici, così tipici della tradizione europea, diventano essenziali alla
sopravvivenza ( dell'impresa e dello stesso manager, lavorativamente parlando).
Così come la capacità di capire l'evoluzione dei tempi e di farsi parte attiva
nella proposta e sperimentazione di nuovi modelli di azione. Allo stesso tempo
– sì, sembra una contraddizione – le imprese chiedono ai manager capacità
decisionali: bisogna decidere, e decidere in fretta. Non c'è tempo per la
riflessione. La crisi corre, e le imprese con lei. Di questi tempi il
management affronta decisioni difficili che lo pongono di fronte a dilemmi
etici impervi, che lo costringono a guardarsi dentro, con maturità e senso
critico, e a guardarsi fuori, alla ricerca di nuovi significati e valori per un
mestiere, quello del manager che, per la prima volta dopo decenni, rischia di
precipitare nella scala della desiderabilità e della legittimazione sociale.
*Presidente Fondazione Istud MODELLI DA RIVEDERE Per la prima volta dopo
decenni i manager rischiano di precipitare nella classifica del prestigio
professionale e della legittimazione sociale
( da "Messaggero,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Lunedì 30 Marzo 2009 Chiudi di DEBORAH AMERI LONDRA - Fosse stata una
mazzetta non avrebbe fatto così scalpore. Invece si tratta di un argomento
assai più scottante: film porno pagati dai contribuenti per i quali il ministro
dell'Interno britannico Jacqui Smith ha chiesto il rimborso al Parlamento. In
tutto dieci sterline, una cifra ridicola, ma in Gran Bretagna vale il
principio. A visionare le pellicole a luci rosse, inoltre, non è stata lei ma
il marito, Richard Timney, ex ingegnere civile che ha lasciato il lavoro per
diventare il suo assistente. Il primo e il 6 aprile 2008 il signor Timney si
annoiava nella sua casa di campagna di Redditch (Inghilterra centrale) e mentre
la moglie era a Londra a governare il Paese lui ha acquistato in pay per view
due film hard. Che poi sono finiti «erroneamente» nel rimborso spese della
ministra insieme alla connessione internet. Lo hanno svelato ieri il Sunday
Express e il Mail on Sunday e lo scandalo è diventato di dominio pubblico nel
giro di poche ore. Tanto che con la faccia scura e imbarazzata Timney è dovuto
uscire di casa a scusarsi di fronte ai cronisti: «Mi dispiace per l'imbarazzo
che ho provocato a Jacqui, posso immaginare anche che molta gente si
arrabbierà». Troppo tardi. La Smith ha perso la faccia (politica). Proprio a
lei, prima donna al Home Office nella storia britannica, che si è sempre
battuta contro l'industria del porno, la prostituzione e i locali per soli
adulti, tocca subire la peggiore delle umiliazioni. «Dire che è furibonda è un
eufemismo - racconta un amico all'Express - vorrebbe nascondersi sottoterra».
Tra le file dell'opposizione già si parla di dimissioni e di una carriera ormai
verso il tramonto, visto che la ministra è già coinvolta in un'altra
controversia che riguarda le spese della sua casa di Londra. Del resto finora
non ha brillato per originalità e iniziativa, facendo più o
meno l'ombra del premier Gordon Brown, il quale, a pochi giorni dal G20 non sarà certamente felice di questo ulteriore imbarazzo. La
Smith ha subito cercato di riparare: «Mi scuso per la svista, naturalmente
restituirò tutto», ha dichiarato, spiegando di aver erroneamente inserito la
pay per view nella nota spese. Downing Street la difende ma potrebbe
diventare il punto debole per attaccare Brown. «Di solito non chiedo le
dimissioni di un ministro e non lo faccio nemmeno adesso - ha dichiarato ieri
David Davids, ex titolare ombra dell'Interno - ma, in questo caso, non si può
dire che la collega finora abbia fatto un lavoro brillante».
( da "Corriere
della Sera" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-30
num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Il summit Oggi la prima sessione del G8
dedicato ai problemi del lavoro. «La ripresa? Arriverà soltanto nel 2010» Ocse:
«Disoccupazione al 10%». Ma Sacconi invita alla cautela ROMA — L'Ocse lancia
l'allarme occupazione. Anticipando i dati che il segretario generale
dell'organizzazione dei 30 Paesi più industrializzati del mondo Anguel Gurria
illustrerà oggi alla prima sessione del G8 Social Summit, «la ripresa arriverà
solo nel 2010 e sarà sottotono, i tassi dei senza lavoro torneranno a due
cifre». Cioè almeno al 10%. Una stima che non piace al ministro del Welfare
Maurizio Sacconi il quale, come ospite del summit, in apertura invita a essere
«cauti con le diverse previsioni che continuano ad essere prodotte perché
spesso le stesse organizzazioni che le fanno sono costrette a correggerle ». Ma
l'attrazione verso le cifre è troppo forte e anche la bozza
del documento finale del prossimo G20, che si apre a Londra giovedì e che il Financial Times ha
pubblicato in esclusiva, si affida a loro: «Tutte le misure messe in atto dai
governi faranno tornare l'economia globale a crescere non prima del 2010,
quando il Pil aumenterà del 2% con la creazione di oltre 20 milioni di posti di
lavoro». Il documento conferma la volontà politica dei Grandi a
contrastare il protezionismo e a portare a termine i negoziati del Doha Round
sul commercio internazionale bloccati da due anni. In previsione degli incontri
di Londra, Sacconi in questi giorni cercherà di vincolare — con un documento
condiviso — gli interventi fiscali e finanziari del Fondo monetario
internazionale e della Banca mondiale ai Paesi che rispettino la dignità
dell'uomo e i diritti del lavoro e non solo i parametri liberisti. Insomma, va
bene il «legal standard» per isolare l'economia «tossica», ma occorre puntare
sulla centralità dell'uomo, «People First». «Il clima della fiducia — ha
ripetuto il ministro — deve partire dalle persone e per questo chiederò a tutti
di mantenere redditi e posti di lavoro perché se non c'è coesione sociale non
può esserci stabilità economica». Anche John Evans, il segretario generale
dell'organizzazione che raggruppa tutti i sindacati del mondo (Tuac), si è
augurato che i governi «dopo aver stanziato ingenti risorse per salvare le
banche ora sostengano i posti di lavoro». «è una situazione pericolosa — ha
avvertito — con la crisi in corso sono i lavoratori a pagare il prezzo più alto
e la rabbia scoppierà». Come intervenire e quali ricette suggerire ai Paesi del
G8 e del G20 è compito degli esperti tra politici, sindacalisti e
imprenditori, riuniti a Roma fino a domani. Sacconi ed Evans hanno individuato
entrambi nei contratti di solidarietà una formula in grado di alleggerire i conti
delle aziende e garantire il posto di lavoro. Lo slogan «lavorare meno lavorare
tutti» potrebbe essere incentivato da risorse pubbliche come antidoto per
arrivare alla fine del tunnel. E ieri il leader della Cisl Raffaele Bonanni ha
annunciato che il governo italiano adotterà un emendamento per assegnare 35
milioni di euro per potenziare il fondo di solidarietà ridotto a 5 milioni di
euro. La proposta verrà inserita nel decreto incentivi e dovrebbe andare in
votazione alla Camera mercoledì. Per Alberto Bombassei, vicepresidente di
Confindustria, «è proprio in momenti come questi che bisogna avere il coraggio
di fare quelle riforme difficili e complicate che normalmente non si ha la
forza di fare». E rispondendo a Sacconi — che criticando le previsioni facili
si è indirettamente rivolto anche alla Confindustria che nei giorni scorsi
aveva annunciato 500 mila disoccupati in due anni— ha affermato che «il
ministro fa il ministro e fa il suo lavoro ma il nostro ufficio studi non può
che fare le cose con realismo ». Roberto Bagnoli Noalprotezionismo Il documento
che anticipa le conclusioni del G20 ribadisce il no dei governi
al protezionismo Contratti Raffaele Bonanni (Cisl): il governo stanzierà altri
35 milioni per il fondo dei contratti di solidarietà Maurizio Sacconi Il
ministro del Welfare invita a una «maggiore cautela» sulle previsioni
economiche
( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 13 del 2009-03-30 pagina 1 I manager paghino gli errori ma niente
caccia alluntore di Nicola Porro Cè un
momento in cui occorre fermarsi. I lettori del Giornale ricorderanno le
inchieste, gli articoli e le posizioni molto critiche che
abbiamo assunto nei confronti del sistema bancario italiano. Abbiamo denunciato
i costi eccessivi dei nostri conti correnti, la scarsa competizione, che nei
fatti, ha contraddistinto il mercato del credito. Abbiamo sottolineato lincongruenza di unimpresa che
ha prestato ai più grandi e ha rarefatto le risorse per i più piccoli. E non
abbiamo fatto sconti a quei manager che hanno sottovalutato la crisi propria e
del settore, come Alessandro Profumo. O che hanno ipocritamente difeso letica dei comportamenti
(evidentemente altrui) e poi concentrato le risorse della propria banca a
favore di speculatori di Borsa, come è il caso Zalesky per Gianni Bazoli. Ma,
dicevamo, occorre fermarsi. Non smettere di vigilare, certo. Ma capire quando
si supera il confine. Quando si rischiano le monetine in piazza, gli insulti
alla Raphael, la ricerca delluntore e
lindividuazione del colpevole assoluto. è ciò che sta avvenendo in questi
giorni. Questa settimana si apre il G20 e Londra
è in allarme. Sono annunciate manifestazioni di no global e anarchici, si
temono incidenti. Si torna a respirare lo spirito del G8 di Genova. Laltro giorno a Roma un corteo di estremisti di
sinistra è finito con lassalto alle banche. Abbiamo assistito, nelle
ultime ore, a scene incredibili di manager assediati nei loro uffici e di
dirgenti minacciati. Per giovedì, primo giorno del G20, è stato
preparato uno schieramento di polizia senza precedenti. E chi frequenta la City
è stato vivamente sconsigliato di indossare la grisaglia dordinanza: potrebbe attirare violenze. Sta
vincendo il populismo, insomma. Ed è sempre un male. Anche se, è chiaro, i
manager hanno sbagliato, le banche pure. E tanto. Specialmente quelle americane
che hanno assunto rischi, con i soldi dei risparmiatori, e oggi i propri errori
li stanno facendo pagare ai contribuenti. Hanno mangiato per anni nei migliori
ristoranti di New York e oggi ci fanno pagare il check. Ne deriva una doppia
mortificazione per i diritti dei singoli. Da una parte soffrono i morsi di una
recessione che non hanno generato, e dallaltra
i rischi di un inasprimento fiscale che domani arriverà per pagare i salvataggi
proprio del sistema finanziario. A ciò si aggiunga un profilo, questo sì
davvero etico. Salvando le istituzioni che hanno sbagliato, non si gettano
le premesse affinché ciò non avvenga nel futuro. Azzardare paga, poiché i costi
dei possibili errori vengono spalmati sulla collettività e i benefici, anche se
temporanei, dellazzardo ricadono
su pochi. Le nostre banche hanno avuto un atteggiamento più
conservativo. Ma erano e restano fondamentalmente arretrate. Non sono la causa
della crisi. Semmai sono state un ingrediente tra i tanti che ha contribuito a
mantenere la crescita economica italiana su livelli bassi. Ahinoi se oggi
esiste un motivo di critica nei confronti del sistema bancario italiano è il
medesimo di ieri. Il fatto che le banche richiedano sempre e comunque garanzie
reali alle piccole imprese per aprire loro una linea di credito, è forse
circostanza nuova? Lattenzione
maniacale dei nostri istituti di credito a concedere mutui sulla casa, è forse
prerogativa del momento? Laccondiscendenza
al prestito alla grande impresa di sistema è forse procedura degli ultimi mesi?
Ma va là. Il mestiere delle banche, banalmente, è quello di raccogliere
quattrini dai risparmiatori e venderli alle imprese (o alle famiglie) sotto
forma di prestiti. Una banca che raccoglie 10 può più o meno prestare 150. La
fragilità dei suoi affari risiede in questa funzione. Se tutti i risparmiatori
dovessero chiedere allistante, cosa a
loro permessa, i 10 depositati, la banca si troverebbe in gravi difficoltà,
avendo impiegato quei soldi e molti di più nel tessuto produttivo. Occorre
riflettere su questa funzione. Una banca presta quattrini per lucrare un
margine. Non prestarli è economicamente folle. Non tanto per un motivo etico,
quanto perché proprio nellimpiego si
ricavano gli utili dellimpresa bancaria. è come un fornaio che dovesse
comprare la farina, ma se la tenesse in casa, invece di panificare. Temporaneamente
potrebbe anche farlo, magari perché impaurito da clienti che non lo pagano, ma
nel medio periodo sarebbe insensato. E quel fornaio fallirebbe. Non si vuole
qua negare che ci sia una rarefazione del credito da parte delle banche. Si
vuole solo sottolineare che si tratta di una condizione, che se cè, è per definizione temporanea. Per
unimpresa che si vede rifiutato o, peggio, cancellato un prestito, ciò
può diventare fatale. Appunto occorre valutare, mettere in fila una dietro
laltra le situazioni. Raccontare i singoli casi, denunciare le singole
circostanze. Purtroppo i 500mila nuovi disoccupati italiani non dipendono dallavidità dei nostri banchieri, ma da una crisi
economica planetaria. Individuare un capro espiatorio per una situazione di
disagio sociale è una vecchia tradizione. Non calma però gli animi. E
soprattutto non risolve la situazione. Una banca che si mettesse a fare cattivo
credito farebbe al contrario un doppio danno. A coloro che hanno versato i
depositi nei suoi forzieri, perché vedrebbero messa in discussione la certezza
del proprio risparmio. E al sistema economico nel suo complesso. Poiché
prestare a tutti vuol dire non prestare a sufficienza a chi si merita. Quando
nelle piazze volano le monetine, occorre fermarsi un attimo e ragionare. ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 13 del 2009-03-30 pagina 0 I manager paghino gli errori ma niente
caccia alluntore di Nicola Porro Cè un
momento in cui occorre fermarsi. I lettori del Giornale ricorderanno le
inchieste, gli articoli e le posizioni molto critiche che abbiamo assunto
nei confronti del sistema bancario italiano. Abbiamo denunciato i costi
eccessivi dei nostri conti correnti, la scarsa competizione, che nei fatti, ha
contraddistinto il mercato del credito. Abbiamo sottolineato lincongruenza di unimpresa che ha prestato
ai più grandi e ha rarefatto le risorse per i più piccoli. E non abbiamo fatto
sconti a quei manager che hanno sottovalutato la crisi propria e del settore,
come Alessandro Profumo. O che hanno ipocritamente difeso letica dei comportamenti (evidentemente
altrui) e poi concentrato le risorse della propria banca a favore di
speculatori di Borsa, come è il caso Zalesky per Gianni Bazoli. Ma, dicevamo,
occorre fermarsi. Non smettere di vigilare, certo. Ma capire quando si supera
il confine. Quando si rischiano le monetine in piazza, gli insulti alla
Raphael, la ricerca delluntore e
lindividuazione del colpevole assoluto. è ciò che sta avvenendo in questi
giorni. Questa settimana si apre il G20 e Londra
è in allarme. Sono annunciate manifestazioni di no global e anarchici, si
temono incidenti. Si torna a respirare lo spirito del G8 di Genova. Laltro giorno a Roma un corteo di estremisti di
sinistra è finito con lassalto alle banche. Abbiamo assistito,
nelle ultime ore, a scene incredibili di manager assediati nei loro uffici e di
dirgenti minacciati. Per giovedì, primo giorno del G20, è stato
preparato uno schieramento di polizia senza precedenti. E chi frequenta la City
è stato vivamente sconsigliato di indossare la grisaglia dordinanza: potrebbe attirare violenze. Sta
vincendo il populismo, insomma. Ed è sempre un male. Anche se, è chiaro, i
manager hanno sbagliato, le banche pure. E tanto. Specialmente quelle americane
che hanno assunto rischi, con i soldi dei risparmiatori, e oggi i propri
errori li stanno facendo pagare ai contribuenti. Hanno mangiato per anni nei
migliori ristoranti di New York e oggi ci fanno pagare il check. Ne deriva una
doppia mortificazione per i diritti dei singoli. Da una parte soffrono i morsi
di una recessione che non hanno generato, e dallaltra i rischi di un inasprimento fiscale che domani arriverà per
pagare i salvataggi proprio del sistema finanziario. A ciò si aggiunga un
profilo, questo sì davvero etico. Salvando le istituzioni che hanno
sbagliato, non si gettano le premesse affinché ciò non avvenga nel futuro.
Azzardare paga, poiché i costi dei possibili errori vengono spalmati sulla
collettività e i benefici, anche se temporanei, dellazzardo ricadono su pochi. Le
nostre banche hanno avuto un atteggiamento più conservativo. Ma erano e restano
fondamentalmente arretrate. Non sono la causa della crisi. Semmai sono state un
ingrediente tra i tanti che ha contribuito a mantenere la crescita economica
italiana su livelli bassi. Ahinoi se oggi esiste un motivo di critica nei
confronti del sistema bancario italiano è il medesimo di ieri. Il fatto che le
banche richiedano sempre e comunque garanzie reali alle piccole imprese per
aprire loro una linea di credito, è forse circostanza nuova? Lattenzione maniacale dei nostri istituti di
credito a concedere mutui sulla casa, è forse prerogativa del momento?
Laccondiscendenza al prestito alla grande impresa di sistema è forse
procedura degli ultimi mesi? Ma va là. Il mestiere
delle banche, banalmente, è quello di raccogliere quattrini dai risparmiatori e
venderli alle imprese (o alle famiglie) sotto forma di prestiti. Una banca che
raccoglie 10 può più o meno prestare 150. La fragilità dei suoi affari risiede
in questa funzione. Se tutti i risparmiatori dovessero chiedere allistante, cosa a loro permessa, i 10
depositati, la banca si troverebbe in gravi difficoltà, avendo impiegato quei
soldi e molti di più nel tessuto produttivo. Occorre riflettere su questa
funzione. Una banca presta quattrini per lucrare un margine. Non
prestarli è economicamente folle. Non tanto per un motivo etico, quanto perché
proprio nellimpiego si ricavano gli utili
dellimpresa bancaria. è come un fornaio che dovesse comprare la farina,
ma se la tenesse in casa, invece di panificare. Temporaneamente potrebbe anche
farlo, magari perché impaurito da clienti che non lo pagano, ma nel medio
periodo sarebbe insensato. E quel fornaio fallirebbe. Non si vuole qua negare
che ci sia una rarefazione del credito da parte delle banche. Si vuole solo
sottolineare che si tratta di una condizione, che se cè, è per definizione temporanea. Per
unimpresa che si vede rifiutato o, peggio, cancellato un prestito, ciò
può diventare fatale. Appunto occorre valutare, mettere in
fila una dietro laltra le
situazioni. Raccontare i singoli casi, denunciare le singole circostanze.
Purtroppo i 500mila nuovi disoccupati italiani non dipendono dallavidità
dei nostri banchieri, ma da una crisi economica planetaria. Individuare un capro
espiatorio per una situazione di disagio sociale è una vecchia tradizione. Non
calma però gli animi. E soprattutto non risolve la situazione. Una banca che si
mettesse a fare cattivo credito farebbe al contrario un doppio danno. A coloro
che hanno versato i depositi nei suoi forzieri, perché vedrebbero messa in
discussione la certezza del proprio risparmio. E al sistema economico nel suo
complesso. Poiché prestare a tutti vuol dire non prestare a sufficienza a chi
si merita. Quando nelle piazze volano le monetine, occorre fermarsi un attimo e
ragionare. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 13 del 2009-03-30 pagina 16 Obama leuropeo
si gioca tutto in una settimana di Marcello Foa Il presidente americano sbarca
domani nel Vecchio Continente. Affronterà G20, vertici con la Nato e la Ue, i primi faccia a faccia con Russia
e Cina. Ma le premesse non sembrano incoraggianti: su crisi economica e
Afghanistan rischia di tornare a mani vuote Quando arrivò in Europa nel luglio
scorso, Barack Obama venne accolto da una folla oceanica a Berlino, mentre i
leader dei grandi Paesi sgomitavano per farsi ritrarre al suo fianco.
Era l'uomo della speranza, della fiducia, di un'America che, nonostante la
presidenza Bush, era ancora considerata la potenza di riferimento. Ma Wall
Street non era ancora crollata. Domani Obama tornerà in Europa con un programma
molto intenso: sbarcherà a Londra per il G20 e per
l'incontro con il presidente russo Medvedev, giovedì sarà a Strasburgo al
vertice della Nato e al summit con la Merkel e Sarkozy, venerdì andrà a Praga
dove è in programma la riunione euro-americana, sabato effettuerà la prima
visita in un grande Paese musulmano, ovvero la Turchia. La sua popolarità è
ancora altissima e tutti i leader, non solo europei, lo accoglieranno festosi.
Il successo di immagine è assicurato e sarà amplificato da un incontro a Praga
con i giovani della Repubblica ceca e in collegamento video con i giovani di
tutto il mondo. Eppure politicamente il viaggio di Obama rischia di passare
alla storia come uno dei più grandi insuccessi della diplomazia o, più
probabilmente, come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo
status di superpotenza. Un'America che, svanita l'arroganza dei
neoconservatori, «viene ad ascoltare», come ha riconosciuto il portavoce
presidenziale Robert Gibbs e che non potendo più di dar lezioni conta «di
continuare a guidare attraverso l'esempio». Un'America contrita, umile, quasi
supplicante, che dà l'impressione di essere disposta a far la pace con chiunque
in cambio del riconoscimento della sua importanza. Il nodo è rappresentato
dalla crisi finanziaria. Europa, Cina e Russia non hanno ormai dubbi: la
responsabilità della crisi mondiale è degli Stati Uniti e di un modello
economico che, attraverso la globalizzazione, ha contagiato il mondo, liberando
da ogni controllo banche e gruppi finanziari, che hanno assunto un potere
enorme, spropositato. E ora devono essere gli Usa a uscire dai guai. Da soli.
Il messaggio più forte che verosimilmente emergerà da questo intenso viaggio di
Obama è proprio questo. L'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via
del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama,
in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche
e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500
miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane lamministrazione Obama, con il martellante
sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi
agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto
duro e ha vinto. Sabato i consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che
Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta
sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La
bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un
auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé. Anche
sull'altro dossier importante, l'Afghanistan, Obama tornerà a Washington, quasi
certamente, a mani vuote. Il copione è identico. Un paio di mesi fa il
presidente Usa ha deciso una nuova offensiva contro i talebani, che comporta
l'invio di altri 30mila marines, e per settimane ha sollecitato gli alleati
europei a fare altrettanto. Un mese fa ha inviato a Bruxelles il suo vice Joe
Biden che, in un summit della Nato, ha usato toni assai bruschi per convincere
i Paesi «riottosi». Invano: l'opinione pubblica europea non accetta di mandare
altre truppe e, in tempi di crisi, sono pochi i governi disposti a sfidare le
piazze. La tendenza, semmai, è al ritiro da Kabul. Ovunque Obama si volti, c'è
un problema. Vedrà Medvedev, ma il disgelo con la Russia rischia di essere
lento, finché non verrà risolto il problema dello scudo spaziale. Neanche il
presidente russo gli darà conforto, perché dire «niet» o «no» o «nein» agli Usa
non è più un tabù. http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Corriere
Economia" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Corriere Economia - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-30 num:
- pag: 5 categoria: BREVI old-style europeo dio, la casa, la scuola dei figli?
«Noi, i sindacati», risponde o spera di rispondere Monks. «Spera», perché
nessuno ha certezze, oggi. Ma pur nel dubbio, a 64 anni e dopo sei anni di
guida del-l'Etuc, eccolo chiamare a raccolta i suoi, con un'agenda piena di
appelli. Parte infatti ora un mese e mezzo di mobilitazione, che culminerà con
tre giornate di manifestazioni in quattro città: il 14 maggio a Madrid, il
( da "Affari e
Finanza (La Repubblica)" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
COPERTINA pag. 1 UsaCina, un G2 contro la crisi Al prossimo vertice dei
venti Grandi a Londra conterà solo il confronto a due fra Hu Jintao e Barack
Obama Pesa la mossa di Pechino su una moneta che sostituisca il dollaro. Europa
irrilevante dopo il caso Topolanek FEDERICO RAMPINI L'espressione "Bretton
Woods 2", che evocava una completa riforma delle regole dell'economia globale,
è stata prudentemente accantonata da tutti. Ciononostante, le
aspettative sul vertice del G20 di
Londra restano elevate. La ragione principale è che si tratta del primo summit
internazionale antirecessione a cui partecipa la nuova Amministrazione Obama
dopo aver messo a punto gli elementichiave della sua strategia .Al precedente
vertice di quel livello, a Washington, Obama aveva vinto le elezioni ma alla
Casa Bianca c'era ancora George Bush e il segretario al Tesoro era Henry
Paulson. A Londra la nazione più ricca del mondo sarà rappresentata da un
esecutivo nella pienezza dei poteri e già al lavoro da settimane per rimettere
in moto la crescita. Ma basterà questo a fare del G20 un
vertice proficuo? Le previsioni sull'esito del summit sono complicate dal
susseguirsi di colpi di scena negli ultimi giorni. Fino a poco tempo fa gli
schieramenti in campo erano chiari e stabili. Da una parte l'America dava la
priorità alle manovre di spesa pubblica per rilanciare la crescita, accusava
l'Europa di non fare abbastanza, e puntava all'incontro di Londra per ottenere
di più su questo fronte. L'Unione europea era abbastanza allineata sulla
Germania: priorità a una riforma dei mercati finanziari per stabilire regole
più efficaci ed evitare futuri disastri tipo subprime. I paesi emergenti erano
concentrati soprattutto sulla necessità di arginare il protezionismo. Con
queste premesse la sceneggiatura di Londra sembrava già scritta, e le parti in commedia
erano assegnate. Ma la settimana scorsa si sono accavallate tre novità
rilevanti. L'ultima in data ha migliorato la forza contrattuale degli Stati
Uniti verso l'Europa. Giovedì a Washington il segretario al Tesoro Tim Geithner
ha presentato il suo progetto di riforma della regolazione dei mercati
finanziari. Le novità sono consistenti e vengono incontro a molte richieste
europee. Tutta la finanza "creativa" dagli hedge fund ai titoli
derivati dovrà essere sottoposta a poteri di vigilanza analoghi a quelli che si
applicano al sistema bancario tradizionale. I compiti di controllo sui mercati
saranno concentrati dentro un'unica authority. E questo Superpoliziotto potrà
intervenire con poteri estesi (fino alla nazionalizzazione) anche su soggetti
molto diversi dalle banche: compagnie assicurative (vedi Aig), filiali
finanziarie di holding industriali (come la General Electric). I dettagli del
piano Geithner verranno definiti successivamente, e il Congresso potrà
apportarvi modifiche anche sostanziali. Ma le grandi linee indicano una volontà
di riforma delle regole genuina e coraggiosa. Agli europei è stato sottratto un
argomento: non possono più accusare l'Amministrazione Obama di affrontare la
recessione solo a colpi di deficit e di disinteressarsi delle riforme
sistemiche. A sua volta Obama potrà dire: ecco quel che stiamo facendo per fare
pulizia in casa nostra, e voi? Nel frattempo la credibilità europea ha ricevuto
un colpo micidiale dal tragicomico comportamento della Repubblica cèca. Proprio
nel semestre in cui Praga ricopre la presidenza di turno dell'Unione, il
governo cèco è caduto vittima di una crisi politica interna. Non contento di
gestire la presidenza europea da premier dimissionario, l'ineffabile Mirek
Topolanek è andato all'Europarlamento a pronunciare un discorso infarcito dai
toni insultanti verso l'Amministrazione Obama. Ha definito la manovra di
rilancio della crescita varata dal Congresso di Washington "la strada
verso l'inferno, che distruggerà la stabilità dei mercati finanziari globali".
Il presidente degli europarlamentari socialisti, il tedesco Martin Schulz, si è
prodigato per limitare i danni. Ha accusato Topolanek di "non aver capito
il ruolo della presidenza europea" e di avere pronunciato commenti
"indegni del rapporto tra Europa e Stati Uniti". Ma ormai il danno
era fatto. Per quanto lo si possa trattare come un politico da operetta, il
premier cèco sarà a Londra a rappresentare l'Unione europea. La percezione che
si ha nel resto del mondo è ben riassunta da un editoriale di Timothy Garton
Ash sul Los Angeles Times: "Quando il presidente Obama andrà a Londra, una
grande potenza sarà assente da quel summit: l'Europa. Cinque leader a quel
vertice saranno europei, i rappresentanti di Inghilterra Francia Germania
Italia e della Commissione, ma il totale sarà inferiore alla somma delle parti.
Ci saranno molti europei ma non l'Europa. La risposta europea alla più grave
crisi degli ultimi 50 anni è stata debole e divisa. La Cina e gli Usa hanno
lanciato massicce manovre di rilancio della crescita. Al confronto l'Europa
porta al tavolo del G20 delle noccioline". Se prima
del piano Geithner e dell'infortunio cèco gli europei potevano mascherare le
proprie carenze facendo la predica agli americani sui mali della finanza
tossica, ora tutto quel che resta sono le noccioline. Aumenta così il rischio
di ritorsioni protezioniste. Obama lo ha detto chiaramente la settimana scorsa:
non è ammissibile che alcuni paesi "stiano a guardare, aspettando di
essere trainati fuori dalla recessione grazie alle manovre di rilancio varate
da altri". Se l'Europa non fa la sua parte, si moltiplicheranno le
clausole protezioniste stile Buy American, per garantire al contribuente
americano che i suoi soldi servano a rilanciare la crescita in casa propria. L'altra
grande novità emersa questa settimana viene da Pechino. È la proposta cinese di
una "valuta globale" che gradualmente sostituisca il dollaro come
strumento di riserva delle banche centrali e per i regolamenti dei pagamenti
nell'interscambio mondiale. L'iniziativa cinese apre un nuovo fronte, proprio
mentre è in corso il delicato dibattito tra Obama e il Congresso sulla legge di
bilancio e l'aumento del deficit. È la prima volta nella storia che un
presidente americano nel definire la sua politica fiscale è costretto a tener
conto di un "vincolo esterno" che sta a Pechino, fornendo promesse
alla Cina sulla solvibilità di lungo periodo del Tesoro americano. L'idea
cinese è stata espressa dal governatore della banca centrale Zhou Xiaochuan.
Zhou sostiene che l'attuale recessione mondiale "riflette vulnerabilità e
rischi sistemici nel sistema monetario internazionale". A suo avviso, uno
dei modi per evitare in futuro il ripetersi di turbolenze finanziarie gravi è
la creazione di una moneta di riserva "slegata da nazioni individuali e
capace di rimanere stabile nel lungo periodo, eliminando così i difetti
inevitabili delle monete nazionali". Pechino teme che l'America stia
creando le premesse per un rilancio dell'inflazione e una svalutazione della
propria moneta, in modo da "smaltire" i debiti accumulati verso
l'estero, Cina in testa. La sostituzione del dollaro come moneta di riserva è
un progetto di lungo periodo, ma Pechino lo usa come un ballon d'essai anche
per aumentare il suo potere contrattuale su dossier più immediati. I leader
della Repubblica Popolare vogliono un maggiore accesso a investimenti azionari
negli Stati Uniti (comprese le tecnologie sensibili, finora vietate per ragioni
strategicomilitari), e garanzie contro misure protezioniste anticinesi. Sono
disposti a partecipare all'urgente rifinanziamento del Fondo monetario
internazionale, solo se gli si riconosce un potere decisionale adeguato. Di
certo il dialogo a due fra Hu Jintao e Barack Obama sarà il più importante,
prefigurando il futuro G2 che governerà le sorti del pianeta. In quanto agli
europei, per essere irrilevanti non hanno davvero lesinato gli sforzi. Scopri
come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold condividi
( da "Affari e
Finanza (La Repubblica)" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
PRIMO PIANO pag. 2 Masera: "Ora lEuropa
deve lanciare i suoi bond" Intervista alleconomista e banchiere che
è stato membro della Commissione De Larosière: "La Germania si trova nella
condizione unica di prendere davvero la leadership europea" MARCO PANARA
«La Germania si trova nella condizione unica di prendere davvero la leadership
dellEuropa, ma ci vorrebbero degli Adenauer...».
Rainer Masera, economista e banchiere, è stato membro della Commissione De
Larosière, creata dal presidente dellUnione
Josè Manuel Barroso per elaborare uno schema di riforma delle regole per le
banche e la finanza. «Abbiamo elaborato un documento che è stato letto dal
Consiglio Europeo che a sua volta lo ha trasmesso ai vari gruppi di lavoro. Non
è il testo di una riforma, è la base della discussione che si sta avviando
sulla definizione della regolamentazione europea». Sarà con quel documento che
lEuropa si
presenterà al G20. «Al G20 i documenti non mancheranno. Oltre a quello della Commissione De
Larosière ci saranno le proposte elaborate da Lord Turner, il presidente della
Financial Stability Authority britannica, quello del Financial Stability Forum
e probabilmente anche un documento del Fondo Monetario Internazionale sulla
sorveglianza macroprudenziale». Allordine del giorno ci saranno le nuove regole?
«Non solo. A Londra si parlerà di interventi di stabilizzazione della crisi e
di nuove regole, con Barak Obama che spingerà perché lEuropa faccia interventi aggiuntivi per
stimolare la domanda e lEuropa che risponderà di aver fatto già
abbastanza». Chi ha ragione? «La crisi non è finita. I consumi diminuiscono e
gli investimenti sono fermi, e in una situazione come questa una spinta alla
domanda per stabilizzare la situazione è più che opportuna. Bisogna farlo
scegliendo di investire in progetti che diano un doppio dividendo, uno nel
breve stimolando la domanda e laltro nel
medio periodo aumentando la competitività europea». Che tipo di
progetti? «Le reti transeuropee da una parte e lenergia e la ricerca e sviluppo dallaltra. Sono le strade
indicate dalla carta di Lisbona». E con quali soldi dovrebbero essere
finanziati? «Con lemissione di bond europei, che potremmo chiamare Euro Investment
Bond o Euro Project Bond. Le risorse raccolte in questo modo potrebbero essere
convogliate verso progetti approvati dalla Bei e cofinanziati insieme alla Bei
stessa». Chi blocca questa operazione? «Ci sono delle resistenze, anche se non
del tutto esplicite, soprattutto da parte della Germania. Il problema è che se
questi interventi non si fanno i paesi che hanno più risorse riusciranno a
sostenere la domanda interna e forse aumenteranno anche la propria
competitività, quelli che non le hanno soffriranno di più durante la crisi e ne
usciranno peggio, accentuando quel disallineamento tra le economie che il
progetto europeo vuole invece correggere. Alla fine, temo, ci perderebbero però
tutti, perché anche un paese come la Germania è più forte se ha intorno a sé
paesi forti nei quali esportare i suoi prodotti». Per questo dice che Berlino
potrebbe prendere, se lo volesse, la leadership europea? «Questo è il momento
nel quale la Germania, che ha leconomia
più forte e grande del continente, dovrebbe sostenere e guidare un
processo che andrà a vantaggio di tutti, tenendo conto anche del fatto che, se
non lo fa, oltre allaccentuarsi del
disallineamento, condannerebbe lEuropa ad una crisi più lunga e dolorosa
degli altri». Perché? «Perché gli Stati Uniti, la Cina, anche lIndia si stanno muovendo rapidamente con
politiche fiscali più aggressive delle nostre, che li faranno uscire dalla
crisi prima e in migliori condizioni». LEuropa di cosa avrebbe bisogno
per mettersi al passo? «Accettare il fatto che la crisi è
ancora lì ed è profonda, adottare politiche fiscali più coraggiose, investire
di più sul progetto europeo e sullintegrazione,
riformare rapidamente le regole». Non lo farà? «Sulle politiche fiscali più
aggressive ci sono le resistenze che le ho detto; le critiche di scarsa
ambizione al progetto di riforma elaborato dalla Commissione De Larosière
potrebbero nascondere lintenzione di
vari paesi, visti gli interessi in gioco, di non muoversi e rinviare tutto; la
Gran Bretagna e taluni paesi dellEst vanno avanti con una visione
ancorata ai sistemi finanziari nazionali e non vedono lesigenza di arrivare ad una europeizzazione
del sistema». Filosofie a parte, sulle nuove regole quale sono i punti chiave
sui quali il G20 dovrà dare i suoi indirizzi? «In Europa il punto
centrale è se siamo in grado oggi di creare un sistema di sorveglianza
sovranazionale per i 4045 maggiori gruppi bancari. E una questione rilevante perché i primi 45
gruppi hanno il 75 per cento di tutti gli asset bancari europei. Allinterno
della Bce Papademos e Bini Smaghi ritengono che la Banca Centrale Europea possa
e debba assumersi questo compito, la maggioranza invece è contraria per almeno
due ragioni: la prima è che la sorveglianza sulla stabilità finanziaria
potrebbe entrare in conflitto con il compito istituzionale della Bce che è la
stabilità monetaria; la seconda, più solida a mio parere, è che se la
sorveglianza microprudenziale include anche la gestione delle crisi, non
essendoci un fondo europeo al quale attingere solo i governi nazionali possono
intervenire utilizzando il denaro dei contribuenti. Avremmo cioè una vigilanza
europea che dovrebbe intervenire con risorse nazionali, il che non è coerente
con la governance attuale». E allora? «La Commissione De Larosière propone di
centrare sulla Bce la sorveglianza macroprudenziale e affidare alle istituzioni
nazionali quella microprudenziale sui singoli gruppi bancari». Non sarebbe più
efficace creare un soggetto europeo nuovo con la responsabilità della vigilanza
microprudenziale sui grandi gruppi che spesso operano in diversi paesi? «E una ipotesi che ripercorrerebbe il modello
della Fsa inglese e della Bafin tedesca, che però sono quelle che questa crisi
ha dimostrato essere meno efficaci. In Italia e Spagna, dove è la banca centrale
ad avere la responsabilità della vigilanza, gli istituti bancari si sono
rivelati più solidi di quelli britannici e anche di quelli tedeschi, e la
ragione a mio parere è che la banca centrale conosce i punti di forza e di
debolezza dei suoi vigilati molto più intimamente. Larchitettura che io riterrei più adatta
farebbe perno sulla Bce, che avrebbe due divisioni, una per la politica
monetaria e laltra per la sorveglianza, sul modello della Cob francese
che coniuga la profonda conoscenza delle banche che ha listituto centrale con la possibilità di
coinvolgere i governi nei casi di crisi». Non sarà comunque questa la
soluzione. «No, come le dicevo la proposta è di affidare la sorveglianza
macroprudenziale ad un nuovo organismo, lEuropean Systemic Risk
Council centrato sulla Bce e con la partecipazione dei presidenti del Cesr
(Committee of European Securities Regulators), del Cebs (Committeee of European
Banking Supervisors) e del Ceiops (Committe of European Insurance and
Occupational Pensions Supervisors) nonché un rappresentante della Commissione
Europea. Il secondo passo dovrebbe essere la trasformazione dei tre comitati di
regolatori e supervisori in vere e proprie autorità, indipendenti e rafforzate.
La sorveglianza sui singoli attori rimarrebbe alle rispettive istituzioni
nazionali con meccanismi collegiali per i gruppi che operano in più paesi». Da
dove arriva la maggiore opposizione? «Le resistenze sono molte, ma in maniera
aperta è la Gran Bretagna ad avere, come abbiamo detto, una impostazione
radicalmente diversa». Rainer Masera, 65 anni, è stato direttore centrale per
la ricerca economica della Banca dItalia,
e tra i numerosi incarichi ricoperti è stato presidente dellImi e, tra il
1995 e il 96, ministro del Bilancio. Attualmente è consigliere
della Bei e docente alla Luiss. Ha pubblicato numerosi volumi sulla innovazione
finanziaria e bancaria e sul controllo del rischio. Di questi giorni è la
pubblicazione da Bancaria Editrice dellultimo
lavoro da lui curato: "The Great Financial crisis
Economics, Regulation and Risk". Scopri come ricevere sul tuo cellulare
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( da "Affari e
Finanza (La Repubblica)" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
PRIMO PIANO pag. 10 Times square Obama e lEuropa gli screzi di una luna di miele DI ARTURO ZAMPAGLIONE Di
fronte a milioni di americani che seguivano la conferenza stampa di Barack
Obama, un bravo giornalista della rete di Murdoch ha messo il dito nella piaga.
"Come si sente ha chiesto Major
Garrett al presidente proprio lei che ha promesso di rilanciare
limmagine degli Stati Uniti nel mondo, di fronte alla protesta di tanti
governi europei, anche di centrosinistra o socialisti, per la sua richiesta di una
spesa, considerata eccessiva, per stimolare leconomia?". Obama ha risposto impacciato: non si tratta di una
richiesta, ha detto, ma di un suggerimento. E si deve evitare "che alcuni
paesi approvino sforzi straordinari, mentre altri, sperando che tali sforzi
bastino per un rilancio globale, facciano ben poco". Non cè dubbio che questo "tradimento
europeo" (perché così comincia a essere percepito alla Casa Bianca)
evidenzi la prima incrinatura nella "love story" tra Obama e il
Vecchio Continente. Stufa di otto anni di unilateralismo di Bush lEuropa aveva tifato per lui nelle elezioni e
aveva plaudito ad ogni svolta politica, a cominciare dalla chiusura di
Guantanamo. Ma proprio adesso che Obama è in arrivo per il suo primo viaggio
ufficiale, tra cui la sosta a Londra il 2 aprile per il summit
del G20 sulla crisi finanziaria, gli
entusiasmi europei sembrano raffreddarsi di colpo. La ragione? Scontrandosi
contro il populismo strumentale dei repubblicani e contro buona parte degli
stessi contribuenti americani, chiamati a pagare per gli eccessi di Wall
Street, il neopresidente ha varato in due mesi una strategia organica: intende
frenare la disoccupazione attraverso spese pubbliche massicce (787 miliardi di
dollari), purgare i titoli tossici dai bilanci delle banche con una partnership
tra pubblici e privati, favorire il credito, dare al governo più poteri nei
confronti di hedge funds, assicurazioni e altri grandi responsabili della
crisi. Il premier ceco Mirek Topolanek ha bollato questa strategia come "la
via dellinferno": una definizione
grossolana, quasi offensiva, che però nasconde i timori di tutta lUe per
i rischi e gli effetti inflazionistici di manovre così ampie. Ma cè forse
unaltra strada? chiedono gli Stati Uniti a una Europa divisa e titubante, che
insiste su nuove regole internazionali, ma dove gli effetti della recessione
sono, almeno per ora, meno vistosi e drammatici che negli States. Intendiamoci:
i leaders del G20 e i loro diplomatici saranno capaci giovedì a Londra di
mascherare queste divisioni dietro ai comunicati, ai sorrisi, alle strette di
mano. Come sempre il summit verrà definito un successo della cooperazione
economica internazionale. Ma non bisognerà sottovalutare le nuove divergenze
con lAmerica di Obama, che non sono solo economiche
ma emergeranno presto anche sul dossier afghano. Il pericolo? Che le
incomprensioni ritardino la soluzione della crisi globale, favoriscano il
protezionismo e scoraggino le sinergie politiche. a.zampaglione@repubblica.it
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( da "Affari e
Finanza (La Repubblica)" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
PERSONAGGIO pag. 9 Yamani: "Sul petrolio mai più tempeste se si
dialoga con lOpec"
LINTERVISTA/ Le previsioni dello sceicco che era il signore del greggio
ai tempi della crisi del 73 ed è rimasto il più carismatico guru del
settore: "Si resterà sui 50 dollari a lungo" EUGENIO
OCCORSIO Zaki Yamani è nato alla Mecca nel 1930. E stato ministro del petrolio saudita nonché
presidente dellOpec dal 1962 all86, quando fu estromesso per una
faida di palazzo. Si trasferì a Londra e fondò il Cges, il più prestigioso
thinktank di analisi petrolifere del mondo. Nel 1973, dopo una fornitura di
armi inviata da Nixon ad Israele in guerra contro lEgitto, annunciò lembargo del petrolio
Opec (allora l85% del mondo). I prezzi quadruplicarono in poche settimane
da 2 ad 8 dollari. Nel 75, su input
iracheno, decise la nazionalizzazione delle riserve dei paesi Opec, e il prezzo
subì una nuova impennata. Nello stesso anno, era a fianco di Re Feisal quando
questi fu ucciso a colpi di pistola. Nel dicembre sempre del 75, fu preso in
ostaggio dal terrorista Carlos che ne ordinò lesecuzione ma riuscì a liberarsi. «I prezzi del petrolio non
saliranno più per molto tempo. Resteranno intorno ai 50 dollari per tutto
lanno. I contraccolpi della recessione continueranno a pesare, ma
sicuramente avrà un effetto importantissimo liniziativa diplomatica ad ampio raggio che il nuovo presidente
americano ha intrapreso». È la prima volta che sentiamo lo sceicco Zaki Yamani,
luomo che da presidente dellOpec inventò nellottobre 1973
lembargo petrolifero come ritorsione contro lintervento americano a fianco di Israele nella guerra del Kippur,
oggi ascoltatissimo consulente da Londra, parlar bene degli Stati Uniti. In un
precedente incontro dopo l11 settembre 2001, nella straordinaria biblioteca
islamica che possiede a Wimbledon, ci aveva detto: «LFbi ha tirato fuori subito la lista dei
dirottatori, ed erano in maggioranza sauditi. Allora mi sono messo a cercarli e
li ho ritrovati quasi tutti, uno abitava addirittura nellOklahoma». Poi, altra
intervista durante la guerra del Golfo: «Pensate che ci sia qualche motivo
diverso dal petrolio?» Oggi ha quasi 80 anni e laria ieratica di sempre. Circondato dallaffetto dei suoi
collaboratori che lo chiamano His Excellency, i polsi della camicia ricamati
doro con motivi arabi e i gemelli
tempestati di brillanti, trasuda carisma. Sentirlo, in una saletta
dellalbergo di Cadogan Square dove si tiene il simposio
annuale del suo Center for Global Energy Studies, è come immergersi nelle trame
più oscure della geopolitica globale dellultimo
mezzo secolo. Si ha la certezza che non dice mai una parola a caso, e per
questo bisogna stare attenti a riportare con assoluta precisione ogni virgola,
che spesso nasconde un scoop. Per esempio quando racconta: «Nel 1977
Henry Kissinger convocò in unisola al
largo della Scandinavia in gran segreto lo Scià di Persia. Obiettivo:
lAmerica voleva indurre, con la complicità dellIran, un rialzo
innaturale e macroscopico dei prezzi del petrolio arabo per indurre i clienti
occidentali a cambiare fornitori». Come dice, eccellenza, ma è sicuro? «Certo
che sono sicuro. Ho i documenti che provano tutto. Era una vendetta per quello
che era accaduto nel 1973. Ma il tentativo fallì, nel peggiore dei modi: di lì
a pochi mesi lo Scià venne travolto dalla rivoluzione khomeinista». Oggi si
torna a parlare di Usa e Iran in tuttaltra
chiave. Nel videomessaggio del 19 marzo, Obama ha chiesto un "nuovo
inizio" nelle relazioni fra i due paesi, altro che le minacce di Bush...
«LAmerica ha la necessità di venire a patti con lIran. Dallinvasione del Kuwait del 1990
e dalla successiva guerra che hanno combattuto per liberarlo, per non parlare
delle operazioni in Afghanistan e Iraq, gli Usa hanno una fortissima presenza
militare nellarea, che assicura un cordone di protezione a tutti gli
stati arabi che si affacciano sul Golfo. Ma anche lIran ha un forte esercito e una solida marina,
e non è possibile che questi due schieramenti si fronteggino a lungo. Quella di
Obama è unoperazione diplomatica preventiva per evitare che la
tensione scoppi. Ha il merito storico di aver avviato un negoziato per la
normalizzazione cancellando otto anni di tremendi errori. Obama non pensa solo
al petrolio, ma il petrolio è e resterà centrale negli equilibri dellarea. Ora il negoziato proseguirà, è appena
cominciato». Però limam Ali Khamenei, suprema guida religiosa, ha subito
risposto: "Voi siete sempre gli stessi", e il presidente del
parlamento di Teheran, Ali Larijani, ha aggiunto che "sono solo belle parole".
«È naturale. Non mi stupisce, anchio
avrei fatto così. Cosaltro dovevano rispondere? Si fa sempre così quando
comincia una trattativa. Mi creda: gli iraniani sono i migliori negoziatori del
mondo. Cè da risolvere la questione del nucleare, con gli
israeliani che stanno sempre lì attentissimi a monitorare ogni mossa, ma nulla
è impossibile quando cè la volontà,
lasciate che la diplomazia faccia il suo corso». Questo nuovo approccio di
Obama, che parla con tutti, con i palestinesi di Hamas, con gli iraniani
appunto, addirittura con i talebani, almeno parte di essi, avrà effetti
positivi sui mercati del greggio? «Sicuramente. Il petrolio è la maggior posta
in palio. Per lo stretto di Hormutz, che è guardato a vista dalle marine degli
Usa e dellIran, passa oltre la metà del
greggio del mondo. I paesi produttori e quelli consumatori potranno non avere
le stesse vedute sul prezzo, ma lobiettivo
di fondo è comune: la stabilità. Per pianificare gli investimenti, per redigere
bilanci pluriennali. Perfino lArabia
Saudita, il più grande produttore del pianeta, ha sì la possibilità di mettere
da parte ingenti scorte di riserva da immettere sul mercato in caso di
necessità, insomma una certa elasticità a seconda del prezzo, ma questa pratica
non ha più di cinque anni di autonomia. Viceversa, ha tutto linteresse a favorire la stabilità, e ha
convinto ad una maggior regolatezza lOpec, che dopo aver tagliato di tre
milioni di barili al giorno la produzione negli ultimi sei mesi (da
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Dominique de Villepin : "Le chef de l'Etat doit faire preuve non de
banane mais de sagesse" LE MONDE | 30.03.09 | 08h06 * Mis à jour le
30.03.09 | 09h33 Réagissez (14) Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez :
Dominique de Villepin, ancien premier ministre, était l'invité de Dimanche soir
politique, dimanche 29 mars, une émission France Inter, i-TÉLÉ, Le Monde.
Faut-il une loi pour encadrer le salaire des patrons ? Sur le même sujet Les
faits Le "show" de Nicolas Sarkozy devant les députés UMP Compte-rendu
Devant les députés UMP, Sarkozy se livre à un exercice d'autosatisfaction
Décryptage Nicolas Sarkozy ne veut pas se laisser enfermer dans la gestion de
crise Le livre du jour "Les Réformes ratées du président Sarkozy", de
Pierre Cahuc et André Zylberberg Edition abonnés Archive : Angela Merkel et
Nicolas Sarkozy pour un conseil européen de crise Il faut à l'évidence agir.
Peu importe que ce soit sous forme de loi, de décret ou de convention.
L'essentiel est de dire qu'on ne peut pas faire confiance aux seuls mécanismes
du marché. Il faut corriger une certaine forme de voracité des mieux placés
vis-à-vis des indemnités de départ et des stock-options. Faute de quoi nous
irons vers de graves problèmes sociaux. Il ne faut pas agir sous le simple coup
de l'émotion, mais partir de deux principes : s'il y a rémunération
complémentaire, elle doit être assise sur d'autres facteurs plus rationnels que
les cours de Bourse. Par exemple, la création d'emplois, un comportement
vertueux sur le plan environnemental. Il faut en outre que cette possibilité
soit offerte à l'ensemble des salariés. En Allemagne, le syndicat IG Metal se
bat pour que les salariés puissent devenir actionnaires de leur entreprise en
contrepartie des efforts qu'on leur demande. Cela fait partie des idées nouvelles
à explorer. Vous êtes l'inventeur du bouclier fiscal. Faut-il aujourd'hui y
renoncer au nom de la justice sociale ? La période impose un effort de
solidarité. Lorsque j'ai créé le bouclier fiscal, son taux était de 60% .
Nicolas Sarkozy a fait descendre la barre effective à 39 % en ramenant le taux
du bouclier à 50 % et en y incluant la CSG et la CDRS. Aujourd'hui, il serait
bon de ramener le bouclier fiscal à ce qu'il était précédemment. Le consensus
social est relativement faible dans notre pays. Si nous voulons éviter la
montée de la colère, il faut en rajouter dans le sens de la justice sociale.
Nicolas Sarkozy s'expose-t-il trop dans cette crise ? On perçoit un assez grand
désarroi des ministres, qui ont le sentiment de ne plus savoir dans quel sens
ils doivent aller. Il faut retrouver un équilibre institutionnel. Mais, l'autre
jour, le président de la République a dit : "J'ai la banane." Le chef
de l'Etat doit faire preuve non de banane, mais de sagesse. On n'attend pas de
lui qu'il soit survitaminé, mais qu'il soit sage. Aujourd'hui, on a le
sentiment que le gouvernement et le président passent plus de temps à se parler
et à se disputer qu'à répondre aux besoins des Français. Le discours de
Saint-Quentin , c'était l'UMP parle à l'UMP. Quand c'est le président qui parle
à l'UMP, il y a un problème de démocratie, de crédibilité de la parole
politique. Dominique Strauss-Kahn, directeur général du Fonds monétaire
international, évoque une possible sortie de crise en 2010. Etes-vous d'accord
avec cette prévision ? On peut espérer que 2010 marquera une inflexion, mais
cette crise est si profonde que ce n'est probablement qu'en 2011, au prix d'une
mobilisation générale, qu'on pourra voir les premiers signes d'une
amélioration. L'urgence est de régler la crise bancaire. Il faut ensuite
remettre de l'argent sur la table pour recréer la confiance. Enfin, il faut
parvenir à réguler le système. C'est le grand enjeu du G20. Que faut-il en attendre ? Sur les paradis fiscaux, les normes
comptables, nous devons arriver à un accord. Au-delà, il y a tout le chantier
de la gouvernance mondiale. Il faut créer un conseil de sécurité économique au
niveau des Nations unies, renforcer la coordination entre le FMI, qui serait
chargé de mieux réguler le système international, la Banque mondiale, la
Banque des règlements internationaux. La voix de la France peut-elle porter au G20
? Oui, à condition qu'elle n'oublie pas son originalité. Vous êtes inquiet ? Il
ne faudrait pas qu'une fois revenue dans le système intégré de l'OTAN, la
France fasse aveuglément confiance à des alliés qui n'ont pas forcément les
mêmes préoccupations qu'elle. Attention à ne pas banaliser notre diplomatie,
rétrécir notre pays. Propos recueillis par Jean-François Achilli, Michel
Dumoret et Françoise Fressoz
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Fort décrochage des places boursières LEMONDE.FR avec AFP | 30.03.09 |
09h52 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : La Bourse de Paris
creusait nettement ses pertes, lundi 30 mars, dans les premiers échanges, le
CAC 40 perdant 3,32 % à 2 746,19 euros, après Wall Street et Tokyo, dans un
marché plombé notamment par la chute des valeurs financières. Les investisseurs
poursuivaient leurs prises de bénéfices, faisant preuve de prudence
avant la réunion très attendue jeudi du G20 à Londres, et à l'orée d'une semaine qui sera très riche en
statistiques économiques. Toutes les valeurs du CAC 40 étaient dans le rouge,
les financières occupant le bas de la cote. Les valeurs liées à l'automobile
sont sous pression avant la présentation du plan de soutien à l'automobile aux
Etats-Unis par le président Barack Obama. Le Footsie
( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 13 del 2009-03-30 pagina 0 Londra, il ministro è
nei guai per i film porno del marito di Erica Orsini Polemiche a Londra a soli
quattro giorni dal G20. Il marito di
Jacqui Smith, titolare dell'Interno, comprava video a luci rosse e li metteva
in nota spese. Scuse ufficiali dal governo. Ma l'opposizione vuole le
dimissioni Londra - Il ministro degli Interni britannico messa nei guai dal
vizietto del marito. Il quale, hanno scoperto i giornali, non solo
guarda qualche film per soli adulti mentre lei non è in casa, ma li mette pure
sul conto spese dei contribuenti. Ovviamente si è trattato di pura ingenuità,
un errore che però non è sfuggito ai terribili reporter inglesi sempre a caccia
di notizie imbarazzanti. Così ieri il povero consorte del ministro agli Interni
Jacqui Smith ha dovuto chiedere scusa in pubblico di fronte a uno stuolo di
giornalisti. Che amarezza. E del resto la storia era troppo carina per non
essere raccontata e troppo piccante per non richiedere delle scuse pubbliche.
Che è successo? è successo che il marito della signora, Richard Timney, che
peraltro è anche il suo assistente, ha acquistato un pacchetto di cinque film,
due dei quali decisamente hard, che ha caricato sulla nota spese della consorte
insieme alla connessione Internet. Poi si è gustato le pellicole nella casa
coniugale di Reddicht, mentre la moglie si trovava a Londra. Si può immaginare la
reazione della Smith quando il Sunday Express ha scoperto il fattaccio. «è
furiosa e mortificata», ha raccontato un amico della coppia. Immediatamente il
ministro ha diffuso una nota stampa in cui si è detta «dispiaciuta» per quanto
era accaduto. «Erroneamente, chiedendo il rimborso della mia connessione a
Internet - ha spiegato - ho allegato anche il rimborso per il pacchetto dei
film». Non una gran cifra, a dir la verità, soltanto cinque sterline a film che
verranno comunque immediatamente restituite. Il comunicato stampa ad ogni modo
non è bastato. Sembra che la stessa Smith abbia preteso dal marito un mea culpa
pubblico che ieri è puntualmente arrivato. Un imbarazzatissimo e contrito
mister Timney è apparso ieri ai giornalisti sulla porta di casa della coppia
chiedendo perdono per «l'imbarazzo causato a Jacqui». «Posso comprendere che la
gente possa sentirsi offesa e arrabbiata per tutto ciò - ha detto il consorte
del ministro -, è ovvio che non doveva venir fatta alcuna richiesta di rimborso
e come sapete il denaro verrà totalmente restituito». Subito dopo essere stata
messa al corrente dell'accaduto il ministro ha avviato le procedure per
mettersi in contatto con le autorità competenti e rimediare alla situazione.
Quasi sicuramente l'opinione pubblica perdonerà l'errore archiviando il tutto
con una risatina maliziosa. Per il marito della Smith forse non sarà
altrettanto facile farsi perdonare dalla moglie. «Dire che Jacqui è arrabbiata
con il marito è un eufemismo» ha infatti fatto sapere un amico della coppia ai
giornalisti. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it,
Il" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente, perchè
Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli
italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non
solo, affrontano la crisi meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto
proprio il dogma liberista (ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora
appare meno credibile di un centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate
le critiche allo stapotere della finanza e alla deriva morale della società (
vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso
rischio del Pd, che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità
ovvero non ha saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i
post comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di
appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia
e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà
riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai
militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta
sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc,
che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli
elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca
sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto
in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 47 ) » (2
voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
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25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi
abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono
rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che
affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru
economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i
fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri
durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato questa
frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati (finanziari) siano
in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I mercati, anzichè
rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono sempre". La mia prima
reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa queste considerazioni? Il
personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci bene, forse non ha tutti i
torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e penso che l'economia di
mercato abbia consentito di portare sulla via del benessere intere nazioni. Ma
ho l'impressione - anzi, la certezza - che i mercati finanziari oggi non siano
il risultato del normale incrocio tra domanda e offerta. E questo a causa dei
derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di
questi strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e
agli industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle
quotazioni, sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono
profitti o perdite inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono
una miglior valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è
no: non servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così
vertiginoso da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i
movimenti al rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni.
Ricordate il petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro
che passa da
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
G20, OTAN : le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy LE MONDE | 30.03.09 |
14h14 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Nicolas Sarkozy
compte encaisser les dividendes de sa politique étrangère, à l'occasion du
sommet du G20 à Londres, mercredi 1er et jeudi 2 avril, puis du soixantième
anniversaire de l'OTAN, vendredi 3 et samedi 4, à Strasbourg et
Baden-Baden en Allemagne. Ces réunions sont censées couronner une stratégie
construite en deux étapes. Le président de la République a cherché à remettre
la France au coeur du système occidental pour mieux l'influencer. A rompre, dès
son élection, avec "l'antiaméricanisme, ce cancer culturel qui empêche la
diplomatie française de se déployer", selon l'expression de M. Sarkozy, en
annonçant notamment le retour complet de la France dans l'OTAN. De Giscard à
Obama, la semaine chargée de M. Sarkozy Lundi 30 mars Nicolas Sarkozy reçoit
les syndicats pour préparer le G20. Visite à son prédécesseur Valéry
Giscard d'Estaing. Mercredi 1er avril Déjeuner à l'Elysée avec le président
brésilien Lula Da Silva. Dans l'après-midi, rencontre puis conférence de presse
à Londres avec la chancelière allemande Angela Merkel. Dîner au 10, Downing
Street avec les dirigeants du G20. Au menu : relance de l'économie.
Jeudi 2 avril Sommet du G20. Matinée consacrée à la régulation
et au commerce ; déjeuner aux institutions financières internationales.
Conférences de presse. Vendredi 3 avril Entretien de M. Sarkozy avec Barack
Obama à Strasbourg, conférence de presse conjointe vers 12 h 30. Dîner de
l'OTAN à Baden-Baden ; concert d'Anne-Sophie Mutter. Samedi 4 avril M. Sarkozy
accueille à Strasbourg Mme Merkel et les dirigeants de l'Alliance, qui
traverseront le Rhin par la passerelle des Deux-Rives. Sommet de l'OTAN. Sur le
même sujet Décryptage Barack Obama résolu à établir un nouveau leadership
Eclairage Des relations américano-européennes placées sous le signe du
pragmatisme Décryptage G20, OTAN : le pari diplomatique de
Nicolas Sarkozy les faits La police évacue les étudiants grévistes de
l'université de Strasbourg Les faits La ville de Strasbourg transformée en
bunker pour le sommet de l'OTAN Portfolio Un camp retranché pour accueillir le
sommet de l'OTAN Zoom L'OTAN noue des contacts avec l'Iran La seconde phase,
plus récente, a consisté à s'allier avec la chancelière allemande Angela
Merkel. Après deux années de méfiance mutuelle, le chef de l'Etat a constaté,
une fois les fastes de la présidence française de l'Union européenne (UE)
éloignés, qu'il ne pouvait exercer une influence que de concert avec
l'Allemagne. Certes, la vedette sera Barack Obama, qui effectue sa première
tournée internationale. Mais le président français, qui se contentera d'une
heure d'entretien à Strasbourg avec son homologue américain, entend peser sur les
débats avec Mme Merkel. Le sommet du G20, qui réunit les dirigeants
des vingt premières puissances de la planète au chevet du capitalisme, est un
peu son enfant. C'est lui qui en a lancé l'idée aux Nations unies le 23
septembre 2008, avec le seul soutien de Mme Merkel. Quant au sommet de l'OTAN,
il se tient pour la première fois depuis 1957 en France. Il est organisé par
Paris et Berlin, unis sur un sujet, la défense, qui les a souvent divisés,
l'Allemagne refusant de choisir entre la France et l'Amérique. Mais la semaine
est à risques parce que M. Sarkozy a fait mouvement sans avoir de certitudes
sur les contreparties escomptées. L'OTAN fera une déclaration favorable à
l'Europe de la défense, mais le projet reste dans les limbes, ne serait-ce que
faute de marges de manoeuvres budgétaires. Surtout, les conclusions du G20
ne sont pas bouclées. "Je ne m'associerai pas à un sommet mondial qui
déciderait de ne rien décider", a affirmé M. Sarkozy, mardi 24 mars.
"Le président est très lucide. Il sait que rien n'est acquis. Il pense que
les forces de la pesanteur sont plus fortes que celles du mouvement",
précise le ministre des affaires sociales Brice Hortefeux. La France et
l'Allemagne ont scellé un accord en amont, avant de les présenter au premier
ministre britannique Gordon Brown. Pour faire pression sur leurs pairs, Mme
Merkel et M. Sarkozy tiendront une conférence de presse à Londres, mercredi à
l'ouverture du sommet. "Si nous n'avions pas montré patte blanche sur
certains sujets comme la défense, notre position sur le G20 aurait
été perçue comme agressive", estime Bruno Le Maire, secrétaire d'Etat aux
affaires européennes. Les deux capitales sont sur la même ligne. Dès l'été
2007, elles avaient plaidé pour une réglementation des fonds spéculatifs.
"La crise confirme nos thèses anciennes. Nous n'avons pas de mal à les
défendre, car elles ne constituent pas pour nous une rupture idéologique",
explique un conseiller de M. Sarkozy. L'Elysée et la chancellerie sont plus
optimistes qu'en février. L'administration Obama était aux abonnés absents et
Gordon Brown soupçonné de vouloir préserver la City. La pression des opinions
publiques et l'approche des élections britanniques ont fait bouger les lignes,
estime-t-on à Paris. La crainte d'un affrontement entre partisans de la relance
économique et adeptes de la régulation s'estompe. M. Sarkozy et Mme Merkel se
sont entretenu par visioconférence avec M. Obama. Tous deux lui ont expliqué
qu'ils avaient accompli des efforts de relance budgétaire importants, compte
tenu du poids de l'Etat providence en Europe, qui accroît mécaniquement les
dépenses sociales en cas de récession : "M. Obama l'a reconnu", juge
Ulrich Wilhelm, porte parole de Mme Merkel, qui s'inquiète du retour de
l'inflation et rejette tout plan de relance avant que ne soit mesuré l'effet
des mesures déjà prises. Sur la régulation, les Français espèrent des
décisions, c'est-à-dire un processus détaillé avec des dates butoir. Paris et
Berlin ont fait pression sur leurs petits voisins (Andorre, Liechtenstein, Monaco,
Suisse, Luxembourg, Autriche et Belgique) pour qu'ils soient plus transparents.
Ils espèrent établir une liste des paradis fiscaux et la possibilité de
sanctions, ainsi que la surveillance des agences de notations et des fonds
spéculatifs. Ils escomptent aussi obtenir un encadrement des bonus des traders,
qui ne doivent pas conduire à menacer le système financier. Aucune décision
n'est attendue sur le plafonnement des rémunérations ou les stock-options. Les
moyens financiers du FMI et les pouvoirs de régulation du forum de stabilité
financière (FSF) seront élargis. "On a avancé plus vite en six mois qu'en
vingt ans", estime un négociateur français. La présence de Français à la
tête des institutions internationales (Jean-Claude Trichet à la Banque centrale
européenne, Hervé Hannoun à la Banque des règlements internationaux, Dominique
Strauss-Kahn au FMI, Pascal Lamy à l'OMC) a favorisé les idées françaises. Pour
renforcer cette stratégie, M. Sarkozy souhaite que le président de l'autorité
des marchés financiers, Jean-Pierre Jouyet, et le médiateur du crédit, René
Ricol, prennent la tête de l'association internationale des gendarmes de la
bourse (Iosco) et des régulateurs comptables (IASC). En réalité, sur la
comptabilité, le dossier est bloqué. Les Français sont accusés de vouloir faire
de la politique en voulant trop intervenir sur les comptes des entreprises. Par
ailleurs, la thématique des changes n'est pas au menu du G20. Une
réelle déception pour Nicolas Sarkozy qui avait appelé à un "nouveau
Bretton Woods". Arnaud Leparmentier Article paru dans l'édition du
31.03.09. Abonnez-vous au Monde à 16€/mois
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Barack Obama fait de son voyage en Europe le test du nouveau leadership
des Etats-Unis LE MONDE | 30.03.09 | 14h14 * Mis à jour le 30.03.09 | 14h14
Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : WASHINGTON CORRESPONDANTE
Barack Obama commence, mardi 31 mars, à Londres, un voyage de huit jours en
Europe. C'est, soixante-dix jours après son arrivée à la Maison Blanche, sa
première rencontre avec les dirigeants du monde. A Washington, la visite est
vue comme un test important du leadership américain que le nouveau président
entend restaurer sur les affaires internationales. M. Obama n'a pas d'affinités
particulières avec l'Europe, mais il a choisi, dans la crise, de renforcer le
rôle de l'Etat. Il est plus proche des Européens que ses prédécesseurs, par ses
idées sur le système de santé ou le réchauffement climatique. Mais il entend
continuer à forcer l'allure, au risque de presser ses partenaires. Marathon de
huit jours en Europe Mardi soir Arrivée de Barack Obama à l'aéroport Stansded,
au nord de Londres. Trajet en hélicoptère pour rejoindre la résidence de
l'ambassadeur à Winfield House. Mercredi Petit déjeuner avec le premier
ministre britannique, Gordon Brown, à Downing Street. Entretiens bilatéraux
avec les présidents russe, Dmitri Medvedev, et chinois, Hu Jintao. Rencontre
privée avec la reine Elizabeth II. Jeudi Sommet du G20 à Londres. Vendredi Arrivée à Strasbourg ; rencontre avec
Nicolas Sarkozy. Vol pour Baden-Baden en hélicoptère ; rencontre avec la
chancelière allemande, Angela Merkel. Samedi Discussions avec des dirigeants de
l'OTAN en Allemagne et en France. Dans la soirée, départ pour Prague.
Dimanche Sommet Etats-Unis - Union européenne. Entretien avec le président
tchèque, Vaclav Klaus. Discours sur la prolifération nucléaire. Envol pour
Ankara. Lundi Rencontres prévues avec le président, Abdullah Gül, et le premier
ministre, Recep Tayyip Erdogan. Mardi A Istanbul, table ronde avec des
étudiants. Sur le même sujet Décryptage Barack Obama résolu à établir un
nouveau leadership Eclairage Des relations américano-européennes placées sous
le signe du pragmatisme Décryptage G20, OTAN : le pari
diplomatique de Nicolas Sarkozy les faits La police évacue les étudiants
grévistes de l'université de Strasbourg Les faits La ville de Strasbourg
transformée en bunker pour le sommet de l'OTAN Portfolio Un camp retranché pour
accueillir le sommet de l'OTAN Zoom L'OTAN noue des contacts avec l'Iran Il
estime qu'il n'a pas le temps de s'attaquer aux problèmes l'un après l'autre,
"traiter l'Afghanistan maintenant et reporter de trois mois la crise
bancaire", comme il l'a répété dimanche 29 mars. Pendant son voyage, il va
"continuer à la même allure", ont indiqué ses conseillers, à la
veille du départ. "Le président et l'Amérique vont écouter aussi bien que
prendre la tête", a dit Robert Gibbs, le porte-parole de la Maison
Blanche. Sur l'économie comme sur la sécurité collective, les Etats-Unis
entendent "mener par l'exemple". Les étapes du voyage reflètent les
priorités de M. Obama. L'économie mondiale (au G20, le 2
avril), l'Afghanistan (au sommet de l'OTAN, le 4 avril), la non-prolifération
(au sommet avec les Vingt-Sept, le 5 avril, à Prague), la Turquie et le monde
musulman (les 6 et 7 avril). L'entourage a réservé peu de place pour les
mondanités, même si le président, accompagné de son épouse Michelle, doit
rencontrer la reine Elizabeth, mercredi 1er avril, à Buckingham Palace. Malgré
l'insistance de Nicolas Sarkozy, Barack Obama n'ira pas en Normandie. Il
passera deux nuits en Turquie mais ne consacrera qu'une heure à ses entretiens
bilatéraux avec ses partenaires français et allemand (avec lesquels il a eu de
multiples conversations préparatoires). Mais Michelle Obama visitera la
cathédrale de Strasbourg avec les autres épouses. Et la partie française a obtenu
la promesse d'un déplacement du président américain pour l'anniversaire du
débarquement le 6 juin - qui n'a pas encore été confirmé officiellement par
Washington. A la veille du sommet des vingt-deux pays du G20, qui
représentent 85 % de l'économie mondiale, les responsables américains
minimisent les divergences qui ont pu apparaître entre l'Europe -
essentiellement la France et l'Allemagne - sur les priorités, et sur l'ampleur
de la relance ou l'importance de la régulation. Publiquement en tout cas, ils
se sont ralliés à l'argument que les efforts allaient dans le même sens. Depuis
la première réunion en novembre 2008, "il y a eu un effort commun sans
précédent pour stimuler l'économie mondiale - 1,8 % du produit intérieur brut
pour l'ensemble du G20", a souligné Mike Froman, le
chargé de l'économie au Conseil national de sécurité. "Personne n'a
demandé et personne ne demande à aucun pays de venir à Londres pour s'engager à
faire plus dans l'immédiat", a-t-il ajouté. Sur la régulation, l'administration
Obama a été longtemps tiraillée entre les exigences des Européens, qui
voulaient une harmonisation globale, et celles du Congrès, qui voyait une
démarche inverse : d'abord nationale puis coordonnée avec les alliés. Avec le
plan de régulation présenté il y a une semaine par le secrétaire au Trésor, Tim
Geithner, elle estime avoir fait des "pas significatifs", a dit Mike
Froman. Sur les paradis fiscaux, les pays du G20 sont
d'accord sur l'essentiel, à savoir un "encouragement" à les voir
revenir aux normes internationales, même si, côté sanctions, les Européens
préfèrent voir établie une liste des "mauvais" acteurs, alors que les
Américains préféreraient mettre en avant les "bons". Avec le chef de
l'Etat russe, Dmitri Medvedev, que M. Obama doit rencontrer en marge du sommet,
le président américain a l'intention de signer un document de principe,
annonçant la reprise des négociations sur le traité de désarmement START qui
vient à échéance en décembre. Dennis McDonough, l'un des adjoints du Conseil
national de sécurité, s'est félicité d'une "amélioration
spectaculaire" du climat avec la Russie. A Prague, M. Obama a prévu de
prononcer un "discours important" sur la prolifération nucléaire. Le
président, qui travaille depuis des années sur la question, plaide pour une
adaptation "au XXIe siècle" du système international de lutte contre
la prolifération, ce qui permettrait d'approcher la crise du nucléaire d'une
manière globale. Devant les Européens, M. Obama compte aussi parler de
changement climatique, alors qu'il vient de lancer des invitations pour un
sommet des principales économies visant à préparer le sommet de Copenhague, en
décembre, qui doit donner une suite au protocole de Kyoto. Ce projet avait été
lancé par George Bush, mais il avait été vu comme une manière de contourner
l'ONU par les Européens réticents. L'étape turque est un signe de l'importance
que M. Obama attache à revigorer les relations avec Ankara. "Il voulait
montrer dès ce premier voyage que la Turquie est un allié vital, un membre vital
de l'OTAN et un partenaire vital des Etats-Unis", a dit M. McDonough en
citant la médiation turque entre Israël et la Syrie. Comme il le fait sur le
plan intérieur, le président va tenter de contourner les institutions pour
s'adresser directement à la société civile. A Strasbourg, avec des jeunes
Européens, il compte parler de l'alliance transatlantique. A Istanbul, une
rencontre avec les jeunes est prévue, qui fera intervenir par vidéoconférence
"des jeunes d'Asie du Sud-Ouest", pour un pont avec le monde musulman.
"Le monde islamique tout entier va regarder pour voir quel message il
délivre", assure Bulent Aliriza, du Center for Strategic and International
Studies (CSIS), un cercle de recherches de Washington. Corine Lesnes Article
paru dans l'édition du 31.03.09. Abonnez-vous au Monde à 16€/mois
( da "AprileOnline.info"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
In piazza il 4 aprile , 30 marzo 2009, 14:23 Mobilitazione Nella crisi
servono più tutele, non meno. Partecipa anche tu alla grande manifestazione
nazionale CGIL, la sfida del Circo Massimo. Sul palco precari e medici Le
divisioni sindacali e le strategie del governo. I rapporti con il Pd e il ruolo
del lavoro nella politica. Ma soprattutto le scelte della CGIL che sabato
prossimo sarà in piazza, al Circo Massimo, per una grande manifestazione. Lo
slogan «Futuro sì, indietro no». Il segretario Guglielmo Epifani, ospite de
L'Unità, risponde alle domande della redazione e dei lettoriIl segretario
generale della CGIL parla della manifestazione del 4 aprile, dei rapporti con
gli altri sindacati e l'attacco del governo. L'attore Favino leggerà brani di
Di Vittorio. La «regia» della giornata di Massimo Wertmuller che nello
sceneggiato era Togliatti. La CGIL è sotto attacco, è accusata di essere una
forza politica, di non partecipare alle trattative ma di godere poi dei
risultati. Accuse ripetute dal ministro Renato Brunetta. La risposta? «Non si
considerano mai le posizioni della CGIL per quelle che sono e si usano altri
argomenti: si dice che facciamo opposizione di tipo politico, che seguiamo
vecchie ideologie, ci accusano di conservatorismo. Luoghi comuni. E quasi
sempre si rifugge dal merito. Ieri (venerdì, ndr) Sacconi ha detto che la CGIL
muoveva critiche al nuovo Testo unico sulla sicurezza senza averlo letto. La
cosa buffa è che tutti si sono espressi subito, la Confindustria ha fatto una
nota di tre pagine ma, guarda caso, Sacconi ha parlato solo di noi. Eppure
avevamo detto, già in passato, che è un errore cambiare un testo che neanche è
in vigore e che conveniva applicarlo e fare una verifica dopo due anni per
eventuali correzioni». A prescindere dal merito, dice. Come può essere? «Mi sto
convincendo che in realtà dia fastidio l'autonomia di giudizio della CGIL, che
dia fastidio tutto quello che non corrisponde ai modi di dire e di fare del
governo. Un governo che ha una grande capacità di comunicazione e fa passare
posizioni che spesso non corrispondono al vero. Sacconi ha detto che sono
aumentate le sanzioni rispetto alla legge 626, dimenticando di dire che sono
diminuite rispetto all'ultima legge. E fa così per tutto il resto. Le accuse
non sono solo per noi: quando Emma Marcegaglia ha reclamato soldi veri che fino
a quel momento avevano visto solo le banche, o quando Confindustria ha fatto
previsioni fosche sul Pil, sono piovute accuse di catastrofismo. è un governo
che dà una rappresentazione non veritiera della realtà e su di essa costruisce
risposte per coloro che hanno punto di vista diversi. Questa è la nostra
battaglia democratica: tenere aperta la possibilità di avere un punto di vista
diverso». Il governo ha la capacità di attrarre a sé Cisl e Uil e di isolare la
CGIL, segue la strategia della divisione. Quali pericoli porta questo
isolamento? «Riguardano l'efficacia dell'azione sindacale, il sindacato
unitario è più efficace. Se sul Testo unico avessimo tutti detto le stesse
cose, oppure sul fisco, il governo avrebbe avuto più difficoltà. Il governo
punta sistematicamente a dividere, e Cisl e Uil hanno un po' perso la capacità
di tenere il filo della coerenza con le rivendicazioni unitarie. Questo
comporta la frantumazione dell'azione con il rischio che il sindacato produca
meno risultati». Si può recuperare, e come, un rapporto unitario? «è complicato
perché i dissensi sono veri. E, dove non ci sono, noi sosteniamo le proposte
unitarie e gli altri non sempre lo fanno. Siamo sempre stati d'accordo nel
chiedere meno fisco per il lavoro dipendente o la lotta all'evasione, eppure
non diventano campagne unitarie». Perché si è arrivati a questo punto? «è come
se Cisl e Uil avvertissero - e capisco anche il ragionamento - che questo è un
governo forte, da non sfidare a una battaglia a fronte aperto ma soltanto
condizionare di volta in volta. A mio avviso dobbiamo invece tenere ferme le
nostre linee e, come fa un sindacato fare negoziati, compromessi, arrivare o
meno agli accordi. Ma questo oggi manca: il governo non apre mai tavoli di
confronto. Non lo fa con le Regioni e i Comuni se non è costretto, e non lo fa
con noi, non ha aperto una sola discussione. Neanche sulla crisi. Quando Fini
propone gli stati generali sull'economia, riconosce che una sede di confronto
sulla crisi non c'è mai stata. Il governo di volta in volta si sceglie gli
interlocutori e non dialoga, cerca di convincerli della bontà delle sue
scelte». Come sono i rapporti con il Pd? Qualcuno ha detto che il Pd soffriva
dell'azione politica più netta della CGIL e che questa sofferenza si sia tradotta
in qualche attrito. La nuova fase le sembra diversa? «Il Pd a mio avviso è
ancora in divenire. Formalmente è un partito ma nella sostanza è ancora un
cantiere aperto, lo dimostrano i problemi nel tesseramento e che a livello
locale le radici sono molto differenziate. Le stesse regole con cui è stato
costruito andrebbero semplificate». Un esempio? «L'uso delle primarie. Se
servono a far correre un assessore contro il sindaco -al primo mandato- che
l'ha nominato, non sono più uno strumento democratico per far pesare la società
civile, ma servono alla nomenclatura se divisa. è un assurdo. Dopo la sconfitta
elettorale il Pd era diviso tra il bisogno, logico, di dialogo sulle grandi
riforme, e quello di fare un'opposizione più netta. Da qui una fase di indeterminazione
e, di fronte a una CGIL che ha fatto scelte di merito e dato battaglia, qualche
problema si è creato». Anche oggi o è cambiato qualcosa? «Oggi vedo più
sintonia sul merito, talvolta le posizioni sembrano coordinate ma non è così.
Noi poniamo il problema della casa e degli affitti e lo stesso fa Pd, ci si
arriva autonomamente, ma su tante questioni si fanno battaglie comuni. Ho visto
il giudizio sul Testo unico, le comuni preoccupazioni sul piano casa, comune è
la critica al governo che affronta la crisi senza una politica industriale.
L'opposizione che sta facendo il Pd nel Paese e nel Parlamento è a tratti molto
simile all'iniziativa della CGIL. è un bene, perché su grandi questioni come
queste la CGIL non può stare in campo da sola, la CGIL non può che restare un
soggetto sindacale e le battaglie politiche spetta alla politica farle». Lei ha
origini socialiste, oggi ci sono socialisti che rivendicano un po' dappertutto
la loro origine. Ieri Berlusconi ha parlato lungamente dell'amico Craxi. Qual è
stato il suo percorso?. «Mi sono iscritto alla federazione dei giovani
socialisti a venti anni, ho fatto due, tre anni, di attività e sono passato in
CGIL. Coglievo troppa differenza tra la concretezza del lavoro sindacale e il
modo di far politica. Allora in CGIL c'erano le correnti, ho lavorato in quella
socialista, poi le abbiamo superate, ma mantengo l'ispirazione che viene dalla
mia storia: la laicità, un'idea riformistica dell'acquisizione dei risultati,
il rispetto dell'avversario, sempre. E se vedo che c'è chi continua a
professarsi socialista e si schiera nel centrodestra penso che c'è qualcosa che
non va. Penso a Brunetta che non celebra il 25 aprile perché è "dei
comunisti". Come fa un socialista a dirlo? Penso a cosa significava il 25
aprile per Pietro Nenni, Carlo Lombardi, Sandro Pertini, per lo stesso Craxi il
cui padre è stato prefetto della liberazione a Como. I socialisti si rivoltano
nella tomba». Gli altri sono tutti precipitati nel gorgo degli anni 80? «Sì ma
questo non giustifica il tornare indietro da scelte di valore fondamentali: la
democrazia, l'antifascismo, la Costituzione. Sono valori che appartengono alla
grande tradizione socialista, comunista, democristiana, e sono i valori della
Repubblica». Ma in quegli anni si sono radicati anche rancori personali che poi
si sono fatti politica. Si sente parlare con tanta acrimonia di anticomunismo
da persone che erano adulte negli anno Settanta o Ottanta. «Siamo l'unico Paese
in cui ancora si parla, l'ha fatto ancora il premier, di anticomunismo. Non ne
parla più nessuno, non c'è più il tema. Si evoca il fantasma dell'anticomunismo
quando non c'è il comunismo e si ipotizza l'idea di un comunismo sopravvissuto
a se stesso. è un'idea molto materialistica della storia». Ma perché? Cosa vuole
suscitare? «Nella sua idea c'è la rinascita di una grande democrazia cristiana
"moderna", quindi è come se se rievocasse lo schema del 48. Ma la Dc aveva voluto la Costituzione, poi
c'è stata una battaglia politica, ma è stato un partito della Repubblica».
Torniamo al lavoro, riportato drammaticamente al centro dalla crisi. Negli
ultimi anni la sinistra, il centrosinistra, il Pd non lo hanno un po'
dimenticato? Si pensi alla candidatura di molti imprenditori... «Si è passati
da un estremo all'altro. Fino a 20, 25 anni fa i partiti erano molto presenti
nei luoghi di lavoro, avevano radici, orientavano, sentivano. Poi l'opposto,
non si sono più occupati, se non indirettamente, delle questioni del lavoro.
Anche se non vale per tutti: la Lega nord è molto attenta, quando ha fatto
cadere il primo governo Berlusconi sulle pensioni pensava alla propria base. E
quando oggi Bossi sulle pensioni dice di andarci cauti, ha in mente l'operaio
del Nord. C'è questo bisogno, anche per il Pd. Naturalmente non si può più immaginare
che solo l'identità del lavoro fondi una forza politica, ma neanche che fondino
un'identità tutti i soggetti e al mondo del lavoro non viene riconosciuto il
suo ruolo. Credo che questo sia stato il figlio della sbornia che Tremonti
chiama "mercatista", cioè dell'idea che il mercato era fine e
strumento. Ma oggi, dopo gli eccessi della speculazione, il lavoro dovrebbe
tornare ad essere un riferimento nel Pd. Non può essere solo la CGIL a fare
rappresentanza sociale, c'è bisogno di sponde nelle istituzioni. Se con le
elezioni dovesse esserci un arretramento del centrosinistra nelle
amministrazioni, verrebbe a mancare al sindacato un importante interlocutore».
Per la CGIL l'obiettivo resta il lavoro stabile o si accontenta della
flessibilità senza precarietà come dato strutturale di un'economia moderna? «In
un sistema di mercato aperto a una competizione fatta di produzione di qualità
è evidente che una stabilità della prospettiva del lavoro è condizione
necessaria. Poi è vero che ci sono esigenze di flessibilità che vanno
riconosciute. Quello che non si può fare è scaricare tutto sul precario e va
fatta attenzione a non creare un mercato di lavoro doppio, con chi ha garanzie
e chi non le ha». Continuerete a difendere il contratto nazionale sfidando l'accusa
di conservatorismo? «Lo facciamo perché è quello che garantisce un riferimento
universale sul salario e sulle norme. Resto dell'opinione che siccome la
flessibilità interna ai settori è oggi più forte che nel passato, si possono
avere griglie normative via via più ampie, da riempire. Ma nel modello che non
abbiamo condiviso non c'è questo: c'è meno contrattazione in entrambi i
livelli. Perché si pensa che il sindacato, che contratta, sia un intralcio».
Rapporto con il Pd. Alberto da Brescia le dice: "Credimi, nelle fabbriche
i rapporti sono difficili". «Lo so. Il problema non è avvicinare i
vertici, ma avvicinare le basi. Bisogna rovesciare lo schema, è dal basso che
devi ricostruire una modalità di ascolto nella società e nel mondo del lavoro.
Io lo dico sempre anche per la CGIL: partire dal basso, tanto più con una crisi
come questa, ricostruire le radici dal basso perché la forza della CGIL è
sempre stata questa, non la legittimazione che altri ti hanno dato. Se tu
rappresenti, se tu capisci il nuovo, i cambiamenti produttivi, se con la fatica
ti sporchi le mani, se sei presenti tra le persone che hanno problemi, allora
sì che acquisti autorevolezza». Mimmo da Salerno: "Bisogna che si
modifichino le regole delle elezioni delle Rsu e allora sai quanti delegati?.
Ma la Cisl blocca le elezioni". «è la nostra sfida. Noi vogliamo più
democrazia. La Piaggio dell'altro giorno è un esempio: due posizioni diverse, i
lavoratori hanno deciso. Così bisogna fare per gli accordi inter-confederali e
per i grandi accordi. Ma non lo dico per usare la leva democratica contro gli
altri perché, come si è visto, puoi vincere e puoi anche perdere. L'unica cosa
che non va bene e che voti solo quando sei sicuro di vincere, non va bene come
idea democratica». Ritorno al Circo Massimo. Qual è la differenza con il 2002?
Lì c'era la difesa dell'articolo 18 ora sembra che manchi uno slogan
unificante. «Nel 2002 le tre differenze con oggi erano che il governo ci
attaccò sull'articolo 18 e anche sul "Patto per l'Italia" firmato da
tutti tranne che da noi. L'articolo 18 fu il simbolo, l'idea unificante. La
seconda differenza è che il quadro politico è cambiato: lì c'era un governo in
difficoltà e un'opposizione molto forte che immaginava di poter concorrere a
governare di nuovo. La terza differenza è che non c'erano le fabbriche chiuse,
non c'era la paura del futuro. Questo era il 2002. Oggi siamo in una situazione
in cui il governo è molto forte e l'opposizione è molto debole, c'è una crisi
che riguarda i lavoratori delle fabbriche e le decine di migliaia di precari
dalla Pubblica amministrazione che andranno a casa a giugno e quelli della
scuola che non saranno confermati a settembre. In più il governo ti attacca in
maniera più intelligente, non toccando i temi apparentemente più simbolici (non
a caso dice: sulle pensioni non faccio niente), ma poi ti attacca sul Testo
unico sulla sicurezza, sul fatto che non dà più restituzione fiscale ai
lavoratori, sulla cassa integrazione, sulla politica industriale. Quindi
abbiamo più di una questione e per questo abbiamo fatto lo slogan "Futuro
sì, indietro no", perché la CGIL vuole guardare avanti, su come
ricostruire un paese dopo la crisi. "Indietro no" vuole dire tante
cose: indietro no sui temi della Costituzione, sul tema dei diritti, sul tema
di pensare ai lavoratori per ultimi. Vogliamo guardare avanti, ma per portare
in questa idea di paese quei valori essenziali dei diritti e della coesione
sociale. Questa è la sfida vera del 4 aprile». Quale partecipazione si aspetta?
«Devo dire che girando il paese il sentimento di dire "Ci vediamo a
Roma" sta diventando molto molto serio. La gente vuole partecipare in
prima persona a far capire che bisogna contrastare la crisi in un altro modo.
Ci sono valori come quelli della partecipazione democratica che vanno
consegnati al paese che verrà. Se usi la crisi per ridurre i diritti, c'è una
regressione e i diritti rischi di non riconquistarli più. La cosa che ci
colpisce è che questo avviene solo in Italia: in tutto il resto d'Europa questa
crisi viene utilizzata per rimettere al centro politiche industriali, idee di
coesione, sostegno ai ceti più deboli. Quando dico che il governo non ha speso
nulla, e poi il governo si arrabbia, dico la verità perché fino ad oggi per il
triennio il governo ha messo 16 miliardi di spese aggiuntive di cui 12
destinati alle banche, quindi tutto il resto sono 4 miliardi. Quindi poi tutto
il resto dei numeri (opere pubbliche, eccetera) sono tutti già stanziati, sono
una rimodulazione di cifre, quella roba lì già c'era. La verità è che tutta
questa crisi fino ad oggi viene affrontata con 4 miliardi in cui ci sta il
mezzo miliardo per l'industria dell'auto, un po' per la social card, un po' di
politiche per le famiglie, per altro neanche partite. è un governo che ha
affrontato la crisi con l'occhio al bilancio e se tu guardi solo al bilancio il
paese esce peggio dalla crisi». Daniele, lavoratore dei call center: "Come
mai il sindacato ha deciso in maniera improvvisa che i lavoratori dei 4 più
grandi gestori di telefonia non potranno essere al Circo Massimo?". «Nei
luoghi di lavoro c'è una spinta forte a partecipare. C'è più voglia di
manifestare nei lavoratori che nei quadri intermedi. Questi sono portati sempre
a pensare: "Cosa si fa dopo?". Il problema è che il 4 aprile non è
sciopero, abbiamo deciso di fare una manifestazione nazionale. Poi alcune
categorie o articolazioni territoriali, come la CGIL Lazio, hanno deciso
autonomamente di scioperare per garantire di esserci anche a chi di sabato
normalmente lavora. Ma io voglio che sia chiaro, soprattutto in questo periodo
di crisi, che l'uso dello sciopero deve essere un uso molto attento. Perché non
è facile chiedere ad una famiglia di un lavoratore in cassa integrazione a 700
euro di perdere una parte importante del proprio salario: ci sono casi in cui
scioperare può costare, con i computi dei ratei su permessi e ferie, anche come
tre giorni di lavoro. Devi capire che la gente vuole scioperare, ma proprio non
ce la fa e rispettarla». Un nonno da Torino si preoccupa della nipote perché è
una precaria e non sa dove mettersi nel corteo. «I precari sabato saranno tanti
e li faremo parlare. Dopo una parte musicale, sul palco parlerà una giovane
precaria, un delegato Fiat di Pomigliano, un medico per la questione
dell'autodenuncia, un immigrato e un'anziana pensionata. Parleranno quindi
tutti i segmenti sociali più esposti alla crisi. Posso poi anticiparvi che
l'attore che ha interpretato Di Vittorio, Pierfrancesco Favino, leggerà un
passo di un suo discorso e che a gestire tutto ci sarà Massimo Wertmuller, che
nello sceneggiato su Di Vittorio interpretava Togliatti. Ci sarà una presenza
importante. Una grande presenza da tutt'Italia. Certo, dalla Sicilia è più
difficile quando non ci sono più treni a disposizione. Ma sono convinto che
sarà una straordinaria manifestazione. Sul fatto di tornare al Circo Massimo:
prima o poi dovevamo farlo e questo è il momento giusto. Anche perché siamo in
tempo di crisi e ci sono grandissime manifestazione in tutta Europa: in Francia
ci sono stati due scioperi generali grandissimi, oggi c'è una manifestazione a
Londra. Lì si sta per aprire il G20 e noi sabato manifesteremo quando il summit si sarà appena
chiuso». Parliamo del 4, ma poco si sa ancora sul primo maggio. «La
manifestazione unitaria la terremo con gli altri sindacati a Siracusa, città
che è un grande polo edile, ed essendo in Sicilia sarà legata non solo alla
crisi ma anche al tema della legalità e dei diritti. Quella zona del
Paese ci chiede di stare assieme e noi lo faremo. Con Cisl e Uil noi possiamo
litigare su tutto, e lo facciamo, ma quando c'è da evitare di chiudere una
fabbrica ci impegniamo tutti insieme». In Francia ci sono stati episodi di
rabbia. C'è questo rischio anche da noi? «In Francia ci sono state grandi
iniziative nonostante Sarkozy abbia fatto molto contro la crisi. La crisi può
produrre due reazioni: da una parte la rassegnazione e dall'altra
l'esasperazione. Probabilmente le due condizioni convivono in molti. E qui c'è
l'importanza della CGIL: cerchiamo di evitare le forme di esasperazione di
pochi e la rassegnazione degli altri. Proviamo ad evitare che nella crisi ognuno
pensi a sè, come vorrebbe Berlusconi». Qual è il termometro della crisi? «La
crisi è pesante ed è la ragione per cui stiamo disperatamente strappando
accordi aziendali, come ieri sera all'Eurallumina di Portovesme in Sardegna
(dove Berlusconi è arrivato, ha promesso e poi è sparito). Più difficile è
nelle piccole e piccolissime imprese: guardando al numero dei fallimenti ad
esempio a Treviso si coglie una realtà impressionante, le sofferenze sono
altissime. Solo che per vederlo devi avere attenzione all'economia reale e il
governo non l'ha». Chiudiamo con la stampa: è in difficoltà soprattutto nei
grandi gruppi. Le sembra un'emergenza? «Sì, perché la carta stampata è in
difficoltà in tutto il mondo. Un po' a causa dei nuovi mezzi, un po' per il
calo della pubblicità. Poi c'è un problema di conformismo della stampa, c'è un
uso di questo conformismo da parte di questo governo, ancor di più se anche i
tg pubblici e i grandi giornali cambieranno direttori. Il rischio è di avere
una stampa che ricostruisce un'immagine del Paese che non è. In più è stato
firmato il contratto: so che c'è malumore, ma resto dell'opinione che per
fortuna si è riconquistato il contratto. Perché fino all'ultimo il rischio è
stato non solo di non averlo adesso, ma di non averlo più. Una parte degli
editori ha cercato fino all'ultimo di non firmare nè ora nè mai, per arrivare
ad un modello di contratto ad hoc per ogni giornale. Il contratto invece
garantisce più diritti a tutti».
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Un sergent américain reconnu coupable du meurtre de 4 Irakiens LEMONDE.FR
avec AFP | 30.03.09 | 15h39 * Mis à jour le 30.03.09 | 15h39 Réagissez Classez
Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Un sergent-chef américain jugé par une
cour martiale américaine en Allemagne a été reconnu coupable, lundi 30 mars, de
l'exécution de quatre prisonniers à Bagdad en
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Reportage A Ijevsk, en Russie, les retraités, jadis travailleurs
privilégiés, mènent la contestation LE MONDE | 30.03.09 | 15h19 * Mis à jour le
30.03.09 | 15h19 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : IJEVSK
(OUDMOURTIE, FÉDÉRATION DE RUSSIE) ENVOYÉE SPÉCIALE A 74 et 75 ans, Guerold
Issoupov et Viktor Choutov, anciens cadres de l'usine Ijmach, qui fabrique les
fusils Kalachnikov à Ijevsk, se décrivent comme les "militants les plus actifs
de l'opposition". Sur le même sujet Reportage La colère des retraités,
symptôme du mal-être russe Les faits Bruits de bottes russes dans l'Arctique
Edition abonnés Fiche pays : Russie Sur le même sujet Les faits Un sergent
américain reconnu coupable du meurtre de 4 Irakiens Zoom Trente mille
Américains menacés par les inondations Reportage La colère des retraités,
symptôme du mal-être russe Décryptage G20, OTAN : le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Chaque jeudi,
avec une trentaine d'autres retraités, ils se retrouvent à la rédaction du
journal Dien pour élaborer leur stratégie de lutte : manifestations, lettres au
président russe, plaintes à la Cour européenne des droits de l'homme (CEDH) à
Strasbourg. Les retraités sont en colère. Ils se sentent "trahis",
abandonnés par l'Etat. Comment vivre décemment avec leurs maigres retraites
(110 à 150 euros par mois), alors qu'en cette période de crise les prix des
produits de base et ceux des médicaments ne cessent d'augmenter ? "Nous
sommes issus de l'ancienne classe moyenne soviétique, mais, aujourd'hui, nous
vivons très mal. Une fois les charges payées, il reste tout juste de quoi nous
nourrir", dit Viktor Choutov, ancien chef d'atelier à Ijmach. Son
ex-collègue, Guérold, a eu un choc il y a quelques années en voyant à la
télévision un reportage sur les retraités français : "Quand j'ai appris
qu'ils touchaient 75 % de leur salaire et que j'ai vu comment ils vivaient, je
me suis demandé pourquoi nous sommes aussi mal lotis." Jadis travailleurs
privilégiés des secteurs de l'armement ou du pétrole dans cette ville fermée de
l'URSS, les retraités d'Ijevsk ont cru au mythe de l'avenir radieux. Avec la
chute du communisme en 1991, Ijevsk est devenue le terrain d'expérimentation de
la conversion de l'industrie militaire au civil. Viktor n'en avait cure. Après
quarante ans passés à Ijmach, son titre de "vétéran du travail" en
poche, il pensait achever sa vie confortablement. Selon les normes soviétiques,
il aurait du toucher une retraite équivalente à 50 % de son salaire : il se
retrouve aujourd'hui avec 110 euros par mois (soit 24 %)... "Je ne peux
même pas aller chez le dentiste pour des prothèses. Il y a longtemps, j'ai fait
la mâchoire du haut, mais je n'ai pas assez pour celle du bas",
déplore-t-il. Le 20 février, lui et plusieurs centaines de retraités sont allés
crier leur mécontentement sous les fenêtres du palais du gouverneur, Alexandre
Volkov. En place depuis seize ans, ce baron local est un adepte du beau et de
l'ordre. Les façades des immeubles situés en face de son palais ont été
rénovées "à l'européenne", mais, côté cour, aucune réfection n'a eu
lieu depuis plus de cinquante ans. La manifestation a déplu au gouverneur, qui
a appelé les forces anti-émeutes à la rescousse. Les retraités ont été roués de
coups, jetés à terre, interpellés. L'un d'eux a été hospitalisé avec un
traumatisme crânien. Mécontents de leur niveau de vie, les retraités d'Ijevsk
préparent-ils une nouvelle révolution d'Octobre ? "Avec une population
aussi passive que la nôtre, ça ne risque pas", explique Alevtina, ancienne
cadre de l'armement. Elle aussi peine à boucler ses fins de mois. Elle aurait
besoin d'une opération de la cataracte, n'a plus que quatre dents en bouche,
mais ne peut assumer les soins médicaux nécessaires. "Pour la cataracte,
il me faudrait débourser 40 000 roubles (888 euros). Comment faire avec une
retraite (105 euros) comme la mienne ?", s'insurge-t-elle. Elle a placé
ses espoirs dans la plainte qu'elle a déposée à la Cour européenne des droits
de l'homme à Strasbourg. Elle est ulcérée par l'existence en Russie d'un
système de deux poids, deux mesures, quand certaines catégories de
fonctionnaires touchent, une fois retraités, 75 % de leurs salaires alors que
tous les autres n'ont droit qu'à 24 %. "C'est comme si nous vivions dans
deux pays différents", déplore-t-elle. Comme Alevtina, la plupart des
retraités russes - 40 millions de personnes sur une population totale de 141
millions - appartiennent à la deuxième catégorie. "Les gens qui sont
actifs aujourd'hui ne sont pas mieux lotis que nous", se console Raïssa,
sa voisine. Elle cite le cas de son fils, jeune médecin traumatologue, qui
touche 4 700 roubles (104 euros) de salaire mensuel : "Comment voulez-vous
qu'il ne demande pas aux patients un supplément à chaque consultation ? On dit
que la médecine est gratuite ; c'est faux, celui qui peut payer est bien soigné
et tant pis pour celui qui ne peut pas." Pour que leurs voix portent, les
retraités d'Ijevsk ont créé leur mouvement, le Conseil social des retraités.
Avec les autres laissés pour compte - les propriétaires de potagers ou de
garages menacés d'expropriation, les mal-logés, les ouvriers contestataires -
ils se sont regroupés sous la bannière des Patriotes de Russie, un courant du
Parti communiste très actif dans la défense des droits civiques. En 2005, les
retraités d'Ijevsk ont été à la pointe du combat contre la remise en question
des "avantages sociaux" (transport, énergie, médicaments gratuits)
que le gouvernement voulait abolir. Ce dernier a dû faire marche arrière et
préserver certains avantages. En cette période de crise, qui touche de plein
fouet cette région de 1,6 million d'habitants, et alors que l'inflation grimpe,
ils sont prêts à recommencer. "La situation est tendue", confirme
Andreï Konoval, député de la douma ("conseil") municipale, rédacteur
au journal Dien et coordinateur de l'opposition. Dans l'industrie et le
commerce, 40 000 personnes ont une semaine de travail réduite, 20 000 autres
ont été mises à pied. Des entreprises, telles l'usine de constructions
mécaniques ou celle d'automobiles, très endettées, sont au bord de la faillite.
Même Ijmach, où est fabriquée la Kalachnikov, a des difficultés. Depuis des
mois, les ouvriers de ce fleuron de l'Oudmourtie ne sont plus payés. Le 18
mars, l'usine a reçu la visite de Sergueï Stepachine, le président de la Cour
des comptes. Les ouvriers ont menacé de se plaindre auprès de lui, voire de
bloquer les axes routiers. Pour éviter un scandale, la direction de l'usine a
aussitôt réglé une partie des arriérés de salaire. Marie Jégo Article paru dans
l'édition du 31.03.09. Abonnez-vous au Monde à 16€/mois
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Fabrice Rémon, associé de Deminor, société de conseil aux actionnaires
Rémunérations des patrons : "Il faut empêcher les dérapages dans toutes
les entreprises" LEMONDE.FR | 30.03.09 | 15h00 * Mis à jour le 30.03.09 |
15h31 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Pour Fabrice
Rémon, de la société de conseil aux actionnaires Deminor, le gouvernement doit
aller plus loin que le décret encadrant les rémunérations exceptionnelles dans
les entreprises qu'il aide. Etait-il nécessaire, selon vous, de réglementer les
rémunérations exceptionnelles des dirigeants d'entreprise, comme le
gouvernement s'apprête à le faire ? Sur le même sujet Entretien Stock-options :
"Il faut empêcher les dérapages dans toutes les entreprises" Les
faits Les rémunérations des patrons encadrées a minima Réactions Le débat fait
rage sur les méthodes pour mettre fin aux abus Cadrage Entreprises aidées par
l'Etat : un décret pour encadrer les bonus Portfolio Parachutes dorés : des
scandales à répétition Les faits Bonus : Guéant propose d'amender le budget,
Hirsch veut des "job-options" Edition abonnés Archive : Salaires des
patrons : l'Etat va intervenir là où il aide Sur le même sujet Reportage La
colère des retraités, symptôme du mal-être russe Chronique
"Breakingviews" L'embellie boursière risque fort de n'être qu'un feu
de paille Les faits Après des mois de rumeurs, la famille Peugeot congédie
Christian Streiff Cadrage Le G20 au secours du capitalisme Entretien Stock-options : "Il
faut empêcher les dérapages dans toutes les entreprises" J'ai toujours été
hostile au fait de légiférer sur ce sujet. Mais après plusieurs scandales,
notamment celui provoqué par l'annonce de la distribution de trois cent vingt
mille stock-options à quatre dirigeants de la Société générale le 18 mars,
il est devenu nécessaire de fixer des règles. On voit bien que les incitations
douces ne servent à rien. Le Medef et l'AFEP [Association françaises des
entreprises privées] se sont battus des années pour empêcher que l'Etat ne s'en
mêle. Ils ont renforcé au fil des années leur code éthique. Mais celui-ci n'a
rien d'impératif : les entreprises l'adoptent, et font ce qu'elles veulent
ensuite. La loi TEPA [travail, emploi et pouvoir d'achat, qui englobe l'exonération
de charges sociales sur les heures supplémentaires et le bouclier fical] a de
son côté donné des pouvoirs aux conseils d'administration pour s'opposer au
versement de certains types de rémunérations si les critères fixés au départ ne
sont pas respectés. Mais le problème fondamental est que, trop souvent, les
conseils d'administration ne font pas leur travail. On ne dira jamais assez que
les récents scandales sont la conséquence de l'irresponsabilité de certains
d'entre eux. Le périmètre des rémunérations variables, qui seront interdites
par le décret, n'est pas encore très clair. Que préconisez-vous ? Ce qui est
important, c'est que toutes ces rémunérations soient concernées : les
stock-options, les bonus, les actions gratuites, les parachutes dorés, et aussi
les retraites complémentaires. Sinon, tout sera reporté sur ce que le décret
n'aura pas pris en compte... Selon certaines sources, le décret interdira de
telles rémunérations seulement jusqu'à fin 2010... 2010, c'est l'année
prochaine ! Il ne faudrait pas qu'un délai aussi court donne lieu à un
"rattrapage" inadmissible dès 2011, une fois la pression de l'opinion
publique retombée. Une politique de rémunérations doit s'inscrire dans la durée
si elle se veut efficace et compréhensible et être un outil de management et de
motivation efficace. Seules les entreprises aidées par l'Etat seront
concernées. Cela vous semble-t-il juste ? Le décret s'appliquera à un très
petit nombre d'entreprises des
banques et des constructeurs automobiles. Mais il n'y a pas de
raison de "moraliser" seulement celles qui ont reçu des aides
publiques. Pourquoi les petits actionnaires qui apportent leurs propres
deniers, et prennent ainsi des risques, ne pourraient pas bénéficier de la même
protection et de la même éthique que l'Etat ? Le gouvernement s'est attaqué au
plus facile. Maintenant, il faudrait un réglement ou une loi qui empêche les
dérapages dans toutes les entreprises qui connaissent des résultats
catastrophiques. Mais il est vrai qu'il est très compliqué d'imposer des règles
générales à des cas particuliers. Ainsi, il ne faut pas systématiquement
supprimer les bonus au sein d'une filiale qui n'a pas démérité, au prétexte que
les dirigeants de la maison mère ont échoué. Les parachutes dorés ne sont pas
acceptables pour les dirigeants évincés parce qu'ils n'ont pas été à la
hauteur, mais peuvent l'être pour un dirigeant qui a bien développé
l'entreprise, au point de susciter son rachat... Il faut aussi faire attention
à l'arme fiscale : si l'Etat augmente la taxation des rétributions
exceptionnelles, les dirigeants d'entreprises risquent d'en demander plus, afin
de toucher, après impôts, autant qu'auparavant ! Les grands perdants seraient
les actionnaires. Dans un premier temps, on pourrait imaginer que les comités de
rémunérations, composés de quelques administrateurs, ne se contentent plus de
donner un avis au reste du conseil d'administration, mais étayent et justifient
publiquement et dans les détails pourquoi ils préconisent d'accorder des
rémunérations exceptionnelles. Il est impératif de les mettre devant leurs
responsabilités. Propos recueillis par Claire Ané
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Le G20 au secours du capitalisme LE MONDE ECONOMIE | 30.03.09
| 15h07 * Mis à jour le 30.03.09 | 15h47 Réagissez Classez Imprimez Envoyez
Partagez Partagez : D'habitude, les grandes rencontres entre chefs d'Etat
suscitent l'indifférence, le scepticisme, voire l'ironie des populations. Le
sommet du Groupe des 20 - qui rassemblera le 2 avril à Londres les chefs d'Etat
et de gouvernement de vingt Etats de la planète - fait exception. Car les
dérives des banquiers et des dirigeants des grandes entreprises ont réussi
l'extraordinaire exploit de rendre, aux yeux de l'opinion, les hommes
politiques porteurs de l'espoir d'une sortie de crise. Sur le même sujet
Cadrage Le G20 au secours du capitalisme Spécial G20 Imposer
la transparence aux marchés financiers Entretien "Les banques centrales
doivent avoir une mission de surveillance des risques systémiques" Spécial
G20
Construire une véritable régulation internationale Entretien "Le recours
aux prêts du FMI ne doit pas être synonyme de stigmatisation" Entretien
"Le New Deal de Roosevelt a modernisé l'appareil industriel et permis une
extraordinaire expansion" Spécial G20 Rééquilibrer la croissance de l'économie mondiale Sur le même
sujet Cadrage Le G20 au secours du
capitalisme Spécial G20 Construire une
véritable régulation internationale Spécial G20 Imposer la transparence aux marchés financiers Spécial G20 Rééquilibrer la croissance de l'économie mondiale Entretien
"Les banques centrales doivent avoir une mission de surveillance des
risques systémiques" Entretien "Le recours aux prêts du FMI ne
doit pas être synonyme de stigmatisation" Entretien "Le New Deal de
Roosevelt a modernisé l'appareil industriel et permis une extraordinaire
expansion" Sur le même sujet Reportage La colère des retraités, symptôme
du mal-être russe Chronique "Breakingviews" L'embellie boursière
risque fort de n'être qu'un feu de paille Les faits Après des mois de rumeurs,
la famille Peugeot congédie Christian Streiff Cadrage Le G20 au
secours du capitalisme Entretien Stock-options : "Il faut empêcher les
dérapages dans toutes les entreprises" Le retour des Etats a jusqu'ici
pris la forme de milliards d'argent public injectés dans des banques et des
industries en péril, du creusement des déficits budgétaires à coups de plans de
relance, et de nationalisations. Ne pourrait-il pas maintenant prendre la forme
d'une véritable proposition politique, d'un programme mondial de construction
d'un nouveau modèle économique apte à remplacer celui qui est parti à la dérive
? Ce serait sans doute mettre la barre un peu haut par rapport à l'ordre du
jour officiel... C'est pourtant ce que l'ampleur de la crise et des attentes
des populations réclament. Ces dernières semaines, le débat préparatoire au
sommet avait semblé opposer d'un côté les pays d'Europe continentale, Allemagne
et France en tête, chantre d'une forte régulation du système financier mondial,
à un axe transatlantique et anglo-saxon, plutôt partisan d'un renforcement des
dépenses publiques pour relancer la croissance de plus en plus anémique. La
plupart des Européens se drapaient dans la vertu budgétaire, soupçonnant les
Anglo-Saxons de chercher avant tout à sauver la position dominante de leurs
places financières conquise à la faveur de la déréglementation. Les Américains
suspectaient les Européens de ne pas prendre la mesure de l'ampleur de la
crise. Le risque était alors grand que "l'événement historique" du G20
n'aboutisse à l'un de ces tièdes communiqués dont les diplomates ont le
secret... et ne laisse aucune trace dans l'histoire. Mais, ces derniers jours,
les positions se sont semble-t-il rapprochées : les détails de la refonte du
système de régulation financière américain exposée le 26 mars au Congrès
américain par Timothy Geithner, le secrétaire d'Etat au Trésor, n'ont rien à envier
aux propositions les plus "régulatrices" du couple franco-allemand.
De leur côté, dirigeants et hauts fonctionnaires européens, surtout à
Bruxelles, reconnaissent mezza voce que, si la situation économique continuait
à s'aggraver au cours des six prochains mois, il faudrait envisager de
nouvelles mesures. COUP DE BAGUETTE MAGIQUE Le consensus sur la
nécessité de surveiller et contrôler les acteurs financiers qui se sont
développés aux marges du système, mais qui ont fini par en constituer sinon le
coeur, au moins des composants essentiels - fonds spéculatifs, paradis fiscaux,
marchés des produits dérivés et titrisés - est maintenant établi (lire ici).
Certaines décisions ont même été prises avant le G20. De
même, l'unanimité paraît acquise sur la nécessité de renforcer les grandes
institutions internationales chargées de surveiller les grands équilibres
macroéconomiques mondiaux, mais aussi d'aider les Etats à sortir de situations
critiques. En laissant plus de place aux pays du Sud à la tête de ces
institutions, celles-ci pourraient retrouver le rôle d'instruments de
développement économique que leurs créateurs leur avaient assigné après la
seconde guerre mondiale (lire ici). En revanche, le débat sur les plans de
relance sera plus complexe (lire ici). Car il ne s'agit pas seulement de
discuter de leur ampleur, mais de savoir si l'occasion n'est pas offerte de
modifier durablement le modèle économique en vigueur. Ici, la position
américaine, sous l'influence de Barack Obama, est sans doute plus avant-gardiste
que celle des Européens, qui se contenteraient bien d'un sauvetage de
l'économie telle qu'elle est. Car changer de modèle exigerait de s'affranchir,
dans les pays riches, d'un mode de consommation à coups de traites tirées sur
l'environnement et le futur, et, dans les pays émergents, d'un mode de
production tourné vers l'exportation plutôt que vers la satisfaction des
besoins de la population. Ce n'est certes pas un coup de baguette donné depuis
Londres qui fera tout cela. Mais pourquoi ne pas en tracer le cadre ? Antoine
Reverchon Article paru dans l'édition du 31.03.09. Abonnez-vous au Monde à
16€/mois
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Le PDG des chemins de fer allemands démissionne après un scandale
d'espionnage LEMONDE.FR avec AFP | 30.03.09 | 13h23 * Mis à jour le 30.03.09 |
15h19 Réagissez (2) Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : "J'ai
proposé ma démission au président du conseil de surveillance," a déclaré
Hartmut Mehdorn, le patron de la compagnie publique de chemins de fer
allemande, Deutsche Bahn. Cette annonce intervient après une série de scandales
d'espionnage des salariés. "Je pars du principe qu'un successeur sera
nommé avant les vacances d'été", a-t-il ajouté. Hartmut Mehdorn a
toutefois assuré qu'il n'avait "rien à se reprocher" et s'est dit
victime d'une "campagne visant à changer la direction de Deutsche
Bahn." Sur le même sujet Les faits Le PDG des chemins de fer allemands
démissionne après un scandale d'espionnage Sur le même sujet Reportage La
colère des retraités, symptôme du mal-être russe Chronique "Breakingviews"
L'embellie boursière risque fort de n'être qu'un feu de paille Les faits Après
des mois de rumeurs, la famille Peugeot congédie Christian
Streiff Cadrage Le G20 au secours du
capitalisme Entretien Stock-options : "Il faut empêcher les dérapages dans
toutes les entreprises" L'entreprise est secouée depuis plusieurs mois par
des révélations de la presse sur des pratiques de surveillance des salariés.
La pression sur Hartmut Mehdorn était devenue intenable depuis des révélations
en fin de semaine dernière sur un possible contrôle des courriers électroniques
échangés entre des salariés et des journalistes, ce d'autant plus que ce
scandale survenait après une série de polémiques (bonus annuels pour la
direction, promesses de prime énorme en cas de réussite d'une introduction en
Bourse...).
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
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Jacques de Larosière, ancien directeur général du FMI "Les banques
centrales doivent avoir une mission de surveillance des risques
systémiques" LE MONDE ECONOMIE | 30.03.09 | 15h14 * Mis à jour le 30.03.09
| 15h45 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Vous avez dirigé
le Fonds monétaire international (FMI) de 1978 à 1987, puis la Banque
européenne pour la reconstruction et le développement (BERD), et avez remis fin
février à la Commission européenne un rapport remarqué sur la réforme de la régulation
des banques, des assurances et des marchés. Votre rapport sera-t-il à l'ordre
du jour du G20 ? Parcours 1974 Enarque de la promotion 1958, il est
directeur du Trésor jusqu'en 1978. 1978 Directeur général du Fonds monétaire
international (FMI). 1987 Gouverneur de la Banque de France. 1993 Président de
la Banque européenne pour la reconstruction et le développement. 2009 Depuis
1998, il est conseiller auprès du président de BNP Paribas. Février 2009 Remise
à la Commission européenne d'un rapport sur la régulation financière, dans la perspective du G20. Sur le
même sujet Cadrage Le G20 au secours du
capitalisme Spécial G20 Imposer la
transparence aux marchés financiers Entretien "Les banques centrales
doivent avoir une mission de surveillance des risques systémiques" Spécial
G20 Construire une véritable régulation
internationale Entretien "Le recours aux prêts du FMI ne doit pas être
synonyme de stigmatisation" Entretien "Le New Deal de
Roosevelt a modernisé l'appareil industriel et permis une extraordinaire
expansion" Spécial G20 Rééquilibrer la croissance de
l'économie mondiale Sur le même sujet Cadrage Le G20 au
secours du capitalisme Spécial G20 Construire une véritable
régulation internationale Spécial G20 Imposer la transparence aux
marchés financiers Spécial G20 Rééquilibrer la croissance de
l'économie mondiale Entretien "Les banques centrales doivent avoir une
mission de surveillance des risques systémiques" Entretien "Le
recours aux prêts du FMI ne doit pas être synonyme de stigmatisation" Entretien
"Le New Deal de Roosevelt a modernisé l'appareil industriel et permis une
extraordinaire expansion" La régulation financière devrait être l'un des
sujets majeurs du sommet de Londres. La fragmentation du système actuel de
régulation, les différences existant d'un pays à l'autre, nuisent à
l'efficacité du contrôle. Elles ne favorisent pas des conditions de concurrence
normales. En effet, on assiste à des phénomènes d'arbitrage réglementaire, qui
permettent aux institutions d'aller là où la réglementation est la plus
tolérante. Par ailleurs, certaines sociétés, comme par exemple les fonds
spéculatifs (hedge funds), échappent, dans nombre de pays, à tout contrôle. Si
l'on veut éviter le retour aux dérives que nous avons connues, il faut plus de
cohérence entre les réglementations mondiales, et plus de surveillance des
établissements. Quelle est l'urgence ? Que faut-il commencer par réformer ?
L'urgence est grande. Pour les Etats-Unis, où Barack Obama vient d'annoncer une
grande réforme de la régulation financière. Mais aussi pour l'Europe, qui est
un vaste marché intégré, régi par des règles et des méthodes de contrôle
disparates. Les directives européennes ne sont pas transposées de la même façon
sur le plan national. Des exceptions nationales autorisent des comportements
très différents d'un Etat à l'autre, les banques qui interviennent dans
plusieurs pays obéissent à des règles différentes. Il faut donc, rapidement,
que l'Europe se dote, d'une part, d'un corps de règles harmonisé, et, d'autre
part, d'un système de surveillance "macro-prudentiel" des marchés,
c'est-à-dire de suivi des risques systémiques. On n'a pas su prévenir la crise
financière parce qu'on n'avait pas suffisamment analysé les dérives qui se
produisaient, ni recommandé les actions correctrices nécessaires. Serait-ce le
rôle du "conseil de surveillance des risques systémiques" dont vous
prônez la création Oui, ce nouveau conseil regrouperait tous les banquiers
centraux d'une Union européenne comprenant aussi la Grande-Bretagne et les pays
nordiques, ainsi que les comités européens qui coordonnent le contrôle des
banques, des assurances et des marchés. Il aurait pour mission de repérer les
risques et d'adresser des recommandations aux autorités de contrôle nationales.
Il pourrait aussi, si ces recommandations n'étaient pas suivies d'effets, faire
remonter l'information au niveau politique, en saisissant du problème le
Conseil des ministres européens. Concrètement, quels types de risques faut-il
surveiller ? Tous les risques qui se sont matérialisés depuis quelques années
doivent faire l'objet d'une surveillance précise. Il faut éviter que le système
financier ne soit trop endetté. Il faut aussi éviter, comme cela s'est produit
dans cette crise, que les institutions, poussées par des taux d'intérêt très
bas, ne développent des formes de crédit risquées, plus rémunératrices, mais
aussi plus opaques, en revendant ces nouveaux risques auprès d'investisseurs
dans le marché. Est-ce compliqué à mettre en place ? Que préconisez-vous encore
? Cela suppose que les gouverneurs qui composent le système européen de banques
centrales (SEBC) acceptent de s'occuper de ces problèmes de macro-surveillance
et veillent à la stabilité financière en plus de leur mission monétaire
centrale de maintien de la stabilité des prix. Certains vous reprochent de ne
pas aller plus loin, notamment en proposant une autorité unique de contrôle des
marchés... J'ai conscience de leur déception, mais il m'a semblé pragmatique de
rester dans un schéma décentralisé, où le contrôle reste exercé au niveau des
Etats, au plus proche du terrain. Un tel schéma est aussi, en outre,
susceptible d'être acceptable par tous. Avant de créer éventuellement, un jour,
un contrôleur unique, faisons en sorte de renforcer les comités européens de
surveillance des marchés, des banques et des assureurs, et donnons-leur des
pouvoirs de décision limités, mais indispensables. Il faudrait, par exemple,
que le comité chargé des banques puisse dire quelle règle s'applique pour les
établissements présents dans plusieurs pays en cas de divergence entre
superviseurs, et qu'une définition commune des fonds propres soit établie. Il
conviendrait aussi, toujours à titre d'exemple, que le comité responsable des
marchés puisse accorder les licences aux agences de notation. Maintenant que
les Etats-Unis ont précisé leur plan de rachat des actifs toxiques des banques,
maintenant que s'engage, sous l'impulsion du G20, la
refondation du système financier mondial, pensez-vous qu'on entrevoit la sortie
de la crise financière ? Il est difficile de faire des prédictions. Mais je
pense qu'il est possible et nécessaire de redonner confiance, maintenant que
les Etats-Unis se sont saisis concrètement du problème des actifs toxiques
immobilisés dans les bilans de leurs banques. Si les plans de relance des
économies s'avèrent à la hauteur des enjeux, si l'on renforce les moyens
d'action du FMI et qu'on décide d'une réglementation financière cohérente au
plan mondial, si l'Europe est unie et parle d'une seule voix, alors on devrait
voir une nette amélioration de la situation. Propos recueillis par Anne Michel
Article paru dans l'édition du 31.03.09. Abonnez-vous au Monde à 16€/mois
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
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Entretien Rôle du dollar : "Une question géostratégique et
monétaire" LE MONDE | 30.03.09 | 14h40 * Mis à jour le 30.03.09 | 14h40
Réagissez (1) Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : NEW YORK
CORRESPONDANT Ancien économiste à la division new-yorkaise de la Réserve
fédérale américaine (Fed), Adam Posen, spécialiste des questions monétaires,
est directeur adjoint du Peterson Institute for International Economics, à
Washington. Il revient sur la proposition chinoise d'instaurer une devise
unique pour le commerce international, fondée sur un panier de devises-clés.
Sur le même sujet Portfolio Des milliers de manifestants demandent "plus
de justice" au G20 Décryptage G20, OTAN :
le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Point de vue Au-delà de la récession,
nous sommes face à une crise de civilisation, par Luiz Inácio Lula da Silva
Entretien Rôle du dollar : "Une question géostratégique et monétaire"
Décryptage Barack Obama résolu à établir un nouveau leadership Eclairage Des
relations américano-européennes placées sous le signe du pragmatisme Les
faits Quelle tenue de camouflage pour les banquiers de la City ? Pourquoi cette
proposition chinoise d'une devise unique à la veille du G20 ? Les
Chinois ont voulu exprimer une vraie préoccupation sur le risque de
déstabilisation des cours de change, qui les préoccupe beaucoup. Par ailleurs,
faire cette proposition est un moyen de manifester leur impatience pour une
réforme sérieuse du Fonds monétaire international (FMI), qui est l'un de leurs
principaux objectifs au G20. Ils ont voulu faire passer un
message : voilà ce qui pourrait advenir au dollar si les Etats-Unis ne tiennent
pas suffisamment compte de nos exigences. C'est une menace ? Le terme est trop
fort. Ce n'est pas une menace, parce que la proposition n'est pas crédible :
personne ne considère sérieusement l'instauration d'une devise commune au
commerce international comme une perspective réaliste. Mais c'est un signal,
une façon de dire à Washington : "A l'issue du G20, vous ne
pourrez pas dire "tout va bien", si vous ne nous avez pas écoutés,
nous et les autres économies émergentes." Le secrétaire américain au
Trésor, Tim Geithner, a jugé que la proposition chinoise "méritait
considération", puis il s'est ravisé : le dollar "restera encore très
longtemps la devise de référence mondiale". Entre-temps, le président
Obama avait vigoureusement réagi par la négative. Pourquoi Washington
refuse-t-il même de discuter la proposition chinoise ? Le gouvernement
américain a toutes les raisons de croire que le dollar doit rester la devise de
référence du commerce international. C'est une question géostratégique autant
que monétaire. Il offre la meilleure sécurité possible aux Etats-Unis dans
l'économie mondiale. La réaction américaine tient au fait que l'administration
a perçu l'idée chinoise comme une attaque contre le dollar. Je regrette la
forme qu'elle a prise. Pourquoi ? Il y a aussi des aspects positifs dans cette
proposition. Dans une période de baisse de la demande mondiale, se préoccuper
de limiter les fluctuations monétaires est légitime, surtout lorsqu'on prétend
que Pékin "manipule" sa devise et doit la réévaluer. Que la Chine
pousse à la réforme du FMI devrait être perçu comme positif. Cela signifie que
les Chinois sont disposés à jouer un rôle accru dans la stabilisation de
l'économie mondiale. C'est constructif. Bien entendu, la contrepartie consiste
à leur donner plus de pouvoir au FMI. Avec la crise, et les réserves en dollars
dont dispose Pékin, Américains et Européens ont tort de ne pas comprendre
qu'une montée en puissance de la Chine y est inéluctable et qu'il faut lui
donner sa place. Modifier les règles du FMI est dans l'intérêt de l'économie
mondiale, donc de l'économie américaine. Beaucoup d'économistes américains
jugent qu'un "Bretton Woods-III", une refonte du système monétaire
international, est devenu une urgence. Or ce sujet est exclu de l'ordre du jour
du G20.
Pourquoi ? Avec tout le respect que j'ai pour Joseph Stiglitz (Prix Nobel
d'économie, partisan d'une refonte du système monétaire), ni lui ni personne ne
présente une alternative claire au système actuel. Pour débattre, il faudrait
un projet réaliste. Il y a une autre raison, plus prosaïque : ni les Américains
ni les Européens ne sont disposés à abandonner une part quelconque du contrôle
qu'ils ont sur les institutions financières internationales. Propos recueillis
par Sylvain Cypel Article paru dans l'édition du 31.03.09. Abonnez-vous au
Monde à 16€/mois
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
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Quelle tenue de camouflage pour les banquiers de la City ? LE MONDE |
30.03.09 | 14h33 * Mis à jour le 30.03.09 | 14h33 Réagissez (1) Classez
Imprimez Envoyez Partagez Partagez : LONDRES CORRESPONDANTE "Comment ne
pas avoir l'air d'un banquier" : sur deux pages, le Guardian donne des
conseils, dans son édition du vendredi 27 mars, pour ne surtout pas avoir l'air
de travailler à la City. Les hommes devraient choisir le look de Mark Ronson,
un jeune DJ et producteur de musique britannique. Un cardigan boutonné sur une
chemise blanche et une cravate sombre avec un slim feront l'affaire, pense le
quotidien britannique. Quant aux femmes, qu'elles s'inspirent de la
présentatrice de télévision Fern Britton : bottes plates, jupe et tee-shirt
vert kaki, chic et sobre. Sur le même sujet Portfolio Des milliers de
manifestants demandent "plus de justice" au G20 Décryptage G20, OTAN :
le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Point de vue Au-delà de la récession,
nous sommes face à une crise de civilisation, par Luiz Inácio Lula da Silva
Entretien Rôle du dollar : "Une question géostratégique et monétaire"
Décryptage Barack Obama résolu à établir un nouveau leadership Eclairage Des
relations américano-européennes placées sous le signe du pragmatisme Les
faits Quelle tenue de camouflage pour les banquiers de la City ? Aujourd'hui,
le banquier londonien doit se cacher. Pas question d'étaler sa profession et
son argent. Si le Royaume-Uni s'enfonce dans la récession, c'est de sa faute.
Si le pays compte plus de 2 millions de chômeurs, c'est de sa faute, lui qui
s'est "engraissé" de bonus pendant des années sans mesurer les
risques qu'il faisait courir à l'économie. C'est en tout cas ce que pense une
partie de la population, alors que les hommes politiques, au premier rang
desquels Gordon Brown, les livrent régulièrement à la vindicte populaire.
"La colère du public (à leur égard) est également la mienne",
déclarait récemment le premier ministre britannique. Les "fat cats",
comme les appelle la presse populaire britannique, doivent payer. A quelques
jours du G20 qui doit se tenir à Londres jeudi 2 avril, la police a
prévenu les institutions financières. Des manifestations sont prévues mercredi
et jeudi dans la City et devant la Banque d'Angleterre. Entre les
altermondialistes, les anarchistes, les syndicalistes, qui prévoient de
manifester leur hostilité au capitalisme, l'ennemi à abattre est le financier
de la City en costume gris, avec une serviette au logo de son employeur. Dans
ces conditions, juge Scotland Yard, mieux vaut qu'il se terre chez lui, au
moins mercredi et jeudi. Et qu'il se fasse le plus discret possible si jamais
il doit sortir ou aller à son bureau. GARDES DU CORPS Dans ces conditions, les
banquiers les plus élevés dans la hiérarchie se payent des gardes du corps. Les
autres se font tout petits. JP Morgan a accordé trois jours de repos à ses
salariés lors de la semaine du G20. D'autres institutions, comme le
conseiller financier Bluefin, qui emploie 500 personnes à Londres, leur ont
demandé de travailler de chez eux dans la mesure du possible. Et toutes leur
ont recommandé une tenue vestimentaire neutre. Car le banker bashing
("cogner du banquier") a déjà commencé. Sir Fred Goodwin, l'ancien
patron de Royal Bank of Scotland (RBS) qui symbolise plus que tout autre les
abus de la profession ayant mené à la crise actuelle, a vu sa maison
d'Edimbourg et sa Mercedes vandalisées mercredi. Alors que RBS, qui a perdu
24,1 milliards de livres en 2008 (25,9 milliards d'euros), ne doit sa survie
qu'à une injection massive de 20 milliards de livres d'argent public, l'ancien
banquier est parti avec une retraite de 700 000 livres par an. "Les
patrons des banques devraient aller en prison", a justifié le groupuscule
Bank bosses are criminals ("Les patrons de banque sont des
criminels") qui a revendiqué l'attaque de la demeure de M. Goodwin, avant
d'ajouter : "Ce n'est que le début." Virginie Malingre Article paru
dans l'édition du 31.03.09. Abonnez-vous au Monde à 16€/mois
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
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Fillon détaille les mesures pour encadrer les bonus des patrons
LEMONDE.FR avec AFP et Reuters | 30.03.09 | 16h39 * Mis à jour le 30.03.09 |
18h00 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Le premier
ministre, François Fillon, a présenté, lundi 30 mars, le décret préparé par le
gouvernement pour encadrer la rémunération des dirigeants. Après avoir dénoncé
le "comportement irresponsable de quelques" patrons, il a affirmé
qu'il s'agissait pour le gouvernement "de faire pression sur ceux qui sont
récalcitrants". Sur le même sujet Entretien Stock-options : "Il faut
empêcher les dérapages dans toutes les entreprises" Les faits Les
rémunérations des patrons encadrées a minima Réactions Le débat fait rage sur
les méthodes pour mettre fin aux abus Cadrage Entreprises aidées par l'Etat :
un décret pour encadrer les bonus Portfolio Parachutes dorés : des scandales à
répétition Les faits Bonus : Guéant propose d'amender le budget, Hirsch veut
des "job-options" Edition abonnés Archive : Salaires des patrons :
l'Etat va intervenir là où il aide Sur le même sujet Son "A PSA, on espère
un infléchissement des politiques" Reportage La colère des retraités, symptôme du mal-être russe Cadrage Le G20 au secours du capitalisme Décryptage G20, OTAN : le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Le décret en
question sera publié au Journal officiel dès mardi matin et entrera aussitôt en
vigueur. Ces "règles de temps de crise" s'appliqueront au moins
jusque fin
( da "Affari
Italiani (Online)" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Politica green/ Silvio sposa l'economia sociale Lunedí 30.03.2009 17:34
"Il paradigma economico dominante è il modello dell'economia sociale di
mercato che ha definitivamente soppiantato quello del libero mercato. E la
Destra, in Italia, lo ha già fatto proprio". Lo spiega ad Affari
l'economista Giorgio Fiorentini (Università Bocconi), intervistato il giorno
dopo la chiusura del congresso del PdL. E nel G20, quanto sono consapevoli i Grandi che devono rifarsi a un altro
paradigma che non sia più quello del libero mercato? "Ne sono consapevoli,
ma bisogna fare attenzione a Cina e India". L'INTERVISTA E' d'accordo con
quanti sostengono che ormai il paradigma economico dominante sia il modello
dell'economia sociale di mercato che ha definitivamente soppiantato quello del
libero mercato? "Sì. E' evidente che il libero mercato non ha dato
risultati totalmente soddisfacenti nel regolare il funzionamento del sistema
economico. Un sistema che non è mai stato in equilibrio". Cosa si intende
esattamente per economia sociale di mercato? "E' un paradigma che
incorpora il concetto di pubblica utilità. Un fine che deve esser fatto proprio
sia dagli operatori pubblici sia da quelli privati. Un sistema in grado di
tenere in equilibrio l'economico con il sociale e viceversa, intendendo il
sociale come welfare allargato". E quindi? "Il mercato deve essere
calmierato rispetto a un concetto di welfare allargato e distribuito, perché
non esistono opportunità di mercato se non esiste uno standing di socialità per
poter sviluppare l'economia in un certo modo". pagina successiva >>
( da "Affari
Italiani (Online)" del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Politica green/ Silvio sposa l'economia sociale Lunedí 30.03.2009 17:34 Siamo alle porte del prossimo G20 di Londra che inizierà la prossima settimana. Quanto sono
consapevoli i Grandi che devono rifarsi a un altro paradigma che non sia più
quello del libero mercato? "La consapevolezza c'è, anche se ci sono degli
ostacoli al definitivo consolidarsi di questo modello". Quali?
"Bisogna capire cosa fanno la Cina e l'India. Se vogliono, cioè, far andare
a picco certe nazioni o mantenere il sistema. Tutto di penderà dal potere
negoziale che noi Paesi occidentali manterremo". In Italia sembra che la
Destra abbia già fatto proprio questo nuovo paradigma dell'economia sociale
mentre la Sinistra ha appena cominciato ad accettare i dettami del libero
mercato... "Sì, anche se ci sono dei meccanismi in entrambi gli
schieramenti politici che però devono essere attivati". Può spiegare?
"La Destra deve dare dei segnali reali e di consistenza operativa di aver
aderito a questa nuova dottrina economica. Mentre la Sinistra deve aprirsi a un
nuovo dibattito molto più serrato. Dinamismo che, però, potrebbe venir meno per
la vicinanza delle elezioni europee". < < pagina precedente
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Un sergent américain condamné à 35 ans de prison pour le meurtre de 4
Irakiens LEMONDE.FR avec AFP | 30.03.09 | 15h39 * Mis à jour le 30.03.09 |
18h48 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Un sergent-chef
américain jugé par une cour martiale américaine en Allemagne a été condamné,
lundi 30 mars, à une peine de prison de trente-cinq ans pour le meurtre de
quatre prisonniers irakiens à Bagdad, en
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
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Les syndicats appellent à l'unité avant le 1er mai LEMONDE.FR avec AFP |
30.03.09 | 19h12 * Mis à jour le 30.03.09 | 19h16 Réagissez Classez Imprimez
Envoyez Partagez Partagez : REUTERS/Benoit Tessier Les syndicats s'étaient
réunis pour discuter des suites à donner à leur journée de mobilisation du 19
mars qui avait rassemblé entre 1,2 et 3 millions de manifestants. Les huit
centrales syndicales françaises (CGT, CFDT, FO, CFTC, CFE-CGC, FSU, Solidaires,
UNSA) s'apprêtent à lancer, lundi 30 mai, un appel à manifester ensemble le 1er
mai, selon l'un des participants à une réunion intersyndicale dont le butb
était de discuter des suites à donner à la journée de mobilisation du 19 mars.
Sur le même sujet Enquête Six Français sur dix pour la poursuite du mouvement
social Son Les syndicats en panne de relance Carte des manifestations Entre 1,2
et 3 millions de manifestants dans toute la France Portfolio Les dirigeants
syndicaux : "On continue" Vidéo Colères de cadres dans le cortège
parisien Portfolio Vos photos des manifestations du 19 mars Edition abonnés
Thématique : Quinze ans de mobilisation sociale Ce serait la première fois que
les huit centrales se rassemblent pour défiler sur des revendications communes
à l'occasion de la Fête du travail. Cela n'avait même pas été le cas lors de
l'élection présidentielle de 2002, contre la présence de Jean-Marie Le Pen. Lundi matin, les leaders des cinq confédérations représentatives
(CGT, CFDT, FO, CFTC, CFE-CGC) ont été reçus par Nicolas Sarkozy à l'Elysée
dans le cadre d'une rencontre prévue de longue date pour préparer la rencontre
du G20 jeudi à Londres.
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Adam Posen, ancien économiste à la Fed Le rôle du dollar est "une
question géostratégique et monétaire" LE MONDE | 30.03.09 | 14h40 * Mis à
jour le 30.03.09 | 19h08 Réagissez (1) Classez Imprimez Envoyez Partagez
Partagez : NEW YORK CORRESPONDANT Ancien économiste à la division new-yorkaise
de la Réserve fédérale américaine (Fed), Adam Posen, spécialiste des questions
monétaires, est directeur adjoint du Peterson Institute for International
Economics, à Washington. Il revient sur la proposition chinoise d'instaurer une
devise unique pour le commerce international, fondée sur un panier de
devises-clés. Sur le même sujet Décryptage G20, OTAN : le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Point de vue
Au-delà de la récession, nous sommes face à une crise de civilisation, par Luiz
Inácio Lula da Silva Entretien Le rôle du dollar est "une question
géostratégique et monétaire" Décryptage Barack Obama résolu à établir un
nouveau leadership Eclairage Des relations américano-européennes placées
sous le signe du pragmatisme Les faits Quelle tenue de camouflage pour les
banquiers de la City ? Eclairage "Put people first", une coalition
hétéroclite Pourquoi cette proposition chinoise d'une devise unique à la veille
du G20
? Les Chinois ont voulu exprimer une vraie préoccupation sur le risque de
déstabilisation des cours de change, qui les préoccupe beaucoup. Par ailleurs,
faire cette proposition est un moyen de manifester leur impatience pour une
réforme sérieuse du Fonds monétaire international (FMI), qui est l'un de leurs
principaux objectifs au G20. Ils ont voulu faire passer un
message : voilà ce qui pourrait advenir au dollar si les Etats-Unis ne tiennent
pas suffisamment compte de nos exigences. C'est une menace ? Le terme est trop
fort. Ce n'est pas une menace, parce que la proposition n'est pas crédible :
personne ne considère sérieusement l'instauration d'une devise commune au
commerce international comme une perspective réaliste. Mais c'est un signal,
une façon de dire à Washington : "A l'issue du G20, vous ne
pourrez pas dire "tout va bien", si vous ne nous avez pas écoutés,
nous et les autres économies émergentes." Le secrétaire américain au Trésor,
Tim Geithner, a jugé que la proposition chinoise "méritait
considération", puis il s'est ravisé : le dollar "restera encore très
longtemps la devise de référence mondiale". Entre-temps, le président
Obama avait vigoureusement réagi par la négative. Pourquoi Washington
refuse-t-il même de discuter la proposition chinoise ? Le gouvernement
américain a toutes les raisons de croire que le dollar doit rester la devise de
référence du commerce international. C'est une question géostratégique autant
que monétaire. Il offre la meilleure sécurité possible aux Etats-Unis dans
l'économie mondiale. La réaction américaine tient au fait que l'administration
a perçu l'idée chinoise comme une attaque contre le dollar. Je regrette la
forme qu'elle a prise. Pourquoi ? Il y a aussi des aspects positifs dans cette
proposition. Dans une période de baisse de la demande mondiale, se préoccuper
de limiter les fluctuations monétaires est légitime, surtout lorsqu'on prétend
que Pékin "manipule" sa devise et doit la réévaluer. Que la Chine
pousse à la réforme du FMI devrait être perçu comme positif. Cela signifie que
les Chinois sont disposés à jouer un rôle accru dans la stabilisation de
l'économie mondiale. C'est constructif. Bien entendu, la contrepartie consiste
à leur donner plus de pouvoir au FMI. Avec la crise, et les réserves en dollars
dont dispose Pékin, Américains et Européens ont tort de ne pas comprendre
qu'une montée en puissance de la Chine y est inéluctable et qu'il faut lui
donner sa place. Modifier les règles du FMI est dans l'intérêt de l'économie
mondiale, donc de l'économie américaine Beaucoup d'économistes américains
jugent qu'un "Bretton Woods-III", une refonte du système monétaire
international, est devenu une urgence. Or ce sujet est exclu de l'ordre du jour
du G20.
Pourquoi ? Avec tout le respect que j'ai pour Joseph Stiglitz (Prix Nobel
d'économie, partisan d'une refonte du système monétaire), ni lui ni personne ne
présente une alternative claire au système actuel. Pour débattre, il faudrait
un projet réaliste. Il y a une autre raison, plus prosaïque : ni les Américains
ni les Européens ne sont disposés à abandonner une part quelconque du contrôle
qu'ils ont sur les institutions financières internationales. Propos recueillis
par Sylvain Cypel Article paru dans l'édition du 31.03.09. Abonnez-vous au
Monde à 16€/mois
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
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Les syndicats appellent à manifester ensemble le 1er mai LEMONDE.FR avec
AFP | 30.03.09 | 19h12 * Mis à jour le 30.03.09 | 20h51 Réagissez Classez
Imprimez Envoyez Partagez Partagez : REUTERS/Benoit Tessier Les syndicats
s'étaient réunis pour discuter des suites à donner à leur journée de
mobilisation du 19 mars qui avait rassemblé entre 1,2 et 3 millions de
manifestants. Les huit centrales syndicales françaises (CGT, CFDT, FO, CFTC,
CFE-CGC, FSU, Solidaires, UNSA) ont lancé, lundi 30 mars, un appel à manifester
ensemble le 1er mai, après une réunion intersyndicale dont le but était de
discuter des suites à donner à la journée de mobilisation du 19 mars. Ce sera
la première fois que les huit centrales se rassemblent pour défiler sur des
revendications communes à l'occasion de la Fête du travail. Cela n'avait même
pas été le cas lors de l'élection présidentielle de 2002, contre la présence de
Jean-Marie Le Pen au deuxième tour. Sur le même sujet Enquête Six Français sur
dix pour la poursuite du mouvement social Son Les syndicats en panne de relance
Carte des manifestations Entre 1,2 et 3 millions de manifestants dans toute la
France Portfolio Les dirigeants syndicaux : "On continue" Vidéo
Colères de cadres dans le cortège parisien Portfolio Vos photos des manifestations
du 19 mars Edition abonnés Thématique : Quinze ans de mobilisation sociale Sur
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statut de Mayotte Enquête Plus d'un Français sur deux ne partira pas en
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les adolescents européens a tendance à se stabiliser Sur le même sujet Les
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débloqués en France pour les céréaliers Les faits Les Bourses européennes
clôturent en forte baisse Les huit confédérations sont également convenues de
faire du mois d'avril "un mois de mobilisations" et de se rencontrer
à nouveau le 27 avril pour faire le point. "En fonction des réponses du
gouvernement et du patronat, les organisations syndicales débattront lors de
leur prochaine rencontre des nouvelles initiatives (grève interprofessionnelle,
manifestations, mobilisations)", précise un communiqué publié sur le site
de la CFDT. Forts du succès des deux journées d'action les manifestations du 29 janvier avaient
rassemblé entre un et 2,5 millions de personnes selon les sources les syndicats restent unis sur leurs
revendications et l'objectif est d'obtenir de nouvelles mesures sociales face à
la crise. Lundi matin, les leaders des cinq confédérations représentatives
(CGT, CFDT, FO, CFTC, CFE-CGC) ont été reçus par Nicolas Sarkozy dans le cadre
d'une rencontre prévue de longue date pour préparer la rencontre du G20
jeudi à Londres. Au terme de deux heures de réunion à l'Elysée, le secrétaire
général de la CFDT, François Chérèque, s'est plaint que "des annonces qui
ont été faites le 18 février au sommet social, il n'y ait quasiment rien de mis
en uvre". Le chef de l'Etat a
précisé qu'il installerait "dans les prochains jours le fonds
d'intervention sociale", dont il avait annoncé ce jour-là la
création. "Il faut que sur les revendications sociales, ça avance beaucoup
plus vite", a insisté Jean-Claude Mailly.
( da "Monde, Le"
del 30-03-2009)
Argomenti: G 20
Obama veut sauver l'industrie automobile mais il faudra faire "des
choix difficiles" LEMONDE.FR avec AFP | 30.03.09 | 17h38 * Mis à jour le
30.03.09 | 22h53 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez :
"Nous ne pouvons pas, nous ne devons pas et nous ne laisserons pas
disparaître notre industrie automobile", a promis, lundi 30 mars, Barack
Obama, en présentant à la Maison Blanche son plan de sauvetage de ce secteur
particulièrement touché par la crise. Sur le même sujet Compte-rendu Obama veut
sauver l'industrie automobile mais il faudra faire "des choix
difficiles" Revue de presse Le PDG de General Motors, un "bouc
émissaire" pour la presse américaine Les faits Obama accentue la pression
sur l'industrie automobile américaine Zoom L'Etat envisage d'avoir recours à la
loi des faillites pour GM et Chrysler Les faits Le PDG de GM débarqué, Chrysler
pressé de s'associer avec Fiat Infographie Les plans de restructuration de GM
et Chrysler présentés au Trésor américain Edition abonnés Archive : 7 500
départs volontaires chez General Motors Sur le même sujet Les faits Les Bourses
mondiales clôturent en forte baisse Blog Rémunérations des patrons : une
occasion ratée ? Les faits Continental embauche, mais en Roumanie Les faits Les
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résolu à établir un nouveau leadership Les faits 170 millions d'euros vont être
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élargissement de l'UE Reportage Visite guidée en "Otanistan" Les faits
Le Japon en état d'alerte avant le lancement d'une fusée nord-coréenne
Le président américain a recalé les plans de restructuration élaborés par
General Motors et Chrysler et sommé les deux constructeurs automobiles de
présenter des solutions "viables", laissant ouvertement planer la
menace d'une faillite. Le chef de l'Etat a estimé que les plans "ne vont
pas suffisamment loin pour justifier les nouveaux investissements substantiels
que réclament ces entreprises" auprès des contribuables. "Il y a des
emplois qui ne pourront être sauvés et des usines qui ne rouvriront pas"
et "des choix difficiles" devront être faits par les deux groupes,
soutenus par les deniers de l'Etat, a prévenu M. Obama. "Ce secteur est
comme aucun autre un emblème de l'esprit américain et un symbole du passé comme
de l'avenir de la réussite de l'Amérique", a estimé M. Obama. "C'est
un pilier de notre économie", a-t-il ajouté. ULTIMATUM Pour venir en aide
au secteur, M. Obama a répété, comme l'avait annoncé dans la journée le groupe de
travail mis en place à la Maison Blanche, qu'il n'excluait pas que les
constructeurs automobiles General Motors et Chrysler déposent leur bilan afin
de se restructurer, comme le permet le chapitre 11 de la loi américaine sur les
faillites. Dans l'heure suivant le discours de M. Obama, General Motors a
annoncé qu'il intégrait désormais dans ses plans la possibilité d'un dépôt de
bilan, ce qu'il récusait jusqu'alors pour son impact prévisible sur ses ventes
aux Etats-Unis. Au bord de la faillite, GM et Chrysler ont été secourus fin
décembre par l'Etat fédéral, qui leur a alloué 17,4 milliards de dollars. Dans
leurs plans de restructuration présentés mi-février, GM a demandé une rallonge
de 16,6 milliards de dollars et Chrysler, de 5 milliards. Mais M. Obama a
estimé qu'aucun des deux groupes n'avait présenté de plan de restructuration
suffisant pour pouvoir prétendre à une nouvelle aide fédérale. Il a donné un
ultimatum de soixante jours au premier constructeur américain pour présenter
une stratégie "viable". Son concurrent Chrysler a, lui, trente jours
pour conclure un accord définitif avec l'italien Fiat, qui doit lui apporter la
technologie et les modèles dont il a cruellement besoin. Chrysler a indiqué se
rapprocher de la conclusion de son alliance avec Fiat, les deux groupes ayant
bouclé un accord cadre. Le titre Fiat a perdu près de 10 % à la Bourse de
Milan, qui juge l'alliance italo-américaine plus risquée que prévu. Le patron
de Fiat, Sergio Marchionne, a souhaité "remercier publiquement le président
Barack Obama (...) pour son encouragement à finaliser une alliance solide entre
Chrysler et Fiat".
( da "Corriere.it"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
con lei rivive il mito di jacqueline kennedy Michelle Obama debutta in
Europa, tè con la regina e sfida d'eleganza con la Bruni La first lady Usa per
la prima volta a Londra e a Parigi: ma terrà anche dei discorsi pubblici
WASHINGTON (USA) - Michelle Obama arriva oggi a Londra, per il suo debutto
sulla scena politica e mondana internazionale. E' la first lady americana più
attesa dai tempi di Jacqueline Kennedy quasi 50 anni fa. E alla John Kennedy,
Barack Obama, che ne è consapevole, potrebbe presentarsi come «il marito di
Michelle». Sarebbe saggio. Alle prese con un G20 restio ad adottare le sue ricette finanziarie, il presidente
rischia di ricevere un'accoglienza meno calorosa di quella della estate scorsa
a Berlino. Il successo di Michelle invece è assicurato: la first lady è il
simbolo del lato migliore dell'America, come lo fu Jacqueline, attirerà ovunque
folle entusiaste. DEBUTTO - La prima volta di Michelle in Europa non
sarà facile. A Londra, l'attende il severo esame della regina Elisabetta,
giudice delle belle maniere un tè a Palazzo Buckingham e a Parigi quello di
Carla Bruni, la più affascinante first lady del momento: quello tra Michelle e
Carla, prevedono i media Usa, sarà il vertice dell'avvenenza e l'eleganza, una
gara tra il nuovo e il vecchio mondo. Ma la signora Obama, come già Hillary
Clinton quando risiedeva alla Casa Bianca, non intende incagliarsi nella
mondanità: ha chiesto a Sarah Brown, la moglie del premier inglese, di
accompagnarla in visita a una scuola e un ospedale. Per l'America, la first
lady è una «top model». La rivista Vogue le ha dedicato una copertina,
l'associazione degli stilisti ha annunciato che a luglio le darà un premio e
l'editrice di fumetti Bluewater ne ha fatto l'eroina di un suo libro. Ma in
Europa, Michelle si porterà dietro ben otto consiglieri, a sottolineare che la
sua partnership con il presidente è altresì politica. Indosserà sì abiti alla
moda, ma terrà anche discorsi, discostandosi da Jacqueline Kennedy. I temi più
probabili: le minoranze, le disparità sociali, soprattutto la sanità e
l'istruzione pubbliche, per cui combatté come avvocato. Come il presidente, per
la first lady verranno prese misure di sicurezza straordinarie: la coppia avrà
200 agenti segreti di scorta, girerà su auto blindate "La bestia", la
Cadillac dell'inaugurazione in testa e più elicotteri Marine one. In America
gli Obama hanno ricevuto minacce, e nel loro seguito figura una equipe medica
di 6 persone. Secondo i media Usa su di loro incombe lo spettro non del
terrorismo bensì del razzismo: i «magic mulatto», li chiamano con sarcasmo gli
estremisti bianchi americani. Per fortuna, per la maggioranza dell'Europa il
colore della loro pelle non toglie nulla al loro fascino. Ennio Caretto stampa
|
( da "Repubblica,
La" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 1 - Prima Pagina Il presidente: 60 giorni a Gm per non fallire.
Crollano le Borse, Milano -5,3%. Brown alla vigilia del G20: giusta la rabbia contro i banchieri Obama: sì alla Fiat per
Chrysler L´azienda Usa: accordo fatto. La Casa Bianca boccia i big dell´auto
ROMA - Il presidente Barack Obama benedice l´intesa tra Fiat e Chrysler,
presenta il piano per il salvataggio dell´auto nel quale boccia i big del
mercato e non esclude un fallimento assistito in vista del rilancio. La
casa di Detroit: «Accordo fatto». Concessi 60 giorni a General Motors. Intanto
crollano le Borse, Milano -5,3%. In vista del G20 Gordon
Brown giustifica la rabbia contro i banchieri. BENNEWITZ, GRISERI, MARTINOTTI,
POLIDORI, E ZAMPAGLIONE ALLE PAGINE 2, 3, 4, 6 E 7
( da "Repubblica,
La" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 3 - Economia L´orgoglio del Lingotto "Salveremo posti anche
negli Usa" E vanno avanti le trattative per un partner europeo
"Questa alleanza accelererà il rimborso dei fondi ai contribuenti
americani" La crisi del settore auto potrebbe
approdare anche al G20 di Londra
(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) SALVATORE TROPEA «Il riconoscimento delle nostre
capacità» dicono altri. Per tutti a Torino è il semaforo verde da parte della
Casa Bianca verso l´accordo annunciato il 19 gennaio e che tra un mese potrebbe
trasformarsi definitivamente nella nascita di un colosso dell´auto
italo-americano da 4 milioni di vetture all´anno. La notizia della
svolta, destinata a rivoluzionare l´industria mondiale dell´auto devastata
dalla crisi, arriva in Italia intorno alle 12, ora americana, di ieri. Per il
Lingotto è una sorpresa, non tanto per i contenuti riferiti all´alleanza quanto
per il riconoscimento dei risultati eccezionali degli ultimi cinque anni.
Parole di apprezzamento e di incoraggiamento a finalizzare una solida alleanza
con Chrysler alle quali Sergio Marchionne risponde, ringraziando pubblicamente
il presidente Obama a nome di tutto il management del Gruppo Fiat. «Siamo
fermamente convinti» dice l´ad del Lingotto «che le tecnologie ecologiche e le
piattaforme per vetture medio-piccole sviluppate da Fiat giocheranno un ruolo
fondamentale nel ricostruire uno stretto rapporto tra i marchi del Gruppo
Chrysler e i consumatori americani». Marchionne immaginava questa carta a suo
favore giocata da Obama? Forse. Si limita a far presente questa alleanza oltre
che a rafforzare la solidità finanziaria dell´azienda americana e salvaguardare
posti di lavoro negli Stati Uniti «riuscirà ad accelerare in modo significativo
gli sforzi per produrre veicoli a basso consumo, portando quindi a un più
rapido rimborso dei fondi pubblici messi a disposizione dalla società
americana». Dopo di che restituisce la cortesia alla Casa Bianca ricordando che
«i colloqui con la task force del presidente Obama sono stati serrati ma
leali». E aggiunge un messaggio: «Siamo convinti di poter conseguire un
risultato che, assegnando la giusta priorità alla restituzione dei fondi dei
contribuenti, darà un futuro credibile a questo settore industriale che è
cruciale per l´economia». «Siamo davvero felici che Fiat possa giocare un ruolo
chiave in questo importante sforzo». Si conclude così la dichiarazione di
Marchionne che viene affidata alle agenzie intorno alle 19 di ieri, al termine
di un pomeriggio che lo ha visto impegnato in colloqui con i collaboratori che
seguono il capitolo Chrysler e telefonate con il presidente Luca di Montezemolo
e il vice, John Elkann, attualmente in America. A quell´ora ha chiuso anche la
Borsa che non sembra aver recepito il messaggio dagli Usa avendo
"punito" il titolo Fiat con un calo di oltre un 9 per cento e una
chiusura a quota 4,77. Ma in quella che al Lingotto ricorderanno come una
giornata memorabile l´attenzione più che su Piazza Affari è concentrata su
Washington. Adesso in casa Fiat hanno trenta giorni per chiudere con la
Chrysler e sessanta per capire che cosa succederà in GM e come sarà ridisegnata
l´industria dell´auto negli Usa e nel mondo. Marchionne lo aveva anticipato
all´assemblea degli azionisti di venerdì scorso quando, anche se a Torino non
lo ammettono, aveva già qualche sentore su come sarebbero andate le cose in
America. Ora ha la certezza nel senso che sa che l´epicentro della grande
risacca dell´auto sono gli Stati Uniti. E certo ai vertici Fiat non dispiace di
essere su questa scena. A Torino sanno che la mossa di Obama è importante per
affrontare il nodo della sovraccapacità produttiva che imporrà presto un
ridimensionamento del numero dei players. E anche per i colloqui con altri
interlocutori che continuano ad andare avanti, con particolare attenzione al versante
francese dove i contatti con la Peugeot proseguono. E forse ora possono
prendere una direzione diversa e meno problematica per i torinesi . Nel mondo
si producono 94 milioni di vetture: ce ne sono almeno
( da "Repubblica,
La" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 33 - Commenti OBAMA, il G20 e l´EUROPA che non c´è TIMOTHY GARTON ASH Questa settimana Barack
Obama sarà a Londra e scoprirà che al tavolo del G20 una grande potenza è assente: l´Europa. Dei venti leader del
vertice mondiale cinque saranno europei, in rappresentanza di Francia,
Germania, Gran Bretagna e Ue, ma il tutto sarà minore della somma delle sue
parti. Ci saranno tanti europei ma nessuna Europa. Il premier britannico
Gordon Brown parlando al Parlamento europeo la scorsa settimana ha detto che
l´Europa ha un ruolo straordinario nel guidare il mondo ad affrontare le sfide
della globalizzazione. Sarà, ma al momento fa impressione come non riesca ad
assumere quel ruolo. La risposta europea alla crisi finanziaria ed economica
più grave mai verificatasi dall´avvio del processo di integrazione europea più
di cinquant´anni orsono è stata una risposta debole e frammentaria. Sia la Cina
che gli Usa hanno varato massicci interventi di stimolo all´economia. A
confronto finora l´Europa ha messo sul tavolo solo bruscolini. Secondo le stime
recenti dell´economista francese Nicolas Baverez i pacchetti di stimolo europei
ammontano complessivamente al 1,5 per cento circa del Pil, negli Usa al 12 per
cento. Gli europei fanno quindi relativamente poco ma sono dediti ad altre due
loro caratteristiche attività: si litigano i bruscolini, e trovano da ridire
sugli americani. L´economista Christoph Schmidt, uno dei cosiddetti cinque
"saggi" consulenti del governo tedesco, rimprovera aspramente agli
Stati Uniti di gonfiare il debito nazionale e di rischiare l´inflazione
stampando moneta. Non ha torto, ma al contempo la Germania aspetta ancora una
volta che i consumatori americani risollevino l´export tedesco spendendo quei
dollari. è un po´ come sputare nel piatto dove si mangia. La solidarietà
europea non si estende neppure agli altri europei. La settimana scorsa i governi
della Ue ancora litigavano a Bruxelles sulla ripartizione di un fondo per le
infrastrutture del valore di 5 miliardi di euro. Un´inezia. La Francia non è
l´unica ad aver introdotto misure nazionali di stimolo che di fatto limitano la
concorrenza leale sancita nell´ambito del mercato unico europeo. Quanto ai
cugini poveri dell´Europa dell´Est, sono in gran parte lasciati a badare a se
stessi � anche se i ricchi europei dell´Ovest intercederanno graziosamente
presso l´Fmi perché sia più generoso. La visita di Obama in Europa, che lo
vedrà dopo il G20 al vertice Nato e a Praga per un incontro Ue-Usa, avrà
come oggetto anche la politica estera e di sicurezza. Ad essere onesti gli
europei hanno dato vita ad una azione comune in campo diplomatico con l´Iran,
anche se resta da vedere se questa unità d´intenti sopravvivrà ad una richiesta
americana di inasprire le sanzioni economiche contro Teheran. Su gran parte
degli altri grandi temi dell´agenda di Obama � Afghanistan, Pakistan, i
rapporti con Russia e Cina, la proliferazione nucleare � l´Europa è assente.
Ci sono i singoli paesi europei. Diversamente da George W. Bush agli esordi del
primo mandato il presidente Obama ha l´attitudine, sia sotto il profilo
ideologico che pratico, a collaborare con un´Europa più forte e più unita. Ma
neppure Obama può operare assieme a qualcosa che non esiste. Guardando al
passato si comincia a capire che da un decennio l´Europa tenta di sviluppare
un´azione unica senza riuscirci. Un decennio iniziato con il progetto ambizioso
di una Costituzione europea che si conclude con quello che sarà il destino del
trattato di Lisbona, obiettivo assai più modesto, appeso al tentativo di
persuadere gli irlandesi a trasformare il loro no in un sì con metodi di dubbio
carattere democratico. Se avessimo speso metà del tempo sprecato nel dibattito
costituzionale semplicemente a coordinare meglio il nostro operato in base ai
trattati esistenti, ci troveremmo oggi in una posizione migliore. L´Europa non
fa seguire i fatti alle parole. Ciascuno stato membro dell´Ue ha una qualche
responsabilità in questo caos, al pari della leadership istituzionale a
Bruxelles. Ma la colpa è da attribuire soprattutto ai tre stati membri più
grandi. è stato il "no" francese ad uccidere il trattato
costituzionale originale. Il governo del New Labour è andato al potere in Gran
Bretagna nel 1997 promettendo un´era del tutto nuova nei rapporti di questo
paese con l´Europa. Invece la Gran Bretagna è tornata al suo comportamento
usuale, preferisce fare da spalla a Washington piuttosto che essere tra i primi
attori sul palcoscenico europeo. Il primo ministro britannico davanti al
Parlamento europeo ha detto che la Gran Bretagna «non si considera un´isola
staccata dall´Europa, ma un paese al centro dell´Europa». Beh, parli per lui.
Dubito che questo valga per la maggior parte dei britannici. In realtà,
ispirato da Brown, invito i sondaggisti britannici a porre ad un campione
rappresentativo dell´opinione pubblica del mio paese questa precisa domanda:
«Considera la Gran Bretagna un paese al centro dell´Europa?». Ammesso che sia
vero che la Gran Bretagna si "vede" così, non è certo come ci vedono
gli altri, in Europa o oltre i confini europei. L´impegno europeo della Gran
Bretagna scemerà ulteriormente sotto i conservatori, se vinceranno le prossime
elezioni. Senza la Gran Bretagna non può esistere una politica estera europea
seria. Ma il maggior cambiamento si è avuto in Germania. Dieci anni fa Helmut
Kohl aveva appena lasciato l´incarico di cancelliere. La Germania era ancora il
principale paese europeo, quello più impegnato nel processo di unificazione. Si
levavano però voci, da destra e da sinistra, che invitavano la Germania a
uscire dall´ombra e a diventare un paese "normale", intendendo più
simile alla Francia e alla Gran Bretagna. A dieci anni di distanza queste voci
hanno trionfato. L´odierna repubblica di Berlino non si fa scrupoli ad
anteporre i propri interessi nazionali a breve termine. Magari non è quello che
personalmente preferisce Angela Merkel, ma nell´anno del voto la competizione
elettorale è intensa e a vincere non saranno i politici che propongono di
sacrificare anche un solo posto di lavoro, un solo euro o un solo soldato
tedesco ai più ampi interessi europei o dell´Occidente. «Che cosa? Salvarli a
nostre spese?», è il grido populista degli alleati della Merkel, quei politici
della Csu che lottano per sopravvivere in Baviera. I socialdemocratici, alle
prese con la sfida populista lanciata da un partito che si chiama La Sinistra,
non se la passano meglio. Non è una novità che Francia e Gran Bretagna abbiano
un comportamento da Francia e Gran Bretagna. Plus ca change, plus c´est la meme
chose. La novità è che la Germania oggi ha un comportamento da Francia e Gran
Bretagna. Così come stanno le cose né gli americani né i cinesi vedono l´Europa
come partner unitario, coeso. Pare che il G20 sia
sempre più accettato come nuovo contesto istituzionale finalizzato all´azione
collettiva globale, quanto meno nell´ambito della politica finanziaria e
economica, ma niente più che un contesto. Perché questi contesti funzionino è
imprescindibile, dietro le quinte, una coalizione strategica dei principali
attori. A Pechino, da dove scrivo, come a Washington, sempre più spesso si
sente parlare di un "G2" all´interno del G20. G2
significa Usa e Cina. Ma è l´Ue, non la Cina ad avere un´economia pari in
dimensioni a quella statunitense. In particolare in politica economica la
coalizione strategica dovrebbe essere il G3. Ma l´Europa dov´è? Se l´Europa si
tira indietro e rinuncia al ruolo ancora disponibile che sia gli Usa che la Cina
tutto sommato vorrebbero che interpretasse, non si tratta di una scelta
consapevole. Ma anche quella di non scegliere è una scelta. Se andiamo avanti
così noi europei avremo scelto di non restare uniti e finiremo per andare
ognuno per conto suo. www. timothygartonash.com Traduzione di Emilia Benghi
( da "Repubblica,
La" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 6 - Economia Pericolo default Idee comuni Il commissario
all´Economia alla vigilia del G20: l´Europa parlerà con una voce
sola Almunia: "Ancora rischi dal credito ma forse la primavera sta
arrivando" I paesi dell´euro devono fare di tutto per evitare di trovarsi
in situazione di rischio, noi non possiamo intervenire Tra Ue e Usa punti di
intesa molto importanti, due anni fa un tale grado di consenso sarebbe stato
inimmaginabile ANDREA BONANNI DAL NOSTRO INVIATO BRUXELLES - Si aspetta una
serie di decisioni concrete e importanti contro la crisi dal vertice del G20
a cui parteciperà dopodomani a Londra, e allo stesso tempo comincia a sperare
che si possa intravedere la fine del tunnel della recessione. Pur con tutta la
sua abituale prudenza, il commissario europeo agli affari economici, Joaquin
Almunia, appare quasi ottimista. «Forse sta davvero arrivando la primavera»,
commenta ricevendo nel suo ufficio un ristretto gruppo di giornalisti.
Commissario, i britannici, che lo ospitano, sembrano voler abbassare le
aspettative sui risultati del G20. Sarà l´ennesima delusione? «E
perché mai? Io credo invece che ci saranno conclusioni importanti su almeno
cinque temi molto concreti. Primo: c´è un forte grado di consenso sulle
politiche macroeconomiche da adottare per superare la crisi, sia in campo
monetario sia in campo di politiche di bilancio. Secondo: ci sarà un chiaro
impegno a combattere il protezionismo e a rilanciare il commercio mondiale.
Terzo: ci saranno risultati concreti per rafforzare il Fmi e le altre
istituzioni finanziarie internazionali. Quarto: c´è accordo su una lunga lista
di azioni per migliorare la regolamentazione e la supervisione dei mercati
finanziari. Quinto: si deciderà di rafforzare e in qualche
modo istituzionalizzare il Financial Stability Forum allargandone la
partecipazione dal G8 al G20 più la
Commissione. Mi sembra che siano risultati molto positivi». Chi parlerà a nome
dell´Europa? «Parlerà la presidenza, che sarà presente. Parlerà la Commissione.
Parleranno i paesi europei che fanno parte del G20 e che hanno una posizione comune su tutti i punti in
discussione. L´Europa parlerà con una voce unica, come risulta dagli
incontri preparatori da cui è emerso un alto grado di consenso». Secondo lei
esiste davvero un diverso approccio filosofico tra americani ed europei? «Non
direi proprio. Quando discutiamo di regolamentazione, i punti di accordo sono
molto importanti. Lo stesso vale per l´approccio macroeconomico. Se pensiamo
solo a due, tre anni fa, prima della crisi, un simile grado di consenso e di
coordinamento tra Europa e Stati Uniti sarebbe stato del tutto inimmaginabile».
La crisi ha cambiato tutto, allora? «Solo due anni fa, il Fmi non aveva
richieste di intervento e stava studiando una riduzione del personale. Ora ha
una lista di domande per soddisfare le quali potrà più che raddoppiare i propri
fondi. Due anni fa l´idea corrente era che la regolamentazione finanziaria
fosse pericolosa e che occorresse lasciar fare al mercato. Ora tutti sono a
favore di una regolamentazione del mercato, dei prodotti finanziari e delle
istituzioni comuni. Due anni fa nessuno voleva utilizzare le politiche di
bilancio per intervenire sull´economia. Ora si discute solo della misura in cui
le politiche di bilancio devono intervenire. Un sacco di cose sono cambiate con
la crisi». Che cosa pensa della proposta cinese di creare una nuova valuta di
riferimento basata sui diritti di prelievo del Fmi? «E´ una vecchia idea di
Keynes che può e deve essere presa in considerazione. Ma sul breve e medio
periodo occorre essere realisti e sapere che il dollaro continuerà ad essere la
valuta internazionale di riferimento». Esiste ancora un rischio di default per
i paesi europei dentro e fuori dall´area euro? «Fuori dall´euro ci sono tre
paesi che hanno beneficiato dell´aiuto del Fmi e dell´Unione europea e che,
grazie a questi interventi, hanno evitato il rischio default. Spero che non si
presentino altri casi, anche se evidentemente non posso escluderlo. Per i paesi
dell´Unione monetaria, invece, non possiamo intervenire direttamente, perché il
Trattato vieta sia sostegni diretti dell´Unione al loro indebitamento sia che
la Bce compri sul mercato primario i loro titoli di debito. Quindi il messaggio
è che i paesi dell´euro devono fare tutto il necessario per evitare di trovarsi
in situazione di rischio. Per ora lo stanno facendo e noi rafforzeremo la
sorveglianza in questo senso». L´Ocse presenterà una previsione catastrofica
che vede in Europa una recessione del 4,2%. Conferma queste cifre? «Analizziamo
tutte le previsioni, che in questa fase sono piuttosto divergenti. Ma non le
commento. Io ho presentato le stime della Commissione a metà gennaio, due mesi
e mezzo fa. Prevedevamo un calo dell´1,9%. Da allora, purtroppo, tutti i
fattori di rischio sono andati peggiorando. Ma fino al 4 maggio, quando
presenteremo le nuove previsioni, non intendo dare cifre». Non ci sono segnali
positivi dunque? «A dire il vero, negli ultimi dieci giorni hanno cominciato ad
arrivare segnali che fanno pensare che si sia ormai raggiunto il fondo del
precipizio. Le vendite immobiliari negli Usa, l´indice delle previsioni di
acquisti delle imprese, le aspettative dei consumatori che hanno rallentato il
ritmo di discesa: si tratta naturalmente si indicazioni parziali da cui non si
possono trarre conclusioni definitive. Ma forse davvero sta arrivando la
primavera. Il problema resta il mercato del credito. E´ quello il vero collo di
bottiglia che strozza ogni possibilità di ripresa. In questo campo è urgente
fare di più: aumentare la trasparenza, rendere note le perdite. Se non si
risolve il problema degli asset tossici e di quelli dubbi, sarà difficile
uscire dalla crisi».
( da "Repubblica,
La" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 7 - Economia "Rabbia giustificata contro i bonus" Brown
congela gli stipendi ai ministri Allarme G20, 5 arresti in Inghilterra. Possibile secondo vertice in Sardegna
G20, in Inghilterra 5 arresti.
Possibile secondo vertice in Sardegna "Rabbia giustificata per i bonus dei
manager" Gordon Brown blocca gli aumenti ai ministri Trichet: la ripresa
sarà più lenta del previsto e arriverà a metà del prossimo anno ENRICO FRANCESCHINI
ELENA POLIDORI LONDRA - Anche Gordon Brown, come Obama, giudica
«giustificata» la rabbia contro i banchieri, accusati globalmente di aver
contribuito alla crisi economica. Il premier inglese sostiene di «condivere la
collera» anti-manager, dimostrando così una certa comprensione per le tesi dei
no-global che di nuovo scenderanno in piazza in coincidenza con il G20
anche per protestare contro i banchieri e i loro superbonus milionari: cinque
di loro sono già stati arrestati ieri per «complotto terroristico». Per dare il
buon esempio, alla vigilia del vertice che si apre giovedì a Londra, preceduto
domani da un brindisi a Buckingham Palace e da una cena a Downing Street, Brown
annuncia il congelamento degli stipendi di tutti i ministri del suo governo,
compreso il suo: non ci saranno gli scatti previsti per inflazione e anzianità
di servizio. A casa dei cinque manifestanti finiti in prigione, tutti
giovanissimi di Plymouth, la polizia ha trovato armi: fonti di Scotland Yard
dicono che volevano attaccare il summit. Migliaia di agenti sono in stato
d´allerta, ancor più perché Londra potrebbe essere costretta a spegnere le
telecamere del centro per motivi tecnico-burocratici. Toccherà a Mario Draghi,
presidente del Financial Stability Forum, cercare di bloccare questi
superbonus, secondo la bozza del comunicato finale del G20, già in
circolazione. Naturalmente, il suo Fsf dovrà anche porre nuovi paletti alla
finanza, in modo da evitare altre crisi come quella in corso, certificata
ancora una volta ieri dall´Ocse con due dati e dal presidente della Bce, Jean
Claude Tirchet. Il primo numero: quest´anno il Pil dell´area subirà un crollo
del 4,3%. Il secondo: nel 2010 rischiano di esserci 25 milioni di disoccupati
in più. Trichet aggiunge che la situazione «è peggiorata» e che ci sarà forse
«una lenta ripresa» dalla metà dell´anno prossimo. Nella sua analisi bisogna
che i governi accelerino l´attuazione dei piani anti-crisi, senza dimenticare i
vincoli di bilancio. Ed ecco il punto al centro del G20. Bisogna
dare meno soldi all´economia e mettere più regole ai mercati, come chiedono gli
europei oppure servono più denari e meno paletti, come vorrebbero gli States?
Brown mette le regole alla finanza al top dell´agenda, ma lui stesso non
esclude un altro vertice a 20, da tenersi entro l´anno, forse a margine del G7
della Maddalena, come ventilato dallo stesso Berlusconi. Il vista del summit,
le organizzazioni no profit chiedono di non dimenticare il sud del mondo.
( da "Italia Oggi"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
ItaliaOggi sezione: Imposte e Tasse data: 31/03/2009 - pag: 31 autore:
Gabriele Frontoni ex paradisi fiscali, accordo con la francia Guernsey, Jersey
e Isola di Man: ok agli scambi Continua senza sosta la corsa alla
sottoscrizione di accordi fiscali da parte degli ex paradisi fiscali. In attesa della riunione del G20 in programma giovedì prossimo a Londra, Guernsey, Jersey e Isle
of Man hanno deciso di imboccare la via dello scambio di informazioni
finalizzato al rispetto delle norme internazionali in materia finanziaria,
anti-riciclaggio e lotta al finanziamento del terrorismo. Nei giorni
scorsi, i vertici finanziari di Isle of Man hanno raggiunto un accordo con la
Francia che permetterà alle autorità transalpine di ottenere informazioni
sensibili ai fini degli accertamenti fiscali su tutti i detentori di un conte
corrente nel paese. Si tratta del 14esimo accordo raggiunto in pochi giorni, 12
dei quali siglati con paesi Oecd. Stessa situazione per quanto riguarda Jersey
che ha stipulato un accordo con Francia e Irlanda, mentre il Guernsey ha
raggiunto un'intensa sugli standard Oecd con Francia, Germania e Irlanda,
portando a 13 il numero delle intese sottoscritte negli ultimi mesi per evitare
di finire sulla lista nera dell'Ocse. «Mi compiaccio che in un periodo in cui
molti paesi stanno facendo promesse sulla modifica del segreto bancario,
Guernsey, Jersey e Isle of Man hanno preso effettivamente iniziative concrete»,
ha dichiarato Jeffrey Owens, direttore del dipartimento fiscale dell'Oecd.
( da "Sole 24
Ore, Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-31 - pag: 7 autore:
G-8 lavoro. Sacconi: l'«early warning» non può basarsi solo su indicatori
finanziari «L'Fmi sorvegli anche il rischio sociale» Giorgio Pogliotti ROMA
Ripensare il ruolo del Fondo monetario internazionale incorporando anche gli
indicatori sociali, perché «sono strettamente legati la sostenibilità sociale e
la stabilità finanziaria». è il messaggio che arriva dal documento conclusivo
del G8 Lavoro (allargato ieri a India, Cina, Messico, Brasile, Sudafrica ed
Egitto) organizzato dalla presidenza italiana, in vista del G20 di
Londra che si occuperà della stabilità finanziaria. L'appello degli otto
ministri del Lavoro è a seguire il principio "people first": «L'early
warning,utile ad anticipare eventuali fenomeni – ha detto il ministro italiano
Maurizio Sacconi – deve esserefatto con indicatori sia di carattere finanziario
che sociale. Bisogna tenere conto non solo dell'impatto delle spese di Welfare
sui bilanci pubblici, ma anche dell'equilibrio e della coesione sociale». Il
documento contiene l'invito diretto alle organizzazioni internazionali «Fmi,
Ocse e Ilo a prendere in considerazione il mercato del lavoro e gli impatti
sociali nelle loro attività di consulenza e collaborazione con i governi»,
affinché «un'efficace occupazione e politiche di protezione sociale riescano a
mitigare gli impatti della crisi, assicurando una ripresa sostenibile». Del
resto la crisi sembra destinata ad appesantirsi: per il
( da "Messaggero,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Martedì 31 Marzo 2009 Chiudi I grandi, le emergenze,
le divisioni LA CRISI E LA VIA STRETTA DEL G20
( da "Messaggero,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Martedì 31 Marzo 2009 Chiudi IL SUMMIT dei capi di Stato e di governo del G20 che si
terrà a Londra il 2 aprile è stato preceduto da un gran numero di riunioni,
soprattutto a livello europeo, ma anche mondiale. L'aumento del turismo
politico e diplomatico significa sempre due cose. Intanto, che gli sherpa non
sono giunti a conclusioni condivise e che non hanno le idee chiare sulle
soluzioni e forse neppure sui problemi da discutere nel vertice. Poi,
esso serve a mascherare sia l'incapacità di prendere decisioni nazionali che la
volontà di nascondersi dietro la foglia di fico del vincolo esterno, per
giustificare le scelte fatte. Di fatto, nella riunione di Londra si
scontreranno due tesi opposte. Da un lato, i dottrinari, apostoli dei
"massimi sistemi", che pretendono che il G20
definisca un nuovo ordine economico mondiale. Dall'altro, i pragmatici-realisti
puri e duri. Essi cercano soprattutto di indurre gli altri Paesi a prendere
provvedimenti corrispondenti ai propri interessi e preferenze. I primi si
porranno l'interrogativo se la crisi attuale segni la fine della
globalizzazione e del capitalismo. Affermeranno che sono inadeguate le regole
attuali ed inefficaci i controlli. Proporranno regole ed istituzioni più o meno
messianiche per creare un nuovo ordine economico mondiale, "trasparente,
stabile e giusto". Fino a poco tempo fa parlavano di una seconda Bretton
Woods. Oggi l'espressione è scomparsa, ma l'intenzione di farla rimane. È
un'utopia. L'Ue non è riuscita a gestire unitariamente la crisi. È un mistero
come si possa pensare di trovare un accordo nel G20, fra
Paesi con interessi e percezioni tanto differenti. Il rischio è che, correndo
dietro alle chimere, non solo non venga fatto il poco di buono che è possibile,
ma che si creino ulteriori guai. In realtà tale rischio non è molto elevato. Ci
penseranno Obama e Hu Jintao ad evitarlo. Forse, le cose serie verranno decise
in quello che Fred Bergsten ha denominato G2, cioè da Chimerica (China and
America). Contrapposti ai benintenzionati fautori dell'ordine nuovo, sono i
pragmatici-minimalisti. Essi non indulgeranno ad uno scontro ideologico
globale. Non perderanno tempo a discutere di Stato e mercato, di liberismo, di
"mercatismo" e di liberalismo, di ritorno di Keynes o di validità
della globalizzazione. Cercheranno invece di individuare il massimo comun
denominatore per coordinare, nel limite del possibile, le scelte fatte dai
singoli Paesi. Si propongono obiettivi più modesti: la stabilità, la crescita e
la creazione dei posti di lavoro. Essi non credono nelle crociate morali per
purificare l'economia e la finanza. Sono contrari alle discussioni accademiche
se sia fallito il mercato o lo Stato od entrambi. Molti di loro sono persuasi
che la crisi sia stata causata dagli squilibri strutturali esistenti
nell'economia mondiale ad esempio, dal fatto che gli Usa, al contrario dei cinesi,
consumino più di quanto producano. Tali squilibri non possono essere modificati
da nuove regole, per quanto buone esse siano. Per questo, anziché ricercare il
meglio, si limitano ad evitare il peggio e di fare guai. Beninteso, nella
riunione del G20, si svolgeranno interessanti discussioni fra gli Usa
che vogliono che gli europei stimolino maggiormente l'economia e questi ultimi
che non ne vogliono sapere. Come scusa, sosterranno che nei loro stimoli
andrebbero considerate le loro maggiori provvidenze sociali, proprie del
capitalismo renano. Le discussioni saranno però inutili. Non indurranno gli
Stati a modificare le loro decisioni. Tutti, poi, concorderanno sul fatto che,
essendo la finanza globale, anche la vigilanza dovrebbe esserlo. Ma nessuno accetterà
di cedere la propria vigilanza nazionale. Non siamo riusciti a farlo neppure in
Eurolandia! Alla fine tutti si dichiareranno d'accordo su due concetti,
sostenuti sin dall'inizio dai realisti. Il primo è che causa, sviluppo e
portata della crisi sono ancora sconosciuti. Sono influenzate
dall'"economia della paura". Ciò impone una grande cautela, per
evitare rimedi che possano aggravare il male. Perciò non vanno modificate
regole, che bene o male hanno funzionato, almeno fino al primo shock petrolifero.
Verranno però costituiti vari gruppi di lavoro per modificarle, accontentando
così i sostenitori del nuovo ordine economico mondiale. Il secondo concetto che
dominerà la riunione è quello del "prius vivere, deinde
philosophari". Taluni provvedimenti urgenti verranno presi, come l'aumento
delle disponibilità finanziarie del Fondo monetario internazionale, una
maggiore rappresentatività dei Paesi emergenti negli organismi decisionali,
forse un rilancio del Doha Round e aiuti per l'Est europeo, e così via. Per il
resto, ci si limiterà a condannare il protezionismo, ad esaltare i meriti del
commercio e del libero mercato ed a censurare gli stipendi eccessivi dei
banchieri e la loro eccessiva propensione al rischio. Insomma, le aspettative
riposte nel G20 verranno deluse. Modifiche delle regole si faranno
"a bocce ferme", quando la crisi sarà finita. Solo allora se ne
potranno valutare gli impatti sugli assetti geoeconomici e geopolitici globali.
Il nuovo ordine mondiale, come quello attuale, non sarà fondato solo su regole
e principi etici, ma sui rapporti di potenza. Per ora non si sa quali questi
ultimi saranno dopo la crisi.
( da "Messaggero,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Martedì 31 Marzo 2009 Chiudi di LUCIANO COSTANTINI ROMA La ripresa passa
per le politiche sociali. Anzi, le politiche sociali sono il motore stesso
della ripresa. L'uomo è al centro della società ed è la fiducia il carburante
essenziale per far camminare la società. In questo caso per farla ripartire. E'
stata la sfiducia ad innescare il circolo vizioso della crisi ed ora va
invertito il ciclo. Un impegno che rientra nelle prerogative degli organismi
internazionali e delle parti sociali, ma devono essere poi i governi a
pianificare interventi e traguardi. E' questo, nella sostanza, il messaggio di
chiusura del G8 dei ministri del Lavoro del Social Summit che oggi si trasforma
in G14 attraverso un allargamento del tavolo ai membri di Cina, India, Brasile,
Messico, Sud Africa ed Egitto. Il documento finale invita «gli organismi
internazionali, in particolare il Fondo monetario internazionale, l'Ocse e
l'Ilo a prendere in considerazione l'impatto sociale nelle loro attività a
fianco dei governi». Perchè la crisi morderà ancora. Anzi. Secondo le stime del
segretario, Angel Gurria, quest'anno il Pil dell'area Ocse viaggia verso il
meno 4,3% e il prossimo anno la crescita sarà prevalentemente piatta. Nere
anche le previsioni sul tasso di disoccupazione che nel 2010 potrebbe
avvicinarsi al 10%, senza salvare quasi nessun Paese. In definitiva, la crisi
potrebbe produrre 25 milioni di disoccupati in più. «Certo - ha commentato il
ministro degli Esteri, Franco Frattini - alcuni dati sull'occupazione
preoccupano, ma anche io come il collega Sacconi, invito alla massima cautela
su dati statistici che in alcuni casi appaiono non coordinati da istituto e
istituto e spesso impongono correzioni a breve distanza dalla loro
pubblicazione». Certo per il futuro servirà più attenzione. «Perchè - ha
puntualizzato il ministro Sacconi - le organizzazioni internazionali non hanno
saputo nè prevenire nè prevedere nè provvedere alla crisi. E questo non può più
accadere. Siamo entrati nella crisi finanziaria ed economica senza rendercene
conto e senza che nessuno ci avesse minimamente avvisato. Non possiamo scoprire
che l'Argentina salta dopo che è già saltata nè venire a sapere che siamo pieni
di titoli tossici dopo che hanno già invaso il mercato». Però la crisi può
cambiare il nostro futuro. Sacconi ne è convinto: «Si tratta di agire sul
rapporto di fiducia dove ha cominciato ad intaccarsi, ossia sui mercati
finanziari coniugando la stabilità finanziaria con la sostenibilità sociale.
Una visione che verrà girata al G20 di
Londra». La crisi è di dimensioni globali: investe tutti i Paesi, uomini e
donne. Ma i più danneggiati sono i lavoratori adulti o anziani. Sono i
lavoratori che hanno ancora un'aspettativa di vita di almeno 30 anni.
«Condannarli così presto - ha lamentato il titolare del nostro dicastero del
Welfare - significa anche un impoverimento di molte famiglie perchè spesso
hanno ancora figli piccoli». E poi la condizione delle donne «già
condannate a percorsi discontinui e ora doppiamente colpite». Ovviamente,
particolare attenzione va rivolta anche ai giovani «che rischiano di rimanere
intrappolati ai margini di un mercato del lavoro di scarsa qualità». Questi
giovani lavoratori vanno riqualificati attraverso nuove opportunità come quelle
offerte da impieghi nel settore dell'ambiente e del sociale. Invito, quasi una
esortazione, del direttore generale dell'Ilo, Juan Somavia: «In giro per il
mondo ci sono circa 90 milioni di nuovi entranti nel mondo del lavoro ogni anno
che cercano un impiego decente. Rischiamo di deludere la maggior parte di loro
quest'anno e forse anche nei successivi. Serve un Patto globale».
( da "Messaggero,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Martedì 31 Marzo 2009 Chiudi di CARLO JEAN Molti di loro sono persuasi
che la crisi sia stata causata dagli squilibri strutturali esistenti
nell'economia mondiale ad esempio, dal fatto che gli Usa, al contrario dei
cinesi, consumino più di quanto producano. Tali squilibri non possono essere
modificati da nuove regole, per quanto buone esse siano. Per questo, anziché
ricercare il meglio, si limitano ad evitare il peggio e di fare guai.
Beninteso, nella riunione del G20, si svolgeranno interessanti discussioni fra gli Usa che
vogliono che gli europei stimolino maggiormente l'economia e questi ultimi che
non ne vogliono sapere. Come scusa, sosterranno che nei loro stimoli andrebbero
considerate le loro maggiori provvidenze sociali, proprie del capitalismo renano.
Le discussioni però non indurranno gli Stati a modificare le loro decisioni.
Tutti, poi, concorderanno sul fatto che, essendo la finanza globale, anche la
vigilanza dovrebbe esserlo. Ma nessuno accetterà di cedere la propria vigilanza
nazionale. Non siamo riusciti a farlo neppure in Eurolandia! Alla fine tutti si
dichiareranno d'accordo su due concetti, sostenuti sin dall'inizio dai
realisti. Il primo è che causa, sviluppo e portata della crisi sono ancora
sconosciuti. Sono influenzate dall'"economia della paura". Ciò impone
una grande cautela, per evitare rimedi che possano aggravare il male. Il
secondo concetto che dominerà la riunione è quello del "prius vivere,
deinde philosophari". Taluni provvedimenti urgenti verranno presi, come l'aumento
delle disponibilità finanziarie del Fondo monetario internazionale, una
maggiore rappresentatività dei Paesi emergenti negli organismi decisionali,
forse un rilancio del Doha Round e aiuti per l'Est europeo, e così via. Per il
resto, ci si limiterà a condannare il protezionismo, ad esaltare i meriti del
commercio e del libero mercato ed a censurare gli stipendi eccessivi dei
banchieri e la loro eccessiva propensione al rischio. Insomma, le aspettative
riposte nel G20 verranno deluse. Le modifiche delle regole si faranno
"a bocce ferme", quando la crisi sarà finita. Solo allora se ne
potranno valutare gli impatti sugli assetti geoeconomici e geopolitici globali.
Il nuovo ordine mondiale, come quello attuale, non sarà fondato solo su regole
e principi etici, ma sui rapporti di potenza. Per ora non si sa quali questi
ultimi saranno dopo la crisi.
( da "Messaggero,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Martedì 31 Marzo 2009 Chiudi di DANIELE ARCHIBUGI TUTTO il pianeta guarda
con il fiato sospeso al vertice dei capi di governo di Londra del 2 aprile
prossimo. Da quanto verrà annunciato dal G20
potrebbero dipendere la possibilità di trovare un posto di lavoro, di
rifinanziare un mutuo, di accedere ad un credito per una piccola impresa e,
nelle parti più povere del mondo, addirittura mandare a letto i propri figli
con la pancia piena. Tante speranze e tanti timori, ma è il
G20 l'istituzione adatta per
affrontarli? Sotto il profilo della legittimità, il G20 non ne ha alcuna. Si tratta una istituzione che non ha neppure
un impiegato, non ha una sede e tanto meno uno statuto. E, nonostante il nome,
non ha neppure 20 Stati membri: ne ha solamente
( da "Messaggero,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Martedì 31 Marzo 2009 Chiudi di MARCO FORTIS LA CRISI mondiale ha colpito
inizialmente le banche, le Borse e il risparmio trasferendosi poi, attraverso
il crollo dei consumi e degli investimenti, ai settori produttivi. Ed ora si
sta abbattendo pesantemente sul mercato del lavoro, al centro in questi giorni
dell'attenzione del G20. Lo scorso gennaio l'International labour organization, nel suo
ultimo "Global employment trends", ha formulato alcuni scenari di
crescita del numero dei disoccupati nel mondo. Nel 2007 i senza lavoro erano
179 milioni; lo scenario base prevede un loro incremento di 31 milioni entro il
2009, quando potrebbero raggiungere i 210 milioni; lo scenario più
pessimistico prevede invece un aumento del numero di disoccupati di ben 51
milioni sino a 230 milioni. Una cifra gigantesca, ma che potrebbe rivelarsi non
troppo lontana dalla realtà considerando che solo in Cina sarebbero già più di
20 milioni gli operai delle fabbriche tornati nelle campagne senza lavoro e che
negli Stati Uniti in un solo anno il numero di disoccupati è già cresciuto di
oltre 4 milioni. Naturalmente occorre distinguere tra la disoccupazione
permanente e quella che sarà solo "temporanea". Tuttavia, occorre non
farsi troppe illusioni. Come ha affermato ieri Lorenzo Bini Smaghi, è assai
probabile che «non torneremo ai livelli precedenti la crisi». Nel senso che
occorrerà del tempo per uscire da una recessione che appare strutturale più che
congiunturale e che vede due settori di grande rilievo economico diretto ed
indotto come l'edilizia e l'auto in profonda crisi di sovracapacità a livello
mondiale. Un dato su tutti: secondo l'Ufficio del budget del Congresso Usa
bisognerà attendere fino al secondo trimestre del 2010 per veder tornare il
numero di nuovi cantieri per la costruzione di abitazioni residenziali in
America non a livelli "medi" bensì soltanto ai minimi storici toccati
nei precedenti cicli negativi, come il 1982 o il 1991. La crisi cominciata nel
( da "Corriere
della Sera" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima
Pagina - data: 2009-03-31 num: - pag: 1 autore: di DANILO TAINO categoria:
REDAZIONALE L'intervista Il grande sociologo Dahrendorf: il G20 fallirà
\\ Il sociologo Ralf Dahrendorf è sicuro: il vertice del G20 di
Londra fallirà. A PAGINA 2
( da "Corriere
della Sera" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-31
num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE L'intervista «Avanzano le scelte dei
singoli Stati, ma c'è un contenuto di nazionalismo economico» «Il G20
fallirà, non ci sono soluzioni globali» Dahrendorf: la crisi? Torneremo agli
stili di vita degli anni Cinquanta e Sessanta DAL NOSTRO INVIATO COLONIA — Ralf
Dahrendorf è sicuro che il vertice del G20 di
Londra, il prossimo 2 aprile, fallirà. «Fallirà, non raggiungerà gli obiettivi
che gli erano stati dati originariamente, cioè essere il momento decisivo per
uscire dalla crisi e ridisegnare l'ordine economico internazionale — sostiene
—. Per molti motivi, ma soprattutto perché quello che stiamo vivendo non è un
Bretton Woods moment ». Il sociologo forse più autorevole d'Europa — ma anche
politico, politologo, filosofo, educatore e membro della Camera dei Lord
britannica nonostante sia di origine tedesca — non ha praticamente parlato in
pubblico della crisi mondiale. Lo fa con questa intervista. Lord Dahrendorf,
perché non siamo in un «momento Bretton Woods» ? «Quando Keynes entrò alla
conferenza di Bretton Woods, nel 1944, credeva di andare a salvare la sterlina.
In breve tempo si accorse che era morta, che il ruolo dominante era passato al
dollaro e agli Stati Uniti. Ora, la situazione è diversa, questa è una fase
confusa, dove non ci sono vincitori. E non sono nemmeno certo che l'America
voglia caricarsi sulle spalle da sola il peso dell'uscita dalla crisi. Ma non è
l'unica ragione per cui il vertice non sarà un successo». Quali altre ragioni?
«Io stimo Barack Obama e Gordon Brown, ma in questo caso sbagliano. Ritengono
che questa sia una crisi globale, mentre la possiamo definire mondiale ma non
globale. Globale è il cambiamento climatico, che non può avere risposte
nazionali. Ma la crisi riguarda sì tutti, cioè è mondiale, ma ha risposte
nazionali, e queste contengono un nazionalismo economico. Io li vedo come
globalisti, al contrario di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy che sono
mondialisti. Questa è l'origine del conflitto che sta alla radice del G20
del 2 aprile: è sbagliato credere che ci siano soluzioni globali». Cosa intende
per fallimento del vertice? «Non ci sarà accordo su un pacchetto di stimolo
"globale". Ci saranno dichiarazioni generiche sulle nuove regole da
scrivere. Forse verrà un po' rafforzato il Fondo monetario internazionale. E si
identificheranno alcuni capri espiatori, in particolare i paradisi fiscali.
Niente di davvero importante, tanto che tutti sono impegnati ad abbassare le
aspettative, il padrone di casa Brown in testa, dopo che le avevano alzate
moltissimo». Quali sono le conseguenze della crisi, nel lungo periodo? «Alla
fine tutti avremo ridotto gli standard di vita di almeno un 20%. Torneremo
circa ai livelli precedenti a quelli di Ronald Reagan e Margaret Thatcher. Per
alcuni aspetti, a un modo di vivere che somiglierà un po' agli anni Cinquanta e
Sessanta, con molta più tecnologia ma senza l'ottimismo di quei decenni». Anche
quando inizierà la ripresa? «La ripresa sarà lunga e lenta. E non basterà a
servire gli interessi sul debito che nel frattempo gli Stati stanno
accumulando. Ragione per cui sarà un periodo di tasse alte e alta inflazione.
Niente di bello. Alcuni economisti parlano di "inflazione controllata",
sostengono cioè che qualche anno di inflazione tra il 6 e il 10% basterà a
ridimensionare i debiti pubblici. Il problema è che un'inflazione del genere
sarà pagata soprattutto dai poveri e dai pensionati». Visione nera. «Se
vogliamo metterle un po' di belletto, possiamo forse prevedere che la crisi
porterà un cambio di attitudine, con più attenzione all'economia reale e un
distacco dalla cultura del debito e dal capitalismo del debito. Il ricorso alle
carte di credito sarà mitigato, sarà forse un clima più piacevole». Cultura del
debito? «Sì, la cultura diffusa, ma molto diffusa, per la quale mettevi lì
cinquanta euro e ti pareva normale che ti dessero un'automobile o una casa. Può
non piacere a molti, che preferiscono dare ogni responsabilità ai banchieri e
ai paradisi fiscali, ma credo che questa sia la ragione principale della
crisi». Prima responsabile non è dunque la deregulation degli anni di Reagan e
Thatcher? «Ci sono alcuni aspetti di quella deregulation che entrano tra le
ragioni della crisi. Ma non andrei troppo avanti su questa strada. Perché alla
base della crisi c'è soprattutto la cultura del debito e la bolla conseguente.
Un mio conoscente mi raccontava l'altro giorno che ha uno chalet da vendere a
Chamonix e che, all'improvviso, si è accorto che a nessuno al mondo serve uno
chalet a Chamonix. Non più, perché il mondo sta riducendo di quel 20% le sue
esigenze. Ma questo non c'entra niente con la signora Thatcher, la quale, di
base vittoriana, aveva anzi orrore del debito ». Pericoli di violenza a causa della
crisi? «Non vedo un ritorno del terrorismo domestico. Ma c'è una grande rabbia
diffusa, la voglia di trovare colpevoli. Per ora non ha sbocchi politici, è
individuale, come abbiamo visto negli attacchi alle case di banchieri, o si
incanala in manifestazioni di massa tradizionali come quelle delle tifoserie
del calcio ». La democrazia potrebbe correre dei rischi? «La democrazia
direttamente no, anche se ci saranno spostamenti politici. Diverso è il
discorso per la società aperta, perché la crisi non favorisce le libertà. Le
scelte dei governi di nazionalizzare banche e forse anche certe industrie
riducono le libertà. Non saranno tempi belli». C'è chi dice che il vero potere
non starà nel G20 ma nel G2, cioè Washington più Pechino. «Forse, anche
se non vedo fino in fondo come Stati Uniti e Cina, che non si piacciono,
possano andare davvero d'accordo. Credo però che quasi certamente l'Europa non
ci sarà alla guida del mondo: i leader europei vanno per strade diverse e
soprattutto chiedono a Bruxelles di ridurre, allentare il mercato unico ». Il
sociologo Ralf Dahrendorf Danilo Taino
( da "Corriere
della Sera" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-31
num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Crescita e tassi L'Ocse taglia le stime
mondiali: Pil in calo del 4,3% Trichet pronto a ridurre ancora il costo del
denaro FRANCOFORTE — A quando la ripresa? «Nel corso del 2010, ma le previsioni
sono circondate da incertezza e la ripresa dipende da noi, dalla nostra
capacità di ripristinare la fiducia e dall'applicazione urgente degli stimoli
governativi», ha spiegato ieri al Parlamento europeo il presidente della Bce
Jean-Claude Trichet ( foto). Per il momento le notizie sono negative: la
situazione nel primo trimestre si è deteriorata, il 2009 sarà «molto brutto»,
con una domanda «molto debole». Mentre l'inflazione rimarrà ben al di sotto
dell'obiettivo del 2%, senza tuttavia trasformarsi in deflazione. A tre giorni
dalla riunione del Consiglio, Trichet non lancia segnali espliciti di politica
monetaria. Ma secondo i mercati il quadro dipinto non lascia spazio a dubbi. La
Bce si appresta a tagliare di nuovo i tassi, verso il record storico dell'1%. E
se Trichet ha ammesso che «stiamo rivedendo le nostre previsioni», l'Ocse ieri
l'ha già fatto. Stimando ormai un calo del Pil del 4,3% per i Paesi dell'area,
mentre per il prossimo anno prevede un andamento piatto. Numeri
per il summit dei Grandi. Mentre le anticipazioni sul comunicato finale del
prossimo G20 spiega che i piani di stimolo già
varati aumenteranno il pil globale del 2%, creando 20 milioni di nuovi posti di
lavoro. Entro quando, non è ancora dato sapere. Marika de Feo
( da "Corriere
della Sera" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-31
num: - pag: 30 categoria: REDAZIONALE Il caso Epifani: 3,4 milioni hanno detto
no Nuovo contratto, sul referendum sfida tra Cgil e Cisl ROMA - Il popolo della
Cgil boccia il nuovo modello contrattuale secondo l'intesa firmata da Cisl e
Uil del 22 gennaio scorso e scoppia la rissa nel sindacato. «Il 96,27% dei
lavoratori che hanno partecipato al referendum, vale a dire 3,4 milioni - ha
annunciato il segretario della Cgil Guglielmo Epifani ha respinto l'accordo
separato ». «Sono dati assolutamente straordinari - ha commentato perché ha
partecipato molta più gente di quella iscritta alla Cgil, è un dato che ha un
peso politico alto». Secca e dura la risposta del segretario Cisl Raffaele
Bonanni: «Ci meraviglia che una organizzazione seria come la Cgil possa
ricorrere a una panzana così clamorosa solo per fare propaganda alla vigilia
della propria manifestazione». Per Bonanni «non è un vero referendum quello
indetto da un solo sindacato, questi sono metodi che esistono laddove non c'è
democrazia». «La Cgil dovrebbe avere più umiltà - continua il leader della Cisl
- e rassegnarsi all'evidenza dei fatti: in Italia esiste il pluralismo
sindacale come l'ultimo caso della Piaggio ha dimostrato». Così la Uil, con il
segretario confederale Paolo Pirani, ha respinto al mittente l'esito della
consultazione. «Un risultato bulgaro - ha detto - per un referendum bulgaro ed
unilaterale, quindi difficilmente verificabile ». Pacata ma ferma la risposta
della Cgil affidata in serata a un comunicato stampa: «Cisl e Uil dovrebbero
accettare in tutte le circostanze la sfida del voto dei lavoratori. La Cgil
infatti ha proposto sia alla Cisl che alla Uil di tenere insieme in tutti i
luoghi di lavoro un referendum sull'accordo separato del 22 gennaio con le
stesse regole trasparenti adottate durante la consultazione unitaria sul
protocollo per il welfare del 2007». Ma Cisl e Uil - prosegue la nota - non
sono state d'accordo, consultare i lavoratori per la Cgil è importante e Cisl e
Uil dovrebbero avere rispetto». Ora il dialogo tra le maggiori organizzazioni
sindacali è fortemente compromesso, a pochi giorni dalla manifestazione
promossa dalla sola Cgil e a un mese da quella unitaria del Primo maggio. E mentre si chiude il G8 del Lavoro, con un nuovo appello del
ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, a mettere al centro dell'azione
politica la «stabilità sociale». Sacconi e il G8-Lavoro «Al G20 ricordiamo: la stabilità sociale è elemento portante
dell'economia» R. Ba.
( da "Corriere
della Sera" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-31 num:
- pag: 17 categoria: REDAZIONALE La rissa Londra, la polizia usa i lacrimogeni
in Parlamento DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Qualche birra di troppo. E il
party è stata turbato da una rissa da saloon. Roba da spaghetti-western.
Peccato che la scena non fosse ambientata nelle praterie del lontano Far West
ma più nei corridoi della Casa dei Comuni a Westminster. E che anziché
pistoleros e bounty killer a occupare la scena del set vi fossero gli
elegantissimi ospiti di un ricevimento organizzato dal gruppo Tory e dal suo
presidente Eric Pickles. Con la polizia nelle parti dello sceriffo che preso
alla sprovvista alla fine si vede costretto a usare le maniere forti. Una
nottata movimentata, visto che gli agenti a un certo punto, data la malparata,
hanno sparato un candelotto lacrimogeno. Facendo andare di traverso ad alcune
decine di invitati, parlamentari con signore e ospiti, le libagioni appena
gustate. Il fatto è che, nonostante le mille precauzione prese alla vigilia del G20 e
nonostante Londra sia pattugliata e controllata in ogni suo metro quadrato, tre
persone, pare invitate al party dei conservatori, ma prive del necessario pass
sono riuscite a entrare. Erano con ogni probabilità già abbastanza cariche di
alcol così quando gli agenti hanno chiesto loro conto della ragione per cui si
trovavano lì hanno risposto alzando la voce, coinvolgendo altri ospiti,
prendendosela con la sicurezza. Uno dei tre «ospiti» senza documento è stato fermato,
gli altri due sono spariti. Terroristi? Niente paura. Solo il loro fantasma. Ma
a Westminster sembra che entrare sia davvero facile. F.Cav.
( da "Giornale.it,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 77 del 2009-03-31 pagina 0 G20, Sarkzoy minaccia:
"Misure concrete oppure io me ne vado" di Redazione Giovedì a Londra
l'appuntamento tra i leader mondiali. L'Eliseo: "Regolamentazione
finanziaria internazionale e stop ai paradisi fiscali". E la minaccia:
"Meglio una rottura che il consenso minimo" Londra - Il guanto di
sfida di Sarkozy. Il capo di stato francese alza il tono e minaccia di far
saltare in aria il vertice G20 di Londra del 2 aprile se non
saranno adottate misure concrete per rilanciare leconomia globale: "Non ci sarebbe niente di
peggio di un G20 di basso profilo, preferisco una rottura a un consenso
minimalista". Quando mancano meno di 48 ore allincontro Nicolas Sarkozy è più che mai deciso
ad esercitare tutta la pressione possibile sul G20:
"Se a Londra non ci saranno progressi, ci sarà una sedia vuota! Mi alzerò
e me ne andrò!" aveva minacciato il capo stato, in una conversazione
appartata, alla fine del consiglio dei ministri del 18 marzo. Paradisi fiscali
Pur se i membri del G20 non sono più in contrasto più sul
tema dellampiezza delle misure di stimolo - gli
americani ammettono ormai che queste possano essere diverse a seconda delle
aree economiche - il punto focale è il dossier della regolamentazione
finanziaria e dei paradisi fiscali, due temi sui quali Sarkozy intende
agire concretamente. La linea dellEliseo
è stata confermata ieri da Xavier Musca, nuovo segretario generale della
presidenza francese: "Tutti comprendono limportanza di questo
vertice per i mercati e per lopinione pubblica. Stiamo per costruire un nuovo
mondo" ha dichiarato Musca, aggiungendo: "La Francia non accetterà un
G20
che produca un falso successo con un linguaggio dalle note dolci, ma dai
contenuti vuoti". No a un regolatore Sono pochi i paesi che concordano
sulla creazione di un regolatore internazionale globale. Gli anglosassoni si
oppongono con forza a questa ipotesi, mentre lidea di compromesso sarebbe quella di assicurare un maggiore e
migliore coordinamento fra gli organi di controllo nazionali. © SOCIETà EUROPEA
DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 77 del 2009-03-31 pagina 7 E Parigi sospende i bonus di Alberto
Toscano Parigi «Le componenti variabile ed eccezionale delle remunerazioni
saranno proibite nel caso di imprese che ricevano aiuti pubblici e che siano
costrette a varare piani di licenziamenti», dice il primo ministro francese
François Fillon nel presentare l'attesissimo decreto anti-stock-option. Il
presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy ha esitato a lungo tra l'idea del
disegno di legge e quella del decreto legge. Poi ha optato per questa seconda
soluzione, che è certamente più rapida e che evita di esporre il governo a
polemiche in ambito parlamentare. Sarkozy voleva assolutamente lanciare un
segnale di «moralizzazione del capitalismo» prima del
vertice del G20 in calendario
per il 2 aprile a Londra. Così il primo ministro Fillon ha avuto il compito di
annunciare ieri il testo del decreto, che molti osservatori considerano
piuttosto restrittivo rispetto alle grandi promesse della vigilia. In realtà
Sarkozy e Fillon evitano di affondare il bisturi nel complicato sottobosco dei
bonus e delle stock-option di cui beneficiano da lungo tempo i manager
transalpini. Quella strada avrebbe esposto il governo a una valanga di
polemiche e avrebbe avvelenato le relazioni col Medef, la Confindustria
francese. Sarkozy e Fillon hanno dunque deciso di mettere sotto controllo le
retribuzioni «variabili ed eccezionali» dei manager delle sole società in
crisi, che beneficiano oggi di consistenti aiuti pubblici. Si tratta di otto
aziende: sei grandi banche (Société générale, Bnp Paribas, Crédit Agricole,
Banques populaires, Caisses d'Epargne, Crédit Mutuel) più i due costruttori
automobilistici nazionali Renault e Psa (ossia il gruppo Peugeot-Citroën, che
proprio ieri ha cambiato presidente). Inoltre la validità del decreto è
limitata a quest'anno e al prossimo. Dopo il 2010 tutto tornerà come prima,
anche se Fillon non esclude il prolungamento di queste disposizioni
nell'improbabile ipotesi che la crisi economica attuale si protragga al di là
del prossimo anno. Fillon ha detto che il governo rifiuta di mettersi in una
logica punitiva nei confronti dei dirigenti aziendali e ha precisato la vera
intenzione di Sarkozy: mettere fine a quelli che - in un contesto di crisi
economica e in presenza di pesanti piani di ristrutturazione aziendale -
possono essere considerati come «veri e propri abusi». Il decreto anti-bonus
viene pubblicato dal Journal Officiel, la Gazzetta Ufficiale d'Oltralpe, nella
giornata di oggi 31 marzo ed entra immediatamente in vigore. I partiti
dell'opposizione criticano aspramente il governo, chiedendo un piano molto più
duro per colpire l'insieme degli incentivi di cui beneficiano i dirigenti delle
imprese d'ogni genere. In particolare di quelle quotate al Cac 40, il listino
principale della Borsa parigina. Socialisti e comunisti parlano dell'iniziativa
di Sarkozy e Fillon come di «una presa in giro». Critiche vengono anche dalle
confederazioni sindacali più vicine ai partiti d'opposizione. Per contro il
Medef tira un sospiro di sollievo e approfitta dell'occasione per rilanciare il
suo codice di comportamento interno, che impone trasparenza nei bilanci delle
aziende e nelle retribuzioni dei manager. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Affari
Italiani (Online)" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Economia Mercati/ Borse Ue positive. Ancora giù Tokyo Martedí 31.03.2009
09:02 Avvio in rialzo per le borse europee che ritracciano parte delle pesanti
perdite di ieri, con gli investitori che iniziano a
rivolgere l'attenzione all'avvicinarsi del vertice G20 a fine settimana. A Londra l'indice Ftse 100 sale dello 0,53% a
3.782,90 punti. A Milano il Mibtel segna un rialzo dello 0,66% a 12.502 punti.
Cresce dello 0,56% il Cac 40 di Parigi a 2.734,69 punti e a Francoforte il Dax
guadagna lo 0,46% a 4.007,66 punti. Intanto, il presidente americano
Barack Obama arriverà oggi in Europa con un'agenda pesante da affrontare. La
prima tappa sarà a Londra per partecipare al summit di giovedì delle 20
maggiori economie mondiali. Chiusra ancora in calo, invece per la piazza
nipponica in una seduta caratterizzata da volumi sottili in vista dei dettagli
di un nuovo piano di stimolo all'economia predisposto dal governo che dovrebbe
creare, secondo i media, 2 milioni di posti di lavoro. L'indice Nikkei ha
terminato la seduta lasciando sul terreno l'1,54% a 8109,53 punti. In Asia il
primo ministro giapponese Taro Aso dovrebbe rivelare un nuovo piano di stimolo
per contrastare il crescente tasso di disoccupazione e il calo dei consumi di
quella che si presenta come la peggiore recessione che abbia colpito il paese
negli ultimi sessanta anni. Wall Street ha chiuso in forte calo spinta al
ribasso dalla bocciature dei piani Gm e Chrysler e dal timore che i due colossi
dell'auto Usa siano a un passo dalla bancarotta. Il Dow Jones ha ceduto il
3,27% chiudendo a quota 7.522,02 punti. Meglio ha fatto il Nasdaq che ha perso
il 2,81% finendo a 1.501,80 punti. tags: borsa piazza affari g20 tokyo nikkei
( da "Affari
Italiani (Online)" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Economia Povertà/ Appello al G20: misure
per i più vulnerabili Martedí 31.03.2009 09:21 Misure ad hoc per i più
vulnerabili, in primis i bambini e le madri che vivono nei paesi a basso
reddito. Perché non si può prescindere da loro, che più di tutti pagano il
prezzo della crisi globale. L'appello è di World vision
Italia organizzazione fondata nel 1950 dal missionario americano Bob Pierce,
continuamente impegnata nell'emergenza, nella promozione dello sviluppo, dei
diritti umani e della giustizia economica e sociale, con una particolare attenzione
alla difesa dei diritti dell'infanzia e si rivolge ai governi del G20
che il 2 aprile si incontreranno a Londra. "La crisi globale va guardata
in faccia. Ha un volto umano insiste l'organizzazione -, quello dei 46 milioni
di poveri che si aggiungono ai 100 milioni già previsti entro il prossimo anno
dalla Banca Mondiale". World Vision Italia chiede a tutti i governi del G20,
in particolare a quello italiano, di mettere le popolazioni più vulnerabili al
centro delle loro decisioni. "A pagare maggiormente per questa crisi
saranno le popolazioni del Sud del mondo, quelle che già negli anni scorsi
soffrivano per il rincaro dei generi alimentari, per l'assenza di servizi
sociali di base e per gli effetti del cambiamento del clima. Le economie dei
Paesi in via di sviluppo e i loro cittadini, spiega World vision Italia,
risentiranno della riduzione dei consumi del mondo industrializzato e quindi
delle esportazioni, del calo degli investimenti esteri diretti e del turismo.
Per la prima volta diminuiranno anche le rimesse degli immigrati, che per molte
famiglie nei paesi del Sud costituiscono la principale fonte di reddito. Come
affermato dal Ministro della Cooperazione allo Sviluppo inglese, Douglas
Alexander, se qui la gente rischia di perdere il posto di lavoro, nei Pvs la
gente rischia di perdere la vita. Per questo l'Aiuto Pubblico allo Sviluppo nei
prossimi anni sarà ancora più necessario. La recessione avrà un impatto sociale
a tutte le latitudini, molto più pesante sulle popolazioni che già oggi vivono
in un grave stato di povertà. Riforme del sistema economico e finanziario
internazionale sono necessarie per affrontare questo preoccupante momento
storico. Affinché risultino efficaci però, devono essere formulate con
l'obiettivo di migliorare la vita delle persone, prendendo atto e riducendo le
forti disuguaglianze che spaccano l'umanità. Word Vision Italia crede che la
crisi vada affrontata investendo nel capitale umano che abita il pianeta:
"Invitiamo il G20 a concentrare la sua attenzione
sulle singole persone e sulle comunità. E' dai bisogni degli individui che
bisogna ripartire per costruire un assetto internazionale post-crisi più equo e
giusto". Il passo più urgente da compiere è investire nell'assistenza
sanitaria preventiva e di base, un modo per garantire il diritto alla salute ai
bambini dei paesi poveri, ma anche un modo per uscire dalla crisi. E' ormai
assodato, ma ancora ignorato nella pratica, che cittadini più sani
costituiscono un motore di crescita economica (rapporto "Chi tiene il
conto?"
http://www.worldvision.it/news_pubblicazioni_chi-tiene-il-conto-.php) Infine,
"questa crisi ci insegna che la povertà non è arginabile: gli effetti
della miseria non si fermano alla frontiera, ma dilagano in un mondo sempre più
interconnesso. La precarietà della vita che caratterizza i tanti Sud del mondo
non può continuare a essere ignorata. Siamo di fronte a una crisi globale, ed è
solo assumendo responsabilità globali che va affrontata". tags: povertà
world vision g20 sud del mondo
( da "Monde, Le"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Evasion fiscale au Liechtenstein : Michelin, Elf et Adidas visés par une
enquête LEMONDE.FR | 31.03.09 | 07h56 * Mis à jour le 31.03.09 | 10h42
Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Le parquet de Paris
s'apprête à ouvrir "dans les tout prochains jours" une enquête
préliminaire pour "blanchiment de fraude fiscale", qui vise des
fondations liées aux groupes Michelin, Elf et Adidas, annonce Le
Parisien/Aujourd'hui en France du mardi 31 mars. Et ce, à deux jours d'un sommet du G20 qui
doit prendre des initiatives pour lutter contre les paradis fiscaux. Sur le
même sujet Compte rendu Michelin, Elf et Adidas dans le collimateur du fisc
Edition abonnés Archive : Haro sur les paradis fiscaux Sur le même sujet Les
faits Selon l'OCDE, la Chine se redresse, mais les économies industrialisées
plongent Compte rendu Michelin, Elf et Adidas dans le collimateur du
fisc Les faits Logements : les mises en chantier diminuent, les ventes
frémissent Compte rendu Les conditions d'entrée de Fiat dans Chrysler se
précisent Réactions Le décret encadrant les rémunérations des patrons jugé
"insuffisant" C'est le ministère des finances qui a transmis en
décembre ces dossiers à la justice, dans l'affaire des comptes frauduleux au
Liechtenstein, lancée début 2008 par les révélations d'un informaticien
allemand travaillant dans une banque de ce paradis fiscal. Bercy, qui s'était
vu transmettre par Berlin une liste de 200 citoyens français soupçonnés
d'évasion fiscale, a depuis enquêté dans le plus grand secret. Seize des 64
groupes familiaux français suspectés se sont depuis mis en règle en payant leur
dû au fisc, majoré des intérêts de retard et de pénalités, selon le ministère
du budget, et les négociations continueraient sur d'autres. Interrogé mardi
matin sur LCI, le ministre du budget, Eric Woerth, a confirmé avoir transmis à
la justice "trois dossiers qui dépassaient la compétence du fisc",
mais refusé de confirmer ou d'infirmer les noms des groupes cités par Le
Parisien. "TRÈS SURPRIS" Les trois dossiers transmis au parquet de
Paris représenteraient "une part importante du milliard d'euros" de
la fraude fiscale imputée aux Français au Liechtenstein, selon des sources à
Bercy citées par Le Parisien. Celles-ci précisent que les faits n'auraient rien
à voir avec une banale évasion fiscale, mais seraient "susceptibles de
recevoir une autre qualification pénale". Ce sont des fondations
domiciliées au Liechenstein qui auraient bénéficié des comptes suspects. Le
Parisien cite la Fondation Copa, qui serait liée à Michelin, la Fondation Elf
Trading SA, dépendant désormais de Total, et six autres liées à Adidas. Des
représentants des trois groupes mis en cause, interrogés par le quotidien, se
sont dits "très surpris", les deux premiers déclarant ne pas avoir
connaissance des fondations qui dépendraient d'eux. Mardi matin, le groupe
Michelin a "démenti formellement les informations" du Parisien,
affirmant notamment qu'il "ne possède aucun compte au Liechtenstein dans
la banque LGT", a déclaré le porte-parole. Pour sa part, Total
"dément formellement" avoir une fondation Elf Trading au
Liechtenstein. Le Monde.fr, avec AFP et Reuters
( da "Avvenire"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
MONDO 31-03-
( da "Avvenire"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
MONDO 31-03-2009 la sfida Al debutto sulla scena mondiale, in otto giorni
il presidente Usa si recherà in cinque Paesi. L'obiettivo è di trovare
soluzioni per la crisi e rinvigorire l'immagine dell'America Parte da Londra il
tour de force di Obama DA WASHINGTON S alvare l'economia mondiale e
ripristinare l'immagine dell'A- merica. Nessuno potrà accusare Barack Obama di
carenza di ambizioni nella sua prima visita oltreoceano da quando è alla Casa
Bianca, un viaggio di otto giorni in cinque Paesi che segnerà da stasera a
Londra il suo debutto sulla scena internazionale. Un debutto insolito che vedrà
il popolare ma ancora inesperto presidente americano affrontare tutti i
maggiori problemi del pianeta in un'agenda affollata di appuntamenti. È
un'agenda che prevede tre vertici in cinque giorni (G20, Nato e
Usa-Ue), due importanti discorsi di politica estera (in Francia sui rapporti
transatlantici e nella Repubblica Ceca sulla proliferazione nucleare), incontri
con oltre 40 leader mondiali (col primo faccia a faccia col presidente russo
Dmitry Medvedev e quello cinese Hu Jintao) e una sosta finale nella Turchia
musulmana vista come ponte tra Asia ed Europa. Per Obama si tratta non solo del
debutto sulla scena mondiale ma anche del suo primo test di leadership internazionale:
la sua promessa elettorale di ripristinare l'immagine dell'America e di
cambiare le relazioni con gli alleati (ascoltando anche il punto di vista
altrui) è messa adesso alla prova dei fatti. Il contrasto tra la popolarità
personale di Obama (che nel suo tour europeo di un anno fa ricevette
accoglienze da rockstar) e l'impopolarità di alcune delle sue richieste agli
alleati (al G20 di Londra e al vertice Nato di Strasburgo-Kehl) sarà uno dei
fili conduttori di questa visita. Al G20, sotto l'unità di facciata, resta infatti la differenza della
ricetta Usa (centrata su massicci pacchetti di stimolo) con quella dei Paesi
europei basata su robuste riforme delle regole e delle istituzioni finanziarie.
Al vertice Nato, la guerra in Afghanistan divide inevitabilmente gli Usa dagli
alleati: la nuova strategia di Obama prevede un massiccio incremento delle
forze militari americane ma i Paesi europei sono disposti solo ad offrire
contributi sull'addestramento e sulla ricostruzione civile. A Praga, oltre al vertice
Usa- Ue, è prevista un'approfondita discussione tra Obama e i leader della
Repubblica Ceca sullo Scudo Spaziale: un programma per il quale il nuovo
inquilino della Casa Bianca ha mostrato visibilmente meno entusiasmo del suo
predecessore George W. Bush. Il Big Ben (Londra)
( da "Avvenire"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
ECONOMIA 31-03-2009 ECONOMIA E MERCATI Torna il buio sulle Borse: in fumo
127 miliardi A picco banche e settore auto. Ai minimi in Europa la fiducia di
imprese e consumatori lunedì nero Dopo due settimane di recuperi ieri sono
tornate le vendite A pesare, l'incertezza sui salvataggi dei colossi Usa delle
quattro ruote (Gm -20%) e di una cassa di risparmio spagnola. Milano peggiore
in Europa: giù del 6,6% DA MILANO PIETRO SACCÒ L a fiducia che nelle ultime
settimane aveva trascinato il recupero dei mercati finanziari è stata sepolta
ieri da una pioggia di cattive notizie. La peggiore è stata il «no» della Casa
Bianca ai piani di General Motors e Chrysler. Ma ce ne sono state anche altre:
il primo salvataggio di una banca spagnola, le incertezze di Ocse e Bce sulle
possibilità di ripresa nel 2010, la fiducia di imprese e consumatori europei,
ai minimi storici. Travolti da un rinnovato pessimismo i mercati europei hanno
bruciato 127 miliardi di capitalizzazione. La piazza peggiore a causa del peso
delle banche sul listino è stata Milano, che ha perso il 6,6%. La migliore,
Londra, ha chiuso con un - 3,5%. Giù del 4,3% Parigi, -5,1% a Francoforte. La
giornata di tonfi era stata aperta da Tokyo, che quando in Italia erano le otto
del mattino aveva già chiuso la peggiore seduta degli ultimi due mesi e mezzo:
- 4,5%. Mentre Wall Street ha perso il 3,2%. Un terremoto partito da
Washington. La bocciatura dei piani di Chrysler e Gm da parte di Barack Obama
ha lanciato due segnali negativi ai mercati. Il primo è che l'aiuto dei governi
per le grandi aziende in crisi non è scontato. Il secondo è che quando lo Stato
interviene per evitare il fallimento di un'impresa come nel caso di Gm, in cui
è stato allontanato l'amministratore delegato Rick Wagoner vuole anche prendere
decisioni importanti sulla gestione dell'azienda. Segnali che ai mercati non
sono piaciuti, e che si aggiungono all'ipotesi, non scartata dalla Casa Bianca,
del fallimento dei due gruppi di Detroit. La paura generalizzata ha affondato
tutti i titoli delle quattro ruote. L'indice Dj Stoxx di settore è caduto di
otto punti percentuali. In Italia Fiat ha lasciato il 9,3%, in Germania Daimler
ha perso il 9,3%, in Francia Renault ha lasciato il 10,6% e Peugeot (dopo il
licenziamento del presidente, deciso dal cda) ha chiuso con un -9,2%. Nel
frattempo a Wall Street le azioni di General Motors precipitavano (oltre il
-20%) e quelle di Chrysler cedevano l'8,45%, recuperando qualcosa dopo
l'annuncio dell'accordo con Fiat. La spinta ribassista arrivata dall'auto è stata
accompagnata da quella delle banche. La ripresa dei mercati era stata guidata
proprio dal settore del credito, che sembrava avere ritrovato una prima
stabilità. Le prospettive sono però peggiorate bruscamente dopo che la Banca di
Spagna ha salvato con 9 miliardi di euro la Caja Castilla, aggiungendo Madrid
alla lista dei governi che hanno dovuto salvare una banca. A minare l'ottimismo
si sono aggiunte le indiscrezioni su altri 2 miliardi di svalutazioni di titoli
tossici al vaglio della svizzera Ubs e l'annuncio di Barclays, che sarà esclusa
dal piano di protezione degli asset inglese. L'indice europeo delle banche è
caduto del 7%, con cali generalizzati su tutti i mercati. A New York Citigroup
ha perso quasi il 10%, Bank of America oltre il 12%. Sullo sfondo l'aumentare
dell'incertezza sulla ripresa economica. A marzo gli indici che misurano la
fiducia di aziende e consumatori europei (l'Esi e il Bci) sono crollati al
livello più basso dalla loro introduzione, nel
( da "Monde, Le"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Un tête-à-tête Sarkozy Obama aura lieu à Strasbourg LEMONDE.FR | 31.03.09
| 13h28 * Mis à jour le 31.03.09 | 13h49 Réagissez Classez Imprimez Envoyez
Partagez Partagez : Au sommet de l'OTAN à Strasbourg, les 4 et 5 avril, la
présence de Barack Obama attise les convoitises des chefs d'Etat et de
gouvernement, tous désireux de s'afficher avec lui. Depuis l'élection
américaine, l'Elysée avait laissé entendre plusieurs fois que les présidents
français et américain allaient se rencontrer, mais aucun tête-à-tête ne s'était
jamais confirmé. Sur le même sujet Décryptage G20, OTAN : le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Revue de web
Internet, outil privilégié des anti-OTAN Portfolio Strasbourg transformée en
bunker pour le sommet de l'OTAN Décryptage Barack Obama résolu à établir un
nouveau leadership Eclairage Des relations américano-européennes placées sous
le signe du pragmatisme les faits La police évacue les étudiants grévistes de
l'université de Strasbourg Les faits La ville de Strasbourg transformée
en bunker pour le sommet de l'OTAN Sur le même sujet Portfolio Marathon cuménique pour le dalaï-lama Portfolio Fargo,
d'eaux, de neiges et de glaces Les faits Un mouvement de jeunesse néonazi
interdit en Allemagne Cette fois-ci, l'Elysée ne compte pas se faire devancer par
Angela Merkel : Nicolas Sarkozy devrait avoir la primeur de la rencontre, la
première entre les deux hommes depuis l'élection d'Obama. Le président
américain devrait d'abord venir à Strasbourg avant de participer à la première
partie du sommet de l'OTAN. Son arrivée dans la capitale alsacienne est prévue
vers 11 heures pour un déjeuner avec Nicolas Sarkozy au palais des Rohan. Obama
doit ensuite participer à une rencontre avec de jeunes Strasbourgeois sur le
modèle du "Town hall" américain, soit un discours suivi de questions
ouvertes émanant de la salle.
( da "Panorama.it"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
- Economia - http://blog.panorama.it/economia - Allarme sulla
disoccupazione: l'Ocse la vede a due cifre Posted By redazione On 30/3/2009 @
12:07 In Headlines, NotiziaHome | No Comments Mettere le persone al centro. È
questo il senso del [1] G8 del Lavoro, il Social Summit, che fino a martedì 31
marzo discuterà a Roma delle politiche sociali, di tutela e di sostegno,
necessarie per tutelare i lavoratori colpiti in tutto il mondo dalle
conseguenze della crisi economica internazionale. Conseguenze che, secondo un
allarme lanciato dall'[2] Ocse, potrebbero portare dall'anno prossimo tassi di
disoccupazione "a due cifre". Dopo i mercati finanziari e le banche è
quindi ora la volta del mondo del lavoro e della sostenibilità sociale,
componente fondamentale, secondo [3] il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi,
della stabilità economica. "Occorre ricostruire il circolo della fiducia,
partendo dalla protezione sociale, dalle persone. Siamo qui per affrontare
insieme la dimensione umana della crisi" ha sottolineato il ministro
inaugurando la tre giorni del vertice "contro la quale servono misure
tempestive e mirate, anche temporanee per proteggere il reddito. Misure che
salvaguardino la base produttiva e l'occupazione consentendo così di affrontare
anche la formazione dei lavoratori". Le conseguenze della crisi sono del
resto già evidenti nelle stime degli istituti internazionali. Secondo l'[4] Ilo
il numero di disoccupati potrebbe aumentare di 50 milioni di persone nel 2009,
dopo gli 11 milioni in più registrati nel 2008, e la recessione del mercato del
lavoro potrebbe essere "prolungata" per 4-5 anni dopo la ripresa
economica. E secondo l'Ocse le prospettive non sono rosee: la ripresa arriverà
nel 2010, dopo un ulteriore rallentamento quest'anno, e sarà "sottotono",
comunque sotto il potenziale dell'area. In più il tasso di disoccupazione entro
l'anno prossimo si avvicinerà - in tutti i Paesi del G8 e anche in quelli
membri dell'organizzazione - a tassi "a due cifre", cioè almeno al
10%. I sindacati mondiali temono inoltre 200 milioni di lavoratori a rischio
povertà. Come già di fronte alle previsioni di Confindustria, che
"realisticamente" secondo il vicepresidente [5] Alberto Bombassei
indicavano una perdita di 500.000 posti in Italia in 2 anni, Sacconi invita
però ad andarci piano con le stime: "Andrei cauto con le diverse
previsioni che continuano ad essere prodotte", ha detto "perchè
spesso le stesse organizzazioni che le fanno sono costrette a correggerle. Non
aiuta il continuo prodursi di previsioni in sequenza l'una con l'altra".
Di fronte ai "deficit della politica" sulle tutele sociali, i
sindacati mondiali, anche loro seduti al tavolo del summit, invocano un cambiamento di rotta già al G20 di Londra e poi al [6] G8 della Maddalena, chiedendo, per bocca
del segretario generale della Uil Luigi Angeletti, di parteciparvi con un
proprio rappresentante. Risposta immediatamente positiva da parte del governo:
"il governo incontrerà i sindacati alla vigilia del G8 alla Maddalena,
così come fece a Genova", ha assicurato Sacconi. "Questa è una
testimonianza dell'importanza attribuita dal premier Silvio Berlusconi al
dialogo sociale".
( da "Monde, Le"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
A Londres, le gotha mondial rêve d'entrer dans l'histoire LE MONDE |
31.03.09 | 14h07 * Mis à jour le 31.03.09 | 14h07 Réagissez Classez Imprimez
Envoyez Partagez Partagez : Londres Correspondante Il espère que la photo
restera dans l'histoire, comme celle de Winston Churchill entouré de Joseph
Staline et de Franklin D. Roosevelt lors de la conférence de Yalta en 1945, qui
dessina le monde d'après-guerre. On le verra entre Barack Obama, le président
américain, et Hu Jintao, son homologue chinois. Lui, Gordon Brown, le premier
ministre britannique qui s'est tant battu pour arriver au 10 Downing Street. Le
leader de l'Europe qui aura su rassembler les deux piliers de l'économie mondiale lors de ce G20 londonien du jeudi 2 avril. Telle est la carte postale qu'il
veut léguer à son pays. Le G8, dix pays émergents, l'Australie et l'UE Le G20 (90 % du produit intérieur brut mondial) rassemble les pays du
G8 (Etats-Unis, Japon, Allemagne, France, Royaume-Uni, Italie, Canada, Russie)
ainsi que dix pays émergents : l'Afrique du Sud, l'Arabie saoudite,
l'Argentine, le Brésil, la Chine, la Corée du Sud, l'Inde, l'Indonésie, le
Mexique et la Turquie. Sont également présents l'Australie et l'Union
européenne. Les pays du G20 seront représentés par leurs chefs
d'Etat et de gouvernement. Le G20 s'est réuni pour la première fois
en 1999, à Berlin, pour lutter contre les crises financières, en tenant compte
du poids grandissant de pays émergents. De nombreux enjeux Refonder la
surveillance du système financier. Le G20 devrait s'attaquer en
priorité aux fonds spéculatifs et aux agences de notation, qui échappent
aujourd'hui à la surveillance des autorités de marché. Il devrait aussi se
pencher sur les paradis fiscaux, "zones grises" de l'économie.
Relancer la croissance. Le G20 devra s'entendre sur les mesures à
prendre pour redresser l'économie de la planète. Renforcer le FMI. La dotation
actuelle du Fonds, 250 milliards de dollars, devrait être doublée. Le FMI
devrait aussi être chargé d'alerter sur les déséquilibres macro-économiques.
Moraliser le capitalisme. Le G20 pourrait énoncer les principes
d'un meilleur système de rémunération pour décourager les prises de risque
excessives. Redonner confiance. Les chefs d'Etat devront assurer de leur
mobilisation contre la crise et faire taire les divergences entre la Chine, les
Etats-Unis et l'Europe. Sur le même sujet Décryptage A Londres, le gotha
mondial rêve d'entrer dans l'histoire Compte rendu Avant même le sommet, de
multiples points d'accord Cadrage Pékin veut se présenter au sommet du G20
comme le "bon élève" de l'économie mondiale Les faits En
( da "Monde, Le"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Veiller aux finances publiques ou déclencher l'Apocalypse LE MONDE |
31.03.09 | 14h12 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Il faut
savoir apprécier les plus menues satisfactions. Lors du G20 du jeudi 2 avril, les Etats-Unis et le Royaume-Uni n'auront pas
à affronter les pays d'Europe continentale quant à l'opportunité de nouvelles
mesures de relance publique. Le projet de communiqué évoque la détermination
des Etats à mettre en oeuvre tout ce qui pourra contribuer au retour de la
croissance ou assurer des finances publiques responsables sur le long terme.
En revanche, pas un mot sur un quelconque effort de relance keynésien. Sur le
même sujet Décryptage A Londres, le gotha mondial rêve d'entrer dans l'histoire
Compte rendu Avant même le sommet, de multiples points d'accord Cadrage Pékin
veut se présenter au sommet du G20 comme le "bon élève" de
l'économie mondiale Les faits En
( da "Monde, Le"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Les Européens s'efforcent de présenter un front uni face au président
Obama LE MONDE | 31.03.09 | 14h07 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez
Partagez : Bruxelles Bureau européen Un premier face-à-face avec Barack Obama
aux allures de test grandeur nature pour leur cohésion : les Européens se
targuent d'aborder le sommet du G20 en rangs serrés, pour
espérer peser face au nouveau président américain. "Il existe au sein de
l'Union européenne (UE) un degré très élevé de convergence, sur les questions
de régulation comme sur les politiques macroéconomiques", explique au
Monde Joaquin Almunia, à deux jours du sommet. Pour le commissaire en charge
des affaires économiques et monétaires, il ne faut surtout "pas
opposer" relance et régulation. Sur le même sujet Décryptage A Londres, le
gotha mondial rêve d'entrer dans l'histoire Compte rendu Avant même le sommet,
de multiples points d'accord Cadrage Pékin veut se présenter au sommet du G20
comme le "bon élève" de l'économie mondiale Les faits En
( da "Monde, Le"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Les syndicats réclament une meilleure prise en compte des droits sociaux
LE MONDE | 31.03.09 | 14h07 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez
Partagez : Lundi matin 30 mars, Nicolas Sarkozy est allé s'entretenir à son
domicile avec son lointain prédécesseur, Valéry Giscard d'Estaing, avant le nouveau sommet du G20, jeudi à Londres. Sur le même sujet Décryptage A Londres, le
gotha mondial rêve d'entrer dans l'histoire Compte rendu Avant même le sommet,
de multiples points d'accord Cadrage Pékin veut se présenter au sommet du G20 comme le "bon élève" de l'économie mondiale Les faits
En
( da "Monde, Le"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Compte rendu Avant même le sommet, de multiples points d'accord LE MONDE
| 31.03.09 | 14h07 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Le
sommet du G20 n'a pas encore eu lieu que déjà une version
préparatoire du communiqué final a fuité, dimanche 29 mars dans la soirée, sur
le site Internet du Financial Times. Le texte en vingt-trois points est
susceptible d'aménagements à la marge, mais il ne devrait toutefois pas varier
sur le fond. Sur le même sujet Décryptage A Londres, le gotha mondial rêve
d'entrer dans l'histoire Compte rendu Avant même le sommet, de multiples points
d'accord Cadrage Pékin veut se présenter au sommet du G20 comme le
"bon élève" de l'économie mondiale Les faits En
( da "Monde, Le"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
En
( da "Monde, Le"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Pékin veut se présenter au sommet du G20 comme le
"bon élève" de l'économie mondiale LE MONDE | 31.03.09 | 14h07 * Mis
à jour le 31.03.09 | 14h07 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez
: SHANGHAÏ CORRESPONDANT Rôle du dollar comme monnaie de réserve, questions de
gouvernance des institutions internationales, défense du libre-échange : à
l'approche du G20, Pékin a voulu démontrer qu'il fallait désormais
compter sur la voix de la Chine : "Ce sera la première fois que la Chine
décide de ne pas jouer le rôle d'un auditeur passif. Le monde entier souhaite à
vrai dire entendre cette "voix chinoise" plus forte, et espère que
Pékin ait un rôle plus actif dans le sauvetage de l'économie globale",
pouvait-on lire dans un éditorial de l'Economie Observer Online. Sur le même
sujet Décryptage A Londres, le gotha mondial rêve d'entrer dans l'histoire
Compte rendu Avant même le sommet, de multiples points d'accord Cadrage Pékin
veut se présenter au sommet du G20 comme le "bon élève" de
l'économie mondiale Les faits En
( da "Giornale.it,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 77 del 2009-03-31 pagina 0 G20, Sarkzoy minaccia:
"Misure concrete oppure io me ne vado" di Redazione Giovedì a Londra
l'appuntamento tra i leader mondiali. L'Eliseo: "Stop ai paradisi
fiscali". E Brown rilancia: "Creare 20 milioni di posti di
lavoro". Il presidente dell'Europgruppo Juncker: "A rischio la
coesione sociale" Londra - Il guanto di sfida di Sarkozy. Il capo di stato
francese alza il tono e minaccia di far saltare in aria il vertice G20
di Londra del 2 aprile se non saranno adottate misure concrete per rilanciare leconomia globale: "Non ci sarebbe
niente di peggio di un G20 di basso profilo, preferisco una
rottura a un consenso minimalista". Quando mancano meno di 48 ore allincontro Nicolas Sarkozy è più che mai deciso
ad esercitare tutta la pressione possibile sul G20:
"Se a Londra non ci saranno progressi, ci sarà una sedia vuota! Mi alzerò
e me ne andrò!" aveva minacciato il capo stato, in una conversazione
appartata, alla fine del consiglio dei ministri del 18 marzo. Paradisi fiscali
Pur se i membri del G20 non sono più in contrasto più sul
tema dellampiezza delle misure di stimolo - gli
americani ammettono ormai che queste possano essere diverse a seconda delle
aree economiche - il punto focale è il dossier della regolamentazione
finanziaria e dei paradisi fiscali, due temi sui quali Sarkozy intende
agire concretamente. La linea dellEliseo
è stata confermata ieri da Xavier Musca, nuovo segretario generale della
presidenza francese: "Tutti comprendono limportanza di questo
vertice per i mercati e per lopinione pubblica. Stiamo
per costruire un nuovo mondo" ha dichiarato Musca, aggiungendo: "La
Francia non accetterà un G20 che produca un falso successo con
un linguaggio dalle note dolci, ma dai contenuti vuoti". No a un
regolatore Sono pochi i paesi che concordano sulla creazione di un regolatore
internazionale globale. Gli anglosassoni si oppongono con forza a questa
ipotesi, mentre lidea di
compromesso sarebbe quella di assicurare un maggiore e migliore coordinamento
fra gli organi di controllo nazionali. Misure contro la
disoccupazione Il G20 dovrebbe adottare le misure necessarie per creare 20
milioni di nuovi posti di lavoro come soluzione per trarre leconomia mondiale fuori dalla recessione. è
lappello lanciato dal primo ministro britannico Gordon Brown.
"Dobbiamo fare gli interventi necessari per evitare le
conseguenze negative della disoccupazione di massa di lungo periodo e salvare e
creare 20 milioni di posti di lavoro", ha detto Brown in un discorso a
Londra alla vigilia del vertice dei 20 grandi del mondo. Juncker: a rischio
coesione sociale Per il presidente dellEurogruppo
Jean-Claude Juncker "la crisi delloccupazione è drammatica" e
in prospettiva ci potrebbero essere anche rischi di rottura della coesione
sociale. "La crisi delloccupazione - ha detto Juncker
intervenendo al parlamento europeo - avrà conseguenze estremamente negative
anche sul fronte delle finanze pubbliche ed effetti negativi sulla crescita
potenziale delleconomia della
zona euro che inevitabilmente diminuirà". "Le notizie sono sempre più
negative. La situazione economica nella zona euro - ha rilevato Juncker -
continua a degradarsi e quella sui mercati finanziari resta fragile". ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Monde, Le"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
A deux jours du G20, Paris multiplie les menaces
LEMONDE.FR avec AFP | 31.03.09 | 16h32 * Mis à jour le 31.03.09 | 16h45
Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : Alors que le sommet du G20 doit
s'ouvrir à Londres, jeudi 2 avril, le gouvernement français a réitéré ses
menaces de quitter la table de négociations si les résultats sont trop mous,
notamment sur la régulation internationale et les paradis fiscaux. Lors d'un
déplacement dans la Vienne, mardi, Nicolas Sarkozy a estimé que la "crise
est trop grave pour qu'on se permette de faire un sommet pour rien". Sur
le même sujet Décryptage A Londres, le gotha mondial rêve d'entrer dans
l'histoire Compte rendu Avant même le sommet, de multiples points d'accord
Cadrage Pékin veut se présenter au sommet du G20 comme le
"bon élève" de l'économie mondiale Les faits En
( da "Affari
Italiani (Online)" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Crisi/ Berlusconi: 20 milioni di posti di lavoro in meno nel 2010 Martedí
31.03.2009 16:46 DEFICIT. "Non sono spaventato e l'ho detto anche al
ministro dell'Economia se dovessimo sfondare il tetto del deficit e del debito per
affrontare spese importanti" per fronteggiare la crisi, "lo
faremo". ha assicurato il premier. "Abbiamo già stanziato 12 miliardi
di euro e nell'ultimo Cipe ne abbiamo stanziati altri
( da "Affari
Italiani (Online)" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Politica Un Obama senza scettro in Europa. No Global
all'assalto del G20. Mappa Martedí
31.03.2009 17:00 Il G20, il vertice
Nato e Ue. Gran Bretagna, Francia, Repubblica Ceca e Turchia. Grand'esordio di
Obama in Europa, in poco più di una settimana il presidente Usa incontrerà
praticamente tutto l'establishment mondiale. Bilaterali con il presidene
russo Medvedev, con il cinese Hu Jintao, con Sarkozy, Merkel, Zapatero, con il
presidente della Commissione europea, Barroso. Oltre 500 persone al seguito
della coppia presidenziale. Otto consiglieri solo per Michelle Obama, prima visita
ufficiale all'estero per la first lady. Sarà una nuova Jacqueline Kennedy o
dovrà consolarsi di fronte alla bellezza di madame Carla Bruni? Un viaggio
all'altezza dei colossal di Hollywood. L'Air Force One che può sfondare le
difese radar del nemico e "The Beast", la bestia, la Cadillac nera
del presidente rinforzata in titanio. Secondo il Mirror spenderà qualcosa come
20 milioni di sterline: la stessa cifra che è servita per organizzare il G20.
Ma questa volta per Obama non sarà una marcia trionfale. L'euforia di Berlino,
quando centinaia di migliaia di persone gli diedero un benvenuto imperiale, è
ormai lontana. I leader europei non apprezzano lo "stimolo" per
l'economia Usa, il presidente ceco dell'Ue non si fida più degli americani, i
francesi sono rientrati a pieno titolo nella Nato e Sarkozy si sente già
protagonista, sui rinforzi in Afghanistan gli alleati si mostrano reticenti.
Insomma altro che "leadership Usa globale". Ma in fondo non è questo
l'obiettivo di Obama. La profonda crisi economica in cui versa il paese ha
ribaltato le priorità del presidente Usa. In cima all'agenda ci sono ora gli
interessi nazionali. Sarkozy intanto gongola, per lui si aprono le porte della
leadership mondiale dopo quella europea come presidente di turno. Gli Usa quindi
fanno un passo indietro. Anche perché come afferma Il New York Times, che si è
schierato con i declinisti, l'America di oggi non può imporre la sua linea a
nessuno - meno che mai in economia. Ma Obama ha un disperato bisogno
dell'Europa, se non altro perché è da qui che passano importanti decisioni sul
futuro del pianeta: crisi, pace in Medio Oriente, nuclerare iraniano. Re Obama
ha perso lo scettro. tags: Obama Europa Usa
( da "Corriere.it"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
«se dovessimo sfondare il tetto del deficit per affrontare spese
importanti lo faremo» «Il lavoro comincia a venir meno» Berlusconi: «C'è stato
un incontro sui temi del lavoro che comincia a venire meno per la crisi
mondiale» ROMA - Per la prima volta anche il premier ha fatto trasparire un
poco di preoccupazione davanti alla crisi. «Il lavoro comincia a venire meno in
maniera preoccupante» ha detto Silvio Berlusconi nel corso del social summit G8
di Roma dedicato al lavoro. 20 MILIONI DI POSTI DI LAVORO IN MENO - «C'è stato
un incontro molto approfondito sui temi del lavoro che comincia a venire meno a
seguito di una crisi che investe tutto il mondo. Le previsioni sono negative e
si parla di 20 milioni di posti di lavoro in meno entro il
( da "Giornale.it,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 77 del 2009-03-31 pagina 0 E' allarme a Londra: un pacco sospetto alla
Banca d'Inghilterra di Redazione Davanti alla sede della banca centrale inglese
allarme per un pacco sconosciuto: sprangate tutte le uscite. Udita esplosione
controllata. Allerta nella City. Giovedì a Londra inizia il G20 con
tutti i principali leader mondiali Londra - Allarme nella City. Pacco sospetto
alla Banca dInghilterra. La polizia di Londra ha
fatto sapere che sta investigando su un pacco sospetto trovato fuori
dallistituto centrale nel cuore della capitale britannica dove
da giovedì si riunisce il G20. Un portavoce di Scotland Yard ha
spiegato che la banca è stata circondata da cordoni di sicurezza e le strade
sono state chiuse. Intanto dalla banca centrale hanno fatto sapere che le porte
delledificio sono state chiuse a
chiave, ma che nessun altra misura è stata presa. Esplosione controllata è
stata udita una esplosione controllata subito dopo lallarme per il ritrovamento di un pacco
sospetto vicino alla Banca dInghilterra. A riferirlo è la Cnn, spiegando
di aver interpellato un portavoce dellistituto
che ha smentito levacuazione del palazzo. Sullepisodio che avviene
a due giorni dal G20 di Londra stanno indagando le
autorità. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei
venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti
fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti,
che non è difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione
degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le
riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza
sull'economia reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a
nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America
e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso
di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non
secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure,
che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà,
toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30%
del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno
della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli
Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro
e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che
"Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del
pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra
mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco,
esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia
da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei
conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la
cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo
l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà
inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a
poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe
al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da
indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così
debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a
Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio
di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo
non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi
si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a
un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della
crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli
usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 4 ) »
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28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è
difficile prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di
riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira
e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi
meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista
(ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un
centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo
stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti,
Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd,
che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha
saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post
comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di
appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia
e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà
riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai
militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta
sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc,
che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli
elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca
sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto
in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4
voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
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25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi
abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono
rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che
affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru
economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i
fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri
durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato
questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati
(finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I
mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono
sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa
queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci
bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e
penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del
benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i
mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda
e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria
finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi strumenti? Nati a fin di
bene ovvero per permettere agli operatori e agli industriali di cautelarsi
contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni, sono diventati dei mostri
che con l'effetto leva consentono profitti o perdite inimmaginabili. Ma servono
all'economia reale? Consentono una miglior valutazione delle società quotate?
La risposta a queste domande è no: non servono a nulla se non a una certa
finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso da distorgere molte valutazioni,
accentuando spasmodicamente i movimenti al rialzo o al ribasso di borse,
valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il petrolio? Su su fino a 150
dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da
( da "Giornale.it,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 77 del 2009-03-31 pagina 0 G8, Berlusconi: "La crisi sarà globale
Nel
( da "AprileOnline.info"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Ora è crisi anche per lui Francesco Scommi , 31 marzo 2009, 18:45 L'Ocse
offre un quadro sconfortante della situazione economica italiana. Il Pil
italiano, in linea con la tendenza di tutti i paesi industrializzati, scende
pesantemente nel 2009: meno 4,3 per cento, nel 2010 ripresa che non basterà a
far uscire il Paese dalla recessione. Confermano la cupezza della crisi
Confindustria, la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale.
Berlusconi preoccupato per i disoccupati, ma assicura: "Non lasceremo
nessuno indietro". Sinora, rivendica il premier, è stato fatto tutto bene
Europa, cresce la protesta Juncker: "La crisi occupazionale mette a
rischio la coesione sociale". In Francia i lavoratori
"sequestrano" i dirigenti della Caterpillar. Alta tensione in Grecia
in vista dello sciopero generale giovedì prossimo Crisi, la Chiesa scende in
campo Accordo tra Cei e Abi: i vescovi garantiscono un fondo di 30 milioni da
raccogliere con una colletta nelle parrocchie, mentre gli istituti di credito si
impegnano ad erogare un sussidio da 500 euro al mese per le coppie sposate
prive di reddito da lavoro, con tre figli o malati a carico L'Organizzazione
per la cooperazione e lo sviluppo economico, meglio nota come Ocse (riunisce i
31 paesi più industrializzati del mondo), offre dati
catastrofici in vista del G20, in
programma a Londra tra due giorni. Cominciamo dall'Italia: quest'anno, già
inquadrato da tutti gli attori del sistema (istituti economici e associazioni
sindacali e imprenditoriali), come il più duro della crisi, vedrà il Prodotto
interno lordo calare addirittura del 4,3%. Per l'anno prossimo è
prevista una risalita, che tuttavia non basterà a tirare fuori il Paese dalla
recessione: meno 0,4%. Anche il Fondo monetario internazionale si prepara a
rivedere al ribasso le stime sul Pil italiano, previsto a gennaio in calo del
2,1% nel 2009. Le nuove proiezioni, ha spiegato una fonte all'agenzia di stampa
Reuters, saranno molto più basse della vecchia previsione ma comunque
"leggermente migliori" rispetto al calo del 4,3% contenuto
nell'Outlook dell'Ocse. La recessione, si legge nell'Economic Outlook
dell'Ocse, è destinata a diventare "più profonda nel
( da "Monde, Le"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
Vivre à Strasbourg pendant le sommet de l'OTAN LEMONDE.FR | 31.03.09 |
20h05 * Mis à jour le 31.03.09 | 20h22 Réagissez Classez Imprimez Envoyez
Partagez Partagez : Peu de grands sommets internationaux se sont déroulés au cur de grandes villes, ceux du G20 à Londres,
jeudi 2 avril, puis de l'OTAN à Strasbourg, vendredi 3 et samedi 4 avril,
seront les exceptions qui confirment la règle. En France, le dernier sommet
d'ampleur ayant mobilisé un important dispositif de sécurité est celui du G8 à
Evian, en 2003, une configuration bien différente de celle de Strasbourg.
Cette année-là, 15 000 policiers et gendarmes avaient été mobilisés, mais le
sommet se déroulait bien loin du centre-ville. Sur le même sujet Vidéo Sommet
de l'OTAN : Alliot-Marie défend le dispositif de sécurité Les faits Un
tête-à-tête Sarkozy-Obama aura lieu à Strasbourg Décryptage G20, OTAN :
le pari diplomatique de Nicolas Sarkozy Les faits Vivre à Strasbourg pendant le
sommet de l'OTAN Revue de web Internet, outil privilégié des anti-OTAN Portfolio
Strasbourg transformée en bunker pour le sommet de l'OTAN Décryptage Barack
Obama résolu à établir un nouveau leadership Ce week-end, ils seront 9 000 dans
la capitale alsacienne et 15 000 du côté allemand, à Kehl et Baden-Baden. En
plus des mesures policières, Strasbourg vivra de nombreuses restrictions qui
font que beaucoup d'habitants choisiront sans doute de ne pas sortir de chez
eux pendant le sommet. La mairie de Strasbourg n'a pas vraiment eu son mot à
dire face au déploiement sécuritaire dans la ville. Ce sont les gouvernements
français et allemands, en lien avec l'OTAN et les Etats-Unis, qui ont décidé et
mis en place les mesures de sécurité. Roland Ries, maire de Strasbourg (PS),
n'a pu que se contenter de faciliter le travail des organisateurs. Il salue le
"symbole de retour à la paix" que constitue le choix de sa ville et
se satisfait de voir la dimension européenne de Strasbourg renforcée.
"CERTAINS TROUVENT QUE LES MESURES SONT EXCESSIVES" "Strasbourg
ne sera pas une ville morte, explique Roland Ries, mais forcément une ville qui
ne fonctionnera pas sur des règles habituelles." Les habitants de
Strasbourg, eux, ont plutôt l'impression d'assister au siège de leur ville :
parkings interdits, habitants invités à se déplacer à vélo, bus détournés et
services publics momentanément fermés. De nombreuses voix se sont aussi élevées
lorsque des fonctionnaires de police sont entrés chez des habitants pour leur
faire retirer leurs drapeaux anti-OTAN. Les contrôles d'identité se multiplient
aussi aux abords des différents lieux où se déroulera le sommet. On ne pourra
bientôt plus y entrer qu'en possession d'un badge "résident" et ces
derniers devront garer leur voiture dans des parkings situés ailleurs dans la
ville. De nombreuses écoles seront fermées. Le campus universitaire, occupé
jusque-là, a lui été évacué. Autour de Strasbourg, certaines autoroutes seront
bloquées. La libre circulation, prévue par la convention de Schengen, sera
suspendue et les contrôles temporairement remis en vigueur à la frontière
allemande. "Evitons de tomber malade", ironise le quotidien
L'Alsace devant la complexité des dispositifs de santé mis en uvre : des pharmaciens pourront ne plus être
livrés, des infirmières interdites de voiture et des hôpitaux séparés pour les
membres des délégations, les forces de l'ordre et les manifestants. Les femmes
enceintes sont invitées à se faire accompagner par des policiers plutôt que par
leur mari pour accoucher. Des lecteurs énervés ont également écrit au quotidien
régional Les Dernières nouvelles d'Alsace qu'ils en ont assez de voir les
"entreprises paralysées [
] pour
que puissent parader 27 présidents". De nombreux commerçants envisagent en
effet de ne pas travailler, sans pour autant avoir beaucoup d'informations sur
le déroulement des événements. "Il faut s'attendre à tout avec
une situation aussi exceptionnelle, explique Eddie Kuhn, patron d'un pub situé
à l'orée de la zone la plus sécurisée. Beaucoup de clients ne pourront pas
venir, pour les autres, on verra s'ils sortent de chez eux."
"Certains trouvent que les mesures sont excessives, reconnaît de son côté
le maire Roland Ries. Elles le seront s'il ne se passe rien. Mais s'il se passe
quelque chose on aura l'impression qu'elle ne sont pas suffisantes, et ça on ne
peut pas le savoir à l'avance." Antonin Sabot
( da "Giornale.it,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 77 del 2009-03-31 pagina 0 Berlusconi avverte: "La crisi è
globale" Nel
( da "Giornale.it,
Il" del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
n. 77 del 2009-03-31 pagina 0 G20, il Papa scrive a Brown: "Sforzo congiunto" di
Redazione Il papa invita i leader al G20 a coordinare gli sforzi "tra governi e organizzazioni
internazionali" per uscire dalla "crisi globale" "evitando
soluzioni segnate da nazionalismi e protezionismo". In Italia la
Cei stanzia un fondo da 300 milioni di euro per le famiglie Londra - Il papa invita
i leader al G20 a coordinare gli sforzi "tra governi e
organizzazioni internazionali" per uscire dalla "crisi globale"
"evitando soluzioni segnate da nazionalismi e protezionismo".
Benedetto XVI lo scrive in un messaggio al premier britannico Gordon Brown,
alla vigilia del G20. Papa Ratzinger ricordando lAfrica che ha appena visitato cita quanti
"soffrono di più per gli effetti della crisi", chiede che il
multilateralismo dellOnu tuteli "tutti paesi", e chiede il
rispetto degli obiettivi del millennio per "eliminare lestrama povertà entro il 2015". Garantire
famiglia e lavoratori Le crisi finanziarie "scattano nel momento in cui,
anche a causa del venir meno di un corretto comportamento etico, manca la
fiducia degli agenti economici negli strumenti e nei sistemi finanziari.
Tuttavia, la finanza, il commercio e i sistemi di produzione sono creazioni
umane contingenti che, quando diventano oggetto di fiducia cieca, portano in se
stesse la radice del loro fallimento". "Lunico fondamento vero e solido è la
fiducia nelluomo", aggiunge Benedetto XVI.
"Perciò tutte le misure proposte per arginare la crisi devono cercare, in
ultima analisi, di offrire sicurezza alle famiglie e stabilità ai lavoratori e
di ripristinare, tramite opportune regole e controlli, letica nelle finanze". Africa poco
rappresentata Da poco tornato da Camerun e Angola, il Papa scrive a Gordon
Brown, in occasione del vertice G20, e sottolinea che lAfrica e i paesi poveri sono troppo poco
rappresentati nei consessi internazionali. Il summit di Londra, come i
precedenti, "per ragioni pratiche e pressanti è limitato alla convocazione
di quegli Stati che rappresentano il 90% del pil mondiale e l80% del commercio mondiale", rileva
Benedetto XVI. "In questo contesto lAfrica sub-sahariana è rappresentata
solo da un paese e da alcune organizzazioni regionali. Questa situazione deve
promuovere una profonda riflessione tra i partecipanti al summit, poiché coloro
la cui voce ha meno forza nella scena politica sono proprio quelli che soffrono
di più gli effetti negativi di una crisi per la quale non hanno
responsabilità". è "necessario", per il Papa, rivedere i
meccanismi delle Nazioni Unite "per ascoltare le voci di tutti i paesi e
assicurare che le misure e i passi compiuti agli incontri del G20
siano sostenuti da tutti". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano
( da "Corriere.it"
del 31-03-2009)
Argomenti: G 20
allarme terrorismo Londra: cessato allarme alla Banca d'Inghilterra per
un pacco sospetto Il ritrovamento del pacco aveva fatto temere che potesse
trattarsi di un ordigno LONDRA (Gran Bretagna) - È cessato l'allarme per il
pacco sospetto trovato nei pressi della Banca d'Inghilterra nella City di
Londra, che si appresta ad ospitare giovedì i leader mondiali del G20. «È tutto finito» ha detto un portavoce della polizia. Sono
stati già rimossi i cordoni di sicurezza che isolavano la zona e le vie
circostanti sono state riaperte al traffico. La polizia non ha dato dettagli
sul contenuto del pacco, sospetto perchè trovato vicino alla sede centrale
della banca che potrebbe essere al centro delle proteste annunciate in
concomitanza con la riunione del G20. stampa
|
( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 2 - Economia ma pensa ai vertici con Russia e Cina Obama, prima
volta in Europa: Obama, prima volta in Europa Dalla Ue nessun nuovo piano di
stimolo: "Vedremo che fare se non riparte la crescita" MARIO
CALABRESI DAL NOSTRO INVIATO LONDRA - L´Air Force One con Barack Obama a bordo
non aveva ancora toccato terra all´aeroporto londinese di Stansted che già la
Casa Bianca si preoccupava di abbassare le aspettative sul primo viaggio
oltreoceano del presidente americano. Sarà difficile dire tra otto giorni se la
missione europea di Obama sarà stata un successo, ma di certo sarà impossibile
definirla un insuccesso: l´agenda messa a punto dalla nuova Amministrazione
democratica è talmente vasta e piena di impegni che ognuno la potrà leggere
come vuole. Se fino a ieri la priorità era il G20, il vertice voluto per frenare la recessione mondiale e
costruire un nuovo quadro di regole per i mercati finanziari, adesso che un
successo delle tesi della Casa Bianca sembra da escludere l´attenzione
americana si è spostata sui faccia a faccia con il presidente cinese Hu Jintao
e con quello russo Medvedev. A Washington hanno realizzato che non ci
sarà nessun nuovo piano europeo di stimolo all´economia, che Germania e Francia
resteranno ferme sulle loro posizioni e che se Obama insistesse nel chiedere al
Vecchio Continente di seguire la sua linea di politica economica porterebbe a
casa una sconfitta. Tanto che, dopo aver sottolineato nei documenti preparatori
del summit che «l´obiettivo chiave» americano è quello «di adottare qualunque
azione necessaria per rilanciare la crescita e spingere occupazione e consumi»
ieri hanno cambiato rotta. «Non ci aspettiamo che i partner europei annuncino
nuovi piani di stimolo di uno o due punti di Pil in più, non è su questo - ha
sottolineato Mike Froman, vice consigliere per la sicurezza nazionale e gli
affari economici della Casa Bianca - che ci concentriamo. Guardiamo invece al
futuro per capire come si potrà agire se non ripartirà la crescita». Insomma,
l´America che ha iniettato 787 miliardi di dollari nella sua economia, che
sottolinea come la Cina abbia annunciato un piano di sostegni pari la 2 per
cento del suo Pil e l´Arabia Saudita addirittura al 3,3 per cento, si
accontenterà dell´impegno europeo a rivedere le attuali strategie se l´economia
mondiale non ripartirà in fretta. Per questo i successi vanno cercati da altre
parti. Obama punta soprattutto sull´incontro con Medvedev per dare il via ad
una nuova stagione di disgelo, con la possibilità di far partire i negoziati
per un nuovo trattato Start sulla riduzione degli armamenti nucleari, visto che
quello firmato nel 1991 scadrà alla fine dell´anno. In cambio di un abbandono
soft del programma anti-missile voluto da George Bush e odiato da Putin, Obama
vorrebbe incassare una collaborazione russa nel frenare il programma nucleare
iraniano e nella politica di stabilizzazione dell´Afghanistan. Anche nel
colloquio con i cinesi, il presidente americano vorrebbe ampliare il dialogo
dalla sfera quasi esclusivamente economica a temi come il clima, l´energia e la
Corea del Nord, che proprio questa settimana potrebbe lanciare nello spazio un
suo nuovo missile. Obama sa che l´opinione pubblica europea è sensibile ai temi
ambientali e per cambiare l´immagine dell´America, alla vigilia della partenza,
si è inventato il G17 per l´ambiente che si terrà a Washington alla fine di
aprile. Un nuovo vertice che vuole coinvolgere più paesi possibile nella lotta
al cambiamento climatico e che dimostra che nella nuova visione americana del
mondo la formula del G8, delle riunioni riservate solo alle prime sette potenze
economiche e alla Russia, è superato da un´idea multilaterale più in sintonia
con le nuove realtà geopolitiche. «Ogni G - ha scherzato Mike Froman - ha il
suo valore e il suo significato, ma è chiaro che di fronte a queste crisi è
necessario allargare i tavoli». Il vero colpo di immagine però Obama lo tiene
per la fine del suo viaggio, quando si fermerà due giorni sul Bosforo. A
Istanbul farà il turista alla Moschea Blu e alla Basilica di Santa Sofia, per
la gioia dei network americani, ma soprattutto si siederà a discutere con un
gruppo di studenti che dovrebbero rappresentare un ponte tra l´Europa e l´Asia.
Non potrà mancare il grande colpo d´immagine, un messaggio forte e simbolico al
mondo musulmano, almeno così la pensano i corrispondenti che hanno affollato
l´"Air Presse One", il Boeing 777 che la Casa Bianca organizza per
portare i giornalisti al seguito del presidente. Ieri sull´aereo partito dalla
base militare di Andrews in Maryland c´erano più di 150 persone, il doppio di
quelle che viaggiavano negli ultimi anni con George W. Bush. E per la prima
volta c´erano anche i giornalisti di Al-Jazeera, di tre televisioni turche e
del Chicago Tribune (il giornale della città del presidente) che pure è in
bancarotta, ma che non voleva assolutamente mancare.
( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
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Pagina 2 - Economia I Grandi al capezzale del mondo tensione a Londra per
il G20
Sarkozy: fatti o me ne vado. Il Papa: etica nella finanza Il vertice ENRICO
FRANCESCHINI dal nostro corrispondente LONDRA - Ai timori che le manifestazioni
di protesta dei no-global preparino qualche clamoroso incidente al summit, si
aggiunge quello di un colpo di scena ancora più eclatante: la possibilità che
il presidente francese Nicolas Sarkozy abbandoni la riunione del G20
sbattendo la porta. Il capo dell´Eliseo «non firmerà il documento finale e
lascerà il vertice, se non sarà soddisfatto dei risultati», dice il suo
ministro dell´Economia, Christine Lagarde, alla Bbc. Un messaggio diretto
implicitamente al presidente americano Obama, e in seconda battuta al
"padrone di casa" del summit, il premier britannico Gordon Brown, che
media per un accordo a tutti i costi tra un´Europa che vuole più
"regulation" ma non è disposta a varare un costoso piano di aiuti
all´economia globale e gli Stati Uniti, che vorrebbero nuove iniezioni di
denaro pubblico nel sistema ma non vogliono un´eccessiva "regulation".
Come andrà a finire, nel vertice che inizia oggi a Londra, con una ragnatela di
colloqui bilaterali e, sul piano formale, con il
ricevimento a Buckingham Palace offerto dalla regina Elisabetta ai capi di
stato e di governo del G20, seguito da
una cena a Downing street? Il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel
Barroso, sdrammatizza l´ultimatum di Parigi: «L´importante è andare al G20 per ottenere dei risultati tangibili, ed è questo anche lo
spirito di Sarkozy. Questa del resto è anche la posizione europea. E´
ora o mai più, si deve arrivare a un accordo sulla supervisione del sistema
finanziario internazionale e sul rafforzamento delle istituzioni finanziarie».
Tradotto in parole povere: il summit deve portare più regole e controlli.
Barroso non esclude che possa esserci, entro fine anno, un altro vertice dopo
questo di Londra: «Non ci si aspetta un miracolo in un giorno il 2 aprile».
Anche il primo ministro Brown - che ha avuto uno scambio epistolare con il Papa
nel quale il Santo Padre ha chiesto al G20 di
garantire contro la crisi famiglie e lavoratori, ripristinando l´etica nella
finanza - appare fiducioso di poter compiere perlomeno un passo avanti, e
dunque di soddisfare le attese di Sarkozy accontentando nel contempo le
esigenze dell´America: «I problemi sono gli stessi per tutti, se agiamo tutti
insieme avremo un effetto doppio rispetto a un´azione individuale di ogni
singolo paese». Tradotto in concreto sembra un richiamo ad approvare un
pacchetto di aiuti globale, non lasciando la scelta ai singoli governi. Ma
Brown auspica pure un accordo su misure che "ripuliscano" il sistema
bancario mondiale, creino «20 milioni di nuovi posti di lavoro», facciano
ripartire il commercio, combattano il protezionismo e stabiliscano «per la
prima volta» norme internazionali sulla retribuzione e sui bonus dei banchieri:
e questo dovrebbe significare più "regulation", compiacendo Sarkozy e
la Ue, della quale la Gran Bretagna, è doveroso sottolinearlo, fa parte, anche
se non sempre lo sembra. Tra sommozzatori nel Tamigi, cabine telefoniche
sigillate e altre eccezionali misure di sicurezza, la più grande riunione di
leader mondiali che Londra abbia mai visto inizia anche con l´augurio del
presidente del consiglio italiano Silvio Berlusconi: «Dobbiamo lavorare insieme
per uscire dalla crisi attraverso un patto globale e faremo di tutto per
arrivare al G20 con un Social Global Pact. Un patto globale con cui
sostituire l´ottimismo al pessimismo, la fiducia alla sfiducia e con cui
trasformare la paura in speranza».
( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 3 - Economia Parigi, dimostranti contro Pinault il re del lusso
ostaggio per un´ora Assedio alla City, allarme bomba alla Bank of England Nuovo
sequestro di manager in Francia cinque ostaggi alla Caterpillar di Grenoble
GIAMPIERO MARTINOTTI dal nostro corrispondente PARIGI - Cinque dirigenti
sequestrati vicino a Grenoble, FranÇois-Henri Pinault bloccato in taxi per
un´ora da una cinquantina di suoi dipendenti, manifestanti che lanciano uova
contro le forze dell´ordine per protestare contro Nicolas Sarkozy in visita nel
Poitou-Charentes: i conflitti sociali francesi si radicalizzano, le azioni di
protesta diventano sempre più violente con l´approfondirsi della crisi. Gli
episodi non sono numerosi, ma vengono presi molto sul serio dagli esperti e dai
sindacati, che non riescono a canalizzare il malcontento sociale. Alla vigilia del G20, le
tensioni crescono. E lo stesso avviene anche sull´altra sponda della Manica:
oggi a Londra ci saranno ben tre manifestazioni e ieri si è temuto per un
allarme bomba di fronte alla Banca d´Inghilterra. Oltralpe - com´era già
successo nei giorni scorsi alla Sony e alla 3M - sono le ristrutturazioni,
i licenziamenti, la chiusura di impianti a scatenare l´ira dei lavoratori. A
Grenoble sono stati sequestrati l´amministratore delegato della filiale
dell´americana Caterpillar e altro quattro manager. L´obiettivo è di ottenere
indennità di licenziamento più alte e garanzie sul mantenimento dei siti
produttivi. Niente violenze (i giornalisti hanno potuto incontrare i dirigenti
e uno dei manager è stato rilasciato perché malato), ma una tensione forte,
anche perché i lavoratori non intendono mollare prima di aver avuto alcune
assicurazioni. Una disavventura molto simile è accaduta a Pinault, numero uno e
principale azionista del colosso del lusso Ppr (Gucci, Yves Saint Laurent,
Balenciaga tra i marchi, ma nella galassia dei marchi del gruppo c´è anche
Puma), nonché marito della stella del cinema Salma Hayek e proprietario di
Palazzo Grassi a Venezia. Usciva da una riunione del Comitato europeo del
gruppo, che si è svolta nella capitale, quando il taxi in cui si trovava è
stato bloccato da una cinquantina di lavoratori della Fnac e di Conforama, due
aziende in cui sono previste ristrutturazioni e soppressioni di posti di
lavoro. L´uomo-simbolo del lusso mondiale è rimasto "in ostaggio" per
un´ora, poi le forze dell´ordine sono arrivate e hanno permesso al taxi di
partire, senza che ci siano stati incidenti. Tutto ciò mentre a Londra un pacco
sospetto, abbandonato da ignoti vicino alla Banca d´Inghilterra, nel cuore
della City, scatena il panico. E´ un falso allarme, ma per quasi un´ora si
diffonde la paura che i black bloc, i "cavalieri dell´apocalisse" o
qualche altra sigla estrema della galassia no-global abbiano lanciato un
attacco al cuore del capitalismo: tra voci di evacuazione della banca centrale
e di altri edifici adiacenti, la polizia sgombera le strade. Tanta paura per
nulla, e ben presto i lucchetti messi al portone della Banca d´Inghilterra
vengono tolti: ma c´è il timore che sia un presagio di quello che potrebbe
accadere stamane. Per la giornata d´inizio del summit, infatti, mentre Gordon
Brown, Barack Obama e gli altri leader del G20 andranno
a un cocktail dalla regina e poi a cena tutti insieme a Downing street, sono
indette ben tre manifestazioni di protesta che hanno effettivamente il sapore
di un assalto. Una comincia alle undici di questa mattina: dimostranti
"anti-capitalisti" convergeranno sulla City e sulla Bank of England,
dove ieri è stato ritrovato il pacco sospetto. Una seconda manifestazione,
organizzata dal movimento ambientalista, andrà ad "accamparsi" poco
dopo mezzogiorno di fronte all´European Climate Exchange. La terza, promossa
dalla coalizione contro la guerra in Iraq e in Afghanistan, marcerà dalle due
verso l´ambasciata americana di Grosvenor Square, la piazza su cui si affaccia
anche l´ambasciata d´Italia.
( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
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Pagina 32 - Commenti SARKO E LA MERKEL ALLA PROVA OBAMA (SEGUE DALLA
PRIMA PAGINA) E, ancora, Angela Merkel non ha nascosto la speranza che Barack
Obama mantenga la parola ed eviti un ulteriore squilibrio appesantendo
l´indebitamento americano con i suoi generosi piani di rilancio. Da queste
posizioni del presidente e della cancelliera si deduce che l´intesa
franco-tedesca si è rianimata per l´occasione. Dopo i reciproci dispetti, per
mesi all´origine di una disintesa formalmente cordiale tra Parigi e Berlino,
ecco rinato, almeno per il momento, il famoso «asse» tra le due sponde del
Reno, tanto detestato dai partner europei se funziona quanto rimpianto dagli
stessi partner se entra in crisi. A rianimarlo è stata la (quasi) comune
posizione dei due principali paesi della zona euro, i quali respingono o
appaiono riluttanti ad accettare le esortazioni americane a intensificare le
misure di rilancio, e puntano invece a stabilire regole tese «a moralizzare il
capitalismo finanziario». All´inizio dell´anno Nicolas Sarkozy usava, per la
verità, termini più solenni: chiedeva «una nuova Bretton Woods», o addirittura
«la creazione del capitalismo del XXI secolo». Adesso mette l´accento su una
più realistica campagna di moralizzazione, con l´obiettivo, tra l´altro, di colpire
i paradisi fiscali. Il tema è significativo e popolare, persino l´Inghilterra
sembra condividerlo. Alle critiche degli americani, che, basandosi sul piano
Obama ammontante al 4,8 % del Pil, giudicano insufficienti i più modesti
rilanci degli europei, quest´ultimi rispondono che Oltreatlantico non si tiene
conto degli ammortizzatori sociali, o stabilizzatori automatici, già esistenti,
per tradizione, nel Vecchio Continente, sia pure in diversa misura se si passa
da un paese all´altro. Ma comunque robusti in Francia e Germania. Benché
comprensibili le posizioni europee, espresse con toni non proprio identici ma
simili dal presidente francese e dalla cancelliera tedesca, sembrano destinate
a diluirsi nella inevitabile approssimazione del comunicato finale. Nel
documento, di cui si conosce già una stesura, forse non definitiva, si difende
l´idea che «i futuri» strumenti di regulation e di supervisione dovranno
assicurare la trasparenza, prevenire i rischi sistematici, appianare più che
amplificare i cicli finanziari ed economici. E cosi via. Nella promessa di un
imprecisato futuro riparatore non affogheranno ma cercheranno di restare a
galla i fermi propositi europei. Davanti al presidente americano, sbarcato a
Londra settanta giorni dopo l´insediamento alla Casa bianca, i leaders del Vecchio Continente presenti al G20 possono difficilmente pretendere di più. E´ un interlocutore
americano diverso dai suoi predecessori: è più aperto e al tempo stesso ha lo
sguardo che sorvola l´Europa. Barack Obama, eletto nel pieno della crisi, con
il preciso compito di affrontarla, non ha soltanto l´autorità conferitagli dal
paese che rappresenta. Se fossero consentiti termini religiosi, si
direbbe che è immune da ogni peccato. Egli non ha la responsabilità, le colpe,
di chi ha gestito il potere nell´era neoliberista, della deregulation, avviata
da Reagan e dalla Thatcher. Non ha dovuto riconvertirsi e diventare un campione
dell´interventismo statale, come è capitato ai dirigenti europei, eletti quali
campioni (questo vale soprattutto per Sarkozy e Berlusconi) del
proto-americanismo seppellito insieme a Bush jr. Per cui la fondata accusa
rivolta agli Stati Uniti, in quanto all´origine della crisi attuale, non lo
riguarda personalmente. La popolarità di Obama spegne le punte anti-americane
europee. Egli è infatti più popolare da noi che nella sua America. Ma il suo
sguardo rivolto all´Europa è diverso da quello di un Kennedy o di un Clinton,
entrambi impregnati di cultura europea, se non altro per avere studiato uno a
Londra e l´altro a Oxford. Delle sue tappe a Londra, Parigi, Roma, Barcellona,
visitate nel viaggio che aveva come meta il Kenya paterno, Obama ha scritto:
«Non è che l´Europa non fosse bella. Tutto era esattamente come l´avevo
immaginato. Il fatto è che non ero io. Avevo l´impressione di trovarmi nella
storia d´amore di qualcun altro». Un intellettuale come lui sa senz´altro
afferrare le situazioni, e capisce bene cosa rappresenta l´Europa, ma la sua
visione delle priorità del mondo è probabilmente più ampia, più vasta. Reginald
Dale (del Center of Strategic and International Studies) parla di un presidente
«più globale». E aggiunge che l´Europa è più innamorata di Obama di quanto
Obama lo sia dell´Europa. è difficile immaginare Nicolas Sarkozy che abbandona
bruscamente la tavola del G20, come ha promesso di fare nel caso
si dovesse arrivare a «un consenso molle». Anche perché poche ore dopo
l´appuntamento londinese il presidente francese dovrà accogliere Barack Obama a
Strasburgo, per il vertice dell´Alleanza Atlantica, dove si festeggerà, tra
l´altro, il rientro della Francia nel comando integrato della Nato. Entrambi
(Sarkozy frustrato da una sofferta impopolarità in patria e Angela Merkel a
pochi mesi dalle elezioni politiche d´autunno) non possono correre il rischio
di apparire semplici comparse agli occhi dei loro rispettivi compatrioti.
Faranno di tutto per non apparite tali, anche se nessuno dei due avrà il ruolo
di protagonista alla grande messa, e alla fine dovranno accontentarsi di buoni
propositi. Qualcosa di simile al deprecato «consenso molle». L´Europa
rappresentata da Sarkozy e da Merkel è in definitiva quella che conta, ma non
può pretendere di più. Nella sua settimana europea, che si concluderà in
Turchia, Obama vedrà separatamente i principali partecipanti al G20,
e tra questi il primo ministro Zapatero, eccezionalmente ammesso alla riunione.
Il presidente del consiglio italiano non risulta, almeno per ora, nel
programma. Il fatto di essere il presidente di turno del G8, previsto per
luglio in Sardegna, sembra non dargli l´opportunità di avere un incontro
bilaterale con l´indaffarato Obama. In effetti il G8 appare una formula
superata, nonostante gli ospiti accaparrati per tenerlo in vita. Il mondo che
conta ha altre dimensioni. Di fronte a Barack Obama, a Londra, ci sarà Hu
Jintao. Il presidente cinese sarà l´altro grande protagonista. Sarà il
rappresentante del paese che proprio alla vigilia del vertice presenta, secondo
l´OCSE, «segni di ripresa economica». I riflettori saranno puntati su Obama e
su Hu Jintao.
( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 33 - Commenti LE RICHIESTE RUSSE A BARACK DIMITRI MEDVEDEV è
difficile contestare il giudizio pessimistico che ha prevalso nel corso
dell´anno appena trascorso circa le relazioni russo-americane. Sfortunatamente,
i rapporti si sono inaspriti a causa dei piani della precedente amministrazione
americana: in particolare, l´installazione del sistema globale di difesa
missilistica in Europa Orientale, le iniziative per spingere verso Est i
confini della Nato e il rifiuto di ratificare il Trattato sulle Forze armate
convenzionali in Europa. Tutte quelle posizioni minavano alla base gli
interessi russi e, se messe in atto, richiederebbero inevitabilmente una
risposta da parte nostra. Sono convinto che eliminare questi ostacoli che si
frappongono alle buone relazioni avrebbe un effetto positivo per i nostri Paesi
e per il mondo. Ciò esige un´iniziativa congiunta. Lo scambio di lettere tra me
e il presidente Obama ha dimostrato la reciproca disponibilità alla creazione
di maturi rapporti bilaterali, pragmatici ed efficienti. Per andare in questa
direzione, disponiamo di una "road map": la Strategic framework
declaration firmata dai nostri Paesi a Sochi nel 2008. è fondamentale dare
attuazione alle idee positive contenute in quella dichiarazione. Noi siamo
pronti a farlo. Le possibili aree di cooperazione sono numerose. Ad esempio,
concordo con il presidente Obama che la ripresa del processo di disarmo debba
diventare una nostra priorità immediata. Il desiderio di garantire l´assoluta
sicurezza in modo unilaterale è una pericolosa illusione. Sono convinto che i
nostri nuovi partner di Washington se ne rendono conto. Nei loro rapporti, né
la Russia né gli Stati Uniti possono indulgere all´immobilismo e
all´indifferenza. Lo scorso novembre, a Washington, ho parlato della necessità
di porre fine alla crisi di fiducia. Per cominciare, dobbiamo convenire che è
possibile superare la nostra comune eredità negativa soltanto garantendo
uguaglianza e vantaggi reciproci e tenendo in conto i reciproci interessi. Sono
pronto a lavorare con il presidente Obama sulla base di tali principi e spero di iniziare già da oggi al nostro incontro al G20 di Londra. La situazione dell´economia globale costituisce una
grande preoccupazione per tutti. Possiamo garantire la stabilità del sistema
finanziario mondiale soltanto rendendone l´architettura reciprocamente
complementare e basata su di un sistema diversificato di valute di riserva e di
centri finanziari locali. Al summit, Russia e Stati Uniti potranno
contribuire a guidare l´iniziativa per istituire norme e sanzioni universali,
da applicare a tutte le parti in causa senza eccezioni. Dovremmo anche valutare
insieme se sia conveniente introdurre una valuta di riserva sovranazionale,
potenzialmente sotto l´egida del Fondo monetario internazionale. Sono convinto
che Russia e Stati Uniti possano offrire molto al mondo, conservando allo
stesso tempo la propria responsabilità individuale nella politica estera. Tali
opportunità sono più evidenti circa i temi della stabilità strategica e della
sicurezza nucleare. La natura delle relazioni russo-americane, in larga misura,
determina la politica transatlantica, che potrebbe usare come proprio pilastro
la cooperazione trilaterale tra Unione europea, Russia e Stati Uniti. Nel suo
discorso inaugurale, il presidente Obama ha espresso in modo esplicito
l´opinione che gli Stati Uniti debbano cambiare assieme al resto del mondo. Il
suo discorso mi ha colpito profondamente per la imparziale valutazione dei
problemi dell´America. Concordo che la grandezza non è mai scontata. è
necessario guadagnarla. Molto tempo fa, Alexis de Tocqueville predisse alle
nostre due nazioni un grande futuro. Finora, entrambi i Paesi, agendo ciascuno
per proprio conto, hanno cercato di dimostrare a se stessi e al mondo la
veridicità di quelle parole. Sono fermamente convinto che a questo punto della
storia sia necessario lavorare insieme. Il mondo si aspetta che la Russia e gli
Stati Uniti prendano iniziative efficaci per stabilire nella politica mondiale
un clima di fiducia e amicizia e non che languiscano nell´inerzia e nel
disimpegno. Non possiamo deludere quelle aspettative. L´autore è il presidente
della Federazione Russa Copyright Washington Post (Traduzione di Antonella
Cesarini)
( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 33 - Commenti Le regole per uscire dalla crisi JOSé MANUEL BARROSO
Quella attuale è la prima grande crisi dell´epoca della globalizzazione, ma la
via per uscirne non è la «de-globalizzazione». Il protezionismo e il
nazionalismo sul piano economico sono solo in apparenza strumenti utili e
alimentano invece povertà e conflitti, come abbiamo sperimentato negli anni
Trenta. Per uscire dalla situazione attuale occorre «riplasmare la
globalizzazione». è necessario stabilire una serie di regole su scala mondiale
che consentano di gestirla. Solo collaborando a livello internazionale potremo
porre il potenziale dei mercati al servizio dei cittadini e affrontare sfide
planetarie quali i cambiamenti climatici, la sicurezza energetica e la lotta
alla povertà. Queste regole devono fondarsi su valori e principi etici,
associare libertà, responsabilità e solidarietà e garantire che i mercati
ricompensino il duro lavoro e lo spirito di iniziativa e non la mera
speculazione. Oggi l´Unione europea dispone di caratteristiche particolari che
le consentono di assumere il ruolo di motore di una globalizzazione fondata su
valori e regole. L´Ue ha deciso di presentarsi al G20 di Londra con un messaggio comune. Continueremo ad indicare la
via da seguire, dando noi stessi il buon esempio. Coinvolgeremo i nostri
partner internazionali e ci impegneremo per raggiungere un accordo su quattro
elementi determinanti: 1. incentivi economici consistenti, coordinati e
sostenibili, per limitare le ripercussioni della crisi sui cittadini e far
ripartire l´economia reale; 2. il ripristino della fiducia nel sistema
finanziario, non nell´interesse delle banche, bensì degli imprenditori e dei
lavoratori che hanno bisogno di credito. Dobbiamo presentare rapidamente
proposte per indurre le banche a ricominciare ad erogare prestiti, come
concordato in Europa e come stanno facendo gli Usa. Ciò significa porre fine
all´incertezza sull´entità delle perdite subite dalle banche eliminando le
attività «deteriorate» dai loro bilanci. Contemporaneamente, dobbiamo
rafforzare la vigilanza a livello mondiale e colmare le lacune - anche
imponendo restrizioni ai paradisi fiscali. Per fare ciò è necessaria una
riforma degli istituti finanziari internazionali; 3. un messaggio forte contro
tutte le forme di protezionismo e a favore dell´apertura degli scambi,
proseguendo sulla via tracciata dai negoziati di Doha; 4. da ultimo, ma non per
importanza, un mondo più giusto, rafforzando i nostri impegni a favore dei
paesi in via di sviluppo - che non devono pagare per una crisi nata nei paesi
avanzati - e di una maggiore rappresentatività del Fmi. Già ora registriamo una
significativa convergenza globale di idee, in particolare con gli Usa. è
altrettanto degno di nota che tale consenso si sia in larga misura
concretizzato attorno alle idee e al modello economico propri dell´Europa. Il
piano di ripresa statunitense, ad esempio, pone l´accento su misure volte a
migliorare l´assistenza sanitaria e a tutelare i più deboli, nonché su
investimenti a più lungo termine, in particolare nel settore delle
infrastrutture. Si tratta di misure che la maggior parte dei paesi dell´Unione
europea ha già adottato. Sulle questioni di regolamentazione rileviamo la
stessa tendenza alla convergenza. Nell´ambito del G20 possiamo
dunque constatare un clima di ampio consenso. Si tratta di trasformarlo in
provvedimenti concreti che risolvano la situazione. L´Europa è pronta ad
affrontare la sfida. Siamo sicuri che i nostri partner faranno altrettanto.
Desidero che i cittadini europei sappiano che le loro preoccupazioni saranno al
centro del nostro dibattito e delle nostre decisioni. Sono consapevole che
molte persone temono per il loro posto di lavoro, il loro mutuo o i loro
risparmi. In questa fase la mia preoccupazione principale è garantire che qualsiasi
nostra iniziativa vada a favore dell´occupazione. Trasformando i nostri buoni
propositi in una strategia comune, domani a Londra risponderemo alle loro
legittime aspettative e riusciremo a contribuire a mettere fine alla crisi
economica e ad evitare che se ne verifichino altre in futuro. L´autore è il
presidente della Commissione europea
( da "Italia Oggi"
del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 01/04/2009 - pag: 6 autore: di
Pierluigi Mantini NEO - DEM La terza via dei democratici di centro Si apre a
Roma, nei prossimi giorni, il cantiere della Costituente dei Democratici di Centro.
Con l'Udc di Casini, ma anche altre forze nuove, e con ambizioni per il futuro.
In effetti vi è bisogno di proposte nuove. Un Pd più di sinistra, filoleghista
e giustizialista, e significativamente ridimensionato nel consenso elettorale,
non è in grado di rappresentare l'alternativa di governo secondo una logica
bipolare. Un Pdl che incornicia il popolo ai piedi del Capo, e sotto lo spadone
padano di Bossi, è alla lunga inadeguato. Occorre una terza via. La crisi
economica e dei paradigmi della globalizzazione spingono verso la maggiore
unità e coesione del paese verso una fase di politiche di centro, inteso come centro delle
politiche luogo di ricerca del confronto utile agli interessi della
maggioranza degli italiani. Anche l'assetto politico e
istituzionale deve essere coerente. Per questo da tempo riteniamo utile il
modello elettorale tedesco e la valorizzazione del parlamento e delle assemblee
elettive rispetto alle pulsioni e alle distorsioni del leaderismo, che sono
molte. Occorre prendere atto che il sistema politico italiano può giovarsi, in
termini di governabilità, di una consistente forza di centro, di ispirazione
riformatrice, liberaldemocratica e di cultura cristiana, aperta alla
collaborazione di governo con un partito socialdemocratico o con le altre forze
moderate che si rendano disponibili nell'evoluzione dei processi politici.
Siamo convinti che l'Italia debba partecipare da protagonista alla guida del G8
allargato e nel G20, alla ridefinizione delle nuove regole della governance
economica internazionale. L'insistenza di Tremonti sui legal standard è
positiva, anche al netto dei suoi precedenti entusiasmi per la finanza creativa, ed è comprensibile la
collaborazione in tal senso offerta da esponenti del centrosinistra. In prospettiva non
sono sufficienti le pur ingenti misure pubblico-privato, che il segretario al
tesoro Usa Geithner sta approntando per riacquistare i titoli tossici in
circolazione e garantire mutui e credito. Occorre di più, occorre guardare
oltre la crisi, facendo emergere nuovi paradigmi e nuove regole, a partire dal
controllo dei paradisi
fiscali, in grado di prevenire nuove crisi. Se non è possibile uno Stato
internazionale di diritto è almeno necessario un nuovo livello di regole, dopo
quelle di Bretton Woods, per disciplinare la finanza e gli scambi
internazionali sulla base della concezione che la democrazia e le istituzioni
sono più grandi del mercato e che la persona, nella ricchezza delle sue
implicazioni, è il punto di riferimento imprescindibile. Occorre ovviamente un
giusto mix tra nuove regole, istituzioni di governance più aperte ai paesi
emergenti, e mercato, senza eccedere in protezionismi statalisti e nella
presenza del capitale pubblico nei settori imprenditoriali. Vale per i fondi
sovrani e il mercato globale ma anche per l'eccesso di società pubbliche locali
in Italia. La gravità della crisi economica, non del tutto esplorata, necessita
di risposte più forti e chiare di quelle messe in campo dal governo ancora
molto basate su effetto-annunci.Qualcosa è stato fatto dal governo ed è
apprezzabile la prudenza sulla tenuta dei conti pubblici e sugli spread dei
titoli di Stato. Ma era necessario un maggior coraggio a sostegno delle
imprese, delle famiglie, dei lavoratori che perdono il posto di lavoro, del
ceto medio in difficoltà. Occorrono misure emergenziali e misure strutturali
più che partite di giro. Tra le misure riteniamo condivisibili le richieste
formulate da Emma Marcegaglia e da Morandini, per le pmi, di fondi reali
statali a garanzia dei crediti delle imprese con la pa e dell'accesso al
credito presso le banche. E anche la proposta di allungare la Cig a 24 mesi
deve essere presa in considerazione. Se si vuole tentare di mantenere il più
possibile inalterata la base produttiva, queste misure sono assai migliori
perché più dirette e liquide della sorveglianza dei prefetti sulle banche.
Naturalmente è possibile fare molto di più con interventi articolati sui
settori produttivi, dal turismo, all'edilizia alla green economy da sostenere e
incentivare. Ed è possibile dare un segnale di solidarietà sociale, una tantum,
come proposto dal segretario del Pd Franceschini. Per le misure strutturali
occorre però il coraggio delle riforme. È proprio in un momento di crisi che è
possibile lanciare un grande patto generazionale che consenta a chi ha il
lavoro e una vita fortunatamente più lunga, di lavorare qualche anno in più,
secondo la media Ue, per avere le risorse per i giovani e il loro futuro
previdenziale. La riforma delle pensioni non deve avere una valenza punitiva ma
essere l'occasione, con regole certe e concordate con le parti sociali e
politiche, per un vasto programma di giustizia sociale. E ciò può valere anche
per le donne che potrebbero adeguarsi alle richieste europee con l'opportunità
di detrarre però un anno per ogni figlio avuto, per il doppio lavoro svolto in una realtà di
scarsi servizi alla famiglia. E si dovrebbe ancora avere il coraggio di
trasformare le province, secondo un modello governance, non più un ente
strutturale con 17 miliardi di spesa corrente annui, ma sede stabile di
intese e accordi tra comuni per la programmazione di area vasta, secondo il
principio di sussidiarietà verticale. Lo abbiamo proposto durante l'esame del
federalismo fiscale, ma inutilmente. Dobbiamo farne oggetto di una grande
riforma del potere locale che coinvolga l'ingiustificata presenza delle circa
6.000 società pubbliche locali.
( da "Italia Oggi"
del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
ItaliaOggi sezione: Imposte e Tasse data: 01/04/2009 - pag: 28 autore:
Anche San Marino rinuncia al segreto bancario Anche San Marino dice no al
segreto bancario. In una lettera inviata al segretario generale dell'Oecd,
Angel Gurría, il governo di sammarinese ha ribadito l'intenzione di uniformarsi
quanto prima agli standard internazionali sul contrasto alle frodi fiscali.
Entro la fine di settembre 2009, il Consiglio Grande e Generale, il parlamento
del Titano, dovrebbe votare gli emendamenti necessari per includere la nuova
legislazione sul segreto bancario all'interno del sistema legislativo del
Paese, rendendo così effettive le pratiche internazionali per lo scambio di
informazioni sensibili ai fini degli accertamenti fiscali. Negli anni passati
San Marino ha istituito formalmente un ufficio centrale di collegamento per la
collaborazione amministrativa con gli altri Stati, che diventerà pienamente
operativo, guarda caso, proprio il 2 aprile prossimo, data
stabilita dal G20 per la
definizione della lista nera dei paesi non collaborativi sul fronte dello
scambio di informazioni fiscali. E parlando degli impegni futuri, San Marino ha
rassicurato l'Ocse sull'adozione degli standard 2005 sulle convenzioni
bilaterali contro le doppie imposizioni fiscali. Senza dimenticare la
firma attesa per gli accordi di cooperazione economica e di collaborazione
finanziaria con l'Italia, oltre all'intenzione di rinegoziare, in tempi brevi,
l'accordo in materia di doppie imposizioni fiscali con il Belpaese. Se San
Marino fa il mea culpa, in Svizzera sono in molti a non voler fare alcuna
concessione sul segreto bancario. È così che la Lega dei Ticinesi ha lanciato
un referendum per ancorare il segreto bancario alla Costituzione. Per chiamare
il popolo alle urne, il partito dovrà raccogliere 100mila firme entro il 1?
ottobre 2010.
( da "Italia Oggi"
del 01-04-2009)
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ItaliaOggi sezione: Mercati e Finanza data: 01/04/2009 - pag: 40 autore:
Mibtel a +3,49%. Su anche l'euro a quota 1,3285 Il Toro si rinforza Grazie ai
rimbalzi tecnici Ue e Usa Ultima seduta del trimestre all'insegna degli
acquisti per le principali piazze europee, complice un rimbalzo tecnico alla
luce dei cali registrati lunedì e grazie alla buona performance dei bancari.
Poco hanno inciso i dati macroeconomici Usa, deludenti rispetto alle attese. Gli investitori restano in attesa di quanto emergerà dal G20 che inizierà domani. A Piazza Affari l'S&P/Mib ha guadagnato
il 3,97%, il Mibtel il 3,49%, il Midex il 2,78%, l'All Stars il 2,85%. In
rialzo anche il Dax (+2,39%), il Cac 40 (+3,24%) e il Ftse 100 (+4,34%). A metà
seduta, a Wall Street, il Dow Jones segnava un +1,05%, l'S&P500 un +1,09% e
il Nasdaq Composite un +1,32%.A Milano si è vista una giornata di forti
acquisti su Fiat (+10,31% a 5,27 euro) in attesa della decisione in merito
all'accordo con Chrysler. Il titolo ha peraltro beneficiato di quanto
dichiarato lunedì dal presidente Usa Barack Obama, che ha manifestato
apprezzamento per il recente percorso del Lingotto. Ancora tra i titoli della
galassia Agnelli si è messa in luce Exor (+9,13%). In evidenza il comparto
bancario in scia alle buone notizie giunte da Barclays, che ha annunciato di
non partecipare allo schema di protezione degli asset elaborato dal governo
britannico, e grazie ad un report di Deutsche bank, secondo il quale alla fine
del primo trimestre 2009 dovrebbero uscire buone notizie dalla maggior parte
degli istituti di credito europei. Unicredit e Banco popolare hanno guadagnato
rispettivamente l'8,28% e il 12,16%. Bene anche Intesa Sanpaolo (+5,2%) e Banca
Mps (+4,99%) e Banca popolare di Milano (+2,74%). Denaro sul Credem (+9,35%),
nel giorno dei conti. Tra le altre blue chip, bene Atlantia (+5,96%), e
Parmalat (+4,51%), sostenuta da un nuovo accordo transattivo raggiunto con
Banca Mps. Sul resto del listino, focus su Tiscali (+12,3%) all'indomani della
precisazione della società sul fatto di non prevedere un aumento di capitale di
mercato. A detta di gran parte degli analisti però, un aumento di capitale
sembra necessario. Volatilità estrema infine per Seat pagine gialle (+15,82%),
di cui è passato di mano oltre il 32% del capitale con un massimo e un minimo
intraday rispettivamente a 0,77 e a 0,472 euro. Alcuni operatori hanno notato
che diversi punti del prospetto sull'aumento di capitale sono poco chiari e
«non si capisce come mai non si preferisce acquistare i diritti ma si stia
puntando sulle azioni». Sul fronte delle valute, l'euro ha chiuso in rialzo a
1,3285 dollari, sostenuto dai guadagni delle borse e dalla maggiore propensione
al rischio degli investitori. Penalizzato dal clima rialzista è stato invece lo
yen, che è sceso a quota 131,44 sull'euro e a 98,94 sul dollaro. Infine il
petrolio, che si è mantenuto abbondantemente sotto i 50 dollari al barile per
poi risalire in chiusura a 49,66 dollari al barile.
( da "Giornale.it,
Il" del 01-04-2009)
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n. 78 del 2009-04-01 pagina 1 Hanno sequestrato anche il re del lusso di
Redazione Continua la caccia ai manager. In Francia gli operai bloccano il
miliardario Henri Pinault, marito di Salma Hayek E
Berlusconi rilancia: «Proporrò al G20 un patto sociale per l'occupazione. In Italia gli aiuti
saliranno a 40 miliardi» Il clima è pesante. Continua la caccia al manager. Il re
del lusso Pinault bloccato in un taxi, per un'ora, dai suoi dipendenti.
Sequestrati a Grenoble anche 4 manager della Caterpillar. Berlusconi, al
forum del G20, lancia un patto sociale sul lavoro. © SOCIETà EUROPEA
DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it,
Il" del 01-04-2009)
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n. 78 del 2009-04-01 pagina 2 Continua la caccia ai manager: sequestrato
pure il re del lusso di Gabriele Villa Pinault ostaggio per un'ora. Violenze
anche alla Caterpillar. L'allarme del presidente dell'Eurogruppo Juncker:
«Convivenza civile a rischio» Nelle mani di operai inferociti che non sanno
reagire altrimenti davanti allo spettro del licenziamento. Sequestrati sulla
spinta dell'inquietante «caccia al manager» che sembra esser diventata una
sorta di parola d'ordine. È accaduto a Grenoble, nella sede francese del gruppo
americano Caterpillar, dove ieri l'amministratore delegato Nicolas Polutnick, e
altri tre dirigenti, il direttore delle risorse umane, un responsabile del
personale e il coordinatore del prodotto europeo, sono stati presi in ostaggio da
un manipolo di dipendenti della nota azienda produttrice di macchine per la
movimentazione di terra e le costruzioni, che ha varato un piano di
soppressione di 733 posti di lavoro nelle due fabbriche di Grenoble ed
Echirolles. Ed è accaduto anche a Parigi, poche ore più tardi, a François-Henri
Pinault, 47 anni, il patron del lusso che controlla il marchio Puma e gestisce
l'immenso impero Ppr, fondato dal padre, François. Pinault, è stato bloccato
nella capitale da un centinaio di dipendenti dei magazzini Fnac e Conforama,
che fanno parte del gruppo, mentre in taxi stava lasciando un vertice del
gruppo in cui si erano appena affrontati problemi di riassetto aziendali in
ambito europeo. Così Pinault ha passato probabilmente una delle ore più
terribili della sua vita, sballottato come un pallone da calcio, dentro
quell'auto fino a quando, non senza difficoltà, la polizia è riuscita a
liberarlo. Sono solo gli ultimi gesti, eclatanti quanto violenti, messi in atto
nel tentativo di sbloccare una situazione che, almeno a Grenoble, non sembra
avere via d'uscita dopo che i negoziati erano stati interrotti e gli operai
avevano proclamato una serie di scioperi. L'apice di una reazione che,
Oltralpe, rischia di diventare una odiosa formula di guerriglia sindacale, considerato
che quelli di ieri seguono altri due episodi simili. Il primo a venir
sequestrato nelle passate settimane è stato infatti il patron della Sony
France, tenuto in ostaggio per un giorno, mentre successivamente la stessa
sorte è toccata al direttore dell'azienda farmaceutica 3M, bloccato dagli
operai per una trentina d'ore. Tutti, almeno in Francia, sembrano arrabbiati, e
«pronti a tutto». Perfino, come è accaduto alla Continental, a impiccare i
manichini di due dirigenti, quelli del capo della fabbrica e della società, con
tanto di rogo di decine di pneumatici, di cui la multinazionale è il quarto
produttore mondiale. Se non è l'Afghanistan poco ci manca. Perché la protesta
generalizzata contro «i signori che hanno provocato la crisi» si è scatenata trasversalmente
da Roma a Francoforte, da Berlino a Londra non solo con i sequestri
"dirigenziali" ma anche con il lancio di uova o di bombe-carta contro
le sedi delle banche, delle finanziarie e delle immobiliari. Anche se
curiosamente, nei disordini dell'altro giorno a Roma, la prima agenzia a venire
colpita da dimostranti è stata quella dell'Unipol Banca di via Cavour, istituto
di credito legato al mondo delle cooperative e della finanza di sinistra. Di
fatto quello che si scorre quotidianamente è oramai un bollettino di guerra. E
questa guerra trasversale nella capitale britannica che
domani accoglierà i leader del G20, ha
registrato momenti ad alta tensione con scontri e manifestazioni durissime che
sono state definite «senza precedenti» dagli uomini di Scotland Yard. Storie di
dissennata umanità che, come ha ricordato ieri il presidente dell'Eurogruppo,
Jean-Claude Juncker, mettono «a rischio la coesione sociale», l'unica
credibile arma per far fronte ad una crisi senza precedenti e alla quale ha
fatto riferimento ieri anche il premier Berlusconi. Tutto ciò mentre i segnali
arrivati ieri dall'Ocse non hanno certo contribuito a rasserenare il clima. Se
solo a metà marzo l'Ocse aveva stimato un Pil italiano in calo del 4,2% nel
2009, ieri l'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica ha
pubblicato nuove previsioni annunciando una flessione del nostro prodotto
interno lordo che toccherà il 4,3%. E l'Ocse vede piuttosto nero anche per
quanto riguarda il tasso di disoccupazione che nel 2009 passerà dal 6,8 al
9,2%, per arrivare al 10,7% nel 2010. Non è ancora tutto perché cifre poco
rassicuranti giungono anche dalla Confindustria, secondo cui la produzione
industriale in marzo è diminuita del 20,1% rispetto allo stesso mese del 2008 e
del 2,7 per cento, rispetto a febbraio. Di fatto, sostengono gli industriali
nel primo trimestre
( da "Giornale.it,
Il" del 01-04-2009)
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n. 78 del 2009-04-01 pagina 3 Dai vescovi 500 euro mensili alle famiglie
di Vincenzo La Manna RomaC'è «preoccupazione» da parte di tutti i governi. Il
lavoro «comincia a venire meno» e le «previsioni sono negative». Tanto che nel
2010 si pronosticano «20 milioni di posti» in meno. La premessa di Silvio
Berlusconi sembra non lasciare spazio all'ottimismo. Ma in realtà il premier,
pur non nascondendo la grave crisi economica, guarda avanti. Le difficoltà,
riconosce, «dureranno due anni, magari due anni e mezzo», ma alla fine ne
usciremo anche «più forti di prima». Così, in conferenza stampa congiunta con
il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi - al termine del Summit sociale del
G8 - punta l'attenzione sul «fattore più importante: la coesione sociale». Uno
Stato moderno, ripete più volte, «che ha come filosofia l'economia sociale di
mercato, la stessa cosa rispetto alla dottrina sociale della Chiesa, non può
disinteressarsi del bene dei lavoratori». Ecco perché, «come ho già detto, noi
non lasceremo nessuno indietro e porteremo il Paese fuori dalla crisi».
L'obiettivo, assicura, è alla nostra portata. E il ministro dell'Economia,
Giulio Tremonti, riferisce, «è convinto che quello che abbiamo fatto basta e
avanza». In ogni caso, dinanzi a un eventuale scenario ancora più negativo, il
presidente del Consiglio garantisce di non avere dubbi sulla strada da seguire.
«Se ci fosse la necessità», ipotizza, «daremo la precedenza - mi sembra una
cosa così logica - a interventi in favore delle classi povere». E ancora. «Oso
dire, pur non avendone ancora parlato con Tremonti, che non sono neppure
spaventato, per paradosso, ad aumentare il deficit o a sforare il debito, a
favore di una spesa sociale provvisoria e primaria, che viene prima di ogni
altra cosa». Insomma, People first, come recita non a caso il messaggio
centrale del G8 del lavoro tenutosi nella Capitale. E in
vista del G20, in programma oggi a Londra, il
Cavaliere annuncia: sono pronto a proporre un «social pact». Cioè, un «patto
globale», dinanzi a una crisi globale, «che possa sostituire al pessimismo
l'ottimismo, alla sfiducia la fiducia e trasformare la paura in speranza».
Certo, «nessuno ha la ricetta» in mano, ma noi, rivendica Berlusconi, «abbiamo
già stanziato 12 miliardi di euro e, nell'ultimo Cipe, ne abbiamo messi altri
( da "Giornale.it,
Il" del 01-04-2009)
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n. 78 del 2009-04-01 pagina 12 Creatività britannica: cravatte nel pacco dono anche per le donne di Erica Orsini
LondraEcco tutto quello che dovete sapere sul G20 che si apre nella capitale inglese: PERCHÉ G20 Già perché? Tutto sommato chiamare «G e qualcosa» qualsiasi
vertice economico internazionale è diventato più una moda che altro. G è
semplicemente l'abbreviazione inglese di Group, 20 indica il numero dei Paesi
partecipanti. Questa volta si tratta di un versione supersize del G8, il
vertice dei sette Paesi più ricchi più la Russia, che fino alla metà degli Anni
'80 era soltanto un G5. Ma il numero, badate, non dev'essere poi così accurato.
G77 per esempio, rappresenta il summit delle nazioni sviluppate, ma di
partecipanti ne ha 130. E inoltre non si capisce con quale criterio vengano
invitati i singoli stati. Per esempio in quest'ultimo G20 la
Spagna c'entra come i cavoli a merenda, ma fa niente. IL PROTAGONISTA Barack
Obama e chi se no? Il protagonista di questo vertice è senza dubbio lui e del
resto l'aveva già anticipato. «We're ready to lead», «Siamo pronti a condurre»
ha dichiarato qualche giorno fa e adesso bisogna vedere se gli altri sono
pronti a seguirlo. Già dal suo arrivo all'aeroporto low-cost di Stansted ha
sorpreso tutti. Si porta dietro uno staff di 500 persone e alloggerà nella
residenza dell'ambasciatore americano che per l'occasione si è trasformata
nell'edificio più sorvegliato del Paese, anche più di Buckingham Palace. LE
PROTESTE La prima «Put People First», già avvenuta, era soltanto un assaggio.
Oggi partono le proteste vere, quelle organizzate dai gruppi no global e
anarchici, i più disubbidienti, i più pericolosi, i più incontrollabili. La più
importante parte questa mattina da Moorgate e si conclude di fronte alla Banca
d'Inghilterra. La coalizione di «Stop the War» marcerà verso l'ambasciata
americana in Grosvenor Square e nel pomeriggio ritrovo previsto a Trafalgar.
Giovedì tutti i manifestanti convergeranno verso la sede del summit nei
Docklands. Due giornatine da non perdere... IL PRANZO Lo chef è Jamie Oliver,
un ragazzo diventato famoso nel giro di pochi mesi per la sua abilità nel
propinare agli inglesi le ricette della migliore cucina mediterranea
opportunamente riadattate. Fino alla fine la sua presenza è in forse perché il
giorno del pranzo di gala coincide con la data fissata per l'arrivo del suo
ultimogenito, il terzo. A differenza delle altre volte, il menu questa volta
dovrebbe essere all'insegna dell'austerity. Soltanto sei portate cucinate come
potrebbe fare una buona casalinga, evitando ingredienti pretenziosi. I REGALI
Dopo il cibo, i regali di rappresentanza. Hanno già suscitato feroci critiche
gli omaggi scelti dal premier Brown tutti nel segno della «creatività
britannica»: una cravatta disegnata da tre sarti di grido, una tovaglietta da
tè in lino, candele firmate e cioccolata finissima. Ma ai ministri donna che
non indossano cravatte ci avete pensato? Hanno chiesto i giornalisti, ma stanno
ancora aspettando la risposta. THE BAD BOY C'è sempre il discolo della situazione,
quello a cui a un certo punto il gioco sfugge di mano. L'ultimo è stato il
primo ministro australiano Kevin Rudd, costretto a scusarsi con la moglie un
paio d'anni fa quando fu ritrovato completamente sbronzo in uno strip club di
New York. Vedremo a chi tocca stavolta. MARITI A CASA Non solo uomini al
vertice dei Grandi di Londra. Tra i venti capi di Stato e di governo presenti
ci saranno anche due donne: il capo di Stato argentino, Cristina Fernandez de
Kirchner e la cancelliera tedesca Angela Merkel. I loro rispettivi consorti non
ci saranno. Il primo, Nestor Kirchner, ha lasciato la sua poltrona alla moglie
dopo aver deciso di uscire dalla scena politica. E chissà se rimpiangerà di non
essere nella capitale britannica nei prossimi giorni. Sembra invece che non sia
un'amante della mondanità Joachim Sauer, il professore di Chimica
dell'università Humboldt di Berlino, che è sempre stato infastidito dagli
incontri ufficiali o dai gala in cui dovrebbe fare da contorno. Così ha
avvisato che non ci sarà per impegni fissati in precedenza. Fosse anche una
partita in tv sul divano... © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4
- 20123 Milano
( da "Giornale.it,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
n. 78 del 2009-04-01 pagina 12 Sarkozy «Via dal summit se non vedrò
risultati concreti» di Matteo Buffolo Il vertice non è ancora iniziato, ma sono
già scoppiate le polemiche. A innescarle, prima dell'incontro che si terrà
domani a Londra, è stato il Presidente francese Nicolas Sarkozy che ha
minacciato di abbandonare il summit in assenza di risultati concreti: «Non ci sarebbe niente di peggio di un G20 di basso profilo, preferisco una rottura a un consenso
minimalista», avrebbe detto l'inquilino dell'Eliseo secondo quanto pubblicato
dal quotidiano «Le Figaro». Anche prima di arrivare di là della Manica, il
vulcanico Nicolas cerca dunque un ruolo da protagonista: «La crisi finanziaria
- ha detto il Presidente francese in un discorso ieri - è troppo grave
perché ci si possa permettere di fare un vertice per niente». Una posizione che
riprende quella tenuta, a porte chiuse, a margine di una riunione del Governo
di Parigi la settimana scorsa, quando Sarkò avrebbe minacciato, secondo quanto
riferito da un collaboratore rimasto anonimo, di «alzarsi e andarsene». Nel
mirino, oltre a una regolamentazione più stretta sulla finanza, ci sono i
paradisi fiscali: il Presidente francese vorrebbe usare proprio questi due temi,
che dividono i Paesi che arriveranno per il vertice di domani, per dare una
sferzata al G20. Ma sulla creazione di un unico regolatore
internazionale sono pochi, secondo il «Times», i Paesi che concordano: di
sicuro sono contrari gli inglesi e anche gli americani sarebbero dubbiosi e
spingerebbero verso un compromesso cercando un coordinamento fra gli organi di
controllo nazionali. Difficilmente Sarkozy lascerà davvero il vertice, ma di
certo sono in molti a premere perché da Londra si esca con delle posizioni
decise: Austria, Lussemburgo e Belgio, ma anche Liechtenstein e Svizzera,
dovranno mantenere gli impegni presi sull'ammorbidimento del segreto bancario e
«anche se non determinerà la fine della crisi, il G20 deve
marcare un punto di svolta», come ha detto il presidente della Commissione
Europea José Manuel Barroso. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4
- 20123 Milano
( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 39 - Esteri Nel 1996 una storica copertina di "Newsweek"
celebrava la capitale inglese come la più trendy al mondo Oggi, mentre la metropoli ospita il G20 della crisi, è la stessa stampa britannica a decretare la fine
del sogno Dal boom alla grande crisi in declino la città più cool "C´era
Blair, oggi Brown. Principessa era Diana, oggi un´ex cattiva del Grande
Fratello" ENRICO FRANCESCHINI LONDRA dal nostro corrispondente èuna
copertina che ha fatto storia, o che perlomeno l´ha anticipata e
fotografata come non capita spesso ai media. "London rules", Londra
comanda, annunciava la cover-story del settimanale americano Newsweek, sopra
l´immagine di una fotomodella con un copricapo dai colori della bandiera
britannica; e il sottotitolo definiva la metropoli sul Tamigi "the coolest
city in earth", la città più cool, ossia più hot come si era detto fino ad
allora, più alla moda, trendy, vibrante del pianeta. Era il 1996. L´anno
seguente un laburista di 42 anni, Tony Blair, diventò primo ministro ed entrò a
Downing street annunciando una nuova era; e quell´aggettivo, "cool",
fu applicato ben presto a tutta la nazione, Cool Britannia, un paese che
sembrava destinato a conquistare il mondo, non più con la forza militare come
all´epoca del British Empire ma con quella della sua lingua, della sua musica,
della sua (multi)cultura, della sua capacità di rinnovare e inventare. Da
allora è trascorso poco più di un decennio e stamane gli occhi del mondo sono
di nuovo puntati su Londra, sede del summit del G20, ma per
le ragioni sbagliate: la capitale britannica, con le sue banche e la City, è
diventata il simbolo di un paese e di un mondo che non ne fanno più una giusta,
travolti dalla peggiore crisi economica in quasi un secolo. Un giornale
londinese, l´Observer, ne approfitta per ristampare la vecchia copertina di
Newsweek, con un "doesn´t" aggiunto in stampatello sul titolo, che dunque
diventa "Londra non comanda", e l´autore dell´articolo del 1996, il
giornalista Striker McGuire, un americano trapiantato in Inghilterra, dichiara
morta e sepolta la "Cool Britannia". Cosa è successo? Come hanno
fatto, Londra e il Regno Unito, a perdere la loro "pizzazz", come
scrive l´Observer usando un termine preso dall´italiano che significa
"vitalità, energia"? Ed è proprio vero? Il cambiamento in peggio più
evidente dipende dalla recessione: la Gran Bretagna è stata per un decennio l´economia
più forte d´Europa, ora il Fondo Monetario Internazionale la giudica la più
debole, quella che uscirà per ultima dalla crisi. Il "Big Bang", la
riforma introdotta dalla Thatcher che rivoluzionò la City, creando una nuova
classe di "Master of the Universe", Padroni dell´Universo, come li
aveva battezzatti Tom Wolfe nel romanzo Il falò delle vanità (ambientato nella
Wall Street anni �80, ma valeva anche per la Londra anni ´90), ora viene
vista come il seme di molti mali odierni: proprio ieri il Wall Street Journal
ne criticava in prima pagina gli eccessi, se non anche la sostanza. Certo,
quando un paese si ritrova in recessione con due milioni di disoccupati dopo un
decennio di boom, è giocoforza sostenere che ha perso vitalità e fascino. Gli
immigrati, beninteso, qui continuano ad arrivare a frotte da ogni parte del
mondo, ma in tempi di crisi il multiculturalismo appare inevitabilmente a molti
come una minaccia, anziché un bonus: la paura che gli "stranieri"
portino via lavoro agli indigeni. Altre ragioni per cui Londra non è più
"cool" come al tempo del blairismo: beh, non ha più Tony Blair, per
cominciare. Invece di un premier giovane, diverso, che riempì Downing street di
bambini piccoli (quattro, l´ultimo fatto sul posto), ora ha Gordon Brown,
legnoso, vecchio stampo, già visto. «Tanto Obama sembra 21esimo secolo»,
osserva McGuire, «quanto Brown sembra 20esimo secolo». Poi uno confronta chi
era negli anni Novanta la "principessa del popolo" (la geniale
espressione coniata da Blair al suo funerale), lady D, e chi l´ha rimpiazzata
oggi secondo i tabloid, cioè Jade Goody, ex-"cattiva" del Grande
Fratello britannico, deceduta di cancro nei giorni scorsi dopo aver venduto ai
paparazzi anche la propria agonia, e il declino appare innegabile. Qualcuno
sostiene che è in calo anche la cultura: romanzi, film, musica, arte "made
in Britain", non sarebbero più brillanti come un decennio fa. Ma a
consolare i londinesi contribuisce il parere della giuria di esperti consultati
dall´Observer per cercare delle alternative, le nuove città "più
cool" del pianeta: Shangai, Mumbai, Berlino, Washington. Londra non sarà
più quella del ´96-�97, ma non abbiamo visto molti suoi abitanti fare le
valige per simili destinazioni.
( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 6 - Economia Ocse: in Italia disoccupati al 9% Berlusconi pensa di
allargare il deficit Juncker: crisi drammatica del lavoro, coesione sociale a
rischio La congiuntura Confindustria: la produzione a marzo è scesa del 20,1% e
del 2,7% su febbraio ELENA POLIDORI ROMA - Ci aspettano due anni e mezzo di
difficoltà economiche e un mare di disoccupati. "Venti milioni di posti in
meno nel 2010 nel mondo", calcola Silvio Berlusconi riprendendo le ultime,
allarmanti stime dell´Ocse. «Una crisi occupazionale drammatica», nella
valutazione di Jean-Claude Juncker, presidente dell´Eurogruppo, capace di
procurare possibili rischi «per la coesione sociale». Alla
vigilia del G20 di Londra, il
premier italiano annuncia che proporrà ai partner internazionali un «social
pact» per combattere la crisi «e trasformare il pessimismo in ottimismo, la
paura in speranza». Ma soprattutto, prima fa capire che i cordoni della spesa
si possono allargare per fronteggiare gli effetti della recessione, poi
si fa più cauto. E dunque, all´inizio spiega: «Non sono spaventato se ci sarà
un aumento del debito pubblico per affrontare una spesa provvisoria che è la
prima necessità». Vuole allora uno sforamento del deficit? «Per ora i fondi
sono abbondanti. Tremonti mi ha detto di stare tranquillo che quanto messo in
campo è sufficiente. Ma se anche quanto detto da lui non fosse vero, noi non
privilegeremo la spesa pubblica rispetto alla necessità di difendere il
lavoro». Per la cronaca: premier e ministro saranno da oggi nella capitale
britannica per partecipare al vertice del G20 tutto
dedicato alla crisi. Sempre per la cronaca: l´Ocse consiglia al governo di
sostenere di più i disoccupati e le loro famiglie rispetto all´industria e alle
banche. Assegna all´Italia un Pil in calo del 4,3% quest´anno, un tasso di
disoccupazione del 9,2% a fine 2009 e del 10,7 nel 2010, un deficit-Pil
destinato a salire a quota 5% quest´anno e del 6 l´anno venturo. Dati che fanno
irritare il premier: «Prima non hanno previsto nulla. Poi fanno le previsioni
un giorno sì e uno no. Ma statevi zitti». E certo le stime in circolazione non
sono lusinghiere per nessuno. Quelle dell´Ocse, ma anche quelle di Juncker che
ricorda il continuo deteriorarsi dell´economia, la fragilità dei mercati, i
rischi per la coesione sociale dovuti appunto ai troppi senza-lavoro:
nonostante tutto, a suo avviso, nessun paese dell´Eurozona ha bisogno di
salvataggi. Poi c´è la Confindustria che pure diffonde un dato nero: la
produzione a marzo, rispetto allo stesso mese del 2008, è scesa del 20,1% e del
2,7% su febbraio. Berlusconi: «Gli imprenditori devono lavorare di più,
investire su se stessi, cercare nuovi sbocchi di mercato e investire risorse
personali nelle proprie aziende sapendo che questo è un momento passeggero».
Gli industriali «veri» lo stanno già facendo. Quindi la proposta: «Non
lasceremo solo nessuno ed oltre ad una cassa integrazione allargata ai precari
abbiamo previsto aiuti per chi vuole diventare imprenditore, fondare
un´impresa. Come ho già detto, se io stessi in cassa integrazione non starei in
casa a guardare la televisione e girarmi i pollici. Ci saranno quindi incentivi
nei confronti di nuove forme di imprenditoria». Ai disoccupati, nei giorni
scorsi, il presidente aveva consigliato di «non stare lì a piangere», bensì di «darsi
da fare per cercare un nuovo lavoro».
( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 28 - Economia L´Argentina tradisce il dollaro accordo valutario
con la Cina Swap da 70 miliardi di yuan per il commercio
tra i due paesi Il rilancio del Fmi in agenda al G20 diventerà oggetto di negoziato tra i cinesi e il mondo FEDERICO
RAMPINI dal nostro corrispondente pechino - L´Argentina volta le spalle al
dollaro per entrare nella «zona yuan»? Non è fantapolitica, è la lettura che i
mercati finanziari hanno dato ieri di un accordo clamoroso. In gergo
tecnico si chiama currency swap: è un´intesa bilaterale fra le due banche
centrali di Pechino e Buenos Aires per i regolamenti valutari dell´interscambio
tra le due nazioni. In partenza l´accordo-swap vale 70 miliardi di yuan (la
valuta cinese) ma potrà essere aumentato a seconda della crescita
dell´import-export bilaterale. La novità storica è che le transazioni
commerciali tra i due paesi potranno essere regolate in valuta cinese, anziché
in dollari Usa come accadeva. Il cambiamento ha una portata notevole: è un
altro pezzo della leadership mondiale del dollaro che se ne va, sgretolato
sotto la paziente ma implacabile offensiva cinese. E stavolta la penetrazione
avviene addirittura nel «cortile di casa» degli Stati Uniti, quell´America
latina dove fino a un´epoca recente l´influenza economico-finanziaria di
Washington era dominante. L´accordo firmato con l´Argentina è l´ultimo episodio
nell´escalation di mosse con cui la Cina alza il suo profilo nella governance
globale. La recessione internazionale diventa per Pechino un´opportunità:
accelera i tempi del declino dell´Occidente e quindi dell´assunzione di un
ruolo più importante della Repubblica Popolare. Appena una settimana fa il
governatore della banca centrale di Pechino ha fatto scalpore chiedendo che al G20
sia messo in agenda proprio il superamento del dollaro come moneta universale.
Il governatore Zhou Xiaochuan ha proposto che nelle riserve ufficiali delle
banche centrali e nei pagamenti internazionali subentrino gradualmente i
"Diritti speciali di prelievo", una moneta-paniere (composta da
dollaro, euro, yen e sterlina) oggi usata come unità di conto dal Fmi. Zhou ha
motivato la proposta con la necessità di stabilizzare l´economia globale,
sottraendola agli choc provocati dal dollaro. La moneta americana oggi è la più
usata dalle banche centrali e nel commercio mondiale (anche di materie prime),
ma è condannata a riflettere le fragilità dell´economia Usa e del suo deficit.
La proposta cinese è stata accolta in Occidente come un ballon d´essai, non
concretamente praticabile nel breve. Intanto però Pechino procede su altri
tavoli per dimostrare che la leadership del dollaro non può durare
all´infinito. L´accordo con l´Argentina tuttavia non è una novità assoluta.
Simili scambi valutari per sostituire lo yuan al dollaro nell´interscambio con
la Cina sono stati firmati da dicembre a oggi con Corea del Sud, Bielorussia,
Indonesia, Malesia, e con la piazza di Hong Kong (fatto significativo, perché
malgrado il ritorno sotto la Repubblica Popolare dal 1997, Hong Kong ha
conservato la propria valuta, agganciata al dollaro Usa). In soli tre mesi
dunque Pechino ha sfoderato una formidabile capacità di seduzione a scapito del
dollaro. Gli accordi-swap che promuovono l´uso dello yuan nel commercio
mondiale sono un «cavallo di Troia» per indebolire la supremazia valutaria
americana: i leader cinesi fanno leva sul ruolo di partner commerciale per
accompagnare alla penetrazione dell´export quella della loro moneta. La nuova
grinta esibita da Pechino sarà messa alla prova giovedì al G20. Uno dei
test riguarderà il ruolo del Fondo monetario, istituzione che sembrava
condannata a un declino inesorabile mentre è tornata di colpo in primo piano
per effetto della recessione. Di fronte al rischio di bancarotta che ha colpito
una schiera di Stati sovrani (dall´Islanda alla Romania), il Fmi è l´unica
istituzione addestrata a intervenire velocemente con aiuti finanziari alle
nazioni in difficoltà. L´Amministrazione Obama ha riscoperto l´utilità del
Fondo: di fronte a un´Europa che rifiuta di varare manovre di spesa pubblica
più sostanziose, gli aiuti del Fmi ai paesi emergenti possono essere una
scorciatoia per sostenere la loro domanda, quindi la crescita mondiale. Ma anni
di marginalità hanno dissanguato le casse del Fondo. Il segretario al Tesoro
Usa, Tim Geithner, ha proposto una ricapitalizzazione di 500 miliardi di
dollari. Stati Uniti, Europa e Giappone al massimo riusciranno a offrire 300
miliardi. Per andare oltre tutti guardano alla Cina. Che però è determinata a
negoziare duramente il proprio aiuto finanziario. In seno al Fmi l´influenza
europea e americana è condannata a diminuire per fare spazio al nuovo
azionista-Cina, deciso a pesare quanto la propria economia.
( da "Repubblica,
La" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Pagina 13 - Interni Rai, Berlusconi accelera sulle nomine Vertice
Pdl-Lega. Il Cavaliere insiste per il Tg1 e cresce la candidatura Belpietro
Aperto il nodo dei vicedirettori da affiancare a Masi Ruffini e Di Bella:
probabile conferma GOFFREDO DE MARCHIS ROMA - Un vertice a Palazzo Grazioli per
definire le nomine Rai. Prima di partire per il G20 Silvio Berlusconi riunisce le anime del centrodestra: i ministro
Maroni (Lega) e Ronchi (Pdl ma in veste An ancora per un giorno) i capigruppo
del Pdl Cicchitto e Gasparri, il vice del Senato Quagliariello e il
sottosegretario alle Comunicazioni Paolo Romani. Due ore di riunione con
un paio di dati acquisiti: la nomina di Mauro Masi alla direzione generale
condivisa da tutti e le quotazioni sempre più in crescita per Maurizio
Belpietro. Il direttore di Panorama dovrebbe trasferirsi sulla poltrona più
ambita di Viale Mazzini, quella del Tg1. ««è chiaro che l´ultima parola per
quella posizione spetta a me», ha avvertito il Cavaliere. La partita delle
prossime ore si costruisce su questa base. E da tempo si dice che il primo nome
in cima alla lista di Berlusconi sia Belpietro. Più difficile ora la corsa di
Mario Orfeo e Mauro Mazza, il nome indicato da Fini sul quale si era ipotizzata
una possibile battaglia. Ma Alleanza nazionale chiede soprattutto un
avanzamento di grado, cioè un salto di qualità, per il suo uomo di punta
rispetto alla guida del Tg2. Per Mazza, dunque, si avvicina la direzione di
RaiUno (e su questo ieri si sarebbe raggiunta un´intesa di massima) e Orfeo
potrebbe sostituirlo al notiziario della seconda rete. Ieri al vertice (alla
fine si è affacciato a Palazzo Grazioli anche Carlo Rossella, ex direttore del
Tg5 e del Tg1) è circolata anche una lista di nomi, una griglia già definita.
Ma l´accordo complessivo va ancora trovato. Oggi si riunisce il nuovo consiglio
di amministrazione guidato da Paolo Garimberti su questioni di bilancio. Subito
dopo potrebbe essere convocato un cda straordinario per discutere del nuovo
direttore generale. L´unico candidato è Mauro Masi, oggi segretario generale a
Palazzo Chigi. Il suo nome verrà poi sottoposto all´azionista, il ministero
dell´Economia che entro la prossima settimana potrebbe definire l´assetto dei
vertici Rai nominando Masi. Ma già questo pomeriggio la Rai potrebbe avere un
vertice sostanzialmente al completo dando il via al valzer delle nomine.
L´opposizione sta alla finestra perché le poltrone più ambite non spettano a
lei. Però si organizza. L´Udc ha tre caselle importanti: la vicedirezione
generale di Giancarlo Leone, i Tgr di Angela Buttiglione e la Radio di Sergio
Valzania. Leone punta alla riconferma e in questi mesi si è intestato i galloni
sostanziali di numero due dell´azienda. Così però è troppo forte per Masi, un
dg che punta ai pieni poteri e già ai vertici della Siae ha dimostrato di
sapere gestire in prima persona situazioni delicate. Ecco perché, se proprio ci
fossero dei vice si fanno anche i nomi della cattolica Lorenza Lei, del
leghista Antonio Marano e di Guido Paglia, vicino ad An. Ma Alleanza nazionale,
al vertice, ha fatto sapere di non aspirare a vicedirezioni: soprattutto per
tenere alte le quotazioni le azioni di Mazza. Il Pd sembra sempre orientato a
confermare gli uscenti, almeno sulle poltrone che contano maggiormente. Ossia,
Paolo Ruffini a Raitre e Antonio Di Bella al Tg3.
( da "Sole 24
Ore, Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-01 - pag: 3 autore:
«Il deficit può salire se salva lavoro» Berlusconi: priorità ai posti, social
pact al G-20 - Nuove imprese: triennio senza tasse Giorgio Pogliotti ROMA «Ci
aspettano due anni di difficoltà, ma non lasceremo nessuno indietro. Non ho
parlato con il ministro dell'Economia, ma posso dire che non sono spaventato se
dovessimo aumentare il deficit o il debito pubblico per far fronte ad una spesa
provvisoria che è la prima necessità ». Chiudendo il G-8 Lavoro, il premier
Silvio Berlusconi ha voluto lanciare un messaggio coerente con il titolo del
summit " people first", ieri pomeriggio nella conferenza stampa
insieme al ministro Maurizio Sacconi (Lavoro). Del resto proprio ieri il Fondo
monetario internazionale ha raccomandato «misure di stimolo fiscale per
l'economia nei Paesi del G-20», pari al «2% del Pil nel 2009 e nel 2010», per
«salvare 20 milioni» di posti di lavoro. «Numeri preoccupanti », commenta il
presidente del Consiglio, che però di fronte al nuovo grido d'allarme dell'Ocse
sul calo del 4,3% del Pil italiano nel 2009, replica stizzito: «Prima non sono
stati capaci di prevedere la crisi e poi fanno previsioni negative un giorno sì
e uno no. Ma state zitti». Le critiche non risparmiano i commissari europei
«capaci solo di fare prediche per attaccare questo o quel governo anzichè
pensare a lavorare». Berlusconi è convinto che vi sia «un'abbondanza» di
risorse per gli ammortizzatori sociali, e cita gli 8 miliardi del biennio
2009-2010 concordati con le Regioni, in aggiunta ai 12 miliardi dei lavoratori
e delle imprese per gli ammortizzatori ordinari depositati presso l'Inps: «Ho
visto Tremonti e mi ha detto di stare tranquillo perché quanto previsto è
sufficiente – ha spiegato il premier – ma anche se non fosse vero, dico che non
è possibile privilegiare i bilanci pubblici lasciando le persone nella
disperazione». Dalla Commissione europea, peraltro, è arrivato il via libera
per l'impiego delle risorse del Fondo sociale europeo individuate con le
Regioni anche per il sostegno del reddito, oltreché per attività formative:
«Siamo pronti a sottoscrivere gli accordi finali con le Regioni – ha spiegato
Sacconi – per rendere operative le risorse». A sostegno di lavoratori e imprese
è previsto, inoltre, un pacchetto di misure anticicliche, a partire dal
sostegno fiscale per favorire lo startup di nuove imprese promosse da
disoccupati: «Il Governo- ha detto Berlusconi - sta pensando a incentivi per
chi é colpito dalla perdita, speriamo temporanea, del posto di lavoro e volesse
avviare un'impresa anche piccola. Stiamo studiando un aiuto per chi intraprende
una nuova attività imprenditoriale che sarà escluso dalla tassazione per i
primi tre anni». Inoltre il sussidio della cassa integrazione – che copre fino
all'80% dello stipendio con il tetto di 1.031 euro – «potrà arrivare al 100%
dello stipendio» con «diverse forme di sussidi compensantivi » destinati a
quanti si dedicano ad attività di formazione. Un'altra misura allo studio è
l'incremento del limite per il possesso delle azioni proprie per le societÁ
quotate. Il tetto del buyback verrà innalzato dal 3 al 5-6% per le persone
fisiche e dal 10% al 20% per le aziende. Berlusconi ha precisato di averne
parlato con il presidente della Consob che «si è detto d'accordo su questa
direzione di marcia». Gli annunci del premier sono stati accolti da critiche
dall'opposizione: «Sono mesi che diciamo che bisogna fare una manovra per avere
soldi freschi veri – ha detto Pier Luigi Bersani (Pd) –. Ora apprendiamo che
Berlusconi non è spaventato dal deficit. Si decidano perchè sono 6-7 mesi che
continuiamo a sentire parole, ma se chiediamo a precari e imprese se hanno
visto soldi veri la risposta è che non hanno visto nulla». In vista del G20
londinese il documento finale del summit romano del G8 propone un « social pact
» per mettere al centro delle politiche il lavoro:«Proponiamo che l'Fmi negli
early warning – ha spiegato il ministro Sacconi – incorpori gli elementi della
sostenibilitÁ sociale accanto a quelli di stabilità economica, per valutare un
Paese». E a sollecitare che il G20 si occupi soprattutto di persone e
non solo di banche e finanza sono anche Cgil, Cisl e Uil –insieme alle
associazioni dei sindacati internazionali – ieri a colloquio con il premier
britannico Gordon Brown. «Abbiamo chiesto una cosa fondamentale- ha spiegato
Guglielmo Epifani (Cgil) all'uscita da Downing Street che il tema del lavoro
sia più centrale nel documento finale». Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni,
ha chiesto che i leader delle maggiori economie si impegnino per dare alle
persone «lavoro pulito, lavoro verde» con «maggiore sostegno al credito per chi
perde il lavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA Sì UE AGLI AMMORTIZZATORI Sacconi:
«Via libera dall'Unione all'uso del fondo sociale europeo, pronti alle intese
con le Regioni per lo sblocco delle risorse» «L'OCSE?STATE ZITTI» Il premier:
«Prima non hanno previsto nulla, poi fanno le previsioni un giorno sì e un
giorno no. Ma statevi zitti»
( da "Messaggero,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Mercoledì 01 Aprile 2009 Chiudi ROMA Silvio Berlusconi chiederà nei
prossimi appuntamenti internazionali, G20 e G8,
un Patto sociale globale contro la crisi che, secondo il premier, nel 2010,
metterà a rischio 20 milioni di posti di lavoro. «Siamo preoccupati e comunque
non abbandoneremo nessuno», ha affermato. Berlusconi ha confermato lo
stanziamento di 36 milioni, che potrebbero diventare 40, per il sostegno alle
famiglie e si è detto pronto a sforare il deficit per affrontare le necessità
del momento. I vescovi intanto vanno in aiuto delle famiglie più povere:
accordo con l'Abi per erogare prestiti di 500 euro al mese per chi ha perso il
posto di lavoro.
( da "Messaggero,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Mercoledì 01 Aprile 2009 Chiudi di GIUSEPPE MAMMARELLA RALPH Dahrendorf,
una della menti più lucide d'Europa, prevede che il G20 che si sta aprendo a Londra sia destinato al fallimento. In una
intervista dai toni estremamente pessimisti tratteggia un quadro oscuro e
immagina per l'Europa il ritorno agli schemi di vita e di consumo degli anni
Cinquanta-Sessanta. Il G20 è stato
convocato per trovare una via di uscita dalla crisi economica che attanaglia
non solo l'America e l'Europa ma il mondo intero; poiché nessuno dei
partecipanti ha la bacchetta magica è probabile che il grande consulto che vede
riuniti i Paesi di antica e di nuova industrializzazione si concluda con
qualche misura palliativa. È lo stesso Dahrendorf a suggerirle: un'aumento delle
capacità di intervento del Fondo monetario internazionale e qualche impegno a
disciplinare i paradisi fiscali, ma niente di più. Coloro che guardano al G20
londinese come ad una occasione per la riforma del sistema di Bretton Woods
resteranno delusi. Promesse per la creazione di un nuovo ordine internazionale
che regoli scambi e monete verranno certamente fatte, ma una nuova finanza per
una nuova economia non potrà nascere da una conferenza internazionale di
qualche giorno. Il sistema di Bretton Woods, nato nell'estate del '44, richiese
varie settimane di discussione ma soprattutto al tavolo della conferenza c'era
una grande potenza, gli Stati Uniti, da cui dipendevano i destini della guerra
che si stava concludendo e soprattutto quelli di una ricostruzione che per
l'Europa devastata si prospettava lunga e difficile. Bretton Woods nacque
grazie ad un'America che seppe imporre le sue soluzioni anche al suo più fedele
alleato, oggi a Londra non c'è nessuno che abbia quel peso, quella volontà e
soprattutto le idee necessarie per creare un sistema nuovo. In realtà
l'obiettivo più importante della Conferenza è per l'America che la Cina
continui a comprare i bonds americani e che resista alla tentazione di
scaricare il dollaro e per la Cina l'impegno dell'America a mantenerne una
limitata svalutazione. Le altre voci resteranno nello sfondo e dovranno
attendere nuove occasioni ma soprattutto un dibattito che necessariamente sarà
lungo e dovrà precedere un complesso negoziato che non è detto possa approdare
a risoluzioni più appropriate a garantire al mondo un altro mezzo secolo di
crescita. Fin qui Dahrendorf ha ragione. Dove la sua analisi è contestabile è
che l'Europa debba ritornare alle condizioni di mezzo secolo fa. A Londra
l'Europa non ha una voce sua, come del resto era stato ampiamente previsto. Il
presidente dell'Ue è questo semestre un politico sconosciuto fino a ieri,
tiepido sull'Europa e che per di più proprio alla vigilia del G20
ha perso la sua maggioranza parlamentare ed è dimissionario come capo di
governo. Inoltre, nonostante le attese, la Repubblica Ceca non ha ancora
ratificato il trattato di Lisbona perché il suo presidente dalla Repubblica
minaccia di non controfirmarlo. La Commissione, il maggiore organo esecutivo
dell'Unione Europea, è debole e alcuni dei principali governi contestano la
rielezione dell'attuale presidente. Pertanto a Londra sentiremo le voci di
Sarkozy e della Merkel che parleranno anche a nome dell'Europa ma
inevitabilmente difenderanno anche i particolari interessi e le linee dei
rispettivi governi che non sempre coincidono con quelle dell'Ue, semplicemente
perché gli interessi comunitari non si sono tradotti in una linea comune che al
momento non c'è. Davanti agli americani e ai cinesi che hanno mobilitato
centinaia di miliardi di dollari i Paesi europei hanno elaborato pacchetti
anticrisi molto più modesti: circa l'1,5% del Pil contro il 12% delle misure
varate da Obama, secondo i calcoli dell'economista francese Bavarez. Ma c'è da
chiedersi cosa succederà nell'economia americana al momento della ripresa, che
essa sia lenta e graduale come probabile o improvvisa e impetuosa, quando il
valore di tutti quei dollari dovrà essere riassorbito nei bilanci dello Stato.
E come riuscirà la Cina del 6% di crescita annuale a garantire i venti milioni
e passa di nuovi posti di lavoro alle nuove generazioni che escono dalle
università o che potrebbero rientrare nelle città dalle campagne dove sono
rientrate per la crisi, una volta consumati i magri risparmi degli anni d'oro.
Contro questa crisi l'Europa ha scelto una diversa strategia, quella della
risposta graduale, via via che i problemi si presentano, e quella del
"caso per caso" come di fronte alle difficoltà dei Paesi dell'Europa
orientale è impegnata ad agire la Merkel. Nel tempo questa strategia potrebbe
pagare dividendi molto più sicuri rispetto a quello di altri Paesi che puntando
tutto su di una massiccia offensiva iniziale potrebbero poi restare senza
munizioni per arginare una crisi che si estenderà anche all'indomani di una
episodica ripresa. Nei confronti degli Stati Uniti e della Cina l'Europa ha
inoltre un grande vantaggio: quello di un sistema di Welfare che non copre
tutto e dappertutto, ma che è abbastanza capace a garantire ai cittadini
dell'Unione Europea una relativa protezione dai rigori della crisi. Alcuni
giorni fa l'Economist una voce generalmente non tenera verso l'Europa e
l'europeismo, osservava davanti alle prime manifestazioni di protesta popolare
che l'Europa di oggi è molto diversa da quella degli anni '30 dove è a tutti
noto come finì la crisi e la protesta da essa prodotta. La democrazia liberale
e multipartitica, scrive l'Economist, è oggi in buona forma in tutta l'Europa e
lo spirito europeo lega una generazione di leader politici in un patto a favore
del libero commercio, dell'internazionalismo e della democrazia. Il più
importante punto di riferimento di questo patto è il mercato comune. Se adesso
si aggiungeranno le istituzioni previste dal trattato di Lisbona l'Europa potrà
meglio di altri affrontare le tempeste che scuotono il mondo, quella attuale e
quelle future.
( da "Messaggero,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Mercoledì 01 Aprile 2009 Chiudi Il premier: pronto a
proporre un "social pact" ai governi del G20 e poi al
vertice della Maddalena
( da "Messaggero,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Mercoledì 01 Aprile 2009 Chiudi Londra, si apre il G20 ma c'è
il rischio spaccatura Sarkozy: senza risultati concreti me ne vado. Obama vede
Medvedev e Hu Jintao
( da "Messaggero,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Mercoledì 01 Aprile 2009 Chiudi MARCO CONTIdal nostro inviato LONDRA -
Cresce la tensione nelle principali capitali europee e sale il rischio che si concluda con una spaccatura il vertice dei G20 che si apre domani nell'"Excel Centre" all'estrema
periferia est di Londra. La possibilità che si arrivi ad un'intesa in grado di
dare una risposta efficace e globale alla crisi, è ridotta. Al tempo stesso è anche
però difficile che l'ultimo e decisivo appuntamento internazionale, che chiude
una lunghissima serie di summit iniziata nell'autunno scorso, possa
concludersi con una generica dichiarazione di intenti o con un ulteriore
rinvio, magari al G8 della Maddalena previsto a luglio. Non reggono la
pressione dell'opinione pubblica molti dei leader che questa sera arriveranno
nella capitale britannica. Ne sa qualcosa il presidente francese Sarkozy che,
tra manager sequestrati e sedi di imprese assediate da dimostranti, è arrivato
ieri a minacciare l'abbandono del tavolo: «Se a Londra non ci saranno risultati
concreti - ha sostenuto Sarkozy - ci sarà una sedia vuota: mi alzerò e me ne
andrò. Preferisco la rottura a un consenso fiacco». La valanga di miliardi di euro
e di dollari utilizzata per sostenere il sistema finanziario non salva dal
tracollo il sistema industriale di molti paesi e una valanga di disoccupati sta
inondando le piazze di mezza Europa. Anche oggi a Londra sono previste ben
quattro manifestazioni nel centro della città e tutte convergeranno verso la
sede della Banca d'Inghilterra. Anche ieri il premier britannico Gordon Brown,
ha invitato i leader delle nazioni che parteciperanno al summit a lavorare
insieme per battere la crisi globale, evitando azioni individuali di singoli
paesi che farebbero precipitare nel protezionismo l'intero sistema economico
globale. Ieri sera Londra ha accolto il presidente americano Barack Obama,
atteso alla prima impegnativa prova internazionale. L'agenda del presidente Usa
è fittissima, e in attesa della cena di questa sera che aprirà il summit, avrà
oggi il primo faccia a faccia col presidente russo Dimitry Medvedev e col
presidente cinese Hu Jintao. Resta comunque da vedere se il nuovo presidente
Usa avrà la forza e la voglia di avallare quella riforma dei meccanismi
finanziari mondiali che la Francia e l'Europa continentale chiedono a gran voce
prima di immettere nel sistema altre risorse e altri stimoli fiscali come
invece chiede l'amministrazione americana per sostenere la domanda. Assediato
ormai quasi quotidianamente da operai, disoccupati e studenti, Sarkozy anche
ieri ha ripetuto che da Londra deve uscire una «rifondazione del capitalismo» e
che quindi occorrono nuove regole per la finanza, mentre i «paradisi fiscali
devono essere sradicati», come ha poi sostenuto il ministro dell'economia
Christine Lagarde. Difficilmente però Usa e Gran Bretagna potranno accettare
una linea così radicale. Per mettere sotto controllo i "trader" e i
fondi speculativi, come chiede la Francia, non basterà però assegnare nuovi
fondi e compiti al Fondo Monetario Internazione o cambiare il nome al Financial
Stability Forum.
( da "Messaggero,
Il" del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
Mercoledì 01 Aprile 2009 Chiudi di LUCIANO COSTANTINI ROMA I numeri sono
numeri. Difficilmente interpretabili. Drammatici comunque quando sono riferiti
a persone che perdono l'impiego, travolte da una crisi che è globale. «Numeri
preoccupanti perchè dicono che nel 2010 saranno venti milioni i posti di lavoro
in meno». Questa volta non sono stime Ocse, sindacali o confindustriali, ma di
Silvio Berlusconi che apre la conferenza stampa a villa Madama e chiude il G8
Social Summit di Roma che un risultato sicuramente ha raggiunto, quello di
sintetizzare strumenti e obiettivi per i governi e le varie organizzazioni
mondiali. «Dobbiamo lavorare tutti insieme per uscire dalla crisi, che durerà
due anni o due anni e mezzo, attraverso un Patto Sociale
Globale che proporremo ai governi che parteciperanno al G20 e poi al G8 di luglio alla Maddalena». Traguardo finale:
«Sostituire l'ottimismo al pessimismo, la fiducia alla sfiducia con cui
trasformare la paura in speranza». Il Cavaliere, affiancato dal ministro del
Lavoro Sacconi, insiste ripetutamente sul concetto che lo Stato non abbandonerà
nessuno. «Saremo vicini ai lavoratori...nessuno sarà lasciato
indietro...lo Stato non può disinteressarsi del bene delle persone...porteremo
il Paese fuori dalla crisi». Le parole ruotano sullo stesso cardine e per
evitare che suonino come vaghe promesse, il presidente del Consiglio,
sottolinea come l'esecutivo abbia già destinato 36 miliardi, che potranno
diventare 40, per lavoro e infrastrutture. La cassa integrazione guadagni coprirà
l'80% degli stipendi con interventi che potranno arrivare anche al 100%. E
ancora, una cassa che sarà allargata ai precari. Aiuti, infine, a chi vuole
diventare imprenditore: il governo starebbe pensando a incentivi per chi
volesse intraprendere una propria attività: quindi esenzione fiscale sul
risultato dei primi tre anni dell'azienda. Vada come vada. Anche se l'idea, il
premier, la accompagna con un invito che è anche una chiara sferzata per gli
imprenditori che in campo già sono: «Lavorino di più, investano su se stessi,
cerchino nuovi sbocchi di mercato, utilizzino le risorse personali nelle
proprie aziende sapendo che questo è un momento passeggero». Si concede,
Berlusconi, una precisazione: «Quando dicevo che chi è senza lavoro si deve dar
da fare, era questo il concetto». Interventi che, ovviamente, richiedono anche
risorse. «E io - sottolinea - non sono spaventato se si dovesse aumentare il
deficit o il debito pubblico per affrontare le necessità del momento. Non
voglio privilegiare la spesa pubblica rispetto a chi perde il lavoro». Insomma,
i posti e i redditi delle famiglie valgono lo sforamento dei parametri europei.
«I governi devono far sì che sia mantenuta la coesione sociale. E' questo il
fattore più importante». Anche a dispetto di chi rema contro o, almeno non
collabora ad uscire dalla crisi. E qui, il premier, abbandona per un attimo i
toni distesi, mantenuti per tutta la conferenza stampa: «Non aiutano le stime
diramate da certuni che fanno opposizione non tanto al governo, ma ai cittadini.
Contribuiscono solo a costruire un clima di paura». Stoccate ad uso interno.
Però arrivano anche per i funzionari dell'Ocse, uso esterno: «Prima non sono
stati capaci di prevedere la crisi e poi fanno previsioni negative un giorno sì
e uno no. Ma state zitti». Ce n'è anche per i commissari europei: «Invece di
lavorare, continuano a fare prediche ai governi. Per questo presenterò una
proposta: a prendere la parola pubblicamente potrà essere soltanto il
presidente della Commissione o il suo portavoce, non i commissari. Se questo
non accadrà, potrei far ricorso al mio diritto di veto».
( da "Corriere.it"
del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
severe misure di sicurezza nella capitale britannica G20: Usa si
aspettano «ampio accordo»Francia e Germania: «Così non va» Obama giunto a
Londra per il vertice anticrisi: obiettivo giungere a più severe regole
finanziarie mondiali LONDRA (GRAN BRETAGNA) - Tutto è pronto per giovedì e
anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è
arrivato a Londra per il G20, ma già
emergono le prime divergenze al vertice «anticrisi». Gli Stati Uniti si
aspettano che il G20 si concluda
con un «ampio accordo» sulle misure che devono essere prese per combattere la
crisi finanziaria. Ma il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha dichiarato
che le attuali proposte non soddisfano Francia e Germania. INSODDISFATTI
- Ma la bozza del documento finale del G20 non
soddisfa ancora Francia e Germania, ha riferito Sarkozy. La Francia ha chiesto
regole più severe per la regolamentazione della finanza globale e, in
particolare, contro i paradisi fiscali. «Non darò il mio assenso a un meeting
falso», ha detto il presidente francese, «che porti a decisioni inutili e che
non affronti veramente i problemi che abbiamo». REGOLE SEVERE - Il portavoce
della Casa Bianca Robert Gibbs, parlando con i giornalisti durante il volo
dell'Air Force One che ha portato il presidente Obama nella capitale inglese,
aveva detto di aspettarsi che il G20 «crei un ampio consenso per
giungere alle più severe regole finanziarie necessarie per garantire che quello
che è successo all'economia mondiale non possa ripetersi». Gibbs ha detto che
gli Stati Uniti «sono stati molto chiari sul fatto che il dollaro continuerà a
essere la valuta di riserva: la forza e le dimensioni della nostra economia non
possono essere raggiunte da nessun altro Paese». L'AGENDA - Fitta l'agenda del
presidente Usa che tra imponenti misure di sicurezza attraverserà un Londra
blindata. Obama vedrà a colazione il premier britannico Gordon Brown a Downing
Street e poi incontrerà in giornata per la prima volta gli omologhi russo,
Dmitry Medvedev, e cinese, Hu Jintao. In serata è previsto un incontro con la
regina. Giovedì il summit del G20. Il giorno dopo partirà per il
vertice Nato a Starsburgo e Khel. Sabato sarà a Praga e infine domenica ad
Ankara in Turchia per un incontro con il premier Recep Tay. SICUREZZA -
Imponenti le misure di sicurezza nella capitale britannica, «blindata» per
l'evento. Martedì l'allarme è scattato presso il palazzo della Bank of England.
La polizia, infatti, aveva rinvenuto un pacco sospetto vicino alla Banca
d'Inghilterra, che si trova nel cuore della capitale britannica. La zona del
ritrovamento è stata isolata e la strade d'accesso sono state chiuse. L'allarme
si è poi concluso con un nulla di fatto. «È tutto finito», ha detto in serata
un portavoce della polizia. Da registrare la rottura dello scanner che regola l'ingresso
alla residenza del primo ministro britannico a Downing Street. Perquisizioni di
persone e bagagli vengono effettuate al momento a mano. stampa |
(
da "Corriere.it"
del 01-04-2009)
Argomenti: G 20
LE DICHIARAZIONI RILASCIATE DALLA MOGLIE DEL PRESIDENTE USA PRIMA DI PARTIRE PER LONDRA Michelle: «Non sono incinta. Faccio palestra anche all'alba» La first lady americana ai giornalisti: «Ecco lo scoop: nessuna gravidanza in programma» WASHINGTON - Michelle Obama non è incinta. Anzi, per mantenersi in forma, la moglie del presidente americano Barack fa palestra anche all'alba. A smentire le voci di una possibile gravidanza della first lady, ci ha pensato Michelle in persona. Prima di partire con il marito per Londra in occasione del G20, la first lady ha messo a tacere le voci nate dalle foto che mostravano un leggero rigonfiamento al suo addome. «Sembra che sia incinta? Anche se lavoro così tanto? - ha chiesto ai giornalisti - Vi do uno scoop: non sono incinta. E non ho in programma una gravidanza». «FACCIO ANCHE SALTO CON LA CORDA» - Intervistata da una rivista, Michelle ha confermato invece che fa regolarmente attività fisica, anche per essere da esempio alle due figlie, Malia e Sasha. «Faccio anche un po' di salto con la corda, un po' di kickboxing, mi piace Pilates, se c'è tempo». E poi la "ricetta" del suo benessere: «Dopo la nascita di Malia, ho cominciato a dare la priorità all'attività fisica, perché ho capito che la mia felicità era collegata a come mi sento con me stessa. Voglio che le mie figlie abbiano come esempio una donna che si prende cura di se stessa, anche se questo significa che mi devo alzare alle 04:30 di mattina». stampa |
( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
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( da "Avvenire" del 01-04-2009)
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( da "Avvenire" del 01-04-2009)
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( da "Affari Italiani (Online)" del
01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
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( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
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( da "Corriere.it" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Affari Italiani (Online)" del
01-04-2009)
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( da "Affari Italiani (Online)" del
01-04-2009)
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( da "Affari Italiani (Online)" del
01-04-2009)
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( da "Affari Italiani (Online)" del
01-04-2009)
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( da "Panorama.it" del 01-04-2009)
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( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
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( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
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( da "AmericaOggi Online" del 01-04-2009)
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( da "AmericaOggi Online" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
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( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
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( da "AmericaOggi Online" del 01-04-2009)
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( da "AmericaOggi Online" del 01-04-2009)
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( da "Corriere.it" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Affari Italiani (Online)" del
01-04-2009)
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( da "Affari Italiani (Online)" del
01-04-2009)
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( da "Giornale.it, Il" del 01-04-2009)
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( da "Monde, Le" del 01-04-2009)
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( da "Repubblica.it" del 01-04-2009)
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