CENACOLO DEI COGITANTI |
Testamento
biologico, Englaro attacca: <La legge allo studio è una barbarie>
( da "Corriere.it"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: tortura di Stato" Testamento biologico, Englaro
attacca: «La legge allo studio è una barbarie» Il padre di Eluana: «Norma
assurda e incostituzionale». Gasparri-Quagliariello: vuole l'eutanasia Dopo la
morte della figlia Eluana, Beppino Englaro è determinato a continuare la sua
battaglia: «La legge sul testamento biologico che il parlamento si appresta ad
approvare è una vera e propria
Sindacati:
no al pacchetto immigrati ( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Sono misure che oltre a contraddire norme internazionali
sui diritti umani fondamentali sono in contrasto con la Costituzione». Nel
mirino finiscono diversi punti del disegno di legge, come «il permesso a punti
e una tassa fino a 200 euro per ogni pratica di rilascio e di rinnovo,
l'introduzione del reato di clandestinità, gli ostacoli al ricongiungimento
familiare,
Moni
Ovadia battezza il comitato trentino per la pace
( da "Trentino"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: stata promossa dal Forum trentino per la pace e i diritti
umani "che ha risposto in tempi rapidi - spiega il consigliere Roberto
Bombarda - all'appello lanciato dalla Tavola della pace tenutasi ad Assisi il
17 gennaio scorso. Siamo tra i primi in Italia ad aver aderito
all'iniziativa". «In Trentino - prosegue Bombarda, - grazie anche alla
collaborazione della Provincia e del Comune,
Stupri,
la Lega raccoglie firme per la castrazione chimica
( da "Gazzetta
di Modena,La" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: proposta di legge che farà discutere e che per qualcuno
rasenta il limite dei diritti umani. Ma la castrazione chimica per gli
stupratori è un progetto sul tavolo del Governo sostenuto dall'onorevole
leghista Carolina Lussana. E il Carroccio, domani, dalle 10 alle
La
giornalista russa Anna Politkovskaya fu uccisa a Mosca nell'ottobre del 2006
nell'ascen... ( da "Leggo"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: La donna era nota per le sue posizioni critiche nei
confronti del Cremlino, in particolar modo per il conflitto in Cecenia. Proprio
per questa sua lunga attività di paladina dei diritti umani nella piccola
repubblica caucasica, la Politkovskaia si era fatta molti nemici.
Le
bandiere colorano la pace ( da "Settegiorni (Bollate)"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: della Costituzione e dei diritti umani. Tra le classi 5ª G
e 5ª F dell'indirizzo grafico sono stati scelti due progetti - quello di
Melissa Bergamaschi e di Debora Zanzarelli - fusi poi in uno. Il grande murale
realizzato nella zona bar rappresenta una grande bandiera con il simbolo della
pace contenente le principali bandiere del mondo e il tema del puzzle.
Educazione
alla legalità Coinvolta la media Poet
( da "Stampa,
La" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: creare una maggior cultura dei diritti umani, sviluppare
un'educazione alla legalità. Su questi presupposti si basa il progetto
regionale «Cittadinanza attiva» che sarà illustrato questa mattina alle 9,30
presso il convitto nazionale «Umberto I» di Torino e che vede fra le scuole la
presenza delle medie Lidia Poet di Pinerolo.
Si
parte dal ddl Calabrò Democratici divisi, Englaro: È barbarie
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato». Tredici i sì della maggioranza,
mentre il Pd si è diviso, con 6 senatori che hanno votato no e 3 astenuti, tra
cui il capogruppo Pd Dorina Bianchi. «È un primo passo e sono molto contento
che sia questo il testo sul quale lavorare con gli emendamenti» ha invece
commentato Raffaele Calabrò (Pdl),
Politkovskaia,
i giudici assolvono tutti ( da "Arena, L'"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti dei ceceni MOSCA Tutti assolti, a sorpresa, gli
imputati per l'omicidio della giornalista Anna Politkovskaia, che denunciava le
violazioni russe dei diritti umani in Cecenia. I giurati della corte militare
di Mosca, dopo tre mesi di processo, hanno impiegato meno di tre ore per
pronunciare all'unanimità un verdetto di non colpevolezza che pesa come un
macigno sulla credibilità
una
serata a casarsa sui diritti dei migranti
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Diritti umani, diritti dei migranti" e relatore sarà
Paola Tessitori, esperta in materia. Una iniziative che si colloca nell'ambito
di un progetto finanziato dalla Regione. Ai presenti saranno illustrate le
norme nazionali e regionali sull'immigrazione, la disciplina dei permessi di
soggiorno diritti e doveri del migrante,
i
giornalisti nel mirino - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica,
La" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: alla questione dei diritti umani in Russia, Putin s´è rivoltato
traboccante di collera, asserendo che siamo noi, in Europa e nel resto
dell´Occidente, a violare i diritti umani: non la Russia. Va detto tuttavia che
un segnale, un barlume incoraggiante è venuto non molti giorni fa, quando il
presidente Medvedev ha ricevuto al Cremlino il direttore della Novaya Gazeta,
Englaro:testamentobiologicolegge
barbara ( da "Secolo XIX, Il"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Englaro:testamentobiologicolegge barbara l'appello Il
padre di Eluana invita a manifestare domani a Roma "per la vita, contro la
tortura di Stato". Il Pdl: «Offende il Parlamento» 20/02/2009
harry
wu, la drammatica storia di un dissidente cinese
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: affinché il mondo conosca la pesante negazione dei diritti
umani che si perpetra in Cina. Nei primi anni Novanta Harry Wu è ritornato in
Cina sotto copertura (atto che peraltro gli è costata nuovamente
l'incarcerazione, durata fortunatamente poco più di due mesi grazie alle
pressioni politiche e mediatiche statunitensi), per raccogliere prove e
testimonianze di questa barbarie.
Nessun
colpevole per la morte di Anna Assolti i 4 indagati
( da "Riformista,
Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: estero per le inchieste realizzate sulla violazione dei
diritti umani in Cecenia e per rappresentare una spietata voce critica
dell'operato del Cremlino. Già quando ad essere presidente era l'attuale
premier, Vladimir Putin, Anna era solita denunciare le atrocità perpetrate
dalle truppe federali durante la guerra in Cecenia.
I
cristiani perseguitati <L'Italia si muove lentamente>
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: della nostra politica estera in materia di diritti umani»,
ricordando che l'Italia è stata tra i promotori della risoluzione contro
l'intolleranza religiosa presentata dall'Unione europea all'assemblea dell'Onu
e approvata il 18 dicembre scorso. Cimadoro ha replicato dicendo che «l'azione
dell'Italia appare lenta ed affidata in pratica alle sole organizzazioni della
società civile:
In
trincea a difesa dei diritti umani ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: In trincea a difesa dei diritti umani --> Venerdì 20
Febbraio 2009 GENERALI, pagina 9 e-mail print La giornalista russa Anna
Politkovskaia, uccisa a 48 anni a Mosca nell'ottobre del
Social
Watch: povertà in crescita 2/Il ritorno del giovane Arpe che si compra la Banca
Profilo ( da "Riformista, Il"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti umani rischia di passare in secondo piano. Ed è
proprio «l'impatto sociale delle crisi globale»" il tema del tredicesimo
rapporto di Social Watch, la rete internazionale di organizzazioni della
società civile, creata nel 1995 e presente in oltre 60 paesi, che monitora il
raggiungimento degli obiettivi che si pone la comunità internazionale in
materia di sradicamento della
Contro
Berlusconi pesanti critiche <Mi hanno frainteso>
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti umani intitolata a Martino Mastinu e Mario
Bonarino Marras, con sede a Tresnuraghes, paese di origine dei due sardi uccisi
dai militari argentini. «La buona coscienza dei sardi non può accettare che il
capo del governo irrida pubblicamente e che agisca per tirare la risata dei
suoi uditori sulla morte terribile e ingiusta inferta agli oppositori politici
dalla dittatura militare
Ad
Agrigento scattano le manette per 20 africani
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti umani Ad Agrigento scattano le manette per 20
africani Sono accusati di avere dato fuoco al dormitorio. Tunisi chiede
l'arrivo del comitato dei diritti umani Il questore: strage evitata grazie
all'intervento delle forze dell'ordine --> Il questore: strage evitata
grazie all'intervento delle forze dell'ordine Per i circa 550 immigrati che
restano nella struttura di Lampedusa,
I
radicali si mobilitano per protestaredomani la manifestazione a roma
( da "Secolo
XIX, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di stato», in programma a Roma, piazza
Farnese, domani alle 15. Il disegno di legge sul testamento biologico, che ha
come primo firmatario Raffaele Calabrò (Pdl), «sostenuto dalla maggioranza di
Governo - si legge in una nota congiunta di radicali e Associazione Coscioni -
sarà imposto ai cittadini italiani,
dove
sono i diritti dell'uomo? - roberto riu
( da "Tirreno,
Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: umanità ed i cui principali responsabili furono giudicati
e condannati nel processo di Norimberga. Sono passati oltre sessant'anni da
quella spaventosa tragedia, ma ancora oggi la questione dei diritti umani
rimane aperta. Ed è proprio sul tema "I diritti umani nel XX e XXI secolo,
contraddizioni ed aspettative" che si terrà domani alle 10 un convegno
ospitato presso Villa Carmignani,
Lampedusa,
svuotato il Cie ( da "Manifesto, Il"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: essere usati per favorire le violazione dei diritti umani,
in particolare delle categorie vulnerabili, minori e richiedenti asilo». Dopo
un lungo silenzio, anche il governo tunisino ha fatto intendere, sia pur
timidamente, la propria voce. Tunisi ha chiesto all'Italia di accogliere a
Lampedusa una delegazione del Comitato Superiore dei diritti dell'Uomo e delle
Libertà Superiori -
Politkovskaja,
nessun colpevole ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: gli abusi dei diritti umani compiuti in Cecenia. Quando
venne uccisa sulle scale di casa, il 7 ottobre 2006, Vladimir Putin - allora
presidente - disse che il suo lavoro non era influente per i russi, non quanto
voleva credere l'Occidente. E anche oggi è soprattutto all'estero che si leva
la protesta: l'ennesimo omicidio politico irrisolto.
Droga,
sgominato il clan degli africani ( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: inchiesta sono emersi anche episodi inquietanti come una
sequenza di torture, in particolare quella «della tomba». In alcune
intercettazioni, infatti, si ricostruisce, la tortura a cui viene sottoposto,
nel paese di origine, il fratello di un corriere ivoriano, sospettato di
essersi impossessato di un ingente quantitativo di droga.
Tutti
innocenti. Assolti all'unanimita da una giuria militare che in meno di tre ore
ha... ( da "Messaggero, Il"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: hanno commentato ieri alcuni colleghi e sostenitori dei
diritti umani. I due fratelli ceceni, Ibragim e Dzabrail Makhmudov, e l'ex
investigatore della polizia Sergei Khadzhikubranov sono così liberi. Del resto
nessuno di loro era stato accusato di aver ucciso la giornalista, piantandole
in corpo alcune pallottole di una pistola Makarov, lasciata poi sul luogo del
delitto,
Diritti
umani, tre secoli di lotte E la Bramante vince la gara
( da "Giorno,
Il (Lodi)" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: 13 Diritti umani, tre secoli di lotte E la Bramante vince
la gara L'inchiesta trionfa sulla pagina «ecologica» di Castiglione LODI UN
TEMA «INSOLITO» e importante, quello del 60esimo compleanno della Dichiarazione
universale dei diritti umani, firmata nell'ormai lontano 1948.
<Nessuno
saprà mai le legge della vita> ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: morte e oggi è incapace di difendere il diritto alla vita,
è ipocrita e non è più degno dell'eroismo di chi si è immolato per portarlo a
firmare nel '
delitto
politkovskaya: tutti assolti ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Sdegno tra colleghi e associazioni per i diritti umani
Dietro l'assassinio l'ombra dell'entourage del presidente Yeltsin Delitto
Politkovskaya: tutti assolti Resta senza colpevoli l'omicidio della giornalista
russa, assassinata nel 2006 SENTENZA SCANDALO Secondo il tribunale i quattro
imputati «non hanno commesso il fatto» Il processo era soltanto per
favoreggiamento.
Il
Teatro di Sacco, in collaborazione con il Comune di Perugia, Emergency Umbria e
l'Istituto Pascal... ( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: in nome della Carta dei Diritti dell'Umanità,
sensibilizzando le giovani generazioni alle tematiche della pace, della difesa
dei diritti umani, della cooperazione internazionale, e valorizzando quel
messaggio di solidarietà verso le popolazioni vittime di guerre di cui da
sempre Emergency è portavoce.
E'
SOTTO GLI OCCHI di tutti ciò che ultimamente si sta verificando nel ...
( da "Nazione,
La (Siena)" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: che è quello della solidarietà e del rispetto della
dignità umana e della vita, il cui valore non deve avere distinzione di razza,
di religione o di cultura. Questo è quanto ci chiedono oggi, a sessant'anni
dalla loro stesura, la nostra Costituzione e la Carta dei Diritti Umani. Solo
così ne sarà veramente onorato lo spirito.
Giustizia
o guerra civile: la mia India a un bivio
( da "Corriere
della Sera" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: indiano Suketu Metha contiene un passo in cui lo scrittore
osserva le torture della polizia. «Mi ha disturbato la facilità con cui
l'autore è andato in una stanza per le torture con un poliziotto amico e ha
descritto quello che accadeva. Guardare la tortura non è un atto neutrale. Non
si può essere spettatori, si diventa complici».
Una
farsa, l'Europa non può tacere ( da "Corriere della Sera"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: avvocato e attivista del movimento per i diritti umani
Stanislav Markelov assassinato nel centro di Mosca assieme alla giornalista
Anastassia Baburova (che lavorava nello stesso giornale della Politkovskaja) ;
il dissidente ceceno Israilov raggiunto e ucciso a Vienna; il colonnello
Budanov, reo confesso di aver strangolato una ragazza diciottenne dalle parti
di Grozny,
testamento
biologico, englaro attacca ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: assurda e incostituzionale contro la quale è assolutamente
necessario che i cittadini facciano sentire la propria voce e scendano in
piazza a manifestare». Lo afferma Beppino Englaro, che aderisce alla
manifestazione "Sì alla vita, no alla tortura di Stato", che si
svolgerà a Roma sabato. Immediata la reazione del Pdl: «Vuole l'eutanasia e
offende il Parlamento». I SERVIZI A PAGINA
Il caso
Argentina La vera storia... ( da "Giornale.it, Il"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: la tortura e non una prigione finalmente per un assassino.
Si può continuare, elencando situazioni artificiose e polemiche speculazioni,
innescate da articoli fasulli di qualche giornale italiano in crisi terminale
di identità, vedi l'Unità, magari ripescate con gran clamore da corrispondenti
esteri che non sanno come trovare notizie o che si sono abituati a prenderle
dagli amici,
Al via
il progetto "Diritti fuori campo"
( da "Caserta
News" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: alla pace I diritti umani Gestione dei conflitti Dinamiche
di gruppo Nord- Sud ?Attori e problematiche Saranno inoltre organizzati dei
campi di lavoro per formare i ragazzi ai temi della cooperazione
internazionale, durante i quali saranno realizzate attività audio visive di
promozione dei Diritti Umani (laboratorio residenziale di educazione informale
della durata di 15 giorni)
Beppino
Englaro: "Legge su testamento biologico è una barbarie"
( da "RomagnaOggi.it"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato", che si svolgera' a Roma
sabato 21 febbraio in piazza Farnese. Quagliariello (PDl): da Englaro offesa al
Parlamento. "Rattristano le parole di Beppino Englaro, che ha definito una
barbarie il disegno di legge sul testamento biologico ancora in discussione al
Senato e ha cosi' offeso gratuitamente il Parlamento"
Anche
Englaro scende in piazza: "Questa legge è una vera barbarie"
( da "Quotidiano.net"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: tortura di Stato' e spiega: "I cittadini devono
tutelare i loro diritti fondamentali". Replica di Quagliarello e Gasparri
(Pdl)</p>" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova
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Russia,
giornalisti nel mirino ( da "Repubblica.it"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: alla questione dei diritti umani in Russia, Putin s'è
rivoltato traboccante di collera, asserendo che siamo noi, in Europa e nel
resto dell'Occidente, a violare i diritti umani: non la Russia. Va detto
tuttavia che un segnale, un barlume incoraggiante è venuto non molti giorni fa,
quando il presidente Medvedev ha ricevuto al Cremlino il direttore della Novaya
Gazeta,
Messico/
Calderon: narcos usano donne e bambini contro
( da "Virgilio
Notizie" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: nel giorno dedicato alle forze armate, Calderon ha difeso
la decisione di impiegare 45mila truppe nella lotta ai cartelli della droga e
ha chiesto ai messicani di "appoggiare l'esercito contro il nemico
comune". Tuttavia, diversi attivisti per la difesa dei diritti umani hanno
denunciato abusi da parte di militari.
Arundhati
Roy: <Giustizia o guerra civile: India al bivio>
( da "Corriere.it"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: indiano Suketu Metha contiene un passo in cui lo scrittore
osserva le torture della polizia. «Mi ha disturbato la facilità con cui
l'autore è andato in una stanza per le torture con un poliziotto amico e ha
descritto quello che accadeva. Guardare la tortura non è un atto neutrale. Non
si può essere spettatori, si diventa complici».
Citazioni:
una poesia dei Vogon ( da "Blogosfere"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: fisici e mentali giacché i Vogon la usano come strumento
di tortura applicando al corpo dei malcapitati dispositivi elettronici atti a
"dare risalto maggiore all'esperienza poetica" Non mi prendo quindi
responsabilità per i danni che può provocare la lettura della citazione che vi
propongo oggi: "Oh, acciacciato grugnosco, le tue minzioni mi appaiono
Come ciance di sebi su luride api.
Assassinio
Politkovskaja: tutti assolti ( da "Avvenire"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: critici sulla politica del Cremlino in Cecenia e sulla
violazione dei diritti umani in Russia, era stata uccisa a colpi d'arma da
fuoco il 7 ottobre 2006 all'ingresso della sua casa in via Lesnaja a Mosca.
Secondo l'accusa, l'ex poliziotto Sergej Khadzhikurbanov, pregiudicato e
scarcerato dalla prigione moscovita di Butyrki due settimane prima
dall'assassinio della Politkovskaja,
Da oggi
a domenica convegnosu <La Famiglia Salesiana>
( da "Sicilia,
La" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Dopo cena, Nico Leotta, vicepresidente nazionale del
Volontariato internazionale dello sviluppo parlerà del convegno mondiale
tenutosi di recente a Roma su «Sistema preventivo e diritti umani». Il convegno
si concluderà nella tarda mattinata di domenica. A.B.
Processo
beffa a Mosca, tutti assolti per l'assassinio di Anna Politkovskaja
( da "Gazzettino,
Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Le
investigazioni, compiute dagli specialisti della polizia russa, presentano non
pochi buchi neri. C'è ancora molto da fare per scoprire la verità. «Sono
passati più di due anni dall'omicidio», ha dichiarato Tatjana Lokshina,
vicecapo dell'ufficio moscovita di Human Rights Watch: «Tante sono state le
promesse fatte alla famiglia.
CUAMM
& ESU ( da "Gazzettino, Il (Padova)"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: dall'altra la fiducia in un futuro in cui vi sia
attenzione per i diritti umani, soprattutto per quello alla salute: pane e
acqua per i poveri, i naufraghi dei viaggi della speranza, i clandestini che
rischiano la denuncia se accedono al pronto soccorso, i milioni di bambini
destinati a morire per denutrizione».
Storia
di un immigrato senegalese all'interno delle prigioni italiane, raccontata con
le movenz... ( da "Gazzettino, Il"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: organizzazione non governativa che si occupa di diritti
umani. Ed è proprio grazie a questi tre personaggi, diversamente coinvolti, che
si sviluppa e prende piede l'intera storia tra emarginazione, volontà di
integrazione, ma anche tragedia e thrilling, un omicidio e un amore gay.
L'autore è giornalista professionista e si dedica spesso alla letteratura
colta,
GIUSEPPE
D'AMATO MOSCA. TUTTI ASSOLTI. QUESTO IL CLAMOROSO VERDETTO AL PROCESSO
SULL'OM... ( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Compatto appare il fronte delle organizzazioni per la
difesa dei diritti umani. Le indagini compiute dagli specialisti della polizia
russa presentano non pochi buchi neri. C'è ancora molto da fare per scoprire la
verità. «Sono passati più di due anni dall'omicidio» ha dichiarato Tatjana
Lokshina, vice capo dell'ufficio moscovita dell'associazione Human rights
watch.
-
FEDERAZIONE RUSSA: LE INDAGINI SULL'OMICIDIO DI
( da "WindPress.it"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: ambasciata russa Katja Thj"Le indagini sull'omicidio
della giornalista e attivista per i diritti umani Anna Politkovskaya devono
continuare con rinnovato vigore", ha dichiarato ieri Amnesty International
dopo che la giuria di un tribunale militare distrettuale di Mosca ha assolto
tutti gli imputati sotto processo perch coinvolti nell'omicidio.
TESTAMENTO
BIOLOGICO: DOMANI MANIFESTAZIONE A ROMA CONTRO
( da "Virgilio
Notizie" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: la tortura di Stato'', cioe' il Ddl Calabro' allo studio
del Senato. Alla manifestazione, come si sa, partecipera' anche il papa' di
Eluana, Beppino Englaro che e' tornato a criticare i provvedimenti allo studio
della maggioranza sul fine vita. Promossa dalla rivista ''Micromega'', la
manifestazione di domani vedra' insieme realta'
ONU:
PACCHETTI ANTI-CRISI INCLUDANO AIUTI A LAVORATORI IMMIGRATI
( da "Wall
Street Italia" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Alto Commissario dell'Onu per i Diritti Umani Navi Pillay.
Pillay sostiene che la crisi mondiale a livello finanziario, economico e
industriale avrà un impatto amplificato sulla capacità di sostentamento dei
gruppi più vulnerabili e già emarginati. Per donne, bambini, disabili,
rifugiati e immigrati sarà veramente difficile trovare lavoro,
Politkovskaya/
Pittella (Pd): Indignati per sentenza
( da "Virgilio
Notizie" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: la libertà di espressione e il rispetto dei diritti umani
in cima alle relazioni con la Russia. "Al termine di un'indagine carente e
di un processo che ha evitato di mettere in luce tutti i legami tra servizi
segreti e criminalità cecena, è arrivata la peggiore delle sentenze possibili:
nessun colpevole e tutti gli imputati liberi.
Rimpatri
illegali, Amnesty in Piazza ad Ancona
( da "gomarche.it"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti umani, in linea con gli obblighi dell'Italia in
quanto stato parte della Convenzione 1951 sui Rifugiati e della Convenzione
contro la tortura". Tutti i migranti detenuti sull'isola sono infatti a
rischio di rimpatrio forzato senza la possibilità di opporsi nell'ambito di
procedure effettive di controllo giudiziario e con il rischio di un mancato
accesso alla procedura d'
USA:
CLINTON, DIRITTI UMANI NON POSSONO BLOCCARE COOPERAZIONE CON CINA
( da "Adnkronos"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: USA: CLINTON, DIRITTI UMANI NON POSSONO BLOCCARE
COOPERAZIONE CON CINA commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo
aggiornamento: 20 febbraio, ore 18:13
Povia a
Sanremo. E come nei migliori copioni "all'italiana" scende in campo
il tribunale. ( da "KataWeb News"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: organizzazione per i diritti umani, ha presentato oggi un
esposto alla Procura della Repubblica di San Remo nel quale si chiede di
accertare se nel testo della canzone ?Luca era gay? di Povia siano ravvisabili
estremi di fattispecie penalmente rilevanti e, in caso affermativo, se la
Procura voglia adottare provvedimenti idonei “
Mosca;
riaperte le indagini sull'omicidio di Anna Politkovskaia
( da "Cittàdellaspezia.com"
del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Il quotidiano "Kommersant" ha parlato di
"totale fallimento" dell'inchiesta. Per il rappresentante dell'Osce
per la difesa della stampa, Mikols Haraszti, in Russia c'e' "un'impunita'
di fatto per chi uccide o aggredisce quanti si occupano di corruzione e diritti
umani".
Guantanamo:
Pentagono, pronto il rapporto per Obama
( da "KataWeb
News" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: umane e legali, anche se i gruppi che si battono per i
diritti umani hanno più volte espresso preoccupazione per le condizioni dei
detenuti nella base navale in territorio cubano. Le regole della convenzione di
Ginevra sono basate sulla premessa che un prigioniero di guerra non è un
criminale, ma semplicemente un avversario che non si vuole veder tornare al
fronte e richiede quindi
I
pacifisti ringraziano i medici ( da "Trentino"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Ricordiamo che il diritto alla salute ed alla libertà di
culto sono diritti umani fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione.
Vogliamo ringraziare pubblicamente quei medici di base di Rovereto che hanno
pronunciato parole chiare in proposito, dichiarando la propria fedeltà al
giuramento d'Ippocrate: "Giuro di osservare il segreto su tutto ciò che mi
è confidato,
La non
violenza può essere esplosiva ( da "Trentino"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: riportando il pensiero del filosofo del diritto Giuseppe
Capograssi, l'autore osserva che «amicizia, speranza, sorriso sono i diritti
umani fondamentali. Diritti non previsti nelle Dichiarazioni. Diritti
inesigibili, essenzialmente separati dalla forza, come invece vengono in genere
pensati i diritti.
Vaticano:
un colpo allo Stato di diritto ( da "Giornale di Brescia"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: il diritto ad emigrare» - sottolinea Marchetto -
ricordando come questo sia invece tutelato dalla dichiarazione sui diritti
umani e difeso dalla dottrina della Chiesa. Convinzioni che invitano ad una
maggiore «moderazione» spiega il presidente del Pontificio consiglio per i
migranti, che plaude comunque alle parole pronunciate dal presidente della
Camera Gianfranco Fini contro l'
Dopo
l'assoluzione dei quattro imputati per l'omicidio della giornalista russa
( da "Cittadino,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Un naufragio giudiziario che ai difensori dei diritti
umani non lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine. La
sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di posizione di
alcune capitali (Washington, Parigi), è diventata infatti l'ennesima cartina di
tornasole di uno Stato di diritto tanto proclamato quanto quotidianamente
sconfessato.
Hillary
Clinton a Pechino: prima la crisi, poi i diritti umani
( da "Giornale
di Brescia" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: poi i diritti umani PECHINOLa crisi economica
internazionale è al centro della visita del segretario di Stato americano,
Hillary Clinton, arrivata ieri in Cina, ultima tappa del viaggio che l'ha
portata in Giappone, Indonesia e in Corea del Sud. Un problema comune, quello
della crisi, su cui è necessaria una cooperazione fra i due Paesi,
in
piazza contro la tortura di stato - adriano sofri
( da "Repubblica,
La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina La polemica In piazza contro la
tortura di Stato ADRIANO SOFRI Ci sono due importanti appuntamenti romani,
oggi. Cominciamo dalla manifestazione indetta da Micromega con la parola
d´ordine: "Sì alla vita, no alla tortura di Stato". Se fossi un uomo
libero, parteciperei con convinzione.
il
vaticano: muore lo stato di diritto il futuro del paese sarà l'apartheid -
orazio la rocca ( da "Repubblica, La"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: tutelato dalla dichiarazione sui diritti umani e difeso
dalla Chiesa». «Purtroppo con decreti simili stiamo scivolando verso
l´apartheid», denunzia don Vinicio Albanesi, presidente del Coordinamento
nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca). «Siamo solo capaci a mostrare i
muscoli e ad affrontare il fenomeno migratorio in termini razziali,
nel
segno della trasparenza ( da "Tirreno, Il"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: signori attempati al convegno sulla dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo organizzato dalle logge massoniche di Pistoia
e Montecatini nella Sala maggiore di palazzo comunale. Affrontare un tema
assolutamente rilevante come quello del rispetto dei diritti umani con un
atteggiamento nuovo e non, come consuetudine in questi tempi, con espressioni
vuote e del tutto retoriche.
Omicidio
Politkovskaia: fra mille polemiche subito le nuove indagini
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Un naufragio giudiziario che ai difensori dei diritti
umani non lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine.
CRITICHE La sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di
posizione di alcune capitali (Washington, Parigi), è diventata l'ennesima
cartina di tornasole di uno Stato di diritto tanto proclamato quanto quotidianamente
sconfessato.
sinistra
in piazza: no alla tortura di stato ( da "Nuova Venezia, La"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato Manifestazione e collegamento
telefonico col papà di Eluana ROMA. «Sì alla vita, no alla tortura di Stato»:
questo lo slogan che oggi alle 15 accompagnerà la manifestazione promossa da
Micromega in piazza Farnese a Roma a cui parteciperà anche Beppino Englaro
attraverso un collegamento telefonico.
caso
politkovskaia, l'inchiesta riparte ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Un naufragio giudiziario che ai difensori dei diritti
umani non lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine. La
sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di posizione di
alcune capitali (Washington, Parigi), è diventata l'ennesima cartina di
tornasole di uno Stato di diritto tanto proclamato quanto quotidianamente sconfessato.
benè
berith, domani l'inaugurazione ( da "Tirreno, Il"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: che si batte contro il razzismo e per la difesa dei
diritti umani - ha sezioni a Roma e Milano, la nascente sede livornese è
presieduta dall'imprenditore Piero Cassuto, ex presidente della comunità
ebraica (vicepresidente Roberto Menasci, tesoriere Paolo Toaff, segretario Gadi
Polacco, responsabile femminile Ariela Cassuto).
nuova
inchiesta sul delitto politkovskaja - leonardo coen
( da "Repubblica,
La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti umani in Russia («Il popolo russo ha diritto alla
verità»), e così pure il Consiglio d´Europa, sino allo stesso Vaticano («Un
macigno sulla credibilità della giustizia russa», ha scritto l´Osservatore
Romano). Non parliamo poi delle associazioni come Amnesty International o i
vari "osservatori" della stampa i quali hanno ricordato come negli
ultimi quindici anni sono stati
cina,
amnesty contro hillary "delude sui diritti umani" e bill in tv
incalza obama ( da "Repubblica, La"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: sui diritti umani" E Bill in tv incalza Obama SEUL -
Il braccio di ferro sui diritti umani non deve fermare i progressi che Cina e
Stati Uniti possono fare insieme per uscire dalla crisi economica. Prima del
suo arrivo a Pechino, Hillary Clinton ha "scavalcato" la questione
che rende più profondo il divario tra i due Paesi e ha posto come priorità la
lotta al cambiamento climatico,
in
piazza contro la tortura di stato - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica,
La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Cronaca IN PIAZZA CONTRO LA TORTURA DI STATO La legge
proposta dal governo sul fine vita espropria la libertà personale dei cittadini
(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) La dilapidazione di parole grosse e grossolane da
cui siamo appena usciti, nel corso della vicissitudine della famiglia Englaro,
e che ha lasciato la sua risacca di rancori e dannazioni,
Lampedusa,
condanna dell'Europa all'Italia ( da "Secolo XIX, Il"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Italia dopo la rivolta degli immigrati Il commissario ai
diritti umani Hammarberg: «L'isola era un modello, ma ora il governo ha
cambiato direzione» 21/02/2009 LAMPEDUSA (AGRIGENTO). La ribellione dei
migranti nel Centro d'identificazione ed espulsione di Lampedusa dei giorni
scorsi scatena adesso una polemica diplomatica del commissario ai diritti umani
del Consiglio d'Europa,
Hillary
Clinton: obbligatoria la collaborazione tra Cina e Usa
( da "Rai
News 24" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti umani non verranno discussi...dobbiamo continuare
a pressarli ma la nostra pressione non puo' interferire con la crisi economica
globale, i cambiamenti del clima, le crisi legate alla sicurezza". Queste
parole del segretario di Stato vengono riportate oggi con grande rilievo dai
mezzi d'informazione cinesi ma sono state aspramente criticate dai gruppi umanitari
internazionali.
Oggi a
Roma anche Englaro in piazza ( da "Stampa, La"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato» comincia o alle
"La
gerarchia sta sostenendo delle crociate fanatiche"
( da "Stampa,
La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: lei è uno dei 21 sacerdoti che oggi sfilano a Roma con
Peppino Englaro contro la «tortura di Stato». Non teme di dividere la Chiesa?
«Sono prete da 50 anni, la Chiesa è la mia casa: a dividere non siamo noi ma i
"diktat" delle gerarchie ecclesiastiche che sostengono crociate
fanatiche. Per Eluana è finito l'inferno, Peppino ha agito bene verso la figlia
e la legalità.
Il
Vaticano: così muore lo Stato di diritto
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: ricordando come questo sia invece tutelato dalla
dichiarazione sui diritti umani e difeso dalla dottrina della Chiesa.
Convinzioni che invitano ad una maggiore «moderazione» spiega il presidente del
Pontificio consiglio per i migranti, che plaude comunque alle parole
pronunciate ieri dal presidente della Camera Gianfranco Fini contro l'equazione
«immigrati-criminali».
consiglio
d'europa all'attacco su lampedusa ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: polemica diplomatica del commissario ai diritti umani del
Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, il quale da Bruxelles attacca il governo
italiano sulla gestione degli immigrati che arrivano a Lampedusa. Parla di
«cambio di rotta in materia di immigrazione». E dal Viminale risponde il
prefetto Mario Morcone, capo dipartimento per le libertà civili e immigrazione
del ministero dell'
Delitto
Politkovskaia, l'inchiesta riparte da zero tra le polemiche
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: giudiziario che ai difensori dei diritti umani non lascia
molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine. la sentenza e le
proteste La sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di
posizione di alcune capitali (Washington, Parigi), è diventata l'ennesima
cartina di tornasole di uno Stato di diritto tanto proclamato quanto
quotidianamente sconfessato.
Il
segretario di Stato Usa ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: su cui è necessaria una cooperazione fra i due Paesi e sul
quale anche i problemi in sospeso del rispetto dei diritti umani, di Taiwan e
del Tibet - per cui Washington continuerà a fare pressione su Pechino - «non
devono interferire», si è premurata di dire prima di imbarcarsi per la capitale
cinese. 21/02/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE
Hillary
<choc> in Cina, i diritti umani meno importanti della recessione
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Hillary «choc» in Cina, i diritti umani meno importanti
della recessione --> Sabato 21 Febbraio 2009 SOCIETA, pagina 13 e-mail print
nascosto-->
I
crimini di Hamas L'altra faccia della guerra a Gaza Amnesty: Un maestro ucciso
perché fan di Abu Mazen Dopo un processo farsa giustiziato il
"Sacharov"palestinese ( da "Unita, L'"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: 46enne palestinese attivista dei diritti umani in rapporti
con l'organizzazione israeliana per il diritti umani B'Tselem, giustiziato da
Hamas con l'accusa d'aver collaborato con Israele. Ghanem era considerato il
«Sacharov» palestinese. Ghanem è stato costretto ad autoaccusarsi dinanzi agli
altoparlanti collegati con l'esterno;
tra
diritti e menzogne ( da "Corriere Alto Adige"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti umani, poiché rivendicavano posizioni singole di
libertà nei confronti dei privilegi economici e giuridici dei sovrani e delle
classi di potere, ma che, provocando come conseguenza diretta le prime
trascrizioni dei diritti umani in apposite «dichiarazioni», portarono proprio
all'affermazione di un novero irrinunciabile di diritti cui volle garantirsi
passaporto universale.
Oggi a
Roma, piazza Farnese, ore 15, si tiene la manifestazione Sì al testamento
biol... ( da "Unita, L'"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato» promossa dalla rivista
«Micromega» con l'adesione dei Radicali italiani e dell'Associazione Luca
Coscioni. Il disegno di legge sul testamento biologico «sostenuto dalla
maggioranza di Governo - si legge in una nota congiunta - sarà imposto ai
cittadini italiani senza, visti i numeri,
Le
differenze sui diritti umani non devono fermare il dialogo
( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Le differenze sui diritti umani non devono fermare il
dialogo» Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal nostro corrispondente La questione dei
diritti umani non può compromettere il dialogo tra Cina e Stati Uniti. Appena
sbarcata a Pechino, quarta e ultima tappa della sua prima missione in Asia,
Hillary Clinton mostra subito una buona dose di pragmatismo.
Giuliano
Giuliani Obama e i tetti per i compensi Obama ha fissato in 400mila euro il
te... ( da "Unita, L'"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Bigalli Siamo dalla parte di Pasquale Un giovane attivista
dei diritti umani, Pasquale Pedace che è stato arrestato il 24 agosto scorso a
Siracusa solo per aver chiesto di tenere un'attitudine umana verso degli
immigrati durante un'operazione di polizia alla stazione ferroviaria è oggi
processato dal tribunale di Siracusa con l'accusa di lesioni e resistenza a
pubblico ufficiale.
Le
misure per l'immigrazione. ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: ieri il commissario ai diritti umani del Consiglio
d'Europa, Thomas Hammarberg, si è detto «preoccupato per le leggi in
discussione perché vanno contro gli standard europei». Si tratta di misure,
dice il commissario Ue, che «contribuiscono a dare vita a un'atmosfera negativa
che porta a considerare criminali tutti quelli che vorrebbero ottenere asilo»
<Guantánamo
Ecco chi prenderemo> ( da "Corriere della Sera"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: I diritti umani in Russia? «Quando Berlusconi sente Putin
— racconta il ministro degli Esteri— gli parla come a un amico sincero ed
esprime preoccupazione. Non vogliamo creare un antagonismo pubblico, il clamore
è dannoso». A PAGINA 17
Hillary
Clinton: <Sì ai diritti umani Ma non pregiudichino i rapporti>
( da "Corriere
della Sera" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Sì ai diritti umani Ma non pregiudichino i rapporti»
PECHINO — La questione dei diritti umani in Cina non può bloccare l'«importante
cooperazione» tra Washington e Pechino sulla crisi globale, il clima e la
minaccia del nucleare nordcoreano. Lo ha detto Hillary Clinton (foto), ieri in
Cina, sottolineando la necessità di essere realisti:
<Diritti
umani, Berlusconi preme con Putin Un'opera di persuasione. Senza clamore>
( da "Corriere
della Sera" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Diritti umani, Berlusconi preme con Putin Un'opera di
persuasione. Senza clamore» Frattini: «Accoglieremo ex detenuti di GuantÁnamo
assolti o non processati» ROMA — Ministro Frattini, la cronaca di queste ore ci
ricorda che in Russia le violazioni dei diritti umani e civili si vanno
moltiplicando: l'assassinio di Anna Politkovskaya resta senza colpevoli,
Testamento
biologico, il primo sì finisce in piazza
( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: LA TORTURA DI STATO» di DONATELLA BARBETTA ROMA «TUTTA la
vicenda Englaro ormai da molti anni era diventata un fatto politico. Che il
signor Englaro lo volesse o no. Questa impostazione era nei fatti». Eugenio
Roccella, sottosegretario al Welfare, commenta così, senza mostrare sorpresa,
l'uscita del padre di Eluana che ha bollato come «
PERSICETO
UNA MATTINA per ricordare l'orrore delle Foibe. S...
( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: gli studenti sui temi dei diritti umani e della pacifica
convivenza tra i popoli. In tal senso abbiamo celebrato una giornata in
commemorazione dei tremendi fatti storici accaduti alla fine della seconda
guerra mondiale in Istria». In particolare i temi affrontati sono stati
sviluppati da un convegno nell'auditorium del polo scolastico che ha visto come
relatore Luciano Monzali,
No alla
legge tortura Ma senza i democratici
( da "Manifesto,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: No alla legge tortura» Ma senza i democratici Eleonora
Martini ROMA ROMA Qualcuno nel Pd è ancora combattuto tra la paura di
schierarsi troppo e la voglia di scendere in piazza oggi a Roma - alle
Rimpatri?
Solo se condannati in terzo grado ( da "Manifesto, Il"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Le Ong, che accusano il governo del loro paese di non aver
assunto un atteggiamento duro nei confronti dell'Italia, accusano il nostro
paese di violazione della legislazione europea in materia di diritti umani e
sulla lotta alla xenofobia e al razzismo.
LA
CAMBOGIA PROCESSA IL SUO PASSATO ( da "Manifesto, Il"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: ALLA SBARRA LA CAMBOGIA PROCESSA IL SUO PASSATO Il
torturatore Duch, oggi cristiano rinato, è stato il primo di cinque dirigenti
dei khmer rossi a comparire davanti al Tribunale speciale che a Phnom Penh
processa la sanguinosa utopia che in meno di 4 anni sterminò due milioni di
cambogiani. Nell'indifferenza della popolazione, che è in realtà nuova paura
Gianpasquale Polloni*
Oggi a
piazza Farnese per un'elementare libertà di decidere
( da "Manifesto,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: elementare libertà di decidere Paolo Flores d'Arcais
Definire «tortura di Stato» la legge sul fine-vita che il governo Berlusconi
vuole far approvare in pochi giorni alle camere non è un'esagerazione retorica.
Purtroppo è solo la sobria - ma drammatica - descrizione dell'effetto che tale
legge avrà su moltissimi malati terminali.
Politkovskaia,
l'inchiesta riparte da zero ( da "Giorno, Il (Milano)"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Un naufragio giudiziario che ai difensori dei diritti
umani non lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine. La
sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di posizione di
alcune capitali (Washington, Parigi), è diventata l'ennesima cartina di
tornasole di uno Stato di diritto tanto proclamato quanto quotidianamente
sconfessato.
Giustizia
\nPolitkovskaja, sentenza indegna ( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: E' un bene che i legami tra Unione Europea e Russia si
vadano consolidando ma non è accettabile che la Commissione e l'Alto
rappresentante per la politica estera non siano riusciti a mettere la legalità,
la libertà di espressione e il rispetto dei diritti umani al vertice di queste
relazioni. *Eurodeputato Pd
Il
viaggio in Cina La Clinton: <La crisi ha la precedenza sui diritti umani>
( da "Giornale.it,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: 21 pagina 16 Il viaggio in Cina La Clinton: «La crisi ha
la precedenza sui diritti umani» di Redazione La crisi economica internazionale
è al centro della visita del segretario di Stato americano, Hillary Clinton,
arrivata ieri in Cina, ultima tappa del viaggio che l'ha portata in Giappone,
Indonesia e in Corea del Sud.
Papararo
(Pdl) su Equitalia Polis ( da "Caserta News"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: dove abbiamo già assistito i cittadini vessati da questa
ingiusta ed illegittima richiesta del Consorzio di Bonifica, terremo un
incontro pubblico con i cittadini ed i nostri esperti tributaristi per
illustrare la strategia di risposta a questo ennesimo tentativo di violazione
dei diritti del contribuente".
Sì al
testamento biologico Oggi manifestazione a Roma
( da "Repubblica.it"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: la manifestazione "Sì al testamento biologico, no
alla tortura di Stato". Un'iniziativa che nasce sull'onda di un appello
firmato da Andrea Camilleri, Furio Colombo, Paolo Flores d'Arcais, Pancho Pardi
e Stefano Rodotà. E a cui hanno aderito Italia dei valori, Rifondazione comunista,
Sinistra democratica, Partito radicale.
In
piazza contro la tortura di Stato ( da "Repubblica.it"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato". Se fossi un uomo libero,
parteciperei con convinzione. La dilapidazione di parole grosse e grossolane da
cui siamo appena usciti, nel corso della vicissitudine della famiglia Englaro,
e che ha lasciato la sua risacca di rancori e dannazioni, non ha a che fare con
quel titolo.
Cina e
Usa possono guidare la ripresa, dice Clinton
( da "Reuters
Italia" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: in cui aveva criticato la situazione dei diritti umani nel
paese. In una conferenza stampa insieme al ministro degli Esteri cinese, Yang
Jiechi, Clinton ha detto che i due paesi dovrebbero avere "una franca
discussione sulle questioni sulle quali c'è un disaccordo, tra cui i diritti
umani, il Tibet, la libertà di culto e di espressione".
Hillary
in Cina: "Uniti contro la crisi"
( da "Stampaweb,
La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Hillary ha scelto di mettere in secondo piano i problemi
di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, suscitando la reazione dei gruppi
umanitari. Un portavoce di Amnesty International ha affermato che con questa
scelta il segretario ha «danneggiato le future iniziative degli Usa sui diritti
umani». Su questi problemi, hanno detto all?
Obama,
trenta giorni di corsa per rimettere in pista il Paese
( da "Avvenire"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: annuncio di voler chiudere Guantanamo e di non tollerare
la tortura nei confronti dei sospetti terroristi. In 30 giorni il capo di Stato
americano ha anche mantenuto la promessa elettorale di inviare rinforzi in
Afghanistan mentre precisa il piano di disimpegno dall'Iraq. Ma il decisionismo
del primo mese ha spinto il nuovo presidente anche in direzioni arrischiate.
Clinton
in Cina scorda i diritti umani: prima la crisi
( da "Avvenire"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: piuttosto che colmare le ormai datate lacune riguardanti i
diritti umani, incluso il comportamento della Cina nei confronti della
questione Tibet. Secondo quanto dichiarato dal segretario di Stato,
l'Amministrazione Usa e il governo cinese devono continuare a impegnarsi sul
tema dei diritti umani ma questo «non deve interferire sullo stato di crisi che
coinvolge l'economia globale,
IL
PAPA: INCOMBE RISCHIO DI EUTANASIA GENETICA
( da "Wall
Street Italia" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Il Papa: incombe rischio di eutanasia genetica -->Il
monito di Ratzinger: «Così si indebolisce il rispetto che è dovuto a ogni
essere umano». Oggi a Roma manifestazione con Beppino Englaro contro la legge:
no alla tortura di Stato.
Prima
beffa cinese per Hillary ( da "KataWeb News"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: aveva detto che i diritti umani non sarebbero stati un
ostacolo al dialogo tra le due potenze (facendo infuriare i liberal in America
e le ong umanitarie). I dirigenti cinesi l' hanno subito presa in parola: hanno
detenuto o messo agli arresti domiciliari i dissidenti più noti ancora in
libertà, onde evitare che i giornalisti americani al seguito di Hillary
cercassero di contattarli.
Sì AL
TESTAMENTO BIOLOGICO, NO ALLA TORTURA DI STATO : QUESTO IL TITOLO DELLA
MANIFE... ( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato»: questo il titolo della
manifestazione che si svolgerà oggi pomeriggio a Roma, in piazza Farnese.
Interverrà in collegamento telefonico Beppino Englaro, il padre di Eluana. Parteciperanno,
tra gli altri, Mina Welby, il valdese Daniele Garrone, don Giovanni Franzoni
per le comunità cristiane di base,
RAFFAELE
INDOLFI È LA MORTE DELLO STATO DI DIRITTO . ALTOLà DEL VATICANO AL ...
( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: rileva ancora monsignor Marchetto che ricorda come questo
diritto sia, invece, tutelato dalla dichiarazione sui diritti umani e difeso
dalla dottrina della Chiesa. Il presidente del pontificio consiglio per i
migranti invita ad una maggiore «moderazione» e plaude alle parole pronunciate
dal presidente della Camera Gianfranco Fini contro l'equazione «immigrati
uguale criminali».
LA
CAMPANIA, DOPO 37 ANNI, HA IL NUOVO STATUTO, APPROVATO IERI DAL CONSIGLIO
REGIONALE IN SECONDA LE... ( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Nella parte relativa ai principi spiccano la lotta contro
la pena di morte, la tortura, il terrorismo, la schiavitù ma anche la tutela
della vita umana. Si riconosce il sostegno alla famiglia fondata sul
matrimonio. Non c'è il riferimento alle coppie di fatto ma il più generico
"unioni familiari". Sì, invece, alle radici cristiane.
Va
fermata questa spirale autoritaria ( da "Gazzettino, Il"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Unione Camere Penali, una «grave violazione dei diritti
dell'uomo», mentre l'esclusione di misure alternative al carcere per i
condannati per violenza sessuale «rischia di togliere alla pena ogni funzione
rieducativa». Quindi, «per il carattere illiberale del suo contenuto il decreto
si colloca fuori dalla Costituzione.
"Giustizia
venduta": riaperto il dossier sulla morte della giornalista
( da "Gazzettino,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Un naufragio giudiziario che ai difensori dei diritti
umani non lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine. La
sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di posizione a
Parigi e Washington, è diventata l'ennesima cartina di tornasole di uno Stato
di diritto tanto proclamato quanto quotidianamente sconfessato.
Bio-Testamento:
P.Zza Farnese gremita "Contro tortura di Stato"
( da "KataWeb
News" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Contro tortura di Stato" 21 febbraio 2009 alle 16:05
— Fonte: repubblica.it — 0 commenti Si è riempita Piazza Farnese, in pieno
centro di Roma: sono in tanti, rigorosamente senza bandiere di partito come
richiesto dagli organizzatori, ad aver risposto all'appello di Micromega contro
il ddl sul testamento biologico in discussione al Senato.
Testamento
biologico/ Sit-in a Roma, interviene Beppino
( da "Virgilio
Notizie" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato' promossa dalla rivista
'MicroMega'. Poco dopo le 17 interverrà per collegamento telefonico il padre di
Eluana, Beppino Englaro. Dal palco interverranno Mina Welby, il decano della
facoltà teologica valdese Daniele Garrone, don Giovanni Franzoni per le
comunità cristiane di base, Dacia Maraini,
In
piazza contro la "tortura di Stato" In migliaia rispondono
all'appello di Micromega ( da "Repubblica.it"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato", seguito dalla frase:
"si al rispetto della Costituzione, no alla dittatura oscurantista".
"La vita appartiene a noi - sintetizza il direttore di Micromega Paolo
Flores d'Arcais - non al governo nè alla Chiesa. Noi siamo per la libera
scelta, c'è chi vorrà che gli le siano staccate le macchine come Welby,
21/02/2009
15:14 IRAQ: RIAPRE ABU GHRAIB, RIBATTEZZATO CARCERE CENTRALE DI BAGHDAD
( da "ITnews.it"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: (Adnkronos/Xin) - E' stata riaperta oggi dalle autorita'
irachene la prigione di Abu Ghraib, diventata tristemente nota in tutto il
mondo per gli abusi sui prigionieri compiuti dai soldati americani, dopo essere
stata un centro di tortura durante il regime di Saddam Hussein.
Iraq/
Abu Ghraib, il carcere delle torture, riapre con
( da "Virgilio
Notizie" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: interno vi sono aree per attività ricreative, per cucire o
usare il computer, una palestra, una biblioteca e una serra. I vertici del
penitenziario hanno assicurato di non voler venire meno alle richieste dei
gruppi che lottano per i diritti umani. Il carcere può ospitare fino a tremila
prigionieri, al momento 400 persone vi sono detenute.
Amnistia
a Myanmar ma Aung San Suu Kyi resta ai domiciliari
( da "Rai
News 24" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: il 14 febbraio scorso, del relatore speciale dell'Onu per
i diritti umani in Birmania Tomas Ojea Quintana. La sua missione di sei giorni
era finalizzata a persuadere la giunta militare a rilasciare circa 2.100
prigionieri politici, inclusa la premio Nobel Suu Kyi, prima delle elezioni previste
l'anno prossimo.
In
piazza per il testamento biologico "Sì alla Costituzione, no alla
tortura" ( da "Stampaweb, La"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: che campeggia sopra il palco: «si al testamento biologico,
no alla tortura di Stato», seguito dalla frase: «si al rispetto della
Costituzione, no alla dittatura oscurantista». «La vita appartiene a noi -
sintetizza il direttore di Micromega Paolo Flores d?Arcais - non al governo nè
alla Chiesa. Noi siamo per la libera scelta, c?
<No
alla legge tortura> Ma senza i democratici
( da "Manifesto,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: No alla legge tortura» Ma senza i democratici
Manifestazione a Roma Eleonora Martini ROMA Qualcuno nel Pd è ancora combattuto
tra la paura di schierarsi troppo e la voglia di scendere in piazza oggi a Roma
- alle
I
<Rouge> ALLA SBARRA - LA CAMBOGIA PROCESSA IL SUO PASSATO
( da "Manifesto,
Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: LA CAMBOGIA PROCESSA IL SUO PASSATO Il torturatore Duch,
oggi cristiano rinato, è stato il primo di cinque dirigenti dei khmer rossi a
comparire davanti al Tribunale speciale che a Phnom Penh processa la sanguinosa
utopia che in meno di 4 anni sterminò due milioni di cambogiani.
Nell'indifferenza della popolazione, che è in realtà nuova paura Gianpasquale
Polloni*
Afghanistan:
Obama come Bush, no a ricorsi per detenuti
( da "KataWeb
News" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: La scelta di continuità fatta da Obama è stata criticata
dagli avvocati e dalle organizzazioni per i diritti umani. Barbara Olshansky,
che rappresenta quattro detenuti di Bagram, ha parlato di "enorme
delusione". "Speravamo che Obama ci guidasse su una strada diversa,
ma ha deluso queste aspettative", ha affermato Tina Monshipour Foster,
avvocato di un altro detenuto.
Cina:
Dissidenti fermati per tenerli lontani da hillary.
( da "KataWeb
News" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: le accuse di Amnesty International di aver tradito la
causa dei diritti umani. "Ho detto che la promozione dei diritti umani è
un aspetto essenziale della politica estera statunitense" ha detto il
segretario dei Stato al termine di un incontro con il ministro degli Esteri
cinese, Yang Jechi, "ho sollevato al questione in ogni tappa del mio
viaggio e lo stesso ho fatto con Yang".
TESTAMENTO
BIOLOGICO, INTELLETTUALI IN PIAZZA "SÌ ALLA COSTITUZIONE, NO ALLA TORTURA
DI STATO" ( da "Wall Street Italia"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Testamento biologico, intellettuali in piazza "Sì
alla Costituzione, no alla tortura di Stato" -->Roma, manifestazione
senza bandiere contro il ddl in discussione al Senato: «Noi siamo per la libera
scelta e per la tutela della vita». In collegamento anche il papà di Eluana.
Testamento
biologico, manifestazione a Roma, interviene Englaro
( da "Reuters
Italia" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di stato", è lo slogan che ha
riempito di dimostranti piazza Farnese, in un evento organizzato da Micromega e
da politici contrari al disegno di legge del governo sul testamento biologico.
"Sono convinto che gli italiani non si lasceranno imporre una legge del
genere", ha detto alla folla il papà di Eluana Englaro,
A Roma
in piazza per il testamento biologico. Beppino Englaro: "No a una legge
che è una barbarie" ( da "Adnkronos"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Il costituzionalista Rodotà: " Il 75% degli italiani
ritiene che a decidere sulle cure debba essere la famiglia". Il leader di
Rifondazione Comunista, Ferrero: "E' una tortura di Stato" commenta 0
vota 1 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 21 febbraio, ore 18:07
Esclusivo:
il testo della lettera di Battisti, tra sproloqui e richieste di perdono
( da "Panorama.it"
del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: le torture ai militanti comunisti, quegli stessi militanti
che nonostante gli errori hanno sacrificato le loro vite per contribuire a fare
dell'Italia un paese all'altezza dell'Europa e che oggi, 35 anni dopo, sono
trattati come terroristi e alcuni di loro marciscono ancora nelle
"prigioni speciali".
Testamento
biologico/ Marino (Pd): Da Franceschini linea
( da "Virgilio
Notizie" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: tortura di Stato', Marino ha sottolineato che per
Franceschini "il legislatore deve ragionare con mentalità laica e che non
si può mettere in discussione la libertà dei cittadini di scegliere sulle
terapie". Ai cronisti presenti Marino ha preannunciato che il Pd ha messo
a punto un emendamento per abolire l'articolo 2 del disegno di legge di
maggioranza sul testamento biologico (
Anche
21 preti con la piazza per il testamento biologico: no alle crociate
( da "Rai
News 24" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: hanno aderito oggi alla manifestazione "Sì alla vita
no alla tortura di Stato", organizzata da Micromega contro il disegno di
legge della maggioranza sul testamento biologico. Don Vitaliano della Sala, uno
dei firmatari dell'iniziativa di piazza Farnese, noto prete anti-camorra, oggi
non è in piazza ma fa sapere che "condivide in pieno" la
manifestazione.
( da "Corriere.it" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Sabato
a Roma la manifestazione Sì alla vita, no alla tortura di
Stato" Testamento biologico, Englaro attacca: «La legge allo studio è una
barbarie» Il padre di Eluana: «Norma assurda e incostituzionale».
Gasparri-Quagliariello: vuole l'eutanasia Dopo la morte della figlia Eluana,
Beppino Englaro è determinato a continuare la sua battaglia: «La legge sul
testamento biologico che il parlamento si appresta ad approvare è una vera e
propria barbarie» ha detto in un intervento su Micromega. «Una legge
assurda e incostituzionale - ha aggiunto Englaro - contro la quale è
assolutamente necessario che i cittadini facciano sentire la propria voce e
scendano in piazza a manifestare». MANIFESTAZIONE - Beppino Englaro ha aderito
alla manifestazione "Sì alla vita, no alla tortura di Stato",
prevista a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. Beppino Englaro
parteciperà alla manifestazione attraverso un collegamento telefonico perché «i
cittadini, che hanno le idee molto più chiare dei nostri parlamentari, devono
tutelare i propri diritti fondamentali che questa legge mette in discussione
preparando il terreno per un vero e proprio Stato etico». Se la legge in
discussione in parlamento dovesse essere approvata, Englaro si augura una
rapida abrogazione da parte della Corte costituzionale oppure quella del
referendum sarà una via obbligata, vista quella che definisce la
"manifesta anticostituzionalità" di una legge che nega le libertà
fondamentali dei cittadinì. «La decisione sulla propria vita deve essere
affidata a chi la vive» ha concluso Beppino Englaro. GASPARRI-QUAGLIARIELLO -
Immediata la replica ad Englaro da parte del Pdl. «Rattristano le parole di
Beppino Englaro, che ha definito una barbarie il disegno di legge sul
testamento biologico ancora in discussione al Senato e ha così offeso
gratuitamente il Parlamento» si legge in una nota congiunta Maurizio Gasparri e
Gaetano Quagliariello, capogruppo e vicecapogruppo vicario del PdL al Senato.
«Anche perchè - continua la nota - il ddl Calabrò ha raccolto fino ad ora
consensi e aperture di credito che vanno ben oltre la maggioranza che sostiene
il governo. Un dramma personale, come certamente è stato quello di Eluana
Englaro, non può essere usato per coprire un disegno politico. L'impressione,
invece - concludono Gasparri e Quagliariello - è che il polverone che si sta
sollevando contro il disegno di legge serva ad impedire un dibattito sui
contenuti nella chiarezza delle rispettive posizioni, per non dire apertamente
cos'è che si vuole in realtà: l'introduzione dell'eutanasia nel nostro Paese».
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( da "Gazzetta di Mantova, La" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Presidio
in prefettura Sindacati: no al pacchetto immigrati Presidio davanti alla
prefettura, domani mattina dalle 10 alle 12, contro il pacchetto sicurezza
approvato dal Senato. Ad organizzarlo sono Cgil, Cisl e Uil (assieme alle
organizzazioni sindacali rivolte agli immigrati) e Caritas, che consegneranno
un documento sottoscritto da organizzazioni di volontariato e amministrazioni
comunali (oltre che dalla Provincia) al prefetto. Il documento sostiene che i
provvedimenti presi dal governo e il disegno di legge sulla sicurezza «rendono
l'integrazione un percorso ad ostacoli. Sono misure che
oltre a contraddire norme internazionali sui diritti umani fondamentali sono in contrasto con la Costituzione». Nel mirino
finiscono diversi punti del disegno di legge, come «il permesso a punti e una
tassa fino a 200 euro per ogni pratica di rilascio e di rinnovo, l'introduzione
del reato di clandestinità, gli ostacoli al ricongiungimento familiare,
la riduzione delle tutele dei rifugiati e dei minori, i tagli delle risorse per
i corsi d'italiano e l'introduzione della facoltà di segnalazione alle forze
dell'ordine, da parte del personale medico, dei pazienti privi di permesso». Il
documento chiede «una seria rivisitazione della politica dei flussi migratori -
a partire dalla programmazione locale dei flussi 2009 - perché risulti più
aderente alle dinamiche del mercato del lavoro». Sindacati e Caritas chiedono
nuove adesioni al documento.
( da "Trentino" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'EVENTO
PER IL MEDIO ORIENTE Moni Ovadia «battezza» il comitato trentino per la pace
TRENTO. Moni Ovadia e Alì Rashid insieme per promuovere la pace in Medio
Oriente. L'appuntamento è per domani nella sala Spazio Ridotto del teatro
Sociale alle 17, dove si terrà l'incontro "La questione morale del nostro
tempo", un dibattito sul tema della guerra israeliano-palestinese, una
guerra che da decenni insanguina la regione. L'incontro, a ingresso libero,
sarà anche un'occasione per presentare ufficialmente la nascita del Comitato
trentino per la pace in Medio Oriente. La nascita del Comitato è stata promossa dal Forum trentino per la pace e i diritti umani "che ha risposto in tempi
rapidi - spiega il consigliere Roberto Bombarda - all'appello lanciato dalla
Tavola della pace tenutasi ad Assisi il 17 gennaio scorso. Siamo tra i primi in
Italia ad aver aderito all'iniziativa". «In Trentino - prosegue Bombarda,
- grazie anche alla collaborazione della Provincia e del Comune, è stato
possibile creare il Comitato, al quale aderiscono già associazioni, enti
locali, comuni del Trentino, confederazioni sindacali, comunità religiose». Al
Comitato hanno aderito anche la Diocesi di Trento, la comunità islamica e la
comunità ebraica regionale. Significative a questo proposito le parole
dell'Imam Breigheche: «Oggi siamo insieme e non possiamo stare zitti. Dove ci
sono iniziative in favore della pace noi ci saremo sempre». (s.mar.)
( da "Gazzetta di Modena,La" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Stupri,
la Lega raccoglie firme per la castrazione chimica Una proposta
di legge che farà discutere e che per qualcuno rasenta il limite dei diritti umani. Ma la castrazione chimica per gli
stupratori è un progetto sul tavolo del Governo sostenuto dall'onorevole
leghista Carolina Lussana. E il Carroccio, domani, dalle 10 alle
( da "Leggo" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
La
giornalista russa Anna Politkovskaya fu uccisa a Mosca nell'ottobre del 2006
nell'ascensore di casa. La donna era nota per le sue
posizioni critiche nei confronti del Cremlino, in particolar modo per il
conflitto in Cecenia. Proprio per questa sua lunga attività di paladina dei
diritti umani nella piccola
repubblica caucasica, la Politkovskaia si era fatta molti nemici.
( da "Settegiorni (Bollate)" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
ERASMO
DA ROTTERDAM Un grande murale realizzato nella zona bar dell'istituto LE
BANDIERE COLORANO LA PACE Il disegno nasce dalla fusione dei progetti di
Melissa Bergamaschi e Debora Zanella richiedi la foto IN CONCORSO Bollate - Un
altro grande murale sta per arricchire i muri dell'Itcs Erasmo da Rotterdam che
con i suoi disegni testimonia 35 anni di storia della scuola. L'istituto ha
infatti deciso di partecipare al progetto «Coloriamo la partecipazione»
promosso dalla Provincia di Milano. L'iniziativa prevede la realizzazione di
graffiti e murales su uno spazio dedicato nella scuola sui temi della pace, della Costituzione e dei diritti umani. Tra le classi 5ª G e 5ª F dell'indirizzo grafico sono stati
scelti due progetti - quello di Melissa Bergamaschi e di Debora Zanzarelli -
fusi poi in uno. Il grande murale realizzato nella zona bar rappresenta una
grande bandiera con il simbolo della pace contenente le principali bandiere del
mondo e il tema del puzzle. La realizzazione è stata organizzata dalle
professoresse Lucia Palma e Giuliana Giussani. Una fotografia del graffito (una
vera e propria opera d'arte) sarà inviata a una giuria che giudicherà le 28
scuole che partecipano al concorso. In palio ci sono premi in denaro che gli
istituti premiati dovranno utilizzare necessariamente per fini scolastici: nel
caso dell'Erasmo da Rotterdam il progetto sarebbe di utilizzare il premio in
corsi di aerografia e altre attività artistiche. Articolo pubblicato il
20/02/09
( da "Stampa, La" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
SCUOLA
Educazione alla legalità Coinvolta la media Poet Diventare cittadini europei, creare una maggior cultura dei diritti umani, sviluppare un'educazione alla legalità. Su questi presupposti
si basa il progetto regionale «Cittadinanza attiva» che sarà illustrato questa
mattina alle 9,30 presso il convitto nazionale «Umberto I» di Torino e che vede
fra le scuole la presenza delle medie Lidia Poet di Pinerolo. «Siamo la
scuola di riferimento di tutto il Pinerolese - spiega il dirigente scolastico
Ezio Michelis - in un'iniziativa che vede la scuola non solo come il luogo dove
si viene per studiare ma come polo formativo che ha il compito di aiutare gli
adolescenti in un percorso di crescita basato sulla legalità, sulla capacità di
integrazione razziale alla conoscenza di culture diverse». E per raggiungere
questi obiettivi, la scuola media ha ottenuto un finanziamento di 2 mila euro,
da destinare all'organizzazione d'iniziative che servano a sviluppare il
progetto. Sottolinea il dirigente: «Potranno intervenire esperti del settore,
magistrati, psicologi, o associazioni come ad esempio Libera, per spiegare ai
giovani i rischi collegati al traffico della droga». La media Lidia Poet ha
anche il ruolo di polo di coordinamento per tutti i dirigenti scolastici del Pinerolese.
\
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
nazionale
pag. 2 Si parte dal ddl Calabrò Democratici divisi, Englaro: «È barbarie» Il
disegno di legge Calabrò sul testamento biologico, ovvero il testo della
maggioranza, ha raccolto il suo primo voto: la commmissione Sanità del Senato
lo ha scelto come testo base per arrivare a una legge sulle dichiarazioni
anticipate di trattamento (dat). Un testo che non prevede la possibilità per il
soggetto di decidere sui trattamenti di nutrizione e idratazione artificiale e
che raccoglie varie critiche, a partire da quelle di Beppino Englaro, che ha
definito il ddl «una vera e propria barbarie, legge assurda, incostituzionale»
e ha aderito alla manifestazione di domani a Roma «Sì alla vita, no alla tortura di Stato». Tredici i sì della maggioranza, mentre
il Pd si è diviso, con 6 senatori che hanno votato no e 3 astenuti, tra cui il
capogruppo Pd Dorina Bianchi. «È un primo passo e sono molto contento che sia
questo il testo sul quale lavorare con gli emendamenti» ha invece commentato
Raffaele Calabrò (Pdl), relatore del ddl, «fatti salvi il no ad
eutanasia, accanimento terapeutico e suicidio assistito, credo che si possa
migliorare tutto». Per Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl, «il voto
premia il nostro sforzo di sintesi e boccia le posizioni estremiste». Sul fronte
Pd la giornata è stata più intensa. Dopo una riunione nel pomeriggio sembra
trovato un accordo, con Ignazio Marino e Daniele Bosone che lavoreranno agli
emendamenti del gruppo, il cui termine di presentazione scade lunedì. Tra
questi la nutrizione e idratazione artificiale, la durata della dat, la sua
vincolatività, l'uso del notaio e l'obiezione di coscienza del medico.
( da "Arena, L'" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì
20 Febbraio 2009 NAZIONALE Pagina 6 MOSCA. Gli imputati erano figure
«secondarie», il mandante non è mai stato individuato. Nel mirino
l'approssimazione dell'inchiesta. Sdegnati familiari e colleghi Politkovskaia,
i giudici assolvono tutti Nessun colpevole per l'omicidio della cronista che
denunciò le violazioni russe ai diritti dei ceceni MOSCA
Tutti assolti, a sorpresa, gli imputati per l'omicidio della giornalista Anna
Politkovskaia, che denunciava le violazioni russe dei diritti umani in Cecenia. I giurati della corte
militare di Mosca, dopo tre mesi di processo, hanno impiegato meno di tre ore
per pronunciare all'unanimità un verdetto di non colpevolezza che pesa come un
macigno sulla credibilità del sistema giudiziario russo. Gli accusati,
già liberi, chiederanno il risarcimento dei danni per l'ingiusta detenzione,
anche se dovranno fare i conti prima con l'appello di rito dell'accusa.
Sdegnati e delusi i familiari della Politkovskaia e i suoi colleghi, che però
concordano su un punto: la colpa è delle carenze degli inquirenti, che non sono
riusciti a dare al caso solide basi. In questo processo monco, privo del
mandante e del sicario che il 7 ottobre 2006 freddò a Mosca la giornalista
nell'ascensore di casa, erano imputati solo tre comprimari, tutti ceceni: l'ex
dirigente della polizia moscovita Serghei Khadzhikurbanov, accusato di essere
l'organizzatore logistico del delitto, e i fratelli Dzhabrail e Ibragim
Makhmudov, presunti pedinatori della vittima. Un terzo fratello è ricercato
all'estero come presunto killer. A un quinto imputato, l'ex colonnello dei
servizi segreti Pavel Riaguzov, erano contestati reati minori (abuso d'ufficio
e estorsione) per aver passato l'indirizzo della giornalista al gruppo. Il
processo, come l'inchiesta, avvelenata da depistaggi e fughe di notizie, era
partito subito male: il presidente aveva tentato di tenerlo a porte chiuse
nascondendosi dietro una inesistente richiesta dei giurati per motivi di
sicurezza. Ma la prosecuzione non era stata incoraggiante: valzer di giurati,
incongruenze e contraddizioni investigative, sparizioni di prove, varie udienze
senza stampa per la citazione di presunti documenti segreti. Opacità rilevate
anche da Reporters sans Frontieres. Per il presidente dell'Unione dei
giornalisti Vsevolod Bogdanov, «è una vera vergogna».
( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
7 - Pordenone Una serata a Casarsa sui diritti dei migranti Prosegue l'iniziativa
"Sotto Sopra: esperienze di volontariato internazionale", promossa
dall'associazione Solidarmondo Pn-Aganis di Arzene, in collaborazione con
diverse realtà della provincia che operano nel sociale, che, nel mese di
febbraio, ha promosso una serie di incontri sul volontariato internazionale.
All'appuntamento di questa sera alle
( da "Repubblica, La" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
38 - Commenti I GIORNALISTI NEL MIRINO (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Due anni e
mezzo dopo l´assassinio, un colpo di rivoltella alla nuca mentre la giornalista
usciva dall´ascensore della sua abitazione, la giustizia russa ha quindi
sentenziato che il caso Politkovskaja è chiuso. Chi fossero i mandanti, dove si
trovi l´assassino (forse il terzo dei fratelli Makmudov), perché la giornalista
sia stata uccisa: a queste domande il tribunale di Mosca non ha neppure tentato
di dare risposta. Gli imputati sono già tutti a casa per non aver commesso il
fatto, il mistero Politkvoskaja resta quello che era: il più fitto, il più
torbido, il più indecente tra i molti misteri della Russia di Vladimir Putin.
Sul periodico Novaja Gazeta, uno dei due o tre mozziconi di stampa libera
rimasti a Mosca, Anna Politkovskaja era stata per anni la più strenua e
documentata accusatrice delle ferocie commesse dall´esercito russo in Cecenia.
E non si trattava d´accuse lanciate al vento, bensì direttamente mirate al
Cremlino. Le stragi, gli stupri di massa, l´incendio di abitazioni, i campi di
concentramento in Cecenia, tutto questo discendeva dall´assenso che il potere
aveva dato a quella ferocia. Senza l´assenso di Putin, il macello ceceno non
avrebbe potuto proseguire per cinque lunghi anni, dall´ascesa al Cremlino
dell´ex ufficiale del Kgb sino agli inizi del 2006. Questo sosteneva Anna
Politkovskaja, che sul computer aveva già, non ancora finito, un nuovo articolo
e una nuova denuncia dei misfatti del regime. Certo, noi non sappiamo se furono
queste, le accuse contro il potere, che portarono alla condanna a morte della
giornalista in una giornata piovosa d´ottobre, nell´androne d´uno squallido
palazzo di Mosca. Abbiamo dei sospetti, questo sì, largamente condivisi in
tutto l´Occidente: sospetti di trame delle polizie segrete in un paese dove la
maggioranza dei settanta-ottanta uomini più potenti della Russia d´oggi si sono
formati nelle scuole del Kgb. E i quali, a differenza del personale politico
nelle democrazie, hanno studiato lungamente come ordinare - e insieme
mantenerla nel mistero - l´eliminazione fisica d´un avversario. Ma, vale la
pena ripeterlo, certezze non ne abbiamo. Quel che sappiamo, è soltanto che in
Russia i giornalisti "scomodi", come li definiamo approssimativamente
sui nostri giornali, quelli cioè che osano alzare la voce contro il regime,
vengono di quando in quando presi a pistolettate. Pensiamo al 16 gennaio
scorso. Mosca coperta di neve, i festoni natalizi, le vetrine sfolgoranti dei
negozi. In pieno centro, le cupole del Cremlino già in vista, un giovane
avvocato che da anni porta nei tribunali molte denuncie per violazione dei diritti umani, di nome Stanislav
Markerov, sta camminando in direzione del Maneggio. Con lui c´è una bella
ragazza di 22 anni, Anastasia Barburova. Proprio come la Politkovskaja, anche
la giovanissima Barburova scrive sul giornale d´opposizione Novaya Gazeta. I
due procedono parlando tra loro, quando un uomo li avvicina, sfodera una
pistola e spara al petto dell´avvocato Markerov. Poi, quando Stanislav Markerov
crolla sul marciapiedi, l´assassino si gira e cerca d´allontanarsi. Ma non ha
fatto i conti col coraggio della ragazza. Anastasia Barburova non solo si mette
a gridare, ma insegue l´assassino. Trenta, quaranta metri d´inseguimento, poi
l´uomo con la pistola si gira e spara in pieno viso alla giornalista. Inutile
dirlo, i passanti abbassano lo sguardo e fanno finta di non vedere. La storia
russa sconsiglia infatti le testimonianze. Anastasia Barburova diventa così il
quattordicesimo giornalista ammazzato negli anni di Putin da sicari mai
scoperti. Senza che polizia e magistratura riescano a cavare dagli incartamenti
una traccia, un sospetto, sui mandanti e gli esecutori. Senza che dalla società
russa salga un grido, un´invocazione, perché sui giornalisti morti ammazzati
sia detta la verità e sia fatta giustizia. Il fatto è che noi continuiamo a
parlare della Russia quasi fosse un paese come gli altri: i prezzi del petrolio
e del gas che continuano a calare, la crisi finanziaria, la marea dei
disoccupati, i piccoli segnali d´un possibile miglioramento dei rapporti con
l´Occidente. Ma la Russia non è un paese come gli altri. Negli
"altri" paesi i giornalisti non vengono sparati al cuore o alla nuca.
E se domani ne venisse ammazzato uno, il presidente della Repubblica di quel
paese dove è stato commesso l´omicidio non direbbe, come disse Putin dopo la
morte della Politkovskaja, che si trattava di «persona senza vero ascolto nella
società». Non direbbe questo, e poi si farebbe rappresentare da un ministro o
da un sottosegretario ai funerali del giornalista. Una sensibilità che
all´ufficio del Protocollo al Cremlino non s´è mai manifestata negli otto anni
della presidenza Putin. Del resto, un episodio di due settimane fa certifica
l´indifferenza del regime di fronte al dovere d´amministrare la giustizia. Un
colonnello dei paracadutisti che in Cecenia aveva violentato e poi ucciso una
ragazza meno che ventenne, condannato a dieci anni dopo che l´istruzione del
processo aveva a lungo stentato prima di mettersi in moto, è stato fatto uscire
di prigione dopo soli cinque anni. E quando il presidente della Commissione
europea, José Barroso, ha osato accennare l´altro giorno in una conferenza
stampa congiunta, lui e Putin, alla questione dei diritti umani in Russia, Putin s´è rivoltato traboccante di collera, asserendo
che siamo noi, in Europa e nel resto dell´Occidente, a violare i diritti umani: non la Russia. Va detto tuttavia che un segnale, un barlume
incoraggiante è venuto non molti giorni fa, quando il presidente Medvedev ha
ricevuto al Cremlino il direttore della Novaya Gazeta, Dmitrij Muratov,
per esprimergli la sua partecipazione dopo l´assassinio della giornalista
Barburova. Si tratta d´un altro scricchiolìo nel tandem Medvedev-Putin? Gli
osservatori a Mosca lo interpretano così. In ogni caso, come s´è detto, un
barlume. Il segno che forse qualcuno, nel regime, comincia a capire che il
troppo è troppo.
( da "Secolo XIX, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Englaro:testamentobiologicolegge barbara l'appello Il
padre di Eluana invita a manifestare domani a Roma "per la vita, contro la
tortura di Stato". Il Pdl: «Offende il Parlamento» 20/02/2009
( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
4 - Gorizia Harry Wu, la drammatica storia di un dissidente cinese In Provincia
ha presentato il suo libro sui campi di lavoro in cui fu rinchiuso e dove
morirono milioni di persone Un racconto di lucida battaglia, strutturato in
un'intervista, che ripercorre gli ultimi 60 anni della storia cinese:
"Laogai. L'orrore cinese" (Spirali 2008) è l'ultima fatica di Harry
Wu, con la quale l'autore riporta nuovamente l'attenzione sui campi di lavoro
(Laogai), luoghi in cui vengono rinchiusi i "nemici di classe" e in
cui si stima possano essere morte più di 15 milioni di persone. Il teatro in
cui si consuma la tragedia è la Cina, la più grande potenza economica mondiale,
dove tuttavia la logica di mercato non sembra assolutamente coniugarsi con la
democrazia sostanziale. La presentazione del volume si è svolta l'altra sera
nella sala del consiglio provinciale, su iniziativa congiunta delle
associazioni Èstoria di Gorizia e La cifra di Pordenone. A introdurre l'ospite
sono stati l'assessore provinciale Marco Marincic e i rappresentanti degli enti
promotori. «Laogai è una parola composta da due lettere, di cui gli stessi
cinesi non conoscono il significato - ha dichiarato Harry Wu -. Viene
utilizzata per definire genericamente il carcere, e questo a causa della
censura governativa che ne ha taciuto la vera natura». Harry Wu, figlio di un
banchiere e discendente di una famiglia di ricchi proprietari terrieri, era uno
studente di geologia quando nel 1956 venne arrestato una prima volta.
«All'epoca non ero un attivita, anzi ero completamente disinterassato alla
politica - ha raccontato l'autore -, ma alcuni esponenti del partito comunista
mi hanno interrogato insistentemente finché ho espresso un parere negativo
sulla politica repressiva del governo». In seguito a questo episodio Harry Wu
venne imprigionato senza che gli fosse nemmeno garantito un processo: una volta
rilasciato venne imprigionato una seconda volta con l'accusa di essere un
"controrivoluzionario". «L'unica ragione per cui venni rinchiuso in
un laogai era la classe a cui appartenevo, la borghesia, invisa al partito
comunista». Dopo aver trascorso 19 anni recluso nei campi di prigionia, fu
scarcerato nel 1979 grazie alla politica di liberalizzazione seguita alla morte
di Mao e poté lasciare la Cina trasferendosi negli Stati Uniti, dove tuttora
risiede e combatte, in veste di presidente della Laogai research foundation, affinché il mondo conosca la pesante negazione dei diritti umani che si perpetra in Cina. Nei primi
anni Novanta Harry Wu è ritornato in Cina sotto copertura (atto che peraltro
gli è costata nuovamente l'incarcerazione, durata fortunatamente poco più di
due mesi grazie alle pressioni politiche e mediatiche statunitensi), per
raccogliere prove e testimonianze di questa barbarie. «Voglio far
entrare la parola "laogai" nell'Oxford english dictionary e voglio
che il mondo conosca il regime oppressivo che vige in Cina, che si occupa di
tutti gli aspetti della vita sociale degli individui, come a esempio il
controllo delle nascite». Harry Wu ammette che, purtroppo, non si fa ancora
abbastanza per impedire che tutto ciò avvenga. La campagna di sensibilizzazione
che lo vede protagonista da ormai dieci anni (e che ha consentito
l'allestimento del primo museo permanente al mondo sui laogai cinesi) lo ha
portato diverse volte a Ginevra, alla Commissione dei diritti umani, in seno alla quale non si è adottata alcuna
risoluzione o espressa una condanna decisa, come egli stesso ha affermato.
«Sembrerebbe ci siano ancora 1.000 laogai in cui lavorano milioni di persone -
ha concluso l'autore -. Il mio impegno è fermare il commercio dei prodotti
fabbricati nei campi di lavoro, chiuderli definitivamente e riabilitare tutte
le persone che vi sono state chiuse ingiustamente come me, senza nemmeno essere
processate». Eleonora Sartori
( da "Riformista, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Nessun
colpevole per la morte di Anna Assolti i 4 indagati politkovskaja. Polemiche in
Russia per la sentenza che scarcera i sospettati per l'omicidio della
giornalista. Famosa per le sue inchieste-denuncia sulle violazioni dei diritti civili in Cecenia, fu freddata da un killer nel
2006. di Franz Ochmann Mosca. Finchè la Novaya Gazeta avrà la forza di uscire
gli assassini non potranno dormire sonni tranquilli. Questa dichiarazione,
fatta subito dopo l'assassinio di Anna Politkovskaja dal direttore del giornale
su cui scriveva la giornalista, fa il paio con quanto dichiarato ieri dall'avvocato
della famiglia di Anna. «Noi ci siamo, li vogliamo trovare e ci riusciremo» ha
ribadito alla radio Echo di Mosca Karina Moskalenko, subito dopo la sentenza
che ha prosciolto tutte e quattro gli imputati, alla sbarra perchè indagati per
l'omicidio della giornalista. Per ora dunque non ha un nome colui che ha pagato
l'uomo dal berretto nero che il 7 ottobre
( da "Eco di Bergamo, L'" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
I
cristiani perseguitati «L'Italia si muove lentamente» --> Venerdì 20
Febbraio 2009 GENERALI, pagina 7 e-mail print «La sua risposta non può soddisfare.
Sembra evidente che il governo non colga l'effettiva gravità del fenomeno». Lo
afferma il deputato bergamasco dell'Italia dei valori, Gabriele Cimadoro, in
risposta al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, dopo
un'interrogazione di Sergio Piffari, anche lui deputato bergamasco dipietrista,
sulla costante crescita di fenomeni d'intolleranza religiosa verso i cristiani:
dall'Iraq allo Sri Lanka, dalle Filippine al Nepal e soprattutto in India. «Non
si tratta - afferma Piffari - di casi isolati, ma di atteggiamenti di
discriminazione e d'intolleranza, che a volte paiono giustificati, se non
addirittura alimentati, dagli stessi governi di quei Paesi». Alla richiesta di
sapere quali provvedimenti concreti abbia adottato o intenda adottare il
governo italiano per un'adeguata azione di contrasto alle persecuzioni
religiose nei confronti delle minoranze cristiane, il ministro Vito ha
ricordato in particolare che la «tutela della libertà religiosa rappresenta una
delle priorità della nostra politica estera in materia di
diritti umani», ricordando
che l'Italia è stata tra i promotori della risoluzione contro l'intolleranza
religiosa presentata dall'Unione europea all'assemblea dell'Onu e approvata il
18 dicembre scorso. Cimadoro ha replicato dicendo che «l'azione dell'Italia
appare lenta ed affidata in pratica alle sole organizzazioni della società
civile: «La questione che avremmo voluto vedere affrontare con maggiore
incisività - conclude il parlamentare bergamasco - è quella della bilateralità
dei rapporti. Se gli Stati europei s'impegnano a garantire l'applicazione della
Dichiarazione dei diritti umani - quindi la libertà di
pensiero e di culto - sui propri territori, lo stesso rispetto deve essere
assicurato anche in tutti i Paesi con i quali si hanno rapporti
politico-economici». 20/02/2009 nascosto-->
( da "Eco di Bergamo, L'" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
In
trincea a difesa dei diritti umani --> Venerdì 20
Febbraio 2009 GENERALI, pagina 9 e-mail print La giornalista russa Anna
Politkovskaia, uccisa a 48 anni a Mosca nell'ottobre del
( da "Riformista, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Le
notizie Social Watch: povertà in crescita 2/Il ritorno del giovane Arpe che si
compra la Banca Profilo Crisi finanziaria, aumento del costo delle risorse
alimentari e cambiamento climatico creano un'incredibile emergenza globale in
cui il rispetto dei diritti umani rischia di passare in secondo piano. Ed è proprio «l'impatto
sociale delle crisi globale»" il tema del tredicesimo rapporto di Social
Watch, la rete internazionale di organizzazioni della società civile, creata
nel 1995 e presente in oltre 60 paesi, che monitora il raggiungimento degli
obiettivi che si pone la comunità internazionale in materia di sradicamento
della povertà, rispetto dei diritti sociali e parità tra i sessi. Nel
suo rapporto il Social Watch confuta le stime della Banca Mondiale, secondo cui
la povertà globale sarebbe in rapida diminuzione. Al contrario, con la crisi
attuale la situazione rischia di peggiorare: continuando su questa strada non
saranno raggiunti per il 2015 gli obiettivi del Millennio stabiliti dalle
Nazioni Unite. Polemica Ubs. Con un comunicato diffuso nel cuore della notte,
il gruppo bancario elvetico Ubs ha riferito di un' articolata intesa con le
autorità statunitensi, per chiudere una lunga indagine in merito al suo
coinvolgimento in episodi di presunta evasione fiscale. Tra i punti
dell'accordo, quello di fornire al fisco americano i dati bancari di diversi
clienti, particolare che nella madre patria ha innescato una bomba mediatica
per il venir meno del segreto bancario. Il Governo è intervenuto per smentire
questo scenario, anche ripescando cavilli normativi nazionali. Usa, giù vendite
auto. Mentre i big di Detroit (Gm e Chrysler) aspettano con il fiato sospeso il
verdetto dell'amministrazione Obama sul piano di salvataggio, sul fronte delle
vendite di auto nuove negli Usa si registra una nuova caduta a febbraio. Gli
analisti stimano un calo del tasso annuo di vendite sotto i 9 milioni, tra
vetture, Suv e trucks. Già gennaio era stato un mese da dimenticare con il
tasso annuo di nuovi veicoli venduti attestatosi sui 9,6 milioni, e cioè il
peggior risultato registrato dall'agosto del 1982. La PA crede nel web. La
Pubblica amministrazione mostra più fiducia nel web delle aziende private:
nell'ultimo anno, infatti, crescono del 17 per cento gli enti pubblici e le
istituzioni che investono online, mentre l'incremento è dell'11 per le aziende.
Sono alcuni dei dati più significativi che figurano nel rapporto
dell'Osservatorio Multicanalità 2008, presentato ieri. 20/02/2009
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Esteri
Pagina 110 Polemiche. Desaparecidos Contro Berlusconi pesanti critiche «Mi
hanno frainteso» Polemiche.. Desaparecidos --> BUENOS AIRES L'infelice
battuta di Berlusconi durante un comizio a Cagliari sui desaparecidos in
Argentina ha suscitato un'ondata di dure reazioni, dall'Italia all'Argentina. E
anche in Sardegna. Associazioni di madri e familiari dei 30 mila scomparsi,
uccisi dalla giunta militare di Videla, autorità politiche e intellettuali,
hanno manifestato critiche al premier che aveva raccontato una macabra
barzelletta con protagonisti i desaparecidos gettati nel vuoto dagli aerei
militari. «Una cosa allucinante, la realtà è stata totalmente distorta»: Così
Berlusconi ha risposto ieri a chi gli chiedeva un commento sulle polemiche: «Io
ho semplicemente detto che non mi si poteva paragonare a Hitler a Mussolini o a
Videla. Ho visto che qualcuno rideva ed io ho detto che non si doveva ridere
perché quella è stata una cosa drammatica, una tragedia». Il gruppo dell'Unione
civica radicale (Ucr), principale forza di opposizione a Buenos Aires hachiesto
al parlamento argentino di «ripudiare» il premier italiano a causa della sua
dichiarazione sui desaparecidos. Si è trattato di «una offesa al popolo
argentino», afferma in una nota l'Ucr, il partito degli ex presidenti Raul
Alfonsin e Fernando de la Rua. MARRAS E MASTINU Dalla Sardegna arriva un
documento dell'associazione culturale per i diritti umani intitolata a Martino Mastinu e
Mario Bonarino Marras, con sede a Tresnuraghes, paese di origine dei due sardi
uccisi dai militari argentini. «La buona coscienza dei sardi non può accettare
che il capo del governo irrida pubblicamente e che agisca per tirare la risata
dei suoi uditori sulla morte terribile e ingiusta inferta agli oppositori
politici dalla dittatura militare argentina» afferma il presidente
dell'associazione Luigi Cogodi che al processo di Roma contro i generali
argentini fu il legale delle famiglie dei desaparecidos sardi. «Questo modo
miserevole di fare politica induce alla barbarie dei rapporti umani ed all'imperdonabile insulto dei più profondi
sentimenti delle persone, e innanzitutto dei familiari delle vittime, delle
comunità e del popolo di appartenenza. Non si può discutere dell'assassinio
degli innocenti con le barzellette. E non si tratta di gaffes, ma di insulti
alla memoria. La Sardegna ha pianto e ha onorato i suoi figli desaparecidos,
torturati e uccisi dalla dittatura: giovani emigrati in Argentina, capaci e
combattivi, autentici paladini dei valori universali di democrazia e di
libertà». «La Sardegna - aggiunge Cogodi - ha difeso la memoria dei suoi eroi
anche nei Tribunali della Repubblica italiana, contribuendo a far comminare la
pena dell'ergastolo a carico dei feroci assassini e dei loro mandanti
politici».
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Cagliari
e Provincia Pagina 1015 Sono accusati di avere dato fuoco al dormitorio. Tunisi
chiede l'arrivo del comitato dei diritti umani Ad
Agrigento scattano le manette per 20 africani Sono accusati di avere dato fuoco
al dormitorio. Tunisi chiede l'arrivo del comitato dei diritti umani Il questore: strage evitata grazie all'intervento
delle forze dell'ordine --> Il questore: strage evitata grazie
all'intervento delle forze dell'ordine Per i circa 550 immigrati che restano
nella struttura di Lampedusa, il dormitorio sventrato dall'incendio raffigura
il simbolo della disubbidienza di chi non vuole essere rimpatriato. Il gruppo
di ?irriducibili? tunisini che ha provocato questi incidenti è stato
allontanato dall'isola con i vari ponti aerei che hanno portato via dalla
struttura 300 persone, tra cui i 98 uomini sbarcati a Cagliari, tutti gli altri
negli aeroporti di Gorizia, Bari e Crotone. Gli autori delle aggressioni,
invece, sono stati arrestati e portati in carcere ad Agrigento. Sono venti
tunisini accusati di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, lesioni e
danneggiamento di strutture pubbliche. Il loro arresto è avvenuto in flagranza
di reato. Gli autori della rivolta sono stati identificati grazie alle immagini
registrate dalle telecamere della polizia, da cui emerge chiaramente la
dinamica dei fatti. «Solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine non ci
sono state vittime all'interno del Cie di Lampedusa - dice il questore di
Agrigento, Girolamo Di Fazio - I migranti, dopo gli scontri si sono barricati
dentro il capannone centrale del centro e lì hanno appiccato il fuoco. Poi, a
causa del fumo, non sono più riusciti a trovare la via di uscita». Di Fazio
rivela che gli immigrati sono stati salvati «grazie all'intervento coraggioso e
tempestivo della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza che hanno
sfondato la porta e hanno soccorso i tunisini, tirandoli materialmente fuori
dal capannone». Nel pomeriggio sull'isola è arrivato anche il vice console
della Tunisia per collaborare con le autorità italiane. Le autorità di Tunisi
chiedono all'Italia di accogliere a Lampedusa una delegazione del Comitato
superiore dei diritti dell'uomo e delle libertà superiori per rendersi conto di
persona della situazione. Mentre il sindaco Dino De Rubeis chiede ancora che la
struttura venga trasformata in centro di accoglienza, sottolineando che in
queste condizioni, dopo l'incendio, si sono «aggravate» le condizioni
igieniche-sanitarie. La popolazione vive con grande tensione questi fatti, ed è
«preoccupata che qualcosa di più grave possa accadere in futuro». Per il fatto
che da mesi gli immigrati non vengono trasferiti nei centri di accoglienza di
altre regioni, si registra sull'isola un fatto nuovo: a Lampedusa arrivano
persone da diverse città italiane e anche dall'estero per incontrare i
familiari che si trovano nel centro di identificazione ed espulsione (Cie).
Sono tunisini, con regolare permesso di soggiorno, che sbarcano sull'isola, ma
da un aereo, per tentare di portare via legalmente i propri cari. È il caso di
un giovane che dal 2002 lavora a Milano, e da un paio di giorni è arrivato a
Lampedusa per riabbracciare il fratello che si trova nel centro. Mercoledì
pomeriggio è riuscito a incontrarlo, dopo la rivolta nella struttura che ospita
gli extracomunitari. Lo ha potuto fare grazie ad alcune autorizzazioni
rilasciate dalle organizzazioni umanitarie che si
occupano dell'assistenza dei migranti.
( da "Secolo XIX, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
I
radicali si mobilitano per protestaredomani la manifestazione a roma «no a
leggi clericali» Roma. I Radicali italiani e l'Associazione Luca Coscioni
aderiscono alla manifestazione promossa da MicroMega «Sì al testamento
biologico, no alla tortura di stato», in programma a Roma,
piazza Farnese, domani alle 15. Il disegno di legge sul testamento biologico,
che ha come primo firmatario Raffaele Calabrò (Pdl), «sostenuto dalla
maggioranza di Governo - si legge in una nota congiunta di radicali e
Associazione Coscioni - sarà imposto ai cittadini italiani, visti i
numeri, senza grandi discussioni parlamentari. È per questo urgente che tutti i
cittadini si mobilitino, per rendere pubblico e manifestato il loro
"no" a chi vuole imporre leggi clericali, sul corpo delle persone.
Aderiamo anche per questo alla manifestazione di sabato prossimo, invitando
tutti i cittadini a una mobilitazione preventiva». 20/02/2009
( da "Tirreno, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
10 - Livorno Dove sono i diritti dell'uomo? Convegno a Collesalvetti a 60 anni
dalla Dichiarazione ROBERTO RIU LIVORNO. Sono trascorsi sessant'anni dalla
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
promossa dall'ONU e firmata a Parigi il 10 dicembre 1948: una dichiarazione
fortemente voluta all'indomani della Seconda Guerra Mondiale. Sei anni
diconflitto che avevano insanguinato il pianeta e che avevano visto
catastrofici bombardamenti aerei sulle città (Coventry, Dresda, Amburgo,
Tokio,) con ordigni convenzionali e, da ultimo, con armi atomiche (Hiroshima e
Nagasaki). Una guerra che aveva provocato milioni di morti fra militari e
civili. Un conflitto che aveva vissuto il più tremendo degli orrori con la
Shoah, ovvero l'eliminazione sistematica degli ebrei nei campi di sterminio:
una vera "cospirazione" perpetrata nei confronti di un popolo dai
nazisti macchiandosi di crimini contro l'umanità ed i cui principali responsabili furono giudicati e condannati
nel processo di Norimberga. Sono passati oltre sessant'anni da quella
spaventosa tragedia, ma ancora oggi la questione dei diritti umani rimane aperta. Ed è proprio sul
tema "I diritti umani
nel XX e XXI secolo, contraddizioni ed aspettative" che si terrà domani
alle 10 un convegno ospitato presso Villa Carmignani, a Collesalvetti.
Promosso dalla Fondazione Nazionale di Alta Specializzazione Forense
"Giuliana Carmignani, il convegno rientra nel ciclo di formazione continua
in campo giuridico. A porgere i saluti sarà l'avvocato Andrea Ghezzani
(vice-presidente della Fondazione), mentre all'avvocato Ippolito Musetti
(comitato scientifico della Fondazione) è affidata l'introduzione
dell'argomento che vedrà come relatore il professor Marcello Flores d'Arcais,
ordinario di storia comparata presso l'università di Siena ed autore di saggi
come: "Storia dei diritti umani", "Il
genocidio degli Armeni" e "Tutta la violenza di un secolo". Si
partirà dal concetto di "diritto naturale" affermato dal
giusnaturalismo: un pensiero antichissimo, ma poi riformulato nel '700 da
autori come Hobbes e Locke per cui gli uomini sono titolari di diritti naturali
inalienabili (vita, proprietà, etc.) pur in presenza di un contratto sociale
che porti a configurare uno stato. Un concetto che vede il suo opposto nel
giuspositivismo laddove il diritto positivo vige in un determinato contesto
politico-territoriale. Saranno poi ripercorsi i punti salienti del tormentato
percorso dei diritti umani attraverso l'abolizione
dello schiavismo, la Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti e quella
dei diritti dell'uomo e del cittadino, il colonialismo, le prime lotte per
l'affermazione socio-politica delle donne, la tutela dei prigionieri di guerra
e dei feriti, i processi contro i crimini di guerra e contro l'umanità, sino alla situazione odierna alla luce del diritto
internazionale.
( da "Manifesto, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
POVERI
MA RIBELLI 300 immigrati trattenuti nella struttura bruciata ieri sono stati
trasportati, a bordo di voli charter, in altri centri in giro per l'Italia. Il
Viminale minimizza: «Abbiamo anticipato quanto già deciso». Venti tunisini
arrestati per la rivolta e l'incendio di mercoledì Lampedusa, svuotato il Cie
Stefano Liberti Dopo l'incendio che ha devastato il Centro di identificazione e
di espulsione (Cie) di Lampedusa, sono partiti i trasferimenti. Tra l'altroieri
notte e ieri una serie di voli charter hanno trasportato circa 300 immigrati in
altri centri sparsi per la penisola, da Torino a Gradisca in Friuli, da
Cagliari a Crotone, dove è stato aperto ad hoc un centro di espulsione in una
parte del centro di prima accoglienza di Sant'Anna. Nel Cie dell'isola Pelagia
rimangono ancora 600 immigrati, tutti tunisini, raggruppati negli edifici
risparmiati dalle fiamme di mercoledì. Un altro centinaiospostati oggi, con
altri voli, mentre si vocifera che altri potrebbero essere trasferiti nella ex
base Loran,dall'altra parte dell'isola, dove al momento stanno 33 donne e
minori. Intanto, una ventina di tunisini accusati di essere responsabili della
rivolta dlel'altroieri sono stati arrestati e portati in carcere ad Agrigento.
Il Viminale ha detto di aver provveduto ad «anticipare il trasferimento di una
parte degli immigrati già destinati ad essere rimpatriati in base al piano di
respingimento già predisposto dal ministero». Ma in realtà, lo svuotamento
forzoso del centro di Lampedusa mostra in modo lampante il fallimento delle
politiche del governo, che aveva annunciato a più riprese di voler provvedere
ai rimpatri direttamente dall'isola. Ieri a Lampedusa regnava una calma
sospesa:il dispositivo delle forze dell'ordine risultava rafforzato, diversi
check point impedivano ai «non autorizzati» di avvicinarsi al centro di
Contrada Imbriacola. Il sindaco Dino De Rubeis, in un comizio in piazza nel
tardo pomeriggio, ha cercato di smorzare i toni, invitando alla calma e
ripetendo a più riprese che «la popolazione di Lampedusa è pacifica». Nel
chiedere un tavolo di concertazione con il governo Berlusconi, il primo
cittadino dell'isola ha messo da parte alcune delle istanze più radicali del
suo discorso abituale, come la richiesta di dimissioni del ministro degli
interni Roberto Maroni. La sensazione è che l'incendio scoppiato l'altroieri
abbia paradossalmente permesso di superare l'impasse in cui si era cacciato il
Viminale: trasferendo gli immigrati sul continente, il ministero degli interni
non ha fatto altro che accogliere le richieste provenienti dai lampedusani; il
che spiegherebbe anche i toni più distesi del sindaco De Rubeis. La tensione
resta comunque alta e potrebbe esplodere da un momento all'altro se si
dovessero verificare in questo momento arrivo di imbarcazioni cariche di
immigrati dalle coste libiche. Il mare si è calmato e le migliorate condizioni
atmosferiche potrebbero spingere a organizzare nuovi viaggi, soprattutto in
momento in cui i famosi pattugliamenti congiunti italo-libici non sono ancora
partiti. Se ha portato un po' di respiro, lo svuotamento del centro non risolve
però i gravi problemi sorti nei giorni scorsi: ieri la delegazione di
euro-parlamentari che ha visitato il Cie la settimana scorsa ha incontrato il
commissario Ue alla giustizia, sicurezza e libertà, Jacques Barrot e gli ha
consegnato un dossier scritto sulla situazione nel Cie. La delegazione ha
chiesto a Barrot di «vigilare sull'utilizzo dei fondi europei in particolare
sulle risorse per i rimpatri e per la protezione delle frontiere esterne, che
rischiano di essere usati per favorire le violazione dei
diritti umani, in
particolare delle categorie vulnerabili, minori e richiedenti asilo». Dopo un
lungo silenzio, anche il governo tunisino ha fatto intendere, sia pur
timidamente, la propria voce. Tunisi ha chiesto all'Italia di accogliere a
Lampedusa una delegazione del Comitato Superiore dei diritti dell'Uomo e delle
Libertà Superiori - un organismo statale - per rendersi conto di persona
della situazione dei tunisini che si trovano nel Cie. Foto: IL CIE DI LAMPEDUSA
PRIMA DELL'INCENDIO /FOTO STEFANO LIBERTI
( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-20 - pag: 11 autore: Russia. Verdetto
unanime dei giudici al procedimento per l'omicidio della giornalista della
Novaja Gazeta assassinata nel 2006 Politkovskaja, nessun colpevole Assolti i
quattro imputati - Il killer fuggito all'estero, mistero sul mandante Antonella
Scott MOSCA Nessuno è colpevole. I due fratelli ceceni Dzhabrail e Ibragim
Makhmudov, Serghej Khadzhikurbanov e Pavel Rjaguzov sono potuti uscire dalla
gabbia dell'aula di tribunale, sono liberi. I 12 giurati della Corte militare
di Mosca, chiamati a pronunciarsi sull'omicidio di Anna Politkovskaja, li hanno
assolti all'unanimità. Non erano accusati di essere gli esecutori o i mandanti
dell'assassinio della giornalista 48enne che non aveva mai avuto paura di
denunciare la corruzione dei servizi segreti russi, gli
abusi dei diritti umani
compiuti in Cecenia. Quando venne uccisa sulle scale di casa, il 7 ottobre
2006, Vladimir Putin - allora presidente - disse che il suo lavoro non era
influente per i russi, non quanto voleva credere l'Occidente. E anche oggi è
soprattutto all'estero che si leva la protesta: l'ennesimo omicidio politico
irrisolto. Ancora una giornalista uccisa senza poter conoscere i nomi
dei responsabili. «Questo fallimento - ha detto ieri Miklos Haraszti,
rappresentante per i media dell'Osce,l'Organizzazione per la sicurezza e la
cooperazione in Europa - ha il peso di una crisi di diritti umani».
«Allah è grande!», ha esclamato Ibragim Makhmudov quando il giudice ha
pronunciato la sentenza. I due fratelli e Khadzhikurbanov, ex funzionario di
polizia, erano sospettati di aver aiutato gli esecutori del de-litto, mentre
Rjaguzov, ex agente dell'Fsb, il servizio di controspionaggio russo, doveva
rispondere a un'accusa di abuso d'ufficio per aver fornito l'indirizzo della
giornalista. Un terzo fratello Makhmudov, Rustam, è sospettato di aver premuto
il grilletto, ma si è dato alla fuga. Secondo la famiglia di Anna
Po-litkovskaja, il vero problema non è il verdetto di ieri, quanto il fatto che
le indagini non abbiamo potuto essere rigorose, e che l'accusa non sia stata
messa in grado di presentare ai giurati elementi di prova convincenti. «è una
vergognaprotesta il presidente dell'Unione dei giornalisti russi Vsevolod
Bogdanov - che razza di inchiesta hanno condotto se i giurati sono arrivati al
verdetto all'unanimità? ». Durante il processo, in particolare, gli avvocati
della famiglia Politkovskaja hanno contestato gli inquirenti per non aver
interrogato Ramzan Kadyrov, il leader ceceno installato a Grozny dal Cremlino,
obiettivo insieme a Putin dei durissimi attacchi di Anna Politkovskaja. Kadyrov
si è sempre detto estraneo al delitto. In un caso altamente politicizzato come
questo, pochi sperano che si possa arrivare alla verità anche se i colleghi di
Anna alla Novaja Gazeta si dicono decisi a continuare una propria inchiesta.
Nelle scorse settimane la Procura generale della Federazione russa aveva
puntato il dito contro qualcuno che si nasconde all'estero, alludendo a
personaggi come l'ex oligarca Boris Berezovskij, che vive in esilio a Londra e,
secondo il Cremlino, manovra per screditare la Russia di Putin. Secondo il
Comitato di New York per la protezione dei giornalisti, la Russia è il terzo
Paese al mondo più pericoloso per un reporter, dopo l'Iraq e l'Algeria. Dal
1992, i giornalisti uccisi sono stati 49: quasi nessun caso è stato risolto.
antonella.scott@ilsole24ore.com LE ACCUSE DEI PARENTI Secondo i familiari della
cronista, che aveva denunciato la corruzione dei servizi e gli abusi in
Cecenia, le indagini sono state ostacolate In libertà. Dzhabrail Makhmudov (a
sinistra) si allontana con il suo avvocato dal tribunale di Mosca dopo il
verdetto di assoluzione AFP
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: CASERTA - data: 2009-02-20 num: - pag: 6
categoria: REDAZIONALE Castel Volturno Arrestati trentadue extracomunitari e
due italiani. Rifornivano varie piazze italiane Droga, sgominato il clan degli
africani «Roba» dal Continente Nero nel Casertano attraverso Parigi e Madrid A
capo dell'organizzazione, Bamba Kassoum, già arrestato dai carabinieri lo
scorso anno CASTEL VOLTURNO — è stata battezzata «Uomo Rosso» (dal nome in
codice usato dai narcotrafficanti per indicare l'eroina, o «Uomo Bianco» per
indicare la cocaina) l'operazione dei carabinieri di Caserta, agli ordini del
colonnello Carmelo Burgio, sfociata in 32 ordinanze cautelari chieste ed
ottenute dalla Dda nei confronti di altrettante persone ritenute appartenenti a
due distinte associazioni per delinquere finalizzate al traffico internazionale
ed allo spaccio di stupefacenti. Destinatari, sono extracomunitari originari
del Mali e della Costa d'Avorio. I trafficanti importavano lo stupefacente
dall'Africa attraverso la rotta parigina o spagnola poi, dalla base di Castel
Volturno, veniva gestito lo smercio su diverse piazze italiane come Firenze,
Prato, Bergamo, Caserta ed il basso Lazio mentre gli arresti sono stati
eseguiti in varie città italiane. L'inchiesta ha avuto il via con l'arresto di
un latitante dei Casalesi, poi pentitosi, catturato nell'agosto del 2006: si
tratta di Antonio Corvino (condannato anche per l'omicidio del sindacalista
Federico Del Prete) il quale ha immediatamente svelato, tra l'altro, l'identità
degli africani che gestivano a Castel Volturno i traffici di sostanze
stupefacenti ed i canali attraverso i quali i vari gruppi criminosi africani si
approvvigionavano di droga. Le intercettazioni telefoniche, hanno consentito di
individuare e successivamente identificare un gran numero di cittadini
extracomunitari di origine africana, provenienti in larga misura dalla Costa
d'Avorio, dal Mali, dalla Nigeria, dalla Guinea, dalla Liberia e dal Burkina
Faso, dediti professionalmente al traffico di sostanze stupefacenti in forma
associata, con predisposizione, cioè, di una stabile ed efficace struttura
organizzativa, il cui nucleo e centro di direzione era il litorale domizio. I
due cartelli del narcotraffico, ai quali si appoggiavano anche due fratelli di
Marano di Napoli - Raffaele e Mario Carputo, ritenuti vicino al clan dei
casalesi - non solo cedevano la droga, ma si occupavano anche di reperire mezzi
ed acquisire liquidità finanziaria per l'acquisto della sostanza. Dall'inchiesta sono emersi anche episodi inquietanti come una sequenza
di torture, in particolare quella «della tomba». In alcune intercettazioni,
infatti, si ricostruisce, la tortura a cui viene sottoposto, nel paese di
origine, il fratello di un corriere ivoriano, sospettato di essersi
impossessato di un ingente quantitativo di droga. La vittima viene
sostanzialmente sepolta viva fino alla testa ed alzata con un cappio al collo
su di un albero sino a portarla quasi al soffocamento, al fine di farle
rivelare informazioni utili al rintraccio del fratello infedele che, invece,
come emergerà in seguito, era stato tratto in arresto in Marocco per detenzione
di un ingente quantitativo di droga. La droga, contenuta in ovuli ed ingerita
anche da occasionali corrieri invitati presso i luoghi di villeggiatura in
Spagna o Francia, giungeva sul territorio nazionale sfruttando i minori
controlli alla frontiera comunitaria con il mezzo ferroviario o aereo. A capo
dell'organizzazione, c'era Bamba Kassoum, già arrestato dai carabinieri lo
scorso anno. Giorgio Santamaria Il fratello di un corriere, sospettato di aver
rubato della droga, sepolto vivo e poi tirato con un cappio al collo su un
albero per strappargli informazioni utili a rintracciare il «traditore» Le
torture In manette Da sopra: Toure Adama, Soumahoro Sidiki e Traore Modibo
( da "Messaggero, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì
20 Febbraio 2009 Chiudi di ROBERTO LIVI Tutti innocenti. Assolti all'unanimita
da una giuria militare che in meno di tre ore ha deciso ieri a Mosca che i tre
imputati alla sbarra non sono colpevoli dell'omicidio di Anna Politkovskaja
avvenuto il 7 ottobre 2006. La più famosa giornalista di opposizione all'allora
presidente Putin è come se fosse stata uccisa un'altra volta. E con lei le
speranze che il nuovo inquilino del Cremlino si fosse impegnato a incrementare
la credibilità del sistema giudiziario russo. «In Russia non vi è giustizia», hanno commentato ieri alcuni colleghi e sostenitori dei diritti umani. I due fratelli ceceni, Ibragim e
Dzabrail Makhmudov, e l'ex investigatore della polizia Sergei Khadzhikubranov
sono così liberi. Del resto nessuno di loro era stato accusato di aver ucciso
la giornalista, piantandole in corpo alcune pallottole di una pistola Makarov,
lasciata poi sul luogo del delitto, l'atrio della casa della
Politkovskaja, come se il killer già fosse certo di farla franca. I due
fratelli erano accusati uno di aver fatto il "palo", l'altro
l'autista di un terzo fratello, Rustan, il supposto assassino, mai arrestato e
tuttora uccel di bosco all'estero. Il terzo imputato era accusato di essere l'organizzatore
logistico dell'omicidio della giornalista. Tutti assolti dai giudici militari,
anche da questi capi di accusa marginali. In questo modo, mai si avrà risposta
alla domanda principale: chi ha ordinato l'uccisione della Politkovskaja? Chi
ha voluto far tacere una delle poche voci che denunciavano la violenza inaudita
della guerra e del dopoguerra in Cecenia? L'assoluzione sembra confermare la
convinzione più volte espressa dal direttore della Novaya Gazeta, il
bisettimanale per cui lavorava Anna, di molti intellettuali e oppositori: che
l'ordine sia giunto dalle stanze del potere. Ovvero dal Cremlino. Un'accusa
questa, sempre sdegnosamente rifiutata da Vladimir Putin, il quale affermò che
comunque «il livello di influenza (della giornalista) sulla vita politica russa
era totalmente insignificante». Una tesi sposata fin dall'inizio dal
procuratore Yuri Chaika: in una conferenza stampa nell'agosto 2007, aveva
affermato che il mandante era all'estero, tra «i nemici dell'attuale governo»
con lo scopo «di creare una crisi e ritornare al vecchio sistema, quando gli
oligarchi decidevano tutto». Insignificante, dunque, è anche la sua morte. «Il
fatto che nessuno sia stato riconosciuto colpevole di quell'assassinio invia un
messaggio assai chiaro ai killer: potete farlo e andarvene liberi» ha
dichiarato Tatyana Lokshina, vicedirettrice dell'ufficio moscovita di Human
Rights Watch. Del resto, ha proseguito, «simili assassini sono diventati
routine in Russia». Esattamente un mese fa, infatti, un uomo mascherato ha
ucciso Stanislav Markelov, un noto avvocato difensore dei diritti umani, appena uscito da una conferenza stampa a un tiro di
schioppo dal Cremlino. Subito dopo il killer ha sparato a Anastasia Baburova,
venticinquenne reporter di Novaya Gazeta. Un cocente smacco per l'accusa, che
ha comunque annunciato un appello. «Come prima del processo, quando avevo letto
gli atti, anche ora ritengo i quattro imputati in un modo o nell'altro complici
nell'uccisione di mia madre», ha commentato Ilia, il figlio della
Politkovskaja, precisando di rispettare però il verdetto «perché l'accusa non è
stata in grado di provare la colpevolezza». Appena rimesso in libertà, il
supposto pedinatore Ibragim ha esclamato «Allahu Akhbar» (Dio è grande) e ha
annunciato che avrebbe celebrato la liberazione raccogliendosi in preghiera.
«Queste accuse infamanti ora peseranno sulla coscienza degli investigatori», ha
sottolineato la madre dei due fratelli ceceni. Questa sentenza fa tremare anche
un altro oppositore eccellente, Mikhail Khodorkovski l'ex boss del gigante
petrolifero Yukos, arrestato nel 2003 e due anni dopo condannato a nove anni di
prigione «per aver frodato il fisco». Il suo fu giudicato un «processo
politico», in quanto Khodorkovski era sceso nell'agone politico finanziando gli
oppositori di Putin. L'ex finanziere è stato trasferito dal campo di prigionia
(in Siberia) a Mosca per subire un processo bis. Gli avvocati difensori hanno
denunciato l'illegalità del nuovo processo, visto che il fascicolo di accusa è
a disposizione solo del giudice.
( da "Giorno, Il (Lodi)" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
LE
NOSTRE INIZIATIVE pag. 13 Diritti
umani, tre secoli di lotte E la Bramante vince la
gara L'inchiesta trionfa sulla pagina «ecologica» di Castiglione LODI UN TEMA
«INSOLITO» e importante, quello del 60esimo compleanno della Dichiarazione
universale dei diritti umani, firmata nell'ormai lontano 1948. I cronisti in erba
della scuola media Bramante di Vigevano l'hanno scelto per la sfida finale ai
colleghi del «Romeno Fusari» di Castiglione d'Adda. Ed è stata una scelta
vincente, perché i pavesi hanno vinto
( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del
20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
PESARO
PRIMO PIANO pag. 2 «Nessuno saprà mai le legge della vita» L'INTERVENTO
FRANCESCO GRIANTI «AL TEMPO di Tangentopoli scrive Francesco Grianti mi
vergonavo di essere figlio di una Italia corrotta, oggi non mi sento più figlio
di una Italia assassina, dove ministri sedicenti cristiani prima non si
dimettono di fronte alla firma per la legge sull'aborto referendario ed oggi
giudicano "un fatto personale" la questione Eluana; una Italia
presidenziale che indietreggia di fronte ad una carta rinunciando a difendere
la vita, mi fa sentire la patria matrigna. Se questo paese prima vuole la
ratifica all'Onu per l'abolizione della pena di morte e
oggi è incapace di difendere il diritto alla vita, è ipocrita e non è più degno
dell'eroismo di chi si è immolato per portarlo a firmare nel '
( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Sdegno tra colleghi e associazioni per i diritti umani Dietro
l'assassinio l'ombra dell'entourage del presidente Yeltsin Delitto
Politkovskaya: tutti assolti Resta senza colpevoli l'omicidio della giornalista
russa, assassinata nel 2006 SENTENZA SCANDALO Secondo il tribunale i quattro
imputati «non hanno commesso il fatto» Il processo era soltanto per
favoreggiamento.
Ignoti killer e mandante MOSCA. Un delitto senza colpevoli. Si sciolgono come
neve le accuse ai quattro imputati nel processo per l'omicidio di Anna
Politkovskaya, la giornalista russa del quotidiano di opposizione "Novaya
Gazeta", uccisa il 7 ottobre del 2006. E il delitto, che ha scosso la
nuova Russia di Wladimir Putin e Dimitri Medvedev, suscitando indignazione
nella comunità internazionale, rischia di restare impunito. Le responsabilità
sono naufragate nel mare tempestoso della giustizia russa, fra rimandi
politici, depistaggi, scarsa trasparenza, corruzione. Una intricata matassa che
il Tribunale militare di Mosca - anch'esso molto screditato agli occhi
dell'opinione pubblica - non ha saputo o voluto sbrogliare. Le battaglie della
Politkovskaya, nota nel mondo per i suoi reportage sulla guerra in Cecenia e
gli abusi compiuti dalle truppe federali, hanno lasciato un segno nella storia
del giornalismo russo dell'era post-sovietica. Non si sono trovati, però,
inquirenti e giudici capaci di spiegare chi e perchè ha eliminato la
giornalista. Una macchia nella Russia del nuovo corso, prova di un cammino
ancora incompiuto verso la piena democrazia e la tutela dei diritti
individuali. I giurati, dopo circa tre ore di camera di consiglio, hanno
ritenuto insufficienti le prove presentate a carico dei quattro imputati.
Secondo il Tribunale, l'ex dirigente della polizia moscovita Serghei
Khadzhikurbanov (accusato di essere l'organizzatore del delitto), i fratelli
ceceni Dzhabrail e Ibragim Makhmudov (che avrebbero pedinato la giornalista),
l'ex colonnello dei servizi segreti Pavel Riaguzov (la talpa
nell'amministrazione pubblica), «non hanno commesso il fatto» e sono liberi.
Non ci sono fra loro né il mandante, né il killer. Gli imputati del processo
erano comunque accusati solo di "favoreggiamento", di aver cioè
contribuito a organizzare il delitto. L'omicidio resta dunque tuttora avvolto
nel mistero. Una pista conduce al terzo dei fratelli Makhmudov, Rustam, resosi
da tempo irreperibile all'estero, che potrebbe essere il presunto killer. E
durante il processo, fra le ipotesi sul mandante, si era fatto riferimento a
«un uomo potente residente all'estero» (probabilmente miliardario eltsisiano
Boris Berezovsky, nemico di Putin) o a un «uomo politico dell'establishment
russo». Forte sdegno fra i colleghi, i cittadini, le associazioni che, in tutta
Europa, difendono i diritti umani. Dmitri Muratov,
direttore di "Novaya Gazeta", ha chiesto la prosecuzione dell'inchiesta,
per individuare i veri responsabili.
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì
20 Febbraio 2009 Chiudi Il Teatro di Sacco, in collaborazione con il Comune di
Perugia, Emergency Umbria e l'Istituto Pascal - Di Cambio presenteranno alla
Rocca Paolina uno spettacolo dal titolo "Emergenza!". Il progetto
mira a sollecitare l'attenzione del pubblico attraverso una simbolica
testimonianza contro ogni guerra, in nome della Carta dei Diritti dell'Umanità, sensibilizzando le
giovani generazioni alle tematiche della pace, della difesa dei diritti umani, della cooperazione
internazionale, e valorizzando quel messaggio di solidarietà verso le
popolazioni vittime di guerre di cui da sempre Emergency è portavoce. Lo
spettacolo "Emergenza!" sarà presentato presso la Sala Cannoniera della
Rocca Paolina e vedrà coinvolti un gruppo di studenti dell'Istituto Pascal - Di
Cambio, insieme agli allievi attori del laboratorio teatrale Tre Atti, a cura
del Teatro di Sacco. Alle ore 10.30 di sabato 21 febbraio, l'evento si aprirà
con un incontro di presentazione del progetto, per un approfondimento sulle
scottanti tematiche delle violazioni dei diritti umani
nel mondo. all'incontro prenderanno parte l'assessore Wladimiro Boccali ed il
presidente del Gruppo Regionale di Emergency, Franco Passalacqua. Lo spettacolo
"Emergenza!" sarà presentato sabato alle 21 e domenica alle 17,30,
mentre lunedì le repliche saranno dedicate agli alunni delle scuole superiori
(ore 9.30, 10.45 e 12). Info, segreteria del Teatro di Sacco ai numeri:
075-5847731 o 331-6672992.
( da "Nazione, La (Siena)" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
CAMPIONATO
GIORNALISMO pag. 10 E' SOTTO GLI OCCHI di tutti ciò che ultimamente si sta
verificando nel ... E' SOTTO GLI OCCHI di tutti ciò che ultimamente si sta
verificando nel nostro paese: violenze da parte di stranieri clandestini,
reazioni xenofobe verso extracomunitari. In questo clima di malessere è stato
approvato, il 5 febbraio 2009, al Senato il "Pacchetto sicurezza",
rispetto al quale non sono mancate reazioni nell'opinione pubblica in relazione
ad alcune norme riferite al reato di clandestinità, alla legalizzazione delle
"ronde" dei cittadini e alla possibilità da parte dei medici di
denunciare i clandestini che richiedano cure sanitarie. Alle critiche già
anticipate dal Commissario per i Diritti Umani presso
il Consiglio d'Europa ("la Repubblica", 15 gennaio 2009), si sono
aggiunte, le voci di personaggi politici, di religiosi e di medici. DA UN LATO,
c'è nello spirito di chi ha presentato il "Pacchetto sicurezza"
l'idea che per contrastare l'immigrazione clandestina e le violenze «bisogna
essere determinati e affermare il rigore della legge» (Corriere della Sera, 3
febbraio 2009). Dall'altro lato si levano le critiche e le preoccupazioni di
molti, comprese quelle del segretario della Conferenza episcopale, secondo il
quale «bisogna riconoscere e difendere i diritti fondamentali, la vita, la
salute» degli immigrati (Corriere della Sera, 6 febbraio 2009). Una cosa è
certa, negli ultimi tempi, insieme al senso di insicurezza economica e sociale,
è andata crescendo nel nostro paese la "paura" verso lo
"straniero" e il timore di vedersi sottratti il lavoro, la tranquillità
e persino l'identità. E i 37 mila stranieri sbarcati nell'ultimo anno sulle
coste italiane hanno sicuramente alimentato queste "paure". Eppure
gli italiani sono stati un popolo di emigranti: fra il 1861 ed il 1970, ben 26
milioni di connazionali sono emigrati in altri paesi. Ma la memoria di questo
passato sembra quasi essersi persa. E con la memoria, in molti casi, sembra
essere venuto meno anche il senso di solidarietà e di rispetto della dignità
degli immigrati. CERTAMENTE, ogni cittadino ha il sacrosanto diritto di
sentirsi "sicuro" nel proprio paese, ma non bisogna dimenticare che,
fra quegli immigrati che giungono da noi, ci sono molte persone oneste che
fuggono dalla guerra, dalla fame, dalle dittature. Nei loro confronti abbiamo un
"dovere" che è quello della solidarietà e del
rispetto della dignità umana e della vita, il cui valore non deve avere
distinzione di razza, di religione o di cultura. Questo è quanto ci chiedono
oggi, a sessant'anni dalla loro stesura, la nostra Costituzione e la Carta dei Diritti Umani. Solo così ne sarà
veramente onorato lo spirito.
( da "Corriere della Sera" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Cultura - data: 2009-02-20 num: - pag: 45
categoria: REDAZIONALE Intervista La scrittrice del «Dio delle piccole cose»
divisa tra letteratura e impegno. «Gli attivisti non si stancano, e io sono
stanca» Giustizia o guerra civile: la mia India a un bivio Arundhati Roy:
«Lavoro a un nuovo romanzo, ma oggi non è facile» di ALESSANDRA MUGLIA «I l
romanzo e il saggio sono come la sinistra e la destra del mio corpo. E io sto provando
a essere ambidestra ». Quasi un tormento per Arundhati Roy che ha messo il
rapporto tra potere e impotenza al centro di ogni forma di scrittura. Il dio
delle piccole cose, bestseller internazionale e Booker Prize nel 1997 da lei
definito «un romanzo politico», è rimasto la sua prima e unica opera di
narrativa. Da allora la scrittrice indiana è diventata la voce dei senza voce.
Cortei, sit-in, scioperi della fame e tanti saggi. Ha così incanalato la sua
energia creativa in impegno militante, denunciando soprusi e ingiustizie: dalle
grandi dighe sul fiume Narmada, che hanno lasciato senza terra milioni di
contadini, alle persecuzioni dei musulmani per la «deriva fascista» dei
fondamentalisti indù. Per anni è stata una scelta: «Nel mio caso la narrativa scaturisce
senza sforzo. Il saggio invece nasce con fatica dal mondo dolente e spezzato in
cui mi sveglio ogni mattina» scriveva nel
( da "Corriere della Sera" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-02-20 num: - pag: 42
autore: di FRANCO VENTURINI categoria: REDAZIONALE IL PROCESSO PER L'ASSASSINIO
DI ANNA POLITKOVSKAYA Una farsa, l'Europa non può tacere SEGUE DALLA PRIMA
Testi che denunciano di essere stati invitati a mentire, e alla sbarra tre
supposti «complici» del delitto con mandanti ed esecutori mai catturati.
Cos'altro serve, per parlare di una tragica farsa? Tragica è il termine giusto,
perché Anna Politkovskaja, con le sue denunce sugli abusi dei militari in
Cecenia e sulla corruzione imperante nel potere post-sovietico, era diventata
una delle ultime trincee della libertà di stampa e di critica in Russia. Fino a
quei colpi di pistola in testa che il 7 ottobre
( da "Messaggero Veneto, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
testo del progetto di legge approvato in commissione Sanità al Senato. Domani a
Roma la manifestazione organizzata da Micromega Testamento biologico, Englaro
attacca L'appello del papà di Eluana: «Tutti in piazza contro una norma assurda
e incostituzionale» La reazione del Pdl: «Vuole l'eutanasia e offende
gratuitamente il Parlamento» ROMA. La legge sul testamento biologico che il
Parlamento si appresta ad approvare «è una vera e propria barbarie. Una legge assurda e incostituzionale contro la quale è assolutamente
necessario che i cittadini facciano sentire la propria voce e scendano in
piazza a manifestare». Lo afferma Beppino Englaro, che aderisce alla
manifestazione "Sì alla vita, no alla tortura di Stato", che si
svolgerà a Roma sabato. Immediata la reazione del Pdl: «Vuole l'eutanasia e
offende il Parlamento». I SERVIZI A PAGINA 2
( da "Giornale.it, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
n.
44 del 2009-02-20 pagina 1 Il caso Argentina La vera storia della «gaffe» (che
non c'è stata) di Maria Giovanna Maglie Lezioni dall'Argentina, dove sono
sparite trentamila persone e nessuno ha fatto un fiato per anni, proprio no.
Non dall'Inghilterra che può vantare il sindacato più razzista del mondo, non
dal Brasile che si tiene Battisti come se da noi ci fosse la
tortura e non una prigione finalmente per un assassino. Si può continuare,
elencando situazioni artificiose e polemiche speculazioni, innescate da
articoli fasulli di qualche giornale italiano in crisi terminale di identità,
vedi l'Unità, magari ripescate con gran clamore da corrispondenti esteri che
non sanno come trovare notizie o che si sono abituati a prenderle dagli amici,
anzi dai compagnucci della parrocchietta, infine consacrate dalla protesta
d'ordinanza del ministro offeso che convoca l'ambasciatore del Paese offensore.
L'incidente diplomatico tra Roma a Buenos Aires sarebbe stato provocato da una
battuta di Silvio Berlusconi sui voli della morte, pratica sommaria e diffusa
per far sparire i sequestrati durante la dittatura argentina. La stampa
argentina è insorta, il video è su You Tube, e tutto il web ne parla, a
sproposito, perché evidentemente nessuno lo ha visto e ascoltato, oppure perché
la malafede impazza. Ora, il senso dell'umorismo del presidente del Consiglio
non è necessariamente apprezzabile, le sue formule espressive possono essere
una scelta condivisibile o no di stile, ma è certo che il suo consenso in
Italia è alto e ascendente, e soprattutto che stavolta i suoi avversari gli
hanno attribuito intenzioni, tono, logica del tutto manipolati, solo per
costruire l'ennesima storiella del presidente gaffeur e insensibile, che tanto
piace ai giornali della sinistra al caviale nel mondo. Il fattaccio. Sabato
scorso il cronista dell'Unità racconta il comizio di chiusura di Berlusconi in
Sardegna, riferendo questa frase: «Berlusconi scherza sui desaparecidos. Dice
che "erano belle giornate, li facevano scendere dall'aereo per giocare a
pallone"». Cronaca scialba e imbarazzata, si capisce che il giornale di
Soru, candidato a governatore alla vigilia della disfatta, è in imbarazzo.
«Berlusconi macabro sui desaparecidos» titola due giorni dopo però anche il
Clarin, quotidiano di Buenos Aires, tutti gli altri giornali argentini
riprendono sdegnati, Perfil pubblica un'intervista allo scrittore italiano
Massimo Carlotto: «Berlusconi ha offeso il popolo argentino», puntuale arriva
la protesta delle «Nonne di Plaza de Mayo». Il governo argentino convoca
l'ambasciatore italiano, con la perentoria richiesta di scuse. In Italia
l'Unità ci specula montando anche ieri due pagine, al grido di «Berlusconi
scherza sui voli della morte». Qualcuno ha ascoltato per intero la frase
incriminata? Eccola: «Di me hanno detto di tutto, mi hanno paragonato a quel
dittatore argentino che faceva fuori i suoi oppositori portandoli in aereo con
un pallone, poi apriva lo sportello e diceva: c'è una bella giornata, andate
fuori a giocare. Lo so che fa ridere, ma è drammatico». Tutto qui. Di questa
frase, alfine svegliatosi, Piero Fassino, ministro degli Esteri ombra del Pd,
lo chiamano proprio così, sostiene che è «una gaffe indecente, che suona
gravissima offesa alle migliaia di ragazze e ragazzi rapiti, torturati e uccisi
negli anni di una delle più sanguinose dittature dell'America Latina»: che
«raccontare barzellette e fare il guascone è ormai lo sport preferito
dall'onorevole Berlusconi che, anche in questo caso, rivela una totale mancanza
di sensibilità per la storia e per il valore della democrazia in nome della
quale, in Argentina come in tutto il mondo, tantissimi sono giunti a
sacrificare la propria vita». Forse a Fassino è il caso di spiegare una volta
per tutte che sono gli italiani a decidere da chi farsi governare. Può sperare
che Berlusconi sparisca, come ha fatto il loro mito, Benigni, dal palco di
Sanremo. Forse al governo e al popolo argentino è il caso di spiegare ancora
una volta che ce ne vuole per costruire una democrazia compiuta, tanto tempo e
tutta la verità, non solo retorica, su una tragedia che fu possibile perché
ampiamente condivisa dal popolo. A proposito, che avremmo dovuto fare noi dopo
i bond? © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Caserta News" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì
20 Febbraio 2009 Al via il progetto "Diritti fuori
campo" SOCIALE | S.Giorgio a C. L'Assessorato alle Politiche Giovanili e
Partecipazione guidato da Renato Carcatella, insieme all'Informagiovani e allo
YAP promuove il progetto "Diritti Fuori
campo". Il progetto si prefigge gli obiettivi di formare e sensibilizzare
i giovani sangiorgesi sui temi della pace, della solidarietà e della
cooperazione internazionale oltre che di fornire gli strumenti di carattere
teorico e metodologico per approfondire e studiare i problemi locali, stimolare
riflessioni, con una visione globale, favorendo la presa di coscienza delle
cause delle situazioni di crisi e non solo delle conseguenze Saranno
organizzati numerosi laboratori: Capire ed esprimersi in inglese (laboratorio
di educazione informale) durata: 32 ore suddivise in incontri di 4 ore
ciascuno, una volta a settimana requisiti d'ingresso: conoscenza di base
dell'inglese modalità di partecipazione: selezione attraverso test d'ingresso
Pprogramma: lettura e comprensione di testi in lingua inglese conversazione in
inglese redazione di documenti in inglese docenti madrelingua prova finale:
test di valutazione dell'apprendimento qualifica rilasciata: attestato di
partecipazione da metà aprile a metà giugno Volontariato internazionale e
cooperazione (laboratorio di educazione informale) durata: 30 ore di incontri
frontali più 30 ore di partecipazione attiva alle attività durante il campo di
volontariato internazionale. requisiti d'ingresso: partecipazione con profitto
al primo laboratorio Programma: Educazione alla comunicazione interculturale
Educazione alla pace I diritti umani Gestione dei
conflitti Dinamiche di gruppo Nord- Sud ?Attori e problematiche Saranno inoltre
organizzati dei campi di lavoro per formare i ragazzi ai temi della
cooperazione internazionale, durante i quali saranno realizzate attività audio
visive di promozione dei Diritti Umani (laboratorio
residenziale di educazione informale della durata di 15 giorni). L'attività
laboratoriale è destinata sia ai volontari internazionali sia ai giovani che
hanno partecipato alle prima fase del progetto, in un clima di stretta
collaborazione e scambio di esperienze interculturali; A settembre sarà
realizzato uno scambio giovanile all'estero per la condivisione dell'esperienza
e la diffusione dei risultati, per tutti coloro che avranno completato con
successo il percorso formativo. La richiesta di partecipazione può essere
inviata all'indirizzo: informagiovani@e-cremano.it Oggetto: Diritti
fuori campo. Nella richiesta di partecipazione bisogna indicare i propri dati
personali i recapiti telefonici ed il percorso di studi compiuto. L'età dei
partecipanti deve essere compresa tra i 17 ed i 29 anni.
( da "RomagnaOggi.it" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
20
febbraio 2009 - 8.12 (Ultima Modifica: 20 febbraio 2009) "La legge sul
testamento biologico che il parlamento si appresta ad approvare e' una vera e
propria barbarie. Una legge assurda e incostituzionale contro la quale e'
assolutamente necessario che i cittadini facciano sentire la propria voce e
scendano in piazza a manifestare". Con queste parole Beppino Englaro,
intervistato da Paolo Flores d'Arcais, aderisce alla manifestazione "Si'
alla vita, no alla tortura di Stato", che si svolgera'
a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. Quagliariello (PDl): da Englaro
offesa al Parlamento. "Rattristano le parole di Beppino Englaro, che ha
definito una barbarie il disegno di legge sul testamento biologico ancora in
discussione al Senato e ha cosi' offeso gratuitamente il Parlamento".
". Lo dichiarano in una nota congiunta Maurizio Gasparri e Gaetano
Quagliariello, capogruppo e vicecapogruppo vicario del PdL al Senato.
"Anche perche' il ddl Calabro' ha raccolto fino ad ora consensi e aperture
di credito che vanno ben oltre la maggioranza che sostiene il governo -
osservano i due esponenti di centrodestra -. Un dramma personale, come
certamente e' stato quello di Eluana Englaro, non puo' essere usato per coprire
un disegno politico. L'impressione, invece, e' che il polverone che si sta
sollevando contro il disegno di legge serva ad impedire un dibattito sui
contenuti nella chiarezza delle rispettive posizioni, per non dire apertamente
cos'e' che si vuole in realta': l'introduzione dell'eutanasia nel nostro
Paese".
( da "Quotidiano.net" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
padre di Eluana aderisce alla manifestazione del
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TESTAMENTO BIOLOGICO Anche Englaro scende in piazza: "Questa legge è una
vera barbarie" Il padre di Eluana aderisce alla manifestazione del
( da "Repubblica.it" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
NESSUNA
sorpresa. Dopo tre mesi di udienze, il processo per l'assassinio di Anna
Politkovskaja s'è concluso ieri così come avevano previsto sin dall'inizio i
suoi familiari, gli amici e i corrispondenti della stampa occidentale in
Russia. È terminato cioè con la piena assoluzione dei quattro imputati: i due
fratelli ceceni Ibragim e Dzharbail Makmudov, il poliziotto Sergheij
Khadzikurbanov, e l'ufficiale dei servizi segreti Pavel Riaguzov. Due anni e
mezzo dopo l'assassinio, un colpo di rivoltella alla nuca mentre la giornalista
usciva dall'ascensore della sua abitazione, la giustizia russa ha quindi
sentenziato che il caso Politkovskaja è chiuso. Chi fossero i mandanti, dove si
trovi l'assassino (forse il terzo dei fratelli Makmudov), perché la giornalista
sia stata uccisa: a queste domande il tribunale di Mosca non ha neppure tentato
di dare risposta. Gli imputati sono già tutti a casa per non aver commesso il
fatto, il mistero Politkvoskaja resta quello che era: il più fitto, il più
torbido, il più indecente tra i molti misteri della Russia di Vladimir Putin.
Sul periodico Novaja Gazeta, uno dei due o tre mozziconi di stampa libera
rimasti a Mosca, Anna Politkovskaja era stata per anni la più strenua e
documentata accusatrice delle ferocie commesse dall'esercito russo in Cecenia.
E non si trattava d'accuse lanciate al vento, bensì direttamente mirate al
Cremlino. Le stragi, gli stupri di massa, l'incendio di abitazioni, i campi di
concentramento in Cecenia, tutto questo discendeva dall'assenso che il potere
aveva dato a quella ferocia. Senza l'assenso di Putin, il macello ceceno non
avrebbe potuto proseguire per cinque lunghi anni, dall'ascesa al Cremlino
dell'ex ufficiale del Kgb sino agli inizi del 2006. Questo sosteneva Anna
Politkovskaja, che sul computer aveva già, non ancora finito, un nuovo articolo
e una nuova denuncia dei misfatti del regime. OAS_RICH('Middle'); Certo, noi
non sappiamo se furono queste, le accuse contro il potere, che portarono alla
condanna a morte della giornalista in una giornata piovosa d'ottobre,
nell'androne d'uno squallido palazzo di Mosca. Abbiamo dei sospetti, questo sì,
largamente condivisi in tutto l'Occidente: sospetti di trame delle polizie
segrete in un paese dove la maggioranza dei settanta-ottanta uomini più potenti
della Russia d'oggi si sono formati nelle scuole del Kgb. E i quali, a
differenza del personale politico nelle democrazie, hanno studiato lungamente
come ordinare - e insieme mantenerla nel mistero - l'eliminazione fisica d'un
avversario. Ma, vale la pena ripeterlo, certezze non ne abbiamo. Quel che
sappiamo, è soltanto che in Russia i giornalisti "scomodi", come li
definiamo approssimativamente sui nostri giornali, quelli cioè che osano alzare
la voce contro il regime, vengono di quando in quando presi a pistolettate.
Pensiamo al 16 gennaio scorso. Mosca coperta di neve, i festoni natalizi, le
vetrine sfolgoranti dei negozi. In pieno centro, le cupole del Cremlino già in
vista, un giovane avvocato che da anni porta nei tribunali molte denuncie per
violazione dei diritti umani, di nome Stanislav
Markerov, sta camminando in direzione del Maneggio. Con lui c'è una bella
ragazza di 22 anni, Anastasia Barburova. Proprio come la Politkovskaja, anche
la giovanissima Barburova scrive sul giornale d'opposizione Novaya Gazeta. I
due procedono parlando tra loro, quando un uomo li avvicina, sfodera una
pistola e spara al petto dell'avvocato Markerov. Poi, quando Stanislav Markerov
crolla sul marciapiedi, l'assassino si gira e cerca d'allontanarsi. Ma non ha
fatto i conti col coraggio della ragazza. Anastasia Barburova non solo si mette
a gridare, ma insegue l'assassino. Trenta, quaranta metri d'inseguimento, poi
l'uomo con la pistola si gira e spara in pieno viso alla giornalista. Inutile
dirlo, i passanti abbassano lo sguardo e fanno finta di non vedere. La storia
russa sconsiglia infatti le testimonianze. Anastasia Barburova diventa così il
quattordicesimo giornalista ammazzato negli anni di Putin da sicari mai
scoperti. Senza che polizia e magistratura riescano a cavare dagli incartamenti
una traccia, un sospetto, sui mandanti e gli esecutori. Senza che dalla società
russa salga un grido, un'invocazione, perché sui giornalisti morti ammazzati
sia detta la verità e sia fatta giustizia. Il fatto è che noi continuiamo a
parlare della Russia quasi fosse un paese come gli altri: i prezzi del petrolio
e del gas che continuano a calare, la crisi finanziaria, la marea dei
disoccupati, i piccoli segnali d'un possibile miglioramento dei rapporti con
l'Occidente. Ma la Russia non è un paese come gli altri. Negli
"altri" paesi i giornalisti non vengono sparati al cuore o alla nuca.
E se domani ne venisse ammazzato uno, il presidente della Repubblica di quel
paese dove è stato commesso l'omicidio non direbbe, come disse Putin dopo la
morte della Politkovskaja, che si trattava di "persona senza vero ascolto
nella società". Non direbbe questo, e poi si farebbe rappresentare da un
ministro o da un sottosegretario ai funerali del giornalista. Una sensibilità
che all'ufficio del Protocollo al Cremlino non s'è mai manifestata negli otto
anni della presidenza Putin. Del resto, un episodio di due settimane fa certifica
l'indifferenza del regime di fronte al dovere d'amministrare la giustizia. Un
colonnello dei paracadutisti che in Cecenia aveva violentato e poi ucciso una
ragazza meno che ventenne, condannato a dieci anni dopo che l'istruzione del
processo aveva a lungo stentato prima di mettersi in moto, è stato fatto uscire
di prigione dopo soli cinque anni. E quando il presidente della Commissione
europea, José Barroso, ha osato accennare l'altro giorno in una conferenza
stampa congiunta, lui e Putin, alla questione dei diritti umani in Russia, Putin s'è rivoltato
traboccante di collera, asserendo che siamo noi, in Europa e nel resto
dell'Occidente, a violare i diritti umani: non la Russia. Va detto tuttavia che un segnale, un barlume
incoraggiante è venuto non molti giorni fa, quando il presidente Medvedev ha
ricevuto al Cremlino il direttore della Novaya Gazeta, Dmitrij Muratov,
per esprimergli la sua partecipazione dopo l'assassinio della giornalista
Barburova. Si tratta d'un altro scricchiolìo nel tandem Medvedev-Putin? Gli
osservatori a Mosca lo interpretano così. In ogni caso, come s'è detto, un
barlume. Il segno che forse qualcuno, nel regime, comincia a capire che il
troppo è troppo. (20 febbraio 2009
( da "Virgilio Notizie" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
20 feb. (Apcom) - Il presidente messicano Felipe Calderon non si fa intimidire
dalla recenti proteste di piazza contro la presenza dell'esercito in città in
cui dominano i cartelli della droga e avverte: i soldati contribuiranno alla
lotta al narcotraffico finché non sarà "recuperato lo Stato di diritto
nelle zone affette da delinquenza" e dalla corruzione politica. Calderon è
inoltre convinto che la gente, che martedì scorso ha manifestato in diverse
località, sia finanziata dai narcos che non si fanno scrupoli nell'assoldare
anche donne e bambini nella loro lotta contro le forze dello Stato. Un
arrestato appartenente al gruppo Los Zetas, scrive El Pais, ha raccontato
infatti che minori e donne vengono reclutati dai narcotrafficanti con denaro e
regali. Parlando all'esercito nella città settentrionale di Monterrey, una di
quelle in cui si sono tenute le proteste, nel giorno
dedicato alle forze armate, Calderon ha difeso la decisione di impiegare 45mila
truppe nella lotta ai cartelli della droga e ha chiesto ai messicani di
"appoggiare l'esercito contro il nemico comune". Tuttavia, diversi
attivisti per la difesa dei diritti umani hanno denunciato abusi da parte di militari.
( da "Corriere.it" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Intervista
La scrittrice del «Dio delle piccole cose» divisa tra letteratura e impegno
Arundhati Roy: «Giustizia o guerra civile: la mia India a un bivio» «Gli
attivisti non si stancano, e io sono stanca» «Il romanzo e il saggio sono come
la sinistra e la destra del miocorpo. E io sto provando a essere ambidestra».
Quasi un tormento per Arundhati Roy che ha messo il rapporto tra potere e
impotenza al centro di ogni forma di scrittura. Il dio delle piccole cose,
bestseller internazionale e Booker Prize nel 1997 da lei definito «un romanzo
politico», è rimasto la sua prima e unica opera di narrativa. Da allora la
scrittrice indiana è diventata la voce dei senza voce. Cortei, sit-in, scioperi
della fame e tanti saggi. Ha così incanalato la sua energia creativa in impegno
militante, denunciando soprusi e ingiustizie: dalle grandi dighe sul fiume
Narmada, che hanno lasciato senza terra milioni di contadini, alle persecuzioni
dei musulmani per la «deriva fascista» dei fondamentalisti indù. Per anni è
stata una scelta: «Nel mio caso la narrativa scaturisce senza sforzo. Il saggio
invece nasce con fatica dal mondo dolente e spezzato in cui mi sveglio ogni
mattina» scriveva nel
( da "Blogosfere" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Feb
0920 Citazioni: una poesia dei Vogon Pubblicato da Stefano Landenna alle 10:01
in Citazioni I Vogon, la specie aliena inventata dallo scrittore di
fantascienza Douglas Adams per i romanzi della serie Guida galattica per gli
autostoppisti, sono dei pessimi poeti. In particolare la loro poesia è al terzo
posto tra quelle peggiori dell'Universo, e il suo ascolto può provocare gravi
danni fisici e mentali giacché i Vogon la usano come
strumento di tortura applicando al corpo dei malcapitati dispositivi
elettronici atti a "dare risalto maggiore all'esperienza poetica" Non
mi prendo quindi responsabilità per i danni che può provocare la lettura della
citazione che vi propongo oggi: "Oh, acciacciato grugnosco, le tue
minzioni mi appaiono Come ciance di sebi su luride api. Deh!
Impiacciami, imploroti, sgabazzone rampante Sciasciami, sprusciami, sprusciami
coi crespi tentachili O ti strapperò gli sputtoni coi miei scassagangli,
CAPITO?"
( da "Avvenire" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
MONDO
20-02-2009 GIUSTIZIA & POTERE il verdetto Dopo appena due ore di camera di
consiglio la giuria ha prosciolto i quattro imputati. Il pubblico ministero:
ricorreremo in appello. Il presidente dell'Unione della stampa insorge: è una
vergogna Assassinio Politkovskaja: tutti assolti Sentenza a Mosca nel «processo
farsa» per la morte della giornalista DI GIOVANNI BENSI T utto come da
programma. Il collegio dei giudici popolari del tribunale militare distrettuale
di Mosca ha assolto tutti gli accusati per l'assassinio di Anna Politkovskaja,
giornalista della Novaja Gazeta. Tutti gli imputati sono stati rimessi in
libertà. Per emettere la sentenza ai giurati sono bastate solo circa due ore di
camera di consiglio. Il presidente del tribunale, Evgenij Zubov non ha potuto
che ratificare la decisione della giuria: «Il tribunale ha annunciato ha deciso
di liberare immediatamente Sergej Khadzhikurbanov, Ibragim e Dzhabrail
Makhmudov». Le sue parole sono state accolte da grida di «bravo» da parte del
pubblico. È stato assolto e liberato anche il quarto imputato, il
tenentecolonnello dell'Fsb Pavel Rjaguzov, che veniva giudicato per un episodio
collaterale, indirettamente connesso con l'assassinio della giornalista. Era
accusato di concussione e aggressione all'imprenditore Eduard Polikarpov, fatti
nei quali era implicato anche Khadzhikurbanov. Il presunto e- secutore
materiale del delitto, il terzo fratello Makhmudov, Rustam, è latitante. Il
problema dei mandanti non è stato sollevato. Il giudice ha riconvocato gli ex
imputati per oggi al fine di definire le conseguenze civili del verdetto. Tutti
gli assolti hanno detto di voler chiedere un risarcimento per l'ingiusta
persecuzione giudiziaria. Il pubblico ministero Julija Safina ha dichiarato:
«Naturalmente ricorreremo contro la sentenza a causa delle violazioni commesse
nel corso del dibattimento». E l'avvocato Murad Musaev, difensore di uno dei
fratelli Makhmudov, ha espresso l'opinione che in cassazione il verdetto verrà
ribaltato, aggiungendo: «Noi speriamo che ciò non avvenga, ma ci prepariamo già
alla seconda tornata». Anna Politkovskaja, nota per i suoi articoli critici sulla politica del Cremlino in Cecenia e sulla violazione
dei diritti umani in
Russia, era stata uccisa a colpi d'arma da fuoco il 7 ottobre 2006 all'ingresso
della sua casa in via Lesnaja a Mosca. Secondo l'accusa, l'ex poliziotto Sergej
Khadzhikurbanov, pregiudicato e scarcerato dalla prigione moscovita di Butyrki
due settimane prima dall'assassinio della Politkovskaja, avrebbe
organizzato un'associazione a delinquere con i due fratelli Makhmudov
finalizzata all'uccisione della giornalista. I due fratelli Makjmudov,
originari della Cecenia, secondo l'accusa avrebbero organizzato il pedinamento
di Anna Politkovskaja. In particolare Dzhabrail avrebbe condotto in via Lesnaja
il proprio fratello, ora latitante, Rustam, incaricato, non si sa da chi, di
uccidere la giornalista. L'avvocato Anatolij Kucerena, membro della Camera
civica, organo introdotto da Vladimir Putin quando era ancora presidente, è
dell'opinione che «il fatto stesso della sentenza di assoluzione prova che,
evidentemente, gli argomenti dell'accusa non erano convincenti». Per contro
Vsevolod Bogdanov, da poco presidente dell'Unione dei giornalisti, ha
affermato: «Ho una sensazione di incredibile vergogna». E Tatjana Lokshina,
rappresentante in Russia di Human Rights Watch ha dichiarato: «Ci troviamo di
fronte a una situazione in cui dopo lunghe indagini e un processo penale
nessuna delle persone coinvolte è stata punita. Ciò è assolutamente
inaccettabile. Si tratta dell'assoluta mancanza di giustizia in una causa che
ha scosso il mondo». Gli imputati per l'omicidio di Anna Politkovskaja (Ap) A
sinistra, la giornalista (Ansa) I due figli della cronista uccisa (Ap)
( da "Sicilia, La" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Zafferana
Da oggi a domenica convegno su «La Famiglia Salesiana» Da oggi a domenica, all'hotel
Emmaus dei Salesiani di Zafferana, si terrà il convegno su «La Famiglia
Salesiana: un vasto movimento di persone per la salvezza dei giovani in
Sicilia». I lavori inizieranno nel pomeriggio di oggi, con la presentazione da
parte di Mimmi Monaco e Marco Pappalardo, cui seguiranno gli interventi, tra
gli altri, di don Gianni Mazzali, ispettore dei Salesiani di Sicilia, e di suor
Giuseppina Barbanti, ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice;
celebrazione dei vespri e proiezione di video. Domani, dopo la celebrazione
eucaristica e lodi, sarà don Giuseppe Buccellato, direttore del Centro di
Spiritualità di Casa Tabor a Fornazzo, a relazionare su «Comunione tra
salesiani e laici al tempo di Don Bosco», per conoscere il passato al fine di
illuminare il presente. Seguiranno la presentazione dell'esperienza dell'Opera
salesiana di Vietri sul mare da parte dell'ex allieva Concetta Zecchino e
l'intervento di suor Gina Sanfilippo, direttrice dell'Opera salesiana di
Pietraperzia, su «Comunione tra Figlie di Maria Ausiliatrice e laici nella
missione educativa delle origini», nonché quelli del cooperatore Vincenzo
Cammarata e della direttrice suor Rosalia Machi sull'esperienza dell'Opera
salesiana di Cammarata. Dopo cena, Nico Leotta,
vicepresidente nazionale del Volontariato internazionale dello sviluppo parlerà
del convegno mondiale tenutosi di recente a Roma su «Sistema preventivo e
diritti umani». Il convegno
si concluderà nella tarda mattinata di domenica. A.B.
( da "Gazzettino, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Processo
beffa a Mosca, tutti assolti per l'assassinio di Anna Politkovskaja Venerdì 20
Febbraio 2009, Mosca NOSTRO SERVIZIO Al processo sull'omicidio di Anna
Politkovskaja, la giornalista "scomoda", critica della passata
amministrazione Putin, tutti gli imputati sono stati assolti per mancanza di
prove e chiederanno i danni per l'ingiusta reclusione. La Procura generale ha
già annunciato che farà appello, ma è evidente che servirà un supplemento di
indagini. «Abbiamo bisogno del vero killer e noi questo non l'abbiamo ancora
ottenuto», ha commentato amaramente l'avvocato Karina Moskalenko,
rappresentante della famiglia Politkovskaja. I quattro indagati erano stati
accusati per aver organizzato l'assassinio, ma non erano stati incriminati per
l'esecuzione materiale. Il mandante resta ancora sconosciuto. «Qui non finisce
alcunché. L'indagine più importante deve ancora iniziare», ha osservato il
direttore di "Novaja Gazeta", la testata per cui lavorava la
giornalista, Dmitrij Muratov. Compatto appare il fronte delle
organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Le investigazioni, compiute dagli specialisti della polizia
russa, presentano non pochi buchi neri. C'è ancora molto da fare per scoprire
la verità. «Sono passati più di due anni dall'omicidio», ha dichiarato Tatjana
Lokshina, vicecapo dell'ufficio moscovita di Human Rights Watch: «Tante sono
state le promesse fatte alla famiglia. Nell'ultimo periodo si era capito
che in questa aula giudiziaria non si trovavano né l'esecutore materiale del
delitto né il suo mandante». Il verdetto è stato accettato di buon grado anche
da vari politici democratici del periodo eltsiniano come Lev Ponomariov.
Profonda delusione è stata, invece, espressa dal presidente dell'Unione dei
giornalisti russi, Vsevolod Bogdanov. Le indagini sull'omicidio di Anna
Politkovskaja, avvenuto il 7 ottobre 2006 - giorno del compleanno dell'ex
presidente Putin -, si sono subito presentate come assai complesse. Il delitto
è avvenuto senza testimoni sul pianerottolo dello stabile dove la giornalista
aveva affittato un appartamento. L'arma non è mai stata ritrovata. Per le sue
inchieste la Politkovskaja aveva nemici ovunque nel mondo politico federale,
tra i militari, in Cecenia. Aveva denunciato violazioni dei diritti umani in Caucaso e loschi traffici con le autorità
conniventi o parte in causa. In diverse occasioni, durante la sua vita
professionale, la reporter era stata costretta a lunghi soggiorni all'estero.
L'ex poliziotto moscovita Serghej Khadzhikurbanov era accusato di essere
l'organizzatore del delitto per conto di un mandante non ancora identificato; i
fratelli ceceni Makhmudov (Dzhabrail e Ibragim) di essere i pedinatori della
giornalista - un terzo fratello, Rustan, è ricercato all'estero come presunto
killer. All'ex colonnello dei servizi segreti, Pavel Rjaguzov, erano contestati
reati minori. Sarebbe stato lui a fornire al gruppo di fuoco ceceno l'indirizzo
della Politkovskaja. Grida di giubilo si sono levate fra i parenti degli
indagati alla lettura del verdetto. I quattro torneranno presto in libertà
dietro il pagamento di una cauzione. Nel recente passato Vladimir Putin ha
sottolineato che l'omicidio della reporter è «un crimine inaccettabile che non
può restare impunito». A livello internazionale questa vicenda ha provocato un
grosso danno all'immagine del Paese. Il Cremlino ha messo a disposizione degli
inquirenti i migliori specialisti, ma anche questo non è per il momento servito
a nulla. La verità è ancora lontana. Giuseppe D'Amato
( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
CUAMM
& ESU Venerdì 20 Febbraio 2009, Per ridurre la distanza tra noi e »la madre
di tutti i popoli", Medici con l'Africa Cuamm lancia la proposta culturale
«Mio fratello è africano»: cinque serate di musica e teatro, che si terranno
dal 26 febbraio al 21 maggio al cinema Torresino alle 21.00, ad ingresso
gratuito. Don Dante Carraro, direttore di Medici con l'Africa Cuamm, ha fatto
presente che l'iniziativa «è rivolta ai giovani e agli studenti universitari e
ha un valore di civiltà: da una parte la paura, dall'altra
la fiducia in un futuro in cui vi sia attenzione per i diritti umani, soprattutto per quello alla
salute: pane e acqua per i poveri, i naufraghi dei viaggi della speranza, i
clandestini che rischiano la denuncia se accedono al pronto soccorso, i milioni
di bambini destinati a morire per denutrizione». ll dottor Flavio
Rodeghiero ha spiegato che l'Esu di Padova, di cui è commissario straordinario,
aderisce all'iniziativa per l'importanza di educare i giovani alla convivenza,
alla condivisione, alla riflessione etica, mentre Patrick Grassi di Radio Bue,
la radio web degli studenti dell'università, ha assicurato che registrerà i
concerti e li trasmetterà il giorno successivo, inoltre, a conclusione degli
spettacoli teatrali, raccoglierà dagli spettatori le frasi che li hanno
maggiormente colpiti e le inserirà sul sito. «Mio fratello africano»,
realizzato con il contributo di Esu, Banca Etica, Cassa di Risparmio del
Veneto, in collaborazione con il Circolo The last Tycoon, Collegi universitari
cattolici di Padova e Rete senza frontiere, prende avvio giovedì 26 febbraio con
un concerto della Piccola Bottega Baltazar e prosegue il 10 marzo con lo
spettacolo «Kilimajaro» a cura del teatro de Linutile, un percorso ispirato ai
romanzi di Ernest Hemingway. Il 31 marzo è la volta degli Hotel Rif e Patrizia
Liquidara: un'immersione nelle musiche popolari mediterranee, il 23 aprile il
teatro de Linutile propone «Decadence Lounge» una sorta di diario di viaggio
alla scoperta dell'essere umano, seguirà, il 21 maggio, «Vita con l'Africa» con
Nicoletta Maragno, la Piccola Bottega Baltazar e il duo africano Falou e
Kalifa. Chi desidera sviluppare il tema «Mio fratello è africano», può inviare
immagini, racconti, foto, video a www.miofratelloafricano.it. L'autore del
contributo più significativo visiterà sul campo uno dei progetti di Medici con
l'Africa Cuamm. Maria Pia Codato
( da "Gazzettino, Il" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì
20 Febbraio 2009, Storia di un immigrato senegalese all'interno delle prigioni
italiane, raccontata con le movenze di un giallo realista. Il protagonista è
Ndeye Fall, tipico "vu cumprà" che viene sospettato di aver stuprato
una quindicenne. Una vicenda ricca di colpi di scena con Fall che viene aiutato
dal cugino pienamente integrato in Italia e da un giornalista argentino che
milita in un'organizzazione non governativa che si occupa
di diritti umani. Ed è proprio
grazie a questi tre personaggi, diversamente coinvolti, che si sviluppa e
prende piede l'intera storia tra emarginazione, volontà di integrazione, ma
anche tragedia e thrilling, un omicidio e un amore gay. L'autore è giornalista
professionista e si dedica spesso alla letteratura colta, ma senza
dimenticare la passione per il genere poliziesco e la fantascienza.
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
GIUSEPPE
D'AMATO Mosca. Tutti assolti. Questo il clamoroso verdetto al processo
sull'omicidio di Anna Politkovskaja, la giornalista d'opposizione, voce critica
e spina nel fianco della passata amministrazione Putinm giustiziata sulla
soglia di casa il 7 ottobre del 2006. Dopo un po' più di due ore di camera di
consiglio i dodici giurati hanno ritenuto «non provate» le accuse contro i
fratelli ceceni Dzhabrail e Ibragim Makhmudov, l'ex ufficiale della polizia
capitolina Serghej Khadzhikurbanov e l'ex agente dell'Fsb (ex Kgb) Pavel
Rjaguzov. I congiunti della Politkovskaja ed alcuni suoi colleghi di lavoro
hanno ascoltato in silenzio la lettura della sentenza, mentre si levavano grida
di giubilo tra i parenti degli indagati. La Procura generale ha annunciato che
presenterà appello. «Abbiamo bisogno del vero killer e noi questo non l'abbiamo
ancora ottenuto», ha commentato amaramente l'avvocato Karina Moskalenko,
rappresentante della famiglia della giornalista scomparsa. I quattro erano
stati accusati di aver organizzato l'assassinio, ma non erano stati incriminati
per l'esecuzione materiale. Il mandante resta, per il momento, sconosciuto.
«Qui non finisce alcunché. L'indagine più importante deve ancora iniziare» ha
osservato il direttore di Novaja Gazeta, la testata per cui lavorava la
Politkovskaja, Dmitrij Muratov. Compatto appare il fronte
delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani. Le indagini compiute dagli specialisti della polizia russa
presentano non pochi buchi neri. C'è ancora molto da fare per scoprire la
verità. «Sono passati più di due anni dall'omicidio» ha dichiarato Tatjana
Lokshina, vice capo dell'ufficio moscovita dell'associazione Human rights
watch. «Tante - ha accusato - sono state le promesse fatte alla
famiglia. Nell'ultimo periodo si era capito che in questa aula giudiziaria non
si trovavano né l'esecutore materiale del delitto né il suo mandante». Il verdetto
è stato accettato di buon grado anche da vari politici democratici del periodo
eltsiniano come Lev Ponomariov. Profonda delusione è stata, invece, espressa
dal presidente dell'Unione dei giornalisti russi, Vsevolod Bogdanov. Le
indagini sull'omicidio di Anna Politkovskaja, avvenuto il 7 ottobre 2006 -
giorno del compleanno dell'ex presidente Putin - si sono subito presentate come
assai complesse. Il delitto è avvenuto senza testimoni sul pianerotto dello
stabile dove la giornalista abitava. L'arma non è mai stata ritrovata. Per le
sue inchieste la Politkovskaja aveva nemici ovunque nel mondo politico
federale, tra i militari, in Cecenia. Aveva denunciato violazioni dei diritti umani in Caucaso e loschi traffici con le autorità
conniventi o parte in causa. In diverse occasioni, durante la sua vita
professionale, la reporter era stata costretta a lunghi soggiorni all'estero. I
quattro prosciolti hanno comunicato che chiederanno i danni per la detenzione
subita. Khadzhikurbanov era accusato di essere l'organizzatore del delitto per
conto di un mandante non ancora identificato; i fratelli ceceni Makhmudov di
essere i pedinatori della giornalista - un terzo fratello, Rustan, è ricercato
all'estero come presunto killer. All'ex colonnello dei servizi segreti Rjaguzov
erano contestati reati minori. Sarebbe stato lui a fornire al gruppo di fuoco
ceceno l'indirizzo della Politkovskaja.
( da "WindPress.it" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
20-02-2009
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> Federazione russa: le indagini sull'omicidio di Anna Politkovskaya devono
proseguireContenuto della paginaFederazione russa: Amnesty International, le
indagini sull'omicidio di Anna Politkovskaya devono proseguireCS024:
20/02/2009Finlandia, veglia in occasione dell'uccisione di Anna Politkovskaya,
davanti all'ambasciata russa Katja Thj"Le indagini
sull'omicidio della giornalista e attivista per i diritti umani Anna Politkovskaya devono
continuare con rinnovato vigore", ha dichiarato ieri Amnesty International
dopo che la giuria di un tribunale militare distrettuale di Mosca ha assolto
tutti gli imputati sotto processo perch coinvolti nell'omicidio.
"Sollecitiamo le autorit russe a non fermarsi qui ma a continuare le
indagini sull'assassinio e a portare di fronte alla giustizia tutti coloro che
sono coinvolti, compresi l'esecutore materiale e i mandanti" - ha
dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa e Asia centrale di
Amnesty International. La giuria ha dichiarato di non aver trovato elementi di
colpevolezza nelle prove fornite dalle indagini. Al termine del processo Anna
Stavitskaia, una dei rappresentanti dei figli di Anna Politkovskaya, ha
sottolineato che le indagini sono state deboli e che l'impianto difensivo degli
imputati stato molto pi forte. "La fine del processo non solleva le
autorit dal dovere di trovare l'assassino e coloro lo difendono" - ha
continuato Nicola Duckworth. "Facendo giustizia per l'assassinio di Anna
Politkovskaya, le autorit russe mostreranno la volont politica di porre fine
alla repressione nei confronti dei difensori dei diritti umani".
Rivolgendosi alla giuria pochi giorni prima della sentenza, l'avvocato Karinna
Moskalenko, altra rappresentante dei figli di Anna Politkovskaya, aveva detto:
"Anna avversava l'impunit e l'illegalit, non avrebbe mai voluto vedere in
libert qualcuno che avesse commesso un grave crimine. Allo stesso modo, non
avrebbe voluto vedere affatto qualcuno condannato per un crimine non
commesso". Ulteriori informazioni Anna Politkovskaya, giornalista e
attivista per i diritti umani, stata uccisa il 7
ottobre
( da "Virgilio Notizie" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
(ASCA)
- Roma, 20 feb - I primi firmatari sono Andrea Camilleri, Furio Colombo,
Umberto Eco, Paolo Flores D'Arcais, Margherita Hack, Pancho Pardi, Stefano
Rodota'. L'appello, che fara' da base ideale alla manifestazione nazionale di
domani pomeriggio a Roma in piazza Farnese, ribadisce il ''si' al testamento
biologico'' e il ''no'' a quella che viene definita ''la
tortura di Stato'', cioe' il Ddl Calabro' allo studio del Senato. Alla
manifestazione, come si sa, partecipera' anche il papa' di Eluana, Beppino
Englaro che e' tornato a criticare i provvedimenti allo studio della
maggioranza sul fine vita. Promossa dalla rivista ''Micromega'', la
manifestazione di domani vedra' insieme realta' della societa' civile e
sigle politiche come i Radicali e le forze della Sinistra. ''La vita di
ciascuno non appartiene al governo e non appartiene alla Chiesa. La vita
appartiene solo a chi la vive - si legge nel documento predisposto da Micromega
-. Il decreto legge di Berlusconi, trasformato in disegno di legge dopo che il
presidente Napolitano, da custode della Costituzione, ha rifiutato di firmarlo,
vuole sottrarre al cittadino il diritto sulla propria vita e consegnarlo alla
volonta' totalitaria dello Stato e della Chiesa. Rendendo coatta
l'alimentazione e l'idratazione anche contro la volonta' del paziente, impone
per legge la tortura ad ogni malato terminale''.
( da "Wall Street Italia" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Onu:
pacchetti anti-crisi includano aiuti a lavoratori immigrati -->di Laura
MacInnis GINEVRA (Reuters) - I pacchetti governativi di stimolo economico
devono includere aiuti ai lavoratori immigrati, che affrontano le maggiori
difficoltà in tempi di crisi economica. Lo ha detto oggi l'Alto
Commissario dell'Onu per i Diritti Umani Navi Pillay. Pillay sostiene che la crisi mondiale a
livello finanziario, economico e industriale avrà un impatto amplificato sulla
capacità di sostentamento dei gruppi più vulnerabili e già emarginati. Per
donne, bambini, disabili, rifugiati e immigrati sarà veramente difficile
trovare lavoro, potersi permettere il cibo, l'accesso al sistema
sanitario e all'istruzione, ha continuato Pillay parlando ad una sessione
speciale del Consiglio dell'Onu per i Diritti Umani.
"Queste persone si trovano in prima linea nei tempi difficili e sono più
soggetti a perdere il lavoro e l'accesso ai servizi sicurezza sociale".
Molti governi dei paesi sviluppati hanno annunciato pacchetti multimiliardari
di soccorso per aiutare le industrie in difficoltà e stimolare l'occupazione in
un periodo di recessione globale innescata dal collasso del mercato americano
dei mutui. I lavoratori immigrati sono soggetti particolarmente vulnerabili
quando il lavoro scarseggia, secondo l'ex giudice della Corte Suprema del
Sudafrica, dove l'elevato tasso di disoccupazione ha innescato l'anno scorso
un'ondata d'odio contro gli stranieri che ha causato più di 60 morti. "Con
la diminuzione delle opportunità di lavoro regolare per gli immigrati, queste
persone tendono a cercare di lavorare senza autorizzazione, cosa che le rende
ancora più vulnerabili", ha detto.
( da "Virgilio Notizie" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Bruxelles,
20 feb. (Apcom - Nuova Europa) - La sentenza sul caso Politkovskaya è "inaccettabile",
secondo il capodelegazione del Pd nel gruppo Pse all'Europarlamento, Gianni
Pittella, che critica la Commissione europea e l'Alto rappresentante Ue per la
Politica estera e di sicurezza comune, Javier Solana, di non aver posto la legalità,
la libertà di espressione e il rispetto dei diritti umani in cima alle relazioni con la
Russia. "Al termine di un'indagine carente e di un processo che ha evitato
di mettere in luce tutti i legami tra servizi segreti e criminalità cecena, è
arrivata la peggiore delle sentenze possibili: nessun colpevole e tutti gli
imputati liberi. Siamo profondamente delusi e indignati per come non si
è riusciti, prima, a salvare la vita di una giornalista che era stata
minacciata molte volte e perfino avvelenata e, poi, a fare piena luce sulla sua
eliminazione", scrive l'europarlamentare del Pd in una nota. "Il
Parlamento europeo - ricorda Pittella - ha dedicato la propria sala stampa di
Bruxelles ad Anna Politkovskaja per ricordare a tutti quelli che ospita, siano
esponenti politici, giornalisti o semplici cittadini, che non c'è democrazia
senza libertà di stampa, di espressione e di critica". Per l'eurodeputato
del Pd "è un bene che i legami tra Unione Europea e Russia si vadano
consolidando progressivamente ma non è accettabile che la Commissione e l'Alto
rappresentante per la politica estera non siano riusciti a mettere la legalità,
la libertà di espressione e il rispetto dei diritti umani
al vertice di queste relazioni".
( da "gomarche.it" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
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Home > Attualità > Rimpatri illegali, Amnesty in Piazza ad Ancona Nella
foto: Immagine da http://www.flickr.com/photos/vitomanzari/1223221696/ Venerdì
20 Febbraio 2009 14:57 Rimpatri illegali, Amnesty in Piazza ad Ancona Sabato 21
e domenica 22 febbraio ad Ancona gli attivisti di Amnesty distribuiranno
materiale informativo e raccoglieranno firme per l'appello mondiale lanciato
dal Movimento per denunciare il rischio di rimpatrio illegale per i migranti
attualmente detenuti a Lampedusa. ANCONA - Sabato 21 e domenica 22 febbraio il
gruppo di Ancona di Amnesty International sarà in piazza per denunciare il
rischio di rimpatrio illegale per i migranti attualmente detenuti a Lampedusa e
per invitare i cittadini a firmare l'appello mondiale indirizzato al governo
italiano. Un banchetto raccolta firme sarà allestito nel pomeriggio di sabato e
nella mattina di domenica in piazza Roma. L'appello, lanciato dal Segretariato
internazionale del Movimento, chiede che "i migranti attualmente detenuti
a Lampedusa non vengano rimpatriati forzatamente in un paese in cui possano
rischiare di subire gravi violazioni dei diritti umani, in linea con gli obblighi
dell'Italia in quanto stato parte della Convenzione 1951 sui Rifugiati e della
Convenzione contro la tortura". Tutti i migranti detenuti sull'isola sono
infatti a rischio di rimpatrio forzato senza la possibilità di opporsi
nell'ambito di procedure effettive di controllo giudiziario e con il rischio di
un mancato accesso alla procedura d'asilo. Qualora rimpatriati in
assenza di queste garanzie, potrebbero trovarsi a rischio di subire torture e
altre gravi violazioni dei diritti umani. È possibile
firmare l'appello anche attraverso il sito web dell'associazione, dove sono
disponibili ulteriori informazioni. Vedi anche... Nella rete Vai al sito di
Amnesty
( da "Adnkronos" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
USA: CLINTON, DIRITTI UMANI NON POSSONO BLOCCARE
COOPERAZIONE CON CINA commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo
aggiornamento: 20 febbraio, ore 18:13
( da "KataWeb News" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Povia
a Sanremo. E come nei migliori copioni "all'italiana" scende in campo
il tribunale. 20 febbraio 2009 alle 11:27 — Autore: allnews — 0 commenti
Presentato esposto a Procura Sanremo contro brano Povia. Il Gruppo Everyone
annuncia anche petizione per boicottarlo. Il Gruppo EveryOne, organizzazione
per i diritti umani, ha presentato oggi un esposto
alla Procura della Repubblica di San Remo nel quale si chiede di accertare se
nel testo della canzone ?Luca era gay? di Povia siano ravvisabili estremi di
fattispecie penalmente rilevanti e, in caso affermativo, se la Procura voglia
adottare provvedimenti idonei “a scongiurare l?ulteriore messa in onda, e la
successiva messa ...
( da "Cittàdellaspezia.com" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mosca;
riaperte le indagini sull'omicidio di Anna Politkovskaia Ripartono da capo le
indagini per l'omicidio di Anna Politkovskaia, la giornalista russa assassinata
nell'ottobre 2006. Nel pronunciare la sentenza di assoluzione per i quattro
presunti complici del killer all'indomani del verdetto di non colpevolezza
delle giuria, il tribunale militare di Mosca ha comunicato la restituzione al
comitato investigativo presso la procura generale del fascicolo dell'inchiesta,
affinche' possano essere "individuati i colpevoli". La decisione e'
stata annunciata dal presidente della Corte militare, Evgheny Zubov.Ma intanto
in Russia e' polemica per come sono state condotte le indagini. Il quotidiano "Kommersant" ha parlato di "totale
fallimento" dell'inchiesta. Per il rappresentante dell'Osce per la difesa
della stampa, Mikols Haraszti, in Russia c'e' "un'impunita' di fatto per
chi uccide o aggredisce quanti si occupano di corruzione e diritti umani".
( da "KataWeb News" del 20-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Guantanamo:
Pentagono, pronto il rapporto per Obama 20 febbraio 2009 alle 22:19 — Fonte:
repubblica.it — 0 commenti Il Pentagono ha completato il rapporto sulle
condizioni dei detenuti nel carcere di Guantanamo. La preparazione del
documento era stata chiesta dal presidente americano, Barack Obama, per
assicurarsi che i prigionieri venissero trattati secondo i principi della
Convenzione di Ginevra e delle leggi americane. "Il rapporto è stato
completato e spedito alla Casa Bianca", ha affermato il portavoce del
ministero della Difesa, Jeffrey Gordon. Oltre ad annunciare la volontà di
chiudere il centro, il presidente americano aveva richiesto al Pentagono di
consegnare entro trenta giorni un rapporto dettagliato sulla controversa
prigione voluta da George W. Bush per i "nemici combattenti". Il
ministero della Difesa ha sempre sostenuto che i detenuti fossero trattati in
condizioni umane e legali, anche se i gruppi che si battono
per i diritti umani hanno
più volte espresso preoccupazione per le condizioni dei detenuti nella base
navale in territorio cubano. Le regole della convenzione di Ginevra sono basate
sulla premessa che un prigioniero di guerra non è un criminale, ma
semplicemente un avversario che non si vuole veder tornare al fronte e richiede
quindi che i detenuti siano trattati umanamente e rilasciati una volta
terminato il conflitto. AGI
( da "Trentino" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Decreto
sicurezza I pacifisti ringraziano i medici ROVERETO. Il comitato delle
associazioni per la pace si schiera contro il decreto sicurezza approvato in
Senato, e ringrazia i medici roveretani che hanno fatto sentire la loro voce
contro scelte non condivise a tutela della salute di chiunque. «Il Senato ha
appena approvato il "decreto sicurezza" che fissa nuove norme per gli
immigrati: tra le altre, una tassa per il permesso di soggiorno, la possibilità
per i medici di denunziare i pazienti clandestini che a loro si rivolgono per
essere curati, l'istituzionalizzazione delle "ronde di cittadini",
norma quest'ultima che gli stessi sindacati di polizia di centro destra
definiscono "pericolosa, sbagliata e da incompetenti". In Trentino proseguono
i proclami irrazionali e anticostituzionali della Lega contro la comunità
islamica, criminalizzata solo perché cerca da tempo un luogo in cui potersi
incontrare e pregare. Ricordiamo che il diritto alla salute
ed alla libertà di culto sono diritti umani fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione. Vogliamo
ringraziare pubblicamente quei medici di base di Rovereto che hanno pronunciato
parole chiare in proposito, dichiarando la propria fedeltà al giuramento
d'Ippocrate: "Giuro di osservare il segreto su tutto ciò che mi è
confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio
della mia professione o in ragione del mio stato"».
( da "Trentino" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
«La
non violenza può essere esplosiva» Monsignor Bettazzi sui casi più scottanti,
da Eluana al perdono dei lefebvriani I valori di uguaglianza libertà e
fratellanza quando sono presi singolarmente possono diventare «ideologie» al
servizio di pochi STEFANO FAIT E' probabile che i principi di dignità, rispetto
incondizionato per la persona, diritti inalienabili, sacralità della vita e
nonviolenza non necessitino di alcuna giustificazione razionale o
consuetudinaria, pena il rischio di essere snaturati. Ne «Il diritto di non
uccidere. Schegge di speranza» (Il Margine, 2009), una collezione di aforismi e
riflessioni lucide, sagge e compassionevoli di un pensatore profondo come
Enrico Peyretti, da tempo impegnato nel movimento per la nonviolenza e la pace,
è chiara l'impronta di questa fondamentale intuizione. In un passo
dell'introduzione, ad esempio, l'autore dichiara che non uccidere non è
soltanto «un dovere fortissimo, di ciascuno verso tutti, personale e politico,
ma anche (o di più?) un diritto. Non dare la morte ad altri, non esservi
obbligato o indotto, direttamente o indirettamente, è la dignità di chi vive, è
segno dell'essere davvero vivi, del pensare e dell'agire autenticamente umano. E'
la soglia minima di tutti i frutti e sviluppi della nostra umanità,
nei rapporti reciproci. Non è solo una proibizione o inibizione, tanto meno una
impotenza, ma una affermazione della vita, della nostra comune umanità, del suo valore in tutti, e dunque in ciascuno di
noi». Anche quando, riportando il pensiero del filosofo del
diritto Giuseppe Capograssi, l'autore osserva che «amicizia, speranza, sorriso
sono i diritti umani
fondamentali. Diritti non
previsti nelle Dichiarazioni. Diritti inesigibili, essenzialmente separati dalla forza, come invece
vengono in genere pensati i diritti. Doni, eppure diritti. Diritti, eppure doni». Ieri sera Peyretti, assieme a
monsignor Luigi Bettazzi, presidente emerito di Pax Christi e figura centrale
del cattolicesimo progressista italiano, ha presentato l'opera alla Sala
Polifunzionale dell'Oratorio Sant'Antonio a Trento. Questo pomeriggio, dalle
14.30, nella Haus der Familie di Stella di Renon, Peyretti e Bettazzi saranno
affiancati da Albert Mayr, figlio di Josef Mayr-Nusser, il martire sudtirolese
ucciso dai nazisti e da Franz Thaler, internato a Dachau dai nazisti per la sua
obiezione di coscienza. Abbiamo chiesto a monsignore Bettazzi di esprimere il
suo punto di vista su alcune tematiche attuali. Oggi chi parla di giustizia,
fratellanza, compassione, pace e amore è considerato ingenuo o in malafede se
non-credente, noioso se credente. Che fine farebbe Gesù nell'Italia degli atei
devoti e dei novelli bigotti? Gesù, che si trovava con dei facsimili di atei
devoti (i sadducei? gli erodiani?) e di novelli bigotti (i farisei?),
annuncerebbe anche oggi il Vangelo dell'amore, contestando chi ipocritamente si
copre con principi religiosi che poi in pratica non osserva. Gesù, che
denunciava come antitesi a Dio la "mammona" (cioè l'idolatria del
danaro e del potere), ci metterebbe soprattutto in guardia da questa, che è la
vera idolatria del nostro mondo occidentale. "Libertà, uguaglianza,
fratellanza" sono valori laici e cristiani. Perché questa paura del mondo
laico? Forse perché, quando questi valori vengono assolutizzati singolarmente
(libertà senza uguaglianza, o uguaglianza senza libertà), diventano
"ideologie", al servizio di alcuni e oppressione per altri (in genere
per la maggioranza). Nella lettera ai Galati Paolo scrive: "Non c'è più né
Giudeo né Greco... ché tutti sono uno in Cristo". Però il Vaticano si
oppone alla depenalizzazione internazionale dell'omosessualità ed accoglie i
negazionisti. Pare che la preoccupazione del Vaticano fosse che la formula
proposta preludesse al matrimonio (e non solo alla convivenza) fra i gay, e che
il negazionismo del vescovo lefebvriano non fosse stato precedentemente
dichiarato. Dignità, rispetto, diritti, sacralità della vita: hanno significato
perché usiamo il linguaggio della ragione e della tradizione o perché usiamo
quello dell'amore? E chi usava quest'ultimo nel caso Englaro? Il caso è molto
complesso. Rispetto gli esperti (confermati, a dir il vero, da casi a me molto
vicini) che dichiaravano trattarsi di azione medica invasiva. Ma se fosse vero
che il crollo definitivo di Eluana è stato determinato dal trasferimento
ambientale, questo confermerebbe la convinzione che Eluana avrebbe potuto
essere lasciata tra le Suore di Lecco, che l'accudivano con amore. Perché la
voce della mia coscienza vale meno della "legge naturale" stabilita
dalla Chiesa? La legge naturale non è stabilita bensì interpretata dalla
Chiesa, e corrisponde alle esigenze fondamentali oggettive della struttura
umana, a cui le coscienze soggettive dovrebbero cercare di orientarsi, pur
restando esse le vere garanti della moralità personale. Il messaggio di Gesù
era antropologicamente ottimista, quello della Chiesa è pessimista. Perché? In
realtà il messaggio di Gesù è finalisticamente ottimista (il trionfo
dell'amore), anche se implica rinunce e sacrifici. Quello della Chiesa non può
essere diverso, anche se le modalità del perseguimento possono alle volte
insistere su queste necessità di ridimensionamento e quindi risultare pessimistiche.
Questione di tattiche di comunicazione più o meno efficaci. Alcuni anni fa in
Francia l'attuale Dalai Lama dichiarò che se, armato di pistola, avesse potuto
liberare i prigionieri di Auschwitz l'avrebbe probabilmente fatto. Lo stesso
Gandhi ammetteva la violenza per difendere una donna da uno stupro e giudicava
fatalismo, codardia e ingiustizia mali peggiori della violenza. La nonviolenza
può realisticamente essere un valore assoluto? Il valore fondamentale della
nonviolenza è che sia nonviolenza attiva, cioè ricerca efficace dei mezzi che
possano bloccare la violenza. Si tratta di una convinzione che può portare
talora a gesti singoli di violenza difensiva, purché questi siano davvero
sentiti come momenti straordinari, da limitare il più possibile nel numero e
nella durata, e sempre dopo avere effettivamente messo in opera quanto può
prevenire la violenza: perché la violenza alimenta sempre altra violenza. A
parte che certe nonviolenze, se professate apertamente, possono diventare
esplosive; come quella di Gesù: lo stesso centurione romano, sul Calvario, ne
deduceva che "questo davvero è un figlio di Dio!"
( da "Giornale di Brescia" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione:
21/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Vaticano: un
colpo allo Stato di diritto «La tutela della sicurezza spetta alle autorità». «Non
si possono criminalizzare i migranti» Mons. Marchetto, segretario pontificio
per i Migranti CITTÀ DEL VATICANO Il Vaticano boccia l'ultimo decreto del
Governo sulla sicurezza, e in particolare l'idea delle ronde di volontari
riproposte in funzione antistrupro, e anche il prolungamento dei tempi di
permanenza degli irregolari nei Centri di identificazione (Cie). Appena due
giorni fa il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva sottolineato
l'«identità di vedute» con il Vaticano, riferendosi soprattutto alla politica
internazionale, ma anche, implicitamente, alla bioetica. Su sicurezza e
immigrazione, però, la distanza sembra aumentare. L'istituzione delle ronde di
volontari a tutela della sicurezza nelle città «rappresenta una abdicazione
dello Stato di diritto», ha commentato il segretario del pontificio consiglio
dei Migranti, mons. Agostino Marchetto, aggiungendo che «quella dei volontari
civili non è la strada da percorrere» nella tutela della sicurezza che, per il
Vaticano, «spetta sempre alle autorità costituite». Il pericolo che le ronde
scatenino una incontrollabile caccia al clandestino e alimentino un clima di
intolleranza preoccupa profondamente il Vaticano, secondo il quale - dice
Marchetto - «è bene dare ai cittadini la possibilità di dare un contributo ad
aumentare la sicurezza delle loro città, ma se questo serve ad alimentare un
clima di criminalizzazione dei migranti, certamente questo non trova il
consenso della Chiesa». E il fatto che il decreto legge introduca un «ruolo
prevalente» per ex appartenenti alle forze dell'ordine ed escluda l'uso di
armi, non cambia la posizione dell'esponente della Santa Sede. «Cercano così di
far passare una norma che aveva già sollevato critiche, anche da parte del capo
dello Stato». Ronde a parte, il Vaticano ribadisce le critiche nei confronti
dell'invito rivolto da Governo a medici e ospedali affinchè denuncino i
clandestini, e guarda con allarme al prolungamento dei tempi di permanenza nei
Cie. «Criminalizzare le migrazioni irregolari e trattarle come reati comuni
significa non riconoscere il diritto ad emigrare» -
sottolinea Marchetto - ricordando come questo sia invece tutelato dalla
dichiarazione sui diritti umani e difeso dalla dottrina della Chiesa. Convinzioni che invitano
ad una maggiore «moderazione» spiega il presidente del Pontificio consiglio per
i migranti, che plaude comunque alle parole pronunciate dal presidente della
Camera Gianfranco Fini contro l'equazione immigrati-criminali. «Il clima
che si respira nel nostro Paese - denuncia il servizio dei gesuiti per i
rifugiati in Italia - è sempre più teso. Crescono gli episodi di intolleranza e
xenofobia, ma soprattutto le frasi fatte, gli insulti sugli autobus,
l'insofferenza verso il diverso», confortate - rimproverano - dalle «dichiarazioni
ad effetto di alcuni politici».
( da "Cittadino, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Processo
Politkovskaia al palo Ora le indagini ripartono da zero MOSCA Riparte da zero
tra polemiche e pessimismo l'inchiesta sull'uccisione della giornalista di
opposizione Anna Politkovskaia, la più feroce voce critica della Russia putiniana,
dopo il verdetto di non colpevolezza pronunciato giovedì a Mosca all'unanimità
dalla giuria nei confronti di tutti e quattro gli imputati. Ieri il tribunale
militare, emessa la sentenza assolutoria, ha ritrasmesso il fascicolo alla
procura perché avvii nuove indagini. Ha inoltre riconosciuto il diritto degli
accusati a chiedere un risarcimento per il processo. Ma ora, sul banco degli
imputati, sono finiti gli inquirenti e tutto il sistema giudiziario del Paese,
come emerge anche dalla stampa russa singolarmente concorde nel criticare «il
fallimento totale» dell'inchiesta.Un naufragio giudiziario
che ai difensori dei diritti umani non lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova
indagine. La sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di
posizione di alcune capitali (Washington, Parigi), è diventata infatti
l'ennesima cartina di tornasole di uno Stato di diritto tanto proclamato quanto
quotidianamente sconfessato.Il primo problema è che il potere
giudiziario russo non gode di alcuna reale indipendenza e autonomia dal potere
esecutivo e legislativo.Il secondo problema è culturale, una sorta di eredità
sovietica: per troppo tempo i magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino
(il famoso "diritto telefonico"), tanto che in un recente sondaggio
una grande parte dei cittadini intervistati (dal 39% al 44% a secondo del grado
di istruzione) non considera i tribunali come un potere indipendente. E certo
non aiutano certe uscite, come quella cinica di Putin sulla marginalità della
Politkovskaia, poco dopo il delitto.C'è poi il problema della corruzione e dei
conflitti di potere, come quello tra la procura e il comitato d'indagine
istituito nell'estate del 2007, che ha poi raccolto le prove del processo
Politkovskaia. A dirigerlo è Aleksander Bastrikin, un uomo di fiducia di
Vladimir Putin. Lo scorso luglio un deputato giornalista denunciò in modo
documentato che faceva affari all'estero con un'impresa immobiliare nella
Repubblica Ceca contravvenendo alle leggi. È bastata una smentita e Bastrikin é
rimasto lì.In compenso uno dei suoi collaboratori, Dmitri Dovghi, che aveva
denunciato come inchieste importanti siano state aperte su pressione delle
autorità, è finito indagato per una tangente da 750 mila euro. Ha creato un
caso anche la vicepresidente della suprema corte di arbitrato, Ielena
Valiavina, rivelando che Valery Boiev, ex dirigente del Cremlino con Putin,
l'aveva minacciata nel 2005 di rovinarle la carriera, se non avesse ribaltato
una sentenza contro il servizio dei beni federali. Proprio oggi invece la
presidente della stessa corte, Valentina Maikova, è stata destituita dai suoi
colleghi per una vicenda da «affittopoli».Passando al caso Politkovskaia, non
ci si deve quindi stupire se uno degli imputati ha sostenuto di avere ricevuto
dagli investigatori la promessa di una pena ridotta se avesse coinvolto
l'oligarca in esilio Boris Berezovski, nemico numero uno di Putin. Intanto
altri difensori dei diritti umani ed altri giornalisti
continuano ad essere uccisi, come l'avvocato Stanislav Markelov e la reporter
Anastasia Baburova. Ma la giustizia russa sa anche colpire due volte lo stesso
imputato, se vuole: per ironia della sorte, nel giorno dell'assoluzione nel
processo Politkovskaia, è stato annunciato il processo bis a Mikhail Kodorkhovski,
un altro nemico giurato di Putin.Claudio Salvalaggio
( da "Giornale di Brescia" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione:
21/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Hillary Clinton
a Pechino: prima la crisi, poi i diritti umani PECHINOLa crisi economica
internazionale è al centro della visita del segretario di Stato americano,
Hillary Clinton, arrivata ieri in Cina, ultima tappa del viaggio che l'ha
portata in Giappone, Indonesia e in Corea del Sud. Un problema comune, quello
della crisi, su cui è necessaria una cooperazione fra i due Paesi, che
anche i problemi in sospeso del rispetto dei diritti umani,
di Taiwan e del Tibet, sui quali Washington continuerà a fare pressione su
Pechino, «non devono interferire», si è premurata di dire prima di imbarcarsi
per la capitale cinese da Seul. La crisi ha messo in evidenza la forte
relazione di interdipendenza che esiste oggi tra Pechino e Washington: milioni
di operai cinesi - 20 milioni secondo stime ufficiali, probabilmente
sottostimate - hanno perso il lavoro per la mancanza di ordini di acquisto
dagli Usa e Pechino possiede titoli del Tesoro americano per 700 miliardi di
dollari. L'anno scorso, quando ancora era in corsa per la presidenza americana,
la Clinton disse che quella con la Cina era per il suo Paese «la relazione
bilaterale più importante di questo secolo». Nel fine settimana scorso, prima
di partire per l'Asia, ha sostenuto che la Cina emergente non deve essere
considerata un avversario. «Al contrario noi pensiamo che Usa e Cina possano
contribuire gli uni al successo dell'altra e trarne beneficio». Oggi Clinton
incontrerà i responsabili della politica estera di Pechino, il premier Wen
Jiabao e il presidente Hu Jintao. Centrale sarà anche il problema dei
cambiamenti climatici, dato che Cina e Usa sono in testa alla lista dei Paesi
che emettono gas inquinanti. Todd Stern, inviato speciale di Obama per il
clima, fa parte della delegazione guidata dalla Clinton.
( da "Repubblica, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 1 - Prima Pagina La polemica In piazza contro la
tortura di Stato ADRIANO SOFRI Ci sono due importanti appuntamenti romani,
oggi. Cominciamo dalla manifestazione indetta da Micromega con la parola
d´ordine: "Sì alla vita, no alla tortura di Stato". Se fossi un uomo
libero, parteciperei con convinzione. SEGUE A PAGINA 16 BOMPANO A PAGINA 8
( da "Repubblica, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
3 - Cronaca Monsignor Marchetto, responsabile della Santa sede per i migranti:
attenti a non criminalizzarli Il Vaticano: muore lo stato di diritto il futuro
del paese sarà l´apartheid Don Vinicio Albanesi, capo delle comunità di
accoglienza: stranieri sempre più discriminati ORAZIO LA ROCCA CITTà DEL
VATICANO - «Così si va verso l´apartheid». «E´ l´abdicazione dello Stato di
diritto e si criminalizza l´immigrazione». E´ senza appello la bocciatura del
Vaticano e dei rappresentanti delle comunità di accoglienza sul decreto
sicurezza. In particolare, alla Chiesa preoccupano i due capisaldi del decreto,
le ronde antistupro e il prolungamento dei tempi di permanenza degli irregolari
nei centri di identificazione (Cie). Analoghe critiche nei giorni scorsi erano
state fatte da ambienti cattolici anche per il disegno di legge che obbliga i
medici a denunziare i malati clandestini ora al vaglio del Parlamento. Critiche
completamente ignorate dal premier Berlusconi alla ricorrenza dei Patti
Lateranensi del 18 febbraio, quando aveva assicurato che «tra governo e
Vaticano c´è piena identità di vedute». Ieri la doccia fredda. Varare le ronde
«rappresenta una abdicazione dello Stato di diritto e non è una strada da
percorrere perché la tutela della sicurezza spetta sempre alle autorità»,
lamenta il vescovo Agostino Marchetto, segretario del pontificio consiglio dei
Migranti. Per il monsignore, c´è il fondato pericolo che il decreto possa
«alimentare un clima di criminalizzazione dei migranti», causando una incontrollabile
caccia al clandestino e un clima di intolleranza verso gli stranieri. Per cui
il decreto «certamente non trova il consenso della Chiesa». Analoghe riserve
anche per il prolungamento della permanenza nei Cie e per l´obbligo dei medici
a denunziare i clandestini. «Se gli irregolari si fanno prendere dalla paura -
ragiona il vescovo - perderanno la fiducia e, non conoscendo i propri diritti,
potrebbero preferire non curarsi, o favorire la creazione di strutture
illegali. Criminalizzare le migrazioni irregolari significa non riconoscere il
diritto ad emigrare, un diritto - conclude Marchetto - tutelato
dalla dichiarazione sui diritti umani e difeso dalla Chiesa». «Purtroppo con decreti simili stiamo
scivolando verso l´apartheid», denunzia don Vinicio Albanesi, presidente del
Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca). «Siamo solo
capaci a mostrare i muscoli e ad affrontare il fenomeno migratorio in termini
razziali, senza però - accusa ancora Albanesi - disdegnare di sfruttare
clandestini e badanti in quei lavori che gli italiani non vogliono fare più,
come l´edilizia e l´agricoltura e l´assistenza agli anziani». Anche per il
Servizio dei Gesuiti per i rifugiati, «nel paese c´è un clima di intolleranza e
xenofobia» provocato anche dalle «dichiarazioni ad effetto di alcuni politici».
( da "Tirreno, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
8 - Montecatini Nel segno della trasparenza Tanti giovani al convegno
organizzato dalla massoneria PISTOIA. Tanti giovani, non solo signori attempati al convegno sulla dichiarazione universale dei
diritti dell'uomo organizzato dalle logge massoniche di Pistoia e Montecatini
nella Sala maggiore di palazzo comunale. Affrontare un tema assolutamente
rilevante come quello del rispetto dei diritti umani con un atteggiamento nuovo e non, come consuetudine in questi
tempi, con espressioni vuote e del tutto retoriche. Scegliere Pistoia, e
proporsi alla luce del sole, con trasparenza e onestà, per cancellare equivoci
e allusioni, nella Sala che da sempre rappresenta il luogo di discussione e di
confronto delle idee. Proprio a Pistoia, in una realtà molto sensibile, per
ragioni ovvie, al giudizio critico su questi dispositivi, in apparenza elitari,
occulti, criptici, avvolti da un'aura di mistero che ha generato un dibattito
anche acceso sui complessi ingranaggi legati alla massoneria e ai suoi rituali.
E riconoscere il valore etico di una operazione volta a sgombrare il campo da
incomprensioni e dietrologie di sorta che spesso incrociano pericolosamente i
percorsi amministrativi e politici. Sono questi i principi ispiratori del breve
intervento che il sindaco Renzo Berti ha svolto introducendo i lavori. «E' il
momento giusto - ha detto Berti -, per parlare di diritti umani,
di Costituzione, di lavoro, di casa, di salute, temi le cui soluzioni sono
purtroppo disattese rispetto a quanto sarebbe necessario».
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Esteri
Pagina 109 Russia. Procura militare Omicidio Politkovskaia: fra mille polemiche
subito le nuove indagini Russia.. Procura militare --> MOSCA Riparte da zero
tra polemiche e pessimismo l'inchiesta sull'uccisione della giornalista di
opposizione Anna Politkovskaia, la più feroce critica della Russia putiniana,
dopo il verdetto di non colpevolezza pronunciato giovedì a Mosca all'unanimità
dalla giuria nei confronti di tutti e quattro gli imputati. INCHIESTA BIS Ieri
il tribunale militare, emessa la sentenza assolutoria, ha ritrasmesso il
fascicolo alla procura perché avvii nuove indagini e riconosciuto il diritto
degli accusati a chiedere un risarcimento per l'ingiusto processo. Ma ora, sul
banco degli imputati, sono finiti gli inquirenti e tutto il sistema giudiziario
del Paese, come emerge anche dalla stampa russa singolarmente concorde nel
criticare «il fallimento totale» dell'inchiesta. Un
naufragio giudiziario che ai difensori dei diritti umani non lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova
indagine. CRITICHE La sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e
prese di posizione di alcune capitali (Washington, Parigi), è diventata
l'ennesima cartina di tornasole di uno Stato di diritto tanto proclamato quanto
quotidianamente sconfessato. Il primo problema è che il potere
giudiziario russo non gode di alcuna reale indipendenza e autonomia dal potere
esecutivo e legislativo. Il secondo problema è culturale, una sorta di eredità
sovietica: per troppo tempo i magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino
(il famoso 'diritto telefonicò), tanto che in un recente sondaggio la
maggioranza dei cittadini intervistati, dal 39 per cento al 44 per cento a
secondo del grado di istruzione, non considera i tribunali come un potere
indipendente. E certo non aiutano certe uscite, come quella cinica di Putin
sulla marginalità della Politkovskaia, poco dopo il delitto. CORRUZIONE C'è poi
il problema della corruzione e dei conflitti di potere, come quello tra la
procura e il comitato d'indagine istituito nell'estate del 2007, che ha poi
raccolto le prove del processo Politkovskaia. A dirigerlo è Aleksander
Bastrikin, un uomo di fiducia di Vladimir Putin. Lo scorso luglio un deputato
giornalista denunciò in modo documentato che faceva affari all'estero con
un'impresa immobiliare nella Repubblica Ceca contravvenendo alle leggi. È
bastata una smentita e Bastrikin è rimasto lì.In compenso uno dei suoi
collaboratori, Dmitri Dovghi, che aveva denunciato come inchieste importanti
siano state aperte su pressione delle autorità, è finito indagato per una
tangente da 750 mila euro.
( da "Nuova Venezia, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
6 - Attualità Sinistra in piazza: no alla tortura di Stato
Manifestazione e collegamento telefonico col papà di Eluana ROMA. «Sì alla
vita, no alla tortura di Stato»: questo lo slogan che oggi alle 15 accompagnerà
la manifestazione promossa da Micromega in piazza Farnese a Roma a cui
parteciperà anche Beppino Englaro attraverso un collegamento telefonico.
Il papà di Eluana sarà poi in serata ospite di Fabio Fazio a "Che tempo
che fa" in onda su Raitre. Intanto ieri sono aumentate le adesioni alla
manifestazione. «L'Italia dei valori - ha dichiarato Antonio Di Pietro - sarà
in piazza senza bandiere perché è una battaglia che non ha colore. Riteniamo
che su questo tema non debba esistere una distinzione tra cattolici e laici, il
diritto ad una vita dignitosa appartiene a tutti, così come il diritto ad avere
una morte dignitosa». A manifestare ci saranno anche Sinistra democratica e
Rifondazione comunista. «Ringrazio Englaro per il suo coraggio e per le sue
parole - ha detto il segretario del Prc, Paolo Ferrero - bisogna manifestare
contro una proposta di legge che corrisponde a una vera barbarie». Anche
l'Associazione Luca Coscioni e i Radicali italiani parteciperanno alla protesta
anche per ricordare Luca Coscioni, morto il 20 febbraio del 2006 di sclerosi
laterale amiotrofica. Sul fronte opposto intanto la maggioranza polemizza sulla
partecipazione di Englaro alla manifestazione e sul suo attacco («è una
barbarie») al testamento biologico approvato dalla commissione Sanità del Senato.
«La sua è stata fin dall'inizio una scelta politica» per il sottosegretario
alla Salute Eugenia Roccella che ricorda: «Aveva detto che dopo la morte della
figlia si sarebbe ritirato in composto silenzio». Anche per il capogruppo del
Pdl al Senato Maurizio Gasparri, le parole di Englaro contro il disegno di
legge dimostrano «che non eravamo soltanto di fronte ad un dramma umano e
familiare, ma ad una precisa iniziativa politica» e lo accusa di aver offeso il
Parlamento. In difesa del papà di Eluana scende invece in campo la capogruppo
del Pd al Senato, Anna Finocchiaro che definisce inaccettabili «accuse e
offese» contro di lui «dopo le strumentalizzazioni fatte nelle scorse
settimane». (m.v.)
( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'annuncio
dopo l'assoluzione dei 4 imputati di omicidio Caso Politkovskaia, l'inchiesta
riparte Il tribunale manda il fascicolo al pm MOSCA MOSCA. Riparte da zero tra
polemiche e pessimismo l'inchiesta sull'uccisione della giornalista di
opposizione Anna Politkovskaia, la più feroce critica della Russia putiniana,
dopo il verdetto di non colpevolezza pronunciato giovedì a Mosca dalla giuria
nei confronti di tutti e quattro gli imputati. Ieri il tribunale militare,
emessa la sentenza assolutoria, ha ritrasmesso il fascicolo alla procura perchè
avvii nuove indagini e riconosciuto il diritto degli accusati a chiedere un
risarcimento per l'ingiusto processo. Ma ora, sul banco degli imputati, sono
finiti gli inquirenti e tutto il sistema giudiziario del Paese, come emerge
anche dalla stampa russa singolarmente concorde nel criticare «il fallimento totale»
dell'inchiesta. Un naufragio giudiziario che ai difensori
dei diritti umani non
lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine. La sentenza,
che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di posizione di alcune
capitali (Washington, Parigi), è diventata l'ennesima cartina di tornasole di
uno Stato di diritto tanto proclamato quanto quotidianamente sconfessato.
Il primo problema è che il potere giudiziario russo non gode di alcuna reale
indipendenza e autonomia dal potere esecutivo e legislativo. Il secondo
problema è culturale, una sorta di eredità sovietica: per troppo tempo i
magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino (il famoso "diritto
telefonico"), tanto che in un recente sondaggio la maggioranza dei
cittadini intervistati, dal 39% al 44% a secondo del grado di istruzione, non
considera i tribunali come un potere indipendente. E certo non aiutano certe
uscite, come quella cinica di Putin sulla marginalità della Politkovskaia, poco
dopo il delitto. C'è poi il problema della corruzione e dei conflitti di
potere, come quello tra la procura e il comitato d'indagine istituito
nell'estate del 2007, che ha poi raccolto le prove del processo Politkovskaia.
A dirigerlo è Aleksander Bastrikin, un uomo di fiducia di Vladimir Putin. In
luglio un deputato giornalista denunciò in modo documentato che faceva affari
all'estero con un'impresa immobiliare nella Repubblica Ceca contravvenendo alle
leggi. È bastata una smentita e Bastrikin è rimasto lì. In compenso uno dei
suoi collaboratori, Dmitri Dovghi, che aveva denunciato come inchieste
importanti siano state aperte su pressione delle autorità, è finito indagato
per una tangente da 750 mila euro. Ha creato un caso anche la vicepresidente
della suprema corte di arbitrato, Ielena Valiavina, rivelando che Valery Boiev,
ex dirigente del Cremlino con Putin, l'aveva minacciata nel 2005 di rovinarle
la carriera, se non avesse ribaltato una sentenza contro il servizio dei beni
federali. Proprio oggi invece la presidente della stessa corte, Valentina
Maikova, è stata destituita dai suoi colleghi per una vicenda da
"affittopoli". Passando al caso Politkovskaia, non ci si deve quindi
stupire se uno degli imputati ha sostenuto di aver ricevuto dagli investigatori
la promessa di una pena ridotta se avesse coinvolto l'oligarca in esilio Boris
Berezovski, nemico numero uno di Putin. Intanto altri difensori dei diritti umani e altri giornalisti continuano ad essere uccisi, come
l'avvocato Stanislav Markelov e la reporter Anastasia Baburova. Ma la giustizia
russa sa anche colpire due volte lo stesso imputato, se vuole: per ironia della
sorte, nel giorno dell'assoluzione nel processo Politkovskaia, è stato
annunciato il processo bis a Mikhail Kodorkhovski, un altro nemico giurato di
Putin.
( da "Tirreno, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
EBREI:
CON LARAS Benè Berith, domani l'inaugurazione LIVORNO. Domani alle 10,45 nella
sala degli affreschi del Grand Hotel Palazzo il Benè Berith, una delle più
importanti ed antiche associazioni ebraiche del mondo, inaugura la propria
sezione livornese intitolata al rabbino Isidoro Kahn scomparso nel 2004. Lo fa
con una conferenza del rabbino Giuseppe Laras, presidente dell'assemblea
rabbinica italiana, che per più di dieci anni è stato la guida spirituale della
comunità labronica. Il Benè Berith - che si batte contro il
razzismo e per la difesa dei diritti umani - ha sezioni a Roma e Milano, la nascente sede livornese è
presieduta dall'imprenditore Piero Cassuto, ex presidente della comunità
ebraica (vicepresidente Roberto Menasci, tesoriere Paolo Toaff, segretario Gadi
Polacco, responsabile femminile Ariela Cassuto).
( da "Repubblica, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
15 - Esteri Nuova inchiesta sul delitto Politkovskaja Mosca, dopo l´assoluzione
degli imputati il giudice riapre le indagini Per il 71,2% dei russi il verdetto
danneggia l´immagine del Paese LEONARDO COEN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA -
Alt. Tutto da rifare. Il giudice Evgenij Zubov della corte militare di Mosca
che l´altro ieri, dopo il verdetto della giuria popolare, ha emesso la sentenza
di assoluzione nei confronti dei quattro imputati, presunti complici del killer
di Anna Politkovaskaja, ha restituito al Comitato d´Indagine della Procura
generale russa il fascicolo dell´inchiesta, con lo scopo di «individuare le
persone coinvolte nel delitto». Come dire: avete fallito, ricominciate ad
indagare, perché sinora il vostro lavoro è stato un vergognoso fallimento. Non
solo. Poco dopo, la stessa Procura Generale dalla quale dipende (sia pure in
autonomia) il Comitato d´Indagine ha annunciato di voler ricorrere in
Cassazione, impugnando la sentenza perché � questo il pretesto giuridico �
gli avvocati degli imputati avrebbero violato il codice di procedura penale. E
questo, in un clima incandescente, perché stavolta l´ennesima scandalosa
sentenza ha scatenato l´indignazione pressoché unanime di tutta la stampa,
fatto inusitato nella Russia di questi ultimi anni: titoli ferocissimi, accuse
contro gli «organi investigativi ai quali è stato inferto un altro colpo
gravissimo», e via così, sino al sondaggio di Radio Eko di Mosca in cui il 71,2
per cento degli intervistati online (il dato preso alle 21) ammette che la
sentenza abbia danneggiato l´immagine della Russia mentre un altro 9,2 per
cento dice di essere «sconcertato». Una rivolta la cui ampiezza deve aver
preoccupato non poco il Cremlino. Tanto che nella capitale russa circola questa
battuta: «Giovedì è stata la giornata di Putin, venerdì quella di Medvedev».
Perché ieri, il capo del Cremlino ha fustigato il governo, dichiarando
«inaccettabile» il fatto che abbia agito «troppo lentamente per affrontare la
crisi economica». E perché c´è stata la plateale sconfessione dell´inchiesta
farsa sul caso Politkovskaja. Al contrario, l´ex presidente Putin ha sempre
avuto un atteggiamento di assoluta freddezza ed indifferenza verso la
giornalista ammazzata, mentre il suo successore ha più volte detto che crede
nello Stato di diritto, nella supremazia della giustizia. E poi, a cominciare
da Washington, tutto il mondo ha pesantemente criticato Mosca e il sistema
giudiziario russo. L´ambasciata Usa a Mosca ha infatti subito auspicato che le
autorità russe si diano da fare seriamente per risolvere il caso Politkovskaja;
Parigi ha espresso grande preoccupazione per lo stato della libertà e dei diritti umani
in Russia («Il popolo russo ha diritto alla verità»), e così pure il Consiglio
d´Europa, sino allo stesso Vaticano («Un macigno sulla credibilità della
giustizia russa», ha scritto l´Osservatore Romano). Non parliamo poi delle
associazioni come Amnesty International o i vari "osservatori" della
stampa i quali hanno ricordato come negli ultimi quindici anni sono stati
ammazzati in Russia 200 giornalisti senza che si potesse o volesse scoprirne i
killer e i loro mandanti. Per questo, ieri, Mosca ha cercato di salvare la
faccia con la ritrasmissione del fascicolo Politkovskaja al Comitato d´Indagine
(guidato, peraltro, da un putiniano di ferro�). Per questo, la Procura
Generale ha detto che ricorrerà alla Cassazione. Ma nessuno si illude su come
andrà a finire. Il procuratore generale Jurij Chaika venne nominato da Putin.
Fu proprio Chaika che nell´agosto del 2007 dichiarò: «L´assassinio della
giornalista è stato organizzato all´estero dai nemici della Russia per
screditare Vladimir Putin», alludendo all´oligarca dissidente Boris
Berezovskij.
( da "Repubblica, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
15 - Esteri Cina, Amnesty contro Hillary "Delude sui
diritti umani" E Bill
in tv incalza Obama SEUL - Il braccio di ferro sui diritti umani non deve fermare i progressi che
Cina e Stati Uniti possono fare insieme per uscire dalla crisi economica. Prima
del suo arrivo a Pechino, Hillary Clinton ha "scavalcato" la
questione che rende più profondo il divario tra i due Paesi e ha posto come
priorità la lotta al cambiamento climatico, la sconfitta della crisi e
la sfida sul fronte della sicurezza. Washington e Pechino, ha detto il
segretario di Stato Usa, hanno a portata di mano un´occasione unica per
affrontare i dossier internazionali scottanti mettendo da parte la questione
dei diritti umani e quella tibetana su tutte. «Si sono
susseguite le amministrazioni americane e i governi cinesi», ha detto la
Clinton a Seul prima di partire per la Cina, «tutti hanno fatto passi avanti e
indietro sul fronte dei diritti umani e bisogna
continuare a premere, ma queste pressioni non possono interferire sulla crisi
mondiale, il cambiamento climatico e la sicurezza». Affermazione che ha
provocato subito la reazione di Amnesty International che si è detta «scioccata
e delusa» dalle dichiarazioni del segretario di Stato Usa. A Pechino la Clinton
incontrerà oggi il presidente Hu Jintao, il premier Wen Jiabao e il ministro
degli Esteri, Yang Jiechi. Dalla famiglia Clinton è venuta una velata critica,
assieme a molti elogi, al presidente Barack Obama. Secondo Bill Clinton
dovrebbe essere più «ottimista» sull´economia e dare «più speranze» agli
americani. In una breve intervista alla rete "Abc" l´ex presidente ha
comunque dato il massimo dei voti al nuovo capo della Casa Bianca per essere
riuscito a far approvare il piano di stimolo per l´economia.
( da "Repubblica, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
16 - Cronaca IN PIAZZA CONTRO LA TORTURA DI STATO La legge
proposta dal governo sul fine vita espropria la libertà personale dei cittadini
(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) La dilapidazione di parole grosse e grossolane da
cui siamo appena usciti, nel corso della vicissitudine della famiglia Englaro,
e che ha lasciato la sua risacca di rancori e dannazioni, non ha a che
fare con quel titolo. La legge che la maggioranza vuole votare introduce
davvero una tortura di Stato nel modo in cui ciascun cittadino, ciascun essere
umano in questo paese potrà trovarsi a concludere la propria vita. Si tratta di
un tema così cruciale, e di una tale enormità giuridica e morale, che lo sforzo
di spiegarla e di denunciarla merita il più schietto impegno. Siamo in tanti,
credo, a dissentire radicalmente dalla fiducia che Micromega ripone nel partito
di Di Pietro, vedendo un´intransigenza onesta dove noi vediamo uno spregiudicato
caudillismo. E a dissentire dunque dal proposito di associare la presunta
opposizione della società civile a un accordo elettorale con quel partito.
Questo dissenso non è affatto una ragione per non augurarsi il massimo di forza
e chiarezza alla mobilitazione contro la legge che contraffà l´intenzione del
testamento biologico e sostituisce a una condizione di vaghezza una di esatta e
vendicativa espropriazione della libertà personale da parte dello Stato. Nello
stesso giorno, si svolge l´assemblea del Pd. Può venirne un finale disastro. I
fautori della soluzione "ragionevole" � che ha il nome più
probabile di Dario Franceschini - hanno dalla loro la necessità di salvare il
salvabile, l´imminenza delle scadenze elettorali e della formazione delle liste
(cioè della notte dei lunghi coltelli, ma da cucina) e il cosiddetto senso di
responsabilità. I fautori di una svolta radicale e pronta, dunque delle
primarie subito, con o senza congresso, hanno dalla loro il ripudio del senso
di responsabilità, che può diventare l´alibi alla conservazione quando non c´è
più quasi niente da conservare, e un´insofferenza popolare che ha superato la
soglia della delega e dell´autocontrollo. Quella che con un termine
anacronistico si chiama "base" del Pd, e con un vezzeggiativo si
chiama "popolo delle primarie", insomma le persone che hanno ancora
un amore per la propria parte, o almeno un´angoscia per la parte che tiene
euforicamente il potere, è disperata o esasperata, o le due cose insieme. Può
indursi ad andarsene, o restare per dare fuoco ai locali, e allora l´assemblea
farà assomigliare il Pd a un centro insulare di mancata identificazione e di
reciproca espulsione. A occhio, direi che i notabili del Pd sottovalutino
ancora questo furore. Suggerirei loro di riflettere ad alcuni argomenti
retorici troppo abituali, che si sono rovesciati in realtà nel significato
contrario. «In un grande partito si sta insieme nonostante le divergenze su
alcuni temi». Al contrario: nel Pd si sta insieme oggi solo per le divergenze
su alcuni temi. I cattolici integralisti e clericali stanno nel Pd solo perché
questo consente loro di sabotare o fiaccare una linea chiara e coerentemente
perseguita sugli unici temi che stanno loro a cuore, come ha ennesimamente �
e oltre la decenza - dimostrato l´avvicendamento alla presidenza della
commissione sanità, e l´astensione della senatrice Bianchi e due altri sul
disegno Calabrò che prevede quella tortura di Stato, contro la quale, mentre si
tiene l´assemblea del Pd, stiamo marciando per Roma. La scissione tanto
paventata, e che il leale e laico cattolico Franceschini dovrebbe arginare, non
avviene ancora non perché ci siano tanti altri contenuti a unire, ma perché c´è
questo a dividere e paralizzare. Sugli altri contenuti, ammesso che uniscano davvero,
si può allearsi una volta che ciascuno prenda la propria strada: questo della
discordia serve, all´opposto, a non far prendere una strada. Non invidio chi
oggi dovrà scegliere che cosa fare all´assemblea. Ho l´impressione che la
contrapposizione fra i ragionevoli e responsabili continuatori con riserva, e i
giustamente esasperati e risoluti rivendicatori di un "nome nuovo"
� di persona e di cose, "vorrei trovare parole nuove", anche perché
diluvia sul nostro amor - non servirà, chiunque ufficialmente vinca, a scansare
il disastro. Non so se le fantasia politica indarno attribuita agli italiani
� l´"esprit florentin", l´abbiamo appena visto... - possa suggerire
ai duemila dell´assemblea (il doppio, dopotutto, dei ragazzi che fecero l´unità
d´Italia) una soluzione che tenga aperto il doppio registro: investa
un´ordinaria amministrazione, sia pure nell´avviata procedura di fallimento,
capace di affrontare col minor danno scadenze elettorali e organizzative, e
insieme apra, anzi spalanchi, a un consesso di giovani e molto giovani che si
impegni a un processo congressuale dal quale, quando si arrivi al calendario
del congresso vero, siano state definite delle buone idee, e siano state
stanate e promosse e dunque candidate qualità personali oggi invisibili. Tanti
auguri.
( da "Secolo XIX, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lampedusa,
condanna dell'Europa all'Italia dopo la rivolta degli
immigrati Il commissario ai diritti umani Hammarberg: «L'isola era un modello, ma ora il governo ha
cambiato direzione» 21/02/2009 LAMPEDUSA (AGRIGENTO). La ribellione dei
migranti nel Centro d'identificazione ed espulsione di Lampedusa dei giorni
scorsi scatena adesso una polemica diplomatica del commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa,
Thomas Hammarberg, il quale da Bruxelles attacca il governo italiano sulla
gestione degli immigrati che arrivano a Lampedusa. Parla di «cambio di rotta in
materia di immigrazione». E dal Viminale risponde il prefetto Mario Morcone,
capo dipartimento per le libertà civili e immigrazione del ministero
dell'Interno. «Mai a Lampedusa - dice Morcone - sono state interrotte le
procedure di asilo; sempre, coloro che hanno richiesto la protezione
internazionale sono stati immediatamente trasferiti dal Centro di
identificazione ed espulsione dell'isola e a loro viene garantito uno degli
standard più trasparenti ed elevati tra i Paesi dell'Unione Europea. Lo stesso
vale per i minori e per le persone vulnerabili». Il commissario Hammarberg
aveva detto che «l'Italia dovrebbe tornare indietro, a quando Lampedusa era un
modello di accoglienza per gli immigrati, prima che Maroni annunciasse il
cambio di rotta in materia di immigrazione». «Prima degli ultimi eventi - dice
- Lampedusa era un modello di accoglienza: le procedure di asilo erano giuste e
più del 50 per cento dei richiedenti asilo lo ottenevano e quindi si spostavano
dall'isola». Secondo Hammerberg le tensioni a Lampedusa sono nate quando «la
popolazione locale, assieme agli immigrati, ha chiesto a Roma di trovare una
soluzione», perché secondo il Commissario «Maroni ha annunciato che la politica
sarebbe cambiata, che sarebbero state interrotte le procedure di asilo e
rimandate indietro le persone». Morcone replica sostenendo: «Comprendo, e mi
astengo da ogni interferenza sulle ragioni e la legittimità di un dibattito
politico anche forte sulle misure assunte dal governo e dal ministro
dell'Interno in materia di immigrazione, ma - aggiunge il prefetto - trovo
sgradevole che, chi ricopre posizioni istituzionali, peraltro di altissimo rilievo,
possa dire nei confronti del mio Paese cose non vere e del tutto infondate». Il
sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, in visita a Palermo, non ha
certamente contribuito a rasserenare gli animi: «A scatenare la rivolta degli
immigrati a Lampedusa è stata la consapevolezza che chi è clandestino sarà
restituito al Paese d'origine. Chi ha visitato la struttura ha gettato benzina
sul fuoco», ha sentenziato l'esponente governativo. Nel centro, intanto, sono
rimasti 550 migranti e una decina di loro ha deciso di aderire al rimpatrio
volontario, per il quale viene versata a ogni migrante che torna a casa, la
somma di 1.500 euro. Dopo la ribellione dei giorni scorsi e l'incendio che ha
distrutto un padiglione della struttura, la calma sembra comunque essere
tornata fra gli «ospiti» del Cie, ai quali nella giornata di ieri non è stata
comunicata l'estensione, decretata dal Governo nell'ambito del dl Sicurezza, da
due a sei mesi del tempo di permanenza nei Centri di identificazione e
espulsione. I volontari che si occupano della loro assistenza legale lo faranno
oggi. Intanto, nella serata di ieri, è stata scoperta una scritta blasfema anti
islamica («Allah m...») su uno dei muri perimetrali del Cie. La frase, che
poteva far salire nuovamente la tensione nel Centro, è stata subito coperta dai
volontari, ma prima è stata fotografata dalla polizia scientifica. 21/02/2009
( da "Rai News 24" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma
| 21 febbraio 2009 Hillary Clinton: obbligatoria la collaborazione tra Cina e
Usa Hillary Clinton La collaborazione tra Usa e Cina nel combattere la crisi
economica e i cambiamenti del clima e' "obbligatoria": lo ha detto il
segretario di Stato americano Hillary Clinton incontrando oggi a Pechino il
ministro degli esteri cinese Yang Jiechi. I due Paesi, ha aggiunto, hanno posto
le loro relazioni "su solide basi" ma "c'e' ancora molto lavoro
da fare". Hillary Clinton e' arrivata ieri sera a Pechino e oggi, dopo
Yang, incontrera' il premier Wen Jiabao ed il presidente Hu Jintao. Prima di
partire per Pechino da Seul, ultima tappa del viaggio che l'ha portata anche in
Giappone ed in Indonesia, Clinton ha sottolineato che economia, clima e
problemi della sicurezza come quello legato al programma nucleare della Corea
del Nord saranno i temi principali della sua visita. "Questo non significa
- ha proseguito - che i problemi di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani
non verranno discussi...dobbiamo continuare a pressarli ma la nostra pressione
non puo' interferire con la crisi economica globale, i cambiamenti del clima,
le crisi legate alla sicurezza". Queste parole del segretario di Stato
vengono riportate oggi con grande rilievo dai mezzi d'informazione cinesi ma
sono state aspramente criticate dai gruppi umanitari internazionali. Secondo T.Kumar di Amnesty
International con le sue dichiarazioni il segretario di Stato "ha
danneggiato le future iniziative degli USA per proteggere i diritti umani in Cina". Tenzin Dorjee, di Students for e Free
Tibet, ha sostenuto che i leader stranieri "devono rafforzare la pressione
sulla Cina...la differenza puo' non vedersi in un giorno o in un mese ma sara'
visibile dopo qualche anno".
( da "Stampa, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
DDL
SUL FINE VITA Oggi a Roma anche Englaro in piazza La manifestazione «Sì al
testamento biologico, no alla tortura di Stato» comincia o
alle
( da "Stampa, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Don
Andrea Gallo "La gerarchia sta sostenendo delle crociate fanatiche"
Don Andrea Gallo, fondatore della comunità San Benedetto di Genova, lei è uno dei 21 sacerdoti che oggi sfilano a Roma con Peppino
Englaro contro la «tortura di Stato». Non teme di dividere la Chiesa? «Sono
prete da 50 anni, la Chiesa è la mia casa: a dividere non siamo noi ma i
"diktat" delle gerarchie ecclesiastiche che sostengono crociate
fanatiche. Per Eluana è finito l'inferno, Peppino ha agito bene verso la figlia
e la legalità. Invece di ascolto e comprensione, ha ricevuto
aggressività e chiusura da una Chiesa che pretende a tutti i costi un atto di
fede dai non credenti». Si riferisce al disegno di legge Calabrò? «Sì. E'
un'aberrazione trasformare in legge una convinzione religiosa. La Repubblica
non è una teocrazia e deve restare laica. Mi appello al mio vescovo Bagnasco
per riportare la Chiesa al servizio dell'uomo e della società invece di imporre
convinzioni dogmatiche alla politica. I toni da Inquisizione azzerano il
messaggio cristiano». Ma la Cei è in prima linea... «La democrazia non può
fondarsi sulla fede ma su libertà, giustizia e diritti individuali. La legge
del Pdl e dei vescovi è una violenza, un'offesa alla memoria di Eluana. Nella
Chiesa il primato della coscienza personale è la base della dottrina e chi lo
nega è un eretico».\
( da "Eco di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
Vaticano: così muore lo Stato di diritto --> Monsignor Marchetto: quella
delle ronde non è la strada giusta, la sicurezza spetta alle autorità
costituite Critiche anche al prolungamento dei tempi di permanenza nei centri
per gli immigrati previsto nel decreto Sabato 21 Febbraio 2009 GENERALI, pagina
2 e-mail print CITTÀ DEL VATICANOIl Vaticano boccia l'ultimo decreto del
governo sulla sicurezza, e in particolare l'idea delle ronde di volontari
riproposte in funzione antistrupro, e anche il prolungamento dei tempi di
permanenza degli irregolari nei centri di identificazione (Cie). Appena due
giorni fa il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva sottolineato
l'«identità di vedute» con il Vaticano, riferendosi soprattutto alla politica
internazionale ma anche, implicitamente, alla bioetica. Su sicurezza e
immigrazione, però, la distanza sembra aumentare. «Non è questa la strada da
percorrere» L'istituzione delle ronde di volontari a tutela della sicurezza
nelle città «rappresenta una abdicazione dello Stato di diritto», ha commentato
il segretario del pontificio consiglio dei Migranti, monsignor Agostino
Marchetto, aggiungendo che «quella dei volontari civili non è la strada da
percorrere» nella tutela della sicurezza che, per il Vaticano, «spetta sempre
alle autorità costituite». Il pericolo che le ronde scatenino una
incontrollabile caccia al clandestino e alimentino un clima di intolleranza
preoccupa profondamente il Vaticano, secondo il quale - dice Marchetto - «è
bene dare ai cittadini la possibilità di dare un contributo ad aumentare la
sicurezza delle loro città, ma se questo serve ad alimentare un clima di
criminalizzazione dei migranti, certamente questo non trova il consenso della
Chiesa». E il fatto che il decreto legge introduca un «ruolo prevalente» per ex
appartenenti alle forze dell'ordine ed escluda l'uso di armi, non cambia la
posizione dell'esponente della Santa Sede. «Cercano così di far passare una norma
che aveva già sollevato critiche, anche da parte del capo dello Stato». Plauso
alle parole di Fini Ronde a parte, il Vaticano ribadisce le critiche nei
confronti dell'invito rivolto da governo a medici e ospedali affinché denuncino
i clandestini, e guarda con allarme al prolungamento dei tempi di permanenza
nei Cie. «Se gli irregolari si fanno prendere dalla paura - avverte -
perderanno la fiducia e, non conoscendo i propri diritti, potrebbero preferire
non curarsi, o favorire la creazione di strutture illegali». E, più in
generale, «criminalizzare le migrazioni irregolari e trattarle come reati
comuni significa non riconoscere il diritto ad emigrare» - sottolinea Marchetto
- ricordando come questo sia invece tutelato dalla
dichiarazione sui diritti umani e difeso dalla dottrina della Chiesa. Convinzioni che invitano
ad una maggiore «moderazione» spiega il presidente del Pontificio consiglio per
i migranti, che plaude comunque alle parole pronunciate ieri dal presidente
della Camera Gianfranco Fini contro l'equazione «immigrati-criminali».
Che non bastano, però, a bilanciare l'effetto di provvedimenti che rischiano,
secondo la Chiesa, di esacerbare paure e intolleranze. «Il clima che si respira
nel nostro Paese - denuncia il servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia -
è sempre più teso. Crescono gli episodi di intolleranza e xenofobia, ma
soprattutto le frasi fatte, gli insulti sugli autobus, l'insofferenza verso il
diverso», confortate - rimproverano - dalle «dichiarazioni ad effetto di alcuni
politici». 21/02/2009 nascosto-->
( da "Eco di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
consiglio
d'europa all'attacco su lampedusa --> Sabato 21 Febbraio 2009 GENERALI,
pagina 2 e-mail print La ribellione dei migranti nel Cie di Lampedusa dei
giorni scorsi scatena adesso una polemica diplomatica del
commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, il quale da Bruxelles
attacca il governo italiano sulla gestione degli immigrati che arrivano a
Lampedusa. Parla di «cambio di rotta in materia di immigrazione». E dal
Viminale risponde il prefetto Mario Morcone, capo dipartimento per le libertà
civili e immigrazione del ministero dell'Interno. «Mai a Lampedusa -
dice Morcone - sono state interrotte le procedure di asilo; sempre, coloro che
hanno richiesto la protezione internazionale sono stati immediatamente
trasferiti dal Centro di identificazione ed espulsione dell'isola e a loro
viene garantito uno degli standard più trasparenti ed elevati tra i Paesi
dell'Unione Europea». 21/02/2009 nascosto-->
( da "Eco di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Delitto
Politkovskaia, l'inchiesta riparte da zero tra le polemiche --> Ai quattro
imputati assolti riconosciuto il diritto di chiedere un risarcimento Il
fascicolo riassegnato alla procura per nuove indagini. Sconcerto nel Paese
Sabato 21 Febbraio 2009 SOCIETA, pagina 13 e-mail print MOSCARiparte da zero
tra polemiche e pessimismo l'inchiesta sull'uccisione della giornalista di
opposizione Anna Politkovskaia, la più feroce critica della Russia putiniana,
dopo il verdetto di non colpevolezza pronunciato giovedì a Mosca all'unanimità
dalla giuria nei confronti di tutti e quattro gli imputati. Ieri il tribunale
militare, emessa la sentenza assolutoria, ha ritrasmesso il fascicolo alla
procura perché avvii nuove indagini e riconosciuto il diritto degli accusati a
chiedere un risarcimento per l'ingiusto processo. Ma ora, sul banco degli
imputati, sono finiti gli inquirenti e tutto il sistema giudiziario del Paese,
come emerge anche dalla stampa russa singolarmente concorde nel criticare «il
fallimento totale» dell'inchiesta. Un naufragio giudiziario
che ai difensori dei diritti umani non lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova
indagine. la sentenza e le proteste La sentenza, che ha sollevato sconcerto in
tutto il mondo e prese di posizione di alcune capitali (Washington, Parigi), è
diventata l'ennesima cartina di tornasole di uno Stato di diritto tanto
proclamato quanto quotidianamente sconfessato. Il primo problema è che
il potere giudiziario russo non gode di alcuna reale indipendenza e autonomia
dal potere esecutivo e legislativo. il vero imputato: la giustizia Il secondo
problema è culturale, una sorta di eredità sovietica: per troppo tempo i
magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino (il famoso «diritto
telefonico»), tanto che in un recente sondaggio la maggioranza dei cittadini
intervistati, dal 39% al 44% a secondo del grado di istruzione, non considera i
tribunali come un potere indipendente. E certo non aiutano certe uscite, come
quella cinica di Putin sulla marginalità della Politkovskaia, poco dopo il
delitto. C'è poi il problema della corruzione e dei conflitti di potere, come
quello tra la procura e il comitato d'indagine istituito nell'estate del 2007,
che ha poi raccolto le prove del processo Politkovskaia. A dirigerlo è
Aleksander Bastrikin, un uomo di fiducia di Vladimir Putin. Lo scorso luglio un
deputato giornalista denunciò in modo documentato che faceva affari all'estero
con un'impresa immobiliare nella Repubblica Ceca contravvenendo alle leggi. È
bastata una smentita e Bastrikin è rimasto lì. In compenso uno dei suoi
collaboratori, Dmitri Dovghi, che aveva denunciato come inchieste importanti
siano state aperte su pressione delle autorità, è finito indagato per una
tangente da 750 mila euro. altri giornalisti uccisi Passando al caso
Politkovskaia, non ci si deve quindi stupire se uno degli imputati ha sostenuto
di aver ricevuto dagli investigatori la promessa di una pena ridotta se avesse
coinvolto l'oligarca in esilio Boris Berezovski, nemico numero uno di Putin.
Intanto altri difensori dei diritti umani ed altri
giornalisti continuano ad essere uccisi, come l'avvocato Stanislav Markelov e
la reporter Anastasia Baburova. Claudio Salvalaggio 21/02/2009 nascosto-->
( da "Eco di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
segretario di Stato Usa --> Sabato 21 Febbraio 2009 SOCIETA, pagina 13
e-mail print La crisi economica internazionale è al centro della visita del
segretario di Stato americano, Hillary Clinton, arrivata ieri in Cina (foto
LaPresse), ultima tappa del viaggio che l'ha portata in Giappone, Indonesia e
in Corea del Sud. Un problema comune, quello della crisi, su cui è necessaria
una cooperazione fra i due Paesi e sul quale anche i problemi in sospeso del
rispetto dei diritti umani, di Taiwan e del Tibet -
per cui Washington continuerà a fare pressione su Pechino - «non devono
interferire», si è premurata di dire prima di imbarcarsi per la capitale
cinese. 21/02/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE
( da "Eco di Bergamo, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Hillary
«choc» in Cina, i diritti umani meno importanti della
recessione --> Sabato 21 Febbraio 2009 SOCIETA, pagina 13 e-mail print
nascosto-->
( da "Unita, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
I
crimini di Hamas L'altra faccia della guerra a Gaza Amnesty: «Un maestro ucciso
perché fan di Abu Mazen Dopo un processo farsa giustiziato il
"Sacharov"palestinese» U.D.G È l'altra faccia della guerra di Gaza.
Quella meno indagata, raccontata, denunciata. Ma non per questo meno
drammatica. È la storia di esecuzioni sommarie, di gambizzazioni, di persone
prelevate con la forza dalle proprie abitazioni e torturate. Dalla fine dello
scorso dicembre, durante e dopo le tre settimane dell'offensiva militare
israeliana nella Striscia di Gaza ( che ha causato la morte di oltre 1300
palestinesi, in gran parte civili), le forze e le milizie di Hamas hanno
portato avanti una campagna di rapimenti, uccisioni deliberate e illegali,
torture e minacce di morte contro persone accusate di aver «collaborato» con
Israele, così come contro critici e oppositori. A denunciarlo è Amnesty
International, in un nuovo documento diffuso nei giorni scorsi e redatto sulla
base delle proprie ricerche effettuate nella Striscia di Gaza. L'organizzazione
per i diritti umani ha verificato che almeno due dozzine
di persone sono state uccise da uomini armati di Hamas e decine di altre sono
state gambizzate o ferite in modo da causare disabilità permanente, sottoposte
a brutali pestaggi che hanno provocato fratture, a maltrattamenti e a torture.
Molte delle persone prese di mira da Hamas sono state rapite in casa e poi
abbandonate, gravemente ferite o uccise, in zone isolate. Altre sono state
ritrovate nelle camere mortuarie degli ospedali di Gaza, altre ancora sono
state finite negli stessi ospedali dove erano state ricoverate. I delegati di
Amnesty International hanno ottenuto informazioni dettagliate da molte vittime,
dal personale medico e da testimoni oculari. Molte altre persone hanno
preferito non parlare in pubblico per evitare punizioni da parte di Hamas.
Storie di esecuzioni brutali. Come quella di Usama Atalla, 40 anni, maestro
elementare. Le sue colpe erano di aver criticato pubblicamente Hamas e di
essere un simpatizzante di Al-Fatah, il movimento guidato dal presidente
dell'Autorità palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen). Uomini col volto coperto e
armati di kalashnikov l'hanno prelevato dalla sua abitazione. E ucciso a sangue
freddo. Storie di una violenza brutale, di vendette sanguinose. Come quella
perpetrata contro Haidar Ghanem, 46enne palestinese
attivista dei diritti umani
in rapporti con l'organizzazione israeliana per il diritti umani B'Tselem, giustiziato da Hamas con
l'accusa d'aver collaborato con Israele. Ghanem era considerato il «Sacharov»
palestinese. Ghanem è stato costretto ad autoaccusarsi dinanzi agli
altoparlanti collegati con l'esterno; poi, trasferito in un campo, è
stato crivellato di proiettili. Ghanem aveva raccolto testimonianze da abitanti
di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, per dieci mesi sui crimini delle
fazioni palestinesi. A chiedere di fare luce su questi atti di violenza
perpetrati dalle milizie di Hamas sono anche la Fondazione della Coscienza dei
diritti umani, il Centro al Mizan, la Fondazione al
Haq (Giustizia) e il Progetto Gaza per la salute psichica, quattro Ong
indipendenti palestinesi che in un comunicato congiunto hanno denunciato «il
ripetersi di omicidi e di aggressioni e violenze subite da decine di cittadini»
palestinesi, tra cui alcuni che sarebbero stati «colpiti da arma da fuoco alle
loro gambe e ai loro piedi». Le quattro 4 organizzazioni denunciano inoltre
«l'uccisione di 27 palestinesi, avvenuti durante l'aggressione israeliana».
Altre 131 persone sono state rapite, torturate o gli hanno sparato alle gambe.
Le Ong, rivelano come «in tutti i casi citati, l'identità degli aggressori è
rimasta ignota, nonostante che molti voci si sono alzate assieme al movimento
al Fatah che accusano Hamas di esserne responsabile». Il Dossier
( da "Corriere Alto Adige" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: 1ACULTURA - data: 2009-02-21 num: - pag:
13 categoria: REDAZIONALE Cultura &Tempo libero La guerra tra diritti e
menzogne La denuncia di Enrico Peyretti parte da Gerico e giunge a Hiroshima In
mezzo, l'ambiguità delle religioni di ALESSANDRO DE BERTOLINI Si chiama Il
diritto di non uccidere, esce per i tipi de Il Margine a firma di Enrico
Peyretti, è stato presentato a Trento ieri sera e non c'entra nulla con il caso
di Eluana Englaro e con il diritto a essere «amministratore » unico della
propria vita e della propria morte. Qui, ciò che è in discussione è la guerra.
Le guerre. Il conflitto violento e organizzato come elemento connaturale
all'uomo, che anzi fino all'8000 avanti Cristo sarebbe vissuto senza conoscere
guerra alcuna. All'incontro con il pubblico partecipavano l'autore, monsignore
Luigi Bettazzi (vescovo e presidente emerito di Pax Christi) e Michele Dossi
(docente di filosofia). All'ordine del giorno, e sarebbe meglio dire al banco
degli imputati, c'era la guerra — appunto — con gli interrogativi sul fatto che
sia o meno sempre esistita e, soprattutto, sul fatto che debba o meno
continuare a esserci. «La guerra — spiega Enrico Peyretti — non è inevitabile.
Come istituzione violenta e organizzata, ha una sua precisa tradizione,
un'origine nella storia e potrebbe avere una fine». Ma cosa significa? «Secondo
gli studi dei paleoantropologi — continua — la violenza inevitabile è una
menzogna moderna. Le neuroscienze hanno acquisto che la violenza distruttiva
non può essere congenita, ma queste acquisizioni scientifiche non passano
nell'opinione comune. Il grande pubblico non sa che gli esseri umani avrebbero vissuto 90mila anni senza violenza e senza
guerra, per cominciare a opprimesi e a uccidersi circa 8mila anni fa». Per
capire meglio dobbiamo fare un grosso salto indietro. Fino a Gerico. La città
che, situata nella Cisgiordania vicino alla confluenza del Giordano nel mar
Morto, è legata alle vicende bibliche e la cui prima occupazione risale al
( da "Unita, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Oggi
a Roma, piazza Farnese, ore 15, si tiene la manifestazione «Sì al testamento
biologico, no alla tortura di Stato» promossa dalla rivista
«Micromega» con l'adesione dei Radicali italiani e dell'Associazione Luca
Coscioni. Il disegno di legge sul testamento biologico «sostenuto dalla
maggioranza di Governo - si legge in una nota congiunta - sarà imposto ai
cittadini italiani senza, visti i numeri, grandi discussioni
parlamentari. È per questo urgente che tutti i cittadini si mobilitino, per
rendere pubblico e manifestato il loro "no" a chi vuole imporre leggi
clericali, sul corpo delle persone. Aderiamo anche per questo alla
manifestazione di sabato prossimo, invitando tutti i cittadini a una
mobilitazione "preventiva"». In piazza ci saranno Italia dei Valori
(senza bandiere di partito), il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero e
Claudio Fava di Sinistra democratica. In collegamento telefonico, Beppino Englaro,
padre di Eluana, che ha definito il nuovo disegno di legge «una barbarie».
Stasera Englaro, per la prima volta dopo la morte della famiglia, parlerà in tv
(a "Che tempo che fa" di Fabio Fazio).
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-21 - pag: 9 autore: La Clinton a
Pechino. Il ministro Usa rilancia la cooperazione «Le
differenze sui diritti umani non devono fermare il dialogo» Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal
nostro corrispondente La questione dei diritti umani non può compromettere il dialogo tra Cina e Stati Uniti. Appena
sbarcata a Pechino, quarta e ultima tappa della sua prima missione in Asia,
Hillary Clinton mostra subito una buona dose di pragmatismo. Il Tibet, i
dissidenti, le minoranze etniche e religiose sono problemi seri che figurano
nell'agenda della trasferta pechinese del segretario di Stato americano. «Ma su
questi temi sappiamo già cosa ci risponderanno i cinesi», ha detto la Clinton,
ieri sera al suo arrivo a Pechino dove durante il fine settimana incontrerà il
premier, Wen Jiabao, e il presidente, Hu Jintao. Un pragmatismo imposto dai
fatti. Il mondo intero, Cina compresa, è alle prese con una terribile crisi
economico-finanziaria e di questo oggi i vertici delle due superpotenze hanno
il dovere di discutere. Sicuramente, come sulla questione dei diritti umani, partendo da posizioni divergenti. Il contenzioso
economicocommerciale tra Pechino e Washington è sconfinato. Il principale
argomento di frizione diplomatica tra i due Paesi è lo yuan, che la Casa Bianca
ritiene sottovalutato. Secondo gli Stati Uniti, per anni la Cina è stata una
concorrente sleale, facendo leva su una valutazione artificiosa e irrealistica
dello yuan. I cinesi hanno puntualmente rinviato le accuse al mittente,
sostenendo che il cambio è una questione sovrana di stretta competenza di
Pechino. Nell'ultima parte dell'Amministrazione Bush, grazie alla politica
conciliante del segretario al Tesoro, Henry Paulson, e alla rivalutazione dello
yuan sul dollaro, la diatriba si era un po' sgonfiata. Ma nelle ultime
settimane, sulla scia della campagna protezionistica «Buy American » sostenuta
dall'Amministrazione Obama, è tornata di attualità. Ma i cinesi opporranno un
muro di gomma alle critiche americane. E questa volta, rispetto al passato, da
una posizione di forza. A dicembre la Cina ha sottoscritto altri 14 miliardi di
dollari di Treasury Bonds, portando a 696 miliardi il suo stock di titoli del
Tesoro Usa e consolidando la sua posizione di principale finanziatrice degli
Stati Uniti. Circa un terzo del totale delle riserve valutarie cinesi oggi sono
impiegate in debito americano. Questa esposizione inizia però a sollevare
qualche perplessità nel Governo cinese. Pechino teme che la raffica di piani di
salvataggio lanciati da Washington spingano fuori controllo i conti pubblici
americani, riaccendendo l'inflazione e innescando un deprezzamento del dollaro.
In questo caso, l'investimento cinese finirebbe per svalutarsi. Il messaggio
per il nuovo segretario di Stato statunitense sembra chiaro: prima di discutere
quale sia il giusto valore dello yuan, come chiedono da anni gli americani,
oggi forse sarebbe meglio discutere quale sia il giusto valore del dollaro.
ganawar@gmail.com PRIORITà I dossier economici, a partire da quello sul
corretto valore dello yuan, hanno la precedenza sulle libertà politiche
Missione asiatica. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ANSA
( da "Unita, L'" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Giuliano
Giuliani Obama e i tetti per i compensi Obama ha fissato in 400mila euro il
tetto massimo dello stipendio annuo dei grandi manager. Da noi, per cinque
serate di Sanremo si elargisce al conduttore un milione di euro. MICHELA PIOPPI
No alle ronde Vi scrivo la mia indignazione per il varo del decreto che dà il
via alle ronde da parte di cittadini. Poiché pago le tasse fino all'ultimo
euro, non voglio che queste sostengano questa infamia. Mi ricordo bene che
durante il fascismo ci si è avvalsi di uno strumento simile per far fuori ogni
opposizione. Chi decide chi è "per bene" e chi non lo è? Abbiamo
anche troppi corpi di polizia, debbono essere finanziati questi, per essere
controllati in modo che agiscano correttamente. Le donne non hanno bisogno
delle ronde per essere sicure. Questo è solo un pretesto per fare quanto di
meno democratico ci sia. Vi prego prendete posizione contro! Sono anziana e
sono queste le cose che mi fanno tanta paura. Fulvio Vassallo, Padre Carlo
D'Antoni, Don Andrea Bigalli Siamo dalla parte di Pasquale
Un giovane attivista dei diritti umani, Pasquale Pedace che è stato arrestato il 24 agosto scorso a
Siracusa solo per aver chiesto di tenere un'attitudine umana verso degli
immigrati durante un'operazione di polizia alla stazione ferroviaria è oggi
processato dal tribunale di Siracusa con l'accusa di lesioni e resistenza a
pubblico ufficiale. La pesantezza delle accuse è grave, quando questa
persona semplicemente non ha accettato di veder maltrattare altre persone sotto
i propri occhi, mentre purtroppo i maltrattamenti diffusi e la problematicità
della situazione nei Centri istituiti per l'immigrazione è ormai agli onori
della cronaca quotidiana. Esprimiamo perciò la nostra solidarietà e vicinanza a
Pasquale e a tutte le persone di buona volontà che si adoperano onestamente per
aiutare il prossimo. Enza Plotino Il berlusconismo Il berlusconismo, una
corrente culturale e sociale basata sulla volgarità, sulla sessualità spinta e
incontenibile, su un individualismo spudorato ha conquistato, soprattutto
attraverso la televisione e l'immagine dirompente del suo ispiratore, i cuori e
le menti di una parte consistente degli italiani. La violenza che si registra
in questi ultimi tempi, feroce e senza scrupolo, è figlia anche lei però di
questa immagine continua e amplificata dei "valori" della
pornografia, del sesso a qualunque costo, della volgarità che la televisione ha
veicolato e veicola in ogni casa. E' una rivoluzione culturale di cui non si
vede la fine e che promette danni irreparabili. Miroslava Ferrara La tv
italiana vista da Praga Vivo a Praga, insegno la lingua italiana all'Università
di Economia e Commercio, alla Facoltà di Relazioni internazionali. Da due
settimane ho il satellite con i canali televisivi italiani (RAI, Mediaset) e
sono disgustata. Conosco da 15 anni la televisione ceca che più o meno soddisfa
ogni tipo di spettatore, dall'intellettuale al tifoso di calcio, quella
italiana mi sembra soddisfi soltanto spettatori amanti della cronaca rosa e
nera. In un periodo di crisi non solo economico-finanziaria ma anche politica,
pochi sono i programmi, da Santoro al piacevole Punto Donna di Rai Tre, che
aprono menti e coscienze. Insegno lingua italiana ma nella lingua è compresa la
cultura, la scienza, il Made in Italy in generale, non posso presentare ai miei
studenti questo tipo di italianità e me ne rattristo. Roberto Ghisotti Il
Compagno più grande Sono storicamente sempre stato vicino alla sinistra, mi
chiesero quando ero molto giovane il perché. La mia risposta fu ''perché voglio
un mondo che sia equo'' (non tutti uguali, capivo che sarebbe stato utopistico)
volevo come cattolico stare vicino a chi aveva più bisogno. Gesù a mio parere è
stato il più grande Compagno della storia. Oggi i cattolici politici e le alte
gerarchie ecclesiastiche si professano tali per convenienza e per far carriera.
Tutti sottomessi a Ruini e al Papa.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-02-21 - pag: 19 autore: Le
misure per l'immigrazione. Non bastano i centri esistenti e i veti bloccano la
costruzione dei nuovi Nei Cie sei mesi ma mancano i posti ROMA I clandestini
nei Cie (i centri di identificazione ed espulsione) potranno essere trattenuti
fino a sei mesi: quattro in più rispetto agli attuali 60 giorni. La norma,
prevista dal decreto antistupri, consente di gestire intanto le diverse
centinaia di tunisini presenti a Lampedusa: potranno essere smistati negli
altri centri in Italia senza l'obbligo di rilasciarli per decorrenza nei
termini. Non potranno comunque essere riportati in massa nello stato
nordafricano, visto che lo impedisce il trattato di riammissione con l'Italia.
I Cie sul territorio sono 10, con 1.160 posti disponibili in tutto. Oggi sono
presenti circa un migliaio di clandestini,destinatari anch'essi della norma sul
prolungamento. Le strutture rischiano di finire presto in saturazione, perché è
certo che continueranno gli arrivi dei clandestini mentre le uscite saranno
previste innanzittutto per i rimpatri, operazioni peraltro per nulla semplici.
Il ministro dell'Interno,Roberto Maroni, annuncia che «non saranno tollerati
disordini»: il pericolo di rivolta contro la permanenza allungatasi
d'improvviso è forte e a questo punto non riguarda solo Lampedusa. Ma la
stradaè stata ormai imboccata, nonostante la bocciatura al Senato di una norma
analoga – prevedeva l'allungamento della permanenza fino a 18 mesi – ed è
improbabile che sia stravolta in sede di conversione in legge del decreto. Il
problema pratico più urgente è dunque quello che i centri finiscano presto per
scoppiare. Maroni a Palazzo Chigi ha ricordato che è pronta la lista di altri
dieci Cie, localizzati in Regioni adesso sprovviste di queste strutture:
sorgeranno in siti lontani dai centri urbani. è evidente, però, che i nuovi
centri non saranno pronti in un giorno. Non mancano, poi, le resistenze più o
meno emerse in sede locale contro la loro istituzione. Il Viminale ha comunque
piena facoltà di costruirli e il tema sarà affrontato la prossima settimana, ha
spiegato Maroni, nel corso della prima riunione dei ministri che fanno parte
del comitato diverifica dell'attuazione della legge Bossi- Fini. «Mai il
comitato si era riunito prima di questa volta» ha aggiunto il responsabile del
Viminale. La materia resta comunque incandescente: ieri il
commissario ai diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, si è detto
«preoccupato per le leggi in discussione perché vanno contro gli standard
europei». Si tratta di misure, dice il commissario Ue, che «contribuiscono a
dare vita a un'atmosfera negativa che porta a considerare criminali tutti
quelli che vorrebbero ottenere asilo». Per Hammarberg«l'Italia dovrebbe
tornare indietro, a quando Lampedusa era un modello di accoglienza per gli
immigrati, prima che Maroni annunciasse il cambio di rotta in materia di
immigrazione ». Replica il prefetto Mario Morcone, responsabile del
Dipartimento libertà civili del Viminale: «Mai a Lampedusa sono state
interrotte le procedure di asilo. E sempre, coloro che hanno richiesto la
protezione internazionale, sono stati immediatamente trasferiti dal Centro di
identificazione ed espulsione dell'isola. A loro viene garantito uno degli
standard più trasparenti ed elevati tra i Paesi dell'Unione Europea». M. Lud.
REVISIONISMI Il Viminale avvia una verifica della Bossi-Fini Il Consiglio
d'Europa critica le misure italiane, il ministero assicura: diritto d'asilo
tutelato
( da "Corriere della Sera" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2009-02-21 num: - pag: 1
autore: di FRANCO VENTURINI categoria: REDAZIONALE L'intervista Franco Frattini
«GuantÁnamo Ecco chi prenderemo» ROMA — In Italia verranno ex prigionieri di
GuantÁnamo «assolti oppure non processati perché su di loro non esistono indizi
di colpevolezza e che non possono essere inviati nei rispettivi Paesi di
origine per i rischi altissimi che ciò comporterebbe per la loro sicurezza»
dice al Corriere Franco Frattini. I diritti umani in
Russia? «Quando Berlusconi sente Putin — racconta il ministro degli Esteri— gli
parla come a un amico sincero ed esprime preoccupazione. Non vogliamo creare un
antagonismo pubblico, il clamore è dannoso». A PAGINA 17
( da "Corriere della Sera" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-21 num: - pag: 15
categoria: REDAZIONALE Il segretario di Stato Usa in Cina Hillary Clinton: «Sì
ai diritti umani Ma non pregiudichino i rapporti»
PECHINO — La questione dei diritti umani in Cina non
può bloccare l'«importante cooperazione» tra Washington e Pechino sulla crisi
globale, il clima e la minaccia del nucleare nordcoreano. Lo ha detto Hillary
Clinton (foto), ieri in Cina, sottolineando la necessità di essere realisti:
«dobbiamo continuare a fare pressioni, ma senza interferenze» con il dialogo
sulle questioni cruciali. Amnesty International si è detta «scioccata» e
«estremamente delusa»: gli Usa «sono uno dei pochi Paesi che può tenere testa
alla Cina in materia di diritti umani».
( da "Corriere della Sera" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-21 num: - pag: 17
categoria: REDAZIONALE L'intervista Il ministro degli Esteri: «I nostri soldati
in Afghanistan potrebbero andare nelle zone calde» «Diritti
umani, Berlusconi preme con Putin Un'opera di persuasione. Senza
clamore» Frattini: «Accoglieremo ex detenuti di GuantÁnamo assolti o non
processati» ROMA — Ministro Frattini, la cronaca di queste ore ci ricorda che
in Russia le violazioni dei diritti umani e civili si
vanno moltiplicando: l'assassinio di Anna Politkovskaya resta senza colpevoli,
avvocati e giornalisti vengono uccisi per strada, è imminente un secondo
processo politico a Khodorkovski. Un governo molto amico della Russia come
quello italiano, non dovrebbe farsi sentire? «Questo — risponde il titolare
della Farnesina — è un principio che noi seguiamo. Nel caso specifico della
Politkovskaya è stata concordata una dichiarazione europea che esprime rispetto
per la giustizia russa e auspica un processo di appello. Ma esiste in effetti
un problema più generale, che ben conosco essendo stato per tre anni e mezzo il
responsabile della giustizia nella Commissione europea. Gli interlocutori russi
fanno un ragionamento formalmente corretto sull'autonomia dei loro tribunali, e
a questo è difficile replicare. Resta, però, la questione politica. Quando
Berlusconi sente Putin gli parla come ad un amico sincero, e quindi gli esprime
la sua preoccupazione. Io l'ho sentito personalmente. La differenza è che noi
non vogliamo creare un antagonismo pubblico, non è mettendo pubblicamente
all'indice la Russia che il problema si risolve. Noi continueremo a svolgere
un'azione di persuasione e di convincimento, ma senza clamore perché questo
otterrebbe un effetto contrario a quello desiderato». Ministro, c'è qualcosa
che non va con l'amministrazione Obama? Osservo che Hillary Clinton ha visto i
colleghi inglese, tedesco, francese, e martedì vedrà lo spagnolo, prima di
lei... «La vedrò il 27, pochi giorni dopo. Io privilegio la sostanza rispetto
alla corsa ad ostacoli per arrivare prima a Washington. Ho avuto con i
responsabili Usa molti e utili contatti, con Holbrooke ho appena discusso di
Afghanistan e Pakistan, l'idea di lavorare sull'impegno dell'Iran nella
questione afghana è un'idea italiana che l'America incoraggia, insomma non
direi che con Obama qualcosa non funzioni. Semmai potrei dire che nessuno in
Europa ha ancora ricevuto la visita della terza carica dello Stato, la signora
Pelosi». A proposito di Afghanistan, ci sono state nel governo voci diverse
sulla disponibilità italiana a fare di più... «Posso chiarire. Il numero dei
nostri soldati crescerà fino a 2.800 dagli attuali 2.300, e per il periodo
elettorale, circa quattro mesi, c'è una nostra disponibilità di massima a
fornire un contingente supplementare di 200-250 uomini. Inoltre siamo
disponibili a valutare una ulteriore libertà di movimento del nostro
contingente, e ho potuto constatare di persona che ci stiamo preparando a una
maggiore presenza nella regione di Farah, dove peraltro vengono già svolte
azioni di pattugliamento di un certo rilievo». Ciò significa che i nostri
soldati potrebbero andare anche nelle zone più calde, nella provincia di
Helmand? «A richiesta e non in via permanente». Noi arriveremo a 2.800, ma
questo a Nato e Usa basterà? «Altri Paesi europei sono in ritardo, non noi».
Chi, per esempio? «Basta guardare le cifre, potrei citare la Spagna, o la
Polonia». Ministro, anche sulla eventuale accoglienza di ex detenuti di
GuantÁnamo in Italia si sono levate voci diverse. Può chiarire anche questo?
«Certo. è una questione tecnica. Fini ha parlato di un caso che nessuno ci ha
chiesto di affrontare: tenere in una prigione speciale persone che stavano in
prigione a GuantÁnamo. Si tratta, invece, di persone assolte, oppure non
processate perché su di loro non esistono indizi di colpevolezza, e che non
possono essere inviate nei rispettivi Paesi di origine per i rischi altissimi
che ciò comporterebbe per la loro sicurezza. A noi viene chiesto di custodire in
Italia, ed eventualmente di controllare, persone con queste caratteristiche.
Senza ovviamente violare alcun divieto costituzionale. è un po' quello che
accadde con i palestinesi di Betlemme nel 2002, che accogliemmo con un decreto
ad hoc e che oggi vivono con scorta al seguito: liberi ma accompagnati, e non
possono lasciare l'Italia perché non hanno un visto di uscita. La
preoccupazione di Maroni è data proprio dal fatto che accoglienze di questo
genere richiedono misure di protezione e sicurezza molto impegnative,
ricordiamo per esempio il caso Ocalan. Comunque l'Italia resta disponibile a
esaminare in modo positivo, caso per caso e previa definizione di una cornice
europea, le indicazioni che ci sono già state fornite». Parliamo di Iran. Lei
approva le aperture di Obama? E se Teheran le accettasse, ma non rinunciasse al
nucleare? «Io credo che Obama faccia bene e che si debba tentare. Il dialogo
con l'Iran va però inserito in un pacchetto complessivo, non si può dialogare
su una cosa sì e su un'altra no. E qui penso al ruolo iraniano in Medio
Oriente. Lo scopo è di fare dell'Iran un Paese accettato, rispettato e non
temuto. Teheran deve comprendere che questo è nel suo interesse, perché così
potrà esserle riconosciuto il ruolo di potenza regionale». Scusi, e se l'Iran
non rinuncia al nucleare? «Allora noi dovremmo esigere il rispetto quantomeno
delle regole di monitoraggio internazionali. Teniamo presente che nessuno
contesta il diritto dell'Iran ad avere il nucleare civile, e che la crisi è
nata quando Teheran ha rifiutato un certo tipo di ispezioni ». Caso Battisti.
Qualcuno ha detto che la diplomazia italiana si è mossa in ritardo... «è una
critica infondata perché non sapevamo del trasferimento di Battisti in Brasile.
E nemmeno sapevamo che il ministro della Giustizia brasiliano avrebbe deciso
come ha deciso, perché nell'apposito comitato interministeriale la scelta era
stata favorevole a noi. Così quando Lula è venuto a Roma non abbiamo sollevato
il problema, anzi ci siamo congratulati di quella scelta iniziale. Il resto è
poi arrivato come un fulmine a ciel sereno. Io resto fiducioso sullo sblocco
positivo della vicenda. Se così non sarà ci vedremo costretti a trovare una
strada stretta che salvi l'amicizia con il Brasile ma esprima anche il dissenso
e l'indignazione della nostra opinione pubblica. Oltretutto Battisti non si
aiuta con le accuse assurde contenute nella sua lettera dal carcere ». La crisi
economica finirà per disgregare la costruzione europea? «L'Europa può essere
demolita sia dal protezionismo sia dalla distruzione del mercato interno. Vanno
combattuti i sintomi, che esistono, di entrambi i fenomeni. Ma non dobbiamo
nemmeno meravigliarci troppo, se è vero come è vero che l'America prima crea il
problema finanziario e poi sostiene il buy american. Serve un messaggio di
coesione europea davanti ai due rischi citati, e a questo si sta lavorando». Il
G-8 italiano avrà luogo all'apice della crisi... «Infatti. Parleremo di Africa,
di ambiente, di agricoltura, la nostra strategia sarà inclusiva e rappresentativa.
Ma è chiaro che su tutto prevarrà un interrogativo: come depurarci da alcuni
trilioni di titoli drogati che potrebbero rappresentare fino a dieci volte il
Pil del mondo». Franco Venturini
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
PRIMO
PIANO pag. 8 Testamento biologico, il primo sì finisce in piazza LA PROTESTA
PASSO AVANTI DELLA NUOVA LEGGE, OGGI A ROMA MANIFESTAZIONE CONTRO «LA TORTURA DI STATO» di DONATELLA BARBETTA ROMA «TUTTA la vicenda
Englaro ormai da molti anni era diventata un fatto politico. Che il signor
Englaro lo volesse o no. Questa impostazione era nei fatti». Eugenio Roccella,
sottosegretario al Welfare, commenta così, senza mostrare sorpresa, l'uscita
del padre di Eluana che ha bollato come «una vera e propria barbarie» la
legge sul testamento biologico che il Parlamento si appresta ad approvare. E
così i riflettori si accendono ancora una volta su Beppino che oggi interverrà,
con un collegamento telefonico, alla manifestazione di Roma promossa da Paolo
Flores d'Arcais, direttore di MicroMega e da altri intellettuali, tra cui
Umberto Eco, Andrea Camilleri, Stefano Rodotà e Margherita Hack. L'appuntamento
con «Sì al testamento biologico, no alla tortura di Stato» è alle
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
VETRINA
SAN GIOVANNI IN PERSICETO pag. 22 PERSICETO UNA MATTINA per ricordare l'orrore
delle Foibe. S... PERSICETO UNA MATTINA per ricordare l'orrore delle Foibe. Si
è tenuta ieri nell'istituto scolastico Archimede di Persiceto. «Gli insegnanti
spiega il docente, Giovanni Bencivenni hanno raccolto l'invito del preside
Giuseppe Riccardi mirato a sensibilizzare gli studenti sui
temi dei diritti umani e
della pacifica convivenza tra i popoli. In tal senso abbiamo celebrato una
giornata in commemorazione dei tremendi fatti storici accaduti alla fine della
seconda guerra mondiale in Istria». In particolare i temi affrontati sono stati
sviluppati da un convegno nell'auditorium del polo scolastico che ha visto come
relatore Luciano Monzali, docente di Storia delle relazioni
internazionali della facoltà di Scienze politiche di Bari. MONZALI ha anche
presentato il suo ultimo libro: Antonio Tacconi e la comunità italiana di
Spalato'. Nell'atrio della scuola è stata allestita una mostra di articoli di
giornale sulle Foibe e sull'esodo. Esposizione che comprende una
rappresentazione in cartapesta. «Nella scenografia aggiunge Bencivenni è stata
rappresentata la tragedia dell'Istria. E all'allestimento hanno contribuito in
particolare gli alunni Elisabetta Casari, Federica Trudu e Davide Baraldi». p.
l. t.
( da "Manifesto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
TESTAMENTO
BIOLOGICO Manifestazione a Roma «No alla legge tortura» Ma
senza i democratici Eleonora Martini ROMA ROMA Qualcuno nel Pd è ancora
combattuto tra la paura di schierarsi troppo e la voglia di scendere in piazza
oggi a Roma - alle
( da "Manifesto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
ROMANIA
«Rimpatri? Solo se condannati in terzo grado» La Romania non accetterà il
rimpatrio dei propri cittadini, a meno che non siano stati condannati con
sentenza definitiva. Che vuol dire, con le lentezze della giustizia italiana,
dopo anni. A farlo sapere ci ha pensato ieri il ministro degli esteri romeno
Cristian Diaconescu, secondo il quale Bucarest non ha nessun problema ad
applicare l'accordo bilaterale del 2003 sul rimpatrio delle persone condannate
in via definitiva in Italia. Ma appunto in via definitiva. «L'accordo viene
applicato singolarmente di caso in caso, secondo le procedure convenute con la
parte italiana», ha detto il ministro. Nel frattempo le ong romene denunciano
«l'atteggiamento e l'aggressione xenofoba italiana nei confronti degli
immigrati romeni» e chiedono alle autorità di Bucarest di sollevare la questione
al prossimo riunione dei ministri degli Esteri della Ue del 23 febbraio. Le Ong, che accusano il governo del loro paese di non aver
assunto un atteggiamento duro nei confronti dell'Italia, accusano il nostro
paese di violazione della legislazione europea in materia di diritti umani e sulla lotta alla xenofobia e al
razzismo.
( da "Manifesto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
I
«Rouge» ALLA SBARRA LA CAMBOGIA PROCESSA IL SUO PASSATO Il
torturatore Duch, oggi cristiano rinato, è stato il primo di cinque dirigenti
dei khmer rossi a comparire davanti al Tribunale speciale che a Phnom Penh
processa la sanguinosa utopia che in meno di 4 anni sterminò due milioni di
cambogiani. Nell'indifferenza della popolazione, che è in realtà nuova paura
Gianpasquale Polloni* Magro, emaciato, occhi spiritati... Kaing Eak Euv
nom de guerre Duch, responsabile della morte e della tortura di 16,000 persone,
ora born again christian e sostenuto dalla fede nella rinascita in grazia
divina, è il primo di cinque imputati a comparire davanti al tribunale
specialmente istituito a Phnom Penh per giudicare i dirigenti dei Khmer Rouge,
il partito comunista che prese il potere in Cambogia tra il 1975 e il '79. Duch
era il comandante della prigione di Tuol Sleng, tristemente nota come luogo di
torture e di esecuzioni: come tutti i boia, è probabile che rivendichi la sua
posizione di semplice esecutore di ordini superiori. Se a guidare il processo
penale ai dirigenti Khmer Rouge fosse il puro senso di giustizia, centinaia di
migliaia di cittadini cambogiani dovrebbero sedere fra le parti civili, vittime
del regime che in soli 3 anni, 8 mesi e 17 giorni, riuscí a stravolgere il
paese con una folle utopia agraria, svuotare le città e mandare tutti nei
campi: quasi due milioni di persone morirono di fame, stenti e bruitalità di un
regime che vedeva nemici ovunque. Invece i cittadini cambogiani che hanno deciso
di costituirsi come parti lese sono appena un migliaio: pochi in questo paese
si sentono al sicuro, quando si tratta di rivendicare un proprio diritto o di
chiedere che venga fatta giustizia. Quella che sembra indifferenza, scarsa
attenzione da parte della società cambogiana verso il processo in corso, è
invece il risultato delle dinamiche che ancora reggono la società cambogiana,
su cui è costruita l'impalcatura del Tribunale Straordinario della Corte di
Cambogia. In primo luogo la scelta di ridurre gli imputati a soli cinque alti
dirigenti Khmer Rouge, che assurgono cosí al ruolo di figure astratte: chi ha
fisicamente ucciso, terrorizzato, torturato, non siede nelle assisi cambogiane,
anzi spesso vive a contatto di coloro che ha vittimizzato. Inoltre, le
procedure non incoraggiano chi avesse voluto costituirsi parte civile e
testimoniare: fino a poco tempo era previsto che le vittime intervenissero solo
tramite i propri rappresentanti legali, senza partecipare al dibattimento. Chi
ha accettato di presentarsi come parte civile è stato convinto a farlo da una
campagna di informazione capillare portata avanti nelle campagne dal «Centro di
documentazione sul genocidio cambogiano». Contribuisce a questo distacco anche
una concezione del potere e della relazione fra stato e cittadino fondata su
rapporti di forza brutali, per i quali il dissenso rappresenta una sfida
all'autorità, e ogni protesta una ribellione pericolosa. Per l'attuale governo
cambogiano non era certo una priorità portare più dirigenti Khmer Rouge in
tribunale. Non tanto perché alcuni attuali dirigenti appartenevano al regime (i
dirigenti di spicco hanno il merito storico di essere gli unici cambogiani ad
aver combattuto contro i Khmer Rouge e averli sconfitti), quanto perché la
dinamica sociale di un processo popolare, con le vittime finalmente
protagoniste che mettono in luce e testimoniano sul sistema di potere e i
meccanismi di questo, sarebbe un evento sociale destabilizzante per il potere
stesso, un precedente rischioso. Ma c'è forse anche altro sotto questa scarsa
partecipazione. Spesso la cronaca e la storia di quegli anni sono state
dominate dalle voci di chi aveva potere, per educazione o per censo, ma la
Cambogia di allora (e di oggi) è fatta all'80% di contadini, le cui esperienze
di rado sono riportate. Fra di loro c'era, negli anni in cui i Khmer Rouge
hanno preso il potere, un'incredibile aspettativa di una vita migliore.
Un'anziana immigrata cinese, contadina della provincia di Battambang, abitante
in un villaggio che ha preso il nome, campo di cavoli, dagli sforzi di questo
gruppo di immigrati alla fine degli anni '40, spiegava : «Mio marito era
comunista, era scappato dalla provincia cinese per via della guerra. Mi disse -
non ti preoccupare, perché i comunisti non ce l'hanno con i poveri contadini
come noi, solo con i ricchi possidenti, io li conosco. Cosí restammo nel
villaggio, e fu una catastrofe. Ci salvammo alla fine dalla morte per fame
attraversando il confine con la Thailandia, sui campi minati, dove non ci
poteva neanche allontanare dal gruppo per fare i propri bisogni». Lo stesso
vale per migliaia di famiglie contadine, che videro nei Khmer Rouge la fine dei
soprusi, la corruzione, il dominio dei funzionari governativi e le loro gabelle
predatorie. Non fu così. Forse il processo penale ai Khmer Rouge aiuterà a
capire come andò, e forse confermerà quello che si intuisce dai racconti e
dalle testimonianze, e cioè che furono eliminati e uccisi soprattutto gli
uomini e le donne che non si adeguavano, reagivano, cercarono di organizzarsi e
di rispondere alla violenza di un regime demente che organizzava loro la vita
senza lasciare possibilità di sopravvivenza, né mezzi di sussistenza, obbligati
a corvée infinite nelle risaie, puniti ferocemente per qualsiasi strappo alle
regole. Tra loro anche le minoranze etniche come i Cham, musulmani,
protagonisti di vere a proprie sollevazioni armate contro il regime, decimati
da una repressione spaventosa. O i gruppi indigeni del nord est, attratti in un
primo tempo dell'idea di una società egualitaria ma subito respinti dai piani
di pulizia etnica attuati dai Khmer Rouge. Oggi, se la pace e lo sviluppo
economico hanno portato benessere e migliorato la vita di molti, in Cambogia
ineguaglianze e ingiustizia sociale sono ogni giorno più profonde. Servirebbe
una controparte sociale, ma l'azione sociale qui è appannaggio di pochi
coraggiosi. Il retaggio del passato si percepisce nella paura e nella
preoccupazione di chi rivendica i propri diritti e si trova a sfidare le
autorità, rischiando la prigione e in certi casi la vita. O nel conformismo
profondo che spinge la popolazione a un'omologazione accanita, o la precauzione
estrema con cui la gente accetta, sussurrando, di commentare i fatti politici,
solo fra quattro mura e con interlocutori fidati. In contrasto con
l'impressione di libertá che offre la capitale Phnom Penh, in cui sfrecciano
giovani vestiti alla moda, su motorette dalle luci psichedeliche, e si
moltiplicano le nuove costruzioni, i negozi di moda, i centri benessere, i bar
e i ritrovi: il modello politico attuale, ultraliberista e autoritario, sfrutta
a pieno il conformismo generato dal retaggio di terrore e violenza del passato.
* Lettera 22 Foto: TURISTI OCCIDENTALI AL MUSEO DEL GENOCIDIO DI PHNOM PENH
/FOTO AP
( da "Manifesto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
COMMENTO
Oggi a piazza Farnese per un'elementare libertà di decidere
Paolo Flores d'Arcais Definire «tortura di Stato» la legge sul fine-vita che il
governo Berlusconi vuole far approvare in pochi giorni alle camere non è
un'esagerazione retorica. Purtroppo è solo la sobria - ma drammatica -
descrizione dell'effetto che tale legge avrà su moltissimi malati terminali.
Anche per questo, soprattutto per questo, oggi manifestano a piazza Farnese a
Roma, alle 15, tutti i cittadini nei quali un elementare «senso di umanità» non
è stato ancora soffocato da fanatismi ideologici di stampo medioevale, né dalla
volontà prevaricatoria della Chiesa gerarchica i cui toni su questo tema si
fanno sempre più komeinisti. «Chiesa gerarchica» abbiamo detto, e non Chiesa
tout court, perché c'è una Chiesa di sacerdoti (sono già decine quelli che
hanno aderito pubblicamente, da tutte le regioni d'Italia) e di fedeli che sarà
in piazza, in nome non solo della libertà di scelta - che per ogni democratico
non può essere messa in discussione - ma anche del Vangelo e della carità
cristiana. I medici e gli infermieri che curano coloro che stanno morendo per
un cancro ormai non più trattabile sono riuniti nella «Società italiana cure
palliative» (Sicp). Tutti i gruppi di volontari che assistono questi malati (62
associazioni onlus, soprattutto al nord) sono riuniti nella «Federazione cure
palliative» (Fcp). In un accorato documento-appello di quasi due settimane fa,
intitolato «Attenzione all'imposizione di idratazione e alimentazione per tutti
i malati. Non la si può imporre a chi sta morendo», Sicp-Fcp hanno scritto: «Un
grave rischio ci impone di intervenire nel difficile e delicato dibattito su
idratazione e alimentazione: la veloce approvazione di una legge sulle
direttive anticipate (...) potrebbe causare una situazione clinica e assistenziale
le cui conseguenze non sembrano chiare a tutti (...). Se dovesse essere
approvata una legge che esplicitamente e indiscriminatamente impone
l'idratazione e l'alimentazione per tutti i pazienti, ci troveremmo di fronte a
tale obbligo anche per coloro che vivono una fase di inevitabile e prossima
terminalità (...). È incontrovertibile che, nell'accompagnamento del processo
di morte naturale (...) è il corpo stesso della persona che sta vivendo gli
ultimi giorni della sua vita che non sente più il bisogno di mangiare e bere,
come sa chiunque abbia assistito alla fine di una persona cara. Per non andare
contro questa possibile legge cosa dovremmo fare allora? Dovremmo mettere in
atto un trattamento clinicamente inappropriato aumentando la probabilità di un peggioramento
di quei sintomi, di quella sofferenza, che noi stessi siamo chiamati a curare?
Questo disegno di legge imporrebbe di attuare delle pratiche contrarie al bene
dei pazienti (...). Chiediamo alla politica di ripensare il suo ruolo e di
fermarsi di fronte a una decisione che potrebbe avere delle ricadute concrete e
dolorose sulla fine, naturale e faticosa, di tante persone». Due di questi
medici, uno dei quali cattolico praticante, sul sito www.micromega.net hanno
spiegato senza mezzi termini che nutrizione e idratazione nel malato terminale
moltiplicano le sofferenze: non solo le prolungano ma le intensificano. Si
rendono conto i parlamentari che voteranno questa legge di quale mostruosità
stanno per rendersi agenti? Condannare a nuove, più lunghe e più dolorose
sofferenze persone che stanno morendo, condannate a morte senza alcuna colpa!
Aggiungere a una condanna a morte anche la condanna a una tortura indotta da un
intervento coatto (nutrizione e idratazione artificiale) che nella fase
terminale i protocolli delle cure palliative oggi escludono. Il cardinal
Bagnasco nella sua più recente intervista al Corriere della sera ha detto:
«niente ideologie, la vita va difesa». Difendere la vita significa torturare i
malati terminali con interventi artificiali e prolungati? Questa sì che è
ideologia, e raccapricciante. Al cardinal Bagnasco, portatore di un'ideologia
oscurantista, bisogna rispondere più che mai «niente ideologie: la vita
appartiene a chi la vive». Solo chi vive la sua vita ha titolo per decidere se
prolungare artificialmente un'esistenza ormai terminale e che sempre di più è
sofferenza. Solo chi vive la sua vita può decidere se accettare o rifiutare il
sondino e il respiratore che la tecnica gli mettono a disposizione, ma che
nessuna tecnica e nessun cardinale possono imporgli. Solo uno Stato totalitario
può infatti arrivare a tanto. Totalitaria è perciò la legge che la maggioranza
berlusconiana, ormai in preda a komeinismo, vuole imporre agli italiani. Con
questa legge Welby sarebbe ancora torturato in quella che denunciava come una
condizione di sepolto vivo, e nessuno di noi, cosciente come Welby o in stato
vegetativo come Eluana, potrà mai più decidere sul proprio corpo e sulla
propria vita. Per questa elementare libertà oggi saremo a piazza Farnese.
( da "Giorno, Il (Milano)" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
ESTERI
pag. 23 Politkovskaia, l'inchiesta riparte da zero ASSOLTI GLI IMPUTATI, NUOVE
INDAGINI SULL'OMICIDIO DELLA GIORNALISTA MOSCA RIPARTE da zero tra polemiche e
pessimismo l'inchiesta sull'uccisione della giornalista di opposizione Anna
Politkovskaia (foto Ansa), la più feroce critica della Russia putiniana, dopo
il verdetto di non colpevolezza pronunciato giovedì a Mosca dalla giuria nei
confronti di tutti e quattro gli imputati. Ieri il tribunale militare, emessa
la sentenza assolutoria, ha ritrasmesso il fascicolo alla procura perché avvii
nuove indagini e riconosciuto il diritto degli accusati a chiedere un
risarcimento per l'ingiusto processo. Ma ora, sul banco degli imputati, sono
finiti gli inquirenti e tutto il sistema giudiziario del Paese, come emerge
anche dalla stampa russa singolarmente concorde nel criticare «il fallimento
totale» dell'inchiesta. Un naufragio giudiziario che ai
difensori dei diritti umani
non lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine. La
sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di posizione di
alcune capitali (Washington, Parigi), è diventata l'ennesima cartina di
tornasole di uno Stato di diritto tanto proclamato quanto quotidianamente
sconfessato. Il primo problema è che il potere giudiziario russo non
gode di alcuna reale indipendenza e autonomia dal potere esecutivo e
legislativo. Il secondo problema è culturale, una sorta di eredità sovietica: per
troppo tempo i magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino, tanto che in
un recente sondaggio la maggioranza dei cittadini intervistati, dal 39% al 44%
a seconda del grado di istruzione, non considera i tribunali come un potere
indipendente.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
del Mezzogiorno - BARI - sezione: OPINIONI - data: 2009-02-21 num: - pag: 17
categoria: BREVI Giustizia Politkovskaja, sentenza indegna di GIANNI PITTELLA*
Al termine di un'indagine carente e di un processo che ha evitato di mettere in
luce tutti i legami tra servizi segreti e criminalità cecena è arrivata la
peggiore delle sentenze possibili: nessun colpevole. Siamo profondamente delusi
per come non si è riusciti, prima, a salvare la vita di una giornalista che era
stata minacciata molte volte e perfino avvelenata e, poi, a fare piena luce
sulla sua eliminazione. Il Parlamento europeo ha dedicato la propria sala
stampa di Bruxelles ad Anna Politkovskaja per ricordare a tutti quelli che
ospita che non c'è democrazia senza libertà di stampa e di critica. E' un bene che i legami tra Unione Europea e Russia si vadano
consolidando ma non è accettabile che la Commissione e l'Alto rappresentante
per la politica estera non siano riusciti a mettere la legalità, la libertà di
espressione e il rispetto dei diritti umani al vertice di queste relazioni. *Eurodeputato Pd
( da "Giornale.it, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
n.
45 del 2009-02-21 pagina 16 Il viaggio in Cina La Clinton:
«La crisi ha la precedenza sui diritti umani» di Redazione La crisi economica internazionale è al centro
della visita del segretario di Stato americano, Hillary Clinton, arrivata ieri
in Cina, ultima tappa del viaggio che l'ha portata in Giappone, Indonesia e in
Corea del Sud. Un problema comune, quello della crisi, su cui è
necessaria una cooperazione fra i due Paesi, e anche i problemi in sospeso del rispetto
dei diritti umani, di Taiwan e del Tibet, sui quali
Washington continuerà a fare pressione su Pechino, «non devono interferire», si
è premurata di dire prima di imbarcarsi per la capitale cinese da Seul. Qui
ieri mattina il capo della diplomazia americana ha ammonito la Corea del Nord
perché torni a trattare sul dossier nucleare e ponga fine alle sue
«provocazioni». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
( da "Caserta News" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Sabato
21 Febbraio 2009 Papararo (Pdl) su Equitalia Polis POLITICA | Castel Volturno
"L'EQUITALIA POLIS Spa sta recapitando a numerosissimi contribuenti, a
mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno, "Lettere di preavviso di
iscrizione del fermo amministrativo" e precisamente l'avvio della
procedura di fermo sui veicoli di proprietà degli intestatari delle cartelle di
pagamento riguardanti il Tributo di Bonifica che i contribuenti hanno impugnato
e che per le quali sono in attesa di Giudizio della Commissione Tributaria
Provinciale di Caserta. La illegittimità di detto tributo è confermato
dall'accoglimento dei ricorsi esaminati dalla Commissione Tributaria
Provinciale di Caserta che sta ritenendo illegittima la richiesta del
contributo di bonifica, in quanto richiesta per servizi mai resi e per
fabbricati esenti dal tributo. Ciò nonostante l' L'EQUITALIA POLIS Spa sta
avviando nei confronti dei contribuenti la procedura del "Fermo
Amministrativo" , finalizzata ad ottenere il pagamento immediato del
tributo non pagato quintuplicato rispetto all'importo originario, motivato con
la seguente dicitura: Es.: 1.214,34 per interessi di mora e spese di procedure
sino ad oggi maturati. L' L'EQUITALIA POLIS Spa, per conto del Consorzio
Generale del Bacino Inferiore del Volturno, sta tentando di impedire al
contribuente il suo esercizio del diritto di difesa . Lunedì pomeriggio alle
18,00 presso la nostra sede, dove abbiamo già assistito i
cittadini vessati da questa ingiusta ed illegittima richiesta del Consorzio di
Bonifica, terremo un incontro pubblico con i cittadini ed i nostri esperti
tributaristi per illustrare la strategia di risposta a questo ennesimo
tentativo di violazione dei diritti del contribuente".
( da "Repubblica.it" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
ROMA
- Si tiene oggi alle 15 nella capitale, in piazza Farnese, la
manifestazione "Sì al testamento biologico, no alla tortura di
Stato". Un'iniziativa che nasce sull'onda di un appello firmato da Andrea
Camilleri, Furio Colombo, Paolo Flores d'Arcais, Pancho Pardi e Stefano Rodotà.
E a cui hanno aderito Italia dei valori, Rifondazione comunista, Sinistra
democratica, Partito radicale. Anche se i militanti partecipano senza
bandiere di partito. Per sottolineare che si tratta di una battaglia per i
diritti civili. Tra le 17 e le 17,30, previsto anche un collegamento telefonico
con Beppino Englaro, il papà di Eluana. Dal palco invece intervergono Mina
Welby, il decano della facoltà teologica valdese Daniele Garrone, dom Giovanni
Franzoni per le comunità cristiane di base, Dacia Maraini, Lidia Ravera, il
direttore del Manifesto Gabriele Polo, un medico impegnato nelle cure
palliative per i malati terminali, Emma Bonino, e alcuni dei promotori
dell'appello. Presente anche Antonio Di Pietro, che però ha già annunciato di
non voler prendere la parola. Del resto è l'Italia dei valori ad aver messo a
disposizione della manifestazione le sue strutture tecniche e le sue risorse
per la realizzazione del palco. (21 febbraio 2009
( da "Repubblica.it" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
CI
sono due importanti appuntamenti romani, oggi. Cominciamo dalla manifestazione
indetta da Micromega con la parola d'ordine: "Sì alla vita, no alla tortura di Stato". Se fossi un uomo libero,
parteciperei con convinzione. La dilapidazione di parole grosse e grossolane da
cui siamo appena usciti, nel corso della vicissitudine della famiglia Englaro,
e che ha lasciato la sua risacca di rancori e dannazioni, non ha a che fare con
quel titolo. La legge che la maggioranza vuole votare introduce davvero
una tortura di Stato nel modo in cui ciascun cittadino, ciascun essere umano in
questo paese potrà trovarsi a concludere la propria vita. Si tratta di un tema
così cruciale, e di una tale enormità giuridica e morale, che lo sforzo di
spiegarla e di denunciarla merita il più schietto impegno. Siamo in tanti,
credo, a dissentire radicalmente dalla fiducia che Micromega ripone nel partito
di Di Pietro, vedendo un'intransigenza onesta dove noi vediamo uno
spregiudicato caudillismo. E a dissentire dunque dal proposito di associare la
presunta opposizione della società civile a un accordo elettorale con quel
partito. Questo dissenso non è affatto una ragione per non augurarsi il massimo
di forza e chiarezza alla mobilitazione contro la legge che contraffà
l'intenzione del testamento biologico e sostituisce a una condizione di
vaghezza una di esatta e vendicativa espropriazione della libertà personale da
parte dello Stato. Nello stesso giorno, si svolge l'assemblea del Pd. Può
venirne un finale disastro. I fautori della soluzione "ragionevole" -
che ha il nome più probabile di Dario Franceschini - hanno dalla loro la
necessità di salvare il salvabile, l'imminenza delle scadenze elettorali e
della formazione delle liste (cioè della notte dei lunghi coltelli, ma da
cucina) e il cosiddetto senso di responsabilità. I fautori di una svolta
radicale e pronta, dunque delle primarie subito, con o senza congresso, hanno
dalla loro il ripudio del senso di responsabilità, che può diventare l'alibi
alla conservazione quando non c'è più quasi niente da conservare, e
un'insofferenza popolare che ha superato la soglia della delega e
dell'autocontrollo. OAS_RICH('Middle'); Quella che con un termine anacronistico
si chiama "base" del Pd, e con un vezzeggiativo si chiama "popolo
delle primarie", insomma le persone che hanno ancora un amore per la
propria parte, o almeno un'angoscia per la parte che tiene euforicamente il
potere, è disperata o esasperata, o le due cose insieme. Può indursi ad
andarsene, o restare per dare fuoco ai locali, e allora l'assemblea farà
assomigliare il Pd a un centro insulare di mancata identificazione e di
reciproca espulsione. A occhio, direi che i notabili del Pd sottovalutino
ancora questo furore. Suggerirei loro di riflettere ad alcuni argomenti
retorici troppo abituali, che si sono rovesciati in realtà nel significato
contrario. "In un grande partito si sta insieme nonostante le divergenze
su alcuni temi". Al contrario: nel Pd si sta insieme oggi solo per le
divergenze su alcuni temi. I cattolici integralisti e clericali stanno nel Pd
solo perché questo consente loro di sabotare o fiaccare una linea chiara e
coerentemente perseguita sugli unici temi che stanno loro a cuore, come ha
ennesimamente - e oltre la decenza - dimostrato l'avvicendamento alla
presidenza della commissione sanità, e l'astensione della senatrice Bianchi e
due altri sul disegno Calabrò che prevede quella tortura di Stato, contro la
quale, mentre si tiene l'assemblea del Pd, stiamo marciando per Roma. La
scissione tanto paventata, e che il leale e laico cattolico Franceschini
dovrebbe arginare, non avviene ancora non perché ci siano tanti altri contenuti
a unire, ma perché c'è questo a dividere e paralizzare. Sugli altri contenuti,
ammesso che uniscano davvero, si può allearsi una volta che ciascuno prenda la
propria strada: questo della discordia serve, all'opposto, a non far prendere
una strada. Non invidio chi oggi dovrà scegliere che cosa fare all'assemblea.
Ho l'impressione che la contrapposizione fra i ragionevoli e responsabili
continuatori con riserva, e i giustamente esasperati e risoluti rivendicatori
di un "nome nuovo" - di persona e di cose, "vorrei trovare
parole nuove", anche perché diluvia sul nostro amor - non servirà,
chiunque ufficialmente vinca, a scansare il disastro. Non so se le fantasia
politica indarno attribuita agli italiani - l'"esprit florentin",
l'abbiamo appena visto... - possa suggerire ai duemila dell'assemblea (il
doppio, dopotutto, dei ragazzi che fecero l'unità d'Italia) una soluzione che
tenga aperto il doppio registro: investa un'ordinaria amministrazione, sia pure
nell'avviata procedura di fallimento, capace di affrontare col minor danno
scadenze elettorali e organizzative, e insieme apra, anzi spalanchi, a un
consesso di giovani e molto giovani che si impegni a un processo congressuale
dal quale, quando si arrivi al calendario del congresso vero, siano state
definite delle buone idee, e siano state stanate e promosse e dunque candidate
qualità personali oggi invisibili. Tanti auguri. (21 febbraio 2009
( da "Reuters Italia" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
PECHINO
(Reuters) - Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha detto oggi che gli
Stati Uniti e la Cina possono risollevare il mondo dalla crisi economica
lavorando insieme e ha precisato che questa è una priorità, mentre in secondo
piano viene la questione dei diritti umani in Cina.
Nella sua prima visita in Cina da segretario di Stato, la Clinton ha scelto una
linea più morbida sul tema delle libertà politiche e religioni di quanto non
avesse fatto nel 1995 nel suo discorso a Pechino, in cui
aveva criticato la situazione dei diritti umani nel paese. In una conferenza stampa insieme al ministro degli
Esteri cinese, Yang Jiechi, Clinton ha detto che i due paesi dovrebbero avere
"una franca discussione sulle questioni sulle quali c'è un disaccordo, tra
cui i diritti umani, il
Tibet, la libertà di culto e di espressione". Tuttavia, ha
suggerito che prima di tutto vengono gli sforzi congiunti per rilanciare la
crescita di fronte alla crisi finanziaria globale, per contrastare il
cambiamento climatico e per risolvere le sfide alla sicurezza come il programma
nucleare nordcoreano. Nella sua ultima tappa del viaggio di una settimana in
Asia che l'ha portata a Tokyo, Giacarta e Seoul, Clinton ha sottolineato quanto
intrecciate siano le economie di Cina e Stati Uniti. Gli Usa sono uno dei
principali sbocchi dell'export cinese, mentre la Cina, che ha circa 2000
miliardi di dollari di riserve in valuta straniera, è il primo detentore al
mondo di quote del debito pubblico statunitense.
( da "Stampaweb, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
PECHINO
Gli Usa aspirano a relazioni «positive e di collaborazione» con la Cina, che
permettano ai due Paesi di far fronte ai «formidabili problemi» che sono sul
tappeto come la crisi economica ed i cambiamenti climatici. Lo ha detto oggi il
segretario di Stato americano, Hillary Clinton, da ieri in Cina a conclusione
della sua prima missione all?estero nel corso della quale ha visitato anche
Giappone, Corea del Sud ed Indonesia. Lavorando insieme, ha detto il segretario
di Stato in una conferenza stampa al termine del suo incontro col ministero
degli esteri cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «portare il mondo fuori
dalla crisi». Yang ha ricambiato, riaffermando la fiducia della Cina nei titoli
di Stato americani, nei quali ha già investito 700 miliardi di dollari. Nella
sua prima visita in Cina da segretario di Stato, Hillary ha scelto di mettere
in secondo piano i problemi di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, suscitando la reazione dei gruppi umanitari.
Un portavoce di Amnesty International ha affermato che con questa scelta il
segretario ha «danneggiato le future iniziative degli Usa sui diritti umani». Su questi problemi, hanno detto all?unisono Clinton
e Yang, i due Paesi «si sono trovati d?accordo nell?essere in disaccordo».
Dissidenti, come la blogger Zeng Jinyan e lo scrittore Yu Jie, hanno affermato
di essere stati messi stamattina agli arresti domiciliari, per impedirgli di
incontrare il segretario di Stato. Hillary Clinton è stata poi ricevuta dal
premier Wen Jiabao e dal presidente Hu Jintao che, ha annunciato il ministro
Yang, avrà in aprile a Londra il suo primo incontro bilaterale col presidente
americano Barack Obama.
( da "Avvenire" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
MONDO
21-02-2009 LA NUOVA CASA BIANCA Obama, trenta giorni di corsa per rimettere in
pista il Paese DA NEW YORK ELENA MOLINARI P robabilmente non batterà il record
di Franklin Roosevelt, che nei primi 100 giorni di governo pose il suo sigillo
su 15 leggi e trasformò radicalmente l'apparato federale americano. Ma il primo
mese di Barack Obama alla Casa Bianca è stato un vortice di attivismo. Arrivato
al potere nel bel mezzo (e non alla fine, come il più fortunato Roosevelt) di
una recessione, Obama è stato costretto a dedicare l'80 per cento delle sue
energie all'economia. Dal 20 gennaio ha fatto approvare dal Congresso un piano
di stimolo da oltre 780 miliardi di dollari che è stato definito il pu' grande
e complesso pacchetto legislativo della storia americana. La stessa settimana
ha proposto un intervento da 275 miliardi per permettere a nove milioni di
famiglie di non perdere la loro casa. Nel frattempo siglava una legge
sull'equità dei salari fra uomini e donne ed espandeva la copertura sanitaria
gratuita a quattro milioni in più di bambini. Infine il suo ministro al Tesoro
presentava un piano bis (dopo quello di Bush) per ridare fiducia al sistema
finanziario. Nonostante l'economia abbia occupato con prepotenza il proscenio,
O- bama ha cercato anche di imprimere una direzione chiara alla sua politica
estera. Ha riservato la sua prima telefonata al leader palestinese Abu Mazen e
la sua prima intervista alla televisione araba al-Arabiya. I messaggi che ha
mandato in entrambi i casi («gli Usa sono pronti ad aprire un nuovo capitolo di
rispetto e collaborazione con il mondo islamico») gli hanno attratto critiche
in casa («sminuisce il lavoro umanitario e diplomatico di almeno due
presidenti»), ma gli sono valse l'apprezzamento del mondo arabo. Lodi sono
arrivate, soprattutto dall'estero, anche in seguito all'annuncio
di voler chiudere Guantanamo e di non tollerare la tortura nei confronti dei
sospetti terroristi. In 30 giorni il capo di Stato americano ha anche mantenuto
la promessa elettorale di inviare rinforzi in Afghanistan mentre precisa il
piano di disimpegno dall'Iraq. Ma il decisionismo del primo mese ha spinto il
nuovo presidente anche in direzioni arrischiate. Uno dei suoi primi atti
alla Casa Bianca è stata la riapertura dei fondi federali per le Ong che
offrono l'aborto come strumento di pianificazione familiare. E il decreto che
riautorizzerà il finanziamento pubblico alla ricerca sulle staminali embrionali
è già pronto. La fretta di presentare risultati ai suoi elettori ha portato
Obama anche a compiere passi falsi. Il piano di aiuto alle istituzioni
finanziarie del Tesoro è stato condannato come troppo indulgente nei confronti
delle banche e troppo vago. Un giudizio condiviso dai mercati che sono crollati
il giorno in cui è' stato presentato ( Wall Street è' stato finora il giudice
più severo di Obama, perdendo punti ogni volta che annuncia un invervento
anti-crisi). L'errore più clamoroso è stata la serie di nomine di membri della
sua squadra che sono stati poi costretti a farsi da parte. Dall'opposizione si
sono levate anche accuse di incoerenza: nonostante la promessa di chiudere
Guantanamo, la prigione potrebbe rimanere aperta per un anno. E la
dichiarazione anti-tortura fa il paio con l'ammissione della Cia di voler
utilizzare ancora le sue prigioni segrete. Perché tanta fretta allora? Perché i
primi mesi di un'amministrazione sono sempre i più produttivi, grazie alla
"luna di miele" con l'opinione pubblica di cui gode ogni presidente.
E il compito che Obama ha di fronte è fra i più colossali mai affrontati da un
presidente americano. Obama continuerà dunque a sfornare iniziative a raffica e
a forzare la mano del Congresso finché il suo capitale politico glielo
permetterà. Nei prossimi 47 mesi si capirà se lo ha speso con saggezza o lo ha
sperperato. gli analisti Il dibattito al Congresso sulla crisi economica ha
messo in evidenza la differenza fra repubblicani e democratici che mette a dura
prova le ambizioni bipartisan del leader Il neo presidente ha ereditato una
situazione difficile. Gli americani ora vogliono che il governo si faccia
carico dei problemi Secondo Joe Loconte, «in un'altra situazione un pacchetto
di spese così ingente mai sarebbe stato approvato» Tom Daschle ha dovuto
rinunciare all'incarico di segretario alla Sanità (Ap) Sotto, il presidente
Barack Obama (Reuters)
( da "Avvenire" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
MONDO
21-02-2009 Clinton in Cina scorda i diritti umani:
prima la crisi PECHINO. Il segretario di Stato degli Stati Uniti, Hillary
Clinton, è arrivato ieri a Pechino ultima tappa del suo tour asiatico. Prima
però di approdare in Cina, da Seul, il capo della diplomazia Usa ha nuovamente
ammonito la Corea del Nord perché ponga fine alle provocazioni e torni al
tavolo delle trattative sul dossier nucleare, avvertendo che i rapporti con
Washington non miglioreranno se Pyongyang continuerà ad insultare la Corea del
Sud. Il segretario di Stato ha anche annunciato la nomina di Stephen Bosworth
ad inviato Usa per i negoziati sul disarmo nucleare coreano. Pyongyang ha
inasprito i toni bellicosi contro Seul, minacciando attacchi missilistici. Il
governo del Sud ha risposto con la minaccia di colpire i siti di lancio. «La
Corea del Nord non otterrà rapporti diversi con gli Stati Uniti insultando e
rifiutando il dialogo», ha detto la Clinton, che ha aggiunto che «i risultati
della Corea del Sud in fatto di democrazia e prosperità sono in netto contrasto
con la tirannia e la povertà oltre il confine con il Nord». Il segretario di
Stato ha toccato il tasto dell'incertezza legata alla successione a Kim
Jong-Il: «Quando si considerano le relazioni future con un governo che non ha
stabilito una successione chiara ha detto la Clinton c'è di che interrogarsi».
Quindi la partenza per Pechino. Hillary Clinton è dell'opinione che Stati Uniti
e Cina avranno buone opportunità di affrontare i temi urgenti del momento come
il cambiamento climatico piuttosto che colmare le ormai
datate lacune riguardanti i diritti umani, incluso il comportamento della Cina nei confronti della
questione Tibet. Secondo quanto dichiarato dal segretario di Stato,
l'Amministrazione Usa e il governo cinese devono continuare a impegnarsi sul
tema dei diritti umani ma
questo «non deve interferire sullo stato di crisi che coinvolge l'economia
globale, il clima e la sicurezza». Cina e America devono «intavolare
delle discussioni che conducano alla comprensione e alla cooperazione su ognuno
di questi» temi, ha affermato l'ex first lady prima di incontrare la
controparte Yang Jiechi, il presidente Hu Jintao e il premier cinese Wen
Jiabao. Il segretario di Stato: cooperiamo. Da Seul aveva lanciato un monito
anche a Pyongyang: basta minacce Hillary Clinton a Seul (Reuters)
( da "Wall Street Italia" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
Papa: incombe rischio di eutanasia genetica -->Il monito di Ratzinger: «Così
si indebolisce il rispetto che è dovuto a ogni essere umano». Oggi a Roma
manifestazione con Beppino Englaro contro la legge: no alla tortura di Stato.
( da "KataWeb News" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Prima
beffa cinese per Hillary 21 febbraio 2009 alle 12:16 — Fonte:
rampini.blogautore.repubblica.it — 0 commenti Al suo arrivo a Pechino la
Clinton aveva detto che i diritti umani non sarebbero stati un ostacolo al dialogo tra le due potenze
(facendo infuriare i liberal in America e le ong umanitarie). I dirigenti cinesi l' hanno subito presa in parola: hanno
detenuto o messo agli arresti domiciliari i dissidenti più noti ancora in
libertà, onde evitare che i giornalisti americani al seguito di Hillary
cercassero di contattarli. rampini
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Sì
al testamento biologico, no alla tortura di Stato»: questo
il titolo della manifestazione che si svolgerà oggi pomeriggio a Roma, in
piazza Farnese. Interverrà in collegamento telefonico Beppino Englaro, il padre
di Eluana. Parteciperanno, tra gli altri, Mina Welby, il valdese Daniele
Garrone, don Giovanni Franzoni per le comunità cristiane di base, Dacia
Maraini, Lidia Ravera, Emma Bonino, Andrea Camilleri, Furio Colombo, Paolo
Flores d'Arcais, Pancho Pardi e Stefano Rodotà. Hanno aderito Idv, Rifondazione
comunista, Sinistra democratica e Partito radicale.
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
RAFFAELE
INDOLFI È «la morte dello Stato di diritto». Altolà del Vaticano al decreto
sulla sicurezza varato dal governo che legalizza le ronde. Per monsignor
Agostino Marchetto, segretario del pontificio consiglio dei migranti,
«l'istituzione delle ronde rappresenta una abdicazione dello Stato di diritto».
E non è, quindi, «la strada da percorrere». Su sicurezza e immigrazione tra
governo e Vaticano non c'è affatto quell'«identità di vedute» che appena due
giorni fa il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva sottolineato
esservi con la Santa Sede, riferendosi soprattutto alla politica internazionale
ma anche, implicitamente, alla bioetica. Dopo aver ricordato le perplessità del
capo dello Stato e criticato l'ostinazione del governo, monsignor Marchetto, a
proposito delle ronde, osserva che «è giusto che i cittadini si sentano al
servizio del bene comune, purchè questo serva a difendere i deboli». Ma,
sostiene, che la repressione dei reati, «spetta alle autorità costituite». Il
fatto, poi, che il decreto legge introduca un «ruolo prevalente» per ex
appartenenti alle forze dell'ordine ed escluda l'uso di armi, non cambia la
posizione dell'esponente della Santa Sede. «Cercano così di far passare -
rileva monsignor Marchetto - una norma che aveva già sollevato critiche, anche
da parte del capo dello Stato». E ribadisce: «È bene dare ai cittadini la
possibilità di contribuire ad aumentare la sicurezza delle loro città, ma se
questo serve ad alimentare un clima di criminalizzazione dei migranti,
certamente questo non trova il consenso della Chiesa». Ronde a parte, il
Vaticano ribadisce le critiche nei confronti dell'invito rivolto da governo a
medici e ospedali affinchè denuncino gli immigrati clandestini, e guarda con
allarme al prolungamento dei tempi di permanenza nei Cie, i centri di
identificazione e espulsione. «Se gli irregolari si fanno prendere dalla paura
- avverte monsignor Marchetto - perderanno la fiducia e, non conoscendo i
propri diritti, potrebbero preferire non curarsi, o favorire la creazione di
strutture illegali». E, più in generale, «criminalizzare le migrazioni
irregolari e trattarle come reati comuni significa non riconoscere il diritto
ad emigrare», rileva ancora monsignor Marchetto che ricorda
come questo diritto sia, invece, tutelato dalla dichiarazione sui diritti umani e difeso dalla dottrina della
Chiesa. Il presidente del pontificio consiglio per i migranti invita ad una
maggiore «moderazione» e plaude alle parole pronunciate dal presidente della
Camera Gianfranco Fini contro l'equazione «immigrati uguale criminali».
Che non bastano, però, a bilanciare l'effetto di provvedimenti che rischiano,
secondo la Chiesa, di esacerbare paure e intolleranze. «Il clima che si respira
nel nostro Paese - denuncia inoltre il servizio dei gesuiti per i rifugiati in
Italia - è sempre più teso. Crescono gli episodi di intolleranza e xenofobia,
ma soprattutto le frasi fatte, gli insulti sugli autobus, l'insofferenza verso
il diverso. Le dichiarazioni ad effetto di alcuni politici - sottolineano i
gesuiti - e le strumentalizzazioni di fatti di cronaca troppo enfatizzati dai
media concorrono a far passare un messaggio pericoloso: i confini di quel che è
lecito dire (e fare) dipendono dall'origine, dallo status o addirittura dal
colore della pelle di chi ci troviamo davanti». Al Vaticano replica il
vicepresidente dei deputati del Pdl Italo Bocchino. «Il Vaticano - dice - fa
benissimo il suo mestiere, di tutelare i più deboli, quelli che considera gli
emarginati. Il nostro compito come governo è però un altro: quello di garantire
la sicurezza dei cittadini. Le ronde vengono male interpretate». Mentre Jole
Santelli, responsabile Sicurezza Fi e vicepresidente della commissione Affari
Costituzionali, dice che quella del Vaticano sulle ronde «è una interpretazione
forzata».
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
La
Campania, dopo 37 anni, ha il nuovo Statuto, approvato ieri dal consiglio
regionale in seconda lettura. Nella parte relativa ai
principi spiccano la lotta contro la pena di morte, la tortura, il terrorismo,
la schiavitù ma anche la tutela della vita umana. Si riconosce il sostegno alla
famiglia fondata sul matrimonio. Non c'è il riferimento alle coppie di fatto ma
il più generico "unioni familiari". Sì, invece, alle radici
cristiane. Lo Statuto sancisce il principio costituzionale delle pari
opportunità e del riequilibrio della rappresentanza tra uomini e donne. Tra gli
obiettivi, le politiche a favore degli immigrati. Il consiglio regionale passa
da sessanta a sessantuno consiglieri (il presidente della giunta è l'unità in
più) e i gruppi dovranno essere composti da almeno cinque componenti. Inserita
una norma anti-trasformismo: chi cambia casacca perde i benefici. Confermata
l'elezione diretta del presidente della giunta. MAINIERO A PAGINA 31
( da "Gazzettino, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Va
fermata questa spirale autoritaria» Sabato 21 Febbraio 2009, Le forze politiche
di governo e di opposizione ispirate ai valori del liberalismo democratico
«fermino questa spirale autoritaria»: a chiederlo è l'Unione delle Camere
Penali Italiane, che dicono di ritenere «al di fuori della Costituzione» i
provvedimenti contenuti nel decreto legge sulla sicurezza. Gli avvocati
penalisti considerano «inutile» la norma sulle ronde, e giudicano la custodia
cautelare per gli indiziati di violenza sessuale in «contrasto con i principi
di presunta innocenza». L'introduzione della pericolosità sociale è infatti,
per l'Unione Camere Penali, una «grave violazione dei diritti dell'uomo», mentre l'esclusione
di misure alternative al carcere per i condannati per violenza sessuale
«rischia di togliere alla pena ogni funzione rieducativa». Quindi, «per il
carattere illiberale del suo contenuto il decreto si colloca fuori dalla
Costituzione. Una non costituzionalità dovuta anche alla mancanza del
presupposto della straordinaria necessità ed urgenza», conclude l'Ucpi, visto
che i dati segnalano una riduzione dei reati di violenza sessuale.
( da "Gazzettino, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
"Giustizia
venduta": riaperto il dossier sulla morte della giornalista Sabato 21
Febbraio 2009, Mosca All'indomani dell'unanime verdetto di non colpevolezza
pronunciato giovedì a Mosca dalla giuria nei confronti di tutti e quattro gli
imputati, riparte da zero tra polemiche e pessimismo l'inchiesta sull'uccisione
della giornalista di opposizione Anna Politkovskaja, la voce ferocemente più
critica della Russia putiniana. Ieri il tribunale militare, emessa la sentenza
assolutoria, ha ritrasmesso il fascicolo alla procura perché avvii nuove
indagini e ha pure riconosciuto il diritto degli accusati a chiedere un
risarcimento per l'ingiusto processo. Ma ora, sul banco degli imputati, sono
finiti gli inquirenti e tutto il sistema giudiziario del Paese, come emerge
anche dalla stampa russa singolarmente concorde nel criticare «il fallimento
totale» dell'inchiesta. Un naufragio giudiziario che ai
difensori dei diritti umani
non lascia molto ottimismo sulle prospettive di una nuova indagine. La
sentenza, che ha sollevato sconcerto in tutto il mondo e prese di posizione a
Parigi e Washington, è diventata l'ennesima cartina di tornasole di uno Stato
di diritto tanto proclamato quanto quotidianamente sconfessato. Il primo
problema è che il potere giudiziario russo non gode di alcuna reale
indipendenza e autonomia dal potere esecutivo e legislativo. Il secondo
problema è culturale, una sorta di eredità sovietica: per troppo tempo i
magistrati sono stati addomesticati dal Cremlino (il famoso "diritto telefonico"),
tanto che in un recente sondaggio la maggioranza dei cittadini intervistati,
dal 39% al 44% a secondo del grado di istruzione, non considera i tribunali
come un potere indipendente. E certo non aiutano certe uscite, come quella
cinica di Putin sulla marginalità della Politkovskaja, poco dopo il delitto.
C'è poi il problema della corruzione e dei conflitti di potere, come quello tra
la procura e il comitato d'indagine istituito nell'estate del 2007, che ha poi
raccolto le prove del processo Politkovskaja. A dirigerlo è Aleksander
Bastrikin, un uomo di fiducia di Vladimir Putin. Lo scorso luglio un deputato
giornalista denunciò in modo documentato che faceva affari all'estero con
un'impresa immobiliare nella Repubblica Ceca contravvenendo alle leggi. È bastata
una smentita e Bastrikin è rimasto lì. In compenso uno dei suoi collaboratori,
Dmitri Dovghi, che aveva denunciato come inchieste importanti siano state
aperte su pressione delle autorità, è finito indagato per una tangente da
750mila euro. Ha creato un caso anche la vicepresidente della suprema corte di
arbitrato, Ielena Valiavina, rivelando che Valery Boiev, ex dirigente del
Cremlino con Putin, l'aveva minacciata nel 2005 di rovinarle la carriera, se
non avesse ribaltato una sentenza contro il servizio dei beni federali. E
giusto ieri, la presidente della stessa corte, Valentina Maikova, è stata
destituita dai suoi colleghi per una vicenda da "affittopoli".
Tornando al caso Politkovskaja, non ci si deve quindi stupire se uno degli
imputati ha sostenuto di aver ricevuto dagli investigatori la promessa di una
pena ridotta se avesse coinvolto l'oligarca in esilio Boris Berezovski, nemico
numero uno di Putin. Intanto altri difensori dei diritti umani
ed altri giornalisti continuano ad essere uccisi, come l'avvocato Stanislav
Markelov e la reporter Anastasia Baburova. Ma la giustizia russa sa anche
colpire due volte lo stesso imputato, se vuole: per ironia della sorte, nel
giorno dell'assoluzione nel processo Politkovskaja, è stato annunciato il
processo bis a Mikhail Kodorkhovski, un altro nemico giurato di Putin.
( da "KataWeb News" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Bio-Testamento:
P.Zza Farnese gremita "Contro tortura di Stato" 21 febbraio 2009 alle
16:05 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Si è riempita Piazza Farnese, in
pieno centro di Roma: sono in tanti, rigorosamente senza bandiere di partito
come richiesto dagli organizzatori, ad aver risposto all'appello di Micromega
contro il ddl sul testamento biologico in discussione al Senato. Emblematico lo
slogan, che campeggia sopra il palco: "si al testamento biologico, no alla
tortura di Stato", seguito dalla frase: "si al rispetto della
Costituzione, no alla dittatura oscurantista". "La vita appartiene a
noi -- sintetizza il direttore di Micromega Paolo Flores d'Arcais -- non al
governo né alla Chiesa. Noi siamo per la libera scelta, c'è chi vorrà che gli
le siano staccate le macchine come Welby, e chi no. In ogni caso è mostruoso
che decida una maggioranza". Se la legge passerà nel testo attuale, che
vieta lo stop di alimentazione e idratazione forzate, i promotori sono pronti
al referendum: "ne va della nostra vita". "Il centrodestra --
aggiunge Pancho Pardi dell'IdV -- dice di essere il partito della vita perché
vuole impedire a un paziente di esprimere le sue volontà, e chiamano noi
partito della morte. Ma siamo noi a tutelare la vita, la volontà del paziente e
il libero intendimento di tutti i cittadini". Nel corso della
manifestazione sono previsti diversi interventi dal palco, tra cui Don Giovanni
Franzoni, Dacia Maraini e Livia Ravera, ed è atteso per le 17-17.30 un
collegamento telefonico con Peppino Englaro. All'iniziativa hanno aderito Idv,
Rifondazione comunista, Sinistra democratica e Partito Radicale. AGI
( da "Virgilio Notizie" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
21 feb. (Apcom) - Inizia alle
( da "Repubblica.it" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
ROMA
- Si è riempita Piazza Farnese, in pieno centro di Roma: sono in tanti,
rigorosamente senza bandiere di partito come richiesto dagli organizzatori, ad
aver risposto all'appello di Micromega contro il ddl sul testamento biologico
in discussione al Senato. Emblematico lo slogan, che campeggia sopra il palco:
"si al testamento biologico, no alla tortura di
Stato", seguito dalla frase: "si al rispetto della Costituzione, no
alla dittatura oscurantista". "La vita appartiene a noi - sintetizza
il direttore di Micromega Paolo Flores d'Arcais - non al governo nè alla
Chiesa. Noi siamo per la libera scelta, c'è chi vorrà che gli le siano staccate
le macchine come Welby, e chi no. In ogni caso è mostruoso che decida
una maggioranza". Se la legge passerà nel testo attuale, che vieta lo stop
di alimentazione e idratazione forzate, i promotori sono pronti al referendum:
"Ne va della nostra vita". "Il centrodestra - aggiunge Pancho
Pardi dell'IdV - dice di essere il partito della vita perchè vuole impedire a un
paziente di esprimere le sue volontà, e chiamano noi partito della morte. Ma
siamo noi a tutelare la vita, la volontà del paziente e il libero intendimento
di tutti i cittadini". Nel corso della manifestazione sono previsti
diversi interventi dal palco, tra cui Don Giovanni Franzoni, Dacia Maraini e
Livia Ravera, ed è atteso per le 17-17.30 un collegamento telefonico con
Peppino Englaro. All'iniziativa, che nasce sull'onda di un appello firmato da
Andrea Camilleri, Furio Colombo, Paolo Flores d'Arcais, Pancho Pardi e Stefano
Rodotà, hanno aderito Idv, Rifondazione comunista, Sinistra democratica e
Partito Radicale. (21 febbraio 2009
( da "ITnews.it" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Baghdad,
21 feb. (Adnkronos/Xin) - E' stata riaperta oggi dalle
autorita' irachene la prigione di Abu Ghraib, diventata tristemente nota in
tutto il mondo per gli abusi sui prigionieri compiuti dai soldati americani,
dopo essere stata un centro di tortura durante il regime di Saddam Hussein.
( da "Virgilio Notizie" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Baghdad,
21 feb. (Ap) - Riapre i suoi cancelli oggi il famigerato carcere di Baghdad Abu
Ghraib, teatro di torture e violenze perpetrate da militari Usa sui detenuti
durante la guerra in Iraq, le cui fotografie shock hanno fatto il giro del
mondo. Il carcere si trova nella zona ovest della capitale e ora si chiama "Prigione
centrale di Baghdad". All'interno vi sono aree per
attività ricreative, per cucire o usare il computer, una palestra, una
biblioteca e una serra. I vertici del penitenziario hanno assicurato di non
voler venire meno alle richieste dei gruppi che lottano per i diritti umani. Il carcere può ospitare fino a
tremila prigionieri, al momento 400 persone vi sono detenute.
( da "Rai News 24" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma
| 21 febbraio 2009 Amnistia a Myanmar ma Aung San Suu Kyi resta ai domiciliari
Aung San Suu Kyi Le autorità del Myanmar hanno inziato a rilasciare i detenuti
del carcere Insein di Yangon, tra i quali numerosi prigionieri politici, nel
quadro dell'amnistia per 6.313 persone decisa dalla giunta militare che governa
la ex Birmania. Tra i rilasciati, secondo testimoni oculari, ci sono Thet Wai,
esponente della Lega nazionale per la Democrazia (Nld), e altri 5 membri
dell'opposizione. Esclusi dall'amnistia sono la leader del partito Nld, Aung
San Suu Kyi e il suo vice, Tin Oo, agli arresti domiciliari da metà 2003. La
detenzione di Tin Oo è stata prolungata di un anno proprio alla vigilia
dell'arrivo in Myanmar, il 14 febbraio scorso, del relatore
speciale dell'Onu per i diritti umani in Birmania Tomas Ojea Quintana. La sua missione di sei giorni
era finalizzata a persuadere la giunta militare a rilasciare circa 2.100
prigionieri politici, inclusa la premio Nobel Suu Kyi, prima delle elezioni
previste l'anno prossimo. Al termine della visita, giovedì scorso,
Quintana aveva sottolineato che "la situazione dei diritti umani in Myanmar è ancora una sfida".
( da "Stampaweb, La" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
ROMA
Si è riempita Piazza Farnese, in pieno centro di Roma: sono in tanti,
rigorosamente senza bandiere di partito come richiesto dagli organizzatori, ad
aver risposto all?appello della rivista Micromega contro il ddl sul testamento
biologico in discussione al Senato. Emblematico lo slogan, che campeggia sopra
il palco: «si al testamento biologico, no alla tortura di Stato», seguito dalla
frase: «si al rispetto della Costituzione, no alla dittatura oscurantista». «La
vita appartiene a noi - sintetizza il direttore di Micromega Paolo Flores
d?Arcais - non al governo nè alla Chiesa. Noi siamo per la libera scelta, c?è
chi vorrà che gli le siano staccate le macchine come Welby, e chi no. In ogni
caso è mostruoso che decida una maggioranza». Se la legge passerà nel testo attuale,
che vieta lo stop di alimentazione e idratazione forzate, i promotori sono
pronti al referendum: «ne va della nostra vita». «Il centrodestra - aggiunge
Pancho Pardi dell?IdV - dice di essere il partito della vita perchè vuole
impedire a un paziente di esprimere le sue volontà, e chiamano noi partito
della morte. Ma siamo noi a tutelare la vita, la volontà del paziente e il
libero intendimento di tutti i cittadini». Nel corso della manifestazione sono
previsti diversi interventi dal palco, tra cui Don Giovanni Franzoni, Dacia
Maraini e Livia Ravera, ed è atteso per le 17-17.30 un collegamento telefonico
con Peppino Englaro. All?iniziativa hanno aderito Idv, Rifondazione comunista,
Sinistra democratica e Partito Radicale.
( da "Manifesto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
TESTAMENTO
BIOLOGICO «No alla legge tortura» Ma senza i democratici
Manifestazione a Roma Eleonora Martini ROMA Qualcuno nel Pd è ancora combattuto
tra la paura di schierarsi troppo e la voglia di scendere in piazza oggi a Roma
- alle
( da "Manifesto, Il" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
I
«Rouge» ALLA SBARRA - LA CAMBOGIA PROCESSA IL SUO PASSATO
Il torturatore Duch, oggi cristiano rinato, è stato il primo di cinque
dirigenti dei khmer rossi a comparire davanti al Tribunale speciale che a Phnom
Penh processa la sanguinosa utopia che in meno di 4 anni sterminò due milioni
di cambogiani. Nell'indifferenza della popolazione, che è in realtà nuova paura
Gianpasquale Polloni* Magro, emaciato, occhi spiritati... Kaing Eak Euv
nom de guerre Duch, responsabile della morte e della tortura di 16,000 persone,
ora born again christian e sostenuto dalla fede nella rinascita in grazia
divina, è il primo di cinque imputati a comparire davanti al tribunale
specialmente istituito a Phnom Penh per giudicare i dirigenti dei Khmer Rouge,
il partito comunista che prese il potere in Cambogia tra il 1975 e il '79. Duch
era il comandante della prigione di Tuol Sleng, tristemente nota come luogo di
torture e di esecuzioni: come tutti i boia, è probabile che rivendichi la sua
posizione di semplice esecutore di ordini superiori. Se a guidare il processo
penale ai dirigenti Khmer Rouge fosse il puro senso di giustizia, centinaia di
migliaia di cittadini cambogiani dovrebbero sedere fra le parti civili, vittime
del regime che in soli 3 anni, 8 mesi e 17 giorni, riuscí a stravolgere il
paese con una folle utopia agraria, svuotare le città e mandare tutti nei
campi: quasi due milioni di persone morirono di fame, stenti e bruitalità di un
regime che vedeva nemici ovunque. Invece i cittadini cambogiani che hanno
deciso di costituirsi come parti lese sono appena un migliaio: pochi in questo
paese si sentono al sicuro, quando si tratta di rivendicare un proprio diritto
o di chiedere che venga fatta giustizia. Quella che sembra indifferenza, scarsa
attenzione da parte della società cambogiana verso il processo in corso, è
invece il risultato delle dinamiche che ancora reggono la società cambogiana,
su cui è costruita l'impalcatura del Tribunale Straordinario della Corte di
Cambogia. In primo luogo la scelta di ridurre gli imputati a soli cinque alti
dirigenti Khmer Rouge, che assurgono cosí al ruolo di figure astratte: chi ha
fisicamente ucciso, terrorizzato, torturato, non siede nelle assisi cambogiane,
anzi spesso vive a contatto di coloro che ha vittimizzato. Inoltre, le
procedure non incoraggiano chi avesse voluto costituirsi parte civile e
testimoniare: fino a poco tempo era previsto che le vittime intervenissero solo
tramite i propri rappresentanti legali, senza partecipare al dibattimento. Chi
ha accettato di presentarsi come parte civile è stato convinto a farlo da una
campagna di informazione capillare portata avanti nelle campagne dal «Centro di
documentazione sul genocidio cambogiano». Contribuisce a questo distacco anche
una concezione del potere e della relazione fra stato e cittadino fondata su
rapporti di forza brutali, per i quali il dissenso rappresenta una sfida
all'autorità, e ogni protesta una ribellione pericolosa. Per l'attuale governo
cambogiano non era certo una priorità portare più dirigenti Khmer Rouge in
tribunale. Non tanto perché alcuni attuali dirigenti appartenevano al regime (i
dirigenti di spicco hanno il merito storico di essere gli unici cambogiani ad
aver combattuto contro i Khmer Rouge e averli sconfitti), quanto perché la
dinamica sociale di un processo popolare, con le vittime finalmente
protagoniste che mettono in luce e testimoniano sul sistema di potere e i
meccanismi di questo, sarebbe un evento sociale destabilizzante per il potere
stesso, un precedente rischioso. Ma c'è forse anche altro sotto questa scarsa
partecipazione. Spesso la cronaca e la storia di quegli anni sono state
dominate dalle voci di chi aveva potere, per educazione o per censo, ma la
Cambogia di allora (e di oggi) è fatta all'80% di contadini, le cui esperienze
di rado sono riportate. Fra di loro c'era, negli anni in cui i Khmer Rouge
hanno preso il potere, un'incredibile aspettativa di una vita migliore.
Un'anziana immigrata cinese, contadina della provincia di Battambang, abitante in
un villaggio che ha preso il nome, campo di cavoli, dagli sforzi di questo
gruppo di immigrati alla fine degli anni '40, spiegava : «Mio marito era
comunista, era scappato dalla provincia cinese per via della guerra. Mi disse -
non ti preoccupare, perché i comunisti non ce l'hanno con i poveri contadini
come noi, solo con i ricchi possidenti, io li conosco. Cosí restammo nel
villaggio, e fu una catastrofe. Ci salvammo alla fine dalla morte per fame
attraversando il confine con la Thailandia, sui campi minati, dove non ci
poteva neanche allontanare dal gruppo per fare i propri bisogni». Lo stesso
vale per migliaia di famiglie contadine, che videro nei Khmer Rouge la fine dei
soprusi, la corruzione, il dominio dei funzionari governativi e le loro gabelle
predatorie. Non fu così. Forse il processo penale ai Khmer Rouge aiuterà a
capire come andò, e forse confermerà quello che si intuisce dai racconti e
dalle testimonianze, e cioè che furono eliminati e uccisi soprattutto gli
uomini e le donne che non si adeguavano, reagivano, cercarono di organizzarsi e
di rispondere alla violenza di un regime demente che organizzava loro la vita
senza lasciare possibilità di sopravvivenza, né mezzi di sussistenza, obbligati
a corvée infinite nelle risaie, puniti ferocemente per qualsiasi strappo alle
regole. Tra loro anche le minoranze etniche come i Cham, musulmani,
protagonisti di vere a proprie sollevazioni armate contro il regime, decimati
da una repressione spaventosa. O i gruppi indigeni del nord est, attratti in un
primo tempo dell'idea di una società egualitaria ma subito respinti dai piani
di pulizia etnica attuati dai Khmer Rouge. Oggi, se la pace e lo sviluppo
economico hanno portato benessere e migliorato la vita di molti, in Cambogia
ineguaglianze e ingiustizia sociale sono ogni giorno più profonde. Servirebbe
una controparte sociale, ma l'azione sociale qui è appannaggio di pochi
coraggiosi. Il retaggio del passato si percepisce nella paura e nella
preoccupazione di chi rivendica i propri diritti e si trova a sfidare le
autorità, rischiando la prigione e in certi casi la vita. O nel conformismo
profondo che spinge la popolazione a un'omologazione accanita, o la precauzione
estrema con cui la gente accetta, sussurrando, di commentare i fatti politici,
solo fra quattro mura e con interlocutori fidati. In contrasto con
l'impressione di libertá che offre la capitale Phnom Penh, in cui sfrecciano
giovani vestiti alla moda, su motorette dalle luci psichedeliche, e si
moltiplicano le nuove costruzioni, i negozi di moda, i centri benessere, i bar
e i ritrovi: il modello politico attuale, ultraliberista e autoritario, sfrutta
a pieno il conformismo generato dal retaggio di terrore e violenza del passato.
* Lettera 22
( da "KataWeb News" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Afghanistan:
Obama come Bush, no a ricorsi per detenuti 21 febbraio 2009 alle 13:19 — Fonte:
repubblica.it — 0 commenti L'Amministrazione Obama mantiene la linea di George
W. Bush sui prigionieri in Afghanistan. In una nota il Dipartimento della
Giustizia Usa ha confermato che i 600 "combattenti nemici" rinchiusi
nella base di Bagram, vicino a Kabul, non hanno diritti costituzionali e quindi
non possono ricorrere alle Corti americane per contestare la loro detenzione. I
prigionieri sono per lo più accusati di partecipare a una guerra terroristica
contro gli Stati Uniti. La scelta di continuità fatta da
Obama è stata criticata dagli avvocati e dalle organizzazioni per i diritti umani. Barbara Olshansky, che
rappresenta quattro detenuti di Bagram, ha parlato di "enorme
delusione". "Speravamo che Obama ci guidasse su una strada diversa,
ma ha deluso queste aspettative", ha affermato Tina Monshipour Foster,
avvocato di un altro detenuto. Lo scorso anno la Corte suprema aveva
riconosciuto ai prigionieri di Guantanamo il diritto a ricorrere nei tribunali
federali contro la loro detenzione. In seguito a quella sentenza era stata
presentata un'istanza a una corte distrettuale di Washington per conto di
quattro detenuti di Bagram. Il magistrato ha trasmesso l'istanza al
Dipartimento di giustizia, per chiedere se ci fosse un cambiamento di linea sui
prigionieri in Afghanistan. Ma Obama, ancora alle prese con i tanti problemi
giuridici legati alla chiusura del penitenziario nella base navale a Cuba, ha
preferito adottare una linea di cautela sui prigionieri all'estero. Il
Dipartimento della Giustizia sostiene che la situazione a Bagram è diversa da
quella di Guantanamo, in quanto si tratta di una zona di guerra dove è in corso
un'azione militare e quindi i "combattenti nemici" vi possono essere
trattenuti fino a quando siano ritenuti una minaccia alla sicurezza nazionale
afghana. Washington ha tra l'altro in programma la costruzione in Afghanistan
di un nuovo penitenziario in grado di accogliere 1.100 detenuti per un costo di
60 milioni di dollari, pari a oltre 46 milioni di euro. AGI
( da "KataWeb News" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Cina:
Dissidenti fermati per tenerli lontani da hillary. 21 febbraio 2009 alle 15:19
— Fonte: repubblica.it — 0 commenti Minacce, vessazioni, arresti domiciliari:
gli attivisti cinesi per i diritti umani hanno
denunciato le manovre del governo di Pechino per impedire ogni contatto con
Hillary Clinton. Il segretario di Stato americano, impegnato in una visita di
40 ore in Cina, si è già attirata le critiche delle Ong per aver avvertito che
la tutela dei diritti umani non deve ostacolate la
lotta che vede Cina e Stati Uniti fianco a fianco contro la crisi. "Sono
agli arresti domiciliari per via della visita della Clinton" è riuscita a
scrivere sul suo blog Zeng Jinyan, moglie di Hu Jia, uno dei leader della
dissidenza cinese. La Zeng avrebbe dovuto incontrare Gao Yaojie, protagonista
nella campagna di denuncia della latitanza del governo centrale nella lotta
contro l'Aids, per poi andare insieme dalla Clinton. Ma le autorità hanno
fermato oltre lei anche altri leader, come Jiang Qisheng, già protagonista di Tienanmen
e i firmatari dell'ormai celebre 'Carta 08', un documento in cui si fa appello
alla riforma politica in Cina e che ha fatto infuriare il Partito. La Clinton,
da parte sua, ha gia' respinto le accuse di Amnesty
International di aver tradito la causa dei diritti umani. "Ho detto che la promozione dei diritti umani è un aspetto essenziale della
politica estera statunitense" ha detto il segretario dei Stato al termine
di un incontro con il ministro degli Esteri cinese, Yang Jechi, "ho
sollevato al questione in ogni tappa del mio viaggio e lo stesso ho fatto con
Yang". AGI
( da "Wall Street Italia" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Testamento
biologico, intellettuali in piazza "Sì alla Costituzione, no alla tortura
di Stato" -->Roma, manifestazione senza bandiere contro il ddl in
discussione al Senato: «Noi siamo per la libera scelta e per la tutela della
vita». In collegamento anche il papà di Eluana.
( da "Reuters Italia" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
ROMA
(Reuters) - Contro una legge che vieta di interrompere l'alimentazione ai
malati in stato vegetativo e contro l'ingerenza della chiesa cattolica si è
tenuta oggi nel centro di Roma una manifestazione, indetta da intellettuali e
politici, a cui ha partecipato con un discorso via telefono Peppino Englaro.
"Sì al testamento biologico, no alla tortura di
stato", è lo slogan che ha riempito di dimostranti piazza Farnese, in un
evento organizzato da Micromega e da politici contrari al disegno di legge del
governo sul testamento biologico. "Sono convinto che gli italiani non si
lasceranno imporre una legge del genere", ha detto alla folla il papà di
Eluana Englaro, la donna morta dopo 17 anni di stato vegetativo perché
le è stata tolta l'alimentazione via sondino e diventata il simbolo di una
battaglia contro l'accanimento terapeutico e per l'eutanasia. Se approvato, il
ddl sul testamento biologico, che impedirebbe una morte come quella di Eluana,
sarebbe "una barbarie", si legge in un appello firmato da politici e
scrittori, come Andrea Camilleri e Lidia Ravera. "Sul mio corpo e la mia
morte decido io", era uno slogan che capeggiava in piazza, accanto a
scritte contro la chiesa cattolica, che sul caso di Eluana si è schierato con
chi voleva farla vivere a tutti i costi. Alla manifestazione hanno aderito
l'Italia dei Valori, i radicali e i partiti della sinistra radicale, ma non il
Pd che sulla questione è diviso. I manifestanti, secondo cui il testamento
biologico dovrebbe consentire ad una persona di disporre il distacco del
sondino dell'alimentazione nel caso in cui finisse in stato vegetativo, si sono
dichiarati pronti a raccogliere firme per un referendum, se la legge del
centrodestra sarà approvata.
( da "Adnkronos" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
A
Roma in piazza per il testamento biologico. Beppino Englaro: "No a una
legge che è una barbarie" La manifestazione oggi nella capitale nella
capitale "contro il ddl della maggioranza" . Il
costituzionalista Rodotà: " Il 75% degli italiani ritiene che a decidere
sulle cure debba essere la famiglia". Il leader di Rifondazione Comunista,
Ferrero: "E' una tortura di Stato" commenta 0 vota 1 tutte le notizie
di CRONACA ultimo aggiornamento: 21 febbraio, ore 18:07
( da "Panorama.it" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
-
Italia - http://blog.panorama.it/italia - Esclusivo: il testo della lettera di
Battisti, tra sproloqui e richieste di perdono Posted By paolo.manzo On
20/2/2009 @ 11:03 In Headlines, NotiziaHome | 2 Comments Torna a [1] parlare
dal carcere di Papuda, in Brasile, Cesare Battisti. E lo fa [2] con una lettera
scritta a mano, di 8 pagine, (qui il [3] TESTO originale e integrale),
intitolata "Perché io" e consegnata ai senatori [4] Eduardo Matarazzo
Suplicy, del [5] PT del presidente Lula e [6] José Nery del [7] Psol che l'ha
letta ieri nel Senato verde-oro. Panorama.it l'ha tradotta integralmente e la
propone in esclusiva per dare una più corretta idea del personaggio. Brasilia:
18-02-2009 Perché io? Anche se non ho mai creduto, come disse Voltaire, che noi
stiamo in un mondo dove si vive o si muore "con le armi in mano",
l'ironia del destino ha fatto sì che oggi io mi trovi condannato per 4 omicidi.
La mia situazione è terribile. Sono terrorizzato, disarmato di fronte
all'ostilità e all'odio rancoroso che manifestano i miei avversari. So che dovrei
lottare contro la valanga di menzogne, di falsificazioni storiche, ma ciò che
mi manca per lanciarmi nella lotta è la voglia di vincere. Vincere che cosa? I
miei avversari, contrariamente a me, sembra che abbiano qualcosa da difendere.
Forse la loro miseria, o ricchezza, o, forse, come nel caso di alcuni attuali
ministri del Governo italiano, continuare a nascondere il loro passato. Un
passato di attivisti di estrema destra (fascista) responsabili direttamente o
indirettamente di massacri con bombe. Non so esattamente ciò che motiva i miei
avversari ad entrare in questa battaglia, ma di certo non è la sete di
Giustizia. Da parte mia non pretendo di erigermi a difensore di tutto ciò che è
accaduto nei sanguinosi anni Settanta. Siamo in pieno secolo XXI, non ho più
verità assolute sulla società ideale, né sono importante al punto da difendere
ciò che c'era di buono nei sogni di quegli anni. Non posso entrare in una
guerra di questo tipo. Aggiungo che non sono neanche molto intelligente, se
sono riuscito a farmi tanti nemici, se ho dato fastidio a tante persone
importanti, questo è stato senza dubbio il risultato della mia incoscienza. La
verità è che non ho fatto nulla per evitare tanti problemi, ma ancora devo
capire come sono stato capace di raggiungere risultati così disastrosi. Rimane,
comunque, la domanda: perché tanto odio? Non è per esimermi che mi dichiaro
incompetente e lascio la risposta a questa domanda a persone più intelligenti,
a coloro i quali non sono soliti assumere il ruolo di "angeli vendicatori".
Questa persecuzione interminabile e tutta la vicenda degli anni Settanta
italiani è una lunga agonia, un grido di vergogna gettato sulla carta
ingiallita dei giustizieri. Ecco cos'è, l'espressione di un volto corroso da
una malattia nervosa, come un peccato originale che colpisce il corpo politico
italiano. Povera l'Italia di Dante, di Beccaria, di Bobbio e di Umberto Eco.
Povera la patria svuotata dal vento dell'orgoglio, del cinismo e della vanità
che le impedisce di riconoscere i propri errori, i propri peccati, che non
vuole abbassarsi al livello di questi paesi latinoamericani, ammettendo
coraggiosamente che anche loro (gli italiani, ndr) nella stessa epoca sono
passati attraverso una guerra civile a bassa intensità (leggere le
dichiarazioni dell'ex Presidente della Repubblica il senatore Francesco
Cossiga) e che per combatterla hanno fatto ricorso ad ogni tipo di illegalità.
Oltre a decine di prigionieri politici sotterrati vivi nelle carceri italiane,
ci sono centinaia di rifugiati italiani nel mondo intero. Qui in Brasile c'è il
caso di un estraditando italiano appartenente ad un'organizzazione
nazi-fascista ([8] Pierluigi Bragaglia, esponente dei Nuclei Armati
Rivoluzionari, ndr) e coinvolto nell'attentato di Bologna, 82 morti (questa è
una novità assoluta. Bragaglia, in Italia condannato a 12 anni per sovversione
e banda armata in Italia - lo scorso settembre il governo Berlusconi ha chiesto
l'estradizione - non è stato condannato per la strage di Bologna, ndr).
Stranamente l'Italia non fa cenno a questo caso, né protesta né ricatta il
popolo brasiliano per lui. Perché? Perché l'Italia non ha agito allo stesso
modo quando Sarkozi ha negato l'estradizione di [9] Marina Petrella dalla
Francia, la cui situazione penale supera di gran lunga la mia (al di là dei
curriculum, alla Petrella, seriamente ammalata, la Francia ha concesso l'asilo
per ragioni umanitarie e non il rifugio politico, ndr)? Perché questa
ostinazione feroce contro di me mentre non si protesta per l'estradizione
negata di altri quattro italiani condannati anche loro per omicidio (il
riferimento è ad Achille Lollo, Pietro Mancini, Luciano Pessina e Pasquale
Valitutti, i quattro ex terroristi di cui l'Italia aveva chiesto in passato
l'estradizione al Brasile senza successo ma ai quali, a differenza di Battisti,
non è stato concesso il rifugio politico da Brasilia, ndr)? Forse perché la mia
attività di scrittore e giornalista può essere un pericolo per la manipolazione
storica di quell'italia governata dalla mafia. Non so. Ciò che è certo è che,
nonostante tutti gli sforzi, io non riesco ad agire di fronte a questi attacchi
virulenti contro la mia persona. Non posso identificarmi nell'immagine di me
che loro mi restituiscono ed associare questo riflesso censurabile alla mia
identità sociale! Possono andare avanti a dire che io sono un
"terrorista", un "assassino", ecc, in ogni caso io non
riesco a pensare a me come qualcuno capace neanche della centesima parte di
tutto ciò che mi attribuiscono. È curioso osservare la reazione delle persone
che per qualche ragione sono arrivate ad avere un contatto con me: agenti
penitenziari, altri detenuti, visite e persino i miei avvocati. Già nei primi
minuti di dialogo leggo nelle loro espressioni un "non so che" di
delusione ed è come se stessero pensando: "allora è questo qui il
pericoloso terrorista?!". È proprio questo che le persone dicono quando mi
trovo in situazioni simili, di fronte a quelli che non sono riusciti ad evitare
il bombardamento mediatico, soprattutto della "stampa spazzatura",
che fa di tutto per cercare di influire negativamente sulle decisioni
giudiziarie. Rimango perplesso, sorpreso e a disagio per tutto ciò che sto
causando e, senza dubbio, devo sembrare un po' stupido, con l'aria distratta e
persino incredulo nel vedere che il soggetto in questione di cui si scrive sono
io. Questo perché io non ho mai voluto, quando si trattava di rispondere alle
accuse, agire per la mia propria difesa. Resto ancora dell'idea che
ristabilendo la verità storica, i fatti, non faccio altra cosa se non compiere
un dovere civico. Mi piacerebbe gridare la verità al popolo italiano e
Brasiliano ma come posso fare dal momento che la moltitudine manipolata è
pronta a linciarmi ed è stata convinta del nostro (plurale maiestatis?, ndr)
disonore? La fiera che si nasconde dietro la massa, dietro un sorriso di
circostanza, dietro parole vuote e che aspetta solo la prima opportunità per
rivelarsi io la conosco bene. Già prima che mi mettessero nel mirino,
soprattutto, io sapevo che prima o poi sarebbe arrivata la mia ora. E io ho
lasciato parlare. Ho permesso che mi trattassero da assassino, ladro,
stupratore e molte altre cose. Ho permesso che si facesse tutto ciò ma non per
negligenza o senso di superiorità, o perché mi credessi invulnerabile a tali
insulti o perché mi piaceva che parlassero di me, bene o male che fosse. No, se
io non ho protestato vigorosamente contro tali oscenità è solo perché, in
qualche modo, io continuo ad essere un ottimista. Inutile avere la coscienza
che quando la moltitudine si riunisce, lo fa sempre contro qualcuno, lo stesso
che li ha messi d'accordo sin dall'inizio. Questo qualcuno è la repulsione di
una molecola di questa moltitudine che, generalmente, un tempo lo aveva
idolatrato. Anche se nei miei pensieri io mi ribello, a ragione, contro i bassi
istinti della moltitudine manipolata, non ho ancora perso la speranza che una
piccola luce possa accendersi all'improvviso nel mezzo di questa gente per
riportarla indietro nel mondo degli esseri pensanti e degli spiriti liberi. Il
mio atteggiamento può sembrare suicida o almeno contradditorio ma questa è una
parte integrante dell'idea che ho dei motivi che mi hanno lanciato
nell'avventura di scrivere. Perché è ben vero che prima di esser trasformato in
mostro io ero uno scrittore. Comunque le autorità italiane di oggi mi
perseguitano. Come spiegare ciò, come spiegare quest'Italia, la stessa che un
tempo mi ha trasmesso l'amore delle parole scritte, questo sogno di libertà e
di giustizia sociale, che ha fatto di me un uomo e adesso un appestato? Come
spiegare quest'Italia che ha dimenticato la sua recente povertà, i suoi
immigrati trattati come dei cani che morivano nelle miniere Belghe, Tedesche e
Francesi. Che ha dimenticato i suoi fascismi, mai sotterrati, i suoi tentativi
di colpi di Stato, la mafia al potere, la strategia della tensione, Gladio, le
bombe dei servizi segreti nelle pubbliche piazze, le
torture ai militanti comunisti, quegli stessi militanti che nonostante gli
errori hanno sacrificato le loro vite per contribuire a fare dell'Italia un
paese all'altezza dell'Europa e che oggi, 35 anni dopo, sono trattati come
terroristi e alcuni di loro marciscono ancora nelle "prigioni
speciali". Sarebbe questa l'Italia, il cui capo del Governo è stato
un importante membro della celebre LOGGIA P2, e che oggi decreta leggi
razziste. È questa l'Italia che si rifiuta di lavare i suoi panni sporchi in
pubblico? Ad ogni modo la storia non si giudica nei tribunali, i nostri giudici
possono solo essere quelli che ancora verranno, lottando per una società
giusta. Solo loro ci giudicheranno in modo imparziale. La verità fa male, ma
illumina. La nostra storia recente ci ha mostrato l'errore e l'inganno
dell'inquisizione facendo sì che cicatrici mai dimenticate fossero rimarginate
e così riconoscessero gli eccessi commessi davanti alla verità imposta ai
singoli. Non serve a nulla ramazzare la sporcizia sotto il tappeto perché prima
o poi la sporcizia riapparirà. Riconosco di aver fatto parte di una pagina di
storia scritta con sangue, sudore e lacrime, e spero che oggi i miei avversari
riconoscano che mai i boia sono rimasti senza la loro paga, la storia si è
sempre dimostrata implacabile con chi ha tentato nascondere i suoi errori.
Viviamo in un'epoca democratica, barriere e muri sono stati abbattuti, concetti
sono stati rivisti, non è forse arrivata l'ora che l'Italia mostri il suo lato
cristiano? Perché il perdono è un atto di nobiltà e se sono considerato un
nemico dell'Italia, persino i nemici sanciscono tregue e si perdonano. La
storia ha fatto la sua parte e ha concesso all'Italia un'era di sviluppo e
prosperità, si spera che a chi ha fatto dell'Italia l'Italia di tutti sia
riconosciuta la sua importanza e il ruolo fondamentale che ha avuto nel
ristabilimento dello Stato democratico di diritto. Anche se non compresi sono
stati essenziali. Italia, Italia che uccidi il sogno dei tuoi figli e chiudi
gli occhi di fronte a quelli che ti hanno difesa, non è mai tardi per un gesto
di nobiltà sull'esempio del Vaticano che ha riconosciuto le sue attività durante
l'inquisizione. La caccia alle streghe è finita, "si faccia giustizia non
dopo la fine del mondo ma, con giustizia, proprio perché non finisca!" La
società soffre molto di più con la prigione di un innocente che con
l'assoluzione di un colpevole. CESARE BATTISTI Il VIDEO servizio: Guarda il
[10] TESTO originale e integrale. LEGGI ANCHE: [11] Battisti: "Il Pm
Spataro ha sconfitto il terrorismo con la tortura" - [12] Il fratello di
Battisti: "Chiedo a Napolitano la grazia per Cesare" - [13] La vera
storia di Cesare: perseguitato sì, ma dai reati
( da "Virgilio Notizie" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
21 feb. (Apcom) - Dario Franceschini ha espresso "una posizione molto
chiara" sul testamento biologico, secondo il senatore del Pd Ignazio
Marino. In piazza Farnese, a Roma, per partecipare da semplice cittadino alla
manifestazione 'Sì al testamento biologico, no alla tortura
di Stato', Marino ha sottolineato che per Franceschini "il legislatore
deve ragionare con mentalità laica e che non si può mettere in discussione la
libertà dei cittadini di scegliere sulle terapie". Ai cronisti presenti
Marino ha preannunciato che il Pd ha messo a punto un emendamento per abolire
l'articolo 2 del disegno di legge di maggioranza sul testamento biologico (intitolato
'Divieto di eutanasia e di suicidio assistito') e non ha escluso che riesca a
presentare un emendamento del gruppo parlamentare per modificare l'articolo 5
su alimentazione e idratazione. Con un altro emendamento Marino ripresenterà,
poi, la questione delle cure palliative, degli hospice e del sostegno pubblico
per le disabilità gravi. La scadenza per la presentazione degli emendamenti al
ddl sulle 'dichiarazioni anticipate di trattamento' è lunedì prossimo a
mezzogiorno e il Pd ha dato mandato a Marino e al collega Daniele Bosone di
elaborare gli emendamenti a nome del gruppo parlamentare.
( da "Rai News 24" del 21-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma
| 21 febbraio 2009 Anche 21 preti con la piazza per il testamento biologico: no
alle crociate Piazza Navona gremita Chiedono "un dibattito all'interno
della Chiesa che rimetta al centro la persona", una riflessione che tenga
conto dei cristiani "come fedeli ma anche come cittadini rispettosi della
Costituzione" così come di mettere da parte "inutili crociate".
Sono i 21 preti che, in una posizione di dissenso dalle gerarchie
ecclesiastiche, hanno aderito oggi alla manifestazione
"Sì alla vita no alla tortura di Stato", organizzata da Micromega
contro il disegno di legge della maggioranza sul testamento biologico. Don
Vitaliano della Sala, uno dei firmatari dell'iniziativa di piazza Farnese, noto
prete anti-camorra, oggi non è in piazza ma fa sapere che "condivide in pieno"
la manifestazione. Al sacerdote non è piaciuta la posizione tenuta dalla
Chiesa nella vicenda Englaro. "Condivido ovviamente il sostegno alla vita
- precisa all'ANSA - ma non mi è piaciuto il modo sguaiato in cui la Chiesa ha
posto il problema, imponendo e giudicando mentre dovrebbe proporre i propri
valori e testimoniarli senza entrare nell'agone politico, senza fare ingerenza.
Il Vangelo - osserva - è una proposta, non si impone a nessuno mentre questa è
una inutile crociata". Sul caso Eluana il sacerdote ricorda che "il
principio generale della vita va applicato caso per caso" e non deve
essere "una ossessione" con cui si arriva a "torturare".
Anche per don Angelo Cassano la firma di adesione alla manifestazione significa
un appello "ad aprire un dibattito all'interno della Chiesa",
dibattito che "è mancato negli ultimi tempi". "Abbiamo
assistito, infatti, a prese di posizione univoche nella Chiesa ma non è stata
fatta crescere una coscienza su questi temi". E poi, sottolinea don Cassano,
"un cristiano deve essere fedele anche alla Costituzione". Al
momento, aggiunge in merito al disegno di legge del senatore Calabrò, il
provvedimento "lascia forti dubbi sulla possibilità delle persone e delle
famiglie di essere coinvolte nelle decisioni che le riguardano" e
"non vedo tanto la libertà" per cui "mi auguro che si trovi un
equilibrio". Nella vicenda Englaro, osserva don Cassano come Chiesa
"siamo stati costretti dentro a un dibattito politico che ci ha
amareggiato" e "non sono state delle belle scene quelle dei movimenti
per la vita che hanno parlato di omicidio, di boia di fronte alla sofferenza
delle persone". "L'atteggiamento giusto - conclude - sarebbe
piuttosto quello di ascoltare prima e cercare di capire la sofferenza proprio
come faceva Gesù Cristo"..