CENACOLO DEI COGITANTI |
Iniziata una nuova era nei
rapporti Usa-Ue ( da "Arena, L'"
del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: a partire da «crisi economica, sicurezza, ambiente, clima, promozione dei diritti umani». La Pelosi sottolinea che il piano non comprende norme protezioniste: «Niente di ciò che è nel piano viola gli accordi commerciali stipulati dagli Stati Uniti. Non temete: l'America non vuole tornare al protezionismo».
Immigrati, l'Auser attacca il Governo
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti fondamentali e umani, riconosciuti universalmente dagli organismi internazionali. Questo modo di agire è sicuramente frutto di calcoli politici, ma soprattutto dimostra l'incapacità di affrontare e governare fenomeni come quello delle migrazioni ma anche di non saper fronteggiare la pesante crisi economica mondiale che si è prodotta e poi più in generale di non essere in
Eluana, il sit-in laico di piazza dei Signori
( da "Tribuna
di Treviso, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: A tutti la Costituzione riconosce gli stessi diritti. I diritti umani e civili sono universali e inviolabili, così come lo è la laicità dello Stato». Con il sit-in di ieri le associazioni hanno voluto affermare «la nostra opposizione opposizioneall'atteggiamento arrogante e anti-democratico dei governanti», concludono.
putin-medvedev, è gelo in crisi il tandem di mosca -
leonardo coen ( da "Repubblica, La"
del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: la questione dei diritti umani. Putin considera questo fronte terreno su cui non si deve mai cedere. Medvedev vuole invece dare più spazio alla cosiddetta società civile. Qualche giorno fa ha rinnovato il consiglio presidenziale per i diritti umani inserendovi Irina Iassina, giornalista ed economista direttrice di una struttura della Yukos (
<Giustizia per i nostri desaparecidos>
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: hanno ceduto a una pratica sistematica e indiscriminata di violazione dei diritti umani: esecuzioni extra giudiziali, sparizioni forzate, torture, massacri, violenze sessuali. Abuso di potere, rabbia cieca, necessità di colpire el mucchio, spesso con il benestare di gran parte della popolazione. Armando e Javier non erano terroristi.
Tour in Asia Prima missione per Hillary
( da "Unita,
L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Ultima tappa, sarà l'attesa visita a Pechino, dove gli argomenti sul tavolo sono tanti: oltre al dossier Tibet, si parlerà di Taiwan e diritti umani, temi sensibili nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti. In primo piano, naturalmente, anche i rapporti commerciali.
PARIGI - Lo stupro è punito in Francia con pene fino a 15
anni di carcere. Diverse leggi, provo...
( da "Messaggero,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: La recidiva può portare la reclusione fino a trent'anni, mentre se la violenza avviene con la tortura o atti di barbarie è punita con l'ergastolo. Aggravante è anche considerata la violenza sessuale «coniugale». Di recente, il presidente Nicolas Sarkozy ha chiesto nuove leggi ancora più severe per i criminali sessuali giudicati «pericolosi».
dal nostro corrispondente NEW YORK - Assorbita dal
dibattito che ha preceduto...
( da "Messaggero,
Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Ma i rapporti Usa-Cina sono rimasti solo economici:
Hillary ha invece chiarito che la nuova Amministrazione vuole trasferirli su un
campo più vasto. Ma per riuscirci, dovrà comunque affrontare il problema dei
diritti umani, proprio in un anno, il
A Milano "più respiro per tutti"
( da "Affari
Italiani (Online)" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: come dettano la Costituzione italiana e la Carta dei Diritti umani". In sostanza un organismo che, come già avviene in altre città, si propone di tenere sott'occhio l'operato in questo campo delle Istituzioni: di informare e, se necessario, di denunciare quel che non va quanto al rispetto della dignità di tutti e della libertà di espressione.
ELUANA: RUTELLI, NO A EUTANASIA MA ANCHE A SONDINO
OBBLIGATO ( da "Virgilio Notizie"
del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: morendo anche la tortura del sondino''. Lo ha detto Francesco Rutelli, a proposito della vicenda di Eluana Englaro, nel corso della trasmissione condotta da Giuliano Ferrara su Radio 24. ''E' il medico - ha aggiunto - che deve valutare se quello e' un trattamento inumano, a seconda del caso, ed eventualmente staccarlo''.
Gaza: troppa politica in quelle Ong
( da "Panorama.it"
del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: che si battono per i diritti umani, come [4] Human rights watch, [5] Amnesty international, [6] Oxfam, [7] B'Tselem, ampiamente finanziate dai paesi europei. Lo sostiene Anne Herzberg, del sito israeliano Ong monitor. "Hanno chiuso un occhio sull'utilizzo dei civili come scudi umani da parte di Hamas, oppure sulle moschee o gli ospedali diventati arsenali o rifugi dei terroristi"
Caso Battisti: il piu' importante quotidiano brasiliano si
schiera con l'Italia ( da "Voce d'Italia, La"
del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Esteri Articoli correlati: *Caso Battisti: La replica di Pietro Mutti all'ex compagno "Nessuna tortura" *Caso Battisti, rinviata a marzo la decisione *Risposta ex Pac a Battisti: "Abbiamo gia' pagato" Guarda tutti i correlati
Assemblea E-R: Richetti incontra delegazione Saharawi
guidata da Aminattou Haidar ( da "Sestopotere.com"
del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: La violazione dei diritti umani è la conseguenza della violazione del diritto fondamentale all?autodeterminazione, ha detto Aminattou Haidir, ritenendo che l?Italia e L?unione europea si debbano mobilitare affinchè siano rispettati i diritti umani e civili delle popolazioni Saharawi.
Saharawi, Errani incontra Aminattou Haidar, leader per i
diritti umani ( da "Sestopotere.com"
del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: leader per i diritti umani (16/2/2009 17:29) | (Sesto Potere) - Bologna - 16 febbraio 2009 - Diritti umani, libertà, rispetto e democrazia. Sono i temi toccati stamani durante l?incontro tra il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani e Aminattou Haidar, attivista leader per il rispetto dei diritti umani nel Sahara occidentale.
Guerra al terrore Usa ha minato diritti nel mondo,dicono
esperti ( da "Reuters Italia"
del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Robinson ha sollecitato inoltre il Consiglio di sicurezza dell'Onu e il Consiglio per i diritti umani a incrementare il controllo degli abusi e l'assistenza ai paesi più poveri da effettuarsi anche con l'addestramento degli agenti di polizia affinché contrastino meglio chi viola i diritti umani.
Testamento biologico/ Si' di alcuni sacerdoti a sit-in
( da "Virgilio
Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: tortura di stato', che si svolgerà a sabato 21 febbraio a Roma in piazza Farnese, "numerosi sacerdoti della Chiesa cattolica": lo rende noto un comunicato della rivista 'MicroMega'. "Ne diamo un primo elenco, a dimostrazione che è solo la Chiesa gerarchica, non la Chiesa in quanto tale, impegnata nell'imporre una legge che toglie ai cittadini la loro vita e il diritto di decidere
Cambogia/ Domani primo processo contro ex responsabile
( da "Virgilio
Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: che dirigeva il centro di detenzione e tortura S-
Blitz animalista contro il circo di Vienna
( da "Corriere
delle Alpi" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Sotto accusa anche l'addestramento degli stessi animali, secondo l'associazione fatto con l'uso di veri e propri strumenti di tortura, come barre di ferro, fruste, spilloni e altri pungoli». Associazione che chiede di porre fine agli spettacoli viaggianti con gli animali.
Strage 35 anni dopo: incontri per non dimenticare Quattro
gli appuntamenti promossi da Casa della memoria e Fondazione Asm. Si inizia
domani alle 18 al Sancarlino ( da "Giornale di Brescia"
del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti umani e crimine organizzato internazionale al Ministero degli esteri ed alla Rappresentanza d'Italia alle Nazioni Unite di Ginevra, presenterà il suo volume «Il giudice e il terrorista, il diritto e le sfide del terrorismo globale». Il prossimo mercoledì, 25 febbraio, interverrà lo psicanalista Franco De Masi,
vittoria taliban in pakistan: sì alla sharia
( da "Repubblica,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: nella lotta al terrorismo che nel rispetto dei diritti umani. Il patto firmato ieri prevede che la sharia diventi legge di riferimento per tutta la zona di Malakand, che comprende lo Swat: benchè il sistema della legge islamica fosse già in vigore in alcune zone di questa area � che fanno parte della difficile North west frontier, la zona a predominanza pashtun ai confini con l´
nuovo pozzo per il burkina faso
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: promosso in occasione dei 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani. La prima edizione del progetto ha dato spazio ai ragazzi per confrontarsi sul tema dei diritti mentre la seconda illustrerà il tema dell'acqua intesa come bene prezioso dell'umanità, che deve essere difeso anche nell'ottica dell'emergenza idrica mondiale.
campi di lavoro forzato, harry wu e la cina nascosta
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Harry Wu e la Cina nascosta L'intellettuale e attivista per i diritti umani sarà domani nella sala del consiglio provinciale In occasione della recente pubblicazione del suo ultimo libro "Laogai. L'orrore cinese" (Spirali 2008), il presidente della Laogai research foundation e attivista per i diritti umani Harry Wu sarà domani, mercoledì, alle 18.
nemmeno sotto tortura
( da "Repubblica,
La" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Bologna NEMMENO SOTTO TORTURA «Le culture d´origine influiscono e parte degli stupri sono perpetrati da stranieri». Per questo, come «sanzione sociale», bisogna «rendere pubblici nomi e cognomi degli stupratori e dire anche dove abitano». Chi ha detto questo? Il Bolognino dice solo che chi fa queste proposte un tempo giocava a rugby;
Domani presidio dei sindacati contro gli stupri
( da "Manifesto,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: La violazione più grave e vergognosa dei diritti umani è stata perpetrata nella nostra città e poi sabato a Roma e a Milano. Ancora una volta Bologna - proseguono i sindacati - è stata colpita al cuore e la società civile e le donne di questa città si stringono attorno alla paura, allo strazio della ragazza e al dolore dei familiari.
A piazza Farnese per la democrazia
( da "Manifesto,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: impone per legge la tortura ad ogni malato terminale. Pur di imporre questa legge khomeinista, Berlusconi ha dichiarato che intende sovvertire la Costituzione repubblicana. È arrivato a oltraggiare una delle costituzioni più democratiche del mondo, la nostra, definendola "filosovietica", mentre non perde occasioni per elogiare il suo "amico Putin"
Gli articoli significativi sono stati scritti sulle nostre
magliette ( da "Giorno, Il (Lodi)"
del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito. L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
La lunga storia per ottenere il riconoscimento
( da "Giorno,
Il (Lodi)" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: IL RICONOSCIMENTO della dignità specifica e dei diritti
uguali e inalienabili di tutti i membri della famiglia umana è la base di
libertà, giustizia e pace nel Mondo». È il preambolo alla Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani, firmata nel
Sessant'anni di diritti umani, fiaccolata al gelo
( da "Giorno,
Il (Lodi)" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: anni di diritti umani, fiaccolata al gelo Studenti in difesa della Dichiarazione universale firmata nel 1948 VIGEVANO I DIRITTI umani sono molto importanti, per noi cittadini italiani e per quelli di tutto il mondo. Per questo ci siamo ritrovati tutti insieme per parlarne e per manifestare, in occasione dei 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani.
E' arrivato il momento di fare qualcosa insieme
( da "Manifesto,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: ma ogni violazione dei diritti fondamentali della persona. In ogni caso, non vogliamo sostituirci alle strutture pubbliche che hanno la responsabilità di garantire il godimento del diritto alla salute per tutti, è, quindi, necessario mantenere molto alto, da subito, il livello di attenzione e attivarsi ben prima prima della votazione del cd.
Palazzago, la protesta Contrario al bonus bebè solo per
italiani Spettabile redazione, a Palazzago, Comune di cui sono consigliere, nonostante
ci sia stata una recente mozione firm
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Devono essere i tribunali a imporre il rispetto dei diritti umani? Roberto Pogna Palazzago Le nuove norme Clandestini? Sono un medico non un poliziotto Spettabile redazione, vi invio un commento sulla recente norma legislativa secondo la quale noi medici nell'esercizio delle nostre funzioni dovremmo denunciare i clandestini con cui veniamo in contatto.
<Non giudichiamo dal colore della pelle>
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: sono nate molte organizzazioni a difesa dei diritti umani, tra le quali l'Onu: da questa organizzazione è nata la «Dichiarazione dei diritti dell'uomo». Io credo che non bisogna giudicare le persone solo per il colore della loro pelle o per il Paese d'origine, ma per il carattere; non credo che i neri siano inferiori ai bianchi, meno civili o meno istruiti ed intelligenti,
Per non dimenticare di cosa siamo capaci
( da "Resto
del Carlino, Il (Pesaro)" del
17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: DIRITTI UMANI DALL'istituzione della «Giornata della memoria», il nostro Istituto organizza ogni anno, il 27 gennaio, momenti di riflessione per ricordare i tragici eventi del periodo più oscuro della storia d' Europa. Anche quest'anno la manifestazione, dal titolo «Emozioni in musica», si è svolta nel teatro comunale ed ha coinvolto gli alunni delle classi IV e V della scuola primaria
Si apre la Norimberga dei seguaci di Pol Pot
( da "Unita,
L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: dove furono torturati e uccisi 16mila detenuti. Chum Manh ha 78 anni ed è uno dei 14 detenuti che sopravvissero agli orrori di Tuol Sleng, il carcere allestito dai khmer rossi nella capitale Phom Penh. Lì, in quelle che erano state un tempo le aule di un liceo, tra il 1975 ed il 1979 furono imprigionati, torturati e uccisi 16mila presunti nemici della rivoluzione.
L'ASSESSORE REGIONALE ai diritti umani e alle pari
opportunit&... ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: ASSESSORE REGIONALE ai diritti umani e alle pari opportunit&... L'ASSESSORE REGIONALE ai diritti umani e alle pari opportunità Isi Coppola ha tenuto ieri al Liceo "Galilei" di Adria una conferenza nell'ambito delle "Giornate della Filosofia, della Storia e dell'Arte" dedicate quest'anno al tema dell'Europa e dell'identità europea.
Ci sono molte buone ragioni per criticare l'ipotesi di
legge sul fine vita che il centrodestra sta preparando alle Camere
( da "Riformista,
Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Parola d'ordine: no alla legge-tortura. L'iniziativa vede al centro Micromega, che ha già avviato una raccolta di firme. In essa i temi della giustizia si mescolano con quelli della vita, le intercettazioni con l'etica, i processi con la malattia. Un guazzabuglio da bipolarismo etico che mette i brividi.
AD ADRIA SI PARLA AGLI STUDENTI DELL'EUROPA
( da "marketpress.info"
del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: assessore regionale ai diritti umani e alle pari opportunità Isi Coppola ha tenuto ieri al Liceo ?Galilei? di Adria (Rovigo) una conferenza nell?ambito delle ?Giornate della Filosofia, della Storia e dell?Arte? dedicate quest?anno al tema dell?Europa e dell?identità europea.
Garlasco, accusa all'attacco <Così Stasi lavò la sua
bici> ( da "Riformista, Il"
del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: appello di prestigiosidocenti di diritto civile che attaccano: «Quel disegno di legge è in contrasto con le convenzioni internazionali firmate dall'Italia, è una violazione dei diritti umani». Montecitorio, caccia ai pianisti. Partito il conto alla rovescia alla Camera per il nuovo sistema di voto anti-pianisti tramite il riconoscimento delle impronte digitali,
L'epidemia Mugabe
( da "Corriere
della Sera" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Che talebani e Al Qaeda si annidino precisamente in queste aree forse non è una coincidenza, pertanto invito tutti a riflettere sulla necessità di non considerare più disgiuntamente diritti umani ed epidemiologia. In tal senso, lo Zimbabwe sarà un eccellente laboratorio per verificare fino a che punto questi due tipi di salute sono tra loro collegati. traduzione di Rita Baldassarre
( da "Arena, L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lunedì 16 Febbraio 2009
NAZIONALE Pagina 6 «Iniziata una nuova era nei rapporti Usa-Ue» Nancy Pelosi,
giunta ieri a Roma, non ha dubbi: «con Barack Obama è cominciata una nuova era
nei rapporti tra Europa e Stati Uniti, basata sulla cooperazione e sul rispetto
e non più, come con Bush, sulla condiscendenza e sulla indifferenza». È il
dodicesimo viaggio in Italia per la Pelosi, orgogliosa delle sue radici
italiane, ma è il primo da speaker (presidente) della Camera, la terza carica
istituzionale degli Stati Uniti, e non nasconde il suo entusiasmo per questa
visita di una settimana destinata a portarla ad Aviano (Pordenone), Firenze,
Roma e Napoli. Spiega che la visita in Italia, dove incontrerà le più alte
cariche istituzionali, ha un doppio scopo: ringraziare le autorità italiane per
l' intensa collaborazione con l'America e ascoltare le idee del suo paese
d'origine sulle maggiori sfide mondiali, a partire da
«crisi economica, sicurezza, ambiente, clima, promozione dei diritti umani». La Pelosi sottolinea che il
piano non comprende norme protezioniste: «Niente di ciò che è nel piano viola
gli accordi commerciali stipulati dagli Stati Uniti. Non temete: l'America non
vuole tornare al protezionismo».
( da "Tribuna di Treviso, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Immigrati, l'Auser
attacca il Governo L'accusa dell'associazione: «Criminalizza gli stranieri» I
pensionati: «Serve rispetto per i loro diritti» Duro arracco dell'Auser al
governo. Nel mirino dell'associazione le politiche per l'immigrazione del
centrodestra. «Si sono susseguiti in questi ultimi mesi e in particolare negli
ultimi giorni, provvedimenti, dichiarazioni, prese di posizione
sull'immigrazione che dimostrano la volontà di criminalizzare e quindi di
discriminare gli immigrati presenti nel nostro paese da parte del Governo, di
alcune forze politiche e di diversi amministratori locali», spiegano Marie Lobe
Gondo e Giancarlo Cavallin. «Oramai non c'è neanche più differenza tra regolari
e irregolari - aggiungono - si attaccano, infatti, anche i diritti
fondamentali e umani,
riconosciuti universalmente dagli organismi internazionali. Questo modo di
agire è sicuramente frutto di calcoli politici, ma soprattutto dimostra
l'incapacità di affrontare e governare fenomeni come quello delle migrazioni ma
anche di non saper fronteggiare la pesante crisi economica mondiale che si è
prodotta e poi più in generale di non essere in grado di dare risposte a
un sud del mondo schiacciato e sfruttato da noi paesi ricchi, sconvolto da
guerre, carestie e miseria, e dove la fuga diventa l'unica possibilità di
salvezza. Una società democratica che possa considerarsi tale, prima di tutto
deve garantire i diritti umani e fondamentali sanciti
anche dalla nostra Costituzione. Questa società dovrebbe dare di sé un'immagine
rassicurante e di fermezza basata su principi e valori per poter così garantire
e pretendere da tutti i cittadini il rispetto dei diritti e dei doveri».
( da "Tribuna di Treviso, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Eluana, il sit-in laico
di piazza dei Signori Cartelloni e volantini distribuiti dalla cellula Luca
Coscioni Sit in in piazza dei Signori ieri mattina dalle 10 alle 12 per uno
stato laico, in difesa della Costituzione e per il diritto di scelta. A
spingere associazioni come la Cellula Coscioni di Treviso, i Meetup di Beppe
Grillo e il circolo Uaar di Treviso a scendere in piazza, la discussione
parlamentare in corso in questi giorni sul disegno di legge riguardante il
testamento biologico e la bufera scatenatasi con la vicende di Eluana Englaro.
Al sit-in hanno partecipato anche il movimento Queerquilia, l'associazione
Donne in Movimento, il circolo Bertrand Russel e l'associazione «La Ginestra»,
una delle prime in città a elaborare un modello di testamento biologico. «Lo stato
italiano è laico ed è composto da credenti di varie religioni e non credenti -
spiegano gli organizzatori - A tutti la Costituzione
riconosce gli stessi diritti. I diritti umani e civili sono universali e inviolabili, così come lo è la
laicità dello Stato». Con il sit-in di ieri le associazioni hanno voluto
affermare «la nostra opposizione opposizioneall'atteggiamento arrogante e
anti-democratico dei governanti», concludono. Intanto il referendum
ipotizzato dal senatore Ignazio Marino nel caso la legge sul fine-vita vietasse
di interrompere alimentazione e nutrizione «sarebbe un errore soprattutto per i
proponenti e, in ogni caso, perderebbero» per il ministro del Welfare Maurizio
Sacconi in un'intervista al quotidiano dei vescovi Avvenire.
( da "Repubblica, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 15 - Esteri
Il presidente ruba la scena al premier: da ieri ha un suo programma in tv
Putin-Medvedev, è gelo in crisi il tandem di Mosca Il "delfino"
avrebbe anche fatto registrare i suoi colloqui di lavoro col "capo"
LEONARDO COEN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA - Ma che sta succedendo al Cremlino?
Il presidente Medvedev ha esordito ieri sera nel programma serale
"Vesti" di Canale Rossija, per commentare le notizie della settimana.
Sarà l´ospite fisso, o quasi. Nemmeno il mediatico Putin aveva osato tanto.
Scopo? «Dire la verità e parlarne francamente». Ieri ha spiegato la terapia
d´urto del governo, perché non bisogna nascondere quali sono le «reali
difficoltà cui andremo incontro». Ha tolto la scena a Putin, insomma. Medvedev
per 17 minuti ha cercato di mostrarsi disinvolto e rassicurante ma si vedeva
che era teso. Ha condannato chi minimizza i guai perchè «è facile lavorare
quando hai grossi introiti, grazie alle esportazioni del petrolio e del gas».
Come non pensare alle trionfalistiche dichiarazioni di Putin nei suoi otto anni
di presidenza benedetti dai miliardi di dollari delle materie prime? E ancora:
«Non chiuderemo gli occhi sugli errori nel lavoro o dinanzi a casi di
inettitudine», ha aggiunto. Un avvertimento. Ai cacicchi dell´amministrazione
pubblica. E al governo. Il cui primo ministro è Putin, il mentore di Medvedev.
Come avrà accolto queste annotazioni colui che viene ancora indicato come
l´uomo più potente della Russia? Pare addirittura che Medvedev, per evitare
brutte sorprese, abbia deciso di registrare i colloqui di "lavoro"
con Putin e i suoi ministri, un po´ come ha fatto a Napoli il sindaco Rosa
Russo Iervolino coi suoi assessori. Dov´è finita l´armonia di prima? Niente
descrive meglio di una barzelletta gli screzi tra il "capo" e l´ex
"Delfino". Quella di Putin che regala a Medvedev un bel coupé
Mercedes. Il fortunato salta di gioia, ispeziona la macchina e si accorge che
manca il volante? "Che fine ha fatto?". "Tranquillo, Dmitrij, è
in buone mani", gli risponde Putin. Il fatto è che il volante del "tandem"
- come è stata battezzata la spartizione del potere tra Putin e Medvedev,
collaudata da diciotto anni di stretta collaborazione - è in tilt. Dmitri e
Vladimir non pedalano più con la stessa cadenza. Già dai giorni del conflitto
georgiano. Allora, una questione di visibilità: Medvedev aveva il ruolo più in
vista. Poi, è arrivato il ciclone della crisi globale, che ha messo a nudo la
fragilità strutturale economica del Paese, e, più ancora, la confusione per
tamponare lo tsunami. A tal punto che l´11 gennaio Medvedev ha accusato il
governo di "inefficienza". La tandemocrazia sull´orlo di una crisi di
nervi approdava persino sui mass media. La guerra del gas, per esempio.
Medvedev tentava di organizzare un summit con l´Ue, invece Putin, da vero
padrone di casa, lo bruciava sul tempo, risolvendo in 10 ore il negoziato con
Yulia Timoshenko, la premier ucraina. O la strategia di Russia Unita, il
partito dello strapotere, che ha promosso manifestazioni pro governo. Un buco
nell´acqua. Infine, la questione dei diritti umani. Putin considera questo fronte
terreno su cui non si deve mai cedere. Medvedev vuole invece dare più spazio
alla cosiddetta società civile. Qualche giorno fa ha rinnovato il consiglio
presidenziale per i diritti umani inserendovi Irina Iassina, giornalista ed economista direttrice
di una struttura della Yukos (la società dell´oligarca Mikhail
Khodorkovskij sbattuto da Putin in una fetida galera siberiana). E quando il
presidente della commissione Ue, Barroso, ha rivelato d´aver discusso con
Medvedev di questo tema, Putin ha risposto stizzito.
( da "Eco di Bergamo, L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Giustizia per i nostri
desaparecidos» --> Lunedì 16 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 8 e-mail print
Genitori di giovani desaparecidos Lima Mentre siamo in cammino verso Ate
Vitarte, Lima si sveglia pigramente. Tutto è come sempre, come ogni mattina dai
chioschi pendono le prime pagine dei quotidiani e i cobradores urlano dalle
combi il loro percorso, acrobati temerari nel traffico della capitale. Nessuno
sembra essere cosciente del momento storico che sta vivendo il Paese: ci stiamo
dirigendo verso la Dinoes, centro militare, nel quartiere di Ate Vitarte, Lima,
Perù. Qui sta volgendo al termine il processo all'ex presidente e dittatore
Alberto Fujimori, iniziato più di un anno fa. L'accusa: crimini di lesa umanità in quanto mandante intellettuale dei massacri della
Cantuta e di Barrios Altos. La Cantuta, università di Lima: alba del 18 luglio
1992, membri del Servizio di intelligence dell'esercito irrompono nei dormitori
e sequestrano nove studenti e un professore. Nessuno di loro è più tornato. Un
nome su tutti: Raìda Condor. Madre coraggio, in lotta da vent'anni, ha visto i
suoi capelli imbiancare giorno dopo giorno senza trovare un corpo su cui
piangere. Ha saputo che Armando era tra quei nove studenti perché il mazzo di
chiavi trovato nella fossa con altri resti umani, ha aperto
la porta di casa sua. Posso solo intuire quanto le spalle di Raìda si siano
fatte pesanti in quell'istante. Voglia di chiudere gli occhi e riaprendoli
trovarsi ovunque nel mondo ma non lì, non in quel momento. Barrios Altos,
quartiere di Lima: ore 22,30 del 3 novembre 1991, agenti del Servizio di
intelligence dell'esercito assassinano a colpi di pistola 15 persone durante
una pollada, tipica festa con musica e grigliata organizzata tra vicini per
raccogliere fondi. Un nome su tutti: Rosa Rojas, madre di Javier, 8 anni,
ucciso con suo padre Manuel Isaìas, 33 anni. 130 pallottole trovate nel luogo
del massacro; quattro i feriti, di cui uno condannato a trascorrere il resto
dei suoi giorni su una sedia a rotelle, con varie pallottole nel corpo. La
lotta ha il volto di donna. Madri, sorelle, mogli. La domanda imperativa,
pronunciata per loro dall'avvocato Gamarra, a pochi passi da Fujimori: «Donde
estàn tus hermanos?» «Dove sono i tuoi fratelli?». Impassibile l'ex presidente,
viso di pietra chinato sul foglio, sul tavolo una penna e due evidenziatori,
scrive senza sosta. Cosa scrivi presidente? Nessun moto d'emozione, nemmeno
quando Gamarra fa scorrere le foto delle vittime; né uno sguardo né un
impercettibile movimento. Tra il pubblico invece la commozione scorre palpabile
e incontenibile: numerose le lacrime che scorrono sui volti coraggiosi di
Raída, Rosa, Gisella, Pilar, Carmen, Norma. Mani che si stringono, abbracci che
consolano e che danno forza, carezze di chi prova il tuo stesso dolore. Senza
verità non ci sarà giustizia. Presidente, «Donde están tus hermanos?».
Frazione, porzione minima di una tragedia di tanti, sto avendo l'occasione di
vivere vicino; 69 mila vittime fatali e i desparecidos in vent'anni di
conflitto interno, qui in Perú, tra il 1980 e il 2000. Numero infinitamente
superiore ai desparecidos di Argentina e Cile messi insieme, eppure il mondo
non sa, non conosce, ignora. Un popolo in ostaggio tra due fuochi, l'esercito e
le forze armate da un lato e l'organizzazione terroristica Sendero Luminoso-Pcp
Partito comunista del Perú dall'altro. Violenza selettiva, iniqua, mirata: il
40% delle vittime viveva nel dipartimento andino di Ayacucho, il 79% in zone
rurali, il 75% parlava solo quechua; il conflitto ha esasperato le
disuguaglianze etniche e culturali che ancora dividono il Paese. Un popolo che
si accorge della tragedia solo quando la capitale ne è colpita, nel core della
sua classe medio alta, come svegliandosi da un sogno. Non tutte le vittime
hanno lo stesso peso. Non chiedono molto Raìda e Rosa, solo giustizia. Nessuna
delle vittime di Cantuta e Barrios Altos era terrorista, ingiustamente sono
stati strappati dai loro letti, ingiustamente sono stati torturati,
ingiustamente i loro corpi sono stati bruciati, ingiustamente hanno sparato sui
loro volti, ingiustamente le loro famiglie stanno soffrendo la loro assenza. Le
forze armate nell'affrontare le offensive dei gruppi terroristi, hanno ceduto a una pratica sistematica e indiscriminata di
violazione dei diritti umani: esecuzioni extra giudiziali, sparizioni forzate, torture,
massacri, violenze sessuali. Abuso di potere, rabbia cieca, necessità di
colpire el mucchio, spesso con il benestare di gran parte della popolazione.
Armando e Javier non erano terroristi. Momento storico quello che sta
vivendo il Perú, quasi senza accorgersene; occasione incredibile la mia, essere
presente qui ed ora. Che le vittime trovino riposo, che le loro famiglie
trovino pace, che il Perú faccia giustizia, che io possa tornare in Italia
orgogliosa di esserci stata quel giorno in cui, in uno dei tanti Paesi che
siamo soliti chiamare in via di sviluppo, fu condannato un ex dittatore, e con
lui il suo governo corrotto e violento. Elisa Semperboni 16/02/2009
nascosto-->
( da "Unita, L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Tour in Asia Prima
missione per Hillary washington Prima missione all'estero per Hillary Clinton,
segretaria di Stato dell'amministrazione Obama. Per il suo esordio
internazionale la ex first lady non ha scelto né l'Europa né il Medio oriente,
ma l'Asia. La segretaria di Stato Usa oggi farà tappa a Tokyo, dove si fermerà
fino a mercoledì, prima di trasferirsi a Giacarta, in Indonesia, per poi andare
il 19 e
( da "Messaggero, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lunedì 16 Febbraio
2009 Chiudi PARIGI - Lo stupro è punito in Francia con pene fino a 15 anni di
carcere. Diverse leggi, provocate anche dall'emozione suscitata da alcuni casi in
cui lo stupratore era già stato condannato per crimini simili, hanno reso più
severe le pene in caso di circostanze aggravanti. La
recidiva può portare la reclusione fino a trent'anni, mentre se la violenza
avviene con la tortura o atti di barbarie è punita con l'ergastolo. Aggravante
è anche considerata la violenza sessuale «coniugale». Di recente, il presidente
Nicolas Sarkozy ha chiesto nuove leggi ancora più severe per i criminali
sessuali giudicati «pericolosi». In particolare, aprirà entro la fine dell'anno
a Lione il primo «ospedale prigione», un istituto sanitario cui saranno inviate
persone che hanno finito di scontare la loro pena per reati sessuali, ma che
sono considerate ancora a rischio di recidiva. (f.pi.)
( da "Messaggero, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lunedì 16 Febbraio
2009 Chiudi ANNA GUAITAdal nostro corrispondente NEW YORK - Assorbita dal
dibattito che ha preceduto l'approvazione della legge sullo stimolo
all'economia, l'opinione pubblica americana non ha fatto molto caso ai primi
passi che la nuova Amministrazione ha fatto sul fronte della politica
internazionale, con la missione del vicepresidente Joe Biden in Europa,
dell'inviato George Mitchell in Medio Oriente e dell'inviato Richard Holbrooke
in Pakistan e Afghanistan. Ma ora che la legge è passata, gli occhi del Paese
si spostano su una missione che incuriosisce da molti punti di vista: Hillary
Clinton è partita ieri alla volta dell'Estremo Oriente. La ex first lady nonché
ex senatore, comincia il suo mandato di segretario di Stato in modo anomalo
rispetto ai suoi predecessori: invece di privilegiare gli alleati europei, la
signora punta diritto verso Giappone, Indonesia, Corea e Cina, un poker di
Paesi il cui peso economico e strategico è andato crescendo nell'era della
globalizzazione. La missione, come lei stessa ha preannunciato pochi giorni fa,
tratterà i temi più svariati, dai cambiamenti climatici alla proliferazione
nucleare, dai diritti civili ai rapporti dell'America con il mondo islamico. Il
viaggio sarà seguito con una buona dose di curiosità sia perché proverà al
mondo se la signora ha davvero le carte in regola per una posizione di simile
peso, sia perché dovrebbe rivelare le nuove linee che l'Amministrazione Obama
intende seguire nei rapporti con la Cina e i Paesi islamici. Se infatti la
fermata in Giappone sarà dedicata soprattutto ai temi del commercio e del
clima, se quella nella Corea del sud sarà dedicata al tema del nucleare nel
regime della Corea del nord - temi cioè ben conosciuti, in cui ci si aspettano
pochi cambiamenti - la fermata a Giacarta e quella a Pechino promettono novità.
L'Indonesia dovrebbe essere, nei piani di Obama, il "ponte" verso i
Paesi islamici. Parlando alla tv al-Arabyia, il presidente due settimane fa ha
detto: «Vorrei comunicare al mondo musulmano che l'America non è il vostro
nemico». Obama spera che proprio l'Indonesia, il più grande paese musulmano del
mondo, accetti di aiutarlo nel tentativo di ricostruire il dialogo con gli
altri governi islamici. Ma il compito più difficile per la signora Clinton sarà
a Pechino. Il presidente Bush aveva consolidato i rapporti con la Cina,
nonostante la sua presidenza fosse cominciata con un grave incidente (la
cattura di un aereo americano sconfinato in territorio cinese). Ma i rapporti Usa-Cina sono rimasti solo economici: Hillary ha
invece chiarito che la nuova Amministrazione vuole trasferirli su un campo più
vasto. Ma per riuscirci, dovrà comunque affrontare il problema dei diritti umani, proprio in un anno, il
( da "Affari Italiani (Online)" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
MilanoItalia Milano/
Più respiro alla laicità Lunedí 16.02.2009 09:32 La "questione laica
" è diventata di drammatica attualità. Vicende tragiche come quella legata
al nome di Eluana Englaro hanno infiammato l'opinione pubblica e messo in luce
colpevoli ritardi delle forze politiche. Quello che a molti sembrava un dato acquisito
per la società italiana, cioè che fra chi è portatore di diverse visioni del
mondo potesse esistere un rapporto equilibrato, governato da norme - a
cominciare dalla Costituzione repubblicana che tutti sono tenuti a rispettare,
si è rivelato invece una conquista. Esposta per di più, oggi, a rischi pesanti
e quindi da difendere. Di laicismo, per anni ,si è parlato poco e da parte di
pochi: ora è un tema fonte di forti contrasti nella società e di divisioni
profonde tra e dentro gli schieramenti politici. Un editorialista autorevole
come Ernesto Galli Della Loggia si è spinto ieri, sul "Corriere della
Sera", a sostenere che l'incontro fra laici e cattolici fa parte di una
stagione ormai al tramonto. Ma, se una simile previsione verrà confortata dai
fatti, quali conseguenze dobbiamo attenderci per il futuro civile del nostro
Paese? E a quali rischi sarebbe esposta l'autonomia stessa della politica, vale
a dire uno dei connotati fondamentali di una società moderna? Si tratta di
interrogativi che in un clima di risorgenti fondamentalismi appaiono scottanti.
Ad essi qualche risposta potrà forse venire, per i milanesi, da un confronto ,
promosso da 23 associazioni culturali del più vario orientamento, che si
svolgerà domani , martedì 17, alle 21 nella sala Alessi di Palazzo Marino. A
parlare saranno esponenti del mondo professionale e universitario con l'intento
non di agitare slogan ma di approfondire problemi. L'iniziativa che ha un nome
suggestivo ("Aria laica, per respirare tutte e tutti") è la prima della
neonata "Consulta milanese per la laicità delle Istituzioni": una
"associazione di associazioni" che esprime una fetta di società
civile e che vuole , in primo luogo, "difendere uno spazio pubblico neutro
, comune a tutti i cittadini e le cittadine, indipendentemente dalle loro
convinzioni etiche o religiose, come dettano la
Costituzione italiana e la Carta dei Diritti umani". In sostanza un organismo che, come già avviene in altre
città, si propone di tenere sott'occhio l'operato in questo campo delle
Istituzioni: di informare e, se necessario, di denunciare quel che non va
quanto al rispetto della dignità di tutti e della libertà di espressione.
Un proposito, di certo, ambizioso e difficile ma anche un contributo al dialogo
e alla convivenza civile fra chi professa fedi o convinzioni diverse, con una
aspirazione dichiarata: quella di rafforzare il senso dello Stato. Per evitare,
come ha scritto Massimo Granellini, di scoprirsi cittadini di uno Stato che fa
senso. Antonio Duva
( da "Virgilio Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
(ASCA) - Roma, 16
feb - ''Sono contrario all'eutanasia. Ma trovo che non si possa imporre a
qualcuno che sta gia' morendo anche la tortura del
sondino''. Lo ha detto Francesco Rutelli, a proposito della vicenda di Eluana
Englaro, nel corso della trasmissione condotta da Giuliano Ferrara su Radio 24.
''E' il medico - ha aggiunto - che deve valutare se quello e' un trattamento
inumano, a seconda del caso, ed eventualmente staccarlo''.
( da "Panorama.it" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
- Mondo -
http://blog.panorama.it/mondo - Gaza: troppa politica in quelle Ong Posted By
redazione On 13/2/2009 @ 9:57 In Headlines, Apertura#2, NotiziaHome | No
Comments [1] Di Fausto Biloslavo "Con le Ong italiane a Gaza mi sembra di
essere tornato indietro agli anni ottanta, quando c'era molta politicizzazione.
Ed alcune sono un po' garibaldine". Lo spiega Gianmarco Onorato, capo
delegazione della [2] Croce rossa italiana per la Palestina ed Israele. La Cri
è neutrale per definizione, ma altrettanto non si può dire degli operatori umanitari e pacifisti italiani in prima linea a Gaza.
Tendono a minimizzare le malefatte di Hamas e a scagliarsi contro Israele.
Vittorio Arrigoni fa da scudo umano ai contadini palestinesi ad
( da "Voce d'Italia, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Esteri
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( da "Sestopotere.com" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Assemblea E-R:
Richetti incontra delegazione Saharawi guidata da Aminattou Haidar (16/2/2009
18:08) | (Sesto Potere) - Bologna - 16 febbraio 2009 - Matteo Richetti,
consigliere segretario dell?Ufficio di Presidenza dell?Assemblea legislativa,
ha ricevuto una delegazione Saharawi, guidata da Aminattou Haidar, leader degli
attivisti per il rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale. Accompagnavano l?attivista
saharawi Omar Mih, rappresentante del Fronte Polisario in Italia, Laarbi
Masoud, attivista saharawi per il rispetto dei diritti
umani nel Sahara Occidentale, Abdeslem Omar,
presidente di Afapredesa (Associazione delle Famiglie dei Prigionieri e
Desaparecidos Saharawi), Jacqueline Philippe, responsabile dell?ufficio di
coordinamento italiano per il monitoraggio dei diritti
umani in Marocco e Sahara Occidentale. Aprendo
l?incontro, il consigliere Richetti, dopo aver rammentato la missione in
Saharawi svoltasi nell?ottobre scorso, a cui egli ha partecipato in
rappresentanza dell'Assemblea, ha illustrato le azioni che Assemblea e Giunta
regionali, sulla scorta di quanto emerso da quella visita, intendono mettere in
capo per proseguire e rafforzare ulteriormente l?impegno assunto da molti anni
a sostegno della causa del popolo Saharawi. Come Regione, ha detto Richetti,
stiamo cercando di mettere a punto tre direttrici di intervento. Operare per
una maggiore adeguatezza dei progetti di cooperazione e aiuto umanitario alle popolazioni Saharawi, in modo che rispondano
con più appropriatezza ai loro bisogni. Un secondo ambito di intervento, ha
proseguito il consigliere, riguarda un?azione politica e istituzionale possibilmente
più forte di quella portata avanti in questi anni, in quanto, ha detto
Richetti, è grave non solo il fatto che non si dia corso a ciò che la comunità
internazionale ha deciso da molto tempo, ma anche che stia affermandosi una
prassi che paradossalmente peggiora la situazione. Infine, ha detto Richetti,
intendiamo rafforzare e rendere sempre più incisiva un?azione di pretesa del
ripristino del rispetto dei diritti umani
nei territori del Sahara occidentale. Ribadendo poi l?assoluta necessità di intervenire,
Richetti ha chiesto indicazioni al riguardo direttamente ai delegati, fra i
quali, ha detto, ci sono attivisti che sulla loro pelle vivono quotidianamente
questi gravi problemi. Si tratta infatti di capire, ha concluso, su che cosa
dovrà concentrarsi la nostra azione nei prossimi mesi per andare incontro alle
reali esigenze della popolazione Saharawi. La violazione dei diritti
umani è la conseguenza della violazione del diritto
fondamentale all?autodeterminazione, ha detto Aminattou Haidir, ritenendo che
l?Italia e L?unione europea si debbano mobilitare affinchè siano rispettati i diritti umani e civili delle
popolazioni Saharawi. Ciò, a suo parere, non può avvenire se non viene dato
mandato alle Nazioni Unite di controllare che tali diritti
siano effettivamente rispettati, o se non si individua un meccanismo che porti
l?Unione europea ad avere una propria rappresentanza nei territori del Sahara
occidentale. Il Marocco continua a violare questi diritti
fondamentali malgrado abbia sottoscritto una convenzione, per ragioni
sicuramente economico-politiche, con l?Ue contro tali violazioni, ha ricordato
Aminattou, citando diversi drammatici esempi in questo senso: torture e carcere
per chi non condivide il punto di vista ufficiale del Marocco, il fenomeno dei
desaparecidos, maltrattamenti e torture anche agli studenti da parte della
polizia. Per contrastare la nostra attività, ha aggiunto, utilizzano anche
altri metodi, come quello della negazione del diritto al lavoro. L?Unione
europea ha firmato convenzioni con un partner, il Marocco, che non rispetta
nemmeno le decisioni che ha sottoscritto, ha detto Abdeslem Omar, ribadendo la
necessità di coinvolgere e fare esprimere in proposito l?UE. Abdeslem Omar ha
poi espresso un?altra grande preoccupazione circa i giovani attualmente
sottoposti a queste continue violazioni, che, ha detto, potrebbero in futuro,
considerando che la scelta della non violenza non paga, orientarsi verso una
soluzione violenta. Diverse le richieste avanzate da Laarbi Masoud che vanno dalla
liberazione dei prigionieri politici ad azioni per contrastare il fenomeno dei
desaparecidos, dal giudizio di una Corte internazionale nei confronti di tutti
i responsabili delle violazioni dei diritti del popolo
Saharawi alla distruzione del muro del Marocco. Masoud ha anche chiesto che la
stampa internazionale possa entrare in tutti territori occupati e che si
promuova una giornata di solidarietà e sensibilizzazione sulla violazione dei diritti umani in Saharawi. Penso
che possiamo da subito, come Assemblea legislativa impegnarci, a fianco del
presidente Errani, perché passi il concetto che il comportamento del Marocco è
inaccettabile non solo per il popolo Saharawi, ma per l?Europa, ha replicato il
consigliere Richetti, aggiungendo che non deve passare l?idea che si possa
stare dentro la comunità europea sottoscrivendo con essa accordi che poi
vengono violati. E? un principio che mina lo stare insieme dell?intera comunità
europea, ha aggiunto Richetti, assicurando l?impegno dell?Assemblea a portare in
discussione una risoluzione che, al di là delle sole denunce, dica basta alle
ambiguità. Richetti ha poi concordato sulla necessità di una presenza
comunitaria nei territori occupati, affinchè si pretenda l?attuazione di ciò
che il Marocco ha già sottoscritto.
( da "Sestopotere.com" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Saharawi, Errani incontra
Aminattou Haidar, leader per i diritti umani
(16/2/2009 17:29) | (Sesto Potere) - Bologna - 16 febbraio 2009 - Diritti umani, libertà, rispetto e democrazia. Sono i temi
toccati stamani durante l?incontro tra il presidente della Regione Emilia-Romagna
Vasco Errani e Aminattou Haidar, attivista leader per il rispetto dei diritti umani nel Sahara occidentale. La donna – a cui sono andati
numerosi riconoscimenti, tra questi il premio Robert F. Kennedy 2008 per i
diritti dell?uomo – era accompagnata da una delegazione e da Omar Mih,
rappresentante del Fronte Polisario in Italia. Durante l?incontro il presidente
Errani ha ribadito l?impegno dell?Emilia-Romagna per il “popolo del deserto”
con diversi livelli di iniziative, sia di solidarietà (salute, alimentazione)
che sul piano politico. Ad aprile verrà pubblicato il bando 2009 per la
presentazione di progetti di cooperazione decentrata, e la priorità
territoriale per i Saharawi sarà riconfermata (nel 2008 erano stati investiti
complessivamente 233mila euro per dieci progetti). A livello politico, ha
ricordato Errani, l'impegno è dialogare con le Regioni europee, con cui
l?Emilia-Romagna è maggiormente in contatto, per portare all?attenzione delle
autorità comunitarie il tema dell?autodeterminazione del popolo Saharawi,
secondo quanto sancito nelle risoluzioni dell?Onu. Aminattou Haidar ha
raccontato le drammatiche vicissitudini del suo popolo a partire dalla propria
esperienza: arrestata per la prima volta dalla polizia nel 1987 – aveva
vent?anni, era una studentessa – per aver partecipato a una protesta pacifica,
ha trascorso in prigione quasi quattro anni, bendata e sottoposta a torture.
Arrestata una seconda volta nel 2005, è uscita di prigione a gennaio 2006.
Aminattou Haidar ha viaggiato e viaggia in tutto il mondo per raccontare la
propria storia e le sofferenze del popolo Saharawi.
( da "Reuters Italia" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
di Laura MacInnis
GINEVRA (Reuters) - La "Guerra al terrore" condotta da Washington
dopo gli attentati dell'11 settembre ha compromesso i diritti umani in tutto il mondo, diffondendo un radicato cinismo con
cui ora devono fare i conti le Nazioni Unite, secondo quanto riferito oggi da
un gruppo di esperti di legislazione internazionale. Mary Robinson, Alta
commissaria dell'Onu per i diritti umani all'epoca in
cui i militanti di al Qaeda colpirono gli Stati Uniti con gli attentati del
( da "Virgilio Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 16 feb.
(Apcom) - Hanno aderito alla manifestazione 'Sì alla vita, no alla tortura di stato', che si svolgerà a sabato 21 febbraio a Roma in
piazza Farnese, "numerosi sacerdoti della Chiesa cattolica": lo rende
noto un comunicato della rivista 'MicroMega'. "Ne diamo un primo elenco, a
dimostrazione che è solo la Chiesa gerarchica, non la Chiesa in quanto tale,
impegnata nell'imporre una legge che toglie ai cittadini la loro vita e il
diritto di decidere di fronte alla malattia terminale. don Franco
Barbero (Pinerolo), don Vitaliano della Sala (Sant'Angelo a Scala, Avellino),
don Paolo Farinella (Genova), don Enzo Mazzi (Firenze), don Raffaele Garofalo
(Pacentro, l'Aquila), don Carlo Carlevaris (Torino), padre Nino Fasullo
(Palermo), dom Giovanni Franzoni (Roma), don Angelo Bertucci (Rovereto), don
Mario Signorelli (Bergamo), don Roberto Fiorini (Mantova), don Luigi Forigo
(Verona), don Gianni Alessandria (Mantova), don Aldo Antonelli (Antrosano, l'Aquila),
don Nicola De Blasio (Benevento), don Angelo Cassano (Bari), padre Pierangelo
Marchi (Caserta), don Renzo Fanfani (Firenze), padre Benito Maria Fusco
(Bologna), don Andrea Gallo (Genova)".
( da "Virgilio Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Phnom Penh, 16 feb.
(Ap) - Kaing Guek Eav sarà il primo ex responsabile dei khmer rossi a comparire
davanti alla giustizia internazionale. Domani, "Duch" che dirigeva il centro di detenzione e tortura S-
( da "Corriere delle Alpi" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
CARTELLI NELLA NOTTE
Blitz animalista contro il circo di Vienna BELLUNO. «No al Circo di Vienna»: l'associazione
100% Animalisti la notte scorsa ha effettuato un altro blitz, questa volta
coprendo la maggior parte delle locandine pubblicitarie del "Circo di
Vienna", che aprirà i battenti il 20 febbraio. Secondo 100% animalisti,
«dietro i colorati spettacoli che utilizzano animali, si nasconde un'infinita
sofferenza: gli animali al circo vivono in spazi davvero ristretti rispetto a
quelli che avrebbero nel loro stato naturale, trascorrono una vita di
prigionia, senza aver commesso alcun reato, costretti ad affrontare
continuamente spostamenti, seguendo le tappe del circo e vivendo in ambienti
ostili anche dal punto di vista climatico». Sotto accusa
anche l'addestramento degli stessi animali, secondo l'associazione fatto con
l'uso di veri e propri strumenti di tortura, come barre di ferro, fruste,
spilloni e altri pungoli». Associazione che chiede di porre fine agli
spettacoli viaggianti con gli animali.
( da "Giornale di Brescia" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione: 17/02/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:la città Strage 35 anni dopo: incontri per
non dimenticare Quattro gli appuntamenti promossi da Casa della memoria e
Fondazione Asm. Si inizia domani alle 18 al Sancarlino I periti balistici
esaminano il punto dell'esplosione della bomba Sono «Le idee, la violenza, i
percorsi umani e politici» il fil-rouge dei quattro
incontri con gli autori promossi a partire da domani dalla Casa della memoria
in collaborazione con la Fondazione Asm. A 35 anni dalla strage di piazza
Loggia, un percorso voluto per non dimenticare, per non rassegnarsi, «per
conoscere e capire cosa spinge l'uomo al terrorismo e poter quindi trovare le
migliori modalità di contrasto a questa forma di violenza» sottolinea Manlio
Milani, presidente dell'associazione. I primi tre incontri si svolgeranno al
teatro Sancarlino, in corso Matteotti 6/a, alle 18. Domani Roberta Barberini,
magistrato che ha lavorato come esperta di terrorismo, diritti
umani e crimine organizzato
internazionale al Ministero degli esteri ed alla Rappresentanza d'Italia alle
Nazioni Unite di Ginevra, presenterà il suo volume «Il giudice e il terrorista,
il diritto e le sfide del terrorismo globale». Il prossimo mercoledì, 25
febbraio, interverrà lo psicanalista Franco De Masi, membro ordinario
della Società psicoanalitica italiana e presidente del Centro milanese di
psicoanalisi, per parlare del suo volume «Trauma, deumanizzazione
e distruttività. Il caso del terrorismo suicida». Mercoledì 4 marzo Annachiara
Valle, giornalista del mensile Jesus e collaboratrice di Famiglia cristiana,
affronterà il tema del rapporto tra il terrorismo di sinistra e la Chiesa
cattolica nella presentazione del suo «Parole opere e omissioni. La Chiesa
nell'Italia degli anni di piombo». L'ultimo incontro è in programma per sabato
7 marzo, alle 16, nella sala Piamarta in via San Faustino 74. Emanuela Fraire,
membro ordinario della Società psicoanalitica italiana ed esponente del
Movimento delle donne, parlerà del suo volume «La perdita» «non a caso alla
vigilia della Festa della donna - sottolineano Paola Vilardi in rappresentanza
del Comune e Rosangela Comini, presidente della Fondazione Asm -. Femminile si
manifesta infatti la capacità di leggere nell'animo umano, in un percorso che
analizza la tematica del terrorismo da un punto di vista storico, sociologico e
psicologico, nel corso del quale intervengono tre donne su quattro autori». Ad
introdurre gli interventi sarà Piera Maculotti. Saranno rilasciati attestati di
partecipazione. Per informazioni: Casa della Memoria, tel. 030.2978253. Chiara
Corti
( da "Repubblica, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 13 - Esteri
Vittoria taliban in Pakistan: sì alla sharia Accordo con Islamabad: nella zona
tribale dello Swat legge islamica in cambio della tregua DAL NOSTRO INVIATO
KABUL - Il governo del Pakistan si inchina ai Taliban: con un accordo firmato
ieri, Islamabad ha accettato la richiesta del movimento fondamentalista di
introdurre ufficialmente nella regione dello Swat la sharia. In cambio, ottiene
la promessa di cessate il fuoco. Da più di un anno nella valle dello Swat, un
tempo località turistica fra le più gettonate del paese, i Taliban fomentano
una violenta rivolta contro l´autorità centrale, rappresentata nell´area
soprattutto dall´esercito. Centinaia di poliziotti e militari sono stati
uccisi, decine di civili accusati di essere collaboratori sono stati torturati
e poi assassinati e alle ragazze è stato impedito di andare a scuola, pena la
morte. Migliaia di persone negli ultimi mesi hanno lasciato la zona, per
sfuggire ai combattimenti. Grazie all´accordo, promettono a Islamabad, tutto
questo cesserà: con buona pace di chi, per anni, ha chiesto al Pakistan un
impegno serio sia nella lotta al terrorismo che nel
rispetto dei diritti umani.
Il patto firmato ieri prevede che la sharia diventi legge di riferimento per
tutta la zona di Malakand, che comprende lo Swat: benchè il sistema della legge
islamica fosse già in vigore in alcune zone di questa area � che fanno parte
della difficile North west frontier, la zona a predominanza pashtun ai confini
con l´Afghanistan � ora ai cittadini viene tolto il diritto di fare
ricorso presso una corte civile a Peshawar. «Tutte le leggi che vanno contro la
sharia saranno abolite e sarà attuato un sistema giudiziario basato sulla
sharia», ha sintetizzato il ministro provinciale per l´Informazione Mian
Iftikhar Hussain parlando con i reporter a Peshawar. In cambio i Taliban
promettono la fine delle violenze. Prevedendo le polemiche che l´accordo
avrebbe generato, il ministro dell´Informazione di Islamabad, Sherry Rehman, ha
sottolineato che il presidente Asif Ali Zardari (vedovo di Benazir Bhutto) è in
principio favorevole al compromesso, ma non firmerà nessun impegno fino a
quando le armi non si fermeranno. L´accordo arriva nel giorno in cui
l´aviazione americana è tornata a colpire in Pakistan: per la quarta volta da
quando Barack Obama ha prestato giuramento, droni Usa hanno attraversato il
confine per colpire presunti terroristi legati ad Al Qaeda che farebbero base
in Pakistan per compiere azioni terroristiche in Afghanistan: 26 persone sono
morte nel raid, che è avvenuto in una zona � la Kurram agency � finora mai
toccata da queste operazioni. La Casa Bianca ha reso noto ieri che il nuovo
presidente Usa annuncerà «a giorni» la revisione della strategia in
Afghanistan: un piano che, c´è da scommettersi, riguarderà anche Islamabad.
(fr. caf.)
( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Presentato in
Provincia dall'assessore Marincic il consuntivo dell'iniziativa "Liberi
tutti" Nuovo pozzo per il Burkina Faso 500 bambini delle elementari si
sono confrontati sul tema dei diritti umani Ben 1.700
euro da destinare alla realizzazione di un pozzo in Burkina Faso. Sono i fondi
raccolti grazie all'iniziativa della Provincia di Gorizia inserita nell'ambito
del progetto "Liberi tutti", promosso in
occasione dei 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani. La prima edizione del progetto ha
dato spazio ai ragazzi per confrontarsi sul tema dei diritti mentre la seconda
illustrerà il tema dell'acqua intesa come bene prezioso dell'umanità, che deve essere difeso anche
nell'ottica dell'emergenza idrica mondiale. Il progetto ha visto il coinvolgimento
di 500 bambini delle scuole elementari di Gorizia e provincia: grazie alla loro
partecipazione è stato possibile realizzare un calendario in cui sono stati
inserite le frasi e le immagini più significative ideate dagli alunni nel
tentativo di dare una definizione dei diritti umani
creando una base informativa per gli alunni e i loro genitori. Il calendario è
stato messo in vendita a offerta libera lo scorso mese di dicembre nelle Coop
di Gorizia, Gradisca, Cormòns e Monfalcone. Il ricavato, che come si diceva
ammonta a 1.700 euro, sarà quindi devoluto al progetto di cooperazione in
Burkina Faso, seguito dal Cvcs di Gorizia (Centro volontari cooperazione allo
sviluppo) al quale la Provincia già destina annualmente importanti risorse
finanziarie e che dal 2005 realizza progetti nel settore idrico proprio col
supporto dell'amministrazione provinciale goriziana. I fondi raccolti
contribuiranno alla realizzazione di opere idriche e di attività di formazione
e sensibilizzazione sul tema dell'acqua che permetteranno alle popolazioni dei
villaggi rurali di migliorare la qualità della loro vita garantendo la
disponibilità sia di acqua potabile sia per uso agricolo. Attualmente in
Burkina solo il 39 per cento della popolazione ha accesso all'acqua potabile. A
illustrare l'iniziativa hanno provveduto ieri l'assessore provinciale Marko
Marincic, Mara Fabro della cooperativa Damatrà, che ha curato la fase di
ideazione e realizzazione del progetto e Giovanni Dean del Cvcs. (p.t.)
( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Sarà presentato il
libro "Laogai. L'orrore cinese". L'autore vi trascorse ben 19 anni e
dal 1985 vive in esilio negli Stati Uniti Campi di lavoro forzato, Harry Wu e la Cina nascosta L'intellettuale e attivista per i
diritti umani sarà domani
nella sala del consiglio provinciale In occasione della recente pubblicazione
del suo ultimo libro "Laogai. L'orrore cinese" (Spirali 2008), il
presidente della Laogai research foundation e attivista per i diritti umani Harry Wu sarà domani, mercoledì, alle 18.30, nella sala del
consiglio provinciale di Gorizia in corso Italia
( da "Repubblica, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina I - Bologna NEMMENO SOTTO TORTURA «Le culture d´origine influiscono e
parte degli stupri sono perpetrati da stranieri». Per questo, come «sanzione sociale»,
bisogna «rendere pubblici nomi e cognomi degli stupratori e dire anche dove
abitano». Chi ha detto questo? Il Bolognino dice solo che chi fa queste
proposte un tempo giocava a rugby; che è stato consigliere indipendente
di Rifondazione ed è amico della sinistra antagonista� Ma nemmeno sotto
tortura vi diremo chi è e dove abita.
( da "Manifesto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
BOLOGNA Domani
presidio dei sindacati contro gli stupri Un presidio in piazza Nettuno a
Bologna, per affermare il diritto al rispetto dell'integrità fisica della
donna. È stato organizzato per domani alle 18 da Cgil, Cisl e Uil, dopo le
drammatiche recenti vicende di cronaca che hanno coinvolto anche la città delle
Due Torri. Una «brutale violenza - si legge in un comunicato che annuncia
l'iniziativa - che venerdì sera della settimana scorsa ha sconvolto la vita di
una ragazza giovanissima, quasi una bambina, davanti a casa sua in via Mattei».
«La violazione più grave e vergognosa dei diritti umani è stata perpetrata nella nostra
città e poi sabato a Roma e a Milano. Ancora una volta Bologna - proseguono i
sindacati - è stata colpita al cuore e la società civile e le donne di questa
città si stringono attorno alla paura, allo strazio della ragazza e al dolore
dei familiari. Vogliamo che non si sentano soli, vogliamo dimostrare
tutta la vicinanza, la solidarietà e l'affetto possibile, pur consapevoli che
questo non cancellerà il male subito».
( da "Manifesto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
A piazza Farnese per
la democrazia La vita di ciascuno non appartiene al governo e non appartiene
alla Chiesa. La vita appartiene solo a chi la vive. Il decreto legge di
Berlusconi, trasformato in disegno di legge dopo che il presidente Napolitano,
da custode della Costituzione, ha rifiutato di firmarlo, vuole sottrarre al
cittadino il diritto sulla propria vita e consegnarlo alla volontà totalitaria
dello Stato e della Chiesa. Rendendo coatta l'alimentazione e l'idratazione
anche contro la volontà del paziente, impone per legge la
tortura ad ogni malato terminale. Pur di imporre questa legge khomeinista,
Berlusconi ha dichiarato che intende sovvertire la Costituzione repubblicana. È
arrivato a oltraggiare una delle costituzioni più democratiche del mondo, la
nostra, definendola "filosovietica", mentre non perde occasioni per
elogiare il suo "amico Putin", ex-dirigente del Kgb. Al
governo Berlusconi che ha ormai dichiarato guerra alla Costituzione
repubblicana, è dovere democratico di ogni cittadino opporre un fermo "ora
basta!". Per dire sì alla vita e no alla tortura, per dire sì alla
Costituzione e no al progetto di dittatura oscurantista, per dire sì al
Presidente che sostiene la Costituzione contro chi la viola, la svilisce, la insulta,
chiediamo a tutti i democratici di auto-organizzarsi per una grande e pacifica
manifestazione, senza bandiere di partito, solo con la passione e l'impegno
civile di liberi cittadini, a Roma, a piazza Farnese, sabato 21 febbraio alle
ore 15. Passa parola, la democrazia dipende anche da te. (Lorenza Carlassare,
Andrea Camilleri, Furio Colombo, Umberto Eco, Paolo Flores D'Arcais, Margherita
Hack, Pancho Pardi, Stefano Rodotà).
( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
LE NOSTRE INIZIATIVE
pag. 15 Gli articoli significativi sono stati scritti sulle nostre magliette DICHIARAZIONE
VIGEVANO ARTICOLO 1: tutti gli essere nascono liberi ed eguali in dignità e
diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni
verso gli altri in spirito di fratellanza. Articolo 2: ad ogni individuo
spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente
Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di
sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di
origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Articolo 18: ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e
di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di
credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico
che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento,
nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti. Articolo 26: ogni
individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno
per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione
elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e
professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore
deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito. L'istruzione
deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al
rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
LE NOSTRE INIZIATIVE
pag. 15 La lunga storia per ottenere il riconoscimento RADICI BATTAGLIA COMINCIATA
NEL XVII SECOLO, FINO ALLA FIRMA NELLA SEDE ONU DEL DICEMBRE '48 VIGEVANO «IL RICONOSCIMENTO della dignità specifica e dei diritti uguali e
inalienabili di tutti i membri della famiglia umana è la base di libertà,
giustizia e pace nel Mondo». È il preambolo alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, firmata nel
( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
LE NOSTRE INIZIATIVE
pag. 15 Sessant'anni di diritti umani, fiaccolata al gelo Studenti in difesa della Dichiarazione
universale firmata nel 1948 VIGEVANO I DIRITTI umani sono molto importanti, per noi cittadini italiani e per quelli
di tutto il mondo. Per questo ci siamo ritrovati tutti insieme per parlarne e
per manifestare, in occasione dei 60 anni della Dichiarazione universale dei
diritti umani. È
cominciato tutto a scuola: vari insegnanti ci hanno riunito e ci hanno proposto
di partecipare a una fiaccolata, promossa dal Comune e dalle testate
giornalistiche l'Informatore Vigevanese, la Barriera e l'Araldo Lomellino,
organizzata per il 10 dicembre, proprio nel giorno della firma della
Dichiarazione. Il giorno seguente tutti i ragazzi interessati hanno portato una
maglietta bianca, sulla quale hanno scritto un articolo, scelto tra quelli
della Dichiarazione dei diritti. La manifestazione, partita dal parco Parri,
prevedeva tappe davanti a chiese, scuole, monumento ai caduti e al Municipio,
dove leggere articoli tratti sia dalla Dichiarazione sia dalla Costituzione
italiana. Purtroppo abbiamo dovuto accorciare il percorso perché c'era un tempo
da lupi: noi, però, sfidando freddo e neve, non ci siamo arresi e abbiamo
partecipato numerosi con le nostre magliette attaccate sopra i giubbotti.
DURANTE LA manifestazione, alla quale era presente anche il sindaco, ci siamo
fermati davanti alla scuola Vidari, dove abbiamo letto articoli riguardanti
l'importanza dell'istruzione, che deve essere garantita ai giovani di tutto il
mondo e deve essere finalizzata alla nostra formazione e allo sviluppo della
nostra personalità, per permetterci di realizzarci in futuro. Abbiamo
riflettuto sul fatto che la scuola, che per noi è soprattutto un dovere, in
molti Paesi del mondo è invece un diritto negato. Molti bambini e, soprattutto,
bambine vorrebbero andare a scuola, imparare a leggere e a scrivere e
prepararsi a svolgere un lavoro qualificato che permetta loro di essere
indipendenti economicamente e invece, per povertà, mancanza di scuole e
pregiudizi, non possono farlo. Abbiamo ascoltato la musica di una banda,
lasciandoci coinvolgere dal ritmo incalzante; ci siamo uniti in un coro, non
troppo intonato ma ricco di calore. Ci sembrava importante partecipare perché
la storia dei diritti non ha un risultato definitivo: è un processo a tappe,
mai garantite una volta per tutte. DAL 10 DICEMBRE 1948, data in cui è stata
firmata la Dichiarazione dei diritti umani
dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, a oggi, molte persone e
associazioni si sono battute perché i diritti umani
fossero rispettati e producessero dei cambiamenti sociali per combattere
discriminazione ed emarginazione. Purtroppo, anche oggi, in molti Paesi ci sono
ancora tante incoerenze. Essere consapevoli del bisogno di libertà e di
giustizia è l'unico modo per non arretrare nella difesa dei principi della
Dichiarazione dei diritti.
( da "Manifesto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
STASERA · Assemblea
contro il razzismo e il pacchetto sicurezza «E' arrivato il momento di fare
qualcosa insieme» Redmi Italo Siena è medico e fondatore del Naga. Come avete
reagito di fronte all'approvazione, da parte del Senato, dell'emendamento della
Lega che prevede la segnalazione dei cittadini stranieri irregolari che si
presentano ad un presidio sanitario? Con la decisione del Senato un ramo del
Parlamento italiano ha stabilito che il diritto alle cure mediche è un diritto
esclusivo dei cittadini italiani o dei cittadini stranieri in possesso del
permesso di soggiorno e non un diritto di tutte le persone in quanto tali e ciò
oltre a comportare una distorsione di fondo del ruolo sociale del medico e
oltre ad essere in palese contrasto con il codice deontologico - che obbliga il
medico a curare chiunque indipendentemente dalla sua condizione amministrativa
- segna un'ulteriore e davvero drammatica tappa nel processo di
criminalizzazione dell'immigrazione nonché l'ennesima involuzione politica e
culturale del nostro paese. E' sicuramente la decisione più grave presa negli
ultimi dieci anni in materia d'immigrazione. Da una parte i servizi sanitari
invitano giustamente a fare prevenzione per migliorare le condizioni di salute
della popolazione, ma anche per avere dei risparmi di costi, dal'altra lo stato
vieta la prevenzione a cittadini «di seconda classe» mascherando i bisogni che
evidentemente sfoceranno in un aggravio della condizione di salute e quindi con
un aumento dei ricoveri ospedalieri. Di fronte ad un atto così grave il Naga,
dopo un primo momento di profondo sconcerto, ha sentito l'esigenza di indire un
incontro aperto per confrontarsi pubblicamente con medici, associazioni,
singoli cittadini e tentare di innescare una reazione collettiva. Quel'è stata
la reazione al vostro invito? La partecipazione all'incontro è stata
straordinaria: cittadini singoli e rappresentanti di associazioni, medici,
infermieri, gruppi e realtà varie, dai quali è emersa la voglia di agire in
prima persona, anche a fronte di un palese vuoto politico e di rappresentanza.
Le previsioni ricomprese nel cosiddetto «pacchetto sicurezza» rappresentano,
infatti, il compimento del processo di criminalizzazione dell'immigrazione ma,
altresì, un evidente attacco all'indigenza, alla povertà, alla marginalità e,
quindi, ai diritti di tutti. Crediamo, inoltre, sia
molto importante ribadire che la negazione del diritto alla salute per i
cittadini stranieri è intollerabile non in quanto foriera di un peggioramento
della salute collettiva e quindi anche degli italiani, ma è inaccettabile per
la salute dei migranti stessi e una grave violazione di un diritto
fondamentale. Sono emerse proposte, iniziative? Si, nell'incontro pubblico sono
emerse tante proposte: dal lancio di campagne di disobbedienza civile presso
ambulatori e ospedali, ad attività di monitoraggio e denuncia, da attività
d'informazione tra i cittadini stranieri e italiani fino ad arrivare
all'ipotesi di uno sciopero generale dei migranti a Milano e provincia.
Nonostante la norma non sia ancora entrata in vigore abbiamo già ricevuto
notizia di ospedali che, violando la legge in vigore, hanno segnalato cittadini
stranieri irregolari che si sono rivolti ai loro servizi. Siamo molto
preoccupati anche perché, come temevamo, le segnalazioni alle autorità verranno
fatte non dai medici, ma dalla struttura amministrativa. Parallelamente, al
Naga, abbiamo già registrato un aumento di visite dato che i cittadini
stranieri hanno paura di recarsi presso le strutture sanitarie. Ovviamente
continueremo a fornire assistenza sanitaria e legale a tutti i cittadini
stranieri che si recheranno presso i nostri servizi e a denunciare, non loro, ma ogni violazione dei diritti fondamentali della persona. In ogni caso, non vogliamo
sostituirci alle strutture pubbliche che hanno la responsabilità di garantire
il godimento del diritto alla salute per tutti, è, quindi, necessario mantenere
molto alto, da subito, il livello di attenzione e attivarsi ben prima prima
della votazione del cd. Pacchetto Sicurezza alla Camera dei Deputati.
Quindi all'assemblea di stasera si deciderà come reagire, cosa fare? Si, ma
oltre alle azioni pratiche, contingenti è sembrata evidente l'esigenza di
iniziare un percorso politico-culturale che sia propositivo e non solo
resistenziale per questo dallo scorso incontro del 9 febbraio è emersa la
necessità di un'assemblea pubblica aperta ai cittadini e a tutte le realtà
della città interessate. Ci auguriamo di essere in tanti, perché è davvero
arrivato il momento di fare qualcosa: sempre quando c'è il buio, si riesce ad
intravedere la luce. Il Naga invita all'Assemblea pubblica cittadina questa
sera alle ore 21.00 presso la Casa della Cultura per il diritto alla salute,
contro l'attacco ai diritti di tutti, per fermare il
pacchetto sicurezza, per una società aperta ed inclusiva.0
( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Palazzago, la
protesta Contrario al bonus bebè solo per italiani Spettabile redazione, a
Palazzago, Comune di cui sono consigliere, nonostante ci sia stata una recente
mozione firmata da tutta la minoranza, tesa a modificare il regolamento che
assegna un «contributo di benvenuto» ai nuovi nati, la maggioranza leghista ha
confermato, con voto unanime, che i figli di entrambi genitori residenti,
regolari, ma privi di cittadinanza italiana, non hanno diritto al contributo
proprio in virtù della sola mancanza di questo requisito --> Martedì 17
Febbraio 2009 LETTERE, pagina 17 e-mail print Palazzago, la protesta Contrario
al bonus bebè solo per italiani Spettabile redazione, a Palazzago, Comune di
cui sono consigliere, nonostante ci sia stata una recente mozione firmata da
tutta la minoranza, tesa a modificare il regolamento che assegna un «contributo
di benvenuto» ai nuovi nati, la maggioranza leghista ha confermato, con voto
unanime, che i figli di entrambi genitori residenti, regolari, ma privi di
cittadinanza italiana, non hanno diritto al contributo proprio in virtù della
sola mancanza di questo requisito. Come unica variazione al regolamento vigente
è stato introdotto che per ottenere il contributo almeno un genitore deve aver
inoltrato domanda di cittadinanza italiana. Le motivazioni addotte per il
rifiuto sono state sostanzialmente di due tipi; la prima «borbottata» in
Consiglio più che espressa chiaramente, vede semplicemente la presenza degli
immigrati come un fastidio se non un vero e proprio pericolo da rimuovere, una
vera e propria antologia di luoghi comuni xenofobi; la seconda più sottile vede
gli immigrati come dei mali purtroppo necessari, la cui permanenza sulle nostre
terre va disincentivata in ogni modo ed accettata solo dopo che l'immigrato si
sia sottoposto a una serie di forche caudine come quello di richiedere la
cittadinanza italiana, come se questo fosse una prova di integrazione. Sanno
bene però che per richiedere la cittadinanza italiana tuttora ci vogliono tempi
lunghi e requisiti stringenti, sanno bene che molti immigrati (come fecero i
nostri emigrati solo poche decine di anni fa) vogliono mantenere un legame con
la terra d'origine e tornarvi appena possibile. Quindi anche questa posizione
di apparente apertura è semplicemente un modo per dire ancora una volta: state
a casa vostra. Non sto a ripetere qui il mio sconforto di fronte a questa
posizione ingiusta, sbagliata, dannosa e tanto discriminatoria che,
recentemente, il Tribunale di Brescia con una sua sentenza, ha costretto
l'amministrazione locale a ritirare una delibera analoga. Ma bisogna sempre
ricorrere ai tribunali per far valere la ragione, il buon senso? Devono essere i tribunali a imporre il rispetto dei diritti umani? Roberto Pogna Palazzago Le nuove
norme Clandestini? Sono un medico non un poliziotto Spettabile redazione, vi
invio un commento sulla recente norma legislativa secondo la quale noi medici
nell'esercizio delle nostre funzioni dovremmo denunciare i clandestini con cui
veniamo in contatto. Nel 1984 ho lavorato in un ospedale governativo in
Mozambico (programma di cooperazione Cuamm Medici con l'Africa, ong primaria in
Italia di ispirazione cattolica) e fui invitato dai governativi del Frelimo a
denunciare eventuali feriti della Renamo (gli oppositori con i quali era in
corso una feroce guerriglia) che fossero giunti a farsi curare in ospedale. La
mia risposta fu lapidaria: «Io sono qui per curare i malati che si presentano
in ospedale. Se volete che faccia il poliziotto, oggi stesso rientro a casa
mia!». Nessuno più mi chiese nulla. E adesso dovrei fare la stessa cosa per un
governo di razzisti? La mia risposta è sempre la stessa: sono un medico e non
un poliziotto! Se l'ineffabile Maroni ha bisogno di poliziotti rinunci assieme a
tutta la combriccola di anime elette del Parlamento alle scorte di polizia e
carabinieri ed avranno un bel numero in più di cacciatori di teste a
disposizione. dott. Giacinto Andreoni Piazza Brembana La proposta L'utilità dei
Consigli di quartiere Egregio direttore, la proposta del gruppo consiliare di
Sinistra democratica, il sottoscritto e Corrà, sui Consigli di quartiere nasce
dalla necessità di dare risposta ad una domanda di rappresentanza e di
partecipazione diretta dei cittadini alla vita amministrativa e politica della
città. In questi cinque anni della Giunta Bruni, particolarmente sensibile a
questa domanda, sono spesso sorti sedicenti «comitati di quartiere» che
arbitrariamente si attribuivano la rappresentanza dei cittadini di quel
quartiere non essendo altro, spesso che «lobby» di partito o di centri di
interesse e potere economico. La proposta di creare Consigli di quartiere
eletti dai cittadini elimina questo equivoco. Crediamo inoltre che essi possano
costituire la garanzia di una vita davvero democratica e di partecipazione
delle tre circoscrizioni che, altrimenti, non sarebbero altro che
«parlamentini» orientati nelle loro scelte più da problemi di schieramento
politico di partito rispetto alla Giunta comunale che di merito sulle decisioni
da prendere. Crediamo che consentire ai cittadini sia il senso di appartenenza
al quartiere in cui vivono, che la possibilità di una rappresentanza e
partecipazione reale alla vita cittadina, sia un bisogno reale. I quartieri
della città hanno una loro identità storica (Città Alta, Valtesse, Boccaleone,
Malpensata, Redona etc) che deve essere riconosciuta. Non credo sia necessario
arrivare a 22 Consigli di quartiere, come scritto dal vostro giornale qualche
giorno fa; ne sono sufficienti molto meno e comunque sarà compito delle
Circoscrizioni individuarli. E non è certo l'aumento del numero dei consiglieri
di Circoscrizione che risolve il problema della rappresentanza e della
partecipazione diretta dei cittadini. avv. Luciano Ongaro Per l'assistenza
Quanta umanità all'Hospice di Vertova Egregio
direttore, otto giorni fra gli angeli, si potrebbe dar titolo a questa nostra
lettera con la quale, attraverso il vostro giornale desideriamo profondamente
ringraziare tutto il personale medico e infermieristico componente l'unità
operativa dell'Hospice di Vertova per la professionalità, l'umanità
e l'amore espressi nel prestare le cure e alleviare così le sofferenze ad
Angelo, nostro padre, nell'ultima settimana di vita. Cogliamo l'occasione, dopo
quanto letto e sentito, per rivolgere un appello ai politici, agli
amministratori locali, provinciali e regionali, affinché si impegnino a far
ottenere a questo meritevole ente, che opera gratuitamente nell'assistenza dei
malati gravi e dei loro familiari, l'autorizzazione ufficiale all'esercizio da
parte della Regione Lombardia per non chiudere «a breve» i battenti. È mai
possibile che quando una struttura necessaria funziona, venga lasciata allo
sbando? Il bacino di utenza è vasto e rimarrebbe completamente scoperto da
questo importantissimo ed estremamente necessario servizio. Ernestina Paganessi
Pierangelo Paganessi Via Gleno Gentilezza alla casa di riposo Spettabile
redazione, con grande fatica sono riuscita a convincere mia sorella, Giulietta
Zanotti, ad abbandonare la casa materna, rimasta ormai sola da oltre 15 anni e
con la salute cagionevole. Ottenuto, non senza fatica, un posto presso la casa
di riposo Fondazione Maria Ausiliatrice di via Gleno, a Bergamo, sono rimasto stupito
e ammirato per l'amorevole assistenza fatta, non solo a mia sorella, ma a tutte
le varie pazienti ricoverate. Cominciamo dalla signora Anna, ufficio
accettazione, gentilissima e prodiga di utili consigli. C'è poi alla sezione A,
primo piano, la dott.ssa Cristina Licini che cura e rincuora le pazienti, per
riferire poi gentilmente ai vari parenti. Idem per la caposala Silvye
Andreoletti e tutto il personale infermieristico che sanno tenere serene e
allegre le pazienti, anche con una carezza o una battuta di spirito. Pure le
suore contribuiscono a rendere più accettabile il ricovero, a cui si aggiungono
i vari intrattenimenti organizzati dalla direzione: tombole, concerti,
conferenze ecc. Penso che il direttore generale, dott. Fabrizio Lazzarini,
possa essere più che soddisfatto per come fa funzionare questo grande
complesso, che spero venga presto ulteriormente migliorato e ampliato. Virgilio
Pandini Zona
( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Non giudichiamo dal
colore della pelle» --> Da Martin Luther King a Obama, la lotta al razzismo
nelle riflessioni di Rosaria Martedì 17 Febbraio 2009 SPECIALI, pagina 51
e-mail print Nel mondo ci sono sempre state discriminazioni razziali, ma ci
sono anche state delle persone che hanno cercato di combatterle, come Martin
Luther King. Questo uomo aveva un sogno, che un giorno gli uomini capissero che
sono stati creati per vivere insieme come fratelli, e ha fatto molto, affinché
questo sogno potesse diventare realtà. Il problema del razzismo nasce dal fatto
che i paesi del Nord del mondo sono più sviluppati di quelli del Sud dove ci
sono anche molti squilibri sociali e tantissimi problemi, e questo porta
qualcuno a pensare che chi ha il colore della pelle diverso dal nostro sia
inferiore. Ci sono state molte lotte condotte dai neri, come la Guerra di
Secessione, in cui queste persone chiedevano di essere liberate dalla
schiavitù, e che si concluse con la vittoria degli stati del Nord America; cinque
giorni dopo la vittoria, nel dicembre del 1865, Abraham Lincoln venne
assassinato da un sudista, ma la schiavitù fu abolita. Ancora oggi c'è
purtroppo chi crede che le persone di colore siano inferiori solo perché hanno
usanze diverse dalle nostre e vengono da Paesi poveri, dove si muore per fame e
per malattie che per noi sono banali. Nonostante ciò, sono
nate molte organizzazioni a difesa dei diritti umani, tra le quali l'Onu: da questa organizzazione è nata la
«Dichiarazione dei diritti dell'uomo». Io credo che non bisogna giudicare le
persone solo per il colore della loro pelle o per il Paese d'origine, ma per il
carattere; non credo che i neri siano inferiori ai bianchi, meno civili o meno
istruiti ed intelligenti, anche perché l'attuale presidente degli Stati
Uniti è di colore e questo conferma il fatto che con un po' di volontà e di
studio tutti possono arrivare in alto. Anche se, secondo me, il sogno di King
non si potrà mai realizzare perché ci sarà sempre qualcuno contro le
popolazioni nere o povere, credo che prima o poi il mondo capirà che il
razzismo non porta a nulla. Rosaria Rosace Classe 3ªF, secondaria di primo
grado «Padre Cesare Albisetti», Terno d'Isola 17/02/2009 nascosto-->
( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del
17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
CAMPIONATO
GIORNALISMO pag. 8 Per non dimenticare di cosa siamo capaci LA CELEBRAZIONE 27
GENNAIO: DAL RICORDO DELLA SHOAH ALLA RIFLESSIONE SUI DIRITTI
UMANI DALL'istituzione della «Giornata della memoria», il nostro Istituto
organizza ogni anno, il 27 gennaio, momenti di riflessione per ricordare i
tragici eventi del periodo più oscuro della storia d' Europa. Anche quest'anno
la manifestazione, dal titolo «Emozioni in musica», si è svolta nel teatro
comunale ed ha coinvolto gli alunni delle classi IV e V della scuola primaria
e quelli della scuola secondaria di primo grado. Dopo alcune riflessioni sulla
negazione dei diritti fondamentali dell'uomo, l'intolleranza, le violenze
razziste, le dittature che in alcuni paesi mantengono il potere con terrore e
repressione, gli alunni hanno presentato poesie e canti di guerra, canzoni
sull'uguaglianza e la pace e musiche ebraiche, che più delle parole coinvolgono
ed evocano emozioni. Poesie e disegni hanno ricordato le deportazioni nei campi
di sterminio, le camere a gas, i forni crematori; le canzoni hanno gridato con
forza la violenza della guerra e il valore della pace, della libertà e della
vita. Il nostro insegnante di religione ha raccontato il difficile ritorno di
suo padre dalla guerra, la paura, i sacrifici ma anche la forza, data dalla
speranza di poter finalmente tornare a casa; infine le autorità hanno espresso
un pensiero sulla giornata, cercando con noi i veri significati dell'olocausto
e ricordando l'ondata di razzismo che ancora oggi sconvolge troppo spesso le
nostre comunità e che va combattuta con ogni mezzo. Alle riflessioni della
«Giornata della memoria» vogliamo aggiungere il messaggio di due importanti
personaggi di oggi, il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e
Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti: «Non dimentichiamo mai gli orrori
provocati dall'uomo durante la Seconda Guerra mondiale»; «Tutti gli uomini sono
creati uguali e liberi e tutti hanno diritto a realizzare pienamente la loro
felicità». Classe II B
( da "Unita, L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Si apre la
«Norimberga» dei seguaci di Pol Pot A 30 anni dalla caduta del regime di Pol
Pot, inizia il primo processo a uno dei responsabili del genocidio cambogiano.
Noto come Duch, diresse il carcere di Tuol Sleng, dove
furono torturati e uccisi 16mila detenuti. Chum Manh ha 78 anni ed è uno dei 14
detenuti che sopravvissero agli orrori di Tuol Sleng, il carcere allestito dai
khmer rossi nella capitale Phom Penh. Lì, in quelle che erano state un tempo le
aule di un liceo, tra il 1975 ed il 1979 furono imprigionati, torturati e
uccisi 16mila presunti nemici della rivoluzione. Chum sarà in aula
quest'oggi. Vuole vedere in faccia, dopo tanto tempo, l'uomo che comandava i
suoi aguzzini all'epoca in cui lo prelevarono nell'officina meccanica in cui
lavorava, sotto l'accusa di essere una spia della Cia. REO CONFESSO L'imputato
si chiama Kaing Guek Eav, soprannominato Duch, e gli sono contestati crimini di
guerra e contro l'umanità, tortura, stupri, omicidi. A differenza di tutti gli
altri leader khmer rossi, arrestati ma ancora in attesa di processo, Duch è reo
confesso. Ma a propria discolpa, sostiene di avere soltanto eseguito degli
ordini. Come se fosse una scusa sufficiente a giustificare le atrocità commesse
nel centro di detenzione affidato alle sue cure, Tuol Sleng, noto anche con la
sigla di S-21. Ieri, tramite il suo avvocato francese Francois Roux, ha chiesto
«perdono alle vittime». «Una volta mi frustarono per ben duecento volte con dei
cavi elettrici -racconta Chum, mentre gli occhi si riempiono di lacrime e la
voce gli si strozza in gola-. Io sono vivo, ma mia moglie e mio figlio furono
ammazzati». Eppure l'anziano superstite non è in cerca di vendetta. «La mia
rabbia è ancora tanto viva da reclamare l'esecuzione di Duch -si confida-. Ma
questo non sarebbe mai accettabile al Buddha. Penso che sarebbe giusto essere
clementi con queste persone, purché ci raccontino tutta la verità sul regime di
cui fecero parte». GLI ALTRI GERARCHI Quella odierna sarà un'udienza tecnica,
circoscritta all'espletamento di alcune formalità procedurali. Il dibattimento
entrerà nel vivo in marzo, con l'interrogatorio dell'imputato, l'ascolto dei
testimoni, la produzione dei documenti di prova. Per ora restano in prigione in
attesa di essere a loro volta processati, i quattro gerarchi del regime khmer
rosso ancora in vita: Nuon Chea, Khieu Samphan, Ieng Sary e la moglie Ieng
Thirith. Il capo supremo, Pol Pot, morì nel 1998 nella jungla vicino al confine
con la Thailandia. Allora le bande khmer rosse erano ancora attive nella
clandestinità benché avessero perso i sostegni finanziari e politici di cui
avevano goduto per parecchi anni dopo la loro cacciata da Phnom Penh. Ci sono
voluti trent'anni per veder comparire alla sbarra almeno uno dei responsabili
del genocidio cambogiano. Ancora oggi non si sa con certezza quante persone
morirono di violenze, torture, stenti nella Cambogia trasformata da Pol Pot in
un immenso lager. La cifra più probabile si aggira intorno ad 1,7 milioni. La
lentezza con cui si è arrivati finalmente ad istruire i processi è dovuta alle
resistenze di una parte del mondo politico cambogiano, preoccupato più di
promuovere la riconciliazione nazionale che di punire i colpevoli. Ma un'altra
ragione è dovuta al timore che vengano a galla responsabilità di individui che
ebbero un ruolo nel passato regime e che fanno parte della nuova classe
dirigente. Alla fine il governo del presidente Hun Sen ha accettato un compromesso
con l'Onu. Anziché comprendere unicamente magistrati internazionali, il
tribunale ha una composizione mista: 17 giudici locali, 13 di altri Paesi.
DISINFORMAZIONE Youk Chhang, direttore di un centro di ricerche sul genocidio,
finanziato da organizzazioni americane, valuta positivamente il fatto che
comunque si sia arrivati al primo processo. «È un segnale alto e chiaro che
quando tu commetti un crimine, fossero anche passati trent'anni, ti puoi
trovare alle prese con la giustizia». Un dato negativo è però la scarsa
conoscenza dell'esistenza stessa del tribunale da parte della popolazione
cambogiana. Secondo un sondaggio, l'85% dei cittadini ha informazioni «nulle o
scarse». Del resto metà degli attuali abitanti è nata dopo il crollo della
dittatura di Pol Pot e non ha conosciuto direttamente, ma solo attraverso i
ricordi dei sopravvissuti, quello che accadde fra il 17 aprile 1975 i il 7
gennaio del 1979. Non videro l'evacuazione di Phom Penh, dove rimasero solo
25mila persone, mentre quasi 2 milioni venivano condotte a forza nei campi di
lavoro nella jungla e nelle zone rurali. Non videro la distruzione o chiusura
di templi, scuole, banche, e le persecuzioni di individui bollati come nemici
da rieducare o eliminare. GABRIEL BERTINETTO gbertinetto@unita.it
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del
17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
VETRINA ADRIA-DELTA
pag.
( da "Riformista, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Ci sono molte buone
ragioni per criticare l'ipotesi di legge sul fine vita che il centrodestra sta
preparando alle Camere Ci sono molte buone ragioni per criticare l'ipotesi di
legge sul fine vita che il centrodestra sta preparando alle Camere. Ma non ce
n'è nessuna per sperare di costruire su questa legge una nuova trincea della
guerra a Berlusconi e al suo governo. Ovvero: è molto pericoloso confondere la
lotta politica con i convincimenti morali. E se Berlusconi l'ha fatto, saltando
all'improvviso sul caso-Eluana, questa non è affatto una buona ragione perché
lo facciano ora i suoi opposititori. Anzi. Lo diciamo perché si sta profilando
una nuova Piazza Navona. Sabato prossimo. Parola d'ordine:
no alla legge-tortura. L'iniziativa vede al centro Micromega, che ha già
avviato una raccolta di firme. In essa i temi della giustizia si mescolano con
quelli della vita, le intercettazioni con l'etica, i processi con la malattia.
Un guazzabuglio da bipolarismo etico che mette i brividi. Il rischio di
confusione è tale che sullo stesso sito in cui ci si oppone a Berlusconi sul
caso-Eluana, compare un sondaggio da cui risulta che il 55% dei partecipanti
ritiene che Napolitano non si sia comportato come «custode della Costituzione
in modo imparziale», e il 30% ritiene che non l'abbia fatto abbastanza.
Curioso, visto che il Presidente della Repubblica, proprio in nome di quella
funzione di garante, ha appena rifiutato la firma al decreto legge su Eluana
varato dal governo Berlusconi. Contraddizioni così clamorose sono inevitabili
quando si mescola il sacro al profano. 17/02/2009
( da "marketpress.info" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Martedì 17 Febbraio
2009 AD ADRIA SI PARLA AGLI STUDENTI DELL?EUROPA Adria (Rovigo), 17 febbraio
2009 - L?assessore regionale ai diritti umani e alle
pari opportunità Isi Coppola ha tenuto ieri al Liceo ?Galilei? di Adria
(Rovigo) una conferenza nell?ambito delle ?Giornate della Filosofia, della
Storia e dell?Arte? dedicate quest?anno al tema dell?Europa e dell?identità
europea. L?assessore ha parlato del rapporto tra Europa e giovani e dell?azione
della Regione del Veneto soffermandosi in particolare sulla duplice veste in
cui si colloca l?Unione Europea, grande entità istituzionale che da un lato
promuove valori fondamentali come i diritti dell?uomo e la pace, ma dall?altro
agisce concretamente con una programmazione e direttive che ?condizionano? in
molti casi ? sul piano sociale ed economico - la vita di tutti. Per quanto
riguarda i giovani, l?assessore ha detto di ritenere che quella attuale sia la
prima vera generazione che vede conclusa la lunga fase storica della
costruzione dell?istituzione europea. ?Vi trovate quindi ? ha detto l?assessore
Coppola - a rapportarvi con una realtà ben definita. Forse all?interno dei
nostri confini non ce ne rendiamo pienamente conto e continuiamo a sentirci
prima di tutto italiani. Ma appena si varcano le frontiere, la realtà di fatto
con cui dobbiamo confrontarci è che oggi siamo prima di tutto europei?. Nel suo
intervento l?assessore ha toccato anche i programmi europei per i giovani come
?Erasmus? (che consente agli studenti universitari europei di effettuare in una
università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria
università) o ?Leonardo? (con il quale i giovani laureati possono avere
un?esperienza di lavoro all?estero). Infine, l?assessore ha fatto riferimento a
come la Regione interviene per facilitare l?incontro fra i giovani e l?Europa,
sia aiutando gli studenti a cogliere le opportunità che già esistono, sia con
iniziative e progetti autonomi e innovativi. . <<BACK
( da "Riformista, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
le notizie Garlasco,
accusa all'attacco «Così Stasi lavò la sua bici» Nel processo la parola passa
al consulente dell'accusa. Marzio Capra ha consegnato al pm di Vigevano Rosa
Muscio la sua relazione, in vista dell'udienza preliminare fissata il 24
febbraio davanti al gup Stefano Vitelli. Secondo Capra la soluzione del
rompicapo starebbe nell'invisibile e inchioderebbe l'unico imputato: Alberto
Stasi, fidanzato della vittima. Il consulente, nella sua relazione, ha
ricostruio due immagini nitide. Una: Alberto se ne sta immobile, davanti al
lavandino e allo specchio del bagno di casa Poggi, scarpe e abiti intrisi del
sangue di Chiara, poi si china, versa il sapone dal dispenser sulle mani, le
lava. Due: Alberto pulisce la sua bicicletta fino a farla brillare, tanto che
sembra uscita come nuova da un negozio, ma dimentica il dna della fidanzata sui
pedali. «Al di là di ogni ragionevole dubbio - scrive Capra - l'omicida ha
sostato in bagno con le scarpe fortemente imbrattate del sangue della vittima».
Le sue mani «sporche di sangue sono giunte inevitabilmente a contatto col
lavabo, in particolare col rubinetto miscelatore e con l'erogatore per il
sapone liquido». «Sulla base del sopralluogo - prosegue - è poi evidente che,
una volta terminato di lavarsi, l'omicida si è preoccupato di sciacquare tutto,
al fine di cancellare le evidenze organiche, inevitabilmente residuate sul
rubinetto e sul miscelatore, riposizionando quest'ultimo infine correttamente».
«Equilibrio nella legge sul fine vita». Il Presidente della Repubblica in
materia di testamento biologico mantiene un atteggiamento di «rigoroso riserbo»
nel rispetto del lavoro delle Camera, e auspica che «su tale normativa si
arrivi a una decisione, il più possibile condivisa, che tenga conto del dovuto
equilibrio tra i beni costituzionali coinvolti». Parole comparse sul sito del
Quirinale in risposta ai 13.968 messaggi tra lettere, mail, fax e telegrammi
giunti, nella sola giornata diieri, alla Presidenza della Repubblica in
relazione alla «dolorosa vicenda» di Eluana Englaro. Intanto la Giunta comunale
di Udine (città dove si trova la clinica in cui Eluana è morta) resta a nove
assessori, dopo le dimissioni presentate nei giorni scorsi dal delegato alla
Salute, Giovanni Barillari, in dissenso dalla posizione del sindaco Furio
Honsell sul caso Englaro. Nei giorni scorsi Honsell aveva invitato Giovanni
Barillari a ritirare le proprie dimissioni, ma l'assessore aveva ripetutamente
dichiarato di considerarle irrevocabili. Micromega in piazza. Una
manifestazione organizzata dalla rivista Micormega dal titolo eloquente: Sì
alla vita, no alla tortura di stato. La mobiltazione contro la legge proposta
dal governo si svolgerà a sabato 21 febbraio a Roma, in piazza Farnese. Sulla
rivista intanto compare l'appello di prestigiosidocenti di
diritto civile che attaccano: «Quel disegno di legge è in contrasto con le
convenzioni internazionali firmate dall'Italia, è una violazione dei diritti umani». Montecitorio, caccia ai pianisti. Partito il conto alla
rovescia alla Camera per il nuovo sistema di voto anti-pianisti tramite il
riconoscimento delle impronte digitali, iniziate anche le polemiche.
Voluto dal presidente della Camera Gianfranco Fini, il sistema sarà adottato
dal 9 marzo a Montecitorio per contrastare il malcostume di quei deputati che
votano per sé e per i colleghi assenti ma non tutti sono disponibili ad
adottarlo. Ieri, ha preso il via la consegna ai parlamentari delle nuove
tessere con il microchip sul quale saranno memorizzate le loro impronte. Rai,
Gasparri all'attacco. «Invece di fare regali a Benigni, la Rai paghi il giusto
e ascolti Raitrade che diffida Cappon da una cessione non motivata di diritti dal valore ingente. Sappia Cappon che siamo pronti a
chiamarlo a rispondere legalmente dei danni patrimoniali che potrebbe causare
alla Rai. Siamo pronti a tutelare la Rai da sue scelte sbagliate. E pagherebbe
poi di tasca sua». Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri,
critica aspramente l'ipotesi di cedere a Roberto Benigni i diritti
d'autore in cambio della sua partecipazione al festival di Sanremo. Droga,
allarme eroina. Nei prossimi anni il consumo di cocaina rimarrà più o meno
invariato mentre potrebbe esserci un aumento del consumo di eroina. I dati di
previsione per il 2008-2011 sono stati diffusi durente un convegno sulla droga
organizzato a Milano dalla Regione Lombardia e dall'Asl. Dai dati forniti da
Riccardo Gatti, direttore del dipartimento dipendenze dell'Asl di Milano, nella
previsione per il 2011 è segnalata per la prima volta una flessione del consumo
di cocaina. Allarme invece per l'aumento del consumo di eroina. Prevo.lab ha
previsto che nel 2011 il numero dei consumatori potrebbe aumentare fino al 40
per cento rispetto a quello del 2008. Trend in crescita anche dei consumatori
di cannabis e dei derivati anfetaminici. 'Ndrangheta, maxisequestro. I
particolari saranno presentati e spiegati oggi a Catanzaro ma la notizia è
filtrata già nella giornata di ieri. Nella lotta alla ?ndrangheta la Guardia di
Finanza ha messo a punto un colpo pesante: un sequestro di beni per un valore
di oltre cinque milioni di euro. 17/02/2009
( da "Corriere della Sera" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-02-17 num: - pag: 30 autore: di
CHRISTOPHER HITCHENS categoria: REDAZIONALE IL DITTATORE DELLO ZIMBABWE E LA
GUERRA BATTERIOLOGICA L'epidemia Mugabe O ggi la situazione in Zimbabwe ha raggiunto
un punto tale che il ricorso alla forza, da parte della comunità
internazionale, sarebbe del tutto giustificato per arrestare e processare il
dittatore Robert Mugabe. Perché dico tutto questo? I crimini di Mugabe sono
spaventosi, non c'è dubbio. Ma si è trattato di crimini perpetrati da un
governo eletto e fino a oggi non era del tutto chiaro se avessero superato il
limite che autorizza l'intervento o per lo meno l'emissione di un mandato in
tal senso. In sostanza, esistono quattro criteri fondamentali. Il primo è il
genocidio che, secondo i firmatari della Convenzione sul genocidio (cui
partecipano anche gli Stati Uniti) richiede un'azione immediata o per prevenire
o per punire gli esecutori. Il secondo è l'aggressione contro la sovranità
degli Stati confinanti, tra cui l'occupazione del loro territorio. Il terzo è
il concedere ospitalità, o appoggio concreto, ai gruppi terroristici
internazionali. Il quarto, infine, riguarda le violazioni del trattato di non
proliferazione o delle risoluzioni dell'Onu sulle armi di distruzione di massa.
Mugabe istigò numerosi massacri nel Matabeleland negli anni Ottanta, per mezzo
di spedizioni punitive condotte da unità speciali, addestrate in Corea del
Nord, contro un gruppo etnico rivale. E così pure ha infierito su quei
distretti elettorali a lui contrari, con la sospensione arbitraria dei
rifornimenti alimentari. Ma tutto questo non costituisce un vero e proprio
«genocidio ». I suoi soldati si sono abbandonati di tanto in tanto a episodi di
saccheggio delle risorse del Congo, ma ciò non equivale a un'invasione o
un'occupazione. Lo Zimbabwe non è rifugio né porto franco dei terroristi
internazionali più ricercati né lucra sul mercato nero mondiale delle armi di
distruzione di massa. La situazione, tuttavia, di recente ha preso un'altra
piega e un'attenta analisi di questo cambiamento può aiutarci a chiarire quando
uno Stato da «fallimentare» diventa «canaglia». Tale è la sua indigenza, che il
popolo dello Zimbabwe oggi è devastato dalla malnutrizione, che scatena epidemie
come il colera. E tale è la sua disperazione, che i cittadini hanno cominciato
ad attraversare in massa i confini, specie in direzione del Sudafrica,
portandosi dietro le loro malattie. Ciò significa che Mugabe si è trasformato
in un problema internazionale, destabilizzando i Paesi vicini. Questi,
direttamente chiamati in causa, hanno ogni diritto legittimo a intervenire per
ristabilizzare lo Zimbabwe. Siamo davanti a uno scenario di guerra
batteriologica. Né è un particolare di poco conto che Mugabe abbia chiaramente
perso le ultime elezioni in Zimbabwe, anche se continua a sfruttare i
meccanismi dello Stato quasi fossero proprietà privata del suo partito al
governo. Il rovesciamento del governo democratico in qualsiasi Paese è da
considerare giustamente come foriero di minacce o aggressioni contro gli Stati
confinanti. L'Unione Europea, per esempio, non ammette Paesi che non abbiano
una democrazia parlamentare. Vi sono membri dell'Unione Africana che vorrebbero
adottare una simile linea politica, anche se la sua realizzazione appare ancora
molto lontana nel tempo. Le Nazioni Unite, ovviamente, devono accontentarsi dei
Paesi così come sono, benché il concetto di «responsabilità per il benessere
del proprio popolo», lanciato da Kofi Annan, abbia contribuito a erodere in una
certa misura la gelosa prerogativa degli «affari interni» sbandierata da taluni
membri. La dialettica tra «Stato canaglia» e «Stato fallimentare» non è sempre
facile da valutare. L'Iraq (che sotto Saddam Hussein era l'unico Paese a collezionare
tutti e quattro i criteri sopra menzionati) diventò uno Stato fallimentare come
risultato del suo comportamento canaglia, attirandosi sanzioni penalizzanti,
isolamento e corruzione. L'Afghanistan è diventato uno Stato canaglia come
conseguenza della sua gestione fallimentare — in questo caso non per colpa sua
— che ha consentito ai gangster politici internazionali di impiantarvi le loro
basi. E' stato un comportamento «canaglia» interno a spingere il Ruanda
sull'orlo del baratro, causando la fuga di centinaia di migliaia di profughi, i
quali a loro volta hanno innescato la tremenda guerra civile in Congo che
finora sarà certamente costata milioni di vite umane. In quel caso, è stata
diffusa la peste del tribalismo etno-fascista, di cui oggi vediamo le tragiche
conseguenze. Ho avuto modo di trascorrere qualche giorno in compagnia di
SebastiÃo Salgado, l'inviato speciale dell'Unesco per la lotta alla
poliomielite. Nel 2001, quando visitammo Calcutta e la regione del Bengala,
questa malattia, tanto drammatica quanto prevenibile, stava per essere relegata
al passato, assieme al vaiolo. Ma se solo poche sacche di popolazione sfuggono
alla vaccinazione, questo morbo altamente contagioso ben presto si diffonde in
vaste aree. In alcune zone abitate da militanti musulmani, dove corre voce che
l'immunizzazione altro non è che un tranello dei malvagi imperialisti per
rendere sterili uomini e donne, non pochi dottori e infermiere sono stati
brutalmente assassinati. Risultato, la poliomielite è tornata a colpire. Ancora
una volta, sostengo che si potrebbe accusare l'Amministrazione federale delle
aree tribali del Pakistan di inadempienza a livello internazionale e non solo
nell'ambito nazionale del Pakistan. Che talebani e Al Qaeda
si annidino precisamente in queste aree forse non è una coincidenza, pertanto
invito tutti a riflettere sulla necessità di non considerare più disgiuntamente
diritti umani ed
epidemiologia. In tal senso, lo Zimbabwe sarà un eccellente laboratorio per
verificare fino a che punto questi due tipi di salute sono tra loro collegati.
traduzione di Rita Baldassarre