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Report "Diritti umani" 16 e 17 febbraio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Iniziata una nuova era nei rapporti Usa-Ue ( da "Arena, L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: a partire da «crisi economica, sicurezza, ambiente, clima, promozione dei diritti umani». La Pelosi sottolinea che il piano non comprende norme protezioniste: «Niente di ciò che è nel piano viola gli accordi commerciali stipulati dagli Stati Uniti. Non temete: l'America non vuole tornare al protezionismo».

Immigrati, l'Auser attacca il Governo ( da "Tribuna di Treviso, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti fondamentali e umani, riconosciuti universalmente dagli organismi internazionali. Questo modo di agire è sicuramente frutto di calcoli politici, ma soprattutto dimostra l'incapacità di affrontare e governare fenomeni come quello delle migrazioni ma anche di non saper fronteggiare la pesante crisi economica mondiale che si è prodotta e poi più in generale di non essere in

Eluana, il sit-in laico di piazza dei Signori ( da "Tribuna di Treviso, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: A tutti la Costituzione riconosce gli stessi diritti. I diritti umani e civili sono universali e inviolabili, così come lo è la laicità dello Stato». Con il sit-in di ieri le associazioni hanno voluto affermare «la nostra opposizione opposizioneall'atteggiamento arrogante e anti-democratico dei governanti», concludono.

putin-medvedev, è gelo in crisi il tandem di mosca - leonardo coen ( da "Repubblica, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la questione dei diritti umani. Putin considera questo fronte terreno su cui non si deve mai cedere. Medvedev vuole invece dare più spazio alla cosiddetta società civile. Qualche giorno fa ha rinnovato il consiglio presidenziale per i diritti umani inserendovi Irina Iassina, giornalista ed economista direttrice di una struttura della Yukos (

<Giustizia per i nostri desaparecidos> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: hanno ceduto a una pratica sistematica e indiscriminata di violazione dei diritti umani: esecuzioni extra giudiziali, sparizioni forzate, torture, massacri, violenze sessuali. Abuso di potere, rabbia cieca, necessità di colpire el mucchio, spesso con il benestare di gran parte della popolazione. Armando e Javier non erano terroristi.

Tour in Asia Prima missione per Hillary ( da "Unita, L'" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ultima tappa, sarà l'attesa visita a Pechino, dove gli argomenti sul tavolo sono tanti: oltre al dossier Tibet, si parlerà di Taiwan e diritti umani, temi sensibili nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti. In primo piano, naturalmente, anche i rapporti commerciali.

PARIGI - Lo stupro è punito in Francia con pene fino a 15 anni di carcere. Diverse leggi, provo... ( da "Messaggero, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La recidiva può portare la reclusione fino a trent'anni, mentre se la violenza avviene con la tortura o atti di barbarie è punita con l'ergastolo. Aggravante è anche considerata la violenza sessuale «coniugale». Di recente, il presidente Nicolas Sarkozy ha chiesto nuove leggi ancora più severe per i criminali sessuali giudicati «pericolosi».

dal nostro corrispondente NEW YORK - Assorbita dal dibattito che ha preceduto... ( da "Messaggero, Il" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma i rapporti Usa-Cina sono rimasti solo economici: Hillary ha invece chiarito che la nuova Amministrazione vuole trasferirli su un campo più vasto. Ma per riuscirci, dovrà comunque affrontare il problema dei diritti umani, proprio in un anno, il 2009, in cui cade il 50esimo anniversario dell'invasione del Tibet.

A Milano "più respiro per tutti" ( da "Affari Italiani (Online)" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: come dettano la Costituzione italiana e la Carta dei Diritti umani". In sostanza un organismo che, come già avviene in altre città, si propone di tenere sott'occhio l'operato in questo campo delle Istituzioni: di informare e, se necessario, di denunciare quel che non va quanto al rispetto della dignità di tutti e della libertà di espressione.

ELUANA: RUTELLI, NO A EUTANASIA MA ANCHE A SONDINO OBBLIGATO ( da "Virgilio Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: morendo anche la tortura del sondino''. Lo ha detto Francesco Rutelli, a proposito della vicenda di Eluana Englaro, nel corso della trasmissione condotta da Giuliano Ferrara su Radio 24. ''E' il medico - ha aggiunto - che deve valutare se quello e' un trattamento inumano, a seconda del caso, ed eventualmente staccarlo''.

Gaza: troppa politica in quelle Ong ( da "Panorama.it" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che si battono per i diritti umani, come [4] Human rights watch, [5] Amnesty international, [6] Oxfam, [7] B'Tselem, ampiamente finanziate dai paesi europei. Lo sostiene Anne Herzberg, del sito israeliano Ong monitor. "Hanno chiuso un occhio sull'utilizzo dei civili come scudi umani da parte di Hamas, oppure sulle moschee o gli ospedali diventati arsenali o rifugi dei terroristi"

Caso Battisti: il piu' importante quotidiano brasiliano si schiera con l'Italia ( da "Voce d'Italia, La" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Esteri Articoli correlati: *Caso Battisti: La replica di Pietro Mutti all'ex compagno "Nessuna tortura" *Caso Battisti, rinviata a marzo la decisione *Risposta ex Pac a Battisti: "Abbiamo gia' pagato" Guarda tutti i correlati

Assemblea E-R: Richetti incontra delegazione Saharawi guidata da Aminattou Haidar ( da "Sestopotere.com" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La violazione dei diritti umani è la conseguenza della violazione del diritto fondamentale all?autodeterminazione, ha detto Aminattou Haidir, ritenendo che l?Italia e L?unione europea si debbano mobilitare affinchè siano rispettati i diritti umani e civili delle popolazioni Saharawi.

Saharawi, Errani incontra Aminattou Haidar, leader per i diritti umani ( da "Sestopotere.com" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: leader per i diritti umani (16/2/2009 17:29) | (Sesto Potere) - Bologna - 16 febbraio 2009 - Diritti umani, libertà, rispetto e democrazia. Sono i temi toccati stamani durante l?incontro tra il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani e Aminattou Haidar, attivista leader per il rispetto dei diritti umani nel Sahara occidentale.

Guerra al terrore Usa ha minato diritti nel mondo,dicono esperti ( da "Reuters Italia" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Robinson ha sollecitato inoltre il Consiglio di sicurezza dell'Onu e il Consiglio per i diritti umani a incrementare il controllo degli abusi e l'assistenza ai paesi più poveri da effettuarsi anche con l'addestramento degli agenti di polizia affinché contrastino meglio chi viola i diritti umani.

Testamento biologico/ Si' di alcuni sacerdoti a sit-in ( da "Virgilio Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura di stato', che si svolgerà a sabato 21 febbraio a Roma in piazza Farnese, "numerosi sacerdoti della Chiesa cattolica": lo rende noto un comunicato della rivista 'MicroMega'. "Ne diamo un primo elenco, a dimostrazione che è solo la Chiesa gerarchica, non la Chiesa in quanto tale, impegnata nell'imporre una legge che toglie ai cittadini la loro vita e il diritto di decidere

Cambogia/ Domani primo processo contro ex responsabile ( da "Virgilio Notizie" del 16-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che dirigeva il centro di detenzione e tortura S-21 a Phnom Penh, verrà giudicato per crimini di guerra e crimini contro l'umanità all'epoca del regime comunista di Pol Pot, responsabile del genocidio di circa 1,7 milioni di cambogiani tra il 1975 e il 1979. "Si tratta di un gran giorno per il popolo cambogiano che da oltre 30 anni attende giustizia",

Blitz animalista contro il circo di Vienna ( da "Corriere delle Alpi" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sotto accusa anche l'addestramento degli stessi animali, secondo l'associazione fatto con l'uso di veri e propri strumenti di tortura, come barre di ferro, fruste, spilloni e altri pungoli». Associazione che chiede di porre fine agli spettacoli viaggianti con gli animali.

Strage 35 anni dopo: incontri per non dimenticare Quattro gli appuntamenti promossi da Casa della memoria e Fondazione Asm. Si inizia domani alle 18 al Sancarlino ( da "Giornale di Brescia" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani e crimine organizzato internazionale al Ministero degli esteri ed alla Rappresentanza d'Italia alle Nazioni Unite di Ginevra, presenterà il suo volume «Il giudice e il terrorista, il diritto e le sfide del terrorismo globale». Il prossimo mercoledì, 25 febbraio, interverrà lo psicanalista Franco De Masi,

vittoria taliban in pakistan: sì alla sharia ( da "Repubblica, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: nella lotta al terrorismo che nel rispetto dei diritti umani. Il patto firmato ieri prevede che la sharia diventi legge di riferimento per tutta la zona di Malakand, che comprende lo Swat: benchè il sistema della legge islamica fosse già in vigore in alcune zone di questa area � che fanno parte della difficile North west frontier, la zona a predominanza pashtun ai confini con l´

nuovo pozzo per il burkina faso ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: promosso in occasione dei 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani. La prima edizione del progetto ha dato spazio ai ragazzi per confrontarsi sul tema dei diritti mentre la seconda illustrerà il tema dell'acqua intesa come bene prezioso dell'umanità, che deve essere difeso anche nell'ottica dell'emergenza idrica mondiale.

campi di lavoro forzato, harry wu e la cina nascosta ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Harry Wu e la Cina nascosta L'intellettuale e attivista per i diritti umani sarà domani nella sala del consiglio provinciale In occasione della recente pubblicazione del suo ultimo libro "Laogai. L'orrore cinese" (Spirali 2008), il presidente della Laogai research foundation e attivista per i diritti umani Harry Wu sarà domani, mercoledì, alle 18.

nemmeno sotto tortura ( da "Repubblica, La" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Bologna NEMMENO SOTTO TORTURA «Le culture d´origine influiscono e parte degli stupri sono perpetrati da stranieri». Per questo, come «sanzione sociale», bisogna «rendere pubblici nomi e cognomi degli stupratori e dire anche dove abitano». Chi ha detto questo? Il Bolognino dice solo che chi fa queste proposte un tempo giocava a rugby;

Domani presidio dei sindacati contro gli stupri ( da "Manifesto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La violazione più grave e vergognosa dei diritti umani è stata perpetrata nella nostra città e poi sabato a Roma e a Milano. Ancora una volta Bologna - proseguono i sindacati - è stata colpita al cuore e la società civile e le donne di questa città si stringono attorno alla paura, allo strazio della ragazza e al dolore dei familiari.

A piazza Farnese per la democrazia ( da "Manifesto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: impone per legge la tortura ad ogni malato terminale. Pur di imporre questa legge khomeinista, Berlusconi ha dichiarato che intende sovvertire la Costituzione repubblicana. È arrivato a oltraggiare una delle costituzioni più democratiche del mondo, la nostra, definendola "filosovietica", mentre non perde occasioni per elogiare il suo "amico Putin"

Gli articoli significativi sono stati scritti sulle nostre magliette ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito. L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

La lunga storia per ottenere il riconoscimento ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: IL RICONOSCIMENTO della dignità specifica e dei diritti uguali e inalienabili di tutti i membri della famiglia umana è la base di libertà, giustizia e pace nel Mondo». È il preambolo alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, firmata nel 1948. A scuola abbiamo studiato la lunga storia del riconoscimento dei diritti umani, a partire dalla «Dichiarazione dei diritti dell'

Sessant'anni di diritti umani, fiaccolata al gelo ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: anni di diritti umani, fiaccolata al gelo Studenti in difesa della Dichiarazione universale firmata nel 1948 VIGEVANO I DIRITTI umani sono molto importanti, per noi cittadini italiani e per quelli di tutto il mondo. Per questo ci siamo ritrovati tutti insieme per parlarne e per manifestare, in occasione dei 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani.

E' arrivato il momento di fare qualcosa insieme ( da "Manifesto, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ma ogni violazione dei diritti fondamentali della persona. In ogni caso, non vogliamo sostituirci alle strutture pubbliche che hanno la responsabilità di garantire il godimento del diritto alla salute per tutti, è, quindi, necessario mantenere molto alto, da subito, il livello di attenzione e attivarsi ben prima prima della votazione del cd.

Palazzago, la protesta Contrario al bonus bebè solo per italiani Spettabile redazione, a Palazzago, Comune di cui sono consigliere, nonostante ci sia stata una recente mozione firm ( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Devono essere i tribunali a imporre il rispetto dei diritti umani? Roberto Pogna Palazzago Le nuove norme Clandestini? Sono un medico non un poliziotto Spettabile redazione, vi invio un commento sulla recente norma legislativa secondo la quale noi medici nell'esercizio delle nostre funzioni dovremmo denunciare i clandestini con cui veniamo in contatto.

<Non giudichiamo dal colore della pelle> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sono nate molte organizzazioni a difesa dei diritti umani, tra le quali l'Onu: da questa organizzazione è nata la «Dichiarazione dei diritti dell'uomo». Io credo che non bisogna giudicare le persone solo per il colore della loro pelle o per il Paese d'origine, ma per il carattere; non credo che i neri siano inferiori ai bianchi, meno civili o meno istruiti ed intelligenti,

Per non dimenticare di cosa siamo capaci ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: DIRITTI UMANI DALL'istituzione della «Giornata della memoria», il nostro Istituto organizza ogni anno, il 27 gennaio, momenti di riflessione per ricordare i tragici eventi del periodo più oscuro della storia d' Europa. Anche quest'anno la manifestazione, dal titolo «Emozioni in musica», si è svolta nel teatro comunale ed ha coinvolto gli alunni delle classi IV e V della scuola primaria

Si apre la Norimberga dei seguaci di Pol Pot ( da "Unita, L'" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dove furono torturati e uccisi 16mila detenuti. Chum Manh ha 78 anni ed è uno dei 14 detenuti che sopravvissero agli orrori di Tuol Sleng, il carcere allestito dai khmer rossi nella capitale Phom Penh. Lì, in quelle che erano state un tempo le aule di un liceo, tra il 1975 ed il 1979 furono imprigionati, torturati e uccisi 16mila presunti nemici della rivoluzione.

L'ASSESSORE REGIONALE ai diritti umani e alle pari opportunit&... ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ASSESSORE REGIONALE ai diritti umani e alle pari opportunit&... L'ASSESSORE REGIONALE ai diritti umani e alle pari opportunità Isi Coppola ha tenuto ieri al Liceo "Galilei" di Adria una conferenza nell'ambito delle "Giornate della Filosofia, della Storia e dell'Arte" dedicate quest'anno al tema dell'Europa e dell'identità europea.

Ci sono molte buone ragioni per criticare l'ipotesi di legge sul fine vita che il centrodestra sta preparando alle Camere ( da "Riformista, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Parola d'ordine: no alla legge-tortura. L'iniziativa vede al centro Micromega, che ha già avviato una raccolta di firme. In essa i temi della giustizia si mescolano con quelli della vita, le intercettazioni con l'etica, i processi con la malattia. Un guazzabuglio da bipolarismo etico che mette i brividi.

AD ADRIA SI PARLA AGLI STUDENTI DELL'EUROPA ( da "marketpress.info" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: assessore regionale ai diritti umani e alle pari opportunità Isi Coppola ha tenuto ieri al Liceo ?Galilei? di Adria (Rovigo) una conferenza nell?ambito delle ?Giornate della Filosofia, della Storia e dell?Arte? dedicate quest?anno al tema dell?Europa e dell?identità europea.

Garlasco, accusa all'attacco <Così Stasi lavò la sua bici> ( da "Riformista, Il" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: appello di prestigiosidocenti di diritto civile che attaccano: «Quel disegno di legge è in contrasto con le convenzioni internazionali firmate dall'Italia, è una violazione dei diritti umani». Montecitorio, caccia ai pianisti. Partito il conto alla rovescia alla Camera per il nuovo sistema di voto anti-pianisti tramite il riconoscimento delle impronte digitali,

L'epidemia Mugabe ( da "Corriere della Sera" del 17-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Che talebani e Al Qaeda si annidino precisamente in queste aree forse non è una coincidenza, pertanto invito tutti a riflettere sulla necessità di non considerare più disgiuntamente diritti umani ed epidemiologia. In tal senso, lo Zimbabwe sarà un eccellente laboratorio per verificare fino a che punto questi due tipi di salute sono tra loro collegati. traduzione di Rita Baldassarre


Articoli

Iniziata una nuova era nei rapporti Usa-Ue (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 16 Febbraio 2009 NAZIONALE Pagina 6 «Iniziata una nuova era nei rapporti Usa-Ue» Nancy Pelosi, giunta ieri a Roma, non ha dubbi: «con Barack Obama è cominciata una nuova era nei rapporti tra Europa e Stati Uniti, basata sulla cooperazione e sul rispetto e non più, come con Bush, sulla condiscendenza e sulla indifferenza». È il dodicesimo viaggio in Italia per la Pelosi, orgogliosa delle sue radici italiane, ma è il primo da speaker (presidente) della Camera, la terza carica istituzionale degli Stati Uniti, e non nasconde il suo entusiasmo per questa visita di una settimana destinata a portarla ad Aviano (Pordenone), Firenze, Roma e Napoli. Spiega che la visita in Italia, dove incontrerà le più alte cariche istituzionali, ha un doppio scopo: ringraziare le autorità italiane per l' intensa collaborazione con l'America e ascoltare le idee del suo paese d'origine sulle maggiori sfide mondiali, a partire da «crisi economica, sicurezza, ambiente, clima, promozione dei diritti umani». La Pelosi sottolinea che il piano non comprende norme protezioniste: «Niente di ciò che è nel piano viola gli accordi commerciali stipulati dagli Stati Uniti. Non temete: l'America non vuole tornare al protezionismo».  

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Immigrati, l'Auser attacca il Governo (sezione: Diritti umani)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Immigrati, l'Auser attacca il Governo L'accusa dell'associazione: «Criminalizza gli stranieri» I pensionati: «Serve rispetto per i loro diritti» Duro arracco dell'Auser al governo. Nel mirino dell'associazione le politiche per l'immigrazione del centrodestra. «Si sono susseguiti in questi ultimi mesi e in particolare negli ultimi giorni, provvedimenti, dichiarazioni, prese di posizione sull'immigrazione che dimostrano la volontà di criminalizzare e quindi di discriminare gli immigrati presenti nel nostro paese da parte del Governo, di alcune forze politiche e di diversi amministratori locali», spiegano Marie Lobe Gondo e Giancarlo Cavallin. «Oramai non c'è neanche più differenza tra regolari e irregolari - aggiungono - si attaccano, infatti, anche i diritti fondamentali e umani, riconosciuti universalmente dagli organismi internazionali. Questo modo di agire è sicuramente frutto di calcoli politici, ma soprattutto dimostra l'incapacità di affrontare e governare fenomeni come quello delle migrazioni ma anche di non saper fronteggiare la pesante crisi economica mondiale che si è prodotta e poi più in generale di non essere in grado di dare risposte a un sud del mondo schiacciato e sfruttato da noi paesi ricchi, sconvolto da guerre, carestie e miseria, e dove la fuga diventa l'unica possibilità di salvezza. Una società democratica che possa considerarsi tale, prima di tutto deve garantire i diritti umani e fondamentali sanciti anche dalla nostra Costituzione. Questa società dovrebbe dare di sé un'immagine rassicurante e di fermezza basata su principi e valori per poter così garantire e pretendere da tutti i cittadini il rispetto dei diritti e dei doveri».

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Eluana, il sit-in laico di piazza dei Signori (sezione: Diritti umani)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Eluana, il sit-in laico di piazza dei Signori Cartelloni e volantini distribuiti dalla cellula Luca Coscioni Sit in in piazza dei Signori ieri mattina dalle 10 alle 12 per uno stato laico, in difesa della Costituzione e per il diritto di scelta. A spingere associazioni come la Cellula Coscioni di Treviso, i Meetup di Beppe Grillo e il circolo Uaar di Treviso a scendere in piazza, la discussione parlamentare in corso in questi giorni sul disegno di legge riguardante il testamento biologico e la bufera scatenatasi con la vicende di Eluana Englaro. Al sit-in hanno partecipato anche il movimento Queerquilia, l'associazione Donne in Movimento, il circolo Bertrand Russel e l'associazione «La Ginestra», una delle prime in città a elaborare un modello di testamento biologico. «Lo stato italiano è laico ed è composto da credenti di varie religioni e non credenti - spiegano gli organizzatori - A tutti la Costituzione riconosce gli stessi diritti. I diritti umani e civili sono universali e inviolabili, così come lo è la laicità dello Stato». Con il sit-in di ieri le associazioni hanno voluto affermare «la nostra opposizione opposizioneall'atteggiamento arrogante e anti-democratico dei governanti», concludono. Intanto il referendum ipotizzato dal senatore Ignazio Marino nel caso la legge sul fine-vita vietasse di interrompere alimentazione e nutrizione «sarebbe un errore soprattutto per i proponenti e, in ogni caso, perderebbero» per il ministro del Welfare Maurizio Sacconi in un'intervista al quotidiano dei vescovi Avvenire.

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putin-medvedev, è gelo in crisi il tandem di mosca - leonardo coen (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 15 - Esteri Il presidente ruba la scena al premier: da ieri ha un suo programma in tv Putin-Medvedev, è gelo in crisi il tandem di Mosca Il "delfino" avrebbe anche fatto registrare i suoi colloqui di lavoro col "capo" LEONARDO COEN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA - Ma che sta succedendo al Cremlino? Il presidente Medvedev ha esordito ieri sera nel programma serale "Vesti" di Canale Rossija, per commentare le notizie della settimana. Sarà l´ospite fisso, o quasi. Nemmeno il mediatico Putin aveva osato tanto. Scopo? «Dire la verità e parlarne francamente». Ieri ha spiegato la terapia d´urto del governo, perché non bisogna nascondere quali sono le «reali difficoltà cui andremo incontro». Ha tolto la scena a Putin, insomma. Medvedev per 17 minuti ha cercato di mostrarsi disinvolto e rassicurante ma si vedeva che era teso. Ha condannato chi minimizza i guai perchè «è facile lavorare quando hai grossi introiti, grazie alle esportazioni del petrolio e del gas». Come non pensare alle trionfalistiche dichiarazioni di Putin nei suoi otto anni di presidenza benedetti dai miliardi di dollari delle materie prime? E ancora: «Non chiuderemo gli occhi sugli errori nel lavoro o dinanzi a casi di inettitudine», ha aggiunto. Un avvertimento. Ai cacicchi dell´amministrazione pubblica. E al governo. Il cui primo ministro è Putin, il mentore di Medvedev. Come avrà accolto queste annotazioni colui che viene ancora indicato come l´uomo più potente della Russia? Pare addirittura che Medvedev, per evitare brutte sorprese, abbia deciso di registrare i colloqui di "lavoro" con Putin e i suoi ministri, un po´ come ha fatto a Napoli il sindaco Rosa Russo Iervolino coi suoi assessori. Dov´è finita l´armonia di prima? Niente descrive meglio di una barzelletta gli screzi tra il "capo" e l´ex "Delfino". Quella di Putin che regala a Medvedev un bel coupé Mercedes. Il fortunato salta di gioia, ispeziona la macchina e si accorge che manca il volante? "Che fine ha fatto?". "Tranquillo, Dmitrij, è in buone mani", gli risponde Putin. Il fatto è che il volante del "tandem" - come è stata battezzata la spartizione del potere tra Putin e Medvedev, collaudata da diciotto anni di stretta collaborazione - è in tilt. Dmitri e Vladimir non pedalano più con la stessa cadenza. Già dai giorni del conflitto georgiano. Allora, una questione di visibilità: Medvedev aveva il ruolo più in vista. Poi, è arrivato il ciclone della crisi globale, che ha messo a nudo la fragilità strutturale economica del Paese, e, più ancora, la confusione per tamponare lo tsunami. A tal punto che l´11 gennaio Medvedev ha accusato il governo di "inefficienza". La tandemocrazia sull´orlo di una crisi di nervi approdava persino sui mass media. La guerra del gas, per esempio. Medvedev tentava di organizzare un summit con l´Ue, invece Putin, da vero padrone di casa, lo bruciava sul tempo, risolvendo in 10 ore il negoziato con Yulia Timoshenko, la premier ucraina. O la strategia di Russia Unita, il partito dello strapotere, che ha promosso manifestazioni pro governo. Un buco nell´acqua. Infine, la questione dei diritti umani. Putin considera questo fronte terreno su cui non si deve mai cedere. Medvedev vuole invece dare più spazio alla cosiddetta società civile. Qualche giorno fa ha rinnovato il consiglio presidenziale per i diritti umani inserendovi Irina Iassina, giornalista ed economista direttrice di una struttura della Yukos (la società dell´oligarca Mikhail Khodorkovskij sbattuto da Putin in una fetida galera siberiana). E quando il presidente della commissione Ue, Barroso, ha rivelato d´aver discusso con Medvedev di questo tema, Putin ha risposto stizzito.

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<Giustizia per i nostri desaparecidos> (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

«Giustizia per i nostri desaparecidos» --> Lunedì 16 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 8 e-mail print Genitori di giovani desaparecidos Lima Mentre siamo in cammino verso Ate Vitarte, Lima si sveglia pigramente. Tutto è come sempre, come ogni mattina dai chioschi pendono le prime pagine dei quotidiani e i cobradores urlano dalle combi il loro percorso, acrobati temerari nel traffico della capitale. Nessuno sembra essere cosciente del momento storico che sta vivendo il Paese: ci stiamo dirigendo verso la Dinoes, centro militare, nel quartiere di Ate Vitarte, Lima, Perù. Qui sta volgendo al termine il processo all'ex presidente e dittatore Alberto Fujimori, iniziato più di un anno fa. L'accusa: crimini di lesa umanità in quanto mandante intellettuale dei massacri della Cantuta e di Barrios Altos. La Cantuta, università di Lima: alba del 18 luglio 1992, membri del Servizio di intelligence dell'esercito irrompono nei dormitori e sequestrano nove studenti e un professore. Nessuno di loro è più tornato. Un nome su tutti: Raìda Condor. Madre coraggio, in lotta da vent'anni, ha visto i suoi capelli imbiancare giorno dopo giorno senza trovare un corpo su cui piangere. Ha saputo che Armando era tra quei nove studenti perché il mazzo di chiavi trovato nella fossa con altri resti umani, ha aperto la porta di casa sua. Posso solo intuire quanto le spalle di Raìda si siano fatte pesanti in quell'istante. Voglia di chiudere gli occhi e riaprendoli trovarsi ovunque nel mondo ma non lì, non in quel momento. Barrios Altos, quartiere di Lima: ore 22,30 del 3 novembre 1991, agenti del Servizio di intelligence dell'esercito assassinano a colpi di pistola 15 persone durante una pollada, tipica festa con musica e grigliata organizzata tra vicini per raccogliere fondi. Un nome su tutti: Rosa Rojas, madre di Javier, 8 anni, ucciso con suo padre Manuel Isaìas, 33 anni. 130 pallottole trovate nel luogo del massacro; quattro i feriti, di cui uno condannato a trascorrere il resto dei suoi giorni su una sedia a rotelle, con varie pallottole nel corpo. La lotta ha il volto di donna. Madri, sorelle, mogli. La domanda imperativa, pronunciata per loro dall'avvocato Gamarra, a pochi passi da Fujimori: «Donde estàn tus hermanos?» «Dove sono i tuoi fratelli?». Impassibile l'ex presidente, viso di pietra chinato sul foglio, sul tavolo una penna e due evidenziatori, scrive senza sosta. Cosa scrivi presidente? Nessun moto d'emozione, nemmeno quando Gamarra fa scorrere le foto delle vittime; né uno sguardo né un impercettibile movimento. Tra il pubblico invece la commozione scorre palpabile e incontenibile: numerose le lacrime che scorrono sui volti coraggiosi di Raída, Rosa, Gisella, Pilar, Carmen, Norma. Mani che si stringono, abbracci che consolano e che danno forza, carezze di chi prova il tuo stesso dolore. Senza verità non ci sarà giustizia. Presidente, «Donde están tus hermanos?». Frazione, porzione minima di una tragedia di tanti, sto avendo l'occasione di vivere vicino; 69 mila vittime fatali e i desparecidos in vent'anni di conflitto interno, qui in Perú, tra il 1980 e il 2000. Numero infinitamente superiore ai desparecidos di Argentina e Cile messi insieme, eppure il mondo non sa, non conosce, ignora. Un popolo in ostaggio tra due fuochi, l'esercito e le forze armate da un lato e l'organizzazione terroristica Sendero Luminoso-Pcp Partito comunista del Perú dall'altro. Violenza selettiva, iniqua, mirata: il 40% delle vittime viveva nel dipartimento andino di Ayacucho, il 79% in zone rurali, il 75% parlava solo quechua; il conflitto ha esasperato le disuguaglianze etniche e culturali che ancora dividono il Paese. Un popolo che si accorge della tragedia solo quando la capitale ne è colpita, nel core della sua classe medio alta, come svegliandosi da un sogno. Non tutte le vittime hanno lo stesso peso. Non chiedono molto Raìda e Rosa, solo giustizia. Nessuna delle vittime di Cantuta e Barrios Altos era terrorista, ingiustamente sono stati strappati dai loro letti, ingiustamente sono stati torturati, ingiustamente i loro corpi sono stati bruciati, ingiustamente hanno sparato sui loro volti, ingiustamente le loro famiglie stanno soffrendo la loro assenza. Le forze armate nell'affrontare le offensive dei gruppi terroristi, hanno ceduto a una pratica sistematica e indiscriminata di violazione dei diritti umani: esecuzioni extra giudiziali, sparizioni forzate, torture, massacri, violenze sessuali. Abuso di potere, rabbia cieca, necessità di colpire el mucchio, spesso con il benestare di gran parte della popolazione. Armando e Javier non erano terroristi. Momento storico quello che sta vivendo il Perú, quasi senza accorgersene; occasione incredibile la mia, essere presente qui ed ora. Che le vittime trovino riposo, che le loro famiglie trovino pace, che il Perú faccia giustizia, che io possa tornare in Italia orgogliosa di esserci stata quel giorno in cui, in uno dei tanti Paesi che siamo soliti chiamare in via di sviluppo, fu condannato un ex dittatore, e con lui il suo governo corrotto e violento. Elisa Semperboni 16/02/2009 nascosto-->

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Tour in Asia Prima missione per Hillary (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Tour in Asia Prima missione per Hillary washington Prima missione all'estero per Hillary Clinton, segretaria di Stato dell'amministrazione Obama. Per il suo esordio internazionale la ex first lady non ha scelto né l'Europa né il Medio oriente, ma l'Asia. La segretaria di Stato Usa oggi farà tappa a Tokyo, dove si fermerà fino a mercoledì, prima di trasferirsi a Giacarta, in Indonesia, per poi andare il 19 e 20 a Seoul. Ultima tappa, sarà l'attesa visita a Pechino, dove gli argomenti sul tavolo sono tanti: oltre al dossier Tibet, si parlerà di Taiwan e diritti umani, temi sensibili nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti. In primo piano, naturalmente, anche i rapporti commerciali.

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PARIGI - Lo stupro è punito in Francia con pene fino a 15 anni di carcere. Diverse leggi, provo... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 16 Febbraio 2009 Chiudi PARIGI - Lo stupro è punito in Francia con pene fino a 15 anni di carcere. Diverse leggi, provocate anche dall'emozione suscitata da alcuni casi in cui lo stupratore era già stato condannato per crimini simili, hanno reso più severe le pene in caso di circostanze aggravanti. La recidiva può portare la reclusione fino a trent'anni, mentre se la violenza avviene con la tortura o atti di barbarie è punita con l'ergastolo. Aggravante è anche considerata la violenza sessuale «coniugale». Di recente, il presidente Nicolas Sarkozy ha chiesto nuove leggi ancora più severe per i criminali sessuali giudicati «pericolosi». In particolare, aprirà entro la fine dell'anno a Lione il primo «ospedale prigione», un istituto sanitario cui saranno inviate persone che hanno finito di scontare la loro pena per reati sessuali, ma che sono considerate ancora a rischio di recidiva. (f.pi.)

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dal nostro corrispondente NEW YORK - Assorbita dal dibattito che ha preceduto... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 16 Febbraio 2009 Chiudi ANNA GUAITAdal nostro corrispondente NEW YORK - Assorbita dal dibattito che ha preceduto l'approvazione della legge sullo stimolo all'economia, l'opinione pubblica americana non ha fatto molto caso ai primi passi che la nuova Amministrazione ha fatto sul fronte della politica internazionale, con la missione del vicepresidente Joe Biden in Europa, dell'inviato George Mitchell in Medio Oriente e dell'inviato Richard Holbrooke in Pakistan e Afghanistan. Ma ora che la legge è passata, gli occhi del Paese si spostano su una missione che incuriosisce da molti punti di vista: Hillary Clinton è partita ieri alla volta dell'Estremo Oriente. La ex first lady nonché ex senatore, comincia il suo mandato di segretario di Stato in modo anomalo rispetto ai suoi predecessori: invece di privilegiare gli alleati europei, la signora punta diritto verso Giappone, Indonesia, Corea e Cina, un poker di Paesi il cui peso economico e strategico è andato crescendo nell'era della globalizzazione. La missione, come lei stessa ha preannunciato pochi giorni fa, tratterà i temi più svariati, dai cambiamenti climatici alla proliferazione nucleare, dai diritti civili ai rapporti dell'America con il mondo islamico. Il viaggio sarà seguito con una buona dose di curiosità sia perché proverà al mondo se la signora ha davvero le carte in regola per una posizione di simile peso, sia perché dovrebbe rivelare le nuove linee che l'Amministrazione Obama intende seguire nei rapporti con la Cina e i Paesi islamici. Se infatti la fermata in Giappone sarà dedicata soprattutto ai temi del commercio e del clima, se quella nella Corea del sud sarà dedicata al tema del nucleare nel regime della Corea del nord - temi cioè ben conosciuti, in cui ci si aspettano pochi cambiamenti - la fermata a Giacarta e quella a Pechino promettono novità. L'Indonesia dovrebbe essere, nei piani di Obama, il "ponte" verso i Paesi islamici. Parlando alla tv al-Arabyia, il presidente due settimane fa ha detto: «Vorrei comunicare al mondo musulmano che l'America non è il vostro nemico». Obama spera che proprio l'Indonesia, il più grande paese musulmano del mondo, accetti di aiutarlo nel tentativo di ricostruire il dialogo con gli altri governi islamici. Ma il compito più difficile per la signora Clinton sarà a Pechino. Il presidente Bush aveva consolidato i rapporti con la Cina, nonostante la sua presidenza fosse cominciata con un grave incidente (la cattura di un aereo americano sconfinato in territorio cinese). Ma i rapporti Usa-Cina sono rimasti solo economici: Hillary ha invece chiarito che la nuova Amministrazione vuole trasferirli su un campo più vasto. Ma per riuscirci, dovrà comunque affrontare il problema dei diritti umani, proprio in un anno, il 2009, in cui cade il 50esimo anniversario dell'invasione del Tibet.

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A Milano "più respiro per tutti" (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

MilanoItalia Milano/ Più respiro alla laicità Lunedí 16.02.2009 09:32 La "questione laica " è diventata di drammatica attualità. Vicende tragiche come quella legata al nome di Eluana Englaro hanno infiammato l'opinione pubblica e messo in luce colpevoli ritardi delle forze politiche. Quello che a molti sembrava un dato acquisito per la società italiana, cioè che fra chi è portatore di diverse visioni del mondo potesse esistere un rapporto equilibrato, governato da norme - a cominciare dalla Costituzione repubblicana che tutti sono tenuti a rispettare, si è rivelato invece una conquista. Esposta per di più, oggi, a rischi pesanti e quindi da difendere. Di laicismo, per anni ,si è parlato poco e da parte di pochi: ora è un tema fonte di forti contrasti nella società e di divisioni profonde tra e dentro gli schieramenti politici. Un editorialista autorevole come Ernesto Galli Della Loggia si è spinto ieri, sul "Corriere della Sera", a sostenere che l'incontro fra laici e cattolici fa parte di una stagione ormai al tramonto. Ma, se una simile previsione verrà confortata dai fatti, quali conseguenze dobbiamo attenderci per il futuro civile del nostro Paese? E a quali rischi sarebbe esposta l'autonomia stessa della politica, vale a dire uno dei connotati fondamentali di una società moderna? Si tratta di interrogativi che in un clima di risorgenti fondamentalismi appaiono scottanti. Ad essi qualche risposta potrà forse venire, per i milanesi, da un confronto , promosso da 23 associazioni culturali del più vario orientamento, che si svolgerà domani , martedì 17, alle 21 nella sala Alessi di Palazzo Marino. A parlare saranno esponenti del mondo professionale e universitario con l'intento non di agitare slogan ma di approfondire problemi. L'iniziativa che ha un nome suggestivo ("Aria laica, per respirare tutte e tutti") è la prima della neonata "Consulta milanese per la laicità delle Istituzioni": una "associazione di associazioni" che esprime una fetta di società civile e che vuole , in primo luogo, "difendere uno spazio pubblico neutro , comune a tutti i cittadini e le cittadine, indipendentemente dalle loro convinzioni etiche o religiose, come dettano la Costituzione italiana e la Carta dei Diritti umani". In sostanza un organismo che, come già avviene in altre città, si propone di tenere sott'occhio l'operato in questo campo delle Istituzioni: di informare e, se necessario, di denunciare quel che non va quanto al rispetto della dignità di tutti e della libertà di espressione. Un proposito, di certo, ambizioso e difficile ma anche un contributo al dialogo e alla convivenza civile fra chi professa fedi o convinzioni diverse, con una aspirazione dichiarata: quella di rafforzare il senso dello Stato. Per evitare, come ha scritto Massimo Granellini, di scoprirsi cittadini di uno Stato che fa senso. Antonio Duva

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ELUANA: RUTELLI, NO A EUTANASIA MA ANCHE A SONDINO OBBLIGATO (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

(ASCA) - Roma, 16 feb - ''Sono contrario all'eutanasia. Ma trovo che non si possa imporre a qualcuno che sta gia' morendo anche la tortura del sondino''. Lo ha detto Francesco Rutelli, a proposito della vicenda di Eluana Englaro, nel corso della trasmissione condotta da Giuliano Ferrara su Radio 24. ''E' il medico - ha aggiunto - che deve valutare se quello e' un trattamento inumano, a seconda del caso, ed eventualmente staccarlo''.

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Gaza: troppa politica in quelle Ong (sezione: Diritti umani)

( da "Panorama.it" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

- Mondo - http://blog.panorama.it/mondo - Gaza: troppa politica in quelle Ong Posted By redazione On 13/2/2009 @ 9:57 In Headlines, Apertura#2, NotiziaHome | No Comments [1] Di Fausto Biloslavo "Con le Ong italiane a Gaza mi sembra di essere tornato indietro agli anni ottanta, quando c'era molta politicizzazione. Ed alcune sono un po' garibaldine". Lo spiega Gianmarco Onorato, capo delegazione della [2] Croce rossa italiana per la Palestina ed Israele. La Cri è neutrale per definizione, ma altrettanto non si può dire degli operatori umanitari e pacifisti italiani in prima linea a Gaza. Tendono a minimizzare le malefatte di Hamas e a scagliarsi contro Israele. Vittorio Arrigoni fa da scudo umano ai contadini palestinesi ad 800 metri dalle postazioni dell'esercito ebraico. Ultrà pacifista, 34 anni, di Cantù, con la pipa in mano come il comandante Marcos, vede solo il "massacro e l'occupazione colonialista israeliana". Durante la guerra un sito sionista negli Stati Uniti chiedeva all'aviazione israeliana di farlo fuori assieme agli altri pacifisti estremi del Movimento di solidarietà internazionale. A Gaza Daniela Riva dell'ong italiana Gvc ci prepara un buon caffè. Poi ammette onestamente: "E' difficile non essere di parte in questa situazione". Mary Calvelli è una veterana degli aiuti a Gaza. Con la sua ong, [3] Centro Internazionale Crocevia, ha lavorato anche a progetti finanziati dalla Cooperazione italiana. Sul sito dell'ong campeggia la bandiera palestinese con lo slogan "Stop al massacro Libertà per Gaza". Con Mary è arrivata nella striscia una delegazione di 13 persone, compresi rappresentanti del comune di Montorotondo e Rimini. Portano aiuti sanitari agli ospedali. "Prima di partire qualcuno del gruppo mi aveva sottolineato che stava con gli ebrei racconta la volontaria Adesso dicono che erano ciechi". Al collo porta un ciondolo d'oro che raffigura la Palestina. E chiede un processo alla comunità internazionale: "L'hanno fatto con Saddam e Milosevic. Perché non incriminare i generali ed i leader israeliani? In questa guerra sono stati disumani". La campagna contro Israele è guidata dalle grandi Ong, che si battono per i diritti umani, come [4] Human rights watch, [5] Amnesty international, [6] Oxfam, [7] B'Tselem, ampiamente finanziate dai paesi europei. Lo sostiene Anne Herzberg, del sito israeliano Ong monitor. "Hanno chiuso un occhio sull'utilizzo dei civili come scudi umani da parte di Hamas, oppure sulle moschee o gli ospedali diventati arsenali o rifugi dei terroristi" sottolinea la giovane ebrea americana. "Le Ong si mobilitano in maniera sproporzionata e ossessiva contro Israele spiega dati alla mano la Herzberg Durante l'offensiva hanno emanato oltre 500 comunicati zeppi di accuse esagerate, mentre nello stesso periodo, per la tragedia del Congo, ne ho visti al massimo una decina". L'israeliana B'Tselem, che nel biennio 2007-2008, ha ricevuto 151mila euro dall'Unione europea ha stigmatizzato i bombardamenti contro le caserme della polizia di Hamas. In un comunicato sostiene che gli agenti "stavano partecipando ad un corso" sul rispetto "dei diritti umani". Si è visto il risultato con la caccia agli oppositori durante e dopo la guerra.

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Caso Battisti: il piu' importante quotidiano brasiliano si schiera con l'Italia (sezione: Diritti umani)

( da "Voce d'Italia, La" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

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Assemblea E-R: Richetti incontra delegazione Saharawi guidata da Aminattou Haidar (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Assemblea E-R: Richetti incontra delegazione Saharawi guidata da Aminattou Haidar (16/2/2009 18:08) | (Sesto Potere) - Bologna - 16 febbraio 2009 - Matteo Richetti, consigliere segretario dell?Ufficio di Presidenza dell?Assemblea legislativa, ha ricevuto una delegazione Saharawi, guidata da Aminattou Haidar, leader degli attivisti per il rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale. Accompagnavano l?attivista saharawi Omar Mih, rappresentante del Fronte Polisario in Italia, Laarbi Masoud, attivista saharawi per il rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale, Abdeslem Omar, presidente di Afapredesa (Associazione delle Famiglie dei Prigionieri e Desaparecidos Saharawi), Jacqueline Philippe, responsabile dell?ufficio di coordinamento italiano per il monitoraggio dei diritti umani in Marocco e Sahara Occidentale. Aprendo l?incontro, il consigliere Richetti, dopo aver rammentato la missione in Saharawi svoltasi nell?ottobre scorso, a cui egli ha partecipato in rappresentanza dell'Assemblea, ha illustrato le azioni che Assemblea e Giunta regionali, sulla scorta di quanto emerso da quella visita, intendono mettere in capo per proseguire e rafforzare ulteriormente l?impegno assunto da molti anni a sostegno della causa del popolo Saharawi. Come Regione, ha detto Richetti, stiamo cercando di mettere a punto tre direttrici di intervento. Operare per una maggiore adeguatezza dei progetti di cooperazione e aiuto umanitario alle popolazioni Saharawi, in modo che rispondano con più appropriatezza ai loro bisogni. Un secondo ambito di intervento, ha proseguito il consigliere, riguarda un?azione politica e istituzionale possibilmente più forte di quella portata avanti in questi anni, in quanto, ha detto Richetti, è grave non solo il fatto che non si dia corso a ciò che la comunità internazionale ha deciso da molto tempo, ma anche che stia affermandosi una prassi che paradossalmente peggiora la situazione. Infine, ha detto Richetti, intendiamo rafforzare e rendere sempre più incisiva un?azione di pretesa del ripristino del rispetto dei diritti umani nei territori del Sahara occidentale. Ribadendo poi l?assoluta necessità di intervenire, Richetti ha chiesto indicazioni al riguardo direttamente ai delegati, fra i quali, ha detto, ci sono attivisti che sulla loro pelle vivono quotidianamente questi gravi problemi. Si tratta infatti di capire, ha concluso, su che cosa dovrà concentrarsi la nostra azione nei prossimi mesi per andare incontro alle reali esigenze della popolazione Saharawi. La violazione dei diritti umani è la conseguenza della violazione del diritto fondamentale all?autodeterminazione, ha detto Aminattou Haidir, ritenendo che l?Italia e L?unione europea si debbano mobilitare affinchè siano rispettati i diritti umani e civili delle popolazioni Saharawi. Ciò, a suo parere, non può avvenire se non viene dato mandato alle Nazioni Unite di controllare che tali diritti siano effettivamente rispettati, o se non si individua un meccanismo che porti l?Unione europea ad avere una propria rappresentanza nei territori del Sahara occidentale. Il Marocco continua a violare questi diritti fondamentali malgrado abbia sottoscritto una convenzione, per ragioni sicuramente economico-politiche, con l?Ue contro tali violazioni, ha ricordato Aminattou, citando diversi drammatici esempi in questo senso: torture e carcere per chi non condivide il punto di vista ufficiale del Marocco, il fenomeno dei desaparecidos, maltrattamenti e torture anche agli studenti da parte della polizia. Per contrastare la nostra attività, ha aggiunto, utilizzano anche altri metodi, come quello della negazione del diritto al lavoro. L?Unione europea ha firmato convenzioni con un partner, il Marocco, che non rispetta nemmeno le decisioni che ha sottoscritto, ha detto Abdeslem Omar, ribadendo la necessità di coinvolgere e fare esprimere in proposito l?UE. Abdeslem Omar ha poi espresso un?altra grande preoccupazione circa i giovani attualmente sottoposti a queste continue violazioni, che, ha detto, potrebbero in futuro, considerando che la scelta della non violenza non paga, orientarsi verso una soluzione violenta. Diverse le richieste avanzate da Laarbi Masoud che vanno dalla liberazione dei prigionieri politici ad azioni per contrastare il fenomeno dei desaparecidos, dal giudizio di una Corte internazionale nei confronti di tutti i responsabili delle violazioni dei diritti del popolo Saharawi alla distruzione del muro del Marocco. Masoud ha anche chiesto che la stampa internazionale possa entrare in tutti territori occupati e che si promuova una giornata di solidarietà e sensibilizzazione sulla violazione dei diritti umani in Saharawi. Penso che possiamo da subito, come Assemblea legislativa impegnarci, a fianco del presidente Errani, perché passi il concetto che il comportamento del Marocco è inaccettabile non solo per il popolo Saharawi, ma per l?Europa, ha replicato il consigliere Richetti, aggiungendo che non deve passare l?idea che si possa stare dentro la comunità europea sottoscrivendo con essa accordi che poi vengono violati. E? un principio che mina lo stare insieme dell?intera comunità europea, ha aggiunto Richetti, assicurando l?impegno dell?Assemblea a portare in discussione una risoluzione che, al di là delle sole denunce, dica basta alle ambiguità. Richetti ha poi concordato sulla necessità di una presenza comunitaria nei territori occupati, affinchè si pretenda l?attuazione di ciò che il Marocco ha già sottoscritto.

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Saharawi, Errani incontra Aminattou Haidar, leader per i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Saharawi, Errani incontra Aminattou Haidar, leader per i diritti umani (16/2/2009 17:29) | (Sesto Potere) - Bologna - 16 febbraio 2009 - Diritti umani, libertà, rispetto e democrazia. Sono i temi toccati stamani durante l?incontro tra il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani e Aminattou Haidar, attivista leader per il rispetto dei diritti umani nel Sahara occidentale. La donna – a cui sono andati numerosi riconoscimenti, tra questi il premio Robert F. Kennedy 2008 per i diritti dell?uomo – era accompagnata da una delegazione e da Omar Mih, rappresentante del Fronte Polisario in Italia. Durante l?incontro il presidente Errani ha ribadito l?impegno dell?Emilia-Romagna per il “popolo del deserto” con diversi livelli di iniziative, sia di solidarietà (salute, alimentazione) che sul piano politico. Ad aprile verrà pubblicato il bando 2009 per la presentazione di progetti di cooperazione decentrata, e la priorità territoriale per i Saharawi sarà riconfermata (nel 2008 erano stati investiti complessivamente 233mila euro per dieci progetti). A livello politico, ha ricordato Errani, l'impegno è dialogare con le Regioni europee, con cui l?Emilia-Romagna è maggiormente in contatto, per portare all?attenzione delle autorità comunitarie il tema dell?autodeterminazione del popolo Saharawi, secondo quanto sancito nelle risoluzioni dell?Onu. Aminattou Haidar ha raccontato le drammatiche vicissitudini del suo popolo a partire dalla propria esperienza: arrestata per la prima volta dalla polizia nel 1987 – aveva vent?anni, era una studentessa – per aver partecipato a una protesta pacifica, ha trascorso in prigione quasi quattro anni, bendata e sottoposta a torture. Arrestata una seconda volta nel 2005, è uscita di prigione a gennaio 2006. Aminattou Haidar ha viaggiato e viaggia in tutto il mondo per raccontare la propria storia e le sofferenze del popolo Saharawi.

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Guerra al terrore Usa ha minato diritti nel mondo,dicono esperti (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

di Laura MacInnis GINEVRA (Reuters) - La "Guerra al terrore" condotta da Washington dopo gli attentati dell'11 settembre ha compromesso i diritti umani in tutto il mondo, diffondendo un radicato cinismo con cui ora devono fare i conti le Nazioni Unite, secondo quanto riferito oggi da un gruppo di esperti di legislazione internazionale. Mary Robinson, Alta commissaria dell'Onu per i diritti umani all'epoca in cui i militanti di al Qaeda colpirono gli Stati Uniti con gli attentati del 2001, ha detto che gli Usa hanno creato danni notevoli con alcuni dei metodi adottati per rispondere agli attacchi. "Sette anni dopo l'11 settembre è tempo di fare il punto della situazione e abrogare leggi e politiche che ledono i diritti", ha spiegato l'ex presidente dell'Irlanda, avvertendo che le dure forme di detenzione e gli interrogatori praticati dagli Usa in Iraq, Afghanistan e a Guantanamo hanno mandato un segnale pericoloso ad altri Paesi, che potrebbero tranquillamente fare lo stesso. Mentre il nuovo presidente americano Barack Obama ha annunciato che chiuderà il carcere di Guantanamo per rompere con la politica del suo predecessore George W. Bush, Robinson ha detto che sono necessarie riforme rapide per garantire che Washington abbandoni i suoi "paradigmi di guerra". "Si sono verificati gravi danni e devono essere affrontati", ha spiegato durante una conferenza stampa a Ginevra. "Non è aumentato il nostro livello di sicurezza. Siamo più divisi", ha puntualizzato Robinson. Arthur Chaskalson, ex presidente della Corte Suprema del Sud Africa, ha detto che gli Stati Uniti dovrebbero avviare un'inchiesta sulle proprie tecniche anti-terrorismo, tra cui anche atti di tortura commessi da agenti della sicurezza e dell'intelligence. "Tutti noi abbiamo meno diritti di quanti non ne avessimo cinque o 10 anni fa e, se non succederà nulla, ne avremo ancora meno", ha detto Chaskalson parlando a Ginevra, per presentare un rapporto di una Commissione internazionale di giuristi sui diritti umani e sull'anti-terrorismo. Il rapporto indica che molti stati non democratici hanno fatto riferimento alle pratiche anti- terrorismo adottate dagli Stati Uniti per giustificare i propri abusi, una tendenza che secondo Robinson è particolarmente allarmante. Robinson ha sollecitato inoltre il Consiglio di sicurezza dell'Onu e il Consiglio per i diritti umani a incrementare il controllo degli abusi e l'assistenza ai paesi più poveri da effettuarsi anche con l'addestramento degli agenti di polizia affinché contrastino meglio chi viola i diritti umani.

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Testamento biologico/ Si' di alcuni sacerdoti a sit-in (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 16 feb. (Apcom) - Hanno aderito alla manifestazione 'Sì alla vita, no alla tortura di stato', che si svolgerà a sabato 21 febbraio a Roma in piazza Farnese, "numerosi sacerdoti della Chiesa cattolica": lo rende noto un comunicato della rivista 'MicroMega'. "Ne diamo un primo elenco, a dimostrazione che è solo la Chiesa gerarchica, non la Chiesa in quanto tale, impegnata nell'imporre una legge che toglie ai cittadini la loro vita e il diritto di decidere di fronte alla malattia terminale. don Franco Barbero (Pinerolo), don Vitaliano della Sala (Sant'Angelo a Scala, Avellino), don Paolo Farinella (Genova), don Enzo Mazzi (Firenze), don Raffaele Garofalo (Pacentro, l'Aquila), don Carlo Carlevaris (Torino), padre Nino Fasullo (Palermo), dom Giovanni Franzoni (Roma), don Angelo Bertucci (Rovereto), don Mario Signorelli (Bergamo), don Roberto Fiorini (Mantova), don Luigi Forigo (Verona), don Gianni Alessandria (Mantova), don Aldo Antonelli (Antrosano, l'Aquila), don Nicola De Blasio (Benevento), don Angelo Cassano (Bari), padre Pierangelo Marchi (Caserta), don Renzo Fanfani (Firenze), padre Benito Maria Fusco (Bologna), don Andrea Gallo (Genova)".

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Cambogia/ Domani primo processo contro ex responsabile (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 16-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Phnom Penh, 16 feb. (Ap) - Kaing Guek Eav sarà il primo ex responsabile dei khmer rossi a comparire davanti alla giustizia internazionale. Domani, "Duch" che dirigeva il centro di detenzione e tortura S-21 a Phnom Penh, verrà giudicato per crimini di guerra e crimini contro l'umanità all'epoca del regime comunista di Pol Pot, responsabile del genocidio di circa 1,7 milioni di cambogiani tra il 1975 e il 1979. "Si tratta di un gran giorno per il popolo cambogiano che da oltre 30 anni attende giustizia", ha dichiarato il portavoce del tribunale sponsorizzato dall'Onu, Reach Sambath. Kaing Guek Eav, 66 anni, è in prigione dal 1999, accusato di omicidi, torture, violenze e persecuzioni commesse quando dirigeva la prigione S-21 che evoca sinistri ricordi. Conosciuta anche come Tuol Seng, questa ex scuola ha visto passare tra le sue mura fino a 16.000 persone, uomini, donne e bambini, detenuti e torturati, prima di essere giustiziati. Ora la prigione è diventata il museo del genocidio cambogiano.

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Blitz animalista contro il circo di Vienna (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere delle Alpi" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

CARTELLI NELLA NOTTE Blitz animalista contro il circo di Vienna BELLUNO. «No al Circo di Vienna»: l'associazione 100% Animalisti la notte scorsa ha effettuato un altro blitz, questa volta coprendo la maggior parte delle locandine pubblicitarie del "Circo di Vienna", che aprirà i battenti il 20 febbraio. Secondo 100% animalisti, «dietro i colorati spettacoli che utilizzano animali, si nasconde un'infinita sofferenza: gli animali al circo vivono in spazi davvero ristretti rispetto a quelli che avrebbero nel loro stato naturale, trascorrono una vita di prigionia, senza aver commesso alcun reato, costretti ad affrontare continuamente spostamenti, seguendo le tappe del circo e vivendo in ambienti ostili anche dal punto di vista climatico». Sotto accusa anche l'addestramento degli stessi animali, secondo l'associazione fatto con l'uso di veri e propri strumenti di tortura, come barre di ferro, fruste, spilloni e altri pungoli». Associazione che chiede di porre fine agli spettacoli viaggianti con gli animali.

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Strage 35 anni dopo: incontri per non dimenticare Quattro gli appuntamenti promossi da Casa della memoria e Fondazione Asm. Si inizia domani alle 18 al Sancarlino (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 17/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la città Strage 35 anni dopo: incontri per non dimenticare Quattro gli appuntamenti promossi da Casa della memoria e Fondazione Asm. Si inizia domani alle 18 al Sancarlino I periti balistici esaminano il punto dell'esplosione della bomba Sono «Le idee, la violenza, i percorsi umani e politici» il fil-rouge dei quattro incontri con gli autori promossi a partire da domani dalla Casa della memoria in collaborazione con la Fondazione Asm. A 35 anni dalla strage di piazza Loggia, un percorso voluto per non dimenticare, per non rassegnarsi, «per conoscere e capire cosa spinge l'uomo al terrorismo e poter quindi trovare le migliori modalità di contrasto a questa forma di violenza» sottolinea Manlio Milani, presidente dell'associazione. I primi tre incontri si svolgeranno al teatro Sancarlino, in corso Matteotti 6/a, alle 18. Domani Roberta Barberini, magistrato che ha lavorato come esperta di terrorismo, diritti umani e crimine organizzato internazionale al Ministero degli esteri ed alla Rappresentanza d'Italia alle Nazioni Unite di Ginevra, presenterà il suo volume «Il giudice e il terrorista, il diritto e le sfide del terrorismo globale». Il prossimo mercoledì, 25 febbraio, interverrà lo psicanalista Franco De Masi, membro ordinario della Società psicoanalitica italiana e presidente del Centro milanese di psicoanalisi, per parlare del suo volume «Trauma, deumanizzazione e distruttività. Il caso del terrorismo suicida». Mercoledì 4 marzo Annachiara Valle, giornalista del mensile Jesus e collaboratrice di Famiglia cristiana, affronterà il tema del rapporto tra il terrorismo di sinistra e la Chiesa cattolica nella presentazione del suo «Parole opere e omissioni. La Chiesa nell'Italia degli anni di piombo». L'ultimo incontro è in programma per sabato 7 marzo, alle 16, nella sala Piamarta in via San Faustino 74. Emanuela Fraire, membro ordinario della Società psicoanalitica italiana ed esponente del Movimento delle donne, parlerà del suo volume «La perdita» «non a caso alla vigilia della Festa della donna - sottolineano Paola Vilardi in rappresentanza del Comune e Rosangela Comini, presidente della Fondazione Asm -. Femminile si manifesta infatti la capacità di leggere nell'animo umano, in un percorso che analizza la tematica del terrorismo da un punto di vista storico, sociologico e psicologico, nel corso del quale intervengono tre donne su quattro autori». Ad introdurre gli interventi sarà Piera Maculotti. Saranno rilasciati attestati di partecipazione. Per informazioni: Casa della Memoria, tel. 030.2978253. Chiara Corti

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vittoria taliban in pakistan: sì alla sharia (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 13 - Esteri Vittoria taliban in Pakistan: sì alla sharia Accordo con Islamabad: nella zona tribale dello Swat legge islamica in cambio della tregua DAL NOSTRO INVIATO KABUL - Il governo del Pakistan si inchina ai Taliban: con un accordo firmato ieri, Islamabad ha accettato la richiesta del movimento fondamentalista di introdurre ufficialmente nella regione dello Swat la sharia. In cambio, ottiene la promessa di cessate il fuoco. Da più di un anno nella valle dello Swat, un tempo località turistica fra le più gettonate del paese, i Taliban fomentano una violenta rivolta contro l´autorità centrale, rappresentata nell´area soprattutto dall´esercito. Centinaia di poliziotti e militari sono stati uccisi, decine di civili accusati di essere collaboratori sono stati torturati e poi assassinati e alle ragazze è stato impedito di andare a scuola, pena la morte. Migliaia di persone negli ultimi mesi hanno lasciato la zona, per sfuggire ai combattimenti. Grazie all´accordo, promettono a Islamabad, tutto questo cesserà: con buona pace di chi, per anni, ha chiesto al Pakistan un impegno serio sia nella lotta al terrorismo che nel rispetto dei diritti umani. Il patto firmato ieri prevede che la sharia diventi legge di riferimento per tutta la zona di Malakand, che comprende lo Swat: benchè il sistema della legge islamica fosse già in vigore in alcune zone di questa area � che fanno parte della difficile North west frontier, la zona a predominanza pashtun ai confini con l´Afghanistan � ora ai cittadini viene tolto il diritto di fare ricorso presso una corte civile a Peshawar. «Tutte le leggi che vanno contro la sharia saranno abolite e sarà attuato un sistema giudiziario basato sulla sharia», ha sintetizzato il ministro provinciale per l´Informazione Mian Iftikhar Hussain parlando con i reporter a Peshawar. In cambio i Taliban promettono la fine delle violenze. Prevedendo le polemiche che l´accordo avrebbe generato, il ministro dell´Informazione di Islamabad, Sherry Rehman, ha sottolineato che il presidente Asif Ali Zardari (vedovo di Benazir Bhutto) è in principio favorevole al compromesso, ma non firmerà nessun impegno fino a quando le armi non si fermeranno. L´accordo arriva nel giorno in cui l´aviazione americana è tornata a colpire in Pakistan: per la quarta volta da quando Barack Obama ha prestato giuramento, droni Usa hanno attraversato il confine per colpire presunti terroristi legati ad Al Qaeda che farebbero base in Pakistan per compiere azioni terroristiche in Afghanistan: 26 persone sono morte nel raid, che è avvenuto in una zona � la Kurram agency � finora mai toccata da queste operazioni. La Casa Bianca ha reso noto ieri che il nuovo presidente Usa annuncerà «a giorni» la revisione della strategia in Afghanistan: un piano che, c´è da scommettersi, riguarderà anche Islamabad. (fr. caf.)

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nuovo pozzo per il burkina faso (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Presentato in Provincia dall'assessore Marincic il consuntivo dell'iniziativa "Liberi tutti" Nuovo pozzo per il Burkina Faso 500 bambini delle elementari si sono confrontati sul tema dei diritti umani Ben 1.700 euro da destinare alla realizzazione di un pozzo in Burkina Faso. Sono i fondi raccolti grazie all'iniziativa della Provincia di Gorizia inserita nell'ambito del progetto "Liberi tutti", promosso in occasione dei 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani. La prima edizione del progetto ha dato spazio ai ragazzi per confrontarsi sul tema dei diritti mentre la seconda illustrerà il tema dell'acqua intesa come bene prezioso dell'umanità, che deve essere difeso anche nell'ottica dell'emergenza idrica mondiale. Il progetto ha visto il coinvolgimento di 500 bambini delle scuole elementari di Gorizia e provincia: grazie alla loro partecipazione è stato possibile realizzare un calendario in cui sono stati inserite le frasi e le immagini più significative ideate dagli alunni nel tentativo di dare una definizione dei diritti umani creando una base informativa per gli alunni e i loro genitori. Il calendario è stato messo in vendita a offerta libera lo scorso mese di dicembre nelle Coop di Gorizia, Gradisca, Cormòns e Monfalcone. Il ricavato, che come si diceva ammonta a 1.700 euro, sarà quindi devoluto al progetto di cooperazione in Burkina Faso, seguito dal Cvcs di Gorizia (Centro volontari cooperazione allo sviluppo) al quale la Provincia già destina annualmente importanti risorse finanziarie e che dal 2005 realizza progetti nel settore idrico proprio col supporto dell'amministrazione provinciale goriziana. I fondi raccolti contribuiranno alla realizzazione di opere idriche e di attività di formazione e sensibilizzazione sul tema dell'acqua che permetteranno alle popolazioni dei villaggi rurali di migliorare la qualità della loro vita garantendo la disponibilità sia di acqua potabile sia per uso agricolo. Attualmente in Burkina solo il 39 per cento della popolazione ha accesso all'acqua potabile. A illustrare l'iniziativa hanno provveduto ieri l'assessore provinciale Marko Marincic, Mara Fabro della cooperativa Damatrà, che ha curato la fase di ideazione e realizzazione del progetto e Giovanni Dean del Cvcs. (p.t.)

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campi di lavoro forzato, harry wu e la cina nascosta (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Sarà presentato il libro "Laogai. L'orrore cinese". L'autore vi trascorse ben 19 anni e dal 1985 vive in esilio negli Stati Uniti Campi di lavoro forzato, Harry Wu e la Cina nascosta L'intellettuale e attivista per i diritti umani sarà domani nella sala del consiglio provinciale In occasione della recente pubblicazione del suo ultimo libro "Laogai. L'orrore cinese" (Spirali 2008), il presidente della Laogai research foundation e attivista per i diritti umani Harry Wu sarà domani, mercoledì, alle 18.30, nella sala del consiglio provinciale di Gorizia in corso Italia 55. L'intellettuale cinese Harry Wu vive in esilio negli Stati Uniti dal 1985 dopo aver trascorso diciannove anni nei laogai (campi di lavoro forzato). Nel 1956, giovane studente all'Istituto di geologia, figlio di un banchiere e discendente di una famiglia di ricchi proprietari terrieri, Harry (Hongda) Wu venne arrestato una prima volta per aver criticato il partito durante la Campagna dei cento fiori; rilasciato, venne imprigionato una seconda volta con l'accusa di essere un "controrivoluzionario". Dopo aver trascorso 19 anni recluso nei campi di prigionia cinesi, fu scarcerato nel 1979, grazie alla politica di liberalizzazione seguita alla morte di Mao, e poté lasciare la Cina trasferendosi negli Stati Uniti, dove tuttora risiede. Per molti anni ha taciuto l'esperienza vissuta nei campi, preferendo dedicarsi solo all'insegnamento di geologia alla University of California. Negli ultimi dieci anni Harry Wu ha avviato una campagna di sensibilizzazione di larga parte dell'opinione pubblica di tutto il mondo rispetto alle gravi violazioni che vengono compiute nei campi di lavoro. Recentemente (grazie ai fondi forniti dalla Yahoo! Human rights fund), la Laogai research foundation si è impegnata per la creazione e l'allestimento del primo museo permanente al mondo sui laogai cinesi. Per il suo impegno umanitario, Harry Wu ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui nel 1996 la medaglia alla libertà da parte della Fondazione tedesca per la resistenza della seconda guerra mondiale. Ha anche ricevuto la laurea ad honorem dall'Università di St. Louis e nel 1996 dall'Università americana di Parigi. La testimonianza della prigionia e della battaglia per i diritti civili è stata raccolta nei suoi libri, pubblicati in diversi paesi; in Italia sono usciti "Laogai, i gulag di Mao Tze Dong" (L'ancora del Mediterraneo); "Controrivoluzionario. I miei anni nei gulag cinesi" (San Paolo); "Cina. Traffici di morte. Il commercio degli organi dei condannati a morte" (Guerini e Associati); e di recente "Laogai. L'orrore cinese" (Spirali). Il suo ultimo libro "Laogai. L'orrore cinese" (Spirali 2008) è la testimonianza diretta di un fenomeno che riguarda milioni di detenuti distribuiti in oltre mille campi di lavoro forzato. Tali campi di lavoro sono ancora pressoché sconosciuti a causa della censura governativa, e ospitano per lo più prigionieri politici bollati come "controrivoluzionari" sottoposti a "rieducazione". In un confronto con altri fenomeni analoghi della storia, come i gulag sovietici, Wu lancia l'appello per fermare il commercio dei prodotti fabbricati nei laogai, mettendo in evidenza la connivenza a fini commerciali che l'Occidente ha intessuto con il governo cinese. Nel libro Harry Wu ripercorre gli ultimi sessant'anni della storia cinese, vissuta e osservata da dietro le mura dei campi di lavoro. Un racconto di vivida e lucida battaglia, a partire dalla memoria di una tragedia che riguarda migliaia di persone.

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nemmeno sotto tortura (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina I - Bologna NEMMENO SOTTO TORTURA «Le culture d´origine influiscono e parte degli stupri sono perpetrati da stranieri». Per questo, come «sanzione sociale», bisogna «rendere pubblici nomi e cognomi degli stupratori e dire anche dove abitano». Chi ha detto questo? Il Bolognino dice solo che chi fa queste proposte un tempo giocava a rugby; che è stato consigliere indipendente di Rifondazione ed è amico della sinistra antagonista� Ma nemmeno sotto tortura vi diremo chi è e dove abita.

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Domani presidio dei sindacati contro gli stupri (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

BOLOGNA Domani presidio dei sindacati contro gli stupri Un presidio in piazza Nettuno a Bologna, per affermare il diritto al rispetto dell'integrità fisica della donna. È stato organizzato per domani alle 18 da Cgil, Cisl e Uil, dopo le drammatiche recenti vicende di cronaca che hanno coinvolto anche la città delle Due Torri. Una «brutale violenza - si legge in un comunicato che annuncia l'iniziativa - che venerdì sera della settimana scorsa ha sconvolto la vita di una ragazza giovanissima, quasi una bambina, davanti a casa sua in via Mattei». «La violazione più grave e vergognosa dei diritti umani è stata perpetrata nella nostra città e poi sabato a Roma e a Milano. Ancora una volta Bologna - proseguono i sindacati - è stata colpita al cuore e la società civile e le donne di questa città si stringono attorno alla paura, allo strazio della ragazza e al dolore dei familiari. Vogliamo che non si sentano soli, vogliamo dimostrare tutta la vicinanza, la solidarietà e l'affetto possibile, pur consapevoli che questo non cancellerà il male subito».

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A piazza Farnese per la democrazia (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

A piazza Farnese per la democrazia La vita di ciascuno non appartiene al governo e non appartiene alla Chiesa. La vita appartiene solo a chi la vive. Il decreto legge di Berlusconi, trasformato in disegno di legge dopo che il presidente Napolitano, da custode della Costituzione, ha rifiutato di firmarlo, vuole sottrarre al cittadino il diritto sulla propria vita e consegnarlo alla volontà totalitaria dello Stato e della Chiesa. Rendendo coatta l'alimentazione e l'idratazione anche contro la volontà del paziente, impone per legge la tortura ad ogni malato terminale. Pur di imporre questa legge khomeinista, Berlusconi ha dichiarato che intende sovvertire la Costituzione repubblicana. È arrivato a oltraggiare una delle costituzioni più democratiche del mondo, la nostra, definendola "filosovietica", mentre non perde occasioni per elogiare il suo "amico Putin", ex-dirigente del Kgb. Al governo Berlusconi che ha ormai dichiarato guerra alla Costituzione repubblicana, è dovere democratico di ogni cittadino opporre un fermo "ora basta!". Per dire sì alla vita e no alla tortura, per dire sì alla Costituzione e no al progetto di dittatura oscurantista, per dire sì al Presidente che sostiene la Costituzione contro chi la viola, la svilisce, la insulta, chiediamo a tutti i democratici di auto-organizzarsi per una grande e pacifica manifestazione, senza bandiere di partito, solo con la passione e l'impegno civile di liberi cittadini, a Roma, a piazza Farnese, sabato 21 febbraio alle ore 15. Passa parola, la democrazia dipende anche da te. (Lorenza Carlassare, Andrea Camilleri, Furio Colombo, Umberto Eco, Paolo Flores D'Arcais, Margherita Hack, Pancho Pardi, Stefano Rodotà).

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Gli articoli significativi sono stati scritti sulle nostre magliette (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

LE NOSTRE INIZIATIVE pag. 15 Gli articoli significativi sono stati scritti sulle nostre magliette DICHIARAZIONE VIGEVANO ARTICOLO 1: tutti gli essere nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. Articolo 2: ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Articolo 18: ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti. Articolo 26: ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito. L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

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La lunga storia per ottenere il riconoscimento (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

LE NOSTRE INIZIATIVE pag. 15 La lunga storia per ottenere il riconoscimento RADICI BATTAGLIA COMINCIATA NEL XVII SECOLO, FINO ALLA FIRMA NELLA SEDE ONU DEL DICEMBRE '48 VIGEVANO «IL RICONOSCIMENTO della dignità specifica e dei diritti uguali e inalienabili di tutti i membri della famiglia umana è la base di libertà, giustizia e pace nel Mondo». È il preambolo alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, firmata nel 1948. A scuola abbiamo studiato la lunga storia del riconoscimento dei diritti umani, a partire dalla «Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino», scritta durante la Rivoluzione francese del 1789, e dalla Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America del 1776. Nella Dichiarazione di indipendenza americana si ricorda che «tutti gli uomini sono creati uguali tra loro, che essi sono dotati dal loro creatore di alcuni inalienabili diritti tra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità». Durante la Rivoluzione francese si afferma l'uguaglianza di tutti i cittadini e il concetto di legalità. Il XX secolo ha visto nascere in molti Paesi delle Costituzioni democratiche, nelle quali viene affermato che la sovranità non è detenuta per diritto divino o per merito personale ma spetta al popolo. VENGONO INOLTRE varate leggi per l'istruzione elementare obbligatoria e l'abolizione del lavoro minorile, per il suffragio universale e per i diritti delle donne. Quel secolo ha però anche visto l'affermazione di dittature e regimi basati sulla forza, sulla negazione del diritto e sulle ideologie razziste e si sono verificate alcune guerre tra le più sanguinose di tutti i tempi. Al termine della Seconda guerra mondiale si è sentita da più parti l'esigenza di scrivere una volta per tutte quali sono i diritti che tutti gli uomini devono vedersi riconosciuti. Infatti il 10 dicembre del 1948, a New York, viene firmato il testo della Dichiarazione Universale dei Diritti dell Uomo da tutti gli stati membri dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu).

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Sessant'anni di diritti umani, fiaccolata al gelo (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

LE NOSTRE INIZIATIVE pag. 15 Sessant'anni di diritti umani, fiaccolata al gelo Studenti in difesa della Dichiarazione universale firmata nel 1948 VIGEVANO I DIRITTI umani sono molto importanti, per noi cittadini italiani e per quelli di tutto il mondo. Per questo ci siamo ritrovati tutti insieme per parlarne e per manifestare, in occasione dei 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani. È cominciato tutto a scuola: vari insegnanti ci hanno riunito e ci hanno proposto di partecipare a una fiaccolata, promossa dal Comune e dalle testate giornalistiche l'Informatore Vigevanese, la Barriera e l'Araldo Lomellino, organizzata per il 10 dicembre, proprio nel giorno della firma della Dichiarazione. Il giorno seguente tutti i ragazzi interessati hanno portato una maglietta bianca, sulla quale hanno scritto un articolo, scelto tra quelli della Dichiarazione dei diritti. La manifestazione, partita dal parco Parri, prevedeva tappe davanti a chiese, scuole, monumento ai caduti e al Municipio, dove leggere articoli tratti sia dalla Dichiarazione sia dalla Costituzione italiana. Purtroppo abbiamo dovuto accorciare il percorso perché c'era un tempo da lupi: noi, però, sfidando freddo e neve, non ci siamo arresi e abbiamo partecipato numerosi con le nostre magliette attaccate sopra i giubbotti. DURANTE LA manifestazione, alla quale era presente anche il sindaco, ci siamo fermati davanti alla scuola Vidari, dove abbiamo letto articoli riguardanti l'importanza dell'istruzione, che deve essere garantita ai giovani di tutto il mondo e deve essere finalizzata alla nostra formazione e allo sviluppo della nostra personalità, per permetterci di realizzarci in futuro. Abbiamo riflettuto sul fatto che la scuola, che per noi è soprattutto un dovere, in molti Paesi del mondo è invece un diritto negato. Molti bambini e, soprattutto, bambine vorrebbero andare a scuola, imparare a leggere e a scrivere e prepararsi a svolgere un lavoro qualificato che permetta loro di essere indipendenti economicamente e invece, per povertà, mancanza di scuole e pregiudizi, non possono farlo. Abbiamo ascoltato la musica di una banda, lasciandoci coinvolgere dal ritmo incalzante; ci siamo uniti in un coro, non troppo intonato ma ricco di calore. Ci sembrava importante partecipare perché la storia dei diritti non ha un risultato definitivo: è un processo a tappe, mai garantite una volta per tutte. DAL 10 DICEMBRE 1948, data in cui è stata firmata la Dichiarazione dei diritti umani dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, a oggi, molte persone e associazioni si sono battute perché i diritti umani fossero rispettati e producessero dei cambiamenti sociali per combattere discriminazione ed emarginazione. Purtroppo, anche oggi, in molti Paesi ci sono ancora tante incoerenze. Essere consapevoli del bisogno di libertà e di giustizia è l'unico modo per non arretrare nella difesa dei principi della Dichiarazione dei diritti.

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E' arrivato il momento di fare qualcosa insieme (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

STASERA · Assemblea contro il razzismo e il pacchetto sicurezza «E' arrivato il momento di fare qualcosa insieme» Redmi Italo Siena è medico e fondatore del Naga. Come avete reagito di fronte all'approvazione, da parte del Senato, dell'emendamento della Lega che prevede la segnalazione dei cittadini stranieri irregolari che si presentano ad un presidio sanitario? Con la decisione del Senato un ramo del Parlamento italiano ha stabilito che il diritto alle cure mediche è un diritto esclusivo dei cittadini italiani o dei cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno e non un diritto di tutte le persone in quanto tali e ciò oltre a comportare una distorsione di fondo del ruolo sociale del medico e oltre ad essere in palese contrasto con il codice deontologico - che obbliga il medico a curare chiunque indipendentemente dalla sua condizione amministrativa - segna un'ulteriore e davvero drammatica tappa nel processo di criminalizzazione dell'immigrazione nonché l'ennesima involuzione politica e culturale del nostro paese. E' sicuramente la decisione più grave presa negli ultimi dieci anni in materia d'immigrazione. Da una parte i servizi sanitari invitano giustamente a fare prevenzione per migliorare le condizioni di salute della popolazione, ma anche per avere dei risparmi di costi, dal'altra lo stato vieta la prevenzione a cittadini «di seconda classe» mascherando i bisogni che evidentemente sfoceranno in un aggravio della condizione di salute e quindi con un aumento dei ricoveri ospedalieri. Di fronte ad un atto così grave il Naga, dopo un primo momento di profondo sconcerto, ha sentito l'esigenza di indire un incontro aperto per confrontarsi pubblicamente con medici, associazioni, singoli cittadini e tentare di innescare una reazione collettiva. Quel'è stata la reazione al vostro invito? La partecipazione all'incontro è stata straordinaria: cittadini singoli e rappresentanti di associazioni, medici, infermieri, gruppi e realtà varie, dai quali è emersa la voglia di agire in prima persona, anche a fronte di un palese vuoto politico e di rappresentanza. Le previsioni ricomprese nel cosiddetto «pacchetto sicurezza» rappresentano, infatti, il compimento del processo di criminalizzazione dell'immigrazione ma, altresì, un evidente attacco all'indigenza, alla povertà, alla marginalità e, quindi, ai diritti di tutti. Crediamo, inoltre, sia molto importante ribadire che la negazione del diritto alla salute per i cittadini stranieri è intollerabile non in quanto foriera di un peggioramento della salute collettiva e quindi anche degli italiani, ma è inaccettabile per la salute dei migranti stessi e una grave violazione di un diritto fondamentale. Sono emerse proposte, iniziative? Si, nell'incontro pubblico sono emerse tante proposte: dal lancio di campagne di disobbedienza civile presso ambulatori e ospedali, ad attività di monitoraggio e denuncia, da attività d'informazione tra i cittadini stranieri e italiani fino ad arrivare all'ipotesi di uno sciopero generale dei migranti a Milano e provincia. Nonostante la norma non sia ancora entrata in vigore abbiamo già ricevuto notizia di ospedali che, violando la legge in vigore, hanno segnalato cittadini stranieri irregolari che si sono rivolti ai loro servizi. Siamo molto preoccupati anche perché, come temevamo, le segnalazioni alle autorità verranno fatte non dai medici, ma dalla struttura amministrativa. Parallelamente, al Naga, abbiamo già registrato un aumento di visite dato che i cittadini stranieri hanno paura di recarsi presso le strutture sanitarie. Ovviamente continueremo a fornire assistenza sanitaria e legale a tutti i cittadini stranieri che si recheranno presso i nostri servizi e a denunciare, non loro, ma ogni violazione dei diritti fondamentali della persona. In ogni caso, non vogliamo sostituirci alle strutture pubbliche che hanno la responsabilità di garantire il godimento del diritto alla salute per tutti, è, quindi, necessario mantenere molto alto, da subito, il livello di attenzione e attivarsi ben prima prima della votazione del cd. Pacchetto Sicurezza alla Camera dei Deputati. Quindi all'assemblea di stasera si deciderà come reagire, cosa fare? Si, ma oltre alle azioni pratiche, contingenti è sembrata evidente l'esigenza di iniziare un percorso politico-culturale che sia propositivo e non solo resistenziale per questo dallo scorso incontro del 9 febbraio è emersa la necessità di un'assemblea pubblica aperta ai cittadini e a tutte le realtà della città interessate. Ci auguriamo di essere in tanti, perché è davvero arrivato il momento di fare qualcosa: sempre quando c'è il buio, si riesce ad intravedere la luce. Il Naga invita all'Assemblea pubblica cittadina questa sera alle ore 21.00 presso la Casa della Cultura per il diritto alla salute, contro l'attacco ai diritti di tutti, per fermare il pacchetto sicurezza, per una società aperta ed inclusiva.0

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Palazzago, la protesta Contrario al bonus bebè solo per italiani Spettabile redazione, a Palazzago, Comune di cui sono consigliere, nonostante ci sia stata una recente mozione firm (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Palazzago, la protesta Contrario al bonus bebè solo per italiani Spettabile redazione, a Palazzago, Comune di cui sono consigliere, nonostante ci sia stata una recente mozione firmata da tutta la minoranza, tesa a modificare il regolamento che assegna un «contributo di benvenuto» ai nuovi nati, la maggioranza leghista ha confermato, con voto unanime, che i figli di entrambi genitori residenti, regolari, ma privi di cittadinanza italiana, non hanno diritto al contributo proprio in virtù della sola mancanza di questo requisito --> Martedì 17 Febbraio 2009 LETTERE, pagina 17 e-mail print Palazzago, la protesta Contrario al bonus bebè solo per italiani Spettabile redazione, a Palazzago, Comune di cui sono consigliere, nonostante ci sia stata una recente mozione firmata da tutta la minoranza, tesa a modificare il regolamento che assegna un «contributo di benvenuto» ai nuovi nati, la maggioranza leghista ha confermato, con voto unanime, che i figli di entrambi genitori residenti, regolari, ma privi di cittadinanza italiana, non hanno diritto al contributo proprio in virtù della sola mancanza di questo requisito. Come unica variazione al regolamento vigente è stato introdotto che per ottenere il contributo almeno un genitore deve aver inoltrato domanda di cittadinanza italiana. Le motivazioni addotte per il rifiuto sono state sostanzialmente di due tipi; la prima «borbottata» in Consiglio più che espressa chiaramente, vede semplicemente la presenza degli immigrati come un fastidio se non un vero e proprio pericolo da rimuovere, una vera e propria antologia di luoghi comuni xenofobi; la seconda più sottile vede gli immigrati come dei mali purtroppo necessari, la cui permanenza sulle nostre terre va disincentivata in ogni modo ed accettata solo dopo che l'immigrato si sia sottoposto a una serie di forche caudine come quello di richiedere la cittadinanza italiana, come se questo fosse una prova di integrazione. Sanno bene però che per richiedere la cittadinanza italiana tuttora ci vogliono tempi lunghi e requisiti stringenti, sanno bene che molti immigrati (come fecero i nostri emigrati solo poche decine di anni fa) vogliono mantenere un legame con la terra d'origine e tornarvi appena possibile. Quindi anche questa posizione di apparente apertura è semplicemente un modo per dire ancora una volta: state a casa vostra. Non sto a ripetere qui il mio sconforto di fronte a questa posizione ingiusta, sbagliata, dannosa e tanto discriminatoria che, recentemente, il Tribunale di Brescia con una sua sentenza, ha costretto l'amministrazione locale a ritirare una delibera analoga. Ma bisogna sempre ricorrere ai tribunali per far valere la ragione, il buon senso? Devono essere i tribunali a imporre il rispetto dei diritti umani? Roberto Pogna Palazzago Le nuove norme Clandestini? Sono un medico non un poliziotto Spettabile redazione, vi invio un commento sulla recente norma legislativa secondo la quale noi medici nell'esercizio delle nostre funzioni dovremmo denunciare i clandestini con cui veniamo in contatto. Nel 1984 ho lavorato in un ospedale governativo in Mozambico (programma di cooperazione Cuamm Medici con l'Africa, ong primaria in Italia di ispirazione cattolica) e fui invitato dai governativi del Frelimo a denunciare eventuali feriti della Renamo (gli oppositori con i quali era in corso una feroce guerriglia) che fossero giunti a farsi curare in ospedale. La mia risposta fu lapidaria: «Io sono qui per curare i malati che si presentano in ospedale. Se volete che faccia il poliziotto, oggi stesso rientro a casa mia!». Nessuno più mi chiese nulla. E adesso dovrei fare la stessa cosa per un governo di razzisti? La mia risposta è sempre la stessa: sono un medico e non un poliziotto! Se l'ineffabile Maroni ha bisogno di poliziotti rinunci assieme a tutta la combriccola di anime elette del Parlamento alle scorte di polizia e carabinieri ed avranno un bel numero in più di cacciatori di teste a disposizione. dott. Giacinto Andreoni Piazza Brembana La proposta L'utilità dei Consigli di quartiere Egregio direttore, la proposta del gruppo consiliare di Sinistra democratica, il sottoscritto e Corrà, sui Consigli di quartiere nasce dalla necessità di dare risposta ad una domanda di rappresentanza e di partecipazione diretta dei cittadini alla vita amministrativa e politica della città. In questi cinque anni della Giunta Bruni, particolarmente sensibile a questa domanda, sono spesso sorti sedicenti «comitati di quartiere» che arbitrariamente si attribuivano la rappresentanza dei cittadini di quel quartiere non essendo altro, spesso che «lobby» di partito o di centri di interesse e potere economico. La proposta di creare Consigli di quartiere eletti dai cittadini elimina questo equivoco. Crediamo inoltre che essi possano costituire la garanzia di una vita davvero democratica e di partecipazione delle tre circoscrizioni che, altrimenti, non sarebbero altro che «parlamentini» orientati nelle loro scelte più da problemi di schieramento politico di partito rispetto alla Giunta comunale che di merito sulle decisioni da prendere. Crediamo che consentire ai cittadini sia il senso di appartenenza al quartiere in cui vivono, che la possibilità di una rappresentanza e partecipazione reale alla vita cittadina, sia un bisogno reale. I quartieri della città hanno una loro identità storica (Città Alta, Valtesse, Boccaleone, Malpensata, Redona etc) che deve essere riconosciuta. Non credo sia necessario arrivare a 22 Consigli di quartiere, come scritto dal vostro giornale qualche giorno fa; ne sono sufficienti molto meno e comunque sarà compito delle Circoscrizioni individuarli. E non è certo l'aumento del numero dei consiglieri di Circoscrizione che risolve il problema della rappresentanza e della partecipazione diretta dei cittadini. avv. Luciano Ongaro Per l'assistenza Quanta umanità all'Hospice di Vertova Egregio direttore, otto giorni fra gli angeli, si potrebbe dar titolo a questa nostra lettera con la quale, attraverso il vostro giornale desideriamo profondamente ringraziare tutto il personale medico e infermieristico componente l'unità operativa dell'Hospice di Vertova per la professionalità, l'umanità e l'amore espressi nel prestare le cure e alleviare così le sofferenze ad Angelo, nostro padre, nell'ultima settimana di vita. Cogliamo l'occasione, dopo quanto letto e sentito, per rivolgere un appello ai politici, agli amministratori locali, provinciali e regionali, affinché si impegnino a far ottenere a questo meritevole ente, che opera gratuitamente nell'assistenza dei malati gravi e dei loro familiari, l'autorizzazione ufficiale all'esercizio da parte della Regione Lombardia per non chiudere «a breve» i battenti. È mai possibile che quando una struttura necessaria funziona, venga lasciata allo sbando? Il bacino di utenza è vasto e rimarrebbe completamente scoperto da questo importantissimo ed estremamente necessario servizio. Ernestina Paganessi Pierangelo Paganessi Via Gleno Gentilezza alla casa di riposo Spettabile redazione, con grande fatica sono riuscita a convincere mia sorella, Giulietta Zanotti, ad abbandonare la casa materna, rimasta ormai sola da oltre 15 anni e con la salute cagionevole. Ottenuto, non senza fatica, un posto presso la casa di riposo Fondazione Maria Ausiliatrice di via Gleno, a Bergamo, sono rimasto stupito e ammirato per l'amorevole assistenza fatta, non solo a mia sorella, ma a tutte le varie pazienti ricoverate. Cominciamo dalla signora Anna, ufficio accettazione, gentilissima e prodiga di utili consigli. C'è poi alla sezione A, primo piano, la dott.ssa Cristina Licini che cura e rincuora le pazienti, per riferire poi gentilmente ai vari parenti. Idem per la caposala Silvye Andreoletti e tutto il personale infermieristico che sanno tenere serene e allegre le pazienti, anche con una carezza o una battuta di spirito. Pure le suore contribuiscono a rendere più accettabile il ricovero, a cui si aggiungono i vari intrattenimenti organizzati dalla direzione: tombole, concerti, conferenze ecc. Penso che il direttore generale, dott. Fabrizio Lazzarini, possa essere più che soddisfatto per come fa funzionare questo grande complesso, che spero venga presto ulteriormente migliorato e ampliato. Virgilio Pandini Zona 30 a Longuelo Strada stretta Camion sulle aiuole Spettabile redazione, a Longuelo è stata fatta la Zona 30 con restringimenti stradali per realizzare posteggi ed aiuole che sono state riempite di piante di rose. In fondo a via Rossini, a senso unico, le aiuole impediscono ai camion che la percorrono di poter svoltare a destra o a sinistra causa la ristrettezza della strada. I camion pertanto salgono sulle aiuole distruggendo le piante di rose. All'inizio della via non è stato messo un segnale stradale di divieto di transito ai camion pertanto a quelli che la percorrono, specialmente se di grosse dimensioni, non rimane altro che salire sulle aiuole. L'Amministrazione comunale dovrebbe provvedere o a mettere il divieto di transito per camion oppure ad allargare la strada. dott. Roberto Agati Longuelo - Bergamo Ospedali Riuniti Gratitudine per le cure ricevute Egregio direttore, nel clima di generale sfiducia nel sistema sanitario nazionale, mi permetto di segnalare un caso di ottima sanità bergamasca. Per la prima volta nella mia vita, a causa di un incidente domestico, sono stato ricoverato per 25 giorni nel reparto di Neurochirurgia degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Ho avuto modo di constatare che questo reparto è ben organizzato e diretto con molta professionalità, competenza e serietà dal primario dott. Francesco Biroli. Durante la mia degenza sono stato sottoposto ad un delicato e complesso intervento chirurgico, eseguito perfettamente, visto l'ottimo risultato finale, dal dott. Orazio Santonocito e dalla sua équipe, ai quali rivolgo i miei ringraziamenti e auguri per un futuro ricco di successi e soddisfazioni professionali. Preparato sia sul piano professionale che umano tutto il personale del reparto: medici, infermieri e non, tecnici specialisti dei laboratori diagnostici, che ringrazio di cuore. Sono inoltre grato all'Associazione dei Volontari per l'assistenza, l'aiuto e le cure, oltre all'attenzione, alla cordialità e al sostegno morale ricevuti durante tutto il periodo del mio ricovero. Desidero ringraziare anche tutti i miei familiari, i parenti e i numerosi amici che, con le loro gradite visite quotidiane, mi hanno sostenuto nel morale durante tutta la mia degenza, contribuendo in modo significativo alla mia veloce guarigione e quindi al ritorno alla normalità. Rivolgo infine un particolare ringraziamento anche al mio carissimo amico dott. Enrico Galli. Emilio Bellini Sarnico 17/02/2009 nascosto-->

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<Non giudichiamo dal colore della pelle> (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

«Non giudichiamo dal colore della pelle» --> Da Martin Luther King a Obama, la lotta al razzismo nelle riflessioni di Rosaria Martedì 17 Febbraio 2009 SPECIALI, pagina 51 e-mail print Nel mondo ci sono sempre state discriminazioni razziali, ma ci sono anche state delle persone che hanno cercato di combatterle, come Martin Luther King. Questo uomo aveva un sogno, che un giorno gli uomini capissero che sono stati creati per vivere insieme come fratelli, e ha fatto molto, affinché questo sogno potesse diventare realtà. Il problema del razzismo nasce dal fatto che i paesi del Nord del mondo sono più sviluppati di quelli del Sud dove ci sono anche molti squilibri sociali e tantissimi problemi, e questo porta qualcuno a pensare che chi ha il colore della pelle diverso dal nostro sia inferiore. Ci sono state molte lotte condotte dai neri, come la Guerra di Secessione, in cui queste persone chiedevano di essere liberate dalla schiavitù, e che si concluse con la vittoria degli stati del Nord America; cinque giorni dopo la vittoria, nel dicembre del 1865, Abraham Lincoln venne assassinato da un sudista, ma la schiavitù fu abolita. Ancora oggi c'è purtroppo chi crede che le persone di colore siano inferiori solo perché hanno usanze diverse dalle nostre e vengono da Paesi poveri, dove si muore per fame e per malattie che per noi sono banali. Nonostante ciò, sono nate molte organizzazioni a difesa dei diritti umani, tra le quali l'Onu: da questa organizzazione è nata la «Dichiarazione dei diritti dell'uomo». Io credo che non bisogna giudicare le persone solo per il colore della loro pelle o per il Paese d'origine, ma per il carattere; non credo che i neri siano inferiori ai bianchi, meno civili o meno istruiti ed intelligenti, anche perché l'attuale presidente degli Stati Uniti è di colore e questo conferma il fatto che con un po' di volontà e di studio tutti possono arrivare in alto. Anche se, secondo me, il sogno di King non si potrà mai realizzare perché ci sarà sempre qualcuno contro le popolazioni nere o povere, credo che prima o poi il mondo capirà che il razzismo non porta a nulla. Rosaria Rosace Classe 3ªF, secondaria di primo grado «Padre Cesare Albisetti», Terno d'Isola 17/02/2009 nascosto-->

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Per non dimenticare di cosa siamo capaci (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

CAMPIONATO GIORNALISMO pag. 8 Per non dimenticare di cosa siamo capaci LA CELEBRAZIONE 27 GENNAIO: DAL RICORDO DELLA SHOAH ALLA RIFLESSIONE SUI DIRITTI UMANI DALL'istituzione della «Giornata della memoria», il nostro Istituto organizza ogni anno, il 27 gennaio, momenti di riflessione per ricordare i tragici eventi del periodo più oscuro della storia d' Europa. Anche quest'anno la manifestazione, dal titolo «Emozioni in musica», si è svolta nel teatro comunale ed ha coinvolto gli alunni delle classi IV e V della scuola primaria e quelli della scuola secondaria di primo grado. Dopo alcune riflessioni sulla negazione dei diritti fondamentali dell'uomo, l'intolleranza, le violenze razziste, le dittature che in alcuni paesi mantengono il potere con terrore e repressione, gli alunni hanno presentato poesie e canti di guerra, canzoni sull'uguaglianza e la pace e musiche ebraiche, che più delle parole coinvolgono ed evocano emozioni. Poesie e disegni hanno ricordato le deportazioni nei campi di sterminio, le camere a gas, i forni crematori; le canzoni hanno gridato con forza la violenza della guerra e il valore della pace, della libertà e della vita. Il nostro insegnante di religione ha raccontato il difficile ritorno di suo padre dalla guerra, la paura, i sacrifici ma anche la forza, data dalla speranza di poter finalmente tornare a casa; infine le autorità hanno espresso un pensiero sulla giornata, cercando con noi i veri significati dell'olocausto e ricordando l'ondata di razzismo che ancora oggi sconvolge troppo spesso le nostre comunità e che va combattuta con ogni mezzo. Alle riflessioni della «Giornata della memoria» vogliamo aggiungere il messaggio di due importanti personaggi di oggi, il nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti: «Non dimentichiamo mai gli orrori provocati dall'uomo durante la Seconda Guerra mondiale»; «Tutti gli uomini sono creati uguali e liberi e tutti hanno diritto a realizzare pienamente la loro felicità». Classe II B

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Si apre la Norimberga dei seguaci di Pol Pot (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Si apre la «Norimberga» dei seguaci di Pol Pot A 30 anni dalla caduta del regime di Pol Pot, inizia il primo processo a uno dei responsabili del genocidio cambogiano. Noto come Duch, diresse il carcere di Tuol Sleng, dove furono torturati e uccisi 16mila detenuti. Chum Manh ha 78 anni ed è uno dei 14 detenuti che sopravvissero agli orrori di Tuol Sleng, il carcere allestito dai khmer rossi nella capitale Phom Penh. Lì, in quelle che erano state un tempo le aule di un liceo, tra il 1975 ed il 1979 furono imprigionati, torturati e uccisi 16mila presunti nemici della rivoluzione. Chum sarà in aula quest'oggi. Vuole vedere in faccia, dopo tanto tempo, l'uomo che comandava i suoi aguzzini all'epoca in cui lo prelevarono nell'officina meccanica in cui lavorava, sotto l'accusa di essere una spia della Cia. REO CONFESSO L'imputato si chiama Kaing Guek Eav, soprannominato Duch, e gli sono contestati crimini di guerra e contro l'umanità, tortura, stupri, omicidi. A differenza di tutti gli altri leader khmer rossi, arrestati ma ancora in attesa di processo, Duch è reo confesso. Ma a propria discolpa, sostiene di avere soltanto eseguito degli ordini. Come se fosse una scusa sufficiente a giustificare le atrocità commesse nel centro di detenzione affidato alle sue cure, Tuol Sleng, noto anche con la sigla di S-21. Ieri, tramite il suo avvocato francese Francois Roux, ha chiesto «perdono alle vittime». «Una volta mi frustarono per ben duecento volte con dei cavi elettrici -racconta Chum, mentre gli occhi si riempiono di lacrime e la voce gli si strozza in gola-. Io sono vivo, ma mia moglie e mio figlio furono ammazzati». Eppure l'anziano superstite non è in cerca di vendetta. «La mia rabbia è ancora tanto viva da reclamare l'esecuzione di Duch -si confida-. Ma questo non sarebbe mai accettabile al Buddha. Penso che sarebbe giusto essere clementi con queste persone, purché ci raccontino tutta la verità sul regime di cui fecero parte». GLI ALTRI GERARCHI Quella odierna sarà un'udienza tecnica, circoscritta all'espletamento di alcune formalità procedurali. Il dibattimento entrerà nel vivo in marzo, con l'interrogatorio dell'imputato, l'ascolto dei testimoni, la produzione dei documenti di prova. Per ora restano in prigione in attesa di essere a loro volta processati, i quattro gerarchi del regime khmer rosso ancora in vita: Nuon Chea, Khieu Samphan, Ieng Sary e la moglie Ieng Thirith. Il capo supremo, Pol Pot, morì nel 1998 nella jungla vicino al confine con la Thailandia. Allora le bande khmer rosse erano ancora attive nella clandestinità benché avessero perso i sostegni finanziari e politici di cui avevano goduto per parecchi anni dopo la loro cacciata da Phnom Penh. Ci sono voluti trent'anni per veder comparire alla sbarra almeno uno dei responsabili del genocidio cambogiano. Ancora oggi non si sa con certezza quante persone morirono di violenze, torture, stenti nella Cambogia trasformata da Pol Pot in un immenso lager. La cifra più probabile si aggira intorno ad 1,7 milioni. La lentezza con cui si è arrivati finalmente ad istruire i processi è dovuta alle resistenze di una parte del mondo politico cambogiano, preoccupato più di promuovere la riconciliazione nazionale che di punire i colpevoli. Ma un'altra ragione è dovuta al timore che vengano a galla responsabilità di individui che ebbero un ruolo nel passato regime e che fanno parte della nuova classe dirigente. Alla fine il governo del presidente Hun Sen ha accettato un compromesso con l'Onu. Anziché comprendere unicamente magistrati internazionali, il tribunale ha una composizione mista: 17 giudici locali, 13 di altri Paesi. DISINFORMAZIONE Youk Chhang, direttore di un centro di ricerche sul genocidio, finanziato da organizzazioni americane, valuta positivamente il fatto che comunque si sia arrivati al primo processo. «È un segnale alto e chiaro che quando tu commetti un crimine, fossero anche passati trent'anni, ti puoi trovare alle prese con la giustizia». Un dato negativo è però la scarsa conoscenza dell'esistenza stessa del tribunale da parte della popolazione cambogiana. Secondo un sondaggio, l'85% dei cittadini ha informazioni «nulle o scarse». Del resto metà degli attuali abitanti è nata dopo il crollo della dittatura di Pol Pot e non ha conosciuto direttamente, ma solo attraverso i ricordi dei sopravvissuti, quello che accadde fra il 17 aprile 1975 i il 7 gennaio del 1979. Non videro l'evacuazione di Phom Penh, dove rimasero solo 25mila persone, mentre quasi 2 milioni venivano condotte a forza nei campi di lavoro nella jungla e nelle zone rurali. Non videro la distruzione o chiusura di templi, scuole, banche, e le persecuzioni di individui bollati come nemici da rieducare o eliminare. GABRIEL BERTINETTO gbertinetto@unita.it

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L'ASSESSORE REGIONALE ai diritti umani e alle pari opportunit&... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

VETRINA ADRIA-DELTA pag. 8 L'ASSESSORE REGIONALE ai diritti umani e alle pari opportunit&... L'ASSESSORE REGIONALE ai diritti umani e alle pari opportunità Isi Coppola ha tenuto ieri al Liceo "Galilei" di Adria una conferenza nell'ambito delle "Giornate della Filosofia, della Storia e dell'Arte" dedicate quest'anno al tema dell'Europa e dell'identità europea. L'assessore ha parlato del rapporto tra Europa e giovani e dell'azione della Regione del Veneto soffermandosi in particolare sulla duplice veste in cui si colloca l'Unione Europea, grande entità istituzionale che da un lato promuove valori fondamentali come i diritti dell'uomo e la pace, ma dall'altro agisce concretamente con una programmazione e direttive che «condizionano» in molti casi sul piano sociale ed economico - la vita di tutti. Per quanto riguarda i giovani, l'assessore ha detto di ritenere che quella attuale sia la prima vera generazione che vede conclusa la lunga fase storica della costruzione dell'istituzione europea. «Vi trovate quindi ha detto l'assessore Coppola - a rapportarvi con una realtà ben definita. Forse all'interno dei nostri confini non ce ne rendiamo pienamente conto e continuiamo a sentirci prima di tutto italiani. Ma appena si varcano le frontiere, la realtà di fatto con cui dobbiamo confrontarci è che oggi siamo prima di tutto europei».

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Ci sono molte buone ragioni per criticare l'ipotesi di legge sul fine vita che il centrodestra sta preparando alle Camere (sezione: Diritti umani)

( da "Riformista, Il" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ci sono molte buone ragioni per criticare l'ipotesi di legge sul fine vita che il centrodestra sta preparando alle Camere Ci sono molte buone ragioni per criticare l'ipotesi di legge sul fine vita che il centrodestra sta preparando alle Camere. Ma non ce n'è nessuna per sperare di costruire su questa legge una nuova trincea della guerra a Berlusconi e al suo governo. Ovvero: è molto pericoloso confondere la lotta politica con i convincimenti morali. E se Berlusconi l'ha fatto, saltando all'improvviso sul caso-Eluana, questa non è affatto una buona ragione perché lo facciano ora i suoi opposititori. Anzi. Lo diciamo perché si sta profilando una nuova Piazza Navona. Sabato prossimo. Parola d'ordine: no alla legge-tortura. L'iniziativa vede al centro Micromega, che ha già avviato una raccolta di firme. In essa i temi della giustizia si mescolano con quelli della vita, le intercettazioni con l'etica, i processi con la malattia. Un guazzabuglio da bipolarismo etico che mette i brividi. Il rischio di confusione è tale che sullo stesso sito in cui ci si oppone a Berlusconi sul caso-Eluana, compare un sondaggio da cui risulta che il 55% dei partecipanti ritiene che Napolitano non si sia comportato come «custode della Costituzione in modo imparziale», e il 30% ritiene che non l'abbia fatto abbastanza. Curioso, visto che il Presidente della Repubblica, proprio in nome di quella funzione di garante, ha appena rifiutato la firma al decreto legge su Eluana varato dal governo Berlusconi. Contraddizioni così clamorose sono inevitabili quando si mescola il sacro al profano. 17/02/2009

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AD ADRIA SI PARLA AGLI STUDENTI DELL'EUROPA (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 17 Febbraio 2009 AD ADRIA SI PARLA AGLI STUDENTI DELL?EUROPA Adria (Rovigo), 17 febbraio 2009 - L?assessore regionale ai diritti umani e alle pari opportunità Isi Coppola ha tenuto ieri al Liceo ?Galilei? di Adria (Rovigo) una conferenza nell?ambito delle ?Giornate della Filosofia, della Storia e dell?Arte? dedicate quest?anno al tema dell?Europa e dell?identità europea. L?assessore ha parlato del rapporto tra Europa e giovani e dell?azione della Regione del Veneto soffermandosi in particolare sulla duplice veste in cui si colloca l?Unione Europea, grande entità istituzionale che da un lato promuove valori fondamentali come i diritti dell?uomo e la pace, ma dall?altro agisce concretamente con una programmazione e direttive che ?condizionano? in molti casi ? sul piano sociale ed economico - la vita di tutti. Per quanto riguarda i giovani, l?assessore ha detto di ritenere che quella attuale sia la prima vera generazione che vede conclusa la lunga fase storica della costruzione dell?istituzione europea. ?Vi trovate quindi ? ha detto l?assessore Coppola - a rapportarvi con una realtà ben definita. Forse all?interno dei nostri confini non ce ne rendiamo pienamente conto e continuiamo a sentirci prima di tutto italiani. Ma appena si varcano le frontiere, la realtà di fatto con cui dobbiamo confrontarci è che oggi siamo prima di tutto europei?. Nel suo intervento l?assessore ha toccato anche i programmi europei per i giovani come ?Erasmus? (che consente agli studenti universitari europei di effettuare in una università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università) o ?Leonardo? (con il quale i giovani laureati possono avere un?esperienza di lavoro all?estero). Infine, l?assessore ha fatto riferimento a come la Regione interviene per facilitare l?incontro fra i giovani e l?Europa, sia aiutando gli studenti a cogliere le opportunità che già esistono, sia con iniziative e progetti autonomi e innovativi. . <<BACK

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Garlasco, accusa all'attacco <Così Stasi lavò la sua bici> (sezione: Diritti umani)

( da "Riformista, Il" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

le notizie Garlasco, accusa all'attacco «Così Stasi lavò la sua bici» Nel processo la parola passa al consulente dell'accusa. Marzio Capra ha consegnato al pm di Vigevano Rosa Muscio la sua relazione, in vista dell'udienza preliminare fissata il 24 febbraio davanti al gup Stefano Vitelli. Secondo Capra la soluzione del rompicapo starebbe nell'invisibile e inchioderebbe l'unico imputato: Alberto Stasi, fidanzato della vittima. Il consulente, nella sua relazione, ha ricostruio due immagini nitide. Una: Alberto se ne sta immobile, davanti al lavandino e allo specchio del bagno di casa Poggi, scarpe e abiti intrisi del sangue di Chiara, poi si china, versa il sapone dal dispenser sulle mani, le lava. Due: Alberto pulisce la sua bicicletta fino a farla brillare, tanto che sembra uscita come nuova da un negozio, ma dimentica il dna della fidanzata sui pedali. «Al di là di ogni ragionevole dubbio - scrive Capra - l'omicida ha sostato in bagno con le scarpe fortemente imbrattate del sangue della vittima». Le sue mani «sporche di sangue sono giunte inevitabilmente a contatto col lavabo, in particolare col rubinetto miscelatore e con l'erogatore per il sapone liquido». «Sulla base del sopralluogo - prosegue - è poi evidente che, una volta terminato di lavarsi, l'omicida si è preoccupato di sciacquare tutto, al fine di cancellare le evidenze organiche, inevitabilmente residuate sul rubinetto e sul miscelatore, riposizionando quest'ultimo infine correttamente». «Equilibrio nella legge sul fine vita». Il Presidente della Repubblica in materia di testamento biologico mantiene un atteggiamento di «rigoroso riserbo» nel rispetto del lavoro delle Camera, e auspica che «su tale normativa si arrivi a una decisione, il più possibile condivisa, che tenga conto del dovuto equilibrio tra i beni costituzionali coinvolti». Parole comparse sul sito del Quirinale in risposta ai 13.968 messaggi tra lettere, mail, fax e telegrammi giunti, nella sola giornata diieri, alla Presidenza della Repubblica in relazione alla «dolorosa vicenda» di Eluana Englaro. Intanto la Giunta comunale di Udine (città dove si trova la clinica in cui Eluana è morta) resta a nove assessori, dopo le dimissioni presentate nei giorni scorsi dal delegato alla Salute, Giovanni Barillari, in dissenso dalla posizione del sindaco Furio Honsell sul caso Englaro. Nei giorni scorsi Honsell aveva invitato Giovanni Barillari a ritirare le proprie dimissioni, ma l'assessore aveva ripetutamente dichiarato di considerarle irrevocabili. Micromega in piazza. Una manifestazione organizzata dalla rivista Micormega dal titolo eloquente: Sì alla vita, no alla tortura di stato. La mobiltazione contro la legge proposta dal governo si svolgerà a sabato 21 febbraio a Roma, in piazza Farnese. Sulla rivista intanto compare l'appello di prestigiosidocenti di diritto civile che attaccano: «Quel disegno di legge è in contrasto con le convenzioni internazionali firmate dall'Italia, è una violazione dei diritti umani». Montecitorio, caccia ai pianisti. Partito il conto alla rovescia alla Camera per il nuovo sistema di voto anti-pianisti tramite il riconoscimento delle impronte digitali, iniziate anche le polemiche. Voluto dal presidente della Camera Gianfranco Fini, il sistema sarà adottato dal 9 marzo a Montecitorio per contrastare il malcostume di quei deputati che votano per sé e per i colleghi assenti ma non tutti sono disponibili ad adottarlo. Ieri, ha preso il via la consegna ai parlamentari delle nuove tessere con il microchip sul quale saranno memorizzate le loro impronte. Rai, Gasparri all'attacco. «Invece di fare regali a Benigni, la Rai paghi il giusto e ascolti Raitrade che diffida Cappon da una cessione non motivata di diritti dal valore ingente. Sappia Cappon che siamo pronti a chiamarlo a rispondere legalmente dei danni patrimoniali che potrebbe causare alla Rai. Siamo pronti a tutelare la Rai da sue scelte sbagliate. E pagherebbe poi di tasca sua». Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, critica aspramente l'ipotesi di cedere a Roberto Benigni i diritti d'autore in cambio della sua partecipazione al festival di Sanremo. Droga, allarme eroina. Nei prossimi anni il consumo di cocaina rimarrà più o meno invariato mentre potrebbe esserci un aumento del consumo di eroina. I dati di previsione per il 2008-2011 sono stati diffusi durente un convegno sulla droga organizzato a Milano dalla Regione Lombardia e dall'Asl. Dai dati forniti da Riccardo Gatti, direttore del dipartimento dipendenze dell'Asl di Milano, nella previsione per il 2011 è segnalata per la prima volta una flessione del consumo di cocaina. Allarme invece per l'aumento del consumo di eroina. Prevo.lab ha previsto che nel 2011 il numero dei consumatori potrebbe aumentare fino al 40 per cento rispetto a quello del 2008. Trend in crescita anche dei consumatori di cannabis e dei derivati anfetaminici. 'Ndrangheta, maxisequestro. I particolari saranno presentati e spiegati oggi a Catanzaro ma la notizia è filtrata già nella giornata di ieri. Nella lotta alla ?ndrangheta la Guardia di Finanza ha messo a punto un colpo pesante: un sequestro di beni per un valore di oltre cinque milioni di euro. 17/02/2009

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L'epidemia Mugabe (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 17-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-02-17 num: - pag: 30 autore: di CHRISTOPHER HITCHENS categoria: REDAZIONALE IL DITTATORE DELLO ZIMBABWE E LA GUERRA BATTERIOLOGICA L'epidemia Mugabe O ggi la situazione in Zimbabwe ha raggiunto un punto tale che il ricorso alla forza, da parte della comunità internazionale, sarebbe del tutto giustificato per arrestare e processare il dittatore Robert Mugabe. Perché dico tutto questo? I crimini di Mugabe sono spaventosi, non c'è dubbio. Ma si è trattato di crimini perpetrati da un governo eletto e fino a oggi non era del tutto chiaro se avessero superato il limite che autorizza l'intervento o per lo meno l'emissione di un mandato in tal senso. In sostanza, esistono quattro criteri fondamentali. Il primo è il genocidio che, secondo i firmatari della Convenzione sul genocidio (cui partecipano anche gli Stati Uniti) richiede un'azione immediata o per prevenire o per punire gli esecutori. Il secondo è l'aggressione contro la sovranità degli Stati confinanti, tra cui l'occupazione del loro territorio. Il terzo è il concedere ospitalità, o appoggio concreto, ai gruppi terroristici internazionali. Il quarto, infine, riguarda le violazioni del trattato di non proliferazione o delle risoluzioni dell'Onu sulle armi di distruzione di massa. Mugabe istigò numerosi massacri nel Matabeleland negli anni Ottanta, per mezzo di spedizioni punitive condotte da unità speciali, addestrate in Corea del Nord, contro un gruppo etnico rivale. E così pure ha infierito su quei distretti elettorali a lui contrari, con la sospensione arbitraria dei rifornimenti alimentari. Ma tutto questo non costituisce un vero e proprio «genocidio ». I suoi soldati si sono abbandonati di tanto in tanto a episodi di saccheggio delle risorse del Congo, ma ciò non equivale a un'invasione o un'occupazione. Lo Zimbabwe non è rifugio né porto franco dei terroristi internazionali più ricercati né lucra sul mercato nero mondiale delle armi di distruzione di massa. La situazione, tuttavia, di recente ha preso un'altra piega e un'attenta analisi di questo cambiamento può aiutarci a chiarire quando uno Stato da «fallimentare» diventa «canaglia». Tale è la sua indigenza, che il popolo dello Zimbabwe oggi è devastato dalla malnutrizione, che scatena epidemie come il colera. E tale è la sua disperazione, che i cittadini hanno cominciato ad attraversare in massa i confini, specie in direzione del Sudafrica, portandosi dietro le loro malattie. Ciò significa che Mugabe si è trasformato in un problema internazionale, destabilizzando i Paesi vicini. Questi, direttamente chiamati in causa, hanno ogni diritto legittimo a intervenire per ristabilizzare lo Zimbabwe. Siamo davanti a uno scenario di guerra batteriologica. Né è un particolare di poco conto che Mugabe abbia chiaramente perso le ultime elezioni in Zimbabwe, anche se continua a sfruttare i meccanismi dello Stato quasi fossero proprietà privata del suo partito al governo. Il rovesciamento del governo democratico in qualsiasi Paese è da considerare giustamente come foriero di minacce o aggressioni contro gli Stati confinanti. L'Unione Europea, per esempio, non ammette Paesi che non abbiano una democrazia parlamentare. Vi sono membri dell'Unione Africana che vorrebbero adottare una simile linea politica, anche se la sua realizzazione appare ancora molto lontana nel tempo. Le Nazioni Unite, ovviamente, devono accontentarsi dei Paesi così come sono, benché il concetto di «responsabilità per il benessere del proprio popolo», lanciato da Kofi Annan, abbia contribuito a erodere in una certa misura la gelosa prerogativa degli «affari interni» sbandierata da taluni membri. La dialettica tra «Stato canaglia» e «Stato fallimentare» non è sempre facile da valutare. L'Iraq (che sotto Saddam Hussein era l'unico Paese a collezionare tutti e quattro i criteri sopra menzionati) diventò uno Stato fallimentare come risultato del suo comportamento canaglia, attirandosi sanzioni penalizzanti, isolamento e corruzione. L'Afghanistan è diventato uno Stato canaglia come conseguenza della sua gestione fallimentare — in questo caso non per colpa sua — che ha consentito ai gangster politici internazionali di impiantarvi le loro basi. E' stato un comportamento «canaglia» interno a spingere il Ruanda sull'orlo del baratro, causando la fuga di centinaia di migliaia di profughi, i quali a loro volta hanno innescato la tremenda guerra civile in Congo che finora sarà certamente costata milioni di vite umane. In quel caso, è stata diffusa la peste del tribalismo etno-fascista, di cui oggi vediamo le tragiche conseguenze. Ho avuto modo di trascorrere qualche giorno in compagnia di SebastiÃo Salgado, l'inviato speciale dell'Unesco per la lotta alla poliomielite. Nel 2001, quando visitammo Calcutta e la regione del Bengala, questa malattia, tanto drammatica quanto prevenibile, stava per essere relegata al passato, assieme al vaiolo. Ma se solo poche sacche di popolazione sfuggono alla vaccinazione, questo morbo altamente contagioso ben presto si diffonde in vaste aree. In alcune zone abitate da militanti musulmani, dove corre voce che l'immunizzazione altro non è che un tranello dei malvagi imperialisti per rendere sterili uomini e donne, non pochi dottori e infermiere sono stati brutalmente assassinati. Risultato, la poliomielite è tornata a colpire. Ancora una volta, sostengo che si potrebbe accusare l'Amministrazione federale delle aree tribali del Pakistan di inadempienza a livello internazionale e non solo nell'ambito nazionale del Pakistan. Che talebani e Al Qaeda si annidino precisamente in queste aree forse non è una coincidenza, pertanto invito tutti a riflettere sulla necessità di non considerare più disgiuntamente diritti umani ed epidemiologia. In tal senso, lo Zimbabwe sarà un eccellente laboratorio per verificare fino a che punto questi due tipi di salute sono tra loro collegati. traduzione di Rita Baldassarre

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