CENACOLO  DEI COGITANTI

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Report "Diritti umani"  12-13 febbraio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

il dalai lama avverte che il tibet è sul punto di una rivolta anticinese ( da "Centro, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «è un quadro molto triste», ha proseguito il premio Nobel per la Pace 1989. «Non appena le persone sono arrestate, le sottopongono a tortura, e qualche volta le uccidono», ha denunciato, seppure senza citare esplicitamente le forze di sicurezza cinesi.

grillo il 9 marzo al massimo di pescara con delirio tour ( da "Centro, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ma di certo il suo blog è uno dei più visitati al mondo, recentemente la rivista americana Forbes lo ha collocato al settimo posto dei più seguiti in tutto il pianeta. Recentemente però l'autorità le garanzie nelle comunicazioni ha sanzionato la Rai per violazione dei diritti fondamentali della persona, con riferimento alla messa in onda di filmati nel corso della trasmissione «

i presidi ancora in trincea "il numero chiuso non passerà" ( da "Repubblica, La" del 12-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Anche se contro questa decisione le famiglie e il preside Massimo Angelini l´altro ieri sera si sono rivolti ad un avvocato, per presentare un ricorso al Tar. «Non capisco perché uno studente che sceglie la nostra scuola, per qualità ed altro, debba poi essere costretto a cambiarla - ripete il preside - questa è una violazione dei diritti».

Mumbai: Sospetto Torturato sessualmente da donna Fbi ( da "KataWeb News" del 12-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Torturato sessualmente da donna Fbi 12 febbraio 2009 alle 06:25 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Torturato e abusato sessualmente da un agente Fbi donna: denudato e costretto a guardare film pornografici. È successo a un accusato della strage di Mumbai, Fahim Ansari, devoto musulmano, che ha denunciato le molestie al suo legale che si è rivolto a una corte della capitale

Tre associazioni fanno scudo ai più deboli ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 12-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: avvocato inglese Benenson e si occupa della lotta contro la tortura e ogni forma di violenza, fisica o morale, che viola la dignità umana. Amnesty ha stilato un documento intitolato, «I Dodici Punti per la prevenzione", che detta regole di comportamento ai governi di tutto il mondo. Condannano la tortura, vietano la detenzione illegale e segreta, proibiscono la tortura,

Ma l'oppositrice Jestina resta in un carcere illegale ( da "Corriere della Sera" del 12-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «Per estorcere le confessioni filmate i prigionieri sono stati torturati». Jestina ha raccontato di essere stata picchiata. L'hanno bastonata sulle piante dei piedi. «Le torture non sono finite», denuncia Beatrice Mtetwa. «Come si può essere così crudeli da tenere una donna legata mani e piedi 24 ore su 24?

Battisti tenta il tutto per tutto e vuole presentarsi all'Alta Corte ( da "Tempo, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Italia dicendo che c'è tortura ma da noi anche dopo quindici anni i complici (di Battisti, ndr) sono in libertà, di certo non sono torturati». Il ministro tifoso di calcio non ha dimenticato si strigliare gli Azzurri che hanno perso con il Brasile a Londra. «Era meglio non giocarla vista la figuraccia che ha fatto l'Italia»,

Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Previdenza e assistenza - Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate - ( da "Gazzetta Ufficiale.it(Corte Costituzionale)" del 12-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti delle persone handicappate - Mancata inclusione del convivente more uxorio tra i soggetti aventi diritto al permesso mensile retribuito per l'attivita' di assistenza - Lamentata violazione dei diritti fondamentali dell'uomo, del diritto alla salute e del principio di ragionevolezza - Omessa descrizione della fattispecie e difetto di motivazione sulla rilevanza della questione

"In Tibet molta rabbia e tensione Disordini possibili in ogni momento" ( da "Quotidiano.net" del 12-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: le persone vengono torturate, e qualche volta uccise. Per il fatto che le esecuzioni pubbliche sono difficili, si servono della tortura contro i prigionieri tibetani”. Il capo spirituale dei Tibetani è arrivato ieri nella cittadina termale tedesca di Baden-Baden dove ha ricevuto il Premio tedesco dei media, assegnato da una giuria di giornalisti e di editori.

IL PROGETTO Lido, al via oggi una rassegna cinematografica sui diritti umani ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 12-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: al via oggi una rassegna cinematografica sui diritti umani Giovedì 12 Febbraio 2009, VENEZIA - (L.M.) Una rassegna cinematografica sul tema dei diritti umani. Questa l'iniziativa, promossa al Lido per i 60 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dall'associazione Centro "La Fontaine" Cinit, l'associazione Il Villaggio, il circolo Arci Pablo Neruda,

Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista. ( da "Giornale.it, Il" del 12-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jan 09 Basta torture. Bravo Obama, ma come la mettiamo con l'Iran? "L'America non tortura", ha dichiarato ieri Obama rinfrancando chi ha sempre visto nell'America un baluardo di civiltà, saldamente ancorato ai valori della democrazia e della Costituzione.

Il leghista Bertarelli: <Norma stupida, sono tentato di restituire la tessera> ( da "Settegiorni (Magenta)" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e soprattutto del Giuramento di Ippocrate, che tutti i medici devono prestare prima di iniziare la professione e che prevede l'impegno irrinunciabile "...di curare tutti i pazienti con eguale scrupolo e impegno, ...prescindendo da differenze di razza, religione, nazionalità condizione sociale e ideologia politica"

una corazza contro la dittatura nata da una guerra di popolo - (segue dalla prima pagina) giorgio bocca ( da "Repubblica, La" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: oltre che nella giustizia e nei diritti umani. La guerra partigiana non fu una rivoluzione politica, ma come guerra di popolo, a cui partecipavano italiani di ogni ceto, fu una rivoluzione sociale, per fare finalmente del popolo italiano un popolo unito. I critici della Costituzione si dividono fra quelli che la giudicano troppo prudente e quelli per cui è troppo avanzata.

l'etica di fronte alla vita vegetale - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: della vita produce una diversa etica Ciò che per me è edificazione per altri è tortura (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Riguarda il controllo dei sentimenti e delle passioni. Un controllo che la direzione spirituale sapeva insegnare agli uomini di Chiesa di un tempo, e che invece oggi sembra smarrito. Assistiamo allo spettacolo di una Chiesa isterica: che non è amareggiata ma arrabbiata,

Fine vita, dopo Eluana il Pd abbia più coraggio ( da "Riformista, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: della Costituzione o del contenuto della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina del Consiglio d'Europa. In questi principi non c'è un negare il valore della vita. C'è la scelta, al contrario, di un'educazione permanente alla vita. Per questo, se nell'assecondare le convinzioni di una parte, religiosa o culturale, la legge venisse meno a quei principi si condannerebbe un'

UNA SERENA INCHIESTA SU GENOVA ( da "Unita, L'" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: evidenziata dalla sentenza sui saccheggi di quei giorni e anche al sapore di «tortura» emerso dalle motivazioni della sentenza sui fatti della casema Bolzaneto. Ce n'è abbastanza, di inquietanti spunti di riflessione, per mobilitare, appunto, la storia, l'etica e soprattutto la politica con una serie di domande su perché sia successo quello che è succeso e come si possa evitare in futuro.

tanti disperati piccoli zaher un piano per i minori afghani ( da "Nuova Venezia, La" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Garantiamo i diritti umani» Nel nome di Zaher il progetto del Comune di Venezia di accoglienza dei migranti e una mostra di arte contemporanea. Ma anche la decisione di «non mollare, di fare tutto il possibile perché i diritti umani vengano rispettati anche per questi ragazzi, per queste persone», come ha detto l'assessore alle Politiche sociali Sandro Simionato.

<ABBIAMO saputo che il sindaco di Palaia ha emesso ordinanza per l'abbattimento delle 48.0... ( da "Nazione, La (Pisa)" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: una vera tortura, perché la natura sterile e altamente restrittiva di queste gabbie non consente alle galline di esprimere la maggior parte dei normali modelli di comportamento. Per questo motivo invitiamo il sindaco e i titolari della ditta ad abolire l'allevamento in batteria, anche in considerazione che dal 1° gennaio 2012 sarà vietato l'

<Respinti a Venezia, picchiati a Patrasso: salvate i profughi> ( da "Corriere del Veneto" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La denuncia è stata fatta dalla rete di associazioni umanitarie veneziane «Tutti i diritti umani per tutti» e dal Comune di Venezia, dopo che un gruppo di operatori di Razzismo Stop è andato a Patrasso a raccogliere le testimonianze dei respinti, degli operatori delle associazioni greche e della rete di avvocati dei richiedenti asilo.

Attratto dal legame tra tortura e verità ( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: SU KAFKA Attratto dal legame tra tortura e verità Nell'unico saggio di cui non si parla nell'articolo, quello titolato «Kalumniator», Giorgio Agamben rilegge il «Processo» di Kafka usando la chiave della calunnia, probabilmente - dice - efficace nell'aprire le porte di tutto l'universo kafkiano.

Diritti umani nel Maghreb ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 13 num: - pag: 14 categoria: REDAZIONALE CONVEGNO / 2 Diritti umani nel Maghreb Al Castel dell'Ovo al via la conferenza internazionale sul tema «Società civile e diritti umani nel Maghreb». Parteciperanno, fra gli altri, il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino e l'assessore alle Politiche per l'immigrazione Isadora D'Aimmo.

I conti del professore: 17 mila morti ( da "Corriere della Sera" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la polizia di Sihanouk lo catturò, probabilmente venne torturato. Kaing divenne Duch e si diede alla macchia. All'imputato numero uno del processo ai Khmer rossi furono affidate le prigioni della guerriglia. Dopo il 1975 a Tuol Sleng, sobborghi di Phnom Penh, comandava S-21, il carcere principale del regime.

Nuove Costituzioni crescono a misura di natura ( da "Secolo XIX, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani in senso squisitamente politico, suffragio universale, libertà di espressione erano giustamente individuati come elementi cardine delle norme primarie di molti stati, oggi in Ecuador assistiamo al superamento di questi valori in favore di un nuovo sistema di valori che poggia sulla natura e sulla sua ineluttabile superiorità.

Festival del Cinema dei diritti umani ( da "Napoli.com" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 2009 Festival del Cinema dei diritti umani Al via la selezione di opere multimediali: destinazione Buenos Aires L'associazione Cinema e diritti ha dato il via alla selezione di opere multimediali. I lavori selezionati parteciperanno a maggio prossimo alla Finestra su Napoli, una sezione fuori concorso dell'XI Festival del Cinema dei diritti umani di Buenos Aires.

Una Consulta per la laicità ( da "Articolo21.com" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: libertà sanciti dalla Costituzione e dalla Carta dei Diritti Umani, organizzare momenti di formazione e informazione. La Consulta sarà anche un luogo di incontro e di scambio tra visioni del mondo differenti, ma unite nella volontà di difendere lo spazio pubblico da privilegi e fondamentalismi, e si batterà per il primato della libertà di scelta e di coscienza individuale sui temi &

Diritti umani nel Maghreb: convegno a Napoli ( da "Denaro, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani nel Maghreb: convegno a Napoli Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino interverrà oggi, alle ore 9,30, a Castel dell'Ovo all'apertura della Conferenza Internazionale ''Società Civile e Diritti Umani nel Maghreb'' organizzata dall'Osservatorio Internazionale (Ossin), una Onlus con sede a Napoli che fa parte della rete europea di osservatori internazionali impegnati

QUELL'INUTILE LINEA DURA SULL'IMMIGRAZIONE ( da "Lavoce.info" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: relative ai diritti umani e ad altri aspetti controversi. Vorrei limitarmi ad alcune considerazioni relative all?efficacia presumibile dei provvedimenti e quindi agli obiettivi perseguiti. IL REATO DI IMMIGRAZIONE Cominciamo dalla definizione dell?immigrazione come reato, non più punito con il carcere, ma con un?

Ordinanza anti-sbandati C'è il no dei socialisti ( da "Corriere Adriatico" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: campagna di comunicazione tra i cittadini immigrati sui loro diritti e i loro doveri e garantendo interventi per la tutela dei diritti umani anche in materia di immigrazione illegale: recuperando insomma quel gap che ci divide da molti stati europei e che si chiama tolleranza e solidarietà". Secondo i socialisti la politica "ha la responsabilità di non raccontare bugie ai cittadini,

Adesso che si è conclusa la vicenda umana di Eluana Englaro, il Parlamento varerà una legg... ( da "Gazzettino, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che invece che il diritto alla vita stavano difendendo il diritto alla tortura? Perché Eluana Englaro è stata torturata per diciassette anni. Non era sufficente»? Un'ultima considerazione. «Nel Medioevo le agonie erano molto dolorose ma molto brevi, due o tre giorni al massimo» scrive Philippe Ariès in "Storie della morte in Occidente".

Diritti umani e pace nel Maghreb, presidente Donini a Bologna per incontro ( da "Sestopotere.com" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani e pace nel Maghreb, presidente Donini a Bologna per incontro (13/2/2009 14:51) | (Sesto Potere) - Bologna - 13 febbraio 2009 - Lunedì 16 febbraio 2009, a Bologna, presso la Sala Bianca di Palazzo D?Accursio (Piazza Maggiore), la presidente dell?

ROMA. NON VOGLIO I DETENUTI DI GUANTANAMO: GLI STATI UNITI SONO GRANDI, POSSONO SPOSTARLI ALTR... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: hanno il dovere di cooperazione leale e di consultarsi fra di loro sui possibili effetti sulla sicurezza sul territorio Ue», derivanti dall'accoglimento dei detenuti. I deputati sottolineavano inoltre che a Guantanano sono stati negati i diritti umani fondamentali dei prigionieri, che «sono stati sottoposti a tecniche di interrogatorio dure che equivalgono alla tortura».

Bandito il XIX Helios Festival - Settimana di amicizia tra i popoli ( da "Quotidiano.it, Il" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: con le parole introduttive della Dichiarazione dei diritti dell'Uomo (ONU, 1948): "L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi.

Immigrati/ Mons. Marchetto: Leggi rispettino diritti umani ( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: In altre parole, ha affermato, quando "lo Stato deve esercitare il suo dovere-diritto di garantire la legalità, reprimendo la criminalità e la delinquenza e gestendo le persone in situazione irregolare, lo deve sempre fare nel rispetto della dignità umana, dei diritti umani e delle convenzioni internazionali".

Zimbabwe/ Unhcr a nuovo governo: Stop a violazioni diritti ( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: raggiungimento di una stabilità politica è stato segnato da una serie di violazioni dei diritti umani e ha causato danni incalcolabili allo stato di diritto. Tutti gli occhi saranno dunque puntati sul nuovo governo, che dovrà rimediare ai danni commessi e ripristinare la giustizia". Dopo un periodo di forti tensioni politiche, a seguito delle elezioni presidenziali tenutesi lo scorso marzo,

APADOR-CH critica proiectele Codului penal si al Codului de procedura penala ( da "Romania Libera" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: inclusiv prin tortura, incalcandu-se flagrant atat principiul preeminentei legii, cat si interdictia absoluta de a folosi tortura", sustine sursa citata. APADOR-CH a transmis comentariile sale pe marginea proiectelor Codului penal si Codului de procedura penala presedintilor Senatului si Camerei Deputatilor, liderilor grupurilor politice din Parlament,

Immigrati/ Lampedusa, Arci: Isola è Guantanamo Italiana ( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Da alcuni giorni l'Arci sta ricevendo al numero verde 800 99 99 77 Sos Diritti, le denunce dei familiari di molti dei migranti trattenuti nel Centro dell'isola che denunciano una situazione gravissima di violazione dei diritti umani e di condizioni igienico-sanitarie allarmanti.


Articoli

il dalai lama avverte che il tibet è sul punto di una rivolta anticinese (sezione: Diritti umani)

( da "Centro, Il" del 12-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il monito durante una visita in Germania Il Dalai Lama avverte che il Tibet è sul punto di una rivolta anticinese BADEN BADEN. In Tibet la tensione è alle stelle, al punto che è possibile vi scoppi una rivolta: è il monito del Dalai Lama (foto), in visita nella città tedesca di Baden Baden. «In questo momento c'è troppa rabbia», ha affermato della madrepatria il leader spirituale dei buddhisti tibetani, «e la situazione è estremamente tesa. Un'esplosione potrebbe verificarsi in qualsiasi momento». Il Dalai Lama non ha nascosto che l'eventualità costituisce per lui motivo di «preoccupazione», in quanto «più ci sarà insurrezione, maggiore sarà la repressione»: come quelle che lo scorso anno, in marzo, stroncò nel sangue le manifestazioni di protesta guidate dai monaci buddhisti. «è un quadro molto triste», ha proseguito il premio Nobel per la Pace 1989. «Non appena le persone sono arrestate, le sottopongono a tortura, e qualche volta le uccidono», ha denunciato, seppure senza citare esplicitamente le forze di sicurezza cinesi.

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grillo il 9 marzo al massimo di pescara con delirio tour (sezione: Diritti umani)

( da "Centro, Il" del 12-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 34 - Cultura e Spettacoli Grillo il 9 marzo al Massimo di Pescara con «Delirio tour» Il comico genovese al centro delle polemiche per le dichiarazioni sul presidente Napolitano PESCARA. Beppe Grillo si esibirà al teatro Massimo di Pescara lunedì 9 marzo alle 21,30 nel suo nuovo spettacolo «Delirio». Organizzazione della Elite agency. Grillo è sempre al centro delle polemiche ma di certo il suo blog è uno dei più visitati al mondo, recentemente la rivista americana Forbes lo ha collocato al settimo posto dei più seguiti in tutto il pianeta. Recentemente però l'autorità le garanzie nelle comunicazioni ha sanzionato la Rai per violazione dei diritti fondamentali della persona, con riferimento alla messa in onda di filmati nel corso della trasmissione «Anno zero» del primo maggio 2008 contenenti interventi di Beppe Grillo con offese rivolte al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al professor Umberto Veronesi, oncologo e leader dell'associazione per la ricerca contro il cancro. Non certo ridotto al silenzio per questa sentenza proprio pochi giorni fa Grillo è tornato ad attaccare il presidente Napolitano «Pertini non avrebbe mai firmato il Lodo Alfano. Napolitano aveva trenta giorni di tempo, lo ha firmato in 18 ore». E' una delle frasi dell'attore comico genovese durante la tappa del Delirio tour al Gran Teatro di Roma. Il comico ha poi ribadito che a piazza Farnese non aveva nessuna intenzione di offendere il presidente della Repubblica ma che ha esercitato solo un normale diritto di critica. Info 0871 685020 - 393 9838663, e-mail elite@eliteagency.it, - www.eliteagency.it.

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i presidi ancora in trincea "il numero chiuso non passerà" (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 12-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina IX - Genova La battaglia I presidi ancora in trincea "Il numero chiuso non passerà" Poche parole, poi poche righe, scritte e firmate ieri dopo l´una e mezza: in cui si comunica "che per mero errore materiale nell´allegato alla delibera regionale risultavano indicazioni... non rispondenti alla reale volontà del Consiglio Regionale". Così la Direzione Scolastica Regionale ha liquidato la vicenda del trasferimento delle succursali dei licei Leonardo Da Vinci e Cassini al Convitto Colombo. Inoltre, si procederà con criteri di gradualità. "Il dirigente dell´Ufficio Scolastico Provinciale, sentiti i presidi, determinerà il numero di classi prime che a partire dal prossimo settembre funzioneranno nei due istituti". «I licei scientifici Da Vinci e Cassini comunque non potranno avere più di 10, 11 classi complessive - ripete Sara Pagano, direttrice dell´Ufficio Scolastico Provinciale - l´eccedenza potrà scegliere se iscriversi al Convitto Colombo o se andare in altre scuole». Si andrà a numero chiuso. Anche se contro questa decisione le famiglie e il preside Massimo Angelini l´altro ieri sera si sono rivolti ad un avvocato, per presentare un ricorso al Tar. «Non capisco perché uno studente che sceglie la nostra scuola, per qualità ed altro, debba poi essere costretto a cambiarla - ripete il preside - questa è una violazione dei diritti».

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Mumbai: Sospetto Torturato sessualmente da donna Fbi (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 12-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mumbai: Sospetto Torturato sessualmente da donna Fbi 12 febbraio 2009 alle 06:25 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Torturato e abusato sessualmente da un agente Fbi donna: denudato e costretto a guardare film pornografici. È successo a un accusato della strage di Mumbai, Fahim Ansari, devoto musulmano, che ha denunciato le molestie al suo legale che si è rivolto a una corte della capitale finanziaria indiana. Secondo il racconto fatto dall'avvocato difensore, Ejad Naqvi, e riportato dal quotidiano inglese "The Sun" l'agente lo avrebbe denudato e "molestato sessualmente" per tutta la notte. L'uomo, esaminato da un pronto soccorso locale, avrebbe riportato "ferite sui genitali e su tutto il corpo". Ansari, membro del gruppo terroristico Lashkar-e-Taiba, era stato arrestato per la strage di Mumbai insieme ad altri cinque sospetti in relazione agli attacchi negli Hotel Taj e Oberoi. L'umiliazione sessuale come mezzo di tortura per fedeli musulmani era stata già applicata nel carcere di Abu Ghraib dove una soldatessa aveva partecipato agli abusi su prigionieri denudati. AGI

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Tre associazioni fanno scudo ai più deboli (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Arezzo)" del 12-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

CAMPIONATO DI GIORNALISMO pag. 10 Tre associazioni fanno scudo ai più deboli GLI OPERATORI ALLA SCOPERTA DI AMNESTY INTERNATIONAL, MEDICI SENZA FRONTIERE ED EMERGENCY LA STORIA PASSATA e l'esperienza attuale ci dicono che nel mondo, purtroppo, non sempre vengono rispettati i diritti dell'uomo. Ma c'è qualcuno che si preoccupa di farli rispettare? Sì, esistono varie associazioni, come Amnesty International, Medici senza Frontiere, Emergency, Caritas, Croce Rossa, Save the Children. Noi ci soffermeremo sulle prime tre. «Amnesty International» è stata fondata nel 1961 dall'avvocato inglese Benenson e si occupa della lotta contro la tortura e ogni forma di violenza, fisica o morale, che viola la dignità umana. Amnesty ha stilato un documento intitolato, «I Dodici Punti per la prevenzione", che detta regole di comportamento ai governi di tutto il mondo. Condannano la tortura, vietano la detenzione illegale e segreta, proibiscono la tortura, risarciscono le vittime. «Medici senza Frontiere» è un'associazione internazionale, che ha lo scopo di portare soccorso sanitario e assistenza medica in tutte le regioni del globo, in cui il diritto alle cure non sia garantito. È stata creata nel 1971 da alcuni medici francesi; oggi è attiva in 19 paesi industrializzati e assicura l'assistenza in più di 80 paesi sottosviluppati o esposti a calamità naturali. È costituita da 5 sezioni operative, che si occupano dei progetti nelle aree di intervento e da 14 sezioni-partner. Ha ricevuto il Nobel per la pace. «Emergency» è stata fondata nel 1994 a Milano da Gino Strada per assistere i feriti nelle guerre civili. E' presente ad esempio in Cambogia, Afghanistan, Iraq, Sierra Leone. Costruisce ospedali e pianifica i propri interventi basandosi su due criteri: l'effettivo bisogno di assistenza medico/chirurgica e di altri interventi umanitari. Emergency si occupa, inoltre, di formare il personale locale; di assistere i prigionieri e realizzare progetti di cooperazione.

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Ma l'oppositrice Jestina resta in un carcere illegale (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 12-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-12 num: - pag: 17 categoria: REDAZIONALE La denuncia L'avvocatessa Mtetwa: «Rapita e torturata» Ma l'oppositrice Jestina resta in un carcere illegale DAL NOSTRO INVIATO HARARE — Mani sempre legate, catena alla caviglia, una benda sugli occhi quando la fanno uscire di cella per andare in bagno. Per Jestina Mukoko, 51 anni, ieri è stata una giornata come le altre. In isolamento, chiusa da quasi tre mesi nel carcere di massima sicurezza di Chikurubi. Jestina è l'anima dell'associazione per i diritti umani Zimbabwe Peace Project. è stata rapita il 3 dicembre dalla polizia, davanti al figlio adolescente e alla nipote. Era in camicia da notte, scalza. Non le hanno dato il tempo di prendere le scarpe e un vestito. Per 19 giorni le autorità hanno negato. E se poi hanno dovuto ammettere che Jestina era nelle loro mani, molto del merito va a questa donna minuta ed elegante che siede dietro una scrivania piena di carte, in un ufficio nel centro della capitale. Beatrice Mtetwa fa l'avvocato. Anni fa ha lasciato l'associazione delle Donne dello Zimbabwe perché «passavano il tempo a bere il tè». Anche Jestina nella sua vita ha lasciato qualcosa: negli anni Ottanta leggeva le notizie alla Zbc, la tv (l'unica del Paese) che da anni è il megafono del presidente. Poi ha abbandonato lo schermo, diventando un'implacabile paladina della libertà. Dal gennaio al settembre 2008 ha documentato 20 mila casi di violenza, che per l'80% riguardano le milizie del partito Zanu-PF del presidente Robert Mugabe: 202 omicidi, 463 rapimenti, 41 stupri, 411 casi di tortura, 3942 pestaggi. Finché una notte ovviamente l'hanno portata via. Morgan Tsvangirai nelle ultime settimane ha chiesto la liberazione di tutti i prigionieri politici come condizione per partecipare al governo di unità nazionale. Il governo è nato. Jestina e gli altri sono rimasti dentro. L'avvocata Mtetwa parla con voce pacata: «Non daremo pace al nuovo governo fino a che non chiuderà il capitolo delle detenzioni illegali ». Come altri trenta attivisti Jestina è accusata di aver organizzato bande armate con basi in Botswana per sovvertire lo Stato. «Per estorcere le confessioni filmate i prigionieri sono stati torturati». Jestina ha raccontato di essere stata picchiata. L'hanno bastonata sulle piante dei piedi. «Le torture non sono finite», denuncia Beatrice Mtetwa. «Come si può essere così crudeli da tenere una donna legata mani e piedi 24 ore su 24? Ha bisogno di cure. Tutti i magistrati che hanno rifiutato che venisse portata all'ospedale sono donne. Come è possibile? Donne. Incredibile». Beatrice ha scovato Jestina bluffando: «Abbiamo fatto credere alla polizia che sapevamo dove fosse, che stavamo andando là con una delegazione di diplomatici stranieri. Ci hanno creduto. Il piano era indurli a spostare temporaneamente lei e gli altri desaparecidos in varie stazioni di polizia. Ne abbiamo setacciate 13. Finché un agente di servizio è caduto nella trappola. Ha detto: "Sì, è qui". Il responsabile mi ha fatto entrare, e sottovoce mi diceva: "Lei mi vuole rovinare". Poi ha ammesso anche lui». I poliziotti di basso livello «hanno solo paura di perdere il posto — dice l'avvocato —. In realtà credo che non siano male. I giovani soprattutto. Non vogliono passare per aguzzini. Le cose stanno cambiando». La delusione viene dalla società civile: «Nessuno ha mosso un dito per Jestina. è una di loro in fondo, una di noi. Il gruppo Zimbabwe Peace Project è sostenuto dalle varie Chiese locali. Nessun vescovo, nessun sacerdote ha avuto il coraggio di manifestare per la liberazione di Mukoko. Non è una vergogna?». Beatrice non ha paura: «Abbiamo subito qualche minaccia, non vado più in giro da sola. Ma continuo a fare il mio lavoro». Il nuovo premier ha promesso che entro una settimana tutti i prigionieri saranno liberati... «Aspettiamo I fatti». Tsvangirai sostiene che è tempo di riconciliazione.... «Quando sarà fuori, credo che Jestina farà causa per essere stata rapita. Vogliamo giustizia. Questo è uno stato di diritto». Riforme? «Molti giudici corrotti devono essere licenziati ». Certo che lei deve avere molti nemici ai piani alti... «Noo. Quando mi vedono anzi mi salutano, sono gentili. Forse perché difendo le loro mogli nelle cause di divorzio». Michele Farina

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Battisti tenta il tutto per tutto e vuole presentarsi all'Alta Corte (sezione: Diritti umani)

( da "Tempo, Il" del 12-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

stampa dieci giorni all'Italia e alla difesa del terrorista Battisti tenta il tutto per tutto e vuole presentarsi all'Alta Corte Il Supremo tribunale federale ha iniziato a valutare la legittimità dell'asilo politico concesso a Cesare Battisti e della richiesta d'estradizione presentata dall'Italia. E con mossa a sorpresa, fatto irrituale, il protagonista della vicenda chiede di presentarsi in aula per «difendere la sua innocenza». A informare l'Stf della disponibilità di Battisti a presentarsi di fronte ai ministri-giudici della Corte costituzionale brasiliana è stato il senatore Eduardo Matarazzo Suplicy, esponente del Partito dei Lavoratori (Pt) del presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva e tra i principali sostenitori della concessione dell'asilo politico a Battisti. Il terrorista condannato in Italia per due omicidi tenta il tutto per tutto dopo che in Brasile le dichiarzaioni a favore della sua estradizione si vanno moltiplicando. Soprattutto tra i giudici che devono giudicare la fondatezza dello status di rifugiato politico. Il presidente della camera penale, Cesar Brito, ha detto senza mezzi termini: «Ogni Paese ha le sue leggi e vanno rispettate. Dire che Battisti rischia la vita in un Paese democratico come l'Italia non solo è ingiusto, ma soprattutto offensivo». Antonio Nabor Areias Bulhoes, l'avvocato che rappresenta il governo italiano, ha dichiarato ai media brasiliani che la decisione di Peluso che aveva respinto la misura d'urgenza con cui Roma chiedeva la sospensione dell'asilo politico all'ex militante dei Pac condannato all'ergastolo in Italia, rappresenta «una vittoria» per l'Italia. Se il giudice, ha osservato, non ha «accettato la misura d'urgenza, che per la prima volta è stata presentata da uno Stato straniero, e ha chiesto misure come la ricerca di nuove informazioni, significa che sarà valutata la possibilità di rivedere la decisione di concedere l'asilo». Peluso, il relatore del caso al Supremo Tribunale, ha, però, sollecitato al governo italiano e ai legali di Battisti, un supplemento di informazioni per quanto riguarda la richiesta di estradizione. E ha fissato una scadenza di dieci giorni per la presentazione della memoria. La decisione quindi arriverà a marzo. In Italia a tenere alta l'attenzione c'è sempre il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Ieri in un intervento sulla video chat sul sito di An è tornato sull'argomento. «Questa vicenda non passerà di moda. Agli amici brasiliani dico che noi non dimenticheremo - sottolinea La Russa - Un esponente del Brasile ha insultato l'Italia dicendo che c'è tortura ma da noi anche dopo quindici anni i complici (di Battisti, ndr) sono in libertà, di certo non sono torturati». Il ministro tifoso di calcio non ha dimenticato si strigliare gli Azzurri che hanno perso con il Brasile a Londra. «Era meglio non giocarla vista la figuraccia che ha fatto l'Italia», ha detto La Russa.

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Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Previdenza e assistenza - Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate - (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta Ufficiale.it(Corte Costituzionale)" del 12-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

N. 35 ORDINANZA Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Previdenza e assistenza - Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate - Mancata inclusione del convivente more uxorio tra i soggetti aventi diritto al permesso mensile retribuito per l'attivita' di assistenza - Lamentata violazione dei diritti fondamentali dell'uomo, del diritto alla salute e del principio di ragionevolezza - Omessa descrizione della fattispecie e difetto di motivazione sulla rilevanza della questione e ..........

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"In Tibet molta rabbia e tensione Disordini possibili in ogni momento" (sezione: Diritti umani)

( da "Quotidiano.net" del 12-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Durante la visita in Germania il leader spirituale dei buddisti parla della situazione nella sua madrepatria, quasi un anno dopo la rivolta

" /> Leggi il giornale Nome utente: Password: Prova GRATUITA Esteri TV FOTO E VIDEO MOTORI BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI Stop al bullismo Cronaca Politica Esteri New York Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Meteo Scommesse Casa Dieta IL MONITO DEL DALAI LAMA "In Tibet molta rabbia e tensione Disordini possibili in ogni momento" Durante la visita in Germania il leader spirituale dei buddisti parla della situazione nella sua madrepatria, quasi un anno dopo la rivolta Baden Baden (Germania), 11 febbraio 2009 - In Tibet la tensione è sempre più alle stelle, al punto che è possibile vi scoppi una rivolta: è il monito lanciato oggi dal Dalai Lama, a margine di una visita nella città tedesca di Baden Baden. «In questo momento c?è troppa rabbia», ha affermato della madrepatria il leader spirituale dei buddhisti tibetani, «e la situazione è estremamente tesa. Un?esplosione potrebbe verificarsi in qualsiasi momento». "Sono preoccupato perché nuove rivolte, porteranno ancora più repressione e tutto questo è molto triste”, ha aggiunto il Dalai Lama che ha spiegato: “Una volta arrestate, le persone vengono torturate, e qualche volta uccise. Per il fatto che le esecuzioni pubbliche sono difficili, si servono della tortura contro i prigionieri tibetani”. Il capo spirituale dei Tibetani è arrivato ieri nella cittadina termale tedesca di Baden-Baden dove ha ricevuto il Premio tedesco dei media, assegnato da una giuria di giornalisti e di editori. Dopo la visita a Baden-Baden, il Dalai Lama, 73 anni, farà ritorno a Dharamsala, nel nord dell?India, suo luogo di residenza da quando fuggì in esilio nel 1959 a seguito della repressione da parte della Cina della insurrezione tibetana a Lhasa. La ribellione nel marzo 2008, la repressione, le proteste del mondo Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Lascia il tuo pensiero per Eluana (364 commenti) Sequestrati 110 cagnolini importati illegalmente (142 commenti) Invia il tuo messaggio di San Valentino In palio una cena romantica per due (91 commenti) Giorgio Guazzaloca al Resto del Carlino Le vostre domande al candidato sindaco (65 commenti) Nuti a casa dopo l'inferno Su Facebook tifavano per lui (50 commenti) Basta un clic per dire 'Ti amo' Scrivi un messaggio per San Valentino (49 commenti) Protesta anti-Gelmini alle Longhena '10' politico in pagella per tutti (46 commenti) "Vogliamo adottare i cuccioli" Una valanga di messaggi a Il Giorno.it (38 commenti) 12:25:08 - Bentornato! facci sorridere ancora e sorridiamo ancora insieme.[...] Nuti a casa dopo l'inferno Su Facebook tifavano per lui12:24:44 - Ciao Roby:...io non sostengo e non ho mai sostenuto che Rafa sia più forte di Roger. Anzi sono sicur[...] Bolelli impensierisce Nadal ma non basta12:23:49 - Dio se sono contenta, sono anni che cerco tue notizie, ma niente più che messaggi da persone, che, c[...] Nuti a casa dopo l'inferno Su Facebook tifavano per lui12:23:23 - Ciao Francesco, possa tu godere ancora della vita come meriti di fare. un tuo ammiratore. Gianni[...] Nuti a casa dopo l'inferno Su Facebook tifavano per lui12:21:09 - francesco e un attore ed un uomo straordinario, e come tale viene odiato da tutti quei falsi ed ipoc[...] Nuti a casa dopo l'inferno Su Facebook tifavano per lui12:20:27 - Ci sono passato anche io , ti aspettiamo presto!!![...] Nuti a casa dopo l'inferno Su Facebook tifavano per lui12:19:54 - Una notizia splendita Angelo da Palermo[...] Nuti a casa dopo l'inferno Su Facebook tifavano per lui La Lube vincerà la Coppa dei Campioni?Turisti 'fastidiosi': di chi è la colpa?Sei convinto che Ancelotti sarà il futuro tecnico del Chelsea?Testamento biologico è davvero una priorità per il paese?Mentana ha fatto bene a dimettersi da direttore editoriale Mediaset?Eluana poteva essere salvata?Caso arbitri, ha ragione Mourinho o Ranieri?Berlusconi dovrebbe ricevere il Dalai Lama?Chi vincerà il derby di Milano?Caso Eluana, scontro fra istituzioni, sei preoccupato?Contro il Brasile, Lippi non convoca Del Piero, cosa ne pensi?Caso Eluana, sei d'accordo col decreto del governo che impedisce lo stop all'alimentazione?Dove preferisci fare sesso?Primarie, chi voteresti come leader del Pd?Pensi che Beckham debba restare nel Milan? La foto del giorno Passa in Senato il Dl sicurezza Via libera all'emendamento leghista che dà la possibilità ai medici di denunciare i pazienti clandestini. Insorgono l'opposizione, i medici cattolici e la Cgil VOTA IL SONDAGGIO RICERCA ANNUNCI Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec >

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IL PROGETTO Lido, al via oggi una rassegna cinematografica sui diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 12-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

IL PROGETTO Lido, al via oggi una rassegna cinematografica sui diritti umani Giovedì 12 Febbraio 2009, VENEZIA - (L.M.) Una rassegna cinematografica sul tema dei diritti umani. Questa l'iniziativa, promossa al Lido per i 60 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dall'associazione Centro "La Fontaine" Cinit, l'associazione Il Villaggio, il circolo Arci Pablo Neruda, Agesci Lido 1 e Masci "La Civetta". Si inizia questa sera con la proiezione del film "Il cacciatore di aquiloni". Tutte le proiezioni inizieranno alle 21 al patronato della Parrocchia di Santa Maria Elisabetta (ingresso con tessera Cinit). Nel programma, poi, giovedì 26 febbraio "In questo mondo libero" e il 12 marzo "Persepolis". La rassegna cinematografica è originata dal primo articolo della Dichiarazione che spiega come " Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".

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Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista. (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 12-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 5 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Feb 09 Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano. Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso. Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità, Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna. Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita? Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 31 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Feb 09 L'ultima truffa della casta dei banchieri Domani il segretario al Tesoro Usa Geithner presenterà il nuovo piano per salvare il sistema finanziario americano. Intanto, però, dalla casta dei banchieri continuano a giungere pessimi segnali. La spartizione dei bonus milionari continua, soprattutto negli istituti salvati dal contribuente (come ho spiegato in questo articolo e in quest'altro). E Il Congressional Oversight Panel for the bailout funds, un comitato incaricato di verificare come vengono spesi i fondi già stanziati per salvare il sistema finanziario, ha scoperto un'altra beffa; pardon un'altra truffa. Lo scorso ottobre il Tesoro americani ha comprato titoli tossici dalle banche americane per 254 miliardi di dollari, ma il valore reale è risultato essere di 176 miliardi di dollari. Insomma, le banche americane hanno ingannato lo Stato per 78 miliardi di dollari. E lo Stato, ovvero il Tesoro Usa all'epoca guidato da Paulson, si è verosimilmente lasciato amabilmente gabbare. Non a caso per molte settimane si è rifiutato di spiegare pubblicamente quali criteri abbia adottato per comprare i titoli tossici. Per non turbare il mercato, diceva.E qui veniamo al punto: le attuali degenerazioni nascono dallo strapotere di quelle che Tito Tettamanti, noto imprenditore e finanziere svizzero, ha definito in un articolo sul Corriere del Ticino, le "gigantobanche", che hanno finito per falsare le regole del capitalismo. Tettamanti, da sempre su posizioni liberiste, le definisce "degenerazioni concettuali", come l'aver abolito la distinzione tra banca di credi to e banca d'affari, l'aver permesso agli istituti attività speculative al alto rischi che dovrebbero essere limitate agli Hedge Funds. Secondo Tettamanti è "gravissimo anche il fatto che le «gi gantobanche » abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi de rivati), mercati dei quali erano ge stori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e con trollo". Ma vi sono altre responsabilità: "Quelle di chi ha accettato, quando non volu to, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permet tere di farle fallire. E chi ha accettato sono tra l'altro i controllori (vale a dire i rappresen tanti dello Stato) chiamati ad appli care le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in paten te contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l'insuc cesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trasci nando i debiti all'infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche. Tettamanti si chiede: "I controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facili tandola) perché non sono intervenu ti applicando le regole?" e osserva che: - le regole ci sono, ma bisogna vole re ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. In fatti, delle banche sono pratica mente fallite senza infrangere le re gole esistenti. Attenzione: più rego le di dettaglio esistono, più si de responsabilizza il soggetto delle re gole e si rende macchinoso l'inter vento; - lo Stato, di cui i controllori sono un'emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni respon sabilità per i disastri originati dal le «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del com plice per i salvataggi". L'ultima truffa, quella dei 78 miliardi evdenzia un punto fondamentale: il salvataggio delle banche rischia di essere inutile se non si scardinano il sistema delle "gigantobanche" e, parallelamente, i privilegi inaccettabili dei manager. Obama ne sarà capace? Sono scettico, la mia impressione è che l'establishment americano miri a superare la tempesta, per poi permettere alla casta dei banchieri e alle "gigantobanche" di continuare come prima. Sarebbe l'ultima beffa. Sbaglio? Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 32 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Feb 09 Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere Ho seguito con crescente turbamento le polemiche sulla vicenda di Eluana. Chiunque abbia provato che cosa significhi assistere un proprio caro che ha subito danni al cervello, non può che provare una struggente solidarietà con il padre di Eluana. Questo è un dramma intimo, straziante, che richiede raccoglimento e invece è diventato il tema di una battaglia furibonda da entrambi gli schieramenti. Stamattina ho letto sulla Stampa l'opinione controcorrente di un autorevole cattolico, quella dell'arcivescovo Giuseppe Casale che dice: «Mi sento vicinissimo a papà Peppino. Quella di Eluana non è più vita, porre termine al suo calvario è un atto di misericordia». «Non è tollerabile accanirsi ancora nè proseguire questo stucchevole can can. C'è poco da dire: l'alimentazione e l'idratazione artificiali sono assimilabili a trattamenti medici. E se una cura non porta a nessun beneficio può essere legittimamente interrotta». E ancora: "Si è creato il 'caso Englarò agitando lo spettro dell'eutanasia, ma qui non si tratta di eutanasia. Alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili. Vedo quasi il gusto di accanirsi su una persona chiusa nella sua sofferenza irreversibile. Una vita senza relazioni, alimentata artificialmente non è vita. Come cattolici dovremmo interrompere tutto questo clamore e dovremmo essere più sereni affinchè la sorte di Eluana possa svilupparsi naturalmente - aggiunge monsignor Casale - . I trattamenti medici cui è stata sottoposta non possono prolungare una vera vita, ma solo un calvario disumano. È giusto lasciarla andare nelle mani di Dio.» «L'alimentazione artificiale - conclude Monsignor Casale - è accanimento terapeutico, se la si interrompe Eluana muore. Rispettiamo le sue ultime volontà e non lasciamo solo un padre che, appena si saranno spenti i riflettori di una parossistica attenzione, sarà in esclusiva compagnia del suo dolore. Io lo comprendo, prego per lui, gli sono vicino. Neanche io vorrei vivere attaccato alle macchine come Eluana, anche per me chiederei di staccare la spina. Eluana non c'è più già da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un'esistenza definitivamente svanita». Le parole di Monsignor Casale fanno riflettere. Che abbia ragione lui? Scritto in società, Italia, giornalismo Commenti ( 222 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Feb 09 Quei manager che si tagliano lo stipendio. Dopo lo scandalo dei bonus da 18 miliardi distribuiti ai manager dalle banche americane salvate dallo Stato, Obama corre ai ripari: oggi annuncia una norma che impone un limite di 500mila dollari agli stipendi dei dirigenti delle società che beneficiano dei sussidi pubblici. Bene, è un passo nella giusta direzione. Tuttavia, mi chiedo: i 18 miliardi rappresentano un abuso colossale e una distorsione di fondi pubblici: perchè Obama non ne pretende la restituzione? Se lo avesse fatto sarebbe stato davvero credibile, in questo modo invece premia la casta, legalizza l'ultima rapina. E invece in un frangente di crisi come questo sarebbe stato necessario un segnale molto più forte che, evidentemente, Obama non può permettersi. Segnali che invece giungono da alcune aziende private. In Giappone, ad esempio, i manager di alcune grandi società in difficoltà si sono ridotti del 30% lo stipendio. Lo stesso è avvenuto in Italia, nel mio mondo, quello dell'editoria. Il gruppo del Sole 24 Ore ha appena inviato una lettera a tutti i collaboratori in cui annuncia una riduzione dei compensi del 25% per fare fronte a quella che definisce la "Grande Crisi". La lettera è firmata dal direttore Ferruccio de Bortoli e dall'amministratore delegato Claudio Calabi, che hanno dato l'esempio riducendosi di un quarto lo stipendio. Che differenza rispetto ai banchieri di Wall Street! Questa è la strada giusta: se i tempi sono duri, lo sono per tutti. Ed è il capo che mostra la via assumendosi in prima persona i sacrifici richiesti. Io lo chiamo capitalismo responsabile e mi piace moltissimo. Scritto in economia, società, era obama, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, giornalismo Commenti ( 80 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Feb 09 Ecco perché il clandestino in realtà non viene espulso Sul Giornale di ieri Stefano Zurlo ha scritto un bell'articolo, in cui racconta che cosa accade agli irregolari che vengono arrestati. Mi ha colpito questo passaggio: "È un meccanismo davvero surreale. Il clandestino viene espulso; non se ne va o torna di nascosto nel nostro Paese e allora scatta, obbligatorio, l'arresto. Ma i processi, di media, sono catene di montaggio delle scarcerazioni: l'imputato esce, in attesa del verdetto, e tanti saluti. Oppure, se la sentenza arriva di volata, viene condannato, ad una pena di 6-8-10 mesi. E subito dopo rimesso in libertà. Come è normale quando la pena è inferiore ai due anni. Insomma, l'irregolare viene afferrato dalla legge e dalla legge riconsegnato alla sua vita invisibile. Con una postilla: se lo acciufferanno di nuovo, sempre senza documenti, non potranno più processarlo: non si può giudicare due volte una persona per lo stesso reato". Se questa è la realtà, e non dubito che lo sia, la lotta ai clandestini è assolutamente inutile. Continueranno ad arrivare, sempre più numerosi, proprio perché è garantita l'impunità. E allora è necessario correre ai ripari, varando norme che non permettano la scarcerazione in attesa del processo e, come ho già scritto, che rendano obbligatorio il rilevamento, oltre delle impronte digitali, dell'iride dell'occhio. Solo così l'Italia può assumere una credibilità che oggi non ha. L'alternativa è che l'Italia si trasformi non in una società tendenzialmente multietnica, ma in un Paese anarchico con profonde ingiustizie sociali e un razzismo diffuso. Non c'è più tempo da perdere: tocca al governo di centrodestra proporre misure concrete. E al centrosinistra moderato di Veltroni sostenerle con spirito bipartisan. Perché il problema degli immigrati non ha più colore politico ma è sentito, con angoscia, dalla stragrande maggioranza degli italiani, compresi i progressisti. O no? Scritto in società, globalizzazione, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 71 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Jan 09 La casta di Wall Street? Continua ad arricchirsi. Negli ultimi giorni mi sono occupato nuovamente della casta dei banchieri, che ha inguaiato il mondo. Ho scoperto alcuni dettagli interessanti, ad esempio, che l'ex numero uno di Lehman Brothers, ha venduto la sua lussuosa residenza in Florida, stimata 14 milioni di dollari. Il prezzo? Cento dollari. Chi l'ha comprata? La moglie. E così si cautela contro eventuali creditori. Ipotesi peraltro remota, perché le leggi americane offrono ampie protezioni ai banchieri protagonisti della truffa del secolo. I protagonisti del disastro finanziario passano le loro giornate a giocare, a golf, bridge, cricket. E quelli che non si sono ritirati continuano ad arricchirsi. Nel 2008, mentre le loro società venivano salvate dal fallimento, i manager delle banche si sono accordati bonus per 18,4 miliardi di dollari, come spiego in un editoriale, nel quale pongo una domanda a questo punto fondamentale: è giusto salvare le banche se la casta non viene smantellata? Tremonti dice: a casa o in galera. Sono d'accordo con lui. Se il capitalismo vuole risorgere deve riscoprire una virtù indispensabile, quella della responsabilità individuale. E fare piazza pulita. Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, democrazia, gli usa e il mondo Commenti ( 73 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Jan 09 Immigrazione, stiamo sbagliando (quasi) tutto? I fatti degli ultimi giorni hanno riportato alla ribalta la questione degli immigrati. Ne traggo tre riflessioni. 1) La crisi economica renderà ancora più acuto il problema dell'immigrazione all'interno della Ue. Romania e Bulgaria sono già in forte crisi economica e non mi stupirebbe se nei prossimi mesi aumentasse il numero di cittadini di questi Paesi che cerca fortuna nei Paesi europei ricchi; che, però, come ben sappiamo, non sono risparmiati dalla recessione. Rumeni, bulgari verranno qui ma non troveranno lavoro e molti di quelli che già abitano in Italia lo perderanno. La situazione rischia di diventare rapidamente esplosiva: povertà, indegenza, disperazione, dunque probabile aumento della delinquenza spicciola e molto potenziale manodopera per la malavita e per gli imprenditori italiani schiavisti (che esistono e vanno combattuti energicamente) . Tutto questo alimenterà il razzismo e l'incomprensione reciproca. Occorre che l'Unione europea prenda iniziative straordinarie per limitare la libertà di circolazione delle persone, anche ripristinando, transitoriamente i visti. 2) L'immigrazione extra Ue non si combatte solo alzando barriere, che in realtà servono a poco, perchè, come ha dimostrato l'ultimi rapporto della Fondazione Ismu, dei 450 mila stranieri che arrivano illegalmente, solo 120mila attraversano il Mediterraneo. Gli altri sbarcano con un visto regolare (di studio, turistico o per lavori stagionali) e si danno alla macchia. Come si combatte questo fenomeno? Imitando gli americani: che prendono la foto e le impronte digitali a tutti i visitatori, In tal modo (magari anche con il controllo dell'iride) si creerebbe una banca dati europea che rende facilmente identificabili i clandestini. 3) Gli immigrati non partono spinti solo dalla povertà, ma anche - anzi, soprattutto - per inseguire il mito di un'Europa Eldorado, come ho spiegato in questa analisi. Il mito non viene mai scalfito dai media nè nè dalla sociteà africana, che anzi continu ad alimentarlo. «Gli africani quando partono non immaginano che fuori possa fare più freddo che dentro un frigorifero», mi ha detto Gustave Prosper Sanvee, direttore della tv cattolica del Togo. Dunque se vogliamo limitare le partenze è necessario che gli immigrati sappiano che l'Europa non è un paradiso, ma spesso un purgatorio fatto di stenti, sofferenza, spesso umiliazioni e che ci ce la fa deve rispettare regole sociali e di convivenza che sono molto diverse da quelle africane. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che l'Europa promuova una politica di comunicazione mirata alle popolazioni Africane, che oggi è inesistente. Da qui la mia riflessione: perché non provare un approccio diverso sull'immigrazione? Ho l'impressione che le misure tentate non abbiano prodotto gli effetti sperati e siano destinate al fallimento anche in futuro. In altre parole, l'Italia e l'Europa stanno sbagliando (quasi) tutto. O no? Scritto in società, europa, globalizzazione, immigrazione Commenti ( 72 ) » (7 voti, il voto medio è: 3.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jan 09 Resa dei conti tra la Cina e gli Usa? Il sito del Giornale nelle ultime 48 ore ha dovuto affrontare la migrazione da un provider a un altro e dunque anche l'accesso al blog è stato difficile, soprattutto in certe zone d'Italia. Mi scuso per questo inconveniente, ora risolto. Negli ultimi due giorni sul Giornale ho scritto ancora di Obama, che ha litigato con il Vaticano sull'aborto e per la prima volta ha avuto qualche screzio con la stampa americana, finora notoriamente compiacente. I giornalisti Usa tra l'altro si sono accorti che un lobbista dell'industria delle armi è stato nominato numero due del Pentagono, vicenda di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi su questo blog. Era ora. Ma la notizia più significativa riguarda la Cina, sebbene non abbia avuto molto rilievo sui giornali italiani. E' accaduto questo: il segretario al Tesoro Timothy Geithner che giovedì, durante le audizioni alla Commissione finanze del Senato, aveva accusato Pechino di «manipolare le quotazioni dello yuan per ottenre scorrettamente vantaggi commerciali», aprendo di fatto l'iter che, in base a una legge del 1988, permetterebbe al governo americano di imporre sanzioni ovvero barriere tariffarie. La Cina ha risposto smentendo le accuse, mentre il ministro degli Esteri di Pechino ha chiamato Hillary Clinton ammonendola a non compiere passi falsi. Perchè questo screzio? I fattori di attrito sono diversi, ma a mio giudizio ne prevale uno: quello del debito americano. La Cina è da qualche anno il primo sottoscrittore al mondo di Buono del tesoro Usa, ma una decina di giorni fa ha annunciato che intende ridurre il proprio impegno e usare una parte delle risorse per rilanciare l'economia interna. L'America, però, non può permetterlo; anzi, visto che il suo deficit pubblico quest'anno triplicherà, vorrebbe che Pechino aumentasse gli acquisti di Treasury. L'affondo di Geithner ha l'aria di un monito ai cinesi: se Pechino non si ricrede, Washington si vendicherà alzando le barriere doganali; dunque rendendo impervio l'accesso a un mercato che rappresenta il principale sbocco ai beni «made in China». Si scatenerebbe una guerra commerciale e finanziaria da cui usciremmo tutti perdenti. Lo spettro è quello di un dollaro in caduta libera e di una Cina in profonda depressione, che aggraverebbe la crisi dell'economia mondiale. Domanda: lo scenario è credibile? Ragionavolmente uno scontro non conviene a nessuno e pertanto dovrebbe prevalere la ragionevolezza. Fino a quando la Cina, che secondo alcuni economisti sarebbe già in depressione, è disposta a usare le proprie risorse per finanziare il deficit americano? E Obama è in grado di gestire con saggezza rapporti delicati e cruciali come questi? Scritto in economia, era obama, globalizzazione, notizie nascoste, cina, gli usa e il mondo Commenti ( 23 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.44 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jan 09 Basta torture. Bravo Obama, ma come la mettiamo con l'Iran? "L'America non tortura", ha dichiarato ieri Obama rinfrancando chi ha sempre visto nell'America un baluardo di civiltà, saldamente ancorato ai valori della democrazia e della Costituzione. Quell'America è tornata. Bravo Obama, ma McCain, se avesse vinto, avrebbe fatto altrettanto. Entrambi sono convinti che la guerra al terrorismo non possa essere condotta violando i principi che l'America ha sempre proclamato di rispettare, proponendosi pertanto come un modello virtuoso per gli altri Paesi. La stragrande maggioranza dei detenuti di Guantanamo è risultata innocente, ma per molti mesi ha vissuto in condizioni orribili, da lager sovietico, senza assistenza legale, per molto tempo senza nemmeno il monitoraggio della Croce Rossa. Segregati, senza colpa. E nelle prigioni segrete della Cia è successo di tutto: sevizie orribili, alcuni prigionieri sono spariti nel nulla. Ma quanti di loro erano terroristi? Pochi. Obama (e McCain) sono convinti che la guerra ad Al Qaida debba essere risoluta ed energica, ma senza ricorrere a metodi tipici di una dittatura e non di una grande democrazia. La chiusura di Guantanamo e delle prigioni Cia ha anche una valenza politica, perché rafforza e precisa il messaggio di apertura al mondo arabo e all'Iran, con cui la Casa Bianca è pronta ad avviare "negoziati diretti senza precondizioni", come spiego in questo articolo, mentre si rafforzano i segnali di un raffreddamento dei rapporti con Israele (anticipati su questo blog il 14 gennaio). Ieri ho parlato con alcuni esperti di Washington e, off the record, una fonte qualificata del governo americano mi ha fatto notare che Obama nel suo discorso di insediamento non ha citato Israele. E chi è il primo leader straniero con cui Barack ha parlato? Il palestinese Abu Mazen. Basta torture ed è un bene; ma anche meno Israele e più Iran, rapporti ancora più stretti con le potenze del Golfo persico e dunque mano tesa all'Islam fondamentalista sia sunnita che sciita. Scelta strategica lungimirante o clamoroso errore che contraddice i valori degli Usa, premiando regimi come l'Iran e l'Arabia Saudita che calpestano i diritti umani? Scritto in israele, era obama, democrazia, medio oriente, gli usa e il mondo, islam Commenti ( 103 ) » (8 voti, il voto medio è: 2.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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Boh/ Orientalia4All: che non sia stato solo e tutto amore è ovvio, se è vero che lui ha scritto l'sms alla ex... fedenrico: Caro Foa, ho letto il tuo articolo del 22 aprile scorso. Il ritratto umano che ne scaturisce suscita in me... Ultime news Eluana, a Paluzza iniziato il funerale Il parroco: "Oggi parlino le coscienze"Alitalia, cassintegrati e precari protestano: bloccata l'autostradaRecessione mondiale, Bce: "Il protezionismo sfavorisce la crescita"Trapani: giovane romena violentata e schiavizzata Fermate quattro personeBenedetto XVI: "Shoah è un crimine contro Dio"Sci, nel gigante mondiale la Karbon resta di legnoChi beve (poco) è più sano e diventa anche più riccoVeltroni: "Mi ha scritto Obama" Ma il testo era una fotocopiaSinistra, il "nuovo" leader è ScalfaroIn manette Ketty: il boss transsessuale Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. 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Il leghista Bertarelli: <Norma stupida, sono tentato di restituire la tessera> (sezione: Diritti umani)

( da "Settegiorni (Magenta)" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

MEDICI E CLANDESTINI Tra i contrari il Comitato pace e l'ex sindaco di Magenta IL LEGHISTA BERTARELLI: «NORMA STUPIDA, SONO TENTATO DI RESTITUIRE LA TESSERA» Bertarelli è anche medico oculista Magenta - Fa discutere anche in zona la norma approvata di recente in base alla quale i medici potranno, in base alla loro libera coscienza, segnalare all'autorità i cittadini irregolari che si presentassero per ricevere delle cure, esponendoli di fatto all'espulsione. Aperta condanna al provvedimento viene dal Comitato intercomunale per la pace del Magentino che rifiuta decisamente la figura del «medico-poliziotto», giudicata dal Comitato come «l'ennesima trovata becera e razzista della Lega Nord . È scesa in campo persino la Cei (cioè i vescovi italiani) che ha dichiarato: " ..le leggi sono votate secondo le regole della democrazia, ma la Chiesa continuerà ad aiutare i poveri migranti non regolari". Acli, Arci, Cgil, e la stragrande maggioranza dei medici italiani denunciano la violazione del Diritto Universale alla Salute. Secondo queste associazioni democratiche "...si va contro l'etica e la deontologia e vi è il rischio di un boomerang sul piano della salute pubblica. Si può creare una sanità clandestina e parallela, alla fine dannosa per i malati e per tutti i cittadini, con la possibilità di diffusione di patologie non più controllabili..." Insomma, come afferma anche Emergency, "questa è l'ennesima prova del degrado valoriale ,culturale e politico della destra di casa nostra che sta marciando verso un vero e proprio regime di apartheid nei confronti dei cittadini stranieri". Le stesse associazione indicano nella disobbedienza civile l'unica via per combattere questa grave iniziativa del Governo Berlusconi - disobbedire, in questo caso vuol dire chiedere ai medici di agire nel rispetto della Costituzione Italiana, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e soprattutto del Giuramento di Ippocrate, che tutti i medici devono prestare prima di iniziare la professione e che prevede l'impegno irrinunciabile "...di curare tutti i pazienti con eguale scrupolo e impegno, ...prescindendo da differenze di razza, religione, nazionalità condizione sociale e ideologia politica"». E a trovare addirittura «sgradevole e dannosa» l'iniziativa del governo è Franco Bertarelli, ex sindaco di Magenta ora capogruppo del Carroccio in consiglio comunale, medico oculista. «Sorprendenti per incompetenza le parole del sottosegretario alla Salute Francesca Martini afferma Bertarelli -, che sì è dichiarata soddisfatta del provvedimento in quanto lascia "decidere i camici bianchi, perché dietro ogni medico c'è anche un cittadino". E io dico che questi medici e questi cittadini vorrebbero essere rappresentati in Parlamento da persone un poco più qualificate della signora Martini. Infatti il reato di immigrazione clandestina è diventato un reato perseguibile d'ufficio. I medici di Pronto soccorso sono ufficiali sanitari. I medici di pronto soccorso devono denunciare gli immigrati clandestini che si rivolgono per cure e assistenza al Pronto Soccorso. Pena la denuncia per omissione d'atti d'ufficio. Altro che libertà di decidere in piena coscienza! Da un punto di vista della logica aristotelica il ragionamento non fa una grinza. Da un punto di vista morale trovo la cosa squallida al punto da essere tentato di restituire la tessera di militante della Lega. Ho fino ad oggi condiviso tutte le scelte della Lega sull'immigrazione. Trovo che l'immigrazione clandestina vada combattuta in tutti i modi sia per la conservazione della convivenza civile del nostro Paese e dell' Europa intera, sia per la dignità degli immigrati. I ragionamenti buonisti, della Chiesa e della Sinistra, in base ai quali l'immigrazione clandestina si combatte in primo luogo favorendone la regolarizzazione, sono viziati dal fatto che la domanda di immigrazione è un pozzo senza fondo. Ma arrivare a colpire l'immigrazione nel momento del bisogno sanitario (il più sacrosanto dei bisogni, ampiamente garantito dalla nostra Costituzione) e per di più attraverso i medici, che hanno doveri diversi e ben più elevati che combattere questo genere di reati, è a dir poco sgradevole e per sovrapprezzo inutile, controproducente e quindi stupido. È pur vero che i cittadini italiani sono arcistufi di vedere i pronto-soccorsi intasati da extracomunitari che non pagano mai un ticket, che si comportano come se fossero loro i padroni dell'ospedale. Ma rimane il fatto che il compito di combattere l'immigrazione clandestina non spetta ai medici, ma alle Forze dell'Ordine. Gli sfruttatori dei derelitti sono avvoltoi che vanno messi in galera possibilmente dimenticandosi del luogo dove si è riposta la chiave. Importante e doveroso individuare le vie più corrette per far pervenire aiuti al terzo mondo in modo da migliorare le condizioni di vita di quei paesi e ridurre, negli anni a venire, il desiderio di fuga verso l'Occidente opulento. Queste vie sono rappresentate in primo luogo dalle missioni cristiane e dalle organizzazioni laiche quali "Medici senza frontiere" che arrivano sul territorio con minimo dispendio di denaro. Le grandi organizzazioni quali la Fao o le altre che fanno capo alle Nazioni Unite spendono oltre l'80% del denaro raccolto per le loro spese generali. Una vergogna. Ma tornando a noi, la normativa or ora approvata, oltre ad essere sgradevole è anche dannosa. La stragrande maggioranza dei medici si rifiuterà di effettuare la denuncia anche a rischio di essere denunciati loro stessi per omissione di doveri d'ufficio e quindi il provvedimento non porterà all'individuazione che di una minima parte dei clandestini che si dovessero ancora rivolgere alle strutture sanitarie pubbliche italiane. Per converso la norma riuscirà a tenere lontani i clandestini da tali strutture, con danno per la loro e la nostra salute grazie alla diffusione di malattie contagiose, quali la tubercolosi, che eravamo quasi riusciti a debellare. In conclusione, a mio parere, un brutto passo falso del Governo e della Lega. Si dice che si sia voluto uniformare la legislazione a quella esistente nel resto d'Europa. Avremmo potuto continuare a distinguerci anche per quel senso di umanità che, anche negli anni più difficili della nostra storia, ci ha consentito di non trasformare l'errore in orrore». Articolo pubblicato il 13/02/09

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una corazza contro la dittatura nata da una guerra di popolo - (segue dalla prima pagina) giorgio bocca (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 6 - Interni Una corazza contro la dittatura nata da una guerra di popolo (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) GIORGIO BOCCA Generazioni di comunisti europei hanno saputo benissimo, sin dalla sua promulgazione nel ´36, che la costituzione staliniana era un sogno e un´impostura per coprire la dittatura, che il socialismo reale era quello dei piani quinquennali e della modernizzazione forzata, ma nella convinzione e nella speranza che quello fosse il solo percorso possibile. Come Togliatti scrisse in risposta alle critiche di Gramsci: «Dobbiamo riconoscere che l´azione del partito comunista russo, la rivoluzione russa sono stati il più grande fatto di organizzazione e di propulsione delle forze rivoluzionarie. Oggi questa propulsione è ancora attiva e crescente nel proletariato mondiale, all´evidenza è ancora attiva nelle classi operaie del mondo, nel mondo intero c´è la convinzione che in Russia, dopo la conquista del potere, il proletariato può costruire il socialismo e sta costruendolo». Nella generazione dei comunisti dell´era staliniana restava cioè la profonda convinzione che con tutte le sue deviazioni autoritarie Stalin restava nel profondo un socialista, e che la dittatura sovietica, nonostante i suoi spaventosi prezzi, aveva tenuta aperta la via al socialismo, come era stato confermato dalla vittoria contro il nazismo. Siamo cioè di fronte a uno dei grandi paradossi della storia: i comunisti europei sanno che il socialismo in un solo paese si è trasformato in una dittatura spietata, ma pensano che sia ancora possibile riparare l´errore di percorso, costruire un socialismo democratico. Togliatti è il testimone politico più autorevole di questa ambiguità. Rappresentante del Comintern in Spagna durante la guerra civile, detta i tredici punti di una costituzione repubblicana che entrerà in vigore a guerra vinta contro il franchismo: autonomie regionali, rispetto della proprietà e dell´iniziativa private, e dei diritti civili, libertà di coscienza e di fede religiosa, assistenza alla piccola proprietà, riforma agraria per la creazione di una democrazia rurale, rispetto delle proprietà straniere non compromesse con il franchismo, ingresso della Spagna nella Società delle Nazioni, amnistia per tutti gli spagnoli che hanno partecipato alla guerra di liberazione. In sintesi il progetto di rimettere assieme un paese diviso fra anarchici, socialisti, comunisti e conservatori, un paese, si badi, dove la polizia politica stalinista continuava ad arrestare e fucilare i nemici, presunti o reali. La costituzione togliattiana fu naturalmente criticata sia dalla sinistra trozkista come un tradimento della rivoluzione, sia dai conservatori come un cavallo di Troia dello stalinismo. Ma essa resta nel 1938 come uno dei punti più alti del rilancio democratico. Aggiungiamo che anche il cinico Togliatti si era illuso sulla possibilità di correggere lo stalinismo: è proprio di quell´anno la svolta machiavellica di Stalin, che cessa gli aiuti alla rivoluzione spagnola per preparare le nuove alleanze con le grandi democrazie minacciate dal nazismo. Sconfitto in Spagna il riformismo togliattiano ritorna nell´Italia democratica dopo il ´45, e questa volta è l´intero arco costituzionale, dai comunisti ai democristiani ai liberali, in un paese che ha conosciuto la ferocia nazista, a volere una costituzione democratica, di cui Piero Calamandrei può dire "lo spirito della Costituzione deve tradursi in questi caratteri essenziali: la democrazia come sistema politico delle libertà, e il lavoro come sostanza di una libertà non solo formale. In sostanza il programma dei fratelli Rosselli e del movimento Giustizia e libertà". Il progetto spagnolo di costituzione scritto da Togliatti deve adattarsi al mutamento della società italiana: il partito comunista e le sue pretese egemoniche sono state fortemente ridimensionate dalle elezioni, il primo partito italiano è il socialista seguito dal democristiano, il peso dei cattolici nella società italiana è determinante, e il partito comunista ne prende atto facendo approvare anche ai compagni più riottosi l´articolo sette, cioè la conferma dei patti lateranensi che riconoscono alla chiesa una posizione di assoluto privilegio. Due compagni, La Noce e Terracini, negano il loro voto, ma il partito compatto approva. E qui si chiude il mito del partito della rivoluzione o della "terza ondata", che ancora turba i sogni del nostro premier, e che viene ripetuto sino all´ossessione nella sua propaganda elettorale. La Costituzione repubblicana e democratica non è nata solo da un accordo politico fra i partiti. è nata dalla guerra di liberazione, dalla presa di coscienza che il paese era socialmente imperfetto e antico, che l´Italia regia e fascista aveva compiuto una modernizzazione tecnica e in parte economica, ma non aveva risolto le divisioni sociali, restava una società divisa in cui gli operai, i contadini e in genere i poveri restavano diversi anche nel modo di vestire, di parlare, e persino nel pubblico passeggio, oltre che nella giustizia e nei diritti umani. La guerra partigiana non fu una rivoluzione politica, ma come guerra di popolo, a cui partecipavano italiani di ogni ceto, fu una rivoluzione sociale, per fare finalmente del popolo italiano un popolo unito. I critici della Costituzione si dividono fra quelli che la giudicano troppo prudente e quelli per cui è troppo avanzata. è difficile però disconoscerne i meriti, essa è stata nel dopoguerra una corazza che ha protetto il paese da cedimenti autoritari, da ipocrisie populistiche e demagogiche, cioè dalle tentazioni cui il nostro premier spesso cede.

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l'etica di fronte alla vita vegetale - (segue dalla prima pagina) (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 37 - Commenti L´etica di fronte alla vita vegetale Una diversa concezione della vita produce una diversa etica Ciò che per me è edificazione per altri è tortura (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Riguarda il controllo dei sentimenti e delle passioni. Un controllo che la direzione spirituale sapeva insegnare agli uomini di Chiesa di un tempo, e che invece oggi sembra smarrito. Assistiamo allo spettacolo di una Chiesa isterica: che non è amareggiata ma arrabbiata, che non parla ma grida, anzi talora insulta, che non suggerisce ma ordina, che non critica ma impone alzando la voce, o facendo pressioni su chi tiene il bastone del comando. Non discuto la buona intenzione di combattere per la giusta causa, mi permetto però di dubitare sullo stile e più ancora sull´efficacia evangelizzatrice di tale battaglia. L´unico "cardinale" che ha pronunciato parole sagge e coraggiose è stato Giulio Andreotti, quando ha giudicato il decreto governativo un´indebita invasione nella sfera privata delle persone. Andreotti è uno dei rari cattolici che ancora ricorda e pratica la capitale distinzione tra etica e diritto, che è, a mio avviso, il punto decisivo di tutta la questione. Personalmente ero contrario all´interruzione dell´idratazione di Eluana. Se mi trovassi io a vivere una condizione del genere (o peggio ancora uno dei miei figli) vorrei che mi si lasciasse al mio posto di combattimento nel grande ventre della vita anche con la sola vita vegetale: nessun accanimento terapeutico, ma vivere fino in fondo la vita lasciandomi portare dall´immenso respiro dell´essere, secondo la tradizionale visione della morale della vita fisica non solo del cattolicesimo ma anche delle altre grandi tradizioni spirituali. Chissà poi che cosa significa "vita vegetale": da precisi esperimenti è risaputo che anche le piante provano emozioni, e reagiscono con fastidio a un certo tipo di musica e con favore a un altro (dicono che la preferita sia la musica sacra indù della tradizione vedica). La vita vegetale è una cosa seria, ognuno di noi la sta vivendo in questo momento, basta considerare la circolazione del sangue, il metabolismo, il sistema linfatico. Il fatto, però, è che non si trattava di me, ma di Eluana, e che ciò che è un valore per me, non lo era per lei. Una diversa concezione della vita produce una diversa etica, e da una diversa etica discende una diversa modalità di percepire e di vivere le situazioni concrete, così che ciò che per uno può essere edificazione, per un altro si può trasformare in tortura. Si pensi alla castità, alla clausura, al martirio e ad altri valori religiosi, che per alcuni non sono per nulla valori ma un incubo spaventoso solo a pensarli. Il padre di Eluana ha lottato per liberarla da ciò che per lei era una tortura, ed è probabile che la conoscesse un po´ meglio del ministro Sacconi e del cardinal Barragan. Grazie allo stato di diritto, alla fine l´ha liberata. Io non sono d´accordo? è un problema mio, non si trattava di me, ma di lei. Tutto molto semplice, come sempre è semplice la verità. Ora aspettiamo una legge sul testamento biologico, e io penso che il compito dello Stato sia precisamente quello di produrre, a partire dalle diverse etiche dei cittadini, una legge ove tutti vedano riconosciuta la possibilità di vivere e di morire secondo la propria concezione del mondo. Se lo Stato fa questo, realizza la giustizia, che, com´è noto, consiste nel dare a ciascuno il suo. La distinzione tra etica e diritto è decisiva. A questo punto però sento la voce di Benedetto XVI che rimprovera questa mia prospettiva di "relativismo" in quanto privilegia la libertà del singolo a scapito della verità oggettiva. è mio dovere cercare di rispondere e lo faccio ponendo una domanda: Dio ha voluto oppure no l´incidente stradale del 18 gennaio 1992 che ha coinvolto Eluana? A seconda della risposta discende una particolare teologia e una particolare etica. Io rispondo che Dio non ha voluto l´incidente. L´incidente, però, è avvenuto. In che modo allora il mio negare che Dio abbia voluto l´incidente non contraddice il principio dell´onnipotenza divina? Solo pensando che Dio voglia sopra ogni cosa la libertà del mondo, e precisamente questa è la mia profonda convinzione. Il fine della creazione è la libertà, perché solo dalla libertà può nascere il frutto più alto dell´essere che è l´amore. Ne viene che la libertà è la logica della creazione e che la più alta dignità dell´uomo è l´esercizio della libertà consapevole deliberando anche su di sé e sul proprio corpo. è verissimo che la vita è un dono di Dio, ma è un dono totale, non un dono a metà, e Dio non è come quelli che ti regalano una cosa o ti fanno un favore per poi rinfacciartelo in ogni momento a mo´ di sottile ricatto. Vi sono uomini di Chiesa che negano al singolo il potere di autodeterminazione. Perché lo fanno? Perché ospitano nella mente una visione del mondo all´insegna non della libertà ma dell´obbedienza a Dio, e quindi sono necessariamente costretti se vogliono ragionare (cosa che non sempre avviene, però) a ricondurre alla volontà di Dio anche l´incidente stradale di Eluana. Delle due infatti l´una: o il principio di autodeterminazione è legittimo perché conforme alla logica del mondo che è la libertà (e quindi l´incidente di Eluana non è stato voluto da Dio); oppure il principio di autodeterminazione non è legittimo perché la logica del mondo è l´obbedienza a Dio (e quindi l´incidente è stato voluto da Dio). Tertium non datur. Per questo io ritengo che la deliberazione della libertà sulla propria vita non solo non sia relativismo, ma sia la condizione per essere conformi al volere di Dio. Il senso dell´esistenza umana è una continua ripetizione dell´esercizio della libertà, a partire da quando abbiamo mosso i primi passi, con nostra madre dietro, incerta se sorreggerci o lasciarci, e nostro padre davanti, pronto a prenderci tra le sue braccia. In questa prospettiva ricordo alcune parole del cardinal Martini: «è importante riconoscere che la prosecuzione della vita umana fisica non è di per sé il principio primo e assoluto. Sopra di esso sta quello della dignità umana, dignità che nella visione cristiana e di molte religioni comporta una apertura alla vita eterna che Dio promette all´uomo. Possiamo dire che sta qui la definitiva dignità della persona� La vita fisica va dunque rispettata e difesa, ma non è il valore supremo e assoluto». Il valore assoluto è la dignità della vita umana che si compie come libertà. Sarebbe un immenso regalo a questa nazione lacerata se qualche esponente della gerarchia ecclesiastica seguisse l´esempio della saggia scuola democristiana di un tempo esortando gli smemorati politici cattolici dei nostri giorni al senso della laicità dello stato. Li aiuterebbe tra l´altro a essere davvero quanto dicono di essere, il partito "della libertà". Che lo siano davvero e la garantiscano a tutti, così che ognuno possa vivere la sua morte nel modo più conforme all´intera sua vita.

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Fine vita, dopo Eluana il Pd abbia più coraggio (sezione: Diritti umani)

( da "Riformista, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Fine vita, dopo Eluana il Pd abbia più coraggio Caro direttore - Eluana ha scosso sentimenti e riflessioni. Per l'epilogo di una ragazza che si è consumata dentro una corazza di assenza e immobilità. Per l'amore di un padre che ha mutato una tragedia privata in un tema di responsabilità pubblica. Ora il Parlamento non può sfuggire e le sue scelte peseranno sul destino di tanti. Servirebbe una soluzione saggia e condivisa. Non è facile, ma neppure impossibile se accettiamo l'idea che esiste una storia di pensieri e principi a fare da lanterna, quella Costituzione che assegna alla "persona" diritti e doveri certi nel diritto alla salute, nella libertà di cura, nella propria dignità e responsabilità. Negli anni la medicina ha schiuso grandi opportunità e uno spirito di precauzione si è mescolato a speranze nuove. Ma il punto rimane lo stesso. Il riconoscimento dell'autodeterminazione di sé anche sui temi che attengono alla propria sfera più intima. Tema che ha attraversato in particolare il cammino delle donne. Dunque quando si riflette sulla cura o sulla fine della vita, tenere unite libertà del singolo e responsabilità verso gli altri significa assumere a fondamento lo Stato di diritto. In altri termini, pesano la famiglia, i medici, le istituzioni, ma alla fine sulla mia vita l'ultima parola è la mia e nessuno può procedere in mio nome. È questo il valore di quel consenso informato che ci accompagna nelle malattie. Come degli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione o del contenuto della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina del Consiglio d'Europa. In questi principi non c'è un negare il valore della vita. C'è la scelta, al contrario, di un'educazione permanente alla vita. Per questo, se nell'assecondare le convinzioni di una parte, religiosa o culturale, la legge venisse meno a quei principi si condannerebbe un'altra parte a una disuguaglianza di fatto persino nei momenti più bui dell'esistenza. Ma la democrazia senza uguaglianza può scivolare nell'autoritarismo. Oppure nell'opacità. Come avviene nel turismo procreativo o nell'indifferenza verso i diritti umani. E come può avvenire nel risolvere, in solitudine, un dramma cui le istituzioni non hanno dato risposta. Allora non basta dire, "subito la legge". E tantomeno si può ignorare l'intento di imporre, sull'onda di eventi drammatici, una norma "ideologica" e di rivincita. Il nodo è la qualità di una legge mite, essenziale, da monitorare. Che mi consenta di rifiutare ciò che ritengo un accanimento verso la mia dignità e il mio corpo. "Garantire" una cura - questo è il nodo - non significa "obbligarmi" a una cura. Leggo che la politica dovrebbe fare un passo indietro. Anche due se la politica ha il volto di un Governo che usa la partecipazione del Paese per scardinare l'equilibrio tra i poteri facendosi interprete dell'ala oltranzista della gerarchia cattolica. Ma per quanto riguarda noi, penso che la politica debba fare un passo avanti, sul piano dei valori e di una battaglia delle idee. Dobbiamo capire che la consistenza storica di un partito è nella capacità di tenere uniti principi e proposta. Nel senso che tra economia e democrazia, tra temi etici e misure sociali non c'è un "prima" e un "dopo". Perché le persone non sono frazionabili. Vogliono un lavoro, il rispetto della loro dignità. E anche una speranza nei momenti duri che la vita riserva. Ma soprattutto perché è solo in nome dei "tuoi" valori che puoi contrastare lo sfondamento culturale di una destra spregiudicata e cinica. Ecco perché più chiaro doveva essere il nostro richiamo allo Stato di diritto quando il Governo ha avviato il suo assalto a una sentenza della Cassazione. Per la stessa ragione è vigile oggi la nostra difesa della Costituzione e massima la solidarietà al presidente Napolitano. Poi è ovvio, per la nostra storia, riconoscere libertà di coscienza su temi come questi. Ma non può essere un modo per eludere la discussione. Sempre che vogliamo diventare un partito vero. Ecco perché mi ha fatto riflettere che esponenti del Pd potessero prescindere nel loro eventuale Sì alla "legge su Eluana" dalle motivazioni proposte e da anatemi così lontani da quella Costituzione che continua a essere la nostra "bibbia laica". Quando ho aderito al nuovo partito pensavo che culture diverse dovessero porre al centro proprio il valore della persona, per avanzare nella ricerca di soluzioni sagge anche su temi difficili, soprattutto in Italia. Ma per questo è richiesto a quelle culture di fare ciò che il vecchio riformismo non ha mai fatto, investire fino in fondo nella libertà e responsabilità di ognuno come risorsa per il progresso di tutti. Nei giorni scorsi, si è scritto che non dobbiamo regalare i voti cattolici al Pdl o all'Udc. Sento un altro dovere. Creare riferimenti ideali capaci di parlare ai cattolici e a chi non lo è. Anni fa a Milano il cardinale Martini volle la Cattedra dei non credenti, insegnando che una comunità per esser tale deve coltivare virtù civiche e morali condivise. Ho avuto conferma anche da quelle lezioni che la laicità è un bene prezioso per la convivenza e il dialogo, soprattutto nell'epoca di nuovi e vecchi fondamentalismi. E che l'autonomia della politica non è sinonimo di rinuncia, ma di coraggio e limpidezza. Viviamo tempi che impongono di non scordarlo mai. Barbara Pollastrini 13/02/2009

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UNA SERENA INCHIESTA SU GENOVA (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

UNA SERENA INCHIESTA SU GENOVA VOCI D'AUTORE Ritorno sulle motivazioni delle sentenze, che sono importantissime al di là delle assoluzioni o degli anni di galera che distribuiscono. Perché le motivazioni stabiliscono dei fatti, accertano delle verità e soprattutto offrono spunti di riflessione che chiedono risposte più profonde. Che qualcuno che se lo merita vada dietro le sbarre è importante ma non cambia le cose, le cose cambiano se la storia, l'etica e la politica se ne occupano in maniera efficace. Sono state pubblicate da poco le motivazioni del terzo grande processo - anche questo ancora di primo grado - sui fatti del G8 di Genova. Questo riguardava il massacro della scuola Diaz e si era concluso con molte assoluzioni piuttosto discusse, che però, adesso, non ci interessano. Ci interessa una parte delle motivazioni che riconosce che molti agenti agirono in modo violento avendo avuto la promessa da parte dei superiori dell'impunità. Ci sono anche tante altre cose nelle motivazioni, ma per ora ci basta questa, da aggiungere alla colpevole «disorganizzazione» dell'ordine pubblico evidenziata dalla sentenza sui saccheggi di quei giorni e anche al sapore di «tortura» emerso dalle motivazioni della sentenza sui fatti della casema Bolzaneto. Ce n'è abbastanza, di inquietanti spunti di riflessione, per mobilitare, appunto, la storia, l'etica e soprattutto la politica con una serie di domande su perché sia successo quello che è succeso e come si possa evitare in futuro. La magistratura, a queste domande, non può e non deve rispondere. La società civile sì. La politica sì. Magari con una serena, obbiettiva ed efficace commissione parlamentare d'inchiesta.

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tanti disperati piccoli zaher un piano per i minori afghani (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 20 - Cronaca Tanti disperati piccoli Zaher Un piano per i minori afghani IL COMUNE «Garantiamo i diritti umani» Nel nome di Zaher il progetto del Comune di Venezia di accoglienza dei migranti e una mostra di arte contemporanea. Ma anche la decisione di «non mollare, di fare tutto il possibile perché i diritti umani vengano rispettati anche per questi ragazzi, per queste persone», come ha detto l'assessore alle Politiche sociali Sandro Simionato. Ieri è stato presentato il viaggio inchiesta nel campo profughi a Patrasso dei ragazzi che quotidianamente tentano di raggiungere Venezia e l'Italia da clandestini infilandosi dentro i traghetti. Ieri al centro civico di via Sernaglia è stata l'occasione per un parente e i connazionali del giovane afghano morto schiacciato dal tir sotto al quale si era legato, di ringraziare la città e tutti quelli che si sono impegnati per rimpatriare la salma del ragazzo. E come avviene nella tradizione afghana, dopo ogni funerale, alla fine c'è stato un pranzo. L'associazione «tuttiidirittipertutti» presenterà nei prossimi giorni, a livello europeo, esposti per denunciare come «sistematicamente non vengano garantiti i diritti a questi migranti quando arrivano nei nostri porti del medio e alto Adriatico. Nessuno li mette in condizione di chiedere asilo per motivi umanitari. Vengono respinti dopo aver fatto firmare loro dei documenti che non sanno leggere. Alcuni hanno raccontato di essere stati anche picchiati dalla nostra polizia», spiega Alessandra Sciurba di «Razzismo Stop» appena tornata dal famigerato «Afghanistan camp» di Patrasso. «Di sicuro quando vengono respinti e vengono caricati nelle navi prima vengono picchiati dall'equipaggio delle navi e poi dalla polizia greca. L'Italia non può continuare a respingere in questo modo persone che hanno tutti i titoli per rimanere da noi con un permesso umanitario. Questi ragazzi rischiano di tornare in Afghanistan da dove sono scappati per non essere costretti a diventare kamikaze per conto dei talebani che li costringono a trasformarsi in bombe umane. La gente deve sapere che fine fanno quando vengono respinti illegalmente alle nostre frontiere», sottolinea Alessandra Sciurba. E le storie di questi ragazzi che sembrano tutte uguali sono pugni nello stomaco. Alì ha dodici anni. Al confine tra Iran e Turchia hanno rapito suo fratello maggiore. Lui invece in Turchia ci è arrivato, e ha lavorato per mesi come piccolo schiavo nella casa dei contrabbandieri. Con altri due ragazzini è arrivato ad Ancona. E' stato respinto quando la polizia lo ha trovato dentro un camion. Alì piangeva ma non diceva niente perché al suo amico che urlava di essere minorenne e che in Grecia, al campo, non ci voleva tornare, avevano già dato un pugno sullo sterno. (Carlo Mion)

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<ABBIAMO saputo che il sindaco di Palaia ha emesso ordinanza per l'abbattimento delle 48.0... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Pisa)" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

PONTEDERA / VALDERA pag. 18 «ABBIAMO saputo che il sindaco di Palaia ha emesso ordinanza per l'abbattimento delle 48.0... «ABBIAMO saputo che il sindaco di Palaia ha emesso ordinanza per l'abbattimento delle 48.000 galline ovaiole rimaste intrappolate nell'incendio forse doloso del capannone industriale in località Montanelli, perché "andava salvaguardato il benessere degli animali che ora non si trovano in condizioni ottimali e che quasi sicuramente non potranno più produrre uova"». Scrive Antonella Pandolfi della Lav Pontedera. «Nelle parole del sindaco sembra di scorgere una qualche preoccupazione per il benessere delle galline, ma in realtà la vera motivazione è che non saranno più produttive e quindi vanno... licenziate, cioè uccise. Vorremo ricordare che la vita delle galline ovaiole è quanto di peggio possa esistere, una vera tortura, perché la natura sterile e altamente restrittiva di queste gabbie non consente alle galline di esprimere la maggior parte dei normali modelli di comportamento. Per questo motivo invitiamo il sindaco e i titolari della ditta ad abolire l'allevamento in batteria, anche in considerazione che dal 1° gennaio 2012 sarà vietato l'allevamento delle galline nelle gabbie di batteria, prevedendo alternative».

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<Respinti a Venezia, picchiati a Patrasso: salvate i profughi> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere del Veneto" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2009-02-13 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Come Lampedusa Si moltiplicano gli arrivi, il Comune chiede al governo fondi: rispedirli indietro è una condanna «Respinti a Venezia, picchiati a Patrasso: salvate i profughi» Le associazioni di volontariato accusano la polizia greca: «Anche qui, al porto, casi sospetti» VENEZIA – Picchiati a sangue per ore, chiusi in container di metallo sotto il sole, lasciati senza acqua e cibo, feriti, sanguinanti. Samir ha perso un dito, spaccato a manganellate. Alì, Rahmat, Andra e Muhamat sono stati legati e massacrati di botte dalla polizia greca nel campo profughi di Patrasso dopo essere stati respinti al porto di Venezia. I loro sono racconti di un viaggio in un girone infernale. Racconti così agghiaccianti che anche il consiglio italiano per i rifugiati (Cir) ha chiesto alle autorità italiane che nessun richiedente asilo venga più rimandato in Grecia. La denuncia è stata fatta dalla rete di associazioni umanitarie veneziane «Tutti i diritti umani per tutti» e dal Comune di Venezia, dopo che un gruppo di operatori di Razzismo Stop è andato a Patrasso a raccogliere le testimonianze dei respinti, degli operatori delle associazioni greche e della rete di avvocati dei richiedenti asilo. «Queste sono storie e immagini che interrogano la politica – spiega l'assessore alla Pace di Venezia Luana Zanella – Non possiamo limitarci a guardare. C'è bisogno di una risposta nazionale per un problema che è internazionale». I centri di accoglienza del veneziano infatti sono già pieni adesso e non sono più in grado di accettare nuovi profughi, minorenni o maggiorenni. «L'anno scorso ci erano stati accordati fondi statali per centomila euro – dice l'assessore alle politiche sociali Sandro Simionato – ma quest'anno non ci sono più stati trasferimenti. Il governo deve capire che la politica sull'immigrazione va rivista perché non si possono scaricare le difficoltà solo sulla polizia di frontiera e sui comuni che hanno accesso al mare ». La polizia di frontiera veneziana infatti si limita a respingere i clandestini. E, stando ai racconti dei migranti, gli agenti usano metodi sbrigativi: costringono i profughi a firmare pezzi di carta scritti in una lingua che non conoscono e li spingono a forza dentro una cabina dove attendono per ore, fino al viaggio di ritorno. E chi si rifiuta di cooperare racconta di aver ricevuto sberle, pugni e qualche manganellata. «Ciò che avviene nel porto di Venezia è illegale – spiega Alessandra Sciurba di Razzismo Stop di ritorno dal campo profughi di Patrasso – abbiamo parlato con persone che hanno diritto all'asilo politico perché il loro paese è in guerra e invece vengono respinte con violenza alla frontiera senza che le loro domande vengano prese in considerazione. E' per questo che i ragazzini si nascondono sotto i camion. Hanno paura della reazione della polizia italiana». Questa volta le associazioni hanno deciso di raccogliere le fotografie e le testimonianze ottenute a Patrasso e presentare un'esposto alla magistratura. Non è la prima volta infatti che qualcuno racconta agli operatori di aver subito violenze da parte delle forze dell'ordine veneziane, ma finora nessuno aveva mai trasformato il sospetto in una denuncia. Gli stessi minorenni afghani che sono ospiti delle strutture di accoglienza messe a disposizione dal Comune di Venezia avevano sempre ritrattato al momento di formalizzare la testimonianza. «E' capitato che qualcuno ci descrivesse situazioni ed episodi di violenza al porto di Venezia – spiega Rosanna Marcato del servizio immigrati del Comune – ma non abbiamo mai potuto accertarli, dunque non posso dire che siano avvenuti». Dopo la morte di Zaher Rezai, il ragazzino afghano che ha perso la vita cadendo dal camion sotto il quale era aggrappato, la situazione è però cambiata. Ieri un parente di Zaher, invitato dal Comune di Venezia, ha descritto la situazione dei profughi e ha spiegato che vivono nella paura costante di essere rimandati nell'inferno dell'Afghanistan. «I profughi vivono nella paura e quando si tratta di fare una denuncia si tirano indietro – conclude Sciurba – Ma il problema del porto di Venezia rimane, c'è biosgno di interpreti e assistenza giuridica». Alessio Antonini

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Attratto dal legame tra tortura e verità (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

SU KAFKA Attratto dal legame tra tortura e verità Nell'unico saggio di cui non si parla nell'articolo, quello titolato «Kalumniator», Giorgio Agamben rilegge il «Processo» di Kafka usando la chiave della calunnia, probabilmente - dice - efficace nell'aprire le porte di tutto l'universo kafkiano. La situazione paradigmaticamente kafkiana è riassunta da Agamben in questi termini: «l'accusato, in quanto si autocalunnia, sa perfettamente di essere innocente ma, in quanto si accusa, sa altrettanto bene di essere colpevole di calunnia, di meritare il suo marchio. Ma la calunnia è anche, se non soprattutto, un'arma di difesa nella lotta con le autorità, come viene detto con chiarezza dall'altro K. il protagonista del «Castello». Mentre è impegnato nella stesura del «Processo», Kafka si interrompe per scrivere «Nella colonia penale», dove si rivela - dice Agamben - tutta la sua attrazione verso il legame tra tortura e verità.

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Diritti umani nel Maghreb (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: TEMPOLIBERO - data: 2009-02-13 num: - pag: 14 categoria: REDAZIONALE CONVEGNO / 2 Diritti umani nel Maghreb Al Castel dell'Ovo al via la conferenza internazionale sul tema «Società civile e diritti umani nel Maghreb». Parteciperanno, fra gli altri, il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino e l'assessore alle Politiche per l'immigrazione Isadora D'Aimmo. La manifestazione durerà due giorni. ........................................................ Castel dell'Ovo, Napoli, ore 9.30

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I conti del professore: 17 mila morti (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Focus - data: 2009-02-13 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE L'imputato I conti del professore: 17 mila morti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO — A Kaing Guek Eav piacevano i numeri, amava la loro esattezza, l'ordine che sapevano dare al mondo. Kaing era un bravo professore khmer di origine cinese. Ma erano gli anni Sessanta, e la rivoluzione correva sotto la pelle della Cambogia, Kaing ci credette, si fece comunista, la polizia di Sihanouk lo catturò, probabilmente venne torturato. Kaing divenne Duch e si diede alla macchia. All'imputato numero uno del processo ai Khmer rossi furono affidate le prigioni della guerriglia. Dopo il 1975 a Tuol Sleng, sobborghi di Phnom Penh, comandava S-21, il carcere principale del regime. Passavano da lui Khmer rossi vittime di purghe. Erano i «traditori», il «nemico», «agenti della Cia e del Vietnam». Dovevano confessare. E lui doveva ricostruire complotti immaginari, reti di complicità. La tortura faceva dire qualunque cosa a chiunque, lui prendeva nota, la matematica lo aiutava a essere minuzioso e stringente. Orrore con metodo. Poi eliminava tutti i «microbi», uomini donne bambini, 17 mila morti. Una dozzina i sopravvissuti di S-21. Nel '79 Duch sparì, spettro per 20 anni. Il fotografo Nic Dunlop si mise a cercarlo, quasi in preda a un'ossessione personale. Lo scovò nel 1999, nella zona di Samlaut, a sudovest. Duch lavorava per Ong occidentali prodigandosi in modo esemplare. Nessuno sapeva nulla del suo passato. Si era convertito, era un evangelico, cristiano rinato. Arrestato. Il filmaker Mario Zanot lo ha incontrato in carcere nel 2007 e ha appena terminato un documentario su di lui, «Il macellaio di Phnom Penh»: «Ha l'aria di uno zio, uno di cui fidarsi». Per Zanot «non è il dottor Jekyll e mister Hyde, dà l'idea del rivoluzionario tutto d'un pezzo. Si difende dicendo che aveva eseguito gli ordini, altrimenti sarebbe stato ucciso. Incolpa Pol Pot e Ta Mok. Peccato che siano morti». M.D.C.

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Nuove Costituzioni crescono a misura di natura (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Nuove Costituzioni crescono a misura di natura alessandro leto I tempi che viviamo sono forieri di cambiamenti profondi, epocali sotto tutte le latitudini, non solo per la nostra vita individuale, ma anche per le istituzioni che sono chiamate a prendere atto del superamento dei modelli di riferimento, messi a dura prova dallo scorrere del tempo e dal consolidarsi di nuove forme di aggregazione sociale. A questo proposito, di particolare interesse, non solo per gli studiosi del diritto costituzionale, appare la proclamazione della nuova costituzione dell'Ecuador. Dopo la Bolivia di Evo Morales e l'annunciata riforma in Paraguay, anche in questo Paese andino assistiamo all'inizio di un nuovo corso istituzionale. Se prima, pace, diritti umani in senso squisitamente politico, suffragio universale, libertà di espressione erano giustamente individuati come elementi cardine delle norme primarie di molti stati, oggi in Ecuador assistiamo al superamento di questi valori in favore di un nuovo sistema di valori che poggia sulla natura e sulla sua ineluttabile superiorità. La seconda parte della Costituzione ecuadoriana, si caratterizza con un riferimento preciso al buen vivir, cioè al diritto di accesso all'acqua e alla sicurezza alimentare, come diritti inalienabili non meno importanti di quelli espressi in termini di libertà e sociali. Alcuni lo hanno chiamato "Diritto della Natura" e lo fanno risalire al recupero della tradizione india che individua in Madre Natura, l'origine di ogni cosa. Credo che questa rivoluzione risponda alla necessità di dare un segnale in forte controtendenza rispetto ai valori fino a oggi dominanti nel mondo, espressi dalla cultura occidentale tradizionalmente basata sull'interazione fra il processo economico e la condizione sociale, e che purtroppo non è riuscita a consentire un'equa distribuzione delle opportunità e delle risorse in quelle terre. . Le popolazioni andine sembrano essersi incamminate lungo una sorta di percorso della memoria capace di trasformarsi in una prospettiva futura per le popolazioni da troppo tempo emarginate e ridotte alla soglia della sopravvivenza. Se si tratta di un "sogno di una notte di mezza estate" privo di quella durata temporale necessaria a definire questo processo in maniera stabile, è ancora presto per dirlo. Di certo però rappresenta un precedente che suscita un nuovo interesse da parte di molti, non solo a livello politico, ma anche sociale e ben oltre i confini dell'America Latina. La suggestione che evoca è molto forte proprio perché siamo in molti ad avvertire ormai il crescente disagio di fronte ai segni di cedimento di un sistema che ha generato una poderosa capacità di produzione ben superiore alla possibilità di assorbimento, innescando un pericoloso processo consumistico che ci costringe a ritmi e compromessi, con la natura e con i nostri simili. La capacità di carico della terra ha limiti prossimi alla soglia del superamento e proprio dalle comunità che meno hanno accesso alla tecnologia che oggi ci consente di misurare tutto e tutti in tempi rapidissimi, giungono forti segnali in controtendenza. Il presidente ecuadoriano Rafael Correa Delgado, ha inteso inaugurare un nuovo patto sociale, partendo - in una sorta di nuova fratellanza che corre lungo la Cordigliera - dalla prospettiva di considerare nella carta costituzionale non solo i diritti degli individui, ma anche quelli della natura, del suo territorio, posti sotto una tutela senza precedenti. Correa dovrà però superare quella malcelata ostilità antioccidentale che traspare non solo da alcune interpretazioni della Carta costituzionale, ma anche dai toni accesi con i quali ha ispirato la campagna elettorale per la sua adozione. Solo così potrà davvero posizionare il suo Paese e l'intera area, in quel processo di sviluppo rivoluzionario che sembra segnare questa nostra epoca. Basta pensare al fatto che le principali riserve mondiali di litio si trovano proprio nelle aree andine e cogliere la possibilità di utilizzarle insieme, da pari a pari, con le grandi industrie dei Paesi avanzati per i processi produttivi dell'industria dei trasporti del futuro, sarà il più grande servizio che il presidente potrà fare al suo popolo come beneficio economico diretto e come insegnamento al resto del mondo. Starà quindi a lui scegliere se proseguire sulla falsa riga dei toni da crociata usati finora, oppure adottare toni concilianti in sede internazionale traendo cospicui vantaggi anche politici in termini emulativi, per aver varato una Costituzione senza precedenti. Se saprà farlo potrà inaugurare un nuovo corso nella determinazione di valori, antichi e nuovi allo stesso tempo, da tutelare nell'interesse delle future generazioni. Alessandro Leto è docente di Relazioni internazionali e Sviluppo sostenibile alla Franklin University ed è Senior economic advisor all'Unido (United Nations Industrial Development Organization). 13/02/2009

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Festival del Cinema dei diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Napoli.com" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

13/2/2009 Festival del Cinema dei diritti umani Al via la selezione di opere multimediali: destinazione Buenos Aires L'associazione Cinema e diritti ha dato il via alla selezione di opere multimediali. I lavori selezionati parteciperanno a maggio prossimo alla Finestra su Napoli, una sezione fuori concorso dell'XI Festival del Cinema dei diritti umani di Buenos Aires. Si partecipa al bando con opere di fiction, documentari, videoclip, slideshow che descrivono alcuni aspetti della realtà attuale della città di Napoli, delle sue periferie e della sua provincia per offrire uno sguardo su problemi sociali e ambientali, ma anche su possibili soluzioni e forme di resistenza al degrado che i cittadini mettono in pratica ogni giorno. Tutte le opere presentate entro il 3 marzo saranno selezionate da una giuria composta da tecnici dell'audiovisivo ed esperti nelle tematiche di interesse del bando. La consegna si effettua dalle ore 10 alle ore 13 dal lunedì al sabato presso il Teatro Tintadirosso, via San Biagio dei librai, 39,  Napoli. Per informazioni rivolgersi al numero 081 7901270 o alla sezione Presenta un'opera sul sito: www.cinemaediritti.org

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Una Consulta per la laicità (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Una Consulta per la laicità di Samuele Bernardini* La preoccupazione per la laicità delle istituzioni nel nostro Paese ha spinto a Milano più di venti associazioni a costituire la Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni . La Consulta – come quella torinese, ed analogamente ad altre Consulte che stanno sorgendo in varie città – si propone di monitorare l?attività delle istituzioni milanesi e lombarde, denunciare iniziative in contrasto con i principi di laicità e libertà sanciti dalla Costituzione e dalla Carta dei Diritti Umani, organizzare momenti di formazione e informazione. La Consulta sarà anche un luogo di incontro e di scambio tra visioni del mondo differenti, ma unite nella volontà di difendere lo spazio pubblico da privilegi e fondamentalismi, e si batterà per il primato della libertà di scelta e di coscienza individuale sui temi “eticamente sensibili”, contrastando l?approvazione di leggi che tendano a imporre a tutti la stessa morale. Le vicende sul caso di Eluana Englaro dimostrano quali guasti istituzionali e umani possano provocare le posizioni oltranziste di settori importanti della Chiesa cattolica quando pretendono di imporre a tutti regole proprie che potrebbero valere (forse) solo per la propria parte, senza neppure tener conto delle diverse opinioni presenti nello stesso mondo cattolico, per non dire di quello di altre chiese, come quella valdese. Posizioni per di più accettate acriticamente da buona parte del mondo politico italiano che sembra volerle semplicemente trasferire nelle leggi dello Stato. Noi invece pensiamo che le diverse culture debbano avere pari dignità e pari possibilità di espressione. La prima iniziativa della Consulta è in programma il 17 febbraio alle 21, a Milano, nella Sala Alessi di Palazzo Marino in piazza della Scala 2. Sul tema “Aria Laica – per respirare tutte e tutti” interverranno Marilisa D?Amico, Vittorio Angiolini, Francesco Dambrosio, Roberta De Monticelli, Marianella Sclavi e Mina Welby. Condurrà il giornalista Gianni Barbacetto. Moni Ovadia interverrà in video. Il 17 febbraio ricorre l?anniversario della concessione nel 1848 dei diritti civili ai valdesi e poi agli ebrei e, nel 1600, la morte di Giordano Bruno sul rogo. In passato il deputato Valdo Spini aveva presentato una proposta di legge per istituire il 17 febbraio di ogni anno la “giornata della libertà di coscienza. di religione e di pensiero”. Una buona iniziativa da sostenere. *Coordinatore della Consulta Milanese per la laicità delle Istituzioni

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Diritti umani nel Maghreb: convegno a Napoli (sezione: Diritti umani)

( da "Denaro, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mediterraneo area med Diritti umani nel Maghreb: convegno a Napoli Il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino interverrà oggi, alle ore 9,30, a Castel dell'Ovo all'apertura della Conferenza Internazionale ''Società Civile e Diritti Umani nel Maghreb'' organizzata dall'Osservatorio Internazionale (Ossin), una Onlus con sede a Napoli che fa parte della rete europea di osservatori internazionali impegnati per il rispetto dei diritti umani nell'area del Mediterraneo. Nel corso della due giorni di lavori (in occasione del convegno ''L'Immigrazione clandestina quali diritti?'' di sabato 14, ore 9,30) sarà annunciata la costituzione dell'Osservatorio Mediterraneo dei Diritti (Omd) promosso da Ossin, Less assieme ad associazioni per la tutela dei diritti umani in Marocco, Tunisia, Algeria, Mauritania, Sahara Occidentale e Spagna, con il sostegno del Comune e della Provincia di Napoli. La Conferenza internazionale - che si avvale del patrocinio del Comune e della collaborazione del Cisp, Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli - è frutto dell'ampia collaborazione tra la rete europea degli osservatori internazionali e le realtà più significative della società civile del Marocco, Tunisia, Algeria, Mauritania e Sahara Occidentale. Partecipano l'assessore provinciale all'immigrazione Isadora D'Aimmo, il presidente della Commissione Relazioni Internazionali del Comune di Napoli Sandro Fucito, il direttore del Cisp Paolo Dieci ed il capo ufficio Ong del Ministero Affari Esteri Laura Bottà. del 13-02-2009 num.

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QUELL'INUTILE LINEA DURA SULL'IMMIGRAZIONE (sezione: Diritti umani)

( da "Lavoce.info" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

>QUELL'INUTILE LINEA DURA SULL'IMMIGRAZIONE di Maurizio Ambrosini 13.02.2009 Il pacchetto sicurezza approvato in Senato contiene norme sull'immigrazione dal chiaro significato: maggior controllo e maggiore severità. Al di là delle considerazioni etiche sul diritto speciale riservato agli stranieri, sono provvedimenti del tutto inefficaci. Non ci sono né le risorse, né le forze per espellere davvero gli irregolari, che in gran parte sono donne occupate nelle famiglie italiane. Dovremmo invece seguire l'esempio di altri paesi occidentali, dove gli inasprimenti legislativi sono accompagnati da misure a favore dell'integrazione. Del pacchetto sicurezza approvato nei giorni scorsi dal Senato, fanno discutere in modo particolare le norme relative agli immigrati: una serie di modifiche normative, che spaziano dalla definizione dell?immigrazione irregolare come reato alla verifica dell?idoneità abitativa degli alloggi, dal permesso di soggiorno a punti all?inasprimento della tassazione sui permessi di soggiorno, fino alla norma più controversa, quella della facoltà di denuncia degli immigrati senza documenti che si presentano ai servizi sanitari pubblici. Il significato è univoco: una volontà asserita di maggior controllo sull?immigrazione, di maggior rigore e severità. Fino a istituire una sorta di diritto speciale a carico degli immigrati, più esplicito nel caso degli irregolari, con i quali secondo il ministro degli Interni ?bisogna essere cattivi?. È una linea che sembra incontrare ampio consenso da parte della maggioranza degli italiani, anche in seguito a recenti episodi di cronaca. In questo contributo non intendo addentrarmi in considerazioni di natura etico-politica, relative ai diritti umani e ad altri aspetti controversi. Vorrei limitarmi ad alcune considerazioni relative all?efficacia presumibile dei provvedimenti e quindi agli obiettivi perseguiti. IL REATO DI IMMIGRAZIONE Cominciamo dalla definizione dell?immigrazione come reato, non più punito con il carcere, ma con un?ammenda, comminata dal giudice di pace. A costo di ripetere una constatazione già espressa su questo foglio, i posti disponibili nei centri di identificazione ed espulsione (Cie) sono circa 1.160 in tutta Italia. Se aggiungiamo i 4.169 dei centri di prima accoglienza, pure destinati a ospitare gli immigrati irregolari, arriviamo a poco più di 5.300. Gli immigrati espulsi, fino all?ottobre 2008, sono stati in tutto 6.500, mentre gli irregolari circolanti sul territorio nazionale sono, stando alle auto-denunce dell?ultimo decreto flussi, almeno 740mila. La sproporzione è evidente, così come la natura retorica della misura. Difficile credere che qualcuno pagherà mai l?ammenda. Non ci sono né le risorse, né le forze per espellere davvero gli irregolari, che per la maggior parte sono donne occupate nelle famiglie italiane. Del resto, la grande maggioranza degli immigrati oggi regolari, sono stati nel passato irregolari, due su tre in Lombardia: le categorie sono molto più fluide di quanto si pretende. In realtà, l?immigrazione irregolare, in Italia come negli Stati Uniti e in molti altri paesi, è vituperata a parole e tollerata nei fatti, anche perché funzionale a molti interessi. Non deve infatti sfuggire il fatto che tra le molte norme del pacchetto sicurezza, nessuna inasprisce le pene per i datori di lavoro di immigrati irregolari. Anzi, i controlli ispettivi sui luoghi di lavoro sono stati alleggeriti. Eppure lì si trova la calamita che attrae l?immigrazione irregolare, tanto che l?Unione Europea ha preannunciato un giro di vite sul tema. Non dimentichiamo poi che gli immigrati rumeni, in quanto comunitari, non potranno essere perseguiti. LA SALUTE DELLO STRANIERO Quanto alla norma più discussa, quella sulla sanità, molti hanno già osservato che se gli irregolari non si curano, ne scapita l?igiene pubblica e quindi la salute di tutti, perché malattie come la Tbc o l?Aids potrebbero propagarsi più facilmente. Molti medici si sono già dichiarati contrari, varie associazioni hanno chiamato alla disobbedienza. Ma c?è un altro elemento, molto prosaico, da tenere presente: che succede se un immigrato dichiara di non avere i documenti? Ammettiamo che parta una denuncia: in un qualche commissariato arriverà una segnalazione secondo cui una persona sconosciuta, presumibilmente straniera, si è presentata al pronto soccorso per farsi medicare. Se anche partisse una volante, il ferito sarebbe già lontano. Solo in caso di ricovero, e ipotizzando una notevole efficienza delle istituzioni preposte all?ordine pubblico, la disponibilità di posti nei Cie, le risorse per il rimpatrio e quant?altro, si potrà immaginare un qualche effetto. Che sarà comunque molto modesto, costoso e pagato con una minor tutela della salute pubblica. SOLDI, ROM E PERMESSI A PUNTI Un terzo esempio: non si potrà più trasferire denaro verso l?estero se non si è in possesso di permesso di soggiorno. L?effetto sarà soltanto quello di favorire lo sviluppo di un mercato di intermediari, provvisti di regolari documenti, che effettueranno l?operazione al posto di chi non potrà più farla personalmente, in genere soprattutto madri che mandano denaro ai figli lontani. Vorrei richiamare un precedente: il prelievo delle impronte digitali degli immigrati disposto, tra roventi polemiche, in seguito alla legge Bossi-Fini. Una volta effettuata qualche azione dimostrativa, non se ne è più saputo nulla. Per i campi rom, nell?estate scorsa, nuovi annunci di raccolta delle impronte e nuove polemiche. Nei fatti, le impronte prelevate sono state pochissime, a Milano quasi nessuna, e non è dato sapere se siano servite a qualcosa. Di certo, se non altro, si sono sgonfiate le voci incontrollate sull?arrivo e l?insediamento di decine di migliaia di rom: per la provincia di Milano, si è arrivati a parlare di 20mila unità. Un cenno finale va al permesso di soggiorno ?a punti?: un?innovazione che tende a rendere gli immigrati dei sorvegliati speciali, dallo status precario e reversibile. Credo servirebbero di più, come in altri paesi, misure che incoraggino un?integrazione positiva: per esempio, giacché le competenze linguistiche vengono viste dall?Olanda al Canada come un requisito necessario per l?inserimento nella società, un piano massiccio di alfabetizzazione in lingua italiana, sul modello delle 150 ore che hanno consentito nel passato alle classi popolari di accedere all?istruzione di base. L?accertamento della conoscenza dell?italiano dovrebbe produrre qualche beneficio, come un accorciamento dei tempi per l?accesso alla carta di soggiorno e alla cittadinanza. Così si istituirebbe un incentivo a impegnarsi su questo aspetto saliente dell?acculturazione nel nuovo contesto di vita. Nei paesi occidentali, gli inasprimenti legislativi nella gestione dell?immigrazione, e indubbiamente ne sono intervenuti, giacché il tema quasi ovunque è salito di rango nell?agenda politica, sono generalmente accompagnati da misure a favore dell?integrazione: non si vuole ingenerare l?idea dell?immigrato come nemico da combattere, anche per non alimentare spinte xenofobe nella società. Dovremmo forse imparare che una politica dell?immigrazione ridotta a controllo e sicurezza, all?insegna del pregiudizio e dell?ostilità, può fruttare in termini di voti, ma non prepara un futuro sereno per la convivenza sociale.

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Ordinanza anti-sbandati C'è il no dei socialisti (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere Adriatico" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Appello al sindaco Ordinanza anti-sbandati C'è il no dei socialisti I socialisti falconaresi invitano il sindaco Brandoni a non emanare le ordinanze anti-sbandati. "La devianza originata dall'immigrazione clandestina - dice la segretaria comunale Carla Giovagnoli - non si argina con queste norme assurde, ma attraverso la prevenzione, facendo accordi con i paesi di origine, sostenendo una campagna di comunicazione tra i cittadini immigrati sui loro diritti e i loro doveri e garantendo interventi per la tutela dei diritti umani anche in materia di immigrazione illegale: recuperando insomma quel gap che ci divide da molti stati europei e che si chiama tolleranza e solidarietà". Secondo i socialisti la politica "ha la responsabilità di non raccontare bugie ai cittadini, di non farli cadere nel tranello che immigrazione equivale a criminalità: un netto no alle strumentalizzazioni che non fanno altro che peggiorare la già difficile situazione". "Sarebbe meglio appellarsi al senso civico dei cittadini - spiega la Giovagnoli - e chiedere loro di avere il coraggio di denunciare, di non voltarsi dall'altra parte e di collaborare con le forze dell'ordine".

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Adesso che si è conclusa la vicenda umana di Eluana Englaro, il Parlamento varerà una legg... (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 13 Febbraio 2009, Adesso che si è conclusa la vicenda umana di Eluana Englaro, il Parlamento varerà una legge sul testamento biologico. Non vorrei che nelle more del provvedimento, in questo clima esagitato, saltasse un fondamentale diritto, costituzionalmente garantito, dei cittadini che, a differenza della Englaro, sono nel pieno possesso delle loro facoltà mentali. La Costituzione all'articolo 32 recita: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario». È quindi del tutto fuorviante quanto ha affermato Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, a "Porta a porta", e cioè che il diritto del malato si limiterebbe alla scelta della cura. Io posso rifiutare qualsiasi cura. Se vado in ospedale e mi diagnosticano un tumore posso uscire e andarmene per i fatti miei. E se i medici cercassero di trattenermi sarebbero responsabili di sequestro di persona («La libertà personale è inviolabile» art. 13 Cost.). Non esiste nessun obbligo in caso di malato cosciente di somministrargli cibo e acqua se non li vuole, perché non esiste nessun obbligo di alimentarsi. Tanto più se si pretende di farlo inserendomi un tubo nella pancia. Quando Pannella fa lo sciopero della fame e della sete non interviene nessun medico o polizia per impedirglielo. Affermare il contrario e cioè che il malato cosciente ha l'obbligo di farsi curare o alimentare significa consegnare il cittadino allo Stato o alle equipe mediche togliendogli la libertà su scelte privatissime (che è l'esatto contrario di quanto sostiene Berlusconi). Richiamo queste cose che dovrebbero essere elementari perché in questi giorni ho visto fare strame di ogni principio dello stato di diritto, democratico e liberale. Il decreto e il disegno di legge del governo sul caso Englaro sarebbe stato incostituzionale se avesse preteso - come pretendeva - di annullare una sentenza definitiva della Cassazione, passata in giudicato. Perché il governo si sarebbe costituito come quarto grado di giudizio, violando il principio fondamentale della separazione dei poteri dello Stato (sarebbe come se i magistrati pretendessero di emanare una legge). Se passasse questa aberrante concezione domani il governo non convinto, poniamo, delle motivazioni della sentenza che ha condannato la Franzoni potrebbe annullarla o sospenderla mandando libera la donna... La Procura di Udine aveva iniziato un'inchiesta sulla base di esposti che la invitavano a verificare la reale volontà della Englaro. A questi esposti la Procura di Udine, se proprio voleva essere gentile, avrebbe potuto rispondere allegando la sentenza della Cassazione che su quella volontà si era già pronunciata. Perché in diritto vale il principio "ne bis in idem": lo stesso fatto non può essere giudicato due volte. In questi giorni l'Italia ha dato un desolante spettacolo di sè. Destra e sinistra hanno inscenato indecorose gazzarre trincerandosi entrambe dietro un improbabile, ipocrita amore per la Englaro. Non si può amare una persona in astratto. Credo alle brave suorine che l'hanno custodita per tanti anni, non posso credere a Maurizio Gasparri o a chi per lui. Sotto le finestre dove agonizzava la Englaro si sono radunati, appropriandosene, gruppi di cattolici e gruppi di laici, schiamazzanti, bercianti, slogananti, senza nessun rispetto, senza nessuna misericordia per la donna e i suoi familiari. Si è voluto dividere il Paese fra i "difensori della vita" e "i cupi partigiani della morte". Ai primi non è venuto il dubbio, perlomeno il dubbio, che invece che il diritto alla vita stavano difendendo il diritto alla tortura? Perché Eluana Englaro è stata torturata per diciassette anni. Non era sufficente»? Un'ultima considerazione. «Nel Medioevo le agonie erano molto dolorose ma molto brevi, due o tre giorni al massimo» scrive Philippe Ariès in "Storie della morte in Occidente". La medicina tecnologia avrà anche allungato la vita ma al prezzo, molto spesso, di inutili, atroci, lunghissime agonie. Che possono durare anche diciassette anni. www.massimofini.it

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Diritti umani e pace nel Maghreb, presidente Donini a Bologna per incontro (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Diritti umani e pace nel Maghreb, presidente Donini a Bologna per incontro (13/2/2009 14:51) | (Sesto Potere) - Bologna - 13 febbraio 2009 - Lunedì 16 febbraio 2009, a Bologna, presso la Sala Bianca di Palazzo D?Accursio (Piazza Maggiore), la presidente dell?assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Monica Donini interverrà all?iniziativa “Diritti umani e pace nel Maghreb: testimonianze dal Sahara occidentale”, promosso dall?Intergruppo regionale “Pace per il popolo del Saharawi”. Alla manifestazione, che avrà inizio alle ore 20.30, parteciperanno anche i consiglieri regionali Gianluca Borghi, Mauro Manfredini ed Ugo Mazza, componenti dell?Intergruppo regionale. Fra i relatori ci saranno Haminetou Haidar, attivista dei diritti umani, premio Robert Kennedy 2008, e Abdeslem Omar, Associazione famigliari dei prigionieri e degli scomparsi Saharawi.

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ROMA. NON VOGLIO I DETENUTI DI GUANTANAMO: GLI STATI UNITI SONO GRANDI, POSSONO SPOSTARLI ALTR... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma. «Non voglio i detenuti di Guantanamo: gli Stati Uniti sono grandi, possono spostarli altrove». È quanto afferma il ministro dell'Interno Roberto Maroni in un'intervista al settimanale Panorama nel numero in edicola da oggi. Nell'intervista il titolare del Viminale torna a ribadire la necessita di rinforzare i controlli dei clandestini provenienti dalla Libia e di voler risolvere entro l'anno il problema degli sbarchi a Lampedusa. E quanto ai minorenni accusati di gravi reati, tra cui gli stupri, il ministro sottolinea: «Preferisco la prevenzione. A titolo personale sono favorevole a colpire duramente chi commette certi reati, anche se minorenne». Eppure, aproposito di Guantanamo, nei giorni scorsi Il Parlamento Europeo aveva sollecitato gli Stati Ue a collaborare con gli Usa, se ne dovessero fare richiesta, nel trovare soluzioni e accettando di accogliere detenuti di Guantanamo, puntualizzando che la chiusura del controverso carcere per presunti terroristi e il futuro dei suoi prigionieri è un impegno «primario» degli Stati Uniti. «La responsabilità per il rispetto della legge internazionale e dei diritti fondamentali appartiene a tutti i Paesi democratici, in particolare l'Ue e i suoi Stati», sottolineava il Parlamento Europeo ricordando che i Ventisette «hanno il dovere di cooperazione leale e di consultarsi fra di loro sui possibili effetti sulla sicurezza sul territorio Ue», derivanti dall'accoglimento dei detenuti. I deputati sottolineavano inoltre che a Guantanano sono stati negati i diritti umani fondamentali dei prigionieri, che «sono stati sottoposti a tecniche di interrogatorio dure che equivalgono alla tortura».

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Bandito il XIX Helios Festival - Settimana di amicizia tra i popoli (sezione: Diritti umani)

( da "Quotidiano.it, Il" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Bandito il XIX Helios Festival - Settimana di amicizia tra i popoli Ripatransone | Dedicato al pedagogo ripano Emidio Consorti (1841-1913), fondatore della prima scuola italiana di lavoro manuale educativo, il trofeo che l??Helios Festival assegnerà al ?Maestro d?Italia?. di Emiliano Corradetti Bandito il 19° Trofeo Helios che vedrà studenti delle scuole italiane ed estere cimentarsi in attività creative (poesia, narrativa) e giornalistiche (giornalini scolastici). Il tema è libero. La scadenza per l'invio dei lavori è il 20 marzo 2009 alla Redazione Helios, contrada Fonte Abeceto 3, 63038 Ripatransone. Le sezioni riservate agli studenti dai 6 ai 20 anni sono: a. XIX Rassegna Internazionale "Piccolo Poeta" (dai 6 ai 20 anni), b. narrativa e saggistica (scuole superiori), c. giornalini scolastici, d. il Trofeo allo studente sportivo. Da quest'anno parte anche il progetto di una Borsa di Studio per gli studenti delle università per una tesina (di minimo 10 cartelle) sul tema "Arte, scienza e diritti umani, tra universalismo e relativismo, per un dialogo interculturale". Il bando è pubblicato sul sito http://xoomer.alice.it/heliosnews/ e su facebook. E stato fissato per venerdì 24 Aprile 2009 a Ripatransone, nelle Marche, il Grande Raduno del XIX Helios Festival - settimana dell'amicizia fra i popoli, quando si svolgerà la cerimonia di premiazione e i partecipanti potranno condividere esperienze, progetti, riflessioni sui grandi temi dell'educazione, tutto in una atmosfera serena, creativa e d'amicizia. Com'è tradizione verranno assegnati il trofeo Helios (opera di Giuliano Pulcini), il trofeo Dafne (opera di Albert Corradetti) ed altri riconoscimenti a personaggi del mondo della Cultura, dell'Arte, della Musica, dello Spettacolo, dello Sport, del Volontariato e del Pianeta "Donna". Sarà dedicato al pedagogo ripano Emidio Consorti (1841-1913), fondatore della prima scuola italiana di lavoro manuale educativo, il trofeo che l'Helios Festival assegnerà al ?Maestro d'Italia' sulla base di segnalazioni provenienti dall'amministrazione scolastica e dalle famiglie. L'iniziativa, unica nel suo genere, è nata dalla volontà di sottolineare l'importante ruolo svolto dalla scuola elementare nella formazione dei giovani. Per il Consorti il "fare educativo" nel senso greco di "poieo", è la parola dalla quale deriva "poeta". Il "poeta" è infatti il creatore per eccellenza, creatore di sogni, in un mondo sempre migliore, sempre più morale. Il progetto, promosso dall'associazione Helios "planet" (onlus) con sede legale a Ripatransone e rappresentanti in tutte le regioni italiane e all'estero, è realizzato con la collaborazione di diversi partner (scuole, enti, associazioni) com'è nella sua formula di "incontro del mondo della scuola con tutte le espressioni della società per il recupero della creatività come strumento di formazione e promozione umana e sociale e di dialogo fra i popoli. Suo obiettivo è, infatti, quello di indicare ai giovani la via della non violenza, della legalità, della giustizia, della partecipazione, della responsabilità e della pace. Lo fa attraverso gli strumenti della poesia, della musica, dell'arte, dello sport e dell'informazione. Il bando apre, con le parole introduttive della Dichiarazione dei diritti dell'Uomo (ONU, 1948): "L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi...(ONU - Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo- 1948) . Giuditta Castelli, fondatrice e presidente della Helios "Planet" estende l'invito ad essere partner, collaborando nella diffusione dell'iniziativa, promuovendo la partecipazione della propria Comunità Scolastica e/o Associativa, concedendo il proprio patrocinio. Si informa, inoltre, che è stato attivato il gruppo su http://www.facebook.com "Laboratorio di poesia in lingua italiana diretto da Giuditta Castelli", per il supporto ai docenti e agli studenti. 13/02/2009

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Immigrati/ Mons. Marchetto: Leggi rispettino diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Città del Vaticano, 13 feb. (Apcom) - Politiche migratorie 'aperte' e rispettose della dignità umana, piuttosto che misure che in nome della sicurezza tendono a chiudere gli Stati agli immigrati. Con questo concetto, l'arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti, difende il "diritto allo spostamento migratorio", nel corso del suo intervento al Simposio della Fondazione Konrad Adenauer, organizzato in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio. La Convenzione internazionale per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, entrata in vigore il primo luglio 2003, è uno strumento che finora si è scontrato "con l'atteggiamento di alcuni Paesi, non pochi, nelle aree maggiormente 'sviluppate' del mondo, che stanno attuando - ha rilevato il presule - una progressiva politica di chiusura, quando invece le Nazioni più povere danno prova di accoglienza, ad esempio nei confronti dei profughi e dei rifugiati". "Nazionalismo esasperato, connesso all'odio o all'emarginazione sistematica o violenta delle popolazioni minoritarie", ha notato monsignor Marchetto, sono le derive che si riscontrano in alcuni Paesi, dove l'immigrazione tende ad essere osteggiata. Il fenomeno, ha riconosciuto, "porta in sé un complesso di doveri e di diritti, primo tra i quali il diritto allo spostamento migratorio, contestualmente, però, al diritto di ogni Paese a gestire una politica migratoria che corrisponda al bene comune". Bisogna ribadire, ha proseguito Marchetto, che "il diritto degli Stati alla gestione dell'immigrazione deve, in ogni caso, prevedere misure chiare e fattibili di ingressi regolari nel Paese, vegliare sul mercato del lavoro per ostacolare coloro che sfruttano i lavoratori migranti, mettere in atto misure di integrazione quotidiana, contrastare comportamenti di xenofobia, promuovere quelle forme di convivenza sociale, culturale e religiosa che ogni società plurale pur identica esige". In altre parole, ha affermato, quando "lo Stato deve esercitare il suo dovere-diritto di garantire la legalità, reprimendo la criminalità e la delinquenza e gestendo le persone in situazione irregolare, lo deve sempre fare nel rispetto della dignità umana, dei diritti umani e delle convenzioni internazionali".

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Zimbabwe/ Unhcr a nuovo governo: Stop a violazioni diritti (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 13 feb. (Apcom) - L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha sollecitato il nuovo governo di unità nazionale dello Zimbabwe a impegnarsi immediatamente per il ripristino della legalità e a far fronte agli abusi commessi durante la recente crisi politica. Navi Pillay ha recentemente affermato che "il lungo processo per il raggiungimento di una stabilità politica è stato segnato da una serie di violazioni dei diritti umani e ha causato danni incalcolabili allo stato di diritto. Tutti gli occhi saranno dunque puntati sul nuovo governo, che dovrà rimediare ai danni commessi e ripristinare la giustizia". Dopo un periodo di forti tensioni politiche, a seguito delle elezioni presidenziali tenutesi lo scorso marzo, il leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai ha assunto recentemente il ruolo di Primo Ministro accanto al Presidente Robert Mugabe nel nuovo Governo di Unità Nazionale. Pillay ha espresso preoccupazione per i numerosi casi di scomparse tra i membri dell'opposizione, l'uso frequente della tortura per estorcere false confessioni e la violazione dell'autonomia della magistratura. Negli ultimi mesi gli arresti arbitrari e le sparizioni - dei i quali il governo ha già ammesso la propria responsabilità - hanno terrorizzato non solo gli ufficiali dell'opposizione ma anche i difensori dei diritti umani e la stampa indipendente. Pillay sostiene che una forte pressione è stata esercitata sulla magistratura affinché fossero trattenuti in carcere alcuni membri dell'opposizione tra cui l'attivista Jestina Mukoko e il giornalista Shadreck Anderson Manyere. Secondo Pillay "è un chiaro esempio della violazione dell'autonomia della magistratura, in particolare nei casi in cui la Corte aveva concesso precedentemente alle vittime di torture il permesso di ricevere cure mediche". Pillay inoltre ha invitato il nuovo Governo a rispettare tutti i doveri gli obblighi del diritto internazionale, quali la proibizione delle torture e il rispetto dell'autonomia della magistratura. "E' fondamentale che si dia la massima priorità alla prevenzione e che venga assicurato ai difensori dei diritti umani e alla stampa indipendente di operare senza il rischio di arresti o minacce", ha affermato. "Ho chiesto il rilascio immediato di tutti coloro che sono trattenuti in carcere illegalmente". Inoltre è stata espressa preoccupazione per la politicizzazione della polizia che non ha potuto nè condurre indagini attendibili nè arrestare i colpevoli delle gravi violazioni durante il violento periodo elettorale della scorsa estate. Queste includono centinaia di casi di esecuzioni sommarie, torture, violenza sessuali e stupri, la maggior parte dei quali sono stati commessi dai sostenitori del partito di Mugabe - il PF. Pillay inoltre ha aggiunto che "il Governo ha la responsabilità primaria di fare giustizia a nome di tutte le vittime".

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APADOR-CH critica proiectele Codului penal si al Codului de procedura penala (sezione: Diritti umani)

( da "Romania Libera" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

> Cititi online anunturile din ziarul ?Romania libera?: APADOR-CH critica proiectele Codului penal si al Codului de procedura penala Rl online Vineri, 13 Februarie 2009 Asociatia pentru Apararea Drepturilor Omului in Romania - Comitetul Helsinki (APADOR-CH) atrage atentia asupra faptului ca proiectele Codului penal si Codului de procedura penala contin prevederi care incalca drepturile omului. "In proiectul Codului penal exista prevederi care incalca dreptul la libera exprimare si libertatea presei, care limiteaza posibilitatea unei persoane de a actiona in legitima aparare impotriva unui atacator, care afecteaza drepturile copilului sau care discrimineaza persoanele lipsite de resurse financiare. De asemenea, exista pevederi care intra in contradictie cu legislatia specifica din domeniul protectiei informatiilor clasificate si a accesului la informatiile de interes public", afirma APADOR-CH, intr-un comunicat dat publicitatii vineri si citat de Agerpres. De asemenea, "in proiectul Codului de procedura penala, a carui forma finala nu a fost supusa unei reale dezbateri publice pana in prezent, exista prevederi care limiteaza nejustificat dreptul la aparare, care incalca dreptul la viata privata sau care incurajeaza supunerea la rele tratamente a persoanelor acuzate de comiterea unor infractiuni. Mai mult, proiectul prevede posibilitatea folosirii, in procesul penal, a probelor obtinute in mod ilegal, inclusiv prin tortura, incalcandu-se flagrant atat principiul preeminentei legii, cat si interdictia absoluta de a folosi tortura", sustine sursa citata. APADOR-CH a transmis comentariile sale pe marginea proiectelor Codului penal si Codului de procedura penala presedintilor Senatului si Camerei Deputatilor, liderilor grupurilor politice din Parlament, presedintilor Comisiilor juridice, primului-ministru si ministrului Justitiei, ca urmare a declaratiilor publice ale presedintilor celor doua camere legislative, conform carora cele doua proiecte vor intra in dezbatere parlamentara. APADOR-CH subliniaza ca este necesara o reala consultare pe marginea tuturor celor patru Coduri - penal, civil, de procedura penala si de procedura civila. Importanta consultarii publice pe aceasta tema a fost sublinata, aminteste asociatia, si de catre Comisia Europeana in Raportul intermediar privind progresele realizate de Romania in cadrul Mecanismului de cooperare si verificare, din 12 februarie. In opinia APADOR-CH, consultarea trebuie sa includa indispensabil si dezbaterea parlamentara, varianta asumarii raspunderii Guvernului nefiind acceptabila, din acest punct de vedere. Din aceeasi categorie: Liviu Mihaiu, revocat din functia de Guvernator al Deltei DunariiGorbunov, transferat la Penitenciarul CodleaTraian Basescu, preocupat de problemele comunitatii din Harghita si Covasna Voteaza

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Immigrati/ Lampedusa, Arci: Isola è Guantanamo Italiana (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 13-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Palermo, 13 feb. (Apcom) - L'Arci è vicina "alla protesta che la popolazione di Lampedusa e ai migranti stanno portando avanti contro una scelta del governo che trasforma di fatto l'isola in una Guantanamo italiana". Lo dice Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell'Arci, in visita nei centri di detenzione per stranieri a Lampedusa che parla di "un'isola prigione dove vengono quotidianamente calpestati i diritti umani e dove la giusta rabbia di centinaia di persone che, illegittimamente vengono trattenuti per un periodo così lungo senza alcuna speranza, si trasforma in rivolta. Facciamo appello al Governo affinché riveda le sue scelte, trasferisca dall'isola di Lampedusa i circa 1000 migranti detenuti nel Cie e consenta l'accesso al centro alle organizzazioni di tutela non governative". "Stamattina - aggiunge Miraglia - c'è stata l'ennesima rivolta nel centro di identificazione ed espulsione di Imbriacola dove alcuni migranti, provati da una permanenza di oltre un mese nella struttura, non hanno voluto firmare i decreti di convalida dei provvedimenti di trattenimento. Da alcuni giorni l'Arci sta ricevendo al numero verde 800 99 99 77 Sos Diritti, le denunce dei familiari di molti dei migranti trattenuti nel Centro dell'isola che denunciano una situazione gravissima di violazione dei diritti umani e di condizioni igienico-sanitarie allarmanti.

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