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Report "Diritti umani"   9-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Il viaggio di Kessler in Israele: polemiche incomprensibili ( da "Trentino" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Coodinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace i Diritti Umani, di rappresentare l'impegno e il volore della comunità trentina. Anche se purtroppo la delegazione non è potuta entrare a Gaza, ho fondato motivo di credere che gli incontri con il Sindaco della città israeliana Sderot, con il mInistro delle infrastrutture del Governo Israeliano, con il l'Ambasciatore a Tel Aviv,

Donne alla regia, chiuso Sguardi Altrove ( da "City" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: chiuso Sguardi Altrove Si è conclusa ieri la 14ma edizione del festival a regia femminile Sguardi Altrove: la manifestazione ha registrato un +30% di presenze rispetto all'edizione 2008. Tra i più visti, due film sui diritti umani: "Stories on human rights" e "All human rights for all", firmato da un collettivo di 30 registi italiani. 09 marzo 2009

Caso Bashir: ora i dittatori-macellai sono senza rete ( da "Giornale di Brescia" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: con grande soddisfazione dalle organizzazioni per la tutela dei diritti umani (Amnesty International, Human Right Watch e altri), mentre è stato in vario modo criticato e contestato da stati quali la Cina, la Russia, la Libia e da organismi sovrannazionali quali la Lega Araba e l'Ua (Unione Africana). Gli Stati Uniti, pur non avendo ratificato la Cpi, hanno espresso soddisfazione.

Quel sondino che fa discutere ( da "Nuova Ferrara, La" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: pronti al referendum se passa una legge liberticida Il neonato «Coordinamento per il testamento biologico e contro la tortura di Stato» come prima uscita pubblica propone un confronto fra tre persone in grado di offrire non solo punti di vista differenti, ma anche di portare significative competenze derivanti dalle loro esperienze professionali. Oggi alle 17.

La grande maggioranza dei romeni in Italia è fatta di gente che è qui per costruirsi un futuro, lavorare, tirare avanti la famiglia, partecipare alla vita sociale ( da "Adige, L'" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che il Comitato delle associazioni per la pace e i diritti umani vuole dare oggi voce. In collaborazione con l'Associazione Romeni del Trentino e della Lega degli studenti romeni all'estero, sarà presentato oggi "CultuROmania", nell'ambito del quale lo scrittore, poeta e giornalista Mihai Mircea Butcovan (in foto) presenterà il suo libro "Allunaggio di un immigrato innamorato"

Barca alla deriva sul Canalbianco ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: assessorato ai Diritti Umani della Provincia di Rovigo, le donne detenute hanno incontrato l'assessore Tiziana Virgili. La Virgili ha invitato poi le donne detenute a non perdere mai la loro dignità: «le prime che non devono svalutarsi devono essere proprio le donne, che devono invece lottare con grinta e difendere i propri diritti».

<Cresce l'odio contro i cristiani anche in Occidente> ( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ufficio per i diritti umani dell'Osce), e per due giorni vi hanno partecipato cinquanta tra esperti, ricercatori, membri di comunità religiose e associazioni cristiane, oltre a rappresentanti di organizzazioni internazionali, sotto la presidenza del vicepresidente del Parlamento europeo Mario Mauro, incaricato personale del presidente dell'

L'infinita questione dell'integrazione alla pari delle persone Transessuali/ Transgender ( da "Articolo21.com" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per diffondere la cultura positiva della pace e dei diritti umani, della legalità e della partecipazione, promuovendo il dialogo, il libero confronto delle idee e il rispetto reciproco ...”. Pace. Diritti Umani. Legalità. Partecipazione. Dialogo. Confronto. Rispetto. E' fuori discussione come attualmente i numerosi messaggi che ci giungono da i mass-media,

Chi si ferma sulla via di Ginevra ( da "Manifesto, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: restrizione dei diritti civili, violazione dei diritti umani. Alcuni di questi «eccessi» sono gli stessi di cui la bozza del documento finale proposto per la conferenza su razzismo e xenofobia del 20-24 aprile a Ginevra fa carico ai governi israeliani nei confronti dei palestinesi di territori occupati e di Gaza.

- ROMA,10 MARZO: INCONTRO PUBBLICO CON ALESSANDRO ( da "WindPress.it" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la Sezione Italiana di Amnesty International organizza un incontro pubblico intitolato "Del ragionevole dubbio e altre riflessioni sui diritti umani".Oltre ad Alessandro Gassman, interverranno Massimo Monaci, direttore del Teatro Eliseo, e Riccardo Noury, portavoce della Sezione Italiana di Amnesty International. Saranno inoltre presenti tutti gli attori de "La parola ai giurati".

Città: Questione immigrazione e politiche di governo ( da "Sannio Online, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: immigrazione irregolare è rappresentato dagli ordinamenti liberali e dalla concezione dei diritti umani; concezione che impedisce di attuare provvedimenti drastici di deportazione, ricorso alle armi per fermare chi attraversa illegalmente i confini, espulsioni di massa senza garanzie giuridiche, irruzioni in abitazioni private alla ricerca di immigrati irrego-lari e simili.

SALUTE. 11-12 marzo Vienna 2009 contro la droga. Le richieste del Forum Droghe all'Onu ( da "HelpConsumatori" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: molti governi la prevedono violando il loro obbligo al rispetto dei diritti umani.È in corso una crisi umanitaria causata dall'eradicazione forzata delle coltivazioni di coca e di oppio - i governi devono porre fine alle eradicazioni forzate, rispettare l'eredità culturale dei popoli indigeni e dare ai coltivatori i mezzi di sussistenza!

L'Iraq agli iracheni. E l'Afghanistan? Ai talebani ( da "Gazzettino, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Che la cosiddetta battaglia "per la civiltà e i diritti umani" sia ormai disperata anche in Afghanistan - malgrado l'impiego di 55mila militari dell'Isaf-Nato (presente da sei anni) e i 38mila sotto diretto comando Usa, che entro sei mesi cresceranno di altri 17mila - lo dimostrano i piccoli episodi.

PER FAVORIRE L'APPROFONDIMENTO SCIENTIFICO DELLA PROMOZIONE E DELLA TUTELA INTERNAZIONALE DEI DIRITT... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: approfondimento scientifico della promozione e della tutela internazionale dei diritti umani sia a livello universale che regionale, nonché del diritto internazionale umanitario, l'Istituto di studi politici «San Pio V» di Roma ha bandito un concorso a premi per una tesi di dottorato che tratti tale tematica. Il premio, del valore di euro 3.

09/03/2009 15:32 IT: AMD si distingue per responsabilità aziendale ( da "ITnews.it" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: cambiamento climatico e dei diritti umani. E' il secondo premio che AMD si aggiudica quest'anno. Nel mese di gennaio è stata infatti nominata, per il terzo anno consecutivo, fra le cento aziende più sostenibili del mondo in occasione del Global 100, presentato ogni anno al World Economic Forum di Davos.

09/03/2009 15:27 CAMERA: DOMANI PRIME VOTAZIONI CON NUOVO SISTEMA 'MINUZIE' ( da "ITnews.it" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: deputato del Pd Matteo Mecacci sul rispetto dei diritti umani e delle liberta' democratiche in Tibet. Poi sara' la volta di altre due mozioni: quella dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini sulle misure a favore dell'efficienza e della funzionalita' delle Forze armate, e quella del leader del Pd Dario Franceschini sulla situazione economico-finanziaria degli enti locali.

Onu/ Cgil: No Frattini a Durban II inopportuno e ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: questo modo circostanziate e documentate denunce delle violazioni dei diritti umani e delle convenzioni internazionali operate dal governo di Israele nei territori palestinesi". "Altri governi europei, pur critici con alcune delle formulazioni contenute nella bozza di documento preparatorio - aggiungono le due dirigenti sindacali - hanno mantenuto le proprie delegazioni al tavolo,

TIBET: FRATTINI, INCORAGGIARE PECHINO A RIPRESA DIALOGO CON DALAI LAMA ( da "Adnkronos" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: TIBET: FRATTINI, INCORAGGIARE PECHINO A RIPRESA DIALOGO CON DALAI LAMA 'DOVREMMO TROVARE IL MODO DI IMPEGNARLA A NEGOZIATO TRASPARENTE SU DIRITTI UMANI' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 09 marzo, ore 17:13

Durban 2: Francia e Vaticano per il sì, Londra prende tempo ( da "Velino.it, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e non prevalgano sulla battaglia per la difesa dei diritti umani. Anche il Vaticano ha confermato la propria partecipazione all?appuntamento di Ginevra. Il primo Paese a dare forfait, già nel gennaio 2008 è stato il Canada. Al quale si sono aggiunti nelle ultime settimane prima Israele, poi gli Stati Uniti.

09/03/2009 17:13 TIBET: FRATTINI, INCORAGGIARE PECHINO A RIPRESA DIALOGO CON DALAI LAMA ( da "ITnews.it" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani nel quadro del seminario "Quale futuro per le relazioni tra Unione Europea e Cina?". "Dovremmo trovare il modo per impegnare la Cina alla ripresa seria di un negoziato trasparente sulla questione dei diritti fondamentali", ha dichiarato Frattini, toccando il tema della pena di morte, della ripresa dei negoziati tra rappresentanti del Dalai Lama e il governo di Pechino

Ue-Cina/ D'Alema: No a critica su diritti umani,noi poco ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: "Gli Usa non starebbero con noi" e quanto ai diritti umani D'Alema fa notare che "la capacità dell'Occidente di portare avanti certe battaglie si è appannata: non sempre ci siamo comportati in maniera coerente. Sui diritti umani applichiamo doppi standard". Ed ha ricordato il caso di Guantanamo.

Tibet/ Marcenaro: Governo e Ue si dichiarino contro la ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lo ha dichiarato il Senatore Pietro Marcenaro, presidente della Commissione diritti umani di Palazzo Madama, alla vigilia delle manifestazioni previste domani a Roma sul Tibet e a margine del convegno a Montecitorio insieme a Martti Ahtisaari, premio Nobel della Pace 2008 e co-presidente dell'European Council on Foreign Relations.

BIELORUSSIA: SI SUICIDA ATTIVISTA OPPOSIZIONE CONDANNATA AL CARCERE ( da "ITnews.it" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ne ha dato notizia la procura di Minsk, citata dall'agenzia di stampa russa Interfax, secondo cui la donna, un'affermata giurista sempre in prima linea nella difesa dei diritti umani, la settimana scorsa era stata condannata a due anni e mezzo di carcere in quello che l'opposizione aveva definito un "processo farsa".

Cina/ Frattini: Diventi partner politico non solo economico ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: solo così sarà possibile spingere la Cina a compiere passi avanti su temi come il rispetto dei diritti umani, la questione tibetana e la libertà d'espressione. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenendo al seminario sulle relazioni tra Ue e Cina organizzato dallo European Council on foreign relations alla Camera dei Deputati.

Russia/ Missione Consiglio d'Europa: rispetto diritti sotto... ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: interrogativo sul sesto protocollo della Convenzione europea sui diritti umani, relativa alla completa abolizione della pena di morte. A Mosca per ora e' in vigore una moratoria. L'assemblea ha anche severamente criticato le azioni della Russia nel Caucaso durante gli eventi del mese di agosto 2008, e ha condannato il riconoscimento della indipendenza di Abkhazia e Ossezia del Sud.

AMD nella classifica annuale '100 Best Corporate Citizens'di Cro Magazine ( da "FullPress.it" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: statunitensi quotate in borsa vengono valutate in base alle prestazioni ottenute in 7 settori chiave: ambiente, cambiamenti climatici, diritti umani, filantropia, relazioni con i dipendenti, Financial e Governance. AMD ha ottenuto il più alto punteggio in ambito ambientale, cambiamento climatico e dei diritti umani. Questo rappresenta per AMD il secondo premio che si è aggiudicata quest?

Nuova ondata di arresti in Tibet. Cosa farà Obama? ( da "Blogosfere" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 18:48 in Diritti umani Alla vigilia della 50ima ricorrenza della fallita insurrezione tibetana, il regime cinese ha dato avvio ad una nuova campagna di sterilizzazione del dissenso. Sono già 109 i monaci arrestati, e destinati ad una non meglio precisata procedura di "rieducazione politica" Un anno fa, di questi tempi,

Staminali/ Volonte'(Udc): Obama oggi paga cambiale ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: anche gli embrioni siano persone umane e che i diritti umani valgano anche per loro. Neanche al presidente degli Stati Uniti e al suo staff sfuggirà che gli esperimenti sugli embrioni sono l'obiettivo delle grandi aziende farmaceutiche. Fino ad ora non esiste alcun protocollo scientifico che dimostri l'efficacia terapeutica su qualsiasi malattia delle cellule staminali embrionali"

##Tibet/ 50 anni di esilio: Pechino e il Dalai Lama -2 ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani nella regione ad opera dei cinesi e il diritto dei tibetani all'autodeterminazione, ma provocarono la delusione del popolo di Lhasa per la mancanza di azioni concrete contro un paese di cui già si profilava il peso strategico. Accusati di aver violato i termini di un accordo in 17 punti in cui si concedeva autonomia religiosa ed organizzativa alle istituzioni locali,

Tibet/ Amnesty chiede alle autorita' cinesi di "aprire il ( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: negazione del diritto di espressione, associazione e riunione nonché del diritto dei tibetani di preservare cultura, linguaggio e religione. "Le autorità cinesi devono immediatamente aprire il Tibet, consentire l'ingresso agli osservatori sui diritti umani e alla stampa internazionale e invitare gli esperti dell'Onu sui diritti umani a visitare la regione"

Immigrazione, Corbelli: "Maroni chiuda l'ex cartiera di Rosarno" ( da "Giornale di Calabria, Il" del 09-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: il massacro dei diritti umani, la negazione della civiltà e della solidarietà, di fronte a cui un popolo civile non può e non deve restare immobile e silente, ma deve reagire e ribellarsi?. Il leader di Diritti civili giudica ?la vicenda, coraggiosamente denunciata oggi ancora una volta dal Tg Rai Calabria, diretto da Pino Nano,


Articoli

Il viaggio di Kessler in Israele: polemiche incomprensibili (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

di Franca Bazzanella * Il viaggio di Kessler in Israele: polemiche incomprensibili Spiace dover apprendere il disappunto, dei responsabili della Lega Nord e dell'Italia dei Valori, rispetto alla missione a Gaza del Presidente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento, Giovanni Kessler. Dispiace soprattutto dopo aver apprezzato il rilevante segnale politico espresso nella mozione congiunta tra minoranze e maggioranza votata i giorni scorsi in Consiglio e che vedeva la Provincia Autonoma di Trento impegnata in una triste realtà che, seppur lontana, riguarda ognuno. Mozione, nella quale si chiedeva l'impegno del Consiglio Provinciale, tra le altre cose, ad esprimere "...la solidarietà del popolo trentino e delle istituzioni dell'autonomia ai popoli israeliano e palestinese e a tutte le vittime del conflitto israelo-palestinese" e a favorire "...la partecipazione degli enti locali trentini nell'ambito della prossima delegazione degli Enti locali italiani per la pace in Medio Oriente, anche al fine di creare le condizioni per agevolare l'attivazione di collaborazioni e di gemellaggi tra enti locali ed associazioni trentine e corrispondenti enti ed associazioni israeliani e palestinesi". Il nostro Trentino, dopo l'appello della Tavola per la Pace Nazionale nel quale si invitavano tutte le Regioni d'Italia, tutte le Province a far nascere sul proprio territorio comitati impegnati nella pace in Medio Oriente, si è mobilitato per primo. La risposta da parte delle Associazioni, degli Enti Locali e persino di singoli cittadini, è stata immediata con adesioni autorevoli e importanti. Una risposta, diretta e spontanea che ha evidenziato, ancora una volta, da parte della nostra gente, una cultura partecipativa e solidale. L'impegno chiesto al Presidente del Consiglio, nella missione oggi tanto discussa, era quello di verificare la situazione attuale, al fine di poter mirare in modo efficiente ed efficace eventuali interventi di solidarietà verso la riduzione delle condizioni di povertà che questa tragedia ha portato, ma anche e soprattutto, era quello favorire ponti di dialogo fra la popolazione israeliana palestinese e trentina individuando occasioni di incontro e di confronto. Per questi motivi, io stessa, in qualità di referente del Comitato Pace in Medio Oriente, in accordo gli Enti locali Nazionali e il Tavolo Nazionale della Pace, ho chiesto, al Presidente la Sua disponibilità a far parte della ristrettissima delegazione composta dal Vicepresidente del Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace, dal Coordinatore dell ONG per il Medio Oriente e dal Coordinatore della Tavola Nazionale per la Pace, nonché direttore del Coodinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace i Diritti Umani, di rappresentare l'impegno e il volore della comunità trentina. Anche se purtroppo la delegazione non è potuta entrare a Gaza, ho fondato motivo di credere che gli incontri con il Sindaco della città israeliana Sderot, con il mInistro delle infrastrutture del Governo Israeliano, con il l'Ambasciatore a Tel Aviv, e i numerosi altri appuntamenti in agenda, non abbiano vanificato l'importanza di questo viaggio. Di tutto questo, saremo messi al corrente nella conferenza stampa che il Comitato per la pace per il Medio Oriente intende convocare, nella giornata di mercoledì 11 marzo alle ore 18.00 in Sala Aurora - Palazzo Trentini. Ai rappresentanti della Lega e dell'Italia dei Valori, alle loro intelligenze e al loro impegno istituzionale, sento ora il dovere di chiedere di essere partecipi in modo sereno e costruttivo, senza scivolare verso improduttive polemiche e di mettere in atto quella responsabilità, che è propria di ogni cittadino, per la costruzione di un futuro migliore. Vicepresidente Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani

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Donne alla regia, chiuso Sguardi Altrove (sezione: Diritti umani)

( da "City" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Donne alla regia, chiuso Sguardi Altrove Si è conclusa ieri la 14ma edizione del festival a regia femminile Sguardi Altrove: la manifestazione ha registrato un +30% di presenze rispetto all'edizione 2008. Tra i più visti, due film sui diritti umani: "Stories on human rights" e "All human rights for all", firmato da un collettivo di 30 registi italiani. 09 marzo 2009

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Caso Bashir: ora i dittatori-macellai sono senza rete (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 09/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:finestra sul mondo finestra sul mondo Caso Bashir: ora i dittatori-macellai sono senza rete Il mandato di arresto della Corte penale dell'Aja contro il presidente del Sudan è un evento a suo modo storico. Le differenze tra la Cpi e gli altri tribunali internazionali. «La giustizia dà dignità alle vittime ed evita altri conflitti». Intervista alla professoressa Francesca Graziani Il presidente sudanese Al Bashir. In spregio al mandato di cattura del Cpi ieri si è recato in Darfur, la regione messa a ferro e fuoco dalla sua politica: 300mila morti in sei anni Mercoledì scorso, la Corte Penale Internazionale, con sede all'Aja, ha emesso un mandato d'arresto per il presidente del Sudan, Omar Hassan Al Bashir, 64 anni, da venti al potere. L'accusa: crimini di guerra e crimini contro l'umanità, in relazione al conflitto nel Darfur. In questa regione, in sei anni, sono state uccise e spesso massacrate 300mila persone, mentre due milioni e mezzo di abitanti sono stati costretti a fuggire, profughi. L'incriminazione di genocidio non ha avuto seguito perché le prove non sono state ritenute sufficienti a sostenerla. Il provvedimento della Cpi è stato salutato con grande soddisfazione dalle organizzazioni per la tutela dei diritti umani (Amnesty International, Human Right Watch e altri), mentre è stato in vario modo criticato e contestato da stati quali la Cina, la Russia, la Libia e da organismi sovrannazionali quali la Lega Araba e l'Ua (Unione Africana). Gli Stati Uniti, pur non avendo ratificato la Cpi, hanno espresso soddisfazione. La decisione della Cpi costituisce un evento storico, in ambito giuridico: per la prima volta un capo di stato in carica è raggiunto da un ordine di cattura penale. Un dittatore-macellaio viene privato del privilegio di farla franca. Per valutare la portata dell'accaduto abbiamo interpellato la professoressa Francesca Graziani, docente di diritto internazionale alla Facoltà di Scienze politiche della Seconda Università di Napoli e consulente della commissione di esperti che ha portato all'istituzione della Corte. «Questo è il primo atto importante che ha addottato la Corte Penale Internazionale. Ricordo che i lavori che hanno portato all'istituzione della Cpi sono stati avviati nel 1998 con la Conferenza di Roma, fortemente voluta dal nostro governo. Lo statuto che l'ha resa operativa (un vero e proprio trattato internazionale) è stato siglato sempre a Roma, nel 2002. La Corte è stata spesso accusata di essere lenta e poco solerte. Ma va considerato che mettere in piedi un tribunale internazionale comporta molte difficoltà. Occorre procedere all'elezione dei giudici, concordare il regolamento di procedura, raccogliere le prove, provvedere alla nomina del procuratore, nella fattispecie l'argentino Ocampo, un uomo da molti contestato, ma che, all'atto pratico, ha dato ottima prova di sé. Ora, mentre il tribunale internazionale per la ex Jugoslavia (istituito nel 1991 e operativo dal 1993) aveva iniziato i suoi lavori perseguendo i cosiddetti "pesci piccoli" e solo dopo molto tempo era arrivato ad occuparsi dei personaggi di maggior rilievo come i Milosevic, i Kardzic e i Mladic, la Cpi, invece, è subito partita con capi d'accusa di gran peso e con inquisiti di spicco, com'è appunto il presidente del Sudan. Un fatto di assoluta rilevanza» Che relazione c'è tra la Cpi e, per esempio, il tribunale per la ex Jugoslavia o quello per i crimini in Cambogia? «Sono cose del tutto differenti. Il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia è stato istituito una tantum dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu e quindi è un tribunale ad hoc, che, tra l'altro, va esaurendo la sua attività e non c'entra niente con la Corte Penale. Il Tribunale per la Cambogia è una Corte mista, una cosa diversa ancora. Per capire questa materia è necessario fare un po' di storia. Il primo tribunale penale internazionale è stato quello di Norimberga, del 1945, seguito da quello di Tokyo, l'anno successivo. Questi due hanno esaurito la loro attività nel 1946. Questo è il primo passaggio. Il secondo passaggio ci porta alle Nazioni Unite. È il 1947. All'indomani delle sentenze di Norimberga e di Tokyo, l'Assemblea Generale dell'Onu esprime l'auspicio di creare una Corte penale internazionale permanente, quindi non tribunali ad hoc com'erano stati Norimberga e Tokyo. Per questo scopo l'Assemblea assegnò a un comitato il compito di elaborare un progetto di statuto della futura Cpi. Questa Corte, tuttavia, ha visto la luce solo nel giugno del 1998 ed è entrata in vigore nel 2002. Perché ci sono voluti tanti anni? Perché tra il 1947 e il 1989 c'è stato il buco nero della guerra fredda che ha segnato una battuta d'arresto nei lavori per giungere alla Cpi» E nel frammentre? «Nel frammentre sono stati creati altri tribunali ad hoc. Nel 1991 il Consiglio di Sicurezza, con atto di autorità previsto dalla Carta dell'Onu, ha istituito il tribunale per la ex Jugoslavia, autorizzato ad agire esclusivamente contro individui macchiatisi di crimini sul territorio jugoslavo. Nel 1994 l'esperienza della Corte per la ex Jugoslavia è stata ripetuta per il Ruanda». E la Cambogia? «I tribunali per la Cambogia, per la Sierra Leone, per il Libano, per il Kosovo e per la Bosnia-Erzegovina sono tutti tribunali misti. Essi cercano di superare le lacune tipiche della giustizia penale interna e le lacune tipiche della giustizia penale internazionale. Sono tribunali che presentano una composizione mista, appunto. Per esempio la Corte per la Cambogia è formata da 17 giudici cambogiani e 13 giudici internazionali e le regole procedurali sono un mix tratto sia dal sistema giuridico interno sia da quello internazionale». Dunque il caso del Sudan è il primo a veder protagonista la Cpi «Diciamo che è il primo atto di questo spessore della Cpi. È anche un atto di orgoglio della Corte» In che senso? «La Cpi ha ricevuto critiche, che personalmente condivido, per essersene stata come rintanata fino al 2009. Con l'incriminazione di Al Bashir, un potente signore della guerra, la Cpi ha voluto rintuzzare gli appunti di eccessiva cautela. Ma c'è un aspetto che i giornali finora non hanno messo nella dovuta evidenza» Quale? «Come mai la Cpi abbia potuto operare nel caso del Sudan. Il fatto è che l'azione contro Al Bashir è stata sottoposta all'attenzione della Corte penale dal Consiglio di sicurezza dell'Onu» Cosa significa? «Vede, come regola generale la Cpi, essendo nata per via di trattato, può operare solo nei confronti degli individui che hanno la nazionalità degli stati che hanno sottoscritto il trattato stesso. Il Sudan non è tra questi. Tuttavia, lo statuto del Cpi prevede che quando la Corte è attivata dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu allora può operare anche contro individui di stati che non hanno ratificato la carta istitutiva. L'intervento del Consiglio di sicurezza ha l'effetto di rendere universale l'azione della Cpi» Dunque la Cina e la Russia non hanno motivo di protestare visto che fanno parte di quello stesso Consiglio di Sicurezza che ha autorizzato la Corte a intervenire. «Politicamente la Cina e la Russia possono fare ciò che vogliono. Giuridicamente la loro protesta non ha ragione d'essere, perché il Consiglio di Sicurezza ha chiamato in causa la Cpi già da tempo. Resta il problema di come Bashir possa venir arrestato. Cassese, primo presidente del Tribunale per l'ex Jugoslavia, disse una volta che le Corti internazionali sono dei giganti buoni, ma senza braccia e senza gambe. Sono buoni perché cercano di portare giustizia, ma sono privi di capacità operativa: non hanno alle loro dipendenze nessuna polizia che renda esecutivi i loro ordini» Dunque l'azione della Corte vale solo come testimonianza? «No. Sarebbe triste se la giustizia fosse ridotta a simbolo. L'azione della Corte sottende un fatto molto importante, che ha implicazioni pratiche molto concrete. Non si tratta solo di stabilire che un dittatore macchiatosi di crimini non ha il diritto di farla franca. Certo c'è anche questo. Perché Bashir non per tutta la vita farà il presidente, forse. Perché se dovesse mettere piede in uno stato che ha ratificato il trattato potrebbe essere catturato. Al Bashir, in sostanza, è costretto già da ora a vivere in Sudan come in una prigione. Nei suoi confronti da mercoledì è decaduta l'immunità che è prerogativa di tutti i capi di stato: lo stabilisce l'articolo 27 dello Statuto istitutivo della Cpi. Ma c'è di più. La giustizia internazionale, pur con tutti i suoi limiti, oltre a mettere fine all'impunità dei criminali, tende a restituire dignità alle vittime e con ciò contribuisce alla pace. Lo scopo non è solo punire, bensì scongiurare ulteriori conflitti. La giustizia internazionale, ristabilendo le responsabilità, dà soddisfazione alle vittime ed evita la spirale delle vendette: dunque elimina i motivi di nuove violenze» Claudio Gandolfo

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Quel sondino che fa discutere (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Ferrara, La" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Quel sondino che fa discutere Oggi all'«Arengo» confronto sul testamento biologico Zamorani: pronti al referendum se passa una legge liberticida Il neonato «Coordinamento per il testamento biologico e contro la tortura di Stato» come prima uscita pubblica propone un confronto fra tre persone in grado di offrire non solo punti di vista differenti, ma anche di portare significative competenze derivanti dalle loro esperienze professionali. Oggi alle 17.45 nella Sala dell'Arengo (palazzo municipale) sono chiamati a dibabattere Bruno Di Lascio, presidente dell'Ordine dei medici di Ferrara, e due docenti della nostra Università, Piero Stefani, che insegna Filosofia della religione, e Paolo Veronesi, professore di Diritto costituzionale. Il loro compito è informare sui provvedimenti in corso di approvazione al Senato, sulle conseguenze dei trattamenti di fine vita, sui gradi di libertà che vanno concessi al cittadino che si trovi in condizioni simili a quelle di Eluana Englaro. Il confronto sarà regolato da Mario Zamorani, che fa parte del Coordinamento per il testamento biologico. «Questo gruppo formato da esponenti di varie associazioni e forze politiche - spiega Zamorani - è nato sulla scia della manifestazione Lasciate libero il corpo di Eluana che si è tenuta il 7 febbraio davanti alla Prefettura. Due sono i cardini attornao ai quali ruota la nostra azione. Il primo è che nessuno può imporre l'idratazione e l'alimentazione artificiale a un paziente che la rifiuta o l'ha rifiutata». «Il secondo punto unificante del nostro gruppo - continua Zamorani - è che se dovesse essere approvata una legge che impone il sondino a chi non lo vuole, tutti ci impegniamo a raccogliere le firme per un referendum che abroghi una norma non solo ingiusta, ma illiberale, che va contro i principi costituzionali che difendono la libertà di ogni cittadino di rifiutare una terapia». Zamorani rivolge una sollecitazione «assolutamente non polemica» al Pd: «Mi dispiace sinceramente che al coordinamento non abbia aderito il Pd. Leggendo posizioni come quella espressa D'Alema, che ha parlato di tortura di Stato, mi auguro e spero che l'adesione possa arrivare nelle prossime ore».

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La grande maggioranza dei romeni in Italia è fatta di gente che è qui per costruirsi un futuro, lavorare, tirare avanti la famiglia, partecipare alla vita sociale (sezione: Diritti umani)

( da "Adige, L'" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

La grande maggioranza dei romeni in Italia è fatta di gente che è qui per costruirsi un futuro, lavorare, tirare avanti la famiglia, partecipare alla vita sociale La grande maggioranza dei romeni in Italia è fatta di gente che è qui per costruirsi un futuro, lavorare, tirare avanti la famiglia, partecipare alla vita sociale. È a questa maggioranza, spesso silenziosa, che il Comitato delle associazioni per la pace e i diritti umani vuole dare oggi voce. In collaborazione con l'Associazione Romeni del Trentino e della Lega degli studenti romeni all'estero, sarà presentato oggi "CultuROmania", nell'ambito del quale lo scrittore, poeta e giornalista Mihai Mircea Butcovan (in foto) presenterà il suo libro "Allunaggio di un immigrato innamorato". A seguire il dibattito sulla lettera al presidente del Consiglio scritta dagli studenti romeni. Interverranno Gabriella Borgovan, ambasciatrice per la Lega italiana degli studenti romeni all'estero, Dan Ion, segretario consolare al consolato onorario di Romania a Trento e Maurizio Passerotti, console onorario di Romania per il Trentino. L'appuntamento è per le ore 17.30 al centro di educazione permanente alla pace. 09/03/2009

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Barca alla deriva sul Canalbianco (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

ROVIGO pag. 4 Barca alla deriva sul Canalbianco INTERVENTO DEI POMPIERI VOCI da dentro. Ieri, nella sezione femminile del carcere di Rovigo, promossa dal Gruppo di lavoro a progetto e dall'assessorato ai Diritti Umani della Provincia di Rovigo, le donne detenute hanno incontrato l'assessore Tiziana Virgili. La Virgili ha invitato poi le donne detenute a non perdere mai la loro dignità: «le prime che non devono svalutarsi devono essere proprio le donne, che devono invece lottare con grinta e difendere i propri diritti». L'incontro che era iniziato con la messa celebrata dal cappellano del carcere don Marino Zorzan, è proseguito con le testimonianze delle detenute e si è concluso con un brindisi ed una torta gialla offerta dall'assessore Virgili.

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<Cresce l'odio contro i cristiani anche in Occidente> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-09 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE L'allarme dell'Osce Tavola rotonda a Vienna sull'intolleranza, sempre più diffusa nell'Europa laica «Cresce l'odio contro i cristiani anche in Occidente» Casi in Gran Bretagna e Usa. Le chiese distrutte a Cipro, discriminazioni in Turchia Cristiani «vittime di crimini di odio», non in Africa, in Medio Oriente, o in Asia, ma nel Nord del mondo, sviluppato e industria-lizzato, con al centro la vecchia e nuova Europa. Sarebbe stato impensabile anche solo dieci anni fa, una tavola rotonda in sede Osce a Vienna per accendere — ed è la prima volta— un faro su questo fenomeno nuovo e preoccupante: l'«intolleranza e la discriminazione contro i cristiani », l'«esclusione, marginalizzazione e negazione dei diritti» nei loro confronti, nei 56 Paesi che fanno parte dell'organizzazione che si estende dal Nord Atlantico agli Urali (dal Canada, passando per gli Usa, fino alla Turchia e alla Federazione Russa). I lavori sono stati organizzati a Vienna dall'Odhir (l'ufficio per i diritti umani dell'Osce), e per due giorni vi hanno partecipato cinquanta tra esperti, ricercatori, membri di comunità religiose e associazioni cristiane, oltre a rappresentanti di organizzazioni internazionali, sotto la presidenza del vicepresidente del Parlamento europeo Mario Mauro, incaricato personale del presidente dell'Ocse per la lotta al razzismo e alla xenofobia. La necessità di mettere a tema il problema della discriminazione dei cristiani è nata dalla valutazione del Rapporto Osce 2008 sui «crimini d'odio» in cui molte pagine raccolgono purtroppo le notizie di violenze e assassinii di cui sono stati vittime appartenenti alle varie confessioni cristiane (non solo cattolici, quindi). Ma le testimonianze raccolte la scorsa settimana a Vienna (sotto la clausola diplomatica della garanzia di riservatezza nei confronti dei governi coinvolti) sono state addirittura più allarmanti, secondo tre direttrici: una più evidente nell'Est ex sovietico, la seconda nell'Europa «laicizzata », la terza infine nei Paesi sempre più penetrati (anche per motivi demografici e non solo migratori) dalla avanzata islamica. Eccone alcuni esempi. Il vescovo greco-ortodosso di Cipro, Porfirios, ha lamentato ad esempio la distruzione o la riconversione in moschee o locali pubblici di 550 chiese ortodosse nella parte turca dell'isola. Il patriarcato di Costantinopoli ha sottolineato inoltre che in Turchia vige ancora la legge di Maometto III per cui non ci possono essere sulla pubblica via altri luoghi di culto se non moschee: alla basilica del Patriarcato si accede tramite un ristorante. Ma se passiamo in Gran Bretagna, l'avvocato Paul Diamond, ha reso noti tutti i dettagli del clamoroso caso dell'infermiera inglese di 45 anni, Caroline Petrie licenziata all'inizio del mese scorso (ma poi reintegrata) per aver consegnato un'immaginetta sacra ad una paziente ammalata. Andrea Morigi, dell'Associazione «Aiuto alla Chiesa che soffre», da parte sua, ha messo in evidenza alcune conseguenze «discriminatorie » della legislazione spagnola, nell'era Zapatero: impossibilità dell'obiezione di coscienza per i medici obbligati alla prescrizione di contraccettivi e abortivi e impossibilità per i genitori di esonerare i figli dalle lezioni di educazione sessuale. In Romania vige l'esproprio per legge dei beni delle confessioni greco- cattoliche in favore della chiesa ortodossa. Mentre nelle ex repubbliche sovietiche, è ancor oggi richiesto ai cristiani, per compiere atti di proprietà o di credito, una dichiarazione scritta che espliciti la fede religiosa professata. «L'iniziativa dell'Osce— afferma Mauro — ha il pregio di rompere un tabù tipico del politicamente corretto: questo fenomeno è riuscito finalmente ad emergere ». Aggiunge però subito dopo: «Non si tratta di una esibizione identitaria dei cristiani, come contraltare a quanto emerso in questi anni con l'islamofobia o con il risorgente antisemitismo. La mancanza di libertà religiosa, come diceva Giovanni Paolo II è la cartina al tornasole delle altre libertà». M.Antonietta Calabrò

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L'infinita questione dell'integrazione alla pari delle persone Transessuali/ Transgender (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'infinita questione dell'integrazione alla pari delle persone Transessuali/ Transgender di Federica Pezzoli E' di questi giorni la pubblicazione su youtube di un'inchiesta condotta dal giornalista Francesco Palese per l'emittente tv Retesole che rappresenta la forte discriminazione subita ovunque in Italia dalle persone Transessuali/Transgender (clika qui per vedere i filmati: 1 parte http://www.youtube.com/watch?v=Kzi_PZ1LRBw - 2 parte: http://www.youtube.com/watch?v=3lKi7_mmnx8), e dell'altro ieri l'interrogazione parlamentare urgente depositata dai deputati Radicali del Pd Rita Bernardini, Marco Beltrandi, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci, Marzio Turco, Elisabetta Zamparutti (clika qui per il testo: http://www.radicali.it/view.php?id=138218), alla quale - alquanto dubbiosi - speriamo che seguano risposte adeguate e concrete dal Governo Berlusconi che mettano il punto fine ad anni di ostracismo, e persecuzione - più o meno velata -, a danno delle persone Trans*. Il problema, in vero, viene denunciato da lungo tempo, in ogni dove, dalle maggiori associazioni Trans* Italiane, come anche dalle persone Trans* che, in particolare, da anni militano all'interno del Coordinamento "Sylvia Riveira" (http://www.sylviarivera.org/). Il 13 giugno 2007 in occasione della Conferenza Stampa tenutasi presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati dal Coordinamento Trans "Sylvia Rivera" (clika qui per ascoltare tutti gli interventi: http://www.radioradicale.it/scheda/228115/conferenza-stampa-del-coordinamento-transessuali-sylvia-rivera), chi scrive (ex)Transessuale oggi donna solo per lo Stato e, da anni, in attesa di una integrazione alla pari, rappresentava (anche) la questione del "lavoro pulito" per le persone Trans*: "Il problema è da codice rosso. I reclami che ci giungono sono allarmanti. Violenze fisiche e psicologiche di ogni tipo. Mobbing, anche familiare. Ostracismo. Discriminazioni dirette e indirette. Disoccupazione forzata. Prostituzione non per libera scelta ma indotta dall?assenza di alternative. Vi ricordo che il diritto/dovere al lavoro è sancito dall?art. 4 della nostra Carta Costituzionale ed è valido per tutti, anche per noi. Ci sentiamo, come voi, cittadini a pieno titolo di questa Res-publica, cittadini Europei, cittadini del Mondo. Ricordo che siamo anche avvocati come la sottoscritta, imprenditori, infermieri, funzionari di banca, etc. Anche noi siamo famiglie italiane. Anche noi abbiamo un compagno o una compagna; un marito o una moglie. Anche noi abbiamo dei figli. Figli avuti prima o dopo la transizione grazie all?adozione internazionale; figli che come i vostri vanno a scuola. Si confrontano e non poche volte ingiustamente si percepiscono nell?intimo diversi. Vivono un disagio interiore, difficile da vincere perché si deve scontrare con la forza degli altri. E così il branco trova terreno fertile e malgrado tutto prevale. Diversità: Ma diversi da chi? Noi, le nostre famiglie, i nostri figli devono sopportare perché così è stato deciso. Ma da chi? Chi sono costoro che vogliono farci credere che siamo una razza inferiore. Sentiamo raccontarci una realtà difforme, lontana da noi, senza possibilità di replica. Siamo sinceramente disgustati, noi persone transgender, transessuali e poi donne e uomini per lo Stato, noi lavoratori e contribuenti, noi genitori dei nostri figli. Figli ai quali viene detto dai giornali e dalle televisioni che la transessualità è prostituzione; poi nasce l?infame sospetto che il proprio genitore sia un o una prostituto/a. Tutto ciò non corrisponde a verità. L?effetto domino è inquietante. Di fatto viene minata la serenità dei nostri nuclei familiari e l?esercizio genitoriale. Precluso un corretto e aggiungo dovuto inserimento sociale per tutti anche per i nostri figli. Ci siamo sempre resi tutti disponibili ad illustrare ai giornalisti e attraverso loro alla società la nostra realtà. La nostra normalità. Non sempre veniamo ascoltati tanto meno dalle Istituzioni che difettano di rappresentatività. Il prezzo che noi tutti e tutte paghiamo è altissimo. Grazie"." Altra importante occasione durante la quale venne denunciato il problema di una corretta e dovuta integrazione alla pari per le persone Trans* fu quella dell'Assemblea aperta del Mondo delle Comunicazione Italiana promossa da Articolo 21 liberi di (clika qui per ascoltare tutti gli interventi: http://www.radioradicale.it/scheda/247914/assemblea-nazionale-dellassociazione-articolo-21). Era il 22 febbraio 2008, Sala Tobagi, FNSI. Segue il testo del mio intervento: "Sappiamo che l?articolo 21 della Carta Costituzionale include la libertà di manifestazione del pensiero, con qualsiasi mezzo, fra i diritti individuali di libertà. Da questo generico principio discende la garanzia della libertà di stampa; come mezzo di espressione per comunicare e informare. Cosa? Richiamo l?attenzione su uno dei punti di cui all?appello lanciato da Articolo 21 Liberi di. Riporto testualmente: “... che tutti gli organi dell?informazione e della comunicazione s?impegnino di più sulla comunicazione sociale, per diffondere la cultura positiva della pace e dei diritti umani, della legalità e della partecipazione, promuovendo il dialogo, il libero confronto delle idee e il rispetto reciproco ...”. Pace. Diritti Umani. Legalità. Partecipazione. Dialogo. Confronto. Rispetto. E' fuori discussione come attualmente i numerosi messaggi che ci giungono da i mass-media, ogni giorno, siano lontani, per esempio, dal diffondere una cultura positiva di assorbimento delle “diversità”; riconoscendo nell?altro diverso da se il suo “diritto alla diversità”; come di fatto viene negato il libero confronto di idee e la cultura del rispetto. L'informazione, come anche la non-informazione, il silenzio - non casuale - produce, ma volgendo lo sguardo al passato – riproduce - ed alimenta, una cultura, riferibile alla “peggiore” civiltà europea dei primi quarant?anni del novecento. La cultura dell?affermazione del principio di superiorità di parte della popolazione sull'altra. Popolazione che per ragioni culturali, religiose, etniche, linguistiche etc. e per motivi legati all'orientamento sessuale, all'identità di genere, non volendo rinunciare alla propria identità per essere trattati da eguali, rifiuta di identificarsi con modelli stereotipati e preconfezionati. Rifiuta perché vuole vedere riconosciuta la propria sacrosanta unicità e libertà di esistere per ciò che è. E?, altresì, fuori discussione come anche attraverso una corretta informazione si possa vedere attuato il principio di uguaglianza di cui all?articolo 3 della Carta Costituzione. La pari dignità sociale di tutti i cittadini. Ritengo, perciò, che l?affermazione dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali ovvero ex-transessuali, come la sottoscritta - oggi donna almeno per lo Stato - necessita di una informazione che sostenga, diffondendolo, il principio di uguaglianza contribuendo alla rimozione di ogni ostacolo “culturale” di accettazione e non di paura – diffidenza - ma anche odio, dell?altro diverso da se. Per quanto concerne lo spaccato esistenziale delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali notiamo invece come si stia sempre più rinforzando la diffusione di una informazione che persevera nel raccontare e raccontarci in maniera “distorta” rappresentando al “grande pubblico” spaccati di vita lontani anni luce dalla nostra “cruda realtà” fatta di: -mobbing lavorativo, familiare, scolastico; -di un diffuso ostracismo sociale; -di teste fracassate per mano del boia-omo-trans-fobico; -di bullismo che spesso sfocia in atteggiamenti omofobici e transfobici; -di giovani vite spezzate per colpa del pregiudizio. Purtroppo siamo testimoni passivi di un?informazione che offre la ribalta a chi, capace di “spendidi stacchetti”, si avventura in performance spesso di “dubbia qualità artistica” e possa mostrare sinuose forme perfettamente modellate, magari vestite con abiti essenziali, al solo fine di soddisfare la morbosa curiosità dei “guardoni psicologici” come anche del più viscido e sessualmente represso “utente” mass-mediatico contribuendo non poco alla diffusione del concetto errato che una parte della popolazione (leggi Transessuale o ex Transessuale) possa, per gentile concessione sociale - grazie! ma non chiamatela “solidarietà sociale” - e debba vivere al margine del vissuto collettivo. Utile, all?occorrenza, come “dispensatore orgastico”, ma totalmente esclusa da una reale ed effettiva integrazione sociale in dispregio di ogni principio costituzionale vigente nel nostro “amato” paese. Grazie"." Ulteriori (miei) articoli di denuncia sono stati pubblicati su Articolo 21 e descrivono spaccati di vita Trans* troppe volte volutamente dimenticati dai mass-media come da chi dovrebbe rappresentare in parlamento gli interessi di tutta la popolazione italiana, anche Transessuale/Transgender. Altri galleggiano nel web, come "Lasciateci vivere" il quale, anche se scritto mesi or sono, risulta ancora attuale e, forse, aiuta a capire meglio: Trans-gender, MtoF - FtoM, un viaggio, molte fermate, un capolinea che non è sempre lo stesso per tutte/i - la riassegnazione chirurgica del sesso, un intervento non da tutte/i sempre ambito. Il mio vissuto personale, (ex)transgender ["Ex" tra parentesi - non è un caso, un errore. Anzi! Quando le persone transgender o (ex)transgender - come me (da noi, non esistono "mosche bianche") -, avranno una situazione di "parità" nella società, quell'"EX" sarà scritto senza le "parentesi" - spero di essere ancora in vita per farlo!], oggi Donna, solo per lo Stato, mi permette di dire che i percorsi da affrontare sono due - entrambi impegnativi, e dolorosi. Gia! - i percorsi sono due. Il primo: medico/legale/processuale. Intervengono diverse figure: dal medico di base, allo psichiatria - ma anche analista (Diagnosi di Disturbo di Identità di Genere, supporto psicologico); dall'endocrinologo (terapia farmacologica - ormonale), al chirurgo plastico (interventi sui caratteri sessuali secondari e primari - i secondi se ambiti, e possibili: androginoide o ginoandroide). Il contesto-medico: ospedali, sale operatorie, ambulatori, degenze. Il tutto "condito" con analisi, costanti, per evitare gli "effetti negativi", e le "controindicazioni", della terapia ormonale. Non mancano all'"appello": avvocati, magistrati, pubblici ministeri, consulenti tecnici d'ufficio - tanto per citarne alcuni, ma anche il coniuge, i figli - se presenti. Il contesto-legale: studi legali, aule giudiziarie. Non proprio una "vacanza". I processi - due -, si svolgono entrambi davanti al Tribunale in composizione collegiale. Il primo, un vero e proprio contenzioso, per ottenere l'autorizzazione ex art . 3 legge 164/82 all'adeguamento dei "caratteri sessuali" <>. Il secondo, di volontaria giurisdizione, per ottenere il cambio del sesso e del nome ex art. 1 legge 164/82 <>. e art. 2 <>. Ma, la "vacanza" non finisce qui - continua. Già! Prima, durante, e dopo la fase medico/legale/processuale esiste un altro percorso, quello "sociale" - troppe volte, infinito. L'integrazione - alla pari. Un sogno, che dura anni, spesso un'intera vita - purtroppo. La persona in transizione non potendo viversi nel segreto (già dal Real Life Test) si vede improvvisamente cadere molte certezze; non poche volte viene allontanata dalla famiglia, subisce mobbing - diretto e/o indiretto - familiare, lavorativo, amicale, sociale. Solitudine, ostracismo - in due parole: "discriminazione" - a 360° -, e "trans-fobia". Purtroppo nell'immaginario collettivo si ritiene che la "transizione" riguardi solo l'intervento di riassegnazione chirurgica del sesso, mentre il "tema" è più complesso, e vasto. In vero, come abbiamo già detto, si tratta di due percorsi, medico/legale/processuale e sociale. Due percorsi che viaggiano insieme - parallelamente. Mentre il primo si chiude con la seconda sentenza (che riconosce sesso e nome), il secondo, al contrario, non trova una facile soluzione - è, giustappunto, l'"infinita questione dell'"integrazione". Infatti, l'"integrazione - alla pari", passa, in primis, attraverso un lavoro "pulito" - ricordo l'art. 1, 1° comma, della Carta costituzionale: <>. Quale? Purtroppo, e non poche volte, le persone transgender come quelle (ex)transgender hanno difficoltà nell'essere assunte. Oppure vengono declassate, se non licenziate. L'assenza di lavoro, coniugato con l'innato istinto di sopravvivenza (alimentarsi) porta alla "prostituzione" - una "pratica", perciò, non determinata da una scelta libera (autodeterminazione), ma "indotta", appunto, dall'assenza di un lavoro - sempre che non prevalga il "sentimento di sconfitta", che può portare all'estremo gesto - "lo strappo esistenziale". La fine, di una vita. La difficoltà di trovare un "lavoro", è sicuramente uno degli aspetti più difficili da risolvere, in quanto si scontra con il pregiudizio diffuso, trasversalmente, nel nostro paese: ieri, trans = prostituta - oggi, trans = prostituta = clandestina. Un'opinione errata, e largamente diffusa - come l'immobilismo della politica, l'assenza di validi strumenti normativi in favore delle persone transgender o (ex)transgender -, fattori che, di fatto, impediscono a molte/i di liberarsi dalle catene "dei loro carnefici"; persone transgender o (ex)transgender consapevoli dell'esistenza nel nostro "amato paese" di un "impegno-costituzionale" assunto sessant'anni or sono con l'art. 3: "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Lasciateci vivere. Come vedete è una vecchia storia, già più volte denunciata - anche sulle pagine di Articolo 21 - da chi è Transessuale o (ex)Transessuale e questa vita la vive 24/24h, e di certo non la interpreta con una parrucca in testa. Come un ruolo - magari anche ben retribuito - in una fiction. Vogliamo sperare che all'iniziativa politica intrapresa dai deputati radicali del Pd seguano ulteriori adesioni del mondo della politica, della cultura, dei mass-media, oltre che risposte concrete dalle istituzioni competenti, da quel Governo Berlusconi capace solo di creare un clima di odio e persecuzione a danno delle persone Trans*; e che sia l'occasione per aprire un serio dibattito - scevro da ogni strumentalizzazione, anche perchè si parla di esistenze -, sul tema: integrazione alla pari per le persone Transessuali/Transgender. Affinchè si possa mettere il punto fine, in Italia, a questo taciuto "omocausto" del terzo millennio, e venga data attuazione ad uno dei principi cardine del nostro ordinamento giuridico: l'art. 3, II° comma, della Carta costituzionale. http://blog.libero.it/Pezzoli/

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Chi si ferma sulla via di Ginevra (sezione: Diritti umani)

( da ">Manifesto, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

RAZZISMO Chi si ferma sulla via di Ginevra Maurizio Matteuzzi Negli Stati uniti cambiano (in meglio) le amministrazioni e in Israele i governi (se possibile in peggio) ma l'Italia è sempre la mosca cocchiera del servilismo più grezzo verso Washington e Tel Aviv. Il presidente Obama - sbagliando, a nostro avviso - ha annunciato il boicottaggio della imminente conferenza dell'Onu su razzismo e xenofobia per via di una bozza di documento finale dai connotati fortemente critici sulla politica israeliana rispetto ai palestinesi dei territori occupati. Con il Canada - la solita appendice -, il ministro L'allineamento di Frattini, il primo fra gli europei, ha avuto il plauso del portavoce del governo a Tel Aviv, delle lobbies filo-Israele degli Stati uniti, del presidente della comunità ebraica italiana e di quel bollettino dell'ambasciata israeliana che è diventato il Corriere della sera. La crisi economica e la luna di miele hanno spinto Obama a entrare alla Casa bianca con piglio ciclonico. Vuol negoziare con l'Iran e perfino - l'ha detto ieri - con i taleban dell'Afghanistan. Forse un presidente americano infine si è reso conto che finché non sarà risolto il nodo israelo-palestinese non ci sarà pace in Medio Oriente e non si toglierà l'acqua al fondamentalismo islamico. Grazie a Obama a Washington l'aria è cambiata e anche il Congresso sembra essersene accorto. Il presidente della Commissione per gli affari giudiziari del senato ha proposto un'investigazione indipendente - chiamata «commissione per la verità» - sugli «eccessi» dell'amministrazione Bush nelle sue «guerre contro il terrorismo» - torture, carceri segrete, restrizione dei diritti civili, violazione dei diritti umani. Alcuni di questi «eccessi» sono gli stessi di cui la bozza del documento finale proposto per la conferenza su razzismo e xenofobia del 20-24 aprile a Ginevra fa carico ai governi israeliani nei confronti dei palestinesi di territori occupati e di Gaza. «Una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid», «le discriminazioni razziali contro i palestinesi e i cittadini siriani del Golan occupato», «tortura, blocco economico, gravi restrizioni di movimento e chiusura arbitraria dei territori». Deliri «anti-semiti» di libici, iraniani e cubani che presiedono il «Comitato preparatorio» e, per dirla chiara, non sono il massimo quanto alla garanzia dei diritti? No. Fatti, evidenza, prove, denunce sotto gli occhi di tutti. Di Amnesty (che anche ieri ha accusato Israele per la «wanton destruction», la distruzione deliberata e vandalica di «migliaia» di case durante l'offensiva a Gaza, ciò che per il diritto internazionale «qualifica un crimine di guerra»: un altro) e dell'americano Richard Falk, il rappresentante speciale dell'Onu sulla Palestina; dell'ex presidente Usa Jimmy Carter e dello svizzero Jean Zigler fino alla giudice sudafricana Navanethem Pillay, alto commissario delle Nazioni unite per i diritti dell'uomo. Per quanto a presiedere i lavori per la bozza siano Libia, Iran e Cuba, non c'è traccia di anti-semitismo in quelle critiche e denunce. Non c'è neppure quell'equiparazione fra razzismo e sionismo che a Durban nel 2001, la prima edizione della conferenza dell'Onu sul razzismo, fece infuriare e ritirare Usa e Israele. A confondere i piani e rimestare nel torbido sono gli israeliani nell'infinito e sempre più disperato tentativo di usare l'impronunciabile parola «anti-semitismo» per impedire che si parli dell'occupazione coloniale e dell apartheid sociale. E' il bollettino dell'ambasciata israeliana che un tempo era il Corsera con i suoi pasdaran Bernard Henry-Levy e P.G. Battista. E' il ministro Frattini a denunciare le «frasi razziste e anti-semite» per giustificare il boicottaggio italiano, smentito perfino da noti estremisti quali la Francia di Sarkozy e il Vaticano di Ratzinger. E' l'immarcescibile Piero Fassino che «non ha dubbi sulla necessità» di respingere quel testo e rimprovera al governo Berlusconi solo di aver preso un'iniziativa unilaterale indebolendo il fronte europeo anziché dire «veniamo solo se si è disponibili a emendarlo» (quali sono le critiche mosse a Israele nella bozza che Fassino trova false e antisemite?). Sfortunatamente è anche il fiammeggiante Obama che vuol negoziare con i taleban e vede con favore la commissione verità del Congresso Usa sugli eccessi di Bush ma continua a non vedere le bavures di Israele in Palestina.

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- ROMA,10 MARZO: INCONTRO PUBBLICO CON ALESSANDRO (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

09-03-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Marzo > Roma, 10 marzo: incontro pubblico con Alessandro GassmanContenuto della paginaRoma, marted10 marzo: incontro pubblico con Alessandro Gassman e presentazione della campagna "5x1000" di Amnesty InternationalCS033: 09/03/2009Marted 10 marzo a Roma (Libreria Feltrinelli, Galleria Alberto Sordi, ore 17.30), in occasione dello spettacolo "La parola ai giurati", di e con Alessandro Gassman, in scena al Teatro Eliseo fino al 22 marzo, la Sezione Italiana di Amnesty International organizza un incontro pubblico intitolato "Del ragionevole dubbio e altre riflessioni sui diritti umani".Oltre ad Alessandro Gassman, interverranno Massimo Monaci, direttore del Teatro Eliseo, e Riccardo Noury, portavoce della Sezione Italiana di Amnesty International. Saranno inoltre presenti tutti gli attori de "La parola ai giurati". Durante l'incontro, verr presentata la campagna per il 5x1000 in favore di Amnesty International, di cui Alessandro Gassman testimonial. L'ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. FINE DEL COMUNICATO Roma, 9 marzo 2009 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

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Città: Questione immigrazione e politiche di governo (sezione: Diritti umani)

( da "Sannio Online, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Città: Questione immigrazione e politiche di governo Pubblicato il 09-03-2009 di Giovanni Zarro Il tema dell?immigrazione irregolare occupa da qualche tempo un posto di rilievo nell?agenda politica, e non soltanto in Italia. In Italia, però, il presunto legame tra l?immigrazione e la criminalità rappresenta un fattore di inquietudine sociale particolarmente avvertito... di Giovanni Zarro Il tema dell?immigrazione irregolare occupa da qualche tempo un posto di rilievo nell?agenda politica, e non soltanto in Italia. In Italia, però, il presunto legame tra l?immigrazione e la criminalità rappresenta un fattore di inquietudine sociale particolarmente avvertito. La questione è in realtà complessa e mal si presta alle semplificazioni proprie del discorso politico e mediatico; è complessa, a cominciare dalla definizione, dal nomen: i migranti come ?clandestini?, un termine carico di connotazioni morali e politiche negative. Clandestino, in effetti, è colui che viaggia furtivamente o sotto mentite spoglie, violando le norme che regolano il passaggio dei confini nazionali. Gli immigrati irregolari non integrano tale figura! Il grosso dell?immigrazione irregolare non arriva via mare, o nascosta in un camion o con documenti falsi. In larga maggioranza i migranti irregolari rientrano nella categoria dei cosiddetti overstayer: persone entrate regolarmente, con un visto turistico e poi rimangono sul territorio. Gli sbarcati a Lampedusa o altrove, che attirano la maggiore attenzione mediatica, viceversa, sono una piccola minoranza; complessivamente erano: 20.967 al 24 ottobre 2008. Per contro, gli immigrati di cui è stata richiesta l?autorizzazione all?ingresso a fine 2007, in base al cosiddetto decreto-flussi, erano circa 740mila. Ma anche fra i migranti giunti via mare occorre precisare. Circa un terzo presenta una domanda di asilo (per ragioni politiche o umanitarie, giacché proviene (...) da Paesi in guerra o dilaniati da conflitti interni (come l?Eritrea e la Somalia), e all?incirca un quinto ottiene una qualche forma di protezione, almeno provvisoria, ai sensi delle nostre leggi. Va poi ricordato il crescente numero di minori, spesso non accompagnati, che giungono via mare (saliti dal 2% del 2006 all?attuale 8%), oltre ad un numero sempre maggiore di donne (più del 12%); in valore assoluto più di 3.000. Vengono dunque bollati come clandestini e minacciati di rimpatrio immediato immigrati la cui posizione dovrebbe essere vagliata attentamente: tra di essi vi sono persone in fuga da guerre e persecuzioni! Non si può non ammettere, però, che le differenze tra i cosiddetti clandestini, i perseguitati, i richiedenti asilo, sono labili e sfuggenti. Caso a parte sono gli immigrati rumeni; dei quali si sottolinea sovente la cospicua presenza nelle statistiche sulla criminalità. Questi non possono essere né definiti né perseguiti come immigrati ?clandestini?, giacché si tratta di cittadini a pieno titolo dell?Unione europea. Quali le cause della immigrazione? La domanda di lavoro innanzitutto! I Paesi dell?Europa meridionale, tra i quali l?Italia, nel passato luoghi di emigrazione, hanno mostrato con particolare evidenza negli ultimi 15-20 anni l?incapacità di soddisfare i propri fabbisogni di manodopera attingendo la forza lavoro soltanto dai rispettivi bacini nazionali. La loro organizzazione socioeconomica ha alimentato una copiosa domanda di lavoro immigrato: sistemi produttivi che mescolano elementi tradizionali ed elementi innovativi; importanza di settori ad alta intensità di lavoro. come l?agricoltura mediterranea, l?edilizia, l?industria alberghiera; fattori di modernizzazione sociale, come la partecipazione delle donne al mercato del lavoro extradomestico, combinati con la persistente centralità della famiglia nella fornitura dei servizi di cura e nell?organizzazione della vita quotidiana. Poi le famiglie! Le famiglie sono cause dell?immigrazione! Se però poniamo attenzione al ruolo delle famiglie come importanti datrici di lavoro degli immigrati irregolari, la questione diventa più complessa: quei cittadini che temono e rifiutano l?immigrato straniero, inteso come figura astratta e minacciosa, molte volte lo ricercano attivamente e assumono l?immigrato concreto, in carne e ossa (spesso di genere femminile), conosciuto personalmente, epperò, senza troppo badare al possesso di permessi e autorizzazioni, quando devono far fronte ad esigenze domestiche e assistenziali che non trovano risposte adeguate nel welfare pubblico. E chi sostiene e chi alimenta l?immigrazione? La domanda di immigrazione è sostenuta da una ?logistica? assai efficiente! La logistica è costituita dalle relazioni che legano candidati all?immigrazione e migranti già insediati nelle società riceventi. In virtù di tale logistica, i processi migratori possono proseguire anche in presenza di condizioni di mercato sfavorevoli, e si indirizzano verso determinati Paesi o località non a causa di maggiori opportunità economiche, ma di punti di riferimento creati dall?insediamento di parenti, vicini e amici. In concreto, avere qualcuno che fornisce informazioni, presta eventualmente il denaro per il viaggio, accoglie all?areoporto, ospita in casa almeno nei primi tempi, aiuta a cercare lavoro, anche se irregolare. Insomma gli immigrati già insediati rappresentano un?importante risorsa, che alimenta le speranze di sempre nuovi candidati all?ingresso, di sempre nuovi immigrati. Come si comportano i paesi riceventi? I Paesi riceventi hanno il dovere del governo dell?immigrazione ed hanno limiti all?azione di contrasto! Un robusto vincolo alla capacità di perseguire efficacemente l?immigrazione irregolare è rappresentato dagli ordinamenti liberali e dalla concezione dei diritti umani; concezione che impedisce di attuare provvedimenti drastici di deportazione, ricorso alle armi per fermare chi attraversa illegalmente i confini, espulsioni di massa senza garanzie giuridiche, irruzioni in abitazioni private alla ricerca di immigrati irrego-lari e simili. Le democrazie rischie-rebbero di cadere in contraddizioni pericolose con la loro stessa natura! Per diventare più efficienti nella repressione dell?immigrazione dovrebbero diventare meno liberali! E bene chiarire .....tuttavia? Il principio di sovranità implica il diritto dello Stato a controllare le frontiere nazionali e a definire le procedure per l?ammissione degli stranieri sul territorio! Epperò, in una società liberaldemocratica queste prerogative statuali sono sempre temperate e limitate dai diritti umani, di cui gli individui beneficiano non in quanto cittadini, bensì come esseri umani. Di conseguenza, ?le democrazie liberali hanno sempre l?onere, allorché vigilano sui propri confini, di dimostrare che i modi con i quali attendono alla vigilanza non violano diritti umani fondamentali?. Va ricordato che, secondo Fortress Europe, nel 2008 è stata documentata la morte di 1.502 persone nel tentativo di raggiungere l?Europa dalle sponde meridionali del Mediterraneo, senza contare i naufragi fantasma, di cui non rimangono tracce. Non è di grande sollievo apprendere che si registra un calo del 23% rispetto al 2007. Non lo è anche perché nel canale di Sicilia le vittime documentate sono invece aumentate, passando dalle 302 del 2006, alle 556 nel 2007, alle 642 nel ?2008. Dal 1988 le vittime dei tentativi di raggiungere l?Europa sono almeno 13.351. Per i richiedenti asilo, i Paesi dell?Unione europea, peraltro, cercano con varie misure di tenerli a distanza, attraverso l?introduzione del concetto di «Paese terzo sicuro», obbligato ad accogliere i rifugiati che si manifestano sul suo territorio, o che l?abbiano attraversato prima di giungere entro i confini dell?Unione. Hanno dovuto risolversi, anche, a introdurre nuove forme di protezioni da riconoscere ai soggetti meritevoli di tutela, come la ?protezione temporanea?, quando si tratta di gruppi di persone che provengono da zone di guerra, o la cosiddetta ?protezione sussidiaria? concessa su base provvisoria agli sfollati e a quanti si trovano in situazione di pericolo. Impediti di lavorare ufficialmente e destinati comunque al rimpatrio, questi migranti non di rado si inseriscono nell?economia sommersa. Ora?cosa comporta per lo Stato ospitante il governo dell? immigrazione? La cd accoglienza, quindi, la disponibilità di strutture e risorse per corrispondere alle necessità di identificare i cosiddetti clandestini e di individuare il loro Paese di provenienza. In Italia i posti disponibili nei Centri di identificazione ed espulsione (CIE) deputati a questo scopo sono oggi circa 4.400. Una cifra del tutto inappropriata. E? e sarà un problema molto serio nella lotta contro l?immigrazione irregolare! Anche per le espulsioni?.ci sono insufficienze! Se si pensa ai numeri complessivi dell?immigrazione irregolare, le espulsioni superano a stento, e non sempre, il 5%. Poi?..gli immigrati effettivamente espulsi non sono, necessariamente, i più pericolosi o parassitari. Inoltre, consegnare ad un migrante un decreto di e-spulsione, come avviene nella maggioranza dei casi, senza assicurarsi che l?ingiunzione venga osservata, non porta a nulla. Come confermano le sanatorie! Nelle sanatorie si ritrovano spesso gli immigrati già colpiti da provvedimenti di espulsione, ma rimasti sul territorio, dove probabilmente hanno continuato a lavorare in nero. E poi? qualora l?immigrato venga ?accompagnato alla frontiera? o rimpatriato, non è affatto detto che non tenti di ritornare in Italia, soprattutto se vi ha trascorso degli anni, ha instaurato delle relazioni significative, ha imparato come muoversi sul territorio e dove cercare lavoro o altri mezzi di sussistenza. A cosa servono le nuove norme? L?approccio dell?attuale Governo mostra seri limiti. Si ha l?impressione che il ?pacchetto? governativo abbia in realtà due obiettivi latenti: la deterrenza e il consenso. Il primo obiettivo dell?Esecutivo è quello di indurre i nuovi candidati all?ingresso nel nostro Paese a ripensarci, spingendoli magari verso altre destinazioni. Se guardiamo però all?andamento degli sbarchi (erano stati 11.749 nel 2007, a fine ottobre 2008 erano già oltre 20mila, come si è ricordato) questa strategia non sembra incontrare grande successo. Quanto alla deterrenza ? lo stesso esecutivo omette di applicare severità nel contrasto all?impiego irregolare degli immigrati; anzi le disposizioni amministrative in merito alle ispezioni sui luoghi di lavoro sono state alleggerite, agevolando di fatto l?elusio-ne dai controlli e alleviando le sanzioni. Questo atteggiamento apre una breccia nell?apparato di controllo e contrasta con i fini dichiarati! D?altronde, gli interessi di famiglie e imprese in cerca di manodopera sono stati fin qui un fattore di controspinta nei confronti delle politiche di chiusura, e finora hanno sempre prevalso. Va notato che anche per il 2009, il Governo ha varato il decreto-flussi per gli ingressi autorizzati, nonostante proposte di segno contrario; ha raccolto in parte le pressioni per la chiusura, riducendo gli ingressi autorizzati di 20mila unità rispetto all?anno precedente (150mila contro i 170mila del 2008). Il decreto-flussi in realtà serve a mettere in regola chi è già in Italia e ha trovato un lavoro (o meglio: un datore di lavoro disposto ad assumerlo). Le 20mila autorizzazioni tagliate, in questa chiave, non rappresentano 20mila ingressi in meno, ma 20mila persone che rimarranno un altro anno, immigrati clandestini. 20mila persone che rimarranno nella precarietà e senza di diritti! Criminalizzare gli immigrati irregolari o rendere loro più difficile l?accesso alle cure mediche (come di recente ha proposto di fare la Lega Nord, con un emendamento al ?pacchetto sicurezza? presentato al Senato e che imporrebbe al medico di denunciare il paziente irregolare) rischia di escluderli ancora di più dai circuiti della normalità, fossero pure quelli del lavoro nero e dell?assistenza, spingendoli per forza di cose ad avvicinarsi maggiormente agli ambienti dell?illegalità. Le nuove norme potrebbero così diventare un esempio di profezia che si autoavvera: una volta definiti come criminali, gli immigrati irregolari potrebbero diventarlo in misura maggiore di quanto avvenga oggi. Non vi è innovazione! Non vi è apertura! Non vi è aderenza alla realtà! Si continua dunque, nei fatti, con la politica del passato! Il secondo e più importante obiettivo governativo sembra essere quello del consenso interno: dimostrare agli elettori che si usa il pugno di ferro contro l?immigrazione irregolare e accrescere la percezione di sicurezza. Su questo piano, si può constatare un certo successo: stando ai sondaggi! Ora, gli italiani, si sentono più sicuri. Ma un osservatore avvertito dovrebbe sapere che si tratta appunto di un intervento sulle percezioni, indipendente dalla realtà dei fatti!

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SALUTE. 11-12 marzo Vienna 2009 contro la droga. Le richieste del Forum Droghe all'Onu (sezione: Diritti umani)

( da "HelpConsumatori" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

News SALUTE. 11-12 marzo Vienna 2009 contro la droga. Le richieste del Forum Droghe all'Onu 09/03/2009 - 12:47 Dovevano essere dieci anni di guerra globale alla droga, quella lanciata dall'Onu con lo slogan "Un mondo libero dalla droga; possiamo farcela!" e invece in questi dieci anni la domanda e l'offerta di droga sono aumentate sempre di più. Secondo dati ufficiali ONU, la produzione di cocaina è aumentata del 20% e la produzione di eroina del 120%. I consumatori di droghe illegali non sono mai stati così tanti e alcune politiche restrittive hanno prodotto conseguenze, forse "inaspettatamente", negative. L'11 e 12 marzo prossimi a Vienna ci sarà un incontro delle Nazioni Unite per discutere l'implementazione degli obiettivi strategici adottati nel corso della Sessione Speciale dell'Assemblea Generale dell'Onu sulle droghe del 1998. In vista dell'appuntamento Onu di Vienna 2009, l'associazione Forum Droghe ha organizzato oggi a Roma, presso la sede del Partito Radicale, un incontro con la stampa in collaborazione con l'organizzazione ungherese Hungarian Civil Liberties Union. Durante l'incontro, a cui parteciperanno parlamentari, esperti, operatori pubblici e del privato sociale, sarà presentata una piattaforma politica globale. La stessa piattaforma, elaborata nell'ambito della rete europea Idpc (International Drug Policy Consortium) sarà presentata contestualmente anche in altre città europee. Il Forum Droghe chiede ai Governi le seguenti riforme urgenti: Le prigioni sono sovraffollate per i milioni di persone che hanno commesso violazioni di minore entità: i governi devono decriminalizzare il consumo di droghe!Bisogna abolire la pena di morte per reati connessi alle droghe; molti governi la prevedono violando il loro obbligo al rispetto dei diritti umani.È in corso una crisi umanitaria causata dall'eradicazione forzata delle coltivazioni di coca e di oppio - i governi devono porre fine alle eradicazioni forzate, rispettare l'eredità culturale dei popoli indigeni e dare ai coltivatori i mezzi di sussistenza!La guerra globale alla droga ha lasciato milioni di persone prive di trattamento per il dolore cronico - i governi devono consentire loro un ampio accesso alla terapia del dolore!Ogni anno, migliaia di persone in tutto il mondo sono sottoposte con la coercizione a varie forme di trattamento per uso di droghe - i governi devono smettere di violare i diritti umani in nome del trattamento della tossicodipendenza!L'HIV e l'Epatite C si stanno diffondendo tra i consumatori per via parenterale - i governi devono ricorrere in misura crescente a programmi di riduzione del danno come i trattamenti sostitutivi con oppiacei, lo scambio di siringhe e le stanze del consumo! La LILA, Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids, chiede un riequilibrio delle priorità sul tema delle droghe e, nell'ambito della politica attuale basata sull'azione di contrasto dell'offerta, di rispettare le disposizioni fondamentali sui diritti umani. 2009 - redattore: GA

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L'Iraq agli iracheni. E l'Afghanistan? Ai talebani (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'Iraq agli iracheni. E l'Afghanistan? Ai talebani Lunedì 9 Marzo 2009, di Maurizio Cerruti Il piano di ritiro delle forze Usa dall'Iraq procederà secondo i piani annunciati dalla Casa Bianca. Ieri il Pentagono ha fatto sapere che, dagli attuali 135mila militari il contingente calerà di 12mila a settembre per ridursi poi a 35-50mila - "zoccolo" a supporto dei governativi iracheni - entro l'agosto 2010. Resta dunque solo da aspettare per sapere se il precario equilibrio politico ottenuto spartendo il potere tra sunniti, sciiti moderati e curdi, resisterà. E per l'Afghanistan? Là le cose sembrano complicarsi. Obama ha detto di voler convincere i cosiddetti "talebani moderati" - contraddizione in termini: o si è talebani o si è moderati, almeno nel senso che noi diamo alla parola - ad aderire ai progetti di pacificazione dell'Afghanistan. L'annuncio è stato accolto ieri come «un'ottima notizia» dal presidente afghano Hamid Karzai - che pure i talebani vedrebbero volentieri penzolare dalla forca - mentre non sembra aver suscitato reazioni dei diretti interessati. Il motivo sta probabilmente nel fatto che i talebani sanno che il tempo gioca a loro favore e che il potere se lo stanno riprendendo da soli, senza mediazioni e senza concessioni. La Casa Bianca, a sua volta, è consapevole che dati i limiti autoimposti alla guerra, l'Isaf non è in grado di annientare militarmente gli insorti. Si spera di tenerli sulla corda quanto basta per convincere le loro frange meno fanatizzate e meno infiltrate da Al Qaida - i cosiddetti "moderati" appunto - a deporre le armi. Se accetteranno di non fornire più supporto e asilo alle forze del terrorismo islamico internazionale - come ai tempi del mullah Omar, con Bin Laden e compagnia - saranno ricompensati con la riconsegna del Paese alle sue ancestrali usanze tribali e feudali, che a noi possono sembrare barbare, ma alle quali gran parte degli afghani, quelli non urbanizzati e meno acculturati, sembrano assolutamente affezionati. Ma tra i costumi ancestrali c'è quello che non si deve negare ospitalità e assistenza a un "fratello nell'islam" sia o no un combattente di Al Qaida. Sembra il genere di patto che il debole governo Gilani-Sharif a Islamabad, ha appena stretto con le comunità tribali - chiamiamole pure talebane - della grande provincia nordoccidentale pachistana. Stretto per tenerle buone, ma fino a quando? Intanto, il ripristino della sharia - comprese mutilazioni e lapidazioni - e il divieto alle donne persino di avere la carta di identità, perché «anti-islamica», sono chiari indizi di quale deriva stia prendendo una vasta parte del Pakistan. Che la cosiddetta battaglia "per la civiltà e i diritti umani" sia ormai disperata anche in Afghanistan - malgrado l'impiego di 55mila militari dell'Isaf-Nato (presente da sei anni) e i 38mila sotto diretto comando Usa, che entro sei mesi cresceranno di altri 17mila - lo dimostrano i piccoli episodi. Come la sentenza con cui la Corte suprema afghana, stante il governo del filoccidentale Karzai, ha appena confermato una condanna in appello a vent'anni di carcere, al giornalista Sayed Perwiz Kambakhsh, di 24 anni, per aver osato scrivere che «nell'islam le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini». Sentenza, in effetti, "moderata". In primo grado era stato condannato a morte.

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PER FAVORIRE L'APPROFONDIMENTO SCIENTIFICO DELLA PROMOZIONE E DELLA TUTELA INTERNAZIONALE DEI DIRITT... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Per favorire l'approfondimento scientifico della promozione e della tutela internazionale dei diritti umani sia a livello universale che regionale, nonché del diritto internazionale umanitario, l'Istituto di studi politici «San Pio V» di Roma ha bandito un concorso a premi per una tesi di dottorato che tratti tale tematica. Il premio, del valore di euro 3.500,00, è destinato a giovani studiosi che abbiano conseguito il titolo di dottorato di ricerca tra l'anno accademico 2006-2007, che alla data di presentazione della domanda non abbiano superato i trentacinque anni di età. Per partecipare al concorso le candidature dovranno pervenire entro il termine del 9 aprile 2009 presso la sede dell'Istituto «San Pio V» in piazza Navona, 93 - 00186 Roma. Il bando di concorso è pubblicato sul sito www.istitutospiov.it

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09/03/2009 15:32 IT: AMD si distingue per responsabilità aziendale (sezione: Diritti umani)

( da "ITnews.it" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 9 mar. - (Ign) - AMD annuncia che è stata segnalata dalla rivista americana Corporate Responsibility Officers tra le prime cento imprese al mondo per responsabilità aziendale, raggiungendo il 46esimo posto in classifica. La società ha ottenuto il più alto punteggio in ambito ambientale, cambiamento climatico e dei diritti umani. E' il secondo premio che AMD si aggiudica quest'anno. Nel mese di gennaio è stata infatti nominata, per il terzo anno consecutivo, fra le cento aziende più sostenibili del mondo in occasione del Global 100, presentato ogni anno al World Economic Forum di Davos.

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09/03/2009 15:27 CAMERA: DOMANI PRIME VOTAZIONI CON NUOVO SISTEMA 'MINUZIE' (sezione: Diritti umani)

( da "ITnews.it" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 9 mar. - (Adnkronos) - Domani alla Camera prime votazioni con il nuovo sistema anti-'pianisti' che utilizza le 'minuzie' del polpastrello. Il primo provvedimento ad essere votato con il nuovo meccanismo sara', alle 18, la mozione presentata dal deputato del Pd Matteo Mecacci sul rispetto dei diritti umani e delle liberta' democratiche in Tibet. Poi sara' la volta di altre due mozioni: quella dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini sulle misure a favore dell'efficienza e della funzionalita' delle Forze armate, e quella del leader del Pd Dario Franceschini sulla situazione economico-finanziaria degli enti locali.

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Onu/ Cgil: No Frattini a Durban II inopportuno e (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 9 mar. (Apcom) - La decisione del ministro degli Esteri, Franco Frattini, di abbandonare i lavori preparatori della conferenza Onu, la cosiddetta 'Durban II', contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e l'intolleranza, in calendario a Ginevra dal 20 al 24 aprile, appare "inopportuna e quantomeno intempestiva". E' quanto affermano i segretarii confederali della Cgil, Morena Piccinini e Nicoletta Rocchi. "E' chiara la nostra totale condanna di qualsiasi posizione antisemita - proseguono - ma è altrettanto evidente che non si possono definire in questo modo circostanziate e documentate denunce delle violazioni dei diritti umani e delle convenzioni internazionali operate dal governo di Israele nei territori palestinesi". "Altri governi europei, pur critici con alcune delle formulazioni contenute nella bozza di documento preparatorio - aggiungono le due dirigenti sindacali - hanno mantenuto le proprie delegazioni al tavolo, anche con l'intento di apportarvi correzioni e modifiche. Non vorremmo che la repentina mossa di Frattini nascondesse il desiderio di sottrarre al possibile severo giudizio della conferenza anche alcune delle iniziative legislative dell'attuale maggioranza di governo verso i migranti e le minoranze residenti nel nostro paese".

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TIBET: FRATTINI, INCORAGGIARE PECHINO A RIPRESA DIALOGO CON DALAI LAMA (sezione: Diritti umani)

( da "Adnkronos" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

TIBET: FRATTINI, INCORAGGIARE PECHINO A RIPRESA DIALOGO CON DALAI LAMA 'DOVREMMO TROVARE IL MODO DI IMPEGNARLA A NEGOZIATO TRASPARENTE SU DIRITTI UMANI' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 09 marzo, ore 17:13

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Durban 2: Francia e Vaticano per il sì, Londra prende tempo (sezione: Diritti umani)

( da "Velino.it, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Durban 2: Francia e Vaticano per il sì, Londra prende tempo Roma, 6 mar (Velino) - L?Italia ha scelto di uscire da Durban 2. La Francia no. E non sembra aver intenzione di farlo. Lo ha spiegato alla stampa il portavoce del Quai d?Orsay Eric Chevallier. Parigi, ha spiegato, “ha preso nota della decisione italiana”. Tuttavia la Francia, che pure ha più volte stigmatizzato il rischio che Durban 2 si trasformi in un nuovo processo a Israele, non rinuncia al processo di preparazione della conferenza che si terrà a fine aprile a Ginevra. Chevallier ha argomentato la posizione francese auspicando che “che le tensioni non degenerino” e non prevalgano sulla battaglia per la difesa dei diritti umani. Anche il Vaticano ha confermato la propria partecipazione all?appuntamento di Ginevra. Il primo Paese a dare forfait, già nel gennaio 2008 è stato il Canada. Al quale si sono aggiunti nelle ultime settimane prima Israele, poi gli Stati Uniti. Più pragmatica e meno legata all?unità dei Ventisette la posizione britannica. Da Londra il Foreign Office ha spiegato al VELINO di essere “al corrente” della decisione del ministro degli Esteri Franco Frattini di ritirare la delegazione italiana impegnata nei lavori di preparazione della conferenza di revisione di Durban. “Siamo al corrente della scelta italiana che rispettiamo”, ha affermato una portavoce da Londra per poi aggiungere: “Anche noi abbiamo preoccupazioni simili sull?intero processo. Tuttavia speriamo che ci sia ancora tempo” per tornare all?essenza della questione. E cioè “combattere il razzismo e implementare la Dichiarazione di Durban e il suo Programma di azione”. Il Regno Unito, ha concluso la funzionaria, “trova inaccettabile ogni uso del processo di Durban per banalizzare l?Olocausto o per rinegoziare gli accordi sulla lotta all?antisemitismo. La lezione dell?Olocausto deve rimanere radicata nelle nostre coscienze come il prezzo del fallimento nella lotta contro l?odio e l?intolleranza”. Richiesta di esprimere un parere sull?eventuale bisogno di una posizione comune dell?Ue sulla vicenda la portavoce ha fornito una risposta pragmatica: “Crediamo che stia al Regno Unito decidere per se stesso in materia”. Giovedì un portavoce del ministero degli Esteri dei Paesi Bassi aveva espresso la “comprensione” olandese per la decisione di ritirarsi dell?Italia. Il 3 marzo era stato il capo della diplomazia, Maxime Verhagen, intervenuto al Consiglio dei Diritti umani di Ginevra, a criticare i contenuti dei documenti preparatori della conferenza di revisione di Durban. ”Tuttavia - aveva spiegato al VELINO il portavoce di Verhagen - stiamo ancora lavorando affinché si possa lavorare sulla base di un testo accettabile. L?Olanda deve ancora prendere una decisione definitiva sulla sua partecipazione a Durban 2”. (dam) 6 mar 2009 19:55

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09/03/2009 17:13 TIBET: FRATTINI, INCORAGGIARE PECHINO A RIPRESA DIALOGO CON DALAI LAMA (sezione: Diritti umani)

( da "ITnews.it" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 9 mar. (Adnkronos) - Il ministro degli Esteri Franco Frattini esorta la Cina a una ripresa del dialogo con i rappresentanti del Dalai Lama, intervenendo a Roma ad una discussione sul tema del rispetto dei diritti umani nel quadro del seminario "Quale futuro per le relazioni tra Unione Europea e Cina?". "Dovremmo trovare il modo per impegnare la Cina alla ripresa seria di un negoziato trasparente sulla questione dei diritti fondamentali", ha dichiarato Frattini, toccando il tema della pena di morte, della ripresa dei negoziati tra rappresentanti del Dalai Lama e il governo di Pechino e sulle limitazioni alla liberta' di espressione.

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Ue-Cina/ D'Alema: No a critica su diritti umani,noi poco (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 9 mar. (Apcom) - "Se vogliamo influire sulle scelte del governo di Pechino non c'è altra via che il partenariato politico ed economico, l'interdipendenza tra Ue e Cina". Lo ha detto l'ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema (Pd) intervenendo al seminario dal titolo 'Quale futuro per le relazioni tra Ue e Cina?' in corso nella sala Aldo Moro di Montecitorio. "L'Europa - ha sottolineato D'Alema - non ha una grande influenza su quello che decidono i cinesi, o comunque ne ha meno degli Stati Uniti, il che consiglierebbe una strategia euro-americana. La Cina tra le grandi potenze emerse è la meno orientata all'Europa, concetto per loro poco chiaro. I cinesi non fanno investimenti in Europa, ci considerano un mercato dove venire a vendere i loro prodotti mentre con gli Usa hanno un rapporto stretto che la crisi rafforzerà". Inoltre Pechino "guarda alla Russia e all'Africa come continenti essenziali per l'acquisto di materie prime strategiche". Secondo D'Alema tuttavia non è tutto rose e fiori il futuro della Cina: "Lo sviluppo capitalistico senza democrazia alla lunga apre problemi seri e poi noi sottovalutiamo molto i conflitti religiosi presenti nel paese". Al di là del Tibet, l'ex ministro degli Esteri ha ricordato il movimento spirituale Falun Gong "verso cui il governo ha messo in atto una feroce repressione nel sostanziale disinteresse della comunità internazionale". Nonostante ciò, D'Alema non ritiene che la strada della critica e delle sanzioni verso la Cina sia una strada percorribile. "Gli Usa non starebbero con noi" e quanto ai diritti umani D'Alema fa notare che "la capacità dell'Occidente di portare avanti certe battaglie si è appannata: non sempre ci siamo comportati in maniera coerente. Sui diritti umani applichiamo doppi standard". Ed ha ricordato il caso di Guantanamo. "Sul tema della lotta al terrorismo abbiamo sgarrato, abbiamo perso credibilità".

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Tibet/ Marcenaro: Governo e Ue si dichiarino contro la (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 9 mar. (Apcom) - "Quella che si configura in Cina, a 50 anni dall'esilio del Dalai Lama e a poche settimane del ventesimo anniversario (4 giugno) della strage di Tien An Men, è una nuova ondata di repressione". Lo ha dichiarato il Senatore Pietro Marcenaro, presidente della Commissione diritti umani di Palazzo Madama, alla vigilia delle manifestazioni previste domani a Roma sul Tibet e a margine del convegno a Montecitorio insieme a Martti Ahtisaari, premio Nobel della Pace 2008 e co-presidente dell'European Council on Foreign Relations. "Il sequestro - continua Marcenaro - di decine e decine di monaci e le intimidazioni nei confronti dei giornalisti stranieri, tra i quali due italiani, sono un segnale grave e preoccupante. Aspettiamo - conclude - dal Governo italiano e dall'Unione europea una presa di posizione chiara e la manifestazione della preoccupazione per simili comportamenti".

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BIELORUSSIA: SI SUICIDA ATTIVISTA OPPOSIZIONE CONDANNATA AL CARCERE (sezione: Diritti umani)

( da "ITnews.it" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Minsk, 9 mar. - (Adnkronos/Dpa) - Tragedia in Bielorussia. Un'attivista dell'opposizione, Jana Polyakova, 36 anni, si e' suicidata nella sua sua abitazione, giorni dopo essere stata condannata con l'accusa di "aver diffamato la polizia". Ne ha dato notizia la procura di Minsk, citata dall'agenzia di stampa russa Interfax, secondo cui la donna, un'affermata giurista sempre in prima linea nella difesa dei diritti umani, la settimana scorsa era stata condannata a due anni e mezzo di carcere in quello che l'opposizione aveva definito un "processo farsa".

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Cina/ Frattini: Diventi partner politico non solo economico (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 9 mar. (Apcom) - L'Europa deve offrire alla Cina un "partenariato strategico", deve discutere con la potenza asiatica temi "non solo di governance economica ma anche di governance politica": solo così sarà possibile spingere la Cina a compiere passi avanti su temi come il rispetto dei diritti umani, la questione tibetana e la libertà d'espressione. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenendo al seminario sulle relazioni tra Ue e Cina organizzato dallo European Council on foreign relations alla Camera dei Deputati. Il punto di partenza, per Frattini, è prima di tutto un'Europa davvero unita anche in politica estera: "Spesso la Ue dimostra debolezza a causa delle divisioni su temi politici, frutto di un percorso di integrazione politica che ancora non si è compiuto". Divisione che si è mostrata spesso "anche nei confronti della Cina", alla quale, propone Frattini, "è arrivato il momento di offrire un partenariato strategico che non si limiti a riconoscerle il ruolo solo di potenza economica". A giudizio del titolare della Farnesina, "se vogliamo avere una prospettiva realistica di incidere sui diritti umani, la Cina deve essere un attore con cui si parla di tutto. Credo che su alcune tematiche la Cina sia troppo poco consultata". Per questo Frattini rivendica il fatto che "inviteremo la Cina al prossimo G8" che vedrà la presidenza affidata all'Italia, e che "il prossimo vertice Ue-Cina vedrà una riflessione congiunta sulla governance non solo economica ma anche politica". In questo modo, è la convinzione di Frattini, "avremo una leva maggiore per ragionare di diritti umani e per favorire una ripresa del dialogo tra i la Cina e i rappresentanti del Dalai Lama". Dunque per Frattini bisogna "insistere sulla trasparenza. Non si può arrivare domani ad un cambiamento radicale, ma se la Cina viene riconosciuta come attorepolitico possono essere fatti dei passi avanti". Trasparenza "sulle violazioni individuali e sulla sistematica limitazione delle libertà individuali". Per il ministro degli Esteri "considerare come partner politico complessivo" è il modo per "far fare quel passo in mancanza del quale nessun altro movimento sarebbe possibile", impegnando la Cina "alla ripresa di un dialogo trasparente sui diritti fondamentali, sul Tibet, sulla pena di morte, sulla libertà d'espressione".

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Russia/ Missione Consiglio d'Europa: rispetto diritti sotto... (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mosca, 9 mar. (Apcom-Nuova Europa) - A Mosca è iniziata la visita dei relatori dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa (Pace), Luc van den Brande et Theodoras Pangalos. Lo scopo della visita e' verificare come la Russia rispetti i suoi obblighi verso il Consiglio d'Europa, dopo le critiche severe della stessa Pace all'Aquila Bicipite in merito alla crisi del Caucaso dello scorso agosto. E dopo che una serie di omicidi nella capitale russa hanno visto come vittime giornalisti e difensori dei diritti. I rappresentanti del Consiglio d'Europa terranno una riunione alla Duma presso la Commissione per gli affari internazionali, il 10-11 marzo, e ancora al Ministero degli Affari Esteri, Ministero della Giustizia, alla Procura, all'Agenzia federale per la stampa e le comunicazioni di massa. I principali argomenti di discussione saranno il funzionamento delle istituzioni democratiche in Russia, il ruolo dei partiti politici, la libertà di espressione e dei media, come pure la legge elettorale e gli emendamenti alla Costituzione della Federazione russa. L'adesione russa al Consiglio d'Europa risale al 1996, quando la Russia si e' impegnata a rendere la legislazione nazionale in linea con le norme europee. Da allora, la Federazione russa, insieme con altre 11 nazioni, tra cui l'Ucraina, la Moldova, l'Armenia, l'Azerbaigian e la Georgia, sono sotto il controllo della PACE. Resta ancora tuttavia un punto interrogativo sul sesto protocollo della Convenzione europea sui diritti umani, relativa alla completa abolizione della pena di morte. A Mosca per ora e' in vigore una moratoria. L'assemblea ha anche severamente criticato le azioni della Russia nel Caucaso durante gli eventi del mese di agosto 2008, e ha condannato il riconoscimento della indipendenza di Abkhazia e Ossezia del Sud.

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AMD nella classifica annuale '100 Best Corporate Citizens'di Cro Magazine (sezione: Diritti umani)

( da "FullPress.it" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

AMD annuncia che è stata segnalata da CRO Magazine (la rivista americana CRO, Corporate Responsibility Officers), tra le prime 100 aziende al mondo impegnate in politiche di Corporate Responsability, raggiungendo il 46 posto nella classifica. Pubblicato il: 09/03/2009 --> ?100 Best Corporate Citizens? è l?unico elenco in cui le informazioni sono pubbliche e dove 1000 tra le maggiori aziende statunitensi quotate in borsa vengono valutate in base alle prestazioni ottenute in 7 settori chiave: ambiente, cambiamenti climatici, diritti umani, filantropia, relazioni con i dipendenti, Financial e Governance. AMD ha ottenuto il più alto punteggio in ambito ambientale, cambiamento climatico e dei diritti umani. Questo rappresenta per AMD il secondo premio che si è aggiudicata quest?anno, come riconoscimento degli sforzi compiuti nell?ambito della responsabilità aziendale. Nel mese di gennaio AMD è stata infatti nominata, per il terzo anno consecutivo, fra le 100 aziende più sostenibili del mondo (2009 Global 100 Most Sustainable Companies in the World), in occasione del Global 100, presentato ogni anno al World Economic Forum di Davos. SUNNYVALE, Calif. ?? Advanced Micro Devices (NYSE: AMD) today announced it has been named to CRO Magazine?s ?100 Best Corporate Citizens? list for 2009. AMD secured the #46 ranking. CRO?s 100 Best Corporate Citizens List is the only list based on 100% publicly-available information and ranks Russell 1000 companies on their performance in seven key areas: Environment, Climate Change, Human Rights, Philanthropy, Employee Relations, Financial and Governance. Etichette: AMD Segnala questa notizia: STAMPA

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Nuova ondata di arresti in Tibet. Cosa farà Obama? (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mar 09 9 Nuova ondata di arresti in Tibet. Cosa farà Obama? Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 18:48 in Diritti umani Alla vigilia della 50ima ricorrenza della fallita insurrezione tibetana, il regime cinese ha dato avvio ad una nuova campagna di sterilizzazione del dissenso. Sono già 109 i monaci arrestati, e destinati ad una non meglio precisata procedura di "rieducazione politica" Un anno fa, di questi tempi, l'allora candidato alla Casa Bianca Barack Obama fu il primo ed il piu' risoluto nel criticare la repressione cinese in Tibet, segnando una chiara presa di distanza dai toni, piuttosto moderati, dell'allora Presidente Bush. Ora che Barack Obama è il Presidente degli Stati Uniti, ha la possibilità di fare la differenza. Ma per ora, sui recenti avvenimenti in Tibet non ha pronunciato neppure una parola. Puo' darsi che questo silenzio sia dettato dai tempi tecnici necessari per l'acquisizione di informazioni certe e l'elaborazione di una strategia mirata, oppure che esso dipenda da considerazioni di prudenza. Ma il timore è che questo silenzio si protragga anche nei prossimi giorni e se sarà cosi', diverrà difficile dare torto a coloro che sostenevano che i proclami di Obama sui diritti umani non fossero altro che slogan elettorali da dimenticare una volta vinta l'elezione.

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Staminali/ Volonte'(Udc): Obama oggi paga cambiale (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 9 mar. (Apcom) - "Purtroppo Obama paga la cambiale 'anti-vita' firmata in campagna elettorale. Dispiace che nemmeno Nancy Pelosi sia riuscita a convincerlo che anche gli embrioni siano persone umane e che i diritti umani valgano anche per loro. Neanche al presidente degli Stati Uniti e al suo staff sfuggirà che gli esperimenti sugli embrioni sono l'obiettivo delle grandi aziende farmaceutiche. Fino ad ora non esiste alcun protocollo scientifico che dimostri l'efficacia terapeutica su qualsiasi malattia delle cellule staminali embrionali". Lo afferma il deputato dell'Udc Luca Volonté.

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##Tibet/ 50 anni di esilio: Pechino e il Dalai Lama -2 (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pechino, 9 mar. (Apcom) - Nei cinquant'anni in cui è stato costretto ad abbandonare la propria terra, la più alta autorità politica e religiosa del Tibet ha spinto all'evoluzione le richieste della minoranza nei confronti del governo comunista, anch'esso soggetto a fasi di maggiore o minore disponibilità nei confronti del governo in esilio. Da quando il Dalai lama lasciò Lhasa nella notte del 17 marzo 1959, dopo che una settimana prima gli abitanti della città gli si erano stretti intorno per evitare che cadesse in quello che reputano un tranello teso dai comunisti, i rapporti fra le due autorità sono stati tesi per decenni. Nel corso di quello stesso anno due risoluzioni dell'ONU stabilirono la violazione dei diritti umani nella regione ad opera dei cinesi e il diritto dei tibetani all'autodeterminazione, ma provocarono la delusione del popolo di Lhasa per la mancanza di azioni concrete contro un paese di cui già si profilava il peso strategico. Accusati di aver violato i termini di un accordo in 17 punti in cui si concedeva autonomia religiosa ed organizzativa alle istituzioni locali, i cinesi sono anche ritenuti responsabili dell'uccisione di 80 mila tibetani negli anni che seguirono il 1959 e della distruzione di 6 mila monasteri nel quadro di una campagna di eradicazione della religione, secondo gli storici tibetani. Solo alla morte di Mao Zedong il dialogo fra le due entità riprese, culminando nelle visita in Tibet nel 1980 dell'allora capo del partito Hu Yaobang. Alla fine del decennio il nuovo allontanamento fra le parti fu deciso da un'ascesa di violenze e diversi tentativi di insurrezione a Lhasa nel 1987 e 1989. Gli anni '90 furono il terreno fertile per l'offensiva della violenta propaganda anti-Dalai Lama. In questo periodo furono coniate le espressioni "lupo travestito da monaco", "cricca del Dalai Lama" e molta parte del linguaggio bellicoso all'indirizzo del leader spirituale. Solo nel 2002 il governo centrale ha deciso di riprendere le trattative con il rappresentanti del Dalai Lama, interrotte però lo scorso anno. "Dopo 8 incontri dal 2002 la mia fede nel governo cinese è sempre minore, ma la mia fede nel popolo cinese è immutata" ha detto il capo del Buddismo. Sebbene la maggior parte dei cinesi soccomba alla propaganda di regime, voci fuori dal coro hanno il coraggio di sfidare il Partito anche fra gli Han. "Quanto più ho visto del Tibet e dei danni che il governo cinese ha causato nel paese, tanto più sono riuscito a capire la loro rabbia- scriveva nel 2005 Ma Jian, l'autore di 'Tira fuori la lingua', collezione di racconti dal Tibet messa al bando dalla censura comunista- ai tibetani, come ai cinesi, è stato negato il controllo del proprio destino, ma essi sono costretti a sopportare in più il tormento di essere stranieri nella propria terra".

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Tibet/ Amnesty chiede alle autorita' cinesi di "aprire il (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 9 mar. (Apcom) - Amnesty International ha chiesto oggi al governo cinese di consentire l'ingresso in Tibet agli osservatori sui diritti umani e ai giornalisti e di porre fine alla campagna "Colpire duro", lanciata in vista delle proteste per il 50° anniversario della fallita rivolta del 1959. Lo si legge in un comunicato dell'organizzazione. L'organizzazione per i diritti umani ha sottolineato che le crescenti misure di sicurezza poste in essere dalle autorita' cinesi rischiano di esacerbare una situazione gia' tesa. "Misure estreme di sicurezza possono solo aumentare la tensione e causare ulteriori violazioni dei diritti umani", ha dichiarato Roseann Rife, vicedirettrice del Programma Asia-Pacifico di Amnesty International. Negli ultimi 12 mesi il controllo sulle informazioni provenienti dal Tibet è stato rigido. I giornalisti stranieri hanno potuto visitare la regione solo in visite guidate di gruppo organizzate dal governo, mentre agli osservatori dell'Onu sui diritti umani l'accesso è stato negato del tutto. Nonostante la chiusura della regione e il recente aumento della presenza militare, Amnesty International sta ricevendo segnalazioni di violazioni dei diritti umani ai danni della popolazione tibetana: detenzioni e arresti arbitrari, prolungati periodi di carcere, negazione del diritto di espressione, associazione e riunione nonché del diritto dei tibetani di preservare cultura, linguaggio e religione. "Le autorità cinesi devono immediatamente aprire il Tibet, consentire l'ingresso agli osservatori sui diritti umani e alla stampa internazionale e invitare gli esperti dell'Onu sui diritti umani a visitare la regione", ha affermato Rife. In un "libro bianco" diffuso un mese fa, il governo di Pechino ha sostenuto che tutte le proteste degli ultimi mesi non sarebbero altro che tentativi, da parte di forze anti-cinesi occidentali, di provocare disordini e di sostenere la "cricca del Dalai Lama", con l'obiettivo di ostacolare e dividere la Cina. "Se questa è la loro posizione, significa che le autorità cinesi non riescono a riconoscere la profondità del radicato risentimento della popolazione tibetana", ha concluso Rife.

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Immigrazione, Corbelli: "Maroni chiuda l'ex cartiera di Rosarno" (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 09-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Immigrazione, Corbelli: ?Maroni chiuda l?ex cartiera di Rosarno? COSENZA. Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, ha rivolto un nuovo appello al Ministro dell?Interno, Roberto Maroni, ?perché visiti - afferma - l?ex cartiera vergogna di Rosarno, dove quasi mille immigrati, vivono ammassati in condizioni disumane e allucinanti?. Corbelli chiede, in particolare, a Maroni ?di visitare e chiudere questa ex fabbrica, una onta immane, un caso di crudeltà, il massacro dei diritti umani, la negazione della civiltà e della solidarietà, di fronte a cui un popolo civile non può e non deve restare immobile e silente, ma deve reagire e ribellarsi?. Il leader di Diritti civili giudica ?la vicenda, coraggiosamente denunciata oggi ancora una volta dal Tg Rai Calabria, diretto da Pino Nano, e nelle settimane scorse dagli altri più importanti media calabresi, della ex cartiera di Rosarno, dove vivono ammassati come delle bestie centinaia e centinaia di immigrati, un fatto indegno di un Paese civile?, e chiede che ?venga realizzato un centro di prima accoglienza nella piana di Gioia Tauro, requisendo qualcuno degli immobili confiscati alla mafia. A Rosarno - aggiunge - purtroppo non è cambiato nulla. Si è avviata solo la vaccinazione. La situazione degli immigrati ammassati come animali nell?ex cartiera resta grave, disumana (e a forte rischio) per le condizioni brutali in cui sono costretti a vivere centinaia di persone. Gli immigrati vanno trasferiti in un luogo in cui venga rispettata la loro dignità di essere umani?. (09-03-09)

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