CENACOLO
DEI COGITANTI |
L'informazione, libera,
online ( da "Punto
Informatico" del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: prima tra tante tecnologie di
protezione dei diritti umani in rete. Nel momento in cui l'informatica ha
smesso di essere una conoscenza di una minoranza, ma del popolo che l'ha
integrata nel proprio processo formativo come scuola, televisione e giornale, merita
un livello di attenzione pari alle possibilità, positive e negative, che
Internet ha portato con sé.
Le tolgono la figlia Un
corteo ( da "Gazzetta
di Modena,La" del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: organizzazione Comitato dei
Cittadini per i Diritti Umani che annuncia per sabato una manifestazione a
Castelfranco con corteo. «La mamma disperata è in attesa che il sindaco e gli
assistenti sociali le spieghino per quale motivo - dice il Comitato - Abbiamo
anche deciso di avviare una raccolta firme su facebook, oltre ad organizzare
una manifestazione per aiutare questa madre.
Merkel in Afghanistan
evita Karzai e critica norma che legalizza stupri
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 07-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: matrimonio proprio non va e che non
è compatibile con i valori e i diritti umani. La visita della cancelliera
all'accampamento di Kunduz, dove sono dispiegati 700 soldati tedeschi - e dove
ne morirono
il premio amnesty italia
2009 a capossela per "lettere di soldati"
( da "Repubblica, La"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: indetto nel 2003 dalla Sezione
Italiana di Amnesty International e dall´Associazione culturale Voci per la
libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nell´anno
precedente. Il premio sarà consegnato a Villadose (Rovigo) a luglio. «Ho
iniziato a scrivere questa canzone al tempo della prima guerra del Golfo», ha
spiegato Vinicio.
si chiamava gholam,
cercava un futuro ( da "Nuova
Venezia, La" del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: un suo amico che ha lasciato
l'Afghanistan vent'anni fa e ora in Svezia si occupa di diritti umani. «Gholam
era un contadino. Viveva a Oruzgan. Al loro arrivo i talebani lo hanno
arrestato senza motivo. E' rimasto in carcere cinque anni. E' uscito con seri
problemi psichici dovuti alle torture. Appena liberato ha chiesto aiuto al
governo di Karzai.
merkel in afghanistan
evita karzai e critica norma che legalizza stupri
( da "Mattino di Padova, Il"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: matrimonio proprio non va e che non
è compatibile con i valori e i diritti umani. La visita della cancelliera
all'accampamento di Kunduz, dove sono dispiegati 700 soldati tedeschi - e dove
ne morirono
costruire l'europa , corso
unicef dedicato agli studenti universitari
( da "Nuova Sardegna, La"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: con particolare riferimento ai
diritti umani e ai valori sui quali si fonda la costruzione dell'Europa dei
popoli. Inaugurato a fine febbraio, alla presenza del rettore Maida, il corso
fa il punto sui traguardi raggiunti nella tutela dei diritti della persona e su
alcuni problemi aperti, come la discriminazione delle minoranze, la xenofobia,
merkel in afghanistan
evita karzai e critica norma che legalizza stupri
( da "Nuova Venezia, La"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: matrimonio proprio non va e che non
è compatibile con i valori e i diritti umani. La visita della cancelliera
all'accampamento di Kunduz, dove sono dispiegati 700 soldati tedeschi - e dove
ne morirono
bambini con la polizia
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: favorire lo sviluppo di una cultura
della legalità e del rispetto dei diritti umani, quest'anno intende
sottolineare l'importanza dei diritti riconosciuti all'infanzia, ricorrendo,
nel 2009, il ventennale dell'approvazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia
da parte delle Nazioni unite. Per questo si è scelto come titolo del concorso
"Per crescere sicuri abbiamo diritto a.
- emanuela giampaoli
( da "Repubblica, La"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: delle tecniche di tortura
dell´esercito statunitense e già premio Oscar come miglior documentario,
aggiunge al suo ormai lungo palmarès la vittoria al festival Human Rights
Nights conclusosi domenica. Menzione speciale a «Humillados y ofendidos», documentario
di César Brie (applaudito ospite del festival) che denuncia il pestaggio dei
contadini boliviani accorsi per acclamare l´
Testamento biologico,
riflessioni di un filosofo ( da "Provincia
Pavese, La" del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ove viola principi basilari dei
diritti umani». In che senso? «Impone trattamenti sanitari obbligatori contro
la volontà del paziente. Il professor Borasio, consulente della "Cei"
tedesca, ha detto che non s'era mai vista una legge per cui i diritti di un
sondino sono superiori ai diritti della persona».
merkel a kabul non
incontra karzai no alla legge che autorizza lo stupro
( da "Tirreno, Il" del
07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: matrimonio proprio non va e che non
è compatibile con i valori e i diritti umani. La visita della cancelliera
all'accampamento di Kunduz, dove sono dispiegati 700 soldati tedeschi - e dove
ne morirono
CLES - Un viaggio per
conoscere da vicino le bellezze architettoniche ed artistiche di Parigi
( da "Adige, L'" del
07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: il 22 maggio a Cles si parlerà
invece dei Diritti umani, dalla Rivoluzione francese ai nostri giorni e infine
il
Sgorlon, campione di premi
letterari e anticonformismo ( da "Riformista,
Il" del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: avvenire che vedeva luminoso popoli
interi si sarebbero votati a torturarne altri; che uomini pieni di cultura e di
musica, esemplari nell'amore familiare e rispettosi degli animali, avrebbero
distrutto milioni di altri esseri umani: con implacabile metodo, con efferata
scienza della tortura». Per non dire delle dolenti prefigurazioni disseminate
nei libri successivi,
Via Fiordespina Lauri, che
corre a fianco di palazzo Mauri a Spoleto, non è intitol...
( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: con una pietosa confessione liberò
il marito dalla tortura, e per quella campò la vita". Nella sua novella il
Fortini racconta come Fiordespina scagionasse il marito confessando di aver
ucciso lei stessa, con una lancia, un suo pretendentedopo che costui,
invaghitosi di lei, si era appostato durante la notte nel vicolo dove abitava,
per eliminare il consorte al suo ritorno a casa.
E' un programma che
sarebbe piaciuto a Erode, questo "Ti lascio una canzone". Invece ...
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 07-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sottile ma terribile tortura. I
poveri piccoli sono costretti a scimmiottare pateticamente atteggiamenti
squisitamente adulti, come quel minorenne obbligato a parodiare Andrea Bocelli,
o quell'altro sciagurato mini-balletto di aspiranti soubrette in miniatura.
L'Osservatorio dei minori o il Moige sono pronti a intervenire appena a
qualcuno scende una spallina o si alza la gonna,
Kurdistan, il saluto di
Fidenza a Leyla Zana ( da "Corriere
del Veneto" del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ma come lei lottano pacificamente
contro la violazione dei diritti». Leyla Zana attende ora la ratifica di una
condanna a 12 anni di carcere per le parole pronunciate durante il Newroz del
2008, ma su questo non si è soffermata «riportando l'attenzione sulla generale
situazione dei kurdi» ha riferito Nelly.
Kurdistan, il saluto di
Fidenza a Leyla Zana ( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ma come lei lottano pacificamente contro
la violazione dei diritti». Leyla Zana attende ora la ratifica di una condanna
a 12 anni di carcere per le parole pronunciate durante il Newroz del 2008, ma
su questo non si è soffermata «riportando l'attenzione sulla generale
situazione dei kurdi» ha riferito Nelly.
L'ASSONAUTICA Provinciale
della Spezia coinvolta nell'iniziativa "...
( da "Nazione, La (La Spezia)"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: stessa che in questi ultimi anni ha
viaggiato intorno al mondo sotto gli occhi delle telecamere della medesima
trasmissione di Patrizio Roversi e Susy Blady. Alla Spezia saranno attivate
varie iniziative organizzate dalle realtà locali del Commercio Equo e Solidale,
con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul diritto al cibo e in
generale sul rispetto dei diritti umani.
FARAH FAWCETT IN FIN DI
VITA Farah Fawcett è ricoverata da giovedì scorso in condiz...
( da "Unita, L'" del
07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: documentario di Alex Gibney Taxi to
the dark side vince la 9ª edizione di Human Rights Nights: spietato resoconto
delle tecniche di tortura dell'esercito Usa, a partire dall'omicidio di un
tassista afgano nel 2002 picchiato a morte dai soldati americani, fino a quelle
usate in Afghanistan, Iraq e Guantanamo. Il documentario ha già vinto l'Oscar
come miglior lungometraggio documentario.
PARLAMENTO EUROPEO -
UE/RUSSIA: LE RACCOMANDAZIONI DEL PE SUL NUOVO ACCORDO
( da "marketpress.info"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: presidente Medvedev a rafforzare lo
Stato di diritto in Russia. A fronte di tale situazione, il Parlamento chiede a
Consiglio e Commissione di insistere su un accordo giuridicamente vincolante
basato sull?impegno condiviso nei confronti dei diritti umani. Dovrebbero
inoltre sollevare di fronte al governo russo le preoccupazioni sullo spazio
sempre più limitato della società civile,
IL PARLAMENTO EUROPEO
CONDANNA TUTTI I TOTALITARISMI ( da "marketpress.info"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: umanità e le massicce violazioni
dei diritti umani commesse da tutti i regimi totalitari e autoritari».
Rilevando «l´unicità dell´Olocausto», osserva infatti che, in Europa, nel corso
del Xx secolo, «milioni di persone sono state deportate, incarcerate, torturate
e assassinate da regimi totalitari e autoritari».
Savona: poliziotto un
amico in più, edizione numero nove
( da "Savona news" del
07-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: del rispetto dei diritti umani, della
tolleranza, della solidarietà e di quei valori in genere sui quali si fonda una
società civile, e quest'anno rende onore al ventennale della convenzione Onu
sui diritti dell'infanzia". Per questo motivo il tema del 2009 recita:
"Per crescere sicuri abbiamo diritto a ?
La corrida è una vergogna
per l'Europa. Una minoranza di spagnoli e una maggioranza di turisti,...
( da "Stampa, La" del
08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: assistono alla tortura rendendosi complici
della speculazione sulla sofferenza». Lo afferma a piena voce Claudia Sgarzi,
responsabile di Una, associazione «Uomo, natura, animali». Per contribuire a
far conoscere l'orrore delle feste sanguinarie («Combattiamo l'ignoranza e
l'indifferenza della gente», aggiunge) il sodalizio ha organizzato,
"Complici del
Silenzio" di Stefano Incer ( da "superEva
notizie" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: tortura per estorcere informazioni
e sparizioni di massa, contando che tra il 1976 e il 1982 scomparvero circa
trentamila persone. «Questa terribile vicenda è stata già raccontata, ma ho
fatto questo film per il motivo più ovvio, ossia per non dimenticare», ha
spiegato Incerti, che ha firmato la sceneggiatura insieme a Rocco Oppedisano.
Il cinema dei diritti
( da "Trentino" del
08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Allo Spazio Off stasera Il cinema
dei diritti TRENTO. Con «Z - L'orgia del potere», allo Spazio Off prosegue oggi
la rassegna di film consacrati al tema dei diritti umani (in collaborazione con
Amnesty international). Premio Oscar come miglior film straniero nel 1970, «Z -
L'orgia del potere» è firmato da un maestro del cinema politico quale Costantin
Costa-
L'ex presidente peruviano
Fujimori condannato a 25 anni di carcere
( da "Corriere.it" del
08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Corte Suprema di Giustizia di Lima
per violazione dei diritti umani. Il giudice ha dichiarato che le accuse contro
l'ex presidente sono state provate «al di là di ogni ragionevole dubbio».
Soddisfatta per la sentenza Human Rights Watch: «Dopo esser sfuggito alla
giustizia per tanti anni, alla fine Fujimori dovrà pagare per alcuni dei suoi
crimini» ha dichiarato un portavoce dell'
20:41 PERU': 25 ANNI A
FUJIMORI PER VIOLAZIONE DIRITTI UMANI
( da "Agi" del
08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 25 ANNI A FUJIMORI PER VIOLAZIONE
DIRITTI UMANI Lima - L'ex presidente peruviano Alberto Fujimori e' stato
riconosciuto colpevole di crimini contro l'umanita' e condannato a 25 anni di
reclusione. Il giudice ha detto che le accuse contro l'ex-presidente sono state
provate "ben oltre ogni ragionevole dubbio", ma Fujimori ha
preannunciato che presentera' appello.
"Anche medici
coinvolti nelle torture Cia"
( da "Corriere.it" del
08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: torture Cia" Rapporto
riservato Croce Rossa: personale sanitario ha partecipato agli interrogatori
svolti a Guantanamo MILANO - C'era anche del personale medico ad assistere alle
torture inflitte dalla Cia ai prigionieri di Guantanamo. La denuncia arriva dalla
Croce Rossa, che dopo avere ascoltato il racconto di 14 prigionieri spostati
dal carcere di massima sicurezza per i sospetti
La Croce rossa:
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: complici delle torture» WASHINGTON
Agli interrogatori condotti dalla Cia nei confronti di prigionieri sospettati
di avere legami con il terrorismo parteciparono anche medici. Avevano il
compito di verificare che il "waterboarding" (la tecnica di
interrogatorio che porta l'interrogato alle soglie dell'annegamento) o altre
pratiche estreme non portassero alla morte del prigioniero.
Mentre nel mondo si
diffondevano le immagini della guerra e degli attentati trasmesse in tv, u...
( da "Unita, L'" del
08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che difendiamo i diritti umani,
assistiamo i detenuti, promuoviamo il ruolo della donna, e arriviamo a
garantire servizi scolastici e sanitari primari laddove lo Stato è assente». Così
Abdullah Khalid, giornalista e membro di Almesalla, un'associazione
curdo-irachena che promuove la cultura del dialogo e della non-violenza,
L'altro Iraq tra
volontariato matrimoni misti e quote rosa
( da "Unita, L'" del
08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che difendiamo i diritti umani,
assistiamo i detenuti, promuoviamo il ruolo della donna, e arriviamo a
garantire servizi scolastici e sanitari primari laddove lo Stato è assente».
Così Abdullah Khalid, giornalista e membro di Almesalla, un'associazione
curdo-irachena che promuove la cultura del dialogo e della non-violenza,
A Guantanamo medici
coinvolti nelle torture ( da "Unita,
L'" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: A Guantanamo medici coinvolti nelle
torture» Torture calibrate con lo stetoscopio. Waterboarding medicalmente
guidati per sfiorare il peggio senza precipitare nell'irreparabile. Che nel
lager di Guantanamo i detenuti fossero regolarmente sottoposti a torture per
fiaccarne la resistenza durante gli interrogatori condotti dalla Cia era un
fatto noto.
croce rossa: anche medici
presenti agli interrogatori cia a guantanamo
( da "Nuova Venezia, La"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: pratiche di interrogatorio della
Cia considerate tortura. Il rapporto è stato redatto in base alle affermazioni
di 14 prigionieri aderenti ad al Qaida e detenuti a Guantanamo dal 2006. Uno
dei prigionieri sottoposti a queste pratiche di interrogatorio, Khalid Shalikh
Mohammed, considerato tra gli ideatori degli attentati dell'11 settembre, ha
rivelato che quando veniva sottoposto a'
croce rossa: anche medici
presenti agli interrogatori cia a guantanamo
( da "Mattino di Padova, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: pratiche di interrogatorio della
Cia considerate tortura. Il rapporto è stato redatto in base alle affermazioni
di 14 prigionieri aderenti ad al Qaida e detenuti a Guantanamo dal 2006. Uno
dei prigionieri sottoposti a queste pratiche di interrogatorio, Khalid Shalikh
Mohammed, considerato tra gli ideatori degli attentati dell'11 settembre, ha
rivelato che quando veniva sottoposto a'
Convegno al Baraccano
sulla tutela dei diritti umani a sessant'anni dalla Carta costituzionale
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 15 Convegno al Baraccano sulla
tutela dei diritti umani a sessant'anni dalla Carta costituzionale UNIVERSITA'
PRIMO LEVI Affollato convegno ieri nella sala conferenze del Baraccano
organizzato dall'Università Primo Levi sul tema della tutela dei diritti umani,
in particolare dei soggetti più deboli, a sessant'anni dalla Costituzione e
dalla Dichiarazione dei diritti dell'
Perù, condannato l'ex
presidente Fujimori ( da "Nazione,
La (Firenze)" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: EX PRESIDENTE peruviano Alberto
Fujimori è stato riconosciuto colpevole di violazione dei diritti umani, primo
caso di un presidente latino-americano democraticamente eletto ritenuto
responsabile di abusi ai diritti umani nel suo Paese. Il giudice ha detto che
le accuse contro l'ex-presidente sono state provate «ben oltre ogni ragionevole
dubbio».
emozione cenare con la
kennedy ( da "Tirreno,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che sta cercando di inserire nei
programmi di studio scolastici l'educazione ai diritti umani, diffondendo così
la cultura della pace. La pausa del fine settimana in Maremma - prosegue - la
Kennedy se l'è concessa dopo i colloqui avuti con il presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, con il presidente della Camera, on.
Croce Rossa: anche medici
presenti agli interrogatori Cia a Guantanamo
( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 08-04-2009) + 4 altre fonti
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: pratiche di interrogatorio della
Cia considerate tortura. Il rapporto è stato redatto in base alle affermazioni
di 14 prigionieri aderenti ad al Qaida e detenuti a Guantanamo dal 2006. Uno
dei prigionieri sottoposti a queste pratiche di interrogatorio, Khalid Shalikh
Mohammed, considerato tra gli ideatori degli attentati dell'11 settembre, ha
rivelato che quando veniva sottoposto a'
secondo marco una passione
di larghe vedute ( da "Repubblica,
La" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: passione possiede anche un altro
significato, quello di interesse, di quel desiderio che ti consuma, di impegno
concentrato e assoluto... Restringere il campo della passione di Gesù alle sue
ultime dodici ore, all´arresto, al processo, alla tortura e alla crocifissione
significa ignorare il collegamento tra la sua vita e la sua morte".
no alla paura del diverso
scout cittadini del mondo ( da "Tirreno,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: di crescita umana e sociale, di
arricchimento spirituale. La condivisione fra tutti gli uomini dei principi di
giustizia, pace e diritti umani è irrinunciabile in un mondo che si fa ogni
giorno più piccolo e globale. Certamente la legalità è una condizione
imprescindibile per uno stato di diritto, tuttavia occorre avere sempre
presente la Dichiarazione universale dei diritti dell'
rinviata la festa di
"amici" ( da "Repubblica,
La" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Ieri il Mudu, il movimento italiano
per i diritti umani, aveva rivolto un appello alle istituzioni leccesi, agli
organizzatori e alla giovane cantante leccese perché il concerto fosse rinviato
in quanto la manifestazione riguardava soprattutto i giovani «proprio quei
giovani studenti che sono scomparsi».
Anche i medici aiutarono i
torturatori della Cia ( da "Manifesto,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: complici di ripetute violazioni dei
diritti umani sanciti dalla Convenzione di Ginevra. Mark Mansfield, un
portavoce della Cia, ha dichiarato che «nessuno degli uomini che hanno preso
parte agli interrogatori sarà perseguito o lasciato solo» in quanto, all'epoca
del tandem repubblicano Bush-Cheney, tali metodi erano stati dichiarati legali
dal dipartimento di giustizia americano.
25 anni a Fujimori: una
gran prima volta ( da "Manifesto,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: di giustizia a 25 anni di carcere
per crimini contro i diritti umani. In specifico per essere il mandante, nella
sua (vittoriosa) guerra sporca contro la sovversione di Sendero luminoso, di
una squadra della morte dell'esercito - il gruppo Colina - responsabile per due
massacri di oppositori nel '91 (15 morti) e '92 (10 morti) nel Barrios Altos e
all'università La Cantuta di Lima.
Il sindacato mondiale
all'Italia: Non va ridotto il diritto di sciopero
( da "Manifesto, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: una grave violazione dei diritti
fondamentali del lavoro». Altro dato sull'Italia che merita attenzione è quello
sul pay gap, il divario salariale tra donne e uomini che oggi si attesta a una
media del 16%, stando ai dati Istat. La discriminazione di genere avviene
soprattutto tra le categorie professionali più elevate e,
Johannesburg: lo stupro
correttivo ( da "Manifesto,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: anche se le organizzazioni di
diritti umani protestarono per diverse anomalie procedurali nel processo) e la
donna fu costretta ad abbandonare il paese per la quantità di minacce ricevute,
per lo più da gente comune: aveva osato far rischiare la galera al lider
maximo. Che un personaggio simile sia a un passo dalla presidenza la dice lunga
sulla subcultura che serpeggia nel paese,
Umiliati e offesi dal
branco della libertà ( da "Manifesto,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: un film statunitense di denuncia
delle «torture», disumanamente istigate da Euroamerica, purché nessuno tocchi i
nostri porcissimi interessi, che un bel giro di festival se l'è fatto (era
anche a Roma). Un premio che la giuria ha con giusta perfidia utilizzato per
chiedere una prossima incriminazione dell'ex presidente Usa Bush jr.
Per non essere mai più
Complici del silenzio ( da "Manifesto,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: tiene lontana dalla politica è
costretto a vivere in prima persona la tortura e le sparizioni. «Sono passati
tanti anni, ma i processi hanno riportato questo periodo all'attualità, dice
Incerti. All'inizio avevo un po' di pudore. Mi era successo anche con L'uomo di
vetro, nel raccontare la mafia già messa in scena tante volte, in questo caso
c'erano i film di Bechis come riferimento.
La priorità della
diplomazia nella nuova era americana
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: a costo di apparire reticente sui
diritti umani. In futuro il nuovo presidente non mancherà certo di sollecitare
e promuovere il rispetto delle libertà fondamentali. Ma il loro radicamento non
sarà più affidato all'interferenza anche militare nella sovranità altrui, alla
diffusione aggressiva della democrazia.
Squadroni della morte in
Perù: 25 anni all'ex presidente Fujimori
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: peruviano Alberto Fujimori è stato
riconosciuto colpevole di violazione dei diritti umanie condannato a 25 anni di
carcere. è il primo caso di un presidente latinoamericano, democraticamente
eletto, ritenuto responsabile di abusi ai diritti umani nel suo Paese. Il
Tribunale supremo di giustizia a Lima ha espresso la condanna all'unanimità:
come ha precisato il presidente della Corte,
Interrogatori-tortura
della cia, c'erano anche dei medici
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Interrogatori-tortura della cia,
c'erano anche dei medici --> Mercoledì 08 Aprile 2009 SOCIETA, pagina 13
e-mail print Agli interrogatori condotti dalla Cia nei confronti di prigionieri
sospettati di avere legami con il terrorismo parteciparono anche medici.
UE: INTENSIFICARE LA LOTTA
CONTRO LA TRATTA DI ESSERI UMANI E L'ABUSO SESSUALE DI MINORI
( da "marketpress.info"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: suddetti reati costituiscono
violazioni gravi dei diritti umani, i cui autori approfittano della
vulnerabilità delle vittime. La tratta di esseri umani può essere considerata
una nuova forma di schiavitù, in cui una persona è obbligata con le minacce o
con la forza alla servitù domestica, alla prostituzione, alla manodopera a
basso costo, all´accattonaggio o ad attività illecite.
ELEZIONI IN MOLDAVIA, IL
PAESE PIÙ POVERO D'EUROPA ( da "marketpress.info"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ulteriori passi sono necessari per
rinforzare la democrazia e lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e
le libertà fondamentali, inclusa la libertà di stampa, e per migliorare la
lotta alla corruzione e la trasparenza del quadro regolamentare´. Partiti
politici: nel 2005 il Partito comunista ha vinto 55 seggi su 101.
Diritti umani: gli alunni
in scena ( da "Corriere
del Veneto" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Diritti umani: gli alunni in scena
NOCETO II «Una coperta per Linus» è il titolo della rassegna teatrale promossa
dalla Provincia per le scuole primarie del territorio alla quale ha aderito
anche Noceto. Giunta alla 9» edizione, la rassegna ha voluto far riflettere gli
scolari sulla Costituzione italiana e sulla Dichiarazione universale dei
diritti umani.
Diritti umani: gli alunni
in scena ( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Diritti umani: gli alunni in scena
NOCETO II «Una coperta per Linus» è il titolo della rassegna teatrale promossa
dalla Provincia per le scuole primarie del territorio alla quale ha aderito
anche Noceto. Giunta alla 9» edizione, la rassegna ha voluto far riflettere gli
scolari sulla Costituzione italiana e sulla Dichiarazione universale dei
diritti umani.
il caso bashir e i limiti
delle nazioni unite - joaquín navarro-valls
( da "Repubblica, La"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Sembra più che necessario trovare
una strada per rivitalizzare le istituzioni sovranazionali sul piano politico,
proprio partendo dalla tutela dei diritti umani. Perché senza autorità mondiali
dotate di mezzi sufficienti per imporre il diritto, forse non si potrà mai
sperare in un concreto miglioramento delle condizioni di vita di tantissime
persone in larghe parti del pianeta.
"Complici del
silenzio", per non dimenticare
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: un giornalista sportivo italiano
inviato a seguire i Mondiali, convinto con il suo fotoreporter Ugo (Giuseppe
Battiston) di andare a spassarsela e che invece conoscendo Ana (Florencia
Raggi), guerrigliera clandestina, si ritrova coinvolto in una cruda storia di
violazione dei diritti umani della giunta militare di Jorge Videla.
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: un film statunitense di denuncia
delle «torture», disumanamente istigate da Euroamerica, purché nessuno tocchi i
nostri porcissimi interessi, che un bel giro di festival se l'è fatto (era
anche a Roma). Un premio che la giuria ha con giusta perfidia utilizzato per
chiedere una prossima incriminazione dell'ex presidente Usa Bush jr.
Il sindacato mondiale
all'Italia:
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: una grave violazione dei diritti
fondamentali del lavoro». Altro dato sull'Italia che merita attenzione è quello
sul pay gap, il divario salariale tra donne e uomini che oggi si attesta a una
media del 16%, stando ai dati Istat. La discriminazione di genere avviene
soprattutto tra le categorie professionali più elevate e,
Matrimoni gay, negli USA
anche il Vermont dice sì ( da "Rai
News 24" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: eguaglianza e i diritti umani per
le coppie gay, perché cade nello stesso giorno in cui il Vermont è diventato il
quarto stato americano (dopo Massachusetts, Connecticut e Iowa) che ha
legalizzato le nozze tra omosessuali. Vermont: superato il veto del governatore
Senatori e deputati del parlamento di Montpelier hanno superato il veto che era
stato imposto dal governatore Jim Douglas,
Tunisino espulso
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Strasburgo di SUSANNA ZAMBON
TALAMONA NON È STATO VIOLATO alcun articolo della Convenzione per la protezione
dei diritti umani nell'espulsione dal territorio nazionale di Foued Ben Fitouri
Cherif, cittadino tunisino, classe 1970, sulla cui «scomparsa» si era tanto
parlato nel
Guantanamo, la Croce
Rossa: medici tra i torturatori ( da "Avvenire"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: medici tra i torturatori
WASHINGTON. Agli interrogatori condotti dalla Cia nei confronti di prigionieri
sospettati di avere legami con il terrorismo parteciparono anche medici.
Avevano il compito di verificare che il 'waterboarding' (la tecnica di
interrogatorio che porta l'interrogato alle soglie dell'annegamento) o altre
pratiche estreme non portassero alla morte del prigioniero.
Sri Lanka, l'Onu: fermate
il massacro di civili ( da "Avvenire"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: secondo l'alto commissario dell'Onu
per i diritti umani. Il governo di Colombo ha rigettato tutti gli appelli,
anche internazionali, per una tregua, chiedendo solo la resa e il disarmo da
parte dei Tamil. Sfollati tamil nel Nord (Ap) «Almeno centomila persone, da
tempo intrappolate nella zona di sicurezza, rischiano la vita»
Perù, condannato l'ex
presidente Fujimori ( da "Giorno,
Il (Milano)" del 08-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: EX PRESIDENTE peruviano Alberto
Fujimori è stato riconosciuto colpevole di violazione dei diritti umani, primo
caso di un presidente latino-americano democraticamente eletto ritenuto
responsabile di abusi ai diritti umani nel suo Paese. Il giudice ha detto che
le accuse contro l'ex-presidente sono state provate «ben oltre ogni ragionevole
dubbio».
Perù, l'ex presidente
Fujimori condannato a 25 anni di carcere
( da "Panorama.it" del
08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: oggi per delitti contro i diritti
umani, a 25 anni di carcere. "Delitti provati al di là di ogni dubbio
ragionevole", così ha commentato la sentenza il giudice della Corte
suprema Cesar San Martin. Fujimori, 70 anni, era accusato per le stragi di Barrios
Altos e La Canuta, che causarono 25 morti tra il 1991 e il 1992, e per il
sequestro di un giornalista e di un imprenditore nel '
Global Day for Darfur: al
Colosseo il 19 aprile per non dimenticare
( da "Articolo21.com"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: piazza antistante il monumento
simbolo dei diritti umani, i cui proventi saranno destinati al progetto.
L?opera è nata proprio per sensibilizzare l?opnione pubblica sulla crisi
sudanese per troppo tempo ignorata e ancora oggi, nonostante il grande scalpore
suscitato dal mandato di arresto per il presidente del Sudan Omar Al Bashir,
stenta a trovare spazio sugli organi di informazione.
L'Eritrea contro i diritti
umani ( da "Articolo21.com"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Issayas Afwerki è sempre più
totalitaria e oppressiva e ogni diritto politico e parlamentare è negato.
Diritti Civili e Diritti Umani vengono calpestati quotidianamente in quel Paese
dalla dittatura del suo presidente. Migliaia, forse decine di migliaia, di
persone, di cittadini, sono reclusi – non si sa di essi quanti siano ancora in
vita o in quali condizioni di salute –
Se la Ue apre alla Turchia
senza ascoltare i cittadini ( da "Gazzettino,
Il" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: non sembra impegnarsi molto sul
fronte del rispetto dei diritti umani, dei diritti dei popoli e del pluralismo
culturale e religioso. Quattro anni fa, rispondendo a un sondaggio promosso dal
Gazzettino, meno del 40 per cento dei veneti e dei friulani intervistati si
dichiarava favorevole all'ingresso della Turchia in Europa, mentre ben 45 su
100 si pronunciarono con un netto no.
Saet Group tra i membri
italiani dell'United Nations Global Compact
( da "FullPress.it" del
08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ambiente e tutelando diritti umani
e standard lavorativi. Pubblicato il: 08/04/2009 --> Leinì (TO) ? Saet
Group, tra le prime aziende al mondo nella produzione di tecnologia e soluzioni
per impianti di trattamento termico a induzione, è entrata a far parte di
United Nations Global Compact, il più autorevole e vasto programma globale in
tema di innovazione,
Il 2009 anno danese dello
sport ( da "GuidaViaggi.it"
del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Inoltre dal 25 di luglio al 2
agosto, Copenaghen ospiterà la seconda edizione dei World Outgames, la più
grande manifestazione sportivo-culturale mai organizzata in Danimarca e con un
numero di partecipanti superiore a quello delle Olimpiadi. Prima dell?inizio si
terrà anche un congresso sul tema dei diritti umani.
Camilleri come Montalbano:
ha amato una Livia genovese ( da "Sicilia,
La" del 08-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Azioni per la difesa dei diritti
umani», (promosso da Alternativa Giovani Onlus, finanziato dal Ministero delle
Politiche sociali, in collaborazione con Amnesty International e l'Istituto
Onnicomprensivo Pirandello), che prevede attraverso diverse fasi distinte in
attività multidisciplinari rivolte agli studenti delle scuole dell'isola,
Asti, in Sala Pastrone a
"Scuola di legalità" ( da "Stampa,
La" del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: dal Segretariato per i Diritti
Umani e dall'Ufficio Istruzione del Comune. Il ciclo di film rivolto alle
scuole Superiori che hanno affrontato il tema della legalità attraverso il film
«Cemento Armato». Nel dibattito è intervenuto lo scrittore e attore Giorgio
Faletti, interprete del film, che ha risposto alle domande dei ragazzi
approfondendo alcuni aspetti legati ai contenuti.
No al caccia da 14
miliardi ( da "Trentino"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Comitato delle associazioni per la
Pace e i Diritti Umani di Rovereto, Comunità e associazione Murialdo, Yaku, Tam
Tam, Gruppo Tea, Uspid, Unione scienziati per il disarmo, progetto Maracha. Tra
i politici hanno aderito Michele Nardelli, Giorgio Lunelli, Roberto Bombarda,
Bruno Dorigatti, Mauro Ottobre, Giovanni Kessler, Bruno Firmiani, Luigi
Chiocchetti,
E l'Urss cercò di bloccare
la Biennale ( da "Trentino"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: interno che si faceva forte del
ritardo con il quale Paese teneva fede agli impegni presi in sede
internazionale in merito ai diritti umani ed alla libera circolazione di
scienziati, intellettuali ed artisti. L'ex eurodeputato ambientalista ha
ricordato come proprio allora "si intensificarono le voci di chi domandava
che il sistema fosse riformato e che si uscisse dalla menzogna".
Jiménez, satisfecha por
recibir la Ley de Dependencia ( da "Pais,
El" del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Pero al día siguiente empieza la
tortura. Una tortura larga", relató. "Luego llega la muerte, que es
cuando te comunican el cese; y, por último, la resurrección, al cabo de apenas
unos minutos". Resurrección que le ha llegado, contó, con las llamadas de
su familia y las palabras de apoyo de todos los consejeros de Sanidad,
incluidos los de Valencia y Andalucía,
El juez Moreno quiere
interrogar a los policías que viajaron a Guantánamo
( da "Pais, El" del
09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: operaciones Los agentes que
viajaron al centro de tortura pertenecían a la Unidad Central de Información
Exterior (UCIE) de la policía y, entre ellos, en alguna de las expediciones se
encontraba uno de sus principales responsables de entonces, el comisario Rafael
Gómez Menor. También participó en algunos de esos viajes el que fue número dos
de la Embajada de España en Washington,
Crisi nera per logistica e
facchinaggio ( da "Gazzetta
di Reggio" del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: imprese della logistica che operano
in violazione dei diritti dei lavoratori; un'analoga azione di controllo e di
regolarizzazione delle situazioni in cui la committenza incentiva la pratica
del lavoro irregolare, del dumping contrattuale e si rende responsabile
dell'inosservanza delle tariffe minime da riconoscere alle imprese affinché il
loro lavoro possa avvenire nella correttezza»
Algeria oggi al voto: il
risultato è scontato ma si temono attentati
( da "Giornale di Brescia"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: fondatore della Lega dei Diritti
umani e del partitino nazionalista AHD 54), Djahid Younsi (El-Islah), Mussa
Touati (Front National Algerien), Mohamed Said (Parti de la Liberté et de la
Justice) e la pasionaria trotskista Louisa Hanoune (Parti des Travailleurs,
incarcerata a più riprese negli Anni '80 per manifesta ostilità al sistema).
Stupro coniugale una legge
contro la Costituzione ( da "Unita,
L'" del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sciiti in Afghanistan fino ad epoca
recente non era consentito di esercitare i diritti loro inerenti come gruppo.
Per la prima volta la Costituzione del 2004 glieli ha concessi. Ma questo non
può essere usato da alcuni per negare una parte dei diritti fondamentali che
ciascuno ha in quanto essere umano. E in particolare non vuol dire che si
possano limitare i diritti delle donne».
Il Parlamento di Kabul ha
approvato una legge per la minoranza sciita, che consente di fatto lo stup...
( da "Unita, L'" del
09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sciiti in Afghanistan fino ad epoca
recente non era consentito di esercitare i diritti loro inerenti come gruppo.
Per la prima volta la Costituzione del 2004 glieli ha concessi. Ma questo non
può essere usato da alcuni per negare una parte dei diritti fondamentali che
ciascuno ha in quanto essere umano. E in particolare non vuol dire che si
possano limitare i diritti delle donne».
Abrogare quella norma che
autorizza la violenza ( da "Unita,
L'" del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: La legge sulla famiglia per gli
sciiti firmata dal presidente Karzai rappresenta un gigantesco passo indietro
per i diritti umani delle donne afghane». Così inizia l'appello che centinaia
di personalità politiche, intellettuali, attivisti per i diritti umani,
imprenditori di numerosi paesi rivolgono alle autorità afghane affinché la
legge sia abrogata e revocata.
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: export delle armi anche in Paesi
dove i diritti umani sono violati. La denuncia mira inoltre alla scomparsa
dell'elenco delle «banche armate», i finanziatori delle armi, dalla relazione
del Presidente del Consiglio. I promotori dell'iniziativa sono: Acli,
associazione PartecipAzione-Cittadini Rovereto, Comitato per le associazioni
per la pace e i diritti umani di Rovereto,
La linea dura di Sarkozy
contro il Buon Samaritano ( da "Stampa,
La" del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: nel diritto del paese che si vanta
e stravanta ad ogni convegno riunione vertice di aver allargato l'orizzonte
giuridico con l'indispensabile concetto di diritti umani si intrufola, cheto
cheto, un deforme «reato di solidarietà». Può succedere in qualsiasi città
della République di farsi prendere da compassione per un poveraccio gualcito
dalla fame,
L'America bacchetta
( da "Italia Oggi (La Legge)"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Dipartimento di stato sui diritti
umani in Italia Custodia cautelare e processi lumaca Eccessiva lunghezza delle
custodie cautelari in carcere e dei procedimenti giudiziari, violenze contro le
donne e i rom, traffico di esseri umani: questi sono gli elementi di maggiore
preoccupazione presente nel Rapporto annuale degli Stati Uniti sui diritti
umani in Italia pubblicato nei giorni [
Aiutare gli ultimi
( da "Salute (La Repubblica)"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Come "Medici per i Diritti
Umani" un'associazione internazionale nata grazie all'inziativa di un
gruppo di camici bianchi, ostetrici e volontari, che si occupa di portare
assistenza sanitaria alle popolazioni più vulnerabili nelle situazioni di
crisi, in Italia come nel resto del mondo.
Aiutateci A FERMARE
ISRAELE ( da "Manifesto,
Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Insegno diritti umani e i miei
studenti sono sia arabi sia ebrei. Israeliani e palestinesi, religiosi e laici,
erano tutti depressi, spaventati e arrabbiati. Ma abbiamo continuato a
lavorare, come sempre. Ormai siamo così abituati alle guerre che non ci siamo
fermati nemmeno in questo caso.
L'America bacchetta
( da "Italia Oggi" del
09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani in Italia L'America
bacchetta Custodia cautelare e processi lumaca Eccessiva lunghezza delle
custodie cautelari in carcere e dei procedimenti giudiziari, violenze contro le
donne e i rom, traffico di esseri umani: questi sono gli elementi di maggiore
preoccupazione presente nel Rapporto annuale degli Stati Uniti sui diritti
umani in Italia pubblicato nei giorni scorsi
TORINO: LA STORIA IN SCENA
DA APRILE A GIUGNO, VISITE TEATRALI AL CASTELLO DI RIVARA, CASTELLO DI MAZZÈ
CASTELLO DI IVREA, CASTELLO CAVOUR DI SANTENA, CASTELLO MALGRÀ DI RIVAROLO E
( da "marketpress.info"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: E quello grande ricostruito nel
secolo scorso al cui interno viene ospitato il Museo Sotterraneo della Tortura
con una vasta collezione di oggetti e strumenti provenienti dalla Spagna e da
tutta l´Europa. Animazione a cura del gruppo storico ?Ensembleprincipio di
Virtù?. Il Castello di Ivrea, accoglie i suoi visitatori domenica 10 maggio con
il gruppo storico ?
Havel e il testo antirusso
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 1 Vertice Usa-Ue Diritti umani
Havel e il testo antirusso «censurato» di MARIA SERENA NATALE E' un documento
che avrebbe dovuto sancire un nuovo impegno di Usa e Ue nella difesa dei
diritti umani nel mondo, da pubblicare dopo il vertice di Praga. Scritto da Václav
Havel, il primo presidente della Cecoslovacchia libera,
VENERDI' 17 e sabato 18,
nella sala convegni Caponnetto in piazzale Rovigno, si svolgerà i...
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: si svolgerà il secondo appuntamento
del progetto Dug - Diritti Umani di Genere, finanziato dal Ministero delle Pari
Opportunità. Il titolo del seminario, al quale interverranno Cècile Kashetu
Kyenge (medica, coordinatrice Diaspora Africana Nord Italia) e Samia Kouider
(sociologa, esperta di diritti umani e diritti delle donne), è: Donne Migranti:
Nominare le Differenze'.
Segnalazione al numero
verde Il sindaco:
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: interno di un sistema produttivo
inconcepibile sia da un punto di vista economico che umano. Questo tipo di
sfruttamento, oltre a essere una gravissima violazione dei diritti umani,
consente a un mondo lavorativo sommerso di proliferare riuscendo persino a fare
concorrenza alle aziende che invece lavorano in regola, e questo è doppiamente
inaccettabile».
Vertice Usa-Ue,
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: il presidente americano ha
incontrato il simbolo della «Rivoluzione di Velluto» e della lotta per i
diritti dell'uomo, Václav Havel. A pochi giorni da quel summit spunta un
documento che doveva sancire un nuovo impegno di Stati Uniti e Unione Europea
nella difesa dei diritti umani nel mondo. Il testo era firmato da Havel in
persona. Non è stato mai pubblicato.
Ecco le nuove materie, dal
pronto soccorso al teatro. Alla Camera ed al Senato, tra i diversi te...
( da "Arena, L'" del
09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: dalla storia locale all'educazione
civica e ambientale, dai diritti umani all'attività teatrale e intelligenza
emotiva all'educazione alimentare. Non si dimentichi, infatti, che il Bel Paese
è in Europa ai primi posti per numero di bambini ed adolescenti in sovrappeso,
conseguenza di un'alimentazione troppo spesso non corretta.
le donne del mondo di
danilo de marco ( da "Mattino
di Padova, Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Spesso si presentano le conseguenze
della violazione dei diritti o della dignità femminile ma si analizzano troppo
poco le cause che generano queste situazioni. Le donne sono attrici attivi e
propositive per lo sviluppo: culturale, sociale ed economico di un paese e come
tali debbono essere considerate ed ascoltate.
Il muro di Rio: protezione
della foresta o ghetto per i poveri?
( da "Blogosfere" del
09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Alcuni gruppi di attivisti per i
diritti umani ritengono che non si vogliono tanto proteggere gli alberi, ma
tutelare i ricchi, che vivono poco distante nei quartieri presso il mare. E'
l'inizio di un'apartheid economica? I ricchi stanno iniziando a sentirsi
minacciati dai poveri colpiti dalla crisi?
Le illusioni americane
sono rinchiuse a Evin ( da "Foglio,
Il" del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: negli anni Ottanta, migliaia di
prigionieri politici furono torturati e giustiziati. Da quella prigione sono
passati, e spesso mai usciti, centinaia fra accademici, giornalisti e
dissidenti iraniani. I redattori del rapporto delle Nazioni Unite del 2003 sulle
condizioni di detenzione iraniane la definirono “
Domenica a Roma il Global
day for Darfur ( da "Cittàdellaspezia.com"
del 09-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: antistante il monumento simbolo dei
diritti umani, i cui proventi saranno destinati al progetto. L'opera è nata
proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crisi sudanese per troppo
tempo ignorata e che ancora oggi, nonostante il grande scalpore suscitato dal
mandato di arresto per il presidente del Sudan Omar Al Bashir, stenta a trovare
spazio sugli organi di informazione.
( da "Punto Informatico"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma - Negli ultimi
15 anni la nostra vita quotidiana può non essere cambiata in modo evidente, ma
alcune sfumature, come il potersi telefonare quando si è in strada o seguire un
blog anziché aspettare il telegiornale, hanno cambiato la quantità e la
velocità con la quale accediamo all'informazione. Le informazioni sono quelle
che regolano il nostro comportamento. Se qualcuno potesse metterci all'interno
di una campana di vetro, mostrandoci una realtà artificiosa, diverremmo alla
sua mercé. La libertà di parola è la garanzia che questo sia impossibile,
perché è diritto di ogni cittadino poter esprimere le sue visioni e diritto di
altri ascoltarlo o ignorarlo. Questa garanzia è essenziale per vivere in pace e
democrazia. Con l'avvento delle reti digitali alcuni aspetti che si davano per
scontati, riguardo le garanzie che dobbiamo avere quando apprendiamo
un'informazione, non sono più scontati. ad esempio la riservatezza del
contenuto, l'anonimato del fruitore, l'imparzialità con la quale l'abbiamo
ricevuta. Ognuna di queste garanzie, in passato, erano sia assicurate in modo
istituzionale, sia percepite materialmente dalla persona. Ora non è più così
per diversi aspetti: quello che prima era mediato dalla voce ora lo è tra
software e reti telematiche, quello che era statale ora è privato, quello che
era istituzionale ora è distribuito sul globo, e quindi soggetto a
giurisdizioni differenti. Quindi da una parte si ottiene la possibilità di
fruire di qualunque informazione, di essere in contatto con persone che non
avremmo mai potuto conoscere, senza uscire dalla nostra stanza. Dall'altro non
si conosce dove i nostri dati personali risiedono con certezza, quali usi se ne
fanno, se la fonte di un'informazione è autorevole o meno, e se una risposta
che reperiamo online sia realmente la migliore o solo quella che più ha pagato
il marketing. Le violazioni che ne possono derivare sono disparate:
disinformazione, perdita di dati personali da parte di terzi ai quali non
abbiamo mai dato autorizzazione al trattamento, violazioni della riservatezza,
furto di identità. Questi problemi sono destinati a prendere diverse forme e
gravità: un accumulo di potere informativo mai visto in mano alle poche società
di riferimento globalmente importanti (Google, Microsoft, Yahoo!, Facebook,
MySpace), e un aumento delle violazioni, che toccano direttamente i privati,
proporzionale all'aumentare della tecnologia informatica. Non é tutto perduto,
c'è la possibilità di mantenere i vantaggi della rete e di limitare gli
svantaggi. È necessario sviluppare una visione critica delle informazioni e
un'attenzione ai servizi Internet ai quali affidiamo le nostre informazioni.
Questi passi sono necessari per porsi, percepire e capire il problema; per
risolverlo invece è necessario affidarsi a strumenti tecnologici più sicuri di
quelli convenzionalmente diffusi sui computer, software che si basino la loro
sicurezza sulla crittografia. La crittografia è l'unico mezzo tecnologico che
ci può assicurare il rispetto dei nostri diritti di riservatezza, libertà di
parola e di informazione. Non è necessario che gli utenti imparino le
complicate regole matematiche che la fanno funzionare: è sufficiente utilizzino
software che ne fa uso, questo è un uso consapevole dell'informatica e dovrebbe
diventare parte della cultura comune, come del resto lo è diventato l'uso di
Internet. Qui si inizia a vedere la prima divergenza: pubbliche amministrazioni
e banche hanno diffuso strumenti di protezione perché era nel loro interesse che
i clienti si sentissero protetti ad operare virtualmente tramite loro. Sistemi
di email gratuita, di chat, di blog e portali d'informazione invece non si sono
protetti, ignari delle insidie tecnologiche. Poiché anche i cittadini hanno il
diritto di proteggere le loro comunicazioni personali, e il diritto di
comunicare liberamente, sono stati sviluppati dei software che garantiscono
loro questi diritti tramite tecniche crittografiche. Tra gli addetti ai lavori
questi strumenti sono ampiamente diffusi, nonostante i diritti non siano
settoriali. Purtroppo incontrano una certa resistenza ad essere utilizzati
dagli utenti perché sembrano un eccesso di sicurezza, del tutto superfluo.
L'informatica e l'informazione sono per loro natura virtuali, pertanto i problemi
che conseguono dal tecnocontrollo e dalla disinformazione è molto meno
percepibile rispetto alla violazione di altri diritti. Per questo motivo è
necessario fare uno sforzo di comprensione: l'uso di questi strumenti è l'unica
garanzia che i nostri diritti siano preservati, ogni inadempienza ci espone
alla serie di società private proprietarie della rete e dei servizi, e della
rete e dei servizi del destinatario dei nostri dati! In passato queste
precauzioni non erano sentite come necessarie né come possibili, sia perché la
rete era di proprietà statale, e come tale, lo stato può, in quanto entità
super partes, violare la nostra riservatezza in cambio di una maggiore
sicurezza. Ora non è più così: la sicurezza è garantita dalle capacità
investigative e non dalla possibilità di intercettare una connessione, la non
protezione di una connessione è un'inadempienza da parte del comunicatore e la
violazione della privacy è realizzabile dalla catena di entità private alle
quali ci affidiamo. PeaceReporter, sensibile a queste tematiche, ha rilevato
come la censura, la limitazione dell'informazione, il controllo del
comportamento degli utenti online si stia diffondendo in svariati stati, siano
essi regimi e siano esse democrazie. Queste forme di controllo dell'informazione
possono apparire in modo esplicito (Iran, Cina...) o in modo più discreto, come
succede in Francia e in Italia. PeaceReporter ha avviato un'iniziativa di
promozione della tecnologia TOR, prima tra tante tecnologie
di protezione dei diritti umani in rete. Nel momento in cui l'informatica ha smesso di essere
una conoscenza di una minoranza, ma del popolo che l'ha integrata nel proprio
processo formativo come scuola, televisione e giornale, merita un livello di
attenzione pari alle possibilità, positive e negative, che Internet ha portato
con sé. Winston Smith Progetto Winston Smith
( da "Gazzetta di Modena,La"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
A Castelfranco Le
tolgono la figlia Un corteo CASTELFRANCO. Non smette di far discutere il caso
della signora di Castelfranco cui il tribunae dei minori, sulla base della
relazione dei servizi sociali, ha tolto la figlia di 5 anni collocandola in una
comunità. Dopo l'annuncio del Pdl di una interpellanza parlamentare e la
richiesta di convocazione della commissione consiliare dei capigruppo avanzata
dalla Lega Nord, interviene l'organizzazione Comitato dei
Cittadini per i Diritti Umani
che annuncia per sabato una manifestazione a Castelfranco con corteo. «La mamma
disperata è in attesa che il sindaco e gli assistenti sociali le spieghino per
quale motivo - dice il Comitato - Abbiamo anche deciso di avviare una raccolta
firme su facebook, oltre ad organizzare una manifestazione per aiutare questa
madre. Sabato alle ore 10.30 partirà una marcia da corso Martiri (zona
ospedale) che si concluderà davanti al Comune di Castelfranco, faremo sentire
la nostra voce in rappresentanza di migliaia di genitori ai quali il tribunale
e i servizi hanno sottratto i figli. Occorre la massima partecipazione per
sensibilizzare la popolazione e i politici affinché si occupino di un problema
così rilevante fino ad oggi ignorato. Un appello a sindaco, assistenti sociali,
psicologi e tribunale dei minorenni: restituite la figlia che avete portato
via».
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 07-04-2009)
Pubblicato anche in: (Gazzetta
di Mantova, La)
Argomenti: Diritti umani
Merkel in
Afghanistan evita Karzai e critica norma che legalizza stupri BERLINO. Angela
Merkel, in Afghanistan per una visita a sorpresa ai soldati tedeschi stanziati
a Kunduz, non dovrebbe incontrare Hamid Karzai - non è previsto al momento
alcun appuntamento - ma la cancelliera tedesca ha sentito ieri al telefono il
presidente afghano, esprimendogli forte disappunto per la legge sul matrimonio
che legalizza gli stupri'coniugali' nelle famiglie sciite. La controversa
normativa, che ha suscitato una valanga di critiche, è stata firmata a marzo da
Karzai ma ancora non è stata pubblicata ed è ora oggetto di un'attenta
revisione. Sulle emittenti televisive tedesche ci si chiede se il mancato
incontro con Karzai vada interpretato come un segnale di critica al governo
afgano, e si sottolinea che ovviamente la cancelliera non si è espressa a
riguardo. Merkel ha sentito ieri al telefono il presidente afghano e gli ha
detto chiaramente che la legge sul matrimonio proprio non
va e che non è compatibile con i valori e i diritti umani. La visita della cancelliera all'accampamento di Kunduz, dove
sono dispiegati 700 soldati tedeschi - e dove ne morirono
( da "Repubblica, La"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 47 -
Spettacoli Il riconoscimento Il premio Amnesty Italia
( da "Nuova Venezia, La"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Identificato il
clandestino trovato morto a Marghera in un tir bulgaro Si chiamava Gholam,
cercava un futuro L'amico accusa: «Venezia lo aveva già respinto una volta,
illegalmente» MARGHERA. Gholam Alì Evas, aveva 29 anni, era un afghano di etnia
azarà. Era padre di cinque bambini, il più grande dei quali ha sei anni. Loro e
la moglie non sanno ancora che Gholam è morto dentro a un camion, schiacciato
da una balla di carta mentre tentava di raggiungere da clandestino l'«Europa
dei diritti». E' suo il cadavere trovato nel tir bulgaro al porto di Marghera
dieci giorni fa. Era stato respinto una prima volta dalla polizia al porto di
Venezia un mese fa. Ieri un fratello che vive in Svezia lo ha riconosciuto
ufficialmente all'obitorio del cimitero di Marghera. Scendono le lacrime agli
amici di Gholam quando raccontano la storia di questo ragazzo. Piangono al
pensiero dei suoi cinque figli in Pakistan, della moglie che non può avere un
lavoro in quanto donna. Dovranno vivere di carità. A raccontare la storia del
giovane è Hossain Sharq. E' un suo amico che ha lasciato
l'Afghanistan vent'anni fa e ora in Svezia si occupa di diritti umani. «Gholam era un contadino. Viveva
a Oruzgan. Al loro arrivo i talebani lo hanno arrestato senza motivo. E'
rimasto in carcere cinque anni. E' uscito con seri problemi psichici dovuti
alle torture. Appena liberato ha chiesto aiuto al governo di Karzai. Per
tutta risposta lo hanno accusato di essere un collaborazionista dei talebani.
E' tornato al suo villaggio, ritornato zona a controllo talebano, ed è stato
nuovamente minacciato. Si è depresso ancora di più, ha portato quindi la
famiglia in Pakistan. Ma non riusciva a garantire un futuro alla sua famiglia
ed è partito per l'Europa». Continua Hossain: «Tre mesi fa è arrivato a
Patrasso e un mese fa è riuscito a raggiungere Venezia dove è stato respinto.
Ora è morto. E' stato un respingimento illegale. Non è stato interrogato, gli è
stato messo un pezzo di carta in mano da firmare e basta senza spiegazioni; era
malato. Mi chiedo perché l'Italia firma delle leggi sull'accoglienza umanitaria e poi non le applica. Noi afghani abbiamo
combattuto l'Urss contribuendo a far finire la Guerra Fredda e a dare pace a
voi europei. Noi chiediamo a tutti voi tolleranza, aiuto. Voi italiani per la
fame e dopo la guerra siete andati in America, in Brasile avete fatto fortuna.
Molti sono tornati in Italia. Noi in questo momento non possiamo tornare nel
nostro Paese. Noi afghani dobbiamo molto a voi italiani. Un nostro re
ottant'anni fa è venuto in Italia e quando è tornato ha abolito la schiavitù.
Chiediamo una possibilità per il futuro». La comunità afghana svedese si sta
interessando per organizzare il viaggio in Afghanistan della salma. La Rete
Tuttiidirittiumanipertutti sostiene: «Appare evidente
ancora una volta la pesante responsabilità dei respingimenti indiscriminati in
frontiera. Una prassi che anche il sindaco Massimo Cacciari ha definito
"fuori controllo e lesiva dei diritti fondamentali"». (Carlo Mion)
( da "Mattino di Padova, Il"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 9 - Attualità
Merkel in Afghanistan evita Karzai e critica norma che legalizza stupri
BERLINO. Angela Merkel, in Afghanistan per una visita a sorpresa ai soldati
tedeschi stanziati a Kunduz, non dovrebbe incontrare Hamid Karzai - non è
previsto al momento alcun appuntamento - ma la cancelliera tedesca ha sentito
ieri al telefono il presidente afghano, esprimendogli forte disappunto per la
legge sul matrimonio che legalizza gli stupri'coniugali' nelle famiglie sciite.
La controversa normativa, che ha suscitato una valanga di critiche, è stata
firmata a marzo da Karzai ma ancora non è stata pubblicata ed è ora oggetto di
un'attenta revisione. Sulle emittenti televisive tedesche ci si chiede se il
mancato incontro con Karzai vada interpretato come un segnale di critica al
governo afgano, e si sottolinea che ovviamente la cancelliera non si è espressa
a riguardo. Merkel ha sentito ieri al telefono il presidente afghano e gli ha
detto chiaramente che la legge sul matrimonio proprio non
va e che non è compatibile con i valori e i diritti umani. La visita della cancelliera all'accampamento di Kunduz, dove
sono dispiegati 700 soldati tedeschi - e dove ne morirono
( da "Nuova Sardegna, La"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 22 - Sassari
«Costruire l'Europa», corso Unicef dedicato agli studenti universitari SASSARI.
Gli effetti della globalizzazione, le misure per lo sviluppo delle regioni
svantaggiate, i rapporti con l'area euromediterranea, le politiche europee per
la ricerca e l'innovazione come strumenti per favorire la crescita,
l'occupazione e lo sviluppo dei diritti civili e delle persona. Questi gli
argomenti che trattati nel 16º Corso multidisciplinare universitario di
educazione allo sviluppo organizzato e proposto dall'Unicef assieme
all'università di Sassari. Il corso 2009, rivolto agli studenti universitari
neolaureati e laureandi e ad altri giovani del mondo dell'associazionismo e del
volontariato, ha come titolo specifico «Costruire l'Europa dei Popoli». Ai
corsisti è stato proposto un percorso di conoscenza delle istituzioni
dell'Unione Europea e di analisi del processo di integrazione e coesione
sociale, con particolare riferimento ai diritti umani e ai valori sui quali si fonda la
costruzione dell'Europa dei popoli. Inaugurato a fine febbraio, alla presenza
del rettore Maida, il corso fa il punto sui traguardi raggiunti nella tutela
dei diritti della persona e su alcuni problemi aperti, come la discriminazione
delle minoranze, la xenofobia, l'intolleranza, la recessione economica,
la sostenibilità ambientale, la tratta degli esseri umani
e la violenza nei confronti dei bambini. Problemi per i quali urge trovare
soluzioni condivise a livello planetario su un sistema di tutela dei diritti.
Il programma di questo corso universitario multidisciplinare, che si svolge
nell'aula Germania del Quadrilatero di viale Mancini negli orari dalle 15,30
alle 18,30 (le iscrizioni si ricevono al Punto d'Incontro Unicef in via Duca
degli Abruzzi 3, di fronte alla facoltà di Lettere, 079.278981), si articola
secondo un calendario prestabilito e ripartito in tre diversi moduli. Alla
conclusione del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione che può
essere utilizzato anche come credito formativo. Già iniziato e concluso il
primo modulo che ha visto le relazioni di Armando Savignano, dell'università di
Trieste, su «Discriminazione e valorizzazione delle differenze: come si diventa
cittadini europei» e di Luca Contini (Sardegna Ricerche) su «Ricerca e
innovazione nell'Unione Europea» e poi son seguite le relazioni su «Come
rispondere alla crisi attuale in materia di recessione» del docente di Scienze
Politiche, Antonello Paba, e del suo collega di Medicina, Andrea Montella, su
«L'Università italiana in Europa». Il secondo modulo, iniziato ieri, verterà su
«Globalizzazione, cooperazione e solidarietà». Il terzo modulo, previsto a
maggio, sarà su «Costruire l'Europa con i bambini» e si concluderà con le
tesine degli studenti, il 18 maggio. Le iscrizioni, e eventuali informazioni,
anche on line sul sito dedicato: www.unicef.it. Roberto Spezzigu
( da "Nuova Venezia, La"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 10 -
Attualità Merkel in Afghanistan evita Karzai e critica norma che legalizza
stupri BERLINO. Angela Merkel, in Afghanistan per una visita a sorpresa ai
soldati tedeschi stanziati a Kunduz, non dovrebbe incontrare Hamid Karzai - non
è previsto al momento alcun appuntamento - ma la cancelliera tedesca ha sentito
ieri al telefono il presidente afghano, esprimendogli forte disappunto per la
legge sul matrimonio che legalizza gli stupri'coniugali' nelle famiglie sciite.
La controversa normativa, che ha suscitato una valanga di critiche, è stata
firmata a marzo da Karzai ma ancora non è stata pubblicata ed è ora oggetto di
un'attenta revisione. Sulle emittenti televisive tedesche ci si chiede se il
mancato incontro con Karzai vada interpretato come un segnale di critica al
governo afgano, e si sottolinea che ovviamente la cancelliera non si è espressa
a riguardo. Merkel ha sentito ieri al telefono il presidente afghano e gli ha
detto chiaramente che la legge sul matrimonio proprio non
va e che non è compatibile con i valori e i diritti umani. La visita della cancelliera all'accampamento di Kunduz, dove
sono dispiegati 700 soldati tedeschi - e dove ne morirono
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il lavoro
rappresenta Gorizia L'obiettivo è quello di stimolare i minori a riflettere sui
diritti di cui sono titolari, come la sicurezza Bambini con la Polizia
Realizzato un puzzle dai piccoli delle materne IL PROGETTO Si svolgerà domani,
alle 10.15, nella sala bianca del palazzo municipale, la conferenza stampa di
premiazione del progetto nazionale "Il poliziotto un amico in più",
giunto alla IX edizione e promosso dalla Polizia di Stato in collaborazione con
il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca e l'Unicef.
L'iniziativa, il cui scopo è quello di favorire lo sviluppo
di una cultura della legalità e del rispetto dei diritti umani, quest'anno intende sottolineare
l'importanza dei diritti riconosciuti all'infanzia, ricorrendo, nel 2009, il
ventennale dell'approvazione della Convenzione sui diritti dell'infanzia da
parte delle Nazioni unite. Per questo si è scelto come titolo del concorso
"Per crescere sicuri abbiamo diritto a...", con l'obiettivo di
stimolare i minori a riflettere, in maniera creativa attraverso le arti
grafiche, gli elaborati e gli strumenti multimediali, sui diritti di cui sono
titolari, e in particolare quelli legati alla sicurezza. A Gorizia sono i
bambini delle scuole d'infanzia a partecipare al progetto: gli alunni
dell'ultimo anno delle quattro materne cittadine (Furlani di via Gramsci,
Clemente di via Marconi, Il bosco incantato di via Romagna, Il pettirosso di
via Brigata Avellino) sono stati impegnati nelle scorse settimane nella
realizzazione di un plastico-puzzle raffiguranti strutture ed edifici dei
quartieri in cui sorgono gli istituti, visti attraverso gli occhi dei bambini.
I quattro pannelli vanno a comporre un elaborato di due metri per due metri che
riproduce parte della città di Gorizia. Nel corso dell'incontro, al quale
parteciperanno i rappresentanti della Polizia di Stato, dell'Unicef, dei
Servizi educativi comunali, una delegazione di insegnanti e bambini
protagonisti dell'iniziativa e l'assessore all'Istruzione, Silvana Romano,
saranno inoltre consegnati dei pensierini formulati dai bambini sul tema
"La città secondo me". Una città in cui «le macchine vanno piano
piano, così non prendono sotto i bambini, e dal tubo di scappamento uscirebbero
fiori e stelle e farfalle» e un mondo in cui, secondo quanto immaginano i
piccoli protagonisti del progetto, «i poliziotti giocano con noi, ci comprano
il gelato, ci danno i palloncini, perché se il mondo lo facciamo noi, possiamo
fare sparire i ladri e gli assassini». Il plastico parteciperà alla selezione
provinciale con tutti i lavori preparati dai bambini e dai ragazzi delle scuole
dell'infanzia, delle scuole primarie e secondarie di primo grado. In caso di
affermazione in questa fase, l'elaborato approderebbe alla selezione nazionale
di Roma. «È stato un impegno eccezionale - dice l'assessore Silvana Romano -
nel senso che non era stato previsto dal piano di offerta formativa di
quest'anno. L'attività ha entusiasmato i bambini e gli insegnanti
coinvolgendoli nei giorni scorsi in una visita alla caserma Massarelli, durante
la quale sono stati ricevuti dagli operatori di Polizia che hanno illustrato
modalità di lavoro e mezzi ai piccoli visitatori».
( da "Repubblica, La"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina XVIII -
Bologna EMANUELA GIAMPAOLI «Taxi to the Dark Side» di Alex Gibney, lucido
resoconto delle tecniche di tortura dell´esercito
statunitense e già premio Oscar come miglior documentario, aggiunge al suo
ormai lungo palmarès la vittoria al festival Human Rights Nights conclusosi
domenica. Menzione speciale a «Humillados y ofendidos», documentario di César
Brie (applaudito ospite del festival) che denuncia il pestaggio dei contadini
boliviani accorsi per acclamare l´elezione di Evo Morales, primo
presidente indigeno dai tempi della conquista spagnola. Il dramma
dell´immigrazione clandestina dei minori, raccontato da Inés Enciso nel suo
«Mofetas», vince invece il concorso dedicato ai corti che, riserva le menzioni
speciali, a «Vida loca» di Stefania Andreotti sulle bande giovanili in
Sudamerica e «Viko» di Larisa Kondracki sulla rete del traffico sessuale nel
conflitto dell´ex- Jugoslavia. Infine il premio assegnato dai detenuti del
carcere della Dozza di Bologna è andato a «Una vida mejor» di Luiz Fernandez
Reneo, storia di tre bambini messicani che cercano di varcare il confine con
gli Usa.
( da "Provincia Pavese, La"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Testamento
biologico, riflessioni di un filosofo Paolo Flores d'Arcais firma "A chi
appartiene la tua vita?" (Ponte alle Grazie) Una strenua difesa dell'autodeterminazione
e della laicità delle leggi PAVIA. "A chi appartiene la tua vita?"
chiede il filosofo Paolo Flores d'Arcais in un libro nel quale riflette sulla
morte, le malattie e le ingerenze politiche. L'autore non si nasconde dietro
mezzi termini e sottotitola: "Una riflessione filosofica su etica,
testamento biologico, eutanasia e diritti civili nell'epoca oscurantista di
Ratzinger e Berlusconi". Dunque un libro anticattolico, anticlericale?
Spiega l'autore: «Se per cattolici si intendono il cardinal Bagnasco,
l'onorevole Formigoni, l'onorevole Roccella o il sttosegretario Sacconi, sì, lo
è. Ma il cattolicesimo è anche quello delle decine di parroci che hanno aderito
alle manifestazioni contro questa legge e dei medici cattolici che fanno lo
stesso in tutto il mondo. La vita appartiene a chi la vive, non al governo e
neppure alla Chiesa delle gerarchie». Lei dedica questo libro al signor
Englaro, "cittadino e padre esemplare". Perché? «Cittadino esemplare
è colui che non mette mai i suoi interessi privati prima degli interessi
pubblici. Beppino Englaro voleva fare in modo che fosse rispettata la volontà
di sua figlia. Avrebbe potuto farlo nel silenzio, aggirando la legge,
all'italiana. Ha preferito una via crucis di 17 anni per far sì che un
nobilissimo interesse privato non entrasse in conflitto con il dovere pubblico
di rispettare la costituzione». Questo saggio parte dalla politica... «Dalle
vicende della legge sul testamento biologico approvata al Senato e da tutta la
vicenda Englaro: ne ricostruisco le contraddizioni, i punti in cui è
anticostituzionale e va contro i trattati europei, ove
viola principi basilari dei diritti umani». In che senso? «Impone trattamenti sanitari obbligatori contro
la volontà del paziente. Il professor Borasio, consulente della "Cei"
tedesca, ha detto che non s'era mai vista una legge per cui i diritti di un
sondino sono superiori ai diritti della persona». Qual è l'urgenza del
tema? «Con i progressi della medicina viviamo più a lungo: prolungare la parte
finale della vita può diventare drammatico. E la maggior parte dei mass media
crea confusione tra i termini. Eutanasia è abbreviare un'agonia con intervento
medico. Il rifiuto dell'accanimento terapeutico è non fare nulla nè per accorciare
nè per prolungare l'agonia. Questa legge pretende di prolungare artificialmente
l'agonia con interventi medici che un paziente rifiuta». (a.ghez.)
( da "Tirreno, Il"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 7 - Attualità
Merkel a Kabul non incontra Karzai «No alla legge che autorizza lo stupro»
BERLINO. Angela Merkel, in Afghanistan per una visita a sorpresa ai soldati
tedeschi stanziati a Kunduz, non dovrebbe incontrare Hamid Karzai - non è
previsto al momento alcun appuntamento - ma la cancelliera tedesca ha sentito
ieri al telefono il presidente afghano, esprimendogli forte disappunto per la
legge sul matrimonio che legalizza gli stupri'coniugali' nelle famiglie sciite.
La controversa normativa, che ha suscitato una valanga di critiche, è stata
firmata a marzo da Karzai ma ancora non è stata pubblicata ed è ora oggetto di
un'attenta revisione. Sulle emittenti televisive tedesche ci si chiede se il
mancato incontro con Karzai vada interpretato come un segnale di critica al
governo afgano, e si sottolinea che ovviamente la cancelliera non si è espressa
a riguardo. Merkel ha sentito ieri al telefono il presidente afghano e gli ha
detto chiaramente che la legge sul matrimonio proprio non
va e che non è compatibile con i valori e i diritti umani. La visita della cancelliera all'accampamento di Kunduz, dove
sono dispiegati 700 soldati tedeschi - e dove ne morirono
( da "Adige, L'" del
07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
CLES - Un viaggio
per conoscere da vicino le bellezze architettoniche ed artistiche di Parigi
CLES - Un viaggio per conoscere da vicino le bellezze architettoniche ed
artistiche di Parigi. Lo propone il Piano Giovani di zona dei Comuni di Cles,
Bresimo, Cis, Livo, Nanno, Rumo, Tassullo e Tuenno, per i giovani di questi
paesi interessati ad un viaggio di cinque giorni, precisamente dal 29 maggio al
2 giugno prossimi. Per aderire all'iniziativa è necessario anche partecipare ad
almeno tre serate illustrative, in calendario da stasera al cinema parrocchiale
di Cles con la proiezione del film «La Classe-Entre les murs» ad ore 20.45.
Seguiranno il 17 aprile al cinema di Tuenno l'incontro su «Le rivolte del 2005
nelle benlieus (periferie) francesi: Immigrazioni a confronto»; l'8 maggio
l'incontro con il critico d'arte Fiorenzo Degasperi sull'arte nei musei
parigini previsto a Tassullo; il 22 maggio a Cles si
parlerà invece dei Diritti umani, dalla Rivoluzione francese ai nostri giorni e infine il
( da "Riformista, Il"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
rivisitazioni
Sgorlon, campione di premi letterari e anticonformismo Alcuni giorni addietro,
rovistando nell'archivio on-line del Corriere della Sera (cercavo certi pezzi
su Sciascia), mi sono imbattuto - complice la parola-chiave "Leonardo
Sciascia" - in un articolo di Giorgio De Rienzo sull'ultimo libro di Carlo
Sgorlon, uno degli scrittori italiani più premiati (Strega, Campiello, Flaiano
)
e che ha conosciuto un gran successo di pubblico: da La conchiglia di Anataj a
Il trono di legno. Quello Sgorlon che dei miti e delle leggende del suo Friuli
ha alimentato i temi più fortunati: il fantastico, il mito, il sacro. Questo il
libro: La penna d'oro
(Morganti), singolare e polemica (a cominciare dalla netta presa di posizione
contro la Storia, da Sgorlon considerata «una sintesi di crudeltà,
sopraffazioni, astuzie, volontà di potenza, ideologie più o meno iperboliche e
deformi») autobiografia letteraria di un autore che si definisce
anticonformista. De Rienzo ne commentava alcuni lacerti, citati in una limpida
recensione dello stesso libro appena scritta da Dario Fertilio sempre sul
Corriere. Da qui altri articoli correlati, a dar vita ad un vero e proprio caso
Sgorlon: un'aspra polemica - divampata sulle pagine del Giornale, del Secolo
d'Italia e di Avvenire - spesso fuori luogo rispetto alle questioni sollevate
da De Rienzo, al punto tale che lo stesso Sgorlon era costretto a respingere
fin troppo prevedibili strumentalizzazioni sulla propria appartenenza ad una
certa area politica; ma metteva anche l'accento sul fatto che tanti scrittori -
anche conterranei come Magris, Zanzotto, Camon - e critici - per esempio
Ferroni, che non lo aveva incluso nella sua Letteratura italiana contemporanea
- lo avevano ignorato, quasi esiliandolo. Scriveva Fertilio: «Eppure, non
rinuncia mai [Sgorlon] all'anticonformismo, che lo porta a respingere il
"razionalismo illuministico" (inclusi gli intoccabili Calvino, Gadda
e Sciascia), [
] , i mostri sacri Vittorini e Pasolini». E
su tali convinzioni ritornava anche Giuseppe Conte sul Giornale, in un articolo
dove - pur prendendo posizione contro l'esilio di Sgorlon - non ne condivideva
certe perplessità sull'inventiva
«fredda, di sapore geometrizzante» di Calvino, e sulla «cattiva musa» di
Sciascia, ovvero l'illuminismo. Restavo sorpreso dai giudizi dello scrittore
friulano sui colleghi sopra citati, in particolare su Calvino e Sciascia. È
davvero «fredda» un'inventiva che si dipana libera e felice entro le tante
storie calviniane, che corre lungo le nostre inquietudini, che si ritorce e si
biforca tra i cocci del presente, che s'affaccia sul futuro? E che dire delle
Lezioni americane, soprattutto della Leggerezza, ove dalle innumerevoli
"fiabe" sparse nel tempo si rapprende e cristallizza la «leggerezza
come reazione al peso di vivere»? Quanto a Sciascia, alla sua «cattiva musa»,
ricordo queste righe de Il consiglio d'Egitto (1963): «"Questo non deve
accadere a un uomo" pensò: e che non sarebbe più accaduto nel mondo
illuminato della ragione. E la disperazione avrebbe accompagnato le sue ultime
ore di vita se soltanto avesse avuto il presentimento che in quell'avvenire che vedeva luminoso popoli interi si sarebbero votati a
torturarne altri; che uomini pieni di cultura e di musica, esemplari nell'amore
familiare e rispettosi degli animali, avrebbero distrutto milioni di altri
esseri umani: con implacabile metodo, con efferata scienza della tortura». Per
non dire delle dolenti prefigurazioni disseminate nei libri successivi,
fino a Il cavaliere e la morte (1988). E a proposito di Sciascia, ancora un
cortocircuito della memoria: presso la Fondazione Sciascia, a Racalmuto, due
anni fa vidi - tra i tanti libri esposti - una copia de L'armata dei fiumi
perduti, di Carlo Sgorlon. C'era una dedica autografa dell'autore, e faceva
così: «A Leonardo Sciascia, con grande stima». di Giuseppe Giglio 07/04/2009
( da "Messaggero, Il (Umbria)"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Martedì 07 Aprile
2009 Chiudi di ANTONELLA MANNI Via Fiordespina Lauri, che corre a fianco di
palazzo Mauri a Spoleto, non è intitolata ad un personaggio di rilievo storico
nazionale, ma ad una figura significativa della vita cittadina del Sedicesimo
secolo che in ogni caso, a suo tempo, suscitò un interesse tale da divenire
protagonista di opere letterarie. La sua vicenda è, in sostanza, quella di
un'eroina popolare. Vissuta nella Spoleto del Sedicesimo secolo, Fiordespina è
ricordata da Pietro Fortini, novelliere italiano nato a Siena intorno al 1500 e
morto nella stessa città nel 1562. La nobildonna spoletina fu, secondo
l'autore, "valorosa e onesta giovine" che "con
una pietosa confessione liberò il marito dalla tortura, e per quella campò la
vita". Nella sua novella il Fortini racconta come Fiordespina scagionasse
il marito confessando di aver ucciso lei stessa, con una lancia, un suo
pretendentedopo che costui, invaghitosi di lei, si era appostato durante la
notte nel vicolo dove abitava, per eliminare il consorte al suo ritorno a casa.
La donna venne arrestata e condannata a morte per omicidio ma, a furor di
popolo, fu liberata per aver ucciso in difesa del proprio onore. Fiordespina
Lauri divenne, da allora, esempio e simbolo di fedeltà coniugale.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 07-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nazione,
La (Firenze)) (Giorno, Il (Milano))
Argomenti: Diritti umani
OGGI IN TV pag. 39
E' un programma che sarebbe piaciuto a Erode, questo "Ti lascio una
canzone". Invece ... E' un programma che sarebbe piaciuto a Erode, questo
"Ti lascio una canzone". Invece di farli fuori direttamente, come il
famoso re, Antonella Clerici (Prisma) preferisce esercitare sui bambini una sottile ma terribile tortura. I poveri piccoli sono costretti a
scimmiottare pateticamente atteggiamenti squisitamente adulti, come quel
minorenne obbligato a parodiare Andrea Bocelli, o quell'altro sciagurato
mini-balletto di aspiranti soubrette in miniatura. L'Osservatorio dei minori o
il Moige sono pronti a intervenire appena a qualcuno scende una spallina o si
alza la gonna, mentre pare non abbiano niente da dire su questa violenza
mascherata da intrattenimento giocoso. I bambini dovrebbero essere liberi di
esprimere la loro gioia, la loro fantasia, la loro innocenza in modo spontaneo,
e non costretti dentro strutture abnormi che su di loro diventano grottesche.
Purtroppo molti dimenticano che siamo noi a dover imparare da loro, e non
viceversa. Qualcuno parecchi anni fa disse "Lasciate che vengano a
me", oggi al contrario pretendiamo che, prima di venire, si mettano
educatamente in fila e recitino la parola d'ordine. Per favore schiacciate un altro
tasto del telecomando.
( da "Corriere del Veneto"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
FIDENZA SALSO
07-04-2009 DELEGAZIONE MARCO GAIBAZZI E NELLY BOCCHI Kurdistan, il saluto di
Fidenza a Leyla Zana FIDENZA L'abbraccio all'ex deputata turca e cittadina
onoraria di «Borgo San Donnino» Mariachiara Illica Magrini II Hanno
attraversato una regione che da anni lotta per la conquista dei diritti fondamentali; hanno incontrato associazioni,
incontrato i famigliari delle vittime e dei prigionieri politici solo per
portare nuova speranza e solidarietà. Ma l'ormai consueto viaggio nel Kurdistan
turco dei fidentini Marco Gaibazzi e Nelly Bocchi - che insieme al parmigiano
Alberto Marzucchi sono partiti al seguito della delegazione umanitaria
organizzata dall'associazione Uiki onlus - quest'anno ha significato anche un
piccolo gesto da parte di tutta la città. I fidentini, infatti, non solo hanno
partecipato al Newroz (l'unica festa tradizionale che ai curdi è concesso
celebrare), ma hanno anche incontrato l'ex deputata al parlamento turco e
premio Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di opinione Leyla Zana,
da qualche mese cittadina onoraria di Fidenza. Alle spalle 10 anni di carcere
per reati di opinione dovuti alla lunga lotta per i diritti
del suo popolo, questa donna coraggiosa ha accolto i tre osservatori umanitari
nel suo studio di Diyarbakir, la più importante città curda della Turchia
orientale. «E' stato molto toccante - racconta Nelly, che ha consegnato nelle
sue mani una lettera siglata dall'ex sindaco Giuseppe Cerri -: abbiamo
incontrato una donna che considero tra le più coraggiose dei nostri tempi, e
che con la sua vita si è fatta portavoce reale di un'idea di giustizia». E
riguardo la cittadinanza onoraria: «Si è detta felice - ha continuato - di aver
ricevuto questo importante riconoscimento da parte di Fidenza e intende
considerarlo valido per tutte le donne kurde che nessuno conosce, ma come lei lottano pacificamente contro la violazione dei diritti». Leyla Zana attende ora la
ratifica di una condanna a 12 anni di carcere per le parole pronunciate durante
il Newroz del 2008, ma su questo non si è soffermata «riportando l'attenzione
sulla generale situazione dei kurdi» ha riferito Nelly. «Purtroppo - ha
concluso - sebbene il clima non fosse particolarmente teso, nell'area
persistono ingiustizie e violazioni di libertà anche ai danni di minori. Lo
stesso interprete che ci ha accompagnati lo scorso anno, Aladin, si trova ora
nel carcere di Mardin e ancora non sono chiari i capi di imputazione». Incontro
La delegazione fidentina in Kurdistan turco. Salvo per uso personale è vietato
qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
FIDENZA SALSO
07-04-2009 DELEGAZIONE MARCO GAIBAZZI E NELLY BOCCHI Kurdistan, il saluto di
Fidenza a Leyla Zana FIDENZA L'abbraccio all'ex deputata turca e cittadina
onoraria di «Borgo San Donnino» Mariachiara Illica Magrini II Hanno
attraversato una regione che da anni lotta per la conquista dei diritti fondamentali; hanno incontrato associazioni,
incontrato i famigliari delle vittime e dei prigionieri politici solo per
portare nuova speranza e solidarietà. Ma l'ormai consueto viaggio nel Kurdistan
turco dei fidentini Marco Gaibazzi e Nelly Bocchi - che insieme al parmigiano
Alberto Marzucchi sono partiti al seguito della delegazione umanitaria
organizzata dall'associazione Uiki onlus - quest'anno ha significato anche un
piccolo gesto da parte di tutta la città. I fidentini, infatti, non solo hanno
partecipato al Newroz (l'unica festa tradizionale che ai curdi è concesso
celebrare), ma hanno anche incontrato l'ex deputata al parlamento turco e
premio Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di opinione Leyla Zana,
da qualche mese cittadina onoraria di Fidenza. Alle spalle 10 anni di carcere
per reati di opinione dovuti alla lunga lotta per i diritti
del suo popolo, questa donna coraggiosa ha accolto i tre osservatori umanitari
nel suo studio di Diyarbakir, la più importante città curda della Turchia
orientale. «E' stato molto toccante - racconta Nelly, che ha consegnato nelle
sue mani una lettera siglata dall'ex sindaco Giuseppe Cerri -: abbiamo
incontrato una donna che considero tra le più coraggiose dei nostri tempi, e
che con la sua vita si è fatta portavoce reale di un'idea di giustizia». E
riguardo la cittadinanza onoraria: «Si è detta felice - ha continuato - di aver
ricevuto questo importante riconoscimento da parte di Fidenza e intende
considerarlo valido per tutte le donne kurde che nessuno conosce, ma come lei lottano pacificamente contro la violazione dei diritti». Leyla Zana attende ora la
ratifica di una condanna a 12 anni di carcere per le parole pronunciate durante
il Newroz del 2008, ma su questo non si è soffermata «riportando l'attenzione
sulla generale situazione dei kurdi» ha riferito Nelly. «Purtroppo - ha
concluso - sebbene il clima non fosse particolarmente teso, nell'area
persistono ingiustizie e violazioni di libertà anche ai danni di minori. Lo
stesso interprete che ci ha accompagnati lo scorso anno, Aladin, si trova ora
nel carcere di Mardin e ancora non sono chiari i capi di imputazione». Incontro
La delegazione fidentina in Kurdistan turco.
( da "Nazione, La (La Spezia)"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
PORTOVENERE / CINQUE
TERRE / RIVIERA pag.
( da "Unita, L'" del
07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
FARAH FAWCETT IN FIN
DI VITA Farah Fawcett è ricoverata da giovedì scorso in condizioni critiche in
un ospedale di Los Angeles per un aggravamento legato al tumore al colon che le
è stato diagnosticato nel 2006. La 62enne attrice americana era appena rientrata
dalla Germania dove si era sottoposta ad alcune cure sperimentali. Il dramma
familiare della Fawcett è aggravato dalla notizia che il figlio 24enne Redmond,
nato dalle relazione con l'attore Ryan O'Neal, è stato arrestato e rilasciato
su cauzione dopo esser stato sorpreso mentre portava sostanze stupefacenti in
un carcere a un amico detenuto. IL FESTIVAL HUMAN RIGHTS Il documentario di Alex Gibney Taxi to the dark side vince la 9ª
edizione di Human Rights Nights: spietato resoconto delle tecniche di tortura
dell'esercito Usa, a partire dall'omicidio di un tassista afgano nel 2002
picchiato a morte dai soldati americani, fino a quelle usate in Afghanistan,
Iraq e Guantanamo. Il documentario ha già vinto l'Oscar come miglior
lungometraggio documentario. Le speranze e la paura di due clandestini
raccontate da Enciso nel suo Mofetas vincono invece il concorso dedicato ai
cortometraggi.
( da "marketpress.info"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Martedì 07 Aprile
2009 PARLAMENTO EUROPEO - UE/RUSSIA: LE RACCOMANDAZIONI DEL PE SUL NUOVO
ACCORDO Bruxelles, 7 aprile 2009 - I negoziati per un nuovo accordo di
cooperazione non legittimano lo status quo in Georgia. E´ quanto sostiene il
Parlamento raccomandando a Consiglio e Commissione di insistere con la Russia
affinché rispetti gli impegni sulle province secessioniste. Dovrebbero anche
sollecitare un accordo vincolante sui diritti umani ed
esprimere preoccupazione su libertà d´associazione e d´espressione nel paese.
La Russia deve garantire i diritti degli investitori stranieri e aderire alla
Carta sull´energia. «Il contrattacco sproporzionato della Russia, provocato
dall´entrata di truppe georgiane nell´Ossezia meridionale . E il riconoscimento
delle enclavi secessioniste dell´Ossezia meridionale e dell´Abkhazia mette in
dubbio la disponibilità della Russia a costruire, con l´Ue, uno spazio comune
di sicurezza in Europa». E´ quanto sostiene il Parlamento con la relazione di
Janusz Onyszkiewicz (Alde/adle, Pl) adottata con 416 voti favorevoli, 80
contrari e 147 astensioni. Sottolinea inoltre che i negoziati «non legittimano
in alcun modo lo status quo vigente in Georgia», mentre il rispetto da parte
della Russia degli accordi relativi al conflitto nell´Ossezia meridionale e in
Abkhazia «è condizione sine qua non per il completamento dei colloqui», in cui
dev´essere inclusa la rinuncia di tutte le parti all´uso della forza contro i
paesi vicini. La relazione raccomanda quindi al Consiglio e alla Commissione di
insistere sul fatto che la violazione della sovranità e dellintegrità
territoriale della Georgia da parte della Russia e il ruolo assunto da
questultima nella controversia del gas allinizio del 2009, «hanno
messo seriamente a repentaglio le relazioni con lUe e i negoziati per un nuovo
accordo» volto a approfondire la cooperazione con tale paese. Dovrebbero
inoltre manifestare preoccupazione nei confronti della decisione del governo
russo di riconoscere come Stati sovrani «queste due province georgiane», nonché invitare la Russia a
«ritornare sulla sua decisione», a garantire il pieno accesso degli osservatori
dell´Ue a tutte le zone colpite dal conflitto e a fornire garanzie concrete che
«non ricorrerà alluso della forza contro i nessuno dei suoi
vicini». Il Parlamento
sollecita inoltre Consiglio e Commissione a introdurre un preciso codice di
condotta che disciplini le relazioni tra lUe, la Russia e i paesi
vicini, che preveda disposizioni relative al rispetto della sovrana
indipendenza di tutti gli
Stati europei, limpegno alla risoluzione pacifica delle
controversie e la determinazione a risolvere i conflitti congelati. Dovrebbero
inoltre esprimere una profonda preoccupazione e sollecitare una soluzione
«autenticamente politica» per la situazione in Cecenia, «dove il regime di Kadirov non è riuscito a
portare pace e riconciliazione e ha invece imposto il timore e l´oppressione
che hanno minato la società civile e soppresso ogni voce aperta e democratica».
La Russia garantisca il rispetto dei diritti umani -
Il Parlamento nota che le ultime elezioni parlamentari e presidenziali russe si
sono svolte «in condizioni nettamente inferiori agli standard europei», quanto
all´accesso degli osservatori internazionali, alla capacità dei partiti dellopposizione di schierare i candidati, allequità
e indipendenza dei media. Osserva poi che la persistente incarcerazione dei
prigionieri politici, il trattamento riservato ai difensori dei diritti umani e
l´adozione di misure che erodono la libertà di espressione, «sono in contrasto
con l´impegno (della Russia) a rafforzare lo Stato di diritto. Inoltre, la
mancanza d´indipendenza della magistratura, la negazione del giusto processo a
imputati coinvolti in cause politiche controverse, l´impunità nei confronti di
chi perpetra azioni criminose, pongono seri dubbi sul sistema di giustizia ai
deputati che, al riguardo, ricordano l´impegno assunto pubblicamente dal
presidente Medvedev a rafforzare lo Stato di diritto in Russia. A fronte di
tale situazione, il Parlamento chiede a Consiglio e Commissione di insistere su
un accordo giuridicamente vincolante basato sullimpegno condiviso
nei confronti dei diritti
umani. Dovrebbero inoltre sollevare di fronte al
governo russo le preoccupazioni sullo spazio sempre più limitato della società
civile, sollecitandolo a porre fine a intimidazioni e vessazioni nei confronti
dei difensori dei diritti umani e a mantenere la
libertà di espressione e di associazione, facendo sì che la legislazione che
regola la società civile si allinei agli impegni internazionali. Le istituzioni
Ue dovrebbero anche chiedere alla Russia di fermare le continue violenze e
persecuzioni nei confronti dei giornalisti, rispettare la libertà dei mezzi di
comunicazione e garantire che «i media indipendenti, beneficino di condizione
politiche ed economiche che consentano loro di funzionare normalmente».
Garantire gli investimenti Ue in Russia e la sicurezza energetica - Il
Parlamento ritiene che il Consiglio e la Commissione dovrebbero continuare ad
sostenere laccesso
della Russia allO
( da "marketpress.info"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Martedì 07 Aprile
2009 IL PARLAMENTO EUROPEO CONDANNA TUTTI I TOTALITARISMI Bruxelles, 7 aprile
2009 - Nel condannare i crimini commessi da tutti regimi totalitari, il
Parlamento sottolinea il successo dell´integrazione europea e l´esigenza di
evidenziarne le conquiste, anche con una visione comune della Storia. Chiedendo
di mantenere vive le memorie del passato, senza però imporre un´interpretazione
politica dei fatti, sollecita l´apertura completa degli archivi segreti, specie
in Russia. Auspica poi la proclamazione di una "Giornata europea del
ricordo" delle vittime del totalitarismo. Adottando con 553 voti
favorevoli, 44 contrari e 33 astensioni una risoluzione sostenuta da Ppe/de,
Alde, Uen e Vedi /Ale, il Parlamento esprime anzitutto il proprio «rispetto per
tutte le vittime dei regimi totalitari e antidemocratici dell´Europa e rende
omaggio a coloro i quali hanno combattuto contro la tirannia e l´oppressione».
Inoltre, riconfermando «la sua posizione unanime contro ogni potere
totalitario, a prescindere da qualunque ideologia», «condanna fermamente e
inequivocabilmente tutti i crimini contro lumanità e le
massicce violazioni dei diritti umani commesse da
tutti i regimi totalitari e autoritari». Rilevando «l´unicità dell´Olocausto»,
osserva infatti che, in Europa, nel corso del Xx secolo, «milioni di persone
sono state deportate, incarcerate, torturate e assassinate da regimi totalitari
e autoritari».
Rileva poi che l´Unione europea «ha una responsabilità particolare nel
promuovere e salvaguardare la democrazia e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto, sia all´interno che
all´esterno del suo territorio». In proposito, il Parlamento osserva che, fin
dallinizio, lintegrazione europea «è stata una risposta alle
sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia nazista, che ha
comportato lOlocausto, e allespansione dei regimi comunisti totalitari e non
democratici nellEuropa centrale e orientale». D´altra
parte, il processo di integrazione europea ha avuto successo e «ha ormai
portato a unUnione europea comprendente paesi dellEuropa centrale e
orientale che hanno vissuto sotto regimi comunisti dalla fine della Seconda guerra mondiale ai primi
anni 90», mentre le precedenti adesioni di Grecia, Spagna e
Portogallo, hanno contribuito a garantire la democrazia nel Sud
dellEuropa. Un emendamento del Pse approvato a larga maggioranza dall´Aula precisa che questi
tre paesi sono stati «oppressi per lungo tempo da regimi fascisti». Il
Parlamento invita quindi la Commissione e gli Stati membri a impegnarsi
ulteriormente per rafforzare l´insegnamento della storia europea ed «evidenziare
la conquista storica dell´integrazione europea e il forte contrasto tra il
tragico passato e l´ordine sociale pacifico e democratico che caratterizza oggi
l´Unione europea». Anche perché «lEuropa non sarà unita
fino a quando non sarà in grado di conseguire una visione comune della propria storia, non
riconoscerà il nazismo, lo stalinismo e i regimi fascisti e comunisti come
retaggio comune e non avvierà un dibattito onesto e approfondito sui i crimini
da essi perpetrati nel secolo scorso». In tale contesto, il Parlamento si dice
inoltre convinto che «un´opportuna conservazione della memoria storica, una
rivalutazione globale della storia europea e il riconoscimento a livello
europeo di tutti gli aspetti storici dell´Europa moderna rafforzeranno l´integrazione
europea». Sottolinea quindi l´importanza di mantenere vive le memorie del
passato, «perché non può esservi riconciliazione senza verità memoria», e di
rafforzare la consapevolezza europea dei crimini commessi dai regimi totalitari
e non democratici promuovendo una documentazione e resoconti che testimonino
del «tragico passato europeo». Osservando che «nessun organo o partito politico
detiene il monopolio sull´interpretazione della storia e che tali organi e
partiti non possono proclamare di essere oggettivi», il Parlamento nota che «le
interpretazioni politiche ufficiali dei fatti storici non dovrebbero essere
imposte attraverso decisioni a maggioranza dei parlamenti e che un parlamento
non può legiferare sul passato». D´altra parte rileva che «le interpretazioni
distorte della storia possono alimentare politiche esclusiviste fomentando
quindi l´odio e il razzismo». Al riguardo, il Parlamento deplora che, vent´anni
dopo il crollo delle dittature comuniste nellEuropa centrale e
orientale, «in alcuni Stati
membri sia ancora indebitamente limitato laccesso a documenti di
importanza personale o necessari per la ricerca scientifica». Chiede quindi «un
autentico sforzo per lapertura completa degli archivi», compresi quelli
degli ex servizi di sicurezza interni, della polizia segreta e delle agenzie di
intelligence, adottando al contempo provvedimenti volti a garantire che tale
processo «non sia strumentalizzato a fini politici». Si dice infatti convinto
che lobiettivo finale della divulgazione e della valutazione dei crimini commessi dai
regimi comunisti totalitari sia la riconciliazione, «che può essere raggiunta
attraverso l´ammissione di responsabilità, la richiesta di perdono e il
rafforzamento della rinascita morale». Invita inoltre il Consiglio e la Commissione
a sostenere le attività di Ong come Memorial nella
Federazione russa, attivamente impegnate nella ricerca e raccolta di documenti
relativi ai crimini commessi durante il periodo stalinista. Il Parlamento
chiede inoltre listituzione di «una piattaforma della memoria e della coscienza europee» e
di un centro/memoriale paneuropeo di documentazione per le vittime di tutti i
regimi totalitari. Rileva anche l´importanza di ricordare coloro che si sono
attivamente opposti allo Stato totalitario e che «dovrebbero essere scolpiti
nella coscienza degli europei come eroi dell´epoca totalitaria, per la loro
dedizione, la fedeltà agli ideali, l´onore e il coraggio». Auspicando il
rafforzamento degli attuali strumenti finanziari pertinenti, al fine di sostenere
la ricerca storico-scientifica sulle questioni sopra delineate, chiede che il
23 agosto sia proclamata "Giornata europea del ricordo" delle vittime
di tutti i regimi totalitari e autoritari, «da commemorare con dignità e
imparzialità». L´aula ha infine respinto un altro emendamento dell´Uen che
invitava la Commissione e il Consiglio ad estendere il campo di applicazione
della decisione quadro sulla lotta contro talune forme ed espressioni di
razzismo e xenofobia, ai crimini commessi da tutti i regimi totalitari, «poiché
attualmente esso si limita ai reati commessi dal regime nazista», con lo scopo
di applicare criteri simili ai crimini commessi da entrambi i principali regimi
totalitari e riservare un trattamento analogo all´apologia, alla negazione o alla
minimizzazione grossolana di tali crimini. Ha anche bocciato la proposta dello
stesso gruppo che invitava il Consiglio e la Commissione a compiere i passi
necessari per introdurre l´opportuna denominazione dei campi di concentramento
e di sterminio tedeschi e sovietici «al fine di evitare che la colpa del
genocidio sia addossata alle vittime anziché ai perpetratori». . . . .
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( da "Savona news"
del 07-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Savona: poliziotto
un amico in più, edizione numero nove Per il nono anno consecutivo torna a
Savona il progetto di educazione alla legalità "Il Poliziotto: un amico in
più". L'iniziativa, organizzata fin dal 2001 dalla polizia di stato in
collaborazione con il ministero dell'istruzione, dell'università e della
ricerca e con l'Unicef, quest'anno interessa oltre a Savona altre 25 province
italiane (Agrigento, Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Bolzano, Caltanissetta,
Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Cuneo, Firenze, Foggia, Forli', Gorizia,
Grosseto, Isernia, Latina, Lecce, Livorno, Lodi, Napoli, Novara, Nuoro,
Oristano, Parma, Perugia, Pesaro Urbino, Pistoia, Potenza, Reggio Calabria,
Rimini, Vicenza e Roma). "Il progetto, che si inserisce nell'ambito degli
interventi volti a favorire il concetto di "polizia di prossimità" è
finalizzato - spiegano in questura - allo sviluppo di una cultura della
legalità, del rispetto dei diritti umani, della
tolleranza, della solidarietà e di quei valori in genere sui quali si fonda una
società civile, e quest'anno rende onore al ventennale della convenzione Onu
sui diritti dell'infanzia". Per questo motivo il tema del 2009 recita:
"Per crescere sicuri abbiamo diritto a
" ed è proprio su
questo argomento che gli studenti di varie scuole italiane sono stati invitati
a riflettere e ad offrire il loro contributo. Al concorso hanno potuto
partecipare i ragazzi delle scuole dell'infanzia, della scuola primaria e secondaria di
primo grado di molte scuole italiane con lavori, singoli e di gruppi, risultato
di un percorso educativo e formativo svolto insieme ad insegnanti e familiari,
con il supporto dei poliziotti di quartiere.
( da "Stampa, La" del
08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
La corrida è una
vergogna per l'Europa. Una minoranza di spagnoli e una maggioranza di turisti, assistono alla tortura rendendosi complici della speculazione
sulla sofferenza». Lo afferma a piena voce Claudia Sgarzi, responsabile di Una,
associazione «Uomo, natura, animali». Per contribuire a far conoscere l'orrore
delle feste sanguinarie («Combattiamo l'ignoranza e l'indifferenza della
gente», aggiunge) il sodalizio ha organizzato, ad Asti, un convegno che
si svolgerà sabato 18 aprile alle 21 al Centro culturale san Secondo, via
Carducci. Ospite d'onore sarà il conduttore televisivo Paolo Limiti. Vi
parteciperanno anche numerose personalità, tra le quali Anna Maria Manzoni,
psicologa e psicoterapeuta, Enrico Moriconi, presidente dei veterinari che si
battono per i diritti degli animali e il docente universitario Renato Bordone.
La sezione Una di Asti è nata una quindicina di anni fa, conta 10 iscritti,
tutti operatori e guardie zoologiche. La sede è in frazione Sessant e risponde
al numero telefonico 0141/294.427. La quota di adesione è facoltativa. Ad
affiancare Claudia Sgarzi, presidente, ci sono Valentina Cerigo, vice, e Gloria
Grosso, segretaria. Il motto è: «L'uomo, la natura e gli animali o si salvano o
si perdono insieme». L'attività è cospicua: mostre fotografiche, proiezioni di
filmati, manifestazioni e incontri di vario genere; opera di sensibilizzazione,
interventi contro i maltrattamenti di animali e vigilanza sull'ambiente.
«Partecipiamo alle manifestazioni che si svolgono non solo in Italia - spiega
Sgarzi - Lo scorso anno siamo stati ad Arles, in Provenza, a contestare la
corrida, con animalisti giunti da tutta Europa. Ma ci battiamo contro ogni
forma di crudeltà o di mancanza di rispetto nei confronti degli animali. Siamo
sul fronte di una ragionevole contestazione anche per quanto riguarda la
"Giostra del pitu" che si svolge a Tonco. Ci battiamo contro la
caccia e per convinzione e coerenza siamo vegetariani. Una cosa che
consideriamo indegna è l'abbattimento selettivo di alcune specie come i caprioli
o i cinghiali. Lo scorso anno abbiamo partecipato a una protesta a Ovada». I
volontari di «Una» sono presenti nelle scuole, per parlare ai ragazzi dei
diritti degli animali, della necessità di proteggere l'ambiente e della pace
nel mondo, come bene primario e occasione di progresso dell'umanità. «Aiutiamo
anche chi possiede animali - spiega la presidente - e non è in grado, per
ragioni economiche, di provvedere adeguatamente al loro mantenimento.
Ovviamente siamo contrari anche alle pellicce e alla vivisezione». A proposito
della corrida («Parte delle tasse pagate dai cittadini europei vengono date
come contributi agli allevamenti dei tori da corrida», informa la presidente),
chi vuole documentarsi, può chiedere all'associazione un opuscolo che contiene
la storia e testimonia le sevizie compiute sul toro ancora prima del tragico
spettacolo, di quella che anche molti spagnoli definiscono una «verguenza
nacional» (vergogna nazionale), affermando che «tortura no es arte ni cultura».
( da "superEva notizie"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
"Complici del
Silenzio" di Stefano Incerti al Il dramma dei desaparecidos argentini
torna protagonista al cinema con Complici del silenzio di Stefano Incerti, in
sala dal 17 aprile con Mediaplex, che sulle orme di Garage Olimpo di Marco
Bechis[...] al Il dramma dei desaparecidos argentini torna protagonista al
cinema con Complici del silenzio di Stefano Incerti, in sala dal 17 aprile con
Mediaplex, che sulle orme di Garage Olimpo di Marco Bechis (1999) affronta la
violenza e i soprusi compiuti negli anni dalla dittatura militare di Jorge
Rafael Videla nei confronti di chi si opponeva al regime, dai rivoluzionari
agli studenti e agli intellettuali. Il film, interpretato, tra gli altri, da
Alessio Boni, Giuseppe Battiston e Florencia Raggi e prodotto dalla Surf Film
di Massimo Vigliar (con Argentina e Spagna), è ambientato a Buenos Aires
durante i Mondiali di calcio del 1978, sui quali sono puntati i riflettori di
tutto il mondo mentre nell'ombra si perpetrano gravissime violazioni dei
diritti umani, tra sequestri di attivisti politici e guerriglieri, proibizione
di sindacati e giornali, tortura per estorcere informazioni
e sparizioni di massa, contando che tra il 1976 e il 1982 scomparvero circa
trentamila persone. «Questa terribile vicenda è stata già raccontata, ma ho
fatto questo film per il motivo più ovvio, ossia per non dimenticare», ha
spiegato Incerti, che ha firmato la sceneggiatura insieme a Rocco Oppedisano.
«Ho voluto rivolgermi soprattutto ai giovani che non ne sanno nulla, ma anche
agli argentini che ancora non hanno fatto i conti col proprio passato. Alcuni
sono lacerati, ma ancora convinti che tutto ciò è stato giusto e meritato».
Sullo schermo, la storia si svela attraverso lo sguardo del giornalista
sportivo italiano Maurizio Gallo (Boni) che con il suo fotoreporter (Battiston)
arriva in Argentina per seguire i Mondiali ma si ritroverà subito coinvolto in
un'intricata vicenda politico-militare dopo l'incontro con la giovane
guerrigliera Ana (Florencia Raggi), di cui si innamora, scoprendo sulla sua
pelle una sanguinosa realtà fatta di carceri segrete e disperazione delle
famiglie degli scomparsi. «La novità della pellicola è nel mostrare il
cortocircuito tra la gioia del calcio, in superficie, e il dolore delle sevizie
a pochi passi dai festeggiamenti», ha affermato Incerti ricordando poi che
proprio a febbraio la Corte di Cassazione ha confermato la condanna
all'ergastolo di cinque militari che torturarono e uccisero tre italoargentini
nella Scuola tecnica della Marina, ora diventata il 'Museo della Memoria'.
«Credo che il film sia un monito per il futuro», ha detto ancora, «perché
quello che è avvenuto in Argentina, un paese ricco, colto e solido prima della
dittatura, non si ripeta più, da nessuna parte». L'augurio del regista, che non
ha «voluto dare soluzioni né scoprire intrighi», è che «il film coinvolga gli
spettatori e per questo l'ho realizzato in chiave popolare. E' stato scritto e
montato con ritmo e una tensione quasi da thriller», per trasmettere emozioni
al pubblico che, ha aggiunto, «oggi è un po' distratto. Mi sono ispirato a Rosi
che spettacolarizzava gli argomenti più difficili per renderli affascinanti».
Quanto al finale, in cui Maurizio Gallo incontra vent'anni dopo la figlia avuta
da Ana, ha sottolineato: «Volutamente ho voluto che non fosse punitivo, perché
c'è una parte buona che va difesa e resiste la speranza di un futuro migliore».
La parola è poi passata al protagonista, Alessio Boni, che ha detto di non
essersi «preparato prima delle riprese, per arrivare vergine e lasciarmi
plasmare dall'idea del film che aveva Stefano. Sul set si respirava un'atmosfera
cupa e tetra, sono stato 4 giorni chiuso nel posto dove si svolgevano le
torture, sono entrato dentro la follia, è stato pazzesco». Una follia di cui
ancora si conosce poco e c'è molto da svelare, ha infine dichiarato il
giornalista della Rai Italo Moretti, che è intervenuto alla conferenza stampa:
«Il governo italiano sapeva come agiva Videla ma tacque per difendere gli
interessi in Argentina di Fiat e Pirelli - ha denunciato - Ed è assurdo che su
3mila giornalisti sportivi che seguirono i Mondiali solo due olandesi parlarono
di quegli orrori». PUBBLICITà PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la
STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato
ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 8
aprile 2009 in: News » Invia tramite EMAIL » Versione per la STAMPA--> » Le
vostre opinioni
( da "Trentino" del
08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Allo
Spazio Off stasera Il cinema dei diritti TRENTO. Con «Z - L'orgia del potere»,
allo Spazio Off prosegue oggi la rassegna di film consacrati al tema dei
diritti umani (in collaborazione con Amnesty
international). Premio Oscar come miglior film straniero nel 1970, «Z - L'orgia
del potere» è firmato da un maestro del cinema politico quale Costantin Costa-Gavras. L'opera è ambientata nella
Grecia nel 1963: un giovane magistrato indaga sulla morte di un deputato
pacifista e scopre una cospirazione ordita dalla polizia. La proiezione inizia
alle 21, biglietto d'ingresso a 2 euro.
( da "Corriere.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
oggi la sentenza
dopo un processo durato 15 mesi L'ex presidente peruviano Fujimori condannato a
25 anni di carcere E' stato riconosciuto come il mandante delle stragi commesse
dagli «squadroni della morte» MILANO - Alberto Fujimori è stato condannato a 25
anni di prigione dalla Corte Suprema di Giustizia di Lima
per violazione dei diritti umani. Il giudice ha dichiarato che le
accuse contro l'ex presidente sono state provate «al di là di ogni ragionevole
dubbio». Soddisfatta per la sentenza Human Rights Watch: «Dopo esser sfuggito
alla giustizia per tanti anni, alla fine Fujimori dovrà pagare per alcuni dei
suoi crimini» ha dichiarato un portavoce dell'organizzazione. LA
SENTENZA - Fujimori , 70 anni, è stato riconosciuto come il mandante delle
stragi dei Quartieri Alti e dell'Università La Cantuta che fecero 25 vittime
tra il 1991 e il 1993. Le mattanze furono commesse dallo «squadrone della
morte» paramilitare «La Colina», controllato dallo stesso Fujimori durante il
suo mandato. Il processo che si è tenuto in una base delle Forze speciali
peruviane alla periferia della capitale Lima, è stato il primo che ha visto un
presidente democraticamente eletto condannato per violazione dei diritti umani nel suo stesso paese.
Fuori dalla base, attivisti anti-Fujimori e suoi sostenitori si sono affrontati
con slogan, pugni e lanci di sassi prima di essere separati da agenti anti
sommossa. Figlio di immigrati giapponesi, Fujimori godette di enorme popolarità
durante gran parte del suo mandato (1990-2000) per aver stabilizzato l'economia
del paese e soprattutto per la lotta condotta contro la guerriglia maoista
«Sendero Luminoso» e contro il Movimento rivoluzionario Tupac Amaru. Durante
gli anni '80 e '90 , i due gruppi gettarono il paese nel caos con una serie di
attentati e attacchi a infrastrutture. Nel novembre 2000 però, in seguito allo
scoppio di uno scandalo di corruzione, Fujimori fuggì in Giappone, dove rimase
fino al 2005, quando si recò in Cile dove venne infine arrestato. La sentenza
di martedì arriva dopo un processo durato 15 mesi. LA POSSIBILE EREDE - La
figlia di Fujimori, Keiko, è una parlamentare molto popolare in Perù -la più
votata del 2006- e alcuni ritengono che potrebbe usare la condanna del padre
per attrarre simpatizzanti in vista delle elezioni presidenziali del 2011, che
la vedono come una delle favorite. stampa |
( da "Agi" del
08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
PERU': 25 ANNI A FUJIMORI PER VIOLAZIONE DIRITTI UMANI Lima - L'ex
presidente peruviano Alberto Fujimori e' stato riconosciuto colpevole di
crimini contro l'umanita' e
condannato a 25 anni di reclusione. Il giudice ha detto che le accuse contro
l'ex-presidente sono state provate "ben oltre ogni ragionevole
dubbio", ma Fujimori ha preannunciato che presentera' appello. L'ex
presidente di origine giapponese era accusato delle mattanze di Quartieri Alti
e dell'Universita' La Cantuta, commessi a Lima nel 1992 e nel 1993 dallo
squadrone della morte "La Colina" che causarono 25 vittime tra il
1991 e il 1992 e del sequestro di un giornalista, Gustavo Gorriti, e un
imprenditore, Sauel Dyer, nel 1992. All'esterno dell'aula del processo, seguaci
di Fujimori e un gruppo di sindacalisti si sono scontrati: gli uni gridavano
"terroristi", gli altri !"assassini", e ci sono stati
tafferugli. Un simpatizzante di Fujimori e' rimasto ferito alla testa dal
lancio di una pietra. La figlia di Fujimori, Keiko -affermata avvocatessa e
parlamentare, che sarebbe addirittura il candidato favorito se decidesse di
presentarsi candidata alle prossime presidenziali- ha detto che la condanna di
suo padre "e' un'aberrazione, che istiga odio e vendetta". E ha
preannunciato, che i fujimoristi "scenderanno in strada pacificamente per
appoggiare" il padre, "il migliore presidente che ha avuto il Paese,
che ha vinto il terrorismo". Fujimori, che aveva goduto di grande
popolarita' durante gli anni del suo mandato soprattutto per la repressione
'manu militari' di Sendero Luminoso, nel novembre del 2000 si era rifugiato in
Giappone, suo Paese d'origine, inseguito dagli scandali e dalle accuse di
corruzione. Soddisfatta per la condanna Human Rights Watch: "Dopo esser
sfuggito alla giustizia per tanti anni, alla fine Fujimori dovra' pagare per
alcuni dei suoi crimini".
( da "Corriere.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il documento doveva
restare confidenziale. L'intelligence Usa: con Obama linea cambiata "Anche
medici coinvolti nelle torture Cia" Rapporto riservato
Croce Rossa: personale sanitario ha partecipato agli interrogatori svolti a
Guantanamo MILANO - C'era anche del personale medico ad assistere alle torture
inflitte dalla Cia ai prigionieri di Guantanamo. La denuncia arriva dalla Croce
Rossa, che dopo avere ascoltato il racconto di 14 prigionieri spostati dal
carcere di massima sicurezza per i sospetti terroristi, che gli Usa
avevano allestito in un'area sotto il loro controllo nel territorio di Cuba. La
loro presenza, secondo il rapporto diffuso oggi dal New York Times, serviva per
assicurare che i detenuti non morissero durante le pratiche coercitive adottate
nel tentativo di farli confessare. Il ruolo dei medici, in estrema sintesi,
sarebbe dunque stato quello di verificare che non si superasse il punto di non
ritorno, controllando in tempo reale le condizioni di salute dei reclusi.
PRATICHE DI TORTURA - Come è stato più volte denunciato, i detenuti di
Guantanamo erano sottoposti a pratiche di tortura quali il (una tecnica che
consiste nell'inondare il volto di acqua fino quasi all'annegamento) o la
reclusione in piccole gabbie che venivano poi appese al soffitto. I prigionieri
venivano anche sbattuti ripetutamente contro le pareti del carcere. I sanitari,
in questi casi, secondo la denuncia della Croce Rossa, dovevano affiancare gli
agenti dell'intelligence per consigliare loro quando fermarsi ed evitare così indesiderate
morti per annegamento o per percosse. Un comportamento, questo, considerato
inaccettabile per chi dovrebbe fare della tutela delle vite e della salute
umana la propria missione di vita. «STRICTLY CONFIDENTIAL» - Il rapporto,
realizzato nel 2007, non era destinato ad essere diffuso e non a caso riporta
nel frontespizio l'indicazione di «strictly confidential», strettamente
riservato. Ma lunedì notte era stato pubblicato dal giornalista Mark Danner
sulla . Il comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) tende a mantenere
confidenziali questi rapporti che riserva agli organismi ufficiali, per evitare
che le autorità, per evitare la diffusione di notizie evidentemente
compromettenti, inizino a negare alla stessa Croce Rossa i contatti con i detenuti.
Anche per questo i portavoce dell'Icrc a Washington hanno scelto di non
commentare. NUOVA POLITICA - Un portavoce della Cia, citato dal Nytimes, ha
declinato ogni commento sul rapporto, trincerandosi dietro al no comment e alla
policy di riservatezza opposta anche dalla Croce Rossa. Ma ha ricordato che il
presidente Obama ha dichiarato pubblicamente di volere che gli interrogatori
siano condotti solo secondo tecniche non coercitive e che lo stesso
neo-direttore della Cia, Leon Panetta, «ha assicurato che l'agenzia di atterrà
agli ordini del presidente». Nessuna mano libera, insomma, come forse era stato
possibile avere negli anni del tandem Bush-Cheney. I metodi di interrogatorio
della Cia erano stati dichiarati legali dal dipartimento della Giustizia americano
sotto la presidenza repubblicana. ACCUSE A BUSH - Il rapporto della Croce
Rossa, che si sviluppa in 40 pagine, critica in ogni caso le politiche di
detenzione di Guantanamo, non solo per le torture ma anche per l'isolamento
totale dei prigionieri e per il fatto che nulla sulle loro condizioni sia stato
fatto sapere ai governi degli Stati di provenienza e ai loro famigliari. Una
pratica, questa, in contrasto con le leggi e le prassi umanitarie
internazionali. Nel testo si punta poi il dito contro l'amministrazione Bush,
colpevole di non avere voluto mai collaborare con la Croce Rossa, negando
informazioni e possibilità di contatto con i detenuti. Una politica che ha
subito una netta inversione di tendenza lo scorso gennaio, con l'indediamento
di Obama: il neo presidente ha infatti interrotto il programma di detenzione
segreta avviato dal suo predecessore come forma di difesa dal terrorismo e ha
disposto che alla Croce Rossa fossero immediatamente messe a disposizione tutte
le informazioni circa persone detenute dalla Cia o da qualunque altra agenzia
Usa. «NESSUNA GIUSTIFICAZIONE» - Il caso del coinvolgimento dei medici, nel
frattempo, fa discutere. Maxwell Gregg Bloche, professore di legge alla
Georgetown University e psichiatra, ha parlato di «fastidiosa conferma delle
nostre peggiori paure» circa il ruolo attivo avuto da personale sanitario in
pratiche di tortura. E non basta la giustificazione addotta da più parti
secondo cui proprio la presenza di medici avrebbe consentito di evitare
ulteriori decessi: «E' un argomento - fa notare Bloche -, che ho già sentito.
E' la stessa cosa che dicevano i dittatori della giunta militare uruguayana».
Al. S. stampa |
( da "Cittadino, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Guantanamo, medici complici delle torture» WASHINGTON Agli interrogatori condotti
dalla Cia nei confronti di prigionieri sospettati di avere legami con il
terrorismo parteciparono anche medici. Avevano il compito di verificare che il
"waterboarding" (la tecnica di interrogatorio che porta l'interrogato
alle soglie dell'annegamento) o altre pratiche estreme non portassero alla
morte del prigioniero. Lo denuncia un rapporto confidenziale del
Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr), di cui dà notizia il «New
York Times». In base al rapporto, personale medico è stato «profondamente»
coinvolto nelle pratiche di interrogatorio della Cia considerate tortura. Il
rapporto è stato redatto in base alle affermazioni di 14 prigionieri aderenti
ad al Qaeda detenuti a Guantanamo dal 2006. Uno dei prigionieri sottoposti a
queste pratiche di interrogatorio, Khalid Shalikh Mohammed, considerato tra gli
ideatori degli attentati dell'11 settembre, ha rivelato che quando veniva
sottoposto a '"waterboarding" c'era sempre qualcuno che gli
controllava il battito del polso e il livello di ossigeno. Non solo: in diverse
occasioni il medico presente ordinò che la seduta in corso fosse interrotta.Il
Comitato Internazionale della Croce Rossa - rivela il «New York Times» - nel
suo rapporto precisa che il compito del personale medico e paramedico presente
agli interrogatori era, in sostanza, quello di garantire che i prigionieri non
morissero.Il CICR, che parla esplicitamente di tortura, sottolinea che la
presenza di medici e di personale medico ad interrogatori di questo tipo
rappresenta di per sé «una volgare violazione dell'etica medica». Tanto più se,
come scritto nel rapporto, questo «personale medico» era presente anche in
altre occasioni speciali: quando i prigionieri venivano messi in isolamento in
celle strettissime, o gelate, quando venivano incatenati con le braccia al
soffitto, quando erano costretti a stare in piedi per ore.Un portavoce della Cia,
interpellato al riguardo, si è limitato a dire che il presidente Barack Obama
ha proibito di utilizzare negli interrogatori tecniche del genere e che il
nuovo direttore della Cia, Leon Panetta, «si è mosso in modo decisivo per
essere certo che gli ordini del presidente siano eseguiti». Luciano Clerico
( da "Unita, L'" del
08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Mentre nel mondo si
diffondevano le immagini della guerra e degli attentati trasmesse in tv, un
altro Iraq nasceva a poco a poco, invisibile sugli schermi. Era quello che
cercavamo e cerchiamo di costruire noi delle associazioni civili, che difendiamo i diritti umani, assistiamo i detenuti, promuoviamo il ruolo della donna, e
arriviamo a garantire servizi scolastici e sanitari primari laddove lo Stato è
assente». Così Abdullah Khalid, giornalista e membro di Almesalla,
un'associazione curdo-irachena che promuove la cultura del dialogo e della
non-violenza, descrive il fiorire delle organizzazioni non governative
(Ong), un fenomeno nuovo per l'Iraq. Segno dei tempi che cambiano, e dei
progressi che maturano nonostante mille difficoltà. «Stiamo costruendo sulle
rovine di decenni di dittatura», afferma Kifah Al Jawaheri, ingegnere,
co-fondatore di «Alamal», che gestisce progetti di formazione professionale e
fornisce assistenza legale a donne e giovani. Il giovane Abdullah e l'anziano
Kifah sono fra i circa 40 rappresentanti di Ong irachene che su invito di «Un
Ponte per ...» hanno partecipato ad un forum svoltosi a Velletri e dedicato
proprio alle sfide che affrontano coloro che cercano di ricostruire l'Iraq
partendo dal basso, anziché dalle strutture di potere. Comune a tutti è la
convinzione che la tragedia delle divisioni interetniche, tanto enfatizzata
dalla stampa internazionale, appartenga più alla logica delle lotte tra fazioni
politiche di quanto non sia radicato nella cultura nazionale irachena. «Gli
scontri interetnici non sono movimenti spontanei, ma frutto di manipolazioni
dei centri di comando», afferma Kifah. «Nel pieno delle faide tra milizie a
Baghdad, ho dovuto per sicurezza abbandonare la mia casa e fuggire. Sa chi ha
preso cura delle mie cose, e mi ha avvertito quando era il momento di tornare?
I miei vicini, che appartengono ad un gruppo etnico diverso, e avrebbero potuto
profittare della situazione». Kifah si rifiuta di dire se sia sciita o sunnita.
«Sono iracheno e basta -insiste-. Il mio impegno è che si affermi nella vita
associata un unico principio, quello di cittadinanza». Secondo i partecipanti
alla conferenza, quel principio sta prendendo corpo nella vita reale del Paese.
Tutti concordano nel descrivere una Baghdad rappacificata, dove le famiglie
scappate per paura di rappresaglie sono rientrate nelle loro abitazioni.
Qualcuno nota come le artificiali campagne d'odio non abbiano affatto diminuito
il numero dei matrimoni misti, fra cristiani e musulmani, sciiti e sunniti,
arabi e curdi. Il pericolo viene piuttosto dall'alto, dalle scelte di
legislatori che considerano i loro connazionali, o vogliono farli diventare,
meno socialmente liberi e mentalmente aperti di quanto essi non siano. L'esempio
più citato è il nefasto articolo 41 della Costituzione, che sostituisce il
codice di famiglia laico vigente dal 1959 con una sorta di anarchia giuridica
di stampo confessionale. Anziché fissare regole valide per tutti i cittadini,
si concede a ciascuno la facoltà di scegliersi, in base al proprio orientamento
religioso, l'insieme di norme preferite in materia di diritti coniugali,
divorzio, educazione dei figli, eredità. Con il pretesto di rispettare le
singole identità culturali, si favorisce un guazzabuglio di competenze
conflittuali. «Quale tribunale deciderà e quali leggi saranno applicate, se i
coniugi sono di fedi diverse», rileva la signora Afyan Raheem, di Tammuz,
organizzazione per lo sviluppo sociale con sede a Erbil. «La ricostruzione dell'Iraq
non può avvenire senza il concorso della società civile, che è la spina dorsale
del Paese», afferma Ali Hachem, diplomatico dell'ambasciata di Baghdad in
Italia, che interviene al raduno lamentandosi però di non essere stato
invitato. In margine al convegno, qualcuno commenta che se il governo iracheno
ha tanta stima per le Ong, non si capisce perché prepari una legge che le
ingabbia. Ad esempio, afferma Paola Gasparoli, di "Un Ponte per..."
«imponendo controlli esageratamente rigidi sui rapporti con i soggetti
donatori». «Comunque il fatto stesso che siamo potuti venire tutti in Italia e
discutiamo liberamente tra noi, è una dimostrazione della maggiore libertà che
si respira oggi in Iraq, e della vivacità della società irachena», commenta
Kifah. Altri sottolineano il successo della pressione dal basso per imporre le
«quote rosa» nelle candidature elettorali, anche se, rileva Afyan, «la soglia
minima del 25% (il 30% in Kurdistan) non è sempre rispettata nei fatti, e con
mille trucchi si cerca di vanificarla, ad esempio relegando le donne in fondo
alle liste». Luci ed ombre. Hassan Awad Sdawi è un operaio della South Oil
Company, l'azienda petrolifera di Stato dell'Iraq meridionale. Presiede un
sindacato che ufficialmente non esiste, perché la legge
( da "Unita, L'" del
08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'altro Iraq tra
volontariato matrimoni misti e quote rosa Nel Paese c'è ancora violenza ma sta
rinascendo la società civile. Crescono le ong e tra le rovine dell'ex regno di
Saddam prende forza il sindacato GABRIEL BERTINETTO «Mentre nel mondo si
diffondevano le immagini della guerra e degli attentati trasmesse in tv, un
altro Iraq nasceva a poco a poco, invisibile sugli schermi. Era quello che
cercavamo e cerchiamo di costruire noi delle associazioni civili, che difendiamo i diritti umani, assistiamo i detenuti, promuoviamo il ruolo della donna, e
arriviamo a garantire servizi scolastici e sanitari primari laddove lo Stato è
assente». Così Abdullah Khalid, giornalista e membro di Almesalla,
un'associazione curdo-irachena che promuove la cultura del dialogo e della
non-violenza, descrive il fiorire delle organizzazioni non governative
(Ong), un fenomeno nuovo per l'Iraq. Segno dei tempi che cambiano, e dei
progressi che maturano nonostante mille difficoltà. «Stiamo costruendo sulle
rovine di decenni di dittatura», afferma Kifah Al Jawaheri, ingegnere,
co-fondatore di «Alamal», che gestisce progetti di formazione professionale e
fornisce assistenza legale a donne e giovani. Il giovane Abdullah e l'anziano
Kifah sono fra i circa 40 rappresentanti di Ong irachene che su invito di «Un
Ponte per ...» hanno partecipato ad un forum svoltosi a Velletri e dedicato
proprio alle sfide che affrontano coloro che cercano di ricostruire l'Iraq
partendo dal basso, anziché dalle strutture di potere. Comune a tutti è la
convinzione che la tragedia delle divisioni interetniche, tanto enfatizzata
dalla stampa internazionale, appartenga più alla logica delle lotte tra fazioni
politiche di quanto non sia radicato nella cultura nazionale irachena. «Gli
scontri interetnici non sono movimenti spontanei, ma frutto di manipolazioni
dei centri di comando», afferma Kifah. «Nel pieno delle faide tra milizie a
Baghdad, ho dovuto per sicurezza abbandonare la mia casa e fuggire. Sa chi ha
preso cura delle mie cose, e mi ha avvertito quando era il momento di tornare?
I miei vicini, che appartengono ad un gruppo etnico diverso, e avrebbero potuto
profittare della situazione». Kifah si rifiuta di dire se sia sciita o sunnita.
«Sono iracheno e basta -insiste-. Il mio impegno è che si affermi nella vita
associata un unico principio, quello di cittadinanza». Secondo i partecipanti
alla conferenza, quel principio sta prendendo corpo nella vita reale del Paese.
Tutti concordano nel descrivere una Baghdad rappacificata, dove le famiglie scappate
per paura di rappresaglie sono rientrate nelle loro abitazioni. Qualcuno nota
come le artificiali campagne d'odio non abbiano affatto diminuito il numero dei
matrimoni misti, fra cristiani e musulmani, sciiti e sunniti, arabi e curdi. Il
pericolo viene piuttosto dall'alto, dalle scelte di legislatori che considerano
i loro connazionali, o vogliono farli diventare, meno socialmente liberi e
mentalmente aperti di quanto essi non siano. L'esempio più citato è il nefasto
articolo 41 della Costituzione, che sostituisce il codice di famiglia laico
vigente dal 1959 con una sorta di anarchia giuridica di stampo confessionale.
Anziché fissare regole valide per tutti i cittadini, si concede a ciascuno la
facoltà di scegliersi, in base al proprio orientamento religioso, l'insieme di
norme preferite in materia di diritti coniugali, divorzio, educazione dei
figli, eredità. Con il pretesto di rispettare le singole identità culturali, si
favorisce un guazzabuglio di competenze conflittuali. «Quale tribunale deciderà
e quali leggi saranno applicate, se i coniugi sono di fedi diverse», rileva la
signora Afyan Raheem, di Tammuz, organizzazione per lo sviluppo sociale con
sede a Erbil. «La ricostruzione dell'Iraq non può avvenire senza il concorso
della società civile, che è la spina dorsale del Paese», afferma Ali Hachem,
diplomatico dell'ambasciata di Baghdad in Italia, che interviene al raduno
lamentandosi però di non essere stato invitato. In margine al convegno,
qualcuno commenta che se il governo iracheno ha tanta stima per le Ong, non si
capisce perché prepari una legge che le ingabbia. Ad esempio, afferma Paola
Gasparoli, di "Un Ponte per..." «imponendo controlli esageratamente
rigidi sui rapporti con i soggetti donatori». «Comunque il fatto stesso che siamo
potuti venire tutti in Italia e discutiamo liberamente tra noi, è una
dimostrazione della maggiore libertà che si respira oggi in Iraq, e della
vivacità della società irachena», commenta Kifah. Altri sottolineano il
successo della pressione dal basso per imporre le «quote rosa» nelle
candidature elettorali, anche se, rileva Afyan, «la soglia minima del 25% (il
30% in Kurdistan) non è sempre rispettata nei fatti, e con mille trucchi si
cerca di vanificarla, ad esempio relegando le donne in fondo alle liste». Luci ed
ombre. Hassan Awad Sdawi è un operaio della South Oil Company, l'azienda
petrolifera di Stato dell'Iraq meridionale. Presiede un sindacato che
ufficialmente non esiste, perché la legge
( da "Unita, L'" del
08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
«A Guantanamo medici coinvolti nelle torture» Torture calibrate
con lo stetoscopio. Waterboarding medicalmente guidati per sfiorare il peggio
senza precipitare nell'irreparabile. Che nel lager di Guantanamo i detenuti
fossero regolarmente sottoposti a torture per fiaccarne la resistenza durante
gli interrogatori condotti dalla Cia era un fatto noto. Ma non che ci
fosse una regìa medica della violenza, per evitare che i prigionieri morissero
sotto interrogatorio. Lo denuncia un rapporto confidenziale del Comitato
internazionale della Croce rossa che risale al 2007, ma che solo ora viene
svelato sul sito del The New York Review of Books da Mark Danner, un
giornalista che si è spesso occupato di tortura. A Guantanamo non solo si
ricorreva alla tortura ma ci si serviva di personale medico per indirizzare gli
interrogatori. IL CASO
( da "Nuova Venezia, La"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 10 - Altre
Croce Rossa: anche medici presenti agli interrogatori Cia a Guantanamo
WASHINGTON. Agli interrogatori condotti dalla Cia nei confronti di prigionieri
sospettati di avere legami con il terrorismo parteciparono anche medici.
Avevano il compito di verificare che il «waterboarding» (la tecnica di
interrogatorio che porta l'interrogato alle soglie dell'annegamento) o altre
pratiche estreme non portassero alla morte del prigioniero. Lo denuncia un
rapporto confidenziale del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr), di
cui dà notizia il New York Times. In base al rapporto, personale medico è stato
«profondamente» coinvolto nelle pratiche di interrogatorio
della Cia considerate tortura. Il rapporto è stato redatto in base alle
affermazioni di 14 prigionieri aderenti ad al Qaida e detenuti a Guantanamo dal
2006. Uno dei prigionieri sottoposti a queste pratiche di interrogatorio,
Khalid Shalikh Mohammed, considerato tra gli ideatori degli attentati dell'11
settembre, ha rivelato che quando veniva sottoposto a'waterboarding'
c'era sempre qualcuno che gli controllava il battito del polso e il livello di
ossigeno. Non solo: in diverse occasioni il medico presente ordinò che la
seduta in corso fosse interrotta. Il Comitato della Croce Rossa - rivela il New
York Times - nel suo rapporto precisa che il compito del personale medico e
paramedico presente agli interrogatori era, in sostanza, quello di garantire
che i prigionieri non morissero.
( da "Mattino di Padova, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 9 - Attualità
Croce Rossa: anche medici presenti agli interrogatori Cia a Guantanamo
WASHINGTON. Agli interrogatori condotti dalla Cia nei confronti di prigionieri
sospettati di avere legami con il terrorismo parteciparono anche medici.
Avevano il compito di verificare che il «waterboarding» (la tecnica di
interrogatorio che porta l'interrogato alle soglie dell'annegamento) o altre
pratiche estreme non portassero alla morte del prigioniero. Lo denuncia un
rapporto confidenziale del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr), di
cui dà notizia il New York Times. In base al rapporto, personale medico è stato
«profondamente» coinvolto nelle pratiche di interrogatorio
della Cia considerate tortura. Il rapporto è stato redatto in base alle
affermazioni di 14 prigionieri aderenti ad al Qaida e detenuti a Guantanamo dal
2006. Uno dei prigionieri sottoposti a queste pratiche di interrogatorio,
Khalid Shalikh Mohammed, considerato tra gli ideatori degli attentati dell'11
settembre, ha rivelato che quando veniva sottoposto a'waterboarding'
c'era sempre qualcuno che gli controllava il battito del polso e il livello di
ossigeno. Non solo: in diverse occasioni il medico presente ordinò che la
seduta in corso fosse interrotta. Il Comitato della Croce Rossa - rivela il New
York Times - nel suo rapporto precisa che il compito del personale medico e
paramedico presente agli interrogatori era, in sostanza, quello di garantire
che i prigionieri non morissero.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
IN BREVE pag. 15 Convegno al Baraccano sulla tutela dei diritti umani a sessant'anni dalla Carta
costituzionale UNIVERSITA' PRIMO LEVI Affollato convegno ieri nella sala
conferenze del Baraccano organizzato dall'Università Primo Levi sul tema della
tutela dei diritti umani,
in particolare dei soggetti più deboli, a sessant'anni dalla Costituzione e
dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo. All'incontro sono
intervenuti, tra gli altri, Paola De Donato, presidente della Primo Levi, il
professor Gino Fadiga, docente di Diritto minorile all'università Lumsa di
Roma, e l'avvocato Rosetta Mazzone. Nella foto: da sinistra il professor
Fadiga, Paola De Donato e Rosetta Mazzone
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
ESTERI pag. 26 Perù,
condannato l'ex presidente Fujimori L'EX PRESIDENTE
peruviano Alberto Fujimori è stato riconosciuto colpevole di violazione dei diritti umani, primo caso di un presidente latino-americano democraticamente
eletto ritenuto responsabile di abusi ai diritti umani nel
suo Paese. Il giudice ha detto che le accuse contro l'ex-presidente sono state
provate «ben oltre ogni ragionevole dubbio». L'ex presidente, di origine
giapponese, era accusato delle mattanze di Quartieri Alti e dell'Università La
Cantuta, commessi a Lima nel 1992 e nel 1993 dallo squadrone della morte «La
Colina» che causarono 25 vittime tra il 1991 e il 1992 e del sequestro di un
giornalista, Gustavo Gorriti, e un imprenditore, Sauel Dyer, nel 1992.
( da "Tirreno, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il presidente
Pettini «Emozione cenare con la Kennedy» ORBETELLO. Non se la dimenticherà mai,
il presidente del consiglio comunale di Orbetello, Luciano Pettini, la cena di
sabato scorso al ristorante Aurora di Magliano. Non la dimenticherà perché la
commensale più illustre era nientemeno che la signora Kerry Kennedy, figlia di
Robert, che ha voluto fare una tappa nell'amata Maremma nell'ambito della
missione che sta compiendo in Italia e che proseguirà nella maggiori capitali
europee. «Sono stato chiamato - racconta ancora emozionato Pettini - sia per il
ruolo istituzionale che ricopro nel Comune di Orbetello, sia per la mia
conoscenza della lingua inglese». E, grazie all'ottima dialettica anglosassone,
il presidente del consiglio lagunare ha potuto dialogare con Kerry Kennedy in
modo da apprendere direttamente i suoi nobili programmi di lavoro. Perché, come
accennavamo, la rappresentante della più nota stirpe Usa non si trova in
viaggio di piacere. «E' una donna meravigliosa - dice Pettini - che sta cercando di inserire nei programmi di studio scolastici
l'educazione ai diritti umani, diffondendo così la cultura della pace. La pausa del fine
settimana in Maremma - prosegue - la Kennedy se l'è concessa dopo i colloqui
avuti con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con il presidente
della Camera, on. Fini e con il ministro Gelmini». P.T.
( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 08-04-2009)
Pubblicato anche in: (Alto
Adige) (Tribuna di Treviso, La) (Trentino) (Corriere delle Alpi)
Argomenti: Diritti umani
Croce Rossa: anche
medici presenti agli interrogatori Cia a Guantanamo WASHINGTON. Agli
interrogatori condotti dalla Cia nei confronti di prigionieri sospettati di
avere legami con il terrorismo parteciparono anche medici. Avevano il compito
di verificare che il «waterboarding» (la tecnica di interrogatorio che porta
l'interrogato alle soglie dell'annegamento) o altre pratiche estreme non
portassero alla morte del prigioniero. Lo denuncia un rapporto confidenziale
del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr), di cui dà notizia il New
York Times. In base al rapporto, personale medico è stato «profondamente»
coinvolto nelle pratiche di interrogatorio della Cia
considerate tortura. Il rapporto è stato redatto in base alle affermazioni di
14 prigionieri aderenti ad al Qaida e detenuti a Guantanamo dal 2006. Uno dei
prigionieri sottoposti a queste pratiche di interrogatorio, Khalid Shalikh
Mohammed, considerato tra gli ideatori degli attentati dell'11 settembre, ha
rivelato che quando veniva sottoposto a'waterboarding' c'era sempre
qualcuno che gli controllava il battito del polso e il livello di ossigeno. Non
solo: in diverse occasioni il medico presente ordinò che la seduta in corso
fosse interrotta. Il Comitato della Croce Rossa - rivela il New York Times -
nel suo rapporto precisa che il compito del personale medico e paramedico
presente agli interrogatori era, in sostanza, quello di garantire che i
prigionieri non morissero.
( da "Repubblica, La"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina IX - Genova
Il saggio Secondo Marco Una Passione di larghe vedute Per rimanere in tema,
L´ultima settimana di Gesù di Giampiero Gambaro (De Ferrari editore, 200 pagine
15). Un saggio sul Vangelo di Marco cui l´autore, frate cappuccino, premette
una considerazione fondamentale. Riferendosi al film di Mel Gibson The Passion,
ispirato a La dolorosa passione di Nostro Signore Gesù Cristo di Anna Caterina
Emmerich: "entrambi intesero il termine passione nell´accezione latina di
passio, sofferenza. Ma... passione possiede anche un altro
significato, quello di interesse, di quel desiderio che ti consuma, di impegno
concentrato e assoluto... Restringere il campo della passione di Gesù alle sue
ultime dodici ore, all´arresto, al processo, alla tortura e alla crocifissione
significa ignorare il collegamento tra la sua vita e la sua morte".
( da "Tirreno, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 4 - Pistoia
No alla paura del diverso Scout cittadini del mondo Alla luce della nostra
identità scout vogliamo esprimere il nostro disagio a fronte di quello che sta
accadendo intorno a noi, con particolare riferimento al mondo degli stranieri
che vivono nel nostro paese e alle recenti norme varate dal governo per
garantire la sicurezza dei cittadini italiani. L'immigrazione non può essere
presentata solo come un problema; a nostro avviso è invece una grande
opportunità di incontro di popoli e culture, di crescita
umana e sociale, di arricchimento spirituale. La condivisione fra tutti gli
uomini dei principi di giustizia, pace e diritti umani è irrinunciabile in un mondo che si fa ogni giorno più piccolo e
globale. Certamente la legalità è una condizione imprescindibile per uno stato
di diritto, tuttavia occorre avere sempre presente la Dichiarazione universale
dei diritti dell'uomo e il testo della nostra Costituzione repubblicana.
"La responsabilità penale è personale" ed in tale prospettiva i
comportamenti del singolo non possono fare esprimere giudizi negativi su un
intero gruppo o popolo. La paura del diverso, spesso cavalcata per convenienza
politica, non deve farci perdere il senso del rapporto umano e del diritto: la
dignità dell'uomo va posta al di sopra di qualsiasi calcolo di convenienza. Per
questo e per altro ancora ci appaiono non condivisibili le decisioni del
governo italiano che hanno già previsto un inasprimento delle sanzioni relative
alla clandestinità, e gli orientamenti del 'pacchetto sicurezza' che prevedono
per i medici la possibilità di denunciare gli immigrati clandestini, violando
il segreto professionale. Noi capi Agesci continueremo a investire la nostra
intelligenza e la nostra passione per l'educazione dei ragazzi convinti che il
metodo scout non sia il nostalgico ripetersi di formule centenarie, ma un
attualissimo modo di educare che con le attività dei gruppi, le route e i campi
estivi, il servizio sempre gioioso e gratuito, contribuisce a formare
"...cittadini del mondo e operatori di pace affinché il dialogo e il
confronto con ciò che è diverso da noi diventi forza promotrice di fratellanza
universale". Questo documento è stato elaborato e condiviso dopo un
confronto che ha coinvolto le comunità capi dei nove gruppi Agesci della zona
di Pistoia (circa 120 capi suddivisi in 5 gruppi della città, un gruppo di
Quarrata, uno di Massa Cozzile, uno di Uzzano e uno di Chiesina Uzzanese). Capi
Scout Agesci della zona di Pistoia
( da "Repubblica, La"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina IV - Bari
Lecce Rinviata la festa di "Amici" LECCE - I GIORNI del terremoto in
Abruzzo mal si conciliano con una grande festa di piazza. Pertanto il Comune di
Lecce, in accordo con Mediaset, ha deciso di rinviare a data da destinarsi lo
speciale «Amici» con il concerto di Alessandra Amoroso. L´evento, programmato
per stasera nello spazio dell´ex Carlo Pranzo a Lecce per festeggiare la
vittoria della Amoroso al programma condotto da Maria De Filippi, non si terrà
come fa sapere il Comune, «per rispetto al dolore dei familiari delle tante
vittime». Ieri il Mudu, il movimento italiano per i diritti
umani, aveva rivolto un
appello alle istituzioni leccesi, agli organizzatori e alla giovane cantante
leccese perché il concerto fosse rinviato in quanto la manifestazione
riguardava soprattutto i giovani «proprio quei giovani studenti che sono
scomparsi». Nei giorni precedenti infine c´erano state altre polemiche
perché l´evento si scontrava con i riti della settimana santa ma poi era stato
lo stesso arcivescovo Ruppi a "benedire" lo spettacolo.
( da "Manifesto, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
GUANTANAMO L'accusa
della Croce Rossa, in un rapporto confidenziale rivelato dal New York Times
Anche i medici aiutarono i torturatori della Cia Mario Croce Personale medico è
stato «profondamente coinvolto» negli interrogatori del famigerato carcere di Guantanamo.
E' quanto denuncia un rapporto della Comitato internazionale della Croce Rossa
in base alle testimonianze di 14 prigionieri appartenenti ad al Qaeda e portati
nel carcere degli Stati uniti in territorio cubano alla fine del 2006.
Completato nel 2007 e etichettato come «strettamente confidenziale», è stato
invece pubblicato ieri dal New York Times, alzando subito un polverone. Sotto
gli occhi dei medici, i prigionieri sospettati di terrorismo venivano confinati
in minuscole scatole, ammanettati al soffitto con le mani dietro la schiena,
rinchiusi in celle frigorifere, sottoposti al famigerato waterboarding (la
tecnica che simula l'annegamento, coprendo il volto con asciugamani bagnati che
impediscono la respirazione) o sbattuti ripetutamente contro un muro sotto le
percosse dei loro carcerieri. Il compito dei medici, da quanto emerge dal
rapporto, era di evitare che queste pratiche coercitive conducessero alla morte
dei prigionieri. In pratica dovevano avvisare quando si stava raggiungendo il
cosiddetto «punto di non ritorno». Khalid Shaikh Mohammed, una delle menti
dell'11 settembre, ha detto agli investigatori che mentre veniva sottoposto
«all'asciugamano», personale medico ha dovuto far interrompere
«l'interrogatorio» diverse volte, scrive il NYT. «Nonostante le intenzioni del
personale medico fossero di evitare la morte o eventuali invalidità permanenti
dei prigionieri, la loro presenza costituisce una chiara violazione dell'etica
professionale», denuncia la Croce Rossa. Il ruolo principale dei medici era
infatti, secondo il documento, quello di sostenere gli interrogatori, non di
proteggere i detenuti. In pratica, si sono resi anch'essi complici
di ripetute violazioni dei diritti umani sanciti dalla Convenzione di Ginevra. Mark Mansfield, un portavoce
della Cia, ha dichiarato che «nessuno degli uomini che hanno preso parte agli
interrogatori sarà perseguito o lasciato solo» in quanto, all'epoca del tandem
repubblicano Bush-Cheney, tali metodi erano stati dichiarati legali dal
dipartimento di giustizia americano. Secondo quest'ottica dunque, la
responsabilità dei terribili metodi di interrogatorio ricadrebbe ancora una
volta sulle spalle del presidente uscente George W. Bush. Una delle prime
decisioni del neo presidente Obama è stata infatti proprio quella di chiudere
il carcere di Guantanamo. La promessa fatta in campagna elettorale è stata
mantenuta già il 22 gennaio con le parole: «La sicurezza e lo stato di diritto
non sono tra loro incompatibili, mai più torture negli Usa». Ma nessuno potrà
negare che i medici avrebbero potuto rifiutarsi di offrire il loro sostegno a
delle pratiche tanto barbare quanto avulse da qualsiasi concetto di democrazia.
( da "Manifesto, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
PERÚ Crimini contro
l'umanità 25 anni a Fujimori: una gran prima volta
Maurizio Matteuzzi Una sentenza storica e questa volta storica davvero. Alberto
Fujimori, l'ex-presidente della repubblica del Perú fra il 1990 e il 2000, è
stato condannato ieri a Lima dalla sezione penale della Corte suprema di giustizia a 25 anni di carcere per crimini contro i diritti umani. In specifico per essere il
mandante, nella sua (vittoriosa) guerra sporca contro la sovversione di Sendero
luminoso, di una squadra della morte dell'esercito - il gruppo Colina -
responsabile per due massacri di oppositori nel '91 (15 morti) e '92 (10 morti)
nel Barrios Altos e all'università La Cantuta di Lima. In America
latina, un continente difficile per fare i conti con il proprio passato, è la
prima volta che un (ex) presidente se non democratico almeno democraticamente
eletto è finito sotto processo e condannato nel suo stesso paese per violazione
dei diritti umani. In Cile Pinochet non è stato mai
processato e condannato; in Argentina, prima che l'arrivo di Nestor Kirchner
nel 2003 riaprisse i giochi, i capi delle giunte militari golpiste furono
processati nell'85 ma solo perché il loro regime era crollato su se stesso e
loro erano degli sconfitti; in Uruguay l'impunità ha cominciato a scalfirsi
solo adesso e anche lì contro ex dittatori militari e civili; in Brasile, il
paese che ha fatto di meno (anzi niente) i conti col suo passato di dittatura e
repressione, niente di niente, e i militari continuano ogni anno a festeggiare
in faccia a Lula il 31 marzo, la data del golpe del '64; in Paraguay Stroessner
è morto nel suo dorato esilio di Brasilia; in Messico l'ex presidente
Echavarria, ministro degli interni e quindi responsabile della strage degli
studenti nella piazza di Tlatelolco a Città del Messico nel '68, è stato appena
prosciolto da oni responsabilità. Quindi la sentenza di Lima diventa un caso
che va molrto oltre le frontiere del Perú e forse anche dell'America latina.
Fujimori ha pagato i conti per le sue malefatte (almeno alcune). I giudici,
dopo un processo trasmesso in diretta tv, durato 15 mesi, 150 udienze e 80
testimoni, l'hanno riconosciuto colpevole di reati - «provati al di là di ogni
ragionevole dubbio». Reati parte di una strategia di governo che aveva nel capo
dei servizi segreti Vladimir Montesinos (già condannato e in carcere) il suo
esecutore e nel presidente della repubblica Alberto Fujimori il suo mandante.
Lui naturalmente lo nega e prima della sentenza ha detto che le accuse, oltre
che false, erano mosse «per ragioni politiche e per vendetta». Non è escluso,
naturalmente, che ci fossero delle componenti politiche o di vendetta. Ma è
innegabile che quelle accuse fossero vere e provate. Fujimori aveva costruito
la sua fama sulla guerra sporca che aveva liberato il paese dal Sendero
luminoso di Abimael Guzman e sul liberismo selvaggio che aveva fatto del Perú
(a costi sociali spaventosi) una star nel panorama degli anni '90. Prima di
esagerare, ostinandosi a presentarsi per un terzo mandato, e quindi di
diventare ingombrante per i suoi sponsor, era assurto all'empireo di quei tempi
(come l'argentino Menem, il boliviano Sanchez de Lozada e altri che hanno fatto
una brutta fine ma non tanto brutta, finora, come la sua). Qualsiasi mezzo era
buono. Compiuta l'opera, scaricato dagli amici internazionali, nel novembre del
2000 Fujimori scappò nel Giappone dei suoi padri (di cui, violando la
costituzione peruviana, aveva mantenuto in segreto la nazionalità), nel
novembre del 2005 cercò di tornare in patria passando per il Cile, ma fu
arrestato dai cileni che non volevano storie con i peruviani (ne hanno già
abbastanza per via dei confini marittimi contesi) e nel settembre del 2007 fu
infine estradato in Perú. Credeva che la sua popolarità fosse ancora
sufficiente a fargli riprendere la presidenza perduta. In effetti la popolarità
dell'uomo che «salvò il paese dalla sovversione e dal disastro economico» non
era - e non è - trascurabile. 13 deputati fujimoristi siedono in parlamento
(alleati del presidente Alan Garcia...) fra cui anche sua figlia Keiko che intende
presentarsi alle presidenziali del
( da "Manifesto, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
RAPPORTO SUL LAVORO
L'Ituc analizza i 27 paesi dell'Unione: tra le emergenze, il gap salariale
uomo/donna e le discriminazioni anti-sindacali Il sindacato mondiale
all'Italia: «Non va ridotto il diritto di sciopero» Vittorio Longhi Politiche
antisindacali, ostacoli al diritto di sciopero, discriminazioni e una sempre
maggiore disparità salariale tra donne e uomini. Non si tratta di paesi del sud
del mondo, asiatici o africani, ma dei 27 paesi della Ue, sotto la lente
d'ingrandimento della Confederazione sindacale internazionale, Ituc-Csi. In
occasione delle due giornate in cui l'Organizzazione mondiale del Commercio
esamina le politiche commerciali dell'Unione, il sindacato internazionale
diffonde il suo rapporto. «Nonostante la piena ratifica delle convenzioni
fondamentali dell'Organizzazione internazionale del Lavoro (Ilo) da parte dei
27 - premette il rapporto - ci sono ancora molti difetti di applicazione,
relativi alla discriminazione antisindacale, al diritto di sciopero, al divario
salariale tra donne e uomini nella maggior parte dei paesi». Le preoccupazioni
riguardano sia l'Europa Est che occidentale, dove crescono la chiusura e
l'ostilità ai sindacati da parte delle imprese, sempre più multinazionali.
Mentre negli stati dell'Est si affermano forme di discriminazione sul lavoro,
sull'istruzione e sulla casa nei confronti delle minoranze etniche, prime tra
tutte quella Rom, nei primi 15 stati membri si stanno adottando misure che
scoraggiano l'adesione al sindacato e limitano il diritto di sciopero e l'azione
collettiva. Misure in contrasto con le 8 fondamentali convenzioni Ilo, che
vanno dal diritto di associazione e contrattazione alla discriminazione di
genere, dal divieto di lavoro minorile a quello di lavoro forzato. Riguardo
all'Italia, le critiche del sindacato internazionale cominciano con il nuovo
disegno di legge delega del governo Berlusconi che vorrebbe restringere il
diritto di sciopero nei servizi pubblici e nei trasporti, attraverso lo
strumento dello «sciopero virtuale» e con requisiti di rappresentatività
penalizzanti per i lavoratori. Un provvedimento che finora solo la Cgil aveva
ritenuto incostituzionale e che ora anche la Ituc non esita a definire «una grave violazione dei diritti fondamentali del lavoro». Altro dato sull'Italia che merita
attenzione è quello sul pay gap, il divario salariale tra donne e uomini che
oggi si attesta a una media del 16%, stando ai dati Istat. La discriminazione
di genere avviene soprattutto tra le categorie professionali più elevate e,
secondo le osservazioni della Commissione europea citate nel rapporto, «le
donne in Italia sono sotto rappresentate a livello manageriale e
imprenditoriale». Anche le cifre dell'Ilo indicano una presenza femminile ai
vertici dirigenziali ancora bassa, al 23%. Nel capitolo sul lavoro minorile,
l'Ituc nota che le norme sull'età minima lavorativa non vengono rispettate
nell'economia informale, ancora «estesa» nel nostro paese, agli stessi livelli
dei nuovi paesi membri, come Bulgaria e Romania. L'ultimo rapporto sul child
labour inviato dal governo italiano all'Ilo contava 1.987 casi di minori
impiegati in modo illegale nel 2005, generalmente nelle piccole imprese a
conduzione familiare, con orari eccessivi, mancanza di controlli medici, del
riposo e delle ferie. Assai più grave è la rilevazione delle cosiddette «forme
peggiori di lavoro minorile», che nel caso italiano significa traffico a scopo
sessuale (il 10% sul totale), in cui domina la presenza di minori immigrati. Si
stima che nel 2007 ci siano state circa 2.800 vittime di traffico, tra adulti e
minori, per sfruttamento sessuale, per lavoro domestico, agricolo e nei
servizi. La denuncia di condizioni di lavoro forzato, invece, riguarda le
campagne del sud, dove - è noto - il 90% dei migranti stagionali lavora in nero
e due terzi non hanno il permesso di soggiorno. Si tratta per lo più di
irregolari polacchi, romeni, pachistani, ivoriani e albanesi spesso ricattati e
ridotti in condizioni di schiavitù.
( da "Manifesto, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
SUDAFRICA VIOLENZA
Donne e gay i bersagli nella metropoli sudafricana Johannesburg: lo stupro
correttivo Sono passati solo 15 anni dalla nuova costituzione che sul piano dei
diritti civili e della differenza sessuale era la più avanzata del mondo.
Eppure sembrano passati 15 secoli. Gli omosessuali, soprattutto le donne,
subiscono ogni genere di abuso nella più completa impunità. Gli stupri sono 500
mila ogni anno Serena Corsi JOHANNESBURG Churchill la definiva «una Montecarlo
incastonata sulla sommità di Sodoma e Gomorra». Sono passati più di
settant'anni dalla definizione, che però è ancora assai vicina alla realtà.
Johannesburgh è la capitale economica, politica e culturale di un continente
intero. Ricca di opportunità non solo finanziarie: cosmopolita, stimolante,
vibrante di un repertorio musicale e culturale da antologia. Ma è anche, dati
alla mano la città più pericolosa del paese più pericoloso e violento (forse)
del mondo, nonché la capitale planetaria delle violenze sessuali. Del triste
primato e della natura ambivalente e contraddittoria della città potrebbe
parlare a lungo la comunità gay dalla fine dell'apartheid è piovuta qui da
tutta l'Africa a godersi i frutti di una rivoluzione riuscita e che, per una
volta, non aveva lasciato indietro i diritti civili relativi all'identità
sessuale: grazie all'indomabile attivismo di quell'esigua minoranza omosessuale
che, da dentro l' African national congress, riuscì a far entrare nella
costituzione del 1994 - la prima democratica in 4 secoli di storia - chiari
riferimenti ai pari diritti per le coppie omosessuali, compreso il matrimonio.
Come per tanti altri aspetti del Sudafrica odierno, però, dal 1994 sembrano
passati 15 secoli, più che 15 anni. Johannesburg da paradiso della tolleranza
sessuale si è trasformata in un inferno per la comunità gay e soprattutto
lesbica. Uno sport abominevole si è diffuso nelle township: è il cosiddetto
stupro correttivo, ai danni di donne omosessuali da «riportare sulla giusta
strada». I casi denunciati a Johannesburg dal
( da "Manifesto, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
FESTIVAL 9° Human
Rights Nights «Umiliati e offesi» dal branco della libertà Roberto Silvestri
BOLOGNA Si è concluso domenica il 9° festival «Human Rights Nights», con
l'omaggio panafricanista a Bob Marley Africa Unite di Stephanie Black. Titolo
dell'edizione 2009, aperto a cinema, musica e arti visive: «In-differenza».
Differenze tra le arti e tra le culture, certo, ma con tanta voglia e pratica
secolare di interferenze trans. L'indifferenza senza trattino, invece, è di
altri. Giulia Grasselli che ideò la manifestazione e la dirige con passione e
competenza fin dall'inizio, ha potuto contare quest'anno, infatti, su un terzo
del budget 2008. Con la crisi, forse, sponsor e istituzioni pubbliche pensano
che si debbano maggiormente finanziare, anche se Bush è sparito, i diritti
disumani.... Sono stati presentati (anche a Forlì, altra sede del festival)
opere già apprezzate come Below sea level di Gianfranco Rosi, Miracolo a
Sant'Anna, War on democracy e Mar nero. Di particolare interesse Jihad for love
di Parvez Sharma sull'imbarazzante rapporto, per i militanti gay islamisti, con
la propria vita, minacciata da nemici e amici, dall'amor sacro e da quello
profano. E The times of Harvey Milk il doc Oscar di Rob Epstein dell'84,
«prequel» di Milk. Due le sezioni competitive, dedicate ai doc e ai corti. Il
premio maggiore è andato a Taxi to the dark side di Alex Gibney, un film statunitense di denuncia delle «torture», disumanamente
istigate da Euroamerica, purché nessuno tocchi i nostri porcissimi interessi,
che un bel giro di festival se l'è fatto (era anche a Roma). Un premio che la
giuria ha con giusta perfidia utilizzato per chiedere una prossima
incriminazione dell'ex presidente Usa Bush jr. La «menzione speciale» è
andata invece a un documentario istantaneo già visionabile in rete. Si tratta
del boliviano Umiliati e offesi realizzato da un collettivo di filmaker andini
e firmato da Cèsar Brie (il regista teatrale argentino della Comuna Baires, da
anni a La Paz e applaudito ospite del festival), Horacio Alvarez e Pablo Brie.
Di che tratta l'impressionante reportage? Il 28 maggio del
( da "Manifesto, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
ANTEPRIMA Per non
essere mai più «Complici del silenzio» Silvana Silvestri Con Il verificatore
Stefano Incerti fu tra i primi cineasti a cogliere l'atmosfera di disagio e
pesantezza che circolava nel nostro paese già nel '95. Poi con l'Uomo di vetro
parla dell'omertà della mafia incrinata una volta per tutte. Ora ha varcato
l'oceano per raccontare un altro momento oscuro della storia, in chiave molto
meno metaforica con Complici del silenzio, il tacito accordo internazionale che
occultò i trentamila desaparecidos argentini sotto un'apparenza di normalità.
Il film prodotto da Massimo Vigliar esce il 17 aprile. Ha uno spunto iniziale
che ci collega direttamente ai nostri giorni, il calcio come mezzo per
distrarre la società da indizi pericolosi. Due giornalisti sportivi italiani
partono per il Mundial in Argentina (Alessio Boni e Giuseppe Battiston), uno di
loro segue una ragazza e si trova immerso poco alla volta nella drammatica
realtà della dittatura. A dispetto del silenzio di una società che non vuole
vedere e si tiene lontana dalla politica è costretto a
vivere in prima persona la tortura e le sparizioni. «Sono passati tanti anni,
ma i processi hanno riportato questo periodo all'attualità, dice Incerti.
All'inizio avevo un po' di pudore. Mi era successo anche con L'uomo di vetro,
nel raccontare la mafia già messa in scena tante volte, in questo caso c'erano
i film di Bechis come riferimento. La novità del racconto mi sembrava
essere nel corto circuito tra la gioia del calcio e il dolore delle torture. Ho
pensato ai giovani che di quelle vicende non sanno nulla e neanche gli
argentini hanno fatto i conti fino in fondo con la loro storia. Molti ancora
credono che con la dittatura il paese sarebbe potuto diventare ricco ed
efficiente. La vicenda è così grave e dolorosa che deve essere un monito per il
futuro: non ci vuole molto perché succeda, basta azzittire ogni forma di
opposizione. Lo abbiamo scritto come fosse un thriller perché potesse essere
seguito da tutti. Non è così facile parlare al pubblico oggi, se uscisse La
Dolce vita il pubblico lo rifiuterebbe. Anche Rosi parla dell'importanza della
spettacolarizzazione». Il cast di attori argentini è particolarmente
interessante: Jorge Marrale (è stato anche Peron per Hector Oliveira), Juan
Leyrado (Maradona la mano de Dios di Marco Risi, El lado obscuro del corazon di
Subiela), Rita Terranova, celebre presenza televisiva. Florencia Raggi (la sua
origine è ligure) che interpreta la militante, era troppo piccolacordare quei
tempi però qualcosa la colpì: «Al tempo della vittoria del Mundial tutti
cantavano, ricordo l'immagine di un paese unito e felice. Quelli che non
militavano non sapevano quello che succedeva nel paese, nelle famiglie come la
mia non si parlava di politica». Quando è cresciuta ha poi conosciuto la
vicenda dei figli strappati alle madri in carcere e dati ad altre famiglie
facendo teatro con le Avuelas (le nonne dei desaparecidos). Si sottolinea il
fatto che nessuno dei tremila giornalisti accreditati al mondiale fece mai un
accenno a cosa succedeva nel paese, ne parlarono solo due giornalisti olandesi.
Italo Moretti che seguì per la Rai l' Argentina dal '76 racconta che una nota
di servizio del «Corriere della Sera» affisso in bacheca avvertiva che dell'Argentina
si doveva parlare solo per esaltare i successi economici della dittatura.
Racconta delle responsabilità dello stato italiano che taceva per ragioni
economiche e per il potere di Gelli, rappresentante in Italia degli interessi
della giunta. Ricorda che nell'aula di Rebibbia il generale Masera disse:
«Perché vi meravigliate solo dopo tanti anni? Quando venivo in Italia a
comprare armi - e i sindacati bloccarono quella trattativa - politici italiani
mi passavano bigliettini con i nomi dei desaparecidos e tra questi c'erano
Andreotti e Fanfani». Lo stato era informato così come le gerarchie
ecclesiastiche. Alessio Boni è arrivato a Buenos Aires con la mente sgombra,
come il suo personaggio che pensa di fare un viaggio divertente e si è calato
piano piano nel sentimento di dolore: «Ho conosciuto Julio Velasco, suo
fratello ha subito torture. Mi ha raccontato: quando nell'
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-04-08 - pag: 12 autore: ANALISI La priorità della
diplomazia nella nuova era americana di Silvio Fagiolo è un mondo nuovo ancora
da costruire quello che Obama lascia dietro di sé, dopo la sua intensa
settimana europea. Al G-20 di Londra sono state poste le basi di un capitalismo
più responsabile, solidale, trasparente. Obama ha difeso simboli e sostanza del
potere americano, a partire dal dollaro come unità di misura su scala
universale. Ma ha accettato di promuovere il passaggio da un impero fondato sul
debito a un'economia nella quale gli elementi materiali della produzione, del
risparmio, degli investimenti tornino a prevalere su quelli della finanza e del
credito.è la riscoperta di una cultura che è sempre stata quella dell'Europa
continentale, da tradurre ora in norme cogenti. Obama, presidente di un'America
profondamente ferita, è stato in grado di ridistribuire le carte del potere
internazionale.La storia europea insegna che niente può essere più
destabilizzante di una potenza in ascesa (la Germania guglielmina) o in declino
(l'Austria degli Asburgo). Obama ha concesso alla Russia il tributo che le
spetta per la sua rendita energetica e per le sue armi nucleari. Ha
riconosciuto alla Cina il rango di partner strategico paritario. Dialoga anche
con forme politiche intente a costruire un mercato svincolato dalla democrazia,
a costo di apparire reticente sui diritti umani. In futuro il nuovo presidente non
mancherà certo di sollecitare e promuovere il rispetto delle libertà
fondamentali. Ma il loro radicamento non sarà più affidato all'interferenza
anche militare nella sovranità altrui, alla diffusione aggressiva della democrazia.
Decisivo sarà invece l'esempio della condotta degli Stati Uniti nella propria
sfera sovrana. La politica americana muove verso il mondo in nome delle patrie
virtù ma non vuole ricrearlo a propria immagine. è qui la chiave del dialogo
con gli interlocutori difficili, il terreno del compromesso per una diversa
soluzione anche nelle difese strategiche. Ci saranno, come ora dalla
Corea,risposte non certo incoraggianti. Ma il nuovo approccio prevede in primo
luogo diplomazia e negoziati, in seconda istanza contenimento e deterrenza e la
guerra solo come ultima ratio.Aveva detto Bush: «A un certo punto potremmo
essere gli unici rimasti. Per me va bene. Siamo l'America ». Obama, a Praga
come a Strasburgo, ha esaltato un potere guidato dal diritto e che non miri
semplicemente a sottomettere, reprimere, dominare. Ha riproposto quella che
Tocqueville chiamava la "magnifica immagine" dell'America,ma essa non
sembra destinata a confinare gli avversari nella barbarie. Obama ha chiuso il
suo viaggio sulle rive del Bosforo, luogo di incontro e di scontro tra l'Asia e
l'Europa sin dal mondo classico. Qui è nato il concetto di civiltà e barbarie,
di "Occidente",con tutta la sua arroganza, con tutte le implicazioni
di preminenza, superiorità. Qui si affacciano i "popoli" viaggianti
che premono alle porte dell'Europa, che incarnano un cosmico disordine, che
tanto spaventano i guardiani dell'Unione Europea. Obama ha definito
l'eccezionalismo americano «imperfetto» nell'incontro più aperto, con i giovani
a Strasburgo. Ha indicato a Praga che «la leadership morale è più forte di
qualsiasi arma». Ad Ankara ha detto «non siamo in guerra con l'Islam». Lo
sguardo di Obama va oltre l'Europa, lo sguardo di chi ha propri solidi principi
ma è anche è aperto a voci molteplici. All'Europa infine Obama ha lanciato un
forte ammonimento ad assumere impegni e profili più marcati non solo nelle aree
di crisi. Il terrorismo è una minaccia per essa più che per chiunque altro.
Poco ha concesso alla retorica degli incontri individuali, alla illusione delle
relazioni speciali. Nel nuovo mondo l'Europa può esistere solo come entità
collettiva. Obama ha constatato come una voce europea sia percepibile, anche
quando espressa soprattutto dal binomio franco-tedesco. Essa può essere anche
discordante,come sull'adesione della Turchia alla Ue. Gli Stati Uniti non ne
trarranno motivo, come a suo tempo in Iraq,per creare divisioni tra gli
alleati. Obama ha rilanciato la grande politica, non ha temuto di apparire
ambizioso fino all'utopia, sull'ambiente come sull'abolizione delle armi
nucleari. Un pathos kennediano non privo di umiltà,come ha detto il nostro
presidente del Consiglio, con la disponibilità ai necessari ripiegamenti della
potenza americana. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL MESSAGGIO La Casa Bianca insiste
su un potere guidato dal diritto, che non miri a sottomettere, reprimere e
dominare
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-04-08 - pag: 13 autore: LIMA Squadroni della morte in
Perù: 25 anni all'ex presidente Fujimori L'ex presidente peruviano
Alberto Fujimori è stato riconosciuto colpevole di violazione dei diritti umanie condannato a 25 anni di carcere. è il primo caso di un
presidente latinoamericano, democraticamente eletto, ritenuto responsabile di
abusi ai diritti umani nel suo Paese. Il Tribunale
supremo di giustizia a Lima ha espresso la condanna all'unanimità: come ha
precisato il presidente della Corte, Cesar San Martin le accuse contro
l'ex presidente sono state provate «ben oltre ogni ragionevole dubbio».
Fujimori, 70 anni, di origine giapponese, presidente tra il 1990 e il 2000 è
stato ritenuto responsabile, come mandante, delle stragi di Barrios Altos e
dell'Università La Cantuta - commesse a Lima all'inizio degli anni 90 dallo
squadrone della morte la Colina - nelle quali morirono 25 persone. E del
sequestro di un giornalista, Gustavo Gorriti, e di un imprenditore, Sauel Dyer,
nel 1992. Fujimori aveva goduto di una grande popolarità durante il suo mandato
soprattutto per la repressione con la forza del terrorismo. Nel novembre del
2000 si era rifugiato in Giappone inseguito dagli scandali e da accuse di
corruzione. Soddisfazione per la condanna di Fujimori è stata espressa da
Amnesty International e Human Rights Watch. Condannato. Fujimori, 70 anni, in
aula durante il processo
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Interrogatori-tortura
della cia, c'erano anche dei medici --> Mercoledì 08 Aprile 2009 SOCIETA,
pagina 13 e-mail print Agli interrogatori condotti dalla Cia nei confronti di
prigionieri sospettati di avere legami con il terrorismo parteciparono anche
medici. Avevano il compito di verificare che il «waterboarding» (la tecnica di
interrogatorio che porta l'interrogato alle soglie dell'annegamento) o altre
pratiche estreme non portassero alla morte del prigioniero. Lo denuncia un
rapporto confidenziale del Comitato internazionale della Croce rossa. In base
al rapporto, personale medico è stato «profondamente» coinvolto nelle pratiche
di interrogatorio della Cia considerate tortura. Il rapporto è stato redatto in
base alle affermazioni di 14 prigionieri aderenti ad Al Qaeda e detenuti a
Guantanamo dal 2006. Uno di loro, Khalid Shalikh Mohammed, considerato tra gli
ideatori degli attentati dell'11 settembre, ha rivelato che quando veniva
sottoposto a «waterboarding» c'era sempre qualcuno che gli controllava il
battito del polso e il livello di ossigeno. Il Cicr parla esplicitamente di
tortura e sottolinea che la presenza di medici a interrogatori di questo tipo
rappresenta di per sé «una volgare violazione dell'etica medica». 08/04/2009
nascosto-->
( da "marketpress.info"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mercoledì 08 Aprile
2009 UE: INTENSIFICARE LA LOTTA CONTRO LA TRATTA DI ESSERI UMANI E L´ABUSO
SESSUALE DI MINORI Bruxelles, 8 aprile 2009 - La tratta di esseri umani e l´abuso e lo sfruttamento di minori sono reati
gravi, spesso collegati alla criminalità organizzata. I ministri della
giustizia hanno proceduto a un dibattito preliminare su questi problemi il 6
aprile e hanno discusso due proposte della Commissione intese a migliorare la
normativa dell´Ue in vigore al riguardo. I suddetti reati
costituiscono violazioni gravi dei diritti umani, i cui autori approfittano della vulnerabilità delle vittime. La
tratta di esseri umani può
essere considerata una nuova forma di schiavitù, in cui una persona è obbligata
con le minacce o con la forza alla servitù domestica, alla prostituzione, alla
manodopera a basso costo, all´accattonaggio o ad attività illecite. Una
persona può essere oggetto della tratta anche ai fini dell´espianto d´organi.
Le donne e i bambini sono le principali vittime di questo tipo di sfruttamento.
L´ue ha già adottato iniziative per affrontare questo problema mondiale; la
normativa, tuttavia, deve essere adeguata all´evoluzione della criminalità e
alle norme internazionali adottate di recente. L´espandersi del fenomeno della
tratta di esseri umani e la crescente diffusione di materiale
pedopornografico su Internet rendono ancor più urgente un´azione. Gli strumenti
proposti renderanno più severa la normativa in vigore. Un numero maggiore di
casi di sfruttamento e di abuso sessuale, come il turismo sessuale (anche se
commesso all´estero) e l´adescamento di minorenni (adescamento di bambini
online a fini sessuali), saranno perseguibili penalmente e punibili con la
reclusione. La presenza di circostanze aggravanti darà luogo a un inasprimento
delle pene. Sono introdotti nuovi strumenti di indagine già utilizzati nella
lotta contro la criminalità organizzata, quali le intercettazioni telefoniche e
la sorveglianza elettronica, ed è estesa la protezione e l´assistenza alle
vittime. . <<BACK
( da "marketpress.info"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mercoledì 08 Aprile
2009 ELEZIONI IN MOLDAVIA, IL PAESE PIÙ POVERO D´EUROPA Bruxelles, 8 aprile
2009 - Domenica 5 aprile 2 milioni e mezzo di cittadini moldavi sono andati a
votare per eleggere i 101 rappresentanti del Parlamento nazionale. Una
delegazione di europarlamentari in missione di osservazione elettorale parla di
"una giornata ben organizzata, tranquilla e pacifica, in un´atmosfera di
pluralismo, nonostante una serie di dubbi sulle procedure". La Moldavia è
il paese più povero d´Europa, e forse uno dei più sconosciuti: ecco una
presentazione in pillole. Territorio e popolazione: stretta fra Ucraina e
Romania, la Moldavia ha una superficie ben più estesa della Lombardia, ma meno
della metà della popolazione (4,3 milioni). La capitale è Chisinau, una città
di circa 600. 000 abitanti. Economia: è il paese più povero d´Europa. Il Pil
pro capite è di 2,500 dollari all´anno, contro i 33,400 dollari in media
dell´Unione Europea. Circa il 25% dei moldavi lavora all´estero. Le loro
rimesse costituiscono il 40% del Pil nazionale. Il paese vive d´agricoltura e
produce soprattutto vino, ma non ha risorse naturali proprie ed importa gran
parte dell´energia dalla Russia, che in diverse occasioni ha chiuso i rubinetti
del gas e ha colpito la Moldavia con l´embargo sulle importazioni. Storia: La
maggior parte della Moldavia attuale faceva parte dell´impero zarista con il
nome di Bessarabia. Dopo la Prima guerra mondiale la regione diventa parte
della Romania. Nel
( da "Corriere del Veneto"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
PROVINCIA 08-04-2009
TEATRO HANNO PARTECIPATO AL PROGETTO «UNA COPERTA PER LINUS» Diritti
umani: gli alunni in scena NOCETO II «Una coperta
per Linus» è il titolo della rassegna teatrale promossa dalla Provincia per le
scuole primarie del territorio alla quale ha aderito anche Noceto. Giunta alla
9» edizione, la rassegna ha voluto far riflettere gli scolari sulla
Costituzione italiana e sulla Dichiarazione universale dei diritti umani. Gli alunni delle scuole
hanno risposto realizzando una serie di spettacoli a tema andati in sce- na,
nei giorni scorsi, al teatro «Moruzzi». Oltre alle insegnanti che hanno
contribuito alla realizzazione del progetto erano presenti anche la preside
Paola Bernazzoli e Lara Barbieri, delegato alla cultura del Comune. Ad aprire
la mattinata i ringraziamenti del dirigente scolastico alla Provincia:
«Ringrazio - ha detto Paola Bernazzoli - la Provincia che ha scelto Noceto come
sede per la messa in scena degli spettacoli. La giornata un'occa - sione per
confrontarsi con altre realtà del nostro territorio». Con costumi variopinti, i
piccoli nocetani hanno narrato dal palco le avventure del temibile principe
Limone che, insieme all'esattore delle tasse Pomodoro, rendeva difficile la
vita ai poveri. Rappresentazioni Alcuni alunni seguono in platea lo spettacolo
Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie
senza autorizzazione.
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
PROVINCIA 08-04-2009
TEATRO HANNO PARTECIPATO AL PROGETTO «UNA COPERTA PER LINUS» Diritti
umani: gli alunni in scena NOCETO II «Una coperta
per Linus» è il titolo della rassegna teatrale promossa dalla Provincia per le
scuole primarie del territorio alla quale ha aderito anche Noceto. Giunta alla
9» edizione, la rassegna ha voluto far riflettere gli scolari sulla
Costituzione italiana e sulla Dichiarazione universale dei diritti umani. Gli alunni delle scuole
hanno risposto realizzando una serie di spettacoli a tema andati in sce- na,
nei giorni scorsi, al teatro «Moruzzi». Oltre alle insegnanti che hanno
contribuito alla realizzazione del progetto erano presenti anche la preside
Paola Bernazzoli e Lara Barbieri, delegato alla cultura del Comune. Ad aprire
la mattinata i ringraziamenti del dirigente scolastico alla Provincia:
«Ringrazio - ha detto Paola Bernazzoli - la Provincia che ha scelto Noceto come
sede per la messa in scena degli spettacoli. La giornata un'occa - sione per
confrontarsi con altre realtà del nostro territorio». Con costumi variopinti, i
piccoli nocetani hanno narrato dal palco le avventure del temibile principe
Limone che, insieme all'esattore delle tasse Pomodoro, rendeva difficile la
vita ai poveri. Rappresentazioni Alcuni alunni seguono in platea lo spettacolo
( da "Repubblica, La"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 32 - Commenti
Il caso bashir e i limiti delle nazioni unite JOAQUÍN NAVARRO-VALLS La
settimana scorsa si è svolta a Doha nel Qatar la riunione annuale della Lega
araba, che riunisce ventidue paesi membri e cinquantatre organizzazioni degli
Stati della Conferenza islamica. Si tratta di un summit rilevante e
rappresentativo del punto di vista politico della vastissima comunità araba,
decisivo soprattutto per le relazioni del mondo musulmano con il Medio Oriente
e l´Occidente. Quest´anno ha suscitato molto clamore la presenza del presidente
sudanese Omar Bashir, accolto all´arrivo in Qatar dall´emiro Hamad al Thani.
Sul leader sudanese, infatti, grava una condanna molto pesante della Corte
penale internazionale per crimini contro l´umanità, a
seguito delle atrocità commesse sui civili in Darfur. La presenza del leader
del Sudan non ha trovato una buona accoglienza, in effetti, da parte dei paesi
moderati che aderiscono alla Lega araba. In particolare, l´Egitto ha limitato
al minimo la propria presenza, visto che né Hosni Mubarak né il ministro degli
Esteri Aboul Gheit hanno deciso di partecipare di persona all´avvenimento.
Altri due segnali non sembrano predire nulla di buono. L´invito rivolto
dall´organizzazione al presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, noto per le sue
posizioni estremiste, e la promessa di una dichiarazione intransigente che la
Lega araba ha annunciato di fare contro Israele, affinché accolga il piano di
pace saudita, senza perdita di tempo e senza alcun intento negoziale. Ci
troviamo davanti ad una situazione di sostanziale ed emergente radicalismo. In
effetti, la presenza di Bashir non è giunta a caso. La Corte ha stabilito, per
conto di tutti i Paesi del mondo, l´arresto del premier sudanese. E benché
questa condanna sia esecutiva, Bashir continua a muoversi senza problemi in
libertà, avendo raggiunto nell´ultima settimana l´Egitto, l´Eritrea e la Libia.
Quest´ultimo Paese, poi, si è schierato addirittura esplicitamente in suo
favore, per bocca del colonnello Gheddafi, definendo la richiesta di arresto
non soltanto illegittima, ma «una vera e propria frontiera del terrorismo
internazionale». A rendere la situazione incandescente vi sono anche altre
motivazioni, interne al mondo arabo. In primo luogo, i rapporti stretti tra il
partito estremista palestinese Hamas con l´Iran nello sforzo di contrapporsi
all´appoggio dato dall´Arabia Saudita al presidente dell´Anp Abu Mazen. Il capo
dei palestinesi ha manifestato una realistica preoccupazione per le possibili
ripercussioni che potrebbero provenire da prese di posizione così minacciose
come quelle annunciate alla vigilia dell´incontro dalla Lega araba. La comunità
internazionale, per suo conto, ha una presenza molto autorevole al meeting, con
la partecipazione del Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.
Tuttavia, la sua visita è molto sbiadita, quasi trasparente. Egli ha dovuto,
inizialmente, giustificare perfino la partecipazione di Bashir con un appello
al regolamento internazionale che vede comunque la presenza del Sudan tra le
nazioni aderenti all´Onu. Poi ha fatto sapere di non poter fare nulla per fare rispettare
la sentenza della Corte penale internazionale, perché fuori da una sua diretta
competenza. L´unico vero dissidio reale con Bashir è stato quello della
Coalizione araba per il Darfur, una formazione costituita per dar voce alle
famiglie delle vittime. La Coalizione, ha fatto circolare un documento in cui,
benché non si citi espressamente il presidente sudanese, sono chiaramente
confermate le violenze commesse ed è accolta con grande favore la condanna del
tribunale dell´Aja. La protesta della Coalizione è particolarmente rilevante
perché proviene direttamente dal mondo arabo. Certamente, dell´efficacia della
protesta e della capacità di eseguire la sentenza conviene dubitare fortemente.
Se la forza dei gruppi arabi moderati non è stata superiore ad un formale
diniego e ad un parziale boicottaggio, figuriamoci quello che potrà ottenere
una minoritaria associazione di vittime. Una cosa, poi, fa veramente pensare,
ed è la dimessa presenza, in tutto questo gioco di equilibri, dell´intera
Comunità internazionale. Probabilmente, il segretario delle Nazioni Unite ha
fatto bene a non disertare il consesso, perché gli effetti sarebbero stati
certamente peggiori, estremizzando ancora di più gli animi della Lega araba. Ma
tutti gli altri Stati del mondo, dove sono? Perché non si sono mostrati almeno
interessati alla vicenda? Non si può non rilevare l´assoluto fallimento della
capacità di influenza e di azione dell´Onu. Se non è sufficiente neanche un
pronunciamento dell´Aja a dare mandato legittimo di azione, figuriamoci quale
capacità contrattuale potrà mai avere in occasioni meno gravi e più ordinarie,
ma non meno strategiche per la pace nel mondo. Una riflessione sul ruolo della
Comunità internazionale dovrebbe ripartire proprio da qui. Probabilmente è
indispensabile che le istituzioni mondiali si appoggino con maggiore sicurezza
su una tavola insindacabile e impegnativa di diritti umani
inviolabili, che andrebbero veramente elencati e rimessi al centro di tutto
l´operato delle Nazioni Unite. Inoltre, il permanere in vita soltanto di un
tribunale penale come quello dell´Aja rende, di fatto, la comunità
internazionale completamente delegittimata ad agire. Il risultato appare un po´
come un tetto senza casa, cioè una sentenza sacrosanta che, tuttavia, non
soltanto non può divenire facilmente esecutiva, ma non è utilizzabile neanche
dalle Nazioni Unite stesse, perché prive di sufficiente forza diplomatica. Sembra più che necessario trovare una strada per rivitalizzare le
istituzioni sovranazionali sul piano politico, proprio partendo dalla tutela
dei diritti umani. Perché
senza autorità mondiali dotate di mezzi sufficienti per imporre il diritto,
forse non si potrà mai sperare in un concreto miglioramento delle condizioni di
vita di tantissime persone in larghe parti del pianeta.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Cinema e teatri
Pagina 10258 Il dramma dei desaparecidos Complici del
silenzio, per non dimenticare Il dramma dei desaparecidos --> Daniel Passarella e il
capocannoniere Mario Kempes, il presidente Videla che bacia tronfio la coppa
del mondo: giugno '
( da "Manifesto, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
FESTIVAL «Umiliati e
offesi» dal branco della libertà 9° Human Rights Nights Roberto Silvestri
BOLOGNA Si è concluso domenica il 9° festival «Human Rights Nights», con l'omaggio
panafricanista a Bob Marley Africa Unite di Stephanie Black. Titolo
dell'edizione 2009, aperto a cinema, musica e arti visive: «In-differenza».
Differenze tra le arti e tra le culture, certo, ma con tanta voglia e pratica
secolare di interferenze trans. L'indifferenza senza trattino, invece, è di
altri. Giulia Grasselli che ideò la manifestazione e la dirige con passione e
competenza fin dall'inizio, ha potuto contare quest'anno, infatti, su un terzo
del budget 2008. Con la crisi, forse, sponsor e istituzioni pubbliche pensano
che si debbano maggiormente finanziare, anche se Bush è sparito, i diritti
disumani.... Sono stati presentati (anche a Forlì, altra sede del festival)
opere già apprezzate come Below sea level di Gianfranco Rosi, Miracolo a Sant'Anna,
War on democracy e Mar nero. Di particolare interesse Jihad for love di Parvez
Sharma sull'imbarazzante rapporto, per i militanti gay islamisti, con la
propria vita, minacciata da nemici e amici, dall'amor sacro e da quello
profano. E The times of Harvey Milk il doc Oscar di Rob Epstein dell'84,
«prequel» di Milk. Due le sezioni competitive, dedicate ai doc e ai corti. Il
premio maggiore è andato a Taxi to the dark side di Alex Gibney, un film statunitense di denuncia delle «torture», disumanamente
istigate da Euroamerica, purché nessuno tocchi i nostri porcissimi interessi,
che un bel giro di festival se l'è fatto (era anche a Roma). Un premio che la
giuria ha con giusta perfidia utilizzato per chiedere una prossima
incriminazione dell'ex presidente Usa Bush jr. La «menzione speciale» è
andata invece a un documentario istantaneo già visionabile in rete. Si tratta
del boliviano Umiliati e offesi realizzato da un collettivo di filmaker andini
e firmato da Cèsar Brie (il regista teatrale argentino della Comuna Baires, da
anni a La Paz e applaudito ospite del festival), Horacio Alvarez e Pablo Brie.
Di che tratta l'impressionante reportage? Il 28 maggio del
( da "Manifesto, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
RAPPORTO SUL LAVORO
Il sindacato mondiale all'Italia: «Non va ridotto il diritto di sciopero»
L'Ituc analizza i 27 paesi dell'Unione: tra le emergenze, il gap salariale
uomo/donna e le discriminazioni anti-sindacali Vittorio Longhi Politiche
antisindacali, ostacoli al diritto di sciopero, discriminazioni e una sempre
maggiore disparità salariale tra donne e uomini. Non si tratta di paesi del sud
del mondo, asiatici o africani, ma dei 27 paesi della Ue, sotto la lente
d'ingrandimento della Confederazione sindacale internazionale, Ituc-Csi. In
occasione delle due giornate in cui l'Organizzazione mondiale del Commercio
esamina le politiche commerciali dell'Unione, il sindacato internazionale
diffonde il suo rapporto. «Nonostante la piena ratifica delle convenzioni
fondamentali dell'Organizzazione internazionale del Lavoro (Ilo) da parte dei
27 - premette il rapporto - ci sono ancora molti difetti di applicazione,
relativi alla discriminazione antisindacale, al diritto di sciopero, al divario
salariale tra donne e uomini nella maggior parte dei paesi». Le preoccupazioni
riguardano sia l'Europa Est che occidentale, dove crescono la chiusura e l'ostilità
ai sindacati da parte delle imprese, sempre più multinazionali. Mentre negli
stati dell'Est si affermano forme di discriminazione sul lavoro,
sull'istruzione e sulla casa nei confronti delle minoranze etniche, prime tra
tutte quella Rom, nei primi 15 stati membri si stanno adottando misure che
scoraggiano l'adesione al sindacato e limitano il diritto di sciopero e
l'azione collettiva. Misure in contrasto con le 8 fondamentali convenzioni Ilo,
che vanno dal diritto di associazione e contrattazione alla discriminazione di
genere, dal divieto di lavoro minorile a quello di lavoro forzato. Riguardo
all'Italia, le critiche del sindacato internazionale cominciano con il nuovo
disegno di legge delega del governo Berlusconi che vorrebbe restringere il
diritto di sciopero nei servizi pubblici e nei trasporti, attraverso lo
strumento dello «sciopero virtuale» e con requisiti di rappresentatività
penalizzanti per i lavoratori. Un provvedimento che finora solo la Cgil aveva
ritenuto incostituzionale e che ora anche la Ituc non esita a definire «una grave violazione dei diritti fondamentali del lavoro». Altro dato sull'Italia che merita
attenzione è quello sul pay gap, il divario salariale tra donne e uomini che
oggi si attesta a una media del 16%, stando ai dati Istat. La discriminazione
di genere avviene soprattutto tra le categorie professionali più elevate e,
secondo le osservazioni della Commissione europea citate nel rapporto, «le
donne in Italia sono sotto rappresentate a livello manageriale e
imprenditoriale». Anche le cifre dell'Ilo indicano una presenza femminile ai
vertici dirigenziali ancora bassa, al 23%. Nel capitolo sul lavoro minorile,
l'Ituc nota che le norme sull'età minima lavorativa non vengono rispettate
nell'economia informale, ancora «estesa» nel nostro paese, agli stessi livelli
dei nuovi paesi membri, come Bulgaria e Romania. L'ultimo rapporto sul child
labour inviato dal governo italiano all'Ilo contava 1.987 casi di minori
impiegati in modo illegale nel 2005, generalmente nelle piccole imprese a
conduzione familiare, con orari eccessivi, mancanza di controlli medici, del
riposo e delle ferie. Assai più grave è la rilevazione delle cosiddette «forme
peggiori di lavoro minorile», che nel caso italiano significa traffico a scopo
sessuale (il 10% sul totale), in cui domina la presenza di minori immigrati. Si
stima che nel 2007 ci siano state circa 2.800 vittime di traffico, tra adulti e
minori, per sfruttamento sessuale, per lavoro domestico, agricolo e nei
servizi. La denuncia di condizioni di lavoro forzato, invece, riguarda le
campagne del sud, dove - è noto - il 90% dei migranti stagionali lavora in nero
e due terzi non hanno il permesso di soggiorno. Si tratta per lo più di
irregolari polacchi, romeni, pachistani, ivoriani e albanesi spesso ricattati e
ridotti in condizioni di schiavitù.
( da "Rai News 24"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Washington | 8
aprile 2009 Matrimoni gay, negli USA anche il Vermont dice sì Matrimoni gay, in
America legali in 4 stati Nuovo tassello nel vasto panorama di stati americani
che aprono alle nozze gay: il distretto di Columbia, quadrato
amministrativamente autonomo dove hanno sede la Casa Bianca e il Congresso, ha
accettato di riconoscere i matrimoni tra omosessuali celebrati altrove. Il voto
a stragrande maggioranza del Consiglio del Distretto è stato salutato come un
nuovo passo verso l'eguaglianza e i diritti umani per le coppie gay, perché cade
nello stesso giorno in cui il Vermont è diventato il quarto stato americano
(dopo Massachusetts, Connecticut e Iowa) che ha legalizzato le nozze tra
omosessuali. Vermont: superato il veto del governatore Senatori e deputati del
parlamento di Montpelier hanno superato il veto che era stato imposto dal
governatore Jim Douglas, approvando i matrimoni gay con una maggioranza
dei due terzi. Al Senato i voti favorevoli sono stati 23 contro 5 e alla Camera
100 contro 49. La nuova legge entrerà in vigore il primo settembre. Il Vermont
è il primo degli Stati dell'Unione in cui i matrimoni fra persone dello stesso
sesso sono stati approvati per via legislativa e non attraverso una sentenza di
tribunale, come è accaduto nello Iowa, il Massachusetts e il Connecticut.
"La lotta per i pari diritti non è mai facile -ha commentato il presidente
del Senato locale, Peter Shumlin- non mi sono mai sentito cosi' orgoglioso del
Vermont ora che abbiamo realizzato la parità matrimoniale non in seguito ad un
ordine del tribunale ma perché è la cosa giusta da fare". I matrimoni gay
sono stati introdotti venerdi' nello Iowa dopo una sentenza della locale Corte
Suprema. Questione aperta La questione dei matrimoni fra persone dello stesso
sesso divide gli Stati Uniti. Referendum che si sono svolti in California, Arizona
e Florida, contestualmente alle elezioni presidenziali di novembre, hanno
bocciato i matrimoni gay in questi stati. In Arizona un altro referendum ha
vietato le adozioni alle coppie gay. Lo Stato di New York riconosce matrimoni
fra persone dello stesso sesso effettuati in altri Stati.
( da "Giorno, Il (Sondrio)"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
MORBEGNO BASSA VALLE
pag. 7 Tunisino espulso «Una sentenza giusta» Lo ha deciso la Corte Europea di Strasburgo di SUSANNA ZAMBON TALAMONA NON È STATO VIOLATO alcun
articolo della Convenzione per la protezione dei diritti umani nell'espulsione dal territorio
nazionale di Foued Ben Fitouri Cherif, cittadino tunisino, classe 1970, sulla
cui «scomparsa» si era tanto parlato nel
( da "Avvenire" del
08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
MONDO 08-04-2009
Guantanamo, la Croce Rossa: medici tra i torturatori
WASHINGTON. Agli interrogatori condotti dalla Cia nei confronti di prigionieri
sospettati di avere legami con il terrorismo parteciparono anche medici.
Avevano il compito di verificare che il 'waterboarding' (la tecnica di
interrogatorio che porta l'interrogato alle soglie dell'annegamento) o altre
pratiche estreme non portassero alla morte del prigioniero. Lo denuncia
un rapporto confidenziale del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Cicr),
di cui ha dato notizia ieri il 'New York Times'. In base al rapporto, personale
medico è stato «profondamente» coinvolto nelle pratiche di interrogatorio della
Cia considerate tortura. Il rapporto è stato redatto in base alle affermazioni
di 14 prigionieri aderenti ad al-Qaeda e detenuti a Guantanamo dal 2006. Uno
dei prigionieri sottoposti a queste pratiche di interrogatorio, Khalid Shalikh
Mohammed, considerato tra gli ideatori degli attentati dell'11 settembre, ha
rivelato che quando veniva sottoposto a 'waterboarding' c'era sempre qualcuno
che gli controllava il battito del polso e il livello di ossigeno. Non solo: in
diverse occasioni il medico presente ordinò che la seduta in corso fosse
interrotta. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa rivela il 'New York
Times' nel suo rapporto precisa che il compito del Un rapporto accusa: i
sanitari verificavano che le pratiche attuate non uccidessero i detenuti
personale medico e paramedico presente agli interrogatori era, in sostanza,
quello di garantire che i prigionieri non morissero. Il Cicr, che parla
esplicitamente di tortura, sottolinea che la presenza di medici e di personale
medico ad interrogatori di questo tipo rappresenta di per sé «una volgare
violazione dell'etica medica». Tanto più se, come scritto nel rapporto, questo
«personale medico» era presente anche in altre occasioni speciali: quando i
prigionieri venivano messi in isolamento in celle strettissime, o gelate,
quando venivano incatenati con le braccia al soffitto, quando erano costretti a
stare in piedi per ore. Detenuto di Guantanamo (Ap)
( da "Avvenire" del
08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
MONDO 08-04-2009 Sri
Lanka, l'Onu: fermate il massacro di civili COLOMBO. Un nuovo appello perché si
ponga fine al massacro di civili in Sri Lanka. È stato l'inviato speciale
dell'Onu per i diritti dei rifugiati, Walter Kalin, a manifestare alle autorità
di Colombo la sua «profonda preoccupazione» per la sorte di circa 100mila
civili che rischiano la vita nell'ambito dell'operazione con cui le forze
armate cingalesi stanno cercando di sgominare quello che resta dell'Esercito di
liberazione delle Tigri tamil (Ltte). Al termine di una visita di quattro
giorni Kalin ha diffuso un comunicato in cui sostiene che oltre 100mila civili
sono intrappolati in un'area di
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 08-04-2009)
Pubblicato anche in: (Resto
del Carlino, Il (Bologna))
Argomenti: Diritti umani
VETRINA ESTERI pag.
26 Perù, condannato l'ex presidente Fujimori L'EX
PRESIDENTE peruviano Alberto Fujimori è stato riconosciuto colpevole di
violazione dei diritti umani, primo caso di un presidente
latino-americano democraticamente eletto ritenuto responsabile di abusi ai diritti umani nel suo Paese. Il giudice ha detto che le accuse contro
l'ex-presidente sono state provate «ben oltre ogni ragionevole dubbio».
L'ex presidente, di origine giapponese, era accusato delle mattanze di
Quartieri Alti e dell'Università La Cantuta, commessi a Lima nel 1992 e nel
1993 dallo squadrone della morte «La Colina» che causarono 25 vittime tra il
1991 e il 1992 e del sequestro di un giornalista, Gustavo Gorriti, e un
imprenditore, Sauel Dyer, nel 1992.
( da "Panorama.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
- Mondo -
http://blog.panorama.it/mondo - Perù, l'ex presidente Fujimori condannato a 25
anni di carcere Posted By emanuele rossi On 7/4/2009 @ 22:21 In Headlines,
NotiziaHome | No Comments Un criminale. Così la giustizia del paese di cui fu
presidente, il Perù, ha giudicato [1] Alberto Fujimori. L' ex capo del governo
peruviano dal 1990 al 2000 è stato condannato oggi per
delitti contro i diritti umani, a 25 anni di carcere. "Delitti provati al di là di ogni
dubbio ragionevole", così ha commentato la sentenza il giudice della Corte
suprema Cesar San Martin. Fujimori, 70 anni, era accusato per le stragi di
Barrios Altos e La Canuta, che causarono 25 morti tra il 1991 e il 1992, e per
il sequestro di un giornalista e di un imprenditore nel '92. Il gruppo
paramilitare Colina, autore materiale delle stragi, fu coperto e aiutato dal
governo del presidente di origine giapponese. Durante il suo lungo mandato
Fujimori raggiunse alti livelli di popolarità per la sua guerra contro i gruppi
terroristi di Sendero Luminoso e i [2] Tupac Amaru: nel 1996 questi ultimi
furono sterminati dopo che avevano tenuto in ostaggio per mesi alcuni
diplomatici stranieri nella villa dell'ambasciatore giapponese. I suoi servizi
segreti comandati da Vladimiro Montesinos si attirarono le accuse delle
organizzazioni umanitarie internazionali per il loro
mancato rispetto dei diritti umani. Fujimori li difese
sostenendo che stava "governando dall'inferno". Ma nel 2000 emersero
numerosi scandali finanziari e casi di corruzione che lo costrinsero a lasciare
il paese e rifugiarsi in Giappone per fuggire alla giustizia. Fu arrestato in
Cile ed estradato nel 2005, poi ine però è stato condannato per gli atti del
principio della sua lunga epoca di governo. Adesso esultano [3] Amnesty
International e Human Right Watch per la fine del lungo processo, durato 15
mesi: "Non capita tutti i giorni di vedere un ex capo di stato condannato
per violazioni dei diritti umani quali torture,
sparizioni e sequestri di persona. Speriamo sia solo il primo di molti processi
del genere in America Latina e nel resto del mondo'' ha commentato
l'osservatore di Amnesty Javier Zuniga. Esultano anche molti peruviani, ma
almeno altrettanti sono invece sul piede di guerra: l'ex presidente, che ha
subito presentato ricorso, può contare ancora su una buona popolarità. E sua
figlia [4] Keiko è una parlamentare in piena ascesa (è stata la più votata alle
elezioni del parlamento nel 2006) e potrebbe sfruttare la condanna del padre
come una persecuzione politica. La donna era presente in tribunale durante la
lettura della sentenza- ha definito la decisione della sala penale speciale
della Corte suprema peruviana ''un verdetto di odio e di vendetta'',
annunciando che ''i fujimoristi non resteranno con le braccia incrociate''.
''Scenderemo in piazza per difendere il miglior presidente che abbia avuto
questo paese, l'uomo che ha salvato il Perù dal terrorismo'', ha detto Keiko.
Il procuratore capo peruviano, Josè Pelaez Bardales, ha detto da parte sua che
la condanna di Fujimori costituisce ''un trionfo per la giustizia e il rispetto
dei diritti umani'', attraverso ''una sentenza
contundente e dotata di fondamento, alla quale sarà difficile
controbattere". Ora si teme un crescere della tensione che possa
degenerare in scontri di piazza. Il presidente attuale del Perù, Alan Garcìa
Perez, ha rivolto alla popolazione un appello alla calma.
( da "Articolo21.com"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Global Day for
Darfur: al Colosseo il 19 aprile per non dimenticare di Antonella Napoli Anche
questanno si celebra in tutto il mondo il Global Day for
Darfur, dedicato alla crisi in atto nella regione sudanese dal febbraio
2003 e che dal 2007 viene ricordata anche in Italia, grazie all'impegno di Italians
for Darfur, associazione Onlus di cui fanno parte giornalisti, operatori umanitari
ed esponenti della società civile e da Articolo 21, che ha lanciato la campagna
“Diamo voce al Darfur”. Testimonial Monica Guerritore. Quest'anno la Giornata
mondiale per il Darfur ha una valenza ancor più importante visto l'inasprimento
della situazione sul campo e il rischio di peggioramento del conflitto dopo i
recenti avvenimenti, sia giudiziari sia politici, da cui sono scaturite
conseguenze disastrose sul piano umanitario. Per
questo il Global Day for Darfur 2009, che in Italia si terrà al Colosseo a
partire dalle 10, sarà dedicata alla raccolta di fondi per la realizzazione del
centro pediatrico di Emergency a Nyala, nel sud Darfur. All'iniziativa sono
collegati un libro e una mostra 'Volti e colori del Darfur', allestita nella
piazza antistante il monumento simbolo dei diritti umani,
i cui proventi saranno destinati al progetto. Lopera è nata
proprio per sensibilizzare
lopnione pubblica sulla crisi sudanese per troppo tempo ignorata
e ancora oggi, nonostante il grande scalpore suscitato dal mandato di arresto
per il presidente del Sudan Omar Al Bashir, stenta a trovare spazio sugli
organi di informazione. Alla giornata di mobilitazione - diretta a sostenere la forza di pace
autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ancora stenta
ad entrare nel pieno delle sue funzioni, e a ribadire la richiesta di un forte
intervento della diplomazia internazionale affinché si ponga termine ai
massacri perpetrati in Darfur - hanno aderito Articolo 21, Amnesty
International, Tavola della Pace, Comunità ebraica, Ugei, Bené Berith giovani,
Non c'è pace senza giustizia e molte altre associazioni che si occupano di diritti
umani. Il conflitto in Darfur, nellarco
di sei anni, ha provocato (stime Onu) tra i 200 e i 300.000 morti e ha
costretto almeno due milioni e mezzo di persone alla fuga, destinandole ad una
vita da sfollati sia all'interno del Sudan, sia nei campi profughi in Ciad, circostanza che
di fatto ha allargato il conflitto anche a questo paese confinante. A
complicare la situazione l'espulsione di 13 organizzazioni non governative
decisa dal presidente Al Bashir, all'indomani dell'emissione nei suoi confronti
del mandato di cattura spiccato dalla Corte penale internazionale per crimini
di guerra e crimini contro l'umanità. La popolazione
del Darfur è rimasta, così, senza assistenza e le poche Ong che ancora operano
sul campo hanno enormi difficoltà a coprire tutte le aree della regione. Ecco
perché l'azione di Emergency è di fondamentale importanza. Il nostro sostegno
al progetto per il centro pediatrico a Nyala è totale e chiediamo anche il
vostro aiuto.
( da "Articolo21.com"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'Eritrea contro i
diritti umani di Marco Cavallarin L”Associazione
Comunità Eritrea in Italia”, emanazione delle rappresentanze diplomatiche eritree, ha sporto
denuncia nei confronti della Presidente dellAssociazione Asper
(Associazione per la Tutela dei Diritti Umani del Popolo Eritreo,
http://www.asper-eritrea.com), Dr.ssa Dania Avallone, che è adesso imputata “perché,
in presenza di più persone”, cioè in manifestazioni pubbliche e regolarmente
autorizzate in cui venivano denunciate le violazioni dei Diritti
Umani e Civili in Eritrea, “offendeva lonore, il decoro e la
reputazione dellAssociazione
Comunità Eritrea in
Italia […] accusando detta associazione di appoggiare e sponsorizzare il
“sanguinario governo dittatoriale” dellEritrea, “autore di
delitti contro lumanità” …”. Così recita il decreto di convocazione delle parti
emesso dal Giudice di Pace Penale di Roma, dr. Mario Tammaccaro. La prima
udienza si terrà a Roma il prossimo 15 aprile 2009 alle ore 9,00. In sostanza,
il governo dellEritrea, tramite i suoi fantocci
raccogliticci che ruotano attorno alla sua ambasciata romana, muove guerra
contro Asper, una
delle più attive associazioni in Europa che combattono contro la negazione dei Diritti Umani e Civili in Eritrea, e contro la sua
Presidente, Dania Avallone, sempre schierata in prima linea per testimoniare
con il suo impegno contro la barbarie assassina e torturatrice della dittatura
che domina, straziandolo, il Paese. La Dr.ssa Dania Avallone ha vissuto in
Eritrea quando sembrava che il paese si avviasse verso un percorso
straordinario di democrazia. Lì, in quanto biologa marina, ha esplorato
scientificamente per conto del Ministero della Marina i fondali del Mar Rosso e
formato decine di studiosi ed esperti. Questo attacco contro Dania Avallone
segue ad una serie di intimidazioni, minacce e violenze fisiche che i
denuncianti e loro sicari hanno già ripetutamente operato nei confronti dellimputata,
costretta più di una volta a ricorrere alle cure dei Pronto Soccorso di diverse
città dItalia, e dei suoi compagni. Colpendo Asper, il governo eritreo
pretenderebbe di mettere a tacere le voci di dissenso che in Europa si pronunciano contro di
esso. Con questa mia, che so condivisa da molti democratici, vorrei contribuire
alla lotta di Asper e delle altre associazioni che si impegnano contro la
dittatura eritrea, che sempre hanno manifestato il loro dissenso nei confronti
di qualunque dittatura e negazione dei diritti sanciti dalla Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani, e invito i miei lettori
alla vigilanza perché il Governo italiano e gli organismi della cooperazione
sappiano tenere le distanze da qualsiasi possibilità di accettazione di
dittature come quella eritrea. Da Inghilterra, Germania e USA varie
organizzazioni di eritrei per i Diritti Umani, stanno
inviando lettere di solidarietà con Dania Avallone al Giudice di Pace. Il
Governo dello Stato dEritrea si macchia indelebilmente di gravissime violazioni
dei Diritti Umani nei confronti del suo popolo: la
dittatura del Presidente Issayas Afwerki è sempre più totalitaria e oppressiva
e ogni diritto politico e parlamentare è negato. Diritti
Civili e Diritti Umani vengono calpestati
quotidianamente in quel Paese dalla dittatura del suo presidente. Migliaia,
forse decine di migliaia, di persone, di cittadini, sono reclusi – non si sa di
essi quanti siano ancora in vita o in quali condizioni di salute – privi di un
capo di imputazione, di un processo che non verrà mai celebrato. Si tratta di
persone che hanno avuto un ruolo doloroso nellEritrea,
combattenti della trentennale guerra di Liberazione del Paese dal dominio
coloniale etiope, combattenti per uno sviluppo condiviso che assicurasse non solo indipendenza
dalla dominazione straniera, ma uno sviluppo civile e democratico per quel
popolo. La loro rivoluzione è stata tradita: già dal referendum popolare del
1993, che sancì con risultati schiaccianti lautonomia dellEritrea
dallEtiopia, si era messo in atto un percorso che brevemente portò
allapprovazione parlamentare di una Costituzione fortemente orientata,
tra laltro, alla democrazia, che prevedeva pluralità ed elezioni regolari
del Parlamento. Poi le
cose sono cambiate: il potere del partito al potere e del presidente dello
stato, che è anche capo del governo e presidente del partito, si è radicato
espandendosi oltre ogni misura verso il tradimento delle premesse. Il
presidente giustificava lo stato delle cose in nome dellemergenza
generata dalla persistente aggressività militare dellEtiopia nei
confronti dellEritrea. Quindi mai si sono tenute elezioni in quel Paese,
la Costituzione è stata abrogata, tutto il paese è stato abnormemente militarizzato, bloccata leconomia
ed ogni forma di produttività, negata la libertà di stampa, di informazione e
di opinione, di culto religioso, di libera circolazione nel territorio,
represse e private dei loro beni alcune minoranze etniche, chiusa
lUniversità, bloccato
il normale ordinamento scolastico, bloccata la cooperazione internazionale
(governativa e non governativa) , espulse le ONG, ... Le attività della
cooperazione governativa e non governativa italiana erano state a suo tempo
promosse dal Ministro Petros Salomon, oggi recluso insieme alla moglie.
Chiunque abbia anche solo pronunciato una perplessità rispetto al modo in cui
si trasformava la gestione del potere, o chiesto di ridare valore alla
Costituzione, di permettere la costruzione di nuovi partiti, di effettuare
elezioni, è stato minacciato, incarcerato, torturato con pratiche di fortissima
violenza fino alla morte, ucciso, senza che mai un capo daccusa
venisse formalizzato, senza che mai un processo venisse celebrato.
Laccusa informalmente espressa, e passata di bocca in bocca tra gli abitanti del
piccolo Paese di tre milioni e mezzo di persone, era di tradimento della
patria. Tra essi erano ministri e contadini, combattenti e operai, funzionari
dello stato e gente comune. Di questi non è dato sapere se siano ancora in
vita, né i familiari hanno modo di sentirli o di vederli, o anche solo di
sapere dove essi siano tenuti reclusi. La militarizzazione è estesa a tempo
pressoché indeterminato a uomini e donne, ed in essa si esprime la violenza
della deportazione di massa di tutta la forze produttiva del paese nei campi
militari, dove la reclusione nei container e lo stupro sono la regola
quotidiana. Luso dellesercito è anche improprio
nel momento in cui truppe ed armamenti eritrei vengono dislocati, ad esempio, in Somalia a sostegno
delle corti islamiche. Il potere politico si sostituisce a quello interno delle
comunità religiose, per cui vengono imposti ad ogni confessione rappresentanti
graditi al dittatore e non regolarmente designati al proprio interno. E
il caso, ad esempio del patriarca Abuna Antonios, recluso in condizioni di
salute precarie, sostituito da un personaggio fantoccio non riconoscibile dalla
comunità cristiana. Questo stato di cose è noto a chiunque abbia attenzione
istituzionale nei
confronti dellEritrea: Amnesty International, Human
Rights Watch, Reportes sans Frontieres, Asper, UN, periodicamente documentano
la situazione ed il suo progressivo aggravarsi. Anche la UE si è più volte
pronunciata in proposito. I documenti da loro prodotti, che vengono comunicati ufficialmente al
momento delle loro pubblicazioni, sono reperibili nel web. LEritrea
soffre della mancata applicazione da parte dellEtiopia degli accordi di
pace del 2000, e i due paesi soffrono di uno stato di “guerra-non guerra” che, insieme alla
repressione ed alla mancanza di occupazione, è causa della fuga di centinaia di
migliaia di giovani, donne e bambini, molti dei quali trovano la morte nei
deserti o nei mari che fortunosamente cercano di attraversare. Si tratta della
morte di persone finalmente “libere”. Leconomia eritrea è oggi
di sussistenza: il solo sostegno sono le rimesse economiche degli emigrati. La
violenza della dittatura si estende anche sulla diaspora: un fitto servizio di
intelligence coordinato dalle ambasciate e dai consolati svolge attività di controllo su ogni
territorio. Gli eritrei in diaspora sono controllati nelle loro vite, e se un
comportamento antigovernativo viene ravvisato, vengono minacciati personalmente
e ricattati, e le loro famiglie rimaste in patria subiscono conseguenze
indicibili. Il popolo dellEritrea soffre, sempre in silenzio e
impotente, di questo stato di cose. Ridotto in povertà ha bisogno
dellaiuto internazionale, ed ogni gesto di cooperazione è benvenuto. Ma
non è possibile in
genere verificare che gli aiuti pervengano alla giusta destinazione, e sarebbe
opportuno ottenere dal governo eritreo la possibilità di controllarne gli
esiti. Come sarebbe opportuno che almeno la Croce Rossa Internazionale potesse
visitare i reclusi, e che al dittatore Afwerki si esprimesse in ogni occasione
il disappunto per quanto avviene nel suo paese, e gli si richiedesse rispetto,
almeno, per i Diritti Umani più elementari e per la
popolazione eritrea.
( da "Gazzettino, Il"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Se la Ue apre alla
Turchia senza ascoltare i cittadini Mercoledì 8 Aprile 2009, È davvero
singolare che sia un non europeo, anche se presidente della maggior potenza
mondiale, a consigliare all'Europa di allargarsi oltre il Bosforo, aprendo le
porte alla Turchia. Come cittadino europeo, all'indomani del vertice atlantico
di Praga, trovo imbarazzante che ai massimi rappresentanti dei popoli europei
il nuovo presidente degli Stati Uniti continui a dare "buoni
consigli" - rivelando peraltro perfetta continuità con le ingerenze dei
suoi predecessori - quasi considerando il vecchio continente un protettorato da
governare a distanza. Siamo noi, europei, che dobbiamo decidere chi entra a
casa nostra, soprattutto se non si tratta di un ospite temporaneo ma di un
membro permanente della famiglia. I colloqui di Praga hanno evidenziato ancora
una volta, tutta la fragilità dell'Unione Europea e delle sue istituzioni,
lontane dal sentimento popolare dei popoli che dovrebbero rappresentare. Per la
maggioranza degli europei la Turchia non è Europa: è un paese che appartiene ad
un altro continente e ad un'altra civiltà, che anzi nei secoli ha duramente
avversato i valori costitutivi e l'identità stessa dell'Europa. E anche ora,
nonostante l'avvio dei negoziati per entrare nella Ue, il governo di Ankara non sembra impegnarsi molto sul fronte del rispetto dei diritti umani, dei diritti dei popoli e del
pluralismo culturale e religioso. Quattro anni fa, rispondendo a un sondaggio
promosso dal Gazzettino, meno del 40 per cento dei veneti e dei friulani
intervistati si dichiarava favorevole all'ingresso della Turchia in Europa,
mentre ben 45 su 100 si pronunciarono con un netto no. Quale sarebbe
oggi il risultato di un analogo sondaggio? Sono convinto che la percentuale dei
contrari e dei perplessi sarebbe anche maggiore. Nel frattempo sono entrate a
pieno titolo nell'Unione Europea Romania e Bulgaria, con procedure inclusive
che tante preoccupazioni e allarmi sociali stanno generando. Al punto da
suggerire, anche nei più convinti europeisti, la necessità di adottare maggior
prudenza e procedure più dilazionate nei prossimi allargamenti in calendario
nell'agenda europea. Lo stesso Parlamento europeo, l'unica istituzione europea
che ha un rapporto diretto con la volontà degli elettori, ha posto nell'ottobre
2005 severe condizioni all'eventuale ingresso del paese anatolico nell'Unione,
a partire dal riconoscimento del genocidio armeno e dalla soluzione del
problema Cipro, che il governo di Ankara continua a disattendere. È evidente
che gli europei sono molto dubbiosi e restii ad avere i turchi come propri
concittadini. Sembra invece che i governi europei, che proprio lunedì 6 aprile
hanno dato all'unanimità il via libera all'avvio dei negoziati per l'ingresso
della Turchia nell'Unione, preferiscano non prestare attenzione alla volontà
dei cittadini anteporre, quasi con arroganza, ragioni di convenienza politica e
di strategia militare. La questione dell'ingresso della Turchia nell'Unione
Europea non solo interroga l'identità del nostro continente ma anche pone con
forza il problema della democraticità e della rappresentatività delle
istituzioni europee. È una questione cruciale che va affrontata in modo diverso
e più approfondito, uscendo dai ristretti ambiti dei negoziati diplomatici e
coinvolgendo la diretta volontà dei cittadini. Per questo confido che il nuovo
Europarlamento, che uscirà dalle elezioni del prossimo giugno, metta al primo
posto nella propria agenda un pronunciamento inequivocabile su una prospettiva
di allargamento che a buona parte degli europei appare poco comprensibile e
ancor meno gradita. *presidente del Consiglio regionale del Veneto
( da "FullPress.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lazienda
torinese, esempio di eccellenza italiana, grazie alla capacità di innovare e
favorire il progresso tecnologico, preservando lambiente e tutelando
diritti umani e standard lavorativi. Pubblicato il: 08/04/2009 -->
Leinì (TO) Saet Group,
tra le prime aziende al mondo nella produzione di tecnologia e soluzioni per
impianti di trattamento termico a induzione, è entrata a far parte di United
Nations Global Compact, il più autorevole e vasto programma globale in tema di
innovazione, grazie alla capacità di creare avanguardia tecnologica, innovare i
processi ed esportare le proprie competenze nei settori di riferimento a
livello internazionale. United Nations Global Compact si rivolge alle imprese
di tutto il mondo e si propone di creare un quadro economico, sociale ed
ambientale in grado di promuovere un sistema produttivo innovativo e
sostenibile. E un onore per la nostra azienda aver
ottenuto il riconoscimento delle Nazioni Unite che ci ha scelti come esempio di
eccellenza imprenditoriale
italiana, ha dichiarato Davide Canavesio, Amministratore Delegato Saet
Group. Lingresso in questo programma rappresenta unulteriore
conferma del nostro impegno costante nel favorire levoluzione tecnologica
nel settore del trattamento termico a induzione e delle energie rinnovabili, attraverso
significativi investimenti in R&D e un confronto continuo con i nostri
clienti, ha aggiunto Canavesio. Etichette: Saet Group Segnala questa
notizia: STAMPA
( da "GuidaViaggi.it"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Nel 2009 oltre 50
manifestazioni sportive internazionali avranno luogo in Danimarca, inclusa la
sessione Olimpica del comitato olimpico internazionale e il Congresso olimpico.
Tra i tanti eventi di questanno anche i campionati mondiali di
Taekwondo, il Congresso
Uefa, i Campionati mondiali di wrestling e il congresso Len. In vista di queste
numerose attività il Governo danese ha proclamato il 2009 come "Anno
danese dello sport". Liniziativa fa parte di un piano
nazionale del Governo per rendere più visibile la Danimarca sulla mappa del mondo come ospite leader
di eventi sportivi e congressi internazionali. Inoltre dal 25 di luglio al 2
agosto, Copenaghen ospiterà la seconda edizione dei World Outgames, la più
grande manifestazione sportivo-culturale mai organizzata in Danimarca e con un
numero di partecipanti superiore a quello delle Olimpiadi. Prima dellinizio
si terrà anche un congresso sul tema dei diritti umani.
( da "Sicilia, La"
del 08-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Camilleri come
Montalbano: ha amato una Livia genovese E' stata una giornata emozionante ed
inaspettata quella di oggi. Per la prima volta nella storia dell'immigrazione
che vede coinvolta la più grande isola delle Pelagie, si sono incontrati gli
studenti della locale scuola media con due migranti ospiti del centro
d'accoglienza di Lampedusa, ed un ex migrante da circa due anni stabilitosi
sull'isola. Il tutto si è svolto nell'ambito del progetto «Uomo - Azioni per la difesa dei diritti umani», (promosso da Alternativa Giovani Onlus, finanziato dal
Ministero delle Politiche sociali, in collaborazione con Amnesty International
e l'Istituto Onnicomprensivo Pirandello), che prevede attraverso diverse fasi
distinte in attività multidisciplinari rivolte agli studenti delle scuole
dell'isola, di rendere visibile lo stato dell'«Uomo immaginario», i
reali aspetti dei fenomeni di immigrazione che l'isola sta vivendo, creare dei
modelli, dei principi di corretto comportamento dell'educazione interculturale
nella comunicazione verbale, scritta e visiva. E l'incontro di oggi rientra
proprio in queste attività. Grazie ad un'intesa con il Ministero dell'Interno,
che considerate le alte finalità educative del progetto di cui trattasi, è
stato possibile far uscire due migranti del centro d'accoglienza. I loro nomi
sono Zaira, marocchina, arrivata in Italia con un matrimonio alle spalle
contratto all'età di 16 e scappata dal proprio paese dopo anni di sevizie e
torture perpetrate dal marito. E poi Mohammed, eritreo, con una storia
drammatica alle spalle, quasi tutti i suoi familiari e parenti uccisi dalle
bombe di una guerra senza senso, e arrivato in Italia in cerca di futuro
diverso e dignitoso. A questi due migranti si è aggiunto Daniew, eritreo, un ex
migrante che ha realizzato il suo sogno: arrivato a Lampedusa circa 5 anni fa,
ha chiesto il riconoscimento del diritto d'asilo e dopo varie peripezie l'ha
ottenuto. Ha girovagato per tre anni in diverse città italiane e poi ha deciso
di tornare in quella che lui chiama la «Sua Lambadusa», l'isola che porta nel
cuore. Ora lui vive e lavora regolarmente sull'isola che lo ha accolto e
salvato. Zaira, Mohammed e Daniew hanno raccontato agli studenti le loro
storie, le esperienze, le loro lotte fatte per scappare dalle proprie terre in
cerca di un futuro diverso, migliore, più dignitoso. E gli studenti, a loro
volta, hanno rivolto loro delle puntuali e precise domande. All'inizio gli
studenti erano un pò intimoriti, titubanti. A. Rav.
( da "Stampa, La" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
RASSEGNA.FILM PER
STUDENTI DELLE SUPERIORI Asti, in Sala Pastrone a "Scuola di
legalità" Prosegue in Sala Pastrone il ciclo di proiezioni legate
all'iniziativa «A scuola di legalità», organizzata dal
Segretariato per i Diritti Umani
e dall'Ufficio Istruzione del Comune. Il ciclo di film rivolto alle scuole
Superiori che hanno affrontato il tema della legalità attraverso il film
«Cemento Armato». Nel dibattito è intervenuto lo scrittore e attore Giorgio
Faletti, interprete del film, che ha risposto alle domande dei ragazzi
approfondendo alcuni aspetti legati ai contenuti. Il ciclo prosegue
venerdì 17 aprile con la proiezione del film di Marco Tullio Giordana «I cento
passi», una pellicola di impegno civile sulla mafia Venerdì 24 aprile nuovo
appuntamento invece con il film «Come prima», che affronta la delicata
problematica della sicurezza stradale e dei giovani vittime di incidenti.
( da "Trentino" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
LA CAMPAGNA «No al
caccia da 14 miliardi» Le associazioni trentine contro l'acquisto del nuovo Jsf
TRENTO. Unimondo e Mandacarù / Ctm aderiscono insieme a molte altre associazioni
trentine alla campagna «fermiamo la produzione di cacciabombardieri JSF»
lanciata a livello nazionale da Sbilanciamoci, una rete composta da decine di
realtà associative della società civile. «In questi giorni - ha esordito Fabio
Pipinato di Unimondo - il governo italiano sta chiedendo al parlamento il
parere positivo alla produzione di 131 caccia bombardieri Joint Strike Fighters
che impegneranno il nostro paese fino al 2026 con una spesa di quasi 14
miliardi di euro. E' scelta irresponsabile, sia per la politica di riarmo in
controtendenza con il mutato quadro internazionale trattandosi di un aereo
esclusivamente d'attacco che può trasportare anche ordigni nucleari, sia per lo
spreco di risorse economiche». «La situazione ci impone una scelta chiara - ha
aggiunto Giampiero Girardi di Mandacarù - promuovere un economia di pace e
giustizia non attenta solo al Pil, ma ad indicatori di ordine sociale ed
ambientale che devono avere la priorità». Armando Stefani per Tremembè, una
delle associazioni che ha sostenuto il lancio locale dell'iniziativa, ha
giudicato la campagna «pericolosamente lontana dai media nazionali più
importanti». La società civile trentina ha risposto con entusiasmo alla
campagna e all'indirizzo e-mail di Sbilanciamoci (info@sbilanciamoci.org) si
registrano già l'adesione di Acli, PartecipAzione-Cittadini Rovereto, Comitato delle associazioni per la Pace e i Diritti Umani di Rovereto, Comunità e
associazione Murialdo, Yaku, Tam Tam, Gruppo Tea, Uspid, Unione scienziati per
il disarmo, progetto Maracha. Tra i politici hanno aderito Michele Nardelli,
Giorgio Lunelli, Roberto Bombarda, Bruno Dorigatti, Mauro Ottobre, Giovanni
Kessler, Bruno Firmiani, Luigi Chiocchetti, Mattia Civico, Sara Ferrari,
Barbara Repetto, Alberto Pacher, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss e Christian
Tommasini. (a.gr.)
( da "Trentino" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
E l'Urss cercò di
bloccare la Biennale Carlo Ripa di Meana ieri a Trento ha ripercorso
l'esperienza in un mondo diviso L'incontro organizzato dal Centro studi
sull'Europa orientale STEFANO FAIT Cosa si fa quando un regime assume
gradualmente il controllo di tutti i mezzi di informazione, mira a soggiogare
l'arte e la cultura del proprio Paese ed esercita pressioni sui governi
stranieri per evitare che le critiche, soffocate all'interno, provengano
dall'esterno? Si raddrizza la schiena e ci si dà da fare. E' quel che ieri
sera, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale, ha raccontato di
aver fatto Carlo Ripa di Meana nel 1977, quando l'organizzazione della Biennale
di Venezia, dedicata al dissenso anti-sovietico, fu oggetto degli attacchi
incrociati del Pcus, dell'ambasciatore russo, di un governo democristiano che
stava in piedi solo grazie alla "non-sfiducia" di Pci e Psi, di
intellettuali filo-sovietici allineati e disciplinati e di chi non voleva
compromettere il sogno di una coesistenza pacifica tra i due blocchi. Il Centro
Studi sulla Storia dell'Europa Orientale ha organizzato l'incontro-dibattito
per consentire a Ripa di Meana di rievocare quei frangenti presentando un suo
libro, scritto assieme a Gabriella Mecucci, dal titolo "L'ordine di Mosca.
Fermate la Biennale del Dissenso", proprio mentre al Mart si è inaugurata
la mostra "La Guerra Fredda-Cold War. Arte e design nel mondo diviso
1945-1970". Ripa di Meana ha sottolineato il ruolo determinante di
Fernando Orlandi, presidente del Csseo, nel riportare alla ribalta una vicenda
che "era stata richiusa in un'ampolla, facendo di tutto perché non se ne
parlasse più". Era una fase delicata del confronto Est-Ovest. Gli Stati
Uniti erano appena usciti con le ossa rotte dall'avventura vietnamita e l'Urss
si trovava ad affrontare un dissenso interno che si faceva
forte del ritardo con il quale Paese teneva fede agli impegni presi in sede
internazionale in merito ai diritti umani ed alla libera circolazione di scienziati, intellettuali ed
artisti. L'ex eurodeputato ambientalista ha ricordato come proprio allora
"si intensificarono le voci di chi domandava che il sistema fosse
riformato e che si uscisse dalla menzogna". Per questo decise di
invitare in Italia Andrei Sakharov, uno dei più grandi scienziati del secolo
scorso, attivista per i diritti umani e premio Nobel
per la Pace nel 1974. Mosca non gradì e l'ambasciatore fece rilevare che
l'Unione Sovietica, fino a qual momento, aveva preso le distanze dal terrorismo
italiano di estrema sinistra. A dispetto di questa e di altre pressioni la
Biennale del Dissenso si fece e vi presero parte personalità del calibro di
Leszek Kolakowski, FranÇois FejtÖ, Norberto Bobbio, Nicola Matteucci e il
futuro premio Nobel Iosif Brodskii. Forte dell'esperienza, Ripa di Meana ha
concluso auspicando che ci si impegni di più nella "documentazione e
divulgazione dei crimini perpetrati dai regimi autoritari del ventunesimo
secolo, senza rimuovere la questione, perché è nostro dovere sostenere il
dissenso che germoglia in tutti i Paesi oppressi".
( da "Pais, El" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
La remodelación del
Ejecutivo Jiménez, satisfecha por recibir la Ley de Dependencia La nueva
titular de Sanidad vuelca su discurso en los servicios sociales C. MORÁN / M.
R. SAHUQUILLO - Madrid - 09/04/2009 Vota Resultado 1 votos La socialista
Trinidad Jiménez recogió ayer de manos de su predecesor, Bernat Soria, una
cartera, la de Sanidad y Política Social, que a su juicio, representa las señas
de identidad de las políticas socialistas: "Equidad, reparto social y
solidaridad". En su toma de posesión, Jiménez pronunció un discurso más
social que sanitario, muy volcado en la Ley de Dependencia, "el testigo
más preciado" que recibe, a pesar de que la ley ha ido de ministerio en
ministerio en los últimos años. Trinidad Jiménez A FONDO Nacimiento: 04-06-1962
Lugar: Málaga Ministerio de Sanidad y Consumo A FONDO Sede: Madrid (España)
Directivo: Elena Salgado (Ministra) Ver cobertura completa La noticia en otros
webs webs en espaÑol en otros idiomas Soria se despidió entre aplausos y
chistes, 'vengándose' de los periodistas Este vaivén de los servicios sociales,
que primero estuvieron adscritos al Ministerio de Trabajo, después al de
Educación y ahora al de Sanidad, ha suscitado los primeros recelos entre
quienes opinan que esa no es manera de valorar los asuntos sociales, que por sí
mismos podrían merecer una cartera propia. Pero recelos y entusiasmo dividen en
partes iguales las primeras reacciones, porque también son muchos los que
esperaban un maridaje sociosanitario para un colectivo, el de los
discapacitados (miles de ancianos entre ellos), que está muy necesitado de
cobertura médica. Luis Cayo, presidente del Cermi, la gran plataforma nacional
de los discapacitados, cree que la unión de ambas competencias en un solo
ministerio puede ser una "oportunidad óptima para crear un auténtico
espacio sociosanitario del que hoy carece el sistema público de protección
social". De opinión similar es el presidente de la Asociación Estatal de
Directores y Gerentes de Servicios Sociales, José Manuel Ramírez, aunque advierte
que los servicios sociales "no deben perder su identidad propia". Los
trabajadores sociales reciben con esperanza la llegada de una ministra cuya
madre es Asistente Social del cuerpo de Prisiones. Pero los implicados en que
la Ley de Dependencia salte por fin los escollos que la frenan están más
pendientes de ver quién es la persona, de rango inmediatamente inferior, que se
encargue por último de esta materia, hasta ahora en manos de la secretaria de
Estado Amparo Valcarce, que no repetirá. Trinidad Jiménez arrancó ayer al
frente del ministerio con un mensaje de tranquilidad respecto a la situación de
crisis que atraviesa el país: "Ninguna coyuntura económica va a mermar los
derechos de los colectivos más vulnerables", dijo. En su empeño espera contar
con "el esfuerzo" de las comunidades autónomas, encargadas de
implantar la Ley de Dependencia en sus territorios, y con "el
diálogo" con todos los colectivos implicados. A pesar de invocar ese
diálogo, Jiménez no aprovechó el momento para recordar que se está negociando
el Pacto por la Sanidad, una de las grandes apuestas de su antecesor. Sin
embargo, no olvidó otro de los mensajes clave en el mundo de los servicios
sociales. Fue cuando recordó: "El Estado debe ser el que proporcione el
apoyo" a los que lo necesitan. Ese es el espíritu de la propia Ley de
Dependencia, en un país, como España, acostumbrado a que sean las mujeres las
encargadas de sostener con sus cuidados el cuarto pilar del Estado de
bienestar. Tampoco Bernat Soria quiso detenerse ya en los asuntos sanitarios,
que han sido por completo su ocupación. Simplemente se despidió agradeciendo a
Zapatero la oportunidad de hacer "este gran máster en alta dirección"
que ha supuesto para él su paso por el ministerio. Y recibió a Jiménez con
bromas sobre lo que le espera. Algo que comparó con la Semana Santa. "Los
ministros, todos, tienen una entrada en Jerusalén. Es el día, Trini, que llegas
al ministerio, te reciben con palmas, ramas de olivo... Pero
al día siguiente empieza la tortura. Una tortura larga", relató.
"Luego llega la muerte, que es cuando te comunican el cese; y, por último,
la resurrección, al cabo de apenas unos minutos". Resurrección que le ha
llegado, contó, con las llamadas de su familia y las palabras de apoyo de todos
los consejeros de Sanidad, incluidos los de Valencia y Andalucía, para
recordarle que allí tiene trabajo, por si quiere incorporarse. Y así, entre
chistes y aplausos, se despidió Soria. Lo último de su gestión fue vengarse de
los periodistas: sacó una cámara y les hizo unas fotos, imitándoles: "A
ver, pónganse aquí, muévanse para allá...". La tortura de su mandato.
( da "Pais, El" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
El juez Moreno
quiere interrogar a los policías que viajaron a Guantánamo Los agentes,
enviados por Aznar, se entrevistaron con 13 prisioneros en 2002 y 2003 MANUEL
ALTOZANO - Madrid - 09/04/2009 Vota Resultado 0 votos Es más que probable que
los diplomáticos, policías y miembros del CNI que viajaron a la base de
Guantánamo para interrogar a prisioneros de la prisión ilegal, tengan que pasar
por la Audiencia Nacional. El juez Ismael Moreno, en su investigación sobre los
vuelos de la CIA, ha pedido a los servicios de información del Cuerpo Nacional
de Policía y de la Guardia Civil que le aporten todos los datos que tengan
sobre "la participación e identidad" de todos los funcionarios
españoles "que hayan obtenido información respecto de prisioneros de
Guantánamo". Entre ellos, según fuentes de la investigación, estarían los
enviados del Gobierno de José María Aznar en las comitivas organizadas el 4 de
marzo y el 22 de julio de 2002, y el 20 de enero de 2003 para tomar declaración
a 13 presos, entre ellos el talibán español, Hamed Abderramán, Hamido. Viaje
inaugural a la base CIA (Agencia Central de Inteligencia) A FONDO Sede: Washington
(Estados Unidos) Ver cobertura completa La noticia en otros webs webs en
espaÑol en otros idiomas El magistrado reclama datos sobre miembros de la CIA
en las operaciones Los agentes que viajaron al centro de
tortura pertenecían a la Unidad Central de Información Exterior (UCIE) de la
policía y, entre ellos, en alguna de las expediciones se encontraba uno de sus
principales responsables de entonces, el comisario Rafael Gómez Menor. También
participó en algunos de esos viajes el que fue número dos de la Embajada de
España en Washington, Félix Valdés. En la última visita a la prisión
ilegal, también estuvo presente un miembro del Centro Nacional de Inteligencia
(CNI). Uno de los funcionarios españoles declaró a este periódico el pasado
octubre que la finalidad de esos viajes era sacar a Hamido de allí para
entregarlo a la justicia española. El ceutí, sin embargo, asegura que sólo se
interesaron por su estancia en Afganistán. El contenido de esos interrogatorios
se recogió en un informe policial de 39 páginas. Además de la identidad de esos
funcionarios españoles, el juez Ismael Moreno solicita a la Policía y la
Guardia Civil de forma muy genérica información sobre los vuelos a la prisión
ilegal que pasaron o salieron de España. Reclama a los servicios de información
de ambos cuerpos "que aporten cuantos antecedentes tengan de operaciones
en las que hayan participado agentes de los Estados Unidos de América
relacionadas con el traslado o presencia de prisioneros en Guantánamo". En
diciembre, Moreno ya reclamó la relación de llamadas de teléfono efectuadas por
ocho supuestos miembros de los servicios de inteligencia estadounidenses desde
un hotel de Ibiza (el Royal Plaza) entre el 12 y el 16 de febrero de 2005.
Todos ellos pertenecían a las tripulaciones de cuatro vuelos de la CIA
investigados, según un informe reclamado por la fiscalía de Baleares a la
Guardia Civil. Ese documento, elaborado en junio de 2005, reflejaba que todos
ellos tenían estatus diplomático y sus domicilios estaban próximos al cuartel
general de la CIA, con sede en Langley, en el Estado de Virginia. Viaje
inaugural a la base El juez muestra especial interés por dos de los vuelos a
Guantánamo que, supuestamente, partieron o fueron operados desde la base de
Morón de la Frontera. Por eso cita a los controladores y oficiales de vuelo que
estaban de servicio el "11 de enero de 2002 y 8 de noviembre de
2005". El primero de los vuelos, con indicativo RCH7502 es el que tiene el
dudoso honor de inaugurar la prisión ilegal de Guantánamo. A bordo de este avión
C-141 procedente de Turquía y con destino a la base estadounidense en Cuba,
viajaron los primeros 23 prisioneros que fueron internados en el centro de
tortura. El control aéreo de Portugal aseguró que hizo escala en España, aunque
el Gobierno español asegura que sólo sobrevoló el Estrecho de Gibraltar
"con derecho de paso inocente". El segundo vuelo (RCH985) sí partió
desde Morón hacia Guantánamo. Se presentó como un vuelo de transporte de
personal de EE UU en apoyo de la operación Libertad Duradera, emprendida por
ese país tras los atentados de las torres gemelas en Nueva York.
( da "Gazzetta di Reggio"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Crisi nera per
logistica e facchinaggio A fine mese previsti problemi anche per gli addetti
del settore tessile REGGIO. La Confcooperative annuncia lo stato di crisi per
il settore della logistica e del facchinaggio. «Ad oggi - sottolinea la
centrale cooperativa - sono 200 le persone a "zero ore" su un totale
di 1600 lavoratori presenti nelle cooperative del settore associate, ma la
situazione è destinata a peggiorare, tanto che a fine aprile stimiamo che un
quarto dei dipendenti (anche per l'avvio della stagionalità del settore
tessile) saranno nella stessa condizione». «L'impegno solidale delle
cooperative è evidente - aggiunge Confcooperative - tanto che è stata messa in
atto una seria e ponderata rotazione dei soci-lavoratori impegnati nelle
attività». Da qui, dunque, la decisione delle cooperative del settore (una
dozzina) di procedere nei prossimi giorni alla convocazione delle assemblee dei
soci per la proclamazione dello stato di crisi. «A fronte di questa situazione
- prosegue Confcooperative - assumono carattere d'urgenza almeno tre azioni:
l'avvio di un intervento della Regione sul versante degli ammortizzatori
sociali; la prosecuzione di un'azione di controllo e di repressione sulle imprese della logistica che operano in violazione dei diritti dei lavoratori; un'analoga
azione di controllo e di regolarizzazione delle situazioni in cui la committenza
incentiva la pratica del lavoro irregolare, del dumping contrattuale e si rende
responsabile dell'inosservanza delle tariffe minime da riconoscere alle imprese
affinché il loro lavoro possa avvenire nella correttezza».
( da "Giornale di Brescia"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione: 09/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:estero Algeria oggi al voto: il risultato
è scontato ma si temono attentati ALGERIChiusa la campagna elettorale il 6
aprile, oggi, giovedì 9 aprile, l'Algeria va alle urne per eleggere il
presidente della Repubblica per il quinquennio 2009-2013. Il titolare uscente,
Abdelaziz Buteflika, si presenta per un terzo mandato, un'occorrenza questa che
ha richiesto l'intervento del Parlamento per modificare nel novembre 2008 il
dettato costituzionale (l'art. 74) del 1989. Bouteflika ha poi temporeggiato fino
al 12 febbraio scorso, prima di annunciare ufficialmente la sua discesa in
campo. Da quel momento «Aziz» (in arabo significa «potente, forte») ha
incominciato a girare il Paese come una trottola, sebbene la campagna
elettorale dovesse iniziare ufficialmente solo il 16 marzo. Oltre ad avere i
mezzi di comunicazione di massa puntati su di lui, come ogni presidente in
visita a città e province del suo Paese, Bouteflika ha fatto, nel corso del suo
giro, un sacco d'interventi e d'inaugurazioni, accompagnate tutte da una grande
quantità di promesse, come l'aumento del salario minimo, il raddoppio delle
borse di studio agli studenti e un premio in denaro a ricercatori e i
dottorandi, la presa in carico del debito degli agricoltori (sono più di
centomila per una spesa che supera i 400 milioni di euro), ecc.. Ovviamente gli
altri contendenti - sono cinque i candidati ammessi dal Consiglio
Costituzionale alla contesa presidenziale - hanno lanciato denunce ed accuse
per la tempistica e l'uso «improprio» dei media e dei fondi pubblici da parte
del candidato uscente. Gli avversari del presidente sono Ali Faouzi Rebaïne (fondatore della Lega dei Diritti umani e del partitino nazionalista AHD 54), Djahid Younsi (El-Islah),
Mussa Touati (Front National Algerien), Mohamed Said (Parti de la Liberté et de
la Justice) e la pasionaria trotskista Louisa Hanoune (Parti des Travailleurs,
incarcerata a più riprese negli Anni '80 per manifesta ostilità al sistema).
Va subito aggiunto che gli antagonisti di Bouteflika hanno avuto poco spazio di
manovra oltre che di mezzi finanziari e forse l'unico che potrebbe dare qualche
fastidio al presidente uscente è Moussa Touati (56 anni, popolar nazionalista
aperto al sociale). I qaedisti sul piede di guerra Da tempo il Paese intero è
tappezzato di manifesti con la figura sorridente del presidente, dell'uomo che,
con il suo programma di riconciliazione e di ricostruzione nazionale, ha
sconfitto il terrorismo del Fronte Islamico di Salvezza (FIS), raffigurato con
posata su di un braccio una colomba bianca, simbolo della pace ritrovata.
Bouteflika (classe
( da "Unita, L'" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Stupro coniugale
una legge contro la Costituzione» La ex ministra afghana per le questioni
femminili: Karzai può modificarla senza bisogno del permesso del clero sciita
GABRIEL BERTINETTO Il Parlamento di Kabul ha approvato una legge per la
minoranza sciita, che consente di fatto lo stupro domestico, imponendo alle
mogli l'obbligo di avere rapporti sessuali ogni qualvolta il marito lo voglia.
Inoltre vieta loro di uscire di casa senza permesso coniugale. Il presidente
Karzai ha firmato la legge ma la protesta in Afghanistan e fuori è stata così
forte da indurlo a una parziale marcia indietro. Il provvedimento verrà
riesaminato. Al telefono da Kabul la presidente della Commissione per i diritti
umani ed ex ministra per le questioni femminili, Sima
Samar. Signora Samar, come giudica la legge per le donne sciite? «Non è in
sintonia con la Costituzione e non rispetta le Convenzioni internazionali
ratificate dallo Stato afghano. Il fatto è che agli sciiti
in Afghanistan fino ad epoca recente non era consentito di esercitare i diritti
loro inerenti come gruppo. Per la prima volta la Costituzione del 2004 glieli
ha concessi. Ma questo non può essere usato da alcuni per negare una parte dei
diritti fondamentali che ciascuno ha in quanto essere umano. E in particolare
non vuol dire che si possano limitare i diritti delle donne». Si può
dire che il Parlamento con l'avallo del presidente Karzai abbiano rimesso in
vigore, seppure limitato al 15% della popolazione, lo stesso sistema
discriminatorio instaurato a suo tempo dai talebani? «Sì, in qualche modo è
così. Ed aggiungo che la bozza iniziale della legge era ancora peggiore
rispetto al testo finale». Karzai ha fama di progressista. Come può avere
firmato un provvedimento simile? «Non lo so. La commissione per i diritti umani aveva lavorato molto sulla bozza di partenza per
correggerla. A un certo punto è stata sottoposta a Karzai. Ero all'estero e non
so davvero perché abbia detto sì. Spero che non sia per la pressione di una
parte del clero sciita, desideroso di trasformare la propria mentalità in
legge». La spiegazione corrente è che il capo di Stato abbia bisogno del
sostegno sciita per essere rieletto in agosto. Ma è così debole Karzai da dover
barattare i suoi principi per qualche voto? «In ogni paese gli appuntamenti
elettorali possono comportare qualche tipo di negoziato. Probabilmente era in
cerca di qualche vantaggio politico. Bisogna considerare poi che il grosso
della popolazione sciita non conosce i contenuti della legge, che non sono
stati resi pubblici. Oppure non li capisce. Anche perché la maggior parte degli
afghani è analfabeta. Molti non conoscono i dettagli della legge. Per gli
sciiti il fatto di ottenere per la prima volta nella storia il rispetto dei
propri diritti come gruppo e di potere esercitare liberamente il proprio credo
religioso è un fatto positivo. Ma approfittare di questo per soffocare i
diritti di metà della popolazione sciita, quella di sesso femminile, è
inaccettabile». In generale come ex ministra è soddisfatta del suo lavoro? «Non
c'è dubbio che in Afghanistan ci siano stati dei miglioramenti per le donne.
Nel campo dell'istruzione, della sanità, delle opportunità di lavoro, che
almeno ufficialmente non sono impedite. C'è più partecipazione politica,
accesso al Parlamento, al governo. Ma con molta chiarezza devo dire che come
donna non sono soddisfatta. E, nelle zone rurali, la situazione per gran parte
delle donne è cambiata poco. Non sono a conoscenza dei loro diritti. Le leggi
che le tutelano non vengono applicate, spesso i crimini contro le donne restano
impuniti. Come commissione per i diritti umani abbiamo
lavorato molto. Ma la situazione è difficile. La guerra continua. Le
percentuale di analfabeti è altissima. Ci vorrà del tempo perché le cose
migliorino. Ma ripeto, ci diamo molto da fare. Anche rispetto a questa legge,
per un anno ci siamo impegnati per emendarla. Abbiamo fatto proposte. Ma è
mancata la volontà politica di cambiarla. E non mi riferisco solo a Karzai, ma
in primo luogo al Parlamento nel quale alla fine la legge è stata fatta passare
senza rispettare le corrette procedure». Karzai si dice disposto a rivedere la
legge, ma d'intesa con il clero sciita. Che senso ha? «Solo il Parlamento ha
facoltà di varare una legge. Nessun altra istituzione può arrogarsi quel
compito. Il progetto di legge è competenza del ministero della Giustizia.
L'approvazione spetta all'organo legislativo dello Stato. Perciò non capisco
perché Karzai faccia un'affermazione simile. Le pressioni esterne sono possono
essere accettate. Vige il potere della legge e non la legge del potere». Spesso
nei Paesi musulmani la religione è usata strumentalmente per fini politici.
Cosa ne pensa? «Non accade solo nei Paesi musulmani. In molti Paesi, compresi
quelli di tradizione cristiana, si cercano pretesti per giustificare violazioni
dei diritti. Non solo nei Paesi di cultura islamica, ci tengo a ripeterlo». Un
deputato sciita ha difeso la legge sostenendo che in fondo alle donne viene
permesso di uscire di casa senza permesso se c'è un'emergenza ... «Credo che questa
frase abbia a che fare con la sua mentalità, non con l'Islam. Chi dice queste
cose, è un insicuro, non ha fiducia in se stesso. L'Islam non c'entra».
Intervista a Sima Samar
( da "Unita, L'" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Parlamento di
Kabul ha approvato una legge per la minoranza sciita, che consente di fatto lo
stupro domestico, imponendo alle mogli l'obbligo di avere rapporti sessuali
ogni qualvolta il marito lo voglia. Inoltre vieta loro di uscire di casa senza
permesso coniugale. Il presidente Karzai ha firmato la legge ma la protesta in
Afghanistan e fuori è stata così forte da indurlo a una parziale marcia
indietro. Il provvedimento verrà riesaminato. Al telefono da Kabul la
presidente della Commissione per i diritti umani ed ex
ministra per le questioni femminili, Sima Samar. Signora Samar, come giudica la
legge per le donne sciite? «Non è in sintonia con la Costituzione e non
rispetta le Convenzioni internazionali ratificate dallo Stato afghano. Il fatto
è che agli sciiti in Afghanistan fino ad epoca recente non
era consentito di esercitare i diritti loro inerenti come gruppo. Per la prima
volta la Costituzione del 2004 glieli ha concessi. Ma questo non può essere
usato da alcuni per negare una parte dei diritti fondamentali che ciascuno ha
in quanto essere umano. E in particolare non vuol dire che si possano limitare
i diritti delle donne». Si può dire che il Parlamento con l'avallo del
presidente Karzai abbiano rimesso in vigore, seppure limitato al 15% della
popolazione, lo stesso sistema discriminatorio instaurato a suo tempo dai talebani?
«Sì, in qualche modo è così. Ed aggiungo che la bozza iniziale della legge era
ancora peggiore rispetto al testo finale». Karzai ha fama di progressista. Come
può avere firmato un provvedimento simile? «Non lo so. La commissione per i
diritti umani aveva lavorato molto sulla bozza di
partenza per correggerla. A un certo punto è stata sottoposta a Karzai. Ero
all'estero e non so davvero perché abbia detto sì. Spero che non sia per la
pressione di una parte del clero sciita, desideroso di trasformare la propria
mentalità in legge». La spiegazione corrente è che il capo di Stato abbia
bisogno del sostegno sciita per essere rieletto in agosto. Ma è così debole
Karzai da dover barattare i suoi principi per qualche voto? «In ogni paese gli
appuntamenti elettorali possono comportare qualche tipo di negoziato.
Probabilmente era in cerca di qualche vantaggio politico. Bisogna considerare
poi che il grosso della popolazione sciita non conosce i contenuti della legge,
che non sono stati resi pubblici. Oppure non li capisce. Anche perché la
maggior parte degli afghani è analfabeta. Molti non conoscono i dettagli della
legge. Per gli sciiti il fatto di ottenere per la prima volta nella storia il
rispetto dei propri diritti come gruppo e di potere esercitare liberamente il
proprio credo religioso è un fatto positivo. Ma approfittare di questo per
soffocare i diritti di metà della popolazione sciita, quella di sesso
femminile, è inaccettabile». In generale come ex ministra è soddisfatta del suo
lavoro? «Non c'è dubbio che in Afghanistan ci siano stati dei miglioramenti per
le donne. Nel campo dell'istruzione, della sanità, delle opportunità di lavoro,
che almeno ufficialmente non sono impedite. C'è più partecipazione politica,
accesso al Parlamento, al governo. Ma con molta chiarezza devo dire che come
donna non sono soddisfatta. E, nelle zone rurali, la situazione per gran parte
delle donne è cambiata poco. Non sono a conoscenza dei loro diritti. Le leggi
che le tutelano non vengono applicate, spesso i crimini contro le donne restano
impuniti. Come commissione per i diritti umani abbiamo
lavorato molto. Ma la situazione è difficile. La guerra continua. Le
percentuale di analfabeti è altissima. Ci vorrà del tempo perché le cose
migliorino. Ma ripeto, ci diamo molto da fare. Anche rispetto a questa legge,
per un anno ci siamo impegnati per emendarla. Abbiamo fatto proposte. Ma è
mancata la volontà politica di cambiarla. E non mi riferisco solo a Karzai, ma
in primo luogo al Parlamento nel quale alla fine la legge è stata fatta passare
senza rispettare le corrette procedure». Karzai si dice disposto a rivedere la
legge, ma d'intesa con il clero sciita. Che senso ha? «Solo il Parlamento ha
facoltà di varare una legge. Nessun altra istituzione può arrogarsi quel
compito. Il progetto di legge è competenza del ministero della Giustizia. L'approvazione
spetta all'organo legislativo dello Stato. Perciò non capisco perché Karzai
faccia un'affermazione simile. Le pressioni esterne sono possono essere
accettate. Vige il potere della legge e non la legge del potere». Spesso nei
Paesi musulmani la religione è usata strumentalmente per fini politici. Cosa ne
pensa? «Non accade solo nei Paesi musulmani. In molti Paesi, compresi quelli di
tradizione cristiana, si cercano pretesti per giustificare violazioni dei
diritti. Non solo nei Paesi di cultura islamica, ci tengo a ripeterlo». Un
deputato sciita ha difeso la legge sostenendo che in fondo alle donne viene
permesso di uscire di casa senza permesso se c'è un'emergenza ... «Credo che
questa frase abbia a che fare con la sua mentalità, non con l'Islam. Chi dice
queste cose, è un insicuro, non ha fiducia in se stesso. L'Islam non c'entra».
( da "Unita, L'" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Abrogare quella
norma che autorizza la violenza» «La legge sulla famiglia
per gli sciiti firmata dal presidente Karzai rappresenta un gigantesco passo
indietro per i diritti umani delle donne afghane». Così inizia l'appello che centinaia di
personalità politiche, intellettuali, attivisti per i diritti umani, imprenditori di numerosi paesi
rivolgono alle autorità afghane affinché la legge sia abrogata e revocata.
«Reintroducendo discriminazioni inaccettabili, autorizza formalmente la
violenza contro le donne legalizzando di fatto lo stupro da parte del coniuge e
nega uguali diritti in materia di custodia dei figli, istruzione, lavoro e cure
mediche». Tra i firmatari, con la vicepresidente del Senato italiano Emma
Bonino, sono Moushira Khattab, ministra egiziana per la Famiglia, la deputata
irachena Safia Al-Suhail, la relatrice Onu sulla libertà di religione in
Pakistan Asma Jahangir, la deputata turca Zeynep Dagi, la presidente del
comitato nazionale yemenita per le donne Rashida Al-Hamdnai. In Italia hanno
aderito numerosi parlamentari democratici e radicali, e anche di altre forze
politiche. L'APPELLO
( da "Adige, L'" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Sbilanciamoci»
contro le spese militari È stata presentata ieri a Palazzo Trentini la campagna
«Sbilanciamoci», nata in Italia già nel '99 e alla quale hanno già aderito
oltre 47 associazioni nazionali. L'appello che viene lanciato, chiedendo ai
parlamentari trentini e ai consiglieri provinciali di farsi portavoce in
Parlamento, è di fermare la produzione di 131 cacciabombardieri Jsf (Joint
Strike Fighters) che impegneranno il nostro Paese fino al 2026 ad una spesa di
14 miliardi di euro, e quindi riconvertire queste spese per lo sviluppo. «Sono
molti già oggi - spiega Fabio Pipinato di Unimondo, uno dei promotori
dell'iniziativa a Trento - i firmatari che hanno condiviso le idee portate
avanti da questa campagna. Noi stiamo cercando di essere bipartisan prendendo
in considerazione le politiche militari sia del governo attuale che di quelli
precedenti ma purtroppo troviamo solo una concordanza di idee. Il mondo sta
cambiando, e gli scenari stanno mutando, riteniamo che anche l'Italia debba
fare lo stesso». Siamo anche davanti - affermano i promotori di «Sbilanciamoci»
- ad oltre tre miliardi di euro per l'export delle armi
anche in Paesi dove i diritti umani sono violati. La denuncia mira inoltre alla scomparsa
dell'elenco delle «banche armate», i finanziatori delle armi, dalla relazione
del Presidente del Consiglio. I promotori dell'iniziativa sono: Acli,
associazione PartecipAzione-Cittadini Rovereto, Comitato per le associazioni
per la pace e i diritti umani di Rovereto, Comunità Murialdo del Trentino Alto Adige,
Associazione Murialdo del Trentino Alto Adige, Cooperativa Mandacarù, Progetto
Maracha, Unimondo, Uspid, Unione scienziati per il disarmo, Tremembè,
l'associazione Yaku, Gruppo Lab di Robereto, e il Gruppo Tea Trento-Rovereto.
Intanto, ascoltando la voce delle associazioni, alcuni consiglieri provinciali
trentini capeggiati da Michele Nardelli hanno presentato ieri una mozione.
09/04/2009
( da "Stampa, La" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'OBIETTIVO il caso
In rivolta le Ong umanitarie SENZA MISURA La linea
dura di Sarkozy contro il Buon Samaritano Nel 2009 per il reato di «aiuto
indiretto» previsti 5500 arresti Choc in Francia, carcere per chi aiuta un
clandestino DOMENICO QUIRICO Arrestato manager dell'associazione dell'Abbé Pierre
CORRISPONDENTE DA PARIGI Nulla dovrebbe essere meno misterioso di una norma di
legge. Basta prendere il codice; nel caso le norme che «regolano l'ingresso e
il soggiorno degli stranieri e del diritto di asilo», aggiornato nel
( da "Italia Oggi (La Legge)"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
ItaliaOggi Numero
084 pag. 14 del 9/4/2009 | Indietro L'America bacchetta LA
LEGGE Di Patrizio Gonnella Il Dipartimento di stato sui
diritti umani in Italia
Custodia cautelare e processi lumaca Eccessiva lunghezza delle custodie
cautelari in carcere e dei procedimenti giudiziari, violenze contro le donne e
i rom, traffico di esseri umani: questi sono gli elementi di maggiore preoccupazione presente nel
Rapporto annuale degli Stati Uniti sui diritti umani in Italia pubblicato nei giorni [...] Costo Punti per
Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati: 4
( da "Salute (La Repubblica)"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
SUPPLEMENTO SALUTE
ultimo aggiornamento 09 Aprile 2009 pag. 17 Aiutare gli ultimi ALLA parola
solidarietà c'è chi riesce a dare un significato non banale. Come "Medici per i Diritti Umani" un'associazione internazionale nata grazie
all'inziativa di un gruppo di camici bianchi, ostetrici e volontari, che si
occupa di portare assistenza sanitaria alle popolazioni più vulnerabili nelle
situazioni di crisi, in Italia come nel resto del mondo. E lo fa
promuovendo l'impegno volontario di medici e altri operatori sanitari
coinvolgendo anche cittadini e professionisti delle discipline più disparate.
Lo scopo del lavoro dell'associazione è di far germogliare nella società civile,
in modo indipendente da affiliazioni politiche e religiose, il senso di una
collaborazione comune al fianco dei più deboli. Gran parte dei progetti sono
infatti dedicati alla creazione di spazi democratici e partecipativi che
consentano alle popolazioni di diventare esse stesse protagoniste del loro
sviluppo. In questo modo i membri dell'associazione riescono a intervenire non
solo nelle situazioni di emergenza-urgenza ma anche in maniera preventiva. Info
www.medici per i di rit tiu mani.org (sara ficocelli)
( da "Manifesto, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
UN LUNGO CAMMINO
VERSO LA PACE Aiutateci A FERMARE ISRAELE L'appello dall'Università ebraica di
Gerusalemme: anche durante i massacri di Gaza, abbiamo continuato a far finta
di niente. Una tregua non basta più: come per il Sudafrica, è necessaria una
Commissione per la verità che aiuti ebrei e arabi a vivere assieme. Ma prima il
mondo dovrà smettere di venderci armi e, se non rispetteremo i diritti degli
arabi, isolare i nostri cantanti, sportivi e turisti Daphna Golan* Daphna
Golan* In lingua ebraica «va' a Gaza» è un modo di dire comune, sinonimo di
«va' all'inferno». Quasi nessun israeliano ha mai vissuto nella Striscia,
mentre molti palestinesi di Gaza vivono in campi profughi e Israele lì
controlla ancora la vita di 1,5 milioni di arabi anche in seguito al
«disimpegno», dopo che nell'estate 2005 i coloni furono costretti a lasciare i
loro insediamenti. La maggior parte degli israeliani è stata a favore della
guerra contro Gaza anche se non è mai stato chiaro quali fossero gli obiettivi
della guerra - nonostante i media ripetevano che c'era «una quantità
d'obiettivi» - quale il suo scopo finale e perché non fossero state intraprese
strade alternative ai bombardamenti. La maggior parte degli israeliani
semplicemente sosteneva: «Non possiamo continuare a non fare nulla mentre Hamas
tira razzi nel sud d'Israele». Anch'io ero d'accordo che bisognasse fare
qualcosa per fermare il lancio di Qassam contro Sderot e Beersheva. Ma perché,
invece di dialogare con la gente di Gaza - inclusa la leadership di Hamas - abbiamo
sparato e bombardato? Nelle giornate di protesta contro l'attacco più
devastante a cui abbia mai assistito ho continuato a chiedermi: come è
possibile? Come è possibile che la maggior parte degli israeliani appoggi
questa guerra dannosa e stupida? Come possiamo vivere quest'incubo senza
immaginare come fermarlo? Perché i figli dei miei amici stanno partecipando a
questa guerra malvagia? Come possiamo continuare normalmente la nostra vita
quotidiana in mezzo a tutto questo? Penso che all'origine di tutto ciò ci sia
una combinazione - condivisa dalla maggioranza degli israeliani - di paura,
pregiudizio e mancanza di speranze e futuro. A Gerusalemme abbiamo continuato a
insegnare, come sempre. Al sicuro, a poche decine di chilometri dall'area di
guerra. Insegno diritti umani e i miei studenti sono sia arabi sia ebrei. Israeliani e
palestinesi, religiosi e laici, erano tutti depressi, spaventati e arrabbiati.
Ma abbiamo continuato a lavorare, come sempre. Ormai siamo così abituati alle
guerre che non ci siamo fermati nemmeno in questo caso. Ma ora io vi
prego di fermarci. Nella prima settimana del conflitto avevo pubblicato un
intervento sul quotidiano Ha'aretz proponendo uno sciopero dei campus finché la
guerra non fosse finita. Ho ricevuto lettere da università della California e
della Gran Bretagna che ci proponevano scioperi di solidarietà, ma qui a
Gerusalemme soltanto quattro membri dell'Università hanno aderito allo sciopero
di un'ora che stavamo organizzando e, alla fine, nemmeno questa protesta ha avuto
luogo. Sono un'ebrea israeliana, nata e cresciuta in Israele. Avevo dieci anni
quando scoppiò la Guerra dei sei giorni, 16 quando iniziò il conflitto dello
Yom Kippur. Durante la prima guerra del Libano ero una studentessa e ho
conosciuto l'uomo che sarebbe diventato mio marito. Mia figlia è nata pochi
mesi prima che, nel 1987, scoppiasse la prima Intifada e, nel 1991, ogni volta
che l'allarme suonava ci rifugiavamo con lei e il suo fratellino in una tenda
di plastica a prova di armi chimiche. I miei figli sono cresciuti a Gerusalemme
negli anni degli attentati suicidi e delle esplosioni sugli autobus.
Accompagnarli a scuola rappresentava ogni giorno un viaggio spaventoso. Abbiamo
continuato la vita di sempre durante la seconda guerra del Libano nel 2006 -
mentre decine di operazioni militari causavano enormi distruzioni - perché
durante tutti questi anni ci hanno raccontato che non abbiamo scelta, che
Israele vuole la pace ma non ha un partner con cui siglarla e che quindi
dovevamo andare avanti, tenendo alto il morale. Ma ora dico che dobbiamo essere
fermati, che non possiamo andare più avanti così. Nessun'arma deve più essere
data a Israele per iniziare altre guerre. E se i cantanti israeliani vogliono
gareggiare in Eurovisione, gli sportivi giocare nelle leghe europee e i turisti
spostarsi da un paese all'altro dell'Unione europea senza bisogno di visto,
devono rispettare i diritti di tutti, porre fine all'occupazione militare nei
confronti dei palestinesi che va avanti da 42 anni, smettere di fare la guerra
e trovare nuovi modi di negoziare il nostro futuro assieme ai palestinesi.
Perché nei colloqui di pace - tutti falliti finora - si è sempre discusso di
dove tracciare i confini, come separare i popoli, mai di come ebrei e arabi
vivranno assieme. La Commissione per la verità e la riconciliazione sudafricana
dovrebbe essere assunta come modello per permettere a ebrei e arabi, a
palestinesi e israeliani di smettere di sparare e onorare la memoria dei propri
cari morti nel conflitto. Piangere i caduti, curare le ferite, ammettere le
sofferenze inflitte a un popolo innocente, discutere del passato e sognare
assieme un futuro condiviso. Le guerre contro Gaza non saranno fermate finché
non sarà riconosciuto che la Striscia di Gaza è stata creata da Israele. Durante
il conflitto del 1948, che i palestinesi chiamano Nakba (catastrofe) e gli
israeliani Guerra d'indipendenza, centinaia di migliaia di palestinesi furono
deportati o scapparono dalle loro case e non fu più permesso loro di farvi
rientro. Le loro terre furono confiscate e la maggior parte dei loro villaggi
distrutti e ripopolati da ebrei nel momento della nascita dello Stato
d'Israele. Molti dei rifugiati scapparono proprio a Gaza e alcuni di loro hanno
abitato in campi profughi negli ultimi 60 anni. Per i primi 19 hanno vissuto
sotto occupazione egiziana e, da quel momento in poi, per oltre 40 anni, sotto
occupazione militare israeliana. I profughi palestinesi, che rappresentano la
maggioranza della popolazione di Gaza, sognano di tornare ai loro villaggi e
alle loro terre in Israele, ma Israele non vuole nemmeno ascoltare i loro
desideri, perché Israele rifiuta qualsiasi discussione sul passato. Un cessate
il fuoco è necessario, ma lo è, allo stesso modo, un percorso di discussione
sul nostro passato e sul nostro futuro. E questa trattativa dovrebbe aver luogo
tra il maggior numero di parti possibile tra quelle che hanno dato vita a
questo conflitto. Dovremmo discutere della fine dell'occupazione militare a
Gaza e in Cisgiordania, del futuro dei profughi e della condivisione di
Gerusalemme. Dovremmo discutere di come vivere assieme secondo giustizia, ebrei
e arabi, in Medio Oriente. Spero che non sia ormai troppo tardi. Forse ci
vorranno molti anni prima che le ferite si rimarginino ma, col vostro aiuto, col
vostro rifiuto di appoggiare la guerra, possiamo trovare la via della
riconciliazione. Spero di poter continuare a insegnare a studenti ebrei e arabi
che quella dei diritti umani non è una lingua
straniera, estranea alla nostra realtà e che il loro sarà un futuro di pace e
non più di guerre. Per favore, aiutateci a fermare la guerra e costruire la
strada per un futuro di giustizia. *Daphna Golan insegna diritti umani all'Università ebraica di Gerusalemme ed è autrice di
«Next year in Jerusalem-Everyday life in a divided city» (New press)
( da "Italia Oggi"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
ItaliaOggi sezione:
La Legge data: 09/04/2009 - pag: 14 autore: di Patrizio Gonnella Il
Dipartimento di stato sui diritti umani in Italia L'America bacchetta Custodia cautelare e processi
lumaca Eccessiva lunghezza delle custodie cautelari in carcere e dei
procedimenti giudiziari, violenze contro le donne e i rom, traffico di esseri umani: questi sono gli elementi di
maggiore preoccupazione presente nel Rapporto annuale degli Stati Uniti sui
diritti umani in Italia
pubblicato nei giorni scorsi sul sito del Dipartimento di stato
http://www.state.gov. In apertura si citano tre inchieste irrisolte che vedono
il coinvolgimento di esponenti delle forze dell'ordine: la prima è quella che
ha causato la morte del tifoso della Lazio Gabriele Sandri, la seconda riguarda
il caso di Federico Aldrovandi morto a Ferrara dopo aver subito percosse da
parte della Polizia, la terza riguarda la morte di Susanna Venturini,
incensurata, uccisa da un carabiniere a Verona nel luglio 2007 mentre scappava
dopo aver compiuto un'estorsione. Nel paragrafo dedicato alla tortura e ai
maltrattamenti si ricorda come nel codice penale italiano manchi ancora la
specifica previsione del reato di tortura. Proprio nei giorni scorsi è avvenuta
l'ennesima bocciatura in parlamento. Vengono citati episodi di uso eccessivo
della forza contro rom e immigrati. Si cita, tra gli altri, il caso di Essid
Sami Ben Kemais, di origine tunisina, espulso nel giugno scorso dall'Italia al
termine di una pena inflitta per fatti legati al terrorismo internazionale, nonostante
due mesi prima la Corte europea dei Diritti dell'uomo
avesse chiesto di sospendere l'allontanamento mentre riesaminava il caso, vista
anche la possibilità che l'uomo rischiasse di subire tortura o maltrattamenti
nel suo paese. Nel paragrafo dedicato ai luoghi di privazione della libertà
personale, si sottolinea il sovraffollamento, la mancanza di dotazioni
sanitarie adeguate e la fatiscenza di alcune carceri. Si cita, con sorpresa e
preoccupazione, l'altissimo numero di detenuti in custodia cautelare: nel
dicembre 2008 sono ben il 51,3% del totale della popolazione reclusa tenendo
l'Italia ben al di sopra della media europea. I 17 ex Centri di Permanenza
Temporanea, attualmente denominati Centri di Identificazione per Immigrati,
sono criticati in quanto eccessivamente sovraffollati specialmente
in estate, quando aumentano gli sbarchi dall'Africa. Il Rapporto cita un
dato diramato dal procuratore generale della Corte di cassazione secondo il
quale la lunghezza media di un processo penale è in primo grado dai 300 ai 400 giorni,
mentre quella di un appello si aggira attorno ai 900 giorni. Si sottolinea come
ciò costituisca tuttavia un progresso rispetto al passato. Nel capitolo
dedicato alla libertà di stampa, che il Dipartimento di Stato considera tutto
sommato garantita nel nostro paese, si cita la concentrazione eccessiva di
strumenti mediatici nelle mani del presidente del Consiglio, così come le
denunce di alcuni giornalisti (tra cui quelli appartenenti a Giornalisti senza
Frontiere) relative ad azioni giudiziarie contro colleghi che hanno rifiutato
di rivelare i nomi di fonti confidenziali.
( da "marketpress.info"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Giovedì 09 Aprile
2009 TORINO: LA STORIA IN SCENA DA APRILE A GIUGNO, VISITE TEATRALI AL CASTELLO
DI RIVARA, CASTELLO DI MAZZÈ CASTELLO DI IVREA, CASTELLO CAVOUR DI SANTENA,
CASTELLO MALGRÀ DI RIVAROLO E FORTE BRAMAFAM. Immaginate di entrare in un
castello o di varcare limponente soglia di un forte e di essere
accolti da attori in costume depoca che vi conducono in un
viaggio indimenticabile attraverso il tempo e lo spazio, dal rigore
del Medioevo al fasto dei Savoia. Con la Storia In Scena conoscerete i protagonisti delle epopee,
degli avvenimenti politici e delle leggende delle nobili casate che vissero in
Piemonte lasciandoci beni di inestimabile valore: antichi castelli, esclusivi
luoghi di svago per la villeggiatura, ed imponenti forti edificati a difesa di
assedi, lunghe guerre e battaglie sanguinose. Il territorio della provincia di
Torino è ricco di preziose testimonianze. Luoghi di invidiabile bellezza,
dominanti le colline, la pianura o la montagna, che potranno essere scoperti
con Visite Teatrali organizzate da Turismo Torino e Provincia in collaborazione
con la compagnia teatrale C. A. S. T. A cui si affiancano alcuni Gruppi Storici
della Provincia di Torino, I Conti di Riparia, Ensemble Principio di Virtù,
Porta Leonis Hjporegia, Nobiltà Sabauda 1861, La Cià del Ruset e Militaria
1848÷1918. Tale iniziativa è stata fortemente voluta dalla Provincia di Torino.
Il Presidente, Antonio Saitta, evidenzia infatti che i
castelli e forti presenti sul territorio provinciale sono preziose
testimonianze da
tutelare, valorizzare e far conoscere
La modalità della
visita animata realizzata con il concorso di gruppi storici, permette inoltre
di valorizzare questo grande patrimonio di volontariato presente nella nostra
provincia. Non una semplice visita, quindi, ma un suggestivo itinerario accompagnato da attori
in abiti depoca che illustreranno la storia e le vicende curiose del
castello o del forte dove la visita si svolge! Le visite teatrali vengono
inaugurate domenica 5 aprile con il gruppo storico I Conti di Riparia
presso il Castello di Rivara, un complesso di due edifici, realizzati fra il
Xii e il Xiv secolo e trasformati nell´Ottocento: il Castello Vecchio ricorda
la sua origine medioevale, mentre il Castello Nuovo ha assunto un aspetto
barocco. Oggi è sede
di un Centro d´Arte Contemporanea, importante a livello europeo, dove espongono
artisti di fama internazionale. Sabato 25 aprile sarà la volta del Castello di
Mazzé, composto da due edifici, quello piccolo del Xiii sec. E quello grande
ricostruito nel secolo scorso al cui interno viene ospitato il Museo
Sotterraneo della Tortura con una vasta collezione di
oggetti e strumenti provenienti dalla Spagna e da tutta l´Europa. Animazione a
cura del gruppo storico Ensembleprincipio di Virtù. Il Castello di Ivrea, accoglie i suoi
visitatori domenica 10 maggio con il gruppo storico Porta
Leonis Hjporegia. Limponente Castello dIvrea dalle rosse
torri detto anche il Castello del Conte Verde, è stato voluto da Amedeo Vi di
Savoia nel 1358 come baluardo contro le invasioni dal nord attraverso la Val d´Aosta e come simbolo
del potere sulle popolazioni del Canavese; nel tempo sarà fortezza, residenza
dei Savoia, e dal 1750 al 1970 carcere. Tocca invece al Castello Cavour di
Santena domenica 24 maggio con il gruppo storico Nobiltà Sabauda
1861; opera dellarchitetto Francesco Gallo su committenza del conte
Carlo Ottavio Benso di Cavour e costruito tra il 1712 e il 1720 sulle rovine di
un antico maniero. Al secondo piano è conservata la camera da letto con mobili e cimeli provenienti dal
palazzo di Torino, dove Camillo Benso morì il 6 giugno 1861 mentre nel parco si
trova la cappella funeraria della famiglia dei Benso di Cavour dove, due giorni
dopo la sua morte, fu sepolto il grande statista. Sabato 6 giugno la storia è
in scena con il gruppo storico La Cià del Ruset al Castello
di Malgrà di Rivarolo Canavese edificato da Martino di San Martino, signore di
Rivarolo e Agliè. Durante i restauri di fine Ottocento e inizio Novecento, sono
stati riportate alla luce
le strutture medioevali. Liniziativa si conclude domenica 21 giugno
al Forte Bramafam (Bardonecchia) con il gruppo storico Militaria
1848÷1918. Eretto sul costone omonimo al margine sud orientale della
conca di Bardonecchia per difendere il traforo internazionale del Fréjus e la linea ferroviaria
Torino-modane, può essere considerata la più grande opera fortificata di fine
Ottocento sulle Alpi Cozie per estensione ed armamento. Le singole visite si
svolgono alle 11. 30, 15. 00 e 16. 30 tranne per il Castello Malgrà di Rivarolo
e il Castello di Mazzè i cui orari sono 16. 00, 18. 00 e 21. 00; questultimo
appuntamento al Castello di Mazzè (sabato 25 aprile) prevede la navetta
gratuita da Torino. Il costo delle visite teatrali è di 5,00 a persona, 4,00 ridotto per i
possessori di Torino+piemonte Card e Abbonamento Musei 2009 e per gli operatori
(tour operator e agenti di viaggio), 3,00 ridotto per tutti i bambini
fino a 12 anni. E per chi volesse regalarsi un fine settimana in occasione del
25 aprile, da non
perdere lo speciale Weekend al Castello: tariffe a
partire da 69,00 a persona per due pernottamenti con prima colazione,
visita teatrale al Castello di Mazzè (con navetta gratuita da Torino), una
Torino+piemonte Card 2 giorni ad adulto oltre a fantastiche sorprese. Le visite possono essere
prenotate tramite www. Turismotorino. Org/visite_guidate oppure di persona
presso gli Iat di Turismo Torino e Provincia o telefonando allo 011. 535181,
info. Torino@turismotorino. Org. Gruppi Storici Tutti i Gruppi Storici sono
iscritti nell´Albo dei Gruppi Storici della Provincia di Torino. Il Gruppo
Storico I Conti di Riparia di Rivara rappresenta il periodo storico della fine
del xv° secolo: gli anni dellinquisizione e
dellabbruciamento delle streghe. Ne fanno parte anche i Tamburi
Storici e gli Arceri della Rupe di Viana, oltre ai combattenti della Compagnia
di Argad. Il Gruppo Storico Ensemble Principio di Virtù di Cascinette di Ivrea
nasce come teatro per musica e narrazione contestuale, per diventare forma
autonoma di intrattenimento cortese, proponendo concerti con il fine di
diffondere la musica medievale. Il gruppo storico Porta Leonis Hjporegia di
Ivrea costituitosi nel 2007 rappresenta con musiche, danze e teatro la vita
degli antichi mercanti di Ivrea dell´anno 1350. Il Gruppo Storico Nobiltà
Sabauda 1861 di Rivoli vuole rappresentare il costume di una società
aristocratica in un particolare momento storico ed in particolari occasioni: i
festeggiamenti dellalta società a corte e nei vari palazzi nobiliari dove si poteva esprimere
una raffinata eleganza e splendore mondano, seppur nella tipica compostezza sabauda.
Il Gruppo Storico La Cià del Ruset di Oglianico nasce allo scopo di
approfondire e valorizzare il patrimonio storico locale stimolando una più viva conoscenza della
storia del territorio per promuovere le tradizioni locali e il recupero e
conservazione dei manufatti legati ai mestieri tipici. Il Gruppo Storico
Militaria 1848÷1918 di Torino affianca alla commemorazione dei corpi militari
l´elemento borghesia attraverso la ricostruzione di momenti di vita sociale e
culturale con un forte impegno nella ricostruzione storica della fine ´800, con
particolare risalto per i 150 anni dell´Unità d´Italia. C. A. S. T. (Consulenza
Animazione Spettacoli Teatrali) realizza iniziative, eventi e spettacoli per
far conoscere ai visitatori i beni culturali in modo affabile e diretto.
Attori-guida e altri artisti spiegano la storia, interpretano le qualità e
mettono in scena gli eventi che riguardano luoghi, personaggi e oggetti
esposti. . <<BACK
( da "Corriere della Sera"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera sezione:
Prima Pagina data: 09/04/2009 - pag: 1 Vertice Usa-Ue Diritti umani Havel e il testo antirusso
«censurato» di MARIA SERENA NATALE E' un documento che avrebbe dovuto sancire
un nuovo impegno di Usa e Ue nella difesa dei diritti umani nel mondo, da pubblicare dopo il vertice di Praga. Scritto da
Václav Havel, il primo presidente della Cecoslovacchia libera, l'eroe
della rivoluzione del 1989. Ma non è mai uscito: cita, tra i Paesi in cui
monitorare il rispetto dei diritti umani, Cina, Federazione
russa, Bielorussia, Birmania, Corea del Nord, Cuba. E la sua diffusione avrebbe
messo in forse equilibri internazionali delicati, soprattutto con la Russia. A
PAGINA 23
( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
VETRINA ADRIA-DELTA
pag. 7 VENERDI' 17 e sabato 18, nella sala convegni Caponnetto in piazzale
Rovigno, si svolgerà i... VENERDI' 17 e sabato 18, nella sala convegni
Caponnetto in piazzale Rovigno, si svolgerà il secondo
appuntamento del progetto Dug - Diritti Umani di Genere, finanziato dal Ministero delle Pari Opportunità.
Il titolo del seminario, al quale interverranno Cècile Kashetu Kyenge (medica,
coordinatrice Diaspora Africana Nord Italia) e Samia Kouider (sociologa,
esperta di diritti umani e
diritti delle donne), è: Donne Migranti: Nominare le Differenze'. I
lavori saranno aperti dal sindaco di Adria Antonio Lodo. La mattina di sabato
18, riservata alle operatrici e agli operatori dei servizi, sarà dedicata alla
costruzione di linee guida per un approccio etico al fenomeno della violenza di
genere, e sarà coordinato da Alberta Basaglia, responsabile tecnica del Centro
Antiviolenza. Il seminario si rivolge agli operatori del settore ed a tutta la
cittadinanza, è il secondo di un percorso di formazione itinerante che si
svolgerà tra il 2009 ed il 2010.
( da "Giorno, Il (Como)"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
COMO E PROVINCIA
pag. 3 Segnalazione al numero verde Il sindaco: «Strumento utile» CANTÙ A far
scattare i controlli è stata una segnalazione al numero verde istituito tra
mille polemiche dal Comune per segnala la presenza in città di clandestini.
«Quello strumento è stato pensato per risolvere problemi come questo e quindi a
consentirci di avere un maggiore controllo del territorio - spiega il sindaco,
Tiziana Sala - ma ciò che più conta è rimarcare che con questa operazione si è
finalmente potuto impedire di sfruttare lavoratori facendoli vivere all'interno di un sistema produttivo inconcepibile sia da un punto di
vista economico che umano. Questo tipo di sfruttamento, oltre a essere una
gravissima violazione dei diritti umani,
consente a un mondo lavorativo sommerso di proliferare riuscendo persino a fare
concorrenza alle aziende che invece lavorano in regola, e questo è doppiamente
inaccettabile». Via Cattaneo era tenuta sotto controllo da mesi dai
vigili che hanno raccolto materiali e testimonianze.
( da "Corriere della Sera"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 09/04/2009 - pag: 23 Il caso Scritta e mai pubblicata la
dichiarazione sui diritti umani firmata dall'ex
presidente Vertice Usa-Ue, «censurato» il testo di Havel Quando domenica Barack
Obama l'ha scandito, «Sametová revoluce», la piazza del Castello di Praga ha
tremato. Poche ore dopo, al termine del suo primo vertice con l'Ue, il presidente americano ha incontrato il simbolo della
«Rivoluzione di Velluto» e della lotta per i diritti dell'uomo, Václav Havel. A
pochi giorni da quel summit spunta un documento che doveva sancire un nuovo
impegno di Stati Uniti e Unione Europea nella difesa dei diritti umani nel mondo. Il testo era firmato da
Havel in persona. Non è stato mai pubblicato. Si tratta di una
dichiarazione congiunta Usa-Ue la cui stesura era stata affidata dal governo
ceco, presidente di turno dell'Unione Europea, a Václav Havel, il drammaturgo
leader della Rivoluzione che nel 1989 strappò il Paese al regime comunista e
che divenne il primo presidente della Cecoslovacchia libera. Contattato da
Alexandr Vondra, vicepremier con delega agli Affari europei, Havel aveva
inviato a fine marzo una prima versione in quattro paragrafi. Nel testo, visto
dal Corriere, «la comunità transatlantica» affermava di «non volere esportare
la propria cultura e il proprio punto di vista» ma di «essere e dover essere
pronta a cooperare con tutti a tutela dei principi dell'eguaglianza, del
reciproco rispetto, della lealtà e devozione ai valori comuni al genere umano».
E proseguiva, senza fare sconti: «L'Unione Europea e gli Stati Uniti sono
determinati a monitorare in modo approfondito la situazione in Cina anche in
riferimento al Tibet nella Federazione russa, in Bielorussia, Birmania, Corea
del Nord, a Cuba, in Sudan e in altri Paesi nei quali persone oneste e di
spirito libero soffrono per aver espresso il proprio pensiero». «I diritti umani sono un tasto delicato dice la portavoce del ministro
Vondra , concordare un testo che contenesse riferimenti alla Russia e mettesse
d'accordo tutti i ventisette membri dell'Ue avrebbe richiesto molto più tempo».
La dichiarazione sarebbe poi passata al vaglio del Congresso Usa, «dove avevo
già sondato il terreno ha dichiarato lo stesso Vondra al quotidiano economico
Hospodarske Noviny ma ad essere sinceri un governo dimissionario non è in grado
di far approvare iniziative che richiedono una forza supplementare, eravamo
troppo deboli e abbiamo rinunciato» (il 24 marzo il voto di sfiducia del
Parlamento ha fatto cadere la coalizione di centrodestra guidata da Mirek
Topolanek, in queste ore si sta formando un esecutivo tecnico). Era stata
infine considerata l'ipotesi di proporre il testo all'ultimo momento, con Obama
già in Europa, confidando che il nome di Havel bastasse come lasciapassare una
lettera dell'ex presidente si era già rivelata decisiva nel convincere Obama a
tenere a Praga il suo discorso europeo, ha rivelato ieri Topolanek. Sul tavolo
dei capi di Stato e di governo, però, la dichiarazione non è ufficialmente mai
arrivata. «In realtà non ho mai creduto che il testo potesse essere approvato
in tempi così rapidi» ha detto Václav Havel al Corriere. «Impensabile far
passare attraverso la procedura regolare un documento così duro con Russia e
Cuba spiega la giornalista ceca Tereza Nosalkova . La diplomazia dell'ultim'ora
era la sola chance, ma a quel punto il governo non poteva correre il rischio».
Maria Serena Natale
( da "Arena, L'" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Giovedì 09 Aprile
2009 INSERTI Pagina 61 Ecco le nuove materie, dal pronto soccorso al teatro.
Alla Camera ed al Senato, tra i diversi te Ecco le nuove materie, dal pronto
soccorso al teatro. Alla Camera ed al Senato, tra i diversi testi sottoposti a
dibattito, firmati Pd, Pdl e Lega, figurano quelli che prevedono lezioni alle
medie e al liceo per dare l'opportunità agli studenti di conoscere le prime
nozioni di pronto soccorso, imparare le differenti realtà culturali, etniche,
sociali e linguistiche. Questa la direziona presa da maggioranza e opposizione
con due proposte di legge presentate alla Camera e al Senato con l'obiettivo di
introdurre nei programmi scolastici anche l'insegnamento su come affrontare
situazioni di emergenza. Una necessità supportata dalle cifre: ogni anno, in
Italia, 60mila persone perdono la vita per un arresto cardiaco, 23mila sono
vittime di un trauma improvviso e 6mila subiscono un indicente. «Un intervento
di primo soccorso tempestivo ed adeguato può salvare il 30 percento delle
persone colpite», sottolineano i firmatari delle due iniziative legislative, il
deputato del Pd Gerolamo Grassi e il senatore Pdl Luigi D'Ambrosio Lettieri.
Per imparare i rudimenti del pronto soccorso sono necessarie, secondo le due
proposte di legge, 60 ore all'anno: 12 per ognuno dei 5 livelli di insegnamento
previsti. Le proposte non finiscono qui. Altri testi scolastici potrebbero
finire sui banchi di scuola: dalla storia locale
all'educazione civica e ambientale, dai diritti umani all'attività teatrale e intelligenza emotiva all'educazione
alimentare. Non si dimentichi, infatti, che il Bel Paese è in Europa ai primi
posti per numero di bambini ed adolescenti in sovrappeso, conseguenza di
un'alimentazione troppo spesso non corretta. La proposta di istituire,
fin dalla scuola primaria, corsi di educazione alimentare viene dal deputato
Idv Antonio Razzi. Nei nuovi programmi scolastici trova posto anche
l'educazione civile ambientale. «L'educazione alla convivenza civile, spiegano
il deputato del Pdl Fabio Granata e la senatrice del Pd Anna Maria Carloni, non
è soltanto una parte vitale del percorso formativo scolastico, ma tende a
sviluppare nello studente la consapevolezza di soggetto attivo e protagonista
della comunità attraverso i valori costituzionali della cittadinanza,
dell'ambiente, della salute, della legalità». La deputata della Lega Paola
Goisis propone l'insegnamento delle "specificità culturali,
geografico-storiche e linguistiche delle comunità territoriali e regionali",
mentre la parlamentare del Pd Angela Napoli "l'insegnamento della storia
locale". Poi, il deputato dell'Ivd Fabio Evangelisti ed il parlamentare
del Pdl Enrico Pianetta propongono "l'insegnamento dell'educazione ai
diritti umani", mentre la deputata del Pd Fiorella
Ceccacci le "attività teatrali e intelligenza emotiva". Tante
proposte poste al vaglio delle camere. Vedremo quali saranno poi realmente
adottate dalla scuola italiana.
( da "Mattino di Padova, Il"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 44 -
Giorno/Notte Le donne del mondo di Danilo De Marco Oggi alle
( da "Blogosfere" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Apr 09 9 Il muro di
Rio: protezione della foresta o ghetto per i poveri? Pubblicato da Marco Pagani
alle 09:27 in Manifesto e commenti generali Il governo dello stato di Rio in
Brasile sta costruendo un muro lungo oltre
( da "Foglio, Il" del
09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
9 aprile 2009 Le
illusioni americane sono rinchiuse a Evin Mentre gli Stati Uniti si affannano a
cercare il dialogo con lIran, gli ayatollah rispondono accusando di
spionaggio la giornalista free-lance americana di origine iraniana Roxana
Saberi, in carcere a
Evin, uno dei posti più infami della terra, dal 31 gennaio scorso. Rischia la
condanna a morte. Saberi si trova nel famigerato carcere gestito dalla “Vevak”,
la polizia segreta simile alla Stasi, dove, negli anni Ottanta, migliaia di
prigionieri politici furono torturati e giustiziati. Da quella prigione sono
passati, e spesso mai usciti, centinaia fra accademici, giornalisti e
dissidenti iraniani. I redattori del rapporto delle Nazioni Unite del 2003
sulle condizioni di detenzione iraniane la definirono “una prigione nella
prigione”. Nessuno sa cosa accada là dentro. Ufficialmente, dei tremila
detenuti di Evin nessuno figura come “prigioniero politico”. La formula più
usata è “moharebeh”, con cui nel Corano si indicano i reati dei “nemici di
Allah”. A Evin si pratica la cosiddetta “tortura bianca”. Consiste nello
sbattere il prigioniero in una cella senza finestre, completamente bianca, come
gli abiti dei prigionieri. Per cibo soltanto riso bianco e le guardie non
emettono rumore. E loro proibito parlare a chiunque. Gli aguzzini
incaricati degli interrogatori nascondono la loro identità, usano pseudonimi e
indossano cappucci, simili a quelli dei membri del Ku Klux Klan. Zahara Kazemi
è morta a Evin per emorragia cerebrale in seguito alle percosse. La giornalista
iraniana-canadese era stata arrestata per aver scattato fotografie della
prigione. In quel luogo maledetto, che custodisce una storia sconosciuta in
occidente, sono per adesso rinchiuse anche le illusioni di Obama nel dialogo
con questo Iran. di Giulio Meotti
( da "Cittàdellaspezia.com"
del 09-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Domenica a Roma il
Global day for Darfur Il Global Day for Darfur 2009, che in Italia si terrà al
Colosseo a partire dalle 10 di domenica, sarà dedicato alla raccolta di fondi
per la realizzazione del centro pediatrico di Emergency a Nyala, nel sud
Darfur. All'iniziativa sono collegati un libro e una mostra 'Volti e colori del
Darfur', allestita nella piazza antistante il monumento
simbolo dei diritti umani,
i cui proventi saranno destinati al progetto. L'opera è nata proprio per
sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crisi sudanese per troppo tempo
ignorata e che ancora oggi, nonostante il grande scalpore suscitato dal mandato
di arresto per il presidente del Sudan Omar Al Bashir, stenta a trovare spazio
sugli organi di informazione. Alla giornata di mobilitazione - diretta a
sostenere la forza di pace autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite, che ancora stenta ad entrare nel pieno delle sue funzioni, e a ribadire
la richiesta di un forte intervento della diplomazia internazionale affinché si
ponga termine ai massacri perpetrati in Darfur - hanno aderito Articolo 21,
Amnesty International, Tavola della Pace, Comunità ebraica, Ugei, Bené Berith
giovani, Non c'è pace senza giustizia e molte altre associazioni che si
occupano di diritti umani.