CENACOLO DEI COGITANTI |
Un film per parlare di
diritti dell'uomo ( da "City"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Un film per parlare di diritti
dell'uomo Domani alle 20 allo spazio Oberdan, di viale Vittorio Veneto 2,
nell'ambito della rassegna Sguardi Altrove, sarà proiettato il lungometraggio
"All Human Rights For All - sguardi del cinema italiano sui diritti umani".
Padrini della serata saranno Giobbe Covatta e Paola Catella.
L'Aja: arresto per Bashir.
Khartoum protesta ed espelle dieci Ong
( da "EUROPA ON-LINE"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Esultano le organizzazioni per i
diritti umani come Human Rights Watch, secondo cui ora «neppure i presidenti
sono garantiti per i loro orribili crimini»». Bashir è accusato in particolare
per il massacro dei civili delle tribù fur, masalit e zagawa che abitano il
Darfur con «l?
Censura d'autore
( da "Punto Informatico"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: hanno ritenuto di occuparsi del
problema della violazione dei diritti d'autore in Rete, riflettessero
sull'opportunità di farsi carico oltre che di garantire incassi sempre maggiori
ai titolari dei diritti anche di assicurare a questo Paese un posizionamento
più dignitoso nella prossima classifica sulla libertà di informazione.
Attività svolte dal Forum
Giovanile cittadino ( da "Caserta
News" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: torneo calcio - tennis in memoria
del giovane "Marco Li Calzi" prematuramente scomparso; partecipazione
allo "Stand Up", un'iniziativa mondiale contro la povertà;
partecipazione alla manifestazione "60° Anniversario dei Diritti Umani";
primo torneo amatoriale di "Playstation".
Come Usa e Olanda
( da "Cittadino, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: pesanti accuse alla politica di
Israele nei territori palestinesi, giudicata «in violazione dei diritti umani
internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di
apartheid».Nella bozza si esprime inoltre «profonda preoccupazione per le
discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini
siriani nel Golan occupato».
L'Italia ha deciso di
ritirare la sua delegazione dai negoziati per la Conferenza dell'Onu sul
razzi... ( da "Leggo"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Nel testo, secondo quanto ha
anticipato il quotidiano israeliano Haaretz, vi sarebbero pesanti accuse alla
politica di Israele nei territori palestinesi, giudicata «in violazione dei
diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma
contemporanea di apartheid».
Conferenza Onu sul
razzismo, l'Italia si ritira ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: giudicata «in violazione dei
diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma
contemporanea di apartheid». Nella bozza si esprime inoltre «profonda
preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i
palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato».
Sul giornale parrocchiale
il testamento biologico ( da "Alto
Adige" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Non voglio essere torturato. Non
voglio che si utilizzino e si aggiungano tecniche artificiali ad un mio
eventuale stato d'incoscienza e d'incapacità di intendere e di volere. Non
voglio essere sottoposto a trattamenti pseudo-scientifici di sostegno, da
accanimento terapeutico.
Don Cavazzuti, addio
Brasile ( da "Gazzetta
di Modena,La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: funziona il centro dei diritti
umani «Padre Francesco Cavazzuti» inaugurato nel 2005 alla presenza tra gli
altri del vescovo monsignor Elio Tinti e del sindaco Enrico Campedelli. Si
tratta di un centro che opera per la promozione e la garanzia della persona
umana attraverso formazione, assistenza giuridica e difesa dei diritti dei più
deboli.
Antisemitismo, l'Italia si
ritira da Durban II ( da "Provincia
Pavese, La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Nel testo si lanciano, secondo
quanto ha anticipato il quotidiano israeliano'Haaretz', pesanti accuse alla
politica di Israele nei territori palestinesi, giudicata «in violazione dei
diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma
contemporanea di apartheid».
ciliberto: il laicismo ha
radici antiche ( da "Repubblica,
La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: con Vannino Chiti e Biagio De
Giovanni il suo Biblioteca laica (Laterza) un´analisi storica del pensiero
laico nell´Italia moderna che ha a cuore concetti decisivi come conflitto,
eguaglianza, libertà di stampa, fino alla tortura e alla pena di morte. E che
poggia sulle riflessioni di Bruno, Machiavelli, Leopardi.
italia paese di sapienza
civile - anna benedetti ( da "Repubblica,
La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Beccaria il rifiuto della tortura
ANNA BENEDETTI Dall´analisi storica, dettagliata e approfondita del pensiero
laico nell´Italia moderna, ho scelto le righe alle pagine XI-XII della
Premessa. è un errore identificare il termine ?laico´ con il termine ?anticlericale´,
come spesso è accaduto nel nostro paese, nel fuoco di una polemica assai aspra
nei confronti della Chiesa romana,
una lezione di recitazione
con tiziana foschi ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: I giovani e i diritti umani - 60º
anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani", realizzato
per coinvolgere i giovani in un processo educativo e di sensibilizzazione al
tema dei diritti umani. Tiziana Foschi nel pomeriggio di oggi incontrerà i
partecipanti del laboratorio di tecniche cinematografiche "Libera il
pensiero"
L' Italia lascia il
vertice Onu ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: giudicata «in violazione dei
diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma
contemporanea di apartheid». LA DISCRIMINAZIONE Nella bozza si esprime inoltre
«profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele
contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato».
Clinton apre all'Iran
<Invitato al verticesull'Afghanistan>
( da "Secolo XIX, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: giudicata «in violazione dei
diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma
contemporanea di apartheid». Nella bozza si esprime inoltre «profonda
preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i
palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato».
Le lucciole dei bassi e
l'acqua santa ( da "Secolo
XIX, Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: un pronunciamento della Corte
Europea dei Diritti Umani ma anche una condanna del 1939 contro una persona
accusata di aver costretto un sacerdote "mediante contumelie, a
interrompere la funzione della benedizione delle case". Però non sembra
affatto infastidire gli atei organizzati dell'Uaar genovese: «Non abbiamo nemmeno
preso in considerazione il problema - dice Silvano Vergoli,
Antisemitismo , Italia si
ritira da Durban II ( da "Corriere
delle Alpi" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: pesanti accuse alla politica di
Israele nei territori palestinesi, giudicata «in violazione dei diritti umani
internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma contemporanea di
apartheid». Nella bozza si esprime «profonda preoccupazione per le discriminazioni
razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel
Golan occupato».
del PD dedicano la vita .
Non ne sono convinto. ( da "Corriere
delle Alpi" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: la democrazia e il rispetto dei
diritti umani. Sono ambedue impegnati a combattere le conseguenze
antidemocratiche della mondializzazione del mercato. Con la caduta del muro di
Berlino nasce, per volontà dei grandi interessi economici nordamericani, un
mercato globale senza qualsivoglia controllo politico democratico e dove i
centri di produzione si delocalizzano,
darfur, la cina protesta
all'onu ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: tortura e stupro, ha già provocato
manifestazioni di protesta a Khartum per quello che viene definito «nuovo
colonialismo». Oltre alla Cina, da sempre alleata del Sudan del cui petrolio è
la principale acquirente, sono immediatamente arrivate proteste da grandi Paesi
arabi come l'Egitto e lo Yemen, dalla Conferenza islamica e dalla Lega araba.
armi in cambio di materie
prime così pechino conquista l'africa - federico rampini
( da "Repubblica, La"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Pechino fa sbarramento contro il
diritto d´ingerenza umanitaria in nome della «non interferenza negli affari
interni» degli Stati sovrani. In cambio la Cina mobilita un ampio fronte di
solidarietà tra i Paesi emergenti ogni volta che i suoi abusi contro i diritti
umani finiscono sotto accusa, per esempio sul Tibet.
Conferenza Onu usa e getta
( da "Manifesto, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani internazionali, un
crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». Il governo
italiano ha annunciato ieri che non sarà a Ginevra, seguendo quelli di Israele,
Stati uniti e Olanda. Le conferenze mondiali dell'Onu - aperte da quella sull'ambiente
a Rio nel 1992 - sono state una grande occasione di mettere sul tavolo dei
governi i problemi del pianeta
Fuga dal summit, Tel Aviv
canta vittoria ( da "Manifesto,
Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Vi si legge che la politica
israeliana nei territori palestinesi occupati rappresenta una «una violazione
dei diritti umani, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di
apartheid». E ancora che le politiche israeliane costituiscono «una seria
minaccia per la pace e la sicurezza internazionale e violano i principi
fondamentali del diritto internazionale umanitario».
Antisemiti : l'Italia
diserta il vertice Onu sul razzismo
( da "Manifesto, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: parla della politica di Israele nei
Territori occupati come di «una violazione dei diritti umani internazionali, un
crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». Il testo
esprime inoltre «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali
compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan
occupato».
L'Obama CANCELLATO
( da "Manifesto, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: della Casa bianca sta rimediando
alle violazioni dei diritti umani dell'era-Bush, a partire da Guantanamo. Ma i
nostri giornali e le nostre televisioni passano oltre, minimizzano, ne parlano
poco. O, persino, lo osteggiano L'AMERICA CHE NON PIACE AI MEDIA ITALIANI
Gianni Minà La nuova America di Barack Obama mantiene le promesse riguardo i
diritti umani violati a più riprese dall'
L'Italia boicotta Durban e
rimanda l'apertura all'Iran ( da "Riformista,
Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: documento definisce la politica
israeliana nei territori palestinesi «una violazione dei diritti umani
internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di
apartheid». Israele aveva annunciato il boicottaggio ancora prima della
riunione del comitato preparatorio. Gli Stati Uniti, invece, in un primo
momento avevano annunciato la loro intenzione di partecipare.
Razzismo, Frattini lascia
la Conferenza dell'Onu ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: pesanti accuse alla politica di
Israele nei territori palestinesi, giudicata «in violazione dei diritti umani
internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di
apartheid». Nella bozza si esprime inoltre «profonda preoccupazione per le
discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini
siriani nel Golan occupato».
antisemitismo , italia si
ritira da durban ii ( da "Tirreno,
Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: pesanti accuse alla politica di
Israele nei territori palestinesi, giudicata «in violazione dei diritti umani
internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma contemporanea di
apartheid». Nella bozza si esprime «profonda preoccupazione per le
discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini
siriani nel Golan occupato».
CONVEGNO: "IL CONFINE
DEL VELO ATTRAVERSATO DA VOCI DI DONNE VERSO LA RICONCILIAZIONE" PER
PROMUOVERE E STIMOLARE IL DIALOGO INTERCULTURALE TRA CULTURE DIVERSE VERONA,
SABATO 7 MAR ( da "marketpress.info"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: La voce delle donne che operano in
materia di diritti umani, pari opportunità ed immigrazione. ? Ore 10. 00 Maria
Luisa Coppola, assessore alle Politiche di Bilancio, Diritti Umani e Pari
Opportunità della Regione del Veneto; Ore 10. 30 ?Focus territoriale sul
fenomeno migratorio? Maria Teresa Coronella, direttore del Sistema Statistico
Regionale del Veneto;
La Dichiarazione
Universale 60 anni dopo ( da "Nazione,
La (Siena)" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 12 La Dichiarazione Universale 60
anni dopo NEL MONDO I PIÙ ELEMENTARI DIRITTI DELL'UOMO E DEL BAMBINO ANCORA
VIOLATI IN MOLTI PAESI IN CLASSE, IN OCCASIONE del sessantesimo anniversario,
abbiamo parlato della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948), la
prima carta a sancire universalmente i diritti delle persone.
<Occorre denunciare e
informare> ( da "Nazione,
La (Siena)" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: intervento di Amnesty è così
efficace da eliminare per sempre le violazioni dei diritti umani dai territori
in cui opera? «L'efficacia dell'intervento di Amnesty è legata al suo metodo di
lavoro: Amnesty lavora costantemente, in modo persistente e duraturo. Dove c'è
una violazione, Amnesty agisce e nella maggior parte dei casi conclusi l'esito
è positivo.
Accoglienza per le
rifugiate ( da "Resto
del Carlino, Il (Ancona)" del
06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: in stato di gravidanza o che hanno
subito tortura o violenza, in piccoli appartamenti nel centro di Chiaravalle e
Monte San Vito. E' il progetto Donne per donne presentato dalla Provincia e dal
comitato territoriale dell'Arci. . Una equipe multidisciplinare, composta da
operatori dell'Arci, un avvocato con esperienza nel settore dell'immigrazione e
dell'asilo,
Neocolonialismo alla
cinese ( da "Sole
24 Ore, Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Paesi instabili o conflittuali e
quando accade vengono inevitabilmente messe sotto pressione da istanze di
diritti umani o associazioni ambientaliste, costrette quindi ad abbandonare il
campo sotto l'accusa di alimentare guerre e conflitti. Governo e compagnie
cinesi, al contrario, se ne infischiano dei diritti umani e le critiche sono
bollate come «propaganda di ex colonialisti ».
<Frasi antisemite>:
l'Italia dice no all'Onu ( da "Corriere
della Sera" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: avanguardia nella cancellazione dei
diritti umani fondamentali allestirà contro Israele. Il canovaccio era già
pronto, pressoché identico a quello di otto anni fa. Forse nessuno inalbererà
cartelli con il ritratto di Bin Laden, come pure accadde nella bolgia
«antisionista » di Durban pochi giorni prima dell'attacco alle Torri Gemelle.
FRANCESCO Cavalli,
vicepresidente Coordinamento nazionale enti locali ...
( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Coordinamento nazionale enti locali
per la pace e i diritti umani, assieme a una delegazione composta dal
coordinatore nazionale Tavola della pace Flavio Lotti, al presidente della
Provincia Autonoma di Trento Giovanni Kessler e al coordinatore della
piattaforma delle Ong per il Medio Oriente Sergio Bassoli, sono stati bloccati
all'ingresso della Striscia di Gaza dalle autorità israeliani.
L'UTILIZZO di modchip e swap
magic sulla playstation costituisce violazione ...
( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: UTILIZZO di modchip e swap magic
sulla playstation costituisce violazione ... L'UTILIZZO di modchip e swap magic
sulla playstation costituisce violazione dei diritti d'autore e di Sony
Computer Entertainment Europe. Che è ricorsa alle vie legali anche a San Marino
in nome della tutela dei diritti di proprierà industriale.
IL CANDIDATO sindaco del
Partito Democratico Tiziano Tagliani, parteciperà o...
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: coinvolgimento di studenti ed
insegnanti delle scuole medie sui temi dei diritti umani, dei diritti di
cittadinanza dei giovani e sullo sviluppo sostenibile. Lo stesso Tagliani ha
preso parte mercoledì al convegno organizzato da Uisp, Comune e Provincia sul
tema piscine, svoltosi sempre in Castello Estense, mentre martedì il candidato
del Pd ha incontrato gli operai della Felisatti.
<Nella mia cultura maya
c'è il segreto della forza> ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: umanità, tutti vendevano tutto a
tutti e alla fine è rimasto solo lo spettacolo delle banche che hanno mentito e
truffato». E I DIRITTI umani, per i quali la Menchú che nel 2011con tutta
probabilità si presenterà candidata di un partito maya alle elezioni
presidenziali, ha lottato e continua a lottare con la propria fondazione?
Io amo Ferrara lancia
Masina per la Provincia ( da "Nuova
Ferrara, La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: il progetto è partito con il
coinvolgimento di studenti e insegnanti delle scuole medie sui temi dei diritti
umani, dei diritti di cittadinanza dei giovani e sullo sviluppo sostenibile.
CON SAVINI. L'area de «I Socialisti» ferraresi sosterrà Romeo Savini
(RinnovaFerrara) nella corsa a sindaco. Lo dichiara il segretario Giuseppe
Manfredi.
NONANTOLA UNA DELEGAZIONE
della cittadina brasiliana di Itapirapuà era present...
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: NONANTOLA UNA DELEGAZIONE della
cittadina brasiliana di Itapirapuà era presente ieri a Nonantola per
sottoscrivere un patto d'amicizia col Comune. Il progetto è imperniato
sull'istruzione e la difesa dei diritti umani, con la presenza di molti
volontari modenesi. A Itapirapuà è già stata costruita una scuola intitolata al
compianto don Arrigo Beccari.
Arrigoni premiato per gli
articoli su Gaza ( da "Giorno,
Il (Lecco)" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: GIOVANE IN PALESTINA COME ATTIVISTA
DEI DIRITTI UMANI BULCIAGO IL GIOVANE bulciaghese Vittorio Arrigoni, figlio del
sindaco del paese Egidia Beretta e attivista dei diritti umani, ora in
Palestina per prestare aiuto alla popolazione locale assediata dall'esercito
israeliano, riceverà l'ambito premio «Città Sasso Marconi»,istituito
dall'Amministrazione dell'omonimo centro nel 2004,
Registi dietro l'obiettivo
per difendere i diritti umani ( da "Giorno,
Il (Milano)" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 27 Registi dietro l'obiettivo per
difendere i diritti umani GRANDE SCHERMO DOMANI ALL'OBERDAN MILANO «ALL HUMAN
Rights For All» è il lungometraggio firmato da vari registi e ispirato agli
articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo che domani sarà
presentato in anteprima allo Spazio Oberdan.
8 marzo/ Moratinos:
"Discriminazione è violazione diritti
( da "Virgilio Notizie"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sessuale è una grave violazione dei
diritti umani, sostiene Miguel Angel Moratinos, ministro degli Esteri spagnolo.
"Cercheremo di fare in modo che nel periodo di presidenza della Spagna del
Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, ogni giorno si trasformi in una
'Giornata internazionale delle donne', così da ottenere progressi concreti e
quotidiani sulle questioni femminili"
L'appoggio cinese al Sudan
( da "KataWeb News" del
06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Pechino fa sbarramento contro il
diritto d'ingerenza umanitaria in nome della "non interferenza negli
affari interni" degli Stati sovrani. In cambio la Cina mobilita un ampio
fronte di solidarietà tra i paesi emergenti ogni volta che i suoi abusi contro
i diritti umani finiscono sotto accusa, per esempio sul Tibet.
Conferenza Onu <usa e
getta> ( da "Manifesto,
Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani internazionali, un
crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». Il governo
italiano ha annunciato ieri che non sarà a Ginevra, seguendo quelli di Israele,
Stati uniti e Olanda. Le conferenze mondiali dell'Onu - aperte da quella
sull'ambiente a Rio nel 1992 - sono state una grande occasione di mettere sul
tavolo dei governi i problemi del pianeta
Il 'Carlo Magno' a
Riccardi La premiazione il 21 maggio
( da "Avvenire" del
06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: promosso i diritti umani, la
solidarietà, la pace e il rispetto del prossimo, quest'anno abbiamo deciso di
attribuire il Premio Carlo Magno ad Andrea Riccardi». Con queste parole, ieri,
il sindaco di Aachen, Jurgen Linden, ha ufficializzato nella sede della
Comunità, a Trastevere, l'attribuzione del prestigioso riconoscimento al
fondatore del movimento diffuso in diversi continenti.
- 8 MARZO: DONNE ATTIVISTE
PER I DIRITTI UMANI E ( da "WindPress.it"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: testimoniano nei processi contro i
responsabili di violazioni dei diritti umani, lanciano campagne per
l'uguaglianza, fondano movimenti per i diritti umani".Proprio a seguito di
tutte queste attivit, moltissime donne vanno incontro a violazioni dei diritti
umani e corrono rischi spesso superiori a quelli affrontati dagli uomini.
Darfur/ Mbeki designato
dall'Ua per mediare tra Sudan e ( da "Virgilio
Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: dei diritti umani commesse nella
regione sudanese del Darfur. Il ministro degli Esteri sudafricano, Nkosazana
Dlamini-Zuma, ha poi precisato che Mbeki avrà anche il ruolo di intercedere tra
il Sudan e la Corte penale internazionale dell'Aia (Cpi), che il 4 marzo scorso
ha spiccato un mandato di arresto contro il Presidente sudanese Omar al Bashir
per crimini di guerra e contro l'
8 Marzo/ Amnesty: diritti
umani, donne protagoniste ( da "Virgilio
Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: testimoniano nei processi contro i
responsabili di violazioni dei diritti umani, lanciano campagne per
l'uguaglianza, fondano movimenti per i diritti umani". Proprio a seguito
di tutte queste attivita', moltissime donne vanno incontro a violazioni dei
diritti umani e corrono rischi spesso superiori a quelli affrontati dagli
uomini.
Darfur/ Onu: indagine su
espulsione ong: crimine contro ( da "Virgilio
Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: organizzazioni non governative
rappresenti una violazione dei diritti umani. Il portavoce dell'Onu Rupert
Colville ha dichiarato che la decisione di Khartoum rappresenta un "grave
abbandono" che mette a rischio la vita di migliaia di persone. Il Sudan ha
accusato le 13 ong di aver collaborato con la Corte penale internazionale
dell'Aia (Cpi) e di aver fornito falsa testimonianza.
Darfur/ Onu: inchiesta su
espulsione Ong: crimine contro ( da "Virgilio
Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: la Commissione per i diritti umani
delle Nazioni Unite annuncia l'apertura di un'inchiesta sull'espulsione dal
Darfur delle organizzazioni umanitarie, decisa dal governo del Sudan in seguito
al mandato di cattura spiccato contro il presidente Omar al Bashir dal
tribunale penale internazionale dell'Aia.
La prima volta di Hillary
a Bruxelles ( da "Stampaweb,
La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: dai diritti umani alla Russia alla
solidità della relazione tra le due sponde dell?Oceano, tra Stati Uniti e
Unione europea. Quasi un?ora in cui la signora Clinton risponde alle domande
della “prossima generazione di europei” con cui gli Stati Uniti sono ansiosi e
desiderosi di collaborare, condividendo i valori e &
Bruxelles Anche l'Italia
ritira la delegazione dalla Conferenza dell'Onu sul razzismo, prev...
( da "Gazzettino, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: violazione dei diritti umani
internazionali, crimini contro l'umanità, apartheid», nei territori
palestinesi, nonché di «discriminazioni razziali dei palestinesi e dei siriani
nel Golan occupato». Si parla di «tortura, blocco economico, gravi restrizioni
di movimento, chiusura arbitraria» dei territori palestinesi e di «minaccia
alla pace internazionale e alla sicurezza»
L'Italia lascia <Durban
II>per protesta all'attaccoalla politica di Israele
( da "Sicilia, La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: pesanti accuse alla politica di
Israele nei territori palestinesi, giudicata «in violazione dei diritti umani
internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di
apartheid». Nella bozza si esprime inoltre «profonda preoccupazione per le
discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini
siriani nel Golan occupato».
PAOLA MAIOLI IL PERSONAL
COMPUTER IN AZIENDA DIVENTA MOLTO POCO PERSONAL. PARTE DALLA FINLANDIA I...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 06-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Un gruppo che si occupa dei diritti
degli utenti di internet, Electronic frontier Finland, sta valutando se fare
una denuncia alla Corte europea per i diritti umani. L'iniziativa parlamentare
è stata fortemente supportata dalle aziende che sostengono la necessità di
combattere lo spionaggio industriale.
STEFANO POLLI BRUXELLES.
L'ITALIA RITIRA LA SUA DELEGAZIONE DALLA CONFERENZA ONU SUL RAZZISMO, LA...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: giudicata «in violazione dei
diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma
contemporanea di apartheid». Nella bozza si esprime inoltre «profonda
preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i
palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato».
Yukos/ Legali Khodorkovsky
chiedono archiviazione: mancano ( da "Virgilio
Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Il team di avvocati della difesa,
guidata da Bob Amsterdam ha poi dichiarato alla stampa internazionale in un
briefing che "il presidente della Federazione Russa" Medvedev, in
base alle ultime dichiarazioni sul rispetto dei diritti umani "ha
dimostrato di essere dalla nostra parte".
Onu, Consiglio di
Sicurezza su ong espulse dal Sudan
( da "Repubblica.it"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: L'ufficio dell'Alto commissariato
Onu per i Diritti umani sta valutando l'ipotesi di considerare la privazione
degli aiuti umanitari in aree di conflitto una violazione del diritto
internazionale o un crimine di guerra. Tra le ong espulse ci sono Oxfam, Care,
Save the Children e Medici senza frontiere.
Sudan: Allarme Onu dopo
espulsione Ong ( da "KataWeb
News" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: L'ufficio dell'Alto commissariato
Onu per i Diritti umani sta valutando l'ipotesi di considerare la privazione
degli aiuti umanitari in aree di conflitto una violazione del diritto
internazionale o un crimine di guerra. Tra le Ong espulse ci sono Oxfam, Care,
Save the Children e Medici senza frontiere.
`Da bambino a bambino`, i
regali di Osnago per Gaza ( da "Merateonline.it"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Coordinamento Nazionale Enti Locali
per la Pace e i Diritti Umani": 'Invia un giocattolo ad un bambino di
Gaza` Da bambino a bambino. I bambini di Gaza hanno bisogno di ricominciare a
giocare. Lo puoi fare direttamente tu`. "L`obiettivo è inviare a
Gaza" ha spiegato l`assessore Daniele Lorenzet "giocattoli, libri
illustrati, pennarelli e quaderni da colorare per regalargli un sorriso,
## Darfur/ Sfollati senza
cibo e 20.000 bimbi a rischio ( da "Virgilio
Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Onu per i diritti dell'uomo,
annunciando l'avvio di un'inchiesta per verificare se Khartoum abbia violato o
meno i diritti umani, se non addirittura commesso crimini di guerra, intimando
agli operatori umanitari di lasciare il Paese. Il Sudan ha accusato le 13 ong
di aver collaborato con la Cpi, fornendo false testimonianze,
Darfur, Bashir e gli Stati
Uniti le risposte di Cassese ai lettori
( da "Repubblica.it"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: contro le violazioni dei diritti
umani, ovunque avvengano." Perché Bashir e tanti altri no? Putin in
Cecenia ha raso al suolo Grozny non risparmiando i civili e si è poi ripetuto
in Georgia; un qualunque statunitense che si è macchiato di crimini contro
l'umanità, e ce ne sono tanti dopo la guerra in Iraq, non può essere
incriminato dall'Alta Corte perché gli USA non la riconoscono;
Sudan, via le Ong. L'Onu:
milioni di vite a rischio ( da "Affari
Italiani (Online)" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: L'ufficio dell'Alto commissariato
Onu per i Diritti umani sta valutando l'ipotesi di considerare la privazione
degli aiuti umanitari in aree di conflitto una violazione del diritto
internazionale o un crimine di guerra. Tra le Ong espulse ci sono Oxfam, Care,
Save the Children e Medici senza frontiere.
Durban II, il Vaticano
parteciperà al summit ( da "Giornale.it,
Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: dialogo e nel rispetto dei diritti
umani di ogni persona", ha concluso. Il 18 febbraio scorso, la delegazione
della Santa Sede, insieme ai paesi africani e ai paesi musulmani, aveva votato
contro un riferimento esplicito alle discriminazioni contro gli omosessuali. La
Francia non ritira la delegazione La Francia ha affermato di voler partecipare
alla preparazione della conferenza dell?
Onu: stupri e violenze
all'ordine del giorno in Afghanistan
( da "Rai News 24" del
06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: contenuta in un rapporto annuale
sui diritti umani presentato al Palazzo di Vetro in occasione delle discussioni
sulla condizione femminile che culmineranno l'8 marzo. Secondo il documento
delle Nazioni Unite, gli abusi contro donne - anche minorenni - sono
"tollerati e perdonati" all'interno delle comunita' e delle famiglie
afghane.
Nomadi/ Interrogazione
radicali su violenza in sgomberi a
( da "Virgilio Notizie"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: nonché "quali iniziative
intendano prendere al fine di ripristinare il rispetto della legge, evitando il
perpetuarsi di ulteriori episodi quali quelli descritti, configurabili come una
violazione dei diritti umani, in particolare quelli alla non-discriminazione e
alla libera circolazione, diritto previsto dalle norme europee".
( da "City" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Un
film per parlare di diritti dell'uomo Domani alle 20 allo spazio Oberdan, di
viale Vittorio Veneto 2, nell'ambito della rassegna Sguardi Altrove, sarà proiettato
il lungometraggio "All Human Rights For All - sguardi del cinema italiano
sui diritti umani". Padrini della serata
saranno Giobbe Covatta e Paola Catella. L'ingresso è gratuito. 06 marzo 2009
( da "EUROPA ON-LINE" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
DARFUR L?Aja:
arresto per Bashir. Khartoum protesta ed espelle dieci Ong La Corte penale
internazionale ha emesso un ordine d?arresto per il presidente del Sudan Omar
Al Bashir per crimini di guerra e contro l?umanità
commessi in Darfur. Immediata la replica di Khartoum che ha denunciato un piano
di «neocolonialismo », ha ribadito che Bashir non sarà consegnato e ha deciso
l?espulsione dal sud del paese di 10 organizzazioni non governative. Il
consigliere presidenziale Mustafa Osman Ismail ha detto che il suo governo non
è sorpreso: «Non vogliono che il Sudan si stabilizzi». E nella capitale
sudanese migliaia di persone sono scese in piazza per contestare l?ordine. I
giudici hanno lasciato cadere l?accusa di genocidio, che era compresa nella
richiesta di incriminazione per dieci capitoli presentata a luglio dal
procuratore Luis Moreno-Ocampo. Quest?ultimo ha ricordato che Khartoum è
«obbligata dal diritto internazionale a consegnare Bashir»: «Sarà tra due mesi
o tra due anni, ma sarà processato». L?Egitto ha chiesto al Consiglio di
sicurezza Onu di sospendere il mandato d?arresto. Critica anche la Russia: per
l?inviato di Mosca Mikhail Margelov si tratta di «una decisione intempestiva»
che crea «un precedente pericoloso». Per gli Usa, che pure non hanno firmato il
Trattato istitutivo della Cpi, è giusto processare Bashir: «Gli Usa ritengono
che chi ha commesso atrocità debba risponderne in tribunale», ha detto il
portavoce del dipartimento di stato, Robert Wood. Esultano le organizzazioni
per i diritti umani come Human Rights Watch, secondo
cui ora «neppure i presidenti sono garantiti per i loro orribili crimini»».
Bashir è accusato in particolare per il massacro dei civili delle tribù fur,
masalit e zagawa che abitano il Darfur con «l?alibi di combattere la ribellione».
Si stima che la repressione nella provincia abbia fatto 300mila morti e due
milioni di sfollati.
( da "Punto Informatico" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma - In un
bell'articolo di ieri su queste stesse colonne Gaia Bottà ha segnalato una
notizia sfuggita a molti: il procedimento cautelare promosso da Mediaset contro
RCS quale editrice del Corriere.it dinanzi al Tribunale di Milano. Oggetto del
contendere una cinquantina di spezzoni tratti dal Grande Fratello 9 utilizzati
dal Corriere.it sulle proprie pagine a corredo di altrettanti articoli di
cronaca. L'epilogo della vicenda è ormai noto: il Tribunale di Milano ha respinto
le domande di Mediaset in relazione alla più parte dei filmati oggetto di
contestazione ritenendo che il diritto di cronaca dovesse prevalere su quello
d'autore, e le ha accolte con riferimento a soli 4 filmati. La vicenda è,
tuttavia, utile per alcune brevi considerazioni sul rapporto tra diritto
d'autore e libertà di manifestazione del pensiero nello spazio telematico.
Mediaset all'indomani della decisione del Tribunale di Milano non ha fatto
mistero dell'intenzione di promuovere una guerra senza confini contro ogni
violazione dei propri diritti di proprietà
intellettuale su Internet. Ad un tempo la controversia appena risolta dal
Tribunale di Milano mostra come questa guerra senza confini sia destinata ad
investire anche il mondo dell'informazione vecchio e nuovo. Il problema,
dunque, è esattamente questo: sin dove la legittima tutela dei propri diritti d'autore autorizza il titolare di detti diritti a comprimere l'altrui diritto di cronaca e di
critica? La questione non nasce nell'Era di Internet ma ha assunto, oggi, toni
e proporzioni che impongono di affrontarla senza ritardo in modo serio ed
equilibrato. La tecnologia digitale, le dinamiche di circolazione dei contenuti
in Rete e le nuove modalità di informazione e manifestazione del pensiero peculiari
del cyberspazio, infatti, rendono irresistibile la tentazione - ed ad un tempo
l'utilità - di utilizzare frammenti dell'altrui opera a corredo di notizie,
post, commenti, podcast o, piuttosto, oggetti multimediali a contenuto
informativo. Si è entrati - e questo è un dato che non può essere ignorato
nell'analisi del fenomeno - in una nuova dimensione mediatica e, più in
generale, del mondo dell'informazione. In tale contesto le posizioni di
equilibrio di ieri tra diritto di cronaca e di critica e diritti
d'autore vanno rivisitate con urgenza. Il secondo comma dell'art.
( da "Caserta News" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 6 Marzo 2009
Attività svolte dal Forum Giovanile cittadino ASSOCIAZIONI | S.Nicola L.S.
Comunicato n. 50 del 5 marzo 2009A poco più di un anno di distanza dalla
costituzione (7 febbraio 2008), il Forum Giovanile della Città di San Nicola la
Strada, presieduto da Raffaele Della Peruta, ha fatto pervenire al sindaco
Angelo Pascariello e all'assessore alle Politiche Giovanili Domenico Palumbo,
la relazione delle attività svolte durante l'anno 2008. Questi gli eventi più
importanti che hanno visto l'organizzazione e/o la partecipazione del Forum
Giovanile: l'8 marzo, in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, il
C.I.F. (Centro Italiano Femminile), la Civica Accademia Musicale ed il Coro
"Arturo Toscanini", in occasione della Festa della Donna, ha
presentato "Il Tempo delle Donne", testimonianze, musica e canti
dedicati alle donne; la campagna di sensibilizzazione sulla raccolta
differenziata rivolta ai ragazzi delle scuole elementari, contribuendo ad
informare i piccoli studenti sulle problematiche recenti che riguardano il problema
rifiuti; music contest, rientrante nel progetto "La musica al centro della
comunicazione giovanile"; creazione del sito internet; biciclettata, con
raccolta fondi utilizzati per la costruzione di due pozzi d'acqua in Africa;
Olimpiadi, sicuramente evento di maggiore rilievo che ha visto coinvolti circa
seicento ragazzi impegnati in sette sport: calcio, calcio a 5, calcio balilla,
pallavolo, tennis, tennis tavolo, basket. Le Olimpiadi sono state organizzate
nelle migliori strutture presenti nella Città di San Nicola la Strada;
partecipazione alla marcia della pace; torneo calcio -
tennis in memoria del giovane "Marco Li Calzi" prematuramente
scomparso; partecipazione allo "Stand Up", un'iniziativa mondiale
contro la povertà; partecipazione alla manifestazione "60° Anniversario
dei Diritti Umani";
primo torneo amatoriale di "Playstation".
( da "Cittadino, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Frattini lascia il
vertice Onu: «Frasi razziste sugli ebrei» BRUXELLES L'Italia ritira la sua
delegazione dalla conferenza Onu sul razzismo, la cosiddetta Durban II, per
protesta contro le frasi «antisemite» contenute nella bozza di dichiarazione
finale. Roma segue l'esempio degli Stati Uniti e dell'Olanda che hanno già
annunciato una simile decisione e molto probabilmente anticipa altri Paesi
europei, anch'essi indignati per l'andazzo che stanno prendendo i negoziati di
Durban II. Si tratta di un segnale politico forte che rinfocola polemiche già
scoppiate in occasione di Durban I (dal nome della città sudafricana dove si
svolse il primo summit) e che getta un'ombra lunga sulla gestione di questa
conferenza in vista anche del vertice di Ginevra previsto per metà aprile.È
stato il ministro degli Esteri Franco Frattini a comunicare ufficialmente la
decisione italiana a margine della riunione ministeriale della Nato a Bruxelles
spiegando che l'Italia ha deciso di ritirare la sua delegazione dai negoziati
Durban II «a causa di un testo di conclusioni che contiene parti totalmente
inaccettabili».Frattini ha parlato di «frasi aggressive e di tipo antisemita»
che, nell'ottica dell'Italia, «devono essere eliminate» nella ricerca di un
nuovo «equilibrio» nel testo che attualmente non c'è. Se il testo non verrà
modificato, l'Italia non parteciperà al vertice di Ginevra, al pari di Usa e
Olanda e molto presumibilmente di altri Paesi come Francia, Belgio, Canada e
Danimarca. Nel testo di conclusioni della conferenza di Ginevra che si sta
attualmente negoziando, si lanciano, secondo quanto ha anticipato il quotidiano
israeliano «Haaretz», pesanti accuse alla politica di
Israele nei territori palestinesi, giudicata «in violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro
l'umanità e una forma
contemporanea di apartheid».Nella bozza si esprime inoltre «profonda
preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i
palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato». Israele inoltre
viene accusato di «tortura, blocco economico, gravi restrizioni di movimento e
chiusura arbitraria dei territori» e viene inoltre definito «una minaccia per
la pace internazionale e la sicurezza».Queste posizioni avevano già portato gli
Stati Uniti a ritirarsi dai negoziati di Durban II nella convinzione che il
documento finale della conferenza «non è recuperabile».Durban II, secondo gli
Stati Uniti, potrebbe servire da piattaforma alle nazioni arabe e musulmane per
attaccare Israele e in questo momento, secondo fonti Onu, le delegazioni
iraniana e siriana avrebbero preso la guida del gruppo di Paesi che vogliono
una dura presa di posizione contro Israele. D'altra parte, Usa e Israele
avevano già abbandonato nel 2001 la prima conferenza di Durban per protestare
contro il tentativo di equiparare il sionismo al razzismo.
( da "Leggo" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'Italia ha deciso
di ritirare la sua delegazione dai negoziati per la Conferenza dell'Onu sul
razzismo (Durban II). Lo ha annunciato il ministro degli esteri Franco Frattini
spiegando che la decisione è stata presa a causa delle «frasi aggressive di
tipo antisemita» contenute nella bozza di dichiarazione in vista del summit di
Ginevra di aprile. Roma segue così l'esempio degli Stati Uniti e dell' Olanda
che hanno già annunciato una simile decisione. Nel testo,
secondo quanto ha anticipato il quotidiano israeliano Haaretz, vi sarebbero
pesanti accuse alla politica di Israele nei territori palestinesi, giudicata
«in violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro
l'umanità e una forma
contemporanea di apartheid».
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
BRUXELLES. Addio a
«Durban II» dopo Usa e Olanda. Il ministro degli Esteri rinvia anche il viaggio
a Teheran in seguito alle dure dichiarazioni contro Tel Aviv Conferenza Onu sul
razzismo, l'Italia si ritira BRUXELLES L'Italia ritira la sua delegazione dalla
conferenza Onu sul razzismo, la cosiddetta Durban II, per protesta contro le
frasi «antisemite» contenute nella bozza di dichiarazione finale. Roma segue
l'esempio degli Stati Uniti e dell'Olanda. Si tratta di un segnale politico
molto forte, che rinfocola polemiche già scoppiate in occasione di Durban I
(dal nome della città sudafricana dove si svolse il primo summit) e in vista
anche del vertice di Ginevra previsto per metà aprile. È stato il ministro
degli Esteri Franco Frattini a comunicare ufficialmente la decisione italiana a
margine della riunione ministeriale della Nato a Bruxelles. Frattini ha parlato
di «frasi aggressive e di tipo antisemita» che, nell'ottica dell'Italia,
«devono essere eliminate» nella ricerca di un nuovo «equilibrio» nel testo che
attualmente non c'è. Se il testo non verrà modificato, l'Italia non parteciperà
al vertice di Ginevra, al pari di Usa e Olanda. Nel testo di conclusioni della
conferenza di Ginevra che si sta attualmente negoziando, si lanciano, secondo
quanto ha anticipato il quotidiano israeliano Haaretz, pesanti accuse alla
politica di Israele nei territori palestinesi, giudicata
«in violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma contemporanea di apartheid». Nella bozza si esprime
inoltre «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da
Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato».
Israele viene accusato di «tortura, blocco economico» e viene inoltre definito
«una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza». In questo quadro si
situa la decisione, annunciata ieri dal ministro degli esteri Frattini di
rinviare la visita a Teheran. Una scelta dettata dalle prese di posizione
dell'Iran fortemente ostili verso Israele.
( da "Alto Adige" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Sul giornale
parrocchiale il testamento biologico Ai Tre Santi lettera di un fedele: la
famiglia, i miei amici preti, ma no accanimento terapeutico GIANCARLO ANSALONI
BOLZANO.«Come vorrei che fosse»: questo il titolo con il quale un fedele,
anonimo fedele e praticante, ha inteso far conoscere il proprio testamento
biologico, affidandolo, forse per la prima volta, quanto meno a Bolzano, non
già a una platea di telespettattori o da un palco pubblico, bensì alla propria
parrocchia, al suo parroco, ai suoi coadiutori e ai propri confratelli. Un
testamento che suona difforme (anche se non "contro"), rispetto il
pronunciamento delle più alte gerarchie ecclesiastiche, sul lacerante e
controverso caso di Eluana Englaro. E questo proprio mentre su ricorso di altri
fedeli e di varie associazioni che si battono "in difesa della vita",
altrove la magistratura è stata indotta a indagare sul comportamento del padre
Beppe e dei medici coinvolti. Il bollettino in questione è "La
Campana", settimanale della parrocchia Tre Santi, di Via Duca d'Aosta,
retta da don Jimmy Baldo, un parroco che ancor giovane sacerdote ha saputo
coinvolgere con i suoi sermoni, o meglio, i sui semplici, ma penetranti
commenti al Vangelo domenicale, schiere di fedeli, in particolare giovani,
adolescenti e bambini, quel che si dice insomma un sacerdote
"aperto", come conferma, il suo incondizionato consenso alla libera
manifestazione della propria concezione della vita e del suo percorso finale.
«Quando arriverà l'ora fatale - esordisce nel suo "testamento" A.T. -
desidero essere accompagnato a varcare la Suprema Porta dai miei famigliari. Li
voglio tutti intorno a me e, di fronte al violetto, un Crocifisso... Desidero
essere assistito dai miei amici sacerdoti, Don Jimmy, Don Gino, Don Vittorino. Desidero
che insieme alla mia adorata moglie, ai miei figli e a chi mi ha voluto bene,
si recitino l'Eterno Riposo, l'Ave Maria e che si ripeta più volte la più bella
preghiera cristiana, il padre Nostro. Desidero morire naturalmente. Non voglio essere torturato. Non voglio che si utilizzino e si
aggiungano tecniche artificiali ad un mio eventuale stato d'incoscienza e
d'incapacità di intendere e di volere. Non voglio essere sottoposto a
trattamenti pseudo-scientifici di sostegno, da accanimento terapeutico.
Non voglio che mi siano imposte inutili rianimazioni. Quando varcherò quella
soglia, ringrazierò Dio per la vita,per la famiglia, per le esperienze che mi
ha donato. Carissimo Jimmy, è da cristiani chiedere di morire in questo modo?
Mi piacerebbe conoscere il tuo parere. Ti segnalo la lettera di Paolo VI
inviata al Cardinal Villot nel 1970. E' significativa e problematica... E'
stato proprio un grande Papa». Firmato A.T. Ed ecco il testo della lettera:
«Pur escludendo l'eutanasia, ciò non significa obbligare il medico a utilizzare
tutte le tecniche di sopravvivenza che gli offre una scienza infaticabilmente
creatrice. In tali casi non sarebbe una tortura inutile imporre la rianimazione
vegetativa nell'ultima fase di una malattia incurabile? Il dovere del medico consiste
piuttosto nell'adoperarsi a calmare le sofferenze, invece di prolungare più a
lungo possibile e con qualunque mezzo e a qualunque condizione; una vita che
non è più pienamente umana e che va verso la conclusione».
( da "Gazzetta di Modena,La" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
IL SACERDOTE Don
Cavazzuti, addio Brasile Il missionario accecato dai fazenderos ora è canonico
LA NOVITA' E' tornato in città e vive al seminario FABRIZIO STERMIERI Don
Francesco Cavazzuti è rientrato a Carpi e probabilmente non ritornerà più in
Brasile. Le sue precarie condizioni di salute non gli hanno consentito di
restare nel suo Paese di elezione. «Ero tornato in Brasile - racconta il
sacerdote, vittima di un odioso attentato che nel 1987 lo ha privato della
vista - sia per prendere parte alle cerimonie di consacrazione di due sacerdoti
che io avevo inserito in seminario e avevo seguito per anni, ma anche con
l'intenzione di restare fra i miei parrocchiani di sempre, quelli con i quali
ho condiviso quasi 40 anni di missione». Ciò non è stato possibile perché al
sacerdote servono cure che non è facile ottenere in Brasile, specialmente a
Goias, dove per la povertà le strutture sanitarie sono modeste. Di qua la
decisione sofferta di lasciare definitivamente il Brasile. Don Francesco vi ha
lasciato il cuore e tante iniziative sociali ed assistenziali che gli
attirarono l'odio e l'inimicizia di alcuni grandi latifondisti mandanti
dell'attentato che lo ha lasciato cieco. Ancora oggi queste iniziative
continuano a svolgere un'importante funzione in quella parte centro occidentale
del paese: a Goias, per esempio, funziona il centro dei
diritti umani «Padre
Francesco Cavazzuti» inaugurato nel 2005 alla presenza tra gli altri del
vescovo monsignor Elio Tinti e del sindaco Enrico Campedelli. Si tratta di un
centro che opera per la promozione e la garanzia della persona umana attraverso
formazione, assistenza giuridica e difesa dei diritti dei più deboli.
Nei giorni scorsi don Cavazzuti ha incontrato a Modena il sindaco di Itapirapua
- altra località brasiliana in cui ha operato - in visita di cortesia in Italia
e in particolare a Modena, che ha stretto con questa città un patto di
assistenza tramite l'associazione Modena Terzo Mondo. Il missionario
carpigiano, nominato dal vescovo "Canonico della Cattedrale",
alloggia al seminario vescovile di corso Fanti e continuerà a collaborare con
il parroco del duomo.
( da "Provincia Pavese, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CONFERENZA ONU
Antisemitismo, l'Italia si ritira da Durban II BRUXELLES. L'Italia ritira la
sua delegazione dalla conferenza Onu sul razzismo, la cosiddetta Durban II, per
protesta contro le frasi «antisemite» contenute nella bozza di dichiarazione
finale. Roma segue l'esempio degli Stati Uniti e dell' Olanda. Si tratta di un
segnale politico molto forte, che rinfocola polemiche già scoppiate in
occasione di Durban I (dal nome della città sudafricana dove si svolse il primo
summit) e che getta un'ombra lunga sulla gestione di questa conferenza in vista
anche del vertice di Ginevra previsto per metà aprile. E' stato il ministro
degli Esteri Franco Frattini a comunicare ufficialmente la decisione italiana a
margine della riunione ministeriale della Nato a Bruxelles spiegando che
l'Italia ha deciso di ritirare la sua delegazione dai negoziati Durban II «a
causa di un testo di conclusioni che contiene parti totalmente inaccettabili».
Frattini ha parlato di «frasi aggressive e di tipo antisemita» che, nell'ottica
dell'Italia, «devono essere eliminate» nella ricerca di un nuovo «equilibrio»
nel testo che attualmente non c'è. Se il testo non verrà modificato, l'Italia
non parteciperà al vertice di Ginevra, al pari di Usa e Olanda e molto
presumibilmente di altri Paesi come Francia, Belgio, Canada e Danimarca. Nel testo si lanciano, secondo quanto ha anticipato il quotidiano
israeliano'Haaretz', pesanti accuse alla politica di Israele nei territori
palestinesi, giudicata «in violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma contemporanea di apartheid».
( da "Repubblica, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina XVII -
Firenze Ciliberto: il laicismo ha radici antiche Alla Biblioteca delle Oblate
(v. Sant´Egidio 21, ore 17.30, ingresso libero), per "Leggere per non
dimenticare", Michele Cilberto presenta, con Vannino
Chiti e Biagio De Giovanni il suo Biblioteca laica (Laterza) un´analisi storica
del pensiero laico nell´Italia moderna che ha a cuore concetti decisivi come
conflitto, eguaglianza, libertà di stampa, fino alla tortura e alla pena di
morte. E che poggia sulle riflessioni di Bruno, Machiavelli, Leopardi.
( da "Repubblica, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina XVII -
Firenze Italia paese di sapienza civile Nelle pagine sublimi di Beccaria il
rifiuto della tortura ANNA BENEDETTI Dall´analisi storica, dettagliata e
approfondita del pensiero laico nell´Italia moderna, ho scelto le righe alle
pagine XI-XII della Premessa. è un errore identificare il termine ?laico´ con
il termine ?anticlericale´, come spesso è accaduto nel nostro paese, nel fuoco
di una polemica assai aspra nei confronti della Chiesa romana, acuitasi specie
dopo la costituzione dello Stato nazionale. La ?laicità´ è qualcosa di molto
più vasto di una polemica, per quanto aspra, nei confronti della Chiesa di Roma
(e di qualsiasi altra Chiesa). Nella ?laicità´ ? ed è soprattutto su ciò che si
è voluto insistere nel libro ? si è espressa una vera e propria concezione
della sapienza ? quella mondana, civile che appare in modo luminoso dai testi
qui adunati. Se si vanno a leggere i capisaldi di tale cultura, ci imbattiamo
in concetti decisivi come quelli di legge, di conflitto, di eguaglianza, di
dissimulazione, di bisogno, di libertà di stampa, di opinione pubblica, fino
all´argomentazione del rifiuto della tortura e della pena di morte svolta nelle
pagine memorabili di Cesare Beccaria pubblicate nel lontano 1764? Princìpi,
ieri come oggi, di una sapienza mondana, civile, che in Italia ha trovato uno
dei suoi luoghi di nascita e di maggior sviluppo, come potrà agevolmente
constatare chi leggerà il volume, che si conclude, volutamente, con la
costituzione dello Stato nazionale.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 5 - Gorizia
Una lezione di recitazione con Tiziana Foschi Oggi e domani la nota attrice
teatrale e televisiva Tiziana Foschi, conosciuta al grande pubblico come membro
della Premiata ditta, terrà una lezione di recitazione all'associazione Iav di via
Morelli
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Esteri Pagina 111
Razzismo. Il ministro Frattini al Durban II: «Via le frasi antisemite» L'
Italia lascia il vertice Onu Razzismo.. Il ministro Frattini al Durban II: «Via
le frasi antisemite» --> BRUXELLES L'Italia ritira la sua delegazione dalla
conferenza Onu sul razzismo, la cosiddetta Durban II, per protesta contro le
frasi «antisemite» contenute nella bozza di dichiarazione finale. LA SCELTA
Roma segue l'esempio degli Stati Uniti e dell' Olanda che hanno già annunciato
una simile decisione e molto probabilmente anticipa altri Paesi europei, anch'
essi indignati per l'andazzo che stanno prendendo i negoziati di Durban II. Si
tratta di un segnale politico molto forte, che rinfocola polemiche già
scoppiate in occasione di Durban I (dal nome della città sudafricana dove si
svolse il primo summit) e che getta un' ombra lunga sulla gestione di questa
conferenza in vista anche del vertice di Ginevra previsto per metà aprile. È
stato il ministro degli Esteri Franco Frattini a comunicare ufficialmente la
decisione italiana a margine della riunione ministeriale della Nato a Bruxelles
spiegando che l'Italia ha deciso di ritirare la sua delegazione dai negoziati
Durban II «a causa di un testo di conclusioni che contiene parti totalmente
inaccettabili». Frattini ha parlato di «frasi aggressive e di tipo antisemita»
che, nell'ottica dell'Italia, «devono essere eliminate» nella ricerca di un
nuovo «equilibrio» nel testo che attualmente non c'è. L'ULTIMATUM Se il testo
non verrà modificato, l'Italia non parteciperà al vertice di Ginevra, al pari
di Usa e Olanda e molto presumibilmente di altri Paesi come Francia, Belgio,
Canada e Danimarca. Nel testo di conclusioni della conferenza di Ginevra che si
sta attualmente negoziando, si lanciano, secondo quanto ha anticipato il
quotidiano israeliano Haaretz, pesanti accuse alla politica di Israele nei
territori palestinesi, giudicata «in violazione dei diritti
umani internazionali, un
crimine contro l' umanità e
una forma contemporanea di apartheid». LA DISCRIMINAZIONE Nella bozza si
esprime inoltre «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali
compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan
occupato». Israele inoltre viene accusato di «tortura, blocco economico,
gravi restrizioni di movimento e chiusura arbitraria dei territori» e viene
inoltre definito «una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza».
Queste posizioni avevano già portato gli Stati Uniti a ritirarsi dai negoziati
di Durban II nella convinzione che il documento finale della conferenza «non è
recuperabile».
( da "Secolo XIX, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Clinton apre
all'Iran «Invitato al verticesull'Afghanistan» geopolitica L'Italia rimanda la
visita a Teheran e non va all'OnuFrattini: «Inaccettabili le frasi che
attaccano Israele» BRUXELLES. Se ne riparlerà fra un po'. Per adesso è meglio
rinviare a quando ci sarà un clima migliore. Il ministro degli Esteri Franco
Frattini ha deciso di «riprogrammare» la visita in Iran prevista entro marzo e
che era ormai in fase di preparazione molto avanzata. Una visita esplorativa,
limitata al dossier AfPak (Afghanistan e Pakistan) per sondare la volontà di
Teheran di partecipare alla stabilizzazione dell' area. Ma negli ultimi giorni
alcuni avvenimenti hanno fatto salire la prudenza e consigliato un rinvio della
visita. In modo particolare fanno riflettere le dure prese di posizione delle
autorità di Teheran contro Israele e gli Stati Uniti. Si tratta, secondo il
titolare della Farnesina, di dichiarazioni «orribili e inaccettabili»,
«negazioniste», sulla «distruzione di Israele» e «sui nostri amici americani
che hanno teso all'Iran una mano per il dialogo». Ma c'è di più: l' Iran,
spiega la Farnesina, ha in programma di organizzare la settimana prossima una
Conferenza su Gaza i cui obiettivi sono antitetici a quelli della Conferenza
appena svoltasi a Sharm El Sheikh e di cui l'Italia è stata co-sponsor.
Insomma, meglio «riprogrammare» e rinviare l' incontro con la controparte
iraniana, il ministro degli Esteri Mottaki, a quello che viene definito «un
contesto più proficuo». La linea di fondo non cambia: l'Italia ritiene che
Teheran sia un interlocutore potenziale per risolvere la crisi afghana e
Frattini ha sottolineato che l'Iran «occupa uno spazio importante nella regione
con una sua struttura e un suo ruolo». L'Iran, ha detto, è«una vittima» del
traffico della droga e certamente «non è avvantaggiato» dal traffico delle
armi. La posizione è in linea con quella del Segretario di Stato Usa Hillary
Clinton, che al suo battesimo alla Nato ha annunciato l'intenzione di invitare
l'Iran alla conferenza Isaf-Nato sull' Afghanistan del 31 marzo. «Niente è
stato ancora deciso, ma se andiamo avanti con questa idea la mia aspettativa è
che l'Iran venga invitato in quanto Paese vicino dell'Afghanistan», ha detto la
Clinton al termine del Consiglio esteri della Nato, che ha sancito anche
l'accordo dei ministri per una ripresa «formale» delle relazioni con la Russia.
Oltre ai ministri degli Esteri dei Paesi membri della Nato, dovrebbero
partecipare al summit i sull'Afghanistan 41 Paesi contributori della missione
Isaf, i donatori, le Organizzazioni internazionali e anche i Paesi di transito
(come la Russia) e i Paesi vicini: Pakistan, India e Iran. Con un duplice
obiettivo: discutere prima del Vertice per il Sessantesimo della Nato - che si
terrà agli inizi di aprile a Strasburgo e Kehl - del cambio di strategia in
Afghanistan annunciato dalla nuova amministrazione di Barack Obama e
raccogliere i contributi militari e civili già promessi da molti paesi per
rafforzare la missione internazionale. Ma le questioni sul tappeto nel
complesso scenario internazionale non finiscono qui. Ieri è stato annunciato il
ritiro della delegazione italiana dalla conferenza Onu sul razzismo, la
cosiddetta Durban II, poiché nella bozza di dichiarazione finale sarebbero
state inserite frasi «antisemite». Roma segue l'esempio degli Stati Uniti e
dell' Olanda che hanno già annunciato una simile decisione, e altri Paesi
potrebbero seguirla. Nel testo, secondo quanto ha anticipato il quotidiano
israeliano Haaretz, si lanciano pesanti accuse alla politica di Israele nei
territori palestinesi, giudicata «in violazione dei diritti
umani internazionali, un
crimine contro l' umanità e
una forma contemporanea di apartheid». Nella bozza si esprime inoltre «profonda
preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i
palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato». Stati Uniti e
Israele avevano già abbandonato nel 2001 la prima conferenza di Durban. Stefano
Polli (Ansa) 06/03/2009
( da "Secolo XIX, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Le lucciole dei
bassi e l'acqua santa religione e società Benedizione nelle case a luci rosse.
Il sacerdote: «Mi dicono siamo figlie di Dio anche noi» GENOVA. I bassi delle
lucciole con la statuina di Padre Pio, le tante porte chiuse. L'amore sacro e
l'amor profano cantati da De André che si incontrano a pochi passi da Prè. Sono
i giorni della benedizione delle case, tradizione cattolica che si rinnova anno
dopo anno. E la città vecchia di "Faber" prende corpo, diventa realtà
scavando tra i diversi volti dei riti pasquali, radicati nel passato più lontano
eppure incredibilmente variegati. «In Lombardia, la benedizione delle case è
un'usanza dei giorni del Natale e dell'Avvento - racconta padre Franco Fissore,
parroco della chiesa della Maddalena nel centro storico di Genova - in
Piemonte, abitualmente, la benedizione si svolga invece nel tempo che corre dal
giorno di Pasqua alla Pentecoste. Qui da noi è sempre stato un rito della
Quaresima. Eppure, oggi, molti sacerdoti iniziano il giro delle famiglie già a
gennaio». I preti sono pochi, i viceparroci sono un lusso di poche chiese. E
per raggiungere tutti i parrocchiani, bisogna partire con largo anticipo. Ma a
rimescolare le carte sono soprattutto, i problemi, piccoli e grandi,
dell'immigrazione e delle attività irregolari. Con tanti interrogativi per
nulla accademici: cosa deve fare, un prete, quando nel corso del suo giro
pastorale si trova davanti a un basso usato come luogo di prostituzione?
«Quando ero un giovane curato, il mio parroco mi consegnava la lista delle case
da benedire solo dopo averne "spuntate" alcune, scrivendo accanto:
"no"», racconta padre Franco. Ma è giusto escludere qualcuno solo per
quello che fa, e non sempre liberamente? «Oggi molte lucciole sono sudamericane
e cattoliche - risponde - qualcuna mi chiama: siamo figlie di Dio anche noi, mi
dice. E allora non posso andare oltre, cerco di stabilire un dialogo e, in
qualche caso, accetto di benedire anche il basso, mettendo in chiaro che non è
affatto un gesto di incoraggiamento per quello che fanno». C'è chi tiene nel
locale statuine di padre Pio e della Madonna, chi ha persino il Vangelo o la
Bibbia, racconta il sacerdote. «E qualche anno fa ho dovuto spiegare a una
donna che veniva ad accendere candele in chiesa, chiedendo la grazia di avere
più clienti, che la Maddalena non era affatto la santa protettrice delle
prostitute». La parrocchia della Maddalena, affidata ai padri somaschi, è
divisa nettamente in due: la zona alta che è parte integrante del
quartiere-bene di Castelletto, dove i palazzi sono antichi e le famiglie sono
genovesi da generazioni. E la parte bassa, che si addentra nel mondo dei
vicoli, con problemi, ricchezze e potenzialità molto diverse. «A Castelletto il
prete è quasi sempre ben gradito, chi non è in casa lascia la chiave al vicino
perché la benedizione possa avvenire. In basso, la difficoltà maggiore è
imbattersi in tante porte chiuse. Se trovo famiglie straniere, chiedo
semplicemente se sono cristiani o islamici e, nel secondo caso, vado oltre
senza proporre una benedizione che non sarebbe gradita. Ma mi è capitato anche di
trovare, sulla porta di una famiglia italiana, un biglietto: "In questa
casa non vogliamo fattucchieri né preti"». Scelte da rispettare. «Una
volta, una ragazza della parte "alta" mi ha mandato via. Poi, sulle
scale ho trovato la madre che mi ha chiesto se avevo benedetto la sua casa. No,
le ho risposto, sua figlia non ha voluto. Lei mi ha riaperto e ha rimproverato
la ragazza. Spesso, infatti, il rifiuto viene proprio dai più giovani». Il giro
della benedizione è osteggiato via internet dall'Unione atei agnostici e
razionalisti che cita un pronunciamento della Corte Europea
dei Diritti Umani ma anche
una condanna del 1939 contro una persona accusata di aver costretto un
sacerdote "mediante contumelie, a interrompere la funzione della
benedizione delle case". Però non sembra affatto infastidire gli atei
organizzati dell'Uaar genovese: «Non abbiamo nemmeno preso in considerazione il
problema - dice Silvano Vergoli, coordinatore del circolo cittadino - e
siamo convinti che ognuno ha il diritto di far entrare in casa propria chi
diavolo vuole». Il confronto è aperto, invece, all'interno del mondo cattolico.
Monsignor Andrea Parodi , parroco dell'Assunta e vicario episcopale nella Curia
del cardinale Bagnasco, ha scritto ai suoi fedeli una lunga lettera per riflettere
sull'opportunità o meno della benedizione delle case. «Alcuni la ritengono
superata - scrive il sacerdote - altri ingestibile per il contratto numero dei
sacerdoti. Altri semplicemente inutile a motivo delle troppe porte che restano
sbarrate per l'assenza degli inquilini». Ma, secondo il monsignore di Curia, il
giro del prete per la benedizione è uno strumento «essenziale per incontrare
almeno una volta all'anno i non praticanti, i non credenti, i fedeli di altre
religioni, gli anziani e gli ammalati che non escono di casa». E, nelle
parrocchie di frontiera, anche le "Bocca di rosa" dei vicoli. Bruno
Viani viani@ilsecoloxix 06/03/2009
( da "Corriere delle Alpi" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Antisemitismo»,
Italia si ritira da Durban II Protesta della nostra delegazione alla conferenza
dell'Onu sul razzismo BRUXELLES. L'Italia ritira la sua delegazione dalla
conferenza Onu sul razzismo, la cosiddetta Durban II, per protesta contro le
frasi «antisemite» contenute nella bozza di dichiarazione finale. Roma segue
l'esempio degli Stati Uniti e dell' Olanda che hanno già annunciato una simile
decisione e molto probabilmente anticipa altri Paesi europei, anch' essi
indignati per l'andazzo che stanno prendendo i negoziati di Durban II. Si
tratta di un segnale politico molto forte, che rinfocola polemiche già
scoppiate in occasione di Durban I (dal nome della città sudafricana dove si
svolse il primo summit) e che getta un' ombra lunga sulla gestione di questa
conferenza in vista anche del vertice di Ginevra previsto per metà aprile. E'
stato il ministro degli Esteri Franco Frattini a comunicare ufficialmente la
decisione italiana a margine della riunione ministeriale della Nato a Bruxelles
spiegando che l'Italia ha deciso di ritirare la sua delegazione dai negoziati
Durban II «a causa di un testo di conclusioni che contiene parti totalmente
inaccettabili». Frattini ha parlato di «frasi aggressive e di tipo antisemita»
che, nell'ottica dell'Italia, «devono essere eliminate» nella ricerca di un
nuovo «equilibrio» nel testo che attualmente non c'è. Se il testo non verrà
modificato, l'Italia non parteciperà al vertice di Ginevra, al pari di Usa e
Olanda e molto presumibilmente di altri Paesi come Francia, Belgio, Canada e Danimarca.
Nel testo di conclusioni della conferenza di Ginevra che si sta attualmente
negoziando, si lanciano, secondo quanto ha anticipato il quotidiano
israeliano'Haaretz', pesanti accuse alla politica di
Israele nei territori palestinesi, giudicata «in violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro
l' umanità e una forma
contemporanea di apartheid». Nella bozza si esprime «profonda preoccupazione
per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i
cittadini siriani nel Golan occupato». Israele inoltre viene accusato di
«tortura, blocco economico, gravi restrizioni di movimento e chiusura
arbitraria dei territori» e viene inoltre definito «una minaccia per la pace
internazionale e la sicurezza».
( da "Corriere delle Alpi" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
del PD dedicano la
vita». Non ne sono convinto. del PD dedicano la vita». Non ne sono convinto. Di
fronte ai principali problemi politici, economici e sociali del Paese, la
posizione degli ex Ds e degli ex popolari, appare identica. Rappresentano
innanzitutto la forza politica la più determinata a difendere lo spirito e la
lettera della Costituzione, che sancisce la libertà, la
democrazia e il rispetto dei diritti umani. Sono ambedue impegnati a combattere le conseguenze
antidemocratiche della mondializzazione del mercato. Con la caduta del muro di
Berlino nasce, per volontà dei grandi interessi economici nordamericani, un
mercato globale senza qualsivoglia controllo politico democratico e dove i
centri di produzione si delocalizzano, alla ricerca di lavoro a buon
mercato. I lavoratori dei paesi socialmente progrediti, dove vige la
democrazia, la libertà sindacale, la Previdenza e Assistenza Sociale, sono
stati messi freddamente in concorrenza con quelli dei paesi politicamente e
socialmente sottosviluppati, che non rispettano le norme del diritto
internazionali del lavoro. In nome della competitività, questo capitalismo
neo-conservatore, spinge i Paesi all'eliminazione di ogni ruolo dello Stato in
materia economica, alla privatizzazione dei servizi pubblici essenziali, alla
liberalizzazione del mercato del lavoro con un precariato che offende la
dignità dell'uomo, alla riduzione dei diritti sindacali e allo smantellamento
dello Stato Previdenziale e Assistenziale. Secondo questo capitalismo globale,
il compito dello Stato è di ridurre le imposte che gravano sul capitale, per
consentire l'aumento dei profitti, di garantire la proprietà e di assicurare il
mantenimento dell'ordine. Il capitalismo globale ha un rapporto molto debole
con quell'umanesimo che ispirava i liberali del XVIII secolo. Infatti, ha
plebiscitato a suo tempo il Cile di Pinochet e apprezza ai nostri giorni il
regime dittatoriale cinese, che assicura manodopera a buon mercato. La cultura
cristiana tollerava la ricchezza, ma la sua ricerca a danno altrui era
considerata spregevole. Successivamente, gli adepti di Martin Luther e Jean
Calvin, principali teorici della riforma protestante, considerano il
raggiungimento della ricchezza la prova dell'acquisizione della grazia divina.
Il neo-conservatorismo dei quali Margaret Thatcher, Ronaldo Reagan e George W. Bush
ne sono stati politicamente l'espressione, nasce negli ambienti dei WASP (White
Anglo-Saxon Protestant). Il rapporto di forza tra capitale e lavoro è sempre
più in favore del primo. I governanti che s'identificano con la Thatcher &
Soci, protestanti o no, credenti o meno, tutti indistintamente pensano che lo
Stato non debba intervenire per ridurre le scandalose disparità nella
distribuzione della ricchezza. Cosi come non deve intervenire contro le
ingiustizie e le disuguaglianze sociali, ma solamente attenuarne gli effetti
più gravi e suscettibili di turbare l'ordine pubblico. Adams Smith aveva
previsto che il libero mercato necessita di una situazione di concorrenza. Egli
avvertiva, già nel 1776, che le industrie si mettono d'accordo tra loro per
aumentare i prezzi e sosteneva che lo Stato ha il compito di proteggere ed
assicurare la concorrenza. Ma la concorrenza e lo Stato sono i peggiori nemici
del capitalismo globale neo-conservatore. La storia ha poi dimostrato quanto
caduche siano le teorie di Smith sul ruolo positivo della "mano invisibile
del mercato". Per questo, l'articolo 41 della nostra Costituzione recita
che "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in
contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla
libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli
opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere
indirizzata e coordinata a fini sociali". Gli ex Ds, cosi come gli ex
popolari che s'ispirano alla dottrina sociale cristiana, fondata nel 1891 da
Papa Leone XIII con l'enciclica Rerum Novarum, hanno da sempre fatto propri
questi dettami costituzionali. Ambedue, lontani da ogni forma di radicalismo,
considerano l'iniziativa privata alla base dell'economia, ma sono in
opposizione alle derive del capitalismo globale. Sono in favore della piena
libertà sindacale affinché sia assicurata una ripartizione equa della ricchezza
prodotta, nonché di un sistema di previdenza e assistenza sociale per tutti i
cittadini. Ideali e scopi dell'agire politico, sono quindi identici, ma da
quando il PD è nato, i propri nemici si trovano spesso tra i suoi stessi
dirigenti che si producono in litigi insensati e che ritardano il cambio
generazionale alla testa del nuovo partito. Enzo Friso
( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 6 - Attualità
Darfur, la Cina protesta all'Onu Il caso Bashir PECHINO. La Cina protesta
formalmente per il mandato d'arresto ordinato dalla Corte penale internazionale
per il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir a causa della strage nel
Darfur. Il governo di Pechino ha chiesto la sospensione del provvedimento in
sede di Consiglio di sicurezza dell'Onu, di cui è membro permanente, mentre
migliaia di persone sono scese in piazza a Khartum per manifestare il loro
sostegno al presidente. Anche lo stesso Bashir si è unito alla folla, accusando
Stati Uniti e Unione europea, «i veri criminali». Il provvedimento della Corte
penale, che esclude l'accusa di genocidio ma contempla i reati di crimini
contro l'umanità e crimini di guerra, tra cui omicidio, sterminio, tortura e stupro, ha già provocato manifestazioni di protesta a
Khartum per quello che viene definito «nuovo colonialismo». Oltre alla Cina, da
sempre alleata del Sudan del cui petrolio è la principale acquirente, sono
immediatamente arrivate proteste da grandi Paesi arabi come l'Egitto e lo
Yemen, dalla Conferenza islamica e dalla Lega araba. Anche il Cairo,
come Pechino, chiederà la sospensione del mandato al Consiglio di sicurezza. La
Lega araba, per bocca del portavoce Amr Moussa, ha espresso «preoccupazione per
la stabilità del Darfur». La Russia parla di «decisione intempestiva». Intanto
il capo della delegazione sudanese presso l'Unione Africana (Ua) ha chiesto
agli stati africani di ritirare la propria adesione alla Cpi dell'Aja: sono 30
quelli che hanno sottoscritto lo Statuto di Roma, il trattato con cui è stata
istituita la corte internazionale.
( da "Repubblica, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 21 - Esteri
Armi in cambio di materie prime così Pechino conquista l´Africa Dal Sudan
all´Angola, la rete delle nuove alleanze cinesi Hu Jintao ha inaugurato il 2009
con una visita in Senegal, Tanzania, Mali e Mauritius L´interscambio tra il
colosso asiatico e il continente nero è decuplicato negli ultimi 10 anni
FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente PECHINO - Per difendere il dittatore
del Sudan accusato di crimini di guerra, la Cina mette in campo il suo peso
politico ed economico, nonché lo status speciale di membro permanente del
Consiglio di sicurezza dell´Onu. Il prezzo d´immagine che Pechino sa di pagare
- l´indignazione dell´opinione pubblica occidentale - è poca cosa in confronto
ai dividendi di questa operazione. Interessi economici, influenza politica,
espansionismo militare: tutta la strategia neo-imperiale della Repubblica
Popolare è visibile nella tragedia del Sudan. La Cina compra i due terzi del
petrolio del Sudan, in cambio dà generose forniture di armi al regime di Omar
al-Bashir. Dal Sudan orientale parte un´oleodotto di
( da "Manifesto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
RAZZISMO Conferenza
Onu «usa e getta» Mario Pianta L'elezione di Barack Obama annunciava una nuova
era di multilateralismo, di rilancio delle Nazioni unite, di soluzione dei
conflitti. Una svolta che apriva uno spazio all'Europa e prometteva di
affrontare la questione del Medio oriente. Qui, tuttavia, è andato subito tutto
storto. Appena prima dell'insediamento di Obama, l'invasione israeliana di Gaza
e il massacro dei suoi abitanti, poi le elezioni a Tel Aviv che porteranno,
probabilmente, al governo più a destra della storia d'Israele. Ora
l'appuntamento della seconda conferenza mondiale sul razzismo, organizzata
dall'Onu dopo quella di Durban del 2001. CONTINUA|PAGINA12 Al centro di quella,
come della prossima - convocata ad aprile a Ginevra - la questione della
politica di Israele nei confronti dei palestinesi, definita, nella bozza di
documento finale, «una violazione dei diritti umani
internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». Il governo italiano
ha annunciato ieri che non sarà a Ginevra, seguendo quelli di Israele, Stati
uniti e Olanda. Le conferenze mondiali dell'Onu - aperte da quella
sull'ambiente a Rio nel 1992 - sono state una grande occasione di mettere sul
tavolo dei governi i problemi del pianeta nel dopo-guerra fredda. Gli
ultimi quindici anni, tuttavia, sono soprattutto la storia di come i governi -
di Stati uniti ed Europa innanzi tutto - hanno cercato di evitare di affrontare
tali problemi, Medio oriente incluso. A Durban la conferenza dell'Onu aveva al
centro non solo la questione di Israele e Palestina, ma il tema delle
«riparazioni» per la schiavitù che il Sud chiedeva al Nord e i problemi dei
migranti. Erano temi non solo per le diplomazie, ma discussi dagli 8.000
partecipanti al Forum della società civile, con confronti e scontri tra valori,
esperienze e proposte di organizzazioni sociali di tutto il mondo. Ora
l'incontro di Ginevra non coinvolge nessuno fuori dai governi, e le capacità
diplomatiche si esauriscono in un braccio di ferro sulla questione d'Israele.
Qui si delinea uno schieramento filo-israeliano più articolato, accanto
all'asse (in via di raffreddamento) tra Tel Aviv e Washington, e Roma si
candida a diventarne uno snodo centrale. All'apertura della presidenza Obama,
questo ridisegna una contrapposizione tra paesi ricchi da un lato e mondo arabo
e Sud del mondo dall'altro a partire dal conflitto più doloroso, quello in
Palestina. Non era questa la geometria annunciata da Obama per i problemi
internazionali, non è questa la strada che può dare sicurezza agli israeliani e
uno stato ai palestinesi, e tantomeno può dare un ruolo internazionale
dell'Europa. A Ginevra, l'Italia e l'Europa potrebbero andare con un diverso
realismo e con la responsabilità di fare i conti con i diritti
violati dei palestinesi. Senza fare dell'Onu un organismo da «usa e getta». Ma
poi c'è molto altro. Il razzismo, in tempi di migrazioni mondiali e di
politiche repressive contro immigrati, minoranze e «diversi», è sicuramente uno
dei più urgenti problemi internazionali. Di questo, alla conferenza di Ginevra,
tutti governi dovrebbero essere chiamati a rispondere, all'opinione pubblica e
alle vittime di tutto il mondo.
( da "Manifesto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
IL COMMISSARIO ONU
«Lobby contro di noi» Fuga dal summit, Tel Aviv canta vittoria Michelangelo
Cocco Nel settembre del 2001 anche Israele e Stati Uniti avevano partecipato
all'incontro di Durban, salvo richiamare in patria le proprie delegazioni prima
dell'approvazione del documento finale, giudicato troppo critico nei confronti
dello Stato ebraico. Prima di andarsene sbattendo la porta, Washington e Tel
Aviv erano riuscite a ottenere la cancellazione dell'equiparazione tra sionismo
e apartheid dal testo che oltre sette anni fa chiuse nella città sudafricana la
prima Conferenza delle Nazioni Unite contro il razzismo. Lunga invece si
annuncia la lista dei paesi che boicotteranno «Durban II», in programma dal 20
al 24 aprile a Ginevra. Defezioni arrivate nonostante l'appello del segretario
generale dell'Onu, Ban Ki-moon, che ha invitato tutti gli stati a partecipare
perché combattere xenofobia e intolleranza è un compito dei paesi membri
dell'Organizzazione internazionale e malgrado l'Alto commissario dell'Onu per i
diritti umani, Navanethem
Pillay, abbia assicurato che i timori di derive antisemite del vertice sono
ingiustificati. In verità - a giudicare dagli stralci della bozza pubblicati
dal quotidiano Ha'aretz - nel documento finale di quest'anno non c'è traccia di
antisemitismo. Vi si legge che la politica israeliana nei
territori palestinesi occupati rappresenta una «una violazione dei diritti umani, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». E ancora che le
politiche israeliane costituiscono «una seria minaccia per la pace e la
sicurezza internazionale e violano i principi fondamentali del diritto
internazionale umanitario».
Poi il passaggio più controverso, quello che accusa Israele di «discriminazione
razziale nei confronti del popolo palestinese come dei siriani nel Golan
occupato e altri abitanti dei Territori arabi occupati». Nella frase «altri
abitanti dei Territori arabi occupati» si è ravvisato l'intento di
delegittimare Israele in quanto Stato ebraico (dove vivono oltre un milione di cittadini
arabi ma che, oltre ai territori palestinesi e al Golan, occupa anche le
Fattorie di Sheeba in Libano). La bozza va avanti denunciando «tortura, blocco
economico, pesanti restrizioni al movimento e chiusura arbitraria» dei
territori occupati, situazioni denunciate periodicamente dalle organizzazioni
per la difesa dei diritti dell'uomo ma anche nei
documenti della Banca mondiale. Insomma mentre non viene riproposta
l'equiparazione tra razzismo e il movimento politico che portò alla fondazione
dello Stato ebraico, restano inalterate le pesanti critiche alle politiche
israeliane. Ma le accuse degli organizzatori della Conferenza - presieduta
dalla Libia e copresieduta da Iran e Cuba - risultano indigeste a un numero
crescente di governi. Prima e durante l'Operazione «Piombo fuso» - la recente
offensiva contro Gaza che ha causato la morte di 1285 palestinesi - Israele ha
riorganizzato, con appositi uffici istituiti presso il ministero degli esteri,
tutta la sua macchina propagandistica. «Sappiamo che molti paesi europei stanno
aspettando la decisione statunitense» aveva dichiarato qualche giorno fa
all'agenzia Jta Alan Solow, presidente della Confederation of presidents, una
delle più influenti lobby filo-israeliane degli Stati Uniti. E ieri il ministro
degli esteri italiano Frattini ha annunciato a Bruxelles che Danimarca,
Francia, Olanda e Belgio sono pronti a seguire l'esempio dell'Italia. Pillay,
che si è detta «pienamente consapevole che il lascito della Conferenza di
Durban del 2001 è stato inquinato dal comportamento antisemita di alcune
organizzazioni non governative a margine della Conferenza», ha denunciato però
che Durban II «è bersaglio di una campagna da parte di media e lobby» che
temono che quegli episodi possano ripetersi. L'altro ieri un rappresentante del
Congresso ebraico europeo aveva incontrato il vice premier della Repubblica
Ceca (presidente di turno dell'Ue) Alexander Vondra per sollecitare il
boicottaggio della Conferenza. Da settimane la Conference of Presidents,
l'Aipac e l'Anti defamation league avevano fatto pressione sul governo
statunitense per il boicottaggio.
( da "Manifesto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
NAZIONI UNITE Dopo
il no di Stati uniti e Israele arriva quello di Frattini «Antisemiti»: l'Italia
diserta il vertice Onu sul razzismo Alberto D'Argenzio BRUXELLES Meglio non
andarci, l'Italia si sfila da Durban II, la Conferenza sul razzismo che si apre
a Ginevra il 21 aprile. Ad annunciarlo, durante il vertice Nato di Bruxelles, è
il ministro degli esteri Franco Frattini. «L'Italia - ha detto Frattini - non
parteciperà al prosieguo dei negoziati per la Conferenza di Durban II a causa
di un testo di conclusioni che contiene parti totalmente inaccettabili». Il
riferimento è ad «alcune frasi aggressive e di tipo antisemita» che «devono
essere eliminate» dalla bozza, ha insistito il capo della diplomazia italiana.
In questa maniera il governo si accoda a Stati uniti e all'Olanda, ricevendo in
cambio il plauso di Israele, ma anche del Partito democratico, e le critiche,
indirette, dell'Alto commissario Onu per i diritti umani. Si rallegra Andy David, portavoce del ministero degli
esteri di Tel Aviv perché l'Italia «si è resa conto che da questa conferenza
nulla di positivo potrà emergere». Dalla stessa Italia i toni sono, come
d'abitudine, più forti. Margherita Boniver, deputata del Pdl parla di Durban I
come di «un'esperienza deleteria», da cui si era già capito l'intenzione di
paesi come Libia e Iran di trasformare la conferenza in un grande palcoscenico,
«teatro di un'orgia di antisemitismo ed anti-occidentalismo». Secondo Gianni
Vernetti, Pd ed ex sottosegretario agli esteri, il governo ha fatto bene perché
«è inaccettabile avallare i lavori di un organismo come Durban II che, come già
nel passato, produce testi contenenti frasi antisioniste e aggressive nei
confronti di Israele». Secondo Frattini anche Danimarca, Francia, Olanda e
Belgio sarebbero sul punto di non andare a Ginevra. Al riguardo il premier
francese Francois Fillon ha detto che la Francia «non accetterà che lo Stato
d'Israele sia stigmatizzato, che la sua politica venga calunniata, e se
necessario si ritirerà». Andando sul concreto, la bozza in studio a Ginevra,
secondo quanto anticipato dal quotidiano Ha'aretz, parla
della politica di Israele nei Territori occupati come di «una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». Il testo esprime
inoltre «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da
Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato».
Tel Aviv viene infine accusata anche di «tortura, blocco economico, gravi
restrizioni di movimento e chiusura arbitraria dei territori» e indicata come
«una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza» (cosa che peraltro
risultava anche da un Eurobarometro del 2003). Secondo Washington, che ha lanciato
il boicottaggio, il testo «non è più recuperabile» mentre la Conferenza
potrebbe servire da piattaforma alle nazioni arabe e musulmane, in particolare
a Iran, Siria e Libia, per attaccare Israele. Ora anche l'Italia si accoda,
anche se Frattini non chiude tutte le porte, annunciando che se le frasi
incriminate verranno cambiate, il governo potrebbe ripensarci. In sostanza la
partita non è chiusa, anche se rimane tutta in salita. Da un lato Washington e
soci accusano i paesi arabi di manipolare il testo, dall'altro i paesi arabi
insistono per inserire parole che alla luce degli attacchi a Gaza trovano un
nuovo riscontro, almeno parziale, nel passato recente. E i toni rischiano di
farsi più aspri, invece che ammorbidirsi. Gli organizzatori della marcia della
vita del 21 aprile, che annualmente giunge fino alle porte del campo di
Auschwitz, hanno invitato la comunità internazionale a boicottare la Conferenza
di Ginevra, trasformando il no a Durban II, che inizia lo stesso giorno, in uno
degli slogan della manifestazione di quest'anno. Insomma, vista la situazione
sarà dura per l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti
dell'uomo Navi Pillay riuscire ad avere il tutto esaurito a Ginevra. Pillay ha
lanciato un appello, ricordando ai governi che la Conferenza «offre la
piattaforma e il quadro più ampio per combattere l'intolleranza e il razzismo
nelle loro numerose forme». E pur riconoscendo che «l'eredità della conferenza
di Durban I è stata rovinata dal comportamento antisemita di alcune ong», Pillay
punta il dito contro la «campagna sprezzante di coloro che temono una
ripetizione delle manifestazioni di antisemitismo». Un'accusa, conclude questa
ex giudice sudafricana, «ingiustificata», mentre il boicottaggio avrebbe degli
effetti molto negativi sull'insieme dei meccanismi internazionali di tutela dei
diritti umani. Il governo
italiano ha sette settimane per pensarci.
( da "Manifesto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
articolo L'Obama
CANCELLATO Il nuovo capo della Casa bianca sta rimediando
alle violazioni dei diritti umani dell'era-Bush, a partire da Guantanamo. Ma i nostri giornali e
le nostre televisioni passano oltre, minimizzano, ne parlano poco. O, persino,
lo osteggiano L'AMERICA CHE NON PIACE AI MEDIA ITALIANI Gianni Minà La nuova
America di Barack Obama mantiene le promesse riguardo i diritti umani violati a più riprese dall'amministrazione
di Bush Jr. La Commissione di intelligence del Senato americano indagherà a
breve sui metodi di interrogatorio e sulle modalità di detenzione messe in atto
negli anni scorsi dalla Cia nei confronti di presunti terroristi. La notizia -
confermata da fonti del partito democratico del Congresso - è stata ignorata
dalla maggior parte dei mezzi di informazione italiani, anche da quelli che
parlano molto - ma un po' ritualmente - di diritti umani.
Il silenzio è sconcertante, specie se si considera, per esempio, che nel lager
di Guantanamo, dove i detenuti erano reclusi in celle simili a stie per polli,
dal 2001 al 22 gennaio di quest'anno, quando il nuovo presidente degli Stati
uniti, evidentemente anche lui turbato da questo quadro, ha dato l'ordine di
chiuderlo, sono transitati 775 prigionieri dei quali 420 sono stati liberati,
dopo torture e offese, senza nessuna accusa o incriminazione. Un contesto
tragicamente simile a quello descritto da Claudio Fava, giornalista, scrittore
e parlamentare europeo, presidente della Commissione che ha indagato sulle
extraordinary rendition, in un passaggio della prefazione per il libro di
Giulietto Chiesa Le carceri segrete della Cia in Europa: «Questa storia è anche
un viaggio nell'orrore e nel ridicolo: nomi storpiati, abbagli, menzogne. Con
un più tragico e grottesco dettaglio: delle venti extraordinary rendition che
la Commissione di inchiesta ha ricostruito, almeno diciotto riguardavano casi
di persone totalmente innocenti. Catturate, detenute, torturate e infine - un
anno dopo, due anni dopo, cinque anni dopo - liberate con un'alzata di spalle
'c'eravamo sbagliati'. E' solo una stolta avventura della Cia? Non credo.
Quegli abusi, quelle menzogne, quegli eccessi sono anche i nostri». Anche i
dati che abbiamo citato sopra sono indiscutibili e fino a qualche tempo fa,
perfino nell'Italia democristiana, avrebbero imposto almeno una riflessione di
prima pagina. Ora invece sono letteralmente spariti, anche in quotidiani
prestigiosi come il Corriere della Sera che ha ben due vicedirettori che si
dichiarano esperti nell'argomento diritti umani, Magdi
Cristiano Allam, candidato dell'Udc alle europee, che appena può lancia una
fatwa contro il mondo islamico, per lui radice di ogni violenza del mondo
moderno, e Pierluigi Battista che, nei suoi fondi, senza nessun rispetto per i
lettori, chiama «dittatore» Ugo Chavez, che in dieci anni di governo del
Venezuela ha affrontato una dozzina di consultazioni elettoriali o
referendarie, perdendone una sola, e accettando nell'occasione e senza
discussione quel risultato. Mi viene naturale, allora, ricordare con fastidio
le faccie stolide di quei presunti esperti di strategie militari che nello
studio televisivo di Bruno Vespa, fra il 2001 e il 2003, giocavano a RisiKo con
i plastici raffiguranti l'Afghanistan e successivamente l'Iraq convinti, in
entrambi i casi, che gli Stati uniti avrebbero archiviato quelle pratiche
strategiche in poche settimane e avrebbero «esportato la democrazia». Invece
l'Afghanistan è nuovamente in mano ai talebani, ai mercanti d'oppio e ai
signori della guerra. Mentre nella terra della civiltà babilonese le vittime
civili sono ormai 900mila e a Falluja e in altre zone è provato siano state
utilizzate dall'armata Usa armi chimiche. Lo sconcerto, poi, diventa totale
leggendo la conclusione preliminare dell'inchiesta voluta da Barack Obama,
addirittura all'indomani dell'investitura, che afferma «Nonostante gli ingenti
finanziamenti disposti a partire dal 2003, con i soldi dei contribuenti
americani, è impossibile trovare testimonianza di un solo cantiere aperto nella
capitale irachena, fatta eccezione per quello del complesso che da pochi giorni
ospita la nuova ambasciata Usa», la più faraonica sede diplomatica del governo
nordamericano nel mondo, un complesso di ventuno edifici costato quasi due
miliardi di dollari. In compenso quella che fu la terra della civiltà
babilonese è stata inondata di denaro, 125 miliardi di banconote che Paul
Bremer, allora scelto da Bush Jr. per «ricostruire» un paese appena raso al
suolo, aveva preteso in contanti. Ora l'indagine governativa in corso sta
rilevando che la metà dei soldi risulta sparita nel nulla, 57,8 miliardi di
dollari, che dovevano essere destinati a scuole, ospedali, strade, abitazioni e
a ricostruire i servizi essenziali, e che invece sono finiti nelle tasche degli
speculatori internazionali, o fanno parte dei bilanci di ditte come la
Hullyburton, creatura cara all'ex vice presidente Dick Cheney, i cui manager
arrivavano in Iraq accompagnati da guardie del corpo chiamate contractors e
pagate non meno di 15mila dollari al mese. Al Pentagono, gestito allora dal
disinvolto ministro Donald Rumsfeld, che stava conducendo la guerra e aveva già
approvato informalmente la pratica della tortura, Bush aveva infatti affidato,
senza scrupolo anche l'incarico della ricostruzione. L'ordine era di sospendere
sia la legge irachena, sia quella americana. In questo modo gli investitori
hanno potuto godere di una immunità tale da traformare l'Iraq in una «zona di
libera frode», in cui milioni di dollari in contanti sono stati consegnati a
truffatori per opere mai portate a termine. La stampa occidentale, compresa
quella liberal nordamericana (era l'epoca dei giornalisti uccisi a Baghdad o a
Falluja dal «fuoco amico») che, nell'occasione, come mi disse Noam Chomsky,
aveva abdicato alla sua storia, non ebbe il coraggio e la dignità di denunciare
quello scempio. Paura o cinismo? Forse solo opportunismo. Silenzi interessati
Certo, ora che la realtà viene a galla, così meschina, così feroce, è
sconcertante scoprire che, salvo alcuni casi, l'atteggiamento dell'informazione
non è cambiata. Ignorare, eludere, queste notizie continua a essere la linea
dei media occidentali, specie in Italia dove è passato sotto silenzio perfino
l'inquietante lavoro di lobby che il presidente Bush nell'estate del 2006 fece
con i senatori repubblicani McCain, Warner, Graham e Collins, compagni di
partito che, assaliti evidentemente da un sussulto di coscienza, si opponevano
all'approvazione della legge che avrebbe autorizzato la tortura, ora subito
sospesa da Barack Obama. Una storiaccia senza morale che avrebbe meritato,
allora come adesso, uno straccio di editoriale, due righe di commento, delle
penne democratiche del nostro paese o della satolla Europa. Ma la latitanza
morale dei più prestigiosi editorialisti e commentatori tv diventa ancor più
colpevole quando, meno di una settimana dopo, è arrivata la notizia che Bush
Jr. aveva trovato un accordo con i senatori «ribelli». Ribelli a che cosa? Al
cinismo e all'ipocrisia della nazione guida delle democrazie occidentali?
Eppure le conclusioni preliminari dell'inchiesta amministrativa in corso sono
esplicite: «L'intero progetto di ricostruzione in Iraq è stato un pieno
fallimento. Si è passati da una guerra lampo all'idea di mettere insieme uno
stato dalle fondamenta, senza avere un progetto degno di questo nome alle
spalle. La Coalition Provisional Authority ha dato prova di cattiva gestione,
di assoluta mancanza di controllo, spalancando le porte ad ogni tipo di
attività criminale». Sono parole che mi fanno venire in mente il bellissimo
documentario Ma dove sono finiti i soldi del giovane medico e giornalista
iracheno Ali Fadhil, trasmesso all'epoca alle undici di sera a C'era una volta,
il programma di Rai Tre di Silvestro Montanaro, dove si vedevano i marines
durante le operazioni di scarico di un aereo in Iraq prendere a calci, come se
giocassero a football, i sacchi di dollari inviati per la «ricostruzione».
Norma Rangeri, nella rubrica sui programmi televisivi che tiene sul manifesto,
si domandò giustamente perché nemmeno una di quelle immagini fosse stata
mostrata in un telegiornale e, aggiungo io, nemmeno nei programmi di Vespa,
Ferrara, Mentana, Santoro, Floris e Piroso. Purtroppo i giornalisti liberali o
riformisti, come si dice ora, sono in Italia, tendenzialmente, distratti o
servili. Non provano nemmeno il disagio che Barack Obama ha espresso già il
giorno successivo al suo insediamento, quando ha deciso di chiudere il lager di
Guantanamo, fermare le commissioni militari, veri illegali tribunali speciali
che vi agivano e mettere al bando l'uso della tortura da parte della Cia.
Insomma, tentando di smontare alcuni dei passaggi più inquietanti della politica
di Bush Jr. Anzi al Corriere ultimamente non nascondono la loro antipatia per
le scelte di Obama. Da noi gli otto anni nefasti di W., che Oliver Stone, il
regista di Platoon, Nato il 4 luglio e JFK, ha accusato pubblicamente di «aver
infranto ogni limite morale», hanno trovato eco solo recentemente nella rubrica
del critico televisivo del Corriere della Sera. Aldo Grasso si è offeso perché
Miguel d'Escoto, antico combattente per i diritti dei più poveri e degli
esclusi, prete sospeso a divinis dal Vaticano, aveva accettato l'incarico di
ministro degli esteri dell'esausto Nicaragua sandinista, scampato alla guerra
sporca dei contras, le milizie del dittatore Somoza, sostenute dal presidente
Usa Ronald Reagan, si era augurato, in un collegamento con il Festival di
Sanremo, di poter superare l'isolazionismo che aveva caratterizzato la politica
nordamericana negli anni della presidenza di Bush Jr. D'Escoto parlava da New
York come presidente (eletto per il suo prestigio internazionale) della 63a
sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, estemporaneamente
intervistato da Paolo Bonolis in una di quelle iniziative spericolate della tv
generalista, quando vuole dare prestigio a un programma nazionale e popolare.
Aveva affermato d'Escoto: «O ci amiamo o affondiamo tutti (...) Cogliamo, con
l'aiuto della musica l'occasione di rinnovare lo spirito per lottare tutti
insieme per un mondo migliore», accenando alla speranza di superare
l'atteggiamento non collaborativo dell'America di Bush nei riguardi delle Nazioni
unite. Ma tanto era bastato al critico del Corriere per sollecitare addirittura
le alte cariche dello Stato italiano a chiedere scusa agli Stati uniti. Scusa
di che, Aldo Grasso? Se è vero, come è vero, che d'Escoto ha affermato una
verità inconfutabile, specie per un cittadino di un paese latinoamericano,
massacrato dalla «guerra sporca» benedetta trenta anni fa da Ronald Reagan?
Questa purtroppo è la nostra informazione. Tutte le notizie non gradite agli
Stati uniti, o che sottolineano una loro sconfitta materiale e morale, vengono
eluse, evitate, respinte, quasi fosse il pedaggio da pagare ancora ai vincitori
della seconda guerra mondiale, per antonomasia indiscutibili, democratici e
liberatori. Invece, le «gesta» dei nordamericani, nell'ultimo mezzo secolo,
sono state spesso anche scorrette, egoiste, poco eroiche. Dalla guerra in
Vietnam, per di più persa miseramente, al crudele Plan Condor, voluto dal
presidente Nixon e dal segretaio di stato Kissinger per coordinare fra loro le
dittature militari latinoamericane degli anni '70, e aiutarli ad annientare
tutte le opposizioni progressiste del continente, fino alla guerra in Iraq.
Quando si verificano eventi così inquietanti c'è, in Italia, una sorta di
consegna del silenzio, una fuga dalla realtà. Per capire con quale
superficialità vengono spesso decisi i nostri destini c'è voluta, per esempio,
la testardaggine di Oliver Stone, un vecchio cacciatore di documenti
inoppugnabili, che diventano sceneggiature di indimenticabili film di denucnia.
Questa volta, raccontando nel film W., le «imprese» del Presidente degli Stati
uniti negli anni in cui è crollato anche il muro del capitalismo, si può
permettere perfino il lusso di essere magnanimo e di leggere il catastrofico
bilancio del suo governo come la frustrazione di un piccolo uomo schiacciato
dalla figura del padre, che fu direttore della Cia, vice presidente di Reagan e
poi, a sua volta, presidente. Tutto questo però senza dimenticare di
sottolineare la follia di una politica avida, corrotta e guerresca, che solo la
malafede della nostra informazione ha continuato pervicacemente a ignorare.
( da "Riformista, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'Italia boicotta
Durban e rimanda l'apertura all'Iran contrordine. La Conferenza Onu contro il
razzismo puzza d'antisionismo. Frattini incontra la Livni e annuncia che
l'Italia non parteciperà. Salta anche il suo viaggio nella capitale iraniana.
Le parole «inaccettabili» di Khamenei lo inducono a restare a casa. Il dialogo
può attendere. di Anna Momigliano Pieno sostegno a Israele, su due fronti:
l'Italia non parteciperà alla controversa conferenza "Durban II", e
il viaggio del ministro degli Esteri Franco Frattini in Iran è rimandato. Il
duplice annuncio è arrivato ieri pomeriggio, dopo un incontro bilaterale tra
Frattini e la collega israeliana Tzipi Livni, a margine del consiglio degli
Esteri Nato a Bruxelles. In entrambi casi, l'obiettivo sembra rassicurare gli
israeliani, in un momento particolarmente delicato per le relazioni tra
l'Alleanza atlantica e Gerusalemme. Tema centrale del vertice Nato di ieri è
stata infatti l'inclusione della Repubblica islamica iraniana nel dossier
Afghanistan. Una decisione difficile, certo: da un lato le relazioni tra
Teheran e occidente sono sempre più tese a causa delle ambizioni atomiche
iraniane; ma dall'altro l'Iran, che per ragioni storiche e geografiche ha un
fortissimo peso nella regione, è un tassello molto importante per garantire la
stabilizzazione dell'Afghanistan. Alla fine è prevalsa la necessità di trovare
una soluzione per Kabul, che il presidente Barack Obama considera la priorità
geopolitica ma dove Stati Uniti e alleati sono sempre più in difficoltà dal
punto di vista militare. Molto probabilmente una delegazione iraniana sarà
invitata alla conferenza del 31 marzo sull'Afghanistan. Per ora la conferma
ufficiale non c'è, ma il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha detto
di «aspettarsi che partecipi» e il ministro degli Esteri francese Kouchner ha
aggiunto di augurarselo. All'interno della Nato il consenso è unanime: «Sul
coinvolgimento dell'Iran nessuno ha obiettato» ha detto Frattini. Il quale poi
ha aggiunto che gli israeliani «ne hanno preso atto». Gerusalemme infatti ha
più di un conto aperto con Teheran: a cominciare dalla minaccia atomica, per
non parlare delle frequenti dichiarazioni negazioniste e antisemite da parte
del regime. Proprio ieri l'ayatollah Khamenei ha definito Israele «il cancro»
del Medio Oriente. In una nota diffusa in serata, la Farnesina ha spiegato che
la decisione di «riprogrammare il viaggio» è stata presa «anche alla luce delle
dichiarazioni inaccettabili rivolte dalle massime autorità iraniane contro lo
Stato di Israele e l'amministrazione americana». Inoltre il regime di Teheran
vorrebbe organizzare una Conferenza su Gaza i cui obiettivi sono antitetici a
quelli del recente summit di Sharm El Sheikh, dove l'Italia si è impegnata a
fornire 100 milioni di euro ai palestinesi. Ma secondo indiscrezioni, ci
sarebbe anche un'altra motivazione: Frattini avrebbe dovuto recarsi a Teheran
il 10 e l'11 marzo, e proprio in quei giorni sono in programma in Iran delle
manifestazioni anti-israeliane. Una combinazione che avrebbe messo la Farnesina
davanti a una scelta spiacevole: l'incidente diplomatico con Israele, oppure
l'incidente diplomatico con il paese ospite. Le stesse fonti spiegano che
rimane una «ferma determinazione» a effettuare la visita a Teheran, in un'altra
data da definirsi. Poi c'è la questione di "Durban II". Ovvero la
conferenza delle Nazioni Unite contro il razzismo e la xenofobia che si terrà a
Ginevra tra il 20 e il 24 aprile. E che, nonostante il nobile proposito
ufficiale, sembra destinata a trasformarsi in un processo politico contro lo
Stato di Israele: infatti è la prosecuzione di un'altra controversa conferenza
Onu, quella svoltasi a Durban (in Sudafrica) nel 2001 e da cui Stati Uniti e
Israele si erano ritirati in polemica. Stati Uniti, Israele e Canada avevano
già annunciato di non intendere partecipare. Ieri al boicottaggio si è unita
ieri anche l'Italia. Frattini sostiene inoltre che anche altre nazioni europee,
come Francia, Olanda, Belgio e Danimarca, sono pronte ad aggiungersi. Il
ministro ha poi detto che potrebbe cambiare idea, a patto che le «tesi
aggressive e antisemite siano rimosse». Il problema infatti sta nella bozza
messa a punto dal comitato preparatorio, presieduto dalla Libia. Il documento definisce la politica israeliana nei territori
palestinesi «una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». Israele aveva
annunciato il boicottaggio ancora prima della riunione del comitato
preparatorio. Gli Stati Uniti, invece, in un primo momento avevano annunciato
la loro intenzione di partecipare. Washington aveva persino inviato una
rappresentanza alle riunioni del comitato a Ginevra. Poi però, una volta
appurato che Libia e alleati sono determinati a trasformare la conferenza in
uno show anti-israeliano, Washington ha cambiato idea. 06/03/2009
( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Razzismo, Frattini
lascia la Conferenza dell'Onu --> Il ministro protesta per le «frasi
antisemite» della bozza finale Nel testo accuse alla politica israeliana nei
Territori Venerdì 06 Marzo 2009 GENERALI, pagina 6 e-mail print
BRUXELLESL'Italia ritira la sua delegazione dalla conferenza Onu sul razzismo,
la cosiddetta Durban II, per protesta contro le frasi «antisemite» contenute
nella bozza di dichiarazione finale. Roma segue l'esempio degli Stati Uniti e
dell'Olanda che hanno già annunciato una simile decisione e molto probabilmente
anticipa altri Paesi europei, anch'essi indignati per l'andazzo che stanno
prendendo i negoziati di Durban II. Si tratta di un segnale politico molto
forte, che rinfocola polemiche già scoppiate in occasione di Durban I (dal nome
della città sudafricana dove si svolse il primo summit) e che getta un'ombra
lunga sulla gestione di questa conferenza in vista anche del vertice di Ginevra
previsto per metà aprile. «La posizione del ministro» È stato il ministro degli
Esteri Franco Frattini a comunicare ufficialmente la decisione italiana a
margine della riunione ministeriale della Nato a Bruxelles spiegando che
l'Italia ha deciso di ritirare la sua delegazione dai negoziati Durban II «a
causa di un testo che contiene parti totalmente inaccettabili». Frattini ha
parlato di «frasi aggressive e di tipo antisemita» che, nell'ottica dell'Italia,
«devono essere eliminate» nella ricerca di un nuovo «equilibrio» nel testo che
attualmente non c'è. Se il testo non verrà modificato, l'Italia non parteciperà
al vertice di Ginevra, al pari di Usa e Olanda e molto presumibilmente di altri
Paesi come Francia, Belgio, Canada e Danimarca. Nel testo di conclusioni della
conferenza di Ginevra che si sta attualmente negoziando, si lanciano, secondo
quanto ha anticipato il quotidiano israeliano «Haaretz», pesanti
accuse alla politica di Israele nei territori palestinesi, giudicata «in
violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». Nella bozza si
esprime inoltre «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali
compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan
occupato». Israele inoltre viene accusato di «tortura, blocco economico,
gravi restrizioni di movimento e chiusura arbitraria dei territori» e viene
inoltre definito «una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza». Il
ritiro degli Stati Uniti Queste posizioni avevano già portato gli Stati Uniti a
ritirarsi dai negoziati di Durban II nella convinzione che il documento finale
della conferenza «non è recuperabile». Durban II, secondo gli Stati Uniti, potrebbe
servire da piattaforma alle nazioni arabe e musulmane per attaccare Israele e
in questo momento, secondo fonti Onu, le delegazioni iraniana e siriana
avrebbero preso la guida del gruppo di Paesi che vogliono una dura presa di
posizione contro Israele. D'altra parte, gli Stati Uniti e Israele avevano già
abbandonato nel 2001 la prima conferenza di Durban per protestare contro il
tentativo di equiparare il sionismo al razzismo. Ieri in serata, Israele ha
plaudito alla decisione dell'Italia di ritirare la sua delegazione dalla
conferenza dell'Onu sul razzismo. Un portavoce del ministero degli Esteri, Andy
David, ha detto che Israele «si rallegra di questa decisione dell'Italia che si
è resa conto che da questa conferenza nulla di positivo potrà emergere».
Stefano Polli 06/03/2009 nascosto-->
( da "Tirreno, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 8 - Attualità
«Antisemitismo», Italia si ritira da Durban II Protesta della nostra
delegazione alla conferenza dell'Onu sul razzismo BRUXELLES. L'Italia ritira la
sua delegazione dalla conferenza Onu sul razzismo, la cosiddetta Durban II, per
protesta contro le frasi «antisemite» contenute nella bozza di dichiarazione
finale. Roma segue l'esempio degli Stati Uniti e dell' Olanda che hanno già
annunciato una simile decisione e molto probabilmente anticipa altri Paesi
europei, anch' essi indignati per l'andazzo che stanno prendendo i negoziati di
Durban II. Si tratta di un segnale politico molto forte, che rinfocola
polemiche già scoppiate in occasione di Durban I (dal nome della città
sudafricana dove si svolse il primo summit) e che getta un' ombra lunga sulla
gestione di questa conferenza in vista anche del vertice di Ginevra previsto
per metà aprile. E' stato il ministro degli Esteri Franco Frattini a comunicare
ufficialmente la decisione italiana a margine della riunione ministeriale della
Nato a Bruxelles spiegando che l'Italia ha deciso di ritirare la sua
delegazione dai negoziati Durban II «a causa di un testo di conclusioni che
contiene parti totalmente inaccettabili». Frattini ha parlato di «frasi
aggressive e di tipo antisemita» che, nell'ottica dell'Italia, «devono essere
eliminate» nella ricerca di un nuovo «equilibrio» nel testo che attualmente non
c'è. Se il testo non verrà modificato, l'Italia non parteciperà al vertice di
Ginevra, al pari di Usa e Olanda e molto presumibilmente di altri Paesi come
Francia, Belgio, Canada e Danimarca. Nel testo di conclusioni della conferenza
di Ginevra che si sta attualmente negoziando, si lanciano, secondo quanto ha
anticipato il quotidiano israeliano'Haaretz', pesanti
accuse alla politica di Israele nei territori palestinesi, giudicata «in
violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma contemporanea di apartheid». Nella bozza si
esprime «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da
Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato».
Israele inoltre viene accusato di «tortura, blocco economico, gravi restrizioni
di movimento e chiusura arbitraria dei territori» e viene inoltre definito «una
minaccia per la pace internazionale e la sicurezza».
( da "marketpress.info" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 06 Marzo
2009 CONVEGNO: ?IL CONFINE DEL VELO ATTRAVERSATO DA VOCI DI DONNE VERSO LA
RICONCILIAZIONE? PER PROMUOVERE E STIMOLARE IL DIALOGO INTERCULTURALE TRA
CULTURE DIVERSE VERONA, SABATO 7 MARZO Cosa rappresenta il velo (in arabo
?hijab?) per la religione e la cultura musulmane? Come viene percepito nella
nostra società? Quale il ruolo delle donne nell?integrazione? Intorno a questi
interrogativi si snodano le riflessioni proposte dal convegno ?Il confine del
velo attraversato da voci di donne verso la riconciliazione?, in calendario
sabato 7 marzo, dalle ore 9. 00 alle 17.
( da "Nazione, La (Siena)" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CAMPIONATO DI
GIORNALISMO pag. 12 La Dichiarazione Universale 60 anni
dopo NEL MONDO I PIÙ ELEMENTARI DIRITTI DELL'UOMO E DEL BAMBINO ANCORA VIOLATI
IN MOLTI PAESI IN CLASSE, IN OCCASIONE del sessantesimo anniversario, abbiamo
parlato della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948), la prima carta a sancire universalmente i diritti
delle persone. A questa è seguita la Dichiarazione universale dei
diritti del fanciullo (1959), per cui ogni bambino ha diritto ad un adeguato
livello di vita, ai servizi sanitari necessari, all'istruzione di base gratuita
e ad assistenza in casi d'emergenza come le guerre. TUTTAVIA, ancora oggi, in
alcuni Paesi i diritti sanciti nei due documenti non vengono rispettati. Ci
siamo resi conto di questo anche leggendo il libro di Vittorio Zucconi (inviato
de "La Repubblica" e de "L'Espresso") Stranieri come noi.
Il libro ci ha fatto riflettere sul fatto che, anche se ognuno di noi pensa di
non essere straniero, tutti siamo estranei a tutti. TRA I BRANI ci ha colpito
Brasile, il gol, in cui viene descritta la vita dei bambini che abitano nelle
favelas, sfruttati per organizzare bande criminali. Ancora più drammatico
Messico , le scarpe nel quale una bambina è costretta a vivere in vere e
proprie discariche urbane. Per noi, che non conosciamo la povertà o la fame, e
troviamo sempre un piatto da mangiare quando torniamo da scuola, è facile
parlare di questi problemi. RITENIAMOCI FORTUNATI ad avere tutto il necessario
per vivere e pensiamo che quei bambini, di cui parla l'autore, farebbero
qualunque cosa per avere una piccola parte della nostra fortuna.
( da "Nazione, La (Siena)" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CAMPIONATO DI
GIORNALISMO pag. 12 «Occorre denunciare e informare» L'INTERVISTA ABBIAMO posto
alcune domande a Valentina Grande, Socio attivo del gruppo di Siena di Amnesty
International L'intervento di Amnesty è così efficace da
eliminare per sempre le violazioni dei diritti umani dai territori in cui opera? «L'efficacia dell'intervento di
Amnesty è legata al suo metodo di lavoro: Amnesty lavora costantemente, in modo
persistente e duraturo. Dove c'è una violazione, Amnesty agisce e nella maggior
parte dei casi conclusi l'esito è positivo. Ovviamente, il lavoro
dell'associazione spesso non basta ad impedire che in un dato territorio non
avvengano più violazioni». Perché la dichiarazione dei Diritti
del fanciullo spesso non viene rispettata? «Molti stati continuano a vivere
nell'illegalità e molte persone nell'ignoranza, facendo sì che si creino
situazioni di sfruttamento. Al lavoro costante di denuncia, Amnesty affianca
un'attività di sensibilizzazione incentrata sull'informare e sull'educare. In
questo modo si può fare molto. Non bisogna credere ai fatalisti che ci dicono
che nulla può cambiare. Anche l'impegno di una sola persona può fare la
differenza». Perché in alcuni stati la pena di morte non è stata ancora
abolita? «Perché ogni stato fa le proprie leggi. Non c'è una regola
internazionale che prevede che la pena di morte non possa esistere. Il lavoro
di molte associazioni come Amnesty, tuttavia, ci fa sperare che nel mondo la
pena capitale venga abolita».
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
ANCONA pag. 4
Accoglienza per le rifugiate PROVINCIA Quindici posti letto per richiedenti
protezione internazionale e rifugiate: donne sole con prole, in stato di gravidanza o che hanno subito tortura o violenza, in
piccoli appartamenti nel centro di Chiaravalle e Monte San Vito. E' il progetto
Donne per donne presentato dalla Provincia e dal comitato territoriale
dell'Arci. . Una equipe multidisciplinare, composta da operatori dell'Arci, un
avvocato con esperienza nel settore dell'immigrazione e dell'asilo,
assistenti sociali dei Comuni e mediatori linguistico-culturali si occuperà
della tutela delle donne accolte.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-06 - pag: 10 autore: ANALISI Neocolonialismo alla
cinese di Alberto Negri N on toccate Omar al Bashir: la Cina insorge contro il
mandato d'arresto dell'Aja, in compagnia dell'Iran e di un vasto corteo di
potenze arabe e musulmane, di regimi autoritari e dispotici. Corano e metano,
armi e petrolio, sono gli ingredienti delle guerre del Sudan e di questa parte
dell'Africa, lungo il bacino del Nilo. L'avanzata africana di Pechino è stata
una delle tendenze più eclatanti di questi anni. Un quarto di secolo fa gli
scambi cinesi con l'Africa arrancavano sotto il miliardo di dollari, oggi sono
intorno ai 60, proiettati a quota cento. La presenza cinese nel continente
risale agli anni 60, quando dopo l'emancipazione coloniale la Cina si presentò,
in concorrenza con l'Unione Sovietica, come portabandiera del terzomondismo,
«in nome della fratellanza tra i popoli». Gli slogan, fuorvianti e
propagandistici, sono rimasti ma le cose sono un po' cambiate quando è esplosa
la crescita di un'economia affamata di materie prime e l'Africa è diventata il
primo obiettivo. I cinesi assicurano che loro investono in regioni
sottosviluppate, rifiutate dagli occidentali. Una mezza verità, naturalmente:
Pechino sa per esperienza che le multinazionali preferiscono non lavorare in Paesi instabili o conflittuali e quando accade vengono
inevitabilmente messe sotto pressione da istanze di diritti umani o associazioni ambientaliste,
costrette quindi ad abbandonare il campo sotto l'accusa di alimentare guerre e
conflitti. Governo e compagnie cinesi, al contrario, se ne infischiano dei
diritti umani e le critiche
sono bollate come «propaganda di ex colonialisti ». Il Sudan è un caso
emblematico del neocolonialismo alla cinese. Qui Pechino gode di una sorta di
semi-monopolio petrolifero. La Chinese National Petroleum Company, Cnpc,
possiede il 40% della Greater Nile Petroleum Operating Company ed è
comproprietaria di
( da "Corriere della Sera" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2009-03-06 num: - pag: 1 autore: di
PIERLUIGI BATTISTA categoria: REDAZIONALE Durban 2 Fronte comune con l'America
«Frasi antisemite»: l'Italia dice no all'Onu Conferenza sul razzismo, Frattini
annuncia il ritiro ROMA — L'Italia non parteciperà alla Conferenza Onu sul
razzismo (Durban II): la bozza del documento finale contiene «affermazioni
aggressive e antisemite». ALLE PAGINE 2 e 3 Battistini, M. Caprara, Offeddu UNA
QUESTIONE DI PRINCIPIO D unque l'Italia non parteciperà alla «Durban due», la
conferenza «sul razzismo» patrocinata dall'Onu destinata, stando alle bozze
preparatorie del meeting, a replicare la lugubre kermesse antisemita inscenata
a Durban, Sudafrica, alla vigilia dell' 11 settembre 2001. Il governo italiano,
affiancandosi agli Stati Uniti di Obama e al Canada, non assisterà al
paradossale spettacolo del linciaggio che, purtroppo sotto l'egida delle
Nazioni Unite, un pugno di Paesi all'avanguardia nella
cancellazione dei diritti umani fondamentali allestirà contro Israele. Il canovaccio era già
pronto, pressoché identico a quello di otto anni fa. Forse nessuno inalbererà
cartelli con il ritratto di Bin Laden, come pure accadde nella bolgia
«antisionista » di Durban pochi giorni prima dell'attacco alle Torri Gemelle.
Ma come escludere che risuoneranno dalla tribuna di Ginevra le trombe del nuovo
credo negazionista amplificate, nella cornice stravolta di un incontro
convocato all'insegna dell'antirazzismo, dall'Iran di Ahmadinejad? La decisione
comunicata dal ministro Frattini impedisce che l'Italia contribuisca ad
azzerare il ricordo del trauma patito a Durban. Si capì subito allora che il
«razzismo» da combattere era soltanto il «sionismo». La legittimità dello Stato
di Israele era negata in linea di principio, con una veemenza bellicosa che
spiazzò persino i responsabili delle Nazioni Unite. Dal palco degli oratori,
nel silenzio sbigottito e impotente di Amnesty International e Human Rights
Watch, si irrideva agli ebrei che «usavano» l'Olocausto per giustificare il
«razzismo contro i palestinesi». Dittatori feroci come Mugabe indossarono le
vesti di paladini dell'umanità calpestata dall'idra
israeliana. Che l'allora Segretario Generale dell'Onu Kofi Annan avesse solo
eccepito molto blandamente sull'ondata antisemita che stava sommergendo una
conferenza che avrebbe dovuto impostare la battaglia internazionale contro il
razzismo, fu solo il coronamento di una colossale mistificazione. Accettare
senza reagire la prevedibile replica di Ginevra sarebbe stato un grave errore.
E' merito del governo italiano non averlo commesso. Perché si possa dire
«dell'Italia» e non solo del «governo italiano », occorre che l'opposizione
dica, tra l'altro nella scia di un governo americano «amico» come quello di
Obama, che su una questione irrinunciabile di principio come la lotta
all'antisemitismo comunque camuffato non c'è ostacolo di schieramento e di
collocazione politica. Un obiettivo, la lotta all'antisemitismo, ovviamente
condiviso anche dal predecessore di Frattini agli Esteri, Massimo D'Alema, che
sempre, anche quando ha criticato con vigore l'azione israeliana a Gaza, anche
quando ha rivendicato una linea di condotta che tenesse conto della forza e del
radicamento di Hamas ed Hezbollah, ha tenuto a erigere una frontiera civile e
valoriale contro il dilagare della furia antisemita (antisionista) che nega il
diritto all'esistenza stessa dello Stato di Israele. Questa frontiera è stata
oltrepassata a Durban e nessun lavoro diplomatico di lima per il testo della
Risoluzione finale avrebbe potuto disinnescare il pericolo che a Ginevra la
stessa frontiera venisse nuovamente violata. Forse non solo una «buffonata»,
come Pascal Bruckner ha definito la Conferenza di cui ha promosso il
boicottaggio, ma soprattutto un'inquisizione mondiale che con le bandiere
dell'Onu metterà sul banco degli imputati il vituperato «sionismo».
Un'inquisizione da cui l'opposizione non può che dissociarsi.
( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
VETRINA RICCIONE
pag. 13 FRANCESCO Cavalli, vicepresidente Coordinamento nazionale enti locali
... FRANCESCO Cavalli, vicepresidente Coordinamento
nazionale enti locali per la pace e i diritti umani, assieme a una delegazione composta dal coordinatore nazionale
Tavola della pace Flavio Lotti, al presidente della Provincia Autonoma di
Trento Giovanni Kessler e al coordinatore della piattaforma delle Ong per il
Medio Oriente Sergio Bassoli, sono stati bloccati all'ingresso della Striscia
di Gaza dalle autorità israeliani. «Avremmo voluto definire un piano di
interventi sociali sottolinea la delegazione dal valico di Erez . Siamo stati
per tre giorni davanti al check point e abbiamo visto passare poche, pochissime
persone. Anche gli aiuti umanitari entrano con il
contagocce e il personale dell'Onu, anch'esso, è soggetto a forti restrizioni».
( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
VETRINA SAN MARINO
pag.
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
FERRARA ECONOMIA E
POLITICA pag. 9 IL CANDIDATO sindaco del Partito Democratico Tiziano Tagliani,
parteciperà o... IL CANDIDATO sindaco del Partito Democratico Tiziano Tagliani,
parteciperà oggi dalle 9.30 all'incontro che si terrà nella sala del Consiglio
in Castello estense, organizzato nell'ambito del progetto regionale «Partecipa
rete», cui ha aderito la Provincia. Promosso dall'Assemblea legislativa della
Regione e finalizzato a stimolare un confronto aperto tra i giovani, il
progetto è partito nel corso del 2009, con il coinvolgimento
di studenti ed insegnanti delle scuole medie sui temi dei diritti umani, dei diritti di cittadinanza dei
giovani e sullo sviluppo sostenibile. Lo stesso Tagliani ha preso parte
mercoledì al convegno organizzato da Uisp, Comune e Provincia sul tema piscine,
svoltosi sempre in Castello Estense, mentre martedì il candidato del Pd ha
incontrato gli operai della Felisatti. Questi ultimi, nei giorni scorsi,
avevano inviato una lettera a tutti i candidati a sindaco delle prossime
amministrative, chiedendo un incontro per poter illustrare la propria difficile
situazione; oltre a Tagliani, anche Giulio Barbieri (Io Amo Ferrara) e
Valentino Tavolazzi (Progetto per Ferrara) hanno già incontrato la delegazione
dei 47 operai della fabbrica in liquidazione. Solo Tavolazzi però, in prima
battuta, aveva dato comunicazione dell'avvenuto incontro; Tagliani e Barbieri,
invece, avevano effettuato il colloquio senza darne pubblicità.
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CULTURA &
SPETTACOLI EMILIA-ROMAGNA pag. 29 «Nella mia cultura maya c'è il segreto della
forza» IL PERSONAGGIO RIGOBERTA MENCHÚ BOLOGNA NON È solo una donna maya
nell'aspetto, ma anche nel pensiero. «Per i nostri antenati ha spiegato ieri
Rigoberta Menchú, ospite d'onore all'apertura del forum internazionale di due
giorni sul tema della forza organizzato da Praxis, società bolognese di
informazione e formazione per le professioni saper ascoltare è una delle basi
della saggezza. Ascoltare le donne, gli anziani, i malati, le speranze e
bisogni degli altri esseri umani». Cinquant'anni
compiuti il 9 gennaio, una terribile esperienza umana vissuta in mezzo alle
dittature che hanno insanguinato il suo Guatemala (i genitori e due fratelli
torturati e poi massacrtati), il Nobel per la pace del '
( da "Nuova Ferrara, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
DIARIO ELETTORALE Io
amo Ferrara lancia Masina per la Provincia E' Gino Masina, vivaista, titolare
del Centro Giardinaggio Fiorella di Mirabello, il candidato di Io amo Ferrara
alla presidenza della Provincia. Oggi alle 12 Giulio Barbieri, fondatore della
lista civica e candidato a sindaco della città, lo presenterà nel corso di una
conferenza all'Hotel Ripa. PD-PRC. Il Pd avvia le consultazioni per definire le
alleanze per le amministrative in città e in Provincia. Il primo incontro è
oggi alle 12 con Rifondazione counista nella sede del Pd di viale Krasnodar. I
democratici dicono di andare al confronto senza preclusioni, ma la corda con il
Prc è tesissima e si è sfilacciata dopo i ripetuti voti di astensione sul bilancio
del Comune, l'Istituzione Scuola, lo «statuto dei buttofuori». E' molto
probabile che almeno per la città il Pd (e Tiziano Tagliani) non rinnoverà
l'alleanza, il che potrebbe avere ricadute anche per il Castello. Il confronto
con il Pdci si terrà lunedì, sempre in casa Pd: in questo caso l'esito è meno
scontato, per i comunisti italiani uno spiraglio pare che si stia aprendo.
IAF-PPF. L'Ande-Ferrara (associazione donne elettrici, presieduta da Renata
Gagliani Baraldi) ha promosso un incontro tra i candidati «civici» Giulio
Barbieri (Io amo Ferrara) e Valentino Tavolazzi (Progetto per Ferrara); il
confronto si tiene oggi alle 17 nella Sala Borgonuovo, via Cairoli 29.
TAGLIANI.Tiziano Tagliani, candidato sindaco del Pd, interverrà oggi alle 9.30
all'incontro in Castello (sala del Consiglio provinciale) organizzato
nell'ambito del progetto regionale «Partecipa rete», cui ha aderito la
Provincia. Promosso dalla Regione, il progetto è partito
con il coinvolgimento di studenti e insegnanti delle scuole medie sui temi dei
diritti umani, dei diritti
di cittadinanza dei giovani e sullo sviluppo sostenibile. CON SAVINI. L'area de
«I Socialisti» ferraresi sosterrà Romeo Savini (RinnovaFerrara) nella corsa a
sindaco. Lo dichiara il segretario Giuseppe Manfredi.
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del
06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
PIANURA pag. 19
NONANTOLA UNA DELEGAZIONE della cittadina brasiliana di Itapirapuà era
present... NONANTOLA UNA DELEGAZIONE della cittadina
brasiliana di Itapirapuà era presente ieri a Nonantola per sottoscrivere un
patto d'amicizia col Comune. Il progetto è imperniato sull'istruzione e la
difesa dei diritti umani,
con la presenza di molti volontari modenesi. A Itapirapuà è già stata costruita
una scuola intitolata al compianto don Arrigo Beccari.
( da "Giorno, Il (Lecco)" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
BRIANZA CASATESE
pag. 7 Arrigoni premiato per gli articoli su Gaza BULCIAGO IL GIOVANE IN PALESTINA COME ATTIVISTA DEI DIRITTI UMANI BULCIAGO IL
GIOVANE bulciaghese Vittorio Arrigoni, figlio del sindaco del paese Egidia
Beretta e attivista dei diritti umani, ora in Palestina per prestare aiuto alla popolazione locale
assediata dall'esercito israeliano, riceverà l'ambito premio «Città Sasso
Marconi»,istituito dall'Amministrazione dell'omonimo centro nel
( da "Giorno, Il (Milano)" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
SPETTACOLI E
SOCIETA' pag. 27 Registi dietro l'obiettivo per difendere i
diritti umani GRANDE
SCHERMO DOMANI ALL'OBERDAN MILANO «ALL HUMAN Rights For All» è il lungometraggio
firmato da vari registi e ispirato agli articoli della Dichiarazione Universale
dei Diritti dell'Uomo che
domani sarà presentato in anteprima allo Spazio Oberdan. Padrini della
serata: Giobbe Covatta e Paola Catella. L'iniziativa rientra nell'ambito della
rassegna «Sguardi Altrove». «All Human Rights For All - sguardi del cinema
italiano sui diritti umani», è un film collettivo
noprofit nato dalla collaborazione volontaria di registi (da Marina Spada, a
Daniele Lucchetti, Fausto Paravidino, Tekla Taidelli, Carlo Lizzani e altri),
sceneggiatori, attori, musicisti e produttori del panorama nazionale che hanno
realizzato 30 cortometraggi ispirati ciascuno a uno degli articoli della
Dichiarazione Universale. «In questo momento storico - sottolinea Irma Dioli,
assessore alla Pace e alla Cooperazione Internazionale della Provincia di
Milano - è indispensabile riaffermare temi quali la solidarietà, la giustizia,
la pace e il dialogo». Domani alle 20, allo Spazio Oberdan di viale Vittorio
Veneto 2. Ingresso gratuito. Info: 02.77406300. Image: 20090306/foto/188.jpg
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Strasburgo, 6 ma.
(Apcom) - La discriminazione sessuale è una grave
violazione dei diritti umani, sostiene Miguel Angel Moratinos,
ministro degli Esteri spagnolo. "Cercheremo di fare in modo che nel
periodo di presidenza della Spagna del Comitato dei ministri del Consiglio
d'Europa, ogni giorno si trasformi in una 'Giornata internazionale delle
donne', così da ottenere progressi concreti e quotidiani sulle questioni
femminili" promette lo spagnolo attualmente a capo dell'organo
ministeriale del Consiglio. "La condizione delle donne, l'uguaglianza de
facto, l'emancipazione, gli abusi contro l'altro sesso, sono solo alcuni degli
aspetti sui quali sta lavorando il Consiglio d'Europa con lo scopo di
migliorare il quadro normativo che assicuri l'uguaglianza fra i due
sessi", continua Moratinos, che lancia un appello ai paesi membri e alla
comunità internazionale affinché si uniscano agli sforzi del Consiglio d'Europa
per promuovere i diritti delle donne.
( da "KataWeb News" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'appoggio cinese al
Sudan 6 marzo 2009 alle 08:43 — Fonte: rampini.blogautore.repubblica.it — 0
commenti Per difendere il dittatore del Sudan accusato di crimini di guerra la
Cina mette in campo il suo peso politico ed economico, nonché lo status speciale
di membro permanente del Consiglio di sicurezza Onu. Il prezzo d'immagine che
Pechino sa di pagare - l'indignazione dell'opinione pubblica occidentale - è
poca cosa in confronto ai dividendi di questa operazione. Interessi economici,
influenza politica, espansionismo militare: tutta la strategia neoimperiale
della Repubblica Popolare è visibile nella tragedia del Sudan. La Cina compra i
due terzi del petrolio del Sudan, in cambio dà generose forniture di armi al
regime di Omar al-Bashir. Dal Sudan orientale parte un'oleodotto di
( da "Manifesto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
RAZZISMO Conferenza
Onu «usa e getta» Mario Pianta L'elezione di Barack Obama annunciava una nuova
era di multilateralismo, di rilancio delle Nazioni unite, di soluzione dei
conflitti. Una svolta che apriva uno spazio all'Europa e prometteva di
affrontare la questione del Medio oriente. Qui, tuttavia, è andato subito tutto
storto. Appena prima dell'insediamento di Obama, l'invasione israeliana di Gaza
e il massacro dei suoi abitanti, poi le elezioni a Tel Aviv che porteranno,
probabilmente, al governo più a destra della storia d'Israele. Ora
l'appuntamento della seconda conferenza mondiale sul razzismo, organizzata
dall'Onu dopo quella di Durban del 2001. Al centro di quella, come della
prossima - convocata ad aprile a Ginevra - la questione della politica di
Israele nei confronti dei palestinesi, definita, nella bozza di documento
finale, «una violazione dei diritti umani
internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». Il governo italiano
ha annunciato ieri che non sarà a Ginevra, seguendo quelli di Israele, Stati
uniti e Olanda. Le conferenze mondiali dell'Onu - aperte da quella
sull'ambiente a Rio nel 1992 - sono state una grande occasione di mettere sul
tavolo dei governi i problemi del pianeta nel dopo-guerra fredda. Gli
ultimi quindici anni, tuttavia, sono soprattutto la storia di come i governi -
di Stati uniti ed Europa innanzi tutto - hanno cercato di evitare di affrontare
tali problemi, Medio oriente incluso. A Durban la conferenza dell'Onu aveva al
centro non solo la questione di Israele e Palestina, ma il tema delle
«riparazioni» per la schiavitù che il Sud chiedeva al Nord e i problemi dei
migranti. Erano temi non solo per le diplomazie, ma discussi dagli 8.000
partecipanti al Forum della società civile, con confronti e scontri tra valori,
esperienze e proposte di organizzazioni sociali di tutto il mondo. Ora
l'incontro di Ginevra non coinvolge nessuno fuori dai governi, e le capacità
diplomatiche si esauriscono in un braccio di ferro sulla questione d'Israele.
Qui si delinea uno schieramento filo-israeliano più articolato, accanto
all'asse (in via di raffreddamento) tra Tel Aviv e Washington, e Roma si
candida a diventarne uno snodo centrale. All'apertura della presidenza Obama,
questo ridisegna una contrapposizione tra paesi ricchi da un lato e mondo arabo
e Sud del mondo dall'altro a partire dal conflitto più doloroso, quello in
Palestina. Non era questa la geometria annunciata da Obama per i problemi
internazionali, non è questa la strada che può dare sicurezza agli israeliani e
uno stato ai palestinesi, e tantomeno può dare un ruolo internazionale
dell'Europa. A Ginevra, l'Italia e l'Europa potrebbero andare con un diverso
realismo e con la responsabilità di fare i conti con i diritti
violati dei palestinesi. Senza fare dell'Onu un organismo da «usa e getta». Ma
poi c'è molto altro. Il razzismo, in tempi di migrazioni mondiali e di
politiche repressive contro immigrati, minoranze e «diversi», è sicuramente uno
dei più urgenti problemi internazionali. Di questo, alla conferenza di Ginevra,
tutti governi dovrebbero essere chiamati a rispondere, all'opinione pubblica e
alle vittime di tutto il mondo.
( da "Avvenire" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CRONACA 06-03-2009
Il 'Carlo Magno' a Riccardi La premiazione il 21 maggio ROMA. «Poiché l'Europa
non può essere solo una comunità economica, ma deve diventare un insieme
condiviso di idee e di valori, e poiché Sant'Egidio ha sempre promosso i diritti umani, la solidarietà, la pace e il rispetto del prossimo, quest'anno
abbiamo deciso di attribuire il Premio Carlo Magno ad Andrea Riccardi». Con
queste parole, ieri, il sindaco di Aachen, Jurgen Linden, ha ufficializzato
nella sede della Comunità, a Trastevere, l'attribuzione del prestigioso
riconoscimento al fondatore del movimento diffuso in diversi continenti.
Il premio sarà consegnato il 21 maggio nella Sala dell'Incoronazione della
città tedesca. In passato il premio è stato vinto tra gli altri da De Gasperi,
Ciampi e Papa Wojtyla. Andrea Riccardi
( da "WindPress.it" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
06-03-2009 Sei in:
Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Marzo > 8
marzo: donne attiviste per i diritti umani e
protagoniste del cambiamentoContenuto della pagina8 marzo: donne attiviste per
i diritti umani e protagoniste del cambiamento. La dedica
e l'azione di Amnesty International CS032: 06/03/2009In occasione della
Giornata internazionale delle donne, Amnesty International rende omaggio alle
attiviste per i diritti umani che, in ogni parte del
mondo, tra difficolt e repressione spesso crescenti, svolgono un ruolo di primo
piano permigliorare lasituazione dei diritti umani."In
quanto madri, sorelle, figlie, mogli, partner e, prima ancora, cittadine e
attiviste, le donne sono in prima fila nella difesa dei propri diritti umani e di quelli dell'intera societ in cui vivono" -
ha dichiarato Erika Bernacchi, responsabile del Coordinamento donne della
Sezione Italiana di Amnesty International. "Contrastano l'impunit che
troppo spesso circonda i casi di violenza sulle donne, danno aiuto alle vittime
che chiedono giustizia, dirigono progetti per la protezione delle sopravvissute
alla violenza sessuale, testimoniano nei processi contro i
responsabili di violazioni dei diritti umani, lanciano campagne per l'uguaglianza, fondano movimenti per i
diritti umani".Proprio
a seguito di tutte queste attivit, moltissime donne vanno incontro a violazioni
dei diritti umani e corrono
rischi spesso superiori a quelli affrontati dagli uomini. La credibilit
e la legittimit della loro azione viene sovente messa in dubbio quando
s'impegnano su temi, come i diritti sessuali e riproduttivi o la libert
d'espressione, considerati una minaccia ai valori dominanti, culturali e
religiosi, dei contesti in cui agiscono. Quando le donne sfidano queste regole
sociali, si trovano marginalizzate, colpite da pregiudizi, ostracismo e
violenza anche da parte delle comunit di cui fanno parte. Questo raccontano le
parole di Shahla, un'attivista afgana che dirige una casa rifugio per donne a
rischio di violenza domestica o sessuale e matrimoni forzati: "Sto
ricevendo minacce di morte e hanno tentato di rapire mio figlio di nove anni.
Le persone che mi minacciano mi stanno dicendo chiaramente che dovrei chiudere
la casa rifugio e che se non lo faccio ne pagher le conseguenze".Nonostante
qualche miglioramento nel rispetto dei diritti delle donne, le coraggiose
attiviste afgane che osano sfidare la discriminazione subiscono di frequente
intimidazioni e attacchi dai leader locali, alcuni dei quali membri del governo
centrale, dai talebani e da altre forze anti-governative e, a volte, dalle loro
stesse famiglie.Simile la situazione delle attiviste iraniane della
"Campagna per l'eguaglianza" che, a causa della loro lotta per porre
fine alla discriminazione legale contro le donne, sono perseguitate dalle
autorit. Oltre 50 di esse sono state imprigionate a causa del loro impegno.In
vista dell'8 marzo, Amnesty International lancia nove azioni per il rispetto
dei diritti umani delle donne in altrettanti paesi:
Afghanistan, Grecia, Haiti, Iran, Iraq Liberia, Nepal, Sudafrica e Venezuela.
La Sezione Italiana dell'organizzazione prende parte all'azione globale
attraverso la pubblicazione on line degliappelli e una serie di iniziative sul
territorio.FINE DEL COMUNICATO Roma, 6 marzo 2009 Per ulteriori informazioni,
approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail:
press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 6 mar. (Apcom)
- L'Unione africana (Ua) ha affidato all'ex Presidente sudafricano Thabo Mbeki
l'incarico di presiedere una commissione di indagine sulle violazioni dei diritti umani commesse nella regione sudanese del Darfur. Il ministro degli
Esteri sudafricano, Nkosazana Dlamini-Zuma, ha poi precisato che Mbeki avrà
anche il ruolo di intercedere tra il Sudan e la Corte penale internazionale
dell'Aia (Cpi), che il 4 marzo scorso ha spiccato un mandato di arresto contro
il Presidente sudanese Omar al Bashir per crimini di guerra e contro l'umanità commessi durante i sei anni di guerra nella regione.
Bashir ha accusato la Cpi di neo-colonialismo, mentre l'Ua ha chiesto alla
Corte di rinviare di un anno il procedimento legale, ammonendo sul rischio che
un arresto di Bashir possa alimentare nuove violenze in Darfur e minacciare il
già fragile accordo di pace tra Nord e Sud Sudan. Un portavoce di Mbeki, citato
dalla Bbc, ha fatto sapere che l'ex presidente ha accettato l'incarico.
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 6 mar. (Apcom)
- In occasione della Giornata internazionale delle donne, Amnesty International
rende omaggio alle attiviste per i diritti umani che,
in ogni parte del mondo, tra difficolta' e repressione spesso crescenti,
svolgono un ruolo di primo piano per migliorare la situazione dei diritti umani. "In quanto madri, sorelle, figlie, mogli,
partner e, prima ancora, cittadine e attiviste, le donne sono in prima fila
nella difesa dei propri diritti umani e di quelli
dell'intera societa' in cui vivono" - ha dichiarato Erika Bernacchi,
responsabile del Coordinamento donne della Sezione Italiana di Amnesty
International. "Contrastano l'impunita' che troppo spesso circonda i casi
di violenza sulle donne, danno aiuto alle vittime che chiedono giustizia,
dirigono progetti per la protezione delle sopravvissute alla violenza sessuale,
testimoniano nei processi contro i responsabili di
violazioni dei diritti umani, lanciano campagne per l'uguaglianza, fondano movimenti per i
diritti umani".
Proprio a seguito di tutte queste attivita', moltissime donne vanno incontro a
violazioni dei diritti umani e corrono rischi spesso superiori a quelli affrontati dagli
uomini. La credibilita' e la legittimita' della loro azione viene
sovente messa in dubbio quando s'impegnano su temi, come i diritti sessuali e
riproduttivi o la liberta' d'espressione, considerati una minaccia ai valori
dominanti, culturali e religiosi, dei contesti in cui agiscono. Quando le donne
sfidano queste regole sociali, si trovano marginalizzate, colpite da
pregiudizi, ostracismo e violenza anche da parte delle comunita' di cui fanno
parte. Questo raccontano le parole di Shahla, un'attivista afgana che dirige
una casa rifugio per donne a rischio di violenza domestica, sessuale e
matrimoni forzati: "Sto ricevendo minacce di morte e hanno tentato di
rapire mio figlio di nove anni. Le persone che mi minacciano mi stanno dicendo
chiaramente che dovrei chiudere la casa rifugio e che se non lo faccio ne paghero'
le conseguenze'. Nonostante qualche miglioramento nel rispetto dei diritti
delle donne, le coraggiose attiviste afgane che osano sfidare la
discriminazione subiscono di frequente intimidazioni e attacchi dai leader
locali, alcuni dei quali membri del governo centrale, dai talebani e da altre
forze anti-governative e, a volte, dalle loro stesse famiglie. Simile e' la
situazione delle attiviste iraniane della "Campagna per
l'eguaglianza" che, a causa della loro lotta per porre fine alla
discriminazione legale contro le donne, sono perseguitate dalle autorita'.
Oltre 50 di esse sono state imprigionate a causa del loro impegno. In vista
dell'8 marzo, Amnesty International lancia nove azioni per il rispetto dei
diritti umani delle donne in altrettanti paesi: Afghanistan,
Grecia, Haiti, Iran, Iraq Liberia, Nepal, Sudafrica e Venezuela. La Sezione
Italiana dell'organizzazione prende parte all'azione globale attraverso la
pubblicazione degli appelli sul sito www.amnesty.it e una serie di iniziative
sul territorio.
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Ginevra, 6 mar. (Ap)
- Le Nazioni unite valuteranno se la decisione del Sudan di espellere gli
operatori umanitari di 13 organizzazioni
non governative rappresenti una violazione dei diritti umani. Il
portavoce dell'Onu Rupert Colville ha dichiarato che la decisione di Khartoum
rappresenta un "grave abbandono" che mette a rischio la vita di
migliaia di persone. Il Sudan ha accusato le 13 ong di aver collaborato con la
Corte penale internazionale dell'Aia (Cpi) e di aver fornito falsa
testimonianza. Accusa respinta dalle ong. Nella regione del Darfur è in
atto dal 2003 un conflitto che ha causato almeno 300.000 morti e 2,7 milioni di
profughi.
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Ginevra, 6 mar.
(Apcom) - Da Ginevra, la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite annuncia
l'apertura di un'inchiesta sull'espulsione dal Darfur delle organizzazioni umanitarie, decisa dal governo del Sudan
in seguito al mandato di cattura spiccato contro il presidente Omar al Bashir
dal tribunale penale internazionale dell'Aia. Tredici organizzazioni umanitarie che danno assistenza ai profughi del Darfur sono
state espulse dal governo di Khartoum. (segue)
( da "Stampaweb, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
L?ultima volta che
al Parlamento europeo hanno ospitato un osite “di alto rango” proveniente dagli
Stati Uniti era il
( da "Gazzettino, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 6 Marzo
2009, Bruxelles Anche l'Italia ritira la delegazione dalla Conferenza dell'Onu
sul razzismo, prevista a metà aprile a Ginevra - la "Durban II" - per
protesta contro i contenuti antisemiti della bozza di dichiarazione finale.
Roma segue così l'esempio di Usa, Canada e Olanda, che hanno già annunciato una
simile decisione, e probabilmente anticipa altri Paesi europei, pure indignati
per la piega presa dai negoziati. Con un altro segnale politico forte il
ministro Frattini ieri ha annunciato che il momento «non è propizio» per la sua
visita a Teheran prevista in marzo, che sarà «riprogrammata» - cioè congelata -
dopo le pesanti dichiarazioni della guida suprema iraniana ayatollah Khamenei
contro Israele e gli Usa. L'Iran, tra l'altro, ha convocato per la settimana
prossima una conferenza internazionale su Gaza per rilanciare la «resistenza»
per distruggere «l'entità sionista» nata dal «pretesto dell'Olocausto»:
obiettivi opposti a quelli della conferenza appena svoltasi a Sharm El Sheikh
di cui l'Italia è stata co-sponsor, che ha avuto lo scopo di far convergere
verso un negoziato di pace israeliani e palestinesi, di riappacificare le
opposte fazioni palestinesi e di lanciare un programma di sviluppo economico
per quasi 5 miliardi di dollari per la martoriata regione. Già alla conferenza
Onu sul razzismo "Durban I" (dal nome della città sudafricana sede
del primo summit nel 2001) erano emersi contrasti feroci. Frattini ha
comunicato il ritiro italiano da "Durban II" ieri a margine della
riunione Nato a Bruxelles. Motivo: «Un testo conclusivo con parti totalmente
inaccettabili», «frasi aggressive e di tipo antisemita» che, nell'ottica
dell'Italia, «vanno eliminate». Se il testo non verrà modificato, l'Italia non
parteciperà al vertice di Ginevra al pari di Usa, Canada, Olanda e molto probabilmente
di Francia, Belgio, Danimarca e altri. Il quotidiano israeliano Haaretz ha
anticipato alcuni passaggi tra i più pesanti, della bozza di "Durban
II": Israele è accusato di «violazione dei diritti umani internazionali, crimini contro l'umanità, apartheid», nei territori
palestinesi, nonché di «discriminazioni razziali dei palestinesi e dei siriani
nel Golan occupato». Si parla di «tortura, blocco economico, gravi restrizioni
di movimento, chiusura arbitraria» dei territori palestinesi e di «minaccia alla
pace internazionale e alla sicurezza» da parte dello Stato ebraico. Gli
Stati Uniti si erano ritirati per primi, dai negoziati di "Durban
II", nella convinzione che il documento finale «non è recuperabile» e che
la conferenza Onu potrà servire da piattaforma alle nazioni arabe e musulmane
per attaccare Israele. Secondo fonti Onu, le delegazioni iraniana e siriana
avrebbero preso la guida del gruppo di Paesi che vogliono un testo della
massima durezza. In serata, il ministero degli Esteri di Israele ha plaudito
alla decisione dell'Italia di non andare ad una conferenza che «per come è
stata impostata non potrà fruttare alcunché di buono». «Ci sono ancora quasi
sette settimane» prima della Conferenza Onu sul razzismo e i negoziati
potrebbero tendere verso un testo «più breve» quale possibile terreno di
intesa: a Ginevra Rupert Colville, portavoce dell'Alto commissario Onu per i
diritti umani, ha così commentato l'annuncio del
ritiro italiano. A Roma Piero Fassino, responsabile del Pd per la politica
estera, ha definito la decisione annunciata da Frattini «un atto estremo» e ha
chiesto che si apra subito un dibattito parlamentare. Fassino ha convenuto che,
a suo parere, la bozza finale proposta per "Durban II" contiene
affermazioni inaccettabili e che va modificata; ha però rimarcato che «ogni
decisione sulla partecipazione dell'Italia a una Conferenza promossa dalle
Nazioni Unite, va presa nelle sedi e nei modi che garantiscano una decisione
trasparente, meditata, consapevole».
( da "Sicilia, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'Italia lascia
«Durban II» per protesta all'attacco alla politica di Israele Stefano Polli
Bruxelles. L'Italia ritira la sua delegazione dalla conferenza Onu sul
razzismo, la cosiddetta Durban II, per protesta contro le frasi «antisemite»
contenute nella bozza di dichiarazione finale. Roma segue l'esempio degli Stati
Uniti e dell'Olanda che hanno già annunciato una simile decisione e molto
probabilmente anticipa altri Paesi europei, anch'essi indignati per l'andazzo
che stanno prendendo i negoziati di Durban II. Si tratta di un segnale politico
molto forte, che rinfocola polemiche già scoppiate in occasione di Durban I
(dal nome della città sudafricana dove si svolse il primo summit) e che getta
un'ombra lunga sulla gestione di questa conferenza in vista anche del vertice
di Ginevra previsto per metà aprile. È stato il ministro degli Esteri Franco
Frattini a comunicare ufficialmente la decisione italiana a margine della
riunione ministeriale della Nato a Bruxelles spiegando che l'Italia ha deciso
di ritirare la sua delegazione dai negoziati Durban II «a causa di un testo di
conclusioni che contiene parti totalmente inaccettabili». Frattini ha parlato
di «frasi aggressive e di tipo antisemita» che, nell'ottica dell'Italia,
«devono essere eliminate» nella ricerca di un nuovo «equilibrio» nel testo che
attualmente non c'è. Se il testo non verrà modificato, l'Italia non parteciperà
al vertice di Ginevra, al pari di Usa e Olanda e molto presumibilmente di altri
Paesi come Francia, Belgio, Canada e Danimarca. Nel testo di conclusioni della
conferenza di Ginevra che si sta attualmente negoziando, si lanciano, secondo
quanto ha anticipato il quotidiano israeliano «Haaretz», pesanti
accuse alla politica di Israele nei territori palestinesi, giudicata «in
violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». Nella bozza si
esprime inoltre «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali
compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan
occupato». Israele inoltre viene accusato di «tortura, blocco economico,
gravi restrizioni di movimento e chiusura arbitraria dei territori» e viene
inoltre definito «una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza».
Queste posizioni avevano già portato gli Stati Uniti a ritirarsi dai negoziati
di Durban II nella convinzione che il documento finale della conferenza «non è
recuperabile». Durban II, secondo gli Stati Uniti, potrebbe servire da
piattaforma alle nazioni arabe e musulmane per attaccare Israele e in questo
momento, secondo fonti Onu, le delegazioni iraniana e siriana avrebbero preso
la guida del gruppo di Paesi che vogliono una dura presa di posizione contro
Israele. D'altra parte, gli Stati Uniti e Israele avevano già abbandonato nel
2001 la prima conferenza di Durban per protestare contro il tentativo di
equiparare il sionismo al razzismo. In serata, Israele ha plaudito alla
decisione dell'Italia di ritirare la sua delegazione.
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))
Argomenti: Diritti umani
PAOLA MAIOLI Il
personal computer in azienda diventa molto poco personal. Parte dalla Finlandia
il via libera al controllo delle e-mail private in ufficio. Mercoledì il
Parlamento finlandese ha approvato, infatti, una controversa legge che permette
alle imprese di rintracciare i destinatari della posta elettronica dei
dipendenti e di conoscere le dimensioni degli allegati. Ed è già polemica. Il
provvedimento è stato ribattezzato dai giornali lex Nokia. Sarebbe stato
infatti proprio il colosso della telefonia cellulare ad aver fatto pressioni
per la sua adozione, in seguito ad un caso di spionaggio industriale.
L'azienda, comunque, smentisce la notizia. Olli-Pekka Kallasvuo, amministratore
delegato della Nokia, ha parlato di «una legge importante, ma ha negato che
l'industria abbia fatto alcuna pressione per la sua approvazione». Eppure, in
passato la Nokia aveva chiesto l'intervento della polizia per controllare le
mail dei dipendenti sospettati di spionaggio a favore dei concorrenti. La nuova
normativa non consentirà ai datori di lavoro di aprire la «posta» dei
dipendenti, ma permetterà di vedere se hanno mandato mail con allegati a ditte
concorrenti. Prima di esaminare i dati sul traffico un provider dovrà informare
un difensore civico, ma non sarà necessario ottenere un'autorizzazione.
Attualmente, la polizia deve chiedere un permesso del tribunale per avere
accesso alle stesse informazioni. Secondo molti esperti, comunque, i criteri
che definiscono i casi in cui sarà possibile monitorare il traffico di dati
sono troppo vaghi e non riusciranno comunque a impedire la fuga di segreti. Il
provvedimento, passato con 96 voti contro
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
STEFANO POLLI
Bruxelles. L'Italia ritira la sua delegazione dalla conferenza Onu sul
razzismo, la cosiddetta Durban II, per protesta contro le frasi ritenute
«antisemite» nella bozza di dichiarazione finale. Roma segue l'esempio degli
Stati Uniti e dell'Olanda che hanno già annunciato una simile decisione e molto
probabilmente anticipa altri Paesi europei. Si tratta di un segnale politico
molto forte, che rinfocola polemiche già scoppiate in occasione di Durban I
(dal nome della città sudafricana dove si svolse il primo summit) e che getta
un'ombra lunga sulla gestione di questa conferenza in vista anche del vertice
di Ginevra previsto per metà aprile. È stato il ministro degli Esteri Franco
Frattini a comunicare ufficialmente la decisione italiana a margine della
riunione ministeriale della Nato a Bruxelles spiegando che l'Italia ha deciso
di ritirare la sua delegazione dai negoziati Durban II «a causa di un testo di
conclusioni che contiene parti totalmente inaccettabili». Frattini ha parlato
di «frasi aggressive e di tipo antisemita» che, nell'ottica dell'Italia,
«devono essere eliminate» nella ricerca di un nuovo «equilibrio» nel testo che
attualmente non c'è. Se il testo non verrà modificato, l'Italia non parteciperà
al vertice di Ginevra, al pari di Usa e Olanda e molto presumibilmente di altri
Paesi come Francia, Belgio, Canada e Danimarca. Nel testo di conclusioni della
conferenza di Ginevra che si sta attualmente negoziando, si lanciano, secondo
quanto ha anticipato il quotidiano israeliano «Haaretz», pesanti accuse alla
politica di Israele nei Territori palestinesi, giudicata
«in violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma contemporanea di apartheid». Nella bozza si
esprime inoltre «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali
compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan
occupato». Israele inoltre viene accusato di «tortura, blocco economico,
gravi restrizioni di movimento e chiusura arbitraria dei Territori» e viene
inoltre definito «una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza».
Queste posizioni avevano già portato gli Stati Uniti a ritirarsi dai negoziati
di Durban II nella convinzione che il documento finale della conferenza «non è
recuperabile». Durban II, secondo gli Stati Uniti, potrebbe servire da
piattaforma alle nazioni arabe e musulmane per attaccare Israele e in questo
momento, secondo fonti Onu, le delegazioni iraniana e siriana avrebbero preso
la guida del gruppo di Paesi che vogliono una dura presa di posizione contro
Israele. D'altra parte, gli Stati Uniti e Israele avevano già abbandonato nel
2001 la prima conferenza di Durban per protestare contro il tentativo di
equiparare il sionismo al razzismo. Ieri sera Israele ha plaudito alla
decisione dell'Italia di ritirare la sua delegazione dalla conferenza dell'Onu
sul razzismo. Un portavoce del ministero degli Esteri, Andy David, ha detto che
Israele «si rallegra di questa decisione dell'Italia che si è resa conto che da
questa conferenza nulla di positivo potrà emergere».
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mosca, 6 mar.
(Apcom-Nuova Europa) - Chiedono l'archiviazione del caso 'Yukos 2' gli avvocati
del'ex uomo piu' ricco di Russia Mikhail Khodorkovsky e del suo socio Platon
Lebedev. Secondo i legali non ci sono prove per l'incriminazione del magnate e
del suo partner di business per appropriazione indebita e riciclaggio di
denaro. "Abbiamo chiesto l'archiviazione del caso su basi di
proscioglimento, poichè non è stato commesso il crimine", ha riferito
l'avvocato Vadim Klyuvgant. Le accuse del pubblico ministero si riferiscono
all'appropriazione indebita di 350 milioni di tonnellate di greggio per 892,4
miliardi di rubli, riciclaggio di 487,4 miliardi di rubli (13,8 miliardi di
dollari) e 7,5 miliardi di dollari derivati dalla vendita dello stesso
petrolio. Inoltre i due si sarebbero appropriati di azioni delle filiali di
Yukos per altri 3,6 miliardi di rubli e per pagarle avrebbero riciclato denaro
pari allo stesso importo. Khodorkovsky rischia fino a 22 anni. Le cifre
imputate, implicano che i magnati avrebbero indebitamente fruito dell'intera
produzione di Yukos - la major smantellata a colpi di verdetti e aste
giudiziarie - nel corso di sei anni, e poi avrebbero riciclato la maggior parte
dei proventi. Se giudicati colpevoli, rischiano oltre 22 anni in aggiunta alla
pena che stanno scontando. Il processo -aperto il 3 marzo - riporta sul banco
degli imputati l'ex uomo piu' ricco di Russia. Khodorkovsky per l'occasione e'
stato trasferito dal carcere di Chita, vicino alle miniere di uranio siberiano,
al penitenziario moscovita di Matrosskaya Tishina. "Su uno sfondo di
comprensibili problemi economici sono visibili segni positivi dei cambiamenti
istituzionali" afferma il nemico numero uno di Vladimir Putin, con un
chiaro riferimento ai mutamenti voluti dalla nuova amministrazione al Cremlino.
"Finora, solo i segni iniziali: normali tentativi di opposizione, una
ragionevole risposta agli sviluppi internazionali in alcune parti dell'elite al
potere, l'inizio di un sistema di giustizia indipendente come branca del potere".
Gli avvocati di Khodorkovsky avevano gia' chiesto che il giudice rimuovesse i
pubblici ministeri del caso Yukos 2. I Pm sono gli stessi gia' impegnati nel
precedente processo Yukos, che ha visto Khodorkovsky stato condannato a 9 anni
per frode ed evasione fiscale. Poi avevano alzato nuovamente la guardia,
richiedendo anche la rimozione di uno dei giudici. Il processo e' un banco di
prova non soltanto per l'ex miliardario, ma anche per la giustizia russa e per
l'immagine di 'garante' del liberalismo acquisita dal presidente Dmitri
Medvedev in Occidente. Mentre la Russia e' afflitta dalla crisi e non si puo'
permettere l'isolamento internazionale sulla questione dei diritti. L'ex patron
di Yukos alla vigilia dell'udienza ha detto di aver visto a Mosca "segnali
positivi di cambiamenti istituzionali", compresa "la visione della
giustizia come una branca separata del potere". Il
team di avvocati della difesa, guidata da Bob Amsterdam ha poi dichiarato alla
stampa internazionale in un briefing che "il presidente della Federazione
Russa" Medvedev, in base alle ultime dichiarazioni sul rispetto dei
diritti umani "ha
dimostrato di essere dalla nostra parte".
( da "Repubblica.it" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
NEW YORK - Il
Consiglio di Sicurezza dell'Onu è stato convocato oggi per discutere la
decisione del Sudan di espellere una dozzina di organizzazioni non governative
dal Darfur dopo l'incriminazione del presidente Omar el Bashir per crimini di
guerra. In Consiglio è atteso un alto funzionario esperto in affari umanitari che verrà ascoltato sulla situazione sul terreno
dove quasi cinque milioni di persone sopravvivono grazie agli aiuti
internazionali. Un diplomatico libico - la Libia ha la presidenza di turno del
Consiglio - ha detto che il suo paese solleverà la richiesta della Lega Araba e
dell'Unione Africana di incontrarsi con membri del Consiglio per discutere la
sospensione delle azioni del Tribunale Penale Internazionale contro Bashir.
Tripoli auspica di poter convocare, contro la riluttanza dei paesi occidentali,
una riunione del Consiglio con rappresentanti della lega Araba e della Ua. Il
governo sudanese ha deciso l'espulsione di 13 organizzazioni umanitarie
non governative, una iniziativa che, se posta in atto, "danneggerà
irreparabilmente" le operazioni umanitarie nel
Darfur, ha detto il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon. Le agenzie Onu
denunciano una situazione molto critica, che mette a repentaglio la vita di
oltre un milione di civili che rischiano di rimanere senza acqua, cibo, cure
mediche. L'ufficio dell'Alto commissariato Onu per i Diritti umani sta valutando l'ipotesi di
considerare la privazione degli aiuti umanitari in aree di conflitto una violazione del diritto
internazionale o un crimine di guerra. Tra le ong espulse ci sono Oxfam, Care,
Save the Children e Medici senza frontiere. OAS_RICH('Middle'); (6 marzo
2009
( da "KataWeb News" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Sudan: Allarme Onu
dopo espulsione Ong 6 marzo 2009 alle 15:22 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti
L'espulsione dal Darfur di 13 Ong internazionali decisa dal Sudan per
rappresaglia al mandato d'arresto contro il suo presidente, Omar al-Bashir,
mette a repentaglio la vita di oltre un milione di civili che rischiano di
rimanere senza acqua, cibo, cure mediche. È l'allarme lanciato dalle agenzie
Onu che in partnership con le organizzazioni cacciate sostiene 4,7 milioni di
civili vittime del conflitto che da sei anni insanguina la tormentata regione
occidentale del Sudan. Tra loro anche 2,7 milioni di sfollati. "Se il
governo di Khartoum non riconsidererà le sue posizioni", ha ammonito da
Ginevra il portavoce del coordinamento Onu per gli aiuti umanitari
(Ocha), Elisabeth Byrs, "1,1 milioni di civili rimarranno senza cibo, 1,5
milioni senza cure mediche e oltre un milione senza acqua potabile". Un
appello in questo senso è stato lanciato anche dal segretario generale
dell'Onu, Ban Ki-Moon (le attività umanitarie
"rischiano di essere irrimediabilmente danneggiate") e oggi della
questione si occupa anche il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L'ufficio dell'Alto commissariato Onu per i Diritti umani sta valutando l'ipotesi di
considerare la privazione degli aiuti umanitari in aree di conflitto una violazione del diritto
internazionale o un crimine di guerra. Tra le Ong espulse ci sono Oxfam, Care,
Save the Children e Medici senza frontiere. Intanto la Ong italiana
Coopi ha fatto sapere che resta in Darfur, ma aumenterà le condizioni di
sicurezza dei propri cooperanti nella regione sudanese. "Per il momento
andiamo avanti, le nostre attività proseguono normalmente", ha spiegato
Valentina Zita, responsabile Coopi per il Sudan, "non ci schieriamo con nessuna
fazione e interverremo nelle diverse aree a seconda delle necessità della
popolazione". Intanto a Khartoum è arrivato il presidente del Parlamento
iraniano, Ali Larijani, che porta la solidarietà della repubblica islamica a
Bashir. AGI
( da "Merateonline.it" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Cronaca >>
Cronaca dal territorio 6 / 3 / 2009 `Da bambino a bambino`, i regali di Osnago
per Gaza L`amministrazione comunale di Osnago ha deciso di aderire alla
campagna organizzata dal "Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace
e i Diritti Umani": `Invia un giocattolo ad un
bambino di Gaza` Da bambino a bambino. I bambini di Gaza hanno bisogno di
ricominciare a giocare. Lo puoi fare direttamente tu`. "L`obiettivo è
inviare a Gaza" ha spiegato l`assessore Daniele Lorenzet "giocattoli,
libri illustrati, pennarelli e quaderni da colorare per regalargli un sorriso,
per aiutarli a superare il trauma terribile che stanno vivendo e sognare un
futuro migliore". Chi vuole contribuire a questa semplice ma significativa
iniziativa può portare personalmente il suo pacco alla Biblioteca "Primo
Levi" di Osnago durante l`orario di apertura. Il Comune provvederà a fare
pervenire tutti i pacchi all`indirizzo: Juzoor (*), P.O. BOX 17333 -- Jerusalem
-- Israel. Articoli Correlati: (c)www.merateonline.it Il primo giornale
digitale della provincia di Lecco Scritto il 6/3/2009 alle 18.06
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Khartoum, 6 mar.
(Ap-Apcom) - Sono migliaia i bambini malnutriti lasciati senza assistenza, su
milioni di persone rimaste senza cibo, senza acqua potabile e senza cure
mediche dopo l'espulsione di 13 organizzazioni umanitarie
internazionali dalla regione sudanese del Darfur, teatro di una guerra civile
dal 2003. Le Nazioni Unite hanno chiesto al governo di Khartoum di rivedere la
decisione di espellere le ong, adottata dopo che la Corte penale internazionale
dell'Aia (Cpi) ha spiccato un mandato di arresto contro il Presidente sudanese
Omar al Bashir, per crimini di guerra e contro l'umanità
commessi in Darfur. Una decisione che rischia di causare una catastrofe umanitaria in una regione dove si contano oltre due milioni
di sfollati a causa della guerra e che è priva di infrastrutture e afflitta da
sottosviluppo. Con l'espulsione delle ong, "1,1 milione di persone saranno
senza cibo, 1,5 milione di persone saranno senza cure sanitarie e più di un
milione senza acqua potabile", ha denunciato oggi l'Onu. Questa decisione
potrebbe "minacciare la vita di migliaia di persone", ha aggiunto
l'Alto commissario dell'Onu per i diritti dell'uomo,
annunciando l'avvio di un'inchiesta per verificare se Khartoum abbia violato o
meno i diritti umani, se
non addirittura commesso crimini di guerra, intimando agli operatori umanitari di lasciare il Paese. Il Sudan
ha accusato le 13 ong di aver collaborato con la Cpi, fornendo false
testimonianze, e ha fatto sapere che sono in corso indagini per
verificare che altre organizzazioni non abbiano fatto altrettanto. L'accusa è
stata respinta da tutte le ong coinvolte. "I bambini attualmente
ricoverati nei nostri centri di nutrizione rischiano di morire - ha denunciato
l'ong francese Action contre la Faim (Acf) - noi non abbiamo nessun mezzo per
portare avanti i nostri programmi, avendo lasciando il paese, e tutti i
prodotti nutrizionali, le attrezzature e i veicoli sono stati confiscati dalle
autorità". A El Fasher, nel Darfur del Nord, Acf operava nei campi
sfollati di Abu Shock e al Salam al fianco della International Rescue Committee
e di Oxfam, anche loro espulse dal governo, fornendo assistenza a 100.000
persone, tra cui 20.000 bambini con meno di 5 anni e un tasso di malnutrizione
acuta del 18%, pari a un bambino su cinque. "Popolazioni intere del Darfur
sono lasciate senza assistenza umanitaria per le
settimane e i mesi a venire - ha rimarcato il presidente di Msf-Francia, il
medico Marie-Pierre Allié - la situazione è catastrofica per queste
popolazioni". Msf ha denunciato la diffusione di un'epidemia di meningite
nel campo di Kalma e a Niertiti, nel Darfur del Sud, dove avrebbero dovuto
essere vaccinate con urgenza circa 130.000 persone. Epidemia che ora rischia di
diffondersi. "Ora la situazione è difficile - ha ammesso uno sfollato
raggiunto nel campo di Ardamat, nel Darfur Occidentale, dove vivono 27.000
persone - non sappiamo cosa avverrà in futuro. Senza aiuti e cibo ci saranno
grossi problemi". Il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha
invitato il governo sudanese a rivedere "con urgenza" la sua
decisione di espellere le 13 ong, ricordando che "le operazioni di queste
agenzie sono vitali per 4,7 milioni di sudanesi che ricevono aiuti in
Darfur". Prima della guerra, la regione del Darfur contava 7 milioni di
abitanti. Ban ha quindi sottolineato che "queste organizzazioni forniscono
assistenza umanitaria a quanti ne hanno bisogno, in
maniera imparziale e neutrale" e che "la confisca delle loro
attrezzature, del denaro e di altro materiale è inaccettabile e deve cessare
immediatamente". L'Onu ha identificato le 13 ong espulse: Oxfam-Regno
Unito, Care International, Msf-Olanda, Msf-Francia, Mercy Corps, Save the
Children-Regno Unito, Save the Children-Stati Uniti, Norwegian Refugee Council,
International Rescue Committee, Action Contre La Faim, Solidarites, CHF
International e Padco. L'ordine di espulsione ha riguardato il 40% degli
operatori umanitari presenti in Darfur, stimati
dall'Onu attorno alle 6.500 unità. Complessivamente sono 76 le ong che operano
nella regione, al fianco delle principali agenzie delle Nazioni Unite. Sul
fronte politico, il Presidente Bashir ha rassicurato il partito di governo e
l'opposizione sul fatto che la linea del governo non cambierà dopo il mandato
di arresto. "Il governo continuerà nel suo cammino verso la pace e
organizzerà elezioni libere e giuste", ha detto il presidente, che nel
fine settimane si recherà in Darfur. Le elezioni sono in programma entro
l'anno, ma non si conosce ancora la data del voto. "Nonostante questa
facciata di fiducia, il regime è molto nervoso", ha detto un diplomatico
sotto anonimato, riferendo di forti tensioni nelle stanze del potere. Oggi a
Khartoum sono giunti in visita il Presidente del Parlamento iraniano, Ali
Larijani, e una delegazione di gruppi palestinesi, tra cui Hamas, per esprimere
il loro sostegno a Bashir.
( da "Repubblica.it" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abbiamo girato ad
Antonio Cassese ex presidente del Tribunale dell'Aja e presidente della
Commissione di inchiesta dell'Onu sul Darfur le domande inviate dai nostri
lettori. Ecco il "carteggio" con il giurista. Caro Signor Antonio
Cassese, sono 29 anni che sono missionario in Africa e precisamente in Costa
d'Avorio. I proclamati "diritti dell'uomo" per molti dei capi di
questo magnifico continente, sono solo "delle belle parole". La brava
gente di questi Paesi, soffre, muore e tace. Diamo voce a questa gente che non
ha voce. Tenete duro sui diritti dell'uomo! Non abbiate pietà per questi
dittatori che umiliano la loro gente, e non fatevi impressionare dalle
cosiddette "grande potenze" come la Cina. La storia, vi e ci
giudicherà. I martiri, i santi, i profeti non hanno avuto la gloria dalla gente
della loro generazione. Che il Signore vi dia il coraggio di osare per il bene
dei poveri e degli umili! Saluti. Père Pascal Poggiali "Grazie delle belle
e coraggiose parole. Sì, teniamo duro." Vorrei chiederLe se lo Stato
italiano sta appoggiando con convinzione l' azione della Corte Internazionale
dell' Aja o se sta già calando le braghe di fronte alle inevitabili proteste
dei Governi sostenitori dell' ormai superato principio di non ingerenza.
Giuliano "Lo Stato italiano crede ai diritti umani
ed appoggia con grande convinzione la corte penale. Ma noi comuni cittadini
possiamo spingerlo ad agire con sempre maggiore incisività. Anche le nostre
voci, per quanto modeste, possono essere ascoltate a Roma."
OAS_RICH('Middle'); Prima di farle la Domanda vorrei dire che ho apprezzato il
suo scritto su Republica. La mia domanda se mi e consentito è: Perché un
magistrato mette a repentaglio la vita di molti europei che da anni lavorano
per il Darfour e hanno radici nel Sudan dal 1887 come i padri e suore
Comboniani, e associazioni umanitarie, che si vedono
ora espulsi da Nyala (Darfur)? (2) Se il generale Bashir è considerato
colpevole come comandante dell'esecutivo perché niente è stato fatto contro
Rumsfield. Sharon e Menghistu? (3) Perché con tanti magistrati con profonda
conoscenza della realtà africana si è dato un caso in mano ad un magistrato che
prima avrebbe fatto meglio a ripulire lo sporco in casa sua. Mi riferico ai
tempi dei desparacidos in Argentina , forse il signor giudice poteva fare un
buon Lavoro per il suo popolo. Con questo non voglio dire che el Bashir non sia
responsabile ma penso troppa Hollywood, Cia, e politica petrolifera hanno fatto
di questo grave problema un "Teatrino dei Burattini" cosa di cui la
Corte penale internazionale non aveva bisogno. Grazie Maha African Refugees
News "1) Quel Procuratore ritiene che la lotta contro l'impunità
giustifichi interventi giudiziari che possono creare rischi per le persone che
lavorano sul campo 2) Mengistu è stato condannato a morte in contumacia da un
tribunale etiopico. Sharon è stato censurato da una Commissione di inchiesta
isrealiana per i fatti di Sabra e Shatila, e dovette dimettersi dalla carica di
ministro della difesa. Rumsfeld è statunitense, e gli USA non consentiranno mai
di processare un proprio ex ministro. Purtroppo la giustizia internazionale è
condizionata dalla Realpolitik. 3) In effetti molti hanno spesso espresso
critiche per il fatto che il Procuratore Moreno Ocampo si sia concentrato sui
cittadini di 4 paesi africani, trascurando di indagare crimini commessi in
altri Paesi." Signori, innanzi tutto ringrazio la redazione di Repubblica
per l'opportunità. Professor Cassese, alla luce dei nuovi fatti: il mandato di
arresto per il presidente del Sudan, l'espulsione di circa 13 organizzazioni umanitarie dal Sudan, unitamente alla confisca dei beni,
altre sembra siano sotto inchiesta. Secondo Lei, la missione United Nations
African Mission in Darfur (UNAMID) rimarrà operativa oppure sarà espulsa anche
essa? Se secondo lei sarà espulsa o bloccata, quali saranno i tempi,
Immediatamente, tra qualche mese? La ringrazio per il tempo e l'eventuale
risposta. Cordiali saluti Antonio Pagliaricci "Non credo che la missione
ONU verrà espulsa. Ne verranno limitati le azioni e i movimenti, ma non di
più". Gentile Prof. Cassese, nei sistemi nazionali un pronunciamento
giudiziale deve afferire ad un sistema di norme che prevedano possibile la sua
esecuzione. La "forza" del provvedimento assunto contro il presidente
sudanese in cosa può essere individuata? E se questa forza non c'è il valore
dell'atto giuridico in cosa consiste? In ultimo: cosa leggere per capirne di
più? Vorrei, se possibile, una sua indicazione, grazie. Lora Pipicella "La
"forza" giuridica del provvedimento può derivare o dalle norme dello
Statuto della Corte penale, e ciò vale per gli Stati parti di tale Statuto, che
cioé lo hanno ratificato, o da una decisione del Consiglio di sicurezza, che sia
vincolante (assunta cioé in virtù del Capitolo VII della Carta dell'ONU). In
questo caso la decisione del Consiglio ha imposto un obbligo di cooperare solo
al Sudan, mentre gli altri Stati sono stati semplicemente invitati a cooperare,
il che significa che non sono tenuti giuridicamente a togliere a Bashir le
immunità di cui gode come Capo di stato in esercizio." Domanda: perché non
emettete un mandato di cattura per crimini di guerra per Bush ed un altro per
Shimon Peres e compagnia cantante? Dopo cominceremmo a ragionare! grazie.
Fabrizio Stella, Parigi. "Purtroppo gli Stati Uniti non consentirebbero
mai di incriminare e tanto meno processare un loro alto esponente politico.
Essendo la superpotnza, se lo possono permettre. Perciò, è triste dirlo, ma la
giustizia penale internazionale si ispira ancora alla massima dei due pesi e
due misure. Però i giudici nazionali di Francia, Germania, Italia, Spagna, ecc.
potrebbero compiere indagini giudiziarie sugli asseriti crimini di Bush,
Rumsfeld, ed altri, emettendo poi un ordine di comparizione o addirittura un
ordine di cattura. Quesi signori potrebbero poi essere processati in contumacia
ma solo nei paesi che ancora la ammettono, come l'Italia e il Belgio (e non
invece in Spagna e in Germania). Ma quale giudice nazionale ha il coraggio di
farlo?" Gentile professor Cassese, Bashir viene condannato giustamente dal
Tribunale Internazionale ma Paesi come Cina e Iran si oppongono. Ma com'è
possibile? Cosa dicono i media cinesi ed iraniani a riguardo del genocidio in Sudan?
Noi italiani dobbiamo sapere cosa pensano di questo orrendo massacro i
cittadini iraniani e cinesi. Non i governi.... i cittadini! Sono demoralizzato.
Come si fa a sostenere l'Hitler d'Africa. La ringrazio e le auguro sempre buon
lavoro e pace. Enrico "In Cina e Iran non esiste libertà di pensiero e di
manifestazione delle proprie idee. Tutti perciò tacciono. Ma non bisogna
disperare. Almeno noi dobbiamo levare alta la nostra voce per protestare contro le violazioni dei diritti umani, ovunque avvengano." Perché Bashir e tanti altri no? Putin
in Cecenia ha raso al suolo Grozny non risparmiando i civili e si è poi
ripetuto in Georgia; un qualunque statunitense che si è macchiato di crimini
contro l'umanità, e ce ne
sono tanti dopo la guerra in Iraq, non può essere incriminato dall'Alta Corte
perché gli USA non la riconoscono; i leader cinesi che reprimono nel
sangue le proteste pacifiche dei monaci tibetani non vanno incriminati? Gli
Israeliani che hanno usato il fosforo bianco e ucciso 400 bambini nella
città-ghetto di Gaza non hanno commesso nessun crimine? La politica
internazionale ha sempre due pesi e due misure: la bilancia pende sempre dalla
parte dei vincitori, il resto è retorica. "Purtroppo Lei ha ragione, ma
dobbiamo sforzarci di protestare perché anche la giustizia internazionale
diventi eguale per tutti, anche per i rappresentanti di Grandi Potenze."
Mi piacerebbe sapere se il mandato di arresto potrebbe essere realmente
eseguito o con esso si vuole solo dare un segnale forte al Sudan, e magari ad
altri Paesi responsabii di gravi violazioni dei diritti umani.
E quali potrebbero essere le conseguenze dell'atto, sia nella regione che
nell'ambito più ampio della comunità internazionale. Cordialissimi saluti,
Michele Sanna "Potrebbe essere eseguito in Sudan, ad opera dei poliziotti
di Bashir, che dovrebbero arrestare il loro leader. Le conseguenze dell'atto
giudiziario di cui stiamo parlando saranno solo politiche, psicologiche e
mediatiche, e non tutte positive e favorevoli al processo di pace." Caro
Presidente, sono contento per la condanna di Bashir. Dalla poca documentazione
che avevo letto (fonte Amnesty) credo non ci siano dubbi sugli efferati atti
criminali condotti da questo soggetto. Sono però molto preoccupato per la
ricaduta che potrebbe avere la condanna sulla vicenda della liberazione di Pier
Albino Previdi, il padre di un mio carissimo amico, che è stato ingiustamente
arrestato in Sudan come ritorsione per una questione commerciale alla quale è
completamente estraneo (la vicenda è su tutti i giornali in questi giorni). Le
pensa che la condanna possa stimolare Bashir ad agire più correttamente o
potrebbe inasprire il comportamento nei confronti dei cittadini occidentali
presenti in Sudan? Cordiali saluti e buon lavoro. Walter Naldoni
"Purtroppo l'effetto perverso del mandato di cattura è che ha rafforzato
Bashir sia in Sudan sia presso i Paesi africani ed arabi, mentre ha messo a
grave repentaglio le organizzazioni umanitarie che
lavorano nel Darfur." Presidente di quanti capi di accusa e colpevole Omar
Hassan, che tipo di processo avrà, speriamo che gli darete una pena esemplare,
la ringrazio, buon lavoro. "I capi di accusa sono numerosi, e lo accusano
sia di crimini contro l'umanità sia di crimini di
guerra. Se si riuscisse ad arrestarlo e trascinarlo davanti alla Corte penale
(cosa assai poco probabile!), avrebbe un processo equo. Potrebbe toccargli il
carcere a vita, perché per fortuna la Corte penale esclude la pena di morte,
pena assai barbara. Perché più pesi e più misure? Perché non si contestano i
crimini contro l'umanità anche per Guantanamo, per gli
indiscriminati attacchi in Afghanistan, Iraq, Palestina che portano allo
sterminio di civili inermi? Forse perché quando si è provato a farlo sono
magicamente usciti scandali e corruzione dell'ONU? Chissà... "Perché
putroppo la comunità internazionale è ancora dominata da alcune Grandi Potenze,
che possono fare il bello e il cattivo tempo. Ma forse tra una cinquantina di
anni si arriverà ad una società internazionale più giusta. Perciò,
rimbocchiamoci e maniche, e chiediamo con forza più giustizia e una giustizia
equa ed eguale per tutti. Buongiorno, ho letto con attenzione l'articolo
"Giustizia impossibile" da Lei pubblicato su Repubblica. Ho
frequentato lo scorso anno un LLM organizzato dall'Università di Torino e
dall'UNICRI in "International criminal law, international organizations
and crime prevention" una parte del programma prevedeva proprio una moot
court avanti all'ICC sul Darfur... ( peraltro io simulavo la difesa di un
coimputato di al- Bashir... ed il mio cliente venne assolto!). Gia'in tale sede
avevo manifestato le mie perplessità riguardo al Rome Statute e rule of
procedure dell'ICC... oggi, avanti alla richiesta della Cina al Consiglio di
sicurezza di sospendere l'ordine di arresto per il leader sudanese, pur
condividendo appieno la Sua premessa secondo la quale "l'ordine di cattura
della Corte penale internazionale contro il presidente sudanese Bashir è
moralmente giustificato in quanto egli ha il pieno controllo politico e
militare del paese e quindi non può ignorare le atrocità che si commettono nel
Darfur. Non può non esserne responsabile, quanto meno perché ha omesso di
prevenire quei crimini o di punirne gli autori." mi chiedo e Le chiedo:
attraverso quali strumenti si può affermare pienamente l'operato dell'ICC? Mi
pare che dinnanzi al comportamento della Cina al Consiglio di Sicurezza ( NB
trattasi della Cina nel caso del Darfur, domani potrebbero essere gli USA o la
Russia per un altra fattispecie concreta!) si concretizzi il pericolo di
delegittimare l'operato dell'ICC... Attraverso quali strumenti correggere
queste distorsioni procedurali che stanno emergendo? (sempre che sia
possibile...) Ed ancora, condivide la decisione dell'ICC di escludere dal capo
di imputazione a carico di al - Bashir l'accusa di genocidio ex art. 6 ICC Rome
Statute? Ringrazio anticipatamente per l'attenzione. Cordialità Diego
Grassedonio "1 e 2) La Corte penale può svolgere un'azione effettiva solo
con la cooperazione degli stati, perché manda di una sua polizia giudiziaria
capace di raccogliere prove, fare perquisizioni, interrogare testimoni,
compiere arresti nel territorio di Stati sovrani. Perciò la giustizia
internazionale deve essere prudente e saggia, altrimenti rischia di essere
considerata poco credibile. 3) La decisione dei giudici di respingere la
richiesta di Moreno Ocampo di incriminare Bashir anche per genocidio è stata
corretta e saggia. Infatti i reati che il Procuratore ha qualificato come atti
di genocidio sono crimini contro l'umanità: espulsione
forzata di civili dai loro territori, stupro di massa, altre violenze contro le
persone." Salve, sono Lorena. Ho appreso con gioia la notizia emessa dal
Tribunale Penale Internazionale dell'Aja riguardo il mandato di cattura per il
Presidente sudanese Al-Bashir. Purtroppo non ho potuto fare a meno di notare
che l'accusa di genocidio sia caduta. Ad ogni modo, credo che una simile
decisione costituisca un precedente importantissimo per il diritto
internazionale. Infatti non era mai stato emesso un mandato di cattura contro
un presidente ancora in carica e di questo nuovo cammino intrapreso dalla corte
mi compiaccio. Tuttavia ho notato che la Cina per prima, seguita anche da
Russia, Siria, Iran ed altri Paesi non hanno gradito molto la decisione del
tribunale chiedendo se non altro che venga congelata per almeno un anno. Se
l'Onu non dovesse decidere in questo senso e se il mandato di cattura resterà
valido, cosa succede se nessuno riuscirà a consegnare Al-Bashir alla giustizia?
Non verrà minata l'autorità dello stesso tribunale, scatenando una sorta di
effetto domino, nel senso che le successive sentenze del tribunale potranno
anch'esse venire ignorate? In sostanza, rischia il TPI di perdere credibilità e
autorità dato che certe nazioni, (alcune delle quali, tra l'altro, hanno votato
nel 2005 la risoluzione 1593 investendo lo stesso Tribunale con l'incarico di
cercare quelle prove che poi hanno portato all'emissione del verdetto di
colpevolezza) credono di trovarsi al di sopra della legge ignorando
spudoratamente il provvedimento della corte? "1) Se, come è molto
probabile, Bashir non verrà mai arrestato, la credibilità dellla giustizia
penale internazionale ne risulterà seriamente messa in discussione. 2) Sarebbe
stato più saggio procedre con grande cautela, e magari emettere solo un mandato
di comparizione (non di arresto)." Sono uno studente di Scienze
internazionali e diplomatiche all'Università di Genova. Il presidente
dell'Assemblea delle Nazioni unite ha dichiarato che il provvedimento è
un'assurdità dettata da motivazioni politiche. Quali sarebbero queste
motivazioni politiche a cui fanno riferimento il presidente e gli altri
oppositori al mandato di cattura? Porgo i miei cordiali saluti. Marco Facciolo.
"Secondo i Paesi africani, si tratterebbe di neo-colonialismo: la Corte si
farebbe strumento di Paesi occidentali che tenderebbero a infrangere le
prerogative sovrane dei Paesi africani. Sono argomenti discutibili, però
putroppo è vero che viene di fatto seguito il criterio dei 'due pesi e due
misure', perché vari leader occidentali che hanno avallato o addirittura
ordinato crimini di guerra non sono stati e non saranno mai processati".
(6 marzo 2009
( da "Affari Italiani (Online)" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Sudan/ Espulse Ong,
l'Onu: milioni di vite a rischio Venerdí 06.03.2009 18:17 L'espulsione dal
Darfur di 13 Ong internazionali decisa dal Sudan per rappresaglia al mandato
d'arresto contro il suo presidente, Omar al-Bashir, mette a repentaglio la vita
di oltre un milione di civili che rischiano di rimanere senza acqua, cibo, cure
mediche. E' l'allarme lanciato dalle agenzie Onu che in partnership con le
organizzazioni cacciate sostiene 4,7 milioni di civili vittime del conflitto
che da sei anni insanguina la tormentata regione occidentale del Sudan. Tra
loro anche 2,7 milioni di sfollati. "Se il governo di Khartoum non
riconsidererà le sue posizioni", ha ammonito da Ginevra il portavoce del
coordinamento Onu per gli aiuti umanitari (Ocha),
Elisabeth Byrs, "1,1 milioni di civili rimarranno senza cibo, 1,5 milioni
senza cure mediche e oltre un milione senza acqua potabile". Un appello in
questo senso è stato lanciato anche dal segretario generale dell'Onu, Ban
Ki-Moon (le attivita' umanitarie "rischiano di
essere irrimediabilmente danneggiate") e della questione si occupa anche
il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L'ufficio
dell'Alto commissariato Onu per i Diritti umani sta valutando l'ipotesi di considerare la privazione degli aiuti
umanitari in aree di
conflitto una violazione del diritto internazionale o un crimine di guerra. Tra
le Ong espulse ci sono Oxfam, Care, Save the Children e Medici senza frontiere.
Intanto la Ong italiana Coopi ha fatto sapere che resta in Darfur, ma
aumentera' le condizioni di sicurezza dei propri cooperanti nella regione
sudanese. "Per il momento andiamo avanti, le nostre attivita' proseguono
normalmente", ha spiegato Valentina Zita, responsabile Coopi per il Sudan,
"non ci schieriamo con nessuna fazione e interverremo nelle diverse aree a
seconda delle necessita' della popolazione". pagina successiva >>
( da "Giornale.it, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 56 del 2009-03-06
pagina 0 Durban II, il Vaticano parteciperà al summit di Redazione Confermata
la presenza della Santa Sede alla Conferenza Onu sul razzismo 'Durban II' che
si terrà a fine aprile a Ginevra. Ieri l'Italia aveva ritirato la propria
delegazione a causa delle "frasi aggressive di tipo antisemita"
presenti nella bozza. Anche la Francia non segue Roma Bruxelles - Il Vaticano
parteciperà alla Conferenza Onu sul razzismo 'Durban II' che si terrà a fine
aprile a Ginevra. A confermarne la presenza monsignor Silvano Maria Tomasi,
osservatore permanente presso le Nazioni Unite. L?Italia aveva annunciato,
ieri, di aver ritirato la propria delegazione a causa delle "frasi
aggressive di tipo antisemita" contenute nella bozza di dichiarazione. Il
Vaticano al summit Rispetto alle perplessità su un eccesso di critica allo
Stato di Israele, il nunzio vaticano presso l?Onu di Ginevra ha osservato che
"bisogna vedere quale sarà il testo definitivo". "In questi
giorni - ha aggiunto - si sta lavorando ad una nuova bozza più breve e con
modifiche. Si deve andare avanti con cautela, vedendo se certe obiezioni
saranno accolte". Quanto alla posizione del Vaticano, "noi - ha
spiegato monsignor Tomasi - siamo contro tutte le forme di discriminazione ,
che riguardino un individuo, una religione o uno Stato". "Bisogna
cercare in modo equilibrato di costruire una convivenza nel dialogo e nel
rispetto dei diritti umani di ogni persona", ha
concluso. Il 18 febbraio scorso, la delegazione della Santa Sede, insieme ai
paesi africani e ai paesi musulmani, aveva votato contro un riferimento
esplicito alle discriminazioni contro gli omosessuali. La Francia non ritira la
delegazione La Francia ha affermato di voler partecipare alla preparazione
della conferenza dell?Onu e ha invocato una posizione comune europea sulla
questione della partecipazione, dopo aver preso atto della decisione
dell?Italia di non prendervi parte. "Abbiamo preso nota dell?annuncio
italiano - ha detto il portavoce del Quai d?Orsay, Eric Chevallier - in questa
fase pensiamo che sia importante far parte del processo di preparazione e
vedremo come va". "Pensiamo che sia importante essere all?interno del
processo di preparazione di Durban - ha sottolineato il portavoce - per far sì
che non degeneri in tensioni invece di andare verso la difesa dei diritti umani". Ai giornalisti che gli chiedevano se la Francia
auspichi che i 27 dell?Ue prendano posizione sulle condizioni di una loro
partecipazione, Chevallier ha risposto che è proprio questo che Parigi
vorrebbe: "Vedremo se si potrà privilegiare una posizione europea".
Il primo ministro francese, Francois Fillon, aveva detto lunedì che la Francia
non avrebbe accettato "una stigmatizzazione di Israele" e che era
pronta a "ritirarsi" dalla conferenza. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI
SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Rai News 24" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
New York | 6 marzo
2009 Onu: stupri e violenze all'ordine del giorno in Afghanistan Donna in
lacrime Stupri e violenze all'ordine del giorno per le donne in Afghanistan. La
denuncia e' contenuta in un rapporto annuale sui diritti umani presentato al Palazzo di Vetro in
occasione delle discussioni sulla condizione femminile che culmineranno l'8
marzo. Secondo il documento delle Nazioni Unite, gli abusi contro donne - anche
minorenni - sono "tollerati e perdonati" all'interno delle comunita'
e delle famiglie afghane. Da Ginevra, la commissaria delle Nazioni Unite
per i diritti umani, Navi Pillay, ha denunciato gli
"stupri, uccisioni d'onore, matrimoni forzati anche in giovane eta' e
schiavitu' che rimangono tutt'ora diffusi". Secondo la Pillay il governo
dell'Afghanistan "ha fallito a proteggere in maniera adeguata i diritti
delle donne nonostante le garanzie costituzionali".
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Milano, 6 mar.
(Apcom) - La deputata Radicali-Pd Rita Bernardini, dopo aver raccolto la
testimonianze del Gruppo EveryOne e di altre associazioni per i diritti umani delle Marche, ha
depositato due interrogazioni al ministro dell'Interno Maroni, di cui una anche
al ministro del Welfare Sacconi, in cui si stigmatizza con fermezza un
documento con disposizioni in materia di sicurezza emesso dalla Questura di
Pesaro e Urbino Urbino - Ufficio Poliziotto di Quartiere (in cui si chiede di
segnalare al 112 o al 113 "qualsiasi presenza anomala che possa aggirarsi
per le strade del quartiere, ad esempio nomadi"), e si riferiscono ai
Ministri i gravi fatti accaduti a Pesaro lo scorso 25 febbraio, quando la locale
comunità Rom di circa 30 persone è stata oggetto di un'azione di Polizia atta a
notificare una denuncia per invasione di stabile privato, con ordine di
prossimo sgombero (senza alternativa abitativa né assistenziale), e a sottrarre
tutti i minori ai genitori, per affidarli a una comunità. L'onorevole
Bernardini chiede dunque se i ministri dell'Interno e del Welfare "siano a
conoscenza dei fatti e se l''operazione delle forze dell'ordine è stata
concordata con l'amministrazione comunale di Pesaro e per quali motivi nel caso
di specie non si è tentato di procedere in modo alternativo e meno
traumatico", nonché "quali iniziative intendano
prendere al fine di ripristinare il rispetto della legge, evitando il
perpetuarsi di ulteriori episodi quali quelli descritti, configurabili come una
violazione dei diritti umani, in particolare quelli alla
non-discriminazione e alla libera circolazione, diritto previsto dalle norme
europee".