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Report "Diritti umani"   5-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Ogni cinque anni viene celebrata con un raduno internazionale presieduto dal Papa. L'anno ... ( da "Trentino" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: In Argentina aveva subito l'arresto e la tortura e si era dedicato già dentro il carcere, al recupero psicologico dei torturati. Fuggito in Francia, si occupa da anni dei giovani e delle loro malattie. Ma la malattia più diffusa nei giovani delle società occidentali, diceva Benasayag, sta nel fatto che "percepiscono il futuro come minaccia".

Capossela premiato ( da "Alto Adige" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Capossela premiato Vinicio Capossela, con «Lettere di soldati», è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall'Associazione culturale Voci per la libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato l'anno precedente.

Karzai fa marcia indietro sulla legge che legalizza gli stupri coniugali ( da "Corriere.it" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che truppe straniere muoiano in difesa dei diritti umani in Afghanistan, quando questi diritti vengono violati dalle stesse leggi in vigore nel paese. In reazione alle critiche internazionali, Karzai ha quindi ordinato al ministro della giustizia di rivedere la legge, che riguarda il diritto di famiglia interno della comunità sciita afghana, minoritaria nel paese,

Il danese Rasmussen segretario ( da "Giornale di Brescia" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritto di perdere - ha sottolineato -. È in Afghanistan che si gioca una parte della libertà del mondo». La comunità internazionale non intende però restare in silenzio di fronte alle derive sui diritti delle donne e sui diritti umani. Merkel e Sarkozy, padroni di casa di questo Vertice, hanno definito «inaccettabile» la legge afghana che potrebbe introdurre di fatto lo stupro in

Incontri sui diritti dei bambini ( da "Giornale di Brescia" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Per l'occasione, la Carovana dei Diritti Umani di Vallecamonica ha organizzato due incontri all'oratorio di Edolo. Il primo, in programma oggi, è rivolto a bambini e ragazzi. Il secondo, domenica 10 maggio, sarà indirizzato anche ai genitori. In entrambi i casi, l'appuntamento è per le 14.

Pena di morte, una buona chance per l'Università di Feltre ( da "Corriere delle Alpi" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Tortura I (teoria e pratica su volontari); Tortura II (danni collaterali); Storia della tecnologia (Louisette e Guillottin); Tortura III (tecnica applicata); Tortura IV (torturologia destrutturata, esercizi di laboratorio); Elementi di impalamento morale;

l'afghanistan del burqa ( da "Centro, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dalla Costituzione italiana alla Convenzione per la tutela dei diritti umani, passando per il codice civile e per quello penale. Il coma irreversibile è un giudizio clinico e come tale non è infallibile, in base al grado di conoscenza raggiunto dalla scienza. Non si può legiferare a favore del consenso a morire prematuramente.

da lampedusa a vittoria la via crucis dei migranti - amelia crisantino ( da "Repubblica, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: documento che denuncia le violazioni dei diritti umani in Europa. Attività sempre praticate con spirito militante, che permettono a Giusto Catania di osservare la logica della globalizzazione che tutto travolge al di là delle retoriche obbligate. Mondo bastardo denuncia la guerra di civiltà che si consuma in Iraq, in Afghanistan o in Libano,

NEBBIe intorno all'export ( da "Unita, L'" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: export a paesi in guerra o che non rispettano i diritti umani, il fatturato dell'industria militare italiana conosce una nuova primavera. Ma diversi sono gli aspetti oscuri di questo nuovo boom. In primo luogo va ricordato che la 185 nel corso degli anni è stata "svuotata": in nome della "privacy" non si hanno più chiare informazioni su cosa venga esportato a chi e per quale valore.

RITA ATRIA DIVENTA CARTOON La storia di Rita Atria, la ragazza che denunciò gli assassini de... ( da "Unita, L'" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Amnesty Italia dedicato al miglior brani sui diritti umani. ARREVUOTO È ANCHE LIBRO Un viaggio letterario nei primi tre anni di una esperienza teatrale nata nel quartiere napoletano di Scampia. Si tratta di Arrevuoto, un volume (edito da L'Ancora del Mediterraneo) che raccoglie i testi dei tre spettacoli messi in scena dal laboratorio che dal 2006 coinvolge i ragazzi di Scampia nell'

Human Rights, gran finale con Mozart ( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dedicata ai diritti umani. Tre gli appuntamenti finali: alle 17.30 al Diagonàl Loft Club' di viale Salinatore 101 concerti, dj set e aperitivo con ingresso gratuito. Si terrà così Cittadini nel mondo', con lo skreamo punk di Raein, il folk di Nance e la musica alternative-progressive di Ederalaneve.

VINICIO Capossela, con , ... ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: uomo perde la propria identità e umanità. Amnesty International e Voci per la libertà hanno conferito il Premio Amnesty a questo brano perchè porta a riflettere sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in questo primo decennio del XXI secolo ancora attraversato da conflitti sanguinosi e spesso, apparentemente, senza soluzione».

Retrato de una vergüenza ( da "Clarin, El" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Estados Unidos no tortura", dijo el presidente Obama ante el Congreso de los Estados Unidos. Ya había ordenado el cierre de la más que polémica cárcel de Guantánamo. Poco antes, las cámaras de National Geographic ingresaron a la prisión, dentro de la base militar estadounidense enclavada en la isla de Cuba, para realizar el documental Guantánamo al descubierto,

Afghanistan, Obama ottiene più soldati ( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Noi non abbiamo il diritto di perdere - ha sottolineato -. È in Afghanistan che si gioca una parte della libertà del mondo». La comunità internazionale non intende però restare in silenzio di fronte alle derive sui diritti delle donne e sui diritti umani. Merkel e Sarkozy, padroni di casa di questo Vertice che ha celebrato i 60 anni della Nato,

SI CHIUDE alle 13 di oggi la mostra dei pittori Fontana, Navarro Sanchez e Ros per i diritti umani a... ( da "Nazione, La (Siena)" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Navarro Sanchez e Ros per i diritti umani a... SI CHIUDE alle 13 di oggi la mostra dei pittori Fontana, Navarro Sanchez e Ros per i diritti umani allestita nel Cortile del Podestà. Alle 17 nel salone di Palazzo Patrizi incontro con la comunità peruviana organizzato da "Solidarietà in Movimento " per illustrare le attività dell'associazone in Perù,

I diritti umani ispirano opere d'arte ( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I diritti umani ispirano opere d'arte --> Domenica 05 Aprile 2009 CRONACA, pagina 17 e-mail print Successo per la terza edizione della manifestazione «L'Arte per l'Accademia, L'Accademia per l'arte». L'iniziativa, nata dalla collaborazione tra l'Istituto di formazione del Corpo della Guardia di Finanza e l'Accademia Carrara con il patrocinio del Comune di Bergamo,

QUALCUNO tra noi, delle generazioni anziane, quando nelle antologie scolastiche si leggevano pag... ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 05-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Diritti umani

Abstract: di diritti umani, di solidarietà, di sviluppo, di etica economica, politica, ecologica e di altri consimili temi, quando esseri umani sono degradati a vivere come animali sotterranei? Tutto questo non capita in deserti o in aree remote da insediamenti umani anche appena e rudimentalmente civilizzati.

Nella gelida primavera del 1832, a Parigi, quel rifugio poteva apparire come la riso... ( da "Messaggero, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: di diritti umani, di solidarietà, di sviluppo, di etica economica, politica, ecologica e di altri consimili temi, quando esseri umani sono degradati a vivere come animali sotterranei? Tutto questo non capita in deserti o in aree remote da insediamenti umani anche appena e rudimentalmente civilizzati.

ROMA - Stasera alle 21 lo speciale Inside: Guantanamo in onda su National Geograp... ( da "Messaggero, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Accuse di tortura, incarcerazione illegale, abusi dei diritti umani, lo hanno trasformato in un simbolo della guerra al terrore. Il Presidente Obama ha confermato l'intenzione di chiuderlo, e il mondo s'interroga sull'eredità di "Gitmo", sul destino dei circa 250 detenuti che vi sono tuttora reclusi.

A Capossela il premio ( da "Nazione, La (Firenze)" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: CULTURA & SPETTACOLI pag. 29 A Capossela il premio «Amnesty Italia» Vinicio Capossela, con Lettere di soldati', è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia per il migliore brano sui diritti umani.

GIACOMO BATTIATO (nella foto), vincitore della Festa del Cinem... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Nel giorno delle premiazioni del festival dedicato ai diritti umani anche Africa Unite, documentario sul concerto per il 60° anniversario della nascita di Bob Marley (ore 20.30, cinema Lumière), scelto come film di chiusura della manifestazione.

A Capossela il premio ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: CULTURA E SPETTACOLI pag. 29 A Capossela il premio «Amnesty Italia» Vinicio Capossela, con Lettere di soldati', è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia per il migliore brano sui diritti umani.

Pakistan, choc e rabbia per la ragazza frustata Passo della Corte suprema ( da "Corriere della Sera" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Le associazioni pachistane per i diritti umani e delle donne, gruppi studenteschi, partiti islamici hanno manifestato ieri a Karachi e Lahore: «I talebani sono la nostra maledizione», «Fermate la talibanizzazione », «A Swat le donne non possono andare a scuola». Una bambina vestita di rosso: «Salvate il mio futuro ».

Spara all'impazzata e uccide tre agenti ( da "Stampa, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diceva di non poter permettere una simile violazione dei diritti», spiega Edward Perkovic, l'amico al quale Poplawski ha chiamato durante l'assedio dicendo: «Sto per morire, vi voglio bene». La perdita del lavoro aveva fatto scattare un'insofferenza profonda su un giovane già caratterialmente irrequieto: anni fa fu mandato via dai Marine per aver tirato un vassoio a un sergente.

( da "Giornale.it, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Guantanamo è il simbolo del ritorno alla tortura. «Non ho trovato prove evidenti di torture. Persino gli ex detenuti riferiscono di trattamenti duri, assimilabili alla tortura, ma nessuno riferisce di pratiche come il "waterboarding", l'annegamento simulato, dentro Guantanamo. L'hanno subito altrove, non lì».

A Vinicio Capossela il premio Amnesty Italia 2009 ( da "Musicaitaliana.com" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nell?anno precedente. ?Ho iniziato a scrivere questa canzone al tempo della prima guerra del Golfo?, ha dichiarato l'artista: ?Tutti noi tremavamo, era la prima volta che la guerra dava l?impressione di arrivare in casa di ognuno, in diretta, per mezzo della televisione, rendendoci partecipi come a un evento"

E Pöttering l'Europa del Ppe ( da ">Avvenire" del 05-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani

Abstract: che mette diritti umani e rispetto per la dignità della persona alla base di tutto. Diritti riconquistati dopo la divisione del continente e dopo il crollo dei totalitarismi nazista e comunista, ma che non sono acquisiti una volta per tutte. «Non riposate sugli allori», ha ammonito i 27 Stati membri.

Sudamerica ( da "Avvenire" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Unesco hanno firmato un accordo per creare nella stessa Esma un Centro Internazionale per la promozione dei diritti umani, che sarà inaugurato il prossimo anno. Il direttore dell'Unesco, Koichiro Matsuura, ha sottolineato l'importanza di trasformare «un centro di detenzione, tortura e morte in un centro per coltivare la vita, i diritti umani e la pace» .

ESERCITO E SENDERO LUMINOSO: È POLEMICA A LIMA ( da "Avvenire" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma anche le forze armate peruviane diedero un contributo decisivo agli orrori, uccidendo e violando i diritti umani più elementari. La Commissione della Verità guidata dal filosofo Salomon Lerner, allora rettore dell'Università Cattolica partorì nel 2003 un rapporto finale, che è sempre stato criticato da alcuni settori della società peruviana.

SANTIAGO ( da "Avvenire" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: luoghi della tortura e il centro per i diritti umani di Paolo VI Il governo cileno ha creato recentemente a Santiago un 'percorso della memoria' attraverso i luoghi più emblematici degli anni della dittatura di Pinochet. Grazie ad una 'guida' pubblicata dal ministero dei Beni Nazionali, gli interessati possono visitare la capitale, seguendo il filo della memoria di quel periodo.

Iraq/ Buttiglione: Fermiamo gli omicidi contro cristiani e ( da "Virgilio Notizie" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: fermare queste violazioni gravissime dei diritti umani che sono in diretta e flagrante contraddizione con le ragioni stesse della sua esistenza e anche del sostegno che gli viene dalle nazioni occidentali". Per questo, "chiediamo al ministro Frattini, di cui conosciamo la sensibilità su questi temi, di intervenire presso i suoi colleghi per assicurare un'azione decisa ed efficace.

IRAQ/ BUTTIGLIONE: FERMIAMO GLI OMICIDI CONTRO CRISTIANI E GAY ( da "Wall Street Italia" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Fermiamo gli omicidi contro cristiani e gay di Apcom Siamo per i diritti umani sempre e verso chiunque -->Roma, 5 apr. (Apcom) - Il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione chiede al "governo italiano e alle altre potenze occidentali" di "intervenire con grande energia contro l'ondata di omicidi mirati di cristiani e di omosessuali che sta avendo luogo in Iraq".

la vignetta ( da "Sicilia, La" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: quella maniera di trattare i prigionieri era inconciliabile con i principi di rispetto «antropologico e dei diritti umani», con la Costituzione, con l'avversione alla tortura. Decideva per la riduzione della presenza militare in Iraq. Anche questo era un indice della volontà del cambiamento, nella presenza e nella politica, verso le aree di conflitto e di tensione.

Città: ( da "Sannio Online, Il" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: falso e illusorio il discorso sui diritti umani come ad esempio il diritto alla salute, alla casa, al lavoro, alla cultura se non si difende con la massima risolutezza il diritto alla vita quale diritto primo?. CONCLUSIONI ?Ma di fronte a tele preoccupante deriva ? conclude Mugione ?

( da "Campaniapress" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Arcivescovo sottolinea come sia del tutto "falso e illusorio il discorso sui diritti umani come ad esempio il diritto alla salute, alla casa, al lavoro, alla cultura se non si difende con la massima risolutezza il diritto alla vita quale diritto primo". CONCLUSIONI "Ma di fronte a tele preoccupante deriva conclude Mugione la Chiesa non si dà per vinta.

MARISA OSTOLANI STRASBURGO. LA NATO HA RIAFFERMATO LA SUA DETERMINAZIONE A VINCERE LA GUERRA IN A... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Noi non abbiamo il diritto di perdere - ha sottolineato - È in Afghanistan che si gioca una parte della libertà del mondo». La comunità internazionale non intende però restare in silenzio di fronte alle derive sui diritti delle donne e sui diritti umani. Merkel e Sarkozy, padroni di casa di questo Vertice che ha celebrato i 60 anni della Nato,

FRANCESCO PAOLO CASAVOLA QUALCUNO TRA NOI, DELLE GENERAZIONI ANZIANE, QUANDO NELLE ANTOLOGIE SCOL... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-04-2009) + 4 altre fonti
Argomenti: Diritti umani

Abstract: di diritti umani, di solidarietà, di sviluppo, di etica economica, politica, ecologica e di altri consimili temi, quando esseri umani sono degradati a vivere come animali sotterranei? Tutto questo non capita in deserti o in aree remote da insediamenti umani anche appena e rudimentalmente civilizzati.

Un mondo senza atomiche ( da "AprileOnline.info" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che ha già firmato la chiusura di Guantanamo e messo al bando la tortura nelle prigioni della Cia, ha detto oggi a Praga che gli Stati Uniti, come 'unica potenza nucleare ad avere usato la bomba atomica', hanno 'la responsabilità morale di agire' per liberare il pianeta dagli arsenali nucleari Un mondo senza armi nucleari.

Cartoon on the bay: i drammi del mondo nei film per bambini. I cartoni animati del 2009 parlano di mafia, guerra, immigrazione, diritti delle donne ( da "Blogosfere" del 05-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: globalizzazione e gli scambi internazionali crescesse la civiltà e si radicassero i valori della Carta dei diritti umani scritta sessanta anni fa. Questa legge di Karzai ci deprime e ci preoccupa: ancora una volta la speculazione politica e la strumentalizzazione religiosa calpestano la dignità e l'integrità della donna". D'Alò, che a Rapallo ha presentare la sua ultima opera per l'infanzia ,?


Articoli

Ogni cinque anni viene celebrata con un raduno internazionale presieduto dal Papa. L'anno ... (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ogni cinque anni viene celebrata con un raduno internazionale presieduto dal Papa. L'anno ... Ogni cinque anni viene celebrata con un raduno internazionale presieduto dal Papa. L'anno scorso è toccata a Sydney e nel 2011 toccherà a Madrid. Negli anni intermedi viene celebrata a livello diocesano, ma il tema viene sempre annunciato da un messaggio pontificio. Quello di quest'anno è improntato alla speranza. Ed appare di fremente attualità. Dacché mondo è mondo gioventù è sinonimo di speranza. Tutti i popoli fin dall'antichità considerarono le giovani generazioni la speranza di futuro. E quando calamità naturali o, per la Bibbia, lo stesso intervento di Dio, colpivano i giovani, era dramma sociale assoluto. Perché venivano meno le speranze. Charles Peguy, volendo rappresentare le tre virtù cardinali, descrive la fede e la carità come dame prosperose e mature che tengono per mano la speranza, rappresentata come una tenera bambina. A guardar bene però, osserva Peguy, è la bambina che trascina le due dame e cioè la speranza che apre la strada del futuro. Una società in cui le giovani generazioni soffrono un deficit di speranza e anziché essere trainati sono parcheggiate in disparte in attesa di essere ricuperate, è una società malata. E il problema è addirittura antropologico. Ma questa è per tanti segni la nostra società di oggi. Qualche anno fa è venuto a parlare al Santa Chiara di Trento Manuel Benasayag, psicoterapeuta francese di origine argentina. In Argentina aveva subito l'arresto e la tortura e si era dedicato già dentro il carcere, al recupero psicologico dei torturati. Fuggito in Francia, si occupa da anni dei giovani e delle loro malattie. Ma la malattia più diffusa nei giovani delle società occidentali, diceva Benasayag, sta nel fatto che "percepiscono il futuro come minaccia". Questa è patologia. Ed è impressionante sentire lo psicoterapeuta dichiarare che per curare questi giovani adotta con successo lo stesso protocollo medico che usava in Argentina per curare i torturati. Il Papa nel suo messaggio parte pure lui dall'identificazione della gioventù con la speranza. «La giovinezza - dice - è tempo di speranze». E così lo motiva: perché è quando si è giovani che si nutrono ideali, sogni e progetti. è nella gioventù che maturano scelte decisive per il resto della vita. Scelte che rispondono a domande profonde, esistenziali come: che senso ha vivere? Come raggiungere la felicità? Perché la sofferenza? Perché la malattia e la morte? E che cosa c'è oltre la morte? Domande che diventano pressanti quando ci si deve misurare con ostacoli che sembrano insormontabili. E qui annovera le difficoltà negli studi, la mancanza di lavoro, le incomprensioni in famiglia, le crisi nelle relazioni di amicizia o nella costruzione di un'intesa di coppia. E pure la carenza di risorse come conseguenza dell'attuale e diffusa crisi economica e sociale. E non ignora i drammi della fuga alienante verso comportamenti a rischio e violenti o verso la dipendenza da droghe e alcool. *** La domanda, che si impone sia alla società che alla Chiesa è inesorabilmente questa: "Come annunciare speranza a questi giovani?" Il Papa, ricordano che la Chiesa sta celebrando l'"Anno paolino" nel bimillenario della nascita dell'Apostolo delle Genti, riporta quello che Paolo scriveva ai cristiani perseguitati nella Roma di allora: «Il Dio della speranza vi riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo». Approfondendo poi il discorso, sempre sulla scia di San Paolo, arriva all'affermazione categorica ed essenziale: «Per Paolo la speranza non è solo un ideale o un sentimento, ma è una persona: Gesù Cristo». Infatti, Paolo diceva: «Per me vivere è Cristo». Una scoperta da proporre ai giovani quella di Gesù Cristo, che non ha solo la pur innegabile dimensione spirituale, ma anche una valenza sociale. Lo dice espressamente il Papa quando li invita a comunicare questa scoperta anche agli altri e con coerenza logica li invita a non cedere alla logica dell'interesse egoistico, ma di coltivare l'amore del prossimo e di porre loro stessi e le loro capacità umane e professionali al servizio del bene comune. Esemplare mi è parsa in questi giorni la testimonianza del noto giornalista televisivo Paolo Brosio. Caduto in grave depressione con momenti di tentazioni autolesionistiche per la morte del padre e il fallimento del suo matrimonio, è riuscito ad uscire dal pelago alla riva della speranza tuffandosi nella fede in Cristo e nella preghiera. Alla collega che gli chiedeva quali consigli volesse dare ai giovani, tentati dalla droga e dall'alcool, rispose: «Fatevi dosi di Spirito Santo». Resta però, anzi acuisce il problema di una società, che magari si definisce cristiana, ma è in ascolto di tutt'altre sirene. Vittorio Cristelli

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Capossela premiato (sezione: Diritti umani)

( da "Alto Adige" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Capossela premiato Vinicio Capossela, con «Lettere di soldati», è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall'Associazione culturale Voci per la libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato l'anno precedente.

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Karzai fa marcia indietro sulla legge che legalizza gli stupri coniugali (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

afghanistan, I diritti delle donne a rischio Karzai fa marcia indietro sulla legge che legalizza gli stupri coniugali Dopo le proteste internazionali il presidente afghano si dice pronto a rivedere la controversa legge Il presidente Hamid Karzai MILANO - Il presidente afghano Hamid Karzai ha ordinato un' urgente revisione della legge che legalizza lo stupro all'interno del matrimonio e proibisce alle donne di uscire senza il permesso del marito. Una legge che è stata definita «talebana» dagli attivisti per i diritti umani e ha provocato forti proteste da parte dell'Onu e della comunità internazionale. Pur annunciando la modifica della legge, Karzai ha affermato in una conferenza stampa a Kabul che «Le preoccupazioni dei nostri alleati e della comunità internazionale sono comprensibili, ma possono essere dovuti a una traduzione imprecisa o a un'errata interpretazione della legge». I critici hanno affermato che il presidente Karzai ha firmato in fretta la legge allo scopo di garantirsi l'incerto voto della comunità sciita -determinate per la vittoria- nelle cruciali elezioni del 20 agosto. LE PROTESTE - La decisione segue le pressioni internazionali e le dichiarazioni di Jaap de Hoop Scheffer, ex-segretario generale della Nato, che in un'intervista di venerdì alla BBC aveva espresso la sua preoccupazione per l'approvazione della legge affermando che non è possibile giustificare presso l'opinione pubblica occidentale, che truppe straniere muoiano in difesa dei diritti umani in Afghanistan, quando questi diritti vengono violati dalle stesse leggi in vigore nel paese. In reazione alle critiche internazionali, Karzai ha quindi ordinato al ministro della giustizia di rivedere la legge, che riguarda il diritto di famiglia interno della comunità sciita afghana, minoritaria nel paese, con circa il 10% della popolazione. Il presidente ha garantito che se la legge contiene elementi contrari alla costituzione afghana o alla Sharia ( la legge islamica) «verranno prese delle misure e dopo aver consultato gli ulema il provvedimento sarà rinviato in Parlamento ». Sabato il primo ministro inglese Gordon Brown ha discusso della questione in una telefonata al presidente Karzai, esprimendo la sua «preoccupazione». Anche il ministro degli esteri italiano Frattini ha condannato la legge e il presidente francese Sarkozy ha dichiarato al summit della Nato che «non transigeremo su questo: chiediamo una nuova delibera del parlamento che si conformi alla costituzione afgana". Tra i più severi anche il presidente americano Barack Obama che aveva chiesto a Karzai di ritirarla. stampa |

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Il danese Rasmussen segretario (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 05/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Vertice Nato I risultati Il danese Rasmussen segretario Afghanistan, passa la strategia di Obama: 5.000 soldati in più, 524 dei quali italiani Il primo ministro danese Rasmussen riceve i complimenti della cancelliera Merkel dopo la designazione unanime al ruolo di segretario generale della Nato STRASBURGOAnders Fogh Rasmussen, 56 anni, sarà dal primo agosto prossimo il dodicesimo segretario generale della Nato e il primo danese a ricoprire questa carica, in sostituzione dell'olandese Jaap de Hoop Scheffer, il cui mandato scade a fine luglio. «È un uomo con un'eccellente reputazione, sono sicuro che è l'uomo giusto per guidare la Nato», ha commentato il presidente Usa, Barack Obama, indicato dal premier turco Recep Tayyip Erdogan e dal presidente turco Abdullah Gul come l'artefice dell'accordo, assieme a Berlusconi. «Le garanzie date da Obama alla Turchia hanno permesso questo risultato», ha detto Gul in un incontro stampa a Strasburgo, nel corso del quale ha ringraziato anche il premier Silvio Berlusconi che «ha lavorato molto» per raggiungere l'intesa. Le promesse alla Turchia Secondo diverse fonti diplomatiche, la Turchia avrebbe ottenuto la promessa di ricoprire «un'alta carica» nella Nato futura di Rasmussen. In questo vertice, tenutosi per celebrare il 60° anniversario, la Nato ha anche riaffermato la sua determinazione a vincere la guerra in Afghanistan. Almeno dieci membri hanno annunciato «contributi aggiuntivi consistenti». Il vertice ha poi lanciato un monito al presidente afghano Hamid Karzai a non accettare leggi che mortificano i diritti delle donne, come quella che concede libertà di stupro ai mariti. «Al Qaeda non vincerà, siamo forti ed uniti e non ci faremo logorare», ha detto il presidente Usa Barack Obama, che a Strasburgo ha raccolto dagli alleati il pieno sostegno alla sua nuova strategia globale in Afghanistan e impegni concreti: fino a cinquemila uomini, tra soldati e addestratori, di cui tremila entro luglio per garantire lo svolgimento pacifico delle elezioni presidenziali afghane di agosto; 100 milioni di dollari per finanziare l'esercito afghano; 500 milioni di dollari per sostenere la ricostruzione civile. Elogi al presidente Usa «Un risultato eccellente», ha commentato il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer, riferendo che sono almeno dieci i Paesi che hanno promesso «contributi consistenti». Tra questi l'Italia: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato che metterà a disposizione degli alleati 524 uomini in più, tra soldati che saranno dispiegati solo per il periodo elettorale, equipaggi di nuovi aerei ed elicotteri e carabinieri per l'addestramento delle forze di sicurezza locali. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha espresso riconoscenza per la nuova strategia americana che «rende più facile» la cooperazione tra Usa ed Europa. Anche Sarkozy ha detto di apprezzare molto le nuove concezioni dell'Amministrazione americana. «Noi non abbiamo il diritto di perdere - ha sottolineato -. È in Afghanistan che si gioca una parte della libertà del mondo». La comunità internazionale non intende però restare in silenzio di fronte alle derive sui diritti delle donne e sui diritti umani. Merkel e Sarkozy, padroni di casa di questo Vertice, hanno definito «inaccettabile» la legge afghana che potrebbe introdurre di fatto lo stupro in famiglia. «Non siamo disposti a transigere». In buona sostanza la riunione di Strasburgo-Kehl, sul confine franco-tedesco ha tenuto a battesimo la nascita della nuova Nato, di un'organizzazione che, per più di un motivo, ieri ha trovato nuovi stimoli, nuove idee e anche due volti nuovi ai quali fare riferimento. Il primo volto è quello di Barack Obama, il presidente che al termine delle conferenze stampa riceve l'applauso dei giornalisti (è successo a Londra e si è ripetuto a Strasburgo) e che sembra davvero avere il carisma e lo spessore per poter indicare la strada da seguire per affrontare le sfide di inizio millennio. Il secondo è quello aperto del premier danese Anders Fogh Rasmussen, che dal primo agosto prenderà il testimone di Jaap de Hoop Scheffer alla guida della Nato. Questa Alleanza - che ritrova, dopo 45 anni, la Francia nel comando integrato e che accoglie come sui nuovi membri l'Albania e la Croazia - ha un duro banco di prova sul quale testare le sue nuove ambizioni globali. Sarà proprio in Afghanistan che la Nato dovrà dimostrare di poter reggere l'urto di una sfida quasi impossibile, sarà lì che si gioca un pezzo del futuro che ha cominciato a costruire ieri. L'obiettivo prioritario rimane la sconfitta di Al Qaeda.

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Incontri sui diritti dei bambini (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 05/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:valcamonica Incontri sui diritti dei bambini EDOLOCade quest'anno il ventennale della «Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza», documento approvato dall'Assemblea generale dell'Onu riunitasi il 20 novembre del 1989 a New York ed entrato in vigore il 2 settembre 1990. Per l'occasione, la Carovana dei Diritti Umani di Vallecamonica ha organizzato due incontri all'oratorio di Edolo. Il primo, in programma oggi, è rivolto a bambini e ragazzi. Il secondo, domenica 10 maggio, sarà indirizzato anche ai genitori. In entrambi i casi, l'appuntamento è per le 14.30. Oggi sarà proposto il «Gioco dell'oca per esplorare i Diritti e... i Rovesci», attività a carattere ludico pensata per leggere insieme ai bambini quelli che sono i loro diritti. Il 10 maggio si parlerà di diritto all'istruzione con la presentazione del libro «Viki che voleva andare a scuola» di Fabrizio Gatti.p. test.

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Pena di morte, una buona chance per l'Università di Feltre (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere delle Alpi" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pena di morte, una buona chance per l'Università di Feltre Nel mondo c'è sempre molto lavoro per i boia. Sono 59 i paesi che mantengono la pena di morte anche se non tutti l'anno scorso l'hanno concretamente applicata. E' la fotografia scattata da Amnesty International nel rapporto 2008. Ogni giorno nel mondo sono state giustiziate in media sette persone, per un totale di 2390 uomini e donne. Nella Repubblica popolare cinese la morte viaggia anche su autobus attrezzati a bordo del quale il boia esegue la sentenza con l'iniezione letale. Le camere della morte mobili sono state rese necessarie anche dal progressivo abbandono del colpo di pistola alla testa. Il cambiamento è stato introdotto su insistenza dei militari preposti. Infatti molti dei condannati in Cina sono trafficanti di droga sieropositivi all'Hiv che con il loro sangue infetto rischiano di contaminare il boia. Il metodo dell'iniezione letale, portato grazie ai bus fin anche nelle località più sperdute, è più pulito e sicuro. Il mezzo è dotato anche di una telecamera che filma l'esecuzione in modo che rimanga una registrazione da visionare in caso di eventuali contestazioni procedurali. A futura memoria. In Iran tra i metodi più in voga ci sono l'impiccagione e la lapidazione, in Arabia Saudita la decapitazione pubblica. Rimane tuttavia in ombra il ruolo del boia, al quale sempre si richiede una propensione spirituale, ma non necessariamente un'alta specializzazione. Accade così talvolta che un boia maldestro faccia soffrire inutilmente il condannato, prolungando spesso i tempi dell'esecuzione oltre un corretto equilibrio tra costi e benefici e sforando il budget. Ma forse non tutto il male vien per nuocere. Potrebbe essere una chance per garantire un futuro all'Università di Feltre, che molti si ostinano a definire inutile. Il futuro dell'università di Feltre è quello di diventare interessante per gli studenti di altre province e regioni. Perché sia possibile, servono dei corsi di eccellenza che abbiano un richiamo nazionale ed internazionale. Lo aveva detto anche Sergio Reolon, presidente della Provincia, già il 13 marzo 2007. di Nino Stria Finalmente è stato trovato un accordo sull'università. Era ora. Stabilisce che: punto uno, l'università bisogna farla per sottrarre i giovani bellunesi al triste destino della fabbrica e della birra; punto due, l'università deve accrescere l'attrattività del territorio, cioè far arrivare a Belluno tanta gente per studiare e insegnare. C'è un solo modo: avviare un corso di laurea raro e di eccellenza. Oggi nel mondo se non sei raro non esisti. Li chiamano così: servizi rari e di eccellenza. Furono perciò subito scartati i soliti corsi di dolomitologia, idroglaciologia, epistemologia del formaggio, critica della region pura, autonomia patologica e simili: tutte cose già note, già esistenti. Si optò su una materia unica al mondo: un corso di laurea per la formazione di carnefici. Si era discusso a lungo se il corso di laurea fosse morale o no. Sul sentimento prevalse la ragione: la pena di morte esisteva de facto, dunque esisteva anche la figura professionale del carnefice. C'era una grande richiesta di carnefici preparati, soprattutto dopo alcuni sgradevoli incidenti. Nel Texas un addetto impreparato aveva sbagliato voltaggio carbonizzando inutilmente un condannato, mentre in Iraq un famoso impiccando era stato praticamente decapitato dalla corda. Era certo che i giovani laureati avrebbero trovato subito lavoro. Quell'università non sarebbe stata una fabbrica di disoccupati, come succede spesso con lauree in materie improbabili come scienze della comunicazione. Nel mondo c'erano un mucchio di Stati che applicavano la pena di morte ed avevano bisogno di boia, e anche lì dove era proibita si usava di nascosto, insieme alla tortura, però esisteva. Eppure in nessuna parte del mondo si insegnava come fare. Un corso di laurea in pena di morte possedeva in sè anche un alto valore umanitario perché avrebbe sfornato tecnici esperti che avrebbero garantito esecuzioni capitali veloci e indolori, senza inutili spargimenti di sangue. Tra le materie fondamentali del piano di studi vennero previste: La pena di morte nella storia; Gasologia; Cappiologia comparata; Tortura I (teoria e pratica su volontari); Tortura II (danni collaterali); Storia della tecnologia (Louisette e Guillottin); Tortura III (tecnica applicata); Tortura IV (torturologia destrutturata, esercizi di laboratorio); Elementi di impalamento morale; Fucilazione come pena umanitaria; Teoria e pratica del colpo di grazia; Pena di morte come riduzione del danno I (impiccarne uno per educarne cento); Pena di morte come riduzione del danno II (il metodo Ruk-Zuk e la teoria della velocità di esecuzione); Pena di morte e teoria dei quanti (melius abundare quam deficere); Morte per fuoco nel Medioevo (con annesso campionato sportivo di caccia alle streghe); Morte per acqua all'epoca di Noè; Iniezione fatale; Storia dei movimenti contemporanei: "boia chi molla"; Ludologia comparata: tiro di fune e tiro alla fune. Feltre riuscì così ad avere una università unica al mondo. Vennero a studiare da ogni angolo del pianeta, ma in particolare da Alabama, Ossetia e Uganda. Il primo anno si erano iscritti anche alcuni cinesi, ma l'anno dopo non si videro più. Forse furono espulsi perché copiavano oppure si erano accorti che non avevano niente da imparare.

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l'afghanistan del burqa (sezione: Diritti umani)

( da "Centro, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 14 - Pagina Aperta L'Afghanistan del burqa L'Afghanistan del burqa tutto come con i talebani Una legge recentemente approvata dal Parlamento afghano obbliga le mogli ad avere rapporti sessuali con il marito e vieta loro di cercare lavoro, istruirsi o farsi visitare da un medico, senza aver prima il permesso del consorte. Il premier afghano Karzai compiace gli integralisti e quindi i talebani. Oppio e burqa, insomma: è questo l'Afghanistan? Sessanta anni fa, al tempo del ponte aereo, si diceva «morire per Berlino». Oggi si può dire «morire per Kabul»? Lucio Di Nisio Montesilvano Passo dopo passo verso un nuovo medioevo Signor direttore, all'inizio fu l'habeas corpus (1215 dopo Cristo), e gli europei cominciarono ad avere qualche diritto; non era più solo medioevo. Parecchio tempo dopo, e piano piano, ci si liberò anche della condizione servile, per diventare «solo» sudditi. Poi ci fu la rivoluzione francese e quei sudditi divennero (quasi) cittadini. E si disse anche: «la legge sia uguale per tutti». E' la legge che fa l'uomo libero, infatti, non la sua mancanza, o peggio la sua elusione. E' la legge che libera, non la concessione del privilegio da parte del monarca di turno. Siamo stati convinti dall'ideologia del Progresso che dall'habeas corpus fino al Paradiso perenne, sarebbe stata tutta un'autostrada. Invece nel nostro Paese non abbiamo mai sperimentato «la legge uguale per tutti»; e inoltre adesso stiamo velocemente regredendo al medioevo: quando lo Stato non c'era ancora, e la comunità era regolata non dalla norma, ma dal foedus; cioè dal patto fiduciario tra l'imperatore e il vassallo; e tra questi e il valvassore.fino alla servitù della gleba. Oggi con la crisi delle ideologie non abbiamo superato la parzialità indotta in noi dalla «falsa coscienza», per approdare alla verità. A qualcosa cioè capace di trascendere i nostri piccoli interessi di bottega. No, con la crisi delle ideologie il rapporto tra gestori del potere sociale, e i subordinati, non si è aperto alla legge-uguale-per-tutti, ma si sta tornando velocemente ai rapporti di fiducia personali. E questa condizione di fiducia personalizzata all'inizio «legava» i militanti di uno schieramento contro l'altro. Poi si è ridotto tra gli aderenti ad uno stesso ex-partito, contro quelli dei partiti coalizzati, e infine tra l'elettore e uno specifico «padrino» contro gli elettori dello stesso partito. Mentre un tempo si era, per esempio, socialisti e (quasi) basta; oggi bisogna legarsi ad un capopopolo; non ad un ideale; ad un gestore di tessere, non più al nostro bisogno di utopia. Non esiste più un principio trascendente il politico capace di legittimarlo, ma esistono solo piccoli satrapi di quartiere, ai quali bisogna giurare fedeltà per partecipare un giorno alla spartizione del bottino. Nel medioevo erano i rapporti di fiducia personale a «legittimare» la vita sociale; abbiamo «lottato» tanto e siamo tornati a quei vincoli. Povero homo italicus come si è ridotto: aspirava alla Giustizia, ed è invece obbligato a diventare suddito di qualcuno per sperare di avere visibilità sociale. Neanche sogna più di diventare cittadino; la sua massima ambizione è quella di accodarsi alla clientela-casta vincente. Tino Di Cicco Pescara Testamento biologico i rischi che corriamo Signor direttore, alcune riflessioni sul testamento biologico in fase di approvazione dal Parlamento. Il caso di Eluana Englaro, in coma vegetativo per 17 anni dopo un terribile incidente stradale, è solo la punta di un iceberg che investe migliaia di essere umani. Da tempo, si assiste ad un affannoso interesse da parte della politica italiana per risolvere, in tutta fretta, sotto il profilo legislativo, un problema assai delicato come quello delle persone in stato di coma vegetativo, che richiederebbe una più attenta valutazione sotto molteplici aspetti. Alcuni capisaldi giuridici sono in netto contrasto con la legge in via di approvazione, dalla Costituzione italiana alla Convenzione per la tutela dei diritti umani, passando per il codice civile e per quello penale. Il coma irreversibile è un giudizio clinico e come tale non è infallibile, in base al grado di conoscenza raggiunto dalla scienza. Non si può legiferare a favore del consenso a morire prematuramente. Non possiamo parlare di vita indegna e di morte dignitosa. A mio avviso con la legge sul testamento biologico in discussione alle Camere, temo che si possa arrivare alla «eliminazione incontrollata» delle persone malate e disabili, non solo, quindi, di chi è in coma vegetativo, ma anche di chi è malato di Alzheimer, di tumore nella fase terminale o malato di mente. La storia ci fornisce dei chiari esempi. A mio avviso, si rende, invece, necessario individuare come dare più sostegno alle persone vicine ai pazienti in coma vegetativo, che si vedono cambiare, da un giorno all'altro, soprattutto sotto l'aspetto psicologico, la propria vita; come anche si rende indispensabile, un intervento equilibrato teso a sviluppare ulteriormente la ricerca scientifica al fine di trovare valide alternative alla morte del paziente. Fabio Rispoli Presidente dell'associazione «La rinascita dei valori» Chieti

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da lampedusa a vittoria la via crucis dei migranti - amelia crisantino (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina XVI - Palermo Si presenta "Mondo bastardo", il saggio di Giusto Catania sullo scontro fra civiltà DA LAMPEDUSA A VITTORIA LA VIA CRUCIS DEI MIGRANTI Una guerra dei poveri si consuma fra i maghrebini e gli immigrati dell´Est europeo che accettano paghe ancora più basse AMELIA CRISANTINO «Occidente e Islam sono in guerra? Pare che la risposta debba essere positiva»: è l´incipit finto-ingenuo di Mondo Bastardo (due punti edizioni, 234 pagine, 12 euro), che domani alle 18,30 si presenta alla libreria Feltrinelli. Il libro mette a frutto le competenze maturate da Giusto Catania al Parlamento europeo, dove si è occupato soprattutto di giustizia, diritti civili, politiche di immigrazione: promotore delle visite del Parlamento Europeo nelle strutture di detenzione amministrativa per migranti - a partire da Lampedusa - e relatore sulla «situazione dei diritti fondamentali dentro l´Unione Europea», documento che denuncia le violazioni dei diritti umani in Europa. Attività sempre praticate con spirito militante, che permettono a Giusto Catania di osservare la logica della globalizzazione che tutto travolge al di là delle retoriche obbligate. Mondo bastardo denuncia la guerra di civiltà che si consuma in Iraq, in Afghanistan o in Libano, e l´ancora più pericolosa offensiva mediatica che tende a criminalizzare gli stranieri. In un mondo «spettacolarmente ricco e disperatamente povero» il terrorista è il nemico planetario che bisogna sconfiggere: la guerra è preventiva e permanente, si scatena per il controllo delle risorse e l´Europa è una fortezza assediata dove si può entrare solo illegalmente. Sono tutti aspetti della stessa logica distruttiva, che in maniera miope continua a seminare disastri. A cui Catania contrappone un´Europa e un mondo bastardi, per superare la società multiculturale che per gli immigrati ha costruito modelli di integrazione sempre sostanzialmente sottomessi. Il suo mondo bastardo «è l´unica soluzione per affermare la pace perpetua», dove non esistono culture e sottoculture ma «il mondo umano è l´unica civiltà possibile». C´è una buona carica di utopia in questa proposta di superare le paure con la contaminazione, sino a costruire una civiltà meticcia che naturalmente superi la prospettiva dello «scontro di civiltà». Coi suoi chilometri di coste e l´avamposto di Lampedusa, la Sicilia è una delle porte d´Europa per chi arriva dal mare. E ancora una volta è frontiera. Può limitarsi a essere frontiera disarmata nel cui mare annega un numero imprecisato di clandestini, stazione terminale di un sistema dove i migranti vengono criminalizzati in massa e singolarmente sfruttati: per comprendere la dimensione del fenomeno, per restare nell´Isola «basterebbe fare un giro tra aprile e giugno a Cassibile, alle porte di Siracusa, per vedere le condizioni terrificanti di lavoro e di alloggio dei raccoglitori di patate». O a Trapani per la vendemmia, o nelle serre di Vittoria dove da anni è in corso una mai divulgata guerra tra i poveri: da un lato i maghrebini di vecchia immigrazione che sono ormai naturalizzati, dall´altro i nuovi immigrati rumeni, polacchi o bulgari che si accontentano di paghe ancora più basse. Ed è dopo l´ispezione al centro di Lampedusa che la delegazione ufficiale del Parlamento europeo ha nel 2005 denunciato «il trattamento inumano e degradante riservato ai migranti», ridotti a non-persone, soggetti a una «detenzione amministrativa» che sistematicamente viola ogni minimo diritto umano. Oppure con uno scatto d´orgoglio, ricordando le sue tradizioni di terra dove diverse civiltà riuscivano a convivere mentre altrove infierivano le guerre, chissà che proprio in Sicilia non possa reinventarsi una prospettiva di educazione interculturale che educhi alla complessità. In Sicilia la costruzione di un´identità meticcia che supera lo scontro di civiltà è radice profonda anche se trascurata. Antica di secoli.

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NEBBIe intorno all'export (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

NEBBIe intorno all'export l'analisi Il boom dell'export militare italiano non sorprende affatto gli addetti ai lavori. Dopo la crisi dei primi anni '90, conseguente alla fine della Guerra Fredda e all'adozione della legge 185/90 che vieta l'export a paesi in guerra o che non rispettano i diritti umani, il fatturato dell'industria militare italiana conosce una nuova primavera. Ma diversi sono gli aspetti oscuri di questo nuovo boom. In primo luogo va ricordato che la 185 nel corso degli anni è stata "svuotata": in nome della "privacy" non si hanno più chiare informazioni su cosa venga esportato a chi e per quale valore. Circa i diritti umani, si è riscritto il paragrafo esigendo solo "gravi" violazioni, per di più accertate dai competenti organi esclusivamente dell'Onu o della Ue (non Amnesty International, Caritas o altri organismi internazionali). Inoltre, i materiali non dovrebbero essere destinati a Paesi in stato di conflitto armato, mentre continuano ad affluire, ad esempio, a Israele, Turchia, India e Pakistan. Poi con la recente adozione della Posizione Comune del Consiglio Europeo (dicembre 2008), tesa ad una giusta normativa comune del settore a livello di UE, altra nebbia si addensa sul controllo e sulla trasparenza. Tra l'altro, mentre sono state approvate varie facilitazioni per le coproduzioni UE non si prevedono chiare sanzioni per eventuali illeciti, né alcuno strumento informativo sull'export.

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RITA ATRIA DIVENTA CARTOON La storia di Rita Atria, la ragazza che denunciò gli assassini de... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

RITA ATRIA DIVENTA CARTOON La storia di Rita Atria, la ragazza che denunciò gli assassini del padre e del fratello e si tolse la vita dopo la morte di Paolo Borsellino, continua a ispirare il cinema, questa volta di animazione. Antonino Pirrotta e Giampiero Randazzo hanno annunciato la realizzazione del lungometraggio La favola di Palermo. una favola a lieto fine che «mostrerà la lotta di Rita e Paolo che con la loro forza riescono a sconfiggere la strega mafiosa». PREMIO AMNESTY A CAPOSSELA Vinicio Capossela, con Lettere di soldati, è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia dedicato al miglior brani sui diritti umani. ARREVUOTO È ANCHE LIBRO Un viaggio letterario nei primi tre anni di una esperienza teatrale nata nel quartiere napoletano di Scampia. Si tratta di Arrevuoto, un volume (edito da L'Ancora del Mediterraneo) che raccoglie i testi dei tre spettacoli messi in scena dal laboratorio che dal 2006 coinvolge i ragazzi di Scampia nell'allestimento di testi teatrali. Si va dalla messa in scena di Pace!, riscrittura da Aristofane a Ubu sotto tiro, riscrittura da Jarry, fino a L'immaginario malato, affresco da Molière.

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Human Rights, gran finale con Mozart (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

FORLI' SPETTACOLI pag. 11 Human Rights, gran finale con Mozart CHIUDE oggi la rassegna Human rights', dedicata ai diritti umani. Tre gli appuntamenti finali: alle 17.30 al Diagonàl Loft Club' di viale Salinatore 101 concerti, dj set e aperitivo con ingresso gratuito. Si terrà così Cittadini nel mondo', con lo skreamo punk di Raein, il folk di Nance e la musica alternative-progressive di Ederalaneve. Al dj set Barra + Flavio. ALLE 21 il concerto di chiusura al teatro Diego Fabbri' di corso Diaz. Suona la European Union Chamber Orchestra, che riunisce i migliori giovani musicisti del continente. Il repertorio spazia su tre secoli di storia: saranno eseguite musiche di Mozart (il Divertimento in Fa maggiore), Walton (due brani dall'Enrico V), Bach (concerto il sol minore per violino e oboe) e di Tchajkoskij (serenata in do maggiore). In questo caso, l'ingresso costa 15 euro, ridotto 13, universitari e Club Giovani 6 euro. IN CONTEMPORANEA, al centro per la pace Annalena Tonelli' di via Andrelini 59 ci sarà Voci da Gaza': un incontro con EducAid, organizzazione non governativa internazionale impegnata con i bambini di Gaza. Ci saranno filmati e un tavolo del commercio equo e solidale.

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VINICIO Capossela, con , ... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ROVIGO CULTURA SPETTACOLI pag. 19 VINICIO Capossela, con «Lettere di soldati», ... VINICIO Capossela, con «Lettere di soldati», è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall'Associazione culturale Voci per la libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato l'anno precedente. La premiazione di Capossela avrà luogo a Villadose nel corso della serata finale della dodicesima edizione del concorso musicale dal vivo «Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty», in programma dal 16 al 19 luglio. «Ho iniziato a scrivere questa canzone al tempo della prima guerra del Golfo», racconta il vincitore. «Tutti noi tremavamo, era la prima volta che la guerra dava l'impressione di arrivare in casa di ognuno, in diretta, per mezzo della televisione, rendendoci partecipi come a un evento. Quella sera, al Teatro Storchi di Modena, Ivano Fossati concluse il suo concerto cantando «Il disertore» di Boris Vian. Io tornai a casa e pensavo a tutta questa gente sull'orlo della catastrofe. Ognuno si sentiva impaurito qui più che al fronte. Fui vittima, come tutti, della Paura, la Paura minacciata ad arte, che da sempre trova la più grande cassa di risonanza». «Sono passati anni, e a quella guerra ne sono seguite altre, per quanto possibile ancora peggiori», aggiunge Capossela. «Dopo la paura, ho voluto provare a mettere a fuoco l'impersonalità dell'uccidere. La gente che salta in aria da lontano, senza vedersi. E soprattutto il meccanismo della regola d'ingaggio. Il regolamento dell'uccidere. Lo stabilire quando è legale ammazzare. La freddezza della tecnologia delle armi. L'applicazione della chirurgia per cambiare i pezzi rotti, i crani, gli arti a chi salta in aria. L'ho fatto a mezzo di una canzone e di un battito del cuore, cercando di rendere oggettivamente la negazione dell'uomo, l'affidare la sua anima alle lettere. Le lettere, più vere di ogni retorica, che sono quelle che non arrivano a destinazione, nella grande Paura videodiffusa. Una canzone non è nulla confrontata a quanto fanno le persone che lavorano in organizzazioni come Amnesty International. Ringrazio Amnesty per il lavoro che svolge e per l'attenzione che ha dedicato al mio lavoro». «La canzone Lettere di soldati di Vinicio Capossela ci racconta immagini di guerra crude e realistiche, prive di ogni retorica romantica e senza alcuna traccia di eroismo - sottolinea Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International - Descrive la guerra come luogo della spersonalizzazione assoluta e ci porta in una dimensione in cui l'uomo perde la propria identità e umanità. Amnesty International e Voci per la libertà hanno conferito il Premio Amnesty a questo brano perchè porta a riflettere sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in questo primo decennio del XXI secolo ancora attraversato da conflitti sanguinosi e spesso, apparentemente, senza soluzione». Il Premio è parte integrante di Voci per la Libertà - Una Canzone per Amnesty, manifestazione dedicata ai musicisti emergenti il cui bando di concorso scadrà il 15 aprile 2009 (www.vociperlaliberta.it).

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Retrato de una vergüenza (sezione: Diritti umani)

( da "Clarin, El" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

TELEVISION: "GUANTANAMO AL DESCUBIERTO", POR NAT GEO Retrato de una vergüenza Poco antes del cierre de la polémica prisión, un equipo pasó tres semanas allí realizando este documental. 1 de 1 "Estados Unidos no tortura", dijo el presidente Obama ante el Congreso de los Estados Unidos. Ya había ordenado el cierre de la más que polémica cárcel de Guantánamo. Poco antes, las cámaras de National Geographic ingresaron a la prisión, dentro de la base militar estadounidense enclavada en la isla de Cuba, para realizar el documental Guantánamo al descubierto, que la señal estrena hoy a las 21. "Gran parte de lo que en la última década nos definió como nación está cristalizado en Guantánamo. Esa historia tiene que ser preservada de alguna manera y espero que este documento ayude a lograrlo", sostiene Jon Else, director de especial. Creada como centro de detención después de los ataques terroristas del 11 de septiembre, rápidamente comenzaron a caer sobre Guantánamo denuncias de tortura, encarcelamiento ilegal de cualquier tipo de sospechoso (musulmanes de distintos países), y otras diversas violaciones a los derechos humanos. El destino de sus más de 200 detenidos, el día a día dentro de la prisión, quiénes son y cómo viven los encargados de la seguridad, cómo manejan las críticas sobre sus prácticas... son algunas de las cuestiones que plantea y devela Guantánamo al descubierto. Sus realizadores -que estuvieron casi tres semanas dentro de la prisión- tuvieron limitaciones tales como la prohibición de entrevistar o tomar imágenes de los detenidos, razón por la que sólo se escuchan en el documental sus voces, y las discusiones con los oficiales que dan cuenta de una interacción cargada de tensiones. El especial de dos horas, que se estrena aquí en simultáneo con los Estados Unidos, incluye entrevistas a oficiales de Guantánamo convencidos de que hay una célula activa de Al Qaeda en el lugar, a soldados, a ex detenidos -por error evidente-, a interrogadores, abogados y personalidades políticas. TamaÑo de textoEnviar

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Afghanistan, Obama ottiene più soldati (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Afghanistan, Obama ottiene più soldati --> Domenica 05 Aprile 2009 GENERALI, pagina 2 e-mail print StrasburgoLa Nato ha riaffermato la sua determinazione a vincere la guerra in Afghanistan al termine di un vertice - quello di Strasburgo - che ha registrato «contributi aggiuntivi consistenti» da parte di almeno dieci Paesi e ha lanciato un monito al presidente afghano Hamid Karzai a non accettare leggi che mortificano i diritti delle donne, come quella che concede libertà di stupro ai mariti. Obama: la vera sfida è in Afghanistan «Al Qaeda non vincerà, siamo forti ed uniti e non ci faremo logorare», ha detto il presidente Usa Barack Obama, che a Strasburgo ha raccolto dagli alleati il pieno sostegno alla sua nuova strategia globale in Afghanistan e impegni concreti: fino a cinquemila uomini, tra soldati e addestratori, di cui tremila entro luglio per garantire lo svolgimento pacifico delle elezioni presidenziali; cento milioni di dollari per finanziare l'esercito di Kabul e altri cinquecento per sostenere la ricostruzione civile. «Un risultato eccellente», ha commentato il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer, riferendo che sono almeno dieci i Paesi che hanno promesso «contributi consistenti». Tra questi l'Italia: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato che metterà a disposizione degli alleati 524 uomini in più ma anche nuovi equipaggi di aerei ed elicotteri e carabinieri per l'addestramento delle forze di sicurezza locali. Ma forze aggiuntive saranno messe a disposizione anche dalla Spagna (un battaglione intero), dalla Germania e dalla Polonia, che si sono impegnate per altri seicento uomini in più, oltre che dalla Gran Bretagna. Cinquemila soldati in più da 10 Paesi Altri mezzi e altri soldati saranno inviati anche da Bulgaria, Grecia, Portogallo e Slovacchia. La Francia invierà gendarmi nell'ambito di una missione Nato-Usa per la formazione della polizia di Kabul, sull'esempio di quella già condotta in Iraq. «La missione in Afghanistan è una prova della verità per la Nato», ha sottolineato il cancelliere tedesco Angela Merkel, esprimendo riconoscenza per la nuova strategia americana che «rende più facile» la cooperazione e la collaborazione strategica tra Usa ed Europa. Anche Sarkozy ha detto di apprezzare molto le nuove concezioni e il nuovo spirito di collaborazione dell'Amministrazione americana. «Noi non abbiamo il diritto di perdere - ha sottolineato -. È in Afghanistan che si gioca una parte della libertà del mondo». La comunità internazionale non intende però restare in silenzio di fronte alle derive sui diritti delle donne e sui diritti umani. Merkel e Sarkozy, padroni di casa di questo Vertice che ha celebrato i 60 anni della Nato, hanno definito «inaccettabile» la legge afghana che potrebbe introdurre di fatto lo stupro in famiglia. «Non siamo disposti a transigere. Nessuno di noi lo è», ha precisato Sarkozy, includendo quindi anche la musulmana Turchia. L'Italia - che sta valutando il ritiro delle sue donne soldato dall'Afghanistan - ha lavorato per includere nella dichiarazione finale una frase sui diritti delle donne e sulla tutela della democrazia. Marisa Ostolani 05/04/2009 nascosto-->

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SI CHIUDE alle 13 di oggi la mostra dei pittori Fontana, Navarro Sanchez e Ros per i diritti umani a... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Siena)" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

AGENDA SIENA pag. 10 SI CHIUDE alle 13 di oggi la mostra dei pittori Fontana, Navarro Sanchez e Ros per i diritti umani a... SI CHIUDE alle 13 di oggi la mostra dei pittori Fontana, Navarro Sanchez e Ros per i diritti umani allestita nel Cortile del Podestà. Alle 17 nel salone di Palazzo Patrizi incontro con la comunità peruviana organizzato da "Solidarietà in Movimento " per illustrare le attività dell'associazone in Perù, a cui seguirà un Concerto della Corale della Pro Loco Sovicille diretto dal maestro Attilio Botarelli, coltenore Umberto Ceccherini.

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I diritti umani ispirano opere d'arte (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

I diritti umani ispirano opere d'arte --> Domenica 05 Aprile 2009 CRONACA, pagina 17 e-mail print Successo per la terza edizione della manifestazione «L'Arte per l'Accademia, L'Accademia per l'arte». L'iniziativa, nata dalla collaborazione tra l'Istituto di formazione del Corpo della Guardia di Finanza e l'Accademia Carrara con il patrocinio del Comune di Bergamo, ha visto la partecipazione di 73 opere in concorso e 14 opere fuori concorso, accomunate dal tema legato all'anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Le opere sono state esposte nella mattinata di ieri nella sede dell'Accademia in via Statuto. Gremite le sale di esposizione allestite per l'occasione, in un mix di cadetti e ufficiali, allievi dell'Accademia Carrara, studenti, insegnati e presidi delle scuole d'arte, del liceo artistico e di istituti di Bergamo e provincia. Nel corso della mattinata si è svolta la cerimonia di premiazione, a cui hanno partecipato il generale Michele Calandro, comandante dell'Accademia, Fabio Rustico, assessore allo Sport e alle politiche giovanili del Comune, Maria Grazia Recanati, direttore artistico dell'Accademia Carrara, Marco Carminati, segretario generale della Fondazione Cassa Rurale di Treviglio e Paolo Calenda, comandante dei corsi dell'Accademia. Premiati in quattro distinte sezioni Mario Cornali, Erica Battello, Anna Belussi e Alberto Cruciata. Il generale Calandro nel suo discorso ha sottolineato che «questa iniziativa corrisponde all'attuazione di un nostro impegno: quello di un'apertura della nostra Accademia alla città e alla provincia, per il rafforzamento di un legame che desideriamo tenere vivo a 25 anni dalla data di insediamento del nostro Istituto in città». Alessandro Belotti 05/04/2009 nascosto-->

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QUALCUNO tra noi, delle generazioni anziane, quando nelle antologie scolastiche si leggevano pag... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 05-04-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Ostia)) (Messaggero, Il)

Argomenti: Diritti umani

Domenica 05 Aprile 2009 Chiudi di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA QUALCUNO tra noi, delle generazioni anziane, quando nelle antologie scolastiche si leggevano pagine di classici stranieri, ricorderà de I miserabili di Victor Hugo il piccolo Gavroche che porta due bambini al riparo dal freddo e dalla pioggia, ma non dai topi, nel ventre di quel rudere napoleonico che era l'elefante della Bastiglia. Nella gelida primavera del 1832, a Parigi, quel rifugio poteva apparire come la risorsa orrida di una povertà estrema. Siamo lontani quasi 180 anni da allora, e dobbiamo vederne di peggio: 24 minori, dai 10 ai 15 anni, provenienti dall'Afghanistan, sono stati trovati dalla polizia a Roma, mentre utilizzavano per il riposo notturno, o forse per custodire i propri vestiti, i tombini della stazione Ostiense. Dai topi che insidiavano nell'oscuro ventre dell'elefante parigino i piccoli ospiti di Gavroche, ai bambini diventati come topi di fogna nelle metropoli dei nostri giorni. Come si fa a discettare di progresso, di diritti umani, di solidarietà, di sviluppo, di etica economica, politica, ecologica e di altri consimili temi, quando esseri umani sono degradati a vivere come animali sotterranei? Tutto questo non capita in deserti o in aree remote da insediamenti umani anche appena e rudimentalmente civilizzati. No, accade in una grande capitale mondiale, nel contesto di una società avanzata e, con buona pace della crisi globale dell'economia, ancora dotata di un alto livello di comfort, di servizi, di consumi. E allora? Occorre, nella cultura contemporanea, e particolarmente in quella occidentale, un esame di coscienza che valga a far meditare sulle responsabilità di aventi, che costellano di paradossi gli scenari della vita quotidiana. Ostentazione di ricchezza in faccia a povertà senza né cibo, né vestiti, né tetto. Conflitti politici per vicende biomediche dell'esistenza umana e insufficiente fronteggiamento della crescente disparità delle condizioni di vita, a favore di quanti hanno poteri pubblici e sociali e a danno di chi ne è escluso. E intanto tutto il pianeta è percorso da flussi di fuggiaschi da Paesi dove non c'è lavoro, né dignità umana, né libertà di cittadini. Li chiamiamo migranti, con un palese eufemismo. Che cosa hanno in comune quegli africani o mediorientali, che rischiano la morte per annegamento nel mare in tempesta, su barconi carichi come trasporti di bestie, con gli italiani, con gli europei, che si imbarcavano nei due secoli scorsi, per trovare in America una nuova Patria? I bambini fuggiti dall'Afghanistan, senza famiglie, senza conoscere una lingua, costretti a nascondersi in veicoli di fortuna, a rischio di morte, ridotti a dormire in tombini, come li catalogheremo, fra i clandestini da respingere o tra i rifugiati per asilo politico, o esseri umani senza asilo alcuno, da integrare tra i cittadini? Taluno obietterà che se non abbiamo altra struttura di accoglienza che quella dei tombini, tanto vale che si adottino le più severe regole di chiusura delle nostre frontiere. Sarebbe però questo il caso che l'esame di coscienza da cui siamo partiti maturi in una presa d'atto, della nostra incapacità a comprendere quanto il mondo stia cambiando, dalle Nazioni rappresentate come le nostre case private, chiuse agli estranei, al pianeta terra, come l'unica abitazione del genere umano, di cui i popoli e i loro governanti sono gestori, nell'interesse universale, e non dei propri egoismi.

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Nella gelida primavera del 1832, a Parigi, quel rifugio poteva apparire come la riso... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Domenica 05 Aprile 2009 Chiudi di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA Nella gelida primavera del 1832, a Parigi, quel rifugio poteva apparire come la risorsa orrida di una povertà estrema. Siamo lontani quasi 180 anni da allora, e dobbiamo vederne di peggio: 24 minori, dai 10 ai 15 anni, provenienti dall'Afghanistan, sono stati trovati dalla polizia a Roma, mentre utilizzavano per il riposo notturno, o forse per custodire i propri vestiti, i tombini della stazione Ostiense. Dai topi che insidiavano nell'oscuro ventre dell'elefante parigino i piccoli ospiti di Gavroche, ai bambini diventati come topi di fogna nelle metropoli dei nostri giorni. Come si fa a discettare di progresso, di diritti umani, di solidarietà, di sviluppo, di etica economica, politica, ecologica e di altri consimili temi, quando esseri umani sono degradati a vivere come animali sotterranei? Tutto questo non capita in deserti o in aree remote da insediamenti umani anche appena e rudimentalmente civilizzati. No, accade in una grande capitale mondiale, nel contesto di una società avanzata e, con buona pace della crisi globale dell'economia, ancora dotata di un alto livello di comfort, di servizi, di consumi. E allora? Occorre, nella cultura contemporanea, e particolarmente in quella occidentale, un esame di coscienza che valga a far meditare sulle responsabilità di aventi, che costellano di paradossi gli scenari della vita quotidiana. Ostentazione di ricchezza in faccia a povertà senza né cibo, né vestiti, né tetto. Conflitti politici per vicende biomediche dell'esistenza umana e insufficiente fronteggiamento della crescente disparità delle condizioni di vita, a favore di quanti hanno poteri pubblici e sociali e a danno di chi ne è escluso. E intanto tutto il pianeta è percorso da flussi di fuggiaschi da Paesi dove non c'è lavoro, né dignità umana, né libertà di cittadini. Li chiamiamo migranti, con un palese eufemismo. Che cosa hanno in comune quegli africani o mediorientali, che rischiano la morte per annegamento nel mare in tempesta, su barconi carichi come trasporti di bestie, con gli italiani, con gli europei, che si imbarcavano nei due secoli scorsi, per trovare in America una nuova Patria? I bambini fuggiti dall'Afghanistan, senza famiglie, senza conoscere una lingua, costretti a nascondersi in veicoli di fortuna, a rischio di morte, ridotti a dormire in tombini, come li catalogheremo, fra i clandestini da respingere o tra i rifugiati per asilo politico, o esseri umani senza asilo alcuno, da integrare tra i cittadini? Taluno obietterà che se non abbiamo altra struttura di accoglienza che quella dei tombini, tanto vale che si adottino le più severe regole di chiusura delle nostre frontiere. Sarebbe però questo il caso che l'esame di coscienza da cui siamo partiti maturi in una presa d'atto, della nostra incapacità a comprendere quanto il mondo stia cambiando, dalle Nazioni rappresentate come le nostre case private, chiuse agli estranei, al pianeta terra, come l'unica abitazione del genere umano, di cui i popoli e i loro governanti sono gestori, nell'interesse universale, e non dei propri egoismi.

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ROMA - Stasera alle 21 lo speciale Inside: Guantanamo in onda su National Geograp... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Domenica 05 Aprile 2009 Chiudi ROMA - Stasera alle 21 lo speciale Inside: Guantanamo in onda su National Geographic Channel (canale 402 di SKY) porta, per la prima volta, le telecamere all'interno del centro di detenzione più noto al mondo. Accuse di tortura, incarcerazione illegale, abusi dei diritti umani, lo hanno trasformato in un simbolo della guerra al terrore. Il Presidente Obama ha confermato l'intenzione di chiuderlo, e il mondo s'interroga sull'eredità di "Gitmo", sul destino dei circa 250 detenuti che vi sono tuttora reclusi.

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A Capossela il premio (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CULTURA & SPETTACOLI pag. 29 A Capossela il premio «Amnesty Italia» Vinicio Capossela, con Lettere di soldati', è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia per il migliore brano sui diritti umani.

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GIACOMO BATTIATO (nella foto), vincitore della Festa del Cinem... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

BOLOGNA SPETTACOLI pag. 27 GIACOMO BATTIATO (nella foto), vincitore della Festa del Cinem... GIACOMO BATTIATO (nella foto), vincitore della Festa del Cinema di Roma, al festival Human Rights Nights per presentare Resolution 819, sui fatti di Srebrenica (ore 18, cinema Lumière). La Risoluzione 819 delle Nazioni Unite garantiva all'enclave di Srebrenica, in Bosnia, la sicurezza e la protezione delle popolazioni musulmane. Nel luglio 1985, le truppe serbo-bosniache del generale Mladic conquistano la zona protetta. Tutto avviene sotto lo sguardo completamente passivo delle forze dell'Onu. Migliaia di persone vengono deportate e ottomila tra queste, per lo più anziani e ragazzi, scompaiono misteriosamente. Nel giorno delle premiazioni del festival dedicato ai diritti umani anche Africa Unite, documentario sul concerto per il 60° anniversario della nascita di Bob Marley (ore 20.30, cinema Lumière), scelto come film di chiusura della manifestazione.

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A Capossela il premio (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-04-2009)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Milano))

Argomenti: Diritti umani

CULTURA E SPETTACOLI pag. 29 A Capossela il premio «Amnesty Italia» Vinicio Capossela, con Lettere di soldati', è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia per il migliore brano sui diritti umani.

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Pakistan, choc e rabbia per la ragazza frustata Passo della Corte suprema (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 05/04/2009 - pag: 14 Legge islamica Le conseguenze della Sharia nelle aree «talebane» Pakistan, choc e rabbia per la ragazza frustata Passo della Corte suprema Il video della flagellazione fa il giro del mondo La diciassettenne colpita 34 volte con una cinghia per due lunghi minuti. Gridava: «Basta, sto morendo» «Tenetele fermi i piedi. Sollevate un po' il burqa», dice un uomo fuori campo. Una ragazza giace a terra, distesa a pancia in giù, il burqa blu la copre fino al sedere, pantaloni rosa sotto. Un uomo le tiene fermo il busto, un altro le cinge i piedi, avvolti in un drappo, senza toccarli. Un terzo, inturbantato e barbuto, la picchia sul fondoschiena con una cinghia, 34 volte, per due lunghi minuti. «Vi prego strilla lei in lingua pashto . Basta, vi prego. Per Dio, basta, sto morendo ». È giorno. Decine di uomini intorno osservano immobili. Poi la donna viene scortata in un edificio da uomini armati. Flagellazione di una diciassettenne pachistana. La scena è stata ripresa con un telefonino nella valle di Swat, nel Nord Ovest del Pakistan, forse nel villaggio di Kala Kalae. Diffuso l'altro ieri da un'attivista locale, Samar Minallah, il video è stato mandato in onda non-stop dalla tv pachistana, poi ha fatto il giro del mondo. E ha sollevato un'ondata di choc, rabbia e frustrazione in tutto il Pakistan. Opera nostra: ha detto Muslim Khan, portavoce di un gruppo talebano che controlla Swat. La ragazza, ha aggiunto, è stata punita perché si trovava in compagnia di un uomo che non era suo marito: atto «non islamico». La famiglia dell'uomo nega: era andato in casa di lei per riparare un guasto elettrico. Le associazioni pachistane per i diritti umani e delle donne, gruppi studenteschi, partiti islamici hanno manifestato ieri a Karachi e Lahore: «I talebani sono la nostra maledizione», «Fermate la talibanizzazione », «A Swat le donne non possono andare a scuola». Una bambina vestita di rosso: «Salvate il mio futuro ». Donne velate: «Stop alla violenza». Accusano il governo è di aver venduto il Pakistan ai talebani. Il 16 febbraio l'amministrazione della Provincia della Frontiera del Nord Ovest (di cui Swat fa parte) ha firmato un accordo di pace: porterà a stabilire la Sharia (la legge islamica) nella valle di Swat in cambio della fine della guerra tra l'esercito e i miliziani costata centinaia di morti negli ultimi due anni. Il presidente Ali Asif Zardari ha detto che approverà l'accordo, se ci sarà una pace effettiva. Zardari si è detto choccato dal video. Promette un'inchiesta. Ma molti scettici notano che polizia e leader moderati sono già fuggiti da Swat. Il giudice della Corte suprema Iftikhar Mohammad Chaudhry (appena reintegrato dopo proteste pubbliche) ha ordinato al ministro dell'Interno di portare la ragazza fustigata al suo tribunale domani, per esaminare gli eventi. «L'amministrazione non sta facendo nulla. E la magistratura si trova costretta a svolgere le funzioni del governo e della polizia», dice al Corriere Aitzaz Ahsan, ex avvocato difensore di Chaudhry e vicecapo della Commissione per i diritti umani. Il governo provinciale assicura che quando la Sharia entrerà in vigore non consentirà punizioni come queste; sostiene che la fustigazione è avvenuta prima dell'accordo di febbraio (ma fonti locali dicono dopo) e accusa gli autori del video di tentare di sabotare la pace. Il portavoce dei talebani ha però difeso la fustigazione, notando qualche pecca: avrebbe dovuto essere un ragazzo prepubescente a eseguirla (in privato). Ahsan dice che stabilire la Sharia a Swat viola la Costituzione. Per Ia Rahaman, direttore dell'Organizzazione Pachistana per i Diritti Umani, «la Sharia prevede corti che esaminano le punizioni, prove estremamente precise. Non voglio dire che la approvo, ma che questa non è Sharia: è terrorismo. Ci sono dei criminali che tengono in ostaggio la popolazione e con questo accordo possono fare ciò che vogliono». I politici pachistani fanno questo per la pace? «Se c'è la pace a Swat propone l'attivista Asma Jahangir perché non ci portano le loro famiglie, solo per una settimana? » Viviana Mazza

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Spara all'impazzata e uccide tre agenti (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Spara all'impazzata e uccide tre agenti Francesco Semprini NEW YORK. Un nuovo episodio di follia omicida innescata dal disagio economico e sociale sconvolge gli Stati Uniti. Un uomo ha ucciso tre poliziotti che accorrevano nei pressi della sua abitazione dopo aver risposto a una chiamata effettuata al 911, il 113 americano. Il fatto avvenuto a Pittsburgh, in Pennsylvania, arriva a meno di ventiquattro ore dalla strage consumata venerdì a Binghamton, nello Stato di New York, dove un cittadino di origini vietnamite ha ucciso tredici persone in un centro di sostegno per immigrati prima di togliersi la vita. A rendere la scia di sangue ancor più drammatica è il fatto che dietro ai due gesti di follia omicida sembra esserci lo stesso movente, ovvero la disperazione per aver perso il posto di lavoro. Sono da poco passate le sette del mattino e al numero di pronto intervento della polizia arriva una telefonata della signora Popwlaski che chiede di intervenire per una lite nella sua abitazione. A prendere la chiamata sono gli agenti Stephen Mayhle e Paul Sciullo che si recano immediatamente all'indirizzo segnalato. Ad attenderli c'è Richard Poplawski, 23 anni, che dopo aver rinchiuso la madre nel sottoscala si è barricato in casa con un fucile d'assalto e un giubbetto antiproiettile. Appena vede gli agenti apre il fuoco e li colpisce fatalmente alla testa. «Sembra che li stesse aspettando come in un'imboscata», spiega più tardi il capo della polizia locale Nate Harper. Un terzo agente, Eric Kelly, di ritorno al termine del turno di notte, accorre in aiuto dei colleghi, ma anche per lui non c'è nulla da fare: viene freddato con un altro colpo alla testa. La zona è immediatamente circondata dalle squadre speciali Swat che assediano l'abitazione per circa quattro ore durante le quali vengono sparati oltre cento colpi. Il bilancio è di tre agenti morti, un quarto poliziotto colpito a una mano, e un quinto ferito a una gamba. Inutili i tentativi di negoziato, le forze speciali sono entrate nell'abitazione dopo aver ferito Popwlaski a una gamba, mentre gli altri colpi sono stati fermati dal giubbetto che il ragazzo indossava. Tratto in arresto è stato incriminato con tre capi di imputazione per omicidio, aggressione aggravata e reiterata e violazione delle norme sulla detenzione di armi da fuoco. «E' un giorno triste per Pittsburgh - dice Harper - tanta violenza l'abbiamo visto altrove, ma non pensavamo potesse accadere nella nostra città». Il riferimento è alla sparatoria di Oakland, California, avvenuta due settimane fa e dove quattro poliziotti hanno perso la vita, segnando per le forze dell'ordine il bilancio più grave dall'11 settembre 2001. Nella città della Pennsylvania erano 18 anni che un agente non moriva in servizio. Mentre si consumava la tragedia di Pittsburgh, le tv mandavano ancora in onda la cronaca di Binghamton dove ieri Jiverly Wong - questo il vero nome svelato stamane dalla polizia - ha ucciso 13 persone che stavano frequentando un corso d'inglese all'American Civic Association, per prendere la cittadinanza americana. Mentre l'Fbi ha giudicato priva di credibilità la rivendicazione del leader talebano del Pakistan Baitullah Mehsud, nuovi particolari sono emersi dalla vicenda di ieri come il fatto che l'uomo di origini vetnamite indossava un giubbetto antiproiettile. Questa non è l'unica analogia con Pittsburgh perché come l'odio di Wong nasceva dalla disperazione per il licenziamento da Ibm, la follia di Poplawski trae origine dall'aver perso il suo posto di lavoro in un'azienda produttrice di vetro, oltre all'ossessione per la decisione del presidente Barack Obama di voler vietare la vendita di armi. «Diceva di non poter permettere una simile violazione dei diritti», spiega Edward Perkovic, l'amico al quale Poplawski ha chiamato durante l'assedio dicendo: «Sto per morire, vi voglio bene». La perdita del lavoro aveva fatto scattare un'insofferenza profonda su un giovane già caratterialmente irrequieto: anni fa fu mandato via dai Marine per aver tirato un vassoio a un sergente. Il carattere irruento unito alla passione ossessiva per le armi - possedeva un AK-47, e diverse pistole tra cui la 357 magnum - hanno reso possibile un altro episodio di sangue che sempre di più trova terreno fertile nella crisi economica.

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(sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 82 del 2009-04-05 pagina 13 «Son stata a Guantanamo e ora vi racconto com'è» di Gian Micalessin Una giornalista americana entra per la prima volta nel carcere di massima sicurezza. E gira un documentario «Siamo al braccio 5, quello di massima sicurezza e li riprendiamo mentre discutono da una parte all'altra della cella, dai due lati di quella lastra d'acciaio tra due mondi. Il detenuto ripete i titoli, chiede consigli. Il bibliotecario, un nero gentile, scrupoloso, li spiega uno ad uno, fino ad «It» di Stephen King. Raccontare quel librone di mille pagine, descrivere la figura del clown non è facile. Da dentro, la voce chiede: "il clown? Cos'è un clown?" Il bibliotecario ci prova, si ferma, s'affaccia alla feritoia: "Senti, su due piedi non ci riesco, è un libro complesso, complicato, ma tu qui ci resterai a lungo quindi è la storia che fa per te. Perché prende tempo". Il modo in cui lo dice, la partecipazione, crea un momento di profonda umanità tra quella guardia e il prigioniero. Osservando quella scena mi sono convinta che Guantanamo oggi è un'altra cosa da quella che ci hanno raccontato». Bonni Cohen è la «numero uno». La prima regista e giornalista ad entrare dentro Guantanamo. La prima a filmare per tre settimane, lo scorso agosto, la vita di guardie e detenuti. La prima a raccontare - in un documentario in onda in contemporanea mondiale stasera alle 21 sul National Geografic Channel (canale 402 di Sky) - la vita nel campo di detenzione. In questa intervista esclusiva a Il Giornale, Bonni Cohen spiega perchè oggi Guantanamo è un mondo diverso da quello conosciuto dall'opinione pubblica internazionale. «Le immagini di Guantanamo e quanto è stato scritto risalgono ai primi anni dopo l'Afghanistan quando le condizioni del centro di detenzione erano completamente diverse. Le vecchie gabbie, i canili del campo X Ray non esistono più dal 2004, al loro posto c'è un centro di detenzione d'alta sicurezza replica di altre due moderne prigioni americane dove i detenuti possono pregare in comune». Ma come li trattano? «È quello che più colpisce. Sono rimasta stupita dalla grandissima professionalità con cui gestiscono la prigione. Non trovi i problemi dei primi anni. Durante le proteste alcuni prigionieri vengono trattati in maniera dura, ma nulla che possa venir definito maltrattamento o tortura». La accuseranno di rappresentare un Guantanamo edulcorato, preparato ad arte. «Lo scorso agosto siamo stati lì dentro per tre settimane, abbiamo filmato quello che nessun giornalista ha mai visto. Abbiamo filmato avvenimenti che nessuno poteva prevedere. Siamo testimoni di un codice giallo durante un'emergenza medica, filmiamo l'esplosione della protesta e dello sciopero della fame dopo un cambiamento di regole. Sfido chiunque a dire che quelle situazioni erano preparate. È verità pura in diretta». Ma i detenuti non parlano. «La Convenzione di Ginevra impedisce d'intervistare i prigionieri, ma la voce dei detenuti c'è. Emerge con chiarezza dai discorsi improvvisati, urlati, mentre passiamo davanti alle celle, dalle denunce, dagli atti d'accusa alla democrazia americana. E una volta fuori da Guantanamo andiamo in Inghilterra e Afghanistan, diamo voce agli ex detenuti». Sarà cambiata, ma Guantanamo resta il lato oscuro dell'America. «È un luogo che fa parte di un problema complesso. Là dentro c'è gente molto pericolosa che non si può lasciare libera, ma le testimonianze degli ex detenuti ci fanno anche capire che abbiamo finito con l'alimentare sentimenti anti americani. Guantanamo era buco nero, un'ambiguità legale, un territorio dove non tener conto delle leggi». Guantanamo è il simbolo del ritorno alla tortura. «Non ho trovato prove evidenti di torture. Persino gli ex detenuti riferiscono di trattamenti duri, assimilabili alla tortura, ma nessuno riferisce di pratiche come il "waterboarding", l'annegamento simulato, dentro Guantanamo. L'hanno subito altrove, non lì». Se tutto funziona bene perché aspettare sette anni per farlo vedere? «È stato un clamoroso errore di comunicazione perpetrare quel clima di segretezza che ha contribuito all'immagine negativa». I militari come si giustificano? «Per loro in una guerra non c'è posto per il pubblico. Hanno incominciato a pensarci quando sono finiti gli interrogatori». Lo chiamano uno dei fronti della guerra al terrore, è d'accordo? «Molti ne sono convinti. A Guantanamo non si spara, ma si svolgono vere e proprie battaglie tra guardie e detenuti. E là dentro, dicono, continua ad operare e lavorare una cellula di Al Qaida». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano>Torna all'inizio


A Vinicio Capossela il premio Amnesty Italia 2009 (sezione: Diritti umani)

( da "Musicaitaliana.com" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

A Vinicio Capossela il premio Amnesty Italia 2009 E' "Lettere di soldati" di Vinicio Capossela il brano vincitrice dell'edizione 2009 del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall’Associazione culturale Voci per la libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nell’anno precedente. “Ho iniziato a scrivere questa canzone al tempo della prima guerra del Golfo”, ha dichiarato l'artista: “Tutti noi tremavamo, era la prima volta che la guerra dava l’impressione di arrivare in casa di ognuno, in diretta, per mezzo della televisione, rendendoci partecipi come a un evento". Capossela sarà premiato ufficialmente nel corso della serata finale della dodicesima edizione del concorso musicale dal vivo “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty”, in programma dal 16 al 19 luglio a Villadose, Rovigo. 5 aprile 2009

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E Pöttering l'Europa del Ppe (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACA 05-04-2009 E Pöttering «spiega» l'Europa del Ppe DA ROMA GIANNI SANTAMARIA A rriva a piedi dalla vicina sede di rappresentanza di Parlamento e Commissione europea. Entra nella chiesa di Santa Marta ed esclama in italiano: «Che bellezza ». In piazza del Collegio romano ad attendere Hans-Gert Pöttering , presidente dell'assemblea continentale c'è parte dello stato maggiore del Pdl, al quale in un'intervista a Il Foglio ha dichiarato il suo appoggio per l'ingresso nel Ppe. Ci sono Fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino, i vertici del gruppo alla Camera. C'è Gaetano Quagliariello, vice dei senatori e presidente onorario della Fondazione Magna Carta, che al politico tedesco ha affidato la quarta Lettura annuale. Ci sono il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani e il ministro per le Politiche comunitarie Andrea Ronchi. In spirito bipartisan partecipa Umberto Ranieri (Pd). Sarà la cornice suggestiva, sarà la presenza di amici di vecchia data come Gustavo Selva, fatto è che il tedesco della Cdu nel Parlamento europeo dal 1979 e presidente dal 2007 inizia la sua conferenza nel segno dei valori fondanti, prima di arrivare alle emergenze del momento: dalla crisi della presidenza ceca (oggi sarà a Praga), all'esigenza di dare attuazione al Trattato di Lisbona, ai problemi energetici, ai rapporti con Russia e U- sa, fino all'impegno per la pace in Medio Oriente. Il tema che il think thank di centrodestra gli ha affidato, infatti, mescola attualità e futuro. Le imminenti elezioni e le chiavi di volta dell'Ue che verrà: Giugno 2009: un'occasione per rilanciare l'Europa. Un'Europa, ha esordito lui, che mette diritti umani e rispetto per la dignità della persona alla base di tutto. Diritti riconquistati dopo la divisione del continente e dopo il crollo dei totalitarismi nazista e comunista, ma che non sono acquisiti una volta per tutte. «Non riposate sugli allori», ha ammonito i 27 Stati membri. Perché, «non bisogna dimenticarsi di quegli europei che non possono godere di libertà e Stato di diritto», ha detto riferendosi a Paesi come la Bielorussia. Un gruppo di quella nazio- ne, ha ricordato Pöttering , partecipa al meeting del giovani popolari iniziato l'altroieri nella capitale. E si sentono europei. Oltre all'espansione della democrazia, la tolleranza, «cammino sempre a doppio senso». Capire sì le ragioni dell'altro. Ma cercare di far accogliere anche le proprie: ad esempio in materia di reciprocità con quei Paesi islamici nei quali non si possono costruire chiese. Infine, la solidarietà, che è un'idea ritornata prepotentemente in auge per la crisi economica e coinvolge persone, istituzioni, Stati. Quella economica è una «vera sfida» per il continente, ha ricordato Quagliariello. Insieme alla collaborazione tra cattolici e laici per fronteggiare le sfide della tecnica e della bioetica, tema al quale Magna Carta contribuisce con gli Incontri di Norcia, ha riferito il presidente Francesco Valli. Mentre Ronchi ha definito un «errore» l'aver basato tutto su economia e politica senza il riferimento alle radici cristiane. «Senza il mercato unico ha sottolineato Pöttering l'Europa sparirà». Ma il modello non è il capitalismo selvaggio e sregolato, bensì «l'economia sociale di mercato che deve essere a servizio dei cittadini». Così come sburocratizzazione e informazione, chiamata in questa tornata elettorale a sanare «l'insufficiente copertura mediatica sul Parlamento europeo ». L'ospite arrivava proprio dal vicino Centro di informazione Spazio Europa, dove è stato presentato il progetto Web Radio European Parliament E- ducation. L'iniziativa prevede la creazione di un portale www.ciaoeurope.eu, destinato a docenti e studenti delle secondarie. Il presidente dell'Europarlamento sosterrà l'ingresso del Pdl nella famiglia dei Popolari europei

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Sudamerica (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

AGORÀ 05-04-2009 Sudamerica I conti con la memoria È una medicina amara, dolorosa, ma per buona parte dei paesi latinoamericani che hanno vissuto fra gli anni Settanta e Ottanta la repressione delle dittature, la violazione sistematica dei diritti umani e il dramma dei desaparecidos, è diventata indispensabile. La memoria per molti ( non per tutti) aiuta a chiudere le ferite del passato. Musei, archivi storici, lapidi, sculture, libri, film: dall'Argentina al Cile, passando per l'Uruguay e il Paraguay, il ricordo è un filo rosso che attraversa il Sudamerica. Per riconciliarsi con se stessi e guardarsi di nuovo allo specchio, diversi stati della regione terminati i regimi autoritari crearono delle commissioni della verità, con l'ambizione di chiarire definitivamente le dimensioni di enormi tragedie collettive e individuali. Ma il processo di recupero della memoria non è ancora finito. A poco a poco, negli ultimi anni, alcuni Paesi del continente hanno promosso la nascita di musei e istituzioni pubbliche «per non dimenticare» , convinti della validità della storia come maestra di vita: chi conosce e riconosce gli errori del passato, non li ripeterà in futuro. Ma si tratta di fatti recenti: con numerosi processi giudiziari in corso o non ancora iniziati, ex repressori in carcere, fosse comuni tuttora occulte, protagonisti e testimoni in vita, questi temi continuano a creare polemiche. La Scuola di Meccanica dell'Armata ( Esma), nel cuore di Buenos Aires, fu il più grande centro clandestino di detenzione durante il regime militare che si mantenne in Argentina dal 1976 al 1983. Secondo le cifre degli organismi per la difesa dei diritti umani, la dittatura terminò con l'agghiacciante saldo di 30.000 vittime, fra morti e desaparecidos ( tuttora scomparsi). Si calcola che nelle celle della famigerata Esma passarono circa 5.000 prigionieri: fra di loro anche donne incinte, alle quali furono strappati i figli. Nel 2004 una parte degli edifici dell'Esma erano ancora occupati dalla Marina: L'allora presidente Nestor Kirchner ordinò il trasferimento altrove e vi creò uno Spazio della memoria. Il mese scorso il governo argentino ( guidato attualmente dalla moglie di Kirchner, la presidenta Cristina Fernández) e l'Unesco hanno firmato un accordo per creare nella stessa Esma un Centro Internazionale per la promozione dei diritti umani, che sarà inaugurato il prossimo anno. Il direttore dell'Unesco, Koichiro Matsuura, ha sottolineato l'importanza di trasformare «un centro di detenzione, tortura e morte in un centro per coltivare la vita, i diritti umani e la pace» . La storia è di tutti: l'idea è chiudere, non rinvigorire le polemiche. Oggi l'Esma è «memoria per tutti e non solo per un settore» della società argentina, ha detto Fernández: «Questo luogo non appartiene solo a coloro che soffrirono e ai loro familiari» , ma all'intero Paese. Nel Cile di Augusto Pinochet, Villa Grimaldi fu uno dei principali centri di detenzione e tortura: emblematico simbolo delle violazioni di diritti umani perpetrate durante il regime. Circa 4.500 persone attraversarono la porte del centro clandestino di Villa Grimaldi fra il 1973 e il 1978: fra di loro, anche l'attuale presidente Michelle Bachelet. Una parte degli edifici adibiti a celle illegali furono distrutti nel 1989, con il chiaro tentativo di cancellare il passato. Nel 1997 a Villa Grimaldi venne inaugurato il Parco per la Pace, con un grande murales in ricordo di 1.991 desaparecidos. Lo scorso dicembre la Bachelet ha posto la prima pietra del futuro Museo della Memoria: esistono diverse interpretazioni della storia del regime militare ha detto ma «sul costo umano che pagò il Cile non dovrebbero esserci discrepanze» . I promotori di questo progetto si sono ispirati ad altre esperienze precedenti, dal Museo dell'Olocausto di Gerusalemme alla Casa di Anna Frank di Amsterdam. In Uruguay il Museo della Memoria di Montevideo è stato inaugurato alla fine del 2007, per ricordare la storia del regime che governò col pugno di ferro fra il 1973 e il 1985. Paradossalmente questo centro è ospitato in una grande casa che fu proprietà del dittatore di fine Ottocento, Máximo Santos. Lo scorso anno questo centro ha ospitato il primo incontro di Musei della memoria del Mercosur, l'organizzazione formata da Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e recentemente Venezuela. Ad eccezione di quest'ultimo Paese, gli altri stati insieme al Cile e alla Bolivia fra gli anni Settanta e Ottanta furono scenario della micidiale strategia di coordinamento con cui le dittature sudamericane eliminarono l'opposizione: il Piano Condor. Il Paraguay visse sotto il giogo del regime militare di Alfredo Stroessner dal 1954 al 1989. Nel 2005 durante il governo conservatore del Partito Colorado ad Asunción venne inaugurato il Museo delle memorie, delle dittature e dei diritti umani. Anche in questo caso la sede è profondamente simbolica: il museo si trova nell'ex sede della direzione tecnica della polizia ( conosciuta come la Técnica), uno dei principali centri di detenzione e tortura durante quegli anni neri. da Lima Michela Coricelli La Scuola di Meccanica dell'Armata (Esma), nel cuore di Buenos Aires, fu il più grande centro clandestino di detenzione durante il regime militare dal 1976 al 1983 Il mese scorso il governo argentino e l'Unesco hanno firmato un accordo per crearvi un Centro Internazionale per la promozione dei diritti umani, che sarà inaugurato il prossimo anno SANTIAGO DEL CILE, VILLA GRIMALDI: UNO DEI SIMBOLI DELLA TORTURA DEL REGIME DI PINOCHET È DIVENUTO UN MUSEO DELLA MEMORIA LA SCUOLA DI MECCANICA DELL'ESERCITO (ESMA) A BUENOS AIRES, DIVENTERÀ UN CENTRO PER I DIRITTI UMANI IL MUSEO DELLA MEMORIA A MONTEVIDEO

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ESERCITO E SENDERO LUMINOSO: È POLEMICA A LIMA (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

AGORÀ 05-04-2009 ESERCITO E SENDERO LUMINOSO: È POLEMICA A LIMA I n Perù la memoria genera ancora tensioni. Dal 1980 al 2000 il Paese andino visse un ventennio di violenze, che si concluse secondo le stime della Commissione della Verità con un tragico bilancio di oltre 69.000 morti. Il fattore scatenante fu la lotta armata dichiarata dal gruppo terrorista di ispirazione maoista Sendero Luminoso contro lo Stato peruviano. Ma la risposta militare fu agghiacciante. La responsabilità del 54% delle vittime ricadde sui senderisti. Ma anche le forze armate peruviane diedero un contributo decisivo agli orrori, uccidendo e violando i diritti umani più elementari. La Commissione della Verità guidata dal filosofo Salomon Lerner, allora rettore dell'Università Cattolica partorì nel 2003 un rapporto finale, che è sempre stato criticato da alcuni settori della società peruviana. In particolare, le accuse di parzialità provengono dagli ambienti militari che sostengono la tesi di 'eccessi' individuali, di singoli soldati, non generalizzabili. Le polemiche sono riesplose recentemente, quando la Germania ha offerto al Perù due milioni di dollari per creare un Museo della Memoria dedicato a quel ventennio. Il nucleo centrale dell'esposizione esisterebbe già: è una sconvolgente mostra fotografica ( Yuyanapaq, che in quechua significa «per ricordare») attualmente ospitata nel Museo della Nazione di Lima. In un primo momento la risposta del governo è stata negativa. Secondo il ministro della Difesa, Antero Flores- Aráoz, il Museo non sarebbe utile alle vittime: con quei soldi sarebbe meglio costruire scuole, ospedali e strade. Per il premier Yehude Simon il denaro offerto dai tedeschi dovrebbe servire a pagare le indennità alle vittime del conflitto. Ma il difensore civico, Beatriz Merino, ha ricordato che il pagamento di quei risarcimenti spetta allo Stato peruviano, non a quello tedesco. Per il ministro degli Esteri José Antonio García Belaunde, invece, le ferite «sono ancora aperte». Dopo aver rigettato l'idea, il presidente della Repubblica Alan García ha detto che accetterebbe un Museo della Memoria, purché questo fosse «inclusivo e democratico» e accogliesse diversi «punti di vista». Il capo dello Stato si è anche incontrato con lo scrittore Mario Vargas Llosa, che nei giorni scorsi aveva criticato duramente il rifiuto peruviano in un articolo su El Comercio, e aveva difeso la necessità di un'istituzione di questo genere: «I musei sono necessari quanto le scuole e gli ospedali». Il premier Simon ha poi affermato che «il Museo deve essere installato nel momento più opportuno» e in «un modo equilibrato, con le versioni del settore militare e civile». Un sondaggio del quotidiano República rivela che il 74% dei peruviani che hanno seguito il dibattito sono favorevoli al Museo. La polemica coincide con un momento particolare: fra pochi giorni terminerà il processo all'ex presidente Alberto Fujimori, accusato di violazioni di diritti umani. Secondo la procura, l'allora capo di Stato fu responsabile di una «guerra sporca» contro il terrorismo. Il ventennio di violenza che insanguinò il Perù non riguardò solo gli anni di Fujimori: le stragi di Sendero e gli abusi militari avvennero anche durante la presidenza di Fernando Belaunde (1980-1985) e durante il primo mandato di Alan García (1985-1990). La memoria è un argomento ancora molto spinoso nel Paese andino. Michela Coricelli ASUNCION. CASA VIOLA, MUSEO DELLA MEMORIA

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SANTIAGO (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

AGORÀ 05-04-2009 SANTIAGO I luoghi della tortura e il centro per i diritti umani di Paolo VI Il governo cileno ha creato recentemente a Santiago un 'percorso della memoria' attraverso i luoghi più emblematici degli anni della dittatura di Pinochet. Grazie ad una 'guida' pubblicata dal ministero dei Beni Nazionali, gli interessati possono visitare la capitale, seguendo il filo della memoria di quel periodo. Per ora sono 14 i punti di interesse indicati nel percorso: spiccano il palazzo presidenziale della Moneda (bombardato durante il golpe contro Salvador Allende), lo Stadio Nacional (adibito a centro di detenzione e tortura) e la stessa Villa Grimaldi. Nel percorso è inserita anche l'ex Vicaria della Solidarietà. Questo organismo della Chiesa cattolica venne creato nel 1976 dallo stesso papa Paolo VI sollecitato dall'arcivescovo di Santiago Raúl Silva Henriquez quando Pinochet proibì l'attività del precedente Comitato Pro Pace. La Vicaria si occupò di difesa dei diritti umani e assistenza legale in un periodo difficilissimo. Con la fine della dittatura la Vicaria smise di funzionare e venne creata una fondazione per mantenere l'enorme archivio costituito in quegli anni. (M.Cor.)

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Iraq/ Buttiglione: Fermiamo gli omicidi contro cristiani e (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 5 apr. (Apcom) - Il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione chiede al "governo italiano e alle altre potenze occidentali" di "intervenire con grande energia contro l'ondata di omicidi mirati di cristiani e di omosessuali che sta avendo luogo in Iraq". "Il governo iracheno - sottolinea Buttiglione in una nota - deve fare di tutto per fermare queste violazioni gravissime dei diritti umani che sono in diretta e flagrante contraddizione con le ragioni stesse della sua esistenza e anche del sostegno che gli viene dalle nazioni occidentali". Per questo, "chiediamo al ministro Frattini, di cui conosciamo la sensibilità su questi temi, di intervenire presso i suoi colleghi per assicurare un'azione decisa ed efficace. Noi siamo - conclude - per i diritti umani sempre e verso chiunque".

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IRAQ/ BUTTIGLIONE: FERMIAMO GLI OMICIDI CONTRO CRISTIANI E GAY (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Iraq/ Buttiglione: Fermiamo gli omicidi contro cristiani e gay di Apcom Siamo per i diritti umani sempre e verso chiunque -->Roma, 5 apr. (Apcom) - Il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione chiede al "governo italiano e alle altre potenze occidentali" di "intervenire con grande energia contro l'ondata di omicidi mirati di cristiani e di omosessuali che sta avendo luogo in Iraq". "Il governo iracheno - sottolinea Buttiglione in una nota - deve fare di tutto per fermare queste violazioni gravissime dei diritti umani che sono in diretta e flagrante contraddizione con le ragioni stesse della sua esistenza e anche del sostegno che gli viene dalle nazioni occidentali". Per questo, "chiediamo al ministro Frattini, di cui conosciamo la sensibilità su questi temi, di intervenire presso i suoi colleghi per assicurare un'azione decisa ed efficace. Noi siamo - conclude - per i diritti umani sempre e verso chiunque".

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la vignetta (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

la vignetta Aveva cominciato la sua campagna, come da prassi politica consolidata: gli annunci. Aveva detto: «Yes We can» («Sì. Noi possiamo cambiare l'America». Diventato presidente, lo ha concretizzato nel più credibile: «Yes We do» («Sì. Noi lo facciamo»). Ed ha cominciato a realizzare gli impegni, già dopo alcuni giorni. Era il primo presidente di colore. Era fatta! Per abbattere l'ultimo ostacolo alla vera uguaglianza e alla non discriminazione per il colore della pelle. Ora doveva cambiare l'America. Lo aveva promesso. Voleva dimostrare agli americani e al mondo che tutti erano uguali... Non poteva fallire, sarebbe stato un colpo mortale alla credibilità del cambiamento: del «Yes We can». Aveva promesso la chiusura della «scandalosa vergogna» americana degli ultimi anni: la prigione di Guantanamo. Per Obama, quella maniera di trattare i prigionieri era inconciliabile con i principi di rispetto «antropologico e dei diritti umani», con la Costituzione, con l'avversione alla tortura. Decideva per la riduzione della presenza militare in Iraq. Anche questo era un indice della volontà del cambiamento, nella presenza e nella politica, verso le aree di conflitto e di tensione. Più conciliazione e più dialogo. Affermava, il principio del reciproco riconoscimento e rispetto,dei diversi sistemi politici e religiosi. E' stato un «centometrista felino», quasi figlio del vento, nel proporre un piano di aiuto alle banche per proteggere i risparmiatori americani impauriti e arrabbiati. E altrettanto determinato e autoritario è stato nel ripulire le banche dai titoli tossici. I suoi primi atti nel settore del credito propongono un nuovo rigore morale, nella finanza e nell'economia: mai più crediti e prestiti indiscriminati, mai più furbizie e manovre finanziarie scorrette che hanno avvelenato l'economia e le banche. Globalizzando la crisi finanziaria e dei mercati. Adottando un'etica populistica, ha tagliato i bonus, ai manager delle banche che, anche durante una delle più gravi crisi economiche che hanno «stritolato» il Paese, hanno mantenuto atteggiamenti immorali e «bulimia di denaro», attribuendosi ricompense milionarie. Prima le inchieste e gli interrogatori, davanti le commissioni parlamentari: successivamente si sono spalancate le porte delle carceri. Così Bernie Madoff, l'eponimo dei grandi distruttori di ricchezza privata della storia americana, è finito in carcere assieme ad un avido gruppo di manager ,senza scrupoli. E, senza grande clamore, ha dato risposte alla rabbia di coloro che perdevano la casa e il posto di lavoro. E hanno visto i loro risparmi bancari dimezzarsi o azzerarsi. La politica italiana è stata più melassica, con simili scandali che hanno recentemente scosso il mondo finanziario italiano. E questa, è storia recente! Obama ha allacciato una linea diretta con l'Iran e il popolo iraniano. Ha privilegiato i rapporti umani le cose semplici, l'amicizia la famiglia, essere tutti uomini dello stesso pianeta che guardano al futuro dei nostri figli; alla pace e alla sicurezza del continente e a vivere in pace con i propri vicini; al progresso e al benessere di tutti i popoli. «Ma avete anche grandi responsabilità –ha enfatizzato –: abbandonare le armi e le minacce e aprire al dialogo, all'incontro e alla pacifica convivenza». In questa sua politica si riconosce un «retaggio storico» dei suoi avi. Giancarlo D'Agata

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Città: (sezione: Diritti umani)

( da "Sannio Online, Il" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Città: «La criminalità diffonde la cultura della morte, ma c?è la resurrezione» Pubblicato il 05-04-2009 L?Arcivescovo Andrea Mugione ha presentato ieri il suo messaggio pasquale rivolto ai fedeli della Diocesi (a.t.) ?Dalla cultura della Morte alla cultura della Vita?, un percorso che passa per il dialogo, l?accettazione delle proprie responsabilità e la volontà di mutamento. E? questo il cammino che l?Arcivescovo Andrea Mugione suggerisce di compiere ai suoi fedeli. Un suggerimento che è contenuto nel messaggio pasquale diffuso ieri nel corso di un?apposita conferenza e pubblicato anche in versione video sul sito dell?Arcidiocesi. Il tema è di quelli che ti aspetti per una festività, qual?è quella pasquale, che ricorda il sacrificio compiuto da Gesù morendo in croce, ma è anche una comunicazione che si rivela intrisa delle implicazioni che l?attualità delle cronache locali consegnano ai fedeli ogni giorno: la cultura della morte che vive e si presenta insieme alla cultura della criminalità. PARTE I Nella prima parte del suo messaggio Mugione si sofferma sul mistero della Pasqua, ovvero sul progetto disegnato da Dio per gli uomini; il sacrifico compiuto da Gesù morto in croce. ?Parlare di Pasqua ? ha spiegato l?Arcivescovo ? significa parlare di sofferenza, di morte e nello stesso tempo di vita. La nostra vita, infatti, non si conclude con la fine ? spiega ?, ma con il raggiungimento del fine. E la Pasqua ? continua Mugione nel suo messaggio ? è proprio il senso della vita, poiché essa è il superamento della definitività della morte. Gesù si stende sulla croce, portando con se il carico di tutto il male del mondo, delle colpe degli uomini e le espia. Muore e risorge per noi?. PARTE II La seconda parte del messaggio è tutto incentrato sull?analisi della cultura della morte nel momento attuale, con particolare riferimento ai segnali che giungono copiosi dalle cronache nazionali e locali. Tanto copiosi che ? spiega l?Arcivescovo ? ?se apriamo gli occhi sul mondo in questo momento storico in cui viviamo, se ci guardiamo attorno e dentro, la Pasqua appare come un sogno, un?utopia. Proprio in questi ultimi tempi assistiamo ad immagini forti di guerra, violenza, disperazione, criminalità, poco rispetto per la vita umana dal concepimento fino alla morte naturale?. Mugione si sofferma quindi sulla realtà locale, sulle difficoltà che vivono i fedeli della sua Arcidiocesi. ?Una forte manifestazione dell?imperante cultura della morte ? dice ? è la presenza della criminalità organizzata nella nostra regione, che, purtroppo, non risparmia neppure il nostro Sannio. Mugione ripercorre, attraverso le prime pagine dei quotidiani, gli ultimi episodi di cronaca che hanno palesato una recrudescenza del fenomeno malavitoso nel nostro territorio. ?Sono tutti episodi ? spiega Mugione ? che ci riguardano da vicino. Vittime e autori dei reati ? continua ? sono uomini e fratelli nostri. Per questo ? dice l?Arcivescovo ? auspichiamo un cambiamento sia nella responsabilità delle istituzioni, sia nella responsabilità delle singole persone. Le mafie non moriranno se ciascuno di noi non cambia?. PARTE III Mugione ha poi sottolineato anche la necessità di fare chiarezza in merito alla questione, quella sollevata dal caso Englaro, dell?accanimento terapeutico e dell?eutanasia chiamando in causa anche la questione dell?aborto. ?La vita è dono ? dice Mugione nella terza parte del suo messaggio pasquale ai fedeli ? ed è inviolabile. Ricordando le parole di Giovanni Paolo II l?Arcivescovo sottolinea come sia del tutto ?falso e illusorio il discorso sui diritti umani come ad esempio il diritto alla salute, alla casa, al lavoro, alla cultura se non si difende con la massima risolutezza il diritto alla vita quale diritto primo?. CONCLUSIONI ?Ma di fronte a tele preoccupante deriva ? conclude Mugione ? la Chiesa non si dà per vinta. Se non ci fosse stato quel terzo giorno del Cristo Risorto, avremmo dichiarato il fallimento dell?umanità, ma occorre accettare la resurrezione di Cristo e risorgere con lui perché nasce nel sangue di Cristo l?aurora di un mondo nuovo. E? un giorno di grandi prodigi. La colpa cerca il perdono, l?amore vince il timore, la morte dona la vita. Auguri a tutti?.

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(sezione: Diritti umani)

( da "Campaniapress" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Aprile 5th, 2009 «La criminalità diffonde la cultura della morte, ma c'è la resurrezione» (Il Sannio Quotidiano) - (a.t.) Dalla cultura della Morte alla cultura della Vita', un percorso che passa per il dialogo, l'accettazione delle proprie responsabilità e la volontà di mutamento. E' questo il cammino che l'Arcivescovo Andrea Mugione suggerisce di compiere ai suoi fedeli. Un suggerimento che è contenuto nel messaggio pasquale diffuso ieri nel corso di un'apposita conferenza e pubblicato anche in versione video sul sito dell'Arcidiocesi. Il tema è di quelli che ti aspetti per una festività, qual'è quella pasquale, che ricorda il sacrificio compiuto da Gesù morendo in croce, ma è anche una comunicazione che si rivela intrisa delle implicazioni che l'attualità delle cronache locali consegnano ai fedeli ogni giorno: la cultura della morte che vive e si presenta insieme alla cultura della criminalità. PARTE I Nella prima parte del suo messaggio Mugione si sofferma sul mistero della Pasqua, ovvero sul progetto disegnato da Dio per gli uomini; il sacrifico compiuto da Gesù morto in croce. "Parlare di Pasqua ha spiegato l'Arcivescovo significa parlare di sofferenza, di morte e nello stesso tempo di vita. La nostra vita, infatti, non si conclude con la fine spiega , ma con il raggiungimento del fine. E la Pasqua continua Mugione nel suo messaggio è proprio il senso della vita, poiché essa è il superamento della definitività della morte. Gesù si stende sulla croce, portando con se il carico di tutto il male del mondo, delle colpe degli uomini e le espia. Muore e risorge per noi". PARTE II La seconda parte del messaggio è tutto incentrato sull'analisi della cultura della morte nel momento attuale, con particolare riferimento ai segnali che giungono copiosi dalle cronache nazionali e locali. Tanto copiosi che spiega l'Arcivescovo "se apriamo gli occhi sul mondo in questo momento storico in cui viviamo, se ci guardiamo attorno e dentro, la Pasqua appare come un sogno, un'utopia. Proprio in questi ultimi tempi assistiamo ad immagini forti di guerra, violenza, disperazione, criminalità, poco rispetto per la vita umana dal concepimento fino alla morte naturale". Mugione si sofferma quindi sulla realtà locale, sulle difficoltà che vivono i fedeli della sua Arcidiocesi. "Una forte manifestazione dell'imperante cultura della morte dice è la presenza della criminalità organizzata nella nostra regione, che, purtroppo, non risparmia neppure il nostro Sannio. Mugione ripercorre, attraverso le prime pagine dei quotidiani, gli ultimi episodi di cronaca che hanno palesato una recrudescenza del fenomeno malavitoso nel nostro territorio. "Sono tutti episodi spiega Mugione che ci riguardano da vicino. Vittime e autori dei reati continua sono uomini e fratelli nostri. Per questo dice l'Arcivescovo auspichiamo un cambiamento sia nella responsabilità delle istituzioni, sia nella responsabilità delle singole persone. Le mafie non moriranno se ciascuno di noi non cambia". PARTE III Mugione ha poi sottolineato anche la necessità di fare chiarezza in merito alla questione, quella sollevata dal caso Englaro, dell'accanimento terapeutico e dell'eutanasia chiamando in causa anche la questione dell'aborto. "La vita è dono dice Mugione nella terza parte del suo messaggio pasquale ai fedeli ed è inviolabile. Ricordando le parole di Giovanni Paolo II l'Arcivescovo sottolinea come sia del tutto "falso e illusorio il discorso sui diritti >umani come ad esempio il diritto alla salute, alla casa, al lavoro, alla cultura se non si difende con la massima risolutezza il diritto alla vita quale diritto primo". CONCLUSIONI "Ma di fronte a tele preoccupante deriva conclude Mugione la Chiesa non si dà per vinta. Se non ci fosse stato quel terzo giorno del Cristo Risorto, avremmo dichiarato il fallimento dell'umanità, ma occorre accettare la resurrezione di Cristo e risorgere con lui perché nasce nel sangue di Cristo l'aurora di un mondo nuovo. E' un giorno di grandi prodigi. La colpa cerca il perdono, l'amore vince il timore, la morte dona la vita. Auguri a tutti". Posted in rassegna stampa | This entry was posted on Domenica, Aprile 5th, 2009 and is filed under rassegna stampa. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can skip to the end and leave a response. Pinging is currently not allowed.

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MARISA OSTOLANI STRASBURGO. LA NATO HA RIAFFERMATO LA SUA DETERMINAZIONE A VINCERE LA GUERRA IN A... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MARISA OSTOLANI Strasburgo. La Nato ha riaffermato la sua determinazione a vincere la guerra in Afghanistan al termine di un Vertice che ha registrato «contributi aggiuntivi consistenti» da parte di almeno dieci paesi. «Al Qaida non vincerà, siamo forti ed uniti e non ci faremo logorare», ha detto il presidente Usa Barack Obama, che a Strasburgo ha raccolto dagli alleati il pieno sostegno alla sua nuova strategia globale in Afghanistan e impegni concreti: fino a cinquemila uomini, tra soldati e addestratori, di cui tremila entro luglio per garantire lo svolgimento pacifico delle elezioni presidenziali; 100 milioni di dollari per finanziare l'esercito afghano; 500 milioni di dollari per sostenere la ricostruzione civile. «Un risultato eccellente», ha commentato il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer, riferendo che sono almeno dieci i paesi che hanno promesso «contributi consistenti». Tra questi l'Italia: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato che metterà a disposizione degli alleati 524 uomini in più, tra soldati che saranno dispiegati solo per il periodo elettorale, equipaggi di nuovi aerei ed elicotteri e carabinieri per l'addestramento delle forze di sicurezza locali. Ma forze aggiuntive saranno messe a disposizione anche dalla Spagna (un battaglione), dalla Germania e dalla Polonia che si sono impegnate per altri 600 uomini in più rispettivamente e dalla Gran Bretagna. Altri mezzi e altri soldati saranno inviati anche da Bulgaria, Grecia, Portogallo e Slovacchia. La Francia invierà gendarmi nell'ambito di una missione Nato-Usa per la formazione della polizia afghana, sull'esempio di quella già condotta in Iraq. «La missione in Afghanistan è una prova della verità per la Nato», ha sottolineato la cancelliera tedesca Angela Merkel, esprimendo riconoscenza per la nuova strategia americana che «rende più facile» la cooperazione tra Usa ed Europa. Anche Sarkozy ha detto di apprezzare molto le nuove concezioni dell'Amministrazione americana. «Noi non abbiamo il diritto di perdere - ha sottolineato - È in Afghanistan che si gioca una parte della libertà del mondo». La comunità internazionale non intende però restare in silenzio di fronte alle derive sui diritti delle donne e sui diritti umani. Merkel e Sarkozy, padroni di casa di questo Vertice che ha celebrato i 60 anni della Nato, hanno definito «inaccettabile» la legge afghana che potrebbe introdurre di fatto lo stupro in famiglia. «Non siamo disposti a transigere. Nessuno di noi lo è», ha precisato Sarkozy, includendo quindi anche la musulmana Turchia. Quanto alla presenza italiana, è stato ieri il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, a scendere nei dettagli. I rinforzi, ha sottolineato, «per il solo periodo elettorale, saranno 400, che salgono a 440 con gli equipaggi di due nuovi aerei (caccia Tornado che si aggiungeranno agli altri due già schierati a Mazar-e-Sharif). «Questi - ha aggiunto - saranno dispiegati entro la fine di luglio». L'Italia si è impegnata, poi, a inviare tre elicotteri in assetto Medevac, per il soccorso medico, con i 34 uomini di equipaggio entro la fine di giugno». Per la parte addestramento l'Italia si è impegnata a portare a 100 il numero dei carabinieri formatori, che attualmente sono 46. Ma - ha precisato La Russa - «se parte la nuova struttura Nato di addestramento della polizia locale afghana, a doppio cappello con gli Usa, l'Italia potrebbe impegnare altri 50 carabinieri, fino ad un massimo totale di 150». Il totale dell'impegno supplementare italiano è dunque di 524 uomini che si aggiungono ai 2.665 dispiegati in Afghanistan. L'aumento del contingente avviene in un momento delicato per la sicurezza delle forze Isaf, con gli attacchi della guerriglia in aumento man mano che si avvicina la data delle elezioni. Risale alla settimana scorsa l'ultimo attentato contro gli italiani: un'autobomba esplosa al passaggio di una pattuglia di soldati nell'area di Shindand, nella provincia di Herat. Nessun ferito. Il giorno dopo (sabato scorso) sei esplosioni sono state avvertite nei pressi della base degli italiani ad Herat, ma non ci sono stati danni né a persone né a cose.

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FRANCESCO PAOLO CASAVOLA QUALCUNO TRA NOI, DELLE GENERAZIONI ANZIANE, QUANDO NELLE ANTOLOGIE SCOL... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 05-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Nazionale)) (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Salerno)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))

Argomenti: Diritti umani

Francesco Paolo Casavola Qualcuno tra noi, delle generazioni anziane, quando nelle antologie scolastiche si leggevano pagine di classici stranieri, ricorderà de «I miserabili» di Victor Hugo il piccolo Gavroche che porta due bambini al riparo dal freddo e dalla pioggia, ma non dai topi, nel ventre di quel rudere napoleonico che era l'elefante della Bastiglia. Nella gelida primavera del 1832, a Parigi, quel rifugio poteva apparire come la risorsa orrida di una povertà estrema. Siamo lontani quasi 180 anni da allora, e dobbiamo vederne di peggio: 24 minori, dai 10 ai 15 anni, provenienti dall'Afghanistan, sono stati trovati dalla polizia a Roma, mentre utilizzavano per il riposo notturno, o forse per custodire i propri vestiti, i tombini della stazione Ostiense. Dai topi che insidiavano nell'oscuro ventre dell'elefante parigino i piccoli ospiti di Gavroche, ai bambini diventati come topi di fogna nelle metropoli dei nostri giorni. Come si fa a discettare di progresso, di diritti umani, di solidarietà, di sviluppo, di etica economica, politica, ecologica e di altri consimili temi, quando esseri umani sono degradati a vivere come animali sotterranei? Tutto questo non capita in deserti o in aree remote da insediamenti umani anche appena e rudimentalmente civilizzati. No, accade in una grande capitale mondiale, nel contesto di una società avanzata e, con buona pace della crisi globale dell'economia, ancora dotata di un alto livello di comfort, di servizi, di consumi. SEGUE A PAGINA 18 SERVIZIO A PAG. 12

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Un mondo senza atomiche (sezione: Diritti umani)

( da "AprileOnline.info" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Un mondo senza atomiche L.C., 05 aprile 2009, 18:08 Il punto internazionale Affermando che la 'leadership morale è più potente di qualsiasi arma', Barack Obama, che ha già firmato la chiusura di Guantanamo e messo al bando la tortura nelle prigioni della Cia, ha detto oggi a Praga che gli Stati Uniti, come 'unica potenza nucleare ad avere usato la bomba atomica', hanno 'la responsabilità morale di agire' per liberare il pianeta dagli arsenali nucleari Un mondo senza armi nucleari. Il presidente Barack Obama ha lanciato oggi da Praga, davanti ad una folla entusiasta, un'altra delle sue sfide apparentemente impossibili. E lo ha fatto evocando la Primavera di Praga e la Rivoluzione di Velluto come simboli di sogni audaci (come era stata la sua candidatura alla Casa Bianca) che sono poi diventati realtà. Affermando che la 'leadership morale è più potente di qualsiasi arma', il presidente, che ha già firmato la chiusura di Guantanamo e messo al bando la tortura nelle prigioni della Cia, ha proclamato oggi in un discorso ricco di valori simbolici - ha citato anche il Muro di Berlino e il famoso viaggio di John Kennedy in Europa nel 1961 - che gli Stati Uniti, come 'unica potenza nucleare ad avere usato la bomba atomica', hanno 'la responsabilità morale di agire' per liberare il pianeta dagli arsenali nucleari. 'La Guerra Fredda è finita, ma ci ha lasciato in eredità migliaia di ordigni nucleari - ha detto Obama - mentre il pericolo di una guerra nucleare è sparito, è paradossalmente aumentato quello di un attacco nucleare' da parte di terroristi o di nazioni canaglia. Obama ha annunciato una serie di 'passi concreti' per trasformare in realtà il sogno di un mondo senza più bombe atomiche: la ripresa dei negoziati con la Russia per un nuovo trattato sul disarmo entro la fine dell'anno (quando scadrà lo Start); la ratifica negli Usa del Trattato sul Bando di ogni tipo di Test Nucleare; un nuovo trattato internazionale che metta fine alla produzione di materiale fissile utilizzabile per ordigni; un vertice globale sulla sicurezza nucleare. E numerose altre iniziative. Il discorso di Obama contro la proliferazione nucleare, programmato da tempo, è stato preceduto oggi a Praga, di poche ore, dal test missilistico da parte della Corea del Nord che ha fatto scattare le accuse Usa di 'provocazione' e la convocazione del consiglio di sicurezza dell'Onu. Obama ha accusato la Corea del Nord di avere 'violato tutte le regole' e ha sollecitato 'una forte risposta internazionale'. Il presidente Usa ha avuto buon gioco nell' osservare che l'azione della Corea del Nord conferma 'quanto sia urgente' affrontare il tema della proliferazione nucleare. E quanto resti attuale il progetto di uno scudo anti-missile (la Repubblica Ceca è destinata ad ospitare la stazione radar del controverso programma). Obama ha incluso nella equazione anche l'Iran: finché Teheran non avrà fatto 'una chiara scelta' e non avrà rinunciato al suo programma nucleare gli Stati Uniti 'andranno avanti col sistema difensivo anti-missile'. Praga ha offerto uno scenario perfetto a Obama per il suo discorso. Sia dal punto di vista scenografico (tra gli striscioni sventolati sulla Piazza del Castello c'era anche uno con la scritta tricolore 'Obama, Sorry for Berlusconi'), che sotto il profilo del richiamo storico. Il paladino della audacia della speranza, tornando alle immagini più efficaci della sua campagna elettorale, ha ricordato il 'sogno impossibile' dei ragazzi della Primavera di Praga scesi nelle strade per proclamare 'che la libertà è un diritto per tutti, a prescindere da quale parte del Muro viviamo, a prescindere dall' aspetto che abbiamo'. Scesi nelle strade per dimostrare che 'una protesta pacifica può scuotere le fondamenta di un impero'. E così, intrecciando i sogni di libertà dallo stalinismo ai sogni di libertà dal razzismo, evocando 'i fantasmi del '68' e la 'Rivoluzione di Velluto' (ha incontrato anche l'ex-presidente Vaclav Havel), il candidato che ha promesso di cambiare l'America e il mondo ha cercato oggi sulla Piazza del Castello di mantenere la parola: liberare il mondo dall'incubo nucleare, secondo Obama, non è più un sogno proibito.

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Cartoon on the bay: i drammi del mondo nei film per bambini. I cartoni animati del 2009 parlano di mafia, guerra, immigrazione, diritti delle donne (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 05-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Apr 09 5 Cartoon on the bay: i drammi del mondo nei film per bambini. I cartoni animati del 2009 parlano di mafia, guerra, immigrazione, diritti delle donne Pubblicato da Ernesto Siciliano alle 21:36 in Nuovi media, Scenari dei Media Si è appena concluso "Cartoon on the bay: Pulcinella awards 2009". Su TvBoomerang, blog di Elena Redaelli, ci sono i nomi dei vincitori dei Pulcinella Awards, concorso articolato in sedici categorie. In questa pagina, il servizio che ho realizzato per 9 Colonne per raccontare la dimensione dell'impegno sociale di questa tredicesima edizione del più importante festival italiano dell'animazione e della multimedialità. (Le altre inchieste sul mondo della televisione si trovano nella sezione Scenari dei Media) Lo spettacolo più amato dai bambini salverà il mondo? L'impegno sociale trova spazio in una delle vetrine commerciali più importanti della RAI. "Cartoon on the bay: Pulcinella awards 2009", manifestazione che la società che gestisce gli affari della TV pubblica, RAI Trade, ha organizzato quest'anno dal 2 al 5 aprile a Rapallo, Portofino e Santa Margherita ligure, ha lanciato anche messaggi di valore civile su temi spinosi: la criminalità, l'immigrazione, la guerra, i diritti delle donne. Il ruolo pedagogico è peraltro connaturato ad un festival che si occupa di cartoni animati, fumetti e videogiochi e si rivolge ai bambini ed ai ragazzi. Lo svolgono in modo istituzionale le sezioni educational del concorso Pulcinella Awards, evento centrale della kermesse. La giuria della tredicesima edizione della gara quest'anno era formata da Alice Cahn ,vicepresidente del canale Cartoon Network, Jens Opaz ,produttore esecutivo dell'emittente tedesca KI.KA., Luis Alberto Gonzales Nieto, vicepresidente dell'istituto cubano di arte e cinema, dal critico cinematografico Andrea Piersanti e dallo scrittore Vincenzo Cerami. A loro è spettato il compito di scegliere i programmi da premiare in 16 categorie, dalle serie TV ai progetti multimediali ed interattivi. Tra le proposte, anche una serie di contenuti di drammatica attualità, candidati a ricevere la statuetta Pulcinella Award ideata dallo scenografo Emanuele Luttazzi come "miglior film educativo e sociale-Premio Unicef" e "migliore pubblicità educativa". Due fiction di queste sezioni trattano con il linguaggio poetico del disegno animato il fenomeno sociale che sta cambiando gli equilibri demografici e culturali del mondo: l'emigrazione dai paesi più poveri verso l'occidente. Il corto irlandese Piroghe, di Alice Bohl, lo affronta in modo malinconico, raccontando la vicenda di due sans papiers, immigrati senza documenti che vivono a Parigi e sono costretti dalle autorità a rientrare nei loro paesi d'origine. Infonde fiducia nel futuro invece Birima son of Africa, il film creato da Giorgio Ghisolfi per segnalare un'alternativa all'esodo. Con la collaborazione del musicista senegalese Youssou N'Dour, il regista italiano ha realizzato un'originale spot per il Micro Credito, il prestito concesso ad interessi zero agli africani che vogliono avviare un'attività nelle loro terre. Lo stesso cantante è il testimonial ,stilizzato con la grafica animata, del messaggio che promuove il filantropico sistema di finanziamento. Gli effetti tragici della guerra nei Balcani sono denunciati da Nevai Vanec e Filip Rozic, autori di un mini spot sulle mine antiuomo disseminate nella ex-Jugoslavia durante i conflitti degli anni 90. Ancora oggi questi strumenti di morte infestano il 2 per cento del territorio croato. Dal 1995, anno in cui è finita la guerra, centinaia di persone, sopratutto bambini che giocavano, sono morti calpestando i punti in cui sono sotterrate. Una calamità sociale italiana, la mafia, è stata protagonista di un evento fuori concorso. Protagonisti della conferenza sono stati gli animatori siciliani Antonino Pirrotta e Giampiero Randazzo, titolari della Grafimated Cartoon. Da un quarto di secolo i due autori conducono una battaglia contro la Piovra attraverso il loro lavoro. Il progetto a cui stanno lavorando adesso è un lungometraggio animato sulla vicenda di Paolo Borsellino e Rita Atria tratto dal fumetto di Silvestro Nicolaci 'La favola di Palermo''. La storia reinventa il rapporto tra la ragazza diciassettenne che denunciò gli assassini del padre e del fratello e si tolse la vita dopo la strage di via D'Amelio morì Borsellino, con cui aveva stabilito una collaborazione. Nella favola-cartone, la bambina Rita ed il suo amico Paolo riescono a sconfiggere la strega mafiosa e a risvegliare le coscienze dei palermitani. "E' quello che vorremmo fosse veramente successo'', commenta Pirrotta. Gli appelli civili non sono partiti solo dai film presentati alla rassegna, in o fuori concorso. La maggior parte degli artisti giunti nel Golfo del Tigullio ha sottoscritto un originale manifesto-fumetto per protestare contro una legge afghana che di fatto autorizza lo stupro. Il disegno raffigura una Superdonna. E' il simbolo creato per l'occasione per censurare la disposizione approvata dal governo del paese asiatico che obbliga le donne ad avere rapporti sessuali con il marito e impedisce loro di cercare lavoro, istruirsi o farsi visitare da un medico, senza aver prima il permesso del consorte. Tra gli altri, hanno firmato questo emblema di civiltà i disegnatori Enzo D'Alò e Anna Laura Cantone, lo sceneggiatore Vincenzo Cerami, la delegata di RAI Cinema Caterina D'Amico e la ballerina Liliana Cosi. "E' una legge, quella ‘talebana', che purtroppo -ha detto Vincenzo Cerami- ci dice quanto ancora sarà lunga e sanguinosa la guerra di liberazione della donna, in quei territori, ma anche in gran parte del pianeta. Ci siamo illusi pensando che con la globalizzazione e gli scambi internazionali crescesse la civiltà e si radicassero i valori della Carta dei diritti umani scritta sessanta anni fa. Questa legge di Karzai ci deprime e ci preoccupa: ancora una volta la speculazione politica e la strumentalizzazione religiosa calpestano la dignità e l'integrità della donna". D'Alò, che a Rapallo ha presentare la sua ultima opera per l'infanzia ,‘Pipi, Pupù e Rosmarina', ha affemato: "Finalmente, nel mondo, lo spazio delle donne sta acquistando sempre più velocemente peso. Noi dobbiamo incoraggiare questa ‘onda', fare in modo che le donne si approprino con la loro fantasia di spazi sempre maggiori per abbattere l'omologazione esistente. L'animazione è un mezzo per comunicare con facilità lo stravolgimento e la rottura delle barriere". E la missione di sostegno alle battaglie civili che può svolgere il genere più amato dai bambini ritorna anche nelle parole di Alba Calia, vice presidente di RAI Trade. "Ci sono Paesi- ha detto la dirigente- dove ancora oggi i diritti delle donne sono allo stato embrionale: i cartoni animati posso rappresentare uno straordinario veicolo per comunicare messaggi positivi, modificare anche se in piccola parte gli atteggiamenti discriminatori oggi presenti". Il sito del festivalIl Link all'emittente ufficiale di Cartoon on the bay, Arcadia Tv, si trova in questa pagina che parla dei canali on line di Romanimata

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