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Report "Diritti umani"   4-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

NATO: Il presidente Obama: "l'America cambia ma anche l'Europa deve cambiare" ( da "Italia Estera Online" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: senza tortura e senza terrorismo. Ma Obama ha avvertito che, per il momento, la realtà è diversa. Dai santuari in Afghanistan e nelle zone frontaliere del Pakistan Al Qaeda continua a minacciare tutti. “L?Europa è più esposta degli Stati Uniti ad un attacco perché geograficamente è più vicina”

SCUOLA, GELMINI INCONTRA KERRY KENNEDY: DIRITTI U ( da "WindPress.it" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: insegnamento di Cittadinanza e Costituzione con approfondimenti sui diritti umani a livello internazionale. "Sono convinta ha affermato il ministro Gelmini che sia fondamentale nella scuola approfondire il tema dei diritti umani nel mondo. Per questo sono lieta di portare avanti questi progetti con la Fondazione Kennedy.

Cartoons on the bay, appello contro lo stupro autorizzato in Afghanistan ( da "Blogosfere" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ci siamo illusi pensando che con la globalizzazione e gli scambi internazionali crescesse la civiltà e si radicassero i valori della Carta dei diritti umani scritta sessanta anni fa. Questa legge di Karzai ci deprime e ci preoccupa: ancora una volta la speculazione politica e la strumentalizzazione religiosa calpestano la dignità e l?integrità della donna”.

Shoah/ Usa sospendono l'estradizione di Demjanjuk ( da "Virgilio Notizie" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: durante la Seconda guerra mondiale, con la notizia che un giudice Usa ha sospeso (per ora) la sua estradizione verso la Germania, Paese che vuole processarlo. Lo stop all'estradizione, prevista per domenica, l'ha comunicata il figlio. Secondo lui, il viaggio e il processo, considerata l'età del padre, equivarrebbe alla tortura.

USA/ ACCORDO CON UZBEKISTAN PER TRANSITO MATERIALE IN AFGHANISTAN ( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Gli Stati Uniti hanno firmato ieri un accordo con l'Uzbekistan che autorizza il transito di materiale statunitense non militare verso l'Afghanistan. Osservatori hanno notato il pragmatismo della politica Usa, che stringe accordi con un Paese che è accusato di violare sistematicamente e su vasta scala i diritti umani. (con fonte Afp)

SHOAH/ USA SOSPENDONO L'ESTRADIZIONE DI DEMJANJUK ( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: durante la Seconda guerra mondiale, con la notizia che un giudice Usa ha sospeso (per ora) la sua estradizione verso la Germania, Paese che vuole processarlo. Lo stop all'estradizione, prevista per domenica, l'ha comunicata il figlio. Secondo lui, il viaggio e il processo, considerata l'età del padre, equivarrebbe alla tortura.

Gelmini: a scuola un'ora anche per i diritti umani ( da "Giornale di Brescia" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: insegnamento di Cittadinanza e Costituzione con approfondimenti sui diritti umani a livello internazionale. «Sono convinta - ha affermato il ministro Gelmini - che sia fondamentale nella scuola approfondire il tema dei diritti umani nel mondo. Per questo sono lieta di portare avanti questi progetti con la Fondazione Kennedy.

Il documento/2 - La societàn L'inclusione sociale dev'essere obbiettivo primario dell'azione pubblica ( da "Cittadino, Il" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I diritti umani sono indivisibili. Una politica sociale che voglia realmente governare l'inclusione avendo come base la dignità umana deve essere costituita da una serie complessa di interventi che vanno portati avanti tutti insieme, a rischio altrimenti di diventare inutili se non addirittura dannosi.

Se il potere è tortura e terrore ( da "Trentino" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Se il potere è tortura e terrore Dietro l'omicidio di un organista si cela l'abisso del male "Il grido era prigioniero dell'organo" è la frase che apre l'ultimo romanzo di Jean-Christophe Grangè, l'autore del romanzo cult I fiumi di porpora e altri noir di successo internazionale, una star in Francia come da noi Carlotto o Lucarelli.

L'amore di un Dio che si fa carne sconcerta e rinfranca ( da "Libertà" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: segno della Croce e lo strumento di tortura, di condanna capitale per i romani, è divenuto il riscatto del peccato e l'ancora della Salvezza. Nel giorno della Risurrezione, il terzo dopo il venerdì - che rappresenta l'ora delle tenebre, la theologia crucis -, ciascuno può cantare finalmente "Christos anesti" (basterebbe andare in questi prossimi giorni nelle isole del Dodecaneso,

sit-in di solidarietà per i nomadi del campo ( da "Repubblica, La" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: solidarietà per i nomadi del campo La Palermo antirazzista è scesa in piazza a favore dei diritti umani. E ai manifesti affissi in questi giorni da Forza Nuova contro i rom, risponde: «Il razzismo non è un´opinione, è un reato». Con questi e con altri cartelloni le scuole della zona del campo nomadi alle porte della Favorita, in primis la direzione didattica Alcide De Gasperi, i volontari,

dieci anni all'aguzzino di is mirrionis ( da "Nuova Sardegna, La" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: imprenditore che tormentava una ragazza Tre anni di torture, soprusi, violenze sessuali e minacce d'ogni genere CAGLIARI. Lei era come una schiava, sottomessa, priva della personalità. Faceva qualsiasi cosa le venisse chiesta, compreso buttarsi da un muretto o farsi investire da un'auto. Lui - quasi venticinque anni più anziano - l'aveva ridotta così, con una lunga teoria di imposizioni,

Galateo grande assentenel teatrino dei partiti ( da "Secolo XIX, Il" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: internazionale contro esecuzioni che violano tutte le carte internazionali che tutelano i diritti umani. Un altro caso limite di omofobia è quello del ministro per la Morale ugandese, James Msaba Buturo che ieri ha dichiarato: «L'Onu, e in particolare alcuni Stati membri, sta ponendo in atto una campagna per diffondere l'omosessualità nel mondo, imponendone l'accettazione a tutti».

accusata di infedeltà, frustata in pubblico in rete il video-shock girato dai taliban ( da "Repubblica, La" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Le immagini sono state girate con il telefonino dagli stessi Taliban, allo scopo di mostrare cosa accade a chi non rispetta le loro regole. Il presidente della Corte suprema, Iftikhar Chaudhry, ha annunciato l´apertura di una inchiesta. Il governo pachistano aveva assicurato che l´accordo nello Swat non avrebbe leso ai diritti umani di chi vive nell´area.

Al sudafricano Goldstone l'inchiesta dell'Onu, ma Israele protesta ( da "Manifesto, Il" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il Consiglio dei diritti umani dell'Onu ha precisato che Goldstone sarà affiancato dalla britannica Christine Chinkin, specialista di diritto internazionale, da Hina Jilani, giudice della Corte suprema del Pakistan ed ex esperta dell'Onu per i diritti umani e da un colonnello irlandese in pensione, Desmond Treves.

Film e corti sui diritti umani ( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 13 Film e corti sui diritti umani CINEMA PER il festival Human rights nights' oggi alle 18.30, in via Valverde 15 spazio ai corti Memory zone', e alle 21.30 Democracy in Dakar'. Al San Luigi, alle 18, Haiti cherie', alle 18.30, al circolo Basso investimento di via Bufalini 30 c'è il monologo teatrale Le donne di Pola', di e con Marco Cortesi.

( da "Eco di Bergamo, L'" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Delle torture si occupano aguzzini che sanno come far soffrire la loro vittima. Gli sputano addosso, lo schiaffeggiano, lo percuotono, lo irridono mettendogli addosso uno straccetto rosso, lo flagellano, gli mettono «una corona di spine» e con una canna la premono sulla testa in modo che penetri in profondità nella carne e la tortura sia più lunga e dolorosa.

NEI GIORNI scorsi la ex Pinacoteca, a Palazzo Comunale, ha ospitato la cerimonia celebrativa il ... ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: nella riflessione sui grandi temi dei diritti umani, del rispetto ambientale, della cooperazione, della solidarietà e della pace. Hanno sottolineato che essa, si pone oggi in una posizione di frontiera, all'insegna della collaborazione tra credenti e non credenti, per la realizzazione di obiettivi comuni a favore dell'uomo, in linea e in continuità con il messaggio di padre Balducci.

Schifani vola in Afghanistan ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 04-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che nega i più basilari diritti umani delle donne legalizzando anche lo stupro in famiglia e che sembra un tuffo nel passato.... «Non vi è dubbio che sia per noi una legge totalmente inaccettabile e che se dovesse essere pubblicata metterebbe in grandissima difficoltà l'intera comunità internazionale che ritiene i diritti delle donne principi basilari di una democrazia compiuta.

1 Una posizione netta Il bus per gli extracomunitari dal campo di accoglienza di Borgo Mezzanone ... ( da "Unita, L'" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 4 Chi siamo In Puglia siamo una frontiera per il riconoscimento - a tutti - dei diritti umani. Possiamo sventolare la bandiera dell'integrazione, partendo proprio dai campi e dai braccianti stranieri, che mai hanno avuto problemi con i cittadini. 5Ma che politica è? Nel centro d'accoglienza stanno mille persone in una struttura pensata per trecento.

Poggioreale, detenuti costretti in brandine ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti dei detenuti? «Non ha molti mezzi a disposizione, ma ha il dovere di denunciare all'opinione pubblica tutte le condizioni di crisi che sviliscono la tutela dei diritti umani. I detenuti hanno diritto ad un'assistenza sanitaria e psicologica dignitosa e ora siamo di fronte ad una difficile fase di transizione: i fondi per queste spese sono passati dal ministero di Grazia

Domani incontro con il Nobel Adolfo Esquivel ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: del coreografo Claudio Rocco con musiche di Amanda Guerreno, il cantante italo-argentino Adino Alejandro Faccia e il coro polifonico oschirese. L'iniziativa punta alla promozione della pace tra i popoli, la difesa dei diritti umani e la preservazione dell'ambiente.

rdb: stato d'agitazione al mariutto ( da "Nuova Venezia, La" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che troveranno già nella programmazione di maggio le modifiche dei loro turni di lavoro». Per i sindacati si tratta di una palese violazione dei diritti del lavoratore, dato che è la legge stessa a prevedere l'impossibilità della modifica unilaterale del contratto individuale senza il consenso del lavoratore su turni e orario.

patiti di speranza rialziamo la testa ( da "Centro, Il" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e il cadavere del Maestro riposa finalmente ricomposto nella sua dignità calpestata dall'orribile tortura della morte sulla Croce. E' stata congelata una Parola «diversa». Ma questa Parola è carne che non può marcire e decomporsi. E infatti, il mattino di Pasqua, Cristo esce dal sepolcro: Dio non si lascia rinchiudere. Dio non si lascia imbavagliare e fermare.

costruiremo un mondo senza armi nucleari ( da "Tirreno, Il" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: perché gli Stati Uniti «non torturano» STRASBURGO. Un mondo senza armi nucleari. Un nuovo rapporto con un'Europa più impegnata (perché più minacciata degli Usa) contro il terrorismo. Il presidente americano Barack Obama, in un discorso che ha conquistato i giovani riuniti a Strasburgo poche ore prima dell'inizio del vertice Nato,

L'orgoglio di genere brasiliano ( da "Stile.it" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Durante la sua prigionia fu anche torturata. Quella terribile esperienza è raccolta in quella che viene definita la ?Trilogia della tortura?, composta da ?La libertà è un passero azzurro? (pubblicato in Italia sempre da Marcos y Marcos nel 2008), ?Lo stendardo dell?agonia?( ispirato dalla vita della sua amica Zuzu Angel) e da ?

marcia della pace per i diritti umani ( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Pagina 9 - Gorizia Marcia della pace per i diritti umani Si svolgerà nel pomeriggio e avrà come meta il colle di Medea Romans ROMANS. Grande attesa per l'edizione 2009 della Marcia della pace che si svolgerà, questo pomeriggio, da Romans d'Isonzo al colle di Medea. La manifestazione è organizzata dal Circolo Acli "M.

E se il dissolvimento della società dipendesse dall'idea di libertà? ( da "Avvenire" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ignorando i diritti di chi non ha voce, poi quelli di chi è tenuto fuori del recinto dell'individualismo, infine provocando la deformazione e decadenza dei diritti umani nel loro complesso. Il diritto alla vita si trasforma nel diritto a disporre la morte per gli altri, la libertà di coscienza da barriera contro il dispotismo diventa un ostacolo da eliminare per dare spazio all'

Afghanistan/ Carfagna: Se resta legge pro-stupro via ( da "Virgilio Notizie" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della popolazione - sottolinea Garfagna - è una scelta forte ma il segnale della comunità internazionale di fronte a una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno".

Ma quanto è pasticcione Zapatero, dice il direttore del Mundo ( da "Foglio, Il" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E non sto invocando un diritto previsto nella Costituzione ma una cosa di buonsenso comune. E questo non succede in nessuna parte di Europa. Anzi succede soltanto nelle isole Faer Oer e in Groenlandia. E? un vulnus a uno dei diritti più elementari di un essere umano, il diritto di educare un figlio nella propria lingua materna”

AFGHANISTAN: CARFAGNA, SE RESTA LEGGE PRO-STUPRO, VIA LE SOLDATESSE. ( da "Asca" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della popolazione, e' una scelta forte'', ha aggiunto il ministro, ''ma il segnale della comunita' internazionale di fronte ad una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno''. com-ghi/sam/ss

MUSICA/ VINICIO CAPOSSELA VINCE IL PREMIO AMNESTY ITALIA ( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: uomo perde la propria identità e umanità. "Amnesty International e Voci per la libertà hanno conferito il Premio Amnesty a questo brano perché - motiva Pobbiati - porta a riflettere sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in questo primo decennio del 21esimo secolo ancora attraversato da conflitti sanguinosi e spesso,

AFGHANISTAN/ CARFAGNA: SE RESTA LEGGE PRO-STUPRO VIA SOLDATESSE ( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della popolazione - sottolinea Garfagna - è una scelta forte ma il segnale della comunità internazionale di fronte a una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno".

ZIMBABWE/ VIETATA LA VENDITA DEI DIAMANTI ESTRATTI NELL'EST ( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: a forza i minori e violando i diritti umani. Lo scorso anno, le autorità di Harare hanno isolato una vasta zona nella zona est del Paese, dove l'azienda di Stato Zimbabwe Mining Development Corporation estrae fino a 60.000 carati alla settimana, stando ai dati ufficiali. Il processo di Kimberley, realizzato nel 2000, riunisce governi e imprenditori del settore dei preziosi con l'

La Russa e Carfagna ipotizzano ritiro soldatesse da Afghanistan ( da "Reuters Italia" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della popolazione, è una scelta forte", aggiunge il ministro Carfagna, "ma il segnale della comunità internazionale di fronte a una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno".

AFGHANISTAN: CARFAGNA, SE RESTA LEGGE PRO-STUPRO, VIA LE ( da "Virgilio Notizie" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della popolazione, e' una scelta forte'', ha aggiunto il ministro, ''ma il segnale della comunita' internazionale di fronte ad una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno''.

Mezzanone, bus immigrati, Cicolella: "Una demagogia falsa e strumentale" ( da "Grecale, Il" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attenzione centrale ai diritti degli immigrati, e non è accettabile che sull?organizzazione di un servizio di bus, che tra l?altro mira a facilitare un percorso altrimenti disagevole, si debbano emettere livide lezioni di difesa dei diritti umani da chicchessia”

Musica/ Vinicio Capossela vince il Premio Amnesty Italia ( da "Virgilio Notizie" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: uomo perde la propria identità e umanità. "Amnesty International e Voci per la libertà hanno conferito il Premio Amnesty a questo brano perché - motiva Pobbiati - porta a riflettere sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in questo primo decennio del 21esimo secolo ancora attraversato da conflitti sanguinosi e spesso,

Rodrigo Garcia ( da "Sicilia, La" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura. In una parola, Videla. «Non ho mai preteso di riprodurre interi universi, mi basta esporre un'idea con ironia e ambiguità, gli spettacoli sono contenitori delle nostre incoerenze. Ma, certo, il rapporto tra Juan e l'astice suggerisce altro: provengo da un Paese in cui la tortura era fatto di tutti i giorni,

CROAZIA/ ZAGABRIA. SCOPERTA FOSSA COMUNE CON 4.500 CADAVERI ( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diretti da ufficiali tedeschi", ha spiegato un responsabile di un'organizzazione per i diritti umani. All'inizio del 1945 la 39ma divisione si è arresa ai partigiani comunisti del maresciallo Tito, nei pressi della città croata di Rijeka. Tutti i soldati sono stati giustiziati e gettati nelle grotte di Harmica. (Fonte Afp)

Nato/ Obama: Legge stupri in Afghanistan è aberrante ( da "Virgilio Notizie" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: citando in particolare i diritti della donna. Secondo l'inquilino della Casa Bianca la difesa dei diritti umani in Afghanistan "è complementare" all'obiettivo primario dell'intervento militare della comunità internazionale, che è quello di "sradicare al Qaida in modo che non possano più attaccare i membri dell'Alleanza".

ALLA LIBRERIA ODRADEK DI ROMA, LIRICHE DI MIMMO SAMMARTINO ( da "Basilicanet.it" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in occasione del sessantesimo anniversario della Carta dei diritti umani (10 dicembre 2008) e dedicato alle vittime delle tragedie del mare. Come quelle di Vendicari, avvenuta nel 2007 (17 migranti annegati), o la grande tragedia di Portopalo che si è¨ verificata a Natale del 1996 (tema ispiratore delle liriche di "Un canto clandestino saliva dall'abisso", scritto da Sammartino:

NATO/ OBAMA: LEGGE STUPRI IN AFGHANISTAN È ABERRANTE ( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: citando in particolare i diritti della donna. Secondo l'inquilino della Casa Bianca la difesa dei diritti umani in Afghanistan "è complementare" all'obiettivo primario dell'intervento militare della comunità internazionale, che è quello di "sradicare al Qaida in modo che non possano più attaccare i membri dell'Alleanza".


Articoli

NATO: Il presidente Obama: "l'America cambia ma anche l'Europa deve cambiare" (sezione: Diritti umani)

( da "Italia Estera Online" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

03 apr 2009 NATO: Il presidente Obama: “l’America cambia ma anche l’Europa deve cambiare” Vertice Nato a Strasburgo e Baden Baden, nuova strategia in Afghanistan contro la minaccia terroristica di Al Qaeda, nuovo approccio anche per l’Iran di Alfonso Maffettone STRASBURGO, 3 APR, (Italia Estera) – “L’America sta cambiando ma non può essere solo l’America a cambiare”: dopo il vertice del G20 a Londra il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è passato in Francia per la riunione della Nato di domani a Strasburgo e a Baden Baden, città tedesca di confine ed ha detto che si aspetta dall’Europa una nuova e rinnovata partnership. Come Londra, tutto il centro cittadino di Strasburgo è blindato da migliaia di poliziotti costretti a fronteggiare centinaia di dimostranti no global che vogliono abbattere gli sbarramenti e raggiungere le zone “vietate” del summit. Tra ieri ed oggi sono avvenuti incidenti. 105 manifestanti sono stati fermati. Il capo dell’Esecutivo ha parlato in un impianto sportivo della città francese davanti a centinaia di giovani che lo hanno acclamato come una rockstar nel sentire che vuole un mondo di pace senza arsenali nucleari, senza tortura e senza terrorismo. Ma Obama ha avvertito che, per il momento, la realtà è diversa. Dai santuari in Afghanistan e nelle zone frontaliere del Pakistan Al Qaeda continua a minacciare tutti. “L’Europa è più esposta degli Stati Uniti ad un attacco perché geograficamente è più vicina” ha ammonito il presidente americano ed ha rivolto un appello agli europei perché rafforzino le proprie capacità militari sobbarcandosi un maggiore peso dell’Allenza.“Noi vogliamo alleati forti. Noi non vogliamo essere i patroni ma i partners dell’Europa”, ha detto Obama. Gli studenti francesi e tedeschi, che affollavano la platea, si sono riscaldati ed hanno applaudito entusiasticamente quando il Presidente ha evocato gli sforzi per un azzeramento delle armi atomiche e per la chiusura del centro di detenzione nella baia di Guantanamo. “La minaccia della diffusione di armi nucleari o del furto di materiale nucleare può portare all' annientamento. Ne parlerò al vertice Ue-Usa di Praga”, ha tuonato Obama e sull’ambiente ha detto: “ L'America deve fare di più, l'Europa deve fare di più”. Sulla chiusura di Guantanamo ha insistito:“Gli Stati Uniti non desiderano e non vorranno mai torturare”.. In un simbolico gesto di solidarietà la Francia si è detta pronta ad accettare un detenuto di Guantanamo dopo l’abolizione della struttura penale. Nella politica del “cambiamento”, Obama ha messo a punto una nuova strategia per l’Afghanistan con l’invio di altri 21 mila militari ed il rafforzamento dell’apparato civile e chiederà iniziative analoghe alla Nato che celebrerà domani l’ingresso di Albania e Croazia ed il ritorno della Francia nel comando integrato dopo un’assenza di 43 anni. La Francia ha già assicurato il suo appoggio al piano Usa con aiuti nel campo economico e in quello della formazione della polizia. “ Di fronte alla leadership del Presidente Nicolas Sarkozy così coraggioso su molti fronti, bisogna solo inchinarsi”, ha detto Obama in una conferenza stampa congiunta con il capo dell’Eliseo prima dell’incontro con i giovani. Il presidente degli Stati Uniti ha puntato sulla necessità di una nuovo spirito nelle relazioni con l’Europa deterioratisi dopo la guerra in Iraq soprattutto ad opera di Germania e Francia che furono i due maggiori paesi oppositori. Le conseguenze sono state lo sviluppo di antiamericanismo in Europa e di anti europeismo sull’altra sponda dell’Atlantico. “ Questa attitudine deve cambiare” ha detto Obama sostenendo che questa deriva va combattuta. Il presidente ha citato, sempre nella conferenza stampa con Sarkozy, l’incontro avuto a Londra con il presidente russo Dmitri A. Medvedev per un disgelo nelle relazioni fra le due nazioni ed ha avvertito che il riavvicinamento avrà un prezzo. “ Noi Usa e Nato dobbiamo inviare un messaggio chiaro a Mosca, cioè dobbiamo far sapere che desideriamo lavorare con loro ma non accettiamo che si possa tornare ai metodi di una volta”, ha affermato Obama riferendosi al disaccordo di Usa e Nato con la Russia sull’invasione della Georgia. E per quanto riguarda il programma nucleare dell’Iran anche qui il Presidente Usa ha esortato i paesi della Nato a marcare una linea fra governo e popolazione.”Noi non possiamo avere una gara di armi nucleari in Medio Oriente” ha detto Obama ed ha ricevuto in serata a Baden Baden, in occasione dell’apertura ufficiale del Vertice dell’Allenaza, l’incoraggiamento del cancelliere tedesco. “No al nucleare militare, si al supporto del popolo iraniano. E’ molto importante che ci sia un nuovo inizio da parte degli Usa ”, ha puntualizzato la Merkel. Alfonso Maffettone / Italia Estera

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SCUOLA, GELMINI INCONTRA KERRY KENNEDY: DIRITTI U (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

03-04-2009 Il ministro Mariastella Gelmini ha incontrato oggi al Ministero dell'Istruzione Kerry Kennedy, presidente onorario della Robert F. Kennedy Foundation of Europe Onlus. Nel corso dell'incontro è stata ribadita la volontà di collaborare alla diffusione nelle scuole italiane dei progetti della Fondazione, così come già sancito dal protocollo di intesa firmato nel febbraio 2008. Si è discusso, inoltre, della possibilità di ampliare l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione con approfondimenti sui diritti umani a livello internazionale. "Sono convinta ha affermato il ministro Gelmini che sia fondamentale nella scuola approfondire il tema dei diritti umani nel mondo. Per questo sono lieta di portare avanti questi progetti con la Fondazione Kennedy. Credo sia fondamentale ha aggiunto il ministro presentare ai nostri ragazzi esempi e testimonianze di vita positivi e far incontrare agli studenti persone che hanno dedicato e dedicano la loro vita alla ricerca di una giustizia equa".

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Cartoons on the bay, appello contro lo stupro autorizzato in Afghanistan (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Apr 09 4 Cartoons on the bay, appello contro lo stupro autorizzato in Afghanistan Pubblicato da Elena Redaelli alle 04:07 in Inchieste Cartoons on the Bay, appello contro lo stupro autorizzato in Afghanistan. Il governo afgano presieduto da Hamid Karzai ha recentemente votato una legge che obbliga le donne ad avere rapporti sessuali con il marito e impedisce loro di cercare lavoro, istruirsi o farsi visitare da un medico, senza aver prima il permesso del consorte. Di fatto la legge legalizza lo stupro del marito nei confronti della moglie in quanto vieta a quest'ultima di rifiutarsi di avere rapporti sessuali con lui. Cartoons on the Bay, il Festival internazionale dell'animazione televisiva e multimediale - quest'anno giunto alla sua 13esima edizione - venerdì ha visto l'intero mondo dell'animazione schierarsi contro lo stupro autorizzato in Afghanistan. Da Enzo D’Alò a Vincenzo Cerami, da Caterina D’Amico (Rai Cinema) a Liliana Cosi (étoile della danza) un coro unanime: è senza dubbio discriminante. Anna Laura Cantone, l’illustratrice del cartone animato ‘Pipi, Pupù e Rosmarina’ di Enzo D’Alò e Vincenzo Cerami hanno quindi deciso di firmare un disegno ideato appositamente, che rappresenta un segno tangibile della protesta. Nel disegno è stata raffigurata una ‘superdonna’. “Ci sono Paesi dove ancora oggi i diritti delle donne sono allo stato embrionale - spiega Alba Calia, Vice Presidente di Rai Trade - e i cartoni animati posso rappresentare uno straordinario veicolo per comunicare messaggi positivi, modificare anche se in piccola parte gli atteggiamenti discriminatori oggi presenti”. Il richiamo all’uguaglianza fra i sessi è nelle parole di Liliana Cosi, étoile della danza e Presidente della Compagnia di Balletto Classico Cosi-Stefanescu di Reggio Emilia, presente a Cartoons per la case history su Danza con Vanessa: “Uomo e donna hanno due ruoli diversi nella società ma complementari in tutto, senza la parità fra loro la stessa umanità non potrebbe sopravvivere. ‘Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te’ è un insegnamento che accomuna tutte le religioni e, oltre ad essere una regola di civiltà, è soprattutto una regola di sopravvivenza per tutto il genere umano”. Le fa eco Enzo D’Alò, arrivato a Rapallo per presentare il suo ‘Pipi, Pupù e Rosmarina’: “Finalmente, nel mondo, lo spazio delle donne sta acquistando sempre più velocemente peso. Noi dobbiamo incoraggiare questa ‘onda’, fare in modo che le donne si approprino con la loro fantasia di spazi sempre maggiori per abbattere l’omologazione esistente. L’animazione è un mezzo per comunicare con facilità lo stravolgimento e la rottura delle barriere”. E’ di Caterina D’Amico, Amministratore Delegato di Rai Cinema, la riflessione sul ruolo della donna in Occidente: “Questa notizia mi sconcerta e mi induce ad una riflessione generale sul ruolo della donna rispetto all’uomo. La legge approvata in Afghanistan è un fatto gravissimo che va assolutamente condannato, non credo però che in Occidente esista un’effettiva parità tra uomo e donna: leggiamo di padri che segregano le mogli e le figlie per anni, di uomini che perseguitano le ex-compagne con lo stalking, di tanti gravi fatti di violenza domestica. Il vero problema è che c’è una parte della mentalità maschile che non riesce ad evolversi e che il sentimento degli uomini che si ritengono padroni delle moglie e delle figlie è duro a morire anche in Occidente, mi sembra insomma che le donne siano molto sole anche qua.” “E’ una legge, quella ‘talebana’, che purtroppo non ci sorprende. – dice Vincenzo Cerami, poeta, scrittore e sceneggiatore - ci dice quanto ancora sarà lunga e sanguinosa la guerra di liberazione della donna, in quei territori, ma anche in gran parte del pianeta. Ci siamo illusi pensando che con la globalizzazione e gli scambi internazionali crescesse la civiltà e si radicassero i valori della Carta dei diritti umani scritta sessanta anni fa. Questa legge di Karzai ci deprime e ci preoccupa: ancora una volta la speculazione politica e la strumentalizzazione religiosa calpestano la dignità e l’integrità della donna”.

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Shoah/ Usa sospendono l'estradizione di Demjanjuk (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Cleveland, 4 apr. (Ap) - Ha festeggiato il suo 89mo compleanno, John Demjanjuk, accusato di essere il responsabile del campo di concentramento nazista di Sobibor, in Polonia, durante la Seconda guerra mondiale, con la notizia che un giudice Usa ha sospeso (per ora) la sua estradizione verso la Germania, Paese che vuole processarlo. Lo stop all'estradizione, prevista per domenica, l'ha comunicata il figlio. Secondo lui, il viaggio e il processo, considerata l'età del padre, equivarrebbe alla tortura.

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USA/ ACCORDO CON UZBEKISTAN PER TRANSITO MATERIALE IN AFGHANISTAN (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Usa/ Accordo con Uzbekistan per transito materiale in Afghanistan di Apcom Osservatori: politica pragmatica -->Washington, 4 apr. (Apcom) - Gli Stati Uniti hanno firmato ieri un accordo con l'Uzbekistan che autorizza il transito di materiale statunitense non militare verso l'Afghanistan. Osservatori hanno notato il pragmatismo della politica Usa, che stringe accordi con un Paese che è accusato di violare sistematicamente e su vasta scala i diritti umani. (con fonte Afp)

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SHOAH/ USA SOSPENDONO L'ESTRADIZIONE DI DEMJANJUK (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Shoah/ Usa sospendono l'estradizione di Demjanjuk di Apcom Era l'aguzzino del campo polacco di Sobibor -->Cleveland, 4 apr. (Ap) - Ha festeggiato il suo 89mo compleanno, John Demjanjuk, accusato di essere il responsabile del campo di concentramento nazista di Sobibor, in Polonia, durante la Seconda guerra mondiale, con la notizia che un giudice Usa ha sospeso (per ora) la sua estradizione verso la Germania, Paese che vuole processarlo. Lo stop all'estradizione, prevista per domenica, l'ha comunicata il figlio. Secondo lui, il viaggio e il processo, considerata l'età del padre, equivarrebbe alla tortura.

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Gelmini: a scuola un'ora anche per i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 04/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:interno Gelmini: a scuola un'ora anche per i diritti umani ROMAIl ministro Mariastella Gelmini ha incontrato al Ministero dell'istruzione Kerry Kennedy, presidente onorario della Robert F. Kennedy Foundation of Europe Onlus. Nel corso dell'incontro - informa una nota ministeriale - è stata ribadita la volontà di collaborare alla diffusione nelle scuole italiane dei progetti della Fondazione, così come già sancito dal protocollo di intesa firmato nel febbraio 2008. Si è discusso, inoltre, della possibilità di ampliare l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione con approfondimenti sui diritti umani a livello internazionale. «Sono convinta - ha affermato il ministro Gelmini - che sia fondamentale nella scuola approfondire il tema dei diritti umani nel mondo. Per questo sono lieta di portare avanti questi progetti con la Fondazione Kennedy. Credo sia fondamentale - ha aggiunto il ministro - presentare ai nostri ragazzi esempi e testimonianze di vita positivi e far incontrare agli studenti persone che hanno dedicato e dedicano la loro vita alla ricerca di una giustizia equa».

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Il documento/2 - La societàn L'inclusione sociale dev'essere obbiettivo primario dell'azione pubblica (sezione: Diritti umani)

( da "Cittadino, Il" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Le persone al centro del sociale La politica deve impegnarsi nella promozione umana Quasi due milioni e cinquecentomila famiglie italiane, oltre sette milioni di cittadini, vivono ancora oggi, nell'Italia del terzo millennio, al di sotto della soglia di povertà. Si tratta di uomini, donne, bambini e giovani per i quali la fame e l'indigenza non rappresentano uno scenario da fantascienza, ma una realtà con la quale confrontarsi ogni giorno.Anche il Lodigiano si trova a fare i conti con una crisi economico-finanziaria che vede sempre più spesso aziende in crisi, lavoratori in cassa integrazione, nuovi disoccupati. I primi a risentirne sono i più deboli, coloro che già erano in situazioni di difficoltà: le famiglie monoreddito con la presenza di anziani non autosufficienti o di familiari diversamente abili, i lavoratori precari, gli immigrati e tutta la fascia dell'emarginazione. Ma oggi, sempre di più, anche coloro che fino a ieri si consideravano al riparo da rischi si ritrovano improvvisamente indifesi di fronte alla crisi economica che non ha risparmiato il nostro territorio.Nel solo anno 2008 il Servizio Sociale Territoriale del Consorzio Lodigiano per i Servizi alla Persona segnala ben 2.300 situazioni di cui ha dovuto farsi carico per problemi di povertà, emarginazione e difficoltà conclamate. A queste se ne aggiungono almeno altrettante che gravano sui servizi sociali dei Comuni con maggior numero di abitanti: Lodi, Casalpusterlengo, Codogno, Sant'Angelo, Lodi Vecchio, San Colombano, Castiglione d'Adda.Nuovi aspetti della povertà quindi interpellano le politiche di welfare, sfidano le istituzioni locali e la società civile sul terreno dell'integrazione possibile, rivendicano comunità locali capaci di solidarietà e di politiche di inclusione.Arriva a tal punto il livello di abbandono dei deboli e dei fragili che essi rischiano di essere individuati come la causa principale del malessere sociale e dell'insicurezza che invadono strati sempre più consistenti di popolazione.Cittadini spesso considerati di serie inferiore interrogano le istituzioni circa il diritto ad una cittadinanza che non può essere negata o solo dichiarata, ma che va invece resa esigibile dall'azione politica e dall'organizzazione dei servizi ad essa correlati. Pensiamo al pesante taglio al fondo nazionale per le politiche sociali che causerà il rischio di abbandono di molte persone in stato di bisogno (senza fissa dimora, disabili nella scuola, famiglie con presenza di persone con disagio psichico, giovani e adolescenti con problemi di devianza, ecc.)I volti delle persone vanno posti al centro delle politiche sociali, i loro diritti essenziali garantiti, la loro cittadinanza attiva riaffermata.Bisogna offrire legittimazione politica e risorse alla costruzione di un welfare municipale comunitario, capace di programmare e gestire le politiche sociali attraverso la costituzione di luoghi e procedure concertative in cui tutti gli attori sociali presenti nel territorio assumano una responsabilità diretta.Le autonomie locali devono essere al centro di tali processi, configurandosi però non in senso localistico quali comunità egoisticamente protese al loro esclusivo benessere ma come spazi solidali, aperti e capaci di valorizzare le differenze.Per questo chiediamo alle persone e alle coalizioni che si presenteranno alle prossime elezioni amministrative di impegnarsi concretamente a:n 1. PROMUOVERE POLITICHE BASATE SULL'INCLUSIONE SOCIALE E NON SUlla REPRESSione del DISAGIOIl dibattito politico-mediatico sulla sicurezza è esploso in questi ultimi mesi con una virulenza e approssimazione che lasciano sconcertati e, in alcuni casi, indignati. Riteniamo che non si possa rispondere alla paura e all'incertezza diffuse tra i cittadini, e amplificate dai mass media e dalle dichiarazioni di diversi uomini politici, attraverso proposte solo repressive e ridurre qualsiasi questione a problema di ordine pubblico.Riteniamo che il vero problema sia la disgregazione sociale e l'assenza di un progetto di comunità che sia in grado di arginare tali fenomeni. È solo all'interno di ogni singolo contesto urbano che può essere determinato cosa deve essere fatto e come. Ogni azione o serie di azioni, infatti, per essere proposta in modo credibile deve essere agganciata alle singole e diverse realtà territoriali, che sono il contesto imprescindibile di ogni proposta.I diritti umani sono indivisibili. Una politica sociale che voglia realmente governare l'inclusione avendo come base la dignità umana deve essere costituita da una serie complessa di interventi che vanno portati avanti tutti insieme, a rischio altrimenti di diventare inutili se non addirittura dannosi.La sicurezza sociale si costruisce riqualificando la normalità nel rispetto delle regole - che valgono per tutti, italiani e stranieri - e strutturando relazioni positive negli abituali contesti di vita tra coloro che vi abitano, dai singoli alle istituzioni ai soggetti collettivi, attraverso azioni concrete di carattere politico-strategico e di intervento strutturale e non occasionale. n 2. CREARE CONDIZIONI DI INTEGRAZIONE DEI CITTADINI STRANIERI Accogliere davvero l'altro significa:" riconoscere prima di tutto pari dignità ad ogni uomo e ad ogni donna, ad ogni bambino, ad ogni storia;" riconoscere ed accogliere l'unicità delle persone e tessere legami di scambio e di reciprocità all'interno di un cammino condiviso, capace di ripensarsi quale luogo universale del vivere e del crescere;" pensare al cittadino straniero come risorsa e non come problema, valorizzando l'identità culturale quale ricchezza per tutti;" evitare la precarietà dell'accoglienza emergenziale.Per questo chiediamo:" politiche capaci di ridare senso all'educare quale tempo e spazio di scoperta e di valorizzazione delle identità e delle relazioni, a partire dalla garanzia del diritto ad una scuola capace di sostenere e promuovere la scelta prioritaria dell'intercultura e della convivenza civile, così da favorire il processo di integrazione dei bambini e dei ragazzi stranieri;" politiche che favoriscano forme di aggregazione e partecipazione attiva dei cittadini stranieri alla vita pubblica dei nostri paesi, in modo da creare un dialogo positivo che faciliti la reciproca conoscenza e abbassi i muri di diffidenza. Ci riferiamo per esempio a strumenti già sperimentati con successo sul territorio lodigiano, quali la Consulta Comunale dell'Immigrazione e l'elezione di consiglieri comunali speciali extracomunitari che partecipano al Consiglio Comunale con parere consultivo.n 3. UN ASSESSORATO AI SERVIZI SOCIALI e UNA COMMISSIONE SULLA POVERTÀ IN OGNI COMUNE del lodigianoLa presenza di un Assessorato ai servizi sociali in ogni Comune è una questione strategica. Nel momento attuale ci sembra una necessità improrogabile, perché sia posta vera attenzione su un mondo che spesso è sommerso. I poveri quasi sempre sono cittadini nascosti, relegati nell'area della cosiddetta "assistenza da ultima istanza" o misconosciuti perché capaci di mascherare la loro indigenza con la dignità, la discrezione e l'amor proprio. Chiediamo che in ogni Comune venga costituita una Commissione sulla povertà, che si avvalga dell'esperienza e del contributo delle Associazioni di volontariato presenti e sappia portare all'attenzione delle istituzioni un problema che, se non affrontato, rischia di diventare troppo grande e sempre più difficile da gestire. È inoltre auspicabile che gli Enti Locali adottino un unico Regolamento attuativo dei parametri Isee per definire in modo paritario su tutto il territorio provinciale criteri omogenei di accessibilità ai servizi.È fondamentale che venga elaborato un disegno globale organico costruito sulla risorsa famiglia, capace di azionare un rinnovamento nelle politiche ad essa destinate. Politiche ed azioni di qualità che attraversino tutti i settori in cui le famiglie sono coinvolte: l'abitazione, i servizi, i trasporti, il lavoro, il tempo libero, l'urbanistica, la cura, la salute, l'educazione e la crescita dei figli, creando i presupposti affinché la famiglia venga riconosciuta quale soggetto principale delle politiche sociali.È importante ricordare che tutte le riforme fatte non hanno mai tolto ai Comuni la prima e diretta responsabilità per quanto riguarda i Servizi Sociali. Gli amministratori comunali hanno responsabilità giuridica sull'intera materia.(...)n 4. PREDISPORRE LA STESURA DELLA CARTA DEI SERVIZI AI CITTADINILa carta promuove la comunicazione, la trasparenza, la tutela dei diritti del cittadino, l'accessibilità alle risorse disponibili, la qualità nell'erogazione dei servizi e la loro valutazione da parte dei fruitori e delle formazioni sociali portatrici di interessi diffusi. La carta promuove e valorizza la partecipazione, ponendo le basi per un circolo virtuoso e collaborativo tra il soggetto erogatore (che può essere il comune) e i fruitori dei servizi che sono i cittadini. La dimensione partecipativa insita nella diffusione della carta dei servizi è fondamentale: abitua il cittadino e la pubblica amministrazione a confrontarsi su servizi e strategie, responsabilizzando entrambi e coinvolgendoli in un'azione orientata alla realizzazione concreta di un welfare comunitario e partecipato.n 5. UN "PIANO REGOLATORE SOCIALE"È uno strumento concreto di "governance" mirato ad armonizzare le politiche dell'amministrazione attraverso il filo conduttore della promozione sociale.Le politiche sociali diventano la struttura portante per la realizzazione del benessere del singolo e della comunità. Su di esse dovranno sintonizzarsi tutti gli altri programmi di progettazione urbanistica, culturale, educativa, sanitaria e in parte persino dell'area produttiva. n 6. ATTIVARE LA SPERIMENTAZIONE DEL "BILANCIO DI PARTECIPAZIONE"Occorre cambiare la modalità di partecipazione della società civile alla progettazione delle politiche comunali, favorendo la partecipazione diretta di tutti i cittadini e delle associazioni di rappresentanza, non riservando questa fase solo ed esclusivamente agli esperti.n 7. PROMUOVERE LA REDAZIONE DEL "BILANCIO SOCIALE"Si tratta di una buona pratica che in alcuni Comuni si sta già realizzando. È uno strumento che offre la possibilità ai cittadini di vigilare sui risultati conseguiti e consente di riprogrammare le politiche sociali in collaborazione con le associazioni e i rappresentanti del Terzo Settore.n 8. FAVORIRE L'ATTUAZIONE PARTECIPATA DEI PIANI DI ZONAA conclusione dell'iter di progettazione del Piano di Zona per il triennio 2009/2011 esprimiamo soddisfazione per il fatto che finalmente si sia arrivati, in un territorio di piccole dimensioni quale è il lodigiano, alla stesura di un unico Piano di Zona per tutto il territorio. In un momento così difficile e con risorse sempre più limitate, è necessario che tutte le forze siano unite in un unico progetto, perché venga superata la logica del localismo con una nuova visione di solidarietà e di mutuo soccorso, non solo tra cittadini ma anche tra comuni dello stesso territorio, favorendo forme consortili e partecipate.Auspichiamo che tutti gli amministratori coinvolti si attivino per l'attuazione e il monitoraggio di quanto progettato.n 9. VIGILARE SULLA REALIZZAZIONE DEL NUOVO PIANO ORGANIZZATIVO DELL'AZIENDA OSPEDALIERA Abbiamo preso visione del nuovo Piano Organizzativo Aziendale (P.O.A.) dell'Azienda Ospedaliera della Provincia di Lodi. Ci sembra che rappresenti un buon passo in avanti perché contiene una visione di ampio respiro, non limitata alla gestione dell'ordinario. Accanto ad importanti cambiamenti strutturali, nel P.O.A. è contenuto il fondamentale principio che l'ammalato deve sempre essere posto al centro di ogni progetto e di ogni attività ospedaliera. Ci auguriamo che questo non rimanga solo un buon auspicio ma venga tradotto concretamente nella pratica quotidiana e che l'emergenza economica non avalli pratiche che con la centralità della persona non hanno niente a che vedere.Il Piano Organizzativo è uno strumento utile che, una volta condiviso con il territorio, va sostenuto e portato a conclusione evitando in ogni modo che si verifichi ciò che spesso è accaduto in passato, cioè che cambiamenti di dirigenza ospedaliera possano azzerare quanto progettato e in parte già realizzato. (...)Accanto ad un giudizio sostanzialmente positivo sul nuovo POA, che comunque avrà tempi d'attuazione completa medio/lunghi, siamo però anche convinti che contestualmente vada messo in atto un processo concreto e rapido che consenta di correggere alcune situazioni di disagio e criticità non più tollerabili. Pensiamo, citando solo due esempi, ai lunghi tempi d'attesa per l'esecuzione di molte indagini diagnostiche ed alle fughe in altre realtà ospedaliere - anche per interventi di routine - determinate, in diversi casi, da situazioni di conflittualità e non chiarezza nella programmazione e nella gestione di alcuni reparti fondamentali dei nostri ospedali. Solo così il Piano Organizzativo Aziendale può diventare un autentico strumento di cambiamento in positivo, integrato nel «mondo reale» della medicina del nostro territorio. Chiediamo anche che non si traduca in un danno per i cittadini la scelta politico-organizzativa di separare l'Azienda Ospedaliera dall'Azienda Sanitaria Locale. La continuità di cura deve sempre essere garantita, evitando quel senso di abbandono che oggi spesso viene avvertito soprattutto da chi ha meno capacità di districarsi tra le carte della burocrazia. Non può mancare il sostegno del sistema Pubblico nel passaggio dalla fase sanitaria al socio-sanitario e infine al sociale, ovvero nell'accompagnamento del malato dalla fase acuta del ricovero ospedaliero alla riabilitazione nella fase post ospedaliera alla fase ordinaria della continuità di cura e del sostegno domiciliare. 1 - Continua sull'edizione di lunedì 6 aprile

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Se il potere è tortura e terrore (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

BEST SELLER / ARRIVA IN ITALIA IL NUOVO NOIR DI UN MAESTRO RICONOSCIUTO, GRANGE' Se il potere è tortura e terrore Dietro l'omicidio di un organista si cela l'abisso del male "Il grido era prigioniero dell'organo" è la frase che apre l'ultimo romanzo di Jean-Christophe Grangè, l'autore del romanzo cult I fiumi di porpora e altri noir di successo internazionale, una star in Francia come da noi Carlotto o Lucarelli. Una frase curiosa, che si scopre presto alludere all'organo della chiesa armena di Saint Jean-Baptiste a Parigi, dove il musicista di origine ungherese Goetz e direttore di cori giovanili è stato ucciso mentre suonava, e il cui urlo è stato amplificato ed è andato spegnendosi lentamente nelle canne dello strumento. La musica e il grido in un ambiguo rapporto col canto e la perfezione delle voci bianche, sono al centro di questo racconto complesso, che intreccia diverse storie e vite, finendo per farle intrecciare nella Francia dei nostri giorni con le radici dei protagonisti, che passano per luoghi topici e neri di una gestione del potere basata sul terrore, l'assassinio, la tortura: dalla Germania nazista all'Algeria della lotta d'indipendenza al Cile di Pionochet. Un romanzo d'avventura, quella di Kasdan, poliziotto armeno in pensione imbottito di antidepressivi che, con Volokine, giovane della squadra minori, si mette sulle tracce dell'assassino, in gara con i poliziotti in servizio effettivo e incaricati delle indagini, cercando di precederli e finendo per scoprire un mondo terribile e invisibile. La conferma di un talento nero e visionario, scomodo ed angosciante come pochi. JEAN-CHRISTOPHE GRANGE' Miserere Garzanti, euro 15,00 PAPA' ZINK Un piccolo e raffinato editore trentino, un autore serbo originale. "Devo scrivere dell'amore? No, io racconto la solitudine". La biografia simbolica di David Albahari si arricchisce di un secondo capitolo: ne L'esca rendeva omaggio alla madre, in Zink (Zandonai, euro 11,50) ecco il padre. Romanzo nel romanzo, ironico, commovente.

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L'amore di un Dio che si fa carne sconcerta e rinfranca (sezione: Diritti umani)

( da "Libertà" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'amore di un Dio che si fa carne sconcerta e rinfranca di ALESSIO VARISCO Il momento topico delle celebrazioni del cristiano coincide con la Settimana Santa, non a caso nei primi secoli della diffusione del cristianesimo l'unica festa era la Pasqua. Ci si afferma cristiani nel segno della Croce e lo strumento di tortura, di condanna capitale per i romani, è divenuto il riscatto del peccato e l'ancora della Salvezza. Nel giorno della Risurrezione, il terzo dopo il venerdì - che rappresenta l'ora delle tenebre, la theologia crucis -, ciascuno può cantare finalmente "Christos anesti" (basterebbe andare in questi prossimi giorni nelle isole del Dodecaneso, o per le vie di un rione di Atene, all'uscita da una chiesa ortodossa e sentiremmo scambiarsi affezionati auguri pasquali in lingua greca). Si pensi che nella liturgia ambrosiana il celebrante intona "Cristo è risorto" per ben tre volte, sempre aumentando il tono della voce, sino a gridarlo. Ciò che sconcerta e rinfranca è l'amore di un Dio che si fa carne, che diviene corpo della storia, che come dice Sant'Ambrogio "non disdegnò di passare attraverso l'utero di una donna", la Theotokos. Venne difatti il Logos, che esprime la misura delle cose, che è la Vera Luce e l'Acqua Viva. Dal ventre, dal grembo nacque un Bimbo che passò dalle acque del parto a quelle del Giordano, dal Legno del Presepio sino alla bottega di casa ed in ultimo alla Croce. Ma la Crux è gemma preziosa, diviene strumento di Amore, non di sconforto e di abbandono. Monsignor Luigi Serenthà, rettore magnifico dei Seminari Milanesi, docente di cristologia, scomparso nel settembre 1986, così cantava in una sua celebre poesia: «È Natale, Signore./ O è già subito Pasqua?/ Il legno del presepio è duro,/ come il legno della croce./ Il freddo ti punge/ quasi corona di spine.» Ed il Cristo del presepe è simile al Gesù della forca, "maledetto colui che pende dalla croce" leggiamo nel Primo Testamento (Deuteronomio 21,23), ma benedetto colui che nasce in una stalla ed è deposto in una mangiatoia. In realtà il primigenio giaciglio del Messia doveva essere l'abbeveratoio, di solito di pietra scavata per qualche animale - gli stessi che troviamo anche nel presepio - e quella stessa nuda terra deve averlo accolto alla fine della sua vita mortale. Certo è che Gesù sconfisse la morte, divenendo il primogenito dei morti, ovvero il primo dei risorti. Ed il suo corpo risorto deve aver impressionato Tommaso, tanto da spingere Michelangelo Merisi detto "Il Caravaggio" - a trasferirci nell'incredulità di San Tommaso (dipinta nel 1601) la carica emotiva di quel discepolo spavaldo ed intrepido che inizialmente - da spaccone - voleva morire con Lui (Giovanni 11,16), seguirlo nell'ascesa a Gerusalemme e - se necessario - sino all'estremo sacrificio. Ma questa fede si fa a poco a poco torbida, persino nascosta, sino al punto di dubitare che i suoi amici abbiano potuto "vedere" il Risorto. Costante nell'uomo è il dubbio che diviene scetticismo, che porta il credente a interrogarsi. Ed ecco che il Cristo risorto in mezzo ai suoi appare ora anche a Tommaso e lo costringe a toccare con mano in quel costato. Un'altra immagine ci riporta ad un episodio, antecedente il culmine della esperienza cristica - e cioè la Risurrezione -, alla morte e alla deposizione dalla Croce al Sepolcro. Torna il mito della caverna: il Figlio di Dio è partorito da una Donna - che diviene la Madre di Dio - ed una caverna nella roccia - una mensola - accoglie un corpo freddo, morto, calunniato, vilipeso ed oltraggiato che lì viene deposto e curato, anche se Parasceve. Ma questa salma non resta lì, ferma ed inerme come il corpo esanime del "Cristo morto" di Holbein. No! Non possiamo dirci come il protagonista de "L'idiota" di Dostoevskij - il principe Myskin - che non vediamo nessuna bellezza ma solamente e crudamente "un cadavere"! La salma, quel cadavere, è il corpo di un uomo torturato e crocifisso, del vero Dio e vero Uomo, dell'Unto del Signore - e quindi del prescelto -, dell'Unigenito. Con questa convinzione potremmo superare l'impasse vissuta dal principe Myskin che confida a un amico: «lo sai che, osservandolo a lungo, si può anche perdere la fede?». E dunque nel Mistero Pasquale dove potrebbe essere la Bellezza? Certo è che la bellezza, non è solo esteriore, è soprattutto ontologica: è la bellezza che è bontà, quel "kalos kai agathia" che sapientemente esaltavano i greci. Pensando a questo evento, la morte di Cristo ed alla sua risurrezione, mi scorrono nella mente diverse immagini che aiutano a comprendere la difficoltà dell'uomo di realizzare la bellezza, applicandola ad un evento che, apparentemente, in maniera riduzionistica, potremmo non dire "semplice" e soprattutto "bello". Anzi, a dir proprio la verità, quel simbolo è anche brutto: la croce è simbolo di morte. Una condanna macabra. Eppure la storia dell'arte ha saputo celebrare la bellezza della croce. Certo è che la bellezza dell'arte, da sola, può "non salvare" o, addirittura, far perdere la fede come Dostoevskij fa dire al suo principe. Ma cos'è mai la fede? Sant'Agostino ci diceva: "Desideravi intellectu videre quod credidi", mentre nel "Proslogion" Sant'Anselmo arriva a cantare: «Signore, io non pretendo di penetrare la tua profondità, perché come potrei paragonare la mia intelligenza al tuo mistero? Ma desidero in qualche modo comprendere per credere, ma credo per comprendere». Pensando alla bellezza della Pasqua, all'evento che precede il trionfo del mattino dell'Ottavo giorno mi sovviene la Vergine del Sabato Santo - che mirabilmente mons. Tonino Bello descrisse in "Maria donna dei nostri giorni" - «Nelle feste c'è Lui. Nelle vigilie, al centro, c'è Lei. Discreta come brezza d'aprile che ti porta sul limitare di casa profumi di verbene, fiorite al di là della siepe». Un'immagine sintetica mariana è la Madonna addolorata, in questi giorni contemplo la Madonna "Desolata" di Tutte le Grazie custodita nella Basilica Patriarcale di Santa Maria degli Angeli in Assisi. Simile al dono da me ricevuto, un'icona del Maestro Angelo Vaccarella, iconografo, che raffigura la Vergine del Phileremo venerata per secoli in Rodi. Quest'effige mariana era custodita in un santuario, posto a quasi trecento metri sul livello del mare, fuori dalla città di Rodi, in una regione desertica -di qui il toponimo "amica della solitudine/deserto". Era l'ultimo baluardo mariano per i pellegrini diretti verso i Loca Sancta prima di imbarcarsi su barche da piccolo cabotaggio. Era l'ultima Madonna e perciò quella di "Tutte le Grazie", Colei a cui affidare la meta quasi raggiunta, le aspettative del penitente, la fede nel suo Figlio che spingeva a rischiare la propria vita. Osservandola non mi resta che dire «Per mezzo tuo, attraverso il tuo "sì", la speranza dei millenni doveva diventare realtà, entrare in questo mondo e nella sua storia» come scrive Benedetto XVI nell'Enciclica "Spe Salvi". Ed auspico che anche questa Quaresima sia un tempo fervido "nel felice rischio di incontrare Dio" così come scrisse Karl Rahner. 04/04/2009

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sit-in di solidarietà per i nomadi del campo (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina XI - Palermo Favorita Sit-in di solidarietà per i nomadi del campo La Palermo antirazzista è scesa in piazza a favore dei diritti umani. E ai manifesti affissi in questi giorni da Forza Nuova contro i rom, risponde: «Il razzismo non è un´opinione, è un reato». Con questi e con altri cartelloni le scuole della zona del campo nomadi alle porte della Favorita, in primis la direzione didattica Alcide De Gasperi, i volontari, gli studenti universitari, i medici, e tutte le associazioni che da anni lavorano a favore dell´integrazione dei rom si sono incontrati ieri pomeriggio nell´area verde accanto allo stadio delle Palme. Con loro i bambini e alcune famiglie rom. «Quello di Forza Nuova � dice Maria Giovanna Granata, dirigente della De Gasperi � è un chiaro incitamento all´odio razziale. La scuola combatte da anni tutto questo anche in assenza di risposte da parte dell´amministrazione. Nei mesi scorsi la gente del campo è stata costretta a vivere in condizioni disumane, senza acqua, senza luce. E molti sono andati via. Questa è la negazione dei diritti umani fondamenti. La negazione dell´esistenza». E Lorella Vassallo dell´ambulatorio di via D´Azeglio che due volte alla settimana fa visita ai rom del campo commenta: «Il razzismo è un reato da condannare. I rom nelle settimane scorse hanno dato prova di saper riconoscere un reato e di voler aiutare la giustizia». c.b.

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dieci anni all'aguzzino di is mirrionis (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

di Mauro Lissia Dieci anni all'aguzzino di Is Mirrionis Dura condanna per un imprenditore che tormentava una ragazza Tre anni di torture, soprusi, violenze sessuali e minacce d'ogni genere CAGLIARI. Lei era come una schiava, sottomessa, priva della personalità. Faceva qualsiasi cosa le venisse chiesta, compreso buttarsi da un muretto o farsi investire da un'auto. Lui - quasi venticinque anni più anziano - l'aveva ridotta così, con una lunga teoria di imposizioni, soprusi, violenze fisiche e morali: dalle botte alla tortura con un coltello, fino alla volta in cui l'avrebbe presa a calci usando scarponi chiodati. Finchè un giorno, dopo tre anni di violenze e pressioni psicologiche, arrivò la decisione di raccontare tutto ai carabinieri e di fare il nome dello stalker. Era il 2007: sulla base del rapporto dei militari la Procura aprì un'inchiesta e ieri mattina è arrivata la sentenza che chiude il primo grado del giudizio. Il tribunale presieduto da Mauro Grandesso ha condannato Giuseppe Moi (55 anni) di Is Mirrionis a dieci anni e mezzo di carcere, uno in più di quanti ne aveva chiesto il pm Giangiacomo Pilia il 6 febbraio scorso, a conclusione della requisitoria. Moi, che ha un'impresa di ristrutturazioni, alla lettura del dispositivo è scoppiato in un pianto dirotto. I giudici l'hanno riconosciuto colpevole di violenza sessuale, violenza privata, sequestro di persona, lesioni gravi, minacce aggravate, danneggiamento e furto. I giudici hanno stabilito che dovrà versare quindicimila euro alla parte civile rappresentata dall'avvocato Anna Maria Busia. Il difensore Marco Fausto Piras, che ha sostenuto la non colpevolezza dell'imputato, presenterà ricorso in appello contro il verdetto del tribunale. La storia scritta negli atti processuali sembra tratta da un horror di cassetta. Era il 2004 quando Moi s'inserì in una compagnia di amici del quartiere, molto più giovani e conobbe la ragazza. Lui era sposato, ma la cosa apparve subito irrilevante. I due cominciarono a frequentarsi, malgrado il padre della ragazza fosse tutt'altro che d'accordo. Per l'età dell'imprenditore, ma soprattutto perchè si conoscevano i suoi trascorsi giudiziari per fatti di droga e truffa. Comunque lo strano rapporto andò avanti e diventò nel tempo sempre più intenso. Perchè lui la soffocava con pedinamenti, telefonate continue, sms e poi azioni da codice penale: pestaggi, insulti, imposizioni prive di qualsiasi logica. La famiglia della ragazza cercò di intervenire, il risultato fu una raffica di minacce rivolte contro di loro. Perchè Moi appariva ormai scatenato nel suo furore persecutorio: «Buttati da quel muretto» e lei eseguì ferendosi in diverse parti del corpo. «Sta ferma in mezzo alla strada, devo investirti» e lei eseguì senza batter ciglio. Una sera i due singolari amanti erano seduti all'interno dell'auto di Moi e lui decise di bucarle i vestiti con un coltello, ferendola soprattutto nelle parti intime. Come dire: Moi si era ormai trasformato in un aguzzino sanguinario, la giovane donna era nelle sue mani. Tutto finì quando, spinta anche dai familiari, la ragazza si rivolse ai carabinieri e subito dopo al giornale della città. A convincerla sarebbe stato un episodio piuttosto strano: qualcuno aveva denunciato il suo ragazzo 'ufficiale' dopo avergli sistemato un pacchetto di droga nell'auto. Il sospetto fu forte e consolidò la decisione di farla finita con quell'uomo violento. Così la vicenda, dai contenuti a tratti grotteschi, venne alla luce e Moi finì in carcere con accuse molto pesanti. Che nel corso del dibattimento davanti al tribunale hanno trovato piena conferma, fino alla condanna esemplare di ieri mattina.

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Galateo grande assentenel teatrino dei partiti (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Galateo grande assentenel teatrino dei partiti È ormai evidente come la biopolitica, ovvero quell'insieme di norme giuridiche e morali che tendono a regolamentare il rapporto dei cittadini con il proprio corpo, sia ormai diventata centrale nel dibattito contemporaneo. La discussione in corso sul testamento biologico, fecondazione assistita, "utilità" dei profilattici nella lotta all'Aids sono soltanto gli esempi più eclatanti. Neanche la gravità della crisi economica riesce a ridimensionare l'attenzione della politica su questo fronte. Nel momento in cui il conflitto sociale sembra riaffacciarsi all'orizzonte dell'Occidente sembra proprio che il potere - statale, economico, religioso - senta la necessità di aumentare il controllo sui corpi biologici. Sull'altro fronte i movimenti, come quello gay, che hanno al centro della loro iniziativa proprio la rivendicazione dell'autocontrollo su corpo e identità sessuale, intensificano la loro attività a dispetto delle crescenti difficoltà. Ieri la cronaca internazionale riportava, su questo fronte, notizie di segno diametralmente opposto. La prima riguarda l'agghiacciante prospettiva che 128 detenuti iracheni, condannati alla pena capitale in quanto omosessuali, vengano uccisi. Negli ultimi 3 anni sono state eseguite in Iraq le sentenze capitali relative a 132 gay. L'Arcigay ha chiesto ufficialmente al ministro degli Esteri Franco Frattini, di sostenere la protesta internazionale contro esecuzioni che violano tutte le carte internazionali che tutelano i diritti umani. Un altro caso limite di omofobia è quello del ministro per la Morale ugandese, James Msaba Buturo che ieri ha dichiarato: «L'Onu, e in particolare alcuni Stati membri, sta ponendo in atto una campagna per diffondere l'omosessualità nel mondo, imponendone l'accettazione a tutti». «Abbiamo appreso da alcune fonti» ha aggiunto il ministro «che in una prossima conferenza l'Onu si accingerebbe a varare una norma che protegge l'omosessualità; ma noi non la accetteremo. Ho parlato ieri con l'ambasciatore delle Nazioni Unite in Uganda e gli ho ricordato che per il nostro Paese l'omosessualitàè innaturale, anormale, pericolosa e sporca». Per quanto riguarda la presa di posizione del movimento gay ugandese, che ha pubblicamente chiesto il rispetto dei propri diritti il ministro ha risposto «se li accettiamo come minoranza da difendere, anche i ladri chiederanno di essere considerati come una minoranza da difendere». Di tutt'altro tenore le prospettive negli Stati Uniti dove la Corte Suprema dell'Iowa ha stabilito che il bando delle nozze gay viola i diritti costituzionali. La sentenza fa dello Stato americano il terzo, dopo Massachusetts e Connecticut, in cui i matrimoni tra omosessuali sono legali. La sentenza rappresenta un grande successo per il movimento gay dopo la sconfitta del referendum dello scorso novembre in California che ha reso i matrimoni tra omosessuali illegali, dopo una breve parentesi di legalità. La sentenza ha invalidato una legge statale del 1998 che aveva limitato il matrimonio alle coppie eterosessuali. È la prima volta che uno Stato degli Usa continentali, politicamente in bilico tra repubblicani e democratici, legalizza le nozze gay. I giudici della Corte Suprema hanno respinto all'unanimità ogni pretesa che le obiezioni alle nozze gay possono essere considerate «razionali», hanno accantonato il rimedio delle unioni civili e sostenuto che i matrimoni tra omosessuali vanno giudicati normali a tutti gli effetti. La causa era stata presentata a nome di 12 persone che risiedono in varie contee dell'Iowa: «Come molti abitanti dell'Iowa sono tutte persone responsabili e produttive, con lavori importanti, o pensionati, e sono tutti membri rispettati delle loro comunità. Come molte persone dell'Iowa hanno figli o desiderano avere figli. L'unica differenza è che sono sentimentalmente legati a una persona dello stesso sesso e sperano un giorno di sposarsi, un'aspirazione peraltro condivisa da molte persone in tutto l'Iowa», recita il verdetto pubblicato sul sito web della Corte. galletta@ilsecoloxix.it 04/04/2009

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accusata di infedeltà, frustata in pubblico in rete il video-shock girato dai taliban (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 10 - Esteri Pakistan Accusata di infedeltà, frustata in pubblico in Rete il video-shock girato dai Taliban ISLAMABAD - Frustrata a sangue a 17 anni per essere uscita di casa con un uomo che non è suo marito: la sorte di una ragazza dello Swat – valle nel nord-est del Pakistan dove governano i Taliban, grazie a un accordo con il governo di Islamabad – ha suscitato rabbia ieri in tutto il mondo dopo che i media pachistani prima e internazionali poi hanno diffuso le immagini della punizione. La giovane è tenuta ferma da tre uomini e frustata per 34 volte nel silenzio della folla. Grida, chiede pietà, chiede di essere uccisa pur di non ricevere più frustrate ma la tortura non si ferma. Le immagini sono state girate con il telefonino dagli stessi Taliban, allo scopo di mostrare cosa accade a chi non rispetta le loro regole. Il presidente della Corte suprema, Iftikhar Chaudhry, ha annunciato l´apertura di una inchiesta. Il governo pachistano aveva assicurato che l´accordo nello Swat non avrebbe leso ai diritti umani di chi vive nell´area.

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Al sudafricano Goldstone l'inchiesta dell'Onu, ma Israele protesta (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRIMINI DI GUERRA A GAZA Il giudice scelto per una missione di accertamento dei fatti. Tel Aviv: vogliono discriminare lo Stato ebraico Al sudafricano Goldstone l'inchiesta dell'Onu, ma Israele protesta Michele Giorgio GERUSALEMME Presto dovrebbero entrare in un fase più concreta le indagini sui crimini di guerra commessi a Gaza durante l'offensiva militare israeliana «Piombo fuso» (27 dicembre 2008 - 18 gennaio) in cui sono morti oltre 1.300 palestinesi, ai quali vanno aggiunti decine di feriti gravi deceduti in questi ultimi due mesi. Le Nazioni Unite hanno affidato ad un giudice esperto, Richard Goldstone, ex giudice della Corte costituzionale sudafricana ma soprattutto ex procuratore del Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia e per il Ruanda, il compito di indagare sugli abusi e i crimini subiti dalla popolazione civile palestinese di Gaza. Il Consiglio dei diritti umani dell'Onu ha precisato che Goldstone sarà affiancato dalla britannica Christine Chinkin, specialista di diritto internazionale, da Hina Jilani, giudice della Corte suprema del Pakistan ed ex esperta dell'Onu per i diritti umani e da un colonnello irlandese in pensione, Desmond Treves. La missione di «fact-finding» era stata decisa il 12 gennaio scorso a Ginevra da una risoluzione del Consiglio dell'Onu per i diritti umani, al termine di una sessione speciale sull'offensiva israeliana a Gaza. La nomina ha un significato speciale se si tiene conto che Goldstone è ebreo e fa parte del consiglio dei governatori dell'Università ebraica di Gerusalemme. Il giudice, riferisce il Jerusalem Post, ha detto di essere rimasto «scioccato, come ebreo», dall'invito a guidare la missione. «Seguo con grande interesse ciò che avviene in Israele - ha aggiunto - e credo che potrò svolgere questo incarico con imparzialità». Secondo il mandato affidatogli, le indagini dovrebbero concentrarsi sulle vittime civili dell'operazione «Piombo fuso», ma Goldstone ha precisato che il suo team indagherà su «tutte le violazioni del diritto umanitario internazionale», compiute prima, durante e dopo il conflitto. Martin Uhomoibhi, il presidente del Consiglio dei diritti umani dell'Onu, si è detto a sua volta «fiducioso del fatto che la missione sarà in grado di valutare in modo indipendente ed imparziale tutte le violazioni commesse a Gaza». Goldstone spera di presentare un rapporto entro tre mesi dall'inizio della missione. I membri del team avranno colloqui nelle prossime settimane prima di partire per la regione, ma nessuna data è stata fissata. Israele collaborerà con Goldstone e il suo team? L'interrogativo non è secondario se si tiene conto che lo scorso dicembre le autorità dello Stato ebraico non hanno consentito al relatore speciale dell'Onu per i diritti umani, Richard Falk, di entrare in Israele e in Cisgiordania e Gaza. E qualche mese prima non aveva cooperato con la missione guidata dal premio Nobel per la pace Desmond Tutu. I primi segnali non sono rassicuranti. «Questa commissione (di Goldstone) non è incaricata di accertare la verità, ma di discriminare Israele per i suoi presunti crimini», ha detto Yigal Palmor, portavoce del ministero degli esteri israeliano, per il quale il Consiglio dei diritti umani dell'Onu è un organismo che ha perso «ogni credibilità». Lo Stato ebraico però non potrà mantenere all'infinito lo stesso atteggiamento di chiusura. Le indagini vanno avanti e le Nazioni Uniti appaiono intenzionate ad accertare l'utilizzo di armi proibite - come le munizioni al fosforo bianco in aree densamente popolate - e a fare piena luce su bombardamenti aerei e di artiglieria su case ed edifici civili che in non poche occasioni hanno colpito anche strutture dell'Onu, provocando decine di morti palestinesi. Senza dimenticare gli ostacoli alle operazioni di soccorso ai feriti palestinesi denunciate di recente anche dall'associazione israeliana «Medici per i diritti umani».

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Film e corti sui diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

VETRINA GIORNO & NOTTE pag. 13 Film e corti sui diritti umani CINEMA PER il festival Human rights nights' oggi alle 18.30, in via Valverde 15 spazio ai corti Memory zone', e alle 21.30 Democracy in Dakar'. Al San Luigi, alle 18, Haiti cherie', alle 18.30, al circolo Basso investimento di via Bufalini 30 c'è il monologo teatrale Le donne di Pola', di e con Marco Cortesi.

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(sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

«Osanna, osanna! Crocifiggilo, crocifiggilo!» --> Sabato 04 Aprile 2009 SOCIETA, pagina 13 e-mail print «Osanna, Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». «Crocifiggilo, Crocifiggilo! Salve, re dei Giudei! Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo scenda ora dalla croce perché vediamo e crediamo!». Quanto è volubile la folla. Come mutano rapidamente i sentimenti della gente. A grande velocità gli applausi e i trionfi dei «tifosi» si trasformano in insulti e odio dei «nemici». La piazza è viscerale, ragiona con la pancia e non con la testa. In quella settimana cruciale di inizio aprile dell'anno 33 dell'era cristiana, a Gerusalemme c'è il nostro inviato speciale. È uno straniero, non conosce bene la lingua e i posti, ma sa che la situazione politica è incandescente. Gli ebrei non sopportano la dominazione romana e il fuoco della ribellione cova sotto il risentimento e spesso esplode in violente manifestazioni. Per non sbagliare, l'inviato si fa guidare dall'evangelista Marco, un giovane sveglio, «segretario» dell'apostolo Pietro dal quale ha sentito il racconto della «Settimana Santa». Una folla festante accoglie Gesù di Nazareth. Eppure il «Figlio di Dio» entra in Gerusalemme a dorso di un asinello. I più scatenati sono i bambini: corrono su e giù per il corteo, ballano, gridano, si inseguono e si arrampicano sugli alberi per godersi lo spettacolo. Gli uomini stendono i mantelli sulla strada, tagliano le fronte degli alberi, agitano ramoscelli di olivo e rami di palme. Ma anche le donne - giovani e anziane, adolescenti, mamme e nonne - fanno festa, applaudono e mandano baci a quel bell'uomo dal viso mansueto, dallo sguardo penetrante, dall'animo gentile, dalla bontà infinita, dalla misericordia senza confini, dalla condotta senza peccato. Ora la scena muta radicalmente. La «tragedia del Calvario» inizia con urla assordanti e ritmate «Cro-ci-fi-ggi-lo, cro-ci-fi-ggi-lo» e si conclude con l'imprevedibile conversione e il convinto atto di fede del centurione romano, che comanda la truppa nell'operazione-crocifissione: «Davvero quest'uomo era Figlio di Dio». Cosa avrà visto quel rude soldato pagano, giunto dalla lontana Roma, in quello sconosciuto condannato a morte? La totale innocenza in contrasto con l'abominevole supplizio; il «consegnarsi» nelle mani di Dio; il silenzio tra gli scherni dei persecutori, le accuse infondate dei nemici, l'interrogatorio del governatore Ponzio Pilato, le percosse della soldataglia. Ma come è dura la «Via crucis», come è dolorosa la salita al Calvario. Incomincia dalle losche manovre dei caporioni che sobillano la massa. Passa attraverso il bacio del traditore Giuda Iscariota; la dormita e poi la fuga degli amici discepoli; il triplice rinnegamento dell'apostolo più amato, quel Simon Pietro che aveva giurato e spergiurato che mai avrebbe abbandonato il Maestro ma che, alle insinuazioni di una servetta, balbetta: «Chi? Quello? Ma se manco lo conosco». Poi l'umiliante arresto in catene come se fosse un criminale; i falsi testimoni che lo accusano; i sacerdoti e gli scribi - la «polizia del Tempio» - aizzano la folla a chiedere a Pilato di liberare l'assassino Barabba e di giustiziare Gesù «re dei Giudei». Il governatore sa che «glielo consegnano per invidia»: di fronte ai potenti accusatori e alla turba inferocita preferisce salvare la poltrona piuttosto che rovinarsi la carriera. Delle torture si occupano aguzzini che sanno come far soffrire la loro vittima. Gli sputano addosso, lo schiaffeggiano, lo percuotono, lo irridono mettendogli addosso uno straccetto rosso, lo flagellano, gli mettono «una corona di spine» e con una canna la premono sulla testa in modo che penetri in profondità nella carne e la tortura sia più lunga e dolorosa. Gli caricano sulle spalle una rozza croce e lo costringono, sanguinante per la flagellazione e indebolito dalle percosse, a portarla fino al «Luogo del cranio». Lo inchiodano mani e piedi alla croce e lo lasciano lì a morire. Ora il nostro inviato vola da Gerusalemme a Torino. Nella Cattedrale è custodita la Sindone: secondo una fondata tradizione, è il lenzuolo funebre in cui fu avvolto il corpo di Gesù. In quel telo è fotografata la passione di Cristo. I medici legali hanno contato oltre 600 lesioni grandi e piccole. Numerosissime quelle provocate dai flagelli; altre dovute alle cadute e alle spine sul capo; altre causate dai fori dei chiodi nelle mani, non nel palmo ma nel «pugnetto» per sostenere il peso del corpo, e nei piedi. Ben visibili sono la ferita del costato, tumefazioni, ammaccature, contusioni. Impressionanti le tracce di sangue procurate dal «caschetto di spine» sui capelli, sul volto. Sulla fronte spicca il «3 rovesciato». La faccia è una maschera di sangue. Sangue dalla ferita del polso sinistro: il destro non è visibile perché coperto dall'altro. Sangue lungo gli avambracci destro e sinistro; sul costato una macchia molto marcata; sulle gambe scorticate; sui piedi trafitti e piagati; sul dorso ammaccato e tumefatto dal braccio trasversale della croce, il «patibulum», che ha scorticato le spalle. Il nostro inviato è commosso. Nella passione trova una risposta definitiva la domanda che Marco dissemina nel suo Vangelo: chi è Gesù? Nel processo, nella flagellazione, nella salita al Calvario e sulla croce si rivela Figlio di Dio e dimostra di amare l'umanità da Dio. Il primo a intuirlo è il rozzo comandante del plotone di esecuzione. Pier Giuseppe Accornero 04/04/2009 nascosto-->

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NEI GIORNI scorsi la ex Pinacoteca, a Palazzo Comunale, ha ospitato la cerimonia celebrativa il ... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Arezzo)" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

VALDICHIANA pag. 19 NEI GIORNI scorsi la ex Pinacoteca, a Palazzo Comunale, ha ospitato la cerimonia celebrativa il ... NEI GIORNI scorsi la ex Pinacoteca, a Palazzo Comunale, ha ospitato la cerimonia celebrativa il 50° anniversario di "Testimonianze", la rivista fondata a Firenze nel 1958 e diretta per anni da padre Ernesto Balducci, uno degli intellettuali cattolici fiorentini di maggiore spicco tra gli anni 50 e 90. Alla cerimonia -promossa dal Comune, dall'Istituzione Culturale Educativa Castiglionese e coordinata da Giuseppe Alpini- hanno partecipato: Severino Saccardi, Consigliere Regionale della Regione Toscana oltre che direttore della rivista, il Consigliere Regionale Enzo Brogi, Attilio Monasta, pedagogista, scrittore, docente universitario e collaboratore in passato della rivista. Nei loro interventi, i relatori hanno messo in evidenza che "Testimonianze" è una rivista laica, impegnata nel dialogo tra culture e religioni, nella riflessione sui grandi temi dei diritti umani, del rispetto ambientale, della cooperazione, della solidarietà e della pace. Hanno sottolineato che essa, si pone oggi in una posizione di frontiera, all'insegna della collaborazione tra credenti e non credenti, per la realizzazione di obiettivi comuni a favore dell'uomo, in linea e in continuità con il messaggio di padre Balducci. Il direttore Saccardi ne ha ripercorso la lunga storia, vissuta sempre mantenendo un filo di continuità nell'ispirazione aperta, dialogante e democratica e nell'impegno per l'uomo: dagli anni 50-60, quando si è impegnata nel rinnovamento della Chiesa; al '68 e dintorni, quando ha seguito da vicino il "dissenso"; agli anni 70, caratterizzati dal dialogo tra credenti e non credenti sui temi della "scelta di classe"; agli anni 80, dedicati ai convegni sul disarmo e la pace, il rapporto Nord-Sud, i diritti umani; agli anni 90 la stagione della riflessione sull'interdipendenza e la mondializzazione. Arnaldo Valdarnini

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Schifani vola in Afghanistan (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 04-04-2009)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Milano)) (Nazione, La (Firenze))

Argomenti: Diritti umani

PRIMO PIANO pag. 8 Schifani vola in Afghanistan «Essenziale la presenza italiana» Intervista al presidente del Senato: «I nostri soldati sono portatori di pace» di ALESSANDRO FARRUGGIA HERAT «LA FERMEZZA con i terroristi non è certo in discussione. Contro gli insorgenti lo strumento militare servirà ancora. Ma è ormai chiaro che è la parallela strategia dell'inclusione e del dialogo la potenziale chiave per aprire la strada ad una vera stabilizzazione dell'Afghanistan. Del resto, l'apertura fatta dal presidente Obama all'Iran sembra aver prodotto i primi risultati: Teheran ha inviato un viceministro alla conferenza dell'Aia e per ora sono cessati i violenti attacchi verbali a Israele. E questo è un buon inizio di una fase che se ben gestita potrà essere fruttuosa...». E' sera quando il presidente del Senato Renato Schifani fa il punto sulla missione lampo che l'ha portato nella regione occidentale afghana di Herat, dove ha assistito alla cerimonia di trasferimento d'autorità tra la brigata alpina Julia e la brigata paracadutisti Folgore. Presidente, perchè ha consegnato al comandante della Folgore una bottiglietta con dentro la sabbia che un mese fa ha raccolto ad El Alamein? «Perchè sapendo bene il prezzo pagato dalla Folgore ad El Alamein ho voluto manifestare il mio attaccamento ai suoi valori e al sacrificio pagato per la Patria, e ho voluto farlo essendo conscio dei rischi della nostra missione in Afghanistan, dove gli attacchi sono aumentati e realisticamente ancora aumenteranno da qui alle elezioni presidenziali del 20 agosto». Non si nasconde i rischi, eppure, lei dice, anche dopo aver avuto 13 morti e 57 feriti, ha un senso esserci. «Sempre di più. Il nostro è uno sforzo essenziale per garantire la sicurezza di questa terra e aiutare gli afghani nel processo di ricostruzione del loro Paese. Siamo portatori di pace. E l'ottimo rapporto con le autorità, che mi è stato testimoniato oggi dal governatore di Herat e da alcuni ufficiali del nuovo esercito sta lì a dimostrarlo». Le popolazioni pagano però un alto prezzo di sangue dalla guarra ai talebani. «Il valore della nostra presenza sta anche nel nostro approccio attento alle popolazioni, un approccio che è diventato un caso di scuola in ambito Nato. Ciò detto, è anche alla luce di questi trenta anni di guerra, di fronte all'urgenza di una soluzione, che io sono credo in un approccio inclusivo: in queste aree così complesse, solo con il dialogo si può raggiungere la pace». La strategia dell'inclusione prevede anche una apertura ai talebani moderati, eventualità che sino a pochi mesi fa molti criticavano. Lei la condivide? «Certo. Ai talebani moderati bisogna guardare con grande attenzione e grande interesse se vogliamo che si affermi e si consolidi un quadro democratico. La frangia dei talebani irriducibili, mossi da considerazioni fondamentaliste, è minima benchè molto pericolosa e capace di mantenere nella instabilità buona parte del Paese. Con loro non è possibile alcuna mediazione. Ma con gli altri, serve il dialogo, il coinvolgimento al quale si è da tempo detto disponibile il presidente Karzai». Che però ha firmato la legge sulle donne di religione sciita che nega i più basilari diritti umani delle donne legalizzando anche lo stupro in famiglia e che sembra un tuffo nel passato.... «Non vi è dubbio che sia per noi una legge totalmente inaccettabile e che se dovesse essere pubblicata metterebbe in grandissima difficoltà l'intera comunità internazionale che ritiene i diritti delle donne principi basilari di una democrazia compiuta. Bene ha fatto il ministro Frattini a far sentire con forza la nostra voce. Ho però preso atto che si tratta di una legge promulgata ma non pubblicata e quindi mi auguro che questo ritardo possa dare spazio ad un eventuale ripensamento del presidente Karzai. E sono moderatamente fiducioso che così possa essere».

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1 Una posizione netta Il bus per gli extracomunitari dal campo di accoglienza di Borgo Mezzanone ... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

1 Una posizione netta Il bus per gli extracomunitari dal campo di accoglienza di Borgo Mezzanone verso Foggia ha il sapore della separazione, va abolita. 2 Il doppio errore Nel provvedimento c'è un improponibile riferimento alla segregazione razziale, bianchi qui, neri là. E nella giustificazione c'è stata un'insopportabile leggerezza nell'uso delle parole, che sono importanti, anche da parte del sindaco, che rimanda a pagine atroci dei libri di storia. 3 Che fare? Se è una linea di servizio, sia presentata così e senza richiami alla "sicurezza". Ci sono posti popolosi che possono essere collegati ad altre zone con servizi specifici, con navette (accade al nord e anche a Bari). Senza presentare raddoppi di linee ad hoc riservate agli extracomunitari, esclusi dalle altre corse "pubbliche". 4 Chi siamo In Puglia siamo una frontiera per il riconoscimento - a tutti - dei diritti umani. Possiamo sventolare la bandiera dell'integrazione, partendo proprio dai campi e dai braccianti stranieri, che mai hanno avuto problemi con i cittadini. 5Ma che politica è? Nel centro d'accoglienza stanno mille persone in una struttura pensata per trecento. Chiedo al governo: che politica dell'immigrazione è questa? Sono lì per chiedere asilo, e passano mesi senza che nessuno li assista legalmente. MARCO BUCCIANTINI mbucciantini@unita.it 5 risposte da Nichi Vendola Governatore della Puglia

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Poggioreale, detenuti costretti in brandine (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 04/04/2009 - pag: 3 Poggioreale, detenuti costretti in brandine La garante Adriana Tocco: vivono in dodici in celle che dovrebbero ospitarne sei NAPOLI «Pochi giorni fa c'è stato ancora un suicidio nelle carceri napoletane, il terzo dall'inizio dell'anno nella sola Poggioreale. Il suicidio di un ragazzo di ventisette anni in un penitenziario dello Stato italiano non deve e non può scorrere via nell'indifferenza». Adriana Tocco, per anni presidente del Cidi, associazione degli insegnanti fortemente impegnate nel sociale, e già consulente dell'assessorato regionale all'istruzione, da luglio scorso ha assunto l'incarico di Garante regionale delle persone detenute. Un ufficio nuovo, il suo, incardinato nel consiglio regionale. Solo da qualche giorno, però, in virtù dell'approvazione di una modifica ad un regolamento precedente, la sua figura è stata autorizzata dal legislatore ad entrare liberamente all'interno delle carceri, per verificare le condizioni in cui vivono i detenuti e poter dialogare con loro. E così, il 17 marzo scorso, è stata per la prima volta a Poggioreale. Proprio nel giorno in cui un altro giovane carcerato sceglieva di togliersi la vita e il direttore, Cosimo Giordano, aveva appena finito di affrontare l'ennesima emergenza legata al sovraffollamento della struttura (2500 persone a fronte di una capienza di 1387). «Mi accolse raccontando che, per fronteggiare nuovi improvvisi ingressi, aveva dovuto acquistare cento materassi. Quando si raggiungono picchi di presenza di molto superiori ai limiti tollerabili i detenuti dormono su brandine, sistemati alla meglio». Un quadro allarmante: lo raccontano i numeri ma anche i gesti disperati dei detenuti che decidono di togliersi la vita. «Non c'è dubbio. Nelle carceri campane ci sono 7.550 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 5350. Ma il dato di Poggioreale è il più grave. Il giovane suicida aveva fatto il suo ingresso in carcere da pochi giorni. L'esperienza racconta che la fase del primo ingresso è quella più delicata, quella in cui un minimo di sostegno psicologico sarebbe indispensabile. Ma in una situazione in cui ogni giorno bisogna fronteggiare un'emergenza, dove può rendersi necessario acquistare d'urgenza 100 materassi per far dormire i 'nuovi giunti', il sostegno psicologico è solo un'utopia». Il sovraffollamento può essere all'origine di un gesto come il suicidio? «Si provi solo ad immaginare di vivere in dodici o quattordici nello spazio esiguo di una cella progettata per ospitare sei persone. Promiscuità, tensione, aggressività diventano inevitabili. Ce l'hanno dimostrato anche gli esperimenti condotti negli anni Settanta da un famoso psicobiologo francese che osservò una colonia di topi posta in cattività, con forte limitazione dello spazio disponibile. Gli esperimenti evidenziarono, nel campione, l'impennata di due patologie comportamentali: forte aumento dell'aggressività e insorgenze depressive, con inequivocabili sintomi di predisposizione a sviluppare malattia». Quali sono le azioni prioritarie da svolgere per arginare questa situazione? Costruire nuove carceri? «Certamente servono strutture più ampie, ma bisogna anche incentivare il ricorso a misure alternative alla detenzione. Purtroppo, invece, il governo sta andando in senso inverso: ma è troppo facile spacciare il carcere come unico antidoto a tutte le paure sociali, speculare sul bisogno di sicurezza che sale da un paese impaurito». Come può intervenire un garante dei diritti dei detenuti? «Non ha molti mezzi a disposizione, ma ha il dovere di denunciare all'opinione pubblica tutte le condizioni di crisi che sviliscono la tutela dei diritti umani. I detenuti hanno diritto ad un'assistenza sanitaria e psicologica dignitosa e ora siamo di fronte ad una difficile fase di transizione: i fondi per queste spese sono passati dal ministero di Grazia e Giustizia a quello della Salute, è un momento che va gestito con molta attenzione, evitando ritardi». Progetti del suo ufficio? «A Poggioreale, d'accordo col direttore e col sostegno degli assessorati regionali alle Attività produttive e alla Formazione e lavoro riattiveremo le officine esistenti all'interno del carcere, la tipografia, la falegnameria e lo spazio per i fabbri: la dignità del detenuto passa soprattutto attraverso il lavoro. Inoltre, in collaborazione con l'associazione Carcere possibile, stiamo curando una guida per i carcerati che contiene anche i regolamenti delle strutture penitenziarie. C'è anche un progetto pilota, per attivare sportelli di assistenza multilingue. Ma l'obiettivo principale è quello di costituire un osservatorio permanente che vigili e informi sulle condizioni di vivibilità nelle nostre carceri». Chiara Marasca Sit in per i detenuti Una manifestazione davanti al carcere di Poggioreale

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Domani incontro con il Nobel Adolfo Esquivel (sezione: Diritti umani)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Provincia di Nuoro Pagina 5021 Bitti Domani incontro con il Nobel Adolfo Esquivel Bitti --> Nella giornata della pace, che coincide con la Domenica delle palme, Bitti ospita domani il pacifista argentino Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel nel 1980 per il suo impegno contro la dittatura militare degli anni Settanta. L'iniziativa, inserita nel progetto Acquarium 4, è organizzata dall'associazione “Piccolo grande coro oschirese” e ha trovato l'adesione dell'amministrazione comunale di Bitti. Esquivel incontra pubblico e autorità in piazza Asproni. L'appuntamento è alle 16. È prevista anche la messa a dimora dell'albero della pace, quindi l'esibizione dei tenores. In serata, alle 20, l'iniziativa prosegue nel cinema Ariston dove si esibiscono il coro “Oches de s'Annossata”, i tenores, il gruppo di ballo “Ballet center accademy” del coreografo Claudio Rocco con musiche di Amanda Guerreno, il cantante italo-argentino Adino Alejandro Faccia e il coro polifonico oschirese. L'iniziativa punta alla promozione della pace tra i popoli, la difesa dei diritti umani e la preservazione dell'ambiente.

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rdb: stato d'agitazione al mariutto (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MIRANO Rdb: «Stato d'agitazione al Mariutto» MIRANO. Dichiarato lo stato di agitazione sindacale alla casa di riposo Luigi Mariutto. I sindacati del pubblico impiego RdB-Cub hanno scritto al prefetto chiedendo un incontro urgente e annunciando una giornata di sciopero per protestare contro le modifiche alla turnistica e le nuove regole per i lavoratori part-time. «L'azienda - spiega per RdB Federico Martelletto - prevede di riorganizzare orari di lavoro e turnistica ricorrendo a mobilità interne e modifiche di contratti part-time individuali. Tutto ciò senza interessare i lavoratori, che troveranno già nella programmazione di maggio le modifiche dei loro turni di lavoro». Per i sindacati si tratta di una palese violazione dei diritti del lavoratore, dato che è la legge stessa a prevedere l'impossibilità della modifica unilaterale del contratto individuale senza il consenso del lavoratore su turni e orario. «Il contratto nazionale - aggiunge Martelletto - prevede che la materia sia oggetto di concertazione anche aziendale. Se classifichiamo il verbale del 3 marzo come tale, nessun cambiamento può essere effettuato unilateralmente senza che il gruppo di lavoro abbia elaborato le proposte e i protocolli». (f.d.g)

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patiti di speranza rialziamo la testa (sezione: Diritti umani)

( da "Centro, Il" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

di Pietro Santoro * PATITI DI SPERANZA RIALZIAMO LA TESTA «Voi ora siete tristi, ma io vi rivedrò, e voi vi rallegrerete, e nessuno vi toglierà la vostra gioia» (Gv. 16, 22). E la promessa di Gesù non resta vana, diventa visibile, reale. Dopo i giorni dello smarrimento, dell'abbandono, della fuga, del tradimento, del pianto, della sofferenza, esplode l'alba della gioia, della fiducia, della speranza. Il mesto corteo è sceso dal Monte Calvario, inghiottito dalla lunga sera del silenzio. Il sepolcro è stato chiuso con la pesante pietra, e il cadavere del Maestro riposa finalmente ricomposto nella sua dignità calpestata dall'orribile tortura della morte sulla Croce. E' stata congelata una Parola «diversa». Ma questa Parola è carne che non può marcire e decomporsi. E infatti, il mattino di Pasqua, Cristo esce dal sepolcro: Dio non si lascia rinchiudere. Dio non si lascia imbavagliare e fermare. Gesù è Risorto. E' Risorto per prendere in mano i frammenti delle nostre delusioni e ricomporli nel mosaico della salvezza. Risorto per dire che quelli che credono in Lui possono raccogliere tutte le sfide sicuri di vincerle. La società può creare tanti Venerdì Santo, ma il trionfo appartiene a quanti pongono nel Vangelo le loro speranze, perché il Vangelo è l'unica Parola Viva di un Dio sempre vivo tra gli scheletri della storia. Cristo è Risorto per non dimenticare l'uomo nel cimitero, per farlo risorgere dalla cenere. * Vescovo dei Marsi (Segue a pagina 12)

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costruiremo un mondo senza armi nucleari (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 5 - Attualità Costruiremo un mondo senza armi nucleari E Obama avverte: attacchi di Al Qaida più probabili in Europa che negli Usa Un mea culpa e una denuncia: l'America è stata arrogante ma l'antiamericanismo è insidioso Mai più Guantanamo, perché gli Stati Uniti «non torturano» STRASBURGO. Un mondo senza armi nucleari. Un nuovo rapporto con un'Europa più impegnata (perché più minacciata degli Usa) contro il terrorismo. Il presidente americano Barack Obama, in un discorso che ha conquistato i giovani riuniti a Strasburgo poche ore prima dell'inizio del vertice Nato, ha invitato gli alleati europei ad un "reset" dei rapporti con gli Usa mettendo da parte le incomprensioni del passato per accettare una'nuova era di responsabilita che veda gli alleati del Vecchio Continente più attivi nella lotta al terrorismo e su altri fronti. «Noi desideriamo forti alleati - ha detto Obama -. Non vogliamo essere i protettori dell'Europa, vogliano essere i partner dell'Europa». Il presidente Obama, che ha incontrato ieri a Strasburgo il collega francese Nicolas Sarkozy e a Baden Baden la cancelliera tedesca Angela Merkel, ha esortato gli alleati Nato a dare maggiori contributi alla lotta in Afghanistan contro Al Qaida e i terroristi. «E' più probabile che Al Qaida possa lanciare un grave attacco terroristico contro l'Europa che contro gli Stati Uniti, anche solo per una questione di prossimità territoriale», ha ammonito Obama. «L'Europa non deve aspettarsi che gli Stati Uniti portino questo fardello da soli. Questo è un problema congiunto che richiede un impegno congiunto». Il messaggio di Obama a contribuire di più in Afghanistan anche sotto il profilo militare (quello della ricostruzione civile vede gli europei più disponibili), duro nella sostanza ma presentato con grande efficacia, è stato accompagnato da un invito a creare un nuovo tipo di rapporti: «Vi sono stati tempi quando l'America ha mostrato arroganza e persino derisione» nei confronti dell'Europa, e restano in Europa "insidiose" ondate di anti-americanismo. L'inquilino della Casa Bianca, parlando ad una folla entusiasta di giovani a Strasburgo in un incontro stile "town hall", ha suscitato gli applausi più intensi quando ha ricordato gli sforzi già intrapresi per cambiare l'America, come la chiusura della prigione di Guantanamo e come l'impegno ferreo «a non usare mai la tortura». «L'America sta cambiando - ha sottolineato Obama - ma non può essere la sola a cambiare». Il presidente americano ha denunciato il pericolo della proliferazione nucleare. «Anche se la Guerra Fredda è finita - ha detto - la diffusione delle armi nucleari o il furto di materiale nucleare può portare alla distruzione di qualsiasi città sul Pianeta». Obama ha anticipato, senza fornire però altri dettagli, che nel discorso che farà a Praga esporrà il suo programma «per giungere al traguardo di un mondo senza armi nucleari». E ha lanciato un avvertimento alla Corea del Nord, che forse già oggi potrebbe mandare in orbita il suo missile-satellite. Obama dice che Pyongyang «dovrebbe» invece rinunciarvi. «Se dovesse avvenire - ammonisce il presidente americano - prenderemo le misure adeguate, la Corea del Nord deve capire che non può minacciare impunemente la comunità mondiale». Obama ha ricevuto una calorosa accoglienza da Sarkozy. «Sosteniamo completamente la strategia americana in Afghanistan», ha detto il presidente francese al termine dell'incontro. Il presidente Usa ha ricambiato, sottolineando la «leadership straordinaria» di Sarkozy. Altrettanto cordiale il colloquio tra Obama e la Merkel. Il presidente Usa ha detto che la Germania «è sempre stato un alleato molto solido» nella guerra in Afghanistan. Il vertice Nato a Strasburgo farà capire oggi se Obama avrà avuto successo nel suo tentativo di convincere gli alleati ad un maggiore impegno, anche militare, in Afghanistan.

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L'orgoglio di genere brasiliano (sezione: Diritti umani)

( da "Stile.it" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

“Ci sono donne che tentano di sfuggire alle tenaglie di tradizioni bigotte, doveri assurdi, mariti codardi; donne che osano cercare l’amore e finiscono…” Il Brasile è sempre stato nell’immaginario occidentale un terra ricca di musica, colori, danza e belle donne. Ma, come ogni generalizzazione ed idealizzazione è riduttiva, così quella splendida terra è molto di più ed è molto più complessa. Non solo per la sua vastità e quindi per l’eterogeneità di paesaggi, climi e persone; ma anche e soprattutto per la sua storia fatta di continue stratificazioni. Quella locale degli indios, che si fonde con quella yoruba africana degli schiavi, che a loro volta si fondono con quella dominante dei colonizzatori europei. Una tale mistura ha dato vita a quel magico sincretismo che domina quella terra e a quel miscuglio di razze che la abita. Proprio un tale incantato sentore spira dalle pagine di Heloneida Studart, dalle righe della traduzione italiana di “Francobollo d’addio”, in uscita per la Marcos y Marcos il prossimo 23 aprile. Heloneida Studart è una tra le donne più importanti della storia brasiliana moderna. Nata a Fortaleza, nello splendido Nordest, il 3 aprile 1932. Da quella che viene considerata come la zona più affascinate del Brasile, una giovane Heloneida si sposta verso l’allora capitale Rio de Janeiro. Lì compie i suoi studi ed i suoi primi passi nel mondo del giornalismo. Eletta nel 1966 presidente del Sindacato delle Associazioni Culturali (Senambra), fu arrestata e destituita dall’incarico nel 1969, per essersi opposta alla dittatura. Durante la sua prigionia fu anche torturata. Quella terribile esperienza è raccolta in quella che viene definita la “Trilogia della tortura”, composta da “La libertà è un passero azzurro” (pubblicato in Italia sempre da Marcos y Marcos nel 2008), “Lo stendardo dell’agonia”( ispirato dalla vita della sua amica Zuzu Angel) e da “Il torturatore nella processione”. Autrice anche di numerosi saggi sulla condizione femminile, nel 1978 viene eletta per il suo primo mandato come deputata dello stato di Rio de Janeiro per il Partito dei Lavoratori. Durante la sua carriera politica, lunga ben sei mandati, la Studart si contraddistingue per la lotta a sostegno dei diritti delle donne, tanto che nel 1975 fonda il Centro delle Donne Brasiliane, la prima entità femminista del paese, ed il Centro Statale dei Diritti delle Donne (Cedim). Si spegne per un attacco cardiaco il 3 dicembre 2007. Il romanzo “Francobollo d’addio”, mantiene la sua sensibilità verso il mondo femminile e narra le vicende di due donne Mariana e Leonor, sorelle, e della loro famiglia i Nogueira Alencar (come nella migliore tradizione letteraria brasiliana). Narra soprattutto le difficoltà che le donne incontravano (e forse ancora incontrano) nella società brasiliana, i loro tentativi di fuga dai lazzi delle tradizioni bigotte, dei doveri sessisti, dei matrimoni falliti e dei mariti padroni. Così quando Leonor, si vendica del trattamento da schiava subito, uccidendo il marito, Mariana – che è avvocato – decide di difenderla anche per riscattare l’oppressione del suo genere. Così l’autrice attraverso la storia di un omicidio perpetrato per vendetta compone un passionale inno all’amore ed al riconoscimento del ruolo della donna. Il tutto incorniciato da un Brasile meraviglioso, ma sfiancato dalla corruzione e dai criminali. Comunque irresistibilmente magico. Autrice: Heloneida Studart Titolo: Francobollo d’addio Edizioni: Marcos y Marcos Pagine : 256 Prezzo: 15,00

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marcia della pace per i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 9 - Gorizia Marcia della pace per i diritti umani Si svolgerà nel pomeriggio e avrà come meta il colle di Medea Romans ROMANS. Grande attesa per l'edizione 2009 della Marcia della pace che si svolgerà, questo pomeriggio, da Romans d'Isonzo al colle di Medea. La manifestazione è organizzata dal Circolo Acli "M. Fain" di Romans, dai Circoli Acli di Villesse, Fiumicello, Ruda e Cervignano, dai giovani delle Acli, dalla Consulta dei giovani e dal Centro giovanile Monsignor Galupin di Romans, dal Forum cultura di Gorizia. Aderiscono all'iniziativa anche il Comune di Romans e quello di Medea. Nei giorni scorsi i promotori dell'iniziativa hanno definito il programma della manifestazione. Il raduno dei partecipanti è previsto, alle 16, in piazza Candussi, a Romans. Dopo i saluti delle autorità, alle 16.15 ci sarà la partenza del corteo con meta finale il colle di Medea. Alle 18, presso la chiesetta di Sant'Antonio, sono in programma momenti di animazione ed interventi a cura della Consulta dei giovani del comune di Romans, dei gruppi giovanili della parrocchia con la lettura di poesie di Roberto Marino Masini e intermezzi musicali con il dj Zizzo. La marcia della pace intende promuovere i valori universali della fratellanza e della pace in tutto il mondo e in particolare nei Paesi dove i diritti umani non sono sempre garantiti, come in Libano, Palestina, Iraq, Georgia, Cecenia, Afghanistan, Bosnia, Kurdistan, Somalia, Sudan, Nepal, Darfur, Iran e Tibet. In preparazione alla manifestazione di oggi l'altra sera, sempre a Romans, si è tenuto un incontro, nel corso del quale sono state affrontate tematiche riguardanti la pace e le emergenze umanitarie dimenticate. Sono intervenuti Marino Andolina, pediatra all'ospedale "Burlo Garofano" di Trieste e rappresentante della Fondazione "Lucchetta-Ota-D'Angelo e Hrovatin la presidente del Cicolo Acli di Romans Claudia Panteni, il sindaco di Romans Alessandro Zanella e Andrea Bellavite. Il dottor Andolina si è soffermato sulla sua esperienza di medico in Paesi che hanno vissuto e stanno vivendo il dramma della guerra come la Bosnia, il Kosovo, l'Iraq e l'Afghanistan. Conflitti che sono determinati da fattori economici. I più colpiti sono le persone indifese e deboli come i bambini e le donne. Questi argomenti saranno ripresi, oggi, nel corso della Marcia della pace. Marco Silvestri

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E se il dissolvimento della società dipendesse dall'idea di libertà? (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

POLITICA 04-04-2009 PROVINO A RIFLETTERE I PROPUGNATORI DELL'INDIVIDUALISMO SPINTO E se il dissolvimento della società dipendesse dall'idea di libertà? CARLO CARDIA Q uasi nel disinteresse generale sono annunciate, o stanno maturando, in alcuni Paesi scelte che fanno arretrare ulteriormente le barriere in difesa della vita, e che dovrebbero suscitare interrogativi drammatici tra coloro che negano i rischi e i guasti dell'individualismo sfrenato del quale stiamo diventando prigionieri. In Inghilterra sono state attivate forme di pubblicità che propagandano l'aborto, e incentivano la scelta per l'interruzione della gravidanza. In Spagna è pronta una riforma per legalizzare pienamente l'aborto nelle prime 14-16 settimane cancellando anche il flebile motivo giustificativo previsto dalla legge. L'aborto diventerebbe così un diritto della persona, anziché una eccezione rispetto alla regola che almeno in linea di principio lo scoraggia. Negli Stati Uniti, secondo una proposta difficilmente valutabile data la sua gravità, la nuova Amministrazione vorrebbe diminuire le garanzie per gli obiettori di coscienza nel confronti dell'aborto, o addirittura eliminare il diritto di obiettare per medici e personale sanitario. Infine, in diversi ordinamenti si vuole introdurre il cosiddetto 'divorzio breve', che consente la fine del vincolo matrimoniale anche dopo pochi mesi, o poche settimane, provocando così l'insignificanza totale del matrimonio e relativi diritti e doveri. Coloro che da tempo indicano l'inevitabile approdo indifferentista del relativismo etico non dovrebbero meravigliarsi troppo di questa rinnovata escalation. Tuttavia, si deve dire che siamo di fronte a qualcosa di nuovo e di terribile, che lascia intravedere una vera mutazione culturale capace di offuscare l'intera stagione dei diritti umani inaugurata dopo gli orrori del totalitarismo nel 1948. Il primo obiettivo che si vuole raggiungere è quello di trasformare il ricorso all'aborto da eccezione in regola, introducendo una sorta di diritto all'aborto con le conseguenze che ne derivano. Una volta immesso questo veleno nelle pieghe dell'ordinamento, si produce un altro inevitabile effetto, perché se l'aborto è un diritto, si può propagandarlo, predisporre incentivi a suo favore, come quello degli spot pubblicitari, si criticheranno le politiche e le iniziative che vogliono favorire la scelta per la vita, come se fossero contrarie ad un diritto. Infine, l'annuncio americano (non ancora chiaro nei suoi contenuti) di limitare, o addirittura eliminare, l'obiezione di coscienza contro l'aborto viene a colpire un diritto fondamentale della persona, riconosciuto pressoché in tutte le legislazioni del mondo, di rimanere coerenti con la propria fede e la propria coscienza senza dover compiere atti contrari alla vita dei più deboli e indifesi. Quanto sta avvenendo dovrebbe far riflettere coloro che sostengono il principio per il quale la libertà individuale è sovrana, e nessuna autorità o norma superiore può limitarla, perché la sovranità di un individuo finisce sempre per esercitarsi a danno degli altri, prima ignorando i diritti di chi non ha voce, poi quelli di chi è tenuto fuori del recinto dell'individualismo, infine provocando la deformazione e decadenza dei diritti umani nel loro complesso. Il diritto alla vita si trasforma nel diritto a disporre la morte per gli altri, la libertà di coscienza da barriera contro il dispotismo diventa un ostacolo da eliminare per dare spazio all'arbitrio individuale. Quante volte la chiesa, cristiani e laici di ogni orientamento, hanno avvertito che se la legge, i costumi e la coscienza vengono svincolati da alcuni principi fondamentali, in breve tempo si erode quella sensibilità etica minima che sorregge la società e le sue strutture fondamentali, si spegne quell'attenzione per gli altri che costituisce il cuore di ogni collettività solidale? Si determina una assuefazione al male che elide progressivamente anche il disagio interiore. Oggi constatiamo tutti che queste preoccupazioni non sono frutto di pessimismo, trovano conferme nella realtà dei fatti anche oltre le previsioni. Una società nella quale si abortisce quando si vuole e come si vuole, nella quale si fa pubblicità a favore dell'aborto come per un prodotto di consumo, o ci si propone di limitare o cancellare il diritto all'obiezione di coscienza, è una società che fa paura perché perde anche le ultime tracce di un umanesimo che ha contribuito a dare all'Europa e all'Occidente una identità capace di parlare a tutto il mondo. Su questi problemi nessuno di coloro che tutti i giorni danno lezioni di laicità alla chiesa, alla religione, a coloro che intendono tutelare i diritti umani, si è soffermato a riflettere, nessuno di essi ha detto nulla, confermando almeno indirettamente che non appena possibile si vorrebbe fare così anche in Italia. Forse è il caso, quando si parla di diritti umani, di far notare e denunciare il lento dissolvimento cui possono andare incontro anche per l'indifferenza e l'apatia di chi dovrebbe tutelarli e promuoverli.

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Afghanistan/ Carfagna: Se resta legge pro-stupro via (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 4 apr. (Apcom) - "Apprendo con soddisfazione la notizia che il presidente dell'Afghanistan Karzai potrebbe rivedere la legge che legalizza lo stupro all'interno del matrimonio. Qualora non ci fossero passi avanti, però, penso che una risposta forte potrebbe essere quella proposta dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, cioè il ritiro delle soldatesse italiane in missione nel Paese". Il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, è d'accordo con il collega La Russa che, in una intervista, propone di ritirare temporaneamente il nostro contingente femminile dall'Afghanistan per far sentire il forte dissenso del governo italiano rispetto ad una legge che "viola i diritti fondamentali delle donne". "Quella del ritiro delle soldatesse, che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della popolazione - sottolinea Garfagna - è una scelta forte ma il segnale della comunità internazionale di fronte a una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno".

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Ma quanto è pasticcione Zapatero, dice il direttore del Mundo (sezione: Diritti umani)

( da "Foglio, Il" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

4 aprile 2009 Ma quanto è pasticcione Zapatero, dice il direttore del Mundo "Pedro Jota" (RamÍrez) racconta la "politica delle trovate" del premier spagnolo. Con una concessione Pedro J. RamÍrez è il direttore del Mundo, uno dei grandi giornali spagnoli, di impronta liberale e spirito battagliero. La “J” puntata, che in castigliano si pronuncia “jota”, sta per José, ma RamÍrez ci tiene così tanto alla maiuscola con il punto che in Spagna è per tutti “Pedro Jota”. Autorevole osservatore del suo paese, nel suo ufficio nella redazione del Mundo, racconta al Foglio le sue opinioni sulla Spagna di oggi. A partire dalla sostanziale crisi dei due grandi partiti. Il Partito socialista (Psoe) è sempre più solo in Parlamento e fatica a sostenere l’esecutivo di minoranza di José Luis RodrÍguez Zapatero. Nel Partito popolare (Pp), invece, benché la leadership di Mariano Rajoy si sia un pochino rafforzata con la vittoria nelle regionali in Galizia e con il primo governo non nazionalista nel Paese basco, non si è affatto sopita una feroce guerra intestina per correnti. “Credo che il Pp abbia come problema di fondo il suo deficit democratico – spiega Pedro Jota, il cui giornale è decisamente ostile nei confronti di Zapatero, ma quasi altrettanto verso Rajoy – La leadership del Pp non è stata decisa in forma democratica. Rajoy fu scelto attraverso indicazione con il dito”, cioè per designazione personale di Aznar, “nello stesso modo in cui presidenti messicani del Partito rivoluzionario istituzionale sceglievano i loro successori”. Questo sistema “poteva funzionare, e ha funzionato, nel caso di Aznar – che è stato scelto alla stessa maniera da Manuel Fraga – in primo luogo perché la democrazia spagnola allora era meno sviluppata e in secondo luogo perché Aznar vinse le elezioni mantenendo in generale una traiettoria ascendente”. Rajoy, invece, le elezioni le ha già perse due volte di fila. “Sì. Anche Aznar ha perso due volte, però sempre con una traiettoria in crescita. Penso che il Congresso di Valencia (che l’anno scorso ha confermato la leadership di Rajoy, ndr.) sia stato un Congresso ben poco democratico, perché per essere candidati era necessario avere l’avallo anticipato di una certa percentuale di votanti. E in pratica soltanto Rajoy poté presentarsi”. Il direttore del Mundo, però, sembra fiducioso nel fatto che qualcosa sia destinato a cambiare. Per la virtuosa influenza del modello americano. L’esempio statunitense nel Partito democratico ha avuto un’influenza positiva perché “ha mostrato come in un partito ci possa essere un dibattito molto forte, ci possano essere due candidati che si scontrano per mesi e mesi, attaccandosi uno con l’altro, ma che la forza di questa competizione possa poi essere capitalizzata dall’insieme del partito. E ha mostrato che gli avversari possono poi trasformarsi in collaboratori”. Anche Zapatero, d’altronde, sembra avere un piglio piuttosto deciso nell’emarginare tutti quelli che nel suo partito si rivelano portatori di qualche istanza un po’ eterodossa. E sembra che dietro il suo sorriso si celi il desiderio, sostanzialmente realizzato, di un dominio assoluto sul Psoe. Il direttore del Mundo conviene sul fatto che il premier “è un uomo dolce e amabile nelle forme, ma in realtà molto determinato e molto fermo”, però ricorda anche che nel 2000 Zapatero è uscito vincitore da un congresso in cui si misuravano quattro candidati e l’ha spuntata su José Bono per soltanto nove voti. E quindi “ha questa legittimazione originaria e poi il fatto che ha vinto due elezioni politiche. E poi credo che, quando detiene il potere, un partito si unisca molto”. Oltre al Psoe e al Pp ci sono i piccoli partiti nazionalisti che perdono potere nelle loro regioni di riferimento, ad esempio in Galizia e nei Paesi baschi, ma mantengono protagonismo a Madrid. Anzi “hanno una posizione chiave, perché al Psoe mancano sette voti per avere la maggioranza. E i partiti nazionalisti hanno una ventina di seggi. Il problema è la nostra legge elettorale”. Oltre alle difficoltà politiche, però, ora ci sono, più che altro, problemi economici. La crisi ha colpito con durezza la Spagna. E la crescita della disoccupazione preoccupa un paese che teme di tornare a un recente passato in cui i senza lavoro erano moltissimi. Le misure di contrasto alla crisi attivate dal capo del governo e dal suo ministro dell’Economia (e vicepremier) Pedro Solbes non convincono molti osservatori e neppure RamÍrez, che spiega come secondo lui “la gestione dell’economia da parte del governo di Zapatero sia un disastro. Credo che in primo luogo abbia tardato molto ad ammettere la realtà e la gravità della crisi. E che poi le misure che è andato adottando siano state delle improvvisazioni. Noi del Mundo, come anche altri che hanno posizioni più vicine al governo, abbiamo sostenuto già circa un anno fa la necessità di un patto di stato che includa il governo e l’opposizione, le associazioni degli imprenditori e i sindacati. Attraverso questa negoziazione si dovrebbero affrontare riforme strutturali, come la riforma del mercato del lavoro, riforme che facilitino l’unità del mercato interno, misure di tipo fiscale e tributario. C’è il proverbio ‘a mali estremi, estremi rimedi’: i nostri mali sono molto grandi e i nostri rimedi sono minuscoli, ridicoli”. Zapatero pare intenzionato a battere gli stessi sentieri che hanno caratterizzato la sua prima legislatura e cioè a continuare nel suo progetto di ampliamento dei diritti. Ora è il turno della cosiddetta “ley de plazos”, cioè della riforma, in direzione permissivista, della vigente legislazione sull’aborto. A tal proposito il direttore del Mundo dice che a Zapatero “piace esagerare e stimolare i conflitti sui temi sociali che possono sollevare un dibattito tra sinistra e destra, Spagna conservatrice versus Spagna progressista, anche se si tratta a volte di dibattiti artificiali. E la maniera di suscitarli consiste nel radicalizzare le posizioni per avere il maggior impatto possibile, un impatto favorevole nella sinistra e sfavorevole, di rifiuto e di mobilitazione nella destra. Perché crede che questa dinamica lo favorisca e perché ciò gli permette di dilazionare la discussione sui grandi temi che certamente toccano i cittadini, come l’economia o la struttura dello stato. Invece si sviluppano dibattiti abbastanza puerili. Ma a volte, come nel caso dell’aborto, dietro alla puerilità ci sono questioni molto serie e importanti”. Come nel caso di altre precedenti iniziative zapateriane, in Spagna le posizioni rispetto alla annunciata ley de plazos si divaricano in una durissima contrapposizione “Io sono d’accordo sul fatto che la legge sull’aborto sia da riformare – dice Pedro Jota – La legislazione vigente stava permettendo tremendi abusi che a volte erano autentici infanticidi, perché in Spagna si stavano praticando aborti molto tardivi con la scusa del rischio per la salute psichica della madre, qualora ci fosse un medico disposto ad accreditarlo”. Il problema è la vaghezza della legge. “E’ un concetto così astratto il rischio per la salute psichica della madre… Cosa significa? Che potrebbe cadere in depressione? Quindi sono d’accordo con la riforma della legge, ma credo che dovrebbe tendere a una maggiore restrittività, pur probabilmente garantendo l’esercizio del diritto all’aborto in determinate circostanze e in tutta la Spagna. Perché è vero che ci sono alcune regioni nelle quali non si trovano medici disposti a praticare aborti nei termini di legge. Al margine dell’opinione morale che ciascuno ha riguardo all’aborto, io credo che la legge debba adempiersi e che se si stabilisce che in determinati casi una donna ha diritto ad abortire credo che sia un obbligo per lo stato il garantire l’esercizio di questo diritto”. Però, secondo Pedro Jota, oltre a una certa settimana, la dodicesima o la quattordicesima, il praticare un aborto deve continuare a essere considerato un crimine, salvo che ci sia un reale e serio rischio per la vita della madre. “Questa è la mia opinione e penso che si sarebbe potuto raccogliere un ampio consenso. Però Zapatero non desidera il consenso, bensì il dissenso. In relazione all’aborto così come è stato nel caso del matrimonio omosessuale”. Però in attesa della nuova legge sull’aborto la mobilitazione dei cittadini critici verso il governo sembra essere un po’ più timida di quanto non lo sia stata quella che si sviluppò in opposizione al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Questo, secondo il direttore del Mundo, accade perché “i movimenti anti abortisti sono percepiti come molto radicali e con posizioni molto intransigenti e poco flessibili, cosa rispettabile dal punto di vista morale, della coscienza, ma poco ‘pratica’ dal punto di vista politico. Io penso che l’aborto sia uno di quei temi in cui c’è un conflitto fra diritti, per cui è necessario raggiungere un qualche punto di equilibrio che inevitabilmente finisce sempre per lasciare tutti insoddisfatti ma, allo stesso tempo, rappresenta ciò che è accettabile per l’insieme della società. E’ un po’ come la posizione di Isaiah Berlin. Quando i diritti entrano in conflitto non esiste una soluzione che sia soddisfacente quanto alla difesa della libertà nel suo insieme”. Comunque, dopo cinque anni di zapaterismo, la Spagna appare un paese profondamente cambiato. Secondo Pedro J. RamÍrez, questa non è una gran novità perché “la Spagna è vista come un esempio di come si può uscire con successo da una dittatura. E credo – aggiunge – che Zapatero all’inizio fosse ammirato per il suo spirito innovatore e l’atteggiamento da post caduta del muro, per la ricerca di un’impostazione nuova per una sinistra più moderna, del XXI secolo. Ma penso che la sua pessima gestione dei problemi concreti e la dimensione che sta prendendo la crisi economica in Spagna, crisi che è molto più grave che altrove, abbia già fatto sì che l’ammirazione per Zapatero sia molto diminuita”. Il direttore del Mundo non vede tutto nero. E plaude al nuovo corso che si apre nel Paese basco, che attende l’insediamento del primo governo senza partiti nazionalisti. “E’ una delle migliori notizie che si potessero avere dal punto di vista della democrazia, dei diritti umani, di un concetto liberale della società”. Pedro Jota è fortemente ostile ai nazionalismi e il suo giornale conduce una dura, incessante campagna per la difesa della lingua spagnola nelle Comunità autonome in cui i governi locali si battono per una prevalenza massiccia, specie nell’istruzione, del catalano, del basco e del galiziano. Un tema questo che divide il paese, ma di cui, fuori dalla Spagna, è difficile comprendere la portata. Pedro Jota lo spiega così: “Andate a Barcellona, dite che avete un figlio di sei anni e che lo volete inserire in una scuola con insegnamento in lingua spagnola, spiegando di essere italiani e che la vostra sarà una breve permanenza in Spagna per poi andare magari in Sud America. E vedrete che a Barcellona è impossibile che il figlio di chicchessia studi in spagnolo. E non sto invocando un diritto previsto nella Costituzione ma una cosa di buonsenso comune. E questo non succede in nessuna parte di Europa. Anzi succede soltanto nelle isole Faer Oer e in Groenlandia. E’ un vulnus a uno dei diritti più elementari di un essere umano, il diritto di educare un figlio nella propria lingua materna”. D’altra parte il problema con nazionalismi e secessionismi influenza la Spagna anche in alcuni temi di politica estera. E’ il caso del Kosovo che Madrid non ha mai riconosciuto, visto che baschi e catalani lo indicano, peraltro con qualche ragione, come un precedente. E quindi ora Zapatero punta al ritiro delle truppe spagnole dallo stato balcanico. Ma la decisione è stata annunciata alla chetichella, senza che i ministri competenti né gli alleati si fossero consultati sulla questione. Ne è scaturito un putiferio in patria e una grossa figuraccia all’estero. “Quasi tutti i media spagnoli – commenta il direttore del Mundo – erano d’accordo sul ritiro dal Kosovo, dal momento che la Spagna non lo ha riconosciuto e riteniamo che la comunità internazionale abbia commesso un errore nel dare riconoscimento a una dichiarazione di indipendenza unilaterale, senza tener conto delle istanze di quello stato di cui il Kosovo faceva parte. Ma quello che nessuno si aspettava è che una cosa semplice sarebbe stata gestita in modo così goffo, cioè senza accordarsi, senza consultarsi, senza coordinarsi con gli alleati”. Un nuovo fallimento, insomma, della politica estera di Madrid, che continua a essere poco incisiva, nonostante i disperati sforzi di Zapatero per restituire alla Spagna un ruolo internazionale di rilievo, riallacciare buoni rapporti con gli Stati Uniti di Obama, ottenere una seggiola al G20 e riempire di contenuti l’Alleanza delle civiltà. Ma al riguardo Pedro Jota è tranchant: “La politica estera spagnola ha in comune con la politica economica e con quella territoriale il suo carattere straordinariamente pasticcione. E’ una politica basata sulle ‘trovate’, sui gesti per apparire in tv ed è ben poco efficiente per quanto riguarda le regole della diplomazia”. di Guido De Franceschi

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AFGHANISTAN: CARFAGNA, SE RESTA LEGGE PRO-STUPRO, VIA LE SOLDATESSE. (sezione: Diritti umani)

( da "Asca" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

AFGHANISTAN: CARFAGNA, SE RESTA LEGGE PRO-STUPRO, VIA LE SOLDATESSE (ASCA) - Roma, 4 apr - ''Apprendo con soddisfazione la notizia che il presidente dell'Afghanistan Karzai potrebbe rivedere la legge che legalizza lo stupro all'interno del matrimonio. Qualora non ci fossero passi avanti, pero', penso che una risposta forte potrebbe essere quella proposta dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, cioe' il ritiro delle soldatesse italiane in missione nel Paese''. Lo ha dichiarato il ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna. La Russa, in un'intervista al Corriere della Sera, ha commentato l'introduzione in Afghanistan della legge che consente agli uomini di fede sciita di obbligare le mogli ad avere rapporti sessuali anche contro la loro volonta' proponendo di ritirare temporaneamente il nostro contingente femminile dall'Afghanistan per far sentire il forte dissenso del governo italiano rispetto ad una legge che ''viola i diritti fondamentali delle donne''. ''Quella del ritiro delle soldatesse, che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della popolazione, e' una scelta forte'', ha aggiunto il ministro, ''ma il segnale della comunita' internazionale di fronte ad una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno''. com-ghi/sam/ss

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MUSICA/ VINICIO CAPOSSELA VINCE IL PREMIO AMNESTY ITALIA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Musica/ Vinicio Capossela vince il Premio Amnesty Italia di Apcom Cantante si aggiudica settima edizione con 'Lettere di soldati' -->Roma, 4 apr. (Apcom) - Vinicio Capossela, con 'Lettere di soldati', è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall'Associazione culturale Voci per la libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nell'anno precedente. La premiazione del cantante avrà luogo a Villadose (Rovigo), nel corso della serata finale della dodicesima edizione del concorso musicale dal vivo 'Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty', in programma dal 16 al 19 luglio. "Ho iniziato a scrivere questa canzone al tempo della prima guerra del Golfo. Tutti noi tremavamo, era la prima volta che la guerra dava l'impressione di arrivare in casa di ognuno, in diretta, per mezzo della televisione, rendendoci partecipi come a un evento. Quella sera, al Teatro Storchi di Modena, Ivano Fossati - ha dichiarato Vinicio Capossela - concluse il suo concerto cantando 'Il disertore' di Boris Vian. Io tornai a casa e pensavo a tutta questa gente sull'orlo della catastrofe. Ognuno si sentiva impaurito qui più che al fronte. Dunque fui vittima, come tutti, della Paura, la Paura minacciata ad arte, che da sempre trova la più grande cassa di risonanza. Una canzone non è nulla confrontata a quanto fanno le persone che lavorano in organizzazioni come Amnesty International. Dunque ringrazio Amnesty International per il lavoro che svolge e per l'attenzione che ha dedicato al mio". "La canzone 'Lettere di soldati' di Vinicio Capossela ci racconta immagini di guerra crude e realistiche, prive di ogni retorica romantica e senza alcuna traccia di eroismo. Descrive la guerra - ha affermato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International - come luogo della spersonalizzazione assoluta e ci porta in una dimensione in cui l'uomo perde la propria identità e umanità. "Amnesty International e Voci per la libertà hanno conferito il Premio Amnesty a questo brano perché - motiva Pobbiati - porta a riflettere sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in questo primo decennio del 21esimo secolo ancora attraversato da conflitti sanguinosi e spesso, apparentemente, senza soluzione".

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AFGHANISTAN/ CARFAGNA: SE RESTA LEGGE PRO-STUPRO VIA SOLDATESSE (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Afghanistan/ Carfagna: Se resta legge pro-stupro via soldatesse di Apcom "D'accordo con la proposta di La Russa" -->Roma, 4 apr. (Apcom) - "Apprendo con soddisfazione la notizia che il presidente dell'Afghanistan Karzai potrebbe rivedere la legge che legalizza lo stupro all'interno del matrimonio. Qualora non ci fossero passi avanti, però, penso che una risposta forte potrebbe essere quella proposta dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, cioè il ritiro delle soldatesse italiane in missione nel Paese". Il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, è d'accordo con il collega La Russa che, in una intervista, propone di ritirare temporaneamente il nostro contingente femminile dall'Afghanistan per far sentire il forte dissenso del governo italiano rispetto ad una legge che "viola i diritti fondamentali delle donne". "Quella del ritiro delle soldatesse, che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della popolazione - sottolinea Garfagna - è una scelta forte ma il segnale della comunità internazionale di fronte a una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno".

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ZIMBABWE/ VIETATA LA VENDITA DEI DIAMANTI ESTRATTI NELL'EST (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Zimbabwe/ Vietata la vendita dei diamanti estratti nell'est di Apcom Lo ha deciso il Processo di Kimberley -->Harare, 4 apr. (Apcom) - Il Sistema di certificazione del processo di Kimberley, volto a eliminare dal mercato mondiale "i diamanti della guerre", ha vietato la vendita dei preziosi estratti nella zona orientale dello Zimbabwe. "La Federazione mondiale delle borse di diamanti (Wfdb) e i suoi membri sono determinati a fare tutto il possibile per impedire il commercio dei diamanti dello Zimbabwe o di altri" che alimentano un conflitto, ha detto il Presidente Avi Paz in un comunicato. Stando a quanto denunciato nei mesi scorsi dai media locali, i diamanti vengono estratti nella regione di Marange usando a forza i minori e violando i diritti umani. Lo scorso anno, le autorità di Harare hanno isolato una vasta zona nella zona est del Paese, dove l'azienda di Stato Zimbabwe Mining Development Corporation estrae fino a 60.000 carati alla settimana, stando ai dati ufficiali. Il processo di Kimberley, realizzato nel 2000, riunisce governi e imprenditori del settore dei preziosi con l'obiettivo di evitare l'impiego delle pietre per finanziare le attività dei movimenti ribelli. (fonte Afp)

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La Russa e Carfagna ipotizzano ritiro soldatesse da Afghanistan (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ROMA (Reuters) - Il ministro della Difesa Ignazio La Russa potrebbe proporre il ritiro temporaneo delle soldatesse impegnate nel contingente italiano in Afghanistan se Kabul non rivedrà la recente legge che ha di fatto legalizzato lo stupro all'interno delle famiglie. Lo ha detto lo stesso ministro oggi in un'intervista al Corriere della sera. "Un ritiro delle nostre donne in divisa... potrebbe rappresentare un gesto molto significativo sul ruolo dell'universo femminile... sarebbe il miglior insegnamento per la popolazione afghana", ha detto la Russa. Una posizione che oggi ha trovato il consenso di un altro esponente del governo, il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna. " Apprendo con soddisfazione la notizia che il presidente dell'Afghanistan Karzai potrebbe rivedere la legge che legalizza lo stupro all'interno del matrimonio", ha detto in una nota la Carfagna. "Qualora non ci fossero passi avanti , però, penso che una risposta forte potrebbe essere quella proposta dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, cioè il ritiro delle soldatesse italiane in missione nel Paese". "Quella del ritiro delle soldatesse, che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della popolazione, è una scelta forte", aggiunge il ministro Carfagna, "ma il segnale della comunità internazionale di fronte a una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno".

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AFGHANISTAN: CARFAGNA, SE RESTA LEGGE PRO-STUPRO, VIA LE (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

(ASCA) - Roma, 4 apr - ''Apprendo con soddisfazione la notizia che il presidente dell'Afghanistan Karzai potrebbe rivedere la legge che legalizza lo stupro all'interno del matrimonio. Qualora non ci fossero passi avanti, pero', penso che una risposta forte potrebbe essere quella proposta dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, cioe' il ritiro delle soldatesse italiane in missione nel Paese''. Lo ha dichiarato il ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna. La Russa, in un'intervista al Corriere della Sera, ha commentato l'introduzione in Afghanistan della legge che consente agli uomini di fede sciita di obbligare le mogli ad avere rapporti sessuali anche contro la loro volonta' proponendo di ritirare temporaneamente il nostro contingente femminile dall'Afghanistan per far sentire il forte dissenso del governo italiano rispetto ad una legge che ''viola i diritti fondamentali delle donne''. ''Quella del ritiro delle soldatesse, che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della popolazione, e' una scelta forte'', ha aggiunto il ministro, ''ma il segnale della comunita' internazionale di fronte ad una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno''.

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Mezzanone, bus immigrati, Cicolella: "Una demagogia falsa e strumentale" (sezione: Diritti umani)

( da "Grecale, Il" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

sabato 04 aprile 2009 15:00 Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Sulla vicenda è intervenuta anche la vicepresidente della commissione regionale Puglia sulle Pari Opportunità del Pd Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Foggia - Il vicepresidente della commissione regionale Puglia sulle pari opportunità del Partito Democratico, Rosa Cicolella, interviene sulla questione della linea di trasporto per il Centro di Accoglienza di Borgo Mezzanone. “ Si tratta di un enorme polverone sollevato a livello locale e nazionale attorno al presunto atteggiamento ‘razzista’ della città di Foggia nei confronti degli extracomunitari del Centro di Accoglienza di Borgo Mezzanone”. "Non è possibile accettare che un difetto di comunicazione – spiega Cicolella - generi un equivoco oggetto di facili strumentalizzazioni. Le difficoltà obiettive che questa città, come altre, vive per l’integrazione delle diverse etnie non possono portare a coniare retorici proclami e a tacciare questo territorio di razzismo. Sempre le istituzioni di Foggia hanno rivolto un’attenzione centrale ai diritti degli immigrati, e non è accettabile che sull’organizzazione di un servizio di bus, che tra l’altro mira a facilitare un percorso altrimenti disagevole, si debbano emettere livide lezioni di difesa dei diritti umani da chicchessia”.

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Musica/ Vinicio Capossela vince il Premio Amnesty Italia (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 4 apr. (Apcom) - Vinicio Capossela, con 'Lettere di soldati', è il vincitore della settima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall'Associazione culturale Voci per la libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nell'anno precedente. La premiazione del cantante avrà luogo a Villadose (Rovigo), nel corso della serata finale della dodicesima edizione del concorso musicale dal vivo 'Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty', in programma dal 16 al 19 luglio. "Ho iniziato a scrivere questa canzone al tempo della prima guerra del Golfo. Tutti noi tremavamo, era la prima volta che la guerra dava l'impressione di arrivare in casa di ognuno, in diretta, per mezzo della televisione, rendendoci partecipi come a un evento. Quella sera, al Teatro Storchi di Modena, Ivano Fossati - ha dichiarato Vinicio Capossela - concluse il suo concerto cantando 'Il disertore' di Boris Vian. Io tornai a casa e pensavo a tutta questa gente sull'orlo della catastrofe. Ognuno si sentiva impaurito qui più che al fronte. Dunque fui vittima, come tutti, della Paura, la Paura minacciata ad arte, che da sempre trova la più grande cassa di risonanza. Una canzone non è nulla confrontata a quanto fanno le persone che lavorano in organizzazioni come Amnesty International. Dunque ringrazio Amnesty International per il lavoro che svolge e per l'attenzione che ha dedicato al mio". "La canzone 'Lettere di soldati' di Vinicio Capossela ci racconta immagini di guerra crude e realistiche, prive di ogni retorica romantica e senza alcuna traccia di eroismo. Descrive la guerra - ha affermato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International - come luogo della spersonalizzazione assoluta e ci porta in una dimensione in cui l'uomo perde la propria identità e umanità. "Amnesty International e Voci per la libertà hanno conferito il Premio Amnesty a questo brano perché - motiva Pobbiati - porta a riflettere sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in questo primo decennio del 21esimo secolo ancora attraversato da conflitti sanguinosi e spesso, apparentemente, senza soluzione".

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Rodrigo Garcia (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Rodrigo Garcia «Il teatro può salvare il pensiero» CARMELITA CELI Wroclaw. «Non insistere con l'acqua bollente, è morto. Sta morendo e tu ci godi». Il rumore assordante della vita di un astice auscultato ed ecografato. Rumore e odore di morte annunciata. E Juan - attore-cuoco-convitato di Accidens - Matar para comer di Rodrigo Garcia, Premio Europa Nuove Realtà Teatrali - se lo cucina per cena. Lo squarta con voluttà paurosamente sonora, lo cosparge di sale, prende ad ungere l'enorme graticola su cui il poveretto farà la fine di San Lorenzo. Fumi da trattoria sul mare, sembra di stare a Capomulini in una notte di mezzestate invece che alla Sala Gotycka, uno delle "cantine" teatrali della Wroclaw di Grotowski. E' lo spettacolo che gli animalisti bloccarono qualche anno fa a Scenario Pubblico, insieme con l'autore, Garcia, l'ispano-argentino di Carniceria Teatro, forse per il periodo passato a lavorare nella macelleria del padre o forse perché impregnato di una "macelleria" assai più bestiale, l'Argentina di Jorge Videla, che Rodrigo adolescente fotografava alla fine degli anni '70. Juan sorseggia vino bianco e rigira "san Lorenzo". Poi "scrocchia", succhia, tritura e scruta il pubblico con insolenza poetica. «La spettacolarità mette a rischio la profondità? Accade - dice Garcia, presente anche con El perro e Arrojad mis cenizas sobre Mickey - Dipende dalla disponibilità poetica degli spettatori, spesso la fretta della vita quotidiana appanna l'attenzione». Lo bueno de los animales es que te quieren sin preguntar nada (Ti amano senza chiederti niente, gli animali): è il titolo di un'altra sua produzione ma sembra chiosare la "pieza" dell'astice che chissà che non sia, alla lunga, più animalista degli animalisti giacché legata al concetto d'umanità in quanto obbligo di "uccidere per mangiare" e come contrario di disumanità, aggressione, tortura. In una parola, Videla. «Non ho mai preteso di riprodurre interi universi, mi basta esporre un'idea con ironia e ambiguità, gli spettacoli sono contenitori delle nostre incoerenze. Ma, certo, il rapporto tra Juan e l'astice suggerisce altro: provengo da un Paese in cui la tortura era fatto di tutti i giorni, morire era di casa in Argentina». Fuori dall'Europa eppoi dentro ad una nicchia europea non abbastanza conosciuta e non meno ribollente dell'Est, per culture in conflitto. E' il Belgio fiammingo di Anversa, citta' di Guy Cassiers, lui pure Premio Nuove Realtà, che coniugava tecnologia ed emozioni sin da quel Kaspar di Handke, negli anni '80 e di cui il Premio presentava Sunken Red, lamento per la madre morta da parte del figlio che l'aveva seguita, a nemmeno dieci anni, in un campo di concentramento giapponese. Teatro politico, non politicizzato (notava il fiammingo Van der Brempt) che ci permette di capire la nostra storia e può aiutarci a creare nuove vie. «Il caos finanziario ci insegna che troppi specialisti creano la crisi. Perché non pensare che una diversa immaginazione porti a soluzioni più serie? Il teatro non salverà il mondo ma può salvare il pensiero».

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CROAZIA/ ZAGABRIA. SCOPERTA FOSSA COMUNE CON 4.500 CADAVERI (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Croazia/ Zagabria. scoperta fossa comune con 4.500 cadaveri di Apcom Tra vittime soldati Ustascia e 500 ufficiali esercito tedesco -->Zagabria, 4 apr. (Apcom) - Una fossa comune, che potrebbe contenere circa 4.500 corpi di persone uccise alla fine della Seconda guerra mondiale dall'ex regime comunista, è stata scoperta a una ventina di chilometri a ovest di Zagabria. Lo hanno riferito la televisione e i giornali croati. Sono sei grotte situate a Harmina, nella regione di Zapresic, nei pressi della frontiera tra la Croazia e la Slovenia. L'analisi delle ossa ritrovate ha dimostrato che sono di origine umana, secondo le stesse fonti. Tra le vittime ci sono soldati del regime croato filo-nazista Ustascia, ma anche cinquecento ufficiali dell'esercito tedesco, secondo il sito del quotidiano Jutarnji List. I militari tedeschi appartenevano "alla 39ma divisione della Wermacht, composta da croati, diretti da ufficiali tedeschi", ha spiegato un responsabile di un'organizzazione per i diritti umani. All'inizio del 1945 la 39ma divisione si è arresa ai partigiani comunisti del maresciallo Tito, nei pressi della città croata di Rijeka. Tutti i soldati sono stati giustiziati e gettati nelle grotte di Harmica. (Fonte Afp)

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Nato/ Obama: Legge stupri in Afghanistan è aberrante (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Strasburgo, 4 apr. (Apcom) - La legge in Afghanistan che legalizza gli stupri matrimoniali per la minoranza sciita del Paese "è aberrante". Lo ha sottolineato il presidente Usa Barack Obama, assicurando che questo giudizio "è stato e sarà comunicato al governo (del presidente afgano Hamid) Karzai. Penso sia importante rispettare la cultura locale, ma penso anche che tutti debbano rispettare alcuni principi di base", ha spiegato Obama, citando in particolare i diritti della donna. Secondo l'inquilino della Casa Bianca la difesa dei diritti umani in Afghanistan "è complementare" all'obiettivo primario dell'intervento militare della comunità internazionale, che è quello di "sradicare al Qaida in modo che non possano più attaccare i membri dell'Alleanza".

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ALLA LIBRERIA ODRADEK DI ROMA, LIRICHE DI MIMMO SAMMARTINO (sezione: Diritti umani)

( da "Basilicanet.it" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ALLA LIBRERIA ODRADEK DI ROMA, LIRICHE DI MIMMO SAMMARTINO 04/04/2009 18.26.49 [Basilicata] Si è¨ parlato di migranti e di diritti degli uomini costretti a lasciare la propria terra. E' stato un incontro dedicato al racconto dei Sud del mondo quello organizzato alla libreria Odradek, in via dei Banchi vecchi 57, a Roma. Una serata letteraria per presentare i due progetti in forma di libro editi dai librai-artigiani di Napoli, specializzati in libri d'arte, "Il filo di partenope". Con Alberto D'Angelo e Lina Marigliano, in rappresentanza del "Filo di partenope", lo scrittore-giornalista lucano, Mimmo Sammartino, autore delle liriche pubblicate nelle due opere stampate: "C'è¨ qualcuno che piange qui?" e "17". I testi lirici di Sammartino sono tratti dal volume, edito da Sellerio, "Un canto clandestino saliva dall'abisso". L'iniziativa proposta fa seguito ad analoghi appuntamenti già  promossi a Napoli, presso la libreria "Il filo di partenope", e a Milano, nella "Libreria del Mondo Offeso". "Il filo di partenope" produce artigianalmente libri d'arte e di artisti. Volumi nei quali le parole e i testi costituiscono un telaio sul quale viene realizzato il libro che, su ideazione e realizzazione di Lina Marigliano, viene composto con materiali richiamati dalla scrittura e opere artistiche che ne rappresentano e ne interpretano i contenuti. "C'è¨ qualcuno che piange qui?" e "17" fanno riferimento alle tragedie dei migranti. Ai barconi finiti in fondo al mare, trascinando con loro anche molte vite che cercavano un approdo. Il librino "17" si avvale, oltre che del testo di Sammartino, di un contributo di Stefano Liberti, e di acqueforti e acquetinte firmate da Giuliano Tomaino. Il progetto in forma di libro "C'è¨ qualcuno che piange qui?" è¨ una iniziativa realizzata in occasione del sessantesimo anniversario della Carta dei diritti umani (10 dicembre 2008) e dedicato alle vittime delle tragedie del mare. Come quelle di Vendicari, avvenuta nel 2007 (17 migranti annegati), o la grande tragedia di Portopalo che si è¨ verificata a Natale del 1996 (tema ispiratore delle liriche di "Un canto clandestino saliva dall'abisso", scritto da Sammartino: qui le vittime furono 283). Simbolo prescelto nel progetto "C'è¨ qualcuno che piange qui?" è¨ la scarpa spaiata, segno del viaggio interrotto, ma anche metafora del mondo calpestato, presagio di morte. Nelle opere presentate, le parole sono state accompagnate dalle opere firmate da un nutrito gruppo di artisti: Vittorio Avella, Cristina Balsotti, Antonio Barbagallo, Alberto Casiraghi, Giovanni Cerri, Riccardo Dalisi, Adriana Del Vento, Lello Esposito, Marina Falco, Lucia Gangari, Daniela Morante, Daniela Pergreffi, Renata Petti, Amato Rak, Rinedda, Mariano Sommella, Giuliano Tomaino. La materia che che interpreta il contenuto della vicenda narrata è¨ il cuoio, quello che si usa per la suola delle scarpe. I testi sono stampati su carta paglia, quella con la quale, un tempo, si incartava il pescato. Alla serata romana, oltre agli interventi di Alberto D'Angelo e alle liriche di Mimmo Sammartino, hanno portato il loro contributo, fra gli altri, il regista Vittorio nevano, il pittore Rocco Falciano, il giornalista Franco Rina, il critico cinematografico Attilio Coco. (A.S. - BAS 01)

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NATO/ OBAMA: LEGGE STUPRI IN AFGHANISTAN È ABERRANTE (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 04-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Nato/ Obama: Legge stupri in Afghanistan è aberrante di Apcom Difesa diritti umani è "complementare" a lotta contro al Qaida -->Strasburgo, 4 apr. (Apcom) - La legge in Afghanistan che legalizza gli stupri matrimoniali per la minoranza sciita del Paese "è aberrante". Lo ha sottolineato il presidente Usa Barack Obama, assicurando che questo giudizio "è stato e sarà comunicato al governo (del presidente afgano Hamid) Karzai. Penso sia importante rispettare la cultura locale, ma penso anche che tutti debbano rispettare alcuni principi di base", ha spiegato Obama, citando in particolare i diritti della donna. Secondo l'inquilino della Casa Bianca la difesa dei diritti umani in Afghanistan "è complementare" all'obiettivo primario dell'intervento militare della comunità internazionale, che è quello di "sradicare al Qaida in modo che non possano più attaccare i membri dell'Alleanza".

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