CENACOLO
DEI COGITANTI |
NATO: Il presidente Obama:
"l'America cambia ma anche l'Europa deve cambiare"
( da "Italia Estera Online"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: senza tortura e senza terrorismo.
Ma Obama ha avvertito che, per il momento, la realtà è diversa. Dai santuari in
Afghanistan e nelle zone frontaliere del Pakistan Al Qaeda continua a
minacciare tutti. “L?Europa è più esposta degli Stati Uniti ad un attacco
perché geograficamente è più vicina”
SCUOLA, GELMINI INCONTRA
KERRY KENNEDY: DIRITTI U ( da "WindPress.it"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: insegnamento di Cittadinanza e
Costituzione con approfondimenti sui diritti umani a livello internazionale.
"Sono convinta ha affermato il ministro Gelmini che sia fondamentale nella
scuola approfondire il tema dei diritti umani nel mondo. Per questo sono lieta
di portare avanti questi progetti con la Fondazione Kennedy.
Cartoons on the bay,
appello contro lo stupro autorizzato in Afghanistan
( da "Blogosfere" del
04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Ci siamo illusi pensando che con la
globalizzazione e gli scambi internazionali crescesse la civiltà e si
radicassero i valori della Carta dei diritti umani scritta sessanta anni fa.
Questa legge di Karzai ci deprime e ci preoccupa: ancora una volta la
speculazione politica e la strumentalizzazione religiosa calpestano la dignità
e l?integrità della donna”.
Shoah/ Usa sospendono
l'estradizione di Demjanjuk ( da "Virgilio
Notizie" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: durante la Seconda guerra mondiale,
con la notizia che un giudice Usa ha sospeso (per ora) la sua estradizione
verso la Germania, Paese che vuole processarlo. Lo stop all'estradizione,
prevista per domenica, l'ha comunicata il figlio. Secondo lui, il viaggio e il
processo, considerata l'età del padre, equivarrebbe alla tortura.
USA/ ACCORDO CON
UZBEKISTAN PER TRANSITO MATERIALE IN AFGHANISTAN
( da "Wall Street Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Gli Stati Uniti hanno firmato ieri
un accordo con l'Uzbekistan che autorizza il transito di materiale statunitense
non militare verso l'Afghanistan. Osservatori hanno notato il pragmatismo della
politica Usa, che stringe accordi con un Paese che è accusato di violare
sistematicamente e su vasta scala i diritti umani. (con fonte Afp)
SHOAH/ USA SOSPENDONO
L'ESTRADIZIONE DI DEMJANJUK ( da "Wall
Street Italia" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: durante la Seconda guerra mondiale,
con la notizia che un giudice Usa ha sospeso (per ora) la sua estradizione
verso la Germania, Paese che vuole processarlo. Lo stop all'estradizione,
prevista per domenica, l'ha comunicata il figlio. Secondo lui, il viaggio e il
processo, considerata l'età del padre, equivarrebbe alla tortura.
Gelmini: a scuola un'ora
anche per i diritti umani ( da "Giornale
di Brescia" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: insegnamento di Cittadinanza e
Costituzione con approfondimenti sui diritti umani a livello internazionale.
«Sono convinta - ha affermato il ministro Gelmini - che sia fondamentale nella
scuola approfondire il tema dei diritti umani nel mondo. Per questo sono lieta
di portare avanti questi progetti con la Fondazione Kennedy.
Il documento/2 - La
societàn L'inclusione sociale dev'essere obbiettivo primario dell'azione
pubblica ( da "Cittadino,
Il" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: I diritti umani sono indivisibili.
Una politica sociale che voglia realmente governare l'inclusione avendo come
base la dignità umana deve essere costituita da una serie complessa di
interventi che vanno portati avanti tutti insieme, a rischio altrimenti di
diventare inutili se non addirittura dannosi.
Se il potere è tortura e
terrore ( da "Trentino"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Se il potere è tortura e terrore
Dietro l'omicidio di un organista si cela l'abisso del male "Il grido era
prigioniero dell'organo" è la frase che apre l'ultimo romanzo di
Jean-Christophe Grangè, l'autore del romanzo cult I fiumi di porpora e altri
noir di successo internazionale, una star in Francia come da noi Carlotto o
Lucarelli.
L'amore di un Dio che si
fa carne sconcerta e rinfranca ( da "Libertà"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: segno della Croce e lo strumento di
tortura, di condanna capitale per i romani, è divenuto il riscatto del peccato
e l'ancora della Salvezza. Nel giorno della Risurrezione, il terzo dopo il
venerdì - che rappresenta l'ora delle tenebre, la theologia crucis -, ciascuno
può cantare finalmente "Christos anesti" (basterebbe andare in questi
prossimi giorni nelle isole del Dodecaneso,
sit-in di solidarietà per
i nomadi del campo ( da "Repubblica,
La" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: solidarietà per i nomadi del campo
La Palermo antirazzista è scesa in piazza a favore dei diritti umani. E ai
manifesti affissi in questi giorni da Forza Nuova contro i rom, risponde: «Il
razzismo non è un´opinione, è un reato». Con questi e con altri cartelloni le
scuole della zona del campo nomadi alle porte della Favorita, in primis la
direzione didattica Alcide De Gasperi, i volontari,
dieci anni all'aguzzino di
is mirrionis ( da "Nuova
Sardegna, La" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: imprenditore che tormentava una
ragazza Tre anni di torture, soprusi, violenze sessuali e minacce d'ogni genere
CAGLIARI. Lei era come una schiava, sottomessa, priva della personalità. Faceva
qualsiasi cosa le venisse chiesta, compreso buttarsi da un muretto o farsi
investire da un'auto. Lui - quasi venticinque anni più anziano - l'aveva
ridotta così, con una lunga teoria di imposizioni,
Galateo grande assentenel
teatrino dei partiti ( da "Secolo
XIX, Il" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: internazionale contro esecuzioni
che violano tutte le carte internazionali che tutelano i diritti umani. Un
altro caso limite di omofobia è quello del ministro per la Morale ugandese,
James Msaba Buturo che ieri ha dichiarato: «L'Onu, e in particolare alcuni
Stati membri, sta ponendo in atto una campagna per diffondere l'omosessualità
nel mondo, imponendone l'accettazione a tutti».
accusata di infedeltà,
frustata in pubblico in rete il video-shock girato dai taliban
( da "Repubblica, La"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Le immagini sono state girate con
il telefonino dagli stessi Taliban, allo scopo di mostrare cosa accade a chi
non rispetta le loro regole. Il presidente della Corte suprema, Iftikhar
Chaudhry, ha annunciato l´apertura di una inchiesta. Il governo pachistano
aveva assicurato che l´accordo nello Swat non avrebbe leso ai diritti umani di
chi vive nell´area.
Al sudafricano Goldstone
l'inchiesta dell'Onu, ma Israele protesta
( da "Manifesto, Il"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Il Consiglio dei diritti umani
dell'Onu ha precisato che Goldstone sarà affiancato dalla britannica Christine
Chinkin, specialista di diritto internazionale, da Hina Jilani, giudice della
Corte suprema del Pakistan ed ex esperta dell'Onu per i diritti umani e da un
colonnello irlandese in pensione, Desmond Treves.
Film e corti sui diritti
umani ( da "Resto
del Carlino, Il (Forlì)" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 13 Film e corti sui diritti umani
CINEMA PER il festival Human rights nights' oggi alle 18.30, in via Valverde 15
spazio ai corti Memory zone', e alle 21.30 Democracy in Dakar'. Al San Luigi,
alle 18, Haiti cherie', alle 18.30, al circolo Basso investimento di via
Bufalini 30 c'è il monologo teatrale Le donne di Pola', di e con Marco Cortesi.
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Delle torture si occupano aguzzini
che sanno come far soffrire la loro vittima. Gli sputano addosso, lo
schiaffeggiano, lo percuotono, lo irridono mettendogli addosso uno straccetto
rosso, lo flagellano, gli mettono «una corona di spine» e con una canna la
premono sulla testa in modo che penetri in profondità nella carne e la tortura
sia più lunga e dolorosa.
NEI GIORNI scorsi la ex
Pinacoteca, a Palazzo Comunale, ha ospitato la cerimonia celebrativa il ...
( da "Nazione, La (Arezzo)"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: nella riflessione sui grandi temi
dei diritti umani, del rispetto ambientale, della cooperazione, della
solidarietà e della pace. Hanno sottolineato che essa, si pone oggi in una
posizione di frontiera, all'insegna della collaborazione tra credenti e non
credenti, per la realizzazione di obiettivi comuni a favore dell'uomo, in linea
e in continuità con il messaggio di padre Balducci.
Schifani vola in Afghanistan
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che nega i più basilari diritti
umani delle donne legalizzando anche lo stupro in famiglia e che sembra un
tuffo nel passato.... «Non vi è dubbio che sia per noi una legge totalmente
inaccettabile e che se dovesse essere pubblicata metterebbe in grandissima
difficoltà l'intera comunità internazionale che ritiene i diritti delle donne
principi basilari di una democrazia compiuta.
1 Una posizione netta Il
bus per gli extracomunitari dal campo di accoglienza di Borgo Mezzanone ...
( da "Unita, L'" del
04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 4 Chi siamo In Puglia siamo una
frontiera per il riconoscimento - a tutti - dei diritti umani. Possiamo
sventolare la bandiera dell'integrazione, partendo proprio dai campi e dai
braccianti stranieri, che mai hanno avuto problemi con i cittadini. 5Ma che politica
è? Nel centro d'accoglienza stanno mille persone in una struttura pensata per
trecento.
Poggioreale, detenuti
costretti in brandine ( da "Corriere
del Mezzogiorno" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti dei detenuti? «Non ha molti
mezzi a disposizione, ma ha il dovere di denunciare all'opinione pubblica tutte
le condizioni di crisi che sviliscono la tutela dei diritti umani. I detenuti
hanno diritto ad un'assistenza sanitaria e psicologica dignitosa e ora siamo di
fronte ad una difficile fase di transizione: i fondi per queste spese sono
passati dal ministero di Grazia
Domani incontro con il
Nobel Adolfo Esquivel ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: del coreografo Claudio Rocco con
musiche di Amanda Guerreno, il cantante italo-argentino Adino Alejandro Faccia
e il coro polifonico oschirese. L'iniziativa punta alla promozione della pace
tra i popoli, la difesa dei diritti umani e la preservazione dell'ambiente.
rdb: stato d'agitazione al
mariutto ( da "Nuova
Venezia, La" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che troveranno già nella
programmazione di maggio le modifiche dei loro turni di lavoro». Per i sindacati
si tratta di una palese violazione dei diritti del lavoratore, dato che è la
legge stessa a prevedere l'impossibilità della modifica unilaterale del
contratto individuale senza il consenso del lavoratore su turni e orario.
patiti di speranza
rialziamo la testa ( da "Centro,
Il" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: e il cadavere del Maestro riposa
finalmente ricomposto nella sua dignità calpestata dall'orribile tortura della
morte sulla Croce. E' stata congelata una Parola «diversa». Ma questa Parola è
carne che non può marcire e decomporsi. E infatti, il mattino di Pasqua, Cristo
esce dal sepolcro: Dio non si lascia rinchiudere. Dio non si lascia
imbavagliare e fermare.
costruiremo un mondo senza
armi nucleari ( da "Tirreno,
Il" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: perché gli Stati Uniti «non
torturano» STRASBURGO. Un mondo senza armi nucleari. Un nuovo rapporto con
un'Europa più impegnata (perché più minacciata degli Usa) contro il terrorismo.
Il presidente americano Barack Obama, in un discorso che ha conquistato i
giovani riuniti a Strasburgo poche ore prima dell'inizio del vertice Nato,
L'orgoglio di genere
brasiliano ( da "Stile.it"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Durante la sua prigionia fu anche
torturata. Quella terribile esperienza è raccolta in quella che viene definita
la ?Trilogia della tortura?, composta da ?La libertà è un passero azzurro?
(pubblicato in Italia sempre da Marcos y Marcos nel 2008), ?Lo stendardo
dell?agonia?( ispirato dalla vita della sua amica Zuzu Angel) e da ?
marcia della pace per i
diritti umani ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Pagina 9 - Gorizia Marcia della
pace per i diritti umani Si svolgerà nel pomeriggio e avrà come meta il colle
di Medea Romans ROMANS. Grande attesa per l'edizione 2009 della Marcia della
pace che si svolgerà, questo pomeriggio, da Romans d'Isonzo al colle di Medea.
La manifestazione è organizzata dal Circolo Acli "M.
E se il dissolvimento
della società dipendesse dall'idea di libertà?
( da "Avvenire" del
04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ignorando i diritti di chi non ha
voce, poi quelli di chi è tenuto fuori del recinto dell'individualismo, infine
provocando la deformazione e decadenza dei diritti umani nel loro complesso. Il
diritto alla vita si trasforma nel diritto a disporre la morte per gli altri,
la libertà di coscienza da barriera contro il dispotismo diventa un ostacolo da
eliminare per dare spazio all'
Afghanistan/ Carfagna: Se
resta legge pro-stupro via ( da "Virgilio
Notizie" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che svolgono un lavoro delicato e
preziosissimo a favore della popolazione - sottolinea Garfagna - è una scelta
forte ma il segnale della comunità internazionale di fronte a una nuova
violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile
rispetto alla ricerca di un consenso politico interno".
Ma quanto è pasticcione
Zapatero, dice il direttore del Mundo
( da "Foglio, Il" del
04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: E non sto invocando un diritto
previsto nella Costituzione ma una cosa di buonsenso comune. E questo non
succede in nessuna parte di Europa. Anzi succede soltanto nelle isole Faer Oer
e in Groenlandia. E? un vulnus a uno dei diritti più elementari di un essere
umano, il diritto di educare un figlio nella propria lingua materna”
AFGHANISTAN: CARFAGNA, SE
RESTA LEGGE PRO-STUPRO, VIA LE SOLDATESSE.
( da "Asca" del
04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che svolgono un lavoro delicato e
preziosissimo a favore della popolazione, e' una scelta forte'', ha aggiunto il
ministro, ''ma il segnale della comunita' internazionale di fronte ad una nuova
violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile
rispetto alla ricerca di un consenso politico interno''. com-ghi/sam/ss
MUSICA/ VINICIO CAPOSSELA
VINCE IL PREMIO AMNESTY ITALIA ( da "Wall
Street Italia" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: uomo perde la propria identità e
umanità. "Amnesty International e Voci per la libertà hanno conferito il
Premio Amnesty a questo brano perché - motiva Pobbiati - porta a riflettere
sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in questo primo
decennio del 21esimo secolo ancora attraversato da conflitti sanguinosi e
spesso,
AFGHANISTAN/ CARFAGNA: SE
RESTA LEGGE PRO-STUPRO VIA SOLDATESSE
( da "Wall Street Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che svolgono un lavoro delicato e
preziosissimo a favore della popolazione - sottolinea Garfagna - è una scelta
forte ma il segnale della comunità internazionale di fronte a una nuova
violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto
alla ricerca di un consenso politico interno".
ZIMBABWE/ VIETATA LA
VENDITA DEI DIAMANTI ESTRATTI NELL'EST
( da "Wall Street Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: a forza i minori e violando i
diritti umani. Lo scorso anno, le autorità di Harare hanno isolato una vasta
zona nella zona est del Paese, dove l'azienda di Stato Zimbabwe Mining
Development Corporation estrae fino a 60.000 carati alla settimana, stando ai
dati ufficiali. Il processo di Kimberley, realizzato nel 2000, riunisce governi
e imprenditori del settore dei preziosi con l'
La Russa e Carfagna
ipotizzano ritiro soldatesse da Afghanistan
( da "Reuters Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che svolgono un lavoro delicato e
preziosissimo a favore della popolazione, è una scelta forte", aggiunge il
ministro Carfagna, "ma il segnale della comunità internazionale di fronte
a una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non
negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno".
AFGHANISTAN: CARFAGNA, SE
RESTA LEGGE PRO-STUPRO, VIA LE ( da "Virgilio
Notizie" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che svolgono un lavoro delicato e
preziosissimo a favore della popolazione, e' una scelta forte'', ha aggiunto il
ministro, ''ma il segnale della comunita' internazionale di fronte ad una nuova
violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile
rispetto alla ricerca di un consenso politico interno''.
Mezzanone, bus immigrati,
Cicolella: "Una demagogia falsa e strumentale"
( da "Grecale, Il" del
04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: attenzione centrale ai diritti
degli immigrati, e non è accettabile che sull?organizzazione di un servizio di
bus, che tra l?altro mira a facilitare un percorso altrimenti disagevole, si
debbano emettere livide lezioni di difesa dei diritti umani da chicchessia”
Musica/ Vinicio Capossela
vince il Premio Amnesty Italia ( da "Virgilio
Notizie" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: uomo perde la propria identità e
umanità. "Amnesty International e Voci per la libertà hanno conferito il
Premio Amnesty a questo brano perché - motiva Pobbiati - porta a riflettere
sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in questo primo
decennio del 21esimo secolo ancora attraversato da conflitti sanguinosi e
spesso,
Rodrigo Garcia
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: tortura. In una parola, Videla.
«Non ho mai preteso di riprodurre interi universi, mi basta esporre un'idea con
ironia e ambiguità, gli spettacoli sono contenitori delle nostre incoerenze.
Ma, certo, il rapporto tra Juan e l'astice suggerisce altro: provengo da un
Paese in cui la tortura era fatto di tutti i giorni,
CROAZIA/ ZAGABRIA.
SCOPERTA FOSSA COMUNE CON 4.500 CADAVERI
( da "Wall Street Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diretti da ufficiali
tedeschi", ha spiegato un responsabile di un'organizzazione per i diritti
umani. All'inizio del 1945 la 39ma divisione si è arresa ai partigiani
comunisti del maresciallo Tito, nei pressi della città croata di Rijeka. Tutti
i soldati sono stati giustiziati e gettati nelle grotte di Harmica. (Fonte Afp)
Nato/ Obama: Legge stupri
in Afghanistan è aberrante ( da "Virgilio
Notizie" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: citando in particolare i diritti
della donna. Secondo l'inquilino della Casa Bianca la difesa dei diritti umani
in Afghanistan "è complementare" all'obiettivo primario
dell'intervento militare della comunità internazionale, che è quello di "sradicare
al Qaida in modo che non possano più attaccare i membri dell'Alleanza".
ALLA LIBRERIA ODRADEK DI
ROMA, LIRICHE DI MIMMO SAMMARTINO
( da "Basilicanet.it"
del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: in occasione del sessantesimo
anniversario della Carta dei diritti umani (10 dicembre 2008) e dedicato alle
vittime delle tragedie del mare. Come quelle di Vendicari, avvenuta nel 2007
(17 migranti annegati), o la grande tragedia di Portopalo che si è¨ verificata
a Natale del 1996 (tema ispiratore delle liriche di "Un canto clandestino
saliva dall'abisso", scritto da Sammartino:
NATO/ OBAMA: LEGGE STUPRI
IN AFGHANISTAN È ABERRANTE ( da "Wall
Street Italia" del 04-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: citando in particolare i diritti
della donna. Secondo l'inquilino della Casa Bianca la difesa dei diritti umani
in Afghanistan "è complementare" all'obiettivo primario
dell'intervento militare della comunità internazionale, che è quello di
"sradicare al Qaida in modo che non possano più attaccare i membri
dell'Alleanza".
( da "Italia Estera Online"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
03 apr 2009 NATO: Il
presidente Obama: lAmerica cambia ma anche
lEuropa deve cambiare Vertice Nato a Strasburgo e Baden Baden,
nuova strategia in Afghanistan contro la minaccia terroristica di Al Qaeda, nuovo approccio
anche per lIran di Alfonso Maffettone STRASBURGO, 3 APR, (Italia Estera) –
“LAmerica sta cambiando ma non può essere solo lAmerica a
cambiare”: dopo il vertice del G20 a Londra il presidente degli Stati Uniti
Barack Obama è passato
in Francia per la riunione della Nato di domani a Strasburgo e a Baden Baden,
città tedesca di confine ed ha detto che si aspetta dallEuropa
una nuova e rinnovata partnership. Come Londra, tutto il centro cittadino di
Strasburgo è blindato da migliaia
di poliziotti costretti a fronteggiare centinaia di dimostranti no global che
vogliono abbattere gli sbarramenti e raggiungere le zone “vietate” del summit.
Tra ieri ed oggi sono avvenuti incidenti. 105 manifestanti sono stati fermati.
Il capo dellEsecutivo ha parlato in un impianto sportivo della città
francese davanti a centinaia di giovani che lo hanno acclamato come una
rockstar nel sentire che vuole un mondo di pace senza arsenali nucleari, senza
tortura e senza terrorismo. Ma Obama ha avvertito che, per il momento, la realtà è diversa. Dai
santuari in Afghanistan e nelle zone frontaliere del Pakistan Al Qaeda continua
a minacciare tutti. “LEuropa è più esposta degli Stati Uniti ad
un attacco perché geograficamente è più vicina” ha ammonito il presidente americano ed ha rivolto
un appello agli europei perché rafforzino le proprie capacità militari
sobbarcandosi un maggiore peso dellAllenza.“Noi vogliamo
alleati forti. Noi non vogliamo essere i patroni ma i partners
dellEuropa”, ha detto Obama. Gli studenti francesi e tedeschi, che affollavano la
platea, si sono riscaldati ed hanno applaudito entusiasticamente quando il
Presidente ha evocato gli sforzi per un azzeramento delle armi atomiche e per
la chiusura del centro di detenzione nella baia di Guantanamo. “La minaccia
della diffusione di armi nucleari o del furto di materiale nucleare può portare
all' annientamento. Ne parlerò al vertice Ue-Usa di Praga”, ha tuonato Obama e
sullambiente ha detto: “ L'America deve fare di più, l'Europa deve fare di più”. Sulla chiusura di
Guantanamo ha insistito:“Gli Stati Uniti non desiderano e non vorranno mai
torturare”.. In un simbolico gesto di solidarietà la Francia si è detta pronta
ad accettare un detenuto di Guantanamo dopo labolizione della
struttura penale.
Nella politica del “cambiamento”, Obama ha messo a punto una nuova strategia
per lAfghanistan con linvio di altri 21 mila militari ed il
rafforzamento dellapparato civile e chiederà iniziative analoghe alla
Nato che celebrerà domani lingresso di Albania e Croazia ed il ritorno della Francia nel
comando integrato dopo unassenza di 43 anni. La Francia ha già
assicurato il suo appoggio al piano Usa con aiuti nel campo economico e in
quello della formazione della polizia. “ Di fronte alla leadership del Presidente Nicolas Sarkozy
così coraggioso su molti fronti, bisogna solo inchinarsi”, ha detto Obama in
una conferenza stampa congiunta con il capo dellEliseo prima
dellincontro con i giovani. Il presidente degli Stati Uniti ha puntato
sulla necessità di una
nuovo spirito nelle relazioni con lEuropa deterioratisi
dopo la guerra in Iraq soprattutto ad opera di Germania e Francia che furono i
due maggiori paesi oppositori. Le conseguenze sono state lo sviluppo di
antiamericanismo in Europa e di anti europeismo sullaltra sponda
dellAtlantico. “ Questa attitudine deve cambiare” ha detto Obama
sostenendo che questa deriva va combattuta. Il presidente ha citato, sempre
nella conferenza stampa con Sarkozy, lincontro avuto a Londra con il
presidente russo
Dmitri A. Medvedev per un disgelo nelle relazioni fra le due nazioni ed ha
avvertito che il riavvicinamento avrà un prezzo. “ Noi Usa e Nato dobbiamo
inviare un messaggio chiaro a Mosca, cioè dobbiamo far sapere che desideriamo
lavorare con loro ma non accettiamo che si possa tornare ai metodi di una
volta”, ha affermato Obama riferendosi al disaccordo di Usa e Nato con la
Russia sullinvasione della Georgia. E per quanto riguarda il programma
nucleare dellIran anche qui il Presidente Usa ha esortato i paesi della Nato a marcare una
linea fra governo e popolazione.”Noi non possiamo avere una gara di armi
nucleari in Medio Oriente” ha detto Obama ed ha ricevuto in serata a Baden
Baden, in occasione dellapertura ufficiale del Vertice
dellAllenaza, lincoraggiamento del cancelliere tedesco. “No al nucleare militare, si al
supporto del popolo iraniano. E molto importante che ci sia un
nuovo inizio da parte degli Usa ”, ha puntualizzato la Merkel. Alfonso
Maffettone / Italia Estera
( da "WindPress.it"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
03-04-2009 Il
ministro Mariastella Gelmini ha incontrato oggi al Ministero dell'Istruzione
Kerry Kennedy, presidente onorario della Robert F. Kennedy Foundation of Europe
Onlus. Nel corso dell'incontro è stata ribadita la volontà di collaborare alla
diffusione nelle scuole italiane dei progetti della Fondazione, così come già
sancito dal protocollo di intesa firmato nel febbraio 2008. Si è discusso,
inoltre, della possibilità di ampliare l'insegnamento di
Cittadinanza e Costituzione con approfondimenti sui diritti umani a livello internazionale.
"Sono convinta ha affermato il ministro Gelmini che sia fondamentale nella
scuola approfondire il tema dei diritti umani nel mondo. Per questo sono lieta di portare avanti questi
progetti con la Fondazione Kennedy. Credo sia fondamentale ha aggiunto
il ministro presentare ai nostri ragazzi esempi e testimonianze di vita
positivi e far incontrare agli studenti persone che hanno dedicato e dedicano
la loro vita alla ricerca di una giustizia equa".
( da "Blogosfere" del
04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Apr 09 4 Cartoons on
the bay, appello contro lo stupro autorizzato in Afghanistan Pubblicato da
Elena Redaelli alle 04:07 in Inchieste Cartoons on the Bay, appello contro lo
stupro autorizzato in Afghanistan. Il governo afgano presieduto da Hamid Karzai
ha recentemente votato una legge che obbliga le donne ad avere rapporti
sessuali con il marito e impedisce loro di cercare lavoro, istruirsi o farsi
visitare da un medico, senza aver prima il permesso del consorte. Di fatto la
legge legalizza lo stupro del marito nei confronti della moglie in quanto vieta
a quest'ultima di rifiutarsi di avere rapporti sessuali con lui. Cartoons on
the Bay, il Festival internazionale dell'animazione televisiva e multimediale -
quest'anno giunto alla sua 13esima edizione - venerdì ha visto l'intero mondo
dell'animazione schierarsi contro lo stupro autorizzato in Afghanistan. Da Enzo
DAlò a Vincenzo Cerami, da Caterina DAmico (Rai Cinema) a
Liliana Cosi (étoile della danza) un coro unanime: è senza dubbio
discriminante. Anna Laura Cantone, lillustratrice del cartone animato
Pipi, Pupù e
Rosmarina di Enzo DAlò e Vincenzo Cerami hanno quindi deciso di
firmare un disegno ideato appositamente, che rappresenta un segno tangibile
della protesta. Nel disegno è stata raffigurata una superdonna. “Ci
sono Paesi dove ancora oggi i diritti delle donne sono allo stato embrionale - spiega Alba Calia,
Vice Presidente di Rai Trade - e i cartoni animati posso rappresentare uno
straordinario veicolo per comunicare messaggi positivi, modificare anche se in
piccola parte gli atteggiamenti discriminatori oggi presenti”. Il richiamo alluguaglianza
fra i sessi è nelle parole di Liliana Cosi, étoile della danza e Presidente
della Compagnia di Balletto Classico Cosi-Stefanescu di Reggio Emilia, presente
a Cartoons per la case history su Danza con Vanessa: “Uomo e donna hanno due ruoli diversi
nella società ma complementari in tutto, senza la parità fra loro la stessa umanità non potrebbe sopravvivere. Non
fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te è un insegnamento
che accomuna tutte le religioni e, oltre ad essere una regola di civiltà, è soprattutto una regola di
sopravvivenza per tutto il genere umano”. Le fa eco Enzo DAlò,
arrivato a Rapallo per presentare il suo Pipi, Pupù e Rosmarina:
“Finalmente, nel mondo, lo spazio delle donne sta acquistando sempre più velocemente
peso. Noi dobbiamo incoraggiare questa onda, fare in
modo che le donne si approprino con la loro fantasia di spazi sempre maggiori
per abbattere lomologazione esistente. Lanimazione è un mezzo per
comunicare con facilità lo
stravolgimento e la rottura delle barriere”. E di Caterina
DAmico, Amministratore Delegato di Rai Cinema, la riflessione sul ruolo
della donna in Occidente: “Questa notizia mi sconcerta e mi induce ad una
riflessione generale sul ruolo della donna rispetto alluomo. La legge
approvata in Afghanistan è un fatto gravissimo che va assolutamente condannato,
non credo però che in Occidente
esista uneffettiva parità tra uomo e donna: leggiamo di padri che
segregano le mogli e le figlie per anni, di uomini che perseguitano le ex-compagne con
lo stalking, di tanti gravi fatti di violenza domestica. Il vero problema è che
cè una parte della mentalità maschile che non riesce ad evolversi
e che il sentimento degli uomini che si ritengono padroni delle moglie e delle figlie è duro a morire anche
in Occidente, mi sembra insomma che le donne siano molto sole anche qua.” “E
una legge, quella talebana, che purtroppo non ci sorprende. – dice
Vincenzo Cerami, poeta, scrittore e sceneggiatore - ci dice quanto ancora sarà lunga e sanguinosa la guerra di
liberazione della donna, in quei territori, ma anche in gran parte del pianeta.
Ci siamo illusi pensando che con la globalizzazione e gli scambi internazionali
crescesse la civiltà e si radicassero i valori della Carta dei diritti umani scritta sessanta anni fa. Questa legge di Karzai ci
deprime e ci preoccupa: ancora una volta la speculazione politica e la
strumentalizzazione religiosa calpestano la dignità e lintegrità
della donna”.
( da "Virgilio Notizie"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Cleveland, 4 apr.
(Ap) - Ha festeggiato il suo 89mo compleanno, John Demjanjuk, accusato di
essere il responsabile del campo di concentramento nazista di Sobibor, in
Polonia, durante la Seconda guerra mondiale, con la notizia
che un giudice Usa ha sospeso (per ora) la sua estradizione verso la Germania,
Paese che vuole processarlo. Lo stop all'estradizione, prevista per domenica,
l'ha comunicata il figlio. Secondo lui, il viaggio e il processo, considerata
l'età del padre, equivarrebbe alla tortura.
( da "Wall Street Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Usa/ Accordo con
Uzbekistan per transito materiale in Afghanistan di Apcom Osservatori: politica
pragmatica -->Washington, 4 apr. (Apcom) - Gli Stati
Uniti hanno firmato ieri un accordo con l'Uzbekistan che autorizza il transito
di materiale statunitense non militare verso l'Afghanistan. Osservatori hanno
notato il pragmatismo della politica Usa, che stringe accordi con un Paese che
è accusato di violare sistematicamente e su vasta scala i diritti umani. (con fonte Afp)
( da "Wall Street Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Shoah/ Usa
sospendono l'estradizione di Demjanjuk di Apcom Era l'aguzzino del campo polacco
di Sobibor -->Cleveland, 4 apr. (Ap) - Ha festeggiato il suo 89mo
compleanno, John Demjanjuk, accusato di essere il responsabile del campo di
concentramento nazista di Sobibor, in Polonia, durante la
Seconda guerra mondiale, con la notizia che un giudice Usa ha sospeso (per ora)
la sua estradizione verso la Germania, Paese che vuole processarlo. Lo stop
all'estradizione, prevista per domenica, l'ha comunicata il figlio. Secondo
lui, il viaggio e il processo, considerata l'età del padre, equivarrebbe alla
tortura.
( da "Giornale di Brescia"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione: 04/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:interno Gelmini: a scuola un'ora anche per
i diritti umani ROMAIl ministro Mariastella Gelmini ha
incontrato al Ministero dell'istruzione Kerry Kennedy, presidente onorario
della Robert F. Kennedy Foundation of Europe Onlus. Nel corso dell'incontro -
informa una nota ministeriale - è stata ribadita la volontà di collaborare alla
diffusione nelle scuole italiane dei progetti della Fondazione, così come già
sancito dal protocollo di intesa firmato nel febbraio 2008. Si è discusso,
inoltre, della possibilità di ampliare l'insegnamento di
Cittadinanza e Costituzione con approfondimenti sui diritti umani a livello internazionale. «Sono
convinta - ha affermato il ministro Gelmini - che sia fondamentale nella scuola
approfondire il tema dei diritti umani nel mondo. Per questo sono lieta di portare avanti questi
progetti con la Fondazione Kennedy. Credo sia fondamentale - ha aggiunto
il ministro - presentare ai nostri ragazzi esempi e testimonianze di vita positivi
e far incontrare agli studenti persone che hanno dedicato e dedicano la loro
vita alla ricerca di una giustizia equa».
( da "Cittadino, Il"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Le persone al centro
del sociale La politica deve impegnarsi nella promozione umana Quasi due
milioni e cinquecentomila famiglie italiane, oltre sette milioni di cittadini,
vivono ancora oggi, nell'Italia del terzo millennio, al di sotto della soglia
di povertà. Si tratta di uomini, donne, bambini e giovani per i quali la fame e
l'indigenza non rappresentano uno scenario da fantascienza, ma una realtà con
la quale confrontarsi ogni giorno.Anche il Lodigiano si trova a fare i conti
con una crisi economico-finanziaria che vede sempre più spesso aziende in
crisi, lavoratori in cassa integrazione, nuovi disoccupati. I primi a
risentirne sono i più deboli, coloro che già erano in situazioni di difficoltà:
le famiglie monoreddito con la presenza di anziani non autosufficienti o di
familiari diversamente abili, i lavoratori precari, gli immigrati e tutta la
fascia dell'emarginazione. Ma oggi, sempre di più, anche coloro che fino a ieri
si consideravano al riparo da rischi si ritrovano improvvisamente indifesi di
fronte alla crisi economica che non ha risparmiato il nostro territorio.Nel
solo anno 2008 il Servizio Sociale Territoriale del Consorzio Lodigiano per i
Servizi alla Persona segnala ben 2.300 situazioni di cui ha dovuto farsi carico
per problemi di povertà, emarginazione e difficoltà conclamate. A queste se ne
aggiungono almeno altrettante che gravano sui servizi sociali dei Comuni con
maggior numero di abitanti: Lodi, Casalpusterlengo, Codogno, Sant'Angelo, Lodi
Vecchio, San Colombano, Castiglione d'Adda.Nuovi aspetti della povertà quindi
interpellano le politiche di welfare, sfidano le istituzioni locali e la
società civile sul terreno dell'integrazione possibile, rivendicano comunità
locali capaci di solidarietà e di politiche di inclusione.Arriva a tal punto il
livello di abbandono dei deboli e dei fragili che essi rischiano di essere
individuati come la causa principale del malessere sociale e dell'insicurezza
che invadono strati sempre più consistenti di popolazione.Cittadini spesso
considerati di serie inferiore interrogano le istituzioni circa il diritto ad
una cittadinanza che non può essere negata o solo dichiarata, ma che va invece
resa esigibile dall'azione politica e dall'organizzazione dei servizi ad essa
correlati. Pensiamo al pesante taglio al fondo nazionale per le politiche sociali
che causerà il rischio di abbandono di molte persone in stato di bisogno (senza
fissa dimora, disabili nella scuola, famiglie con presenza di persone con
disagio psichico, giovani e adolescenti con problemi di devianza, ecc.)I volti
delle persone vanno posti al centro delle politiche sociali, i loro diritti
essenziali garantiti, la loro cittadinanza attiva riaffermata.Bisogna offrire
legittimazione politica e risorse alla costruzione di un welfare municipale
comunitario, capace di programmare e gestire le politiche sociali attraverso la
costituzione di luoghi e procedure concertative in cui tutti gli attori sociali
presenti nel territorio assumano una responsabilità diretta.Le autonomie locali
devono essere al centro di tali processi, configurandosi però non in senso
localistico quali comunità egoisticamente protese al loro esclusivo benessere
ma come spazi solidali, aperti e capaci di valorizzare le differenze.Per questo
chiediamo alle persone e alle coalizioni che si presenteranno alle prossime
elezioni amministrative di impegnarsi concretamente a:n 1. PROMUOVERE POLITICHE
BASATE SULL'INCLUSIONE SOCIALE E NON SUlla REPRESSione del DISAGIOIl dibattito
politico-mediatico sulla sicurezza è esploso in questi ultimi mesi con una
virulenza e approssimazione che lasciano sconcertati e, in alcuni casi,
indignati. Riteniamo che non si possa rispondere alla paura e all'incertezza
diffuse tra i cittadini, e amplificate dai mass media e dalle dichiarazioni di
diversi uomini politici, attraverso proposte solo repressive e ridurre
qualsiasi questione a problema di ordine pubblico.Riteniamo che il vero
problema sia la disgregazione sociale e l'assenza di un progetto di comunità
che sia in grado di arginare tali fenomeni. È solo all'interno di ogni singolo
contesto urbano che può essere determinato cosa deve essere fatto e come. Ogni
azione o serie di azioni, infatti, per essere proposta in modo credibile deve
essere agganciata alle singole e diverse realtà territoriali, che sono il
contesto imprescindibile di ogni proposta.I diritti umani sono indivisibili. Una politica
sociale che voglia realmente governare l'inclusione avendo come base la dignità
umana deve essere costituita da una serie complessa di interventi che vanno
portati avanti tutti insieme, a rischio altrimenti di diventare inutili se non
addirittura dannosi.La sicurezza sociale si costruisce riqualificando la
normalità nel rispetto delle regole - che valgono per tutti, italiani e
stranieri - e strutturando relazioni positive negli abituali contesti di vita
tra coloro che vi abitano, dai singoli alle istituzioni ai soggetti collettivi,
attraverso azioni concrete di carattere politico-strategico e di intervento
strutturale e non occasionale. n 2. CREARE CONDIZIONI DI INTEGRAZIONE DEI
CITTADINI STRANIERI Accogliere davvero l'altro significa:" riconoscere
prima di tutto pari dignità ad ogni uomo e ad ogni donna, ad ogni bambino, ad
ogni storia;" riconoscere ed accogliere l'unicità delle persone e tessere
legami di scambio e di reciprocità all'interno di un cammino condiviso, capace
di ripensarsi quale luogo universale del vivere e del crescere;" pensare
al cittadino straniero come risorsa e non come problema, valorizzando
l'identità culturale quale ricchezza per tutti;" evitare la precarietà
dell'accoglienza emergenziale.Per questo chiediamo:" politiche capaci di
ridare senso all'educare quale tempo e spazio di scoperta e di valorizzazione
delle identità e delle relazioni, a partire dalla garanzia del diritto ad una
scuola capace di sostenere e promuovere la scelta prioritaria dell'intercultura
e della convivenza civile, così da favorire il processo di integrazione dei
bambini e dei ragazzi stranieri;" politiche che favoriscano forme di
aggregazione e partecipazione attiva dei cittadini stranieri alla vita pubblica
dei nostri paesi, in modo da creare un dialogo positivo che faciliti la
reciproca conoscenza e abbassi i muri di diffidenza. Ci riferiamo per esempio a
strumenti già sperimentati con successo sul territorio lodigiano, quali la
Consulta Comunale dell'Immigrazione e l'elezione di consiglieri comunali
speciali extracomunitari che partecipano al Consiglio Comunale con parere
consultivo.n 3. UN ASSESSORATO AI SERVIZI SOCIALI e UNA COMMISSIONE SULLA
POVERTÀ IN OGNI COMUNE del lodigianoLa presenza di un Assessorato ai servizi
sociali in ogni Comune è una questione strategica. Nel momento attuale ci
sembra una necessità improrogabile, perché sia posta vera attenzione su un
mondo che spesso è sommerso. I poveri quasi sempre sono cittadini nascosti,
relegati nell'area della cosiddetta "assistenza da ultima istanza" o
misconosciuti perché capaci di mascherare la loro indigenza con la dignità, la
discrezione e l'amor proprio. Chiediamo che in ogni Comune venga costituita una
Commissione sulla povertà, che si avvalga dell'esperienza e del contributo
delle Associazioni di volontariato presenti e sappia portare all'attenzione
delle istituzioni un problema che, se non affrontato, rischia di diventare
troppo grande e sempre più difficile da gestire. È inoltre auspicabile che gli
Enti Locali adottino un unico Regolamento attuativo dei parametri Isee per
definire in modo paritario su tutto il territorio provinciale criteri omogenei
di accessibilità ai servizi.È fondamentale che venga elaborato un disegno
globale organico costruito sulla risorsa famiglia, capace di azionare un
rinnovamento nelle politiche ad essa destinate. Politiche ed azioni di qualità
che attraversino tutti i settori in cui le famiglie sono coinvolte:
l'abitazione, i servizi, i trasporti, il lavoro, il tempo libero, l'urbanistica,
la cura, la salute, l'educazione e la crescita dei figli, creando i presupposti
affinché la famiglia venga riconosciuta quale soggetto principale delle
politiche sociali.È importante ricordare che tutte le riforme fatte non hanno
mai tolto ai Comuni la prima e diretta responsabilità per quanto riguarda i
Servizi Sociali. Gli amministratori comunali hanno responsabilità giuridica
sull'intera materia.(...)n 4. PREDISPORRE LA STESURA DELLA CARTA DEI SERVIZI AI
CITTADINILa carta promuove la comunicazione, la trasparenza, la tutela dei
diritti del cittadino, l'accessibilità alle risorse disponibili, la qualità
nell'erogazione dei servizi e la loro valutazione da parte dei fruitori e delle
formazioni sociali portatrici di interessi diffusi. La carta promuove e
valorizza la partecipazione, ponendo le basi per un circolo virtuoso e
collaborativo tra il soggetto erogatore (che può essere il comune) e i fruitori
dei servizi che sono i cittadini. La dimensione partecipativa insita nella
diffusione della carta dei servizi è fondamentale: abitua il cittadino e la
pubblica amministrazione a confrontarsi su servizi e strategie,
responsabilizzando entrambi e coinvolgendoli in un'azione orientata alla
realizzazione concreta di un welfare comunitario e partecipato.n 5. UN
"PIANO REGOLATORE SOCIALE"È uno strumento concreto di
"governance" mirato ad armonizzare le politiche dell'amministrazione
attraverso il filo conduttore della promozione sociale.Le politiche sociali
diventano la struttura portante per la realizzazione del benessere del singolo
e della comunità. Su di esse dovranno sintonizzarsi tutti gli altri programmi
di progettazione urbanistica, culturale, educativa, sanitaria e in parte
persino dell'area produttiva. n 6. ATTIVARE LA SPERIMENTAZIONE DEL "BILANCIO
DI PARTECIPAZIONE"Occorre cambiare la modalità di partecipazione della
società civile alla progettazione delle politiche comunali, favorendo la
partecipazione diretta di tutti i cittadini e delle associazioni di
rappresentanza, non riservando questa fase solo ed esclusivamente agli
esperti.n 7. PROMUOVERE LA REDAZIONE DEL "BILANCIO SOCIALE"Si tratta
di una buona pratica che in alcuni Comuni si sta già realizzando. È uno
strumento che offre la possibilità ai cittadini di vigilare sui risultati
conseguiti e consente di riprogrammare le politiche sociali in collaborazione
con le associazioni e i rappresentanti del Terzo Settore.n 8. FAVORIRE
L'ATTUAZIONE PARTECIPATA DEI PIANI DI ZONAA conclusione dell'iter di
progettazione del Piano di Zona per il triennio 2009/2011 esprimiamo
soddisfazione per il fatto che finalmente si sia arrivati, in un territorio di
piccole dimensioni quale è il lodigiano, alla stesura di un unico Piano di Zona
per tutto il territorio. In un momento così difficile e con risorse sempre più
limitate, è necessario che tutte le forze siano unite in un unico progetto,
perché venga superata la logica del localismo con una nuova visione di
solidarietà e di mutuo soccorso, non solo tra cittadini ma anche tra comuni
dello stesso territorio, favorendo forme consortili e partecipate.Auspichiamo
che tutti gli amministratori coinvolti si attivino per l'attuazione e il
monitoraggio di quanto progettato.n 9. VIGILARE SULLA REALIZZAZIONE DEL NUOVO
PIANO ORGANIZZATIVO DELL'AZIENDA OSPEDALIERA Abbiamo preso visione del nuovo
Piano Organizzativo Aziendale (P.O.A.) dell'Azienda Ospedaliera della Provincia
di Lodi. Ci sembra che rappresenti un buon passo in avanti perché contiene una
visione di ampio respiro, non limitata alla gestione dell'ordinario. Accanto ad
importanti cambiamenti strutturali, nel P.O.A. è contenuto il fondamentale
principio che l'ammalato deve sempre essere posto al centro di ogni progetto e
di ogni attività ospedaliera. Ci auguriamo che questo non rimanga solo un buon
auspicio ma venga tradotto concretamente nella pratica quotidiana e che
l'emergenza economica non avalli pratiche che con la centralità della persona
non hanno niente a che vedere.Il Piano Organizzativo è uno strumento utile che,
una volta condiviso con il territorio, va sostenuto e portato a conclusione
evitando in ogni modo che si verifichi ciò che spesso è accaduto in passato,
cioè che cambiamenti di dirigenza ospedaliera possano azzerare quanto
progettato e in parte già realizzato. (...)Accanto ad un giudizio sostanzialmente
positivo sul nuovo POA, che comunque avrà tempi d'attuazione completa
medio/lunghi, siamo però anche convinti che contestualmente vada messo in atto
un processo concreto e rapido che consenta di correggere alcune situazioni di
disagio e criticità non più tollerabili. Pensiamo, citando solo due esempi, ai
lunghi tempi d'attesa per l'esecuzione di molte indagini diagnostiche ed alle
fughe in altre realtà ospedaliere - anche per interventi di routine -
determinate, in diversi casi, da situazioni di conflittualità e non chiarezza
nella programmazione e nella gestione di alcuni reparti fondamentali dei nostri
ospedali. Solo così il Piano Organizzativo Aziendale può diventare un autentico
strumento di cambiamento in positivo, integrato nel «mondo reale» della medicina
del nostro territorio. Chiediamo anche che non si traduca in un danno per i
cittadini la scelta politico-organizzativa di separare l'Azienda Ospedaliera
dall'Azienda Sanitaria Locale. La continuità di cura deve sempre essere
garantita, evitando quel senso di abbandono che oggi spesso viene avvertito
soprattutto da chi ha meno capacità di districarsi tra le carte della
burocrazia. Non può mancare il sostegno del sistema Pubblico nel passaggio
dalla fase sanitaria al socio-sanitario e infine al sociale, ovvero
nell'accompagnamento del malato dalla fase acuta del ricovero ospedaliero alla
riabilitazione nella fase post ospedaliera alla fase ordinaria della continuità
di cura e del sostegno domiciliare. 1 - Continua sull'edizione di lunedì 6
aprile
( da "Trentino" del
04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
BEST SELLER / ARRIVA
IN ITALIA IL NUOVO NOIR DI UN MAESTRO RICONOSCIUTO, GRANGE' Se il potere è tortura e terrore Dietro l'omicidio di un
organista si cela l'abisso del male "Il grido era prigioniero
dell'organo" è la frase che apre l'ultimo romanzo di Jean-Christophe
Grangè, l'autore del romanzo cult I fiumi di porpora e altri noir di successo
internazionale, una star in Francia come da noi Carlotto o Lucarelli.
Una frase curiosa, che si scopre presto alludere all'organo della chiesa armena
di Saint Jean-Baptiste a Parigi, dove il musicista di origine ungherese Goetz e
direttore di cori giovanili è stato ucciso mentre suonava, e il cui urlo è
stato amplificato ed è andato spegnendosi lentamente nelle canne dello
strumento. La musica e il grido in un ambiguo rapporto col canto e la
perfezione delle voci bianche, sono al centro di questo racconto complesso, che
intreccia diverse storie e vite, finendo per farle intrecciare nella Francia
dei nostri giorni con le radici dei protagonisti, che passano per luoghi topici
e neri di una gestione del potere basata sul terrore, l'assassinio, la tortura:
dalla Germania nazista all'Algeria della lotta d'indipendenza al Cile di
Pionochet. Un romanzo d'avventura, quella di Kasdan, poliziotto armeno in
pensione imbottito di antidepressivi che, con Volokine, giovane della squadra
minori, si mette sulle tracce dell'assassino, in gara con i poliziotti in
servizio effettivo e incaricati delle indagini, cercando di precederli e
finendo per scoprire un mondo terribile e invisibile. La conferma di un talento
nero e visionario, scomodo ed angosciante come pochi. JEAN-CHRISTOPHE GRANGE'
Miserere Garzanti, euro 15,00 PAPA' ZINK Un piccolo e raffinato editore
trentino, un autore serbo originale. "Devo scrivere dell'amore? No, io
racconto la solitudine". La biografia simbolica di David Albahari si arricchisce
di un secondo capitolo: ne L'esca rendeva omaggio alla madre, in Zink
(Zandonai, euro 11,50) ecco il padre. Romanzo nel romanzo, ironico, commovente.
( da "Libertà" del
04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'amore di un Dio
che si fa carne sconcerta e rinfranca di ALESSIO VARISCO Il momento topico
delle celebrazioni del cristiano coincide con la Settimana Santa, non a caso
nei primi secoli della diffusione del cristianesimo l'unica festa era la
Pasqua. Ci si afferma cristiani nel segno della Croce e lo
strumento di tortura, di condanna capitale per i romani, è divenuto il riscatto
del peccato e l'ancora della Salvezza. Nel giorno della Risurrezione, il terzo
dopo il venerdì - che rappresenta l'ora delle tenebre, la theologia crucis -,
ciascuno può cantare finalmente "Christos anesti" (basterebbe andare
in questi prossimi giorni nelle isole del Dodecaneso, o per le vie di un
rione di Atene, all'uscita da una chiesa ortodossa e sentiremmo scambiarsi
affezionati auguri pasquali in lingua greca). Si pensi che nella liturgia
ambrosiana il celebrante intona "Cristo è risorto" per ben tre volte,
sempre aumentando il tono della voce, sino a gridarlo. Ciò che sconcerta e
rinfranca è l'amore di un Dio che si fa carne, che diviene corpo della storia,
che come dice Sant'Ambrogio "non disdegnò di passare attraverso l'utero di
una donna", la Theotokos. Venne difatti il Logos, che esprime la misura
delle cose, che è la Vera Luce e l'Acqua Viva. Dal ventre, dal grembo nacque un
Bimbo che passò dalle acque del parto a quelle del Giordano, dal Legno del
Presepio sino alla bottega di casa ed in ultimo alla Croce. Ma la Crux è gemma
preziosa, diviene strumento di Amore, non di sconforto e di abbandono.
Monsignor Luigi Serenthà, rettore magnifico dei Seminari Milanesi, docente di
cristologia, scomparso nel settembre 1986, così cantava in una sua celebre
poesia: «È Natale, Signore./ O è già subito Pasqua?/ Il legno del presepio è
duro,/ come il legno della croce./ Il freddo ti punge/ quasi corona di spine.»
Ed il Cristo del presepe è simile al Gesù della forca, "maledetto colui
che pende dalla croce" leggiamo nel Primo Testamento (Deuteronomio 21,23),
ma benedetto colui che nasce in una stalla ed è deposto in una mangiatoia. In
realtà il primigenio giaciglio del Messia doveva essere l'abbeveratoio, di
solito di pietra scavata per qualche animale - gli stessi che troviamo anche
nel presepio - e quella stessa nuda terra deve averlo accolto alla fine della
sua vita mortale. Certo è che Gesù sconfisse la morte, divenendo il primogenito
dei morti, ovvero il primo dei risorti. Ed il suo corpo risorto deve aver
impressionato Tommaso, tanto da spingere Michelangelo Merisi detto "Il
Caravaggio" - a trasferirci nell'incredulità di San Tommaso (dipinta nel
1601) la carica emotiva di quel discepolo spavaldo ed intrepido che
inizialmente - da spaccone - voleva morire con Lui (Giovanni 11,16), seguirlo
nell'ascesa a Gerusalemme e - se necessario - sino all'estremo sacrificio. Ma
questa fede si fa a poco a poco torbida, persino nascosta, sino al punto di
dubitare che i suoi amici abbiano potuto "vedere" il Risorto.
Costante nell'uomo è il dubbio che diviene scetticismo, che porta il credente a
interrogarsi. Ed ecco che il Cristo risorto in mezzo ai suoi appare ora anche a
Tommaso e lo costringe a toccare con mano in quel costato. Un'altra immagine ci
riporta ad un episodio, antecedente il culmine della esperienza cristica - e
cioè la Risurrezione -, alla morte e alla deposizione dalla Croce al Sepolcro. Torna
il mito della caverna: il Figlio di Dio è partorito da una Donna - che diviene
la Madre di Dio - ed una caverna nella roccia - una mensola - accoglie un corpo
freddo, morto, calunniato, vilipeso ed oltraggiato che lì viene deposto e
curato, anche se Parasceve. Ma questa salma non resta lì, ferma ed inerme come
il corpo esanime del "Cristo morto" di Holbein. No! Non possiamo
dirci come il protagonista de "L'idiota" di Dostoevskij - il principe
Myskin - che non vediamo nessuna bellezza ma solamente e crudamente "un
cadavere"! La salma, quel cadavere, è il corpo di un uomo torturato e
crocifisso, del vero Dio e vero Uomo, dell'Unto del Signore - e quindi del
prescelto -, dell'Unigenito. Con questa convinzione potremmo superare l'impasse
vissuta dal principe Myskin che confida a un amico: «lo sai che, osservandolo a
lungo, si può anche perdere la fede?». E dunque nel Mistero Pasquale dove
potrebbe essere la Bellezza? Certo è che la bellezza, non è solo esteriore, è
soprattutto ontologica: è la bellezza che è bontà, quel "kalos kai
agathia" che sapientemente esaltavano i greci. Pensando a questo evento,
la morte di Cristo ed alla sua risurrezione, mi scorrono nella mente diverse
immagini che aiutano a comprendere la difficoltà dell'uomo di realizzare la
bellezza, applicandola ad un evento che, apparentemente, in maniera
riduzionistica, potremmo non dire "semplice" e soprattutto
"bello". Anzi, a dir proprio la verità, quel simbolo è anche brutto:
la croce è simbolo di morte. Una condanna macabra. Eppure la storia dell'arte
ha saputo celebrare la bellezza della croce. Certo è che la bellezza dell'arte,
da sola, può "non salvare" o, addirittura, far perdere la fede come
Dostoevskij fa dire al suo principe. Ma cos'è mai la fede? Sant'Agostino ci
diceva: "Desideravi intellectu videre quod credidi", mentre nel
"Proslogion" Sant'Anselmo arriva a cantare: «Signore, io non pretendo
di penetrare la tua profondità, perché come potrei paragonare la mia
intelligenza al tuo mistero? Ma desidero in qualche modo comprendere per credere,
ma credo per comprendere». Pensando alla bellezza della Pasqua, all'evento che
precede il trionfo del mattino dell'Ottavo giorno mi sovviene la Vergine del
Sabato Santo - che mirabilmente mons. Tonino Bello descrisse in "Maria
donna dei nostri giorni" - «Nelle feste c'è Lui. Nelle vigilie, al centro,
c'è Lei. Discreta come brezza d'aprile che ti porta sul limitare di casa
profumi di verbene, fiorite al di là della siepe». Un'immagine sintetica
mariana è la Madonna addolorata, in questi giorni contemplo la Madonna
"Desolata" di Tutte le Grazie custodita nella Basilica Patriarcale di
Santa Maria degli Angeli in Assisi. Simile al dono da me ricevuto, un'icona del
Maestro Angelo Vaccarella, iconografo, che raffigura la Vergine del Phileremo venerata
per secoli in Rodi. Quest'effige mariana era custodita in un santuario, posto a
quasi trecento metri sul livello del mare, fuori dalla città di Rodi, in una
regione desertica -di qui il toponimo "amica della
solitudine/deserto". Era l'ultimo baluardo mariano per i pellegrini
diretti verso i Loca Sancta prima di imbarcarsi su barche da piccolo
cabotaggio. Era l'ultima Madonna e perciò quella di "Tutte le
Grazie", Colei a cui affidare la meta quasi raggiunta, le aspettative del
penitente, la fede nel suo Figlio che spingeva a rischiare la propria vita.
Osservandola non mi resta che dire «Per mezzo tuo, attraverso il tuo
"sì", la speranza dei millenni doveva diventare realtà, entrare in
questo mondo e nella sua storia» come scrive Benedetto XVI nell'Enciclica
"Spe Salvi". Ed auspico che anche questa Quaresima sia un tempo
fervido "nel felice rischio di incontrare Dio" così come scrisse Karl
Rahner. 04/04/2009
( da "Repubblica, La"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina XI - Palermo
Favorita Sit-in di solidarietà per i nomadi del campo La
Palermo antirazzista è scesa in piazza a favore dei diritti umani. E ai manifesti affissi in questi
giorni da Forza Nuova contro i rom, risponde: «Il razzismo non è un´opinione, è
un reato». Con questi e con altri cartelloni le scuole della zona del campo
nomadi alle porte della Favorita, in primis la direzione didattica Alcide De Gasperi,
i volontari, gli studenti universitari, i medici, e tutte le
associazioni che da anni lavorano a favore dell´integrazione dei rom si sono
incontrati ieri pomeriggio nell´area verde accanto allo stadio delle Palme. Con
loro i bambini e alcune famiglie rom. «Quello di Forza Nuova � dice Maria
Giovanna Granata, dirigente della De Gasperi � è un chiaro incitamento
all´odio razziale. La scuola combatte da anni tutto questo anche in assenza di
risposte da parte dell´amministrazione. Nei mesi scorsi la gente del campo è
stata costretta a vivere in condizioni disumane, senza acqua, senza luce. E
molti sono andati via. Questa è la negazione dei diritti umani
fondamenti. La negazione dell´esistenza». E Lorella Vassallo dell´ambulatorio
di via D´Azeglio che due volte alla settimana fa visita ai rom del campo
commenta: «Il razzismo è un reato da condannare. I rom nelle settimane scorse
hanno dato prova di saper riconoscere un reato e di voler aiutare la
giustizia». c.b.
( da "Nuova Sardegna, La"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
di Mauro Lissia
Dieci anni all'aguzzino di Is Mirrionis Dura condanna per un imprenditore che tormentava una ragazza Tre anni di torture,
soprusi, violenze sessuali e minacce d'ogni genere CAGLIARI. Lei era come una
schiava, sottomessa, priva della personalità. Faceva qualsiasi cosa le venisse
chiesta, compreso buttarsi da un muretto o farsi investire da un'auto. Lui -
quasi venticinque anni più anziano - l'aveva ridotta così, con una lunga teoria
di imposizioni, soprusi, violenze fisiche e morali: dalle botte alla
tortura con un coltello, fino alla volta in cui l'avrebbe presa a calci usando
scarponi chiodati. Finchè un giorno, dopo tre anni di violenze e pressioni
psicologiche, arrivò la decisione di raccontare tutto ai carabinieri e di fare il
nome dello stalker. Era il 2007: sulla base del rapporto dei militari la
Procura aprì un'inchiesta e ieri mattina è arrivata la sentenza che chiude il
primo grado del giudizio. Il tribunale presieduto da Mauro Grandesso ha
condannato Giuseppe Moi (55 anni) di Is Mirrionis a dieci anni e mezzo di
carcere, uno in più di quanti ne aveva chiesto il pm Giangiacomo Pilia il 6
febbraio scorso, a conclusione della requisitoria. Moi, che ha un'impresa di
ristrutturazioni, alla lettura del dispositivo è scoppiato in un pianto
dirotto. I giudici l'hanno riconosciuto colpevole di violenza sessuale,
violenza privata, sequestro di persona, lesioni gravi, minacce aggravate,
danneggiamento e furto. I giudici hanno stabilito che dovrà versare
quindicimila euro alla parte civile rappresentata dall'avvocato Anna Maria
Busia. Il difensore Marco Fausto Piras, che ha sostenuto la non colpevolezza
dell'imputato, presenterà ricorso in appello contro il verdetto del tribunale.
La storia scritta negli atti processuali sembra tratta da un horror di
cassetta. Era il 2004 quando Moi s'inserì in una compagnia di amici del
quartiere, molto più giovani e conobbe la ragazza. Lui era sposato, ma la cosa
apparve subito irrilevante. I due cominciarono a frequentarsi, malgrado il
padre della ragazza fosse tutt'altro che d'accordo. Per l'età
dell'imprenditore, ma soprattutto perchè si conoscevano i suoi trascorsi
giudiziari per fatti di droga e truffa. Comunque lo strano rapporto andò avanti
e diventò nel tempo sempre più intenso. Perchè lui la soffocava con
pedinamenti, telefonate continue, sms e poi azioni da codice penale: pestaggi,
insulti, imposizioni prive di qualsiasi logica. La famiglia della ragazza cercò
di intervenire, il risultato fu una raffica di minacce rivolte contro di loro.
Perchè Moi appariva ormai scatenato nel suo furore persecutorio: «Buttati da
quel muretto» e lei eseguì ferendosi in diverse parti del corpo. «Sta ferma in
mezzo alla strada, devo investirti» e lei eseguì senza batter ciglio. Una sera
i due singolari amanti erano seduti all'interno dell'auto di Moi e lui decise
di bucarle i vestiti con un coltello, ferendola soprattutto nelle parti intime.
Come dire: Moi si era ormai trasformato in un aguzzino sanguinario, la giovane
donna era nelle sue mani. Tutto finì quando, spinta anche dai familiari, la
ragazza si rivolse ai carabinieri e subito dopo al giornale della città. A
convincerla sarebbe stato un episodio piuttosto strano: qualcuno aveva
denunciato il suo ragazzo 'ufficiale' dopo avergli sistemato un pacchetto di droga
nell'auto. Il sospetto fu forte e consolidò la decisione di farla finita con
quell'uomo violento. Così la vicenda, dai contenuti a tratti grotteschi, venne
alla luce e Moi finì in carcere con accuse molto pesanti. Che nel corso del
dibattimento davanti al tribunale hanno trovato piena conferma, fino alla
condanna esemplare di ieri mattina.
( da "Secolo XIX, Il"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Galateo grande
assentenel teatrino dei partiti È ormai evidente come la biopolitica, ovvero
quell'insieme di norme giuridiche e morali che tendono a regolamentare il
rapporto dei cittadini con il proprio corpo, sia ormai diventata centrale nel
dibattito contemporaneo. La discussione in corso sul testamento biologico,
fecondazione assistita, "utilità" dei profilattici nella lotta
all'Aids sono soltanto gli esempi più eclatanti. Neanche la gravità della crisi
economica riesce a ridimensionare l'attenzione della politica su questo fronte.
Nel momento in cui il conflitto sociale sembra riaffacciarsi all'orizzonte
dell'Occidente sembra proprio che il potere - statale, economico, religioso -
senta la necessità di aumentare il controllo sui corpi biologici. Sull'altro
fronte i movimenti, come quello gay, che hanno al centro della loro iniziativa
proprio la rivendicazione dell'autocontrollo su corpo e identità sessuale,
intensificano la loro attività a dispetto delle crescenti difficoltà. Ieri la
cronaca internazionale riportava, su questo fronte, notizie di segno
diametralmente opposto. La prima riguarda l'agghiacciante prospettiva che 128
detenuti iracheni, condannati alla pena capitale in quanto omosessuali, vengano
uccisi. Negli ultimi 3 anni sono state eseguite in Iraq le sentenze capitali
relative a 132 gay. L'Arcigay ha chiesto ufficialmente al ministro degli Esteri
Franco Frattini, di sostenere la protesta internazionale
contro esecuzioni che violano tutte le carte internazionali che tutelano i
diritti umani. Un altro
caso limite di omofobia è quello del ministro per la Morale ugandese, James
Msaba Buturo che ieri ha dichiarato: «L'Onu, e in particolare alcuni Stati
membri, sta ponendo in atto una campagna per diffondere l'omosessualità nel
mondo, imponendone l'accettazione a tutti». «Abbiamo appreso da alcune
fonti» ha aggiunto il ministro «che in una prossima conferenza l'Onu si
accingerebbe a varare una norma che protegge l'omosessualità; ma noi non la
accetteremo. Ho parlato ieri con l'ambasciatore delle Nazioni Unite in Uganda e
gli ho ricordato che per il nostro Paese l'omosessualitàè innaturale, anormale,
pericolosa e sporca». Per quanto riguarda la presa di posizione del movimento
gay ugandese, che ha pubblicamente chiesto il rispetto dei propri diritti il
ministro ha risposto «se li accettiamo come minoranza da difendere, anche i
ladri chiederanno di essere considerati come una minoranza da difendere». Di
tutt'altro tenore le prospettive negli Stati Uniti dove la Corte Suprema
dell'Iowa ha stabilito che il bando delle nozze gay viola i diritti
costituzionali. La sentenza fa dello Stato americano il terzo, dopo
Massachusetts e Connecticut, in cui i matrimoni tra omosessuali sono legali. La
sentenza rappresenta un grande successo per il movimento gay dopo la sconfitta
del referendum dello scorso novembre in California che ha reso i matrimoni tra
omosessuali illegali, dopo una breve parentesi di legalità. La sentenza ha
invalidato una legge statale del 1998 che aveva limitato il matrimonio alle
coppie eterosessuali. È la prima volta che uno Stato degli Usa continentali,
politicamente in bilico tra repubblicani e democratici, legalizza le nozze gay.
I giudici della Corte Suprema hanno respinto all'unanimità ogni pretesa che le
obiezioni alle nozze gay possono essere considerate «razionali», hanno
accantonato il rimedio delle unioni civili e sostenuto che i matrimoni tra
omosessuali vanno giudicati normali a tutti gli effetti. La causa era stata
presentata a nome di 12 persone che risiedono in varie contee dell'Iowa: «Come
molti abitanti dell'Iowa sono tutte persone responsabili e produttive, con
lavori importanti, o pensionati, e sono tutti membri rispettati delle loro
comunità. Come molte persone dell'Iowa hanno figli o desiderano avere figli.
L'unica differenza è che sono sentimentalmente legati a una persona dello
stesso sesso e sperano un giorno di sposarsi, un'aspirazione peraltro condivisa
da molte persone in tutto l'Iowa», recita il verdetto pubblicato sul sito web
della Corte. galletta@ilsecoloxix.it 04/04/2009
( da "Repubblica, La"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 10 - Esteri
Pakistan Accusata di infedeltà, frustata in pubblico in Rete il video-shock
girato dai Taliban ISLAMABAD - Frustrata a sangue a 17 anni per essere uscita
di casa con un uomo che non è suo marito: la sorte di una ragazza dello Swat
valle nel nord-est del
Pakistan dove governano i Taliban, grazie a un accordo con il governo di
Islamabad ha suscitato rabbia ieri in tutto il mondo dopo che i media
pachistani prima e internazionali poi hanno diffuso le immagini della
punizione. La giovane è tenuta
ferma da tre uomini e frustata per 34 volte nel silenzio della folla. Grida,
chiede pietà, chiede di essere uccisa pur di non ricevere più frustrate ma la
tortura non si ferma. Le immagini sono state girate con il
telefonino dagli stessi Taliban, allo scopo di mostrare cosa accade a chi non
rispetta le loro regole. Il presidente della Corte suprema, Iftikhar Chaudhry,
ha annunciato l´apertura di una inchiesta. Il governo pachistano aveva
assicurato che l´accordo nello Swat non avrebbe leso ai diritti umani di chi vive nell´area.
( da "Manifesto, Il"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
CRIMINI DI GUERRA A
GAZA Il giudice scelto per una missione di accertamento dei fatti. Tel Aviv:
vogliono discriminare lo Stato ebraico Al sudafricano Goldstone l'inchiesta
dell'Onu, ma Israele protesta Michele Giorgio GERUSALEMME Presto dovrebbero
entrare in un fase più concreta le indagini sui crimini di guerra commessi a
Gaza durante l'offensiva militare israeliana «Piombo fuso» (27 dicembre 2008 -
18 gennaio) in cui sono morti oltre 1.300 palestinesi, ai quali vanno aggiunti
decine di feriti gravi deceduti in questi ultimi due mesi. Le Nazioni Unite
hanno affidato ad un giudice esperto, Richard Goldstone, ex giudice della Corte
costituzionale sudafricana ma soprattutto ex procuratore del Tribunale penale
internazionale per l'ex Jugoslavia e per il Ruanda, il compito di indagare
sugli abusi e i crimini subiti dalla popolazione civile palestinese di Gaza. Il Consiglio dei diritti umani dell'Onu ha precisato che Goldstone sarà affiancato dalla
britannica Christine Chinkin, specialista di diritto internazionale, da Hina
Jilani, giudice della Corte suprema del Pakistan ed ex esperta dell'Onu per i
diritti umani e da un
colonnello irlandese in pensione, Desmond Treves. La missione di
«fact-finding» era stata decisa il 12 gennaio scorso a Ginevra da una risoluzione
del Consiglio dell'Onu per i diritti umani, al termine
di una sessione speciale sull'offensiva israeliana a Gaza. La nomina ha un
significato speciale se si tiene conto che Goldstone è ebreo e fa parte del
consiglio dei governatori dell'Università ebraica di Gerusalemme. Il giudice,
riferisce il Jerusalem Post, ha detto di essere rimasto «scioccato, come
ebreo», dall'invito a guidare la missione. «Seguo con grande interesse ciò che
avviene in Israele - ha aggiunto - e credo che potrò svolgere questo incarico
con imparzialità». Secondo il mandato affidatogli, le indagini dovrebbero
concentrarsi sulle vittime civili dell'operazione «Piombo fuso», ma Goldstone
ha precisato che il suo team indagherà su «tutte le violazioni del diritto umanitario internazionale», compiute prima, durante e dopo
il conflitto. Martin Uhomoibhi, il presidente del Consiglio dei diritti umani dell'Onu, si è detto a sua volta «fiducioso del fatto
che la missione sarà in grado di valutare in modo indipendente ed imparziale
tutte le violazioni commesse a Gaza». Goldstone spera di presentare un rapporto
entro tre mesi dall'inizio della missione. I membri del team avranno colloqui
nelle prossime settimane prima di partire per la regione, ma nessuna data è
stata fissata. Israele collaborerà con Goldstone e il suo team? L'interrogativo
non è secondario se si tiene conto che lo scorso dicembre le autorità dello
Stato ebraico non hanno consentito al relatore speciale dell'Onu per i diritti umani, Richard Falk, di entrare in Israele e in Cisgiordania
e Gaza. E qualche mese prima non aveva cooperato con la missione guidata dal
premio Nobel per la pace Desmond Tutu. I primi segnali non sono rassicuranti.
«Questa commissione (di Goldstone) non è incaricata di accertare la verità, ma
di discriminare Israele per i suoi presunti crimini», ha detto Yigal Palmor,
portavoce del ministero degli esteri israeliano, per il quale il Consiglio dei
diritti umani dell'Onu è un organismo che ha perso
«ogni credibilità». Lo Stato ebraico però non potrà mantenere all'infinito lo
stesso atteggiamento di chiusura. Le indagini vanno avanti e le Nazioni Uniti
appaiono intenzionate ad accertare l'utilizzo di armi proibite - come le
munizioni al fosforo bianco in aree densamente popolate - e a fare piena luce
su bombardamenti aerei e di artiglieria su case ed edifici civili che in non
poche occasioni hanno colpito anche strutture dell'Onu, provocando decine di
morti palestinesi. Senza dimenticare gli ostacoli alle operazioni di soccorso
ai feriti palestinesi denunciate di recente anche dall'associazione israeliana
«Medici per i diritti umani».
( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
VETRINA GIORNO &
NOTTE pag. 13 Film e corti sui diritti umani CINEMA PER il festival Human
rights nights' oggi alle 18.30, in via Valverde 15 spazio ai corti Memory
zone', e alle 21.30 Democracy in Dakar'. Al San Luigi, alle 18, Haiti cherie',
alle 18.30, al circolo Basso investimento di via Bufalini 30 c'è il monologo
teatrale Le donne di Pola', di e con Marco Cortesi.
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Osanna, osanna!
Crocifiggilo, crocifiggilo!» --> Sabato 04 Aprile 2009 SOCIETA, pagina 13
e-mail print «Osanna, Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Osanna nel più alto dei cieli!». «Crocifiggilo, Crocifiggilo! Salve, re dei
Giudei! Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo scenda ora
dalla croce perché vediamo e crediamo!». Quanto è volubile la folla. Come
mutano rapidamente i sentimenti della gente. A grande velocità gli applausi e i
trionfi dei «tifosi» si trasformano in insulti e odio dei «nemici». La piazza è
viscerale, ragiona con la pancia e non con la testa. In quella settimana
cruciale di inizio aprile dell'anno 33 dell'era cristiana, a Gerusalemme c'è il
nostro inviato speciale. È uno straniero, non conosce bene la lingua e i posti,
ma sa che la situazione politica è incandescente. Gli ebrei non sopportano la
dominazione romana e il fuoco della ribellione cova sotto il risentimento e
spesso esplode in violente manifestazioni. Per non sbagliare, l'inviato si fa
guidare dall'evangelista Marco, un giovane sveglio, «segretario» dell'apostolo
Pietro dal quale ha sentito il racconto della «Settimana Santa». Una folla
festante accoglie Gesù di Nazareth. Eppure il «Figlio di Dio» entra in
Gerusalemme a dorso di un asinello. I più scatenati sono i bambini: corrono su
e giù per il corteo, ballano, gridano, si inseguono e si arrampicano sugli
alberi per godersi lo spettacolo. Gli uomini stendono i mantelli sulla strada,
tagliano le fronte degli alberi, agitano ramoscelli di olivo e rami di palme.
Ma anche le donne - giovani e anziane, adolescenti, mamme e nonne - fanno
festa, applaudono e mandano baci a quel bell'uomo dal viso mansueto, dallo
sguardo penetrante, dall'animo gentile, dalla bontà infinita, dalla
misericordia senza confini, dalla condotta senza peccato. Ora la scena muta
radicalmente. La «tragedia del Calvario» inizia con urla assordanti e ritmate
«Cro-ci-fi-ggi-lo, cro-ci-fi-ggi-lo» e si conclude con l'imprevedibile
conversione e il convinto atto di fede del centurione romano, che comanda la
truppa nell'operazione-crocifissione: «Davvero quest'uomo era Figlio di Dio».
Cosa avrà visto quel rude soldato pagano, giunto dalla lontana Roma, in quello
sconosciuto condannato a morte? La totale innocenza in contrasto con
l'abominevole supplizio; il «consegnarsi» nelle mani di Dio; il silenzio tra
gli scherni dei persecutori, le accuse infondate dei nemici, l'interrogatorio
del governatore Ponzio Pilato, le percosse della soldataglia. Ma come è dura la
«Via crucis», come è dolorosa la salita al Calvario. Incomincia dalle losche
manovre dei caporioni che sobillano la massa. Passa attraverso il bacio del
traditore Giuda Iscariota; la dormita e poi la fuga degli amici discepoli; il
triplice rinnegamento dell'apostolo più amato, quel Simon Pietro che aveva
giurato e spergiurato che mai avrebbe abbandonato il Maestro ma che, alle
insinuazioni di una servetta, balbetta: «Chi? Quello? Ma se manco lo conosco».
Poi l'umiliante arresto in catene come se fosse un criminale; i falsi testimoni
che lo accusano; i sacerdoti e gli scribi - la «polizia del Tempio» - aizzano
la folla a chiedere a Pilato di liberare l'assassino Barabba e di giustiziare
Gesù «re dei Giudei». Il governatore sa che «glielo consegnano per invidia»: di
fronte ai potenti accusatori e alla turba inferocita preferisce salvare la
poltrona piuttosto che rovinarsi la carriera. Delle torture
si occupano aguzzini che sanno come far soffrire la loro vittima. Gli sputano
addosso, lo schiaffeggiano, lo percuotono, lo irridono mettendogli addosso uno
straccetto rosso, lo flagellano, gli mettono «una corona di spine» e con una
canna la premono sulla testa in modo che penetri in profondità nella carne e la
tortura sia più lunga e dolorosa. Gli caricano sulle spalle una rozza
croce e lo costringono, sanguinante per la flagellazione e indebolito dalle
percosse, a portarla fino al «Luogo del cranio». Lo inchiodano mani e piedi
alla croce e lo lasciano lì a morire. Ora il nostro inviato vola da Gerusalemme
a Torino. Nella Cattedrale è custodita la Sindone: secondo una fondata
tradizione, è il lenzuolo funebre in cui fu avvolto il corpo di Gesù. In quel
telo è fotografata la passione di Cristo. I medici legali hanno contato oltre
600 lesioni grandi e piccole. Numerosissime quelle provocate dai flagelli;
altre dovute alle cadute e alle spine sul capo; altre causate dai fori dei
chiodi nelle mani, non nel palmo ma nel «pugnetto» per sostenere il peso del
corpo, e nei piedi. Ben visibili sono la ferita del costato, tumefazioni,
ammaccature, contusioni. Impressionanti le tracce di sangue procurate dal
«caschetto di spine» sui capelli, sul volto. Sulla fronte spicca il «3
rovesciato». La faccia è una maschera di sangue. Sangue dalla ferita del polso
sinistro: il destro non è visibile perché coperto dall'altro. Sangue lungo gli
avambracci destro e sinistro; sul costato una macchia molto marcata; sulle
gambe scorticate; sui piedi trafitti e piagati; sul dorso ammaccato e tumefatto
dal braccio trasversale della croce, il «patibulum», che ha scorticato le
spalle. Il nostro inviato è commosso. Nella passione trova una risposta
definitiva la domanda che Marco dissemina nel suo Vangelo: chi è Gesù? Nel
processo, nella flagellazione, nella salita al Calvario e sulla croce si rivela
Figlio di Dio e dimostra di amare l'umanità da Dio. Il primo a intuirlo è il
rozzo comandante del plotone di esecuzione. Pier Giuseppe Accornero 04/04/2009
nascosto-->
( da "Nazione, La (Arezzo)"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
VALDICHIANA pag. 19
NEI GIORNI scorsi la ex Pinacoteca, a Palazzo Comunale, ha ospitato la
cerimonia celebrativa il ... NEI GIORNI scorsi la ex Pinacoteca, a Palazzo
Comunale, ha ospitato la cerimonia celebrativa il 50° anniversario di
"Testimonianze", la rivista fondata a Firenze nel 1958 e diretta per
anni da padre Ernesto Balducci, uno degli intellettuali cattolici fiorentini di
maggiore spicco tra gli anni 50 e 90. Alla cerimonia -promossa dal Comune,
dall'Istituzione Culturale Educativa Castiglionese e coordinata da Giuseppe
Alpini- hanno partecipato: Severino Saccardi, Consigliere Regionale della
Regione Toscana oltre che direttore della rivista, il Consigliere Regionale
Enzo Brogi, Attilio Monasta, pedagogista, scrittore, docente universitario e
collaboratore in passato della rivista. Nei loro interventi, i relatori hanno
messo in evidenza che "Testimonianze" è una rivista laica, impegnata
nel dialogo tra culture e religioni, nella riflessione sui
grandi temi dei diritti umani, del rispetto ambientale, della cooperazione, della solidarietà
e della pace. Hanno sottolineato che essa, si pone oggi in una posizione di
frontiera, all'insegna della collaborazione tra credenti e non credenti, per la
realizzazione di obiettivi comuni a favore dell'uomo, in linea e in continuità
con il messaggio di padre Balducci. Il direttore Saccardi ne ha
ripercorso la lunga storia, vissuta sempre mantenendo un filo di continuità
nell'ispirazione aperta, dialogante e democratica e nell'impegno per l'uomo:
dagli anni 50-60, quando si è impegnata nel rinnovamento della Chiesa; al '68 e
dintorni, quando ha seguito da vicino il "dissenso"; agli anni 70,
caratterizzati dal dialogo tra credenti e non credenti sui temi della
"scelta di classe"; agli anni 80, dedicati ai convegni sul disarmo e
la pace, il rapporto Nord-Sud, i diritti umani; agli
anni 90 la stagione della riflessione sull'interdipendenza e la
mondializzazione. Arnaldo Valdarnini
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 04-04-2009)
Pubblicato anche in: (Giorno,
Il (Milano)) (Nazione, La (Firenze))
Argomenti: Diritti umani
PRIMO PIANO pag. 8
Schifani vola in Afghanistan «Essenziale la presenza italiana» Intervista al
presidente del Senato: «I nostri soldati sono portatori di pace» di ALESSANDRO
FARRUGGIA HERAT «LA FERMEZZA con i terroristi non è certo in discussione.
Contro gli insorgenti lo strumento militare servirà ancora. Ma è ormai chiaro
che è la parallela strategia dell'inclusione e del dialogo la potenziale chiave
per aprire la strada ad una vera stabilizzazione dell'Afghanistan. Del resto,
l'apertura fatta dal presidente Obama all'Iran sembra aver prodotto i primi
risultati: Teheran ha inviato un viceministro alla conferenza dell'Aia e per
ora sono cessati i violenti attacchi verbali a Israele. E questo è un buon
inizio di una fase che se ben gestita potrà essere fruttuosa...». E' sera
quando il presidente del Senato Renato Schifani fa il punto sulla missione
lampo che l'ha portato nella regione occidentale afghana di Herat, dove ha
assistito alla cerimonia di trasferimento d'autorità tra la brigata alpina
Julia e la brigata paracadutisti Folgore. Presidente, perchè ha consegnato al
comandante della Folgore una bottiglietta con dentro la sabbia che un mese fa
ha raccolto ad El Alamein? «Perchè sapendo bene il prezzo pagato dalla Folgore
ad El Alamein ho voluto manifestare il mio attaccamento ai suoi valori e al
sacrificio pagato per la Patria, e ho voluto farlo essendo conscio dei rischi
della nostra missione in Afghanistan, dove gli attacchi sono aumentati e
realisticamente ancora aumenteranno da qui alle elezioni presidenziali del 20
agosto». Non si nasconde i rischi, eppure, lei dice, anche dopo aver avuto 13
morti e 57 feriti, ha un senso esserci. «Sempre di più. Il nostro è uno sforzo
essenziale per garantire la sicurezza di questa terra e aiutare gli afghani nel
processo di ricostruzione del loro Paese. Siamo portatori di pace. E l'ottimo
rapporto con le autorità, che mi è stato testimoniato oggi dal governatore di
Herat e da alcuni ufficiali del nuovo esercito sta lì a dimostrarlo». Le
popolazioni pagano però un alto prezzo di sangue dalla guarra ai talebani. «Il
valore della nostra presenza sta anche nel nostro approccio attento alle
popolazioni, un approccio che è diventato un caso di scuola in ambito Nato. Ciò
detto, è anche alla luce di questi trenta anni di guerra, di fronte all'urgenza
di una soluzione, che io sono credo in un approccio inclusivo: in queste aree così
complesse, solo con il dialogo si può raggiungere la pace». La strategia
dell'inclusione prevede anche una apertura ai talebani moderati, eventualità
che sino a pochi mesi fa molti criticavano. Lei la condivide? «Certo. Ai
talebani moderati bisogna guardare con grande attenzione e grande interesse se
vogliamo che si affermi e si consolidi un quadro democratico. La frangia dei
talebani irriducibili, mossi da considerazioni fondamentaliste, è minima benchè
molto pericolosa e capace di mantenere nella instabilità buona parte del Paese.
Con loro non è possibile alcuna mediazione. Ma con gli altri, serve il dialogo,
il coinvolgimento al quale si è da tempo detto disponibile il presidente
Karzai». Che però ha firmato la legge sulle donne di religione sciita che nega i più basilari diritti umani delle donne legalizzando anche lo stupro in famiglia e che
sembra un tuffo nel passato.... «Non vi è dubbio che sia per noi una legge
totalmente inaccettabile e che se dovesse essere pubblicata metterebbe in
grandissima difficoltà l'intera comunità internazionale che ritiene i diritti
delle donne principi basilari di una democrazia compiuta. Bene ha fatto
il ministro Frattini a far sentire con forza la nostra voce. Ho però preso atto
che si tratta di una legge promulgata ma non pubblicata e quindi mi auguro che
questo ritardo possa dare spazio ad un eventuale ripensamento del presidente
Karzai. E sono moderatamente fiducioso che così possa essere».
( da "Unita, L'" del
04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
1 Una posizione
netta Il bus per gli extracomunitari dal campo di accoglienza di Borgo
Mezzanone verso Foggia ha il sapore della separazione, va abolita. 2 Il doppio
errore Nel provvedimento c'è un improponibile riferimento alla segregazione
razziale, bianchi qui, neri là. E nella giustificazione c'è stata
un'insopportabile leggerezza nell'uso delle parole, che sono importanti, anche
da parte del sindaco, che rimanda a pagine atroci dei libri di storia. 3 Che
fare? Se è una linea di servizio, sia presentata così e senza richiami alla
"sicurezza". Ci sono posti popolosi che possono essere collegati ad
altre zone con servizi specifici, con navette (accade al nord e anche a Bari).
Senza presentare raddoppi di linee ad hoc riservate agli extracomunitari,
esclusi dalle altre corse "pubbliche". 4 Chi
siamo In Puglia siamo una frontiera per il riconoscimento - a tutti - dei
diritti umani. Possiamo
sventolare la bandiera dell'integrazione, partendo proprio dai campi e dai
braccianti stranieri, che mai hanno avuto problemi con i cittadini. 5Ma che
politica è? Nel centro d'accoglienza stanno mille persone in una struttura
pensata per trecento. Chiedo al governo: che politica dell'immigrazione
è questa? Sono lì per chiedere asilo, e passano mesi senza che nessuno li assista
legalmente. MARCO BUCCIANTINI mbucciantini@unita.it 5 risposte da Nichi Vendola
Governatore della Puglia
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere del
Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 04/04/2009 - pag: 3 Poggioreale,
detenuti costretti in brandine La garante Adriana Tocco: vivono in dodici in
celle che dovrebbero ospitarne sei NAPOLI «Pochi giorni fa c'è stato ancora un
suicidio nelle carceri napoletane, il terzo dall'inizio dell'anno nella sola
Poggioreale. Il suicidio di un ragazzo di ventisette anni in un penitenziario
dello Stato italiano non deve e non può scorrere via nell'indifferenza».
Adriana Tocco, per anni presidente del Cidi, associazione degli insegnanti
fortemente impegnate nel sociale, e già consulente dell'assessorato regionale
all'istruzione, da luglio scorso ha assunto l'incarico di Garante regionale delle
persone detenute. Un ufficio nuovo, il suo, incardinato nel consiglio
regionale. Solo da qualche giorno, però, in virtù dell'approvazione di una
modifica ad un regolamento precedente, la sua figura è stata autorizzata dal
legislatore ad entrare liberamente all'interno delle carceri, per verificare le
condizioni in cui vivono i detenuti e poter dialogare con loro. E così, il 17
marzo scorso, è stata per la prima volta a Poggioreale. Proprio nel giorno in
cui un altro giovane carcerato sceglieva di togliersi la vita e il direttore,
Cosimo Giordano, aveva appena finito di affrontare l'ennesima emergenza legata
al sovraffollamento della struttura (2500 persone a fronte di una capienza di
1387). «Mi accolse raccontando che, per fronteggiare nuovi improvvisi ingressi,
aveva dovuto acquistare cento materassi. Quando si raggiungono picchi di
presenza di molto superiori ai limiti tollerabili i detenuti dormono su
brandine, sistemati alla meglio». Un quadro allarmante: lo raccontano i numeri
ma anche i gesti disperati dei detenuti che decidono di togliersi la vita. «Non
c'è dubbio. Nelle carceri campane ci sono 7.550 detenuti a fronte di una
capienza regolamentare di 5350. Ma il dato di Poggioreale è il più grave. Il
giovane suicida aveva fatto il suo ingresso in carcere da pochi giorni.
L'esperienza racconta che la fase del primo ingresso è quella più delicata,
quella in cui un minimo di sostegno psicologico sarebbe indispensabile. Ma in
una situazione in cui ogni giorno bisogna fronteggiare un'emergenza, dove può
rendersi necessario acquistare d'urgenza 100 materassi per far dormire i 'nuovi
giunti', il sostegno psicologico è solo un'utopia». Il sovraffollamento può
essere all'origine di un gesto come il suicidio? «Si provi solo ad immaginare
di vivere in dodici o quattordici nello spazio esiguo di una cella progettata
per ospitare sei persone. Promiscuità, tensione, aggressività diventano
inevitabili. Ce l'hanno dimostrato anche gli esperimenti condotti negli anni
Settanta da un famoso psicobiologo francese che osservò una colonia di topi
posta in cattività, con forte limitazione dello spazio disponibile. Gli
esperimenti evidenziarono, nel campione, l'impennata di due patologie
comportamentali: forte aumento dell'aggressività e insorgenze depressive, con
inequivocabili sintomi di predisposizione a sviluppare malattia». Quali sono le
azioni prioritarie da svolgere per arginare questa situazione? Costruire nuove
carceri? «Certamente servono strutture più ampie, ma bisogna anche incentivare
il ricorso a misure alternative alla detenzione. Purtroppo, invece, il governo
sta andando in senso inverso: ma è troppo facile spacciare il carcere come
unico antidoto a tutte le paure sociali, speculare sul bisogno di sicurezza che
sale da un paese impaurito». Come può intervenire un garante dei diritti dei detenuti? «Non ha molti mezzi a disposizione, ma ha
il dovere di denunciare all'opinione pubblica tutte le condizioni di crisi che
sviliscono la tutela dei diritti umani. I detenuti hanno diritto ad un'assistenza sanitaria e psicologica
dignitosa e ora siamo di fronte ad una difficile fase di transizione: i fondi
per queste spese sono passati dal ministero di Grazia e Giustizia a
quello della Salute, è un momento che va gestito con molta attenzione, evitando
ritardi». Progetti del suo ufficio? «A Poggioreale, d'accordo col direttore e
col sostegno degli assessorati regionali alle Attività produttive e alla
Formazione e lavoro riattiveremo le officine esistenti all'interno del carcere,
la tipografia, la falegnameria e lo spazio per i fabbri: la dignità del
detenuto passa soprattutto attraverso il lavoro. Inoltre, in collaborazione con
l'associazione Carcere possibile, stiamo curando una guida per i carcerati che
contiene anche i regolamenti delle strutture penitenziarie. C'è anche un
progetto pilota, per attivare sportelli di assistenza multilingue. Ma
l'obiettivo principale è quello di costituire un osservatorio permanente che
vigili e informi sulle condizioni di vivibilità nelle nostre carceri». Chiara
Marasca Sit in per i detenuti Una manifestazione davanti al carcere di
Poggioreale
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Provincia di Nuoro
Pagina 5021 Bitti Domani incontro con il Nobel Adolfo Esquivel Bitti -->
Nella giornata della pace, che coincide con la Domenica delle palme, Bitti
ospita domani il pacifista argentino Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel nel
1980 per il suo impegno contro la dittatura militare degli anni Settanta.
L'iniziativa, inserita nel progetto Acquarium 4, è organizzata
dall'associazione Piccolo grande coro oschirese e ha
trovato l'adesione dell'amministrazione comunale di Bitti. Esquivel incontra pubblico
e autorità in piazza Asproni. L'appuntamento è alle 16. È prevista anche la
messa a dimora dell'albero della pace, quindi l'esibizione dei tenores. In
serata, alle
( da "Nuova Venezia, La"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
MIRANO Rdb: «Stato
d'agitazione al Mariutto» MIRANO. Dichiarato lo stato di agitazione sindacale
alla casa di riposo Luigi Mariutto. I sindacati del pubblico impiego RdB-Cub
hanno scritto al prefetto chiedendo un incontro urgente e annunciando una
giornata di sciopero per protestare contro le modifiche alla turnistica e le
nuove regole per i lavoratori part-time. «L'azienda - spiega per RdB Federico
Martelletto - prevede di riorganizzare orari di lavoro e turnistica ricorrendo
a mobilità interne e modifiche di contratti part-time individuali. Tutto ciò
senza interessare i lavoratori, che troveranno già nella
programmazione di maggio le modifiche dei loro turni di lavoro». Per i
sindacati si tratta di una palese violazione dei diritti del lavoratore, dato che è la legge stessa a prevedere
l'impossibilità della modifica unilaterale del contratto individuale senza il
consenso del lavoratore su turni e orario. «Il contratto nazionale -
aggiunge Martelletto - prevede che la materia sia oggetto di concertazione
anche aziendale. Se classifichiamo il verbale del 3 marzo come tale, nessun
cambiamento può essere effettuato unilateralmente senza che il gruppo di lavoro
abbia elaborato le proposte e i protocolli». (f.d.g)
( da "Centro, Il" del
04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
di Pietro Santoro *
PATITI DI SPERANZA RIALZIAMO LA TESTA «Voi ora siete tristi, ma io vi rivedrò,
e voi vi rallegrerete, e nessuno vi toglierà la vostra gioia» (Gv. 16, 22). E
la promessa di Gesù non resta vana, diventa visibile, reale. Dopo i giorni dello
smarrimento, dell'abbandono, della fuga, del tradimento, del pianto, della
sofferenza, esplode l'alba della gioia, della fiducia, della speranza. Il mesto
corteo è sceso dal Monte Calvario, inghiottito dalla lunga sera del silenzio.
Il sepolcro è stato chiuso con la pesante pietra, e il
cadavere del Maestro riposa finalmente ricomposto nella sua dignità calpestata
dall'orribile tortura della morte sulla Croce. E' stata congelata una Parola
«diversa». Ma questa Parola è carne che non può marcire e decomporsi. E
infatti, il mattino di Pasqua, Cristo esce dal sepolcro: Dio non si lascia
rinchiudere. Dio non si lascia imbavagliare e fermare. Gesù è Risorto.
E' Risorto per prendere in mano i frammenti delle nostre delusioni e ricomporli
nel mosaico della salvezza. Risorto per dire che quelli che credono in Lui
possono raccogliere tutte le sfide sicuri di vincerle. La società può creare
tanti Venerdì Santo, ma il trionfo appartiene a quanti pongono nel Vangelo le
loro speranze, perché il Vangelo è l'unica Parola Viva di un Dio sempre vivo
tra gli scheletri della storia. Cristo è Risorto per non dimenticare l'uomo nel
cimitero, per farlo risorgere dalla cenere. * Vescovo dei Marsi (Segue a pagina
12)
( da "Tirreno, Il"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 5 - Attualità
Costruiremo un mondo senza armi nucleari E Obama avverte: attacchi di Al Qaida
più probabili in Europa che negli Usa Un mea culpa e una denuncia: l'America è
stata arrogante ma l'antiamericanismo è insidioso Mai più Guantanamo, perché gli Stati Uniti «non torturano» STRASBURGO. Un mondo senza
armi nucleari. Un nuovo rapporto con un'Europa più impegnata (perché più
minacciata degli Usa) contro il terrorismo. Il presidente americano Barack
Obama, in un discorso che ha conquistato i giovani riuniti a Strasburgo poche
ore prima dell'inizio del vertice Nato, ha invitato gli alleati europei
ad un "reset" dei rapporti con gli Usa mettendo da parte le
incomprensioni del passato per accettare una'nuova era di responsabilita che
veda gli alleati del Vecchio Continente più attivi nella lotta al terrorismo e
su altri fronti. «Noi desideriamo forti alleati - ha detto Obama -. Non
vogliamo essere i protettori dell'Europa, vogliano essere i partner
dell'Europa». Il presidente Obama, che ha incontrato ieri a Strasburgo il
collega francese Nicolas Sarkozy e a Baden Baden la cancelliera tedesca Angela
Merkel, ha esortato gli alleati Nato a dare maggiori contributi alla lotta in
Afghanistan contro Al Qaida e i terroristi. «E' più probabile che Al Qaida
possa lanciare un grave attacco terroristico contro l'Europa che contro gli
Stati Uniti, anche solo per una questione di prossimità territoriale», ha
ammonito Obama. «L'Europa non deve aspettarsi che gli Stati Uniti portino
questo fardello da soli. Questo è un problema congiunto che richiede un impegno
congiunto». Il messaggio di Obama a contribuire di più in Afghanistan anche sotto
il profilo militare (quello della ricostruzione civile vede gli europei più
disponibili), duro nella sostanza ma presentato con grande efficacia, è stato
accompagnato da un invito a creare un nuovo tipo di rapporti: «Vi sono stati
tempi quando l'America ha mostrato arroganza e persino derisione» nei confronti
dell'Europa, e restano in Europa "insidiose" ondate di
anti-americanismo. L'inquilino della Casa Bianca, parlando ad una folla
entusiasta di giovani a Strasburgo in un incontro stile "town hall",
ha suscitato gli applausi più intensi quando ha ricordato gli sforzi già
intrapresi per cambiare l'America, come la chiusura della prigione di
Guantanamo e come l'impegno ferreo «a non usare mai la tortura». «L'America sta
cambiando - ha sottolineato Obama - ma non può essere la sola a cambiare». Il
presidente americano ha denunciato il pericolo della proliferazione nucleare.
«Anche se la Guerra Fredda è finita - ha detto - la diffusione delle armi
nucleari o il furto di materiale nucleare può portare alla distruzione di
qualsiasi città sul Pianeta». Obama ha anticipato, senza fornire però altri
dettagli, che nel discorso che farà a Praga esporrà il suo programma «per
giungere al traguardo di un mondo senza armi nucleari». E ha lanciato un
avvertimento alla Corea del Nord, che forse già oggi potrebbe mandare in orbita
il suo missile-satellite. Obama dice che Pyongyang «dovrebbe» invece
rinunciarvi. «Se dovesse avvenire - ammonisce il presidente americano -
prenderemo le misure adeguate, la Corea del Nord deve capire che non può
minacciare impunemente la comunità mondiale». Obama ha ricevuto una calorosa
accoglienza da Sarkozy. «Sosteniamo completamente la strategia americana in
Afghanistan», ha detto il presidente francese al termine dell'incontro. Il
presidente Usa ha ricambiato, sottolineando la «leadership straordinaria» di
Sarkozy. Altrettanto cordiale il colloquio tra Obama e la Merkel. Il presidente
Usa ha detto che la Germania «è sempre stato un alleato molto solido» nella
guerra in Afghanistan. Il vertice Nato a Strasburgo farà capire oggi se Obama
avrà avuto successo nel suo tentativo di convincere gli alleati ad un maggiore
impegno, anche militare, in Afghanistan.
( da "Stile.it" del
04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Ci sono donne che tentano di sfuggire alle tenaglie di
tradizioni bigotte, doveri assurdi, mariti codardi; donne che osano cercare
lamore e finiscono
Il Brasile è sempre stato nellimmaginario
occidentale un terra ricca di musica, colori, danza e belle donne. Ma, come
ogni generalizzazione ed idealizzazione è riduttiva, così quella splendida
terra è molto di più ed è molto più complessa. Non solo per la sua vastità e quindi per leterogeneità
di paesaggi, climi e persone; ma anche e soprattutto per la sua storia fatta di
continue stratificazioni. Quella locale degli indios, che si fonde con quella
yoruba africana degli schiavi, che a loro volta si fondono con quella dominante dei
colonizzatori europei. Una tale mistura ha dato vita a quel magico sincretismo
che domina quella terra e a quel miscuglio di razze che la abita. Proprio un
tale incantato sentore spira dalle pagine di Heloneida Studart, dalle righe
della traduzione italiana di Francobollo daddio, in
uscita per la Marcos y Marcos il prossimo 23 aprile. Heloneida Studart è una
tra le donne più importanti della storia brasiliana moderna. Nata a Fortaleza,
nello splendido Nordest, il 3 aprile 1932. Da quella che viene considerata come la zona più
affascinate del Brasile, una giovane Heloneida si sposta verso lallora
capitale Rio de Janeiro. Lì compie i suoi studi ed i suoi primi passi nel mondo
del giornalismo. Eletta nel 1966 presidente del Sindacato delle Associazioni Culturali
(Senambra), fu arrestata e destituita dallincarico nel 1969, per
essersi opposta alla dittatura. Durante la sua prigionia fu anche torturata.
Quella terribile esperienza è raccolta in quella che viene definita la
Trilogia della
tortura, composta da La libertà è un passero azzurro
(pubblicato in Italia sempre da Marcos y Marcos nel 2008), Lo stendardo
dellagonia( ispirato dalla vita della sua amica Zuzu Angel) e da
Il torturatore nella processione. Autrice anche di numerosi saggi sulla condizione
femminile, nel 1978 viene eletta per il suo primo mandato come deputata dello
stato di Rio de Janeiro per il Partito dei Lavoratori. Durante la sua carriera
politica, lunga ben sei mandati, la Studart si contraddistingue per la lotta a
sostegno dei diritti delle donne, tanto che nel 1975 fonda il Centro delle
Donne Brasiliane, la prima entità femminista del paese, ed il Centro Statale
dei Diritti delle Donne (Cedim). Si spegne per un attacco cardiaco il 3
dicembre 2007. Il romanzo Francobollo daddio, mantiene la
sua sensibilità verso il mondo femminile e narra le vicende di due donne
Mariana e Leonor, sorelle, e della loro famiglia i Nogueira Alencar (come nella
migliore tradizione letteraria brasiliana). Narra soprattutto le difficoltà che le donne
incontravano (e forse ancora incontrano) nella società brasiliana, i loro
tentativi di fuga dai lazzi delle tradizioni bigotte, dei doveri sessisti, dei
matrimoni falliti e dei mariti padroni. Così quando Leonor, si vendica del trattamento
da schiava subito, uccidendo il marito, Mariana che è avvocato
decide di difenderla anche per riscattare loppressione del suo
genere. Così lautrice attraverso la storia di un omicidio perpetrato per
vendetta compone un passionale inno allamore ed al riconoscimento del ruolo della donna. Il
tutto incorniciato da un Brasile meraviglioso, ma sfiancato dalla corruzione e
dai criminali. Comunque irresistibilmente magico. Autrice: Heloneida Studart
Titolo: Francobollo daddio Edizioni: Marcos y Marcos Pagine : 256 Prezzo: 15,00
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
9 - Gorizia Marcia della pace per i diritti umani Si svolgerà
nel pomeriggio e avrà come meta il colle di Medea Romans ROMANS. Grande attesa
per l'edizione 2009 della Marcia della pace che si svolgerà, questo pomeriggio,
da Romans d'Isonzo al colle di Medea. La manifestazione è organizzata dal
Circolo Acli "M. Fain" di Romans, dai Circoli Acli di Villesse, Fiumicello, Ruda
e Cervignano, dai giovani delle Acli, dalla Consulta dei giovani e dal Centro
giovanile Monsignor Galupin di Romans, dal Forum cultura di Gorizia. Aderiscono
all'iniziativa anche il Comune di Romans e quello di Medea. Nei giorni scorsi i
promotori dell'iniziativa hanno definito il programma della manifestazione. Il
raduno dei partecipanti è previsto, alle
( da "Avvenire" del
04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
POLITICA 04-04-2009
PROVINO A RIFLETTERE I PROPUGNATORI DELL'INDIVIDUALISMO SPINTO E se il
dissolvimento della società dipendesse dall'idea di libertà? CARLO CARDIA Q
uasi nel disinteresse generale sono annunciate, o stanno maturando, in alcuni
Paesi scelte che fanno arretrare ulteriormente le barriere in difesa della
vita, e che dovrebbero suscitare interrogativi drammatici tra coloro che negano
i rischi e i guasti dell'individualismo sfrenato del quale stiamo diventando
prigionieri. In Inghilterra sono state attivate forme di pubblicità che
propagandano l'aborto, e incentivano la scelta per l'interruzione della
gravidanza. In Spagna è pronta una riforma per legalizzare pienamente l'aborto
nelle prime 14-16 settimane cancellando anche il flebile motivo giustificativo
previsto dalla legge. L'aborto diventerebbe così un diritto della persona,
anziché una eccezione rispetto alla regola che almeno in linea di principio lo
scoraggia. Negli Stati Uniti, secondo una proposta difficilmente valutabile
data la sua gravità, la nuova Amministrazione vorrebbe diminuire le garanzie
per gli obiettori di coscienza nel confronti dell'aborto, o addirittura
eliminare il diritto di obiettare per medici e personale sanitario. Infine, in
diversi ordinamenti si vuole introdurre il cosiddetto 'divorzio breve', che
consente la fine del vincolo matrimoniale anche dopo pochi mesi, o poche
settimane, provocando così l'insignificanza totale del matrimonio e relativi
diritti e doveri. Coloro che da tempo indicano l'inevitabile approdo
indifferentista del relativismo etico non dovrebbero meravigliarsi troppo di
questa rinnovata escalation. Tuttavia, si deve dire che siamo di fronte a
qualcosa di nuovo e di terribile, che lascia intravedere una vera mutazione
culturale capace di offuscare l'intera stagione dei diritti umani
inaugurata dopo gli orrori del totalitarismo nel 1948. Il primo obiettivo che
si vuole raggiungere è quello di trasformare il ricorso all'aborto da eccezione
in regola, introducendo una sorta di diritto all'aborto con le conseguenze che
ne derivano. Una volta immesso questo veleno nelle pieghe dell'ordinamento, si
produce un altro inevitabile effetto, perché se l'aborto è un diritto, si può
propagandarlo, predisporre incentivi a suo favore, come quello degli spot
pubblicitari, si criticheranno le politiche e le iniziative che vogliono
favorire la scelta per la vita, come se fossero contrarie ad un diritto.
Infine, l'annuncio americano (non ancora chiaro nei suoi contenuti) di
limitare, o addirittura eliminare, l'obiezione di coscienza contro l'aborto
viene a colpire un diritto fondamentale della persona, riconosciuto pressoché
in tutte le legislazioni del mondo, di rimanere coerenti con la propria fede e
la propria coscienza senza dover compiere atti contrari alla vita dei più
deboli e indifesi. Quanto sta avvenendo dovrebbe far riflettere coloro che
sostengono il principio per il quale la libertà individuale è sovrana, e
nessuna autorità o norma superiore può limitarla, perché la sovranità di un
individuo finisce sempre per esercitarsi a danno degli altri, prima ignorando i diritti di chi non ha voce, poi quelli di chi è
tenuto fuori del recinto dell'individualismo, infine provocando la deformazione
e decadenza dei diritti umani nel loro complesso. Il diritto alla vita si trasforma nel
diritto a disporre la morte per gli altri, la libertà di coscienza da barriera
contro il dispotismo diventa un ostacolo da eliminare per dare spazio all'arbitrio
individuale. Quante volte la chiesa, cristiani e laici di ogni orientamento,
hanno avvertito che se la legge, i costumi e la coscienza vengono svincolati da
alcuni principi fondamentali, in breve tempo si erode quella sensibilità etica
minima che sorregge la società e le sue strutture fondamentali, si spegne
quell'attenzione per gli altri che costituisce il cuore di ogni collettività
solidale? Si determina una assuefazione al male che elide progressivamente
anche il disagio interiore. Oggi constatiamo tutti che queste preoccupazioni
non sono frutto di pessimismo, trovano conferme nella realtà dei fatti anche
oltre le previsioni. Una società nella quale si abortisce quando si vuole e
come si vuole, nella quale si fa pubblicità a favore dell'aborto come per un
prodotto di consumo, o ci si propone di limitare o cancellare il diritto
all'obiezione di coscienza, è una società che fa paura perché perde anche le
ultime tracce di un umanesimo che ha contribuito a dare all'Europa e
all'Occidente una identità capace di parlare a tutto il mondo. Su questi
problemi nessuno di coloro che tutti i giorni danno lezioni di laicità alla
chiesa, alla religione, a coloro che intendono tutelare i diritti umani, si è soffermato a riflettere, nessuno di essi ha
detto nulla, confermando almeno indirettamente che non appena possibile si
vorrebbe fare così anche in Italia. Forse è il caso, quando si parla di diritti
umani, di far notare e denunciare il lento
dissolvimento cui possono andare incontro anche per l'indifferenza e l'apatia
di chi dovrebbe tutelarli e promuoverli.
( da "Virgilio Notizie"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 4 apr. (Apcom)
- "Apprendo con soddisfazione la notizia che il presidente dell'Afghanistan
Karzai potrebbe rivedere la legge che legalizza lo stupro all'interno del
matrimonio. Qualora non ci fossero passi avanti, però, penso che una risposta
forte potrebbe essere quella proposta dal ministro della Difesa, Ignazio La
Russa, cioè il ritiro delle soldatesse italiane in missione nel Paese". Il
ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, è d'accordo con il collega La
Russa che, in una intervista, propone di ritirare temporaneamente il nostro
contingente femminile dall'Afghanistan per far sentire il forte dissenso del
governo italiano rispetto ad una legge che "viola i diritti
fondamentali delle donne". "Quella del ritiro delle soldatesse, che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della
popolazione - sottolinea Garfagna - è una scelta forte ma il segnale della
comunità internazionale di fronte a una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e
non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno".
( da "Foglio, Il" del
04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
4 aprile 2009 Ma
quanto è pasticcione Zapatero, dice il direttore del Mundo "Pedro
Jota" (RamÍrez) racconta la "politica delle trovate" del premier
spagnolo. Con una concessione Pedro J. RamÍrez è il direttore del Mundo, uno
dei grandi giornali spagnoli, di impronta liberale e spirito battagliero. La
“J” puntata, che in castigliano si pronuncia “jota”, sta per José, ma RamÍrez
ci tiene così tanto alla maiuscola con il punto che in Spagna è per tutti
“Pedro Jota”. Autorevole osservatore del suo paese, nel suo ufficio nella
redazione del Mundo, racconta al Foglio le sue opinioni sulla Spagna di oggi. A
partire dalla sostanziale crisi dei due grandi partiti. Il Partito socialista
(Psoe) è sempre più solo in Parlamento e fatica a sostenere lesecutivo
di minoranza di José
Luis RodrÍguez Zapatero. Nel Partito popolare (Pp), invece, benché la
leadership di Mariano Rajoy si sia un pochino rafforzata con la vittoria nelle
regionali in Galizia e con il primo governo non nazionalista nel Paese basco,
non si è affatto sopita una feroce guerra intestina per correnti. “Credo che il
Pp abbia come problema di fondo il suo deficit democratico – spiega Pedro Jota,
il cui giornale è decisamente ostile nei confronti di Zapatero, ma quasi
altrettanto verso Rajoy – La leadership del Pp non è stata decisa in forma
democratica. Rajoy fu scelto attraverso indicazione con il dito”, cioè per
designazione personale di Aznar, “nello stesso modo in cui presidenti messicani
del Partito rivoluzionario istituzionale sceglievano i loro successori”. Questo
sistema “poteva funzionare, e ha funzionato, nel caso di Aznar – che è stato
scelto alla stessa maniera da Manuel Fraga – in primo luogo perché la
democrazia spagnola allora era meno sviluppata e in secondo luogo perché Aznar
vinse le elezioni mantenendo in generale una traiettoria ascendente”. Rajoy,
invece, le elezioni le ha già perse due volte di fila. “Sì. Anche Aznar ha
perso due volte, però sempre con una traiettoria in crescita. Penso che il
Congresso di Valencia (che lanno scorso ha confermato la leadership di Rajoy,
ndr.) sia stato un Congresso ben poco democratico, perché per essere candidati
era necessario avere lavallo anticipato di una certa percentuale
di votanti. E in pratica soltanto Rajoy poté presentarsi”. Il direttore del Mundo, però, sembra fiducioso nel
fatto che qualcosa sia destinato a cambiare. Per la virtuosa influenza del
modello americano. Lesempio statunitense nel Partito
democratico ha avuto uninfluenza positiva perché “ha mostrato come in un
partito ci possa essere
un dibattito molto forte, ci possano essere due candidati che si scontrano per
mesi e mesi, attaccandosi uno con laltro, ma che la forza
di questa competizione possa poi essere capitalizzata dallinsieme del
partito. E ha mostrato che gli avversari possono poi trasformarsi in collaboratori”. Anche Zapatero, daltronde,
sembra avere un piglio piuttosto deciso nellemarginare tutti quelli che
nel suo partito si rivelano portatori di qualche istanza un po
eterodossa. E sembra che dietro il suo sorriso si celi il desiderio, sostanzialmente
realizzato, di un dominio assoluto sul Psoe. Il direttore del Mundo conviene
sul fatto che il premier “è un uomo dolce e amabile nelle forme, ma in realtà
molto determinato e molto fermo”, però ricorda anche che nel 2000 Zapatero è
uscito vincitore da un congresso in cui si misuravano quattro candidati e lha
spuntata su José Bono per soltanto nove voti. E quindi “ha questa
legittimazione originaria e poi il fatto che ha vinto due elezioni politiche. E
poi credo che, quando
detiene il potere, un partito si unisca molto”. Oltre al Psoe e al Pp ci sono i
piccoli partiti nazionalisti che perdono potere nelle loro regioni di
riferimento, ad esempio in Galizia e nei Paesi baschi, ma mantengono
protagonismo a Madrid. Anzi “hanno una posizione chiave, perché al Psoe mancano
sette voti per avere la maggioranza. E i partiti nazionalisti hanno una ventina
di seggi. Il problema è la nostra legge elettorale”. Oltre alle difficoltà
politiche, però, ora ci sono, più che altro, problemi economici. La crisi ha
colpito con durezza la Spagna. E la crescita della disoccupazione preoccupa un
paese che teme di tornare a un recente passato in cui i senza lavoro erano
moltissimi. Le misure di contrasto alla crisi attivate dal capo del governo e dal
suo ministro dellEconomia (e vicepremier) Pedro Solbes non
convincono molti osservatori e neppure RamÍrez, che spiega come secondo lui “la
gestione delleconomia da parte del governo di Zapatero sia un disastro.
Credo che in primo luogo abbia tardato molto ad ammettere la realtà e la gravità della crisi. E che
poi le misure che è andato adottando siano state delle improvvisazioni. Noi del
Mundo, come anche altri che hanno posizioni più vicine al governo, abbiamo
sostenuto già circa un anno fa la necessità di un patto di stato che includa il
governo e lopposizione, le associazioni degli imprenditori e i sindacati.
Attraverso questa negoziazione si dovrebbero affrontare riforme strutturali,
come la riforma del mercato del lavoro, riforme che facilitino lunità del mercato interno, misure di
tipo fiscale e tributario. Cè il proverbio a mali
estremi, estremi rimedi: i nostri mali sono molto grandi e i nostri
rimedi sono minuscoli, ridicoli”. Zapatero pare intenzionato a battere gli
stessi sentieri che hanno
caratterizzato la sua prima legislatura e cioè a continuare nel suo progetto di
ampliamento dei diritti. Ora è il turno della cosiddetta “ley de plazos”, cioè
della riforma, in direzione permissivista, della vigente legislazione sullaborto.
A tal proposito il
direttore del Mundo dice che a Zapatero “piace esagerare e stimolare i
conflitti sui temi sociali che possono sollevare un dibattito tra sinistra e
destra, Spagna conservatrice versus Spagna progressista, anche se si tratta a
volte di dibattiti artificiali. E la maniera di suscitarli consiste nel
radicalizzare le posizioni per avere il maggior impatto possibile, un impatto
favorevole nella sinistra e sfavorevole, di rifiuto e di mobilitazione nella
destra. Perché crede che questa dinamica lo favorisca e perché ciò gli permette
di dilazionare la discussione sui grandi temi che certamente toccano i
cittadini, come leconomia o la struttura dello stato. Invece
si sviluppano dibattiti abbastanza puerili. Ma a volte, come nel caso
dellaborto, dietro alla puerilità ci sono questioni molto serie e importanti”. Come nel caso di
altre precedenti iniziative zapateriane, in Spagna le posizioni rispetto alla
annunciata ley de plazos si divaricano in una durissima contrapposizione “Io
sono daccordo sul fatto che la legge sullaborto sia da riformare
– dice Pedro Jota – La legislazione vigente stava permettendo tremendi abusi
che a volte erano autentici infanticidi, perché in Spagna si stavano praticando
aborti molto tardivi con la scusa del rischio per la salute psichica della madre, qualora ci
fosse un medico disposto ad accreditarlo”. Il problema è la vaghezza della
legge. “E un concetto così astratto il rischio per la salute psichica
della madre… Cosa significa? Che potrebbe cadere in depressione? Quindi sono
daccordo con la
riforma della legge, ma credo che dovrebbe tendere a una maggiore
restrittività, pur probabilmente garantendo lesercizio del
diritto allaborto in determinate circostanze e in tutta la Spagna. Perché
è vero che ci sono alcune
regioni nelle quali non si trovano medici disposti a praticare aborti nei
termini di legge. Al margine dellopinione morale che
ciascuno ha riguardo allaborto, io credo che la legge debba adempiersi e
che se si stabilisce che in determinati casi una donna ha diritto ad abortire credo che sia un obbligo
per lo stato il garantire lesercizio di questo diritto”. Però,
secondo Pedro Jota, oltre a una certa settimana, la dodicesima o la
quattordicesima, il praticare un aborto deve continuare a essere considerato un
crimine, salvo che ci
sia un reale e serio rischio per la vita della madre. “Questa è la mia opinione
e penso che si sarebbe potuto raccogliere un ampio consenso. Però Zapatero non
desidera il consenso, bensì il dissenso. In relazione allaborto
così come è stato nel
caso del matrimonio omosessuale”. Però in attesa della nuova legge sullaborto
la mobilitazione dei cittadini critici verso il governo sembra essere un
po più timida di quanto non lo sia stata quella che si sviluppò in
opposizione al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Questo, secondo il direttore del
Mundo, accade perché “i movimenti anti abortisti sono percepiti come molto
radicali e con posizioni molto intransigenti e poco flessibili, cosa
rispettabile dal punto di vista morale, della coscienza, ma poco pratica
dal punto di vista politico. Io penso che laborto sia uno di quei temi in
cui cè un conflitto fra diritti, per cui è necessario raggiungere un
qualche punto di equilibrio che inevitabilmente finisce sempre per lasciare tutti
insoddisfatti ma, allo
stesso tempo, rappresenta ciò che è accettabile per linsieme
della società. E un po come la posizione di Isaiah Berlin. Quando i
diritti entrano in conflitto non esiste una soluzione che sia soddisfacente
quanto alla difesa della libertà nel suo insieme”. Comunque, dopo cinque anni di
zapaterismo, la Spagna appare un paese profondamente cambiato. Secondo Pedro J.
RamÍrez, questa non è una gran novità perché “la Spagna è vista come un esempio
di come si può uscire con successo da una dittatura. E credo – aggiunge – che
Zapatero allinizio fosse ammirato per il suo spirito innovatore e
latteggiamento da post caduta del muro, per la ricerca di
unimpostazione nuova per una sinistra più moderna, del XXI secolo. Ma
penso che la sua pessima gestione dei problemi concreti e la dimensione che sta prendendo la crisi
economica in Spagna, crisi che è molto più grave che altrove, abbia già fatto
sì che lammirazione per Zapatero sia molto diminuita”. Il direttore del
Mundo non vede tutto nero. E plaude al nuovo corso che si apre nel Paese basco, che attende linsediamento
del primo governo senza partiti nazionalisti. “E una delle migliori
notizie che si potessero avere dal punto di vista della democrazia, dei diritti umani, di
un concetto liberale della società”. Pedro Jota è fortemente ostile ai
nazionalismi e il suo giornale conduce una dura, incessante campagna per la
difesa della lingua spagnola nelle Comunità autonome in cui i governi locali si
battono per una prevalenza massiccia, specie nellistruzione, del catalano, del basco e
del galiziano. Un tema questo che divide il paese, ma di cui, fuori dalla
Spagna, è difficile comprendere la portata. Pedro Jota lo spiega così: “Andate
a Barcellona, dite che avete un figlio di sei anni e che lo volete inserire in
una scuola con insegnamento in lingua spagnola, spiegando di essere italiani e
che la vostra sarà una breve permanenza in Spagna per poi andare magari in Sud
America. E vedrete che a Barcellona è impossibile che il figlio di chicchessia
studi in spagnolo. E non sto invocando un diritto previsto nella Costituzione
ma una cosa di buonsenso comune. E questo non succede in nessuna parte di
Europa. Anzi succede soltanto nelle isole Faer Oer e in Groenlandia. E
un vulnus a uno dei diritti più elementari di un essere umano, il diritto di educare un figlio
nella propria lingua materna”. Daltra parte il problema con
nazionalismi e secessionismi influenza la Spagna anche in alcuni temi di
politica estera. E il caso del Kosovo che Madrid non ha mai riconosciuto, visto che baschi e catalani
lo indicano, peraltro con qualche ragione, come un precedente. E quindi ora
Zapatero punta al ritiro delle truppe spagnole dallo stato balcanico. Ma la
decisione è stata annunciata alla chetichella, senza che i ministri competenti
né gli alleati si fossero consultati sulla questione. Ne è scaturito un
putiferio in patria e una grossa figuraccia allestero. “Quasi
tutti i media spagnoli – commenta il direttore del Mundo – erano daccordo
sul ritiro dal Kosovo, dal momento che la Spagna non lo ha riconosciuto e riteniamo che la
comunità internazionale abbia commesso un errore nel dare riconoscimento a una
dichiarazione di indipendenza unilaterale, senza tener conto delle istanze di
quello stato di cui il Kosovo faceva parte. Ma quello che nessuno si aspettava
è che una cosa semplice sarebbe stata gestita in modo così goffo, cioè senza
accordarsi, senza consultarsi, senza coordinarsi con gli alleati”. Un nuovo
fallimento, insomma, della politica estera di Madrid, che continua a essere
poco incisiva, nonostante i disperati sforzi di Zapatero per restituire alla
Spagna un ruolo internazionale di rilievo, riallacciare buoni rapporti con gli
Stati Uniti di Obama, ottenere una seggiola al G20 e riempire di contenuti lAlleanza
delle civiltà. Ma al
riguardo Pedro Jota è tranchant: “La politica estera spagnola ha in comune con
la politica economica e con quella territoriale il suo carattere
straordinariamente pasticcione. E una politica basata
sulle trovate, sui gesti per apparire in tv ed è ben poco efficiente per
quanto riguarda le regole della diplomazia”. di Guido De Franceschi
( da "Asca" del
04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
AFGHANISTAN:
CARFAGNA, SE RESTA LEGGE PRO-STUPRO, VIA LE SOLDATESSE (ASCA) - Roma, 4 apr -
''Apprendo con soddisfazione la notizia che il presidente dell'Afghanistan
Karzai potrebbe rivedere la legge che legalizza lo stupro all'interno del
matrimonio. Qualora non ci fossero passi avanti, pero', penso che una risposta
forte potrebbe essere quella proposta dal ministro della Difesa, Ignazio La
Russa, cioe' il ritiro delle soldatesse italiane in missione nel Paese''. Lo ha
dichiarato il ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna. La Russa, in
un'intervista al Corriere della Sera, ha commentato l'introduzione in
Afghanistan della legge che consente agli uomini di fede sciita di obbligare le
mogli ad avere rapporti sessuali anche contro la loro volonta' proponendo di
ritirare temporaneamente il nostro contingente femminile dall'Afghanistan per
far sentire il forte dissenso del governo italiano rispetto ad una legge che
''viola i diritti fondamentali delle donne''. ''Quella
del ritiro delle soldatesse, che svolgono un lavoro
delicato e preziosissimo a favore della popolazione, e' una scelta forte'', ha
aggiunto il ministro, ''ma il segnale della comunita' internazionale di fronte
ad una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla
ricerca di un consenso politico interno''. com-ghi/sam/ss
( da "Wall Street Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Musica/ Vinicio
Capossela vince il Premio Amnesty Italia di Apcom Cantante si aggiudica settima
edizione con 'Lettere di soldati' -->Roma, 4 apr. (Apcom) - Vinicio
Capossela, con 'Lettere di soldati', è il vincitore della settima edizione del
Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty
International e dall'Associazione culturale Voci per la libertà per premiare il
migliore brano sui diritti umani pubblicato nell'anno
precedente. La premiazione del cantante avrà luogo a Villadose (Rovigo), nel
corso della serata finale della dodicesima edizione del concorso musicale dal
vivo 'Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty', in programma dal 16 al 19
luglio. "Ho iniziato a scrivere questa canzone al tempo della prima guerra
del Golfo. Tutti noi tremavamo, era la prima volta che la guerra dava
l'impressione di arrivare in casa di ognuno, in diretta, per mezzo della televisione,
rendendoci partecipi come a un evento. Quella sera, al Teatro Storchi di
Modena, Ivano Fossati - ha dichiarato Vinicio Capossela - concluse il suo
concerto cantando 'Il disertore' di Boris Vian. Io tornai a casa e pensavo a
tutta questa gente sull'orlo della catastrofe. Ognuno si sentiva impaurito qui
più che al fronte. Dunque fui vittima, come tutti, della Paura, la Paura
minacciata ad arte, che da sempre trova la più grande cassa di risonanza. Una
canzone non è nulla confrontata a quanto fanno le persone che lavorano in
organizzazioni come Amnesty International. Dunque ringrazio Amnesty
International per il lavoro che svolge e per l'attenzione che ha dedicato al
mio". "La canzone 'Lettere di soldati' di Vinicio Capossela ci
racconta immagini di guerra crude e realistiche, prive di ogni retorica
romantica e senza alcuna traccia di eroismo. Descrive la guerra - ha affermato
Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International -
come luogo della spersonalizzazione assoluta e ci porta in una dimensione in
cui l'uomo perde la propria identità e umanità. "Amnesty International e
Voci per la libertà hanno conferito il Premio Amnesty a questo brano perché -
motiva Pobbiati - porta a riflettere sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in
questo primo decennio del 21esimo secolo ancora attraversato da conflitti
sanguinosi e spesso, apparentemente, senza soluzione".
( da "Wall Street Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Afghanistan/
Carfagna: Se resta legge pro-stupro via soldatesse di Apcom "D'accordo con
la proposta di La Russa" -->Roma, 4 apr. (Apcom) - "Apprendo con
soddisfazione la notizia che il presidente dell'Afghanistan Karzai potrebbe
rivedere la legge che legalizza lo stupro all'interno del matrimonio. Qualora
non ci fossero passi avanti, però, penso che una risposta forte potrebbe essere
quella proposta dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, cioè il ritiro
delle soldatesse italiane in missione nel Paese". Il ministro per le Pari
Opportunità, Mara Carfagna, è d'accordo con il collega La Russa che, in una
intervista, propone di ritirare temporaneamente il nostro contingente femminile
dall'Afghanistan per far sentire il forte dissenso del governo italiano
rispetto ad una legge che "viola i diritti
fondamentali delle donne". "Quella del ritiro delle soldatesse, che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della
popolazione - sottolinea Garfagna - è una scelta forte ma il segnale della
comunità internazionale di fronte a una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e
non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno".
( da "Wall Street Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Zimbabwe/ Vietata la
vendita dei diamanti estratti nell'est di Apcom Lo ha deciso il Processo di
Kimberley -->Harare, 4 apr. (Apcom) - Il Sistema di certificazione del
processo di Kimberley, volto a eliminare dal mercato mondiale "i diamanti
della guerre", ha vietato la vendita dei preziosi estratti nella zona
orientale dello Zimbabwe. "La Federazione mondiale delle borse di diamanti
(Wfdb) e i suoi membri sono determinati a fare tutto il possibile per impedire
il commercio dei diamanti dello Zimbabwe o di altri" che alimentano un
conflitto, ha detto il Presidente Avi Paz in un comunicato. Stando a quanto
denunciato nei mesi scorsi dai media locali, i diamanti vengono estratti nella
regione di Marange usando a forza i minori e violando i
diritti umani. Lo scorso
anno, le autorità di Harare hanno isolato una vasta zona nella zona est del
Paese, dove l'azienda di Stato Zimbabwe Mining Development Corporation estrae
fino a 60.000 carati alla settimana, stando ai dati ufficiali. Il processo di
Kimberley, realizzato nel 2000, riunisce governi e imprenditori del settore dei
preziosi con l'obiettivo di evitare l'impiego delle pietre per
finanziare le attività dei movimenti ribelli. (fonte Afp)
( da "Reuters Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
ROMA (Reuters) - Il
ministro della Difesa Ignazio La Russa potrebbe proporre il ritiro temporaneo
delle soldatesse impegnate nel contingente italiano in Afghanistan se Kabul non
rivedrà la recente legge che ha di fatto legalizzato lo stupro all'interno
delle famiglie. Lo ha detto lo stesso ministro oggi in un'intervista al
Corriere della sera. "Un ritiro delle nostre donne in divisa... potrebbe
rappresentare un gesto molto significativo sul ruolo dell'universo femminile...
sarebbe il miglior insegnamento per la popolazione afghana", ha detto la
Russa. Una posizione che oggi ha trovato il consenso di un altro esponente del
governo, il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna. " Apprendo con
soddisfazione la notizia che il presidente dell'Afghanistan Karzai potrebbe
rivedere la legge che legalizza lo stupro all'interno del matrimonio", ha
detto in una nota la Carfagna. "Qualora non ci fossero passi avanti ,
però, penso che una risposta forte potrebbe essere quella proposta dal ministro
della Difesa, Ignazio La Russa, cioè il ritiro delle soldatesse italiane in
missione nel Paese". "Quella del ritiro delle soldatesse, che svolgono un lavoro delicato e preziosissimo a favore della
popolazione, è una scelta forte", aggiunge il ministro Carfagna, "ma
il segnale della comunità internazionale di fronte a una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e
non negoziabile rispetto alla ricerca di un consenso politico interno".
( da "Virgilio Notizie"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
(ASCA) - Roma, 4 apr
- ''Apprendo con soddisfazione la notizia che il presidente dell'Afghanistan
Karzai potrebbe rivedere la legge che legalizza lo stupro all'interno del
matrimonio. Qualora non ci fossero passi avanti, pero', penso che una risposta
forte potrebbe essere quella proposta dal ministro della Difesa, Ignazio La
Russa, cioe' il ritiro delle soldatesse italiane in missione nel Paese''. Lo ha
dichiarato il ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna. La Russa, in
un'intervista al Corriere della Sera, ha commentato l'introduzione in
Afghanistan della legge che consente agli uomini di fede sciita di obbligare le
mogli ad avere rapporti sessuali anche contro la loro volonta' proponendo di
ritirare temporaneamente il nostro contingente femminile dall'Afghanistan per
far sentire il forte dissenso del governo italiano rispetto ad una legge che
''viola i diritti fondamentali delle donne''. ''Quella
del ritiro delle soldatesse, che svolgono un lavoro
delicato e preziosissimo a favore della popolazione, e' una scelta forte'', ha
aggiunto il ministro, ''ma il segnale della comunita' internazionale di fronte
ad una nuova violazione dei diritti delle donne deve essere deciso e non negoziabile rispetto alla
ricerca di un consenso politico interno''.
( da "Grecale, Il"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
sabato 04 aprile
2009 15:00 Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 Sulla
vicenda è intervenuta anche la vicepresidente della commissione regionale
Puglia sulle Pari Opportunità del Pd Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4
Foggia - Il vicepresidente della commissione regionale Puglia sulle pari
opportunità del Partito Democratico, Rosa Cicolella, interviene sulla questione
della linea di trasporto per il Centro di Accoglienza di Borgo Mezzanone. “ Si
tratta di un enorme polverone sollevato a livello locale e nazionale attorno al
presunto atteggiamento razzista della città di Foggia nei
confronti degli extracomunitari del Centro di Accoglienza di Borgo Mezzanone”.
"Non è possibile accettare che un difetto di comunicazione – spiega Cicolella - generi un
equivoco oggetto di facili strumentalizzazioni. Le difficoltà obiettive che
questa città, come altre, vive per lintegrazione delle
diverse etnie non possono portare a coniare retorici proclami e a tacciare questo territorio di razzismo. Sempre
le istituzioni di Foggia hanno rivolto unattenzione centrale ai
diritti degli immigrati, e non è accettabile che sullorganizzazione di un
servizio di bus, che tra laltro mira a facilitare un percorso altrimenti
disagevole, si debbano
emettere livide lezioni di difesa dei diritti umani da
chicchessia”.
( da "Virgilio Notizie"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 4 apr. (Apcom)
- Vinicio Capossela, con 'Lettere di soldati', è il vincitore della settima
edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di
Amnesty International e dall'Associazione culturale Voci per la libertà per
premiare il migliore brano sui diritti umani
pubblicato nell'anno precedente. La premiazione del cantante avrà luogo a
Villadose (Rovigo), nel corso della serata finale della dodicesima edizione del
concorso musicale dal vivo 'Voci per la libertà - Una canzone per Amnesty', in
programma dal 16 al 19 luglio. "Ho iniziato a scrivere questa canzone al
tempo della prima guerra del Golfo. Tutti noi tremavamo, era la prima volta che
la guerra dava l'impressione di arrivare in casa di ognuno, in diretta, per
mezzo della televisione, rendendoci partecipi come a un evento. Quella sera, al
Teatro Storchi di Modena, Ivano Fossati - ha dichiarato Vinicio Capossela -
concluse il suo concerto cantando 'Il disertore' di Boris Vian. Io tornai a
casa e pensavo a tutta questa gente sull'orlo della catastrofe. Ognuno si
sentiva impaurito qui più che al fronte. Dunque fui vittima, come tutti, della
Paura, la Paura minacciata ad arte, che da sempre trova la più grande cassa di
risonanza. Una canzone non è nulla confrontata a quanto fanno le persone che
lavorano in organizzazioni come Amnesty International. Dunque ringrazio Amnesty
International per il lavoro che svolge e per l'attenzione che ha dedicato al
mio". "La canzone 'Lettere di soldati' di Vinicio Capossela ci
racconta immagini di guerra crude e realistiche, prive di ogni retorica
romantica e senza alcuna traccia di eroismo. Descrive la guerra - ha affermato
Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International -
come luogo della spersonalizzazione assoluta e ci porta in una dimensione in
cui l'uomo perde la propria identità e umanità. "Amnesty International e
Voci per la libertà hanno conferito il Premio Amnesty a questo brano perché -
motiva Pobbiati - porta a riflettere sulla negazione dei diritti umani implicita in ogni guerra, in
questo primo decennio del 21esimo secolo ancora attraversato da conflitti
sanguinosi e spesso, apparentemente, senza soluzione".
( da "Sicilia, La"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Rodrigo Garcia «Il
teatro può salvare il pensiero» CARMELITA CELI Wroclaw. «Non insistere con
l'acqua bollente, è morto. Sta morendo e tu ci godi». Il rumore assordante
della vita di un astice auscultato ed ecografato. Rumore e odore di morte
annunciata. E Juan - attore-cuoco-convitato di Accidens - Matar para comer di
Rodrigo Garcia, Premio Europa Nuove Realtà Teatrali - se lo cucina per cena. Lo
squarta con voluttà paurosamente sonora, lo cosparge di sale, prende ad ungere
l'enorme graticola su cui il poveretto farà la fine di San Lorenzo. Fumi da
trattoria sul mare, sembra di stare a Capomulini in una notte di mezzestate
invece che alla Sala Gotycka, uno delle "cantine" teatrali della
Wroclaw di Grotowski. E' lo spettacolo che gli animalisti bloccarono qualche
anno fa a Scenario Pubblico, insieme con l'autore, Garcia, l'ispano-argentino
di Carniceria Teatro, forse per il periodo passato a lavorare nella macelleria
del padre o forse perché impregnato di una "macelleria" assai più
bestiale, l'Argentina di Jorge Videla, che Rodrigo adolescente fotografava alla
fine degli anni '70. Juan sorseggia vino bianco e rigira "san
Lorenzo". Poi "scrocchia", succhia, tritura e scruta il pubblico
con insolenza poetica. «La spettacolarità mette a rischio la profondità? Accade
- dice Garcia, presente anche con El perro e Arrojad mis cenizas sobre Mickey -
Dipende dalla disponibilità poetica degli spettatori, spesso la fretta della
vita quotidiana appanna l'attenzione». Lo bueno de los animales es que te
quieren sin preguntar nada (Ti amano senza chiederti niente, gli animali): è il
titolo di un'altra sua produzione ma sembra chiosare la "pieza"
dell'astice che chissà che non sia, alla lunga, più animalista degli animalisti
giacché legata al concetto d'umanità in quanto obbligo di "uccidere per
mangiare" e come contrario di disumanità, aggressione, tortura. In una parola, Videla. «Non ho mai preteso di riprodurre
interi universi, mi basta esporre un'idea con ironia e ambiguità, gli
spettacoli sono contenitori delle nostre incoerenze. Ma, certo, il rapporto tra
Juan e l'astice suggerisce altro: provengo da un Paese in cui la tortura era
fatto di tutti i giorni, morire era di casa in Argentina». Fuori
dall'Europa eppoi dentro ad una nicchia europea non abbastanza conosciuta e non
meno ribollente dell'Est, per culture in conflitto. E' il Belgio fiammingo di
Anversa, citta' di Guy Cassiers, lui pure Premio Nuove Realtà, che coniugava
tecnologia ed emozioni sin da quel Kaspar di Handke, negli anni '80 e di cui il
Premio presentava Sunken Red, lamento per la madre morta da parte del figlio
che l'aveva seguita, a nemmeno dieci anni, in un campo di concentramento
giapponese. Teatro politico, non politicizzato (notava il fiammingo Van der
Brempt) che ci permette di capire la nostra storia e può aiutarci a creare
nuove vie. «Il caos finanziario ci insegna che troppi specialisti creano la
crisi. Perché non pensare che una diversa immaginazione porti a soluzioni più
serie? Il teatro non salverà il mondo ma può salvare il pensiero».
( da "Wall Street Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Croazia/ Zagabria.
scoperta fossa comune con 4.500 cadaveri di Apcom Tra vittime soldati Ustascia
e 500 ufficiali esercito tedesco -->Zagabria, 4 apr. (Apcom) - Una fossa
comune, che potrebbe contenere circa 4.500 corpi di persone uccise alla fine
della Seconda guerra mondiale dall'ex regime comunista, è stata scoperta a una
ventina di chilometri a ovest di Zagabria. Lo hanno riferito la televisione e i
giornali croati. Sono sei grotte situate a Harmina, nella regione di Zapresic,
nei pressi della frontiera tra la Croazia e la Slovenia. L'analisi delle ossa
ritrovate ha dimostrato che sono di origine umana, secondo le stesse fonti. Tra
le vittime ci sono soldati del regime croato filo-nazista Ustascia, ma anche
cinquecento ufficiali dell'esercito tedesco, secondo il sito del quotidiano
Jutarnji List. I militari tedeschi appartenevano "alla 39ma divisione
della Wermacht, composta da croati, diretti da ufficiali
tedeschi", ha spiegato un responsabile di un'organizzazione per i diritti umani. All'inizio del 1945 la 39ma
divisione si è arresa ai partigiani comunisti del maresciallo Tito, nei pressi
della città croata di Rijeka. Tutti i soldati sono stati giustiziati e gettati
nelle grotte di Harmica. (Fonte Afp)
( da "Virgilio Notizie"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Strasburgo, 4 apr.
(Apcom) - La legge in Afghanistan che legalizza gli stupri matrimoniali per la
minoranza sciita del Paese "è aberrante". Lo ha sottolineato il
presidente Usa Barack Obama, assicurando che questo giudizio "è stato e
sarà comunicato al governo (del presidente afgano Hamid) Karzai. Penso sia
importante rispettare la cultura locale, ma penso anche che tutti debbano
rispettare alcuni principi di base", ha spiegato Obama, citando in particolare i diritti della donna. Secondo l'inquilino
della Casa Bianca la difesa dei diritti umani in Afghanistan "è complementare" all'obiettivo
primario dell'intervento militare della comunità internazionale, che è quello
di "sradicare al Qaida in modo che non possano più attaccare i membri
dell'Alleanza".
( da "Basilicanet.it"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
ALLA LIBRERIA
ODRADEK DI ROMA, LIRICHE DI MIMMO SAMMARTINO 04/04/2009 18.26.49 [Basilicata]
Si è¨ parlato di migranti e di diritti degli uomini costretti a lasciare la
propria terra. E' stato un incontro dedicato al racconto dei Sud del mondo
quello organizzato alla libreria Odradek, in via dei Banchi vecchi
( da "Wall Street Italia"
del 04-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Nato/ Obama: Legge
stupri in Afghanistan è aberrante di Apcom Difesa diritti umani
è "complementare" a lotta contro al Qaida -->Strasburgo, 4 apr.
(Apcom) - La legge in Afghanistan che legalizza gli stupri matrimoniali per la
minoranza sciita del Paese "è aberrante". Lo ha sottolineato il
presidente Usa Barack Obama, assicurando che questo giudizio "è stato e
sarà comunicato al governo (del presidente afgano Hamid) Karzai. Penso sia
importante rispettare la cultura locale, ma penso anche che tutti debbano
rispettare alcuni principi di base", ha spiegato Obama, citando in particolare i diritti della donna. Secondo l'inquilino
della Casa Bianca la difesa dei diritti umani in Afghanistan "è complementare" all'obiettivo
primario dell'intervento militare della comunità internazionale, che è quello
di "sradicare al Qaida in modo che non possano più attaccare i membri
dell'Alleanza".