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Report "Diritti umani"    3-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Diritti umani spiegati da Zagrebelsky ( da "Stampa, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: CONSIGLIO COMUNALE APERTO Diritti umani spiegati da Zagrebelsky «La Carta Universale dei Diritti Umani dovrebbe parlare alle coscienze dell'umanità» ha detto ieri durante un Consiglio aperto l'ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky. Il giurista era stato invitato dal Comune per celebrare i 60 anni della Carta delle Nazioni Unite.

Donne, l'8 marzo oggi No al doppio sfruttamento ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Onu invitò gli stati membri a indire una Giornata delle Nazioni Unite dei Diritti delle Donne e della Pace internazionale per ricordare che la sicurezza della pace e il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali hanno bisogno della partecipazione attiva, dell'eguaglianza e dello sviluppo delle donne.

Usa/ 92 video distrutti da Cia, numero più alto di quanto ( da "Virgilio Notizie" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: agenzia avrebbe effettuato mettendo in atto tecniche che vengono associate alla tortura, come quella del waterboarding. I video avrebbero contenuto immagini degliinterrogatori condotti contro i due sospetti di al-Qaida -Abu Zybaydah e Abd al-Rahim al-Nashiri, rinchiusi in un centro di detenzione della Cia situato in Thailandia.

23:31 USA: OK BLITZ ILLEGALI, DA MEMO SEGRETO NUOVE OMBRE SU ERA BUSH ( da "Agi" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: getta nuove ombre sul rispetto dei diritti umani nell'era Bush. "Riteniamo che un comandante che conduce un raid contro una cellula terroristica non avrebbe bisogno di dimostrare o ottenere un mandato" di perquisizione, scrivono i funzionari del dipartimento, John Yoo e Robert Delahunty, all'allora consigliere della Casa Bianca, Alberto Gonzales.

TEATRO - Alle 20,45 per la rassegna "Il grande Teatro", la commedia di ... ( da "Leggo" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Presentazione della campagna promossa da una quarantina di realtà veronesi che lavorano per promuovere la cultura della pace e la difesa dei diritti umani. Fnac, via Cappello 34. Alle 17,30, Cineres combusti corpis. Furti sacrileghi e pratiche magiche nel veronese in età moderna. Relatore Federico Barbierato. Istituto IVRR, via Cantarane 26. (S. Pas./ass)

LIBRI Feltrinelli Domani a partire dalle 18 Antonio Cassese presenta ... ( da "Leggo" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il sogno dei diritti umani" e "Voci contro la barbarie", stampati a 60 anni dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani da Giangiacomo Feltrinelli Editore. I libri verranno presentati con un reading. Info www.lafeltrinelli.it. MOSTRE Via della Scala Presso la Galleria Poggiali e Forconi prosegue la mostra personale del poliedrico fotografo americano David LaChapelle.

Stuprata a Primavalle riconosce il romeno ( da "Giornale di Brescia" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Italia per i diritti umani: «Un problema globale», di fronte al quale l'Italia ha l'orgoglio «di avere fatto molto sia sul fronte della deterrenza che su quello della repressione», ha detto il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna che ieri ha parlato all'Onu nella giornata inaugurale della 53/ma sessione della Commissione sulla condizione della donna.

i diritti dei disabili nelle parole della turco ( da "Tirreno, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ha poi comunicato che questa settimana il Parlamento ha ratificato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità con l'obiettivo di avviare un necessario cambio di approccio sulla materia, grazie al riconoscimento effettivo di uno strumento concreto contro le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani di tutte le persone con disabilità.

Paola Cortellesi: <Strano diventare mangiauomini E che tortura la guêpière> ( da "Giornale.it, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Strano diventare mangiauomini E che tortura la guêpière» di Redazione Paola Cortellesi è Sofia, donna spregiudicata e insofferente, con abito attillato a fiori e cotonatura un po' alla Santanché. Non possiede istinto materno, cornifica volentieri il marito, parla tranquillamente di sesso con le amiche, teorizza: «Siamo creature primitive,

fine vita perche' bisogna dire di si' a una legge - andrea simoncini ( da "Mattino di Padova, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per questo abbiamo «inventato» i diritti umani, le costituzioni. (...) Proprio perché faccio il professore di diritto, so che non posso poggiare la mia speranza né la mia moralità sul diritto. Nessuna legge può sostituire la mia responsabilità e nessun sistema può essere così perfetto da rendere inutile essere buono, come dice Eliot.

stranieri contro il decreto sicurezza sabato la manifestazione ( da "Tirreno, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Questo decreto va a ledere non solo uno dei più elementari diritti umani che è quello alla salute, ma porterebbe ad una proliferazione di studi abusivi a speculare sulla pelle degli stranieri». Il consiglio degli stranieri parlerà della questione all'interno del consiglio comunale di oggi, sviscerata nero su bianco in una mozione.

PRESENTATO VOLUME "AFRICAINGIOCO" ( da "marketpress.info" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: contatto con altre mentalità significa far capire subito loro che i diritti umani sono diritti di tutti gli uomini?. ?La scuola umbra sta cambiando ? ha detto l?ispettore scolastico, Amilcare Bori ? Fino agli anni ?90 nelle nostre classi erano presenti pochissimi bambini provenienti da altri Paesi, mentre ora siamo la prima regione per presenza di bambini immigrati nelle scuole.

natura e diritti umani, così i popoli indios guardano al nuovo millennio ( da "Nuova Sardegna, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: esercizio dei diritti». Non meno ricco di novità il Capitolo II, «acqua e alimentazione», che all'articolo 12 recita: «Il diritto umano all'acqua è fondamentale e irrinunciabile. L'acqua costituisce patrimonio nazionale, strategico di uso pubblico, inalienabile, imperscrittibile, insequestrabile e essenziale per la vita».

"in cella ha un solo rimpianto di non essersi opposto al raìs" ( da "Repubblica, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Unione forense a tutela dei Diritti umani, amico dell´ex vicepremier iracheno, oltre che consulente legale del suo collegio di difesa, tiene a chiarire da subito come sia infondata la notizia di un´imminente scarcerazione del suo assistito. Avvocato Lana, Tareq Aziz resterà quindi in carcere nonostante sia gravemente ammalato?

Solo il Bangladesh accetta di accogliere i transfughi ( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: prigione in cui già la maggioranza della popolazione vive priva dei diritti umani fondamentali, ostaggio fin dal 1962 di un regime tra i più violenti e repressivi. I Rohingya non sono nemmeno inclusi nella lista delle 135 minoranze etniche riconosciute dalla giunta. Fino a prima del colpo di stato e l'instaurazione del regime, avevano avuto rappresentanti politici e diritto di voto,

In fuga DALLA BIRMANIA I ROHINGYA ULTIMI BOAT PEOPLE ( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sono diventati vittime di violazioni dei diritti umani e di crimini contro l'umanità istituzionalizzati, compresa la negazione dei diritti di cittadinanza», ha dichiarato il presidente di Arno in un'intervista via e-mail da Londra, dove vive attualmente. «Sono vittime quotidiane di trasferimenti forzati, confisca della terra, arresti arbitrari,

Tibet pretesto per attacchi ( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ambientale o legato ai diritti umani». Lo ha scritto ieri il Quotidiano del popolo, organo ufficiale del Partito comunista in un editoriale che accusa non meglio identificati «uomini politici» stranieri di sfruttare la questione tibetana «per raggiungere il loro obiettivo di opprimere e contenere la Cina».

FIRENZE & DINTORNI ( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: politica e diritti umani: l'esempio de Las madres de Plaza de Mayo", con Chiara Grassi presidente della Commissione regionale Pari opportunità, Giovanna Pagani, Maurizio Vernassa, Massimo De Santi, Orlando Baroncelli, e con il videodocu "Sueños Compartidos" della Fondazione Madres Plaza de Mayo, un documentario sull'attività nei quartieri marginali e in campo educativo.

L'OPERA di George Orwell, 1984, pubblicata dallo scrittore inglese qualche a... ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Wiston viene incarcerato, arriva a perdere il senso del tempo, viene torturato fisicamente, ma soprattutto psicologicamente, costretto a non a dire ma a pensare addirittura che «2+2=5». Il partito infatti non uccideva i colpevoli senza prima far loro il lavaggio del cervello, perché dovevano morire da uomini qualsiasi.

<Nessuno è straniero> Sui bus manifesti contro il razzismo ( da "Corriere del Veneto" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attraverso attività di formazione e approfondimento sul tema dei diritti umani. Alla realizzazione dell'idea hanno partecipato oltre trenta volontari. La fase preparatoria delle immagini sui cartelloni è durata un anno. Durante quattro laboratori svolti all'interno di villa Buri sono state create a grandezza umana le lettere in legno che compongono lo slogan presente nelle fotografie.

Donne, bimbi, diritti: ecco i corti degli artisti ( da "Corriere della Sera" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il progetto nasce su iniziativa dell'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani in occasione del 60Ë? anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ed è corredato da un libro (Electa) con testi di 12 scrittori tra cui cinque Nobel. (fr. bon.)

Distrutti dalla Cia 92 video ( da "Corriere della Sera" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lo ha ammesso ieri il viceprocuratore federale dello Stato di New York, Lev Dassin, in una lettera a un magistrato. I video mostrano presunti terroristi di Al Qaeda che vengono interrogati con il «waterboarding», una tecnica che simula l'annegamento ed è considerata una forma di tortura.

Sollievo in Vaticano Vince la diplomazia discreta dei caldei ( da "Stampa, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: episcopato iracheno concordano che la giustizia è stata fatta «con misericordia e nel rispetto dei diritti umani». E la speranza è che ciò sia il viatico ad una pace duratura. In Curia si è prodigato particolarmente il procuratore caldeo presso la Santa Sede, monsignor Philip Najim. «Aziz era alla sbarra non perché cristiano ma perché gerarca del vecchio regime - spiega -.

L'UOMO HA FATTO BERE ALLA VITTIMA UNA TAZZA DI TÈ CON I RESTI DI UN RODITORE ( da "Stampa, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: LA TORTURA DEL TOPO MORTO L'UOMO HA FATTO BERE ALLA VITTIMA UNA TAZZA DI TÈ CON I RESTI DI UN RODITORE

Onu. Mara Carfagna alla Commissione sulla condizione della donna. Lotta alla violenza sessuale ( da "AmericaOggi Online" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Italia per i diritti umani: "Un problema globale", di fronte al quale l'Italia ha l'orgoglio "di avere fatto molto sia sul fronte della deterrenza che su quello della repressione". Lo ha detto il ministro per le pari opportunità Mara Carfagna che ieri ha parlato all'Onu nella giornata inaugurale della 53/ma sessione della Commissione sulla condizione della donna.

Sicurezza: politici cuneesi alla manifestazione romana ( da "Targatocn.it" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Alla manifestazione ha partecipato anche il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, Paolo Ramonda. La speranza è che dalla manifestazione emergano risultati positivi che affermino, ancora una volta, i diritti di uguaglianza sanciti dalla Costituzione e dalla Carta dei diritti umani.

Svelato il "memo anti-terrorismo" segreto dell'amministrazione Bush ( da "Stampaweb, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 11 settembre 2001 (è datato 23 ottobre) getta nuove ombre sul rispetto dei diritti umani nell?era Bush. Il dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti ha diffuso un memo dell?amministrazione Bush tenuto segreto fin dal 2001 e scritto un mese dopo gli attacchi terroristici dell?11 settembre. Dal documento, risulta che l?

ESTERI. SCOTTI AL CONSIGLIO ONU PER I DIRITTI UMANI ( da "AgoPress" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: terrà oggi al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, e alla Conferenza sul disarmo, entrambi in programma per oggi a Ginevra. Il Consiglio ha il compito di preparare la Conferenza di revisione di Durban, per fare il punto sugli impegni presi nel 2001 dalla conferenza mondiale contro il razzismo.

In fuga DALLA BIRMANIA ( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sono diventati vittime di violazioni dei diritti umani e di crimini contro l'umanità istituzionalizzati, compresa la negazione dei diritti di cittadinanza», ha dichiarato il presidente di Arno in un'intervista via e-mail da Londra, dove vive attualmente. «Sono vittime quotidiane di trasferimenti forzati, confisca della terra, arresti arbitrari,

Oasis non andranno in Cina: non per diritti umani, ma per soldi ( da "Reuters Italia" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract:

Quella stanca voglia dei laicisti di scivolare dentro i vecchi steccati ( da "Avvenire" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che ha la sua sostanza in un fermo sì alla tutela dei diritti umani e in un no, altrettanto fermo, alla pena di morte, al commercio di organi, alle mutilazioni sessuali, a qualsiasi manipolazione non terapeutica del corpo umano, anche se liberamente volute da persone adulte, informate e consenzienti, pienamente in grado di autodeterminarsi.

Crespo: "Niente Champions Nessuno m'ha detto perché" ( da "Gazzetta Dello Sport Online, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ma poi perdemmo ai rigori e si vede che tutti si sono dimenticati di quello ho fatto". Ha in mente dove andrà la prossima stagione? "No. Ho un sogno, ma me lo tengo stretto e non lo rivelo nemmeno sotto tortura". In questo sogno compare Ancelotti, suo maestro? "Nemmeno sotto tortura...". di Andrea Schianchi

03/03/2009 13:19 ONU: BOZZA DURBAN 2 ACCUSA ISRAELE DI CRIMINI CONTRO UMANITA' E APARTHEID ( da "ITnews.it" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che si terra' il mese prossimo a Ginevra, contiene accuse durissime contro Israele. La politica israeliana nei territori palestinesi, si legge nel testo anticipato oggi sul sito di Haaretz, costituisce "una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanita' e una forma contemporanea di apartheid".

IRAN: EBADI, SITUAZIONE DIRITTI UMANI NON MIGLIORERA' CON ELEZIONI ( da "Adnkronos" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: IRAN: EBADI, SITUAZIONE DIRITTI UMANI NON MIGLIORERA' CON ELEZIONI 'NESSUN CAMBIAMENTO REALE DA PRESIDENZIALI, UE SPINGA PER DIRITTI UMANI' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 03 marzo, ore 13:38

Il rinnovato Partito Socialista Si è tenuto il primo congresso comunale del Partito... ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tante anime belle hanno dato la loro vita per l'affermazione di tutti i diritti umani, tante vite si sono spese in nome della dignità e di ogni libertà delle persone. Quanti positivi esempi di spesa sociale e politica hanno portato alle condizioni civili di oggi. Ogni avanzamento della società civile di ieri è sempre stato il sole dell'avvenire di ogni domani.

Iran: appello per ripristino della democrazia e della pace ( da "Targatocn.it" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: arrivano continue segnalazioni di gravi violazioni dei diritti umani. A nulla sono valse finora le numerose (una cinquantina) condanne espresse dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il documento, che sarà inoltrato a tutti i presidenti delle province italiane e ai sindaci dei capoluoghi per la sottoscrizione, vuole sostenere la necessità di un cambiamento democratico in Iran,

Rai/ Segretariato sociale all'edizione 2009 del Fespaco ( da "Virgilio Notizie" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani. Nei prossimi mesi il Segretariato Sociale ospiterà in Italia il vincitore per uno stage di alta formazione tecnica presso le strutture della Rai. Obiettivo dell'iniziativa è rafforzare il dialogo interculturale, istituendo nella programmazione del festival una finestra dedicata alla produzione cinematografica italiana e favorendo la professionalità africana legata

Cina/ A Macao giro di vite su tentativi di secessione ( da "Virgilio Notizie" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ha già messo in allarme i gruppi per la difesa dei diritti umani e la vicina e altrettanto 'autonoma' Honk Kong: la legge prevede che saranno puniti con il carcere fino a 30 anni tutti i crimini di tradimento, secessione e sovversione contro il governo cinese. Saranno perseguiti anche i cosiddetti "atti preparatori" di questi crimini, scrive la Bbc, e i furti di segreti di Stato.

ABBIATE IL CORAGGIO DI PREOCCUPARVI DEL VOSTRO DESTINO. LA VERA RIVOLUZIONE RISIEDE NELLA VOST... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: obiettivo della lotta alla violenza sessuale è prioritario nell'agenda dell'Italia per i diritti umani. «È un problema globale di fronte al quale il mio Paese ha l'orgoglio di aver fatto molto sia sul fronte della deterrenza sia su quello della repressione». Il ministero per le Pari opportunità intende muovere ulteriori passi e farsi promotore di iniziative legislative e sociali.

Mantovano: <Sarà mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed espulsione> ( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: una audizione alla Commissione straordinaria diritti umani del Senato. Il sottosegretario ha ricostruito la situazione del Cie di Lampedusa spiegando la situazione nell'isola con «l'insolita realtà degli arrivi che non si sono arrestati anche nei mesi invernali», con conseguente sovraffollamento delle strutture, e con la «ferma volontà del governo di voler mantenere un messaggio:

Turchia: prima transessuale candidata nella storia del paese ( da "Blogosfere" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: In questo distretto non solo non c'è mai stata una donna eletta, ma mai nemmeno una donna candidata in lista! Eppure sembra che lei ce la possa fare. La Celik è un'attivista per i diritti umani. Ha lavorato con le Nazioni Unite all'Alto Commissariato per i Rifugiati ed è una delle fondatrici dell'iniziativa omosessuale, Lambda...

Provincia: la commissione legalità prosegue il suo percorso itinerante ( da "Giornale di Calabria, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in una terra dove è ancora diffusa la violazione dei diritti contrattuali, delle leggi sulla sicurezza e il rispetto della salute e dell?ambiente, lo sfruttamento del lavoro. Con la manifestazione di Soverato ? sottolinea Deonofrio ? abbiamo voluto lanciare un segnale forte di opposizione e di reattività di fronte alla illegalità.

Battute finali per il processo a The Pirate Bay in Svezia ( da "01net" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La violazione dei diritti di copyright, contestata ai responsabili della "baia dei pirati", resta al centro della vertenza. Secondo Roswall, sebbene "The Pirate Bay" non ospiti contenuti in modo illegale, il sito faciliterebbe lo scambio di contenuti protetti dal diritto d'autore e per tal motivo dovrebbe essere ritenuto responsabile.

Perché bisogna parlar male dell'America ( da "AprileOnline.info" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Se in tante parti del mondo si tortura e si uccide, si esercita una violenza inaccettabile sugli esseri umani, io mi indigno in nome di un comune sentire umano, in nome di valori che crediamo, o vogliamo credere, che siano comuni a tutti i popoli. Ma se gli Stati Uniti fanno la guerra all'Iraq che non li minacciava, se uccidono indiscriminatamente,

*Durban 2, Olanda contro il concetto di "diffamazione religiosa" ( da "Velino.it, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in programma a fine aprile al Consiglio dei Diritti umani a Ginevra. Il blocco dei Paesi islamici rappresentati a Ginevra propone tra l?altro al Consiglio di condannare chi attua la “diffamazione religiosa” con vignette, per esempio, che ridicolizzino l?Islam. “Sono profondamente disturbato dalla piega che sta prendendo questo evento”

Immigrazione, Mantovano: <Sarà mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed espulsione> ( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: una audizione alla Commissione straordinaria diritti umani del Senato. Il sottosegretario ha ricostruito la situazione del Cie di Lampedusa spiegando la situazione nell'isola con «l'insolita realtà degli arrivi che non si sono arrestati anche nei mesi invernali», con conseguente sovraffollamento delle strutture, e con la «ferma volontà del governo di voler mantenere un messaggio:

Contro la violenza domestica un concorso per le scuole ( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti Umani, il Consiglio Provinciale di Torino, attraverso la IX commissione Pari Opportunità, in collaborazione con gli assessorati all?Istruzione, alle Pari opportunità e ad Amnesty International, ha indetto un concorso rivolto alle scuole medie superiori, impegnando i partecipanti alla realizzazione di lavori finalizzati a creare e diffondere consapevolezza sociale sul fenomeno

Europa; cresce l'antisemitismo ( da "Cittàdellaspezia.com" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E' l'allarme lanciato dall'Agenzia dell'Unione Europea per i diritti umani, che ha sede a Vienna, e ha presentato un rapporto sull'antisemitismo dal 2001 al 2008. "Questa recente ripresa degli incidenti anti-semitici - ha detto il direttore dell'Agenzia Morten Kjaerum - e' una ragione di grande preoccupazione.


Articoli

Diritti umani spiegati da Zagrebelsky (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CONSIGLIO COMUNALE APERTO Diritti umani spiegati da Zagrebelsky «La Carta Universale dei Diritti Umani dovrebbe parlare alle coscienze dell'umanità» ha detto ieri durante un Consiglio aperto l'ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky. Il giurista era stato invitato dal Comune per celebrare i 60 anni della Carta delle Nazioni Unite.

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Donne, l'8 marzo oggi No al doppio sfruttamento (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Donne, l'8 marzo oggi No al doppio sfruttamento Nell'imminente celebrazione della Giornata Internazionale della Donna, è importante mantenere alta l'attenzione su alcune questioni: da una parte il fenomeno che vede le donne vittime della violenza, dall'altra il ruolo svolto dalla donna in famiglia e sul lavoro. Deve essere anche l'occasione per riflettere sui progressi raggiunti, per celebrare i molti atti di coraggio compiuti e il ruolo straordinario che tante donne hanno avuto nello storia del loro Paese. L'8 marzo è una ricorrenza che, nonostante la sua storia attraversi un secolo ricco di movimenti politici, guerre e cambiamenti sociali, ha sempre mantenuto il suo significato originale di giornata di lotta. Una giornata che rappresenta un lungo e difficile cammino più volte interrotto, ma ripreso sempre con grande forza dalle donne con l'obbiettivo di poter essere protagoniste, insieme agli uomini e su un piano di parità, alla vita culturale, economica e politica del Paese di appartenenza. Il diritto all'eguaglianza è stato negato per secoli a tutte le donne e sono stati necessari molti decenni di lotta perchè venisse riconosciuto. In Italia, nel 1946, fu l'Unione Donne Italiane a festeggiare per la prima volta l'8 marzo nell'Italia libera, e il 2 giugno dello stesso anno le donne poterono finalmente votare. Nel 1977 l'Assemblea Generale dell'Onu invitò gli stati membri a indire una Giornata delle Nazioni Unite dei Diritti delle Donne e della Pace internazionale per ricordare che la sicurezza della pace e il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali hanno bisogno della partecipazione attiva, dell'eguaglianza e dello sviluppo delle donne. In quell'anno, l'Unesco dichiarò l'8 marzo Giornata della donna. Ora noi donne italiane, rispetto ad un passato non molto lontano, socialmente abbiamo conseguito significativi risultati, tuttavia, pur essendo maggioranza relativa nel nostro Paese, siamo ancora in minoranza in ogni ambito lavorativo, soprattutto nelle posizioni di maggiore responsabilità, subendo più dei maschi crisi economica e disoccupazione. Inoltre, il lavoro fuori dell'ambito familiare, spesso necessario per far quadrare il bilancio, si risolve in un «doppio sfruttamento», dentro e fuori casa, in quanto il carico domestico e la cura dei figli (e dei malati o degli anziani) continua a gravare sulle nostre spalle. Una dolorosa realtà è la violenza contro le donne: le uccisioni e gli stupri sono gli aspetti più drammatici di questa violenza che avviene dentro e fuori le mura domestiche, nei luoghi di lavoro, per le strade ed è una fra le peggiori violazioni dei diritti umani. Una realtà che ci accomuna con quella dei paesi più poveri, arretrati e in cui è assente - il più delle volte - la concezione stessa di «Stato di diritto». E' indubbio che alla base di questa realtà persistono ancora retaggi culturali difficili da cancellare. Nelle sedi ufficiali e non, si parla e si scrive dei diritti delle donne in quanto persona, si analizza la situazione di vita delle donne in altri continenti; c'è l'indignazione di fronte a certe condizioni di povertà, di soprusi, di mercificazione, e poi c'è l'amara constatazione di quanto la povertà femminile sia aumentata, come pure le violenze su di esse, e di come i modelli di vita siano rimasti ancorati a vecchi schemi. Il cammino delle donne è quello di una società che si evolve e cambia: tante tappe concluse, tante avviate. La speranza che si rinnova nel ricordare l'8 marzo è che, in una società in continua evoluzione, noi donne possiamo essere protagoniste attive dei processi di cambiamento e innovazione e che il riconoscimento dei diritti, il rispetto delle libertà e delle differenze siano attuati in tutti i Paesi del mondo. Vanna Adinolfi Presidente Club UNESCO

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Usa/ 92 video distrutti da Cia, numero più alto di quanto (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 2 mar. (Apcom) - A dare la notizia sono stati gli stessi procuratori federali Usa che stano indagando sulla distruzione di video da parte della Cia. L'agenzia di intelligence avrebbe distrutto ben 92 video, molti di più dunque di quanto ammesso in precedenza. E' la prima volta, spiega il New York Times, che si conosce il numero esatto del materiale che la Cia avrebbe distrutto nel novembre del 2005: centinaia di ore di interrogatori su presunti terroristi, che l'agenzia avrebbe effettuato mettendo in atto tecniche che vengono associate alla tortura, come quella del waterboarding. I video avrebbero contenuto immagini degliinterrogatori condotti contro i due sospetti di al-Qaida -Abu Zybaydah e Abd al-Rahim al-Nashiri, rinchiusi in un centro di detenzione della Cia situato in Thailandia. L'ordine di distruggere i video sarebbe stato impartito da Jose A. Rodriguez Jr, che era all'epoca il responsabile dei servizi clandestini della Cia. La distruzione del materiale, in particolare, avrebbe coinciso con l'intenzione del Congresso e dei tribunali di esaminare più attentamente le tecniche utilizzate dall'agenzia durante gli interrogatori.

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23:31 USA: OK BLITZ ILLEGALI, DA MEMO SEGRETO NUOVE OMBRE SU ERA BUSH (sezione: Diritti umani)

( da "Agi" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

USA: OK BLITZ ILLEGALI, DA MEMO SEGRETO NUOVE OMBRE SU ERA BUSH (AGI) - Washington, 2 mar. - Perquisizioni e blitz illegali e gravi violazioni dei diritti costituzionali: tutto in nome della lotta al terrorismo. Un memorandum del dipartimento della Giustizia statunitense che risale a poco piu' di un mese dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001 (e' datato 23 ottobre) getta nuove ombre sul rispetto dei diritti umani nell'era Bush. "Riteniamo che un comandante che conduce un raid contro una cellula terroristica non avrebbe bisogno di dimostrare o ottenere un mandato" di perquisizione, scrivono i funzionari del dipartimento, John Yoo e Robert Delahunty, all'allora consigliere della Casa Bianca, Alberto Gonzales. Si sostiene, inoltre, che alcuni diritti fondamentali, come la liberta' di espressione e l'arresto senza motivo, debbano essere sacrificati in nome della lotta al terrorismo. Il rapporto - rigorosamente top secret, insieme ad altri otto - e' stato definitivamente rigettato dal dipartimento della Giustizia pochi giorni prima dell'insediamento di Barack Obama.

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TEATRO - Alle 20,45 per la rassegna "Il grande Teatro", la commedia di ... (sezione: Diritti umani)

( da "Leggo" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

TEATRO - Alle 20,45 per la rassegna "Il grande Teatro", la commedia di Eduardo De Filippo Il sindaco del rione sanità; con Carlo Giuffrè, che firma anche la regia. Teatro Nuovo, piazza Viviani. Biglietti da 25 a 9 euro. CINEMA - Alle 16, alle 18 e alle 21, per "I Martedi del Festival", Una vita difficile di Dino Risi con Alberto Sordi. Cinema Kappadue, via Rosmini, 1b. INCONTRI - Alle 18, Nella mia città nessuno è straniero. Presentazione della campagna promossa da una quarantina di realtà veronesi che lavorano per promuovere la cultura della pace e la difesa dei diritti umani. Fnac, via Cappello 34. Alle 17,30, Cineres combusti corpis. Furti sacrileghi e pratiche magiche nel veronese in età moderna. Relatore Federico Barbierato. Istituto IVRR, via Cantarane 26. (S. Pas./ass)

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LIBRI Feltrinelli Domani a partire dalle 18 Antonio Cassese presenta ... (sezione: Diritti umani)

( da "Leggo" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

LIBRI Feltrinelli Domani a partire dalle 18 Antonio Cassese presenta i libri "Il sogno dei diritti umani" e "Voci contro la barbarie", stampati a 60 anni dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani da Giangiacomo Feltrinelli Editore. I libri verranno presentati con un reading. Info www.lafeltrinelli.it. MOSTRE Via della Scala Presso la Galleria Poggiali e Forconi prosegue la mostra personale del poliedrico fotografo americano David LaChapelle. In mostra 39 opere e 1 video che celebrano la carriera dell'artista. Quattro le sezioni principali: Deluge (Diluvio), Recollections in America (Ricordi Americani), Star System e Heaven to Hell (Dal Paradiso all'Inferno). Info 055.287748.

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Stuprata a Primavalle riconosce il romeno (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 03/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:interno Stuprata a Primavalle riconosce il romeno È uno dei due arrestati per la violenza ai danni di una ragazzina nel parco della Caffarella a Roma ROMALa donna di 41 anni violentata la sera del 21 gennaio scorso in via Andersen, nel quartiere romano di Primavalle, ha riconosciuto come uno dei suoi aggressori Karl Racz, il romeno di 36 anni detenuto per la violenza sessuale compiuta il giorno di San Valentino ai danni di una ragazzina di 14 anni nel parco della Caffarella. La ricognizione è avvenuta in gran segreto nei giorni scorsi è si è tenuta sotto forma di incidente probatorio, l'istituto del codice che consente ad un atto istruttorio di assumere il valore di prova in un eventuale processo. A disporre l'incidente probatorio, tenutosi in presenza del pm Nicola Maiorano, titolare degli accertamenti sull'episodio di via Andersen, era stato il gip. Per Racz la procura potrebbe ora chiedere l'emissione di un'ordinanza di custodia in carcere anche per lo stupro di Primavalle. La procura di Roma, in ogni caso, è certa degli elementi di accusa raccolti nei confronti dei due romeni accusati dello stupro nel parco della Caffarella e giudica «del tutto parziali» i risultati dei test del dna non attribuibili completamente ai due indagati, Karol Racz e Alexandru Isztoika Loyos, di 20 anni. Per questo motivo il pm Vincenzo Barba ha disposto ieri ulteriori accertamenti per fare chiarezza sulla vicenda e per cancellare quei dubbi - è stato sottolineato in procura - che solo apparentemente sono in contrasto con gli elementi d'accusa e che sembrano pesare come macigni: il riconoscimento di uno dei due aggressori, Isztoika Loyos, da parte della coppia di fidanzatini aggrediti, e la confessione del romeno, poi ritrattata per presunte pressioni psicologiche. Le incongruenze sui test finora eseguiti vertono sulla insufficienza dei «punti di contatto» tra il dna degli arrestati e quello individuato sul corpo della vittima dello stupro. I dubbi riguarderebbero in particolare la posizione di Racz, l'uomo indicato con la faccia da pugile. I risultati di questa seconda tranche di analisi saranno a disposizione di inquirenti ed investigatori già in settimana. E sempre in settimana è in programma l'udienza del tribunale del riesame al quale si sono rivolti i difensori dei due romeni per sollecitare la revoca della misura cautelare in carcere. In procura è stata smentita ieri la notizia secondo la quale i telefoni cellulari dei due romeni, al momento dello stupro nel parco della Caffarella, fossero «agganciati» a celle che si trovano in zone diverse da quella dove è avvenuta la violenza sessuale. La lotta contro la violenza sessuale è una priorità nell'agenda dell'Italia per i diritti umani: «Un problema globale», di fronte al quale l'Italia ha l'orgoglio «di avere fatto molto sia sul fronte della deterrenza che su quello della repressione», ha detto il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna che ieri ha parlato all'Onu nella giornata inaugurale della 53/ma sessione della Commissione sulla condizione della donna. La Carfagna ha illustrato nel suo intervento le ultime misure prese dal governo italiano per contrastare il fenomeno, e tra queste «l'introduzione, da venerdì, del reato di stalking» nel codice penale. Finora - ha ricordato la Carfagna - non c'erano sanzioni appropriate nel diritto italiano per questo tipo di atti persecutori che colpiscono, secondo le ultime stime, due milioni di donne e spesso preludono altri più gravi reati come lo stupro o l'omicidio: «Le donne italiane hanno salutato come un successo questa nuova norma». Il Ministero per le pari opportunità - ha continuato - si prefigge di fare da catalizzatore per porre in atto iniziative sociali e legislative e per sostenere ricerche tese alla prevenzione e al contrasto. Tra le misure in gestazione, la Carfagna ha parlato di un protocollo d'intesa con il Ministero dell'interno teso a potenziare il numero verde anti-violenza che offre una prima assistenza giuridica e psicologica alle vittime.

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i diritti dei disabili nelle parole della turco (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

In tantissimi all'incontro organizzato dal Pd I diritti dei disabili nelle parole della Turco FUCECCHIO. Venerdì scorso l'onorevole Livia Turco ha partecipato all'incontro organizzato dal Pd Fucecchio e dal Pd Empolese-Valdelsa dal titolo "I diritti dei disabili: diritti di tutti. Una priorità di governo per l'Empolese-Valdelsa". Oltre all'onorevole, sono intervenuti il segretario del Pd di Fucecchio Marino Lupi, il sindaco Claudio Toni e il dirigente Regione Toscana Enrico Desideri che ha illustrato il piano sanitario regionale 2008-2010. A sorpresa, è intervenuto anche l'assessore regionale alla cooperazione internazionale Massimo Toschi che ha elogiato il progetto della casa di Ventignano (centro diurno per disabili autistici) che ha definito "un tesoro" della nostra comunità. La serata si è rivelato un successo: la sala de "La Tinaia" era davvero affollata. Il segretario Pd Fucecchio Marino Lupi ha ribadito la necessità di affermare i diritti di cittadinanza delle persone "diversamente abili" partendo dall'art. 3 della Costituzione. Ha poi aggiunto come in un periodo come quello attuale caratterizzato da un'importante crisi economica, non possano essere le fasce più deboli le prime a pagare o le prime ad essere maggiormente penalizzate. Il segretario ha concluso dicendo che con la casa di Ventignano, che verrà inaugurata a maggio e diventerà operativa a luglio, si fa un notevole passo in avanti nella cultura della "presa in carico" nella nostra area, peraltro già importante, perchè si va a dare, non più una risposta generica alla disabilità psichica e non, ma una risposta specifica ad un bisogno specifico. Una casa nata per ridurre la disabilità delle persone che la abiteranno. L'onorevole Livia Turco, da sempre sensibile al tema della disabilità, si è mostrata molto interessata al progetto del diurno fucecchiese come esempio di servizio pubblico per l'esercizio vero dei diritti di cittadinanza. Ha ribadito le difficoltà che avranno i Comuni a sostenere queste iniziative alla luce dei tagli effettuati dal governo alle politiche sociali e alla sanità. Ha sottolineato come l'attuale governo non abbia fatto assolutamente nulla a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie fino a questo momento. Ha illustrato il disegno di legge di cui è prima firmataria sul "dopo di noi" cioè l'assistenza delle persone disabili una volta venuto meno il sostegno delle famiglie. Ha poi comunicato che questa settimana il Parlamento ha ratificato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità con l'obiettivo di avviare un necessario cambio di approccio sulla materia, grazie al riconoscimento effettivo di uno strumento concreto contro le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani di tutte le persone con disabilità. Nella parte finale dell'incontro, l'onorevole Turco, ha parlato della crisi economica che l'Italia sta affrontando e dell'incapacità del governo a dare risposte puntuali e concrete ai problemi che essa crea quotidianamente. Ha sottolineato come il governo non sia riuscito altro che a spostare l'attenzione sul tema dell'immigrazione e della sicurezza. Ha concluso evidenziando come i problemi del paese siano altri e come la vera capacità di azione del governo si misurerà nei prossimi mesi nel saper dare delle risposte alle classi più deboli che rischiano davvero tanto in questo momento.

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Paola Cortellesi: <Strano diventare mangiauomini E che tortura la guêpière> (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 53 del 2009-03-03 pagina 35 Paola Cortellesi: «Strano diventare mangiauomini E che tortura la guêpière» di Redazione Paola Cortellesi è Sofia, donna spregiudicata e insofferente, con abito attillato a fiori e cotonatura un po' alla Santanché. Non possiede istinto materno, cornifica volentieri il marito, parla tranquillamente di sesso con le amiche, teorizza: «Siamo creature primitive, la barbarie del mondo, non possiamo diventare moderne». Quanto è diversa da lei? «Molto, per questo ho detto subito di sì, senza neanche aver visto la commedia. Una bella sfida. Io ho la seduttività di Pinocchio, lei invece attira gli uomini come mosche. È schietta, dice "scopare", vive male il perbenismo dei suoi anni Sessanta. In fondo detesta le convenzioni, ironizza su una certa cultura matriarcale, che usa ancora termini come "sgravare". Mi piace perché è impaziente, dura, mai tenera. Detesta il marito, è diventata mamma per sbaglio, la sua unione matrimoniale è costruita sul nulla, fuma e custodisce battute per tutte. Ma in fondo è una donna sconfitta». Si è ispirata a qualche modello femminile? «No, era già tutto scritto benissimo. Però ho ripensato a quel film con Julianne Moore, Lontano dal Paradiso, dove un certo mondo borghese anni Cinquanta, lindo e rassicurante, frana sotto il peso dell'infelicità. Una moneta corrente, l'infelicità, oggi come ieri. Poi bisogna riconoscere che anche le donne rompono. Non vogliamo l'uomo aggressivo, ma se è troppo gentile e noioso ci lamentiamo. La mia bibbia in materia è Cara ti amo di Elio e le Storie tese». Non sarà stato difficile, per lei, travestirsi da Sofia. «Guardi, anche se non si vede sullo schermo, indosso biancheria intima dell'epoca sotto quell'abituccio stretto in vita. Una specie di guêpière. Le donne si muovevano in modo diverso negli anni Sessanta. Una fatica!». Otto attrici, neanche un uomo nel cast. È filato tutto liscio sul set? Neppure una piccola rivalità tra voi? «In effetti ci siamo molto graffiate... Scherzo. È una leggenda che le donne sul set si azzannino, offensivo pensare che non siano in grado di sostenere un lavoro fatto in armonia. Nella mia carriera ho visto tanti colleghi maschi litigare, invece si parla solo di donne, come se fossimo delle pazze inviperite». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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fine vita perche' bisogna dire di si' a una legge - andrea simoncini (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino di Padova, Il" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 12 - Altre FINE VITA PERCHE' BISOGNA DIRE DI SI' A UNA LEGGE ANDREA SIMONCINI A vederla da questa parte dell'oceano, la discussione italiana pro o contro la legge sul testamento biologico sembra davvero incomprensibile e del tutto priva di senso storico. Noi (dico, noi europei), figli di Hobbes e Rousseau, continuiamo ad avere l'idea che la legge debba essere la verità (la volontà generale), mentre qui (negli Stati Uniti) i figli di Locke e Madison hanno l'idea che la legge non può essere la verità, la legge è una sistemazione pratica che diamo ai problemi comuni, it is all but sacred. In Italia resiste ancora l'idea che i miei diritti «sono» quello che dice la legge... ma nazismo, fascismo, stalinismo non ci hanno insegnato nulla? In quei regimi - solo sessant'anni fa - delle leggi (proprio così) hanno tolto agli uomini il diritto più elementare: la vita e la sua dignità; per questo abbiamo «inventato» i diritti umani, le costituzioni. (...) Proprio perché faccio il professore di diritto, so che non posso poggiare la mia speranza né la mia moralità sul diritto. Nessuna legge può sostituire la mia responsabilità e nessun sistema può essere così perfetto da rendere inutile essere buono, come dice Eliot. Ma è altrettanto evidente che in Italia oggi abbiamo un problema. E' chiaro che l'ideale sarebbe non avere leggi o che «lo Stato meno entra in queste cose e meglio è». E' chiaro che dovrebbe bastare il consenso informato e lasciare tutto al rapporto medico-famiglia-paziente. Ma tutti questi principi, sebbene così chiari, non sono stati sufficienti a impedire la decisione su Eluana. E la decisione su Eluana lascia tutte le persone ragionevoli insoddisfatte. Lascia insoddisfatto chi, come me, ritiene che l'autonomia della persona sia un diritto inviolabile (proprio così: sono contro quella decisione in nome dell'autodeterminazione di Eluana!) e i giudici di Milano hanno chiaramente violato l'autonomia di Eluana «presumendo» la sua volontà. Ma a ben vedere dovrebbe essere insoddisfatto anche chi è d'accordo con i giudici milanesi, semplicemente perché un diverso giudice (casomai abruzzese) potrebbe decidere all'opposto (...). Il punto è tutto qui: vogliamo lasciare all'arbitrio, al cosiddetto forum shopping (mi scelgo il giudice territoriale competente sulla base del suo orientamento), alla decisione caso per caso, la scelta su queste vicende? (...). Dire che occorre una legge non vuol dire che bisogna produrre una regolazione minuta e dettagliata di cosa si deve o non si deve fare: non stiamo regolando come costruire una centrale nucleare (dove, in effetti, converrebbe non rimanere nel vago), stiamo disciplinando un aspetto della vita in cui è ben più ampia la terra incognita che quella cognita. Penso, quindi, a una legge di principi, una legge alveo, non a una legge fiume. Una legge che fissi, come si suol dire, alcuni paletti, alcune definizioni e poi lasci lo spazio applicativo all'autonoma capacità normativa e alla responsabilità degli altri soggetti coinvolti, in primis i medici. Questo secondo me dev'essere il principio cardine: sussidiarietà normativa. Non una legge che disegni da zero l'intera normativa, ma una legge che stabilisca alcuni standards minimi: che renda vincolanti per tutti alcuni principi del Codice di Deontologia medica, che fissi alcune definizioni - ad esempio, accanimento terapeutico, stato terminale, cure palliative, trattamenti di sostegno vitale, abbandono clinico - e che rinvii al Codice di Deontologia Medica tutte le questioni di dettaglio e la responsabilità disciplinare, mentre rinvii, al codice penale e al codice civile le altre responsabilità. Guardando le pur diverse posizioni, mi pare che alcuni di questi paletti fondamentali potrebbero trovare un ampio consenso nel pieno rispetto della nostra Costituzione. Uno. La tutela della vita e della salute dei pazienti con le terapie adeguate senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di condizione sociale, di qualità della vita attuale e futura, di disabilità e di grado di coscienza del paziente. Due. Il divieto di trattamenti - positivi e omissivi - finalizzati a provocare la morte del paziente. Tre. Il divieto di accanimento terapeutico e il consenso informato. Quattro. L'autonomia e la responsabilità del medico nella programmazione, nella scelta e nell'applicazione di diagnosi e di terapie. Cinque. L'obbligo del medico di considerare, nel rispetto della sua autonomia (punto 4), le volontà e i desideri espressi dal paziente anche in precedenza. Su questi punti, e sugli altri che riterrà, il Parlamento discuta e alla fine prenda una decisione; laicamente consapevole che sarà una decisione discutibile, limitata e approssimativa e quindi, perfettibile, modificabile o abrogabile... ma non per questo abdichi alla sua responsabilità. docente di Diritto costituzionale nell'Università di Firenze e Visiting Professor of Law Fulbright Scholarship Program Notre Dame Law School (il testo integrale su www.ilsussidiario.net)

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stranieri contro il decreto sicurezza sabato la manifestazione (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 2 - Pontedera Stranieri contro il decreto sicurezza Sabato la manifestazione PONTEDERA. Saranno su corso Matteotti a manifestare sabato. Insieme, senegalesi, nigeriani e tutta la comunità degli stranieri a dire no al cosiddetto "decreto sicurezza" del Governo. Dare la possibilità al personale medico di denunciare i clandestini porterebbe senza dubbio ad una dispersione di persone bisognose di cure. «Sappiamo tutti quanti siano numerosi gli immigrati non in regola - spiega Dia Papa Demba, presidente del consiglio degli stranieri - Tutti noi siamo arrivati in questo modo. Questo decreto va a ledere non solo uno dei più elementari diritti umani che è quello alla salute, ma porterebbe ad una proliferazione di studi abusivi a speculare sulla pelle degli stranieri». Il consiglio degli stranieri parlerà della questione all'interno del consiglio comunale di oggi, sviscerata nero su bianco in una mozione. «Basti pensare alla possibilità che siano messi in discussione strutture come i consultori per le donne o il libero accesso a quelli pediatrici. Sarebbe un grave errore, oltre al pericolo per la salute pubblica». F.S.

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PRESENTATO VOLUME "AFRICAINGIOCO" (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 03 Marzo 2009 PRESENTATO VOLUME ?AFRICAINGIOCO? Perugia, 3 marzo 2009 - ? Avvicinarsi ai bambini africani attraverso la conoscenza dei loro giochi e dei loro giocattoli. Con questo obiettivo la Regione Umbria e il Comune di Montone hanno finanziato la stampa del settimo quaderno del catalogo ?Il Museo-tamburo Parlante?, dal titolo ?Africaingioco?. Il volume è stato presentato il 28 febbraio a Perugia nella sede della Giunta regionale, alla presenza di circa 70 bambini provenienti da Montone sede del Museo, due classi quinte della scuola elementare Fabretti di Perugia, una prima media della Scuola San Paolo sempre del capoluogo. L?incontro prevedeva una prima fase istituzionale con gli interventi di Alessandro Vestrelli della Regione Umbria, il coautore del testo, Albano Ricci (l?altro autore è Enrico Castelli), il sindaco di Montone, Mariano Tirimagni, l?ispettore scolastico, Amilcare Bori. Nella seconda fase della presentazione, Albano Ricci ha commentato il catalogo con l?uso di sistemi audiovisivi, mentre l?Associazione "Gotama" ha proposto ai ragazzi una performance teatrale. Inoltre, agli studenti presenti sono stati mostrati anche alcuni giocattoli di latta costruiti con materiale di recupero ed esposti al Museo di Montone. ?Si tratta di un libro ricco di suggestioni attraverso il quale, a partire dal gioco i lettori vengono condotti in un?altra cultura, l?Africa appunto, culla dell?umanità lontana da slogan e luoghi comuni. Il lavoro di Enrico Castelli e Albano Ricci ? ha scritto l?assessore regionale alle politiche sociali, Damiano Stufara, nella prefazione del testo ? ci permette di apprezzare lo spirito di iniziativa e la fantasia con cui i bambini africani costruiscono da soli e con materiali di recupero i propri giocattoli. Si tratta di un?esperienza molto lontana da quella dei bambini occidentali, i cui giochi tecnologici lasciano poco spazio alla creatività. Educare alla convivenza ed al rispetto della diversità ? ha concluso l?assessore - è uno dei compiti strategici che ci assegna il presente, alla luce della crescente presenza di immigrati nella nostra società ed in particolare nella scuola umbra?. Il volume, diviso in undici capitoli è ricco di foto colorate che raccontano di bambole e souvenir, di giochi coloniali e di strategia, di come si possano fare giochi di latta e fili di ferro. Tanti giochi illustrati invece, hanno bisogno solo delle mani per essere giocati, mentre altri richiedono dei sassolini o biglie, altri ancora fanno uso del corpo. ?Il titolo ?Africaingioco? ? hanno precisato gli autori nel testo ? vuole suggerire che per noi è cruciale capire sì quanto differente è l? Africa, ma anche quanto gli africani siano come noi, quanto le loro culture siano complesse e variate, ma anche che uomini, donne e bambini vivono la realtà con identiche emozioni, desideri e gioie a quelle che noi sperimentiamo giorno per giorno?. ?L?interculturalità ? ha detto Alessandro Vestrelli ? è una disciplina importante che deve essere trattata in tutte le scuole perchè permette di affermare i principi di democrazia. Mettendo gli alunni a contatto con altre mentalità significa far capire subito loro che i diritti umani sono diritti di tutti gli uomini?. ?La scuola umbra sta cambiando ? ha detto l?ispettore scolastico, Amilcare Bori ? Fino agli anni ?90 nelle nostre classi erano presenti pochissimi bambini provenienti da altri Paesi, mentre ora siamo la prima regione per presenza di bambini immigrati nelle scuole. E? indispensabile quindi, cambiare atteggiamento e predisporsi all?accoglienza sin da subito. ?. Il sindaco di Montone ha infine raccontato ai ragazzi il percorso che ha portato alla nascita del Museo. . <<BACK

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natura e diritti umani, così i popoli indios guardano al nuovo millennio (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

AMERICA DEL SUD Natura e diritti umani, così i popoli indios guardano al nuovo millennio Un continente che cerca di trovare una strada tutta sua di fronte alle sfide sempre più complesse del mondo globalizzato «Noi donne e voi, popolo sovrano dell'Ecuador: riconoscendo le nostre radici millenarie, forgiate da donne e uominidi popoli diversi; celebrando la natura, la Pacha Mama, della quale siamo parte e che è per la nostra esistenza; invocando il nome di Dio e riconoscendo le diverse forme di religiosità e di spiritualità; rivolgendoci alla saggezza di tutte le culture che ci arricchiscono come società; in quanto eredi delle lotte sociali di liberazione contro tutte le forme di dominazione e di colonialismo; e con un profondo impegno col presente e col futuro; decidiamo di costruire una nuova convivenza civile, nella diversità e armonia con la natura, per ottenere il buen vivir, il sumak kawasay...». Sono queste le premesse della Costituzione che il popolo ecuadoriano si è data nel settembre dello scorso anno. Primo paese al mondo, l'Ecuador mette alla base del suo vivere civile - el buen vivir, appunto -, un corretto rapporto con la natura - la Pacha Mama - e la piena uguaglianza fra i popoli che compongono la società ecuadoriana, le loro lingue, la loro particolare religione e spiritualità. Quanto alla lingua, il castigliano è quella ufficiale a livello statalee insieme al Kichwa e allo Shuarcostituiscono le lingue ufficiali delle relazioni culturali. Le altre lingue ancestrali sono, invece, di uso ufficialenei rispettivi territori. Ma il primato di questa Costituzione non si ferma qui. L'articolo 11 del Titolo II dopo aver garantito che «tutte le persone sono uguali e godranno degli stessi diritti, doveri e opportunità», specifica: «Nessuno potrà essere discriminato per ragioni di etnia, luogo di nascita, età, identità culturale, lingua, religione, ideologia, affiliazione politica, condizione socioeconomica, orientamento sessuale, sieropositività, handicap, menomazione fisica...». E ancora: «Sarà incostituzionale qualsiasi azione o omissione di carattere regressivo che diminuisca, riduca o annulli ingiustificatamente l'esercizio dei diritti». Non meno ricco di novità il Capitolo II, «acqua e alimentazione», che all'articolo 12 recita: «Il diritto umano all'acqua è fondamentale e irrinunciabile. L'acqua costituisce patrimonio nazionale, strategico di uso pubblico, inalienabile, imperscrittibile, insequestrabile e essenziale per la vita». Al lettore non sfuggirà che questa Costituzione sviluppa il tema dei diritti dell'uomo declinandolo, però senza limitarsi alle affermazioni di principio, ma completandolo con l'introduzione di nuovi diritti da tutelare e di norme stringenti per la loro concreta attuazione. Diritti maturati nel tempo di pari passo con la crescita di nuove minacce e di nuovi pericoli per la salute non solo fisica dei singoli e delle comunità, d'accordo con lo sviluppo delle scienze e della tecnologia che consentono non solo di individuare rischi e pericoli, ma di affrontarli tempestivamente e di superarli. Di qui l'attenzione ai problemi della salute, dell'alimentazione, dell'inquinamento, delle energie compatibili e del rispetto della natura, insieme alla rivalutazione dei saperi e delle pratiche ancestrali delle popolazioni indigene nel quadro, però, di una visione laica dello Stato e dei suoi doveri verso i cittadini tutti eguali nei diritti e nei doveri. Inedite e originali sono le misure stabilite per garantire la difesa e lo sviluppo dell'educazione degli adolescentie la promozione delle loro attitudini creative. Non è tutto ma quanto basta perché abbandonate inaccettabili supponenze anche i legislatori degli Stati democratici dell'Occidente apprendano la lezione che viene da un piccolo ma saggio popolo centroamericano.

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"in cella ha un solo rimpianto di non essersi opposto al raìs" (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 12 - Esteri Mario Lana, consulente della difesa "In cella ha un solo rimpianto di non essersi opposto al raìs" "Mi ha sempre ribadito la sua estraneità a omicidi o stragi Ma la sua posizione non gli consente di dire che col regime lui non c´entrava niente" «Tareq Aziz presto libero? Ma non diciamo eresie. è imputato in almeno altri sei processi, senza contare che il verdetto di assoluzione di ieri è una sentenza di primo grado e come tale impugnabile». Mario Lana, presidente dell´Unione forense a tutela dei Diritti umani, amico dell´ex vicepremier iracheno, oltre che consulente legale del suo collegio di difesa, tiene a chiarire da subito come sia infondata la notizia di un´imminente scarcerazione del suo assistito. Avvocato Lana, Tareq Aziz resterà quindi in carcere nonostante sia gravemente ammalato? «Purtroppo sì. Per ora almeno. Quanto alle sue condizioni di salute, mi corre l´obbligo di chiarire che sono migliori di quanto si creda. Certo è malato, ma almeno è curato come si deve». Lei lo ha incontrato più volte, l´ultima circa tre mesi fa a Bagdad. Cosa le ha detto? «Mi ha ripetuto ciò di cui ero già convinto: la sua totale estraneità a qualsivoglia strage o omicidio di massa ordinato da Saddam Hussein». Si ritiene quindi una vittima? «Questo, ad onor del vero, no. A me che gli facevo notare che la sua posizione all´interno della nomenclatura di regime era tale da non consentirgli di poter dire: "io non c´entro nulla", lui mi ha spiegato, a mo´ di esempio, quale era il clima all´interno del Consiglio della rivoluzione di cui lo stesso Tareq faceva parte». E cioè, quale? «Saddam presiedeva le riunioni con la pistola in bella mostra sul tavolo. Era l´unico armato. In quelle occasioni non si discuteva, si prendeva soltanto atto delle sue decisioni. Opporsi era impossibile a meno che non si aspirasse al suicidio. Anche allontanarsi per andare in bagno poteva essere considerato uno sgarbo che poteva costare la vita, Aziz non ha problemi ad ammettere di non aver mai avuto il coraggio di dire: "questo no". Anche quando si trattava di azioni ripugnanti. Da questo punto di vista - mi ha confessato - mi sento colpevole, ma posso giurare davanti a Dio che non ho mai né direttamente né indirettamente causato la morte di alcuno». Come crede finirà la sua vicenda giudiziaria? «Sono certo che alla fine tornerà libero. E ora che alla Casa Bianca non c´è più Bush ma Obama, questa eventualità mi sembra abbia molte probabilità di realizzarsi. In ogni caso ci vorrà del tempo». (r.c.)

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Solo il Bangladesh accetta di accogliere i transfughi (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

ROHINGYA Rangoon li disconosce, gli altri li rifiutano Solo il Bangladesh accetta di accogliere i transfughi Junko Terao* Erano partiti quasi in mille a dicembre dall'isola di Koh Sai Daeng, a largo di Phuket, dove i militari tailandesi li avevano detenuti come criminali, malmenandoli, per poi rigettarli nel mare delle Andamane a bordo di barche senza motore. Ieri, per 49 «fortunati» profughi Rohingya intercettati dai guardacoste indiani e indonesiani insieme agli altri sopravvissuti, è arrivato l'ok del Bangladesh per il rimpatrio. Il governo di Dhaka, infatti, li ha riconosciuti come propri cittadini, provenienti da Cox's Bazar, nel sud del paese, e ha accettato di riprenderseli. Cosa ne sarà degli altri, ancora non si sa. A giudicare dall'esito delle discussioni a margine del vertice dell'Asean, l'associazione dei paesi del Sudest asiatico, tra cui tutti i principali interessati al problema dei Rohingya, non ci saranno grandi soluzioni nell'immediato futuro per la «non-minoranza» musulmana del nord della Birmania. La giunta militare di Rangoon, che siede al tavolo dell'Asean, l'ha detto chiaro: i Rohingya non sono birmani, anzi non li chiama nemmeno col loro nome, ma «bengalesi». A meno che non presentino il certificato di cittadinanza, o che non ammettano di essere bengalesi, dimostrando però di essere nati in Birmania, il loro destino non è affar suo. E paesi come la Thailandia, la Malesia o l'Indonesia, dove la maggior parte dei «boat people» senza stato approda, non possono rispedirli in Birmania se la giunta non li riconosce come propri cittadini. E meno male, verrebbe da dire, se non fosse per il trattamento disumano che hanno riservato loro i militari di Bangkok. Perchè la situazione della comunità Rohingya è forse la peggiore all'interno di un paese-prigione in cui già la maggioranza della popolazione vive priva dei diritti umani fondamentali, ostaggio fin dal 1962 di un regime tra i più violenti e repressivi. I Rohingya non sono nemmeno inclusi nella lista delle 135 minoranze etniche riconosciute dalla giunta. Fino a prima del colpo di stato e l'instaurazione del regime, avevano avuto rappresentanti politici e diritto di voto, oggi la giunta militare li tiene chiusi in una delle regioni più povere del paese, senza libertà di muoversi e rinnegandone la storia. Come il ministro degli Esteri di Rangoon ha sottolineato al summit appena concluso «si tratta di immigrati illegali provenienti dal vicino Bangladesh o di loro discendenti». Alle critiche dei rappresentanti della società civile, che per la prima volta quest'anno hanno avuto spazio al vertice in un faccia a faccia con i dieci capi di stato dell'Asean, il generale Thein Sein, capo della giunta birmana, non ha replicato, limitandosi a leggere una dichiarazione scritta. Gli altri membri Asean hanno concordato che si tratta di «problema regionale», rimandando ogni discussione a metà aprile, quando si terrà il prossimo incontro del Bali Process, consesso regionale che si occupa dei profughi che scappano da conflitti o persecuzioni, a cui la giunta birmana, per ovvi motivi, non partecipa. Le posizioni, però, sono poco incoraggianti: la Malesia, paese a maggioranza musulmana che insieme all'Indonesia è la meta preferita dei Rohingya in fuga via mare, lì ne vivono circa ventimila, ha già ribadito che è necessario «essere risoluti alle frontiere, bisogna rimandarli indietro», come ha dichiarato il primo ministro Abdhullah Ahmad Badawi; la Thailandia, dove molti dei profughi approdano non li considera «rifugiati politici» ma «immigrati irregolari» da espellere, pur «nell'osservanza dei diritti umani». Peccato che per le violenze inflitte ai Rohingya dagli uomini dell'Isoc, l'internal security operation command, autorità militare per la sicurezza interna tailandese che opera prevalentemente in segreto, probabilmente nessuno pagherà. Il comandante locale dell'Isoc, colonnello Manas Khongpan, ha rimandato al mittente ogni accusa, negando perfino che i suoi uomini abbiano mai trattenuto «immigrati illegali». Il premier tailandese Abhisit Vejjajiva, per il quale il risalto internazionale della faccenda è stato un duro colpo d'immagine, ha assicurato che le indagini sono in corso, e che il governo farà chiarezza su quanto è accaduto. Ma è pur vero che il comandante supremo dell'Isoc è lo stesso primo ministro. *Lettera22

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In fuga DALLA BIRMANIA I ROHINGYA ULTIMI BOAT PEOPLE (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'esodo costante e talvolta tragico di una minoranza etnica musulmana senza diritti in un paese a maggioranza buddista schiacciato dalla dittatura militare. Una diaspora che ormai conta 1,5 milioni di persone In fuga DALLA BIRMANIA I ROHINGYA ULTIMI BOAT PEOPLE Marwaan Macan-Markar BANGKOK È cominciato qualche decennio fa, quando la regione era alle prese con le conseguenze della guerra Usa in Vietnam. Ma adesso il fenomeno dei «boat people», i migranti via mare, è tornato alla ribalta, e stavolta riguarda i Rohingya musulmani della Birmania, in fuga dalla dura realtà del loro paese. I Rohingya sono una minoranza etnica che vive in un paese, la Birmania, oggi Myanmar, dove prevale la religione buddista. La maggior parte di loro si trova nello stato di Arakan, nella zona occidentale di questo paese dominato dall'esercito. Per anni, un flusso lento e costante di Rohingya ha attraversato in fuga il mare delle Andamane, passando quasi inosservato. Tra ottobre 2006 e marzo 2008, più di ottomila Rohingya hanno spiegato le vele dal Bangladesh, al confine occidentale con la Birmania, per inseguire una vita migliore in Malaysia e in Thailandia. La situazione è però cambiata da quando, a metà gennaio, i media internazionali hanno cominciato a diffondere la notizia della recente tragedia che ha colpito gran parte di questi migranti. I tailandesi, con l'appoggio dell'esercito, avrebbero fermato i Rohingya mentre tentavano la fuga con le loro barche, malmenandoli e poi lasciandoli alla deriva in mezzo al mare privi di strumenti di navigazione e senza acqua né cibo. La sorte di un migliaio di Rohingya abbandonati in mare aperto lo scorso dicembre è ancora incerta, secondo alcuni attivisti per i diritti umani che seguono la vicenda da vicino. I pochi che sono sopravvissuti per raccontare la tragedia dei maltrattamenti subiti per mano dei tailandesi sono stati soccorsi dalle autorità costiere indiane nel mare delle Andamane. Altri superstiti sono riemersi nella provincia indonesiana di Aceh. «I Rohingya sono come falene che volano verso la luce. Non sanno cosa accadrà quando arriveranno a destinazione», racconta Enayet Ullah, per spiegare la disperazione della sua comunità, in cerca di una vita più degna in un paese straniero. Il viaggio in mare è l'ultima via della speranza, aggiunge Enayet Ullah, un Rohingya fuggito dall'Arakan decenni fa per una vita più sicura in Thailandia e che, più tardi, ha fondato la Burma Rohingya Association of Thailand (associazione dei Rohingya birmani in Thailandia), per far conoscere la storia della sua comunità perseguitata. Oggi sono rimasti in pochi i Rohingya che decidono di lanciarsi nella rischiosa avventura via mare, dopo il grosso esodo di massa nel 1991-92: circa 250mila esuli di questa etnia birmana si rifugiarono in Bangladesh per sfuggire all'oppressivo regime della giunta birmana, si legge in uno studio realizzato dal «The Arakan Project», un gruppo indipendente di difesa dei diritti umani con sede a Bangkok che si occupa del dramma dei Rohingya. Quell'ondata di rifugiati raggiunse gli altri 200mila Rohingya fuggiti in Bangladesh dall'Arakan nel 1978, durante l'operazione dell'esercito birmano denominata «Dragon King» che sfociò in una sorta di pulizia etnica. L'operazione, rivolta contro le minoranze, scatenò nel paese «omicidi diffusi, stupri, distruzione di moschee e persecuzione religiosa», ha denunciato Amnesty International. Molti Rohingya erano già fuggiti dalla Birmania negli anni precedenti, e costituiscono gli oltre 1,5 milioni oggi parte di una diaspora che si è stabilizzata in paesi come Arabia Saudita, Pakistan, India, Malaysia e Bangladesh. La diaspora dei Rohingya è ormai più vasta della comunità che si sono lasciati alle spalle in Birmania - che si stima di circa 750mila persone. «Le sopraffazioni oggi sono peggiorate», segnala Kyaw Tin, un Rohingya di 40 anni che vive in esilio in Thailandia, e mantiene i contatti con la famiglia nell'Arakan. «Il nostro popolo è vittima del lavoro forzato cui sono costretti per almeno per quattro giorni a settimana. Non possono lasciare il loro villaggio per visitare i villaggi vicini senza il lasciapassare delle autorità». L'oppressione della giunta si manifesta anche in politiche che non hanno eguali nel resto del paese. Per i giovani della comunità è proibito sposarsi senza l'autorizzazione di quattro diverse autorità, di cui una della violenta polizia di frontiera birmana, nota con l'acronimo locale di NaSaKa. Di conseguenza «qualsiasi forma di convivenza o di relazione sessuale, talvolta anche il semplice incontro di una coppia senza permesso ufficiale di matrimonio costituisce una violazione dell'ordinanza ed è punibile con un lungo periodo di carcere», rivelava «The Arakan Project» nello studio dell' ottobre 2008 «Autorizzazioni ufficiali di matrimonio: una condanna per le donne Rohingya». Privare i Rohingya delle scorte alimentari, della possibilità di coltivare la terra o di ricevere un'istruzione è la norma nei tre comuni di Buthidaung, Maungdaw e Rathedaung nell'Arakan settentrionale, dove questa minoranza è stata ingabbiata. La povertà e la costante penuria alimentare sono le cause di una malnutrizione cronica che, secondo alcuni ricercatori, colpirebbe addirittura il 60% dei bambini al di sotto dei cinque anni. «L'analfabetismo arriva all'80%, ci sono pochissime scuole e le restrizioni sui viaggi impediscono ai giovani Rohingya che completano l'educazione secondaria di frequentare l'università in un'altra parte della Birmania», spiega Chris Lewa, capo ricercatore del «The Arakan Project». «C'è una totale assenza di speranza tra i Rohingya nell'Arakan, anche tra le persone istruite». I capi Rohingya non si aspettano molto dalla giunta. Una sentenza emessa subito dopo la presa del potere dei militari nel 1962 privava i Rohingya della cittadinanza e negava loro un posto al tavolo concesso agli oltre 100 gruppi etnici della Birmania. «È l'obiettivo (del regime) fare piazza pulita dei Rohingya dalla loro terra ancestrale dell'Arakan», osserva Nurul Islam, presidente della Organizzazione nazionale dei Rohingya dell'Arakan (Arno), un gruppo che comprende i diversi movimenti politici dei Rohingya. «Il regime li ha dichiarati 'non cittadini' dello stato, rendendoli apolidi nella loro stessa madrepatria». « sono diventati vittime di violazioni dei diritti umani e di crimini contro l'umanità istituzionalizzati, compresa la negazione dei diritti di cittadinanza», ha dichiarato il presidente di Arno in un'intervista via e-mail da Londra, dove vive attualmente. «Sono vittime quotidiane di trasferimenti forzati, confisca della terra, arresti arbitrari, tortura, omicidi extragiudiziari e estorsione» «Per queste condizioni estreme, i Rohingya abbandonano le loro case e i loro affetti per altre destinazioni, in cerca di protezione e di un rifugio sicuro». Copyright IPS Traduzione Francesca Buffo

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Tibet pretesto per attacchi (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CINA «Tibet pretesto per attacchi» Il problema del Tibet riguarda «la sovranità» della Cina anche se è «spesso mascherato da problema etnico, religioso, ambientale o legato ai diritti umani». Lo ha scritto ieri il Quotidiano del popolo, organo ufficiale del Partito comunista in un editoriale che accusa non meglio identificati «uomini politici» stranieri di sfruttare la questione tibetana «per raggiungere il loro obiettivo di opprimere e contenere la Cina». Costoro, secondo il giornale, «pensano che fissarsi su questa questione possa far spostare l'attenzione della loro opinione pubblica» preoccupata della crisi economica. L'editoriale aggiunge che il Dalai Lama è uno strumento di questi «complotti». Nei giorni scorsi lo State Council Information Office ha diffuso un libro bianco nel quale Pechino difende la propria politica nella provincia. Avvertimenti preventivi mentre si avvicina l'anniversario della rivolta che lo scorso anno mise a ferro e fuoco Lhasa e si propagò anche nelle vicine province del Grande Tibet. La settimana scorsa vi sono state proteste nel Sichuan dove, ad Aba, un monaco ha tentato di darsi fuoco. In Tibet la situazione viene definita «tesa» dai residenti.

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FIRENZE & DINTORNI (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

FIRENZE & DINTORNI In AGENDA FIRENZE VITE VENDUTE Prosegue il ciclo tra memoria e innovazione, il lavoro i Toscana, istruito da Rifredi. Dove stasera e domani alle 21 il Teatro dell'Elce mette in scena "Cinquanta", epopea di un faticoso entusiasmo, con Elena Ciardella, Marco Di Costanzo, Sara Giulivi, Stefano Parigi, regia Marco Di Costanzo, suono Andrea Pistoleri, maestro di ballo Cristian Palmi (selezione Premio Scenario 2007). La nuova Italia appare come una nazione con una forte impronta giovanile e un crescente entusiasmo per la vita" scriveva l'economista americano Vincent Barnett nel 1956. Siamo in pieno boom economicouna vena brillante, allegra e ottimista, che pare il rifl esso rovesciato della nostra contemporaneità. Attraverso la consultazione di fonti letterarie e cinematografi che, degli archivi Rai e soprattutto la raccolta di interviste sul territorio fi orentino la compagnia ha condotto una ricerca sulle tracce di questa sorta di età dell'oro dello spirito giovanile, ricca di entusiasmo nonostante le certo non facili condizioni economiche e sociali. Il risultato questo spettacolo, "un vivere quotidiano allo stesso tempo diffi cile e luminoso, il lavoro in fabbrica, il rapporto sentimentale con la politica, le sigarette fumate di nascosto, il gioco del corteggiamento, le feste da ballo, gli scioperi, le scampagnate, gli scherzi, le tasche vuote, l'amore diffi cile. La regia sviluppa un linguaggio non verbale, basato sul ritmo, il movimento, la dinamica dello spazio e le atmosfere sonore, e traspone così il materiale raccolto sul territorio in un realismo fantastico rarefatto e struggente. PISA CINEMA E LAICITÀ Sarà proiettato stasera alle 20,30 presso il cineclub Arsenale, nell'ambito di una rassegna dedicata ai temi della laicità, "La perfezionista", opera prima di Cesare Lanza. Il fi lm coraggiosamente affronta la questione dell'eutanasia, sostenendo il diritto di determinare la propria morte se le condizioni di vita sono ormai divenute insopportabili. "La perfezionista" del titolo è Giselda (Aurora Mascheretti), segretaria di uno studio legale. È una straordinaria e atipica perfezionista, al limite della morbosità. Giselda è innamorata di Angelo (Rinaldo Rocco, altro volto nuovo) un musicista che scopre di avere una grave malattia e che, per questo, dovrà operarsi. L'esito dell'intervento non sarà, purtroppo, quello sperato, con conseguenze dai risvolti drammatici. Stasera intervento introduttivo di Maria Turchetto del dipartimento di Studi storici dell'università di Venezia, autrice di numerose pubblicazioni di scienze sociali, e direttrice della rivista dell'Uaar, L'ateo. Repliche domani (alle 18,30), il 5 (alle 20,30), il 6 (alle 16.30). PISA APERITIVO A TEATRO Oggi alle 17 nella chiesa di Sant'Andrea quarto aperitivo della rassegna Confl itti con la presentazione dell'antologia di racconti dall'esilio repubblicano spagnolo, intervengono Silvia Monti, Arrigo Stara e Francesco Guazzelli, coi Sacchi di Sabbia e Carlo Ansò che leggono alcuni brani. "Una farfalla sull'orlo dell'abisso" è il titolo della prima antologia italiana di racconti dell'esilio repubblicano spagnolo che, curata da Federica Cappelli, è uscita di recente per i tipi della Ets Edizioni. Il volume riunisce le tre principali voci della feconda "letteratura invisibile" fi orita all'indomani della guerra civile spagnola, Max Aub, Francisco Ayala e Ramón J. Sender. La scelta di alcuni loro racconti, in gran parte mai tradotti prima, rifl ette le diverse linee tematiche della narrativa ispanica postbellica: dal dolore per le atroci morti causate dal confl itto alla rabbia verso i responsabili di tanto scempio, dalla rifl essione sulla condizione umana e sul valore del singolo individuo allo smarrimento dell'espatrio forzato, dall'ostinato e patetico attaccamento al passato ai sensi di colpa generati dall'odio. Al termine aperitivo per tutti. Ingresso libero.FIRENZE CINEMA E TELEFONO Primo appuntamento allo Stensen di viale Don Minzoni della rassegna dedicata al telefono e allo scienziato Antonio Meucci che l'inventò dal titolo così così "Il telefono: suono vicino...così lontano". Insomma si parte stasera per ricordare il Meucci nato a San Frediano, studente all'Accademia di Belle Arti, e naturalmente il telefono che regala al cinema ansie, amori, affari, minacce, suspence e litigi. E clamorose intercettazioni. E allora spazio alle 21 stasera al primo Almodovar di "Donne sull'orlo di una crisi di nervi" (Spagna) rivelatosi a Venezia e assai liberamente ispirato a "La voce umana" di Cocteau. Commedia colorata, acida e sofi sticata, il primo Pedro caustico e al vetriolo, campione pstmoderno di indiavolate avventure da movida madrilena, irriverente e graffi ante e senza un attimo tregua. La rassegna continua il 10 marzo con "La conversazione" di Francis Ford Coppola, il 17 "1 km da Wall Street" di Ben Younger, il 24 "Film rosso" di Krzysztof Kieslowski e infi ne il 31 "Avviso di chiamata" di Diane Keaton. Tutte le proiezioni sono a ingresso libero. FIRENZE A CENA PER GAZA Oggi alle 20.30, alla Casa del popolo 25 Aprile in via Bronzino 117, c'è una bella e importante cena di solidarietà per il popolo palestinese di Gaza. I promotori spiegano: "Mentre condanniamo Israele per i crimini commessi contro i palestinesi della striscia di Gaza, è urgente raccogliere fondi per l'emergenza di donne, uomini e bambini, a causa dei bombardamenti israeliani che per 22 giorni hanno colpito la popolazione civile di Gaza, causando 1350 morti tra cui oltre 300 bambini, 5mila feriti e la distruzione di 22mila abitazioni". Presente la Comunità palestinese della Toscana, prenotel 329.2037.863, 347.2468.693, 339.3563.045, 335.5246.254. Organizzano Associazione di amicizia Italia Palestina, Comunità palestinese toscana e Comitato fi orentino Fermiamo la guerra. FIRENZE LIBERA EDITORIA Domani alle 15.30, all'aula magna del D6 al Polo delle scienze sociali di Novoli, si apre il più che interessante incontro "Libera editoria", con interventi fra gli altri di Gabriele Polo direttore de il manifesto, Leonardo Bianchi prof dell'ateneo fi orentino, Pierluigi Sullo direttore di Carta, Mario Cardinali direttore de il Vernacoliere. Organizzano Studenti di Sinistra e RossoMalPolo-Collettivo di Novoli www.rossomalpolo.net. FIRENZE AZIONE CIAK LINE Oggi alle 21.30, ad Azione gay e lesbica in via Pisana 32r, il cineforum Ciak line offe a ingresso libero il fi lm di Dirk Shafer "Circuit", infotel 055.250.220. FIRENZE LIBCAFÈ LA CITÉ Oggi dalle 18, alla libreria caffè La Cité in borgo San Frediano 20r, c'è la presentazione del libro "L'ambulante scuola", per una storia dell'ottava rima in Toscana. A seguire alle 21.30 il concerto presentazione del libro "Cicoria" (Mef) di Alfonso Diego Casella, letture di Emanuela Mascherini, infotel 055.210.387. FIRENZE EXFILA MUSICHE Oggi alle 21.15 all'Exfi la in via Casini al Gignoro c'è il doppio concerto di Eugene Chadbourne e Pulsanti, con gli headliner Eugene Chadbourne che prendono il nome dal loro leader, e che sono fra i più eccentrici ed eterodossi solisti creativi in circolazione, con un proprio linguaggio eretico e beffardo muovendo dal blues al be-bop al free jazz. Organizzano Arci, Music Pool e Burp Enterprise. PRATO STUDENTI CON MARAINI Oggi alle 16 al Polo universitario di Prato in piazza Ciardi arriva Dacia Maraini che incontra gli studenti dei due corsi di laurea in spettacolo presenti nella sede pratese dell'ateneo di Firenze. FIRENZE CINECITTÀ UNIVERSALE Oggi al Cinecittà Universale, in via Pisana 576, alle 20.45 ultima chance per vedere l'ottimo "Vuoti a rendere" di Jan Sverak, a seguire alle 22.45 il magico "L'angelo azzurro", diretto nel 1930 dal maestro Josef von Stenberg con protagonista Marlene Dietrich. PISA NO RITALIN Domani alle 18 il Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa organizza, all'aula magna della facoltà di Scienze politiche in via Serafi ni, la presentazione del lucido libro "Divieto d'infanzia. Psichiatria, controllo, profi tto" (Bfs) di Carla Gazzola che interviene e discute della sua opera con i presenti, per info:antipsichiatriapisa@inventati.org oppure www.artaudpisa.noblogs.org, organizzano l'incontro anche il collettivo Aut Aut e la Biblioteca Franco Serantini. PISTOIA PER LA PALESTINA Domani alle 16.30 il Centro di documentazione Pistoia, l'assessorato comunale alla Cultura e il Comitato pistoiese per la Palestina organizzano, all'auditorium della Biblioteca San Giorgio in via Pertini, la presentazione del saggio "La pulizia etnica della Palestina" di Ilan Pappé, a cura di Luisa Corbetta e Alfredo Tradardi, con videointervista all'autore e intervento fra gli altri di Alfredo Tradardi, traduttore del libro e referente dell'International Solidarity Movement. FIRENZE LIBERE TUTTE Sabato prossimo 7 marzo, con appuntamento alle 14.30 in largo Annigoni, Libere Tutte organizza in occasione dell'8 marzo una manfestazione cittadina, che come ogni anno ha come principale caratteristica quella di essere una iniziativa di lotta, e che questa volta assume ancora più importanza considerata la situazione politica, economica e sociale in cui ci troviamo. Ognuna/o deve infatti avere ben presente che stanno aumentando gli attacchi all'autodeterminazione delle donne ad opera del governo, del Vaticano e non solo; che la crisi economica ricade prima di tutto sulle donne, le prime ad essere licenziate ed a subire le diffi coltà derivanti dalla diminuzione dei servizi sociali; che la violenza sulle donne viene strumentalizzata in chiave securitaria e xenofobica, dimenticando volutamente che la stragrande maggioranza delle violenze avviene all'interno delle mura domestiche. Sulla base di questi elementari dati di fatto il manifesto Firenze e dintorni, come ogni anno, aderisce e partecipa all'iniziativa degna di nota che si svolgerà sabato in città. FIRENZE DONNE E POLITICA Domani alle 9.30 in palazzo Panciatichi si apre l'incontro "Donne, politica e diritti umani: l'esempio de Las madres de Plaza de Mayo", con Chiara Grassi presidente della Commissione regionale Pari opportunità, Giovanna Pagani, Maurizio Vernassa, Massimo De Santi, Orlando Baroncelli, e con il videodocu "Sueños Compartidos" della Fondazione Madres Plaza de Mayo, un documentario sull'attività nei quartieri marginali e in campo educativo. Al termine "Le madri e la guerra", lettura lucida e drammatica del gruppo "Donne e teatro" del Giardino dei Ciliegi. FIRENZE PRESIDIO NO TAV Oggi dalle 16 alle 19 presidio davanti alla stazione Fs di Campo di Marte in via Mannelli del Comitato contro il sottoattraversamento fi orentino Tav, informazioni notavfi renze@gmail.com, tel. 338.3092.948 o 335.1246.551. FIRENZE VERSO LE ELEZIONI Oggi alle 21 al PalaCongressi in piazza Adua si apre la manifestazione della lista "Insieme per Firenze". Intervengono Valdo Spini, Fabrizio Carabba, Tommaso Codignola, Costanza Geddes da Filicaia. FIRENZE GREENPAECE NO NUKE In Palazzo Vecchio c'è in visione la mostra "Certifi cate n. 000358 - Il costo umano di una catastrofe nucleare" (fi no al 13 marzo, orario 9-17), che attraverso le fotografi e di Robert Knoth e i testi di Antoinette de Jong rappresenta una testimonianza unica delle conseguenze che gli esperimenti nucleari e il disastro di Cernobyl hanno avuto sulle persone e sui luoghi. Organizza Greenpeace, che invita anche oggi alle 17 alla libreria MelbookStore in via Cerretani 16r per un reading sul tema del nucleare con Saverio Tommasi. Infotel 335.5988.613. FIRENZE CINEMA DEA Oggi alle 21 alla Dea in borgo Pinti 42r c'è il cineforum, che apre il mese di marzo con in visione il cultissimo "Psycho" di Alfred Hitchcock. PISA ISRAELI APARTHEID WEEK Fino a sabato prossimo 7 marzo prossimo presso l'Università di Pisa studenti e associazioni cittadine organizzano una settimana di informazione e protesta sull'apartheid instaurato da Israele verso i palestinesi. Per la prima volta una città italiana si unisce alla campagna internazionale Israeli Apartheid Week (IAW), con iniziative nelle università per informare sulle discriminazioni e la violenza di cui sono oggetto i palestinesi che vivono nei Territori Occupati e in Israele. Quest'anno la campagna coinvolge circa 40 città (visibili su ww.apartheidweek.org) e si concentra sulla tragedia di Gaza. A Pisa le iniziative sono organizzate dal gruppo Bds, che si riunisce il giovedì pomeriggio al Rebeldìa in via Battisti 51.

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L'OPERA di George Orwell, 1984, pubblicata dallo scrittore inglese qualche a... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

ANCONA SCUOLA pag. 7 L'OPERA di George Orwell, 1984, pubblicata dallo scrittore inglese qualche a... L'OPERA di George Orwell, 1984, pubblicata dallo scrittore inglese qualche anno prima di morire, è un libro tutt'ora molto famos o e discusso. La vita dell'autore incide molto su quest'opera; egli immagina come potrebbe essere il futuro considerando gli avvenimenti della sua epoca (rivoluzione industriale e guerre continue). Il libro è stato tradotto in italiano senza far perdere alle parole il loro significato più profondo e racconta in terza persona di un uomo, Wiston Smith, che vive in un mondo diviso in tre super continenti: l'Estasia, L'Eurasia e l'Oceania, di cui lui fa parte, sempre in guerra tra loro. Nell'Oceania gli uomini sono controllati ventiquattro ore su ventiquattro da teleschermi e da microfoni posizionati ovunque nelle città e nelle campagne. Gli slogan dello stato sono «La guerra è pace», «La libertà è schiavitù», «L'ignoranza è forza» e l'unico partito esistente è quello del Grande Fratello. Questo personaggio suscita paura e curiosità, perché l'unica immagine che lo rappresenta ha due enormi baffi neri, ma in realtà nessuno l'ha mai visto di persona, nessuno sa se il capostipite del Grande Fratello è morto e governa un suo successore. NESSUNO sa se il Grande Fratello esiste. Questo mistero rimane irrisolto anche arrivati alla fine del libro, quando il protagonista viene arrestato per essere andato contro il partito e lo stato (il Socing), per aver commesso il reato più grave: aver fatto l'amore senza il fine di «produrre figli» ed essere entrato a far parte della «Confraternita» (l'associazione segreta contro il Grande Fratello). Wiston viene incarcerato, arriva a perdere il senso del tempo, viene torturato fisicamente, ma soprattutto psicologicamente, costretto a non a dire ma a pensare addirittura che «2+2=5». Il partito infatti non uccideva i colpevoli senza prima far loro il lavaggio del cervello, perché dovevano morire da uomini qualsiasi. A imporre la tortura a Wiston c'è O' Brain che il protagonista vede come un uomo buono che può aiutarlo a cambiare il mondo, ma che invece si dimostra alla fine, dopo aver ingannato tutti, anche il lettore, un membro della psicopolizia (la polizia segreta). L'autore è stato ispirato, probabilmente, dalla paura di un mondo che si evolve velocemente e di un governo che si preoccupa sempre più dei propri interessi più che degli interessi delle persone. QUESTO LIBRO è adatto a chi ha voglia di leggere e di riflettere. Ti trascina dentro, perché non vengono fornite altre informazioni se non quelle che sono a disposizione del protagonista. Fa riflettere su concetti di pace, libertà e ragione, importanti per dare all'uomo un'identità cioè la possibilità di dire "Io esito". Martina Possanzini III B

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<Nessuno è straniero> Sui bus manifesti contro il razzismo (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere del Veneto" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: NOTTEEGIORNO - data: 2009-03-03 num: - pag: 14 categoria: REDAZIONALE L'iniziativa «Nessuno è straniero» Sui bus manifesti contro il razzismo Manifesti sui bus per combattere il razzismo a Verona. Gireranno per sei mesi su quattordici pullman urbani, in seguito alla campagna pubblicitaria lanciata domenica dal Cartello, un coordinamento di 45 associazioni veronesi. Una serie di immagini che rappresentano volti e colori variegati delle persone di ogni razza, colore o etnia. Cittadini che dipingono la nuova articolata identità della città scaligera. Ma non solo. Il progetto prevede anche la realizzazione di cartelloni, locandine, cartoline, magliette e borse con lo stesso slogan e le stesse figure della campagna pubblicitaria che campeggerà sugli autobus. L'iniziativa è il risultato di un percorso ideato da alcuni creativi veronesi e realizzato con la collaborazione delle associazioni del Cartello. Lo scopo di queste realtà è combattere ogni forma di discriminazione sul territorio, attraverso attività di formazione e approfondimento sul tema dei diritti umani. Alla realizzazione dell'idea hanno partecipato oltre trenta volontari. La fase preparatoria delle immagini sui cartelloni è durata un anno. Durante quattro laboratori svolti all'interno di villa Buri sono state create a grandezza umana le lettere in legno che compongono lo slogan presente nelle fotografie. Utilizzando stoffe e abiti scartati dalla raccolta indumenti dell'associazione San Vincenzo, le lettere sono state ricoperte con la tecnica del collage. Alla festa dei popoli 2008, i caratteri costruiti sono stati utilizzati per un servizio fotografico che ha coinvolto più di 150 persone. Il materiale cartaceo sarà distribuito sia nelle scuole, sia all'interno delle parrocchie, per garantire la massimo diffusione possibile del messaggio. Il progetto sarà presentato oggi alle 18 alla libreria Fnac di via Cappello. Dino Guerrini Poster colorati Lo slogan della campagna contro la discriminazione lanciata da alcuni associazioni. I manifesti sono stati affissi sugli autobus

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Donne, bimbi, diritti: ecco i corti degli artisti (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Tempo Libero - data: 2009-03-03 num: - pag: 19 categoria: REDAZIONALE Cinema Gnomo Donne, bimbi, diritti: ecco i corti degli artisti I l regista africano Idrissa Ouedraogo e l'artista Francesco Jodice presentano questa sera alle 20.30 al cinema Gnomo un film particolare: «Stories on human rights», prodotto dalla Ong Art for the world e composto da 22 cortometraggi di tre minuti ciascuno, realizzati da altrettanti celebri artisti. La serba Marina Abramovic, per esempio, filma una scuola dove i bambini giocano e dormono con le armi (nella foto); la messicana Teresa Serrano racconta le ingiustizie subite da una donna, fermata in continuazione da un lazzo che le impedisce di proseguire per la sua strada. Il regista indiano Murali Nair, Caméra d'Or nel 1999, mostra come la vita di una donna valga meno di quella di una mucca sacra; l'iraniano Saman Salour si concentra invece sulle bambine cui sono preclusi i giochi dei loro coetanei. Il progetto nasce su iniziativa dell'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani in occasione del 60Ë? anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ed è corredato da un libro (Electa) con testi di 12 scrittori tra cui cinque Nobel. (fr. bon.)

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Distrutti dalla Cia 92 video (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-03 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Interrogatori Distrutti dalla Cia 92 video WASHINGTON — La Cia ha distrutto i video di 92 interrogatori che potevano dare luogo a controversie giudiziarie. Lo ha ammesso ieri il viceprocuratore federale dello Stato di New York, Lev Dassin, in una lettera a un magistrato. I video mostrano presunti terroristi di Al Qaeda che vengono interrogati con il «waterboarding», una tecnica che simula l'annegamento ed è considerata una forma di tortura.

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Sollievo in Vaticano Vince la diplomazia discreta dei caldei (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Sollievo in Vaticano Vince la diplomazia discreta dei caldei I vescovi iracheni si erano impegnati per la sorte del correligionario L'arcivescovo di Kirkuk «Lo hanno giudicato senza alcuno spirito di vendetta, è positivo» [FIRMA]GIACOMO GALEAZZI CITTÀ DEL VATICANO Un mese fa era stato uno dei temi caldi nell'incontro al Palazzo Apostolico tra Benedetto XVI e i vescovi iracheni. Un vertice serrato, carico di significati e culminato con la proposta di un Sinodo dei vescovi sul Medio Oriente ma con il «caso Aziz» sullo sfondo. L'assoluzione del caldeo Tareq Aziz (principale interlocutore nelle mediazioni tentate da Giovanni Paolo II per scongiurare la guerra nel Golfo, anche attraverso i legami con i frati francescani del Sacro Convento di Assisi e la Comunità di Sant'Egidio) era «questione di primaria importanza» per la Segreteria di Stato retta dal cardinale Tarcisio Bertone. In Terza Loggia, nel governo centrale della Chiesa, l'arcivescovo Fernando Filoni, ex nunzio apostolico a Baghdad e attuale Sostituto, ha seguito costantemente la vicenda. Un «filo diretto» mantenuto attraverso l'episcopato dell'Iraq. «E' positivo che Aziz, un uomo molto educato e un diplomatico di grande valore, sia stato giudicato senza spirito di vendetta. Doveva ubbidire a Saddam o sarebbe stato ucciso», osserva Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, preoccupato adesso per «gli altri cristiani, collaboratori del dittatore, che sono ancora in attesa di giudizio». Un'assoluzione, precisa Sako, «di cui si rallegra anche il Santo Padre» per quello che «Aziz rappresenta non solo come cristiano ma anche come iracheno» e perché «è un segnale che va nella direzione di una maggiore sensibilità contro la pena di morte». Oltre alla sollecitudine manifestata dal Vaticano attraverso i vescovi locali e l'ambasciatore papale Francis Chullikatt, sulla decisione del tribunale speciale iracheno, secondo la Chiesa, ha giocato un ruolo anche la nuova presidenza Usa «impegnata nell'abolizione della pena capitale». E ciò pure per «cancellare il ricordo tragico di Abu Ghraib e le passate infrazioni al diritto internazionale». Il Vaticano continua a monitorare una situazione che vede la minoranza cristiana in grave difficoltà. «La situazione interna irachena sta migliorando, ma i problemi restano tanti. L'assoluzione di Tareq Aziz va verso uno Stato di diritto ed è un bene per il Paese e tutti gli iracheni», sottolinea Shlemon Warduni, vicario patriarcale di Baghdad. La preoccupazione della Santa Sede era che Aziz non fosse giudicato secondo la responsabilità personale delle sue azioni durante il regime, ma per spirito di vendetta e sull'onda delle pressioni. Invece i timori si sono rivelati infondati. Ora la Segreteria di Stato e l' episcopato iracheno concordano che la giustizia è stata fatta «con misericordia e nel rispetto dei diritti umani». E la speranza è che ciò sia il viatico ad una pace duratura. In Curia si è prodigato particolarmente il procuratore caldeo presso la Santa Sede, monsignor Philip Najim. «Aziz era alla sbarra non perché cristiano ma perché gerarca del vecchio regime - spiega -.Questa decisione rivela l'indipendenza del tribunale ed è un segno di fiducia per il popolo. In questa prospettiva anche il ritiro delle truppe Usa, annunciato da Obama, è un ulteriore segno di fiducia negli iracheni». Padre Benjamin, segretario generale della fondazione «Beato Angelico» deplora «i cinque anni trascorsi in carcere da un uomo malato e innocente». E puntualizza: «Alla Commissione Onu dei diritti umani a Ginevra era stato presentato un rapporto che documentava la detenzione arbitraria di Tareq Aziz. Ho scritto anche a Obama e conservo anche la sua risposta del 5 novembre 2008. Comunico con il suo staff ogni giorno e con loro scambio tutte le informazioni. E ho ricevuto rassicurazioni per avere maggiore giustizia». www.lastampa.it/galeazzi

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L'UOMO HA FATTO BERE ALLA VITTIMA UNA TAZZA DI TÈ CON I RESTI DI UN RODITORE (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

LA TORTURA DEL TOPO MORTO L'UOMO HA FATTO BERE ALLA VITTIMA UNA TAZZA DI TÈ CON I RESTI DI UN RODITORE 1

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Onu. Mara Carfagna alla Commissione sulla condizione della donna. Lotta alla violenza sessuale (sezione: Diritti umani)

( da "AmericaOggi Online" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Onu. Mara Carfagna alla Commissione sulla condizione della donna. Lotta alla violenza sessuale di Alessandra Baldini 03-03-2009 NEW YORK. La lotta contro la violenza sessuale è una priorità nell'agenda dell'Italia per i diritti umani: "Un problema globale", di fronte al quale l'Italia ha l'orgoglio "di avere fatto molto sia sul fronte della deterrenza che su quello della repressione". Lo ha detto il ministro per le pari opportunità Mara Carfagna che ieri ha parlato all'Onu nella giornata inaugurale della 53/ma sessione della Commissione sulla condizione della donna. La Carfagna ha illustrato nel suo intervento le ultime misure prese dal governo italiano per contrastare il fenomeno, e tra queste "l'introduzione, da venerdì, del reato di stalking" nel codice penale. Finora - ha ricordato la Carfagna - non c'erano sanzioni appropriate nel diritto italiano per questo tipo di atti persecutori che colpiscono, secondo le ultime stime, due milioni di donne e spesso preludono altri più gravi reati come lo stupro o l'omicidio: Le donne italiane hanno salutato come un successo questa nuova norma''. Il ministero per le pari opportunità - ha detto il ministro - si prefigge di fare da catalizzatore per porre in atto iniziative sociali e legislative e per sostenere ricerche tese alla prevenzione e al contrasto. Tra le misure in gestazione, la Carfagna ha parlato di un protocollo d'intesa con il ministero dell'Interno teso a potenziare il numero verde anti-violenza che offre una prima assistenza giuridica e psicologica alle vittime di violenza sessuale e a finanziare corsi di formazione per il personale di polizia che deve interagire con le vittime della violenza. Sono tutte iniziative che vogliono fare dell'Italia un punto di riferimento, con l'obiettivo di sensibilizzare la comunità internazionale in uno sforzo che va al di là dei confini nazionali "perché nel mondo troppe donne e troppi bambini soffrono a causa di violenze ingiuste", ha detto Carfagna. Che all'Onu ha illustrato anche l'impegno dell'Italia contro le mutilazioni genitali femminili, contro le quali il ministero per le pari opportunità ha stanziato di recente 4 milioni di euro: una cifra che non soffrirà a causa della crisi finanziaria globale "perché si tratta di impegni fondamentali", ha ribadito il ministro in una conferenza stampa. "La cooperazione in questo campo deve essere accompagnata da azioni politiche. Crediamo fermamente che la comunità internazionale debba mantenere i riflettori puntati su questo fenomeno ed essere preparata a prendere una posizione per abolirlo", ha detto la Carfagna che, nel corso della missione a New York, incontrerà il direttore esecutivo dell'Unfpa, Thoraya Ahamed Obaid, e la direttrice esecutive di Unifem, Ines Alberdi. Carfagna sottoscriverà anche la campagna "Say no to violence against woman". La Commissione sullo stato delle donne proseguirà i lavori fino al 13 marzo: in agenda anche il dibattito sulla equa condivisione delle responsabilità tra donne e uomini nelle cure ai malati di Hiv e Aids, l'impatto della crisi finanziaria globale sulla condizione femminile, la situazione delle donne palestinesi, i matrimoni forzati delle bambine.

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Sicurezza: politici cuneesi alla manifestazione romana (sezione: Diritti umani)

( da "Targatocn.it" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Sicurezza: politici cuneesi alla manifestazione romana Gli Assessori Erio Ambrosino di Cuneo e Maurizio Bergia di Fossano, hanno partecipato a titolo personale, alla manifestazione organizzata il 26 febbraio a Roma, presso Montecitorio, per denunciare l?iniquità di alcune disposizioni, recentemente approvate dal Senato, in materia di sicurezza. L'evento era organizzato dalle Associazioni Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità di Sant?Egidio e FOCSIV, ma sono intervenuti anche 18 parlamentari che hanno condiviso lo spirito dell?iniziativa, sottolineando le inaccettabili proposte del Governo. Si sono espressi, tra gli altri, gli On. Casini, Bindi, Binetti, Turco, Pezzotta i quali, all?unanimità,hanno lasciato la Piazza con l?impegno di portare a termine le loro proposte di emendamento a quelle norme che criminalizzano l?immigrato, chiunque esso sia. Alla manifestazione ha partecipato anche il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, Paolo Ramonda. La speranza è che dalla manifestazione emergano risultati positivi che affermino, ancora una volta, i diritti di uguaglianza sanciti dalla Costituzione e dalla Carta dei diritti umani.

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Svelato il "memo anti-terrorismo" segreto dell'amministrazione Bush (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

WASHINGTON Perquisizioni, blitz illegali e gravi violazioni dei diritti costituzionali: tutto in nome della lotta al terrorismo. Un memorandum del dipartimento della Giustizia statunitense che risale a poco più di un mese dopo gli attacchi dell?11 settembre 2001 (è datato 23 ottobre) getta nuove ombre sul rispetto dei diritti umani nell?era Bush. Il dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti ha diffuso un memo dell?amministrazione Bush tenuto segreto fin dal 2001 e scritto un mese dopo gli attacchi terroristici dell?11 settembre. Dal documento, risulta che l?ex presidente Usa George W. Bush riteneva che l?esercito Usa potesse cercare e catturare persone sospettate di terrorismo nel territorio degli Stati Uniti, anche senza alcun mandato. Secondo il documento, le garanzie costituzionali contro arresti e operazioni di polizia illegali non si applicavano ai sospetti terroristi su territorio statunitense, nel caso che il presidente o un?altra alta autorità autorizzassero tali azioni. Anche dopo che la Casa Bianca era tornata sui suoi passi, il dipartimento di Giustizia si era rifiutato di rendere noto il contenuto del memorandum. Il memorandum legale, inviato dal dipartimento della Giustizia alla Casa Bianca, esprime l?avviso che «un comandante che effettua un raid contro una cellula terrorista non ha bisogno di un mandato di perquisizione». Lo stesso documento osserva che «l?attuale campagna contro il terrorismo potrebbe richiedere ancora più ampi poteri federali sul fronte domestico». Il memorandum fa parte di un gruppo di nove compilati nell?era Bush, e finora tenuti segreti, che vennero dichiarati «non più operativi» dal presidente Barack Obama subito dopo il suo insediamento alla Casa Bianca. La commissione sui Servizi di Intelligence del Senato americano si appresta ad avviare un?indagine sui metodi di detenzione e di interrogatorio applicati dalla Cia durante la presidenza di George W. Bush. Secondo il personale vicino alla commissione l?inchiesta riguarderà anche le basi segrete dell?intelligence e i sistemi usati per ottenere informazioni dai leader di al Quaida catturati negli ultimi anni. L?obiettivo sembra però non essere quello di determinare eventuali violazioni delle leggi ma di «imparare dalle lezioni del passato». Il Senato dovrebbe concludere i lavori non prima di un anno. Secondo il Los Angeles Times i termini dell?inchiesta sarebbero stati discussi ieri dai membri della commissione che comunque non dovrebbero iniziare le audizioni nel breve termine. Ai fini dell?indagine sarà determinante il ruolo della Casa Bianca. Sotto l?amministrazione di George W. Bush infatti il Congresso non è mai riuscito ad ottenere informazioni relative ai campi segreti della Cia mentre un grosso aiuto potrebbe arrivare dalla nuova amministrazione targata Barack Obama, che potrebbe desecretare molte informazioni fino ad oggi top secret.

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ESTERI. SCOTTI AL CONSIGLIO ONU PER I DIRITTI UMANI (sezione: Diritti umani)

( da "AgoPress" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

(AGO PRESS) Lotta al razzismo e impegno per il disarmo. Questi temi saranno al centro degli interventi che il sottosegretario agli Affari Esteri, Vincenzo Scotti, terrà oggi al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, e alla Conferenza sul disarmo, entrambi in programma per oggi a Ginevra. Il Consiglio ha il compito di preparare la Conferenza di revisione di Durban, per fare il punto sugli impegni presi nel 2001 dalla conferenza mondiale contro il razzismo. La conferenza di revisione è in programma a Ginevra dal 20 al 24 aprile prossimi.

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In fuga DALLA BIRMANIA (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

I ROHINGYA ULTIMI BOAT PEOPLE In fuga DALLA BIRMANIA L'esodo costante e talvolta tragico di una minoranza etnica musulmana senza diritti in un paese a maggioranza buddista schiacciato dalla dittatura militare. Una diaspora che ormai conta 1,5 milioni di persone Marwaan Macan-Markar BANGKOK È cominciato qualche decennio fa, quando la regione era alle prese con le conseguenze della guerra Usa in Vietnam. Ma adesso il fenomeno dei «boat people», i migranti via mare, è tornato alla ribalta, e stavolta riguarda i Rohingya musulmani della Birmania, in fuga dalla dura realtà del loro paese. I Rohingya sono una minoranza etnica che vive in un paese, la Birmania, oggi Myanmar, dove prevale la religione buddista. La maggior parte di loro si trova nello stato di Arakan, nella zona occidentale di questo paese dominato dall'esercito. Per anni, un flusso lento e costante di Rohingya ha attraversato in fuga il mare delle Andamane, passando quasi inosservato. Tra ottobre 2006 e marzo 2008, più di ottomila Rohingya hanno spiegato le vele dal Bangladesh, al confine occidentale con la Birmania, per inseguire una vita migliore in Malaysia e in Thailandia. La situazione è però cambiata da quando, a metà gennaio, i media internazionali hanno cominciato a diffondere la notizia della recente tragedia che ha colpito gran parte di questi migranti. I tailandesi, con l'appoggio dell'esercito, avrebbero fermato i Rohingya mentre tentavano la fuga con le loro barche, malmenandoli e poi lasciandoli alla deriva in mezzo al mare privi di strumenti di navigazione e senza acqua né cibo. La sorte di un migliaio di Rohingya abbandonati in mare aperto lo scorso dicembre è ancora incerta, secondo alcuni attivisti per i diritti umani che seguono la vicenda da vicino. I pochi che sono sopravvissuti per raccontare la tragedia dei maltrattamenti subiti per mano dei tailandesi sono stati soccorsi dalle autorità costiere indiane nel mare delle Andamane. Altri superstiti sono riemersi nella provincia indonesiana di Aceh. «I Rohingya sono come falene che volano verso la luce. Non sanno cosa accadrà quando arriveranno a destinazione», racconta Enayet Ullah, per spiegare la disperazione della sua comunità, in cerca di una vita più degna in un paese straniero. Il viaggio in mare è l'ultima via della speranza, aggiunge Enayet Ullah, un Rohingya fuggito dall'Arakan decenni fa per una vita più sicura in Thailandia e che, più tardi, ha fondato la Burma Rohingya Association of Thailand (associazione dei Rohingya birmani in Thailandia), per far conoscere la storia della sua comunità perseguitata. Oggi sono rimasti in pochi i Rohingya che decidono di lanciarsi nella rischiosa avventura via mare, dopo il grosso esodo di massa nel 1991-92: circa 250mila esuli di questa etnia birmana si rifugiarono in Bangladesh per sfuggire all'oppressivo regime della giunta birmana, si legge in uno studio realizzato dal «The Arakan Project», un gruppo indipendente di difesa dei diritti umani con sede a Bangkok che si occupa del dramma dei Rohingya. Quell'ondata di rifugiati raggiunse gli altri 200mila Rohingya fuggiti in Bangladesh dall'Arakan nel 1978, durante l'operazione dell'esercito birmano denominata «Dragon King» che sfociò in una sorta di pulizia etnica. L'operazione, rivolta contro le minoranze, scatenò nel paese «omicidi diffusi, stupri, distruzione di moschee e persecuzione religiosa», ha denunciato Amnesty International. Molti Rohingya erano già fuggiti dalla Birmania negli anni precedenti, e costituiscono gli oltre 1,5 milioni oggi parte di una diaspora che si è stabilizzata in paesi come Arabia Saudita, Pakistan, India, Malaysia e Bangladesh. La diaspora dei Rohingya è ormai più vasta della comunità che si sono lasciati alle spalle in Birmania - che si stima di circa 750mila persone. «Le sopraffazioni oggi sono peggiorate», segnala Kyaw Tin, un Rohingya di 40 anni che vive in esilio in Thailandia, e mantiene i contatti con la famiglia nell'Arakan. «Il nostro popolo è vittima del lavoro forzato cui sono costretti per almeno per quattro giorni a settimana. Non possono lasciare il loro villaggio per visitare i villaggi vicini senza il lasciapassare delle autorità». L'oppressione della giunta si manifesta anche in politiche che non hanno eguali nel resto del paese. Per i giovani della comunità è proibito sposarsi senza l'autorizzazione di quattro diverse autorità, di cui una della violenta polizia di frontiera birmana, nota con l'acronimo locale di NaSaKa. Di conseguenza «qualsiasi forma di convivenza o di relazione sessuale, talvolta anche il semplice incontro di una coppia senza permesso ufficiale di matrimonio costituisce una violazione dell'ordinanza ed è punibile con un lungo periodo di carcere», rivelava «The Arakan Project» nello studio dell' ottobre 2008 «Autorizzazioni ufficiali di matrimonio: una condanna per le donne Rohingya». Privare i Rohingya delle scorte alimentari, della possibilità di coltivare la terra o di ricevere un'istruzione è la norma nei tre comuni di Buthidaung, Maungdaw e Rathedaung nell'Arakan settentrionale, dove questa minoranza è stata ingabbiata. La povertà e la costante penuria alimentare sono le cause di una malnutrizione cronica che, secondo alcuni ricercatori, colpirebbe addirittura il 60% dei bambini al di sotto dei cinque anni. «L'analfabetismo arriva all'80%, ci sono pochissime scuole e le restrizioni sui viaggi impediscono ai giovani Rohingya che completano l'educazione secondaria di frequentare l'università in un'altra parte della Birmania», spiega Chris Lewa, capo ricercatore del «The Arakan Project». «C'è una totale assenza di speranza tra i Rohingya nell'Arakan, anche tra le persone istruite». I capi Rohingya non si aspettano molto dalla giunta. Una sentenza emessa subito dopo la presa del potere dei militari nel 1962 privava i Rohingya della cittadinanza e negava loro un posto al tavolo concesso agli oltre 100 gruppi etnici della Birmania. «È l'obiettivo (del regime) fare piazza pulita dei Rohingya dalla loro terra ancestrale dell'Arakan», osserva Nurul Islam, presidente della Organizzazione nazionale dei Rohingya dell'Arakan (Arno), un gruppo che comprende i diversi movimenti politici dei Rohingya. «Il regime li ha dichiarati 'non cittadini' dello stato, rendendoli apolidi nella loro stessa madrepatria». « sono diventati vittime di violazioni dei diritti umani e di crimini contro l'umanità istituzionalizzati, compresa la negazione dei diritti di cittadinanza», ha dichiarato il presidente di Arno in un'intervista via e-mail da Londra, dove vive attualmente. «Sono vittime quotidiane di trasferimenti forzati, confisca della terra, arresti arbitrari, tortura, omicidi extragiudiziari e estorsione» «Per queste condizioni estreme, i Rohingya abbandonano le loro case e i loro affetti per altre destinazioni, in cerca di protezione e di un rifugio sicuro». Copyright IPS Traduzione Francesca Buffo

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Oasis non andranno in Cina: non per diritti umani, ma per soldi (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

PECHINO (Reuters) - La rock band britannica Oasis non suonerà in Cina per motivi economici, e non per questioni legate al Tibet: lo ha detto oggi uno degli organizzatori cinesi del tour che è stato annullato. Gli Oasis avevano reso noto che le autorità cinesi avevano bloccato i previsti concerti di Shanghai e Pechino dopo aver scoperto che Noel Gallagher era apparso in un concerto pro-Tibet nel 1997 negli Usa. Ma uno dei promoter di Beijing All Culture Communication Co Ltd, una piccola società che promuove soprattutto balletti e concerti di musica tradizionale cinese più che eventi rock, ha detto a Reuters, parlando al telefono, che il tour della band è stato cancellato a causa della "dura situazione economica". "Non ho soldi. E' normale, in una situazione di crisi economica... non ha niente a che fare col problema tibetano", ha detto l'uomo, che usa il soprannome Luo. La Cina governa sul Tibet con il pugno di ferro da quando le sue truppe sono entrate nel Paese nel 1950. Il ministero cinese degli esteri condivide la spiegazione dell'organizzatore, anche se un portavoce ha detto che il governo sta ancora indagando. "Secondo l'organizzatore, la performance è stata cancellata a causa di alcuni problemi economici che ha avuto". "Le autorità cinesi responsabili, i dipartimenti culturali, hanno già chiesto agli organizzatori di fornire informazioni dettagliate a riguardo". Il resto del tour degli Oasis in Asia, compreso un concerto il 7 aprile a Hong Kong (ex colonia britannica tornata alla Cina nel 1997), resta però confermato.

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Quella stanca voglia dei laicisti di scivolare dentro i vecchi steccati (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

POLITICA 03-03-2009 NELLA LEGGE SULLA FINE VITA IL CUORE DEL PROBLEMA È BIOETICO, NON RELIGIOSO Quella stanca voglia dei laicisti di scivolare dentro i vecchi steccati FRANCESCO D'AGOSTINO V inceranno i guelfi o vinceranno i ghibellini, nella partita che ha per oggetto l'approvazione di una legge sulla fine della vita umana? Se impostiamo così la questione, come sempre più di frequente sembra che avvenga, una cosa sola è certa: chiunque vinca, sarà la bioetica a perdere, perché le ripugna ridurre nei confini soffocanti dell'ideologia questioni come l'autodeterminazione, l'accanimento, l'abbandono terapeutico, il destino della medicina nell'età della tecnica. Spiace perciò dover prendere atto dell'acredine e perfino dell'aggressività con cui molti laicisti (ma non tutti!) cercano di riportare il dibattito sorto a seguito della vicenda Englaro alla stanca, esasperante e infondata conflittualità tra cattolici e laici. È indubbio che i temi legati alle questioni giuridiche sulla fine della vita umana sono di quelli che dividono: non dividono però per ragioni confessionali, ma per la diversa valutazione della configurazione etica che vengono ad assumere nel mondo d'oggi le trionfanti tecniche biomediche. Questo è il cuore del problema ed è un problema strettamente bioetico e non religioso, come dimostra il fatto che in bioetica ogni riferimento alla Scrittura, ai dogmi, ai Concili, al magistero della Chiesa viene sempre dopo un buon uso della comune e condivisa ragione morale. E valga il vero. Non perché sia ripugnante alterare il progetto di Dio sulle sue creature che si deve dire di no all'eugenetica, ma per la rischiosissima alterazione dell'eguaglianza alla nascita tra gli uomini che essa porta inevitabilmente con sé. Non perché sia sacra a Dio, non per compiacere i credenti, la vita va difesa nelle moderne democrazie, ma perché è indispensabile limitare il potere biopolitico dello Stato. Non perché si voglia difendere col codice penale il proprio credo religioso (questa è l'affermazione, quasi offensiva, che fa Nadia Urbinati su 'Repubblica' del 2 marzo) che si deve dire di no a qualsiasi forma, esplicita o implicita, di eutanasia, ma perché questo no sta alla base della plurisecolare, laicissima medicina ippocratica e del principio di garanzia che la sostiene. La laicità non consiste nel ridurre lo Stato a mero e freddo garante formale della coesistenza sociale, ma nel riconoscergli tra le tante funzioni quella preminente di garantire un'etica pubblica oggettiva e condivisa, che ha la sua sostanza in un fermo sì alla tutela dei diritti umani e in un no, altrettanto fermo, alla pena di morte, al commercio di organi, alle mutilazioni sessuali, a qualsiasi manipolazione non terapeutica del corpo umano, anche se liberamente volute da persone adulte, informate e consenzienti, pienamente in grado di autodeterminarsi. In questo senso deve muoversi una buona legge sul fine vita. Tutti, cattolici e laici, devono battersi perché in essa non vengano a confondersi la sfera del diritto e quella della religione (il 'reato' con il 'peccato'). Ma tra le due sfere, che vanno tenute accuratamente separate, c'è quella della bioetica e questa sfera, investendo problemi di relazionalità sociale, non può essere messa tra parentesi o venir ridotta al formalismo del diritto, soprattutto da parte di uno Stato democratico. Ha ragione la Urbinati quando ripete (peraltro stancamente) che la democrazia non può presumersi infallibile, né può pretendere di possedere certezze assolute. È giustissimo che la democrazia sia portata a dubitare costantemente di se stessa e sia sempre pronta a ritornare sui suoi passi. Se è doveroso dubitare sempre della fondatezza del nostro modo di pensare il bene, non si è però legittimati a dubitare che il bene esista e a rinunciare ad ogni impegno per realizzarlo. A meno di non volersi riconoscere come nichilisti. Temo però che per molti laicisti le cose stiano davvero così, anche se non vogliono ammetterlo esplicitamente.

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Crespo: "Niente Champions Nessuno m'ha detto perché" (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta Dello Sport Online, La" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

">stampa | chiudi 03 marzo 2009 Crespo: "Niente Champions Nessuno m'ha detto perché" Intervista all'attaccante argentino che ha segnato il 3-3 contro la Roma: "Nessuno mi ha spiegato come mai non ho spazio. Inter, ricordati, contro le inglesi ho fatto diversi gol" MILANO, 3 marzo 2009 - La differenza tra Inter e Milan, a parte i 12 punti in classifica, è anche Hernan Crespo: Mourinho si può permettere di tenerlo in panchina perché le alternative non gli mancano; Ancelotti, invece, lo farebbe giocare sempre perché non ha nessuno come lui a disposizione. E la zuccata del 3-3 contro la Roma conferma l'importanza nel gruppo di questo argentino arrivato in Italia nel 1996 e capace di segnare la bellezza di 138 gol in serie A e 35 nelle coppe europee. Averne di attaccanti come lui: non fuma, non beve, va a letto alle 10 di sera, accetta ogni decisione dell'allenatore e non fa mai polemica. Crespo, che cosa c'era in quel pallone sbattuto con forza dentro la porta della Roma? "Un po' di rabbia, è ovvio. E un messaggio chiaro". Quale? "Sono felice perché ho dimostrato alla società, all'allenatore, ai compagni e al pubblico che io sono un professionista serio". Intende dire che qualcuno, nell'Inter, non lo è? "Intendo dire che io mi sono sempre allenato con serietà e impegno e, quando sono stato chiamato in causa, ho sempre risposto giocando al massimo. Punto e stop, senza veleni". Ha rivisto il gol alla Roma? "Sì, parevo un bambino impazzito di gioia. È stato meraviglioso e sapete perché? Pensavo che non avrei mai più avuto la possibilità di vivere una simile emozione in uno stadio come San Siro. Invece, grazie alla mia testardaggine, ce l'ho fatta e oggi sono felice per me e per la mia famiglia. Voglio semplicemente godermi da solo, con quelli che mi amano, la soddisfazione per quello che ho fatto. Non mi va di mischiare una bella cosa con altre faccende". Il rapporto con l'Inter, comunque, a fine stagione si chiuderà. "È inevitabile. Il mio contratto scade a giugno, voglio giocare, voglio sentirmi ancora importante, penso al Mondiale del 2010". Ha parlato con Maradona, c.t. dell'Argentina? "Sì, mi segue. Ma per candidare a un posto devo tornare a fare gol con continuità. Lo sa lui e lo so io". Si è chiesto perché, quest'anno, non ha trovato spazio? "Me lo sono chiesto e l'ho chiesto a chi dovevo chiederlo. Non ho mai ottenuto risposte". Arrabbiato con Mourinho? "E perché?". Beh, non la fa giocare. "Lui è pagato per fare delle scelte e io per rispettarle. Non è nel mio stile fare casino e non lo farò mai. Poi, è logico, per certe faccende, sono amareggiato". A gennaio poteva andare via dall'Inter, perché non l'ha fatto? "Perché la squadra dove andare la scelgo io e perché ci vado quando decido io, non a stagione in corso. A 35 anni non mi faccio imporre cose che coinvolgono anche la mia vita personale". É vero che non ha mai digerito l'esclusione dalla lista Champions? "Non l'ho capita. Nelle coppe europee qualche gol l'ho sempre segnato, potevo essere utile". Magari contro il Manchester United, a Old Trafford dove, nel 2005, ottavi di finale di Champions League, con la maglia del Milan realizzò la rete decisiva. "Ricordo bene, presi una respinta del portiere e la buttai dentro. E feci gol anche nella gara di ritorno. Due 1-0 e due reti di Crespo. Fu bellissimo, come fu bellissimo segnare una doppietta al Liverpool nella finale di Istanbul, ma poi perdemmo ai rigori e si vede che tutti si sono dimenticati di quello ho fatto". Ha in mente dove andrà la prossima stagione? "No. Ho un sogno, ma me lo tengo stretto e non lo rivelo nemmeno sotto tortura". In questo sogno compare Ancelotti, suo maestro? "Nemmeno sotto tortura...". di Andrea Schianchi

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03/03/2009 13:19 ONU: BOZZA DURBAN 2 ACCUSA ISRAELE DI CRIMINI CONTRO UMANITA' E APARTHEID (sezione: Diritti umani)

( da "ITnews.it" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Gerusalemme, 3 mar. (Adnkronos) - La bozza del testo finale della conferenza Onu sul razzismo, che si terra' il mese prossimo a Ginevra, contiene accuse durissime contro Israele. La politica israeliana nei territori palestinesi, si legge nel testo anticipato oggi sul sito di Haaretz, costituisce "una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanita' e una forma contemporanea di apartheid".

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IRAN: EBADI, SITUAZIONE DIRITTI UMANI NON MIGLIORERA' CON ELEZIONI (sezione: Diritti umani)

( da "Adnkronos" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

IRAN: EBADI, SITUAZIONE DIRITTI UMANI NON MIGLIORERA' CON ELEZIONI 'NESSUN CAMBIAMENTO REALE DA PRESIDENZIALI, UE SPINGA PER DIRITTI UMANI' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 03 marzo, ore 13:38

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Il rinnovato Partito Socialista Si è tenuto il primo congresso comunale del Partito... (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 3 Marzo 2009, Il rinnovato Partito Socialista Si è tenuto il primo congresso comunale del Partito Socialista di Rovigo. Il congresso di un rinnovato Partito Socialista che, nella continuità della sua presenza politica, come è stato ripetutamente detto e scritto, tanta parte ha avuto nella storia del Paese e nella vita amministrativa del Polesine. Anche nelle espressioni locali di un momento interno alla organizzazione di un partito che, nel suo essere ancora parte attiva di una storica identità e attualità di presenza politica, pone i suoi messaggi di proposta di cultura e di azione politica, forse vale la pena di ricordare che l'essere socialista è una convinzione tutta ideale sempre molto rispettata, anche se non condivisa, forse per il rispetto che si porta quando si sa da dove vengono proposti i convincimenti di ispirazione ideali forti, che sono stati resi tali anche con il sacrificio della vita dei tanti martiri che, con «il messaggio» dei comportamenti, hanno reso senza tempo il loro essere per sempre. «Uccidete me, ma l'idea che è in me non l'ucciderete mai». L'essere socialista è dato dalla convinzione di operare in nome di una società più giusta, riformista, di democrazia laica e liberale, dove l'economia deve portare i tratti di uno sviluppo etico e sociale, dove il merito e il bisogno siano ancora riconosciuti per l'affermazione e il sostegno del e per il cittadino, dove i servizi sociali e civili siano di garanzia per tutti gli strati di una società che deve esprimere tutela, dove la condizione delle persone non può essere per tanti ancora di privazione, «dentro» ad un contesto di uno sviluppo societario che mortifica però la dignità di tanti, troppi essere umani, dove anche tante «espressioni cuturali» pongono modelli che sono «offensivi» verso sempre più ampie condizioni di bisogno personale e familiare, dove la gioventù deve essere riconosciuta per le opportunità che devono essere date, dove i lavoratori «del braccio e della mente» possano essere garantite, dove la conclusione di un'esistenza possa essere dignitosa. È stato più volte, mai banalmente detto, che il socialismo, nella sua eccezione più ampia, è una specie di fede tutta particolare, di ricerca reale, ma anche ideale dell'«avvenire», di confronto per livelli di vita superiori, di valori di uguaglianza universale, di promozione di meriti individuali, di sollevazione di bisogni, di visione di un sempre alto «sole dell'avvenire» che si scontra con i tanti egoismi della persona, con le supremazie degli uni, i poteri degli altri, gli esercizi di comando dei tanti, sempre presenti nella storia dei popoli. Il socialismo è sempre di là dell'avvenire perché la ragione e il cuore possono essere sempre oltre le condizioni umane, al di là delle tante miserie di tanta parte del mondo, che si manifestano nei percorsi della storia di una umanità bisognosa, malgrado tutte le forme più rinnovate di una società più avanzata, ma, ancora, per tanti uomini, troppo negativa. È comunque e sempre vero che il sole dell'avvenire è quello che ogni giorno sorge per condizioni di vita migliore per tutti. Il sole dell'avvenire è l'attesa di un vivere migliore. Il sole dell'avvenire è il fare per un futuro migliore. Il sole dell'avvenire non è solo l'immagine ideale di «un proletariato bisognoso» dei tempi trascorsi, è anche la metafora di una società attuale dove le mutate condizioni di vita e di rapporti, in una società sempre più progredita, pone nuove disuguaglianze tra i diversi strati sociali. Tante vite sono state spese per condizioni migliori di altre vite, tante anime belle hanno dato la loro vita per l'affermazione di tutti i diritti umani, tante vite si sono spese in nome della dignità e di ogni libertà delle persone. Quanti positivi esempi di spesa sociale e politica hanno portato alle condizioni civili di oggi. Ogni avanzamento della società civile di ieri è sempre stato il sole dell'avvenire di ogni domani. Ogni sole dell'avvenire è del domani. È stato detto che forse non vi è nessuno che nella sua vita sia stato, almeno per un poco, «socialista», nei suoi ideali giovanili magari, o nella sua visione sognata di un mondo migliore... Non è solo nuova utopia pensare che si possa ancora sviluppare nel Paese un movimento di pensiero, che sappia coniugare spessore culturale e capacità organizzativa per dare continuità ad un rinnovato Partito socialista, che sappia raccogliere nel suo insieme quanti pensano di voler superare le divisioni che la storia e il passato trascorso hanno creato nei diversi movimenti di ispirazione socialista. Un rinnovato Partito Socialista che sappia coniugare le energie delle parti più avanzate del Paese che, nel voler essere insieme con le giuste alleanze, dimostrino di volerlo veramente, che faccia avanzare quel filone di storia, di cultura, di interpretaziohne sociale e di passione civile che i grandi movimenti nel sociale hanno avuto, che devono e che dovranno avere anche nel futuro. Giorgio Nonnato Vie Teano e Ceresolo percorsi di guerra Molto frequentemente, per motivi di lavoro, transito per le vie Teano e del Ceresolo, nei pressi della nuova rotatoria sulla 443 zona consorzio agrario. In queste due vie, un tempo gestite dalla provincia, oggi non si riesce a capire da chi, forse nessuno, sono quasi completamente assenti segnaletica orizzontale e verticale, stessa cosa per quanto riguarda la manutenzione. Sempre in via Teano, nel tratto che conduce a Mardimago, da poco sono stati installati 4 dossi artificiali che non sono neppure segnalati. Strada stretta, con curve e come se non bastasse dissestata si provvederà a sistamarla o deve continuare ad essere lo scenario ideale per un film horror ancora per molto? Un automobilista rassegnato

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Iran: appello per ripristino della democrazia e della pace (sezione: Diritti umani)

( da "Targatocn.it" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Iran: appello per ripristino della democrazia e della pace Il presidente della Provincia Raffaele Costa ha sottoscritto, assieme al sindaco di Cuneo Alberto Valmaggia, un appello per il ripristino della democrazia in Iran, per la pace nella regione e per il riconoscimento da parte del governo italiano della resistenza iraniana guidata dalla presidente Maryam Rajavi. Il documento è stato presentato, in apertura del Consiglio provinciale, dal consigliere Giancarlo Boselli che ha ricordato la situazione dell'Iran. ?Da questo Paese ? ha detto Boselli ? arrivano continue segnalazioni di gravi violazioni dei diritti umani. A nulla sono valse finora le numerose (una cinquantina) condanne espresse dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il documento, che sarà inoltrato a tutti i presidenti delle province italiane e ai sindaci dei capoluoghi per la sottoscrizione, vuole sostenere la necessità di un cambiamento democratico in Iran, il rifiuto della violenza e il sostegno alla terza via rappresentata dalla Presidenza del Consiglio Nazionale della resistenza iraniana, Maryam Rajavi?. ?Ho accettato di firmare l'appello a favore dell'alternativa democratica ? ha aggiunto il presidente della Provincia Raffaele Costa ? perchè la ritengo un'iniziativa positiva e costruttiva. La mancanza di libertà in Iran, contestata così tante volte dagli organismi internazionali e rimasta inascoltata, è un problema di libertà e democrazia?.

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Rai/ Segretariato sociale all'edizione 2009 del Fespaco (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 3 mar. (Apcom) - Nell'ambito delle sue attività di cooperazione internazionale, il Segretariato Sociale Rai interviene all'edizione 2009 del Fespaco, il Festival biennale del cinema panafricano di Ouagadougou, Burkina Faso (28 febbraio - 7 marzo), con un premio speciale a un'opera prima in concorso e la proiezione di tre film italiani di forte rilevanza sociale. Le tre pellicole italiane, presentate fuori concorso, sono prodotte da Rai Cinema e hanno già riscosso grande successo internazionale di pubblico e critica: L'aria salata (2006), di Alessandro Angelini; Nuovomondo (2006), di Emanuele Crialese; Le chiavi di casa (2004), di Gianni Amelio. Il premio, assegnato in collaborazione con la Città di Torino e il Consolato Onorario del Burkina Faso a Torino, andrà a un giovane cineasta africano che abbia sottolineato, nella sua opera prima, la problematica dei diritti umani. Nei prossimi mesi il Segretariato Sociale ospiterà in Italia il vincitore per uno stage di alta formazione tecnica presso le strutture della Rai. Obiettivo dell'iniziativa è rafforzare il dialogo interculturale, istituendo nella programmazione del festival una finestra dedicata alla produzione cinematografica italiana e favorendo la professionalità africana legata ai temi della comunicazione sociale.

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Cina/ A Macao giro di vite su tentativi di secessione (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 3 mar. (Apcom) - A Macao, regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese, è entrata in vigore una legge che ha già messo in allarme i gruppi per la difesa dei diritti umani e la vicina e altrettanto 'autonoma' Honk Kong: la legge prevede che saranno puniti con il carcere fino a 30 anni tutti i crimini di tradimento, secessione e sovversione contro il governo cinese. Saranno perseguiti anche i cosiddetti "atti preparatori" di questi crimini, scrive la Bbc, e i furti di segreti di Stato. Gli attivisti hanno criticato il linguaggio ambiguo della legge e temono abusi contro gli oppositori politici. Il governo cinese ha fatto sapere che la norma servirà a completare l'articolo 23 della legge che regola il ritorno dell'ex colonia portoghese e dell'ex colonia britannica di Hong Kong, a cui presto verrà estesa la misura, sotto la sovranità della Cina. A Hong Kong nel 2003 il tentativo di applicare la pena fece scoppiare forti proteste, ma il fatto che sia passata a Macao lascia poche speranze per la vicina regione autonoma.

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ABBIATE IL CORAGGIO DI PREOCCUPARVI DEL VOSTRO DESTINO. LA VERA RIVOLUZIONE RISIEDE NELLA VOST... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

«Abbiate il coraggio di preoccuparvi del vostro destino. La vera rivoluzione risiede nella vostra capacità di impegnarvi con passione, rigore e sacrificio». Così il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna ha concluso ieri il suo intervento all'assemblea delle Nazioni Unite. A New York per la cinquantatreesima Sessione della Commissione sulla condizione della donna, il ministro ha citato davanti alla platea dell'Onu gli interventi legislativi del governo italiano per prevenire e contrastare la violenza sessuale. «È stato introdotto il reato di stalking - gli atti persecutori - nel codice penale. Finora non c'erano sanzioni appropriate nel diritto italiano per questo tipo di persecutori che colpiscono, secondo le ultime stime, due milioni di donne e spesso preludono ad altri reati più gravi come lo stupro, fino all'omicidio», ha spiegato Carfagna. Solo pochi giorni fa il ministro aveva definito «importantissimo questo provvedimento, che si aspettava da quindici anni». «Fornisce uno strumento normativo alle donne vittime di molestie, nelle loro molteplici forme, telefonate, sms, appostamenti. Il prossimo passaggio sarà l'inasprimento delle pene per chi si macchia di reati così orribili come la violenza sessuale», era stato l'annuncio in tv. All'Onu il ministro Carfagna ha sottolineato che l'obiettivo della lotta alla violenza sessuale è prioritario nell'agenda dell'Italia per i diritti umani. «È un problema globale di fronte al quale il mio Paese ha l'orgoglio di aver fatto molto sia sul fronte della deterrenza sia su quello della repressione». Il ministero per le Pari opportunità intende muovere ulteriori passi e farsi promotore di iniziative legislative e sociali. Tra queste il ministro ha citato un protocollo d'intesa con il Viminale: l'obiettivo è potenziare il numero verde anti-violenza, nato per offrire una prima assistenza giuridica e soprattutto psicologica alle vittime di violenze sessuali. Verranno finanziati corsi per la preparazione di personale di polizia chiamato a svolgere questo delicato ruolo. L'Italia, ha aggiunto Carfagna, punta a diventare capofila nella difesa delle donne: «Vogliamo sensibilizzare la comunità internazionale perché nel mondo troppe donne e troppi bambini soffrono a causa di violenze ingiuste». Un esempio concreto sono i quattro milioni di euro stanziati dal ministero per le Pari opportunità per contrastare il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili. Carfagna ha assicurato, durante la conferenza stampa, che «la cifra non soffrirà a causa della crisi finanziaria globale perché si tratta di impegni fondamentali assunti dal nostro Paese». «La cooperazione in questo campo deve essere accompagnata da azioni politiche. Crediamo fermamente che la comunità internazionale debba mantenere i riflettori puntati su questo fenomeno ed essere preparata a prendere una posizione forte per arrivare alla sua abolizione». La Commissione sullo stato delle donne proseguirà i lavori fino al 13 marzo. In agenda anche il dibattito sulla equa condivisione delle responsabilità tra donne e uomini nelle cure ai malati di Hiv e Aids, l'impatto della crisi finanziaria globale sulla condizione femminile, la situazione delle donne palestinesi, i matrimoni forzati delle bambine. A New York il ministro incontrerà il direttore esecutivo dell'Unfpa (il fondo per la attività in materia di popolazione) e la responsabile dell'Unifem (il fondo dell'Onu per le donne), oltre a sottoscrivere la campagna «Say no to violence against woman». m.p.m.

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Mantovano: <Sarà mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed espulsione> (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mantovano: «Sarà mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed espulsione» (3/3/2009 17:24) | (Sesto Potere) - Roma - 3 marzo 2009 - «Il Governo conferma di voler mantenere il Centro di identificazione ed espulsione a Lampedusa e di voler ricostruire il padiglione distrutto dall'incendio il 18 febbraio scorso nei tempi stabiliti». Lo ha detto il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano nel corso di una audizione alla Commissione straordinaria diritti umani del Senato. Il sottosegretario ha ricostruito la situazione del Cie di Lampedusa spiegando la situazione nell'isola con «l'insolita realtà degli arrivi che non si sono arrestati anche nei mesi invernali», con conseguente sovraffollamento delle strutture, e con la «ferma volontà del governo di voler mantenere un messaggio: chi vuole arrivare nell'isola per entrare irregolarmente in Europa non lo potrà più fare e verrà reimpatriato direttamente». Mantovano ha sottolineato che nel nostro Paese «sono state sempre tenute nella massima considerazione le esigenze dei migranti» e che «non è mai venuto meno il principio di accoglienza», come dimostrano i trasferimenti immediati di minori dall'isola verso altri centri o l'esame delle domande di richiedenti asilo che hanno raggiunto oltre il 40% di accoglimento. Il sottosegretario ha poi aggiunto che nel Cie di Lampedusa sono presenti 480 immigrati, 470 nel Cie e 10 nel Centro di prima accoglienza e soccorso mentre, per quanto riguarda i rimpatri, dal primo febbraio ad oggi hanno lasciato l'isola per far ritorno in patria: 50 egiziani, 34 nigeriani, 9 algerini e 194 tunisini.

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Turchia: prima transessuale candidata nella storia del paese (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

03/03/2009 15:55:45 CET Turchia: prima transessuale candidata nella storia del paese Mondo Donna Da quando nel 1999 in Nuova Zelanda fu eletta Georgina Beyer, prima transgender al mondo ad essere eletta in un parlamento, moltissime sono statle le transessuali e le transgender che hanno tentato la carriera politica ai vari livelli di governo... Da quando nel 1999 in Nuova Zelanda fu eletta Georgina Beyer, prima transgender al mondo ad essere eletta in un parlamento, moltissime sono statle le transessuali e le transgender che hanno tentato la carriera politica ai vari livelli di governo in tutto il mondo. Ora è la volta della Turchia. La transessuale Belgin Celik sta cercando di fare storia nel suo paese: si è infatti candidata alle elezioni del 29 Marzo nel distretto locale in cui è nata trent'anni fa. In questo distretto non solo non c'è mai stata una donna eletta, ma mai nemmeno una donna candidata in lista! Eppure sembra che lei ce la possa fare. La Celik è un'attivista per i diritti umani. Ha lavorato con le Nazioni Unite all'Alto Commissariato per i Rifugiati ed è una delle fondatrici dell'iniziativa omosessuale, Lambda...

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Provincia: la commissione legalità prosegue il suo percorso itinerante (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Provincia: la commissione legalità prosegue il suo percorso itinerante CATANZARO. Continua il percorso itinerante della Commissione legalità della Provincia di Catanzaro che a Soverato, ha incontrato i giovani studenti del Liceo Scientifico, facendo da fulcro per un confronto tra sindacati, istituzioni e scuola. Al tavolo dei lavori Mario Deonofrio, presidente della Commissione, il vicepresidente Emilio Verrengia, Maria Maglie, dirigente scolastico del Liceo Scientifico che ha ospitato la Commissione, Bernardo Cirillo direttore Dipartimento Prevenzione Territoriale Asp, Mario Muzzì, presidente della Field, Roberto Castagna, segretario generale Uil Calabria, Benedetto Di Iacovo, presidente Commissione regionale del Lavoro. Legalità alla base dello sviluppo economico è stato il tema dominante dell?incontro. Tanti gli argomenti trattati: il lavoro nero, il lavoro svolto dai clandestini, le attività di concertazione delle parti sociali, responsabilità delle istituzioni. Coro unanime per i relatori: lo sviluppo di un paese si misura dal trattamento dei lavoratori, non ci può essere sviluppo se non c?è legalità. I dati emersi e riportati, nel corso della discussione, sul lavoro sommerso nel nostro territorio sono allarmanti. Sfruttamento minorile e lavoro ?nero? rappresentano un disvalore per la società. La legalità non ha colore politico, non sposa le tesi di una singola parte sociale o istituzionale; essa è un esercizio costante, doveroso, quotidiano del singolo individuo. Promuovere la cultura della legalità a partire dalla scuola, è fondamentale; il rispetto della legge è un mezzo per l?ordinata convivenza civile e per la tutela del bene comune. Per Deonofrio ?la legalità è pre-condizione indispensabile per uno sviluppo sano a duraturo, tale da consentire alle imprese di investire in questa provincia, agli amministratori di non subire condizionamenti di alcuna natura, ai lavoratori di vedersi rispettati tutti i diritti, ai giovani di dare prospettive di lavoro certe. Invece siamo costretti ad assistere ad una preoccupante escalation di fenomeni di diffusa illegalità, dalle intimidazioni a pubblici amministratori, sindacalisti e giornalisti?. Tutto ciò, ha spiegato Deonofrio, ?in una terra dove è ancora diffusa la violazione dei diritti contrattuali, delle leggi sulla sicurezza e il rispetto della salute e dell?ambiente, lo sfruttamento del lavoro. Con la manifestazione di Soverato ? sottolinea Deonofrio ? abbiamo voluto lanciare un segnale forte di opposizione e di reattività di fronte alla illegalità. Per questo rivolgiamo un appello a tutte le forze democratiche di questa provincia, soprattutto ai giovani per i quali siamo impegnati a costruire un futuro migliore, con più opportunità di lavoro e con città più vivibili, affinché siano al fianco delle forze politiche nella costruzione di una società basata sulle legalità, sul rispetto delle regole. Convinti ? conclude Deonofrio - come siamo che la legalità si afferma attraverso una forte e coerente azione collettiva, e che non è generica affermazione di un principio del vivere comune ma è essa stessa generatrice di sviluppo, progresso, giustizia sociale?. Anche perché spiega Verrengia ?legalità e sicurezza, sviluppo economico e gestione del territorio sono bisogni e attese con i quali i nostri amministratori si trovano a fare i conti tutti i giorni e che spesso si incrociano?. Per Verrengia ?Sicurezza e sviluppo? sono le priorità indispensabili e fondamentali per lo sviluppo dell?intero territorio provinciale?. L?incontro si è concluso con gli interventi della platea studentesca, particolarmente interessata alle argomentazioni, che ha vivacizzato l?assemblea esponendo proprie osservazioni e ponendo domande ai relatori. (03-03-09)

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Battute finali per il processo a The Pirate Bay in Svezia (sezione: Diritti umani)

( da "01net" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Battute finali per il processo a The Pirate Bay in Svezia Il processo ai responsabili di The Pirate Bay è giunto ad una fase cruciale. Michele Nasi - www.ilsoftware.it 03 Marzo 2009 Il processo ai responsabili di The Pirate Bay è giunto ad una fase cruciale. L'accusa, guidata dal pubblico ministero Hakan Roswall, tenta di stringere il cerchio richiedendo la pena di un anno di carcere per Neij, Warg, Sunde e Lundstrom, "gestori" del sito web finito nell'occhio del ciclone. Roswall, rispetto a quanto richiesto inizialmente, ha fatto cadere alcune delle accuse con lo scopo di velocizzare il verdetto finale. La violazione dei diritti di copyright, contestata ai responsabili della "baia dei pirati", resta al centro della vertenza. Secondo Roswall, sebbene "The Pirate Bay" non ospiti contenuti in modo illegale, il sito faciliterebbe lo scambio di contenuti protetti dal diritto d'autore e per tal motivo dovrebbe essere ritenuto responsabile. Monique Wadsted, legale che rappresenta l'industria cinematografica, ha osservato come la stessa legge svedese preveda che, in sostanza, nessuno possa camminare con gli occhi chiusi allorquando qualcuno stia commettendo un crimine. Secondo l'avvocato Wadsted, The Pirate Bay sarebbe stato creato proprio per spalleggiare attività di pirateria informatica: gli amministratori del sito provvederebbero ad eliminare riferimenti pedopornografici, file torrent inattivi e descrizioni fuorvianti. "Essendo posto in essere questo tipo di controllo, appare credibile ritenere The Pirate Bay come una sorta di forum che permetta agli utenti la pubblicazione di qualunque genere di post?", ha aggiunto la Wadsted. Da parte sua, la difesa continua a ribadire come "la baia" sia da considerare come un fornitore di servizio, così come definito nella direttiva europea del 2000, e che quindi non possa essere ritenuta responsabile delle informazioni scambiate tra gli utenti. The Pirate Bay si è spesso paragonata a Google. L'accusa, invece, contesta l'asserzione: sebbene anche Google mostri talvolta link a materiale illegale e The Pirate Bay ospiti anche riferimenti a file del tutto legittimi, ci sarebbe una grande differenza tra i due siti. Il colosso di Mountain View coopererebbe con coloro che vantano diritti mentre "la baia" non l'avrebbe mai fatto. L'accusa ha poi fatto pesantemente leva sull'aspetto economico osservando come The Pirate Bay riesca a raccogliere enormi profitti su base annuale: si parla di circa 10 milioni di corone pari all'incirca a 1 milione di dollari. L'importo è frutto di una stima basata sul numero di file torrent scaricati, moltiplicato per la remunerazione presunta derivante dall'esposizione di banner pubblicitari sul sito della "baia". La difesa ha fermamente contestato i dati spiegando come essi siano assai lontani dalla realtà. Quest'oggi i quattro avvocati pronunceranno le loro rispettive ultime arringhe poi, mercoledì mattina, il processo dovrebbe concludersi. La decisione sul caso, da parte della corte svedese, potrebbe comunque arrivare nel giro di qualche settimana.

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Perché bisogna parlar male dell'America (sezione: Diritti umani)

( da "AprileOnline.info" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Perché bisogna parlar male dell'America Stefano Rizzo, 03 marzo 2009, 17:29 L'intervento Una riflessione a margine della presentaizone del libro "La svolta americana. Cronache dalla fine del bushismo (2006-2008)", edito dall'Ediesse: I massacratori di Abu Ghraib ci hanno riguardato nello stesso modo dei poliziotti del G8 di Genova, un modo diverso e più intenso - fatto di diverse responsabilità e appartenenze - di quello per cui non possiamo dirci del tutto estranei a nessuna delle tante violenze ogni giorno perpetrate nel mondo Consentitemi, una volta tanto, di scrivere qualcosa di personale. Ieri a Roma c'è stata la presentazione del mio libro "La svolta americana. Cronache dalla fine del bushismo (2006-2008)", edito dall'Ediesse. Ne hanno parlato, coordinati da Franco Ottaviano, che è il direttore della Casa delle culture dove si è svolta la manifestazione, quattro relatori e relatrici con competenza e da punti di vista diversi, ma in qualche modo vicini al contenuto o a ciò che mi proponevo di fare con il mio libro: Miriam Mafai che è una notissima giornalista (Repubblica) e ha appena pubblicato un libro ("Pane nero", sempre Ediesse) che racconta "dal basso", cioè partendo dalle storie di singole donne, l'Italia del fascismo: è quello che avrei voluto fare io, se ne avessi avuto il talento (e forse in parte ho fatto), raccontando l'America degli anni del bushismo. Rita di Leo, che è una americanista rigorosa che da molti anni guarda con occhio critico e demistificatorio al rapporto tra Stati Uniti e Europa insegnandoci che per capire bisogna uscire dalla acritica ammirazione (o condanna). Giovanna Melandri, che è una nota esponente del Partito democratico (italiano), ma è anche americana di nascita, ha fatto campagna elettorale per Obama e guarda e riflette sul quel paese "dall'interno", come una realtà di cui si sente in qualche misura parte. Alfonso Gianni, che ha appena scritto un libro sulla fine del neoliberismo (sta per essere pubblicato e non l'ho ancora letto) e che interpreta il principale evento che ha provocato la caduta di Bush e permesso l'elezione di Obama - la crisi economica - nel più ampio contesto della fine dell'ideologia neoliberista che per trenta anni (almeno) ha guidato l'economia capitalistica in America e in Europa (e nel resto del mondo, purtroppo per il mondo). Nel replicare, come si fa in questi casi, ho ringraziato i relatori per le parole gentili e intelligenti che hanno detto sul mio libro. Ma avrei dovuto ringraziare (lo faccio comunque nell'avvertenza al volume) voi, i lettori di Aprile, ai quali in questi ultimi cinque anni ho proposto le mie riflessioni sull'America, su ciò che stava succedendo laggiù, sui rapporti e le implicazioni per noi qui in Italia e in Europa. E' stato anche un dialogo, anche se avrei voluto che fosse più nutrito, perché i vostri commenti, i consensi e le critiche, mi hanno aiutato nel cercare di capire cosa c'è - se c'è - di americano in Italia (e in Europa) e cosa c'è, o ci dovrebbe essere, di Italia e di Europa in America. Perché poi, al di là delle vanità per cui anche si scrive, è questo il punto: guardarsi intorno per capire meglio cosa ci succede, quali sono i nostri valori, come possiamo cambiare le cose. Sono stato qualche volta accusato di essere troppo "filoamericano". E' vero, io per motivi biografici e sentimentali mi sento parte di quel mondo e di quel paese. Da giovane ho vissuto e partecipato al movimento per i diritti civili e contro la guerra del Vietnam: la controcultura, il popolo dei fiori, le esperienze di vita alternative, il femminismo, la lotta contro il patriarcato nella famiglia e nella società, per un modo diverso e più autentico di fare politica ("il privato è pubblico" - ricordate?). Ho vissuto con grande emozione e partecipazione - non da protagonista, ma come uno dei tanti milioni di partecipanti - quel movimento sociale che, anno più anno meno, è passato alla storia come "il 68", in America, in Europa e anche al di là dei confini dell'Occidente. E' stato proprio a causa di questo legame forte, di immedesimazione che ho con l'America, che la protesta nei confronti degli orrori della guerra e della violenza razziale, da condanna è diventata qualcosa di diverso: indignazione. Indignazione è un sentimento diverso dalla condanna, per quanto radicale, perché mentre la condanna avviene dall'esterno, dall'alto, l'indignazione "tira dentro", lega in una comunità, chi commette le atrocità e chi le giudica. E' anche un sentimento doloroso che non consente di voltarsi dall'altra parte, e neppure di assumere atteggiamenti di superiorità morale, quando ci si rende conto che i carnefici sono tuoi vicini (non solo tuoi simili), che fanno parte della tua comunità e agiscono anche in tuo nome, che tu lo voglia o no, che tu li condanni o no. Anche se sto da una parte e sono contro l'altra, non sono estraneo, non posso chiamarmi fuori. Perché vi racconto tutto questo? Perché, tornato in Europa e in Italia, mi sono accorto che ciò che valeva in quel contesto vale anche in questo, che è diverso ma solo perché costituisce un contesto più largo, che però non è qualitativamente diverso dall'altro. Se in tante parti del mondo si tortura e si uccide, si esercita una violenza inaccettabile sugli esseri umani, io mi indigno in nome di un comune sentire umano, in nome di valori che crediamo, o vogliamo credere, che siano comuni a tutti i popoli. Ma se gli Stati Uniti fanno la guerra all'Iraq che non li minacciava, se uccidono indiscriminatamente, umiliano e torturano i prigionieri, io non mi posso limitarmi a condannare: mi indigno, perché tutto ciò avviene in nome e all'interno di un campo, di una civiltà, di un'area culturale - comunque la si voglia chiamare: l'Occidente - di cui sono e siamo parte, nella quale condividiamo abitudini, valori, atteggiamenti, cultura, musica, mode, vantaggi e privilegi. Nella quale siamo immersi e intrecciati per scambi economici, intellettuali o di semplice conoscenza in un modo e con una frequenza che ci pervade, e che è enormemente superiore a quanto ci lega con il resto dell'umanità (cui pure siamo legati sempre più strettamente) e che non ci permette di tirarci fuori, di dire: è affar loro, adesso occupiamoci dei nostri. I massacratori di Abu Ghraib ci hanno riguardato nello stesso modo dei poliziotti del G8 di Genova, un modo diverso e più intenso - fatto di diverse responsabilità e appartenenze - di quello per cui non possiamo dirci del tutto estranei a nessuna delle tante violenze ogni giorno perpetrate nel mondo. In questo senso siamo tutti americani (e italiani, europei, canadesi, australiani). Ed è per questo che dobbiamo parlare male dell'America (o, quando capita, bene).

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*Durban 2, Olanda contro il concetto di "diffamazione religiosa" (sezione: Diritti umani)

( da "Velino.it, Il" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - *Durban 2, Olanda contro il concetto di “diffamazione religiosa” --IL VELINO SERA-- Roma, 3 mar (Velino) - Non c?è solo il tema dell?antisemitismo e del pregiudizio contro Israele ad opporre il blocco occidentale all?impostazione della conferenza di Durban 2, in programma a fine aprile al Consiglio dei Diritti umani a Ginevra. Il blocco dei Paesi islamici rappresentati a Ginevra propone tra l?altro al Consiglio di condannare chi attua la “diffamazione religiosa” con vignette, per esempio, che ridicolizzino l?Islam. “Sono profondamente disturbato dalla piega che sta prendendo questo evento”, ha dichiarato – ripreso da fonti d?agenzia internazionale - il ministro degli Esteri dei Paesi Bassi, Maxime Verhagen, secondo il quale “la conferenza tematica mondiale (contro le discriminazioni, ndr) è utilizzata da alcuni per imporre su tutti noi il concetto di diffamazione religiosa e il loro focus su un conflitto regionale”. Sullo stesso argomento: Durban 2, Pillay (Onu): “Infondati” timori per antisemitismo (dam) 3 mar 2009 18:19

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Immigrazione, Mantovano: <Sarà mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed espulsione> (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Immigrazione, Mantovano: «Sarà mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed espulsione» (3/3/2009 17:24) | (Sesto Potere) - Roma - 3 marzo 2009 - «Il Governo conferma di voler mantenere il Centro di identificazione ed espulsione a Lampedusa e di voler ricostruire il padiglione distrutto dall'incendio il 18 febbraio scorso nei tempi stabiliti». Lo ha detto il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano nel corso di una audizione alla Commissione straordinaria diritti umani del Senato. Il sottosegretario ha ricostruito la situazione del Cie di Lampedusa spiegando la situazione nell'isola con «l'insolita realtà degli arrivi che non si sono arrestati anche nei mesi invernali», con conseguente sovraffollamento delle strutture, e con la «ferma volontà del governo di voler mantenere un messaggio: chi vuole arrivare nell'isola per entrare irregolarmente in Europa non lo potrà più fare e verrà reimpatriato direttamente». Mantovano ha sottolineato che nel nostro Paese «sono state sempre tenute nella massima considerazione le esigenze dei migranti» e che «non è mai venuto meno il principio di accoglienza», come dimostrano i trasferimenti immediati di minori dall'isola verso altri centri o l'esame delle domande di richiedenti asilo che hanno raggiunto oltre il 40% di accoglimento. Il sottosegretario ha poi aggiunto che nel Cie di Lampedusa sono presenti 480 immigrati, 470 nel Cie e 10 nel Centro di prima accoglienza e soccorso mentre, per quanto riguarda i rimpatri, dal primo febbraio ad oggi hanno lasciato l'isola per far ritorno in patria: 50 egiziani, 34 nigeriani, 9 algerini e 194 tunisini.

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Contro la violenza domestica un concorso per le scuole (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Contro la violenza domestica un concorso per le scuole (3/3/2009 18:40) | (Sesto Potere) - Torino - 3 marzo 2009 - Quale percezione hanno i giovani della violenza, e in particolare di quella che avviene fra le mura domestiche? Per sensibilizzarli sull?argomento, in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Consiglio Provinciale di Torino, attraverso la IX commissione Pari Opportunità, in collaborazione con gli assessorati all?Istruzione, alle Pari opportunità e ad Amnesty International, ha indetto un concorso rivolto alle scuole medie superiori, impegnando i partecipanti alla realizzazione di lavori finalizzati a creare e diffondere consapevolezza sociale sul fenomeno della violenza domestica. I ragazzi (hanno partecipato al concorso gli istituti scolastici Liceo Einstein; Liceo Mazzarello, Istituto Steiner, Primo Liceo Artistico e Istituto Beccari di Torino; Istituto Galilei di Ciriè, Istituto Martinetti di Caluso e il Liceo Majorana di Moncalieri) hanno prodotto sull?argomento manifesti pubblicitari, locandine, video, piéces teatrali e canzoni che sono stati selezionati da una giuria composta da Amnesty International, e dai Servizi Comunicazione Istituzionale e Istruzione della Provincia di Torino: la premiazione dei lavori migliori avverrà venerdi? 6 marzo 2009, presso il Teatro Salesiani della Crocetta (Via Piazzi, 25 – Torino), a partire dalle ore 9.45. Nel corso della mattinata rappresentanti dei vari gruppi di lavoro presenteranno i loro lavori. Ad animare la mattinata, interverrà l?attrice Laura Curino.

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Europa; cresce l'antisemitismo (sezione: Diritti umani)

( da "Cittàdellaspezia.com" del 03-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Europa; cresce l'antisemitismo Negli ultimi mesi in Europa sono tornati ad aumentare i fenomeni di antisemitismo, che invece erano calati nel 2007-2008. E' l'allarme lanciato dall'Agenzia dell'Unione Europea per i diritti umani, che ha sede a Vienna, e ha presentato un rapporto sull'antisemitismo dal 2001 al 2008. "Questa recente ripresa degli incidenti anti-semitici - ha detto il direttore dell'Agenzia Morten Kjaerum - e' una ragione di grande preoccupazione. E' troppo presto per trarre conclusioni, ma vi sono indicazioni che l'aumento potrebbe in parte dipendere dalla situazione in Medio Oriente, nonche' dalla crisi finanziaria globale". Proprio per mettere a fuoco questo aspetto, l'Agenzia annuncia di aver lanciato un studio sull'effettivo impatto dell'attacco a Gaza sull'antisemitismo in Europa, che dovrebbe esser pronto all'inizio del 2010. Kjaerum sottolinea che "tutti hanno il diritto di sentirsi sicuri e protetti, a prescindere dalla propria fede religiosa o origine etnica. I leader politici e delle comunita' in tutta l'Unione hanno l'obbligo di dichiarare che l'intolleranza e l'aggressione in qualsiasi forma e' inaccettabile". Il rapporto denuncia inoltre che "un numero significativo" di stati membri non ha registri ufficiali, e in molti casi neppure informali, ne' statistiche sugli incidenti di antisemitismo. Quanto in particolare all'Italia, il rapporto si limita a poche righe, in cui cita alcuni episodi di cronaca e a citare un sondaggio pubblicato nel maggio 2008 da 'L'Unita", secondo il quale per il 23% degli intervistati gli ebrei non possono essere considerati "completamente italiani".

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