CENACOLO DEI COGITANTI |
Diritti umani spiegati da
Zagrebelsky ( da
"Stampa, La" del
03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: CONSIGLIO COMUNALE APERTO
Diritti umani spiegati da Zagrebelsky «La Carta Universale dei Diritti Umani
dovrebbe parlare alle coscienze dell'umanità» ha detto ieri durante un
Consiglio aperto l'ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo
Zagrebelsky. Il giurista era stato invitato dal Comune per celebrare i 60 anni
della Carta delle Nazioni Unite.
Donne, l'8 marzo oggi No
al doppio sfruttamento ( da
"Gazzetta di Mantova, La" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Onu invitò gli stati membri
a indire una Giornata delle Nazioni Unite dei Diritti delle Donne e della Pace
internazionale per ricordare che la sicurezza della pace e il pieno godimento
dei diritti umani e delle libertà fondamentali hanno bisogno della
partecipazione attiva, dell'eguaglianza e dello sviluppo delle donne.
Usa/ 92 video distrutti da
Cia, numero più alto di quanto ( da
"Virgilio Notizie" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: agenzia avrebbe effettuato
mettendo in atto tecniche che vengono associate alla tortura, come quella del
waterboarding. I video avrebbero contenuto immagini degliinterrogatori condotti
contro i due sospetti di al-Qaida -Abu Zybaydah e Abd al-Rahim al-Nashiri,
rinchiusi in un centro di detenzione della Cia situato in Thailandia.
23:31 USA: OK BLITZ
ILLEGALI, DA MEMO SEGRETO NUOVE OMBRE SU ERA BUSH ( da "Agi" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: getta nuove ombre sul
rispetto dei diritti umani nell'era Bush. "Riteniamo che un comandante che
conduce un raid contro una cellula terroristica non avrebbe bisogno di
dimostrare o ottenere un mandato" di perquisizione, scrivono i funzionari
del dipartimento, John Yoo e Robert Delahunty, all'allora consigliere della
Casa Bianca, Alberto Gonzales.
TEATRO - Alle 20,45 per la
rassegna "Il grande Teatro", la commedia di ... ( da "Leggo" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Presentazione della campagna
promossa da una quarantina di realtà veronesi che lavorano per promuovere la
cultura della pace e la difesa dei diritti umani. Fnac, via Cappello 34. Alle
17,30, Cineres combusti corpis. Furti sacrileghi e pratiche magiche nel veronese
in età moderna. Relatore Federico Barbierato. Istituto IVRR, via Cantarane 26.
(S. Pas./ass)
LIBRI Feltrinelli Domani a
partire dalle 18 Antonio Cassese presenta ... ( da "Leggo" del 03-03-2009)
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Diritti umani
Abstract: Il sogno dei diritti
umani" e "Voci contro la barbarie", stampati a 60 anni dalla
Dichiarazione Universale dei diritti umani da Giangiacomo Feltrinelli Editore.
I libri verranno presentati con un reading. Info www.lafeltrinelli.it. MOSTRE
Via della Scala Presso la Galleria Poggiali e Forconi prosegue la mostra
personale del poliedrico fotografo americano David LaChapelle.
Stuprata a Primavalle
riconosce il romeno ( da "Giornale
di Brescia" del 03-03-2009)
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Diritti umani
Abstract: Italia per i diritti umani:
«Un problema globale», di fronte al quale l'Italia ha l'orgoglio «di avere
fatto molto sia sul fronte della deterrenza che su quello della repressione»,
ha detto il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna che ieri ha parlato
all'Onu nella giornata inaugurale della 53/ma sessione della Commissione sulla
condizione della donna.
i diritti dei disabili
nelle parole della turco ( da
"Tirreno, Il" del
03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Ha poi comunicato che questa
settimana il Parlamento ha ratificato la Convenzione Onu sui diritti delle
persone con disabilità con l'obiettivo di avviare un necessario cambio di
approccio sulla materia, grazie al riconoscimento effettivo di uno strumento
concreto contro le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani di tutte
le persone con disabilità.
Paola Cortellesi:
<Strano diventare mangiauomini E che tortura la guêpière> ( da "Giornale.it, Il" del 03-03-2009)
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Diritti umani
Abstract: Strano diventare
mangiauomini E che tortura la guêpière» di Redazione Paola Cortellesi è Sofia,
donna spregiudicata e insofferente, con abito attillato a fiori e cotonatura un
po' alla Santanché. Non possiede istinto materno, cornifica volentieri il
marito, parla tranquillamente di sesso con le amiche, teorizza: «Siamo creature
primitive,
fine vita perche' bisogna
dire di si' a una legge - andrea simoncini ( da "Mattino di
Padova, Il" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: per questo abbiamo
«inventato» i diritti umani, le costituzioni. (...) Proprio perché faccio il
professore di diritto, so che non posso poggiare la mia speranza né la mia
moralità sul diritto. Nessuna legge può sostituire la mia responsabilità e
nessun sistema può essere così perfetto da rendere inutile essere buono, come
dice Eliot.
stranieri contro il
decreto sicurezza sabato la manifestazione ( da "Tirreno, Il" del 03-03-2009)
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Diritti umani
Abstract: Questo decreto va a ledere
non solo uno dei più elementari diritti umani che è quello alla salute, ma
porterebbe ad una proliferazione di studi abusivi a speculare sulla pelle degli
stranieri». Il consiglio degli stranieri parlerà della questione all'interno
del consiglio comunale di oggi, sviscerata nero su bianco in una mozione.
PRESENTATO VOLUME
"AFRICAINGIOCO" ( da
"marketpress.info" del 03-03-2009)
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Diritti umani
Abstract: contatto con altre mentalità
significa far capire subito loro che i diritti umani sono diritti di tutti gli
uomini?. ?La scuola umbra sta cambiando ? ha detto l?ispettore scolastico,
Amilcare Bori ? Fino agli anni ?90 nelle nostre classi erano presenti
pochissimi bambini provenienti da altri Paesi, mentre ora siamo la prima
regione per presenza di bambini immigrati nelle scuole.
natura e diritti umani,
così i popoli indios guardano al nuovo millennio ( da "Nuova Sardegna,
La" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: esercizio dei diritti». Non
meno ricco di novità il Capitolo II, «acqua e alimentazione», che all'articolo
12 recita: «Il diritto umano all'acqua è fondamentale e irrinunciabile. L'acqua
costituisce patrimonio nazionale, strategico di uso pubblico, inalienabile,
imperscrittibile, insequestrabile e essenziale per la vita».
"in cella ha un solo
rimpianto di non essersi opposto al raìs" ( da "Repubblica, La" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Unione forense a tutela dei
Diritti umani, amico dell´ex vicepremier iracheno, oltre che consulente legale
del suo collegio di difesa, tiene a chiarire da subito come sia infondata la
notizia di un´imminente scarcerazione del suo assistito. Avvocato Lana, Tareq
Aziz resterà quindi in carcere nonostante sia gravemente ammalato?
Solo il Bangladesh accetta
di accogliere i transfughi ( da
"Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: prigione in cui già la
maggioranza della popolazione vive priva dei diritti umani fondamentali,
ostaggio fin dal 1962 di un regime tra i più violenti e repressivi. I Rohingya
non sono nemmeno inclusi nella lista delle 135 minoranze etniche riconosciute dalla
giunta. Fino a prima del colpo di stato e l'instaurazione del regime, avevano
avuto rappresentanti politici e diritto di voto,
In fuga DALLA BIRMANIA I
ROHINGYA ULTIMI BOAT PEOPLE ( da
"Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sono diventati vittime di
violazioni dei diritti umani e di crimini contro l'umanità istituzionalizzati,
compresa la negazione dei diritti di cittadinanza», ha dichiarato il presidente
di Arno in un'intervista via e-mail da Londra, dove vive attualmente. «Sono
vittime quotidiane di trasferimenti forzati, confisca della terra, arresti
arbitrari,
Tibet pretesto per
attacchi ( da "Manifesto,
Il" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ambientale o legato ai
diritti umani». Lo ha scritto ieri il Quotidiano del popolo, organo ufficiale
del Partito comunista in un editoriale che accusa non meglio identificati
«uomini politici» stranieri di sfruttare la questione tibetana «per raggiungere
il loro obiettivo di opprimere e contenere la Cina».
FIRENZE & DINTORNI ( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: politica e diritti umani:
l'esempio de Las madres de Plaza de Mayo", con Chiara Grassi presidente
della Commissione regionale Pari opportunità, Giovanna Pagani, Maurizio
Vernassa, Massimo De Santi, Orlando Baroncelli, e con il videodocu "Sueños
Compartidos" della Fondazione Madres Plaza de Mayo, un documentario
sull'attività nei quartieri marginali e in campo educativo.
L'OPERA di George Orwell,
1984, pubblicata dallo scrittore inglese qualche a... ( da "Resto del
Carlino, Il (Ancona)" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Wiston viene incarcerato,
arriva a perdere il senso del tempo, viene torturato fisicamente, ma
soprattutto psicologicamente, costretto a non a dire ma a pensare addirittura
che «2+2=5». Il partito infatti non uccideva i colpevoli senza prima far loro
il lavaggio del cervello, perché dovevano morire da uomini qualsiasi.
<Nessuno è
straniero> Sui bus manifesti contro il razzismo ( da "Corriere del
Veneto" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: attraverso attività di
formazione e approfondimento sul tema dei diritti umani. Alla realizzazione
dell'idea hanno partecipato oltre trenta volontari. La fase preparatoria delle
immagini sui cartelloni è durata un anno. Durante quattro laboratori svolti
all'interno di villa Buri sono state create a grandezza umana le lettere in
legno che compongono lo slogan presente nelle fotografie.
Donne, bimbi, diritti:
ecco i corti degli artisti ( da
"Corriere della Sera" del 03-03-2009)
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Diritti umani
Abstract: Il progetto nasce su
iniziativa dell'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani in occasione
del 60Ë? anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ed è
corredato da un libro (Electa) con testi di 12 scrittori tra cui cinque Nobel.
(fr. bon.)
Distrutti dalla Cia 92
video ( da "Corriere
della Sera" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Lo ha ammesso ieri il
viceprocuratore federale dello Stato di New York, Lev Dassin, in una lettera a
un magistrato. I video mostrano presunti terroristi di Al Qaeda che vengono
interrogati con il «waterboarding», una tecnica che simula l'annegamento ed è
considerata una forma di tortura.
Sollievo in Vaticano Vince
la diplomazia discreta dei caldei ( da "Stampa, La" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: episcopato iracheno
concordano che la giustizia è stata fatta «con misericordia e nel rispetto dei
diritti umani». E la speranza è che ciò sia il viatico ad una pace duratura. In
Curia si è prodigato particolarmente il procuratore caldeo presso la Santa
Sede, monsignor Philip Najim. «Aziz era alla sbarra non perché cristiano ma
perché gerarca del vecchio regime - spiega -.
L'UOMO HA FATTO BERE ALLA
VITTIMA UNA TAZZA DI TÈ CON I RESTI DI UN RODITORE ( da "Stampa, La" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: LA TORTURA DEL TOPO MORTO
L'UOMO HA FATTO BERE ALLA VITTIMA UNA TAZZA DI TÈ CON I RESTI DI UN RODITORE
Onu. Mara Carfagna alla
Commissione sulla condizione della donna. Lotta alla violenza sessuale ( da "AmericaOggi
Online" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Italia per i diritti umani:
"Un problema globale", di fronte al quale l'Italia ha l'orgoglio
"di avere fatto molto sia sul fronte della deterrenza che su quello della
repressione". Lo ha detto il ministro per le pari opportunità Mara
Carfagna che ieri ha parlato all'Onu nella giornata inaugurale della 53/ma
sessione della Commissione sulla condizione della donna.
Sicurezza: politici
cuneesi alla manifestazione romana ( da "Targatocn.it" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Alla manifestazione ha
partecipato anche il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII,
Paolo Ramonda. La speranza è che dalla manifestazione emergano risultati
positivi che affermino, ancora una volta, i diritti di uguaglianza sanciti
dalla Costituzione e dalla Carta dei diritti umani.
Svelato il "memo
anti-terrorismo" segreto dell'amministrazione Bush ( da "Stampaweb, La" del 03-03-2009)
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Diritti umani
Abstract: 11 settembre 2001 (è datato
23 ottobre) getta nuove ombre sul rispetto dei diritti umani nell?era Bush. Il
dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti ha diffuso un memo
dell?amministrazione Bush tenuto segreto fin dal 2001 e scritto un mese dopo
gli attacchi terroristici dell?11 settembre. Dal documento, risulta che l?
ESTERI. SCOTTI AL
CONSIGLIO ONU PER I DIRITTI UMANI ( da "AgoPress" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: terrà oggi al Consiglio per
i diritti umani delle Nazioni Unite, e alla Conferenza sul disarmo, entrambi in
programma per oggi a Ginevra. Il Consiglio ha il compito di preparare la
Conferenza di revisione di Durban, per fare il punto sugli impegni presi nel
2001 dalla conferenza mondiale contro il razzismo.
In fuga DALLA BIRMANIA ( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sono diventati vittime di
violazioni dei diritti umani e di crimini contro l'umanità istituzionalizzati,
compresa la negazione dei diritti di cittadinanza», ha dichiarato il presidente
di Arno in un'intervista via e-mail da Londra, dove vive attualmente. «Sono
vittime quotidiane di trasferimenti forzati, confisca della terra, arresti
arbitrari,
Oasis non andranno in
Cina: non per diritti umani, ma per soldi ( da "Reuters Italia" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract:
Quella stanca voglia dei
laicisti di scivolare dentro i vecchi steccati ( da "Avvenire" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che ha la sua sostanza in un
fermo sì alla tutela dei diritti umani e in un no, altrettanto fermo, alla pena
di morte, al commercio di organi, alle mutilazioni sessuali, a qualsiasi
manipolazione non terapeutica del corpo umano, anche se liberamente volute da
persone adulte, informate e consenzienti, pienamente in grado di
autodeterminarsi.
Crespo: "Niente
Champions Nessuno m'ha detto perché" ( da "Gazzetta Dello
Sport Online, La" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ma poi perdemmo ai rigori e
si vede che tutti si sono dimenticati di quello ho fatto". Ha in mente
dove andrà la prossima stagione? "No. Ho un sogno, ma me lo tengo stretto
e non lo rivelo nemmeno sotto tortura". In questo sogno compare Ancelotti,
suo maestro? "Nemmeno sotto tortura...". di Andrea Schianchi
03/03/2009 13:19 ONU:
BOZZA DURBAN 2 ACCUSA ISRAELE DI CRIMINI CONTRO UMANITA' E APARTHEID ( da "ITnews.it" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che si terra' il mese
prossimo a Ginevra, contiene accuse durissime contro Israele. La politica
israeliana nei territori palestinesi, si legge nel testo anticipato oggi sul
sito di Haaretz, costituisce "una violazione dei diritti umani
internazionali, un crimine contro l'umanita' e una forma contemporanea di
apartheid".
IRAN: EBADI, SITUAZIONE
DIRITTI UMANI NON MIGLIORERA' CON ELEZIONI ( da "Adnkronos" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: IRAN: EBADI, SITUAZIONE
DIRITTI UMANI NON MIGLIORERA' CON ELEZIONI 'NESSUN CAMBIAMENTO REALE DA
PRESIDENZIALI, UE SPINGA PER DIRITTI UMANI' commenta 0 vota 0 tutte le notizie
di ESTERI ultimo aggiornamento: 03 marzo, ore 13:38
Il rinnovato Partito
Socialista Si è tenuto il primo congresso comunale del Partito... ( da "Gazzettino, Il
(Rovigo)" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: tante anime belle hanno dato
la loro vita per l'affermazione di tutti i diritti umani, tante vite si sono
spese in nome della dignità e di ogni libertà delle persone. Quanti positivi
esempi di spesa sociale e politica hanno portato alle condizioni civili di
oggi. Ogni avanzamento della società civile di ieri è sempre stato il sole
dell'avvenire di ogni domani.
Iran: appello per
ripristino della democrazia e della pace ( da "Targatocn.it" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: arrivano continue
segnalazioni di gravi violazioni dei diritti umani. A nulla sono valse finora
le numerose (una cinquantina) condanne espresse dall'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite. Il documento, che sarà inoltrato a tutti i presidenti delle
province italiane e ai sindaci dei capoluoghi per la sottoscrizione, vuole
sostenere la necessità di un cambiamento democratico in Iran,
Rai/ Segretariato sociale
all'edizione 2009 del Fespaco ( da
"Virgilio Notizie" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani. Nei prossimi
mesi il Segretariato Sociale ospiterà in Italia il vincitore per uno stage di
alta formazione tecnica presso le strutture della Rai. Obiettivo
dell'iniziativa è rafforzare il dialogo interculturale, istituendo nella
programmazione del festival una finestra dedicata alla produzione
cinematografica italiana e favorendo la professionalità africana legata
Cina/ A Macao giro di vite
su tentativi di secessione ( da
"Virgilio Notizie" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ha già messo in allarme i
gruppi per la difesa dei diritti umani e la vicina e altrettanto 'autonoma'
Honk Kong: la legge prevede che saranno puniti con il carcere fino a 30 anni
tutti i crimini di tradimento, secessione e sovversione contro il governo
cinese. Saranno perseguiti anche i cosiddetti "atti preparatori" di
questi crimini, scrive la Bbc, e i furti di segreti di Stato.
ABBIATE IL CORAGGIO DI
PREOCCUPARVI DEL VOSTRO DESTINO. LA VERA RIVOLUZIONE RISIEDE NELLA VOST... ( da "Mattino, Il
(Nazionale)" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: obiettivo della lotta alla
violenza sessuale è prioritario nell'agenda dell'Italia per i diritti umani. «È
un problema globale di fronte al quale il mio Paese ha l'orgoglio di aver fatto
molto sia sul fronte della deterrenza sia su quello della repressione». Il
ministero per le Pari opportunità intende muovere ulteriori passi e farsi
promotore di iniziative legislative e sociali.
Mantovano: <Sarà
mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed espulsione> ( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: una audizione alla
Commissione straordinaria diritti umani del Senato. Il sottosegretario ha
ricostruito la situazione del Cie di Lampedusa spiegando la situazione
nell'isola con «l'insolita realtà degli arrivi che non si sono arrestati anche
nei mesi invernali», con conseguente sovraffollamento delle strutture, e con la
«ferma volontà del governo di voler mantenere un messaggio:
Turchia: prima
transessuale candidata nella storia del paese ( da "Blogosfere" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: In questo distretto non solo
non c'è mai stata una donna eletta, ma mai nemmeno una donna candidata in
lista! Eppure sembra che lei ce la possa fare. La Celik è un'attivista per i
diritti umani. Ha lavorato con le Nazioni Unite all'Alto Commissariato per i
Rifugiati ed è una delle fondatrici dell'iniziativa omosessuale, Lambda...
Provincia: la commissione
legalità prosegue il suo percorso itinerante ( da "Giornale di
Calabria, Il" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: in una terra dove è ancora
diffusa la violazione dei diritti contrattuali, delle leggi sulla sicurezza e
il rispetto della salute e dell?ambiente, lo sfruttamento del lavoro. Con la
manifestazione di Soverato ? sottolinea Deonofrio ? abbiamo voluto lanciare un
segnale forte di opposizione e di reattività di fronte alla illegalità.
Battute finali per il
processo a The Pirate Bay in Svezia ( da "01net" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: La violazione dei diritti di
copyright, contestata ai responsabili della "baia dei pirati", resta
al centro della vertenza. Secondo Roswall, sebbene "The Pirate Bay"
non ospiti contenuti in modo illegale, il sito faciliterebbe lo scambio di
contenuti protetti dal diritto d'autore e per tal motivo dovrebbe essere
ritenuto responsabile.
Perché bisogna parlar male
dell'America ( da
"AprileOnline.info" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Se in tante parti del mondo
si tortura e si uccide, si esercita una violenza inaccettabile sugli esseri
umani, io mi indigno in nome di un comune sentire umano, in nome di valori che
crediamo, o vogliamo credere, che siano comuni a tutti i popoli. Ma se gli
Stati Uniti fanno la guerra all'Iraq che non li minacciava, se uccidono
indiscriminatamente,
*Durban 2, Olanda contro
il concetto di "diffamazione religiosa" ( da "Velino.it, Il" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: in programma a fine aprile
al Consiglio dei Diritti umani a Ginevra. Il blocco dei Paesi islamici
rappresentati a Ginevra propone tra l?altro al Consiglio di condannare chi
attua la “diffamazione religiosa” con vignette, per esempio, che ridicolizzino
l?Islam. “Sono profondamente disturbato dalla piega che sta prendendo questo
evento”
Immigrazione, Mantovano:
<Sarà mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed espulsione> ( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: una audizione alla
Commissione straordinaria diritti umani del Senato. Il sottosegretario ha
ricostruito la situazione del Cie di Lampedusa spiegando la situazione
nell'isola con «l'insolita realtà degli arrivi che non si sono arrestati anche
nei mesi invernali», con conseguente sovraffollamento delle strutture, e con la
«ferma volontà del governo di voler mantenere un messaggio:
Contro la violenza
domestica un concorso per le scuole ( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Diritti Umani, il Consiglio
Provinciale di Torino, attraverso la IX commissione Pari Opportunità, in
collaborazione con gli assessorati all?Istruzione, alle Pari opportunità e ad
Amnesty International, ha indetto un concorso rivolto alle scuole medie
superiori, impegnando i partecipanti alla realizzazione di lavori finalizzati a
creare e diffondere consapevolezza sociale sul fenomeno
Europa; cresce
l'antisemitismo ( da
"Cittàdellaspezia.com" del 03-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: E' l'allarme lanciato
dall'Agenzia dell'Unione Europea per i diritti umani, che ha sede a Vienna, e
ha presentato un rapporto sull'antisemitismo dal 2001 al 2008. "Questa
recente ripresa degli incidenti anti-semitici - ha detto il direttore
dell'Agenzia Morten Kjaerum - e' una ragione di grande preoccupazione.
( da "Stampa, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CONSIGLIO
COMUNALE APERTO Diritti umani spiegati da Zagrebelsky «La
Carta Universale dei Diritti Umani dovrebbe parlare alle
coscienze dell'umanità» ha detto ieri durante un
Consiglio aperto l'ex presidente della Corte Costituzionale Gustavo
Zagrebelsky. Il giurista era stato invitato dal Comune per celebrare i 60 anni
della Carta delle Nazioni Unite.
( da "Gazzetta di Mantova, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Donne, l'8
marzo oggi No al doppio sfruttamento Nell'imminente celebrazione della Giornata
Internazionale della Donna, è importante mantenere alta l'attenzione su alcune
questioni: da una parte il fenomeno che vede le donne vittime della violenza,
dall'altra il ruolo svolto dalla donna in famiglia e sul lavoro. Deve essere
anche l'occasione per riflettere sui progressi raggiunti, per celebrare i molti
atti di coraggio compiuti e il ruolo straordinario che tante donne hanno avuto
nello storia del loro Paese. L'8 marzo è una ricorrenza che, nonostante la sua
storia attraversi un secolo ricco di movimenti politici, guerre e cambiamenti
sociali, ha sempre mantenuto il suo significato originale di giornata di lotta.
Una giornata che rappresenta un lungo e difficile cammino più volte interrotto,
ma ripreso sempre con grande forza dalle donne con l'obbiettivo di poter essere
protagoniste, insieme agli uomini e su un piano di parità, alla vita culturale,
economica e politica del Paese di appartenenza. Il diritto all'eguaglianza è
stato negato per secoli a tutte le donne e sono stati necessari molti decenni
di lotta perchè venisse riconosciuto. In Italia, nel 1946, fu l'Unione Donne
Italiane a festeggiare per la prima volta l'8 marzo nell'Italia libera, e il 2
giugno dello stesso anno le donne poterono finalmente votare. Nel
( da "Virgilio Notizie" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 2 mar.
(Apcom) - A dare la notizia sono stati gli stessi procuratori federali Usa che
stano indagando sulla distruzione di video da parte della Cia. L'agenzia di
intelligence avrebbe distrutto ben 92 video, molti di più dunque di quanto
ammesso in precedenza. E' la prima volta, spiega il New York Times, che si
conosce il numero esatto del materiale che la Cia avrebbe distrutto nel
novembre del 2005: centinaia di ore di interrogatori su presunti terroristi,
che l'agenzia avrebbe effettuato mettendo in atto tecniche
che vengono associate alla tortura, come quella del waterboarding. I video
avrebbero contenuto immagini degliinterrogatori condotti contro i due sospetti
di al-Qaida -Abu Zybaydah e Abd al-Rahim al-Nashiri, rinchiusi in un centro di
detenzione della Cia situato in Thailandia. L'ordine di distruggere i
video sarebbe stato impartito da Jose A. Rodriguez Jr, che era all'epoca il
responsabile dei servizi clandestini della Cia. La distruzione del materiale,
in particolare, avrebbe coinciso con l'intenzione del Congresso e dei tribunali
di esaminare più attentamente le tecniche utilizzate dall'agenzia durante gli
interrogatori.
( da "Agi" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
USA: OK BLITZ
ILLEGALI, DA MEMO SEGRETO NUOVE OMBRE SU ERA BUSH (AGI) - Washington, 2 mar. -
Perquisizioni e blitz illegali e gravi violazioni dei diritti costituzionali:
tutto in nome della lotta al terrorismo. Un memorandum del dipartimento della
Giustizia statunitense che risale a poco piu' di un mese dopo gli attacchi
dell'11 settembre 2001 (e' datato 23 ottobre) getta nuove
ombre sul rispetto dei diritti umani nell'era Bush. "Riteniamo che un comandante che conduce un
raid contro una cellula terroristica non avrebbe bisogno di dimostrare o
ottenere un mandato" di perquisizione, scrivono i funzionari del
dipartimento, John Yoo e Robert Delahunty, all'allora consigliere della Casa
Bianca, Alberto Gonzales. Si sostiene, inoltre, che alcuni diritti
fondamentali, come la liberta' di espressione e l'arresto senza motivo, debbano
essere sacrificati in nome della lotta al terrorismo. Il rapporto -
rigorosamente top secret, insieme ad altri otto - e' stato definitivamente
rigettato dal dipartimento della Giustizia pochi giorni prima dell'insediamento
di Barack Obama.
( da "Leggo" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
TEATRO - Alle
20,45 per la rassegna "Il grande Teatro", la commedia di Eduardo De
Filippo Il sindaco del rione sanità; con Carlo Giuffrè, che firma anche la
regia. Teatro Nuovo, piazza Viviani. Biglietti da
( da "Leggo" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
LIBRI
Feltrinelli Domani a partire dalle 18 Antonio Cassese presenta i libri "Il sogno dei diritti umani" e "Voci contro la barbarie", stampati a 60 anni
dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani da Giangiacomo Feltrinelli Editore. I libri verranno presentati
con un reading. Info www.lafeltrinelli.it. MOSTRE Via della Scala Presso la
Galleria Poggiali e Forconi prosegue la mostra personale del poliedrico
fotografo americano David LaChapelle. In mostra 39 opere e 1 video che
celebrano la carriera dell'artista. Quattro le sezioni principali: Deluge
(Diluvio), Recollections in America (Ricordi Americani), Star System e Heaven
to Hell (Dal Paradiso all'Inferno). Info 055.287748.
( da "Giornale di Brescia" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione:
03/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:interno Stuprata a Primavalle
riconosce il romeno È uno dei due arrestati per la violenza ai danni di una
ragazzina nel parco della Caffarella a Roma ROMALa donna di 41 anni violentata
la sera del 21 gennaio scorso in via Andersen, nel quartiere romano di
Primavalle, ha riconosciuto come uno dei suoi aggressori Karl Racz, il romeno
di 36 anni detenuto per la violenza sessuale compiuta il giorno di San
Valentino ai danni di una ragazzina di 14 anni nel parco della Caffarella. La
ricognizione è avvenuta in gran segreto nei giorni scorsi è si è tenuta sotto
forma di incidente probatorio, l'istituto del codice che consente ad un atto
istruttorio di assumere il valore di prova in un eventuale processo. A disporre
l'incidente probatorio, tenutosi in presenza del pm Nicola Maiorano, titolare
degli accertamenti sull'episodio di via Andersen, era stato il gip. Per Racz la
procura potrebbe ora chiedere l'emissione di un'ordinanza di custodia in
carcere anche per lo stupro di Primavalle. La procura di Roma, in ogni caso, è
certa degli elementi di accusa raccolti nei confronti dei due romeni accusati
dello stupro nel parco della Caffarella e giudica «del tutto parziali» i
risultati dei test del dna non attribuibili completamente ai due indagati,
Karol Racz e Alexandru Isztoika Loyos, di 20 anni. Per questo motivo il pm
Vincenzo Barba ha disposto ieri ulteriori accertamenti per fare chiarezza sulla
vicenda e per cancellare quei dubbi - è stato sottolineato in procura - che
solo apparentemente sono in contrasto con gli elementi d'accusa e che sembrano
pesare come macigni: il riconoscimento di uno dei due aggressori, Isztoika
Loyos, da parte della coppia di fidanzatini aggrediti, e la confessione del
romeno, poi ritrattata per presunte pressioni psicologiche. Le incongruenze sui
test finora eseguiti vertono sulla insufficienza dei «punti di contatto» tra il
dna degli arrestati e quello individuato sul corpo della vittima dello stupro.
I dubbi riguarderebbero in particolare la posizione di Racz, l'uomo indicato
con la faccia da pugile. I risultati di questa seconda tranche di analisi
saranno a disposizione di inquirenti ed investigatori già in settimana. E
sempre in settimana è in programma l'udienza del tribunale del riesame al quale
si sono rivolti i difensori dei due romeni per sollecitare la revoca della
misura cautelare in carcere. In procura è stata smentita ieri la notizia
secondo la quale i telefoni cellulari dei due romeni, al momento dello stupro
nel parco della Caffarella, fossero «agganciati» a celle che si trovano in zone
diverse da quella dove è avvenuta la violenza sessuale. La lotta contro la
violenza sessuale è una priorità nell'agenda dell'Italia
per i diritti umani: «Un
problema globale», di fronte al quale l'Italia ha l'orgoglio «di avere fatto
molto sia sul fronte della deterrenza che su quello della repressione», ha
detto il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna che ieri ha parlato
all'Onu nella giornata inaugurale della 53/ma sessione della Commissione sulla
condizione della donna. La Carfagna ha illustrato nel suo intervento le
ultime misure prese dal governo italiano per contrastare il fenomeno, e tra
queste «l'introduzione, da venerdì, del reato di stalking» nel codice penale.
Finora - ha ricordato la Carfagna - non c'erano sanzioni appropriate nel
diritto italiano per questo tipo di atti persecutori che colpiscono, secondo le
ultime stime, due milioni di donne e spesso preludono altri più gravi reati
come lo stupro o l'omicidio: «Le donne italiane hanno salutato come un successo
questa nuova norma». Il Ministero per le pari opportunità - ha continuato - si
prefigge di fare da catalizzatore per porre in atto iniziative sociali e
legislative e per sostenere ricerche tese alla prevenzione e al contrasto. Tra
le misure in gestazione, la Carfagna ha parlato di un protocollo d'intesa con
il Ministero dell'interno teso a potenziare il numero verde anti-violenza che
offre una prima assistenza giuridica e psicologica alle vittime.
( da "Tirreno, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
In tantissimi
all'incontro organizzato dal Pd I diritti dei disabili nelle parole della Turco
FUCECCHIO. Venerdì scorso l'onorevole Livia Turco ha partecipato all'incontro
organizzato dal Pd Fucecchio e dal Pd Empolese-Valdelsa dal titolo "I
diritti dei disabili: diritti di tutti. Una priorità di governo per
l'Empolese-Valdelsa". Oltre all'onorevole, sono intervenuti il segretario
del Pd di Fucecchio Marino Lupi, il sindaco Claudio Toni e il dirigente Regione
Toscana Enrico Desideri che ha illustrato il piano sanitario regionale 2008-
( da "Giornale.it, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 53 del
2009-03-03 pagina 35 Paola Cortellesi: «Strano diventare
mangiauomini E che tortura la guêpière» di Redazione Paola Cortellesi è Sofia,
donna spregiudicata e insofferente, con abito attillato a fiori e cotonatura un
po' alla Santanché. Non possiede istinto materno, cornifica volentieri il
marito, parla tranquillamente di sesso con le amiche, teorizza: «Siamo creature
primitive, la barbarie del mondo, non possiamo diventare moderne».
Quanto è diversa da lei? «Molto, per questo ho detto subito di sì, senza
neanche aver visto la commedia. Una bella sfida. Io ho la seduttività di
Pinocchio, lei invece attira gli uomini come mosche. È schietta, dice
"scopare", vive male il perbenismo dei suoi anni Sessanta. In fondo detesta
le convenzioni, ironizza su una certa cultura matriarcale, che usa ancora
termini come "sgravare". Mi piace perché è impaziente, dura, mai
tenera. Detesta il marito, è diventata mamma per sbaglio, la sua unione
matrimoniale è costruita sul nulla, fuma e custodisce battute per tutte. Ma in
fondo è una donna sconfitta». Si è ispirata a qualche modello femminile? «No,
era già tutto scritto benissimo. Però ho ripensato a quel film con Julianne
Moore, Lontano dal Paradiso, dove un certo mondo borghese anni Cinquanta, lindo
e rassicurante, frana sotto il peso dell'infelicità. Una moneta corrente,
l'infelicità, oggi come ieri. Poi bisogna riconoscere che anche le donne
rompono. Non vogliamo l'uomo aggressivo, ma se è troppo gentile e noioso ci
lamentiamo. La mia bibbia in materia è Cara ti amo di Elio e le Storie tese».
Non sarà stato difficile, per lei, travestirsi da Sofia. «Guardi, anche se non
si vede sullo schermo, indosso biancheria intima dell'epoca sotto
quell'abituccio stretto in vita. Una specie di guêpière. Le donne si muovevano
in modo diverso negli anni Sessanta. Una fatica!». Otto attrici, neanche un
uomo nel cast. È filato tutto liscio sul set? Neppure una piccola rivalità tra
voi? «In effetti ci siamo molto graffiate... Scherzo. È una leggenda che le donne
sul set si azzannino, offensivo pensare che non siano in grado di sostenere un
lavoro fatto in armonia. Nella mia carriera ho visto tanti colleghi maschi
litigare, invece si parla solo di donne, come se fossimo delle pazze
inviperite». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Mattino di Padova, Il" del 03-03-2009)
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Altre FINE VITA PERCHE' BISOGNA DIRE DI SI' A UNA LEGGE ANDREA SIMONCINI A
vederla da questa parte dell'oceano, la discussione italiana pro o contro la
legge sul testamento biologico sembra davvero incomprensibile e del tutto priva
di senso storico. Noi (dico, noi europei), figli di Hobbes e Rousseau,
continuiamo ad avere l'idea che la legge debba essere la verità (la volontà
generale), mentre qui (negli Stati Uniti) i figli di Locke e Madison hanno l'idea
che la legge non può essere la verità, la legge è una sistemazione pratica che
diamo ai problemi comuni, it is all but sacred. In Italia resiste ancora l'idea
che i miei diritti «sono» quello che dice la legge... ma nazismo, fascismo,
stalinismo non ci hanno insegnato nulla? In quei regimi - solo sessant'anni fa
- delle leggi (proprio così) hanno tolto agli uomini il diritto più elementare:
la vita e la sua dignità; per questo abbiamo «inventato» i
diritti umani, le
costituzioni. (...) Proprio perché faccio il professore di diritto, so che non
posso poggiare la mia speranza né la mia moralità sul diritto. Nessuna legge
può sostituire la mia responsabilità e nessun sistema può essere così perfetto
da rendere inutile essere buono, come dice Eliot. Ma è altrettanto
evidente che in Italia oggi abbiamo un problema. E' chiaro che l'ideale sarebbe
non avere leggi o che «lo Stato meno entra in queste cose e meglio è». E'
chiaro che dovrebbe bastare il consenso informato e lasciare tutto al rapporto
medico-famiglia-paziente. Ma tutti questi principi, sebbene così chiari, non
sono stati sufficienti a impedire la decisione su Eluana. E la decisione su
Eluana lascia tutte le persone ragionevoli insoddisfatte. Lascia insoddisfatto
chi, come me, ritiene che l'autonomia della persona sia un diritto inviolabile
(proprio così: sono contro quella decisione in nome dell'autodeterminazione di
Eluana!) e i giudici di Milano hanno chiaramente violato l'autonomia di Eluana
«presumendo» la sua volontà. Ma a ben vedere dovrebbe essere insoddisfatto
anche chi è d'accordo con i giudici milanesi, semplicemente perché un diverso
giudice (casomai abruzzese) potrebbe decidere all'opposto (...). Il punto è
tutto qui: vogliamo lasciare all'arbitrio, al cosiddetto forum shopping (mi
scelgo il giudice territoriale competente sulla base del suo orientamento),
alla decisione caso per caso, la scelta su queste vicende? (...). Dire che
occorre una legge non vuol dire che bisogna produrre una regolazione minuta e
dettagliata di cosa si deve o non si deve fare: non stiamo regolando come
costruire una centrale nucleare (dove, in effetti, converrebbe non rimanere nel
vago), stiamo disciplinando un aspetto della vita in cui è ben più ampia la
terra incognita che quella cognita. Penso, quindi, a una legge di principi, una
legge alveo, non a una legge fiume. Una legge che fissi, come si suol dire,
alcuni paletti, alcune definizioni e poi lasci lo spazio applicativo
all'autonoma capacità normativa e alla responsabilità degli altri soggetti
coinvolti, in primis i medici. Questo secondo me dev'essere il principio
cardine: sussidiarietà normativa. Non una legge che disegni da zero l'intera
normativa, ma una legge che stabilisca alcuni standards minimi: che renda
vincolanti per tutti alcuni principi del Codice di Deontologia medica, che
fissi alcune definizioni - ad esempio, accanimento terapeutico, stato
terminale, cure palliative, trattamenti di sostegno vitale, abbandono clinico -
e che rinvii al Codice di Deontologia Medica tutte le questioni di dettaglio e
la responsabilità disciplinare, mentre rinvii, al codice penale e al codice
civile le altre responsabilità. Guardando le pur diverse posizioni, mi pare che
alcuni di questi paletti fondamentali potrebbero trovare un ampio consenso nel
pieno rispetto della nostra Costituzione. Uno. La tutela della vita e della
salute dei pazienti con le terapie adeguate senza distinzioni di età, di sesso,
di etnia, di religione, di condizione sociale, di qualità della vita attuale e
futura, di disabilità e di grado di coscienza del paziente. Due. Il divieto di
trattamenti - positivi e omissivi - finalizzati a provocare la morte del
paziente. Tre. Il divieto di accanimento terapeutico e il consenso informato.
Quattro. L'autonomia e la responsabilità del medico nella programmazione, nella
scelta e nell'applicazione di diagnosi e di terapie. Cinque. L'obbligo del
medico di considerare, nel rispetto della sua autonomia (punto 4), le volontà e
i desideri espressi dal paziente anche in precedenza. Su questi punti, e sugli
altri che riterrà, il Parlamento discuta e alla fine prenda una decisione;
laicamente consapevole che sarà una decisione discutibile, limitata e
approssimativa e quindi, perfettibile, modificabile o abrogabile... ma non per
questo abdichi alla sua responsabilità. docente di Diritto costituzionale
nell'Università di Firenze e Visiting Professor of Law Fulbright Scholarship
Program Notre Dame Law School (il testo integrale su www.ilsussidiario.net)
( da "Tirreno, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
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Pontedera Stranieri contro il decreto sicurezza Sabato la manifestazione
PONTEDERA. Saranno su corso Matteotti a manifestare sabato. Insieme,
senegalesi, nigeriani e tutta la comunità degli stranieri a dire no al
cosiddetto "decreto sicurezza" del Governo. Dare la possibilità al
personale medico di denunciare i clandestini porterebbe senza dubbio ad una
dispersione di persone bisognose di cure. «Sappiamo tutti quanti siano numerosi
gli immigrati non in regola - spiega Dia Papa Demba, presidente del consiglio
degli stranieri - Tutti noi siamo arrivati in questo modo. Questo
decreto va a ledere non solo uno dei più elementari diritti umani che è quello alla salute, ma
porterebbe ad una proliferazione di studi abusivi a speculare sulla pelle degli
stranieri». Il consiglio degli stranieri parlerà della questione all'interno
del consiglio comunale di oggi, sviscerata nero su bianco in una mozione.
«Basti pensare alla possibilità che siano messi in discussione strutture come i
consultori per le donne o il libero accesso a quelli pediatrici. Sarebbe un
grave errore, oltre al pericolo per la salute pubblica». F.S.
( da "marketpress.info" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Martedì 03
Marzo 2009 PRESENTATO VOLUME ?AFRICAINGIOCO? Perugia, 3 marzo 2009 - ?
Avvicinarsi ai bambini africani attraverso la conoscenza dei loro giochi e dei
loro giocattoli. Con questo obiettivo la Regione Umbria e il Comune di Montone
hanno finanziato la stampa del settimo quaderno del catalogo ?Il Museo-tamburo
Parlante?, dal titolo ?Africaingioco?. Il volume è stato presentato il 28
febbraio a Perugia nella sede della Giunta regionale, alla presenza di circa 70
bambini provenienti da Montone sede del Museo, due classi quinte della scuola
elementare Fabretti di Perugia, una prima media della Scuola San Paolo sempre
del capoluogo. L?incontro prevedeva una prima fase istituzionale con gli interventi
di Alessandro Vestrelli della Regione Umbria, il coautore del testo, Albano
Ricci (l?altro autore è Enrico Castelli), il sindaco di Montone, Mariano
Tirimagni, l?ispettore scolastico, Amilcare Bori. Nella seconda fase della
presentazione, Albano Ricci ha commentato il catalogo con l?uso di sistemi
audiovisivi, mentre l?Associazione "Gotama" ha proposto ai ragazzi
una performance teatrale. Inoltre, agli studenti presenti sono stati mostrati
anche alcuni giocattoli di latta costruiti con materiale di recupero ed esposti
al Museo di Montone. ?Si tratta di un libro ricco di suggestioni attraverso il
quale, a partire dal gioco i lettori vengono condotti in un?altra cultura,
l?Africa appunto, culla dell?umanità lontana da slogan
e luoghi comuni. Il lavoro di Enrico Castelli e Albano Ricci ? ha scritto
l?assessore regionale alle politiche sociali, Damiano Stufara, nella prefazione
del testo ? ci permette di apprezzare lo spirito di iniziativa e la fantasia
con cui i bambini africani costruiscono da soli e con materiali di recupero i
propri giocattoli. Si tratta di un?esperienza molto lontana da quella dei
bambini occidentali, i cui giochi tecnologici lasciano poco spazio alla
creatività. Educare alla convivenza ed al rispetto della diversità ? ha
concluso l?assessore - è uno dei compiti strategici che ci assegna il presente,
alla luce della crescente presenza di immigrati nella nostra società ed in
particolare nella scuola umbra?. Il volume, diviso in undici capitoli è ricco
di foto colorate che raccontano di bambole e souvenir, di giochi coloniali e di
strategia, di come si possano fare giochi di latta e fili di ferro. Tanti
giochi illustrati invece, hanno bisogno solo delle mani per essere giocati,
mentre altri richiedono dei sassolini o biglie, altri ancora fanno uso del
corpo. ?Il titolo ?Africaingioco? ? hanno precisato gli autori nel testo ?
vuole suggerire che per noi è cruciale capire sì quanto differente è l? Africa,
ma anche quanto gli africani siano come noi, quanto le loro culture siano
complesse e variate, ma anche che uomini, donne e bambini vivono la realtà con
identiche emozioni, desideri e gioie a quelle che noi sperimentiamo giorno per
giorno?. ?L?interculturalità ? ha detto Alessandro Vestrelli ? è una disciplina
importante che deve essere trattata in tutte le scuole perchè permette di
affermare i principi di democrazia. Mettendo gli alunni a contatto con altre
mentalità significa far capire subito loro che i diritti umani
sono diritti di tutti gli uomini?. ?La scuola umbra sta cambiando ? ha detto
l?ispettore scolastico, Amilcare Bori ? Fino agli anni ?90 nelle nostre classi
erano presenti pochissimi bambini provenienti da altri Paesi, mentre ora siamo
la prima regione per presenza di bambini immigrati nelle scuole. E?
indispensabile quindi, cambiare atteggiamento e predisporsi all?accoglienza sin
da subito. ?. Il sindaco di Montone ha infine raccontato ai ragazzi il percorso
che ha portato alla nascita del Museo. . <<BACK
( da "Nuova Sardegna, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
AMERICA DEL
SUD Natura e diritti umani, così i popoli indios
guardano al nuovo millennio Un continente che cerca di trovare una strada tutta
sua di fronte alle sfide sempre più complesse del mondo globalizzato «Noi donne
e voi, popolo sovrano dell'Ecuador: riconoscendo le nostre radici millenarie,
forgiate da donne e uominidi popoli diversi; celebrando la natura, la Pacha
Mama, della quale siamo parte e che è per la nostra esistenza; invocando il
nome di Dio e riconoscendo le diverse forme di religiosità e di spiritualità;
rivolgendoci alla saggezza di tutte le culture che ci arricchiscono come società;
in quanto eredi delle lotte sociali di liberazione contro tutte le forme di
dominazione e di colonialismo; e con un profondo impegno col presente e col
futuro; decidiamo di costruire una nuova convivenza civile, nella diversità e
armonia con la natura, per ottenere il buen vivir, il sumak kawasay...». Sono
queste le premesse della Costituzione che il popolo ecuadoriano si è data nel
settembre dello scorso anno. Primo paese al mondo, l'Ecuador mette alla base
del suo vivere civile - el buen vivir, appunto -, un corretto rapporto con la
natura - la Pacha Mama - e la piena uguaglianza fra i popoli che compongono la
società ecuadoriana, le loro lingue, la loro particolare religione e
spiritualità. Quanto alla lingua, il castigliano è quella ufficiale a livello
statalee insieme al Kichwa e allo Shuarcostituiscono le lingue ufficiali delle
relazioni culturali. Le altre lingue ancestrali sono, invece, di uso
ufficialenei rispettivi territori. Ma il primato di questa Costituzione non si
ferma qui. L'articolo 11 del Titolo II dopo aver garantito che «tutte le
persone sono uguali e godranno degli stessi diritti, doveri e opportunità»,
specifica: «Nessuno potrà essere discriminato per ragioni di etnia, luogo di
nascita, età, identità culturale, lingua, religione, ideologia, affiliazione
politica, condizione socioeconomica, orientamento sessuale, sieropositività,
handicap, menomazione fisica...». E ancora: «Sarà incostituzionale qualsiasi
azione o omissione di carattere regressivo che diminuisca, riduca o annulli ingiustificatamente
l'esercizio dei diritti». Non meno ricco di novità il
Capitolo II, «acqua e alimentazione», che all'articolo 12 recita: «Il diritto
umano all'acqua è fondamentale e irrinunciabile. L'acqua costituisce patrimonio
nazionale, strategico di uso pubblico, inalienabile, imperscrittibile,
insequestrabile e essenziale per la vita». Al lettore non sfuggirà che
questa Costituzione sviluppa il tema dei diritti dell'uomo declinandolo, però
senza limitarsi alle affermazioni di principio, ma completandolo con
l'introduzione di nuovi diritti da tutelare e di norme stringenti per la loro
concreta attuazione. Diritti maturati nel tempo di
pari passo con la crescita di nuove minacce e di nuovi pericoli per la salute
non solo fisica dei singoli e delle comunità, d'accordo con lo sviluppo delle
scienze e della tecnologia che consentono non solo di individuare rischi e
pericoli, ma di affrontarli tempestivamente e di superarli. Di qui l'attenzione
ai problemi della salute, dell'alimentazione, dell'inquinamento, delle energie
compatibili e del rispetto della natura, insieme alla rivalutazione dei saperi
e delle pratiche ancestrali delle popolazioni indigene nel quadro, però, di una
visione laica dello Stato e dei suoi doveri verso i cittadini tutti eguali nei diritti
e nei doveri. Inedite e originali sono le misure stabilite per garantire la
difesa e lo sviluppo dell'educazione degli adolescentie la promozione delle
loro attitudini creative. Non è tutto ma quanto basta perché abbandonate
inaccettabili supponenze anche i legislatori degli Stati democratici
dell'Occidente apprendano la lezione che viene da un piccolo ma saggio popolo
centroamericano.
( da "Repubblica, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
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Esteri Mario Lana, consulente della difesa "In cella ha un solo rimpianto
di non essersi opposto al raìs" "Mi ha sempre ribadito la sua
estraneità a omicidi o stragi Ma la sua posizione non gli consente di dire che
col regime lui non c´entrava niente" «Tareq Aziz presto libero? Ma non
diciamo eresie. è imputato in almeno altri sei processi, senza contare che il
verdetto di assoluzione di ieri è una sentenza di primo grado e come tale
impugnabile». Mario Lana, presidente dell´Unione forense a
tutela dei Diritti umani,
amico dell´ex vicepremier iracheno, oltre che consulente legale del suo
collegio di difesa, tiene a chiarire da subito come sia infondata la notizia di
un´imminente scarcerazione del suo assistito. Avvocato Lana, Tareq Aziz resterà
quindi in carcere nonostante sia gravemente ammalato? «Purtroppo sì. Per
ora almeno. Quanto alle sue condizioni di salute, mi corre l´obbligo di
chiarire che sono migliori di quanto si creda. Certo è malato, ma almeno è
curato come si deve». Lei lo ha incontrato più volte, l´ultima circa tre mesi
fa a Bagdad. Cosa le ha detto? «Mi ha ripetuto ciò di cui ero già convinto: la
sua totale estraneità a qualsivoglia strage o omicidio di massa ordinato da
Saddam Hussein». Si ritiene quindi una vittima? «Questo, ad onor del vero, no.
A me che gli facevo notare che la sua posizione all´interno della nomenclatura
di regime era tale da non consentirgli di poter dire: "io non c´entro
nulla", lui mi ha spiegato, a mo´ di esempio, quale era il clima
all´interno del Consiglio della rivoluzione di cui lo stesso Tareq faceva
parte». E cioè, quale? «Saddam presiedeva le riunioni con la pistola in bella
mostra sul tavolo. Era l´unico armato. In quelle occasioni non si discuteva, si
prendeva soltanto atto delle sue decisioni. Opporsi era impossibile a meno che
non si aspirasse al suicidio. Anche allontanarsi per andare in bagno poteva
essere considerato uno sgarbo che poteva costare la vita, Aziz non ha problemi
ad ammettere di non aver mai avuto il coraggio di dire: "questo no".
Anche quando si trattava di azioni ripugnanti. Da questo punto di vista - mi ha
confessato - mi sento colpevole, ma posso giurare davanti a Dio che non ho mai
né direttamente né indirettamente causato la morte di alcuno». Come crede
finirà la sua vicenda giudiziaria? «Sono certo che alla fine tornerà libero. E
ora che alla Casa Bianca non c´è più Bush ma Obama, questa eventualità mi
sembra abbia molte probabilità di realizzarsi. In ogni caso ci vorrà del
tempo». (r.c.)
( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
ROHINGYA
Rangoon li disconosce, gli altri li rifiutano Solo il Bangladesh accetta di
accogliere i transfughi Junko Terao* Erano partiti quasi in mille a dicembre
dall'isola di Koh Sai Daeng, a largo di Phuket, dove i militari tailandesi li
avevano detenuti come criminali, malmenandoli, per poi rigettarli nel mare
delle Andamane a bordo di barche senza motore. Ieri, per 49 «fortunati»
profughi Rohingya intercettati dai guardacoste indiani e indonesiani insieme
agli altri sopravvissuti, è arrivato l'ok del Bangladesh per il rimpatrio. Il
governo di Dhaka, infatti, li ha riconosciuti come propri cittadini,
provenienti da Cox's Bazar, nel sud del paese, e ha accettato di riprenderseli.
Cosa ne sarà degli altri, ancora non si sa. A giudicare dall'esito delle
discussioni a margine del vertice dell'Asean, l'associazione dei paesi del
Sudest asiatico, tra cui tutti i principali interessati al problema dei
Rohingya, non ci saranno grandi soluzioni nell'immediato futuro per la
«non-minoranza» musulmana del nord della Birmania. La giunta militare di
Rangoon, che siede al tavolo dell'Asean, l'ha detto chiaro: i Rohingya non sono
birmani, anzi non li chiama nemmeno col loro nome, ma «bengalesi». A meno che
non presentino il certificato di cittadinanza, o che non ammettano di essere
bengalesi, dimostrando però di essere nati in Birmania, il loro destino non è
affar suo. E paesi come la Thailandia, la Malesia o l'Indonesia, dove la
maggior parte dei «boat people» senza stato approda, non possono rispedirli in
Birmania se la giunta non li riconosce come propri cittadini. E meno male,
verrebbe da dire, se non fosse per il trattamento disumano che hanno riservato
loro i militari di Bangkok. Perchè la situazione della comunità Rohingya è
forse la peggiore all'interno di un paese-prigione in cui
già la maggioranza della popolazione vive priva dei diritti umani fondamentali, ostaggio fin dal
1962 di un regime tra i più violenti e repressivi. I Rohingya non sono nemmeno
inclusi nella lista delle 135 minoranze etniche riconosciute dalla giunta. Fino
a prima del colpo di stato e l'instaurazione del regime, avevano avuto
rappresentanti politici e diritto di voto, oggi la giunta militare li
tiene chiusi in una delle regioni più povere del paese, senza libertà di
muoversi e rinnegandone la storia. Come il ministro degli Esteri di Rangoon ha
sottolineato al summit appena concluso «si tratta di immigrati illegali
provenienti dal vicino Bangladesh o di loro discendenti». Alle critiche dei
rappresentanti della società civile, che per la prima volta quest'anno hanno
avuto spazio al vertice in un faccia a faccia con i dieci capi di stato
dell'Asean, il generale Thein Sein, capo della giunta birmana, non ha
replicato, limitandosi a leggere una dichiarazione scritta. Gli altri membri
Asean hanno concordato che si tratta di «problema regionale», rimandando ogni
discussione a metà aprile, quando si terrà il prossimo incontro del Bali
Process, consesso regionale che si occupa dei profughi che scappano da
conflitti o persecuzioni, a cui la giunta birmana, per ovvi motivi, non
partecipa. Le posizioni, però, sono poco incoraggianti: la Malesia, paese a
maggioranza musulmana che insieme all'Indonesia è la meta preferita dei
Rohingya in fuga via mare, lì ne vivono circa ventimila, ha già ribadito che è
necessario «essere risoluti alle frontiere, bisogna rimandarli indietro», come
ha dichiarato il primo ministro Abdhullah Ahmad Badawi; la Thailandia, dove
molti dei profughi approdano non li considera «rifugiati politici» ma
«immigrati irregolari» da espellere, pur «nell'osservanza dei diritti umani». Peccato che per le violenze inflitte ai Rohingya
dagli uomini dell'Isoc, l'internal security operation command, autorità
militare per la sicurezza interna tailandese che opera prevalentemente in
segreto, probabilmente nessuno pagherà. Il comandante locale dell'Isoc,
colonnello Manas Khongpan, ha rimandato al mittente ogni accusa, negando
perfino che i suoi uomini abbiano mai trattenuto «immigrati illegali». Il
premier tailandese Abhisit Vejjajiva, per il quale il risalto internazionale
della faccenda è stato un duro colpo d'immagine, ha assicurato che le indagini
sono in corso, e che il governo farà chiarezza su quanto è accaduto. Ma è pur
vero che il comandante supremo dell'Isoc è lo stesso primo ministro. *Lettera22
( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'esodo
costante e talvolta tragico di una minoranza etnica musulmana senza diritti in
un paese a maggioranza buddista schiacciato dalla dittatura militare. Una
diaspora che ormai conta 1,5 milioni di persone In fuga DALLA BIRMANIA I
ROHINGYA ULTIMI BOAT PEOPLE Marwaan Macan-Markar BANGKOK È cominciato qualche
decennio fa, quando la regione era alle prese con le conseguenze della guerra
Usa in Vietnam. Ma adesso il fenomeno dei «boat people», i migranti via mare, è
tornato alla ribalta, e stavolta riguarda i Rohingya musulmani della Birmania,
in fuga dalla dura realtà del loro paese. I Rohingya sono una minoranza etnica
che vive in un paese, la Birmania, oggi Myanmar, dove prevale la religione
buddista. La maggior parte di loro si trova nello stato di Arakan, nella zona
occidentale di questo paese dominato dall'esercito. Per anni, un flusso lento e
costante di Rohingya ha attraversato in fuga il mare delle Andamane, passando
quasi inosservato. Tra ottobre 2006 e marzo 2008, più di ottomila Rohingya
hanno spiegato le vele dal Bangladesh, al confine occidentale con la Birmania,
per inseguire una vita migliore in Malaysia e in Thailandia. La situazione è
però cambiata da quando, a metà gennaio, i media internazionali hanno
cominciato a diffondere la notizia della recente tragedia che ha colpito gran
parte di questi migranti. I tailandesi, con l'appoggio dell'esercito, avrebbero
fermato i Rohingya mentre tentavano la fuga con le loro barche, malmenandoli e
poi lasciandoli alla deriva in mezzo al mare privi di strumenti di navigazione
e senza acqua né cibo. La sorte di un migliaio di Rohingya abbandonati in mare
aperto lo scorso dicembre è ancora incerta, secondo alcuni attivisti per i
diritti umani che seguono la vicenda da vicino. I
pochi che sono sopravvissuti per raccontare la tragedia dei maltrattamenti
subiti per mano dei tailandesi sono stati soccorsi dalle autorità costiere
indiane nel mare delle Andamane. Altri superstiti sono riemersi nella provincia
indonesiana di Aceh. «I Rohingya sono come falene che volano verso la luce. Non
sanno cosa accadrà quando arriveranno a destinazione», racconta Enayet Ullah,
per spiegare la disperazione della sua comunità, in cerca di una vita più degna
in un paese straniero. Il viaggio in mare è l'ultima via della speranza,
aggiunge Enayet Ullah, un Rohingya fuggito dall'Arakan decenni fa per una vita
più sicura in Thailandia e che, più tardi, ha fondato la Burma Rohingya
Association of Thailand (associazione dei Rohingya birmani in Thailandia), per
far conoscere la storia della sua comunità perseguitata. Oggi sono rimasti in
pochi i Rohingya che decidono di lanciarsi nella rischiosa avventura via mare,
dopo il grosso esodo di massa nel 1991-92: circa 250mila esuli di questa etnia
birmana si rifugiarono in Bangladesh per sfuggire all'oppressivo regime della
giunta birmana, si legge in uno studio realizzato dal «The Arakan Project», un
gruppo indipendente di difesa dei diritti umani con
sede a Bangkok che si occupa del dramma dei Rohingya. Quell'ondata di rifugiati
raggiunse gli altri 200mila Rohingya fuggiti in Bangladesh dall'Arakan nel
1978, durante l'operazione dell'esercito birmano denominata «Dragon King» che
sfociò in una sorta di pulizia etnica. L'operazione, rivolta contro le
minoranze, scatenò nel paese «omicidi diffusi, stupri, distruzione di moschee e
persecuzione religiosa», ha denunciato Amnesty International. Molti Rohingya
erano già fuggiti dalla Birmania negli anni precedenti, e costituiscono gli
oltre 1,5 milioni oggi parte di una diaspora che si è stabilizzata in paesi
come Arabia Saudita, Pakistan, India, Malaysia e Bangladesh. La diaspora dei
Rohingya è ormai più vasta della comunità che si sono lasciati alle spalle in
Birmania - che si stima di circa 750mila persone. «Le sopraffazioni oggi sono
peggiorate», segnala Kyaw Tin, un Rohingya di 40 anni che vive in esilio in
Thailandia, e mantiene i contatti con la famiglia nell'Arakan. «Il nostro
popolo è vittima del lavoro forzato cui sono costretti per almeno per quattro
giorni a settimana. Non possono lasciare il loro villaggio per visitare i
villaggi vicini senza il lasciapassare delle autorità». L'oppressione della
giunta si manifesta anche in politiche che non hanno eguali nel resto del
paese. Per i giovani della comunità è proibito sposarsi senza l'autorizzazione
di quattro diverse autorità, di cui una della violenta polizia di frontiera
birmana, nota con l'acronimo locale di NaSaKa. Di conseguenza «qualsiasi forma
di convivenza o di relazione sessuale, talvolta anche il semplice incontro di
una coppia senza permesso ufficiale di matrimonio costituisce una violazione
dell'ordinanza ed è punibile con un lungo periodo di carcere», rivelava «The
Arakan Project» nello studio dell' ottobre 2008 «Autorizzazioni ufficiali di
matrimonio: una condanna per le donne Rohingya». Privare i Rohingya delle
scorte alimentari, della possibilità di coltivare la terra o di ricevere
un'istruzione è la norma nei tre comuni di Buthidaung, Maungdaw e Rathedaung
nell'Arakan settentrionale, dove questa minoranza è stata ingabbiata. La
povertà e la costante penuria alimentare sono le cause di una malnutrizione
cronica che, secondo alcuni ricercatori, colpirebbe addirittura il 60% dei
bambini al di sotto dei cinque anni. «L'analfabetismo arriva all'80%, ci sono
pochissime scuole e le restrizioni sui viaggi impediscono ai giovani Rohingya
che completano l'educazione secondaria di frequentare l'università in un'altra
parte della Birmania», spiega Chris Lewa, capo ricercatore del «The Arakan
Project». «C'è una totale assenza di speranza tra i Rohingya nell'Arakan, anche
tra le persone istruite». I capi Rohingya non si aspettano molto dalla giunta.
Una sentenza emessa subito dopo la presa del potere dei militari nel 1962
privava i Rohingya della cittadinanza e negava loro un posto al tavolo concesso
agli oltre 100 gruppi etnici della Birmania. «È l'obiettivo (del regime) fare
piazza pulita dei Rohingya dalla loro terra ancestrale dell'Arakan», osserva
Nurul Islam, presidente della Organizzazione nazionale dei Rohingya dell'Arakan
(Arno), un gruppo che comprende i diversi movimenti politici dei Rohingya. «Il
regime li ha dichiarati 'non cittadini' dello stato, rendendoli apolidi nella
loro stessa madrepatria». « sono diventati vittime di
violazioni dei diritti umani e di crimini contro l'umanità istituzionalizzati, compresa la negazione dei diritti di
cittadinanza», ha dichiarato il presidente di Arno in un'intervista via e-mail
da Londra, dove vive attualmente. «Sono vittime quotidiane di trasferimenti
forzati, confisca della terra, arresti arbitrari, tortura, omicidi
extragiudiziari e estorsione» «Per queste condizioni estreme, i Rohingya
abbandonano le loro case e i loro affetti per altre destinazioni, in cerca di
protezione e di un rifugio sicuro». Copyright IPS Traduzione Francesca Buffo
( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CINA «Tibet
pretesto per attacchi» Il problema del Tibet riguarda «la sovranità» della Cina
anche se è «spesso mascherato da problema etnico, religioso, ambientale o legato ai diritti umani». Lo ha scritto ieri il Quotidiano del popolo, organo ufficiale
del Partito comunista in un editoriale che accusa non meglio identificati
«uomini politici» stranieri di sfruttare la questione tibetana «per raggiungere
il loro obiettivo di opprimere e contenere la Cina». Costoro, secondo il
giornale, «pensano che fissarsi su questa questione possa far spostare
l'attenzione della loro opinione pubblica» preoccupata della crisi economica.
L'editoriale aggiunge che il Dalai Lama è uno strumento di questi «complotti».
Nei giorni scorsi lo State Council Information Office ha diffuso un libro
bianco nel quale Pechino difende la propria politica nella provincia.
Avvertimenti preventivi mentre si avvicina l'anniversario della rivolta che lo
scorso anno mise a ferro e fuoco Lhasa e si propagò anche nelle vicine province
del Grande Tibet. La settimana scorsa vi sono state proteste nel Sichuan dove,
ad Aba, un monaco ha tentato di darsi fuoco. In Tibet la situazione viene
definita «tesa» dai residenti.
( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
FIRENZE &
DINTORNI In AGENDA FIRENZE VITE VENDUTE Prosegue il ciclo tra memoria e
innovazione, il lavoro i Toscana, istruito da Rifredi. Dove stasera e domani
alle 21 il Teatro dell'Elce mette in scena "Cinquanta", epopea di un
faticoso entusiasmo, con Elena Ciardella, Marco Di Costanzo, Sara Giulivi,
Stefano Parigi, regia Marco Di Costanzo, suono Andrea Pistoleri, maestro di
ballo Cristian Palmi (selezione Premio Scenario 2007). La nuova Italia appare
come una nazione con una forte impronta giovanile e un crescente entusiasmo per
la vita" scriveva l'economista americano Vincent Barnett nel 1956. Siamo
in pieno boom economicouna vena brillante, allegra e ottimista, che pare il
rifl esso rovesciato della nostra contemporaneità. Attraverso la consultazione
di fonti letterarie e cinematografi che, degli archivi Rai e soprattutto la
raccolta di interviste sul territorio fi orentino la compagnia ha condotto una
ricerca sulle tracce di questa sorta di età dell'oro dello spirito giovanile,
ricca di entusiasmo nonostante le certo non facili condizioni economiche e
sociali. Il risultato questo spettacolo, "un vivere quotidiano allo stesso
tempo diffi cile e luminoso, il lavoro in fabbrica, il rapporto sentimentale
con la politica, le sigarette fumate di nascosto, il gioco del corteggiamento,
le feste da ballo, gli scioperi, le scampagnate, gli scherzi, le tasche vuote,
l'amore diffi cile. La regia sviluppa un linguaggio non verbale, basato sul
ritmo, il movimento, la dinamica dello spazio e le atmosfere sonore, e traspone
così il materiale raccolto sul territorio in un realismo fantastico rarefatto e
struggente. PISA CINEMA E LAICITÀ Sarà proiettato stasera alle 20,30 presso il
cineclub Arsenale, nell'ambito di una rassegna dedicata ai temi della laicità,
"La perfezionista", opera prima di Cesare Lanza. Il fi lm
coraggiosamente affronta la questione dell'eutanasia, sostenendo il diritto di
determinare la propria morte se le condizioni di vita sono ormai divenute
insopportabili. "La perfezionista" del titolo è Giselda (Aurora
Mascheretti), segretaria di uno studio legale. È una straordinaria e atipica
perfezionista, al limite della morbosità. Giselda è innamorata di Angelo
(Rinaldo Rocco, altro volto nuovo) un musicista che scopre di avere una grave
malattia e che, per questo, dovrà operarsi. L'esito dell'intervento non sarà,
purtroppo, quello sperato, con conseguenze dai risvolti drammatici. Stasera
intervento introduttivo di Maria Turchetto del dipartimento di Studi storici
dell'università di Venezia, autrice di numerose pubblicazioni di scienze
sociali, e direttrice della rivista dell'Uaar, L'ateo. Repliche domani (alle
18,30), il 5 (alle 20,30), il 6 (alle 16.30). PISA APERITIVO A TEATRO Oggi alle
17 nella chiesa di Sant'Andrea quarto aperitivo della rassegna Confl itti con
la presentazione dell'antologia di racconti dall'esilio repubblicano spagnolo,
intervengono Silvia Monti, Arrigo Stara e Francesco Guazzelli, coi Sacchi di
Sabbia e Carlo Ansò che leggono alcuni brani. "Una farfalla sull'orlo
dell'abisso" è il titolo della prima antologia italiana di racconti
dell'esilio repubblicano spagnolo che, curata da Federica Cappelli, è uscita di
recente per i tipi della Ets Edizioni. Il volume riunisce le tre principali
voci della feconda "letteratura invisibile" fi orita all'indomani della
guerra civile spagnola, Max Aub, Francisco Ayala e Ramón J. Sender. La scelta
di alcuni loro racconti, in gran parte mai tradotti prima, rifl ette le diverse
linee tematiche della narrativa ispanica postbellica: dal dolore per le atroci
morti causate dal confl itto alla rabbia verso i responsabili di tanto scempio,
dalla rifl essione sulla condizione umana e sul valore del singolo individuo
allo smarrimento dell'espatrio forzato, dall'ostinato e patetico attaccamento
al passato ai sensi di colpa generati dall'odio. Al termine aperitivo per
tutti. Ingresso libero.FIRENZE CINEMA E TELEFONO Primo appuntamento allo
Stensen di viale Don Minzoni della rassegna dedicata al telefono e allo
scienziato Antonio Meucci che l'inventò dal titolo così così "Il telefono:
suono vicino...così lontano". Insomma si parte stasera per ricordare il
Meucci nato a San Frediano, studente all'Accademia di Belle Arti, e
naturalmente il telefono che regala al cinema ansie, amori, affari, minacce,
suspence e litigi. E clamorose intercettazioni. E allora spazio alle 21 stasera
al primo Almodovar di "Donne sull'orlo di una crisi di nervi"
(Spagna) rivelatosi a Venezia e assai liberamente ispirato a "La voce
umana" di Cocteau. Commedia colorata, acida e sofi sticata, il primo Pedro
caustico e al vetriolo, campione pstmoderno di indiavolate avventure da movida
madrilena, irriverente e graffi ante e senza un attimo tregua. La rassegna
continua il 10 marzo con "La conversazione" di Francis Ford Coppola,
il 17 "
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
ANCONA SCUOLA
pag.
( da "Corriere del Veneto" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere del
Veneto - VERONA - sezione: NOTTEEGIORNO - data: 2009-03-03 num: - pag: 14
categoria: REDAZIONALE L'iniziativa «Nessuno è straniero» Sui bus manifesti
contro il razzismo Manifesti sui bus per combattere il razzismo a Verona.
Gireranno per sei mesi su quattordici pullman urbani, in seguito alla campagna
pubblicitaria lanciata domenica dal Cartello, un coordinamento di 45
associazioni veronesi. Una serie di immagini che rappresentano volti e colori
variegati delle persone di ogni razza, colore o etnia. Cittadini che dipingono
la nuova articolata identità della città scaligera. Ma non solo. Il progetto
prevede anche la realizzazione di cartelloni, locandine, cartoline, magliette e
borse con lo stesso slogan e le stesse figure della campagna pubblicitaria che
campeggerà sugli autobus. L'iniziativa è il risultato di un percorso ideato da
alcuni creativi veronesi e realizzato con la collaborazione delle associazioni
del Cartello. Lo scopo di queste realtà è combattere ogni forma di
discriminazione sul territorio, attraverso attività di
formazione e approfondimento sul tema dei diritti umani. Alla realizzazione dell'idea hanno partecipato oltre trenta
volontari. La fase preparatoria delle immagini sui cartelloni è durata un anno.
Durante quattro laboratori svolti all'interno di villa Buri sono state create a
grandezza umana le lettere in legno che compongono lo slogan presente nelle
fotografie. Utilizzando stoffe e abiti scartati dalla raccolta indumenti
dell'associazione San Vincenzo, le lettere sono state ricoperte con la tecnica
del collage. Alla festa dei popoli 2008, i caratteri costruiti sono stati
utilizzati per un servizio fotografico che ha coinvolto più di 150 persone. Il
materiale cartaceo sarà distribuito sia nelle scuole, sia all'interno delle
parrocchie, per garantire la massimo diffusione possibile del messaggio. Il
progetto sarà presentato oggi alle 18 alla libreria Fnac di via Cappello. Dino
Guerrini Poster colorati Lo slogan della campagna contro la discriminazione
lanciata da alcuni associazioni. I manifesti sono stati affissi sugli autobus
( da "Corriere della Sera" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
della Sera - MILANO - sezione: Tempo Libero - data: 2009-03-03 num: - pag: 19
categoria: REDAZIONALE Cinema Gnomo Donne, bimbi, diritti: ecco i corti degli
artisti I l regista africano Idrissa Ouedraogo e l'artista Francesco Jodice
presentano questa sera alle 20.30 al cinema Gnomo un film particolare: «Stories
on human rights», prodotto dalla Ong Art for the world e composto da 22
cortometraggi di tre minuti ciascuno, realizzati da altrettanti celebri
artisti. La serba Marina Abramovic, per esempio, filma una scuola dove i
bambini giocano e dormono con le armi (nella foto); la messicana Teresa Serrano
racconta le ingiustizie subite da una donna, fermata in continuazione da un
lazzo che le impedisce di proseguire per la sua strada. Il regista indiano
Murali Nair, Caméra d'Or nel 1999, mostra come la vita di una donna valga meno
di quella di una mucca sacra; l'iraniano Saman Salour si concentra invece sulle
bambine cui sono preclusi i giochi dei loro coetanei. Il progetto nasce su
iniziativa dell'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani
in occasione del 60Ë? anniversario della Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo ed è corredato da un libro (Electa) con testi di 12 scrittori tra cui
cinque Nobel. (fr. bon.)
( da "Corriere della Sera" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-03 num: - pag: 8
categoria: REDAZIONALE Interrogatori Distrutti dalla Cia 92 video WASHINGTON —
La Cia ha distrutto i video di 92 interrogatori che potevano dare luogo a
controversie giudiziarie. Lo ha ammesso ieri il
viceprocuratore federale dello Stato di New York, Lev Dassin, in una lettera a
un magistrato. I video mostrano presunti terroristi di Al Qaeda che vengono
interrogati con il «waterboarding», una tecnica che simula l'annegamento ed è
considerata una forma di tortura.
( da "Stampa, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Sollievo in
Vaticano Vince la diplomazia discreta dei caldei I vescovi iracheni si erano
impegnati per la sorte del correligionario L'arcivescovo di Kirkuk «Lo hanno
giudicato senza alcuno spirito di vendetta, è positivo» [FIRMA]GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO Un mese fa era stato uno dei temi caldi nell'incontro al
Palazzo Apostolico tra Benedetto XVI e i vescovi iracheni. Un vertice serrato,
carico di significati e culminato con la proposta di un Sinodo dei vescovi sul
Medio Oriente ma con il «caso Aziz» sullo sfondo. L'assoluzione del caldeo
Tareq Aziz (principale interlocutore nelle mediazioni tentate da Giovanni Paolo
II per scongiurare la guerra nel Golfo, anche attraverso i legami con i frati
francescani del Sacro Convento di Assisi e la Comunità di Sant'Egidio) era
«questione di primaria importanza» per la Segreteria di Stato retta dal
cardinale Tarcisio Bertone. In Terza Loggia, nel governo centrale della Chiesa,
l'arcivescovo Fernando Filoni, ex nunzio apostolico a Baghdad e attuale
Sostituto, ha seguito costantemente la vicenda. Un «filo diretto» mantenuto
attraverso l'episcopato dell'Iraq. «E' positivo che Aziz, un uomo molto educato
e un diplomatico di grande valore, sia stato giudicato senza spirito di
vendetta. Doveva ubbidire a Saddam o sarebbe stato ucciso», osserva Louis Sako,
arcivescovo di Kirkuk, preoccupato adesso per «gli altri cristiani,
collaboratori del dittatore, che sono ancora in attesa di giudizio».
Un'assoluzione, precisa Sako, «di cui si rallegra anche il Santo Padre» per
quello che «Aziz rappresenta non solo come cristiano ma anche come iracheno» e
perché «è un segnale che va nella direzione di una maggiore sensibilità contro
la pena di morte». Oltre alla sollecitudine manifestata dal Vaticano attraverso
i vescovi locali e l'ambasciatore papale Francis Chullikatt, sulla decisione
del tribunale speciale iracheno, secondo la Chiesa, ha giocato un ruolo anche
la nuova presidenza Usa «impegnata nell'abolizione della pena capitale». E ciò
pure per «cancellare il ricordo tragico di Abu Ghraib e le passate infrazioni
al diritto internazionale». Il Vaticano continua a monitorare una situazione
che vede la minoranza cristiana in grave difficoltà. «La situazione interna
irachena sta migliorando, ma i problemi restano tanti. L'assoluzione di Tareq
Aziz va verso uno Stato di diritto ed è un bene per il Paese e tutti gli
iracheni», sottolinea Shlemon Warduni, vicario patriarcale di Baghdad. La
preoccupazione della Santa Sede era che Aziz non fosse giudicato secondo la
responsabilità personale delle sue azioni durante il regime, ma per spirito di
vendetta e sull'onda delle pressioni. Invece i timori si sono rivelati
infondati. Ora la Segreteria di Stato e l' episcopato
iracheno concordano che la giustizia è stata fatta «con misericordia e nel
rispetto dei diritti umani».
E la speranza è che ciò sia il viatico ad una pace duratura. In Curia si è
prodigato particolarmente il procuratore caldeo presso la Santa Sede, monsignor
Philip Najim. «Aziz era alla sbarra non perché cristiano ma perché gerarca del
vecchio regime - spiega -.Questa decisione rivela l'indipendenza del
tribunale ed è un segno di fiducia per il popolo. In questa prospettiva anche
il ritiro delle truppe Usa, annunciato da Obama, è un ulteriore segno di
fiducia negli iracheni». Padre Benjamin, segretario generale della fondazione
«Beato Angelico» deplora «i cinque anni trascorsi in carcere da un uomo malato
e innocente». E puntualizza: «Alla Commissione Onu dei diritti umani a Ginevra era stato presentato un rapporto che
documentava la detenzione arbitraria di Tareq Aziz. Ho scritto anche a Obama e
conservo anche la sua risposta del 5 novembre 2008. Comunico con il suo staff
ogni giorno e con loro scambio tutte le informazioni. E ho ricevuto
rassicurazioni per avere maggiore giustizia». www.lastampa.it/galeazzi
( da "Stampa, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
LA
TORTURA DEL TOPO MORTO L'UOMO HA FATTO BERE ALLA VITTIMA UNA TAZZA DI TÈ CON I
RESTI DI UN RODITORE 1
( da "AmericaOggi Online" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Onu. Mara
Carfagna alla Commissione sulla condizione della donna. Lotta alla violenza
sessuale di Alessandra Baldini 03-03-2009 NEW YORK. La lotta contro la violenza
sessuale è una priorità nell'agenda dell'Italia per i
diritti umani: "Un
problema globale", di fronte al quale l'Italia ha l'orgoglio "di
avere fatto molto sia sul fronte della deterrenza che su quello della
repressione". Lo ha detto il ministro per le pari opportunità Mara
Carfagna che ieri ha parlato all'Onu nella giornata inaugurale della 53/ma
sessione della Commissione sulla condizione della donna. La Carfagna ha
illustrato nel suo intervento le ultime misure prese dal governo italiano per
contrastare il fenomeno, e tra queste "l'introduzione, da venerdì, del
reato di stalking" nel codice penale. Finora - ha ricordato la Carfagna -
non c'erano sanzioni appropriate nel diritto italiano per questo tipo di atti
persecutori che colpiscono, secondo le ultime stime, due milioni di donne e
spesso preludono altri più gravi reati come lo stupro o l'omicidio: Le donne
italiane hanno salutato come un successo questa nuova norma''. Il ministero per
le pari opportunità - ha detto il ministro - si prefigge di fare da
catalizzatore per porre in atto iniziative sociali e legislative e per
sostenere ricerche tese alla prevenzione e al contrasto. Tra le misure in
gestazione, la Carfagna ha parlato di un protocollo d'intesa con il ministero
dell'Interno teso a potenziare il numero verde anti-violenza che offre una
prima assistenza giuridica e psicologica alle vittime di violenza sessuale e a
finanziare corsi di formazione per il personale di polizia che deve interagire
con le vittime della violenza. Sono tutte iniziative che vogliono fare
dell'Italia un punto di riferimento, con l'obiettivo di sensibilizzare la
comunità internazionale in uno sforzo che va al di là dei confini nazionali
"perché nel mondo troppe donne e troppi bambini soffrono a causa di
violenze ingiuste", ha detto Carfagna. Che all'Onu ha illustrato anche
l'impegno dell'Italia contro le mutilazioni genitali femminili, contro le quali
il ministero per le pari opportunità ha stanziato di recente 4 milioni di euro:
una cifra che non soffrirà a causa della crisi finanziaria globale "perché
si tratta di impegni fondamentali", ha ribadito il ministro in una
conferenza stampa. "La cooperazione in questo campo deve essere
accompagnata da azioni politiche. Crediamo fermamente che la comunità
internazionale debba mantenere i riflettori puntati su questo fenomeno ed
essere preparata a prendere una posizione per abolirlo", ha detto la
Carfagna che, nel corso della missione a New York, incontrerà il direttore
esecutivo dell'Unfpa, Thoraya Ahamed Obaid, e la direttrice esecutive di
Unifem, Ines Alberdi. Carfagna sottoscriverà anche la campagna "Say no to
violence against woman". La Commissione sullo stato delle donne proseguirà
i lavori fino al 13 marzo: in agenda anche il dibattito sulla equa condivisione
delle responsabilità tra donne e uomini nelle cure ai malati di Hiv e Aids,
l'impatto della crisi finanziaria globale sulla condizione femminile, la situazione
delle donne palestinesi, i matrimoni forzati delle bambine.
( da "Targatocn.it" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Sicurezza:
politici cuneesi alla manifestazione romana Gli Assessori Erio Ambrosino di
Cuneo e Maurizio Bergia di Fossano, hanno partecipato a titolo personale, alla
manifestazione organizzata il 26 febbraio a Roma, presso Montecitorio, per
denunciare l?iniquità di alcune disposizioni, recentemente approvate dal
Senato, in materia di sicurezza. L'evento era organizzato dalle Associazioni
Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità di Sant?Egidio e FOCSIV, ma sono
intervenuti anche 18 parlamentari che hanno condiviso lo spirito dell?iniziativa,
sottolineando le inaccettabili proposte del Governo. Si sono espressi, tra gli
altri, gli On. Casini, Bindi, Binetti, Turco, Pezzotta i quali,
all?unanimità,hanno lasciato la Piazza con l?impegno di portare a termine le
loro proposte di emendamento a quelle norme che criminalizzano l?immigrato,
chiunque esso sia. Alla manifestazione ha partecipato anche
il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, Paolo Ramonda. La
speranza è che dalla manifestazione emergano risultati positivi che affermino,
ancora una volta, i diritti di uguaglianza sanciti dalla Costituzione e dalla
Carta dei diritti umani.
( da "Stampaweb, La" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
WASHINGTON
Perquisizioni, blitz illegali e gravi violazioni dei diritti costituzionali:
tutto in nome della lotta al terrorismo. Un memorandum del dipartimento della
Giustizia statunitense che risale a poco più di un mese dopo gli attacchi
dell?11 settembre 2001 (è datato 23 ottobre) getta nuove ombre sul rispetto dei
diritti umani nell?era Bush. Il dipartimento della
Giustizia degli Stati Uniti ha diffuso un memo dell?amministrazione Bush tenuto
segreto fin dal 2001 e scritto un mese dopo gli attacchi terroristici dell?11
settembre. Dal documento, risulta che l?ex presidente Usa George W. Bush
riteneva che l?esercito Usa potesse cercare e catturare persone sospettate di
terrorismo nel territorio degli Stati Uniti, anche senza alcun mandato. Secondo
il documento, le garanzie costituzionali contro arresti e operazioni di polizia
illegali non si applicavano ai sospetti terroristi su territorio statunitense,
nel caso che il presidente o un?altra alta autorità autorizzassero tali azioni.
Anche dopo che la Casa Bianca era tornata sui suoi passi, il dipartimento di
Giustizia si era rifiutato di rendere noto il contenuto del memorandum. Il
memorandum legale, inviato dal dipartimento della Giustizia alla Casa Bianca,
esprime l?avviso che «un comandante che effettua un raid contro una cellula
terrorista non ha bisogno di un mandato di perquisizione». Lo stesso documento
osserva che «l?attuale campagna contro il terrorismo potrebbe richiedere ancora
più ampi poteri federali sul fronte domestico». Il memorandum fa parte di un
gruppo di nove compilati nell?era Bush, e finora tenuti segreti, che vennero
dichiarati «non più operativi» dal presidente Barack Obama subito dopo il suo insediamento
alla Casa Bianca. La commissione sui Servizi di Intelligence del Senato
americano si appresta ad avviare un?indagine sui metodi di detenzione e di
interrogatorio applicati dalla Cia durante la presidenza di George W. Bush.
Secondo il personale vicino alla commissione l?inchiesta riguarderà anche le
basi segrete dell?intelligence e i sistemi usati per ottenere informazioni dai
leader di al Quaida catturati negli ultimi anni. L?obiettivo sembra però non
essere quello di determinare eventuali violazioni delle leggi ma di «imparare
dalle lezioni del passato». Il Senato dovrebbe concludere i lavori non prima di
un anno. Secondo il Los Angeles Times i termini dell?inchiesta sarebbero stati
discussi ieri dai membri della commissione che comunque non dovrebbero iniziare
le audizioni nel breve termine. Ai fini dell?indagine sarà determinante il
ruolo della Casa Bianca. Sotto l?amministrazione di George W. Bush infatti il
Congresso non è mai riuscito ad ottenere informazioni relative ai campi segreti
della Cia mentre un grosso aiuto potrebbe arrivare dalla nuova amministrazione
targata Barack Obama, che potrebbe desecretare molte informazioni fino ad oggi
top secret.
( da "AgoPress" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
(AGO PRESS)
Lotta al razzismo e impegno per il disarmo. Questi temi saranno al centro degli
interventi che il sottosegretario agli Affari Esteri, Vincenzo Scotti, terrà oggi al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, e alla Conferenza sul disarmo, entrambi in
programma per oggi a Ginevra. Il Consiglio ha il compito di preparare la
Conferenza di revisione di Durban, per fare il punto sugli impegni presi nel
2001 dalla conferenza mondiale contro il razzismo. La conferenza di
revisione è in programma a Ginevra dal 20 al 24 aprile prossimi.
( da "Manifesto, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
I ROHINGYA
ULTIMI BOAT PEOPLE In fuga DALLA BIRMANIA L'esodo costante e talvolta tragico
di una minoranza etnica musulmana senza diritti in un paese a maggioranza
buddista schiacciato dalla dittatura militare. Una diaspora che ormai conta 1,5
milioni di persone Marwaan Macan-Markar BANGKOK È cominciato qualche decennio
fa, quando la regione era alle prese con le conseguenze della guerra Usa in
Vietnam. Ma adesso il fenomeno dei «boat people», i migranti via mare, è
tornato alla ribalta, e stavolta riguarda i Rohingya musulmani della Birmania,
in fuga dalla dura realtà del loro paese. I Rohingya sono una minoranza etnica
che vive in un paese, la Birmania, oggi Myanmar, dove prevale la religione
buddista. La maggior parte di loro si trova nello stato di Arakan, nella zona
occidentale di questo paese dominato dall'esercito. Per anni, un flusso lento e
costante di Rohingya ha attraversato in fuga il mare delle Andamane, passando
quasi inosservato. Tra ottobre 2006 e marzo 2008, più di ottomila Rohingya
hanno spiegato le vele dal Bangladesh, al confine occidentale con la Birmania,
per inseguire una vita migliore in Malaysia e in Thailandia. La situazione è
però cambiata da quando, a metà gennaio, i media internazionali hanno
cominciato a diffondere la notizia della recente tragedia che ha colpito gran
parte di questi migranti. I tailandesi, con l'appoggio dell'esercito, avrebbero
fermato i Rohingya mentre tentavano la fuga con le loro barche, malmenandoli e
poi lasciandoli alla deriva in mezzo al mare privi di strumenti di navigazione
e senza acqua né cibo. La sorte di un migliaio di Rohingya abbandonati in mare
aperto lo scorso dicembre è ancora incerta, secondo alcuni attivisti per i
diritti umani che seguono la vicenda da vicino. I
pochi che sono sopravvissuti per raccontare la tragedia dei maltrattamenti
subiti per mano dei tailandesi sono stati soccorsi dalle autorità costiere
indiane nel mare delle Andamane. Altri superstiti sono riemersi nella provincia
indonesiana di Aceh. «I Rohingya sono come falene che volano verso la luce. Non
sanno cosa accadrà quando arriveranno a destinazione», racconta Enayet Ullah,
per spiegare la disperazione della sua comunità, in cerca di una vita più degna
in un paese straniero. Il viaggio in mare è l'ultima via della speranza,
aggiunge Enayet Ullah, un Rohingya fuggito dall'Arakan decenni fa per una vita
più sicura in Thailandia e che, più tardi, ha fondato la Burma Rohingya
Association of Thailand (associazione dei Rohingya birmani in Thailandia), per
far conoscere la storia della sua comunità perseguitata. Oggi sono rimasti in
pochi i Rohingya che decidono di lanciarsi nella rischiosa avventura via mare,
dopo il grosso esodo di massa nel 1991-92: circa 250mila esuli di questa etnia
birmana si rifugiarono in Bangladesh per sfuggire all'oppressivo regime della
giunta birmana, si legge in uno studio realizzato dal «The Arakan Project», un
gruppo indipendente di difesa dei diritti umani con
sede a Bangkok che si occupa del dramma dei Rohingya. Quell'ondata di rifugiati
raggiunse gli altri 200mila Rohingya fuggiti in Bangladesh dall'Arakan nel
1978, durante l'operazione dell'esercito birmano denominata «Dragon King» che
sfociò in una sorta di pulizia etnica. L'operazione, rivolta contro le
minoranze, scatenò nel paese «omicidi diffusi, stupri, distruzione di moschee e
persecuzione religiosa», ha denunciato Amnesty International. Molti Rohingya
erano già fuggiti dalla Birmania negli anni precedenti, e costituiscono gli oltre
1,5 milioni oggi parte di una diaspora che si è stabilizzata in paesi come
Arabia Saudita, Pakistan, India, Malaysia e Bangladesh. La diaspora dei
Rohingya è ormai più vasta della comunità che si sono lasciati alle spalle in
Birmania - che si stima di circa 750mila persone. «Le sopraffazioni oggi sono
peggiorate», segnala Kyaw Tin, un Rohingya di 40 anni che vive in esilio in
Thailandia, e mantiene i contatti con la famiglia nell'Arakan. «Il nostro
popolo è vittima del lavoro forzato cui sono costretti per almeno per quattro
giorni a settimana. Non possono lasciare il loro villaggio per visitare i
villaggi vicini senza il lasciapassare delle autorità». L'oppressione della
giunta si manifesta anche in politiche che non hanno eguali nel resto del
paese. Per i giovani della comunità è proibito sposarsi senza l'autorizzazione
di quattro diverse autorità, di cui una della violenta polizia di frontiera
birmana, nota con l'acronimo locale di NaSaKa. Di conseguenza «qualsiasi forma
di convivenza o di relazione sessuale, talvolta anche il semplice incontro di
una coppia senza permesso ufficiale di matrimonio costituisce una violazione
dell'ordinanza ed è punibile con un lungo periodo di carcere», rivelava «The
Arakan Project» nello studio dell' ottobre 2008 «Autorizzazioni ufficiali di
matrimonio: una condanna per le donne Rohingya». Privare i Rohingya delle
scorte alimentari, della possibilità di coltivare la terra o di ricevere
un'istruzione è la norma nei tre comuni di Buthidaung, Maungdaw e Rathedaung
nell'Arakan settentrionale, dove questa minoranza è stata ingabbiata. La
povertà e la costante penuria alimentare sono le cause di una malnutrizione
cronica che, secondo alcuni ricercatori, colpirebbe addirittura il 60% dei
bambini al di sotto dei cinque anni. «L'analfabetismo arriva all'80%, ci sono
pochissime scuole e le restrizioni sui viaggi impediscono ai giovani Rohingya
che completano l'educazione secondaria di frequentare l'università in un'altra
parte della Birmania», spiega Chris Lewa, capo ricercatore del «The Arakan
Project». «C'è una totale assenza di speranza tra i Rohingya nell'Arakan, anche
tra le persone istruite». I capi Rohingya non si aspettano molto dalla giunta.
Una sentenza emessa subito dopo la presa del potere dei militari nel 1962
privava i Rohingya della cittadinanza e negava loro un posto al tavolo concesso
agli oltre 100 gruppi etnici della Birmania. «È l'obiettivo (del regime) fare
piazza pulita dei Rohingya dalla loro terra ancestrale dell'Arakan», osserva
Nurul Islam, presidente della Organizzazione nazionale dei Rohingya dell'Arakan
(Arno), un gruppo che comprende i diversi movimenti politici dei Rohingya. «Il
regime li ha dichiarati 'non cittadini' dello stato, rendendoli apolidi nella
loro stessa madrepatria». « sono diventati vittime di
violazioni dei diritti umani e di crimini contro l'umanità istituzionalizzati, compresa la negazione dei diritti di
cittadinanza», ha dichiarato il presidente di Arno in un'intervista via e-mail
da Londra, dove vive attualmente. «Sono vittime quotidiane di trasferimenti
forzati, confisca della terra, arresti arbitrari, tortura, omicidi
extragiudiziari e estorsione» «Per queste condizioni estreme, i Rohingya
abbandonano le loro case e i loro affetti per altre destinazioni, in cerca di
protezione e di un rifugio sicuro». Copyright IPS Traduzione Francesca Buffo
( da "Reuters Italia" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
PECHINO
(Reuters) - La rock band britannica Oasis non suonerà in Cina per motivi
economici, e non per questioni legate al Tibet: lo ha detto oggi uno degli
organizzatori cinesi del tour che è stato annullato. Gli Oasis avevano reso
noto che le autorità cinesi avevano bloccato i previsti concerti di Shanghai e
Pechino dopo aver scoperto che Noel Gallagher era apparso in un concerto
pro-Tibet nel 1997 negli Usa. Ma uno dei promoter di Beijing All Culture
Communication Co Ltd, una piccola società che promuove soprattutto balletti e
concerti di musica tradizionale cinese più che eventi rock, ha detto a Reuters,
parlando al telefono, che il tour della band è stato cancellato a causa della
"dura situazione economica". "Non ho soldi. E' normale, in una
situazione di crisi economica... non ha niente a che fare col problema
tibetano", ha detto l'uomo, che usa il soprannome Luo. La Cina governa sul
Tibet con il pugno di ferro da quando le sue truppe sono entrate nel Paese nel
1950. Il ministero cinese degli esteri condivide la spiegazione
dell'organizzatore, anche se un portavoce ha detto che il governo sta ancora
indagando. "Secondo l'organizzatore, la performance è stata cancellata a
causa di alcuni problemi economici che ha avuto". "Le autorità cinesi
responsabili, i dipartimenti culturali, hanno già chiesto agli organizzatori di
fornire informazioni dettagliate a riguardo". Il resto del tour degli
Oasis in Asia, compreso un concerto il 7 aprile a Hong Kong (ex colonia
britannica tornata alla Cina nel 1997), resta però confermato.
( da "Avvenire" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
POLITICA
03-03-2009 NELLA LEGGE SULLA FINE VITA IL CUORE DEL PROBLEMA È BIOETICO, NON
RELIGIOSO Quella stanca voglia dei laicisti di scivolare dentro i vecchi
steccati FRANCESCO D'AGOSTINO V inceranno i guelfi o vinceranno i ghibellini,
nella partita che ha per oggetto l'approvazione di una legge sulla fine della
vita umana? Se impostiamo così la questione, come sempre più di frequente
sembra che avvenga, una cosa sola è certa: chiunque vinca, sarà la bioetica a
perdere, perché le ripugna ridurre nei confini soffocanti dell'ideologia
questioni come l'autodeterminazione, l'accanimento, l'abbandono terapeutico, il
destino della medicina nell'età della tecnica. Spiace perciò dover prendere
atto dell'acredine e perfino dell'aggressività con cui molti laicisti (ma non
tutti!) cercano di riportare il dibattito sorto a seguito della vicenda Englaro
alla stanca, esasperante e infondata conflittualità tra cattolici e laici. È
indubbio che i temi legati alle questioni giuridiche sulla fine della vita umana
sono di quelli che dividono: non dividono però per ragioni confessionali, ma
per la diversa valutazione della configurazione etica che vengono ad assumere
nel mondo d'oggi le trionfanti tecniche biomediche. Questo è il cuore del
problema ed è un problema strettamente bioetico e non religioso, come dimostra
il fatto che in bioetica ogni riferimento alla Scrittura, ai dogmi, ai Concili,
al magistero della Chiesa viene sempre dopo un buon uso della comune e
condivisa ragione morale. E valga il vero. Non perché sia ripugnante alterare
il progetto di Dio sulle sue creature che si deve dire di no all'eugenetica, ma
per la rischiosissima alterazione dell'eguaglianza alla nascita tra gli uomini
che essa porta inevitabilmente con sé. Non perché sia sacra a Dio, non per
compiacere i credenti, la vita va difesa nelle moderne democrazie, ma perché è
indispensabile limitare il potere biopolitico dello Stato. Non perché si voglia
difendere col codice penale il proprio credo religioso (questa è
l'affermazione, quasi offensiva, che fa Nadia Urbinati su 'Repubblica' del 2
marzo) che si deve dire di no a qualsiasi forma, esplicita o implicita, di
eutanasia, ma perché questo no sta alla base della plurisecolare, laicissima
medicina ippocratica e del principio di garanzia che la sostiene. La laicità
non consiste nel ridurre lo Stato a mero e freddo garante formale della
coesistenza sociale, ma nel riconoscergli tra le tante funzioni quella
preminente di garantire un'etica pubblica oggettiva e condivisa, che ha la sua sostanza in un fermo sì alla tutela dei diritti umani e in un no, altrettanto fermo,
alla pena di morte, al commercio di organi, alle mutilazioni sessuali, a
qualsiasi manipolazione non terapeutica del corpo umano, anche se liberamente
volute da persone adulte, informate e consenzienti, pienamente in grado di
autodeterminarsi. In questo senso deve muoversi una buona legge sul fine
vita. Tutti, cattolici e laici, devono battersi perché in essa non vengano a
confondersi la sfera del diritto e quella della religione (il 'reato' con il
'peccato'). Ma tra le due sfere, che vanno tenute accuratamente separate, c'è
quella della bioetica e questa sfera, investendo problemi di relazionalità
sociale, non può essere messa tra parentesi o venir ridotta al formalismo del
diritto, soprattutto da parte di uno Stato democratico. Ha ragione la Urbinati
quando ripete (peraltro stancamente) che la democrazia non può presumersi
infallibile, né può pretendere di possedere certezze assolute. È giustissimo
che la democrazia sia portata a dubitare costantemente di se stessa e sia
sempre pronta a ritornare sui suoi passi. Se è doveroso dubitare sempre della
fondatezza del nostro modo di pensare il bene, non si è però legittimati a
dubitare che il bene esista e a rinunciare ad ogni impegno per realizzarlo. A
meno di non volersi riconoscere come nichilisti. Temo però che per molti
laicisti le cose stiano davvero così, anche se non vogliono ammetterlo
esplicitamente.
( da "Gazzetta Dello Sport Online, La" del
03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
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| chiudi 03 marzo 2009 Crespo: "Niente Champions Nessuno m'ha detto perché"
Intervista all'attaccante argentino che ha segnato il 3-3 contro la Roma:
"Nessuno mi ha spiegato come mai non ho spazio. Inter, ricordati, contro
le inglesi ho fatto diversi gol" MILANO, 3 marzo 2009 - La differenza tra
Inter e Milan, a parte i 12 punti in classifica, è anche Hernan Crespo:
Mourinho si può permettere di tenerlo in panchina perché le alternative non gli
mancano; Ancelotti, invece, lo farebbe giocare sempre perché non ha nessuno
come lui a disposizione. E la zuccata del 3-3 contro la Roma conferma
l'importanza nel gruppo di questo argentino arrivato in Italia nel 1996 e
capace di segnare la bellezza di 138 gol in serie A e 35 nelle coppe europee.
Averne di attaccanti come lui: non fuma, non beve, va a letto alle 10 di sera,
accetta ogni decisione dell'allenatore e non fa mai polemica. Crespo, che cosa
c'era in quel pallone sbattuto con forza dentro la porta della Roma? "Un
po' di rabbia, è ovvio. E un messaggio chiaro". Quale? "Sono felice
perché ho dimostrato alla società, all'allenatore, ai compagni e al pubblico
che io sono un professionista serio". Intende dire che qualcuno,
nell'Inter, non lo è? "Intendo dire che io mi sono sempre allenato con
serietà e impegno e, quando sono stato chiamato in causa, ho sempre risposto
giocando al massimo. Punto e stop, senza veleni". Ha rivisto il gol alla
Roma? "Sì, parevo un bambino impazzito di gioia. È stato meraviglioso e
sapete perché? Pensavo che non avrei mai più avuto la possibilità di vivere una
simile emozione in uno stadio come San Siro. Invece, grazie alla mia
testardaggine, ce l'ho fatta e oggi sono felice per me e per la mia famiglia.
Voglio semplicemente godermi da solo, con quelli che mi amano, la soddisfazione
per quello che ho fatto. Non mi va di mischiare una bella cosa con altre faccende".
Il rapporto con l'Inter, comunque, a fine stagione si chiuderà. "È
inevitabile. Il mio contratto scade a giugno, voglio giocare, voglio sentirmi
ancora importante, penso al Mondiale del 2010". Ha parlato con Maradona,
c.t. dell'Argentina? "Sì, mi segue. Ma per candidare a un posto devo
tornare a fare gol con continuità. Lo sa lui e lo so io". Si è chiesto
perché, quest'anno, non ha trovato spazio? "Me lo sono chiesto e l'ho
chiesto a chi dovevo chiederlo. Non ho mai ottenuto risposte". Arrabbiato
con Mourinho? "E perché?". Beh, non la fa giocare. "Lui è pagato
per fare delle scelte e io per rispettarle. Non è nel mio stile fare casino e
non lo farò mai. Poi, è logico, per certe faccende, sono amareggiato". A
gennaio poteva andare via dall'Inter, perché non l'ha fatto? "Perché la
squadra dove andare la scelgo io e perché ci vado quando decido io, non a
stagione in corso. A 35 anni non mi faccio imporre cose che coinvolgono anche
la mia vita personale". É vero che non ha mai digerito l'esclusione dalla
lista Champions? "Non l'ho capita. Nelle coppe europee qualche gol l'ho
sempre segnato, potevo essere utile". Magari contro il Manchester United,
a Old Trafford dove, nel 2005, ottavi di finale di Champions League, con la
maglia del Milan realizzò la rete decisiva. "Ricordo bene, presi una
respinta del portiere e la buttai dentro. E feci gol anche nella gara di
ritorno. Due 1-0 e due reti di Crespo. Fu bellissimo, come fu bellissimo
segnare una doppietta al Liverpool nella finale di Istanbul, ma poi perdemmo ai rigori e si vede che tutti si sono dimenticati
di quello ho fatto". Ha in mente dove andrà la prossima stagione?
"No. Ho un sogno, ma me lo tengo stretto e non lo rivelo nemmeno sotto
tortura". In questo sogno compare Ancelotti, suo maestro? "Nemmeno sotto
tortura...". di Andrea Schianchi
( da "ITnews.it" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Gerusalemme,
3 mar. (Adnkronos) - La bozza del testo finale della conferenza Onu sul
razzismo, che si terra' il mese prossimo a Ginevra,
contiene accuse durissime contro Israele. La politica israeliana nei territori
palestinesi, si legge nel testo anticipato oggi sul sito di Haaretz,
costituisce "una violazione dei diritti umani
internazionali, un crimine contro l'umanita' e una forma contemporanea di apartheid".
( da "Adnkronos" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
IRAN:
EBADI, SITUAZIONE DIRITTI UMANI NON MIGLIORERA' CON ELEZIONI 'NESSUN
CAMBIAMENTO REALE DA PRESIDENZIALI, UE SPINGA PER DIRITTI UMANI' commenta 0
vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 03 marzo, ore 13:38
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Martedì 3
Marzo 2009, Il rinnovato Partito Socialista Si è tenuto il primo congresso
comunale del Partito Socialista di Rovigo. Il congresso di un rinnovato Partito
Socialista che, nella continuità della sua presenza politica, come è stato
ripetutamente detto e scritto, tanta parte ha avuto nella storia del Paese e
nella vita amministrativa del Polesine. Anche nelle espressioni locali di un
momento interno alla organizzazione di un partito che, nel suo essere ancora
parte attiva di una storica identità e attualità di presenza politica, pone i
suoi messaggi di proposta di cultura e di azione politica, forse vale la pena
di ricordare che l'essere socialista è una convinzione tutta ideale sempre
molto rispettata, anche se non condivisa, forse per il rispetto che si porta
quando si sa da dove vengono proposti i convincimenti di ispirazione ideali
forti, che sono stati resi tali anche con il sacrificio della vita dei tanti
martiri che, con «il messaggio» dei comportamenti, hanno reso senza tempo il
loro essere per sempre. «Uccidete me, ma l'idea che è in me non l'ucciderete
mai». L'essere socialista è dato dalla convinzione di operare in nome di una
società più giusta, riformista, di democrazia laica e liberale, dove l'economia
deve portare i tratti di uno sviluppo etico e sociale, dove il merito e il
bisogno siano ancora riconosciuti per l'affermazione e il sostegno del e per il
cittadino, dove i servizi sociali e civili siano di garanzia per tutti gli
strati di una società che deve esprimere tutela, dove la condizione delle
persone non può essere per tanti ancora di privazione, «dentro» ad un contesto
di uno sviluppo societario che mortifica però la dignità di tanti, troppi
essere umani, dove anche tante «espressioni cuturali»
pongono modelli che sono «offensivi» verso sempre più ampie condizioni di
bisogno personale e familiare, dove la gioventù deve essere riconosciuta per le
opportunità che devono essere date, dove i lavoratori «del braccio e della
mente» possano essere garantite, dove la conclusione di un'esistenza possa
essere dignitosa. È stato più volte, mai banalmente detto, che il socialismo,
nella sua eccezione più ampia, è una specie di fede tutta particolare, di
ricerca reale, ma anche ideale dell'«avvenire», di confronto per livelli di
vita superiori, di valori di uguaglianza universale, di promozione di meriti
individuali, di sollevazione di bisogni, di visione di un sempre alto «sole
dell'avvenire» che si scontra con i tanti egoismi della persona, con le
supremazie degli uni, i poteri degli altri, gli esercizi di comando dei tanti,
sempre presenti nella storia dei popoli. Il socialismo è sempre di là
dell'avvenire perché la ragione e il cuore possono essere sempre oltre le
condizioni umane, al di là delle tante miserie di tanta parte del mondo, che si
manifestano nei percorsi della storia di una umanità
bisognosa, malgrado tutte le forme più rinnovate di una società più avanzata,
ma, ancora, per tanti uomini, troppo negativa. È comunque e sempre vero che il
sole dell'avvenire è quello che ogni giorno sorge per condizioni di vita migliore
per tutti. Il sole dell'avvenire è l'attesa di un vivere migliore. Il sole
dell'avvenire è il fare per un futuro migliore. Il sole dell'avvenire non è
solo l'immagine ideale di «un proletariato bisognoso» dei tempi trascorsi, è
anche la metafora di una società attuale dove le mutate condizioni di vita e di
rapporti, in una società sempre più progredita, pone nuove disuguaglianze tra i
diversi strati sociali. Tante vite sono state spese per condizioni migliori di
altre vite, tante anime belle hanno dato la loro vita per
l'affermazione di tutti i diritti umani, tante vite si sono spese in nome della dignità e di ogni
libertà delle persone. Quanti positivi esempi di spesa sociale e politica hanno
portato alle condizioni civili di oggi. Ogni avanzamento della società civile
di ieri è sempre stato il sole dell'avvenire di ogni domani. Ogni sole
dell'avvenire è del domani. È stato detto che forse non vi è nessuno che nella
sua vita sia stato, almeno per un poco, «socialista», nei suoi ideali giovanili
magari, o nella sua visione sognata di un mondo migliore... Non è solo nuova
utopia pensare che si possa ancora sviluppare nel Paese un movimento di
pensiero, che sappia coniugare spessore culturale e capacità organizzativa per
dare continuità ad un rinnovato Partito socialista, che sappia raccogliere nel
suo insieme quanti pensano di voler superare le divisioni che la storia e il passato
trascorso hanno creato nei diversi movimenti di ispirazione socialista. Un
rinnovato Partito Socialista che sappia coniugare le energie delle parti più
avanzate del Paese che, nel voler essere insieme con le giuste alleanze,
dimostrino di volerlo veramente, che faccia avanzare quel filone di storia, di
cultura, di interpretaziohne sociale e di passione civile che i grandi
movimenti nel sociale hanno avuto, che devono e che dovranno avere anche nel
futuro. Giorgio Nonnato Vie Teano e Ceresolo percorsi di guerra Molto
frequentemente, per motivi di lavoro, transito per le vie Teano e del Ceresolo,
nei pressi della nuova rotatoria sulla 443 zona consorzio agrario. In queste
due vie, un tempo gestite dalla provincia, oggi non si riesce a capire da chi,
forse nessuno, sono quasi completamente assenti segnaletica orizzontale e
verticale, stessa cosa per quanto riguarda la manutenzione. Sempre in via
Teano, nel tratto che conduce a Mardimago, da poco sono stati installati 4
dossi artificiali che non sono neppure segnalati. Strada stretta, con curve e
come se non bastasse dissestata si provvederà a sistamarla o deve continuare ad
essere lo scenario ideale per un film horror ancora per molto? Un automobilista
rassegnato
( da "Targatocn.it" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Iran: appello
per ripristino della democrazia e della pace Il presidente della Provincia
Raffaele Costa ha sottoscritto, assieme al sindaco di Cuneo Alberto Valmaggia,
un appello per il ripristino della democrazia in Iran, per la pace nella
regione e per il riconoscimento da parte del governo italiano della resistenza
iraniana guidata dalla presidente Maryam Rajavi. Il documento è stato
presentato, in apertura del Consiglio provinciale, dal consigliere Giancarlo
Boselli che ha ricordato la situazione dell'Iran. ?Da questo Paese ? ha detto
Boselli ? arrivano continue segnalazioni di gravi violazioni
dei diritti umani. A nulla
sono valse finora le numerose (una cinquantina) condanne espresse
dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il documento, che sarà inoltrato a
tutti i presidenti delle province italiane e ai sindaci dei capoluoghi per la
sottoscrizione, vuole sostenere la necessità di un cambiamento democratico in
Iran, il rifiuto della violenza e il sostegno alla terza via
rappresentata dalla Presidenza del Consiglio Nazionale della resistenza
iraniana, Maryam Rajavi?. ?Ho accettato di firmare l'appello a favore
dell'alternativa democratica ? ha aggiunto il presidente della Provincia
Raffaele Costa ? perchè la ritengo un'iniziativa positiva e costruttiva. La
mancanza di libertà in Iran, contestata così tante volte dagli organismi internazionali
e rimasta inascoltata, è un problema di libertà e democrazia?.
( da "Virgilio Notizie" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 3 mar.
(Apcom) - Nell'ambito delle sue attività di cooperazione internazionale, il
Segretariato Sociale Rai interviene all'edizione 2009 del Fespaco, il Festival
biennale del cinema panafricano di Ouagadougou, Burkina Faso (28 febbraio - 7
marzo), con un premio speciale a un'opera prima in concorso e la proiezione di
tre film italiani di forte rilevanza sociale. Le tre pellicole italiane,
presentate fuori concorso, sono prodotte da Rai Cinema e hanno già riscosso
grande successo internazionale di pubblico e critica: L'aria salata (2006), di
Alessandro Angelini; Nuovomondo (2006), di Emanuele Crialese; Le chiavi di casa
(2004), di Gianni Amelio. Il premio, assegnato in collaborazione con la Città
di Torino e il Consolato Onorario del Burkina Faso a Torino, andrà a un giovane
cineasta africano che abbia sottolineato, nella sua opera prima, la
problematica dei diritti umani. Nei prossimi mesi il Segretariato Sociale ospiterà in Italia il
vincitore per uno stage di alta formazione tecnica presso le strutture della
Rai. Obiettivo dell'iniziativa è rafforzare il dialogo interculturale,
istituendo nella programmazione del festival una finestra dedicata alla
produzione cinematografica italiana e favorendo la professionalità africana
legata ai temi della comunicazione sociale.
( da "Virgilio Notizie" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 3 mar.
(Apcom) - A Macao, regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare
Cinese, è entrata in vigore una legge che ha già messo in
allarme i gruppi per la difesa dei diritti umani e la vicina e altrettanto 'autonoma' Honk Kong: la legge prevede
che saranno puniti con il carcere fino a 30 anni tutti i crimini di tradimento,
secessione e sovversione contro il governo cinese. Saranno perseguiti anche i
cosiddetti "atti preparatori" di questi crimini, scrive la Bbc, e i
furti di segreti di Stato. Gli attivisti hanno criticato il linguaggio
ambiguo della legge e temono abusi contro gli oppositori politici. Il governo
cinese ha fatto sapere che la norma servirà a completare l'articolo 23 della
legge che regola il ritorno dell'ex colonia portoghese e dell'ex colonia
britannica di Hong Kong, a cui presto verrà estesa la misura, sotto la
sovranità della Cina. A Hong Kong nel 2003 il tentativo di applicare la pena
fece scoppiare forti proteste, ma il fatto che sia passata a Macao lascia poche
speranze per la vicina regione autonoma.
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Abbiate il
coraggio di preoccuparvi del vostro destino. La vera rivoluzione risiede nella
vostra capacità di impegnarvi con passione, rigore e sacrificio». Così il
ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna ha concluso ieri il suo
intervento all'assemblea delle Nazioni Unite. A New York per la
cinquantatreesima Sessione della Commissione sulla condizione della donna, il
ministro ha citato davanti alla platea dell'Onu gli interventi legislativi del
governo italiano per prevenire e contrastare la violenza sessuale. «È stato
introdotto il reato di stalking - gli atti persecutori - nel codice penale.
Finora non c'erano sanzioni appropriate nel diritto italiano per questo tipo di
persecutori che colpiscono, secondo le ultime stime, due milioni di donne e
spesso preludono ad altri reati più gravi come lo stupro, fino all'omicidio»,
ha spiegato Carfagna. Solo pochi giorni fa il ministro aveva definito
«importantissimo questo provvedimento, che si aspettava da quindici anni».
«Fornisce uno strumento normativo alle donne vittime di molestie, nelle loro
molteplici forme, telefonate, sms, appostamenti. Il prossimo passaggio sarà
l'inasprimento delle pene per chi si macchia di reati così orribili come la
violenza sessuale», era stato l'annuncio in tv. All'Onu il ministro Carfagna ha
sottolineato che l'obiettivo della lotta alla violenza
sessuale è prioritario nell'agenda dell'Italia per i diritti umani. «È un problema globale di fronte
al quale il mio Paese ha l'orgoglio di aver fatto molto sia sul fronte della
deterrenza sia su quello della repressione». Il ministero per le Pari
opportunità intende muovere ulteriori passi e farsi promotore di iniziative
legislative e sociali. Tra queste il ministro ha citato un protocollo
d'intesa con il Viminale: l'obiettivo è potenziare il numero verde
anti-violenza, nato per offrire una prima assistenza giuridica e soprattutto
psicologica alle vittime di violenze sessuali. Verranno finanziati corsi per la
preparazione di personale di polizia chiamato a svolgere questo delicato ruolo.
L'Italia, ha aggiunto Carfagna, punta a diventare capofila nella difesa delle
donne: «Vogliamo sensibilizzare la comunità internazionale perché nel mondo
troppe donne e troppi bambini soffrono a causa di violenze ingiuste». Un
esempio concreto sono i quattro milioni di euro stanziati dal ministero per le
Pari opportunità per contrastare il fenomeno delle mutilazioni genitali
femminili. Carfagna ha assicurato, durante la conferenza stampa, che «la cifra
non soffrirà a causa della crisi finanziaria globale perché si tratta di
impegni fondamentali assunti dal nostro Paese». «La cooperazione in questo
campo deve essere accompagnata da azioni politiche. Crediamo fermamente che la
comunità internazionale debba mantenere i riflettori puntati su questo fenomeno
ed essere preparata a prendere una posizione forte per arrivare alla sua
abolizione». La Commissione sullo stato delle donne proseguirà i lavori fino al
13 marzo. In agenda anche il dibattito sulla equa condivisione delle
responsabilità tra donne e uomini nelle cure ai malati di Hiv e Aids, l'impatto
della crisi finanziaria globale sulla condizione femminile, la situazione delle
donne palestinesi, i matrimoni forzati delle bambine. A New York il ministro
incontrerà il direttore esecutivo dell'Unfpa (il fondo per la attività in
materia di popolazione) e la responsabile dell'Unifem (il fondo dell'Onu per le
donne), oltre a sottoscrivere la campagna «Say no to violence against woman».
m.p.m.
( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mantovano: «Sarà
mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed espulsione» (3/3/2009
17:24) | (Sesto Potere) - Roma - 3 marzo 2009 - «Il Governo conferma di voler
mantenere il Centro di identificazione ed espulsione a Lampedusa e di voler
ricostruire il padiglione distrutto dall'incendio il 18 febbraio scorso nei
tempi stabiliti». Lo ha detto il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano
nel corso di una audizione alla Commissione straordinaria
diritti umani del Senato.
Il sottosegretario ha ricostruito la situazione del Cie di Lampedusa spiegando
la situazione nell'isola con «l'insolita realtà degli arrivi che non si sono
arrestati anche nei mesi invernali», con conseguente sovraffollamento delle
strutture, e con la «ferma volontà del governo di voler mantenere un messaggio:
chi vuole arrivare nell'isola per entrare irregolarmente in Europa non lo potrà
più fare e verrà reimpatriato direttamente». Mantovano ha sottolineato che nel
nostro Paese «sono state sempre tenute nella massima considerazione le esigenze
dei migranti» e che «non è mai venuto meno il principio di accoglienza», come
dimostrano i trasferimenti immediati di minori dall'isola verso altri centri o
l'esame delle domande di richiedenti asilo che hanno raggiunto oltre il 40% di
accoglimento. Il sottosegretario ha poi aggiunto che nel Cie di Lampedusa sono
presenti 480 immigrati, 470 nel Cie e 10 nel Centro di prima accoglienza e
soccorso mentre, per quanto riguarda i rimpatri, dal primo febbraio ad oggi
hanno lasciato l'isola per far ritorno in patria: 50 egiziani, 34 nigeriani, 9
algerini e 194 tunisini.
( da "Blogosfere" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
03/03/2009
15:55:45 CET Turchia: prima transessuale candidata nella storia del paese Mondo
Donna Da quando nel
( da "Giornale di Calabria, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Provincia: la
commissione legalità prosegue il suo percorso itinerante CATANZARO. Continua il
percorso itinerante della Commissione legalità della Provincia di Catanzaro che
a Soverato, ha incontrato i giovani studenti del Liceo Scientifico, facendo da
fulcro per un confronto tra sindacati, istituzioni e scuola. Al tavolo dei
lavori Mario Deonofrio, presidente della Commissione, il vicepresidente Emilio
Verrengia, Maria Maglie, dirigente scolastico del Liceo Scientifico che ha
ospitato la Commissione, Bernardo Cirillo direttore Dipartimento Prevenzione
Territoriale Asp, Mario Muzzì, presidente della Field, Roberto Castagna,
segretario generale Uil Calabria, Benedetto Di Iacovo, presidente Commissione
regionale del Lavoro. Legalità alla base dello sviluppo economico è stato il
tema dominante dell?incontro. Tanti gli argomenti trattati: il lavoro nero, il
lavoro svolto dai clandestini, le attività di concertazione delle parti
sociali, responsabilità delle istituzioni. Coro unanime per i relatori: lo
sviluppo di un paese si misura dal trattamento dei lavoratori, non ci può
essere sviluppo se non c?è legalità. I dati emersi e riportati, nel corso della
discussione, sul lavoro sommerso nel nostro territorio sono allarmanti.
Sfruttamento minorile e lavoro ?nero? rappresentano un disvalore per la società.
La legalità non ha colore politico, non sposa le tesi di una singola parte
sociale o istituzionale; essa è un esercizio costante, doveroso, quotidiano del
singolo individuo. Promuovere la cultura della legalità a partire dalla scuola,
è fondamentale; il rispetto della legge è un mezzo per l?ordinata convivenza
civile e per la tutela del bene comune. Per Deonofrio ?la legalità è
pre-condizione indispensabile per uno sviluppo sano a duraturo, tale da
consentire alle imprese di investire in questa provincia, agli amministratori
di non subire condizionamenti di alcuna natura, ai lavoratori di vedersi
rispettati tutti i diritti, ai giovani di dare
prospettive di lavoro certe. Invece siamo costretti ad assistere ad una
preoccupante escalation di fenomeni di diffusa illegalità, dalle intimidazioni
a pubblici amministratori, sindacalisti e giornalisti?. Tutto ciò, ha spiegato
Deonofrio, ?in una terra dove è ancora diffusa la violazione dei diritti contrattuali, delle leggi sulla sicurezza e il
rispetto della salute e dell?ambiente, lo sfruttamento del lavoro. Con la
manifestazione di Soverato ? sottolinea Deonofrio ? abbiamo voluto lanciare un
segnale forte di opposizione e di reattività di fronte alla illegalità. Per
questo rivolgiamo un appello a tutte le forze democratiche di questa provincia,
soprattutto ai giovani per i quali siamo impegnati a costruire un futuro
migliore, con più opportunità di lavoro e con città più vivibili, affinché
siano al fianco delle forze politiche nella costruzione di una società basata
sulle legalità, sul rispetto delle regole. Convinti ? conclude Deonofrio - come
siamo che la legalità si afferma attraverso una forte e coerente azione
collettiva, e che non è generica affermazione di un principio del vivere comune
ma è essa stessa generatrice di sviluppo, progresso, giustizia sociale?. Anche
perché spiega Verrengia ?legalità e sicurezza, sviluppo economico e gestione
del territorio sono bisogni e attese con i quali i nostri amministratori si
trovano a fare i conti tutti i giorni e che spesso si incrociano?. Per
Verrengia ?Sicurezza e sviluppo? sono le priorità indispensabili e fondamentali
per lo sviluppo dell?intero territorio provinciale?. L?incontro si è concluso
con gli interventi della platea studentesca, particolarmente interessata alle
argomentazioni, che ha vivacizzato l?assemblea esponendo proprie osservazioni e
ponendo domande ai relatori. (03-03-09)
( da "01net" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Battute
finali per il processo a The Pirate Bay in Svezia Il processo ai responsabili
di The Pirate Bay è giunto ad una fase cruciale. Michele Nasi -
www.ilsoftware.it 03 Marzo 2009 Il processo ai responsabili di The Pirate Bay è
giunto ad una fase cruciale. L'accusa, guidata dal pubblico ministero Hakan
Roswall, tenta di stringere il cerchio richiedendo la pena di un anno di
carcere per Neij, Warg, Sunde e Lundstrom, "gestori" del sito web
finito nell'occhio del ciclone. Roswall, rispetto a quanto richiesto
inizialmente, ha fatto cadere alcune delle accuse con lo scopo di velocizzare
il verdetto finale. La violazione dei diritti di copyright, contestata ai
responsabili della "baia dei pirati", resta al centro della vertenza.
Secondo Roswall, sebbene "The Pirate Bay" non ospiti contenuti in
modo illegale, il sito faciliterebbe lo scambio di contenuti protetti dal
diritto d'autore e per tal motivo dovrebbe essere ritenuto responsabile.
Monique Wadsted, legale che rappresenta l'industria cinematografica, ha
osservato come la stessa legge svedese preveda che, in sostanza, nessuno possa
camminare con gli occhi chiusi allorquando qualcuno stia commettendo un
crimine. Secondo l'avvocato Wadsted, The Pirate Bay sarebbe stato creato
proprio per spalleggiare attività di pirateria informatica: gli amministratori
del sito provvederebbero ad eliminare riferimenti pedopornografici, file
torrent inattivi e descrizioni fuorvianti. "Essendo posto in essere questo
tipo di controllo, appare credibile ritenere The Pirate Bay come una sorta di
forum che permetta agli utenti la pubblicazione di qualunque genere di
post?", ha aggiunto la Wadsted. Da parte sua, la difesa continua a
ribadire come "la baia" sia da considerare come un fornitore di
servizio, così come definito nella direttiva europea del 2000, e che quindi non
possa essere ritenuta responsabile delle informazioni scambiate tra gli utenti.
The Pirate Bay si è spesso paragonata a Google. L'accusa, invece, contesta
l'asserzione: sebbene anche Google mostri talvolta link a materiale illegale e
The Pirate Bay ospiti anche riferimenti a file del tutto legittimi, ci sarebbe
una grande differenza tra i due siti. Il colosso di Mountain View coopererebbe
con coloro che vantano diritti mentre "la
baia" non l'avrebbe mai fatto. L'accusa ha poi fatto pesantemente leva
sull'aspetto economico osservando come The Pirate Bay riesca a raccogliere
enormi profitti su base annuale: si parla di circa 10 milioni di corone pari
all'incirca a 1 milione di dollari. L'importo è frutto di una stima basata sul
numero di file torrent scaricati, moltiplicato per la remunerazione presunta
derivante dall'esposizione di banner pubblicitari sul sito della
"baia". La difesa ha fermamente contestato i dati spiegando come essi
siano assai lontani dalla realtà. Quest'oggi i quattro avvocati pronunceranno
le loro rispettive ultime arringhe poi, mercoledì mattina, il processo dovrebbe
concludersi. La decisione sul caso, da parte della corte svedese, potrebbe
comunque arrivare nel giro di qualche settimana.
( da "AprileOnline.info" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Perché
bisogna parlar male dell'America Stefano Rizzo, 03 marzo 2009, 17:29
L'intervento Una riflessione a margine della presentaizone del libro "La
svolta americana. Cronache dalla fine del bushismo (2006-2008)", edito
dall'Ediesse: I massacratori di Abu Ghraib ci hanno riguardato nello stesso
modo dei poliziotti del G8 di Genova, un modo diverso e più intenso - fatto di
diverse responsabilità e appartenenze - di quello per cui non possiamo dirci
del tutto estranei a nessuna delle tante violenze ogni giorno perpetrate nel
mondo Consentitemi, una volta tanto, di scrivere qualcosa di personale. Ieri a
Roma c'è stata la presentazione del mio libro "La svolta americana.
Cronache dalla fine del bushismo (2006-2008)", edito dall'Ediesse. Ne
hanno parlato, coordinati da Franco Ottaviano, che è il direttore della Casa
delle culture dove si è svolta la manifestazione, quattro relatori e relatrici
con competenza e da punti di vista diversi, ma in qualche modo vicini al
contenuto o a ciò che mi proponevo di fare con il mio libro: Miriam Mafai che è
una notissima giornalista (Repubblica) e ha appena pubblicato un libro
("Pane nero", sempre Ediesse) che racconta "dal basso",
cioè partendo dalle storie di singole donne, l'Italia del fascismo: è quello
che avrei voluto fare io, se ne avessi avuto il talento (e forse in parte ho
fatto), raccontando l'America degli anni del bushismo. Rita di Leo, che è una
americanista rigorosa che da molti anni guarda con occhio critico e
demistificatorio al rapporto tra Stati Uniti e Europa insegnandoci che per
capire bisogna uscire dalla acritica ammirazione (o condanna). Giovanna
Melandri, che è una nota esponente del Partito democratico (italiano), ma è
anche americana di nascita, ha fatto campagna elettorale per Obama e guarda e
riflette sul quel paese "dall'interno", come una realtà di cui si
sente in qualche misura parte. Alfonso Gianni, che ha appena scritto un libro
sulla fine del neoliberismo (sta per essere pubblicato e non l'ho ancora letto)
e che interpreta il principale evento che ha provocato la caduta di Bush e
permesso l'elezione di Obama - la crisi economica - nel più ampio contesto
della fine dell'ideologia neoliberista che per trenta anni (almeno) ha guidato
l'economia capitalistica in America e in Europa (e nel resto del mondo,
purtroppo per il mondo). Nel replicare, come si fa in questi casi, ho
ringraziato i relatori per le parole gentili e intelligenti che hanno detto sul
mio libro. Ma avrei dovuto ringraziare (lo faccio comunque nell'avvertenza al
volume) voi, i lettori di Aprile, ai quali in questi ultimi cinque anni ho
proposto le mie riflessioni sull'America, su ciò che stava succedendo laggiù,
sui rapporti e le implicazioni per noi qui in Italia e in Europa. E' stato
anche un dialogo, anche se avrei voluto che fosse più nutrito, perché i vostri
commenti, i consensi e le critiche, mi hanno aiutato nel cercare di capire cosa
c'è - se c'è - di americano in Italia (e in Europa) e cosa c'è, o ci dovrebbe essere,
di Italia e di Europa in America. Perché poi, al di là delle vanità per cui
anche si scrive, è questo il punto: guardarsi intorno per capire meglio cosa ci
succede, quali sono i nostri valori, come possiamo cambiare le cose. Sono stato
qualche volta accusato di essere troppo "filoamericano". E' vero, io
per motivi biografici e sentimentali mi sento parte di quel mondo e di quel
paese. Da giovane ho vissuto e partecipato al movimento per i diritti civili e
contro la guerra del Vietnam: la controcultura, il popolo dei fiori, le
esperienze di vita alternative, il femminismo, la lotta contro il patriarcato
nella famiglia e nella società, per un modo diverso e più autentico di fare
politica ("il privato è pubblico" - ricordate?). Ho vissuto con grande
emozione e partecipazione - non da protagonista, ma come uno dei tanti milioni
di partecipanti - quel movimento sociale che, anno più anno meno, è passato
alla storia come "il 68", in America, in Europa e anche al di là dei
confini dell'Occidente. E' stato proprio a causa di questo legame forte, di
immedesimazione che ho con l'America, che la protesta nei confronti degli
orrori della guerra e della violenza razziale, da condanna è diventata qualcosa
di diverso: indignazione. Indignazione è un sentimento diverso dalla condanna,
per quanto radicale, perché mentre la condanna avviene dall'esterno, dall'alto,
l'indignazione "tira dentro", lega in una comunità, chi commette le
atrocità e chi le giudica. E' anche un sentimento doloroso che non consente di
voltarsi dall'altra parte, e neppure di assumere atteggiamenti di superiorità
morale, quando ci si rende conto che i carnefici sono tuoi vicini (non solo
tuoi simili), che fanno parte della tua comunità e agiscono anche in tuo nome,
che tu lo voglia o no, che tu li condanni o no. Anche se sto da una parte e
sono contro l'altra, non sono estraneo, non posso chiamarmi fuori. Perché vi
racconto tutto questo? Perché, tornato in Europa e in Italia, mi sono accorto
che ciò che valeva in quel contesto vale anche in questo, che è diverso ma solo
perché costituisce un contesto più largo, che però non è qualitativamente
diverso dall'altro. Se in tante parti del mondo si tortura
e si uccide, si esercita una violenza inaccettabile sugli esseri umani, io mi
indigno in nome di un comune sentire umano, in nome di valori che crediamo, o
vogliamo credere, che siano comuni a tutti i popoli. Ma se gli Stati Uniti
fanno la guerra all'Iraq che non li minacciava, se uccidono
indiscriminatamente, umiliano e torturano i prigionieri, io non mi posso
limitarmi a condannare: mi indigno, perché tutto ciò avviene in nome e
all'interno di un campo, di una civiltà, di un'area culturale - comunque la si
voglia chiamare: l'Occidente - di cui sono e siamo parte, nella quale
condividiamo abitudini, valori, atteggiamenti, cultura, musica, mode, vantaggi
e privilegi. Nella quale siamo immersi e intrecciati per scambi economici,
intellettuali o di semplice conoscenza in un modo e con una frequenza che ci
pervade, e che è enormemente superiore a quanto ci lega con il resto
dell'umanità (cui pure siamo legati sempre più strettamente) e che non ci
permette di tirarci fuori, di dire: è affar loro, adesso occupiamoci dei
nostri. I massacratori di Abu Ghraib ci hanno riguardato nello stesso modo dei
poliziotti del G8 di Genova, un modo diverso e più intenso - fatto di diverse
responsabilità e appartenenze - di quello per cui non possiamo dirci del tutto
estranei a nessuna delle tante violenze ogni giorno perpetrate nel mondo. In
questo senso siamo tutti americani (e italiani, europei, canadesi,
australiani). Ed è per questo che dobbiamo parlare male dell'America (o, quando
capita, bene).
( da "Velino.it, Il" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Velino
presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono
inserite. EST - *Durban 2, Olanda contro il concetto di “diffamazione
religiosa” --IL VELINO SERA-- Roma, 3 mar (Velino) - Non c?è solo il tema
dell?antisemitismo e del pregiudizio contro Israele ad opporre il blocco
occidentale all?impostazione della conferenza di Durban
( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Immigrazione,
Mantovano: «Sarà mantenuto a Lampedusa il Centro di identificazione ed
espulsione» (3/3/2009 17:24) | (Sesto Potere) - Roma - 3 marzo 2009 - «Il
Governo conferma di voler mantenere il Centro di identificazione ed espulsione
a Lampedusa e di voler ricostruire il padiglione distrutto dall'incendio il 18
febbraio scorso nei tempi stabiliti». Lo ha detto il sottosegretario
all'Interno Alfredo Mantovano nel corso di una audizione
alla Commissione straordinaria diritti umani del Senato. Il sottosegretario ha ricostruito la situazione del
Cie di Lampedusa spiegando la situazione nell'isola con «l'insolita realtà
degli arrivi che non si sono arrestati anche nei mesi invernali», con
conseguente sovraffollamento delle strutture, e con la «ferma volontà del
governo di voler mantenere un messaggio: chi vuole arrivare nell'isola
per entrare irregolarmente in Europa non lo potrà più fare e verrà reimpatriato
direttamente». Mantovano ha sottolineato che nel nostro Paese «sono state sempre
tenute nella massima considerazione le esigenze dei migranti» e che «non è mai
venuto meno il principio di accoglienza», come dimostrano i trasferimenti
immediati di minori dall'isola verso altri centri o l'esame delle domande di
richiedenti asilo che hanno raggiunto oltre il 40% di accoglimento. Il
sottosegretario ha poi aggiunto che nel Cie di Lampedusa sono presenti 480
immigrati, 470 nel Cie e 10 nel Centro di prima accoglienza e soccorso mentre,
per quanto riguarda i rimpatri, dal primo febbraio ad oggi hanno lasciato
l'isola per far ritorno in patria: 50 egiziani, 34 nigeriani, 9 algerini e 194
tunisini.
( da "Sestopotere.com" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Contro la
violenza domestica un concorso per le scuole (3/3/2009 18:40) | (Sesto Potere)
- Torino - 3 marzo 2009 - Quale percezione hanno i giovani della violenza, e in
particolare di quella che avviene fra le mura domestiche? Per sensibilizzarli
sull?argomento, in occasione del sessantesimo anniversario della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani, il Consiglio Provinciale
di Torino, attraverso la IX commissione Pari Opportunità, in collaborazione con
gli assessorati all?Istruzione, alle Pari opportunità e ad Amnesty
International, ha indetto un concorso rivolto alle scuole medie superiori,
impegnando i partecipanti alla realizzazione di lavori finalizzati a creare e
diffondere consapevolezza sociale sul fenomeno della violenza domestica. I
ragazzi (hanno partecipato al concorso gli istituti scolastici Liceo Einstein;
Liceo Mazzarello, Istituto Steiner, Primo Liceo Artistico e Istituto Beccari di
Torino; Istituto Galilei di Ciriè, Istituto Martinetti di Caluso e il Liceo
Majorana di Moncalieri) hanno prodotto sull?argomento manifesti pubblicitari,
locandine, video, piéces teatrali e canzoni che sono stati selezionati da una
giuria composta da Amnesty International, e dai Servizi Comunicazione
Istituzionale e Istruzione della Provincia di Torino: la premiazione dei lavori
migliori avverrà venerdi? 6 marzo 2009, presso il Teatro Salesiani della
Crocetta (Via Piazzi, 25 – Torino), a partire dalle ore 9.45. Nel corso della
mattinata rappresentanti dei vari gruppi di lavoro presenteranno i loro lavori.
Ad animare la mattinata, interverrà l?attrice Laura Curino.
( da "Cittàdellaspezia.com" del 03-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Europa;
cresce l'antisemitismo Negli ultimi mesi in Europa sono tornati ad aumentare i
fenomeni di antisemitismo, che invece erano calati nel 2007-2008. E' l'allarme lanciato dall'Agenzia dell'Unione Europea per i
diritti umani, che ha sede
a Vienna, e ha presentato un rapporto sull'antisemitismo dal 2001 al 2008.
"Questa recente ripresa degli incidenti anti-semitici - ha detto il
direttore dell'Agenzia Morten Kjaerum - e' una ragione di grande
preoccupazione. E' troppo presto per trarre conclusioni, ma vi sono
indicazioni che l'aumento potrebbe in parte dipendere dalla situazione in Medio
Oriente, nonche' dalla crisi finanziaria globale". Proprio per mettere a
fuoco questo aspetto, l'Agenzia annuncia di aver lanciato un studio
sull'effettivo impatto dell'attacco a Gaza sull'antisemitismo in Europa, che
dovrebbe esser pronto all'inizio del 2010. Kjaerum sottolinea che "tutti
hanno il diritto di sentirsi sicuri e protetti, a prescindere dalla propria
fede religiosa o origine etnica. I leader politici e delle comunita' in tutta
l'Unione hanno l'obbligo di dichiarare che l'intolleranza e l'aggressione in
qualsiasi forma e' inaccettabile". Il rapporto denuncia inoltre che
"un numero significativo" di stati membri non ha registri ufficiali,
e in molti casi neppure informali, ne' statistiche sugli incidenti di
antisemitismo. Quanto in particolare all'Italia, il rapporto si limita a poche
righe, in cui cita alcuni episodi di cronaca e a citare un sondaggio pubblicato
nel maggio 2008 da 'L'Unita", secondo il quale per il 23% degli
intervistati gli ebrei non possono essere considerati "completamente
italiani".