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Report "Diritti umani"   27-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Usa ( da "City" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Usa Amnesty denuncia detenzione di immigrati Più di 300mila immigrati (clandestini, richiedenti asilo, parenti di regolari ecc.) sono detenuti nelle strutture dell'Immigrazione Usa. Una violazione dei diritti umani per Amnesty International. 27 marzo 2009

Quell'inutile tortura ( da "EUROPA ON-LINE" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: inutile tortura MIMMO LUCÀ Questa legge sul testamento biologico è profondamente sbagliata e ideologica, contraddice la Costituzione e calpesta il diritto individuale alla libertà di scelta delle cure. Ho seguito con attenzione l?iter di quel testo a Palazzo Madama e condiviso con convinzione le ragioni del no dei senatori del gruppo democratico.

Investiguen els espies britànics per tortures ( da "Avui" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: investigui si membres de l'MI-5 són còmplices de tortura en el cas d'un ciutadà resident al Regne Unit que va sortir de Guantánamo el mes passat després de set anys de detenció. Binyam Mohamed, etíop que se'n va anar a viure al Regne Unit quan era adolescent, va ser detingut al Pakistan el 2002 quan volia marxar del país amb un passaport fals.

Balcani da oggi al centro del vertice Ue ( da "Giornale di Brescia" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: invitata insieme a Georgia, Ucraina, Armenia, Azebargian e Moldavia al nuovo partenariato orientale, che sarà lanciato al vertice Ue del 7 maggio prossimo. Resta però in forse l'invito al summit del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, legato a progressi concreti in campo democratico e dei diritti umani.

Sinistra per Sassuolo Debutta la lista che appoggia Pattuzzi ( da "Gazzetta di Modena,La" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sassuolo ha bisogno della sinistra, di laicità e libertà di tutte le manifestazioni artistiche, economiche, di lavoro, sociali e religiose tenendo conto dei diritti umani". Tra le linee programmatiche va segnalata anche anche la creazione di una convivenza e interazione con gli immigrati, di uno sviluppo sostenibile.

Giustizia, l'Europa condanna l'Italia ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: DURATA MEDIA PROCESSO IN CASSAZIONE. È di 1.140 giorni nel settore civile, 990 se dal calcolo si escludono le cause fiscali. Nel penale si aspettano 266 giorni. RICORSI ALLA CORTE EUROPEA PER I DIRITTI UMANI. Per l'Italia le cause pendenti sono 4.200.

la CINa ALZA LA VOCE con gli Usa ( da "Unita, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: apprezzato a tal punto da mettere tra parentesi il tradizionale idealismo del suo partito in materia di diritti democratici e civili. Il rispetto dei diritti umani è una questione che «non deve interferire» nella cooperazione bilaterale, ha detto, suscitando la delusione di Amnesty International. Gli Usa hanno troppo bisogno della Cina per permettersi un'eccessiva intransigenza etica.

Giustizia, l'Europa condanna l'Italia ( da "Arena, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: DURATA MEDIA PROCESSO IN CASSAZIONE. È di 1.140 giorni nel settore civile, 990 se dal calcolo si escludono le cause fiscali. Nel penale si aspettano 266 giorni. RICORSI ALLA CORTE EUROPEA PER I DIRITTI UMANI. Per l'Italia le cause pendenti sono 4.200.

L'Italia vista dai Modena City Ramblers ( da "Unita, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tra le migliori del folk italiano - si esibirà stasera alle 22 all'Alpheus in via del Commercio (ingresso 12 euro). Sempre oggi, alle 18,30, la Sezione Italiana di Amnesty International conferirà agli stessi il premio «Arte e diritti umani». L'incontro pubblico avrà luogo presso la libreria Rinascita (via Prospero Alpino 48, zona Garbatella).

Il Consiglio d'Europa accusa l'Italia: giustizia lumaca ( da "Unita, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ma Governo e Parlamento «non si decidono a prendere provvedimenti per risolvere questo problema, anzi lo aggravano». Italia ancora sotto accusa al consiglio d'Europa, che vigila sul rispetto dei diritti umani nei 47 paesi membri: processi lunghi e tribunali ingolfati. Da Strasburgo arriva un invito pressante: misure urgenti.

L'autoanalisi di un marxista ( da "Manifesto, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il conservatorismo compassionevole va così stucchevolmente in lacrime per i diritti umani (ma dei diritti dei popoli «cattivi» all'autodeterminazione, magari nucleare, non parliamone nemmeno), che se il cuore non è assistito da una «sostanza conoscitiva» credibile, e incarnato non nel supereroe, ma in un dream team di personaggi qualunque credibili, smette di battere.

No al doppiopesismo mondiale sui diritti umani ( da "Italia Oggi" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: il commento No al doppiopesismo mondiale sui diritti umani Il Papa viene attaccato per le parole sull'Aids, ma nessuno dice nulla sulla pena di morte in Cina Mentre il dibattito sembrava focalizzarsi sul preservativo, la Cina ha conquistato gli onori della cronaca, da par suo. La Cina ha il record mondiale delle esecuzioni capitali, col 72 per cento dei 2390 giustiziati del 2008.

se il re è nudo ... è nudo - guido guastalla ( da "Tirreno, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: compresa quella per i diritti umani presieduta dalla Libia, vicepresidenti Siria e Iran, paesi che maggiormente violano i diritti umani sanciti nella carta dell'Onu, abbiano a disposizione mezzi finanziari in grande quantità che arrivano a chi ne ha bisogno in misura molto limitata per non dire irrisoria è cosa nota.

IL PERCORSO dell'integrazione. L'articolo 26 della Dichiarazione univer... ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: L'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani recita: «Ogni individuo ha diritto all'istruzione indirizzata al pieno sviluppo della personalità». E' soprattutto nell'istruzione che i genitori dei figli immigrati ripongono le speranze per una loro futura integrazione nella società ospitante.

Giovane curdo trovato morto nel tir ( da "Corriere del Veneto" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Martedì un convegno sui diritti umani con Strada e Cacciari VENEZIA — Lo hanno trovato morto all'interno di un semirimorchio sbarcato al porto commerciale di Marghera. E' stato un finanziere ad accorgersi che qualcosa non andava: durante le fasi di controllo dei mezzi in arrivo ha sentito un odore acre che usciva da un trailer parcheggiato.

Una simulazione dell'assemblea generale dell'Onu si svolgerà, oggi e domani, a partir... ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: obiettivo di promuovere la pace e il rispetto dei diritti umani. Parteciperanno, oltre allo stesso Itc, il liceo Rinaldini, l'Ipc Podesti, l'Itn Elia-Calzecchi e l'Itc Corridoni Campana di Osimo. Ogni studente coinvolto rappresenterà uno stato aderente all'Onu e prenderà parte ai lavori sia in sede plenaria che nelle singole commissioni.

Psichiatria, viaggio senza ritorno ( da "Nazione, La (Firenze)" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attraverso documentazione originale, porta i cittadini a conoscenza degli abusi della psichiatria dal 1700 sino ai giorni nostri. Promossa dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani insieme alle associazioni Gesef e Lidu, l'esposizione resterà aperta fino all'8 aprile con orario continuato 9,30 19,30. L'ingresso è gratuito.

AMNESTY International conferirà oggi ai Modena City Ramblers il premio <... ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Arte e diritti umani» alla libreria Rinascita alla presenza di Ugo Coccia di Rai International. Il gruppo si è particolarmente distinto nella promozione dei diritti umani e nella sensibilizzazione dell'opinione pubblica e da tempo sostiene le campagne Amnesty, con il brano «Ebano» hanno vinto il Premio Amnesty Italia 2004 ed è nella compilation «

Antonello Paladino ( da "superEva notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ampia e profonda riflessione sul tema dei diritti umani. All'edizione del 2009 partecipa lo scultore Antonello Paladino con un inedito linguaggio di marcata impostazione concettuale, esponendo due installazioni N'diata nel cortile del municipio di Bologna (Palazzo d'Accursio) ed Essere senza cuore visibile in Cineteca.

Caritas a Lampedusa: ( da "Avvenire" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: pastorale elogiano il lavoro svolto dal personale del centro e dalle forze di sicurezza in condizioni difficili per tutelare i diritti umani. Il centro è sovraffollato. O- spita 729 persone mentre in condizioni di primo allarme può riceverne oltre 800. Ma durante i tumulti sono state incendiate strutture facendo perdere 330 posti. In stanze pensate per 12 unità ci dormono in 16.

I migranti viaggiano peggio degli schiavi ( da "Avvenire" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani. C'è ancora un particolare poco noto. «Con le università di Liverpool e Innsbruck annuncia il primario romano abbiamo comparato le modalità di trasporto sulle navi negriere dall'Africa al porto inglese e da lì agli Stati Uniti. E tre secoli fa persino gli africani ridotti in schiavitù avevano più spazio e viaggiavano su imbarcazioni più sicure di quelle che toccano

Cecenia, Mosca ordina il dietrofront ( da "Avvenire" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani, fa presente che in queste due repubbliche attualmente «vengono uccisi o feriti più militari russi che in Cecenia». Tra le ragioni del progressivo ritiro dalla regione del Caucaso anche gli ingenti costi sostenuti per lo schieramento delle truppe Militari russi a Grozny, in Cecenia: sono oltre 100mila le vittime registrate nei due conflitti che hanno sconvolto il Caucaso

Guantanamo, ex detenuto rivela: ( da "Avvenire" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Torturato dagli 007 britannici» LONDRA. È bufera sugli 007 britannici dell'Mi5, sotto inchiesta per le accuse di tortura formulate dall'ex detenuto di Guantanamo, Binyam Mohamed. Il ministro della Giustizia, Janet Scotland, ha sottolineato che le indagini dovranno seguire il loro corso, auspicando però che vengano portate avanti «

- SRI LANKA: ESCALATION DELLA GUERRA ( da "WindPress.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: organizzazione per i diritti umani, di una clamorosa violazione del diritto umanitario. Secondo la maggior parte degli osservatori indipendenti, tra 150.000 e 200.000 civili sarebbero cos rimasti intrappolati in una zona dove sono in corso aspri combattimenti. L'Ltte avrebbe anche aperto il fuoco contro civili che cercavano di fuggire.

GUANTANAMO/ BINYAM MOHAMED: NO A CAPRI ESPIATORI ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: premier Brown ha rimarcato che il governo non tollererà alcuna forma di tortura. Binyam Mohammed, venne arrestato nel 2002 in Pakistan con l'accusa di collaborazionismo con al Qaida. Successivamente venne trasferito in Marocco, dove secondo i suoi legali subì pesanti interrogatori e torture (come il taglio di genitali con una lametta) e poi deportato nei campi militari Usa di Bagram,

CIO: "MAI PIÙ LA FIACCOLA OLIMPICA FUORI DAI CONFINI DEL PAESE OSPITANTE" ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Mai più la fiaccola olimpica fuori dai confini del Paese ospitante" -->SPORT Cio: "Mai più la fiaccola olimpica fuori dai confini del Paese ospitante" La decisione è stata presa a Denver. Prima dei Giochi di Pechino, la torcia aveva attraversato il mondo, calamitando su di sé le proteste anti-Cina delle associazioni per la difesa dei diritti umani (13:00 27/03/2009)

Santiago del Cile, il posto delle rose ( da "Repubblica.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per torturarli. Davanti alle piscine: quello era l'edificio dove torturavano le donne", indica la sfilata di spogliatoi in cemento grezzo, illuminati da lugubri luci al neon. "Nel velodromo, invece, torturavano gli uomini". Lo Stadio Nazionale di Santiago (usato come centro di prigionia e tortura dal settembre al novembre del 1973)

Italia, Turchia, con il Governo Berlusconi una copia quasi perfetta ( da "Articolo21.com" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: visibilmente lontano dal voler riconoscere i più elementari diritti umani, in corsa per far parte dell'Unione Europea - su quest'ultimo punto l'Italia è in vantaggio, da anni, grazie, però, a chi ha reso possibile i Trattati di Roma e non alle "politiche" dissennate degli ultimi quindici anni del premier Berlusconi -, e dove sono fortemente ostacolate riforme in senso liberale,

Santiago del Cile, il posto delle rose ( da "KataWeb News" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Fonte: Esteri">repubblica.it — 0 commenti SU "D", LA REPUBBLICA DELLE DONNE Diciannove anni dopo la fine della dittatura di Pinochet. I luoghi della tortura si trasformano in parchi, musei e teatri. Per un futuro di pace Gabriella Saba

Web, arriva la norma Ue salva-pirati: ( da "Corriere.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la stessa direttiva dovrebbe anche combattere l'incitamento alla cyber-violazione dei diritti di proprietà intellettuale «comprese talune eccessive restrizioni di accesso (alle opere, ndr) instaurate dagli stessi titolari dei diritti». Ora la parola spetta al Consiglio che valuterà se e come procedere con l'iter legislativo.

TESTAMENTO BIOLOGICO: CITTADINANZATTIVA, DDL OFFENDE ( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: affinche' questa Legge, cosi' come appare nel testo attuale, non sia approvata. E chiediamo che si ritorni a parlare del tema, abbandonando la pura ideologia e l'emotivita' della vicenda di Eluana, e riferendosi ai principi sacrosanti gia' sanciti nelle migliori convenzioni internazionali sui diritti umani''.

Colombia-Usa, missione dei democratici a Bogotà per il Tlc ( da "Velino.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dei lavori del Congresso per le eccezioni che la maggioranza dei democratici muovono contro la situazione dei diritti umani e dei lavoratori in Colombia. Hoyer, che si recherà anche in Messico e Panama, sarà accompagnato dal deputato di New York Gregory Meeks, parlamentare che insieme al californiano Sam Farr propugna la creazione di una commissione parlamentare ad hoc sul tema.

Megatruffa a Long Island ( da "AmericaOggi Online" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: privato armonicamente decorato ed equipaggiato anche con strumenti medievali di tortura, oltre ad una selezione di fruste a piacimento. Come funzionava il giro di falsi mutui lo ha spiegato il procuratore distrettuale della contea di Suffolk, Thomas Spota che ha aperto dicendo "questi individui incriminati per sette anni avevano imperversato con frodi su mutui".

R.D.Congo/ Onu, no Consiglio diritti umani a inquirente ( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani delle Nazioni Unite ha respinto la proposta europea di inviare un inquirente speciale per indagare sugli abusi di diritti umani nel Congo orientale. Il Consiglio ha invece approvato una risoluzione presentata dai Paesi africani che elogia il governo congolese per la sua cooperazione con l'organismo globale e sprona la comunità internazionale a fornire aiuti e assistenza

Immigrati/ Consiglio italiano rifugiati: In Grecia nessun ( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: spiegando che in Grecia "non vengono garantiti i loro diritti umani essenziali e la percentuale di riconoscimento dello status di rifugiato si aggira intorno all'1%". "Paese da cui i rifugiati - spiega il Consiglio - in gran parte afgani e iracheni, sono costretti a scappare per trovare protezione in un altro dei paesi dell'Unione europea.

IMMIGRATI/ CONSIGLIO ITALIANO RIFUGIATI: IN GRECIA NESSUN DIRITTO ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: spiegando che in Grecia "non vengono garantiti i loro diritti umani essenziali e la percentuale di riconoscimento dello status di rifugiato si aggira intorno all'1%". "Paese da cui i rifugiati - spiega il Consiglio - in gran parte afgani e iracheni, sono costretti a scappare per trovare protezione in un altro dei paesi dell'Unione europea.

R.D.CONGO/ ONU, NO CONSIGLIO DIRITTI UMANI A INQUIRENTE SPECIALE ( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: no Consiglio diritti umani a inquirente speciale di Apcom Per indagare su diritti umani, proposto da Europa -->Ginevra, 27 mar. (Ap) - Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha respinto la proposta europea di inviare un inquirente speciale per indagare sugli abusi di diritti umani nel Congo orientale.

Forlì: "Human Rights Nights" per i diritti umani ( da "RomagnaOggi.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: arte e musica dedicato ai diritti umani, giunto quest'anno alla 9° edizione, che attraverso l'espressione artistica di registi, artisti e musicisti si pone come obiettivo la presentazione di diverse realtà della società contemporanea. Il festival è promosso e realizzato dalla Cineteca di Bologna, dal Comune e dall'Università di Bologna,


Articoli

Usa (sezione: Diritti umani)

( da "City" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Usa Amnesty denuncia detenzione di immigrati Più di 300mila immigrati (clandestini, richiedenti asilo, parenti di regolari ecc.) sono detenuti nelle strutture dell'Immigrazione Usa. Una violazione dei diritti umani per Amnesty International. 27 marzo 2009

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Quell'inutile tortura (sezione: Diritti umani)

( da "EUROPA ON-LINE" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Quell’inutile tortura MIMMO LUCÀ Questa legge sul testamento biologico è profondamente sbagliata e ideologica, contraddice la Costituzione e calpesta il diritto individuale alla libertà di scelta delle cure. Ho seguito con attenzione l’iter di quel testo a Palazzo Madama e condiviso con convinzione le ragioni del no dei senatori del gruppo democratico. Credo che anche alla camera il Pd, a meno di un radicale cambiamento del testo, si debba pronunciare altrettanto nettamente in modo contrario. Una legge su questa materia è certamente necessaria oggi che il progresso medico-scientifico ci sottopone rilevanti questioni etiche legate alla fine della vita. Sempre più frequentemente la medicina è in grado di ritardare artificialmente la conclusione dell’esistenza, senza per questo poter prolungare la vita. Accade per le persone in stato vegetativo permanente, delle quali diciamo che «sono mantenute in vita». Più propriamente, si potrebbe dire che sono corpi sottratti alla morte grazie all’impiego di risorse tecnologiche straordinarie, a volte profondamente invasive, che consentono agli organi vitali di proseguire nel loro funzionamento anche in assenza di attività cerebrale. In questi casi il confine tra la vita e la morte si fa meno chiaro per lasciare spazio ad una zona grigia di incerta definizione. Si tratta ancora di vita, anche se irrimediabilmente compromessa, o di un’agonia innaturalmente prolungata? E qual è, in questi casi, il dovere del medico e dei familiari: trattenere il più a lungo possibile il paziente in questo limbo o lasciarlo andare? Non è possibile rispondere in modo generale e astratto a interrogativi di questa portata. Occorre una legge che consenta all’individuo di scegliere liberamente e secondo la propria coscienza se lottare strenuamente e a qualsiasi prezzo contro la fine della vita o accettarne serenamente il naturale epilogo, indicando in una dichiarazione quali terapie ritiene di non poter accettare. È del resto la nostra Costituzione a prevedere, all’articolo 32, che nessun individuo possa vedersi imporre un trattamento sanitario se non per legge, a tutela dell’interesse della collettività, e comunque senza mai violare «i limiti imposti dal rispetto della persona umana». La nostra Carta garantisce il diritto del singolo a una scelta libera, ricomprendendovi la facoltà opposta di rifiutare le cure che si ritengano insostenibili, intollerabili, inutili o lesive della propria dignità. Una norma alla cui stesura contribuì in modo significativo in Assemblea costituente un cattolico come Aldo Moro e che oggi trova attuazione quotidiana nella subordinazione al consenso informato di ogni prestazione terapeutica o diagnostica. Un principio ribadito dalla normativa comunitaria con la Carta di Nizza e dalla nostra giurisprudenza e che, inteso nella sua pienezza, implica anche la possibilità di rifiutare la terapia o decidere consapevolmente di abbandonarla e che non può essere ridotto o limitato neanche di fronte alla più grave delle malattie. Mai possono essere ammessi il dovere o l’obbligo di curarsi. Il testo Calabrò contraddice invece palesemente i principi della nostra Carta costituzionale laddove prevede che il consenso del paziente non abbia rilievo quando possa incidere sulla sua sopravvivenza. Nell’impostazione di quel testo, il diritto alla libera autodeterminazione del paziente non è più pieno e inviolabile ma «condizionato ». Viene riconosciuto, sì, ma solo finché non è in gioco la vita del paziente stesso. Nelle fasi estreme della vita, nelle patologie più gravi, alla libertà di decisione del singolo si sostituisce l’obbligatorietà del trattamento sanitario, o degli interventi di idratazione e nutrizione. (Sulla natura assistenziale o sanitaria di questi si è a lungo discusso e ha prevalso l’orientamento della maggioranza di centrodestra, che li considera cosa diversa dai trattamenti sanitari, nonostante l’orientamento di larga parte della comunità scientifica, fondato anche sul fatto che sono somministrati da personale medico e su prescrizione). Al malato terminale e irrecuperabile questa legge, se approvata, impedisce di dire no alle terapie, di fermare un accanimento terapeutico insostenibile, di accettare serenamente che la malattia prosegua il suo corso naturale fino al termine dell’esistenza. L’alimentazione, l’idratazione, la ventilazione artificiale o ogni altro intervento, potranno essere imposti al paziente “per il suo bene” e contro la sua volontà (anche se manifestata in maniera univoca, magari attraverso un testamento biologico redatto in un momento precedente). Si legittimerebbero così pratiche coercitive che negano il rispetto della persona promosso dalla Costituzione secondo la quale il rifiuto delle cure è invece un diritto incomprimibile anche nel momento finale dell’esistenza. Una rinuncia che non ha nulla a che vedere con l’eutanasia, che attivamente provoca o accelera l’interruzione della vita, ma al contrario può derivare dal legittimo desiderio di non opporsi alla naturale evoluzione della malattia. Per effetto di una legge così concepita tanti medici si troverebbero domani nella sciagurata condizione di dover trasgredire alle sue disposizioni o vedersi costretti a infliggere ostinatamente prestazioni mediche di nessuna efficacia. Una «inutile tortura», come scrisse già nel 1970 il papa Paolo VI in una lettera ai medici cattolici riferendosi all’ipotesi di «imporre la rianimazione vegetativa nella fase terminale di una malattia incurabile ». E proseguiva chiedendosi se nei casi più gravi non fosse «dovere del medico impegnarsi ad alleviare la sofferenza» piuttosto che «voler prolungare il più a lungo possibile, con qualsiasi mezzo e in qualsiasi condizione, una vita che non è più pienamente umana e che va naturalmente verso il suo epilogo». Quella domanda, che potrebbe essere fatta propria anche da un laico, può essere ancora oggi il punto da cui partire per elaborare una legge differente da quella che ci troviamo a discutere in parlamento: giusta, equilibrata, in linea con i principi della nostra Costituzione e che consenta a ogni individuo di trovare la sua risposta in piena libertà e autodeterminazione. Una legge diversa che tuteli allo stesso modo chi rifiuta l’accanimento terapeutico e chi sceglie di ricorrere ad ogni risorsa disponibile, che ribadisca il diritto all’assistenza e alla cura anche nell’ultima stagione della vita, che concretamente favorisca la diffusione delle cure palliative. Nulla deve restare intentato per consentire ad ognuno di condurre fino all’ultimo la propria vita in pace e dignità.

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Investiguen els espies britànics per tortures (sezione: Diritti umani)

( da "Avui" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Investiguen els espies britànics per tortures Redacció La fiscal general britànica, Patricia Scotland, va autoritzar ahir que s'investigui si membres de l'MI-5 són còmplices de tortura en el cas d'un ciutadà resident al Regne Unit que va sortir de Guantánamo el mes passat després de set anys de detenció. Binyam Mohamed, etíop que se'n va anar a viure al Regne Unit quan era adolescent, va ser detingut al Pakistan el 2002 quan volia marxar del país amb un passaport fals. Mohamed diu que va estar detingut al Pakistan, on va ser torturat pels pakistanesos amb el coneixement de l'espionatge britànic. Després el van dur al Marroc, on, segons ell, també va ser maltractat amb la connivència de Londres.

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Balcani da oggi al centro del vertice Ue (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 27/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero Balcani da oggi al centro del vertice Ue L'Italia spinge per la candidatura serba all'ingresso nell'Unione. Ankara partecipa BRUXELLESUn segnale al Montenegro, una richiesta alla Bosnia a non cedere a tensioni interetniche e la possibilità di una nuova apertura alla Serbia: di questo e poco altro dovranno probabilmente accontentarsi i Paesi dei Balcani che discuteranno delle loro prospettive europee con i ministri degli Esteri della Ue, alla riunione informale Esteri (Gymnich) oggi e domani a Hluboka, a sud di Praga, nella Repubblica Ceca. L'Italia, con il titolare della Farnesina Franco Frattini, che ha insistito per avere il confronto, chiederà ai colleghi di inviare un «segnale forte» a questi Paesi. In particolare, Roma appoggia la richiesta della Serbia di ottenere lo status di candidato, ritenendolo un «traguardo meritato» che deve essere «raggiunto presto», e chiede di procedere in tempi rapidi anche all'abolizione del regime dei visti. In generale, l'Italia spinge per fare passi in avanti ad una prospettiva europea per tutta l'area dei Balcani occidentali: Roma, ha spiegato ieri infatti il portavoce della Farnesina Maurizio Massari, «è uno dei principali sponsor della piena integrazione degli Stati di questa regione nella Nato e nell'Unione europea. E dopo l'intervento di apertura dell'Alto rappresentante Javier Solana, sarà proprio il ministro Frattini - ha sottolineato Massari - ad introdurre la discussione». Germania e Francia «perplesse» Ma c'è anche chi oppone resistenze. A parte le perplessità dell'Olanda sulla Serbia, per via della non piena cooperazione con il Tribunale penale dell'Aja, a pesare sulle prospettive dell'allargamento futuro della Ue è la crisi economica che ha fatto aumentare le prudenze a più di uno Stato membro. Solo dieci giorni fa, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha sottolineato la necessità di «una pausa» nell'allargamento della Ue, dopo l'ingresso della Croazia previsto tra il 2010 e il 2011. Mentre la Francia mantiene le perplessità a procedere con nuovi ingressi se il Trattato di Lisbona sulle riforme istituzionali non fosse ratificato. La discussione su questo punto avverrà domani alla presenza dei ministri degli Esteri di tutti i Paesi interessati (Serbia, Kosovo, Bosnia, Montenegro, Croazia e Macedonia) e dei rappresentanti speciali della Ue in Kosovo (Peter Feith) e in Bosnia (Valentin Inzko). La riunione coi Balcani sarà preceduta da un Forum con i Paesi candidati, al quale sarà presente anche la Turchia, rappresentata dal ministro degli Esteri Ali Babacan. La prima giornata del Gymnich si aprirà invece con un confronto sul Medio Oriente, alla luce dell'accordo sul nuovo governo di coalizione guidato dal leader del Likud (destra) Benyamin Netanyahu, al fianco di partiti di estrema destra. «Sarà un confronto molto ampio, su tutta la situazione della regione, che includerà anche la Siria e l'Iran, in particolare dopo il messaggio video inviato dal presidente Usa alle autorità di Teheran», riferiscono fonti. Missioni civili più incisive Ai capi delle diplomazie dei 27, l'Alto rappresentante della politica estera e di sicurezza della Ue Javier Solana presenterà poi un documento che contiene proposte per aumentare le capacità europee nell'ambito delle missioni civili. La riforma punta al miglioramento e alla semplificazione delle procedure per dispiegare in tempi rapidi le risorse finanziarie, umane e materiali necessarie. «Il modello che si intende seguire è quello della missione Eumm in Georgia, che è stata dispiegata in tempi record: poco più di due settimane», sottolineano le fonti. Nel documento si insiste in particolare sulla necessità di avere a disposizione personale qualificato nei diversi campi (giustizia, diritto, controllo delle frontiere), anche realizzando una «banca dati tra Stati membri degli esperti da dispiegare in tempi rapidi». Infine, l'agenda prevede un punto sulla Bielorussia, invitata insieme a Georgia, Ucraina, Armenia, Azebargian e Moldavia al nuovo partenariato orientale, che sarà lanciato al vertice Ue del 7 maggio prossimo. Resta però in forse l'invito al summit del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, legato a progressi concreti in campo democratico e dei diritti umani.

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Sinistra per Sassuolo Debutta la lista che appoggia Pattuzzi (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Elezioni. Domani la presentazione Sinistra per Sassuolo Debutta la lista che appoggia Pattuzzi Si presenterà domani ai cittadini la lista "Sinistra per Sassuolo" che appoggerà la candidatura dell'attuale sindaco Graziano Pattuzzi alle amministrative di giugno. Laicità, diritti, ambiente, lavoro, socialismo europeo i punti portanti e la scelta di unità come unica via per una vittoria del centro sinistra. L'incontro si terrà alle 17,30 presso il salone dei Cocchieri (all'ex Paggeria di piazzale della Rosa) in cui interverrà anche Gianfranco Pasquino, professore di scienza politica all'università di Bologna. Hanno aderito al progetto Patrizia Barbolini, Mauro Sentimenti, Nicola Caserta "perché la dignità delle persone è un diritto, non una concessione come pensa il centro destra", Stefano Cardillo, Maria Ferrante (responsabile del consultorio di Vignola), Omar Lelli (delegato sindacale della Cigl) "per il diritto e il riconoscimento del lavoro" e Filippa de Massi (consigliere sassolese del'Associazione Italiana Sclerosi Multipla)"perché si continui nella direzione presa da questa amministrazione verso le associazioni di volontariato"; a breve saranno ufficializzati tutti i 30 nominativi (saranno metà donne e metà uomini, da diverse realtà dai sindacati al volontariato) insieme alla scheda di programma. "Abbiamo scelto l'unità - ha spiegato Sentimenti - perché Pattuzzi è l'unico candidato che può far vincere la sinistra e per la condivisione del programma su temi importanti come l'immigrazione, il settore ceramico e la sicurezza". "Non ci interessano i giochi, ma i risultati - ha continuato la Barbolini - non proponiamo un sindaco alternativo, chi lo sta facendo da sinistra sta commettendo un errore politico gravissimo per non rinunciare ai simboli ormai superati, creando una frammentazione che non permette di governare. Sassuolo ha bisogno della sinistra, di laicità e libertà di tutte le manifestazioni artistiche, economiche, di lavoro, sociali e religiose tenendo conto dei diritti umani". Tra le linee programmatiche va segnalata anche anche la creazione di una convivenza e interazione con gli immigrati, di uno sviluppo sostenibile.

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Giustizia, l'Europa condanna l'Italia (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

ROMA. Il Comitato di ministri del Consiglio d'Europa ha richiamato il nostro Paese sui tempi Giustizia, l'Europa «condanna» l'Italia ROMA Il Consiglio d'Europa richiama nuovamente l'Italia a risolvere il problema dell'eccessiva durata dei processi. Nell'ultima risoluzione adottata dal Comitato dei ministri, organo esecutivo dell'organismo paneuropeo, il cui contenuto è stato reso noto ieri, si invita l'Italia ad agire con celerità per porre fine a un problema che si trascina davanti allo stesso Comitato da quasi 30 anni. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano dice che «l'Europa ha ragione». E promette misure per accelerare. A tutt'oggi rimangono inevase approssimativamente 5 milioni e mezzo di cause civili e 3 milioni e 200 mila penali. Per la lentezza dei processi, l' Italia è al 156.mo posto su 181 paesi presi in considerazione dalla Banca Mondiale. E stando al rapporto Doing Business della World Bank un processo civile in Italia dura in media 1.210 giorni; in Germania 394 giorni. . NEL SUD ITALIA ANCORA PIÙ LENTI. Nel Nord Ovest una causa di lavoro dura (in primo grado) 369 giorni, nel Nord Est 609, nel Centro 591 e nel Sud 1031. Ogni giorno vengono rinviati 7 processi su 10. INDENNIZZI. Nel 2008 sono costati più 32 milioni di euro all'erario dello Stato i risarcimenti ai cittadini per la lentezza dei processi, in base alla legge Pinto. NAPOLI, CAPITALE DEI RITARDI; BRESCIA VIRTUOSA. Il capoluogo campano conduce la classifica dei tribunali più lenti: 11 mila le richieste di indennizzo. Segue Roma con 3992, Potenza con 2149, Venezia con 1474, Salerno e Firenze con 1100, Catanzaro con 894, Genova con 793, Catania con 694, Ancona con 666, Milano con 661. Brescia «fanalino di coda in positivo» con 561. DURATA MEDIA PROCESSO IN CASSAZIONE. È di 1.140 giorni nel settore civile, 990 se dal calcolo si escludono le cause fiscali. Nel penale si aspettano 266 giorni. RICORSI ALLA CORTE EUROPEA PER I DIRITTI UMANI. Per l'Italia le cause pendenti sono 4.200.

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la CINa ALZA LA VOCE con gli Usa (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

la CINa ALZA LA VOCE con gli Usa IL NODO DEL RIARMO Si apre un nuovo fronte polemico fra Cina e Stati Uniti, in aggiunta agli antichi contenziosi sui diritti umani violati e sulla concorrenza commerciale sleale. Il Pentagono lancia l'allarme sul riarmo nella Repubblica popolare, che avviene in maniera «non trasparente» e provoca «rischi alla stabilità». Pechino risponde a muso duro, liquidando la posizione americana come «una grave distorsione dei fatti» ed una «interferenza negli affari interni della Cina». Il portavoce del ministero degli Esteri ricorda che il suo governo «ha sempre seguito la strada dello sviluppo pacifico, della pace e di una politica militare difensiva per natura». Ed esorta gli Usa ad «abbandonare la mentalità da guerra fredda». Desideroso di raggiungere intese con Mosca e Teheran, e rimediare all'eredità dei cattivi rapporti ereditati dall'amministrazione precedente, Barack Obama si è forse dimenticato della più popolosa nazione al mondo, terza potenza economica del pianeta? La risposta è negativa, e se non ci fosse altro a dimostrarlo, basterebbe considerare il modo in cui Hillary Clinton ha impostato la sua visita a Pechino in febbraio. La segretaria di Stato ha insistito sulla necessità di una collaborazione sinergica tra i due Paesi per far fronte alla crisi economica globale. E i suoi interlocutori gli hanno assicurato che continueranno ad investire nei buoni del Tesoro americani. Clinton ha apprezzato a tal punto da mettere tra parentesi il tradizionale idealismo del suo partito in materia di diritti democratici e civili. Il rispetto dei diritti umani è una questione che «non deve interferire» nella cooperazione bilaterale, ha detto, suscitando la delusione di Amnesty International. Gli Usa hanno troppo bisogno della Cina per permettersi un'eccessiva intransigenza etica. Ma è indubbio che sia più facile chiudere un occhio sulle libertà negate ai cinesi che non ignorare il pericolo dei cannoni puntati verso l'esterno. E dunque la contesa sui crescenti arsenali di Pechino è destinata a occupare un posto fisso negli sviluppi diplomatici del prossimo futuro.

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Giustizia, l'Europa condanna l'Italia (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 27 Marzo 2009 NAZIONALE Pagina 6 ROMA. Il Comitato di ministri del Consiglio d'Europa ha richiamato il nostro Paese sui tempi Giustizia, l'Europa «condanna» l'Italia 5, 5 milioni le cause civili inevase, 3,2 quelle penali 1.210 giorni per un processo L'Italia è al 156° posto ROMA Il Consiglio d'Europa richiama nuovamente l'Italia a risolvere il problema dell'eccessiva durata dei processi. Nell'ultima risoluzione adottata dal Comitato dei ministri, organo esecutivo dell'organismo paneuropeo, il cui contenuto è stato reso noto ieri, si invita l'Italia ad agire con celerità per porre fine a un problema che si trascina davanti allo stesso Comitato da quasi 30 anni. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano dice che «l'Europa ha ragione». E promette misure per accelerare. A tutt'oggi rimangono inevase approssimativamente 5 milioni e mezzo di cause civili e 3 milioni e 200 mila penali. Per la lentezza dei processi, l' Italia è al 156.mo posto su 181 paesi presi in considerazione dalla Banca Mondiale. E stando al rapporto Doing Business della World Bank un processo civile in Italia dura in media 1.210 giorni; in Germania 394 giorni. . NEL SUD ITALIA ANCORA PIÙ LENTI. Nel Nord Ovest una causa di lavoro dura (in primo grado) 369 giorni, nel Nord Est 609, nel Centro 591 e nel Sud 1031. Ogni giorno vengono rinviati 7 processi su 10. INDENNIZZI. Nel 2008 sono costati più 32 milioni di euro all'erario dello Stato i risarcimenti ai cittadini per la lentezza dei processi, in base alla legge Pinto. NAPOLI, CAPITALE DEI RITARDI; BRESCIA VIRTUOSA. Il capoluogo campano conduce la classifica dei tribunali più lenti: 11 mila le richieste di indennizzo. Segue Roma con 3992, Potenza con 2149, Venezia con 1474, Salerno e Firenze con 1100, Catanzaro con 894, Genova con 793, Catania con 694, Ancona con 666, Milano con 661. Brescia «fanalino di coda in positivo» con 561. DURATA MEDIA PROCESSO IN CASSAZIONE. È di 1.140 giorni nel settore civile, 990 se dal calcolo si escludono le cause fiscali. Nel penale si aspettano 266 giorni. RICORSI ALLA CORTE EUROPEA PER I DIRITTI UMANI. Per l'Italia le cause pendenti sono 4.200.  

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L'Italia vista dai Modena City Ramblers (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'Italia vista dai Modena City Ramblers alpheus La band emiliana - tra le migliori del folk italiano - si esibirà stasera alle 22 all'Alpheus in via del Commercio (ingresso 12 euro). Sempre oggi, alle 18,30, la Sezione Italiana di Amnesty International conferirà agli stessi il premio «Arte e diritti umani». L'incontro pubblico avrà luogo presso la libreria Rinascita (via Prospero Alpino 48, zona Garbatella).

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Il Consiglio d'Europa accusa l'Italia: giustizia lumaca (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Consiglio d'Europa accusa l'Italia: giustizia «lumaca» MARCO MONGIELLO Processi infiniti e tribunali ingolfati. L'ennesimo richiamo per la lentezza kafkiana della giustizia italiana arriva dal Consiglio d'Europa di Strasburgo, l'organizzazione internazionale che vigila sulla democrazia e il rispetto dei diritti fondamentali dei suoi 47 Stati membri. Dopo il richiamo del 2007, per le stesse ragioni, il Consiglio d'Europa ha ricordato ieri che nei tribunali italiani ci sono ancora 5,5 milioni di cause civili e 3,2 milioni di cause penali pendenti, e che anche nel settore amministrativo «è necessario trovare ancora una soluzione strutturale alle lentezza dei processi». L'organizzazione di Strasburgo ha esortato le autorità italiane «ad assicurare l'adozione rapida delle misure già previste riguardanti la procedura civile» e ad «adottare con urgenza delle misure ad hoc volte a ridurre l'arretrato dei procedimenti civili e penali», oltre a «stanziare le risorse economiche sufficienti a garantire l'attuazione delle risorse». All'Italia si suggerisce anche la modifica della legge Pinto del 2001, creata per risarcire le vittime delle lungaggini processuali, in modo da accelerare l'indennizzo per le sanzioni previste dalle numerose condanne dello Stato da parte della Corte europea dei Diritti dell'uomo. Solo nel 2008 i risarcimenti sono arrivati a 32 milioni di euro. Secondo uno studio della Banca mondiale in Italia un processo civile dura in media 1.210 giorni, contro i 331 della Francia o i 394 della Germania. Per questo motivo nella classifica sui Paesi dove conviene aprire delle imprese l'Italia risulta al posto 156 su 181, dopo Angola, Gabon e Guinea. «È vero che in Italia i processi sono troppo lenti» - ha commentato Antonio Di Pietro, ma Governo e Parlamento «non si decidono a prendere provvedimenti per risolvere questo problema, anzi lo aggravano». Italia ancora sotto accusa al consiglio d'Europa, che vigila sul rispetto dei diritti umani nei 47 paesi membri: processi lunghi e tribunali ingolfati. Da Strasburgo arriva un invito pressante: misure urgenti.

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L'autoanalisi di un marxista (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'autoanalisi di un marxista «Teza», l'autocritica di un rivoluzionario etiope. Haile Gerima ai sessantottini: abbiamo sbagliato non anteponendo alle nostre drastiche certezze politiche l'individuo, la sensibilità, la scienza, il buon senso, l'etica e i diritti delle donne Roberto Silvestri TEZA DI HAILE GERIMA, CON ARON AREFE E ABEYE TEDLA, ETIOPIA 2008 Roberto Silvestri Che le scene di tenerezza e amore, le metafore del sottosviluppo, i dialoghi toccanti, le immagini oniriche che attraversano il visibile per scoprire il visionario, siano la specialità dei filmaker d'Africa, si sa. Ma pochi al mondo sanno competere con John Carpenter anche nel congegnare suspense e violenza. Ecco la differenza. Una scena di violenza del cineasta e produttore etiope Haile Gerima traumatizza, lascia segni irreversibili... Una sequenza violenta tollerata dal sistema censorio medio euro-hollywoodiano (scazzottata, regolamento di conti armato, strangolamento, decapitazione, smembramento, stupro, sgozzamento, aggressione razzista...) arriva in genere alla ricezione come anestetizzata, impacchettata, sembra verdura già lavata nella plastica, «telefonata», disossata, devitalizzata. Ma chi vedrà questo film, per esempio la defenestrazione del protagonista da parte dei nazisti, sarà costretto a pensare alla violenza, sue origini e conseguenze, non a ingurgitarla, come olio di ricino. Qual è il segreto di questo narratore per immagini liberatorie, di questo Puskin che non dimentica gli antenati coraggiosi? Di un patriarca del cinema africano (in diaspora in Usa) che per decenni ha incarnato l'alterità del terzo cinema, contro il «primo» (Hollywood, Mosfilm) e il «secondo» (il cinema d'autore euroamericano, da Truffaut a Lynch), si vedano i capolavori epici Childs of resistence, Bush Mama, Il raccolto dei 3000 anni, restaurato da Scorsese, Ashes and Embers e il dittico sulla doppia aggressione italiana, Imperfect Journey e Adwa? Il segreto è forse nell'avere più cuore? Non basta. Il conservatorismo compassionevole va così stucchevolmente in lacrime per i diritti umani (ma dei diritti dei popoli «cattivi» all'autodeterminazione, magari nucleare, non parliamone nemmeno), che se il cuore non è assistito da una «sostanza conoscitiva» credibile, e incarnato non nel supereroe, ma in un dream team di personaggi qualunque credibili, smette di battere...Il segreto è dunque nel respiro epico? Forse. Il fatto è che Gerima (figlio di uno scrittore di Gondar) è riuscito, come Sembene o Dijbril Diop Mamberty, a trasmettere (attraverso segnaletiche affascinanti, un'esperienza militante e combattente dichiarata, da individuo non riconciliato con ortodossie né chiese) le sofferenze degli sfruttati, che ormai in tutto il mondo hanno perduto i «difensori d'ufficio», ma non perso la voglia di essere soggetti del proprio destino, anche senza «griot» a fiancheggiarli, perché gli artisti di professione (sono tutti «sul mercato»). Il cineasta etiope e professore emerito a Howard, Washington D.C., reduce dai premi di Venezia, Tunisi e Ouagadougou, firma dopo Sankofa, «spiritual» sullo schiavismo negli Usa, questo altro capolavoro, Teza. Un'ambiziosa ricognizione (condotta con il metodo maoista della «critica, autocritica, trasformazione») della sua esperienza politica, intellettuale e artistica negli ultimi 40 anni. Teza è la regione, oggi desertificata, un tempo rigogliosa di frutteti in cui Gerima è vissuto, accanto al fuoco e senza elettricità, nei primi anni di vita. Dedicato alla famiglia, e per molte sequenze ambientato in un'Etiopia ancora oscurantista e in lotta contro quella parte fascista di tradizioni che ovunque il mondo combatte, altro che vitalità del folk («l'odierna Etiopia è per me un incubo», dice il regista: tutto il mondo è paese), il film infatti intreccia vita privata e Storia del paese, esilio e ritorno, lotta e disfatta, distruzione e ricostruzione, con un virtuosismo registico raro. E racconta il ritorno in Africa, e la folla di ricordi che ricompongono il puzzle di una vita, di un intellettuale dissidente costretto all'esilio, e dell'amicizia con un collega che è il primo a trascinarlo via da Berlino, con l'entusiasmante progetto di salvare i bambini da malattie infettive curabilissime, ci fossero solo medicine, volontà e know-how. Impossibile, però, utopistico il tutto. L'Africa non è «sottosviluppata» per caso. E non conta la fraseologia al potere, a parte le eccezioni Lumumba, Sankara, N'Krumah e Mandela. È solo facciata. I ricchi del globo non vogliono salvare i bambini più neri dalla fame e dalle malattie. Non sopporterebbero un continente in pieno possesso delle sue ricchezze e facoltà. Infatti per Anberber e per l'amico Tesfaye, il lavoro politico a Addis Abeba, già sotto Haile Selassie, sarebbe stato impossibile. E perfino gli studi, visto che Anberber si laurea in medicina in Germania e diventa lì rivoluzionario marxista. E tornerà a casa solo dopo il colpo di stato militare (finanziato dall'Urss solo per ragioni strategiche) di Haile Mariam Menghistu, il cui governo, dogmatico e controrivoluzionario, farà addirittura rimpiangere il Negus, lo costringerà di nuovo alla fuga, mentre Tesfaye verrà linciato dai più opportunisti chierici di regime. Il Negus e il suo entourage escono riabilitati, nel film, e non certo per le strutture e gli sfruttamenti feudali insiti in quel sistema di potere, e poco modificati dal «socialismo militarizzato» di Menghistu. Ma certo come patriota che ha combattuto l'orripilante colonialismo italiano e che, come padre del panafricanismo, mai avrebbe scatenato guerre contro eritrei e somali. E anche per il suo spessore umano, come si vede in un toccante reperto d'archivio quando accoglie con dignità e serenità, le sue «dimissioni» obbligate e l'esilio. La generazione ribelle di Gerima (che è la nostra), ci spiega il film, ha compiuto un errore di dosaggio, anteponendo con rigidezza degli schemi politici e la drasticità delle sue ragioni, all'individuo, alla sensibilità, alla scienza, al buon senso, all'etica e ai diritti delle donne. In una delle scene più intense Gerima entra quasi in polemica con il padre di Barack Obama che, dopo aver messo al mondo quel figlio in Kansas, lascia la moglie bianca e decide di tornare in Kenya a «salvare la rivoluzione mau mau» e a farsi altre famiglie. Anberber, un poster di Lenin alle spalle, rimprovera Tesfaye, l'amico del cuore, il cui nome vuol dire coraggio. Nessuna rivoluzione sarà più possibile senza un vero coraggio. Quel che inizia dal rispetto di sé prima che del prossimo. Foto: FOTO GRANDE ARON AREFE IN «TEZA» DI HAILE GERIMA; IN ALTO A SINISTRA LAURA CHIATTI E CLAUDIO SANTAMARIA IN UNA SCENA DE «IL CASO DELL'INFEDELE KLARA» DI ROBERTO FAENZA. A DESTRA LIBERO DE RIENZO IN «FORTAPÀSC» DI MARCO RISI

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No al doppiopesismo mondiale sui diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Italia Oggi" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 27/03/2009 - pag: 6 autore: Piero Laporta prlprt@gmail.com il commento No al doppiopesismo mondiale sui diritti umani Il Papa viene attaccato per le parole sull'Aids, ma nessuno dice nulla sulla pena di morte in Cina Mentre il dibattito sembrava focalizzarsi sul preservativo, la Cina ha conquistato gli onori della cronaca, da par suo. La Cina ha il record mondiale delle esecuzioni capitali, col 72 per cento dei 2390 giustiziati del 2008. La Cina oscura il web. La rete si lascia oscurare volentieri. Pechino si compiace col Sud Africa che nega l'ingresso al Dalai Lama. La repressione cinese in Tibet continua più sanguinosa e crudele che mai. Il papa non è il responsabile dell'Aids, almeno su questo si potrà concordare. Il Papa si è limitato a dire «Non si può risolvere l'Aids con la distribuzione di preservativi: al contrario, il rischio è di aumentare il problema». Si è scatenato il finimondo. Quando, dopo poche ore, le agenzie battono cinque notizie sulla Cina, come quelle che abbiamo dato, nessuno dei governanti tedeschi, francesi, olandesi, intransigenti col Papa, dice una sola parola contro prolungata condotta antidemocratica e delittuosa del governo cinese. In questo clima scivola via nella generale distrazione, anche il fatto che in via MacMahon, 77, a Milano, non a Shangai, a Milano, un cinese ha organizzato un albergo, chiamiamo così, sotterraneo, stipando 60 cinesi in 200 metri quadri, a solo 100 euro mensili a cinese. Sorvoliamo sulle condizioni igieniche e sulla presenza di neonati. Nessuno pone la domanda: come mai i cinesi accettano di vivere in queste condizioni subumane, in Italia, nel cuore di una città civilissima come Milano? Risposta: le condizioni di vita lasciate in Cina sono peggiori di quelle scoperte a Milano e di quelle, chissà quante, non ancora scoperte e tuttavia operanti in Italia e in Europa. Ma nessuno parla, nessuno si indigna. Tutta la vigoria pedagogica sciorinata contro il Papa è miracolosamente dissolta. Meno di un anno fa, approssimandosi le Olimpiadi, nessuno s'accorse dello sfruttamento dei bambini cinesi che fabbricavano le mascotte olimpiche; nessuno s'accorse che le stupefacenti architetture olimpiche s'ergevano sulla distruzione di interi quartieri e con la deportazione dei malcapitati abitanti; nessuno s'accorse dell'imbavagliamento dei giornalisti, degli attivisti democratici, delle personalità religiose. La polemica becera e volgare contro il Papa muta in servilismo da kapò, quando invece si dovrebbe insorgere per l'assassinio degli uomini, per l'oltraggio alle libertà, per lo sfregio alla comunità umana. I neoliberisti, che oltraggiano il Papa, non s'accorgono che la Cina ha realizzato la trasformazione più devastante. “Non vi piace il comunismo? Allora lo eliminiamo” Anzi, essa dice “Cancelliamo non solo la Rivoluzione culturale e la vittoria contro il Kuomintang, ma anche la Rivoluzione bolscevica, quella francese e quella americana. Torniamo al lavoratore sottoposto alla macchina, parte passiva del ciclo produttivo, finalizzato unicamente al guadagno”. È il paradosso: quando il comunismo è sconfitto e rinnegato, la produzione e le sue leggi diventano le leggi della società, secondo una perfetta sintesi marxista. E fior di liberisti – quelli intransigenti con Papa - plaudono al paradosso offerto dai comunisti cinesi: il salario è variabile totalmente sottoposta alla produzione, del tutto sconnessa dalla dignità dell'uomo, dipendente unicamente dai rapporti di forza enormemente squilibrati fra la produzione, in quanto sistema globale, e il prestatore d'opera incatenato alla sua individualità e alla sua indipendenza, alla sua libertà. Evviva la libertà. E mentre di inneggia ad essa, un uomo può vivere entro una superficie pari a quella d'un ascensore, si possono soffocare tutte le libertà primarie, si possono imprigionare, schiacciare e uccidere quelli che dissentono, si possono negare tutti i principi di civiltà ereditati dalla nostra storia, si può ristabilire lo schiavismo, si possono uccidere (o sceglieranno di uccidersi) le persone malate che ostacolano o rallentano il ciclo produttivo, si può incoraggiare l'aborto che restituisce alla catena di montaggio le braccia altrimenti vocate a cullare. Si può fare tutto in nome della libertà e della produzione, e poco importa che questo “tutto” sia entro le viscere più marce della crisi economica che ci attanaglia. Tanto l'unico colpevole è lui, Benedetto XVI.

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se il re è nudo ... è nudo - guido guastalla (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

UNICEF SE IL RE è NUDO ... è NUDO GUIDO GUASTALLA Se il re è nudo si deve dire o no? E in certe circostanze non si deve dire? E se si dice, è un insulto? Allora, per evitare ipocrisie, premetto un'altra affermazione politicamente scorretta: ogni anno, dopo la richiesta dell'Unicef, si arriva a Livorno alla convocazione del Consiglio comunale aperto con molti mal di pancia e, per così dire, obtorto collo. Non sono l'avvocato difensore di Tamburini che sa difendersi da solo. Ma dire che ha sbagliato modi e tempi del suo affondo polemico, mi sembra altrettanto irrituale dell'accusa di maleducazione che gli viene mossa. Quale sarebbe la sede giusta per dire certe cose, e perché ai bambini la verità si dovrebbe tenere nascosta? Forse è proprio facendogliela conoscere che si aiutano a crescere con spirito critico e libero. Che Unicef, Fao, miriadi di Ong, come le varie Commissioni Onu, compresa quella per i diritti umani presieduta dalla Libia, vicepresidenti Siria e Iran, paesi che maggiormente violano i diritti umani sanciti nella carta dell'Onu, abbiano a disposizione mezzi finanziari in grande quantità che arrivano a chi ne ha bisogno in misura molto limitata per non dire irrisoria è cosa nota. Paola Bachini sostiene che l'organizzazione assorbe il 7% delle risorse (ma il suo presidente Spadafora dice il 15: mettetevi d'accordo!) mentre il 93% è investito nei progetti. Non discuto; mi domando quanto di questo 93% viene a sua volta assorbito dal personale e quanto arriva direttamente a coloro per cui l'Unicef è stata creata. Ci sono Ong finanziate dall'Onu che erogano, nel Terzo mondo, stipendi da nababbi al personale occidentale, da fame al personale locale, e quasi nulla a coloro per i quali il progetto è nato. Ma forse dire queste cose è politicamente scorretto e toglierebbe fondi a questi carrozzoni internazionali che si autoalimentano con i soldi anche dei nostri bambini.

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IL PERCORSO dell'integrazione. L'articolo 26 della Dichiarazione univer... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CAMPIONATO GIORNALISMO pag. 11 IL PERCORSO dell'integrazione. L'articolo 26 della Dichiarazione univer... IL PERCORSO dell'integrazione. L'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani recita: «Ogni individuo ha diritto all'istruzione indirizzata al pieno sviluppo della personalità». E' soprattutto nell'istruzione che i genitori dei figli immigrati ripongono le speranze per una loro futura integrazione nella società ospitante. Per i bambini stranieri, frequentare la scuola non significa solo istruirsi ma confrontarsi con i loro coetanei senza rinunciare alla propria identità culturale. Gli attuali programmi scolastici sperimentano, nuove strategie educative, più attente ai valori dell'accoglienza, delle mutua accettazione e della prevenzione di pregiudizi nei confronti degli immigrati. Al di fuori della famiglia, la scuola è l'ambiente dove si ravvicinano le distanze sociali nel rispetto della diversità e dove si acquisiscono quei valori che accompagnano l'individuo per tutta la sua vita. Le presenze straniere all'interno dell'Ististuto comprensivo Pasquini del Comune di Massa e Cozzile salgono a quarantadue iscritti. Gli alunni romeni, albanesi e russi rappresentano la percentuale maggiore, quella minore è data dai provenienti dal Senegal, dalle Filippine, dal Kenya e dalla Cina. L'INTERVISTA a O. M., un ragazzo romeno del terzo anno della scuola media di Margine Coperta, sottolinea come la scelta di trasferimento di una famiglia possa offrire una garanzia per il futuro migliore del figlio ma anche come resti ancor viva nei suoi ricordi l'atmosfera dei giochi all'aperto.

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Giovane curdo trovato morto nel tir (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere del Veneto" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere del Veneto - VENEZIA - sezione: VENEZIAMESTRE - data: 2009-03-27 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE La tragedia Ieri mattina la scoperta al porto, si era nascosto nel rimorchio di un camion bulgaro Giovane curdo trovato morto nel tir Partito dalla Grecia, è stato schiacciato da una balla di carta di 6 quintali Prima vittima del 2009 dei viaggi della speranza, disposta l'autopsia. Martedì un convegno sui diritti umani con Strada e Cacciari VENEZIA — Lo hanno trovato morto all'interno di un semirimorchio sbarcato al porto commerciale di Marghera. E' stato un finanziere ad accorgersi che qualcosa non andava: durante le fasi di controllo dei mezzi in arrivo ha sentito un odore acre che usciva da un trailer parcheggiato. Quando ha aperto la porta la scoperta: a terra c'era il corpo senza vita di uomo. La prima vittima del 2009 dei viaggi della speranza è un clandestino curdo di circa 30 anni che aveva cercato di scappare dalla Grecia nascondendosi all'interno di un semirimorchio bulgaro che conteneva balle di carta da macero e che era stato imbarcato a bordo del traghetto greco «Hellenic Master» partito da Corinto. Ma il suo viaggio della salvezza è durato appena poche ore. La scoperta è avvenuta alle 11.30 di ieri mattina. Secondo i primi accertamenti eseguiti dalla polizia di frontiera, sembra che il giovane immigrato sia rimasto schiacciato da una delle balle di carta da macero— del peso di circa 6 quintali — trasportate dal camion. Una disgrazia che secondo gli agenti della Polaria sarebbe avvenuta almeno 48 ore prima del ritrovamento della salma. Praticamente durante le operazioni di imbarco del mezzo nel porto greco. Dopo il rinvenimento la salma del clandestino è stata trasportata all'obitorio dell'ospedale di Mestre. Per chiarire le cause della morte, il pm di turno ha disposto l'autopsia mentre la Polizia ha messo sotto sequestro il semirimorchio. E' solo l'ultima vittima dei viaggi della speranza intrapresi quotidianamente da profughi afgani e curdi che cercano di ricostruirsi una vita lontano dalle tragedie e dalla guerra dei loro paesi. Nei primi tre mesi dell'anno al porto veneziano sono state sorprese e rimpatriate circa sessanta persone. Una decina invece i minorenni che hanno trovato rifugio nelle strutture protette del comune di Venezia. Un destino crudele quello del 30enne, (per il momento senza nome) che prima aveva colpito altri connazionali. Una lunga lista nera di lutti che ha colpito il porto veneziano con in testa la triste storia del profugo poeta di appena 16 anni, Zaher Rezai, che lo scorso 10 dicembre è morto schiacciato dalle ruote del Tir che aveva usato come via di fuga. Il piccolo clandestino stava cercando di ricostruirsi una vita lontano dalla sua terra sognando un futuro migliore. Una speranza che affidava a delle poesie che ha tenuto stretto a se fino alla morte. La scoperta di ieri mattina intanto ha fatto scoppiare nuovamente le polemiche. Per ricordare le tragedie e gli arrivi continui di profughi al porto veneziano che vengono reimbarcati, la Rete Tuttidirittiumani annuncia l'incontro «Fronte del porto. Migranti e richiedenti asilo alla frontiera di Venezia» in programma per martedì prossimo alle 17.30 al centro culturale di Santa Maria delle Grazie. Un appuntamento al quale prenderanno parte tra gli altri anche il sindaco Massimo Cacciari, Gino Strada di Emergency e durante il quale verrà proiettato un video reportage girato dalla delegazione della Rete a Patrasso. «Quasi ogni giorno, persone in fuga da guerre e persecuzioni, persone vulnerabili, anche minorenni, vengono rimandate indietro dai porti dell'Adriatico verso la Grecia, dopo aver rischiato la vita nascoste dentro o sotto un tir, pur di andar via da un paese dove non esiste l'asilo politico — hanno spiegato i portavoce di Tuttidirittiumani —. L'Onu ha chiesto di non rimandare più nessun potenziale richiedente asilo in Grecia. Amnesty ha denunciato la grave condizione dei diritti dei migranti in quel paese. La polizia di frontiera italiana, però, dai porti di Venezia, di Bari, di Ancona, continua con i respingimenti». Giorgia Gallina Disperazione Un altro clandestino ha trovato la morte in uno dei cosiddetti viaggi della speranza

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Una simulazione dell'assemblea generale dell'Onu si svolgerà, oggi e domani, a partir... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 27 Marzo 2009 Chiudi Una simulazione dell'assemblea generale dell'Onu si svolgerà, oggi e domani, a partire dalle ore 9, nell'aula magna dell'Itc Benincasa. La XII edizione della "Model United Nations", si propone l'obiettivo di promuovere la pace e il rispetto dei diritti umani. Parteciperanno, oltre allo stesso Itc, il liceo Rinaldini, l'Ipc Podesti, l'Itn Elia-Calzecchi e l'Itc Corridoni Campana di Osimo. Ogni studente coinvolto rappresenterà uno stato aderente all'Onu e prenderà parte ai lavori sia in sede plenaria che nelle singole commissioni. Protagonisti per due giorni di un esperimento di partecipazione civile e democratica, i ragazzi si misureranno con discussioni, dibattiti e proposte, formulando emendamenti su alcuni temi specifici.

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Psichiatria, viaggio senza ritorno (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

GIORNO E NOTTE FIRENZE pag. 32 Psichiatria, viaggio senza ritorno INAUGURA oggi a mezzogiorno nella sala presidenziale della Stazione Santa Maria Novella, sulle note del chitarrista-compositore Anthony Sidney, alla presenza di Giorgio Antonucci e Gennaro Oriolo Psichiatria - un viaggio senza ritorno', mostra multimediale che, attraverso documentazione originale, porta i cittadini a conoscenza degli abusi della psichiatria dal 1700 sino ai giorni nostri. Promossa dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani insieme alle associazioni Gesef e Lidu, l'esposizione resterà aperta fino all'8 aprile con orario continuato 9,30 19,30. L'ingresso è gratuito.

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AMNESTY International conferirà oggi ai Modena City Ramblers il premio <... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Arezzo)" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

AGENDA AREZZO pag. 8 AMNESTY International conferirà oggi ai Modena City Ramblers il premio «... AMNESTY International conferirà oggi ai Modena City Ramblers il premio «Arte e diritti umani» alla libreria Rinascita alla presenza di Ugo Coccia di Rai International. Il gruppo si è particolarmente distinto nella promozione dei diritti umani e nella sensibilizzazione dell'opinione pubblica e da tempo sostiene le campagne Amnesty, con il brano «Ebano» hanno vinto il Premio Amnesty Italia 2004 ed è nella compilation «17x60» del 2008.

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Antonello Paladino (sezione: Diritti umani)

( da "superEva notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Antonello Paladino Due installazioni nell'ambito dello Human Rights Nights Il Film Festival Human Rights Nights che anima Bologna e Forli' tra il 27 marzo e il 5 aprile, non esime ad aprire la partecipazione anche al linguaggio non specificatamente cinematografico facendo dei luoghi della manifestazione lo scenario ideale per accogliere opere d'arte e installazioni che, nella propria ontologia, coinvolgono la città sollecitando una piu' ampia e profonda riflessione sul tema dei diritti umani. All'edizione del 2009 partecipa lo scultore Antonello Paladino con un inedito linguaggio di marcata impostazione concettuale, esponendo due installazioni N'diata nel cortile del municipio di Bologna (Palazzo d'Accursio) ed Essere senza cuore visibile in Cineteca. Seppur giovane artista, il linguaggio di Antonello Paladino si imposta su una solida prolazione scultorea che, generata da un'interpretazione -meta-fisica- del presente, ne caratterizza il lavoro marcando con forza l'identità propria dell'artista. Nonostante cio', e senza pretesa neoterica da parte di Paladino, e' possibile vedere un inedito ruolo dello stesso che partecipa al Film Festival -Human Rights Nights- con due installazioni e si affida alla piu' pura elucubrazione intelleggibile giocando su una tropologia in cui lo scarto tra reale e -mimesi straniata- crea l'effetto Riflessione. Dalla facciata della Cineteca di Bologna un cuore di piombo dalle dimensioni pletoriche sospende il battito vitale in attesa di tornare carne pulsante e dunque -Humana-: con Essere senza cuore, palesemente l'artista afferma il proprio disappunto di fronte alla incapacità collettiva di rispettare i diritti umani e affida la chiave di lettura alla fosca materia plumbea che dà forma ma non sostanza al cuore. Come non citare, a questo punto, il boscaiolo di latta, protagonista del famoso film fantasy -The Wizard Of Oz- e il suo affanno per essere senza cuore? Se il desiderio di possedere un anima spinge metaforicamente ad una palingenesi affidata alle virtu' magiche di Oz, Antonello Paladino lascia aperto uno spiraglio di vita che si genera dal suono di una goccia d'acqua e dal suo sordo tonfo come segno d'origine primordiale. Con altrettanta -facondia concettuale- l'opera esposta nel cortile di Palazzo d'Accursio N'diata costituisce, nella sua essenza, il paradigma di una problematica di civilizzazione in cui e' la categoria dell'Accoglienza ad essere il bersaglio a favore di una riconsiderazione del valore minimo di dignità -Humana-. Il mito del nido, carico della simbologia tanto cara a Pascoli di intimo rifugio, viene sviscerato dalla sua ontologia protettiva per divenire l'emblema di un -anti-nido- che espelle ma anche di un luogo che, dal principio, non e' disposto ad accogliere l'altro violando lo spirito etico e comunitario alla base di ogni diritto umano in questo vernacolo globale chiamato terra diviso, purtroppo, in una classificazione in cui e' il benessere a dichiarare l'appartenenza al primo o terzo mondo; un nido irto, giaciglio di filo spinato che, sia dal punto di vista materico che delle dimensioni titaniche, si riallaccia ad Essere senza cuore con un cortocircuito poetico che coinvolge la città verso un'introspezione . Cosi', con il macro-effetto delle installazioni e con l'ossimoro fondante (piombo-cuore; filo spinato-nido) Paladino -edifica- la propria interpretazione di -Humano-, tema del Film Festival, senza dimenticare che alla base della poiesi resta sempre quel principio evolutivo che prima di rendere Artista fa Uomo, Homo etimologicamente da humus, terra fertile principio dell'esistenza e dunque, oggi, del futuro; in attesa di una umanità coscientemente piu' fertile mi affido, per concludere, alle parole di Joseph Beuys che ben si adattano, in questo frangente di ricerca, all'opera di Antonello Paladino: -Sono arrivato alla conclusione che per far qualcosa per l'umanità non ci sia altra via che arte-. (Alice Zannoni) SEDI N'diata: Chiostro di Palazzo d'Accursio Piazza Maggiore (Bo) Cuore di piombo Cineteca di Bologna, via Riva di Reno n 69 PUBBLICITà PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 27 marzo 2009 in: Artisti creativi: scultura » Invia tramite EMAIL » Versione per la STAMPA--> » Le vostre opinioni

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Caritas a Lampedusa: (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACA 27-03-2009 LA VITA DEI MIGRANTI Sollecitata un'ampia riflessione sui recenti provvedimenti per regolare l'immigrazione e sull'adeguatezza dei Centri di identificazione ed espulsione per fronteggiare il fenomeno Caritas a Lampedusa: «Legalità e umanità» Tre vescovi hanno visitato ieri la "porta d'Europa" DAL NOSTRO INVIATO A LAMPEDUSA PAOLO LAMBRUSCHI T re vescovi che attraversano la porta meridionale d'Europa. È accaduto ieri a punta Maluk, punto più meridionale di Lampedusa, dove lo scultore Mimmo Paladino ha eretto l'anno scorso un monumento offerto dall'associazione Amani per ricordare che questa porta è aperta per l'accoglienza e la speranza. L'arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, il vescovo di Lodi e presidente di Caritas italiana, Giuseppe Merisi e il vescovo di A- grigento, Francesco Montenegro, della cui diocesi l'isola fa parte, hanno compiuto l'importante gesto simbolico al termine di un momento di preghiera per rendere omaggio alle 6mila vittime ignote che hanno perso la vita in mare dal 1988 nel tentativo di varcare i confini dell'Ue. Li hanno accompagnati 70 delegati degli uffici immigrazione delle Caritas diocesane italiane, che fino ad oggi prendono parte al direttivo nazionale organizzato a 120 chilometri dall'Africa. Ieri pomeriggio una delegazione composta dai tre vescovi, dal direttore della Caritas nazionale monsignor Vittorio Nozza e dal direttore di Migrantes, Michele Morando, ha visitato il Centro di identificazione ed espulsione, il Cie, e il nuovo centro di pronto soccorso e accoglienza dell'ex base Nato Loran, dove hanno consegnato agli ospiti nigeriani cristiani alcune bibbie in inglese. Hanno verificato le condizioni dei centri dopo i disordini scoppiati circa due mesi fa, quando il ministero degli Interni ha trasformato per decreto il centro da luogo di accoglienza dove il termine di permanenza non superava i dieci giorni a luogo do- ve oggi si può restare tre mesi prima dell'eventuale rimpatrio. «La Caritas e i vescovi ha spiegato Francesco Marsico. vicedirettore dell'organismo pastorale elogiano il lavoro svolto dal personale del centro e dalle forze di sicurezza in condizioni difficili per tutelare i diritti umani. Il centro è sovraffollato. O- spita 729 persone mentre in condizioni di primo allarme può riceverne oltre 800. Ma durante i tumulti sono state incendiate strutture facendo perdere 330 posti. In stanze pensate per 12 unità ci dormono in 16. Le cure sanitarie sono buone. Arrivano migranti ustionati da sole e carburante in estate e assiderati in inverno, vengono assistiti anche psicologicamente. Ci si interroga sull'adeguatezza di strutture di questo tipo di fronte al fenomeno migratorio ». Sulla legge che disciplina la migrazione e sui recenti provvedimenti il presidente della Caritas Merisi ha chiesto «riflessioni non solo da parte degli operatori della carità, ma di tutte le forze politiche per valutare se queste modalità davvero uniscono accoglienza, diritti umani e principi di legalità ». Oggi una relativa calma regna nel centro di identificazione, presidiato da 340 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri, 90 tra avieri e bersaglieri, tutti coordinati dal Ministero dell'interno. Ma la rabbia cova sempre. Gli ospiti sono in prevalenza tunisini in attesa di rimpatrio. Come Mustafà, 35 anni, carpentiere di Tunisi, da dove è fuggito lasciando moglie e due bambini «Questa è una prigione spiega Mustafà dove siamo trattati bene e con le porte aperte, ma siamo detenuti senza aver commesso reati. Sono grato alla polizia che ci ha salvato in mare e qua ci rispetta. Ma al mio paese, oppresso da una dittatura che ci ruba il futuro, pensavo che l'Italia e l'Europa fossero culle della democrazia e del diritto. Qual è la mia colpa, essere clandestino?» La sua vicenda è comune qui dentro. Dopo i disordini, le giornate sono scandite dalle partite a calcio, dalle telefonate a casa, dalla distribuzione dei pasti, in attesa di conoscere il proprio destino «Ho venduto la casa aggiunge Mustafà e la mia famiglia vive con quella di mia sorella. Il mio progetto era di stare una settimana in questo centro, poi, una volta in Italia, uscire e trovare lavoro e mandar loro i soldi. Sono sbarcato il 20 gennaio, in quel viaggio morirono una donna e un uomo in mare. Allora c'era una legge, adesso è cambiata e nessuno sa dire nulla sul mio futuro. Se vogliono rimpatriarmi, mi uccido». Punta Maluk è sferzata dal vento. La chiamano il cavallo bianco, dal colore delle onde che si ingrossano. Per ora niente sbarchi, dicono i pescatori, niente nuove storie di disperazione davanti a una porta che si sta richiudendo. Romeo (Palermo), Merisi (Lodi e presidente Caritas) e Montenegro (Agrigento) a punta Maluk, dove sbarcano i disperati. Mustafà, 35 anni, moglie e due figli in Tunisia: «Questa è una prigione. Io cerco solo lavoro. Se vogliono rimpatriarmi, mi uccido» Il centro di accoglienza (in alto). I vescovi Romeo, Merisi e Montenegro davanti al monumento alle vittime del mare (a sinistra), L'arcivescovo di Palermo e il sindaco di Lampedusa Bernardino De Rubeis (a destra) (Sparma Calogero)

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I migranti viaggiano peggio degli schiavi (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACA 27-03-2009 I migranti viaggiano peggio degli schiavi DAL NOSTRO INVIATO A LAMPEDUSA L ampedusa peggio di Ellis Island, i trafficanti di uomini del ventunesimo secolo più spietati dei negrieri del 1700. La porta più meridionale d'Italia e d'Europa da anni accoglie barconi carichi di disperati. Tutti provengono dalla Libia dopo viaggi della speranza durante i quali vivono in condizioni peggiori dei nostri migranti del 1800 e 1900 e persino degli schiavi neri portati via dall'Africa. Sono i mercanti di corpi della tratta a decidere le rotte a ad applicare con meticolosità tariffe differenziate. La dignità umana non è evidentemente compresa nel prezzo. A Ellis Island, l'isola davanti alla costa di New York dove fino ai primi del secolo scorso approdavano i nostri "cafoni" che migravano verso il sogno americano, i migranti italiani si presentavano alle visite mediche d'ingresso almeno con una valigia, dopo che le altre due, il bagaglio di una vita, venivano sistematicamente sottratte durante la traversata. «Chi invece arriva oggi dalla Libia afferma Aldo Morrone, primario dell'ospedale romano San Gallicano e presidente dell'istituto nazionale di promozione della salute per i poveri e i migranti, titolare di una convenzione con il ministero dell'Interno che ha portato quattro medici a operare dentro al Cie di Lampedusa per i triage porta con solo i vestiti. Indossano tre o quattro paia di pantaloni alla partenza perché durante la traversata stipati nei barconi si fanno i propri bisogni addosso, non essendoci lo spazio per muoversi. Per non parlare delle donne mestruate, arrivano in condizioni igieniche indicibili. In ogni caso sfatiamo alcuni miti. Arrivano persone stremate, ma sane e giovani, con un'età media che varia dai 16 ai 34 anni. In realtà la prima causa di morte dei migranti in Europa è l'annegamento in queste acque. Secondo i calcoli dell'organizzazione Fortress Europe, nel 2008 sono sparite nel Mediterraneo 642 persone contro le 550 del 2007 e le 302 del 2006. I governi si scaricano la responsabilità di queste tragedie». Morrone, scienziato cattolico secondo il quale «non esiste un codice genetico della clandestinità, condiviamo lo stesso passato e lo stesso futuro » e per cui «la povertà è la malattia più fortemente infettiva», sta preparando uno studio ricavato da 700 interviste fatte da psicologi e antropologi ad altrettante persone transitate per le strutture di accoglienza lampedusane. Dai racconti si evince che le tariffe pagate agli smugglers libici, i trafficanti, per l'ultimo tratto in mare che porta a Lampedusa variano a seconda dell'etnia. «Più l'etnia di provenienza è ricca e potente spiega il medico e può vendicare eventuali sparizioni in mare, più il viaggio diventa sicuro e costoso. Come ad esempio gli eritrei. I più disperati, in genere maghrebini e bangladesi, per contro, pagano meno e viaggiano su barche da rottamare senza scafista, guidate da un volontario cui viene praticato uno sconto sulla traversata. Ma in questi casi i tempi si allungano e i rischi aumentano. Acqua e carburante a bordo sono calcolati su tre giorni». In media un viaggio dalla Libia a Lampedusa costa almeno 2.600 dollari. Le traversate sono in aumento. Il 2008, con 32mila arrivi su questo isolotto di 20 chilometri quadrati, è stato un anno record. «Calcoliamo che dal paese d'origine fino a Lampedusa aggiunge Morrone il racket della tratta di esseri umani incassi 350 milioni di dollari all'anno, pagati per viaggiare nel Sahara, passare la frontiera libica e soggiornarvi per poi partire in mare. Le donne senza marito vengono sistematicamente violentate ». Dunque questa porta d'Europa è un affare redditizio per il crimine, che lubrifica una rete di burocrati e poliziotti corrotti nel paese di Gheddafi, che non ha mai firmato la Convenzione di Ginevra sui diritti umani. C'è ancora un particolare poco noto. «Con le università di Liverpool e Innsbruck annuncia il primario romano abbiamo comparato le modalità di trasporto sulle navi negriere dall'Africa al porto inglese e da lì agli Stati Uniti. E tre secoli fa persino gli africani ridotti in schiavitù avevano più spazio e viaggiavano su imbarcazioni più sicure di quelle che toccano oggi ai loro discendenti che non hanno altra scelta che partire volontariamente per l'Europa». Paolo Lambruschi Le navi negriere erano più sicure dei barconi che oggi solcano il canale di Sicilia. E a bordo c'era più spazio per persona

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Cecenia, Mosca ordina il dietrofront (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

MONDO 27-03-2009 il disimpegno Il presidente ceceno Kadyrov ha annunciato che a fine mese verrà deciso lo stop alle operazioni avviate nel 1994. Secondo le autorità locali «restano ormai attivi solo settanta miliziani, che verranno annientati». Già da anni nella regione si registrano solo scontri sporadici Il Cremlino ha già stanziato 200 milioni di euro per la ricostruzione di Grozny LA GUERRA PIÙ LUNGA Cecenia, Mosca ordina il dietrofront «Finita l'emergenza terrorismo». Tornano a casa 20mila soldati russi DI GIOVANNI BENSI M ercoledì il presidente ceceno Ramzan Kadyrov ha annunciato che il 30 o il 31 marzo verrà ufficialmente decisa la fine dell'«operazione antiterroristica» in Cecenia, cioè della guerra contro la Russia che insanguina la repubblica nord-caucasica dal 1994. In pratica dovrebbero essere 20mila i soldati russi che torneranno a casa. L'occasione di questo annuncio è stata la visita a Grozny di una delegazione della commissione sicurezza della Duma di Mosca. «In Cecenia ha detto Kadyrov ormai da tempo è stata conclusa la lotta contro i terroristi». Quindi egli ha affermato che «secondo i dati dei servizi speciali, sulle montagne della Cecenia si trovano ancora 480 guerriglieri, ma secondo le mie informazioni non ve ne sono più di 70 e li annienteremo entro il mese prossimo ». Kadyrov ha sostenuto che «la nostra repubblica è una delle regioni più tranquille della Russia. La questione invece più importante per la Cecenia ha aggiunto è quella economica». Effettivamente gli scontri in Cecenia ormai da alcuni anni sono divenuti sporadici. Grozny è stata ricostruita e il Cremlino ha stanziato quasi nove miliardi di rubli (circa 200 milioni di euro) per riparare in danni. In Cecenia rimangono ancora 70mila militari russi, 50mila dei quali fanno parte delle truppe normalmente di stanza nella Repubblica, mentre alla lotta con i guerriglieri sono destinati i restanti 20mila, appartenenti alle «truppe interne» dell'Mvd, una sorta di polizia militare. Ora questi ultimi potrebbero essere ritirati. A Mosca il viceministro dell'Interno Arkadij Edelev inizialmente ha detto, imbarazzato, di «sentire per la prima volta una simile notizia». Ma poi una fonte del suo stesso ministero ha confermato che il 31 marzo il «Comitato nazionale antiterrorismo » (Nak) si riunirà in «seduta ordinaria», sull'agenda della quale «forse vi sarà anche la conclusione ufficiale dell'operazione antiterroristica nella Repubblica Cecena ». Una conferma è venuta anche dal presidente della Duma Boris Gryzlov: «So ha detto che il governo ceceno ha sollevato la questione di cessare l'operazione antiterroristica nella repubblica. So anche ha aggiunto che questa proposta è arrivata al Nak e verrà da esso presa in considerazione». Gryzlov ha inoltre osservato che la massiccia presenza delle truppe federali in Cecenia «porta a gravi perdite finanziarie » e ciò «è abbastanza problematico nelle condizioni della crisi finanziaria mondiale ». A Mosca il professor Aleksej Malashenko, uno dei maggiori esperti russi per il Nord Caucaso, ha dato ragione a Gryzlov. «Nelle condizioni della crisi ha detto possono esservi piani per ridurre le spese di mantenimento delle strutture militari in Cecenia» Parte di questi fondi potrebbero andare alla ricostruzione del Paese. Alcuni attivisti dei diritti civili ritengono che l'operazione militare in Cecenia può essere interrotta non tanto perché la guerriglia è stata sconfitta, ma perché essa si sta estendendo ad altre repubbliche del Nord Caucaso, come il Daghestan e l'Inguscezia. Oleg Orlov, capo del centro «Memorial » per la difesa dei diritti umani, fa presente che in queste due repubbliche attualmente «vengono uccisi o feriti più militari russi che in Cecenia». Tra le ragioni del progressivo ritiro dalla regione del Caucaso anche gli ingenti costi sostenuti per lo schieramento delle truppe Militari russi a Grozny, in Cecenia: sono oltre 100mila le vittime registrate nei due conflitti che hanno sconvolto il Caucaso (Reuters)

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Guantanamo, ex detenuto rivela: (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

MONDO 27-03-2009 Guantanamo, ex detenuto rivela: «Torturato dagli 007 britannici» LONDRA. È bufera sugli 007 britannici dell'Mi5, sotto inchiesta per le accuse di tortura formulate dall'ex detenuto di Guantanamo, Binyam Mohamed. Il ministro della Giustizia, Janet Scotland, ha sottolineato che le indagini dovranno seguire il loro corso, auspicando però che vengano portate avanti «il più rapidamente possibile». Il 30enne etiope, residente in Gran Bretagna, è stato lo scorso mese il primo dei prigionieri ad essere trasferito dalla prigione Usa di Guantanamo, dopo l'ordine di chiusura emesso dal presidente Barack Obama. È stato proprio Mohamed ad accusare gli agenti dell'Mi5 di averlo torturato durante la sua prigionia in una base segreta americana in Marocco, dopo il suo arresto in Pakistan nel 2002. Mohamed fu fermato all'aeroporto di Karachi mentre tentava di fare ritorno in Gran Bretagna con un passaporto falso. L'uomo trascorse tre mesi sotto custodia in Pakistan, e già lì ha raccontato di essere stato sottoposto ad atroci interrogatori. Poi, dal Pakistan, fu trasferito sotto la custodia americana e portato in una prigione segreta in Marocco dove trascorse oltre un anno. Qui Mohamed ha raccontato di essere stato sottoposto a violenze di vario tipo, fino alla mutilazione genitale. Nel gennaio del 2004, Mohamed ha raccontato di essere stato trasferito in una struttura americana in Afghanistan, dove trascorse circa 5 mesi per essere portato successivamente a Guantanamo.

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- SRI LANKA: ESCALATION DELLA GUERRA (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

27-03-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Marzo > Sri Lanka: escalation della guerraContenuto della paginaSri Lanka: Amnesty International denuncia l'escalation della guerra, migliaia di civili sotto tiroCS046: 27/03/2009Sri Lanka, agosto 2008: sfollati nella regione di Wanni Archivio privato Decine di migliaia di persone sono intrappolate nelle cosiddette "zone di sicurezza" della regione nordorientale di Wanni, mentre gli scontri tra le Tigri per la liberazione della patria Tamil (Ltte) e l'esercito dello Sri Lanka aumentano d'intensit. quanto ha denunciato oggi Amnesty International, sollecitando un'immediata tregua umanitaria che consenta di fornire aiuti ai civili e aprire un passaggio sicuro a tutti coloro che cercano di lasciare la zona. "Prendere deliberatamente di mira i civili, da parte di entrambe le parti in conflitto, un crimine di guerra" - ha dichiarato Sam Zarifi, direttore del Programma Asia - Pacifico di Amnesty International. " assolutamente indispensabile sospendere i combattimenti, prima che migliaia di persone finiscano per essere uccise. Le Nazioni Unite e la comunit dei donatori devono esercitare pressione su entrambe le parti per porre fine alla grande catastrofe umanitaria in atto". Amnesty International ha ricevuto informazioni attendibili secondo le quali l'Ltte ha organizzato trasferimenti di civili verso la regione di Wanni, sotto il proprio controllo, tenendo di fatto queste persone come ostaggi e usandole come "cuscinetto" per contrastare l'offensiva dell'esercito dello Sri Lanka. Si tratta, sottolinea l'organizzazione per i diritti umani, di una clamorosa violazione del diritto umanitario. Secondo la maggior parte degli osservatori indipendenti, tra 150.000 e 200.000 civili sarebbero cos rimasti intrappolati in una zona dove sono in corso aspri combattimenti. L'Ltte avrebbe anche aperto il fuoco contro civili che cercavano di fuggire. Il governo dello Sri Lanka ha fatto del suo per aggravare la situazione, impedendo l'accesso degli aiuti umanitari in una regione nella quale non rimane pi alcuna struttura ospedaliera in funzione. L'incubo, per le persone che riescono a fuggire dalle zone controllate dall'Ltte, prosegue quando arrivano nelle zone controllate dalle forze governative. Secondo le informazioni raccolte da Amnesty International, ai posti di blocco dell'esercito e nei cosiddetti "villaggi per gli sfollati" vengono effettuati controlli selettivi, che terminano col respingimento o con la detenzione a tempo indeterminato di numerose persone di etnia Tamil. I "villaggi per gli sfollati", strutture semipermanenti istituite dalle autorit, sono sovraffollati, dotati di servizi insufficienti e fortemente militarizzati. In quelli di Vavuniya e Jaffna i profughi sono di fatto detenuti e viene impedito loro di allontanarsi. "Il governo dello Sri Lanka invoca l'assistenza internazionale ma viola le norme del diritto internazionale e respinge le richieste relative a un controllo internazionale sul loro rispetto. Le Nazioni Unite e la comunit dei donatori devono garantire che lo Sri Lanka agisca coerentemente coi propri obblighi e ponga fine alla sofferenza e alla discriminazione nei confronti dei profughi". Per risolvere la crisi dei diritti umani nella regione di Wanni, Amnesty International chiede: all'Ltte, di consentire a tutti i civili di lasciare le zone di conflitto;a chiunque abbia influenza sull'Ltte, di premere perch questo gruppo agisca in tal senso; al governo dello Sri Lanka, di garantire che i civili intrappolati nel conflitto ricevano aiuti umanitari e che siano organizzati corridoi sicuri per coloro che cercano di lasciare le zone dove sono in corso i combattimenti; ancora al governo dello Sri Lanka, di assicurare che i profughi ottengano assistenza e riparo adeguati e abbiano accesso a un reinsediamento rapido e in condizioni di sicurezza, come richiesto dagli standard internazionali; ai donatori internazionali, comprese le Nazioni Unite, di assicurare che la loro assistenza sia usata solo quando vengano rispettati gli standard e le norme internazionali e non finisca per sostenere politiche di governo che violano i diritti umani. FINE DEL COMUNICATO Roma, 27 marzo 2009 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail: press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

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GUANTANAMO/ BINYAM MOHAMED: NO A CAPRI ESPIATORI (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Guantanamo/ Binyam Mohamed: no a capri espiatori di Apcom Al Guardian: responsabilità non ricada su un solo individuo -->Roma, 27 mar. (apcom) - All'indomani dell'annuncio del procuratore generale Lady Patricia Scotland dell'avvio di un'inchiesta per fare luce sulla presunta complicità di agenti del MI5 (i servizi segreti militari Gb) nei maltrattamenti e le torture denunciate da Binyam Mohamed, l'ex detenuto di Guantanamo mette in guardia dall'accusare un singolo agente. Intervistato dal Guardian il cittadino etiope, residente nel Regno Unito quando venne catturato, ha espresso i suoi timori sul rischio di trovare un capro espiatorio che oscuri le responsabilità del governo: "E' molto importante che arriviamo alla verità" ha spiegato Binyam, rilasciato da Guantanamo lo scorso 23 febbraio e rientrato a Londra poche settimane fa. Clare Algar direttore della Ong Reprieve ha spiegato: "Dobbiamo assicurarci che il caso non diventi una caccia alle streghe dell'agente in questione. Qualunque indagine deve trovare la persona al capo della catena di comando". Dal Brasile, dove si trova per un viaggio preparatorio in vista del G20, il premier Brown ha rimarcato che il governo non tollererà alcuna forma di tortura. Binyam Mohammed, venne arrestato nel 2002 in Pakistan con l'accusa di collaborazionismo con al Qaida. Successivamente venne trasferito in Marocco, dove secondo i suoi legali subì pesanti interrogatori e torture (come il taglio di genitali con una lametta) e poi deportato nei campi militari Usa di Bagram, in Aghanistan, e infine Guantanamo.

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CIO: "MAI PIÙ LA FIACCOLA OLIMPICA FUORI DAI CONFINI DEL PAESE OSPITANTE" (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Cio: "Mai più la fiaccola olimpica fuori dai confini del Paese ospitante" -->SPORT Cio: "Mai più la fiaccola olimpica fuori dai confini del Paese ospitante" La decisione è stata presa a Denver. Prima dei Giochi di Pechino, la torcia aveva attraversato il mondo, calamitando su di sé le proteste anti-Cina delle associazioni per la difesa dei diritti umani (13:00 27/03/2009)

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Santiago del Cile, il posto delle rose (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Alcuni sono diventati musei, altri invece sono stati trasformati in centri culturali. Con l'obiettivo di conservare la memoria. Ma non soltanto. Perché in tutto il Cile, i luoghi di detenzione e tortura attivi durante il regime di Pinochet furono 1.132: commissariati, prigioni, stadi, case e appartamenti privati, semplici uffici nei quali "transitarono" circa 28 mila prigionieri. Una volta finita la dittatura, nel 1990, i militari smantellarono e distrussero la maggior parte di essi. Molti, tra i peggiori per i crimini commessi al loro interno, si trovano a Santiago e da qualche mese il governo di Michelle Bachelet li ha inseriti in un "percorso della memoria" in quattordici tappe, per altrettanti luoghi cruciali del pinochetismo: dal palazzo della Moneda all'Estadio Nacional. Ogni tappa ha un passato da incubo e un presente che si vorrebbe di pace e di diritti. Per chiamarlo futuro. Casa Okupa Republika 550 Era il pensionato degli studenti della Scuola di Scienza economica, fino all'11 settembre 1973. Poi, i milicos requisirono la casa che divenne centro di detenzione e tortura. Molti dei prigionieri erano ragazzi, quasi tutti legati alla sinistra. "Studenti e artisti", ci spiega Adrian, professore di teatro che oggi lavora a Okupa. "E quarantotto di loro sparirono". Uccisi. Eliminati. Ma ora questo posto è diventato il punto di riferimento alternativo dell'arte di Santiago. Echi di musica new age e ritmi di tamburi. Seduti nel giardino all'ombra delle palme un gruppo di ragazzi con i dread-lock chiacchierano, fumano e osservano giovani acrobati arrampicarsi su lunghi teli. A Casa Okupa non c'è più nulla di triste, tranne i ricordi. È una palazzina di quattro piani, con il patio circondato dal porticato in pietra. Ma la vita del centro si svolge all'interno, nelle trenta stanze colorate dai graffiti che rappresentano vampiri e personaggi dei fumetti, dove lavorano artisti - un centinaio - che non trovano spazio altrove. Sono attori, pittori, fotografi e ballerini. "Siamo aperti a tutti", racconta Adrian, 31 anni, che si occupa della gestione di Casa Okupa. "Basta presentare un progetto, e noi decidiamo se accettarlo o meno". Funziona così, da tre anni e mezzo: illegalmente - è pur sempre una casa occupata - ma con serenità. La sera, soprattutto, si anima: ragazze e ragazzi affollano i grandi locali vuoti, in cui sopravvivono giganteschi camini. OAS_RICH('Middle'); Museo de Solidariedad Salvador Allende C'è ancora una picana, sotto il museo: lo strumento di tortura con cui i militari applicavano le scariche di corrente ai prigionieri. Ma questi locali erano in realtà un centro di intelligence, ufficio di spionaggio del Cni, Centro Nacional de Información in funzione tra il 1977 e il 1990. Adesso, sono semplicemente due stanze con le pareti scrostate e uno scaffale su cui sopravvivono le apparecchiature per intercettare le telefonate. Il Museo de Solidariedad si ispira all'invito che Salvador Allende rivolse ad artisti e intellettuali di tutto il mondo, nel 1971. La stampa cilena di destra stava facendo una cattiva pubblicità al governo di Unidad Popular e il presidente decise di invitare alcuni personaggi stranieri e autorevoli perché giudicassero con i loro occhi. Uno di loro, un pittore, ebbe l'idea di lanciare un'iniziativa: convincere gli artisti a regalare una o più opere al Cile, per creare un Museo della Solidarietà. Un anno dopo le opere donate erano già centinaia (tra le quali alcune di Mirò), poi arrivò il golpe e l'idea del museo si arenò. Quadri e sculture si persero, molte furono rubate e vendute dai militari. Però gli artisti continuarono a donare opere al simbolico museo. Caduta la dittatura, le persone più vicine ad Allende si misero alla ricerca delle opere disperse. E ora se ne contano tremila (ma continuano ad arrivarne). Il Museo occupa una palazzina elegante, in avenida República. Grandi sale luminose ospitano mostre in cui si espongono le opere, a gruppi di 150 per volta: per motivi di spazio, non possono essere esposte tutte insieme. Dal 1991 una Fondazione si occupa di preservarle e diffondere l'eredità morale di Allende. Il direttore è Patricia Espejo, una energica ed elegante signora che era segretaria del presidente. "Organizziamo concerti, rassegne di cinema e abbiamo un archivio fotografico di 5 mila foto, con libri e documenti dell'epoca, compresa la lettera che Allende scrisse a Pablo Neruda. Ci sono voluti diciott'anni per recuperare tutto il materiale. E il lavoro non è ancora finito". Londres 38 Da qui iniziò la sparizione forzata che divenne una pratica sistematica nel Cile dei militari. Da questo edificio nel centro di Santiago, in realtà un centro di detenzione, tortura e sterminio conosciuto come Londres 38. La spiegazione è scritta sulla parete di una grande sala dell'ex centro di detenzione. Dove novantasei prigionieri sono stati ammazzati, fatti sparire o sono morti a causa delle torture: 83 uomini e 13 donne, due delle quali erano incinte. La maggior parte erano militanti del Mir (Movimiento de Izquierda Revolucionaria). Chi entrò nella casa, dopo la fine della dittatura, non trovò più nulla. Almeno fino alla stanza dove era rimasta una vasca piena di escrementi. Ma da tre anni, il Londres 38 è diventato monumento nazionale: i militari in pensione che la occupavano, un regalo di Pinochet, si sono dovuti trasferire altrove. È una palazzina d'epoca, con grandi finestre bianche e sale che furono dedicate alla tortura. Tre mesi fa, lì di fronte hanno inaugurato un memoriale: un percorso di piastrelle bianche e nere che appaiono in mezzo ai ciotoli, e altre piastrelle che corrispondono ai prigionieri uccisi in questo luogo, che viene aperto al pubblico raramente. Per ognuno nome e partito di appartenenza. Nei prossimi anni Londres 38 diventerà un museo, ma ancora non si sa da chi verrà finanziato. Viera Stein lavora alla gestione di Londres 38, è una ex mirista che ha trascorso molti anni in esilio a Parigi. "Abbiamo organizzato incontri con storici, artisti visuali: l'idea è far diventare questo posto un centro attivo, con contributi dal mondo dell'arte e della politica. Ma in Cile non c'è ancora un vero dibattito. Eppure, il giorno in cui abbiamo aperto al pubblico il locale, sono arrivati 1.300 visitatori". Villa Grimaldi "Quando circondarono la casa in cui stavo, mi resi conto che non ero preparato. Invece avrei dovuto esserlo, militavo nel Mir. Mi caricarono su un'auto e mi portarono a Villa Grimaldi. Mi interrogarono e torturarono. A qualcuno mettevano la catena ai piedi, lo buttavano per terra e gli passavano sopra con la camionetta. Tutti noi ci chiedevamo come potessero, queste persone, tornare a casa dalle famiglie, e il giorno dopo venire a torturarci". Hernán Plaza, 70 anni, è uno dei sopravvissuti di Villa Grimaldi, il più terribile campo di concentramento di Santiago. Lo controllava la Dina, Dirección Nacional de Inteligencia, la polizia segreta che operò tra il 1974 e il 1977. Circa cinquemila persone passarono di qui: 226 furono ammazzate oppure sparirono. Villa Grimaldi adesso si chiama Parque por la Paz ed è tornato a essere il parco di un tempo. Salvo che, in un angolo, ci sono grandi fotografie in bianco e nero, ritratti di alcuni degli uomini e delle donne che da qui sparirono. Il nuovo parco è stato progettato da un pool di architetti insieme ai familiari delle vittime. Questi ultimi hanno disegnato il giardino di rose in ricordo delle donne uccise. Anche la Torre, il luogo più sinistro del centro, da cui si usciva per essere ammazzati, è stata ricostruita. Nel Parco, vengono organizzate rassegne teatrali, concerti lirici, atti commemorativi. Con l'obiettivo di mantenere viva la memoria. "Non è facile perché la tendenza qui in Cile è dimenticare", ci spiega Rodrigo Del Villar Cañas, presidente della Corporación Parque por la Paz, che si occupa della ex Villa e, lui stesso, sopravvissuto del centro oggi circondato da fiori, alberi e piante provenienti da ogni angolo del Cile. C'è un Teatro por la vida in cui si esibiscono compagnie teatrali. E gruppi di giovani che passeggiano nel parco in visita guidata. Lelia Pérez Valdés, un'altra sopravvissuta, risponde alle domande "che a volte sono molto dirette". E ci mostra i documentari fatti dai ragazzi, nei quali si mischiano immagini di repertorio e immagini attuali. Un altro "contributo alla memoria". Estadio Nacional Dal quarto piano si vede tutto: le tribune vuote, il campo da calcio. Otoniel, il guardiano, indica i passaggi tra una tribuna e l'altra. E spiega: "Da lì facevano passare i prigionieri nei locali interni, per torturarli. Davanti alle piscine: quello era l'edificio dove torturavano le donne", indica la sfilata di spogliatoi in cemento grezzo, illuminati da lugubri luci al neon. "Nel velodromo, invece, torturavano gli uomini". Lo Stadio Nazionale di Santiago (usato come centro di prigionia e tortura dal settembre al novembre del 1973), ora ospita concerti di Kylie Minogue e partite di calcio. Nella sua area ci sono ventidue campi da tennis, piste atletiche e tre piscine. Nel velodromo, il posto in cui torturavano gli uomini, adesso si corre. E proprio qui si è tenuto il grande concerto per il centenario della nascita di Salvador Allende. La storia che si confonde nella memoria. Echi di torturati e prigionieri. "Sono fatti tragici, ricordi di tanti anni fa", dice Otoniel, da anni guardiano dello stadio. "Ma non per questo si dovrebbe dimenticare". Pausa. E poi: "Dimenticare no, non si deve mai". (27 marzo 2009

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Italia, Turchia, con il Governo Berlusconi una copia quasi perfetta (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Italia, Turchia, con il Governo Berlusconi una copia quasi perfetta di Federica Pezzoli Il Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica Turca ha reso noto che nel 2007 oltre 600.000 turisti italiani hanno visitato la Turchia, 20.000 da gennaio 2009 - un dato in crescita, con un incremento pari al 17% rispetto all'anno precedente. Una "vacanza" non per tutti, di certo da sconsigliare alle persone transessuali/transgender, come a tutta la comunità LGBT europea, mondiale, se consideriamo che solo nel corrente mese di marzo ben due persone, giustappunto transessuali/transgender, sono state brutalmente assassinate dal boia omo/trans-fobico. Ma l'Italia non è da meno, anzi! La prima, a Istanbul. Ebru Soykan, impegnata per la difesa dei diritti LGBT - sgozzata. La seconda, a Bursa, uccisa a coltellate, decapitata, e mutilata del pene. Il cadavere rinvenuto in un cassonetto dei rifiuti con il corpo martoriato da numerosi colpi di coltello inflitti al seno artificiale di silicone. La Turchia dove è al potere il filo-islamico Partito Giustizia e Sviluppo, Akp, del premier Recep Tayyip Erdogan- dato per favorito alle imminenti elezioni amministrative -, paese nel quale, pochi giorni or sono, è stata licenziata Cigdem Atakuman, direttrice della rivista scientifica turca "Scienza e Tecnica", per aver pubblicato in copertina, nell'ultimo numero, la foto di Charles Darwin padre dell'evoluzionismo, una teoria giudicata dagli islamisti incompatibile con il corano. Già! E' la libertà di espressione, ed in particolare la libertà di stampa, i campi in cui l’Unione europea è ancora perplessa, lo sarà anche dell'Italia, e per gli stessi motivi, se entrerà in vigore il DDL Alfano del Governo Berlusconi. La Turchia un paese laico, ma solo sulla Carta costituzionale - sul punto, rileviamo una profonda somiglianza con l'Italia di oggi-, un tasso di disoccupazione in fortissima crescita - come da noi -, dove vorrebbero essere costruite centrali nucleari, e dighe che sbarrano corsi d'acqua vitali e mettono a serio repentaglio tutto l'ecosistema circostante e il futuro degli abitanti della zona come, per esempio, la diga Ilisu, sul fiume Tigri nell'est del Paese - il fatto è stato denunciato ad Istanbul da molte Ong in occasione del quinto Forum Mondiale dell'Acqua. Pensate alle analogie con il ponte sullo stretto di Messina - per il quale il Cipe, in questi giorni, ha stanziato 1,3 miliardi di euro - la costruzione di centrali nucleari, e il recente "Piano casa" presentato dal Governo Berlusconi che vorrebbe legalizzare la cementificazione selvaggia. Un paese - come il nostro - visibilmente lontano dal voler riconoscere i più elementari diritti umani, in corsa per far parte dell'Unione Europea - su quest'ultimo punto l'Italia è in vantaggio, da anni, grazie, però, a chi ha reso possibile i Trattati di Roma e non alle "politiche" dissennate degli ultimi quindici anni del premier Berlusconi -, e dove sono fortemente ostacolate riforme in senso liberale, comprese quelle a tutela dei diritti della popolazione LGBT Turca - come da noi, e per colpa del (centro)destra. Per un quadro completo sui continui atti di violenza e discriminazione nei confronti della comunità LGBT Turca, rimandiamo al documento “We Need a Law for Liberation” realizzato a maggio 2008 dall'Human Right Watch http://www.hrw.org/en/reports/2008/05/21/we-need-law-liberation-0; mentre, se desiderate misurare il grado di (neo)fascismo, razzismo, xenofobia e omo/trans-fobia che circola nel paese Italia, è sufficiente uscire di casa, e guardarsi intorno: sarete illuminati! A Roma, potreste anche vedere - a distanza di quasi due anni (28 ottobre 2007) dalla beatificazione da parte di Ratzinger di ben 498 franchisti, tra appartenenti al clero e laici - un gruppetto di nostalgici ex combattenti italiani e spagnoli che militarono tra le file franchiste i quali, in occasione del 70° Anniversario della conclusione della Guerra Civile Spagnola (18 luglio 1936 - fine marzo 1939), indisturbati, potranno probabilmente sfilare e depositare una corona d'alloro all'Altare della patria in ricordo dei (loro) caduti, il tutto in barba alla condanna della dittatura del generale Franco espressa in maniera chiarissima nella Relazione dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa firmata a Parigi il 17 marzo del 2006. L'Italia di Berlusconi, sempre più negazionista, e in agonia. Sempre meno democratica, liberale ed europea. http://blog.libero.it/Pezzoli/

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Santiago del Cile, il posto delle rose (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Santiago del Cile, il posto delle rose 27 marzo 2009 alle 14:17 — Fonte: Esteri">repubblica.it — 0 commenti SU "D", LA REPUBBLICA DELLE DONNE Diciannove anni dopo la fine della dittatura di Pinochet. I luoghi della tortura si trasformano in parchi, musei e teatri. Per un futuro di pace Gabriella Saba

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Web, arriva la norma Ue salva-pirati: (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Privacy, minori e libertà di espressione i temi in argomento L'Europa: niente disconnessione dal web, nemmeno per i «pirati» Approvata a larga maggioranza la Raccomandazione sulle libertà fondamentali su internet Ennesima importante dichiarazione sull'importanza dell'accesso ad internet come diritto fondamentale del cittadino digitale. La raccomandazione presentata al Parlamento europeo dal socialista Stavros Lambrinidis (Grecia) sul «rafforzamento della sicurezza e delle libertà fondamentali su Internet» è stata approvata con una schiacciante maggioranza di 481 contro 25 (21 gli astenuti). Nel testo viene indicato chiaramente che: 1) Internet «dà pieno significato alla definizione di libertà di espressione»; 2) «può rappresentare una straordinaria possibilità per rafforzare la cittadinanza attiva»; 3) il monitoraggio del traffico web «non può essere giustificato dalla lotta al crimine»; 4) l'accesso a internet «non dovrebbe essere rifiutato come sanzione dai governi o dalle società private» e 5) le ricerche in remoto, dove previste dalla legislazione nazionale, devono essere condotte «sulla base di un valido mandato delle autorità giudiziarie competenti» e devono sempre preferirsi le ricerche in diretta a quelle in remoto visto che queste ultime "violano il principio di legalità e il diritto alla riservatezza». NIENTE DISCONNESSIONE - Soprattutto gli ultimi tre punti hanno rilevanza in relazione alle proposte di legge presentate in Francia e in altri Stati membri, che prevedono la disconnessione forzata come punizione per essere stati sorpresi tre volte a condividere file protetti da diritto d'autore. Operatori telefonici, service provider e Stati non possono quindi impedire a chi ha una connessione a internet di utilizzarla. Gli Stati membri sono espressamente chiamati a «evitare tutte le misure legislative o amministrative che possono avere un effetto dissuasivo su ogni aspetto della libertà di espressione». Può sembrare una raccomandazione superflua in piena società dell'informazione, eppure sono state proprio le proposte di legge alla francese sobillate dalle lobby dell'industria dell'entertainment ad avere reso necessaria un testo del genere. PRIVACY E MINORI - La raccomandazione non si limita alla dichiarazione relativa al diritto di connessione, ma affronta, sebbene in modo più generico, altri argomenti: la privacy, la tutela dell'identità digitale, la protezione dei minori e la tutela della proprietà intellettuale. Per quanto concerne la privacy, oltre all'importante accenno nell'invito a non effettuare ricerche in remoto, viene sancito il diritto di accesso ai propri dati personali e la possibilità di ritirarli dal web. Il riferimento alle recenti vicende legate ai dati personali su Facebook e in genere ai contratti proposti da molti service provider (su tutti Google) sembra chiaro, ma il testo non chiarisce maggiormente la questione. I minori devono ovviamente essere tutelati e Lambrinidis invita i produttori di computer a preinstallare nelle macchine software a protezione della navigazione dei più piccoli, e le istituzioni a educare i genitori sui rischi presenti in rete. In Corea del sud, dove sono un po' più avanti di noi su questi temi, sono già attivi corsi di comportamento online (netiquette) per i bimbi delle elementari. IDEE E LUCCHETTI - Infine un accenno alla tutela della proprietà intellettuale, per la quale viene chiesta al Consiglio una direttiva sulle misure penali da comminare e si vieta la sorveglianza preventiva. Ma, chiarisce Lambrinidis, la stessa direttiva dovrebbe anche combattere l'incitamento alla cyber-violazione dei diritti di proprietà intellettuale «comprese talune eccessive restrizioni di accesso (alle opere, ndr) instaurate dagli stessi titolari dei diritti». Ora la parola spetta al Consiglio che valuterà se e come procedere con l'iter legislativo. Gabriele De Palma stampa |

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TESTAMENTO BIOLOGICO: CITTADINANZATTIVA, DDL OFFENDE (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

(ASCA) - Roma, 27 mar - ''Una offesa alla dignita' delle persone malate''. Cosi' Cittadinanzattiva definisce la legge sul biotestamento appena approvata al Senato. ''Nessun Paese ha approvato una legge ad hoc sul testamento biologico. Ed in Italia corriamo il rischio di averne una che, di fatto, lo nega. E' una presa in giro per chi si aspettava un salto di qualita' del nostro Paese sui temi del consenso alle cure e dell'etica di fine vita''. ''Di fronte all'occasione sprecata - afferma in una nota Cittadinanza attiva - ci appelliamo ai Deputati della Camera, affinche' questa Legge, cosi' come appare nel testo attuale, non sia approvata. E chiediamo che si ritorni a parlare del tema, abbandonando la pura ideologia e l'emotivita' della vicenda di Eluana, e riferendosi ai principi sacrosanti gia' sanciti nelle migliori convenzioni internazionali sui diritti umani''.

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Colombia-Usa, missione dei democratici a Bogotà per il Tlc (sezione: Diritti umani)

( da "Velino.it, Il" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Colombia-Usa, missione dei democratici a Bogotà per il Tlc Bogotà, 27 mar (Velino/Velino Latam) - Si lavora a una svolta nei negoziati sul Trattato di libero commercio tra Colombia e Stati Uniti. Il leader della maggioranza democratica al Congresso degli Usa, Steny Hoyer, si recherà prossimamente a Bogotà con una delegazione di parlamentari per “esplorare temi relativi al commercio” bilaterale, come ha spiegato Congressional Quarterly, pubblicazione specializzata nella cronaca delle attività parlamentari. Già in passato Hoyer si era detto inteprete di una pattuglia di deputati pronti a chiedere al presidente Barack Obama una legge per l’entrata in vigore di un Trattato che i governi di Washington e Bogotà hanno firmato nel sempre più lontano 2006. Il documento non entra ancora nel calendario dei lavori del Congresso per le eccezioni che la maggioranza dei democratici muovono contro la situazione dei diritti umani e dei lavoratori in Colombia. Hoyer, che si recherà anche in Messico e Panama, sarà accompagnato dal deputato di New York Gregory Meeks, parlamentare che insieme al californiano Sam Farr propugna la creazione di una commissione parlamentare ad hoc sul tema. (red/fae) 27 mar 2009 12:27

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Megatruffa a Long Island (sezione: Diritti umani)

( da "AmericaOggi Online" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Megatruffa a Long Island di Riccardo Chioni 27-03-2009 La notizia dell'ultima truffa immobiliare sta facendo tremare gli Hamptons. Due sono i principali protagonisti della truffa: un ex legislatore della contea di Suffolk e una dominatrice di Manhattan, assieme ad altre tre figure di secondo piano, tutti coinvolti in un giro di mutui bancari per abitazioni che - sostiene la procura - ha fruttato loro 50 milioni di dollari. Ironicamente, la trama della ragnatela di falsi "mortgage" era stata scritta 7 anni fa in un club feticcio per sado-maso ed ha visto la fine con gli attori davanti al giudice, mentre alcune dozzine di costose ville sparse per gli Hamptons sono senza proprietario e pignorate. L'attore di primo piano è stato legislatore della contea di Suffolk fino al 2003, prima di dedicarsi al foro, dove non era principe, ma piuttosto un azzeccagarbugli. George Guldi di 57 anni, residente a Westhanpton Beach, lasciato il ruolo pubblico, aveva iniziato a praticare la professione forense privata e a lui è attribuita la "cura" di dozzine di transazioni fraudolente che gli hanno fatto intascare milioni di dollari. Guldi e company tanto hanno trafficato da ottenere mutui bancari per oltre 50 residenze tra East End, Water Mill e Southampton a nome di fittizi acquirenti. La cosca incassava il malloppo e lasciava l'abitazione abbandonata a se stessa, una volta arrivavano i conti da pagare. Il ruolo di spalla in questo copione sul giro di frodi consumate negli Hamptons spetta a Carrie Coakley di 38 anni, una dominatrice che reclutava tra la clientela di un club S&M a Broome Street a Manhattan i cosiddetti "straw buyers" tra una fantasia sessuale e l'altra. Sul sito internet il club Arena Studio spiega che offre spazio per dominatrici desiderose di incontrare clienti in un "dungeon" privato armonicamente decorato ed equipaggiato anche con strumenti medievali di tortura, oltre ad una selezione di fruste a piacimento. Come funzionava il giro di falsi mutui lo ha spiegato il procuratore distrettuale della contea di Suffolk, Thomas Spota che ha aperto dicendo "questi individui incriminati per sette anni avevano imperversato con frodi su mutui". "Il danno creato per mano di questi personaggi è inimmaginabile per East End" ha detto, Spota spiegando che l'inchiesta non è ancora giunta al termine ed è possibile che altri ancora finiscano in manette. Ma chi sono i cosiddetti "straw buyers"? È gente che riceve compensi per accordare l'uso del proprio nome e informazioni sul proprio credito allo scopo di ottenere mutui per dozzine di proprietà. Inordiditi i ricchi e famosi frequentatori degli Hamptons dove l'affitto delle lussuose magioni si conta anche nelle decine di migliaia di dollari, al pensiero che potrebbero essere stati involontari affittuari per le vacanze in una villa frutto di un acquisto fatto col giro di mutui fraudolenti. Cosa fanno gli "straw buyers"? In cambio di una somma che varia da 5 a 10 mila dollari, compilano formulari fasulli per mutui dichiarando entrate esageratamente false o addirittura inesistenti. Come nel caso di un richiedente che aveva dichiarato di percepire 36 mila dollari al mese, di essere dipendente del "SoHo Journal" da 10 anni quale direttore delle vendite, al quale la banca ha concesso un mutuo da 1.7 milioni per una villa a Water Mill. Solo che la procura ha scoperto che del fortunato milionario venditore non c'è traccia al "Journal". In un'altra richiesta di mutuo datata l'anno scorso relativa all'abitazione al 982 Noyack Path la procura ha scoperto che a inoltrarla era stato uno "straw buyer" che aveva dichiarato un reddito di 45 mila dollari mensili alle dipendenze della domimatrice e della casa produttrice Maximun Restraint Film di MacPherson. Quest'ultimo, di 65 anni d'età, è pure l'editore del "SoHo Journal", una pubblicazione distribuita a Manhattan dedicata escluvivamente a promuovere lussuose ville negli Hamptons per i vacanzieri che non badano a spese. I clienti S&M del club Arena Studio divenivano così - sulla carta - acquirenti di costose residenze sparse su Town of Hampton per cui ricevevano in prestito milioni e milioni di dollari. A facilitare la truffa ci aveva pensato l'avvocato Ethan Ellner di 49 anni, residente a Plainview, specializzato nella creazione di falsi titoli di proprietà, accusato di truffa aggravata. Tutti, di fronte al magistrato si sono dichiarati non colpevoli e sono stati rimessi in libertà su versamento di cauzioni che variano da 10 a 25 mila dollari in contanti. New York Tanti bambini vittime in famiglie indagate per abusi Di John Cappelli La notizia dell'ultima truffa immobiliare sta facendo tremare gli Hamptons. Due sono i principali protagonisti della truffa: un ex legislatore della contea di Suffolk e una dominatrice di Manhattan, assieme ad altre tre figure di secondo piano, tutti coinvolti in un giro di mutui bancari per abitazioni che - sostiene la procura - ha fruttato loro 50 milioni di dollari. Ironicamente, la trama della ragnatela di falsi "mortgage" era stata scritta 7 anni fa in un club feticcio per sado-maso ed ha visto la fine con gli attori davanti al giudice, mentre alcune dozzine di costose ville sparse per gli Hamptons sono senza proprietario e pignorate. L'attore di primo piano è stato legislatore della contea di Suffolk fino al 2003, prima di dedicarsi al foro, dove non era principe, ma piuttosto un azzeccagarbugli. George Guldi di 57 anni, residente a Westhanpton Beach, lasciato il ruolo pubblico, aveva iniziato a praticare la professione forense privata e a lui è attribuita la "cura" di dozzine di transazioni fraudolente che gli hanno fatto intascare milioni di dollari. Guldi e company tanto hanno trafficato da ottenere mutui bancari per oltre 50 residenze tra East End, Water Mill e Southampton a nome di fittizi acquirenti. La cosca incassava il malloppo e lasciava l'abitazione abbandonata a se stessa, una volta arrivavano i conti da pagare. Il ruolo di spalla in questo copione sul giro di frodi consumate negli Hamptons spetta a Carrie Coakley di 38 anni, una dominatrice che reclutava tra la clientela di un club S&M a Broome Street a Manhattan i cosiddetti "straw buyers" tra una fantasia sessuale e l'altra. Sul sito internet il club Arena Studio spiega che offre spazio per dominatrici desiderose di incontrare clienti in un "dungeon" privato armonicamente decorato ed equipaggiato anche con strumenti medievali di tortura, oltre ad una selezione di fruste a piacimento. Come funzionava il giro di falsi mutui lo ha spiegato il procuratore distrettuale della contea di Suffolk, Thomas Spota che ha aperto dicendo "questi individui incriminati per sette anni avevano imperversato con frodi su mutui". "Il danno creato per mano di questi personaggi è inimmaginabile per East End" ha detto, Spota spiegando che l'inchiesta non è ancora giunta al termine ed è possibile che altri ancora finiscano in manette. Ma chi sono i cosiddetti "straw buyers"? È gente che riceve compensi per accordare l'uso del proprio nome e informazioni sul proprio credito allo scopo di ottenere mutui per dozzine di proprietà. Inordiditi i ricchi e famosi frequentatori degli Hamptons dove l'affitto delle lussuose magioni si conta anche nelle decine di migliaia di dollari, al pensiero che potrebbero essere stati involontari affittuari per le vacanze in una villa frutto di un acquisto fatto col giro di mutui fraudolenti. Cosa fanno gli "straw buyers"? In cambio di una somma che varia da 5 a 10 mila dollari, compilano formulari fasulli per mutui dichiarando entrate esageratamente false o addirittura inesistenti. Come nel caso di un richiedente che aveva dichiarato di percepire 36 mila dollari al mese, di essere dipendente del "SoHo Journal" da 10 anni quale direttore delle vendite, al quale la banca ha concesso un mutuo da 1.7 milioni per una villa a Water Mill. Solo che la procura ha scoperto che del fortunato milionario venditore non c'è traccia al "Journal". In un'altra richiesta di mutuo datata l'anno scorso relativa all'abitazione al 982 Noyack Path la procura ha scoperto che a inoltrarla era stato uno "straw buyer" che aveva dichiarato un reddito di 45 mila dollari mensili alle dipendenze della domimatrice e della casa produttrice Maximun Restraint Film di MacPherson. Quest'ultimo, di 65 anni d'età, è pure l'editore del "SoHo Journal", una pubblicazione distribuita a Manhattan dedicata escluvivamente a promuovere lussuose ville negli Hamptons per i vacanzieri che non badano a spese. I clienti S&M del club Arena Studio divenivano così - sulla carta - acquirenti di costose residenze sparse su Town of Hampton per cui ricevevano in prestito milioni e milioni di dollari. A facilitare la truffa ci aveva pensato l'avvocato Ethan Ellner di 49 anni, residente a Plainview, specializzato nella creazione di falsi titoli di proprietà, accusato di truffa aggravata. Tutti, di fronte al magistrato si sono dichiarati non colpevoli e sono stati rimessi in libertà su versamento di cauzioni che variano da 10 a 25 mila dollari in contanti.

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R.D.Congo/ Onu, no Consiglio diritti umani a inquirente (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ginevra, 27 mar. (Ap) - Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha respinto la proposta europea di inviare un inquirente speciale per indagare sugli abusi di diritti umani nel Congo orientale. Il Consiglio ha invece approvato una risoluzione presentata dai Paesi africani che elogia il governo congolese per la sua cooperazione con l'organismo globale e sprona la comunità internazionale a fornire aiuti e assistenza tecnica al Paese. Il Consiglio ha respinto le proposte tedesche che avrebbero coinvolto le forze di sicurezza congolesi in abusi ampiamente documentati, come il reclutamento di bambini soldato e violenze sessuali. Il diplomatico tedesco Konrad Max Scharinger, che parlava per conto dei membri dell'Unione europea, ha sottolineato che la risoluzione sponsorizzata dall'Africa non è adeguatamente riuscita a risolvere i problemi sul terreno.

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Immigrati/ Consiglio italiano rifugiati: In Grecia nessun (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 27 mar. (Apcom) - La morte di ieri di un immigrato nascosto nel rimorchio di un tir proveniente dalla Grecia nel porto di Marghera, riporta in primo piano il drammatico problema del trattamento dei migranti e dei rifugiati nel Peloponneso. A sottolineare il problema è il Consiglio italiano per i rifugiati in una nota, spiegando che in Grecia "non vengono garantiti i loro diritti umani essenziali e la percentuale di riconoscimento dello status di rifugiato si aggira intorno all'1%". "Paese da cui i rifugiati - spiega il Consiglio - in gran parte afgani e iracheni, sono costretti a scappare per trovare protezione in un altro dei paesi dell'Unione europea. E' indecente che il diritto di protezione e accoglienza non venga garantito in Grecia e che per poter veder riconosciuto il diritto alla libera e dignitosa esistenza centinaia di rifugiati tutti i mesi cercano con i mezzi più disparati e pericolosi di attraversare il mare Adriatico. E molti, sicuramente troppi, trovano la morte in questo agghiacciante viaggio. Il Consiglio è estremamente preoccupato dal reiterarsi di una situazione che non sembra arrivare a nessuna soluzione. E' urgente e indispensabile - prosegue - trovare una risposta che, al di là del rispetto di regolamenti comunitari e posizioni politiche, riesca efficacemente a risolvere un problema che sta assumendo connotazioni e numeri sempre più drammatici".

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IMMIGRATI/ CONSIGLIO ITALIANO RIFUGIATI: IN GRECIA NESSUN DIRITTO (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Immigrati/ Consiglio italiano rifugiati: In Grecia nessun diritto di Apcom "Morto di ieri nel porto di Marghera riapre drammatico problema" -->Roma, 27 mar. (Apcom) - La morte di ieri di un immigrato nascosto nel rimorchio di un tir proveniente dalla Grecia nel porto di Marghera, riporta in primo piano il drammatico problema del trattamento dei migranti e dei rifugiati nel Peloponneso. A sottolineare il problema è il Consiglio italiano per i rifugiati in una nota, spiegando che in Grecia "non vengono garantiti i loro diritti umani essenziali e la percentuale di riconoscimento dello status di rifugiato si aggira intorno all'1%". "Paese da cui i rifugiati - spiega il Consiglio - in gran parte afgani e iracheni, sono costretti a scappare per trovare protezione in un altro dei paesi dell'Unione europea. E' indecente che il diritto di protezione e accoglienza non venga garantito in Grecia e che per poter veder riconosciuto il diritto alla libera e dignitosa esistenza centinaia di rifugiati tutti i mesi cercano con i mezzi più disparati e pericolosi di attraversare il mare Adriatico. E molti, sicuramente troppi, trovano la morte in questo agghiacciante viaggio. Il Consiglio è estremamente preoccupato dal reiterarsi di una situazione che non sembra arrivare a nessuna soluzione. E' urgente e indispensabile - prosegue - trovare una risposta che, al di là del rispetto di regolamenti comunitari e posizioni politiche, riesca efficacemente a risolvere un problema che sta assumendo connotazioni e numeri sempre più drammatici".

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R.D.CONGO/ ONU, NO CONSIGLIO DIRITTI UMANI A INQUIRENTE SPECIALE (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

R.D.Congo/ Onu, no Consiglio diritti umani a inquirente speciale di Apcom Per indagare su diritti umani, proposto da Europa -->Ginevra, 27 mar. (Ap) - Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha respinto la proposta europea di inviare un inquirente speciale per indagare sugli abusi di diritti umani nel Congo orientale. Il Consiglio ha invece approvato una risoluzione presentata dai Paesi africani che elogia il governo congolese per la sua cooperazione con l'organismo globale e sprona la comunità internazionale a fornire aiuti e assistenza tecnica al Paese. Il Consiglio ha respinto le proposte tedesche che avrebbero coinvolto le forze di sicurezza congolesi in abusi ampiamente documentati, come il reclutamento di bambini soldato e violenze sessuali. Il diplomatico tedesco Konrad Max Scharinger, che parlava per conto dei membri dell'Unione europea, ha sottolineato che la risoluzione sponsorizzata dall'Africa non è adeguatamente riuscita a risolvere i problemi sul terreno.

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Forlì: "Human Rights Nights" per i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "RomagnaOggi.it" del 27-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

27 marzo 2009 - 20.05 (Ultima Modifica: 27 marzo 2009) Human Rights Nights è un festival di cinema, arte e musica dedicato ai diritti umani, giunto quest'anno alla 9° edizione, che attraverso l'espressione artistica di registi, artisti e musicisti si pone come obiettivo la presentazione di diverse realtà della società contemporanea. Il festival è promosso e realizzato dalla Cineteca di Bologna, dal Comune e dall'Università di Bologna, in collaborazione con Unibocultura, il Polo Scientifico-Didattico di Forlì. Il tema scelto per quest'anno è l'In-differenza, declinato in più significati: in-differenza perché la diversità è ormai la normalità nelle nostre società che possono essere definite "società plurali" dove la diversità (declinata in tutte le sue accezioni) è un dato di fatto, una realtà maggioritaria. Al tempo stesso, però, la differenza, va tutelata, garantita in quanto specificità e ricchezza per il confronto e il dialogo. Ma anche diritto all'in-differenza nel senso che in quanto individui diversi e specifici, qualunque sia la nostra condizione, non dobbiamo essere costretti a dover mettere in atto una performance quotidiana della nostra diversità o specificità. Infine in-differenza come ci ricordano le cronache tutti i giorni: un'assuefazione e un'insensibilità rispetto agli orrori della società contemporanea. Come è ormai tradizione, sotto il coordinamento del Polo Scientifico-Didattico di Forlì, docenti e studenti delle facoltà di Economia e Scienze Politiche "R. Ruffilli" e della Scuola Interpreti e Traduttori hanno collaborato attivamente al programma degli HRN a Forlì. La Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori, oltre alla collaborazione organizzativa, offre la sottotitolatura dei film in concorso. Di particolare rilevanza quest'anno la sinergia tra il Polo Scientifico-Didattico di Forlì e il Comune di Forlì che, in seguito a un bando indetto dal Fondo per la Cultura cui hanno partecipato numerose associazioni culturali del territorio, ha aderito all'iniziativa promuovendo la manifestazione Forlì per i Diritti Umani. Infatti, al fine di far risaltare l'impegno della città di Forlì volto ad arricchire il Festival, anche quest'anno il Fondo per la Cultura si è fatto coordinatore di una serie di realtà radicate nel territorio, denominata Forlì per i Diritti Umani, dando vita ad un soggetto plurale il cui lavoro ha contribuito alla realizzazione di un ricco calendario di manifestazioni a supporto e integrazione di HRN a Forlì. L'esperienza, iniziata favorevolmente l'anno scorso, ha riscosso una forte partecipazione della cittadinanza e ha spinto il Fondo a riproporre l'intervento. Il soggetto di coordinamento di Forlì per i Diritti Umani, che è Cultura Progetto, ha quest'anno quasi raddoppiato il numero delle iniziative proposte e quello delle realtà coinvolte nella realizzazione delle stesse. Di fatto tra concerti, mostre, eventi curati da realtà che operano nell'ambito della solidarietà, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali e conversazioni sono in calendario 23 appuntamenti diversi che costituiscono un programma molto ricco e sfaccettato.

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