CENACOLO
DEI COGITANTI |
No alla disinformazione
( da "Trentino" del
25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Alto commissario delle Nazioni
Unite per i diritti umani Navi Pillay ha denunciato ieri a Ginevra la
"vasta campagna di disinformazione" orchestrata contro la Conferenza
dell'Onu sul razzismo che si è conclusa ieri a Ginevra. In una conferenza stampa,
Pillay ha parlato di una campagna "determinata ad uccidere la
Conferenza" e che ha indotto alcuni Paesi a boicottarla.
Cheney for president
( da "Foglio, Il" del
25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 24
aprile 2009 Cheney for president Liz, però. Per come spiega, in partibus infidelium (alla Msnbc), che
le famose 13 tecniche intensificate di interrogatorio non sono tortura. di
Christian Rocca
IMMIGRATI,
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Immigrati, «L'Italia sia più attiva
nella tutela dei diritti umani» -->E' l'auspicio espresso dal segretario del
Consiglio d'Europa, Terry Davis ...
Aquí, l'Edat Mitjana
( da "Avui" del
25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: l'Edat Mitjana Isabel-Clara Simó
Parlem de tortura: el president Obama ha dit que cal tancar Guantánamo i les
altres presons secretes de la CIA escampades pel món. Molt bé. Diu també que
els responsables no han de ser sancionats, tot i que la tortura és un delicte,
local i internacional, car obeïen ordres.
Â
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: anno dei diritti umani, a 20 anni
dalla caduta del Muro di Berlino e nell'anno europeo della creatività e
dell'innovazione. Tema dell'edizione
(senza titolo)
( da "Nuova Sardegna, La"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Sassari BREVI DOMENICANI Una
conferenza all'università «Sessant'anni di diritti umani. L'uomo al centro. I
Domenicani alla conquista dell'America», è il tema della conferenza organizzata
per martedì prossimo, 28 aprile, alle 17,30 nell'aula Eleonora d'Arborea
dell'Università (piazza Università) dalla Famiglia Laica Domenicana di Sassari.
brevi, schede e richiami 1
( da "Repubblica, La"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: La Chiesa scomunichi chi ricorre
alla tortura Ilaria Caputi ylapoesia@hotmail.com È UN peccato maggiore
torturare un essere umano, o risposarsi dopo un matrimonio fallito? È mai
possibile che la Chiesa continui a usare la scomunica per combattere questo secondo
tipo di comportamento, e poi si occupi così poco della tortura, un male
sinistro diffuso su tutta la terra?
brevi, schede e richiami 8
( da "Repubblica, La"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ispirandosi al film) e diretto da
Carlo Benso, con Alessandro Procoli, Mario Sgueglia e Giulio Stasi. Il teatro
fa spiare una stazione di polizia, una stanza (quasi) della tortura,
un'inquisizione scientifica, un match di errori e istrionismi. (r.d.g.) Teatro
Argot Studio, via Natale del Grande 27, tel. 06/5898111, ore 21,fino 10 maggio
di sinistra non significa
essere irragionevoli ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani e civili, che al
contrario di altri non hanno dismesso l'idea che un mondo più giusto e solidale
è e deve essere possibile. Di fronte alla crisi economica provocata dalle
storture del capitalismo e da una globalizzazione senza regole, in cui unico
valore sembra essere l'esasperata ricerca del profitto individuale che poi
conduce al tracollo individuale e collettivo,
firme per la lapide
nell'hotel delle ss ( da "Repubblica,
La" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: è stato un luogo di tortura e di
morte per gli antifascisti e i perseguitati razziali. Ma nessuna lapide, dopo
64 anni, ricorda gli orrori che avvenivano nel comando delle SS e della
Gestapo, sotto gli ordini di Theodor Saevecke. A chiedere che sia messa una
lapide sull´edificio di via Santa Margherita, a pochi metri da Piazza Duomo,
di sinistra non significa
essere irragionevoli ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani e civili, che al
contrario di altri non hanno dismesso l'idea che un mondo più giusto e solidale
è e deve essere possibile. Di fronte alla crisi economica provocata dalle
storture del capitalismo e da una globalizzazione senza regole, in cui unico
valore sembra essere l'esasperata ricerca del profitto individuale che poi
conduce al tracollo individuale e collettivo,
argentina 1978: il dramma
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ombra le gravissime violazioni dei
diritti umani che va perpetrando: abrogazione dei diritti costituzionali,
sospensione delle attività politiche e di associazione, proibizione dei
sindacati, dei giornali, sequestro di attivisti politici sociali e sindacalisti
oltre che di alcuni guerriglieri, utilizzo della tortura come forma sistematica
per estorcere informazioni e l'
pace e liberazione con le
donne afghane ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: la capacità di costruire una rete
di solidarietà per i diritti umani. A loro infatti è stato assegnato il premio
internazionale Honor et dignitas Ernesto Balducci. «Il nostro centro promuove
ormai da tempo e si impegna sul versante dell'accoglienza di stranieri e,
contestualmente, diffonde una cultura della non violenza attiva, della pace,
della solidarietà»,
Il Giorno della Terra
muore ad Agrigento ( da "Secolo
XIX, Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: occasione per ribadire il secondo
pilastro della sua politica (il primo essendo i diritti umani): ovvero
l'ecologismo. Più che una rivoluzione verde, un'economia verde mirata
all'energia pulita e al risparmio energetico, nel suo caso si trattava di
uscire dallo stato di necessità in cui erano entrati gli Stati Uniti nell'era
Bush.
torture, usciranno le foto
( da "Tirreno, Il" del
25-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Il via libera dato dal Pentagono
Torture, usciranno le foto WASHINGTON. Il Dipartimento della Difesa Usa
pubblicherà un «numero consistente» di foto che mostrano gli abusi ai
prigionieri rinchiusi nelle carceri statunitensi in Iraq e in Afghanistan. Lo ha
reso noto l'Aclu, l'American Civil Liberties Union.
La ficción políticamente
incorrecta: Contra las cuerdas de la ética
( da "Clarin, El" del
25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: tiene la noble misión de combatir
el terrorismo pero que está dispuesto a todo, tortura incluida, con tal de
conseguir su objetivo. Cuando el ejército estadounidense manifestó su inquietud
por las escenas de tortura, Sutherland, protagonista y productor de la serie,
le respondió que harían mejor en preocuparse por los abusos que cometieron en
la prisión de Abu Ghraib, Irak.
SERRA SAN QUIRICO TUTTO
PRONTO a Serra San Quirico per la 27esima Rassegna Naziona...
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: come il 10 dicembre 1948, data
della Dichiarazione della Carta dei diritti umani, e il 9 maggio 1978, giorno
dell'uccisione di Peppino Impastato e di Aldo Moro. Il 6 maggio sarà ospite
proprio Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che sarà coinvolto in alcuni
lavori con i ragazzi sul tema dell'educazione alla legalità.
ROMANO di nascita e
monzese d'adozione dopo il matrimonio. È Carlo Chierico, presidente de...
( da "Giorno, Il (Brianza)"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: fra 16 squadre partecipanti di cui
3 composte da italiani (Italia Brianza, Italia diritti umani e Italia Maunazzi)
e stranieri, provenienti da Algeria, Bangladesh, Bolivia, Colombia, Costa
d'Avorio, Ecuador, Egitto, Egitto Nord Africa, Marocco, Perù, Romania, Senegal
e Tibet. Da sempre Chierico è sensibile al tema della solidarietà.
TORTURE, PRESTO PUBBLICHE
CENTINAIA DI FOTOGRAFIE ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 25-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Alto commissario dell'Onu per i
diritti umani. CUBA EFFETTO OBAMA, ALL'AVANA TORNANO GLI YACHT USA I governi di
Cuba e Stati Uniti non sono ancora riusciti a trovare una sintonia politica, ma
almeno su un fronte i rapporti fra i due paesi stanno migliorando: gli yacht
americani stanno tornando a visitare l'isola caraibica.
Una politica che sgretoli
ogni muro ( da "Unita,
L'" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: la difesa dei diritti umani, la
protezione dei deboli, la regolazione democratica dei conflitti sociali, la
diffusione di sistemi sostenibili di welfare. Una cosa fondamentale resta,
delle speranze nate con la caduta del Muro e con la fine delle ideologie del
Novecento: pur con tutti i rischi del nostro tempo, pur fra tutti gli ostacoli
ben visibili lungo il cammino,
Respinti dall'Italia,
rinchiusi in Tunisia ( da "Manifesto,
Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Anche il Commissario per i diritti
umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, nel suo ultimo rapporto
sull'Italia si è detto «decisamente contrario» ai rimpatri forzati verso paesi
con precedenti di tortura provati e di lunga durata, nonostante le
rassicurazioni diplomatiche.
Le Tigri, una scusa per il
massacro dei civili ( da "Manifesto,
Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ultima denuncia degli «Insegnanti
universitari per i diritti umani» di Jaffna «Le Tigri, una scusa per il
massacro dei civili» Una giovane madre è stata ferita mentre allattava, e il
suo bebè di tre mesi ucciso, colpiti da frammenti di proiettili all'interno di
quella che il governo ha dichiarato no fire zone, zona franca dai
combattimenti.
Quel sangue che scorre ma
non buca il video ( da "Manifesto,
Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani», sezione di Jaffna
(stralci del loro ultimo bollettino sono in questa pagina), che ha documentato
sia come l'esercito abbia preso di mira la popolazione civile tamil in modo
deliberato, a partire dal 2006, con evacuazioni forzate e fuoco d'artiglieria -
sia come le Tigri abbiano instaurato un sistema di arruolamento forzato e
abbiano impedito ai civili di fuggire dalle
Da soli alle Europee.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Italia sia il Paese più condannato
dalla Corte europea dei diritti umani per durata di processi. La conseguenza è
«una sistematica impunità e incertezze del diritto». I due leader radicali
lamentano la loro «espulsione» dal dibattito politico e dai mezzi di informazione,
«espulsione –spiega la vicepresidente del Senato Bonino –
Etica o Ragion di Stato?
Alle origini della democrazia ( da "Corriere
della Sera" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: nel pensiero di Marx, l'ideale di
una personalità umana realizzata nella sua pienezza. Anche per lui, come per
Calhoun, gli uomini non nascono liberi e soprattutto non nascono uguali. Ma
questo fatto non è per lui automaticamente un diritto o meglio la negazione di
un diritto, del diritto alla libertà e all'uguaglianza.
Torture, usciranno le foto
( da "Trentino" del
25-04-2009) + 4 altre fonti
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Il via libera dato dal Pentagono
Torture, usciranno le foto WASHINGTON. Il Dipartimento della Difesa Usa
pubblicherà un «numero consistente» di foto che mostrano gli abusi ai
prigionieri rinchiusi nelle carceri statunitensi in Iraq e in Afghanistan. Lo
ha reso noto l'Aclu, l'American Civil Liberties Union.
Resistenza, la nostra
prigione siamo noi ( da "Trentino"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: la tortura, la condanna a morte si
trovò improvvisamente libero, il primo impatto fu spesso traumatico. E'
comprensibile la tentazione di Petroni, torturato in Via Tasso a Roma, di
ripiegare su se stesso. Un amico di famiglia, dopo due anni di internamento a
Mauthausen, ridotto a una larva umana, raccontava di essere rimasto sconvolto
dalla brutalità con la quale i suoi compagni,
Senza titolo
( da "Giornale.it, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: vedrete le foto delle torture Cia
di Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di
abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa
Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà
contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione;
Oppositori arruolati con
la forza I nuovi metodi della repressione
( da "Corriere della Sera"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: «Dove persistono gravi violazioni
dei diritti, come la pena di morte, la vigilanza dell'Europa è fondamentale
spiega Valiantsin Stefanovic del centro diritti umani Viasna . Ora, con la
crisi, l'Occidente potrebbe subordinare alle riforme il sostegno economico del
quale Minsk ha urgente bisogno».
Obama: vedrete le foto
delle torture Cia. ( da "Giornale.it,
Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: vedrete le foto delle torture Cia
di Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di
abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa
Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà
contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione;
Basta con i pasticci degli
euroburocrati. ( da "Giornale.it,
Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Commissario ai Diritti umani dei
cittadini europei ignora l?esistenza della Direttiva 2004/38/CE, recepita
dall?ordinamento nazionale con il decreto legislativo n. 30 del 2007 e che
consente, nel pieno rispetto del Trattato, di allontanare dai confini di un
Paese membro gli immigrati comunitari che vivono di crimini o espedienti e non
possono provvedere alla propria assistenza sanitaria.
di sinistra non significa
essere irragionevoli ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani e civili, che al
contrario di altri non hanno dismesso l'idea che un mondo più giusto e solidale
è e deve essere possibile. Di fronte alla crisi economica provocata dalle
storture del capitalismo e da una globalizzazione senza regole, in cui unico
valore sembra essere l'esasperata ricerca del profitto individuale che poi
conduce al tracollo individuale e collettivo,
manifestazioni in città
per la liberazione ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: vanta del numero di rimpatri
violando nel frattempo diritti umani universali. E anziché migliorare
l'istruzione pubblica, ragione di tante lotte, si finanzia quella privata e si
pongono a valore ordine e disciplina per non investire in didattica». «Per questo
crediamo sia ancora oggi necessario resistere e ricordare quell'Italia sognata
il 25 aprile '45 - conclude il comunicato -
La Casa Bianca chiede il
cessate il fuoco in Sri Lanka. 50mila civili bloccati
( da "Rai News 24" del
25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Dallo scorso anno il governo ha
posto il divieto alle organizzazioni umanitarie di accedere nella zona di
guerra. Circa 6500 civili sono rimasti uccisi solo negli ultimi tre mesi, dice
l'ONU, e si moltiplicano le violazioni dei diritti umani.
Obama: vedrete le foto
delle torture Cia ( da "Giornale.it,
Il" del 25-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: vedrete le foto delle torture Cia
di Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di
abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa
Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà
contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione;
Basta con i pasticci degli
euroburocrati ( da "Giornale.it,
Il" del 25-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Commissario ai Diritti umani dei
cittadini europei ignora l?esistenza della Direttiva 2004/38/CE, recepita
dall?ordinamento nazionale con il decreto legislativo n. 30 del 2007 e che
consente, nel pieno rispetto del Trattato, di allontanare dai confini di un
Paese membro gli immigrati comunitari che vivono di crimini o espedienti e non
possono provvedere alla propria assistenza sanitaria.
Sponda Sud, riforme al
palo ( da "Denaro,
Il" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Progressi limitati in lotta a
corruzione, libertà espressione e indipendenza dei media, diritto di assemblea
e associazione, libertà di religione. ISRAELE Limitata collaborazione sulla
ricerca di una soluzione al conflitto con i palestinesi, e limitati progressi
su democrazia, Stato di diritto, diritti umani e diritto umanitario.
Quel sangue che scorre ma
non
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani», sezione di Jaffna
(stralci del loro ultimo bollettino sono in questa pagina), che ha documentato
sia come l'esercito abbia preso di mira la popolazione civile tamil in modo
deliberato, a partire dal 2006, con evacuazioni forzate e fuoco d'artiglieria -
sia come le Tigri abbiano instaurato un sistema di arruolamento forzato e
abbiano impedito ai civili di fuggire dalle
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ultima denuncia degli «Insegnanti
universitari per i diritti umani» di Jaffna «Le Tigri, una scusa per il
massacro dei civili» Una giovane madre è stata ferita mentre allattava, e il
suo bebè di tre mesi ucciso, colpiti da frammenti di proiettili all'interno di
quella che il governo ha dichiarato no fire zone, zona franca dai
combattimenti.
ANGELA VITALIANO NEW YORK.
BISOGNERà ASPETTARE LA FINE DI MAGGIO MA, DA QUEL MOMENTO, OLTRE ...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: rendendo pubblici i memorandum
sulle torture, sperava di poter stabilire una simbolica linea di separazione
tra l'America di ieri e quella di domani, in cui non ci sarà spazio, lo ha
ribadito più volte, per la tortura. E questo rischia di diventare uno dei nodi
cruciali alla vigilia del raggiungimento del famoso traguardo dei «primi 100
giorni»,
Immigrati/ Di Giovan Paolo
(Pd): 6 mesi nei Cie è come ( da "Virgilio
Notizie" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani e anche il buon
senso. Portare da due a sei mesi la permanenza nei Cie vuol dire introdurre una
sorta di detenzione": lo afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan
Paolo. "Il ministro - prosegue l'esponente di opposizione in un comunicato
- vada a vedere il codice penale per capire che spesso sei mesi di carcere non
sono dati nemmeno a chi ha commesso importanti reati.
IMMIGRATI/ DI GIOVAN PAOLO
(PD): 6 MESI NEI CIE È COME PRIGIONE
( da "Wall Street Italia"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani e anche il buon
senso. Portare da due a sei mesi la permanenza nei Cie vuol dire introdurre una
sorta di detenzione": lo afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan
Paolo. "Il ministro - prosegue l'esponente di opposizione in un comunicato
- vada a vedere il codice penale per capire che spesso sei mesi di carcere non
sono dati nemmeno a chi ha commesso importanti reati.
Washington pensa a
commissione d'inchiesta Negli Emirati lo sceicco si trasforma in aguzzino
( da "Gazzettino, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: E l'area del Golfo si conferma
terreno fertile per la tortura. Negli Emirati Arabi, su ben altra scala, si è
verificato un nuovo caso di tortura di cui è stato vittima un (presunto)
businessman arabo che vive in Texas. Gli aguzzini erano invece guidati dal
fratello del principe ereditario, lo sceicco Mohammed.
Quaranta scuole alla
ribalta ( da "Corriere
Adriatico" del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: aprile dal titolo Arcevia terra di
rifugio e mura di combattimento' oppure il 26 aprile andrà in scena Umano è ',
ispirato alla dichiarazione dei diritti umani. Il 4 ed 13 maggio c'è un
laboratorio di pittura condotto dagli utenti e dagli operatori del centro
diurno Il Sollievo' di Jesi, in collaborazione con gli studenti dell' Accademia
di Belle Arti di Brera e di quella di Macerata.
I 100 giorni
( da "Sicilia, La" del
25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: La lotta contro il terrorismo deve
essere combattuta nella legalità, nel rispetto dei diritti umani». Altrimenti,
si rischia di alimentare il circuito del «reclutamento». E' questo
l'avvertimento lanciato dal segretario generale del Consiglio d'Europa, Terry
Davis, alla Conferenza «Fattori destabilizzanti e minacce transnazionali»,
organizzata dalla Farnesina.
I suoni della solidarietà
Al via stasera con Vivaldi la prima orchestra etica
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 25-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: disagio e raccogliere fondi da
devolvere a istituzioni impegnate nella difesa dei diritti umani. Come appunto
nel concerto di stasera, affidato all'Orchestra da camera dell'associazione e a
solisti che ne condividono gli intenti come Gianmaria Melis (violino), Riccardo
Ghiani (flauto) e Andrea Saccarola (oboe). E a partire, naturalmente, dalla
musica di Antonio Vivaldi, il prete rosso,
Frammanight e Frammaday il
25 e 26 aprile con Rein, Frangar non flectar, Assalti frontali, Radici nel
cemento e Regina Olsen ( da "Musicalnews.com"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Dibattito sulla tutela dei Diritti
Umani - ?Immoral? Mostra fotografica di Roberto B.j. Bae Dalle 16 alle 19,
presso il Parco Arcobaleno (ex Omni) Spettacoli teatrali e giocoleria
Proiezione di cortometraggi di Antonio Rezza e Flavia Mastrella Proiezione di
cortometraggi di ?
Usa/ Memo 2002:
"informazioni inattendibili" con le torture...
( da "Virgilio Notizie"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Le conseguenze involontarie di una
politica Usa che prevede la tortura per i prigionieri - ammoniva ancora
l'agenzia - è che questa potrebbe essere usata dai suoi avversari per
giustificare la tortura su personale Usa catturato". Non è chiaro, precisa
il Wp, se questo documento sia mai arrivato ai più alti livelli
dell'amministrazione Bush.
USA/ MEMO 2002:
INFORMAZIONI INATTENDIBILI CON LE TORTURE (WP)
( da "Wall Street Italia"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: con le torture (Wp) di Apcom
Agenzia ammonì anche su rischio che soldati Usa fossero torturati -->Roma,
25 apr. (Apcom) - Nel 2002, un'agenzia dell'esercito Usa definì
"tortura" le tecniche di interrogatorio usate contro presunti
terroristi e ammonì i legali del Pentagono sul rischio che tali metodi
producessero "informazioni inattendibili"
La sharia distrugge
diritti, è vero, ma l'aborto occidentale?
( da "Foglio, Il" del
25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: e soprattutto sprezzante del
principio di laicità occidentalmente inteso e dei diritti umani incentrati
sulla Magna Charta dell?Onu. Bisogna capire una volta per tutte che il refrain
dell?equipollenza di tutte religioni e culture, è una panzana inventata da chi
vuole distruggere la civiltà occidentale. Gianni Toffali, Verona Sono d?
25 aprile, a Forlì
celebrazioni radicali contro la "partitocrazia"
( da "Sestopotere.com"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: per rappresentare la violazione dei
diritti di tutti cittadini in atto e l'esclusione "razziale" di
qualsiasi rappresentante di liberi movimenti d'opinione, come i Radicali, dal
dibattito politico e dalle istituzioni". "Questi 60 anni di
"Peste Italiana" sono stati la sistematica distruzione delle
istituzioni repubblicane e dello stato di diritto.
Sicilia/ Paolo Crepet
assessore 'Ai sogni' del Comune di
( da "Virgilio Notizie"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Assemblea regionale siciliana
promossa per parlare di diritti umani con il vice presidente del Parlamento del
Tibet in esilio, Dolma Gyari e il presidente dell'Ars Francesco Cascio, il
sindaco Vittorio Sgarbi raccogliendo la proposta di Oliviero Toscani, che del
comune siciliano è l'assessore alla Creatività e ai Diritti Umani.
SICILIA/ PAOLO CREPET
ASSESSORE 'AI SOGNI' DEL COMUNE DI SALEMI
( da "Wall Street Italia"
del 25-04-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Assemblea regionale siciliana
promossa per parlare di diritti umani con il vice presidente del Parlamento del
Tibet in esilio, Dolma Gyari e il presidente dell'Ars Francesco Cascio, il
sindaco Vittorio Sgarbi raccogliendo la proposta di Oliviero Toscani, che del
comune siciliano è l'assessore alla Creatività e ai Diritti Umani.
Il Burundi mette fuorilegge
i gay:
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Lo rivela un comunicato di 63
organizzazioni per la tutela dei diritti umani che chiedono al leader del Paese
africano, Pierre Nkurunziza, di ritornare sui suoi passi. In base alla legge
emanata mercoledì scorso ma di cui si è avuta notizia soltanto oggi, «gli atti
sessuali tra persone dello stesso sesso diventano illegali».
Biennale
( da "Stampa, La" del
25-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani, precariato, un
excursus da Mazzini alla politica e anche letture tratte da Nietzsche. I temi
di sabato toccheranno Internet, l'India, il populismo, il dialogo sordo tra
destra e sinistra (se esistono ancora), il multiculturalismo e una bella
lettura sulla democrazia secondo Tocqueville (ore 17,
( da "Trentino" del
25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
No alla
disinformazione GINEVRA. L'Alto commissario delle Nazioni
Unite per i diritti umani Navi
Pillay ha denunciato ieri a Ginevra la "vasta campagna di
disinformazione" orchestrata contro la Conferenza dell'Onu sul razzismo
che si è conclusa ieri a Ginevra. In una conferenza stampa, Pillay ha parlato
di una campagna "determinata ad uccidere la Conferenza" e che ha
indotto alcuni Paesi a boicottarla. Il testo finale della Conferenza è
un "buon documento", ha ribadito. Il documento è stato infatti
approvato già martedì scorso all'apertura della conferenza.
( da "Foglio, Il" del
25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
24
aprile 2009 Cheney for president Liz, però. Per come spiega, in partibus
infidelium (alla Msnbc), che le famose 13 tecniche intensificate di
interrogatorio non sono tortura. di Christian Rocca
( da "Wall Street Italia"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Immigrati, «L'Italia
sia più attiva nella tutela dei diritti umani»
-->E' l'auspicio espresso dal segretario del Consiglio d'Europa, Terry Davis
...
( da "Avui" del
25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
DE FIL DE VINT Aquí,
l'Edat Mitjana Isabel-Clara Simó Parlem de tortura: el
president Obama ha dit que cal tancar Guantánamo i les altres presons secretes
de la CIA escampades pel món. Molt bé. Diu també que els responsables no han de
ser sancionats, tot i que la tortura és un delicte, local i internacional, car
obeïen ordres. Així doncs, per què és immune a la llei qui donava
aquestes ordres? Molt malament. Tot de veus escandalitzades han dit que pot ser
desagradable però que la tortura és útil, en el més pur estil Torquemada. Un
dels defensors de la tortura ha estat el director del Servei d'Intel·ligència
Nacional d'Estats Units, Dennis Blair, perquè afirma que gràcies a aquestes
tortures s'han evitat més atemptats. Perdoni que discrepi, senyor Blair: si
sotmets a tortura una persona et confessarà tot el que vulguis sentir. Si vols
sentir que hi ha un atemptat que, amb la confessió, queda anul·lat, el torturat
t'ho dirà, sigui veritat o no. A més, segons han declarat els encarregats
d'investigar els "errors" (errors, eh, no us penseu pas que ningú, ni
Obama, en digui crims), després de la confessió els presos van continuar essent
torturats; hi ha presos que van ser sotmesos al turment de la simulació de
l'asfíxia quasi tres-centes vegades, quan ja no tenen res més a dir ni a inventar.
En qualsevol cas, senyor Blair, la tortura és un delicte i defensar-la és
exactament el mateix que defensar el robatori, la violació o l'espionatge. Crec
que els que torturen, segons explica la psiquiatria, ultrapassen les ordres
perquè hi troben un repugnant plaer. I una darrera observació, el moment en què
hom ha fet públic que als Estats Units es tortura potser no era el més indicat
per instar Castro a practicar els "drets humans". Inoportú, si més
no.
( da "Tempo, Il" del
25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
stampa Palazzo San
Giorgio «Marcia della pace», da Campobasso ad Assisi collegamenti gratuiti Fervono
anche in Molise i preparativi per il meeting nazionale «Stelle di pace», che si
terrà ad Assisi l'8 e il 9 maggio, promosso dalla Tavola della pace e dal
coordinamento nazionale degli enti locali, a conclusione dell'anno dei diritti umani, a 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino e nell'anno europeo
della creatività e dell'innovazione. Tema dell'edizione
( da "Nuova Sardegna, La"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 24 - Sassari BREVI DOMENICANI Una conferenza all'università
«Sessant'anni di diritti umani. L'uomo al centro. I Domenicani alla conquista dell'America», è
il tema della conferenza organizzata per martedì prossimo, 28 aprile, alle
17,30 nell'aula Eleonora d'Arborea dell'Università (piazza Università) dalla
Famiglia Laica Domenicana di Sassari. Una relazione sul tema della
conferenza sarà tenuta da padre Alberto Fazzini. LINEA ALGHERO I treni
assicurati oggi e il 1º Maggio Nella festività di oggi, 25 aprile) e del
prossimo 1º Maggio l'Arst gestione Ferrovie della Sardegna garantirà sulla
linea ferroviaria Sassari-Alghero e viceversa i seguenti collegamenti: partenza
da Sassari alle 7,14, 8,50, 11,04, 14,18, 16,40 e 19,50. Partenze da Alghero
per Sassari alle ore 8,07, 9,47, 13,10, 15,50, 19,42 e 20,47. L'ultimo treno in
partenza da Sassari per Alghero delle 20,55 sarà sostituito con un bus.
AMERINDIA CINEMA Ultime proiezioni al teatro Civico Amerindia Cinema presenta
in prima visione al teatro Civico lunedì 27 e martedì 28 aprile «Stella»
(spattacoli alle 10,45, 16,20, 18,20, 20,20 e 22,15). La chiusura della
rassegna «Un nuovo cinema per tutti» è invece fissata per mercoledì 29 e
giovedì 30 aprile con «Funeral party» (proieioni alle 10,45, 16,30,
18,45 e 21,30). Insieme alla visione del film verrà proposta una clip inedita
di «Aspirina» a cura di Marco
Sanna e Carlo Valle.
( da "Repubblica, La"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il mondo dei
cacciatori visto da un sessantottino Aldo De Luca Roma Sono una persona da
sempre di sinistra, ex militante politico e sindacale, ex sessantottino, ma la
passione venatoria certamente affetta da trasversalità è stata una costante
nella mia vita. Ci si alza prima dell'alba, si conduce una vita sana, con un
allenamento alla fatica, al sacrificio, alla pazienza. Mi rallegro sempre con i
genitori che hanno cresciuto i figli a questa passione e non a quella delle
discoteche o delle curve di stadio dove sovente spuntano coltelli o peggio, si
spara, al bersaglio grosso. In questi giorni ne ho lette tante: zimbelli
(richiami vivi) torturati, concessione dell'arma ai sedicenni. Voglio ricordare
che ai miei tempi il sedicenne col consenso paterno poteva acquistare, detenere
e portare fuori il fucile senza essere sorvegliato da alcuno. Oggi si propone
possa solo accompagnare un maggiorenne che abbia la licenza da almeno cinque
anni, ma non potrebbe acquistare né detenere l'arma. Strano che nessuno rilevi
che oggi si può liberamente comprare una balestra od un arco con cui volendo si
possono compiere azioni letali. Ho sempre rispettato le idee protezionistiche
anche quelle oltranziste, ma pretendo rispetto per le mie e la mia passione.
Anche noi chiediamo il nostro 5 per mille Antonello Galbussera Merate In merito
alla lettera del 22 aprile scorso della Sig.ra Anna Negrelli di Bologna che
segnalava che la Associazione di Volontariato di cui fa parte non ha ancora
ricevuto la quota del 5 per mille relativa al 2005 e a loro destinata, vorrei
aggiungere che effettivamente anche moltissime altre Associazioni sono nelle
stesse condizioni. La nostra per esempio: "Spazio Prevenzione Onlus",
di Osnago (Lc). Guarda caso sono tutte Associazioni piccole; mentre, pare, che
quelle più importanti e famose siano già state beneficiate di questi
contributi. Il cliente di Trenitalia in una stazione spettrale Gianfranco
Maddoni Università di Perugia Una domanda a Trenitalia, che è anche una
denuncia. L'altra sera ero alla stazione di Firenze in tarda serata e dovevo attendere
per un'ora una coincidenza: alle ore 21 sono state chiuse tutte le sale di
attesa (oltre che l'edicola di giornali, il cambio, ecc.); la stazione è
piombata nella semioscurità e i "clienti" (così vengono ora
mercantilmente chiamati all'altoparlante quelli che fino a poco fa erano i
"Signori viaggiatori") sono stati costretti ad aggirarsi tra i
marciapiedi e a sedersi sui tavolacci (tali sono sia pure di nobile design i
sedili della stazione) in attesa dei treni. Così, mi è stato detto a uno
sportello di informazione, avviene ovunque, anche nelle altre grandi stazioni.
Per fortuna siamo ad aprile e la temperatura non è così bassa come in inverno.
Ma vi sembra il modo di trattare "i clienti" in una stazione di
traffico internazionale come Firenze? La Chiesa scomunichi
chi ricorre alla tortura Ilaria Caputi ylapoesia@hotmail.com È UN peccato
maggiore torturare un essere umano, o risposarsi dopo un matrimonio fallito? È
mai possibile che la Chiesa continui a usare la scomunica per combattere questo
secondo tipo di comportamento, e poi si occupi così poco della tortura, un male
sinistro diffuso su tutta la terra? Non dovrebbe costituire una priorità
assoluta per chi intenda interpretare le istanze universali dell'amore? Che non
si esortino mai all'obiezione di coscienza i loro aguzzini, mi lascia
sconvolta.
( da "Repubblica, La"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
R icordate la
suspense claustrofobica dell'interrogatorio di un facoltoso indiziato assassino
d'una prostituta ad opera di due ambigui detective armati di poligrafo, di
macchina della verità, nel film L'impostore dei fratelli Pate? Adesso potete
godervi dal vivo all'Argot Studio l'incombere di quell'oscuro rifugio, i
capovolgimenti di fronte e il gioco al massacro in V.S.A. voice stress analysis
scritto (ispirandosi al film) e diretto da Carlo Benso, con
Alessandro Procoli, Mario Sgueglia e Giulio Stasi. Il teatro fa spiare una
stazione di polizia, una stanza (quasi) della tortura, un'inquisizione
scientifica, un match di errori e istrionismi. (r.d.g.) Teatro Argot Studio,
via Natale del Grande 27, tel. 06/5898111, ore 21,fino 10 maggio
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 19 -
Pordenone Di sinistra non significa essere irragionevoli Dibattito I Socialisti
insieme con Sinistra democratica, Unire la Sinistra e Verdi hanno costituito
Sinistra e Libertà, che parteciperà con una sua lista alle elezioni europee del
prossimo mese di giugno. La nostra idea è di unire e dare una voce comune e
forte a quell'ampia e attualmente non rappresentata area di pensiero,
libertaria, liberale e progressista, che ritiene vi sia spazio e futuro in
Italia e in Europa per una politica di sinistra. È la consapevolezza del vuoto
ideale, culturale e politico, che si è venuto a creare nel nostro Paese e per
altro verso la percezione di una sorta di plastificazione della politica, che
ci ha spinto a superare le pretese identitarie e a trovare un'intesa con altre
forze politiche unite, da un'analoga sensibilità verso le problematiche
sociali, dell'ambiente e i diritti umani e civili, che al contrario di
altri non hanno dismesso l'idea che un mondo più giusto e solidale è e deve
essere possibile. Di fronte alla crisi economica provocata dalle storture del
capitalismo e da una globalizzazione senza regole, in cui unico valore sembra
essere l'esasperata ricerca del profitto individuale che poi conduce al
tracollo individuale e collettivo, i Socialisti dicono stop ai
licenziamenti, alla precarietà dei falsi contratti a progetto e alla
mercificazione dei diritti. La politica sia a livello europeo sia a livello
nazionale e regionale deve recuperare il suo ruolo, dando indirizzi certi per
bloccare la dismissione del nostro sistema industriale, favorire un modello di
sviluppo che tenga conto di prospettive di crescita e di esigenze occupazionali
di medio e lungo periodo, rispettoso dell'ambiente, attraverso l'incentivazione
della ricerca, in specie nel campo delle energie rinnovabili, di cui la nostra
regione potrebbe diventare un polo di attrazione. E a questo riguardo ci
chiediamo dove è finito il progetto della Tav, che attraverserà la nostra
regione, e dell'assurdo stravolgimento che provocherebbe la galleria "a
esse" che si vorrebbe realizzare nel Carso, tutte cose di cui stranamente
non si sente più parlare. In questi anni una visione aziendale e privatistica
delle istituzioni si è diffusa a destra e a manca, condita a sinistra da
inutili accenti buonisti e politically correct e nel nome di un preteso
efficientismo i vertici dei due maggiori partiti di maggioranza e opposizione
si sono adattati all'idea che sia il mercato a dettare l'agenda politica, nel
presupposto che il mercato sia in grado di autoregolamentarsi, sempre e
comunque e che nel suo ambito si debba inquadrare l'azione o la non azione
politica, secondo una logica che nella sua veste pretesamente più illuminata
vede il cittadino come un puro e semplice consumatore. Il suicidio politico
della sinistra si è consumato nell'irragionevolezza di questa concezione, che
antepone il prodotto al produttore, il mercato finanziario all'essere umano; è
sfuggito che la competizione più esasperata finisce per escludere dal processo
produttivo ed emargina fasce sempre più ampie di popolazione e come da questa
esclusione derivi un problema sociale che va a minare la solidità di quello stesso
mercato che si vuol porre come un valore di fondo della società. Essere di
sinistra non significa essere irragionevoli, fuori della realtà o conservatori,
come da più parti si è sostenuto in questi anni: dignità della persona,
solidarietà, partecipazione, apertura la cambiamento, democrazia, sviluppo e
tutela dell'ambiente sono valori riconoscibili e connessi di un processo ideale
di sinistra, moderno, realizzabile e di cui riteniamo vi sia bisogno oggi.
Franco Giunchi segretario regionale del Psi Andrea Castiglione segretario
provinciale di Udine Gianfranco Orel segretario provinciale di Trieste
Pierantonio Rigo segretario provinciale di Pordenone Giancarlo Maraz segretario
provinciale di Gorizia
( da "Repubblica, La"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina VII - Milano
L´appello Firme per la lapide nell´hotel delle Ss Una petizione per restituire
alla città la memoria dell´ex Albergo Regina. è stato un
luogo di tortura e di morte per gli antifascisti e i perseguitati razziali. Ma
nessuna lapide, dopo 64 anni, ricorda gli orrori che avvenivano nel comando
delle SS e della Gestapo, sotto gli ordini di Theodor Saevecke. A chiedere che
sia messa una lapide sull´edificio di via Santa Margherita, a pochi metri da
Piazza Duomo, però sono in tanti: almeno 1.800, che hanno firmato una
petizione consegnata al presidente del Consiglio Manfredi Palmeri.
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 13 - Gorizia
Di sinistra non significa essere irragionevoli Dibattito I Socialisti insieme
con Sinistra democratica, Unire la Sinistra e Verdi hanno costituito Sinistra e
Libertà, che parteciperà con una sua lista alle elezioni europee del prossimo mese
di giugno. La nostra idea è di unire e dare una voce comune e forte a
quell'ampia e attualmente non rappresentata area di pensiero, libertaria,
liberale e progressista, che ritiene vi sia spazio e futuro in Italia e in
Europa per una politica di sinistra. È la consapevolezza del vuoto ideale,
culturale e politico, che si è venuto a creare nel nostro Paese e per altro
verso la percezione di una sorta di plastificazione della politica, che ci ha
spinto a superare le pretese identitarie e a trovare un'intesa con altre forze
politiche unite, da un'analoga sensibilità verso le problematiche sociali,
dell'ambiente e i diritti umani e civili, che al contrario di altri non hanno dismesso l'idea
che un mondo più giusto e solidale è e deve essere possibile. Di fronte alla
crisi economica provocata dalle storture del capitalismo e da una
globalizzazione senza regole, in cui unico valore sembra essere l'esasperata
ricerca del profitto individuale che poi conduce al tracollo individuale e
collettivo, i Socialisti dicono stop ai licenziamenti, alla precarietà
dei falsi contratti a progetto e alla mercificazione dei diritti. La politica
sia a livello europeo sia a livello nazionale e regionale deve recuperare il
suo ruolo, dando indirizzi certi per bloccare la dismissione del nostro sistema
industriale, favorire un modello di sviluppo che tenga conto di prospettive di
crescita e di esigenze occupazionali di medio e lungo periodo, rispettoso
dell'ambiente, attraverso l'incentivazione della ricerca, in specie nel campo delle
energie rinnovabili, di cui la nostra regione potrebbe diventare un polo di
attrazione. E a questo riguardo ci chiediamo dove è finito il progetto della
Tav, che attraverserà la nostra regione, e dell'assurdo stravolgimento che
provocherebbe la galleria "a esse" che si vorrebbe realizzare nel
Carso, tutte cose di cui stranamente non si sente più parlare. In questi anni
una visione aziendale e privatistica delle istituzioni si è diffusa a destra e
a manca, condita a sinistra da inutili accenti buonisti e politically correct e
nel nome di un preteso efficientismo i vertici dei due maggiori partiti di
maggioranza e opposizione si sono adattati all'idea che sia il mercato a
dettare l'agenda politica, nel presupposto che il mercato sia in grado di
autoregolamentarsi, sempre e comunque e che nel suo ambito si debba inquadrare
l'azione o la non azione politica, secondo una logica che nella sua veste
pretesamente più illuminata vede il cittadino come un puro e semplice
consumatore. Il suicidio politico della sinistra si è consumato
nell'irragionevolezza di questa concezione, che antepone il prodotto al
produttore, il mercato finanziario all'essere umano; è sfuggito che la
competizione più esasperata finisce per escludere dal processo produttivo ed
emargina fasce sempre più ampie di popolazione e come da questa esclusione
derivi un problema sociale che va a minare la solidità di quello stesso mercato
che si vuol porre come un valore di fondo della società. Essere di sinistra non
significa essere irragionevoli, fuori della realtà o conservatori, come da più
parti si è sostenuto in questi anni: dignità della persona, solidarietà,
partecipazione, apertura la cambiamento, democrazia, sviluppo e tutela
dell'ambiente sono valori riconoscibili e connessi di un processo ideale di
sinistra, moderno, realizzabile e di cui riteniamo vi sia bisogno oggi. Franco
Giunchi segretario regionale del Psi Andrea Castiglione segretario provinciale
di Udine Gianfranco Orel segretario provinciale di Trieste Pierantonio Rigo
segretario provinciale di Pordenone Giancarlo Maraz segretario provinciale di
Gorizia
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 16 - Cultura
e spettacoli Argentina 1978: il dramma "COMPLICI DEL SILENZIO"
DRAMMATICO Regia Stefano Incerti Cast Alessio Boni, Giuseppe Battiston,
Florencia Raggi, Jorge Marrale Nazionalità Italia 2009 Durata h. 1.43 Maurizio
Gallo, un giornalista sportivo italiano, e Ugo, il suo fotoreporter, sbarcano a
Buenos Aires come inviati al Mundial di calcio del
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
«Segno tangibile di
resistenza alla globalizzazione» Pace e liberazione con le donne afghane Il
centro di accoglienza di Zugliano premia il movimento Rawa DI PIAZZA IL 25
APRILE AL BALDUCCI Oggi la cerimonia voluta da 70 associazioni mondiali Il
riconoscimento a Maryam Rawi attivista in pericolo POZZUOLO. È arrivata a
Zugliano tenendo in braccio la figlioletta Aiman, 6 mesi, il cui nome, in
afghano, significa portatrice di pace e di felicità. E proprio questo, oggi, il
Centro Balducci intende celebrare con Maryam Rawi in rappresentanza di Rawa,
movimento rivoluzionario delle donne: la capacità di
costruire una rete di solidarietà per i diritti umani. A loro infatti è stato assegnato il premio internazionale Honor
et dignitas Ernesto Balducci. «Il nostro centro promuove ormai da tempo e si
impegna sul versante dell'accoglienza di stranieri e, contestualmente, diffonde
una cultura della non violenza attiva, della pace, della solidarietà»,
sottolinea don Pierluigi Di Piazza che è tra gli ideatori del premio internazionale.
«In questi anni - aggiunge - sono cresciuti e si sono rinsaldati i rapporti con
tante comunità del pianeta. Al convegno dell'anno scorso a Zugliano ospitammo
la Commissione giustizia e pace di Bogotà. In via eccezionale avevamo riunito
70 persone provenienti da piú parti del mondo, dell'America latina, in
particolare della Colombia, dell'Afghanistan, dell'Iraq, dell'India, di alcuni
paesi dell'Africa. In quel contesto è nata, direi corale, la proposta di
assegnare, anno dopo anno, un riconoscimento a una persona o un'associazione o
a un'istituzione che dentro questa rete di resistenza alla globalizzazione del
mercato e di solidarietà fosse indicata come esempio a tutti per impegno,
coerenza, dedizione». Cosí quel «comitato emotivo» - come lo chiama don Di
Piazza - rimasto in contatto via mail, ha votato e ha scelto Rawa,
l'associazione delle donne afghane che a rischio della vita è riuscita in pochi
anni a battersi e a diffondere una cultura della solidarietà e dei diritti umani, a cominciare da quelli delle donne, nel proprio paese
e nel mondo. «Un' associazione - ricorda Di Piazza - che abbiamo avuto già
ospite a due convegni, l'ultimo l'anno scorso. Si tratta di un movimento di
donne che si è impegnato nel proprio Paese contro la guerra durante l'occupazione
sovietica e contro il conflitto attuale perché quella terra sia pacificata.
Rawa, infatti, si batte per i diritti umani di tutti.
Un'associazione che vive una solidarietà concreta specie verso le donne, i
bimbi, gli orfani». Il premio viene assegnato oggi 25 aprile «perché questa
data - dice don Di Piazza - è fondamentale per l'Italia. Si vive la festa della
liberazione dal fascismo e dall'alleanza col nazismo, dall'occupazione. Un
premio che vuol essere memoria attiva di una liberazione che deve continuare
con l'impegno di noi tutti qui e in tutte le parti del mondo». Un modo per
tenere «una memoria viva della liberazione» e impegnarsi «nelle continue
liberazioni necessarie dall'ingiustizia, dalla violenza e dal razzismo». Ma la
scelta del 25 aprile è anche legata a un'altra memoria: proprio in questo
giorno del 1992 moriva padre Ernesto Balducci. Rawa, l'associazione
rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan, sarà rappresentata oggi a Zugliano
da Maryam Rawi, una leader che per ragioni di incolumità personale non può
essere ripresa o fotografata. È arrivata accompagnata dal figlio Arsan e dalla
figlioletta Aiman, portatrice di pace e di felicità. E proprio ad Aiman don Di
Piazza si riferirà conferendo il premio «perché questa bimba afghana, detto
senza retorica, può rappresentare il simbolo di un futuro di pace da
costruire». Il riconoscimento, che sarà assegnato oggi alle
( da "Secolo XIX, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Giorno della
Terra muore ad Agrigento Mauro Barberis Si è celebrato in tutto il mondo, o
almeno in tutto l'Occidente ormai obamizzato, il Giorno della Terra. Obama
medesimo ha approfittato dell'occasione per ribadire il
secondo pilastro della sua politica (il primo essendo i diritti umani): ovvero l'ecologismo. Più che una
rivoluzione verde, un'economia verde mirata all'energia pulita e al risparmio
energetico, nel suo caso si trattava di uscire dallo stato di necessità in cui
erano entrati gli Stati Uniti nell'era Bush. Gli Usa, in effetti, non si
possono più permettere di scialacquare le risorse del pianeta in una maniera
totalmente sproporzionata al numero dei loro abitanti. E se anche lo potessero,
prima o poi sarebbe il resto del mondo a dargli un altolà. E noi, quello che
sino a qualche secolo fa si chiamava il Belpaese? Anche noi, nel nostro piccolo
e a modo nostro, abbiamo cercato di contribuire al Giorno della Terra. Qualche
giornale ha persino pubblicato un numero verde del proprio magazine, tutto
dedicato ad argomenti come la casa ecologica, il risparmio energetico, il
mangiare bio, e simili. Peccato che poi il numero culminasse in un attacco ad
alzo zero agli ecologisti nostrani, o a quel che ne resta, ben rappresentati
dal mai abbastanza deprecato ex ministro dell'ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.
Un bell'atto di coraggio, verrebbe da dire: celebrare il Giorno della Terra
prendendosela con i verdi quando il partito ecologista non solo non è più al
governo, ma quasi non esiste più, ma soprattutto quando i disastri italiani
renderebbero indispensabile l'esistenza di un serio e influente movimento
ecologista. Anch'io ho celebrato il Giorno della Terra a modo mio, trasvolando
ad Agrigento per un convegno internazionale. Cosa c'entra Agrigento con il
Giorno della Terra? Fate un po' voi. Arrivo in auto da Palermo e all'imbocco
della Valle dei Templi mi si presenta un paesaggio del genere. A sinistra,
verso i monti, un muro o una skyline di casermoni popolari anni Cinquanta, di
quelli che negli anni Sessanta erano già vecchi, e immaginatevi ora. A destra,
verso il mare, anche più significativamente, le prime colonne del sito
archeologico inframmezzate a case di contadini, queste ultime già allargate,
senza bisogno di aspettare il piano casa di Silvio Berlusconi, con muri di
mattoni neppure intonacati, al solo scopo apparente di deturpare un paesaggio
già abbastanza deturpato. Al convegno internazionale cui ho partecipato, molti
ospiti stranieri si sono fatti un dovere di pronunciare frasi come «Agrigento
is beautiful». Ma Agrigento non è beautiful: al contrario, è un pugno
nell'occhio, un esempio da manuale di scempio di un territorio che era, e in
parte è ancora, bellissimo. Forse Agrigento è stata bella prima del genere
umano, quando nei suoi prati coperti di fiori si aggiravano gli dei; poi sono
arrivati gli uomini, che hanno cercato di ingraziarsi gli dei costruendogli dei
templi: templi che, a differenza della casa dello studente dell'Aquila, sono
arrivati sino a noi. Infine sono arrivati i palazzinari, ma non quelli grandi,
quelli minimi, quelli fai-da-te, e gli dei sono semplicemente fuggiti, e non
torneranno più, come i rari turisti tedeschi che ancora li sostituiscono.
Ricordate l'argomento impiegato dal nostro presidente del Consiglio dinanzi
alle prime polemiche suscitate dal suo piano-casa: il simpatico provvedimento
che permetteva di edificare a man salva, anche in zone sismiche? L'argomento
era stato: «Confido nel gusto estetico degli italiani», gli italiani non
deturperanno mai un patrimonio artistico ed ecologico che è la loro sola grande
ricchezza. Bene, Agrigento è una confutazione puntuale di queste favole: gli
italiani, se lo potessero, scriverebbero "abbasso la Juve" sulla
Torre di Pisa, e anzi non mi stupirei se l'avessero già fatto. I singoli
italiani, ognuno di noi, non le grandi imprese edili o i palazzinari; come quei
contadini agrigentini che hanno edificato i loro pollai accanto al tempio
greco, forse al solo scopo di impedire definitivamente il ritorno degli dei.
Mauro Barberis è professore ordinario di filosofia del diritto all'Università
di Trieste. 25/04/2009
( da "Tirreno, Il"
del 25-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova
Sardegna, La) (Centro, Il)
Argomenti: Diritti umani
Stati Uniti. Il via libera dato dal Pentagono Torture, usciranno le foto
WASHINGTON. Il Dipartimento della Difesa Usa pubblicherà un «numero
consistente» di foto che mostrano gli abusi ai prigionieri rinchiusi nelle
carceri statunitensi in Iraq e in Afghanistan. Lo ha reso noto l'Aclu,
l'American Civil Liberties Union. Secondo l'organizzazione, le
fotografie saranno disponibili a partire dal 28 maggio, come rivela una lettera
del Dipartimento di Giustizia a un giudice federale di New York. Secondo un
funzionario Usa, le foto non sono «così pesanti come quelle di Abu Ghraib». La
notizia arriva dopo le rivelazioni sul via libera all'uso della tortura da
parte dell'allora segretario di Stato Condoleezza Rice.
( da "Clarin, El" del
25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
TELEVISION La
ficción políticamente incorrecta: Contra las cuerdas de la ética Las series
estadounidenses, cada vez más, apuestan a héroes de moral ambigua para seducir
a sus espectadores. Justicieros, mafiosos, médicos que aplican métodos poco
ortodoxos y agentes de seguridad que utilizan la tortura están a la orden del
día. El fin justifica los medios. Por: Adriana Schettini Fuente: ESPECIAL PARA
CLARIN Tiempo atrás las ficciones televisivas solían depositar la corrección
política en el personaje protagónico y reservarle la maldad a su antagonista.
Hoy la fórmula cambió, y las series más exitosas apuestan a criaturas de moral
ambigua para conquistar a sus espectadores. En ciertos casos, la pasión que
despiertan los personajes mitad héroe, mitad villano es tan intensa que el
debate sobre sus comportamientos se traslada de la ficción al mundo real. Tal
es el caso de Jack Bauer (Kiefer Sutherland), el agente que en 24 (Fox, lunes a
las 22) tiene la noble misión de combatir el terrorismo
pero que está dispuesto a todo, tortura incluida, con tal de conseguir su
objetivo. Cuando el ejército estadounidense manifestó su inquietud por las
escenas de tortura, Sutherland, protagonista y productor de la serie, le
respondió que harían mejor en preocuparse por los abusos que cometieron en la
prisión de Abu Ghraib, Irak. Charles Barker (Patrick Swayze), el
protagonista de The beast (A&E, domingos a las 20), es un agente encubierto
del FBI que también acostumbra a patear el tablero de la legalidad con tal de
cumplir con su tarea. En la misma línea, el personaje central de Dexter (Fox,
miércoles a las 22) defiende sus propios "valores": una suerte de
privatización de la ética que le permite trabajar como forense de día y, de
noche, salir a matar por cuenta propia a los asesinos que lograron eludir a la
Justicia. Claro que el reemplazo de la justicia por la venganza es un camino de
ida. Así lo plantea The shield (AXN, viernes a las 21). Presionado para
terminar con la delincuencia sin demoras, el equipo del detective Vic Mackey
(Michael Chiklis) se da la libertad de extorsionar, robar o incluso matar,
hasta que la excepción termina convirtiéndose en rutina. Pero la ambivalencia
ética no es un asunto exclusivo de los varones. En Damages (AXN, domingos a las
22), por ejemplo, la abogada Patty Hewes (Glenn Close) sucumbe a la tentación
de hacer lo que sea con tal de conseguir que los corruptos sean castigados.
Generoso con su familia y asesino con los que se le cruzaban en el camino de
los negocios sucios, el mafioso Tony Soprano (James Gandolfini) es otro buen
ejemplo de doble moral, que durante seis temporadas mostró Los Soprano (Warner,
lunes a la 01.30). Lejos de querer asesinar, el personaje central de Dr. House
(Universal, jueves a las 21; Canal 13, sábados a las 14.30) es un médico
empeñado en salvar vidas. Pero en el camino, se saltea el protocolo y los
buenos modales. "Nos hicimos médicos para tratar pacientes", le dice
un colega. Y Gregory House (Hugh Laurie) responde: "No, somos médicos para
tratar enfermedades; tratar pacientes es el inconveniente de esta
profesión". A juzgar por lo que se ve, para los nuevos héroes televisivos
la ética es, apenas, un menú a la carta. TamaÑo de textoEnviar
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
ANCONA GIORNO E
NOTTE pag. 22 SERRA SAN QUIRICO TUTTO PRONTO a Serra San Quirico per la 27esima
Rassegna Naziona... SERRA SAN QUIRICO TUTTO PRONTO a Serra San Quirico per la
27esima Rassegna Nazionale del Teatro della Scuola, che da oggi al 16 maggio
vedrà 37 scuole provenienti da 14 regioni portare in scena spettacoli ai quali
hanno lavorato nel corso di tutto l'anno scolastico. Tra studenti, insegnanti e
genitori saranno circa 3.500 le presenze. Il progetto chiave è Idea8, ispirato
a personaggi ed eventi che hanno fortemente inciso sulla storia del 900, ed i
cui anniversari e ricorrenze sono legati al numero 8: come
il 10 dicembre 1948, data della Dichiarazione della Carta dei diritti umani, e il 9 maggio 1978, giorno
dell'uccisione di Peppino Impastato e di Aldo Moro. Il 6 maggio sarà ospite
proprio Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che sarà coinvolto in alcuni
lavori con i ragazzi sul tema dell'educazione alla legalità. Ci saranno
anche un rappresentante dell' Associazione Libera e lo staff di Radio TLT-Tana
Libera Tutti, la radio web dei Centri di aggregazione giovanile della
Vallesina, che realizzerà interviste ai ragazzi riproponendo così l'esperienza
di Radio Aut, la radio di Cinisi dove lavorò Impastato prima di essere ucciso
dalla mafia. L'Associazione Teatro Giovani, che organizza la manifestazione,
sta lavorando per far programmare il brano "I cento passi" dei Modena
City Ramblers su tutte le radio della provincia. L'8 maggio l'evento "Dai
cento passi al Laboratorio Teatrale' proporrà proiezioni di sequenze tratte dal
film «I cento passi», intervallate da performance teatrali dei ragazzi. Il 9
sarà la giornata dedicata ad Aldo Moro: i ragazzi rappresenteranno brevi spettacoli
sulla storia e la vicenda di Moro (prevista anche la messa in scena dello
spettacolo su Moro «Non è una fiaba però» di Max Bazzana). Oggi (ore 15) va in
scena lo spettacolo sulla Resistenza «Arcevia: terra di rifugio e mura di
combattimento», realizzato dalla prima media dell'istituto comprensivo di
Arcevia; domani (ore 15) «Umano è».
( da "Giorno, Il (Brianza)"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
LA STORIA pag. 18
ROMANO di nascita e monzese d'adozione dopo il matrimonio. È Carlo Chierico,
presidente de... ROMANO di nascita e monzese d'adozione dopo il matrimonio. È
Carlo Chierico, presidente della sezione di Monza della Federazione
interreligiosa per la pace, promotore del Trofeo per la pace, il torneo di
calcio interetnico (iniziato il 29 marzo fino al 24 maggio) fra 16 squadre partecipanti di cui 3 composte da italiani (Italia
Brianza, Italia diritti umani e Italia Maunazzi) e stranieri, provenienti da Algeria,
Bangladesh, Bolivia, Colombia, Costa d'Avorio, Ecuador, Egitto, Egitto Nord
Africa, Marocco, Perù, Romania, Senegal e Tibet. Da sempre Chierico è sensibile
al tema della solidarietà. A Roma, durante il liceo classico,
frequentava i gruppi di Comunione e liberazione e si dedicava al volontariato
in aiuto ai baraccati. È stato volontario in Bosnia ai tempi della guerra,
quando ha fondato un Comitato di soccorso. Venuto a Monza come dirigente
d'azienda quattro anni fa ha ipotizzato con alcuni amici di poter diffondere
percorsi di pace di ampio respiro, utilizzando come veicolo lo sport, mezzo
semplice e immediato per raccogliere tanti giovani e parlare di pace in uno
spirito di integrazione, coesione sociale, amicizia, rispetto dei popoli.
Quest'anno la kermesse sportiva è piaciuta al Monza calcio che ha deciso di
offrire bevande e magliette ai giocatori.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 25-04-2009)
Pubblicato anche in: (Arena,
L')
Argomenti: Diritti umani
Sabato 25 Aprile
2009 NAZIONALE Pagina 4 Brevi WASHINGTON TORTURE, PRESTO PUBBLICHE CENTINAIA DI
FOTOGRAFIE Abu Ghraib non fu un'eccezione: centinaia di nuove immagini che
documentano abusi su prigionieri di guerra degli Stati Uniti in Iraq e
Afghanistan stanno per essere pubblicate dall'amministrazione Obama. Le nuove
foto, scattate fra 2001 e 2006, mostrano prigionieri minacciati, intimiditi,
con armi puntate contro di loro, nelle prigioni della lotta al terrorismo.
DURBAN 2 CHIUSA LA CONFERENZA SUL RAZZISMO L'ONU: «UN SUCCESSO» Il bilancio
della conferenza dell'Onu sul razzismo (Durban 2) è controverso. La riunione
conclusasi ieri a Ginevra è stata boicottata da dieci Paesi occidentali, tra
cui l'Italia. Ma è stata definita dall'Onu un successo, nonostante una
«campagna di disinformazione, vasta ed orchestrata», come denuncia l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani. CUBA EFFETTO OBAMA, ALL'AVANA TORNANO GLI YACHT USA I governi
di Cuba e Stati Uniti non sono ancora riusciti a trovare una sintonia politica,
ma almeno su un fronte i rapporti fra i due paesi stanno migliorando: gli yacht
americani stanno tornando a visitare l'isola caraibica. Nel primo
trimestre 2009 le imbarcazioni Usa che hanno raggiunto le coste cubane sono
state
( da "Unita, L'" del
25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Una politica che
sgretoli ogni muro Da Berlino una riflessione sul «nuovo spazio pubblico
globale» all'altezza degli orizzonti aperti. E planetari Walter Veltroni Il
Muro era in piedi da quasi due anni, quando John Kennedy decise di venire qui a
Berlino, in visita ufficiale in quella che allora era la Germania Ovest. Era il
26 giugno del 1963. Quel giorno, di fronte alla folla radunata nella Rudolph
Wilde Platz per ascoltarlo, appena prima di pronunciare "Ich bin ein
berliner" (siamo tutti berlinesi), Kennedy affermò solennemente un
principio: che "la libertà è indivisibile" e che "quando un uomo
è assoggettato, nessuno è libero". I berlinesi e tutto il popolo tedesco
dovettero, da parte loro, attendere ventisei anni, più di ventisei anni, perché
quell'augurio di unità e di libertà da ritrovare si realizzasse. E proprio il
crollo del Muro di Berlino, quel giorno di novembre del 1989, sembrò chiudere
definitivamente una pagina lunga, buia e difficile, e aprirne un'altra. A
disgregarsi fu un ordine solido, ma anche coercitivo, illiberale e ingiusto. Si
concludeva la parabola del "secolo breve". Ma la fine del
"vecchio ordine" non ha portato con sé la fine dei pericoli e la
scomparsa dell'abisso che continua a separare Nord e Sud del mondo. E se la
"guerra fredda" è finita, non altrettanto si può dire per le troppe
guerre che hanno continuato e continuano a ferire tante aree e popolazioni
della Terra. (.) La storia non è finita. Tutt'altro: nuove divisioni si sono
create, nuovi focolai di odio si sono accesi, nuovi muri sono venuti a separare
popoli e culture, persone e religioni. Nuove grandi potenze hanno fatto il loro
ingresso sulla scena internazionale. Credo, che abbia un valore simbolico il
fatto che a sottolineare questo, quarantacinque anni dopo il discorso di
Kennedy, sia stato, sempre qui a Berlino, un altro giovane presidente degli
Stati Uniti. Barack Obama, qui diceva: «La caduta del Muro di Berlino aveva
aperto nuove speranze. Ma una nuova e grande vicinanza ha dato vita anche a
nuovi pericoli - pericoli che non possono essere contenuti dai confini
territoriali delle nazioni o dalla distanza dell'oceano». Di fronte a tutto
questo, una cosa è certa: non c'è barriera che tenga, non c'è muro che possa
permettere ad alcuno di starsene tranquillo e considerarsi al riparo. Né
l'America, né l'Europa, possono pensare di isolarsi. Molte delle risposte ai
nuovi problemi possono venire - o non venire - innanzitutto dalla politica.
Oggi poi la gravissima crisi economica in cui siamo immersi ha smascherato la
fragilità di un sistema in cui il denaro è stato generato dal denaro, più che
dalla creazione equilibrata di ricchezza durevole. Un sistema in cui avidità e
visioni miopi hanno troppo spesso sostituito, anche a livello diffuso, la
parsimonia, gli affari onesti e una prospettiva più ampia, per non parlare
dell'interesse per gli altri. La novità è che oggi, con la crisi, si sta
facendo largo la convinzione che è necessario voltare pagina. Abbiamo bisogno,
per dirla con Bauman, di un "nuovo spazio pubblico globale", che è
cosa diversa dall'attuale "politica internazionale". È piuttosto una
politica autenticamente "planetaria. È la complessità, che chiama la
collaborazione. La politica, insomma, deve essere all'altezza della
globalizzazione. Deve essere capace da un lato di ridurre i rischi di
instabilità, e dall'altro lato di rendere universale il rafforzamento dei
sistemi di libertà, la difesa dei diritti umani, la protezione dei deboli, la
regolazione democratica dei conflitti sociali, la diffusione di sistemi
sostenibili di welfare. Una cosa fondamentale resta, delle speranze nate con la
caduta del Muro e con la fine delle ideologie del Novecento: pur con tutti i
rischi del nostro tempo, pur fra tutti gli ostacoli ben visibili lungo il
cammino, le nostre società sono più aperte di quelle di ieri, e nelle
mani degli uomini ci sono più strumenti e più possibilità per progredire. Nella
lettera a un suo amico polacco di vent'anni fa, Dahrendorf scriveva: «Gli
esseri umani sono fallibili, e la condizione umana è
incerta. Nessuno conosce tutte le risposte; in ogni caso nessuno può dire se le
risposte sono giuste o sbagliate. Perciò dobbiamo tentare di trovare la verità,
ma assicurarci che se sbagliamo, o altri giudicano che sbagliamo, sia possibile
ritentare». «Non c'è per la libertà umana», concludeva Dahrendorf, ed io
concludo con lui, «pericolo maggiore del dogma, del monopolio di un gruppo, di
una ideologia, di un sistema. Per la stessa ragione, il primo dovere è di rimanere
aperti al cambiamento. La società aperta non promette una vita facile. Dobbiamo
accettare la prospettiva incerta, conflittuale, scomoda, ma esaltante, degli
orizzonti aperti».
( da "Manifesto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
DIRITTI L'odissea di
tre richiedenti asilo Respinti dall'Italia, rinchiusi in Tunisia Vittorio Longhi
«È chiaro che la questura di Gorizia ha violato nei fatti le norme sull'asilo
politico e che a questo punto le autorità italiane dovranno riparare,
intervenendo affinché i tunisini possano tornare in Italia». I tunisini in
questione sono due richiedenti asilo che avevano ricevuto il diniego dopo una
sbrigativa analisi da parte della Commissione territoriale di Gorizia e che
sono stati rispediti a Tunisi all'alba di lunedì 30 marzo, un giorno prima che
scadessero i termini per presentare il ricorso. Chi parla invece è l'avvocato
che li assiste, Giovanni Iacono: «Avevamo già preparato i documenti firmati dai
richiedenti il venerdì precedente e poi, senza essere avvertiti del rimpatrio
dalla questura, abbiamo presentato il ricorso la mattina stessa del lunedì -
spiega - ma ancora oggi siamo in attesa che ci comunichino l'avvenuta
espulsione». La cosa più grave, comunque, è che due giorni dopo il rimpatrio il
giudice ha accolto il ricorso, ha decretato la sospensione dell'espulsione e ha
già fissato l'udienza per discutere i casi alla fine di maggio. Sembra che i
due siano già stati arrestati appena arrivati nel paese. «Ora come potranno
partecipare all'udienza?», si domanda Iacono. «Se l'espulsione è avvenuta prima
che scadessero i tempi per il ricorso, quei tunisini non avrebbero dovuto
essere rimpatriati», commenta Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato
dell'Onu per i rifugiati. Sul diniego della Commissione territoriale, a cui
partecipa anche un rappresentante locale dell'agenzia Onu, la portavoce non
entra nel merito dei casi individuali ma chiarisce che «queste decisioni
vengono prese a maggioranza, non all'unanimità». I due facevano parte di un
gruppo di 35 sbarcati all'inizio del
( da "Manifesto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
ATTACCO FINALE L'ultima denuncia degli «Insegnanti universitari per i diritti umani» di Jaffna «Le Tigri, una scusa
per il massacro dei civili» Una giovane madre è stata ferita mentre allattava,
e il suo bebè di tre mesi ucciso, colpiti da frammenti di proiettili
all'interno di quella che il governo ha dichiarato no fire zone, zona franca
dai combattimenti. Genitori nascondono i loro figli in bunker scavatio
alla bell'e meglio per sfiggire alle bande delle tigri che setacciano la no
fire zone in cerca di reclute. Una donna perde il marito sparato da cecchini,
mentre tentano con i figli di traversare la laguna per fuggire dalla no fire
zone. (...) Di rado riceviamo rapporti indipendenti sugli sviluppi della
situazione corrente nella regione di Vanni (Sri Lanka settentrionale, dove sono
ora concentrati i combattimenti tra l'esercito e il Ltte, le Tigri tamil, ndt).
Questo bollettino fa eccezione: sono fatti riferiti da persone scappate dal
Vanni e verificati in modo incrociato. Smentiscono il governo, che afferma di
non sparare sui civili, e mostrano il cinismo del Ltte che usa i civili come
oggetto di contrattazione. Abbiamo appreso che ogni giorno granate e proiettili
cadono nella no fire zone ; i profughi parlano di 15 o 20 morti ogni giorno
uccisi dai proiettili o dal Ltte per terrorizzare chi vuole fuggire. Persone
fuggite l'8 aprile hanno riferito che quel giorno l'esercito con i megafoni ha
intimato alla popolazione ammassata nella no fire zone di traversare la laguna
e passare nella zona sotto loro controllo, perché stavano per avanzare. Subito
dopo hanno sparato una pesante granata proprio tra la gente, come per
convincerla a muoversi. Ci sono state molte vittime. Inoltre, molti profughi
dalla no fire zone testimoniano di un pesante reclutamento da parte del Ltte;
ora l'età minima sono 14 anni. (...) All'inizio di marzo c'è stato scalpore
quando il Commissario dell'Onu per i diritti umani ha
stimato che circa 3.000 civili siano stati uccisi dai cannoneggiamenti
(dell'esercito, ndt). Le risposte da parte governativa sono andate dal furiose
al polemico. Poi le vittime sono aumentate innegabilmente. (...) Il governo
continua a mentire quando parla di «zero vittime» civili, e di liberare i
civili dai terroristi, con occasionali gesti retorici come proporre un «corridoio
sicuro» o chiedere che il Ltte garantisca la fuga ai civili: intenti che
sappiamo essere senza sostanza. (...) *Dall'ultimo bollettino di University
Teacher for Human Rights (www.uthr.org), pubblicato il 17 aprile.: subito dopo
l'esercito di Sri Lanka ha comninciato ad avanzare nella «no fire zone».
( da "Manifesto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
SRI LANKA
Indifferenza globale per 6400 morti Quel sangue che scorre ma non «buca» il
video Marina Forti Continua a non fare notizia la guerra in corso a Sri Lanka,
nazione dell'Asia meridionale forse nota ai più come destinazione turistica. Eppure
in questi giorni si sta consumando una vera e propria tragedia umana, con una
popolazione di circa duecentomila persone, o forse più, letteralmente presa tra
due fuochi. Le vittime civili si sontano a migliaia - il Comitato
internazionale per la croce rossa parla di oltre 6.400 da gennaio. Le immagini
che arrivano mostrano militari in avanzata e colonne di uomini, donne e bambini
in fuga, persone allo stremo e feriti stesi a terra in ospedali improvvisati.
Ma quelle foto non hanno fatto il giro del mondo. L'indifferenza mondiale di
fronte a una simile «crisi umanitaria» non smette di
stupire. Sarà che a Sri Lanka non è al centro delle preoccupazioni
geo-strategiche mondiali? Del resto solo i media britannici stanno dando
un'informazione continua e «dal vivo» sugli eventi (sarà per lo storico legame
con la regione), oltre a una tv come al Jazeera - confermando di essere capace
di cambiare l'ordine delle priorità dell'informazione. Se ne occupa anche la
stampa indiana, ma è scontato: per l'India sì che è rilevante quanto avviene
nella vicina Sri Lanka. New Delhi sa che il conflitto ormai venticinquennale
tra lo stato centrale (dominato dalla maggioranza etnica cingalese) e il
movimento ribelle della minoranza etnica tamil è «sconfinato» spesso nell'India
stessa - nello stato meridionale del Tamil Nadu, abitato da una forte
popolazione tamil (furono quei ribelli, le «Tigri per la liberazione della
patria tamil», a uccidere l'ex premier Rajiv Gandhi nel 1991). Per l'India è
una pericolosa turbolenza nel «cortile di casa», per l'occidente una crisi
remota. A Sri Lanka vediamo molto più che una «crisi umanitaria».
E' una precipitazione di quel conflitto tra maggioranza e minoranza - anzi
minoranze, diverse - nella nazione chiamata Sri Lanka, meno di 20 milioni di
abitanti divisi tra cingalesi (73%), tamil. Chiama in causa le nozioni di
convivenza e democrazia. Quello di questi giorni a Sri Lanka è l'epilogo di una
campagna militare condotta in modo brutale nel corso dell'ultimo anno
dall'esercito: coperta da forte censura e dalla sistematica intimidazione verso
giornalisti (vedi il manifesto, 7 marzo), senza testimoni. Perfino la Croce
Rossa e le organizzazioni umanitarie dell'Onu sono
tenute a distanza. E' accompagnata da una guerra di propaganda: il governo di Colombo
ha dapprima negato che l'offensiva abbia fatto vittime civili poi le ha
attribuite alle Tigri - negli ultimi giorni ha permesso ai media di fotografare
militari che distribuiscono cibo ai civili «salvati» dalle grinfie dei ribelli.
Fonti vicine al Ltte diffondono notizie drammatiche sui civili vittima dei
cannoneggiamenti dell'esercito. Le fonti indipendenti sono poche, ma esistono e
sono quel poco di società civile organizzata che a Sri Lanka tenta di opporsi
alla deriva: una è il gruppo degli «Insegnanti universitari per i diritti umani»,
sezione di Jaffna (stralci del loro ultimo bollettino sono in questa pagina),
che ha documentato sia come l'esercito abbia preso di mira la popolazione
civile tamil in modo deliberato, a partire dal 2006, con evacuazioni forzate e
fuoco d'artiglieria - sia come le Tigri abbiano instaurato un sistema di
arruolamento forzato e abbiano impedito ai civili di fuggire dalle zone
di conflitto. Quella popolazione presa tra due fuochi è il vero segno della
crisi a Sri Lanka. Da gennaio in poi l'esercito ha sbaragliato, uno a uno,
tutti i bastioni delle Tigri. L'ultima resistenza dei ribelli sembra disperata,
sul piano militare. Il presidente Mahindra Rajapakse, fautore di una versione
estrema del nazionalismo cingalese, ha descritto la guerra interna come una
«war on terror», in cui le Tigri sono un'incarnazione del terrorismo
internazionale, e ne ha usato tutta la retorica. Ha instaurato, en passant, un
governo estremamente autoritario. Oggi si sente vittorioso. Ma anche quando
avrà sbaragliato le Tigri, resterà il conflitto etnico in Sri Lanka - segnato
discriminazioni e storici episodi di «pulizia etnica» contro le minoranze. «La
tragedia che si sta consumando a Sri Lanka è il risultato di un nazionalismo
distruttivo, uno sciovinisno cingalese da un lato e un gretto nazionalismo
tamil dall'altro», scrivono gli «insegnanti per i diritti umani».
I tamil ostaggio della pretesa delle Tigri di rappresentarli, il paese intero
ostaggio nel nazionalismo cingalese.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-04-25 - pag: 15 autore: Da soli alle
Europee. Bonino e Pannella (che sfoggia la stella gialla sul petto) denunciano
«il regime» I Radicali: oggi i partigiani siamo noi ROMA Titolo: La peste
italiana. Sottotitolo: Dopo la rovina del ventennio fascista il sessantennio
partitocratico di metamorfosi del male, una storia di distruzione dello stato
di diritto e della democrazia e di (re)instaurazione di un regime
(neo)totalitario. Né manca la citazione di Leonardo Sciascia: A futura memoria
(se la memoria ha un futuro). I Radicali sono tornati. Dopo le stagioni delle
alleanze con il centro-destra e il centro-sinistra – e una difficile convivenza
nei gruppi parlamentari del Partito democratico in questa legislatura – la
campagna elettorale per le europee si apre all'insegna della denuncia del
"regime" e della "degenerazione della democrazia". In un
dossier di 87 pagine presentato ieri da Emma Bonino e Marco Pannella nella
storica sede di Largo Argentina a Roma si ritrovano tutti i temi classici della
denuncia radicale: dallo svuotamento dell'istituto referendario alla mancanza
di democrazia all'interno dei partiti. Negli ultimi anni, poi, l'ulteriore
degenerazione. Che ha colpito anche la forma di Stato: dalla «lenta
trasformazione delle funzioni e prerogative del Presidente della Repubblica che
muta il suo ruolo da quello di "garante" e di "custode" a
quello di arbitro e mediatore fra le forze politiche» al «presidenzialismo
attuato in forme abusive attraverso una lenta ma implacabile opera di
svuotamento dei poteri istituzionali formali e degli strumenti a disposizione
del Presidente nel mentre si afferma un potere di fatto di esternazione diretta
al popolo per mezzo della televisione». Quanto al Parlamento, se si escludono
alcune lontane importanti eccezioni come il diritto di famiglia e lo statuto
dei lavoratori, ormai «rinuncia ad affrontare le riforme e legifera soprattutto
attraverso leggi di emergenza e il crescente ricorso dei governi ai decreti
legge, mentre i parlamentari vedono limitate e subordinate alla disciplina di
partito la loro funzione di rappresentanti della volontà popolare senza vincoli
di mandato ». Infine lo stato della giustizia, che fa sì che l'Italia sia il
Paese più condannato dalla Corte europea dei diritti umani
per durata di processi. La conseguenza è «una sistematica impunità e incertezze
del diritto». I due leader radicali lamentano la loro «espulsione» dal
dibattito politico e dai mezzi di informazione, «espulsione –spiega la vicepresidente
del Senato Bonino – che significa l'espulsione di temi che possono essere
deflagranti rispetto alle decisioni unanimi o unanimistiche dei partiti». Non
troppe distinzioni per l'ex commissario Ue tra maggioranza e opposizione: «Lo
svuotamento del dettato costituzionale viene da lontano », dice, e il risultato
è che «queste elezioni non sono democratiche perché non sono democratiche le
istituzioni. Non lo è un Parlamento di nominati e non lo è un Paese che non
rispetta le sue leggi». Il leader storico Marco Pannella sfoggia una stella
gialla come quella degli ebrei sotto il nazismo, simbolo della persecuzione che
i radicali denunciano di avere subito in questi mesi. «Questo – ammonisce
l'instancabile leader – è il momento dellaresistenza organizzata, noi siamo il
vero partito partigiano, liberale, resistente». Em. Pa. © RIPRODUZIONE
RISERVATA «LA PESTE ITALIANA» In un dossier le accuse contro il sessantennio
partitocratico e la distruzione dello stato di diritto. Denunciata l'esclusione
dai media
( da "Corriere della Sera"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
sezione: Cultura data: 25/04/2009 - pag: 47 Civiltà Conciliare diritto e
morale: un viaggio nella storia delle idee. Le riflessioni di Claudio Magris
oggi alla «Biennale» di Torino Etica o Ragion di Stato? Alle origini della
democrazia Da Cicerone a Marx il conflitto tra coscienza e legalità di CLAUDIO
MAGRIS SEGUE DALLA PRIMA Anche Hitler è arrivato in certo modo legalmente al
potere. A questo punto sorge un interrogativo terribile, a sua volta tragico:
come si fa a sapere che quelle leggi non scritte sono veramente degli dei, cioè
principi universali? Siamo giustamente convinti che l'amore cristiano del
prossimo, i postulati dell'etica kantiana che ammonisce a considerare un
individuo sempre come un fine e mai come un mezzo, i valori illuministi e
democratici di libertà e tolleranza, gli ideali di giustizia sociale,
l'uguaglianza dei diritti di tutti gli uomini in tutti i luoghi della terra,
siano fondamenti universali che nessuno Stato può violare. Ma sappiamo pure che
spesso le civiltà anche la nostra hanno imposto con violenza ad altre civiltà
dei valori che esse ritenevano universaliumani e che
erano invece il prodotto secolare della loro cultura, della loro storia, della
loro tradizione, che era semplicemente più forte. E se la maggioranza non ha
ragione, come grida Stockmann, è facile cadere nella tentazione di imporre con
la forza un'altra ragione, che a sua volta ha solo la forza. La disobbedienza a
Creonte comporta spesso tragedie non solo per chi disobbedisce, ma anche per
altri innocenti, travolti dalle conseguenze. La coscienza, soprattutto per
ribellarsi con fondamento, deve appellarsi a principi che trascendono la
contingenza e la relatività di quel momento storico e dell'assetto
politicosociale in cui vive l'individuo che si ribella in nome della coscienza.
Esponendo la dottrina stoica del diritto naturale, Cicerone, nel De Republica,
parla di una «vera legge, conforme a natura, universale, costante ed eterna...
legge alla quale l'uomo non può disobbedire senza fuggire sé stesso e senza
rinnegare la natura umana ». Questo diritto di natura, che sente l'umanità come comunità universale, passa al Cristianesimo e
col Corpus Iuris Civilis «felicemente ordina le cose divine e umane e pone fine
all'iniquità », secondo le parole attribuite allo stesso Giustiniano. Col
Cristianesimo il diritto naturale si identifica con quello contenuto nel
Vangelo e acquista una dimensione ontologica, immedesimandosi con l'ordine
della natura creato da Dio, che nessuna legge positiva può violare senza perdere
la sua legittimità. Le leggi positive ingiuste, scrive San Tommaso, non sono
propriamente leggi e ad esse non è dovuta alcuna obbedienza; anzi, l'uomo
onesto ha il diritto e il dovere di ribellarsi contro di esse. In un itinerario
complesso e contraddittorio, come sottolineano Alessandro Passerin d'Entrèves e
Norberto Bobbio, e in un processo di progressiva laicizzazione, il diritto di
natura attraverso Grozio, Pufendorf e altri si collega idealmente, pur senza
identificarsi con essi, con i diritti civili della modernità liberale e
democratica. Per Locke, il filosofo della tolleranza e dei diritti civili, uno
Stato autoritario nega la natura stessa dell'uomo. La Dichiarazione americana
del 1776 proclama che tutti gli uomini sono creati uguali e dotati dal loro
creatore di alcuni diritti inalienabili, tra i quali la vita, la libertà e il
perseguimento della felicità; anche quella francese del 1789 parla di diritti
inalienabili e sacri dell'uomo. Due dichiarazioni rivoluzionarie, che si
accompagnano infatti a due rivoluzioni e teorizzano, come fa esplicitamente
l'americana, il diritto alla rivoluzione, proclamando esplicitamente che quando
qualsiasi forma di governo calpesti quei principi, è diritto del popolo
cambiare o abbattere quella forma di governo. Thoreau teorizzerà la Civil
Disobedience, il «diritto alla rivoluzione », come egli dice espressamente, e
il primato dell'individuo sullo Stato. Questa libertà etica e politica diviene
un modo di essere, una modalità esistenziale e poetica; la libera vita nei
boschi di Walden, il fraterno incontro con tutti gli esseri viventi. Ma contro
il diritto di natura si levano molte altre voci, le quali contestano la stessa
idea di una «natura costante, universale ed eterna». Hume dice che «la parola
naturale è comunemente presa in un sì gran numero di significati, ed è di un
senso così incerto, che sembra vano il disputare se la giustizia sia o no
naturale». Per Hobbes, lo stato di natura non è un idillio arcadico, bensì un
bellum omnium contra omnes che deve essere corretto e dunque contrastato dalle
leggi. Hobbes scrive invece che «quando non vi erano ancora leggi, non vi era
nemmeno ingiustizia; perciò le leggi sono per natura loro anteriori sia alla
giustizia sia all'ingiustizia». Anche Leopardi contesta radicalmente il diritto
«che si crede naturale » e che invece a suo avviso è «pura convenzione »,
frutto di «opinione» e di contingenze storiche o errori logici. In questa
prospettiva, il nesso fra diritto e morale viene infranto; il diritto naturale
viene respinto quale arbitrario dover essere in nome dell'essere, delle cose
così come sono e del modo oggettivo di gestirle. Nessuno come Hegel ha
disprezzato l'antagonismo «tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è» e dunque il
diritto naturale, che egli considera una idealità astratta, inferiore a quella
superiore moralità che è l'esistenza concreta dello Stato. E lo Stato, nel suo
esercizio della forza e della violenza, può essere giudicato solo dalla Storia,
perché solo la Storia universale è il tribunale e anzi il giudizio universale.
Questa concezione del diritto s'incontra pure con la letteratura; nella
tragedia Agnes Bernauer di Hebbel (1855), pervasa di pathos hegeliano e
storicista, la purissima e innocente protagonista e il suo amore vengono
brutalmente sacrificati alla Ragion di Stato; i suoi carnefici, come il suocero
Ernesto duca di Baviera, venerano la sua dolcissima umanità
e soffrono di doverla stroncare, ma ritengono che tale azione e tale colpa
siano necessarie e dunque giuste nel quadro di una prospettiva storica che
trascende il singolo individuo. «La ruota grande le è passata sopra dice il
duca Ernesto ora ella è presso Colui che la gira». È interessante notare come
il conflitto fra legge, intesa quale istanza superiore e necessaria della
Ragion di Stato, e principi etici assoluti, sia affrontata in modo antitetico,
per restare nel campo degli esempi letterari, in un dramma di Grillparzer che,
nonostante l'anticlericalismo dell'autore, è pervaso dalla tradizione cattolica
del diritto naturale: nell'Ebrea di Toledo (1850-51) i nobili spagnoli che per
la Ragion di Stato hanno ucciso la bellissima amante che rendeva ignavo il re,
mettendo così in pericolo il Paese non si pentono di aver commesso quel delitto
che essi ritengono necessario, però a loro avviso la sua necessità non lo
giustifica ed essi si sentono e dichiarano colpevoli, peccatori e pronti ad
espiare: hanno agito dicono volendo il bene, ma non il diritto, non ciò che è
giusto. Le «non scritte leggi degli dei» ovvero gli inalienabili diritti umani vengono accusati di astrattezza ideologica e
moralistica, cui viene (LEON ZERNITSKY / CORBIS) contrapposta la realtà della
storia e la concreta storicità di ogni condizione umana, inevitabilmente
diversa. John C. Calhoun, eminente politologo e uomo politico statunitense
della prima metà dell'Ottocento studiato in un notevolissimo libro di Massimo
L. Salvadori, attacca l'ideologia egalitaria della Dichiarazione americana del
1776 e in particolare il suo principio secondo il quale tutti gli uomini nascono
liberi ed eguali. L'eguaglianza, osserva Salvadori, è per lui «contro natura»,
una falsificazione che inquina la natura; egli dice dunque anche
significativamente che non nascono uomini, bensì bambini, che per lui non hanno
ancora diritti. Analogamente, nella Germania settecentesca Justus Möser, il
patriarca di Osnabrück, difendeva contro gli illuministi la servitù della gleba
e le istituzioni tramandate dai secoli, che stabilivano disuguaglianze d'ogni
genere, così come Burke opponeva all'uguaglianza illuminista e rivoluzionaria
la diversità dell'uomo storicamente e concretamente determinato. Non a caso
Möser difendeva non solo la servitù della gleba, ma anche l'individualità
letteraria contro i principi di una Ragione universale pericolosamente
uguagliatrice pure del gusto e della fantasia. Ma questi storici conservatori,
nemici dell'uguaglianza e talora acuti difensori della diversità, scambiano un
dato di fatto per un diritto, come se patire una menomazione o un'ingiustizia
non solo non potessero, come talora accade, ma nemmeno dovessero essere
corrette, neanche nei limiti del possibile. Anch'essi cadono nell'errore da
essi rinfacciato ai giusnaturalisti, perché, respingendo ogni astratto dover
essere, fanno di ciò che è, dell'essere, non una constatazione, bensì un
precetto, un «dover essere». Calhoun, che considera «contro natura» la
liberazione degli schiavi, diventa così una specie di San Tommaso o Thoreau
alla rovescia. È forse Marx a unire paradossalmente la critica, anche
sprezzante, al giusnaturalismo e un irriducibile «schietto naturalismo», come
diceva anni fa Carlo Antoni. Per Marx è la storia, non la natura che deve
portare la liberazione. E tuttavia rimane, nel pensiero di
Marx, l'ideale di una personalità umana realizzata nella sua pienezza. Anche
per lui, come per Calhoun, gli uomini non nascono liberi e soprattutto non
nascono uguali. Ma questo fatto non è per lui automaticamente un diritto o
meglio la negazione di un diritto, del diritto alla libertà e all'uguaglianza.
La crescente negazione del diritto in natura in nome della realtà storica
condurrà progressivamente, a partire dal secondo Ottocento, in genere nella
cultura europea e in particolare forse in quella tedesca, alla negazione dell'umanità e di ogni universaleumano, come ha visto Ernst
Troeltsch. Il dialogo Pubblichiamo un estratto delle riflessioni che Claudio
Magris presenta oggi alla Biennale Democrazia durante un dialogo con Stefano
Levi Della Torre al Teatro Carignano di Torino, ore 10.30. Coordina Gustavo
Zagrebelsky
( da "Trentino" del
25-04-2009)
Pubblicato anche in: (Alto
Adige) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi) (Gazzetta di Mantova, La)
Argomenti: Diritti umani
Stati Uniti. Il via libera dato dal Pentagono Torture, usciranno le foto
WASHINGTON. Il Dipartimento della Difesa Usa pubblicherà un «numero
consistente» di foto che mostrano gli abusi ai prigionieri rinchiusi nelle
carceri statunitensi in Iraq e in Afghanistan. Lo ha reso noto l'Aclu,
l'American Civil Liberties Union. Secondo l'organizzazione, le
fotografie saranno disponibili a partire dal 28 maggio, come rivela una lettera
del Dipartimento di Giustizia a un giudice federale di New York. Secondo un
funzionario Usa, le foto non sono «così pesanti come quelle di Abu Ghraib». La
notizia arriva dopo le rivelazioni sul via libera all'uso della tortura da
parte dell'allora segretario di Stato Condoleezza Rice.
( da "Trentino" del
25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Resistenza, la
nostra prigione siamo noi Guglielmo Petroni ha fatto la resistenza al nazifascismo,
rischiando - dopo feroci torture - la morte. Chi lo conobbe da giovane
l'avrebbe trovato "un uomo che credeva nelleproprie idee e le riteneva
degne di ogni sacrificio"; più avanti l'avrebbe scoperto "sprovvisto,
non più capace di credere interamente nell'oggetto dei propri sacrifici".
E' lo stesso scrittore che così si descrive nella nota aggiunta al suo libro
biografico "Il mondo è una prigione". Cos'era successo? Per Petroni
era diventata illusoria ogni "liberazione". Eppure egli era alfine sfuggito
al carcere, al terrore e alla morte. Scrive: «Come potevo non essere felice?
Dovevo esserlo e lo volevo: ma l'inganno non resse. Camminavo in mezzo alla
folla concitata, gli ultimi tedeschi fuggivano con i volti tetri, con le armi
spianate, ma io sentivo ingigantire nel mio cuore il fastidio di tornare tra
gli uomini; sentivo una fortissima attrazione per i giorni trascorsi nelle
luride celle delle prigioni. Dunque la prigione, la libertà, non sono vera
prigione, vera libertà? E' forse il mondo stesso una prigione?». Sì, come Primo
Levi de "I sommersi e i salvati", chi è stato partecipe di
"un'umanità annegata nel male", se riesce a salvarsi non può più
credere alla bontà della vita e degli uomini. Si sopravvive, ma annichiliti dal
"male di vivere". E' calato il buio nel nostro cuore e sul mondo.
Nicola Zoller ROVERETO Siamo noi stessi la nostra prigione, caro Zoller. La
prigione sono le nostre paure, i pregiudizi, i rancori, la volontà di vendetta,
le debolezze, le furbizie, le divisioni. Sono tutto ciò che ci chiude nel
nostro bozzolo e ci fa ostili agli altri. La nostra prigione siamo noi, questo
è il punto, e questa è anche la grande lezione della Resistenza in Italia, che
non consistette nell'aspettare che qualcuno (gli alleati...) venisse ad aprire
le celle del carcere, ma cercò, nei lunghi anni di oppressioni e internamenti,
di preparare uomini nuovi liberi "dentro" - nel carattere, nelle
scelte etiche, anche nell'ardimento delle operazioni militari - insieme a nuove
istituzioni che diventassero strumento per un mondo non "liberato",
ricostruito libero. La Costituzione, preparata negli anni di guerra dai
migliori fra gli italiani, e poi "esplosa" nell'intenso dibattito del
biennio 1946-1948 è il coronamento di questo percorso. A ben guardare però è
proprio questo lungo e tenace lavoro di "liberazione", la
consapevolezza che la libertà nessuno può dartela, ma devi costruirtela da te,
con responsabilità, che intende cancellare chi riduce il 25 aprile ad una sola
giornata, ad un semplice anniversario, ad uno scontro fra "comunisti"
e "fascisti", con vittime da una parte e dall'altra, alla pari. Ma
non fu così, e non è così. Per Bruno e Nino Betta, internati in Germania, gli
anni della prigionia furono lo spendersi per tenere altra la dignità umana, attraverso
la cultura, dei loro compagni di lager. Per padre Sorge, fu aiutare a
sopravvivere chi aveva famiglia. Per gli ebrei la messa a punto di un sogno, di
una patria finalmente libera. Certo non basta essere liberati per essere
felici,e il "male di vivere" è sempre in agguato. Per chi, dopo la
prigionia, la tortura, la condanna a morte si trovò
improvvisamente libero, il primo impatto fu spesso traumatico. E' comprensibile
la tentazione di Petroni, torturato in Via Tasso a Roma, di ripiegare su se
stesso. Un amico di famiglia, dopo due anni di internamento a Mauthausen,
ridotto a una larva umana, raccontava di essere rimasto sconvolto dalla
brutalità con la quale i suoi compagni, vittime della prigionia, si
rivoltarono contro i loro aguzzini, soffocandoli nelle latrine quando si
ritrovarono liberi. E questa immagine di "liberazione" divenne una
delle più cupe che quell'internato riportò con se dal Lager, con il dubbio che,
alla fine, prigionieri e nazisti "pari fossero" quanto a dignità
umana. Chi tornò in Italia rimase poi spesso sconcertato dalla
"libertà" del dopoguerra, fatto di "segnorine" che si
accompagnavano ai vincitori, profittatori di borsa nera, intrallazzatori,
mafiosi che alzavano la testa, mentre i più pacati temevano che la stessa
democrazia portasse a un nuovo "regime", corrotto e clientelare come
era stato il fascismo. Anche oggi chi osserva la nostra "libertà" ne
resta spesso deluso. Ma portare le vittime a perdere ogni speranza, a sentirsi
in colpa quando tornano libere, perché in fondo "tutti sono uguali" è
l'ultima vittoria della violenza, il colpo di coda del mostro sugli inermi. Ma
proprio come scudo contro il colpo di coda è servita la Resistenza, con la sua
insistenza sui valori civili (che sono tali perché condivisi, non solitari) con
il progetto complessivo della Costituzione. A questo servirono gli anni prima
del
( da "Giornale.it, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 99 del 2009-04-25
pagina 17 Obama: vedrete le foto delle torture Cia di
Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di
abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa
Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà
contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione;
per la maggior parte degli agenti della Cia e per lala
conservatrice del partito repubblicano una follia che finirà per ritorcersi
contro gli Stati Uniti. Dopo la pubblicazione dei quattro memorandum sulle tecniche di
tortura usate per quattro anni su sospetti terroristi, arrivano le fotografie.
Diverse decine, scattate in più carceri. Pare che siano meno scioccanti di
quelle di Abu Ghraib, o almeno così assicura una fonte del Pentagono, ma
comunque «non belle». In una, a quanto pare, un prigioniero sembra sul punto di
subire un abuso sessuale con un manico di scopa. Nel 2004 la diffusione delle
immagini scattate nel carcere iracheno gestito dallesercito
americano, provocò unondata
di indignazione in tutto il mondo e in particolare in Medio Oriente. Da allora
il prestigio degli Stati Uniti ne ha risentito in modo permanente. Che cosa
accadrà il 28 maggio quando verranno diffusi gli scatti finora top secret? In
teoria la Casa Bianca
avrebbe potuto prendere tempo e rimettere la decisione finale alla Corte
Suprema. La vicenda infatti nasce da una causa intentata dallAssociazione
libertaria American Civil Liberties Union, che da oltre tre anni reclama la
pubblicazione delle
foto, invocando il Freedom of Information Act, che sancisce il diritto dellopinione
pubblica a conoscere le attività riservate del governo tranne in circostanze
gravi e motivate. LAmministrazione Bush si era sempre opposta e sebbene
per ben due volte i
tribunali le avessero dato torto, era intenzionata ad arrivare allultimo
grado di giudizio. Ma Barack Obama non è George Bush ed è persuaso che gli Usa
potranno riconquistare la supremazia morale nel mondo solo ammettendo i propri
errori e dimostrando,
con i fatti, di aver cambiato atteggiamento. In politica estera la svolta,
sebbene molto discussa, è evidente: la Casa Bianca tratta con tutti, inclusi
dittatori o regimi come quello iraniano, talvolta con eccessiva arrendevolezza.
E infatti molti si interrogano sullefficacia di questa
strategia. Di solito i negoziati si svolgono partendo da posizioni di forza,
non di dichiarata debolezza; ma la nuova Amministrazione è convinta che la
catarsi debba essere totale, anche su un tema delicato come quello della tortura. Da qui la decisione di
pubblicare le immagini. «Avremo finalmente le prove che Abu Ghraib, a dispetto
di quanto sostenuto dallAmministrazione Bush, non è stato
unaberrazione, bensì un metodo», ha dichiarato Amrit Singh, un avvocato
dellassociazione
libertaria. Il Pentagono e la Cia, però, sono inquieti. «Gli Usa non hanno
nulla da guadagnare diffondendo gli scatti. Anzi, solo da perdere - afferma
Mark M. Lowental, ex analista dellintelligence -. Molti
agenti che hanno eseguito gli ordini non si sentono più protetti e oggi sono demotivati. E si
rischia unaltra insurrezione in Medio Oriente». Finora il comportamento di
Obama non è parso coerente. Laltro giorno è emersa la prova che
Condoleezza Rice, quando era Consigliere alla Sicurezza nazionale, è stata la prima ad approvare
le torture. Il vicepresidente Dick Cheney sapeva, così come il ministro della
Difesa Donald Rumsfeld e appare inverosimile che lo stesso Bush fosse alloscuro.
Insomma, ci sarebbero gli elementi per un processo o perlomeno per uninchiesta
parlamentare. Il presidente, tuttavia, ritiene che non sia necessario né giusto
che i responsabili vengano puniti. Insomma, Barack svuota i cassetti, ma
protegge i colpevoli. Lo fa per preservare la credibilità della massima
istituzione americana;
tuttavia almeno metà del governo dissente e la polemica politica cresce di ora
in ora. La Clinton ha definito Cheney, che ha difeso lutilità
delle sevizie, «una fonte poco attendibile»; i conservatori hanno reagito
passando al sito Politico unindiscrezione esplosiva: nel 2002 Nancy Pelosi, oggi
presidente della Camera, sarebbe stata messa al corrente delle torture. Una
chiamata di correità, che ben illustra il clima velenoso e decadente che si
respira di questi tempi a Washington. http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Corriere della Sera"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 25/04/2009 - pag: 16 La storia Espulsi dall'università e
costretti al servizio militare. Così il regime neutralizza i giovani attivisti
Oppositori arruolati con la forza I nuovi metodi della repressione La sera del
12 gennaio Ivan è scortato alla caserma di Salihorsk, il 16 Franak viene
condotto in manette all'ospedale militare di Minsk. Due commissioni
dell'esercito invalidano gli esami medici che li dichiaravano non idonei alla
leva. Oggi Ivan Shyla, 19 anni, vicepresidente della sezione di Salihorsk del
Fronte giovanile, presta servizio nella 29esima brigata aerea di Mezhytsy,
Bieloruss ia settentrionale. Franak Vyachorka, 21 anni, capo dei Giovani del
Fronte Popolare e figlio del primo vice-presidente del partito, fa parte
dell'unità aerea di Mozyr, Bielorussia meridionale. Si dichiarano prigionieri
politici. La coscrizione forzata, denunciano le organizzazioni per la difesa
dei diritti umani, è la nuova forma di persecuzione
«moderata» utilizzata dal presidente Aleksandr Lukashenko per neutralizzare i
giovani attivisti ora che il regime cerca di rendersi «presentabile» agli occhi
dell'Occidente. A caute aperture come la scarcerazione dell'oppositore Alexandr
Kazulin e la legalizzazione di pochi giornali indipendenti, l'anno scorso
Bruxelles ha risposto rimuovendo il divieto d'ingresso sul territorio Ue
imposto a Lukashenko e a trenta funzionari governativi dopo le presidenziali
del 2006, giudicate non conformi agli standard democratici. Prima di entrare
nell'esercito Ivan ha scritto sul suo blog: «Durante la liberalizzazione la
repressione pubblica è sostituita con altre forme di oppressione meno
codificate. Questo non ne cambia la natura repressiva ma le occulta, facendole
apparire legalmente giustificabili». In Bielorussia vige la leva obbligatoria
ma Franak e Ivan erano stati esonerati per seri problemi di salute, cardiaci e
alla schiena. Nell'ultimo anno altri tre attivisti sono stati costretti ad
arruolarsi: il primo, nel gennaio 2008, è stato Zmitser Zhaleznichenka,
vicepresidente della sezione giovanile del Fronte popolare già espulso due
volte dall'università malgrado gli ottimi voti. Sono decine gli studenti
dell'opposizione che denunciano espulsioni «politiche». Ivan non ha finito la
scuola, non si è presentato all'ultimo esame perché era in carcere arrestato la
sera prima durante un'azione di volantinaggio. Franak, studente modello al
terzo anno di Giornalismo, è stato allontanato dall'università a causa delle
troppe assenze e, dicono gli amici, della sua passione per il bielorusso,
«sospetta» in un Paese dove il russo è seconda lingua ufficiale e il presidente
(l'unico parlamentare di Minsk che nel 1991 votò contro la dissoluzione
dell'Urss) ha proibito l'uso della bandiera nazionalista. «Lukashenko gioca d'azzardo
sia con Mosca che con Bruxelles dice al Corriere Vincuk Vyachorka, padre di
Franak e leader dell'opposizione . Lo Stato ha il monopolio dell'informazione,
lingua e storia sono usate a fini politici, i manifestanti sono picchiati e
arrestati, in questi mesi almeno tre imprenditori invisi al presidente sono
finiti in carcere. L'approccio idealistico dell'Ue non ha fondamento». «Dove persistono gravi violazioni dei diritti, come la pena di
morte, la vigilanza dell'Europa è fondamentale spiega Valiantsin Stefanovic del
centro diritti umani Viasna
. Ora, con la crisi, l'Occidente potrebbe subordinare alle riforme il sostegno
economico del quale Minsk ha urgente bisogno». Il 7 febbraio i soldati
Shyla e Vyachorka hanno prestato giuramento. Alla formula ufficiale, «Servo
della Repubblica», Franak ha preferito la sua: «Viva la Bielorussia». Maria
Serena Natale
( da "Giornale.it, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 99 del 2009-04-25
pagina 17 Obama: vedrete le foto delle torture Cia di
Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di
abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa
Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà
contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione;
per la maggior parte degli agenti della Cia e per lala
conservatrice del partito repubblicano una follia che finirà per ritorcersi
contro gli Stati Uniti. Dopo la pubblicazione dei quattro memorandum sulle
tecniche di tortura usate per quattro anni su sospetti terroristi, arrivano le fotografie.
Diverse decine, scattate in più carceri. Pare che siano meno scioccanti di
quelle di Abu Ghraib, o almeno così assicura una fonte del Pentagono, ma
comunque «non belle». In una, a quanto pare, un prigioniero sembra sul punto di
subire un abuso sessuale con un manico di scopa. Nel 2004 la diffusione delle
immagini scattate nel carcere iracheno gestito dallesercito
americano, provocò unondata di indignazione in tutto il mondo e in
particolare in Medio Oriente.
Da allora il prestigio degli Stati Uniti ne ha risentito in modo permanente.
Che cosa accadrà il 28 maggio quando verranno diffusi gli scatti finora top
secret? In teoria la Casa Bianca avrebbe potuto prendere tempo e rimettere la
decisione finale alla Corte Suprema. La vicenda infatti nasce da una causa
intentata dallAssociazione libertaria American Civil
Liberties Union, che da oltre tre anni reclama la pubblicazione delle foto,
invocando il Freedom of Information Act, che sancisce il diritto dellopinione
pubblica a conoscere le attività riservate del governo tranne in circostanze
gravi e motivate. LAmministrazione Bush si era sempre opposta e sebbene
per ben due volte i tribunali le avessero dato torto, era intenzionata ad
arrivare allultimo grado di giudizio. Ma Barack Obama non è George Bush ed è persuaso che
gli Usa potranno riconquistare la supremazia morale nel mondo solo ammettendo i
propri errori e dimostrando, con i fatti, di aver cambiato atteggiamento. In
politica estera la svolta, sebbene molto discussa, è evidente: la Casa Bianca
tratta con tutti, inclusi dittatori o regimi come quello iraniano, talvolta con
eccessiva arrendevolezza. E infatti molti si interrogano sullefficacia
di questa strategia. Di solito i negoziati si svolgono partendo da posizioni di forza, non
di dichiarata debolezza; ma la nuova Amministrazione è convinta che la catarsi
debba essere totale, anche su un tema delicato come quello della tortura. Da
qui la decisione di pubblicare le immagini. «Avremo finalmente le prove che Abu
Ghraib, a dispetto di quanto sostenuto dallAmministrazione Bush,
non è stato unaberrazione, bensì un metodo», ha dichiarato Amrit Singh,
un avvocato dellassociazione libertaria. Il Pentagono e la Cia, però,
sono inquieti. «Gli Usa non hanno nulla da guadagnare diffondendo gli scatti. Anzi, solo da perdere -
afferma Mark M. Lowental, ex analista dellintelligence -. Molti
agenti che hanno eseguito gli ordini non si sentono più protetti e oggi sono
demotivati. E si rischia unaltra insurrezione in Medio Oriente». Finora il comportamento di
Obama non è parso coerente. Laltro giorno è emersa la prova che
Condoleezza Rice, quando era Consigliere alla Sicurezza nazionale, è stata la
prima ad approvare le torture. Il vicepresidente Dick Cheney sapeva, così come il ministro della
Difesa Donald Rumsfeld e appare inverosimile che lo stesso Bush fosse alloscuro.
Insomma, ci sarebbero gli elementi per un processo o perlomeno per
uninchiesta parlamentare. Il presidente, tuttavia, ritiene che non sia necessario né giusto che i
responsabili vengano puniti. Insomma, Barack svuota i cassetti, ma protegge i
colpevoli. Lo fa per preservare la credibilità della massima istituzione
americana; tuttavia almeno metà del governo dissente e la polemica politica cresce
di ora in ora. La Clinton ha definito Cheney, che ha difeso lutilità
delle sevizie, «una fonte poco attendibile»; i conservatori hanno reagito
passando al sito Politico unindiscrezione esplosiva: nel 2002 Nancy
Pelosi, oggi presidente della Camera, sarebbe stata messa al corrente delle torture. Una chiamata
di correità, che ben illustra il clima velenoso e decadente che si respira di
questi tempi a Washington. http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 99 del 2009-04-25
pagina 0 Basta con i pasticci degli euroburocrati di Maria Giovanna Maglie Si
può dire che di questa Unione Europea, dei suoi commissari troppo spesso
ondivaghi, disinformati, faziosi, non ne possiamo più, senza che a qualcuno
venga in mente il noioso esercizio di ricordarci tutta la storia nobile dei
padri fondatori? La sortita del tedesco Guenter Verheugen contro la Fiat, e
naturalmente in soccorso dellindustria automobilistica di casa
sua in crisi, non è che lultima di una serie infinita di gaffes, editti,
considerazioni miopi, che colpiscono lItalia, il suo governo
e la sua impresa. è il risultato obbligato di unistituzione elefantiaca
che imbarca acqua e che, se a qualcuno interessa ancora, va attaccata e
criticata, non difesa a
tutti i costi e raccontata come una favoletta. La Conferenza dellOnu
cosiddetta sul razzismo, Durban 2, è lultimo, anzi ora il penultimo,
esempio dellincapacità di essere una potenza politica e diplomatica.
Hanno fatto finta che i cattivi, quelli che non dimostrano buona volontà, fossimo ancora una
volta noi italiani, poi ci hanno raggiunto gli Stati Uniti di Barack Obama,
Australia, Nuova Zelanda, Germania, Olanda, Polonia, oltre a Israele. Poi gli
altri sono andati a prendersi la solita razione di insulti a Israele e allOccidente
da quel bullo nazista di Mahmoud Ahmadinejad. Andiamo avanti. Ve la ricordate
la storia del nostro razzismo con i nomadi, a opera del commissario Hammarberg?
Ci chiese nientemeno che di precisare allUnione luso del termine «nomadi», che «non deve avere un
significato discriminatorio e negativo nellidentificare le
comunità rom, sinti e camminanti». Peccato che esista unOpera Nomadi, che
questa parola la porta nel nome, si direbbe senza imbarazzo alcuno. Il
Consiglio dEuropa
diffida l'Italia dallesercitare le politiche di pubblica
sicurezza, in forma di vere e proprie «espulsioni collettive rivolte a una sola
etnia». Il Commissario ai
Diritti umani dei cittadini europei ignora lesistenza
della Direttiva 2004/38/CE, recepita dallordinamento nazionale con il
decreto legislativo n. 30 del 2007 e che consente, nel pieno rispetto del
Trattato, di allontanare dai confini di un Paese membro gli immigrati
comunitari che vivono di crimini o espedienti e non possono provvedere alla propria assistenza sanitaria. Il
Paese razzista, sempre noi, ha salvato i disperati del mercantile Pinar anche
se si trattava di clandestini illegali. Malta, deputata a occuparsene, anche
perché prende un sacco di soldi per lattività di soccorso
nel Mediterraneo, se nè
infischiata dei richiami del commissario Barroso, ha ribadito che ha un
territorio e uneconomia che non consentono laccoglienza, e tutto è
finito lì, nessun richiamo, nessuna direttiva di condanna. Il solenne Consiglio
dEuropa invece bacchetta
lItalia per i processi troppo lenti e sollecita
lapprovazione di una legge che consenta di smaltire larretrato
giudiziario, milioni di processi penali e civili. Troppo giusto. Il Consiglio
non è legato allesecutivo della Ue, ma riunisce i governi dei Paesi che aderiscono alla
Convenzione europea dei diritti delluomo, al cui presidio
sovraintende la Corte europea dei diritti delluomo. Ora provate a fare un
ricorso alla Corte europea perché siete stati condannati in via definitiva in
Italia alla fine di un
processo scorretto, condotto da magistrati prevenuti. Magari sperate di
ricostruirvi immagine e dignità. Vi illudete, vi faranno aspettare anni solo
per decidere se il ricorso è ricevibile. Parliamo del funzionamento economico
tanto millantato dellUnione, delle politiche monetarie rigide
della Banca centrale europea, che hanno portato il costo del denaro alle stelle
frenando la crescita economica. O ricordiamoci il denaro e il tempo spesi per
approvare le norme più bizzarre, una volta contro lindustria del cioccolato puro, unaltra
volta contro i produttori del lardo di Colonnata, e via sragionando con la
curvatura delle zucchine. Infine, non dimentichiamoci di quel voto
dellIrlanda contro ladesione al Trattato di Lisbona, che ha
affossato definitivamente
la pretesa dellallargamento dell'Europa da
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 19 - Udine Di
sinistra non significa essere irragionevoli Dibattito I Socialisti insieme con
Sinistra democratica, Unire la Sinistra e Verdi hanno costituito Sinistra e
Libertà, che parteciperà con una sua lista alle elezioni europee del prossimo
mese di giugno. La nostra idea è di unire e dare una voce comune e forte a
quell'ampia e attualmente non rappresentata area di pensiero, libertaria,
liberale e progressista, che ritiene vi sia spazio e futuro in Italia e in
Europa per una politica di sinistra. È la consapevolezza del vuoto ideale,
culturale e politico, che si è venuto a creare nel nostro Paese e per altro verso
la percezione di una sorta di plastificazione della politica, che ci ha spinto
a superare le pretese identitarie e a trovare un'intesa con altre forze
politiche unite, da un'analoga sensibilità verso le problematiche sociali,
dell'ambiente e i diritti umani e civili, che al contrario di altri non hanno dismesso l'idea
che un mondo più giusto e solidale è e deve essere possibile. Di fronte alla
crisi economica provocata dalle storture del capitalismo e da una
globalizzazione senza regole, in cui unico valore sembra essere l'esasperata
ricerca del profitto individuale che poi conduce al tracollo individuale e
collettivo, i Socialisti dicono stop ai licenziamenti, alla precarietà
dei falsi contratti a progetto e alla mercificazione dei diritti. La politica
sia a livello europeo sia a livello nazionale e regionale deve recuperare il
suo ruolo, dando indirizzi certi per bloccare la dismissione del nostro sistema
industriale, favorire un modello di sviluppo che tenga conto di prospettive di
crescita e di esigenze occupazionali di medio e lungo periodo, rispettoso
dell'ambiente, attraverso l'incentivazione della ricerca, in specie nel campo
delle energie rinnovabili, di cui la nostra regione potrebbe diventare un polo
di attrazione. E a questo riguardo ci chiediamo dove è finito il progetto della
Tav, che attraverserà la nostra regione, e dell'assurdo stravolgimento che
provocherebbe la galleria "a esse" che si vorrebbe realizzare nel
Carso, tutte cose di cui stranamente non si sente più parlare. In questi anni
una visione aziendale e privatistica delle istituzioni si è diffusa a destra e
a manca, condita a sinistra da inutili accenti buonisti e politically correct e
nel nome di un preteso efficientismo i vertici dei due maggiori partiti di
maggioranza e opposizione si sono adattati all'idea che sia il mercato a
dettare l'agenda politica, nel presupposto che il mercato sia in grado di
autoregolamentarsi, sempre e comunque e che nel suo ambito si debba inquadrare
l'azione o la non azione politica, secondo una logica che nella sua veste
pretesamente più illuminata vede il cittadino come un puro e semplice
consumatore. Il suicidio politico della sinistra si è consumato
nell'irragionevolezza di questa concezione, che antepone il prodotto al
produttore, il mercato finanziario all'essere umano; è sfuggito che la
competizione più esasperata finisce per escludere dal processo produttivo ed
emargina fasce sempre più ampie di popolazione e come da questa esclusione
derivi un problema sociale che va a minare la solidità di quello stesso mercato
che si vuol porre come un valore di fondo della società. Essere di sinistra non
significa essere irragionevoli, fuori della realtà o conservatori, come da più
parti si è sostenuto in questi anni: dignità della persona, solidarietà,
partecipazione, apertura la cambiamento, democrazia, sviluppo e tutela
dell'ambiente sono valori riconoscibili e connessi di un processo ideale di
sinistra, moderno, realizzabile e di cui riteniamo vi sia bisogno oggi. Franco
Giunchi segretario regionale del Psi Andrea Castiglione segretario provinciale
di Udine Gianfranco Orel segretario provinciale di Trieste Pierantonio Rigo
segretario provinciale di Pordenone Giancarlo Maraz segretario provinciale di
Gorizia
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 3 - Pordenone
Manifestazioni in città per la Liberazione 25 aprile In occasione della festa
della Liberazione, oggi a Pordenone si terrà la consueta cerimonia con la
deposizione delle corone nell'area antistante al monumento ai caduti in
piazzale Ellero dei Mille e nel piazzale Maestri del lavoro al Centro studi. Il
programma prevede una prima fase che si terrà in piazzale Ellero con il raduno
alle 9.50. Alle 10 la cerimonia dell'alzabandiera e l'onore ai caduti, cui
seguiranno gli interventi degli oratori. Alle 10.30 è previsto il trasferimento
dei convenuti in corteo nel piazzale Maestri del lavoro al Centro studi. Qui
alle 10.45 ci saranno lo schieramento e le deposizione delle corone prima al
cippo della medaglia d'oro Franco Martelli e poi alla lapide della medaglia
d'oro Terzo Drusin, nell'omonima aula magna. «Se per qualcuno celebrare il 25
aprile è ormai puro lavoro istituzionale - affermano in una nota Comitato per
il 25 aprile, Iniziativa libertaria, collettivo studentesco Aut, Rifondazione comunista,
Rdb-Cub, Cobas scuola, Usi/Ait -, per noi è invece momento in cui fare memoria
della storia e tenerne vivo il senso. La Liberazione dal nazifascismo è sempre
attuale, perché ogni giorno è necessario guardare a quella società per la quale
migliaia di partigiani sono morti. Il valore della Resistenza è oggi soffocato:
da chi vuole equiparare partigiani e repubblichini per uguagliare la memoria e
cancellare il senso della storia, da chi attacca il diritto di sciopero per
riproporre le corporazioni di epoca fascista. Il sogno di libertà è oggi
calpestato: da chi strumentalizza il corpo della donna per diffondere l'odio
verso l'altro di turno del momento, i migranti, da chi costruisce centri di
permanenza e si vanta del numero di rimpatri violando nel frattempo
diritti umani universali. E
anziché migliorare l'istruzione pubblica, ragione di tante lotte, si finanzia
quella privata e si pongono a valore ordine e disciplina per non investire in
didattica». «Per questo crediamo sia ancora oggi necessario resistere e
ricordare quell'Italia sognata il 25 aprile '45 - conclude il comunicato -:
per trovare la forza per sognare un Paese da continuare a ricostruire. E per
questo il 25 aprile saremo in piazza. Dalle 18 ci sarà poi un concerto al
Deposito Giordani per concludere musicalmente la giornata».
( da "Rai News 24"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Colombo | 25 aprile
2009 La Casa Bianca chiede il cessate il fuoco in Sri Lanka. 50mila civili
bloccati Soldati Sri Lanka La Casa Bianca stanotte ha lanciato un appello per
l'immediato cessate il fuoco nello Sri Lanka, dove infuria la guerra civile fra
governo e ribelli Tamil. Piu' di 50 mila civili sono intrappolati nella regione
del nord del paese, rischiano di morire di fame e sono senza medicine.
L'esercito ha accerchiato i guerriglieri e si prepara all'offensiva finale. Dallo scorso anno il governo ha posto il divieto alle
organizzazioni umanitarie
di accedere nella zona di guerra. Circa 6500 civili sono rimasti uccisi solo
negli ultimi tre mesi, dice l'ONU, e si moltiplicano le violazioni dei diritti umani.
( da "Giornale.it, Il"
del 25-04-2009)
Pubblicato anche in: (Giornale.it,
Il)
Argomenti: Diritti umani
n. 99 del 2009-04-25
pagina 17 Obama: vedrete le foto delle torture Cia di
Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di
abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa
Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà
contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione;
per la maggior parte degli agenti della Cia e per lala
conservatrice del partito repubblicano una follia che finirà per ritorcersi
contro gli Stati Uniti. Dopo la pubblicazione dei quattro memorandum sulle tecniche di tortura
usate per quattro anni su sospetti terroristi, arrivano le fotografie. Diverse
decine, scattate in più carceri. Pare che siano meno scioccanti di quelle di
Abu Ghraib, o almeno così assicura una fonte del Pentagono, ma comunque «non
belle». In una, a quanto pare, un prigioniero sembra sul punto di subire un
abuso sessuale con un manico di scopa. Nel 2004 la diffusione delle immagini
scattate nel carcere iracheno gestito dallesercito americano, provocò unondata
di indignazione in tutto il mondo e in particolare in Medio Oriente. Da allora
il prestigio degli Stati Uniti ne ha risentito in modo permanente. Che cosa
accadrà il 28 maggio quando verranno diffusi gli scatti finora top secret? In teoria la Casa Bianca avrebbe potuto
prendere tempo e rimettere la decisione finale alla Corte Suprema. La vicenda
infatti nasce da una causa intentata dallAssociazione libertaria
American Civil Liberties Union, che da oltre tre anni reclama la pubblicazione delle foto, invocando il Freedom
of Information Act, che sancisce il diritto dellopinione pubblica
a conoscere le
attività riservate del governo tranne in circostanze gravi e motivate. LAmministrazione
Bush si era sempre opposta e sebbene per ben due volte i tribunali le avessero dato torto, era
intenzionata ad arrivare allultimo grado di giudizio. Ma Barack
Obama non è George Bush ed è persuaso che gli Usa potranno riconquistare la
supremazia morale nel mondo solo ammettendo i propri errori e dimostrando, con i fatti, di aver cambiato
atteggiamento. In politica estera la svolta, sebbene molto discussa, è
evidente: la Casa Bianca tratta con tutti, inclusi dittatori o regimi come
quello iraniano, talvolta con eccessiva arrendevolezza. E infatti molti si
interrogano sullefficacia di questa strategia. Di solito i
negoziati si svolgono partendo da posizioni di forza, non di dichiarata
debolezza; ma la nuova Amministrazione è convinta che la catarsi debba essere
totale, anche su un tema delicato come quello della tortura. Da qui la decisione di pubblicare le
immagini. «Avremo finalmente le prove che Abu Ghraib, a dispetto di quanto
sostenuto dallAmministrazione Bush, non è stato
unaberrazione, bensì un metodo», ha dichiarato Amrit Singh, un avvocato
dellassociazione
libertaria. Il Pentagono e la Cia, però, sono inquieti. «Gli Usa non hanno
nulla da guadagnare diffondendo gli scatti. Anzi, solo da perdere - afferma
Mark M. Lowental, ex analista dellintelligence -. Molti
agenti che hanno eseguito gli ordini non si sentono più protetti e oggi sono demotivati. E si
rischia unaltra insurrezione in Medio Oriente». Finora il comportamento di
Obama non è parso coerente. Laltro giorno è emersa la prova che
Condoleezza Rice, quando era Consigliere alla Sicurezza nazionale, è stata la prima ad
approvare le torture. Il vicepresidente Dick Cheney sapeva, così come il
ministro della Difesa Donald Rumsfeld e appare inverosimile che lo stesso Bush
fosse alloscuro. Insomma, ci sarebbero gli elementi per un processo o perlomeno per uninchiesta
parlamentare. Il presidente, tuttavia, ritiene che non sia necessario né giusto
che i responsabili vengano puniti. Insomma, Barack svuota i cassetti, ma
protegge i colpevoli. Lo fa per preservare la credibilità della massima istituzione americana; tuttavia almeno
metà del governo dissente e la polemica politica cresce di ora in ora. La
Clinton ha definito Cheney, che ha difeso lutilità delle sevizie,
«una fonte poco attendibile»; i conservatori hanno reagito passando al sito
Politico unindiscrezione
esplosiva: nel 2002 Nancy Pelosi, oggi presidente della Camera, sarebbe stata
messa al corrente delle torture. Una chiamata di correità, che ben illustra il
clima velenoso e decadente che si respira di questi tempi a Washington. http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Giornale.it, Il"
del 25-04-2009)
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Argomenti: Diritti umani
n. 99 del 2009-04-25
pagina 0 Basta con i pasticci degli euroburocrati di Maria Giovanna Maglie Si
può dire che di questa Unione Europea, dei suoi commissari troppo spesso ondivaghi,
disinformati, faziosi, non ne possiamo più, senza che a qualcuno venga in mente
il noioso esercizio di ricordarci tutta la storia nobile dei padri fondatori?
La sortita del tedesco Guenter Verheugen contro la Fiat, e naturalmente in
soccorso dellindustria automobilistica di casa sua in crisi, non è che
lultima di una serie infinita di gaffes, editti, considerazioni
miopi, che colpiscono lItalia, il suo governo e la sua impresa. è il
risultato obbligato di unistituzione elefantiaca che imbarca acqua e che, se a qualcuno interessa
ancora, va attaccata e criticata, non difesa a tutti i costi e raccontata come
una favoletta. La Conferenza dellOnu cosiddetta sul
razzismo, Durban 2, è lultimo, anzi ora il penultimo, esempio
dellincapacità di essere una potenza politica e diplomatica. Hanno fatto finta che i cattivi,
quelli che non dimostrano buona volontà, fossimo ancora una volta noi italiani,
poi ci hanno raggiunto gli Stati Uniti di Barack Obama, Australia, Nuova
Zelanda, Germania, Olanda, Polonia, oltre a Israele. Poi gli altri sono andati
a prendersi la solita razione di insulti a Israele e allOccidente
da quel bullo nazista di Mahmoud Ahmadinejad. Andiamo avanti. Ve la ricordate
la storia del nostro razzismo con i nomadi, a opera del commissario Hammarberg? Ci chiese nientemeno
che di precisare allUnione luso del termine «nomadi», che
«non deve avere un significato discriminatorio e negativo
nellidentificare le comunità rom, sinti e camminanti». Peccato che esista
unOpera Nomadi, che questa parola la porta nel nome, si direbbe senza imbarazzo alcuno. Il
Consiglio dEuropa diffida l'Italia dallesercitare le politiche di
pubblica sicurezza, in forma di vere e proprie «espulsioni collettive rivolte a
una sola etnia». Il Commissario ai Diritti umani dei cittadini
europei ignora lesistenza della Direttiva 2004/38/CE,
recepita dallordinamento nazionale con il decreto legislativo n. 30 del
2007 e che consente, nel pieno rispetto del Trattato, di allontanare dai
confini di un Paese membro gli immigrati comunitari che vivono di crimini o espedienti e non
possono provvedere alla propria assistenza sanitaria. Il Paese razzista, sempre
noi, ha salvato i disperati del mercantile Pinar anche se si trattava di
clandestini illegali. Malta, deputata a occuparsene, anche perché prende un
sacco di soldi per lattività di soccorso nel Mediterraneo, se
nè infischiata dei richiami del commissario Barroso, ha ribadito che ha
un territorio e uneconomia che non consentono laccoglienza, e tutto
è finito lì, nessun
richiamo, nessuna direttiva di condanna. Il solenne Consiglio dEuropa
invece bacchetta lItalia per i processi troppo lenti e sollecita
lapprovazione di una legge che consenta di smaltire larretrato
giudiziario, milioni di processi penali e civili. Troppo giusto. Il Consiglio non è
legato allesecutivo della Ue, ma riunisce i governi dei Paesi che
aderiscono alla Convenzione europea dei diritti delluomo, al cui presidio
sovraintende la Corte europea dei diritti delluomo. Ora provate a fare un
ricorso alla Corte
europea perché siete stati condannati in via definitiva in Italia alla fine di
un processo scorretto, condotto da magistrati prevenuti. Magari sperate di
ricostruirvi immagine e dignità. Vi illudete, vi faranno aspettare anni solo
per decidere se il ricorso è ricevibile. Parliamo del funzionamento economico
tanto millantato dellUnione, delle politiche monetarie rigide
della Banca centrale europea, che hanno portato il costo del denaro alle stelle
frenando la crescita economica. O ricordiamoci il denaro e il tempo spesi per approvare le norme più
bizzarre, una volta contro lindustria del cioccolato puro,
unaltra volta contro i produttori del lardo di Colonnata, e via
sragionando con la curvatura delle zucchine. Infine, non dimentichiamoci di quel voto dellIrlanda
contro ladesione al Trattato di Lisbona, che ha affossato definitivamente
la pretesa dellallargamento dell'Europa da
( da "Denaro, Il" del
25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mediterraneo euromed
Sponda Sud, riforme al palo La Ue: La crisi e la situazione in Medioriente
rallentano il progresso Prima la crisi economica e finanziaria, poi il
conflitto di Gaza. Sono questi i due fattori che hanno determinato un
rallentamento generale delle riforme per i Paesi della sponda Sud del
Mediterraneo nel 2008. E' quanto emerge dal rapporto annuale della Commissione
Ue sui progressi, in fatto di riforme, dei Paesi che fanno parte della politica
di vicinato (Enp). "Il 2008 è stato un anno difficile - dice il
commissario Ue alle Relazioni esterne, Benita Ferrero Waldner -. A registrare
una battuta d'arresto soprattutto le riforme democratiche. Anche la crisi
politica, come quella che ha bloccato il Libano e che era collegata al
conflitto israelo-palestinese, ha pesato sulle riforme". E gli effetti
della guerra di Gaza si fanno ancora sentire. ''Non credo sia giunto il momento
di approfondire le relazioni con Israele - aggiunge -, vogliamo prima vedere
l'impegno del nuovo governo verso la soluzione del conflitto con i palestinesi
basata su due Stati''. Secondo il rapporto di Bruxelles, mentre le riforme
nell'ambito di diritti umani e libertà di espressione
faticano a decollare nella sponda Sud, sul fronte degli scambi commerciali il
( da "Manifesto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
SRI LANKA -
Indifferenza globale per 6400 morti Quel sangue che scorre ma non «buca» il
video Marina Forti Continua a non fare notizia la guerra in corso a Sri Lanka,
nazione dell'Asia meridionale forse nota ai più come destinazione turistica.
Eppure in questi giorni si sta consumando una vera e propria tragedia umana,
con una popolazione di circa duecentomila persone, o forse più, letteralmente
presa tra due fuochi. Le vittime civili si sontano a migliaia - il Comitato
internazionale per la croce rossa parla di oltre 6.400 da gennaio. Le immagini
che arrivano mostrano militari in avanzata e colonne di uomini, donne e bambini
in fuga, persone allo stremo e feriti stesi a terra in ospedali improvvisati.
Ma quelle foto non hanno fatto il giro del mondo. L'indifferenza mondiale di
fronte a una simile «crisi umanitaria» non smette di
stupire. Sarà che a Sri Lanka non è al centro delle preoccupazioni
geo-strategiche mondiali? Del resto solo i media britannici stanno dando
un'informazione continua e «dal vivo» sugli eventi (sarà per lo storico legame
con la regione), oltre a una tv come al Jazeera - confermando di essere capace
di cambiare l'ordine delle priorità dell'informazione. Se ne occupa anche la
stampa indiana, ma è scontato: per l'India sì che è rilevante quanto avviene
nella vicina Sri Lanka. New Delhi sa che il conflitto ormai venticinquennale
tra lo stato centrale (dominato dalla maggioranza etnica cingalese) e il
movimento ribelle della minoranza etnica tamil è «sconfinato» spesso nell'India
stessa - nello stato meridionale del Tamil Nadu, abitato da una forte
popolazione tamil (furono quei ribelli, le «Tigri per la liberazione della
patria tamil», a uccidere l'ex premier Rajiv Gandhi nel 1991). Per l'India è
una pericolosa turbolenza nel «cortile di casa», per l'occidente una crisi
remota. A Sri Lanka vediamo molto più che una «crisi umanitaria».
E' una precipitazione di quel conflitto tra maggioranza e minoranza - anzi
minoranze, diverse - nella nazione chiamata Sri Lanka, meno di 20 milioni di
abitanti divisi tra cingalesi (73%), tamil. Chiama in causa le nozioni di
convivenza e democrazia. Quello di questi giorni a Sri Lanka è l'epilogo di una
campagna militare condotta in modo brutale nel corso dell'ultimo anno
dall'esercito: coperta da forte censura e dalla sistematica intimidazione verso
giornalisti (vedi il manifesto, 7 marzo), senza testimoni. Perfino la Croce
Rossa e le organizzazioni umanitarie dell'Onu sono
tenute a distanza. E' accompagnata da una guerra di propaganda: il governo di
Colombo ha dapprima negato che l'offensiva abbia fatto vittime civili poi le ha
attribuite alle Tigri - negli ultimi giorni ha permesso ai media di fotografare
militari che distribuiscono cibo ai civili «salvati» dalle grinfie dei ribelli.
Fonti vicine al Ltte diffondono notizie drammatiche sui civili vittima dei
cannoneggiamenti dell'esercito. Le fonti indipendenti sono poche, ma esistono e
sono quel poco di società civile organizzata che a Sri Lanka tenta di opporsi
alla deriva: una è il gruppo degli «Insegnanti universitari per i diritti umani»,
sezione di Jaffna (stralci del loro ultimo bollettino sono in questa pagina),
che ha documentato sia come l'esercito abbia preso di mira la popolazione
civile tamil in modo deliberato, a partire dal 2006, con evacuazioni forzate e
fuoco d'artiglieria - sia come le Tigri abbiano instaurato un sistema di
arruolamento forzato e abbiano impedito ai civili di fuggire dalle zone
di conflitto. Quella popolazione presa tra due fuochi è il vero segno della
crisi a Sri Lanka. Da gennaio in poi l'esercito ha sbaragliato, uno a uno,
tutti i bastioni delle Tigri. L'ultima resistenza dei ribelli sembra disperata,
sul piano militare. Il presidente Mahindra Rajapakse, fautore di una versione
estrema del nazionalismo cingalese, ha descritto la guerra interna come una «war
on terror», in cui le Tigri sono un'incarnazione del terrorismo internazionale,
e ne ha usato tutta la retorica. Ha instaurato, en passant, un governo
estremamente autoritario. Oggi si sente vittorioso. Ma anche quando avrà
sbaragliato le Tigri, resterà il conflitto etnico in Sri Lanka - segnato
discriminazioni e storici episodi di «pulizia etnica» contro le minoranze. «La
tragedia che si sta consumando a Sri Lanka è il risultato di un nazionalismo
distruttivo, uno sciovinisno cingalese da un lato e un gretto nazionalismo
tamil dall'altro», scrivono gli «insegnanti per i diritti umani».
I tamil ostaggio della pretesa delle Tigri di rappresentarli, il paese intero
ostaggio nel nazionalismo cingalese.
( da "Manifesto, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
ATTACCO FINALE - L'ultima denuncia degli «Insegnanti universitari per i diritti umani» di Jaffna «Le Tigri, una scusa
per il massacro dei civili» Una giovane madre è stata ferita mentre allattava,
e il suo bebè di tre mesi ucciso, colpiti da frammenti di proiettili
all'interno di quella che il governo ha dichiarato no fire zone, zona franca
dai combattimenti. Genitori nascondono i loro figli in bunker scavatio
alla bell'e meglio per sfiggire alle bande delle tigri che setacciano la no
fire zone in cerca di reclute. Una donna perde il marito sparato da cecchini,
mentre tentano con i figli di traversare la laguna per fuggire dalla no fire
zone. (...) Di rado riceviamo rapporti indipendenti sugli sviluppi della
situazione corrente nella regione di Vanni (Sri Lanka settentrionale, dove sono
ora concentrati i combattimenti tra l'esercito e il Ltte, le Tigri tamil, ndt).
Questo bollettino fa eccezione: sono fatti riferiti da persone scappate dal
Vanni e verificati in modo incrociato. Smentiscono il governo, che afferma di
non sparare sui civili, e mostrano il cinismo del Ltte che usa i civili come
oggetto di contrattazione. Abbiamo appreso che ogni giorno granate e proiettili
cadono nella no fire zone ; i profughi parlano di 15 o 20 morti ogni giorno
uccisi dai proiettili o dal Ltte per terrorizzare chi vuole fuggire. Persone
fuggite l'8 aprile hanno riferito che quel giorno l'esercito con i megafoni ha
intimato alla popolazione ammassata nella no fire zone di traversare la laguna
e passare nella zona sotto loro controllo, perché stavano per avanzare. Subito
dopo hanno sparato una pesante granata proprio tra la gente, come per
convincerla a muoversi. Ci sono state molte vittime. Inoltre, molti profughi
dalla no fire zone testimoniano di un pesante reclutamento da parte del Ltte;
ora l'età minima sono 14 anni. (...) All'inizio di marzo c'è stato scalpore
quando il Commissario dell'Onu per i diritti umani ha
stimato che circa 3.000 civili siano stati uccisi dai cannoneggiamenti
(dell'esercito, ndt). Le risposte da parte governativa sono andate dal furiose
al polemico. Poi le vittime sono aumentate innegabilmente. (...) Il governo
continua a mentire quando parla di «zero vittime» civili, e di liberare i
civili dai terroristi, con occasionali gesti retorici come proporre un
«corridoio sicuro» o chiedere che il Ltte garantisca la fuga ai civili: intenti
che sappiamo essere senza sostanza. (...) *Dall'ultimo bollettino di University
Teacher for Human Rights (www.uthr.org), pubblicato il 17 aprile.: subito dopo
l'esercito di Sri Lanka ha comninciato ad avanzare nella «no fire zone».
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
ANGELA VITALIANO New
York. Bisognerà aspettare la fine di maggio ma, da quel momento, oltre 2000
foto, relative ad immagini di tortura perpetrate dagli ufficiali americani,
saranno accessibili a tutti. Lo ha annunciato il dipartimento della difesa, in
una lettera indirizzata al giudice della corte federale Alvin Hallerstein del
tribunale di New York, in risposta ad un'azione legale dell'American Civil
Liberties Union. L'organizzazione aveva chiesto la pubblicazione delle immagini
in base al Freedom of Information Act per dimostrare, come dichiarato da Amrit
Singh, uno dei legali dell'Aclu, «che Abu Ghraib non era un caso isolato». Le
foto, infatti, scattate fra il 2001 e il 2006, riprendono prigionieri di
carceri in Iraq e Afganistan e, nel contenuto, sono abbastanza simili a quelle
che, per la prima volta, denunciarono, nel 2004, la vergogna di Abu Ghraib. «La
loro pubblicazione è fondamentale per compredendere - continua Singh - il
livello degli abusi sui prigionieri». La richiesta dell'Aclu, tuttavia, non è
legata alla recente decisione del presidente Obama di rendere pubblici i
memorandum; già nel 2003, analoga interpellanza era stata avanzata
all'amministrazione Bush che, però aveva opposto un rifiuto. Non è più una
novità che l'ex presidente Bush abbia tentato in tutti i modi di mantenere
segreti i memorandum e le foto per evitare ondate di antiamericanismo in Medio
oriente. Barack Obama, probabilmente, rendendo pubblici i
memorandum sulle torture, sperava di poter stabilire una simbolica linea di
separazione tra l'America di ieri e quella di domani, in cui non ci sarà
spazio, lo ha ribadito più volte, per la tortura. E questo rischia di diventare
uno dei nodi cruciali alla vigilia del raggiungimento del famoso traguardo dei
«primi 100 giorni», in un momento, fra l'altro, in cui il Congresso, che
si trova ad affrontare scelte importanti per l'economia del paese. Sono ancora
argomento di dibattito, infatti, le polemiche a distanza fra Condoleeze Rice e
Nancy Pelosi: quest'ultima, indicata dall'ex segretario di stato come una delle
persone a conoscenza dell'ordine di autorizzazione alle torture, rimanda con
veemenza le accuse al mittente, bollandole come una completa falsità. Il
dibattito, fra l'altro, non è solo interno al Congresso. Il premio Nobel Paul
Krugman, ad esempio, dale colonne della sua rubrica sul New York Times,
sostiene che i processi agli abusi dell'amministrazione Bush non devono essere
considerati «un lusso che gli stati Uniti non possno permettersi» perchè
l'America è una nazione di ideali morali. «Dobbiamo farlo - spiega Krugman -
per il nostro futuro e per riprenderci l'anima dell'America».
( da "Virgilio Notizie"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 25 apr.
(Apcom) - Il ministro dell'Interno ROberto Maroni "dovrebbe capire che non
è colpa del centro sinistra se alcune norme che lui vuole introdurre sono
contro le leggi europee, i diritti umani e anche il buon senso. Portare da
due a sei mesi la permanenza nei Cie vuol dire introdurre una sorta di
detenzione": lo afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo.
"Il ministro - prosegue l'esponente di opposizione in un comunicato - vada
a vedere il codice penale per capire che spesso sei mesi di carcere non sono
dati nemmeno a chi ha commesso importanti reati. Capiamo che siamo in
campagna elettorale e che Maroni debba accontentare il proprio elettorato, dopo
le molte marce indietro che ha fatto. Noi però abbiamo un'idea diversa
dell'immigrazione. Ritengo che si debba ripristinare il permesso di soggiorno
per chi cerca lavoro. E sicuramente, se i viaggi degli stranieri verso l'Italia
fossero gestiti dalle nostre ambasciate, se a tutti gli immigrati fosse
rilasciata la tessera sanitaria - conclude Di Giovan Paolo - gli
extracomunitari dovrebbero pagare molto meno di quanto devono pagare agli
scafisti".
( da "Wall Street Italia"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Immigrati/ Di Giovan
Paolo (Pd): 6 mesi nei Cie è come prigione di Apcom "Si introduca il
permesso di soggiorno per lavoro" -->Roma, 25 apr. (Apcom) - Il
ministro dell'Interno ROberto Maroni "dovrebbe capire che non è colpa del
centro sinistra se alcune norme che lui vuole introdurre sono contro le leggi europee,
i diritti umani e anche il buon senso. Portare da due a sei mesi la permanenza
nei Cie vuol dire introdurre una sorta di detenzione": lo afferma il
senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo. "Il ministro - prosegue
l'esponente di opposizione in un comunicato - vada a vedere il codice penale
per capire che spesso sei mesi di carcere non sono dati nemmeno a chi ha
commesso importanti reati. Capiamo che siamo in campagna elettorale e
che Maroni debba accontentare il proprio elettorato, dopo le molte marce
indietro che ha fatto. Noi però abbiamo un'idea diversa dell'immigrazione.
Ritengo che si debba ripristinare il permesso di soggiorno per chi cerca
lavoro. E sicuramente, se i viaggi degli stranieri verso l'Italia fossero
gestiti dalle nostre ambasciate, se a tutti gli immigrati fosse rilasciata la
tessera sanitaria - conclude Di Giovan Paolo - gli extracomunitari dovrebbero
pagare molto meno di quanto devono pagare agli scafisti".
( da "Gazzettino, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Washington pensa a
commissione d'inchiesta Negli Emirati lo sceicco si trasforma in aguzzino
Sabato 25 Aprile 2009, New York Abu Ghraib non fu un'eccezione: centinaia di
nuove immagini che documentano abusi su prigionieri di guerra degli Stati Uniti
in Iraq e Afghanistan stanno per essere pubblicate dall'amministrazione Obama.
Dopo aver deciso la settimana scorsa di togliere il segreto a quattro
memorandum che illustrano con precisione le tecniche di interrogatorio
autorizzate dall'amministrazione Bush dopo l'11 settembre, l'amministrazione
americana ha deciso di pubblicare «un numero sostanziale», probabilmente
centinaia, di nuove foto che mostrano prigionieri minacciati, intimiditi, a
volte con armi puntate contro di loro, nelle prigioni della lotta al terrorismo.
Le foto, scattate tra 2001 e 2006, saranno rese di dominio pubblico entro il 28
maggio, hanno scritto gli avvocati del Pentagono al giudice federale Alvin
Hellerstein del tribunale di New York, in risposta a una azione legale
dell'American Civil Liberties Union (Aclu). Questa aveva chiesto la
pubblicazione delle immagini in base al Freedom of Information Act. «Sarà la
prova che Abu Ghraib, a dispetto di quanto sostenuto dall'amministrazione Bush,
non è stata un'aberrazione», ha dichiarato Amrit Singh, un legale
dell'organizzazione libertaria che si batte per i diritti umani. Secondo gli
investigatori del Pentagono che le hanno passate in rassegna, le immagini sono
«meno scioccanti» di quelle di Abu Ghraib (nella foto al centro) che
nell'aprile 2004 fecero il giro del mondo, diventando un simbolo degli errori
commessi dagli Stati Uniti in Iraq. Ciò nonostante al Dipartimento della Difesa
c'è molta preoccupazione: secondo il ministro della Difesa Robert Gates, il
timore è che le immagini, sulla scia dei memorandum, provochino «nuove reazioni
negative in Medioriente». E non solo in Medioriente: la pubblicazione delle
foto inevitabilmente rilancerà gli appelli per un'inchiesta su abusi commessi
durante l'amministrazione Bush in nome della lotta al terrrorismo. Un nuovo
dilemma per il presidente Barack Obama. Ma le voci che chiedono di far luce sul
passato sono sempre più numerose. Se ne è fatto portavoce a Ginevra Manfred
Nowak, l'inviato dell'Onu contro le torture, secondo cui gli Stati Uniti sono
obbligati da una convenzione delle Nazioni Unite a mettere sotto processo gli
avvocati della passata amministrazione che hanno dato luce verde. E l'area del Golfo si conferma terreno fertile per la tortura.
Negli Emirati Arabi, su ben altra scala, si è verificato un nuovo caso di
tortura di cui è stato vittima un (presunto) businessman arabo che vive in
Texas. Gli aguzzini erano invece guidati dal fratello del principe ereditario,
lo sceicco Mohammed.
( da "Corriere Adriatico"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Quaranta scuole alla
ribalta Parte da oggi la rassegna di Serra San Quirico che conta 27 edizioni
Quaranta scuole per una rassegna del Teatro della scuola' sempre più ricca di
novità, momento di cultura ma anche di evasione per soprattutto due classi
provenienti dalla terra d' Abruzzo martoriata dal terremoto. Hanno infatti
confermato la loro partecipazione con al seguito genitori ed insegnanti a
quest'edizione 2008/'09 che avrà come testimonial Idea8, ispirata ai personaggi
ed agli eventi della storia contemporanea, con ospite d'eccezione Giovanni
Impastato. La 27 esima Rassegna Nazionale si svolgerà da oggi al 16 maggio ed è
organizzata dall' Associazione Teatro Giovani e vanta, nella serata conclusiva,
la partecipazione di Serena Ringhietti, l' illustratrice di Harry Potter in
Italia, che ha realizzato il manifesto del prossimo anno. "In questa fase
di urgenza e vertenza verso il Governo di fronte alla drammatica situazione in
cui si trova la scuola-ha spiegato in conferenza stampa l' assessore regionale
Stefania Benatti - è bello che quest' iniziativa venga realizzato a Serra San
Quirico nella giusta prospettiva di sviluppo promossa dalla Regione Marche. E
ad una settimana dall' incontro dei Piccoli Comuni anche a fronte degli
attacchi verso le Comunità Montane che come modello di vita difendiamo
fortemente". "Queste manifestazioni determinano un'apertura verso i
giovani per costruire nuove professionalità", è il pensiero di Carlo
Pesaresi, condiviso anche da Adriana Stecconi, vice Presidente del Teatro
Giovani e da Fabrizio Giuliano Presidente ATG che ha infatti confermato come in
50 sotto i trent' anni siano coinvolti nello staff organizzativo della
rassegna. Le quaranta scuole partecipanti provenienti da tutta Italia,
porteranno in scena spettacoli ai quali hanno lavorato nel corso dell' anno
scolastico, guidati da operatori teatrali. Sono previsti altresì momenti e
giornate speciali dedicate a personaggi ed eventi che hanno inciso sulla storia
del XX secolo i cui anniversari o ricorrenze sono legati al numero
( da "Sicilia, La"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
I 100 giorni «La lotta contro il terrorismo deve essere combattuta nella
legalità, nel rispetto dei diritti umani». Altrimenti, si rischia di alimentare il circuito del
«reclutamento». E' questo l'avvertimento lanciato dal segretario generale del
Consiglio d'Europa, Terry Davis, alla Conferenza «Fattori destabilizzanti e
minacce transnazionali», organizzata dalla Farnesina. Proprio perché
bisogna innanzitutto risolvere «le cause» del terrorismo, Terry Davis critica
il presidente americano Barack Obama a proposito della scelta di non indagare
sui casi di tortura avvenuti durante l'amministrazione Bush. «Sono deluso»,
dice. «Il fatto che ci si possa difendere dall'accusa di tortura e omicidio
appellandosi al fatto che si è ubbidito ad ordini superiori è la stessa
giustificazione che avanzavano gli imputati al processo di Norimberga». Ma lo
scetticismo sul nuovo presidente della casa Bianca, almeno sul fronte dei
diritti umani, non si ferma qui. Rispondendo ai
giornalisti a margine della Conferenza, Davis afferma di «non vedere nulla» che
lasci presagire un percorso degli Stati Uniti verso l'abolizione della pena di
morte. Però, aggiunge, ci sono «buoni segnali in alcuni Stati interni, in cui
la pena di morte è stata sospesa dopo l'accertamento di errori giudiziari post
mortem». Venendo a questioni che riguardano l'Italia, il segretario generale
prende in parte le distanze dalle denunce del commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarbeger,
che la scorsa settimana ha accusato il nostro Paese di aver compiuto «passi
insufficienti sul fronte della lotta al razzismo e contro la criminalizzazione
dell'immigrazione irregolare». Accuse che le autorità italiane hanno respinto
seccamente, e sulle quali Davis sospende il giudizio per ragioni istituzionali.
«Il commissario Hammarberger, nella sua indipendenza, esprime i suoi pareri -
spiega - il segretario generale difende la sua indipendenza, ma non è
responsabile delle sue affermazioni». Altro tema dibattuto, in Italia e non
solo: in democrazia possono esserci limiti alla libertà d'espressione? «Sì
afferma Davis - rispetto all'incitamento alla pedofilia e al terrorismo». E in
ogni caso, «bisogna sempre tenere presente che la libertà d'espressione non
equivale a una licenza di insulto», aggiunge, citando il caso delle burrascose
vignette danesi sull'Islam: «E' un fenomeno che non si può proibire, ma è da
veri irresponsabili».
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 25-04-2009)
Pubblicato anche in: (Unione
Sarda, L' (Nazionale))
Argomenti: Diritti umani
Spettacoli e Società
Pagina 10238 Musica Cagliari, Biblioteca Universitaria I suoni della
solidarietà Al via stasera con Vivaldi la prima orchestra etica Musica.
Cagliari, Biblioteca Universitaria --> Nella Venezia del 1700, lontano dalle
feste delle calli, Antonio Vivaldi prestava la sua opera di musicista come
maestro del coro e direttore d'orchestra al conservatorio della Pietà di
Venezia, l'istituto dove a titolo gratuito erano avviate alla musica le bambine
orfane o abbandonate. Famose in tutta Europa, le sue putte,
che grazie ad una fitta grata erano al riparo degli sguardi del pubblico, ogni
giorno festivo facevano sfoggio della loro abilità come cantanti e
strumentiste. L'esempio viene da lontano. Ma è di sicuro il più efficace per
parlare di musica
etica, di musica che non si accontenta di essere arte fine a se stessa, ma
si propone di raggiungere anche obiettivi pratici, tangibili. Un fine alto, che
accomuna tanti artisti nelle diverse parti del mondo, e che a Cagliari ha ora
un punto di riferimento nell'associazione Mixis Musica-Etica che avrà il
battesimo ufficiale stasera alle 20,00 nella sala settecentesca della
Biblioteca Universitaria, con un concerto in collaborazione con Emergency,
l'associazione non governativa che offre assistenza medico-chirurgica alle
vittime civili delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Tra i soci
fondatori ci sono prime parti dell'orchestra del teatro lirico di Cagliari:
Vinicio Allegrini (tromba), Riccardo Ghiani (flauto), Giuseppe Lo Curcio
(fagotto), Maurizio Minore (viola), Lorenzo Panebianco (corno), Andrea
Saccarola (oboe). L'associazione, per dirlo con le loro parole, «nasce dalla
consapevolezza che musicisti, poeti, pittori e artisti in genere, avendo il
privilegio di poter quotidianamente lavorare circondati da quanto di più bello
il genio umano abbia creato, hanno il dovere morale di donare questa conoscenza
a chi è stato meno favorito dalla sorte». Si parte dall'organizzazione di
attività musicali e culturali, con seminari e concerti per sensibilizzare
l'opinione pubblica nei confronti di situazioni di forte disagio
e raccogliere fondi da devolvere a istituzioni impegnate nella difesa dei
diritti umani. Come appunto
nel concerto di stasera, affidato all'Orchestra da camera dell'associazione e a
solisti che ne condividono gli intenti come Gianmaria Melis (violino), Riccardo
Ghiani (flauto) e Andrea Saccarola (oboe). E a partire, naturalmente, dalla
musica di Antonio Vivaldi, il prete rosso, che ancora oggi lascia
qualcuno interdetto nello scoprire che, all'apice della sua popolarità,
preferisse lavorare con le ragazze della Pietà, alcune con gravi handicap
fisici e mentali, piuttosto che accedere agli onori delle corti europee. GRECA
PIRAS
( da "Musicalnews.com"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Comunicati
Pubblicato il 25/04/2009 alle 16:32:43 Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci
nuovo Frammanight e Frammaday il 25 e 26 aprile con Rein, Frangar non flectar,
Assalti frontali, Radici nel cemento e Regina Olsen di Alessandro Sgritta
Sabato 25 aprile alla Locanda Atlantide di Roma il Frammanight con Rein e
Frangar Non Flectar, in attesa del Frammaday di domenica 26 aprile a
Monterotondo con Assalti Frontali, Radici nel cemento e Regina Olsen, per
ricordare Angelo Frammartino. Sabato 25 aprile alla Locanda Atlantide di Roma il
Frammanight con il concerto di Rein e Frangar Non Flectar, in attesa del
Frammaday di domenica 26 aprile a Monterotondo con i live di Assalti Frontali,
Radici nel cemento e Regina Olsen, per ricordare Angelo Frammartino. Il 10
agosto del 2006 Angelo Frammartino veniva ucciso a Gerusalemme. Si trovava lì
perchè partecipava come volontario a un campo di lavoro. Insieme ad altri
ragazzi e ragazze per due settimane aveva svolto attività di animazione con
bambini palestinesi residenti nella parte Est della città..... Unoccasione
per conoscere meglio i luoghi, i protagonisti e le vittime di un conflitto che
sembra non dover finire mai. Un modo per perseguire, con azioni concrete, il
suo ideale di pace e giustizia. Angelo era una persona gentile e allegra, non
si rassegnava alla
violenza, credeva nella possibilità di un mondo migliore. Angelo il 28 aprile
avrebbe compiuto 27 anni. Per ricordarlo e rilanciare i valori dellimpegno,
della solidarietà e della cooperazione tra i popoli la Fondazione Angelo
Frammartino e lAssociazione
Amici di Angelo Frammartino promuovono il 26 aprile a Monterotondo (Rm) per il
secondo anno consecutivo il FRAMMADAY, una giornata con dibattiti, mostre
fotografiche, spettacoli teatrali, proiezione di film, giocoleria, stand
solidali e gastronomici
e un grande concerto gratuito che vedrà esibirsi sul palco Assalti Frontali,
Radici nel Cemento e Regina Olsen. Una grande giornata attraversata interamente
da un unico filo conduttore: limpegno per la pace. Ma
questanno il Frammaday si sdoppia. Sarà infatti preceduto il 25 aprile a Roma da una
grande serata concerto che presenterà le iniziative del giorno dopo a
Monterotondo: il FRAMMANIGHT, un vero e proprio filo diretto con la capitale
per far conoscere, attraverso il ricordo di Angelo, le tante iniziative di
solidarietà che la Fondazione e lAssociazione a lui
intitolata stanno promuovendo. Il tutto in un locale che Angelo frequentava e a
cui era particolarmente legato: la Locanda Atlantide in via dei Lucani 22/B,
dove suoneranno i Rein e i
Frangar non Flectar. Di seguito il programma delle due giornate: FRAMMANIGHT
aspettando
il Framma Day SABATO 25 APRILE, dalle ore 22 Roma Locanda Atlantide, via dei
Lucani 22b Concerto di REIN (www.myspace.com/rein99) FRANGAR NON FLECTAR
(www.myspace.com/frangarnonflectar)
Nel corso della serata verrà lanciato il FrammaDay. Verranno inoltre presentate
le attività e i progetti della Fondazione Angelo Frammartino e dellAssociazione
Amici di Angelo Frammartino. La serata è realizzata in collaborazione con Arci e Locanda Atlantide, Ingresso 5
Euro. FRAMMADAY DOMENICA 26 APRILE Monterotondo (RM) Dalle 11 alle 13, presso
la Fondazione Angelo Frammartino Via Oberdan 51 - Se
per voi è giusto Dibattito sulla tutela dei Diritti Umani - Immoral
Mostra fotografica di Roberto B.j. Bae Dalle 16 alle 19, presso il Parco
Arcobaleno (ex Omni) Spettacoli teatrali e giocoleria Proiezione di
cortometraggi di Antonio Rezza e Flavia Mastrella Proiezione di cortometraggi
di Perturbazioni di
Pace Stand e Gastronomia Dalle 17 alle 19, presso il Parco
Arcobaleno Selezioni live di Monterocktondo Ore 21, presso il Parco Arcobaleno
CONCERTO di ASSALTI FRONTALI (www.myspace.com/assaltifrontali) RADICI NEL
CEMENTO (www.myspace.com/radicinelcementospace) REGINA OLSEN (cover di Fabrizio De Andrè) Tutte le
iniziative del 26 maggio sono ad ingresso libero e sono promosse in
collaborazione con la Fondazione Angelo Frammartino. Per info:
www.angeloframmartino.org Rein www.rein99.it
www.myspace.com/rein1999
; info@rein99.it
( da "Virgilio Notizie"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 25 apr.
(Apcom) - Nel 2002, un'agenzia dell'esercito Usa definì "tortura" le
tecniche di interrogatorio usate contro presunti terroristi e ammonì i legali
del Pentagono sul rischio che tali metodi producessero "informazioni
inattendibili". Il memo di due pagine, inviato dall'agenzia Joint
Personnel Recovery Agency (Jpra), è stato diffuso oggi dal Washington Post.
"Le conseguenze involontarie di una politica Usa che
prevede la tortura per i prigionieri - ammoniva ancora l'agenzia - è che questa
potrebbe essere usata dai suoi avversari per giustificare la tortura su
personale Usa catturato". Non è chiaro, precisa il Wp, se questo documento
sia mai arrivato ai più alti livelli dell'amministrazione Bush. Il memo
faceva parte di un alcuni documenti presentati nel luglio
( da "Wall Street Italia"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Usa/ Memo 2002:
"informazioni inattendibili" con le torture (Wp) di Apcom Agenzia
ammonì anche su rischio che soldati Usa fossero torturati -->Roma, 25 apr.
(Apcom) - Nel 2002, un'agenzia dell'esercito Usa definì "tortura" le
tecniche di interrogatorio usate contro presunti terroristi e ammonì i legali
del Pentagono sul rischio che tali metodi producessero "informazioni inattendibili".
Il memo di due pagine, inviato dall'agenzia Joint Personnel Recovery Agency
(Jpra), è stato diffuso oggi dal Washington Post. "Le conseguenze
involontarie di una politica Usa che prevede la tortura per i prigionieri -
ammoniva ancora l'agenzia - è che questa potrebbe essere usata dai suoi
avversari per giustificare la tortura su personale Usa catturato". Non è
chiaro, precisa il Wp, se questo documento sia mai arrivato ai più alti livelli
dell'amministrazione Bush. Il memo faceva parte di un alcuni documenti presentati
nel luglio
( da "Foglio, Il" del
25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
25 aprile 2009 La
sharia distrugge diritti, è vero, ma l'aborto occidentale? Al direttore -
Mentre in occidente si discute se il burqa debba essere considerato un simbolo
di libertà femminile alternativa a quella che conosciamo, nei giorni scorsi i
media hanno mandato in onda scenette di ordinaria vita quotidiana islamica.
Dalle donne afghane prese a sassate da connazionali maschi perché protestavano
contro la legge che legalizzava lo stupro in famiglia, alla fustigazione
pubblica di una giovane donna pachistana “rea” di essere stata vista a
chiacchierare con un uomo che non era suo marito, per finire con la fucilazione
in Pakistan di due presunti giovani amanti. Ciò che per ignoranza o accecamento
ideologico gli infatuati del multiculturalismo non riescono a ficcarsi in testa
è che la sharia, cioè il complesso degli ordinamenti giuridici dellislam,
è desunta dal Corano. Quindi intoccabile, e soprattutto sprezzante del
principio di laicità occidentalmente inteso e dei diritti umani incentrati
sulla Magna Charta dellOnu. Bisogna capire una volta per tutte che
il refrain dellequipollenza di tutte religioni e culture, è una panzana
inventata da chi vuole distruggere la civiltà occidentale. Gianni Toffali,
Verona Sono daccordo nel considerare universalisticamente i problemi posti dalla sharia
islamica, senza concessioni ambigue. Ma vorrei che loccidente,
nel fare questo, considerasse seriamente anche la legge dellaborto
seriale e moralmente indifferente, che produce un numero di morti molto
superiore, che produce
ipocrisia, silenzio, selezione della razza e del genere (in Asia, con la strage
delle bambine non volute).
( da "Sestopotere.com"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
25 aprile, a Forlì
celebrazioni radicali contro la "partitocrazia" (25/4/2009 18:48) |
(Sesto Potere) - Forlì - 2 aprile 2009 - Militanti dell'associazione Forlì
Radicale hanno ricordato la Liberazione questa mattina al cimitero di guerra di
via Ravegnana, di fronte al cimitero monumentale, a Forlì, ringraziando gli
Alleati che ci hanno riportato la libertà dopo il ventennio fascista. S'è data
lettura di alcuni brani di Giuseppe Maranini, studioso costituzionalista, che
nel 1949 inventò la parola Partitocrazia in un celebre discorso
all'inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Firenze "Governo
Parlamentare e partitocrazia", e alcuni militanti Radicali forlivesi,
hanno indossato la stella gialla delle leggi razziali "per rappresentare la violazione dei diritti di tutti cittadini in atto e l'esclusione "razziale"
di qualsiasi rappresentante di liberi movimenti d'opinione, come i Radicali,
dal dibattito politico e dalle istituzioni". "Questi 60 anni di
"Peste Italiana" sono stati la sistematica distruzione delle
istituzioni repubblicane e dello stato di diritto. Le oligarchie di
lobby economiche e corporazioni attraverso i partiti hanno sostituito lo stato
e sono i nuovi garanti della sicurezza e del diritto in Italia. Pochi esempi
fra i tanti? Il referendum del 1993 aveva sancito la cancellazione del
finanziamento pubblico dei partiti, ma sotto forma di finanziamento ai giornali
di partito e di rimborsi elettorali, questo finanziamento è decuplicato. Da
anni sono milioni i processi civili e penali pendenti ed il "caso
giustizia" è la cifra dell'inaffidabilità dello Stato nell'organizzare uno
stato di diritto a tutela di cittadini ed imprese e le leggi "salva
assicurazioni" "salva Previti" "salva banche" sono il
quotidiano infinito (non a caso una legge sulla class Action è ferma da anni in
parlamento)": afferma in una nota Andrea Ansalone (il primo a sinistra
nella foto). Slogan della manifestazione? "Per una nuova
Liberazione". I Radicali hanno manifestato contro la partitocrazia e per
libere e spontanee correnti d'opinione. "Per questo, a Forlì, partecipiamo
al dibattito per il futuro amministrativo della nostra città perchè le lobby partitiche
che ci hanno governato in questi ultimi anni vengano completamente sconfitti da
un rinnovamento innanzitutto di metodo politico": conclude Ansalone.
( da "Virgilio Notizie"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 25 apr.
(Apcom) - Paolo Crepet, psichiatra e scrittore, da oggi è il nuovo
"assessore ai Sogni" del Comune di Salemi. Lo ha designato stamane
"sul campo" a Palermo, nel corso di una Conferenza Stampa all'Assemblea regionale siciliana promossa per parlare di diritti umani con il vice presidente del
Parlamento del Tibet in esilio, Dolma Gyari e il presidente dell'Ars Francesco
Cascio, il sindaco Vittorio Sgarbi raccogliendo la proposta di Oliviero
Toscani, che del comune siciliano è l'assessore alla Creatività e ai Diritti Umani. Crepet è l'ultimo,
in ordine cronologico, degli "originali" assessori designati da
Vittorio Sgarbi dal luglio scorso quando è stato eletto sindaco di Salemi in
provincia di Trapani. In precedenza, oltre all'assessore al Nulla Graziano
Cecchini, il sindaco ha nominato come "esterni" nell'esecutivo che
governa la città lo chef Fulvio Pierangelini assessore alla Mani in Pasta, il
"gastronauta" Davide Paolini ssessore al Gusto e Disgusto e il
giornalista Alessandro Cecchi Paone assessore ai Diritti
Civili. Paolo Crepet, che da ieri è a Salemi assieme a Sgarbi e Toscani per
programmare una serie di iniziative, s'è detto soddisfatto ed entusiasta:
"Come tutte le cose originali, l'idea di questo assessorato è nata per
caso, ma è chiaro che è un impegno che prendo sul serio visto che Salemi è
ormai diventata uno straordinario laboratorio di idee e progetti di cui tutti
parlano. Qui c'è quella creatività che altrove manca". Vittorio Sgarbi ha
commentato: "Ne abbiamo già di uno sogno al quale Crepet potrà già
lavorare assieme a me e Toscani: portare il Dalai Lama a Salemi dove, peraltro,
il parlamento del Tibet in esilio, se lo vorrà, troverà sede e ospitalità per
tutto il tempo che riterranno opportuno".
( da "Wall Street Italia"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
Sicilia/ Paolo
Crepet assessore 'Ai sogni' del Comune di Salemi di Apcom Nominato oggi a
Palermo dal sindaco Vittorio Sgarbi -->Roma, 25 apr. (Apcom) - Paolo Crepet,
psichiatra e scrittore, da oggi è il nuovo "assessore ai Sogni" del
Comune di Salemi. Lo ha designato stamane "sul campo" a Palermo, nel
corso di una Conferenza Stampa all'Assemblea regionale
siciliana promossa per parlare di diritti umani con il vice presidente del Parlamento del Tibet in esilio, Dolma
Gyari e il presidente dell'Ars Francesco Cascio, il sindaco Vittorio Sgarbi
raccogliendo la proposta di Oliviero Toscani, che del comune siciliano è
l'assessore alla Creatività e ai Diritti Umani. Crepet è l'ultimo, in ordine cronologico, degli
"originali" assessori designati da Vittorio Sgarbi dal luglio scorso
quando è stato eletto sindaco di Salemi in provincia di Trapani. In precedenza,
oltre all'assessore al Nulla Graziano Cecchini, il sindaco ha nominato come
"esterni" nell'esecutivo che governa la città lo chef Fulvio
Pierangelini assessore alla Mani in Pasta, il "gastronauta" Davide
Paolini ssessore al Gusto e Disgusto e il giornalista Alessandro Cecchi Paone
assessore ai Diritti Civili. Paolo Crepet, che da ieri
è a Salemi assieme a Sgarbi e Toscani per programmare una serie di iniziative,
s'è detto soddisfatto ed entusiasta: "Come tutte le cose originali, l'idea
di questo assessorato è nata per caso, ma è chiaro che è un impegno che prendo
sul serio visto che Salemi è ormai diventata uno straordinario laboratorio di
idee e progetti di cui tutti parlano. Qui c'è quella creatività che altrove
manca". Vittorio Sgarbi ha commentato: "Ne abbiamo già di uno sogno
al quale Crepet potrà già lavorare assieme a me e Toscani: portare il Dalai
Lama a Salemi dove, peraltro, il parlamento del Tibet in esilio, se lo vorrà,
troverà sede e ospitalità per tutto il tempo che riterranno opportuno".
( da "Giornale.it, Il"
del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 99 del 2009-04-25
pagina 0 Il Burundi mette fuorilegge i gay: «Illegali gli atti omosessuali» di
Felice Manti Prevista una pena dai tre mesi a due anni di prigione. A metà
marzo il provvedimento era stato approvato quasi all'unanimità dopo una imponente
manifestazione di piazza a favore della legge. Le organizzazioni umanitarie: «Il presidente Nkurunziza ci ripensi» Il
presidente del Burundi ha promulgato una legge che criminalizza
l'omosessualità. Lo rivela un comunicato di 63
organizzazioni per la tutela dei diritti umani che chiedono al leader del Paese africano, Pierre Nkurunziza, di
ritornare sui suoi passi. In base alla legge emanata mercoledì scorso ma di cui
si è avuta notizia soltanto oggi, «gli atti sessuali tra persone dello stesso
sesso diventano illegali». è la prima legge del genere emanata in
Burundi, denunciano le associazioni nel comunicato diffuso da Human Rights
Watch. Per il reato di omosessualità, stabilisce il nuovo provvedimento, è
prevista una pena dai tre mesi a due anni di prigione. La promulgazione della
legge era scontata dopo che a metà marzo il parlamento aveva adottato il testo
quasi all'unanimità. Qualche giorno prima dell'approvazione, circa 20mila
persone erano scese in piazza nella capitale del Burundi per manifestare in favore
della legge. è stata la più grossa manifestazione nel Paese dal 2005. © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Stampa, La" del
25-04-2009)
Pubblicato anche in: (Stampa,
La)
Argomenti: Diritti umani
Biennale Sabato 25
aprile al Sermig importante appuntamento sul testamento biologico con dibattito
pubblico gli ultimi atti ANNA SARTORIO Ancora tre giorni per partecipare
attivamente. Tre giorni per attivare la mente. La prima edizione della Biennale
Democrazia s'intitola, appunto, «Partecipare attiva(la)mente»: gioco di parole
affinché i bisogni dei cittadini non restino solo chiacchiere da bar.
Inaugurata mercoledì scorso da Giorgio Napolitano, la Biennale ha una missione:
coinvolgere la gente in dibattiti, incontri e nel tracciare la linee-guida
delle leggi, come una moderna democrazia dovrebbe fare. Ecco allora l'incontro
più importante, sabato 25 al Sermig (piazza Borgo Dora 61, dalle 9 alle 17):
atto finale di una discussione pubblica durata mesi sul testamento biologico.
Corrado Augias dirigerà i lavori: gruppi di 10 persone riuniti intorno a un
tavolo, ma anche collegati via web con altri gruppi (un incontro-gemello si
terrà in contemporanea nella Sala Pegaso della Regione Toscana), per dare «dal
basso» le indicazioni al Palazzo. Sempre che il Palazzo accolga i suggerimenti.
Ma la Biennale Democrazia non è solo questo. Negli ultimi tre giorni restano
decine di appuntamenti (tutti su www.biennaledemocrazia.it). Anche per i più
piccoli, perché la democrazia prima s'impara meglio è. Così venerdì 24 alle 10,
nella Sala Rossa del Comune, ecco «Le belle tasse», due incontri condotti da
Franco Fichera in cui alcune classi di IV e V elementari ricevono monete di
cioccolato come risorse, si costituiscono in autorità politica, esattori,
amministratori, versano i tributi e decidono come spendere il gettito. Mentre,
per gli adulti, a Palazzo Carignano (ore 10,30) Luciano Canfora introduce
Sergio Roda nel dibattito «La democrazia degli antichi», da Socrate ad
Aristotele, passando per Platone. Sempre venerdì 24 si parla, poi, di nuovi
poveri (Cavallerizza Reale, ore 10), assieme a Pierluigi Dovis, Marco Revelli,
Chiara Saraceno, e di mafia al Teatro Gobetti (ore 11). Mentre il matrimonio
omosessuale viene affrontato al Carignano (ore 14) con Valeria Ottonelli e
Andrea Bajani. Non basta. I temi sono tanti. Ci saranno satira, Tibet, diritti umani,
precariato, un excursus da Mazzini alla politica e anche letture tratte da
Nietzsche. I temi di sabato toccheranno Internet, l'India, il populismo, il
dialogo sordo tra destra e sinistra (se esistono ancora), il multiculturalismo
e una bella lettura sulla democrazia secondo Tocqueville (ore 17,
Circolo dei Lettori, via Bogino 9). Giornata conclusiva, infine, domenica 26
(sempre al Circolo dei Lettori): una maratona, dalle 10 alle 18, per tirare le
fila su diritti, solidarietà, vita, uguaglianza, apatia, paura, orrore. Tutti i
volti della democrazia in una volta sola.