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Report "Diritti umani"   25-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

No alla disinformazione ( da "Trentino" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay ha denunciato ieri a Ginevra la "vasta campagna di disinformazione" orchestrata contro la Conferenza dell'Onu sul razzismo che si è conclusa ieri a Ginevra. In una conferenza stampa, Pillay ha parlato di una campagna "determinata ad uccidere la Conferenza" e che ha indotto alcuni Paesi a boicottarla.

Cheney for president ( da "Foglio, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 24 aprile 2009 Cheney for president Liz, però. Per come spiega, in partibus infidelium (alla Msnbc), che le famose 13 tecniche intensificate di interrogatorio non sono tortura. di Christian Rocca

IMMIGRATI, ( da "Wall Street Italia" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Immigrati, «L'Italia sia più attiva nella tutela dei diritti umani» -->E' l'auspicio espresso dal segretario del Consiglio d'Europa, Terry Davis ...

Aquí, l'Edat Mitjana ( da "Avui" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: l'Edat Mitjana Isabel-Clara Simó Parlem de tortura: el president Obama ha dit que cal tancar Guantánamo i les altres presons secretes de la CIA escampades pel món. Molt bé. Diu també que els responsables no han de ser sancionats, tot i que la tortura és un delicte, local i internacional, car obeïen ordres.

Â, da Campobasso ad Assisi collegamenti gratuiti ( da "Tempo, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: anno dei diritti umani, a 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino e nell'anno europeo della creatività e dell'innovazione. Tema dell'edizione 2009 l'educazione ai diritti umani e alla pace, alla cittadinanza europea, all'educazione inteculturale e alla legalità, essendo da poco trascorso l'anniversario dei 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti dell'

(senza titolo) ( da "Nuova Sardegna, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sassari BREVI DOMENICANI Una conferenza all'università «Sessant'anni di diritti umani. L'uomo al centro. I Domenicani alla conquista dell'America», è il tema della conferenza organizzata per martedì prossimo, 28 aprile, alle 17,30 nell'aula Eleonora d'Arborea dell'Università (piazza Università) dalla Famiglia Laica Domenicana di Sassari.

brevi, schede e richiami 1 ( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La Chiesa scomunichi chi ricorre alla tortura Ilaria Caputi ylapoesia@hotmail.com È UN peccato maggiore torturare un essere umano, o risposarsi dopo un matrimonio fallito? È mai possibile che la Chiesa continui a usare la scomunica per combattere questo secondo tipo di comportamento, e poi si occupi così poco della tortura, un male sinistro diffuso su tutta la terra?

brevi, schede e richiami 8 ( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ispirandosi al film) e diretto da Carlo Benso, con Alessandro Procoli, Mario Sgueglia e Giulio Stasi. Il teatro fa spiare una stazione di polizia, una stanza (quasi) della tortura, un'inquisizione scientifica, un match di errori e istrionismi. (r.d.g.) Teatro Argot Studio, via Natale del Grande 27, tel. 06/5898111, ore 21,fino 10 maggio

di sinistra non significa essere irragionevoli ( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani e civili, che al contrario di altri non hanno dismesso l'idea che un mondo più giusto e solidale è e deve essere possibile. Di fronte alla crisi economica provocata dalle storture del capitalismo e da una globalizzazione senza regole, in cui unico valore sembra essere l'esasperata ricerca del profitto individuale che poi conduce al tracollo individuale e collettivo,

firme per la lapide nell'hotel delle ss ( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: è stato un luogo di tortura e di morte per gli antifascisti e i perseguitati razziali. Ma nessuna lapide, dopo 64 anni, ricorda gli orrori che avvenivano nel comando delle SS e della Gestapo, sotto gli ordini di Theodor Saevecke. A chiedere che sia messa una lapide sull´edificio di via Santa Margherita, a pochi metri da Piazza Duomo,

di sinistra non significa essere irragionevoli ( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani e civili, che al contrario di altri non hanno dismesso l'idea che un mondo più giusto e solidale è e deve essere possibile. Di fronte alla crisi economica provocata dalle storture del capitalismo e da una globalizzazione senza regole, in cui unico valore sembra essere l'esasperata ricerca del profitto individuale che poi conduce al tracollo individuale e collettivo,

argentina 1978: il dramma ( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ombra le gravissime violazioni dei diritti umani che va perpetrando: abrogazione dei diritti costituzionali, sospensione delle attività politiche e di associazione, proibizione dei sindacati, dei giornali, sequestro di attivisti politici sociali e sindacalisti oltre che di alcuni guerriglieri, utilizzo della tortura come forma sistematica per estorcere informazioni e l'

pace e liberazione con le donne afghane ( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la capacità di costruire una rete di solidarietà per i diritti umani. A loro infatti è stato assegnato il premio internazionale Honor et dignitas Ernesto Balducci. «Il nostro centro promuove ormai da tempo e si impegna sul versante dell'accoglienza di stranieri e, contestualmente, diffonde una cultura della non violenza attiva, della pace, della solidarietà»,

Il Giorno della Terra muore ad Agrigento ( da "Secolo XIX, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: occasione per ribadire il secondo pilastro della sua politica (il primo essendo i diritti umani): ovvero l'ecologismo. Più che una rivoluzione verde, un'economia verde mirata all'energia pulita e al risparmio energetico, nel suo caso si trattava di uscire dallo stato di necessità in cui erano entrati gli Stati Uniti nell'era Bush.

torture, usciranno le foto ( da "Tirreno, Il" del 25-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il via libera dato dal Pentagono Torture, usciranno le foto WASHINGTON. Il Dipartimento della Difesa Usa pubblicherà un «numero consistente» di foto che mostrano gli abusi ai prigionieri rinchiusi nelle carceri statunitensi in Iraq e in Afghanistan. Lo ha reso noto l'Aclu, l'American Civil Liberties Union.

La ficción políticamente incorrecta: Contra las cuerdas de la ética ( da "Clarin, El" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tiene la noble misión de combatir el terrorismo pero que está dispuesto a todo, tortura incluida, con tal de conseguir su objetivo. Cuando el ejército estadounidense manifestó su inquietud por las escenas de tortura, Sutherland, protagonista y productor de la serie, le respondió que harían mejor en preocuparse por los abusos que cometieron en la prisión de Abu Ghraib, Irak.

SERRA SAN QUIRICO TUTTO PRONTO a Serra San Quirico per la 27esima Rassegna Naziona... ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: come il 10 dicembre 1948, data della Dichiarazione della Carta dei diritti umani, e il 9 maggio 1978, giorno dell'uccisione di Peppino Impastato e di Aldo Moro. Il 6 maggio sarà ospite proprio Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che sarà coinvolto in alcuni lavori con i ragazzi sul tema dell'educazione alla legalità.

ROMANO di nascita e monzese d'adozione dopo il matrimonio. È Carlo Chierico, presidente de... ( da "Giorno, Il (Brianza)" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: fra 16 squadre partecipanti di cui 3 composte da italiani (Italia Brianza, Italia diritti umani e Italia Maunazzi) e stranieri, provenienti da Algeria, Bangladesh, Bolivia, Colombia, Costa d'Avorio, Ecuador, Egitto, Egitto Nord Africa, Marocco, Perù, Romania, Senegal e Tibet. Da sempre Chierico è sensibile al tema della solidarietà.

TORTURE, PRESTO PUBBLICHE CENTINAIA DI FOTOGRAFIE ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 25-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Alto commissario dell'Onu per i diritti umani. CUBA EFFETTO OBAMA, ALL'AVANA TORNANO GLI YACHT USA I governi di Cuba e Stati Uniti non sono ancora riusciti a trovare una sintonia politica, ma almeno su un fronte i rapporti fra i due paesi stanno migliorando: gli yacht americani stanno tornando a visitare l'isola caraibica.

Una politica che sgretoli ogni muro ( da "Unita, L'" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la difesa dei diritti umani, la protezione dei deboli, la regolazione democratica dei conflitti sociali, la diffusione di sistemi sostenibili di welfare. Una cosa fondamentale resta, delle speranze nate con la caduta del Muro e con la fine delle ideologie del Novecento: pur con tutti i rischi del nostro tempo, pur fra tutti gli ostacoli ben visibili lungo il cammino,

Respinti dall'Italia, rinchiusi in Tunisia ( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Anche il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, nel suo ultimo rapporto sull'Italia si è detto «decisamente contrario» ai rimpatri forzati verso paesi con precedenti di tortura provati e di lunga durata, nonostante le rassicurazioni diplomatiche.

Le Tigri, una scusa per il massacro dei civili ( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ultima denuncia degli «Insegnanti universitari per i diritti umani» di Jaffna «Le Tigri, una scusa per il massacro dei civili» Una giovane madre è stata ferita mentre allattava, e il suo bebè di tre mesi ucciso, colpiti da frammenti di proiettili all'interno di quella che il governo ha dichiarato no fire zone, zona franca dai combattimenti.

Quel sangue che scorre ma non buca il video ( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani», sezione di Jaffna (stralci del loro ultimo bollettino sono in questa pagina), che ha documentato sia come l'esercito abbia preso di mira la popolazione civile tamil in modo deliberato, a partire dal 2006, con evacuazioni forzate e fuoco d'artiglieria - sia come le Tigri abbiano instaurato un sistema di arruolamento forzato e abbiano impedito ai civili di fuggire dalle

Da soli alle Europee. ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Italia sia il Paese più condannato dalla Corte europea dei diritti umani per durata di processi. La conseguenza è «una sistematica impunità e incertezze del diritto». I due leader radicali lamentano la loro «espulsione» dal dibattito politico e dai mezzi di informazione, «espulsione –spiega la vicepresidente del Senato Bonino –

Etica o Ragion di Stato? Alle origini della democrazia ( da "Corriere della Sera" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: nel pensiero di Marx, l'ideale di una personalità umana realizzata nella sua pienezza. Anche per lui, come per Calhoun, gli uomini non nascono liberi e soprattutto non nascono uguali. Ma questo fatto non è per lui automaticamente un diritto o meglio la negazione di un diritto, del diritto alla libertà e all'uguaglianza.

Torture, usciranno le foto ( da "Trentino" del 25-04-2009) + 4 altre fonti
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il via libera dato dal Pentagono Torture, usciranno le foto WASHINGTON. Il Dipartimento della Difesa Usa pubblicherà un «numero consistente» di foto che mostrano gli abusi ai prigionieri rinchiusi nelle carceri statunitensi in Iraq e in Afghanistan. Lo ha reso noto l'Aclu, l'American Civil Liberties Union.

Resistenza, la nostra prigione siamo noi ( da "Trentino" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la tortura, la condanna a morte si trovò improvvisamente libero, il primo impatto fu spesso traumatico. E' comprensibile la tentazione di Petroni, torturato in Via Tasso a Roma, di ripiegare su se stesso. Un amico di famiglia, dopo due anni di internamento a Mauthausen, ridotto a una larva umana, raccontava di essere rimasto sconvolto dalla brutalità con la quale i suoi compagni,

Senza titolo ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: vedrete le foto delle torture Cia di Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione;

Oppositori arruolati con la forza I nuovi metodi della repressione ( da "Corriere della Sera" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «Dove persistono gravi violazioni dei diritti, come la pena di morte, la vigilanza dell'Europa è fondamentale spiega Valiantsin Stefanovic del centro diritti umani Viasna . Ora, con la crisi, l'Occidente potrebbe subordinare alle riforme il sostegno economico del quale Minsk ha urgente bisogno».

Obama: vedrete le foto delle torture Cia. ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: vedrete le foto delle torture Cia di Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione;

Basta con i pasticci degli euroburocrati. ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Commissario ai Diritti umani dei cittadini europei ignora l?esistenza della Direttiva 2004/38/CE, recepita dall?ordinamento nazionale con il decreto legislativo n. 30 del 2007 e che consente, nel pieno rispetto del Trattato, di allontanare dai confini di un Paese membro gli immigrati comunitari che vivono di crimini o espedienti e non possono provvedere alla propria assistenza sanitaria.

di sinistra non significa essere irragionevoli ( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani e civili, che al contrario di altri non hanno dismesso l'idea che un mondo più giusto e solidale è e deve essere possibile. Di fronte alla crisi economica provocata dalle storture del capitalismo e da una globalizzazione senza regole, in cui unico valore sembra essere l'esasperata ricerca del profitto individuale che poi conduce al tracollo individuale e collettivo,

manifestazioni in città per la liberazione ( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: vanta del numero di rimpatri violando nel frattempo diritti umani universali. E anziché migliorare l'istruzione pubblica, ragione di tante lotte, si finanzia quella privata e si pongono a valore ordine e disciplina per non investire in didattica». «Per questo crediamo sia ancora oggi necessario resistere e ricordare quell'Italia sognata il 25 aprile '45 - conclude il comunicato -

La Casa Bianca chiede il cessate il fuoco in Sri Lanka. 50mila civili bloccati ( da "Rai News 24" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Dallo scorso anno il governo ha posto il divieto alle organizzazioni umanitarie di accedere nella zona di guerra. Circa 6500 civili sono rimasti uccisi solo negli ultimi tre mesi, dice l'ONU, e si moltiplicano le violazioni dei diritti umani.

Obama: vedrete le foto delle torture Cia ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: vedrete le foto delle torture Cia di Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione;

Basta con i pasticci degli euroburocrati ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Commissario ai Diritti umani dei cittadini europei ignora l?esistenza della Direttiva 2004/38/CE, recepita dall?ordinamento nazionale con il decreto legislativo n. 30 del 2007 e che consente, nel pieno rispetto del Trattato, di allontanare dai confini di un Paese membro gli immigrati comunitari che vivono di crimini o espedienti e non possono provvedere alla propria assistenza sanitaria.

Sponda Sud, riforme al palo ( da "Denaro, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Progressi limitati in lotta a corruzione, libertà espressione e indipendenza dei media, diritto di assemblea e associazione, libertà di religione. ISRAELE Limitata collaborazione sulla ricerca di una soluzione al conflitto con i palestinesi, e limitati progressi su democrazia, Stato di diritto, diritti umani e diritto umanitario.

Quel sangue che scorre ma non il video ( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani», sezione di Jaffna (stralci del loro ultimo bollettino sono in questa pagina), che ha documentato sia come l'esercito abbia preso di mira la popolazione civile tamil in modo deliberato, a partire dal 2006, con evacuazioni forzate e fuoco d'artiglieria - sia come le Tigri abbiano instaurato un sistema di arruolamento forzato e abbiano impedito ai civili di fuggire dalle

( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ultima denuncia degli «Insegnanti universitari per i diritti umani» di Jaffna «Le Tigri, una scusa per il massacro dei civili» Una giovane madre è stata ferita mentre allattava, e il suo bebè di tre mesi ucciso, colpiti da frammenti di proiettili all'interno di quella che il governo ha dichiarato no fire zone, zona franca dai combattimenti.

ANGELA VITALIANO NEW YORK. BISOGNERà ASPETTARE LA FINE DI MAGGIO MA, DA QUEL MOMENTO, OLTRE ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: rendendo pubblici i memorandum sulle torture, sperava di poter stabilire una simbolica linea di separazione tra l'America di ieri e quella di domani, in cui non ci sarà spazio, lo ha ribadito più volte, per la tortura. E questo rischia di diventare uno dei nodi cruciali alla vigilia del raggiungimento del famoso traguardo dei «primi 100 giorni»,

Immigrati/ Di Giovan Paolo (Pd): 6 mesi nei Cie è come ( da "Virgilio Notizie" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani e anche il buon senso. Portare da due a sei mesi la permanenza nei Cie vuol dire introdurre una sorta di detenzione": lo afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo. "Il ministro - prosegue l'esponente di opposizione in un comunicato - vada a vedere il codice penale per capire che spesso sei mesi di carcere non sono dati nemmeno a chi ha commesso importanti reati.

IMMIGRATI/ DI GIOVAN PAOLO (PD): 6 MESI NEI CIE È COME PRIGIONE ( da "Wall Street Italia" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani e anche il buon senso. Portare da due a sei mesi la permanenza nei Cie vuol dire introdurre una sorta di detenzione": lo afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo. "Il ministro - prosegue l'esponente di opposizione in un comunicato - vada a vedere il codice penale per capire che spesso sei mesi di carcere non sono dati nemmeno a chi ha commesso importanti reati.

Washington pensa a commissione d'inchiesta Negli Emirati lo sceicco si trasforma in aguzzino ( da "Gazzettino, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E l'area del Golfo si conferma terreno fertile per la tortura. Negli Emirati Arabi, su ben altra scala, si è verificato un nuovo caso di tortura di cui è stato vittima un (presunto) businessman arabo che vive in Texas. Gli aguzzini erano invece guidati dal fratello del principe ereditario, lo sceicco Mohammed.

Quaranta scuole alla ribalta ( da "Corriere Adriatico" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: aprile dal titolo Arcevia terra di rifugio e mura di combattimento' oppure il 26 aprile andrà in scena Umano è ', ispirato alla dichiarazione dei diritti umani. Il 4 ed 13 maggio c'è un laboratorio di pittura condotto dagli utenti e dagli operatori del centro diurno Il Sollievo' di Jesi, in collaborazione con gli studenti dell' Accademia di Belle Arti di Brera e di quella di Macerata.

I 100 giorni ( da "Sicilia, La" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La lotta contro il terrorismo deve essere combattuta nella legalità, nel rispetto dei diritti umani». Altrimenti, si rischia di alimentare il circuito del «reclutamento». E' questo l'avvertimento lanciato dal segretario generale del Consiglio d'Europa, Terry Davis, alla Conferenza «Fattori destabilizzanti e minacce transnazionali», organizzata dalla Farnesina.

I suoni della solidarietà Al via stasera con Vivaldi la prima orchestra etica ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: disagio e raccogliere fondi da devolvere a istituzioni impegnate nella difesa dei diritti umani. Come appunto nel concerto di stasera, affidato all'Orchestra da camera dell'associazione e a solisti che ne condividono gli intenti come Gianmaria Melis (violino), Riccardo Ghiani (flauto) e Andrea Saccarola (oboe). E a partire, naturalmente, dalla musica di Antonio Vivaldi, il prete rosso,

Frammanight e Frammaday il 25 e 26 aprile con Rein, Frangar non flectar, Assalti frontali, Radici nel cemento e Regina Olsen ( da "Musicalnews.com" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Dibattito sulla tutela dei Diritti Umani - ?Immoral? Mostra fotografica di Roberto B.j. Bae Dalle 16 alle 19, presso il Parco Arcobaleno (ex Omni) Spettacoli teatrali e giocoleria Proiezione di cortometraggi di Antonio Rezza e Flavia Mastrella Proiezione di cortometraggi di ?

Usa/ Memo 2002: "informazioni inattendibili" con le torture... ( da "Virgilio Notizie" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Le conseguenze involontarie di una politica Usa che prevede la tortura per i prigionieri - ammoniva ancora l'agenzia - è che questa potrebbe essere usata dai suoi avversari per giustificare la tortura su personale Usa catturato". Non è chiaro, precisa il Wp, se questo documento sia mai arrivato ai più alti livelli dell'amministrazione Bush.

USA/ MEMO 2002: INFORMAZIONI INATTENDIBILI CON LE TORTURE (WP) ( da "Wall Street Italia" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: con le torture (Wp) di Apcom Agenzia ammonì anche su rischio che soldati Usa fossero torturati -->Roma, 25 apr. (Apcom) - Nel 2002, un'agenzia dell'esercito Usa definì "tortura" le tecniche di interrogatorio usate contro presunti terroristi e ammonì i legali del Pentagono sul rischio che tali metodi producessero "informazioni inattendibili"

La sharia distrugge diritti, è vero, ma l'aborto occidentale? ( da "Foglio, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e soprattutto sprezzante del principio di laicità occidentalmente inteso e dei diritti umani incentrati sulla Magna Charta dell?Onu. Bisogna capire una volta per tutte che il refrain dell?equipollenza di tutte religioni e culture, è una panzana inventata da chi vuole distruggere la civiltà occidentale. Gianni Toffali, Verona Sono d?

25 aprile, a Forlì celebrazioni radicali contro la "partitocrazia" ( da "Sestopotere.com" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per rappresentare la violazione dei diritti di tutti cittadini in atto e l'esclusione "razziale" di qualsiasi rappresentante di liberi movimenti d'opinione, come i Radicali, dal dibattito politico e dalle istituzioni". "Questi 60 anni di "Peste Italiana" sono stati la sistematica distruzione delle istituzioni repubblicane e dello stato di diritto.

Sicilia/ Paolo Crepet assessore 'Ai sogni' del Comune di ( da "Virgilio Notizie" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Assemblea regionale siciliana promossa per parlare di diritti umani con il vice presidente del Parlamento del Tibet in esilio, Dolma Gyari e il presidente dell'Ars Francesco Cascio, il sindaco Vittorio Sgarbi raccogliendo la proposta di Oliviero Toscani, che del comune siciliano è l'assessore alla Creatività e ai Diritti Umani.

SICILIA/ PAOLO CREPET ASSESSORE 'AI SOGNI' DEL COMUNE DI SALEMI ( da "Wall Street Italia" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Assemblea regionale siciliana promossa per parlare di diritti umani con il vice presidente del Parlamento del Tibet in esilio, Dolma Gyari e il presidente dell'Ars Francesco Cascio, il sindaco Vittorio Sgarbi raccogliendo la proposta di Oliviero Toscani, che del comune siciliano è l'assessore alla Creatività e ai Diritti Umani.

Il Burundi mette fuorilegge i gay: ( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lo rivela un comunicato di 63 organizzazioni per la tutela dei diritti umani che chiedono al leader del Paese africano, Pierre Nkurunziza, di ritornare sui suoi passi. In base alla legge emanata mercoledì scorso ma di cui si è avuta notizia soltanto oggi, «gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso diventano illegali».

Biennale ( da "Stampa, La" del 25-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani, precariato, un excursus da Mazzini alla politica e anche letture tratte da Nietzsche. I temi di sabato toccheranno Internet, l'India, il populismo, il dialogo sordo tra destra e sinistra (se esistono ancora), il multiculturalismo e una bella lettura sulla democrazia secondo Tocqueville (ore 17,


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No alla disinformazione (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

No alla disinformazione GINEVRA. L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay ha denunciato ieri a Ginevra la "vasta campagna di disinformazione" orchestrata contro la Conferenza dell'Onu sul razzismo che si è conclusa ieri a Ginevra. In una conferenza stampa, Pillay ha parlato di una campagna "determinata ad uccidere la Conferenza" e che ha indotto alcuni Paesi a boicottarla. Il testo finale della Conferenza è un "buon documento", ha ribadito. Il documento è stato infatti approvato già martedì scorso all'apertura della conferenza.

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Cheney for president (sezione: Diritti umani)

( da "Foglio, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

24 aprile 2009 Cheney for president Liz, però. Per come spiega, in partibus infidelium (alla Msnbc), che le famose 13 tecniche intensificate di interrogatorio non sono tortura. di Christian Rocca

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IMMIGRATI, (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Immigrati, «L'Italia sia più attiva nella tutela dei diritti umani» -->E' l'auspicio espresso dal segretario del Consiglio d'Europa, Terry Davis ...

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Aquí, l'Edat Mitjana (sezione: Diritti umani)

( da "Avui" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

DE FIL DE VINT Aquí, l'Edat Mitjana Isabel-Clara Simó Parlem de tortura: el president Obama ha dit que cal tancar Guantánamo i les altres presons secretes de la CIA escampades pel món. Molt bé. Diu també que els responsables no han de ser sancionats, tot i que la tortura és un delicte, local i internacional, car obeïen ordres. Així doncs, per què és immune a la llei qui donava aquestes ordres? Molt malament. Tot de veus escandalitzades han dit que pot ser desagradable però que la tortura és útil, en el més pur estil Torquemada. Un dels defensors de la tortura ha estat el director del Servei d'Intel·ligència Nacional d'Estats Units, Dennis Blair, perquè afirma que gràcies a aquestes tortures s'han evitat més atemptats. Perdoni que discrepi, senyor Blair: si sotmets a tortura una persona et confessarà tot el que vulguis sentir. Si vols sentir que hi ha un atemptat que, amb la confessió, queda anul·lat, el torturat t'ho dirà, sigui veritat o no. A més, segons han declarat els encarregats d'investigar els "errors" (errors, eh, no us penseu pas que ningú, ni Obama, en digui crims), després de la confessió els presos van continuar essent torturats; hi ha presos que van ser sotmesos al turment de la simulació de l'asfíxia quasi tres-centes vegades, quan ja no tenen res més a dir ni a inventar. En qualsevol cas, senyor Blair, la tortura és un delicte i defensar-la és exactament el mateix que defensar el robatori, la violació o l'espionatge. Crec que els que torturen, segons explica la psiquiatria, ultrapassen les ordres perquè hi troben un repugnant plaer. I una darrera observació, el moment en què hom ha fet públic que als Estats Units es tortura potser no era el més indicat per instar Castro a practicar els "drets humans". Inoportú, si més no.

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Â, da Campobasso ad Assisi collegamenti gratuiti (sezione: Diritti umani)

( da "Tempo, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

stampa Palazzo San Giorgio «Marcia della pace», da Campobasso ad Assisi collegamenti gratuiti Fervono anche in Molise i preparativi per il meeting nazionale «Stelle di pace», che si terrà ad Assisi l'8 e il 9 maggio, promosso dalla Tavola della pace e dal coordinamento nazionale degli enti locali, a conclusione dell'anno dei diritti umani, a 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino e nell'anno europeo della creatività e dell'innovazione. Tema dell'edizione 2009 l'educazione ai diritti umani e alla pace, alla cittadinanza europea, all'educazione inteculturale e alla legalità, essendo da poco trascorso l'anniversario dei 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Per l'occasione la presidenza del Consiglio comunale di Campobasso, nell'ambito dell'iniziativa il «Consiglio e la città», vuol promuovere una folta partecipazione della collettività locale e del mondo dell'istruzione al Meeting nazionale delle Scuole di pace, puntando l'attenzione sul gravissimo problema delle morti sui luoghi di lavoro. Da qui l'idea dell'amministrazione di organizzare collegamenti gratuiti in pullman per Assisi, a disposizione dei cittadini. Gli autobus partiranno dal piazzale antistante l'ex stadio Romagnoli alle ore 6 di venerdì 8 maggio, giorno in cui sono previsti riunioni e dibattiti. Sabato 9, alle 11,30 è prevista la partenza della «Marcia per un'Europa di pace», che terminerà alle 12,30, con rientro a Campobasso intorno alle 21. Per le adesioni ci si può rivolgere alla segreteria della presidenza dell'assise civica (0874/405257).

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(senza titolo) (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 24 - Sassari BREVI DOMENICANI Una conferenza all'università «Sessant'anni di diritti umani. L'uomo al centro. I Domenicani alla conquista dell'America», è il tema della conferenza organizzata per martedì prossimo, 28 aprile, alle 17,30 nell'aula Eleonora d'Arborea dell'Università (piazza Università) dalla Famiglia Laica Domenicana di Sassari. Una relazione sul tema della conferenza sarà tenuta da padre Alberto Fazzini. LINEA ALGHERO I treni assicurati oggi e il 1º Maggio Nella festività di oggi, 25 aprile) e del prossimo 1º Maggio l'Arst gestione Ferrovie della Sardegna garantirà sulla linea ferroviaria Sassari-Alghero e viceversa i seguenti collegamenti: partenza da Sassari alle 7,14, 8,50, 11,04, 14,18, 16,40 e 19,50. Partenze da Alghero per Sassari alle ore 8,07, 9,47, 13,10, 15,50, 19,42 e 20,47. L'ultimo treno in partenza da Sassari per Alghero delle 20,55 sarà sostituito con un bus. AMERINDIA CINEMA Ultime proiezioni al teatro Civico Amerindia Cinema presenta in prima visione al teatro Civico lunedì 27 e martedì 28 aprile «Stella» (spattacoli alle 10,45, 16,20, 18,20, 20,20 e 22,15). La chiusura della rassegna «Un nuovo cinema per tutti» è invece fissata per mercoledì 29 e giovedì 30 aprile con «Funeral party» (proie‹ioni alle 10,45, 16,30, 18,45 e 21,30). Insieme alla visione del film verrà proposta una clip inedita di «Aspirina» a cura di Marco Sanna e Carlo Valle.

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brevi, schede e richiami 1 (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il mondo dei cacciatori visto da un sessantottino Aldo De Luca Roma Sono una persona da sempre di sinistra, ex militante politico e sindacale, ex sessantottino, ma la passione venatoria certamente affetta da trasversalità è stata una costante nella mia vita. Ci si alza prima dell'alba, si conduce una vita sana, con un allenamento alla fatica, al sacrificio, alla pazienza. Mi rallegro sempre con i genitori che hanno cresciuto i figli a questa passione e non a quella delle discoteche o delle curve di stadio dove sovente spuntano coltelli o peggio, si spara, al bersaglio grosso. In questi giorni ne ho lette tante: zimbelli (richiami vivi) torturati, concessione dell'arma ai sedicenni. Voglio ricordare che ai miei tempi il sedicenne col consenso paterno poteva acquistare, detenere e portare fuori il fucile senza essere sorvegliato da alcuno. Oggi si propone possa solo accompagnare un maggiorenne che abbia la licenza da almeno cinque anni, ma non potrebbe acquistare né detenere l'arma. Strano che nessuno rilevi che oggi si può liberamente comprare una balestra od un arco con cui volendo si possono compiere azioni letali. Ho sempre rispettato le idee protezionistiche anche quelle oltranziste, ma pretendo rispetto per le mie e la mia passione. Anche noi chiediamo il nostro 5 per mille Antonello Galbussera Merate In merito alla lettera del 22 aprile scorso della Sig.ra Anna Negrelli di Bologna che segnalava che la Associazione di Volontariato di cui fa parte non ha ancora ricevuto la quota del 5 per mille relativa al 2005 e a loro destinata, vorrei aggiungere che effettivamente anche moltissime altre Associazioni sono nelle stesse condizioni. La nostra per esempio: "Spazio Prevenzione Onlus", di Osnago (Lc). Guarda caso sono tutte Associazioni piccole; mentre, pare, che quelle più importanti e famose siano già state beneficiate di questi contributi. Il cliente di Trenitalia in una stazione spettrale Gianfranco Maddoni Università di Perugia Una domanda a Trenitalia, che è anche una denuncia. L'altra sera ero alla stazione di Firenze in tarda serata e dovevo attendere per un'ora una coincidenza: alle ore 21 sono state chiuse tutte le sale di attesa (oltre che l'edicola di giornali, il cambio, ecc.); la stazione è piombata nella semioscurità e i "clienti" (così vengono ora mercantilmente chiamati all'altoparlante quelli che fino a poco fa erano i "Signori viaggiatori") sono stati costretti ad aggirarsi tra i marciapiedi e a sedersi sui tavolacci (tali sono sia pure di nobile design i sedili della stazione) in attesa dei treni. Così, mi è stato detto a uno sportello di informazione, avviene ovunque, anche nelle altre grandi stazioni. Per fortuna siamo ad aprile e la temperatura non è così bassa come in inverno. Ma vi sembra il modo di trattare "i clienti" in una stazione di traffico internazionale come Firenze? La Chiesa scomunichi chi ricorre alla tortura Ilaria Caputi ylapoesia@hotmail.com È UN peccato maggiore torturare un essere umano, o risposarsi dopo un matrimonio fallito? È mai possibile che la Chiesa continui a usare la scomunica per combattere questo secondo tipo di comportamento, e poi si occupi così poco della tortura, un male sinistro diffuso su tutta la terra? Non dovrebbe costituire una priorità assoluta per chi intenda interpretare le istanze universali dell'amore? Che non si esortino mai all'obiezione di coscienza i loro aguzzini, mi lascia sconvolta.

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brevi, schede e richiami 8 (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

R icordate la suspense claustrofobica dell'interrogatorio di un facoltoso indiziato assassino d'una prostituta ad opera di due ambigui detective armati di poligrafo, di macchina della verità, nel film L'impostore dei fratelli Pate? Adesso potete godervi dal vivo all'Argot Studio l'incombere di quell'oscuro rifugio, i capovolgimenti di fronte e il gioco al massacro in V.S.A. voice stress analysis scritto (ispirandosi al film) e diretto da Carlo Benso, con Alessandro Procoli, Mario Sgueglia e Giulio Stasi. Il teatro fa spiare una stazione di polizia, una stanza (quasi) della tortura, un'inquisizione scientifica, un match di errori e istrionismi. (r.d.g.) Teatro Argot Studio, via Natale del Grande 27, tel. 06/5898111, ore 21,fino 10 maggio

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di sinistra non significa essere irragionevoli (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 19 - Pordenone Di sinistra non significa essere irragionevoli Dibattito I Socialisti insieme con Sinistra democratica, Unire la Sinistra e Verdi hanno costituito Sinistra e Libertà, che parteciperà con una sua lista alle elezioni europee del prossimo mese di giugno. La nostra idea è di unire e dare una voce comune e forte a quell'ampia e attualmente non rappresentata area di pensiero, libertaria, liberale e progressista, che ritiene vi sia spazio e futuro in Italia e in Europa per una politica di sinistra. È la consapevolezza del vuoto ideale, culturale e politico, che si è venuto a creare nel nostro Paese e per altro verso la percezione di una sorta di plastificazione della politica, che ci ha spinto a superare le pretese identitarie e a trovare un'intesa con altre forze politiche unite, da un'analoga sensibilità verso le problematiche sociali, dell'ambiente e i diritti umani e civili, che al contrario di altri non hanno dismesso l'idea che un mondo più giusto e solidale è e deve essere possibile. Di fronte alla crisi economica provocata dalle storture del capitalismo e da una globalizzazione senza regole, in cui unico valore sembra essere l'esasperata ricerca del profitto individuale che poi conduce al tracollo individuale e collettivo, i Socialisti dicono stop ai licenziamenti, alla precarietà dei falsi contratti a progetto e alla mercificazione dei diritti. La politica sia a livello europeo sia a livello nazionale e regionale deve recuperare il suo ruolo, dando indirizzi certi per bloccare la dismissione del nostro sistema industriale, favorire un modello di sviluppo che tenga conto di prospettive di crescita e di esigenze occupazionali di medio e lungo periodo, rispettoso dell'ambiente, attraverso l'incentivazione della ricerca, in specie nel campo delle energie rinnovabili, di cui la nostra regione potrebbe diventare un polo di attrazione. E a questo riguardo ci chiediamo dove è finito il progetto della Tav, che attraverserà la nostra regione, e dell'assurdo stravolgimento che provocherebbe la galleria "a esse" che si vorrebbe realizzare nel Carso, tutte cose di cui stranamente non si sente più parlare. In questi anni una visione aziendale e privatistica delle istituzioni si è diffusa a destra e a manca, condita a sinistra da inutili accenti buonisti e politically correct e nel nome di un preteso efficientismo i vertici dei due maggiori partiti di maggioranza e opposizione si sono adattati all'idea che sia il mercato a dettare l'agenda politica, nel presupposto che il mercato sia in grado di autoregolamentarsi, sempre e comunque e che nel suo ambito si debba inquadrare l'azione o la non azione politica, secondo una logica che nella sua veste pretesamente più illuminata vede il cittadino come un puro e semplice consumatore. Il suicidio politico della sinistra si è consumato nell'irragionevolezza di questa concezione, che antepone il prodotto al produttore, il mercato finanziario all'essere umano; è sfuggito che la competizione più esasperata finisce per escludere dal processo produttivo ed emargina fasce sempre più ampie di popolazione e come da questa esclusione derivi un problema sociale che va a minare la solidità di quello stesso mercato che si vuol porre come un valore di fondo della società. Essere di sinistra non significa essere irragionevoli, fuori della realtà o conservatori, come da più parti si è sostenuto in questi anni: dignità della persona, solidarietà, partecipazione, apertura la cambiamento, democrazia, sviluppo e tutela dell'ambiente sono valori riconoscibili e connessi di un processo ideale di sinistra, moderno, realizzabile e di cui riteniamo vi sia bisogno oggi. Franco Giunchi segretario regionale del Psi Andrea Castiglione segretario provinciale di Udine Gianfranco Orel segretario provinciale di Trieste Pierantonio Rigo segretario provinciale di Pordenone Giancarlo Maraz segretario provinciale di Gorizia

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firme per la lapide nell'hotel delle ss (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina VII - Milano L´appello Firme per la lapide nell´hotel delle Ss Una petizione per restituire alla città la memoria dell´ex Albergo Regina. è stato un luogo di tortura e di morte per gli antifascisti e i perseguitati razziali. Ma nessuna lapide, dopo 64 anni, ricorda gli orrori che avvenivano nel comando delle SS e della Gestapo, sotto gli ordini di Theodor Saevecke. A chiedere che sia messa una lapide sull´edificio di via Santa Margherita, a pochi metri da Piazza Duomo, però sono in tanti: almeno 1.800, che hanno firmato una petizione consegnata al presidente del Consiglio Manfredi Palmeri.

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di sinistra non significa essere irragionevoli (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 13 - Gorizia Di sinistra non significa essere irragionevoli Dibattito I Socialisti insieme con Sinistra democratica, Unire la Sinistra e Verdi hanno costituito Sinistra e Libertà, che parteciperà con una sua lista alle elezioni europee del prossimo mese di giugno. La nostra idea è di unire e dare una voce comune e forte a quell'ampia e attualmente non rappresentata area di pensiero, libertaria, liberale e progressista, che ritiene vi sia spazio e futuro in Italia e in Europa per una politica di sinistra. È la consapevolezza del vuoto ideale, culturale e politico, che si è venuto a creare nel nostro Paese e per altro verso la percezione di una sorta di plastificazione della politica, che ci ha spinto a superare le pretese identitarie e a trovare un'intesa con altre forze politiche unite, da un'analoga sensibilità verso le problematiche sociali, dell'ambiente e i diritti umani e civili, che al contrario di altri non hanno dismesso l'idea che un mondo più giusto e solidale è e deve essere possibile. Di fronte alla crisi economica provocata dalle storture del capitalismo e da una globalizzazione senza regole, in cui unico valore sembra essere l'esasperata ricerca del profitto individuale che poi conduce al tracollo individuale e collettivo, i Socialisti dicono stop ai licenziamenti, alla precarietà dei falsi contratti a progetto e alla mercificazione dei diritti. La politica sia a livello europeo sia a livello nazionale e regionale deve recuperare il suo ruolo, dando indirizzi certi per bloccare la dismissione del nostro sistema industriale, favorire un modello di sviluppo che tenga conto di prospettive di crescita e di esigenze occupazionali di medio e lungo periodo, rispettoso dell'ambiente, attraverso l'incentivazione della ricerca, in specie nel campo delle energie rinnovabili, di cui la nostra regione potrebbe diventare un polo di attrazione. E a questo riguardo ci chiediamo dove è finito il progetto della Tav, che attraverserà la nostra regione, e dell'assurdo stravolgimento che provocherebbe la galleria "a esse" che si vorrebbe realizzare nel Carso, tutte cose di cui stranamente non si sente più parlare. In questi anni una visione aziendale e privatistica delle istituzioni si è diffusa a destra e a manca, condita a sinistra da inutili accenti buonisti e politically correct e nel nome di un preteso efficientismo i vertici dei due maggiori partiti di maggioranza e opposizione si sono adattati all'idea che sia il mercato a dettare l'agenda politica, nel presupposto che il mercato sia in grado di autoregolamentarsi, sempre e comunque e che nel suo ambito si debba inquadrare l'azione o la non azione politica, secondo una logica che nella sua veste pretesamente più illuminata vede il cittadino come un puro e semplice consumatore. Il suicidio politico della sinistra si è consumato nell'irragionevolezza di questa concezione, che antepone il prodotto al produttore, il mercato finanziario all'essere umano; è sfuggito che la competizione più esasperata finisce per escludere dal processo produttivo ed emargina fasce sempre più ampie di popolazione e come da questa esclusione derivi un problema sociale che va a minare la solidità di quello stesso mercato che si vuol porre come un valore di fondo della società. Essere di sinistra non significa essere irragionevoli, fuori della realtà o conservatori, come da più parti si è sostenuto in questi anni: dignità della persona, solidarietà, partecipazione, apertura la cambiamento, democrazia, sviluppo e tutela dell'ambiente sono valori riconoscibili e connessi di un processo ideale di sinistra, moderno, realizzabile e di cui riteniamo vi sia bisogno oggi. Franco Giunchi segretario regionale del Psi Andrea Castiglione segretario provinciale di Udine Gianfranco Orel segretario provinciale di Trieste Pierantonio Rigo segretario provinciale di Pordenone Giancarlo Maraz segretario provinciale di Gorizia

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argentina 1978: il dramma (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 16 - Cultura e spettacoli Argentina 1978: il dramma "COMPLICI DEL SILENZIO" DRAMMATICO Regia Stefano Incerti Cast Alessio Boni, Giuseppe Battiston, Florencia Raggi, Jorge Marrale Nazionalità Italia 2009 Durata h. 1.43 Maurizio Gallo, un giornalista sportivo italiano, e Ugo, il suo fotoreporter, sbarcano a Buenos Aires come inviati al Mundial di calcio del 1978. L'evento sportivo, su cui si stanno accendendo i riflettori di tutto il pianeta, è l'occasione per la giunta militare di Videla per far cadere nell'ombra le gravissime violazioni dei diritti umani che va perpetrando: abrogazione dei diritti costituzionali, sospensione delle attività politiche e di associazione, proibizione dei sindacati, dei giornali, sequestro di attivisti politici sociali e sindacalisti oltre che di alcuni guerriglieri, utilizzo della tortura come forma sistematica per estorcere informazioni e l'avvio dell'applicazione del metodo della sparizione di massa. Visionario di Udine (18, 20, 22)

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pace e liberazione con le donne afghane (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

«Segno tangibile di resistenza alla globalizzazione» Pace e liberazione con le donne afghane Il centro di accoglienza di Zugliano premia il movimento Rawa DI PIAZZA IL 25 APRILE AL BALDUCCI Oggi la cerimonia voluta da 70 associazioni mondiali Il riconoscimento a Maryam Rawi attivista in pericolo POZZUOLO. È arrivata a Zugliano tenendo in braccio la figlioletta Aiman, 6 mesi, il cui nome, in afghano, significa portatrice di pace e di felicità. E proprio questo, oggi, il Centro Balducci intende celebrare con Maryam Rawi in rappresentanza di Rawa, movimento rivoluzionario delle donne: la capacità di costruire una rete di solidarietà per i diritti umani. A loro infatti è stato assegnato il premio internazionale Honor et dignitas Ernesto Balducci. «Il nostro centro promuove ormai da tempo e si impegna sul versante dell'accoglienza di stranieri e, contestualmente, diffonde una cultura della non violenza attiva, della pace, della solidarietà», sottolinea don Pierluigi Di Piazza che è tra gli ideatori del premio internazionale. «In questi anni - aggiunge - sono cresciuti e si sono rinsaldati i rapporti con tante comunità del pianeta. Al convegno dell'anno scorso a Zugliano ospitammo la Commissione giustizia e pace di Bogotà. In via eccezionale avevamo riunito 70 persone provenienti da piú parti del mondo, dell'America latina, in particolare della Colombia, dell'Afghanistan, dell'Iraq, dell'India, di alcuni paesi dell'Africa. In quel contesto è nata, direi corale, la proposta di assegnare, anno dopo anno, un riconoscimento a una persona o un'associazione o a un'istituzione che dentro questa rete di resistenza alla globalizzazione del mercato e di solidarietà fosse indicata come esempio a tutti per impegno, coerenza, dedizione». Cosí quel «comitato emotivo» - come lo chiama don Di Piazza - rimasto in contatto via mail, ha votato e ha scelto Rawa, l'associazione delle donne afghane che a rischio della vita è riuscita in pochi anni a battersi e a diffondere una cultura della solidarietà e dei diritti umani, a cominciare da quelli delle donne, nel proprio paese e nel mondo. «Un' associazione - ricorda Di Piazza - che abbiamo avuto già ospite a due convegni, l'ultimo l'anno scorso. Si tratta di un movimento di donne che si è impegnato nel proprio Paese contro la guerra durante l'occupazione sovietica e contro il conflitto attuale perché quella terra sia pacificata. Rawa, infatti, si batte per i diritti umani di tutti. Un'associazione che vive una solidarietà concreta specie verso le donne, i bimbi, gli orfani». Il premio viene assegnato oggi 25 aprile «perché questa data - dice don Di Piazza - è fondamentale per l'Italia. Si vive la festa della liberazione dal fascismo e dall'alleanza col nazismo, dall'occupazione. Un premio che vuol essere memoria attiva di una liberazione che deve continuare con l'impegno di noi tutti qui e in tutte le parti del mondo». Un modo per tenere «una memoria viva della liberazione» e impegnarsi «nelle continue liberazioni necessarie dall'ingiustizia, dalla violenza e dal razzismo». Ma la scelta del 25 aprile è anche legata a un'altra memoria: proprio in questo giorno del 1992 moriva padre Ernesto Balducci. Rawa, l'associazione rivoluzionaria delle donne dell'Afghanistan, sarà rappresentata oggi a Zugliano da Maryam Rawi, una leader che per ragioni di incolumità personale non può essere ripresa o fotografata. È arrivata accompagnata dal figlio Arsan e dalla figlioletta Aiman, portatrice di pace e di felicità. E proprio ad Aiman don Di Piazza si riferirà conferendo il premio «perché questa bimba afghana, detto senza retorica, può rappresentare il simbolo di un futuro di pace da costruire». Il riconoscimento, che sarà assegnato oggi alle 17 a Zugliano, nella sala Petris, consiste in una targa semplice con il simbolo del centro Balducci e «in una donazione, significativa, per quello che possiamo, per sostenere l'attività di pace di queste donne coraggiose». (m.t.m.)

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Il Giorno della Terra muore ad Agrigento (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Giorno della Terra muore ad Agrigento Mauro Barberis Si è celebrato in tutto il mondo, o almeno in tutto l'Occidente ormai obamizzato, il Giorno della Terra. Obama medesimo ha approfittato dell'occasione per ribadire il secondo pilastro della sua politica (il primo essendo i diritti umani): ovvero l'ecologismo. Più che una rivoluzione verde, un'economia verde mirata all'energia pulita e al risparmio energetico, nel suo caso si trattava di uscire dallo stato di necessità in cui erano entrati gli Stati Uniti nell'era Bush. Gli Usa, in effetti, non si possono più permettere di scialacquare le risorse del pianeta in una maniera totalmente sproporzionata al numero dei loro abitanti. E se anche lo potessero, prima o poi sarebbe il resto del mondo a dargli un altolà. E noi, quello che sino a qualche secolo fa si chiamava il Belpaese? Anche noi, nel nostro piccolo e a modo nostro, abbiamo cercato di contribuire al Giorno della Terra. Qualche giornale ha persino pubblicato un numero verde del proprio magazine, tutto dedicato ad argomenti come la casa ecologica, il risparmio energetico, il mangiare bio, e simili. Peccato che poi il numero culminasse in un attacco ad alzo zero agli ecologisti nostrani, o a quel che ne resta, ben rappresentati dal mai abbastanza deprecato ex ministro dell'ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. Un bell'atto di coraggio, verrebbe da dire: celebrare il Giorno della Terra prendendosela con i verdi quando il partito ecologista non solo non è più al governo, ma quasi non esiste più, ma soprattutto quando i disastri italiani renderebbero indispensabile l'esistenza di un serio e influente movimento ecologista. Anch'io ho celebrato il Giorno della Terra a modo mio, trasvolando ad Agrigento per un convegno internazionale. Cosa c'entra Agrigento con il Giorno della Terra? Fate un po' voi. Arrivo in auto da Palermo e all'imbocco della Valle dei Templi mi si presenta un paesaggio del genere. A sinistra, verso i monti, un muro o una skyline di casermoni popolari anni Cinquanta, di quelli che negli anni Sessanta erano già vecchi, e immaginatevi ora. A destra, verso il mare, anche più significativamente, le prime colonne del sito archeologico inframmezzate a case di contadini, queste ultime già allargate, senza bisogno di aspettare il piano casa di Silvio Berlusconi, con muri di mattoni neppure intonacati, al solo scopo apparente di deturpare un paesaggio già abbastanza deturpato. Al convegno internazionale cui ho partecipato, molti ospiti stranieri si sono fatti un dovere di pronunciare frasi come «Agrigento is beautiful». Ma Agrigento non è beautiful: al contrario, è un pugno nell'occhio, un esempio da manuale di scempio di un territorio che era, e in parte è ancora, bellissimo. Forse Agrigento è stata bella prima del genere umano, quando nei suoi prati coperti di fiori si aggiravano gli dei; poi sono arrivati gli uomini, che hanno cercato di ingraziarsi gli dei costruendogli dei templi: templi che, a differenza della casa dello studente dell'Aquila, sono arrivati sino a noi. Infine sono arrivati i palazzinari, ma non quelli grandi, quelli minimi, quelli fai-da-te, e gli dei sono semplicemente fuggiti, e non torneranno più, come i rari turisti tedeschi che ancora li sostituiscono. Ricordate l'argomento impiegato dal nostro presidente del Consiglio dinanzi alle prime polemiche suscitate dal suo piano-casa: il simpatico provvedimento che permetteva di edificare a man salva, anche in zone sismiche? L'argomento era stato: «Confido nel gusto estetico degli italiani», gli italiani non deturperanno mai un patrimonio artistico ed ecologico che è la loro sola grande ricchezza. Bene, Agrigento è una confutazione puntuale di queste favole: gli italiani, se lo potessero, scriverebbero "abbasso la Juve" sulla Torre di Pisa, e anzi non mi stupirei se l'avessero già fatto. I singoli italiani, ognuno di noi, non le grandi imprese edili o i palazzinari; come quei contadini agrigentini che hanno edificato i loro pollai accanto al tempio greco, forse al solo scopo di impedire definitivamente il ritorno degli dei. Mauro Barberis è professore ordinario di filosofia del diritto all'Università di Trieste. 25/04/2009

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torture, usciranno le foto (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 25-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova Sardegna, La) (Centro, Il)

Argomenti: Diritti umani

Stati Uniti. Il via libera dato dal Pentagono Torture, usciranno le foto WASHINGTON. Il Dipartimento della Difesa Usa pubblicherà un «numero consistente» di foto che mostrano gli abusi ai prigionieri rinchiusi nelle carceri statunitensi in Iraq e in Afghanistan. Lo ha reso noto l'Aclu, l'American Civil Liberties Union. Secondo l'organizzazione, le fotografie saranno disponibili a partire dal 28 maggio, come rivela una lettera del Dipartimento di Giustizia a un giudice federale di New York. Secondo un funzionario Usa, le foto non sono «così pesanti come quelle di Abu Ghraib». La notizia arriva dopo le rivelazioni sul via libera all'uso della tortura da parte dell'allora segretario di Stato Condoleezza Rice.

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La ficción políticamente incorrecta: Contra las cuerdas de la ética (sezione: Diritti umani)

( da "Clarin, El" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

TELEVISION La ficción políticamente incorrecta: Contra las cuerdas de la ética Las series estadounidenses, cada vez más, apuestan a héroes de moral ambigua para seducir a sus espectadores. Justicieros, mafiosos, médicos que aplican métodos poco ortodoxos y agentes de seguridad que utilizan la tortura están a la orden del día. El fin justifica los medios. Por: Adriana Schettini Fuente: ESPECIAL PARA CLARIN Tiempo atrás las ficciones televisivas solían depositar la corrección política en el personaje protagónico y reservarle la maldad a su antagonista. Hoy la fórmula cambió, y las series más exitosas apuestan a criaturas de moral ambigua para conquistar a sus espectadores. En ciertos casos, la pasión que despiertan los personajes mitad héroe, mitad villano es tan intensa que el debate sobre sus comportamientos se traslada de la ficción al mundo real. Tal es el caso de Jack Bauer (Kiefer Sutherland), el agente que en 24 (Fox, lunes a las 22) tiene la noble misión de combatir el terrorismo pero que está dispuesto a todo, tortura incluida, con tal de conseguir su objetivo. Cuando el ejército estadounidense manifestó su inquietud por las escenas de tortura, Sutherland, protagonista y productor de la serie, le respondió que harían mejor en preocuparse por los abusos que cometieron en la prisión de Abu Ghraib, Irak. Charles Barker (Patrick Swayze), el protagonista de The beast (A&E, domingos a las 20), es un agente encubierto del FBI que también acostumbra a patear el tablero de la legalidad con tal de cumplir con su tarea. En la misma línea, el personaje central de Dexter (Fox, miércoles a las 22) defiende sus propios "valores": una suerte de privatización de la ética que le permite trabajar como forense de día y, de noche, salir a matar por cuenta propia a los asesinos que lograron eludir a la Justicia. Claro que el reemplazo de la justicia por la venganza es un camino de ida. Así lo plantea The shield (AXN, viernes a las 21). Presionado para terminar con la delincuencia sin demoras, el equipo del detective Vic Mackey (Michael Chiklis) se da la libertad de extorsionar, robar o incluso matar, hasta que la excepción termina convirtiéndose en rutina. Pero la ambivalencia ética no es un asunto exclusivo de los varones. En Damages (AXN, domingos a las 22), por ejemplo, la abogada Patty Hewes (Glenn Close) sucumbe a la tentación de hacer lo que sea con tal de conseguir que los corruptos sean castigados. Generoso con su familia y asesino con los que se le cruzaban en el camino de los negocios sucios, el mafioso Tony Soprano (James Gandolfini) es otro buen ejemplo de doble moral, que durante seis temporadas mostró Los Soprano (Warner, lunes a la 01.30). Lejos de querer asesinar, el personaje central de Dr. House (Universal, jueves a las 21; Canal 13, sábados a las 14.30) es un médico empeñado en salvar vidas. Pero en el camino, se saltea el protocolo y los buenos modales. "Nos hicimos médicos para tratar pacientes", le dice un colega. Y Gregory House (Hugh Laurie) responde: "No, somos médicos para tratar enfermedades; tratar pacientes es el inconveniente de esta profesión". A juzgar por lo que se ve, para los nuevos héroes televisivos la ética es, apenas, un menú a la carta. TamaÑo de textoEnviar

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SERRA SAN QUIRICO TUTTO PRONTO a Serra San Quirico per la 27esima Rassegna Naziona... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ANCONA GIORNO E NOTTE pag. 22 SERRA SAN QUIRICO TUTTO PRONTO a Serra San Quirico per la 27esima Rassegna Naziona... SERRA SAN QUIRICO TUTTO PRONTO a Serra San Quirico per la 27esima Rassegna Nazionale del Teatro della Scuola, che da oggi al 16 maggio vedrà 37 scuole provenienti da 14 regioni portare in scena spettacoli ai quali hanno lavorato nel corso di tutto l'anno scolastico. Tra studenti, insegnanti e genitori saranno circa 3.500 le presenze. Il progetto chiave è Idea8, ispirato a personaggi ed eventi che hanno fortemente inciso sulla storia del 900, ed i cui anniversari e ricorrenze sono legati al numero 8: come il 10 dicembre 1948, data della Dichiarazione della Carta dei diritti umani, e il 9 maggio 1978, giorno dell'uccisione di Peppino Impastato e di Aldo Moro. Il 6 maggio sarà ospite proprio Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che sarà coinvolto in alcuni lavori con i ragazzi sul tema dell'educazione alla legalità. Ci saranno anche un rappresentante dell' Associazione Libera e lo staff di Radio TLT-Tana Libera Tutti, la radio web dei Centri di aggregazione giovanile della Vallesina, che realizzerà interviste ai ragazzi riproponendo così l'esperienza di Radio Aut, la radio di Cinisi dove lavorò Impastato prima di essere ucciso dalla mafia. L'Associazione Teatro Giovani, che organizza la manifestazione, sta lavorando per far programmare il brano "I cento passi" dei Modena City Ramblers su tutte le radio della provincia. L'8 maggio l'evento "Dai cento passi al Laboratorio Teatrale' proporrà proiezioni di sequenze tratte dal film «I cento passi», intervallate da performance teatrali dei ragazzi. Il 9 sarà la giornata dedicata ad Aldo Moro: i ragazzi rappresenteranno brevi spettacoli sulla storia e la vicenda di Moro (prevista anche la messa in scena dello spettacolo su Moro «Non è una fiaba però» di Max Bazzana). Oggi (ore 15) va in scena lo spettacolo sulla Resistenza «Arcevia: terra di rifugio e mura di combattimento», realizzato dalla prima media dell'istituto comprensivo di Arcevia; domani (ore 15) «Umano è».

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ROMANO di nascita e monzese d'adozione dopo il matrimonio. È Carlo Chierico, presidente de... (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Brianza)" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

LA STORIA pag. 18 ROMANO di nascita e monzese d'adozione dopo il matrimonio. È Carlo Chierico, presidente de... ROMANO di nascita e monzese d'adozione dopo il matrimonio. È Carlo Chierico, presidente della sezione di Monza della Federazione interreligiosa per la pace, promotore del Trofeo per la pace, il torneo di calcio interetnico (iniziato il 29 marzo fino al 24 maggio) fra 16 squadre partecipanti di cui 3 composte da italiani (Italia Brianza, Italia diritti umani e Italia Maunazzi) e stranieri, provenienti da Algeria, Bangladesh, Bolivia, Colombia, Costa d'Avorio, Ecuador, Egitto, Egitto Nord Africa, Marocco, Perù, Romania, Senegal e Tibet. Da sempre Chierico è sensibile al tema della solidarietà. A Roma, durante il liceo classico, frequentava i gruppi di Comunione e liberazione e si dedicava al volontariato in aiuto ai baraccati. È stato volontario in Bosnia ai tempi della guerra, quando ha fondato un Comitato di soccorso. Venuto a Monza come dirigente d'azienda quattro anni fa ha ipotizzato con alcuni amici di poter diffondere percorsi di pace di ampio respiro, utilizzando come veicolo lo sport, mezzo semplice e immediato per raccogliere tanti giovani e parlare di pace in uno spirito di integrazione, coesione sociale, amicizia, rispetto dei popoli. Quest'anno la kermesse sportiva è piaciuta al Monza calcio che ha deciso di offrire bevande e magliette ai giocatori.

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TORTURE, PRESTO PUBBLICHE CENTINAIA DI FOTOGRAFIE (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 25-04-2009)
Pubblicato anche in: (Arena, L')

Argomenti: Diritti umani

Sabato 25 Aprile 2009 NAZIONALE Pagina 4 Brevi WASHINGTON TORTURE, PRESTO PUBBLICHE CENTINAIA DI FOTOGRAFIE Abu Ghraib non fu un'eccezione: centinaia di nuove immagini che documentano abusi su prigionieri di guerra degli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan stanno per essere pubblicate dall'amministrazione Obama. Le nuove foto, scattate fra 2001 e 2006, mostrano prigionieri minacciati, intimiditi, con armi puntate contro di loro, nelle prigioni della lotta al terrorismo. DURBAN 2 CHIUSA LA CONFERENZA SUL RAZZISMO L'ONU: «UN SUCCESSO» Il bilancio della conferenza dell'Onu sul razzismo (Durban 2) è controverso. La riunione conclusasi ieri a Ginevra è stata boicottata da dieci Paesi occidentali, tra cui l'Italia. Ma è stata definita dall'Onu un successo, nonostante una «campagna di disinformazione, vasta ed orchestrata», come denuncia l'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani. CUBA EFFETTO OBAMA, ALL'AVANA TORNANO GLI YACHT USA I governi di Cuba e Stati Uniti non sono ancora riusciti a trovare una sintonia politica, ma almeno su un fronte i rapporti fra i due paesi stanno migliorando: gli yacht americani stanno tornando a visitare l'isola caraibica. Nel primo trimestre 2009 le imbarcazioni Usa che hanno raggiunto le coste cubane sono state 18, a fronte dei cinque yacht di un anno fa.  

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Una politica che sgretoli ogni muro (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Una politica che sgretoli ogni muro Da Berlino una riflessione sul «nuovo spazio pubblico globale» all'altezza degli orizzonti aperti. E planetari Walter Veltroni Il Muro era in piedi da quasi due anni, quando John Kennedy decise di venire qui a Berlino, in visita ufficiale in quella che allora era la Germania Ovest. Era il 26 giugno del 1963. Quel giorno, di fronte alla folla radunata nella Rudolph Wilde Platz per ascoltarlo, appena prima di pronunciare "Ich bin ein berliner" (siamo tutti berlinesi), Kennedy affermò solennemente un principio: che "la libertà è indivisibile" e che "quando un uomo è assoggettato, nessuno è libero". I berlinesi e tutto il popolo tedesco dovettero, da parte loro, attendere ventisei anni, più di ventisei anni, perché quell'augurio di unità e di libertà da ritrovare si realizzasse. E proprio il crollo del Muro di Berlino, quel giorno di novembre del 1989, sembrò chiudere definitivamente una pagina lunga, buia e difficile, e aprirne un'altra. A disgregarsi fu un ordine solido, ma anche coercitivo, illiberale e ingiusto. Si concludeva la parabola del "secolo breve". Ma la fine del "vecchio ordine" non ha portato con sé la fine dei pericoli e la scomparsa dell'abisso che continua a separare Nord e Sud del mondo. E se la "guerra fredda" è finita, non altrettanto si può dire per le troppe guerre che hanno continuato e continuano a ferire tante aree e popolazioni della Terra. (.) La storia non è finita. Tutt'altro: nuove divisioni si sono create, nuovi focolai di odio si sono accesi, nuovi muri sono venuti a separare popoli e culture, persone e religioni. Nuove grandi potenze hanno fatto il loro ingresso sulla scena internazionale. Credo, che abbia un valore simbolico il fatto che a sottolineare questo, quarantacinque anni dopo il discorso di Kennedy, sia stato, sempre qui a Berlino, un altro giovane presidente degli Stati Uniti. Barack Obama, qui diceva: «La caduta del Muro di Berlino aveva aperto nuove speranze. Ma una nuova e grande vicinanza ha dato vita anche a nuovi pericoli - pericoli che non possono essere contenuti dai confini territoriali delle nazioni o dalla distanza dell'oceano». Di fronte a tutto questo, una cosa è certa: non c'è barriera che tenga, non c'è muro che possa permettere ad alcuno di starsene tranquillo e considerarsi al riparo. Né l'America, né l'Europa, possono pensare di isolarsi. Molte delle risposte ai nuovi problemi possono venire - o non venire - innanzitutto dalla politica. Oggi poi la gravissima crisi economica in cui siamo immersi ha smascherato la fragilità di un sistema in cui il denaro è stato generato dal denaro, più che dalla creazione equilibrata di ricchezza durevole. Un sistema in cui avidità e visioni miopi hanno troppo spesso sostituito, anche a livello diffuso, la parsimonia, gli affari onesti e una prospettiva più ampia, per non parlare dell'interesse per gli altri. La novità è che oggi, con la crisi, si sta facendo largo la convinzione che è necessario voltare pagina. Abbiamo bisogno, per dirla con Bauman, di un "nuovo spazio pubblico globale", che è cosa diversa dall'attuale "politica internazionale". È piuttosto una politica autenticamente "planetaria. È la complessità, che chiama la collaborazione. La politica, insomma, deve essere all'altezza della globalizzazione. Deve essere capace da un lato di ridurre i rischi di instabilità, e dall'altro lato di rendere universale il rafforzamento dei sistemi di libertà, la difesa dei diritti umani, la protezione dei deboli, la regolazione democratica dei conflitti sociali, la diffusione di sistemi sostenibili di welfare. Una cosa fondamentale resta, delle speranze nate con la caduta del Muro e con la fine delle ideologie del Novecento: pur con tutti i rischi del nostro tempo, pur fra tutti gli ostacoli ben visibili lungo il cammino, le nostre società sono più aperte di quelle di ieri, e nelle mani degli uomini ci sono più strumenti e più possibilità per progredire. Nella lettera a un suo amico polacco di vent'anni fa, Dahrendorf scriveva: «Gli esseri umani sono fallibili, e la condizione umana è incerta. Nessuno conosce tutte le risposte; in ogni caso nessuno può dire se le risposte sono giuste o sbagliate. Perciò dobbiamo tentare di trovare la verità, ma assicurarci che se sbagliamo, o altri giudicano che sbagliamo, sia possibile ritentare». «Non c'è per la libertà umana», concludeva Dahrendorf, ed io concludo con lui, «pericolo maggiore del dogma, del monopolio di un gruppo, di una ideologia, di un sistema. Per la stessa ragione, il primo dovere è di rimanere aperti al cambiamento. La società aperta non promette una vita facile. Dobbiamo accettare la prospettiva incerta, conflittuale, scomoda, ma esaltante, degli orizzonti aperti».

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Respinti dall'Italia, rinchiusi in Tunisia (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

DIRITTI L'odissea di tre richiedenti asilo Respinti dall'Italia, rinchiusi in Tunisia Vittorio Longhi «È chiaro che la questura di Gorizia ha violato nei fatti le norme sull'asilo politico e che a questo punto le autorità italiane dovranno riparare, intervenendo affinché i tunisini possano tornare in Italia». I tunisini in questione sono due richiedenti asilo che avevano ricevuto il diniego dopo una sbrigativa analisi da parte della Commissione territoriale di Gorizia e che sono stati rispediti a Tunisi all'alba di lunedì 30 marzo, un giorno prima che scadessero i termini per presentare il ricorso. Chi parla invece è l'avvocato che li assiste, Giovanni Iacono: «Avevamo già preparato i documenti firmati dai richiedenti il venerdì precedente e poi, senza essere avvertiti del rimpatrio dalla questura, abbiamo presentato il ricorso la mattina stessa del lunedì - spiega - ma ancora oggi siamo in attesa che ci comunichino l'avvenuta espulsione». La cosa più grave, comunque, è che due giorni dopo il rimpatrio il giudice ha accolto il ricorso, ha decretato la sospensione dell'espulsione e ha già fissato l'udienza per discutere i casi alla fine di maggio. Sembra che i due siano già stati arrestati appena arrivati nel paese. «Ora come potranno partecipare all'udienza?», si domanda Iacono. «Se l'espulsione è avvenuta prima che scadessero i tempi per il ricorso, quei tunisini non avrebbero dovuto essere rimpatriati», commenta Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati. Sul diniego della Commissione territoriale, a cui partecipa anche un rappresentante locale dell'agenzia Onu, la portavoce non entra nel merito dei casi individuali ma chiarisce che «queste decisioni vengono prese a maggioranza, non all'unanimità». I due facevano parte di un gruppo di 35 sbarcati all'inizio del 2009 a Lampedusa e poi trasferiti nel Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca. Si tratta di operai, sindacalisti e familiari in fuga da una repressione poliziesca e giudiziaria dopo avere partecipato a manifestazioni di protesta. Ora quelli che restano saranno a Gradisca rilasciati alla mezzanotte di oggi, come gli altri mille immigrati sparsi negli altri centri di identificazione del paese, perché sono scaduti i termini di permanenza. Se la Commissione territoriale respingerà la domanda di asilo e se il tribunale di Trieste non accoglierà i ricorsi, da quella data avranno cinque giorni per lasciare l'Italia, dopodiché saranno considerati espellibili perché «clandestini», pur non avendo commesso reati. «È un caso collettivo che non ha precedenti nella mia esperienza di avvocato - aggiunge Iacono - , perché ognuno di loro si è comportato con estrema dignità dal primo momento, consapevoli di avere dei diritti e confidando nel rispetto della procedura d'asilo da parte delle autorità italiane». E invece, ancora una volta, l'Italia si trova a violare questo diritto. Nei mesi scorsi già altri tunisini avevano tentato di opporsi ai rimpatri, per il rischio di tortura, appellandosi alla Corte europea dei diritti dell'uomo, dopo i dinieghi e il respingimento dei ricorsi. Il governo italiano aveva proceduto lo stesso con l'espulsione, pur sapendo che li attendeva l'arresto e nonostante la Corte avesse chiesto formalmente la sospensione in attesa di una valutazione. Anche il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, nel suo ultimo rapporto sull'Italia si è detto «decisamente contrario» ai rimpatri forzati verso paesi con precedenti di tortura provati e di lunga durata, nonostante le rassicurazioni diplomatiche. «Centinaia, se non migliaia di giovani, tra cui minori, sospettati di essere coinvolti in reati legati al terrorismo sono stati arrestati in Tunisia negli ultimi cinque anni», si legge in un rapporto recente di Amnesty international. Secondo l'organizzazione «i metodi di tortura più comunemente utilizzati sono le percosse sul corpo, in particolare sulle piante dei piedi, la sospensione dalle caviglie o in posizioni contorte, scosse elettriche e bruciature con sigarette. Sono state riferite anche false esecuzioni, abusi sessuali, tra cui stupro con bottiglie e bastoni e minacce di abusi sessuali verso le donne della famiglia».

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Le Tigri, una scusa per il massacro dei civili (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ATTACCO FINALE L'ultima denuncia degli «Insegnanti universitari per i diritti umani» di Jaffna «Le Tigri, una scusa per il massacro dei civili» Una giovane madre è stata ferita mentre allattava, e il suo bebè di tre mesi ucciso, colpiti da frammenti di proiettili all'interno di quella che il governo ha dichiarato no fire zone, zona franca dai combattimenti. Genitori nascondono i loro figli in bunker scavatio alla bell'e meglio per sfiggire alle bande delle tigri che setacciano la no fire zone in cerca di reclute. Una donna perde il marito sparato da cecchini, mentre tentano con i figli di traversare la laguna per fuggire dalla no fire zone. (...) Di rado riceviamo rapporti indipendenti sugli sviluppi della situazione corrente nella regione di Vanni (Sri Lanka settentrionale, dove sono ora concentrati i combattimenti tra l'esercito e il Ltte, le Tigri tamil, ndt). Questo bollettino fa eccezione: sono fatti riferiti da persone scappate dal Vanni e verificati in modo incrociato. Smentiscono il governo, che afferma di non sparare sui civili, e mostrano il cinismo del Ltte che usa i civili come oggetto di contrattazione. Abbiamo appreso che ogni giorno granate e proiettili cadono nella no fire zone ; i profughi parlano di 15 o 20 morti ogni giorno uccisi dai proiettili o dal Ltte per terrorizzare chi vuole fuggire. Persone fuggite l'8 aprile hanno riferito che quel giorno l'esercito con i megafoni ha intimato alla popolazione ammassata nella no fire zone di traversare la laguna e passare nella zona sotto loro controllo, perché stavano per avanzare. Subito dopo hanno sparato una pesante granata proprio tra la gente, come per convincerla a muoversi. Ci sono state molte vittime. Inoltre, molti profughi dalla no fire zone testimoniano di un pesante reclutamento da parte del Ltte; ora l'età minima sono 14 anni. (...) All'inizio di marzo c'è stato scalpore quando il Commissario dell'Onu per i diritti umani ha stimato che circa 3.000 civili siano stati uccisi dai cannoneggiamenti (dell'esercito, ndt). Le risposte da parte governativa sono andate dal furiose al polemico. Poi le vittime sono aumentate innegabilmente. (...) Il governo continua a mentire quando parla di «zero vittime» civili, e di liberare i civili dai terroristi, con occasionali gesti retorici come proporre un «corridoio sicuro» o chiedere che il Ltte garantisca la fuga ai civili: intenti che sappiamo essere senza sostanza. (...) *Dall'ultimo bollettino di University Teacher for Human Rights (www.uthr.org), pubblicato il 17 aprile.: subito dopo l'esercito di Sri Lanka ha comninciato ad avanzare nella «no fire zone».

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Quel sangue che scorre ma non buca il video (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

SRI LANKA Indifferenza globale per 6400 morti Quel sangue che scorre ma non «buca» il video Marina Forti Continua a non fare notizia la guerra in corso a Sri Lanka, nazione dell'Asia meridionale forse nota ai più come destinazione turistica. Eppure in questi giorni si sta consumando una vera e propria tragedia umana, con una popolazione di circa duecentomila persone, o forse più, letteralmente presa tra due fuochi. Le vittime civili si sontano a migliaia - il Comitato internazionale per la croce rossa parla di oltre 6.400 da gennaio. Le immagini che arrivano mostrano militari in avanzata e colonne di uomini, donne e bambini in fuga, persone allo stremo e feriti stesi a terra in ospedali improvvisati. Ma quelle foto non hanno fatto il giro del mondo. L'indifferenza mondiale di fronte a una simile «crisi umanitaria» non smette di stupire. Sarà che a Sri Lanka non è al centro delle preoccupazioni geo-strategiche mondiali? Del resto solo i media britannici stanno dando un'informazione continua e «dal vivo» sugli eventi (sarà per lo storico legame con la regione), oltre a una tv come al Jazeera - confermando di essere capace di cambiare l'ordine delle priorità dell'informazione. Se ne occupa anche la stampa indiana, ma è scontato: per l'India sì che è rilevante quanto avviene nella vicina Sri Lanka. New Delhi sa che il conflitto ormai venticinquennale tra lo stato centrale (dominato dalla maggioranza etnica cingalese) e il movimento ribelle della minoranza etnica tamil è «sconfinato» spesso nell'India stessa - nello stato meridionale del Tamil Nadu, abitato da una forte popolazione tamil (furono quei ribelli, le «Tigri per la liberazione della patria tamil», a uccidere l'ex premier Rajiv Gandhi nel 1991). Per l'India è una pericolosa turbolenza nel «cortile di casa», per l'occidente una crisi remota. A Sri Lanka vediamo molto più che una «crisi umanitaria». E' una precipitazione di quel conflitto tra maggioranza e minoranza - anzi minoranze, diverse - nella nazione chiamata Sri Lanka, meno di 20 milioni di abitanti divisi tra cingalesi (73%), tamil. Chiama in causa le nozioni di convivenza e democrazia. Quello di questi giorni a Sri Lanka è l'epilogo di una campagna militare condotta in modo brutale nel corso dell'ultimo anno dall'esercito: coperta da forte censura e dalla sistematica intimidazione verso giornalisti (vedi il manifesto, 7 marzo), senza testimoni. Perfino la Croce Rossa e le organizzazioni umanitarie dell'Onu sono tenute a distanza. E' accompagnata da una guerra di propaganda: il governo di Colombo ha dapprima negato che l'offensiva abbia fatto vittime civili poi le ha attribuite alle Tigri - negli ultimi giorni ha permesso ai media di fotografare militari che distribuiscono cibo ai civili «salvati» dalle grinfie dei ribelli. Fonti vicine al Ltte diffondono notizie drammatiche sui civili vittima dei cannoneggiamenti dell'esercito. Le fonti indipendenti sono poche, ma esistono e sono quel poco di società civile organizzata che a Sri Lanka tenta di opporsi alla deriva: una è il gruppo degli «Insegnanti universitari per i diritti umani», sezione di Jaffna (stralci del loro ultimo bollettino sono in questa pagina), che ha documentato sia come l'esercito abbia preso di mira la popolazione civile tamil in modo deliberato, a partire dal 2006, con evacuazioni forzate e fuoco d'artiglieria - sia come le Tigri abbiano instaurato un sistema di arruolamento forzato e abbiano impedito ai civili di fuggire dalle zone di conflitto. Quella popolazione presa tra due fuochi è il vero segno della crisi a Sri Lanka. Da gennaio in poi l'esercito ha sbaragliato, uno a uno, tutti i bastioni delle Tigri. L'ultima resistenza dei ribelli sembra disperata, sul piano militare. Il presidente Mahindra Rajapakse, fautore di una versione estrema del nazionalismo cingalese, ha descritto la guerra interna come una «war on terror», in cui le Tigri sono un'incarnazione del terrorismo internazionale, e ne ha usato tutta la retorica. Ha instaurato, en passant, un governo estremamente autoritario. Oggi si sente vittorioso. Ma anche quando avrà sbaragliato le Tigri, resterà il conflitto etnico in Sri Lanka - segnato discriminazioni e storici episodi di «pulizia etnica» contro le minoranze. «La tragedia che si sta consumando a Sri Lanka è il risultato di un nazionalismo distruttivo, uno sciovinisno cingalese da un lato e un gretto nazionalismo tamil dall'altro», scrivono gli «insegnanti per i diritti umani». I tamil ostaggio della pretesa delle Tigri di rappresentarli, il paese intero ostaggio nel nazionalismo cingalese.

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Da soli alle Europee. (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-04-25 - pag: 15 autore: Da soli alle Europee. Bonino e Pannella (che sfoggia la stella gialla sul petto) denunciano «il regime» I Radicali: oggi i partigiani siamo noi ROMA Titolo: La peste italiana. Sottotitolo: Dopo la rovina del ventennio fascista il sessantennio partitocratico di metamorfosi del male, una storia di distruzione dello stato di diritto e della democrazia e di (re)instaurazione di un regime (neo)totalitario. Né manca la citazione di Leonardo Sciascia: A futura memoria (se la memoria ha un futuro). I Radicali sono tornati. Dopo le stagioni delle alleanze con il centro-destra e il centro-sinistra – e una difficile convivenza nei gruppi parlamentari del Partito democratico in questa legislatura – la campagna elettorale per le europee si apre all'insegna della denuncia del "regime" e della "degenerazione della democrazia". In un dossier di 87 pagine presentato ieri da Emma Bonino e Marco Pannella nella storica sede di Largo Argentina a Roma si ritrovano tutti i temi classici della denuncia radicale: dallo svuotamento dell'istituto referendario alla mancanza di democrazia all'interno dei partiti. Negli ultimi anni, poi, l'ulteriore degenerazione. Che ha colpito anche la forma di Stato: dalla «lenta trasformazione delle funzioni e prerogative del Presidente della Repubblica che muta il suo ruolo da quello di "garante" e di "custode" a quello di arbitro e mediatore fra le forze politiche» al «presidenzialismo attuato in forme abusive attraverso una lenta ma implacabile opera di svuotamento dei poteri istituzionali formali e degli strumenti a disposizione del Presidente nel mentre si afferma un potere di fatto di esternazione diretta al popolo per mezzo della televisione». Quanto al Parlamento, se si escludono alcune lontane importanti eccezioni come il diritto di famiglia e lo statuto dei lavoratori, ormai «rinuncia ad affrontare le riforme e legifera soprattutto attraverso leggi di emergenza e il crescente ricorso dei governi ai decreti legge, mentre i parlamentari vedono limitate e subordinate alla disciplina di partito la loro funzione di rappresentanti della volontà popolare senza vincoli di mandato ». Infine lo stato della giustizia, che fa sì che l'Italia sia il Paese più condannato dalla Corte europea dei diritti umani per durata di processi. La conseguenza è «una sistematica impunità e incertezze del diritto». I due leader radicali lamentano la loro «espulsione» dal dibattito politico e dai mezzi di informazione, «espulsione –spiega la vicepresidente del Senato Bonino – che significa l'espulsione di temi che possono essere deflagranti rispetto alle decisioni unanimi o unanimistiche dei partiti». Non troppe distinzioni per l'ex commissario Ue tra maggioranza e opposizione: «Lo svuotamento del dettato costituzionale viene da lontano », dice, e il risultato è che «queste elezioni non sono democratiche perché non sono democratiche le istituzioni. Non lo è un Parlamento di nominati e non lo è un Paese che non rispetta le sue leggi». Il leader storico Marco Pannella sfoggia una stella gialla come quella degli ebrei sotto il nazismo, simbolo della persecuzione che i radicali denunciano di avere subito in questi mesi. «Questo – ammonisce l'instancabile leader – è il momento dellaresistenza organizzata, noi siamo il vero partito partigiano, liberale, resistente». Em. Pa. © RIPRODUZIONE RISERVATA «LA PESTE ITALIANA» In un dossier le accuse contro il sessantennio partitocratico e la distruzione dello stato di diritto. Denunciata l'esclusione dai media

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Etica o Ragion di Stato? Alle origini della democrazia (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Cultura data: 25/04/2009 - pag: 47 Civiltà Conciliare diritto e morale: un viaggio nella storia delle idee. Le riflessioni di Claudio Magris oggi alla «Biennale» di Torino Etica o Ragion di Stato? Alle origini della democrazia Da Cicerone a Marx il conflitto tra coscienza e legalità di CLAUDIO MAGRIS SEGUE DALLA PRIMA Anche Hitler è arrivato in certo modo legalmente al potere. A questo punto sorge un interrogativo terribile, a sua volta tragico: come si fa a sapere che quelle leggi non scritte sono veramente degli dei, cioè principi universali? Siamo giustamente convinti che l'amore cristiano del prossimo, i postulati dell'etica kantiana che ammonisce a considerare un individuo sempre come un fine e mai come un mezzo, i valori illuministi e democratici di libertà e tolleranza, gli ideali di giustizia sociale, l'uguaglianza dei diritti di tutti gli uomini in tutti i luoghi della terra, siano fondamenti universali che nessuno Stato può violare. Ma sappiamo pure che spesso le civiltà anche la nostra hanno imposto con violenza ad altre civiltà dei valori che esse ritenevano universaliumani e che erano invece il prodotto secolare della loro cultura, della loro storia, della loro tradizione, che era semplicemente più forte. E se la maggioranza non ha ragione, come grida Stockmann, è facile cadere nella tentazione di imporre con la forza un'altra ragione, che a sua volta ha solo la forza. La disobbedienza a Creonte comporta spesso tragedie non solo per chi disobbedisce, ma anche per altri innocenti, travolti dalle conseguenze. La coscienza, soprattutto per ribellarsi con fondamento, deve appellarsi a principi che trascendono la contingenza e la relatività di quel momento storico e dell'assetto politicosociale in cui vive l'individuo che si ribella in nome della coscienza. Esponendo la dottrina stoica del diritto naturale, Cicerone, nel De Republica, parla di una «vera legge, conforme a natura, universale, costante ed eterna... legge alla quale l'uomo non può disobbedire senza fuggire sé stesso e senza rinnegare la natura umana ». Questo diritto di natura, che sente l'umanità come comunità universale, passa al Cristianesimo e col Corpus Iuris Civilis «felicemente ordina le cose divine e umane e pone fine all'iniquità », secondo le parole attribuite allo stesso Giustiniano. Col Cristianesimo il diritto naturale si identifica con quello contenuto nel Vangelo e acquista una dimensione ontologica, immedesimandosi con l'ordine della natura creato da Dio, che nessuna legge positiva può violare senza perdere la sua legittimità. Le leggi positive ingiuste, scrive San Tommaso, non sono propriamente leggi e ad esse non è dovuta alcuna obbedienza; anzi, l'uomo onesto ha il diritto e il dovere di ribellarsi contro di esse. In un itinerario complesso e contraddittorio, come sottolineano Alessandro Passerin d'Entrèves e Norberto Bobbio, e in un processo di progressiva laicizzazione, il diritto di natura attraverso Grozio, Pufendorf e altri si collega idealmente, pur senza identificarsi con essi, con i diritti civili della modernità liberale e democratica. Per Locke, il filosofo della tolleranza e dei diritti civili, uno Stato autoritario nega la natura stessa dell'uomo. La Dichiarazione americana del 1776 proclama che tutti gli uomini sono creati uguali e dotati dal loro creatore di alcuni diritti inalienabili, tra i quali la vita, la libertà e il perseguimento della felicità; anche quella francese del 1789 parla di diritti inalienabili e sacri dell'uomo. Due dichiarazioni rivoluzionarie, che si accompagnano infatti a due rivoluzioni e teorizzano, come fa esplicitamente l'americana, il diritto alla rivoluzione, proclamando esplicitamente che quando qualsiasi forma di governo calpesti quei principi, è diritto del popolo cambiare o abbattere quella forma di governo. Thoreau teorizzerà la Civil Disobedience, il «diritto alla rivoluzione », come egli dice espressamente, e il primato dell'individuo sullo Stato. Questa libertà etica e politica diviene un modo di essere, una modalità esistenziale e poetica; la libera vita nei boschi di Walden, il fraterno incontro con tutti gli esseri viventi. Ma contro il diritto di natura si levano molte altre voci, le quali contestano la stessa idea di una «natura costante, universale ed eterna». Hume dice che «la parola naturale è comunemente presa in un sì gran numero di significati, ed è di un senso così incerto, che sembra vano il disputare se la giustizia sia o no naturale». Per Hobbes, lo stato di natura non è un idillio arcadico, bensì un bellum omnium contra omnes che deve essere corretto e dunque contrastato dalle leggi. Hobbes scrive invece che «quando non vi erano ancora leggi, non vi era nemmeno ingiustizia; perciò le leggi sono per natura loro anteriori sia alla giustizia sia all'ingiustizia». Anche Leopardi contesta radicalmente il diritto «che si crede naturale » e che invece a suo avviso è «pura convenzione », frutto di «opinione» e di contingenze storiche o errori logici. In questa prospettiva, il nesso fra diritto e morale viene infranto; il diritto naturale viene respinto quale arbitrario dover essere in nome dell'essere, delle cose così come sono e del modo oggettivo di gestirle. Nessuno come Hegel ha disprezzato l'antagonismo «tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è» e dunque il diritto naturale, che egli considera una idealità astratta, inferiore a quella superiore moralità che è l'esistenza concreta dello Stato. E lo Stato, nel suo esercizio della forza e della violenza, può essere giudicato solo dalla Storia, perché solo la Storia universale è il tribunale e anzi il giudizio universale. Questa concezione del diritto s'incontra pure con la letteratura; nella tragedia Agnes Bernauer di Hebbel (1855), pervasa di pathos hegeliano e storicista, la purissima e innocente protagonista e il suo amore vengono brutalmente sacrificati alla Ragion di Stato; i suoi carnefici, come il suocero Ernesto duca di Baviera, venerano la sua dolcissima umanità e soffrono di doverla stroncare, ma ritengono che tale azione e tale colpa siano necessarie e dunque giuste nel quadro di una prospettiva storica che trascende il singolo individuo. «La ruota grande le è passata sopra dice il duca Ernesto ora ella è presso Colui che la gira». È interessante notare come il conflitto fra legge, intesa quale istanza superiore e necessaria della Ragion di Stato, e principi etici assoluti, sia affrontata in modo antitetico, per restare nel campo degli esempi letterari, in un dramma di Grillparzer che, nonostante l'anticlericalismo dell'autore, è pervaso dalla tradizione cattolica del diritto naturale: nell'Ebrea di Toledo (1850-51) i nobili spagnoli che per la Ragion di Stato hanno ucciso la bellissima amante che rendeva ignavo il re, mettendo così in pericolo il Paese non si pentono di aver commesso quel delitto che essi ritengono necessario, però a loro avviso la sua necessità non lo giustifica ed essi si sentono e dichiarano colpevoli, peccatori e pronti ad espiare: hanno agito dicono volendo il bene, ma non il diritto, non ciò che è giusto. Le «non scritte leggi degli dei» ovvero gli inalienabili diritti umani vengono accusati di astrattezza ideologica e moralistica, cui viene (LEON ZERNITSKY / CORBIS) contrapposta la realtà della storia e la concreta storicità di ogni condizione umana, inevitabilmente diversa. John C. Calhoun, eminente politologo e uomo politico statunitense della prima metà dell'Ottocento studiato in un notevolissimo libro di Massimo L. Salvadori, attacca l'ideologia egalitaria della Dichiarazione americana del 1776 e in particolare il suo principio secondo il quale tutti gli uomini nascono liberi ed eguali. L'eguaglianza, osserva Salvadori, è per lui «contro natura», una falsificazione che inquina la natura; egli dice dunque anche significativamente che non nascono uomini, bensì bambini, che per lui non hanno ancora diritti. Analogamente, nella Germania settecentesca Justus Möser, il patriarca di Osnabrück, difendeva contro gli illuministi la servitù della gleba e le istituzioni tramandate dai secoli, che stabilivano disuguaglianze d'ogni genere, così come Burke opponeva all'uguaglianza illuminista e rivoluzionaria la diversità dell'uomo storicamente e concretamente determinato. Non a caso Möser difendeva non solo la servitù della gleba, ma anche l'individualità letteraria contro i principi di una Ragione universale pericolosamente uguagliatrice pure del gusto e della fantasia. Ma questi storici conservatori, nemici dell'uguaglianza e talora acuti difensori della diversità, scambiano un dato di fatto per un diritto, come se patire una menomazione o un'ingiustizia non solo non potessero, come talora accade, ma nemmeno dovessero essere corrette, neanche nei limiti del possibile. Anch'essi cadono nell'errore da essi rinfacciato ai giusnaturalisti, perché, respingendo ogni astratto dover essere, fanno di ciò che è, dell'essere, non una constatazione, bensì un precetto, un «dover essere». Calhoun, che considera «contro natura» la liberazione degli schiavi, diventa così una specie di San Tommaso o Thoreau alla rovescia. È forse Marx a unire paradossalmente la critica, anche sprezzante, al giusnaturalismo e un irriducibile «schietto naturalismo», come diceva anni fa Carlo Antoni. Per Marx è la storia, non la natura che deve portare la liberazione. E tuttavia rimane, nel pensiero di Marx, l'ideale di una personalità umana realizzata nella sua pienezza. Anche per lui, come per Calhoun, gli uomini non nascono liberi e soprattutto non nascono uguali. Ma questo fatto non è per lui automaticamente un diritto o meglio la negazione di un diritto, del diritto alla libertà e all'uguaglianza. La crescente negazione del diritto in natura in nome della realtà storica condurrà progressivamente, a partire dal secondo Ottocento, in genere nella cultura europea e in particolare forse in quella tedesca, alla negazione dell'umanità e di ogni universaleumano, come ha visto Ernst Troeltsch. Il dialogo Pubblichiamo un estratto delle riflessioni che Claudio Magris presenta oggi alla Biennale Democrazia durante un dialogo con Stefano Levi Della Torre al Teatro Carignano di Torino, ore 10.30. Coordina Gustavo Zagrebelsky

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Torture, usciranno le foto (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 25-04-2009)
Pubblicato anche in: (Alto Adige) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi) (Gazzetta di Mantova, La)

Argomenti: Diritti umani

Stati Uniti. Il via libera dato dal Pentagono Torture, usciranno le foto WASHINGTON. Il Dipartimento della Difesa Usa pubblicherà un «numero consistente» di foto che mostrano gli abusi ai prigionieri rinchiusi nelle carceri statunitensi in Iraq e in Afghanistan. Lo ha reso noto l'Aclu, l'American Civil Liberties Union. Secondo l'organizzazione, le fotografie saranno disponibili a partire dal 28 maggio, come rivela una lettera del Dipartimento di Giustizia a un giudice federale di New York. Secondo un funzionario Usa, le foto non sono «così pesanti come quelle di Abu Ghraib». La notizia arriva dopo le rivelazioni sul via libera all'uso della tortura da parte dell'allora segretario di Stato Condoleezza Rice.

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Resistenza, la nostra prigione siamo noi (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Resistenza, la nostra prigione siamo noi Guglielmo Petroni ha fatto la resistenza al nazifascismo, rischiando - dopo feroci torture - la morte. Chi lo conobbe da giovane l'avrebbe trovato "un uomo che credeva nelleproprie idee e le riteneva degne di ogni sacrificio"; più avanti l'avrebbe scoperto "sprovvisto, non più capace di credere interamente nell'oggetto dei propri sacrifici". E' lo stesso scrittore che così si descrive nella nota aggiunta al suo libro biografico "Il mondo è una prigione". Cos'era successo? Per Petroni era diventata illusoria ogni "liberazione". Eppure egli era alfine sfuggito al carcere, al terrore e alla morte. Scrive: «Come potevo non essere felice? Dovevo esserlo e lo volevo: ma l'inganno non resse. Camminavo in mezzo alla folla concitata, gli ultimi tedeschi fuggivano con i volti tetri, con le armi spianate, ma io sentivo ingigantire nel mio cuore il fastidio di tornare tra gli uomini; sentivo una fortissima attrazione per i giorni trascorsi nelle luride celle delle prigioni. Dunque la prigione, la libertà, non sono vera prigione, vera libertà? E' forse il mondo stesso una prigione?». Sì, come Primo Levi de "I sommersi e i salvati", chi è stato partecipe di "un'umanità annegata nel male", se riesce a salvarsi non può più credere alla bontà della vita e degli uomini. Si sopravvive, ma annichiliti dal "male di vivere". E' calato il buio nel nostro cuore e sul mondo. Nicola Zoller ROVERETO Siamo noi stessi la nostra prigione, caro Zoller. La prigione sono le nostre paure, i pregiudizi, i rancori, la volontà di vendetta, le debolezze, le furbizie, le divisioni. Sono tutto ciò che ci chiude nel nostro bozzolo e ci fa ostili agli altri. La nostra prigione siamo noi, questo è il punto, e questa è anche la grande lezione della Resistenza in Italia, che non consistette nell'aspettare che qualcuno (gli alleati...) venisse ad aprire le celle del carcere, ma cercò, nei lunghi anni di oppressioni e internamenti, di preparare uomini nuovi liberi "dentro" - nel carattere, nelle scelte etiche, anche nell'ardimento delle operazioni militari - insieme a nuove istituzioni che diventassero strumento per un mondo non "liberato", ricostruito libero. La Costituzione, preparata negli anni di guerra dai migliori fra gli italiani, e poi "esplosa" nell'intenso dibattito del biennio 1946-1948 è il coronamento di questo percorso. A ben guardare però è proprio questo lungo e tenace lavoro di "liberazione", la consapevolezza che la libertà nessuno può dartela, ma devi costruirtela da te, con responsabilità, che intende cancellare chi riduce il 25 aprile ad una sola giornata, ad un semplice anniversario, ad uno scontro fra "comunisti" e "fascisti", con vittime da una parte e dall'altra, alla pari. Ma non fu così, e non è così. Per Bruno e Nino Betta, internati in Germania, gli anni della prigionia furono lo spendersi per tenere altra la dignità umana, attraverso la cultura, dei loro compagni di lager. Per padre Sorge, fu aiutare a sopravvivere chi aveva famiglia. Per gli ebrei la messa a punto di un sogno, di una patria finalmente libera. Certo non basta essere liberati per essere felici,e il "male di vivere" è sempre in agguato. Per chi, dopo la prigionia, la tortura, la condanna a morte si trovò improvvisamente libero, il primo impatto fu spesso traumatico. E' comprensibile la tentazione di Petroni, torturato in Via Tasso a Roma, di ripiegare su se stesso. Un amico di famiglia, dopo due anni di internamento a Mauthausen, ridotto a una larva umana, raccontava di essere rimasto sconvolto dalla brutalità con la quale i suoi compagni, vittime della prigionia, si rivoltarono contro i loro aguzzini, soffocandoli nelle latrine quando si ritrovarono liberi. E questa immagine di "liberazione" divenne una delle più cupe che quell'internato riportò con se dal Lager, con il dubbio che, alla fine, prigionieri e nazisti "pari fossero" quanto a dignità umana. Chi tornò in Italia rimase poi spesso sconcertato dalla "libertà" del dopoguerra, fatto di "segnorine" che si accompagnavano ai vincitori, profittatori di borsa nera, intrallazzatori, mafiosi che alzavano la testa, mentre i più pacati temevano che la stessa democrazia portasse a un nuovo "regime", corrotto e clientelare come era stato il fascismo. Anche oggi chi osserva la nostra "libertà" ne resta spesso deluso. Ma portare le vittime a perdere ogni speranza, a sentirsi in colpa quando tornano libere, perché in fondo "tutti sono uguali" è l'ultima vittoria della violenza, il colpo di coda del mostro sugli inermi. Ma proprio come scudo contro il colpo di coda è servita la Resistenza, con la sua insistenza sui valori civili (che sono tali perché condivisi, non solitari) con il progetto complessivo della Costituzione. A questo servirono gli anni prima del 1945, a questo devono servire gli anni di oggi, nel ricordo del 25 aprile. Perché anche oggi, sia pure in termini diversi, la società costruisce prigioni attorno agli uomini e anche oggi - come allora - non se ne esce attraverso qualche mitica "liberazione" (magari una vittoria elettorale) ma solo con un riscatto interore. Per questo il 25 aprile non è una data affidata alla storia, ma uno stimolo per il presente. Per questo le amarezze di Guglielmo Petroni (che peraltro poi condusse a fronte alta le sue battaglie politiche e letterarie nel paese, vincendo anche un Premio Strega, lavorando alla Rai) non devono diventare alibi per un disimpegno. Il male di vivere si vince vivendo, anche la politica, in modo appassionato. E il buio nel cuore si rischiara in un modo solo, guardano gli occhi degli altri, dei concittadini, anch'essi ansiosi di libertà. A questo, non a dividersi ancora, serve tornare nelle strade e nelle piazze il 25 aprile.

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Senza titolo (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 99 del 2009-04-25 pagina 17 Obama: vedrete le foto delle torture Cia di Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione; per la maggior parte degli agenti della Cia e per l’ala conservatrice del partito repubblicano una follia che finirà per ritorcersi contro gli Stati Uniti. Dopo la pubblicazione dei quattro memorandum sulle tecniche di tortura usate per quattro anni su sospetti terroristi, arrivano le fotografie. Diverse decine, scattate in più carceri. Pare che siano meno scioccanti di quelle di Abu Ghraib, o almeno così assicura una fonte del Pentagono, ma comunque «non belle». In una, a quanto pare, un prigioniero sembra sul punto di subire un abuso sessuale con un manico di scopa. Nel 2004 la diffusione delle immagini scattate nel carcere iracheno gestito dall’esercito americano, provocò un’ondata di indignazione in tutto il mondo e in particolare in Medio Oriente. Da allora il prestigio degli Stati Uniti ne ha risentito in modo permanente. Che cosa accadrà il 28 maggio quando verranno diffusi gli scatti finora top secret? In teoria la Casa Bianca avrebbe potuto prendere tempo e rimettere la decisione finale alla Corte Suprema. La vicenda infatti nasce da una causa intentata dall’Associazione libertaria American Civil Liberties Union, che da oltre tre anni reclama la pubblicazione delle foto, invocando il Freedom of Information Act, che sancisce il diritto dell’opinione pubblica a conoscere le attività riservate del governo tranne in circostanze gravi e motivate. L’Amministrazione Bush si era sempre opposta e sebbene per ben due volte i tribunali le avessero dato torto, era intenzionata ad arrivare all’ultimo grado di giudizio. Ma Barack Obama non è George Bush ed è persuaso che gli Usa potranno riconquistare la supremazia morale nel mondo solo ammettendo i propri errori e dimostrando, con i fatti, di aver cambiato atteggiamento. In politica estera la svolta, sebbene molto discussa, è evidente: la Casa Bianca tratta con tutti, inclusi dittatori o regimi come quello iraniano, talvolta con eccessiva arrendevolezza. E infatti molti si interrogano sull’efficacia di questa strategia. Di solito i negoziati si svolgono partendo da posizioni di forza, non di dichiarata debolezza; ma la nuova Amministrazione è convinta che la catarsi debba essere totale, anche su un tema delicato come quello della tortura. Da qui la decisione di pubblicare le immagini. «Avremo finalmente le prove che Abu Ghraib, a dispetto di quanto sostenuto dall’Amministrazione Bush, non è stato un’aberrazione, bensì un metodo», ha dichiarato Amrit Singh, un avvocato dell’associazione libertaria. Il Pentagono e la Cia, però, sono inquieti. «Gli Usa non hanno nulla da guadagnare diffondendo gli scatti. Anzi, solo da perdere - afferma Mark M. Lowental, ex analista dell’intelligence -. Molti agenti che hanno eseguito gli ordini non si sentono più protetti e oggi sono demotivati. E si rischia un’altra insurrezione in Medio Oriente». Finora il comportamento di Obama non è parso coerente. L’altro giorno è emersa la prova che Condoleezza Rice, quando era Consigliere alla Sicurezza nazionale, è stata la prima ad approvare le torture. Il vicepresidente Dick Cheney sapeva, così come il ministro della Difesa Donald Rumsfeld e appare inverosimile che lo stesso Bush fosse all’oscuro. Insomma, ci sarebbero gli elementi per un processo o perlomeno per un’inchiesta parlamentare. Il presidente, tuttavia, ritiene che non sia necessario né giusto che i responsabili vengano puniti. Insomma, Barack svuota i cassetti, ma protegge i colpevoli. Lo fa per preservare la credibilità della massima istituzione americana; tuttavia almeno metà del governo dissente e la polemica politica cresce di ora in ora. La Clinton ha definito Cheney, che ha difeso l’utilità delle sevizie, «una fonte poco attendibile»; i conservatori hanno reagito passando al sito Politico un’indiscrezione esplosiva: nel 2002 Nancy Pelosi, oggi presidente della Camera, sarebbe stata messa al corrente delle torture. Una chiamata di correità, che ben illustra il clima velenoso e decadente che si respira di questi tempi a Washington. http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Oppositori arruolati con la forza I nuovi metodi della repressione (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 25/04/2009 - pag: 16 La storia Espulsi dall'università e costretti al servizio militare. Così il regime neutralizza i giovani attivisti Oppositori arruolati con la forza I nuovi metodi della repressione La sera del 12 gennaio Ivan è scortato alla caserma di Salihorsk, il 16 Franak viene condotto in manette all'ospedale militare di Minsk. Due commissioni dell'esercito invalidano gli esami medici che li dichiaravano non idonei alla leva. Oggi Ivan Shyla, 19 anni, vicepresidente della sezione di Salihorsk del Fronte giovanile, presta servizio nella 29esima brigata aerea di Mezhytsy, Bieloruss ia settentrionale. Franak Vyachorka, 21 anni, capo dei Giovani del Fronte Popolare e figlio del primo vice-presidente del partito, fa parte dell'unità aerea di Mozyr, Bielorussia meridionale. Si dichiarano prigionieri politici. La coscrizione forzata, denunciano le organizzazioni per la difesa dei diritti umani, è la nuova forma di persecuzione «moderata» utilizzata dal presidente Aleksandr Lukashenko per neutralizzare i giovani attivisti ora che il regime cerca di rendersi «presentabile» agli occhi dell'Occidente. A caute aperture come la scarcerazione dell'oppositore Alexandr Kazulin e la legalizzazione di pochi giornali indipendenti, l'anno scorso Bruxelles ha risposto rimuovendo il divieto d'ingresso sul territorio Ue imposto a Lukashenko e a trenta funzionari governativi dopo le presidenziali del 2006, giudicate non conformi agli standard democratici. Prima di entrare nell'esercito Ivan ha scritto sul suo blog: «Durante la liberalizzazione la repressione pubblica è sostituita con altre forme di oppressione meno codificate. Questo non ne cambia la natura repressiva ma le occulta, facendole apparire legalmente giustificabili». In Bielorussia vige la leva obbligatoria ma Franak e Ivan erano stati esonerati per seri problemi di salute, cardiaci e alla schiena. Nell'ultimo anno altri tre attivisti sono stati costretti ad arruolarsi: il primo, nel gennaio 2008, è stato Zmitser Zhaleznichenka, vicepresidente della sezione giovanile del Fronte popolare già espulso due volte dall'università malgrado gli ottimi voti. Sono decine gli studenti dell'opposizione che denunciano espulsioni «politiche». Ivan non ha finito la scuola, non si è presentato all'ultimo esame perché era in carcere arrestato la sera prima durante un'azione di volantinaggio. Franak, studente modello al terzo anno di Giornalismo, è stato allontanato dall'università a causa delle troppe assenze e, dicono gli amici, della sua passione per il bielorusso, «sospetta» in un Paese dove il russo è seconda lingua ufficiale e il presidente (l'unico parlamentare di Minsk che nel 1991 votò contro la dissoluzione dell'Urss) ha proibito l'uso della bandiera nazionalista. «Lukashenko gioca d'azzardo sia con Mosca che con Bruxelles dice al Corriere Vincuk Vyachorka, padre di Franak e leader dell'opposizione . Lo Stato ha il monopolio dell'informazione, lingua e storia sono usate a fini politici, i manifestanti sono picchiati e arrestati, in questi mesi almeno tre imprenditori invisi al presidente sono finiti in carcere. L'approccio idealistico dell'Ue non ha fondamento». «Dove persistono gravi violazioni dei diritti, come la pena di morte, la vigilanza dell'Europa è fondamentale spiega Valiantsin Stefanovic del centro diritti umani Viasna . Ora, con la crisi, l'Occidente potrebbe subordinare alle riforme il sostegno economico del quale Minsk ha urgente bisogno». Il 7 febbraio i soldati Shyla e Vyachorka hanno prestato giuramento. Alla formula ufficiale, «Servo della Repubblica», Franak ha preferito la sua: «Viva la Bielorussia». Maria Serena Natale

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Obama: vedrete le foto delle torture Cia. (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 99 del 2009-04-25 pagina 17 Obama: vedrete le foto delle torture Cia di Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione; per la maggior parte degli agenti della Cia e per l’ala conservatrice del partito repubblicano una follia che finirà per ritorcersi contro gli Stati Uniti. Dopo la pubblicazione dei quattro memorandum sulle tecniche di tortura usate per quattro anni su sospetti terroristi, arrivano le fotografie. Diverse decine, scattate in più carceri. Pare che siano meno scioccanti di quelle di Abu Ghraib, o almeno così assicura una fonte del Pentagono, ma comunque «non belle». In una, a quanto pare, un prigioniero sembra sul punto di subire un abuso sessuale con un manico di scopa. Nel 2004 la diffusione delle immagini scattate nel carcere iracheno gestito dall’esercito americano, provocò un’ondata di indignazione in tutto il mondo e in particolare in Medio Oriente. Da allora il prestigio degli Stati Uniti ne ha risentito in modo permanente. Che cosa accadrà il 28 maggio quando verranno diffusi gli scatti finora top secret? In teoria la Casa Bianca avrebbe potuto prendere tempo e rimettere la decisione finale alla Corte Suprema. La vicenda infatti nasce da una causa intentata dall’Associazione libertaria American Civil Liberties Union, che da oltre tre anni reclama la pubblicazione delle foto, invocando il Freedom of Information Act, che sancisce il diritto dell’opinione pubblica a conoscere le attività riservate del governo tranne in circostanze gravi e motivate. L’Amministrazione Bush si era sempre opposta e sebbene per ben due volte i tribunali le avessero dato torto, era intenzionata ad arrivare all’ultimo grado di giudizio. Ma Barack Obama non è George Bush ed è persuaso che gli Usa potranno riconquistare la supremazia morale nel mondo solo ammettendo i propri errori e dimostrando, con i fatti, di aver cambiato atteggiamento. In politica estera la svolta, sebbene molto discussa, è evidente: la Casa Bianca tratta con tutti, inclusi dittatori o regimi come quello iraniano, talvolta con eccessiva arrendevolezza. E infatti molti si interrogano sull’efficacia di questa strategia. Di solito i negoziati si svolgono partendo da posizioni di forza, non di dichiarata debolezza; ma la nuova Amministrazione è convinta che la catarsi debba essere totale, anche su un tema delicato come quello della tortura. Da qui la decisione di pubblicare le immagini. «Avremo finalmente le prove che Abu Ghraib, a dispetto di quanto sostenuto dall’Amministrazione Bush, non è stato un’aberrazione, bensì un metodo», ha dichiarato Amrit Singh, un avvocato dell’associazione libertaria. Il Pentagono e la Cia, però, sono inquieti. «Gli Usa non hanno nulla da guadagnare diffondendo gli scatti. Anzi, solo da perdere - afferma Mark M. Lowental, ex analista dell’intelligence -. Molti agenti che hanno eseguito gli ordini non si sentono più protetti e oggi sono demotivati. E si rischia un’altra insurrezione in Medio Oriente». Finora il comportamento di Obama non è parso coerente. L’altro giorno è emersa la prova che Condoleezza Rice, quando era Consigliere alla Sicurezza nazionale, è stata la prima ad approvare le torture. Il vicepresidente Dick Cheney sapeva, così come il ministro della Difesa Donald Rumsfeld e appare inverosimile che lo stesso Bush fosse all’oscuro. Insomma, ci sarebbero gli elementi per un processo o perlomeno per un’inchiesta parlamentare. Il presidente, tuttavia, ritiene che non sia necessario né giusto che i responsabili vengano puniti. Insomma, Barack svuota i cassetti, ma protegge i colpevoli. Lo fa per preservare la credibilità della massima istituzione americana; tuttavia almeno metà del governo dissente e la polemica politica cresce di ora in ora. La Clinton ha definito Cheney, che ha difeso l’utilità delle sevizie, «una fonte poco attendibile»; i conservatori hanno reagito passando al sito Politico un’indiscrezione esplosiva: nel 2002 Nancy Pelosi, oggi presidente della Camera, sarebbe stata messa al corrente delle torture. Una chiamata di correità, che ben illustra il clima velenoso e decadente che si respira di questi tempi a Washington. http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Basta con i pasticci degli euroburocrati. (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 99 del 2009-04-25 pagina 0 Basta con i pasticci degli euroburocrati di Maria Giovanna Maglie Si può dire che di questa Unione Europea, dei suoi commissari troppo spesso ondivaghi, disinformati, faziosi, non ne possiamo più, senza che a qualcuno venga in mente il noioso esercizio di ricordarci tutta la storia nobile dei padri fondatori? La sortita del tedesco Guenter Verheugen contro la Fiat, e naturalmente in soccorso dell’industria automobilistica di casa sua in crisi, non è che l’ultima di una serie infinita di gaffes, editti, considerazioni miopi, che colpiscono l’Italia, il suo governo e la sua impresa. è il risultato obbligato di un’istituzione elefantiaca che imbarca acqua e che, se a qualcuno interessa ancora, va attaccata e criticata, non difesa a tutti i costi e raccontata come una favoletta. La Conferenza dell’Onu cosiddetta sul razzismo, Durban 2, è l’ultimo, anzi ora il penultimo, esempio dell’incapacità di essere una potenza politica e diplomatica. Hanno fatto finta che i cattivi, quelli che non dimostrano buona volontà, fossimo ancora una volta noi italiani, poi ci hanno raggiunto gli Stati Uniti di Barack Obama, Australia, Nuova Zelanda, Germania, Olanda, Polonia, oltre a Israele. Poi gli altri sono andati a prendersi la solita razione di insulti a Israele e all’Occidente da quel bullo nazista di Mahmoud Ahmadinejad. Andiamo avanti. Ve la ricordate la storia del nostro razzismo con i nomadi, a opera del commissario Hammarberg? Ci chiese nientemeno che di precisare all’Unione l’uso del termine «nomadi», che «non deve avere un significato discriminatorio e negativo nell’identificare le comunità rom, sinti e camminanti». Peccato che esista un’Opera Nomadi, che questa parola la porta nel nome, si direbbe senza imbarazzo alcuno. Il Consiglio d’Europa diffida l'Italia dall’esercitare le politiche di pubblica sicurezza, in forma di vere e proprie «espulsioni collettive rivolte a una sola etnia». Il Commissario ai Diritti umani dei cittadini europei ignora l’esistenza della Direttiva 2004/38/CE, recepita dall’ordinamento nazionale con il decreto legislativo n. 30 del 2007 e che consente, nel pieno rispetto del Trattato, di allontanare dai confini di un Paese membro gli immigrati comunitari che vivono di crimini o espedienti e non possono provvedere alla propria assistenza sanitaria. Il Paese razzista, sempre noi, ha salvato i disperati del mercantile Pinar anche se si trattava di clandestini illegali. Malta, deputata a occuparsene, anche perché prende un sacco di soldi per l’attività di soccorso nel Mediterraneo, se n’è infischiata dei richiami del commissario Barroso, ha ribadito che ha un territorio e un’economia che non consentono l’accoglienza, e tutto è finito lì, nessun richiamo, nessuna direttiva di condanna. Il solenne Consiglio d’Europa invece bacchetta l’Italia per i processi troppo lenti e sollecita l’approvazione di una legge che consenta di smaltire l’arretrato giudiziario, milioni di processi penali e civili. Troppo giusto. Il Consiglio non è legato all’esecutivo della Ue, ma riunisce i governi dei Paesi che aderiscono alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, al cui presidio sovraintende la Corte europea dei diritti dell’uomo. Ora provate a fare un ricorso alla Corte europea perché siete stati condannati in via definitiva in Italia alla fine di un processo scorretto, condotto da magistrati prevenuti. Magari sperate di ricostruirvi immagine e dignità. Vi illudete, vi faranno aspettare anni solo per decidere se il ricorso è ricevibile. Parliamo del funzionamento economico tanto millantato dell’Unione, delle politiche monetarie rigide della Banca centrale europea, che hanno portato il costo del denaro alle stelle frenando la crescita economica. O ricordiamoci il denaro e il tempo spesi per approvare le norme più bizzarre, una volta contro l’industria del cioccolato puro, un’altra volta contro i produttori del lardo di Colonnata, e via sragionando con la curvatura delle zucchine. Infine, non dimentichiamoci di quel voto dell’Irlanda contro l’adesione al Trattato di Lisbona, che ha affossato definitivamente la pretesa dell’allargamento dell'Europa da 15 a 27. è stato un no giusto, perché l’allargamento è stato pensato come buona parte delle sciocchezze che si producono negli uffici europei: senza un’idea di fondo, senza tenere in conto l’identità del vecchio continente, senza spiegare ai cittadini la posta in gioco. Quel fallimento aveva nomi e cognomi dei responsabili, che sono poi gli stessi autori della scatola vuota con cui combattiamo con scarso costrutto e tante calunnie: Jacques Chirac, Gerard Schroeder, Giuliano Amato e Romano Prodi, allora presidente della Commissione. Se è così, basta, grazie. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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di sinistra non significa essere irragionevoli (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 19 - Udine Di sinistra non significa essere irragionevoli Dibattito I Socialisti insieme con Sinistra democratica, Unire la Sinistra e Verdi hanno costituito Sinistra e Libertà, che parteciperà con una sua lista alle elezioni europee del prossimo mese di giugno. La nostra idea è di unire e dare una voce comune e forte a quell'ampia e attualmente non rappresentata area di pensiero, libertaria, liberale e progressista, che ritiene vi sia spazio e futuro in Italia e in Europa per una politica di sinistra. È la consapevolezza del vuoto ideale, culturale e politico, che si è venuto a creare nel nostro Paese e per altro verso la percezione di una sorta di plastificazione della politica, che ci ha spinto a superare le pretese identitarie e a trovare un'intesa con altre forze politiche unite, da un'analoga sensibilità verso le problematiche sociali, dell'ambiente e i diritti umani e civili, che al contrario di altri non hanno dismesso l'idea che un mondo più giusto e solidale è e deve essere possibile. Di fronte alla crisi economica provocata dalle storture del capitalismo e da una globalizzazione senza regole, in cui unico valore sembra essere l'esasperata ricerca del profitto individuale che poi conduce al tracollo individuale e collettivo, i Socialisti dicono stop ai licenziamenti, alla precarietà dei falsi contratti a progetto e alla mercificazione dei diritti. La politica sia a livello europeo sia a livello nazionale e regionale deve recuperare il suo ruolo, dando indirizzi certi per bloccare la dismissione del nostro sistema industriale, favorire un modello di sviluppo che tenga conto di prospettive di crescita e di esigenze occupazionali di medio e lungo periodo, rispettoso dell'ambiente, attraverso l'incentivazione della ricerca, in specie nel campo delle energie rinnovabili, di cui la nostra regione potrebbe diventare un polo di attrazione. E a questo riguardo ci chiediamo dove è finito il progetto della Tav, che attraverserà la nostra regione, e dell'assurdo stravolgimento che provocherebbe la galleria "a esse" che si vorrebbe realizzare nel Carso, tutte cose di cui stranamente non si sente più parlare. In questi anni una visione aziendale e privatistica delle istituzioni si è diffusa a destra e a manca, condita a sinistra da inutili accenti buonisti e politically correct e nel nome di un preteso efficientismo i vertici dei due maggiori partiti di maggioranza e opposizione si sono adattati all'idea che sia il mercato a dettare l'agenda politica, nel presupposto che il mercato sia in grado di autoregolamentarsi, sempre e comunque e che nel suo ambito si debba inquadrare l'azione o la non azione politica, secondo una logica che nella sua veste pretesamente più illuminata vede il cittadino come un puro e semplice consumatore. Il suicidio politico della sinistra si è consumato nell'irragionevolezza di questa concezione, che antepone il prodotto al produttore, il mercato finanziario all'essere umano; è sfuggito che la competizione più esasperata finisce per escludere dal processo produttivo ed emargina fasce sempre più ampie di popolazione e come da questa esclusione derivi un problema sociale che va a minare la solidità di quello stesso mercato che si vuol porre come un valore di fondo della società. Essere di sinistra non significa essere irragionevoli, fuori della realtà o conservatori, come da più parti si è sostenuto in questi anni: dignità della persona, solidarietà, partecipazione, apertura la cambiamento, democrazia, sviluppo e tutela dell'ambiente sono valori riconoscibili e connessi di un processo ideale di sinistra, moderno, realizzabile e di cui riteniamo vi sia bisogno oggi. Franco Giunchi segretario regionale del Psi Andrea Castiglione segretario provinciale di Udine Gianfranco Orel segretario provinciale di Trieste Pierantonio Rigo segretario provinciale di Pordenone Giancarlo Maraz segretario provinciale di Gorizia

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manifestazioni in città per la liberazione (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 3 - Pordenone Manifestazioni in città per la Liberazione 25 aprile In occasione della festa della Liberazione, oggi a Pordenone si terrà la consueta cerimonia con la deposizione delle corone nell'area antistante al monumento ai caduti in piazzale Ellero dei Mille e nel piazzale Maestri del lavoro al Centro studi. Il programma prevede una prima fase che si terrà in piazzale Ellero con il raduno alle 9.50. Alle 10 la cerimonia dell'alzabandiera e l'onore ai caduti, cui seguiranno gli interventi degli oratori. Alle 10.30 è previsto il trasferimento dei convenuti in corteo nel piazzale Maestri del lavoro al Centro studi. Qui alle 10.45 ci saranno lo schieramento e le deposizione delle corone prima al cippo della medaglia d'oro Franco Martelli e poi alla lapide della medaglia d'oro Terzo Drusin, nell'omonima aula magna. «Se per qualcuno celebrare il 25 aprile è ormai puro lavoro istituzionale - affermano in una nota Comitato per il 25 aprile, Iniziativa libertaria, collettivo studentesco Aut, Rifondazione comunista, Rdb-Cub, Cobas scuola, Usi/Ait -, per noi è invece momento in cui fare memoria della storia e tenerne vivo il senso. La Liberazione dal nazifascismo è sempre attuale, perché ogni giorno è necessario guardare a quella società per la quale migliaia di partigiani sono morti. Il valore della Resistenza è oggi soffocato: da chi vuole equiparare partigiani e repubblichini per uguagliare la memoria e cancellare il senso della storia, da chi attacca il diritto di sciopero per riproporre le corporazioni di epoca fascista. Il sogno di libertà è oggi calpestato: da chi strumentalizza il corpo della donna per diffondere l'odio verso l'altro di turno del momento, i migranti, da chi costruisce centri di permanenza e si vanta del numero di rimpatri violando nel frattempo diritti umani universali. E anziché migliorare l'istruzione pubblica, ragione di tante lotte, si finanzia quella privata e si pongono a valore ordine e disciplina per non investire in didattica». «Per questo crediamo sia ancora oggi necessario resistere e ricordare quell'Italia sognata il 25 aprile '45 - conclude il comunicato -: per trovare la forza per sognare un Paese da continuare a ricostruire. E per questo il 25 aprile saremo in piazza. Dalle 18 ci sarà poi un concerto al Deposito Giordani per concludere musicalmente la giornata».

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La Casa Bianca chiede il cessate il fuoco in Sri Lanka. 50mila civili bloccati (sezione: Diritti umani)

( da "Rai News 24" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Colombo | 25 aprile 2009 La Casa Bianca chiede il cessate il fuoco in Sri Lanka. 50mila civili bloccati Soldati Sri Lanka La Casa Bianca stanotte ha lanciato un appello per l'immediato cessate il fuoco nello Sri Lanka, dove infuria la guerra civile fra governo e ribelli Tamil. Piu' di 50 mila civili sono intrappolati nella regione del nord del paese, rischiano di morire di fame e sono senza medicine. L'esercito ha accerchiato i guerriglieri e si prepara all'offensiva finale. Dallo scorso anno il governo ha posto il divieto alle organizzazioni umanitarie di accedere nella zona di guerra. Circa 6500 civili sono rimasti uccisi solo negli ultimi tre mesi, dice l'ONU, e si moltiplicano le violazioni dei diritti umani.

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Obama: vedrete le foto delle torture Cia (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
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Argomenti: Diritti umani

n. 99 del 2009-04-25 pagina 17 Obama: vedrete le foto delle torture Cia di Marcello Foa Entro il 28 maggio saranno diffuse molte decine di immagini di abusi commessi durante gli anni caldi della guerra al terrorismo. Per la Casa Bianca è una necessaria catarsi, per i repubblicani una follia che si ritorcerà contro gli Usa Per Obama e per molti cittadini americani è una liberazione; per la maggior parte degli agenti della Cia e per l’ala conservatrice del partito repubblicano una follia che finirà per ritorcersi contro gli Stati Uniti. Dopo la pubblicazione dei quattro memorandum sulle tecniche di tortura usate per quattro anni su sospetti terroristi, arrivano le fotografie. Diverse decine, scattate in più carceri. Pare che siano meno scioccanti di quelle di Abu Ghraib, o almeno così assicura una fonte del Pentagono, ma comunque «non belle». In una, a quanto pare, un prigioniero sembra sul punto di subire un abuso sessuale con un manico di scopa. Nel 2004 la diffusione delle immagini scattate nel carcere iracheno gestito dall’esercito americano, provocò un’ondata di indignazione in tutto il mondo e in particolare in Medio Oriente. Da allora il prestigio degli Stati Uniti ne ha risentito in modo permanente. Che cosa accadrà il 28 maggio quando verranno diffusi gli scatti finora top secret? In teoria la Casa Bianca avrebbe potuto prendere tempo e rimettere la decisione finale alla Corte Suprema. La vicenda infatti nasce da una causa intentata dall’Associazione libertaria American Civil Liberties Union, che da oltre tre anni reclama la pubblicazione delle foto, invocando il Freedom of Information Act, che sancisce il diritto dell’opinione pubblica a conoscere le attività riservate del governo tranne in circostanze gravi e motivate. L’Amministrazione Bush si era sempre opposta e sebbene per ben due volte i tribunali le avessero dato torto, era intenzionata ad arrivare all’ultimo grado di giudizio. Ma Barack Obama non è George Bush ed è persuaso che gli Usa potranno riconquistare la supremazia morale nel mondo solo ammettendo i propri errori e dimostrando, con i fatti, di aver cambiato atteggiamento. In politica estera la svolta, sebbene molto discussa, è evidente: la Casa Bianca tratta con tutti, inclusi dittatori o regimi come quello iraniano, talvolta con eccessiva arrendevolezza. E infatti molti si interrogano sull’efficacia di questa strategia. Di solito i negoziati si svolgono partendo da posizioni di forza, non di dichiarata debolezza; ma la nuova Amministrazione è convinta che la catarsi debba essere totale, anche su un tema delicato come quello della tortura. Da qui la decisione di pubblicare le immagini. «Avremo finalmente le prove che Abu Ghraib, a dispetto di quanto sostenuto dall’Amministrazione Bush, non è stato un’aberrazione, bensì un metodo», ha dichiarato Amrit Singh, un avvocato dell’associazione libertaria. Il Pentagono e la Cia, però, sono inquieti. «Gli Usa non hanno nulla da guadagnare diffondendo gli scatti. Anzi, solo da perdere - afferma Mark M. Lowental, ex analista dell’intelligence -. Molti agenti che hanno eseguito gli ordini non si sentono più protetti e oggi sono demotivati. E si rischia un’altra insurrezione in Medio Oriente». Finora il comportamento di Obama non è parso coerente. L’altro giorno è emersa la prova che Condoleezza Rice, quando era Consigliere alla Sicurezza nazionale, è stata la prima ad approvare le torture. Il vicepresidente Dick Cheney sapeva, così come il ministro della Difesa Donald Rumsfeld e appare inverosimile che lo stesso Bush fosse all’oscuro. Insomma, ci sarebbero gli elementi per un processo o perlomeno per un’inchiesta parlamentare. Il presidente, tuttavia, ritiene che non sia necessario né giusto che i responsabili vengano puniti. Insomma, Barack svuota i cassetti, ma protegge i colpevoli. Lo fa per preservare la credibilità della massima istituzione americana; tuttavia almeno metà del governo dissente e la polemica politica cresce di ora in ora. La Clinton ha definito Cheney, che ha difeso l’utilità delle sevizie, «una fonte poco attendibile»; i conservatori hanno reagito passando al sito Politico un’indiscrezione esplosiva: nel 2002 Nancy Pelosi, oggi presidente della Camera, sarebbe stata messa al corrente delle torture. Una chiamata di correità, che ben illustra il clima velenoso e decadente che si respira di questi tempi a Washington. http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Basta con i pasticci degli euroburocrati (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)
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Argomenti: Diritti umani

n. 99 del 2009-04-25 pagina 0 Basta con i pasticci degli euroburocrati di Maria Giovanna Maglie Si può dire che di questa Unione Europea, dei suoi commissari troppo spesso ondivaghi, disinformati, faziosi, non ne possiamo più, senza che a qualcuno venga in mente il noioso esercizio di ricordarci tutta la storia nobile dei padri fondatori? La sortita del tedesco Guenter Verheugen contro la Fiat, e naturalmente in soccorso dellindustria automobilistica di casa sua in crisi, non è che l’ultima di una serie infinita di gaffes, editti, considerazioni miopi, che colpiscono l’Italia, il suo governo e la sua impresa. è il risultato obbligato di un’istituzione elefantiaca che imbarca acqua e che, se a qualcuno interessa ancora, va attaccata e criticata, non difesa a tutti i costi e raccontata come una favoletta. La Conferenza dell’Onu cosiddetta sul razzismo, Durban 2, è l’ultimo, anzi ora il penultimo, esempio dell’incapacità di essere una potenza politica e diplomatica. Hanno fatto finta che i cattivi, quelli che non dimostrano buona volontà, fossimo ancora una volta noi italiani, poi ci hanno raggiunto gli Stati Uniti di Barack Obama, Australia, Nuova Zelanda, Germania, Olanda, Polonia, oltre a Israele. Poi gli altri sono andati a prendersi la solita razione di insulti a Israele e all’Occidente da quel bullo nazista di Mahmoud Ahmadinejad. Andiamo avanti. Ve la ricordate la storia del nostro razzismo con i nomadi, a opera del commissario Hammarberg? Ci chiese nientemeno che di precisare all’Unione l’uso del termine «nomadi», che «non deve avere un significato discriminatorio e negativo nell’identificare le comunità rom, sinti e camminanti». Peccato che esista un’Opera Nomadi, che questa parola la porta nel nome, si direbbe senza imbarazzo alcuno. Il Consiglio d’Europa diffida l'Italia dall’esercitare le politiche di pubblica sicurezza, in forma di vere e proprie «espulsioni collettive rivolte a una sola etnia». Il Commissario ai Diritti umani dei cittadini europei ignora l’esistenza della Direttiva 2004/38/CE, recepita dall’ordinamento nazionale con il decreto legislativo n. 30 del 2007 e che consente, nel pieno rispetto del Trattato, di allontanare dai confini di un Paese membro gli immigrati comunitari che vivono di crimini o espedienti e non possono provvedere alla propria assistenza sanitaria. Il Paese razzista, sempre noi, ha salvato i disperati del mercantile Pinar anche se si trattava di clandestini illegali. Malta, deputata a occuparsene, anche perché prende un sacco di soldi per l’attività di soccorso nel Mediterraneo, se n’è infischiata dei richiami del commissario Barroso, ha ribadito che ha un territorio e un’economia che non consentono l’accoglienza, e tutto è finito lì, nessun richiamo, nessuna direttiva di condanna. Il solenne Consiglio d’Europa invece bacchetta l’Italia per i processi troppo lenti e sollecita l’approvazione di una legge che consenta di smaltire l’arretrato giudiziario, milioni di processi penali e civili. Troppo giusto. Il Consiglio non è legato all’esecutivo della Ue, ma riunisce i governi dei Paesi che aderiscono alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, al cui presidio sovraintende la Corte europea dei diritti dell’uomo. Ora provate a fare un ricorso alla Corte europea perché siete stati condannati in via definitiva in Italia alla fine di un processo scorretto, condotto da magistrati prevenuti. Magari sperate di ricostruirvi immagine e dignità. Vi illudete, vi faranno aspettare anni solo per decidere se il ricorso è ricevibile. Parliamo del funzionamento economico tanto millantato dell’Unione, delle politiche monetarie rigide della Banca centrale europea, che hanno portato il costo del denaro alle stelle frenando la crescita economica. O ricordiamoci il denaro e il tempo spesi per approvare le norme più bizzarre, una volta contro l’industria del cioccolato puro, un’altra volta contro i produttori del lardo di Colonnata, e via sragionando con la curvatura delle zucchine. Infine, non dimentichiamoci di quel voto dell’Irlanda contro l’adesione al Trattato di Lisbona, che ha affossato definitivamente la pretesa dell’allargamento dell'Europa da 15 a 27. è stato un no giusto, perché l’allargamento è stato pensato come buona parte delle sciocchezze che si producono negli uffici europei: senza un’idea di fondo, senza tenere in conto l’identità del vecchio continente, senza spiegare ai cittadini la posta in gioco. Quel fallimento aveva nomi e cognomi dei responsabili, che sono poi gli stessi autori della scatola vuota con cui combattiamo con scarso costrutto e tante calunnie: Jacques Chirac, Gerard Schroeder, Giuliano Amato e Romano Prodi, allora presidente della Commissione. Se è così, basta, grazie. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Sponda Sud, riforme al palo (sezione: Diritti umani)

( da "Denaro, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mediterraneo euromed Sponda Sud, riforme al palo La Ue: La crisi e la situazione in Medioriente rallentano il progresso Prima la crisi economica e finanziaria, poi il conflitto di Gaza. Sono questi i due fattori che hanno determinato un rallentamento generale delle riforme per i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo nel 2008. E' quanto emerge dal rapporto annuale della Commissione Ue sui progressi, in fatto di riforme, dei Paesi che fanno parte della politica di vicinato (Enp). "Il 2008 è stato un anno difficile - dice il commissario Ue alle Relazioni esterne, Benita Ferrero Waldner -. A registrare una battuta d'arresto soprattutto le riforme democratiche. Anche la crisi politica, come quella che ha bloccato il Libano e che era collegata al conflitto israelo-palestinese, ha pesato sulle riforme". E gli effetti della guerra di Gaza si fanno ancora sentire. ''Non credo sia giunto il momento di approfondire le relazioni con Israele - aggiunge -, vogliamo prima vedere l'impegno del nuovo governo verso la soluzione del conflitto con i palestinesi basata su due Stati''. Secondo il rapporto di Bruxelles, mentre le riforme nell'ambito di diritti umani e libertà di espressione faticano a decollare nella sponda Sud, sul fronte degli scambi commerciali il 2008 ha visto un aumento delle esportazioni di Egitto, Giordania e Libano verso la Ue, mentre negoziati su prodotti agricoli e pesca si sono conclusi con Egitto e Israele e sono ancora in corso con Marocco e Tunisia. Altri accordi sono stati firmati nell'ambito del trasporto aereo con Israele e Giordania. Nel complesso, la quota di aiuti della Ue, nell'ambito dell'Enp l'anno scorso ha toccato 1,71 miliardi di euro, contro 1,67 del 2007. Questa la situazione nel bacino. LIBANO Blocco a livello legislativo, con diversi progetti di norme non discussi dal Parlamento (ad esempio su concorrenza e Iva). Lenti progressi su diritti umani, riforma giudiziaria, sociale e amministrativa. MAROCCO Raggiunto un maggiore dialogo su lotta contro immigrazione clandestina e rafforzata la cooperazione energetica. Prioritarie le riforme su liberta' di stampa, d'espressione e giustizia. TUNISIA Aumento significativo di immigrazione clandestina verso la Ue. Mancato obiettivo di aumentare liberta' di associazione ed espressione. GIORDANIA Serve più protezione dei diritti dei lavoratori immigrati e lavorare per raggiungere l'indipendenza del potere giudiziario. EGITTO Nessun progresso sull'indipendenza del potere giudiziario. Progressi limitati in lotta a corruzione, libertà espressione e indipendenza dei media, diritto di assemblea e associazione, libertà di religione. ISRAELE Limitata collaborazione sulla ricerca di una soluzione al conflitto con i palestinesi, e limitati progressi su democrazia, Stato di diritto, diritti umani e diritto umanitario. Maggiori sforzi necessari per migliorare la situazione della minoranza araba. TERRITORI PALESTINESI Riforme politiche e costruzione istituzioni soffrono continui stop a causa della divisione fra Cisgiordania e striscia di Gaza. del 25-04-2009 num.

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Quel sangue che scorre ma non il video (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

SRI LANKA - Indifferenza globale per 6400 morti Quel sangue che scorre ma non «buca» il video Marina Forti Continua a non fare notizia la guerra in corso a Sri Lanka, nazione dell'Asia meridionale forse nota ai più come destinazione turistica. Eppure in questi giorni si sta consumando una vera e propria tragedia umana, con una popolazione di circa duecentomila persone, o forse più, letteralmente presa tra due fuochi. Le vittime civili si sontano a migliaia - il Comitato internazionale per la croce rossa parla di oltre 6.400 da gennaio. Le immagini che arrivano mostrano militari in avanzata e colonne di uomini, donne e bambini in fuga, persone allo stremo e feriti stesi a terra in ospedali improvvisati. Ma quelle foto non hanno fatto il giro del mondo. L'indifferenza mondiale di fronte a una simile «crisi umanitaria» non smette di stupire. Sarà che a Sri Lanka non è al centro delle preoccupazioni geo-strategiche mondiali? Del resto solo i media britannici stanno dando un'informazione continua e «dal vivo» sugli eventi (sarà per lo storico legame con la regione), oltre a una tv come al Jazeera - confermando di essere capace di cambiare l'ordine delle priorità dell'informazione. Se ne occupa anche la stampa indiana, ma è scontato: per l'India sì che è rilevante quanto avviene nella vicina Sri Lanka. New Delhi sa che il conflitto ormai venticinquennale tra lo stato centrale (dominato dalla maggioranza etnica cingalese) e il movimento ribelle della minoranza etnica tamil è «sconfinato» spesso nell'India stessa - nello stato meridionale del Tamil Nadu, abitato da una forte popolazione tamil (furono quei ribelli, le «Tigri per la liberazione della patria tamil», a uccidere l'ex premier Rajiv Gandhi nel 1991). Per l'India è una pericolosa turbolenza nel «cortile di casa», per l'occidente una crisi remota. A Sri Lanka vediamo molto più che una «crisi umanitaria». E' una precipitazione di quel conflitto tra maggioranza e minoranza - anzi minoranze, diverse - nella nazione chiamata Sri Lanka, meno di 20 milioni di abitanti divisi tra cingalesi (73%), tamil. Chiama in causa le nozioni di convivenza e democrazia. Quello di questi giorni a Sri Lanka è l'epilogo di una campagna militare condotta in modo brutale nel corso dell'ultimo anno dall'esercito: coperta da forte censura e dalla sistematica intimidazione verso giornalisti (vedi il manifesto, 7 marzo), senza testimoni. Perfino la Croce Rossa e le organizzazioni umanitarie dell'Onu sono tenute a distanza. E' accompagnata da una guerra di propaganda: il governo di Colombo ha dapprima negato che l'offensiva abbia fatto vittime civili poi le ha attribuite alle Tigri - negli ultimi giorni ha permesso ai media di fotografare militari che distribuiscono cibo ai civili «salvati» dalle grinfie dei ribelli. Fonti vicine al Ltte diffondono notizie drammatiche sui civili vittima dei cannoneggiamenti dell'esercito. Le fonti indipendenti sono poche, ma esistono e sono quel poco di società civile organizzata che a Sri Lanka tenta di opporsi alla deriva: una è il gruppo degli «Insegnanti universitari per i diritti umani», sezione di Jaffna (stralci del loro ultimo bollettino sono in questa pagina), che ha documentato sia come l'esercito abbia preso di mira la popolazione civile tamil in modo deliberato, a partire dal 2006, con evacuazioni forzate e fuoco d'artiglieria - sia come le Tigri abbiano instaurato un sistema di arruolamento forzato e abbiano impedito ai civili di fuggire dalle zone di conflitto. Quella popolazione presa tra due fuochi è il vero segno della crisi a Sri Lanka. Da gennaio in poi l'esercito ha sbaragliato, uno a uno, tutti i bastioni delle Tigri. L'ultima resistenza dei ribelli sembra disperata, sul piano militare. Il presidente Mahindra Rajapakse, fautore di una versione estrema del nazionalismo cingalese, ha descritto la guerra interna come una «war on terror», in cui le Tigri sono un'incarnazione del terrorismo internazionale, e ne ha usato tutta la retorica. Ha instaurato, en passant, un governo estremamente autoritario. Oggi si sente vittorioso. Ma anche quando avrà sbaragliato le Tigri, resterà il conflitto etnico in Sri Lanka - segnato discriminazioni e storici episodi di «pulizia etnica» contro le minoranze. «La tragedia che si sta consumando a Sri Lanka è il risultato di un nazionalismo distruttivo, uno sciovinisno cingalese da un lato e un gretto nazionalismo tamil dall'altro», scrivono gli «insegnanti per i diritti umani». I tamil ostaggio della pretesa delle Tigri di rappresentarli, il paese intero ostaggio nel nazionalismo cingalese.

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(sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ATTACCO FINALE - L'ultima denuncia degli «Insegnanti universitari per i diritti umani» di Jaffna «Le Tigri, una scusa per il massacro dei civili» Una giovane madre è stata ferita mentre allattava, e il suo bebè di tre mesi ucciso, colpiti da frammenti di proiettili all'interno di quella che il governo ha dichiarato no fire zone, zona franca dai combattimenti. Genitori nascondono i loro figli in bunker scavatio alla bell'e meglio per sfiggire alle bande delle tigri che setacciano la no fire zone in cerca di reclute. Una donna perde il marito sparato da cecchini, mentre tentano con i figli di traversare la laguna per fuggire dalla no fire zone. (...) Di rado riceviamo rapporti indipendenti sugli sviluppi della situazione corrente nella regione di Vanni (Sri Lanka settentrionale, dove sono ora concentrati i combattimenti tra l'esercito e il Ltte, le Tigri tamil, ndt). Questo bollettino fa eccezione: sono fatti riferiti da persone scappate dal Vanni e verificati in modo incrociato. Smentiscono il governo, che afferma di non sparare sui civili, e mostrano il cinismo del Ltte che usa i civili come oggetto di contrattazione. Abbiamo appreso che ogni giorno granate e proiettili cadono nella no fire zone ; i profughi parlano di 15 o 20 morti ogni giorno uccisi dai proiettili o dal Ltte per terrorizzare chi vuole fuggire. Persone fuggite l'8 aprile hanno riferito che quel giorno l'esercito con i megafoni ha intimato alla popolazione ammassata nella no fire zone di traversare la laguna e passare nella zona sotto loro controllo, perché stavano per avanzare. Subito dopo hanno sparato una pesante granata proprio tra la gente, come per convincerla a muoversi. Ci sono state molte vittime. Inoltre, molti profughi dalla no fire zone testimoniano di un pesante reclutamento da parte del Ltte; ora l'età minima sono 14 anni. (...) All'inizio di marzo c'è stato scalpore quando il Commissario dell'Onu per i diritti umani ha stimato che circa 3.000 civili siano stati uccisi dai cannoneggiamenti (dell'esercito, ndt). Le risposte da parte governativa sono andate dal furiose al polemico. Poi le vittime sono aumentate innegabilmente. (...) Il governo continua a mentire quando parla di «zero vittime» civili, e di liberare i civili dai terroristi, con occasionali gesti retorici come proporre un «corridoio sicuro» o chiedere che il Ltte garantisca la fuga ai civili: intenti che sappiamo essere senza sostanza. (...) *Dall'ultimo bollettino di University Teacher for Human Rights (www.uthr.org), pubblicato il 17 aprile.: subito dopo l'esercito di Sri Lanka ha comninciato ad avanzare nella «no fire zone».

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ANGELA VITALIANO NEW YORK. BISOGNERà ASPETTARE LA FINE DI MAGGIO MA, DA QUEL MOMENTO, OLTRE ... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ANGELA VITALIANO New York. Bisognerà aspettare la fine di maggio ma, da quel momento, oltre 2000 foto, relative ad immagini di tortura perpetrate dagli ufficiali americani, saranno accessibili a tutti. Lo ha annunciato il dipartimento della difesa, in una lettera indirizzata al giudice della corte federale Alvin Hallerstein del tribunale di New York, in risposta ad un'azione legale dell'American Civil Liberties Union. L'organizzazione aveva chiesto la pubblicazione delle immagini in base al Freedom of Information Act per dimostrare, come dichiarato da Amrit Singh, uno dei legali dell'Aclu, «che Abu Ghraib non era un caso isolato». Le foto, infatti, scattate fra il 2001 e il 2006, riprendono prigionieri di carceri in Iraq e Afganistan e, nel contenuto, sono abbastanza simili a quelle che, per la prima volta, denunciarono, nel 2004, la vergogna di Abu Ghraib. «La loro pubblicazione è fondamentale per compredendere - continua Singh - il livello degli abusi sui prigionieri». La richiesta dell'Aclu, tuttavia, non è legata alla recente decisione del presidente Obama di rendere pubblici i memorandum; già nel 2003, analoga interpellanza era stata avanzata all'amministrazione Bush che, però aveva opposto un rifiuto. Non è più una novità che l'ex presidente Bush abbia tentato in tutti i modi di mantenere segreti i memorandum e le foto per evitare ondate di antiamericanismo in Medio oriente. Barack Obama, probabilmente, rendendo pubblici i memorandum sulle torture, sperava di poter stabilire una simbolica linea di separazione tra l'America di ieri e quella di domani, in cui non ci sarà spazio, lo ha ribadito più volte, per la tortura. E questo rischia di diventare uno dei nodi cruciali alla vigilia del raggiungimento del famoso traguardo dei «primi 100 giorni», in un momento, fra l'altro, in cui il Congresso, che si trova ad affrontare scelte importanti per l'economia del paese. Sono ancora argomento di dibattito, infatti, le polemiche a distanza fra Condoleeze Rice e Nancy Pelosi: quest'ultima, indicata dall'ex segretario di stato come una delle persone a conoscenza dell'ordine di autorizzazione alle torture, rimanda con veemenza le accuse al mittente, bollandole come una completa falsità. Il dibattito, fra l'altro, non è solo interno al Congresso. Il premio Nobel Paul Krugman, ad esempio, dale colonne della sua rubrica sul New York Times, sostiene che i processi agli abusi dell'amministrazione Bush non devono essere considerati «un lusso che gli stati Uniti non possno permettersi» perchè l'America è una nazione di ideali morali. «Dobbiamo farlo - spiega Krugman - per il nostro futuro e per riprenderci l'anima dell'America».

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Immigrati/ Di Giovan Paolo (Pd): 6 mesi nei Cie è come (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 25 apr. (Apcom) - Il ministro dell'Interno ROberto Maroni "dovrebbe capire che non è colpa del centro sinistra se alcune norme che lui vuole introdurre sono contro le leggi europee, i diritti umani e anche il buon senso. Portare da due a sei mesi la permanenza nei Cie vuol dire introdurre una sorta di detenzione": lo afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo. "Il ministro - prosegue l'esponente di opposizione in un comunicato - vada a vedere il codice penale per capire che spesso sei mesi di carcere non sono dati nemmeno a chi ha commesso importanti reati. Capiamo che siamo in campagna elettorale e che Maroni debba accontentare il proprio elettorato, dopo le molte marce indietro che ha fatto. Noi però abbiamo un'idea diversa dell'immigrazione. Ritengo che si debba ripristinare il permesso di soggiorno per chi cerca lavoro. E sicuramente, se i viaggi degli stranieri verso l'Italia fossero gestiti dalle nostre ambasciate, se a tutti gli immigrati fosse rilasciata la tessera sanitaria - conclude Di Giovan Paolo - gli extracomunitari dovrebbero pagare molto meno di quanto devono pagare agli scafisti".

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IMMIGRATI/ DI GIOVAN PAOLO (PD): 6 MESI NEI CIE È COME PRIGIONE (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Immigrati/ Di Giovan Paolo (Pd): 6 mesi nei Cie è come prigione di Apcom "Si introduca il permesso di soggiorno per lavoro" -->Roma, 25 apr. (Apcom) - Il ministro dell'Interno ROberto Maroni "dovrebbe capire che non è colpa del centro sinistra se alcune norme che lui vuole introdurre sono contro le leggi europee, i diritti umani e anche il buon senso. Portare da due a sei mesi la permanenza nei Cie vuol dire introdurre una sorta di detenzione": lo afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo. "Il ministro - prosegue l'esponente di opposizione in un comunicato - vada a vedere il codice penale per capire che spesso sei mesi di carcere non sono dati nemmeno a chi ha commesso importanti reati. Capiamo che siamo in campagna elettorale e che Maroni debba accontentare il proprio elettorato, dopo le molte marce indietro che ha fatto. Noi però abbiamo un'idea diversa dell'immigrazione. Ritengo che si debba ripristinare il permesso di soggiorno per chi cerca lavoro. E sicuramente, se i viaggi degli stranieri verso l'Italia fossero gestiti dalle nostre ambasciate, se a tutti gli immigrati fosse rilasciata la tessera sanitaria - conclude Di Giovan Paolo - gli extracomunitari dovrebbero pagare molto meno di quanto devono pagare agli scafisti".

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Washington pensa a commissione d'inchiesta Negli Emirati lo sceicco si trasforma in aguzzino (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Washington pensa a commissione d'inchiesta Negli Emirati lo sceicco si trasforma in aguzzino Sabato 25 Aprile 2009, New York Abu Ghraib non fu un'eccezione: centinaia di nuove immagini che documentano abusi su prigionieri di guerra degli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan stanno per essere pubblicate dall'amministrazione Obama. Dopo aver deciso la settimana scorsa di togliere il segreto a quattro memorandum che illustrano con precisione le tecniche di interrogatorio autorizzate dall'amministrazione Bush dopo l'11 settembre, l'amministrazione americana ha deciso di pubblicare «un numero sostanziale», probabilmente centinaia, di nuove foto che mostrano prigionieri minacciati, intimiditi, a volte con armi puntate contro di loro, nelle prigioni della lotta al terrorismo. Le foto, scattate tra 2001 e 2006, saranno rese di dominio pubblico entro il 28 maggio, hanno scritto gli avvocati del Pentagono al giudice federale Alvin Hellerstein del tribunale di New York, in risposta a una azione legale dell'American Civil Liberties Union (Aclu). Questa aveva chiesto la pubblicazione delle immagini in base al Freedom of Information Act. «Sarà la prova che Abu Ghraib, a dispetto di quanto sostenuto dall'amministrazione Bush, non è stata un'aberrazione», ha dichiarato Amrit Singh, un legale dell'organizzazione libertaria che si batte per i diritti umani. Secondo gli investigatori del Pentagono che le hanno passate in rassegna, le immagini sono «meno scioccanti» di quelle di Abu Ghraib (nella foto al centro) che nell'aprile 2004 fecero il giro del mondo, diventando un simbolo degli errori commessi dagli Stati Uniti in Iraq. Ciò nonostante al Dipartimento della Difesa c'è molta preoccupazione: secondo il ministro della Difesa Robert Gates, il timore è che le immagini, sulla scia dei memorandum, provochino «nuove reazioni negative in Medioriente». E non solo in Medioriente: la pubblicazione delle foto inevitabilmente rilancerà gli appelli per un'inchiesta su abusi commessi durante l'amministrazione Bush in nome della lotta al terrrorismo. Un nuovo dilemma per il presidente Barack Obama. Ma le voci che chiedono di far luce sul passato sono sempre più numerose. Se ne è fatto portavoce a Ginevra Manfred Nowak, l'inviato dell'Onu contro le torture, secondo cui gli Stati Uniti sono obbligati da una convenzione delle Nazioni Unite a mettere sotto processo gli avvocati della passata amministrazione che hanno dato luce verde. E l'area del Golfo si conferma terreno fertile per la tortura. Negli Emirati Arabi, su ben altra scala, si è verificato un nuovo caso di tortura di cui è stato vittima un (presunto) businessman arabo che vive in Texas. Gli aguzzini erano invece guidati dal fratello del principe ereditario, lo sceicco Mohammed.

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Quaranta scuole alla ribalta (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere Adriatico" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Quaranta scuole alla ribalta Parte da oggi la rassegna di Serra San Quirico che conta 27 edizioni Quaranta scuole per una rassegna del Teatro della scuola' sempre più ricca di novità, momento di cultura ma anche di evasione per soprattutto due classi provenienti dalla terra d' Abruzzo martoriata dal terremoto. Hanno infatti confermato la loro partecipazione con al seguito genitori ed insegnanti a quest'edizione 2008/'09 che avrà come testimonial Idea8, ispirata ai personaggi ed agli eventi della storia contemporanea, con ospite d'eccezione Giovanni Impastato. La 27 esima Rassegna Nazionale si svolgerà da oggi al 16 maggio ed è organizzata dall' Associazione Teatro Giovani e vanta, nella serata conclusiva, la partecipazione di Serena Ringhietti, l' illustratrice di Harry Potter in Italia, che ha realizzato il manifesto del prossimo anno. "In questa fase di urgenza e vertenza verso il Governo di fronte alla drammatica situazione in cui si trova la scuola-ha spiegato in conferenza stampa l' assessore regionale Stefania Benatti - è bello che quest' iniziativa venga realizzato a Serra San Quirico nella giusta prospettiva di sviluppo promossa dalla Regione Marche. E ad una settimana dall' incontro dei Piccoli Comuni anche a fronte degli attacchi verso le Comunità Montane che come modello di vita difendiamo fortemente". "Queste manifestazioni determinano un'apertura verso i giovani per costruire nuove professionalità", è il pensiero di Carlo Pesaresi, condiviso anche da Adriana Stecconi, vice Presidente del Teatro Giovani e da Fabrizio Giuliano Presidente ATG che ha infatti confermato come in 50 sotto i trent' anni siano coinvolti nello staff organizzativo della rassegna. Le quaranta scuole partecipanti provenienti da tutta Italia, porteranno in scena spettacoli ai quali hanno lavorato nel corso dell' anno scolastico, guidati da operatori teatrali. Sono previsti altresì momenti e giornate speciali dedicate a personaggi ed eventi che hanno inciso sulla storia del XX secolo i cui anniversari o ricorrenze sono legati al numero 8, in base al Testimonial di quest' edizione Idea8, come lo spettacolo sulla Resistenza del 25 aprile dal titolo Arcevia terra di rifugio e mura di combattimento' oppure il 26 aprile andrà in scena Umano è ', ispirato alla dichiarazione dei diritti umani. Il 4 ed 13 maggio c'è un laboratorio di pittura condotto dagli utenti e dagli operatori del centro diurno Il Sollievo' di Jesi, in collaborazione con gli studenti dell' Accademia di Belle Arti di Brera e di quella di Macerata. Grande attesa per Giovanni Impastato il 6 maggio per la giornata dedicata alla figura del fratello Peppino. Il tema sarà in questo caso Educazione alla legalità' ed i rappresentanti di alcune radio intervisteranno i giovani riproponendo così l' esperienza di Radio Aut, la radio di Cinisi (Palermo) dove lavorò Peppino Impastato prima di essere ucciso dalla mafia. Ancora in ricordo di Impastato, due giorni dopo, verranno proiettate sequenze tratte dal film di Marco Tullio Giordana I cento passi', intervallate da performance teatrali. Il 9 è dedicato ad Aldo Moro ed alle 21 Max Bazzana si esibirà con Non è una fiaba però' mentre il 16 si chiude la rassegna con la presentazione del quarto libro dell' Associazione Teatro Giovani dal titolo Terre di incontro e di ambiguità' ed alle ore 21 verranno segnalate le scuole i cui percorsi teatrali sono risultati particolarmente interessanti. CRISTINA GIOACCHINI,

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I 100 giorni (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

I 100 giorni «La lotta contro il terrorismo deve essere combattuta nella legalità, nel rispetto dei diritti umani». Altrimenti, si rischia di alimentare il circuito del «reclutamento». E' questo l'avvertimento lanciato dal segretario generale del Consiglio d'Europa, Terry Davis, alla Conferenza «Fattori destabilizzanti e minacce transnazionali», organizzata dalla Farnesina. Proprio perché bisogna innanzitutto risolvere «le cause» del terrorismo, Terry Davis critica il presidente americano Barack Obama a proposito della scelta di non indagare sui casi di tortura avvenuti durante l'amministrazione Bush. «Sono deluso», dice. «Il fatto che ci si possa difendere dall'accusa di tortura e omicidio appellandosi al fatto che si è ubbidito ad ordini superiori è la stessa giustificazione che avanzavano gli imputati al processo di Norimberga». Ma lo scetticismo sul nuovo presidente della casa Bianca, almeno sul fronte dei diritti umani, non si ferma qui. Rispondendo ai giornalisti a margine della Conferenza, Davis afferma di «non vedere nulla» che lasci presagire un percorso degli Stati Uniti verso l'abolizione della pena di morte. Però, aggiunge, ci sono «buoni segnali in alcuni Stati interni, in cui la pena di morte è stata sospesa dopo l'accertamento di errori giudiziari post mortem». Venendo a questioni che riguardano l'Italia, il segretario generale prende in parte le distanze dalle denunce del commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarbeger, che la scorsa settimana ha accusato il nostro Paese di aver compiuto «passi insufficienti sul fronte della lotta al razzismo e contro la criminalizzazione dell'immigrazione irregolare». Accuse che le autorità italiane hanno respinto seccamente, e sulle quali Davis sospende il giudizio per ragioni istituzionali. «Il commissario Hammarberger, nella sua indipendenza, esprime i suoi pareri - spiega - il segretario generale difende la sua indipendenza, ma non è responsabile delle sue affermazioni». Altro tema dibattuto, in Italia e non solo: in democrazia possono esserci limiti alla libertà d'espressione? «Sì afferma Davis - rispetto all'incitamento alla pedofilia e al terrorismo». E in ogni caso, «bisogna sempre tenere presente che la libertà d'espressione non equivale a una licenza di insulto», aggiunge, citando il caso delle burrascose vignette danesi sull'Islam: «E' un fenomeno che non si può proibire, ma è da veri irresponsabili».

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I suoni della solidarietà Al via stasera con Vivaldi la prima orchestra etica (sezione: Diritti umani)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-04-2009)
Pubblicato anche in: (Unione Sarda, L' (Nazionale))

Argomenti: Diritti umani

Spettacoli e Società Pagina 10238 Musica Cagliari, Biblioteca Universitaria I suoni della solidarietà Al via stasera con Vivaldi la prima orchestra etica Musica. Cagliari, Biblioteca Universitaria --> Nella Venezia del 1700, lontano dalle feste delle calli, Antonio Vivaldi prestava la sua opera di musicista come maestro del coro e direttore d'orchestra al conservatorio della Pietà di Venezia, l'istituto dove a titolo gratuito erano avviate alla musica le bambine orfane o abbandonate. Famose in tutta Europa, le sue “putte”, che grazie ad una fitta grata erano al riparo degli sguardi del pubblico, ogni giorno festivo facevano sfoggio della loro abilità come cantanti e strumentiste. L'esempio viene da lontano. Ma è di sicuro il più efficace per parlare di “musica etica”, di musica che non si accontenta di essere arte fine a se stessa, ma si propone di raggiungere anche obiettivi pratici, tangibili. Un fine alto, che accomuna tanti artisti nelle diverse parti del mondo, e che a Cagliari ha ora un punto di riferimento nell'associazione Mixis Musica-Etica che avrà il battesimo ufficiale stasera alle 20,00 nella sala settecentesca della Biblioteca Universitaria, con un concerto in collaborazione con Emergency, l'associazione non governativa che offre assistenza medico-chirurgica alle vittime civili delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Tra i soci fondatori ci sono prime parti dell'orchestra del teatro lirico di Cagliari: Vinicio Allegrini (tromba), Riccardo Ghiani (flauto), Giuseppe Lo Curcio (fagotto), Maurizio Minore (viola), Lorenzo Panebianco (corno), Andrea Saccarola (oboe). L'associazione, per dirlo con le loro parole, «nasce dalla consapevolezza che musicisti, poeti, pittori e artisti in genere, avendo il privilegio di poter quotidianamente lavorare circondati da quanto di più bello il genio umano abbia creato, hanno il dovere morale di donare questa conoscenza a chi è stato meno favorito dalla sorte». Si parte dall'organizzazione di attività musicali e culturali, con seminari e concerti per sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti di situazioni di forte disagio e raccogliere fondi da devolvere a istituzioni impegnate nella difesa dei diritti umani. Come appunto nel concerto di stasera, affidato all'Orchestra da camera dell'associazione e a solisti che ne condividono gli intenti come Gianmaria Melis (violino), Riccardo Ghiani (flauto) e Andrea Saccarola (oboe). E a partire, naturalmente, dalla musica di Antonio Vivaldi, il prete rosso, che ancora oggi lascia qualcuno interdetto nello scoprire che, all'apice della sua popolarità, preferisse lavorare con le ragazze della Pietà, alcune con gravi handicap fisici e mentali, piuttosto che accedere agli onori delle corti europee. GRECA PIRAS

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Frammanight e Frammaday il 25 e 26 aprile con Rein, Frangar non flectar, Assalti frontali, Radici nel cemento e Regina Olsen (sezione: Diritti umani)

( da "Musicalnews.com" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Comunicati Pubblicato il 25/04/2009 alle 16:32:43 Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo Frammanight e Frammaday il 25 e 26 aprile con Rein, Frangar non flectar, Assalti frontali, Radici nel cemento e Regina Olsen di Alessandro Sgritta Sabato 25 aprile alla Locanda Atlantide di Roma il Frammanight con Rein e Frangar Non Flectar, in attesa del Frammaday di domenica 26 aprile a Monterotondo con Assalti Frontali, Radici nel cemento e Regina Olsen, per ricordare Angelo Frammartino. Sabato 25 aprile alla Locanda Atlantide di Roma il Frammanight con il concerto di Rein e Frangar Non Flectar, in attesa del Frammaday di domenica 26 aprile a Monterotondo con i live di Assalti Frontali, Radici nel cemento e Regina Olsen, per ricordare Angelo Frammartino. Il 10 agosto del 2006 Angelo Frammartino veniva ucciso a Gerusalemme. Si trovava lì perchè partecipava come volontario a un campo di lavoro. Insieme ad altri ragazzi e ragazze per due settimane aveva svolto attività di animazione con bambini palestinesi residenti nella parte Est della città..... Un’occasione per conoscere meglio i luoghi, i protagonisti e le vittime di un conflitto che sembra non dover finire mai. Un modo per perseguire, con azioni concrete, il suo ideale di pace e giustizia. Angelo era una persona gentile e allegra, non si rassegnava alla violenza, credeva nella possibilità di un mondo migliore. Angelo il 28 aprile avrebbe compiuto 27 anni. Per ricordarlo e rilanciare i valori dell’impegno, della solidarietà e della cooperazione tra i popoli la Fondazione Angelo Frammartino e l’Associazione Amici di Angelo Frammartino promuovono il 26 aprile a Monterotondo (Rm) per il secondo anno consecutivo il FRAMMADAY, una giornata con dibattiti, mostre fotografiche, spettacoli teatrali, proiezione di film, giocoleria, stand solidali e gastronomici e un grande concerto gratuito che vedrà esibirsi sul palco Assalti Frontali, Radici nel Cemento e Regina Olsen. Una grande giornata attraversata interamente da un unico filo conduttore: l’impegno per la pace. Ma quest’anno il Frammaday si sdoppia. Sarà infatti preceduto il 25 aprile a Roma da una grande serata concerto che presenterà le iniziative del giorno dopo a Monterotondo: il FRAMMANIGHT, un vero e proprio filo diretto con la capitale per far conoscere, attraverso il ricordo di Angelo, le tante iniziative di solidarietà che la Fondazione e l’Associazione a lui intitolata stanno promuovendo. Il tutto in un locale che Angelo frequentava e a cui era particolarmente legato: la Locanda Atlantide in via dei Lucani 22/B, dove suoneranno i Rein e i Frangar non Flectar. Di seguito il programma delle due giornate: FRAMMANIGHT …aspettando il Framma Day SABATO 25 APRILE, dalle ore 22 Roma Locanda Atlantide, via dei Lucani 22b Concerto di REIN (www.myspace.com/rein99) FRANGAR NON FLECTAR (www.myspace.com/frangarnonflectar) Nel corso della serata verrà lanciato il FrammaDay. Verranno inoltre presentate le attività e i progetti della Fondazione Angelo Frammartino e dell’Associazione Amici di Angelo Frammartino. La serata è realizzata in collaborazione con Arci e Locanda Atlantide, Ingresso 5 Euro. FRAMMADAY DOMENICA 26 APRILE Monterotondo (RM) Dalle 11 alle 13, presso la Fondazione Angelo Frammartino Via Oberdan 51 - “Se per voi è giusto” Dibattito sulla tutela dei Diritti Umani - “Immoral” Mostra fotografica di Roberto B.j. Bae Dalle 16 alle 19, presso il Parco Arcobaleno (ex Omni) Spettacoli teatrali e giocoleria Proiezione di cortometraggi di Antonio Rezza e Flavia Mastrella Proiezione di cortometraggi di “Perturbazioni di Pace” Stand e Gastronomia Dalle 17 alle 19, presso il Parco Arcobaleno Selezioni live di Monterocktondo Ore 21, presso il Parco Arcobaleno CONCERTO di ASSALTI FRONTALI (www.myspace.com/assaltifrontali) RADICI NEL CEMENTO (www.myspace.com/radicinelcementospace) REGINA OLSEN (cover di Fabrizio De Andrè) Tutte le iniziative del 26 maggio sono ad ingresso libero e sono promosse in collaborazione con la Fondazione Angelo Frammartino. Per info: www.angeloframmartino.org Rein – www.rein99.it – www.myspace.com/rein1999 ; info@rein99.it

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Usa/ Memo 2002: "informazioni inattendibili" con le torture... (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 25 apr. (Apcom) - Nel 2002, un'agenzia dell'esercito Usa definì "tortura" le tecniche di interrogatorio usate contro presunti terroristi e ammonì i legali del Pentagono sul rischio che tali metodi producessero "informazioni inattendibili". Il memo di due pagine, inviato dall'agenzia Joint Personnel Recovery Agency (Jpra), è stato diffuso oggi dal Washington Post. "Le conseguenze involontarie di una politica Usa che prevede la tortura per i prigionieri - ammoniva ancora l'agenzia - è che questa potrebbe essere usata dai suoi avversari per giustificare la tortura su personale Usa catturato". Non è chiaro, precisa il Wp, se questo documento sia mai arrivato ai più alti livelli dell'amministrazione Bush. Il memo faceva parte di un alcuni documenti presentati nel luglio 2002, in cui si descrivevano le tecniche più dure usate contro gli americani nei conflitti del passato e gli effetti psicologici di tali trattamenti. La Jpra addestrava infatti i piloti e altri militari statunitensi a resistere alle pressioni psocologiche. Le due pagine del documento vennero fatte arrivare all'ufficio legale del Pentagono, incaricato all'epoca di valutare la legittimità del programma di interrogatori messo a punto dalla Cia, che prevedeva l'uso di 10 metodi coercitivi, tra cui il 'waterboarding', la tecnica che simula l'annegamento. Il memo venne poi inviato al Consigliere legale della Cia, John A. Rizzo, e da qui al Dipartimento della Giustizia. Il Wp afferma che questo documento è stato citato nel rapporto presentato martedì scorso al Senato Usa, in cui sono stati precisati i metodi di interrogatorio usati dalla Cia ed è stato rivelato quando vennero usati per la prima volta. Secondo la relazione, i servizi segreti Usa chiesero infatti all'amministrazione di George W. Bush alla metà di maggio del 2002 di poter utilizzare la tecnica del 'waterboarding' nei confronti del presunto terrorista di al Qaida Abu Zubaydah.

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USA/ MEMO 2002: INFORMAZIONI INATTENDIBILI CON LE TORTURE (WP) (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Usa/ Memo 2002: "informazioni inattendibili" con le torture (Wp) di Apcom Agenzia ammonì anche su rischio che soldati Usa fossero torturati -->Roma, 25 apr. (Apcom) - Nel 2002, un'agenzia dell'esercito Usa definì "tortura" le tecniche di interrogatorio usate contro presunti terroristi e ammonì i legali del Pentagono sul rischio che tali metodi producessero "informazioni inattendibili". Il memo di due pagine, inviato dall'agenzia Joint Personnel Recovery Agency (Jpra), è stato diffuso oggi dal Washington Post. "Le conseguenze involontarie di una politica Usa che prevede la tortura per i prigionieri - ammoniva ancora l'agenzia - è che questa potrebbe essere usata dai suoi avversari per giustificare la tortura su personale Usa catturato". Non è chiaro, precisa il Wp, se questo documento sia mai arrivato ai più alti livelli dell'amministrazione Bush. Il memo faceva parte di un alcuni documenti presentati nel luglio 2002, in cui si descrivevano le tecniche più dure usate contro gli americani nei conflitti del passato e gli effetti psicologici di tali trattamenti. La Jpra addestrava infatti i piloti e altri militari statunitensi a resistere alle pressioni psocologiche. Le due pagine del documento vennero fatte arrivare all'ufficio legale del Pentagono, incaricato all'epoca di valutare la legittimità del programma di interrogatori messo a punto dalla Cia, che prevedeva l'uso di 10 metodi coercitivi, tra cui il 'waterboarding', la tecnica che simula l'annegamento. Il memo venne poi inviato al Consigliere legale della Cia, John A. Rizzo, e da qui al Dipartimento della Giustizia. Il Wp afferma che questo documento è stato citato nel rapporto presentato martedì scorso al Senato Usa, in cui sono stati precisati i metodi di interrogatorio usati dalla Cia ed è stato rivelato quando vennero usati per la prima volta. Secondo la relazione, i servizi segreti Usa chiesero infatti all'amministrazione di George W. Bush alla metà di maggio del 2002 di poter utilizzare la tecnica del 'waterboarding' nei confronti del presunto terrorista di al Qaida Abu Zubaydah.

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La sharia distrugge diritti, è vero, ma l'aborto occidentale? (sezione: Diritti umani)

( da "Foglio, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

25 aprile 2009 La sharia distrugge diritti, è vero, ma l'aborto occidentale? Al direttore - Mentre in occidente si discute se il burqa debba essere considerato un simbolo di libertà femminile alternativa a quella che conosciamo, nei giorni scorsi i media hanno mandato in onda scenette di ordinaria vita quotidiana islamica. Dalle donne afghane prese a sassate da connazionali maschi perché protestavano contro la legge che legalizzava lo stupro in famiglia, alla fustigazione pubblica di una giovane donna pachistana “rea” di essere stata vista a chiacchierare con un uomo che non era suo marito, per finire con la fucilazione in Pakistan di due presunti giovani amanti. Ciò che per ignoranza o accecamento ideologico gli infatuati del multiculturalismo non riescono a ficcarsi in testa è che la sharia, cioè il complesso degli ordinamenti giuridici dell’islam, è desunta dal Corano. Quindi intoccabile, e soprattutto sprezzante del principio di laicità occidentalmente inteso e dei diritti umani incentrati sulla Magna Charta dell’Onu. Bisogna capire una volta per tutte che il refrain dell’equipollenza di tutte religioni e culture, è una panzana inventata da chi vuole distruggere la civiltà occidentale. Gianni Toffali, Verona Sono d’accordo nel considerare universalisticamente i problemi posti dalla sharia islamica, senza concessioni ambigue. Ma vorrei che l’occidente, nel fare questo, considerasse seriamente anche la legge dell’aborto seriale e moralmente indifferente, che produce un numero di morti molto superiore, che produce ipocrisia, silenzio, selezione della razza e del genere (in Asia, con la strage delle bambine non volute).

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25 aprile, a Forlì celebrazioni radicali contro la "partitocrazia" (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

25 aprile, a Forlì celebrazioni radicali contro la "partitocrazia" (25/4/2009 18:48) | (Sesto Potere) - Forlì - 2 aprile 2009 - Militanti dell'associazione Forlì Radicale hanno ricordato la Liberazione questa mattina al cimitero di guerra di via Ravegnana, di fronte al cimitero monumentale, a Forlì, ringraziando gli Alleati che ci hanno riportato la libertà dopo il ventennio fascista. S'è data lettura di alcuni brani di Giuseppe Maranini, studioso costituzionalista, che nel 1949 inventò la parola Partitocrazia in un celebre discorso all'inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Firenze "Governo Parlamentare e partitocrazia", e alcuni militanti Radicali forlivesi, hanno indossato la stella gialla delle leggi razziali "per rappresentare la violazione dei diritti di tutti cittadini in atto e l'esclusione "razziale" di qualsiasi rappresentante di liberi movimenti d'opinione, come i Radicali, dal dibattito politico e dalle istituzioni". "Questi 60 anni di "Peste Italiana" sono stati la sistematica distruzione delle istituzioni repubblicane e dello stato di diritto. Le oligarchie di lobby economiche e corporazioni attraverso i partiti hanno sostituito lo stato e sono i nuovi garanti della sicurezza e del diritto in Italia. Pochi esempi fra i tanti? Il referendum del 1993 aveva sancito la cancellazione del finanziamento pubblico dei partiti, ma sotto forma di finanziamento ai giornali di partito e di rimborsi elettorali, questo finanziamento è decuplicato. Da anni sono milioni i processi civili e penali pendenti ed il "caso giustizia" è la cifra dell'inaffidabilità dello Stato nell'organizzare uno stato di diritto a tutela di cittadini ed imprese e le leggi "salva assicurazioni" "salva Previti" "salva banche" sono il quotidiano infinito (non a caso una legge sulla class Action è ferma da anni in parlamento)": afferma in una nota Andrea Ansalone (il primo a sinistra nella foto). Slogan della manifestazione? "Per una nuova Liberazione". I Radicali hanno manifestato contro la partitocrazia e per libere e spontanee correnti d'opinione. "Per questo, a Forlì, partecipiamo al dibattito per il futuro amministrativo della nostra città perchè le lobby partitiche che ci hanno governato in questi ultimi anni vengano completamente sconfitti da un rinnovamento innanzitutto di metodo politico": conclude Ansalone.

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Sicilia/ Paolo Crepet assessore 'Ai sogni' del Comune di (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 25 apr. (Apcom) - Paolo Crepet, psichiatra e scrittore, da oggi è il nuovo "assessore ai Sogni" del Comune di Salemi. Lo ha designato stamane "sul campo" a Palermo, nel corso di una Conferenza Stampa all'Assemblea regionale siciliana promossa per parlare di diritti umani con il vice presidente del Parlamento del Tibet in esilio, Dolma Gyari e il presidente dell'Ars Francesco Cascio, il sindaco Vittorio Sgarbi raccogliendo la proposta di Oliviero Toscani, che del comune siciliano è l'assessore alla Creatività e ai Diritti Umani. Crepet è l'ultimo, in ordine cronologico, degli "originali" assessori designati da Vittorio Sgarbi dal luglio scorso quando è stato eletto sindaco di Salemi in provincia di Trapani. In precedenza, oltre all'assessore al Nulla Graziano Cecchini, il sindaco ha nominato come "esterni" nell'esecutivo che governa la città lo chef Fulvio Pierangelini assessore alla Mani in Pasta, il "gastronauta" Davide Paolini ssessore al Gusto e Disgusto e il giornalista Alessandro Cecchi Paone assessore ai Diritti Civili. Paolo Crepet, che da ieri è a Salemi assieme a Sgarbi e Toscani per programmare una serie di iniziative, s'è detto soddisfatto ed entusiasta: "Come tutte le cose originali, l'idea di questo assessorato è nata per caso, ma è chiaro che è un impegno che prendo sul serio visto che Salemi è ormai diventata uno straordinario laboratorio di idee e progetti di cui tutti parlano. Qui c'è quella creatività che altrove manca". Vittorio Sgarbi ha commentato: "Ne abbiamo già di uno sogno al quale Crepet potrà già lavorare assieme a me e Toscani: portare il Dalai Lama a Salemi dove, peraltro, il parlamento del Tibet in esilio, se lo vorrà, troverà sede e ospitalità per tutto il tempo che riterranno opportuno".

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SICILIA/ PAOLO CREPET ASSESSORE 'AI SOGNI' DEL COMUNE DI SALEMI (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Sicilia/ Paolo Crepet assessore 'Ai sogni' del Comune di Salemi di Apcom Nominato oggi a Palermo dal sindaco Vittorio Sgarbi -->Roma, 25 apr. (Apcom) - Paolo Crepet, psichiatra e scrittore, da oggi è il nuovo "assessore ai Sogni" del Comune di Salemi. Lo ha designato stamane "sul campo" a Palermo, nel corso di una Conferenza Stampa all'Assemblea regionale siciliana promossa per parlare di diritti umani con il vice presidente del Parlamento del Tibet in esilio, Dolma Gyari e il presidente dell'Ars Francesco Cascio, il sindaco Vittorio Sgarbi raccogliendo la proposta di Oliviero Toscani, che del comune siciliano è l'assessore alla Creatività e ai Diritti Umani. Crepet è l'ultimo, in ordine cronologico, degli "originali" assessori designati da Vittorio Sgarbi dal luglio scorso quando è stato eletto sindaco di Salemi in provincia di Trapani. In precedenza, oltre all'assessore al Nulla Graziano Cecchini, il sindaco ha nominato come "esterni" nell'esecutivo che governa la città lo chef Fulvio Pierangelini assessore alla Mani in Pasta, il "gastronauta" Davide Paolini ssessore al Gusto e Disgusto e il giornalista Alessandro Cecchi Paone assessore ai Diritti Civili. Paolo Crepet, che da ieri è a Salemi assieme a Sgarbi e Toscani per programmare una serie di iniziative, s'è detto soddisfatto ed entusiasta: "Come tutte le cose originali, l'idea di questo assessorato è nata per caso, ma è chiaro che è un impegno che prendo sul serio visto che Salemi è ormai diventata uno straordinario laboratorio di idee e progetti di cui tutti parlano. Qui c'è quella creatività che altrove manca". Vittorio Sgarbi ha commentato: "Ne abbiamo già di uno sogno al quale Crepet potrà già lavorare assieme a me e Toscani: portare il Dalai Lama a Salemi dove, peraltro, il parlamento del Tibet in esilio, se lo vorrà, troverà sede e ospitalità per tutto il tempo che riterranno opportuno".

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Il Burundi mette fuorilegge i gay: (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 25-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 99 del 2009-04-25 pagina 0 Il Burundi mette fuorilegge i gay: «Illegali gli atti omosessuali» di Felice Manti Prevista una pena dai tre mesi a due anni di prigione. A metà marzo il provvedimento era stato approvato quasi all'unanimità dopo una imponente manifestazione di piazza a favore della legge. Le organizzazioni umanitarie: «Il presidente Nkurunziza ci ripensi» Il presidente del Burundi ha promulgato una legge che criminalizza l'omosessualità. Lo rivela un comunicato di 63 organizzazioni per la tutela dei diritti umani che chiedono al leader del Paese africano, Pierre Nkurunziza, di ritornare sui suoi passi. In base alla legge emanata mercoledì scorso ma di cui si è avuta notizia soltanto oggi, «gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso diventano illegali». è la prima legge del genere emanata in Burundi, denunciano le associazioni nel comunicato diffuso da Human Rights Watch. Per il reato di omosessualità, stabilisce il nuovo provvedimento, è prevista una pena dai tre mesi a due anni di prigione. La promulgazione della legge era scontata dopo che a metà marzo il parlamento aveva adottato il testo quasi all'unanimità. Qualche giorno prima dell'approvazione, circa 20mila persone erano scese in piazza nella capitale del Burundi per manifestare in favore della legge. è stata la più grossa manifestazione nel Paese dal 2005. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Biennale (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 25-04-2009)
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Argomenti: Diritti umani

Biennale Sabato 25 aprile al Sermig importante appuntamento sul testamento biologico con dibattito pubblico gli ultimi atti ANNA SARTORIO Ancora tre giorni per partecipare attivamente. Tre giorni per attivare la mente. La prima edizione della Biennale Democrazia s'intitola, appunto, «Partecipare attiva(la)mente»: gioco di parole affinché i bisogni dei cittadini non restino solo chiacchiere da bar. Inaugurata mercoledì scorso da Giorgio Napolitano, la Biennale ha una missione: coinvolgere la gente in dibattiti, incontri e nel tracciare la linee-guida delle leggi, come una moderna democrazia dovrebbe fare. Ecco allora l'incontro più importante, sabato 25 al Sermig (piazza Borgo Dora 61, dalle 9 alle 17): atto finale di una discussione pubblica durata mesi sul testamento biologico. Corrado Augias dirigerà i lavori: gruppi di 10 persone riuniti intorno a un tavolo, ma anche collegati via web con altri gruppi (un incontro-gemello si terrà in contemporanea nella Sala Pegaso della Regione Toscana), per dare «dal basso» le indicazioni al Palazzo. Sempre che il Palazzo accolga i suggerimenti. Ma la Biennale Democrazia non è solo questo. Negli ultimi tre giorni restano decine di appuntamenti (tutti su www.biennaledemocrazia.it). Anche per i più piccoli, perché la democrazia prima s'impara meglio è. Così venerdì 24 alle 10, nella Sala Rossa del Comune, ecco «Le belle tasse», due incontri condotti da Franco Fichera in cui alcune classi di IV e V elementari ricevono monete di cioccolato come risorse, si costituiscono in autorità politica, esattori, amministratori, versano i tributi e decidono come spendere il gettito. Mentre, per gli adulti, a Palazzo Carignano (ore 10,30) Luciano Canfora introduce Sergio Roda nel dibattito «La democrazia degli antichi», da Socrate ad Aristotele, passando per Platone. Sempre venerdì 24 si parla, poi, di nuovi poveri (Cavallerizza Reale, ore 10), assieme a Pierluigi Dovis, Marco Revelli, Chiara Saraceno, e di mafia al Teatro Gobetti (ore 11). Mentre il matrimonio omosessuale viene affrontato al Carignano (ore 14) con Valeria Ottonelli e Andrea Bajani. Non basta. I temi sono tanti. Ci saranno satira, Tibet, diritti umani, precariato, un excursus da Mazzini alla politica e anche letture tratte da Nietzsche. I temi di sabato toccheranno Internet, l'India, il populismo, il dialogo sordo tra destra e sinistra (se esistono ancora), il multiculturalismo e una bella lettura sulla democrazia secondo Tocqueville (ore 17, Circolo dei Lettori, via Bogino 9). Giornata conclusiva, infine, domenica 26 (sempre al Circolo dei Lettori): una maratona, dalle 10 alle 18, per tirare le fila su diritti, solidarietà, vita, uguaglianza, apatia, paura, orrore. Tutti i volti della democrazia in una volta sola.

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