CENACOLO DEI COGITANTI |
Dal Gef un premio al
valore dell'Esercito ( da "Stampa,
La" del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: primo piano la salvaguardia delle
popolazioni e il rispetto dei diritti umani». Il premio è stato ritirato dal
Generale Piercorrado Meano, comandante del Comando militare Liguria, per conto
dell'Esercito Italiano. Il premio internazionale dell'educazione nell'ambito
del Gef, il Festival della creatività nella scuola che si è svolto a Sanremo,
viene consegnato ogni anno a personalità,
La Cina, che mantiene
l'ordine interno con quasi 1800 esecuzioni capitali all'anno, ha dec...
( da "Stampa, La" del
25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: salvaguardia dei diritti umani.
Rispetto a qualche mese fa lo scenario è completamente cambiato. Barack Obama
deve avere ormai capito che gli slogan necessari a diventare presidente degli
Stati Uniti sono molto meno utili quando si tratta di governare. Il suo video
pieno di buone intenzioni inviato all'Iran è servito solo ad irritare Israele e
anche il suo annuncio che al G20 l'
Database UK, uno su
quattro è illegale ( da "Punto
Informatico" del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: raccomandazioni su come risolvere
gli attuali problemi dei database ossessivo-compulsivi inclusi il rispetto
assoluto dei diritti umani e le norme sulla protezione dei dati, il diritto dei
cittadini di accedere alla maggioranza dei servizi pubblici in maniera anonima
e la gratuità delle cause legali in merito di diritti umani avviate in
conseguenza della pervasività dei database di cui sopra.
I Modena City Ramblers
premiati per 'Arte e diritti umani' da Amnesty
( da "Musicaitaliana.com"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani' da Amnesty Il
prossimo 27 marzo i Modena City Ramblers ritireranno a Roma il premio
"Arte e diritti umani", conferito alla band dalla sezione italiana di
Amnesty international. Il premio, che lo scorso anno è andato ad Alessandro
Gassman, vuole essere un riconoscimento per gli artisti che promuovono i
diritti umani attraverso il loro lavoro e i Modena sono sostenitori
MYANMAR/ ONU: DETENZIONE
SAN SUU KYI VIOLA ANCHE LEGGE BIRMANA
( da "Wall Street Italia"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sotto l'egida del Consiglio dei
diritti umani dell'Onu. Lo riferisce l'agenzia Misna. Suu Kyi, capo
dell'opposizione, è agli arresti domiciliari dal 2003, secondo la legge
speciale del 1975 che autorizza il prolungamento della detenzione anno per anno
ma per un massimo di cinque anni, che sono già scaduti nel 2008.
Presunto terrorista non
sarà estradato ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: articolo 3 della Convenzione
europea dei diritti dell'uomo, che stabilisce il divieto di tortura e di
trattamenti inumani. Secondo le autorità italiane, Maher Ben Abdelaziz
Bouyahia, C.B.Z., Kamel Darraji, Mohamed Ben Salah Soltana (residenti a
Milano), Mohamed Abdelhedi (residente a Varese), Kamel Ben Boundi Hamraoui
(residente a Brescia), M.
CLES - Un viaggio a
Parigi, 135 giovani e 15 accompagnatori, a scopo sociale, culturale, storico:
questa la prima proposta del Piano giovani dei comuni di Cis, Bresimo, Rumo,
Livo, ( da "Adige,
L'" del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: I diritti umani: dalla Rivoluzione
francese ai giorni nostri». Ultimo incontro il 26 maggio, per la presentazione
del viaggio - tre pullman - che inizierà il 29 maggio per concludersi i 2
giugno. Intensissimo il programma della trasferta, tanto che Franco Carotta
afferma: «Conosco Parigi, per completarlo servono quanto meno giornate da 27
ore.
una giornata di
socializzazione per i ragazzi dell'intercultura
( da "Nuova Sardegna, La"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: e il valore di ogni essere umano,
di qualunque nazione e cultura, incoraggiare il rispetto per i diritti umani e
le libertà fondamentali, senza distinzione di razza, sesso, lingua o
religione». Lo stesso Giuseppe Scarpa ha aggiunto: «L'Istituto comprensivo ha
favorevolmente accolto l'iniziativa con tutto il corpo docente, soprattutto
perché i messaggi e i valori come quelli dell'
Il Tamigi come il Gange Il
guru del Regno sogna le cremazioni di casa
( da "Riformista, Il"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: aria aperta e che tale legislazione
non è assolutamente incompatibile con i diritti umani, che l'indù britannico
sostiene invece essere stati violati. «Le autorità locali - dichiara Ghai al
The Guardian - per routine concedono terreni separati per le sepolture dei
musulmanie degli ebrei, o prevedono funerali immediati anche nei fine
settimana.
I delitti di Gaza tra
finti "scoop" e omertà militari
( da "Riformista, Il"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Ragazzi usati come scudi umani.
Civili e medici nel mirino. I fatti denunciati dal quotidiano sono gravi.
Secondo le organizzazioni israeliane per i diritti umani però serve cautela. E
molta più trasparenza da parte dei vertici di Tsahal. Ma i generali si rifiutano
di rispondere alle accuse.
PARLAMENTO EUROPEO: STOP
ALLE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI, SI TRATTA DI UNA VIOLAZIONE DEI DIRITTI
UMANI FONDAMENTALI CHE DEVE ESSERE BANDITA DALL'UE.
( da "marketpress.info"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: SI TRATTA DI UNA VIOLAZIONE DEI
DIRITTI UMANI FONDAMENTALI CHE DEVE ESSERE BANDITA DALL´UE. Strasburgo, 25
marzo 2009 - Non vi è nessuna giustificazione alle mutilazioni genitali
femminili (Mgf). Il Parlamento europeo rileva infatti che si tratta di una
violazione dei diritti umani fondamentali che deve essere bandita dall´Ue.
QUANDO SI CORRE PER I
DIRITTI ( da "Unita,
L'" del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: rispettare i diritti umani. Dove i
diritti da rispettare sono quelli in Somalia, ma anche i diritti qui. Infatti
fra poco meno di una settimana molti dei ragazzi non avranno più un tetto sopra
la testa. Tutti i somali hanno un'età dai 16 ai 25 anni, sognano di studiare e
lavorare, frequentano il centro Asinitas per imparare l'italiano.
DOMANI alle 21 presso Il
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: I diritti umani nella società di
oggi». Interverrà il professore Antonio De Angeli, docente dell'università
degli studi di Siena. Seguirà un dibattito con Alessandra Ulivieri della «Casa
Editrice Ibiskos» e le letture delle belle e toccanti poesie dei poeti vincitori
e finalisti del premio letterario «Città di Empoli-Domenica Rea»
Teatro, convegni e
segnaletica sui diritti umani ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: convegni e segnaletica sui diritti
umani --> Mercoledì 25 Marzo 2009 VITABERGAM, pagina 26 e-mail print «Pace
è. Tutti i diritti umani per tutti»: questo il tema scelto per la quarta
edizione della «Settimana della pace» organizzata dal Comune di Ponteranica con
la collaborazione di scuole, parrocchie e associazioni.
IL FINE della cooperazione
deve essere il bene comune. Lo dicono tutti. Vediamo i...
( da "Nazione, La (Pistoia)"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: la tutela dei diritti umani e la
diffusione della democrazia. E' un diritto di tutti vivere in un ambiente senza
inquinamento, avere accesso alle risorse fondamentali, come l'acqua, crescere
in una famiglia accogliente e prepararsi al mondo del lavoro sviluppando le
proprie capacità e realizzando i propri sogni.
Risate e musica per
aiutare le donne indiane ( da "Giorno,
Il (Bergamo - Brescia)" del
25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: educazione sanitaria e ai diritti
umani e il microcredito. L'obiettivo è quello di migliorare la situazione
economica e sociale delle donne di casta bassa che vivono nel distretto di
Koppal in Karnataka, in India. Attraverso la promozione e lo sviluppo della
microimprenditoria e del microcredito, la sensibilizzazione e formazione
sull'igiene,
IN VIA TRIESTE Doppio
appuntamento in libreria Due volumi saranno presentati questa settimana all...
( da "Giornale di Brescia"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: DIRITTI UMANI Seminari a
Giurisprudenza Cambio di programma per alcuni seminari sui diritti umani in
programma alla facoltà di Giurisprudenza della Statale. L'incontro con Timothy
Endicott originariamente in calendario per venerdì 27 è anticipato a domani alle
10.
Ma ancora le parole
inutili sono più dei fatti ( da "Resto
del Carlino, Il (Pesaro)" del
25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: fame nel mondo e tutti i casi
simili che violano i diritti umani. Noi pensiamo che la cosa essenziale per
sviluppare il senso civico in ogni "cittadino del mondo" sia
cominciare a vigilare sul rispetto dei diritti umani partendo proprio dalla
nostra piccola realtà quotidiana. Forse solamente così domani saremo in grado
di fronteggiare le situazioni più gravi e più lontane da noi.
IL RAZZISMO è una forma di
odio e di dispre... ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: coloro che si battevano per la
tolleranza e il rispetto dei diritti umani, hanno pagato il loro sacrificio con
la vita. Di questi casi si sono occupate la letteratura e la storia, ma
esistono molte altre situazioni, meno note, che rivelano pregiudizi ed
emarginazione. Nella nostra società, apparentemente democratica e tollerante,
serpeggiano forme di razzismo più o meno evidenti,
Pena di morte, esecuzioni
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: non si basano su cifre ufficiali ma
sono ricavati dalle notizie fornite dai media e dalle organizzazioni dei
diritti umani. «In Cina, Bielorussia, Mongolia e Corea del Nord — spiega il
rapporto— le condanne sono eseguite in assoluta segretezza e senza trasparenza».
Sono sedici, inoltre, gli Stati che non forniscono statistiche sulle persone
giustiziate.
Lettera a Ban Ki-Moon
( da "Tempi" del
25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Commissione dei diritti umani di Ginevra.
La commissione invece ha come presidente la Libia e ha avuto tra i propri
membri paesi come la dittatura siriana e l'Iran degli ayatollah. In nome di
questa "legalità internazionale", la Commissione dei diritti umani si
è occupata in tutti questi anni quasi esclusivamente di Israele e nel
STRASBURGO: ANCHE I
TERRORISTI SONO UOMINI ( da "Wall
Street Italia" del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Strasburgo: anche i terroristi sono
uomini -->Altolà della Corte europea dei diritti dell'Uomo all'Italia:
«L'espulsione di cittadini tunisini sospetti di terrorismo comporta il rischio
di tortura e viola dunque il diritto internazionale»
Retroscena Il segreto di
Stato copre l'orrore ( da "Giornale.it,
Il" del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: semplificazione delle procedure
rendeva impossibile qualsiasi statistica e le organizzazioni per i diritti
umani si limitavano a stimare in decine di migliaia le esecuzioni
"effettive". Soltanto dal 2007 le autorità impongono ai tribunali
provinciali di sottoporre le sentenze di pena capitale alla ratifica delle
Corte Suprema del Popolo. La nuova procedura stenta comunque a venir applicata.
Lo Stato ebraico critica
il Consiglio Onu
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: «Questa politicizzazione dei
diritti umani ha affermato Regev colpisce per primi gli stessi diritti umani».
Il Consiglio in un rapporto ha accusato l'esercito israeliano di essere ricorso
a scudi umani palestinesi nel corso di "Piombo fuso" e di far fatto
uso in almeno un caso di un ragazzino di 11 anni.
Il Kosovo e la
"guerra umanitaria" ( da "Articolo21.com"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Nazioni Unite in materia di
salvaguardia dei diritti umani”. Il diritto internazionale non prevede la
legittimità dell'intromissione negli affari interni dei singoli Stati. Così in
Kosovo come in Irak e in parte anche in Somalia, in America centrale, in Ruanda
e in Georgia, il comportamento dei media è stato prevalentemente quello del
catastrofismo prima e del senno di poi.
La Cina ha paura di
internet ed oscura youtube ( da "Blogosfere"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Mar 0925 La Cina ha paura di
internet ed oscura youtube Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 11:06 in
Diritti umani Il regime cinese continua nella sua opera di stritolamento delle
libertà individuali e di manipolazione delle menti dei suoi sudditi. La censura
di internet è l'ultima frontiera della guerra del regime contro la libertà di
espressione.
NON UCCIDERE IL PROPRIO
DEBITORE ( da "Wall
Street Italia" del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: E questa volta nessuno dei suoi
interlocutori farà troppe obiezioni sulla salvaguardia dei diritti umani.
Rispetto a qualche mese fa lo scenario è completamente cambiato. Barack Obama
deve avere ormai capito che gli slogan necessari a diventare presidente degli
Stati Uniti sono molto meno utili quando si tratta di governare. Il suo video
pieno di buone intenzioni inviato all?
Il Premio Roland Berger a
Shirin Ebadi e a RSF ( da "Articolo21.com"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: RSF di redazione Il Premio Roland
Berger per la Dignità umana è stato assegnato a Reporters sans frontières e a
Shirin Ebadi, avvocato iraniano, difensore per i diritti umani e Premio Nobel
per la pace (2003). La Fondazione Roland Berger (Roland Berger Stiftung) è una
fondazione tedesca creata nel 2008 da Roland Berger, Professore Onorario in
Amministrazione Aziendale e Presidente-
Caffarella/ Gruppo
Everyone: veri colpevoli ancora a piede
( da "Virgilio Notizie"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: organizzazione internazionale per i
Diritti Umani - due investigatori romani e un dirigente della polizia di Stato
italiana erano sbarcati a Bucarest per ricercare gli autori certi dello stupro
fra i figli e cugini di un pastore romeno detenuto in patria, il cui aplotipo Y
del Dna combaciava con quello rinvenuto sui vestiti e sui tamponi vaginali
della vittima.
CAFFARELLA/ GRUPPO
EVERYONE: VERI COLPEVOLI ANCORA A PIEDE LIBERO
( da "Wall Street Italia"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: organizzazione internazionale per i
Diritti Umani - due investigatori romani e un dirigente della polizia di Stato
italiana erano sbarcati a Bucarest per ricercare gli autori certi dello stupro
fra i figli e cugini di un pastore romeno detenuto in patria, il cui aplotipo Y
del Dna combaciava con quello rinvenuto sui vestiti e sui tamponi vaginali
della vittima.
Il Papa in Africa, un
bilancio di due viaggi. ( da "Giornale.it,
Il" del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani, si è discusso di
profilattici. Per poi passare, durante i successivi tre giorni, a parlare di
aborto terapeutico, sulla base di una frase pronunciata da Benedetto XVI in un
discorso forte sui mali che affliggono l'Africa.La macchina mediatico-politica,
una volta messa in moto, non si è più fermata.
Il mio no da cattolico
( da "EUROPA ON-LINE"
del 25-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: elaborazione giuridica in materia
di diritti umani si è consolidata nei secoli sul principio cardine
dell?intangibilità del corpo della persona come condizione essenziale di
libertà. Invece nella legge che oggi il centrodestra farà approvare dal senato
con la forza dei numeri, non è più la persona ma lo stato a decidere sul
destino individuale.
( da "Stampa, La" del
25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
MANIFESTAZIONE
CONSEGNATO UN AWARD Dal Gef un premio al valore dell'Esercito Particolare
soddisfazione è stata espressa dal portavoce dell'Esercito, il Tenente
Colonnello Valerio Angeli, per il riconoscimento attribuito dal Gef al Comando
militare dell'Esercito «Liguria». Il Global Educational Award 2009 è stato
assegnato con la seguente motivazione: «Per i numerosi interventi delle
missioni umanitarie compiute in questi anni
dall'Esercito Italiano, che ha sempre posto in primo piano
la salvaguardia delle popolazioni e il rispetto dei diritti umani». Il premio è stato ritirato dal Generale Piercorrado Meano,
comandante del Comando militare Liguria, per conto dell'Esercito Italiano. Il
premio internazionale dell'educazione nell'ambito del Gef, il Festival della
creatività nella scuola che si è svolto a Sanremo, viene consegnato ogni anno a
personalità, enti o associazioni che, con pensieri, parole ed azioni,
hanno favorito lo sviluppo e la crescita dell'educazione. L'ideatore del
Festival, il cavaliere Paolo Alberti, ha voluto ricordare ed evidenziare il
valore dei militari davanti ai duemila e cinquecento ragazzi provenienti da una
ventina di nazioni. \
( da "Stampa, La" del
25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
La Cina, che
mantiene l'ordine interno con quasi 1800 esecuzioni capitali all'anno, ha
deciso di essere protagonista delle scelte che il mondo dovrà fare per uscire
dalla crisi al vertice del G20 che si terrà la prossima settimana a Londra. E
questa volta nessuno dei suoi interlocutori farà troppe obiezioni sulla salvaguardia dei diritti umani. Rispetto a
qualche mese fa lo scenario è completamente cambiato. Barack Obama deve avere
ormai capito che gli slogan necessari a diventare presidente degli Stati Uniti
sono molto meno utili quando si tratta di governare. Il suo video pieno di
buone intenzioni inviato all'Iran è servito solo ad irritare Israele e anche il
suo annuncio che al G20 l'America tornerà protagonista nella gestione
delle crisi mondiali sarà accolto senza troppo entusiasmo. Le ricette della
Casa Bianca e del Tesoro americano non hanno finora prodotto grandi risultati e
l'Europa non ha alcuna intenzione di seguire le stesse politiche stampando
banconote e usando a piene mani i soldi dei contribuenti. Il premier inglese
Gordon Brown ha già replicato che a guidare il mondo fuori dalla recessione
sarà invece la vecchia Europa. Ma entrambi i leader probabilmente si sbagliano
e dovranno fare i conti proprio con la Cina, che si annuncia il vero protagonista
del G20. Pechino aveva chiesto qualche giorno fa che il vertice di Londra fosse
l'occasione per stabilire nuove regole per le relazioni commerciali e
finanziarie globali, come si fece a Bretton Woods nel 1944. E per chi non
avesse capito, il governatore della Banca Centrale, Zhou Xiaochuan, ha
cominciato a spiegare di che cosa si tratta: Pechino vuole una riforma del
sistema valutario mondiale, ora fondato sulla supremazia del dollaro,
sostituendo la moneta americana con un nuovo sistema, basato sui Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario
Internazionale, inventati proprio per sostenere il rapporto dei cambi fissi
deciso a Bretton Woods. La scorsa settimana, anche la Russia aveva avanzato una
proposta analoga, ma senza che nessuno se ne accorgesse. La richiesta del
«grande timoniere» della Bank of China è finita invece sulla prima pagina del
Financial Times perché molti analisti la leggono come un importante segnale ad
Obama: i tempi sono cambiati e, quando Pechino parla, ora anche tu devi imparare
ad ascoltare. La Casa Bianca aveva infatti completamente ignorato la richiesta
cinese di non adottare politiche economiche che potessero avere un impatto
negativo sul Paese: stampando dollari e iniettandone in grande quantità nel
sistema per salvare l'America, Obama e il suo ministro del Tesoro Geithner
rischiano di mettere in seria difficoltà Pechino, che ha nei suoi forzieri 2000
miliardi di riserve valutarie in dollari, che valgono sempre meno a causa delle
politiche inflative della Casa Bianca. La Cina non ha altre scelte e quei
dollari dovrà tenerseli ancora a lungo, così come dovrà continuare ad
acquistare i buoni del Tesoro americani come ha annunciato di volere fare:
nessuno ucciderebbe il proprio principale debitore, rischiando poi di fare la stessa
fine. Ma il clima è davvero cambiato. Dopo le accuse di Geithner alle autorità
monetarie cinesi di «manipolare il cambio» dello renminbi, una penitente
Hillary Clinton è andata a Pechino di fatto per chiedere scusa, dimenticandosi
anche di fare quelle domande, così abituali fino a poco tempo fa, sulla pena di
morte, sul rispetto dei diritti umani e della
sovranità del Tibet. Alla vigilia di un vertice decisivo per delineare una
azione comune contro la crisi, la Cina sembra dunque avere deciso di esercitare
un ruolo da protagonista nelle strategie mondiali. Come tutti, non sopporta più
le manchevolezze del Fondo Monetario Internazionale, ma chiederà giustamente di
destinargli maggiori risorse a sostegno delle economie dei Paesi emergenti,
quelle che se lasciate a se stesse potrebbero trascinare anche i Paesi ricchi
nel baratro. Subito dopo si occuperà di come uscire dalla propria crisi, che è
nascosta dalla vastità del Paese ma è pesante forse più di quella degli altri:
già 20 milioni di disoccupati, migliaia di fabbriche chiuse, rischi di
disordini sociali elevati che potrebbero fare cadere molte teste nel governo.
La crescita inarrestabile del Paese è durata più di dieci anni ed è coincisa
con uno speculare declino delle vecchie potenze economiche. Nel 1999, tra le
prime sette banche del mondo quattro erano americane e due inglesi, ora ai
primi posti ci sono solo banche cinesi. Agli occhi di Pechino, ha scritto
l'Economist, l'Europa è un'insignificante macchiolina sulla carta geografica
che si trastulla con il Dalai Lama e i diritti umani;
il Giappone non conta più nulla e gli Stati Uniti sono nel panico, incapaci di
individuare una via d'uscita. Eppure la Cina dovrà trovare un interlocutore da
qualche parte, e questo interlocutore non potrà alla fine che essere l'America.
Il G20 di Londra ha buone possibilità di trasformarsi nel vertice del G2 tra
Obama e Hu Jintao e la possibilità che i due non si capiscano è molto elevata.
Il primo sta tentando di risollevare un Paese che attraversa la più grave crisi
della sua storia, cercando nello stesso tempo di mantenere il ruolo egemone che
gli Stati Uniti hanno avuto per decenni. Il secondo sa che la bilancia del
potere politico ed economico si è già spostata verso Oriente, è poco disposto
ad ascoltare lezioni o indicazioni di percorso e vuole contribuire a riscrivere
le regole mondiali. La cosa peggiore per tutti sarebbe che, a forza di
discutere chi deve avere l'ultima parola in questo mondo profondamente
cambiato, si tornasse anche da Londra senza avere deciso nulla di importante.
Purtroppo, è lo scenario più probabile.
( da "Punto Informatico"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma - Il Regno
Unito, opportunamente ribattezzato società della sorveglianza già alcuni anni
fa, ha appena subito la sua Pearl Harbor della schedatura di massa. Un panel di
esperti ha messo insieme il più completo rapporto mai pubblicato sull'argomento,
e i risultati parrebbero non dare alcuna possibilità di appello: una parte non
trascurabile dei database governativi vanno chiusi subito perché illegali, e
per il resto solo pochissimi si salvano dall'essere affetti da problemi gravi e
invalidanti. Il rapporto, Database State, ha innestato un'accesa discussione
nei media britannici e all'interno delle forze politiche per la inappellabile
categoricità dei giudizi espressi: sui 46 grandi database presi in esame, 11
sono stati bollati con una "luce rossa", la qual cosa significa che
gli archivi risultano "quasi certamente illegali secondo i diritti umani o la legge sulla
protezione dei dati e dovrebbero essere smantellati o riprogettati in maniera
sostanziale". Tra le maglie nere della schedatura illegale in UK ci
finisce di tutto, incluso il famigerato database dei campioni di DNA già
bollato dalla corte europea di Strasburgo come violazione dei diritti fondamentali della persona. Luce rossa anche per il
National Identity Register, che raccoglie i dati personali connessi alle ID
card e ContactPoint, l'indice nazionale di tutti i ragazzi inglesi non ancora
operativo ma già squalificato come illegale. Oltre agli 11 casi
"sicuramente" fuori legge, lo studio ha evidenziato falle gravi in
altri 29 database sui summenzionati 46, appioppando loro una luce
"ambra" e giudicandoli affetti da "problemi significativi e
probabile stato di illegalità". Il governo ha a disposizione migliaia di
database diversi, continua il rapporto, così tanti che nemmeno ne conosce il
numero preciso, spende 16 miliardi di sterline all'anno e spenderà 105 miliardi
entro i prossimi cinque anni se anche solo un terzo dei progetti messi in
cantiere andasse poi a regime. Quel che è peggio, secondo il rapporto, tutti
questi soldi vanno a finire al vento, non portano benefici se non
"illusori" e non fanno altro che danneggiare i più deboli. Dei tre
maggiori database messi in piedi per salvaguardare la gioventù del regno, ad
esempio, tutti falliscono nel loro scopo. "Mai i ragazzi sono stati così
soppesati, misurati, classificati, monitorati e discussi" accusa Terri
Dowty, co-autrice di Database State e attivista di Action on Rights for
Children. "Lo stato è sospeso sopra di loro come un parente troppo ansioso
alla continua caccia di problemi - continua - ma questo livello di intrusione
nelle vite private dei ragazzi e della famiglia non ha semplicemente nessuna
giustificazione sulla base delle sole buone intenzioni". "Tutti gli
aspetti delle nostre vite verranno circondati da masse di dati raccolti senza
il nostro consenso - continua il rapporto - e condivisi ben oltre gli scopi per
i quali erano stati raccolti in origine". Lentamente ma inesorabilmente, i
cittadini si stanno svegliando dal sonno della ragione e stanno acquisendo
consapevolezza dello stato delle cose, perdendo la fiducia nel governo che
viene incalzato dal ministro ombra della giustizia dei Tory come principale
responsabile del repentino e illiberale cambiamento dei rapporti tra governati
e governanti nell'arco dell'ultima decade. Oltre a fotografare il triste stato
di cose in terra d'oltremanica, a ogni modo, Database State formula alcune raccomandazioni su come risolvere gli attuali problemi dei
database ossessivo-compulsivi inclusi il rispetto assoluto dei diritti umani e le norme sulla protezione dei dati, il diritto dei cittadini
di accedere alla maggioranza dei servizi pubblici in maniera anonima e la
gratuità delle cause legali in merito di diritti umani avviate in conseguenza della pervasività dei database di cui
sopra. In attesa della reazione del governo britannico, mai come ora
messo sotto accusa nella sua fondamentale funzione di guardiano del rispetto
dei diritti dei singoli contro lo strapotere del
controllo di stato, è significativo il fatto che mentre tutti i database del
regno vengono fatti passare nel tritacarne l'archivio per la protezione dei
ragazzi, che avrebbe dovuto entrare in funzione a partire dal prossimo 12
ottobre con i suoi oltre 11 milioni di record su persone che hanno in qualche
modo a che fare con bambini e adulti "vulnerabili" sia stato
rimandato al 26 luglio
( da "Musicaitaliana.com"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
I Modena City
Ramblers premiati per 'Arte e diritti umani' da Amnesty Il prossimo 27 marzo i Modena City Ramblers
ritireranno a Roma il premio "Arte e diritti umani",
conferito alla band dalla sezione italiana di Amnesty international. Il premio,
che lo scorso anno è andato ad Alessandro Gassman, vuole essere un
riconoscimento per gli artisti che promuovono i diritti umani attraverso il loro lavoro e i Modena sono sostenitori da
tempo delle campagne sociali di Amnesty. Durante la serata del 27 marzo, il
gruppo si esibirà all'Alpheus di Roma, nell'ambito del tour "Onda
libera", iniziato a Reggio Emilia il 7 marzo scorso. I Modena City
Ramblers si sono formati nel 1991 e hanno esordito con l'abum "Riportando
tutto a casa" del 1994. 24 marzo 2009
( da "Wall Street Italia"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Myanmar/ Onu:
detenzione San Suu Kyi viola anche legge birmana di Apcom Lo afferma gruppo di
lavoro sulle detenzioni arbitrarie -->Roma, 24 mar. (Apcom) - La detenzione
della leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi non soltantoo è in violazione
della legge internazionale ma anche della stessa legge del Myanmar (ex
Birmania): è il parere del gruppo di lavoro sulle detenzioni arbitrarie, sotto l'egida del Consiglio dei diritti umani dell'Onu. Lo
riferisce l'agenzia Misna. Suu Kyi, capo dell'opposizione, è agli arresti
domiciliari dal 2003, secondo la legge speciale del 1975 che autorizza il
prolungamento della detenzione anno per anno ma per un massimo di cinque anni,
che sono già scaduti nel 2008. Rientrata nel suo paese nel 1988, Suu Kyi
ha finora trascorso 13 anni agli arresti, in fasi diverse. La prossima scadenza
dei termini di carcerazione cade a maggio.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
STRASBURGO. Sentenza
della Corte europea Presunto terrorista non sarà estradato La Corte di
Strasburgo ha bloccato l'espulsione dall'Italia verso la Tunisia di otto tunisini,
uno dei quali residente a Brescia, ritenendo che le autorità italiane abbiano
violato l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti
dell'uomo, che stabilisce il divieto di tortura e di trattamenti inumani.
Secondo le autorità italiane, Maher Ben Abdelaziz Bouyahia, C.B.Z., Kamel
Darraji, Mohamed Ben Salah Soltana (residenti a Milano), Mohamed Abdelhedi
(residente a Varese), Kamel Ben Boundi Hamraoui (residente a Brescia), M.O.
e Ben Salah (residenti a Bologna), costituirebbero un pericolo per la sicurezza
dello Stato, essendo coinvolti in vario modo con gruppi terroristici. Gli otto
tunisini sono stati arrestati con l'accusa di appartenere o favorire gruppi
terroristici, ma - fatta eccezione per Hamraoui - i giudici italiani hanno
ritenuto le prove a loro carico insufficienti. La Corte di Strasburgo ha
riconosciuto ieri che le garanzie offerte dal governo tunisino all'Italia non
garantiscono che gli otto uomini, una volta tornati in Tunisia, non vengano
torturati. I giudici europei hanno quindi imposto lo stop all'esecuzione del
provvedimento di espulsione. Le otto sentenze di ieri si basano tutte su quanto
già stabilito dalla Corte circa un anno fa, nel caso Saadi, quando la Corte
aveva imposto la regola 39, che obbliga lo Stato a sospendere ogni procedura
fino a che la Corte non ha sentenziato.
( da "Adige, L'" del
25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CLES - Un viaggio a
Parigi, 135 giovani e 15 accompagnatori, a scopo sociale, culturale, storico:
questa la prima proposta del Piano giovani dei comuni di Cis, Bresimo, Rumo,
Livo, Cles, Tassullo, Nanno e Tuenno, articolato quest'anno in una decina di progetti,
che abbracciano intercultura, sportello informativo, giochi di paese, incontri
di formazione per animatori, coinvolgendo otto amministrazioni comunali e varie
associazioni CLES - Un viaggio a Parigi, 135 giovani e 15 accompagnatori, a
scopo sociale, culturale, storico: questa la prima proposta del Piano giovani
dei comuni di Cis, Bresimo, Rumo, Livo, Cles, Tassullo, Nanno e Tuenno,
articolato quest'anno in una decina di progetti, che abbracciano intercultura,
sportello informativo, giochi di paese, incontri di formazione per animatori,
coinvolgendo otto amministrazioni comunali e varie associazioni. «Due anni fa
siamo stati a Sarajevo, lo scorso anno a Berlino, quest'anno tocca a Parigi,
anche in occasione dell'annversario della carta dei diritti dell'uomo»,
introduce l'assessore comunale di Cles Luisa Larcher , presentando la
trasferta, affiancata da Lara Virdia , responsabile del «tavolo» dei giovani e
di «Spazio giovani», centro di aggregazione giovanile da anni operante a Cles,
dagli assessori comunali Giuseppe Paoli (Nanno) e Giacomo Dallagiovanna (Rumo),
dal sindaco di Livo Franco Carotta . Il viaggio parigino prevede una serie di
incontri preparatori: il 7 aprile a Cles sarà proiettato il film «La classe -
Entre les murs» di Laurent Cantet , il
( da "Nuova Sardegna, La"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
SANTA GIUSTA Una
giornata di socializzazione per i ragazzi dell'Intercultura SANTA GIUSTA.
Cronaca di una giornata all'insegna della socializzazione senza confini.
Infatti, ieri mattina i volontari dell'associazione "Afs
Intercultura" hanno accompagnato i loro studenti stranieri in una
"giornata interculturale" che si è svolta nella scuola primaria, che
fa parte dell'Istituto comprensivo diretto da Giuseppe Scarpa. Ragazzi,
scolari, volontari e insegnanti, hanno trascorso la giornata impegnati nelle
diverse attività didattiche programmate: «I risvolti dell'iniziativa erano
molteplici, ma soprattutto si è voluto cogliere una rara occasione di
apprendimento interculturale per sviluppare la comprensione unita a quelle
conoscenze e capacità che servono a costruire un mondo più giusto e in pace,
concetto in evoluzione, minacciato continuamente dalle ingiustizie, dalle
ineguaglianze e dall'intolleranza.», ha sottolineato il dirigente
dell'Istituto, «Attraverso la cooperazione nelle attività didattiche, anche di
ragazzi di età molto diverse tra loro, si vuole affermare l'impegno a tutelare
la dignità e il valore di ogni essere umano, di qualunque
nazione e cultura, incoraggiare il rispetto per i diritti umani e le libertà fondamentali, senza distinzione di razza, sesso,
lingua o religione». Lo stesso Giuseppe Scarpa ha aggiunto: «L'Istituto
comprensivo ha favorevolmente accolto l'iniziativa con tutto il corpo docente,
soprattutto perché i messaggi e i valori come quelli dell'uguaglianza,
della tolleranza, della dignità di ogni essere umano e dell'impegno per un
mondo senza conflitti, continuamente presenti e veicolati dall'Associazione,
pervadono tutta l'impostazione dell'offerta formativa dell'Istituto». (ni.po.)
( da "Riformista, Il"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Gran Bretagna un
indù chiede alla Royal Court di permettere le pire funebri all'aria aperta Il
Tamigi come il Gange Il guru del Regno sogna le cremazioni di casa
Multiculturalismo? Baba non intende rinunciare a un rito dignitoso. Già nel
2006 tentò di realizzare dei funerali "all'indiana" ma fu bloccato.
Oggi ci prova in tribunale. di Anna Mazzone «Non chiedo nulla. Desidero solo
che la gente possa integrarsi e che sia serena». Parole di un guru
indù-britannico. Davender Ghai, l'arzillo 70enne fondatore della Anglo-asian
Friendship Society (Aafs) è arrivato fino alla Corte di Giustizia per far
valere i suoi diritti. Evidentemente sente che si avvicina per lui il momento
dell'eterno riposo e non ci sta ad essere cremato secondo le leggi britanniche,
ma vuole ottenere il diritto ad una dignitosa «pira outdoor», ossia all'aria
aperta. Già nel 2006, aveva provato a celebrare i riti funebri di altri indù in
una radura nei pressi di Newcastle, città dove risiede. Ma la polizia aveva
immediatamente bloccato i funerali e la questione era finita in tribunale, dove
il giudice aveva chiarito l'illegalità del gesto di Ghai, nettamente in
contrasto con il "Cremation Act" del 1930 che sancisce il divieto di
bruciare corpi umani all'aperto, per motivi di igiene
e di salute pubblica. Ma il guru Ghai, che non è nuovo ai gesti plateali, come
quando nel 1990 durante la prima guerra del Golfo si offrì a Saddam Hussein
assieme ad un manipolo di adepti per uno scambio con i prigionieri britannici,
continua nella sua lotta e ieri era davanti alla Royal Court of Justice. I suoi
avvocati descrivono il caso come «la più controversa questione riguardante la
libertà religiosa della storia legale britannica» e deve essere proprio così,
se è intervenuto nel dibattito anche Jack Straw, il ministro della Giustizia,
sottolineando il fatto che la legge attuale proibisce le cremazioni all'aria aperta e che tale legislazione non è assolutamente
incompatibile con i diritti umani, che l'indù britannico
sostiene invece essere stati violati. «Le autorità locali - dichiara Ghai al
The Guardian - per routine concedono terreni separati per le sepolture dei
musulmanie degli ebrei, o prevedono funerali immediati anche nei fine settimana.
Gli indù dovrebbero essere cremati prima del tramonto successivo alla loro
morte, ma con le lungaggini della pubblica amministrazione in alcuni casi siamo
obbligati ad aspettare anche una settimana». Libertà di religione, libertà di
scelta. Nella nazione che accoglie la più folta comunità indiana d'Europa, il
caso della legittimità dei riti funebri tradizionali ha in realtà riaperto il
dibattito sul tasso di integrazione (reale e presunta) nel Regno. Davender Ghai
si ribella ai funerali per gli indù celebrati in chiese anglicane sconsacrate e
si ribella alle bare e ai forni crematori degli obitori comunali. Sulle rive
del Gange i funerali sono diversi e solitamente durano tre giorni. «Sono
preoccupato per la mia anima - dice Ghai - solo un'adeguata cremazione, che
rispetti i nostri riti funebri, potrà renderla felice e permetterle di
liberarsi». Certo, dai primi anni di pesanti migrazioni indiane le cose sono
effettivamente cambiate. E ora ci si chiede se l'integrazione non risieda
proprio nell'eliminare le barriere generate dalla divisione quasi maniacale di
riti e abitudini corrispondenti alle varie etnie per arrivare al vero
multiculturalismo, quello auspicato dal nobel per l'Economia Amartya Sen, non a
caso indiano. «Quando sono arrivato per la prima volta in Gran Bretagana - ci
ha raccontato - ho affittato una stanza a casa di una signora deliziosa. Ogni
volta che mi facevo il bagno, lei aspettava che uscissi dalla vasca e poi la
esaminava a fondo. Una mattina, incuriosito le chiesi perchè controllava la
vasca subito dopo il mio bagno e lei, sorpresa della mia domanda, mi rispose:
"Ma, signor Sen, è ovvio. Ci tengo a quella vasca e voglio accertarmi che
lei non stinga!». Oggi non c'è più nessuna signora che controlla le vasche in
Gran Bretgagna dove gli indiani fanno le loro abluzioni quotidiane, ma è pur
vero che mantenere la propria cultura e ghettizzarsi in gruppuscoli settari
sono cose ben diverse. In questo modo si educa alla divisione e non alla
condivisione, come spiega lo stesso professor Sen, il quale da anni si batte
per evitare le etichette monolitiche sugli individui. «Che vuol dire indicare
una persona come indù o musulmana? Io posso essere tante cose, un indù, un
professore, un tifoso di calcio. Ogni cosa rappresenta una parte di me, ma io
non sono solo in una singola cosa, sono in tutte». Dice Amartya Sen. Siamo
certi che concorderebbe anche il guru Ghai. Intanto però continua a lottare per
avere la sua pira in giardino, sognando che il Tamigi si trasformi in un
piccolo Gange. 25/03/2009
( da "Riformista, Il"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
guerra sporca dopo
le testimonianze su Ha'aretz, le "prove" del Guardian I delitti di
Gaza tra finti "scoop" e omertà militari Piombo fuso. Ragazzi usati come scudi umani. Civili e
medici nel mirino. I fatti denunciati dal quotidiano sono gravi. Secondo le
organizzazioni israeliane per i diritti umani però serve
cautela. E molta più trasparenza da parte dei vertici di Tsahal. Ma i generali
si rifiutano di rispondere alle accuse. O di verificarle. L'esercito
israeliano ha i mezzi per confutare queste queste accuse, ma si rifiuta di
farlo Editoriale The Guardian 25/03/2009
( da "marketpress.info"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mercoledì 25 Marzo
2009 PARLAMENTO EUROPEO: STOP ALLE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI, SI TRATTA DI UNA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI FONDAMENTALI CHE
DEVE ESSERE BANDITA DALL´UE. Strasburgo, 25 marzo 2009 - Non vi è nessuna
giustificazione alle mutilazioni genitali femminili (Mgf). Il Parlamento
europeo rileva infatti che si tratta di una violazione dei diritti umani fondamentali che deve essere bandita dall´Ue. Gli Stati
membri dovrebbero quindi considerare come reato qualsiasi forma di Mgf e
perseguire e punire chi le commetta. Occorre anche una strategia a tutela delle
vittime che preveda meccanismi preventivi e educativi, mentre i medici
dovrebbero denunciarne i casi alle autorità. Secondo i dati rilevati
dall´Organizzazione mondiale della sanità (Oms), dai 100 ai 140 milioni di
donne e bambine nel mondo hanno subìto mutilazioni genitali femminili (Mgf) e,
ogni anno, dai 2 ai 3 milioni di donne sono potenzialmente esposte al rischio
di subire queste pratiche diffuse in almeno 28 paesi africani, in alcuni paesi
asiatici e in Medio Oriente. Inoltre, in Europa sono circa 500 000 le donne che
hanno mutilazioni. L´oms ha identificato quattro tipi di Mgf, che vanno dalla
clitoridectomia (ablazione parziale o totale del clitoride) all´escissione
(ablazione del clitoride e delle piccole labbra), che rappresenta circa l´85%
delle Mgf, fino all´infibulazione (ablazione totale del clitoride e delle
piccole labbra nonché della superficie interna delle grandi labbra e cucitura
della vulva per lasciare soltanto una stretta apertura vaginale) e
l´introcisione (punture, perforazioni o incisioni del clitoride o delle
labbra). Approvando con 647 voti favorevoli, 10 contrari e 24 astensioni, la
relazione di Cristiana Muscardini (Uen, It) - emendata da una risoluzione
alternativa sostenuta da Ppe/de, Alde e Uen - il Parlamento condanna
«fermamente» le Mgf come «violazione dei diritti umani fondamentali» e «pesante attentato allintegrità
psicofisica» delle donne e delle bambine che le subiscono. Tali mutilazioni,
infatti, possono provocare in alcuni casi la morte, mentre luso
di strumenti rudimentali e lassenza di precauzioni antisettiche comportano effetti collaterali
dannosi, «tanto che i rapporti sessuali e il parto possono risultare dolorosi,
gli organi subiscono danni irreparabili e possono manifestarsi delle
complicazioni (come emorragie, stato di shock, infezioni, trasmissione del virus
dellAids, tetano, tumori benigni), nonché gravi complicazioni in
caso di gravidanza e parto». Il Parlamento sollecita quindi l´elaborazione di
una chiara strategia globale e dei piani dazione nell´intento di «bandire
le Mgf nell´Unione europea» e, attraverso meccanismi giuridici, amministrativi, preventivi, educativi
e sociali, consentire alle vittime reali e potenziali di ottenere una valida
protezione. Esorta poi a respingere la pratica della "puntura
alternativa" ed ogni tipo di medicalizzazione, proposte come soluzione di
mediazione tra la circoncisione del clitoride e il rispetto di tradizioni
identitarie, «poiché ciò significherebbe soltanto giustificare e accettare la
pratica della mutilazione genitale» nel territorio dell´Ue. Per i deputati, infatti,
«non esiste alcuna ragione di carattere sociale, economico, etnico, sanitario o
di altro tipo che possa giustificarle», mentre le motivazioni addotte da
numerose comunità a favore del mantenimento di queste pratiche tradizionali
«non hanno alcuna giustificazione». Invitano quindi lUnione
europea e gli Stati membri a «perseguire, condannare e punire tali pratiche» e
a introdurre nelle pertinenti direttive sull´immigrazione la previsione di
reato per chi commette mutilazioni genitali, nonché a prevedere adeguate sanzioni contro chi le
compie nell´Ue. Il Parlamento chiede quindi agli Stati membri di adottare
disposizioni legislative specifiche sulle mutilazioni genitali femminili
oppure, in base alla vigente legislazione, di perseguire penalmente chiunque le
metta in atto. Più in particolare, dovrebbero: - considerare come reato
qualsiasi forma di mutilazione genitale femminile, indipendentemente dal fatto
che linteressata abbia dato o meno il suo consenso, e di punire
chiunque aiuti, inciti, consigli o dia sostegno a una altra persona nella realizzazione di
uno qualsiasi di questi atti, - perseguire, processare e punire qualsiasi
residente che abbia commesso il reato di mutilazione genitale femminile, anche
qualora tale reato sia stato commesso al di fuori delle loro frontiere
(extraterritorialità del reato), - prendere misure legislative che diano ai
giudici o ai pubblici ministeri la possibilità di adottare misure cautelari e
preventive qualora vengano a conoscenza di casi di donne o bambine che corrono
il rischio di essere mutilate. Il Parlamento chiede inoltre agli Stati membri
di attuare una strategia preventiva di azione sociale, «senza stigmatizzare le
comunità di immigrati», per proteggere le minorenni. Si tratterebbe di
realizzare programmi pubblici e servizi sociali volti tanto a prevenire tali
pratiche (tramite formazione, istruzione e sensibilizzazione delle comunità a
rischio), quanto ad assistere le vittime che le hanno subite, offrendo sostegno
psicologico e sanitario, comprese cure mediche riparatrici gratuite. Li invita
poi a considerare che «la minaccia o il rischio che una minorenne possa subire
una Mgf è motivo che giustifica lintervento
dellautorità pubblica». Gli Stati membri dovrebbero anche elaborare
orientamenti per gli operatori sanitari, gli educatori e gli assistenti sociali allo scopo di
informare e istruire i padri e le madri «in merito agli enormi rischi che le
Mgf comportano e al fatto che tali pratiche sono un reato». I deputati li
invitano inoltre a imporre ai medici di base, ai dottori e al personale
sanitario operante negli ospedali «lobbligo di riferire
alle autorità sanitarie e/o alle forze di polizia i casi di mutilazione
genitale femminile». Dovrebbe poi essere creato un protocollo sanitario
europeo di monitoraggio e una banca dati sul fenomeno. Il Parlamento chiede anche agli Stati
membri di diffondere informazioni «precise e comprensibili a una popolazione
non alfabetizzata», in particolare attraverso i loro consolati in occasione del
rilascio dei visti. Inoltre, i servizi di immigrazione dovrebbero comunicare
già al momento dellarrivo nel paese di accoglienza i motivi
alla base del divieto di legge e delle conseguenze penali, precisando che si
tratta una protezione giuridica nei confronti delle donne e delle bambine e non di «unaggressione
culturale». Insiste poi sulla necessità di esaminare, caso per caso, ogni
domanda di asilo presentata da genitori a motivo delle minacce subite nel paese
di origine per aver rifiutato di sottoporre le figlie a questa pratica, e di assicurare che dette domande
siano sostenute da un insieme di elementi. Inoltre, le donne e le bambine che
hanno ottenuto l´asilo nell´Ue perché esposte alla minaccia di mutilazioni
dovrebbero, in via preventiva, sottoporsi periodicamente a controlli da parte
delle autorità sanitarie e/o di medici, «al fine di proteggerle dal rischio che
le Mgf vengano effettuate in un secondo tempo nell´Unione europea». Per i
deputati è poi indispensabile che i paesi interessati si impegnino a
organizzare forum di dialogo, a riformare le norme giuridiche tradizionali, ad
affrontare nelle scuole il tema delle mutilazioni sessuali femminili e a
incentivare la collaborazione con le donne non mutilate. La Commissione
dovrebbe anche inserire, nei suoi negoziati e accordi di cooperazione con i
paesi interessati, una clausola per eradicare le Mgf e andrebbero creati Tavoli
tecnici permanenti di armonizzazione e di raccordo tra gli Stati membri e tra
questi e le istituzioni africane. I deputati chiedono inoltre di migliorare la
posizione giuridica delle donne e delle bambine nei paesi in cui si pratica la
mutilazione genitale. Il Parlamento chiede poi agli Stati membri di collaborare
e finanziare le attività delle reti e delle Ong che prestano la loro opera di
educazione, sensibilizzazione e mediazione in merito alle mutilazioni genitali
femminili in stretto contatto con le famiglie e le comunità. Anche perché
ritiene che la creazione di reti tra le Ong e le organizzazioni operanti a
livello di comunità sul piano nazionale, regionale e internazionale «è senza
dubbio fondamentale per riuscire a sradicare tali pratiche e scambiarsi
informazioni ed esperienze». In proposito sollecita anche un rafforzamento
delle reti europee esistenti. . <<BACK
( da "Unita, L'" del
25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
QUANDO SI CORRE PER
I DIRITTI VOCI D'AUTORE Farhan in somalo significa felicità. Farhan è anche il
nome di un rifugiato somalo che ha corso insieme ai suoi amici, rifugiati
somali come lui, la Roma Run Fun 2009 la maratonina che fa da controcanto alla
maratona vera (vinta tra l'altro da un uomo dell'Africa Orientale il kenyano
Benjamin Kiptoo Kolum). I ragazzi si sono alzati all'alba per arrivare in tempo
a Roma da Castelnuovo di Porto dove si trova il centro in cui alloggiano. Sono
arrivati con una bandiera somala e uno striscione fatto da loro, sullo
striscione parole chiare: Pace in Somalia, rispettare i
diritti umani. Dove i diritti da rispettare sono quelli in Somalia, ma anche i
diritti qui. Infatti fra poco meno di una settimana molti dei ragazzi non
avranno più un tetto sopra la testa. Tutti i somali hanno un'età dai 16 ai 25
anni, sognano di studiare e lavorare, frequentano il centro Asinitas per
imparare l'italiano. Qualcuno mormora "Ma l'Italia sa di avere un
passato condiviso con noi? Sa di averci colonizzato? Sa che tanti guai nostri
di oggi arrivano da questo ieri condiviso? E poi un richiedente asilo deve
avere delle tutele come negli altri paesi europei, qui non ci sono tutele.
Perché? L'Italia è un così bel paese, perché però è così sorda?". La maratonina
Farhan, Hassan, Dieci, Abubakr l'hanno fatta grazie ad una iniziativa
dell'associazione capoverdiana Tabanka Onlus e dalla volontà di persone che
hanno creduto nel progetto. In Primis il presidente dell'associazione Jorge
Canifa e alle angeli custodi Francesca Vitalini e Giusy Muzzopappa. In una
Domenica di Marzo, finalmente soleggiata, l'Africa ha aiutato se stessa. E ha
dato una mano anche all'Italia. Molti sorridevano di felicità al passaggio di
questa torma colorata. Lo scontro di civiltà dei Tg è sembrato a tutti solo un
brutto sogno.
( da "Nazione, La (Empoli)"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
EM AGENDA pag. 7
DOMANI alle 21 presso Il «Centro Praesidium Culturae» di Fucecchio, inc...
DOMANI alle 21 presso Il «Centro Praesidium Culturae» di Fucecchio, incontro su
«I diritti umani nella società di oggi».
Interverrà il professore Antonio De Angeli, docente dell'università degli studi
di Siena. Seguirà un dibattito con Alessandra Ulivieri della «Casa Editrice
Ibiskos» e le letture delle belle e toccanti poesie dei poeti vincitori e
finalisti del premio letterario «Città di Empoli-Domenica Rea».
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Teatro, convegni e
segnaletica sui diritti umani --> Mercoledì 25
Marzo 2009 VITABERGAM, pagina 26 e-mail print «Pace è. Tutti i diritti umani per tutti»: questo il tema scelto per la quarta
edizione della «Settimana della pace» organizzata dal Comune di Ponteranica con
la collaborazione di scuole, parrocchie e associazioni. Un evento iniziato nel
2006 attorno alla tematica «L'Africa tra noi» e poi proseguito con
«Cittadinanza e partecipazione« (2007) e «Lotta alle mafie e difesa della
legalità» dell'anno scorso. Si comincia venerdì, alle 21, con lo spettacolo
teatrale dal titolo «Una zolla di vita» all'auditorium di Valbona, con gli
interpreti della compagnia teatrale «Il Cerchio magico». «Si tratta di un
esempio di inclusione sociale, condivisione, sensibilizzazione del territorio
per costruire una comunità che sappia accogliere tutte le persone anche quelle
diversamente abili», precisa il vicesindaco Gabriella Cremaschi. Un ricco
calendario che fissa l'attenzione sui diritti umani
cavalcando l'eco del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo. «È più che mai necessario - precisa il sindaco Alessandro Pagano -
mantenere viva una riflessione su diritti che spesso vengono dati per scontati,
ma che sono tuttora disattesi per milioni di persone». Forte il coinvolgimento
delle scuole. Dal 4 aprile saranno installati 25 cartelli segnaletici verticali
e permanenti per «fissare» i luoghi (quindi parchi, oratori, scuole, biblioteca
e asili nido, ambulatori) dove i diritti dell'infanzia sono tutelati.
«L'iniziativa - continua Cremaschi - è organizzata nell'ambito delle
manifestazioni per raccontare i dieci anni di apertura dello Spazio gioco e dei
servizi alle nuove generazioni a Ponteranica e in concomitanza con
Scacciamarzo, la Festa dei bambini e delle bambine nel giardino del centro Vivace».
Tra gli altri appuntamenti, il 16 aprile, alle 21 ancora all'auditorium, c'è
l'assemblea pubblica «I diritti negati dei migranti» con la proiezione del film
di Andrea Segre «Come un uomo sulla Terra» che ripercorre il viaggio dei
migranti eritrei, denunciando le violenze e i soprusi subiti nelle prigioni e
nei campi in Libia. Seguirà il rapporto «Una stagione all'inferno» di Medici
senza frontiere sulle condizioni degli stranieri impiegati in agricoltura nelle
regioni del Sud Italia e la testimonianza dell'operatore umanitario
Mirco Nacoti. Inoltre il 18 aprile, alle 10.30, al «Teatro Erbamil», gli alunni
di terza media propongono «Mamma ho perso la bici», il 21 aprile, alle 20,
all'oratorio di Ponteranica Alta l'incontro «I diritti negati in Italia» con
don Virginio Colmegna (presidente Fondazione Casa della Carità). A seguire,
all'Auser, si esibiranno la «Banda del Villaggio» e la banda musicale Vivace.
Il 22 aprile, alle 20.30, alla chiesina di San Giorgio si celebrerà la Messa e
la veglia di preghiera per le Guerre Dimenticate. Dalle 15 alle 18 di sabato 25
aprile al BoPo l'associazione «Gaia casa delle donne» organizza «Danziamo per
la Pace». La conclusione della «Settimana» sarà il 26 aprile, alle 17,
all'oratorio della Ramera con l'incontro «Diritti e
rovesci», seguita dalla cena alla festa della Petos e la proiezione, in sala
Itineris, del film «Lista d'attesa». Bruno Silini 25/03/2009 nascosto-->
( da "Nazione, La (Pistoia)"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CAMPIONATO
GIORNALISMO pag. 11 IL FINE della cooperazione deve essere il bene comune. Lo
dicono tutti. Vediamo i... IL FINE della cooperazione deve essere il bene
comune. Lo dicono tutti. Vediamo invece che per molti il successo e il denaro,
anche a scapito di altri, sono l'unico scopo della vita. I valori etici, come
la giustizia e la solidarietà, trovano poco spazio. Noi ragazzi riconosciamo
che non dobbiamo pensare solo a noi stessi. I valori che danno significato alla
vita umana non si possono ridurre ad essere famosi, ad avere abiti firmati o a
comprare l'ultimo modello di scooter. L'umanità avrà
successo quando ci saranno per tutti pace, sicurezza e possibilità di sviluppo
attraverso la protezione dell'ambiente, la tutela dei
diritti umani e la diffusione della democrazia. E' un diritto di tutti vivere
in un ambiente senza inquinamento, avere accesso alle risorse fondamentali,
come l'acqua, crescere in una famiglia accogliente e prepararsi al mondo del
lavoro sviluppando le proprie capacità e realizzando i propri sogni. PER
OTTENERE tutto questo è necessario il contributo di tutti. Molte persone oggi
si impegnano nel volontariato: aiutano chi è solo, tutelano l'ambiente e il
patrimonio culturale, difendono i diritti umani e
diffondono una cultura di pace. Non è difficile comunque fare qualcosa di utile
ogni giorno: chiedersi sempre il perché delle cose, acquistare oggetti che non
siano stati prodotti sfruttando altre persone, non sprecare le risorse, cercare
il proprio benessere insieme agli altri ... I governi, infatti, possono fare le
leggi migliori della storia, ma senza la cooperazione di tutti, grandi e
piccoli, donne e uomini non ci sarà mai il mondo dove sogniamo di crescere.
( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
BERGAMO pag. 4
Risate e musica per aiutare le donne indiane SOLIDARIETÀ BERGAMO UNA SERATA a
favore delle donne dei villaggi indiani di Koppal. E' «Insieme per Pangea», lo
spettacolo in programma domani sera al teatro Donizetti di Bergamo (inizio ore
21; biglietti a 40 e 30 euro. Info: The Exnovo. Tel. 035.215964). A presentarlo
sarà la showgirl Vanessa Incontrada che duetterà simpaticamente con
l'attore-cabarettista toscano Giorgio Panariello. Non mancheranno, inoltre,
divertenti incursioni della frizzante Alessandra Ierse. Grande protagonista
sarà anche la musica, grazie alla partecipazione della bergamasca AmbraMarie
Facchetti, fresca reduce dal programma "X-Factor", di Paola Folli e
della Jazz Company. Il progetto "Percorsi di autonomia per le donne di
Koppal" è sostenuto dalla Fondazione Pangea onlus, un'organizzazione no profit
che dal 2002 si occupa del riscatto economico e sociale delle donne attraverso
l'istruzione, la formazione professionale, l'educazione
sanitaria e ai diritti umani e il microcredito. L'obiettivo è quello di migliorare la
situazione economica e sociale delle donne di casta bassa che vivono nel
distretto di Koppal in Karnataka, in India. Attraverso la promozione e lo
sviluppo della microimprenditoria e del microcredito, la sensibilizzazione e
formazione sull'igiene, la sanità e i diritti umani
e l'organizzazione di cooperative di risparmio e credito femminili, si mira a
rendere le donne autonome economicamente, inserendole a pieno titolo nella vita
della loro comunità. Il progetto è sostenuto da Round Table di Bergamo con il
fondamentale sostegno del Credito Bergamasco.
( da "Giornale di Brescia"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione: 25/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:gdb università IN VIA TRIESTE Doppio
appuntamento in libreria Due volumi saranno presentati questa settimana alla
libreria della Cattolica. Si comincia oggi alle 18 con «I segreti giardini di
Brescia» di Giovanni Carini, si prosegue venerdì 27 alle 17.30 con «Zanebono:
libere variazioni intorno alla leggenda di Giovanni Buono da Mantova giullare e
santo» di Luigi Regoliosi. In questa seconda occasione oltre all'autore
interverrà anche Carla Boroni, docente di Letteratura italiana alla Cattolica. DIRITTI UMANI Seminari a Giurisprudenza Cambio di programma per
alcuni seminari sui diritti umani in programma alla facoltà di
Giurisprudenza della Statale. L'incontro con Timothy Endicott originariamente
in calendario per venerdì 27 è anticipato a domani alle
( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CAMPIONATO
GIORNALISMO pag. 6 Ma ancora le parole inutili sono più dei fatti ANNIVERSARIO
LA DICHIARAZIONE UNIVERSALE DELL'ONU SUI DIRITTI DELL'UOMO HA COMPIUTO 60 ANNI
IL GIORNO 10 dicembre 1948 ad Unga, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite
approvò e proclamò la " Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo". Questa dichiarazione comprende 30 articoli che tutelano i
diritti individuali, sociali, economici, politici, civili e culturali di ogni
persona. Pochi mesi fa è ricorso il 60°anniversario di questa grande conquista
per l'umanità e a maggior ragione ognuno di noi
dovrebbe impegnarsi nel suo piccolo perché tutti questi diritti vengano
rispettati. Tra tutti gli articoli uno dei più importanti è il terzo:
"Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della
propria persona". Noi rimaniamo indifferenti e non denunciamo che in
alcuni Paesi questi diritti non sono rispettati anche se tutti ne siamo a
conoscenza. Occorre perciò agire e non limitarsi a celebrare l'anniversario di
questa dichiarazione! In questi anni ci sono stati dei miglioramenti nel
rispettare questi articoli, ma ancora lo sfruttamento, la disuguaglianza,
l'ingiustizia purtroppo esistono in molte zone del Mondo, ma anche nelle nostre
società che consideriamo civili e democratiche. I governi devono cominciare a
dar seguito alle loro promesse ed evitare violazioni, torture e maltrattamenti
soprattutto nei confronti di donne e bambini. Tutti i giorni leggendo il
giornale o guardando il telegiornale ci troviamo di fronte a fatti di cronaca:
omicidi, stupri, episodi di razzismo, sfruttamento, fame
nel mondo e tutti i casi simili che violano i diritti umani. Noi
pensiamo che la cosa essenziale per sviluppare il senso civico in ogni
"cittadino del mondo" sia cominciare a vigilare sul rispetto dei
diritti umani partendo proprio dalla nostra piccola realtà quotidiana. Forse
solamente così domani saremo in grado di fronteggiare le situazioni più gravi e
più lontane da noi. Classe III A
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CAMPIONATO DI
GIORNALISMO pag. 13 IL RAZZISMO è una forma di odio e di dispre... IL RAZZISMO
è una forma di odio e di disprezzo verso persone di razza diversa. L'idea di
razza è priva di qualsivoglia fondamento scientifico, ma ha determinato rigide
gerarchie nell'umanità e ha giustificato ogni tipo di
violenza. In nome della superiorità di una razza sull'altra si sono compiuti
crimini orrendi; il sorgere dei grandi imperi coloniali ha visto lo sterminio
di intere popolazioni e il commercio di uomini, fino ad arrivare ai nostri
giorni col genocidio degli Ebrei e di altre minoranze etniche. La segregazione
razziale ha reso tristemente famosi gli Stati Uniti e il Sudafrica, dove molti
di coloro che si battevano per la tolleranza e il rispetto
dei diritti umani, hanno pagato il loro sacrificio con la vita. Di questi casi si
sono occupate la letteratura e la storia, ma esistono molte altre situazioni,
meno note, che rivelano pregiudizi ed emarginazione. Nella nostra società,
apparentemente democratica e tollerante, serpeggiano forme di razzismo più o
meno evidenti, talvolta involontarie, che nascondono la diffidenza nei
confronti del diverso'. Forse i movimenti migratori di questi tempi, non sempre
ben organizzati, creano notevoli problemi di integrazione che sfociano in
episodi sempre più frequenti di violenza. IL TIMORE per lo straniero aumenta,
diventa odio e a volte esplode, ne è un esempio l'episodio di cui è stato
protagonista un clochard di origine indiana. Su di lui si è abbattuta la rabbia
del branco che ha fatto affiorare il disprezzo più profondo nei confronti di
uno che, ai loro occhi, non era nemmeno considerato un essere umano. Una nota
positiva è invece rappresentata dall'elezione del primo presidente nero che è
riuscito a conquistare la Casa Bianca. E' un avvenimento di portata simbolica
grandiosa che rivela un grande cambiamento della società Usa. Barack Obama ha
progetti ambiziosi, ma si trova ad affrontare una difficile situazione: la
crisi economica e altri problemi. Sembra però determinato a operare per la pace
e il benessere del suo popolo con un occhio di riguardo alle minoranze che in
lui sperano non poco. Vista la sua missione, vogliamo augurargli alla maniera
dei guerrieri jedi quando dovevano affrontare le imprese stellari: «Che la
forza sia con te!».
( da "Corriere della Sera"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-25 num: - pag: 14 categoria:
REDAZIONALE Il rapporto Quasi raddoppiati i giustiziati (2.390), ma il 93%
delle sentenze è concentrato in cinque nazioni. In Europa resta la Bielorussia
Pena di morte, esecuzioni «solo» in 25 Paesi Amnesty International: Cina (72%
nel mondo) e Iran in testa alla «lista nera» Un «risultato positivo» raggiunto
grazie alle moratorie approvate dall'Onu e fortemente volute dall'Italia Un
mondo senza patiboli. Era un sogno, oggi è quasi una realtà. Sono stati
soltanto 25 i Paesi che, nel 2008, hanno giustiziato degli esseri umani. E il 93% delle esecuzioni si è concentrato in cinque
nazioni: Cina, Iran, Arabia Saudita, Stati Uniti e Pakistan. Ad annunciarlo,
con una punta di soddisfazione, è Amnesty International nell'annuale rapporto
sullo stato della pena di morte. Un risultato positivo raggiunto soprattutto
grazie alle richieste di moratoria approvate a stragrande maggioranza dall'Onu
(l'ultima lo scorso dicembre) e fortemente volute dall'Italia. «La buona notizia
— ha detto Irene Khan, segretaria generale dell'organizzazione - è che i
detenuti vengono giustiziati in pochi Paesi e questo dimostra che stiamo
andando verso un mondo libero dalle esecuzioni. Nel ventunesimo secolo non ci
deve essere posto per impiccagioni, lapidazioni o altro». La pena di morte è
ancora in vigore in 59 Stati ma molti non la applicano più. La Bielorussia è
rimasta l'unica nazione in Europa a usarla. Ma la strada è ancora lunga. Anche
perché c'è un dato fortemente negativo. L'anno scorso il numero delle persone
mandate a morte è quasi raddoppiato rispetto al 2007: 2.390, ben
( da "Tempi" del
25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lettera a Ban
Ki-Moon Ecco perché non si può parlare di legalità internazionale dell'Onu di
Yasha Reibman Non scherziamo, suvvia, sulla legalità internazionale delle
Nazioni Unite. La stessa organizzazione, che rifiuta a un paese di stabilire la
propria capitale all'interno dei propri confini riconosciuti, come è il caso di
Israele e Gerusalemme, non brilla certo per la "legalità" che
promuove. Non solo perché ha avuto un Segretario generale con un importante
passato nazista, Kurt Waldheim, sotto la cui segreteria, nella tragica
ricorrenza della Notte dei cristalli, nel 1975, si è votata la famosa
risoluzione in cui si equiparava il sionismo al razzismo. Ma l'Onu, nonostante
affermi di promuovere l'uguaglianza tra i paesi membri, ha negato da sempre a
un unico Stato di partecipare pienamente ai lavori delle Nazioni Unite. Si
tratta ovviamente di Israele. Lo Stato ebraico non può far parte del Consiglio
di sicurezza e neppure della Commissione dei diritti umani di Ginevra. La commissione invece ha come presidente la Libia e
ha avuto tra i propri membri paesi come la dittatura siriana e l'Iran degli
ayatollah. In nome di questa "legalità internazionale", la
Commissione dei diritti umani si è occupata in tutti questi anni quasi esclusivamente di
Israele e nel
( da "Wall Street Italia"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Strasburgo: anche i
terroristi sono uomini -->Altolà della Corte europea dei diritti dell'Uomo
all'Italia: «L'espulsione di cittadini tunisini sospetti di terrorismo comporta
il rischio di tortura e viola dunque il diritto internazionale»
( da "Giornale.it, Il"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 72 del 2009-03-25
pagina 17 Retroscena Il segreto di Stato copre l'orrore di Gian Micalessin Il
diavolo, si sa, si nasconde nei dettagli. E in Cina pure l'orrore. Le 1718
condanne a morte dell'anno scorso bastano da sole a far impressione, ma
diventano terrificanti se vi si aggiungono le stime delle organizzazioni umanitarie secondo cui il numero dei condannati
"effettivi" sarebbe tre volte superiore. La discrepanza tra cadaveri
"ufficiali" ed "effettivi" deriva, come ricorda Amnesty
International, dal segreto di Stato che regola l'applicazione della pena
capitale. Tre anni fa era anche peggio. Fino ad allora qualsiasi tribunale
provinciale poteva - in base ad una legge anti-crimine del 1983 - comminare una
sentenza di morte affidandone l'esecuzione all'esercito. La semplificazione delle procedure rendeva impossibile qualsiasi
statistica e le organizzazioni per i diritti umani si
limitavano a stimare in decine di migliaia le esecuzioni "effettive".
Soltanto dal 2007 le autorità impongono ai tribunali provinciali di sottoporre
le sentenze di pena capitale alla ratifica delle Corte Suprema del Popolo. La
nuova procedura stenta comunque a venir applicata. La discrepanza tra
cifre ufficiali e cifre reali emerge nell'aprile 2008 quando vengono diffusi i
primi dati relativi alla "vigilanza" della Corte Suprema. Il
risultato sembra incoraggiante perché le 470 condanne eseguite rappresentano il
minimo storico. Ma per quello stesso anno gli osservatori di Dui Hua (Dialogo),
una fondazione di San Francisco che vigila sulla violazione dei diritti umani in Cina, attribuiscono ai boia di Pechino tra le 5mila
e le 6mila esecuzioni reali. Quelle stime vengono confermate anche dalla
sezione britannica di Amnesty. «Secondo dati assai attendibili - spiega il
direttore Allen Kate - Pechino manda a morte 22 prigionieri ogni giorno».
Questo scenario è reso più nefasto e inquietante dallo sterminato numero di
reati per cui è ammessa la pena capitale e dal comprovato utilizzo degli organi
dei condannati a morte negli ospedali specializzati in trapianti. In Cina la
legge prevede almeno una settantina di buone ragioni per finire sul patibolo.
L'esemplare numero di reati sanzionabili con la morte emerge dalla
consultazione del codice penale del 1997 che sancisce la pena di morte anche
per corruzione e gioco d'azzardo. La vastità dei capi d'imputazione non
garantisce però equità di giudizio. I funzionari di partito condannati per
corruzione beneficiano spesso di una sospensione della sentenza, i malviventi
di campagna incontrano il boia pochi giorni dopo la sentenza d'appello.
L'abisso dell'orrore lo si raggiunge nei furgoni della morte introdotti non per
lenire le sofferenze dei condannati, ma per asportare gli organi vitali
immediatamente dopo l'iniezione letale. La testimonianza di Paul Lee, un
tecnico della metropolitana di Hong Kong colpito da tumore al fegato nel 2005 e
ammesso al trapianto dietro versamento di 45mila dollari ad una clinica
specializzata di Tianjin, conferma quei sospetti. «Quell'ospedale - spiega Lee
- è in collegamento con molte prigioni, il mio è arrivato da un condannato e io
gli sarò eternamente grato». La gratitudine di Lee non cancella il fatto che
gran parte degli organi vengono sottratti senza alcuna autorizzazione. «Non ho
mai visto una famiglia firmare l'autorizzazione al prelievo da un loro caro
condannato a morte - dichiarava due anni fa Huang Peng, un ex funzionario del
centro di detenzione numero 2 di Shenyang - e non ho mai visto un prigioniero
offrire spontaneamente i propri organi». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Avvenire" del
25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
MONDO 25-03-2009
polemica Lo Stato ebraico critica il Consiglio Onu «Ingiuste le denunce su
Piombo fuso» DA GERUSALEMME I sraele ha criticato, in quanto «ingiusto », il
relatore dell'Onu sulla situazione nei territori palestinesi, Richard Falk, che
in un rapporto al Consiglio dell'Onu per i diritti umani
ha affermato che vi sono fondati motivi per sospettare che l'esercito
israeliano nella recente operazione "Piombo fuso" a Gaza si sia
macchiato di crimini di guerra, per accertare i quali è necessaria
un'inchiesta. Mark Regev, portavoce del premier israeliano ha definito il
Consiglio «un organo unilaterale, sbilanciato e ingiusto» nei confronti di I-
sraele. Regev ha ricordato che già il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon
e il suo predecessore Kofi Annan, hanno criticato il Consiglio «per la sua
linea estremista e ossessiva nei con- fronti di Israele». «Questa
politicizzazione dei diritti umani ha affermato Regev colpisce
per primi gli stessi diritti umani». Il Consiglio in un rapporto
ha accusato l'esercito israeliano di essere ricorso a scudi umani palestinesi nel corso di "Piombo fuso" e di far fatto
uso in almeno un caso di un ragazzino di 11 anni. A questo proposito
Regev ha ricordato che la Corte suprema israeliana ha già affermato
l'illegalità del ricorso a scudi umani e ha detto che
«se davvero ci sono stati i casi denunciati i responsabili saranno processati e
puniti». Regev ha pure affermato che Falk «era noto per la sua linea
anti-israeliana che, del resto, non ha mai cercato di celare». Alcune
Organizzazioni non governative, anche israeliane, hanno accusato soldati
israeliani di aver fatto fuoco a sangue freddo sulla popolazione civile e su
personale sanitario. Mentre Israele respinge le accuse, il quotidiano inglese
Guardian ha pubblicato alcune testimonianze-che proverebbero i crimini di cui
aveva parlato anche Haaretz. In un reportage pubblicato sul suo sito Web, il
giornale britannico racconta di bambini palestinesi usati come scudi umani, ospedali e medici presi di mira, aerei senza pilota
spediti a colpire deliberatamente la popolazione. Ci sono anche tre video con
il drammatico racconto dei palestinesi che hanno perso i propri figli
nell'offensiva isreliana. ( R.E.) L'esecutivo contro il rapporto. Il «Guardian»
però attacca: bimbi usati come scudi umani
( da "Articolo21.com"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Kosovo e la guerra umanitaria
di Fernando Cancedda* Roma, 24 marzo 2009. Esattamente dieci anni fa, con i primi bombardamenti NATO
sulla Serbia, ebbe inizio la guerra del Kosovo, ovverosia l'ultimo atto del
lungo, tragico conflitto nei Balcani. A quella “guerra umanitaria”
( come forse per la prima volta si definì l'intervento armato destinato a
“proteggere” i diritti umani di una popolazione
civile) partecipò anche l'Italia, che ancora oggi vi mantiene una quota
consistente delle proprie truppe all'estero. Interessa a qualcuno sapere a
quali risultati ha approdato quella guerra e se l'obbiettivo allora proclamato
dai nostri governi occidentali è stato raggiunto? A me sì e ho cercato di
documentarmi in proposito. Da buon giornalista italiano, comincio dalla nota
rievocativa dell
( da "Blogosfere" del
25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mar
0925 La Cina ha paura di internet ed oscura youtube Pubblicato da Rosario
Mastrosimone alle 11:06 in Diritti umani Il regime
cinese continua nella sua opera di stritolamento delle libertà individuali e di
manipolazione delle menti dei suoi sudditi. La censura di internet è l'ultima
frontiera della guerra del regime contro la libertà di espressione. In un Paese in cui stampa, radio e
TV sono completamente in mano pubblica, internet è l'unico spazio dove
l'informazione puo' essere fatta da chiunque e dovunque, e quindi puo' provare
ad affrancarsi dalle catene statali. Da lunedi', youtube è irraggiungibile
dalla Cina, dopo che alcuni video che riproducevano le immagini di un incidente
in mare tra alcune navi USA e cinesi avevano infastidito il regime. La Cina è
il Paese leader della censura su internet, ma la Cina non è sola in questa sua
crociata liberticida, visto che molti Stati, anche europei, in primis l'Italia,
stanno considerando con serietà l'adozione di misure restrittive e talora
censorie su internet.
( da "Wall Street Italia"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
NON UCCIDERE IL
PROPRIO DEBITORE di Vittorio Sabadin La Cina non ha altra scelta: i dollari
dovrà tenerseli ancora a lungo. Così come dovrà continuare ad acquistare i
buoni del Tesoro americani come ha annunciato di volere fare. -->Il
contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non
necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che
rimane autonoma e indipendente. (WSI) La Cina, che mantiene
lordine interno con quasi 1800 esecuzioni capitali allanno, ha
deciso di essere
protagonista delle scelte che il mondo dovrà fare per uscire dalla crisi al
vertice del G20 che si terrà la prossima settimana a Londra. E questa volta
nessuno dei suoi interlocutori farà troppe obiezioni sulla salvaguardia dei
diritti umani. Rispetto a qualche mese fa lo scenario
è completamente cambiato. Barack Obama deve avere ormai capito che gli slogan
necessari a diventare presidente degli Stati Uniti sono molto meno utili quando
si tratta di governare. Il suo video pieno di buone intenzioni inviato allIran
è servito solo ad irritare Israele e anche il suo annuncio che al G20
lAmerica tornerà protagonista nella gestione delle crisi mondiali sarà
accolto senza troppo entusiasmo. Le ricette della Casa Bianca e del Tesoro
americano non hanno finora
prodotto grandi risultati e lEuropa non ha alcuna intenzione di
seguire le stesse politiche stampando banconote e usando a piene mani i soldi
dei contribuenti. Non ne puoi piu' della Borsa? Fai male. Perche' qualcuno
guadagna sempre. Prova ad abbonarti a INSIDER: costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul
link INSIDER Il premier inglese Gordon Brown ha già replicato che a guidare il
mondo fuori dalla recessione sarà invece la vecchia Europa. Ma entrambi i
leader probabilmente si sbagliano e dovranno fare i conti proprio con la Cina,
che si annuncia il vero protagonista del G20. Pechino aveva chiesto qualche
giorno fa che il vertice di Londra fosse loccasione per stabilire
nuove regole per le relazioni commerciali e finanziarie globali, come si fece a
Bretton Woods nel
1944. E per chi non avesse capito, il governatore della Banca Centrale, Zhou
Xiaochuan, ha cominciato a spiegare di che cosa si tratta: Pechino vuole una
riforma del sistema valutario mondiale, ora fondato sulla supremazia del
dollaro, sostituendo la moneta americana con un nuovo sistema, basato sui Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario
Internazionale, inventati proprio per sostenere il rapporto dei cambi fissi
deciso a Bretton Woods. La scorsa settimana, anche la Russia aveva avanzato una
proposta analoga, ma senza che nessuno se ne accorgesse. La richiesta del
«grande timoniere» della Bank of China è finita invece sulla prima pagina del
Financial Times perché molti analisti la leggono come un importante segnale ad
Obama: i tempi sono cambiati e, quando Pechino parla, ora anche tu devi
imparare ad ascoltare. La Casa Bianca aveva infatti completamente ignorato la
richiesta cinese di non adottare politiche economiche che potessero avere un
impatto negativo sul Paese: stampando dollari e iniettandone in grande quantità
nel sistema per salvare lAmerica, Obama e il suo ministro del Tesoro
Geithner rischiano di mettere in seria difficoltà Pechino, che ha nei suoi
forzieri 2000 miliardi di riserve valutarie in dollari, che valgono sempre meno a causa delle politiche
inflative della Casa Bianca. La Cina non ha altre scelte e quei dollari dovrà
tenerseli ancora a lungo, così come dovrà continuare ad acquistare i buoni del
Tesoro americani come ha annunciato di volere fare: nessuno ucciderebbe il
proprio principale debitore, rischiando poi di fare la stessa fine. Ma il clima
è davvero cambiato. Dopo le accuse di Geithner alle autorità monetarie cinesi
di «manipolare il cambio» dello renminbi, una penitente Hillary Clinton è
andata a Pechino di fatto per chiedere scusa, dimenticandosi anche di fare
quelle domande, così abituali fino a poco tempo fa, sulla pena di morte, sul
rispetto dei diritti umani e della sovranità del
Tibet. Alla vigilia di un vertice decisivo per delineare una azione comune
contro la crisi, la Cina sembra dunque avere deciso di esercitare un ruolo da
protagonista nelle strategie mondiali. Come tutti, non sopporta più le
manchevolezze del Fondo Monetario Internazionale, ma chiederà giustamente di
destinargli maggiori risorse a sostegno delle economie dei Paesi emergenti,
quelle che se lasciate a se stesse potrebbero trascinare anche i Paesi ricchi
nel baratro. Subito dopo si occuperà di come uscire dalla propria crisi, che è
nascosta dalla vastità del Paese ma è pesante forse più di quella degli altri:
già 20 milioni di disoccupati, migliaia di fabbriche chiuse, rischi di
disordini sociali elevati che potrebbero fare cadere molte teste nel governo.
La crescita inarrestabile del Paese è durata più di dieci anni ed è coincisa con
uno speculare declino delle vecchie potenze economiche. Nel 1999, tra le prime
sette banche del mondo quattro erano americane e due inglesi, ora ai primi
posti ci sono solo banche cinesi. Agli occhi di Pechino, ha scritto lEconomist,
lEuropa è uninsignificante macchiolina sulla carta geografica che si trastulla con il
Dalai Lama e i diritti umani; il Giappone non conta
più nulla e gli Stati Uniti sono nel panico, incapaci di individuare una via duscita.
Eppure la Cina dovrà trovare un interlocutore da qualche parte, e questo interlocutore non potrà
alla fine che essere lAmerica. Il G20 di Londra ha buone
possibilità di trasformarsi nel vertice del G2 tra Obama e Hu Jintao e la
possibilità che i due non si capiscano è molto elevata. Il primo sta tentando di risollevare un Paese che
attraversa la più grave crisi della sua storia, cercando nello stesso tempo di
mantenere il ruolo egemone che gli Stati Uniti hanno avuto per decenni. Il
secondo sa che la bilancia del potere politico ed economico si è già spostata
verso Oriente, è poco disposto ad ascoltare lezioni o indicazioni di percorso e
vuole contribuire a riscrivere le regole mondiali. La cosa peggiore per tutti
sarebbe che, a forza di discutere chi deve avere lultima
parola in questo mondo profondamente cambiato, si tornasse anche da Londra senza avere deciso nulla di
importante. Purtroppo, è lo scenario più probabile. Copyright © La Stampa. All
rights reserved
( da "Articolo21.com"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Premio Roland
Berger a Shirin Ebadi e a RSF di redazione Il Premio Roland
Berger per la Dignità umana è stato assegnato a Reporters sans frontières e a
Shirin Ebadi, avvocato iraniano, difensore per i diritti umani e Premio Nobel per la pace (2003). La Fondazione Roland Berger
(Roland Berger Stiftung) è una fondazione tedesca creata nel 2008 da Roland
Berger, Professore Onorario in Amministrazione Aziendale e Presidente-fondatore
della società di consulenza Roland Berger Strategy Consultants. Per l'edizione
2009, la Fondazione Roland Berger ha deciso di offrire 900 000 euro a Reporters
sans frontières, rendendo così omaggio alla sua lotta quotidiana in favore
della libertà di stampa, e 100 000 euro a Shirin Ebadi, nuovamente vittima di
forti pressioni miranti ad intralciare il suo costante lavoro di difesa dei
diritti umani. "Ricevere questo Premio
prestigioso è per noi un immenso onore. Il Premio ricompensa il lavoro di
un'organizzazione che, da quando è stata creata circa 25 anni fa da Robert
Ménard, non ha mai smesso di difendere la libertà di stampa nel mondo. Esprimo
tutta la mia riconoscenza a Roland Berger per averci concesso la sua fiducia e
a tutte le persone che lavorano per Reporters sans frontières, in Francia e nel
mondo, in particolare in Germania dove ha sede la Fondazione Roland Berger. La
donazione offerta ci permetterà di intensificare il nostro sostegno diretto ai
giornalisti perseguitati o alle loro famiglie, e ad estendere l'assistenza a
tutti i media indipendenti che cercano di sopravvivere nei Paesi
repressivi," ha dichiarato Jean-FranÇois Julliard, segretario generale di
Reporters sans frontières.
( da "Virgilio Notizie"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 25 mar.
(Apcom) - Che fine hanno fatto i 20 pastori romeni il cui aplotipo Y del Dna
era identico a quello rinvenuto nei reperti biologici relativi allo stupro
della Caffarella, avvenuto a Roma lo scorso 14 febbraio? Se lo chiedono i
leader del Gruppo EveryOne, Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau,
alla luce dei nuovi "presunti sviluppi del caso", che hanno portato
al fermo dei rom romeni Oltean Gavrila e Ionut Jean Alexandru, "inchiodati
dagli esami del Dna - secondo gli inquirenti - e quindi rei confessi".
"Come hanno riportato tutti gli organi di stampa nazionali - spiegano gli
attivisti dell'organizzazione internazionale per i Diritti Umani - due investigatori romani e un dirigente della polizia di
Stato italiana erano sbarcati a Bucarest per ricercare gli autori certi dello
stupro fra i figli e cugini di un pastore romeno detenuto in patria, il cui
aplotipo Y del Dna combaciava con quello rinvenuto sui vestiti e sui tamponi
vaginali della vittima. Una procedura corretta, perché è evidente che
almeno uno dei colpevoli deve avere il dna compatibile con quello del
pastore". Poi è stato arrestato il giovanissimo Alexandru e il 27enne
Gavrila, "annunciando che il dna li incastrava". Ma - secondo
Everyone - quell'esame che identificava al di là di ogni dubbio uno degli
stupratori è stato dimenticato e accantonato definitivamente: di certo non è
compatibile con il dna di Alexandru e Gavrila. Il riconoscimento da parte delle
vittime e le confessioni, visto quello che è successo con Loyos e Racz, non
rivestono di certo l'importanza del dna". "Se sugli abiti della
vittima vi era lo sperma con un dna dello stesso tipo del pastore romeno di uno
dei suoi stretti parenti, almeno uno dei due nuovi detenuti è innocente. A
questo punto vi è da chiedersi se, contro il protocollo, gli inquirenti non
abbiano semplicemente fatto un'incetta di mozziconi di sigaretta e materiale
eterogeneo reperiti nell'area attorno al luogo del delitto, mettendo insieme un
campionario di dna senza alcun valore probatorio". In effetti questa
procedura "poco ortodossa e fuori protocollo sembrerebbe confermata da una
dichiarazione pubblica apparsa sul quotidiano 'Evenimentul Zilei' da fonti
della polizia romena, che hanno sottolineato che 'esistono, d'altra parte,
alcuni problemi legati al modo in cui sono state raccolte le prove sul
posto'". Malini, Pegoraro e Picciau, alla luce di alcune indicazioni
ritengono che ancora sullo sfondo si agita la "misteriosa figura del
romeno Ciprian Cioschi, 22 anni, originario di Botosani e conosciuto, nonché
molto temuto, da Isztoika Loyos e dai Rom romeni dei campi romani di Tor di
Quinto, nonché del campo alle spalle del 'Santa Maria della Pietà', al
Trionfale". Questo romeno, secondo Everyone, corrisponderebbe
"perfettamente nell'altezza, nei capelli lunghi, scuri e folti e nella
menomazione a una mano alla descrizione resa dalle giovani vittime. Inoltre il
compagno della vittima avrebbe riconosciuto, subito dopo l'aggressione, Ciprian
Cioschi in una foto con 'assoluta certezza' come uno degli stupratori della
fidanzatina". In breve secondo Malini, Pegoraro e Picciau "Oltean
Gavrila e Ionut Jean Alexandru potrebbero non essere altro che gli ennesimi
capri espiatori di una vicenda che coinvolge misteriose figure di italiani e
romeni che operano a stretto contatto, al di sopra della legge. La vicenda dai
toni foschi e misteriosi della Caffarella è la dimostrazione palese - concludono
- che in Italia sono oggi in pericolo il diritto e la democrazia, mentre
crimini efferati vengono usati per incastrare innocenti attribuendone le colpe
a un'intera etnia, aprendo le porte a provvedimenti discriminatori e istigando
il popolo italiano all'odio razziale e alla violenza etnica".
( da "Wall Street Italia"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Caffarella/ Gruppo
Everyone: veri colpevoli ancora a piede libero di Apcom "Dna romeni non
compatibile con quello su vestiti ragazza" -->Roma, 25 mar. (Apcom) -
Che fine hanno fatto i 20 pastori romeni il cui aplotipo Y del Dna era identico
a quello rinvenuto nei reperti biologici relativi allo stupro della Caffarella,
avvenuto a Roma lo scorso 14 febbraio? Se lo chiedono i leader del Gruppo
EveryOne, Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, alla luce dei nuovi
"presunti sviluppi del caso", che hanno portato al fermo dei rom
romeni Oltean Gavrila e Ionut Jean Alexandru, "inchiodati dagli esami del
Dna - secondo gli inquirenti - e quindi rei confessi". "Come hanno
riportato tutti gli organi di stampa nazionali - spiegano gli attivisti dell'organizzazione internazionale per i Diritti Umani -
due investigatori romani e un dirigente della polizia di Stato italiana erano
sbarcati a Bucarest per ricercare gli autori certi dello stupro fra i figli e
cugini di un pastore romeno detenuto in patria, il cui aplotipo Y del Dna
combaciava con quello rinvenuto sui vestiti e sui tamponi vaginali della
vittima. Una procedura corretta, perché è evidente che almeno uno dei
colpevoli deve avere il dna compatibile con quello del pastore". Poi è
stato arrestato il giovanissimo Alexandru e il 27enne Gavrila,
"annunciando che il dna li incastrava". Ma - secondo Everyone -
quell'esame che identificava al di là di ogni dubbio uno degli stupratori è
stato dimenticato e accantonato definitivamente: di certo non è compatibile con
il dna di Alexandru e Gavrila. Il riconoscimento da parte delle vittime e le
confessioni, visto quello che è successo con Loyos e Racz, non rivestono di
certo l'importanza del dna". "Se sugli abiti della vittima vi era lo
sperma con un dna dello stesso tipo del pastore romeno di uno dei suoi stretti
parenti, almeno uno dei due nuovi detenuti è innocente. A questo punto vi è da
chiedersi se, contro il protocollo, gli inquirenti non abbiano semplicemente
fatto un'incetta di mozziconi di sigaretta e materiale eterogeneo reperiti
nell'area attorno al luogo del delitto, mettendo insieme un campionario di dna
senza alcun valore probatorio". In effetti questa procedura "poco
ortodossa e fuori protocollo sembrerebbe confermata da una dichiarazione pubblica
apparsa sul quotidiano 'Evenimentul Zilei' da fonti della polizia romena, che
hanno sottolineato che 'esistono, d'altra parte, alcuni problemi legati al modo
in cui sono state raccolte le prove sul posto'". Malini, Pegoraro e
Picciau, alla luce di alcune indicazioni ritengono che ancora sullo sfondo si
agita la "misteriosa figura del romeno Ciprian Cioschi, 22 anni,
originario di Botosani e conosciuto, nonché molto temuto, da Isztoika Loyos e
dai Rom romeni dei campi romani di Tor di Quinto, nonché del campo alle spalle
del 'Santa Maria della Pietà', al Trionfale". Questo romeno, secondo
Everyone, corrisponderebbe "perfettamente nell'altezza, nei capelli
lunghi, scuri e folti e nella menomazione a una mano alla descrizione resa
dalle giovani vittime. Inoltre il compagno della vittima avrebbe riconosciuto,
subito dopo l'aggressione, Ciprian Cioschi in una foto con 'assoluta certezza'
come uno degli stupratori della fidanzatina". In breve secondo Malini,
Pegoraro e Picciau "Oltean Gavrila e Ionut Jean Alexandru potrebbero non
essere altro che gli ennesimi capri espiatori di una vicenda che coinvolge
misteriose figure di italiani e romeni che operano a stretto contatto, al di
sopra della legge. La vicenda dai toni foschi e misteriosi della Caffarella è
la dimostrazione palese - concludono - che in Italia sono oggi in pericolo il
diritto e la democrazia, mentre crimini efferati vengono usati per incastrare
innocenti attribuendone le colpe a un'intera etnia, aprendo le porte a
provvedimenti discriminatori e istigando il popolo italiano all'odio razziale e
alla violenza etnica".
( da "Giornale.it, Il"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Visitando l'Africa,
nei suoi sei giorni di permanenza nel Continente nero, Benedetto XVI ha
compiuto due viaggi. Due viaggi molto diversi tra di loro. Il primo è quello
reale, segnato dal contatto con le folle del Camerun e dell'Angola, dai temi
che il Papa ha trattato nei discorsi e nelle omelie, dall'impatto con le
contraddizioni di due capitali dove ricchezza e povertà estreme convivono
fianco a fianco. L'altro viaggio è quello virtuale, quello su cui si sono
accapigliati commentatori, burocrati e sondaggisti occidentali, che hanno
accusato Ratzinger di irresponsabilità per aver detto ciò che tutti dovrebbero
ormai riconoscere e che è attestato da studi scientifici: la distribuzione di
preservativi non è il metodo efficace per combattere la diffusione dell'Aids in
questi Paesi. Per tre giorni, nei Paesi europei così come negli Stati Uniti,
mentre il Papa parlava di povertà, sviluppo, diritti umani, si è discusso di profilattici. Per poi passare, durante i
successivi tre giorni, a parlare di aborto terapeutico, sulla base di una frase
pronunciata da Benedetto XVI in un discorso forte sui mali che affliggono
l'Africa.La macchina mediatico-politica, una volta messa in moto, non si è più
fermata. E così in Francia, dove impallinare il Pontefice sembra
diventato ultimamente uno sport nazionale, si sono fatti sondaggi e sondaggini
per dimostrare che almeno metà dei cattolici del Paese chiedono a Ratzinger di
dimettersi. La sensazione, leggendo dichiarazioni di alcuni ministri e dei loro
portavoce, è che per la prima volta dopo molto tempo, il Papa non sia più
circondato da quel rispetto attribuito a una personalità super partes, ma sia
considerato un capo partito, sottoposto al tiro incrociato delle quotidiane
dichiarazioni tipiche del «pastone» politico. C'è chi lo invita al silenzio,
chi lo invita a lasciare, chi gli spiega cosa dire e come dirlo.Così, sedici
discorsi pronunciati in terra africana, si sono ridotti a due-frasi-due, la
prima delle quali peraltro pronunciata in modo estemporaneo durante la conferenza
stampa tenuta sull'aereo. L'impressione è che Benedetto XVI non sia
eccessivamente preoccupato di questa crescente ostilità. Mai come in questi
giorni si è colta l'enorme distanza tra viaggio reale e viaggio virtuale. E se
è vero che la critica montante presso certe burocrazie occidentali non ha
precedenti recenti, bisognerà pure ricordare che critiche ferocissime vennero
mosse a Giovanni Paolo II nei primi anni del suo pontificato. Così come va
richiamata alla memoria la sofferenza e l'isolamento di Paolo VI, nel momento
in cui prese decisioni coraggiose come l'Humanae vitae, divenendo segno di
contraddizione.Che cosa resta, dunque, del viaggio di Benedetto in Camerun e
Angola? Prima ancora e più ancora dei messaggi lanciati dal Papa per la lotta
alla povertà, per la dignità della donna, per un'economia che non sia disumana,
per l'educazione e lo sviluppo, resta una presenza e una straordinaria corrente
di simpatia umana, che ha avuto il suo culmine in Angola. Tanta gente semplice
e straordinaria, ha trascorso ore ed ore sotto il sole per salutare non Joseph
Ratzinger, ma il successore di Pietro, venuto fino a qui per confermare i
fratelli nella fede. E in Paesi travagliati da tragiche guerre intestine,
abusi, soprusi, miserie, violenze, l'abbraccio di Pietro, il suo sorriso e la
sua vicinanza hanno contato di più di mille discorsi. Scritto in Varie Commenti
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21Mar 09 Luanda, due morti allo stadio prima dell'arrivo del Papa La notizia si
è diffusa solo in serata: verso le ore 13, al momento dell'apertura delle porte
dello stadio dove Benedetto XVI ha poi incontrato i giovani, un ragazzo e una
ragazza sono morti schiacciati nella calca. Secondo un'altra versione i due,
quattordici e sedici anni, si sono sentiti male a causa del caldo e della
disidratazione. Ci sono stati anche otto feriti. Né il Papa né il suo seguito
non sono stati informati (se lo avesse saputo, avrebbe pregato per le vittime
insieme ai giovani durante l'incontro). Soltanto ad ora di cena Benedetto XVI
l'ha saputo. Le notizie sono ancora frammentarie e imprecise. Scritto in Varie
Commenti ( 41 ) » (2 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Il Blog di Andrea
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amico 21Mar 09 Ennesimo caso mediatico sul Papa. Speriamo sia abortito. Cari
amici, qualcuno già ieri e poi soprattutto oggi ha letto il passaggio del
discorso del Papa ai politici angolani dedicato all'aborto come come uno
schierarsi dello stesso Benedetto XVI dalla parte del vescovo di Recife sul
caso della bambina violentata e rimasta incinta di due gemelli. Lettura
indebita perché, come ha spiegato il direttore della Sala Stampa della Santa
Sede, padre Federico Lombardi, «Non ha parlato assolutamente di aborto
terapeutico, non ha detto che deve essere rifiutato sempre: il Papa è contro il
concetto di salute riproduttiva che rintroduce largamente l'aborto come mezzo
di controllo delle nascite». Scritto in Varie Commenti ( 42 ) » (3 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 20Mar 09 Luanda,
calore umano e resistenza fisica di Benedetto Cari amici, alle 12.37 siamo
atterrati all'aeroporto di Luanda, in Angola. La vista dall'aereo è
impressionante: una distesa a perdita d'occhio di case e casupole per lo più
diroccate, che lambivano quasi i bordi della pista dove il Boeing 777-200
dell'Alitalia ha toccato terra. Se in Camerun faceva caldo, qui fa caldissimo.
Un clima torrido, l'asfalto quasi liquefatto. Sono bastati pochi minuti di
attesa davanti al padiglione dell'aeroporto per stenderci tutti. Avevamo
sinceramente paura per il Papa, che ha dovuto ascoltare gli inni e stringere le
mani dei notabili per molti minuti. Poi, sotto uno striminzito palchetto,
Ratzinger ha ascoltato stando in piedi il discorso del presidente Dos Santos.
Infine ha preso la parola, e ha pronunciato il suo discorso, peraltro non
breve, al quale ha aggiunto un paragrafo dedicato alle vittime delle
inondazioni che nei giorni scorsi hanno sconvolto alcune zone dell'Angola.
Nonostante la giornata veramente faticosa di ieri a Yaoundé, e il caldo che
avrebbe steso chiunque, Benedetto XVI ha portato a termine il suo saluto in
portoghese, prima di "imbarcarsi" sulla papamobile. Anche qui, come
in camerun, accoglienza festosissima, con la gente accalcata sulle strade per
salutare il passaggio del corteo papale. Scritto in Varie Commenti ( 17 ) » (5
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 18Mar 09
Chi fa la lezione al Papa sull'Africa Oggi divampa la polemica per le parole di
Benedetto XVI sui preservativi. Si stracciano le vesti ministri francesi,
tedeschi e belgi; interviene l'Unione europea. Dal sito del settimanale
"Vita", vi propongo questa riflessione di Riccardo Bonacina: «A
salire in cattedra, oggi, sono stati gli stessi responsabili di aver fatto
carta straccia di tutti gli impegni internazionali da qualche decennio in qua.
A parlare sono gli stessi rappresentanti di quei Governi che non arrossiscono
neppure per aver fallito e tradito l'obiettivo fissato alla conferenza di
Barcellona del 2002 di destinare agli aiuti internazionali lo 0,33 per cento
del PIL entro il 2006. Di aver tradito e fallito un ulteriore impegno, quello
preso nel 2004 sugli Obiettivi del Millennio, quando firmarono e controfirmarono
con inchiostro invisibile l'impegno di innalzare la quota per la cooperazione
allo sviluppo sino allo 0,7% del Pil entro il 2015. E ancora la promessa del G8
2005 che disse di voler raddoppiare l'aiuto all'Africa.Come stiano le cose l'ha
spiegato poche settimane fa l'Ocse."I Paesi donatori avevano promesso di
aumentare i loro finanziamenti di circa 50 miliardi di dollari l'anno entro il
( da "EUROPA ON-LINE"
del 25-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il mio no da
cattolico PAOLO GIARETTA Il corpo è la condizione essenziale e fondante della
libertà della persona. Di conseguenza non può diventare un corpo
di stato come vuole la legge sul fine vita che il centrodestra approva
oggi (da solo) in senato. Partendo da questa premessa è possibile inquadrare
nel giusto modo lintera discussione sul testamento biologico, che coinvolge aspetti
tecnico-giuridici e, insieme, lesperienza umana di ciascuno. Un
eccesso di tecnicismo giuridico-sanitario e/o di ideologismo astratto rischia
di allontanare dal cuore della questione. Il problema infatti non è la
definizione tecnica di
idratazione e nutrizione se esse siano sostegno vitale o se esse
siano cure, terapie... Gran parte del dibattito politico-legislativo è ruotato
intorno a questo nodo. Eppure larticolo 32 della Costituzione è di
cristallina chiarezza. Al punto che nessuno neppure nel centrodestra militarizzato
nelle votazioni nellaula del senato ha potuto credibilmente
sostenere che si possa aggirare la disponibilità giuridica del soggetto in
grado di intendere e di volere di rinunciare anche allalimentazione e allidratazione.
Con un salto logico (o illogico?) il centrodestra sostiene che idratazione e
nutrizione non possono essere oggetto di testamento biologico perché
linteressato, qualora in possesso delle sue facoltà, potrebbe cambiare
opinione. Ecco allora
che si palesa il corpo di stato. È in questo passaggio
che si apre il varco per introdurre nellordinamento il principio
pericolosissimo di uno stato titolare unico della piena disponibilità di ogni
singola vita. Lelaborazione giuridica in materia di diritti umani
si è consolidata nei secoli sul principio cardine dellintangibilità
del corpo della persona come condizione essenziale di libertà. Invece nella
legge che oggi il centrodestra farà approvare dal senato con la forza dei
numeri, non è più la
persona ma lo stato a decidere sul destino individuale. La persona viene
privata della facoltà di decidere della propria vita
e della fine della propria vita. È una tesi che viene sostenuta, si dice, in
difesa della sacralità della vita. Ma se si svuota il contenuto sostanziale dellarticolo
32 della Costituzione si apre il varco in un contesto storico-politico
diverso per utilizzare quella stessa norma in senso opposto. Non è un
caso che larticolo 32 della Costituzione sia stato elaborato da due costituenti cattolici come Aldo
Moro e Giovanni Leone. La tragedia dei grandi totalitarismi del 900
dal regime nazista a quello sovietico ambedue basati sulla presunzione
di una superiorità dello stato etico sui diritti delle persone insegna
che quando lo stato
invade la disponibilità stessa della vita dei singoli, labuso
prevale sistematicamente sui diritti della persona. Due giuristi e due uomini
politici cattolici avevano ben presente la concezione illiberale di disporre
della vita dei singoli cittadini. È importante che la vita resti nella piena disponibilità della
scelta della persona. È un principio fondamentale di libertà che non può essere
negato. Le nostre istituzioni hanno sempre privilegiato questa visione
personalistica cui il pensiero cattolico ha dato un contributo così rilevante.