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Report "Diritti umani"   23-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Effetti collaterali? No, omicidi deliberati ( da "Manifesto, Il" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: era la «difficoltà di acquisire prove certe delle violazioni dei diritti umani», il dossier di Amnesty, «Danni collaterali o omicidi illegali?» ( www.amnesty. org/ailib/intcam/kosovo/docs/notorep_all.doc )), elencava proprio con precisione tutte le azioni di guerra che avevano colpito la popolazione civile, serba e kosovara.

Darfur, la guerra del petrolio ( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani, i Paesi arabi invece puntano ad ostacolare le mire europee e nord americane nella regione, stesso obiettivo del Cremlino che si sta preparando ad intervenire con consistenti investimenti in Africa e preferisce contrastare i suoi potenziali rivali, infine Pechino è il principale partner commerciale del Sudan con il quale le aziende pubbliche cinesi hanno siglato contratti

PARLAMENTO EUROPEO, ANTEPRIMA SESSIONE 23-26 MARZO: RISULTATI DEL VERTICE DI PRIMAVERA; GORDON BROWN AL PARLAMENTO, IN VISTA DEL G20 UN QUADRO EUROPEO PER PROMUOVERE IL MICROCREDIT ( da "marketpress.info" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: infatti che si tratta di una violazione dei diritti umani fondamentali che deve essere bandita dall´Ue. Gli Stati membri dovrebbero quindi considerare come reato qualsiasi forma di Mgf e perseguire e punire chi le commetta. Occorre anche una strategia a tutela delle vittime che preveda meccanismi preventivi e educativi, mentre i medici dovrebbero denunciarne i casi alle autorità (

A Osimo cavalieri templari da tutta Italia ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ovvero cercatori di pace nella giustizia e nel rispetto dei diritti umani, nella ristrutturazione delle regole internazionali. Ospiti della Commenda di Osimo il Gran Priore d'Italia Stelio Venceslai, il Gran Cancelliere Paolo Nicola Corallini Garampi e il Gran Maniscalco Fabrizio Bartoli, osimano e animatore dell'Accademia Templare che ha sede nella nostra città,

DAL 28 MARZO al 5 aprile nel Cortile del Podesta si svolgerà l... ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 28 MARZO al 5 aprile nel Cortile del Podesta si svolgerà la mostra d'arte contempranea «Pittori per i Diritti Umani», organizzata dall'associazione internazionale "Solidarietà in Movimento" in collaborazione con la Comunità peruviana e con il patrocinio del comune di Siena. il ricavato dalla vendita delle opere sarà devoluto ai progetti in difesa dei bambini e della donna in Perù.

Se l'Occidente è più debole ( da "Corriere della Sera" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Contro la convinzione di chi pensa che la storia proceda in modo inesorabile, non c'è ragione per credere che i diritti umani siano destinati ad affermarsi sempre più. Ci sono invece ragioni per credere il contrario. Figli della cultura occidentale, i diritti umani, come la democrazia politica, sono legati al destino dell'Occidente, ne seguono e ne seguiranno la parabola.

IL PAPA non dimentica nulla, nemmeno le terribili piaghe dell'... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la responsabilità invece dell'egoismo, i diritti umani invece dei privilegi, l'amore al posto delle pulsioni. Ci sono organizzazioni che stanno preparando l'anniversario della Conferenza sullo Sviluppo del Cairo, Ong che noi paghiamo per eliminare fisicamente' la povertà, con i diritti riproduttivi vogliono fare aborti di massa.

Preservativi a Notre Dame, scontri a Parigi ( da "Corriere della Sera" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ministro per i Diritti umani. L'associazione Act-Up, che ha organizzato la manifestazione fuori da Notre Dame, ha attaccato: «La Chiesa ha milioni di morti sulla coscienza». La Francia ha guidato la protesta in Europa contro le affermazioni del Pontefice. Un sondaggio pubblicato dal giornale «Le Parisien» mostra che il Papa è crollato nei sondaggi:

IL PAPA non dimentica nulla, nemmeno le terribili piaghe dell'... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 23-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la responsabilità invece dell'egoismo, i diritti umani invece dei privilegi, l'amore al posto delle pulsioni. Ci sono organizzazioni che stanno preparando l'anniversario della Conferenza sullo Sviluppo del Cairo, Ong che noi paghiamo per eliminare fisicamente' la povertà, con i diritti riproduttivi vogliono fare aborti di massa.

SANGUE">Bielorussia, una dittatura sporca di SANGUE ( da "Affari Italiani (Online)" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: lo "lasceranno a riflettere" sui concetti di democrazia e diritti umani. Finalmente tanti morti saranno vendicati. Finalmente anche tu GRANDE YANA PALYAKOVA avrai la tua rivincita nel Regno dei Cieli. Onore a te e a tutti quelli che si sono immolati per i propri diritti e per quelli dei suoi compatrioti.

POTENZA, DOMANI ALLO STABILE FILM "LA COLONNA SENZA FINE" ( da "Basilicanet.it" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: il cinema dei diritti umani. Sullo schermo il film-documentario "La colonna senza fine", regia di Elisa Mereghetti con la sceneggiatura di Valerio Monteventi. Hanno, inoltre, collaborato molti fotografi, videomakers e attivisti bolognesi. SINOSSI -- Agli inizi del Novecento, il romeno Costantin Brancusi, uno dei più¹ importanti scultori contemporanei,

Gaza: Ong medici, israele ha violato codici etici ( da "KataWeb News" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Stavolta tocca alla sezione locale di Dottori per i diritti umani (Phr) secondo cui nell'operazione Piombo fuso l'esercito israeliano "ha violato i codici etici...per aver attaccato personale medico; aver danneggiato strutture sanitarie e aver colpito indiscriminatamente civili non coinvolti nelle operazioni".

M.O./ Ong medica Israele: Tsahal ha violato diritti umani a... ( da "Virgilio Notizie" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani (Physicians for Human Rights, Phr) accusa l'esercito israeliano di aver violato il diritto internazionale nel corso dell'offensiva "Piombo fuso" compiuta fra dicembre e gennaio nella Striscia di Gaza. In un rapporto pubblicato oggi, Phr accusa l'esercito israeliano di aver impedito l'evacuazione dei feriti e di aver messo in pericolo le squadre di personale medico.

GAZA, ONG CONTRO ISRAELE: "IMPEDÌ I SOCCORSI" ( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: "Impedì i soccorsi" -->L'organizzazione "Medici per i diritti umani" accusa l'esercito israeliano di aver violato il diritto internazionale nel corso dell'offensiva "Piombo fuso". La denuncia: "I militari non hanno evacuato le famiglie assediate e hanno impedito alle squadre mediche palestinesi di raggiungere i feriti"

M.O./ RAPPORTO RELATORE ONU CRITICHERÀ ISRAELE PER GUERRA A GAZA ( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sta per essere presentato al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra l'ultimo rapporto del relatore Onu per i Territori palestinesi. Si tratta - ricorda il sito internet della Bbc - del primo dossier del genere dall'offensiva militare a Gaza dello stato ebraico. Richard Falk è stato molto critico con Israele in passato e il nuovo rapporto,

ISRAELE, UNA ONG ACCUSA L'ESERCITO "A GAZA IMPEDÌ I SOCCORSI AI FERITI" ( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Israele, una Ong accusa l'esercito "A Gaza impedì i soccorsi ai feriti" -->L'organizzazione Dottori per i diritti umani denuncia violazioni compiute da Tsahal nell'operazione Piombo fuso contro Hamas Israele, una Ong accusa l'esercito "A Gaza impedì i soccorsi ai feriti" (11:02 23/03/2009)

M.O./ ONG MEDICA ISRAELE: TSAHAL HA VIOLATO DIRITTI UMANI A GAZA ( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: violato diritti umani a Gaza di Apcom Ha messo in pericolo feriti e squadre mediche -->Gerusalemme, 23 mar. (Ap) - Il ramo israeliano dell'organizzazione Medici per i diritti umani (Physicians for Human Rights, Phr) accusa l'esercito israeliano di aver violato il diritto internazionale nel corso dell'offensiva "Piombo fuso" compiuta fra dicembre e gennaio nella Striscia di Gaza.

Sull'Onu sventola bandiera bianca ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: avanguardia nella cancellazione dei diritti umani di preparare, come otto anni fa a Durban, un'altra vergognosa kermesse antisemita. L'Onu che glissa sull'arresto del presidente del Sudan, Omar al Bashir, imputato dal Tribunale internazionale dell'Aja di essere direttamente responsabile dello sterminio di trecentomila esseri umani nel Darfur,

Gaza, una ong contro Israele: "Impedì i soccorsi" ( da "Giornale.it, Il" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: organizzazione "Medici per i diritti umani" accusa l?esercito israeliano di aver violato il diritto internazionale nel corso dell?offensiva "Piombo fuso". La denuncia: "I militari non hanno evacuato le famiglie assediate e hanno impedito alle squadre mediche palestinesi di raggiungere i feriti" Gerusalemme - Il ramo israeliano dell?

Israele, "uno sparo due morti": le magliette choc pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Stavolta tocca alla sezione locale di Dottori per i diritti umani (Phr) secondo cui nell'operazione Piombo fuso l'esercito israeliano "ha violato i codici etici...per aver attaccato personale medico; aver danneggiato strutture sanitarie e aver colpito indiscriminatamente civili non coinvolti nelle operazioni".

M.O./ Onu: Israele usò 11enne palestinese come scudo umano ( da "Virgilio Notizie" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: umano durante l'offensiva militare contro Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha denunciato un rapporto degli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite. L'inviato speciale del segretario generale Ban Ki-moon per la protezione dei bambini nei conflitti armati ha affermato che il 15 gennaio i carri armati delle forze di difesa israeliane fecero irruzione nel quartiere Tel al Hawa di

GUANTANAMO/ USA CHIESERO A PRIGIONIERO DI NON DENUNCIARE TORTURA ( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Usa chiesero a prigioniero di non denunciare tortura di Apcom Lo sostiene un tribunale britannico -->Londra, 23 mar. (Ap) - Le autorità americane chiesero a un prigioniero di Guantanamo di non denunciare le torture nei suoi confronti in cambio della libertà. Lo scrive nelle motivazioni della sentenza un tribunale britannico.

M.O./ ONU: ISRAELE USÒ 11ENNE PALESTINESE COME SCUDO UMANO ( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: degli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite. L'inviato speciale del segretario generale Ban Ki-moon per la protezione dei bambini nei conflitti armati ha affermato che il 15 gennaio i carri armati delle forze di difesa israeliane fecero irruzione nel quartiere Tel al Hawa di Gaza e intimarono al bambino di camminare davanti ai soldati e di entrare negli edifici prima di loro.

Acqua, il Controforum all'attacco: è un diritto ( da "Affari Italiani (Online)" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diga è situata nella regione kurda dove tuttora sono in corso gravi violazioni dei diritti umani legate alla irrisolta questione del popolo kurdo. Il governo turco sta usando il progetto GAP per produrre delle conseguenze negative a danno della popolazione kurda ma anche per cancellare i loro diritti culturali e politici. Gaetano Farina tags: acqua Controforum sull'Acqua Instanbul

"Il Papa travisato dai media e offeso dai politici" pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: alla tutela dei diritti umani di tutti, di chi economicamente e' in grado di difendersi come di chi non puo' farlo, e in un altrettanto netto 'no' alla pena di morte, al commercio degli organi, alle mutilazioni sessuali, alle alterazioni fecondative, a qualsiasi manipolazione non terapeutica del corpo umano, pur se liberamente volute da persone adulte,

Da Bosnia e Sud America per i diritti umani ( da "Sestopotere.com" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Da Bosnia e Sud America per i diritti umani (23/3/2009 16:23) | (Sesto Potere) - Piacenza - 23 marzo 2009 - Nell'ambito delle iniziative previste da “Diritti umani: dal dire al fare” sono ospiti a Piacenza, da sabato scorso, quattro giovani, un bosniaco e tre sudamericani.

Conferenza dei premi Nobel off-limits per il Dalai Lama ( da "Blogosfere" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: limits per il Dalai Lama Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 18:28 in Diritti umani In programma venerdì 27 marzo a Johannesburg si svolgerà la Conferenza dei premi Nobel per la pace sul tema della lotta al razzismo nel mondo del calcio e dello sport, ma senza il Dalai Lama, a cui le autorità sudafricane hanno deciso di negare l'accesso sul suolo nazionale.

Il presidente della Cei e le polemiche su Benedetto XVI Sul caso Englaro: <Accuse di ingerenza grottesche> ( da "Corriere.it" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che trova sostanza nel fermo sì alla tutela dei diritti umani di tutti e in un altrettanto netto no alla pena di morte, al commercio degli organi, alle mutilazioni sessuali, alle alterazioni fecondative, a qualsiasi manipolazione non terapeutica del corpo umano, pur se liberamente volute da persone adulte, informate e consenzienti».

## M.O./ ISRAELE SOTTO PRESSIONE PER VIOLAZIONI A GAZA ( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Medici per i diritti umani (Phr)", una organizzazione molto stimata che riunisce medici ebrei e arabi di Israele, ha accusato l'esercito di "aver violato i codici etici" durante Piombo fuso per non aver consentito l'evacuazione di famiglie palestinesi rimaste intrappolate nelle aree di combattimento e per aver impedito alle squadre di soccorso di raggiungere i feriti"

Gaza, la denuncia del relatore ONU ( da "AprileOnline.info" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritto internazionale". Lo afferma il rapporto di un relatore dell'Onu per i diritti umani presentato oggi a Ginevra, nel quale si chiede un'indagine di esperti. Per Richard Falk, relatore speciale del Consiglio dei diritti umani dell'Onu sulla situazione nei territori palestinesi, l'inchiesta dovrà stabilire tra l'altro se con le armi impiegate fosse possibile distinguere tra obiettivi

Rep.ceca/ Sindaca "sceriffa" spopola con politiche anti-Rom ( da "Virgilio Notizie" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: al ministro per i Diritti umani, il verde Michael Kocab, il quale sosteneva che il dialogo con la minoranza rom sarebbe il modo migliore per trovare una soluzione, la Rapkova ha risposto invitandolo pubblicamente e in modo sprezzante a trascorrere una settimana in uno di quei palazzi fatiscenti, dove abitano "i disadattati".

## M.O./ Israele sotto pressione per violazioni a Gaza ( da "Virgilio Notizie" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Medici per i diritti umani (Phr)", una organizzazione molto stimata che riunisce medici ebrei e arabi di Israele, ha accusato l'esercito di "aver violato i codici etici" durante Piombo fuso per non aver consentito l'evacuazione di famiglie palestinesi rimaste intrappolate nelle aree di combattimento e per aver impedito alle squadre di soccorso di raggiungere i feriti"

REP.CECA/ SINDACA SCERIFFA SPOPOLA CON POLITICHE ANTI-ROM ( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: al ministro per i Diritti umani, il verde Michael Kocab, il quale sosteneva che il dialogo con la minoranza rom sarebbe il modo migliore per trovare una soluzione, la Rapkova ha risposto invitandolo pubblicamente e in modo sprezzante a trascorrere una settimana in uno di quei palazzi fatiscenti, dove abitano "i disadattati".

Un vertice incolore, inodore e insapore ( da "AprileOnline.info" del 23-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in una regione in cui sono in atto da anni gravi violazioni dei diritti umani, a fronte di un conflitto a cui il governo turco ancora non ha posto termine. Ed anzi sembra dare ad esso una nuova recrudescenza attraverso il progetto di costruzione delle dighe. Il movimento mondiale per l'acqua chiede l'organizzazione all'interno dell'Onu di un Forum composto dai paesi membri,


Articoli

Effetti collaterali? No, omicidi deliberati (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

AMNESTY · Il dossier che l'Aja non volle vedere Effetti collaterali? No, omicidi deliberati Arilanciare le accuse per i crimini della Nato in Serbia e in Kosovo, il 6 giugno del 2000 due giorni dopo l'assoluzione da parte del Tribunale dell'Aja, arrivò un dossier di Amnesty international - la stessa organizzazione che in questi giorni denuncia che sulle centinaia di sequestri di civili, serbi e albanesi, ancora non è stata fatta giustizia - con un'analisi dettagliata delle violazioni del diritto umanitario internazionale da parte dell'Alleanza atlantica. Se la possibilità che i leader della Nato venissero incriminati era caduta perché per l'allora procuratore Carla Del Ponte c'era la «difficoltà di acquisire prove certe delle violazioni dei diritti umani», il dossier di Amnesty, «Danni collaterali o omicidi illegali?» ( www.amnesty. org/ailib/intcam/kosovo/docs/notorep_all.doc )), elencava proprio con precisione tutte le azioni di guerra che avevano colpito la popolazione civile, serba e kosovara. «Violati i principi umanitari» «La Nato ha in più occasioni violato i principi umanitari da applicare in ogni conflitto armato», sostiene Amnesty, che accusa la Nato di «non aver rispettato le regole fondamentali sancite nelle convenzioni di Ginevra del 1949», causando la morte di numerosi civili. Tra le norme del diritto umanitario internazionale vi è, infatti, la proibizione di qualsiasi attacco diretto contro persone o strutture civili, degli attacchi condotti in modo da non distinguere gli obiettivi civili da quelli militari, e che, seppur condotti contro obiettivi militari legittimi, comportano un impatto sproporzionato sui civili. Molto spesso vennero utilizzate nei raid aerei le micidiali cluster bom - bombe a frammentazione e il totale delle vittime dirette degli effetti collaterali fu di circa 500 morti, tra civili serbi e albanesi, con più di seimila feriti. Senza considerare gli effetti sulla salute, sul medio-lungo periodo, dei proiettili e dei missili all'uranio impoverito utilizzati: 31 mila sul solo Kosovo e dai soli A-10 americani, come confermò, su richiesta italiana, l'allora segretario della Nato George Robertson in una lettera del febbraio 2000 all'allora segretario dell'Onu Kofi Annan. Ma il numero è probabilmente molto più alto perché la risposta della Nato parlava solo dei bombardamenti americani. E poi ci furono i bombardamenti mirati su industrie chimiche e raffinerie, come dimostra il rapporto dell'Unep (la task force Onu per i Balcani), che ha individuato quattro aree rimaste particolarmente a rischio in questi dieci anni, tra cui Pancevo, Novi Sad e Kragujevac. Tanto che in molti, come l'intellettuale tedesco Knut Krusewitz, hanno ipotizzato una vera e propria «guerra ecologica», vale a dire bombardamenti premeditati per ottenere gli stessi effetti che si sarebbero realizzati utilizzando armi chimiche vietate dalle convenzioni internazionali. Il rapporto di Amnesty international è basato sulla raccolta di testimonianze e sull'analisi dettagliata dei pronunciamenti ufficiali della Nato, nonché di materiale di fonte indipendente. Il 14 febbraio del 2000 una delegazione dell'associazione aveva incontrato i vertici della Nato. Che, lo ricordiamo, si sono sistematicamente rifiutati (come ha ammesso anche il Tribunale dell'Aja) di fornire dati e mappe precise relative ai bombardamenti, se si fa eccezione per quelle relative all'uranio impoverito sganciato in Kosovo, arrivate con dieci mesi di ritardo e solo dopo le bacchettate dell'Onu. A un anno esatto dalla conclusione della guerra, non si sapeva ancora niente, ad esempio, su ciò che è stato sganciato sulla Serbia, o sulle cluster bomb nell'Adriatico. Anzi, spesso la regola è stata quella di depistare, come testimoniò l'episodio del video «accelerato» mostrato ai giornalisti dallo stesso generale Wesley Clark e relativo all'« effetto collaterale» sul treno di civili, colpito mentre attraversava il ponte di Grdelica il 12 aprile '99 (i morti furono dodici). «Un crimine la tv target» Il rapporto di Amnesty analizza tutti gli obiettivi civili colpiti, compreso il bombardamento della tv jugoslava a Belgrado del 23 aprile, considerato «un crimine di guerra», perché «uno strumento di propaganda non può essere considerato un obiettivo militare». Per Amnesty l'attacco è stato «sproporzionato», avendo causato la morte di 16 civili, con l'unico risultato di interrompere le trasmissioni per più di tre ore (e le vittime non vennero inserite nel rapporto annuale di Reporters sans frontieres sui giornalisti vittime di guerra). E poi l'attacco missilistico contro il ponte Varvarin, il 30 maggio, che uccise undici civili, senza che la Nato sospendesse l'azione pur essendo evidente il rischio di colpire persone innocenti. In altre due azioni, prosegue il dossier, il 14 aprile a Djakovica contro una colonna di profughi kosovaro-albanesi e il 13 maggio contro il villaggio di Korisa, dove ancora una volta furono colpiti civili albanesi (120 morti nei due attacchi) la Nato secondo Amnesty non avrebbe adottato le necessarie precauzioni per minimizzare i danni ai civili. O ancora, l'attacco all'ospedale di Surdulica, il 31 maggio, 16 morti. Un altro capitolo del dossier è dedicato al bombardamento dell'8 maggio all'ambasciata cinese di Belgrado che, oltre a uccidere tre persone e mandarne all'ospedale venti, rischiò di provocare una crisi internazionale con la Cina. Il giorno prima, cluster bomb lanciate sulla città di Nis avevano distrutto l'ospedale e diverse abitazioni (14 morti e 30 feriti). A ritroso, troviamo un autobus pieno di civili distrutto il 1 maggio a Luzhane, 20 km a nord di Pristina (40 morti tra civili e militari). Saranno bombardate anche le ambulanze intervenute sul posto per i soccorsi, accusa il rapporto di Amnesty. E la Croce rossa internazionale dichiarava il 23 maggio 1999: «Nella prima settimana di bombardamenti, il numero di obiettivi civili colpiti in realtà è apparso basso. Ma quando la campagna aerea si è intensificata, è cresciuto il numero delle vittime civili serbe e dei danni a obiettivi civili». Salirà mai qualcuno sul banco degli accusati di un tribunale internazionale per questi «effetti collaterali»? t. d. f.

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Darfur, la guerra del petrolio (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Darfur, la guerra del petrolio --> Lunedì 23 Marzo 2009 GENERALI, pagina 8 e-mail print Una regione grande quanto la Francia popolata solo da circa sei milioni di persone, due di origine araba e gli altri composti da una serie di etnie nere di cui la principale sono i Fur. Darfur significa appunto «terra dei Fur». E' in questa remota regione centro-occidentale del Sudan, il più grande Paese africano, che oggi si appuntano grossi interessi mondiali che sono, in ultima analisi, la ragione scatenante di un conflitto che dalla fine del 2003 ha fatto, secondo stime dell'Onu, 300 mila morti e un paio di milioni di profughi. Il mandato di arresto per il presidente sudanese Omar Al Bashir spiccato della Corte internazionale per crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Darfur è solo l'ultimo atto di questo conflitto che ha letteralmente spaccato in due la comunità internazionale che, per la verità, era già divisa sullo sfruttamento dei ricchi giacimenti di greggio che riposano sotto il territorio semi-desertico del Darfur e che si estendono ampiamente anche al vicino Ciad. Il mandato di cattura per Bashir era atteso, le prove che il procuratore Ocampo aveva portato alla corte erano incontestabili: il presidente sudanese è il mandante dei massacri, degli stupri, degli incendi dei villaggi, dell'avvelenamento dei pozzi che in cinque anni hanno trasformato il Darfur in un campo di battaglia. Ma se il verdetto era prevedibile è altrettanto prevedibile che non sarà mai eseguito. Omar Al Bashir può infatti contare sul sostegno di una parte importante della comunità internazionale. Ha infatti ottenuto l'appoggio dell'Unione Africana, della Lega Araba, della Russia e della Cina. Le ragioni che hanno consentito una tale convergenza sono svariate: per i presidenti africani si tratta di neutralizzare un precedente che potrebbe un giorno rivoltarsi contro di loro dato che gran parte dei regimi del continente non brillano certo nel rispetto dei diritti umani, i Paesi arabi invece puntano ad ostacolare le mire europee e nord americane nella regione, stesso obiettivo del Cremlino che si sta preparando ad intervenire con consistenti investimenti in Africa e preferisce contrastare i suoi potenziali rivali, infine Pechino è il principale partner commerciale del Sudan con il quale le aziende pubbliche cinesi hanno siglato contratti milionari per lo sfruttamento del petrolio del Darfur in cambio del quale forniscono al regime le armi per la guerra. Forte di queste alleanze il regime sudanese ha potuto scatenare la guerra in Darfur con la certezza di non rischiare l'isolamento. Così dalla fine del 2003, cioè all'indomani del raggiungimento della pace tra il Nord del Paese, arabo e musulmano, e il Sud Sudan, nero e cristiano-animsta, Bashir ha potuto dare mano libera nella regione ai cosiddetti Janjaweed, i diavoli a cavallo, popolazioni nomadi di origine araba che costituiscono una sorta di milizia filo-governativa che hanno fatto il lavoro sporco al posto dell'esercito. L'obiettivo del regime sudanese era lineare: realizzare una sorta di pulizia etnica in Darfur contro le popolazioni nere in vista del possibile referendum previsto per il 2011 dagli accordi di pace tra nord e sud. Referendum con il quale gli abitanti di questa strategica regione dovrebbero decidere se rimanere sotto la giurisdizione del governo di Khartoum o meno. Per evitare che i suoi piani fossero neutralizzati Bashir ha cercato di evitare il dispiegamento di una forza di pace internazionale in Darfur nonostante l'Onu, nel 2007, abbia votato una specifica risoluzione in tal senso condizionata all'assenso di Khartoum che è rimasto sempre solo sulla carta. I temporeggiamenti, le marce indietro, le dichiarazioni d'intenti puntualmente smentite del presidente sudanese sono state possibili, in questi anni, grazie al sostegno di Russia e Cina e alla loro minaccia di ricorrere al diritto di veto in sede di Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Sul piano militare l'unico gruppo di guerriglieri che è riuscito ad impensierire il governo centrale è stato il Jem (Movimento per la giustizia e l'uguaglianza) quando, con il determinante aiuto del vicino Ciad, ha sferrato, nel 2008, un clamoroso attacco ad Omdurman, città gemella di Khartoum posta sulla riva opposta del Nilo. Con quell'attacco la guerra del Darfur veniva portata direttamente nel cuore del regime e rischiava un ricongiungimento con l'unico oppositore interno di Bashir, cioè Hassan Al Tourabi, carismatico personaggio con un certo seguito popolare, ex leader del Partito islamico, ex presidente del Parlamento e ideologo del regime prima di cadere in disgrazia agli occhi del presidente. Proprio per questo timore ai tempi Tourabi finì in carcere per l'ennesima volta come ci è finito ancora all'inizio del marzo scorso - e scarcerato pochi giorni dopo - per avere dichiarato che il presidente doveva presentarsi spontaneamente davanti alla Corte internazionale che aveva spiccato il mandato di arresto contro di lui. In sostanza Khartoum teme di venire schiacciata, sul piano regionale, da una triplice alleanza composta dall'opposizione interna di Hassan Al Tourabi, dal Jem e dal vicino Ciad che appoggia tutto ciò che si muove contro il regime sudanese. Proprio il ruolo del Ciad spiega un'altra delle dinamiche regionali che aiutano a comprendere gli avvenimenti di questi giorni. La contrapposizione tra Ndjamena e Khartoum riposa sul fatto che le prospezioni petrolifere dimostrano che l'enorme giacimento di greggio sotterraneo della regione si estende, incurante dei confini statali, dal Darfur al Ciad. Ma quest'ultimo Paese ha contratti per lo sfruttamento sopratutto con Parigi mentre il Sudan, come abbiamo visto, con la Cina. Il sostegno che la Francia è costretta ad accordare all'ormai impresentabile regime ciadiano di Idris Deby lo dimostra e conferma ulteriormente le divisioni della comunità internazionale sulla questione sudanese. A dimostrazione che il conflitto in Darfur ha origine nello sfruttamento e nel controllo delle ingenti risorse petrolifere c'è anche un fatto che smentisce un luogo comune: la guerra non ha una componente religiosa perché la popolazione, che siano neri o arabi, è tutta di religione musulmana. Raffaele Masto 23/03/2009 nascosto-->

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PARLAMENTO EUROPEO, ANTEPRIMA SESSIONE 23-26 MARZO: RISULTATI DEL VERTICE DI PRIMAVERA; GORDON BROWN AL PARLAMENTO, IN VISTA DEL G20 UN QUADRO EUROPEO PER PROMUOVERE IL MICROCREDIT (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 23 Marzo 2009 PARLAMENTO EUROPEO, ANTEPRIMA SESSIONE 23-26 MARZO: RISULTATI DEL VERTICE DI PRIMAVERA; GORDON BROWN AL PARLAMENTO, IN VISTA DEL G20 UN QUADRO EUROPEO PER PROMUOVERE IL MICROCREDITO CON OBAMA NUOVO IMPULSO AL PARTENARIATO EURO-ATLANTICO; INTERNET: LA SICUREZZA NON LEDA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE E PRIVACY Strasburgo, 23 marzo 2009 - I Punti Forti Della Sessione - Risultati del Vertice di Primavera - Le dichiarazioni del Primo Ministro ceco Topolanek e della Commissione apriranno un dibattito in Aula in merito ai risultati del vertice di Primavera, che ha trattato i temi della situazione economica e finanziaria, dell´energia e dei cambiamenti climatici, nonché della strategia dell´Ue per la crescita e l´occupazione. I capi di Stato e di governo hanno anche definito la posizione dell´Ue per il G20 che si terrà a Londra il 2 aprile. Gordon Brown al Parlamento, in vista del G20 - Il Primo Ministro britannico Gordon Brown interverrà in Aula in merito alla riunione del G20 che si terrà a Londra il prossimo 2 aprile. Alla luce della crisi che ha colpito il mondo intero, il Vertice cercherà di definire una strategia coordinata a livello mondiale per stabilizzare i mercati finanziari e riportare la fiducia. Si tratta, in particolare, di stabilire nuove regole per la finanza internazionale, che includano le agenzie di rating e gli hedge fund. Un quadro europeo per promuovere il microcredito - Una relazione all´esame dell´Aula chiede alla Commissione di presentare proposte legislative volte ad agevolare l´erogazione di microcrediti alle imprese in crisi di liquidità e alle persone svantaggiate (immigrati, minoranze, precari e donne) per promuovere il lavoro autonomo. Al contempo occorre un quadro Ue per gli istituti microfinanziari non bancari, far sì che le norme antiriciclaggio non ostacolino i microcrediti a chi è senza documenti e adeguare le regole sulla concorrenza (relazione Becsey). Con Obama nuovo impulso al partenariato euro-atlantico - L?elezione di Barack Obama è l?occasione per rinnovare il quadro delle relazioni transatlantiche. Una relazione all´esame dell´Aula auspica la creazione di strumenti per rafforzare il dialogo e la cooperazione in politica estera e nel settore sicurezza, nonché un comune impegno per il disarmo nucleare, nella lotta al terrorismo e nelle crisi regionali. Chiede inoltre di istituire un mercato economico transatlantico unificato e integrare i mercati finanziari (relazione Millán Mon). Visti biometrici per chi ha più di 12 anni - Il Parlamento è chiamato a adottare una modifica dell´attuale istruzione consolare comune (Icc) per consentire agli Stati membri di rilevare gli identificatori biometrici obbligatori ? immagine del volto e impronte delle dieci dita ? dei richiedenti il visto, ma solo per chi ha più di 12 anni. Le nuove norme chiariscono poi il quadro normativo per l?organizzazione e la cooperazione tra i consolati degli Stati membri e, in particolare, per l´esternalizzazione del servizio (relazione Ludford). Stop alle mutilazioni genitali femminili - Non vi è nessuna giustificazione alle mutilazioni genitali femminili (Mgf). Una relazione all´esame dell´Aula rileva infatti che si tratta di una violazione dei diritti umani fondamentali che deve essere bandita dall´Ue. Gli Stati membri dovrebbero quindi considerare come reato qualsiasi forma di Mgf e perseguire e punire chi le commetta. Occorre anche una strategia a tutela delle vittime che preveda meccanismi preventivi e educativi, mentre i medici dovrebbero denunciarne i casi alle autorità (relazione Muscardini). Crisi dell´industria automobilistica - Una dichiarazione della Commissione aprirà un dibattito in Aula in merito al futuro dell´industria automobilistica alla luce della crisi economica mondiale. A fine febbraio la Commissione ha approvato un piano d´azione che illustra gli strumenti politici che l´Ue può utilizzare a sostegno del settore e gli interventi necessari in questo quadro. Il Consiglio l´ha esaminato il 5 marzo scorso. Il Parlamento adotterà una risoluzione. Cielo unico europeo: voli più sicuri, corti ed ecologici - Il Parlamento è chiamato ad adottare dei testi legislativi volti ad accrescere le prestazioni del sistema aeronautico europeo. La gestione transfrontaliera del traffico, tramite blocchi funzionali dello spazio aereo, permetterà di percorrere rotte più brevi, risparmiando carburante e riducendo le emissioni. Saranno anche definite norme comuni in materia di sicurezza e infrastrutture aeroportuali, gestione del traffico aereo e servizi di navigazione (relazioni Marinescu). Rafforzare le misure contro il buco nell´ozono - Il Parlamento è chiamato a adottare un regolamento che aggiorna, chiarisce e rafforza le norme in materia di produzione, importazione, esportazione, immissione sul mercato, uso, recupero, riciclo, rigenerazione e distruzione delle sostanze che riducono lo strato di ozono. Gli idroclorofluorocarburi (usati nei frigoriferi e negli impianti per l´aria condizionata) saranno banditi nel 2020, e il bromuro di metile - usato come fumigante - dal marzo 2010. Ma sono previste deroghe (relazione Blokland). Verso cosmetici più sicuri per la salute umana - Il Parlamento è chiamato a adottare un regolamento che intende rafforzare e chiarire le attuali norme sulla sicurezza dei cosmetici, sulla responsabilità dei produttori e sui controlli, riducendo al contempo gli oneri amministrativi. In particolare, rende più stringenti le norme sul ricorso a sostanze cancerogene e introduce nuove disposizioni sul ricorso sicuro a nanomateriali, sull´etichettatura e le diciture, sulla sorveglianza del mercato e sulla rintracciabilità dei prodotti (relazione Roth-behrendt). Nuove norme per i nuovi alimenti - Il Parlamento si esprimerà su un regolamento che attualizza, semplifica e chiarisce le attuali norme sui "nuovi alimenti". Precisando che questi, oltre che alla salute umana, non devono nuocere nemmeno agli animali e all´ambiente, i deputati chiedono l´esclusione dei prodotti ottenuti da animali clonati e dalle nanotecnologie, un´etichettatura più chiara e precisa, anche per gli alimenti derivati da animali nutriti con Ogm, e la limitazione della sperimentazione sugli animali (relazione Liotard). Garantire un livello adeguato dei prezzi alimentari - Il divario tra i prezzi alla produzione e al consumo pone problemi agli agricoltori. Una relazione all´esame dell´Aula chiede quindi un?indagine sui cartelli nel settore del commercio al dettaglio e l´applicazione di sanzioni in caso di irregolarità, nonché la promozione della concentrazione dell´offerta per rafforzare il potere contrattuale degli agricoltori. Occorre poi favorire la vendita diretta tra produttori e consumatori e istituire un sistema europeo di monitoraggio dei prezzi (relazione Batzeli). Rimuovere gli ostacoli a una politica di coesione efficace - Una relazione all´esame dell´Aula elenca i numerosi ostacoli che impediscono alle politiche di coesione di superare le sfide che debbono affrontare le regioni Ue. Eccessiva burocrazia, regolamentazioni complesse, insufficiente capacità amministrativa e coordinamento inadeguato, possono infatti escludere o demotivare i potenziali beneficiari dei fondi Ue. Propone quindi una lunga serie di raccomandazioni volte a superare questi ostacoli, individuare le buone prassi e condividerle (relazione Krehl). Internet: la sicurezza non leda libertà di espressione e privacy - Una relazione all´esame dell´Aula chiede di lottare con determinazione i crimini commessi con e tramite Internet, senza però compromettere la libertà di espressione e la privacy. Gli Stati dovrebbero quindi intercettare e controllare i dati nel rigoroso rispetto della legge e limitare i casi in cui una società di Internet può divulgare dati alle autorità. Al contempo, occorre tutelare i bambini e le proprietà intellettuali, ed elaborare una strategia globale contro i "furti d´identità" (relazione Lambrinidis). Promuovere l´apprendimento delle lingue, anche regionali - La diversità linguistica dell´Ue è una risorsa culturale fondamentale. Una relazione all?esame dell?Aula sostiene la promozione dell´apprendimento di due lingue straniere, in particolare europee, a scuola e nella formazione continua, per favorire la mutua comprensione, l´inclusione sociale e l´occupabilità. Raccomanda anche di privilegiare il sottotitolaggio dei programmi Tv, anziché il doppiaggio. Dove convivono più lingue ufficiali, queste andrebbero utilizzate quali lingue d´insegnamento (relazione Graça Moura). Telefonia: verso un caricabatterie unico? - Un´interrogazione orale del gruppo Alde aprirà un dibattito in Aula in merito alle misure che la Commissione è invitata a adottare per garantire l´interoperabilità dei caricabatterie dei telefoni cellulari, evitando così la sostituzione di quelli ancora funzionanti ogni volta che si cambia il modello di telefono. Per i deputati, oltre a comportare inconvenienti per i consumatori, ciò ha anche conseguenze negative per l´ambiente. . <<BACK

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A Osimo cavalieri templari da tutta Italia (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

ANCONA E PROVINCIA pag. 4 A Osimo cavalieri templari da tutta Italia NELL'AULA MAGNA DI PALAZZO CAMPANA OSIMO HA richiamato un gran pubblico, sabato pomeriggio, nell'Aula Magna di Palazzo Campana la conferenza «Templari e massoneria», organizzata in occasione del XII Gran Capitolo Nazionale del O.S.M.T.H. Gran Priorato d'Italia, svoltosi congiuntamente al gran meeting internazionale dell' Ordo Supremus Militaris Templi Hierosolymitani, con la partecipazione dei cavalieri templari provenienti da ogni parte d'Italia. I vari relatori hanno tracciato la storia dei Templari e hanno delineato il significato che i Cavalieri hanno assunto oggi, ovvero cercatori di pace nella giustizia e nel rispetto dei diritti umani, nella ristrutturazione delle regole internazionali. Ospiti della Commenda di Osimo il Gran Priore d'Italia Stelio Venceslai, il Gran Cancelliere Paolo Nicola Corallini Garampi e il Gran Maniscalco Fabrizio Bartoli, osimano e animatore dell'Accademia Templare che ha sede nella nostra città, e che conserva antichissime tracce della presenza dei Templari nel territorio. v.d.

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DAL 28 MARZO al 5 aprile nel Cortile del Podesta si svolgerà l... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Arezzo)" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACA SIENA pag. 4 DAL 28 MARZO al 5 aprile nel Cortile del Podesta si svolgerà l... DAL 28 MARZO al 5 aprile nel Cortile del Podesta si svolgerà la mostra d'arte contempranea «Pittori per i Diritti Umani», organizzata dall'associazione internazionale "Solidarietà in Movimento" in collaborazione con la Comunità peruviana e con il patrocinio del comune di Siena. il ricavato dalla vendita delle opere sarà devoluto ai progetti in difesa dei bambini e della donna in Perù.Tre saranno i pittori che esporranno una quarantina di quadri: Eugenio Maria Fontana, Juan Navarro Sanchez, Ros (Francesco Roselli). " Tutti e tre gli artisti-ha detto il presidente di " Solidarietà in Movimento ", Sergio Pinciani-sono volontari e hanno contribuito a progetti importanti: Fontana con la mostra del 2007 in favore del Peten, Ros con il volontariato in Burkina Faso e Guatemala e Sanchez, peruviano, per l'impegno nella sua terra ". La mostra sarà inaugurata sabato 28 alle ore 17.30 e osserverà l'orario giornaliero continuato 9-19.30. Il 28 sera si svolgerà anche una cena di solidarietà presso il Circolo di San Giovanni Bosco a Costalpino. Il 5 aprile, giorno di chiusura della mostra, si svolgerà alle ore 17 nel salone di Palazzo Patrizi una conferenza su " Il difficile cammino dei diritti umani " coordinata da Patrizia Mari, a cui seguirà un Concerto della Corale della Pro loco di Sovicille diretto dal maestro Attilio Botarelli. M.C.

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Se l'Occidente è più debole (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-23 num: - pag: 28 autore: di ANGELO PANEBIANCO categoria: REDAZIONALE DIRITTI UMANI E GIOCHI DEL MEDITERRANEO Se l'Occidente è più debole SEGUE DALLA PRIMA Al G20 di Aprile, probabilmente, un qualche compromesso verrà trovato (per tenere buoni i mercati) ma la divisione c'è e l'America non dispone di risorse di leadership tali da poter imporre agli europei le proprie soluzioni. Per giunta, gli europei stessi sono divisi: alcuni cercano, all'interno di una formale unità di intenti (come ha osservato André Glucksmann sul Corriere di ieri), di trovare da soli la via alla salvezza. Dall'altro lato, sembra chiaro che se la crisi verrà superata moltissimo si dovrà al cosiddetto G2, alla capacità di Stati Uniti e Cina di coordinare fra loro le misure anticrisi. Superata la crisi, potremmo trovarci con un'America almeno in parte politicamente ridimensionata, un'Europa ulteriormente indebolita e forse anche più divisa, e una grande potenza autoritaria ormai detentrice della co-partnership nel governo degli affari mondiali. Che accadrebbe ai diritti umani? Con una Cina autoritaria che uscisse rafforzata dalla crisi o anche con una Russia semi-autoritaria che consolidasse ulteriormente la sua capacità di ricatto energetico nei confronti dell'Europa, crescerebbe il tasso di ipocrisia a cui dovremo adattarci: Tibet, quale Tibet? Omicidi di Stato in Russia? Ma quando mai? Peraltro, abbiamo già prove abbondanti di cosa succede alle istituzioni dei diritti umani quando l'egemonia occidentale si indebolisce. è un po' ciò che accade a una democrazia quando al suo interno agisce un partito totalitario: esso usa le libertà democratiche per scavare la fossa alla democrazia. Le istituzioni dei diritti umani cambiano segno se l'Occidente ripiega. Accadde alla Conferenza Onu contro il razzismo di Durban del 2001, trasformata in una manifestazione di razzismo antisemita da tirannie islamiche e africane. Sarebbe successo di nuovo nella prossima Conferenza sul razzismo di Ginevra se la reazione americana prima e italiana poi non avessero spinto anche i più riluttanti fra i Paesi europei a imporre cambiamenti radicali del testo che la Conferenza sarà chiamata ad approvare. Per inciso, c'è un altro caso, che ci riguarda da vicino, in cui l'azione dei nemici dei diritti umani si manifesta: quei Giochi del Mediterraneo che si terranno a Pescara fra un paio di mesi e dai quali i fautori arabi della distruzione di Israele ne hanno ottenuto l'esclusione. Il ministro degli esteri Frattini, che ha avuto grandi meriti nell'azione per impedire una Durban 2, sostiene, con rammarico, che non è più possibile fermare la macchina dei giochi. Forse non è più possibile ma sarebbe stato necessario muoversi per tempo. Una luce assai sinistra illuminerà quei giochi dal primo giorno all'ultimo. Contro la convinzione di chi pensa che la storia proceda in modo inesorabile, non c'è ragione per credere che i diritti umani siano destinati ad affermarsi sempre più. Ci sono invece ragioni per credere il contrario. Figli della cultura occidentale, i diritti umani, come la democrazia politica, sono legati al destino dell'Occidente, ne seguono e ne seguiranno la parabola.

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IL PAPA non dimentica nulla, nemmeno le terribili piaghe dell'... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

ESTERI pag. 18 IL PAPA non dimentica nulla, nemmeno le terribili piaghe dell'... IL PAPA non dimentica nulla, nemmeno le terribili piaghe dell'Africa, ma rilancia tutto al positivo. Il mondo volga il suo sguardo all'Africa, «continente colmo di speranza e assetato di giustizia». «Africa, mettiti in cammino per costruire un domani migliore»: questi gli ultimi due inviti di ieri, nella solitudine' di milioni di fedeli. Il tentativo di ridurre tutto il viaggio alle polemiche è fallito.L'amore gratuito del Papa, dà fastidio al nostro egoismo che non vuole sentir le ragioni della responsabilità e della solidarietà. Ci ha turbato fino all'inverosimile la semplice e schietta amicizia gratuita del Papa Benedetto al cuore di ogni uomo. L'amicizia di Cristo che permette al Papa il coraggio di proporre la libertà contro la schiavitù, la responsabilità invece dell'egoismo, i diritti umani invece dei privilegi, l'amore al posto delle pulsioni. Ci sono organizzazioni che stanno preparando l'anniversario della Conferenza sullo Sviluppo del Cairo, Ong che noi paghiamo per eliminare fisicamente' la povertà, con i diritti riproduttivi vogliono fare aborti di massa. Il Papa ha dimostrato di portare la lampada di Gesù nelle tenebre del mondo contemporaneo, lo aveva detto in Camerun, tra gli ammalati. E ricordando San Giuseppe allo stadio di Yaoundè, quasi comandando al papà di Gesù:«Ama la tua sposa, guida i tuoi figli!». Contro le sette e contro la violenza religiosa, ma stavolta i religiosi islamici hanno superato i capi di Stato europei, «santità lei non è solo!». Basta aprire gli occhi per stupirsi di questo viaggio. Europa e Usa volevano forse che il Papa portasse in Africa il dio della rassegnazione, così avrebbero potuto decidere sull'economia del mondo, in una sorta di protezionismo globale che esclude i paesi poveri. Per questo, si son dovute fomentare polemiche' che oscurassero il messaggio di solidarietà, responsabilità e amore del Papa; volevamo trovarci un alibi per evitare di ascoltare. Un viaggio africano che impone una grandissima riflessione proprio alla vecchia e sterile Europa e agli Usa. L'avversione al messaggero di Cristo e la crescente insofferenza ai cristiani nel continente europeo è, in realtà, una contrarietà odiosa alla propria storia e civiltà, alle responsabilità verso il futuro. Il Papa supera tutto, perfetto imitatore di Gesù, vuole toccare il cuore per guarirci. * deputato Udc

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Preservativi a Notre Dame, scontri a Parigi (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-23 num: - pag: 15 categoria: REDAZIONALE Pro e contro il Pontefice Un ferito e undici arresti in Francia Preservativi a Notre Dame, scontri a Parigi PARIGI — Una trentina di manifestanti ha gettato preservativi sul sagrato della cattedrale di Notre Dame, mentre i fedeli uscivano dalla messa domenicale. Gli attivisti verdi e comunisti mostravano immagini del Papa, accompagnandole con lo slogan «Benedetto XVI assassino ». Dall'altra parte, giovani di estrema destra esponevano lo striscione «Lascia stare il mio Papa». Negli scontri a Parigi, una persona è rimasta ferita e altre 11 sono state arrestate. Papa Ratzinger aveva detto martedì scorso, nel viaggio africano, che i profilattici rendevano più difficile la battaglia contro l'Aids. Il governo francese aveva criticato la frase. «E' l'opposto della tolleranza e della comprensione», aveva dichiarato Bernard Kouchner, ministro degli Esteri. «Sono senza parole, sconcertata», aveva detto Rama Yade, ministro per i Diritti umani. L'associazione Act-Up, che ha organizzato la manifestazione fuori da Notre Dame, ha attaccato: «La Chiesa ha milioni di morti sulla coscienza». La Francia ha guidato la protesta in Europa contro le affermazioni del Pontefice. Un sondaggio pubblicato dal giornale «Le Parisien» mostra che il Papa è crollato nei sondaggi: il 57 per cento dei francesi sostiene di avere una cattiva opinione nei confronti di Benedetto XVI, nel settembre del 2008 era solo il 32 per cento. Un'indagine per il «Journal du Dimanche» rileva che il 43 per cento dei cattolici francesi vuole che se ne vada. Protesta Act-Up contro le dichiarazioni del Papa sui preservativi Afp/Guillot

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IL PAPA non dimentica nulla, nemmeno le terribili piaghe dell'... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 23-03-2009)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Milano))

Argomenti: Diritti umani

VETRINA ESTERI pag. 18 IL PAPA non dimentica nulla, nemmeno le terribili piaghe dell'... IL PAPA non dimentica nulla, nemmeno le terribili piaghe dell'Africa, ma rilancia tutto al positivo. Il mondo volga il suo sguardo all'Africa, «continente colmo di speranza e assetato di giustizia». «Africa, mettiti in cammino per costruire un domani migliore»: questi gli ultimi due inviti di ieri, nella solitudine' di milioni di fedeli. Il tentativo di ridurre tutto il viaggio alle polemiche è fallito.L'amore gratuito del Papa, dà fastidio al nostro egoismo che non vuole sentir le ragioni della responsabilità e della solidarietà. Ci ha turbato fino all'inverosimile la semplice e schietta amicizia gratuita del Papa Benedetto al cuore di ogni uomo. L'amicizia di Cristo che permette al Papa il coraggio di proporre la libertà contro la schiavitù, la responsabilità invece dell'egoismo, i diritti umani invece dei privilegi, l'amore al posto delle pulsioni. Ci sono organizzazioni che stanno preparando l'anniversario della Conferenza sullo Sviluppo del Cairo, Ong che noi paghiamo per eliminare fisicamente' la povertà, con i diritti riproduttivi vogliono fare aborti di massa. Il Papa ha dimostrato di portare la lampada di Gesù nelle tenebre del mondo contemporaneo, lo aveva detto in Camerun, tra gli ammalati. E ricordando San Giuseppe allo stadio di Yaoundè, quasi comandando al papà di Gesù:«Ama la tua sposa, guida i tuoi figli!». Contro le sette e contro la violenza religiosa, ma stavolta i religiosi islamici hanno superato i capi di Stato europei, «santità lei non è solo!». Basta aprire gli occhi per stupirsi di questo viaggio. Europa e Usa volevano forse che il Papa portasse in Africa il dio della rassegnazione, così avrebbero potuto decidere sull'economia del mondo, in una sorta di protezionismo globale che esclude i paesi poveri. Per questo, si son dovute fomentare polemiche' che oscurassero il messaggio di solidarietà, responsabilità e amore del Papa; volevamo trovarci un alibi per evitare di ascoltare. Un viaggio africano che impone una grandissima riflessione proprio alla vecchia e sterile Europa e agli Usa. L'avversione al messaggero di Cristo e la crescente insofferenza ai cristiani nel continente europeo è, in realtà, una contrarietà odiosa alla propria storia e civiltà, alle responsabilità verso il futuro. Il Papa supera tutto, perfetto imitatore di Gesù, vuole toccare il cuore per guarirci. * deputato Udc

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SANGUE">Bielorussia, una dittatura sporca di SANGUE (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Politica Bielorussia, una dittatura sporca di sangue Lunedí 23.03.2009 10:10 NESSUNO O POCHI NE PARLANO...!!! Ma si riesce ugualmente a sapere quello che il vostro "Bat'ka" (padre... ma di chi? non si vergogna di fronte all'opinione mondiale a farsi chiamare padre?), che io traduco dittatore-tiranno, Lukashenko sta perpetrando ai danni di tutti i suoi cittadini e in particolare di tutti i suoi oppositori. Conosco bene la Bielorussia e conosco bene i sistemi "polizieschi sovietici" che vengono usati per sopprimere il dissenso, e conosco bene anche i modi "poco gentili" (solo per usare un eufemismo) che la polizia ed i funzionari statali utilizzano, "per ordini superiori", anche nei confronti dei cittadini UE. Purtroppo ne ho una diretta esperienza. Scortesia ed arroganza, quando non addirittura malcelate minacce di arresto (!), ovunque...! A cominciare dalla dogana per arrivare all'ultimo ufficio pubblico dell'ultimo "schiavo" pubblico!! Non siamo i benvenuti perchè "spie o delatori" in quanto testimoni di quello che avviene....che da noi si definisce "contrario alla democrazia ed ai diritti umani". Mi rivolgo ai "consoli onorari" per dire loro che, con tutto il rispetto per le persone in , non c'è assolutamente nulla di "onorevole" a rappresentare un dittatore sanguinario, che ha le mani sporche di "suicidi", in un Paese Democratico con la "D" maiuscola, come l'Italia. Sappiamo ugualmente come si sono svolte le ultime elezioni presidenziali del 2008, ovviamente a favore del vostro "padre", con maggioranza "bulgara" e sappiamo anche come è finita per lo sfidante del vostro "padre" Aleksandr Kazulin alle elezioni-plebiscito del 2006....condannato a cinque anni di reclusione!!! Ed uscito dopo due per la promozione di manifestazioni per il rilascio da parte di una "eroina attivista" che corrisponde al nome di YANA PALYAKOVA. Sappiamo ugualmente, anche se l'indagine è stata chiusa in fretta e furia, che il regime del vostro dittatore ha "suicidato" per l'ennesima volta (tante...troppe morti e "suicidi" sono senza un colpevole o senza un motivo) la fiera e coraggiosa oppositrice YANA PALYAKOVA. Sappiamo ugualmente che quello di YANA PALYAKOVA è un "suicidio" di regime. Che cosa crede Lukashenko, che tutto questo non si sappia e che in Europa passi inosservato? Ma ormai stiamo arrivando alla resa dei conti perchè, soprattutto in questo particolare momento di grave crisi mondiale, è lui che ha bisogno dell'Europa per "sostenere ed alimentare" il suo regime. Il suo "socio e compare" Putin dopo tante "smargiassate" non ha più un centesimo per aiutarlo e lui si sta preparando per "sopravvivere"... a partecipare al summit del "Partenariato per l'Est" del 7 maggio. Per lui ancora in forte dubbio, perché con le "credenziali" che ha, in "debito di democrazia" come è e con i "partner" internazionali che ha (Venezuela, Azerbaijan, Siria, Cuba e... chi più ne ha più ne metta) crediamo che i leaders europei, come è giusto che sia, lo "lasceranno a riflettere" sui concetti di democrazia e diritti umani. Finalmente tanti morti saranno vendicati. Finalmente anche tu GRANDE YANA PALYAKOVA avrai la tua rivincita nel Regno dei Cieli. Onore a te e a tutti quelli che si sono immolati per i propri diritti e per quelli dei suoi compatrioti. E tu Bat'ka crepa maledetto, paga i tuoi misfatti e...vai all'inferno fino alla fine dei giorni!! Roberto Sozzi tags: Bielorussia dittatura

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POTENZA, DOMANI ALLO STABILE FILM "LA COLONNA SENZA FINE" (sezione: Diritti umani)

( da "Basilicanet.it" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

POTENZA, DOMANI ALLO STABILE FILM "LA COLONNA SENZA FINE" 23/03/2009 10.31.33 [Basilicata] (Artè¨) Potenza - Nella serata di martedi 24, alle ore 21.00, nel ridotto del Teatro Stabile ultimo appuntamento con la rassegna "Altrocinema -possibile", il cinema dei diritti umani. Sullo schermo il film-documentario "La colonna senza fine", regia di Elisa Mereghetti con la sceneggiatura di Valerio Monteventi. Hanno, inoltre, collaborato molti fotografi, videomakers e attivisti bolognesi. SINOSSI -- Agli inizi del Novecento, il romeno Costantin Brancusi, uno dei più¹ importanti scultori contemporanei, lasciò² il suo paese natale per cercare fortuna a Parigi. Il suo viaggio è¨ diventato il simbolo del lungo cammino verso l'Europa della Romania. Citando questo viaggio prende il via il documentario "La colonna senza fine" (è¨ il titolo di un'opera del Brancusi), che racconta l'odissea dei Rom rumeni di Craiova a Bologna, dal primo sgombero sul Lungoreno (19 settembre 2002), a oggi, passando dall'esperienza di un percorso politico comune tra italiani e rumeni con l'esperienza dello Scalo Internazionale Migranti di via Casarini. Dopo cinque anni da quel primo sgombero qualcuno di loro è¨ riuscito ad ottenere una casa e un lavoro, ma in molti continuano a vivere come fantasmi, in una fuga senza fine, braccati dalle retate della polizia e dall'avanzare delle ruspe. La regista, Elisa Mereghetti, e lo sceneggiatore, Valerio Monteventi, hanno raccolto testimonianze, immagini e filmati di fotografi, videomaker, attivisti, volontari, rom, per "fare luce sulla condizione esistenziale di chi vive da anni nella clandestinità , tra tentativi di solidarietà  e quotidiane esperienze di emarginazione". Elisa Mereghetti - Regista, ceneggiatrice ha diretto oltre 40 documentari, trattando prevalentemente temi di carattere antropologico e relativi ai diritti umani e al Sud del mondo. Ha lavorato per la RAI Corporation di New York, per diverse organizzazioni non giovernative e associazioni e per il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo. Molti dei suoi documentari sono stati trasmessi dal programma Geo&Geo di RAI TRE. Dal 1987 ha collaborato con l'antropologa americana Judith Gleason alla realizzazione di documentari sulle religioni afro-americane in Brasile, Nigeria, Messico, e Porto Rico. Il suo documentario "Eyes Wide Open" sull'epidemia di AIDS in Malawi ha ricevuto il sostegno del Programma Media Plus della Comunità  Europea e fa parte della campagna Africa 2015 - Millenium Goals delle Nazioni Unite. Attualmente è¨ impegnata nello sviluppo del documentario "Writing the blues" sulle scrittrici sudafricane. Valerio Monteventi - Giornalista, fondatore nel 1984 di una cooperativa editoriale che ha dato alle stampe, tra gli altri, il giornale "Mongolfiera", e il quindicinale "Zero in condotta", dal 1993 è¨ consigliere comunale (indipendente) al Comune di Bologna. La sceneggiatura del film-documentario "La colonna senza fine" è¨ il frutto di una esperienza diretta vissuta per cinque anni a Bologna insieme agli uomini, alle donne e ai bambini della comunità  rom rumena. bas 02

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Gaza: Ong medici, israele ha violato codici etici (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Gaza: Ong medici, israele ha violato codici etici 23 marzo 2009 alle 11:17 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti L'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza torna nel mirino delle organizzazione umanitarie israeliane. Stavolta tocca alla sezione locale di Dottori per i diritti umani (Phr) secondo cui nell'operazione Piombo fuso l'esercito israeliano "ha violato i codici etici...per aver attaccato personale medico; aver danneggiato strutture sanitarie e aver colpito indiscriminatamente civili non coinvolti nelle operazioni". Tsahal, prosegue Phr, "non solo non ha consentito l'evacuazione delle famiglie palestinesi assediate e ferite, ma ha anche impedito alle squadre palestinesi di soccorso di raggiungere i feriti". In particolare 16 membri del personale medico palestinese sono rimasti uccisi durante i combattimenti e altri 25 sono rimasti feriti mentre prestavano i soccorsi alla popolazione. Non solo. Le forze armate dello Stato ebraico hanno attaccato otto ospedali e 26 cliniche. Tsahal si è difeso riferendo di aver aperto indagini sulla validità delle accuse, ricordando però i soldati avevano " ricevuto ordine di rispettare le installazioni mediche palestinesi, gli automezzi e le squadre di soccorso. Ma durante i combattimenti Hamas ha fatto un uso sistematico di quelle installazioni. I suoi uomini hanno indossato le uniformi mediche per nascondersi e per lo stesso motivo hanno usato le ambulanze per spostarsi". AGI

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M.O./ Ong medica Israele: Tsahal ha violato diritti umani a... (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Gerusalemme, 23 mar. (Ap) - Il ramo israeliano dell'organizzazione Medici per i diritti umani (Physicians for Human Rights, Phr) accusa l'esercito israeliano di aver violato il diritto internazionale nel corso dell'offensiva "Piombo fuso" compiuta fra dicembre e gennaio nella Striscia di Gaza. In un rapporto pubblicato oggi, Phr accusa l'esercito israeliano di aver impedito l'evacuazione dei feriti e di aver messo in pericolo le squadre di personale medico. Secondo i dati dell'organizzazione, durante l'offensiva israeliana, 16 palestinesi membri del personale medico sono morti e 34 fra ospedali e cliniche sono stati attaccati. Tsahal assicura che i suoi uomini hanno istruzione di evitare di colpire ambulanze e ospedali ma afferma che questa protezione "cessa di esistere" nel momento in cui degli attivisti si servono di questi veicoli e di queste installazioni per attaccare Israele. Sul quotidiano israeliano Haaretz ieri è emerso un documento inquietante, raccolto in una casa di Gaza occupata dai soldati presso il campo profughi di Jabaliya: sul foglietto scritto a mano qualcuno, probabilmente un ufficiale di basso rango, avrebbe preso appunti sulle istruzioni da riferire ai suoi soldati; il foglietto recadav l'indicazione "sparare sui soccorsi", pratica che secondo l'esercito non è mai stata adottata. Numerose testimonianze però riportano di palestinesi morti perché le ambulanze non sono riuscite a raggiungerli. Physicians for Human Rights-Israel descrive incidenti in cui "non solo i militari non hanno evacuato le famiglie assediate e ferite ma hanno anche impedito alle squadre mediche palestinesi di raggiungere i feriti". Diverse altre organizzazioni per i diritti umani hanno accusato Tsahal di comportamenti, nei 22 giorni dell'offensiva, che violerebbero i diritti dell'uomo. Un portavoce dell'esercito ha affermato che l'Alta Corte di israele aveva già rigettato una petizione presentata da PHR il 19 gennaio, all'indomani della fine dell'offensiva. "ALla conclusione dei combattimenti le denunce sono state indagate dall'esercito in maniera esaustiva" secondo un comunicato. "L'indagine non è conclusa; quando lo sarà sarà presentata al pubblico". Secondo il Centro palestinese per i Diritti umani i morti dell'offensiva sono 1.434, di cui 960 civili, 235 combattenti di Hamas e 239 poliziotti.

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GAZA, ONG CONTRO ISRAELE: "IMPEDÌ I SOCCORSI" (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Gaza, ong contro Israele: "Impedì i soccorsi" -->L'organizzazione "Medici per i diritti umani" accusa l'esercito israeliano di aver violato il diritto internazionale nel corso dell'offensiva "Piombo fuso". La denuncia: "I militari non hanno evacuato le famiglie assediate e hanno impedito alle squadre mediche palestinesi di raggiungere i feriti"

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M.O./ RAPPORTO RELATORE ONU CRITICHERÀ ISRAELE PER GUERRA A GAZA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

M.O./ Rapporto relatore Onu criticherà Israele per guerra a Gaza di Apcom Lo stato ebraico accusa Richard Falk di pregiudizi -->Roma, 23 mar. (Apcom) - Sta per essere presentato al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra l'ultimo rapporto del relatore Onu per i Territori palestinesi. Si tratta - ricorda il sito internet della Bbc - del primo dossier del genere dall'offensiva militare a Gaza dello stato ebraico. Richard Falk è stato molto critico con Israele in passato e il nuovo rapporto, secondo le previsioni, non dovrebbe discostarsi da questa linea: dovrebbe sollevare eccezioni sulla legalità delle azioni israeliane a Gaza. Lo stato ebraico a sua volta ha accusato Falk di pregiudizi. Le autorità israeliane gli negarono l'ingresso lo scorso dicembre, quando cercò di compiere la sua solita missione di inchiesta nei Territori palestinesi. Visto che al relatore Onu fu impedito di entrare nei Territori, il suo ultimo dossier si concentra sulla legalità dell'offensiva militare israeliana a Gaza. Il punto, secondo Falk, non è se Israele abbia fatto un uso sproporzionato della forza a Gaza, ma se lo stato ebraico abbia agito legalmente entrando a Gaza. Secondo il relatore Onu no e l'incursione potrebbe aver costituito un crimine di guerra. Ha chiesto un'inchiesta indipendente per esaminare i crimini di guerra commessi sia da Israele sia da Hamas. Falk ha inoltre indicato che il blocco israeliano a Gaza costituisce una violazione della Convenzione di Ginevra e ne ha chiesto la revoca.

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ISRAELE, UNA ONG ACCUSA L'ESERCITO "A GAZA IMPEDÌ I SOCCORSI AI FERITI" (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Israele, una Ong accusa l'esercito "A Gaza impedì i soccorsi ai feriti" -->L'organizzazione Dottori per i diritti umani denuncia violazioni compiute da Tsahal nell'operazione Piombo fuso contro Hamas Israele, una Ong accusa l'esercito "A Gaza impedì i soccorsi ai feriti" (11:02 23/03/2009)

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M.O./ ONG MEDICA ISRAELE: TSAHAL HA VIOLATO DIRITTI UMANI A GAZA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

M.O./ Ong medica Israele: Tsahal ha violato diritti umani a Gaza di Apcom Ha messo in pericolo feriti e squadre mediche -->Gerusalemme, 23 mar. (Ap) - Il ramo israeliano dell'organizzazione Medici per i diritti umani (Physicians for Human Rights, Phr) accusa l'esercito israeliano di aver violato il diritto internazionale nel corso dell'offensiva "Piombo fuso" compiuta fra dicembre e gennaio nella Striscia di Gaza. In un rapporto pubblicato oggi, Phr accusa l'esercito israeliano di aver impedito l'evacuazione dei feriti e di aver messo in pericolo le squadre di personale medico. Secondo i dati dell'organizzazione, durante l'offensiva israeliana, 16 palestinesi membri del personale medico sono morti e 34 fra ospedali e cliniche sono stati attaccati. Tsahal assicura che i suoi uomini hanno istruzione di evitare di colpire ambulanze e ospedali ma afferma che questa protezione "cessa di esistere" nel momento in cui degli attivisti si servono di questi veicoli e di queste installazioni per attaccare Israele. Sul quotidiano israeliano Haaretz ieri è emerso un documento inquietante, raccolto in una casa di Gaza occupata dai soldati presso il campo profughi di Jabaliya: sul foglietto scritto a mano qualcuno, probabilmente un ufficiale di basso rango, avrebbe preso appunti sulle istruzioni da riferire ai suoi soldati; il foglietto recadav l'indicazione "sparare sui soccorsi", pratica che secondo l'esercito non è mai stata adottata. Numerose testimonianze però riportano di palestinesi morti perché le ambulanze non sono riuscite a raggiungerli. Physicians for Human Rights-Israel descrive incidenti in cui "non solo i militari non hanno evacuato le famiglie assediate e ferite ma hanno anche impedito alle squadre mediche palestinesi di raggiungere i feriti". Diverse altre organizzazioni per i diritti umani hanno accusato Tsahal di comportamenti, nei 22 giorni dell'offensiva, che violerebbero i diritti dell'uomo. Un portavoce dell'esercito ha affermato che l'Alta Corte di israele aveva già rigettato una petizione presentata da PHR il 19 gennaio, all'indomani della fine dell'offensiva. "ALla conclusione dei combattimenti le denunce sono state indagate dall'esercito in maniera esaustiva" secondo un comunicato. "L'indagine non è conclusa; quando lo sarà sarà presentata al pubblico". Secondo il Centro palestinese per i Diritti umani i morti dell'offensiva sono 1.434, di cui 960 civili, 235 combattenti di Hamas e 239 poliziotti.

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Sull'Onu sventola bandiera bianca (sezione: Diritti umani)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Prima Pagina Pagina 2 Il fallimento delle Nazioni Unite Sull'Onu sventola bandiera bianca Il fallimento delle Nazioni Unite di Arturo Clavuot --> di Arturo Clavuot L'Onu che organizza la conferenza mondiale contro il razzismo permettendo a un pugno di Paesi all'avanguardia nella cancellazione dei diritti umani di preparare, come otto anni fa a Durban, un'altra vergognosa kermesse antisemita. L'Onu che glissa sull'arresto del presidente del Sudan, Omar al Bashir, imputato dal Tribunale internazionale dell'Aja di essere direttamente responsabile dello sterminio di trecentomila esseri umani nel Darfur, oltre che delle sorti di tre milioni di rifugiati. L'Onu, ancora, che entra in rotta di collisione con 27 Paesi dell'Unione europea, decisi - Italia in testa - a non offrire legittimità internazionale a movimenti e posizioni xenofobe anti israeliane che poco o nulla hanno di diverso rispetto alle più pericolose sigle del terrorismo mondiale. Le Nazioni Unite, l'istituzione che nell'immaginario collettivo dovrebbe essere al vertice del mondo per «farlo dormire avvolto in una legge universale», come sognava Tennyson, è in crisi. Così in crisi che la domanda di fondo, oggi, è se si possa ancora salvarla e recuperarla; o se, in definitiva, non abbia ragione chi da tempo parla di un Direttorio globale sul viale del tramonto, sempre meno autorevole punto di riferimento per misurare e giudicare le parole di un governo rispetto alle sue azioni, positive e negative. Arrivando al punto di contrastare e, di fatto, vanificare - come avviene nel caso Sudan - l'operato di una Corte penale internazionale che, per la prima volta, sottopone a giudizio un capo di Stato in carica, quando finora i processi avevano riguardato governanti già deposti e in qualche modo giudicati o scavalcati dalla storia. La bandiera del Parlamento dell'Uomo, insomma, è sdrucita, simbolo perfetto di una missione imperfetta. Di certo non la prima, né l'ultima, a riportare in primo piano l'eterno dilemma tra sfera morale (la difesa dei diritti umani) e sfera politico-diplomatica (la tutela degli interessi ) che grava sulla vocazione super partes delle Nazioni Unite. Niente di nuovo, a ben vedere. Oggi come ieri, infatti, le relazioni internazionali non sono che lo specchio di un atteggiamento ambiguo da parte degli Stati. Che, a parole, sostengono l'Organizzazione incoraggiandone l'azione e assegnandole ambiziosi obiettivi. Nei fatti, però, agiscono nei suoi confronti «per sottrazione»: sottrazione di risorse finanziarie e umane, sottrazione di poteri, e soprattutto sottrazione di legittimità. Ne deriva una debolezza strutturale che, nelle grandi e purtroppo periodiche crisi che affliggono il pianeta, fa sì che il maggiore organismo internazionale disponga soltanto della poca forza che i suoi membri sono pronti ad accordargli. È il quadro desolante che fatalmente spinge un po' tutti a considerare l'Onu soltanto un luogo fisico dove i governanti di 192 Paesi, grandi e piccoli, si riuniscono in assemblea, mettono insieme un budget e attivano meccanismi internazionali per realizzare fini comuni troppo spesso scaduti a livello di illusioni. Mentre la questione di fondo, mai risolta, è sempre la stessa: come e quando è lecito, per non dire doveroso, interferire negli affari interni di uno Stato per difendere l'integrità dei valori democratici?

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Gaza, una ong contro Israele: "Impedì i soccorsi" (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 12 del 2009-03-23 pagina 0 Gaza, una ong contro Israele: "Impedì i soccorsi" di Redazione L?organizzazione "Medici per i diritti umani" accusa l?esercito israeliano di aver violato il diritto internazionale nel corso dell?offensiva "Piombo fuso". La denuncia: "I militari non hanno evacuato le famiglie assediate e hanno impedito alle squadre mediche palestinesi di raggiungere i feriti" Gerusalemme - Il ramo israeliano dell?organizzazione "Medici per i diritti umani" (Physicians for Human Rights, Phr) accusa l?esercito israeliano di aver violato il diritto internazionale nel corso dell?offensiva "Piombo fuso" compiuta fra dicembre e gennaio nella Striscia di Gaza. In un rapporto pubblicato oggi, Phr accusa l?esercito israeliano di aver impedito l?evacuazione dei feriti e di aver messo in pericolo le squadre di personale medico. L'ostruzione di Israele Secondo i dati dell?organizzazione, durante l?offensiva israeliana, 16 palestinesi membri del personale medico sono morti e 34 fra ospedali e cliniche sono stati attaccati. Tsahal assicura che i suoi uomini hanno istruzione di evitare di colpire ambulanze e ospedali ma afferma che questa protezione "cessa di esistere" nel momento in cui degli attivisti si servono di questi veicoli e di queste installazioni per attaccare Israele. Sul quotidiano israeliano Haaretz, ieri, è emerso un documento inquietante, raccolto in una casa di Gaza occupata dai soldati presso il campo profughi di Jabaliya: sul foglietto scritto a mano qualcuno, probabilmente un ufficiale di basso rango, avrebbe preso appunti sulle istruzioni da riferire ai suoi soldati; il foglietto recadava l?indicazione "sparare sui soccorsi", pratica che secondo l?esercito non è mai stata adottata. Le testimonianze di Phr Numerose testimonianze però riportano di palestinesi morti perché le ambulanze non sono riuscite a raggiungerli. Physicians for human rights-Israel descrive incidenti in cui "non solo i militari non hanno evacuato le famiglie assediate e ferite ma hanno anche impedito alle squadre mediche palestinesi di raggiungere i feriti". Diverse altre organizzazioni per i diritti umani hanno accusato Tsahal di comportamenti, nei 22 giorni dell?offensiva, che violerebbero i diritti dell?uomo. Un portavoce dell?esercito ha affermato che l?Alta Corte di israele aveva già rigettato una petizione presentata da Phr il 19 gennaio, all?indomani della fine dell?offensiva. "Alla conclusione dei combattimenti le denunce sono state indagate dall?esercito in maniera esaustiva", secondo un comunicato. "L?indagine non è conclusa; quando lo sarà sarà presentata al pubblico". Secondo il Centro palestinese per i Diritti umani i morti dell?offensiva sono 1.434, di cui 960 civili, 235 combattenti di Hamas e 239 poliziotti. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Israele, "uno sparo due morti": le magliette choc pag.1 (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Israele sempre più a destra. Gaza, Ong: nell'offensiva Tel Aviv ha violato i codici etici Lunedí 23.03.2009 10:30 L'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza torna nel mirino delle organizzazione umanitarie israeliane. Stavolta tocca alla sezione locale di Dottori per i diritti umani (Phr) secondo cui nell'operazione Piombo fuso l'esercito israeliano "ha violato i codici etici...per aver attaccato personale medico; aver danneggiato strutture sanitarie e aver colpito indiscriminatamente civili non coinvolti nelle operazioni". Tsahal, prosegue Phr, "non solo non ha consentito l'evacuazione delle famiglie palestinesi assediate e ferite, ma ha anche impedito alle squadre palestinesi di soccorso di raggiungere i feriti". In particolare 16 membri del personale medico palestinese sono rimasti uccisi durante i combattimenti e altri 25 sono rimasti feriti mentre prestavano i soccorsi alla popolazione. Non solo. Le forze armate dello Stato ebraico hanno attaccato otto ospedali e 26 cliniche. Tsahal si è difeso riferendo di aver aperto indagini sulla validita' delle accuse, ricordando pero' i soldati avevano " ricevuto ordine di rispettare le installazioni mediche palestinesi, gli automezzi e le squadre di soccorso. Ma durante i combattimenti Hamas ha fatto un uso sistematico di quelle installazioni. I suoi uomini hanno indossato le uniformi mediche per nascondersi e per lo stesso motivo hanno usato le ambulanze per spostarsi". < < pagina precedente

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M.O./ Onu: Israele usò 11enne palestinese come scudo umano (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ginevra, 23 mar. (Ap) - I soldati israeliani utilizzarono un bambino palestinese di 11 anni come scudo umano durante l'offensiva militare contro Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha denunciato un rapporto degli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite. L'inviato speciale del segretario generale Ban Ki-moon per la protezione dei bambini nei conflitti armati ha affermato che il 15 gennaio i carri armati delle forze di difesa israeliane fecero irruzione nel quartiere Tel al Hawa di Gaza e intimarono al bambino di camminare davanti ai soldati e di entrare negli edifici prima di loro. Il rapporto Onu è stato parzialmente diffuso oggi e Radhika Coomaraswamy ha dichiarato che l'incidente è stato verificato da responsabili dell'Onu presenti nel territorio. Ha aggiunto che i militari dello stato ebraico durante l'offensiva di tre settimane spararono a bambini palestinesi, buttarono giù un'abitazione con una donna e un bambino ancora all'interno e bombardarono un edificio dove prima avevano intimato ai civili di entrare.

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GUANTANAMO/ USA CHIESERO A PRIGIONIERO DI NON DENUNCIARE TORTURA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Guantanamo/ Usa chiesero a prigioniero di non denunciare tortura di Apcom Lo sostiene un tribunale britannico -->Londra, 23 mar. (Ap) - Le autorità americane chiesero a un prigioniero di Guantanamo di non denunciare le torture nei suoi confronti in cambio della libertà. Lo scrive nelle motivazioni della sentenza un tribunale britannico. Nell'ottobre scorso Binyam Mohamed, un britannico di origine etiope, rifiutò di "patteggiare" la sua liberazione. L'uomo è stato rilasciato soltanto un mese fa. Mohamed, residente in Inghilterra da quando era un adolescente, venne arrestato in Pakistan nel 2002: sostiene di essere stato torturato sia in Pakistan che in Marocco. Venne trasferito a Guantanamo nel 2004. Secondo il tribunale britannico l'accordo proposto dalle autorità americane prevedeva anche che il prigioniero si dichiarasse colpevole di due capi d'imputazione e si impegnasse a non parlare pubblicamente dell'accaduto.

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M.O./ ONU: ISRAELE USÒ 11ENNE PALESTINESE COME SCUDO UMANO (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

M.O./ Onu: Israele usò 11enne palestinese come scudo umano di Apcom Durante l'offensiva militare a Gaza contro Hamas -->Ginevra, 23 mar. (Ap) - I soldati israeliani utilizzarono un bambino palestinese di 11 anni come scudo umano durante l'offensiva militare contro Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha denunciato un rapporto degli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite. L'inviato speciale del segretario generale Ban Ki-moon per la protezione dei bambini nei conflitti armati ha affermato che il 15 gennaio i carri armati delle forze di difesa israeliane fecero irruzione nel quartiere Tel al Hawa di Gaza e intimarono al bambino di camminare davanti ai soldati e di entrare negli edifici prima di loro. Il rapporto Onu è stato parzialmente diffuso oggi e Radhika Coomaraswamy ha dichiarato che l'incidente è stato verificato da responsabili dell'Onu presenti nel territorio. Ha aggiunto che i militari dello stato ebraico durante l'offensiva di tre settimane spararono a bambini palestinesi, buttarono giù un'abitazione con una donna e un bambino ancora all'interno e bombardarono un edificio dove prima avevano intimato ai civili di entrare.

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Acqua, il Controforum all'attacco: è un diritto (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Economia Acqua/ Acqua, il Controforum all'attacco: è un diritto Lunedí 23.03.2009 16:51 Si è concluso a Instanbul il V Forum sull'Acqua. Una grande delusione nonostante il numero di partecipanti: trentamila congressisti, una ventina di capi di Stato, 180 tra ministri e vice-ministri dell'Ambiente. Dopo una settimana di discussioni, infatti, non si è giunti a ciò che O.n.G., associazioni, attivisti e semplici cittadini chiedevano: al riconoscimento dell'acqua come diritto dell'uomo fondamentale. Si continua, invece, semplicemente a riconoscerla come "un bisogno fondamentale", nonostante il miliardo di persone che nel mondo soffrono la sete, che hanno difficoltà di accesso all'acqua potabile, gli otto milioni di morti l'anno provocati dalla carenza di acqua e di servizi igienico-sanitari. Nonostante sia scientificamente calcolato il rischio per la Terra che nel 2030 metà della popolazione mondiale sia assetata, ovvero che resterà al di sotto della soglia minima. Risultanti deludenti, ma non inattesi. Dato che, come in questi anni hanno rilevato molti osservati, questo Forum è una sorta di associazioni fra potenti (multinazionali e governi) che lascia poco spazio alla replica della società civile ed è orientata alla mercificazione della risorsa acqua, un processo che ha già prodotto sconquassi specialmente nel Sud. Non a caso, parallelamente al congresso ufficiale, ha preso vita un Controforum che è costato addirittura l'arresto a molti manifestanti. "Seppure partecipino anche alcune O.n.G., poteri locali e parlamentari, in realtà questa Agenzia Privatistica convoca Governi ed organismi internazionali per definire le linee fondamentali dell'uso, della proprietà, della gestione del bene comune acqua senza alcuna legittimità e secondo logiche commerciali e liberiste" - denuncia il Forum italiano dei Movimenti per l'acqua che è stato con una delegazione a Istanbul. Le associazioni del Forum Alternativo sono impegnate soprattutto nelle lotte contro la privatizzazione dell'acqua e a favore di una gestione pubblica, partecipata e democratica della risorsa idrica intesa come "un diritto umano inalienabile" anche se non ancora riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dell'Onu. Nel corso del Forum Alternativo si sono svolti seminari e incontri sui temi delle conseguenze catastrofiche della privatizzazione dell'acqua e sugli esempi positivi di gestioni pubbliche e partecipate. Sostanzialmente il Controforum ha voluto ribadire che: l'acqua è un elemento fondamentale di tutti gli esseri viventi presenti sul pianeta, è un diritto umano fondamentale e inalienabile; il controllo sull'acqua deve essere pubblico, sociale, cooperativo, partecipativo, equo e non destinato alla creazione di un profitto; deve essere principio indissolubile una gestione democratica e sostenibile, rispettosa dell'ecosistema, che sia in grado di preservare l'integrità del ciclo dell'acqua attraverso la sua tutela, oltre a una gestione che tuteli le sorgenti e l'ambiente. E proprio il governo turco dovrebbe essere uno dei primi a recepire queste indicazioni. Come apprendiamo dal sito del Forum Italiano (www.acquabenecomune.org) il governo turco, infatti, ha imposto la privatizzazione di entrambi gli ambiti del servizio idrico (sistema di distribuzione e sistema di raccolta), dei corsi d'acqua ed ha programmato di costruire una diga in ciascuno dei fiumi del paese. I quattro principali casi di dighe rischiose e distruttive che stanno per essere costruite in Turchia, sono rappresentati dalle dighe di Ilisu, di Yusufeli, di Munzur e di Yortanli. Per circa dieci anni le popolazioni interessate da queste dighe si sono fortemente opposte ai progetti per la loro costruzione, in modo particolare alla diga di Ilisu, che rappresenta parte del complesso progetto di irrigazione e di produzione di energia idroelettrica che va sotto il nome di Progetto dell'Anatolia sud est, o GAP. La diga di Ilisu che fra i vari progetti di costruzione di dighe è uno dei più criticati in tutto il mondo, è particolarmente complesso e difficoltoso a causa delle sue implicazioni di politica internazionale per quanto riguarda tutto il Medio Oriente. La diga è situata nella regione kurda dove tuttora sono in corso gravi violazioni dei diritti umani legate alla irrisolta questione del popolo kurdo. Il governo turco sta usando il progetto GAP per produrre delle conseguenze negative a danno della popolazione kurda ma anche per cancellare i loro diritti culturali e politici. Gaetano Farina tags: acqua Controforum sull'Acqua Instanbul

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"Il Papa travisato dai media e offeso dai politici" pag.1 (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Papa/ Bagnasco: travisato dai media, irriso e offeso dai politici Lunedí 23.03.2009 17:33 "Come vescovi - spiega il cardinale di Genova - non possiamo non avere a cuore il superamento di qualunque rassegnazione culturale, mentre occorre portare conforto e far sentire una concreta vicinanza a tutte quelle famiglie che fanno fronte con sacrifici e dignita' alle prove della vita.Nelle moderne democrazie, la vita va difesa perche' e' indispensabile limitare il potere 'biopolitico' sia della scienza sia dello Stato, il che trova sostanza nel fermo 'si'' alla tutela dei diritti umani di tutti, di chi economicamente e' in grado di difendersi come di chi non puo' farlo, e in un altrettanto netto 'no' alla pena di morte, al commercio degli organi, alle mutilazioni sessuali, alle alterazioni fecondative, a qualsiasi manipolazione non terapeutica del corpo umano, pur se liberamente volute da persone adulte, informate e consenzienti". ELUANA. Nel drammatico epilogo di Eluana Englaro, per il card. Bagnasco rappresenta "una componente grottesca il fatto che si sia tentato di far passare la tribolata vicenda, con profili in realta' civilmente tanto rilevanti e potenzialmente tanto intrusivi rispetto al vissuto di ciascuno, come mera conseguenza di un altola' della Chiesa, ossia come un'iniziativa di polemica ideologica, quando di ideologia qui non c'era nulla, ma solo concretezza palpitante di vita e pertinenza all'umano dell'uomo". < < pagina precedente pagina successiva >>

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Da Bosnia e Sud America per i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Da Bosnia e Sud America per i diritti umani (23/3/2009 16:23) | (Sesto Potere) - Piacenza - 23 marzo 2009 - Nell'ambito delle iniziative previste da “Diritti umani: dal dire al fare” sono ospiti a Piacenza, da sabato scorso, quattro giovani, un bosniaco e tre sudamericani. Resteranno da noi una settimana e parleranno ai piacentini, soprattutto ai giovani piacentini, del loro impegno a tutela dei diritti umani. “Diritti umani: dal dire al fare”, è come già avuto modo di dire un ciclo di proposte che Provincia e Comune di Piacenza, Regione e Svep realizzano da gennaio ad aprile per favorire percorsi ed esperienze di cittadinanza responsabile e di cooperazione. Alla proposta collaborano i Comuni di Alseno, Carpaneto, Fiorenzuola, Gossolengo, Lugagnano e Pontenure. Previsti eventi, organizzati dal Tavolo per la Pace e da altri, che vanno dalla rappresentazione di spettacoli cinematografici ad incontri con ospiti provenienti da altri Paesi. I quattro ragazzi ospiti da noi sono stati presentati agli organi di informazione oggi (23 marzo), nella sede della Provincia, dall'assessore provinciale alle iniziative istituzionali per la Pace Fernando Tribi. Operano all'interno di progetti che coinvolgono anche associazioni piacentine (progetto Mondo MLAL, pe ril Sud America, e Fiorenzuola Oltre i confini, per la Bosnia). Tribi ha colto l'occasione per ricordare come questa esperienza si leghi alla visita a Piacenza, nel mese scorso, di ragazzi del Sud-Italia. Presenti all'incontro, con Tribi, l'assessore al Sociale del Comune di Piacenza Giovanna Palladini, Rita Casalini, coordinatrice del progetto, e Danila Pancotti, di Progetto Mondo MLAL. Fitto il programma di incontri che i quattro ospiti hanno programmato con le varie istanze della comunità locale per illustrare il loro impegno a tutela dei valori della libertà, della democrazia e del rispetto dei diritti nei Paesi in cui vivono. Oggi (lunedì 23 marzo), in mattinata hanno incontrato i ragazzi del Casali, nella sede dell'Istituto, e nel pomeriggio hanno visitato il negozio equo solidale “La Pecora nera”. Domani (martedì 24 marzo), dalle10,45 alle 13 incontreranno i ragazzi dell'istituto agrario RaineriMarcora, nel pomeriggio visiteranno, guidati dai ragazzi dell'Istituto Casali, il borgo medievale di Castell'Arquato e in serata, alle 21, saranno nel ridotto del teatro Verdi di Fiorenzuola per incontrare Associazioni e Cittadinanza del borgo di val d'Arda. Mercoledì 25 marzo, dalle 10 alle 12,30 saranno ospiti dei ragazzi del liceo socio – psico – pedagogico Colombini, nel pomeriggio si recheranno allo Spazio 4 per un incontro con realtà associative giovanili locali e, alle 21, saranno all'Auditorium S. Ilario per partecipare alla tavola rotonda con tutta la città di Piacenza sul tema della partecipazione attiva giovanile (si auspica una ampia partecipazione di cittadini). Giovedì 26 marzo, dalle 8 alle 10 incontreranno a Carpaneto i ragazzi della locale scuola media, dalle 10,30 alle 13 saranno all'istituto Romagnosi e in serata incontreranno le associazioni del centro interculturale ai Giardini sonori di Stradone Farnese. Venerdì 27 giornata libera dedicata agli approfondimenti sia turistici che di conoscenza delle realtà del territorio. Emir Dzidic, l'ospite bosniaco, è uno degli educatori dell'Associazione SPEZAM, progetto rivolto ai docenti delle tre etnie che vivono in Bosnia; laureato in Pedagogia, è molto attivo nell'impegno a promuovere la tutela dei diritti umani e della pace nel suo paese. I tre ospiti sudamericani portano avanti il loro impegno a tutela dei diritti umani all'interno del progetto “Per una regione di nuovi cittadini”, della organizzazione Progetto Mondo MLAL. Un progetto che riunisce vari paesi dell?America Latina sotto il comune intento di promuovere il diritto ad una cittadinanza attiva, in particolare tra i giovani. Sono José Carlo Pereira, brasiliano componente del gruppo musicale Zamboo, di Recife, che utilizza la musica per lavorare sui diritti umani, specie con riferimento ai giovani; Jaqueline Soares da Silva, brasiliana di Recife, che si è segnalata per il suo impegno alla valoziazzione di uno spaizo pubblico abbdandonato e che partecipa alle rete di discussione sdelle politiche pubbliche per la gioventù; Carmen Lopez, paraguayana conmponente di un gruppo di volontari che lavorano per diffondere l'istruzione e tutelare i diritti umani nel suo Paese, operando soprattutto tra le giovani generazioni.

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Conferenza dei premi Nobel off-limits per il Dalai Lama (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mar 0923 Conferenza dei premi Nobel off-limits per il Dalai Lama Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 18:28 in Diritti umani In programma venerdì 27 marzo a Johannesburg si svolgerà la Conferenza dei premi Nobel per la pace sul tema della lotta al razzismo nel mondo del calcio e dello sport, ma senza il Dalai Lama, a cui le autorità sudafricane hanno deciso di negare l'accesso sul suolo nazionale. Per il governo sudafricano, la partecipazione del Dalai Lama non corrisponde all'"interesse" del Paese. Non di questo avviso il comitato dei premi Nobel sudafricani che hanno annunciato che, se il governo non cambierà posizione, considereranno impossibile anche per loro prendere parte alla Conferenza. Impossibile non leggere dietro la clamorosa decisione del governo sudafricano le solite pressioni del regime cinese. La Cina ha interessi economici enormi in Africa, ed in Sudafrica in particolare, dove ha investito e continua ad investire enormi risorse finanziarie. Il Sudafrica, pur di non scontentare il grande fratello cinese, si è dimostrato disponibile ad incassare una clamorosa figuraccia internazionale. Le olimpiadi di Pechino 2008 non solo non hanno portato miglioramenti in Cina, ma dopo il loro svolgimento assistiamo ad un progressivo asservimento di molti Paesi allo strapotere economico della Cina.

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Il presidente della Cei e le polemiche su Benedetto XVI Sul caso Englaro: <Accuse di ingerenza grottesche> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il presidente della Cei e le polemiche su Benedetto XVI Card. Bagnasco: «Il Papa irriso e offeso sul caso preservativi» Sul caso Englaro: «Accuse di ingerenza grottesche». Sul bio-testamento: «Serve una legge che tuteli la vita» ROMA - Il profluvio di critiche contro il Papa «si è prolungato oltre ogni buon senso» e «non accetteremo che il Papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso». Lo ha affermato il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nel suo discorso di apertura del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, invitando i vescovi a stringersi attorno al pontefice. LE POLEMICHE - Una accorata difesa del Pontefice dalle critiche, spostatesi negli ultimi giorni dal fronte dei lefebvriani a quello dei preservativi, ha occupato tutta la prima parte del discorso del cardinale. «Di certo si è prolungato, oltre ogni buon senso - ha detto - un pesante lavorio di critica, dall'Italia e soprattutto dall'estero, nei riguardi del nostro amatissimo Papa», sulla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani e sul caso Williamson «che imponderabilmente vi si è come sovrapposto». «Nessuno tuttavia - aggiunge il porporato - poteva aspettarsi che le polemiche sarebbero proseguite, e in maniera tanto pretestuosa, fino a configurare un vero e proprio disagio» sfociato poi nella lettera del Papa ai vescovi. IL VIAGGIO IN AFRICA - Peggio ancora è andata con il «pellegrinaggio in Africa», un «viaggio impegnativo ed a un tempo ricco di speranza sovrastato nell'attenzione degli occidentali da una polemica, sui preservativi, che francamente non aveva ragion d'essere». E in questa occasione «non ci si è limitati ad un libero dissenso - ha affermato con forza Bagnasco - ma si è arrivati ad un ostracismo che esula dagli stessi canoni laici». Il presidente dei vescovi italiani parla di «irrisione» e «volgarità» giunta non solo dai media, ma anche da «alcuni esponenti politici europei» e «organismi sovranazionali». «E mentre invitiamo i diversi interlocutori a non abbandonare mai il linguaggio di quel rispetto che è indice di civiltà, vorremmo dire, sommessamente ma con energia - ha concluso - che non accetteremo che il Papa, sui media o altrove, venga irriso o offeso». ELUANA - Poi il cardinale ha parlato del caso di Eluana Englaro che ha rappresentato «un'operazione tesa ad affermare un diritto di libertà inedito quanto raccapricciante: il diritto a morire, darsi e dare la morte in talune situazioni da definire». Poi la richiesta: «Spetta alla politica agire nell'approntare e varare, senza lungaggini o strumentali tentennamenti, un inequivoco dispositivo di legge che - in seguito al pronunciamento della Cassazione - preservi il Paese da altre analoghe avventure, ponendo attenzione a coordinarlo con l'altro sospirato provvedimento relativo alla cure palliative, e mettendo mano insieme alle Regioni ad un sistema efficace di hospice, che le famiglie attendono non per sgravarsi di un peso ma per essere aiutate a portarlo». DERIVA EUTANASICA - «Qualunque deriva eutanasica, per quanto circoscritta o edulcorata, è una falsa soluzione. Nelle moderne democrazie, la vita va difesa perché è indispensabile limitare il potere «biopolitico» sia della scienza sia dello Stato. Come vescovi», afferma il cardinale, «non possiamo non avere a cuore il superamento di qualunque rassegnazione culturale, che trova sostanza nel fermo sì alla tutela dei diritti umani di tutti e in un altrettanto netto no alla pena di morte, al commercio degli organi, alle mutilazioni sessuali, alle alterazioni fecondative, a qualsiasi manipolazione non terapeutica del corpo umano, pur se liberamente volute da persone adulte, informate e consenzienti». Poi ha proseguito l'arcivescovo di Genova: «Ci ha causato una grande tristezza la storia dolorosa eppure umanissima di Eluana, quasi che essa potesse esistere solo nei termini in cui la desideriamo noi, priva di imperfezioni o asperità». SCONTRO TRA CHI CREDE E CHI NO - Secondo Bagnasco, quindi, il vero scontro di civiltà è quello fra credenti e non credenti. Non quindi un conflitto fra culture religiose diverse, ma tra chi fa discendere l'uomo da Dio, e da chi lo colloca nel mezzo di un'evoluzione ancora in corso «nell'esasperato paradigma evoluzionista» . stampa |

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## M.O./ ISRAELE SOTTO PRESSIONE PER VIOLAZIONI A GAZA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

## M.O./ Israele sotto pressione per violazioni a Gaza di Apcom Relatore Onu Falk chiederà inchiesta esperti su "Piombo Fuso" -->Gerusalemme, 23 mar. (Apcom) - A due mesi dalla proclamazione del cessate il fuoco a Gaza, Israele è finito sotto una pioggia di accuse per abusi e violazioni del diritto umanitario commessi durante le tre settimane dell'operazione "Piombo fuso" (27 dicembre 2008-18gennaio 2009) contro Hamas, in cui sono morti oltre 1.300 palestinesi, tra i quali centinaia di civili. L'offensiva peraltro non ha aver raggiunto alcuno degli obiettivi dichiarati in partenza: il movimento islamico infatti continua ad avere il pieno controllo della Striscia di Gaza e la sua milizia (e quelle di altre formazioni palestinesi) è sempre in grado di lanciare razzi Qassam e Grad verso i centri abitati israeliani a ridosso del Neghev. Istituzioni internazionali, Ong e associazioni continuano a sfornare denunce e rapporti molto critici sul comportamento avuto dalle Forze Armate dello Stato ebraico nei popolosi centri abitati di Gaza mentre la stampa locale ha pubblicato negli ultimi giorni rivelazioni, fatte dagli stessi soldati israeliani, su uccisioni di civili ingiustificate e di distruzioni di proprietà immotivate. I giornali hanno anche riferito di t-shirt che circolano negli ambienti militari con disegni di bambini palestinesi da prendere di mira ed eliminare. Proprio stamani "Medici per i diritti umani (Phr)", una organizzazione molto stimata che riunisce medici ebrei e arabi di Israele, ha accusato l'esercito di "aver violato i codici etici" durante Piombo fuso per non aver consentito l'evacuazione di famiglie palestinesi rimaste intrappolate nelle aree di combattimento e per aver impedito alle squadre di soccorso di raggiungere i feriti", poi morti dissanguati. "Medici per i diritti umani" ha protestato inoltre per l'uccisione di 16 dottori, infermieri ed autisti di ambulanze palestinesi (altri 25 sono stati feriti) mentre cercavano di portare soccorso, e per i bombardamenti che hanno coinvolto otto ospedali e 26 ambulatori. Il portavoce militare ha respinto le accuse e ribadito che ufficiali e soldati hanno fatto tutto il possibile per evitare l'uccisione di civili e salvaguardare le strutture mediche. Al contrario ha accusato Hamas di aver fatto uso degli ospedali per lanciare i suoi attacchi mentre i suoi uomini avrebbero indossato camici bianchi per dissimularsi. Da parte sua il capo di stato maggiore, Gaby Ashkenazi, ha respinto le tante accuse rivolte ai suoi soldati in questi ultimi giorni e ha negato categoricamente che i civili palestinesi uccisi siano stati colpiti a sangue freddo. "Tsahal (l'esercito) si è comportato in maniera etica e morale. Se ci sono stati comportamenti impropri, sono stati isolati", ha detto Ashkenazi. Sulla intenzionalità o meno di attacchi israeliani in cui sono rimasti uccisi o feriti civili palestinesi, anche all'interno di strutture delle Nazioni Unite, si concentra gran parte del rapporto che il relatore speciale Richard Falk presenterà stasera al Consiglio dei diritti umani dell'Onu, il primo dossier del genere dall'offensiva militare a Gaza dello Stato ebraico. Falk, che in passato ha duramente criticato Israele e al quale Tel Aviv ha impedito lo scorso dicembre l'ingresso nel Paese, vuole un'inchiesta di esperti per determinare se durante "Piombo fuso" i militari israeliani hanno avuto modo di distinguere tra civili e miliziani armati di Hamas. Falk, nelle anticipazioni del suo rapporto, sembra propendere per l'intenzionalità delle azioni israeliane e, infatti, scrive che se non era possibile fare la distinzione tra civili e miliziani "gli attacchi (israeliani) risultano illegali di e sembrano costituire un crimine di guerra in base al diritto internazionale... con le prove preliminari disponibili, vi è ragione di giungere a questa conclusione". Il punto, spiega Falk, non è tanto se Israele abbia fatto un uso sproporzionato della forza, ma invece se lo Stato ebraico abbia agito legalmente entrando a Gaza. Parole che rischiano di accedere un nuovo duro confronto tra il relatore speciale dell'Onu e Tel Aviv ma, più di tutto, di lanciare una accusa aperta a Israele di crimini guerra con, in linea puramente teorica, la possibilità dell'apertura di un procedimento giudiziario internazionale contro lo Stato ebraico. Un esito che renderebbe ancora più fallimentari i risultati di una offensiva militare contro i lanci di razzi da parte di Hamas che pure aveva ricevuto un consenso plebiscitario da parte dell'opinione pubblica israeliana e non pochi sostegni internazionali.

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Gaza, la denuncia del relatore ONU (sezione: Diritti umani)

( da "AprileOnline.info" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Gaza, la denuncia del relatore ONU Monica Maro, 23 marzo 2009, 18:45 La notizia/2 Richard Falk denuncia l'operazione "Piombo fuso" e in un rapporto per i diritti umani presentato oggi a Ginevra, nel quale si chiede un'indagine di esperti "sui crimini di guerra di Israele, in base al diritto internazionale" Le armi impiegate, la densità della popolazione di Gaza, le circostanze, tutto sembra indicare che la vasta offensiva militare "Piombo fuso" condotta dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza potrebbe costituire un "crimine di guerra della più vasta portata in base al diritto internazionale". Lo afferma il rapporto di un relatore dell'Onu per i diritti umani presentato oggi a Ginevra, nel quale si chiede un'indagine di esperti. Per Richard Falk, relatore speciale del Consiglio dei diritti umani dell'Onu sulla situazione nei territori palestinesi, l'inchiesta dovrà stabilire tra l'altro se con le armi impiegate fosse possibile distinguere tra obiettivi militari e popolazione civile. "Se non era possibile fare questa distinzione - si legge nel rapporto di 26 pagine discusso dal Consiglio dei diritti umani - gli attacchi risultano illegali di per sé e sembrano costituire un crimine di guerra della più grande portata in base al diritto internazionale", aggiunge Falk. Che aggiunge: anche senza le indagini, in base alle notizie e alle statistiche, "è possibile trarre la conclusione preliminare che dato l'alto numero di vittime civili e il livello di devastazione di obiettivi non militari a Gaza, gli israeliani si siano o astenuti dal tracciare le distinzioni richieste dal diritto internazionale o non erano in grado di farlo nelle circostanze degli scontri, rendendo di fatto impossibile conciliare gli attacchi con il diritto internazionale". Il rapporto non mancherà di suscitare commenti in Israele, dove continua la polemica sui sospetti di violenze gratuite sui civili da parte dei soldati impegnati nell'offensiva. Ma il relatore dell'Onu - che cita il dato di 1.434 palestinesi, tra cui 960 civili, morti nell'offensiva di 22 giorni lanciata il 27 dicembre scorso da Israele contro Hamas - critica severamente anche la decisione stessa delle autorità israeliane di ricorrere in questo modo alla forza. Tale scelta "non era legalmente giustificata date le circostanze e le alternative diplomatiche" e potrebbe costituire un crimine contro la pace. Falk - cui Israele ha negato l'accesso - critica inoltre il blocco della Striscia evocando la possibilità di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, ma soprattutto la decisione "senza precedenti" di Israele di negare ai 1,5 milioni di abitanti di Gaza la possibilità di uscire dalla zona di guerra. L'indagine, secondo il relatore, dovrà' anche occuparsi delle pratiche di Hamas, incluso il lancio di razzi ed il presunto impiego di bambini e civili come "scudi umani". Ma l'accusa di ricorrere a scudi umani è stata rivolta oggi anche a Israele, in altro rapporto dell'Onu. I soldati di Tsahal si sarebbero fatti scudo con un bimbo palestinese durante l'offensiva, denuncia il rapporto del rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu per la protezione dei bambini nei conflitti. Il bambino di 11 anni è stato costretto per diverse ore a camminare davanti ai soldati in un periodo di intese operazioni militari, afferma il documento. Pesanti critiche a Israele sono state rivolte oggi anche dalla filiale israeliana della organizzazione "Medici per i diritti umani" (Phr) che accusa Tsahal di aver impedito il soccorso ai palestinesi feriti, aperto il fuoco contro ospedali e squadre mediche durante l'offensiva "Piombo fuso". Il capo di stato maggiore israeliano, generale Gaby Ashkenazi, ha respinto le accuse di violenze gratuite da parte dei soldati israeliani.

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Rep.ceca/ Sindaca "sceriffa" spopola con politiche anti-Rom (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Praga, 23 mar. (Apcom-Nuova Europa) - L'atteggiamento d'intransigenza verso la "gente disadattata" - come la definisce lei - sta facendo diventare Jana Rapkova, 43enne la primo cittadina di Chomutov, l'astro nascente del partito Democratico civico (Ods), la forza politica di centro destra che guida il governo della Repubblica ceca. Solo che questa intransigenza è contro la parte più fragile dei suoi concittadini, quella che vive in condizioni di massimo degrado in alloggi popolari, senza pagarne al comune l'affitto. E per la maggior parte si tratta di Rom. "Siamo dalla sua parte perché comprendiamo e condividiamo il suo tentativo di difendere i cittadini onesti rispetto a coloro che invece abusano dell'assistenza dello stato e non rispettano i doveri verso la comunità", ha detto di recente in sua difesa David Vodrazka, il vicepresidente dell'Ods. A Chomutov - Boemia nord occidentale, una decina di chilometri dal confine con la Germania, uno dei luoghi di maggior disagio sociale ed economico della Repubblica ceca - su 50mila abitanti sono circa quattro mila quelli che ormai da anni non pagano l'affitto, con il risultato che il comune ha da riscuotere un credito complessivo di 240 milioni di corone (quasi nove milioni di euro). Pochi giorni fa "la sindachessa" ha mandato gli esecutori giudiziari direttamente davanti agli sportelli degli uffici dove i rom ricevono gli assegni di assistenza sociale, costringendo molti di loro a saldare così sui due piedi i debiti col comune e restando senza l'unico reddito di cui dispongono. Il tutto chiaramente con gran risalto sui media, puntualmente avvisati del rimedio estremo deciso dalla Rapkova. A chi si scandalizzava per un rimedio così eclatante, ha risposto il tribunale: "il sindaco ha agito in maniera del tutto legittimo nei confronti di coloro che non pagano". Una decisione che la Rapkova hainterpretato come un'ulteriore spinta per continuare così, senza alcun timore delle accuse di populismo becero che le piovono addosso da pià parti. Di recente, al ministro per i Diritti umani, il verde Michael Kocab, il quale sosteneva che il dialogo con la minoranza rom sarebbe il modo migliore per trovare una soluzione, la Rapkova ha risposto invitandolo pubblicamente e in modo sprezzante a trascorrere una settimana in uno di quei palazzi fatiscenti, dove abitano "i disadattati". Sono in tanti a scommettere che questo atteggiamento così sicuro di sé potrà presto portare in alto, molto in alto, la Rapkova, prevedendo per lei come minimo un seggio in Parlamento. "La gente sta dalla mia parte, sento di avere un grande sostegno a mio favore", dice pur negando categoricamente di essere alla ricerca di incarichi di maggior prestigio. E' certo comunque che è stata questo pugno di ferro contro "la gente disadattata", l'assoluta determinazione che la Rapkova mostra per far tornare nelle casse del comune i soldi di cui sono debitori i rom, ad averla salvata proprio quando sino a pochi mesi fa la sua carriera politica sembrava destinata a un rapido e inesorabile tramonto. Dopo la fallimentare candidatura al Senato nel 2006, il colpo di grazie sembrava averglielo dato la vicenda imbarazzante dello scorso anno, quando è stata a un passo dall'incriminazione per aver affittato un hotel e un camping, beni comunali, per una cifra irrisoria, a una società che fa capo a un consigliere comunale suo compagno di partito. Gli inquirenti alla fine hanno archiviato il fascicolo fra mille dubbi. Intanto lei sul sito Internet del Chomutov non trova di meglio che ringraziare i suoi simpatizzanti sempre più numerosi, "tutti coloro che sostengono il nostro sforzo di risolvere il problema dei disadattati" della città. "Ho già ricevuto - scrive la sindaca -migliaia di lettere e di email, non solo dalla mia città, ma da tutta la Repubblica ceca. Il vostro sostegno è per me di importanza massima, perché mi dà la forza di fronteggiare l'avversione crescente che contro di me dimostrano molti politici e i mezzi di comunicazione".

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## M.O./ Israele sotto pressione per violazioni a Gaza (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Gerusalemme, 23 mar. (Apcom) - A due mesi dalla proclamazione del cessate il fuoco a Gaza, Israele è finito sotto una pioggia di accuse per abusi e violazioni del diritto umanitario commessi durante le tre settimane dell'operazione "Piombo fuso" (27 dicembre 2008-18gennaio 2009) contro Hamas, in cui sono morti oltre 1.300 palestinesi, tra i quali centinaia di civili. L'offensiva peraltro non ha aver raggiunto alcuno degli obiettivi dichiarati in partenza: il movimento islamico infatti continua ad avere il pieno controllo della Striscia di Gaza e la sua milizia (e quelle di altre formazioni palestinesi) è sempre in grado di lanciare razzi Qassam e Grad verso i centri abitati israeliani a ridosso del Neghev. Istituzioni internazionali, Ong e associazioni continuano a sfornare denunce e rapporti molto critici sul comportamento avuto dalle Forze Armate dello Stato ebraico nei popolosi centri abitati di Gaza mentre la stampa locale ha pubblicato negli ultimi giorni rivelazioni, fatte dagli stessi soldati israeliani, su uccisioni di civili ingiustificate e di distruzioni di proprietà immotivate. I giornali hanno anche riferito di t-shirt che circolano negli ambienti militari con disegni di bambini palestinesi da prendere di mira ed eliminare. Proprio stamani "Medici per i diritti umani (Phr)", una organizzazione molto stimata che riunisce medici ebrei e arabi di Israele, ha accusato l'esercito di "aver violato i codici etici" durante Piombo fuso per non aver consentito l'evacuazione di famiglie palestinesi rimaste intrappolate nelle aree di combattimento e per aver impedito alle squadre di soccorso di raggiungere i feriti", poi morti dissanguati. "Medici per i diritti umani" ha protestato inoltre per l'uccisione di 16 dottori, infermieri ed autisti di ambulanze palestinesi (altri 25 sono stati feriti) mentre cercavano di portare soccorso, e per i bombardamenti che hanno coinvolto otto ospedali e 26 ambulatori. Il portavoce militare ha respinto le accuse e ribadito che ufficiali e soldati hanno fatto tutto il possibile per evitare l'uccisione di civili e salvaguardare le strutture mediche. Al contrario ha accusato Hamas di aver fatto uso degli ospedali per lanciare i suoi attacchi mentre i suoi uomini avrebbero indossato camici bianchi per dissimularsi. Da parte sua il capo di stato maggiore, Gaby Ashkenazi, ha respinto le tante accuse rivolte ai suoi soldati in questi ultimi giorni e ha negato categoricamente che i civili palestinesi uccisi siano stati colpiti a sangue freddo. "Tsahal (l'esercito) si è comportato in maniera etica e morale. Se ci sono stati comportamenti impropri, sono stati isolati", ha detto Ashkenazi. Sulla intenzionalità o meno di attacchi israeliani in cui sono rimasti uccisi o feriti civili palestinesi, anche all'interno di strutture delle Nazioni Unite, si concentra gran parte del rapporto che il relatore speciale Richard Falk presenterà stasera al Consiglio dei diritti umani dell'Onu, il primo dossier del genere dall'offensiva militare a Gaza dello Stato ebraico. Falk, che in passato ha duramente criticato Israele e al quale Tel Aviv ha impedito lo scorso dicembre l'ingresso nel Paese, vuole un'inchiesta di esperti per determinare se durante "Piombo fuso" i militari israeliani hanno avuto modo di distinguere tra civili e miliziani armati di Hamas. Falk, nelle anticipazioni del suo rapporto, sembra propendere per l'intenzionalità delle azioni israeliane e, infatti, scrive che se non era possibile fare la distinzione tra civili e miliziani "gli attacchi (israeliani) risultano illegali di e sembrano costituire un crimine di guerra in base al diritto internazionale... con le prove preliminari disponibili, vi è ragione di giungere a questa conclusione". Il punto, spiega Falk, non è tanto se Israele abbia fatto un uso sproporzionato della forza, ma invece se lo Stato ebraico abbia agito legalmente entrando a Gaza. Parole che rischiano di accedere un nuovo duro confronto tra il relatore speciale dell'Onu e Tel Aviv ma, più di tutto, di lanciare una accusa aperta a Israele di crimini guerra con, in linea puramente teorica, la possibilità dell'apertura di un procedimento giudiziario internazionale contro lo Stato ebraico. Un esito che renderebbe ancora più fallimentari i risultati di una offensiva militare contro i lanci di razzi da parte di Hamas che pure aveva ricevuto un consenso plebiscitario da parte dell'opinione pubblica israeliana e non pochi sostegni internazionali.

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REP.CECA/ SINDACA SCERIFFA SPOPOLA CON POLITICHE ANTI-ROM (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Rep.ceca/ Sindaca "sceriffa" spopola con politiche anti-Rom di Apcom Rapkova non si cura delle critiche: sono "disadattati" -->Praga, 23 mar. (Apcom-Nuova Europa) - L'atteggiamento d'intransigenza verso la "gente disadattata" - come la definisce lei - sta facendo diventare Jana Rapkova, 43enne la primo cittadina di Chomutov, l'astro nascente del partito Democratico civico (Ods), la forza politica di centro destra che guida il governo della Repubblica ceca. Solo che questa intransigenza è contro la parte più fragile dei suoi concittadini, quella che vive in condizioni di massimo degrado in alloggi popolari, senza pagarne al comune l'affitto. E per la maggior parte si tratta di Rom. "Siamo dalla sua parte perché comprendiamo e condividiamo il suo tentativo di difendere i cittadini onesti rispetto a coloro che invece abusano dell'assistenza dello stato e non rispettano i doveri verso la comunità", ha detto di recente in sua difesa David Vodrazka, il vicepresidente dell'Ods. A Chomutov - Boemia nord occidentale, una decina di chilometri dal confine con la Germania, uno dei luoghi di maggior disagio sociale ed economico della Repubblica ceca - su 50mila abitanti sono circa quattro mila quelli che ormai da anni non pagano l'affitto, con il risultato che il comune ha da riscuotere un credito complessivo di 240 milioni di corone (quasi nove milioni di euro). Pochi giorni fa "la sindachessa" ha mandato gli esecutori giudiziari direttamente davanti agli sportelli degli uffici dove i rom ricevono gli assegni di assistenza sociale, costringendo molti di loro a saldare così sui due piedi i debiti col comune e restando senza l'unico reddito di cui dispongono. Il tutto chiaramente con gran risalto sui media, puntualmente avvisati del rimedio estremo deciso dalla Rapkova. A chi si scandalizzava per un rimedio così eclatante, ha risposto il tribunale: "il sindaco ha agito in maniera del tutto legittimo nei confronti di coloro che non pagano". Una decisione che la Rapkova ha interpretato come un'ulteriore spinta per continuare così, senza alcun timore delle accuse di populismo becero che le piovono addosso da pià parti. Di recente, al ministro per i Diritti umani, il verde Michael Kocab, il quale sosteneva che il dialogo con la minoranza rom sarebbe il modo migliore per trovare una soluzione, la Rapkova ha risposto invitandolo pubblicamente e in modo sprezzante a trascorrere una settimana in uno di quei palazzi fatiscenti, dove abitano "i disadattati". Sono in tanti a scommettere che questo atteggiamento così sicuro di sé potrà presto portare in alto, molto in alto, la Rapkova, prevedendo per lei come minimo un seggio in Parlamento. "La gente sta dalla mia parte, sento di avere un grande sostegno a mio favore", dice pur negando categoricamente di essere alla ricerca di incarichi di maggior prestigio. E' certo comunque che è stata questo pugno di ferro contro "la gente disadattata", l'assoluta determinazione che la Rapkova mostra per far tornare nelle casse del comune i soldi di cui sono debitori i rom, ad averla salvata proprio quando sino a pochi mesi fa la sua carriera politica sembrava destinata a un rapido e inesorabile tramonto. Dopo la fallimentare candidatura al Senato nel 2006, il colpo di grazie sembrava averglielo dato la vicenda imbarazzante dello scorso anno, quando è stata a un passo dall'incriminazione per aver affittato un hotel e un camping, beni comunali, per una cifra irrisoria, a una società che fa capo a un consigliere comunale suo compagno di partito. Gli inquirenti alla fine hanno archiviato il fascicolo fra mille dubbi. Intanto lei sul sito Internet del Chomutov non trova di meglio che ringraziare i suoi simpatizzanti sempre più numerosi, "tutti coloro che sostengono il nostro sforzo di risolvere il problema dei disadattati" della città. "Ho già ricevuto - scrive la sindaca - migliaia di lettere e di email, non solo dalla mia città, ma da tutta la Repubblica ceca. Il vostro sostegno è per me di importanza massima, perché mi dà la forza di fronteggiare l'avversione crescente che contro di me dimostrano molti politici e i mezzi di comunicazione".

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Un vertice incolore, inodore e insapore (sezione: Diritti umani)

( da "AprileOnline.info" del 23-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Un vertice incolore, inodore e insapore Forum italiano dei movimenti per l'acqua, 23 marzo 2009, 18:59 Diritti Dal 16 al 22 marzo si è svolto a Istanbul il quinto Forum mondiale dell'Acqua. Vi hanno partecipato rappresentanti sia politici che espressione delle multinazionali del settore. Proprio per gli interessi economici non si è riusciti, nella dichiarazione finale, a riconoscere come "diritto essenziale" l'accesso all'oro blu. La società civile, riunita nel Controforum, ha contestato la legittimità della sede e delle decisione prese Dal 16 al 22 Marzo si è svolto ad Istanbul il quinto Forum Mondiale dell'Acqua; è questo un importante consesso internazionale che si tiene ogni tre anni e che viene organizzato dal Consiglio Mondiale dell'Acqua. Legato alla Banca Mondiale, il Consiglio è composto oltre che dalle principali multinazionali che gestiscono i servizi idrici come Suez e Veolia, anche da rappresentanti dei governi di alcune tra le più importanti nazioni. Nei dibattiti che si tengono in questa sede, vengono prese decisioni fondamentali riguardo agli indirizzi relativi all'uso, alla proprietà ed alla gestione di un bene essenziale alla vita quale l'acqua. E tutto ciò avviene in una cornice rappresentata dal libero mercato e dalla conseguente mercificazione del bene in questione. Quest'anno, oltre agli importanti impegni presi in relazione alla necessità di economizzare l'impiego dell'acqua in particolare nel settore agricolo, oltre a combattere l'inquinamento sia nei corsi d'acqua che nelle falde sotterranee, è stato chiesto con forza, da numerosi paesi intervenuti, ma anche dalla società civile, di sancire l'accesso all'acqua non come un una "necessità fondamentale" ma come un "diritto essenziale". Non c'è stato verso, malgrado l'intervento del governo francese prima e di quello spagnolo, e di alcuni stati africani e sudamericani poi. Si è cercato di modificare l'impostazione del dibattito, oltre che della dichiarazione finale uscita dal Forum. Ma le spinte messe in atto dagli interessi economici presenti sono state nettamente più forti. E questo malgrado le cifre rese note dall'Onu in contemporanea al Forum parlino chiaro: 1,1 miliardi di persone che non hanno accesso all''acqua potabile; 2,5 miliardi di persone che non godono di servizi igienici; 3.900 bambini che muoiono ogni giorno in tutto il mondo per malattie legate alla scarsa qualità dell'acqua che bevono. Secondo l'Onu tra il 2030 ed il 2050 metà della popolazione della terra non avrà accesso all'acqua. Il senatore francese Jean FranÇois Legrand, che ha animato un collegio di 300 parlamentari provenienti da circa 90 paesi ha giudicato la dichiarazione finale "incolore, inodore e priva di sapore". Il disaccordo tra i partecipanti al Forum è stato profondo, tanto che una ventina dei paesi intervenuti, tra cui Spagna, Sud Africa e Bangladesh, hanno presentato una dichiarazione finale in contrasto a quella ufficiale. Il segretario generale del Forum, Oktay Tabesaran, ha affermato che il documento finale è comunque "importante e servirà da riferimento a livello governativo". Intanto la società civile, riunita nel Controforum, nonostante la manifestazione del giorno di apertura sia stata pesantemente caricata dalla polizia turca e diciassette attivisti siano stati tratti in arresto, ha fortemente contestato sia la legittimità del Forum quale luogo decisionale, che le decisioni finali da esso prese. Nella dichiarazione finale del Controforum viene inoltre pesantemente criticato il progetto di costruzione di dighe idroelettriche dell'Anatolia dell'Est - anche noto come progetto Gap, il quale prevede la costruzione di 18 dighe in diversi fiumi che attraversano la Turchia - poiché oltre ad avere un pesante impatto sull'ecosistema, di fatto provoca lo spostamento forzato di circa 400 mila kurdi, in una regione in cui sono in atto da anni gravi violazioni dei diritti umani, a fronte di un conflitto a cui il governo turco ancora non ha posto termine. Ed anzi sembra dare ad esso una nuova recrudescenza attraverso il progetto di costruzione delle dighe. Il movimento mondiale per l'acqua chiede l'organizzazione all'interno dell'Onu di un Forum composto dai paesi membri, e non dalle multinazionali, che riconosca l'acqua come un diritto umano universale. Oltre a criticare la decisione di non escludere l'acqua dagli accordi mondiali sul commercio, viene infine pesantemente criticato il modello attuale di gestione dell'acqua, basato sulle privatizzazioni, sulla mercificazione e sulla finanziarizzazione, così come si critica aspramente il modello neoliberista che si basa oltre che sulla speculazione finanziaria, sullo sfruttamento intensivo delle risorse naturali, tra cui oltre all'acqua, anche il suolo, l'aria e la biodiversità.

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