CENACOLO DEI COGITANTI |
Tortura
piscologica, ambiguità da chiarire ( da "Manifesto, Il"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: quattro tecniche sono considerate torture psicologiche,
tutto il resto non lo è. il water boarding è tortura? Si, certo che lo è. Non
solo è una tortura, ma è una delle più crudeli dell'epoca moderna visto che
infligge la sofferenza più grande, quella ultimativa. La legge americana però
definisce come «non torture», legali, pratiche tristemente note che includono
il water boarding:
Buoni
del tesoro e clima, i colloqui di Hillary Clinton
( da "Manifesto,
Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Per la questione dei diritti umani ci sarà tempo e di
sicuro i cinesi dimostreranno di avere gradito questo atteggiamento. Non in
pochi in Cina, nelle ore successive all'elezione di Obama, avevano fatto oscuri
presagi sui rapporti sino statunitensi, proprio per la sensibilità dei
democratici Usa su temi caldi come Tibet, Taiwan e la questione dei diritti
umani.
Una
Chimera tutta rosa e fiori ( da "Manifesto, Il"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: aereo aveva dichiarato alla stampa che la questione dei
diritti umani non avrebbe impedito di lavorare con la Cina per affrontare
insieme la crisi finanziaria, il cambiamento climatico e la questione nord
coreana. «Non che Taiwan, il Tibet, i diritti umani non siano nella nostra
agenda, ma sappiamo bene quello che avranno da dire».
L'Italia,
l'amico Putin e la Russia dei delitti impuniti
( da "Articolo21.com"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Purtroppo il mancato rispetto dei diritti umani sembra
passare i secondo piano. Dal 1992 al 2007 218 giornalisti hanno perso la vita
in questo paese, il secondo nel mondo per il numero dei reporter ammazzati. Gli
ultimi della tragica lista: la giovane stagista di Novaja Gazeta Anastasia
Baburova e il difensore dei diritti umani Serghej Markelov,
Accori
confermati ( da "Cittadino, Il"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Lavorando insieme su questi terreni, ha detto la Clinton.
Il segretario di Stato ha riconfermato l'impegno degli Usa a favore dei diritti
umani e civili ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione
«positiva e di collaborazione» tra i due paesi.
Hillary:
la Cina compri bond Usa ( da "Giornale di Brescia"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: delle organizzazioni per la tutela dei diritti umani. Ai
leader cinesi l'ex First Lady ha detto che gli Stati Uniti non perdono di vista
il rispetto dei diritti, ma che questo non deve ostacolare la lotta in cui
Pechino e Washington sono impegnati fianco a fianco per sconfiggere la crisi
economica e garantire la sicurezza da minacce come il terrorismo e la proliferazione
nucleare.
HARRY
WU, LA CINA ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: battaglia per la democratizzazione della Cina e il
rispetto dei diritti umani negati dal regime comunista. Nei giorni scorsi Harry
Wu era a Brescia, ospite della Ccdc e di Amnesty International, per raccontare
nel Salone Bevilacqua della Pace i suoi anni nei gulag cinesi. Wu, come sono
stati quegli anni? «I primi anni sono stati i più duri, per le torture subito e
i lavori forzati.
La
colonna infame in chiave rock ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: parla di tortura, inquisizione e peste per riflettere di
temi che allo scrittore sono particolarmente cari: la giustizia, quella divina
e quella umana, e il libero arbitrio, che consente di scegliere tra il bene e
il male. Dal commento agli atti del processo intentato ai presunti untori della
peste nel 1630 scaturisce una storia vera di poveri malcapitati presi nell'
Il
lavoro delle donne per migliorare il mondo
( da "Arena,
L'" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: alla commissione per lo status delle donne e alla
commissione per i diritti umani. È status consultivo anche per l'Unesco,
l'Unicef e l'Oms, la Fao e il Fondo Internazionale per lo sviluppo
dell'agricoltura e il Consiglio d'Europa. Alla cerimonia veronese erano
presenti presidenti attuali e passate come Maria Castagna, la prima a tenere le
redini della Fidapa di San Bonifacio.
etica,
al via iscrizioni al corso asl ( da "Tirreno, Il"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: patrocinio dei diritti umani in collaborazione con gli
organismi istituzionali preposti. Un corso che è stato pensato proprio per
rispondere ai mutamenti in atto nella società e che sollevano progressivamente
questioni quali la vita, la salute e l'esistenza stessa dell'uomo la cui
trattazione richiede necessita dei contributi di professionisti e studiosi
specializzati in diversi settori,
cinema
e diritti ( da "Mattino di Padova, Il"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Notte Cinema e diritti Stasera al Fronte del Porto anche
due corti padovani In occasione dei 60 anni della Dichiarazione universale dei
Diritti Umani, è stato prodotto il film collettivo no-profit «All Human Rights
for All, Sguardi del cinema italiano sui diritti umani» al quale ha partecipato
la Promovies di Padova in collaborazione con l'
1Ronde
Affidare la tutela dell'ordine pubblico a gruppi di volontari, piuttosto che
rafforzare i ... ( da "Unita, L'"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Lampedusa un centro di detenzione dove non sono rispettati
diritti umani. Da centro indicato dall'Onu come modello di accoglienza dei
migranti, quello di Lampedusa sta diventando un immenso carcere per persone che
non hanno compiuto reati. 4Immigrazione Spendiamo nel contrasto
all'immigrazione, più di quanto stanziato per la cooperazione allo sviluppo,
spesa quest'anno dimezzata.
hillary
a pechino incontra le femministe ( da "Nuova Sardegna, La"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: ha detto la Clinton nella conferenza stampa tenuta con il
suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori
dalla crisi». Poi ha riconfermato l'impegno degli Usa a favore dei diritti
umani e civili ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione
«positiva e di collaborazione».
Hillary
Clinton saluta la Cina <Insieme per battere la crisi>
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: ha detto la Clinton nella conferenza stampa tenuta insieme
al suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori
dalla crisi». Il segretario di Stato ha riconfermato l'impegno degli Usa a
favore dei diritti umani e civili, ma ha chiarito che la priorità è quella di
una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due Paesi. 23/02/2009
nascosto-->
La
Cambogia fa i conti con i Khmer Rossi Le vittime del regime attendono giustizia
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: capitale trasformato nel maggior centro di detenzione e
tortura della Cambogia. Durante gli anni della dittatura - dall'aprile 1975
all'inizio del 1979 - transitarono dal carcere 20 mila cambogiani; tutti
vennero fotografati e schedati, interrogati e torturati, nessuno rilasciato:
quelli che non morirono fra le mura della scuola vennero avviati a campi di
sterminio poco distanti.
RAFFORZARE
LA POLITICA ESTERA E DI DIFESA DELL'UE
( da "marketpress.info"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: lo Stato di diritto e il rispetto della dignità della persona,
dei diritti umani e delle libertà fondamentali nonché la promozione della pace
e di un multilateralismo efficace. Dovrebbe inoltre continuare a porre
l´accento sulla lotta al terrorismo, sulla non proliferazione delle armi di
distruzione di massa e il disarmo,
UE/NATO:
COOPERAZIONE PIÙ STRETTA PER LA SICUREZZA GLOBALE
( da "marketpress.info"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: dei diritti umani, dello Stato di diritto e della buona
governance». Il Parlamento riconosce infatti «l´importante ruolo svolto dalla
Nato», oggi come in passato, nell´architettura di sicurezza dell´Europa.
Osserva inoltre che per la maggior parte degli Stati membri dell´Ue l´Alleanza
«continua ad essere il fondamento della loro difesa collettiva»
RYAD -
Le autorità giudiziarie di una provincia dell'Arabia Saudita hanno bloccato le
nozze di... ( da "Messaggero, Il"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: per la difesa dei diritti umani che da anni lottano perché
vi sia una legge del paese che stabilisca un'età minima per contrarre
matrimonio. Ad assumersi la responsabilità di questa scelta il presidente del
tribunale di una provincia orientale, che, rifiutando la richiesta di un padre
di una delle tre adolescenti, ha sancito che per sposarsi è necessario aver
compiuto i 15 anni d'
PECHINO
- Hillary Clinton ha concluso ieri la sua visita in Cina, e la sua prima
missione all'estero... ( da "Messaggero, Il"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma
ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di
collaborazione» tra i due paesi. Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e
dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto
aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo».
Debito,
Clinton ringrazia la Cina ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: atteggiamento assunto sulla questione dei diritti umani -
ha ribadito ieri che il tema «non può interferire con le altre crisi:
economica, dei cambiamenti climatici e della sicurezza ». Delusione tra le
organizzazioni di tutela dei diritti: «Così facendo- ha commentato Amnesty
International - la Clinton ha danneggiato le future iniziative degli Usa sui
diritti umani»
Il
Papa: stop all'eugenetica Sul fine vita laici in piazza
( da "Sole
24 Ore, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato », obiettivo contestare il Ddl
della maggioranza, anche con il referendum se necessario. «Questo è un momento
caldo per la laicità dello Stato che va affrontato con gli antibiotici», ha
detto Antonio Di Pietro. «Non ci sono alternative al referendum se passa questa
legge, ma sono convinto che gli italiani non se la lasceranno imporre»
La
Clinton <vende> a Pechino i bond Usa
( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Siamo sulla stessa barca e remiamo nella stessa
direzione». Le due economie sono interdipendenti. Usa e Cina possono «guidare
il mondo fuori dalla crisi» ha detto la Clinton : questa è la priorità. Taiwan,
Tibet e diritti umani possono attendere.
Movida,
parte il piano bis ( da "Tempo, Il"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: violazione dei diritti Siae e delle norme
igienico-sanitarie), 18 multati, 15 automobilisti sopposti al test alcolico
(tutti negativi). Il bilancio settimanale: controllate 153 persone di cui due
arrestate per induzione e sfruttamento della prostituzione, due stranieri
denunciati per documenti di identità irregolari,
Hillary
in Cina: a messa e poi chat con attiviste
( da "Secolo
XIX, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma
ha chiarito che la prioritàè una relazione «positiva e di collaborazione» tra i
due paesi. Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani,
Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati
«d'accordo nell'essere in disaccordo».
23/02/2009
10:02 CASO ENGLARO: ROCCELLA, PROTOCOLLO SU ELUANA TORTURA DI STATO
( da "ITnews.it"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: la donna di Lecco rimasta in stato vegetativo per 17 anni
e poi morta in seguito all'interruzione dell'alimentazione e idratazione
artificiale, e' stato "una tortura di Stato". Lo ha detto il
sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, intervenendo questa mattina in diretta
su Radio
Eluana,
il governo accusa: protocollo una tortura di Stato
( da "Adnkronos"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: protocollo una tortura di Stato Il sottosegretario Eugenia
Roccella: ''Applicato in condizioni di confine tra legalità e illegalità, con
la copertura degli enti locali e con l'accordo della Procura. Il ministero non
poteva fare nulla''. Papà Beppino: ''Ogni cittadino può trovarsi nella
situazione di mia figlia, non vengono riconosciute le libertà fondamentali.
CASO
ENGLARO: ROCCELLA, PROTOCOLLO SU ELUANA TORTURA DI STATO
( da "Adnkronos"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: CASO ENGLARO: ROCCELLA, PROTOCOLLO SU ELUANA TORTURA DI
STATO commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 23
febbraio, ore 10:02
M.O.:
Amnesty, embargo armi per Israele e palestinesi
( da "KataWeb
News" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: per i diritti umani ha chiesto che il Consiglio di
sicurezza introduca il bando fino a quando non saranno creati meccanismi in
grado di garantire che gli armamenti importati non vengono utilizzati per
violare il diritto internazionale. Amnesty ha spiegato di aver sollecitato
l'embargo sulla base di quanto accertato da una sua commissione che ha visitato
il sud di Israele e Gaza.
Non
lasciare impunito l'omicidio di Anna
( da "Articolo21.com"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Purtroppo il mancato rispetto dei diritti umani sembra
passare in secondo piano. Dal 1992 al 2007 218 giornalisti hanno perso la vita
in questo paese, il secondo nel mondo per il numero dei reporter ammazzati. Gli
ultimi della tragica lista: la giovane stagista di Novaja Gazeta Anastasia
Baburova e il difensore dei diritti umani Serghej Markelov,
M.O./
Amnesty: a Gaza usate armi 'straniere', serve un
( da "Virgilio
Notizie" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: guerra e dei diritti umani. L'amministrazione Obama
dovrebbe immediatamente sospendere gli aiuti militari a Israele", ha dichiarato
a sua volta Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del
Nord di Amnesty International. Da molti anni, si spiega in una nota
dell'organizzazione internazionale, gli Usa sono il principale fornitore di
armi convenzionali a Israele.
Darfur/
Incontro a Roma a sei anni dall'inizio della guerra
( da "Virgilio
Notizie" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: incontro sarà occasione per una conferenza sulle continue
violazioni dei diritti umani in Sudan, sulla censura e sulla repressione del
governo di Khartoum nei confronti dei giornalisti che provano a raccontare il
dramma di migliaia di persone in Darfur. Saranno inoltre presentati una mostra
e un libro, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crisi umanitaria.
Hillary
Clinton "conquista" i cinesi
( da "Gazzettino,
Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma
ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di
collaborazione» tra i due paesi. Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e
dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto
aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo.
Gli
stranieri sono lavoratori e non soltanto forza lavoro
( da "Gazzettino,
Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: oltre che da acquisizioni riconducibili (magari con
qualche forzatura) alla teoria e alla pratica dei Diritti umani, anche da
situazioni molto concrete, con le quali i piccoli imprenditori artigiani devono
confrontarsi tutti i giorni. Il nostro fabbisogno di manodopera, ad esempio,
non è legato a grandi numeri, quanto, piuttosto, a buone qualità.
Soroptimist,
serata solidale a sostegno del progetto <San Marco>, rivolto ai Paesi del
Rwanda e del Darfur ( da "Sicilia, La"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: teatro di genocidi e devastanti violazioni dei diritti
umani. Un'iniziativa dal sapore africano, grazie alla presenza di un gruppo
musicale etnico che per l'occasione ha animato la pista con suoni e balli dal
sapore lontano, colorando l'atmosfera con i costumi tipici del luogo ma
soprattutto con sorrisi e tanta allegria: un concerto a ritmo di jambe ha
aperto le danze,
Guantanamo,
rilasciato cittadino britannico ( da "Velino.it, Il"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti umani negli Stati Uniti, ha detto di attendersi
l?immediato rilascio di Mohamed, definito “una vittima che ha sofferto più di
quanto un essere umano dovrebbe mai soffrire”. Secondo alcune organizzazioni
per i diritti umani, sarebbero una decina i cittadini britannici che avrebbero
subito torture in paesi stranieri con la collaborazione dei servizi segreti
inglesi.
-
ISRAELE/TERRITORI OCCUPATI PALESTINESI: CATTIVO
( da "WindPress.it"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: devono assumere parte della responsabilit per le
violazioni dei diritti umani causate dalle armi da loro trasferite e cessare
immediatamente ulteriori forniture. "In quanto principali fornitori di
armi a Israele, gli Usa hanno un obbligo particolare nel fermare ogni
trasferimento che contribuisca a gravi violazioni delle leggi di guerra e dei
diritti umani.
SOCIETA'.
Amnesty chiede embargo totale delle armi dirette a Israele e ad Hamas
( da "HelpConsumatori"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: equipaggiamento e assistenza militare verso Israele, Hamas
e altri gruppi armati palestinesi fino a quando non vi sarà più un sostanziale
rischio di violazioni dei diritti umani. Gli affari non possono andare avanti
come al solito, con le prevedibili ulteriori conseguenze devastanti per la
popolazione civile di Gaza e Israele". 2009 - redattore: BS
Immigrati:
Regione Marche, no a CIE a Falconara
( da "gomarche.it"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti umani come dimostrato dal rapporto del CNEL
(Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) che, proprio in questi giorni,
colloca le Marche al primo posto in assoluto per l'inserimento sociale degli
immigrati. "Già nel 2005 - continua Amagliani - le Regioni chiedevano al
Governo il superamento dei CPT e l'istituzione di un tavolo di confronto per
definire risposte alternative
HILLARY
REAL POLITIK - DIRITTI UMANI IN CINA? CHISSENEFREGA! QUI DOBBIAMO SALVARE GLI
STATI UNITI DALLA BANCAROTTA E PECHINO è il più grande creditore DEGLI USA - E
i cinesi devono ( da "Dagospia.com"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Segnala articolo --> HILLARY REAL POLITIK - DIRITTI
UMANI IN CINA? CHISSENEFREGA! QUI DOBBIAMO SALVARE GLI STATI UNITI DALLA
BANCAROTTA E PECHINO è il più grande creditore DEGLI USA - E i cinesi devono
continuare a comprare IL NOSTRO debito ? il caso iran?. Francesco Sisci per
"La Stampa" È un fidanzamento di interesse.
GUANTANAMO:
EX DETENUTO, MOLTI I RESPONSABILI DEI MIEI 7 ANNI DI TORTURA ED ORRORE
( da "ITnews.it"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Cosi' Binya Mohamed, cittadino etiope residente in Gran
Bretagna arrivato oggi a Londra dopo essere stato rilasciato da Guantamano, e'
tornato a rivolgere durissime accuse per le torture subite in una prigione
segreta in Marocco, accuse rivolte anche alle autorita' britanniche.
Guantanamo/
Binyam Mohamed: Torturato con sistemi medievali
( da "Virgilio
Notizie" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: e torturato con sistemi medievali, il tutto orchestrato
dal governo degli Stati Uniti", ha detto Binyam Mohamed, in un comunicato
diffuso dai suoli legali. Mohamed, 30 anni, di origine etiope, ex residente in
Gran Bretagna, arrivato oggi a Londra dopo quattro anni di detenzione nella
prigione di Guantanamo,
GUANTANAMO:
DATI PENTAGONO, 60 EX DETENUTI TORNATI AL TERRORISMO
( da "Adnkronos"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: GUANTANAMO: DATI PENTAGONO, 60 EX DETENUTI TORNATI AL
TERRORISMO ESPERTI DIRITTI UMANI, INSERITE IN LISTA ANCHE PERSONE CHE HANNO
SOLO DENUNCIATO ABUSI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo
aggiornamento: 23 febbraio, ore 21:04
GUANTANAMO:
TORNA IN GB EX DETENUTO, "SONO STATO TORTURATO"
( da "Agi"
del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: quanti dalla Gran Bretagna inviavano ai suoi torturatori
in Marocco materiale e domande per gli interrogatori. "Ho vissuto
un'esperienza" si legge nella nota, "che non avrei immaginato neppure
nei miei peggiori incubi. Prima di viverla, la tortura era per me un termine
astratto e non avrei mai immaginato di finirne vittima.
Guantanamo,
libero il primo detenuto ( da "City"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: dove ha raccontato di essere stato sottoposto a
"torture medievali" - vicino a Kabul, in Afghanistan, l'etiope era
prigioniero a Guantanamo dal 2004. Binyam ha raccontato di sentirsi in obbligo
"morale" verso i 241 prigionieri musulmani ancora prigionieri
"nelle stanze di tortura" del carcere cubano, "senza accuse né
contatti con le proprie famiglie".
AMNESTY
( da "Gazzetta
di Mantova, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: AMNESTY AMNESTY Politkovskaja Vogliamo la verità Le
indagini sull'omicidio della giornalista e attivista per i diritti umani Anna
Politkovskaya devono continuare con rinnovato vigore. E' questa la richiesta di
Amnesty International dopo che la giuria di un tribunale militare distrettuale
di Mosca ha assolto tutti gli imputati sotto processo perché coinvolti
nell'omicidio.
cancellare
un neo: guantanamo ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: denunce di Amnesty International per i diritti umani, dopo
che anche l'Onu ha accusato i politici americani di non rispettare il Trattato
di Ginevra sui diritti dei prigionieri di guerra, chi di dovere è corso ai
ripari cambiando per ben due volte la struttura del carcere. Attualmente le
condizioni dei detenuti sono cambiate, ma di poco: hanno finalmente un tetto
sopra la testa,
Carcere
e diritti tra l'Italia e l'Iraq ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Diritti umani nel sessantesimo dalla Dichiarazione
universale. Tra le iniziative spicca quella programmata a Castegnato per domani
sera alle 20,30 nella sala conferenze del Centro civico. Proporrà la sua
esperienza la signora Kholud Al Bassam (attualmente ancora operativa in Iraq),
irachena con passaporto americano poichè consulente del governo Usa per la task
force che in Iraq gestisce
Asta
Ysl-Bergé, i bronzicinesi saranno venduti
( da "Secolo
XIX, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Nella sua requisitoria il pm aveva definito «irricevibile»
il ricorso, «improvvisato» e sostenuto da «un'associazione che non rappresenta
che sé stessa». «Restituisco i due bronzi in cambio del riconoscimento dei
diritti umani in Cina», aveva risposto l'uomo d'affari e compagno di Yves Saint
Laurent, Pierre Bergé. 24/02/2009
"siamo
sacco e vanzetti, vittime del razzismo" - giorgia olivieri
( da "Repubblica,
La" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Giancarlo Brancale che ha molto insistito sul tema
dell´immigrazione, dei diritti umani e della pena di morte». «Io che sono
italo-americano, anche se di una generazione diversa» aggiunge Danny Lemmo,
membro onorario a vita dell´Actors Studio di New York «conosco bene il tema del
razzismo di cui sono stati vittime gli italiani in America.
la
"sorpresa" sean penn "ora sì alle nozze gay" - silvia bizio
los angeles ( da "Repubblica, La"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: ai giornalisti in sala stampa per parlare di Obama e dei
diritti degli omosessuali. «Quella gente lì fuori e quei cartelli dicono che un
omosessuale è meno di umano, e la cultura dell´ignoranza fomenta questo tipo di
espressioni di odio», ha detto. «è triste, perché sono espressioni di codardia
umana, aver paura di estendere agli altri, gli stessi diritti umani che vuoi
per te.
Volevamo
uno strumento che non venisse dagli Usa
( da "Manifesto,
Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: La costruzione della rete attraverso una mailing list
internazionale, la partecipazione al prossimo G8 in Italia e un incontro già
previsto per settembre
Appello
all'uomo costruttore di civiltà non distruttore
( da "Giorno,
Il (Lecco)" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: la violazione dei diritti dei bambini ebrei, ha prevalso
la distruzione dell'uomo sulle persone, gli oggetti, i sentimenti, i ricordi,
la Dignità, la Libertà. L'uomo deve ritornare ad essere un costruttore di
civiltà, non un distruttore. Si pensi alle grandi civiltà: Greca, Romana, Babilonese,
alla bellezza delle opere d'arte realizzate nei secoli,
Amnesty:
embargo alle armi per Israele ( da "Manifesto, Il"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: gravi violazioni dei diritti dell'uomo e a crimini contro
l'umanità Appello agli Usa: è l'unico modo per evitare stragi di civili E
all'Italia: Berlusconi interrompa la fornitura ordigni Michele Giorgio
GERUSALEMME Fermare la vendita internazionale di armamenti ad Israele e, allo
stesso tempo, interrompere anche il traffico delle parti necessarie per
assemblare i razzi di Hamas.
In Cina
l'America inaugura la nuova strategia del dialogo
( da "Sole
24 Ore, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: In Cina Hillary Clinton ha evitato di insistere sui
diritti umani, il Tibet o Taiwan. Ha dovuto piuttosto rassicurare i cinesi che
hanno creduto nel modello americano fino a divenirne la colonna portante;
smentire i timori di un confronto protezionista con il creditore principale. Ma
una più vasta, diversa logica sorregge l'azione americana.
Sotto
il turbante degli ayatollah ( da "Corriere della Sera"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: favorito dal presidente Jimmy Carter e dal suo impegno per
i diritti umani, l'imam Ruhollah Khomeini tornò in patria trionfalmente,
seppellendo l'impero e sostenendo che «la rivoluzione farà molto di più che
liberare dall'oppressione e dall'imperialismo: creerà un nuovo tipo di essere
umano». E sottintendendo che, grazie alla Repubblica islamica, si sarebbero
vinte la povertà,
MASSA
SONO stati consegnati i premi relativi al concorso sull ...
( da "Nazione,
La (Massa - Carrara)" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: della cultura di educazione alla pace e ai diritti umani.
La borsa di studio prevede l'erogazione della somma di denaro destinata
esclusivamente all'acquisto di libri scolastici e dizionari per il primo anno
di scuole medie superiori. L'individuazione degli alunni che beneficeranno di
tale borsa di studio verrà effettuata attraverso una valutazione delle schede
di ammissione all'
<Stupri
con modalità che sanno di tortura>
( da "Nazione,
La (Firenze)" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Stupri con modalità che sanno di tortura» MILANO, L'ORRORE
DI UN GIUDICE MILANO «RITUALI di tortura». «Hanno agito in maniera gratuita e
con una inumanità che si sarebbe portati a ritenere estranea al genere umano.
Si sono accaniti su persone indifese, a loro sconosciute, senza motivi di
contrasto e rancore, quasi per divertimento.
L'infanzia
tra le macerie Adottiamo i bimbi di Gaza
( da "Unita,
L'" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale
degli Enti locali per la pace e i diritti umani in collaborazione con due
associazioni di donne di Gerusalemme (l'associazione Juzoor Foundation for
Health and Social Development e l'associazione Rawdat El Zuhur) che provvedono
alla segnalazione dei bambini e alla distribuzione e gestione delle somme
raccolte.
La
solidarietà cresce sulle macerie di Gaza. È la solidarietà del fare. Che dà
s... ( da "Unita, L'"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale
degli Enti locali per la pace e i diritti umani in collaborazione con due associazioni
di donne di Gerusalemme (l'associazione Juzoor Foundation for Health and Social
Development e l'associazione Rawdat El Zuhur) che provvedono alla segnalazione
dei bambini e alla distribuzione e gestione delle somme raccolte.
Il
giudice sugli stupratori: <Non sono umani>
( da "Giornale.it,
Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: tortura» Milano«Selvaggi». «Brutali». «Inumani».
Responsabili di «sordidi rituali» e vere e proprie «torture». La crudeltà si
declina in poche pagine. Una dozzina in tutto, per chiamare l'efferatezza col
proprio nome. Dodici pagine di motivazioni con cui il gup di Milano Giovanna
Verga spiega la sentenza di condanna pronunciata nel novembre scorso nei
confronti di Artinovici Musulica
L'omicidio
di Anna Politkovskaya: le valutazioni della sentenza
( da "MilleCanali"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Anche i famigliari, i difensori dei diritti umani e i
colleghi della giornalista, seppur sdegnati, concordano su un punto: rispetto
per il verdetto, la colpa semmai è delle carenze degli inquirenti, che non sono
riusciti a mettere in piedi un'inchiesta rigorosa, nonostante le molte evidenze
a disposizione.
-
PREMIO AMNESTY ITALIA 2009: I DIECI BRANI SELEZ
( da "WindPress.it"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: saputo rendersi portavoce di temi che riguardano i diritti
umani durante l'anno precedente. Le precedenti edizioni hanno visto vincitori
Daniele Silvestri con "Il mio nemico" nel 2003, Ivano Fossati con
"Pane e coraggio" nel 2004, Modena City Ramblers con
"Ebano" nel 2005, Paola Turci con "Rwanda" nel 2006, Samuele
Bersani con "Occhiali rotti" nel 2007 e Subsonica con
"Canenero"
Riaperta
ieri la prigione di Abu Ghraib ( da "Denaro, Il"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: dopo essere stata un centro di tortura durante il regime
di Saddam Hussein. Nel tentativo di non rievocare più tristi ricordi nella
memoria degli iracheni, l'istituto penitenziario è stato ribattezzato con il
nome di Carcere centrale di Baghdad ed è stato ristrutturato: al momento ospita
300 detenuti che diventeranno presto 3mila.
Guinea/
Msf denuncia condizioni inaccettabili nelle carceri
( da "Virgilio
Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: diritti umani fondamentali mettono a rischio la vita dei
detenuti e sono pertanto assimilabili a dei veri e propri maltrattamenti -
aggiunge Frank Bossant - un intervento umanitario di emergenza non può essere
la soluzione alle disfunzioni generali e strutturali dell'amministrazione
penitenziaria per quanto riguarda la distribuzione di cibo e il mantenimento
delle condizioni igieniche
Cie a
Falconara, il Pd va all'attacco ( da "Corriere Adriatico"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: utilizzo sempre più distorto che si è fatto nel corso
degli anni di queste strutture, la costante violazione dei diritti umani al
loro interno e le condizioni drammatiche in cui vivono gli immigrati che vi
sono rinchiusi. "Onu, Parlamento Europeo, organizzazioni umanitarie e di
volontariato fanno notare i Democratici falconaresi hanno più volte evidenziato
queste terribili realtà.
Ecco il
testo del ddl Calabrò sulla fine vite
( da "Foglio,
Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: collettività e garantisce la dignità della persona umana
riguardo alle applicazioni della biologia e della medicina. 3.La Repubblica
riconosce come prioritaria rispetto all'interesse della società e della scienza
la salvaguardia della persona umana. 4. La Repubblica riconosce il diritto alla
vita inviolabile ed indisponibile, garantito anche nella fase terminale
dell'esistenza e nell'
La
difesa presenta una memoria: <Smonteremo le accuse>
( da "Sicilia,
La" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: una delegazione del governo tunisino è giunta oggi
sull'isola per verificare le condizioni dei circa 500 connazionali ospiti del
Cie. In particolare i nordafricani intendono accertare eventuali violazioni dei
diritti umani ai danni dei migranti, da mesi rinchiusi nella struttura e
prossimi al rimpatrio.
Partecipa.Rete:
giovani e politica a confronto in Provincia di Piacenza
( da "Sestopotere.com"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: iniziativa hanno effettuato un percorso di approfondimento
sulle tematiche dei diritti umani e oggi hanno esposto le loro riflessioni,
sollecitando anche gli amministratori locali su alcune tematiche a loro care.
“Vedere tanti giovani che si interessano ai problemi reali della comunità in
cui vivono è un segnale di grande maturità e consapevolezza –
Zimbabwe/
Vicepresidente tenta di vendere oro del Congo in
( da "Virgilio
Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: accusandole di violazioni dei diritti umani. Ad accusare
il vicepresidente è un'azienda che ha sede in Europa, Firstar, secondo cui la
figlia di Mujuru, Nyasha del Campo, avrebbe cercato di vendere più di tre
tonnellate e mezzo di oro provenienti dal Congo. Copie delle e-mail scambiate
dall'azienda con la donna sono state fatte arrivare alla Bbc.
Sicurezza/
Italia condannata per mancato rispetto diritti
( da "Virgilio
Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: torture, a trattamenti inumani o degradanti o a una
detenzione arbitraria, che avrebbe avuto cure mediche, visite del suo avvocato
e dei membri della famiglia". La Corte ha però sentenziato contro
l'Italia, ricordando dei precedenti che provavano numerosi casi in cui la
tortura e trattamenti contrari alla dignità dell'uomo sono inflitti in Tunisia
in maniera costante a persone sospette
Per il
ciclo "Islam e Democrazia" - Seminario di Ibrahim Kaboglu
( da "Bollettino
Università & Ricerca" del
24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: strenuo impegno nella difesa dei diritti umani, negli anni
scorsi si è mobilitata la comunità accademica italiana e internazionale.
Kaboglu, infatti, in qualità di presidente del Consiglio consultivo per i
diritti umani della Repubblica di Turchia, ha subito un lungo processo per la
violazione dell'identità turca, per aver sostenuto i diritti delle minoranze
abitanti in Turchia.
CRISI
ECONOMICA: VATICANO, DEMOCRAZIA E DIRITTI UMANI A RISCHIO
( da "ITnews.it"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: E' questo l'allarme lanciato dalla santa Sede alle Nazioni
Unite attraverso il suo Osservatore permanente alla sede d Ginevra dell'Onu,
l'arcivescovo mons. Silvano Tomasi. Mons. Tomasi e' intervenuto nel corso della
sessione speciale del Consiglio dei diritti dell'uomo sulla crisi economica
mondiale.
CONDIZIONI
INACCETTABILI NELLE CARCERI DELLA GUINE
( da "WindPress.it"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: inferiore alle norme minime in materia di tutela dei
diritti umani, può essere in parte attribuita alla povertà dilagante e alle
risorse limitate del paese, non si riesce a spiegare tuttavia la mancata
risposta alla malnutrizione ricorrente e alle condizioni di vita inaccettabili
per i detenuti, per gli uomini in particolare.
Crisi
economia/ Vaticano: Finanza sia etica, promuova bene
( da "Virgilio
Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: I diritti umani di innumerevoli persone sono compromessi,
incluso quelli all'acqua, al cibo, alla salute e a un lavoro decoroso.
Soprattutto, quando ampi segmenti di una popolazione nazionale vedono i loro
diritti sociali ed economici vanificati, la perdita di speranza mette a
repentaglio la pace.
La Cina
chiude il Tibet agli stranieri ( da "Blogosfere"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract:
CRISI:
VATICANO, FINANZA SIA ETICA O SI RIPETERANNO ERRORI
( da "Virgilio
Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: azione internazionale concertata volta a promuovere e
tutelare tutti i diritti umani e se le dirette attivita' finanziarie ed
economiche non verranno poste su una strada etica che possa anteporre le
persone, la loro produttivita' e i loro diritti all'avidita' che puo' scaturire
dall'attenzione al solo profitto'', si ''ripeteranno errori vecchi e piu'
recenti''.
Crisi,
Vaticano: ''Democrazia e diritti umani a rischio''
( da "Adnkronos"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: ''Democrazia e diritti umani a rischio'' L'Osservatore
permanente della Santa Sede presso l'ufficio di Ginevra dell'Onu, mons. Tomasi:
''L'assenza di un fondamento etico ha portato la crisi a tutti i Paesi, a
basso, medio e alto reddito'' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ECONOMIA
ultimo aggiornamento: 24 febbraio,
Razzismo
istituzionale ( da "AprileOnline.info"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: in condizioni disumane così come è stato documentato dalla
Commissione parlamentare sui diritti umani del Senato e dalla Commissione
Europea? Divampa l'incendio e Maroni continua a vendersi il fumo di un accordo
con la Tunisia di cui nessuno conosce i termini esatti ed in ogni caso non
potrebbe risolvere il ben più vasto e complesso problema delle identificazioni
e rimpatri.
Diritti
umani: Tunisino estradato, condanna Strasburgo
( da "KataWeb
News" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Diritti umani: Tunisino estradato, condanna Strasburgo 24
febbraio 2009 alle 19:21 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti La Corte europea
dei diritti umani ha condannato l'Italia per l'estradizione in Tunisia di Essid
ben Khamais. Il tunisino aveva già scontato una condanna a cinque anni di
carcere in Italia per aver fatto parte di un'
Biotestamento,
Franceschini: c'è l'unanimità pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: importante dei diritti umani è la vita, mentre c'e' una
posizione che marginalizza questo perche' riesce a riportare come plausibile la
legittimazione del suicidio assistito, come la sospensione della nutrizione e
dell'idratazione. Speravo che Franceschini fosse piu' attento a cogliere questo
motivo profondo del dissenso dell'area cattolica.
Amici
in cinque minuti/3 ( da "Blogosfere"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Di democrazie e diritti umani non si è parlato e, quando
il tema è stato affrontato incidentalmente, si è risolto in qualche formula
diplomatica piuttosto astrusa. La visita cinese è stata un caso paradigmatico:
non solo la nuova segretario di stato non ha fatto cenno alle tematiche spinose
per il governo cinese, non solo ha mantenuto il silenzio sul Tibet e sulla
Charta '
Mercatino
a Forlì per Emergency ( da "Sestopotere.com"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: difende i diritti umani. Da Aprile 2007 è attivo il Centro
Cardiochirurgico di Kartoum, l?unico ospedale nel cuore dell?Africa in grado di
intervenire nelle patologie cardiache del Sudan e di 9 stati confinanti.
Emergency promuove inoltre cultura di pace diffondendo notizie sulle guerre e
sulle loro atroci conseguenze.
Stories
of possible words ( da "Blogosfere"
del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: affermazione dei diritti umani e della democrazia, secondo
i principi del World Social Forum , cui il premio fa riferimento: il lavoro,
l?economia solidale, la casa, le minoranze, l?intercultura, il dialogo
religioso, il dialogo politico, l?ambiente, la salute, l?
( da "Manifesto, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
CIA
Il saggista Mc Coy:«Clinton la approvò» «Tortura
piscologica, ambiguità da chiarire» Sara Menafra Dall'epoca della Guerra fredda
in avanti, gli Stati uniti hanno sempre ammesso l'uso della tortura. E fu
l'ultimo presidente democratico prima di Obama, Bill Clinton, nel
( da "Manifesto, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
PECHINO
Buoni del tesoro e clima, i colloqui di Hillary Clinton Simone Pieranni PECHINO
PECHINO Neanche le madri di piazza Tian'anmen hanno fatto scivolare Hillary
Clinton, giunta in Cina nella sua prima missione come segretaria di stato
statunitense. Una lettera pubblicata su un sito web immediatamente oscurato, e
gli appelli di parenti e conoscenti di alcuni dissidenti in carcere, non hanno
scosso Hillary Clinton, il suo sorriso in ogni incontro e la grande voglia di
affrontare solo le emergenze: la crisi economica e le questioni ambientali. Per la questione dei diritti umani ci sarà tempo
e di sicuro i cinesi dimostreranno di avere gradito questo atteggiamento. Non
in pochi in Cina, nelle ore successive all'elezione di Obama, avevano fatto
oscuri presagi sui rapporti sino statunitensi, proprio per la sensibilità dei
democratici Usa su temi caldi come Tibet, Taiwan e la questione dei diritti umani. Invece, tutto è filato liscio, se si eccettua la
denuncia di Zeng Jinyan - suo marito Hu Jia sta scontando una condanna di tre
anni e mezzo di prigione per reati di opinione - che ha affermato di essere
stata bloccata per tutta la giornata di ieri dalla polizia nella sua casa alla
periferia di Pechino. Il gruppo umanitario China Human
Rights Defender inoltre ha diffuso un comunicato, sostenendo che «numerosi»
altri dissidenti ieri sono stati messi agli arresti domiciliari, per impedire
loro di incontrare il segretario di stato Usa. Sui media cinesi non c'è notizia
al riguardo, mentre c'è un'ampia copertura della visita di Hillary Clinton, a
celebrare i trent'anni di rapporti diplomatici tra Usa e Cina. Questa volta a
lamentarsi delle affermazioni del segretario di stato Usa - «i problemi di
Taiwan, del Tibet e dei diritti umani verranno
discussi, ma la nostra pressione non può interferire con la crisi economica
globale, i cambiamenti del clima, le crisi legate alla sicurezza» - sono stati
i gruppi umanitari internazionali. Secondo Amnesty
International («stupiti ed estremamente contrariati»), Clinton avrebbe
«danneggiato le future iniziative degli Usa per proteggere i diritti umani in Cina», mentre Tenzin Dorjee, di Students for a Free
Tibet, ha sostenuto che i leader stranieri «devono rafforzare la pressione
sulla Cina». Clinton, che ripartirà oggi dalla Cina, è giunta a Pechino nella
serata di venerdì sera, proveniente dall'Indonesia. Il primo degli incontri
programmati nella giornata di ieri è stato con Yang Jiechi, ministro degli
esteri cinese. Con le prime conversazioni, i primi annunci: il 27 febbraio i
due ministeri della difesa, cinese e statunitense, si incontreranno per
discutere di problematiche globali, così come a Londra, in aprile, ci sarà il
primo incontro tra il neo eletto presidente Usa Barack Obama e il presidente
cinese Hu Jintao. Le parole della segretaria di stato Usa, al termine
dell'incontro, hanno confermato il trend dell'intera giornata, fatto di buoni
propositi e rassicurazioni: «Al momento del debutto della nuova amministrazione
del presidente Obama - ha detto Hillary Clinton - noi vogliamo rafforzare e
migliorare le relazioni tra i due paesi», ritenendo un «imperativo» la cooperazione
e la necessità di respingere insieme le misure protezionistiche in questo
contesto di crisi economica mondiale. Dal canto suo, Yang Jiechi ha assicurato
che Pechino manterrà l'investimento di una parte delle sue riserve di valuta
straniera in buoni del tesoro americano e che è disponibile a cooperare in modo
attivo con gli Stati Uniti per contribuire al risanamento della finanza
globale, augurandosi «relazioni a lungo termine stabili e in costante
miglioramento» e aprendo alla possibilità di «condurre un dialogo positivo con
la parte americana sui diritti umani». Anche il
cambiamento del clima ha avuto la sua parte nei colloqui: gli Usa sperano di
farne un elemento chiave di una nuova fase di cooperazione con la Cina (Clinton
ieri ha anche visitato una centrale elettrica alimentata a gas eco-compatibile
che usa turbine General Electric) A Zhongnanhai, la sede del governo cinese e
secondo molti la vera città proibita di Pechino, Hillary Clinton ha poi
incontrato il premier cinese Wen Jiabao, confermando aperture e ottimismo a
suon di proverbi cinesi, in un gioco di citazioni che sembra avere soddisfatto
molto gli osservatori locali. «Dobbiamo attraversare il fiume, pacificamente,
come fossimo su una stessa barca», ha detto Clinton, citando direttamente
dall'Arte della guerra di Sun Tzu. Infine, a chiudere l'intensa giornata
diplomatica ha incontrato il presidente cinese Hu Jintao.
( da "Manifesto, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
DUE
IMMAGINI DI HILLARY CLINTON DURANTE IL SUO VIAGGIO IN ASIA /FOTO AP Una Chimera
tutta rosa e fiori Angela Pascucci Tra gli effetti più eclatanti del grande
collasso economico e finanziario in corso secondo alcuni è da mettere in conto
«un grave arretramento geopolitico» dell'Occidente. Il perché lo spiega con
chiarezza Foreign Affairs nel suo ultimo numero (gennaio/febbraio 2009). «Washington
e i governi europei non avranno né le risorse né la credibilità politica per
giocare negli affari globali il ruolo che altrimenti gli sarebbe stato
proprio», scrive Roger Altman, vice segretario al tesoro nella prima presidenza
Clinton, che prevede un'accelerazione dello spostamento del centro di gravità
del mondo, già in corso da tempo. Quale sia la forza di attrazione più potente,
ancora oggi, l'analista lo indica esplicitamente: la Cina, che continua a
tenere il passo, sia pure rallentato dallo sconquasso globale.
L'Amministrazione Obama sembra già averne preso atto. Il primo viaggio
all'estero del segretario di stato Hillary Clinton l'ha vista puntare verso il
Pacifico. Non accadeva dai tempi di Dean Rusk, negli anni '60. Una rottura
esplicita della tradizione che da allora in poi aveva visto tutti i
responsabili della diplomazia Usa rivolgere la loro prima attenzione al Medio
Oriente e all'Europa. Pechino è stata l'ultima tappa della Clinton, dopo il
Giappone, la Corea del sud e l'Indonesia. Dulcis in fundo o coda velenosa era
la domanda che tutti si ponevano, per capire su quale tono la nuova Casa Bianca
intendesse impostare quella che lo stesso segretario di stato ha definito «la
più importante relazione bilaterale del mondo in questo secolo». Oggi chi
puntava sul «contenimento» e una nuova intransigenza per le violazioni cinesi,
soprattutto in materia di diritti umani, sarà deluso.
Soprattutto perché la partenza della nuova Amministrazione era stata al
proposito irruenta (tanto che il discorso di insediamento di Obama era stato
censurato in Cina). Ma ancora una volta l'assunzione del potere, e il
cataclisma globale in corso, hanno spinto più che mai al pragmatismo e dunque
all' «engagement». Già poco prima della sua partenza per il tour asiatico, il
nuovo segretario di stato aveva mandato segnali concilianti, quando all'Asia
Society aveva affermato: «Alcuni pensano che una Cina in ascesa sia per
definizione un avversario. Al contrario, noi pensiamo che Usa e Cina possono
beneficiare del, e contribuire al, rispettivo successo». E aveva annunciato
anche la ripresa del dialogo sulle questioni militari, interrotto da Pechino
quando l'Amministrazione Bush ormai agli sgoccioli aveva venduto oltre 5
miliardi di dollari di armi a Taiwan. Hillary Clinton non ha atteso di
atterrare a Pechino per confermare il messaggio. Già sull'aereo
aveva dichiarato alla stampa che la questione dei diritti umani non avrebbe impedito di lavorare con la Cina per affrontare
insieme la crisi finanziaria, il cambiamento climatico e la questione nord
coreana. «Non che Taiwan, il Tibet, i diritti umani non siano
nella nostra agenda, ma sappiamo bene quello che avranno da dire». Le
pressioni su questi nodi spinosi continueranno ma non interferiranno con «il
dialogo necessario alla comprensione e alla cooperazione» sulle questioni che
in questo momento l'amministrazione Usa mette al primo posto. Così il primo
incontro a Pechino con il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi ha puntato
sulla cooperazione, definita «imperativa», sull'economia e i cambiamenti
climatici, problemi rispetto ai quali, ha detto Clinton, «vogliamo approfondire
e allargare la nostra relazione». Quel che divide, ha ribadito il segretario di
stato, verrà trattato a porte chiuse, secondo la consueta tradizione diplomatica.
Pechino può dunque definitivamente archiviare l'immagine della first lady che
nel 1995, alla Conferenza mondiale delle donne di Pechino, lanciò contro le
violazioni e gli abusi del regime cinese la critica più violenta mai proferita
da un ospite straniero. Altri tempi, altro ruolo, altra situazione. Il primo
ballo della nuova coppia sembra dunque essere andato senza i clamorosi pestoni,
nonostante, e su questo non c'è dubbio, la musica sia cambiata e anche i passi.
Nella sua prima audizione alla Commissione affari esteri del Senato come
candidata alla segreteria di stato, nel presentare il nuovo «smart power»,
potere intelligente, degli Usa nei confronti del mondo, Hillary Clinton aveva
preannunciato che la politica verso la Cina sarebbe cambiata per divenire più
«comprensiva», allargata a un ventaglio più vasto di questioni, e non più solo
focalizzata sull'economia, come era avvenuto durante l'era Bush, soprattutto la
seconda. La leadership cinese avrebbe probabilmente preferito continuare così,
visti i legami ormai inestricabili e vitali che legano i due sistemi economici,
sostanza fondamentale di quella che lo storico Niall Ferguson ha definito con
un'efficace crasi «Chimerica». Un intreccio che la crisi sta mettendo a dura
prova. Il cambiamento climatico, e le misure urgenti da prendere per
contrastarlo, si presenta invece come questione inquietante per la Cina, che ha
ormai sopravanzato gli Usa nell'emissione di gas inquinanti ma che continua a
sottolineare l'enorme differenza di sviluppo, e di consumo pro capite, dei due
paesi, e si batte per una diversa strategia. Ma non c'è dubbio che se i due
maggiori avvelenatori del pianeta decidessero infine di confrontarsi
direttamente, le probabilità di uscire da un'impasse letale potrebbero
aumentare (a meno che non trovino accordi sulla pelle degli altri). Il
«dialogo» lo rivelerà presto. Per ora Pechino incassa il cambiamento di tono,
esito positivo di uno scontro che si è consumato nelle prime settimane della
presidenza di Barack Obama. Aveva cominciato il ministro del tesoro Timothy
Geithner accusando Pechino di «manipolare» la propria moneta, anatema che
nemmeno ai tempi di Bush si era mai sentito. Poi era arrivata la teoria del
«saving glut», dell'eccesso di risparmio, formulata dal presidente della Federal
Reserve Ben Bernanke, che, in un ribaltamento grottesco della situazione,
addossava alla Cina la colpa del collasso globale. Poi lo slogan «buy
american», foriero di un vento protezionistico letale per il sistema economico
cinese. E tutto mentre Pechino continuava a tenere a galla la barca comprando
bond americani sempre meno appetibili. A dicembre è arrivato a detenerne 696
miliardi (rispetto ai 477 di un anno prima), superando così anche il fidato
Giappone. Sul palcoscenico del Forum economico mondiale di Davos, alla fine di
gennaio, è iniziato il contrattacco cinese, con le dure critiche del premier
Wen Jiabao a un «modello di sviluppo insostenibile» basato su bassi risparmi e
alti consumi. Lo stesso premier si faceva intervistare il 2 febbraio dal Financial
Times per ribattere punto per punto alle accuse e avvertire che per la Cina,
alle prese coi propri enormi problemi, difendere i propri interessi è il
migliore contributo alle difficoltà globali. Il messaggio è stato afferrato ed
è iniziata la marcia indietro, culminata al G7 di Roma, da dove il 14 febbraio
lo stesso Geithner apprezzava l'«importante» ruolo di Pechino «nella
stabilizzazione del sistema finanziario internazionale». Nel 2009 gli Stati
uniti prevedono di emettere 2000 miliardi di bond per fare fronte alla
catastrofe in corso, e qualcuno dovrà pur comprarli.
( da "Articolo21.com" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'Italia,
l'amico Putin e la Russia dei delitti impuniti di redazione Non lasciare
impunito l'omicidio di Anna Politkovskaja. Dopo l'assoluzione dei quattro
imputati il caso è stato riaperto ,soprattutto in seguito alle proteste
soprattutto dell'Occidente. In molti hanno chiesto giustizia per Anna : il
governo degli Stati Uniti, l'Europa, e tanta indignazione ha suscitato il
verdetto del tribunale anche in Italia. Migliaia di cittadini hanno mandato
delle mail e telefonato nelle redazioni dei giornali. . Solidarietà nei
confronti di una donna minuta che si era assunta il coraggio di un intero paese
per denunciare crimini di guerra perpetrati in Cecenia, ma soprattutto la
voglia di combattere per difendere la libertà. Perchè la libertà di uno è la
libertà di tutti. Dare voce a questi cittadini è lo scopo di questo appello.
Affinchè il governo italiano chieda a Mosca di punire gli assassini di Anna e
di non far cadere nel dimenticatoio la vicenda della giornalista. L'Italia nell'ultimo
periodo è uno degli interlocutori preferiti della Russia di Putin. Pochi mesi
fa è stato uno dei pochi paesi occidentali a scherarsi a fianco di Mosca
nell'ultima guerra del Caucaso. I rapporti bilaterali sono ottimi. Quelli
commerciali eccellenti. Purtroppo il mancato rispetto dei
diritti umani sembra passare i secondo piano. Dal 1992 al 2007 218 giornalisti
hanno perso la vita in questo paese, il secondo nel mondo per il numero dei
reporter ammazzati. Gli ultimi della tragica lista: la giovane stagista di
Novaja Gazeta Anastasia Baburova e il difensore dei diritti umani Serghej Markelov, uccisi in pieno centro n ella capitale
russa. Per questo chiediamo il governo e al ministro degli esteri Frattini di
fare tutto il possibile per non lasciare impunito l'omicidio della
Politkovskaja , figura simbolo nella lotta per la libertà. Giuseppe Giulietti
Maria Magarik Nuccio Dispenza Roberto Natale Vincenzo Vita Stefano Corradino
Tania Passa
( da "Cittadino, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Clinton
in Cina Una Messa e una "chat" per chiudere PECHINO Hillary Clinton
ha concluso ieri la sua visita in Cina, e la sua prima missione all'estero come
segretario di Stato, incontrando una dozzina di attiviste per i diritti delle
donne nell'Ambasciata degli Usa a Pechino. Hillary ha anche
"chattato" su Internet con altre attiviste e in apertura di giornata
ha assistito a una Messa in una chiesa protestante alla periferia della
capitale. Il segretario di Stato ha approfittato di un'intervista rilasciata a
una rete televisiva di Shanghai per riaffermare il senso della sua visita in
Cina: «Siamo sulla stessa barca - ha detto - e per fortuna stiamo remando nella
stessa direzione». Impegnandosi a continuare nella sua politica di massicci acquisti
di buoni del Tesoro Usa, ha aggiunto, la Cina «ha riconosciuto la nostra
interdipendenza». Nei suoi colloqui politici, ieri, Clinton si è concentrata
sulla necessità che Usa e Cina affrontino in modo coordinato la crisi economica
internazionale e il grande problema del surriscaldamento del pianeta,
considerato anche che i due Paesi sono quelli maggiormente responsabili
dell'emissione di gas inquinanti. Lavorando insieme su
questi terreni, ha detto la Clinton. Il segretario di Stato ha riconfermato l'impegno
degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la
priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due
paesi.
( da "Giornale di Brescia" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione:
23/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero Hillary: la Cina compri
bond Usa Il segretario di Stato lascia Pechino. Delusi gli attivisti dei
diritti umani Hillary Clinton col collega cinese Yang
Jiechi PECHINO Hillary Clinton chiude il suo tour asiatico con un appello alla
Cina: «comprate il debito americano». Il segretario di Stato riparte per
Washington dopo la tappa a Pechino che le ha attirato le critiche delle organizzazioni per la tutela dei diritti umani. Ai leader cinesi l'ex First Lady ha detto che gli Stati Uniti
non perdono di vista il rispetto dei diritti, ma che questo non deve ostacolare
la lotta in cui Pechino e Washington sono impegnati fianco a fianco per
sconfiggere la crisi economica e garantire la sicurezza da minacce come il
terrorismo e la proliferazione nucleare. L'ultimo appello è stato a
continuare comprare buoni del Tesoro americani per aiutare la ripresa
dell'economia americana e dell'esportazione di prodotti cinesi. «Continuando a
sostenere gli strumenti del Tesoro americano» ha detto la Clinton, «i cinesi
riconoscono le nostre interconnessioni. Le cose stanno proprio così: cadremo o
risorgeremo insieme». E mentre i dissidenti lamentano vessazioni, e arresti per
impedir loro ogni contatto con la Clinton, il segretario di Stato e il collega
Yang Jiechi, hanno trovato terreno di intesa sulla gestione della crisi e della
lotta al cambiamento climatico. La buona volontà di Pechino, potrebbe generare
una nuova era di collaborazione tra due delle tre economie più importanti e tra
i due maggiori inquinatori del pianeta.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'INCONTRO.
A BRESCIA, OSPITE DELLA «CCDC» E DI «AMNESTY INTERNATIONAL» UN DISSIDENTE
SCAMPATO AI «LAOGAI» HARRY WU, LA CINA di Lucilla Perrini Era un giovane
studente di geologia a Pechinom quando decise di aderire alla Campagna dei
Cento Fiori, promossa dallo stesso Partito Comunista per «correggere i suoi
precedenti errori». Harry Wu fu bollato come nemico del popolo e, per questo,
nel 1960 fu arrestato e mandato in un campo di lavori forzati. Senza
un'incriminazione formale, senza neppure un processo, fu internato per 19 anni
nei «laogai» (acronimo di Laodong Gaizao Dui, cioè riforma attraverso il
lavoro). Un mondo infernale, in cui il detenuto è costretto a lavorare fino a
16 ore al giorno, a soffrire la fame, a subire pestaggi e torture, dalle
scariche elettriche alla sospensione per le braccia. Un campo di concentramento
copiato dal modello sovietico dei gulag. Ma mentre i lager sono stati chiusi
nel 1945 e i gulag sono in disuso dagli anni '90, ancor oggi in Cina ci sono
almeno 1.045 laogai attivi, dove cinque milioni di uomini donne e bambini sono
condannati ai lavori forzati a vantaggio economico del regime comunista cinese
e di numerose multinazionali che investono o producono in Cina. HARRY WU è
riuscito a uscire vivo da questo inferno, dal quale si calcola siano passati 50
milioni di cinesi, e nel 1985 è entrato illegalmente negli Stati Uniti. Da quel
momento ha scelto di trasformare i suo ricordi in una testimonianza viva, di
continuare, attraverso la Laogai Research Foundation e i suoi libri, la battaglia per la democratizzazione della Cina e il rispetto dei
diritti umani negati dal regime comunista. Nei giorni scorsi Harry Wu era a
Brescia, ospite della Ccdc e di Amnesty International, per raccontare nel
Salone Bevilacqua della Pace i suoi anni nei gulag cinesi. Wu, come sono stati
quegli anni? «I primi anni sono stati i più duri, per le torture subito e i
lavori forzati. In quel periodo avevo perso anche la fede». Come è
finito nel laogai? «Provenivo da una famiglia borghese ed ero cattolico. Tanto
bastava per essere giudicato nel 1957, insieme a un milione di persone, un
controrivoluzionario di destra. Sono state due mie affermazioni a farmi
rinchiudere: avevo disapprovato l'invasione dell'Ungheria nel '56 da parte
dell'Urss e avevo detto che il partito comunista divide la società in classi.
Così senza neppure processo. sono stato internato per 19 anni». Qual era la sua
giornata tipo? «Sveglia all'alba, ci mettevano in fila e controllavano le
presenze, poi ci davano una ciotola di cibo. Entro 10 minuti bisognava uscire
dalle baracche, ci ricontavano e andavamo a lavorare in un quadrilatero segnato
da bandiere. Chi le oltrepassava veniva ucciso. A fine giornata ognuno pesava
quanto aveva prodotto e se non raggiungeva la quota veniva insultato da tutti e
punito, ad esempio legato a un palo per ore. Dalle 20 alle 22 c'erano
l'indottrinamento politico e l'autocritica. Dopo il sermone giornaliero si
andava a dormire». Il miracolo economico cinese è sato costruito sulla pelle di
questa immensa forza lavoro a costo 0? «Sì. Con il regime comunista, oltre alla
divisione della società in classi, rivoluzionarie e antirivoluzionarie, si è
proceduto all'annullamento della proprietà privata e alla statalizzazione di
tutto, dai terreni alle industrie, e alla negazione di qualsiasi credo
religioso. Per trent'anni lo Stato è stato l'unico datore di lavoro. Negli anni
'80 il regime ha deciso di aprirsi ai mercati stranieri, di conseguenza ha
ammorbidito le sue posizioni sulla religione, anche se la cattolica resta illegale.
Al capitale straniero, affinché investisse, la Cina ha offerto una manovalanza
a bassissimo costo. Si è così verificata una dicotomia, tra il settore
economico e quello politico, che è rimasto uguale, dato che c'è solo un
partito, un leader, un solo sistema. La Cina è sempre stata un impero, oggi è
solo un nuovo impero». Se la tanto decantata «competitività cinese» nasce
principalmente dal lavoro forzato dei laogai perché l'Occidente continua a fare
affari con la Cina? «Fino agli anni Settanta gli Stati occidentali non avevano
rapporti né economici né diplomatici con la Cina. Tra i quattro regimi
comunisti rimasti, la Cina è l'unica ora a essere trattata dall'Occidente in
modo differente. Il leader cinese viene ricevuto con tutti gli onori alla Casa Bianca,
anche se gli americani sono perfettamente a conoscenza della mancanza di
diritti civili in Cina. Negli Usa una legge vieta l'acquisto di merci prodotte
nei laogai, ma quest'anno in 8 aziende hanno sequestrato merci realizzate lì.
La stessa Levis fabbrica i suoi jeans in Cina: ufficialmente è tutto ok, ma il
cotone viene tutto dai laogai». Oggi qual è la situazione dei diritti umani in Cina? «Il partito mantiene il controllo di tutti i
media, tv, giornali e radio: non è possibile criticare il governo, nemmeno
esporre delle opinioni personali sul governo, e chi lo fa viene accusato di
sovvertire il regime e spedito nei laogai. Ma non solo. C'è la politica di
controllo delle nascite che continua da trent'anni. La teoria imposta è che la
popolazione rappresenta il 22 per cento di quella mondiale, mentre il terreno
sfruttabile dal punto di vista agricolo è solo il 9 per cento, quindi è
necessario porre un freno. In realtà basta pensare alla Svizzera o al Giappone
per capire che questo problema in Cina non sussiste. Tutt'oggi se una donna
vuole avere un figlio deve compilare un modulo e aspettare il via libera, ma
non più di uno. In Cina i bambini non sanno cosa vuol significhi avere un
fratello o una sorella, chi rimane una seconda volta incinta viene costretta ad
abortire, indipendentemente dal mese, e la coppia è immediatamente
sterilizzata». Lei ha svelato il grande business statale dei traffici d'organo.
«Non c'è nella cultura e nella mentalità cinese l'idea di donare gli organi,
eppure il governo ha orgogliosamente annunciato che la Cina in pochi anni è
diventata il secondo paese dopo gli Usa per numero di trapianti di organo. Ma
non si dice che il 95 per cento degli organi in Cina proviene da esecuzioni di
uomini o donne: basti pensare che in soli 11 mesi, tra il 1983 e il 1984 sono
state messe a morte 24 mila persone e si calcola che ogni anno vi siano almeno
8000 esecuzioni». Vede una possibilità di cambiamento in Cina? «Sì, ci vorrà
molto tempo, la via da percorrere è molto lunga, ma lo credo possibile».
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
SANPOLINO.
AL PICCOLO TEATRO LIBERO DI VIA BAZOLI PER LA RASSEGNA ORGANIZZATA
DALL'ASSOCIAZIONE «AMICICOMPLICI AMANTI» La colonna infame in chiave rock Al
Piccolo Teatro Libero del Quartiere San Polino (corso Luigi Bazoli 89) per la
rassegna «Incontrateatri», dell'associazione «Amicicompliciamanti», questa sera
alle ore 20.45 Teatro Invito presenta «La colonna infame», concerto teatrale
«ba-rock» da Alessandro Manzoni. La regia e la drammaturgia sono di Luca
Radaelli che è anche interprete dello spettacolo insieme a Luigi Maniglia e
Valerio Maffioletti. La consulenza musicale è di Angelo Rusconi, la partitura
di Antonio Pizzicato. La compagnia lecchese di Teatro Invito ha sempre avuto
una particolare attenzione per lo scrittore lombardo e qualche anno fa aveva
già messo in scena «Casa Manzoni», uno spettacolo itinerante ispirato alla vita
e all'opera di Alessandro Manzoni, e «Il racconto dei promessi sposi», per cui
aveva ricevuto il Premio Eti, ora propone un nuovo lavoro partendo dalla
«Storia della colonna infame» considerata l'appendice e il completamento dei
«Promessi Sposi». Il libro, che non ebbe gran fortuna ai tempi in cui fu
scritto ma che oggi è considerato l'opera più importante e attuale di Manzoni, parla di tortura, inquisizione e peste per riflettere di temi che
allo scrittore sono particolarmente cari: la giustizia, quella divina e quella
umana, e il libero arbitrio, che consente di scegliere tra il bene e il male.
Dal commento agli atti del processo intentato ai presunti untori della peste
nel 1630 scaturisce una storia vera di poveri malcapitati presi nell'ingranaggio,
capri espiatori da dare in pasto a un popolo terrorizzato e furente. E si pone
una riflessione sul presente, sulle pesti che ciclicamente ci minacciano: la
pazza paura di un attentato che «ha la trista virtù di far prendere per colpevoli
degli sventurati», le torture, le ingiustizie, i processi sommari in corso in
varie parti del mondo. Perché «le istituzioni più assurde hanno sostenitori
finché non sono morte del tutto, e spesso anche dopo, per la ragione stessa che
sono potute vivereA. Nella messinscena, la vicenda viene raccontata in modo
serrato, come in un legal thriller. Le atmosfere vengono suggerite da momenti
musicati e cantati. Una vera partitura, un concerto teatrale per voci e
chitarra elettrica (con inserti di tastiere e percussioni). Suoni, rumori e
canti che richiamano urla, gemiti, preghiere. L'ingresso è libero, viene
richiesto un contributo in forma di libera sottoscrizione
all'associazione.F.D.L.
( da "Arena, L'" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lunedì
23 Febbraio 2009 CRONACA Pagina 15 ASSOCIAZIONI. Riunione dei club della Fidapa
per la tradizionale Cerimonia delle Candele Il lavoro delle donne per
migliorare il mondo Tante iniziative comuni per promuovere la pace, il rispetto
e il diritto alla libertà e all'eguaglianza La vera globalizzazione si chiama
Fidapa, la Federazione italiana donne arti, professioni e affari e si lega alla
Bpw (International federation of business and profesional women). Sono le donne
di tutto il mondo che unite in un'unica associazione portano avanti iniziative
e programmi che hanno come obiettivo promuovere la pace, il rispetto, il
diritto alla libertà e all'eguaglianza. Per questo da 78 anni in tutto il
mondo, a febbraio, si ricordano i propositi e le tante attenzioni che le donne
riservano ai molteplici problemi che attanagliano la nostra società. E a Verona
le donne imprenditrici e quante si sono distinte nell'aiutare il prossimo si
sono riunite al ristorante Re Teodorico per celebrare la Cerimonia delle
Candele. Un evento che unisce le donne di tutto il mondo nel segno della pace.
Un abbraccio simbolico voluto dalla fondatrice della federazione, l'avvocato
Lena Madesin Philips che nel 1928 volle dare il via ad un intesa fra le donne
di tutte le nazioni. Il motto dedicato alle donne del tempo era «Se unite si
possono raggiungere le stelle». Lo sforzo è stato tale che oggi la Bpw da voce
a 30mila donne alle Nazioni Unite dando a questa istituzione mondiale le
informazioni e le opinioni formulate dalle associazioni affiliate. Gode dello
status consultivo al consiglio economico e sociale e all'ufficio internazionale
del lavoro, alla commissione per lo status delle donne e
alla commissione per i diritti umani. È status consultivo anche per
l'Unesco, l'Unicef e l'Oms, la Fao e il Fondo Internazionale per lo sviluppo
dell'agricoltura e il Consiglio d'Europa. Alla cerimonia veronese erano
presenti presidenti attuali e passate come Maria Castagna, la prima a tenere le
redini della Fidapa di San Bonifacio. Al tavolo d'onore l'attuale
presidente per la Fidapa Verona Est Anna Mazzaglia, per il distretto Nord Est
Anna Giovannoni. E poi, Silvia Mostarda presidente di Legnago, Elisa Zoppei per
San Bonifacio, per Legnago Ave Arabbi, per Lonigo Maria Francesca
Cavaggioni.All'evento c'erano anche le presidenti di diverse associazioni
veronesi. A rappresentarle tutte la presidente della consulta delle
associazioni femminile l'avvocato Francesca Briani e Antonia Pavesi,
consigliere comunale. Mazzaglia per la Fidapa di Verona Est è la 21esima
presidente:«Dobbiamo investire nella Bpw affinché questa sia la rete più forte
che guida e difende le donne. Per raggiungere i nostri obiettivi di uguale
status nei posti decisionali a livello politico sociale e economico». Dalla
presidente nazionale, Giuseppina Bombaci, è arrivato un messaggio di forza che
si rifà al tema nazionale, «Alla ricerca di un valore perduto: il rispetto». Un
progetto emotivamente coinvolgente, partito dal rispetto per le donne come
madri, lavoratici, portatrici di vita, valori e pace. Le candele accese hanno
testimoniato il lavoro impercettibile ma continuo di chi ha la consapevolezza
che la vita è un dono. Sono state accese 41 candele bianche per le federazioni
presenti in ogni nazione; candele blu a ricordare i club associati tra cui
anche Benin, Burkina Faso e Cameroun; candele rosa a ricordare le associate che
operano da sole in Malesia, Arabia Saudita, Togo, Costa D'Avorio. Alla fine è
stata accesa una candela verde che rappresenta il futuro.
( da "Tirreno, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
1 - Empoli Etica, al via iscrizioni al corso Asl EMPOLI. Scadono il 10 marzo le
iscrizioni al corso "Etica e bioetica nelle professioni della
salute", promosso dall'Agenzia per la formazione dell'Asl 11 con lo scopo
di formare esperti nell'analisi e progettazione dei processi di cura e dei
modelli sperimentali dei processi di cura in un'ottica di eticità. Inoltre
l'esperto potrà fronteggiare controversie di natura etica nell'ambito socio
sanitario ed esercitare funzioni di patrocinio dei diritti umani in collaborazione con gli organismi istituzionali preposti. Un
corso che è stato pensato proprio per rispondere ai mutamenti in atto nella
società e che sollevano progressivamente questioni quali la vita, la salute e
l'esistenza stessa dell'uomo la cui trattazione richiede necessita dei
contributi di professionisti e studiosi specializzati in diversi settori,
dalla medicina alla giurisprudenza. Il corso è rivolto a laureati in medicina e
chirurgia, nelle professioni sanitarie, in farmacia, psicologia, scienze
dell'educazione, scienza della comunicazione, filosofia, sociologia e ai
componenti dei comitati etici fino ad un numero massimo di quaranta iscritti.
Per iscrizioni e informazioni potete chiamare il numero 0571/704333.
( da "Mattino di Padova, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
45 - Giorno/Notte Cinema e diritti Stasera al Fronte del
Porto anche due corti padovani In occasione dei 60 anni della Dichiarazione
universale dei Diritti Umani, è stato prodotto il film collettivo no-profit «All Human
Rights for All, Sguardi del cinema italiano sui diritti umani» al quale ha partecipato la Promovies di Padova in
collaborazione con l'Associazione Rinascimento di Roma, il patrocinio
dell'Onu ed il sostegno di Rai Cinema e di Rai Tre. Un film di due ore che
Veneto Padova Spettacoli propone in prima visione triveneta questa sera, alle
ore 21, al Fronte del Porto Fil
( da "Unita, L'" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
1Ronde
Affidare la tutela dell'ordine pubblico a gruppi di volontari, piuttosto che
rafforzare i mezzi di polizia e carabinieri, è un segno di fallimento dello
Stato. 2 Sicurezza Con la definizione «sicurezza urbana partecipata» sono state
legittimate le ronde. Ma la sicurezza partecipata è il potenziamento
dell'illuminazione, la cura delle aree verdi contro il degrado e soprattutto la
mediazione sociale, necessaria una società sempre più complessa. 3 Lampedusa Mentre
Obama chiude Guantanamo, Maroni sta aprendo a Lampedusa un
centro di detenzione dove non sono rispettati diritti umani. Da centro
indicato dall'Onu come modello di accoglienza dei migranti, quello di Lampedusa
sta diventando un immenso carcere per persone che non hanno compiuto reati.
4Immigrazione Spendiamo nel contrasto all'immigrazione, più di quanto stanziato
per la cooperazione allo sviluppo, spesa quest'anno dimezzata. 5Africa
Poca cooperazione allo sviluppo, politiche di contrasto dell'immigrazione
muscolari e niente integrazione per chi è già in Italia: è una miscela
esplosiva e una miopia pericolosa dell'Italia nei confronti del continente.
( da "Nuova Sardegna, La" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Concluso
il primo viaggio all'estero della Clinton come nuovo segretario di Stato
Hillary a Pechino incontra le femministe PECHINO. Hillary Clinton ha concluso
ieri la sua visita in Cina, e la sua prima missione all'estero come segretario
di Stato, incontrando una dozzina di attiviste per i diritti delle donne
nell'Ambasciata degli Usa a Pechino. Hillary ha anche «chattato» su Internet
con altre attiviste e in apertura di giornata ha assistito a una messa in una
chiesa protestante alla periferia della capitale. Il segretario di Stato ha
approfittato di un'intervista rilasciata ad una rete televisiva di Shanghai per
riaffermare il senso della sua visita in Cina: «Siamo sulla stessa barca - ha
detto - e per fortuna stiamo remando nella stessa direzione». Impegnandosi a
continuare nella sua politica di massicci acquisti di buoni del Tesoro Usa, ha
aggiunto, la Cina «ha riconosciuto la nostra interdipendenza». Nei suoi
colloqui politici, ieri, Clinton si è concentrata sulla necessità che Usa e
Cina affrontino in modo coordinato la crisi economica internazionale e il
grande problema del surriscaldamento del pianeta, considerato anche che i due
Paesi sono quelli maggiormente responsabili dell' emissione di gas inquinanti.
Lavorando insieme su questi terreni, ha detto la Clinton
nella conferenza stampa tenuta con il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e
Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Poi ha riconfermato
l'impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma
ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di
collaborazione».
( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Hillary
Clinton saluta la Cina «Insieme per battere la crisi» --> Lunedì 23 Febbraio
2009 GENERALI, pagina 7 e-mail print pechinoHillary Clinton ha concluso ieri la
sua visita in Cina, e la sua prima missione all'estero come segretario di
Stato, incontrando una dozzina di attiviste per i diritti delle donne
nell'Ambasciata degli Usa a Pechino. Hillary ha anche «chattato» su Internet
con altre attiviste e, in apertura di giornata, ha assistito a una Messa in una
chiesa protestante alla periferia della capitale. Il segretario di Stato ha
approfittato di un'intervista rilasciata a una rete televisiva di Shanghai per
riaffermare il senso della sua visita in Cina: «Siamo sulla stessa barca - ha
detto - e per fortuna stiamo remando nella stessa direzione». Impegnandosi a
continuare nella sua politica di massicci acquisti di buoni del Tesoro Usa, ha
aggiunto, la Cina «ha riconosciuto la nostra interdipendenza». Nei suoi
colloqui politici, sabato, Clinton si è concentrata sulla necessità che Usa e
Cina affrontino in modo coordinato la crisi economica internazionale e il
grande problema del surriscaldamento del pianeta, considerato anche che i due
Paesi sono quelli maggiormente responsabili dell'emissione di gas inquinanti.
Lavorando insieme su questi terreni, ha detto la Clinton nella conferenza
stampa tenuta insieme al suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono
«guidare il mondo fuori dalla crisi». Il segretario di Stato ha riconfermato
l'impegno degli Usa a favore dei diritti umani e
civili, ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di
collaborazione» tra i due Paesi. 23/02/2009 nascosto-->
( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
La
Cambogia fa i conti con i Khmer Rossi Le vittime del regime attendono giustizia
--> Lunedì 23 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 8 e-mail print Con la prima
udienza dello scorso 17 febbraio si è aperto il processo ai superstiti
dirigenti del Partito Comunista Cambogiano, i «Khmer Rossi». Una corte
appositamente creata per questo processo e insediata nella capitale Phnom Penh
dovrà giudicare nei prossimi mesi per crimini contro l'umanità e genocidio
Kaing Guek Eav, il direttore del carcere della capitale durante gli anni della
dittatura dei Khmer Rossi. Dopo di lui, attendono il processo, detenuti, Kieu
Samphan, capo dello Stato, Ieng Sary, braccio destro di Pol Pot e altri
dirigenti di quella che si era proclamata Cambogia democratica: le accuse nei
loro confronti non sono state ancora formalizzate. Le specifiche accuse mosse a
Kaing Guev Eak riguardano l'organizzazione di Tuol Sleng, un ex liceo francese
alla periferia della capitale trasformato nel maggior
centro di detenzione e tortura della Cambogia. Durante gli anni della dittatura
- dall'aprile 1975 all'inizio del 1979 - transitarono dal carcere 20 mila
cambogiani; tutti vennero fotografati e schedati, interrogati e torturati,
nessuno rilasciato: quelli che non morirono fra le mura della scuola vennero
avviati a campi di sterminio poco distanti. Ora Tuol Sleng è stato
trasformato in museo, contenente non reperti storici, ma le brande e gli
strumenti di tortura utilizzati; le pareti delle celle sono letteralmente
tappezzate dalle fotografie dei detenuti. Il tribunale farà rivivere,
attraverso documenti, immagini, testimonianze, la tragedia di quelle persone e
la consegnerà alla storia. Questo è ciò che più conta, perché le condanne, sia
pure all'ergastolo, di uomini di settant'anni, sembreranno inadeguate o
parranno una beffa, specie se l'ergastolo potrà essere scontato al domicilio.
Il lavoro dei giudici potrà creare una coscienza civile e infondere fiducia
nella giustizia alle giovani generazioni che non hanno vissuto il genocidio;
anche perché la generazione più anziana sì è sforzata di dimenticare il dramma,
tanto forte è stato il dolore. Si stima che non ci sia un cambogiano che non
abbia perso almeno un parente negli anni del regime. Visitai Phnom Penh pochi
mesi dopo la morte di Pol Pot e la resa definitiva degli ultimi Khmer Rossi
arroccati nelle foreste a nord-ovest del Paese; i cittadini erano impegnati a
far nascere imprese, commerci, attività, ma al contempo a dimenticare gli anni
della sofferenza. Il personale dell'hotel e il tassista mi chiedevano: «Perché
vuoi visitare Tuol Sleng? Ci sono tanti bei posti e divertimenti in città». Ed
infatti solo pochi stranieri, nessun cambogiano, entrava nell'ex liceo. Il
processo, che durerà parecchi mesi, servirà innanzitutto a che la memoria non
si affievolisca del tutto e contribuirà a che i fatti non si ripetano, in uno
Stato giovane dove i cittadini sono ancora poco consapevoli dei propri diritti
civili e umani. Servirà inoltre a infondere fiducia non solo ai cambogiani, ma
a ogni popolo, nella giustizia. La particolarità di questo Tribunale è che è
composto da giudici cambogiani e internazionali; la sentenza verrà emessa da
membri della stessa nazione degli imputati, con la collaborazione di giuristi
stranieri e non da una corte di vincitori su imputati vinti, come nel processo
di Norimberga. La convinzione che possano essere creati tribunali
sovranazionali (come è anche quello per la ex Jugoslavia) a cui rispondere di
crimini commessi contro un popolo o un'etnia potrà evitare che in altri
potenziali Pol Pot nascano velleità dittatoriali. Gianandrea Radici 23/02/2009
nascosto-->
( da "marketpress.info" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lunedì
23 Febbraio 2009 RAFFORZARE LA POLITICA ESTERA E DI DIFESA DELL´UE Bruxelles,
23 febbraio 2009 - Il Parlamento chiede più finanziamenti per la politica estera
Ue e rileva l´esigenza di una nuova agenda transatlantica che rafforzi la
cooperazione Ue/usa, anche per le operazioni di salvataggio di ostaggi rapiti
dai terroristi islamici. Auspica poi un maggiore impegno europeo in Medio
Oriente, Iraq e Afghanistan. Chiede poi una rapida attuazione della Strategia
europea in materia di sicurezza, nonché la costituzione di una Forza armata
europea integrata e di un quartier generale Ue permanente. Approvando con 535
voti favorevoli, 71 contrari e 51 astensioni la relazione di Jacek Emil
Saryusz-wolski (Ppe/de, Pl), il Parlamento ribadisce anzitutto che la politica
estera e di sicurezza comune (Pesc) «deve poggiare sui valori tutelati
dall´Unione europea e dai suoi Stati membri», in particolare la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto della dignità della persona,
dei diritti umani e delle libertà fondamentali nonché la promozione della pace e
di un multilateralismo efficace. Dovrebbe inoltre continuare a porre l´accento
sulla lotta al terrorismo, sulla non proliferazione delle armi di distruzione
di massa e il disarmo, sul cambiamento climatico e la sicurezza
energetica. I deputati sottolineano infatti che l´Ue deve servirsi della Pesc
«per difendere gli interessi comuni dei suoi cittadini, fra cui il diritto a vivere
in pace e in sicurezza in un ambiente pulito e ad avere un accesso
diversificato a risorse vitali come l´energia». Si dicono poi convinti che l´Ue
possa operare in modo incisivo «solo esprimendosi con voce unanime, dotandosi
di strumenti adeguati, rafforzando ulteriormente la cooperazione con le Nazioni
Unite e ottenendo la solida legittimità democratica che deriva dal controllo
informato da parte del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali».
Deplorano però che la Pesc sia «gravemente sottofinanziata» e ricordano che,
per essere credibile e soddisfare le aspettative dei cittadini dell´Ue, essa
«deve ottenere risorse commisurate alle sue ambizioni e ai suoi obiettivi
specifici». Il Parlamento sottolinea poi che i mesi a venire «offriranno all´Ue
un´opportunità unica per definire con la nuova Amministrazione statunitense una
nuova agenda transatlantica che copra questioni strategiche di interesse
comune». E tra queste indica una nuova governance mondiale «più inclusiva e più
efficace fondata su organizzazioni multilaterali più efficaci», la crisi
finanziaria, la creazione di nuove istituzioni euroatlantiche e di un vasto
mercato transatlantico integrato, misure per affrontare il cambiamento
climatico, la sicurezza energetica, la promozione di una pace duratura in Medio
Oriente, la situazione in Iran, Iraq e Afghanistan, la lotta al terrorismo e
alla criminalità organizzata, la non proliferazione e il disarmo nucleare
nonché gli obiettivi di sviluppo del Millennio. Facendo proprio un emendamento
proposto dall´Uen, il Parlamento sottolinea poi che, «in relazione al rapimento
e all´uccisione di ostaggi da parte dei terroristi islamici», vi è la necessità
di una cooperazione e un coordinamento rafforzati in materia di politica
antiterrorismo tra gli Stati membri, gli Usa e la Nato. Questi, è precisato,
dovrebbero mirare in particolare a migliorare l´efficacia delle operazioni di
soccorso lanciate per salvare la vita degli ostaggi. Oltre a deplorare la
situazione dei diritti umani in Cina, il Parlamento
cita tra le principali fonti di preoccupazione per l´Ue in materia di sicurezza
i Balcani occidentali, il Partenariato orientale, la Georgia, la Russia, il
Medio Oriente, l´Unione per il Mediterraneo, l´Iraq e l´Afghanistan, e
l´Africa. In merito alla Russia, i deputati ribadiscono che nessun partenariato
strategico è possibile se i valori della democrazia, del rispetto dei diritti umani e della preminenza del diritto «non sono pienamente
condivisi e rispettati» e invitano quindi il Consiglio a porre questi valori
«al centro degli attuali negoziati per un nuovo accordo di partenariato e
cooperazione». Riguardo al Medio Oriente, il Parlamento ritiene che l´Unione
europea dovrebbe assumere un ruolo politico «forte e visibile» nella regione,
«commisurato alle risorse finanziarie stanziate», e sollecita il Consiglio a
prendere in considerazione tutti i modi possibili di promuovere una pace
duratura nella regione, «compreso il dispiegamento di una missione nel quadro
della politica europea di sicurezza e di difesa (Pesd)». Accoglie inoltre con
favore l´intenzione del Consiglio di rinnovare il mandato della missione di
polizia dell´Ue nei territori palestinesi e prende atto della decisione di
estendere il mandato della missione di frontiera a Rafah. I deputati ritengono poi
che l´Ue «debba rafforzare il proprio impegno con l´Iraq» e sostenere il
processo di sviluppo delle istituzioni democratiche, lo Stato di diritto e il
rispetto dei diritti umani nonché di promozione del
processo di riconciliazione. In tale contesto, valutano positivamente la
proroga della missione Eujust Lex e i progressi compiuti in vista della
preparazione del primo accordo di commercio e cooperazione della storia fra
l´Ue e l´Iraq. Esortano inoltre l´Ue a sviluppare con l´Iraq una relazione più
efficace e ad ampio raggio che, oltre a contemplare la questione nucleare,
interessi anche la cooperazione in materia di scambi commerciali e di energia e
la stabilità regionale. In Afghanistan, l´Ue deve concentrarsi maggiormente
sullo Stato di diritto, il buon governo, la prestazione dei servizi
fondamentali e lo sviluppo economico e rurale, «anche mediante la promozione di
alternative concrete alla produzione di oppio». Inoltre, visto il peggioramento
della situazione della sicurezza nel paese, il Parlamento ribadisce «l´urgente
necessità» di migliorare la cooperazione tra l´Ue e la Nato per agevolare le
attività della missione di polizia dell´Ue in Afghanistan (Eupol). A tale
riguardo, si compiace dell´impegno assunto dagli Stati membri dell´Ue di
ampliarne l´organico e chiede «il rapido dispiegamento del nuovo personale». Si
dice anche persuaso che il successo dell´operazione «sia di grande importanza
per il futuro dell´alleanza transatlantica e che, in quest´ottica, tutti gli
Stati membri dell´Ue dovrebbero impegnarsi maggiormente ai fini della stabilità
in Afghanistan». Approvando con 482 voti favorevoli, 111 contrari e 55
astensioni la relazione di Karl von Wogau (Ppe/de, De), il Parlamento rileva
anzitutto che l´Ue «ha bisogno di sviluppare la propria autonomia strategica
mediante una politica estera, di sicurezza e di difesa forte ed efficace per
difendere i propri interessi nel mondo, proteggere la sicurezza dei propri
cittadini, contribuire a un multilateralismo efficace, promuovere il rispetto
dei diritti dell´uomo e dei valori democratici in tutto il mondo e
salvaguardare la pace nel mondo». Facendo proprio un emendamento del Pse,
condivide inoltre la definizione di "responsabilità di proteggere"
adottata dall´Onu. Al contempo, rileva l´importanza di garantire un efficace
controllo parlamentare sulla politica europea di sicurezza e difesa (Pesd) e
segnala che l´Ue non ha nessun obbligo automatico di effettuare missioni Pesd
in tutte le situazioni di crisi. D´altro canto, i deputati sottolineano che negli
Stati membri «si pensa ancora troppo spesso in termini di interessi di
sicurezza nazionali» e, ritenendo ciò «controproducente», sollecitano gli Stati
membri a non trascurare la responsabilità comune per la tutela degli interessi
europei, «per fare dell´Ue un attore più importante sulla scena
internazionale». Ma l´Ue non deve «cercare di divenire una superpotenza come
gli Stati Uniti, bensì garantire la propria sicurezza e operare per la
stabilità delle zone limitrofe», nonché contribuire a un sistema di sicurezza
globale all´interno del quadro Onu. I deputati reputano quindi necessario
identificare «gli interessi di sicurezza comuni dell´Ue» e «definire più
chiaramente le proprie ambizioni circa il ruolo che intende svolgere nel
mondo». Il Parlamento sottolinea poi «l´importanza cruciale» di una piena e
tempestiva attuazione della Strategia europea in materia di sicurezza (Ses).
Adottata nel 2003, la Ses si concentra sulle principali minacce per l´Unione
europea (terrorismo, proliferazione delle armi di distruzione di massa,
conflitti regionali, fallimento degli Stati e criminalità organizzata), e
individua obiettivi strategici. Proponendo che la Ses sia sottoposta a una
revisione quinquennale, in concomitanza con l´avvio di ogni nuova legislatura
dell´Ue, rileva la necessità della coerenza fra la nuova Ses e la futura
dottrina strategica della Nato. Rinnova poi la richiesta di redigere un Libro
bianco sulla sicurezza e la difesa europea quale strumento per avviare un vasto
dibattito pubblico e assicurare l´attuazione efficace della Ses. I deputati
sottolineano poi che l´Unione europea deve avere mezzi per dare attuazione alle
sue politiche e che - oltre al rafforzamento delle sue capacità diplomatiche -
«necessita anche delle capacità civili e militari per rafforzare la Pesd e
assolvere le proprie responsabilità nel mondo». A loro parere, inoltre, Galileo
e Gmes dovrebbero essere impiegati «per fini di sicurezza e difesa».
Evidenziando però che gli Stati membri dell´Ue spendono complessivamente oltre
200 miliardi di euro l´anno per la difesa, la metà della spesa militare degli
Stati Uniti, rilevano «l´inefficienza e la mancanza di coordinamento con cui
tali risorse vengono spese». Sollecitano pertanto un´intensificazione degli
sforzi volti ad eliminare «inutili doppioni» fra Stati membri, in particolare
ricorrendo alla specializzazione, al pooling, alla condivisione delle capacità
esistenti e allo sviluppo in comune di nuove. In tale contesto, il Parlamento
nota che una politica di difesa comune europea «richiede una Forza armata
europea integrata, da equipaggiare con sistemi d´arma comuni che assicurino
uniformità ed interoperabilità». L´ue deve quindi puntare alla costituzione di
un corpo sempre disponibile di 60 mila uomini, basato sull´Eurocorps
«rinforzato se necessario da capacità navali ed aeree». Raccomanda poi lo
sviluppo della cooperazione fra gli eserciti nazionali «ai fini di un maggiore
sincronismo operativo», proponendo di denominare Safe (Synchronized Armed
Forces Europe) tale processo e le forze armate coinvolte. In questo contesto,
andrebbe anche definito uno statuto europeo del soldato, che disciplini gli
standard di addestramento, la dottrina operativa e la libertà di azione sul
campo, i diritti e i doveri, come pure il livello qualitativo dell´equipaggiamento,
le cure sanitarie e le assicurazioni. Parallelamente, su suggerimento dei
Verdi, il Parlamento chiede che la partnership per la costruzione della pace
«si trasformi in un Corpo civile di pace europeo». Ritenendo poi che il
potenziale di azione autonoma dell´Ue nel quadro della sua politica estera e di
difesa vada accresciuto «mediante una riqualificazione mirata delle sue
capacità di analisi, pianificazione, guida e intelligence», il Parlamento
saluta la decisione del Consiglio europeo di lavorare a una struttura di
pianificazione strategica integrata civile-militare per le operazioni e
missioni Pesd. Chiede inoltre l´allestimento di un quartiere generale operativo
europeo autonomo e permanente, in grado di effettuare pianificazioni strategiche
e condurre operazioni e missioni Pesd ed è favorevole all´idea di creare un
Consiglio dei ministri della difesa per conferire maggiore coerenza alle varie
politiche difensive nazionali. I deputati si dicono infine favorevoli al
rafforzamento di un mercato europeo nel settore della difesa e sicurezza e
propongono ulteriori iniziative in tal senso nel campo della sicurezza
dell´approvvigionamento e della sicurezza dell´informazione. Sostengono inoltre
«energicamente» i «programmi coronati da successo come . Eurofighter» e
sollecitano ulteriori iniziative in tema di addestramento comune e standard
comuni per il personale da dislocare e assegnare alle stesse operazioni civili
e militari. . <<BACK
( da "marketpress.info" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lunedì
23 Febbraio 2009 UE/NATO: COOPERAZIONE PIÙ STRETTA PER LA SICUREZZA GLOBALE
Bruxelles, 23 febbraio 2009 - Il Parlamento rileva l´importante ruolo della
Nato per la sicurezza dell´Europa e l´esigenza di un partenariato più stretto
tra l´Ue e l´Alleanza, anche creando strutture di cooperazione permanenti,
contro le minacce alla sicurezza globale. Ma l´Ue deve sviluppare capacità di
sicurezza e difesa proprie e istituire un quartier generale permanente.
Sollecita poi lo sviluppo congiunto di capacità militari e un migliore
coordinamento degli investimenti nella difesa. L´adesione della Russia alle
strutture euro-atlantiche potrebbe prefigurarsi se essa diventa un´autentica
democrazia. Approvando con 293 voti favorevoli, 283 contrari e 60 astensioni la
relazione di Ari Vatanen (Ppe/de, Fr), il Parlamento ribadisce che tutte le democrazie
«dovrebbero unire i loro sforzi per la costruzione della stabilità e della pace
sotto l´autorità delle Nazioni Unite». Rileva poi che la capacità dell´Ue di
costruire la pace «dipende dallo sviluppo di una corretta strategia o politica
in materia di sicurezza, che preveda una capacità di azione autonoma e un
rapporto di efficiente complementarità con la Nato». Ue e Nato, d´altra parte,
dovrebbero «elaborare un approccio globale alla gestione delle crisi», anche
perché un partenariato euro-atlantico «forte e saldo» costituisce «la migliore
garanzia per la sicurezza e la stabilità dell´intera Europa e per il rispetto
dei principi della democrazia, dei diritti umani, dello Stato di diritto e della buona governance». Il Parlamento
riconosce infatti «l´importante ruolo svolto dalla Nato», oggi come in passato,
nell´architettura di sicurezza dell´Europa. Osserva inoltre che per la maggior
parte degli Stati membri dell´Ue l´Alleanza «continua ad essere il fondamento
della loro difesa collettiva» e che la sicurezza dell´intera Europa
«continua a trarre beneficio dal mantenimento dell´Alleanza atlantica».
Pertanto, ai fini della futura difesa collettiva dell´Ue, occorre «il maggior
livello possibile di cooperazione con la Nato» e che gli Usa e l´Ue intensifichino
le loro relazioni bilaterali e le estendano a temi attinenti alla pace e alla
sicurezza. Fermo restando che l´Ue deve «sviluppare capacità di sicurezza e
difesa proprie», i deputati ritengono che l´Ue e la Nato potrebbero rafforzarsi
vicendevolmente «evitando gli antagonismi e sviluppando una cooperazione più
solida nelle operazioni di gestione delle crisi, basata su una divisione
pragmatica delle attività». Anche perché la Nato e l´Ue devono impegnarsi a
conseguire l´obiettivo comune di lungo termine della costruzione di un mondo
più sicuro. Un partenariato ancor più stretto e un rafforzamento del potenziale
di base dell´Ue e della Nato, a loro parere, sono quindi necessari per
affrontare i rischi legati alla sicurezza nel mondo moderno, quali il terrorismo
internazionale, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, il
collasso di Stati, la criminalità organizzata, le minacce cibernetiche, il
degrado ambientale e i connessi rischi di sicurezza. Per permettere alle due
organizzazioni di intervenire e apportare un aiuto efficace nell´ambito delle
attuali crisi, che richiedono una risposta civile e militare su molteplici
fronti, il Parlamento ritiene indispensabile approfondire ulteriormente i
rapporti tra la Nato e l´Ue, «creando strutture di cooperazione a carattere
permanente, senza tuttavia pregiudicare la natura indipendente e autonoma di
entrambe le organizzazioni e senza escludere la partecipazione di tutti i
membri della Nato e di tutti gli Stati membri dell´Ue che desiderino
associarvisi». Riconosce inoltre l´importanza vitale di un miglioramento delle
sinergie fra i servizi di intelligence degli alleati Nato e dei partner
dell´Ue. Il Parlamento sostiene l´istituzione di un quartiere generale
operativo permanente dell´Ue sotto l´autorità del vicepresidente della
Commissione/alto rappresentante, che includa nel suo mandato la pianificazione
e la condotta delle operazioni militari Pesd. Anche perché una capacità
permanente di pianificazione e comando per le operazioni Ue accrescerebbe
l´efficacia e la credibilità di tali operazioni. Inoltre, propone che, d´intesa
con la Nato, ogni Stato membro dell´Ue che è contemporaneamente membro
dell´Alleanza tenga separate le forze impiegabili per le sole operazioni Ue,
«per evitare che il loro dislocamento possa essere bloccato dai membri della
Nato che non sono Stati membri dell´Ue». Esortando l´Ue e la Nato a evitare la
duplicazione delle operazioni e promuovere la coerenza, i deputati invitano gli
Stati membri a mettere in comune, condividere e sviluppare congiuntamente
capacità militari, «per evitare sprechi, realizzare economie di scala e
rafforzare la base industriale e tecnologica nel settore della difesa».
Ritengono inoltre che, oltre all´esigenza di utilizzare molto più efficacemente
le risorse militari, un migliore e più efficiente coordinamento degli
investimenti nella difesa da parte degli Stati membri dell´Ue dettato da
esigenze di sinergia «sia essenziale per gli interessi della sicurezza
europea». In tale contesto, chiedono anche «un forte incremento della quota di
costi comuni in ogni operazione militare Nato e Ue, ma invitano gli Usa a
mostrare maggiore disponibilità a consultare gli alleati europei su questioni
attinenti alla pace e alla sicurezza. Approvando un emendamento del Ppe/de e
del Pse, l´Aula osserva inoltre che, dopo l´elezione del nuovo Presidente Usa,
«si registra un crescente consenso fra le due sponde dell´Atlantico in merito
alle sempre minore utilità delle armi nucleari dinanzi alle nuove sfide e un
nuovo senso di urgenza circa la necessità di ridimensionare gli arsenali
nucleari». In merito alla compatibilità tra l´appartenenza alle due
organizzazioni, il Parlamento insiste sul fatto che tutti gli Stati membri
dell´Ue debbano partecipare senza discriminazioni alle riunioni congiunte
Ue-nato e propone che gli alleati della Nato candidati all´adesione all´Ue
siano più strettamente associati ai lavori della Pesd e dell´Agenzia europea
per la difesa. Ritiene inoltre essenziale affrontare e risolvere il problema
dell´incompatibilità tra lo status di membro della Nato ma non dell´Ue e
viceversa, «al fine di non compromettere il funzionamento della cooperazione
Ue-nato». Si oppone poi all´ampliamento di un´organizzazione a paesi «la cui
adesione non riscuote il consenso della popolazione o che conoscono gravi
dispute territoriali irrisolte con i paesi vicini». Infine, i deputati
ritengono che, «se e quando la Russia diverrà un´autentica democrazia»
rinunciando all´invasione militare come mezzo di pressione sui paesi vicini, la
sua cooperazione con l´Ue «potrebbe raggiungere livelli senza precedenti». Tale
cooperazione, come richiesto da Ppe/de e Pse, potrebbe anche prefigurare «la
prospettiva di un´adesione della Russia a tutte le strutture euro-atlantiche».
L´ue e la Nato devono quindi intrattenere un «dialogo franco e realistico» con
la Russia sui temi come i diritti umani e la
preminenza del diritto, la sicurezza regionale, l´energia, la difesa
missilistica, la non proliferazione delle armi di distruzione di massa, la
limitazione delle forze armate e la politica spaziale. . <<BACK
( da "Messaggero, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lunedì
23 Febbraio 2009 Chiudi RYAD - Le autorità giudiziarie di una provincia
dell'Arabia Saudita hanno bloccato le nozze di tre ragazzine di 13 anni. Lo
riferisce la stampa locale. La decisione va incontro alle richieste delle
organizzazioni per la difesa dei diritti umani che da anni lottano perché vi sia una legge del paese che
stabilisca un'età minima per contrarre matrimonio. Ad assumersi la
responsabilità di questa scelta il presidente del tribunale di una provincia
orientale, che, rifiutando la richiesta di un padre di una delle tre
adolescenti, ha sancito che per sposarsi è necessario aver compiuto i 15 anni
d'età. Tuttavia il tema divide fortemente la società saudita. A gennaio
la più alta autorità religiosa del paese, l'influente gran muftì Abdelaziz al
Sheikh, ha stabilito che una bambina di 10 anni poteva sposarsi.
( da "Messaggero, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lunedì
23 Febbraio 2009 Chiudi PECHINO - Hillary Clinton ha concluso ieri la sua
visita in Cina, e la sua prima missione all'estero come segretario di Stato,
incontrando una dozzina di attiviste per i diritti delle donne nell'Ambasciata
degli Usa a Pechino. Hillary ha anche chattato su Internet con altre attiviste
e in apertura di giornata ha assistito ad una messa in una chiesa protestante
alla periferia della capitale. Il segretario di Stato ha approfittato di
un'intervista rilasciata a una rete televisiva di Shanghai per riaffermare il
senso della sua visita. «Siamo sulla stessa barca - ha detto - e per fortuna
stiamo remando nella stessa direzione». Impegnandosi a continuare nella sua
politica di massicci acquisti di buoni del Tesoro Usa, ha aggiunto, la Cina «ha
riconosciuto la nostra interdipendenza». Nei suoi colloqui politici Clinton si
è concentrata sulla necessità che Usa e Cina affrontino in modo coordinato la
crisi economica internazionale e il grande problema del surriscaldamento del
pianeta, considerato anche che i due Paesi sono quelli maggiormente
responsabili dell' emissione di gas inquinanti. Lavorando insieme su questi
terreni, ha detto la Clinton nella conferenza stampa tenuta insieme al suo
omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla
crisi». Il segretario di Stato ha riconfermato l' impegno
degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la
priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due
paesi. Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto»
e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo».
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-22 - pag: 7 autore: Stati Uniti. Clima
disteso e cooperazione in primo piano negli incontri del ministro con il
presidente Hu e il premier Wen Debito, Clinton ringrazia la Cina Il segretario
di Stato apprezza la fiducia, confermata, sui titoli di Stato Usa Luca
Vinciguerra SHANGHAI. Dal nostro corrispondente Gli Stati Uniti ringraziano la
Cina per il massiccio sostegno fornito al debito pubblico americano. E la Cina,
che negli ultimi anni ha comprato titoli del Tesoro Usa a mani basse fino a
diventare il primo finanziatore planetario degli Stati Uniti, conferma l'ampio
affidamento concesso a Washington e lancia un messaggio tranquillizzante
all'Amministrazione Obama: il Dragone non ha intenzione di battere in ritirata
dal dollaro. Almeno per ora. è questo il succo della missione a Pechino del
segretario di Stato Usa Hillary Clinton, ultima tappa del suo primo viaggio
ufficiale in Asia. «Apprezziamo la rinnovata fiducia della Cina verso i titoli
del Tesoro Usa» ha detto ieri il segretario di Stato americano al termine
dell'incontro con il ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi. La Clinton -
criticata a casa per l'atteggiamento assunto sulla
questione dei diritti umani - ha ribadito ieri che il tema «non può interferire con le altre
crisi: economica, dei cambiamenti climatici e della sicurezza ». Delusione tra
le organizzazioni di tutela dei diritti: «Così facendo- ha commentato Amnesty
International - la Clinton ha danneggiato le future iniziative degli Usa sui
diritti umani». L'incontro con il ministro degli Esteri, secondo quanto
filtrato dai corridoi del palazzo, si sarebbe svolto in un clima di grande
cordialità e simpatia. Durante il colloquio, Yang ha rassicurato la Clinton su
un punto oggi fondamentale non solo per gli Stati Uniti, ma per la stabilità
economica globale: la Cina non intende modificare il proprio portafoglio
d'investimenti, nel quale figurano 700 miliardi di dollari (poco meno di un
terzo delle riserve valutarie del Paese) di T-Bonds. Ma il sostegno cinese al
debito Usa ha ovviamente un prezzo. Quello di lungo termine non è ancora ben
definito: molto dipenderà dall'evoluzione della crisi finanziaria, e da come le
due superpotenze usciranno dal ciclone che imperversa sui mercati e sulle
economie del mondo intero. Quello di breve termine, però, è chiarissimo: gli
Stati Uniti devono rinunciare alle tentazioni protezionistiche (di cui la Cina
sarebbe il principale obiettivo naturale), riaffiorate a Washington dopo
l'insediamento dell'Amministrazione Obama. «Per fronteggiare una crisi
economica che continua ad allargarsi, i nostri due Paesi devono rafforzare la
loro cooperazione bilaterale e respingere qualsiasi forma di protezionismo nel
commercio e negli investimenti » ha dichiarato Yang al termine del faccia a
faccia con la Clinton. Alla Casa Bianca, che in questa fase non è certo nelle
condizioni di ingaggiare un braccio di ferro con Pechino, non resta che
prendere atto delle volontà cinesi. Gli Stati Uniti aspirano a costruire
«relazioni positive e di collaborazione con la Cina che permettano ai due Paesi
di far fronte ai molteplici problemi che sono sul tappeto, come la crisi
economica internazionale e i cambiamenti climatici » ha affermato il Segretario
di Stato americano. «Lavorando insieme, Cina e Stati Uniti possono condurre il
mondo fuori dalla crisi» ha aggiunto la Clinton. Che, come aveva promesso venerdì
sera al suo arrivo a Pechino, ha astutamente evitato di puntare i riflettori
del vertice Cina-Usa sulla questione dei diritti umani.
Nella seconda parte della giornata, il segretario di Stato americano ha
incontrato anche il premier, Wen Jiabao, e il presidente Hu Jintao.
Quest'ultimo, ad aprile in occasione della riunione del G-20 di Londra,
incontrerà Barack Obama: sarà il primo colloquio bilaterale tra la leadership
cinese e il nuovo presidente americano. CONCESSIONI RECIPROCHE Hillary:
«Lavorando insieme potremo portare il mondo fuori dalla crisi economica»
Pechino chiede a Washington di dire «no» al protezionismo Cooperazione. La Clinton
visita un impianto cinese di General Electric AFP
( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-02-22 - pag: 11 autore:
TESTAMENTO BIOLOGICO Il Papa: stop all'eugenetica Sul «fine vita» laici in
piazza Ogni discriminazione sulla base di differenze «riconducibili a reali o presunti
fattori genetici è un attentato contro l'intera umanità». Lo ha affermato
Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti a un convegno sulla
genetica». Il Papa ha indicato il pericolo che la pratica eugenetica ritorni
oggi «discriminando chi è disabile», o «giungendo alla selezione e al rifiuto
della vita». Il Papa non ha citato il caso Englaro, ma la polemica sul
testamento biologico ha avuto ieri come epicentro la manifestazione promossa
dalla rivista Micromega e dall'Idv in Piazza Farnese a Roma: slogan «no alla tortura di Stato », obiettivo contestare il Ddl della
maggioranza, anche con il referendum se necessario. «Questo è un momento caldo
per la laicità dello Stato che va affrontato con gli antibiotici», ha detto
Antonio Di Pietro. «Non ci sono alternative al referendum se passa questa
legge, ma sono convinto che gli italiani non se la lasceranno imporre»,
ha detto il padre di Eluana Englaro, Beppino, in collegamento telefonico.
Repliche a distanza dal Pdl. «Ridicolo chiedere il referendum prima che la
legge sia fatta», attacca il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri. Mentre il
presidente dei deputati Fabrizio Cicchitto invita laici e cattolici a
dialogare: «Serve una legge equilibrata».
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
VETRINA
ESTERI pag. 19 La Clinton «vende» a Pechino i bond Usa PECHINO LA CINA
continuerà a finanziare il debito pubblico degli Stati Uniti. Missione compiuta
a Pechino per Hillary Clinton, la sua prima all'estero da segretario di Stato
Usa. «Il governo cinese ha preso una decisione saggia continuando a investire
dei buoni del tesoro Usa» (ne possiede già almeno 4 miliardi di dollari). Dalla
crisi, ha aggiunto la Clinton, «ci rialzeremo o cadremo insieme. Siamo sulla stessa barca e remiamo nella stessa direzione». Le
due economie sono interdipendenti. Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla
crisi» ha detto la Clinton : questa è la priorità. Taiwan, Tibet e diritti umani possono attendere.
( da "Tempo, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
stampa
Squadre di poliziotti e vigili urbani formano una rete integrata per il
controllo del territorio Movida, parte il piano bis è scattata sabato notte
l'operazione sicurezza in centro storico Fabio Di Chio f.dichio@iltempo.it
Poliziotti e vigili urbani insieme per formare una rete integrata di sicurezza
nel centro storico. è cominciata ieri notte a Campo de' Fiori l'operazione
«movida sicura 2» mirata a rendere sicuri i siti del divertimento, nelle notti
di venerdì e sabato, dalle 20 alle 4 del mattino successivo. E cioè: piazza
Navona, Trastevere, Testaccio (con sette operatori ai varchi e sei in
pattuglia), anche con etilometri e autovelox per scoraggiare le corse folli e
la guida in stato di ebbrezza. Il sistema «a rete» punta soprattutto a vigilare
stradine e vicoli ciechi alle telecamere delle forze dell'ordine che hanno
l'obiettivo su punti di grande concentrazione ma che non arrivano a guardare
nelle strisce d'asfalto che in passato sono state scenario di risse e aggressioni.
A presentare la nuova «movida sicura» c'era il delegato del sindaco al Centro
storico, Dino Gasperini, il dirigente del commissariato Trevi Campo Marzio,
Michele Laratta, e il comandante del I Gruppo della Municipale, Cesarino
Caioni. Il bilancio della notte di polizia e Municipale: 55 persone
identificate (tra le quali un pregiudicato per danneggiamenti), fermati tre
parcheggiatori abusivi, 44 esercizi commerciali e 43 venditori ambulanti
controllati, un locale chiuso (a vicolo della Cancelleria, per somministrazione
abusiva di bevande alcoliche, violazione dei diritti Siae e delle norme igienico-sanitarie), 18 multati, 15
automobilisti sopposti al test alcolico (tutti negativi). Il bilancio
settimanale: controllate 153 persone di cui due arrestate per induzione e
sfruttamento della prostituzione, due stranieri denunciati per documenti di
identità irregolari, 15 violazioni igienico-sanitarie, per la
conservazione dei cibi e l'occupazione di suolo pubblico. L'obiettivo insomma è
quello garantire una presenza di forze dell'ordine per stabilire un clima che
scoraggi balordi e abusivi del commercio e renda sicuro chi se la spassa in
centro. Per i vigili urbani, a questo scopo se ne aggiunge un altro,
d'immagine: oggi quando si vedono vigili all'orizzonte si pensa alla multa o
alla rimozione dell'auto in arrivo, da domani invece si vuole che la figura del
pizzardone sia sinonimo di sicurezza. Per il Corpo una buona notizia l'ha data
ieri il sindaco Gianni Alemanno: «Gradualmente ma già a partire da questo
Bilancio comunale partiranno le prime assunzioni delle persone risultate idonee
al concorso per istruttore di polizia Muncipale bandito nel 2005». Anche i
carabinieri si danno da fare. L'altra notte sul litorale i militari del Gruppo
Ostia hanno denunciato 21 ragazzi per guida in stato di ebbrezza. La maggior
parte sono stati fermati su via Aurelia e sul lungomare di Ostia. «Serrati
anche i controlli all'uscita delle discoteche, dei pub e delle sale giochi:
Nove ragazzi sono stati segnalati alla prefettura perché in possesso di modiche
quantità di stupefacenti. Oltre
( da "Secolo XIX, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Hillary
in Cina: a messa e poi chat con attiviste conclusa la visita Missione
"innovativa" della Clinton. «Siamo sulla stessa barca, e per fortuna
stiamo remando dalla stessa parte» 23/02/2009 PECHINO. Hillary Clinton ha
concluso la sua visita in Cina, e la sua prima missione all'estero come
segretario di Stato, incontrando una dozzina di attiviste per i diritti delle
donne nell'Ambasciata degli Usa a Pechino. Hillary ha anche chattato su
Internet con altre attiviste e ha assistito a una messa in una chiesa
protestante alla periferia della capitale. Il segretario di Stato in
un'intervista rilasciata a una rete televisiva di Shanghai ha riaffermato il
senso della sua visita in Cina: «Siamo sulla stessa barca - ha detto - e per
fortuna stiamo remando nella stessa direzione». Impegnandosi a continuare nella
sua politica di massicci acquisti di buoni del Tesoro Usa, ha aggiunto, la Cina
«ha riconosciuto la nostra interdipendenza». Nei suoi colloqui politici,
sabato, Hillary si è concentrata sulla necessità che Usa e Cina affrontino in
modo coordinato la crisi economica internazionale e il problema del
surriscaldamento del pianeta, considerato che i due Paesi sono quelli
maggiormente responsabili dell' emissione di gas inquinanti. Lavorando insieme
su questi temi, ha detto la Clinton, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori
dalla crisi». Il segretario di Stato ha confermato l' impegno
degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la
prioritàè una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due paesi. Sulle
spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e
Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati
«d'accordo nell'essere in disaccordo». Con la sua visita, Clinton ha
dissipato il timore col quale la Cina guardava al cambio della guardia a
Washington dopo gli otto anni di ottimi rapporti con George W. Bush. Dal suo
colloquio col premier Wen Jiabao è emerso che il «dialogo economico strategico»
iniziato dal governo di Bush e molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Il
numero uno cinese Hu Jintao - che in aprile incontrerà il presidente Barack
Obama a Londra, dove si svolgerà il vertice del G20 sulla crisi economica, ha
espresso al segretario di Stato il suo «apprezzamento» per il fatto che la sua
prima missione all'estero si sia svolta in Cina e in altri paesi asiatici
(Giappone, Indonesia e Corea del Sud). Le visite a Tokyo e a Seul sono servite
alla Clinton per tranquillizzare i tradizionali alleati degli Usa: Corea del
Sud e Giappone rimangono i «migliori amici» degli Stati Uniti in Asia. Nel
corso del suo viaggio, Hillary Clinton ha fatto intravedere che sarà un
segretario di Stato innovativo anche nello stile: ha partecipato a interviste,
dibattiti e programmi televisivi, ha incontrato studenti, casalinghe e
intellettuali, e parlando dell'amore con un gruppo di studentesse sudcoreane.
23/02/2009
( da "ITnews.it" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
23 feb. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Il protocollo applicato su Eluana
Englaro, la donna di Lecco rimasta in stato vegetativo per
17 anni e poi morta in seguito all'interruzione dell'alimentazione e
idratazione artificiale, e' stato "una tortura di Stato". Lo ha detto
il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, intervenendo questa mattina in
diretta su Radio
( da "Adnkronos" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Eluana,
il governo accusa: protocollo una tortura di Stato Il
sottosegretario Eugenia Roccella: ''Applicato in condizioni di confine tra
legalità e illegalità, con la copertura degli enti locali e con l'accordo della
Procura. Il ministero non poteva fare nulla''. Papà Beppino: ''Ogni cittadino
può trovarsi nella situazione di mia figlia, non vengono riconosciute le
libertà fondamentali. Io devo parlare''. E chiarisce: non scenderò in
politica, ''mi batto semplicemente per la libertà di cura, anche nei casi
estremi'' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento:
23 febbraio, ore 10:38
( da "Adnkronos" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
CASO ENGLARO: ROCCELLA, PROTOCOLLO SU ELUANA TORTURA DI
STATO commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 23
febbraio, ore 10:02
( da "KataWeb News" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
M.O.:
Amnesty, embargo armi per Israele e palestinesi 23 febbraio 2009 alle 13:21 —
Fonte: repubblica.it — 0 commenti Amnesty International ha chiesto all'Onu di
imporre un embargo sulla vendita di armi a Israele e ai palestinesi, perché
sostiene di avere le prove che entrambi hanno utilizzato armi provenienti
dall'estero per attaccare i civili durante le tre settimane dell'offensiva su
Gaza. L'organizzazione per i diritti umani ha chiesto che il Consiglio di sicurezza introduca il bando fino
a quando non saranno creati meccanismi in grado di garantire che gli armamenti
importati non vengono utilizzati per violare il diritto internazionale. Amnesty
ha spiegato di aver sollecitato l'embargo sulla base di quanto accertato da una
sua commissione che ha visitato il sud di Israele e Gaza. Il capo di
quella missione, Donatella Rovera, ha detto che è stato accertato che "le
forze israeliane hanno impiegato armi al fosforo bianco e altri armamenti
forniti dagli Usa per commettere gravi violazioni dei diritti umani, compresi crimini di guerra" come gli attacchi
contro scuole e case. Hamas e altri gruppi palestinesi hanno invece lanciato
centinaia di razzi contrabbandati dall'estero che hanno ucciso "diversi
civili". AGI
( da "Articolo21.com" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Non
lasciare impunito l'omicidio di Anna di Redazione Dopo l'assoluzione dei
quattro imputati il caso è stato riaperto, soprattutto in seguito alle proteste
soprattutto dell'Occidente. In molti hanno chiesto giustizia per Anna: il
governo degli Stati Uniti, l'Europa, e tanta indignazione ha suscitato il
verdetto del tribunale anche in Italia. Migliaia di cittadini hanno mandato
delle mail e telefonato nelle redazioni dei giornali. Solidarietà nei confronti
di una donna minuta che si era assunta il coraggio di un intero paese per
denunciare crimini di guerra perpetrati in Cecenia, ma soprattutto la voglia di
combattere per difendere la libertà. Perchè la libertà di uno è la libertà di
tutti. Dare voce a questi cittadini è lo scopo di questo appello. Affinchè il
governo italiano chieda a Mosca di punire gli assassini di Anna e di non far
cadere nel dimenticatoio la vicenda della giornalista. L'Italia nell'ultimo
periodo è uno degli interlocutori preferiti della Russia di Putin. Pochi mesi
fa è stato uno dei pochi paesi occidentali a schierarsi a fianco di Mosca
nell'ultima guerra del Caucaso. I rapporti bilaterali sono ottimi. Quelli
commerciali eccellenti. Purtroppo il mancato rispetto dei
diritti umani sembra passare in secondo piano. Dal 1992 al 2007 218
giornalisti hanno perso la vita in questo paese, il secondo nel mondo per il
numero dei reporter ammazzati. Gli ultimi della tragica lista: la giovane
stagista di Novaja Gazeta Anastasia Baburova e il difensore dei diritti umani Serghej Markelov, uccisi in pieno centro nella capitale
russa. Per questo chiediamo al governo e al ministro degli esteri Frattini di
fare tutto il possibile per non lasciare impunito l'omicidio della
Politkovskaja, figura simbolo nella lotta per la libertà. Primi firmatari: Bice
Biagi, Giovanna Milella, Vittorio Roidi, Nicola Tranfaglia, Ottavia Piccolo,
Claudio Rossoni, Federica Sciarelli Maria Magarik, Santo della Volpe, Teresa
Marchesi, Paolo Serventi Longhi, Vincenzo Vita, Giuseppe Giulietti, Tommaso
Fulfaro, Stefano Corradino
( da "Virgilio Notizie" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
23 feb. (Apcom) - Le forze armate israeliane e il movimento radicale
palestinese Hamas hanno utilizzato armi provenienti dall'estero per compiere
attacchi contro i civili. Lo ha dichiarato oggi Amnesty International,
diffondendo un rapporto che contiene nuove prove sulle munizioni usate durante
le tre settimane di conflitto a Gaza e nel sud d'Israele e chiedendo alle
Nazioni Unite un embargo completo sulle armi. "Le forze israeliane hanno
usato fosforo bianco e altre armi fornite dagli Usa per commettere gravi
violazioni del diritto umanitario, compresi crimini di
guerra. I loro attacchi hanno causato la morte di centinaia di bambini e di
altri civili e la massiccia distruzione di abitazioni e infrastrutture",
ha dichiarato Donatella Rovera, che ha guidato la missione di ricerca di Amnesty
International nel sud d'Israele e a Gaza. "Al tempo stesso, Hamas e altri
gruppi armati palestinesi hanno lanciato contro le aree civili israeliane
centinaia di razzi introdotti a Gaza dall'esterno o assemblati con componenti
prese all'estero". "In quanto principali fornitori di armi a Israele,
gli Usa hanno un obbligo particolare nel fermare ogni trasferimento che
contribuisca a gravi violazioni delle leggi di guerra e dei
diritti umani. L'amministrazione Obama dovrebbe immediatamente sospendere gli
aiuti militari a Israele", ha dichiarato a sua volta Malcolm Smart,
direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty
International. Da molti anni, si spiega in una nota dell'organizzazione
internazionale, gli Usa sono il principale fornitore di armi convenzionali a
Israele. L'accordo decennale in vigore fino al 2017, prevede il
rifornimento di aiuti militari per un valore di 30 miliardi di dollari, con un
aumento del 25 per cento rispetto al periodo precedente l'amministrazione Bush.
"In larga misura, l'offensiva militare israeliana a Gaza e' stata condotta
con armi, munizioni ed equipaggiamento militare provenienti dagli Usa e pagati
coi fondi dei contribuenti statunitensi", ha detto Smart. Intanto, con una
lettera inviata oggi al Ministro degli Affari esteri Franco Frattini, la
Sezione Italiana di Amnesty InternationaI e la Rete italiana per il Disarmo
hanno chiesto che il governo italiano interrompa le autorizzazioni
all'esportazione di armi verso Israele e sospenda eventuali trasferimenti già
autorizzati in base alla legge 110/1975, alla legge 185/1990 e agli Accordi per
la cooperazione nel campo della Difesa. Secondo la sezione italiana
dell'organizzazione internazionale, il nostro paese dovrebbe rendere pubbliche
le informazioni relative alle esportazioni di armi verso Israele, autorizzate o
effettuate in base a tali Accordi. L'Italia dovrebbe anche sostenere la
necessità e l'urgenza di un embargo completo delle Nazioni Unite sui
trasferimenti di armi a Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi.
( da "Virgilio Notizie" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
23 feb. (Apcom) - Nel sesto anniversario dell'inizio del conflitto in Darfur,
il prossimo 26 febbraio verrà presentato a Roma il rapporto annuale sulla
situazione nella regione sudanese. L'appuntamento è alle 16, nella sala Walter
Tobagi della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Stando a quanto rende
nota l'associazione 'Italians for Darfur', l'incontro sarà
occasione per una conferenza sulle continue violazioni dei diritti umani in Sudan, sulla censura e sulla repressione del governo di Khartoum
nei confronti dei giornalisti che provano a raccontare il dramma di migliaia di
persone in Darfur. Saranno inoltre presentati una mostra e un libro, per
sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crisi umanitaria.
Prevista la partecipazione di Antonella Napoli, giornalista e presidente
dell'associazione ''Italians for Darfur', Riccardo Noury, portavoce di Amnesty
International, Suliman Hamed, rifugiato politico e rappresentante in Italia dei
profughi del Darfur, Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 e Roberto
Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
( da "Gazzettino, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Hillary
Clinton "conquista" i cinesi È piaciuto in Oriente lo stile
innovativo della neo-ministra degli Esteri Usa Lunedì 23 Febbraio 2009, Pechino
Hillary Clinton ha concluso la sua visita in Cina, e la prima missione
all'estero da segretario di Stato, incontrando una dozzina di attiviste per i
diritti delle donne nell'ambasciata americana a Pechino. Hillary ha anche
«chattato» su Internet con altre attiviste e ha assistito ad una messa in una
chiesa protestante alla periferia della capitale. Ha poi approfittato di
un'intervista rilasciata ad una tv di Shanghai per riaffermare il senso della
sua visita in Cina: «Siamo sulla stessa barca - ha detto - e per fortuna stiamo
remando nella stessa direzione». Impegnandosi a continuare nella sua politica
di massicci acquisti di buoni del Tesoro Usa, ha aggiunto, la Cina «ha
riconosciuto la nostra interdipendenza». Nei suoi colloqui politici Clinton si
è concentrata sulla necessità che Usa e Cina affrontino in modo coordinato la
crisi economica internazionale e il problema del surriscaldamento del pianeta;
i due Paesi sono quelli più responsabili dell'emissione di gas inquinanti. Il
segretario di Stato ha riconfermato l'impegno degli Usa a
favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la priorità è quella di una
relazione «positiva e di collaborazione» tra i due paesi. Sulle spinose
questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e
Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati
«d'accordo nell'essere in disaccordo. Con la sua visita, Clinton ha
dissipato il timore della Cina verso il cambio della guardia a Washington dopo
gli otto anni di ottimi rapporti con la Casa Bianca di George W. Bush. Dal
colloquio con premier Wen Jiabao è emerso che il «dialogo economico strategico»
iniziato dal governo di Bush e molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Il
numero uno cinese Hu Jintao, - che in aprile incontrerà il presidente Obama a
Londra, sede del vertice del G20 sulla crisi economica - ha espresso al segretario
di Stato il suo «apprezzamento» per il fatto che la sua prima missione
all'estero si sia svolta in Cina e in Asia orientale (Giappone, Indonesia e
Corea del Sud). Nel viaggio, Hillary Clinton ha fatto intravedere con chiarezza
che sarà un segretario di Stato innovativo anche nello stile: ha partecipato ad
interviste, dibattiti e programmi tv, ha incontrato studenti, casalinghe e
intellettuali, dichiarandosi una fan dei Beatles e del Rolling Stones e
parlando dell'amore con un gruppo di studentesse sudcoreane.
( da "Gazzettino, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Gli
stranieri sono lavoratori e non soltanto forza lavoro Lunedì 23 Febbraio 2009,
Il distinguo può sembrare sottile, se non addirittura pretestuoso o introdotto
ad arte. Ma, per noi artigiani, far ricorso a tale differenziazione, alla fine
è sostanziale. Il punto di partenza può essere un domanda: per il piccolo
imprenditore gli immigrati sono forzalavoro o lavoratori? Se passa la prima
definizione non c'è molto da discutere: la forzalavoro va usata, niente di più.
Quando e dove serve. Se invece la considerazione per l'opera di chi viene da
lontano, da "fuori", assume altre valenze, come appunto quella del
"lavoratore", le conclusioni sono necessariamente diverse. Non ho
nessuna difficoltà a sostenere che noi artigiani, almeno per quel che riguarda
Confartigianato, stiamo dalla parte di coloro che la pensano nella seconda
maniera. Cioè, i nostri collaboratori, indipendentemente dalla provenienza,
sono dei lavoratori. Tale posizionamento è determinato, oltre
che da acquisizioni riconducibili (magari con qualche forzatura) alla teoria e
alla pratica dei Diritti
umani, anche da situazioni molto concrete,
con le quali i piccoli imprenditori artigiani devono confrontarsi tutti i
giorni. Il nostro fabbisogno di manodopera, ad esempio, non è legato a grandi
numeri, quanto, piuttosto, a buone qualità. Abbiamo più bisogno di gente
che abbia un rapporto corretto e un'abilità accertata, piuttosto che
forzalavoro da occupare magari momentaneamente, se non addirittura "a
stagione". Il termine flussi migratori non ci piace molto. Un po' perché
ci dà l'impressione di qualcosa di confuso e incontrollabile, ma soprattutto
perché noi siamo sempre stati (e lo siamo tuttora) per un trasferimento di
lavoratori nelle nostre imprese valutando, caso per caso e settore per settore,
la necessità delle aziende stesse e dei diversi settori produttivi. Come
Confartigianato non abbiamo mai reclamato "braccia", caso mai abbiamo
più volte richiesto di poter avere a disposizione "teste e abilità".
Per tali motivi, il dibattito sul blocco o meno dell'arrivo di lavoratori
stranieri ci tocca poco. Certo, in un momento di crisi occorre guardare
prevalentemente alle nostre famiglie; ma per noi artigiani non è una novità: lo
abbiamo sempre fatto, anche con politiche dell'occupazione molto prudenti, soprattutto
quando si trattava di licenziare o di lasciare momentaneamente a casa qualcuno.
Perciò la nostra posizione non muta: siamo per un controllo intelligente dei
nuovi accessi al lavoro anche da parte di stranieri. Questo è possibile
soltanto se tutti faremo il salto, culturale e operativo, di passare da una
concezione dei "lontani" come semplice forzalavoro, a quella più
pregnante e impegnativa di ritenerli dei lavoratori. Per tanti artigiani, poi,
il salto (anche mentale) è ancora più alto: perché molti "stranieri"
sono già colleghi, cioè imprenditori. Che ci fanno concorrenza e magari per
questo ci aiutano a crescere. Tale è la situazione: il resto ci pare veramente
un dibattito e una battaglia di retroguardia. * Presidente Confartigianato
Veneto
( da "Sicilia, La" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Soroptimist,
serata solidale a sostegno del progetto «San Marco», rivolto ai Paesi del
Rwanda e del Darfur L'Africa chiama e Catania risponde grazie all'entusiasmo e
allo spirito solidale delle componenti del Soroptimist della provincia etnea,
l'Associazione di donne impegnate nel sociale presieduta da Rosa Maria
Collodoro De Cristoforo. Il club ha organizzato una festa che si è svolta
venerdì sera all'interno del nuovo Empire Ristolounge di via Zolfatai - locale
conosciuto negli anni '80 e '90 come la migliore discoteca della Sicilia
Orientale che oggi si è evoluto in un ambiente raffinato, location per grandi
eventi - per la raccolta fondi a favore del progetto nazionale "San
Marco", rivolto ai paesi del Rwanda e alla regione del Darfur, teatro di genocidi e devastanti violazioni dei diritti umani. Un'iniziativa dal sapore africano, grazie alla presenza di un
gruppo musicale etnico che per l'occasione ha animato la pista con suoni e
balli dal sapore lontano, colorando l'atmosfera con i costumi tipici del luogo
ma soprattutto con sorrisi e tanta allegria: un concerto a ritmo di jambe ha
aperto le danze, mentre sulle teste di tutti gli invitati scorrevano le
immagini dei bambini e delle mamme che vivono nel drammatico ricordo
dell'eccidio del 1994, sognando un futuro migliore. Durante la serata
battezzata "Per l'Africa con l'Africa" - grazie alle collaborazioni
di chi ha voluto far parte di questa lunga catena di solidarietà - si è svolto
anche un sorteggio a premi per tutti gli ospiti. Altissima l'adesione dei
presenti che, con il loro contributo, parteciperanno al completamento e
all'installazione di un sistema fotovoltaico per l'energia nella struttura
sorta a Kigali per accogliere gli orfani e le vedove della guerra civile,
voluto e realizzato interamente dal Soroptimist International. Un appuntamento
ricco di sorprese in linea con l'allegria carnevalesca: «L'obiettivo è stato
raggiunto - commenta la presidente Rosa Maria Collodoro De Cristoforo - grazie
all'impegno organizzativo di tutte le socie a alla sensibilità di quanti hanno
sposato il nostro progetto, quello che ha l'obiettivo di sostenere azioni
concrete e creare opportunità per trasformare e migliorare la vita delle donne
nel mondo: tutto questo, attraverso la rete globale dell'associazione e la
cooperazione internazionale». Sostenere il diritto alle pari opportunità e alla
uguaglianza, favorire la realizzazione di ambienti sicuri e salubri,
incrementare l'accesso alla istruzione, sviluppando le qualità dirigenziali e
le competenze pratiche per un futuro sostenibile: questi gli scopi delle
tantissime iniziative organizzate dal Soroptimist. Già da diversi anni i club
di tutta Italia sostengono infatti il progetto di Kigali, che ha visto anche la
costruzione di cisterne per la raccolta di acque piovane e reflue. Presente per
l'occasione anche la responsabile nazionale del "Progetto Africa",
Maria Silvia Monterosso Vasquez, che consegnerà il ricavato direttamente nelle
mani di coloro che da tempo operano nel territorio africano.
( da "Velino.it, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono
inserite. EST - Guantanamo, rilasciato cittadino britannico Roma, 23 feb
(Velino) - Binyam Mohamed, quarantenne prigioniero di Guantanamo nato in
Etiopia e residente in Gran Bretagna, è stato rilasciato e sta tornando a
Londra con un aereo militare. Lo riferisce la stampa online britannica che
ricorda come il suo caso abbia causato profonda indignazione nel Regno Unito,
dove sono giunte notizie di ripetute torture nei suoi confronti. Convertito
all?Islam nel 2001, Mohamed è stato accusato dagli Stati Uniti di aver
pianificato attacchi terroristici in Pakistan per poi essere arrestato un anno
dopo all?aeroporto di Karachi. Detenuto per qualche mese in Pakistan, è stato
condotto in un carcere in Marocco, dove ha vissuto un anno e mezzo durante il
quale avrebbe subito ulteriori abusi. Nel 2004 è stato trasferito a Guantanamo
ma secondo la sua ricostruzione, prima avrebbe anche passato un periodo in una
prigione di Kabul. Un rapporto medico ha rilevato che Mohamed, recentemente
impegnato in uno sciopero della fame, era in condizioni di denutrizione, con
disagi di stomaco, lividi alle mani e ai piedi, danni ad altri organi oltre a
profondi problemi psicologici ed emotivi. Nonostante tutto questo, Mohamed ha
chiesto ai media di ringraziare tutti coloro che in Gran Bretagna hanno
lavorato per la sua liberazione, inclusi numerosi membri del governo. Clive
Adrian Stafford Smith, legale angloamericano che si occupa di diritti umani negli Stati Uniti, ha detto di attendersi l?immediato
rilascio di Mohamed, definito “una vittima che ha sofferto più di quanto un
essere umano dovrebbe mai soffrire”. Secondo alcune organizzazioni per i
diritti umani, sarebbero una decina i cittadini
britannici che avrebbero subito torture in paesi stranieri con la
collaborazione dei servizi segreti inglesi. (gda) 23 feb 2009 15:35
( da "WindPress.it" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
23-02-2009
Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Febbraio
> Israele/Territori occupati palestinesi: cattivo uso di armi fornite dagli
UsaContenuto della paginaIsraele/Territori occupati palestinesi: le prove del
cattivo uso di armi fornite dagli Usa rendono ancora pi necessario un embargo.
La Sezione Italiana di Amnesty International e la Rete italiana per il Disarmo
chiedono al governo di sospendere i trasferimenti e interrompere le
autorizzazioni all'esportazione di armiCS025: 23/02/2009Sia Israele che Hamas
hanno utilizzato armi provenienti dall'estero per compiere attacchi contro i
civili. Lo ha dichiarato oggi Amnesty International, diffondendo un rapporto che
contiene nuove prove sulle munizioni usate durante le tre settimane di
conflitto a Gaza e nel sud d'Israele e chiedendo alle Nazioni Unite un embargo
completo sulle armi. "Le forze israeliane hanno usato fosforo bianco e
altre armi fornite dagli Usa per commettere gravi violazioni del diritto umanitario, compresi crimini di guerra. I loro attacchi
hanno causato la morte di centinaia di bambini e di altri civili e la massiccia
distruzione di abitazioni e infrastrutture" - ha dichiarato Donatella
Rovera, che ha guidato la missione di ricerca di Amnesty International nel sud
d'Israele e a Gaza. "Al tempo stesso, Hamas e altri gruppi armati
palestinesi hanno lanciato contro le aree civili israeliane centinaia di razzi
introdotti a Gaza dall'esterno o assemblati con componenti prese
all'estero."Anche prima delle tre settimane di conflitto, coloro che
avevano fornito le armi alle due parti erano consapevoli del ripetuto cattivo
uso che ne veniva fatto. Per questa ragione, devono
assumere parte della responsabilit per le violazioni dei diritti umani causate dalle armi da loro trasferite e cessare immediatamente
ulteriori forniture. "In quanto principali fornitori di armi a Israele,
gli Usa hanno un obbligo particolare nel fermare ogni trasferimento che
contribuisca a gravi violazioni delle leggi di guerra e dei diritti umani. L'amministrazione Obama dovrebbe immediatamente
sospendere gli aiuti militari a Israele" - ha dichiarato Malcolm Smart,
direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty
International. Da molti anni gli Usa sono il principale fornitore di armi
convenzionali a Israele. L'accordo decennale in vigore fino al 2017, prevede il
rifornimento di aiuti militari per un valore di 30 miliardi di dollari, con un
aumento del 25 per cento rispetto al periodo precedente l'amministrazione Bush.
"In larga misura, l'offensiva militare israeliana a Gaza stata condotta
con armi, munizioni ed equipaggiamento militare provenienti dagli Usa e pagati
coi fondi dei contribuenti statunitensi" - ha dichiarato Smart. A Gaza,
terminato il conflitto, i ricercatori di Amnesty International hanno rinvenuto
grandi quantit di frammenti e componenti di munizioni usate dall'esercito
israeliano (comprese molte "made in Usa") nelle case, nei cortili
delle scuole e negli ospedali: resti di obici esplosi da carri armati o
dall'artiglieria, di mortai, di missili Hellfire e di altro genere, di bombe
sganciate dagli F16 cos come grumi ancora fumanti e altamente incendiari di
fosforo bianco. I delegati di Amnesty International hanno rinvenuto anche resti
di un nuovo tipo di missile, apparentemente lanciato da droni, che rilascia una
gran quantit di cubetti acuminati, ognuno dei quali di dimensione compresa tra
2 e
( da "HelpConsumatori" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
News
SOCIETA'. Amnesty chiede embargo totale delle armi dirette a Israele e ad Hamas
23/02/2009 - 15:04 Amnesty International chiede l'embargo totale delle armi
dirette in Israele, ad Hamas e ad altre organizzazioni armate palestinesi.
"Sia Israele che Hamas hanno utilizzato armi provenienti dall'estero per compiere
attacchi contro i civili", ha dichiarato Amnesty diffondendo un rapporto
sulle munizioni usate durante le tre settimane di conflitto a Gaza e nel sud
d'Israele e chiedendo alle Nazioni Unite un embargo completo sulle armi.
"Le forze israeliane hanno usato fosforo bianco e altre armi fornite dagli
Usa per commettere gravi violazioni del diritto umanitario,
compresi crimini di guerra. I loro attacchi hanno causato la morte di centinaia
di bambini e di altri civili e la massiccia distruzione di abitazioni e
infrastrutture - ha dichiarato Donatella Rovera, che ha guidato la missione di
ricerca di Amnesty International nel sud d'Israele e a Gaza - Al tempo stesso,
Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno lanciato contro le aree civili
israeliane centinaia di razzi introdotti a Gaza dall'esterno o assemblati con
componenti prese all'estero". A Gaza i ricercatori di Amnesty
International hanno rinvenuto grandi quantità di frammenti e componenti di
munizioni usate dall'esercito israeliano, comprese molte "made in
Usa", nelle case, nei cortili delle scuole e negli ospedali, cui si
aggiungono - informa l'associazione - resti di obici esplosi da carri armati o
dall'artiglieria, di mortai, di missili Hellfire e di altro genere, di bombe
sganciate dagli F16 e grumi altamente incendiari di fosforo bianco, nonché i
resti di un nuovo tipo di missile, apparentemente lanciato da droni, che
rilascia una gran quantità di cubetti acuminati. Nel sud d'Israele, continua
l'associazione, sono stati trovati i resti di razzi Qassam, Grad e di altri
ordigni lanciati indiscriminatamente da Hamas e altri gruppi armati palestinesi
contro aree civili israeliane. "Sollecitiamo il Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite a imporre un immediato embargo totale sulle armi dirette a Israele,
Hamas e altri gruppi armati palestinesi, fino a quando non siano individuati
meccanismi efficaci per assicurare che munizioni e altre forniture militari non
verranno usate per commettere gravi violazioni del diritto umanitario
- ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa
del Nord di Amnesty International - Inoltre, tutti gli stati dovrebbero
sospendere ogni trasferimento di munizioni, equipaggiamento
e assistenza militare verso Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi
fino a quando non vi sarà più un sostanziale rischio di violazioni dei diritti umani. Gli affari non possono andare avanti come al solito, con le
prevedibili ulteriori conseguenze devastanti per la popolazione civile di Gaza
e Israele". 2009 - redattore: BS
( da "gomarche.it" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
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Home > Politica > Immigrati: Regione Marche, no a CIE a Falconara Nella
foto: Falconara Marittima (immagine da http://www.falconarainlinea.it) Lunedì
23 Febbraio 2009 17:10 Immigrati: Regione Marche, no a CIE a Falconara
L'assessore regionale all'Immigrazione e ai Servizi sociali, Marco Amagliani,
ribadisce la contrarietà della Regione a istituire un Centro di identificazione
ed espulsione per i cittadini immigrati a Falconara Marittima. FALCONARA
MARITTIMA - "Sulla possibilità di costruzione di un Centro di
identificazione ed espulsione per i cittadini immigrati, la nostra è una
posizione chiara, coerente e motivata da ben cinque anni. Vale a dire, in tempi
non sospetti". Lo afferma l'assessore regionale all'Immigrazione e ai
Servizi sociali, Marco Amagliani, contrario a questi Centri, intervenendo nel
dibattito che si è aperto quando il Governo ha individuato Falconara Marittima
come sito idoneo per la realizzazione di un Centro. Un 'no' espresso, per tutto
il territorio marchigianao, anche alla modifica alla legge regionale
sull'immigrazione, che, a giorni, andrà in Consiglio regionale. "Il
Consiglio regionale delle Marche prosegue Amagliani - in una mozione approvata
nella scorsa legislatura le considerava già 'strutture lesive dei diritti
universali delle persone', in primo luogo della libertà personale. Lo stesso
Consiglio regionale si dichiarava 'indisponibile alla costruzione e alla
presenza sul proprio territorio di Centri di permanenza Temporanei'. La stessa
mozione impegnava la Giunta regionale 'ad operare in tutte le sedi, affinché in
nessun luogo del territorio regionale tali strutture' potessero 'essere
realizzate o attivate'. Ed è con questo stesso spirito e volontà che ho
partecipato, in rappresentanza della Regione Marche, al forum 'Mare aperto,
idee per aprire le frontiere e chiudere i CPT' tenutosi a Bari nel luglio del
2005". Quella del clandestino ricorda Amagliani è una condizione e non un
reato. L'immigrazione non può essere affrontata come una questione di
"ordine pubblico", spesso affidata alla disciplina di legislazioni
emergenziali. Si tratta invece di affrontare nel pieno rispetto delle Leggi, le
grandi problematiche dell'accoglienza, dell'inclusione, dell'interculturalità.
Tutti coloro che vivono, lavorano o cercano lavoro onestamente nelle Marche
sono e devono essere considerati cittadini. Tale posizione, oltre ad essere la
più efficace dal punto di vista politico, è la più rispettosa dei diritti umani come dimostrato dal rapporto del CNEL (Consiglio nazionale
dell'economia e del lavoro) che, proprio in questi giorni, colloca le Marche al
primo posto in assoluto per l'inserimento sociale degli immigrati. "Già
nel 2005 - continua Amagliani - le Regioni chiedevano al Governo il superamento
dei CPT e l'istituzione di un tavolo di confronto per definire risposte
alternative che tutelino i diritti e promuovano la sicurezza sociale.
Per rafforzare ulteriormente la nostra contrarietà a tali centri, abbiamo
inserito un'apposita norma nella proposta di legge di aggiornamento
dell'attuale legge regionale n. 2 del 98 'Interventi a sostegno degli
Immigrati', che andrà nei prossimi giorni in Consiglio regionale, perché siano
stabiliti con legge i contenuti della mozione approvata dal consiglio regionale
sul netto rifiuto alla costruzione dei CIE sul territorio marchigiano".
( da "Dagospia.com" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
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| Segnala articolo --> HILLARY REAL POLITIK - DIRITTI UMANI IN CINA?
CHISSENEFREGA! QUI DOBBIAMO SALVARE GLI STATI UNITI DALLA BANCAROTTA E PECHINO
è il più grande creditore DEGLI USA - E i cinesi devono continuare a comprare
IL NOSTRO debito ? il caso iran?. Francesco Sisci per "La Stampa" È
un fidanzamento di interesse. Non si sa se, come accadeva talvolta nei tempi
antichi, poi si trasformerà in un matrimonio di amore o, a tempo debito e a
crisi economica finita, la coppia scoppierà, ma certo oggi con la visita a
Pechino del segretario di Stato Hillary Clinton le relazioni tra America e Cina
sono nella fase del fidanzamento. Hillary Hillary ha sfidato le ire dei gruppi
a favore dei diritti umani e nella sua permanenza a
Pechino ha ignorato l'argomento preferendo concentrarsi sulle questioni
economiche e strategiche. In questo ha riportato le lancette del rapporto
bilaterale a prima del 1989, prima del crollo del muro di Berlino, quando la
Cina era un baluardo nel fronte anti sovietico. Hillary ha parlato con le
televisioni cinesi, Dragon TV, di Shanghai e la rete nazionale CCTV, in una
specie di nuova campagna di fascino verso il pubblico cinese, che
effettivamente sembra sia rimasto colpito. La giornalista Tian Wei che ha
intervistato la Hillary già in serata aveva messo su Internet il suo pezzo, una
rarità per la ultraprudente Tv di Stato cinese. HILLARY E PASTORE CINESE
L'obiettivo della Clinton infatti non era semplice da ottenere con la Cina: a
fronte di una crisi economica profondissima e un'America che appare traballante
i cinesi devono continuare a comprare debito statunitense. «Le nostre economie
sono intrecciate - ha detto Hillary a Pechino - i cinesi sanno che al fine di
cominciare a esportare di nuovo nel loro più grande mercato... gli Stati Uniti
devono prendere delle misure drastiche con il pacchetto di stimolo e dobbiamo
assumerci ulteriori debiti». La Cina già oggi è il più grande creditore
dell'America ed è l'unico al mondo che ha la possibilità di continuare a
comprare, visto che la sua economia continuerà a crescere a ritmi sostenuti. Il
secondo creditore, il Giappone, pare sull'orlo del collasso visto che alla fine
del
( da "ITnews.it" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Londra,
23 feb. - (Adnkronos) - "Piu' con tristezza che con rabbia devo dire che
in molti si sono resi complici dell'orrore che ho vissuto negli ultimi sette
anni". Cosi' Binya Mohamed, cittadino etiope residente
in Gran Bretagna arrivato oggi a Londra dopo essere stato rilasciato da Guantamano,
e' tornato a rivolgere durissime accuse per le torture subite in una prigione
segreta in Marocco, accuse rivolte anche alle autorita' britanniche.
( da "Virgilio Notizie" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
23 feb. (Apcom) - "Faccio ancora difficoltà a credere di essere stato
sequestrato, trasportato da un paese all'altro, e torturato
con sistemi medievali, il tutto orchestrato dal governo degli Stati
Uniti", ha detto Binyam Mohamed, in un comunicato diffuso dai suoli
legali. Mohamed, 30 anni, di origine etiope, ex residente in Gran Bretagna,
arrivato oggi a Londra dopo quattro anni di detenzione nella prigione di
Guantanamo, è stato rimesso in libertà. Nei suoi confronti non sono
state formalizzate accuse. "Prima di questa sofferenza, la 'tortura' era
una parola astratta per me...", ha aggiunto l'ex detenuto. "Ho
vissuto un'esperienza che mai avrei pensato di vivere nei miei più neri
incubi"
( da "Adnkronos" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
GUANTANAMO: DATI PENTAGONO, 60 EX DETENUTI TORNATI AL
TERRORISMO ESPERTI DIRITTI UMANI, INSERITE IN LISTA ANCHE PERSONE CHE HANNO
SOLO DENUNCIATO ABUSI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo
aggiornamento: 23 febbraio, ore 21:04
( da "Agi" del 23-02-2009)
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GUANTANAMO:
TORNA IN GB EX DETENUTO, "SONO STATO TORTURATO" (AGI) - Londra, 23
feb. - E' tornato a casa da uomo libero, ma porta con se' le sofferenze di
quattro anni di prigionia nel campo di Guantanamo e la determinazione ad avere
giustizia. Binyam Mohamed, 30 anni, e' atterrato nell'aeroporto militare di
Northolt accompagnato da due agenti di polizia e da un medico che ha stabilito
che e' troppo provato psicologicamente e fisicamente per affrontare i
giornalisti. Ma in una nota Mohamed ha fatto sapere "piu' con tristezza
che con rabbia" di aver scoperto che "molti sono stati complici degli
orrori vissuti negli ultimi sette anni", inclusi, secondo quanto ha
riferito, quanti dalla Gran Bretagna inviavano ai suoi
torturatori in Marocco materiale e domande per gli interrogatori. "Ho
vissuto un'esperienza" si legge nella nota, "che non avrei immaginato
neppure nei miei peggiori incubi. Prima di viverla, la tortura era per me un
termine astratto e non avrei mai immaginato di finirne vittima. Mi e'
ancora difficile credere di essere stato rapito, sballottato da un Paese
all'altro e di essere stato torturato con metodi medievali. Tutto organizzato
dal governo Usa". Il suo obiettivo, ora, non e' solo di
"riprendersi", ma di fare qualcosa per quanti devono ancora affrontare
le camere di tortura. "Ho degli obblighi nei confronti di quanti sono
ancora in quella situazione" ha scritto nel documento, "il momento
piu' terribile e' stato quanto ho creduto di essere stato abbandonato da tutti.
Ho il dovere di far si' che nessuno sia dimenticato". Il ministero degli
Esteri britannico ha fatto sapere che la Procura generale ha aperto un'indagine
per verificare se funzionari britannici siano stati coinvolto in qualche modo
nelle torture. Il capo del Foreign Office, David Miliband, ha manifestato la
sua soddisfazione per il rientro di Mohamed, "frutto di un duro lavoro
andato avanti per anni", e ha salutato con favore "l'impegno di Obama
a chiudere il centro di detenzione di Guantanamo". In base alla legge, Mohamed
ha dovuto presentare una richiesta di soggiorno ed e' in stato di fermo - ma
non di arresto - alla base di Northolt. Le accuse formulate in un primo tempo
contro di lui dagli Stati Uniti - aver progettato di far esplodere una bomba
sporca in America - furono lasciate cadere nell'ottobre dello scorso anno. Il
suo ritorno in liberta' e', secondo il ministero Usa della Giustizia,
"conforme con la sicurezza nazionale e gli interessi della politica estera
statunitense oltre che con quelli della giustizia in se'". Sul destino di
Mohamed il governo britannico deve ancora pronunciarsi, ma il premier Gordon
Brown ha assicurato che "sara' fatto tutto il possibile per proteggere la
sicurezza della popolazione e del Paese".
( da "City" del 24-02-2009)
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Guantanamo,
libero il primo detenuto LONDRA - Quattro anni di torture senza nessun capo
d'accusa provato. Binyam Mohamed, un etiope di 30 anni, è il primo detenuto
dopo l'elezione di Obama a lasciare il carcere di Guantanamo: ieri ha raggiunto
la Gran Bretagna dove si è ricongiunto con i familiari. L'uomo era stato
arrestato con l'accusa di terrorismo nel
( da "Gazzetta di Mantova, La" del 24-02-2009)
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AMNESTY AMNESTY Politkovskaja Vogliamo la verità Le
indagini sull'omicidio della giornalista e attivista per i diritti umani Anna
Politkovskaya devono continuare con rinnovato vigore. E' questa la richiesta di
Amnesty International dopo che la giuria di un tribunale militare distrettuale
di Mosca ha assolto tutti gli imputati sotto processo perché coinvolti
nell'omicidio.
Sollecitiamo le autorità russe a non fermarsi qui ma a continuare le indagini
sull'assassinio e a portare di fronte alla giustizia tutti coloro che sono
coinvolti, compresi l'esecutore materiale e i mandanti. La giuria ha dichiarato
di non aver trovato elementi di colpevolezza nelle prove fornite dalle
indagini. Al termine del processo Anna Stavitskaia, una dei rappresentanti dei
figli di Politkovskaya, ha sottolineato che le indagini sono state deboli e che
l'impianto difensivo degli imputati è stato molto più forte. La fine del
processo non solleva le autorità dal dovere di trovare l'assassino e coloro lo
difendono. Facendo giustizia per l'assassinio di Anna Politkovskaya, le
autorità russe mostreranno la volontà politica di porre fine alla repressione
nei confronti dei difensori dei diritti umani.
Rivolgendosi alla giuria, l'avvocato Karinna Moskalenko aveva detto: «Anna
avversava l'impunità e l'illegalità, non avrebbe mai voluto vedere in libertà
qualcuno che avesse commesso un grave crimine. Allo stesso modo, non avrebbe
voluto vedere affatto qualcuno condannato per un crimine non commesso». Gruppo
Mantovano di Amnesty International IL DOPO SARDEGNA Con Soru abbiamo perso un
po' tutti Dalla Sardegna, dalla campagna elettorale e dai risultati delle
Regionali, ci viene uno scenario che riflette come uno specchio l'immagine
dell'Italia. Un paese brutto, sempre più brutto. Un paese che si vede in
difficoltà, che sa di avere problemi di inefficienza, di arretratezza, di
mancata modernizzazione, di servizi sempre più scadenti. Sempre agli ultimi
posti delle graduatorie europee, e non solo. E' un paese che non ha stima di
sé, ma rimane attaccato a stili di vita scanditi dai riti e miti della politica
e dello spettacolo. E' così che la notte in cui si compiva la tragedia di
grande partecipazione emotiva della povera Eluana il popolo si affollava
davanti alla Tv del Grande Fratello, appositamente mandato in onda dal suo
impresario politico-mediale. Il risultato sardo è sconfortante se misurato
sulla realtà regionale: manca il lavoro, chi ce l'ha lo perde, metà dei giovani
è disoccupato, la struttura economica è debole, si aggrappa ad un'edilizia
disordinata e distruttiva, ma il modello vincente è quello proposto
dall'impresario politico-mediale. In Sardegna, come altrove, vince il partito
di chi non vuole o non sa usare la pazienza e l'intelligenza per costruire il
proprio futuro. Vince il partito di chi non sa o non vuol vedere, che si affida
ad un mago che vende ottimismo senza responsabilità, promette il paese dei
consumi e di Bengodi, mentre tutto ciò che è pubblico, bene comune, è invece
allo sfascio. In Sardegna, come e più che altrove, i consumi «vistosi», il
lusso, si ostentano e convivono con le miserie più degradanti. Rincorrono
valori (o dis-valori, come ha detto bene Veltroni) che non servono a costruire
una prospettiva positiva. Ha perso Soru, il meglio che la Sardegna potesse
offrire a se stessa. Ha prevalso il sistema dei buoni acquisto pre-elettorali
(20 euro nel quartiere cagliaritano di Sant'Elia), della rete di notabili
locali a cui corrispondere incarichi e prebende a seconda delle preferenze
elettorali, ha vinto la politica come mercato e voto di scambio. E' stata
sconfitta la politica come progetto di modernizzazione della società e di
mobilitazione civile. E' così che ha perso Soru, ma un poco abbiamo perso tutti.
Pier Paolo Galli IL DIBATTITO NEL PD Sono deluso ma non mi arrendo Alcune
riflessioni sul mio partito, il Pd. Un partito è innovativo solo perché si apre
al popolo attraverso le primarie? Vedo che spesso queste lasciano conseguenze
importanti e mai neutre. Penso davvero che l'innovazione passi attraverso un
nuovo modo di fare politica. Questo per me dovrebbe basarsi su fondamenta
quali: l'etica, la responsabilità, i valori e il sapere. Per poi tradursi,
attraverso uno stile comunicativo efficiente ed efficace, nella realtà. Quella
legata e basata sulla vita reale di ogni giorno. Ed allora la gente e tra
questa anch'io è stanca dei litigi, delle rivalità e delle speranze ancora una
volta infrante. Come segretario sono deluso da quanto sta avvenendo ma continuo
a testimoniare, con il mio impegno l'appartenenza al Pd. Mirko Corniani
Segretario Pd di Palidano L'APPELLO Dalla parte di Cuba Basta con i silenzi Per
l'ennesima volta a è partito l'attacco a Cuba e alla sua rivoluzione sulle reti
televisive italiane. All'inizio dell'anno veniva descritto un paese allo sbando
e alla fame: un inferno! La cosa strana però è che non si dice mai che a Cuba
esiste un blocco economico-commerciale da 50 anni imposto dagli Usa; non si fa
cenno ai 5 cubani detenuti negli Usa in violazione dei diritti più elementari
della giustizia Usa; che il terrorista Luis Carilles Posadia è libero di
attraversare il centro America, nonostante i molti attentati terroristici
contro Cuba,dove in uno di questi morì un nostro connazionale Fabio di Celmo.
Forse tutti non sanno che alle nazioni unite alla 17a votazione consecutiva
contro il blocco, 185 paesi su 192 hanno votato contro questo blocco, il tutto
frutto del lavoro diplomatico del giovane ministro degli esteri cubano F. Perez
Roque e soprattutto della grande solidarietà nel mondo per Cuba. Cuba l'isola
della rivoluzione, che è il senso del momento storico, a cambiare tutto quanto
va cambiato; è uguaglianza, libertà, essere trattato e trattare le persone come
esseri umani, è emanciparsi, difendere valori con
modestia, semplicità, solidarietà è difendere i principi etici delle idee e
lottare per i sogni di un mondo più giusto, e tutto questo è alla base del
patriottismo, del socialismo e dell'internazionalismo di Cuba. Cuba la patria
del Che - Camillo Cienfuegos; un fastidioso inconveniente in quell'area del
mondo, è l'emblema della resistenza verso il capitalismo selvaggio ed è
l'esempio che ci ricorda che può esistere un mondo diverso. Dal 1961 le
associazioni di amicizia Italia-Cuba sono con Cuba e la sua rivoluzione perché
aldilà degli orientamenti politici ed ideali siamo con un popolo che vuole un
futuro nella piena indipendenza e nello sviluppo, con una rivoluzione che cerca
di essere attenta ai bisogni di tutti e cerca di offrire a tutti uguali
opportunità, perché l'America Latina diventi veramente indipendente e questo è
possibile se si preserva il progetto cubano. Infine ammiriamo un popolo capace
di dignità e fermezza per concludere un semplice invito a tutte le persone che
condividono questi valori e principi etici a difendere Cuba e la sua
rivoluzione senza paura e vergogna. Fausto Motta Vittoria Cortan Circolo di
Mantova Amitalia-Cuba PIAZZA SORDELLO L'elemosina chiesta a un prete L'altra
mattina mentre mi trovavo in piazza Sordello ho visto una signora anziana che
chiedeva l'elemosina a un prete che stava entrando nel Palazzo Vescovile. Il
prete ha inizialmente ignorato l'anziana donna, quando però si è reso conto che
continuava a seguirlo all'interno del palazzo mettendogli davanti un bicchiere
di plastica contenente alcune monete, gli ha detto che lui non era né il
prefetto né il sindaco di Mantova. è corretto che un prete si comporti in
questo modo nei confronti di una persona bisognosa? Non sono loro per primi che
dicono che i poveri vanno aiutati? Giovanni Angelo Delogu
( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-02-2009)
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12 - Speciali Cancellare un neo: Guantanamo TERRORISMO Durante la campagna
elettorale Barack Obama ha parlato del carcere di Guantanamo a Cuba.
All'inizio, ha affermato che avrebbe chiuso la prigione di massima sicurezza
nei primi 100 giorni del suo esecutivo, salvo poi ritrattare giustificando il
ritardo definendo la questione più complicata. Il 13 gennaio scorso finalmente
il neopresidente dice ciò che anche Amnesty International aspettava da tempo:
ribadisce che intende chiudere il carcere. Guantanamo è un carcere all'interno
di una base militare, quindi costantemente sorvegliato da soldati che pare non
abbiano molta pietà con i detenuti. Infatti ci sono pesanti accuse di tortura,
metodo abolito molto tempo fa. Il trattamento riservato ai prigionieri non
ammette scrupoli, perché sono personaggi pericolosi, che minacciano l'America,
stando a quanto affermava l'ormai ex presidente Bush. La giustificazione della
detenzione? Attività terroristica, ogni prigioniero è accusato di far parte
della rete di Al Qaeda. Tutti sono presunti colpevoli, nessuno ha accuse
formali, tutti potrebbero farne parte, ma forse no. Nessuno di loro ha avuto
processi, nessuno di loro ha potuto difendersi, perché nessuno era innocente a
priori. Una legislazione approvata nel 2005 aveva addirittura tolto il diritto
di presentare ricorsi contro la loro detenzione, dopo che nel 2004 la Corte
Suprema statunitense aveva invece decretato come lecito il diritto alla difesa.
Nel giugno 2006 la stessa Corte ha rilevato la violazione dei diritti fondamentali dei prigionieri di guerra, sia nel
trattamento sia nei processi condotti da tribunali speciali alquanto
"dubbi". Il numero dei prigionieri ammonta quasi a 250 e non sono più
uomini, sono ormai diventati zombie. Il primo campo di prigionia era
all'aperto, non esistevano celle, la "vita" dei detenuti si svolgeva
tutta all'esterno. Vestiti con tute arancione, stavano inginocchiati con la
faccia a terra, guardando la sabbia a cui ormai appartenevano.
"Vivevano" in gabbie delimitate da filo spinato, senza coperture,
sotto il sole. Dopo varie denunce di Amnesty International
per i diritti umani, dopo che anche l'Onu ha accusato i politici americani di non
rispettare il Trattato di Ginevra sui diritti dei
prigionieri di guerra, chi di dovere è corso ai ripari cambiando per ben due
volte la struttura del carcere. Attualmente le condizioni dei detenuti sono
cambiate, ma di poco: hanno finalmente un tetto sopra la testa, ma si
trovano da soli in celle minuscole e recintate, sono isolati per 22 ore il
giorno senza poter vedere il sole e senza aria naturale. Le associazioni per i diritti umani chiedono fermamente
la chiusura di Guantanamo, perché non è un carcere, ma un luogo di torture
fisiche e verbali verso persone che potrebbero essere innocenti. Gaia Zol
Istituto tecnico Zanon
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 24-02-2009)
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CASTEGNATO.
Domani un incontro dibattito Carcere e diritti tra l'Italia e l'Iraq
L'interesse dell'associazione «Carcere e territorio» per la fase
dell'esecuzione penale, quello più ampio di Acli Brescia e della Facoltà di
Giurisprudenza dell'Università di Brescia per l'attenzione ai diritti dell'uomo
e l'apertura a tale tipo di attività da parte della Comunità Montana della
Valtrompia e del Comune di Castegnato, hanno reso possibile l'organizzazione di
alcune serate per la celebrazione dei Diritti umani nel sessantesimo dalla
Dichiarazione universale. Tra le iniziative spicca quella programmata a
Castegnato per domani sera alle 20,30 nella sala conferenze del Centro civico.
Proporrà la sua esperienza la signora Kholud Al Bassam (attualmente ancora
operativa in Iraq), irachena con passaporto americano poichè consulente del
governo Usa per la task force che in Iraq gestisce i detenuti politici
e, di conseguenza, le carceri irachene (tra le quali la tristemente nota Abu
Ghraib). Con Kholud Al Bassam nel corso della serata interverranno Giuseppe
Orizio (sindaco di Castegnato), Roberto Rossigni (presidente provinciale Acli)
e Luisa Ravagnini, (dell'associazione Carcere e territorio, giudice al
Tribunale di sorveglianza di Brescia.
( da "Secolo XIX, Il" del 24-02-2009)
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Asta
Ysl-Bergé, i bronzicinesi saranno venduti il caso PARIGI. Il tribunale di Parigi
ha respinto ieri sera il ricorso dell'Associazione francese per la protezione
dell'arte cinese in Europa che reclamava la sospensione della vendita di due
bronzi cinesi messi in vendita per l'asta della collezione Yves Saint
Laurent-Pierre Bergé organizzata da Christie's al Grand Palais di Parigi.
L'Associazione voleva impedire la vendita - prevista domani, ultimo giorno
d'asta - dei due pezzi, una testa di topo e una testa di coniglio in bronzo,
rubati a Pechino circa 150 anni fa durante il saccheggio al Palazzo d'Estate
dalle truppe franco-britanniche in occasione della seconda guerra dell'oppio,
nel 1860. I due bronzi sono stimati attorno ai 10 milioni di euro ciascuno. Nella sua requisitoria il pm aveva definito «irricevibile» il
ricorso, «improvvisato» e sostenuto da «un'associazione che non rappresenta che
sé stessa». «Restituisco i due bronzi in cambio del riconoscimento dei diritti umani in Cina», aveva risposto l'uomo d'affari e compagno di Yves
Saint Laurent, Pierre Bergé. 24/02/2009
( da "Repubblica, La" del 24-02-2009)
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XVI - Bologna "Siamo Sacco e Vanzetti, vittime del razzismo" Giovedì
al Teatro Dehon il regista e l´attore americano rievocano la storia dei due
emigranti GIORGIA OLIVIERI Nonostante siano passati 82 anni, la vicenda di
Nicola Sacco e di Bartolomeo Vanzetti, ingiustamente condannati alla sedia
elettrica per l´unica colpa di essere stranieri in terra straniera e fieri
sostenitori dei propri ideali politici, oggi è quanto mai attuale. Il Gruppo
Teatro Colli porta in scena in anteprima nazionale giovedì alle 21 al Teatro
Dehon (via Libia 59) «Sacco e Vanzetti», con l´italo-americano Danny Lemmo e
Emanuele Montagna, dal 1997 direttore artistico della scuola di teatro. «L´idea
mi è venuta qualche anno fa» dice Montagna che ne è anche regista «grazie alla
lungimiranza culturale di Fondazione del Monte, Comune di Bologna e alla
disponibilità del Teatro Dehon siamo riusciti a realizzarlo. La storia dei due
emigrati è ben nota, anche perché raccontata dal bellissimo film del 1971 di
Giuliano Montaldo con Gian Maria Volontè e Riccardo Cucciolla che mi ha
ispirato. Il testo che rappresentiamo è stato scritto da un giovane autore, Giancarlo Brancale che ha molto insistito sul tema
dell´immigrazione, dei diritti umani e della pena di morte». «Io
che sono italo-americano, anche se di una generazione diversa» aggiunge Danny
Lemmo, membro onorario a vita dell´Actors Studio di New York «conosco bene il
tema del razzismo di cui sono stati vittime gli italiani in America.
Quello che noi vogliamo mostrare è soprattutto il lato umano dei protagonisti,
che si contrappone a chi punta il dito, condannando invece di ragionare, con la
certezza di aver trovato il colpevole». «Dirigere questo spettacolo è stato
molto emozionante, anche perché è stata la prima volta con Danny, che, comunque,
con noi collabora da molti anni per quanto riguarda la formazione degli attori.
è stato un grande lavoro d´equipe con gli attori che sono con noi sul
palcoscenico, Michele Cosentini e Gaia Ferrara, che interpretano
rispettivamente, Fred Moore, l´avvocato dei due italiani, e Rosina, la moglie
di Vanzetti. Lo spettacolo è stata anche l´opportunità di dare spazio e fiducia
ai nostri allievi. Dedico, inoltre, questo spettacolo a Mario Barbani» continua
il regista «un grande anarchico bolognese che ha sempre lottato strenuamente
per difendere i propri ideali. Gli ero molto affezionato anche se, da liberale
quale sono, non condividevo sempre le sue posizioni».
( da "Repubblica, La" del 24-02-2009)
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43 - Spettacoli Miglior attore: si è lanciato in difesa degli omosessuali La
"sorpresa" Sean Penn "Ora sì alle nozze gay" SILVIA BIZIO
LOS ANGELES Sean Penn è stato il primo a mostrare la sorpresa mentre riceveva
il suo inaspettato Oscar come miglior attore protagonista. «Grazie, voi
comunisti figli di buona donna, amanti degli omosessuali!», ha scherzato riferendosi
ai membri dell´Academy of Motion Pictures. E non contento lo ha ripetuto
davanti a un piccolo gruppo di dimostranti che brandivano cartelli contro Heath
Ledger («Heath all´inferno», dicevano), omosessuali e Milk a pochi isolati dal
teatro Kodak dove si è svolta la cerimonia degli Oscar. Se Penelope Cruz, la
prima spagnola a vincere un Oscar come miglior attrice, ha riflettuto
sull´universalità e diversità culturali del mondo del cinema, se Kate Winslet
ha espresso critiche verso il proprio paese, l´Inghilterra, se Danny Boyle ha
ricordato con tenerezza i bambini venuti da Mumbai («non sapevo se fosse giusto
toglierli di scuola, e ora dovrebbero andare a letto!», ha detto), Sean Penn si
è concesso (cosa ormai rarissima per lui) ai giornalisti in
sala stampa per parlare di Obama e dei diritti degli omosessuali. «Quella gente
lì fuori e quei cartelli dicono che un omosessuale è meno di umano, e la
cultura dell´ignoranza fomenta questo tipo di espressioni di odio», ha detto.
«è triste, perché sono espressioni di codardia umana, aver paura di estendere
agli altri, gli stessi diritti umani che vuoi per te. Non
c´è niente di più importante dei temi di Milk, che attraverso lo spettacolo ti
fa capire cose così semplici e fondamentali». Sul presidente Obama, Sean Penn
ha precisato: «La sua posizione pubblica non è a favore del matrimonio
omosessuale, ma spero che sia una posizione politica del momento. Non penso che
nessuno di noi, nemmeno il nostro presidente, possa sostenere quella posizione
perché queste sono necessità umane. Certo, con masse di gente disperatamente
povera, Obama deve affrontare prima la crisi. Ma arriverà il giorno e arriverà
in fretta».
( da "Manifesto, Il" del 24-02-2009)
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INTERVISTA
I primi passi dell'Asian Media Activist Network, nato da un incontro in Corea
del sud «Volevamo uno strumento che non venisse dagli Usa» S. Pi. PECHINO T.H.
è un ragazzo giapponese, studia Sociologia all'università e fa parte dell'Asian
Media Activist Network. Ha preso parte all' organizzazione e alle giornate del
G8 in Giappone ed è reduce da un breve tour in Asia. L'obiettivo era quello di
incontrare realtà di attivisti tra Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud e Cina: lo
scorso settembre si è tenuto un incontro in Corea del Sud, dal quale è nata la
volontà di dotare gli attivisti asiatici di strumenti comuni, utilizzando
internet e i media a disposizione. Obiettivo, comunicare quanto accade in
termini di lotte sociali nei propri paese, provando a convergere su elementi
comuni. Di che progetto si tratta? Vogliamo creare un network tra tutti i vari
nodi di attivisti in Asia. Un modo per comunicare quanto accade nei singoli
paesi, in una prospettiva generale asiatica. Naturalmente alcuni di noi
partecipano anche ad Indymedia e altre piattaforme on line, ma sentivamo di
avere bisogno di una cosa che non provenisse dagli Stati Uniti, come nel caso
di Indymedia, ma che nascesse, maturasse e fosse sviluppata direttamente da
noi. Per ora abbiamo un sito ancora work in progress, si chiama Champon, ma ha
già la disponibilità della lingua inglese, coreana, giapponese, cinese
semplificata e cinese di Taiwan. E' già un passo avanti. Come è nata l'idea?
Abbiamo cominciato a capire che bisognava fare qualcosa di simile nel 2007.
Abbiamo organizzato il No G8 Network in occasione del summit in Giappone.
Abbiamo imparato tanto e ci siamo confrontati con coreani, taiwanesi, gente di
Hong Kong. Poi abbiamo fatto un ulteriore incontro dopo il G8 e abbiamo deciso
di lanciare la proposta, mettendo da parte anche diatribe storiche. Noi siamo
contro la globalizzazione, vogliamo confrontarci e mescolarci culturalmente,
parlare di ambiente, di sviluppo sostenibile, di diritti, di lavoro. E'
abbastanza per provarci. Che idea ti sei fatto dai tuoi incontri con altri
attivisti? Che siamo pochi, ma abbiamo molta volontà. Ognuno ha le sue
problematiche da affrontare ma abbiamo trovato alcuni temi comuni, come la
precarietà, ad esempio, e metodologie comuni: la rete, il mediattivismo. Alcune
delle realtà che ho incontrato sono all'inizio, come se improvvisamente alcuni
si fossero risvegliati. Quali sono i prossimi passaggi? La
costruzione della rete attraverso una mailing list internazionale, la
partecipazione al prossimo G8 in Italia e un incontro già previsto per
settembre
( da "Giorno, Il (Lecco)" del 24-02-2009)
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LE
NOSTRE INIZIATIVE pag. 13 Appello all'uomo costruttore di civiltà non
distruttore IL COMMENTO CARENNO ANCHE allora, come oggi, l'Europa era la culla
della cultura, dell'innovazione, delle grandi rivoluzioni di pensiero e
sembrava un impossibile terreno dove far attecchire dittature, discriminazioni
violente, razzismo, intolleranza, barbarie e stermini. Eppure è successo. Ha
prevalso il male sul bene con il regime nazista e fascista, la violazione dei diritti dei
bambini ebrei, ha prevalso la distruzione dell'uomo sulle persone, gli oggetti,
i sentimenti, i ricordi, la Dignità, la Libertà. L'uomo deve ritornare ad
essere un costruttore di civiltà, non un distruttore. Si pensi alle grandi
civiltà: Greca, Romana, Babilonese, alla bellezza delle opere d'arte realizzate
nei secoli, alle maestosità architettoniche in cui l'Uomo era al centro
del mondo, si pensi alla scultura, alla musica, alla poesia. Alcuni uomini, ma
anche donne e bambini, hanno avuto il grande dono di creare il bello, perché
hanno avuto un'anima bella. Quando sono scomparsi hanno lasciato in eredità al
mondo il frutto del loro impegno etico e morale, hanno lasciato gente più forte
che porta nel cuore un ideale. Questi meriterebbero un posto in prima fila
nella storia, non i «Signori della guerra» che la distrussero. ANCHE nel mondo
d'oggi, nella nostra vita quotidiana, il più delle volte non si trova
collaborazione, unione, accordo ma attriti piccoli e grandi, per cui non c'è la
forza della condivisione, non c'è costruzione con l'altro ma distruzione
dell'altro, c'è molta finzione e poca realtà da vivere in maniera autentica per
essere costruttori di civiltà.
( da "Manifesto, Il" del 24-02-2009)
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MEDIO
ORIENTE Amnesty: embargo alle armi per Israele Il rapporto dell'organizzazione
internazionale condanna anche Hamas: i razzi contro i civili sono crimini di
guerra. Durante l'operazione «Piombo fuso» utilizzate armi proibite: Obama ha
l'obbligo di fermare trasferimenti che contribuiscono a gravi
violazioni dei diritti dell'uomo e a crimini contro l'umanità Appello
agli Usa: è l'unico modo per evitare stragi di civili E all'Italia: Berlusconi
interrompa la fornitura ordigni Michele Giorgio GERUSALEMME Fermare la vendita
internazionale di armamenti ad Israele e, allo stesso tempo, interrompere anche
il traffico delle parti necessarie per assemblare i razzi di Hamas. Solo
con l'embargo si possono impedire attacchi contro i civili compiuti dalle due
parti. Ad invocare questa misura di eccezionale significato è Amnesty
International che ieri ha diffuso un rapporto («Fueling conflict: foreign arms
supplies to Israel/Gaza») che contiene prove sulle armi e munizioni usate
durante le tre settimane dell'offensiva israeliana a Gaza che tra il 27
dicembre 2008 e il 18 gennaio scorso ha fatto oltre 1.300 morti palestinesi,
tra i quali centinaia di civili. Amnesty non manca di puntare l'indice anche
contro i lanci di razzi di Hamas ma, di fronte all'evidente sproporzione di
forze e di potenza di fuoco, pone sul banco degli imputati soprattutto Israele
già accusato da più parti di aver fatto uso anche di armi proibite, come il
fosforo bianco, durante le tre settimane di operazione «Piombo fuso». Ieri,
peraltro, con una lettera inviata al ministro degli esteri Frattini, la sezione
italiana di Amnesty e la Rete per il disarmo hanno chiesto che il governo
Berlusconi interrompa le autorizzazioni all'esportazione di armi verso Israele
e sospenda i trasferimenti già autorizzati in base alla legge 110/1975, alla
legge 185/1990 e agli accordi per la cooperazione nel campo della difesa.
L'Italia, hanno chiesto, deve rendere pubbliche le informazioni sulle esportazioni
di armi verso Israele. «Le forze israeliane hanno usato fosforo bianco e altre
armi fornite dagli Stati Uniti per commettere gravi violazioni del diritto umanitario, compresi crimini di guerra. I loro attacchi
hanno causato la morte di centinaia di bambini e di altri civili e la massiccia
distruzione di abitazioni e infrastrutture», ha denunciato Donatella Rovera,
che ha guidato il mese scorso la missione d'indagine di Amnesty a Gaza e nel
sud di Israele. «Al tempo stesso, Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno
lanciato contro le aree civili israeliane centinaia di razzi introdotti a Gaza
dall'esterno o assemblati con componenti prese all'estero», ha aggiunto. Da
parte sua Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del
Nord di Amnesty, ha messo in luce che, in quanto principali fornitori di armi a
Israele, «gli Usa hanno l'obbligo di fermare ogni trasferimento che
contribuisca a gravi violazioni delle leggi di guerra e dei diritti umani». L'amministrazione Obama, ha aggiunto Smart, dovrebbe
immediatamente sospendere gli aiuti militari a Israele. Nel rapporto di 38
pagine si riferisce degli attacchi subiti da edifici pubblici, abitazioni civili,
sedi dell'Onu, scuole, ospedali di Gaza e dell'uso, oltre al fosforo bianco,
anche di missili sparati da droni con effetti devastanti sulla popolazione.
Amnesty afferma che da molti anni Washington è il principale fornitore di armi
convenzionali a Israele e l'accordo decennale in vigore fino al 2017 prevede il
rifornimento di aiuti militari per un valore di 30 miliardi di dollari, con un
aumento del 25% rispetto al periodo precedente l'Amministrazione di George
Bush. «L'offensiva militare israeliana a Gaza è stata condotta con armi,
munizioni ed equipaggiamento militare provenienti dagli Usa e pagati coi fondi
dei contribuenti americani», ha sottolineato Smart esortando il Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite «a imporre un immediato embargo totale sulle armi
dirette a Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi, fino a quando non
siano individuati meccanismi efficaci per assicurare che munizioni e altre
forniture militari non verranno usate per commettere gravi violazioni del
diritto umanitario». Gli affari, ha concluso Smart,
«non possono andare avanti come al solito, con le prevedibili ulteriori
conseguenze devastanti per la popolazione civile di Gaza e Israele». Tra i
paesi che tra il 2004 e il 2007 hanno esportato armi verso Israele si segnalano
la Francia (per 59 milioni di euro), la Romania (20 milioni di euro), la Gran
Bretagna (10 milioni di sterline), la Serbia (15 milion di dollari) e la
Germania (1,5 milioni di dollari). Israele ha respinto seccamente le accuse di
Amnesty. «Il rapporto presenta una versione tendenziosa dei fatti, non
rispecchia criteri professionali e di obiettività... ignora l'uso deliberato da
parte di Hamas di civili come scudi umani», ha
commentato Mark Regev, il portavoce del ministero degli esteri, negando che Israele
abbia colpito intenzionalmente obiettivi civili. Rispondendo ad Amnesty, Hamas
ha parlato di diritto all'«autodifesa» contro l'aggressione israeliana. 1300 I
PALESTINESI di Gaza uccisi nel corso dell'operazione «Piombo fuso», l'offensiva
israeliana contro la Striscia scattata il 27 dicembre scorso e conclusasi dopo
tre settimane Foto: FOSFORO BIANCO SPARATO CONTRO LA STRISCIA DI GAZA DURANTE
L'OPERAZIONE «PIOMBO FUSO» /FOTO AP
( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-24 - pag: 6 autore: ANALISI In Cina
l'America inaugura la nuova strategia del dialogo di Silvio Fagiolo I l viaggio
di Hillary Clinton in Asia non indica soltanto che l'aquila americana intende
tornare a distendere le sue ali egualmente ad Oriente come a Occidente. Né solo
che la centralità della sfida economica pone la Cina e gli Stati Uniti in
condizioni pressoché uniche di interdipendenza. Lo strumento del debito non
potrebbe essere usato dall'una o dall'altra parte in modo unilaterale senza
ricadute devastanti per le due parti, allo stesso modo dell'arma assoluta nell'equilibrio
del terrore. «Apprezziamo la costante fiducia del Governo cinese verso i titoli
del Tesoro americani » ha detto il nuovo Segretario di Stato. La sua missione
offre per la prima volta nel concreto, proprio nel rapporto con la Cina,
l'esempio della strategia che la sua amministrazione intende seguire nei
confronti degli interlocutori internazionali più difficili. Quelle potenze in
ascesa, dalla Russia all'Iran, così disomogenee nella loro struttura di Governo
e nella loro cultura politica, fino a porsi come forme alternative della
democrazia capitalista. In Cina Hillary Clinton ha evitato
di insistere sui diritti umani, il Tibet o Taiwan. Ha dovuto piuttosto rassicurare i cinesi che
hanno creduto nel modello americano fino a divenirne la colonna portante;
smentire i timori di un confronto protezionista con il creditore principale. Ma
una più vasta, diversa logica sorregge l'azione americana. Gli Stati
Uniti abbandonano l'illusione della democrazia imposta con la forza. Non si
ritirano certo dietro le loro barriere fisiche ed economiche, delusi dal mondo.
Tanto meno ripropongono l'alternativa del contenimento, del cordone sanitario
intorno ai Governi che non rispettano le regole della condotta internazionale.
Optano invece per il loro coinvolgimento. Una visione di lungo periodo che
conta di far leva sul benessere e l'educazione come capaci di suscitare una
domanda di partecipazione. Muovendo dalla convinzione che intorno agli istituti
del capitalismo, primo fra tutti la proprietà privata, sia alla lunga
indispensabile costruire il primato della legge, il vincolo del contratto. Il
mercato americano ha creato in Cina benessere senza precedenti e mantenuto la
stabilità sociale. E proprio il tracollo di quel modello renderebbe la Cina
particolarmente vulnerabile. Si tratta di un nuovo sostenibile equilibrio tra
interessi e valori americani. Valori che comunque non dovranno più subire sul
piano interno le eccezioni che Bush aveva introdotto per motivi di sicurezza e
che avevano reso meno credibile la sua crociata per la democrazia. In questa
logica anche i processi elettorali non hanno un valore assoluto, possono anzi
far emergere la sopraffazione e l'intolleranza. Il gradualismo dovrebbe far
leva sulla promozione della società civile, il rafforzamento di alcuni principi
come il primato del diritto, l'autonomia del potere giudiziario, la libertà di
associazione. Le nuove autocrazie a loro volta non possono porsi come i
campioni di un ordine globale o regionale alternativo, tanto meno
destabilizzare quello esistente dal quale sono così dipendenti. Non solo le
loro economie non sono chiuse. Anche la componente più evoluta e mobile della
loro società è divenuta parte di una elite internazionale cosmopolita ed
interdipendente. La confluenza di costoro in una rete internazionale di
orientamenti condivisi impedisce di riproporre la dicotomia "loro contro
di noi". Il significato decrescente dell'uso della forza, la densità delle
regole internazionali, l'interdipendenza ambientale ed energetica pongono limiti
al revisionismo che pure in nome di una nuova gerarchia internazionale queste
potenze potrebbero essere tentate di portare avanti. Il Governo americano, lo
ha detto la Clinton, sarà più atteno alle diversità storiche e culturali, alle
peculiarità dei suoi difficili interlocutori. Punterà sulla adesione e non
sulla marginalizzazione. Tanto più che questi Paesi, la Cina come la Russia o
l'Iran, hanno dietro di sé un'esperienza di umiliazioni e disfatte e quindi
sono ossessionati dal rango e dal trattamento loro riservato. Si tratta di
processi lunghi e laboriosi, forse, osservano i critici, troppo lunghi per
avere una rilevanza politica o strategica. Ma non ci sono dubbi che il viaggio
di Hillary Clinton in Cina mostri con quale fermezza, ma anche con quale
pazienza gli Stati Uniti si accingono a impedire un ritorno alle rivalità fra
le nazioni del diciannovesimo secolo per promuovere invece la globalità, le
istituzioni, le interdipendenze. IL VIAGGIO DELLA CLINTON Alle potenze in
ascesa, dalla Russia all'Iran, Washington propone il coinvolgimento e non alza
barriere
( da "Corriere della Sera" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Terza Pagina - data: 2009-02-24 num: - pag:
35 categoria: REDAZIONALE Reportage Alberto Negri racconta miserie e misteri
iraniani Sotto il turbante degli ayatollah di ANTONIO FERRARI M a quanto
sappiamo in realtà dell'Iran, di questo Paese destinato ad affascinarci e a
turbare i nostri sonni? Francamente poco, nonostante il profluvio di saggi che
ce ne hanno raccontato qualche frammento, lasciandoci al buio di fronte al
quadro generale. Ecco perché procura sollievo, e alimenta la sete di saperne di
più, la piacevole lettura di questo libro Il turbante e la corona, sottotitolo
«Iran, trent'anni dopo» (Tropea Editore, pp. 286, e 16,90), scritto da Alberto
Negri, inviato e commentatore del Sole-24 Ore. Negri, straordinario cronista,
che sa coniugare un'irresistibile curiosità con il prezioso gusto per
l'analisi, ci accompagna in profondità, senza cedere a partigianerie
ideologiche, negli abissi di un Paese misterioso, che vive un'empirica
rivoluzione permanente senza che, in sostanza, sia cambiato troppo. I mali che
accompagnarono l'ascesa e alimentarono la megalomania dello Scià (la corona
imperiale) si ritrovano infatti nella strana dittatura laccata di presunta
democrazia degli ayatollah (il turbante), perché — come sempre — il comune
denominatore è il dio-petrolio, questa piovra che tutto finanzia, tutto
controlla, e che distribuisce speranze e angosce. Nel 1979, favorito dal presidente Jimmy Carter e dal suo impegno per i
diritti umani, l'imam Ruhollah Khomeini tornò in patria trionfalmente,
seppellendo l'impero e sostenendo che «la rivoluzione farà molto di più che
liberare dall'oppressione e dall'imperialismo: creerà un nuovo tipo di essere
umano». E sottintendendo che, grazie alla Repubblica islamica, si sarebbero vinte
la povertà, l'ingiustizia e la corruzione. Nulla di tutto questo è
accaduto: i poveri sono sempre più poveri, la repressione continua più di
prima, e la corruzione dilaga. L'illusoria ventata di riformismo, alimentata
dall'elezione del presidente-filosofo Khatami, affascinato da Aristotele, è
annegata con la vittoria del pasdaran Ahmadinejad, il capo dello Stato fanatico
e millenarista che cementa il proprio potere annunciando l'imminente ritorno
del Mahdi, il Dodicesimo imam, un fanciullo di quattro anni, scomparso in Iraq
nell' 874. Richiamo religioso, che fa fremere di fastidio gli alti gradi del
clero-pensatore sciita, pur ottenendo il sostegno della Guida suprema Alì
Khamenei, il vero padrone del Paese. Cioè l'uomo che, forse irritato dalla personalità
degli ultimi presidenti religiosi, lo scaltro Rafsanjani e il carismatico
Khatami, si trova in sintonia con il più rozzo Ahmadinejad. Una storia
infinita, condita di intrighi, violenze, di lotte e di lutti, che nel libro
vengono raccontati con il puntiglio dello studioso. Per dirci che le regole del
potere, quasi sempre e anzi senza il quasi, non cambiano. Donna iraniana mostra
i ritratti di Khamenei e Khomeini
( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del
24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
CRONACA
MASSA pag. 2 MASSA SONO stati consegnati i premi relativi al concorso sull ...
MASSA SONO stati consegnati i premi relativi al concorso sull'uso dell'acqua
anno scolastico 2007/2008, concorso collegato alla borsa di studio "Maria
Emilia Minuto" e aperto agli alunni delle classi terze delle scuole medie
dei comuni di Massa e Montignoso. L'iniziativa era promossa dal comitato
territoriale Arci e dalla Arci Focus, in collaborazione con l'associazione
"L'Incontro" e il patrocinio di Comune e Provincia. Il comitato della
borsa di studio ha consegnato nei giorni scorsi i personal computer in palio
alle tre scuole medie vincitrici: "Malaspina/Staffetti", "Don
Milani" e "Giorgini" di Montignoso. Gli alunni delle scuole
citate parteciperanno il prossimo anno alla borsa di studio in memoria di Maria
Emilia Minuto e al prossimo concorso sulla promozione e diffusione della cultura di educazione alla pace e ai diritti umani. La borsa di studio prevede l'erogazione della somma di denaro
destinata esclusivamente all'acquisto di libri scolastici e dizionari per il
primo anno di scuole medie superiori. L'individuazione degli alunni che
beneficeranno di tale borsa di studio verrà effettuata attraverso una
valutazione delle schede di ammissione all'esame di licenza media. Sette
sono le borse di studio con una massimo di 500 euro ciascuna. L'erogazione
avverrà attraverso un buono da spendere presso la libreria Centro Didattico
Apuano di Marcuccetti.
( da "Nazione, La (Firenze)" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
PRIMO
PIANO pag. 5 «Stupri con modalità che sanno di tortura»
MILANO, L'ORRORE DI UN GIUDICE MILANO «RITUALI di tortura». «Hanno agito in
maniera gratuita e con una inumanità che si sarebbe portati a ritenere estranea
al genere umano. Si sono accaniti su persone indifese, a loro sconosciute,
senza motivi di contrasto e rancore, quasi per divertimento. Hanno
mostrato la loro brutalità su donne indifese, oltraggiandole e umilandole senza
ragione. Non si sono limitati a picchiare, spaventare e rapinare le vittime, ma
le hanno anche stuprate costringendole a rapporti orali e vaginali e con
modalità che sanno di tortura». Senza commenti sull'etnia ma con uno sguardo
esterrefatto sulla ferocia «inumana», il giudice preliminare Giovanna Verga
motiva la condanna in rito abbreviato a 12 anni di reclusione a carico di due
romeni, parte di un branco che il 26 giugno
( da "Unita, L'" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'infanzia
tra le macerie «Adottiamo i bimbi di Gaza» UMBERTO DE GIOVANNANGELI La
solidarietà cresce sulle macerie di Gaza. È la solidarietà del fare. Che dà
speranza ai più deboli. I bambini. «Diamo un futuro ai bambini di Gaza». Non è
solo un appello accorato. È molto di più. La pace in Medio Oriente può
cominciare così, da un piccolo grande gesto di solidarietà. Un gesto contro
l'isolamento e la disperazione. Un gesto che può riportare il sorriso sul volto
di un bambino. Un gesto che può riaccendere la speranza in una famiglia in
grandi difficoltà. «Adotta un bambino di Gaza». È l'iniziativa lanciata dalla
Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali. CHI PUÒ
ADOTTARE Adottare una bambina o un bambino palestinese è facile ed efficace.
Per farlo - spiegano alla Tavola della Pace - bastano 50 euro al mese, da
versare per almeno un anno. Con questi soldi sarà possibile migliorare la vita
del bambino e quella della sua famiglia, garantendo un po' di cibo, di
istruzione e di cure mediche. L'adozione a distanza può essere fatta da
ciascuno di noi, dalle famiglie, da gruppi di amici e di colleghi di lavoro,
dalle scuole, dagli enti locali, da associazioni e organizzazioni. E dai
lettori del nostro giornale. La campagna di adozione a distanza delle bambine e
dei bambini palestinesi è promossa, sin dal 2001, dalla
Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti locali per la pace e
i diritti umani in collaborazione con due associazioni di donne di Gerusalemme
(l'associazione Juzoor Foundation for Health and Social Development e
l'associazione Rawdat El Zuhur) che provvedono alla segnalazione dei bambini e
alla distribuzione e gestione delle somme raccolte. In questo ambito,
l'associazione «Juzoor Foundation for Health and Social Development» ha dato
avvio anche ad un'iniziativa chiamata «Child to child», che consiste nella
raccolta di giocattoli provenienti da varie parti del mondo, che saranno
distribuiti ai bambini di Gaza tramite l'Unrwa, l'agenzia dell'Onu che assiste
i rifugiati palestinesi. L'obiettivo è inviare a Gaza giocattoli, libri
illustrati, pennarelli e quaderni da colorare per regalargli un sorriso, per
aiutarli a superare il trauma terribile che stanno vivendo e sognare un futuro
migliore. L'iniziativa della Tavola della pace e del Coordinamento nazionale
degli Enti locali dà un volto, un nome al dramma dei bambini di Gaza. Bambini
da adottare. STORIE DA ABBRACCIARE Come Hala Balousha, nata a Sheikh Radwan nel
1997. Frequenta la scuola materna della associazione «diritto di vivere». Ha 2
fratelli e 7 sorelle. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Come Abdel
El Rahman Abu Wadi, nato nel campo profughi di Jabalia nel 2002. Frequenta la
prima classe della scuola elementare dell'Unrwa. Il padre è disoccupato e la
madre è casalinga. Ha 2 fratelli e 3 sorelle. Come Assmaa' Abu Shariah, nata
nel campo profughi di Jabaliya nel 1996. Frequenta la sesta classe della scuola
elementare dell'Unrwa. Il papà è morto e la madre è casalinga. Ha 3 fratelli e
2 sorelle. Come Ahmad Mashharawy, nato a Gaza nel 1999. Frequenta la terza
classe. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 4
sorelle. Come Maram Al Saleh è nata a Tal el Za'tar nel 2001. È disabile e non
può andare a scuola. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 3
fratelli e 4 sorelle. Come Baha'a Zied, nato a Beit Lahiya nel 2002. Frequenta
la prima elementare. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 4
fratelli e 5 sorelle. Come Eid Abu Rashed è nato a Jabalia nel 2000. È disabile
e non può andare a scuola. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 5
fratelli e 2 sorelle. Come Hana Al Bari'i, nata a Tal el Za'tar nel 1997.
Frequenta la quinta classe della Scuola femminile di Beit Lahaya. Il padre è
operaio e la madre è casalinga. Ha 2 fratelli e 8 sorelle. Come Mohamad El
Ariny, nato nel campo profughi di Sika nel 2001. Frequenta la seconda classe
della scuola elementare del Unrwa. Il papà è morto e la madre è casalinga. Ha 3
fratelli e 4 sorelle. Come Ranin Mohamad, nata a Jabaliya Al Karama nel 1995.
Frequenta la quinta elementare della scuola Blakhia/Shata'a. Il padre è operaio
e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 3 sorelle. Nomi. Storie. Volti. Bambini
da adottare. Per dare loro una speranza. Dare una speranza ai bimbi di Gaza.
Adottandoli a distanza. Una solidarietà concreta che nobilita la «diplomazia
dei popoli». La campagna lanciata dalla Tavola della Pace e dal Coordinamento
degli Enti locali.
( da "Unita, L'" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
La
solidarietà cresce sulle macerie di Gaza. È la solidarietà del fare. Che dà
speranza ai più deboli. I bambini. «Diamo un futuro ai bambini di Gaza». Non è
solo un appello accorato. È molto di più. La pace in Medio Oriente può
cominciare così, da un piccolo grande gesto di solidarietà. Un gesto contro
l'isolamento e la disperazione. Un gesto che può riportare il sorriso sul volto
di un bambino. Un gesto che può riaccendere la speranza in una famiglia in
grandi difficoltà. «Adotta un bambino di Gaza». È l'iniziativa lanciata dalla
Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali. CHI PUÒ
ADOTTARE Adottare una bambina o un bambino palestinese è facile ed efficace.
Per farlo - spiegano alla Tavola della Pace - bastano 50 euro al mese, da
versare per almeno un anno. Con questi soldi sarà possibile migliorare la vita
del bambino e quella della sua famiglia, garantendo un po' di cibo, di
istruzione e di cure mediche. L'adozione a distanza può essere fatta da
ciascuno di noi, dalle famiglie, da gruppi di amici e di colleghi di lavoro, dalle
scuole, dagli enti locali, da associazioni e organizzazioni. E dai lettori del
nostro giornale. La campagna di adozione a distanza delle bambine e dei bambini
palestinesi è promossa, sin dal 2001, dalla Tavola della
pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti locali per la pace e i diritti umani in collaborazione con due associazioni di donne di Gerusalemme
(l'associazione Juzoor Foundation for Health and Social Development e
l'associazione Rawdat El Zuhur) che provvedono alla segnalazione dei bambini e
alla distribuzione e gestione delle somme raccolte. In questo ambito,
l'associazione «Juzoor Foundation for Health and Social Development» ha dato
avvio anche ad un'iniziativa chiamata «Child to child», che consiste nella
raccolta di giocattoli provenienti da varie parti del mondo, che saranno
distribuiti ai bambini di Gaza tramite l'Unrwa, l'agenzia dell'Onu che assiste
i rifugiati palestinesi. L'obiettivo è inviare a Gaza giocattoli, libri
illustrati, pennarelli e quaderni da colorare per regalargli un sorriso, per
aiutarli a superare il trauma terribile che stanno vivendo e sognare un futuro
migliore. L'iniziativa della Tavola della pace e del Coordinamento nazionale
degli Enti locali dà un volto, un nome al dramma dei bambini di Gaza. Bambini
da adottare. STORIE DA ABBRACCIARE Come Hala Balousha, nata a Sheikh Radwan nel
1997. Frequenta la scuola materna della associazione «diritto di vivere». Ha 2
fratelli e 7 sorelle. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Come Abdel
El Rahman Abu Wadi, nato nel campo profughi di Jabalia nel 2002. Frequenta la
prima classe della scuola elementare dell'Unrwa. Il padre è disoccupato e la
madre è casalinga. Ha 2 fratelli e 3 sorelle. Come Assmaa' Abu Shariah, nata
nel campo profughi di Jabaliya nel 1996. Frequenta la sesta classe della scuola
elementare dell'Unrwa. Il papà è morto e la madre è casalinga. Ha 3 fratelli e
2 sorelle. Come Ahmad Mashharawy, nato a Gaza nel 1999. Frequenta la terza
classe. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 4
sorelle. Come Maram Al Saleh è nata a Tal el Za'tar nel 2001. È disabile e non
può andare a scuola. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 3
fratelli e 4 sorelle. Come Baha'a Zied, nato a Beit Lahiya nel 2002. Frequenta
la prima elementare. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 4
fratelli e 5 sorelle. Come Eid Abu Rashed è nato a Jabalia nel 2000. È disabile
e non può andare a scuola. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 5
fratelli e 2 sorelle. Come Hana Al Bari'i, nata a Tal el Za'tar nel 1997.
Frequenta la quinta classe della Scuola femminile di Beit Lahaya. Il padre è
operaio e la madre è casalinga. Ha 2 fratelli e 8 sorelle. Come Mohamad El
Ariny, nato nel campo profughi di Sika nel 2001. Frequenta la seconda classe
della scuola elementare del Unrwa. Il papà è morto e la madre è casalinga. Ha 3
fratelli e 4 sorelle. Come Ranin Mohamad, nata a Jabaliya Al Karama nel 1995.
Frequenta la quinta elementare della scuola Blakhia/Shata'a. Il padre è operaio
e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 3 sorelle. Nomi. Storie. Volti. Bambini
da adottare. Per dare loro una speranza.
( da "Giornale.it, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
n.
47 del 2009-02-24 pagina 17 Il giudice sugli stupratori: «Non sono umani» di
Enrico Lagattolla Il gup di Milano usa frasi di fuoco nelle motivazioni della
condanna dei romeni che abusarono di due donne e le picchiarono: «Selvaggi che
hanno mostrato tutta la loro brutalità, con modalità che sanno di tortura» Milano«Selvaggi». «Brutali». «Inumani». Responsabili di
«sordidi rituali» e vere e proprie «torture». La crudeltà si declina in poche
pagine. Una dozzina in tutto, per chiamare l'efferatezza col proprio nome.
Dodici pagine di motivazioni con cui il gup di Milano Giovanna Verga spiega la
sentenza di condanna pronunciata nel novembre scorso nei confronti di
Artinovici Musulica - neanche ventenne - e Napoleon Ciobataru - classe
1978 - a 12 anni di reclusione con rito abbreviato per violenza sessuale
aggravata e sequestro di persona. Due romeni che tra l'aprile e il giugno del
2007 stuprarono e picchiarono (assieme ad altri tre complici, già rinviati a
giudizio) prima una prostituta albanese sequestrata lungo una strada
provinciale («selvaggiamente percossa a sangue e stuprata fino a farla svenire,
tanto che lei aveva pensato di morire, ed era stato il pensiero del figlio a
darle la forza di vivere», si legge ancora nel documento), e poi una giovane
italiana che a Pioltello, in provincia di Milano, si era appartata in auto con
un ragazzo. Costretto, quest'ultimo, ad assistere all'aggressione. Minacciato
con un cacciavite. Prima, il giudice si sofferma sulle ricostruzione della
notte di violenza. Scrive il gup Verga che «erano circa le 22 del 26 giugno
2007. I due ragazzi avevano deciso di appartarsi nel solito posto vicino a
un'edicola. Erano parcheggiati con il motore spento, avevano abbassato i sedili
della macchina, lei era seduta sul lato del passeggero quando hanno sentito una
macchina frenare di colpo, dal mezzo sono scesi quattro uomini armati con
atteggiamento brusco, forse drogati. Erano tutti armati, tre avevano la pistola
e uno un cacciavite. Dicono loro "dateci tutto quello che avete"». È
l'inizio dell'incubo. «Uno le intimava di scendere dalla macchina e sotto la
minaccia delle pistole la portavano poco distante». Il ragazzo «gridava loro di
lasciarla stare, di non farle del male, ma loro la obbligavano a spogliarsi
sempre sotto la minaccia dell'arma». Quindi la violenza. Anzi, il «sordido
rituale», come lo chiama il giudice. Perché mentre la giovane veniva «fatta
inginocchiare e sotto la minaccia di un'arma costretta» all'umiliazione, il
ragazzo «era costretto, ostaggio di uno dei criminali, ad assistere impotente
allo stupro continuato della sua compagna, che per quasi due ore è stata in
balia di efferati delinquenti». Poi, «tutte e due, terminato lo stupro, sono
stati tenuti ancora prigionieri per un apprezzabile lasso di tempo». Di qui,
l'accusa di sequestro di persona. Per questo - insiste il gup - «non può non
sottolinearsi la gravità dei fatti e l'intensità del dolo». Così, il magistrato,
qualifica il branco di romeni. «Gli imputati - scrive infatti nelle motivazioni
della sentenza - hanno agito in maniera gratuita e con una inumanità che si
sarebbe portati a ritenere estranea al genere umano». Ancora, «si sono accaniti
su persone indifese, a loro sconosciute, verso le quali non avevano motivi di
contrasto e rancore». E soprattutto, «quasi per divertimento». Non è finita.
«Hanno mostrato tutta la loro brutalità su donne indifese, oltraggiandole e
umiliandole con una violenza senza ragione». Perché «non si sono limitati a
picchiare, spaventare e rapinare le vittime», ma «le hanno anche stuprate
costringendole a rapporti non protetti con modalità che sanno di tortura». E
infine, «non ancora paghi, dopo le rapine e gli stupri i violentatori hanno
trattenuto in ostaggio le vittime finché il loro capo ha consentito la
liberazione». Questo il quadro. Orrendo. Così, il giudice, fa quasi fatica a
quantificare un risarcimento per la vittima (fissato comunque a 300mila euro,
«a titolo di mero danno morale»). Perché «è certo che i fatti accertati hanno
provocato gravissimi danni» alla ragazza, «danni la cui entità non è forse
monetariamente quantificabile». «La giovane donna, infatti, dopo essere stata
rapinata, è stata brutalmente abusata per circa due ore dagli imputati che si
sono divertiti a umiliarla costringendola a subire rapporti non protetti con un
rituale che, come già indicato, sa di tortura. E le conseguenze di tale fatto
efferato sulla donna non richiedono spiegazione, essendo del tutto evidenti».
Allo stesso modo, conclude il gup, «è evidente la pericolosità sociale degli
imputati». Per questo, «a pena espiata, dovranno essere espulsi dal territorio
dello Stato». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "MilleCanali" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
24
Febbraio 2009 Focus / FOCUS L?omicidio di Anna Politkovskaya: le valutazioni
della sentenza Oggi pubblichiamo un lungo ?speciale? su Anna Politkovskaya e
sull?assoluzione dei suoi presunti sicari. Un avvenimento terribile ma forse
non del tutto negativo. Sicuramente terribile invece è il lunghissimo elenco di
giornalisti morti da quell?ottobre 2006 ad oggi in Russia e nelle ex
Repubbliche sovietiche per morte violenta. "Eppure questo verdetto ha
degli aspetti positivi... Questa sentenza di fatto riapre i giochi; riafferma
la possibilità di condurre una seria indagine sul ruolo svolto dai servizi di
sicurezza federali eredi del Kgb e del ministero degli interni nell'omicidio
Politkovskaya. Ho ancora fiducia che prima o poi saranno trovati i veri
responsabili". Le parole di Arkadi Vaksber, scrittore e giornalista russo
autore di "I veleni del Cremlino. Gli omicidi politici in Russia da Lenin
a Putin" riassumono alla perfezione il pensiero di moti russi sull'esito
dell'omicidio Politkovskaya, a parte la fiducia che il caso verrà un giorno
affrontato e risolto con investigazioni serie (pochi ci credono sul serio). Il
processo ai quattro imputati dell'omicidio della giornalista russa, per i
colleghi sella giornalista un processo "farsa", si è concluso pochi
giorni fa con l'assoluzione dei fratelli Dzhabarail e Ibragim Makhmudov (il
terzo è latitante) e Serghei Khadzhikurbanov. Nello specifico Serghei
Khadzhikurbanov, era accusato di essere l'organizzatore logistico del delitto,
e i fratelli Dzhabrail e Ibragim Makhmudov i presunti pedinatori della vittima.
Di fatto l'impianto accusatorio era debole e pur indicando gli esecutori non ha
mai fatto riferimento a qualsiasi mandante (anche per la difficoltà di arrivare
a dimostrare chi sia il mandante).Anche i famigliari, i
difensori dei diritti umani e i colleghi della giornalista, seppur sdegnati, concordano su
un punto: rispetto per il verdetto, la colpa semmai è delle carenze degli
inquirenti, che non sono riusciti a mettere in piedi un'inchiesta rigorosa,
nonostante le molte evidenze a disposizione. Questo è sempre stato un
processo monco, privo del mandante e del sicario che il 7 ottobre 2006 freddò a
Mosca la giornalista nell'ascensore di casa. Dopo il verdetto della giuria la
corte militare di Mosca ha restituito al comitato investigativo presso la
procura generale il fascicolo d'inchiesta sul caso. «Dato che i giurati hanno
deciso che i fratelli (Dzhabrail e Ibragim) Makhmudov e Serghei Khadzhikurbanov
non sono implicati in questo crimine, il caso deve essere rinviato al comitato
d'indagine della procura russa, con lo scopo di individuare le persone
coinvolte in questo delitto» - ha dichiarato il presidente Ievgheni Zubov.
«Come prima del processo, quando avevo letto gli atti, anche ora ritengo i
quattro imputati in un modo o nell'altro complici nell'uccisione di mia madre»
- ha commentato Ilià, il figlio di Anna Politkovskaia, precisando di rispettare
però il verdetto, peraltro unanime, perchè l'accusa non è stata in grado di
provare la colpevolezza. Della stessa opinione Serghei Sokolov, caporedattore
di 'Novaia Gazeta?, il quindicinale per cui lavorava la giornalista. «In aula
potevano portare più prove e indizi. A me sembra che gli accusati abbiano a che
fare con l'uccisione e noi continueremo a insistere su questa pista, ma
rispettiamo il verdetto» - ha dichiarato, promettendo che il giornale
continuerà la sua inchiesta. Sdegnato il presidente dell'Unione dei giornalisti
russi, Vsevolod Bogdanov: «È una vera vergogna. Che razza di investigazione era
se i giurati hanno approvato il verdetto all'unanimità? Di fatto, le forze
dell'ordine sono incapaci di dire perchè o chi è responsabile per l'uccisione
di qualsiasi giornalista in Russia». Come è capitato in questi ultimi 15 anni,
nel caso di Vlad Listiev, notissimo volto del primo canale televisivo freddato
da sicari nel marzo del '95 o per il direttore dell'edizione russa della
rivista americana ?Forbes?, Paul Klebnikov, ucciso nel luglio del 2004: anche
nel suo caso gli imputati furono assolti ed ora il tentativo di rifare il
processo resta sospeso sine die per la loro irreperibilità. È doveroso in
questa occasione ricordare i nomi dei giornalisti ucciso dopo la morte della
Politkavskaya, ma senza dimenticare Antonio Russo, giornalista di Radio
Radicale ucciso in Georgia il 16 ottobre 2000 morto per lo schiacciamento del
torace, un metodo tipico dei servizi segreti sovietici. Russo era in procinto
di rientrare in Italia per portare nuove testimonianze e documenti
sull'atrocità della guerra in Cecenia. Il suo corpo privo di vita venne trovato
sulla strada dove si trovava la base russa di Vasian. La lista dei giornalisti
uccisi o morti in circostanze misteriose dopo il 7 ottobre 2006 (data
dell'assassinio di Anja Politkovskaya) in Russia e nelle ex Repubbliche
sovietiche, comprese le zone di guerra, conta su qualcosa come 88 persone. Ecco
i loro nomi: Anatoly Voronin, capo del settore commercio di ITAR-TASS; Mosca.
Pavel Makeyev, reporter per la SocietàTNT-Pulse, Rostov-sul-Don; Magomedzaghid
Varisov, Makhachkala; Alexander Pitersky, reporter di Radio Baltika, San
Pietroburgo; Vladimir Pashutin, del giornale Smolensky Literator, Smolensk;
Tamirlan Kazikhanov, capo del servizio stampa Anti-terrorismo del Centro
Russian Ministry of Internal Affairs's, Dipartimento per il Distretto Federale
Meridionale, Nalchik; Kira Lezhneva, cronista del quotidiano "Kamensky
Worker ", nella regione di Sverdlovsk Yefim Sukhanov, ATK-Media,
Archangelsk; Farit Urazbayev, cameraman, Vladivostok TV / Radio Company, città
di Vladivostok; Adlan Khassanov, Reuters reporter, ucciso a Grozny; Shangysh
Mondush, corrispondente per il quotidiano Khe
( da "WindPress.it" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
24-02-2009
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> Premio Amnesty Italia 2009: i 10 brani selezionati Contenuto della
paginaPremio Amnesty Italia 2009: i 10 brani selezionati CS026:
24/02/2009L'Associazione Voci per la Libert e la Sezione Italiana di Amnesty
International presentano la rosa delle 10 canzoni candidate al Premio Amnesty
Italia 2009: "Cambiami il destino" di Ania "Non mettere le mani
in tasca" di Caparezza"Lettere di soldati" di Vinicio
Capossela"Multumesc" di Cisco"Il sogno di Mhedy" dei
Folkabbestia"La guerra dell'acqua" di Ivano Fossati"Kabul"
di Flavio Oreglio e I Luf"Radio Conga" dei Negrita"Il giorno in
cui vennero gli aerei" degli Yo Yo Mundi"Quasi tutti" di Massimo
ZamboniIl brano vincitore verr selezionato nelle prossime settimane da una
giuria di addetti ai lavori comprendente: Gi Alaimo (Il Gazzettino), Alessandro
Besselva Averame (Mucchio), Silvia Boschero (Radio Rai), Marco Cavalieri (Radio
Citt Aperta), Valerio Corzani (Radio 3, il manifesto), Maria Cuffaro (Rai Tre),
Luca D'Alessandro (MusicBoom), Fabio De Luca (Rolling Stone), Cinzia Fiorato
(Rai Uno), Gabriele Guerra (Freequency), Ezio Guaitamacchi (Jam), Federico
Guglielmi (Mucchio), Andrea Laffranchi (Corriere della Sera), Michele Lionello
(Voci per la Libert), Carlo Mandelli (QN - Quotidiano Nazionale, Il Giorno),
Riccardo Noury (Amnesty International - Sezione Italiana), Diego Pinamonte
(Smemoranda.it), Paolo Pobbiati (Amnesty International - Sezione Italiana),
Valeria Rusconi (Gruppo Espresso), Giordano Sangiorgi (MEI), Mauro Santoriello
(MTV), Gianni Santoro (XL), Stefano Starace (A Rivista), Renzo Stefanel
(Rockit), John Vignola (Vanity Fair, Radio 1), Savino Zaba (Rai Uno e Radio 2),
Franco Zanetti (Rockol). Il Premio Amnesty Italia stato istituito nel 2003 e
viene consegnato ogni anno all'artista che meglio ha saputo
rendersi portavoce di temi che riguardano i diritti umani durante
l'anno precedente. Le precedenti edizioni hanno visto vincitori Daniele
Silvestri con "Il mio nemico" nel 2003, Ivano Fossati con "Pane
e coraggio" nel 2004, Modena City Ramblers con "Ebano" nel 2005,
Paola Turci con "Rwanda" nel 2006, Samuele Bersani con "Occhiali
rotti" nel 2007 e Subsonica con "Canenero" nel 2008. Per
quanto riguarda il concorso dedicato ai musicisti emergenti,"Voci per la
Libert - Una Canzone per Amnesty", ricordiamo che il bando della
manifestazione scadr il 15 aprile 2009. Sono, inoltre, gli ultimi giorni utili
per partecipare al Premio Web: i primi 30 artisti che si iscriveranno al
concorso entro e non oltre il 28 febbraio avranno diritto a una pagina sul sito
di Voci per la Libert, attraverso la quale potranno essere conosciuti,
ascoltati e votati! Il brano dell'artista o del gruppo preferito dai visitatori
del sito della manifestazione parteciper di diritto alla fase finale del
concorso. Maggiori informazioni sul Premio Amnesty Italia e sul Premio Web sono
disponibili on line.Con il supporto di: Audiocoop - MEI Fest - Glitter &
Soul - Suono e Immagine - Europrint - Imaginaria - Risonanze Unplugged -
Federazione Italiana Organizzazione Festival d'Autore. Media Partner: Freakout
- Mescalina - MusicBoom - Demo - Freequency - Jam - Rec Radio - Rockit -
Mucchio - Radio Base - Ecoradio - ViaVaiNet - Kronic. FINE DEL COMUNICATO Roma,
24 febbraio 2009 Informazioni: Ass. culturale Voci per la Libert
www.vociperlaliberta.it www.myspace.com/vociperlaliberta E.mail
info@vociperlaliberta.it Tel/fax 0425.405562 Direzione artistica: Michele
Lionello Mobile: +39.339.6322874 - E.mail: mic.lio@libero.it Ufficio stampa e
promozione: Glitter & Soul www.glitterandsoul.com
www.myspace.com/glitterandsoul E mail e Skype: alessandro@glitterandsoul.com
elisa@glitterandsoul.com Mobile: Alessandro: +39.333.9846272 Elisa:
+39.349.5520417 Ufficio stampa Amnesty International Tel. 06/4490224 -
+39.348.6974361 E.mail:
press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg
( da "Denaro, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Borsa
& Mercati iraq Riaperta ieri la prigione di Abu Ghraib E' stata riaperta
ieri dalle autorità irachene la prigione di Abu Ghraib, diventata tristemente
nota in tutto il mondo per gli abusi sui prigionieri compiuti dai soldati
americani, dopo essere stata un centro di tortura durante
il regime di Saddam Hussein. Nel tentativo di non rievocare più tristi ricordi
nella memoria degli iracheni, l'istituto penitenziario è stato ribattezzato con
il nome di Carcere centrale di Baghdad ed è stato ristrutturato: al momento
ospita 300 detenuti che diventeranno presto 3mila. Al suo interno sono
state previste aree di studio e di lavoro ed è stata aperta una biblioteca, ha
spiegato il direttore della struttura Abdul-Mutalb Jassim. del 24-02-2009 num.
( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
24 feb. (Apcom) - Medici Senza Frontiere (Msf) denuncia condizioni
inaccettabili nelle carceri della Guinea-Conakry, dove nel settembre
( da "Corriere Adriatico" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Cie
a Falconara, il Pd va all'attacco "La destra alimenta
l'intolleranza". Passo avanti del sindaco: "Proveremo a chiedere
compensazioni" Inopportuna la decisione del governo ed imbarazzanti le
dichiarazioni del sindaco Brandoni. Così il Pd commenta la notizia di una
prossima decisione riguardo alla localizzazione dei Cie, uno dei quali potrebbe
essere attivato nei pressi dell'ex aeroporto militare. La conferma ufficiale
arriverà oggi (dopo una riunione specifica) ma sembra ormai quasi certo:
Falconara ospiterà il Cie centro identificazione ed espulsione della regione
Marche. La novità di ieri, sul fronte dell'Amministrazione, è legata ad una
frase di Brandoni che aggiusta il tiro provando ad ipotizzare una richiesta di
compensazioni al governo per le ripercussioni che ricadranno sulla comunità per
la sistemazione della caserma a Cie. Un po' più propositivo insomma, rispetto a
quanto asserito il giorno prima quando aveva accennato a una disponibilità
completa. L'attacco dell'opposizione "Le sue dichiarazioni dicono i
rappresentanti falconaresi del Pd sono eloquenti. La Giunta di centro-destra di
Falconara china il capo in silenzio, ancora una volta, rispetto a scelte così
gravi fatte dall'alto ma che riguardano la nostra città, nonostante tutte le
forze politiche del Consiglio comunale di Falconara si siano già espresse
negativamente, per ragioni diverse, rispetto a questa eventualità". Il
Partito Democratico cittadino ha denunciato l'utilizzo
sempre più distorto che si è fatto nel corso degli anni di queste strutture, la
costante violazione dei diritti umani al loro
interno e le condizioni drammatiche in cui vivono gli immigrati che vi sono
rinchiusi. "Onu, Parlamento Europeo, organizzazioni umanitarie e di volontariato fanno notare i Democratici falconaresi
hanno più volte evidenziato queste terribili realtà. Il problema
dell'immigrazione sussiste ma va risolto con umanità,
senso di responsabilità ed equilibrio, con il contributo di tutte le forze
politiche, senza diventare un fertile terreno di scontro che porti a derive
autoritarie e xenofobe". Il rischio di città-polveriera Secondo il Pd
Falconara, dopo le proposte di ronde e di ordinanze anti-poveri, "rischia
di divenire una città-polveriera in cui l'amministrazione di destra sta
alimentando un'insopportabile cultura dell'intolleranza. È sconcertante il
perenne silenzio dell'Udc locale e dei suoi esponenti, visto che il partito a
livello nazionale ha criticato più volte aspramente i Cie e la politica
dissennata del Governo in tema di immigrazione e che con il loro silenzio,
fuori e dentro l'aula consiliare, creano le premesse affinché il centro-destra
falconarese finisca pericolosamente per appiattirsi totalmente con l'area più
dura e massimalista della destra locale". Il decreto sicurezza La nuova
partita del governo, infatti, si gioca sui Cie, i centri di identificazione ed
espulsione, che bisognerà rendere disponibili per applicare il decreto sicurezza.
La scelta di prolungare il tempo di permanenza dei clandestini da due a sei
mesi rende infatti necessario poter contare su altre strutture, visto che a
disposizione ci sono appena 1.200 posti. MARINA MINELLI,
( da "Foglio, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
24
febbraio 2009 Ecco il testo del ddl Calabrò sulla fine vite Onorevoli senatori
-. I notevoli progressi nelle conoscenze scientifiche in campo medico e
l'utilizzo sempre più avanzato di sofisticate biotecnologie hanno reso
possibile la cura, il miglioramento ed il controllo di molte e gravi patologie
o disabilità. Tali nuove possibilità hanno sollevato problematiche e dubbi di
difficile soluzione riguardanti l'equità dell'allocazione di risorse sempre più
limitate, la definizione del limite terapeutico e della sua proporzione
rispetto al risultato atteso, il riconoscimento ed il significato delle
disabilità particolarmente avanzate, il limite della libertà e bontà della
ricerca scientifica e dell'applicazione delle sue conquiste. Tutto ciò, come
hanno evidenziato le recenti cronache giudiziarie, ha anche sollevato nell'uomo
contemporaneo ulteriori dubbi di ordine etico attinenti al trattamento
sanitario cui sottoporsi nella fase di fine vita. Ma se l'impatto della scienza
e della tecnica nella nostra vita ha destato nuovi interrogativi cui non è
facile dare soluzioni, è pur vero che una storia millenaria ci insegna che il
diritto alla vita, in quanto espressione del diritto naturale, è sempre stato
garantito in tutte le società, trattandosi di un principio profondamente laico,
comune a tutte le tradizioni e civiltà. Si ravvisa, dunque, la necessità di
elaborare una legge che contemperi il rispetto dell'esercizio della libertà del
soggetto con la tutela della dignità di ogni uomo e del valore
dell'inviolabilità della vita. In ossequio a quanto sancito nella Costituzione
italiana che riconosce al principio di autodeterminazione del paziente il
valore di diritto fondamentale, si vuole riconoscere al cittadino siffatto
potere decisionale anche per il momento in cui dovrebbe eventualmente trovarsi
privo della capacità di intendere e di volere, attraverso le Dichiarazioni
Anticipate di Trattamento. Ma come già avviene nella stesura del consenso
informato, quando il soggetto decide in piena scienza, si ritiene che anche
nella redazione delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento, debba in qualche
forma sussistere quel rapporto di fiducia tra medico e paziente, che determina
una vera e propria alleanza terapeutica tra i due. E questo soprattutto perché
si vuole in tal modo recuperare idealmente il rapporto medico-paziente anche in
una situazione estrema, in cui il soggetto non è più in grado di esprimersi. In
tal modo quel rapporto di fiducia che fin dalla nascita lega direttamente o
indirettamente il paziente al medico, continua anche davanti all'impossibilità
del malato di interagire, concretizzandosi nel dovere del medico di prestare
tutte le cure di fine vita, agendo sempre nell'interesse esclusivo del bene del
paziente. Non si può inoltre non tenere in debita considerazione che le
dichiarazioni anticipate sono sì espressione della libertà del soggetto di
esprimere i propri orientamenti circa i trattamenti sanitari e di fine vita cui
essere sottoposto, nell'eventualità di trovarsi in condizioni di incapacità di
intendere e di volere, ma di contro lo privano della possibilità di
contestualizzare e attualizzare la sua scelta, in virtù di eventuali
cambiamenti scientifici intervenuti. Il diritto di autodeterminazione per non
divenire costrizione tirannica che può esplicare i suoi effetti contro gli
interessi della persona stessa, deve sempre lasciare uno spiraglio alla
revisione e persino alla contraddizione. In caso contrario, esso si trasforma
nella "presunzione fatale" di poter determinare il proprio destino
una volta per tutte, senza tener conto dei mutamenti, delle trasformazioni,
delle sorprese che la vita sa riservare ogni giorno. Questa concezione di
libertà aperta all'empiria, e per questo mai perfetta e assoluta, interpreta
un'idea della laicità comune a credenti e non credenti che s'ispirano a
princìpi di autentico liberalismo. Si è ritenuto, dunque, che il concetto di
"alleanza terapeutica" al fondamento di questo disegno di legge
rappresenti la possibile traduzione di tale concezione della libertà,
conferendo al paziente l'autonomia di orientare le scelte terapeutiche in un
contesto - di fatto e psciologico - per lui ignoto; e al medico la
responsabilità , nella situazione data, di attualizzarne le indicazioni. In
questo contesto, il medico può assumere in maniera corretta le decisioni più
opportune per il paziente, tenendo conto attentamente della sua volontà, alla
luce delle nuove circostanze venutesi a creare e sempre in applicazione del
principio della tutela della salute e della vita umana, secondo i principi di
precauzione, proporzionalità e prudenza. _ Ciò premesso, il presente disegno di
legge intende nel pieno rispetto del diritto positivo e in primis della
Costituzione italiana, riaffermare il valore inviolabile dell'indisponibilità
della vita. Si ritiene, infatti, che il soggetto nella Dichiarazione anticipata
di trattamento non possa in alcun modo esprimere desideri che siano contrari
alle norme giuridiche vigenti nel nostro Paese, chiedendo ed ottenendo
interventi eutanasici o che possano configurarsi come suicidio assistito. Allo
stesso modo si intende vietare ogni forma di accanimento terapeutico,
sottoponendo il soggetto a trattamenti futili, sproporzionati, rischiosi o
invasivi. A tal proposito non appare pleonastico sottolineare che siffatti
divieti sono già enunciati in diverse norme nazionali ed europee in materia di
bioetica. Così all'art. 9 la Convenzione europea sui diritti umani
e la biomedicina, nota come Convenzione di Oviedo, sancisce che nel caso in cui
il paziente non sia in grado di esprimere i propri desideri, si deve tener
conto di quelli espressi precedentemente. Principio già recepito dal Codice di
deontologia medica italiano, il quale inoltre precisa all'art. 36 che il
medico, anche se su richiesta del malato, non deve effettuare o favorire
trattamenti diretti a provocarne la morte, riferimenti normativi non a caso
ripresi dal Comitato Nazionale per la Bioetica nel documento del 2003
intitolato “Dichiarazioni anticipate di Trattamento”. _In questo documento, il
CNB, riprendendo la Convenzione di Oviedo e le norme di deontologia medica,
ribadisce che mediante le dichiarazioni anticipate di trattamento, non si
intende in alcun modo riconoscere, al paziente - una volta divenuto incapace -
il diritto all'eutanasia. La funzione giuridica delle DAT è invece quella di
garantire al malato esclusivamente l'esercizio della libertà di decidere circa
quei trattamenti sanitari che, se fosse capace, avrebbe il diritto morale e
giuridico di scegliere. Ne consegue che l'alimentazione e l'idratazione
artificiale non possono essere oggetto di Dichiarazione Anticipata di
Trattamento, trattandosi di atti eticamente e deontologicamente dovuti, in
quanto forme di sostegno vitale, necessari e fisiologicamente indirizzati ad
alleviare le sofferenze del soggetto in stato terminale e la cui sospensione
configurerebbero un'ipotesi di eutanasia passiva. _Inoltre è opportuno
specificare ancora una volta che una legge che voglia disciplinare in maniera
esauriente le dichiarazioni anticipate di trattamento debba prendere in
considerazione la distanza psicologica e temporale tra il momento in cui il
soggetto esprime la sua volontà circa i trattamenti sanitari cui vorrà essere
sottoposto nella fase di fine vita e il momento in cui realmente verranno
attuati. Non è superfluo notare la difficoltà di dare attuazione a decisioni
assunte ora per allora, considerato che la visione della vita potrebbe mutare a
seconda che il soggetto goda o meno di ottima salute fisica e psichica allorché
esprime la sua volontà. Né va tralasciato che dal momento della redazione delle
DAT, possono essere nel frattempo intervenuti nuovi progressi scientifici che
renderebbero inattuali i desideri precedentemente manifestati dal paziente. Per
queste ragioni, il CNB ha sottolineato che il carattere non assolutamente
vincolante, ma non per questo meramente orientativo delle dichiarazioni, non
viola in nessun modo l'autonomia del soggetto, presumendo che nessun paziente
si priverebbe della possibilità di beneficiare di quei trattamenti che si
rendessero disponibili in un periodo successivo alla manifestazione della sua
volontà. Ed è esattamente in questo ambito che deve essere inquadrato il ruolo
del medico, che non deve limitarsi a eseguire meccanicamente, come un
burocrate, i desideri del paziente, ma ha l'obbligo morale di valutarne
l'attualità in relazione alla situazione clinica e ai nuovi sviluppi
scientifici. Un'interpretazione conforme al più volte citato art. 9 della
Convenzione di Oviedo, così come chiarito dal punto 62 del Rapporto
esplicativo, il quale dopo aver ribadito che: “i desideri manifestati
precedentemente dal paziente devono essere tenuti in considerazione, ma se sono
stati espressi molto tempo prima dell'intervento e la scienza ha da allora
fatto progressi, potrebbero esserci le basi per non essere presi in
considerazione dal medico. Il medico dovrebbe, per quanto possibile, essere
convinto che i desideri del malato si applicano alla situazione presente e sono
ancora validi”. E' opportuno allora che le Dichiarazioni anticipate, prevedano
anche la presenza di una persona di fiducia, che sappia nella fase attuativa
valutare, insieme al medico, la volontà del malato impossibilitato ad
esprimersi, attualizzando i desideri alla luce dei mutamenti intervenuti. _Ciò
a cui si deve mirare è un'alleanza terapeutica tra medico e paziente, in cui il
malato sia considerato come un attore attivo e responsabile del trattamento
terapeutico, rispettando la sua libertà decisionale, senza dimenticare i rischi
insiti nell'esaltazione acritica dell'autonomia dell'individuo. Mentre al
medico è richiesto di mirare sempre al bene vero del paziente, ricordando che
ogni malato porta con sé un valore incondizionato, fondamento di ogni agire
medico. Illustrazione degli articoli Nei primi tre articoli, si delineano in
maniera chiara le finalità della proposta di legge che vuole garantire
l'inviolabilità e l'indisponibilità della vita umana, nonché la tutela della
salute, come fondamentale diritto del cittadino e della collettività,
garantendo la partecipazione del paziente all'identificazione delle cure
mediche nell'ambito dell'alleanza terapeutica tra medico e paziente. Agli art.
2 e 3 si precisa infatti, il divieto di ogni forma di eutanasia attiva e di
suicidio assistito, nonché il divieto di forme di accanimento terapeutico.
All'art. 4 si disciplina il consenso informato, prevedendo che il dichiarante debba
essere informato in maniera completa e comprensibile su diagnosi, prognosi,
natura, rischi e benefici del trattamento proposto. Il consenso può essere
sempre revocato, anche solo parzialmente. _L'art. 5 disciplina i contenuti e i
limiti delle Dichiarazioni Anticipate di trattamento, (DAT) attraverso le quali
il dichiarante esprime il proprio orientamento circa i trattamenti
medico-sanitari e di fine vita, in previsione di una futura perdita della
capacità di intendere e di volere. Si chiarisce, inoltre, che il redattore può
rendere manifesta la propria volontà su quei trattamenti terapeutico-sanitari,
che egli, in stato di piena capacità di intendere e dopo compiuta informazione
clinica, è legittimato dalla legge a sottoporre al proprio medico curante. Ne
deriva che nel testo non possono essere inserite indicazioni finalizzate
all'eutanasia attiva od omissiva. Si specifica, quindi, che l'idratazione e
l'alimentazione artificiale, in quanto forme di sostegno vitale, non possono
formare oggetto di dichiarazioni anticipate. Si determina altresì che la DAT
acquista efficacia dal momento in cui, il paziente in stato neurovegetativo sia
incapace di intendere e di volere. La valutazione dello stato clinico spetta a
un collegio formato da cinque medici (neurologo, neurofisiologo,
neuroradiologo, medico curante e medico specialista della patologia). _Agli
art. 6, 7 e 8, si afferma che la DAT debba essere redatta in forma scritta, da
persona maggiorenne, in piena capacità di intendere e di volere, accolta da un
notaio a titolo gratuito. La DAT, sempre revocabile e modificabile, ha validità
di tre anni, termine oltre il quale perde ogni efficacia. L'art. 7 prevede la
nomina di un fiduciario che, in collaborazione con il medico curante, si
impegna a far si che si tenga conto delle indicazioni sottoscritte dal
paziente. L'art 8 garantisce al medico la possibilità di disattendere le DAT,
sentito il fiduciario, qualora non siano più corrispondenti agli sviluppi delle
conoscenze tecnico-scientifiche e terapeutiche, motivando la decisone nella
cartella clinica. Si stabilisce inoltre che nel caso di controversia tra il
fiduciario ed il medico curante, la questione sia sottoposta alla valutazione
di un collegio di medici: medico legale, neurofisiologo, neuroradiologo, medico
curante e medico specialista della patologia, designati dalla direzione
sanitaria della struttura di ricovero. Tale parere non è vincolante per il
medico curante, il quale non sarà tenuto a porre in essere personalmente
prestazioni contrarie alle sue convinzioni di carattere scientifico e
deontologico. _Agli art 9 e 10, si disciplina l'ipotesi di contrasto tra
soggetti parimenti legittimati ad esprimere il consenso al trattamento
sanitario, stabilendo che la decisione è assunta, su istanza del pubblico ministero,
dal giudice tutelare o, in caso di urgenza, da quest'ultimo sentito il medico
curante. Nelle disposizioni finali è prevista l'istituzione di un registro
delle dichiarazioni anticipate di trattamento nell'ambito di un archivio unico
nazionale informatico presso il Consiglio nazionale del notariato.
consultabile, in via telematica, unicamente dai notai, dall'autorità
giudiziaria, dai dirigenti sanitari e dai medici responsabili del trattamento
sanitario di soggetti in caso di incapacità. Art. 1 (TUTELA DELLA VITA E DELLA
SALUTE) 1.La Repubblica tutela la vita umana fino alla morte, accertata ai
sensi della legge 29 dicembre 1993, n. 578 2.La Repubblica, in attuazione degli
articoli 2, 13 e 32 della Costituzione, tutela la salute come fondamentale
diritto dell'individuo e interesse della collettività e
garantisce la dignità della persona umana riguardo alle applicazioni della
biologia e della medicina. 3.La Repubblica riconosce come prioritaria rispetto
all'interesse della società e della scienza la salvaguardia della persona
umana. 4. La Repubblica riconosce il diritto alla vita inviolabile ed
indisponibile, garantito anche nella fase terminale dell'esistenza e nell'ipotesi
in cui il titolare non sia più in grado di intendere e di volere. 5.La
Repubblica, nel riconoscere la tutela della salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività, garantisce la partecipazione del
paziente all'identificazione delle cure mediche più appropriate, riconoscendo
come prioritaria l'alleanza terapeutica tra il medico e il paziente, che
acquista peculiare valore proprio nella fase di fine vita. Art. 2 (DIVIETO DI
EUTANASIA E DI SUICIDIO ASSISTITO) 1.Ogni forma di eutanasia, anche attraverso
condotte omissive, e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio sono
vietate ai sensi degli articoli 575, 579, 580 del codice penale.
( da "Sicilia, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
La
difesa presenta una memoria: «Smonteremo le accuse» Lampedusa. I lavori di
demolizione sono cominciati. I vigili del fuoco sono all'opera tra le macerie
del centro di identificazione di Lampedusa, incendiato, mercoledì scorso, da un
gruppo di tunisini. In due mesi, la palazzina principale, completamente distrutta
dalle fiamme e ridotta a uno scheletro annerito, dovrebbe essere ricostruita.
Ma su quel che resta della struttura di contrada Imbriacola è al lavoro anche
la magistratura. Tre pm della procura di Agrigento sono atterrati ieri
sull'isola e hanno scartabellato, per ore, la documentazione relativa al Cie
conservata in Municipio. Gli investigatori, coordinati dal procuratore Renato
Di Natale, cercano di accertare se il centro sia stato realizzato nel rispetto
della normativa edilizia, ma, soprattutto, se fosse dotato degli impianti
previsti dalla legge sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Come quello
anticendio che, secondo alcuni cittadini, invece, non è mai stato installato.
Se la magistratura intende occuparsi della regolarità del centro, una delegazione del governo tunisino è giunta oggi sull'isola per
verificare le condizioni dei circa 500 connazionali ospiti del Cie. In
particolare i nordafricani intendono accertare eventuali violazioni dei diritti
umani ai danni dei migranti, da mesi rinchiusi nella struttura e
prossimi al rimpatrio.
( da "Sestopotere.com" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Partecipa.Rete:
giovani e politica a confronto in Provincia di Piacenza (24/2/2009 15:04) |
(Sesto Potere) - Piacenza - 24 febbraio 2009 - Attenzione ai diritti, sguardo a
360° sui problemi di stretta attualità, profonda conoscenza del tema
dell'immigrazione e della integrazione. Sono questi gli argomenti più gettonati
nell'incontro tra amministratori locali e una rappresentanza di ragazzi dei
consigli comunali dei giovani e di scuole del territorio, che si è tenuto
questa mattina nella sala Consiglio della Provincia alla presenza del
Presidente della Provincia Gianluigi Boiardi e di Gabriele Gualazzini,
Presidente del Consiglio provinciale, Paola Gazzolo, assessore provinciale alle
Politiche Giovanili, Maurizio Parma e Nino Beretta, consiglieri regionali,
Giovanni Castagnetti, assessore al Futuro del Comune di Piacenza, Andrea
Barocelli, sindaco di Gragnano, Fiorenzo Piccioli Cappelli, assessore alla
Pubblica Istruzione di Podenzano, Rosa Taschieri, assessore alla Pubblica
Istruzione di Ponte dell'Olio, Fabio Bernizzoni e Roberta Previdi, assessori di
Carpaneto, e Rosa Maria Manari, funzionaria dell'Assemblea Legislativa. Una
iniziativa che rientra nell'ambito del progetto Partecipa-Rete, promosso
dall'assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna e che ha coinvolto in
totale 32 ragazzi, quattro per ognuna delle realtà che hanno aderito al
progetto (Piacenza, Podenzano, Pontedell'Olio, Gragnano, Carpaneto e gli
istituti scolastici Gioia, Respighi e ISII Marconi). In questi mesi i giovani
coinvolti nell'iniziativa hanno effettuato un percorso di approfondimento sulle
tematiche dei diritti umani e oggi hanno esposto le
loro riflessioni, sollecitando anche gli amministratori locali su alcune
tematiche a loro care. “Vedere tanti giovani che si interessano ai problemi
reali della comunità in cui vivono è un segnale di grande maturità e
consapevolezza – ha detto il Presidente Boiardi -. Spero che tanta passione
possa portare a risultati concreti, in un confronto sempre più necessario tra la
politica dei “grandi” e quella dei più giovani”. Il progetto, cui aderiscono
tutte le Province d'Italia, ha infatti l'obiettivo di promuovere la
partecipazione dei giovani ed in modo particolare di far incontrare
rappresentanze dei consigli comunali dei ragazzi con amministratori, cui
sottoporre riflessioni, proposte, richieste e osservazioni. Ogni consiglio
comunale aderente all'iniziativa ha sviluppato un tema e lo scorso 30 gennaio i
rappresentanti dei ragazzi si sono incontrati all'ISII Marconi per confrontare
le rispettive esperienze e valutare quali potevano essere le questioni di
maggior interesse da sottoporre agli amministratori. Dopo l'incontro di oggi i
rappresentanti dei ragazzi e i membri delle Commissioni assembleari IV e V si
incontreranno per una condivisione e un rilancio del percorso stesso. In
quell'occasione si potranno suggerire percorsi idonei a creare buone prassi,
attraverso incontri annuali per individuare modalità praticabili di
partecipazione democratica alla vita delle istituzioni. Hanno partecipato
all'incontro: Liceo “Gioia”: Alessandra Foti, Chiara Farisari, Giulia
Bergamaschi, Andrea Scorsoglio. Insegnante Marisa Cogliati Liceo “Respighi”:
Michela Cassinelli, Almin Siimovic, Sara Martelli, Camillo Teillier Villagran.
Insegnante Lucia Baciocchi ISII “Marconi”: Marco Piccoli, Daniel Fontana,
Jacopo Labo, Francesco Colombi. Insegnante Eleonora Bersani Comune di Piacenza:
Lisa Garcia, Nicolò Colangelo, Tommaso Clangelo, Tenia Miteva. Insegnanti
Davide Pancotti e Davide Tagliafichi Comune di Ponte dell'Olio: Andrea
Montanari, Deborah Molinari, Elisa Signaroldi, Lia Farina. Insegnanti Annamaria
Rebecchi Comune di Podenzano: Luca Mazzocchi, Elena Risposi, Giulia Gobbi, Lea
Pagani. Insegnanti Rita Parenti Comune di Carpaneto: Francesco Addabbo, Lorenzo
Laurenti, Elena Bertoli, Rebecca Franchi. Insegnante: Paola Campopiano Comune
di Gragnano: Romario Byku, Simone Pepe, Martina Gobbi, Youssef Nouinou.
Insegnante: Giovanna Della Croce
( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
24 feb. (Apcom) - Il Vicepresidente dello Zimbabwe Joyce Mujuru è accusata di
aver cercato di vendere in Europa oro proveniente dalla Repubblica democratica
del Congo, nonostante le sanzioni europee. Mujuru è stata la prima donna a
ricoprire nello Zimbabwe la carica di vicepresidente, dopo la nomina avvenuta
cinque anni fa, e il suo nome compare sulla lista delle 200 personalità
zimbabwiane contro cui l'Ue ha emesso sanzioni, accusandole
di violazioni dei diritti umani. Ad accusare il vicepresidente
è un'azienda che ha sede in Europa, Firstar, secondo cui la figlia di Mujuru, Nyasha
del Campo, avrebbe cercato di vendere più di tre tonnellate e mezzo di oro
provenienti dal Congo. Copie delle e-mail scambiate dall'azienda con la donna
sono state fatte arrivare alla Bbc. Dalle missive emerge che il
vicepresidente proponeva di pagare le spese di trasporto dell'oro, che sarebbe
poi stato raffinato a Zurigo. Mujuru era una figura centrale dell'accordo, ha
detto Felix Eimer della Firstar. "Era il contatto con la miniera d'oro.
Nyasha era solo la persona che coordinava le cose per conto terzi", ha
raccontato Eimer, precisando di aver rinunciato all'affare solo dopo aver
compreso con chi stava trattando.
( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Bruxelles,
24 feb. (Apcom) - Lo Stato italiano è stato condannato dalla Corte europea dei
Diritti dell'Uomo per non aver rispettato una ordinanza della Corte stessa e
per aver violato un articolo della Convenzione contro i maltrattamenti dei
detenuti. Lo stato italiano dovrà anche risarcire il tunisino Ben Khemais con
15.000 euro tra danni e spese morali. I fatti risalgono al febbraio 2002 quando
Ben Khemais fu condannato in Italia a cinque anni per associazione a delinquere
ed espiò l'intera condanna. Nel frattempo subì un nuovo processo, ancora pendente
in Cassazione, nella quale si stabiliva che una volta scontata la pena dovesse
essere rimpatriato. Poco prima di questi fatti, il 30 gennaio del 2002, Ben
Khemais era stato però anche condannato a dieci anni in contumacia da un
tribunale militare tunisino per terrorismo "sulla base delle sole
deposizioni di un coimputato", sottolinea la Corte. Scontata la condanna
definitiva italiana, nel gennaio 2007 Ben Khemais, ancora in Italia, presentò
una istanza alla Corte di Strasburgo contro la sua traduzione in Tunisia. Nel
marzo del 2007 la Corte emise una ordinanza (in base all'articolo 39) con la
quale ingiungeva all'Italia di non rimpatriarlo in attesa dello svolgersi delle
procedure che lo riguardavano. Il 3 giugno del 2008, invece, Ben Khemal viene
messo su un aereo a Milano ed espulso verso la Tunisia, in esecuzione di un
decreto di espulsione causato dalla sua pericolosità per lo Stato in quanto
legato a gruppi di estremisti islamici vicini al terrorismo. Richiesto, il
governo italiano aveva poi inviato alla Corte dei documenti che
"descrivevano le assicurazioni diplomatiche ottenute da parte delle
autorità tunisine, secondo le quali il detenuto non sarebbe stato sottoposto a torture, a trattamenti inumani o degradanti o a una detenzione
arbitraria, che avrebbe avuto cure mediche, visite del suo avvocato e dei
membri della famiglia". La Corte ha però sentenziato contro l'Italia,
ricordando dei precedenti che provavano numerosi casi in cui la tortura e
trattamenti contrari alla dignità dell'uomo sono inflitti in Tunisia in maniera
costante a persone sospette di terrorismo e che, in base alle visite
effettuate dalla Croce rossa nei luoghi di detenzione tunisini non era
possibile escludere trattamenti contrari all'articolo 3 della Convenzione. La
Corte ha anche verificato che l'avvocato di Ben Khemal non può visitare il suo
assistito. La corte riporta poi altri rapporti, come quello Amnesty
international del 2008, afferma che una volta trasferito il detenuto in Tunisia
diventa impossibile verificare le condizioni della detenzione e ricorda che in
base a una risoluzione del Consiglio d'Europa del 2005 "le assicurazioni
diplomatiche non sono sufficienti se l'assenza di pericolo di maltrattamenti
non è accertata con sicurezza". Per questo l'Italia è stata condannata per
violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell'Uomo. Una
seconda condanna è poi giunta allo Stato italiano per aver violato l'articolo
34 della Convenzione, per non aver rispettato l'ordinanza della Corte e perchè
ha proceduto all'espulsione "prima ancora di ricevere le assicurazioni
diplomatiche" su una detenzione rispettosa dei diritti dell'uomo.
( da "Bollettino Università & Ricerca" del
24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Università
di Siena Per il ciclo "Islam e Democrazia" - Seminario di Ibrahim
Kaboglu 27 febbraio, dipartimento di Diritto dell'economia dell'Università di
Siena piazza San Francesco, ore 15.30. "La Turchia tra laicità e
Islam" è il tema dell'incontro che si terrà venerdì 27 febbraio, con la
partecipazione di Ibraim O. Kaboglu, dell'Università di Marmara - Istanbul e di
Jean Pierre Machelon, dell'Università Descartes - Paris V, nell'ambito del
ciclo di seminari "Islam e democrazia", organizzati dal Centro
interdipartimentale di ricerca e formazione sul diritto pubblico europeo e
comparato (Dipec) dell'Università di Siena, con il coordinamento scientifico di
Pier Luigi Petrillo. Il professor Ibrahim O. Kaboglu è ordinario di diritto
costituzionale presso l'Università di Marmara di Istanbul. Per la sua vicenda
giudiziaria, originata dal suo strenuo impegno nella difesa
dei diritti umani, negli anni scorsi si è mobilitata la comunità accademica
italiana e internazionale. Kaboglu, infatti, in qualità di presidente del
Consiglio consultivo per i diritti umani della
Repubblica di Turchia, ha subito un lungo processo per la violazione
dell'identità turca, per aver sostenuto i diritti delle minoranze abitanti in
Turchia. Grazie all'intervento internazionale, il professore è stato
assolto. Le tesi del professor Kaboglu verranno discusse da Jean-Pierre
Machelon - Decano della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università "René
Descartes" Paris V e direttore degli studi in scienze storiche e
filologiche presso la Scuola di Studi Superiori dell'Università Sorbona - e
dalla comunità studentesca di Siena, dalla cittadinanza, da studiosi ed
appassionati di istituzioni e diritto dei Paesi islamici, chiamati a
intervenire sullo scottante tema della laicità nel più importante partner
musulmano dell'Unione europea. Il coordinatore scientifico, Pier Luigi
Petrillo, in occasione del ritorno in Italia del professore turco ha evidenziato
come "siamo onorati della visita del prof. Kaboglu, che il Centro Dipec
già sostenne promovendo una raccolta di firma all'indomani dell'avvio del
processo. Grazie alle sua presenza, il professore conferma come l'Università di
Siena si affermi sempre più nello scenario europeo quale centro del dialogo
interculturale, veicolo di riflessione e luogo di incontro delle
diversità". Giunto al suo terzo appuntamento, il Ciclo di seminari
"Islam e Democrazia", organizzato dal Centro DIPEC dell'Università di
Siena, diretto dalla professoressa Tania Groppi, continua la riflessione sui
diritti civili e sui meccanismi costituzionali di garanzia dei diritti nei
Paesi islamici mediorientali, africani e mediterranei. Il ciclo di incontri è
stato inaugurato lo scorso 18 dicembre dal professor Massimo Papa, che è
intervenuto sul rapporto tra Islam e democrazia, ed è proseguito il alla fine
di gennaio con il seminario sull'Iran, tenuto dal professor Mohammad Hossin
Zarei della "Shahid Beheshti University" di Teheran. L'incontro del
27 febbraio si terrà a partire dalle 15.30, presso il dipartimento di Diritto
dell'economia, dell'Università di Siena, che ha sede in piazza San Francesco.
BUR.IT 25.02.09
( da "ITnews.it" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Citta'
del Vaticano, 24 feb. - (Adnkronos) - ''Troppo spesso, periodi di gravi
difficolta' economiche sono stati contraddistinti dall'aumento di potere di
Governi caratterizzati da una dubbia propensione alla democrazia''. E' questo l'allarme lanciato dalla santa Sede alle Nazioni Unite
attraverso il suo Osservatore permanente alla sede d Ginevra dell'Onu,
l'arcivescovo mons. Silvano Tomasi. Mons. Tomasi e' intervenuto nel corso della
sessione speciale del Consiglio dei diritti dell'uomo sulla crisi economica
mondiale.
( da "WindPress.it" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
24-02-2009
Roma/Conakry Nel settembre 2008, Medici Senza Frontiere (MSF) ha lanciato un
intervento nutrizionale e sanitario di emergenza nel carcere civile di
Guèckèdou, nel sud-est della Repubblica della Guinea. Vista la situazione
catastrofica che ha colpito il centro penitenziario, MSF ha effettuato
valutazioni e interventi mirati analoghi in altre tre carceri del paese: a
Mamou, a Bokè e a Gaoual.In un rapporto pubblicato oggi, l'organizzazione
medico-umanitaria di emergenza, attiva in oltre 60
paesi e presente in Guinea da 21 anni, rivela la situazione nutrizionale e
sanitaria disperata rilevata dalle proprie équipe. Sebbene le condizioni varino
nelle diverse strutture monitorate, in alcune di esse non vengono soddisfatti
bisogni fondamentali come l'accesso all'acqua, la nutrizione e l'assistenza
sanitaria, né sono rispettate le condizioni minime per il rispetto della
dignità umana dei prigionieri. "All'arrivo dell'équipe sanitaria di MSF a
Guèckèdou, un prigioniero adulto su tre soffriva di malnutrizione", spiega
Frank Bossant, coordinatore dei progetti di MSF in Guinea. "Le scarse
condizioni igieniche avevano provocato nei detenuti una forte disidratazione,
problemi gastrici, numerose infezioni delle vie respiratorie e malattie della
pelle. Le celle sovraffollate ospitavano minori e adulti insieme, e addirittura
detenuti malati di tubercolosi lasciati senza cure e costretti a vivere a
stretto contatto con i detenuti sani". In risposta a questa drammatica
situazione, MSF ha provveduto a una distribuzione di alimenti terapeutici di
emergenza per diversi mesi, ha fornito visite mediche, materiale per
l'approvvigionamento dell'acqua e servizi igienico-sanitari.Se la situazione
riscontrata nelle carceri della Guinea, inferiore alle
norme minime in materia di tutela dei diritti umani, può essere
in parte attribuita alla povertà dilagante e alle risorse limitate del paese,
non si riesce a spiegare tuttavia la mancata risposta alla malnutrizione
ricorrente e alle condizioni di vita inaccettabili per i detenuti, per gli
uomini in particolare."La privazione di acqua e di cibo e il
mancato rispetto dei diritti umani fondamentali
mettono a rischio la vita dei detenuti e sono pertanto assimilabili a dei veri
e propri maltrattamenti", aggiunge Frank Bossant. "Un intervento umanitario di emergenza non può essere la soluzione alle
disfunzioni generali e strutturali dell'amministrazione penitenziaria per
quanto riguarda la distribuzione di cibo e il mantenimento delle condizioni
igieniche di base nelle prigioni. Le autorità nazionali e locali devono agire
immediatamente per soddisfare le esigenze fondamentali dei detenuti, in
conformità con le norme internazionali e nazionali, come richiesto dai donatori
dei fondi internazionali e dagli altri attori presenti in Guinea, poiché è in
pericolo la salute e la vita di migliaia di persone".Per accedere al
rapporto di MSF dal titolo "Niente cibo né cure, fino alla morte. MSF
denuncia l'emergenza nutrizionale e sanitaria nelle carceri della Guinea -
febbraio 2009":in inglese in francese
( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Città
del Vaticano, 24 feb. (Apcom) - "L'attività finanziaria non può ridursi a
ottenere facili profitti, ma deve includere anche la promozione del bene comune
fra quanti prestano, prendono in prestito e lavorano. L'assenza di un
fondamento etico ha portato la crisi a tutti i Paesi, a basso, medio e alto
reddito". E' la posizione del Vaticano, espressa da monsignor Silvano
Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle
Nazioni Unite, durante la decima sessione speciale del Consiglio dei diritti
dell'uomo, sull'impatto della crisi economica e finanziaria mondiale. "La
crisi finanziaria mondiale - ha osservato l'arcivescovo nell'intervento
pubblicato dall''Osservatore Romano' - ha causato una recessione globale con
conseguenze sociali drammatiche, inclusa la perdita di milioni di posti di lavoro
e il grave rischio che per molti Paesi in via di sviluppo gli Obiettivi di
sviluppo del millennio non si possano raggiungere. I
diritti umani di innumerevoli persone sono compromessi, incluso quelli
all'acqua, al cibo, alla salute e a un lavoro decoroso. Soprattutto, quando
ampi segmenti di una popolazione nazionale vedono i loro diritti sociali ed
economici vanificati, la perdita di speranza mette a repentaglio la pace.
La comunità internazionale - ha aggiunto il rappresentante vaticano - ha la
responsabilità legittima di chiedere perché si è creata questa situazione, di
chi è la responsabilità e in che modo una soluzione concertata può farci uscire
dalla crisi e facilitare il ripristino dei diritti. La crisi è stata causata,
in parte, dal comportamento problematico di alcuni attori del sistema
finanziario ed economico, inclusi amministratori bancari e quanti avrebbero
dovuto essere più diligenti per quanto riguarda i sistemi di monitoraggio e di
affidabilità. Quindi - ha ribadito - sono loro ad avere la responsabilità dei
problemi attuali. Tuttavia, le cause della crisi sono più profonde".
( da "Blogosfere" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Feb
0924 La Cina chiude il Tibet agli stranieri Pubblicato da Rosario Mastrosimone
alle 15:57 in Diritti umani Si
avvicina l'appuntamento del 10 marzo, quando ricorre il 50imo anniversario
dell'insurrezione tibetana del 1959. Ed il regime cinese, prevedendo
manifestazioni di protesta, ha deciso di impedire l'accesso al Tibet a
visitatori stranieri e giornalisti, in modo da poter realizzare la solita
carneficina senza troppi imbarazzi. Da oggi al primo aprile, il Tibet
sarà off-limits, e sarà illegale per qualsiasi straniero mettervi piede.
Com'era ampiamente prevedibile, i Giochi olimpici di Pechino non hanno affatto
contribuito ad una maggior apertura del regime aristocratico comunista cinese,
ma ne hanno rafforzato il potere e la legittimità.
( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
(ASCA)
- Citta' del Vaticano, 24 feb - ''Se non si intraprendera' un'azione internazionale concertata volta a promuovere e tutelare
tutti i diritti umani e se le dirette attivita' finanziarie ed economiche non verranno
poste su una strada etica che possa anteporre le persone, la loro produttivita'
e i loro diritti all'avidita' che puo' scaturire dall'attenzione al solo
profitto'', si ''ripeteranno errori vecchi e piu' recenti''. Lo ha detto
l'osservatore permanente della Santa Sede presso l'Ufficio dell'Onu di Ginevra,
mons. Silvano Maria Tomasi, durante la decima sessione speciale del Consiglio
dei diritti dell'uomo. Mons. Tomasi, nel suo intervento pronunciato lo scorso
20 febbraio scorso ma diffuso oggi dalla Sala Stampa vaticana, ha anche
ripetuto l'appello della Santa Sede perche', nell'attuale difficile congiuntura
economica, non vengano tagliati gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo.
( da "Adnkronos" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Crisi,
Vaticano: ''Democrazia e diritti umani a rischio''
L'Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio di Ginevra dell'Onu,
mons. Tomasi: ''L'assenza di un fondamento etico ha portato la crisi a tutti i
Paesi, a basso, medio e alto reddito'' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di
ECONOMIA ultimo aggiornamento: 24 febbraio, ore 19:26
( da "AprileOnline.info" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Razzismo
istituzionale Pietro Soldini*, 24 febbraio 2009, 11:48 Il commento Dopo il
disastro di Lampedusa, altri disordini scaturiranno dai provvedimenti del
governo previsti dal ddl sicurezza che cercano di mettere la scuola e gli
insegnanti, la sanità ed i medici contro gli immigrati. La recente Direttiva
Europea proposta da Claudio Fava può essere uno strumento valido nella
battaglia per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori extracomunitari Il
disastro di Lampedusa è la prova lampante e drammatica delle responsabilità di
un Ministro e di un Governo che tratta gli immigrati come carne da macello,
accende l'odio e fa divampare incendi. Come si fa ad ammassare così tante
persone in un centro che ne può ospitare meno di un quinto, trasformare una struttura
di prima accoglienza in un centro di detenzione, in
condizioni disumane così come è stato documentato dalla Commissione
parlamentare sui diritti umani del Senato e dalla Commissione Europea? Divampa l'incendio e
Maroni continua a vendersi il fumo di un accordo con la Tunisia di cui nessuno
conosce i termini esatti ed in ogni caso non potrebbe risolvere il ben più
vasto e complesso problema delle identificazioni e rimpatri. Uscendo da
Lampedusa, tutto il contesto dei provvedimenti del governo sul pacchetto
sicurezza (DDL 733) approvato dal Senato, di cui è atteso il passaggio alla
Camera - ulteriormente esasperato dalle decisioni del Governo di stralciare
alcuni punti per farli passare in un decreto d'urgenza, sfruttando
l'indignazione popolare contro i recenti stupri - è destinato a produrre
ulteriori tensioni e disordini sociali. Infatti alla giusta indignazione e
rabbia della opinione pubblica per gli atti criminali e di violenza, un governo
serio risponde con fatti ed interventi concreti, con politiche ed investimenti
di maggiore controllo e presidio pubblico del territorio, non con annunci
urlati e propagandistici di dichiarazioni di guerra nei confronti di questo o
quello. La rabbia dei cittadini è anche il frutto di una percezione, oltre che
di paura, anche di disillusione, sfiducia ed impotenza. Ed un governo che
strumentalmente cavalca ed amplifica questa rabbia, certifica l'impotenza dello
Stato a dare soluzioni ai problemi dei cittadini ed aumenta la loro rabbia e la
loro disillusione ed anche la pulsione istintiva ad arrangiarsi ed a farsi
giustizia da sé. La crisi economica accentua questo fenomeno ed apre rischi
profondi di regressione della nostra convivenza civile. Occorrerebbero
politiche d'integrazione, ma il governo ha quasi completamente prosciugato le
risorse che sono passate da 100 milioni a 5 milioni, contro i 600 milioni
stanziati dal governo spagnolo, il miliardo ed oltre stanziato dal governo
francese e tedesco. I provvedimenti del governo italiano, contenuti nel
pacchetto sicurezza fanno ancora peggio perché cercano di mettere la scuola e
gli insegnanti, la sanità ed i medici contro gli immigrati, cercando in questo
modo d'impedire anche quelle pratiche di sana integrazione che nonostante la
fatica e la solitudine istituzionale, si sono prodotte in Italia proprio con il
protagonismo di medici ed insegnanti, di sindacati ed associazioni e di tanti
amministratori locali. Si fa spesso riferimento all'Europa, ma in nessun paese
europeo si registra una condizione di razzismo istituzionale come nel nostro
paese. La stessa proposta di Direttiva Europea, presentata dal compagno Claudio
Fava ed approvata dal Parlamento Europeo recentemente, pur rappresentando un
compromesso minimo, con molti limiti, potrà essere uno strumento valido per
aprire varchi nella battaglia per riconoscere diritti minimi dei lavoratori
immigrati che lavorano in nero in condizioni di supersfruttamento e per aprire
percorsi di regolarizzazione con un riconoscimento al ruolo attivo, di tutela e
rappresentanza, del Sindacato. * Ufficio Immigrazione Cgil nazionale
( da "KataWeb News" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Diritti umani: Tunisino estradato, condanna Strasburgo 24 febbraio 2009
alle 19:21 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per l'estradizione in Tunisia
di Essid ben Khamais. Il tunisino aveva già scontato una condanna a cinque anni
di carcere in Italia per aver fatto parte di un'organizzazione criminale,
quando nel 2006 fu condannato per aggressione. Il governo stabilì che, una
volta finita di scontare la seconda pena, avrebbe dovuto lasciare il Paese.
Dopo aver ricevuto il ricorso di Khamais, la Corte di Strasburgo aveva chiesto
all'Italia di sospendere il procedimento di estradizione, in attesa della sua
pronuncia. Ma Roma ha ignorato la raccomandazione e lo ha estradato. A
Strasburgo, il governo italiano aveva presentato una documentazione in cui
sosteneva di aver ricevuto da Tunisi "assicurazioni diplomatiche" che
Khamais non sarebbe stato torturato. La corte le ha giudicate non sufficienti e
accettabili e "ha rilevato che il governo italiano... ha proceduto ad
estradarlo senza neanche ottenere le assicurazioni diplomatiche cui fa
riferimento nelle sue osservazioni". AGI
( da "Affari Italiani (Online)" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Biotestamento/
Franceschini: unanimità in 14 punti su 15 Martedí 24.02.2009 18:22 "Mi
sembra che Franceschini in questo non ha marcato alcun segno di discontinuita'
e questo per me aggiunge un motivo di difficolta' in più, perche' io sostengo
che il piu' importante dei diritti umani è la vita, mentre c'e' una posizione che marginalizza questo
perche' riesce a riportare come plausibile la legittimazione del suicidio
assistito, come la sospensione della nutrizione e dell'idratazione. Speravo che
Franceschini fosse piu' attento a cogliere questo motivo profondo del dissenso
dell'area cattolica. Volevo che dicesse che nel partito ci sono almeno
due posizioni che hanno pari dignita'. Io votero' certamente a favore del testo
di legge Calabro' perché su questi punti non dice nulla di diverso da quello
che diceva il testo Binetti-Baio della XV legislatura, cioe' no all'eutanasia,
no all'accanimento terapeutico, no alla sospensione della nutrizione e
dell'idratazione". 'Sul testamento biologico non abbiamo nulla da
aggiungere a quanto detto dal segretario Franceschini al termine della sua
riunione al Senato', ha dichiarato il presidente dei Liberal Pd Enzo Bianco che
ha aggiunto: 'E' il momento che il partito dia prova di compattezza intorno ad
una posizione condivisa, pur nel rispetto delle sensibilita' di tutti che sono
legittime in una materia cosi' delicata'. < < pagina precedente
( da "Blogosfere" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Feb
0924 Amici in cinque minuti/3 Pubblicato da Enzo Reale alle 20:15 in Current
Affairs Dal punto di vista realista il viaggio di Hillary è stato un successo. Di democrazie e diritti umani non si è
parlato e, quando il tema è stato affrontato incidentalmente, si è risolto in
qualche formula diplomatica piuttosto astrusa. La visita cinese è stata un caso
paradigmatico: non solo la nuova segretario di stato non ha fatto cenno alle
tematiche spinose per il governo cinese, non solo ha mantenuto il silenzio sul
Tibet e sulla Charta '08, ma ha addirittura esplicitamente dichiarato
che le questioni inerenti ai diritti umani non devono
interferire con le relazioni bilaterali. E' un passo in più, che solo i
fanatici di una malintesa realpolitik o l'attuale (confusa) sinistra liberal
possono applaudire. E pensare che fu proprio lei a galvanizzare la platea negli
anni '90, quando suo marito era presidente, parlando dei diritti delle donne
conculcati dalla dittatura e per estensione delle libertà da difendere dalla violenza
di stato dei poteri autoritari. E pensare che fu proprio lei a criticare
aspramente Bush per la sua presenza all'inaugurazione dei giochi olimpici, in
nome di quegli stessi principi di cui si è volentieri dimenticata nella sua
nuova veste. Certo, si dirà, una cosa è fare politica militante, l'altra
governare un paese. Vero, ma proprio qui sta il punto. Ci sono molti modi di
difendere i principi di civiltà che stanno al centro della nostra visione del
mondo. Non si trattava di dichiarare guerra alla Cina, si trattava solo di far
presente che oltre ai buoni del tesoro americani forse Pechino poteva
cominciare a comprare anche qualche altro valore. Così non è stato, anzi
Hillary ci ha tenuto a far sapere che il passato è passato e comincia una nuova
era di collaborazione in un momento critico come quello che stiamo vivendo. Se
questa è la carta di presentazione di Obama nelle relazioni internazionali e in
particolare nei confronti delle dittature, meglio non farsi troppe illusioni.
( da "Sestopotere.com" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mercatino
a Forlì per Emergency (24/2/2009 22:20) | (Sesto Potere) - Forlì - 24 febbraio
2009 - Mercatino a Forlì per Emergency domenica 1 Marzo 2009, dalle 9, 30 alle
19,00, in Via Primavera 12 –Forlì (sala del camino, parrocchia di Ravaldino).
Troverete oggetti per la casa, vestiti, giocattoli, libri e il ricavato sarà
destinato interamente ai progetti di Emergency. Emergency opera in zone di
guerra o laddove la guerra ha lasciato le sue tracce tangibili; costruisce
ospedali, cura gratuitamente e riabilita le vittime civili, avvia corsi
professionali per i mutilati, difende i diritti umani.
Da Aprile 2007 è attivo il Centro Cardiochirurgico di Kartoum, l?unico ospedale
nel cuore dell?Africa in grado di intervenire nelle patologie cardiache del
Sudan e di 9 stati confinanti. Emergency promuove inoltre cultura di pace
diffondendo notizie sulle guerre e sulle loro atroci conseguenze. Tutto questo
è reso possibile dalle offerte e dalla collaborazione di chi condivide le idee
e l?impegno.
( da "Blogosfere" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Feb
0924 Stories of possible words Pubblicato da Andrea Garbin alle 22:05 in
giovani e partecipazione, giovani e politica Se siete orientati al cambiamento,
se siete impegnati in processi di cambiamento, se lo siete stati e avete
esperienze da citare, buone prassi da condividere potreste partecipare a
Stories of possible words . Cosi si legge sul sito dedicato:Il premio vuole
portare alla creazione di un archivio digitale di esperienze di pratiche
alternative nei diversi ambiti dove si lotta per l?affermazione dei diritti umani e della democrazia, secondo i principi del World
Social Forum , cui il premio fa riferimento: il lavoro, l?economia solidale, la
casa, le minoranze, l?intercultura, il dialogo religioso, il dialogo politico,
l?ambiente, la salute, l?educazione, la giustizia, la pace, i servizi pubblici,
la partecipazione, ecc. Storie vere, che raccontino delle campagne e delle
lotte, nei vari ambiti dove da tempo si spendono i diversi movimenti e gruppi
di cittadini: il lavoro, l?economia solidale, la casa, le minoranze,
l?intercultura, il dialogo religioso, il dialogo politico, l?ambiente, la
salute, l?educazione, la giustizia, la pace, i servizi pubblici, la partecipazione….
Storie già concluse o ancora in corso; di successo, o che non hanno avuto
l?esito sperato, comprese quelle ancora in parte immaginate e non del tutto
realizzate. C'è tempo fino all'8 marzo per inviare la propria storia,
sopratutto una descrizione di un metodo strutturato nuovo o già esistente che
permetta una riproducibilità metodologica.