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Report "Diritti umani"   23-24 febbraio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Tortura piscologica, ambiguità da chiarire ( da "Manifesto, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: quattro tecniche sono considerate torture psicologiche, tutto il resto non lo è. il water boarding è tortura? Si, certo che lo è. Non solo è una tortura, ma è una delle più crudeli dell'epoca moderna visto che infligge la sofferenza più grande, quella ultimativa. La legge americana però definisce come «non torture», legali, pratiche tristemente note che includono il water boarding:

Buoni del tesoro e clima, i colloqui di Hillary Clinton ( da "Manifesto, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Per la questione dei diritti umani ci sarà tempo e di sicuro i cinesi dimostreranno di avere gradito questo atteggiamento. Non in pochi in Cina, nelle ore successive all'elezione di Obama, avevano fatto oscuri presagi sui rapporti sino statunitensi, proprio per la sensibilità dei democratici Usa su temi caldi come Tibet, Taiwan e la questione dei diritti umani.

Una Chimera tutta rosa e fiori ( da "Manifesto, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: aereo aveva dichiarato alla stampa che la questione dei diritti umani non avrebbe impedito di lavorare con la Cina per affrontare insieme la crisi finanziaria, il cambiamento climatico e la questione nord coreana. «Non che Taiwan, il Tibet, i diritti umani non siano nella nostra agenda, ma sappiamo bene quello che avranno da dire».

L'Italia, l'amico Putin e la Russia dei delitti impuniti ( da "Articolo21.com" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Purtroppo il mancato rispetto dei diritti umani sembra passare i secondo piano. Dal 1992 al 2007 218 giornalisti hanno perso la vita in questo paese, il secondo nel mondo per il numero dei reporter ammazzati. Gli ultimi della tragica lista: la giovane stagista di Novaja Gazeta Anastasia Baburova e il difensore dei diritti umani Serghej Markelov,

Accori confermati ( da "Cittadino, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lavorando insieme su questi terreni, ha detto la Clinton. Il segretario di Stato ha riconfermato l'impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due paesi.

Hillary: la Cina compri bond Usa ( da "Giornale di Brescia" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: delle organizzazioni per la tutela dei diritti umani. Ai leader cinesi l'ex First Lady ha detto che gli Stati Uniti non perdono di vista il rispetto dei diritti, ma che questo non deve ostacolare la lotta in cui Pechino e Washington sono impegnati fianco a fianco per sconfiggere la crisi economica e garantire la sicurezza da minacce come il terrorismo e la proliferazione nucleare.

HARRY WU, LA CINA ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: battaglia per la democratizzazione della Cina e il rispetto dei diritti umani negati dal regime comunista. Nei giorni scorsi Harry Wu era a Brescia, ospite della Ccdc e di Amnesty International, per raccontare nel Salone Bevilacqua della Pace i suoi anni nei gulag cinesi. Wu, come sono stati quegli anni? «I primi anni sono stati i più duri, per le torture subito e i lavori forzati.

La colonna infame in chiave rock ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: parla di tortura, inquisizione e peste per riflettere di temi che allo scrittore sono particolarmente cari: la giustizia, quella divina e quella umana, e il libero arbitrio, che consente di scegliere tra il bene e il male. Dal commento agli atti del processo intentato ai presunti untori della peste nel 1630 scaturisce una storia vera di poveri malcapitati presi nell'

Il lavoro delle donne per migliorare il mondo ( da "Arena, L'" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: alla commissione per lo status delle donne e alla commissione per i diritti umani. È status consultivo anche per l'Unesco, l'Unicef e l'Oms, la Fao e il Fondo Internazionale per lo sviluppo dell'agricoltura e il Consiglio d'Europa. Alla cerimonia veronese erano presenti presidenti attuali e passate come Maria Castagna, la prima a tenere le redini della Fidapa di San Bonifacio.

etica, al via iscrizioni al corso asl ( da "Tirreno, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: patrocinio dei diritti umani in collaborazione con gli organismi istituzionali preposti. Un corso che è stato pensato proprio per rispondere ai mutamenti in atto nella società e che sollevano progressivamente questioni quali la vita, la salute e l'esistenza stessa dell'uomo la cui trattazione richiede necessita dei contributi di professionisti e studiosi specializzati in diversi settori,

cinema e diritti ( da "Mattino di Padova, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Notte Cinema e diritti Stasera al Fronte del Porto anche due corti padovani In occasione dei 60 anni della Dichiarazione universale dei Diritti Umani, è stato prodotto il film collettivo no-profit «All Human Rights for All, Sguardi del cinema italiano sui diritti umani» al quale ha partecipato la Promovies di Padova in collaborazione con l'

1Ronde Affidare la tutela dell'ordine pubblico a gruppi di volontari, piuttosto che rafforzare i ... ( da "Unita, L'" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lampedusa un centro di detenzione dove non sono rispettati diritti umani. Da centro indicato dall'Onu come modello di accoglienza dei migranti, quello di Lampedusa sta diventando un immenso carcere per persone che non hanno compiuto reati. 4Immigrazione Spendiamo nel contrasto all'immigrazione, più di quanto stanziato per la cooperazione allo sviluppo, spesa quest'anno dimezzata.

hillary a pechino incontra le femministe ( da "Nuova Sardegna, La" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ha detto la Clinton nella conferenza stampa tenuta con il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Poi ha riconfermato l'impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione».

Hillary Clinton saluta la Cina <Insieme per battere la crisi> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ha detto la Clinton nella conferenza stampa tenuta insieme al suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Il segretario di Stato ha riconfermato l'impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili, ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due Paesi. 23/02/2009 nascosto-->

La Cambogia fa i conti con i Khmer Rossi Le vittime del regime attendono giustizia ( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: capitale trasformato nel maggior centro di detenzione e tortura della Cambogia. Durante gli anni della dittatura - dall'aprile 1975 all'inizio del 1979 - transitarono dal carcere 20 mila cambogiani; tutti vennero fotografati e schedati, interrogati e torturati, nessuno rilasciato: quelli che non morirono fra le mura della scuola vennero avviati a campi di sterminio poco distanti.

RAFFORZARE LA POLITICA ESTERA E DI DIFESA DELL'UE ( da "marketpress.info" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: lo Stato di diritto e il rispetto della dignità della persona, dei diritti umani e delle libertà fondamentali nonché la promozione della pace e di un multilateralismo efficace. Dovrebbe inoltre continuare a porre l´accento sulla lotta al terrorismo, sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa e il disarmo,

UE/NATO: COOPERAZIONE PIÙ STRETTA PER LA SICUREZZA GLOBALE ( da "marketpress.info" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dei diritti umani, dello Stato di diritto e della buona governance». Il Parlamento riconosce infatti «l´importante ruolo svolto dalla Nato», oggi come in passato, nell´architettura di sicurezza dell´Europa. Osserva inoltre che per la maggior parte degli Stati membri dell´Ue l´Alleanza «continua ad essere il fondamento della loro difesa collettiva»

RYAD - Le autorità giudiziarie di una provincia dell'Arabia Saudita hanno bloccato le nozze di... ( da "Messaggero, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per la difesa dei diritti umani che da anni lottano perché vi sia una legge del paese che stabilisca un'età minima per contrarre matrimonio. Ad assumersi la responsabilità di questa scelta il presidente del tribunale di una provincia orientale, che, rifiutando la richiesta di un padre di una delle tre adolescenti, ha sancito che per sposarsi è necessario aver compiuto i 15 anni d'

PECHINO - Hillary Clinton ha concluso ieri la sua visita in Cina, e la sua prima missione all'estero... ( da "Messaggero, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due paesi. Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo».

Debito, Clinton ringrazia la Cina ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: atteggiamento assunto sulla questione dei diritti umani - ha ribadito ieri che il tema «non può interferire con le altre crisi: economica, dei cambiamenti climatici e della sicurezza ». Delusione tra le organizzazioni di tutela dei diritti: «Così facendo- ha commentato Amnesty International - la Clinton ha danneggiato le future iniziative degli Usa sui diritti umani»

Il Papa: stop all'eugenetica Sul fine vita laici in piazza ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: no alla tortura di Stato », obiettivo contestare il Ddl della maggioranza, anche con il referendum se necessario. «Questo è un momento caldo per la laicità dello Stato che va affrontato con gli antibiotici», ha detto Antonio Di Pietro. «Non ci sono alternative al referendum se passa questa legge, ma sono convinto che gli italiani non se la lasceranno imporre»

La Clinton <vende> a Pechino i bond Usa ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Siamo sulla stessa barca e remiamo nella stessa direzione». Le due economie sono interdipendenti. Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi» ha detto la Clinton : questa è la priorità. Taiwan, Tibet e diritti umani possono attendere.

Movida, parte il piano bis ( da "Tempo, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: violazione dei diritti Siae e delle norme igienico-sanitarie), 18 multati, 15 automobilisti sopposti al test alcolico (tutti negativi). Il bilancio settimanale: controllate 153 persone di cui due arrestate per induzione e sfruttamento della prostituzione, due stranieri denunciati per documenti di identità irregolari,

Hillary in Cina: a messa e poi chat con attiviste ( da "Secolo XIX, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la prioritàè una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due paesi. Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo».

23/02/2009 10:02 CASO ENGLARO: ROCCELLA, PROTOCOLLO SU ELUANA TORTURA DI STATO ( da "ITnews.it" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la donna di Lecco rimasta in stato vegetativo per 17 anni e poi morta in seguito all'interruzione dell'alimentazione e idratazione artificiale, e' stato "una tortura di Stato". Lo ha detto il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, intervenendo questa mattina in diretta su Radio 24 a 'Parliamo con l'Elefante'.

Eluana, il governo accusa: protocollo una tortura di Stato ( da "Adnkronos" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: protocollo una tortura di Stato Il sottosegretario Eugenia Roccella: ''Applicato in condizioni di confine tra legalità e illegalità, con la copertura degli enti locali e con l'accordo della Procura. Il ministero non poteva fare nulla''. Papà Beppino: ''Ogni cittadino può trovarsi nella situazione di mia figlia, non vengono riconosciute le libertà fondamentali.

CASO ENGLARO: ROCCELLA, PROTOCOLLO SU ELUANA TORTURA DI STATO ( da "Adnkronos" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: CASO ENGLARO: ROCCELLA, PROTOCOLLO SU ELUANA TORTURA DI STATO commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 23 febbraio, ore 10:02

M.O.: Amnesty, embargo armi per Israele e palestinesi ( da "KataWeb News" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per i diritti umani ha chiesto che il Consiglio di sicurezza introduca il bando fino a quando non saranno creati meccanismi in grado di garantire che gli armamenti importati non vengono utilizzati per violare il diritto internazionale. Amnesty ha spiegato di aver sollecitato l'embargo sulla base di quanto accertato da una sua commissione che ha visitato il sud di Israele e Gaza.

Non lasciare impunito l'omicidio di Anna ( da "Articolo21.com" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Purtroppo il mancato rispetto dei diritti umani sembra passare in secondo piano. Dal 1992 al 2007 218 giornalisti hanno perso la vita in questo paese, il secondo nel mondo per il numero dei reporter ammazzati. Gli ultimi della tragica lista: la giovane stagista di Novaja Gazeta Anastasia Baburova e il difensore dei diritti umani Serghej Markelov,

M.O./ Amnesty: a Gaza usate armi 'straniere', serve un ( da "Virgilio Notizie" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: guerra e dei diritti umani. L'amministrazione Obama dovrebbe immediatamente sospendere gli aiuti militari a Israele", ha dichiarato a sua volta Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. Da molti anni, si spiega in una nota dell'organizzazione internazionale, gli Usa sono il principale fornitore di armi convenzionali a Israele.

Darfur/ Incontro a Roma a sei anni dall'inizio della guerra ( da "Virgilio Notizie" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: incontro sarà occasione per una conferenza sulle continue violazioni dei diritti umani in Sudan, sulla censura e sulla repressione del governo di Khartoum nei confronti dei giornalisti che provano a raccontare il dramma di migliaia di persone in Darfur. Saranno inoltre presentati una mostra e un libro, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crisi umanitaria.

Hillary Clinton "conquista" i cinesi ( da "Gazzettino, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due paesi. Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo.

Gli stranieri sono lavoratori e non soltanto forza lavoro ( da "Gazzettino, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: oltre che da acquisizioni riconducibili (magari con qualche forzatura) alla teoria e alla pratica dei Diritti umani, anche da situazioni molto concrete, con le quali i piccoli imprenditori artigiani devono confrontarsi tutti i giorni. Il nostro fabbisogno di manodopera, ad esempio, non è legato a grandi numeri, quanto, piuttosto, a buone qualità.

Soroptimist, serata solidale a sostegno del progetto <San Marco>, rivolto ai Paesi del Rwanda e del Darfur ( da "Sicilia, La" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: teatro di genocidi e devastanti violazioni dei diritti umani. Un'iniziativa dal sapore africano, grazie alla presenza di un gruppo musicale etnico che per l'occasione ha animato la pista con suoni e balli dal sapore lontano, colorando l'atmosfera con i costumi tipici del luogo ma soprattutto con sorrisi e tanta allegria: un concerto a ritmo di jambe ha aperto le danze,

Guantanamo, rilasciato cittadino britannico ( da "Velino.it, Il" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani negli Stati Uniti, ha detto di attendersi l?immediato rilascio di Mohamed, definito “una vittima che ha sofferto più di quanto un essere umano dovrebbe mai soffrire”. Secondo alcune organizzazioni per i diritti umani, sarebbero una decina i cittadini britannici che avrebbero subito torture in paesi stranieri con la collaborazione dei servizi segreti inglesi.

- ISRAELE/TERRITORI OCCUPATI PALESTINESI: CATTIVO ( da "WindPress.it" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: devono assumere parte della responsabilit per le violazioni dei diritti umani causate dalle armi da loro trasferite e cessare immediatamente ulteriori forniture. "In quanto principali fornitori di armi a Israele, gli Usa hanno un obbligo particolare nel fermare ogni trasferimento che contribuisca a gravi violazioni delle leggi di guerra e dei diritti umani.

SOCIETA'. Amnesty chiede embargo totale delle armi dirette a Israele e ad Hamas ( da "HelpConsumatori" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: equipaggiamento e assistenza militare verso Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi fino a quando non vi sarà più un sostanziale rischio di violazioni dei diritti umani. Gli affari non possono andare avanti come al solito, con le prevedibili ulteriori conseguenze devastanti per la popolazione civile di Gaza e Israele". 2009 - redattore: BS

Immigrati: Regione Marche, no a CIE a Falconara ( da "gomarche.it" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani come dimostrato dal rapporto del CNEL (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) che, proprio in questi giorni, colloca le Marche al primo posto in assoluto per l'inserimento sociale degli immigrati. "Già nel 2005 - continua Amagliani - le Regioni chiedevano al Governo il superamento dei CPT e l'istituzione di un tavolo di confronto per definire risposte alternative

HILLARY REAL POLITIK - DIRITTI UMANI IN CINA? CHISSENEFREGA! QUI DOBBIAMO SALVARE GLI STATI UNITI DALLA BANCAROTTA E PECHINO è il più grande creditore DEGLI USA - E i cinesi devono ( da "Dagospia.com" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Segnala articolo --> HILLARY REAL POLITIK - DIRITTI UMANI IN CINA? CHISSENEFREGA! QUI DOBBIAMO SALVARE GLI STATI UNITI DALLA BANCAROTTA E PECHINO è il più grande creditore DEGLI USA - E i cinesi devono continuare a comprare IL NOSTRO debito ? il caso iran?. Francesco Sisci per "La Stampa" È un fidanzamento di interesse.

GUANTANAMO: EX DETENUTO, MOLTI I RESPONSABILI DEI MIEI 7 ANNI DI TORTURA ED ORRORE ( da "ITnews.it" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Cosi' Binya Mohamed, cittadino etiope residente in Gran Bretagna arrivato oggi a Londra dopo essere stato rilasciato da Guantamano, e' tornato a rivolgere durissime accuse per le torture subite in una prigione segreta in Marocco, accuse rivolte anche alle autorita' britanniche.

Guantanamo/ Binyam Mohamed: Torturato con sistemi medievali ( da "Virgilio Notizie" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e torturato con sistemi medievali, il tutto orchestrato dal governo degli Stati Uniti", ha detto Binyam Mohamed, in un comunicato diffuso dai suoli legali. Mohamed, 30 anni, di origine etiope, ex residente in Gran Bretagna, arrivato oggi a Londra dopo quattro anni di detenzione nella prigione di Guantanamo,

GUANTANAMO: DATI PENTAGONO, 60 EX DETENUTI TORNATI AL TERRORISMO ( da "Adnkronos" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: GUANTANAMO: DATI PENTAGONO, 60 EX DETENUTI TORNATI AL TERRORISMO ESPERTI DIRITTI UMANI, INSERITE IN LISTA ANCHE PERSONE CHE HANNO SOLO DENUNCIATO ABUSI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 23 febbraio, ore 21:04

GUANTANAMO: TORNA IN GB EX DETENUTO, "SONO STATO TORTURATO" ( da "Agi" del 23-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: quanti dalla Gran Bretagna inviavano ai suoi torturatori in Marocco materiale e domande per gli interrogatori. "Ho vissuto un'esperienza" si legge nella nota, "che non avrei immaginato neppure nei miei peggiori incubi. Prima di viverla, la tortura era per me un termine astratto e non avrei mai immaginato di finirne vittima.

Guantanamo, libero il primo detenuto ( da "City" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dove ha raccontato di essere stato sottoposto a "torture medievali" - vicino a Kabul, in Afghanistan, l'etiope era prigioniero a Guantanamo dal 2004. Binyam ha raccontato di sentirsi in obbligo "morale" verso i 241 prigionieri musulmani ancora prigionieri "nelle stanze di tortura" del carcere cubano, "senza accuse né contatti con le proprie famiglie".

AMNESTY ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: AMNESTY AMNESTY Politkovskaja Vogliamo la verità Le indagini sull'omicidio della giornalista e attivista per i diritti umani Anna Politkovskaya devono continuare con rinnovato vigore. E' questa la richiesta di Amnesty International dopo che la giuria di un tribunale militare distrettuale di Mosca ha assolto tutti gli imputati sotto processo perché coinvolti nell'omicidio.

cancellare un neo: guantanamo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: denunce di Amnesty International per i diritti umani, dopo che anche l'Onu ha accusato i politici americani di non rispettare il Trattato di Ginevra sui diritti dei prigionieri di guerra, chi di dovere è corso ai ripari cambiando per ben due volte la struttura del carcere. Attualmente le condizioni dei detenuti sono cambiate, ma di poco: hanno finalmente un tetto sopra la testa,

Carcere e diritti tra l'Italia e l'Iraq ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani nel sessantesimo dalla Dichiarazione universale. Tra le iniziative spicca quella programmata a Castegnato per domani sera alle 20,30 nella sala conferenze del Centro civico. Proporrà la sua esperienza la signora Kholud Al Bassam (attualmente ancora operativa in Iraq), irachena con passaporto americano poichè consulente del governo Usa per la task force che in Iraq gestisce

Asta Ysl-Bergé, i bronzicinesi saranno venduti ( da "Secolo XIX, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Nella sua requisitoria il pm aveva definito «irricevibile» il ricorso, «improvvisato» e sostenuto da «un'associazione che non rappresenta che sé stessa». «Restituisco i due bronzi in cambio del riconoscimento dei diritti umani in Cina», aveva risposto l'uomo d'affari e compagno di Yves Saint Laurent, Pierre Bergé. 24/02/2009

"siamo sacco e vanzetti, vittime del razzismo" - giorgia olivieri ( da "Repubblica, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Giancarlo Brancale che ha molto insistito sul tema dell´immigrazione, dei diritti umani e della pena di morte». «Io che sono italo-americano, anche se di una generazione diversa» aggiunge Danny Lemmo, membro onorario a vita dell´Actors Studio di New York «conosco bene il tema del razzismo di cui sono stati vittime gli italiani in America.

la "sorpresa" sean penn "ora sì alle nozze gay" - silvia bizio los angeles ( da "Repubblica, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ai giornalisti in sala stampa per parlare di Obama e dei diritti degli omosessuali. «Quella gente lì fuori e quei cartelli dicono che un omosessuale è meno di umano, e la cultura dell´ignoranza fomenta questo tipo di espressioni di odio», ha detto. «è triste, perché sono espressioni di codardia umana, aver paura di estendere agli altri, gli stessi diritti umani che vuoi per te.

Volevamo uno strumento che non venisse dagli Usa ( da "Manifesto, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La costruzione della rete attraverso una mailing list internazionale, la partecipazione al prossimo G8 in Italia e un incontro già previsto per settembre 2009 in cui fare le prime valutazioni di questo anno, in Giappone. Quali sono i temi più rilevanti della vostra attività? Lavoro, ambiente e diritti umani.

Appello all'uomo costruttore di civiltà non distruttore ( da "Giorno, Il (Lecco)" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la violazione dei diritti dei bambini ebrei, ha prevalso la distruzione dell'uomo sulle persone, gli oggetti, i sentimenti, i ricordi, la Dignità, la Libertà. L'uomo deve ritornare ad essere un costruttore di civiltà, non un distruttore. Si pensi alle grandi civiltà: Greca, Romana, Babilonese, alla bellezza delle opere d'arte realizzate nei secoli,

Amnesty: embargo alle armi per Israele ( da "Manifesto, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: gravi violazioni dei diritti dell'uomo e a crimini contro l'umanità Appello agli Usa: è l'unico modo per evitare stragi di civili E all'Italia: Berlusconi interrompa la fornitura ordigni Michele Giorgio GERUSALEMME Fermare la vendita internazionale di armamenti ad Israele e, allo stesso tempo, interrompere anche il traffico delle parti necessarie per assemblare i razzi di Hamas.

In Cina l'America inaugura la nuova strategia del dialogo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: In Cina Hillary Clinton ha evitato di insistere sui diritti umani, il Tibet o Taiwan. Ha dovuto piuttosto rassicurare i cinesi che hanno creduto nel modello americano fino a divenirne la colonna portante; smentire i timori di un confronto protezionista con il creditore principale. Ma una più vasta, diversa logica sorregge l'azione americana.

Sotto il turbante degli ayatollah ( da "Corriere della Sera" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: favorito dal presidente Jimmy Carter e dal suo impegno per i diritti umani, l'imam Ruhollah Khomeini tornò in patria trionfalmente, seppellendo l'impero e sostenendo che «la rivoluzione farà molto di più che liberare dall'oppressione e dall'imperialismo: creerà un nuovo tipo di essere umano». E sottintendendo che, grazie alla Repubblica islamica, si sarebbero vinte la povertà,

MASSA SONO stati consegnati i premi relativi al concorso sull ... ( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: della cultura di educazione alla pace e ai diritti umani. La borsa di studio prevede l'erogazione della somma di denaro destinata esclusivamente all'acquisto di libri scolastici e dizionari per il primo anno di scuole medie superiori. L'individuazione degli alunni che beneficeranno di tale borsa di studio verrà effettuata attraverso una valutazione delle schede di ammissione all'

<Stupri con modalità che sanno di tortura> ( da "Nazione, La (Firenze)" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Stupri con modalità che sanno di tortura» MILANO, L'ORRORE DI UN GIUDICE MILANO «RITUALI di tortura». «Hanno agito in maniera gratuita e con una inumanità che si sarebbe portati a ritenere estranea al genere umano. Si sono accaniti su persone indifese, a loro sconosciute, senza motivi di contrasto e rancore, quasi per divertimento.

L'infanzia tra le macerie Adottiamo i bimbi di Gaza ( da "Unita, L'" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti locali per la pace e i diritti umani in collaborazione con due associazioni di donne di Gerusalemme (l'associazione Juzoor Foundation for Health and Social Development e l'associazione Rawdat El Zuhur) che provvedono alla segnalazione dei bambini e alla distribuzione e gestione delle somme raccolte.

La solidarietà cresce sulle macerie di Gaza. È la solidarietà del fare. Che dà s... ( da "Unita, L'" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti locali per la pace e i diritti umani in collaborazione con due associazioni di donne di Gerusalemme (l'associazione Juzoor Foundation for Health and Social Development e l'associazione Rawdat El Zuhur) che provvedono alla segnalazione dei bambini e alla distribuzione e gestione delle somme raccolte.

Il giudice sugli stupratori: <Non sono umani> ( da "Giornale.it, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura» Milano«Selvaggi». «Brutali». «Inumani». Responsabili di «sordidi rituali» e vere e proprie «torture». La crudeltà si declina in poche pagine. Una dozzina in tutto, per chiamare l'efferatezza col proprio nome. Dodici pagine di motivazioni con cui il gup di Milano Giovanna Verga spiega la sentenza di condanna pronunciata nel novembre scorso nei confronti di Artinovici Musulica

L'omicidio di Anna Politkovskaya: le valutazioni della sentenza ( da "MilleCanali" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Anche i famigliari, i difensori dei diritti umani e i colleghi della giornalista, seppur sdegnati, concordano su un punto: rispetto per il verdetto, la colpa semmai è delle carenze degli inquirenti, che non sono riusciti a mettere in piedi un'inchiesta rigorosa, nonostante le molte evidenze a disposizione.

- PREMIO AMNESTY ITALIA 2009: I DIECI BRANI SELEZ ( da "WindPress.it" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: saputo rendersi portavoce di temi che riguardano i diritti umani durante l'anno precedente. Le precedenti edizioni hanno visto vincitori Daniele Silvestri con "Il mio nemico" nel 2003, Ivano Fossati con "Pane e coraggio" nel 2004, Modena City Ramblers con "Ebano" nel 2005, Paola Turci con "Rwanda" nel 2006, Samuele Bersani con "Occhiali rotti" nel 2007 e Subsonica con "Canenero"

Riaperta ieri la prigione di Abu Ghraib ( da "Denaro, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dopo essere stata un centro di tortura durante il regime di Saddam Hussein. Nel tentativo di non rievocare più tristi ricordi nella memoria degli iracheni, l'istituto penitenziario è stato ribattezzato con il nome di Carcere centrale di Baghdad ed è stato ristrutturato: al momento ospita 300 detenuti che diventeranno presto 3mila.

Guinea/ Msf denuncia condizioni inaccettabili nelle carceri ( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani fondamentali mettono a rischio la vita dei detenuti e sono pertanto assimilabili a dei veri e propri maltrattamenti - aggiunge Frank Bossant - un intervento umanitario di emergenza non può essere la soluzione alle disfunzioni generali e strutturali dell'amministrazione penitenziaria per quanto riguarda la distribuzione di cibo e il mantenimento delle condizioni igieniche

Cie a Falconara, il Pd va all'attacco ( da "Corriere Adriatico" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: utilizzo sempre più distorto che si è fatto nel corso degli anni di queste strutture, la costante violazione dei diritti umani al loro interno e le condizioni drammatiche in cui vivono gli immigrati che vi sono rinchiusi. "Onu, Parlamento Europeo, organizzazioni umanitarie e di volontariato fanno notare i Democratici falconaresi hanno più volte evidenziato queste terribili realtà.

Ecco il testo del ddl Calabrò sulla fine vite ( da "Foglio, Il" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: collettività e garantisce la dignità della persona umana riguardo alle applicazioni della biologia e della medicina. 3.La Repubblica riconosce come prioritaria rispetto all'interesse della società e della scienza la salvaguardia della persona umana. 4. La Repubblica riconosce il diritto alla vita inviolabile ed indisponibile, garantito anche nella fase terminale dell'esistenza e nell'

La difesa presenta una memoria: <Smonteremo le accuse> ( da "Sicilia, La" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: una delegazione del governo tunisino è giunta oggi sull'isola per verificare le condizioni dei circa 500 connazionali ospiti del Cie. In particolare i nordafricani intendono accertare eventuali violazioni dei diritti umani ai danni dei migranti, da mesi rinchiusi nella struttura e prossimi al rimpatrio.

Partecipa.Rete: giovani e politica a confronto in Provincia di Piacenza ( da "Sestopotere.com" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: iniziativa hanno effettuato un percorso di approfondimento sulle tematiche dei diritti umani e oggi hanno esposto le loro riflessioni, sollecitando anche gli amministratori locali su alcune tematiche a loro care. “Vedere tanti giovani che si interessano ai problemi reali della comunità in cui vivono è un segnale di grande maturità e consapevolezza –

Zimbabwe/ Vicepresidente tenta di vendere oro del Congo in ( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: accusandole di violazioni dei diritti umani. Ad accusare il vicepresidente è un'azienda che ha sede in Europa, Firstar, secondo cui la figlia di Mujuru, Nyasha del Campo, avrebbe cercato di vendere più di tre tonnellate e mezzo di oro provenienti dal Congo. Copie delle e-mail scambiate dall'azienda con la donna sono state fatte arrivare alla Bbc.

Sicurezza/ Italia condannata per mancato rispetto diritti ( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: torture, a trattamenti inumani o degradanti o a una detenzione arbitraria, che avrebbe avuto cure mediche, visite del suo avvocato e dei membri della famiglia". La Corte ha però sentenziato contro l'Italia, ricordando dei precedenti che provavano numerosi casi in cui la tortura e trattamenti contrari alla dignità dell'uomo sono inflitti in Tunisia in maniera costante a persone sospette

Per il ciclo "Islam e Democrazia" - Seminario di Ibrahim Kaboglu ( da "Bollettino Università & Ricerca" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: strenuo impegno nella difesa dei diritti umani, negli anni scorsi si è mobilitata la comunità accademica italiana e internazionale. Kaboglu, infatti, in qualità di presidente del Consiglio consultivo per i diritti umani della Repubblica di Turchia, ha subito un lungo processo per la violazione dell'identità turca, per aver sostenuto i diritti delle minoranze abitanti in Turchia.

CRISI ECONOMICA: VATICANO, DEMOCRAZIA E DIRITTI UMANI A RISCHIO ( da "ITnews.it" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E' questo l'allarme lanciato dalla santa Sede alle Nazioni Unite attraverso il suo Osservatore permanente alla sede d Ginevra dell'Onu, l'arcivescovo mons. Silvano Tomasi. Mons. Tomasi e' intervenuto nel corso della sessione speciale del Consiglio dei diritti dell'uomo sulla crisi economica mondiale.

CONDIZIONI INACCETTABILI NELLE CARCERI DELLA GUINE ( da "WindPress.it" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: inferiore alle norme minime in materia di tutela dei diritti umani, può essere in parte attribuita alla povertà dilagante e alle risorse limitate del paese, non si riesce a spiegare tuttavia la mancata risposta alla malnutrizione ricorrente e alle condizioni di vita inaccettabili per i detenuti, per gli uomini in particolare.

Crisi economia/ Vaticano: Finanza sia etica, promuova bene ( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I diritti umani di innumerevoli persone sono compromessi, incluso quelli all'acqua, al cibo, alla salute e a un lavoro decoroso. Soprattutto, quando ampi segmenti di una popolazione nazionale vedono i loro diritti sociali ed economici vanificati, la perdita di speranza mette a repentaglio la pace.

La Cina chiude il Tibet agli stranieri ( da "Blogosfere" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 57 in Diritti umani Si avvicina l'appuntamento del 10 marzo, quando ricorre il 50imo anniversario dell'insurrezione tibetana del 1959. Ed il regime cinese, prevedendo manifestazioni di protesta, ha deciso di impedire l'accesso al Tibet a visitatori stranieri e giornalisti, in modo da poter realizzare la solita carneficina senza troppi imbarazzi.

CRISI: VATICANO, FINANZA SIA ETICA O SI RIPETERANNO ERRORI ( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: azione internazionale concertata volta a promuovere e tutelare tutti i diritti umani e se le dirette attivita' finanziarie ed economiche non verranno poste su una strada etica che possa anteporre le persone, la loro produttivita' e i loro diritti all'avidita' che puo' scaturire dall'attenzione al solo profitto'', si ''ripeteranno errori vecchi e piu' recenti''.

Crisi, Vaticano: ''Democrazia e diritti umani a rischio'' ( da "Adnkronos" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ''Democrazia e diritti umani a rischio'' L'Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio di Ginevra dell'Onu, mons. Tomasi: ''L'assenza di un fondamento etico ha portato la crisi a tutti i Paesi, a basso, medio e alto reddito'' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ECONOMIA ultimo aggiornamento: 24 febbraio,

Razzismo istituzionale ( da "AprileOnline.info" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in condizioni disumane così come è stato documentato dalla Commissione parlamentare sui diritti umani del Senato e dalla Commissione Europea? Divampa l'incendio e Maroni continua a vendersi il fumo di un accordo con la Tunisia di cui nessuno conosce i termini esatti ed in ogni caso non potrebbe risolvere il ben più vasto e complesso problema delle identificazioni e rimpatri.

Diritti umani: Tunisino estradato, condanna Strasburgo ( da "KataWeb News" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani: Tunisino estradato, condanna Strasburgo 24 febbraio 2009 alle 19:21 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per l'estradizione in Tunisia di Essid ben Khamais. Il tunisino aveva già scontato una condanna a cinque anni di carcere in Italia per aver fatto parte di un'

Biotestamento, Franceschini: c'è l'unanimità pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: importante dei diritti umani è la vita, mentre c'e' una posizione che marginalizza questo perche' riesce a riportare come plausibile la legittimazione del suicidio assistito, come la sospensione della nutrizione e dell'idratazione. Speravo che Franceschini fosse piu' attento a cogliere questo motivo profondo del dissenso dell'area cattolica.

Amici in cinque minuti/3 ( da "Blogosfere" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Di democrazie e diritti umani non si è parlato e, quando il tema è stato affrontato incidentalmente, si è risolto in qualche formula diplomatica piuttosto astrusa. La visita cinese è stata un caso paradigmatico: non solo la nuova segretario di stato non ha fatto cenno alle tematiche spinose per il governo cinese, non solo ha mantenuto il silenzio sul Tibet e sulla Charta '

Mercatino a Forlì per Emergency ( da "Sestopotere.com" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: difende i diritti umani. Da Aprile 2007 è attivo il Centro Cardiochirurgico di Kartoum, l?unico ospedale nel cuore dell?Africa in grado di intervenire nelle patologie cardiache del Sudan e di 9 stati confinanti. Emergency promuove inoltre cultura di pace diffondendo notizie sulle guerre e sulle loro atroci conseguenze.

Stories of possible words ( da "Blogosfere" del 24-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: affermazione dei diritti umani e della democrazia, secondo i principi del World Social Forum , cui il premio fa riferimento: il lavoro, l?economia solidale, la casa, le minoranze, l?intercultura, il dialogo religioso, il dialogo politico, l?ambiente, la salute, l?


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Tortura piscologica, ambiguità da chiarire (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

CIA Il saggista Mc Coy:«Clinton la approvò» «Tortura piscologica, ambiguità da chiarire» Sara Menafra Dall'epoca della Guerra fredda in avanti, gli Stati uniti hanno sempre ammesso l'uso della tortura. E fu l'ultimo presidente democratico prima di Obama, Bill Clinton, nel 1995 a inserire una clausola nel trattato Onu che ne bandiva l'uso e che Washington ha ratificato. Ora che la base di Guantanamo sta per essere chiusa ma è ancora aperto l'interrogativo sugli altri centri di detenzione che rischiano di restare in funzione, è utile tornare a parlare con Alfred W. Mc Coy autore del recente saggio Questione di tortura. I metodi di interrogatorio della Cia dalla Guerra fredda alla Guerra al terrore (ed. Socrates). Professor Mc Coy, nel suo libro spiega come la tortura sia stata ampiamente usata dalle forze di sicurezza americana dalla seconda guerra mondiale in poi. C'è un filo che lega le differenti torture dagli anni '50 in avanti? I metodi di tortura psicologica che la Casa bianca di Bush ha autorizzato dall'11 settembre in poi, hanno origine nei giorni più bui della Guerra fredda, durante gli anni 50, quando la Cia siglò un'alleanza con scienziati dell'epoca autori di ricerche cognitive, tentando di sviluppare nuove forme di interrogatorio che usassero sistemi psicologici «non fisici». All'inizio degli anni '60, le ricerche comportamentali finanziate della Cia individuarono i paradigmi fondanti della tortura psicologica: la deprivazione sensoriale, scoperta dal dottor Donald O. Hebb dell'Università Mc Gill, in collaborazione con la Cia; e il dolore auto inflitto, identificato dai ricercatori della Scuola medica dell'università Cornell. Da questo approccio, sia la Cia sia l'intelligence inglese hanno derivato tecniche che coinvolgono eccesso e negazione degli stimoli sensoriali. Alla fine del 2002, arriva la creazione del carcere di Guantanamo e, in questa sede, di un laboratorio comportamentale ad hoc per la tortura psicologica elaborato dalla Cia. Gli autori degli interrogatori di Guantanamo si sono concentrati sulle sensibilità culturali dei musulmani: il genere, la sessualità, la paura dei cani, oltre alle paure e le fobie individuali, come la paura del buio o l'attaccamento alla madre. E, infine, nel 2003, il generale Geoffrey Miller, comandante di campo della base cubana, ha prodotto una dottrina dell'interrogatorio basata sull'assalto totale alla psiche umana: i recettori sensoriali, l'identità culturale, la psiche individuale. Poi trasferita ad Abu Ghraib e negli altri centri di detenzione dell'Iraq. Gli Stati uniti hanno sempre usato la tortura, anche prima della cosiddetta Guerra al terrore, pur avendo siglato degli accordi internazionali che la bandiscono. Com'è stata possibile questa ambiguità? Durante la Guerra fredda, Washington ha usato quella che definirei una «contraddizione conveniente», siglando le leggi che formalmente bandivano la tortura e contravvenendo segretamente a queste stesse convenzioni diplomatiche. Poi, quando la guerra fredda è finita, gli Usa hanno ratificato la Convenzione contro la tortura del 1994, che metteva al bando l'uso di «forti» dolori fisici e psicologici. In apparenza, la questione era risolta. Al momento della ratifica congressuale del trattato, però, Clinton ha deciso di accludere al testo le note linguistiche elaborate da Regan sei anni prima. Compresi quattro dettagliati paragrafi di «osservazioni» centrati su una sola parola: «mentale». A cosa servivano quelle precisazioni? A ridefinire il concetto di tortura negli Stati uniti, escludendo le tecniche psicologiche come la deprivazione sensoriale e il dolore auto inflitto. In questo modo, Washington aveva spaccato la Convenzione delle nazioni unite a metà, bandendo le torture fisiche ma ammettendo l'abuso psicologico. Non solo. Nel 1995, l'amministrazione Clinton lanciò la sua campagna segreta contro Al Qaeda. La Cia evitò ogni coinvolgimento diretto, spedendo circa settanta sospetti terroristi in paesi alleati noti per le brutali torture fisiche. È così che nascono le «extraordinary rendition». Dall'11 settembre in poi, l'amministrazione Bush ha fatto un passo in più. insistendo sulla tortura come prerogativa presidenziale e costruendo una legislazione che effettivamente legalizzasse l'uso della tortura psicologica da parte della Cia: l'Atto della commissione militare del 2006. Questa nuova legge ha permesso agli investigatori della Cia un'ampia gamma di torture psicologiche, mettendo al bando solo il «forte dolore mentale». E qual è la definizione di «forte dolore mentale»? Primo, le iniezioni di droga; secondo, minacce di morte; terzo, minacce contro un'altra persona; quarto, dolore fisico estremo. Nelle leggi americane , quindi, solo queste quattro tecniche sono considerate torture psicologiche, tutto il resto non lo è. il water boarding è tortura? Si, certo che lo è. Non solo è una tortura, ma è una delle più crudeli dell'epoca moderna visto che infligge la sofferenza più grande, quella ultimativa. La legge americana però definisce come «non torture», legali, pratiche tristemente note che includono il water boarding: 1, il dolore auto inflitto, attraverso lunghe ore in piedi o le cosiddette «posizioni di stress» o crudeli contorsioni imposte dalle catene; 2, il disorientamento sensoriale, attraverso manipolazioni temporali e ambientali, come la privazione del sonno, l'isolamento prolungato, il passaggio dal molto caldo al freddo, dalla luce al buio, dal rumore al silenzio, dall'isolamento agli interrogatori intensi; 3, gli attacchi alla psiche individuale, sfruttando le paure e le fobie e 4, metodi ibridi come appunto il water boarding. Quando George Bush e Condoleeza Rice dicevano «noi non torturiamo», tecnicamente facevano una affermazione corretta, attraverso questo bizzarro gioco di prestigio legale. Come potrà Obama dimostrare di essere davvero contrario alla tortura e che la sua non è solo una posizione di facciata? Non dovrà far altro che rispettare le promesse che ha fatto. Durante la lunga campagna elettorale che va dal 2007 al 2008, Obama si è impegnato a chiudere Guantanamo e abrogare la Legge della commissione militare, abolendo la parte in cui si legalizzano le torture della Cia. Inoltre, in campagna elettorale, ha promesso di terminare tutte le torture compiute dalle agenzie americane e di mettere al bando le rendition.

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Buoni del tesoro e clima, i colloqui di Hillary Clinton (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

PECHINO Buoni del tesoro e clima, i colloqui di Hillary Clinton Simone Pieranni PECHINO PECHINO Neanche le madri di piazza Tian'anmen hanno fatto scivolare Hillary Clinton, giunta in Cina nella sua prima missione come segretaria di stato statunitense. Una lettera pubblicata su un sito web immediatamente oscurato, e gli appelli di parenti e conoscenti di alcuni dissidenti in carcere, non hanno scosso Hillary Clinton, il suo sorriso in ogni incontro e la grande voglia di affrontare solo le emergenze: la crisi economica e le questioni ambientali. Per la questione dei diritti umani ci sarà tempo e di sicuro i cinesi dimostreranno di avere gradito questo atteggiamento. Non in pochi in Cina, nelle ore successive all'elezione di Obama, avevano fatto oscuri presagi sui rapporti sino statunitensi, proprio per la sensibilità dei democratici Usa su temi caldi come Tibet, Taiwan e la questione dei diritti umani. Invece, tutto è filato liscio, se si eccettua la denuncia di Zeng Jinyan - suo marito Hu Jia sta scontando una condanna di tre anni e mezzo di prigione per reati di opinione - che ha affermato di essere stata bloccata per tutta la giornata di ieri dalla polizia nella sua casa alla periferia di Pechino. Il gruppo umanitario China Human Rights Defender inoltre ha diffuso un comunicato, sostenendo che «numerosi» altri dissidenti ieri sono stati messi agli arresti domiciliari, per impedire loro di incontrare il segretario di stato Usa. Sui media cinesi non c'è notizia al riguardo, mentre c'è un'ampia copertura della visita di Hillary Clinton, a celebrare i trent'anni di rapporti diplomatici tra Usa e Cina. Questa volta a lamentarsi delle affermazioni del segretario di stato Usa - «i problemi di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani verranno discussi, ma la nostra pressione non può interferire con la crisi economica globale, i cambiamenti del clima, le crisi legate alla sicurezza» - sono stati i gruppi umanitari internazionali. Secondo Amnesty International («stupiti ed estremamente contrariati»), Clinton avrebbe «danneggiato le future iniziative degli Usa per proteggere i diritti umani in Cina», mentre Tenzin Dorjee, di Students for a Free Tibet, ha sostenuto che i leader stranieri «devono rafforzare la pressione sulla Cina». Clinton, che ripartirà oggi dalla Cina, è giunta a Pechino nella serata di venerdì sera, proveniente dall'Indonesia. Il primo degli incontri programmati nella giornata di ieri è stato con Yang Jiechi, ministro degli esteri cinese. Con le prime conversazioni, i primi annunci: il 27 febbraio i due ministeri della difesa, cinese e statunitense, si incontreranno per discutere di problematiche globali, così come a Londra, in aprile, ci sarà il primo incontro tra il neo eletto presidente Usa Barack Obama e il presidente cinese Hu Jintao. Le parole della segretaria di stato Usa, al termine dell'incontro, hanno confermato il trend dell'intera giornata, fatto di buoni propositi e rassicurazioni: «Al momento del debutto della nuova amministrazione del presidente Obama - ha detto Hillary Clinton - noi vogliamo rafforzare e migliorare le relazioni tra i due paesi», ritenendo un «imperativo» la cooperazione e la necessità di respingere insieme le misure protezionistiche in questo contesto di crisi economica mondiale. Dal canto suo, Yang Jiechi ha assicurato che Pechino manterrà l'investimento di una parte delle sue riserve di valuta straniera in buoni del tesoro americano e che è disponibile a cooperare in modo attivo con gli Stati Uniti per contribuire al risanamento della finanza globale, augurandosi «relazioni a lungo termine stabili e in costante miglioramento» e aprendo alla possibilità di «condurre un dialogo positivo con la parte americana sui diritti umani». Anche il cambiamento del clima ha avuto la sua parte nei colloqui: gli Usa sperano di farne un elemento chiave di una nuova fase di cooperazione con la Cina (Clinton ieri ha anche visitato una centrale elettrica alimentata a gas eco-compatibile che usa turbine General Electric) A Zhongnanhai, la sede del governo cinese e secondo molti la vera città proibita di Pechino, Hillary Clinton ha poi incontrato il premier cinese Wen Jiabao, confermando aperture e ottimismo a suon di proverbi cinesi, in un gioco di citazioni che sembra avere soddisfatto molto gli osservatori locali. «Dobbiamo attraversare il fiume, pacificamente, come fossimo su una stessa barca», ha detto Clinton, citando direttamente dall'Arte della guerra di Sun Tzu. Infine, a chiudere l'intensa giornata diplomatica ha incontrato il presidente cinese Hu Jintao.

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Una Chimera tutta rosa e fiori (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

DUE IMMAGINI DI HILLARY CLINTON DURANTE IL SUO VIAGGIO IN ASIA /FOTO AP Una Chimera tutta rosa e fiori Angela Pascucci Tra gli effetti più eclatanti del grande collasso economico e finanziario in corso secondo alcuni è da mettere in conto «un grave arretramento geopolitico» dell'Occidente. Il perché lo spiega con chiarezza Foreign Affairs nel suo ultimo numero (gennaio/febbraio 2009). «Washington e i governi europei non avranno né le risorse né la credibilità politica per giocare negli affari globali il ruolo che altrimenti gli sarebbe stato proprio», scrive Roger Altman, vice segretario al tesoro nella prima presidenza Clinton, che prevede un'accelerazione dello spostamento del centro di gravità del mondo, già in corso da tempo. Quale sia la forza di attrazione più potente, ancora oggi, l'analista lo indica esplicitamente: la Cina, che continua a tenere il passo, sia pure rallentato dallo sconquasso globale. L'Amministrazione Obama sembra già averne preso atto. Il primo viaggio all'estero del segretario di stato Hillary Clinton l'ha vista puntare verso il Pacifico. Non accadeva dai tempi di Dean Rusk, negli anni '60. Una rottura esplicita della tradizione che da allora in poi aveva visto tutti i responsabili della diplomazia Usa rivolgere la loro prima attenzione al Medio Oriente e all'Europa. Pechino è stata l'ultima tappa della Clinton, dopo il Giappone, la Corea del sud e l'Indonesia. Dulcis in fundo o coda velenosa era la domanda che tutti si ponevano, per capire su quale tono la nuova Casa Bianca intendesse impostare quella che lo stesso segretario di stato ha definito «la più importante relazione bilaterale del mondo in questo secolo». Oggi chi puntava sul «contenimento» e una nuova intransigenza per le violazioni cinesi, soprattutto in materia di diritti umani, sarà deluso. Soprattutto perché la partenza della nuova Amministrazione era stata al proposito irruenta (tanto che il discorso di insediamento di Obama era stato censurato in Cina). Ma ancora una volta l'assunzione del potere, e il cataclisma globale in corso, hanno spinto più che mai al pragmatismo e dunque all' «engagement». Già poco prima della sua partenza per il tour asiatico, il nuovo segretario di stato aveva mandato segnali concilianti, quando all'Asia Society aveva affermato: «Alcuni pensano che una Cina in ascesa sia per definizione un avversario. Al contrario, noi pensiamo che Usa e Cina possono beneficiare del, e contribuire al, rispettivo successo». E aveva annunciato anche la ripresa del dialogo sulle questioni militari, interrotto da Pechino quando l'Amministrazione Bush ormai agli sgoccioli aveva venduto oltre 5 miliardi di dollari di armi a Taiwan. Hillary Clinton non ha atteso di atterrare a Pechino per confermare il messaggio. Già sull'aereo aveva dichiarato alla stampa che la questione dei diritti umani non avrebbe impedito di lavorare con la Cina per affrontare insieme la crisi finanziaria, il cambiamento climatico e la questione nord coreana. «Non che Taiwan, il Tibet, i diritti umani non siano nella nostra agenda, ma sappiamo bene quello che avranno da dire». Le pressioni su questi nodi spinosi continueranno ma non interferiranno con «il dialogo necessario alla comprensione e alla cooperazione» sulle questioni che in questo momento l'amministrazione Usa mette al primo posto. Così il primo incontro a Pechino con il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi ha puntato sulla cooperazione, definita «imperativa», sull'economia e i cambiamenti climatici, problemi rispetto ai quali, ha detto Clinton, «vogliamo approfondire e allargare la nostra relazione». Quel che divide, ha ribadito il segretario di stato, verrà trattato a porte chiuse, secondo la consueta tradizione diplomatica. Pechino può dunque definitivamente archiviare l'immagine della first lady che nel 1995, alla Conferenza mondiale delle donne di Pechino, lanciò contro le violazioni e gli abusi del regime cinese la critica più violenta mai proferita da un ospite straniero. Altri tempi, altro ruolo, altra situazione. Il primo ballo della nuova coppia sembra dunque essere andato senza i clamorosi pestoni, nonostante, e su questo non c'è dubbio, la musica sia cambiata e anche i passi. Nella sua prima audizione alla Commissione affari esteri del Senato come candidata alla segreteria di stato, nel presentare il nuovo «smart power», potere intelligente, degli Usa nei confronti del mondo, Hillary Clinton aveva preannunciato che la politica verso la Cina sarebbe cambiata per divenire più «comprensiva», allargata a un ventaglio più vasto di questioni, e non più solo focalizzata sull'economia, come era avvenuto durante l'era Bush, soprattutto la seconda. La leadership cinese avrebbe probabilmente preferito continuare così, visti i legami ormai inestricabili e vitali che legano i due sistemi economici, sostanza fondamentale di quella che lo storico Niall Ferguson ha definito con un'efficace crasi «Chimerica». Un intreccio che la crisi sta mettendo a dura prova. Il cambiamento climatico, e le misure urgenti da prendere per contrastarlo, si presenta invece come questione inquietante per la Cina, che ha ormai sopravanzato gli Usa nell'emissione di gas inquinanti ma che continua a sottolineare l'enorme differenza di sviluppo, e di consumo pro capite, dei due paesi, e si batte per una diversa strategia. Ma non c'è dubbio che se i due maggiori avvelenatori del pianeta decidessero infine di confrontarsi direttamente, le probabilità di uscire da un'impasse letale potrebbero aumentare (a meno che non trovino accordi sulla pelle degli altri). Il «dialogo» lo rivelerà presto. Per ora Pechino incassa il cambiamento di tono, esito positivo di uno scontro che si è consumato nelle prime settimane della presidenza di Barack Obama. Aveva cominciato il ministro del tesoro Timothy Geithner accusando Pechino di «manipolare» la propria moneta, anatema che nemmeno ai tempi di Bush si era mai sentito. Poi era arrivata la teoria del «saving glut», dell'eccesso di risparmio, formulata dal presidente della Federal Reserve Ben Bernanke, che, in un ribaltamento grottesco della situazione, addossava alla Cina la colpa del collasso globale. Poi lo slogan «buy american», foriero di un vento protezionistico letale per il sistema economico cinese. E tutto mentre Pechino continuava a tenere a galla la barca comprando bond americani sempre meno appetibili. A dicembre è arrivato a detenerne 696 miliardi (rispetto ai 477 di un anno prima), superando così anche il fidato Giappone. Sul palcoscenico del Forum economico mondiale di Davos, alla fine di gennaio, è iniziato il contrattacco cinese, con le dure critiche del premier Wen Jiabao a un «modello di sviluppo insostenibile» basato su bassi risparmi e alti consumi. Lo stesso premier si faceva intervistare il 2 febbraio dal Financial Times per ribattere punto per punto alle accuse e avvertire che per la Cina, alle prese coi propri enormi problemi, difendere i propri interessi è il migliore contributo alle difficoltà globali. Il messaggio è stato afferrato ed è iniziata la marcia indietro, culminata al G7 di Roma, da dove il 14 febbraio lo stesso Geithner apprezzava l'«importante» ruolo di Pechino «nella stabilizzazione del sistema finanziario internazionale». Nel 2009 gli Stati uniti prevedono di emettere 2000 miliardi di bond per fare fronte alla catastrofe in corso, e qualcuno dovrà pur comprarli.

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L'Italia, l'amico Putin e la Russia dei delitti impuniti (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'Italia, l'amico Putin e la Russia dei delitti impuniti di redazione Non lasciare impunito l'omicidio di Anna Politkovskaja. Dopo l'assoluzione dei quattro imputati il caso è stato riaperto ,soprattutto in seguito alle proteste soprattutto dell'Occidente. In molti hanno chiesto giustizia per Anna : il governo degli Stati Uniti, l'Europa, e tanta indignazione ha suscitato il verdetto del tribunale anche in Italia. Migliaia di cittadini hanno mandato delle mail e telefonato nelle redazioni dei giornali. . Solidarietà nei confronti di una donna minuta che si era assunta il coraggio di un intero paese per denunciare crimini di guerra perpetrati in Cecenia, ma soprattutto la voglia di combattere per difendere la libertà. Perchè la libertà di uno è la libertà di tutti. Dare voce a questi cittadini è lo scopo di questo appello. Affinchè il governo italiano chieda a Mosca di punire gli assassini di Anna e di non far cadere nel dimenticatoio la vicenda della giornalista. L'Italia nell'ultimo periodo è uno degli interlocutori preferiti della Russia di Putin. Pochi mesi fa è stato uno dei pochi paesi occidentali a scherarsi a fianco di Mosca nell'ultima guerra del Caucaso. I rapporti bilaterali sono ottimi. Quelli commerciali eccellenti. Purtroppo il mancato rispetto dei diritti umani sembra passare i secondo piano. Dal 1992 al 2007 218 giornalisti hanno perso la vita in questo paese, il secondo nel mondo per il numero dei reporter ammazzati. Gli ultimi della tragica lista: la giovane stagista di Novaja Gazeta Anastasia Baburova e il difensore dei diritti umani Serghej Markelov, uccisi in pieno centro n ella capitale russa. Per questo chiediamo il governo e al ministro degli esteri Frattini di fare tutto il possibile per non lasciare impunito l'omicidio della Politkovskaja , figura simbolo nella lotta per la libertà. Giuseppe Giulietti Maria Magarik Nuccio Dispenza Roberto Natale Vincenzo Vita Stefano Corradino Tania Passa

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Accori confermati (sezione: Diritti umani)

( da "Cittadino, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Clinton in Cina Una Messa e una "chat" per chiudere PECHINO Hillary Clinton ha concluso ieri la sua visita in Cina, e la sua prima missione all'estero come segretario di Stato, incontrando una dozzina di attiviste per i diritti delle donne nell'Ambasciata degli Usa a Pechino. Hillary ha anche "chattato" su Internet con altre attiviste e in apertura di giornata ha assistito a una Messa in una chiesa protestante alla periferia della capitale. Il segretario di Stato ha approfittato di un'intervista rilasciata a una rete televisiva di Shanghai per riaffermare il senso della sua visita in Cina: «Siamo sulla stessa barca - ha detto - e per fortuna stiamo remando nella stessa direzione». Impegnandosi a continuare nella sua politica di massicci acquisti di buoni del Tesoro Usa, ha aggiunto, la Cina «ha riconosciuto la nostra interdipendenza». Nei suoi colloqui politici, ieri, Clinton si è concentrata sulla necessità che Usa e Cina affrontino in modo coordinato la crisi economica internazionale e il grande problema del surriscaldamento del pianeta, considerato anche che i due Paesi sono quelli maggiormente responsabili dell'emissione di gas inquinanti. Lavorando insieme su questi terreni, ha detto la Clinton. Il segretario di Stato ha riconfermato l'impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due paesi.

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Hillary: la Cina compri bond Usa (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 23/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero Hillary: la Cina compri bond Usa Il segretario di Stato lascia Pechino. Delusi gli attivisti dei diritti umani Hillary Clinton col collega cinese Yang Jiechi PECHINO Hillary Clinton chiude il suo tour asiatico con un appello alla Cina: «comprate il debito americano». Il segretario di Stato riparte per Washington dopo la tappa a Pechino che le ha attirato le critiche delle organizzazioni per la tutela dei diritti umani. Ai leader cinesi l'ex First Lady ha detto che gli Stati Uniti non perdono di vista il rispetto dei diritti, ma che questo non deve ostacolare la lotta in cui Pechino e Washington sono impegnati fianco a fianco per sconfiggere la crisi economica e garantire la sicurezza da minacce come il terrorismo e la proliferazione nucleare. L'ultimo appello è stato a continuare comprare buoni del Tesoro americani per aiutare la ripresa dell'economia americana e dell'esportazione di prodotti cinesi. «Continuando a sostenere gli strumenti del Tesoro americano» ha detto la Clinton, «i cinesi riconoscono le nostre interconnessioni. Le cose stanno proprio così: cadremo o risorgeremo insieme». E mentre i dissidenti lamentano vessazioni, e arresti per impedir loro ogni contatto con la Clinton, il segretario di Stato e il collega Yang Jiechi, hanno trovato terreno di intesa sulla gestione della crisi e della lotta al cambiamento climatico. La buona volontà di Pechino, potrebbe generare una nuova era di collaborazione tra due delle tre economie più importanti e tra i due maggiori inquinatori del pianeta.

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HARRY WU, LA CINA (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'INCONTRO. A BRESCIA, OSPITE DELLA «CCDC» E DI «AMNESTY INTERNATIONAL» UN DISSIDENTE SCAMPATO AI «LAOGAI» HARRY WU, LA CINA di Lucilla Perrini Era un giovane studente di geologia a Pechinom quando decise di aderire alla Campagna dei Cento Fiori, promossa dallo stesso Partito Comunista per «correggere i suoi precedenti errori». Harry Wu fu bollato come nemico del popolo e, per questo, nel 1960 fu arrestato e mandato in un campo di lavori forzati. Senza un'incriminazione formale, senza neppure un processo, fu internato per 19 anni nei «laogai» (acronimo di Laodong Gaizao Dui, cioè riforma attraverso il lavoro). Un mondo infernale, in cui il detenuto è costretto a lavorare fino a 16 ore al giorno, a soffrire la fame, a subire pestaggi e torture, dalle scariche elettriche alla sospensione per le braccia. Un campo di concentramento copiato dal modello sovietico dei gulag. Ma mentre i lager sono stati chiusi nel 1945 e i gulag sono in disuso dagli anni '90, ancor oggi in Cina ci sono almeno 1.045 laogai attivi, dove cinque milioni di uomini donne e bambini sono condannati ai lavori forzati a vantaggio economico del regime comunista cinese e di numerose multinazionali che investono o producono in Cina. HARRY WU è riuscito a uscire vivo da questo inferno, dal quale si calcola siano passati 50 milioni di cinesi, e nel 1985 è entrato illegalmente negli Stati Uniti. Da quel momento ha scelto di trasformare i suo ricordi in una testimonianza viva, di continuare, attraverso la Laogai Research Foundation e i suoi libri, la battaglia per la democratizzazione della Cina e il rispetto dei diritti umani negati dal regime comunista. Nei giorni scorsi Harry Wu era a Brescia, ospite della Ccdc e di Amnesty International, per raccontare nel Salone Bevilacqua della Pace i suoi anni nei gulag cinesi. Wu, come sono stati quegli anni? «I primi anni sono stati i più duri, per le torture subito e i lavori forzati. In quel periodo avevo perso anche la fede». Come è finito nel laogai? «Provenivo da una famiglia borghese ed ero cattolico. Tanto bastava per essere giudicato nel 1957, insieme a un milione di persone, un controrivoluzionario di destra. Sono state due mie affermazioni a farmi rinchiudere: avevo disapprovato l'invasione dell'Ungheria nel '56 da parte dell'Urss e avevo detto che il partito comunista divide la società in classi. Così senza neppure processo. sono stato internato per 19 anni». Qual era la sua giornata tipo? «Sveglia all'alba, ci mettevano in fila e controllavano le presenze, poi ci davano una ciotola di cibo. Entro 10 minuti bisognava uscire dalle baracche, ci ricontavano e andavamo a lavorare in un quadrilatero segnato da bandiere. Chi le oltrepassava veniva ucciso. A fine giornata ognuno pesava quanto aveva prodotto e se non raggiungeva la quota veniva insultato da tutti e punito, ad esempio legato a un palo per ore. Dalle 20 alle 22 c'erano l'indottrinamento politico e l'autocritica. Dopo il sermone giornaliero si andava a dormire». Il miracolo economico cinese è sato costruito sulla pelle di questa immensa forza lavoro a costo 0? «Sì. Con il regime comunista, oltre alla divisione della società in classi, rivoluzionarie e antirivoluzionarie, si è proceduto all'annullamento della proprietà privata e alla statalizzazione di tutto, dai terreni alle industrie, e alla negazione di qualsiasi credo religioso. Per trent'anni lo Stato è stato l'unico datore di lavoro. Negli anni '80 il regime ha deciso di aprirsi ai mercati stranieri, di conseguenza ha ammorbidito le sue posizioni sulla religione, anche se la cattolica resta illegale. Al capitale straniero, affinché investisse, la Cina ha offerto una manovalanza a bassissimo costo. Si è così verificata una dicotomia, tra il settore economico e quello politico, che è rimasto uguale, dato che c'è solo un partito, un leader, un solo sistema. La Cina è sempre stata un impero, oggi è solo un nuovo impero». Se la tanto decantata «competitività cinese» nasce principalmente dal lavoro forzato dei laogai perché l'Occidente continua a fare affari con la Cina? «Fino agli anni Settanta gli Stati occidentali non avevano rapporti né economici né diplomatici con la Cina. Tra i quattro regimi comunisti rimasti, la Cina è l'unica ora a essere trattata dall'Occidente in modo differente. Il leader cinese viene ricevuto con tutti gli onori alla Casa Bianca, anche se gli americani sono perfettamente a conoscenza della mancanza di diritti civili in Cina. Negli Usa una legge vieta l'acquisto di merci prodotte nei laogai, ma quest'anno in 8 aziende hanno sequestrato merci realizzate lì. La stessa Levis fabbrica i suoi jeans in Cina: ufficialmente è tutto ok, ma il cotone viene tutto dai laogai». Oggi qual è la situazione dei diritti umani in Cina? «Il partito mantiene il controllo di tutti i media, tv, giornali e radio: non è possibile criticare il governo, nemmeno esporre delle opinioni personali sul governo, e chi lo fa viene accusato di sovvertire il regime e spedito nei laogai. Ma non solo. C'è la politica di controllo delle nascite che continua da trent'anni. La teoria imposta è che la popolazione rappresenta il 22 per cento di quella mondiale, mentre il terreno sfruttabile dal punto di vista agricolo è solo il 9 per cento, quindi è necessario porre un freno. In realtà basta pensare alla Svizzera o al Giappone per capire che questo problema in Cina non sussiste. Tutt'oggi se una donna vuole avere un figlio deve compilare un modulo e aspettare il via libera, ma non più di uno. In Cina i bambini non sanno cosa vuol significhi avere un fratello o una sorella, chi rimane una seconda volta incinta viene costretta ad abortire, indipendentemente dal mese, e la coppia è immediatamente sterilizzata». Lei ha svelato il grande business statale dei traffici d'organo. «Non c'è nella cultura e nella mentalità cinese l'idea di donare gli organi, eppure il governo ha orgogliosamente annunciato che la Cina in pochi anni è diventata il secondo paese dopo gli Usa per numero di trapianti di organo. Ma non si dice che il 95 per cento degli organi in Cina proviene da esecuzioni di uomini o donne: basti pensare che in soli 11 mesi, tra il 1983 e il 1984 sono state messe a morte 24 mila persone e si calcola che ogni anno vi siano almeno 8000 esecuzioni». Vede una possibilità di cambiamento in Cina? «Sì, ci vorrà molto tempo, la via da percorrere è molto lunga, ma lo credo possibile».

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La colonna infame in chiave rock (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

SANPOLINO. AL PICCOLO TEATRO LIBERO DI VIA BAZOLI PER LA RASSEGNA ORGANIZZATA DALL'ASSOCIAZIONE «AMICICOMPLICI AMANTI» La colonna infame in chiave rock Al Piccolo Teatro Libero del Quartiere San Polino (corso Luigi Bazoli 89) per la rassegna «Incontrateatri», dell'associazione «Amicicompliciamanti», questa sera alle ore 20.45 Teatro Invito presenta «La colonna infame», concerto teatrale «ba-rock» da Alessandro Manzoni. La regia e la drammaturgia sono di Luca Radaelli che è anche interprete dello spettacolo insieme a Luigi Maniglia e Valerio Maffioletti. La consulenza musicale è di Angelo Rusconi, la partitura di Antonio Pizzicato. La compagnia lecchese di Teatro Invito ha sempre avuto una particolare attenzione per lo scrittore lombardo e qualche anno fa aveva già messo in scena «Casa Manzoni», uno spettacolo itinerante ispirato alla vita e all'opera di Alessandro Manzoni, e «Il racconto dei promessi sposi», per cui aveva ricevuto il Premio Eti, ora propone un nuovo lavoro partendo dalla «Storia della colonna infame» considerata l'appendice e il completamento dei «Promessi Sposi». Il libro, che non ebbe gran fortuna ai tempi in cui fu scritto ma che oggi è considerato l'opera più importante e attuale di Manzoni, parla di tortura, inquisizione e peste per riflettere di temi che allo scrittore sono particolarmente cari: la giustizia, quella divina e quella umana, e il libero arbitrio, che consente di scegliere tra il bene e il male. Dal commento agli atti del processo intentato ai presunti untori della peste nel 1630 scaturisce una storia vera di poveri malcapitati presi nell'ingranaggio, capri espiatori da dare in pasto a un popolo terrorizzato e furente. E si pone una riflessione sul presente, sulle pesti che ciclicamente ci minacciano: la pazza paura di un attentato che «ha la trista virtù di far prendere per colpevoli degli sventurati», le torture, le ingiustizie, i processi sommari in corso in varie parti del mondo. Perché «le istituzioni più assurde hanno sostenitori finché non sono morte del tutto, e spesso anche dopo, per la ragione stessa che sono potute vivereA. Nella messinscena, la vicenda viene raccontata in modo serrato, come in un legal thriller. Le atmosfere vengono suggerite da momenti musicati e cantati. Una vera partitura, un concerto teatrale per voci e chitarra elettrica (con inserti di tastiere e percussioni). Suoni, rumori e canti che richiamano urla, gemiti, preghiere. L'ingresso è libero, viene richiesto un contributo in forma di libera sottoscrizione all'associazione.F.D.L.

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Il lavoro delle donne per migliorare il mondo (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 23 Febbraio 2009 CRONACA Pagina 15 ASSOCIAZIONI. Riunione dei club della Fidapa per la tradizionale Cerimonia delle Candele Il lavoro delle donne per migliorare il mondo Tante iniziative comuni per promuovere la pace, il rispetto e il diritto alla libertà e all'eguaglianza La vera globalizzazione si chiama Fidapa, la Federazione italiana donne arti, professioni e affari e si lega alla Bpw (International federation of business and profesional women). Sono le donne di tutto il mondo che unite in un'unica associazione portano avanti iniziative e programmi che hanno come obiettivo promuovere la pace, il rispetto, il diritto alla libertà e all'eguaglianza. Per questo da 78 anni in tutto il mondo, a febbraio, si ricordano i propositi e le tante attenzioni che le donne riservano ai molteplici problemi che attanagliano la nostra società. E a Verona le donne imprenditrici e quante si sono distinte nell'aiutare il prossimo si sono riunite al ristorante Re Teodorico per celebrare la Cerimonia delle Candele. Un evento che unisce le donne di tutto il mondo nel segno della pace. Un abbraccio simbolico voluto dalla fondatrice della federazione, l'avvocato Lena Madesin Philips che nel 1928 volle dare il via ad un intesa fra le donne di tutte le nazioni. Il motto dedicato alle donne del tempo era «Se unite si possono raggiungere le stelle». Lo sforzo è stato tale che oggi la Bpw da voce a 30mila donne alle Nazioni Unite dando a questa istituzione mondiale le informazioni e le opinioni formulate dalle associazioni affiliate. Gode dello status consultivo al consiglio economico e sociale e all'ufficio internazionale del lavoro, alla commissione per lo status delle donne e alla commissione per i diritti umani. È status consultivo anche per l'Unesco, l'Unicef e l'Oms, la Fao e il Fondo Internazionale per lo sviluppo dell'agricoltura e il Consiglio d'Europa. Alla cerimonia veronese erano presenti presidenti attuali e passate come Maria Castagna, la prima a tenere le redini della Fidapa di San Bonifacio. Al tavolo d'onore l'attuale presidente per la Fidapa Verona Est Anna Mazzaglia, per il distretto Nord Est Anna Giovannoni. E poi, Silvia Mostarda presidente di Legnago, Elisa Zoppei per San Bonifacio, per Legnago Ave Arabbi, per Lonigo Maria Francesca Cavaggioni.All'evento c'erano anche le presidenti di diverse associazioni veronesi. A rappresentarle tutte la presidente della consulta delle associazioni femminile l'avvocato Francesca Briani e Antonia Pavesi, consigliere comunale. Mazzaglia per la Fidapa di Verona Est è la 21esima presidente:«Dobbiamo investire nella Bpw affinché questa sia la rete più forte che guida e difende le donne. Per raggiungere i nostri obiettivi di uguale status nei posti decisionali a livello politico sociale e economico». Dalla presidente nazionale, Giuseppina Bombaci, è arrivato un messaggio di forza che si rifà al tema nazionale, «Alla ricerca di un valore perduto: il rispetto». Un progetto emotivamente coinvolgente, partito dal rispetto per le donne come madri, lavoratici, portatrici di vita, valori e pace. Le candele accese hanno testimoniato il lavoro impercettibile ma continuo di chi ha la consapevolezza che la vita è un dono. Sono state accese 41 candele bianche per le federazioni presenti in ogni nazione; candele blu a ricordare i club associati tra cui anche Benin, Burkina Faso e Cameroun; candele rosa a ricordare le associate che operano da sole in Malesia, Arabia Saudita, Togo, Costa D'Avorio. Alla fine è stata accesa una candela verde che rappresenta il futuro.  

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etica, al via iscrizioni al corso asl (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 1 - Empoli Etica, al via iscrizioni al corso Asl EMPOLI. Scadono il 10 marzo le iscrizioni al corso "Etica e bioetica nelle professioni della salute", promosso dall'Agenzia per la formazione dell'Asl 11 con lo scopo di formare esperti nell'analisi e progettazione dei processi di cura e dei modelli sperimentali dei processi di cura in un'ottica di eticità. Inoltre l'esperto potrà fronteggiare controversie di natura etica nell'ambito socio sanitario ed esercitare funzioni di patrocinio dei diritti umani in collaborazione con gli organismi istituzionali preposti. Un corso che è stato pensato proprio per rispondere ai mutamenti in atto nella società e che sollevano progressivamente questioni quali la vita, la salute e l'esistenza stessa dell'uomo la cui trattazione richiede necessita dei contributi di professionisti e studiosi specializzati in diversi settori, dalla medicina alla giurisprudenza. Il corso è rivolto a laureati in medicina e chirurgia, nelle professioni sanitarie, in farmacia, psicologia, scienze dell'educazione, scienza della comunicazione, filosofia, sociologia e ai componenti dei comitati etici fino ad un numero massimo di quaranta iscritti. Per iscrizioni e informazioni potete chiamare il numero 0571/704333.

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cinema e diritti (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino di Padova, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 45 - Giorno/Notte Cinema e diritti Stasera al Fronte del Porto anche due corti padovani In occasione dei 60 anni della Dichiarazione universale dei Diritti Umani, è stato prodotto il film collettivo no-profit «All Human Rights for All, Sguardi del cinema italiano sui diritti umani» al quale ha partecipato la Promovies di Padova in collaborazione con l'Associazione Rinascimento di Roma, il patrocinio dell'Onu ed il sostegno di Rai Cinema e di Rai Tre. Un film di due ore che Veneto Padova Spettacoli propone in prima visione triveneta questa sera, alle ore 21, al Fronte del Porto Filmclub (presso la multisala PortoAstra) in via S.Maria Assunta 20 a Padova (quartiere Guizza). Nel film c'è anche una produzione veneta e padovana: la Scuola permanente di cinematografia di Padova e Gianni Vitale di Promovies hanno partecipato alla realizzazione di questo lavoro, curando la produzione di due corti. Tra i registi di «All Human Rights for All» Carlo Lizzani, Giobbe Covatta, Fiorella Infascelli, Daniele Luchetti, Giovanni Veronesi, Luciano Emmer, Giuseppe Ferrara, Antonello Grimaldi, Vittorio De Seta, Pasquale Scimeca, Fausto Paravidino e Citto Maselli.

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1Ronde Affidare la tutela dell'ordine pubblico a gruppi di volontari, piuttosto che rafforzare i ... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

1Ronde Affidare la tutela dell'ordine pubblico a gruppi di volontari, piuttosto che rafforzare i mezzi di polizia e carabinieri, è un segno di fallimento dello Stato. 2 Sicurezza Con la definizione «sicurezza urbana partecipata» sono state legittimate le ronde. Ma la sicurezza partecipata è il potenziamento dell'illuminazione, la cura delle aree verdi contro il degrado e soprattutto la mediazione sociale, necessaria una società sempre più complessa. 3 Lampedusa Mentre Obama chiude Guantanamo, Maroni sta aprendo a Lampedusa un centro di detenzione dove non sono rispettati diritti umani. Da centro indicato dall'Onu come modello di accoglienza dei migranti, quello di Lampedusa sta diventando un immenso carcere per persone che non hanno compiuto reati. 4Immigrazione Spendiamo nel contrasto all'immigrazione, più di quanto stanziato per la cooperazione allo sviluppo, spesa quest'anno dimezzata. 5Africa Poca cooperazione allo sviluppo, politiche di contrasto dell'immigrazione muscolari e niente integrazione per chi è già in Italia: è una miscela esplosiva e una miopia pericolosa dell'Italia nei confronti del continente.

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hillary a pechino incontra le femministe (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Concluso il primo viaggio all'estero della Clinton come nuovo segretario di Stato Hillary a Pechino incontra le femministe PECHINO. Hillary Clinton ha concluso ieri la sua visita in Cina, e la sua prima missione all'estero come segretario di Stato, incontrando una dozzina di attiviste per i diritti delle donne nell'Ambasciata degli Usa a Pechino. Hillary ha anche «chattato» su Internet con altre attiviste e in apertura di giornata ha assistito a una messa in una chiesa protestante alla periferia della capitale. Il segretario di Stato ha approfittato di un'intervista rilasciata ad una rete televisiva di Shanghai per riaffermare il senso della sua visita in Cina: «Siamo sulla stessa barca - ha detto - e per fortuna stiamo remando nella stessa direzione». Impegnandosi a continuare nella sua politica di massicci acquisti di buoni del Tesoro Usa, ha aggiunto, la Cina «ha riconosciuto la nostra interdipendenza». Nei suoi colloqui politici, ieri, Clinton si è concentrata sulla necessità che Usa e Cina affrontino in modo coordinato la crisi economica internazionale e il grande problema del surriscaldamento del pianeta, considerato anche che i due Paesi sono quelli maggiormente responsabili dell' emissione di gas inquinanti. Lavorando insieme su questi terreni, ha detto la Clinton nella conferenza stampa tenuta con il suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Poi ha riconfermato l'impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione».

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Hillary Clinton saluta la Cina <Insieme per battere la crisi> (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Hillary Clinton saluta la Cina «Insieme per battere la crisi» --> Lunedì 23 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 7 e-mail print pechinoHillary Clinton ha concluso ieri la sua visita in Cina, e la sua prima missione all'estero come segretario di Stato, incontrando una dozzina di attiviste per i diritti delle donne nell'Ambasciata degli Usa a Pechino. Hillary ha anche «chattato» su Internet con altre attiviste e, in apertura di giornata, ha assistito a una Messa in una chiesa protestante alla periferia della capitale. Il segretario di Stato ha approfittato di un'intervista rilasciata a una rete televisiva di Shanghai per riaffermare il senso della sua visita in Cina: «Siamo sulla stessa barca - ha detto - e per fortuna stiamo remando nella stessa direzione». Impegnandosi a continuare nella sua politica di massicci acquisti di buoni del Tesoro Usa, ha aggiunto, la Cina «ha riconosciuto la nostra interdipendenza». Nei suoi colloqui politici, sabato, Clinton si è concentrata sulla necessità che Usa e Cina affrontino in modo coordinato la crisi economica internazionale e il grande problema del surriscaldamento del pianeta, considerato anche che i due Paesi sono quelli maggiormente responsabili dell'emissione di gas inquinanti. Lavorando insieme su questi terreni, ha detto la Clinton nella conferenza stampa tenuta insieme al suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Il segretario di Stato ha riconfermato l'impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili, ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due Paesi. 23/02/2009 nascosto-->

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La Cambogia fa i conti con i Khmer Rossi Le vittime del regime attendono giustizia (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

La Cambogia fa i conti con i Khmer Rossi Le vittime del regime attendono giustizia --> Lunedì 23 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 8 e-mail print Con la prima udienza dello scorso 17 febbraio si è aperto il processo ai superstiti dirigenti del Partito Comunista Cambogiano, i «Khmer Rossi». Una corte appositamente creata per questo processo e insediata nella capitale Phnom Penh dovrà giudicare nei prossimi mesi per crimini contro l'umanità e genocidio Kaing Guek Eav, il direttore del carcere della capitale durante gli anni della dittatura dei Khmer Rossi. Dopo di lui, attendono il processo, detenuti, Kieu Samphan, capo dello Stato, Ieng Sary, braccio destro di Pol Pot e altri dirigenti di quella che si era proclamata Cambogia democratica: le accuse nei loro confronti non sono state ancora formalizzate. Le specifiche accuse mosse a Kaing Guev Eak riguardano l'organizzazione di Tuol Sleng, un ex liceo francese alla periferia della capitale trasformato nel maggior centro di detenzione e tortura della Cambogia. Durante gli anni della dittatura - dall'aprile 1975 all'inizio del 1979 - transitarono dal carcere 20 mila cambogiani; tutti vennero fotografati e schedati, interrogati e torturati, nessuno rilasciato: quelli che non morirono fra le mura della scuola vennero avviati a campi di sterminio poco distanti. Ora Tuol Sleng è stato trasformato in museo, contenente non reperti storici, ma le brande e gli strumenti di tortura utilizzati; le pareti delle celle sono letteralmente tappezzate dalle fotografie dei detenuti. Il tribunale farà rivivere, attraverso documenti, immagini, testimonianze, la tragedia di quelle persone e la consegnerà alla storia. Questo è ciò che più conta, perché le condanne, sia pure all'ergastolo, di uomini di settant'anni, sembreranno inadeguate o parranno una beffa, specie se l'ergastolo potrà essere scontato al domicilio. Il lavoro dei giudici potrà creare una coscienza civile e infondere fiducia nella giustizia alle giovani generazioni che non hanno vissuto il genocidio; anche perché la generazione più anziana sì è sforzata di dimenticare il dramma, tanto forte è stato il dolore. Si stima che non ci sia un cambogiano che non abbia perso almeno un parente negli anni del regime. Visitai Phnom Penh pochi mesi dopo la morte di Pol Pot e la resa definitiva degli ultimi Khmer Rossi arroccati nelle foreste a nord-ovest del Paese; i cittadini erano impegnati a far nascere imprese, commerci, attività, ma al contempo a dimenticare gli anni della sofferenza. Il personale dell'hotel e il tassista mi chiedevano: «Perché vuoi visitare Tuol Sleng? Ci sono tanti bei posti e divertimenti in città». Ed infatti solo pochi stranieri, nessun cambogiano, entrava nell'ex liceo. Il processo, che durerà parecchi mesi, servirà innanzitutto a che la memoria non si affievolisca del tutto e contribuirà a che i fatti non si ripetano, in uno Stato giovane dove i cittadini sono ancora poco consapevoli dei propri diritti civili e umani. Servirà inoltre a infondere fiducia non solo ai cambogiani, ma a ogni popolo, nella giustizia. La particolarità di questo Tribunale è che è composto da giudici cambogiani e internazionali; la sentenza verrà emessa da membri della stessa nazione degli imputati, con la collaborazione di giuristi stranieri e non da una corte di vincitori su imputati vinti, come nel processo di Norimberga. La convinzione che possano essere creati tribunali sovranazionali (come è anche quello per la ex Jugoslavia) a cui rispondere di crimini commessi contro un popolo o un'etnia potrà evitare che in altri potenziali Pol Pot nascano velleità dittatoriali. Gianandrea Radici 23/02/2009 nascosto-->

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RAFFORZARE LA POLITICA ESTERA E DI DIFESA DELL'UE (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 23 Febbraio 2009 RAFFORZARE LA POLITICA ESTERA E DI DIFESA DELL´UE Bruxelles, 23 febbraio 2009 - Il Parlamento chiede più finanziamenti per la politica estera Ue e rileva l´esigenza di una nuova agenda transatlantica che rafforzi la cooperazione Ue/usa, anche per le operazioni di salvataggio di ostaggi rapiti dai terroristi islamici. Auspica poi un maggiore impegno europeo in Medio Oriente, Iraq e Afghanistan. Chiede poi una rapida attuazione della Strategia europea in materia di sicurezza, nonché la costituzione di una Forza armata europea integrata e di un quartier generale Ue permanente. Approvando con 535 voti favorevoli, 71 contrari e 51 astensioni la relazione di Jacek Emil Saryusz-wolski (Ppe/de, Pl), il Parlamento ribadisce anzitutto che la politica estera e di sicurezza comune (Pesc) «deve poggiare sui valori tutelati dall´Unione europea e dai suoi Stati membri», in particolare la democrazia, lo Stato di diritto e il rispetto della dignità della persona, dei diritti umani e delle libertà fondamentali nonché la promozione della pace e di un multilateralismo efficace. Dovrebbe inoltre continuare a porre l´accento sulla lotta al terrorismo, sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa e il disarmo, sul cambiamento climatico e la sicurezza energetica. I deputati sottolineano infatti che l´Ue deve servirsi della Pesc «per difendere gli interessi comuni dei suoi cittadini, fra cui il diritto a vivere in pace e in sicurezza in un ambiente pulito e ad avere un accesso diversificato a risorse vitali come l´energia». Si dicono poi convinti che l´Ue possa operare in modo incisivo «solo esprimendosi con voce unanime, dotandosi di strumenti adeguati, rafforzando ulteriormente la cooperazione con le Nazioni Unite e ottenendo la solida legittimità democratica che deriva dal controllo informato da parte del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali». Deplorano però che la Pesc sia «gravemente sottofinanziata» e ricordano che, per essere credibile e soddisfare le aspettative dei cittadini dell´Ue, essa «deve ottenere risorse commisurate alle sue ambizioni e ai suoi obiettivi specifici». Il Parlamento sottolinea poi che i mesi a venire «offriranno all´Ue un´opportunità unica per definire con la nuova Amministrazione statunitense una nuova agenda transatlantica che copra questioni strategiche di interesse comune». E tra queste indica una nuova governance mondiale «più inclusiva e più efficace fondata su organizzazioni multilaterali più efficaci», la crisi finanziaria, la creazione di nuove istituzioni euroatlantiche e di un vasto mercato transatlantico integrato, misure per affrontare il cambiamento climatico, la sicurezza energetica, la promozione di una pace duratura in Medio Oriente, la situazione in Iran, Iraq e Afghanistan, la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, la non proliferazione e il disarmo nucleare nonché gli obiettivi di sviluppo del Millennio. Facendo proprio un emendamento proposto dall´Uen, il Parlamento sottolinea poi che, «in relazione al rapimento e all´uccisione di ostaggi da parte dei terroristi islamici», vi è la necessità di una cooperazione e un coordinamento rafforzati in materia di politica antiterrorismo tra gli Stati membri, gli Usa e la Nato. Questi, è precisato, dovrebbero mirare in particolare a migliorare l´efficacia delle operazioni di soccorso lanciate per salvare la vita degli ostaggi. Oltre a deplorare la situazione dei diritti umani in Cina, il Parlamento cita tra le principali fonti di preoccupazione per l´Ue in materia di sicurezza i Balcani occidentali, il Partenariato orientale, la Georgia, la Russia, il Medio Oriente, l´Unione per il Mediterraneo, l´Iraq e l´Afghanistan, e l´Africa. In merito alla Russia, i deputati ribadiscono che nessun partenariato strategico è possibile se i valori della democrazia, del rispetto dei diritti umani e della preminenza del diritto «non sono pienamente condivisi e rispettati» e invitano quindi il Consiglio a porre questi valori «al centro degli attuali negoziati per un nuovo accordo di partenariato e cooperazione». Riguardo al Medio Oriente, il Parlamento ritiene che l´Unione europea dovrebbe assumere un ruolo politico «forte e visibile» nella regione, «commisurato alle risorse finanziarie stanziate», e sollecita il Consiglio a prendere in considerazione tutti i modi possibili di promuovere una pace duratura nella regione, «compreso il dispiegamento di una missione nel quadro della politica europea di sicurezza e di difesa (Pesd)». Accoglie inoltre con favore l´intenzione del Consiglio di rinnovare il mandato della missione di polizia dell´Ue nei territori palestinesi e prende atto della decisione di estendere il mandato della missione di frontiera a Rafah. I deputati ritengono poi che l´Ue «debba rafforzare il proprio impegno con l´Iraq» e sostenere il processo di sviluppo delle istituzioni democratiche, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani nonché di promozione del processo di riconciliazione. In tale contesto, valutano positivamente la proroga della missione Eujust Lex e i progressi compiuti in vista della preparazione del primo accordo di commercio e cooperazione della storia fra l´Ue e l´Iraq. Esortano inoltre l´Ue a sviluppare con l´Iraq una relazione più efficace e ad ampio raggio che, oltre a contemplare la questione nucleare, interessi anche la cooperazione in materia di scambi commerciali e di energia e la stabilità regionale. In Afghanistan, l´Ue deve concentrarsi maggiormente sullo Stato di diritto, il buon governo, la prestazione dei servizi fondamentali e lo sviluppo economico e rurale, «anche mediante la promozione di alternative concrete alla produzione di oppio». Inoltre, visto il peggioramento della situazione della sicurezza nel paese, il Parlamento ribadisce «l´urgente necessità» di migliorare la cooperazione tra l´Ue e la Nato per agevolare le attività della missione di polizia dell´Ue in Afghanistan (Eupol). A tale riguardo, si compiace dell´impegno assunto dagli Stati membri dell´Ue di ampliarne l´organico e chiede «il rapido dispiegamento del nuovo personale». Si dice anche persuaso che il successo dell´operazione «sia di grande importanza per il futuro dell´alleanza transatlantica e che, in quest´ottica, tutti gli Stati membri dell´Ue dovrebbero impegnarsi maggiormente ai fini della stabilità in Afghanistan». Approvando con 482 voti favorevoli, 111 contrari e 55 astensioni la relazione di Karl von Wogau (Ppe/de, De), il Parlamento rileva anzitutto che l´Ue «ha bisogno di sviluppare la propria autonomia strategica mediante una politica estera, di sicurezza e di difesa forte ed efficace per difendere i propri interessi nel mondo, proteggere la sicurezza dei propri cittadini, contribuire a un multilateralismo efficace, promuovere il rispetto dei diritti dell´uomo e dei valori democratici in tutto il mondo e salvaguardare la pace nel mondo». Facendo proprio un emendamento del Pse, condivide inoltre la definizione di "responsabilità di proteggere" adottata dall´Onu. Al contempo, rileva l´importanza di garantire un efficace controllo parlamentare sulla politica europea di sicurezza e difesa (Pesd) e segnala che l´Ue non ha nessun obbligo automatico di effettuare missioni Pesd in tutte le situazioni di crisi. D´altro canto, i deputati sottolineano che negli Stati membri «si pensa ancora troppo spesso in termini di interessi di sicurezza nazionali» e, ritenendo ciò «controproducente», sollecitano gli Stati membri a non trascurare la responsabilità comune per la tutela degli interessi europei, «per fare dell´Ue un attore più importante sulla scena internazionale». Ma l´Ue non deve «cercare di divenire una superpotenza come gli Stati Uniti, bensì garantire la propria sicurezza e operare per la stabilità delle zone limitrofe», nonché contribuire a un sistema di sicurezza globale all´interno del quadro Onu. I deputati reputano quindi necessario identificare «gli interessi di sicurezza comuni dell´Ue» e «definire più chiaramente le proprie ambizioni circa il ruolo che intende svolgere nel mondo». Il Parlamento sottolinea poi «l´importanza cruciale» di una piena e tempestiva attuazione della Strategia europea in materia di sicurezza (Ses). Adottata nel 2003, la Ses si concentra sulle principali minacce per l´Unione europea (terrorismo, proliferazione delle armi di distruzione di massa, conflitti regionali, fallimento degli Stati e criminalità organizzata), e individua obiettivi strategici. Proponendo che la Ses sia sottoposta a una revisione quinquennale, in concomitanza con l´avvio di ogni nuova legislatura dell´Ue, rileva la necessità della coerenza fra la nuova Ses e la futura dottrina strategica della Nato. Rinnova poi la richiesta di redigere un Libro bianco sulla sicurezza e la difesa europea quale strumento per avviare un vasto dibattito pubblico e assicurare l´attuazione efficace della Ses. I deputati sottolineano poi che l´Unione europea deve avere mezzi per dare attuazione alle sue politiche e che - oltre al rafforzamento delle sue capacità diplomatiche - «necessita anche delle capacità civili e militari per rafforzare la Pesd e assolvere le proprie responsabilità nel mondo». A loro parere, inoltre, Galileo e Gmes dovrebbero essere impiegati «per fini di sicurezza e difesa». Evidenziando però che gli Stati membri dell´Ue spendono complessivamente oltre 200 miliardi di euro l´anno per la difesa, la metà della spesa militare degli Stati Uniti, rilevano «l´inefficienza e la mancanza di coordinamento con cui tali risorse vengono spese». Sollecitano pertanto un´intensificazione degli sforzi volti ad eliminare «inutili doppioni» fra Stati membri, in particolare ricorrendo alla specializzazione, al pooling, alla condivisione delle capacità esistenti e allo sviluppo in comune di nuove. In tale contesto, il Parlamento nota che una politica di difesa comune europea «richiede una Forza armata europea integrata, da equipaggiare con sistemi d´arma comuni che assicurino uniformità ed interoperabilità». L´ue deve quindi puntare alla costituzione di un corpo sempre disponibile di 60 mila uomini, basato sull´Eurocorps «rinforzato se necessario da capacità navali ed aeree». Raccomanda poi lo sviluppo della cooperazione fra gli eserciti nazionali «ai fini di un maggiore sincronismo operativo», proponendo di denominare Safe (Synchronized Armed Forces Europe) tale processo e le forze armate coinvolte. In questo contesto, andrebbe anche definito uno statuto europeo del soldato, che disciplini gli standard di addestramento, la dottrina operativa e la libertà di azione sul campo, i diritti e i doveri, come pure il livello qualitativo dell´equipaggiamento, le cure sanitarie e le assicurazioni. Parallelamente, su suggerimento dei Verdi, il Parlamento chiede che la partnership per la costruzione della pace «si trasformi in un Corpo civile di pace europeo». Ritenendo poi che il potenziale di azione autonoma dell´Ue nel quadro della sua politica estera e di difesa vada accresciuto «mediante una riqualificazione mirata delle sue capacità di analisi, pianificazione, guida e intelligence», il Parlamento saluta la decisione del Consiglio europeo di lavorare a una struttura di pianificazione strategica integrata civile-militare per le operazioni e missioni Pesd. Chiede inoltre l´allestimento di un quartiere generale operativo europeo autonomo e permanente, in grado di effettuare pianificazioni strategiche e condurre operazioni e missioni Pesd ed è favorevole all´idea di creare un Consiglio dei ministri della difesa per conferire maggiore coerenza alle varie politiche difensive nazionali. I deputati si dicono infine favorevoli al rafforzamento di un mercato europeo nel settore della difesa e sicurezza e propongono ulteriori iniziative in tal senso nel campo della sicurezza dell´approvvigionamento e della sicurezza dell´informazione. Sostengono inoltre «energicamente» i «programmi coronati da successo come . Eurofighter» e sollecitano ulteriori iniziative in tema di addestramento comune e standard comuni per il personale da dislocare e assegnare alle stesse operazioni civili e militari. . <<BACK

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UE/NATO: COOPERAZIONE PIÙ STRETTA PER LA SICUREZZA GLOBALE (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 23 Febbraio 2009 UE/NATO: COOPERAZIONE PIÙ STRETTA PER LA SICUREZZA GLOBALE Bruxelles, 23 febbraio 2009 - Il Parlamento rileva l´importante ruolo della Nato per la sicurezza dell´Europa e l´esigenza di un partenariato più stretto tra l´Ue e l´Alleanza, anche creando strutture di cooperazione permanenti, contro le minacce alla sicurezza globale. Ma l´Ue deve sviluppare capacità di sicurezza e difesa proprie e istituire un quartier generale permanente. Sollecita poi lo sviluppo congiunto di capacità militari e un migliore coordinamento degli investimenti nella difesa. L´adesione della Russia alle strutture euro-atlantiche potrebbe prefigurarsi se essa diventa un´autentica democrazia. Approvando con 293 voti favorevoli, 283 contrari e 60 astensioni la relazione di Ari Vatanen (Ppe/de, Fr), il Parlamento ribadisce che tutte le democrazie «dovrebbero unire i loro sforzi per la costruzione della stabilità e della pace sotto l´autorità delle Nazioni Unite». Rileva poi che la capacità dell´Ue di costruire la pace «dipende dallo sviluppo di una corretta strategia o politica in materia di sicurezza, che preveda una capacità di azione autonoma e un rapporto di efficiente complementarità con la Nato». Ue e Nato, d´altra parte, dovrebbero «elaborare un approccio globale alla gestione delle crisi», anche perché un partenariato euro-atlantico «forte e saldo» costituisce «la migliore garanzia per la sicurezza e la stabilità dell´intera Europa e per il rispetto dei principi della democrazia, dei diritti umani, dello Stato di diritto e della buona governance». Il Parlamento riconosce infatti «l´importante ruolo svolto dalla Nato», oggi come in passato, nell´architettura di sicurezza dell´Europa. Osserva inoltre che per la maggior parte degli Stati membri dell´Ue l´Alleanza «continua ad essere il fondamento della loro difesa collettiva» e che la sicurezza dell´intera Europa «continua a trarre beneficio dal mantenimento dell´Alleanza atlantica». Pertanto, ai fini della futura difesa collettiva dell´Ue, occorre «il maggior livello possibile di cooperazione con la Nato» e che gli Usa e l´Ue intensifichino le loro relazioni bilaterali e le estendano a temi attinenti alla pace e alla sicurezza. Fermo restando che l´Ue deve «sviluppare capacità di sicurezza e difesa proprie», i deputati ritengono che l´Ue e la Nato potrebbero rafforzarsi vicendevolmente «evitando gli antagonismi e sviluppando una cooperazione più solida nelle operazioni di gestione delle crisi, basata su una divisione pragmatica delle attività». Anche perché la Nato e l´Ue devono impegnarsi a conseguire l´obiettivo comune di lungo termine della costruzione di un mondo più sicuro. Un partenariato ancor più stretto e un rafforzamento del potenziale di base dell´Ue e della Nato, a loro parere, sono quindi necessari per affrontare i rischi legati alla sicurezza nel mondo moderno, quali il terrorismo internazionale, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, il collasso di Stati, la criminalità organizzata, le minacce cibernetiche, il degrado ambientale e i connessi rischi di sicurezza. Per permettere alle due organizzazioni di intervenire e apportare un aiuto efficace nell´ambito delle attuali crisi, che richiedono una risposta civile e militare su molteplici fronti, il Parlamento ritiene indispensabile approfondire ulteriormente i rapporti tra la Nato e l´Ue, «creando strutture di cooperazione a carattere permanente, senza tuttavia pregiudicare la natura indipendente e autonoma di entrambe le organizzazioni e senza escludere la partecipazione di tutti i membri della Nato e di tutti gli Stati membri dell´Ue che desiderino associarvisi». Riconosce inoltre l´importanza vitale di un miglioramento delle sinergie fra i servizi di intelligence degli alleati Nato e dei partner dell´Ue. Il Parlamento sostiene l´istituzione di un quartiere generale operativo permanente dell´Ue sotto l´autorità del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante, che includa nel suo mandato la pianificazione e la condotta delle operazioni militari Pesd. Anche perché una capacità permanente di pianificazione e comando per le operazioni Ue accrescerebbe l´efficacia e la credibilità di tali operazioni. Inoltre, propone che, d´intesa con la Nato, ogni Stato membro dell´Ue che è contemporaneamente membro dell´Alleanza tenga separate le forze impiegabili per le sole operazioni Ue, «per evitare che il loro dislocamento possa essere bloccato dai membri della Nato che non sono Stati membri dell´Ue». Esortando l´Ue e la Nato a evitare la duplicazione delle operazioni e promuovere la coerenza, i deputati invitano gli Stati membri a mettere in comune, condividere e sviluppare congiuntamente capacità militari, «per evitare sprechi, realizzare economie di scala e rafforzare la base industriale e tecnologica nel settore della difesa». Ritengono inoltre che, oltre all´esigenza di utilizzare molto più efficacemente le risorse militari, un migliore e più efficiente coordinamento degli investimenti nella difesa da parte degli Stati membri dell´Ue dettato da esigenze di sinergia «sia essenziale per gli interessi della sicurezza europea». In tale contesto, chiedono anche «un forte incremento della quota di costi comuni in ogni operazione militare Nato e Ue, ma invitano gli Usa a mostrare maggiore disponibilità a consultare gli alleati europei su questioni attinenti alla pace e alla sicurezza. Approvando un emendamento del Ppe/de e del Pse, l´Aula osserva inoltre che, dopo l´elezione del nuovo Presidente Usa, «si registra un crescente consenso fra le due sponde dell´Atlantico in merito alle sempre minore utilità delle armi nucleari dinanzi alle nuove sfide e un nuovo senso di urgenza circa la necessità di ridimensionare gli arsenali nucleari». In merito alla compatibilità tra l´appartenenza alle due organizzazioni, il Parlamento insiste sul fatto che tutti gli Stati membri dell´Ue debbano partecipare senza discriminazioni alle riunioni congiunte Ue-nato e propone che gli alleati della Nato candidati all´adesione all´Ue siano più strettamente associati ai lavori della Pesd e dell´Agenzia europea per la difesa. Ritiene inoltre essenziale affrontare e risolvere il problema dell´incompatibilità tra lo status di membro della Nato ma non dell´Ue e viceversa, «al fine di non compromettere il funzionamento della cooperazione Ue-nato». Si oppone poi all´ampliamento di un´organizzazione a paesi «la cui adesione non riscuote il consenso della popolazione o che conoscono gravi dispute territoriali irrisolte con i paesi vicini». Infine, i deputati ritengono che, «se e quando la Russia diverrà un´autentica democrazia» rinunciando all´invasione militare come mezzo di pressione sui paesi vicini, la sua cooperazione con l´Ue «potrebbe raggiungere livelli senza precedenti». Tale cooperazione, come richiesto da Ppe/de e Pse, potrebbe anche prefigurare «la prospettiva di un´adesione della Russia a tutte le strutture euro-atlantiche». L´ue e la Nato devono quindi intrattenere un «dialogo franco e realistico» con la Russia sui temi come i diritti umani e la preminenza del diritto, la sicurezza regionale, l´energia, la difesa missilistica, la non proliferazione delle armi di distruzione di massa, la limitazione delle forze armate e la politica spaziale. . <<BACK

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RYAD - Le autorità giudiziarie di una provincia dell'Arabia Saudita hanno bloccato le nozze di... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 23 Febbraio 2009 Chiudi RYAD - Le autorità giudiziarie di una provincia dell'Arabia Saudita hanno bloccato le nozze di tre ragazzine di 13 anni. Lo riferisce la stampa locale. La decisione va incontro alle richieste delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani che da anni lottano perché vi sia una legge del paese che stabilisca un'età minima per contrarre matrimonio. Ad assumersi la responsabilità di questa scelta il presidente del tribunale di una provincia orientale, che, rifiutando la richiesta di un padre di una delle tre adolescenti, ha sancito che per sposarsi è necessario aver compiuto i 15 anni d'età. Tuttavia il tema divide fortemente la società saudita. A gennaio la più alta autorità religiosa del paese, l'influente gran muftì Abdelaziz al Sheikh, ha stabilito che una bambina di 10 anni poteva sposarsi.

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PECHINO - Hillary Clinton ha concluso ieri la sua visita in Cina, e la sua prima missione all'estero... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 23 Febbraio 2009 Chiudi PECHINO - Hillary Clinton ha concluso ieri la sua visita in Cina, e la sua prima missione all'estero come segretario di Stato, incontrando una dozzina di attiviste per i diritti delle donne nell'Ambasciata degli Usa a Pechino. Hillary ha anche chattato su Internet con altre attiviste e in apertura di giornata ha assistito ad una messa in una chiesa protestante alla periferia della capitale. Il segretario di Stato ha approfittato di un'intervista rilasciata a una rete televisiva di Shanghai per riaffermare il senso della sua visita. «Siamo sulla stessa barca - ha detto - e per fortuna stiamo remando nella stessa direzione». Impegnandosi a continuare nella sua politica di massicci acquisti di buoni del Tesoro Usa, ha aggiunto, la Cina «ha riconosciuto la nostra interdipendenza». Nei suoi colloqui politici Clinton si è concentrata sulla necessità che Usa e Cina affrontino in modo coordinato la crisi economica internazionale e il grande problema del surriscaldamento del pianeta, considerato anche che i due Paesi sono quelli maggiormente responsabili dell' emissione di gas inquinanti. Lavorando insieme su questi terreni, ha detto la Clinton nella conferenza stampa tenuta insieme al suo omologo cinese Yang Jiechi, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Il segretario di Stato ha riconfermato l' impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due paesi. Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo».

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Debito, Clinton ringrazia la Cina (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-22 - pag: 7 autore: Stati Uniti. Clima disteso e cooperazione in primo piano negli incontri del ministro con il presidente Hu e il premier Wen Debito, Clinton ringrazia la Cina Il segretario di Stato apprezza la fiducia, confermata, sui titoli di Stato Usa Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal nostro corrispondente Gli Stati Uniti ringraziano la Cina per il massiccio sostegno fornito al debito pubblico americano. E la Cina, che negli ultimi anni ha comprato titoli del Tesoro Usa a mani basse fino a diventare il primo finanziatore planetario degli Stati Uniti, conferma l'ampio affidamento concesso a Washington e lancia un messaggio tranquillizzante all'Amministrazione Obama: il Dragone non ha intenzione di battere in ritirata dal dollaro. Almeno per ora. è questo il succo della missione a Pechino del segretario di Stato Usa Hillary Clinton, ultima tappa del suo primo viaggio ufficiale in Asia. «Apprezziamo la rinnovata fiducia della Cina verso i titoli del Tesoro Usa» ha detto ieri il segretario di Stato americano al termine dell'incontro con il ministro degli Esteri cinese, Yang Jiechi. La Clinton - criticata a casa per l'atteggiamento assunto sulla questione dei diritti umani - ha ribadito ieri che il tema «non può interferire con le altre crisi: economica, dei cambiamenti climatici e della sicurezza ». Delusione tra le organizzazioni di tutela dei diritti: «Così facendo- ha commentato Amnesty International - la Clinton ha danneggiato le future iniziative degli Usa sui diritti umani». L'incontro con il ministro degli Esteri, secondo quanto filtrato dai corridoi del palazzo, si sarebbe svolto in un clima di grande cordialità e simpatia. Durante il colloquio, Yang ha rassicurato la Clinton su un punto oggi fondamentale non solo per gli Stati Uniti, ma per la stabilità economica globale: la Cina non intende modificare il proprio portafoglio d'investimenti, nel quale figurano 700 miliardi di dollari (poco meno di un terzo delle riserve valutarie del Paese) di T-Bonds. Ma il sostegno cinese al debito Usa ha ovviamente un prezzo. Quello di lungo termine non è ancora ben definito: molto dipenderà dall'evoluzione della crisi finanziaria, e da come le due superpotenze usciranno dal ciclone che imperversa sui mercati e sulle economie del mondo intero. Quello di breve termine, però, è chiarissimo: gli Stati Uniti devono rinunciare alle tentazioni protezionistiche (di cui la Cina sarebbe il principale obiettivo naturale), riaffiorate a Washington dopo l'insediamento dell'Amministrazione Obama. «Per fronteggiare una crisi economica che continua ad allargarsi, i nostri due Paesi devono rafforzare la loro cooperazione bilaterale e respingere qualsiasi forma di protezionismo nel commercio e negli investimenti » ha dichiarato Yang al termine del faccia a faccia con la Clinton. Alla Casa Bianca, che in questa fase non è certo nelle condizioni di ingaggiare un braccio di ferro con Pechino, non resta che prendere atto delle volontà cinesi. Gli Stati Uniti aspirano a costruire «relazioni positive e di collaborazione con la Cina che permettano ai due Paesi di far fronte ai molteplici problemi che sono sul tappeto, come la crisi economica internazionale e i cambiamenti climatici » ha affermato il Segretario di Stato americano. «Lavorando insieme, Cina e Stati Uniti possono condurre il mondo fuori dalla crisi» ha aggiunto la Clinton. Che, come aveva promesso venerdì sera al suo arrivo a Pechino, ha astutamente evitato di puntare i riflettori del vertice Cina-Usa sulla questione dei diritti umani. Nella seconda parte della giornata, il segretario di Stato americano ha incontrato anche il premier, Wen Jiabao, e il presidente Hu Jintao. Quest'ultimo, ad aprile in occasione della riunione del G-20 di Londra, incontrerà Barack Obama: sarà il primo colloquio bilaterale tra la leadership cinese e il nuovo presidente americano. CONCESSIONI RECIPROCHE Hillary: «Lavorando insieme potremo portare il mondo fuori dalla crisi economica» Pechino chiede a Washington di dire «no» al protezionismo Cooperazione. La Clinton visita un impianto cinese di General Electric AFP

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Il Papa: stop all'eugenetica Sul fine vita laici in piazza (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-02-22 - pag: 11 autore: TESTAMENTO BIOLOGICO Il Papa: stop all'eugenetica Sul «fine vita» laici in piazza Ogni discriminazione sulla base di differenze «riconducibili a reali o presunti fattori genetici è un attentato contro l'intera umanità». Lo ha affermato Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti a un convegno sulla genetica». Il Papa ha indicato il pericolo che la pratica eugenetica ritorni oggi «discriminando chi è disabile», o «giungendo alla selezione e al rifiuto della vita». Il Papa non ha citato il caso Englaro, ma la polemica sul testamento biologico ha avuto ieri come epicentro la manifestazione promossa dalla rivista Micromega e dall'Idv in Piazza Farnese a Roma: slogan «no alla tortura di Stato », obiettivo contestare il Ddl della maggioranza, anche con il referendum se necessario. «Questo è un momento caldo per la laicità dello Stato che va affrontato con gli antibiotici», ha detto Antonio Di Pietro. «Non ci sono alternative al referendum se passa questa legge, ma sono convinto che gli italiani non se la lasceranno imporre», ha detto il padre di Eluana Englaro, Beppino, in collegamento telefonico. Repliche a distanza dal Pdl. «Ridicolo chiedere il referendum prima che la legge sia fatta», attacca il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri. Mentre il presidente dei deputati Fabrizio Cicchitto invita laici e cattolici a dialogare: «Serve una legge equilibrata».

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La Clinton <vende> a Pechino i bond Usa (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

VETRINA ESTERI pag. 19 La Clinton «vende» a Pechino i bond Usa PECHINO LA CINA continuerà a finanziare il debito pubblico degli Stati Uniti. Missione compiuta a Pechino per Hillary Clinton, la sua prima all'estero da segretario di Stato Usa. «Il governo cinese ha preso una decisione saggia continuando a investire dei buoni del tesoro Usa» (ne possiede già almeno 4 miliardi di dollari). Dalla crisi, ha aggiunto la Clinton, «ci rialzeremo o cadremo insieme. Siamo sulla stessa barca e remiamo nella stessa direzione». Le due economie sono interdipendenti. Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi» ha detto la Clinton : questa è la priorità. Taiwan, Tibet e diritti umani possono attendere.

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Movida, parte il piano bis (sezione: Diritti umani)

( da "Tempo, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

stampa Squadre di poliziotti e vigili urbani formano una rete integrata per il controllo del territorio Movida, parte il piano bis è scattata sabato notte l'operazione sicurezza in centro storico Fabio Di Chio f.dichio@iltempo.it Poliziotti e vigili urbani insieme per formare una rete integrata di sicurezza nel centro storico. è cominciata ieri notte a Campo de' Fiori l'operazione «movida sicura 2» mirata a rendere sicuri i siti del divertimento, nelle notti di venerdì e sabato, dalle 20 alle 4 del mattino successivo. E cioè: piazza Navona, Trastevere, Testaccio (con sette operatori ai varchi e sei in pattuglia), anche con etilometri e autovelox per scoraggiare le corse folli e la guida in stato di ebbrezza. Il sistema «a rete» punta soprattutto a vigilare stradine e vicoli ciechi alle telecamere delle forze dell'ordine che hanno l'obiettivo su punti di grande concentrazione ma che non arrivano a guardare nelle strisce d'asfalto che in passato sono state scenario di risse e aggressioni. A presentare la nuova «movida sicura» c'era il delegato del sindaco al Centro storico, Dino Gasperini, il dirigente del commissariato Trevi Campo Marzio, Michele Laratta, e il comandante del I Gruppo della Municipale, Cesarino Caioni. Il bilancio della notte di polizia e Municipale: 55 persone identificate (tra le quali un pregiudicato per danneggiamenti), fermati tre parcheggiatori abusivi, 44 esercizi commerciali e 43 venditori ambulanti controllati, un locale chiuso (a vicolo della Cancelleria, per somministrazione abusiva di bevande alcoliche, violazione dei diritti Siae e delle norme igienico-sanitarie), 18 multati, 15 automobilisti sopposti al test alcolico (tutti negativi). Il bilancio settimanale: controllate 153 persone di cui due arrestate per induzione e sfruttamento della prostituzione, due stranieri denunciati per documenti di identità irregolari, 15 violazioni igienico-sanitarie, per la conservazione dei cibi e l'occupazione di suolo pubblico. L'obiettivo insomma è quello garantire una presenza di forze dell'ordine per stabilire un clima che scoraggi balordi e abusivi del commercio e renda sicuro chi se la spassa in centro. Per i vigili urbani, a questo scopo se ne aggiunge un altro, d'immagine: oggi quando si vedono vigili all'orizzonte si pensa alla multa o alla rimozione dell'auto in arrivo, da domani invece si vuole che la figura del pizzardone sia sinonimo di sicurezza. Per il Corpo una buona notizia l'ha data ieri il sindaco Gianni Alemanno: «Gradualmente ma già a partire da questo Bilancio comunale partiranno le prime assunzioni delle persone risultate idonee al concorso per istruttore di polizia Muncipale bandito nel 2005». Anche i carabinieri si danno da fare. L'altra notte sul litorale i militari del Gruppo Ostia hanno denunciato 21 ragazzi per guida in stato di ebbrezza. La maggior parte sono stati fermati su via Aurelia e sul lungomare di Ostia. «Serrati anche i controlli all'uscita delle discoteche, dei pub e delle sale giochi: Nove ragazzi sono stati segnalati alla prefettura perché in possesso di modiche quantità di stupefacenti. Oltre 30 grammi di droga sequestrati fra cocaina e hashish.

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Hillary in Cina: a messa e poi chat con attiviste (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Hillary in Cina: a messa e poi chat con attiviste conclusa la visita Missione "innovativa" della Clinton. «Siamo sulla stessa barca, e per fortuna stiamo remando dalla stessa parte» 23/02/2009 PECHINO. Hillary Clinton ha concluso la sua visita in Cina, e la sua prima missione all'estero come segretario di Stato, incontrando una dozzina di attiviste per i diritti delle donne nell'Ambasciata degli Usa a Pechino. Hillary ha anche chattato su Internet con altre attiviste e ha assistito a una messa in una chiesa protestante alla periferia della capitale. Il segretario di Stato in un'intervista rilasciata a una rete televisiva di Shanghai ha riaffermato il senso della sua visita in Cina: «Siamo sulla stessa barca - ha detto - e per fortuna stiamo remando nella stessa direzione». Impegnandosi a continuare nella sua politica di massicci acquisti di buoni del Tesoro Usa, ha aggiunto, la Cina «ha riconosciuto la nostra interdipendenza». Nei suoi colloqui politici, sabato, Hillary si è concentrata sulla necessità che Usa e Cina affrontino in modo coordinato la crisi economica internazionale e il problema del surriscaldamento del pianeta, considerato che i due Paesi sono quelli maggiormente responsabili dell' emissione di gas inquinanti. Lavorando insieme su questi temi, ha detto la Clinton, Usa e Cina possono «guidare il mondo fuori dalla crisi». Il segretario di Stato ha confermato l' impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la prioritàè una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due paesi. Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo». Con la sua visita, Clinton ha dissipato il timore col quale la Cina guardava al cambio della guardia a Washington dopo gli otto anni di ottimi rapporti con George W. Bush. Dal suo colloquio col premier Wen Jiabao è emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato dal governo di Bush e molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Il numero uno cinese Hu Jintao - che in aprile incontrerà il presidente Barack Obama a Londra, dove si svolgerà il vertice del G20 sulla crisi economica, ha espresso al segretario di Stato il suo «apprezzamento» per il fatto che la sua prima missione all'estero si sia svolta in Cina e in altri paesi asiatici (Giappone, Indonesia e Corea del Sud). Le visite a Tokyo e a Seul sono servite alla Clinton per tranquillizzare i tradizionali alleati degli Usa: Corea del Sud e Giappone rimangono i «migliori amici» degli Stati Uniti in Asia. Nel corso del suo viaggio, Hillary Clinton ha fatto intravedere che sarà un segretario di Stato innovativo anche nello stile: ha partecipato a interviste, dibattiti e programmi televisivi, ha incontrato studenti, casalinghe e intellettuali, e parlando dell'amore con un gruppo di studentesse sudcoreane. 23/02/2009

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23/02/2009 10:02 CASO ENGLARO: ROCCELLA, PROTOCOLLO SU ELUANA TORTURA DI STATO (sezione: Diritti umani)

( da "ITnews.it" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 23 feb. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Il protocollo applicato su Eluana Englaro, la donna di Lecco rimasta in stato vegetativo per 17 anni e poi morta in seguito all'interruzione dell'alimentazione e idratazione artificiale, e' stato "una tortura di Stato". Lo ha detto il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, intervenendo questa mattina in diretta su Radio 24 a 'Parliamo con l'Elefante'.

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Eluana, il governo accusa: protocollo una tortura di Stato (sezione: Diritti umani)

( da "Adnkronos" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Eluana, il governo accusa: protocollo una tortura di Stato Il sottosegretario Eugenia Roccella: ''Applicato in condizioni di confine tra legalità e illegalità, con la copertura degli enti locali e con l'accordo della Procura. Il ministero non poteva fare nulla''. Papà Beppino: ''Ogni cittadino può trovarsi nella situazione di mia figlia, non vengono riconosciute le libertà fondamentali. Io devo parlare''. E chiarisce: non scenderò in politica, ''mi batto semplicemente per la libertà di cura, anche nei casi estremi'' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 23 febbraio, ore 10:38

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CASO ENGLARO: ROCCELLA, PROTOCOLLO SU ELUANA TORTURA DI STATO (sezione: Diritti umani)

( da "Adnkronos" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

CASO ENGLARO: ROCCELLA, PROTOCOLLO SU ELUANA TORTURA DI STATO commenta 0 vota 0 tutte le notizie di CRONACA ultimo aggiornamento: 23 febbraio, ore 10:02

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M.O.: Amnesty, embargo armi per Israele e palestinesi (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

M.O.: Amnesty, embargo armi per Israele e palestinesi 23 febbraio 2009 alle 13:21 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Amnesty International ha chiesto all'Onu di imporre un embargo sulla vendita di armi a Israele e ai palestinesi, perché sostiene di avere le prove che entrambi hanno utilizzato armi provenienti dall'estero per attaccare i civili durante le tre settimane dell'offensiva su Gaza. L'organizzazione per i diritti umani ha chiesto che il Consiglio di sicurezza introduca il bando fino a quando non saranno creati meccanismi in grado di garantire che gli armamenti importati non vengono utilizzati per violare il diritto internazionale. Amnesty ha spiegato di aver sollecitato l'embargo sulla base di quanto accertato da una sua commissione che ha visitato il sud di Israele e Gaza. Il capo di quella missione, Donatella Rovera, ha detto che è stato accertato che "le forze israeliane hanno impiegato armi al fosforo bianco e altri armamenti forniti dagli Usa per commettere gravi violazioni dei diritti umani, compresi crimini di guerra" come gli attacchi contro scuole e case. Hamas e altri gruppi palestinesi hanno invece lanciato centinaia di razzi contrabbandati dall'estero che hanno ucciso "diversi civili". AGI

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Non lasciare impunito l'omicidio di Anna (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Non lasciare impunito l'omicidio di Anna di Redazione Dopo l'assoluzione dei quattro imputati il caso è stato riaperto, soprattutto in seguito alle proteste soprattutto dell'Occidente. In molti hanno chiesto giustizia per Anna: il governo degli Stati Uniti, l'Europa, e tanta indignazione ha suscitato il verdetto del tribunale anche in Italia. Migliaia di cittadini hanno mandato delle mail e telefonato nelle redazioni dei giornali. Solidarietà nei confronti di una donna minuta che si era assunta il coraggio di un intero paese per denunciare crimini di guerra perpetrati in Cecenia, ma soprattutto la voglia di combattere per difendere la libertà. Perchè la libertà di uno è la libertà di tutti. Dare voce a questi cittadini è lo scopo di questo appello. Affinchè il governo italiano chieda a Mosca di punire gli assassini di Anna e di non far cadere nel dimenticatoio la vicenda della giornalista. L'Italia nell'ultimo periodo è uno degli interlocutori preferiti della Russia di Putin. Pochi mesi fa è stato uno dei pochi paesi occidentali a schierarsi a fianco di Mosca nell'ultima guerra del Caucaso. I rapporti bilaterali sono ottimi. Quelli commerciali eccellenti. Purtroppo il mancato rispetto dei diritti umani sembra passare in secondo piano. Dal 1992 al 2007 218 giornalisti hanno perso la vita in questo paese, il secondo nel mondo per il numero dei reporter ammazzati. Gli ultimi della tragica lista: la giovane stagista di Novaja Gazeta Anastasia Baburova e il difensore dei diritti umani Serghej Markelov, uccisi in pieno centro nella capitale russa. Per questo chiediamo al governo e al ministro degli esteri Frattini di fare tutto il possibile per non lasciare impunito l'omicidio della Politkovskaja, figura simbolo nella lotta per la libertà. Primi firmatari: Bice Biagi, Giovanna Milella, Vittorio Roidi, Nicola Tranfaglia, Ottavia Piccolo, Claudio Rossoni, Federica Sciarelli Maria Magarik, Santo della Volpe, Teresa Marchesi, Paolo Serventi Longhi, Vincenzo Vita, Giuseppe Giulietti, Tommaso Fulfaro, Stefano Corradino

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M.O./ Amnesty: a Gaza usate armi 'straniere', serve un (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 23 feb. (Apcom) - Le forze armate israeliane e il movimento radicale palestinese Hamas hanno utilizzato armi provenienti dall'estero per compiere attacchi contro i civili. Lo ha dichiarato oggi Amnesty International, diffondendo un rapporto che contiene nuove prove sulle munizioni usate durante le tre settimane di conflitto a Gaza e nel sud d'Israele e chiedendo alle Nazioni Unite un embargo completo sulle armi. "Le forze israeliane hanno usato fosforo bianco e altre armi fornite dagli Usa per commettere gravi violazioni del diritto umanitario, compresi crimini di guerra. I loro attacchi hanno causato la morte di centinaia di bambini e di altri civili e la massiccia distruzione di abitazioni e infrastrutture", ha dichiarato Donatella Rovera, che ha guidato la missione di ricerca di Amnesty International nel sud d'Israele e a Gaza. "Al tempo stesso, Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno lanciato contro le aree civili israeliane centinaia di razzi introdotti a Gaza dall'esterno o assemblati con componenti prese all'estero". "In quanto principali fornitori di armi a Israele, gli Usa hanno un obbligo particolare nel fermare ogni trasferimento che contribuisca a gravi violazioni delle leggi di guerra e dei diritti umani. L'amministrazione Obama dovrebbe immediatamente sospendere gli aiuti militari a Israele", ha dichiarato a sua volta Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. Da molti anni, si spiega in una nota dell'organizzazione internazionale, gli Usa sono il principale fornitore di armi convenzionali a Israele. L'accordo decennale in vigore fino al 2017, prevede il rifornimento di aiuti militari per un valore di 30 miliardi di dollari, con un aumento del 25 per cento rispetto al periodo precedente l'amministrazione Bush. "In larga misura, l'offensiva militare israeliana a Gaza e' stata condotta con armi, munizioni ed equipaggiamento militare provenienti dagli Usa e pagati coi fondi dei contribuenti statunitensi", ha detto Smart. Intanto, con una lettera inviata oggi al Ministro degli Affari esteri Franco Frattini, la Sezione Italiana di Amnesty InternationaI e la Rete italiana per il Disarmo hanno chiesto che il governo italiano interrompa le autorizzazioni all'esportazione di armi verso Israele e sospenda eventuali trasferimenti già autorizzati in base alla legge 110/1975, alla legge 185/1990 e agli Accordi per la cooperazione nel campo della Difesa. Secondo la sezione italiana dell'organizzazione internazionale, il nostro paese dovrebbe rendere pubbliche le informazioni relative alle esportazioni di armi verso Israele, autorizzate o effettuate in base a tali Accordi. L'Italia dovrebbe anche sostenere la necessità e l'urgenza di un embargo completo delle Nazioni Unite sui trasferimenti di armi a Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi.

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Darfur/ Incontro a Roma a sei anni dall'inizio della guerra (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 23 feb. (Apcom) - Nel sesto anniversario dell'inizio del conflitto in Darfur, il prossimo 26 febbraio verrà presentato a Roma il rapporto annuale sulla situazione nella regione sudanese. L'appuntamento è alle 16, nella sala Walter Tobagi della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Stando a quanto rende nota l'associazione 'Italians for Darfur', l'incontro sarà occasione per una conferenza sulle continue violazioni dei diritti umani in Sudan, sulla censura e sulla repressione del governo di Khartoum nei confronti dei giornalisti che provano a raccontare il dramma di migliaia di persone in Darfur. Saranno inoltre presentati una mostra e un libro, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla crisi umanitaria. Prevista la partecipazione di Antonella Napoli, giornalista e presidente dell'associazione ''Italians for Darfur', Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, Suliman Hamed, rifugiato politico e rappresentante in Italia dei profughi del Darfur, Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 e Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

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Hillary Clinton "conquista" i cinesi (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Hillary Clinton "conquista" i cinesi È piaciuto in Oriente lo stile innovativo della neo-ministra degli Esteri Usa Lunedì 23 Febbraio 2009, Pechino Hillary Clinton ha concluso la sua visita in Cina, e la prima missione all'estero da segretario di Stato, incontrando una dozzina di attiviste per i diritti delle donne nell'ambasciata americana a Pechino. Hillary ha anche «chattato» su Internet con altre attiviste e ha assistito ad una messa in una chiesa protestante alla periferia della capitale. Ha poi approfittato di un'intervista rilasciata ad una tv di Shanghai per riaffermare il senso della sua visita in Cina: «Siamo sulla stessa barca - ha detto - e per fortuna stiamo remando nella stessa direzione». Impegnandosi a continuare nella sua politica di massicci acquisti di buoni del Tesoro Usa, ha aggiunto, la Cina «ha riconosciuto la nostra interdipendenza». Nei suoi colloqui politici Clinton si è concentrata sulla necessità che Usa e Cina affrontino in modo coordinato la crisi economica internazionale e il problema del surriscaldamento del pianeta; i due Paesi sono quelli più responsabili dell'emissione di gas inquinanti. Il segretario di Stato ha riconfermato l'impegno degli Usa a favore dei diritti umani e civili ma ha chiarito che la priorità è quella di una relazione «positiva e di collaborazione» tra i due paesi. Sulle spinose questioni di Taiwan, del Tibet e dei diritti umani, Hillary e Yang hanno detto di aver avuto un «confronto aperto» e si sono dichiarati «d'accordo nell'essere in disaccordo. Con la sua visita, Clinton ha dissipato il timore della Cina verso il cambio della guardia a Washington dopo gli otto anni di ottimi rapporti con la Casa Bianca di George W. Bush. Dal colloquio con premier Wen Jiabao è emerso che il «dialogo economico strategico» iniziato dal governo di Bush e molto apprezzato da Pechino, proseguirà. Il numero uno cinese Hu Jintao, - che in aprile incontrerà il presidente Obama a Londra, sede del vertice del G20 sulla crisi economica - ha espresso al segretario di Stato il suo «apprezzamento» per il fatto che la sua prima missione all'estero si sia svolta in Cina e in Asia orientale (Giappone, Indonesia e Corea del Sud). Nel viaggio, Hillary Clinton ha fatto intravedere con chiarezza che sarà un segretario di Stato innovativo anche nello stile: ha partecipato ad interviste, dibattiti e programmi tv, ha incontrato studenti, casalinghe e intellettuali, dichiarandosi una fan dei Beatles e del Rolling Stones e parlando dell'amore con un gruppo di studentesse sudcoreane.

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Gli stranieri sono lavoratori e non soltanto forza lavoro (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Gli stranieri sono lavoratori e non soltanto forza lavoro Lunedì 23 Febbraio 2009, Il distinguo può sembrare sottile, se non addirittura pretestuoso o introdotto ad arte. Ma, per noi artigiani, far ricorso a tale differenziazione, alla fine è sostanziale. Il punto di partenza può essere un domanda: per il piccolo imprenditore gli immigrati sono forzalavoro o lavoratori? Se passa la prima definizione non c'è molto da discutere: la forzalavoro va usata, niente di più. Quando e dove serve. Se invece la considerazione per l'opera di chi viene da lontano, da "fuori", assume altre valenze, come appunto quella del "lavoratore", le conclusioni sono necessariamente diverse. Non ho nessuna difficoltà a sostenere che noi artigiani, almeno per quel che riguarda Confartigianato, stiamo dalla parte di coloro che la pensano nella seconda maniera. Cioè, i nostri collaboratori, indipendentemente dalla provenienza, sono dei lavoratori. Tale posizionamento è determinato, oltre che da acquisizioni riconducibili (magari con qualche forzatura) alla teoria e alla pratica dei Diritti umani, anche da situazioni molto concrete, con le quali i piccoli imprenditori artigiani devono confrontarsi tutti i giorni. Il nostro fabbisogno di manodopera, ad esempio, non è legato a grandi numeri, quanto, piuttosto, a buone qualità. Abbiamo più bisogno di gente che abbia un rapporto corretto e un'abilità accertata, piuttosto che forzalavoro da occupare magari momentaneamente, se non addirittura "a stagione". Il termine flussi migratori non ci piace molto. Un po' perché ci dà l'impressione di qualcosa di confuso e incontrollabile, ma soprattutto perché noi siamo sempre stati (e lo siamo tuttora) per un trasferimento di lavoratori nelle nostre imprese valutando, caso per caso e settore per settore, la necessità delle aziende stesse e dei diversi settori produttivi. Come Confartigianato non abbiamo mai reclamato "braccia", caso mai abbiamo più volte richiesto di poter avere a disposizione "teste e abilità". Per tali motivi, il dibattito sul blocco o meno dell'arrivo di lavoratori stranieri ci tocca poco. Certo, in un momento di crisi occorre guardare prevalentemente alle nostre famiglie; ma per noi artigiani non è una novità: lo abbiamo sempre fatto, anche con politiche dell'occupazione molto prudenti, soprattutto quando si trattava di licenziare o di lasciare momentaneamente a casa qualcuno. Perciò la nostra posizione non muta: siamo per un controllo intelligente dei nuovi accessi al lavoro anche da parte di stranieri. Questo è possibile soltanto se tutti faremo il salto, culturale e operativo, di passare da una concezione dei "lontani" come semplice forzalavoro, a quella più pregnante e impegnativa di ritenerli dei lavoratori. Per tanti artigiani, poi, il salto (anche mentale) è ancora più alto: perché molti "stranieri" sono già colleghi, cioè imprenditori. Che ci fanno concorrenza e magari per questo ci aiutano a crescere. Tale è la situazione: il resto ci pare veramente un dibattito e una battaglia di retroguardia. * Presidente Confartigianato Veneto

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Soroptimist, serata solidale a sostegno del progetto <San Marco>, rivolto ai Paesi del Rwanda e del Darfur (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Soroptimist, serata solidale a sostegno del progetto «San Marco», rivolto ai Paesi del Rwanda e del Darfur L'Africa chiama e Catania risponde grazie all'entusiasmo e allo spirito solidale delle componenti del Soroptimist della provincia etnea, l'Associazione di donne impegnate nel sociale presieduta da Rosa Maria Collodoro De Cristoforo. Il club ha organizzato una festa che si è svolta venerdì sera all'interno del nuovo Empire Ristolounge di via Zolfatai - locale conosciuto negli anni '80 e '90 come la migliore discoteca della Sicilia Orientale che oggi si è evoluto in un ambiente raffinato, location per grandi eventi - per la raccolta fondi a favore del progetto nazionale "San Marco", rivolto ai paesi del Rwanda e alla regione del Darfur, teatro di genocidi e devastanti violazioni dei diritti umani. Un'iniziativa dal sapore africano, grazie alla presenza di un gruppo musicale etnico che per l'occasione ha animato la pista con suoni e balli dal sapore lontano, colorando l'atmosfera con i costumi tipici del luogo ma soprattutto con sorrisi e tanta allegria: un concerto a ritmo di jambe ha aperto le danze, mentre sulle teste di tutti gli invitati scorrevano le immagini dei bambini e delle mamme che vivono nel drammatico ricordo dell'eccidio del 1994, sognando un futuro migliore. Durante la serata battezzata "Per l'Africa con l'Africa" - grazie alle collaborazioni di chi ha voluto far parte di questa lunga catena di solidarietà - si è svolto anche un sorteggio a premi per tutti gli ospiti. Altissima l'adesione dei presenti che, con il loro contributo, parteciperanno al completamento e all'installazione di un sistema fotovoltaico per l'energia nella struttura sorta a Kigali per accogliere gli orfani e le vedove della guerra civile, voluto e realizzato interamente dal Soroptimist International. Un appuntamento ricco di sorprese in linea con l'allegria carnevalesca: «L'obiettivo è stato raggiunto - commenta la presidente Rosa Maria Collodoro De Cristoforo - grazie all'impegno organizzativo di tutte le socie a alla sensibilità di quanti hanno sposato il nostro progetto, quello che ha l'obiettivo di sostenere azioni concrete e creare opportunità per trasformare e migliorare la vita delle donne nel mondo: tutto questo, attraverso la rete globale dell'associazione e la cooperazione internazionale». Sostenere il diritto alle pari opportunità e alla uguaglianza, favorire la realizzazione di ambienti sicuri e salubri, incrementare l'accesso alla istruzione, sviluppando le qualità dirigenziali e le competenze pratiche per un futuro sostenibile: questi gli scopi delle tantissime iniziative organizzate dal Soroptimist. Già da diversi anni i club di tutta Italia sostengono infatti il progetto di Kigali, che ha visto anche la costruzione di cisterne per la raccolta di acque piovane e reflue. Presente per l'occasione anche la responsabile nazionale del "Progetto Africa", Maria Silvia Monterosso Vasquez, che consegnerà il ricavato direttamente nelle mani di coloro che da tempo operano nel territorio africano.

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Guantanamo, rilasciato cittadino britannico (sezione: Diritti umani)

( da "Velino.it, Il" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Guantanamo, rilasciato cittadino britannico Roma, 23 feb (Velino) - Binyam Mohamed, quarantenne prigioniero di Guantanamo nato in Etiopia e residente in Gran Bretagna, è stato rilasciato e sta tornando a Londra con un aereo militare. Lo riferisce la stampa online britannica che ricorda come il suo caso abbia causato profonda indignazione nel Regno Unito, dove sono giunte notizie di ripetute torture nei suoi confronti. Convertito all?Islam nel 2001, Mohamed è stato accusato dagli Stati Uniti di aver pianificato attacchi terroristici in Pakistan per poi essere arrestato un anno dopo all?aeroporto di Karachi. Detenuto per qualche mese in Pakistan, è stato condotto in un carcere in Marocco, dove ha vissuto un anno e mezzo durante il quale avrebbe subito ulteriori abusi. Nel 2004 è stato trasferito a Guantanamo ma secondo la sua ricostruzione, prima avrebbe anche passato un periodo in una prigione di Kabul. Un rapporto medico ha rilevato che Mohamed, recentemente impegnato in uno sciopero della fame, era in condizioni di denutrizione, con disagi di stomaco, lividi alle mani e ai piedi, danni ad altri organi oltre a profondi problemi psicologici ed emotivi. Nonostante tutto questo, Mohamed ha chiesto ai media di ringraziare tutti coloro che in Gran Bretagna hanno lavorato per la sua liberazione, inclusi numerosi membri del governo. Clive Adrian Stafford Smith, legale angloamericano che si occupa di diritti umani negli Stati Uniti, ha detto di attendersi l?immediato rilascio di Mohamed, definito “una vittima che ha sofferto più di quanto un essere umano dovrebbe mai soffrire”. Secondo alcune organizzazioni per i diritti umani, sarebbero una decina i cittadini britannici che avrebbero subito torture in paesi stranieri con la collaborazione dei servizi segreti inglesi. (gda) 23 feb 2009 15:35

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- ISRAELE/TERRITORI OCCUPATI PALESTINESI: CATTIVO (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

23-02-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Febbraio > Israele/Territori occupati palestinesi: cattivo uso di armi fornite dagli UsaContenuto della paginaIsraele/Territori occupati palestinesi: le prove del cattivo uso di armi fornite dagli Usa rendono ancora pi necessario un embargo. La Sezione Italiana di Amnesty International e la Rete italiana per il Disarmo chiedono al governo di sospendere i trasferimenti e interrompere le autorizzazioni all'esportazione di armiCS025: 23/02/2009Sia Israele che Hamas hanno utilizzato armi provenienti dall'estero per compiere attacchi contro i civili. Lo ha dichiarato oggi Amnesty International, diffondendo un rapporto che contiene nuove prove sulle munizioni usate durante le tre settimane di conflitto a Gaza e nel sud d'Israele e chiedendo alle Nazioni Unite un embargo completo sulle armi. "Le forze israeliane hanno usato fosforo bianco e altre armi fornite dagli Usa per commettere gravi violazioni del diritto umanitario, compresi crimini di guerra. I loro attacchi hanno causato la morte di centinaia di bambini e di altri civili e la massiccia distruzione di abitazioni e infrastrutture" - ha dichiarato Donatella Rovera, che ha guidato la missione di ricerca di Amnesty International nel sud d'Israele e a Gaza. "Al tempo stesso, Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno lanciato contro le aree civili israeliane centinaia di razzi introdotti a Gaza dall'esterno o assemblati con componenti prese all'estero."Anche prima delle tre settimane di conflitto, coloro che avevano fornito le armi alle due parti erano consapevoli del ripetuto cattivo uso che ne veniva fatto. Per questa ragione, devono assumere parte della responsabilit per le violazioni dei diritti umani causate dalle armi da loro trasferite e cessare immediatamente ulteriori forniture. "In quanto principali fornitori di armi a Israele, gli Usa hanno un obbligo particolare nel fermare ogni trasferimento che contribuisca a gravi violazioni delle leggi di guerra e dei diritti umani. L'amministrazione Obama dovrebbe immediatamente sospendere gli aiuti militari a Israele" - ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. Da molti anni gli Usa sono il principale fornitore di armi convenzionali a Israele. L'accordo decennale in vigore fino al 2017, prevede il rifornimento di aiuti militari per un valore di 30 miliardi di dollari, con un aumento del 25 per cento rispetto al periodo precedente l'amministrazione Bush. "In larga misura, l'offensiva militare israeliana a Gaza stata condotta con armi, munizioni ed equipaggiamento militare provenienti dagli Usa e pagati coi fondi dei contribuenti statunitensi" - ha dichiarato Smart. A Gaza, terminato il conflitto, i ricercatori di Amnesty International hanno rinvenuto grandi quantit di frammenti e componenti di munizioni usate dall'esercito israeliano (comprese molte "made in Usa") nelle case, nei cortili delle scuole e negli ospedali: resti di obici esplosi da carri armati o dall'artiglieria, di mortai, di missili Hellfire e di altro genere, di bombe sganciate dagli F16 cos come grumi ancora fumanti e altamente incendiari di fosforo bianco. I delegati di Amnesty International hanno rinvenuto anche resti di un nuovo tipo di missile, apparentemente lanciato da droni, che rilascia una gran quantit di cubetti acuminati, ognuno dei quali di dimensione compresa tra 2 e 4 millimetri. Queste munizioni, studiate per fare il massimo danno possibile, sono state in grado di penetrare spesse porte di metallo e mura di cemento armato. Nel sud d'Israele, Amnesty International ha trovato i resti di razzi Qassam, Grad e di altri ordigni lanciati indiscriminatamente da Hamas e altri gruppi armati palestinesi contro aree civili israeliane. Queste armi rudimentali entrano a Gaza clandestinamente o vengono assemblate sul posto con componenti introdotte segretamente dall'esterno. Sono prive di precisione e non possono essere paragonate alle armi usate da Israele ma nondimeno hanno causato diversi morti e feriti tra i civili israeliani cos come danni alle loro propriet. "Sollecitiamo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a imporre un immediato embargo totale sulle armi dirette a Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi, fino a quando non siano individuati meccanismi efficaci per assicurare che munizioni e altre forniture militari non verranno usate per commettere gravi violazioni del diritto umanitario. Inoltre, tutti gli stati dovrebbero sospendere ogni trasferimento di munizioni, equipaggiamento e assistenza militare verso Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi fino a quando non vi sar pi un sostanziale rischio di violazioni dei diritti umani. Gli affari non possono andare avanti come al solito, con le prevedibili ulteriori conseguenze devastanti per la popolazione civile di Gaza e Israele" - ha concluso Smart. Con una lettera inviata oggi al Ministro degli Affari esteri Franco Frattini, la Sezione Italiana di Amnesty InternationaI e la Rete italiana per il Disarmo hanno chiesto che il governo italiano interrompa le autorizzazioni all'esportazione di armi verso Israele e sospenda eventuali trasferimenti gi autorizzati in base alla legge 110/1975, alla legge 185/1990 e agli Accordi per la cooperazione nel campo della Difesa. Il nostro paese dovrebbe inoltre rendere pubbliche le informazioni relative alle esportazioni di armi verso Israele, autorizzate o effettuate in base a tali Accordi. L'Italia, inoltre, dovrebbe sostenere la necessit e l'urgenza di un embargo completo delle Nazioni Unite sui trasferimenti di armi a Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi. Il rapporto in inglese "Israel / OPT: Fuelling conflict: Foreign arms supplies to Israel/Gaza" disponibileon line. FINE DEL COMUNICATO Roma, 23 febbraio 2009 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

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SOCIETA'. Amnesty chiede embargo totale delle armi dirette a Israele e ad Hamas (sezione: Diritti umani)

( da "HelpConsumatori" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

News SOCIETA'. Amnesty chiede embargo totale delle armi dirette a Israele e ad Hamas 23/02/2009 - 15:04 Amnesty International chiede l'embargo totale delle armi dirette in Israele, ad Hamas e ad altre organizzazioni armate palestinesi. "Sia Israele che Hamas hanno utilizzato armi provenienti dall'estero per compiere attacchi contro i civili", ha dichiarato Amnesty diffondendo un rapporto sulle munizioni usate durante le tre settimane di conflitto a Gaza e nel sud d'Israele e chiedendo alle Nazioni Unite un embargo completo sulle armi. "Le forze israeliane hanno usato fosforo bianco e altre armi fornite dagli Usa per commettere gravi violazioni del diritto umanitario, compresi crimini di guerra. I loro attacchi hanno causato la morte di centinaia di bambini e di altri civili e la massiccia distruzione di abitazioni e infrastrutture - ha dichiarato Donatella Rovera, che ha guidato la missione di ricerca di Amnesty International nel sud d'Israele e a Gaza - Al tempo stesso, Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno lanciato contro le aree civili israeliane centinaia di razzi introdotti a Gaza dall'esterno o assemblati con componenti prese all'estero". A Gaza i ricercatori di Amnesty International hanno rinvenuto grandi quantità di frammenti e componenti di munizioni usate dall'esercito israeliano, comprese molte "made in Usa", nelle case, nei cortili delle scuole e negli ospedali, cui si aggiungono - informa l'associazione - resti di obici esplosi da carri armati o dall'artiglieria, di mortai, di missili Hellfire e di altro genere, di bombe sganciate dagli F16 e grumi altamente incendiari di fosforo bianco, nonché i resti di un nuovo tipo di missile, apparentemente lanciato da droni, che rilascia una gran quantità di cubetti acuminati. Nel sud d'Israele, continua l'associazione, sono stati trovati i resti di razzi Qassam, Grad e di altri ordigni lanciati indiscriminatamente da Hamas e altri gruppi armati palestinesi contro aree civili israeliane. "Sollecitiamo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a imporre un immediato embargo totale sulle armi dirette a Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi, fino a quando non siano individuati meccanismi efficaci per assicurare che munizioni e altre forniture militari non verranno usate per commettere gravi violazioni del diritto umanitario - ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International - Inoltre, tutti gli stati dovrebbero sospendere ogni trasferimento di munizioni, equipaggiamento e assistenza militare verso Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi fino a quando non vi sarà più un sostanziale rischio di violazioni dei diritti umani. Gli affari non possono andare avanti come al solito, con le prevedibili ulteriori conseguenze devastanti per la popolazione civile di Gaza e Israele". 2009 - redattore: BS

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Immigrati: Regione Marche, no a CIE a Falconara (sezione: Diritti umani)

( da "gomarche.it" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

navigazione: Home > Politica > Immigrati: Regione Marche, no a CIE a Falconara Nella foto: Falconara Marittima (immagine da http://www.falconarainlinea.it) Lunedì 23 Febbraio 2009 17:10 Immigrati: Regione Marche, no a CIE a Falconara L'assessore regionale all'Immigrazione e ai Servizi sociali, Marco Amagliani, ribadisce la contrarietà della Regione a istituire un Centro di identificazione ed espulsione per i cittadini immigrati a Falconara Marittima. FALCONARA MARITTIMA - "Sulla possibilità di costruzione di un Centro di identificazione ed espulsione per i cittadini immigrati, la nostra è una posizione chiara, coerente e motivata da ben cinque anni. Vale a dire, in tempi non sospetti". Lo afferma l'assessore regionale all'Immigrazione e ai Servizi sociali, Marco Amagliani, contrario a questi Centri, intervenendo nel dibattito che si è aperto quando il Governo ha individuato Falconara Marittima come sito idoneo per la realizzazione di un Centro. Un 'no' espresso, per tutto il territorio marchigianao, anche alla modifica alla legge regionale sull'immigrazione, che, a giorni, andrà in Consiglio regionale. "Il Consiglio regionale delle Marche prosegue Amagliani - in una mozione approvata nella scorsa legislatura le considerava già 'strutture lesive dei diritti universali delle persone', in primo luogo della libertà personale. Lo stesso Consiglio regionale si dichiarava 'indisponibile alla costruzione e alla presenza sul proprio territorio di Centri di permanenza Temporanei'. La stessa mozione impegnava la Giunta regionale 'ad operare in tutte le sedi, affinché in nessun luogo del territorio regionale tali strutture' potessero 'essere realizzate o attivate'. Ed è con questo stesso spirito e volontà che ho partecipato, in rappresentanza della Regione Marche, al forum 'Mare aperto, idee per aprire le frontiere e chiudere i CPT' tenutosi a Bari nel luglio del 2005". Quella del clandestino ricorda Amagliani è una condizione e non un reato. L'immigrazione non può essere affrontata come una questione di "ordine pubblico", spesso affidata alla disciplina di legislazioni emergenziali. Si tratta invece di affrontare nel pieno rispetto delle Leggi, le grandi problematiche dell'accoglienza, dell'inclusione, dell'interculturalità. Tutti coloro che vivono, lavorano o cercano lavoro onestamente nelle Marche sono e devono essere considerati cittadini. Tale posizione, oltre ad essere la più efficace dal punto di vista politico, è la più rispettosa dei diritti umani come dimostrato dal rapporto del CNEL (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) che, proprio in questi giorni, colloca le Marche al primo posto in assoluto per l'inserimento sociale degli immigrati. "Già nel 2005 - continua Amagliani - le Regioni chiedevano al Governo il superamento dei CPT e l'istituzione di un tavolo di confronto per definire risposte alternative che tutelino i diritti e promuovano la sicurezza sociale. Per rafforzare ulteriormente la nostra contrarietà a tali centri, abbiamo inserito un'apposita norma nella proposta di legge di aggiornamento dell'attuale legge regionale n. 2 del 98 'Interventi a sostegno degli Immigrati', che andrà nei prossimi giorni in Consiglio regionale, perché siano stabiliti con legge i contenuti della mozione approvata dal consiglio regionale sul netto rifiuto alla costruzione dei CIE sul territorio marchigiano".

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HILLARY REAL POLITIK - DIRITTI UMANI IN CINA? CHISSENEFREGA! QUI DOBBIAMO SALVARE GLI STATI UNITI DALLA BANCAROTTA E PECHINO è il più grande creditore DEGLI USA - E i cinesi devono (sezione: Diritti umani)

( da "Dagospia.com" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

HomePage | Segnala articolo --> HILLARY REAL POLITIK - DIRITTI UMANI IN CINA? CHISSENEFREGA! QUI DOBBIAMO SALVARE GLI STATI UNITI DALLA BANCAROTTA E PECHINO è il più grande creditore DEGLI USA - E i cinesi devono continuare a comprare IL NOSTRO debito ? il caso iran?. Francesco Sisci per "La Stampa" È un fidanzamento di interesse. Non si sa se, come accadeva talvolta nei tempi antichi, poi si trasformerà in un matrimonio di amore o, a tempo debito e a crisi economica finita, la coppia scoppierà, ma certo oggi con la visita a Pechino del segretario di Stato Hillary Clinton le relazioni tra America e Cina sono nella fase del fidanzamento. Hillary Hillary ha sfidato le ire dei gruppi a favore dei diritti umani e nella sua permanenza a Pechino ha ignorato l'argomento preferendo concentrarsi sulle questioni economiche e strategiche. In questo ha riportato le lancette del rapporto bilaterale a prima del 1989, prima del crollo del muro di Berlino, quando la Cina era un baluardo nel fronte anti sovietico. Hillary ha parlato con le televisioni cinesi, Dragon TV, di Shanghai e la rete nazionale CCTV, in una specie di nuova campagna di fascino verso il pubblico cinese, che effettivamente sembra sia rimasto colpito. La giornalista Tian Wei che ha intervistato la Hillary già in serata aveva messo su Internet il suo pezzo, una rarità per la ultraprudente Tv di Stato cinese. HILLARY E PASTORE CINESE L'obiettivo della Clinton infatti non era semplice da ottenere con la Cina: a fronte di una crisi economica profondissima e un'America che appare traballante i cinesi devono continuare a comprare debito statunitense. «Le nostre economie sono intrecciate - ha detto Hillary a Pechino - i cinesi sanno che al fine di cominciare a esportare di nuovo nel loro più grande mercato... gli Stati Uniti devono prendere delle misure drastiche con il pacchetto di stimolo e dobbiamo assumerci ulteriori debiti». La Cina già oggi è il più grande creditore dell'America ed è l'unico al mondo che ha la possibilità di continuare a comprare, visto che la sua economia continuerà a crescere a ritmi sostenuti. Il secondo creditore, il Giappone, pare sull'orlo del collasso visto che alla fine del 2008 ha avuto una contrazione del prodotto interno lordo del 12,7 per cento. I cinesi però non hanno preso ancora impegni in questo senso, anche se è chiaro che le sorti economiche cinesi sono legate a filo doppio e triplo a quelle americane. Il ministro degli Esteri Yang Jiechi andrà a Washington il mese prossimo per preparare la riunione del gruppo del G20 in aprile a Londra. Questa visita sarà importante perché dovrebbe chiarire in realtà il prezzo politico che la Cina chiede agli Usa per aumentare la sua esposizione sul debito, e ovviamente non si limiterà a ridurre pubblicità sulle critiche sui diritti umani. GRAFICO CREDITORI WASHINGTON Hillary ha offerto di allargare il dialogo bilaterale. L'amministrazione Bush lo aveva iniziato su questioni economiche, oggi dovrebbe comprendere anche questioni di sicurezza. Questa è la grande frontiera dei rapporti tra i due Paesi. Hillary ha parlato con i cinesi di Corea del Nord, di Iran, Birmania e Zimbawe. Il nodo è stato incontrato quando il segretario di Stato ha chiesto a Pechino di ridurre gli investimenti in gas e petrolio iraniano per tentare di isolare Teheran e forzarla ad abbandonare il suo piano nucleare. Pechino però ha risposto che questi investimenti non violano le sanzioni dell'Onu. La distanza tra le due parti però rimane grande. Pechino vuole assicurazioni americane contro vendite di armi a Taiwan, l'isola di fatto indipendente ma formalmente parte di un'unica Cina, vuole che la sua eventuale collaborazione sull'Iran e il Medio Oriente faccia parte di un pacchetto complesso di partnership strategica. Pechino teme di essere usata in Iran come un taxi: utile quando si deve fare una corsa, ma da abbandonare poi sul ciglio della strada. Qui il dibattito fra le parti si fa molto complicato. I cinesi sostengono che già con la Corea del Nord avevano dato prova della loro affidabilità, ma gli americani vorrebbero una seconda prova, quasi di conferma, in Iran. In altre parole se la Cina cominciasse a collaborare con Washington sullo spinoso problema iraniano, sarebbe la cartina tornasole che il fidanzamento di interesse sta effettivamente evolvendo verso il matrimonio. [23-02-2009]

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GUANTANAMO: EX DETENUTO, MOLTI I RESPONSABILI DEI MIEI 7 ANNI DI TORTURA ED ORRORE (sezione: Diritti umani)

( da "ITnews.it" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Londra, 23 feb. - (Adnkronos) - "Piu' con tristezza che con rabbia devo dire che in molti si sono resi complici dell'orrore che ho vissuto negli ultimi sette anni". Cosi' Binya Mohamed, cittadino etiope residente in Gran Bretagna arrivato oggi a Londra dopo essere stato rilasciato da Guantamano, e' tornato a rivolgere durissime accuse per le torture subite in una prigione segreta in Marocco, accuse rivolte anche alle autorita' britanniche.

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Guantanamo/ Binyam Mohamed: Torturato con sistemi medievali (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 23 feb. (Apcom) - "Faccio ancora difficoltà a credere di essere stato sequestrato, trasportato da un paese all'altro, e torturato con sistemi medievali, il tutto orchestrato dal governo degli Stati Uniti", ha detto Binyam Mohamed, in un comunicato diffuso dai suoli legali. Mohamed, 30 anni, di origine etiope, ex residente in Gran Bretagna, arrivato oggi a Londra dopo quattro anni di detenzione nella prigione di Guantanamo, è stato rimesso in libertà. Nei suoi confronti non sono state formalizzate accuse. "Prima di questa sofferenza, la 'tortura' era una parola astratta per me...", ha aggiunto l'ex detenuto. "Ho vissuto un'esperienza che mai avrei pensato di vivere nei miei più neri incubi"

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GUANTANAMO: DATI PENTAGONO, 60 EX DETENUTI TORNATI AL TERRORISMO (sezione: Diritti umani)

( da "Adnkronos" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

GUANTANAMO: DATI PENTAGONO, 60 EX DETENUTI TORNATI AL TERRORISMO ESPERTI DIRITTI UMANI, INSERITE IN LISTA ANCHE PERSONE CHE HANNO SOLO DENUNCIATO ABUSI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 23 febbraio, ore 21:04

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GUANTANAMO: TORNA IN GB EX DETENUTO, "SONO STATO TORTURATO" (sezione: Diritti umani)

( da "Agi" del 23-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

GUANTANAMO: TORNA IN GB EX DETENUTO, "SONO STATO TORTURATO" (AGI) - Londra, 23 feb. - E' tornato a casa da uomo libero, ma porta con se' le sofferenze di quattro anni di prigionia nel campo di Guantanamo e la determinazione ad avere giustizia. Binyam Mohamed, 30 anni, e' atterrato nell'aeroporto militare di Northolt accompagnato da due agenti di polizia e da un medico che ha stabilito che e' troppo provato psicologicamente e fisicamente per affrontare i giornalisti. Ma in una nota Mohamed ha fatto sapere "piu' con tristezza che con rabbia" di aver scoperto che "molti sono stati complici degli orrori vissuti negli ultimi sette anni", inclusi, secondo quanto ha riferito, quanti dalla Gran Bretagna inviavano ai suoi torturatori in Marocco materiale e domande per gli interrogatori. "Ho vissuto un'esperienza" si legge nella nota, "che non avrei immaginato neppure nei miei peggiori incubi. Prima di viverla, la tortura era per me un termine astratto e non avrei mai immaginato di finirne vittima. Mi e' ancora difficile credere di essere stato rapito, sballottato da un Paese all'altro e di essere stato torturato con metodi medievali. Tutto organizzato dal governo Usa". Il suo obiettivo, ora, non e' solo di "riprendersi", ma di fare qualcosa per quanti devono ancora affrontare le camere di tortura. "Ho degli obblighi nei confronti di quanti sono ancora in quella situazione" ha scritto nel documento, "il momento piu' terribile e' stato quanto ho creduto di essere stato abbandonato da tutti. Ho il dovere di far si' che nessuno sia dimenticato". Il ministero degli Esteri britannico ha fatto sapere che la Procura generale ha aperto un'indagine per verificare se funzionari britannici siano stati coinvolto in qualche modo nelle torture. Il capo del Foreign Office, David Miliband, ha manifestato la sua soddisfazione per il rientro di Mohamed, "frutto di un duro lavoro andato avanti per anni", e ha salutato con favore "l'impegno di Obama a chiudere il centro di detenzione di Guantanamo". In base alla legge, Mohamed ha dovuto presentare una richiesta di soggiorno ed e' in stato di fermo - ma non di arresto - alla base di Northolt. Le accuse formulate in un primo tempo contro di lui dagli Stati Uniti - aver progettato di far esplodere una bomba sporca in America - furono lasciate cadere nell'ottobre dello scorso anno. Il suo ritorno in liberta' e', secondo il ministero Usa della Giustizia, "conforme con la sicurezza nazionale e gli interessi della politica estera statunitense oltre che con quelli della giustizia in se'". Sul destino di Mohamed il governo britannico deve ancora pronunciarsi, ma il premier Gordon Brown ha assicurato che "sara' fatto tutto il possibile per proteggere la sicurezza della popolazione e del Paese".

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Guantanamo, libero il primo detenuto (sezione: Diritti umani)

( da "City" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Guantanamo, libero il primo detenuto LONDRA - Quattro anni di torture senza nessun capo d'accusa provato. Binyam Mohamed, un etiope di 30 anni, è il primo detenuto dopo l'elezione di Obama a lasciare il carcere di Guantanamo: ieri ha raggiunto la Gran Bretagna dove si è ricongiunto con i familiari. L'uomo era stato arrestato con l'accusa di terrorismo nel 2002, in Pakistan. Tradotto nella "Dark Prison" della Cia - dove ha raccontato di essere stato sottoposto a "torture medievali" - vicino a Kabul, in Afghanistan, l'etiope era prigioniero a Guantanamo dal 2004. Binyam ha raccontato di sentirsi in obbligo "morale" verso i 241 prigionieri musulmani ancora prigionieri "nelle stanze di tortura" del carcere cubano, "senza accuse né contatti con le proprie famiglie". city 24 febbraio 2009

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AMNESTY (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

AMNESTY AMNESTY Politkovskaja Vogliamo la verità Le indagini sull'omicidio della giornalista e attivista per i diritti umani Anna Politkovskaya devono continuare con rinnovato vigore. E' questa la richiesta di Amnesty International dopo che la giuria di un tribunale militare distrettuale di Mosca ha assolto tutti gli imputati sotto processo perché coinvolti nell'omicidio. Sollecitiamo le autorità russe a non fermarsi qui ma a continuare le indagini sull'assassinio e a portare di fronte alla giustizia tutti coloro che sono coinvolti, compresi l'esecutore materiale e i mandanti. La giuria ha dichiarato di non aver trovato elementi di colpevolezza nelle prove fornite dalle indagini. Al termine del processo Anna Stavitskaia, una dei rappresentanti dei figli di Politkovskaya, ha sottolineato che le indagini sono state deboli e che l'impianto difensivo degli imputati è stato molto più forte. La fine del processo non solleva le autorità dal dovere di trovare l'assassino e coloro lo difendono. Facendo giustizia per l'assassinio di Anna Politkovskaya, le autorità russe mostreranno la volontà politica di porre fine alla repressione nei confronti dei difensori dei diritti umani. Rivolgendosi alla giuria, l'avvocato Karinna Moskalenko aveva detto: «Anna avversava l'impunità e l'illegalità, non avrebbe mai voluto vedere in libertà qualcuno che avesse commesso un grave crimine. Allo stesso modo, non avrebbe voluto vedere affatto qualcuno condannato per un crimine non commesso». Gruppo Mantovano di Amnesty International IL DOPO SARDEGNA Con Soru abbiamo perso un po' tutti Dalla Sardegna, dalla campagna elettorale e dai risultati delle Regionali, ci viene uno scenario che riflette come uno specchio l'immagine dell'Italia. Un paese brutto, sempre più brutto. Un paese che si vede in difficoltà, che sa di avere problemi di inefficienza, di arretratezza, di mancata modernizzazione, di servizi sempre più scadenti. Sempre agli ultimi posti delle graduatorie europee, e non solo. E' un paese che non ha stima di sé, ma rimane attaccato a stili di vita scanditi dai riti e miti della politica e dello spettacolo. E' così che la notte in cui si compiva la tragedia di grande partecipazione emotiva della povera Eluana il popolo si affollava davanti alla Tv del Grande Fratello, appositamente mandato in onda dal suo impresario politico-mediale. Il risultato sardo è sconfortante se misurato sulla realtà regionale: manca il lavoro, chi ce l'ha lo perde, metà dei giovani è disoccupato, la struttura economica è debole, si aggrappa ad un'edilizia disordinata e distruttiva, ma il modello vincente è quello proposto dall'impresario politico-mediale. In Sardegna, come altrove, vince il partito di chi non vuole o non sa usare la pazienza e l'intelligenza per costruire il proprio futuro. Vince il partito di chi non sa o non vuol vedere, che si affida ad un mago che vende ottimismo senza responsabilità, promette il paese dei consumi e di Bengodi, mentre tutto ciò che è pubblico, bene comune, è invece allo sfascio. In Sardegna, come e più che altrove, i consumi «vistosi», il lusso, si ostentano e convivono con le miserie più degradanti. Rincorrono valori (o dis-valori, come ha detto bene Veltroni) che non servono a costruire una prospettiva positiva. Ha perso Soru, il meglio che la Sardegna potesse offrire a se stessa. Ha prevalso il sistema dei buoni acquisto pre-elettorali (20 euro nel quartiere cagliaritano di Sant'Elia), della rete di notabili locali a cui corrispondere incarichi e prebende a seconda delle preferenze elettorali, ha vinto la politica come mercato e voto di scambio. E' stata sconfitta la politica come progetto di modernizzazione della società e di mobilitazione civile. E' così che ha perso Soru, ma un poco abbiamo perso tutti. Pier Paolo Galli IL DIBATTITO NEL PD Sono deluso ma non mi arrendo Alcune riflessioni sul mio partito, il Pd. Un partito è innovativo solo perché si apre al popolo attraverso le primarie? Vedo che spesso queste lasciano conseguenze importanti e mai neutre. Penso davvero che l'innovazione passi attraverso un nuovo modo di fare politica. Questo per me dovrebbe basarsi su fondamenta quali: l'etica, la responsabilità, i valori e il sapere. Per poi tradursi, attraverso uno stile comunicativo efficiente ed efficace, nella realtà. Quella legata e basata sulla vita reale di ogni giorno. Ed allora la gente e tra questa anch'io è stanca dei litigi, delle rivalità e delle speranze ancora una volta infrante. Come segretario sono deluso da quanto sta avvenendo ma continuo a testimoniare, con il mio impegno l'appartenenza al Pd. Mirko Corniani Segretario Pd di Palidano L'APPELLO Dalla parte di Cuba Basta con i silenzi Per l'ennesima volta a è partito l'attacco a Cuba e alla sua rivoluzione sulle reti televisive italiane. All'inizio dell'anno veniva descritto un paese allo sbando e alla fame: un inferno! La cosa strana però è che non si dice mai che a Cuba esiste un blocco economico-commerciale da 50 anni imposto dagli Usa; non si fa cenno ai 5 cubani detenuti negli Usa in violazione dei diritti più elementari della giustizia Usa; che il terrorista Luis Carilles Posadia è libero di attraversare il centro America, nonostante i molti attentati terroristici contro Cuba,dove in uno di questi morì un nostro connazionale Fabio di Celmo. Forse tutti non sanno che alle nazioni unite alla 17a votazione consecutiva contro il blocco, 185 paesi su 192 hanno votato contro questo blocco, il tutto frutto del lavoro diplomatico del giovane ministro degli esteri cubano F. Perez Roque e soprattutto della grande solidarietà nel mondo per Cuba. Cuba l'isola della rivoluzione, che è il senso del momento storico, a cambiare tutto quanto va cambiato; è uguaglianza, libertà, essere trattato e trattare le persone come esseri umani, è emanciparsi, difendere valori con modestia, semplicità, solidarietà è difendere i principi etici delle idee e lottare per i sogni di un mondo più giusto, e tutto questo è alla base del patriottismo, del socialismo e dell'internazionalismo di Cuba. Cuba la patria del Che - Camillo Cienfuegos; un fastidioso inconveniente in quell'area del mondo, è l'emblema della resistenza verso il capitalismo selvaggio ed è l'esempio che ci ricorda che può esistere un mondo diverso. Dal 1961 le associazioni di amicizia Italia-Cuba sono con Cuba e la sua rivoluzione perché aldilà degli orientamenti politici ed ideali siamo con un popolo che vuole un futuro nella piena indipendenza e nello sviluppo, con una rivoluzione che cerca di essere attenta ai bisogni di tutti e cerca di offrire a tutti uguali opportunità, perché l'America Latina diventi veramente indipendente e questo è possibile se si preserva il progetto cubano. Infine ammiriamo un popolo capace di dignità e fermezza per concludere un semplice invito a tutte le persone che condividono questi valori e principi etici a difendere Cuba e la sua rivoluzione senza paura e vergogna. Fausto Motta Vittoria Cortan Circolo di Mantova Amitalia-Cuba PIAZZA SORDELLO L'elemosina chiesta a un prete L'altra mattina mentre mi trovavo in piazza Sordello ho visto una signora anziana che chiedeva l'elemosina a un prete che stava entrando nel Palazzo Vescovile. Il prete ha inizialmente ignorato l'anziana donna, quando però si è reso conto che continuava a seguirlo all'interno del palazzo mettendogli davanti un bicchiere di plastica contenente alcune monete, gli ha detto che lui non era né il prefetto né il sindaco di Mantova. è corretto che un prete si comporti in questo modo nei confronti di una persona bisognosa? Non sono loro per primi che dicono che i poveri vanno aiutati? Giovanni Angelo Delogu

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cancellare un neo: guantanamo (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 12 - Speciali Cancellare un neo: Guantanamo TERRORISMO Durante la campagna elettorale Barack Obama ha parlato del carcere di Guantanamo a Cuba. All'inizio, ha affermato che avrebbe chiuso la prigione di massima sicurezza nei primi 100 giorni del suo esecutivo, salvo poi ritrattare giustificando il ritardo definendo la questione più complicata. Il 13 gennaio scorso finalmente il neopresidente dice ciò che anche Amnesty International aspettava da tempo: ribadisce che intende chiudere il carcere. Guantanamo è un carcere all'interno di una base militare, quindi costantemente sorvegliato da soldati che pare non abbiano molta pietà con i detenuti. Infatti ci sono pesanti accuse di tortura, metodo abolito molto tempo fa. Il trattamento riservato ai prigionieri non ammette scrupoli, perché sono personaggi pericolosi, che minacciano l'America, stando a quanto affermava l'ormai ex presidente Bush. La giustificazione della detenzione? Attività terroristica, ogni prigioniero è accusato di far parte della rete di Al Qaeda. Tutti sono presunti colpevoli, nessuno ha accuse formali, tutti potrebbero farne parte, ma forse no. Nessuno di loro ha avuto processi, nessuno di loro ha potuto difendersi, perché nessuno era innocente a priori. Una legislazione approvata nel 2005 aveva addirittura tolto il diritto di presentare ricorsi contro la loro detenzione, dopo che nel 2004 la Corte Suprema statunitense aveva invece decretato come lecito il diritto alla difesa. Nel giugno 2006 la stessa Corte ha rilevato la violazione dei diritti fondamentali dei prigionieri di guerra, sia nel trattamento sia nei processi condotti da tribunali speciali alquanto "dubbi". Il numero dei prigionieri ammonta quasi a 250 e non sono più uomini, sono ormai diventati zombie. Il primo campo di prigionia era all'aperto, non esistevano celle, la "vita" dei detenuti si svolgeva tutta all'esterno. Vestiti con tute arancione, stavano inginocchiati con la faccia a terra, guardando la sabbia a cui ormai appartenevano. "Vivevano" in gabbie delimitate da filo spinato, senza coperture, sotto il sole. Dopo varie denunce di Amnesty International per i diritti umani, dopo che anche l'Onu ha accusato i politici americani di non rispettare il Trattato di Ginevra sui diritti dei prigionieri di guerra, chi di dovere è corso ai ripari cambiando per ben due volte la struttura del carcere. Attualmente le condizioni dei detenuti sono cambiate, ma di poco: hanno finalmente un tetto sopra la testa, ma si trovano da soli in celle minuscole e recintate, sono isolati per 22 ore il giorno senza poter vedere il sole e senza aria naturale. Le associazioni per i diritti umani chiedono fermamente la chiusura di Guantanamo, perché non è un carcere, ma un luogo di torture fisiche e verbali verso persone che potrebbero essere innocenti. Gaia Zol Istituto tecnico Zanon

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Carcere e diritti tra l'Italia e l'Iraq (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

CASTEGNATO. Domani un incontro dibattito Carcere e diritti tra l'Italia e l'Iraq L'interesse dell'associazione «Carcere e territorio» per la fase dell'esecuzione penale, quello più ampio di Acli Brescia e della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Brescia per l'attenzione ai diritti dell'uomo e l'apertura a tale tipo di attività da parte della Comunità Montana della Valtrompia e del Comune di Castegnato, hanno reso possibile l'organizzazione di alcune serate per la celebrazione dei Diritti umani nel sessantesimo dalla Dichiarazione universale. Tra le iniziative spicca quella programmata a Castegnato per domani sera alle 20,30 nella sala conferenze del Centro civico. Proporrà la sua esperienza la signora Kholud Al Bassam (attualmente ancora operativa in Iraq), irachena con passaporto americano poichè consulente del governo Usa per la task force che in Iraq gestisce i detenuti politici e, di conseguenza, le carceri irachene (tra le quali la tristemente nota Abu Ghraib). Con Kholud Al Bassam nel corso della serata interverranno Giuseppe Orizio (sindaco di Castegnato), Roberto Rossigni (presidente provinciale Acli) e Luisa Ravagnini, (dell'associazione Carcere e territorio, giudice al Tribunale di sorveglianza di Brescia.

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Asta Ysl-Bergé, i bronzicinesi saranno venduti (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Asta Ysl-Bergé, i bronzicinesi saranno venduti il caso PARIGI. Il tribunale di Parigi ha respinto ieri sera il ricorso dell'Associazione francese per la protezione dell'arte cinese in Europa che reclamava la sospensione della vendita di due bronzi cinesi messi in vendita per l'asta della collezione Yves Saint Laurent-Pierre Bergé organizzata da Christie's al Grand Palais di Parigi. L'Associazione voleva impedire la vendita - prevista domani, ultimo giorno d'asta - dei due pezzi, una testa di topo e una testa di coniglio in bronzo, rubati a Pechino circa 150 anni fa durante il saccheggio al Palazzo d'Estate dalle truppe franco-britanniche in occasione della seconda guerra dell'oppio, nel 1860. I due bronzi sono stimati attorno ai 10 milioni di euro ciascuno. Nella sua requisitoria il pm aveva definito «irricevibile» il ricorso, «improvvisato» e sostenuto da «un'associazione che non rappresenta che sé stessa». «Restituisco i due bronzi in cambio del riconoscimento dei diritti umani in Cina», aveva risposto l'uomo d'affari e compagno di Yves Saint Laurent, Pierre Bergé. 24/02/2009

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"siamo sacco e vanzetti, vittime del razzismo" - giorgia olivieri (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina XVI - Bologna "Siamo Sacco e Vanzetti, vittime del razzismo" Giovedì al Teatro Dehon il regista e l´attore americano rievocano la storia dei due emigranti GIORGIA OLIVIERI Nonostante siano passati 82 anni, la vicenda di Nicola Sacco e di Bartolomeo Vanzetti, ingiustamente condannati alla sedia elettrica per l´unica colpa di essere stranieri in terra straniera e fieri sostenitori dei propri ideali politici, oggi è quanto mai attuale. Il Gruppo Teatro Colli porta in scena in anteprima nazionale giovedì alle 21 al Teatro Dehon (via Libia 59) «Sacco e Vanzetti», con l´italo-americano Danny Lemmo e Emanuele Montagna, dal 1997 direttore artistico della scuola di teatro. «L´idea mi è venuta qualche anno fa» dice Montagna che ne è anche regista «grazie alla lungimiranza culturale di Fondazione del Monte, Comune di Bologna e alla disponibilità del Teatro Dehon siamo riusciti a realizzarlo. La storia dei due emigrati è ben nota, anche perché raccontata dal bellissimo film del 1971 di Giuliano Montaldo con Gian Maria Volontè e Riccardo Cucciolla che mi ha ispirato. Il testo che rappresentiamo è stato scritto da un giovane autore, Giancarlo Brancale che ha molto insistito sul tema dell´immigrazione, dei diritti umani e della pena di morte». «Io che sono italo-americano, anche se di una generazione diversa» aggiunge Danny Lemmo, membro onorario a vita dell´Actors Studio di New York «conosco bene il tema del razzismo di cui sono stati vittime gli italiani in America. Quello che noi vogliamo mostrare è soprattutto il lato umano dei protagonisti, che si contrappone a chi punta il dito, condannando invece di ragionare, con la certezza di aver trovato il colpevole». «Dirigere questo spettacolo è stato molto emozionante, anche perché è stata la prima volta con Danny, che, comunque, con noi collabora da molti anni per quanto riguarda la formazione degli attori. è stato un grande lavoro d´equipe con gli attori che sono con noi sul palcoscenico, Michele Cosentini e Gaia Ferrara, che interpretano rispettivamente, Fred Moore, l´avvocato dei due italiani, e Rosina, la moglie di Vanzetti. Lo spettacolo è stata anche l´opportunità di dare spazio e fiducia ai nostri allievi. Dedico, inoltre, questo spettacolo a Mario Barbani» continua il regista «un grande anarchico bolognese che ha sempre lottato strenuamente per difendere i propri ideali. Gli ero molto affezionato anche se, da liberale quale sono, non condividevo sempre le sue posizioni».

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la "sorpresa" sean penn "ora sì alle nozze gay" - silvia bizio los angeles (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 43 - Spettacoli Miglior attore: si è lanciato in difesa degli omosessuali La "sorpresa" Sean Penn "Ora sì alle nozze gay" SILVIA BIZIO LOS ANGELES Sean Penn è stato il primo a mostrare la sorpresa mentre riceveva il suo inaspettato Oscar come miglior attore protagonista. «Grazie, voi comunisti figli di buona donna, amanti degli omosessuali!», ha scherzato riferendosi ai membri dell´Academy of Motion Pictures. E non contento lo ha ripetuto davanti a un piccolo gruppo di dimostranti che brandivano cartelli contro Heath Ledger («Heath all´inferno», dicevano), omosessuali e Milk a pochi isolati dal teatro Kodak dove si è svolta la cerimonia degli Oscar. Se Penelope Cruz, la prima spagnola a vincere un Oscar come miglior attrice, ha riflettuto sull´universalità e diversità culturali del mondo del cinema, se Kate Winslet ha espresso critiche verso il proprio paese, l´Inghilterra, se Danny Boyle ha ricordato con tenerezza i bambini venuti da Mumbai («non sapevo se fosse giusto toglierli di scuola, e ora dovrebbero andare a letto!», ha detto), Sean Penn si è concesso (cosa ormai rarissima per lui) ai giornalisti in sala stampa per parlare di Obama e dei diritti degli omosessuali. «Quella gente lì fuori e quei cartelli dicono che un omosessuale è meno di umano, e la cultura dell´ignoranza fomenta questo tipo di espressioni di odio», ha detto. «è triste, perché sono espressioni di codardia umana, aver paura di estendere agli altri, gli stessi diritti umani che vuoi per te. Non c´è niente di più importante dei temi di Milk, che attraverso lo spettacolo ti fa capire cose così semplici e fondamentali». Sul presidente Obama, Sean Penn ha precisato: «La sua posizione pubblica non è a favore del matrimonio omosessuale, ma spero che sia una posizione politica del momento. Non penso che nessuno di noi, nemmeno il nostro presidente, possa sostenere quella posizione perché queste sono necessità umane. Certo, con masse di gente disperatamente povera, Obama deve affrontare prima la crisi. Ma arriverà il giorno e arriverà in fretta».

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Volevamo uno strumento che non venisse dagli Usa (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

INTERVISTA I primi passi dell'Asian Media Activist Network, nato da un incontro in Corea del sud «Volevamo uno strumento che non venisse dagli Usa» S. Pi. PECHINO T.H. è un ragazzo giapponese, studia Sociologia all'università e fa parte dell'Asian Media Activist Network. Ha preso parte all' organizzazione e alle giornate del G8 in Giappone ed è reduce da un breve tour in Asia. L'obiettivo era quello di incontrare realtà di attivisti tra Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud e Cina: lo scorso settembre si è tenuto un incontro in Corea del Sud, dal quale è nata la volontà di dotare gli attivisti asiatici di strumenti comuni, utilizzando internet e i media a disposizione. Obiettivo, comunicare quanto accade in termini di lotte sociali nei propri paese, provando a convergere su elementi comuni. Di che progetto si tratta? Vogliamo creare un network tra tutti i vari nodi di attivisti in Asia. Un modo per comunicare quanto accade nei singoli paesi, in una prospettiva generale asiatica. Naturalmente alcuni di noi partecipano anche ad Indymedia e altre piattaforme on line, ma sentivamo di avere bisogno di una cosa che non provenisse dagli Stati Uniti, come nel caso di Indymedia, ma che nascesse, maturasse e fosse sviluppata direttamente da noi. Per ora abbiamo un sito ancora work in progress, si chiama Champon, ma ha già la disponibilità della lingua inglese, coreana, giapponese, cinese semplificata e cinese di Taiwan. E' già un passo avanti. Come è nata l'idea? Abbiamo cominciato a capire che bisognava fare qualcosa di simile nel 2007. Abbiamo organizzato il No G8 Network in occasione del summit in Giappone. Abbiamo imparato tanto e ci siamo confrontati con coreani, taiwanesi, gente di Hong Kong. Poi abbiamo fatto un ulteriore incontro dopo il G8 e abbiamo deciso di lanciare la proposta, mettendo da parte anche diatribe storiche. Noi siamo contro la globalizzazione, vogliamo confrontarci e mescolarci culturalmente, parlare di ambiente, di sviluppo sostenibile, di diritti, di lavoro. E' abbastanza per provarci. Che idea ti sei fatto dai tuoi incontri con altri attivisti? Che siamo pochi, ma abbiamo molta volontà. Ognuno ha le sue problematiche da affrontare ma abbiamo trovato alcuni temi comuni, come la precarietà, ad esempio, e metodologie comuni: la rete, il mediattivismo. Alcune delle realtà che ho incontrato sono all'inizio, come se improvvisamente alcuni si fossero risvegliati. Quali sono i prossimi passaggi? La costruzione della rete attraverso una mailing list internazionale, la partecipazione al prossimo G8 in Italia e un incontro già previsto per settembre 2009 in cui fare le prime valutazioni di questo anno, in Giappone. Quali sono i temi più rilevanti della vostra attività? Lavoro, ambiente e diritti umani.

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Appello all'uomo costruttore di civiltà non distruttore (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Lecco)" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

LE NOSTRE INIZIATIVE pag. 13 Appello all'uomo costruttore di civiltà non distruttore IL COMMENTO CARENNO ANCHE allora, come oggi, l'Europa era la culla della cultura, dell'innovazione, delle grandi rivoluzioni di pensiero e sembrava un impossibile terreno dove far attecchire dittature, discriminazioni violente, razzismo, intolleranza, barbarie e stermini. Eppure è successo. Ha prevalso il male sul bene con il regime nazista e fascista, la violazione dei diritti dei bambini ebrei, ha prevalso la distruzione dell'uomo sulle persone, gli oggetti, i sentimenti, i ricordi, la Dignità, la Libertà. L'uomo deve ritornare ad essere un costruttore di civiltà, non un distruttore. Si pensi alle grandi civiltà: Greca, Romana, Babilonese, alla bellezza delle opere d'arte realizzate nei secoli, alle maestosità architettoniche in cui l'Uomo era al centro del mondo, si pensi alla scultura, alla musica, alla poesia. Alcuni uomini, ma anche donne e bambini, hanno avuto il grande dono di creare il bello, perché hanno avuto un'anima bella. Quando sono scomparsi hanno lasciato in eredità al mondo il frutto del loro impegno etico e morale, hanno lasciato gente più forte che porta nel cuore un ideale. Questi meriterebbero un posto in prima fila nella storia, non i «Signori della guerra» che la distrussero. ANCHE nel mondo d'oggi, nella nostra vita quotidiana, il più delle volte non si trova collaborazione, unione, accordo ma attriti piccoli e grandi, per cui non c'è la forza della condivisione, non c'è costruzione con l'altro ma distruzione dell'altro, c'è molta finzione e poca realtà da vivere in maniera autentica per essere costruttori di civiltà.

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Amnesty: embargo alle armi per Israele (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

MEDIO ORIENTE Amnesty: embargo alle armi per Israele Il rapporto dell'organizzazione internazionale condanna anche Hamas: i razzi contro i civili sono crimini di guerra. Durante l'operazione «Piombo fuso» utilizzate armi proibite: Obama ha l'obbligo di fermare trasferimenti che contribuiscono a gravi violazioni dei diritti dell'uomo e a crimini contro l'umanità Appello agli Usa: è l'unico modo per evitare stragi di civili E all'Italia: Berlusconi interrompa la fornitura ordigni Michele Giorgio GERUSALEMME Fermare la vendita internazionale di armamenti ad Israele e, allo stesso tempo, interrompere anche il traffico delle parti necessarie per assemblare i razzi di Hamas. Solo con l'embargo si possono impedire attacchi contro i civili compiuti dalle due parti. Ad invocare questa misura di eccezionale significato è Amnesty International che ieri ha diffuso un rapporto («Fueling conflict: foreign arms supplies to Israel/Gaza») che contiene prove sulle armi e munizioni usate durante le tre settimane dell'offensiva israeliana a Gaza che tra il 27 dicembre 2008 e il 18 gennaio scorso ha fatto oltre 1.300 morti palestinesi, tra i quali centinaia di civili. Amnesty non manca di puntare l'indice anche contro i lanci di razzi di Hamas ma, di fronte all'evidente sproporzione di forze e di potenza di fuoco, pone sul banco degli imputati soprattutto Israele già accusato da più parti di aver fatto uso anche di armi proibite, come il fosforo bianco, durante le tre settimane di operazione «Piombo fuso». Ieri, peraltro, con una lettera inviata al ministro degli esteri Frattini, la sezione italiana di Amnesty e la Rete per il disarmo hanno chiesto che il governo Berlusconi interrompa le autorizzazioni all'esportazione di armi verso Israele e sospenda i trasferimenti già autorizzati in base alla legge 110/1975, alla legge 185/1990 e agli accordi per la cooperazione nel campo della difesa. L'Italia, hanno chiesto, deve rendere pubbliche le informazioni sulle esportazioni di armi verso Israele. «Le forze israeliane hanno usato fosforo bianco e altre armi fornite dagli Stati Uniti per commettere gravi violazioni del diritto umanitario, compresi crimini di guerra. I loro attacchi hanno causato la morte di centinaia di bambini e di altri civili e la massiccia distruzione di abitazioni e infrastrutture», ha denunciato Donatella Rovera, che ha guidato il mese scorso la missione d'indagine di Amnesty a Gaza e nel sud di Israele. «Al tempo stesso, Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno lanciato contro le aree civili israeliane centinaia di razzi introdotti a Gaza dall'esterno o assemblati con componenti prese all'estero», ha aggiunto. Da parte sua Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty, ha messo in luce che, in quanto principali fornitori di armi a Israele, «gli Usa hanno l'obbligo di fermare ogni trasferimento che contribuisca a gravi violazioni delle leggi di guerra e dei diritti umani». L'amministrazione Obama, ha aggiunto Smart, dovrebbe immediatamente sospendere gli aiuti militari a Israele. Nel rapporto di 38 pagine si riferisce degli attacchi subiti da edifici pubblici, abitazioni civili, sedi dell'Onu, scuole, ospedali di Gaza e dell'uso, oltre al fosforo bianco, anche di missili sparati da droni con effetti devastanti sulla popolazione. Amnesty afferma che da molti anni Washington è il principale fornitore di armi convenzionali a Israele e l'accordo decennale in vigore fino al 2017 prevede il rifornimento di aiuti militari per un valore di 30 miliardi di dollari, con un aumento del 25% rispetto al periodo precedente l'Amministrazione di George Bush. «L'offensiva militare israeliana a Gaza è stata condotta con armi, munizioni ed equipaggiamento militare provenienti dagli Usa e pagati coi fondi dei contribuenti americani», ha sottolineato Smart esortando il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite «a imporre un immediato embargo totale sulle armi dirette a Israele, Hamas e altri gruppi armati palestinesi, fino a quando non siano individuati meccanismi efficaci per assicurare che munizioni e altre forniture militari non verranno usate per commettere gravi violazioni del diritto umanitario». Gli affari, ha concluso Smart, «non possono andare avanti come al solito, con le prevedibili ulteriori conseguenze devastanti per la popolazione civile di Gaza e Israele». Tra i paesi che tra il 2004 e il 2007 hanno esportato armi verso Israele si segnalano la Francia (per 59 milioni di euro), la Romania (20 milioni di euro), la Gran Bretagna (10 milioni di sterline), la Serbia (15 milion di dollari) e la Germania (1,5 milioni di dollari). Israele ha respinto seccamente le accuse di Amnesty. «Il rapporto presenta una versione tendenziosa dei fatti, non rispecchia criteri professionali e di obiettività... ignora l'uso deliberato da parte di Hamas di civili come scudi umani», ha commentato Mark Regev, il portavoce del ministero degli esteri, negando che Israele abbia colpito intenzionalmente obiettivi civili. Rispondendo ad Amnesty, Hamas ha parlato di diritto all'«autodifesa» contro l'aggressione israeliana. 1300 I PALESTINESI di Gaza uccisi nel corso dell'operazione «Piombo fuso», l'offensiva israeliana contro la Striscia scattata il 27 dicembre scorso e conclusasi dopo tre settimane Foto: FOSFORO BIANCO SPARATO CONTRO LA STRISCIA DI GAZA DURANTE L'OPERAZIONE «PIOMBO FUSO» /FOTO AP

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In Cina l'America inaugura la nuova strategia del dialogo (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-24 - pag: 6 autore: ANALISI In Cina l'America inaugura la nuova strategia del dialogo di Silvio Fagiolo I l viaggio di Hillary Clinton in Asia non indica soltanto che l'aquila americana intende tornare a distendere le sue ali egualmente ad Oriente come a Occidente. Né solo che la centralità della sfida economica pone la Cina e gli Stati Uniti in condizioni pressoché uniche di interdipendenza. Lo strumento del debito non potrebbe essere usato dall'una o dall'altra parte in modo unilaterale senza ricadute devastanti per le due parti, allo stesso modo dell'arma assoluta nell'equilibrio del terrore. «Apprezziamo la costante fiducia del Governo cinese verso i titoli del Tesoro americani » ha detto il nuovo Segretario di Stato. La sua missione offre per la prima volta nel concreto, proprio nel rapporto con la Cina, l'esempio della strategia che la sua amministrazione intende seguire nei confronti degli interlocutori internazionali più difficili. Quelle potenze in ascesa, dalla Russia all'Iran, così disomogenee nella loro struttura di Governo e nella loro cultura politica, fino a porsi come forme alternative della democrazia capitalista. In Cina Hillary Clinton ha evitato di insistere sui diritti umani, il Tibet o Taiwan. Ha dovuto piuttosto rassicurare i cinesi che hanno creduto nel modello americano fino a divenirne la colonna portante; smentire i timori di un confronto protezionista con il creditore principale. Ma una più vasta, diversa logica sorregge l'azione americana. Gli Stati Uniti abbandonano l'illusione della democrazia imposta con la forza. Non si ritirano certo dietro le loro barriere fisiche ed economiche, delusi dal mondo. Tanto meno ripropongono l'alternativa del contenimento, del cordone sanitario intorno ai Governi che non rispettano le regole della condotta internazionale. Optano invece per il loro coinvolgimento. Una visione di lungo periodo che conta di far leva sul benessere e l'educazione come capaci di suscitare una domanda di partecipazione. Muovendo dalla convinzione che intorno agli istituti del capitalismo, primo fra tutti la proprietà privata, sia alla lunga indispensabile costruire il primato della legge, il vincolo del contratto. Il mercato americano ha creato in Cina benessere senza precedenti e mantenuto la stabilità sociale. E proprio il tracollo di quel modello renderebbe la Cina particolarmente vulnerabile. Si tratta di un nuovo sostenibile equilibrio tra interessi e valori americani. Valori che comunque non dovranno più subire sul piano interno le eccezioni che Bush aveva introdotto per motivi di sicurezza e che avevano reso meno credibile la sua crociata per la democrazia. In questa logica anche i processi elettorali non hanno un valore assoluto, possono anzi far emergere la sopraffazione e l'intolleranza. Il gradualismo dovrebbe far leva sulla promozione della società civile, il rafforzamento di alcuni principi come il primato del diritto, l'autonomia del potere giudiziario, la libertà di associazione. Le nuove autocrazie a loro volta non possono porsi come i campioni di un ordine globale o regionale alternativo, tanto meno destabilizzare quello esistente dal quale sono così dipendenti. Non solo le loro economie non sono chiuse. Anche la componente più evoluta e mobile della loro società è divenuta parte di una elite internazionale cosmopolita ed interdipendente. La confluenza di costoro in una rete internazionale di orientamenti condivisi impedisce di riproporre la dicotomia "loro contro di noi". Il significato decrescente dell'uso della forza, la densità delle regole internazionali, l'interdipendenza ambientale ed energetica pongono limiti al revisionismo che pure in nome di una nuova gerarchia internazionale queste potenze potrebbero essere tentate di portare avanti. Il Governo americano, lo ha detto la Clinton, sarà più atteno alle diversità storiche e culturali, alle peculiarità dei suoi difficili interlocutori. Punterà sulla adesione e non sulla marginalizzazione. Tanto più che questi Paesi, la Cina come la Russia o l'Iran, hanno dietro di sé un'esperienza di umiliazioni e disfatte e quindi sono ossessionati dal rango e dal trattamento loro riservato. Si tratta di processi lunghi e laboriosi, forse, osservano i critici, troppo lunghi per avere una rilevanza politica o strategica. Ma non ci sono dubbi che il viaggio di Hillary Clinton in Cina mostri con quale fermezza, ma anche con quale pazienza gli Stati Uniti si accingono a impedire un ritorno alle rivalità fra le nazioni del diciannovesimo secolo per promuovere invece la globalità, le istituzioni, le interdipendenze. IL VIAGGIO DELLA CLINTON Alle potenze in ascesa, dalla Russia all'Iran, Washington propone il coinvolgimento e non alza barriere

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Sotto il turbante degli ayatollah (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Terza Pagina - data: 2009-02-24 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Reportage Alberto Negri racconta miserie e misteri iraniani Sotto il turbante degli ayatollah di ANTONIO FERRARI M a quanto sappiamo in realtà dell'Iran, di questo Paese destinato ad affascinarci e a turbare i nostri sonni? Francamente poco, nonostante il profluvio di saggi che ce ne hanno raccontato qualche frammento, lasciandoci al buio di fronte al quadro generale. Ecco perché procura sollievo, e alimenta la sete di saperne di più, la piacevole lettura di questo libro Il turbante e la corona, sottotitolo «Iran, trent'anni dopo» (Tropea Editore, pp. 286, e 16,90), scritto da Alberto Negri, inviato e commentatore del Sole-24 Ore. Negri, straordinario cronista, che sa coniugare un'irresistibile curiosità con il prezioso gusto per l'analisi, ci accompagna in profondità, senza cedere a partigianerie ideologiche, negli abissi di un Paese misterioso, che vive un'empirica rivoluzione permanente senza che, in sostanza, sia cambiato troppo. I mali che accompagnarono l'ascesa e alimentarono la megalomania dello Scià (la corona imperiale) si ritrovano infatti nella strana dittatura laccata di presunta democrazia degli ayatollah (il turbante), perché — come sempre — il comune denominatore è il dio-petrolio, questa piovra che tutto finanzia, tutto controlla, e che distribuisce speranze e angosce. Nel 1979, favorito dal presidente Jimmy Carter e dal suo impegno per i diritti umani, l'imam Ruhollah Khomeini tornò in patria trionfalmente, seppellendo l'impero e sostenendo che «la rivoluzione farà molto di più che liberare dall'oppressione e dall'imperialismo: creerà un nuovo tipo di essere umano». E sottintendendo che, grazie alla Repubblica islamica, si sarebbero vinte la povertà, l'ingiustizia e la corruzione. Nulla di tutto questo è accaduto: i poveri sono sempre più poveri, la repressione continua più di prima, e la corruzione dilaga. L'illusoria ventata di riformismo, alimentata dall'elezione del presidente-filosofo Khatami, affascinato da Aristotele, è annegata con la vittoria del pasdaran Ahmadinejad, il capo dello Stato fanatico e millenarista che cementa il proprio potere annunciando l'imminente ritorno del Mahdi, il Dodicesimo imam, un fanciullo di quattro anni, scomparso in Iraq nell' 874. Richiamo religioso, che fa fremere di fastidio gli alti gradi del clero-pensatore sciita, pur ottenendo il sostegno della Guida suprema Alì Khamenei, il vero padrone del Paese. Cioè l'uomo che, forse irritato dalla personalità degli ultimi presidenti religiosi, lo scaltro Rafsanjani e il carismatico Khatami, si trova in sintonia con il più rozzo Ahmadinejad. Una storia infinita, condita di intrighi, violenze, di lotte e di lutti, che nel libro vengono raccontati con il puntiglio dello studioso. Per dirci che le regole del potere, quasi sempre e anzi senza il quasi, non cambiano. Donna iraniana mostra i ritratti di Khamenei e Khomeini

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MASSA SONO stati consegnati i premi relativi al concorso sull ... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACA MASSA pag. 2 MASSA SONO stati consegnati i premi relativi al concorso sull ... MASSA SONO stati consegnati i premi relativi al concorso sull'uso dell'acqua anno scolastico 2007/2008, concorso collegato alla borsa di studio "Maria Emilia Minuto" e aperto agli alunni delle classi terze delle scuole medie dei comuni di Massa e Montignoso. L'iniziativa era promossa dal comitato territoriale Arci e dalla Arci Focus, in collaborazione con l'associazione "L'Incontro" e il patrocinio di Comune e Provincia. Il comitato della borsa di studio ha consegnato nei giorni scorsi i personal computer in palio alle tre scuole medie vincitrici: "Malaspina/Staffetti", "Don Milani" e "Giorgini" di Montignoso. Gli alunni delle scuole citate parteciperanno il prossimo anno alla borsa di studio in memoria di Maria Emilia Minuto e al prossimo concorso sulla promozione e diffusione della cultura di educazione alla pace e ai diritti umani. La borsa di studio prevede l'erogazione della somma di denaro destinata esclusivamente all'acquisto di libri scolastici e dizionari per il primo anno di scuole medie superiori. L'individuazione degli alunni che beneficeranno di tale borsa di studio verrà effettuata attraverso una valutazione delle schede di ammissione all'esame di licenza media. Sette sono le borse di studio con una massimo di 500 euro ciascuna. L'erogazione avverrà attraverso un buono da spendere presso la libreria Centro Didattico Apuano di Marcuccetti.

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<Stupri con modalità che sanno di tortura> (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

PRIMO PIANO pag. 5 «Stupri con modalità che sanno di tortura» MILANO, L'ORRORE DI UN GIUDICE MILANO «RITUALI di tortura». «Hanno agito in maniera gratuita e con una inumanità che si sarebbe portati a ritenere estranea al genere umano. Si sono accaniti su persone indifese, a loro sconosciute, senza motivi di contrasto e rancore, quasi per divertimento. Hanno mostrato la loro brutalità su donne indifese, oltraggiandole e umilandole senza ragione. Non si sono limitati a picchiare, spaventare e rapinare le vittime, ma le hanno anche stuprate costringendole a rapporti orali e vaginali e con modalità che sanno di tortura». Senza commenti sull'etnia ma con uno sguardo esterrefatto sulla ferocia «inumana», il giudice preliminare Giovanna Verga motiva la condanna in rito abbreviato a 12 anni di reclusione a carico di due romeni, parte di un branco che il 26 giugno 2007 a Pioltello stuprò una giovane donna sotto gli occhi del fidanzato e già il 2 aprile aveva stuprato una prostituta albanese. Donne «picchiate a sangue e stuprate fino a farle svenire... fatte inginocchiare e sotto la minaccia di un'arma costrette a sordidi rituali». «Le conseguenze su di loro non richiedono spiegazioni, essendo del tutto evidenti...». Ma. Ro.

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L'infanzia tra le macerie Adottiamo i bimbi di Gaza (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'infanzia tra le macerie «Adottiamo i bimbi di Gaza» UMBERTO DE GIOVANNANGELI La solidarietà cresce sulle macerie di Gaza. È la solidarietà del fare. Che dà speranza ai più deboli. I bambini. «Diamo un futuro ai bambini di Gaza». Non è solo un appello accorato. È molto di più. La pace in Medio Oriente può cominciare così, da un piccolo grande gesto di solidarietà. Un gesto contro l'isolamento e la disperazione. Un gesto che può riportare il sorriso sul volto di un bambino. Un gesto che può riaccendere la speranza in una famiglia in grandi difficoltà. «Adotta un bambino di Gaza». È l'iniziativa lanciata dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali. CHI PUÒ ADOTTARE Adottare una bambina o un bambino palestinese è facile ed efficace. Per farlo - spiegano alla Tavola della Pace - bastano 50 euro al mese, da versare per almeno un anno. Con questi soldi sarà possibile migliorare la vita del bambino e quella della sua famiglia, garantendo un po' di cibo, di istruzione e di cure mediche. L'adozione a distanza può essere fatta da ciascuno di noi, dalle famiglie, da gruppi di amici e di colleghi di lavoro, dalle scuole, dagli enti locali, da associazioni e organizzazioni. E dai lettori del nostro giornale. La campagna di adozione a distanza delle bambine e dei bambini palestinesi è promossa, sin dal 2001, dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti locali per la pace e i diritti umani in collaborazione con due associazioni di donne di Gerusalemme (l'associazione Juzoor Foundation for Health and Social Development e l'associazione Rawdat El Zuhur) che provvedono alla segnalazione dei bambini e alla distribuzione e gestione delle somme raccolte. In questo ambito, l'associazione «Juzoor Foundation for Health and Social Development» ha dato avvio anche ad un'iniziativa chiamata «Child to child», che consiste nella raccolta di giocattoli provenienti da varie parti del mondo, che saranno distribuiti ai bambini di Gaza tramite l'Unrwa, l'agenzia dell'Onu che assiste i rifugiati palestinesi. L'obiettivo è inviare a Gaza giocattoli, libri illustrati, pennarelli e quaderni da colorare per regalargli un sorriso, per aiutarli a superare il trauma terribile che stanno vivendo e sognare un futuro migliore. L'iniziativa della Tavola della pace e del Coordinamento nazionale degli Enti locali dà un volto, un nome al dramma dei bambini di Gaza. Bambini da adottare. STORIE DA ABBRACCIARE Come Hala Balousha, nata a Sheikh Radwan nel 1997. Frequenta la scuola materna della associazione «diritto di vivere». Ha 2 fratelli e 7 sorelle. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Come Abdel El Rahman Abu Wadi, nato nel campo profughi di Jabalia nel 2002. Frequenta la prima classe della scuola elementare dell'Unrwa. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 2 fratelli e 3 sorelle. Come Assmaa' Abu Shariah, nata nel campo profughi di Jabaliya nel 1996. Frequenta la sesta classe della scuola elementare dell'Unrwa. Il papà è morto e la madre è casalinga. Ha 3 fratelli e 2 sorelle. Come Ahmad Mashharawy, nato a Gaza nel 1999. Frequenta la terza classe. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 4 sorelle. Come Maram Al Saleh è nata a Tal el Za'tar nel 2001. È disabile e non può andare a scuola. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 3 fratelli e 4 sorelle. Come Baha'a Zied, nato a Beit Lahiya nel 2002. Frequenta la prima elementare. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 5 sorelle. Come Eid Abu Rashed è nato a Jabalia nel 2000. È disabile e non può andare a scuola. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 5 fratelli e 2 sorelle. Come Hana Al Bari'i, nata a Tal el Za'tar nel 1997. Frequenta la quinta classe della Scuola femminile di Beit Lahaya. Il padre è operaio e la madre è casalinga. Ha 2 fratelli e 8 sorelle. Come Mohamad El Ariny, nato nel campo profughi di Sika nel 2001. Frequenta la seconda classe della scuola elementare del Unrwa. Il papà è morto e la madre è casalinga. Ha 3 fratelli e 4 sorelle. Come Ranin Mohamad, nata a Jabaliya Al Karama nel 1995. Frequenta la quinta elementare della scuola Blakhia/Shata'a. Il padre è operaio e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 3 sorelle. Nomi. Storie. Volti. Bambini da adottare. Per dare loro una speranza. Dare una speranza ai bimbi di Gaza. Adottandoli a distanza. Una solidarietà concreta che nobilita la «diplomazia dei popoli». La campagna lanciata dalla Tavola della Pace e dal Coordinamento degli Enti locali.

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La solidarietà cresce sulle macerie di Gaza. È la solidarietà del fare. Che dà s... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

La solidarietà cresce sulle macerie di Gaza. È la solidarietà del fare. Che dà speranza ai più deboli. I bambini. «Diamo un futuro ai bambini di Gaza». Non è solo un appello accorato. È molto di più. La pace in Medio Oriente può cominciare così, da un piccolo grande gesto di solidarietà. Un gesto contro l'isolamento e la disperazione. Un gesto che può riportare il sorriso sul volto di un bambino. Un gesto che può riaccendere la speranza in una famiglia in grandi difficoltà. «Adotta un bambino di Gaza». È l'iniziativa lanciata dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali. CHI PUÒ ADOTTARE Adottare una bambina o un bambino palestinese è facile ed efficace. Per farlo - spiegano alla Tavola della Pace - bastano 50 euro al mese, da versare per almeno un anno. Con questi soldi sarà possibile migliorare la vita del bambino e quella della sua famiglia, garantendo un po' di cibo, di istruzione e di cure mediche. L'adozione a distanza può essere fatta da ciascuno di noi, dalle famiglie, da gruppi di amici e di colleghi di lavoro, dalle scuole, dagli enti locali, da associazioni e organizzazioni. E dai lettori del nostro giornale. La campagna di adozione a distanza delle bambine e dei bambini palestinesi è promossa, sin dal 2001, dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti locali per la pace e i diritti umani in collaborazione con due associazioni di donne di Gerusalemme (l'associazione Juzoor Foundation for Health and Social Development e l'associazione Rawdat El Zuhur) che provvedono alla segnalazione dei bambini e alla distribuzione e gestione delle somme raccolte. In questo ambito, l'associazione «Juzoor Foundation for Health and Social Development» ha dato avvio anche ad un'iniziativa chiamata «Child to child», che consiste nella raccolta di giocattoli provenienti da varie parti del mondo, che saranno distribuiti ai bambini di Gaza tramite l'Unrwa, l'agenzia dell'Onu che assiste i rifugiati palestinesi. L'obiettivo è inviare a Gaza giocattoli, libri illustrati, pennarelli e quaderni da colorare per regalargli un sorriso, per aiutarli a superare il trauma terribile che stanno vivendo e sognare un futuro migliore. L'iniziativa della Tavola della pace e del Coordinamento nazionale degli Enti locali dà un volto, un nome al dramma dei bambini di Gaza. Bambini da adottare. STORIE DA ABBRACCIARE Come Hala Balousha, nata a Sheikh Radwan nel 1997. Frequenta la scuola materna della associazione «diritto di vivere». Ha 2 fratelli e 7 sorelle. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Come Abdel El Rahman Abu Wadi, nato nel campo profughi di Jabalia nel 2002. Frequenta la prima classe della scuola elementare dell'Unrwa. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 2 fratelli e 3 sorelle. Come Assmaa' Abu Shariah, nata nel campo profughi di Jabaliya nel 1996. Frequenta la sesta classe della scuola elementare dell'Unrwa. Il papà è morto e la madre è casalinga. Ha 3 fratelli e 2 sorelle. Come Ahmad Mashharawy, nato a Gaza nel 1999. Frequenta la terza classe. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 4 sorelle. Come Maram Al Saleh è nata a Tal el Za'tar nel 2001. È disabile e non può andare a scuola. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 3 fratelli e 4 sorelle. Come Baha'a Zied, nato a Beit Lahiya nel 2002. Frequenta la prima elementare. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 5 sorelle. Come Eid Abu Rashed è nato a Jabalia nel 2000. È disabile e non può andare a scuola. Il padre è disoccupato e la madre è casalinga. Ha 5 fratelli e 2 sorelle. Come Hana Al Bari'i, nata a Tal el Za'tar nel 1997. Frequenta la quinta classe della Scuola femminile di Beit Lahaya. Il padre è operaio e la madre è casalinga. Ha 2 fratelli e 8 sorelle. Come Mohamad El Ariny, nato nel campo profughi di Sika nel 2001. Frequenta la seconda classe della scuola elementare del Unrwa. Il papà è morto e la madre è casalinga. Ha 3 fratelli e 4 sorelle. Come Ranin Mohamad, nata a Jabaliya Al Karama nel 1995. Frequenta la quinta elementare della scuola Blakhia/Shata'a. Il padre è operaio e la madre è casalinga. Ha 4 fratelli e 3 sorelle. Nomi. Storie. Volti. Bambini da adottare. Per dare loro una speranza.

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Il giudice sugli stupratori: <Non sono umani> (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 47 del 2009-02-24 pagina 17 Il giudice sugli stupratori: «Non sono umani» di Enrico Lagattolla Il gup di Milano usa frasi di fuoco nelle motivazioni della condanna dei romeni che abusarono di due donne e le picchiarono: «Selvaggi che hanno mostrato tutta la loro brutalità, con modalità che sanno di tortura» Milano«Selvaggi». «Brutali». «Inumani». Responsabili di «sordidi rituali» e vere e proprie «torture». La crudeltà si declina in poche pagine. Una dozzina in tutto, per chiamare l'efferatezza col proprio nome. Dodici pagine di motivazioni con cui il gup di Milano Giovanna Verga spiega la sentenza di condanna pronunciata nel novembre scorso nei confronti di Artinovici Musulica - neanche ventenne - e Napoleon Ciobataru - classe 1978 - a 12 anni di reclusione con rito abbreviato per violenza sessuale aggravata e sequestro di persona. Due romeni che tra l'aprile e il giugno del 2007 stuprarono e picchiarono (assieme ad altri tre complici, già rinviati a giudizio) prima una prostituta albanese sequestrata lungo una strada provinciale («selvaggiamente percossa a sangue e stuprata fino a farla svenire, tanto che lei aveva pensato di morire, ed era stato il pensiero del figlio a darle la forza di vivere», si legge ancora nel documento), e poi una giovane italiana che a Pioltello, in provincia di Milano, si era appartata in auto con un ragazzo. Costretto, quest'ultimo, ad assistere all'aggressione. Minacciato con un cacciavite. Prima, il giudice si sofferma sulle ricostruzione della notte di violenza. Scrive il gup Verga che «erano circa le 22 del 26 giugno 2007. I due ragazzi avevano deciso di appartarsi nel solito posto vicino a un'edicola. Erano parcheggiati con il motore spento, avevano abbassato i sedili della macchina, lei era seduta sul lato del passeggero quando hanno sentito una macchina frenare di colpo, dal mezzo sono scesi quattro uomini armati con atteggiamento brusco, forse drogati. Erano tutti armati, tre avevano la pistola e uno un cacciavite. Dicono loro "dateci tutto quello che avete"». È l'inizio dell'incubo. «Uno le intimava di scendere dalla macchina e sotto la minaccia delle pistole la portavano poco distante». Il ragazzo «gridava loro di lasciarla stare, di non farle del male, ma loro la obbligavano a spogliarsi sempre sotto la minaccia dell'arma». Quindi la violenza. Anzi, il «sordido rituale», come lo chiama il giudice. Perché mentre la giovane veniva «fatta inginocchiare e sotto la minaccia di un'arma costretta» all'umiliazione, il ragazzo «era costretto, ostaggio di uno dei criminali, ad assistere impotente allo stupro continuato della sua compagna, che per quasi due ore è stata in balia di efferati delinquenti». Poi, «tutte e due, terminato lo stupro, sono stati tenuti ancora prigionieri per un apprezzabile lasso di tempo». Di qui, l'accusa di sequestro di persona. Per questo - insiste il gup - «non può non sottolinearsi la gravità dei fatti e l'intensità del dolo». Così, il magistrato, qualifica il branco di romeni. «Gli imputati - scrive infatti nelle motivazioni della sentenza - hanno agito in maniera gratuita e con una inumanità che si sarebbe portati a ritenere estranea al genere umano». Ancora, «si sono accaniti su persone indifese, a loro sconosciute, verso le quali non avevano motivi di contrasto e rancore». E soprattutto, «quasi per divertimento». Non è finita. «Hanno mostrato tutta la loro brutalità su donne indifese, oltraggiandole e umiliandole con una violenza senza ragione». Perché «non si sono limitati a picchiare, spaventare e rapinare le vittime», ma «le hanno anche stuprate costringendole a rapporti non protetti con modalità che sanno di tortura». E infine, «non ancora paghi, dopo le rapine e gli stupri i violentatori hanno trattenuto in ostaggio le vittime finché il loro capo ha consentito la liberazione». Questo il quadro. Orrendo. Così, il giudice, fa quasi fatica a quantificare un risarcimento per la vittima (fissato comunque a 300mila euro, «a titolo di mero danno morale»). Perché «è certo che i fatti accertati hanno provocato gravissimi danni» alla ragazza, «danni la cui entità non è forse monetariamente quantificabile». «La giovane donna, infatti, dopo essere stata rapinata, è stata brutalmente abusata per circa due ore dagli imputati che si sono divertiti a umiliarla costringendola a subire rapporti non protetti con un rituale che, come già indicato, sa di tortura. E le conseguenze di tale fatto efferato sulla donna non richiedono spiegazione, essendo del tutto evidenti». Allo stesso modo, conclude il gup, «è evidente la pericolosità sociale degli imputati». Per questo, «a pena espiata, dovranno essere espulsi dal territorio dello Stato». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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L'omicidio di Anna Politkovskaya: le valutazioni della sentenza (sezione: Diritti umani)

( da "MilleCanali" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

24 Febbraio 2009 Focus / FOCUS L?omicidio di Anna Politkovskaya: le valutazioni della sentenza Oggi pubblichiamo un lungo ?speciale? su Anna Politkovskaya e sull?assoluzione dei suoi presunti sicari. Un avvenimento terribile ma forse non del tutto negativo. Sicuramente terribile invece è il lunghissimo elenco di giornalisti morti da quell?ottobre 2006 ad oggi in Russia e nelle ex Repubbliche sovietiche per morte violenta. "Eppure questo verdetto ha degli aspetti positivi... Questa sentenza di fatto riapre i giochi; riafferma la possibilità di condurre una seria indagine sul ruolo svolto dai servizi di sicurezza federali eredi del Kgb e del ministero degli interni nell'omicidio Politkovskaya. Ho ancora fiducia che prima o poi saranno trovati i veri responsabili". Le parole di Arkadi Vaksber, scrittore e giornalista russo autore di "I veleni del Cremlino. Gli omicidi politici in Russia da Lenin a Putin" riassumono alla perfezione il pensiero di moti russi sull'esito dell'omicidio Politkovskaya, a parte la fiducia che il caso verrà un giorno affrontato e risolto con investigazioni serie (pochi ci credono sul serio). Il processo ai quattro imputati dell'omicidio della giornalista russa, per i colleghi sella giornalista un processo "farsa", si è concluso pochi giorni fa con l'assoluzione dei fratelli Dzhabarail e Ibragim Makhmudov (il terzo è latitante) e Serghei Khadzhikurbanov. Nello specifico Serghei Khadzhikurbanov, era accusato di essere l'organizzatore logistico del delitto, e i fratelli Dzhabrail e Ibragim Makhmudov i presunti pedinatori della vittima. Di fatto l'impianto accusatorio era debole e pur indicando gli esecutori non ha mai fatto riferimento a qualsiasi mandante (anche per la difficoltà di arrivare a dimostrare chi sia il mandante).Anche i famigliari, i difensori dei diritti umani e i colleghi della giornalista, seppur sdegnati, concordano su un punto: rispetto per il verdetto, la colpa semmai è delle carenze degli inquirenti, che non sono riusciti a mettere in piedi un'inchiesta rigorosa, nonostante le molte evidenze a disposizione. Questo è sempre stato un processo monco, privo del mandante e del sicario che il 7 ottobre 2006 freddò a Mosca la giornalista nell'ascensore di casa. Dopo il verdetto della giuria la corte militare di Mosca ha restituito al comitato investigativo presso la procura generale il fascicolo d'inchiesta sul caso. «Dato che i giurati hanno deciso che i fratelli (Dzhabrail e Ibragim) Makhmudov e Serghei Khadzhikurbanov non sono implicati in questo crimine, il caso deve essere rinviato al comitato d'indagine della procura russa, con lo scopo di individuare le persone coinvolte in questo delitto» - ha dichiarato il presidente Ievgheni Zubov. «Come prima del processo, quando avevo letto gli atti, anche ora ritengo i quattro imputati in un modo o nell'altro complici nell'uccisione di mia madre» - ha commentato Ilià, il figlio di Anna Politkovskaia, precisando di rispettare però il verdetto, peraltro unanime, perchè l'accusa non è stata in grado di provare la colpevolezza. Della stessa opinione Serghei Sokolov, caporedattore di 'Novaia Gazeta?, il quindicinale per cui lavorava la giornalista. «In aula potevano portare più prove e indizi. A me sembra che gli accusati abbiano a che fare con l'uccisione e noi continueremo a insistere su questa pista, ma rispettiamo il verdetto» - ha dichiarato, promettendo che il giornale continuerà la sua inchiesta. Sdegnato il presidente dell'Unione dei giornalisti russi, Vsevolod Bogdanov: «È una vera vergogna. Che razza di investigazione era se i giurati hanno approvato il verdetto all'unanimità? Di fatto, le forze dell'ordine sono incapaci di dire perchè o chi è responsabile per l'uccisione di qualsiasi giornalista in Russia». Come è capitato in questi ultimi 15 anni, nel caso di Vlad Listiev, notissimo volto del primo canale televisivo freddato da sicari nel marzo del '95 o per il direttore dell'edizione russa della rivista americana ?Forbes?, Paul Klebnikov, ucciso nel luglio del 2004: anche nel suo caso gli imputati furono assolti ed ora il tentativo di rifare il processo resta sospeso sine die per la loro irreperibilità. È doveroso in questa occasione ricordare i nomi dei giornalisti ucciso dopo la morte della Politkavskaya, ma senza dimenticare Antonio Russo, giornalista di Radio Radicale ucciso in Georgia il 16 ottobre 2000 morto per lo schiacciamento del torace, un metodo tipico dei servizi segreti sovietici. Russo era in procinto di rientrare in Italia per portare nuove testimonianze e documenti sull'atrocità della guerra in Cecenia. Il suo corpo privo di vita venne trovato sulla strada dove si trovava la base russa di Vasian. La lista dei giornalisti uccisi o morti in circostanze misteriose dopo il 7 ottobre 2006 (data dell'assassinio di Anja Politkovskaya) in Russia e nelle ex Repubbliche sovietiche, comprese le zone di guerra, conta su qualcosa come 88 persone. Ecco i loro nomi: Anatoly Voronin, capo del settore commercio di ITAR-TASS; Mosca. Pavel Makeyev, reporter per la SocietàTNT-Pulse, Rostov-sul-Don; Magomedzaghid Varisov, Makhachkala; Alexander Pitersky, reporter di Radio Baltika, San Pietroburgo; Vladimir Pashutin, del giornale Smolensky Literator, Smolensk; Tamirlan Kazikhanov, capo del servizio stampa Anti-terrorismo del Centro Russian Ministry of Internal Affairs's, Dipartimento per il Distretto Federale Meridionale, Nalchik; Kira Lezhneva, cronista del quotidiano "Kamensky Worker ", nella regione di Sverdlovsk Yefim Sukhanov, ATK-Media, Archangelsk; Farit Urazbayev, cameraman, Vladivostok TV / Radio Company, città di Vladivostok; Adlan Khassanov, Reuters reporter, ucciso a Grozny; Shangysh Mondush, corrispondente per il quotidiano Khemchiktin Syldyzy, Repubblica di Tuya Paul Klebnikov, redattore della versione russa di Forbes Magazine, Mosca; Payl Peloyan, redattore della rivista Armyansky Pereulok, Mosca; Zoya Ivanova, dell' emittente televisiva BGTRK, Repubblica di Buryatia; Vladimir Pritchin, redattore capo del canale Nord Baikal TV / Radio Company, Repubblica di Buryatia; Ian Travinsky, San Pietroburgo, ucciso a Irkutsk, Aleksei Sidorov, Tolyatinskoye Obozreniye. È il secondo redattore capo del giornale locale, "Tolyatinskoye Obozreniye" ad essere ucciso. Yuri Shchekochikhin, Novaya Gazeta, Mosca. Vice redattore della Novaya Gazeta, morì pochi giorni prima del suo viaggio in programma negli Stati Uniti d'America per discutere i risultati della sua inchiesta giornalistica con i funzionari dell'FBI. Ha investigato su alcuni scandali di corruzione che hanno coinvolto alti funzionari FSB. Shchekochikhin è morto per un "grave reazione allergica" ad una sostanza che presumibilmente è stata identificata come tallio. Dmitry Shvets, della TV-21 Northwestern Broadcasting, morto a Murmansk. È stato vice direttore della stazione televisiva indipendente TV-21 Northwestern Broadcasting. È stato ucciso al di fuori del suo ufficio. Shvets' aveva detto ai colleghi di aver ricevuto molteplici minacce per la sua relazione sugli influenti politici locali. Natalia Skryl, del giornale Nashe Vremya, città di Taganrog; Konstantin Pogodin, Novoye, del quotidiano Delo, città di Niznij Novgorod; Valeri Batuev, giornale di Moscow News, Mosca; Sergei Kalinovski, Moskovskiy Komsomolets, Smolensk; Vitali Sakhn-Val'da, fotoreporter, della città di Kursk; Leonid Shevchenko,del giornale Pervoye Chteniye, Volgograd; Valeri Ivanov, redattore capo del Tol'yattinskoye Obozrenie, nella regione Samara; Sergei Zhabin, al servizio stampa del governatore della regione di Mosca; Nikolai Vasiliev, di Cheboksary , Chuvashia; Leonid Kuznetsov, del giornale Mescherskaya Nov', della regione di Ryazan; Paavo Voutilainen, redattore principale della rivista Kareliya, Kareliya; Roddy Scott, della Frontline-TV inglese. Alexandr Plotnikov, del giornale Gostiny Dvor, della città di Tyumen; Oleg Sedinko, fondatore della Novaja Volna TV e Radio Company, di Vladivostok; Nikolai Razmolodin, direttore generale della Europroject TV e Radio Company, Ulyanovsk Igor Salikov, capo del Dipartimento di informazioni di sicurezza dei Moskovskiy Komsomolets, giornale in Penza; Leonid Plotnikov, della casa editrice "Periodici di Mari-El", Yoshkar-Ola. Eduard Markevich, curatore ed editore del giornale locale Novy Reft, a Sverdlovsk. Viene trovato morto, colpito alla schiena. Ha spesso criticato i funzionari locali ed aveva ricevuto minacce prima dell'assassinio. Vladimir Yatsina, corrispondente di ITAR-TASS, rapito e poi ucciso da un gruppo di Wahhabis in Cecenia Aleksandr Yefremov, Cecenia. Fotoreporter della Siberia occidentale del giornale Nashe Vremya, ucciso in Cecenia dai ribelli. Igor Domnikov, dalla Novaya Gazeta, Mosca. Uno sconosciuto assassino lo colpisce ripetutamente alla testa con un martello, all'ingresso del suo palazzo a Mosca. L'assassino non è mai stato trovato. Sergey Novikov, Radio Vesna, Smolensk. È stato colpito e ucciso nel vano scala del suo appartamento. Ha spesso criticato il governo di Smolensk. Iskandar Khatloni, Radio Free Europe, Mosca. È ucciso di notte con un ascia nel suo appartamento di Mosca da uno sconosciuto. Khatloni lavorava sugli abusi dei diritti umani in Cecenia. Sergey Ivanov, Lada-TV. E' colpito cinque volte alla testa e al torace davanti al suo palazzo. È stato direttore della Lada-TV, la più grande televisione indipendente nel Togliattigrad. Adam Tepsurgayev, Reuters. Cameraman ceceno, ha prodotto la maggior parte delle riprese Reuters dalla Cecenia nel 2000, tra cui gli scatti del ribelle ceceno Shamil Basayev. Cynthia Elbaum. fotografo per Time magazine, Cynthia è stata uccisa nel corso di bombardamenti russi nel 1994. Vladimir Zhitarenko, veterano militare corrispondente per le forze armate russe per il quotidiano Krasnaya Zvezda (Stella Rossa), è colpito da due proiettili di un cecchino al di fuori della città di Tolstoy-Yurt, nei pressi della capitale cecena di Grozny. Nina Yefimova, reporter per il giornale locale "Revival" è stata rapita dal suo appartamento e uccisa insieme a sua madre. Diversi giornalisti a Grozny e a Mosca credono che il suo omicidio sia legato ai suoi articoli sulla criminalità in Cecenia. Jochen Piest. È ucciso in un attacco suicida da un ribelle ceceno nel villaggio di Chervlyonna, a nord-est della capitale cecena. Farkhad Kerimov. Autore delle riprese di Associated Press dei "ribelli" della Cecenia. Non è mai stato stabilito il motivo dell'uccisione. Natalya Alyakina Free-lance corrispondente per la Germania, è uccisa da un soldato vicino alla città meridionale russa di Budyonnovsk. Shamkhan Kagirov. Reporter per il quotidiano di Mosca Rossiyskaya Gazeta e il giornale locale Vozrozheniye, è colpito e ucciso in un agguato in Cecenia.Tre agenti di polizia locale che viaggiavano in automobile con lui vengono anch'essi uccisi. Viktor Pimenov. Fatalmente colpito alla schiena da un cecchino posizionato sul tetto di un edificio a Grozny. Nadezhda Chaikova. Il suo corpo è stato trovato sepolto nel villaggio ceceno di Geikhi bendato e recante segni di percosse. La causa della morte è un colpo d'arma da fuoco. Supian Ependiyev. Muore in un affollato mercato all'aperto nel centro di Grozny, in un raid che causò l'uccisione o il ferimento di centinaia di persone. Secondo altre fonti, morì due giorni dopo. Ramzan Mezhidov. Uccisi in un attacco aereo a un convoglio di rifugiati lungo la Rostov-Baku, strada da Grozny a Nazran nella vicina Inguscezia. Vladimir Yatsina , corrispondente per ITAR-TASS, è rapito e ucciso da un gruppo di Wahhabis. Roddy Scott. Ucciso nella repubblica russa di Inguscezia. Soldati russi hanno trovato il suo corpo nella regione di Galashki, vicino al confine con la Cecenia, a seguito di una sanguinosa battaglia tra le forze russe e un gruppo di combattenti ceceni. Magomedzagid Varisov, scienziato politico e giornalista, è colpito a morte nei pressi della sua abitazione a Makhachkala. Aveva ricevuto minacce e aveva chiesto, senza ottenerla, l'aiuto della polizia locale. Sharia Jamaat ha rivendicato la responsabilità per l'uccisione. Dmitry Krikoryants Yvan Scopan Sergei Krasilnikov Rory Peck Igor Belozyorov Vladimir Drobyshev Aleksandr Sidelnikov Aleksandr Smirnov Yuri Soltis Dmitry Kholodov Viatcheslav Rudnev Vladislav Listyev Vadim Alferyev Felix Solovyov Viktor Pimenov Viktor Mikhailov Ramzan Khadzhiev Larisa Yudina Anatoly Levin-Utkin Supian Ependiyev Eduard Markevich Natalya Skryl Roddy Scott Adlan Khasanov Pavel Makeev Maksim Maksimov Andrei Soloviev Grigol Chikhladze Stan Storimans Anastasia Baburova. 25 anni, studentessa della scuola di giornalismo. Inseguiva il sicario di Stanislav Markelov, già avvocato di Anna Politkovskaya, difensore delle famiglie dei ceceni rapiti e torturati dalle milizie filorusse, e della famiglia di Elza Kungayev, stuprata e uccisa da militari russi, per conto della quale aveva appena promosso un ricorso contro la scarcerazione del colonnello russo Yurij Budanov, responsabile dell'episodio. Anastasia è morta per un colpo di pistola sulla faccia sparato dal sicario che aveva appena assassinato alle spalle Markelov. Fonti: Commette to Protect Journalists e Glasnost Defence Foundation. (Elena Romanato)

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- PREMIO AMNESTY ITALIA 2009: I DIECI BRANI SELEZ (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

24-02-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Febbraio > Premio Amnesty Italia 2009: i 10 brani selezionati Contenuto della paginaPremio Amnesty Italia 2009: i 10 brani selezionati CS026: 24/02/2009L'Associazione Voci per la Libert e la Sezione Italiana di Amnesty International presentano la rosa delle 10 canzoni candidate al Premio Amnesty Italia 2009: "Cambiami il destino" di Ania "Non mettere le mani in tasca" di Caparezza"Lettere di soldati" di Vinicio Capossela"Multumesc" di Cisco"Il sogno di Mhedy" dei Folkabbestia"La guerra dell'acqua" di Ivano Fossati"Kabul" di Flavio Oreglio e I Luf"Radio Conga" dei Negrita"Il giorno in cui vennero gli aerei" degli Yo Yo Mundi"Quasi tutti" di Massimo ZamboniIl brano vincitore verr selezionato nelle prossime settimane da una giuria di addetti ai lavori comprendente: Gi Alaimo (Il Gazzettino), Alessandro Besselva Averame (Mucchio), Silvia Boschero (Radio Rai), Marco Cavalieri (Radio Citt Aperta), Valerio Corzani (Radio 3, il manifesto), Maria Cuffaro (Rai Tre), Luca D'Alessandro (MusicBoom), Fabio De Luca (Rolling Stone), Cinzia Fiorato (Rai Uno), Gabriele Guerra (Freequency), Ezio Guaitamacchi (Jam), Federico Guglielmi (Mucchio), Andrea Laffranchi (Corriere della Sera), Michele Lionello (Voci per la Libert), Carlo Mandelli (QN - Quotidiano Nazionale, Il Giorno), Riccardo Noury (Amnesty International - Sezione Italiana), Diego Pinamonte (Smemoranda.it), Paolo Pobbiati (Amnesty International - Sezione Italiana), Valeria Rusconi (Gruppo Espresso), Giordano Sangiorgi (MEI), Mauro Santoriello (MTV), Gianni Santoro (XL), Stefano Starace (A Rivista), Renzo Stefanel (Rockit), John Vignola (Vanity Fair, Radio 1), Savino Zaba (Rai Uno e Radio 2), Franco Zanetti (Rockol). Il Premio Amnesty Italia stato istituito nel 2003 e viene consegnato ogni anno all'artista che meglio ha saputo rendersi portavoce di temi che riguardano i diritti umani durante l'anno precedente. Le precedenti edizioni hanno visto vincitori Daniele Silvestri con "Il mio nemico" nel 2003, Ivano Fossati con "Pane e coraggio" nel 2004, Modena City Ramblers con "Ebano" nel 2005, Paola Turci con "Rwanda" nel 2006, Samuele Bersani con "Occhiali rotti" nel 2007 e Subsonica con "Canenero" nel 2008. Per quanto riguarda il concorso dedicato ai musicisti emergenti,"Voci per la Libert - Una Canzone per Amnesty", ricordiamo che il bando della manifestazione scadr il 15 aprile 2009. Sono, inoltre, gli ultimi giorni utili per partecipare al Premio Web: i primi 30 artisti che si iscriveranno al concorso entro e non oltre il 28 febbraio avranno diritto a una pagina sul sito di Voci per la Libert, attraverso la quale potranno essere conosciuti, ascoltati e votati! Il brano dell'artista o del gruppo preferito dai visitatori del sito della manifestazione parteciper di diritto alla fase finale del concorso. Maggiori informazioni sul Premio Amnesty Italia e sul Premio Web sono disponibili on line.Con il supporto di: Audiocoop - MEI Fest - Glitter & Soul - Suono e Immagine - Europrint - Imaginaria - Risonanze Unplugged - Federazione Italiana Organizzazione Festival d'Autore. Media Partner: Freakout - Mescalina - MusicBoom - Demo - Freequency - Jam - Rec Radio - Rockit - Mucchio - Radio Base - Ecoradio - ViaVaiNet - Kronic. FINE DEL COMUNICATO Roma, 24 febbraio 2009 Informazioni: Ass. culturale Voci per la Libert www.vociperlaliberta.it www.myspace.com/vociperlaliberta E.mail info@vociperlaliberta.it Tel/fax 0425.405562 Direzione artistica: Michele Lionello Mobile: +39.339.6322874 - E.mail: mic.lio@libero.it Ufficio stampa e promozione: Glitter & Soul www.glitterandsoul.com www.myspace.com/glitterandsoul E mail e Skype: alessandro@glitterandsoul.com elisa@glitterandsoul.com Mobile: Alessandro: +39.333.9846272 Elisa: +39.349.5520417 Ufficio stampa Amnesty International Tel. 06/4490224 - +39.348.6974361 E.mail: press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

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Riaperta ieri la prigione di Abu Ghraib (sezione: Diritti umani)

( da "Denaro, Il" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Borsa & Mercati iraq Riaperta ieri la prigione di Abu Ghraib E' stata riaperta ieri dalle autorità irachene la prigione di Abu Ghraib, diventata tristemente nota in tutto il mondo per gli abusi sui prigionieri compiuti dai soldati americani, dopo essere stata un centro di tortura durante il regime di Saddam Hussein. Nel tentativo di non rievocare più tristi ricordi nella memoria degli iracheni, l'istituto penitenziario è stato ribattezzato con il nome di Carcere centrale di Baghdad ed è stato ristrutturato: al momento ospita 300 detenuti che diventeranno presto 3mila. Al suo interno sono state previste aree di studio e di lavoro ed è stata aperta una biblioteca, ha spiegato il direttore della struttura Abdul-Mutalb Jassim. del 24-02-2009 num.

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Guinea/ Msf denuncia condizioni inaccettabili nelle carceri (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 24 feb. (Apcom) - Medici Senza Frontiere (Msf) denuncia condizioni inaccettabili nelle carceri della Guinea-Conakry, dove nel settembre 2008 ha avviato un intervento nutrizionale e sanitario di emergenza in diverse strutture carcerarie. In un rapporto pubblicato oggi, l'organizzazione medico-umanitaria di emergenza, attiva in oltre 60 paesi e presente in Guinea da 21 anni, rivela la situazione nutrizionale e sanitaria disperata trovata dalle proprie squadre di intervento. Sebbene le condizioni varino nelle diverse strutture monitorate, si precisa in un comunicato, in alcune di esse non vengono soddisfatti bisogni fondamentali, come l'accesso all'acqua, la nutrizione e l'assistenza sanitaria, né sono rispettate le condizioni minime per il rispetto della dignità umani dei prigionieri. "All'arrivo dell'equipe sanitaria di Msf a Gueckedou (nel sud-est del Paese), un prigioniero adulto su tre soffriva di malnutrizione - spiega Frank Bossant, coordinatore dei progetti di Msf in Guinea - le scarse condizioni igieniche avevano provocato nei detenuti una forte disidratazione, problemi gastrici, numerose infezioni delle vie respiratorie e malattie della pelle. Le celle sovraffollate ospitavano minori e adulti insieme, e addirittura detenuti malati di tubercolosi lasciati senza cure e costretti a vivere a stretto contatto con i detenuti sani". In risposta a questa drammatica situazione, Msf ha provveduto a una distribuzione di alimenti terapeutici di emergenza per diversi mesi, ha fornito visite mediche, materiale per l'approvvigionamento dell'acqua e servizi igienico-sanitari. Se la situazione riscontrata nelle carceri della Guinea può essere in parte attribuita alla povertà dilagante e alle limitate risorse del paese, Msf sottolinea che non si riesce a spiegare la mancata risposta alla malnutrizione ricorrente e alle condizioni di vita inaccettabili per i detenuti, in particolare per gli uomini. "La privazione di acqua e cibo e il mancato rispetto dei diritti umani fondamentali mettono a rischio la vita dei detenuti e sono pertanto assimilabili a dei veri e propri maltrattamenti - aggiunge Frank Bossant - un intervento umanitario di emergenza non può essere la soluzione alle disfunzioni generali e strutturali dell'amministrazione penitenziaria per quanto riguarda la distribuzione di cibo e il mantenimento delle condizioni igieniche di base nelle prigioni. Le autorità nazionali e locali devono agire immediatamente per soddisfare le esigenze fondamentali dei detenuti, in conformità con le norme internazionali e nazionali, come richiesto dai donatori dei fondi internazionali e dagli altri attori presenti in Guinea, poiché è in pericolo la salute e la vita di migliaia di persone".

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Cie a Falconara, il Pd va all'attacco (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere Adriatico" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Cie a Falconara, il Pd va all'attacco "La destra alimenta l'intolleranza". Passo avanti del sindaco: "Proveremo a chiedere compensazioni" Inopportuna la decisione del governo ed imbarazzanti le dichiarazioni del sindaco Brandoni. Così il Pd commenta la notizia di una prossima decisione riguardo alla localizzazione dei Cie, uno dei quali potrebbe essere attivato nei pressi dell'ex aeroporto militare. La conferma ufficiale arriverà oggi (dopo una riunione specifica) ma sembra ormai quasi certo: Falconara ospiterà il Cie centro identificazione ed espulsione della regione Marche. La novità di ieri, sul fronte dell'Amministrazione, è legata ad una frase di Brandoni che aggiusta il tiro provando ad ipotizzare una richiesta di compensazioni al governo per le ripercussioni che ricadranno sulla comunità per la sistemazione della caserma a Cie. Un po' più propositivo insomma, rispetto a quanto asserito il giorno prima quando aveva accennato a una disponibilità completa. L'attacco dell'opposizione "Le sue dichiarazioni dicono i rappresentanti falconaresi del Pd sono eloquenti. La Giunta di centro-destra di Falconara china il capo in silenzio, ancora una volta, rispetto a scelte così gravi fatte dall'alto ma che riguardano la nostra città, nonostante tutte le forze politiche del Consiglio comunale di Falconara si siano già espresse negativamente, per ragioni diverse, rispetto a questa eventualità". Il Partito Democratico cittadino ha denunciato l'utilizzo sempre più distorto che si è fatto nel corso degli anni di queste strutture, la costante violazione dei diritti umani al loro interno e le condizioni drammatiche in cui vivono gli immigrati che vi sono rinchiusi. "Onu, Parlamento Europeo, organizzazioni umanitarie e di volontariato fanno notare i Democratici falconaresi hanno più volte evidenziato queste terribili realtà. Il problema dell'immigrazione sussiste ma va risolto con umanità, senso di responsabilità ed equilibrio, con il contributo di tutte le forze politiche, senza diventare un fertile terreno di scontro che porti a derive autoritarie e xenofobe". Il rischio di città-polveriera Secondo il Pd Falconara, dopo le proposte di ronde e di ordinanze anti-poveri, "rischia di divenire una città-polveriera in cui l'amministrazione di destra sta alimentando un'insopportabile cultura dell'intolleranza. È sconcertante il perenne silenzio dell'Udc locale e dei suoi esponenti, visto che il partito a livello nazionale ha criticato più volte aspramente i Cie e la politica dissennata del Governo in tema di immigrazione e che con il loro silenzio, fuori e dentro l'aula consiliare, creano le premesse affinché il centro-destra falconarese finisca pericolosamente per appiattirsi totalmente con l'area più dura e massimalista della destra locale". Il decreto sicurezza La nuova partita del governo, infatti, si gioca sui Cie, i centri di identificazione ed espulsione, che bisognerà rendere disponibili per applicare il decreto sicurezza. La scelta di prolungare il tempo di permanenza dei clandestini da due a sei mesi rende infatti necessario poter contare su altre strutture, visto che a disposizione ci sono appena 1.200 posti. MARINA MINELLI,

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Ecco il testo del ddl Calabrò sulla fine vite (sezione: Diritti umani)

( da "Foglio, Il" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

24 febbraio 2009 Ecco il testo del ddl Calabrò sulla fine vite Onorevoli senatori -. I notevoli progressi nelle conoscenze scientifiche in campo medico e l'utilizzo sempre più avanzato di sofisticate biotecnologie hanno reso possibile la cura, il miglioramento ed il controllo di molte e gravi patologie o disabilità. Tali nuove possibilità hanno sollevato problematiche e dubbi di difficile soluzione riguardanti l'equità dell'allocazione di risorse sempre più limitate, la definizione del limite terapeutico e della sua proporzione rispetto al risultato atteso, il riconoscimento ed il significato delle disabilità particolarmente avanzate, il limite della libertà e bontà della ricerca scientifica e dell'applicazione delle sue conquiste. Tutto ciò, come hanno evidenziato le recenti cronache giudiziarie, ha anche sollevato nell'uomo contemporaneo ulteriori dubbi di ordine etico attinenti al trattamento sanitario cui sottoporsi nella fase di fine vita. Ma se l'impatto della scienza e della tecnica nella nostra vita ha destato nuovi interrogativi cui non è facile dare soluzioni, è pur vero che una storia millenaria ci insegna che il diritto alla vita, in quanto espressione del diritto naturale, è sempre stato garantito in tutte le società, trattandosi di un principio profondamente laico, comune a tutte le tradizioni e civiltà. Si ravvisa, dunque, la necessità di elaborare una legge che contemperi il rispetto dell'esercizio della libertà del soggetto con la tutela della dignità di ogni uomo e del valore dell'inviolabilità della vita. In ossequio a quanto sancito nella Costituzione italiana che riconosce al principio di autodeterminazione del paziente il valore di diritto fondamentale, si vuole riconoscere al cittadino siffatto potere decisionale anche per il momento in cui dovrebbe eventualmente trovarsi privo della capacità di intendere e di volere, attraverso le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento. Ma come già avviene nella stesura del consenso informato, quando il soggetto decide in piena scienza, si ritiene che anche nella redazione delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento, debba in qualche forma sussistere quel rapporto di fiducia tra medico e paziente, che determina una vera e propria alleanza terapeutica tra i due. E questo soprattutto perché si vuole in tal modo recuperare idealmente il rapporto medico-paziente anche in una situazione estrema, in cui il soggetto non è più in grado di esprimersi. In tal modo quel rapporto di fiducia che fin dalla nascita lega direttamente o indirettamente il paziente al medico, continua anche davanti all'impossibilità del malato di interagire, concretizzandosi nel dovere del medico di prestare tutte le cure di fine vita, agendo sempre nell'interesse esclusivo del bene del paziente. Non si può inoltre non tenere in debita considerazione che le dichiarazioni anticipate sono sì espressione della libertà del soggetto di esprimere i propri orientamenti circa i trattamenti sanitari e di fine vita cui essere sottoposto, nell'eventualità di trovarsi in condizioni di incapacità di intendere e di volere, ma di contro lo privano della possibilità di contestualizzare e attualizzare la sua scelta, in virtù di eventuali cambiamenti scientifici intervenuti. Il diritto di autodeterminazione per non divenire costrizione tirannica che può esplicare i suoi effetti contro gli interessi della persona stessa, deve sempre lasciare uno spiraglio alla revisione e persino alla contraddizione. In caso contrario, esso si trasforma nella "presunzione fatale" di poter determinare il proprio destino una volta per tutte, senza tener conto dei mutamenti, delle trasformazioni, delle sorprese che la vita sa riservare ogni giorno. Questa concezione di libertà aperta all'empiria, e per questo mai perfetta e assoluta, interpreta un'idea della laicità comune a credenti e non credenti che s'ispirano a princìpi di autentico liberalismo. Si è ritenuto, dunque, che il concetto di "alleanza terapeutica" al fondamento di questo disegno di legge rappresenti la possibile traduzione di tale concezione della libertà, conferendo al paziente l'autonomia di orientare le scelte terapeutiche in un contesto - di fatto e psciologico - per lui ignoto; e al medico la responsabilità , nella situazione data, di attualizzarne le indicazioni. In questo contesto, il medico può assumere in maniera corretta le decisioni più opportune per il paziente, tenendo conto attentamente della sua volontà, alla luce delle nuove circostanze venutesi a creare e sempre in applicazione del principio della tutela della salute e della vita umana, secondo i principi di precauzione, proporzionalità e prudenza. _ Ciò premesso, il presente disegno di legge intende nel pieno rispetto del diritto positivo e in primis della Costituzione italiana, riaffermare il valore inviolabile dell'indisponibilità della vita. Si ritiene, infatti, che il soggetto nella Dichiarazione anticipata di trattamento non possa in alcun modo esprimere desideri che siano contrari alle norme giuridiche vigenti nel nostro Paese, chiedendo ed ottenendo interventi eutanasici o che possano configurarsi come suicidio assistito. Allo stesso modo si intende vietare ogni forma di accanimento terapeutico, sottoponendo il soggetto a trattamenti futili, sproporzionati, rischiosi o invasivi. A tal proposito non appare pleonastico sottolineare che siffatti divieti sono già enunciati in diverse norme nazionali ed europee in materia di bioetica. Così all'art. 9 la Convenzione europea sui diritti umani e la biomedicina, nota come Convenzione di Oviedo, sancisce che nel caso in cui il paziente non sia in grado di esprimere i propri desideri, si deve tener conto di quelli espressi precedentemente. Principio già recepito dal Codice di deontologia medica italiano, il quale inoltre precisa all'art. 36 che il medico, anche se su richiesta del malato, non deve effettuare o favorire trattamenti diretti a provocarne la morte, riferimenti normativi non a caso ripresi dal Comitato Nazionale per la Bioetica nel documento del 2003 intitolato “Dichiarazioni anticipate di Trattamento”. _In questo documento, il CNB, riprendendo la Convenzione di Oviedo e le norme di deontologia medica, ribadisce che mediante le dichiarazioni anticipate di trattamento, non si intende in alcun modo riconoscere, al paziente - una volta divenuto incapace - il diritto all'eutanasia. La funzione giuridica delle DAT è invece quella di garantire al malato esclusivamente l'esercizio della libertà di decidere circa quei trattamenti sanitari che, se fosse capace, avrebbe il diritto morale e giuridico di scegliere. Ne consegue che l'alimentazione e l'idratazione artificiale non possono essere oggetto di Dichiarazione Anticipata di Trattamento, trattandosi di atti eticamente e deontologicamente dovuti, in quanto forme di sostegno vitale, necessari e fisiologicamente indirizzati ad alleviare le sofferenze del soggetto in stato terminale e la cui sospensione configurerebbero un'ipotesi di eutanasia passiva. _Inoltre è opportuno specificare ancora una volta che una legge che voglia disciplinare in maniera esauriente le dichiarazioni anticipate di trattamento debba prendere in considerazione la distanza psicologica e temporale tra il momento in cui il soggetto esprime la sua volontà circa i trattamenti sanitari cui vorrà essere sottoposto nella fase di fine vita e il momento in cui realmente verranno attuati. Non è superfluo notare la difficoltà di dare attuazione a decisioni assunte ora per allora, considerato che la visione della vita potrebbe mutare a seconda che il soggetto goda o meno di ottima salute fisica e psichica allorché esprime la sua volontà. Né va tralasciato che dal momento della redazione delle DAT, possono essere nel frattempo intervenuti nuovi progressi scientifici che renderebbero inattuali i desideri precedentemente manifestati dal paziente. Per queste ragioni, il CNB ha sottolineato che il carattere non assolutamente vincolante, ma non per questo meramente orientativo delle dichiarazioni, non viola in nessun modo l'autonomia del soggetto, presumendo che nessun paziente si priverebbe della possibilità di beneficiare di quei trattamenti che si rendessero disponibili in un periodo successivo alla manifestazione della sua volontà. Ed è esattamente in questo ambito che deve essere inquadrato il ruolo del medico, che non deve limitarsi a eseguire meccanicamente, come un burocrate, i desideri del paziente, ma ha l'obbligo morale di valutarne l'attualità in relazione alla situazione clinica e ai nuovi sviluppi scientifici. Un'interpretazione conforme al più volte citato art. 9 della Convenzione di Oviedo, così come chiarito dal punto 62 del Rapporto esplicativo, il quale dopo aver ribadito che: “i desideri manifestati precedentemente dal paziente devono essere tenuti in considerazione, ma se sono stati espressi molto tempo prima dell'intervento e la scienza ha da allora fatto progressi, potrebbero esserci le basi per non essere presi in considerazione dal medico. Il medico dovrebbe, per quanto possibile, essere convinto che i desideri del malato si applicano alla situazione presente e sono ancora validi”. E' opportuno allora che le Dichiarazioni anticipate, prevedano anche la presenza di una persona di fiducia, che sappia nella fase attuativa valutare, insieme al medico, la volontà del malato impossibilitato ad esprimersi, attualizzando i desideri alla luce dei mutamenti intervenuti. _Ciò a cui si deve mirare è un'alleanza terapeutica tra medico e paziente, in cui il malato sia considerato come un attore attivo e responsabile del trattamento terapeutico, rispettando la sua libertà decisionale, senza dimenticare i rischi insiti nell'esaltazione acritica dell'autonomia dell'individuo. Mentre al medico è richiesto di mirare sempre al bene vero del paziente, ricordando che ogni malato porta con sé un valore incondizionato, fondamento di ogni agire medico. Illustrazione degli articoli Nei primi tre articoli, si delineano in maniera chiara le finalità della proposta di legge che vuole garantire l'inviolabilità e l'indisponibilità della vita umana, nonché la tutela della salute, come fondamentale diritto del cittadino e della collettività, garantendo la partecipazione del paziente all'identificazione delle cure mediche nell'ambito dell'alleanza terapeutica tra medico e paziente. Agli art. 2 e 3 si precisa infatti, il divieto di ogni forma di eutanasia attiva e di suicidio assistito, nonché il divieto di forme di accanimento terapeutico. All'art. 4 si disciplina il consenso informato, prevedendo che il dichiarante debba essere informato in maniera completa e comprensibile su diagnosi, prognosi, natura, rischi e benefici del trattamento proposto. Il consenso può essere sempre revocato, anche solo parzialmente. _L'art. 5 disciplina i contenuti e i limiti delle Dichiarazioni Anticipate di trattamento, (DAT) attraverso le quali il dichiarante esprime il proprio orientamento circa i trattamenti medico-sanitari e di fine vita, in previsione di una futura perdita della capacità di intendere e di volere. Si chiarisce, inoltre, che il redattore può rendere manifesta la propria volontà su quei trattamenti terapeutico-sanitari, che egli, in stato di piena capacità di intendere e dopo compiuta informazione clinica, è legittimato dalla legge a sottoporre al proprio medico curante. Ne deriva che nel testo non possono essere inserite indicazioni finalizzate all'eutanasia attiva od omissiva. Si specifica, quindi, che l'idratazione e l'alimentazione artificiale, in quanto forme di sostegno vitale, non possono formare oggetto di dichiarazioni anticipate. Si determina altresì che la DAT acquista efficacia dal momento in cui, il paziente in stato neurovegetativo sia incapace di intendere e di volere. La valutazione dello stato clinico spetta a un collegio formato da cinque medici (neurologo, neurofisiologo, neuroradiologo, medico curante e medico specialista della patologia). _Agli art. 6, 7 e 8, si afferma che la DAT debba essere redatta in forma scritta, da persona maggiorenne, in piena capacità di intendere e di volere, accolta da un notaio a titolo gratuito. La DAT, sempre revocabile e modificabile, ha validità di tre anni, termine oltre il quale perde ogni efficacia. L'art. 7 prevede la nomina di un fiduciario che, in collaborazione con il medico curante, si impegna a far si che si tenga conto delle indicazioni sottoscritte dal paziente. L'art 8 garantisce al medico la possibilità di disattendere le DAT, sentito il fiduciario, qualora non siano più corrispondenti agli sviluppi delle conoscenze tecnico-scientifiche e terapeutiche, motivando la decisone nella cartella clinica. Si stabilisce inoltre che nel caso di controversia tra il fiduciario ed il medico curante, la questione sia sottoposta alla valutazione di un collegio di medici: medico legale, neurofisiologo, neuroradiologo, medico curante e medico specialista della patologia, designati dalla direzione sanitaria della struttura di ricovero. Tale parere non è vincolante per il medico curante, il quale non sarà tenuto a porre in essere personalmente prestazioni contrarie alle sue convinzioni di carattere scientifico e deontologico. _Agli art 9 e 10, si disciplina l'ipotesi di contrasto tra soggetti parimenti legittimati ad esprimere il consenso al trattamento sanitario, stabilendo che la decisione è assunta, su istanza del pubblico ministero, dal giudice tutelare o, in caso di urgenza, da quest'ultimo sentito il medico curante. Nelle disposizioni finali è prevista l'istituzione di un registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento nell'ambito di un archivio unico nazionale informatico presso il Consiglio nazionale del notariato. consultabile, in via telematica, unicamente dai notai, dall'autorità giudiziaria, dai dirigenti sanitari e dai medici responsabili del trattamento sanitario di soggetti in caso di incapacità. Art. 1 (TUTELA DELLA VITA E DELLA SALUTE) 1.La Repubblica tutela la vita umana fino alla morte, accertata ai sensi della legge 29 dicembre 1993, n. 578 2.La Repubblica, in attuazione degli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione, tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce la dignità della persona umana riguardo alle applicazioni della biologia e della medicina. 3.La Repubblica riconosce come prioritaria rispetto all'interesse della società e della scienza la salvaguardia della persona umana. 4. La Repubblica riconosce il diritto alla vita inviolabile ed indisponibile, garantito anche nella fase terminale dell'esistenza e nell'ipotesi in cui il titolare non sia più in grado di intendere e di volere. 5.La Repubblica, nel riconoscere la tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, garantisce la partecipazione del paziente all'identificazione delle cure mediche più appropriate, riconoscendo come prioritaria l'alleanza terapeutica tra il medico e il paziente, che acquista peculiare valore proprio nella fase di fine vita. Art. 2 (DIVIETO DI EUTANASIA E DI SUICIDIO ASSISTITO) 1.Ogni forma di eutanasia, anche attraverso condotte omissive, e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio sono vietate ai sensi degli articoli 575, 579, 580 del codice penale. 2. L'attività medica, in quanto esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute, nonché all'alleviamento della sofferenza non può in nessun caso essere orientata al prodursi o consentirsi della morte del paziente, attraverso la non attivazione o disattivazione di trattamenti sanitari ordinari e proporzionati alla salvaguardia della sua vita o della sua salute, da cui in scienza e coscienza si possa fondatamente attendere un beneficio per il paziente. _ Art. 3 (DIVIETO DI ACCANIMENTO TERAPEUTICO) _ _1.Soprattutto in condizioni di morte prevista come imminente, il medico deve astenersi da trattamenti sanitari straordinari, non proporzionati, non efficaci o non tecnicamente adeguati rispetto alle condizioni cliniche del paziente o agli obiettivi di cura e/o di sostegno vitale del medesimo. 2.Il divieto di accanimento terapeutico non può legittimare attività che direttamente o indirettamente, per loro natura o nelle intenzioni di chi li richiede o li pone in essere, configurino pratiche di carattere eutanasico o di abbandono terapeutico. Art. 4 (CONSENSO INFORMATO) _ _1.Salvo i casi previsti dalla legge, ogni trattamento sanitario è attivato previo consenso esplicito ed attuale del paziente prestato in modo libero e consapevole. _ _2.L'espressione del consenso è preceduta da accurate informazioni rese in maniera completa e comprensibile circa diagnosi, prognosi, scopo e natura del trattamento sanitario proposto, benefici e rischi prospettabili, eventuali effetti collaterali, nonchè circa le possibili alternative e le conseguenze del rifiuto del trattamento. 3. L'alleanza terapeutica così costituitasi all'interno della relazione medico paziente è rappresentata da un documento di consenso, firmato dal paziente, che diventa parte integrante della cartella clinica. _4.E' fatto salvo il diritto del soggetto interessato che presti o non presti il consenso al trattamento sanitario, di rifiutare in tutto o in parte le informazioni che gli competono. Il rifiuto può intervenire in qualunque momento e deve essere adeguatamente documentato. 5.Il consenso al trattamento sanitario può essere sempre revocato, anche parzialmente. 6.In caso di interdizione ai sensi dell'articolo 414 del codice civile, il consenso è prestato dal tutore che appone la firma in calce al documento. In caso di inabilitazione, ai sensi dell'art.415 del codice civile, si applicano le disposizioni di cui all'art.349, comma 3 del codice civile relative agli atti eccedenti l'ordinaria amministrazione. Qualora vi sia un amministratore di sostegno ai sensi dell'articolo 404 del codice civile e il decreto di nomina preveda l'assistenza in ordine alle situazioni di carattere sanitario, il consenso è prestato dall'amministratore di sostegno. La decisione di tali soggetti è adottata avendo come scopo esclusivo la salvaguardia della salute dell'incapace e non può pertanto riguardare trattamenti sanitari in pregiudizio della vita dell'incapace stesso. 7.Il consenso al trattamento medico del minore è accordato o rifiutato dagli esercenti la potestà parentale o la tutela; la decisione di tali soggetti è adottata avendo come scopo esclusivo la salvaguardia della salute psico-fisica del minore e non può pertanto riguardare trattamenti sanitari in pregiudizio della vita del minore. 8.Qualora il soggetto sia minore o incapace di intendere e di volere e l'urgenza della situazione non consenta di acquisire il consenso così come indicato nei commi precedenti, il medico agisce in scienza e coscienza, conformemente ai principi dell'etica e della deontologia medica. Art. 5 _(CONTENUTI E LIMITI DELLE DICHIARAZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO) 1.Nella Dichiarazione Anticipata di Trattamento il dichiarante esprime il proprio orientamento in merito ai trattamenti sanitari e di fine vita in previsione di una eventuale futura perdita della propria capacità di intendere e di volere 2.Nella Dichiarazione Anticipata di Trattamento il soggetto dichiara il proprio orientamento circa l'attivazione e non attivazione di specifici trattamenti sanitari, che egli, in stato di piena capacità di intendere e di volere e in situazione di compiuta informazione medico-clinica, è legittimato dalla legge e dal codice di deontologia medica a sottoporre al proprio medico curante. _3.Il soggetto può, in stato di piena capacità di intendere e di volere e in situazione di compiuta informazione medico-clinica, dichiarare di accettare o meno di essere sottoposto a trattamenti sanitari sperimentali invasivi o ad alta rischiosità, che il medico ritenga possano essergli di giovamento, può altresì dichiarare di accettare o meno trattamenti sanitari che, anche a giudizio del medico avessero potenziale, ma non sicuro carattere di accanimento terapeutico. 4.Nella DAT può essere esplicitata la rinuncia da parte del soggetto ad ogni o ad alcune forme particolari di trattamenti sanitari in quanto di carattere sproporzionato, futili, sperimentali, altamente invasive e invalidanti. Possono essere altresì inserite indicazioni da parte del redattore favorevoli o contrarie all'assistenza religiosa e alla donazione post mortem di tutti o di alcuni suoi organi. _5.Nella DAT il soggetto non può inserire indicazioni finalizzate all'eutanasia attiva o omissiva. 6.Alimentazione ed idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze e non possono formare oggetto di Dichiarazione Anticipata di Trattamento. 7.La DAT assume rilievo nel momento in cui è accertato che il soggetto in stato vegetativo non è più in grado di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze e per questo motivo non può assumere decisioni che lo riguardano. La valutazione dello stato clinico va formulata da un collegio medico formato da cinque medici (neurologo, neurofisiologo, neuroradiologo, medico curante e medico specialista della patologia) designati dalla direzione sanitaria della struttura di ricovero. Art. 6 (FORMA E DURATA DELLA DICHIARAZIONE ANTICIPATA DI TRATTAMENTO) _ _1 .Le Dichiarazioni Anticipate di trattamento (DAT) non sono obbligatorie né vincolanti, sono redatte in forma scritta con atto avente data certa e firma del soggetto interessato maggiorenne, in piena capacità di intendere e di volere dopo una compiuta e puntuale informazione medico clinica, e sono raccolte esclusivamente da un notaio a titolo gratuito. Alla redazione della dichiarazione interviene un medico abilitato all'esercizio della professione che sottoscrive la Dichiarazione Anticipata di Trattamento. 2. Il notaio ne certifica l'autenticità ed attesta che il medico abbia informato con chiarezza il paziente delle possibili situazioni cliniche e dei possibili trattamenti di fine vita, al fine di rendere pienamente consapevole la dichiarazione di questi. 3. Le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento devono essere formulate in modo chiaro, libero e consapevole, manoscritte o dattiloscritte, nonché sottoscritte con firma autografa. 4. Salvo che il soggetto sia divenuto incapace, la Dichiarazione ha validità di tre anni, termine oltre il quale perde ogni efficacia. La DAT può essere indefinitivamente rinnovata, con la forma prescritta nei commi precedenti. 5. La DAT può essere revocata o modificata in ogni momento dal soggetto interessato. La revoca, anche parziale, della dichiarazione deve essere sottoscritta dal soggetto interessato 6. La DAT deve essere inserita nella cartella clinica dal momento in cui assume rilievo dal punto di vista clinico 7. In condizioni di urgenza, la DAT non si applica ove non ne sia possibile una immediata acquisizione. Art. 7 (FIDUCIARIO) 1.Nella DAT è possibile la nomina di un fiduciario, maggiorenne, capace di intendere e di volere, che opera sempre e solo secondo le intenzioni legittimamente esplicitate dal soggetto nelle dichiarazioni anticipate, per farle conoscere e contribuire a realizzarne le volontà. 2.Il fiduciario appone la propria firma autografa al testo contenente le dichiarazioni anticipate. 3.Il fiduciario si impegna ad agire nell'esclusivo e migliore interesse del paziente. 4.Il fiduciario, in stretta collaborazione con il medico curante con il quale realizza l'alleanza terapeutica, si impegna a garantire che si tenga conto delle indicazioni sottoscritte dalla persona nella Dichiarazione Anticipata di Trattamento. 5.Il fiduciario si impegna a vigilare perché al paziente vengano somministrate le migliori terapie palliative disponibili, evitando che si creino situazioni sia di accanimento terapeutico, sia di abbandono terapeutico. 6.Il fiduciario si impegna a verificare attentamente che il paziente non sia sottoposto a nessuna forma di eutanasia esplicita o surrettizia. 7.Il fiduciario può rinunciare per iscritto all'incarico, comunicandolo direttamente al dichiarante o, ove quest'ultimo fosse incapace di intendere e di volere, al medico responsabile del trattamento sanitario. _ Art. 8 (RUOLO DEL MEDICO) 1. La volontà espressa dal soggetto nella sua Dichiarazione Anticipata di Trattamento è attentamente presa in considerazione dal medico curante che, sentito il fiduciario, annoterà nella cartella clinica le motivazioni per le quali ritiene di seguirle. 2. Il medico non può prendere in considerazione indicazioni orientate a cagionare la morte del paziente o comunque in contrasto con le norme giuridiche o la deontologia medica. Le indicazioni sono valutate dal medico, sentito il fiduciario, in scienza e coscienza, in applicazione del principio dell'inviolabilità della vita umana e della tutela della salute, secondo i principi di precauzione, proporzionalità e prudenza. 3. Il medico, nel caso di situazioni d'urgenza, sentito ove possibile il fiduciario, assume le decisioni di carattere terapeutico, in scienza e coscienza, secondo la propria competenza scientifico-professionale 4. Nel caso in cui le DAT non siano più corrispondenti agli sviluppi delle conoscenze tecnico-scientifiche e terapeutiche, il medico, sentito il fiduciario, può disattenderle, motivando la decisone nella cartella clinica. _5. Nel caso di controversia tra fiduciario ed il medico curante, la questione è sottoposta alla _valutazione di un collegio di medici: medico legale, neurofisiologo, neuroradiologo, medico curante e medico specialista della patologia, designati dalla direzione sanitaria della struttura di ricovero. Tale parere non è vincolante per il medico curante, il quale non sarà tenuto a porre in essere prestazioni contrarie alle sue convinzioni di carattere scientifico e deontologico. Art . 9 (AUTORIZZAZIONE GIUDIZIARIA) 1. In caso di contrasto tra soggetti parimenti legittimati ad esprimere il consenso al trattamento sanitario, la decisione è assunta, su istanza del pubblico ministero o da chiunque vi abbia interesse, dal giudice tutelare o, in caso di urgenza, da quest'ultimo sentito il medico curante. 2. L'autorizzazione giudiziaria è necessaria anche in caso di inadempimento o di rifiuto ingiustificato di prestazione del consenso o del dissenso ad un trattamento sanitario da parte di soggetti legittimati ad esprimerlo nei confronti di incapaci. 3. Nei casi di cui ai comma precedenti, il medico è tenuto a darne immediata segnalazione al pubblico ministero. _Art. 10 (DISPOSIZIONI FINALI) 1. Il contenuto della Dichiarazione Anticipata di Trattamento non configura, ai fini della presente legge, dato sensibile ai sensi del codice in materia di protezione dei dati personali di _cui al decreto legislativo 30 giugno 2003 n. 196. 2. E` istituito il registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento nell'ambito di un archivio unico nazionale informatico presso il Consiglio nazionale del notariato. 3. L'archivio unico nazionale informatico e` consultabile, in via telematica, unicamente dai notai, dall'autorità giudiziaria, dai dirigenti sanitari e dai medici responsabili del trattamento sanitario di soggetti in caso di incapacità. 4. Con decreto del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e d'intesa con il presidente del consiglio del notariato, (da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge) sono stabilite le regole tecniche e le modalità di tenuta e consultazione del registro di cui al comma 2. 5. La Dichiarazione Anticipata di Trattamento, le copie degli stessi, le formalità, le certificazioni, e qualsiasi altro documento sia cartaceo sia elettronico ad essi connessi e da essi dipendenti non sono soggetti all'obbligo di registrazione e sono esenti dall'imposta di bollo e da qualunque altro tributo.

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La difesa presenta una memoria: <Smonteremo le accuse> (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

La difesa presenta una memoria: «Smonteremo le accuse» Lampedusa. I lavori di demolizione sono cominciati. I vigili del fuoco sono all'opera tra le macerie del centro di identificazione di Lampedusa, incendiato, mercoledì scorso, da un gruppo di tunisini. In due mesi, la palazzina principale, completamente distrutta dalle fiamme e ridotta a uno scheletro annerito, dovrebbe essere ricostruita. Ma su quel che resta della struttura di contrada Imbriacola è al lavoro anche la magistratura. Tre pm della procura di Agrigento sono atterrati ieri sull'isola e hanno scartabellato, per ore, la documentazione relativa al Cie conservata in Municipio. Gli investigatori, coordinati dal procuratore Renato Di Natale, cercano di accertare se il centro sia stato realizzato nel rispetto della normativa edilizia, ma, soprattutto, se fosse dotato degli impianti previsti dalla legge sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Come quello anticendio che, secondo alcuni cittadini, invece, non è mai stato installato. Se la magistratura intende occuparsi della regolarità del centro, una delegazione del governo tunisino è giunta oggi sull'isola per verificare le condizioni dei circa 500 connazionali ospiti del Cie. In particolare i nordafricani intendono accertare eventuali violazioni dei diritti umani ai danni dei migranti, da mesi rinchiusi nella struttura e prossimi al rimpatrio.

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Partecipa.Rete: giovani e politica a confronto in Provincia di Piacenza (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Partecipa.Rete: giovani e politica a confronto in Provincia di Piacenza (24/2/2009 15:04) | (Sesto Potere) - Piacenza - 24 febbraio 2009 - Attenzione ai diritti, sguardo a 360° sui problemi di stretta attualità, profonda conoscenza del tema dell'immigrazione e della integrazione. Sono questi gli argomenti più gettonati nell'incontro tra amministratori locali e una rappresentanza di ragazzi dei consigli comunali dei giovani e di scuole del territorio, che si è tenuto questa mattina nella sala Consiglio della Provincia alla presenza del Presidente della Provincia Gianluigi Boiardi e di Gabriele Gualazzini, Presidente del Consiglio provinciale, Paola Gazzolo, assessore provinciale alle Politiche Giovanili, Maurizio Parma e Nino Beretta, consiglieri regionali, Giovanni Castagnetti, assessore al Futuro del Comune di Piacenza, Andrea Barocelli, sindaco di Gragnano, Fiorenzo Piccioli Cappelli, assessore alla Pubblica Istruzione di Podenzano, Rosa Taschieri, assessore alla Pubblica Istruzione di Ponte dell'Olio, Fabio Bernizzoni e Roberta Previdi, assessori di Carpaneto, e Rosa Maria Manari, funzionaria dell'Assemblea Legislativa. Una iniziativa che rientra nell'ambito del progetto Partecipa-Rete, promosso dall'assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna e che ha coinvolto in totale 32 ragazzi, quattro per ognuna delle realtà che hanno aderito al progetto (Piacenza, Podenzano, Pontedell'Olio, Gragnano, Carpaneto e gli istituti scolastici Gioia, Respighi e ISII Marconi). In questi mesi i giovani coinvolti nell'iniziativa hanno effettuato un percorso di approfondimento sulle tematiche dei diritti umani e oggi hanno esposto le loro riflessioni, sollecitando anche gli amministratori locali su alcune tematiche a loro care. “Vedere tanti giovani che si interessano ai problemi reali della comunità in cui vivono è un segnale di grande maturità e consapevolezza – ha detto il Presidente Boiardi -. Spero che tanta passione possa portare a risultati concreti, in un confronto sempre più necessario tra la politica dei “grandi” e quella dei più giovani”. Il progetto, cui aderiscono tutte le Province d'Italia, ha infatti l'obiettivo di promuovere la partecipazione dei giovani ed in modo particolare di far incontrare rappresentanze dei consigli comunali dei ragazzi con amministratori, cui sottoporre riflessioni, proposte, richieste e osservazioni. Ogni consiglio comunale aderente all'iniziativa ha sviluppato un tema e lo scorso 30 gennaio i rappresentanti dei ragazzi si sono incontrati all'ISII Marconi per confrontare le rispettive esperienze e valutare quali potevano essere le questioni di maggior interesse da sottoporre agli amministratori. Dopo l'incontro di oggi i rappresentanti dei ragazzi e i membri delle Commissioni assembleari IV e V si incontreranno per una condivisione e un rilancio del percorso stesso. In quell'occasione si potranno suggerire percorsi idonei a creare buone prassi, attraverso incontri annuali per individuare modalità praticabili di partecipazione democratica alla vita delle istituzioni. Hanno partecipato all'incontro: Liceo “Gioia”: Alessandra Foti, Chiara Farisari, Giulia Bergamaschi, Andrea Scorsoglio. Insegnante Marisa Cogliati Liceo “Respighi”: Michela Cassinelli, Almin Siimovic, Sara Martelli, Camillo Teillier Villagran. Insegnante Lucia Baciocchi ISII “Marconi”: Marco Piccoli, Daniel Fontana, Jacopo Labo, Francesco Colombi. Insegnante Eleonora Bersani Comune di Piacenza: Lisa Garcia, Nicolò Colangelo, Tommaso Clangelo, Tenia Miteva. Insegnanti Davide Pancotti e Davide Tagliafichi Comune di Ponte dell'Olio: Andrea Montanari, Deborah Molinari, Elisa Signaroldi, Lia Farina. Insegnanti Annamaria Rebecchi Comune di Podenzano: Luca Mazzocchi, Elena Risposi, Giulia Gobbi, Lea Pagani. Insegnanti Rita Parenti Comune di Carpaneto: Francesco Addabbo, Lorenzo Laurenti, Elena Bertoli, Rebecca Franchi. Insegnante: Paola Campopiano Comune di Gragnano: Romario Byku, Simone Pepe, Martina Gobbi, Youssef Nouinou. Insegnante: Giovanna Della Croce

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Zimbabwe/ Vicepresidente tenta di vendere oro del Congo in (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 24 feb. (Apcom) - Il Vicepresidente dello Zimbabwe Joyce Mujuru è accusata di aver cercato di vendere in Europa oro proveniente dalla Repubblica democratica del Congo, nonostante le sanzioni europee. Mujuru è stata la prima donna a ricoprire nello Zimbabwe la carica di vicepresidente, dopo la nomina avvenuta cinque anni fa, e il suo nome compare sulla lista delle 200 personalità zimbabwiane contro cui l'Ue ha emesso sanzioni, accusandole di violazioni dei diritti umani. Ad accusare il vicepresidente è un'azienda che ha sede in Europa, Firstar, secondo cui la figlia di Mujuru, Nyasha del Campo, avrebbe cercato di vendere più di tre tonnellate e mezzo di oro provenienti dal Congo. Copie delle e-mail scambiate dall'azienda con la donna sono state fatte arrivare alla Bbc. Dalle missive emerge che il vicepresidente proponeva di pagare le spese di trasporto dell'oro, che sarebbe poi stato raffinato a Zurigo. Mujuru era una figura centrale dell'accordo, ha detto Felix Eimer della Firstar. "Era il contatto con la miniera d'oro. Nyasha era solo la persona che coordinava le cose per conto terzi", ha raccontato Eimer, precisando di aver rinunciato all'affare solo dopo aver compreso con chi stava trattando.

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Sicurezza/ Italia condannata per mancato rispetto diritti (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Bruxelles, 24 feb. (Apcom) - Lo Stato italiano è stato condannato dalla Corte europea dei Diritti dell'Uomo per non aver rispettato una ordinanza della Corte stessa e per aver violato un articolo della Convenzione contro i maltrattamenti dei detenuti. Lo stato italiano dovrà anche risarcire il tunisino Ben Khemais con 15.000 euro tra danni e spese morali. I fatti risalgono al febbraio 2002 quando Ben Khemais fu condannato in Italia a cinque anni per associazione a delinquere ed espiò l'intera condanna. Nel frattempo subì un nuovo processo, ancora pendente in Cassazione, nella quale si stabiliva che una volta scontata la pena dovesse essere rimpatriato. Poco prima di questi fatti, il 30 gennaio del 2002, Ben Khemais era stato però anche condannato a dieci anni in contumacia da un tribunale militare tunisino per terrorismo "sulla base delle sole deposizioni di un coimputato", sottolinea la Corte. Scontata la condanna definitiva italiana, nel gennaio 2007 Ben Khemais, ancora in Italia, presentò una istanza alla Corte di Strasburgo contro la sua traduzione in Tunisia. Nel marzo del 2007 la Corte emise una ordinanza (in base all'articolo 39) con la quale ingiungeva all'Italia di non rimpatriarlo in attesa dello svolgersi delle procedure che lo riguardavano. Il 3 giugno del 2008, invece, Ben Khemal viene messo su un aereo a Milano ed espulso verso la Tunisia, in esecuzione di un decreto di espulsione causato dalla sua pericolosità per lo Stato in quanto legato a gruppi di estremisti islamici vicini al terrorismo. Richiesto, il governo italiano aveva poi inviato alla Corte dei documenti che "descrivevano le assicurazioni diplomatiche ottenute da parte delle autorità tunisine, secondo le quali il detenuto non sarebbe stato sottoposto a torture, a trattamenti inumani o degradanti o a una detenzione arbitraria, che avrebbe avuto cure mediche, visite del suo avvocato e dei membri della famiglia". La Corte ha però sentenziato contro l'Italia, ricordando dei precedenti che provavano numerosi casi in cui la tortura e trattamenti contrari alla dignità dell'uomo sono inflitti in Tunisia in maniera costante a persone sospette di terrorismo e che, in base alle visite effettuate dalla Croce rossa nei luoghi di detenzione tunisini non era possibile escludere trattamenti contrari all'articolo 3 della Convenzione. La Corte ha anche verificato che l'avvocato di Ben Khemal non può visitare il suo assistito. La corte riporta poi altri rapporti, come quello Amnesty international del 2008, afferma che una volta trasferito il detenuto in Tunisia diventa impossibile verificare le condizioni della detenzione e ricorda che in base a una risoluzione del Consiglio d'Europa del 2005 "le assicurazioni diplomatiche non sono sufficienti se l'assenza di pericolo di maltrattamenti non è accertata con sicurezza". Per questo l'Italia è stata condannata per violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell'Uomo. Una seconda condanna è poi giunta allo Stato italiano per aver violato l'articolo 34 della Convenzione, per non aver rispettato l'ordinanza della Corte e perchè ha proceduto all'espulsione "prima ancora di ricevere le assicurazioni diplomatiche" su una detenzione rispettosa dei diritti dell'uomo.

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Per il ciclo "Islam e Democrazia" - Seminario di Ibrahim Kaboglu (sezione: Diritti umani)

( da "Bollettino Università & Ricerca" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Università di Siena Per il ciclo "Islam e Democrazia" - Seminario di Ibrahim Kaboglu 27 febbraio, dipartimento di Diritto dell'economia dell'Università di Siena piazza San Francesco, ore 15.30. "La Turchia tra laicità e Islam" è il tema dell'incontro che si terrà venerdì 27 febbraio, con la partecipazione di Ibraim O. Kaboglu, dell'Università di Marmara - Istanbul e di Jean Pierre Machelon, dell'Università Descartes - Paris V, nell'ambito del ciclo di seminari "Islam e democrazia", organizzati dal Centro interdipartimentale di ricerca e formazione sul diritto pubblico europeo e comparato (Dipec) dell'Università di Siena, con il coordinamento scientifico di Pier Luigi Petrillo. Il professor Ibrahim O. Kaboglu è ordinario di diritto costituzionale presso l'Università di Marmara di Istanbul. Per la sua vicenda giudiziaria, originata dal suo strenuo impegno nella difesa dei diritti umani, negli anni scorsi si è mobilitata la comunità accademica italiana e internazionale. Kaboglu, infatti, in qualità di presidente del Consiglio consultivo per i diritti umani della Repubblica di Turchia, ha subito un lungo processo per la violazione dell'identità turca, per aver sostenuto i diritti delle minoranze abitanti in Turchia. Grazie all'intervento internazionale, il professore è stato assolto. Le tesi del professor Kaboglu verranno discusse da Jean-Pierre Machelon - Decano della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università "René Descartes" Paris V e direttore degli studi in scienze storiche e filologiche presso la Scuola di Studi Superiori dell'Università Sorbona - e dalla comunità studentesca di Siena, dalla cittadinanza, da studiosi ed appassionati di istituzioni e diritto dei Paesi islamici, chiamati a intervenire sullo scottante tema della laicità nel più importante partner musulmano dell'Unione europea. Il coordinatore scientifico, Pier Luigi Petrillo, in occasione del ritorno in Italia del professore turco ha evidenziato come "siamo onorati della visita del prof. Kaboglu, che il Centro Dipec già sostenne promovendo una raccolta di firma all'indomani dell'avvio del processo. Grazie alle sua presenza, il professore conferma come l'Università di Siena si affermi sempre più nello scenario europeo quale centro del dialogo interculturale, veicolo di riflessione e luogo di incontro delle diversità". Giunto al suo terzo appuntamento, il Ciclo di seminari "Islam e Democrazia", organizzato dal Centro DIPEC dell'Università di Siena, diretto dalla professoressa Tania Groppi, continua la riflessione sui diritti civili e sui meccanismi costituzionali di garanzia dei diritti nei Paesi islamici mediorientali, africani e mediterranei. Il ciclo di incontri è stato inaugurato lo scorso 18 dicembre dal professor Massimo Papa, che è intervenuto sul rapporto tra Islam e democrazia, ed è proseguito il alla fine di gennaio con il seminario sull'Iran, tenuto dal professor Mohammad Hossin Zarei della "Shahid Beheshti University" di Teheran. L'incontro del 27 febbraio si terrà a partire dalle 15.30, presso il dipartimento di Diritto dell'economia, dell'Università di Siena, che ha sede in piazza San Francesco. BUR.IT 25.02.09

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CRISI ECONOMICA: VATICANO, DEMOCRAZIA E DIRITTI UMANI A RISCHIO (sezione: Diritti umani)

( da "ITnews.it" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Citta' del Vaticano, 24 feb. - (Adnkronos) - ''Troppo spesso, periodi di gravi difficolta' economiche sono stati contraddistinti dall'aumento di potere di Governi caratterizzati da una dubbia propensione alla democrazia''. E' questo l'allarme lanciato dalla santa Sede alle Nazioni Unite attraverso il suo Osservatore permanente alla sede d Ginevra dell'Onu, l'arcivescovo mons. Silvano Tomasi. Mons. Tomasi e' intervenuto nel corso della sessione speciale del Consiglio dei diritti dell'uomo sulla crisi economica mondiale.

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CONDIZIONI INACCETTABILI NELLE CARCERI DELLA GUINE (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

24-02-2009 Roma/Conakry Nel settembre 2008, Medici Senza Frontiere (MSF) ha lanciato un intervento nutrizionale e sanitario di emergenza nel carcere civile di Guèckèdou, nel sud-est della Repubblica della Guinea. Vista la situazione catastrofica che ha colpito il centro penitenziario, MSF ha effettuato valutazioni e interventi mirati analoghi in altre tre carceri del paese: a Mamou, a Bokè e a Gaoual.In un rapporto pubblicato oggi, l'organizzazione medico-umanitaria di emergenza, attiva in oltre 60 paesi e presente in Guinea da 21 anni, rivela la situazione nutrizionale e sanitaria disperata rilevata dalle proprie équipe. Sebbene le condizioni varino nelle diverse strutture monitorate, in alcune di esse non vengono soddisfatti bisogni fondamentali come l'accesso all'acqua, la nutrizione e l'assistenza sanitaria, né sono rispettate le condizioni minime per il rispetto della dignità umana dei prigionieri. "All'arrivo dell'équipe sanitaria di MSF a Guèckèdou, un prigioniero adulto su tre soffriva di malnutrizione", spiega Frank Bossant, coordinatore dei progetti di MSF in Guinea. "Le scarse condizioni igieniche avevano provocato nei detenuti una forte disidratazione, problemi gastrici, numerose infezioni delle vie respiratorie e malattie della pelle. Le celle sovraffollate ospitavano minori e adulti insieme, e addirittura detenuti malati di tubercolosi lasciati senza cure e costretti a vivere a stretto contatto con i detenuti sani". In risposta a questa drammatica situazione, MSF ha provveduto a una distribuzione di alimenti terapeutici di emergenza per diversi mesi, ha fornito visite mediche, materiale per l'approvvigionamento dell'acqua e servizi igienico-sanitari.Se la situazione riscontrata nelle carceri della Guinea, inferiore alle norme minime in materia di tutela dei diritti umani, può essere in parte attribuita alla povertà dilagante e alle risorse limitate del paese, non si riesce a spiegare tuttavia la mancata risposta alla malnutrizione ricorrente e alle condizioni di vita inaccettabili per i detenuti, per gli uomini in particolare."La privazione di acqua e di cibo e il mancato rispetto dei diritti umani fondamentali mettono a rischio la vita dei detenuti e sono pertanto assimilabili a dei veri e propri maltrattamenti", aggiunge Frank Bossant. "Un intervento umanitario di emergenza non può essere la soluzione alle disfunzioni generali e strutturali dell'amministrazione penitenziaria per quanto riguarda la distribuzione di cibo e il mantenimento delle condizioni igieniche di base nelle prigioni. Le autorità nazionali e locali devono agire immediatamente per soddisfare le esigenze fondamentali dei detenuti, in conformità con le norme internazionali e nazionali, come richiesto dai donatori dei fondi internazionali e dagli altri attori presenti in Guinea, poiché è in pericolo la salute e la vita di migliaia di persone".Per accedere al rapporto di MSF dal titolo "Niente cibo né cure, fino alla morte. MSF denuncia l'emergenza nutrizionale e sanitaria nelle carceri della Guinea - febbraio 2009":in inglese in francese

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Crisi economia/ Vaticano: Finanza sia etica, promuova bene (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Città del Vaticano, 24 feb. (Apcom) - "L'attività finanziaria non può ridursi a ottenere facili profitti, ma deve includere anche la promozione del bene comune fra quanti prestano, prendono in prestito e lavorano. L'assenza di un fondamento etico ha portato la crisi a tutti i Paesi, a basso, medio e alto reddito". E' la posizione del Vaticano, espressa da monsignor Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Ufficio delle Nazioni Unite, durante la decima sessione speciale del Consiglio dei diritti dell'uomo, sull'impatto della crisi economica e finanziaria mondiale. "La crisi finanziaria mondiale - ha osservato l'arcivescovo nell'intervento pubblicato dall''Osservatore Romano' - ha causato una recessione globale con conseguenze sociali drammatiche, inclusa la perdita di milioni di posti di lavoro e il grave rischio che per molti Paesi in via di sviluppo gli Obiettivi di sviluppo del millennio non si possano raggiungere. I diritti umani di innumerevoli persone sono compromessi, incluso quelli all'acqua, al cibo, alla salute e a un lavoro decoroso. Soprattutto, quando ampi segmenti di una popolazione nazionale vedono i loro diritti sociali ed economici vanificati, la perdita di speranza mette a repentaglio la pace. La comunità internazionale - ha aggiunto il rappresentante vaticano - ha la responsabilità legittima di chiedere perché si è creata questa situazione, di chi è la responsabilità e in che modo una soluzione concertata può farci uscire dalla crisi e facilitare il ripristino dei diritti. La crisi è stata causata, in parte, dal comportamento problematico di alcuni attori del sistema finanziario ed economico, inclusi amministratori bancari e quanti avrebbero dovuto essere più diligenti per quanto riguarda i sistemi di monitoraggio e di affidabilità. Quindi - ha ribadito - sono loro ad avere la responsabilità dei problemi attuali. Tuttavia, le cause della crisi sono più profonde".

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La Cina chiude il Tibet agli stranieri (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Feb 0924 La Cina chiude il Tibet agli stranieri Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 15:57 in Diritti umani Si avvicina l'appuntamento del 10 marzo, quando ricorre il 50imo anniversario dell'insurrezione tibetana del 1959. Ed il regime cinese, prevedendo manifestazioni di protesta, ha deciso di impedire l'accesso al Tibet a visitatori stranieri e giornalisti, in modo da poter realizzare la solita carneficina senza troppi imbarazzi. Da oggi al primo aprile, il Tibet sarà off-limits, e sarà illegale per qualsiasi straniero mettervi piede. Com'era ampiamente prevedibile, i Giochi olimpici di Pechino non hanno affatto contribuito ad una maggior apertura del regime aristocratico comunista cinese, ma ne hanno rafforzato il potere e la legittimità.

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CRISI: VATICANO, FINANZA SIA ETICA O SI RIPETERANNO ERRORI (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 24 feb - ''Se non si intraprendera' un'azione internazionale concertata volta a promuovere e tutelare tutti i diritti umani e se le dirette attivita' finanziarie ed economiche non verranno poste su una strada etica che possa anteporre le persone, la loro produttivita' e i loro diritti all'avidita' che puo' scaturire dall'attenzione al solo profitto'', si ''ripeteranno errori vecchi e piu' recenti''. Lo ha detto l'osservatore permanente della Santa Sede presso l'Ufficio dell'Onu di Ginevra, mons. Silvano Maria Tomasi, durante la decima sessione speciale del Consiglio dei diritti dell'uomo. Mons. Tomasi, nel suo intervento pronunciato lo scorso 20 febbraio scorso ma diffuso oggi dalla Sala Stampa vaticana, ha anche ripetuto l'appello della Santa Sede perche', nell'attuale difficile congiuntura economica, non vengano tagliati gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo.

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Crisi, Vaticano: ''Democrazia e diritti umani a rischio'' (sezione: Diritti umani)

( da "Adnkronos" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Crisi, Vaticano: ''Democrazia e diritti umani a rischio'' L'Osservatore permanente della Santa Sede presso l'ufficio di Ginevra dell'Onu, mons. Tomasi: ''L'assenza di un fondamento etico ha portato la crisi a tutti i Paesi, a basso, medio e alto reddito'' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ECONOMIA ultimo aggiornamento: 24 febbraio, ore 19:26

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Razzismo istituzionale (sezione: Diritti umani)

( da "AprileOnline.info" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Razzismo istituzionale Pietro Soldini*, 24 febbraio 2009, 11:48 Il commento Dopo il disastro di Lampedusa, altri disordini scaturiranno dai provvedimenti del governo previsti dal ddl sicurezza che cercano di mettere la scuola e gli insegnanti, la sanità ed i medici contro gli immigrati. La recente Direttiva Europea proposta da Claudio Fava può essere uno strumento valido nella battaglia per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori extracomunitari Il disastro di Lampedusa è la prova lampante e drammatica delle responsabilità di un Ministro e di un Governo che tratta gli immigrati come carne da macello, accende l'odio e fa divampare incendi. Come si fa ad ammassare così tante persone in un centro che ne può ospitare meno di un quinto, trasformare una struttura di prima accoglienza in un centro di detenzione, in condizioni disumane così come è stato documentato dalla Commissione parlamentare sui diritti umani del Senato e dalla Commissione Europea? Divampa l'incendio e Maroni continua a vendersi il fumo di un accordo con la Tunisia di cui nessuno conosce i termini esatti ed in ogni caso non potrebbe risolvere il ben più vasto e complesso problema delle identificazioni e rimpatri. Uscendo da Lampedusa, tutto il contesto dei provvedimenti del governo sul pacchetto sicurezza (DDL 733) approvato dal Senato, di cui è atteso il passaggio alla Camera - ulteriormente esasperato dalle decisioni del Governo di stralciare alcuni punti per farli passare in un decreto d'urgenza, sfruttando l'indignazione popolare contro i recenti stupri - è destinato a produrre ulteriori tensioni e disordini sociali. Infatti alla giusta indignazione e rabbia della opinione pubblica per gli atti criminali e di violenza, un governo serio risponde con fatti ed interventi concreti, con politiche ed investimenti di maggiore controllo e presidio pubblico del territorio, non con annunci urlati e propagandistici di dichiarazioni di guerra nei confronti di questo o quello. La rabbia dei cittadini è anche il frutto di una percezione, oltre che di paura, anche di disillusione, sfiducia ed impotenza. Ed un governo che strumentalmente cavalca ed amplifica questa rabbia, certifica l'impotenza dello Stato a dare soluzioni ai problemi dei cittadini ed aumenta la loro rabbia e la loro disillusione ed anche la pulsione istintiva ad arrangiarsi ed a farsi giustizia da sé. La crisi economica accentua questo fenomeno ed apre rischi profondi di regressione della nostra convivenza civile. Occorrerebbero politiche d'integrazione, ma il governo ha quasi completamente prosciugato le risorse che sono passate da 100 milioni a 5 milioni, contro i 600 milioni stanziati dal governo spagnolo, il miliardo ed oltre stanziato dal governo francese e tedesco. I provvedimenti del governo italiano, contenuti nel pacchetto sicurezza fanno ancora peggio perché cercano di mettere la scuola e gli insegnanti, la sanità ed i medici contro gli immigrati, cercando in questo modo d'impedire anche quelle pratiche di sana integrazione che nonostante la fatica e la solitudine istituzionale, si sono prodotte in Italia proprio con il protagonismo di medici ed insegnanti, di sindacati ed associazioni e di tanti amministratori locali. Si fa spesso riferimento all'Europa, ma in nessun paese europeo si registra una condizione di razzismo istituzionale come nel nostro paese. La stessa proposta di Direttiva Europea, presentata dal compagno Claudio Fava ed approvata dal Parlamento Europeo recentemente, pur rappresentando un compromesso minimo, con molti limiti, potrà essere uno strumento valido per aprire varchi nella battaglia per riconoscere diritti minimi dei lavoratori immigrati che lavorano in nero in condizioni di supersfruttamento e per aprire percorsi di regolarizzazione con un riconoscimento al ruolo attivo, di tutela e rappresentanza, del Sindacato. * Ufficio Immigrazione Cgil nazionale

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Diritti umani: Tunisino estradato, condanna Strasburgo (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Diritti umani: Tunisino estradato, condanna Strasburgo 24 febbraio 2009 alle 19:21 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per l'estradizione in Tunisia di Essid ben Khamais. Il tunisino aveva già scontato una condanna a cinque anni di carcere in Italia per aver fatto parte di un'organizzazione criminale, quando nel 2006 fu condannato per aggressione. Il governo stabilì che, una volta finita di scontare la seconda pena, avrebbe dovuto lasciare il Paese. Dopo aver ricevuto il ricorso di Khamais, la Corte di Strasburgo aveva chiesto all'Italia di sospendere il procedimento di estradizione, in attesa della sua pronuncia. Ma Roma ha ignorato la raccomandazione e lo ha estradato. A Strasburgo, il governo italiano aveva presentato una documentazione in cui sosteneva di aver ricevuto da Tunisi "assicurazioni diplomatiche" che Khamais non sarebbe stato torturato. La corte le ha giudicate non sufficienti e accettabili e "ha rilevato che il governo italiano... ha proceduto ad estradarlo senza neanche ottenere le assicurazioni diplomatiche cui fa riferimento nelle sue osservazioni". AGI

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Biotestamento, Franceschini: c'è l'unanimità pag.1 (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Biotestamento/ Franceschini: unanimità in 14 punti su 15 Martedí 24.02.2009 18:22 "Mi sembra che Franceschini in questo non ha marcato alcun segno di discontinuita' e questo per me aggiunge un motivo di difficolta' in più, perche' io sostengo che il piu' importante dei diritti umani è la vita, mentre c'e' una posizione che marginalizza questo perche' riesce a riportare come plausibile la legittimazione del suicidio assistito, come la sospensione della nutrizione e dell'idratazione. Speravo che Franceschini fosse piu' attento a cogliere questo motivo profondo del dissenso dell'area cattolica. Volevo che dicesse che nel partito ci sono almeno due posizioni che hanno pari dignita'. Io votero' certamente a favore del testo di legge Calabro' perché su questi punti non dice nulla di diverso da quello che diceva il testo Binetti-Baio della XV legislatura, cioe' no all'eutanasia, no all'accanimento terapeutico, no alla sospensione della nutrizione e dell'idratazione". 'Sul testamento biologico non abbiamo nulla da aggiungere a quanto detto dal segretario Franceschini al termine della sua riunione al Senato', ha dichiarato il presidente dei Liberal Pd Enzo Bianco che ha aggiunto: 'E' il momento che il partito dia prova di compattezza intorno ad una posizione condivisa, pur nel rispetto delle sensibilita' di tutti che sono legittime in una materia cosi' delicata'. < < pagina precedente

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Amici in cinque minuti/3 (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Feb 0924 Amici in cinque minuti/3 Pubblicato da Enzo Reale alle 20:15 in Current Affairs Dal punto di vista realista il viaggio di Hillary è stato un successo. Di democrazie e diritti umani non si è parlato e, quando il tema è stato affrontato incidentalmente, si è risolto in qualche formula diplomatica piuttosto astrusa. La visita cinese è stata un caso paradigmatico: non solo la nuova segretario di stato non ha fatto cenno alle tematiche spinose per il governo cinese, non solo ha mantenuto il silenzio sul Tibet e sulla Charta '08, ma ha addirittura esplicitamente dichiarato che le questioni inerenti ai diritti umani non devono interferire con le relazioni bilaterali. E' un passo in più, che solo i fanatici di una malintesa realpolitik o l'attuale (confusa) sinistra liberal possono applaudire. E pensare che fu proprio lei a galvanizzare la platea negli anni '90, quando suo marito era presidente, parlando dei diritti delle donne conculcati dalla dittatura e per estensione delle libertà da difendere dalla violenza di stato dei poteri autoritari. E pensare che fu proprio lei a criticare aspramente Bush per la sua presenza all'inaugurazione dei giochi olimpici, in nome di quegli stessi principi di cui si è volentieri dimenticata nella sua nuova veste. Certo, si dirà, una cosa è fare politica militante, l'altra governare un paese. Vero, ma proprio qui sta il punto. Ci sono molti modi di difendere i principi di civiltà che stanno al centro della nostra visione del mondo. Non si trattava di dichiarare guerra alla Cina, si trattava solo di far presente che oltre ai buoni del tesoro americani forse Pechino poteva cominciare a comprare anche qualche altro valore. Così non è stato, anzi Hillary ci ha tenuto a far sapere che il passato è passato e comincia una nuova era di collaborazione in un momento critico come quello che stiamo vivendo. Se questa è la carta di presentazione di Obama nelle relazioni internazionali e in particolare nei confronti delle dittature, meglio non farsi troppe illusioni.

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Mercatino a Forlì per Emergency (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercatino a Forlì per Emergency (24/2/2009 22:20) | (Sesto Potere) - Forlì - 24 febbraio 2009 - Mercatino a Forlì per Emergency domenica 1 Marzo 2009, dalle 9, 30 alle 19,00, in Via Primavera 12 –Forlì (sala del camino, parrocchia di Ravaldino). Troverete oggetti per la casa, vestiti, giocattoli, libri e il ricavato sarà destinato interamente ai progetti di Emergency. Emergency opera in zone di guerra o laddove la guerra ha lasciato le sue tracce tangibili; costruisce ospedali, cura gratuitamente e riabilita le vittime civili, avvia corsi professionali per i mutilati, difende i diritti umani. Da Aprile 2007 è attivo il Centro Cardiochirurgico di Kartoum, l?unico ospedale nel cuore dell?Africa in grado di intervenire nelle patologie cardiache del Sudan e di 9 stati confinanti. Emergency promuove inoltre cultura di pace diffondendo notizie sulle guerre e sulle loro atroci conseguenze. Tutto questo è reso possibile dalle offerte e dalla collaborazione di chi condivide le idee e l?impegno.

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Stories of possible words (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 24-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Feb 0924 Stories of possible words Pubblicato da Andrea Garbin alle 22:05 in giovani e partecipazione, giovani e politica Se siete orientati al cambiamento, se siete impegnati in processi di cambiamento, se lo siete stati e avete esperienze da citare, buone prassi da condividere potreste partecipare a Stories of possible words . Cosi si legge sul sito dedicato:Il premio vuole portare alla creazione di un archivio digitale di esperienze di pratiche alternative nei diversi ambiti dove si lotta per l?affermazione dei diritti umani e della democrazia, secondo i principi del World Social Forum , cui il premio fa riferimento: il lavoro, l?economia solidale, la casa, le minoranze, l?intercultura, il dialogo religioso, il dialogo politico, l?ambiente, la salute, l?educazione, la giustizia, la pace, i servizi pubblici, la partecipazione, ecc. Storie vere, che raccontino delle campagne e delle lotte, nei vari ambiti dove da tempo si spendono i diversi movimenti e gruppi di cittadini: il lavoro, l?economia solidale, la casa, le minoranze, l?intercultura, il dialogo religioso, il dialogo politico, l?ambiente, la salute, l?educazione, la giustizia, la pace, i servizi pubblici, la partecipazione…. Storie già concluse o ancora in corso; di successo, o che non hanno avuto l?esito sperato, comprese quelle ancora in parte immaginate e non del tutto realizzate. C'è tempo fino all'8 marzo per inviare la propria storia, sopratutto una descrizione di un metodo strutturato nuovo o già esistente che permetta una riproducibilità metodologica.

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