CENACOLO DEI COGITANTI |
L'industria cartaria mette a
rischio la sicurezza globale ( da "Villaggio Globale.it" del 22-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: La commissione
indonesiana per i Diritti umani ha criticato l'operato della polizia. Kabut
richiede alle cartiere italiane e europee di interrompere gli acquisti di carta
della April «la domanda del mercato internazionale sta
portando alla completa distruzione delle foreste torbiere dell'Indonesia: la
April ha già ottenuto una concessione per trasformare in piantagioni altri 45.
Parigi, rimpasto di Governo ( da "Giornale di Brescia" del 24-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: È stata invece
soppressa la delega ai Diritti umani, definita in passato da Kouchner un
«errore». E Rama Yade, d'origine senegalese e una
delle figure della diversità del Governo, è rimasta nell'Esecutivo, ma come
segretaria di Stato allo Sport. Della famiglia stretta della destra non sono
Michel Mercier, che era uno dei dirigenti del Modem,
un mitterrand alla corte di
sarkò "zio françois sarebbe d'accordo" - giampiero martinotti (
da "Repubblica, La"
del 24-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: la Yade dai diritti umani
si trasferisce allo sport Continua la campagna dell´Eliseo per cooptare uomini
della sinistra GIAMPIERO MARTINOTTI dal nostro corrispondente PARIGI - Un
Mitterrand arriva alla corte di Sarkozy, un altro uomo etichettato a sinistra
varca il Rubicone e accetta le lusinghe del capo dello Stato: Frédéric
Mitterrand,
Un Mitterrand alla corte di
Sarkò ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: personaggio molto
popolare in Francia, già sottosegretaria ai Diritti umani, è invece passata
allo Sport. è stata comunque «salvata», nonostante Sarkozy non le abbia ancora
perdonato il suo rifiuto a guidare la lista dell'Ump, il partito del
presidente, alle ultime elezioni europee nella regione di Parigi.
Premio Langer, Mohammadi non ci
sarà ( da "Corriere Alto Adige" del 24-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 30 seguiranno per due
giorni incontri sui diritti umani e delle donne e sul tema «Un altro Iran
possibile», con una rassegna cinematografica Diritti umani L'iraniana Narges
Mohammadi «Siamo ormai rassegnati, purtroppo Narges e
suo marito (anche lui sottoposto a misure restrittive, ndr) non saranno
presenti per ritirare il premio.
Vendesi organi, per
disperazione: ancora ( da "Blogosfere" del 24-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: per disperazione:
ancora Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 09:59 in Diritti umani Torniamo
a parlare di uno degli argomenti tabu' di questo Paese: la vendita di organi
umani, una delle strade della disperazione di chi si è trovato ogni porta
sbarrata e non sa piu' cosa fare per far sopravvivere la propria famiglia.
TORTURA. La giornata
internazionale a teatro ( da "Vita non profit online" del 24-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: mondo la Giornata
Internazionale a sostegno delle vittime di tortura, proclamata nel 1997
dall?Assemblea Generale dell?Onu. Il sistema giuridico internazionale proibisce
l?utilizzo della tortura in qualsiasi circostanza. Malgrado
la sua stigmatizzazione ufficiale, però, la tortura non é ancora stata
sconfitta e continua a essere praticata infliggendo sofferenze fisiche e
psichiche.
Diritti senza frontiere
"Quello che non si dice sull'immigrazione" (
da "Stampa, La"
del 25-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: nato per aiutare donne
che, nel mondo, si sono distinte nell'ambito dei «Diritti umani senza
frontiere». A valutare le candidature proposte per la 12ª edizione - da
presentare entro il 31 luglio - sarà una giuria composta da Umberto Veronesi,
Alberto Cerise, Margherita Boniver, Liana Marolla, Mario Marazziti e Carla
Fendi.
Esame di maturità,
è il giorno dei 1.912 ( da "Libertà" del 25-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: della Dichiarazione dei
Diritti umani, ma anche la guerra in Medioriente, la diffusione dei social network, l'eutanasia legata al caso Englaro o la
condizione delle donne di oggi, con riferimenti ai vari episodi di violenza
della cronaca italiana. Ma i maturandi 2009 non dimenticano neanche le
ricorrenze di quest'anno: ed ecco spuntare i 20 anni dalla caduta del muro di
Berlino,
Diritti umani due passi
indietro ( da "Opinione, L'" del 25-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: hanno consegnato una
lettera aperta alla presidenza del Consiglio dei diritti dell'uomo. Motivo?
L'incontestabile strategia adottata dai peggiori paesi totalitari per
imbavagliare il diritto delle persone. Per Julie de Rivero, responsabile di Human
Rights Watch accreditata a Ginevra, la questione relativa ai massacri
verificatisi nello Sri Lanka, lo scorso mese di maggio,
Il ritorno di Laura Andreotti (
da "Gazzettino, Il (Rovigo)"
del 25-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Diritti umani e
immigrazione. Davide Diegoli, grande favorito alla carica di vicesindaco, farà
"solo" l'assessore («ma senza nessuna recriminazione da parte sua»
rassicura Chiarioni), ampiamente ricompensato però dalla quantità e qualità
delle deleghe che gli sono state attribuite: Politiche ambientali ed
energetiche,
diritti umani, adesso è allarme
"un torturatore capo delle indagini" - francesca caferri (
da "Repubblica, La"
del 26-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: portavoce di
"Human rights in Iran" che ha denunciato migliaia di arresti Diritti
umani, adesso è allarme "Un torturatore capo delle indagini"
"Ieri è stato chiesto che Shirin Ebadi sia arrestata non appena tornerà in
patria. L´Onu mandi una missione" FRANCESCA
CAFERRI Spari contro la folla in strada. Arresti arbitrati.
Pensioni, la Ue
contro l'Italia ( da "Unita, L'" del 26-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Pensioni, la Ue contro l'Italia Un infarto stronca Michael Jackson
Napolitano: la democrazia non è in crisi Tortura, la ferocia e gli Stati
L'America ha bisogno di alieni
Caso Orsi. Perde la causa a
Losanna. Chiede giustizia alla Corte Europea (
da "AmericaOggi Online"
del 26-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 2009 Sarà la Corte
europea dei Diritti umani a pronunciarsi sulla vicenda dell'ex executive della
Swisscom italoamericano dopo aver perso la battaglia legale in Svizzera
intentata contro un componente della famiglia regnante degli United Arab
Emirates che sei anni fa lo aveva frustato con una cintura in un bar di
Ginevra.
Las víctimas de xenofobia
plantearán juicio al Estado (
da "Razòn, La"
del 27-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Investigación sobre las
Secuelas de la Tortura y la Violencia Estatal (ITEI), organización que acompaña
el proceso. Explicó que la demanda fue enviada vía fax y que la formalización
de pruebas se realizará la próxima semana en Washington. Según Quintanilla, si la comisión internacional aprueba una sanción para el
Estado boliviano, éste, apelando a la Constitución Política del Estado,
Argomenti: Diritti umani
Albania/ Voto sotto stretta
osservazione. In molti senza ( da "Virgilio Notizie" del 28-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: portavoce dell'Ufficio
Osce per le Istituzioni democratiche e i Diritti umani, competente
delle operazioni di monitoraggio del voto. Ciononostante, "i problemi
tecnico amministrativi che hanno determinato i ritardi, hanno rappresentato una
delle questioni più controverse della campagna elettorale", ammette il
funzionario Osce.
Iran, cosa succede ai
giornalisti arrestati? ( da "Blogosfere" del 28-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Credo che siano nelle
peggiori condizioni che io abbia mai vissuto. Alcuni di loro
probabilmente stanno subendo anche torture psicologiche".
Ricordiamo che solo tre mesi fa ci siamo dovuti occupare della morte
misteriosa, a Evin, del blogger Omidrefa Mirsayafi ,
dopo un periodo di terribili torture.
Elezioni in Albania: è testa a
testa fra Berisha e Rama ( da "Velino.it, Il" del 29-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: prevista la
pubblicazione del rapporto preliminare degli osservatori internazionali di
Odihr (l'ufficio per i Diritti umani e le istituzioni democratiche dell' Osce, l?Organizzazione per la sicurezza e la
cooperazione in Europa). Secondo Zogby International, i democratici dovrebbero
vincere di misura (69 seggi contro 55, due in meno per raggiungere il controllo
certo del Parlamento).
neri, puzzate . e usa lo spray (
da "Mattino di Padova, Il"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: discriminazione
razziale contro un ragazzo iscritto al corso di laurea in Diritti umani e una
ragazza di colore. La studentessa è stata costretta a raccogliere il suo
zainetto abbandonando l'aula studio dopo un'umiliazione consumatasi sotto gli
occhi di tutti. «Un'amica - riferisce Alessandro Della Marina,
di Psicologia - mi ha raccontato che quel ragazzo, infastidito dal suo odore di
sudore,
spray
deodorante contro studentessa di colore (
da "Mattino di Padova, Il"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: di un universitario
bianco iscritto al corso di laurea in Diritti umani nei confronti una
studentessa di colore, costretta ad abbandonare l'aula dopo un'umiliazione
sotto gli occhi di tutti. Il ragazzo bianco ha infatti
spruzzato deodorante contro la giovane, la quale, mortificata, è uscita. Al
che, un gruppo di altri studenti ha preso le sue difese, fino all'arrivo della
polizia.
Spagna/ Corte Europea Diritti:
legale messa al bando ( da "Virgilio Notizie" del 30-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: La Corte Europea dei
Diritti umani ha sentenziato che la messa al bando da parte dello Stato
spagnolo di Batasuna, considerata braccio politico dell'organizzazione terroristica
basca dell'Eta, è legale e ha respinto il ricorso presentato dal movimento
"abertzale" (radicale indipendentista) basco.
Ecuador, tribunale accusa di
omicidio ex ministro Difesa Colombia (
da "Velino.it, Il"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che non sarebbe morto
nel corso del raid ma in seguito a un'esecuzione, aveva portato Quito a
denunciare Bogotà davanti alla Corte interamericana dei Diritti umani, La
difesa di Santos evidenzia però come le uniche prove del suo coinvolgimento
diretto siano notizie pubblicate dalla stampa. (red/mat)
30 giu 2009 10:51
Rep.ceca/ Topolanek offre
seggio parlamento a sindaco 'anti (
da "Virgilio Notizie"
del 30-06-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Repkova ha detto di
aver deciso di fare il salto verso la politica nazionale per rivalsa nei
confronti del ministro per i Diritti umani Michael Kocab, un musicista
appoggiato dai Verdi e amico dell'ex presidente Vaclav Havel, sostenitore del
dialogo con la minoranza Rom. "L'atteggiamento del
ministro Kocab è una delle ragioni principali che mi spingono a candidarmi.
( da "Villaggio Globale.it"
del 22-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Ultime
Notizie Nuove violenze scatenate dall'industria indonesiana della carta
L'industria cartaria mette a rischio la sicurezza globale L'Italia è il primo
acquirente europeo di carta e cellulosa indonesiana. Durante l'ultima protesta
degli abitanti del villaggio di Tangun, il bilancio è stato di tre morti e 16
feriti La April (Asian pacific resources international limited), un colosso
dell'industria cartaria,ha ottenuto altri
( da "Giornale di Brescia"
del 24-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione:
24/06/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero
Parigi, rimpasto di Governo C'è anche il nipote di Mitterrand nel nuovo
Esecutivo voluto da Sarkozy Michele Alliot-Marie è passata dall'Interno alla
Giustizia, al posto di Rachida Dati PARIGI Non era un rimpasto di Governo
tecnico - giusto per sostituire due ministri eletti al Parlamento europeo,
Michel Barnier e Rachida Dati - quello che aveva in mente Nicolas Sarkozy. Il
nuovo Esecutivo - annunciato ieri sera - prevede otto nuovi membri, l'uscita di
altri otto, lo spostamento di alcuni ministri, ma tutto - o quasi - è avvenuto
all'interno del partito del presidente, l'Ump, che Sarkozy ha voluto
ringraziare per il buon risultato alle europee. «L'apertura è già finita, e in
sua mancanza, si cerca di giocare sui nomi di famiglia», ha commentato Michel
Sapin, della direzione socialista, alludendo alla nomina a ministro della
cultura di Frederic Mitterrand, nipote dell'ex presidente socialista François,
che era direttore di Villa Medici a Roma. Così - del gruppo storico della
destra - Michele Alliot-Marie è passata dall'Interno alla Giustizia, Brice
Hortefeux - un fedelissimo di Sarkozy - va all'Interno e lascia il Lavoro a
Xavier Darcos, che passa a Luc Chatel l'Educazione nazionale. Al loro posto sono
invece rimasti i ministri dell'Ecologia Jean-Louis Borloo, dell'Economia
Christine Lagarde e degli Esteri Bernard Kouchner. È stata
invece soppressa la delega ai Diritti umani, definita in passato
da Kouchner un «errore». E Rama Yade, d'origine senegalese
e una delle figure della diversità del Governo, è rimasta nell'Esecutivo, ma
come segretaria di Stato allo Sport. Della famiglia stretta della destra non
sono Michel Mercier, che era uno dei dirigenti del Modem, il partito
centrista di Francois Bayrou, e Frederic Mitterrand, nipote dell'ex presidente
socialista François Mitterrand, che non è comunque schierato a sinistra, come
lo era lo zio. Anzi: «Ha molte qualità, è un grande uomo di cultura, che ha
sempre pensato a destra, e che è dunque completamente a suo agio in questo
Governo», ha ancora osservato Sapin. Mitterrand, 61 anni, sostituirà la troppo
discreta Christine Albanel, alla quale viene rimproverata soprattutto la
gestione della legge anti-pirateria su internet, bocciata dal Consiglio di Stato
nella parte più controversa, che prevedeva il taglio della connessione web per
i pirati recidivi.
( da "Repubblica, La"
del 24-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
19 - Esteri Un Mitterrand alla corte di Sarkò "Zio FranÇois sarebbe
d´accordo" Frédéric, nipote dell´ex presidente, ministro della Cultura
Maxirimpasto nel governo francese: la Yade dai diritti umani si trasferisce allo sport
Continua la campagna dell´Eliseo per cooptare uomini della sinistra GIAMPIERO
MARTINOTTI dal nostro corrispondente PARIGI - Un Mitterrand arriva alla corte
di Sarkozy, un altro uomo etichettato a sinistra varca il Rubicone e accetta le
lusinghe del capo dello Stato: Frédéric Mitterrand, nipote del defunto
presidente socialista, è il nuovo ministro della Cultura. Lascia dopo nove mesi
Villa Medici, dove era arrivato grazie anche all´appoggio della First Lady,
Carla Bruni, la cui influenza sul marito cresce costantemente. Il nome di
Mitterrand è il più spettacolare in un rimpasto più importante del previsto:
Michèle Alliot-Marie diventa Guardasigilli, Brice Hortefeux, fedelissimo di
Sarkozy, va all´Interno, Xavier Sarcos al Lavoro, Luc Chatel all´Istruzione.
Farà discutere la mutazione di Rama Yade, passata allo sport mentre sparisce il
suo sottosegretariato ai Diritti umani. Esce infine di
scena l´ex star del governo, Rachida Dati, eletta all´europarlamento. Da
settimane Sarkozy cercava una personalità di sinistra per occupare la
prestigiosa poltrona di responsabile della Cultura e ha finito per scovare un
personaggio atipico come Mitterrand: sessantun anni, cineasta, uomo di
televisione, scrittore, gay. Per certi versi può far pensare a Jack Lang, ma Mitterrand non è un esponente storico della
sinistra. Ha un cognome prestigioso, certo, ma già nel 1995 si era schierato
con Chirac contro Jospin. La sua nomina, insomma, non destabilizza i
socialisti, ma per l´Eliseo è sicuramente un colpo a livello di immagine.
Intervistato da France 2, il diretto interessato ha detto che la nomina alla
Cultura rappresenta «un compito esaltante e un onore». E sul simbolo di un
Mitterrand ministro di Sarkozy ha glissato: «Sarkozy è stato ministro ai tempi
di Mitterrand». Vero, solo che all´epoca i socialisti avevano perso le elezioni
politiche e Sarkozy era titolare del Bilancio nel governo Balladur. I
simpatizzanti socialisti si chiederanno se lei è ancora a sinistra, gli è stato
detto. «Lascio a loro il compito di rispondere alla domanda». E di fronte alle
insistenze: «FranÇois Mitterrand, quando non voleva
rispondere non rispondeva. Io sono uguale». E lo zio
approverebbe la sua scelta di entrare al governo? «Certamente». Attraverso
Mitterrand il presidente strizza l´occhio a una parte del mondo
cultural-mondano più o meno a sinistra in cui si è sempre mossa Carla Bruni.
Lunedì, per esempio, il saggista Bernard-Henri Lévy è stato riconfermato alla
guida di Arte France, la tv culturale franco-tedesca, e Sarkozy gli ha scritto
personalmente.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
24-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-06-24 - pag: 10 autore:
Francia. Varato il rimpasto di governo Un Mitterrand alla corte di Sarkò
Leonardo Martinelli PARIGI Rimpasto governativo in Francia. E una sorpresa per
tutti: un Mitterrand nel governo di Sarkozy. Sì, il nipote di «re FranÇois»
(presidente dal 1981 al 1995), Frédéric Mitterrand, intellettuale in vista nei
circoli parigini, animatore televisivo e personaggio «sui generis », diventa
ministro della Cultura. Un'operazione simbolica niente male. Il feeling fra
Nicolas Sarkozy e Frédéric Mitterrand era già noto. Un anno fa il presidente lo
aveva chiamato a dirigere Villa Medici a Roma, centro culturale assai prestigioso.
La decisione era stata presa da Sarkozy a sorpresa, mentre altri vi erano
candidati. Allora si disse che la consorte Carla Bruni, amica di Mitterrand,
avesse influenzato la scelta del marito. Lui, in ogni caso, amante dell'Italia,
ha fatto di tutto per ridare lustro a un'istituzione dall'immagine ultimamente
appannata. Ieri a Roma Mitterrand ha parlato ancora prima che la nomina fosse
ufficializzata, definendo «esaltante e un onore» il nuovo ruolo che è chiamato
a svolgere. Al giornalista televisivo che gli chiedeva se si sentisse ancora un
uomo di sinistra, ha detto: «FranÇois Mitterrand,
quando non voleva rispondere, non rispondeva. Io sono come lui». 62 anni, figlio di Robert Mitterrand, industriale,
fratello del futuro presidente, Frédéric, dopo alcuni anni dedicati
all'insegnamento, creò negli anni Settanta una catena di cinema d'essai a
Parigi.Proprio al cinema dedicò la sua prima serie di
trasmissioni in tv, in onda su Tf1, allora televisione pubblica, a partire dal
1981,lo stesso anno dell'elezione dello zio. Da allora fino a oggi ha prodotto
e condotto una ventina di trasmissioni di tipo culturale. Sospettato di essere
il solito «favorito», ha in realtà contributo a ideare un genere di tv di
qualità. è anche scrittore, di successo con il libro
«La mauvaise vie» del 2005, autobiografico, dove evoca con animo sincero la sua
omosessualità. Nell'88, quando Tf1 divenne privata, non esitò a sbattere la
porta, per passare sul secondo canale, rimasto nelle mani dello stato. Facendo
riferimento a Tf1, acquisita dal gruppo Bouygues, disse :
«Non amano i neri, gli arabi, i froci, la gente di sinistra: lì io non ci
faccio più nulla». In realtà, politicamente Frédéric Mitterrand non è facile da
classificare: nel 1995, ad esempio, alle presidenziali, decise di appoggiare il
candidato di destra Jacques Chirac. Il rimpasto deciso ieri da Sarkozy e dal
premier FranÇoisFillon non è stato così di routine come annunciato
da mesi, ma più profondo del previsto. E ha premiato diversi amici del
presidente, quali Christian Estrosi, sindaco di Nizza,
diventato ministro dell'Industria, e Brice Hortefeux, passato dal dicastero del
Lavoro a quello degli Interni. Luc Chatel, altro politico vicinissimo a
Sarkozy, è stato nominato ministro dell'Educazione nazionale, al posto di Xavier
Darcos, che, invece, è il nuovo responsabile del Lavoro. Rachida Dati, dal 2007
ministro della Giustizia, ma eletta da poco al
parlamento europeo, è stata sostituita da Michèle Alliot-Marie, finora agli
Interni. Rama Yade, di origini senegalesi, personaggio molto popolare in Francia, già sottosegretaria ai Diritti umani, è invece passata allo Sport. è stata comunque «salvata»,
nonostante Sarkozy non le abbia ancora perdonato il suo rifiuto a guidare la
lista dell'Ump, il partito del presidente, alle ultime elezioni europee nella
regione di Parigi. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE NOMINE CHIAVE Il nipote
del leader socialista ministro della Cultura. Brice Hortefeux sostituisce agli
Interni Michèle Alliot-Marie, che ottiene la Giustizia Intellettuale in vista.
Frédéric Mitterrand, neoministro della Cultura Un anno fa Sarkozy lo aveva
chiamato a dirigere Villa Medici a Roma AFP
( da "Corriere Alto Adige"
del 24-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
dell'Alto Adige sezione: BOLZANOEPROV data: 24/06/2009 - pag: 4 serale di cineasti iraniani. la
stessa Shirin durante un incontro a Ginevra con Navi Pillay, alto commissario
Onu per i diritti umani, ha fatto un appello affinché
«si fermino le violenze e vengano convocate nuove elezioni, svolte sotto il
controllo di osservatori internazionali dell'Onu o di altre organizzazioni ».
Intanto ieri è stato presentato a Bressanone il programma di Euromediterranea,
il tradizionale appuntamento culturale promosso dalla fondazione Langer che si
terrà a Bolzano il 2-5 luglio. Quest'anno gli incontri del festival saranno
dedicati quasi interamente all'Iran con un confronto tra qualificati conoscitori
della realtà politica e culturale iraniana, come i proff. Gianroberto Scarcia,
Anna Vanzan, Dietmar Larcher, Anna Maria Gentili e i giornalisti/scrittori
Giuliana Sgrena e Bijan Zarmandili. Dopo la cerimonia di consegna del Premio
Alexander Langer il 2 luglio alle 17.30 seguiranno per due
giorni incontri sui diritti umani e delle donne e sul tema «Un
altro Iran possibile», con una rassegna cinematografica Diritti umani L'iraniana Narges Mohammadi «Siamo
ormai rassegnati, purtroppo Narges e suo marito (anche lui sottoposto a misure
restrittive, ndr) non saranno presenti per ritirare il premio. Abbiamo
però preso contatti con un'altra degna rappresentante dei diritti umani, anche lei iraniana, che si trova in Europa in questi
giorni, ma non possiamo assicurare la sua presenza »,
ha detto Christine Stufferin, presidente della fondazione Langer. La donna
sarebbe Shirin Ebadi, avvocato dei diritti umani che
ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2003 nonché presidente del Centro dei
difensori dei diritti umani. Recentemente BOLZANO
Declinato da parte del governo iraniano l'invito alla partecipazione al vertice
del G8 di Trieste, sembrano ormai residue le speranze di Narges Mohammadi di
poter partecipare personalmente all'Alexander Langer Award che l'avrebbe vista
premiata il 2 luglio a Bolzano. La donna, vicepresidente e portavoce del Centro
dei difensori dei diritti umani e presidente del
comitato esecutivo del Consiglio nazionale della pace, si è vista imporre il
divieto di espatrio nell'ambito di un'inchiesta aperta nei suoi confronti per
propaganda contro il sistema islamico. Dall'8 maggio, giorno in cui è stata
bloccata all'aeroporto di Teheran da agenti della sicurezza governativa, Narges
Mohammadi si trova impossibilitata a uscire dal Paese e a nulla sono valsi fino
ad ora i numerosi appelli internazionali per una soluzione della vicenda.
L'esito delle recenti elezioni con la vittoria dell'ultraconservatore
Ahmadinejad e la dura repressione che va avanti da giorni suscitano forti dubbi
sulla sua presenza il 2 luglio alla fondazione Alexander Langer. Premio Langer,
Mohammadi non ci sarà Euromediterranea La pacifista bloccata in Iran.
Stufferin: «Siamo rassegnati»
( da "Blogosfere" del
24-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Giu 0924 Vendesi organi, per disperazione:
ancora Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 09:59 in Diritti umani Torniamo a parlare di uno degli argomenti tabu' di questo Paese:
la vendita di organi umani, una delle strade della disperazione di chi si è trovato ogni
porta sbarrata e non sa piu' cosa fare per far sopravvivere la propria
famiglia. Tre anni fa, quando per la prima volta affrontammo qui
l'argomento, iniziammo a ricevere parecchi commenti di persone che si
dichiaravano pronte a vendere una parte del proprio corpo, pur di riuscire a
risolvere i propri problemi finanziari. Messaggi come questo: "Non pensavo
di arrivare a pensare ad un gesto simile, ma quando navighi in acque scure,
quando hai da sfamare la famiglia e ti trovi con un misero
stipendio (e meno male che lavoro) ma che non riesci ad arrivare neppure a metà
mese ... che fare? Io se solo trovassi il modo non ci penserei due volte...
" Oppure come quest'altro "per principi morali anche io sono
contrario alla donazione di organi, ma quando poi ti trovi di fronte alla
necessita' ti vien voglia di mandare a quel paese tutte le regole-basta aprire
un giornale sportivo e vedi quanti miliardi vengono DONATI a quattro pellegrini
del calcio. Le banche (usurai legalizzati dal nostro sistema politico ) ti
assediano e tu non puoi fare altro che vendere qualcosa di tuo oppure vai a
rubare. Se c'e' qualcuno che ha voglia di aiutarmi a vendere un rene mi puo'
rispondere sperando che alla mia eta' di 62 anni faccio
ancora in tempo". Senza distinzione d'età, sesso, formazione
scolastica, sono tanti in Italia ad averci pensato, almeno una volta. In
Italia, è bene ricordarlo, la vendita di organi è vietata, mentre è ammessa la
donazione, anche del vivente, purché non riduca in modo permanente l'integrità
fisica della persona. Il mercato illegale degli organi è gestito dalle mafie, è
una "zona oscura" della realtà italiana, di cui poco si sa e poco si
vuole parlare. Cosi' come poco si parla delle "porte sbarrate" che
banche e Stato chiudono in faccia alla disperazione.
( da "Vita non profit online"
del 24-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
TORTURA.
La giornata internazionale a teatro Reading time: 3 minutes --> di Redazione
- pubblicato il 24 Giugno 2009 alle 12:02 Venerdì 26 giugno si celebra la
Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura Il 26 giugno viene
celebrata in tutto il mondo la Giornata Internazionale a sostegno delle vittime
di tortura, proclamata nel 1997 dallAssemblea
Generale dellOnu. Il sistema giuridico internazionale proibisce
lutilizzo della tortura in qualsiasi circostanza. Malgrado
la sua stigmatizzazione ufficiale, però, la tortura non é ancora stata
sconfitta e continua a essere praticata infliggendo sofferenze fisiche e psichiche.
Secondo il rapporto Amnesty International 2009 sono 120 i paesi nel mondo che
praticano la tortura. Si stima che attualmente l'Europa accolga oltre 400mila
rifugiati vittime di tortura, e che ogni anno arrivino nel
nostro continente 16mila richiedenti asilo sopravvissuti a esperienze di
tortura Leliminazione della pratica della tortura nel mondo
costituisce quindi ancora oggi una della maggiori sfide della comunità
internazionale che deve essere affrontata su diversi piani. A livello giuridico con la
creazione di un sistema internazionale di prevenzione e repressione davvero
efficace; a livello sociale tramite il sostegno e la riabilitazione delle
vittime. Il Progetto VI.TO. Accoglienza e Cura per le Vittime di Tortura, che il Consiglio Italiano per i Rifugiati gestisce
dal 1996 grazie al supporto delle Nazioni Unite, mette in atto azioni che
mirano a riabilitare i sopravvissuti a tortura - attualmente sono circa 610 gli
utenti presi in carico nel progetto - e a denunciare tale pratica. Il prossimo
26 giugno un gruppo di 12 ragazze e ragazzi coinvolti nelle attività del
laboratorio di riabilitazione psico-sociale del Progetto VI.TO. porteranno in
scena al Teatro India a Roma Voci di Babele (ingresso gratuito), libero
adattamento de Il linguaggio della montagna di Harold Pinter. Questo spettacolo
è stato costruito all'interno del laboratorio durato quattro mesi e portato
avanti da Nube Sandoval e Bernardo Rey, registi e formatori. La presenza in scena
di questi testimoni è un modo per rompere il complotto del silenzio e
invisibilità che da sempre circonda la tortura e le sue vittime, e unoccasione per ridare loro voce e legittimità. Harold Pinter
in questo testo descrive un mondo in cui gli esseri umani sono costretti a
combattere ogni giorno contro problemi sociali quali lincomunicabilità, lingiustizia, la violenza. Il testo
di Pinter fa riferimento alle vicende del popolo curdo, minoranza etnica alla
quale è stata a lungo preclusa la possibilità di utilizzare la propria lingua.
Protagonista del Linguaggio della montagna è infatti
la parola, nella sua funzione contraddittoria di strumento di violenza e
strumento di dissenso. Alla musicalità del multilinguismo del testo si
contrappone la cruda violenza dellintolleranza,
larbitrario divieto imposto ad un popolo di parlare la propria lingua,
sintesi di una condizione creata per negare la diversità, attraverso
lumiliazione e la tortura. Nelle Voci di Babele invece al silenzio viene
contrapposto il canto, alla censura un coro di stranieri e alla tortura il teatro.
Voci di Babele diventa partitura di azioni e testi in vari idiomi, dove il filo
conduttore è rappresentato da ritmi, sonorità e movimenti corporei propri delle
diverse lingue e culture. Uomini e donne venuti dai luoghi più lontani ci
parlano dei loro amori, della loro infanzia, delle loro guerre, ma al di là di
ogni singola storia, quel che prevale in questo Babele, è la certezza che la
differenza ci fa diventare unici, anche se nella sinfonia della vita, i temi
fondamentali suonano uguali per tutti.
( da "Stampa, La"
del 25-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Donna
dell'anno. Diritti senza frontiere "Quello che
non si dice sull'immigrazione" Oggi in biblioteca il primo incontro
collegato al premio Nuova edizione del premio internazionale «La Donna
dell'anno», nato per aiutare donne che, nel mondo, si sono
distinte nell'ambito dei «Diritti umani senza frontiere». A
valutare le candidature proposte per la 12ª edizione - da presentare entro il
31 luglio - sarà una giuria composta da Umberto Veronesi, Alberto Cerise,
Margherita Boniver, Liana Marolla, Mario Marazziti e Carla Fendi. E
aspettando il 27 novembre, giornata della premiazione, la presidenza del
Consiglio Valle organizza alcuni eventi collegati alla manifestazione. Il primo
appuntamento è oggi alle 21 nella biblioteca regionale di Aosta. Sarà
presentato il libro «Eurafrica. Quello che non si dice
sull'immigrazione. Quello che si potrebbe dire sull'Europa»
scritto da Mario Marazziti e Andrea Riccardi. Tema dell'incontro sarà
«Europa-Africa: un destino comune», argomento che sarà affrontato da Marazziti,
portavoce della Comunità di Sant'Egidio di Roma. Ospite d'onore la somala Asha
Omar, Donna dell'anno 2008, che racconterà l'esperienza di medico musulmano che
non intende abbandonare il suo Paese e ricorderà il premio ricevuto, così motivato:
«Ad Asha, esempio di vero sacrificio a favore del
prossimo. Asha ha perseguito con tenacia un sogno. Un sogno scomodo, che l'ha
spinta a lavorare nella sua Somalia, dilaniata dalla guerra, rinunciando a una
vita privilegiata, pur di curare donne e bambini. Non si è fatta fermare né
dalle bombe né dalle minacce perché si sente, prima di tutto, un medico». Il
legame tra Asha e l'Italia è molto forte. Dopo essersi laureata a Roma, ha
mantenuto i contatti con il Lazio e l'Abruzzo dove riesce a portare, per farli
operare, donne e bambini malformati. All'incontro parteciperà anche Daniela
Sironi, della Comunità di Sant'Egidio, che presenterà il progetto «Dream. Un sogno diventa realtà: liberare l'Africa
dall'Aids».\
( da "Libertà" del
25-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Esame di
maturità, è il giorno dei 1.912 Prova di italiano.
Ieri i presidenti di commissione in videoconferenza con Bologna Per l'esame di
Stato - per i 1.912 candidati piacentini e relative famiglie - oggi è il giorno
X. Ad attendere gli studenti ammessi (i non ammessi sono cresciuti del 2 per
cento) c'è la prima prova, quella comune di italiano, mentre domani sarà già
tempo di prova di indirizzo. Al lavoro da martedì ci sono le 47 commissioni,
insediate in seduta plenaria, dopo che il giorno precedente, lunedì, erano
arrivati dal ministero di Roma i plichi contenenti i testi delle prime due
prove. I documenti sono rimasti fino a oggi custoditi in questura, da dove i
funzionari stamattina li hanno consegnati alle singole scuole sedi di esame (in
provincia analogo compito sarà svolto dai
carabinieri). I presidenti di commissione estrarranno i testi della prima prova
per le fotocopie e riconsegneranno le buste ministeriali alle forze dell'ordine
per la seconda consegna di domani mattina. Il liceo artistico Cassinari è la
scuola piacentina prescelta per il campionamento ministeriale. E ieri, all'Isii
Marconi, i 47 presidenti di commissione in forze a Piacenza (dove ci sono in
campo 282 commissari, metà interni e l'altra metà esterni)
hanno partecipato alla video conferenza con l'Ufficio scolastico regionale di
Bologna, che serviva ad impartire loro le ultime coordinate sulle modalità di
esecuzione dell'esame. Il collegamento con gli uffici bolognesi è durato
all'incirca un'ora e mezza, durante la quale sono stati passati al setaccio
quesiti ed eventuali incertezze del fronte dei commissari al cospetto del
documento ministeriale che per il 2009 declina come dovrà essere la prova. Tra
le novità maggiori c'è il nuovo peso (maggiore) ascritto al curriculum degli
ultimi tre anni scolastici dello studente (25 punti contro 20) e la
complementare diminuzione di punteggio (da
( da "Opinione, L'" del
25-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lo
scorso venerdì si è conclusa l'undicesima sessione del Consiglio dei diritti
dell'uomo. E l'archiviazione dei lavori, benché il tutto sia passato sotto
silenzio, è stata percepita dai più come uno scontato "ritorno al
passato". La sessione, iniziata lo scorso 2 giugno, è stata metodicamente
segnata dalla solita manfrina posta in essere dai paesi "non
allineati", tesa ad indebolire gli strumenti di difesa delle libertà
individuali. Gli stati musulmani, manco a dirlo, appena pagata la cambiale di
Durban II (dove, per evitare un clamoroso flop, hanno accettato di ritirare la
pretesa del riconoscimento dell'intangibilità dell'islam), sono puntualmente
ritornati alla carica per imporre il principio del reato di diffamazione delle
religioni. Quest'offensiva mostra che la rottura effettiva, tra i paesi del Nord della terra e quelli del Sud, resta viva. E
che, oramai, le forze politiche planetarie tendono a coagularsi secondo
principi distanti da quelli della Dichiarazione universale dei diritti
dell'uomo. I precedenti episodi ginevrini, abilmente strumentalizzati, erano
stati chiaramente indicativi in tal senso. Il penultimo dei
quali rappresentato dalla solidarietà espressa dal mondo islamico ad un
conclamato boia, qual è il presidente del Sudan. Un fronte comune che, però, ha
presentato una falla che potrebbe non essere più episodica. Visto che l'Uganda
s'è bellamente opposto ad una risoluzione egiziana mirata a tutelare
ulteriormente il "mite" al Bashir. Cosa voleva l'Egitto? Semplice.
Chiamando a raccolta terzomondisti e Stati musulmani chiedeva la rimozione del
relatore speciale che, periodicamente, informa il Consiglio sulle atrocità di
Karthoum. Dando la voce alle minoranze perseguitate. Ma stavolta, guarda un po', il fronte dell'Africa nera ha scricchiolato. Problemi
di irritazione per le frizioni fra etnie arabe e nere, nell'arco territoriale
che va dal Ciad al Kenia, passando per il Darfur, ovviamente. E, c'è da
giurarlo, non c'è Dio che tenga! Le organizzazioni per la tutela dei diritti
dell'uomo, anche le più sinistrorse, cominciano ad avvertire questa
contraddizione. Lo scorso 11 giugno (giusto una settimana prima della chiusura
della sessione), qualcosa come 35 diverse organizzazioni (tra le quali spiccano
Amnesty Internationa e Human Rights Watch) hanno consegnato
una lettera aperta alla presidenza del Consiglio dei diritti dell'uomo. Motivo?
L'incontestabile strategia adottata dai peggiori paesi totalitari per
imbavagliare il diritto delle persone. Per Julie de Rivero, responsabile di
Human Rights Watch accreditata a Ginevra, la questione relativa ai massacri
verificatisi nello Sri Lanka, lo scorso mese di maggio, costituisce il
"punto di non ritorno". I diplomatici di Colombo sono difatti
riusciti ad imporre il principio di "non ingerenza", rifiutando un'indagine
indipendente sul posto. Un grazioso "trucchetto" che, però, inizia a
suscitare qualche lieve esantema anche tra i "pappafichi" delle
organizzazioni non governative di matrice anti-occidentale, anti-sistemica
(insomma, anti-tutto!). Disposti a tutto, pur di uscire fuori dal vicolo cieco
e conservare la loro fortuna, fondata su libertà calpestate da questi satrapi.
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)"
del 25-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il
ritorno di Laura Andreotti Era uscita dalla giunta Natali. Nuovi ingressi Laura
Pasquini e Raffaele Ziosi Giovedì 25 Giugno 2009, Un
mix di conferme e un'iniezione di volti nuovi per la squadra che affiancherà il
neo sindaco Chiarioni nel nuovo mandato amministrativo. La comunicazione della
nomina degli assessori avverrà durante la prima seduta del consiglio comunale
domani, alle 20.30, ma il sindaco Chiarioni ha firmato l'atto di nomina dei
componenti della giunta conferendo a ciascuno deleghe
e ambiti di competenza. Della precedente giunta sono stati confermati Davide
Diegoli, Paolo Magon e Francesco Pellegrini, anche se con un rimpasto di
deleghe. Nel ruolo di vicesindaco, ritorna, a sorpresa, Laura Andreotti, che
aveva ricoperto lo stesso ruolo fino al 2006, quando l'ex
sindaco Gigliola Natali le revocò le deleghe per divergenze
amministrative e anche personali inconciliabili. «Non
si tratta però di una riparazione - si affretta a precisare il sindaco
Chiarioni - quella di Laura Andreotti è stata una scelta condivisa e senza
traumi per nessuno. Ha prevalso la componente di genere, volendo affidare un
ruolo importante ad una donna e quello territoriale, visto che, da
consuetudine, se il sindaco è della frazione, il suo vice è del capoluogo e
viceversa». Andreotti avrà inoltre le deleghe a Politiche educative, Cultura,
Eventi, Gemellaggi, Politiche giovanili, Servizi per l'infanzia, Diritti umani e immigrazione. Davide Diegoli, grande favorito alla carica di
vicesindaco, farà "solo" l'assessore («ma senza nessuna
recriminazione da parte sua» rassicura Chiarioni), ampiamente ricompensato però
dalla quantità e qualità delle deleghe che gli sono state attribuite: Politiche
ambientali ed energetiche, Bilancio, Risorse finanziarie, Politiche
della sicurezza, Polizia locale, Protezione civile, Sport. Paolo Magon mantiene
il suo posto in giunta praticamente con le stesse deleghe avute negli ultimi
tre anni: Politiche sociali, Politiche per la famiglia, Rapporti con le
associazioni, Trasporti. Confermato (e premiato) anche Francesco Pellegrini che
dovrà occuparsi di argomenti tutt'altro che irrilevanti, come le attività
economiche e l'urbanistica, oltre a Politiche per il turismo, marketing
territoriale, sanità e pari opportunità. Chiarioni ha chiamato in giunta come assessore esterno Laura Pasquini, candidata della lista
Chiarioni per Occhiobello che però non ha raccolto il numero di preferenze
sufficienti ad entrare in consiglio comunale. «È stata
una scelta dettata dalle caratteristiche professionali di Pasquini - aggiunge
il sindaco - un ex dirigente di Enichem Ferrara dove aveva la responsabilità
del personale. Mi è sembrata la persona giusta per svolgere il delicato compito
di rimotivare il personale comunale, aspetto su cui, mi sono reso conto in
questi giorni, c'è molto da fare». Pasquini seguirà infatti:
Risorse umane, Innovazione amministrativa, Trasparenza e relazioni pubbliche.
Un volto nuovo è anche quello di Raffaele Ziosi, attuale coordinatore del
locale circolo del Pd, chiamato in giunta «come riconoscimento all'alto numero
di preferenze ottenute». A Ziosi, deleghe di peso e responsabilità con: Lavori
pubblici, Progettazioni, Viabilità, Verde pubblico, Politiche della casa,
Servizi informatici. Della vecchia giunta manca Roberto Catozzo, il quale,
uscito dalla porta, è pronto a rientrare dalla finestra: «un ricambio è giusto
e salutare - dice infatti Chiarioni - per Catozzo
verrà proposto il ruolo di presidente del consiglio comunale», fugando quindi
le voci sull'assegnazione del ruolo al leghista Sauro Buoso. Manuela Furini
( da "Repubblica, La"
del 26-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 6 - Esteri Aaron Rhodes, portavoce di
"Human rights in Iran" che ha denunciato migliaia di arresti Diritti umani, adesso è allarme "Un torturatore capo delle indagini"
"Ieri è stato chiesto che Shirin Ebadi sia arrestata non appena tornerà in
patria. L´Onu mandi una
missione" FRANCESCA CAFERRI Spari contro la folla in strada.
Arresti arbitrati. Minacce contro le personalità più eminenti. E voci di torture.
Sono notizie drammatiche quelle che vengono rilanciate dalle organizzazioni per
i diritti umani attive in Iran. Due giorni fa Human
Rights Watch ha denunciato il procuratore capo Said Mortazavi, implicato in
casi di tortura e ritenuto responsabile della morte in carcere della fotografa
irano-canadese Zahar Kazemi, è a capo delle indagini sui riformisti arrestati.
Nelle stesse ore la International Campaign for Human
rights in Iran rivelava che le persone arrestate negli ultimi giorni sono circa
2.000 e non 600 come sostiene il governo. Ad Aaron Rhodes, portavoce della
campagna, abbiamo chiesto di spiegarci quale sia la situazione. Quali sono le
cose che vi preoccupano di più? «La brutalità della
polizia. Il tentativo di bloccare le proteste con la violenza ha già fatto
molti morti e altri ce ne potrebbero essere. I basji cercano i feriti anche
negli ospedali. Poi c´è il rischio che i detenuti siano torturati per
costringerli a confessare cose mai fatte. E contro chi non è in carcere sono in
corso tentativi di intimidazione fortissimi: ieri un gruppo di legali e
professori vicini al governo ha chiesto l´arresto di Shirin Ebadi. Il livello
di violenza è molto alto». Human rights watch denuncia
le responsabilità di Said Mortazavi: cosa può dirci di lui? «è
un procuratore tristemente noto, è giusto essere molto preoccupati per il suo
coinvolgimento. Quest´uomo è stato accusato di usare la tortura in passato e
nulla ci dice che non lo farà ancora: cercherà di processare tutti quelli che
sono stati arrestati per qualche crimine e di strappare loro confessioni. Ma la
loro unica colpa è stata quella di esprimere un´opinione, che è un diritto
garantito dalla Costituzione iraniana». Cosa può fare la comunità
internazionale? «Dobbiamo obbligare l´Iran a
rispondere agli obblighi sanciti nelle convenzioni Onu che ha firmato. L´Onu
dovrebbe mandare una missione per osservare la situazione e aiutare a trovare
una soluzione pacifica a questa crisi. L´Iran è sempre più isolato: i giornalisti
sono stati mandati via, c´è un black out informativo e le luci si stanno
spegnendo. Una situazione molto rischiosa per quelli che sono in pericolo».
( da "Unita, L'" del
26-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pensioni, la Ue contro l'Italia Un
infarto stronca Michael Jackson Napolitano: la democrazia non è in crisi Tortura, la ferocia e gli
Stati L'America ha bisogno di alieni
( da "AmericaOggi Online"
del 26-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Caso
Orsi. Perde la causa a Losanna. Chiede giustizia alla Corte Europea di Riccardo
Chioni 26-06-2009 Sarà la Corte europea dei Diritti umani a pronunciarsi sulla vicenda dell'ex executive della Swisscom
italoamericano dopo aver perso la battaglia legale in Svizzera intentata contro
un componente della famiglia regnante degli United Arab Emirates che sei anni
fa lo aveva frustato con una cintura in un bar di Ginevra. Silvano Orsi
però non molla, non si è lasciato scoraggiare da quella che definisce una
discutibile decisione del tribunale elvetico, deciso ora
a portare la sua causa di fronte alla Corte europea dei Diritti
umani. Orsi, 40 anni, risiede a Rochester nell'Upstate da quando fu
aggredito in un lussuoso albergo ginevrino dallo sceicco, mentre era in
compagnia di un conoscente. In possesso della doppia cittadinanza, Silvano Orsi
si era mosso per vie diplomatiche affinché venisse fatta giustizia su quello
che definisce un "incubo" che lo ha lasciato invalido. La massima
corte svizzera ha sostenuto il proscioglimento dello sceicco arabo Falah
al-Nahyan (fratello del presidente degli Emirati Arabi Uniti), confermando il
giudizio espresso lo scorso marzo da una corte d'appello cantonale per
l'aggressione di cui fu vittima Silvano Orsi il 19 agosto 2003, sostenendo che
la cintura usata dallo sceicco non rappresenta un oggetto pericoloso. L'ex
executive della società telefonica elvetica sostiene che la Svizzera ha violato
i suoi basilari diritti umani per cercare di apparire
benevola nei confronti della potente famiglia araba regnante. Nel giugno del
2008 la polizia giudiziaria di Ginevra aveva multato lo sceicco di 10 mila
franchi svizzeri, oltre ad imporre il pagamento di una ammenda
di 540 mila fs per la sospensione della sentenza, dopo averlo ricontrato
colpevole di aggressione per mezzo di un oggetto pericoloso procurando ad Orsi
danni fisici irreversibili. Poi è intervanuta la Corte d'Appello che ha
stravolto la situazione. Dopo la decisione della Corte Suprema di Losanna di
rigettare la richiesta di appello, Orsi ha intrapreso la via dell'appello
presso la Corte europea. Inoltre l'ex dirigente italoamericano ha avviato una
causa civile nei confronti dello sceicco con richiesta di rimborso per spese
legali e danni, senza tuttavia indicare l'ammontare richiesto. Anche Washington
si sta muovendo. Orsi ha riferito ad America Oggi che il deputato democratico
del Massachusetts James McGovern, co-chairman della Human
Rights Commission della Camera ha detto di volere fare luce sulla vicenda.
"Sono sei anni che io e la mia famiglia siamo vittime di questo incubo,
per constatare che alla fine la giustizia svizzera per me non ha fatto
giustizia" si rammarica Orsi che dice di non riuscire a capacitarsi per la
definizione di "oggetto non pericoloso" espressa dalla corte elvetica
in merito alla cintura di pelle con borchia metallica adoperata dallo sceicco
durante l'aggressione. Orsi in seguito alla violenza subita soffre di ernia al
disco, ha subito lesioni permanenti ad un nervo di una gamba, senza parlare del
trauma psicologico lasciato dall'essere stato sbattuto a terra e pestato sul
pavimento del bar all'interno del lussuoso albergo La Réserve. "Ci sono
montagne di referti medici e testimonianze in quantità" precisa Orsi. Il
caso aveva suscitato interesse da parte della stampa internazionale l'anno
scorso quando era finito in tribunale a Ginevra perché Daniel Zappelli, il
procurtatore generale cantonale aveva chiesto un milione di franchi di ammenda,
il massimo della pena, da infliggere allo sceicco che tuttavia si dichiarava
innocente. L'italoamericano era stato assunto dalla Swisscom nel 2000 e a
Ginevra era di casa. Il giorno dell'aggressione si trovava con un amico saudita
ad un tavolo del ristorante dell'albergo per cena. Lo sceicco aveva inviato al
tavolo di Orsi una bottiglia di champagne facendo seguire avances di carattere
omosessuale, per infierire su Orsi dopo il suo rigetto, senza che questi
neppure sapesse chi fosse lo sconosciuto in jeans che lo stasva pestando. E
quando si era rivolto al personale dell'albergo a 5 stelle per chiamare la
polizia, Orsi si sentì rispondere "vediamo cosa possiamo fare, perché sa,
lo sceicco è un cliente molto importante" e, successivamente, l'aggredito
aveva denunciato di essere stato pure minacciato da gorilla dello sceicco
"uno mi ha mostrato una pistola dicendomi che l'avrebbe adoperata se
necessario". Silvano Orsi ha casa a Rochester e a Roma, vive con i
genitori: suo padre è in pensione dopo aver lavorato una vita per General
Motors e lui si appresta a ultimare un libro intitolato "Champagne
Sheichs, Unconscionable Impunity and the Quest For What is Right".
( da "Razòn, La" del
27-06-2009)
Argomenti: Diritti umani
Las
víctimas de xenofobia plantearán juicio al Estado
PROCESO Una sanción sería aplicada a los directos
responsables del caso 24 de mayo. Imprime esta nota Recomienda esta nota
Recomienda en Facebook Opiniones sobre esta Nota Los campesinos que fueron
víctimas de actos de racismo y xenofobia el 24 de mayo del año
pasado en Sucre, demandaron ayer por estos hechos al Estado boliviano ante la
Comisión de Derechos Humanos de la Organización de Estados Americanos (OEA),
informó Gonzalo Quintanilla, abogado del Instituto de Terapia e Investigación sobre las Secuelas de la Tortura y la
Violencia Estatal (ITEI), organización que acompaña el proceso. Explicó que la
demanda fue enviada vía fax y que la formalización de pruebas se realizará la
próxima semana en Washington. Según Quintanilla, si la
comisión internacional aprueba una sanción para el Estado boliviano, éste,
apelando a la Constitución Política del Estado, puede utilizar la figura
de repetición para que la sanción se aplique a los responsables directos de los
hechos. Si el Estado es sancionado por esta comisión,
automáticamente esa sanción repercute a los que han vulnerado los derechos
humanos en Sucre, en este caso: Fidel Herrera, Aydée Nava y Jaime Barrón, entre
otros, afirmó. El 24 de mayo del 2008, un grupo de campesinos que marchaba a Sucre
fue agredido en la plaza central de la capital de la
República por grupos xenófobos que los desnudaron y les hicieron besar el suelo
capitalino. El abogado aseveró que al menos
450 campesinos
están recibiendo atención clínica y sicológica en este momento.
(
da "Eco di Bergamo, L'>" del 28-06-2009) Argomenti: Diritti umani ( da "Virgilio
Notizie" del 28-06-2009) Argomenti: Diritti umani ( da
"Blogosfere"
del 28-06-2009) Argomenti: Diritti umani ( da
"Velino.it, Il"
del 29-06-2009) Argomenti: Diritti umani ( da
"Mattino di Padova, Il"
del 30-06-2009) Argomenti: Diritti umani ( da
"Mattino di Padova, Il"
del 30-06-2009) Argomenti: Diritti umani ( da
"Virgilio Notizie"
del 30-06-2009) Argomenti: Diritti umani ( da
"Velino.it, Il"
del 30-06-2009) Argomenti: Diritti umani ( da
"Virgilio Notizie"
del 30-06-2009) Argomenti: Diritti umani«Botte e stupri, l'inferno dei campi
nordcoreani» --> Due reporter Usa condannate a 12 anni di lavori forzati Le
testimonianze choc di ex detenuti, anche bimbi Domenica 28 Giugno 2009
GENERALI, pagina 6 e-mail print nostro servizio Barbara Schiavulli PyongyangNon
si sa più nulla di Laura Ling e Euna Lee, le due giornaliste di «Current tv»
condannate a 12 anni di lavori forzati per essere entrate illegalmente in Corea
del Nord qualche settimana fa. Volevano raccontare il traffico di essere umani e si sono trasformate loro stesse in carne da macello.
Perché questa la fine che fanno i detenuti dei campi di lavoro. «Riformarsi con
il lavoro», dicono i nordcoreani che, secondo il Dipartimento di Stato
americano, hanno incarcerato duecentomila persone, la maggior parte delle quali detenuti politici, immigrati clandestini,
chiunque avesse idee diverse dal regime. Tanto è difficile entrare in Corea del
Nord quanto avere notizie su questi posti sconosciuti, dove la gente muore di
lavoro e di fame. Le uniche indicazioni arrivano da chi dentro c'è stato, dal prezioso lavoro delle organizzazioni per i diritti umani, che stilano rapporti che pochi leggono, e dalle immagini
satellitari che rilevano, sempre secondo le autorità Usa, almeno otto grandi
centri di detenzione. Ma cosa accade dentro e quale potrebbe essere la sorte
delle due giovani giornaliste, di 32 e 36 anni, se la diplomazia non
funzionasse, è raccontato da chi è tornato da quei gironi d'inferno. I
campi sono dislocati in valli remote, nelle aree montane nel Nord e nel centro
del Paese. Se otto sono quelli grandi, decine sono quelli piccoli e quasi
invisibili. «Sono stato tre anni nel campo - racconta
Pin Il - perché sono stato accusato di spionaggio, ma ero solo uno studente: mi
hanno picchiato, fatto lavorare in una cava fino a quando non avevo neanche più
la forza di stare in piedi, mangiavamo una volta al giorno e dormivamo legati
per terra. Ci costringevano ad ascoltare una registrazione che ci diceva come
doveva essere il buon cittadino». Pin Il ora vive in Corea del Sud, ha trovato
un lavoro, ma non riesce a dimenticare. «Ogni notte
sogno di essere lì, rivedo le facce delle guardie con i loro bastoni. Spesso ho
paura di addormentarmi per poi scoprire di essere ancora nel campo. Ho visto
troppa gente morire di fatica, di torture, di malattie. La cosa peggiore era
vedere i bambini lavorare fino a cadere a terra dalla stanchezza. E nessuno sa
niente, nessuno fa niente». Secondo un rapporto
presentato sempre al Dipartimento di Stato americano, sarebbero migliaia i
bambini presenti nel campo, figli di detenuti. Persone arrestate dentro casa,
sparite nel nulla, spesso vittime di processi sommari. Secondo un altro
rapporto della commissione statunitense per i Diritti umani
in Nord Corea, almeno il 25 per cento dei prigionieri muore di fatica
all'interno dei campi ogni anno. «Sono stata condannata per aver cantato in
casa mia una canzone pop sud coreana», racconta una donna,
di quarant'anni. «Ho commesso un crimine che le
autorità chiamano "disturbo dell'ordine socialista". Sono stata presa
con mio padre e mio figlio e siamo stati incarcerati tutti. Non pensavo di
doverlo mai dire, ma per fortuna mia madre era già morta». I detenuti, secondo
Amnesty international, lavorano dalla mattina a notte inoltrata in fattorie e
nei campi e ogni piccola infrazione al regolamento trova risposta con pestaggi
e spesso anche con stupri. Alcuni ex detenuti, tutti fuggiti dalla Corea del
Nord parlano anche di esperimenti chimici sui detenuti. In altri momenti i
prigionieri sono costretti a frequentare estenuanti lezioni di rieducazione,
dove devono imparare a memoria i discorsi di Kim Jong Il, il leader nord
coreano. Il coreano americano Evan Hunziker venne accusato di spionaggio per
aver nuotato nel fiume Yalu, che divide la Cina e la Corea del Nord. Dopo
novanta giorni di detenzione in un campo, la diplomazia è riuscito a portarlo
fuori. Non ha mai parlato molto della sua esperienza. «Vengo trattato bene, ma
il cibo non è buono», scrisse in un lettera a sua
madre. Ma un mese dopo il suo rilascio si suicidò. La
famiglia di Kong è stata imprigionata nel 1977 nel campo di lavoro di Yodok, ed
è stata rilasciata dieci anni dopo. «Avevo solo nove
anni e sono finito in prigione perché a mio nonno piaceva il capitalismo
giapponese. Venimmo tutti sospettati di simpatizzare con i controrivoluzionari.
Sono cresciuto guardando la gente che veniva picchiata, uccisa, spesso si
trattava di bambini come me. Che cosa ho imparato? Che la cattiveria umana non
ha limiti». 28/06/2009 nascosto-->
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Albania/ Voto sotto stretta osservazione. In molti senza (sezione: Diritti umani)
Seggi aperti
dalle 7 alle 19 per i circa 3,1 milioni di elettori albanesi chiamati a
rinnovare i 140 membri del parlamento monocamerale. Lo svolgimento regolare di
queste elezioni, considerate dall'Unione europea un vero e proprio 'test di
democrazia', sarà determinante per l'ottenimento dello status ufficiale di
Paese candidato all'Ue da parte di Tirana. L'Albania, dunque, vota sotto la
'stretta osservazione' dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione
in Europa (Osce) e di altri organismi internazionali, mentre l'opposizione
contesta duramente i ritardi nell'emissione delle nuove carte d'identità che
impediranno, di fatto, a molti elettori di esercitare il loro diritto di voto.
Le autorità albanesi "sono state fortemente incoraggiate" ad introdurre
l'obbligo di esibire i nuovi documenti che "rappresentano uno strumento
fondamentale contro le frodi elettorali" illustra ad Apcom, Jens Hagen
Eschenbacher, portavoce dell'Ufficio Osce per le
Istituzioni democratiche e i Diritti umani, competente
delle operazioni di monitoraggio del voto. Ciononostante, "i problemi
tecnico amministrativi che hanno determinato i ritardi, hanno rappresentato una
delle questioni più controverse della campagna elettorale", ammette il
funzionario Osce. Secondo il dato ufficiale diffuso dal ministero
dell'Interno albanese, a due giorni dal voto, coloro impossibilitati a votare
perché ancora non in possesso dei nuovi documenti, sfioravano le 250.000
persone. Una cifra che avrebbe potuto fare la differenza qualora si verifichi il preannunciato testa a testa tra il premier uscente di
centro destra, Sali Berisha, e lo sfidante sindaco di Tirana, il socialista Edi
Rama. Stando al principale partito di opposizione, infatti, sarebbero
"circa 600.000" le persone impossibilitate a votare, come ha riferito
Apcom Islami Kastriot, segretario per gli Affari elettorali del Partito
socialista. Che non ha dubbi "i documenti sono stati assegnati secondo
criteri politici e molti di coloro rimasti senza sono
simpatizzanti dell'opposizione al governo in carica". Ma ad alimentare le
polemiche circa la trasparenza delle legislative albanesi 2009, vi sono anche
le presunte minacce di licenziamento che il governo avrebbe avanzato a
dipendenti pubblici, in particolare professori, in caso di mancata
partecipazione a meeting e convections del Partito democratico, guidato da
Berisha. "Valuteremo attentamente i reclami ricevuti in proposito",
conferma il portavoce Osce. La macchina per il monitoraggio delle elezioni
albanese costerà intorno ai 2,6 milioni di euro: oltre 400 osservatori
internazionali saranno operativi nei 4.812 seggi. Durante le operazioni di voto
saranno banditi i telefoni cellulari e adottate le più
moderne tecniche di rilevazione delle impronte digitali. Una volta chiusi i
seggi, le schede, imballate all'interno di contenitori trasparenti, saranno
trasportate nei 66 punti di raccolta distribuiti nel paese: "ogni Ufficio centrale per il conteggio sarà sottoposto a
video sorveglianza e lo spoglio si terrà alla presenza di un osservatore
internazionale e di un rappresentante di ogni partito", illustra ancora il
portavoce Osce. A gettare un'altra ombra sulla piena democraticità delle
elezioni albanesi ci sono le tre persone uccise per presunte ragioni politiche
nelle settimane precedenti al voto: tra le vittime anche un candidato regionale
del Partito democristiano, la cui macchina è esplosa misteriosamente. Ma tutti
gli accertamenti sono ancora in corso. Alle 140 poltrone da parlamentare
puntano 4.300 candidati, 100 dei quali saranno eletti a sistema maggioritario e
i restanti 40 secondo il metodo proporzionale con scorporo.
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Iran, cosa succede ai giornalisti arrestati? (sezione: Diritti umani)
Giu 0928
Iran, cosa succede ai giornalisti arrestati? Pubblicato da Joshua Evangelista
alle 13:34 in Current Affairs, Libertà di espressione, World press Nessun
movimento in uscita dal carcere di Evin, a Teheran. Una moltitudine di persone
aspettano alle soglie del penitenziario per capire se nella lista, non
aggiornata, delle guardie carcerarie ci sia anche il nome di un parente o di un
amico di cui da giorni non si hanno più notizie. I parenti dei giornalisti detenuti
hanno diritto a vedere i propri cari, ma sistematicamente ogni richiesta viene
rifiutata. Vengono spinti da uno sportello all'altro e nessuno sa dare delle
indicazioni. Il 22 giugno 150 avvocati hanno spedito al governo un documento in
cui si chiede di concedere almeno per i legali la visita ai detenuti. Reporters senza frontiere ha manifestato il timore, avvalorato da
alcune testimonianze, che "torture sono inflitte sistematicamente a coloro
che hanno manifestato contro il regime. Giornalisti e blogger sono già
stati aggrediti da guardie e apparati statali. Come lo stadio di Santiago, in
Cile nel 1973, la prigione di Evin è diventato un centro detentivo di punizioni
arbitrarie. La comunità internazionale deve darsi da fare per
rompere il silenzio che circonda i prigionieri d'opinione del carcere di
Evin". Ricordiamo che proprio il 26 giugno è stata la Giornata
mondiale contro la Tortura. A questo
proposito sono interessanti le dichiarazioni di Roxana Saberi, probabilmente la
detenuta più conosciuta, negli ultimi mesi, di Evin: "Sono preoccupata per
le persone che detenute lì. Credo che siano nelle
peggiori condizioni che io abbia mai vissuto. Alcuni di loro
probabilmente stanno subendo anche torture psicologiche".
Ricordiamo che solo tre mesi fa ci siamo dovuti occupare della morte
misteriosa, a Evin, del blogger Omidrefa Mirsayafi ,
dopo un periodo di terribili torture.
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Elezioni in Albania: è testa a testa fra Berisha e Rama (sezione: Diritti umani)
Il Velino
presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono
inserite. EST - Elezioni in Albania: è testa a testa fra Berisha e Rama Roma,
29 giu (Velino) - Prosegue in Albania lo spoglio delle schede e la vittoria
alle elezioni politiche del partito del presidente Sali Berisha, i democratici,
non appare più così certa, a differenza di quanto emerso ieri dagli exit poll
che davano la formazione del capo dello stato uscente in netta superiorità su
quella del suo avversario, il sindaco di Tirana, Edi Rama (i socialisti). Tanto
che i sostenitori del presidente avevano festeggiato per quasi tutta la notte.
Finora sono state scrutinate circa il 15 per cento delle schede (le operazioni
si dovrebbero concludere nel primo pomeriggio) e i primi risultati mostrano che
i due candidati sono testa a testa. Inoltre, dalle tendenze di voto in alcune
città importanti risulta che in alcune zone a trionfare potrebbe essere proprio
il partito del sindaco di Tirana. Alle 14 ora italiana
è prevista la pubblicazione del rapporto preliminare degli osservatori
internazionali di Odihr (l'ufficio per i Diritti umani
e le istituzioni democratiche dell' Osce, lOrganizzazione
per la sicurezza
e la cooperazione in Europa). Secondo Zogby International, i democratici
dovrebbero vincere di misura (69 seggi contro 55, due in meno per raggiungere
il controllo certo del Parlamento). Listituto
era giunto a questa conclusione a seguito di interviste a un campione di dodicimila
elettori prima dell'apertura delle urne. Le operazioni di voto si sono svolte
ai seggi tra le 07.00 di ieri mattina e le 19, ma si sono prolungate oltre
questa scadenza in molte circoscrizioni al fine di dare a tutti la possibilità
di esprimere il proprio suffragio. Alle elezioni sono stati chiamati 3,1
milioni di albanesi per scegliere 140 deputati tra più di 3.800 candidati di 34
partiti e quattro coalizioni politiche. Lo spoglio delle schede viene
supervisionato da 66 commissioni elettorali e oltre 500 osservatori
internazionali di Odihr vigilano sulla regolarità del plebiscito e seguono gli
scrutini. I risultati definitivi, nonostante la pubblicazione del rapporto,
comunque, non si avranno prima di giovedì. (fbu) 29 giu
2009 11:02
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neri, puzzate . e usa lo
spray (sezione: Diritti umani)
Uno studente
nell'aula Tito Livio chiama anche la polizia perché l'aria non è respirabile
«Neri, puzzate». E usa lo spray Il preside Riccamboni: fatto grave, ora
indagherò «E' successo venti giorni fa: mi stavo dirigendo all'aula studio di
Galleria Tito Livio, dove di solito vado a studiare quando, fuori
dall'ingresso, ho visto dei poliziotti che cercavano di sedare un botta e
risposta concitato tra un gruppetto di ragazzi neri e un altro di italiani».
Jeff, nato nella repubblica africana del Togo ma
cresciuto in Francia, 23 anni, al Bo studia Scienze politiche e racconta di un
episodio di discriminazione razziale contro un ragazzo
iscritto al corso di laurea in Diritti umani e una ragazza di
colore. La studentessa è stata costretta a raccogliere il suo zainetto
abbandonando l'aula studio dopo un'umiliazione consumatasi sotto gli occhi di
tutti. «Un'amica - riferisce Alessandro Della Marina,
di Psicologia - mi ha raccontato che quel ragazzo, infastidito dal suo odore di
sudore, ha spruzzato del deodorante intimo addosso alla giovane la
quale, mortificata, è stata costretta ad andarsene. Al ché un gruppo di ragazzi
ha preso le difese della studentessa, criticando il comportamento dello
studente, il quale, però, difendeva la sua posizione
tanto da chiamare la polizia». LE REAZIONI. In aula studio, non si parla
d'altro. «Un'offesa gravissima - punta il dito il somalo Ahmed Nurosman, di Relazioni internazionali - Un fatto non permissibile,
a maggior ragione se si considera che quel ragazzo studia diritti umani: dovrebbe essere più sensibile di altri ai temi
dell'integrazione». «Non mi è piaciuto per niente, è un fattaccio» aggiunge il
togolese Credo Hossemey, iscritto a Ingegneria delle telecomunicazioni. «Non mi
sarei mai immaginato che una cosa del genere potesse succedere; finora, non
siamo stati vittime di comportamenti razzisti nei nostri riguardi» continua
Leleng, ingegnere biomedico nativo del Togo pure lui.
IL PRESIDE. «Se veritiero - commenta cauto Gianni
Riccamboni, preside di Scienze politiche - si tratta di un fatto
inqualificabile e inaccettabile. Molto grave». Prima
di passare ai provvedimenti disciplinari, vuole prove certe: «Invito
i testimoni a venire da me per verificare l'episodio nei dettagli e da più
punti di vista, poi procederò. Senza timori». L'AULA
STUDIO. Spaziosa, conta circa 200 posti; l'aula studio di Galleria Livio è
aperta dal lunedì al venerdì (8.30-23), il sabato (9-23) e la domenica (9-19).
Vi studiano ragazzi di tutte le etnie, iscritti a Scienze politiche,
Psicologia, Lettere, Ingegneria, Farmacia e Medicina. Finora, a detta dei
testimoni, non vi si erano mai verificati episodi di discriminazione razziale.
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spray deodorante contro
studentessa di colore (sezione: Diritti umani)
Pagina 1 -
Prima Pagina Spray deodorante contro studentessa di colore Episodio di razzismo
in aula universitaria: neri, puzzate. Il preside: fatto grave, ora indagherò
PADOVA. Episodio di razzismo nell'aula-studio di galleria Tito Livio, da parte di un universitario bianco iscritto al corso di laurea in Diritti umani nei confronti una studentessa di colore, costretta ad
abbandonare l'aula dopo un'umiliazione sotto gli occhi di tutti. Il ragazzo
bianco ha infatti spruzzato deodorante contro la
giovane, la quale, mortificata, è uscita. Al che, un gruppo di altri studenti
ha preso le sue difese, fino all'arrivo della polizia. Dice il preside
di Scienze politiche Gianni Riccamboni: «Un fatto
inqualificabile. I testimoni vengano da me e poi procederò». TROLESE A P
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Spagna/ Corte Europea Diritti: legale messa al bando (sezione: Diritti umani)
La Corte Europea dei Diritti
umani ha sentenziato che la messa al bando da parte dello Stato
spagnolo di Batasuna, considerata braccio politico dell'organizzazione
terroristica basca dell'Eta, è legale e ha respinto il ricorso presentato dal
movimento "abertzale" (radicale indipendentista) basco. Come riferisce il
quotidiano spagnolo El Pais la Corte aveva accettato di esaminare i ricorsi per
le presunte violazioni degli articoli 10 e 11 (libertà di espressione e di
associazione) della Carta europea dei Diritti umani;
il governo di Madrid aveva insistito sull'identità tra Eta e Batasuna e si era
detto obbligato a impedire che il movimento giustificasse e amplificasse
utilizzando le istituzioni "l'effetto intimidatorio" dell'Eta sulla
società.
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Ecuador, tribunale accusa di omicidio ex ministro Difesa
Colombia (sezione: Diritti umani)
Il Velino
presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono
inserite. EST - Ecuador, tribunale accusa di omicidio ex ministro Difesa
Colombia Roma, 30 giu (Velino/Velino Latam) - Un tribunale ecuadoriano ha posto
sotto accusa l'ex ministro della Difesa colombiano Juan Manuel Santos, braccio
destro del presidente Alvaro Uribe e probabile candidato alla sua successione.
L'accusa è quella di aver ordinato l'attacco delle forze armate di Bogotà
diretto a un accampamento dei guerriglieri delle Farc (Fuerzas armadas
revolucionarias de Colombia) in territorio ecuadoriano. Nel corso del blitz, il
primo marzo del 2008, persero la vita 25 persone, tra le
quali uno dei leader della guerriglia, Raul Reyes, e un cittadino
dell'Ecuador Franklin Aisalla. Proprio la morte di Aisalla, che non sarebbe morto nel corso del raid ma in seguito a
un'esecuzione, aveva portato Quito a denunciare Bogotà davanti alla Corte
interamericana dei Diritti
umani, La difesa di Santos evidenzia però
come le uniche prove del suo coinvolgimento diretto siano notizie pubblicate
dalla stampa. (red/mat) 30 giu 2009 10:51
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Rep.ceca/ Topolanek offre seggio parlamento a sindaco
'anti (sezione: Diritti umani)
Elezione alla
Camera dei deputati quasi certa in Repubblica ceca per Ivana Rapkova, il
"sindaco sceriffo" di Chomutov (Boemia nord
occidentale), salito alla ribalta negli ultimi mesi per il pugno di
ferro che usa contro la comunità rom della sua città. I conservatori dell'Ods,
la forza politica di cui fa parte, le hanno offerto il secondo posto nella
lista dei candidati della Regione di Usti nad Labem (Boemia
nord occidentale) in vista delle elezioni anticipate del prossimo
ottobre. In lista prima di lei c'è solo Petr Gandalovic, che nel precedente
governo guidato da Mirek Topolanek ha ricoperto la carica di ministro
dell'Agricoltura. Sono già in tanti però a prevedere che potrebbe essere
proprio la Rapkova, la cui popolarità è al massimo per l'intransigenza che
continua a manifestare contro "la gente disadattata", come lei stessa
definisce i suoi concittadini rom che vivono in
condizioni di massimo degrado e di emarginazione. Secondo il sindaco i rom sono dei "disadattati che fanno rumore e che per
giunta non pagano al comune l'affitto per gli alloggi popolari dove
risiedono". Per risolvere questa situazione Rapkova non ha esitato ha
esitato a mandare gli ufficiali giudiziari davanti agli sportelli dove i rom ricevono gli assegni di assistenza sociale, costringendoli
a saldare subito i loro debiti e privandoli dell'unico reddito di cui
dispongono. Repkova ha detto di aver deciso di fare il
salto verso la politica nazionale per rivalsa nei confronti del ministro per i Diritti umani Michael Kocab, un musicista appoggiato dai Verdi e amico dell'ex
presidente Vaclav Havel, sostenitore del dialogo con la minoranza Rom. "L'atteggiamento del ministro Kocab è una delle ragioni
principali che mi spingono a candidarmi. Quest'uomo da quando è
in carica non è ancora riuscito a dire e a fare una cosa intelligente. Sa solo accusarci e attaccarci" ha detto di lui la donna.
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