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Report "Diritti umani"    2-3- aprile 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Diritti umani, la svolta degli Usa di Obama ( da "Corriere.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: è parte della nostra nuova strategia diplomatica Diritti umani, la svolta degli Usa di Obama Washington pronta a tornare nel Consiglio di Ginevra, che Bush aveva boicottato. Ban Ki Moon: «Nuova era» WASHINGTON - Gli Stati Uniti sono pronti a cercare un seggio nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, a Ginevra, apertamente boicottato negli anni scorsi dall'

Usa e Cina stendono l'agenda comune ( da "Giornale di Brescia" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani. Il presidente americano Barack Obama ha avuto ieri a Londra un incontro ad ampio raggio col collega cinese Hu Jintao che ha portato alla creazione di un gruppo «per il dialogo strategico ed economico» ed ha visto l'inquilino della Casa Bianca accettare l'invito a recarsi in visita a Pechino nella seconda metà del 2009.

In Vaticano intanto prosegue la causa a quattro anni dalla morte di Giovanni Paolo II ( da "Cittadino, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: non ancora santo per la legge canonica, Giovanni Paolo II è venerato in tutto il mondo e il ricordo dei suoi quasi 27 anni di regno, dei viaggi tra i popoli della terra, dei gesti storici e della grande umanità non sembra sbiadire con il trascorrere del tempo. E Dziwisz propone: sia patrono dei diritti umani e delle nazioni.(Ansa)

Un tipografo ucciso, un attivista aggredito Non si ferma la repressione dei diritti civili ( da "Cittadino, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: un attivista aggredito Non si ferma la repressione dei diritti civili n L'aggressione di un noto difensore dei diritti umani e la presunta (non confermata da fonti ufficiali) uccisione di un tipografo di un giornale di opposizione rilanciano in Russia l'allarme sulla tutela di chi si batte per i diritti civili.

La beatificazione di Papa Wojtyla non avrà tempi brevi ( da "Giornale di Brescia" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: non ancora santo per la legge canonica, Giovanni Paolo II è venerato in tutto il mondo e il ricordo dei suoi quasi 27 anni di regno, dei viaggi tra i popoli della terra, dei gesti storici e della grande umanità non sembra sbiadire con il trascorrere del tempo. E Dziwisz propone: sia patrono dei diritti umani e delle nazioni.

RUSSIA Ucciso un tipografo d'un giornale d'opposizione L'aggressione di un noto di... ( da "Giornale di Brescia" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: aggressione di un noto difensore dei diritti umani e la presunta uccisione di un tipografo di un giornale locale di opposizione rilanciano in Russia l'allarme sulla tutela di chi si batte in prima linea nella società civile, giornalisti compresi. Resta controverso il caso di Serghiei Protazanov, un tipografo impaginatore del giornale «Il consenso civile» del sobborgo moscovita di Khimki,

TEATRO Teatro Dante Al teatro Dante di Campi Bisenzio, martedì 7 ... ( da "Leggo" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la rassegna sui diritti umani di Amnesty International. Nell'ambito della serata dal titolo "Diritto alla terra" verrà proiettato (ore 21) "La terra degli uomini rossi, Birdwatchers" il film del regista italiano Marco Bechis ambientato nel Mato Grosso (Brasile) che racconta il disagio degli indio che di quelle terre erano i legittimi abitanti e che adesso,

Intesa con la Russia: meno armi atomiche ( da "Arena, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma Obama ieri ha avuto anche un incontro col collega cinese Hu Jintao: insieme hanno crato un gruppo «per il dialogo strategico ed economico». Obama sarà a Pechino nella seconda metà del 2009. Anche Nord Corea, Iran e diritti umani sono stati al centro del faccia a faccia.

Diritti umani, Usa aperti verso l'Onu ( da "Arena, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», ha detto la Clinton. «Ci impegneremo con altri paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti del'Uomo».

Intesa con la Russia: meno armi atomiche ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma Obama ieri ha avuto anche un incontro col collega cinese Hu Jintao: insieme hanno crato un gruppo «per il dialogo strategico ed economico». Obama sarà a Pechino nella seconda metà del 2009. Anche Nord Corea, Iran e diritti umani sono stati al centro del faccia a faccia.

Diritti umani, Usa aperti verso l'Onu ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», ha detto la Clinton. «Ci impegneremo con altri paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti del'Uomo».

Mistero sulla morte di un oppositore ( da "Libertà" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: aggressione di un noto difensore dei diritti umani e la presunta uccisione di un tipografo di un giornale locale di opposizione rilanciano in Russia l'allarme sulla tutela di chi si batte in prima linea nella società civile, giornalisti compresi. Dalle ong impegnate nel settore arriva un coro di reazioni sdegnate e preoccupate, che rischiano di appannare nuovamente l'

Russia, ucciso un giornalista Difendeva una foresta ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani e civili si indignano, qualcuno chiede alla Casa Bianca di non lasciar cadere. Troppi pestaggi, intimidazioni e omicidi di giornalisti, troppe pressioni sulla stampa e sui difensori dei diritti umani. Quattro morti nel 2008 e nel 2009 sono già tre, dopo il duplice omicidio del 20 gennaio scorso nel centro di Mosca,

Collaboratrice della Novaya Gazeta, il giornale di Anna Politkoskaja, è stata uccisa a Mosca in... ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Collaboratrice della Novaya Gazeta, il giornale di Anna Politkoskaja, è stata uccisa a Mosca insieme a Stanislav Markelov, avvocato dei diritti umani e difensore di molti giornalisti d'opposizione. Anastasia si occupava soprattutto di gruppi di estrema destra. ANASTASIA BABUROVA GIORNALISTA MORTA A 25 ANNI

I giuristi internazionali: In Italia saranno a rischio i diritti umani ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani» Preoccupazione per «l'impatto negativo verso la tutela dei diritti umani» che risulterebbe se la legislazione sulla sicurezza e l'immigrazione - ora all'esame del Parlamento sia adottata nella forma attuale. Lo dice la Commissione Internazionale di Giuristi (International Commission of Jurists - Icj) che venerdì ha inviato le sue osservazioni al Parlamento Italiano.

Ufficialmente è stata un'intossicazione. Pestato a sangue sabato scorso Sergei Protazanov ... ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani e civili si indignano, qualcuno chiede alla Casa Bianca di non lasciar cadere. Troppi pestaggi, intimidazioni e omicidi di giornalisti, troppe pressioni sulla stampa e sui difensori dei diritti umani. Quattro morti nel 2008 e nel 2009 sono già tre, dopo il duplice omicidio del 20 gennaio scorso nel centro di Mosca,

IL VENTO NUOVO DI KABUL: STUPRO LIBERO IN FAMIGLIA ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: È necessario pretendere un dibattito serrato e risultati concreti sul tema dei diritti umani e soprattutto su quelli delle donne, così come facciamo con altri Paesi. Donne, come ci ricorda la "dimenticata" Risoluzione 1325 delle Nazioni Unite, che dovrebbero essere coinvolte nella promozione della pace e nella prevenzione della violenza, durante e dopo i conflitti.

Consiglio diritti umani Onu l'America di Barack dice sì ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», sottolinea la Clinton: «Ci impegneremo - aggiunge - con altri Paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti dell'Uomo».

A margine degli incontri ufficiali, si intrecciano i giochi delle diplomazie. Il premier cinese ... ( da "Unita, L'" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: A margine degli incontri ufficiali, si intrecciano i giochi delle diplomazie. Il premier cinese Hu Jintao ha invitato in Cina il presidente Usa Obama. La visita che potrebbe avvenire già nella seconda parte dell'anno. Riprendendo anche il tema dei diritti umani.

il pd: una legge locale vieti la delazione sui migranti ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: legislativo che renda impraticabile questa violazione dei diritti costituzionali tutto diventa inutile. Quanto accaduto a Kante Katadiatou e al piccolo Abou rappresenta un gravissimo segno della perdita della dignità politica del nostro Paese». Aggiunge ancora Amato: «Non può definirsi civile un Paese che denuncia il miracolo di un parto facendolo divenire questione di ordine pubblico,

7/10/2006 Anna Politkovskaja Impegnata sul fronte dei diritti umani e oppositrice di Putin, as... ( da "Stampa, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 7/10/2006 Anna Politkovskaja Impegnata sul fronte dei diritti umani e oppositrice di Putin, assassinata nell'ascensore di casa

[FIRMA]EMANUELE NOVAZIO La morte misteriosa di un redattore di un piccolo giornale d'opposiz... ( da "Stampa, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la quasi contemporanea aggressione a un noto difensore dei diritti umani, Lev Ponomariov, rilanciano l'allarme su un settore fra i più importanti per valutare lo stato di salute della ancor fragile democrazia russa. Notava nei mesi scorsi Amnesty International: «Sono i giornalisti e i difensori dei diritti umani a portare all'attenzione dell'opinione pubblica il mancato rispetto,

Flores all'attacco "Questa Chiesa catto-khomeinista" ( da "Stampa, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il partito della tortura. Racconta Flores che fu lo storico cattolico Paolo Prodi a render noto un episodio che compare negli atti della canonizzazione di San Filippo Neri come uno dei suoi miracoli, «una sorta di miracolo della "eutanasia cristiana"». In visita a una nobildonna romana che, afflitta da una malattia incurabile,

Con Pechino verrà formata una task force dei ministri degli Esteri e del Tesoro ( da "Stampa, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: STRUMENTI INEDITI DIRITTI UMANI Con Pechino verrà formata una task force dei ministri degli Esteri e del Tesoro Hillary Clinton avrà il compito di ammorbidire la Cina su Tibet e Darfur

E con i cinesi gli americani affrontano la crisi economica ( da "Stampa, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Tibet e diritti umani» ovvero delle questioni che stanno più a cuore agli elettori democratici ma irritano Pechino. A conferma della schiarita bilaterale c'è comunque l'accettazione da parte di Hu della visita a Pechino di Gary Roughead, capo delle operazioni della Us Navy, che formalmente andrà in aprile a partecipare «ai festeggiamenti per il 60°

mosca, giornalista pestato a morte "attaccava la mafia dei palazzinari" - leonardo coen ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Aggredito attivista dei diritti umani Lev Ponomariov, 67 anni, molto noto nella capitale russa, è stato picchiato sotto casa Sergej Protazanov lavorava in un piccolo giornale: scriveva e faceva anche il tipografo LEONARDO COEN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA - Un giornalista-tipografo morto dopo essere stato pestato a sangue.

una legge che impone la tortura - paolo flores d'arcais ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Pagina 40 - Cultura Norme violente UNA LEGGE CHE IMPONE LA TORTURA PAOLO FLORES D´ARCAIS Anticipiamo un brano inedito della raccolta di saggi "A chi appartiene la vita" di (Ponte alle Grazie, pagg. 158, euro 12,50) da oggi in libreria Sul cittadino italiano incombe la minaccia della tortura di Stato.

la nuda vita - stefano rodotà ( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: il partito della tortura". Sarebbe sbagliato, tuttavia, cogliere qui una forzatura. Il termine "tortura" compare in una lettera del 1970 di Paolo VI a proposito appunto dei trattamenti inutili nella fase terminale della vita, testimonianza di una consapevolezza che sembra smarrita e che ha portato la Chiesa ad assumere atteggiamenti di assoluta chiusura,

Guantanamo. Si riapre il dibattito sul carcere ( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ex detenuti ed esperti in diritti umani insistono nel parlare di abusi, torture e violazioni del diritto internazionale. Ciò che aggiunge al dibattito il National Geographic, forte di prestigio e fama di imparzialità, è il racconto della vita quotidiana nel carcere e nella base, in celle di 1,85 x 2,44 metri e in alloggi militari di poco più confortevoli.

il senatore marcenaro ( da "Riformista, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: visto che alcune di queste persone hanno diritto alla protezione umanitaria, perché non cambiamo i meccanismi per le richieste di asilo, dando a chi ne ha diritto la possibilità di farle prima di partire, tagliando fuori l'intermediazione dei trafficanti di esseri umani? L'accordo con la Libia dovrebbe proprio bloccare questi traffici.

Una nuova vittima nella lotta per la libertà di informazione ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Prevedibilmente agitate le reazioni delle organizzazioni legate ai diritti umani, russe e internazionali, che hanno chiesto al presidente Usa Barack Obama di affrontare con Medvedev il tema dei diritti umani e del clima di violenza e intimidazione che circonda in Russia chiunque manifesti opposizione ai poteri dominanti.

Clinton: entreremo nel consiglio Onu sui diritti ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», ha detto la Clinton: «Ci impegneremo con altri paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti del'Uomo».

Esposizione e un libro sui tappeti di guerra dell'Afghanistan ( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: difesa dei diritti umani. Per questo il ricavato della vendita del volume (come quella di Florilegio afgano, una raccolta di versi curata dall'orientalista Vincenzo La Salandra che sarà presentata venerdì 3 alle 18,30) servirà a finanziare le iniziative dell'associazione CooperAction Onlus, attiva in Italia e in Afghanistan con progetti di sviluppo indirizzati soprattutto ai giovani.

Mosca, ucciso un altro giornalista scomodo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: giornalisti di opposizione e ai difensori dei diritti umani. Da Mosca giungono nello stesso giorno, nel grande giorno del G-20, due notizie gravissime - e chissà se la coincidenza non è casuale, in modo da mettere in imbarazzo il presidente russo. Serghej Protazanov, giornalista in un piccolo quotidiano locale di Khimki, sobborgo di Mosca, è stato aggredito da sconosciuti nel week-

Consiglio Onu, Usa in corsa per un seggio ( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», ha detto la Clinton: «Ci impegneremo con altri Paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui diritti del'uomo».

Moony Witcher rinuncia al Fantasio Festival ( da "Nazione, La (Umbria)" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: su un tema di grande importanza e attualità come i diritti umani». Secondo Moony Witcher «purtroppo nemmeno le istituzioni locali hanno sostenuto economicamente in maniera adeguata il festival». Che tuttavia, anche senza la sua ideatrice, tonerà a Perugia per la terza edizione come evento multitematico dedicata ala creatività infantile da esprimere attraverso il gioco,

MOSCA Chi difende il bosco muore? È l'ecologia, forse, la vera nuova fronti... ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: altro capo della città un difensore dei diritti umani cadeva vittima di violenze. Due aggressioni in due giorni, due attacchi, probabilmente, contro la libertà di parola. Sergej Protazanov dava voce a chi vuol salvare la foresta di Khimki dalle ruspe. Lavorava come tipografo-impaginatore al quotidiano locale Consenso Civile.

Mosca, ancora violenza su oppositori scomodi ( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi Mosca, ancora violenza su oppositori scomodi Ucciso il tipografo di un piccolo giornale e aggredito un attivista dei diritti umani

Assassinato un tipografo, pestato un attivista ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per i diritti civili Assassinato un tipografo, pestato un attivista Russia.. Nel Paese è allarme sulla tutela di chi si batte per i diritti civili --> MOSCA L'aggressione di un noto difensore dei diritti umani e la presunta uccisione di un tipografo di un giornale locale di opposizione rilanciano in Russia l'allarme sulla tutela di chi si batte in prima linea nella società civile,

IL CINEMA Il Nuovo con il ristorante indiano Mandala di Sarzana pre... ( da "Nazione, La (La Spezia)" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attenzione sulle violazioni dei diritti umani nella Repubblica Dominicana. Del Punta non è nuovo a temi che trattano emigrazione e disparità sociali. «Mi sento ancora influenzato dal neorealismo dice il regista volevo girare un film utile. Mi è capitato tra le mani un giornale in cui un missionario raccontava di come, nelle piantagioni di canna da zucchero a Santo Domingo,

DOPPIO appuntamento col cinema e i diritti umani. Stasera allo Stensen, viale don... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 27 DOPPIO appuntamento col cinema e i diritti umani. Stasera allo Stensen, viale don... DOPPIO appuntamento col cinema e i diritti umani. Stasera allo Stensen, viale don Minzoni 25 ingresso libero per la rassegna sui diritti umani di Amnesty International, viene proiettato alle 21 "La terra degli uomini rossi" di Marco Bechis.

L'associazione Hermanos Latinos promuove un incontro sui diritti ( da "Nuova Ferrara, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti e garanzie costituzionali in America Latina ed Europa"; di Hugo Paternina, antropologo e dottorando all'Università Autonoma di Madrid, su "Diritti umani e gruppi etnici nell'ordinamento Costituzionale Colombiano"; di Andrea Benini, responsabile ufficio Csii del Comune di Ferrara, su "Diritto di asilo e rifugio nell'

Mosca, giornalista d'opposizione pestato e ucciso ( da "Nazione, La (Firenze)" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La notte precedente Lev Ponomariov, il capo di una Ong per i diritti umani, è stato aggredito da tre uomini Mosca fuori dalla sua casa. Forte denuncia di «Reporter senza frontiere» contro «la spaventosa serie di attacchi contro giornalisti».

Scia di sangue in Russia: ucciso un altro giornalista Sergei Protazanov, 40 anni, denunciava brogli elettorali e affari poco chiari sul quotidiano di un sobborgo di Mosca ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: i giornalisti russi e gli attivisti per i diritti umani. Dopo che anche il presidente Dmitry Medvedev aveva ammesso che in Russia ci sono stati omicidi politici che hanno visto vittime dei giornalisti, l'opinione pubblica della terra degli zar è stata colpita da altri due casi: la morte di Sergei Protazanov, un giornalista-tipografo-impaginatore del giornale «Il Consenso Civile»

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ci sono pure tantissimi giornalisti che vengono querelati perché parlano di Islam e di diritti umani. Chi minaccia sono gli estremisti cosiddetti islamici che sono anche qui in Italia e che alimentano l'odio. Ma noi andiamo avanti». È abbastanza serena l'onorevole Souad Sbadi, deputata Pdl e presidente dell'associazione Donne marocchine in Italia.

Trasporto aereo: le sanzioni per la violazione dei diritti dei disabili ( da "AltaLex" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sanzioni per la violazione dei diritti dei disabili Decreto legislativo 24.02.2009 n° 24 , G.U. 24.03.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Sarà soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 40.000 euro il vettore aereo, un suo agente o un operatore turistico, che rifiuta per motivi di disabilità o di mobilità ridotta di accettare una prenotazione per un volo.

Svolta sullo scudo per aprire a Mosca ( da "Stampaweb, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Tibet e diritti umani» ovvero delle questioni che stanno più a cuore agli elettori democratici ma irritano Pechino. A conferma della schiarita bilaterale c?è comunque l?accettazione da parte di Hu della visita a Pechino di Gary Roughead, capo delle operazioni della Us Navy, che formalmente andrà in aprile a partecipare «ai festeggiamenti per il 60°

Mosca, giornalista d'opposizione pestato e ucciso ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 02-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La notte precedente Lev Ponomariov, il capo di una Ong per i diritti umani, è stato aggredito da tre uomini Mosca fuori dalla sua casa. Forte denuncia di «Reporter senza frontiere» contro «la spaventosa serie di attacchi contro giornalisti».

Moony Witcher, (pseudonimo per Roberta Rizzo, giornalista), la scrittrice fantasy che ha ideato il F... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attualità come i diritti umani». Secondo la Witcher, oltre a tagli da parte degli sponsor privati, «nemmeno le istituzioni locali hanno sostenuto il festival in un anno particolare. Speravo che una città come Perugia avesse intuito l'importanza di uno spazio creativo e culturale, della presenza di artisti di livello nazionale e internazionale che si sono confrontati con i bambini,

Con Hu spunta il tabù diritti umani ( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani DI ELENA MOLINARI L avoro comune su Corea del Nord, Iran ma soprattutto crisi economica. Ma, questa volta, senza dimenticare i diritti umani. Nel loro primo faccia a faccia Barack Obama e l'omologo cinese Hu Jintao hanno messo al centro della cooperazione fra Washington e Pechino l'urgenza di rafforzare la crescita dei rispettivi Paesi e rivedere il sistema finanziario

Consiglio per i diritti umani, svolta Usa: ( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», ha detto Clinton. Per la Rice «sono le vittime di abusi in tutto il mondo che hanno bisogno di un Consiglio per i Diritti Umani equilibrato e credibile». La decisione è stata duramente criticata dai conservatori: «È come salire sul Titanic dopo che ha urtato l'

Il Mpv si riorganizza con un nuovo statuto ( da "Avvenire" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: generale rinnovamento della società e considera a tal fine il diritto alla vita come prima espressione della dignità umana, fondamento di ogni altro diritto dell'uomo, garanzia di una corretta definizione e promozione della libertà, del diritto, della democrazia e della pace. Tenendo in particolare considerazione la dignità della persona e la crescita e lo sviluppo della stessa nell'

" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma Obama ieri ha avuto anche un incontro col collega cinese Hu Jintao: insieme hanno crato un gruppo «per il dialogo strategico ed economico». Obama sarà a Pechino nella seconda metà del 2009. Anche Nord Corea, Iran e diritti umani sono stati al centro del faccia a faccia.

- LA POLIZIA è AL DI SOPRA DELLA LEGGE? ( da "WindPress.it" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il rapporto dell'organizzazione per i diritti umani condanna il fatto che, mentre continuano a pervenire denunce relative a maltrattamenti, abusi di natura razzista e uso eccessivo della forza, le procedure per lo svolgimento delle indagini su tali denunce restano ancora al di sotto degli standard richiesti dal diritto internazionale.

Governo del Malawi sostiene richiesta d'adozione di Madonna ( da "Reuters Italia" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: adozione e un attivista locale per i diritti umani l'ha paragonata al traffico di bambini. Madonna è arrivata in Malawi domenica insieme a David, prima dell'esame in tribunale della sua richiesta. L'artista, che ha divorziato l'anno scorso dal regista britannico Guy Ritchie, è una delle cantanti più famose di tutti i tempi, e ha venduto oltre 200 milioni di album.

Il ricordo di Giovanni Paolo II Sfidò il comunismo e la mafia ( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma la sua grande umanità non sembra sbiadire con il trascorrere del tempo. E il cardinale Stanislao Dziwisz - arcivescovo di Cracovia - per 40 anni suo segretario, propone: "Sia patrono dei diritti umani e delle nazioni". Verso la beatificazione Benedetto XVI all?

LONDRA. IL RESET DELLA POLITICA ESTERA MONDIALE, ANNUNCIATO DAL VICE PRESIDENTE JOE BIDEN E TESTARDA... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Si è parlato di crisi economica, Nord Corea e Iran, diritti umani nel bilaterale con il collega cinese, bilaterale che ha portato alla creazione di un gruppo «per il dialogo strategico ed economico» del quale farà parte anche il segretario di Stato Hillary Clinton ed il ministro del Tesoro Geithner.

NEW YORK. NUOVA SVOLTA DELL'AMERICA DI BARACK OBAMA SUL FRONTE DELLE ISTITUZIONI MULTILATERALI: GLI ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera - ha detto la Clinton, a Londra per il vertice G20 - Ci impegneremo con altri Paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti del'Uomo».

L'AGGRESSIONE DI UN NOTO DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI E LA PRESUNTA UCCISIONE DI UN TIPOGRAFO DI... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: aggressione di un noto difensore dei diritti umani e la presunta uccisione di un tipografo di un giornale locale di opposizione rilanciano in Russia l'allarme sulla tutela di chi si batte in prima linea nella società civile, giornalisti compresi. Dalle ong impegnate nel settore arriva un coro di reazioni sdegnate e preoccupate, che rischiano di appannare nuovamente l'

LO SFREGIO DEI DIRITTI ( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: domandarlo anche al ministro Frattini di cui pure si conosce la sensibilità nei confronti dei temi attinenti alla libertà dei singoli e delle nazioni fin dove arriva la soglia di accettazione per questo spaventoso arretramento nella difesa dei diritti umani fondamentali. Fin dove il realismo politico può ignorare l'abisso di oppressione in cui cadono anche regimi considerati «amici».

Ucciso giornalista dell'opposizione Attivista diritti umani colpito a bastonate ( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: opposizione Attivista diritti umani colpito a bastonate DA UNO DEI NOSTRI INVIATI LONDRA La volontà di ricucire una relazione che negli ultimi anni si era guastata ha certamente contribuito a mettere in secondo piano (o a far scomparire dall'agenda) la questione del rispetto dei diritti umani e della libertà di espressione in Russia.

Diritti umani Onu, gli Usa ci ripensano ( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Esteri data: 02/04/2009 - pag: 16 Il consiglio Un seggio dopo il no di Bush Diritti umani Onu, gli Usa ci ripensano WASHINGTON L'amministrazione Obama intende entrare nel Consiglio dei diritti umani dell'Onu: si è perciò candidata alle elezioni del 15 maggio a uno dei 47 seggi, revocando il boicottaggio da parte del governo Bush.

Approvati in Consigliotre piani di lottizzazione ( da "Sicilia, La" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: importanza dello sviluppo della cultura della legalità, del rispetto dei diritti umani, della tolleranza e della solidarietà. Ma oltre alla teoria, i bambini hanno potuto ammirare i cavalli Uia e Fortunato, hanno accarezzato i cani antidroga, Fred e Casper. E, per finire, si sono divertiti a visionare le due auto della polizia nel piazzale.

Gli assessori Stamboulis e Farabegoli contro denuncia degli allievi irregolari da parte degli insegnanti ( da "Sestopotere.com" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: contro a quanto indicato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Favorire l'integrazione e l'istruzione di minori è uno strumento per lo sviluppo e la coesione sociale. Sulla scia anche di quanto hanno già espresso gli ordini dei medici, proponiamo agli insegnanti e ai dirigenti scolastici di rispondere a questa ingerenza indebita attraverso tutte le modalità possibili,

La parola ai giurati di Gassman ( da "Napoli.com" del 02-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lo spettacolo è patrocinato da Amnesty International, nota organizzazione per i diritti umani da anni impegnata nella campagna contro la pena capitale. Da Amnesty viene l?incisiva testimonianza proiettata in chiusura, ciliegina sulla torta del bellissimo allestimento: Nessuno, tantomeno lo Stato, ha il diritto di disporre della vita di un uomo.

Bob Geldof:

Sottoscriviamo il manifesto "Liberi per vivere" ( da "Libertà" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ma in nessun popolo è esistita la pretesa che questa tragica possibilità fosse elevata al rango di diritto, di un "diritto di morire", che il singolo potesse rivendicare come proprio nei confronti della società. La persona umana, del resto, si sviluppa in una fitta rete di relazioni personali che contribuiscono a costruire la sua identità unica e la sua irripetibile biografia.

Due associazioni di volontariato pronte a crescere ( da "Cittadino, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tutela e promozione dei diritti umani. Da segnalare invece lo scioglimento per cessata attività del Circolo damistico Casalpusterlengo e, sempre per restare in tema di associazioni di volontariato, la concessione da parte del comune di Casale dei locali presso il centro sociale Insieme di piazza della Repubblica al "Gruppo auto mutuo aiuto per donne con esperienze di tumore al seno"

Voci dall'Iraq' per i diritti ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per i diritti INCONTRO STASERA alle 21 al Centro per la pace di via Andrelini 59 si terrà l'incontro «Voci dall'Iraq» con la partecipazione di Ahmed Musawi dell'Osservatorio iracheno per i diritti umani e di Amar Hamed, iracheno residente a Forlì. Seguirà un incontro con le scuole domani alle 11 al liceo classico nell'ambito dello Huma right festival'

I veri eroi non usano le armi ( da "Nazione, La (Prato)" del 03-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e a favore della democrazia, a Wangari Maathai, keniota, prima donna africana a ricevere questo importante riconoscimento nel 2004 per aver condotto una lunga battaglia contro la povertà della sua terra. Quest'ultima, ecologista convinta, è stata più volte imprigionata.

Fini ai promotori della campagna contro il razzismo Vi appoggio ( da "Unita, L'" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: iniziativa volta a promuovere la cultura dei diritti umani contro ogni forma di xenofobia e di intolleranza. L'importanza dei soggetti organizzatori, a cominciare dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.. è il primo inequivocabile segno del valore e della rilevanza del vostro progetto, il cui obiettivo è quello di educare i cittadini ad adottare un atteggiamento,

lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica ( da "Nuova Sardegna, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: giornalista ed avvocato a tutela dei diritti umani. Alcune delle persone aiutate a morire nella clinica svizzera erano pazienti psichiatrici. Tra gli altri che hanno cercato la 'dolce morte' tra le mura della clinica - oltre a Peter Duff e sua moglie Penelope, entrambi malati di cancro allo stadio terminale - anche Daniel James, 23 anni,

FESTA africana stasera al Madamadorè, in collaborazione con la cooperativa Equamente, in viale ... ( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 30 incontro con Michele Dotti, sui diritti umani in Africa, mezz'ora dopo suoneranno gli Shatadoo, ensemble che mescola ritmi indiani, senegalesi e australiani suonando anche le conchiglie. Alle 23 danze e percussioni a cura della Casa del cuculo. Ingresso 5 euro.

Mille guerre da guardare per non dimenticare ( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 11 Mille guerre da guardare per non dimenticare CINEMA DIRITTI UMANI' UN'ALTRA giornata ricca di iniziative al festival Human rights nights', cinema, musica e poesia. Questi gli appuntamenti del pomeriggio: alle 14.30, presso l'aula magna in via Oberdan 2, verrà proiettato A Jihad for love', di Parvez Sharma, dedicato al rapporto fra islam e omossesualità.

lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica ( da "Centro, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: giornalista ed avvocato a tutela dei diritti umani. Alcune delle persone aiutate a morire nella clinica svizzera erano pazienti psichiatrici. Tra gli altri che hanno cercato la 'dolce morte' tra le mura della clinica - oltre a Peter Duff e sua moglie Penelope, entrambi malati di cancro allo stadio terminale - anche Daniel James, 23 anni,

lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica ( da "Nuova Venezia, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: giornalista ed avvocato a tutela dei diritti umani. Alcune delle persone aiutate a morire nella clinica svizzera erano pazienti psichiatrici. Tra gli altri che hanno cercato la 'dolce morte' tra le mura della clinica - oltre a Peter Duff e sua moglie Penelope, entrambi malati di cancro allo stadio terminale - anche Daniel James, 23 anni,

Amnesty a Parigi: poliziotti protetti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: basate su numerose testimonianze: «I ricorsi per le violazioni dei diritti umani da parte della polizia spesso non sono seguite da inchieste effettive: vengono semplicemente archiviati ». Nel 2005 furono 663 i ricorsi di questo tipo, ma solo sedici hanno portato alla radiazione dei poliziotti coinvolti.L'anno seguente furono appena otto su 639.

Cittadinanza onoraria per il soldato Gilad Shalit ( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e perché la Capitale per sua vocazione città del rispetto dei diritti umani e di coabitazione pacifica tra i popoli, ho presentato in consiglio comunale una mozione con la quale chiedo il conferimento della cittadinanza onoraria della città di Roma per Gilad Shalit, con l'auspicio di una sua veloce liberazione».

FIGLIE DI UN DIO MINORE ( da "Manifesto, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Iraq è stato ribadito da diversi esponenti di associazioni (sindacalisti, attivisti dei diritti umani, donne, studenti) che hanno partecipato dal 25 al 30 marzo a Velletri alla Conferenza in solidarietà con la società civile irachena. All'incontro organizzato da «Un ponte per» erano presenti anche ong asiatiche, europee e statunitensi.

ancora in friuli la moglie del presunto terrorista: espulsa, ha fatto ricorso ( da "Messaggero Veneto, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Inoltre il legale osserva che «l'amministrazione non ha considerato il pericolo che la signora correrebbe rientrando in Tunisia, Paese in cui - come testimoniano diverse organizzazioni internazionali - le persone sospettate di terrorismo vengono sottoposte a tortura».

a 60 dalle convenzioni di ginevra convegno il palazzo dei vescovi ( da "Tirreno, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: a vietare la tortura, i trattamenti disumani e gli atti violenti contro i nemici. Il Convegno avrà inizio alle ore 9,30. L'introduzione sarà di Elena Ciompi, responsabile Cnf del Comitato provinciale pistoiese. Quindi è in programma il saluto del Commissario del comitato provinciale, Giampiero Noli.

Il mondiale di calcio in Argentina sfondo alle "sparizioni di massa" ( da "Stampa, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ombra le gravissime violazioni dei diritti umani che va perpetrando: abrogazione dei diritti costituzionali, sospensione delle attività politiche e di associazione, proibizione dei sindacati, dei giornali, sequestro di attivisti politici sociali e sindacalisti oltre che di alcuni guerriglieri, utilizzo della tortura come forma sistematica per estorcere informazioni e l'

TORINO: "LA STORIA IN SCENA" DA APRILE A GIUGNO IN CASTELLI E FORTEZZE ( da "marketpress.info" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: al cui interno è ospitato il Museo Sotterraneo della Tortura, con una vasta collezione di oggetti e strumenti provenienti dalla Spagna e da tutta l´Europa. L?animazione sarà a cura del gruppo ?Ensembleprincipio di Virtù?. Il Castello di Ivrea, accoglierà i suoi visitatori domenica 10 maggio con il gruppo storico ?

SETTIMANA DIRITTI UMANI IN IRAQ. Per la settimana per i Diritti Umani in Iraq venerdì 3, in via... ( da "Stampa, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: SETTIMANA DIRITTI UMANI IN IRAQ. Per la settimana per i Diritti Umani in Iraq venerdì 3, in via Cialdini 4, alle 20,45 incontro con Martina Pignatti Mora (Un ponte per - Coordinatrice del Progetto Laonf), Ibrahim Ismaeel Ibrahim (coord. nazionale Laonf, project manager al centro Hiwar di al-Mesalla, Erbil), Salam Khalid Shihab al-

TERRA FUTURA (FIRENZE, FORTEZZA DA BASSO, DAL 29 AL 31 MAGGIO 2009). RESPONSABILITÀ, SOLIDARIETÀ ED EQUITÀ: ECCO LE TRE PAROLE CHIAVE PER VINCERE LA CRISI E GARANTIRE UN FUTURO E U ( da "marketpress.info" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dal rispetto dei diritti umani alla finanza etica, al commercio equo. Ben tredici sono le sezioni espositive: ?Abitare naturale? (edilizia sostenibile), ?Azioni globali? (intercultura, pace, diritti umani, volontariato e finanza etica), ?Bio cibo&cose? (agricoltura biologica, biodinamica, prodotti ecologici e tessile naturale),

Lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica ( da "Provincia Pavese, La" del 03-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: giornalista ed avvocato a tutela dei diritti umani. Alcune delle persone aiutate a morire nella clinica svizzera erano pazienti psichiatrici. Tra gli altri che hanno cercato la 'dolce morte' tra le mura della clinica - oltre a Peter Duff e sua moglie Penelope, entrambi malati di cancro allo stadio terminale - anche Daniel James, 23 anni,

l'inferno svelato dalle telecamere - carlo bonini ( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: A cominciare da sua sorella, attivista per i diritti umani. Dice «Ogni giorno percorro 19 chilometri a piedi, affacciandomi da una cella ad un´altra. E alla fine, so che non potrò raccontarlo in famiglia. E questo fa male». Nell´universo concentrazionario di Guantanamo non c´è redenzione.

Malawi, negata a Madonna la seconda adozione ( da "Reuters Italia" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I gruppi per i diritti umani hanno criticato le autorità negli anni scorsi per aver riconosciuto all'artista un trattamento privilegiato. Il governo del Malawi, divenuto bersaglio di critiche quando nel 2006 la cantante adottò in Malawi il piccolo David Banda, di 13 mesi, aveva detto ieri di essere a favore della seconda adozione.

lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica ( da "Tirreno, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: giornalista ed avvocato a tutela dei diritti umani. Alcune delle persone aiutate a morire nella clinica svizzera erano pazienti psichiatrici. Tra gli altri che hanno cercato la 'dolce morte' tra le mura della clinica - oltre a Peter Duff e sua moglie Penelope, entrambi malati di cancro allo stadio terminale - anche Daniel James, 23 anni,

Telecamere a Guantanamo svelato l'inferno della galera ( da "Repubblica.it" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: A cominciare da sua sorella, attivista per i diritti umani. Dice "Ogni giorno percorro 19 chilometri a piedi, affacciandomi da una cella ad un'altra. E alla fine, so che non potrò raccontarlo in famiglia. E questo fa male". Nell'universo concentrazionario di Guantanamo non c'è redenzione.

Sardegna: la pericolosa politica restauratrice del Pdl ( da "Articolo21.com" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dei diritti civili, dei diritti umani, di estendere la legge Mancino, inserendo l'aggravante per i reati commessi per finalità di discriminazione o di odio fondati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, dei cittadini "diversi" da lui, da loro - quelli della destra - insomma, se ne frega dell'Italia,

Sri Lanka ( da "Avvenire" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: L'organizzazione Media Freedom in Sri Lanka afferma che i documenti in possesso dell'attivista per i diritti umani erano stati scaricati da Internet. Il ministero della Difesa ha deciso 30 giorni di custodia per Fernando, il cui ordine d'arresto è motivato dalla legge anti-terrorismo.

Lavoro e famiglia, il lato sociale del vertice ( da "Avvenire" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Alto commissario per i Diritti Umani dell'Onu. La Pillay, avvocato che ha combattuto l'Apartheid, elenca quelli che ritiene essere gli «esclusi » del G20: «I lavoratori e i Paesi poveri». I lavoratori sono stati citati nel documento finale e avevano avuto l'occasione di portare le loro richieste a Brown, che martedì aveva incontrato i sindacati.

L'Onu: ( da "Avvenire" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: altra chiara indicazione che la situazione dei diritti umani in Aghanistan sta peggiorando e non migliorando» . Per la sudafricana alla guida dell'Alto commissariato dell'Onu, la legge contravviene alla Costituzione afghana ed agli standard internazionali dei diritti umani e richiama alla memoria i decreti del regime dei taleban.

Diritti umani, il National Geographic va 'Inside Guantanamo' ( da "Reuters Italia" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Guantanamo Bay è l'equivalente legale dello spazio cosmico -- un posto senza legge", dice nel film l'ex avvocato della Marina, Charles Swift. Il cliente di Swift, Salim Ahmed Hamdan, ha vinto una causa presso la Corte suprema per estendere ai prigionieri di Guantanamo i diritti processuali davanti ai tribunali Usa. Continua...

Perché all'Italia non interessa l'Alleanza delle Civiltà? ( da "Articolo21.com" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: coordinatore nazionale della Tavola della pace e direttore del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Ci sarà anche Barak Obama. Berlusconi no. E allora mi chiedo: da che parte sta l?Italia? Con chi fomenta lo “scontro di civiltà” o con l?Alleanza delle Civiltà? Perché l?

"Europa, Islam e M.O.: si cambia" Obama mostra il nuovo volto Usa ( da "Repubblica.it" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: America non tortura e non torturerà mai". La Russia. Obama ha ribadito la volontà di lavorare con la Russia, nonostante le differenze con Mosca, e ha anche osservato come un miglioramento delle relazioni tra Washigton e Mosca porterebbe ''un grande potenziale'', avvertendo tuttavia che Mosca non può tornare ''al suo vecchio modo di fare'

Crisi e ammortizzatori: "Socio-lavoratore non è di serie B" ( da "Targatocn.it" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Legacoop, AGCI, CGIL, CISL e UIL) per discutere dei disagi, di fronte alla crisi, dei soci-lavoratori e al dumping sociale, problema annuale di difficile risoluzione. Una pratica che prevede la massimizzazione del profitto e viene spesso perseguita anche a costo della violazione dei diritti dei lavoratori.

Avellino,un progetto sulla legalità nelle scuole della città ( da "Grecale, Il" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: promosso dalla questura,si basa sui temi dei diritti umani, del bullismo e dei problemi olegati all?uso di stupefacenti e alcol Normal 0 14 Avellino - Si chiama “Educazione alla legalità” il progetto promosso dalla questura di Avellino per le scuole della città. Diritti umani,bullismo e problemi legati all?

Madonna ricorre in appello contro no giudici Malawi ad adozione ( da "Reuters Italia" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I gruppi per i diritti umani hanno criticato le autorità negli anni scorsi per aver riconosciuto all'artista un trattamento privilegiato. Il governo del Malawi, divenuto bersaglio di critiche quando nel 2006 la cantante adottò in Malawi il piccolo David Banda, di 13 mesi, aveva detto ieri di essere a favore della seconda adozione.

- VERTICE NATO SULL'AFGHANISTAN ( da "WindPress.it" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il presidente Karzai deve iniziare a stare dalla parte dei diritti umani. Quello che non vogliamo assolutamente vedere che egli rinunci a difenderli in una sorta di baratto coi gruppi politici locali. L'annunciata nuova legge sui diritti delle donne, per fare un esempio, potrebbe pregiudicare gravemente i diritti di milioni di afgane".

Porticciolo De Benedetti ospiterà la mitica barca "Adriatica" ( da "Cittàdellaspezia.com" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul diritto al cibo e in generale sul rispetto dei diritti umani. Appuntamento imperdibile è quindi per martedì prossimo al Porticciolo dell'Assonautica per l'arrivo di "Adriatica", ammiraglia della veleggiata equosolidale e ambasciatrice della solidarietà.

Liguria: una delegazione donne irachene oggi in Regione ( da "Savona news" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: società civile irachena alcune donne appartenenti alle organizzazioni irachene sui diritti umani, accompagnate da Simona Torretta dell?associazione non governativa ?Un Ponte Per?, sono state ricevute questo pomeriggio in Regione dagli assessori alla cultura e all?ambiente, Fabio Morchio e Franco Zunino e dal capogruppo di Rifondazione comunista in consiglio regionale, Marco Nesci.

Seful Politiei Harghita scapa de acuzatiile de tortura ( da "Romania Libera" del 03-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura Procurorul Dan Petru a infirmat acuzatiile de tortura si persecutii politice Adrian A. Giurgea Miercuri, 01 Aprilie 2009 » Actualul sef al IPJ Harghita, comisarul-sef Radu Sandu Moldovan, a primit solutie de neincepere a urmaririi penale in dosarul in care Institutul de Cercetare a Crimelor Comunismului in Romania il acuza ca intre 1985 si 1989 ar fi torturat si ar fi supus


Articoli

Diritti umani, la svolta degli Usa di Obama (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Dipartimento di Stato: è parte della nostra nuova strategia diplomatica Diritti umani, la svolta degli Usa di Obama Washington pronta a tornare nel Consiglio di Ginevra, che Bush aveva boicottato. Ban Ki Moon: «Nuova era» WASHINGTON - Gli Stati Uniti sono pronti a cercare un seggio nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, a Ginevra, apertamente boicottato negli anni scorsi dall'amministrazione Bush. Lo ha annunciato il Dipartimento di Stato. Si tratta di un altro segnale di inversione di rotta nella politica estera dell'amministrazione Obama, rispetto a quella del governo americano precedente. L'assemblea di Ginevra (Afp) STRATEGIA DIPLOMATICA - Il Dipartimento di Stato ha reso noto che gli Stati Uniti intendono partecipare alle attività del consiglio a Ginevra come parte di una nuova offensiva diplomatica globale. L'amministrazione Bush aveva sempre criticato duramente l'istituzione ginevrina, nata nel 2006 per prendere il posto della precedente Commissione per i diritti umani, accusandola di essere faziosa e ideologica nei confronti di Israele e di non essere riuscita ad agire in paesi con violazioni dei diritti come il Sudan. BAN KI MOON APPREZZA - Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, si è felicitato della volontà degli Stati Uniti di tornare a sedere nel Consiglio. «È un segnale concreto nella nuova era di impegno inaugurata dall'amministrazione Obama», ha detto un portavoce a nome di Ban. (Ansa) stampa |

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Usa e Cina stendono l'agenda comune (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 02/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Usa e Cina stendono l'agenda comune Obama e Hu Jintao hanno rotto il ghiaccio. Istituito un gruppo di consultazione bilaterale permanente Il presidente Hu Jintao dopo l'incontro con Obama LONDRACrisi economica, Nord Corea e Iran, diritti umani. Il presidente americano Barack Obama ha avuto ieri a Londra un incontro ad ampio raggio col collega cinese Hu Jintao che ha portato alla creazione di un gruppo «per il dialogo strategico ed economico» ed ha visto l'inquilino della Casa Bianca accettare l'invito a recarsi in visita a Pechino nella seconda metà del 2009. Durante l'incontro, il primo faccia a faccia tra Obama e Hu, si è parlato molto della crisi economica. I due presidenti si sono impegnati a cooperare per rafforzare la crescita e rafforzare il sistema finanziario internazionale per evitare in futuro il ripetersi di crisi del genere. I due leader hanno dato il benvenuto ai rispettivi pacchetti di stimolo economico, concordando che stanno già cominciando a dare frutti per la stabilizzazione della economia. Il presidente Hu ha sottolineato il suo impegno a rafforzare e a migliorare i controlli sul sistema macroeconomico e ad ampliare la domanda interna, specie quella dei consumatori, per garantire una crescita sostenibile. I due leaders hanno concordato che le istituzioni finanziarie internazionali (come l'Fmi) dovrebbero avere più risorse per aiutare i mercati emergenti e le nazioni in via di sviluppo. Vi è stato anche accordo sulla necessità per mutamenti radicali nella struttura di comando delle istituzioni finanziarie internazionali in modo da rispecchiare il nuovo peso dei mercato dei Paesi emergenti nel sistema globale (un tema che sta particolarmente a cuore alla Cina). Il gruppo per il «dialogo strategico ed economico» sarà ad alto livello (da parte Usa vi saranno anche il segretario di Stato Hillary Clinton ed il ministro del Tesoro Tim Gaithner) ed avrà la prima riunione questa estate a Washington. Obama e Hu hanno deciso di lavorare insieme su problemi come la denuclearizzazione della penisola coreana, il programma nucleare dell'Iran, l'emergenza umanitaria nel Sudan. Sul fronte delicato del rispetto dei diritti umani i due presidenti hanno concordato di «far ripartire la discussione prima possibile». È stato inoltre concordato di aumentare la cooperazione in settori come l'ambiente, la lotta al cambiamento del clima, la ricerca di energia pulita e rinnovabile. Obama ha accettato l'invito di Hu a visitare il Paese entro l'anno. Il presidente George W. Bush aveva fatto una controversa visita in Cina la scorsa estate in occasione dei Giochi olimpici mentre infuriava la protesta dei monaci del Tibet. A Londra gli occhi di tutti gli osservatori sono puntati su Obama e Hu, rappresentanti delle due potenze che davvero contano a livello globale.

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In Vaticano intanto prosegue la causa a quattro anni dalla morte di Giovanni Paolo II (sezione: Diritti umani)

( da "Cittadino, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

«Wojtyla per noi è già beato» La Polonia chiede tempi brevi per il "suo" Papa CITTÀ DEL VATICANO Il Papa ieri all'udienza generale ha pregato per il «dono» della beatificazione e il prefetto per le cause dei santi ricorda che per PapaWojtyla la «corsia preferenziale» c'é già stata e ora serve accuratezza e tempo. Alla vigilia del quarto anniversario della morte di Giovanni Paolo II, il Vaticano getta acqua sul fuoco sulle speranze polacche di vedere il Papa slavo beatificato entro pochi mesi, magari nell'aprile 2010, nel quinquennio della morte. Speranze che si erano riaccese alcune settimane fa dopo le dichiarazioni del cardinale Stanislao Dziwisz, oggi arcivescovo di Cracovia e per quasi quaranta anni segretario di Papa Karol Wojtyla.Monsignor Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha ribadito che la causa per Giovanni Paolo II ha già avuto la sua «corsia preferenziale» quando Papa Ratzinger ha derogato ai cinque anni dalla morte richiesti dal codice canonico per aprire il processo. «Non possiamo prevedere tempi precisi» per la conclusione dell'iter, ha affermato Amato, e tutte le fasi, compresi gli esami del miracolo, vanno espletate «in modo particolarmente accurato».A quattro anni da quella sera di aprile in cui decine di migliaia di persone in preghiera sotto la sua finestra accompagnarono le ultime ore di vita di Papa Karol «il Grande», il miracolo scelto dalla Congregazione vaticana per avvalorare la beatificazione è la guarigione di una suora francese affetta dal morbo di Parkinson, lo stesso che funestò l'ultimo decennio della vita di Wojtyla: il morbo tolse la forza al Pontefice "atleta di Dio" e il passo al viaggiatore instancabile mentre l'estremo affronto al Papa-comunicatore fu la perdita della parola.All'approssimarsi dell'anniversario si moltiplicano comunque le segnalazioni di miracoli o presunti tali e non è chiaro quanti di questi siano all'esame della Congregazione dello Stato vaticano.Intanto, nonostante la prudenza mostrata dagli ambienti vaticani, in Polonia non rinunciano a sperare per Giovanni Paolo II presto beato, tanto che un sito Internet ha avviato una petizione invocando «Wojtyla santo subito». Delusa sui tempi del processo, l'opinione pubblica polacca ha anche riesumato la pista russa per l'attentato del 1981 in cui Alì Agca ridusse Papa Wojtyla in fin di vita. Mentre il cardinale Dziwisz ha gettato lumi sulle ultime frasi pronunciate dal papa morente: quando disse «lasciatemi andare alla casa del Padre» non intendeva rifiutare le cure, ma esprimeva il suo desiderio di riunirsi a Dio. «Vi ho cercato e ora voi siete venuti da me», inoltre, la frase rivolta ai giovani in preghiera sotto la sua finestra, secondo Dziwisz fu pronunciata non esattamente in punto di morte, ma poco prima. Oggi il papa commemorerà il suo predecessore con una santa messa in San Pietro. Santo nella convinzione di tutti, non ancora santo per la legge canonica, Giovanni Paolo II è venerato in tutto il mondo e il ricordo dei suoi quasi 27 anni di regno, dei viaggi tra i popoli della terra, dei gesti storici e della grande umanità non sembra sbiadire con il trascorrere del tempo. E Dziwisz propone: sia patrono dei diritti umani e delle nazioni.(Ansa)

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Un tipografo ucciso, un attivista aggredito Non si ferma la repressione dei diritti civili (sezione: Diritti umani)

( da "Cittadino, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Un tipografo ucciso, un attivista aggredito Non si ferma la repressione dei diritti civili n L'aggressione di un noto difensore dei diritti umani e la presunta (non confermata da fonti ufficiali) uccisione di un tipografo di un giornale di opposizione rilanciano in Russia l'allarme sulla tutela di chi si batte per i diritti civili. È un giallo il caso di Serghiei Protazanov, un tipografo impaginatore del giornale «Il consenso civile» del sobborgo moscovita di Khimki: secondo alcune fonti è morto lunedì in seguito alle percosse subite il giorno prima da parte di sconosciuti, secondo fonti del governo è rimasto vittima di una intossicazione da farmaci. Nessun dubbio invece sul movente politico alla base del perstaggio di Lev Ponomariov, leader del movimento per i diritti umani russo, aggredito lunedì sera a Mosca da sconosciuti, che gli si erano avvicinati con il pretesto di una sigaretta dopo che aveva parcheggiato l'auto. Ieri è stato dimesso dall'ospedale, anche se dovrà sottoporsi ad altri esami.

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La beatificazione di Papa Wojtyla non avrà tempi brevi (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 02/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:interno ed estero La beatificazione di Papa Wojtyla non avrà tempi brevi Mons. Amato: «La causa è già stata abbreviata con la deroga all'attesa di cinque anni dopo la morte. Ora si procederà in modo accurato» Papa Giovanni Paolo II in un'immagine del 1999 CITTÀ DEL VATICANOIl Papa all'udienza generale prega per il «dono» della beatificazione e il prefetto per le cause dei santi ricorda che per Wojtyla la «corsia preferenziale» c'è già stata e ora servono accuratezza e tempo. Alla vigilia del quarto anniversario della morte di Giovanni Paolo II, il Vaticano getta acqua sul fuoco sulle speranze polacche di vedere il Papa slavo beatificato entro pochi mesi, magari nell'aprile 2010, nel quinquennio della morte. Speranze riaccese settimane fa dalle dichiarazioni del card. Stanislao Dziwisz, oggi arcivescovo di Cracovia e per quasi 40 anni segretario di Karol Wojtyla. Mons. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha ribadito che la causa per Giovanni Paolo II ha già avuto la sua «corsia preferenziale» quando Papa Ratzinger ha derogato ai cinque anni dalla morte richiesti dal codice canonico per aprire il processo. «Non possiamo prevedere tempi precisi» per la conclusione dell'iter, ha affermato Amato, e tutte le fasi, compresi gli esami del miracolo, vanno espletate «in modo particolarmente accurato». A quattro anni da quella sera in cui decine di migliaia di persone in preghiera sotto la sua finestra accompagnarono le ultime ore di vita di Karol «il Grande», il miracolo scelto dalla Congregazione per avvalorare la beatificazione è la guarigione di una suora francese affetta dal Parkinson, lo stesso che funestò l'ultimo decennio di Wojtyla. All'approssimarsi dell'anniversario si moltiplicano comunque le segnalazioni di miracoli e non è chiaro quanti di questi siano all'esame della Congregazione vaticana. Intanto in Polonia non rinunciano però a sperare, tanto che un sito Internet ha avviato una petizione invocando «Wojtyla santo subito». Oggi il Papa commemorerà il suo predecessore con una Messa in San Pietro. Santo nella convinzione di tutti, non ancora santo per la legge canonica, Giovanni Paolo II è venerato in tutto il mondo e il ricordo dei suoi quasi 27 anni di regno, dei viaggi tra i popoli della terra, dei gesti storici e della grande umanità non sembra sbiadire con il trascorrere del tempo. E Dziwisz propone: sia patrono dei diritti umani e delle nazioni.

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RUSSIA Ucciso un tipografo d'un giornale d'opposizione L'aggressione di un noto di... (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 02/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:interno ed estero brevi dall'estero RUSSIA Ucciso un tipografo d'un giornale d'opposizione L'aggressione di un noto difensore dei diritti umani e la presunta uccisione di un tipografo di un giornale locale di opposizione rilanciano in Russia l'allarme sulla tutela di chi si batte in prima linea nella società civile, giornalisti compresi. Resta controverso il caso di Serghiei Protazanov, un tipografo impaginatore del giornale «Il consenso civile» del sobborgo moscovita di Khimki, impegnato sui temi ambientali. Secondo alcune fonti è morto lunedì per le percosse subite il giorno prima da parte di sconosciuti, mentre secondo fonti investigative è rimasto vittima di una intossicazione da farmaci. In novembre Mikhail Beketov, direttore del quotidiano di opposizione Khimkinskaia Pravda (la Verità di Khimki), pubblicato nello stesso sobborgo e impegnato sugli stessi temi, era stato brutalmente percosso, entrando in coma e subendo l'amputazione di una gamba. Nessun dubbio invece sul caso di Lev Ponomariov, leader del Movimento per i diritti umani russo, aggredito l'altra sera a Mosca da sconosciuti,dopo che aveva parcheggiato l'auto per rincasare. Le sue condizioni di salute non sono gravi, ma l'episodio inquieta. NORDCOREA «Abbatteremo gli aerei spia americani» La Corea del Nord minaccia di abbattere qualsiasi aereo spia americano che abbia violato il suo spazio aereo allo scopo di controllare la messa in orbita del missile-satellite, atteso tra il 4 a 8 aprile prossimi. Seoul, intanto, ha stimato in 500 milioni di dollari i costi per l'operazione di lancio, cifra ingente se si tiene conto che la popolazione nordcoreana è praticamente alla fame. Un rapporto Onu ha rimarcato che è grave la scarsità di generi di prima necessità, al punto che l'esercito rischia di essere decimato entro il 2013, quando il 29% delle potenziali reclute nate negli anni delle carestie (1995-98) avrà gravi problemi fisici e mentali. AFGHANISTAN Tra kamikaze e Coalizione all'offensiva Un attacco suicida a Kandahar e una offensiva governativa su vasta scala contro i talebani a Oruzgan e Helmand hanno confermato ieri che l'Afghanistan si propone come area chiave della lotta al terrorismo nella regione a cavallo della frontiera con il Pakistan. Nel nord-ovest pachistano aerei senza piloti Usa hanno lanciato razzi contro postazioni di talebani nel villaggio di Khadazai, abitato dall'omonima tribù pashtun, con un bilancio di 12 morti e decine di feriti. L'attacco a Kandahar, rivendicato dai talebani, è stato portato da quattro persone, vestite da soldati, all'ingresso dell'edificio dell'assemblea legislativa provinciale. Tre uomini sono balzati fuori da un fuoristrada, mentre il quarto si è fatto saltare in aria al suo interno, sfondando il portone. Ciò ha permesso agli altri di entrare nel cortile e cominciare una sparatoria a cui hanno risposto i servizi di sicurezza, con un bilancio di 17 morti, sette agenti di polizia, sei civili ed i quattro terroristi.

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TEATRO Teatro Dante Al teatro Dante di Campi Bisenzio, martedì 7 ... (sezione: Diritti umani)

( da "Leggo" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

TEATRO Teatro Dante Al teatro Dante di Campi Bisenzio, martedì 7 e mercoledì 8, Franco Branciaroli sarà il protagonista di "Edipo Re" di Sofocle. Lo spettacolo con la regia di Antonio Calenda è in prima regionale e in esclusiva per la toscana. Biglietti: da 23 a 8 euro. CINEMA Stensen Oggi prosegue all'Auditorium Stensen (viale Don Minzoni 25, ingresso libero) la rassegna sui diritti umani di Amnesty International. Nell'ambito della serata dal titolo "Diritto alla terra" verrà proiettato (ore 21) "La terra degli uomini rossi, Birdwatchers" il film del regista italiano Marco Bechis ambientato nel Mato Grosso (Brasile) che racconta il disagio degli indio che di quelle terre erano i legittimi abitanti e che adesso, a causa degli espropri subiti dai ricchi proprietari terrieri, sono costretti a vivere in riserve, costretti a lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero. Informazioni www.stensen.org.

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Intesa con la Russia: meno armi atomiche (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Giovedì 02 Aprile 2009 NAZIONALE Pagina 3 INCONTRI. Obama e Medveded rilanciano i rapporti tra le potenze. E con la Cina più dialogo Intesa con la Russia: meno armi atomiche LONDRA Obana vara il disgelo con la Russia e un rapporto più stretto con la Cina. Il presidente Usa e quello russo Medvedev hanno ufficializzato, nel loro primo incontro a Londra, la volontà di effettuare un «reset» nei rapporti tra Stati Uniti e Russia annunciando la ripresa di negoziati per la riduzione degli armamenti nucleari, con l'obiettivo di sostituire il Trattato Start 1 che scade a fine anno. I due leader hanno incaricato i rispettivi negoziatori di preparare proposte per il nuovo Trattato sugli arsenali strategici entro luglio, quando Obama si recherà a Mosca. I contrasti che hanno segnato i rapporti tra Mosca e Washington, ha detto il leader del Cremlino, «non erano nell'interesse di entrambi». In una dichiarazione congiunta si sottolinea la volontà di arrivare a «un mondo libero dal nucleare». I due hanno invitato l'Iran a cooperare con l'Onu per dimostrare che il suo programma nucleare è di «natura pacifica» e si sono detti preoccupati per il prossimo lancio del missile balistico nordcoreano. Ma Obama ieri ha avuto anche un incontro col collega cinese Hu Jintao: insieme hanno crato un gruppo «per il dialogo strategico ed economico». Obama sarà a Pechino nella seconda metà del 2009. Anche Nord Corea, Iran e diritti umani sono stati al centro del faccia a faccia.  

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Diritti umani, Usa aperti verso l'Onu (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Giovedì 02 Aprile 2009 NAZIONALE Pagina 6 SVOLTA. Obama vuole un seggio nel Consiglio Diritti umani, Usa aperti verso l'Onu WASHINGTON Nuova svolta dell'America di Barack Obama sul fronte delle istituzioni multilaterali: gli Stati Uniti sono pronti a candidarsi a un seggio nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, un'organismo Onu con sede a Ginevra apertamente boicottato negli anni scorsi dall'amministrazione Bush. La decisione - hanno annunciato il segretario di Stato Hillary Clinton e l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice - è stata presa come parte di una «nuova era di impegno» con altre nazioni «per far progredire gli interessi degli Stati Uniti» nel mondo. «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», ha detto la Clinton. «Ci impegneremo con altri paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti del'Uomo». Per la Rice «sono le vittime di abusi in tutto il mondo che hanno bisogno di un Consiglio per i Diritti Umani equilibrato e credibile». Gli Stati Uniti si sono candidati, convinti che «lavorare dall'interno servirà a rendere il Consiglio un foro più efficace a difesa dei diritti dell'uomo».  

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Intesa con la Russia: meno armi atomiche (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

INCONTRI. Obama e Medveded rilanciano i rapporti tra le potenze. E con la Cina più dialogo Intesa con la Russia: meno armi atomiche LONDRA Obana vara il disgelo con la Russia e un rapporto più stretto con la Cina. Il presidente Usa e quello russo Medvedev hanno ufficializzato, nel loro primo incontro a Londra, la volontà di effettuare un «reset» nei rapporti tra Stati Uniti e Russia annunciando la ripresa di negoziati per la riduzione degli armamenti nucleari, con l'obiettivo di sostituire il Trattato Start 1 che scade a fine anno. I due leader hanno incaricato i rispettivi negoziatori di preparare proposte per il nuovo Trattato sugli arsenali strategici entro luglio, quando Obama si recherà a Mosca. I contrasti che hanno segnato i rapporti tra Mosca e Washington, ha detto il leader del Cremlino, «non erano nell'interesse di entrambi». In una dichiarazione congiunta si sottolinea la volontà di arrivare a «un mondo libero dal nucleare». I due hanno invitato l'Iran a cooperare con l'Onu per dimostrare che il suo programma nucleare è di «natura pacifica» e si sono detti preoccupati per il prossimo lancio del missile balistico nordcoreano. Ma Obama ieri ha avuto anche un incontro col collega cinese Hu Jintao: insieme hanno crato un gruppo «per il dialogo strategico ed economico». Obama sarà a Pechino nella seconda metà del 2009. Anche Nord Corea, Iran e diritti umani sono stati al centro del faccia a faccia.

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Diritti umani, Usa aperti verso l'Onu (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

SVOLTA. Obama vuole un seggio nel Consiglio Diritti umani, Usa aperti verso l'Onu WASHINGTON Nuova svolta dell'America di Barack Obama sul fronte delle istituzioni multilaterali: gli Stati Uniti sono pronti a candidarsi a un seggio nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, un'organismo Onu con sede a Ginevra apertamente boicottato negli anni scorsi dall'amministrazione Bush. La decisione - hanno annunciato il segretario di Stato Hillary Clinton e l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice - è stata presa come parte di una «nuova era di impegno» con altre nazioni «per far progredire gli interessi degli Stati Uniti» nel mondo. «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», ha detto la Clinton. «Ci impegneremo con altri paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti del'Uomo». Per la Rice «sono le vittime di abusi in tutto il mondo che hanno bisogno di un Consiglio per i Diritti Umani equilibrato e credibile». Gli Stati Uniti si sono candidati, convinti che «lavorare dall'interno servirà a rendere il Consiglio un foro più efficace a difesa dei diritti dell'uomo».

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Mistero sulla morte di un oppositore (sezione: Diritti umani)

( da "Libertà" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mistero sulla morte di un oppositore MOSCA - L'aggressione di un noto difensore dei diritti umani e la presunta uccisione di un tipografo di un giornale locale di opposizione rilanciano in Russia l'allarme sulla tutela di chi si batte in prima linea nella società civile, giornalisti compresi. Dalle ong impegnate nel settore arriva un coro di reazioni sdegnate e preoccupate, che rischiano di appannare nuovamente l'immagine del Paese proprio in coincidenza con la vetrina del G20 di Londra. Resta controverso il caso di Serghiei Protazanov, un tipografo impaginatore del giornale Il consenso civile del sobborgo moscovita di Khimki. Secondo alcune fonti è morto lunedì in seguito alle percosse subite il giorno prima da parte di sconosciuti, mentre secondo fonti investigative è rimasto vittima di una intossicazione da farmaci. A sostenere la prima tesi è non solo la dirigente di un movimento ecologista locale, Ievghenia Cirikova, ma anche una figura istituzionale come Oleg Mitvol, numero due del servizio russo per il controllo dell'ambiente. E l'ambiente è uno dei temi al centro del conflitto tra la municipalità di Khimki e gruppi di ambientalisti che si battono contro le speculazioni edilizie e la deforestazione per far passare un autostrada. Lo scorso novembre Mikhail Beketov, direttore del quotidiano di opposizione Khimkinskaia Pravda (la Verità di Khimki), pubblicato nello stesso sobborgo e impegnato sugli stessi temi, era stato brutalmente percosso, entrando in coma e subendo l'amputazione di una gamba. È tuttora ricoverato in ospedale, dove ha continuato a ricevere minacce. Nessun dubbio invece sul caso di Lev Ponomariov, leader del movimento per i diritti umani russo, aggredito martedì sera a Mosca da sconosciuti, che gli si erano avvicinati con il pretesto di una sigaretta dopo che aveva parcheggiato l'auto per rincasare. 02/04/2009

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Russia, ucciso un giornalista Difendeva una foresta (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Russia, ucciso un giornalista Difendeva una foresta MARINA MASTROLUCA Ufficialmente è stata un'intossicazione. Pestato a sangue sabato scorso Sergei Protazanov è morto in ospedale, 48° giornalista ucciso nella Federazione russa dal 2000, anno 1 dell'era di Putin. Scriveva e impaginava «Il consenso civile», foglio locale di Khimki, un tempo villaggio tra i boschi oggi slabbrata periferia alle porte di Mosca dove la stampa prova a salvare la foresta scampata alla speculazione. Quasi nelle stesse ore, Lev Ponomariov, leader del movimento per i diritti umani in Russia dai tempi dell'Urss, è stato picchiato sotto casa. Gli è andata meglio che ad altri: brutte contusioni e il cellulare sparito. Appena fuori dall'ospedale ha parlato esplicitamente di «vendetta», e «su commissione» per giunta. Da dicembre diceva di essere pedinato. QUATTRO OMICIDI NEL 2008 Non è un buon biglietto da visita per il presidente Medvedev che al G20 di Londra incontra Obama. Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani e civili si indignano, qualcuno chiede alla Casa Bianca di non lasciar cadere. Troppi pestaggi, intimidazioni e omicidi di giornalisti, troppe pressioni sulla stampa e sui difensori dei diritti umani. Quattro morti nel 2008 e nel 2009 sono già tre, dopo il duplice omicidio del 20 gennaio scorso nel centro di Mosca, quando a morire furono un avvocato - da sempre impegnato nella difesa dei diritti negati in Cecenia e altrove - e una giovane giornalista, Stanislav Markelov e Anastasia Baburova. Sergei Protazanov è solo l'ultimo. Il direttore della rivista dove lavorava, Anatoly Yurov, non crede alle misteriose pasticche che appaiono nella versione ufficiale sulla sua morte. Anche Yurov è stato aggredito più volte, l'ultima ha incassato una decina di coltellate. Perché Khimki e i suoi giornali indipendenti, anche se artigianali, sono nel mirino da un pezzo. «CASI ISOLATI» Nel novembre scorso un giornalista della Khimkinskaya Pravda, Mikhail Beketov è stato pestato tanto che i medici gli hanno dovuto amputare una gamba e diverse dita e aprirgli il cranio per rimuovere le schegge d'osso. Oggi è attaccato ad un respiratore. Persino in ospedale, mentre era in coma, continuavano a fioccare minacce. Per le autorità sono casi isolati. Tra il primo e l'ultimo pestaggio in realtà corre un'autostrada, che probabilmente - e a dirlo è Reporters sans frontieres - passa anche per il duplice omicidio del gennaio scorso a Mosca. Nessuna metafora: da Khimski passa il tracciato della nuova arteria tra la capitale e San Pietroburgo, i cantieri distruggeranno il bosco che i giornali e le organizzazioni ambientaliste locali cercano di difendere. Prima di finire in coma, Beketov aveva scritto una lettera aperta a Medvedev in difesa delle risorse naturali: per impedire che circolasse, il sindaco di Khimski ha fatto sparire tutte le copie della Novaya Gazeta, il giornale di Anna Politkovskaja, dove era stata pubblicata. Beketov per quella lettera era stato citato per danni dal sindaco, a difenderlo c'era proprio l'avvocato Markelov, ucciso a gennaio insieme alla giovane cronista. Una catena di pestaggi, tre morti. Verrebbe da chiedersi quanta paura può fare ancora un piccolo giornale di provincia. E se davvero in Russia la società civile può sperare di cambiare il corso delle cose. O se più semplicemente il tiro al bersaglio su giornalisti e attivisti non sia la via più breve per togliersi il fastidio, garantita com'è dall'impunità. I DUBBI DI MEDVEDEV Persino Medvedev nei giorni scorsi ha dovuto ammettere che insomma di casi ce ne sono stati e qualcuno è persino sospetto. «Non credo si tratti in tutti i casi di omicidi politici - aveva detto -. Ma in alcuni casi potrebbe esserci stata una vendetta politica, ne sono sicuro». Muore dopo un pestaggio ma ufficialmente è vittima di un'intossicazione: se n'è andato così un giornalista di Khimki, alle porte di Mosca. Storia di un bosco e un'autostrada. Picchiato storico difensore dei diritti.

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Collaboratrice della Novaya Gazeta, il giornale di Anna Politkoskaja, è stata uccisa a Mosca in... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Collaboratrice della Novaya Gazeta, il giornale di Anna Politkoskaja, è stata uccisa a Mosca insieme a Stanislav Markelov, avvocato dei diritti umani e difensore di molti giornalisti d'opposizione. Anastasia si occupava soprattutto di gruppi di estrema destra. ANASTASIA BABUROVA GIORNALISTA MORTA A 25 ANNI

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I giuristi internazionali: In Italia saranno a rischio i diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

I giuristi internazionali: «In Italia saranno a rischio i diritti umani» Preoccupazione per «l'impatto negativo verso la tutela dei diritti umani» che risulterebbe se la legislazione sulla sicurezza e l'immigrazione - ora all'esame del Parlamento sia adottata nella forma attuale. Lo dice la Commissione Internazionale di Giuristi (International Commission of Jurists - Icj) che venerdì ha inviato le sue osservazioni al Parlamento Italiano. L'Icj è «preoccupata» dal l'introduzione di un nuovo reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio italiano «criminalizzi l'immigrazione e acceleri l'espulsione degli immigrati senza le tutele ai diritti umani garantite dal diritto internazionale»; le nuove procedure - osservano i giuristi - potrebbero effettivamente porre degli individui a rischio di trasferimento illegittimo verso paesi dove corrano un rischio di essere soggetti a tortura o trattamenti crudeli, inumani o degradanti o ad altre violazioni gravi dei diritti umani». E «la procedura penale accelerata , può negare all'imputato l'opportunità di preparare una difesa adeguata e minare le garanzie fondamentali di un processo equo». IL CASO

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Ufficialmente è stata un'intossicazione. Pestato a sangue sabato scorso Sergei Protazanov ... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ufficialmente è stata un'intossicazione. Pestato a sangue sabato scorso Sergei Protazanov è morto in ospedale, 48° giornalista ucciso nella Federazione russa dal 2000, anno 1 dell'era di Putin. Scriveva e impaginava «Il consenso civile», foglio locale di Khimki, un tempo villaggio tra i boschi oggi slabbrata periferia alle porte di Mosca dove la stampa prova a salvare la foresta scampata alla speculazione. Quasi nelle stesse ore, Lev Ponomariov, leader del movimento per i diritti umani in Russia dai tempi dell'Urss, è stato picchiato sotto casa. Gli è andata meglio che ad altri: brutte contusioni e il cellulare sparito. Appena fuori dall'ospedale ha parlato esplicitamente di «vendetta», e «su commissione» per giunta. Da dicembre diceva di essere pedinato. QUATTRO OMICIDI NEL 2008 Non è un buon biglietto da visita per il presidente Medvedev che al G20 di Londra incontra Obama. Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani e civili si indignano, qualcuno chiede alla Casa Bianca di non lasciar cadere. Troppi pestaggi, intimidazioni e omicidi di giornalisti, troppe pressioni sulla stampa e sui difensori dei diritti umani. Quattro morti nel 2008 e nel 2009 sono già tre, dopo il duplice omicidio del 20 gennaio scorso nel centro di Mosca, quando a morire furono un avvocato - da sempre impegnato nella difesa dei diritti negati in Cecenia e altrove - e una giovane giornalista, Stanislav Markelov e Anastasia Baburova. Sergei Protazanov è solo l'ultimo. Il direttore della rivista dove lavorava, Anatoly Yurov, non crede alle misteriose pasticche che appaiono nella versione ufficiale sulla sua morte. Anche Yurov è stato aggredito più volte, l'ultima ha incassato una decina di coltellate. Perché Khimki e i suoi giornali indipendenti, anche se artigianali, sono nel mirino da un pezzo. «CASI ISOLATI» Nel novembre scorso un giornalista della Khimkinskaya Pravda, Mikhail Beketov è stato pestato tanto che i medici gli hanno dovuto amputare una gamba e diverse dita e aprirgli il cranio per rimuovere le schegge d'osso. Oggi è attaccato ad un respiratore. Persino in ospedale, mentre era in coma, continuavano a fioccare minacce. Per le autorità sono casi isolati. Tra il primo e l'ultimo pestaggio in realtà corre un'autostrada, che probabilmente - e a dirlo è Reporters sans frontieres - passa anche per il duplice omicidio del gennaio scorso a Mosca. Nessuna metafora: da Khimski passa il tracciato della nuova arteria tra la capitale e San Pietroburgo, i cantieri distruggeranno il bosco che i giornali e le organizzazioni ambientaliste locali cercano di difendere. Prima di finire in coma, Beketov aveva scritto una lettera aperta a Medvedev in difesa delle risorse naturali: per impedire che circolasse, il sindaco di Khimski ha fatto sparire tutte le copie della Novaya Gazeta, il giornale di Anna Politkovskaja, dove era stata pubblicata. Beketov per quella lettera era stato citato per danni dal sindaco, a difenderlo c'era proprio l'avvocato Markelov, ucciso a gennaio insieme alla giovane cronista. Una catena di pestaggi, tre morti. Verrebbe da chiedersi quanta paura può fare ancora un piccolo giornale di provincia. E se davvero in Russia la società civile può sperare di cambiare il corso delle cose. O se più semplicemente il tiro al bersaglio su giornalisti e attivisti non sia la via più breve per togliersi il fastidio, garantita com'è dall'impunità. I DUBBI DI MEDVEDEV Persino Medvedev nei giorni scorsi ha dovuto ammettere che insomma di casi ce ne sono stati e qualcuno è persino sospetto. «Non credo si tratti in tutti i casi di omicidi politici - aveva detto -. Ma in alcuni casi potrebbe esserci stata una vendetta politica, ne sono sicuro».

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IL VENTO NUOVO DI KABUL: STUPRO LIBERO IN FAMIGLIA (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

IL «VENTO NUOVO» DI KABUL: STUPRO LIBERO IN FAMIGLIA L'INDEGNA LEGGE FIRMATA DA KARZAI È sempre più in salita la strada dei diritti delle donne in Afghanistan, soprattutto all'indomani della ignobile legge firmata dal presidente Hamid Karzai che legalizza lo stupro all'interno del matrimonio. È a tutti gli effetti un codice della famiglia per la minoranza sciita, mirato ad aumentare i consensi elettorali a Karzai, alla vigilia delle presidenziali di agosto. Come donna, sono indignata. Ritengo sia giusto chiedersi, a questo punto, se il sostegno della comunità internazionale e specialmente dell'Italia alla democrazia afgana siano efficaci. È necessario pretendere un dibattito serrato e risultati concreti sul tema dei diritti umani e soprattutto su quelli delle donne, così come facciamo con altri Paesi. Donne, come ci ricorda la "dimenticata" Risoluzione 1325 delle Nazioni Unite, che dovrebbero essere coinvolte nella promozione della pace e nella prevenzione della violenza, durante e dopo i conflitti. Sappiamo dalle Ong in quel Paese, come ActionAid ed Intersos, che la situazione in Afghanistan è drammatica: il 70 % delle donne è esposta al rischio violenza; lanci di acidi e stupri, anche a bambine, sono in aumento. La popolazione vive da anni in condizioni di gravissima difficoltà nelle espressioni più elementari della vita quotidiana e le donne rappresentano ancora la componente della società civile più colpita: il tasso di analfabetismo femminile supera l'85 % e quello della mortalità durante il parto è il secondo più elevato al mondo, con 1.800 morti ogni 100.000 nati vivi. Una donna su otto muore per complicanze relative alla gravidanza o al parto. Numeri da brivido in uno scenario di conflitti, divisioni tribali, di mancanza di quel senso d'appartenenza ad una collettività che fa di un insieme di popoli una nazione. Eppure l'impegno di organizzazioni umanitarie e di parte della società civile è stato importante. Le afgane, se non lasciate sole dalla comunità internazionale, possono fare molto per cambiare le relazioni sociali e gli equilibri tradizionali del loro Paese. Perciò non possiamo né dobbiamo far finta di non vedere. Vogliamo che le Nazioni Unite e l'Unione Europea prendano posizioni chiare e nette su quanto sta avvenendo in Afghanistan e che, anche l'Italia, con il ministro Frattini, incalzi le autorità di Kabul perché tornino sui loro passi, ancora prima della conferenza regionale su Afghanistan e Pakistan prevista a Trieste per giugno. Lo abbiamo già visto: la pace, in Afghanistan, non potrà essere frutto delle armi ma solo del dialogo, della solidarietà e della costante promozione dei diritti umani, soprattutto delle donne.

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Consiglio diritti umani Onu l'America di Barack dice sì (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Consiglio diritti umani Onu l'America di Barack dice sì Nuova svolta dell'America di Barack Obama sul fronte delle istituzioni multilaterali: gli Usa sono pronti a candidarsi a un seggio nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, organismo apertamente boicottato negli anni scorsi dall'amministrazione Bush. La decisione - hanno annunciato la segretaria di Stato Hillary Clinton e l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice - è stata presa come parte di una «nuova era di impegno» con altre nazioni «per far progredire gli interessi degli Stati Uniti» nel mondo. «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», sottolinea la Clinton: «Ci impegneremo - aggiunge - con altri Paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti dell'Uomo».

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A margine degli incontri ufficiali, si intrecciano i giochi delle diplomazie. Il premier cinese ... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

A margine degli incontri ufficiali, si intrecciano i giochi delle diplomazie. Il premier cinese Hu Jintao ha invitato in Cina il presidente Usa Obama. La visita che potrebbe avvenire già nella seconda parte dell'anno. Riprendendo anche il tema dei diritti umani.

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il pd: una legge locale vieti la delazione sui migranti (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina II - Napoli La proposta Il Pd: una legge locale vieti la delazione sui migranti «Il governo della Campania, come già ha fatto quello della Puglia, deve intervenire immediatamente per determinare il divieto di denuncia dei migranti definiti "clandestini" da parte dei medici». è la proposta del consigliere regionale Antonio Amato, un´idea che di fatto avrebbe già ricevuto l´assenso di tutto il vertice del Pd. Spiega il consigliere Amato: «Sono stati presentati degli spot regionali per invitare i migranti ad andare in ospedale, ma senza un intervento legislativo che renda impraticabile questa violazione dei diritti costituzionali tutto diventa inutile. Quanto accaduto a Kante Katadiatou e al piccolo Abou rappresenta un gravissimo segno della perdita della dignità politica del nostro Paese». Aggiunge ancora Amato: «Non può definirsi civile un Paese che denuncia il miracolo di un parto facendolo divenire questione di ordine pubblico, non può definirsi civile un Paese che toglie un figlio appena nato alla madre perché la indica come clandestina. Ora tutte le istituzioni locali stiano vicine, sia legalmente che materialmente, a Kante».

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7/10/2006 Anna Politkovskaja Impegnata sul fronte dei diritti umani e oppositrice di Putin, as... (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

7/10/2006 Anna Politkovskaja Impegnata sul fronte dei diritti umani e oppositrice di Putin, assassinata nell'ascensore di casa

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[FIRMA]EMANUELE NOVAZIO La morte misteriosa di un redattore di un piccolo giornale d'opposiz... (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

[FIRMA]EMANUELE NOVAZIO La morte misteriosa di un redattore di un piccolo giornale d'opposizione - provocata forse dalle percosse subite il giorno prima - e la quasi contemporanea aggressione a un noto difensore dei diritti umani, Lev Ponomariov, rilanciano l'allarme su un settore fra i più importanti per valutare lo stato di salute della ancor fragile democrazia russa. Notava nei mesi scorsi Amnesty International: «Sono i giornalisti e i difensori dei diritti umani a portare all'attenzione dell'opinione pubblica il mancato rispetto, da parte del governo russo, degli impegni nazionali e internazionali in materia di giustizia». Serghei Protazanov lavorava per «Il consenso civile», pubblicato a Khimski, nell'hinterland moscovita. Secondo amici e famigliari, è morto in seguito all'aggressione subite il giorno prima. Fonti della polizia parlano invece di overdose. Ma a sostenere la prima tesi è anche il numero due del servizio russo per il controllo dell'ambiente, Oleg Mitvol. Una figura istituzionale, dunque, che ha unito la sua alle voci degli ecologisti locali: l'ambiente è al centro del contrasto fra la municipalità di Khimski e gli ambientalisti, che ne contestano speculazioni edilizie e deforestazione. Il giornale di Protazanov, inoltre, stava per pubblicare un'inchiesta sulle frodi elettorali nelle quali sarebbe coinvolto il potente sindaco della cittadina, Strelchenko. Anche il direttore del Consenso civile, Anatoly Yurov, è stato vittima di numerose aggressioni, in passato. E nel novembre dell'anno scorso è stato ferito gravemente da sconosciuti il responsabile del quotidiano locale Khimkinskaya Pravda, Mikhail Beketov, costretto alla chiusura: il suo avvocato era Markelov, ucciso a gennaio nel centro di Mosca insieme alla giornalista Anastasia Baburova. Di recente Beketov aveva inviato una lettera aperta al presidente Medvedev, in cui si denuncia il progetto di costruzione di un'autostrada sostenuto dal sindaco. Le autorità locali hanno acquistato tutte le copie della Novaya Gazeta, che ne aveva pubblicato il testo. Se sarà confermato che è morto per le conseguenze dell'aggressione, il nome di Protazanov entrerà nel sempre più lungo elenco di giornalisti uccisi in Russia dal 2000. Nel suo Rapporto 2008 sulla stampa nel mondo, del resto, Reporters sans frontières denuncia frequenti pressioni sui media indipendenti, minacce e denunce a giornalisti. Senza contare la chiusura di testate e i ricoveri in ospedale psichiatrico per giornalisti scomodi, una pratica collaudata in epoca sovietica su oppositori di ogni genere. La notizia della sua morte è stata diffusa mentre veniva denunciata l'aggressione a Ponomariov, direttore dell'organizzazione Per i diritti dell'uomo, che ha riportato gravi contusioni. Ha denunciato Neil Hicks, responsabile in Russia dell'organizzazione per i diritti civili Human rights First: «La sua brutale aggressione è un'altra indicazione della clamorosa situazione di insicurezza in cui si trova chi critica la politica del governo russo». Ma anche il presidente Medvedev, nei giorni scorsi, ha ammesso che in Russia sono stati commessi omicidi politici, in particolare di giornalisti: «Non credo in tutti i casi, ma in alcuni potrebbe esserci stata vendetta politica. Ne sono sicuro».

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Flores all'attacco "Questa Chiesa catto-khomeinista" (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Flores all'attacco "Questa Chiesa catto-khomeinista" Un pamphlet del direttore di MicroMega "I nuovi sanfedisti sono minoranza nel Paese" [FIRMA]JACOPO IACOBONI E' sicuro che tutti i cattolici fossero contro Beppino Englaro? Il tratto più caratteristico del nuovo libro di Paolo Flores d'Arcais - A chi appartiene la tua vita?, Ponte alle Grazie - lo si coglie quasi alla fine del primo dei quattro saggi che raccoglie il testo, intitolato polemicamente, quasi un pamphlet, Il partito della tortura. Racconta Flores che fu lo storico cattolico Paolo Prodi a render noto un episodio che compare negli atti della canonizzazione di San Filippo Neri come uno dei suoi miracoli, «una sorta di miracolo della "eutanasia cristiana"». In visita a una nobildonna romana che, afflitta da una malattia incurabile, invocava il passaggio alla vita eterna, il santo l'aveva confortata e poi, salutandola, s'era fermato sulla soglia della stanza, era tornato indietro e le aveva posto le mani sul capo. «Anima ti comando di uscire da questo corpo», disse San Filippo. Dopo queste parole la donna si spense in modo dolce. Flores conclude: «Far morire prematuramente, con un intervento extranaturale, una persona che non considera più la sua vita ma tortura viene qui, vale la pena sottolinearlo, considerato dalla Chiesa un miracolo tale da contribuire alla canonizzazione». Esistono dunque cattolici e cattolici, ma esistono persino Chiesa e Chiesa, la Chiesa di San Filippo Neri (ma anche di dom Franzoni, che s'è unito alla manifestazione per Eluana Englaro in piazza Farnese assieme a intellettuali come Barbara Spinelli, Umberto Eco, Paolo Veronesi) accanto alla Chiesa di Bagnasco a Ratzinger. Fino a qualche anno fa, prima che una serie drammatica di eventi di cronaca - uniti al mutar del clima politico nel Paese - cambiassero taluni atteggiamenti in certa gerarchia vaticana, la Chiesa amava discutere con i laici. L'allora cardinale Joseph Ratzinger poteva andare a discutere in teatro, per MicroMega, con il direttore Flores, e il patriarca di Venezia Angelo Scola veniva sistematicamente coinvolto in discussioni sul rapporto tra etica cristiana ed «etica senza fede». Ora quella stagione pare finita. Capita così che la posizione opposta a quella di Flores venga difesa da quelli che lui chiama «catto-khomeinisti», oppure «sanfedisti»: in sostanza, dice, un manipolo di integralisti che hanno costruito un'ideologia della vita, oltretutto sgradita alla maggioranza degli italiani. Nei tre tristi casi di Luca Coscioni, Piergiorgio Welby e infine di Eluana Englaro, s'è assistito a «un'orgia di ipocrisia cui si è abbandonato il partito oscurantista. La volontà di Eluana non è stata accertata, sproloquiavano le Roccella e i Formigoni e i Lupi da tutti i canali tv», osserva Flores. Per concludere che «la libertà di cui parla la legge Calabrò (ossia il progetto del Pdl in discussione in Parlamento) è certamente libertà, ma solo nel senso della libertà del cardinale Tomás de Torquemada: la libertà della Santa Inquisizione». Ossia l'obbligo di considerare nutrizione ciò che, invece, è un accanito insistere sui corpi in stato vegetativo permanente. Ma Fini, ultimo eroe a sinistra, come sapete stopperà quella legge così com'è adesso. Insomma, né laici contro cattolici, né destra versus sinistra, parrebbe. Una storica come Lucetta Scaraffia, che ha da poco scritto Due in una carne. Chiesa e sessualità nella storia (Laterza), contesta a Flores ciò che lui contesta ai suoi rivali: «La verità è che nessuno è libero, e la vita non è una proprietà di cui si può disporre. Ognuno è in una rete di condizionamenti fatta da parenti, amici, stati d'animo, situazione economica, ed è dunque un'utopia, quella sì un'ideologia, credere che possiamo essere noi a disporre di noi stessi». Ma il matematico Piergiorgio Odifreddi ritiene che questa pretesa sia «fondamentalismo cattolico», divida ormai anche Oltretevere, e sia frutto di una Chiesa sulla difensiva: «A me Ratzinger pare come il pugile che serra i pugni perché sa che anche il mondo intorno a lui sta cambiando. Lo dice la lettera della settimana scorsa, in cui denuncia di sentirsi poco seguito anche da parte della base ecclesiale...». Si attacca, insomma, per difendersi. Oggi anche il 55% dei cattolici, secondo Renato Mannheimer, ritiene giusta una legge che consenta di interrompere le cure, di fronte a malati in stato vegetativo permanente. E le terze vie paiono, più di sempre, impervie. Angelo Panebianco sostiene che potrebbe esser cercata in quella «zona grigia» che «rimane al di qua dello spazio pubblico, affidata al silenzio, agli sguardi e alle parole a mezza bocca scambiate fra i medici e gli assistiti o fra i medici e le persone effettivamente vicine agli assistiti». Una morale pratica che s'è già esercitata mille volte, all'italiana, e inviterebbe a non legiferare. Ma così non finiamo per affidare tutto alla lotteria della decisione dei medici, chi incappa nel medico compassionevole e chi no? E cos'è, tra l'altro, compassione?

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Con Pechino verrà formata una task force dei ministri degli Esteri e del Tesoro (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

STRUMENTI INEDITI DIRITTI UMANI Con Pechino verrà formata una task force dei ministri degli Esteri e del Tesoro Hillary Clinton avrà il compito di ammorbidire la Cina su Tibet e Darfur

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E con i cinesi gli americani affrontano la crisi economica (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

E con i cinesi gli americani affrontano la crisi economica Patto con Mosca su disarmo e crisi regionali, intesa con Pechino sulla risposta alla crisi economica: nella cornice della Winfield House Barack Obama coglie con Russia e Cina i primi successi del viaggio europeo. Gli incontri con i colleghi Dmitri Medvedev e Hu Jintao si svolgono in rapida successione nella stessa sala e sulle stesse poltrone - cambiano solo le bandiere del leader ospite alle spalle - e si concludono con gli annunci dei summit: a Mosca in luglio e a Pechino in autunno. Obama puntava sui due faccia a faccia per gettare le basi della nuova proiezione planetaria degli Stati Uniti e i documenti bilaterali diffusi al termine dei colloqui riassumono quanto ha ottenuto. Nel caso della Russia il documento, lungo e disseminato di dati, parte dal patto per dare inizio ai negoziati sul nuovo trattato sulla riduzione delle armi strategiche, considerato da Washington la scorciatoia per disinnescare il «perdurante dissenso sullo scudo antimissile». Subito dopo vengono le crisi regionali e lo spettro delle convergenza con Medvedev è ampio: lotta alla proliferazione nucleare, Al Qaeda in Afghanistan e Pakistan «minaccia Stati Uniti e Russia» e l'Iran «ha diritto al nucleare civile» non a quello militare e dunque «deve cooperare con l'Onu». Le tensioni sul Caucaso, frutto della guerra estiva in Georgia, vengono relegate nell'ultima pagine, dove si parla di «impegno comune» per stabilizzare la regione al centro del contenzioso fra Nato e Russia. Obama e Medvedev puntano a «rilanciare e intensificare» i rapporti fra l'Alleanza e Mosca e questo lascia intendere che l'allargamento della Nato a Ucraina e Georgia - del quale peraltro non si parla - potrebbe essere congelato. Sul fronte economico la risposta alla crisi è nella formazione di una «commissione per intensificare gli scambi» e nella partnership per realizzare «tecnologie per lo sviluppo di tecnologie alternative» a cui entrambi guardano con interesse. Per Obama significa aver disinnescato le tensioni ereditate da Bush e poter iniziare a lavorare al summit di luglio puntando a quella che un alto funzionario della Casa Bianca definisce una «partnership globale» capace di «lasciarsi alle spalle le mentalità della Guerra Fredda». La soddisfazione del presidente è palpabile quando dice, con tono quasi di ossequio: «Ringrazio il presidente Medvedev per aver trovato il tempo di venirmi a trovare e discutere i mutui interessi». E il russo ricambia: «Abbiamo iniziato a scrivere una nuova pagina delle nostre relazioni bilaterali». Con Hu Jintao invece le convergenze sono soprattutto economiche, evidenziate dal lancio del «Dialogo economico e strategico» bilaterale che vedrà impegnati i ministri degli Esteri e del Tesoro di entrambi i Paesi creando una «task force» ad alto livello per coordinare le mosse anzitutto sulla risposta alla crisi globale. Ciò significa che al Segretario di Stato Hillary Clinton viene assegnato un ruolo di primo piano nei rapporti con il gigante cinese. E avrà molto da lavorare perché, come dicono fonti della Casa Bianca, «Obama ha parlato a Hu anche di Darfur, Tibet e diritti umani» ovvero delle questioni che stanno più a cuore agli elettori democratici ma irritano Pechino. A conferma della schiarita bilaterale c'è comunque l'accettazione da parte di Hu della visita a Pechino di Gary Roughead, capo delle operazioni della Us Navy, che formalmente andrà in aprile a partecipare «ai festeggiamenti per il 60° anniversario della Marina militare cinese» ma in realtà andrà a discutere con gli altri gradi dell'Armata del Popolo accordi per evitare il ripetersi di crisi come quella avvenuta di recente nel Mar della Cina fra unità dei due eserciti in acque territoriali contese. Trapela anche che si è parlato a lungo del missile intercontinentale che la Corea del Nord intende lanciare nei prossimi giorni: potrebbe essere questa la prima crisi destinata a mettere alla prova i diplomatici sorrisi di Winfield.\

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mosca, giornalista pestato a morte "attaccava la mafia dei palazzinari" - leonardo coen (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 17 - Esteri Mosca, giornalista pestato a morte "Attaccava la mafia dei palazzinari" è il 48esimo dell´era Putin. Aggredito attivista dei diritti umani Lev Ponomariov, 67 anni, molto noto nella capitale russa, è stato picchiato sotto casa Sergej Protazanov lavorava in un piccolo giornale: scriveva e faceva anche il tipografo LEONARDO COEN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA - Un giornalista-tipografo morto dopo essere stato pestato a sangue. Il leader del Movimento per i Diritti Umani aggredito sotto casa. Mentre a Londra Obama si apprestava ad incontrare Medvedev, a Mosca due nuovi inquietanti episodi di violenza contro esponenti dell´opposizione e della stampa indipendente dimostrano che l´atmosfera nella quale cerca faticosamente di respirare la società civile russa è sempre più avvelenata. Denunciare soprusi, rivendicare diritti e protestare contro il governo è sempre più pericoloso. Sono stati 48 i giornalisti uccisi nell´era Putin. Nonostante le ripetute dichiarazioni d´intenti del presidente Medvedev che promette una Russia "stato di diritto". I giornalisti del piccolo quotidiano Grazhdanskoje Soglasie ("Il Consenso Civile"), che si stampa e si vende a Khimki, sobborgo moscovita sulla strada per l´aeroporto Sheremetevo, da mesi conducono una campagna contro le autorità locali che hanno acconsentito a distruggere la storica foresta di Khimki per farci passare la nuova autostrada Mosca-Pietroburgo e per costruire immensi quartieri residenziali. Il caporedattore è stato picchiato alcune volte, in una ha rimediato una coltellata. Ha gettato la spugna, ha smesso di scrivere e ha lasciato la redazione. Non Sergej Protazanov, 40 anni, impaginatore, tipografo, all´occorrenza giornalista che ha continuato a lavorare sfidando gli sgherri dei mafiosi legati ai boss politici della zona. Nella notte tra il 28 e il 29 marzo è stato circondato da alcuni individui che lo hanno picchiato sino a fargli perdere conoscenza. Ricoverato d´urgenza in ospedale, è stato dimesso il giorno dopo. Martedì sera, il 31 marzo, è morto. Ma la polizia di Khimki nega che sia stato per conseguenza del pestaggio: «Si è avvelenato», affermano. «Troppi farmaci», dicono i poliziotti. «Vogliono insabbiare l´inchiesta» replicano familiari, colleghi e ambientalisti. Una storia già sentita altre decine di volte. Sempre martedì sera, ma a Mosca, in Svobodni prospekt (per ironia: "viale Libero") viene aggredito Lev Ponomariov. Sessantasette anni, Ponomariov è un notissimo difensore dei diritti umani. Il suo movimento fa parte di "Solidarnost", la nuova associazione che riunisce una piccola galassia di organizzazioni dell´opposizione, fra cui Garry Kasparov e Eduard Limonov. Persona di fiducia del fisico Sakharov durante le prime elezioni libere del 1988, negli ultimi tempi aveva accentuato il suo attivismo: partecipava alle "marce del dissenso", qualche volta è stato fermato dalla polizia, polemizzava con l´atteggiamento delle istituzioni e dei "poteri forti": "Vogliono imbavagliare il popolo russo", "Non tollerano nessuna idea che non sia in linea con quella del Cremlino" i suoi slogan. Martedì sera Ponomariov parcheggia l´auto vicino a casa. Tornava da un incontro con una rappresentante del Consiglio d´Europa, la relatrice sulle questioni giuridiche legate ai diritti umani non rispettati in Russia. Sta per varcare la soglia del portone di casa quando viene avvicinato da due uomini sui quarant´anni. Gli chiedono se ha una sigaretta. Ponomariov capisce l´antifona, e questo lo salva. Urla con tutto il fiato che ha in gola, mentre i due cominciano a picchiarlo brutalmente sulla testa, le spalle e la schiena. Qualcuno, però, ha sentito le sue grida. E´ il portiere del palazzo in cui abita Lev. I due scappano a gambe levate, lasciando a terra Ponomariov: «Mi hanno picchiato senza mai dire una sola parola. Quando ti colpiscono dei teppisti, di solito ti insultano, ti sputano addosso. Erano dei professionisti. Gente mandata apposta per aggredirmi. E´ stato un attentato su commissione». Ponomariov viene portato all´ospedale, lo accompagna la figlia Elena Liptser, avvocato, anche lei schierata sul fronte dei diritti civili. La polizia, chiamata per raccogliere la denuncia, ha un atteggiamento sconcertante. Mette, per esempio, in discussione il fatto che Lev sia andato a farsi medicare in un ospedale «lontano da casa, e non in quello più vicino». Ponomariov aveva collaborato con l´avvocato Stanislav Markelov, ammazzato a gennaio insieme a Anastassija Baburova, giovane collaboratrice di Novaja Gazeta. Oggi, dare fastidio al potere è un´attività troppo rischiosa, in Russia, ma Ponomariov dice che continuerà a farlo: «Non perché io sia un eroe, ma perché è la mia vita». E il suo dovere.

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una legge che impone la tortura - paolo flores d'arcais (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 40 - Cultura Norme violente UNA LEGGE CHE IMPONE LA TORTURA PAOLO FLORES D´ARCAIS Anticipiamo un brano inedito della raccolta di saggi "A chi appartiene la vita" di (Ponte alle Grazie, pagg. 158, euro 12,50) da oggi in libreria Sul cittadino italiano incombe la minaccia della tortura di Stato. Le Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento che danno il titolo al disegno di legge Calabrò, che la maggioranza berlusconiana vuole imporre al Paese, sono presentate dai media come la regolamentazione del testamento biologico, ma in realtà rendono tale testamento impossibile e introducono al suo posto - lo dico senza alcuna forzatura retorica - una vera e propria tortura di Stato. (...) Con questa legge Piergiorgio Welby sarebbe ancora attaccato al respiratore artificiale che rendeva la sua vita una tortura, come ha disperatamente ripetuto per anni, «parlando» alla fine col solo battito delle ciglia in una sorta di drammatico alfabeto Morse familiare. Infatti sarebbe impossibile da parte del medico la «disattivazione di trattamenti sanitari», quale il respiratore artificiale, che sono certamente «proporzionati alla salvaguardia della vita [del paziente]», ma che il paziente esplicitamente rifiuta, poiché ne giudica l´uso non già un beneficio per sé ma un mostruoso e disumano incubo. Tortura, appunto: «Ogni giorno vado peggio [.] aspettando che arrivi l´ora della compressa del Tavor per addormentarmi e non sentire più nulla, nella speranza di non svegliarmi la mattina [.] morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche». Con questa legge Luca Coscioni, che rifiutò la tracheotomia che lo avrebbe posto nelle stesse condizioni di Welby, e morì dunque di crisi respiratoria, sarebbe stato inciso a forza nella trachea, e nella ferita gli sarebbe stato inserito a forza il respiratore artificiale, contro la sua esplicita e reiterata volontà e in spregio alla sua dignità di persona, perché anche la semplice «non attivazione di trattamenti sanitari [.] proporzionati alla salvaguardia della vita» non sarebbe più consentita, diventerebbe un reato. Non solo il paziente è condannato alla tortura di Stato, il medico è costretto dalla legge a trasformarsi in aguzzino.

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la nuda vita - stefano rodotà (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 40 - Cultura LA NUDA VITA Nel nuovo libro di paolo flores d´arcais una dura accusa contro chiesa e politici chi vuole espropriare La polemica scoppiata con il caso Englaro ha reso quasi impossibile far rispettare i valori costituzionali, il principio di ragionevolezza e lo spirito di umanità STEFANO RODOTà n apertura del suo nuovo libro (A chi appartiene la tua vita?, Ponte alle Grazie, Firenze, pagg. 158 , euro 12.50) Paolo Flores d´Arcais sottolinea subito che esso «non era nelle intenzioni. è stato imposto dalla violenza delle circostanze». Ma non siamo di fronte ad un "instant book", legato a una vicenda di cronaca e destinato ad esaurirsi con essa. Si tratta di una riflessione che, pur prendendo direttamente le mosse dalla vicenda di Eluana Englaro, va a fondo sui temi generali che essa ha imposto alla discussione pubblica. Un libro tempestivo, dunque, uno strumento utile per reagire alla regressione culturale che stiamo vivendo e che produce le aberrazioni legislative di questi giorni, ricordandoci che la cattiva politica è sempre figlia della cattiva cultura. Appartiene a quella riflessione su una ars moriendi laica, condotta da credenti e non credenti, che sta cercando di offrire a tutti gli uomini di buona volontà un terreno di discussione comune, libero da ogni forma di ipoteca confessionale o ideologica, e che possa così restituire a tutti e a ciascuno il rispetto di libertà e dignità nel tempo in cui la vita finisce. Il linguaggio è netto, senza giri di parole, com´è subito evidente dal titolo del primo capitolo � "il partito della tortura". Sarebbe sbagliato, tuttavia, cogliere qui una forzatura. Il termine "tortura" compare in una lettera del 1970 di Paolo VI a proposito appunto dei trattamenti inutili nella fase terminale della vita, testimonianza di una consapevolezza che sembra smarrita e che ha portato la Chiesa ad assumere atteggiamenti di assoluta chiusura, in forme tali da provocare una netta presa di distanza da parte di molti credenti. Ed è proprio la polemica con le posizioni della Chiesa cattolica a costituire un dichiarato filo conduttore dell´intero libro, in due direzioni: il rifiuto di ogni pretesa teocratica, della imposizione a tutti di comportamenti fondati su una religione; le contraddizioni pratiche in cui la Chiesa si trova impigliata proprio quando stabilisce i criteri in base ai quali valutare la legittimità dei comportamenti. Il caso Englaro viene esaminato come lo specchio d´una politica ottusa e impietosa, che sfrutta quell´occasione per interrompere la civile costruzione del diritto di governare liberamente la propria vita secondo Costituzione, e a questo sostituisce non il rispetto delle credenze di ciascuno (che non era mai stato in discussione), ma la dipendenza di Governo e maggioranza parlamentare da posizioni sempre più dure e dichiarate della gerarchia vaticana. Il clima è quello di una sottomissione della politica, che sta producendo ben più d´una specifica legge: cambia i rapporti tra la persona e lo Stato, mortificando o addirittura cancellando la rilevanza del consenso informato. Proprio l´accento posto sulla volontà della persona, sul suo diritto di rifiutare le cure e di "non soffrire", costituisce il riferimento costante della riflessione ulteriore, e più impegnativa, condotta da Flores d´Arcais, che lo porta ad affrontare direttamente il tema del suicidio assistito, il cui pregiudiziale rifiuto appare sostenuto da argomenti deboli, tali da determinare anche ingiustificate disparità di trattamento tra soggetti che si trovano in situazioni sostanzialmente identiche (proprio da questa considerazione prese le mosse il documento indirizzato alla Corte Suprema degli Stati Uniti da un gruppo di autorevoli filosofi morali). Ma deboli in sé, o per gli esiti resi possibili dall´innovazione scientifica e tecnologica, si presentano anche gli argomenti fondati sulla vita come "dono" o sul riferimento alla natura, con una critica che viene sviluppata anche attraverso un confronto con personalità autorevoli della Chiesa come i cardinali Tonini e Tettamanzi. Riflessione teorica e argomentazione costituzionale si congiungono, mettendo in evidenza la debolezza delle posizioni di chi sta adoperando lo strumento legislativo per impadronirsi della vita altrui, con una operazione che assume così i connotati di una prevaricazione. Ma, proprio grazie al lavoro di critici determinati, la coscienza di questa debolezza comincia a diffondersi, incrina certezze anche nella maggioranza politica che sta perseguendo l´obiettivo di espropriare le persone di quel diritto all´autodeterminazione definito "fondamentale" dalla Corte costituzionale. Una constatazione, questa, che induce non all´ottimismo, ma a confermare il dovere di ognuno di fare la sua parte, a reagire alla rassegnazione di chi pensa che l´azione culturale sia ormai inutile. Fa bene, quindi, Paolo Flores d´Arcais a sottolineare la necessità di continuare "la lotta", e di farlo con strumenti acuminati, e non compiacenti.

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Guantanamo. Si riapre il dibattito sul carcere (sezione: Diritti umani)

( da "AmericaOggi Online" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Guantanamo. Si riapre il dibattito sul carcere di Marco Bardazzi 02-04-2009 WASHINGTON. Barack Obama ne ha ordinato la chiusura, la Corte Suprema lo ha più volte bocciato e il mondo attende di vederlo sparire presto. Ma in quello che dovrebbe essere il suo ultimo anno di vita, Guantanamo resta un anomalo campo di battaglia. Una realtà ora raccontata con realismo dalle telecamere del National Geographic, entrate nelle celle e nelle strutture militari della base americana per raccontare una guerra psicologica tuttora in corso tra guardie e prigionieri. 'Inside Guantanamo', un documentario di due ore, debutterà in mezzo mondo nei prossimi giorni: in Italia uscirà in contemporanea con gli Usa il 5 aprile su National Geographic Channel (canale 402 di Sky). L'anteprima per la stampa internazionale nel quartier generale del National Geographic a Washington, accompagnata da un dibattito tra protagonisti dei sette anni di vita del carcere per presunti terroristi, ha fatto emergere le difficoltà a dare un giudizio definitivo su Guantanamo. Ex esponenti dell'amministrazione Bush e giuristi del Pentagono continuano a difendere la scelta fatta dopo l'11 settembre 2001 di creare un 'limbo legale' in una base navale a Cuba, attraverso il quale sono passate oltre 800 persone (i detenuti ancora presenti sono 240). Ex detenuti ed esperti in diritti umani insistono nel parlare di abusi, torture e violazioni del diritto internazionale. Ciò che aggiunge al dibattito il National Geographic, forte di prestigio e fama di imparzialità, è il racconto della vita quotidiana nel carcere e nella base, in celle di 1,85 x 2,44 metri e in alloggi militari di poco più confortevoli. Emerge così la realtà di un luogo dove sia il Pentagono, sia buona parte dei detenuti si sentono tuttora in guerra l'uno contro gli altri. Le rivolte in cella, i passaparola tra prigionieri, la rapidità con cui, all'apparire delle telecamere - che non possono riprenderli in volto, ma registrano le voci -, lanciano accuse in arabo e in inglese contro l'America, alimentano la convinzione dei militari intervistati che Guantanamo sia ancora lo scenario di una guerra psicologica non meno importante di quella combattuta in Afghanistan o in Iraq. Allo stesso tempo, dando voce a vari ex detenuti, National Geographic non censura niente delle accuse di abusi rivolte in questi anni agli Usa e rilancia con forza la tesi - affidata al racconto dell'ex detenuto Moazzam Begg - che gli Usa in realtà creando un luogo come Guantanamo hanno fatto nascere una nuova generazione di estremisti islamici antiamericani. La troupe del National Geographic, guidata dal regista Jon Else, è stata a Guantanamo per tre settimane con ampia libertà di manovra. I luoghi, in ultima analisi, sono gli stessi mostrati in questi anni dal Pentagono a centinaia di giornalisti accolti nella base, e anche i vincoli sono gli stessi: nessun contatto diretto con i detenuti, nessuna ripresa del misterioso Camp 7, che custodisce i seguaci di Al Qaida più pericolosi, come lo stratega dell'11 settembre Khalid Sheikh Mohammed. Ma l'importanza del documentario, come spiega Else, è che se il National Geographic non lo avesse realizzato, "non sarebbe rimasto in futuro un documento definitivo su questo luogo, che comunque lo si consideri e quale che sia il suo destino, è destinato a restare una pagina di storia americana: molto di ciò che ci definisce come nazione nell'ultimo decennio, è destinato a venir cristallizzato nell'immagine di Guantanamo". Alfano Solo due detenuti estradabili in Italia WASHINGTON. Solo due dei 240 detenuti in custodia nel carcere speciale di Guantanamo sono estradabili in Italia. E' quanto emerso da un dibattito organizzato ieri all' Ambasciata d'Italia a Washington tra il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, esperti italiani, tra cui il capo dell' Ufficio Coordinamento Attività Internazionale, Stefano Dambruoso, e alcuni esperti americani del Brookins Institute specializzati in materia di terrorismo e diritto internazionale. Nel dibattito, al quale ha partecipato anche l'ambasciatore italiano Giovanni Castellaneta, è stato messo in luce che al momento la decisione di chiudere Guantanamo è più di carattere simbolico che di carattere operativo. Un esempio su tutti: in base alle leggi internazionali vigenti, di tutti i prigionieri attualmente detenuti nel carcere solo due potrebbero tecnicamente essere estradati in Italia. Perché i loro nomi figurano in inchieste avviate in Italia e dunque nei loro confronti potrebbe essere applicata correttamente l'estradizione: l'Italia potrebbe chiederla, gli Stati Uniti potrebbero concederla. Ma per tutti gli altri le posizioni dei detenuti sulla base del diritto internazionale vigente sono l'una diversa dall' altra: c'é chi è condannato e sta scontando la pena, chi è in attesa di giudizio, chi è "processabile" e chi non lo è, chi é solo sospettato di essere un pericoloso terrorista, chi invece è ritenuto potenzialmente pericoloso. Per far fronte a questa situazione gli Stati Uniti chiedono "collaborazione" ai Paesi alleati, richiesta che è stata avanzata in prima persona al ministro della Giustizia Alfano dal collega americano Eric Holder. L'Italia si farà portavoce in ambito europeo della richiesta americana. Ma gli Stati Uniti per primi si rendono conto che la decisione di chiudere il carcere comporta problemi giuridici complessi, quasi tanti quanti sono i 240 prigionieri ancora in custodia a Guantanamo Bay.

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il senatore marcenaro (sezione: Diritti umani)

( da "Riformista, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

il senatore marcenaro Mentre la Libia sospende le ricerche degli eventuali sopravvissuti al naufragio delle carrette del mare che portavano il loro carico di disperazione verso le coste italiane, il senatore pd Pietro Marcenaro, presidente della commissione Diritti umani, è tornato a chiedere al ministro dell'Interno Roberto Maroni di andare a riferire in aula sull'accaduto. Pensa che il ministro accoglierà la sua richiesta? Il presidente Renato Schifani ha assicurato che concorderà con Maroni l'intervento. Ma io temo che come non accettò il mio invito ad andare a visitare di persona il centro per immigrati di Lampedusa, così non verrà a confrontarsi con l'aula sulle scelte del Governo in materia d'immigrazione. Che cosa c'è che non va nella strategia del Governo? È chiara ormai l'infondatezza delle idee di chi continua a raccontare che si possono bloccare i flussi con misure di polizia o, come ha fatto Maroni, mostrando la faccia inospitale del nostro Paese. Anche perché non saremo mai più "cattivi" della povertà e delle dittature da cui scappano i clandestini. Sappiamo bene che la crisi, i cui effetti sono moltiplicati in alcune parti del globo, accentua la spinta a muoversi verso i paesi più ricchi. Ma questi processi vanno governati, non si può pensare di bloccarli. E certe parole d'ordine propagandistiche servono soltanto a rassicurare certa opinione pubblica spaventata da quella stessa crisi. Ma vuole sapere in Spagna cos'ha prodotto la politica d'incentivo al ritorno in patria? La partenza di quattromila famiglie. Numeri risibili. Ma allora che cosa si può fare vista la marea umana che si riversa sulle nostre coste? Intervenendo in commissione, il sottosegretario Mantovano ci ha riferito che la metà dei clandestini presenta domanda di asilo e che la metà di queste domande sono accolte. Ma allora, tanto per cominciare, visto che alcune di queste persone hanno diritto alla protezione umanitaria, perché non cambiamo i meccanismi per le richieste di asilo, dando a chi ne ha diritto la possibilità di farle prima di partire, tagliando fuori l'intermediazione dei trafficanti di esseri umani? L'accordo con la Libia dovrebbe proprio bloccare questi traffici. Ma davvero crediamo che la Libia stia aspettando il 15 maggio per bloccare i trafficanti? È evidente che Tripoli è corresponsabile di morti come quelle dello scorso fine settimana. Chi risponde di quelle vite umane? È una illusione pensare di bloccare i mercanti di uomini con un accordo di cooperazione tecnica. Quello è uno strumento utile solamente se compreso in una politica più generale del governo dell'immigrazione. Da solo, non ha alcuna possibilità di riuscita. Nei prossimi mesi gli sbarchi sono destinati ad aumentare. Per contrastarli è stato aperto un Cie a Isola Capo Rizzuto, come quello di Lampedusa che lei ha visitato. Le strutture sono già tutte sature. Fra un mese ci diranno che bisogna trovare nuovi posti. Il ministro Maroni di Lampedusa ha detto cose inaccettabili, che non voglio ripetere, sia sulle condizioni in cui è stata lasciata vivere quella gente, sia sui diritti che pure dovremo riconoscere a quelle persone. È sempre la stessa propaganda, fatta di promesse annunciate e mai mantenute. Che cerca di coprire il fallimento della politica di questo Governo in materia d'immigrazione. S.O. 02/04/2009

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Una nuova vittima nella lotta per la libertà di informazione (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

RUSSIA Ucciso a Khimki, vicino a Mosca, il redattore di un giornale locale che aveva denunciato scandali e brogli Una nuova vittima nella lotta per la libertà di informazione Astrit Dakli Ancora una vittima nell'impari lotta tra informazione libera e poteri in Russia. A cadere colpito da ignoti assalitori è stato Sergej Protazanov, del giornale Accordo civile di Khimki, una città-satellite di Mosca; poco chiare le circostanze in cui, lunedì, il giornalista ha perso la vita. Amici e colleghi hanno parlato di «aggressione» collegandola senza mezzi termini alla posizione politica del giornale, schierato contro l'amministrazione cittadina e in difesa di alcune aree boschive che il sindaco Viktor Strelchenko vorrebbe far attraversare da una nuova autostrada. Recentemente il giornale aveva denunciato i presunti brogli con cui Strelchenko è stato riconfermato in carica nelle ultime elezioni. La polizia, per propria parte, ha diffuso invece un comunicato in cui si afferma che Protazanov sarebbe morto per intossicazione da sostanze sconosciute. Certo è che intorno ad Accordo civile si è sviluppata una campagna di intimidazioni molto pesanti: il direttore, Anatolij Yurov, è stato aggredito due volte negli ultimi mesi. E un altro giornalista di Khimki, Mikhail Beketov, è sfuggito per miracolo alla morte dopo esser stato per settimane in coma in seguito all'aggressione e alla bastonatura subìte in gennaio: il suo giornale, Khimkinskaja Pravda, più importante di Accordo civile, aveva a propria volta denunciato i traffici illeciti del sindaco Strelchenko, facendo campagna contro la sua rielezione. Inutile dire che nessuno ha provato a indagare sul serio su quell'aggressione, così come difficilmente ci saranno serie indagini sulla morte di Protazanov: in una città il potere del sindaco è fortissimo, e polizia e magistrati locali difficilmente si spingono a inquisirlo, anche in casi gravi come questi. Certo, le cose potrebbero essere molto diverse se dal centro - dal Cremlino - arrivasse qualche indicazione sul fatto che simili episodi non saranno più tollerati: ma finora il presidente Dmitrij Medvedev si è limitato a qualche discorso positivo, apparentemente senza dargli seguiti concreti A peggiorare ulteriormente il quadro della giornata è arrivata la notizia, questa mattina, dell'aggressione subita da uno dei più noti esponenti del movimento per la tutela dei diritti umani, Lev Ponomariov, preso a parte e picchiato brutalmente da tre giovani sotto casa sua. Ponomariov è stato ricoverato e poi dimesso, le sue condizioni non sono preoccupanti ma preoccupante è invece - anche simbolicamente - che un personaggio come lui sia diventato oggetto di violenza: si tratta di un uomo che non ha mai nascosto le proprie critiche al Cremlino ma sempre in modo civile e corretto - tra l'altro aveva lavorato insieme all'avvocato Stanislav Markelov, ucciso nel gennaio scorso in pieno centro a Mosca. «Sono sicuro che si è trattato di un attacco su commissione, legato alla mia attività politica», ha dichiarato dopo essere uscito dall'ospedale. Prevedibilmente agitate le reazioni delle organizzazioni legate ai diritti umani, russe e internazionali, che hanno chiesto al presidente Usa Barack Obama di affrontare con Medvedev il tema dei diritti umani e del clima di violenza e intimidazione che circonda in Russia chiunque manifesti opposizione ai poteri dominanti.

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Clinton: entreremo nel consiglio Onu sui diritti (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

SVOLTA MULTILATERALE DI WASHINGTON Clinton: entreremo nel consiglio Onu sui diritti Le amministrazioni repubblicane guidate da George W. Bush l'avevano attivamente boicottato, il governo democratico di Barack Obama chiede invece di entrare a farne parte. L'oggetto è il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, al quale ieri Washington ha annunciato di voler richiedere l'accesso, dando così un'ulteriore accelerazione alla svolta multilaterale della presidenza di Barack Obama. L'organismo dell'Onu ha sede a Ginevra, ne fanno parte 47 stati e si occupa di promuovere e rafforzare il rispetto dei diritti dell'uomo nel mondo. La decisione - hanno annunciato il segretario di Stato Hillary Clinton e l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice - è stata presa come parte di una «nuova era di impegno» con altre nazioni «per far progredire gli interessi degli Stati Uniti» nel mondo. «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», ha detto la Clinton: «Ci impegneremo con altri paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti del'Uomo». Per la Rice «sono le vittime di abusi in tutto il mondo che hanno bisogno di un Consiglio per i Diritti Umani equilibrato e credibile». E ancora: gli Stati Uniti si sono candidati, convinti che «lavorare dall'interno servirà a rendere il Consiglio un foro più efficace a difesa dei diritti dell'uomo». Di tono completamente diverso le reazioni dei circoli neoconservatori e dell'alleato israeliano, entrambi feroci avversari dell'organismo con sede a Ginevra. «È come salire sul Titanic dopo che ha urtato l'iceberg», ha commentato John Bolton, nel 2005 e 2006 ambasciatore all'Onu di Bush. Secondo Bolton - che in più occasioni aveva sostenuto la necessità di affondare le stesse Nazioni Unite - la disponibilità americana alla candidatura «legittima qualcosa che non merita legittimazione». Critiche sono arrivate anche da associazioni ebraiche come l'AntiDefamation League e il centro Simon Wiesenthal secondo cui cui, ad oggi, l'unico paese che finora si è attirato le bacchettate ripetute del Consiglio è stato Israele.

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Esposizione e un libro sui tappeti di guerra dell'Afghanistan (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

PROGETTI Esposizione e un libro sui «tappeti di guerra» dell'Afghanistan L. G. «Il discorso dell'uomo mi sembra simile ai tappeti variamente colorati: quando è tutto spiegato, mostra come quelli le sue figure; quando è arrotolato, le nasconde e le altera»: così Temistocle (nel racconto di Plutarco) rispose al re di Persia presso il quale cercava rifugio come esule, e che lo interrogava sulla natura dei Greci. E con queste parole, ancora attuali a distanza di oltre due millenni, Edoardo Marino apre il suo volume Guerre a tappeto. Storia dell'Afghanistan nelle trame dei tappeti di guerra, appena uscito per Gbe (pp. 144, euro 16), in concomitanza con una mostra allestita fino al 5 aprile a Roma presso la casa editrice, in vicolo Savelli 9. Una mostra, appunto, di tappeti di guerra, dove la decorazione si fa propaganda e gli elicotteri, i cingolati e gli uomini armati di kalashnikov sostituiscono i motivi geometrici e gli arabeschi della tradizione. Spiega Marino nel suo libro, corredato da una ventina di illustrazioni, che i war rugs nacquero negli anni '80, durante l'occupazione sovietica, quando i mujaheddin decisero di usare i tappeti come veicoli di comunicazione e di protesta. Più di vent'anni sono passati, vent'anni, in Afghanistan, di conflitti e di sofferenze che si rispecchiano nelle trame dei war rugs, dove ritroviamo, di volta in volta, immagini che evocano l'attentato alle torri gemelle o la presenza sulle strade del paese di carri armati americani. Nel suo libro, che è insieme manuale di storia e geografia, diario, opera di denuncia, Marino registra queste trasformazioni e racconta il suo personale percorso di conoscenza non solo dei tappeti di guerra, ma di una terra tormentata e affascinante. E va oltre: i suoi viaggi in Afghanistan (che fanno seguito a studi di diritto musulmano in Marocco e a ricerche nel campo del peacekeeping) gli hanno infatti offerto lo spunto per una campagna di sensibilizzazione incentrata proprio sui tappeti e che porta un titolo significativo, «Calpesta la guerra»: non più oggetti di propaganda bellica, i war rugs diventano anzi strumenti per promuovere la cultura della pace e la difesa dei diritti umani. Per questo il ricavato della vendita del volume (come quella di Florilegio afgano, una raccolta di versi curata dall'orientalista Vincenzo La Salandra che sarà presentata venerdì 3 alle 18,30) servirà a finanziare le iniziative dell'associazione CooperAction Onlus, attiva in Italia e in Afghanistan con progetti di sviluppo indirizzati soprattutto ai giovani. E a conclusione della mostra il 5 aprile alle 17 si terrà una «jam session afgana», con i musicisti Pejman Tadayon al sitar e Massimo Carrano alle percussioni.

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Mosca, ucciso un altro giornalista scomodo (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-02 - pag: 12 autore: Russia. Protazanov indagava su alcuni scandali ambientali Mosca, ucciso un altro giornalista scomodo Antonella Scott MOSCA. Dal nostro inviato Se a Londra Dmitrij Medvedev scommette su un nuovo rapporto con gli Stati Uniti, la Russia che si è lasciato alle spalle è quella più cupa degli attacchi ai giornalisti di opposizione e ai difensori dei diritti umani. Da Mosca giungono nello stesso giorno, nel grande giorno del G-20, due notizie gravissime - e chissà se la coincidenza non è casuale, in modo da mettere in imbarazzo il presidente russo. Serghej Protazanov, giornalista in un piccolo quotidiano locale di Khimki, sobborgo di Mosca, è stato aggredito da sconosciuti nel week-end. è morto poco dopo essere stato dimesso dall'ospedale. Lev Ponomariov, 67 anni, è un nome noto in Russia: si è occupato di diritti umani fin dai tempi della perestrojka. Nella notte di martedì lo hanno aspettato vicino a casa, lo hanno preso a calci alla testa e al petto. «Questo incidente - si indigna Tatjana Lokshina, responsabile della sede di Mosca di Human Rights Watch- mostra che il clima in cui si muove la società civile russa è inaccettabile». Stanislav Markelov,l'avvocato ucciso nel centro di Mosca nel gennaio scorso, è un filo che unisce queste due vicende. Ponomariov aveva lavorato con lui, aveva guidato la protesta dopo la sua morte. E Markelov aveva difeso, tra gli altri, Mikhail Beketov, un altro giornalista di Khimki, vittima come Protazanov di un'aggressione che lo ha ridotto in coma, una gamba fratturata che è poi stata amputata. Beketov è sopravvissuto, ma è ancora in ospedale. Era direttore di un giornale lanciato in una campagna contro la costruzione di un'autostrada, che dovrebbe passare attraverso la foresta di Khimki. Anche il giornale di Protazanov, Grazhdanskoje Soglasije (Società civile), ne aveva fatto una sua bandiera: tutti i suoi redattori, e il direttore, sono stati aggrediti. Oleg Mitvol, numero due dell'Agenzia federale russa per l'ambiente, conosceva bene Protazanov: «Era invalido - ha raccontato all'agenzia Apcom - aveva una protesi alla mano destra» e non poteva difendersi quando l'hanno aggredito. L'ultimo numero del suo giornale si stava occupando dei brogli rilevati nelle elezioni del 1Úmarzo per la scelta del sindaco di Khimki. Nel caso di Ponomariov, dietro l'attacco ci possono essere tantissime ragioni, neppure la vittima ha un'idea precisa maè sicuro che si tratti di vendetta. Ponomariov è il direttore del Movimento russo per i diritti dell'uomo e ha particolarmente infastidito le autorità con le sue denunce sulle «condizioni disumane» del sistema carcerario. è uno dei sostenitori del movimento democratico di opposizione creato di recente da Garry Kasparov e Boris Nemtsov. è lui stesso a raccontare l'aggressione, sul canale Ren Tv. «Ovviamente - dice - non sono la prima vittima di questi attacchi, e non sarò l'ultimo. Continuerò naturalmente a lavorare per i diritti dell'uomo non perché sono un eroe, ma perché questa è la mia vita». antonella.scott@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA AGGUATO A UN ATTIVISTA Aggredito sotto casa Lev Ponomariov, autore di ripetute denunce sulle condizioni disumane del sistema carcerario

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Consiglio Onu, Usa in corsa per un seggio (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-02 - pag: 12 autore: DIRITTI UMANI Consiglio Onu, Usa in corsa per un seggio La nuova amministrazione americana concorrerà il mese prossimo per un seggio nel Consiglio dei diritti umani dell'Onu, organismo con sede a Ginevra spesso criticato da Washington nell'era Bush per le sue posizioni antiisraeliane e la sua incapacità di denunciare, invece, alcuni abusi gravi nel mondo come in Sudan. Il segretario di Stato, Hillary Clinton, e l'ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Susan Rice, hanno detto che gli Usa cercheranno di ottenere un seggio per riformare l'organismo dall'interno. Ma la decisione - come ha sottolineato il portavoce del dipartimento di Stato, Gordon Duguid - è anche parte dello sforzo dell'amministrazione Obama di riallacciare i rapporti con la comunità internazionale. «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», ha detto la Clinton: «Ci impegneremo con altri Paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui diritti del'uomo». Critiche sono arrivate dall'opposizione repubblicana e da alcune associazioni ebraiche. Gli Stati Uniti hanno annunciato la loro candidatura a fianco di Belgio e Norvegia alle elezioni del 15 maggio quando verranno decisi tre seggi occidentali dei 47 del Consiglio.

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Moony Witcher rinuncia al Fantasio Festival (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CULTURA & SPETTACOLI UMBRIA pag. 21 Moony Witcher rinuncia al Fantasio Festival LA POLEMICA PERUGIA L'ANNUNCIO arriva un po' sorpresa: Moony Witcher, pseudonimo della giornalista e scrittrice Roberta Rizzo, lascia la direzione artistica del Fantasio Festival, manifestazione dedicata alla creatività dei ragazzi che si tiene a Perugia dal 23 al 26 aprile. «E' con amarezza spiega lei stessa in una nota che ho preso questa decisione, in quanto due anni fa sono stata io stessa ideare e realizzare il Fantasio Festival. Quest'anno, anche se la rassegna si farà lo stesso, non è stato possibile reperire finanziamenti che permettessero di realizzare il programma che avevo ideato, su un tema di grande importanza e attualità come i diritti umani». Secondo Moony Witcher «purtroppo nemmeno le istituzioni locali hanno sostenuto economicamente in maniera adeguata il festival». Che tuttavia, anche senza la sua ideatrice, tonerà a Perugia per la terza edizione come evento multitematico dedicata ala creatività infantile da esprimere attraverso il gioco, l'arte, la manualità, la scienza, la musica, la letteratura con oltre 200 tra attività e laboratori.

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MOSCA Chi difende il bosco muore? È l'ecologia, forse, la vera nuova fronti... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi di LUCIA SGUEGLIA MOSCA - Chi difende il bosco muore? È l'ecologia, forse, la vera nuova frontiera della battaglia tra società civile russa e potere, nella Russia di oggi. Lontano, anche, dalle alte sfere del Cremlino. Khimki, periferia nord di Mosca: là dove un tempo c'era un distesa verde, oggi si allungano grattacieli e capannoni di Ikea. Così il bosco cittadino rimasto intatto è divenuto un simbolo della lotta dei cittadini in difesa dell'ambiente contro i soprusi delle autorità locali. Che ieri ha fatto una vittima. Proprio mentre all'altro capo della città un difensore dei diritti umani cadeva vittima di violenze. Due aggressioni in due giorni, due attacchi, probabilmente, contro la libertà di parola. Sergej Protazanov dava voce a chi vuol salvare la foresta di Khimki dalle ruspe. Lavorava come tipografo-impaginatore al quotidiano locale Consenso Civile. È morto ieri dopo che nella notte di domenica due sconosciuti lo hanno percosso brutalmente. L'ospedale lo aveva dimesso, è spirato a casa nelle braccia della moglie. Sempre a Khimki a metà novembre Mikhail Beketov, direttore di un foglio d'opposizione che si chiama Verità, è stato brutalmente pestato. Denunciava le mire degli speculatori locali, in accordo col sindaco, per tagliare il polmone verde e far posto alla nuova autostrada Mosca-Pietroburgo, un enorme appalto. È tuttora in ospedale, dopo il coma e l'amputazione di una gamba, continua a ricevere minacce. Protazanov, per amici e colleghi è stato colpito per il suo lavoro: il piccolo foglio, in redazione solo 4-5 persone (la pubblicazione è stata sospesa), stava per pubblicare un'inchiesta sui brogli nelle elezioni del primo marzo. Quelle rivinte dal sindaco contro la concorrente, Evgenja Chirikova: una semplice madre di famiglia, divenuta attivista del Movimento per la Difesa del bosco di Khimki, nato dalla mobilitazione spontanea dei locali intorno al caso, con marce e sit in fin nel centro di Mosca. Ma secondo le autorità locali Protazanov si è intossicato con una dose eccessiva di farmaci. Un'altra pubblicazione dell'opposizione, Forum Civico, ha chiuso dopo il pestaggio del direttore. È andata meglio a Lev Ponomariov, dimesso ieri dall'ospedale. Lottava contro gli abusi sui diritti umani, criticava il potere: lunedì sera due ignoti gli hanno chiesto una sigaretta, per poi picchiarlo e rubargli i cellulari. Una vendetta, la famiglia ne è convinta. Qualche giorno fa il presidente Medvedev ha ammesso il problema: «Non credo si tratti in tutti i casi di omicidi politici. Ma in alcuni casi potrebbe essere stata una vendetta».

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Mosca, ancora violenza su oppositori scomodi (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi Mosca, ancora violenza su oppositori scomodi Ucciso il tipografo di un piccolo giornale e aggredito un attivista dei diritti umani

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Assassinato un tipografo, pestato un attivista (sezione: Diritti umani)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Esteri Pagina 111 Russia. Nel Paese è allarme sulla tutela di chi si batte per i diritti civili Assassinato un tipografo, pestato un attivista Russia.. Nel Paese è allarme sulla tutela di chi si batte per i diritti civili --> MOSCA L'aggressione di un noto difensore dei diritti umani e la presunta uccisione di un tipografo di un giornale locale di opposizione rilanciano in Russia l'allarme sulla tutela di chi si batte in prima linea nella società civile, giornalisti compresi. Dalle Ong impegnate nel settore arriva un coro di reazioni sdegnate e preoccupate, che rischiano di appannare nuovamente l'immagine del Paese proprio in coincidenza con la vetrina del G20 di Londra. Resta controverso il caso di Serghiei Protazanov, un tipografo impaginatore del giornale Il consenso civile del sobborgo moscovita di Khimki. Secondo alcune fonti è morto lunedì in seguito alle percosse subite il giorno prima da parte di sconosciuti, mentre secondo fonti investigative è rimasto vittima di una intossicazione da farmaci. A sostenere la prima tesi è non solo la dirigente di un movimento ecologista locale, Ievghenia Cirikova, ma anche una figura istituzionale come Oleg Mitvol, numero due del servizio russo per il controllo dell'ambiente. E l'ambiente è uno dei temi al centro del conflitto tra la municipalità di Khimki e gruppi di ambientalisti che si battono contro le speculazioni edilizie e la deforestazione per far passare un autostrada. Nessun dubbio invece sul caso di Lev Ponomariov, leader del movimento per i diritti umani russo, aggredito a Mosca da sconosciuti, che gli si erano avvicinati con il pretesto di una sigaretta dopo che aveva parcheggiato l'auto per rincasare. Ieri è stato dimesso dall'ospedale, anche se dovrà sottoporsi ad altri esami più approfonditi.

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IL CINEMA Il Nuovo con il ristorante indiano Mandala di Sarzana pre... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (La Spezia)" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

AGENDA LA SPEZIA pag. 17 IL CINEMA Il Nuovo con il ristorante indiano Mandala di Sarzana pre... IL CINEMA Il Nuovo con il ristorante indiano Mandala di Sarzana presenta in anteprima «Haiti Cherie», piccolo film italiano che da più di un mese resiste in due sale parigine e in una quindicina in Francia. E', come «La classe» e come «Gomorra», un film al confine tra finzione e documentario e non ha attori professionisti. Diretto dal carrarese Claudio Del Punta, prodotto da sua sorella Giuliana, indipendente e coraggiosa produttrice anche di «Il mio viaggio in Italia» di Martin Scorsese. Grazie al film di Del Punta, Amnesty International è riuscita a riportare l'attenzione sulle violazioni dei diritti umani nella Repubblica Dominicana. Del Punta non è nuovo a temi che trattano emigrazione e disparità sociali. «Mi sento ancora influenzato dal neorealismo dice il regista volevo girare un film utile. Mi è capitato tra le mani un giornale in cui un missionario raccontava di come, nelle piantagioni di canna da zucchero a Santo Domingo, ai lavoratori provenienti da Haiti veniva negato ogni diritto. Ho cercato finanziamenti, ma ho anche messo molto del mio per poter rimanere totalmente libero. Poi, senza autorizzazioni e con una troupe di poche persone, sono arrivato a Santo Domingo, una specie di on the road pieno di tensioni, imprevisti e colpi di scena. Perché, se per un futuro schiavo è facile passare da Haiti alla Repubblica Dominicana, fare il contrario è difficilissimo. Arrivando a Santo Domingo il lavoratore haitiano perde la nazionalità e non acquista quella dominicana. E' privato dei documenti. E' prigioniero. Grazie all'aiuto di un pietoso medico spagnolo e superando molti e molto corruttibili posti di blocco, Magdaleine e Jean-Baptiste riusciranno a attraversare il confine e a rientrare a Haiti. Per l'anteprima per i primi 30 spettatori che ne fanno richiesta sono disponibili i biglietti omaggio; sono poi disponibili 20 biglietti al costo di 2,50 euro e 10 biglietti da 3,50 euro. Info: 0187/24422 dalle 17 alle 22.30.

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DOPPIO appuntamento col cinema e i diritti umani. Stasera allo Stensen, viale don... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

GIORNO E NOTTE FIRENZE pag. 27 DOPPIO appuntamento col cinema e i diritti umani. Stasera allo Stensen, viale don... DOPPIO appuntamento col cinema e i diritti umani. Stasera allo Stensen, viale don Minzoni 25 ingresso libero per la rassegna sui diritti umani di Amnesty International, viene proiettato alle 21 "La terra degli uomini rossi" di Marco Bechis. Un film ambientato nel Mato Grosso, in Brasile. Erano loro gli "uomini rossi", gli indios che vivevano nelle terre da cui sono stati sistematicamente cacciati. Costretti, oggi, a vivere in riserve, senza altra prospettiva che quella di andare a lavorare in condizioni di semi schiavitù. Molti di loro si suicidano. Al termine incontro con Laura Greco e Sara Vegni della associazione "A Sud", che si occupa degli indigeni del Sud del mondo. Sempre stasera al Puccini ingresso libero serata di raccolta fondi per la Birmania, con la proiezione del film "Total Denial" di Milena Kaneva. Il film racconta la storia della Birmania, Myanmar, o Burma. Il paese delle Pagode d'oro. Strangolato, oggi, da una giunta militare, ma non soltanto da quella. Il film racconta di un oleodotto costruito da due compagnie petrolifere, la Total e la Unocal. Condizioni di lavoro da schiavi, violenze, omicidi.

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L'associazione Hermanos Latinos promuove un incontro sui diritti (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Ferrara, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'associazione «Hermanos Latinos» promuove un incontro sui diritti Diritti in movimento: dalla Colombia all'Italia «Due Costituzioni tante realtà». E' questo il titolo della conferenza che si svolgerà oggi dalle ore 16.30 alle 20, presso il Teatro di San Francesco, angolo via Terranuova/Savonarola. Promuovono l'incontro l'associazione culturale Hermanos Latinos, in collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato di Ferrara nell'ambito del progetto "Immigr-azioni in rete". Questo "conversatorio conferenza" si propone di mettere a fuoco il nesso fra globalizzazione, esodi migratori e diritti negati, entro una cornice di riflessione sulle condizioni di disuguaglianza economica e di dominio fra paesi'ricchi' e paesi'poveri', sul prodursi delle realtà sociali multiculturali, sulla costruzione di un dialogo interculturale e di una cultura dell'intercultura. Introdurranno la conferenza Yolanda Parra e Nancy De La Ossa, dell'associazione Hermanos Latinos, a seguire gli interventi di Eduardo Rozo Acuna, Preside della Facoltà di Giurisprudenza Università di Urbino, su "Diritti e garanzie costituzionali in America Latina ed Europa"; di Hugo Paternina, antropologo e dottorando all'Università Autonoma di Madrid, su "Diritti umani e gruppi etnici nell'ordinamento Costituzionale Colombiano"; di Andrea Benini, responsabile ufficio Csii del Comune di Ferrara, su "Diritto di asilo e rifugio nell'ordinamento Costitituzionale Italiano". Al termine del dibattito ci sarà un momento suggestivo d'incontro con la musica e i sapori delle Americhe, con il concerto del maestro colombiano Roland Ricaurte e Alessandro Taborri, musicista e strumentista romano.

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Mosca, giornalista d'opposizione pestato e ucciso (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

pagina pag. 20 Mosca, giornalista d'opposizione pestato e ucciso CADONO uno dopo l'altro i giornalisti in Russia. E un nuovo decesso va ad allungare ulteriormente la scia di sangue che percorre la stampa e l'opposizione a Mosca. Sergei Protazanov, redattore di un piccolo giornale locale, è morto nella notte tra sabato e domenica nel sobborgo moscovita di Khimki, in seguito alle percosse subite.Stava lavorando a un'inchiesta sui brogli delle elezioni del primo marzo per un giornale, Grazhdanskoe Soglasie, certo non di primo piano. La notte precedente Lev Ponomariov, il capo di una Ong per i diritti umani, è stato aggredito da tre uomini Mosca fuori dalla sua casa. Forte denuncia di «Reporter senza frontiere» contro «la spaventosa serie di attacchi contro giornalisti».

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Scia di sangue in Russia: ucciso un altro giornalista Sergei Protazanov, 40 anni, denunciava brogli elettorali e affari poco chiari sul quotidiano di un sobborgo di Mosca (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 79 del 2009-04-02 pagina 16 Scia di sangue in Russia: ucciso un altro giornalista Sergei Protazanov, 40 anni, denunciava brogli elettorali e affari poco chiari sul quotidiano di un sobborgo di Mosca di Matteo Buffolo Se mai li aveva abbandonati, la paura è tornata prepotente fra i giornalisti russi e gli attivisti per i diritti umani. Dopo che anche il presidente Dmitry Medvedev aveva ammesso che in Russia ci sono stati omicidi politici che hanno visto vittime dei giornalisti, l'opinione pubblica della terra degli zar è stata colpita da altri due casi: la morte di Sergei Protazanov, un giornalista-tipografo-impaginatore del giornale «Il Consenso Civile» del sobborgo moscovita di Khimki e l'aggressione a Lev Ponomariov, leader del movimento per i diritti umani russo, famoso nella capitale già dai tempi del regime sovietico. «Ci sono stati omicidi politici, ne sono certo. Non in tutti i casi è così, ma in alcuni di sicuro», aveva detto Medvedev. E fra i casi controversi è destinato anche a rientrare quello della morte del quarantenne Protazanov: fonti investigative sostengono che sia morto a causa di un'intossicazione da farmaci, altri invece dicono che è successo tutto in seguito a un'aggressione subita domenica da parte di sconosciuti. E a sostenere questa tesi non ci sarebbero soltanto attivisti, ma anche una figura istituzionale come Oleg Mitvol, numero due del servizio russo per il controllo dell'ambiente. Perché proprio un problema ambientale sarebbe al centro del "giallo": la municipalità di Khimki e gruppi di ambientalisti si scontrano da mesi sul passaggio di un'autostrada. E a Khimki, già nei mesi scorsi, per gli stessi temi era stato minacciato Mikhail Beketov, direttore del quotidiano di opposizione Khimkinskaja Pravda («La verità di Khimki»). Minacce culminate in novembre con una feroce aggressione che lo ha mandato in coma e in seguito alla quale ha subito l'amputazione di una gamba. Ma alcuni sostengono anche che Protazanov stesse per pubblicare una sua inchiesta su presunti brogli elettorali. È andata "meglio" a Lev Ponomariov, che è stato aggredito martedì sera a Mosca da "ignoti" ed è già stato dimesso dall'ospedale. Avvicinato col pretesto di una sigaretta, è stato malmenato e anche se le sue condizioni non sembrano gravi dovrà sottoporsi ad esami più approfonditi. «Quello che mi inquieta di più - ha detto la moglie - è che da tempo sosteneva di essere pedinato». Di certo Ponomariov è sempre stato molto critico con il Cremlino e nel passato aveva collaborato anche con Stanislav Markelov, l'avvocato difensore delle cause cecene, ucciso nei mesi scorsi insieme alla giornalista Anastasia Baburova della Novaya Gazeta, lo stesso giornale di Anna Politkovskaia. «Sono fermamente convinto che sia una vendetta e non la semplice aggressione di alcuni balordi - ha spiegato Ponomariov -. Al tempo stesso, tuttavia, non saprei dire chi potrebbe essere dietro a questo attacco su commissione, anche se sicuramente ho dato fastidio a qualcuno. Di certo non fermeranno la mia attività: non perché io sia un eroe ma perché è la mia vita», ha concluso auspicando che lo Stato intervenga per fermare le aggressioni. «L'aggressione contro Ponomariov è un segnale allarmante», ha commentato Aleksandr Verkhvski, direttore dell'ong Sova. E gli ha fatto eco Tatiana Lokshina, responsabile della sede di Mosca dell'organizzazione statunitense Human Rights Watch: «È vergognoso, questo incidente testimonia che l'atmosfera nella quale opera la società civile russa è inaccettabile». Se sia inaccettabile anche per le autorità, lo dimostreranno le prossime azioni di Medvedev e Putin. Quel che è certo è che nei giorni del G20 l'immagine della Russia si appanni di nuovo. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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(sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 79 del 2009-04-02 pagina 10 «La fatwa non potrà fermarmi» di Redazione «La mia battaglia per i diritti delle donne musulmane non si ferma. Non è certo la fatwa di alcuni imam nostrani e "fai da te" che purtroppo controllano anche alcune moschee italiane, a farmi paura. Del resto, non è una novità, ci sono tante donne, anche nei paesi arabi, che ricevono fatwe perché non stanno in silenzio, ci sono pure tantissimi giornalisti che vengono querelati perché parlano di Islam e di diritti umani. Chi minaccia sono gli estremisti cosiddetti islamici che sono anche qui in Italia e che alimentano l'odio. Ma noi andiamo avanti». È abbastanza serena l'onorevole Souad Sbadi, deputata Pdl e presidente dell'associazione Donne marocchine in Italia. Serena e al tempo stesso determinata al massimo a non lasciarsi intimidire dalla campagna di odio che negli ultimi mesi l'ha presa di mira, tanto che è stato necessario metterla sotto scorta. Una campagna che in questi giorni ha avuto una recrudescenza, con un'escalation di minacce. Intimidazioni che non impediscono comunque alla deputata Pdl di origine marocchina di continuare a svolgere tutte le sue attività, di andare alla Camera, di accompagnare i figli a scuola. Rabbia per essere costretta a una vita blindata per le minacce di persone che, almeno in teoria, provengono dalla stessa cultura, dalla stessa religione? «No, non c'è tempo per la rabbia. Io - sottolinea l'onorevole Sbai - sono laica di cultura islamica. E mi ritengo fortunata, perché vivo in un paese civile, dove i diritti sono riconosciuti e rispettati, dove esiste la sacralità della vita. Se guardiamo invece come vivono le donne afghane lì si che davvero la rabbia esplode. Le donne che vivono nei territori arabi e che hanno la forza di dire la loro sui diritti quelle sì che sono coraggiose. Non sarà una fatwa a fermare il mio impegno. Con questi sistemi non metteranno a tacere né me né i moderati, che sono la maggioranza, che la pensano come me». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Trasporto aereo: le sanzioni per la violazione dei diritti dei disabili (sezione: Diritti umani)

( da "AltaLex" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Trasporto aereo: le sanzioni per la violazione dei diritti dei disabili Decreto legislativo 24.02.2009 n° 24 , G.U. 24.03.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Sarà soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 40.000 euro il vettore aereo, un suo agente o un operatore turistico, che rifiuta per motivi di disabilità o di mobilità ridotta di accettare una prenotazione per un volo. E' quanto prevede il Decreto Legislativo 24 febbraio 2009, n. 24 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale 24 marzo 2009) con il quale è stata emanata la disciplina sanzionatoria in materia di violazione di diritti dei c.d. diversamente abili nel trasporto aereo. In particolare tra le altre sanzioni amministrative previste si segnalano: da 30.000 a 120.000 euro nel caso in cui venga rifiutato l'imbarco a una persona con disabilità o a mobilità ridotta al di fuori dei casi di deroga di cui all'articolo 4, lettere a) e b) del regolamento; da 20.000 a 80.000 euro nel caso in cui a seguito di un imbarco rifiutato a causa di una delle ragioni di deroga sopra citate non si provveda al rimborso del biglietto o all'offerta di un volo alternativo anche all'eventuale accompagnatore; da 5.000 a 20.000 euro nel caso in cui il gestore aeroportuale non designi in modo chiaro i punti di arrivo e di partenza per le persone con disabilità o a mobilità ridotta, sia all'interno che all'esterno dei terminal. Vengono inoltre previsti determinati obblighi per l'assistenza dei vettori aerei nei confronti dei disabili, il cui mancato rispetto è punito con una sanzione amministrativa da 10.000 a 40.000 euro: trasporto in cabina dei cani da assistenza riconosciuti; oltre agli apparecchi medici, trasporto di al massimo due dispositivi di mobilità per persona con disabilità o persona a mobilità ridotta, comprese sedie a rotelle elettriche, previo preavviso di quarantotto ore e limitatamente allo spazio disponibile a bordo dell'aeromobile nonchè nel rispetto della pertinente normativa relativa alle merci pericolose; comunicazione delle informazioni essenziali sul volo in formato accessibile; assistenza, quando necessario, alle persone affinchè possano raggiungere i servizi igienici; attribuzione, se possibile, di un posto che tenga conto delle singole esigenze del disabile e di un posto vicino al disabile stesso per l'accompagnatore. (Altalex, 2 aprile 2009) Amministrativo | Trasporti e navigazione DECRETO LEGISLATIVO 24 febbraio 2009, n. 24 Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1107/2006 relativo ai diritti delle persone con disabilita' e delle persone a mobilita' ridotta nel trasporto aereo. (GU n. 69 del 24-3-2009) IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione; Vista la legge 25 febbraio 2008, n. 34, recante disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunita' europee (legge comunitaria 2007) ed, in particolare, l'articolo 3, comma 1, recante delega al Governo per la disciplina sanzionatoria di violazioni di disposizioni comunitarie; Visto il regolamento (CE) n. 1107/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo ai diritti delle persone con disabilita' e delle persone a mobilita' ridotta nel trasporto aereo; Visto il Codice della navigazione di cui al regio decreto 30 marzo 1942, n. 327, come modificato dai decreti legislativi 9 maggio 2005, n. 96, e 15 marzo 2006, n. 151; Vista la legge 24 novembre 1981, n. 689, recante modifiche al sistema penale; Vista la legge 5 febbraio 1992, n. 104, recante legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate; Visto il decreto legislativo del 25 luglio 1997, n. 250, istitutivo dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC); Visto il decreto-legge 8 settembre 2004, n. 237, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2004, n. 265, recante interventi urgenti nel settore dell'aviazione civile; Visto il decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, recante il codice del consumo a norma dell'articolo 7 della legge 29 luglio 2003, n. 229; Visto il decreto legislativo 27 gennaio 2006, n. 69, recante disposizioni sanzionatorie per la violazione del regolamento (CE) n. 261/2004 che istituisce regole comuni in materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri in caso di negato imbarco, di cancellazione del volo o di ritardo prolungato; Visto il decreto del Ministro dei trasporti in data 24 luglio 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 184 del 9 agosto 2007, afferente alla designazione dell'ENAC quale organismo responsabile dell'applicazione del regolamento (CE) n. 1107/2006; Visto il contratto di programma tra il Ministro dei trasporti, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze e della difesa, e l'ENAC, sottoscritto il 14 febbraio 2008, ed in particolare gli articoli 8, 10 e 20; Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 13 novembre 2008; Acquisiti i pareri delle competenti commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 6 febbraio 2009; Sulla proposta del Ministro per le politiche europee, del Ministro della giustizia e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con i Ministri degli affari esteri, dell'economia e delle finanze, del lavoro, della salute e delle politiche sociali e per le pari opportunita'; Emana il seguente decreto legislativo: Art. 1. Oggetto 1. Fatto salvo quanto previsto all'articolo 1174 del Codice della navigazione, il presente decreto detta la disciplina sanzionatoria per le violazioni del regolamento (CE) n. 1107/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006, relativo ai diritti delle persone con disabilita' e delle persone a mobilita' ridotta nel trasporto aereo, di seguito denominato: «Regolamento». Art. 2. Organismo responsabile dell'applicazione delle disposizioni 1. L'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) e' responsabile dell'accertamento delle violazioni ed irroga le sanzioni previste agli articoli 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9, ai sensi della legge 24 novembre 1981, n. 689, per le finalita' di cui all'articolo 16 del regolamento. Art. 3. Negata prenotazione 1. Salvo che il fatto costituisca reato, e' soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro diecimila ad euro quarantamila il vettore aereo, un suo agente o un operatore turistico, che rifiuta per motivi di disabilita' o di mobilita' ridotta di accettare una prenotazione per un volo, fatte salve le deroghe previste dall'articolo 4, lettere a) e b) del regolamento. Art. 4. Negato imbarco 1. Salvo che il fatto costituisca reato, e' soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro trentamila ad euro centoventimila il vettore aereo, un suo agente o un operatore turistico che rifiuta l'imbarco a una persona con disabilita' o a mobilita' ridotta al di fuori dei casi di deroga di cui all'articolo 4, lettere a) e b) del regolamento. 2. Salvo che il fatto costituisca reato, e' soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro ventimila ad euro ottantamila il vettore aereo, un suo agente o un operatore turistico che, rifiutato l'imbarco a causa di una delle ragioni di deroga di cui all'articolo 4, lettere a) e b) del regolamento, non provvede al rimborso del biglietto o all'offerta di un volo alternativo anche all'eventuale accompagnatore, non rispettando le procedure previste dall'articolo 8 del regolamento (CE) n. 261/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 febbraio 2004. Art. 5. Obbligo di informazione 1. Salvo che il fatto costituisca reato, e' soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro cinquemila ad euro ventimila il vettore aereo, un suo agente o l'operatore turistico che: a) non mette a disposizione del pubblico, in formati accessibili e almeno nelle stesse lingue rese disponibili ad altri passeggeri, le norme di sicurezza che applica al trasporto di persone con disabilita' e di persone a mobilita' ridotta, nonche' le eventuali restrizioni al loro trasporto o al trasporto di attrezzature per la mobilita' a causa delle dimensioni dell'aeromobile; b) non informa la persona con disabilita' o a mobilita' ridotta delle ragioni in base alle quali si e' avvalso delle deroghe previste dall'articolo 4, lettere a) e b), del regolamento e non risponde per iscritto, entro cinque giorni lavorativi, ad una richiesta in tale senso; c) non trasmette almeno trentasei ore prima dell'ora di partenza, purche' abbia ricevuto una notifica di assistenza almeno 48 ore prima dell'ora stessa, le informazioni in merito a tale notifica di assistenza ai gestori degli aeroporti di partenza, arrivo e transito nonche' al vettore aereo effettivo; d) non comunica, non appena possibile dopo la partenza del volo, al gestore dell'aeroporto di destinazione, qualora sia situato nel territorio di uno Stato membro al quale si applica il Trattato, il numero di persone con disabilita' e di persone a mobilita' ridotta, presenti su detto volo, che richiedono l'assistenza di cui all'allegato 1 al presente decreto, specificando la natura dell'assistenza necessaria. 2. Salvo che il fatto costituisca reato, e' soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro cinquemila a euro ventimila il gestore aeroportuale che non adotta tutte le misure necessarie per ricevere le notifiche di richiesta di assistenza da parte delle persone con disabilita' o a mobilita' ridotta presso tutti i punti vendita presenti nel territorio degli Stati membri cui si applica il Trattato, ivi compresa la vendita per telefono o via internet. Art. 6. Designazione di punti di arrivo e di partenza 1. Salvo che il fatto costituisca reato, e' soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro cinquemila ad euro ventimila il gestore aeroportuale che non designa in modo chiaro i punti di arrivo e di partenza per le persone con disabilita' o a mobilita' ridotta, sia all'interno che all'esterno dei terminal, mettendo a loro disposizione, in formati accessibili, le informazioni di base sull'aeroporto. Art. 7. Mancata assistenza da parte del gestore e norme di qualita' 1. Salvo che il fatto costituisca reato, e' soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro diecimila ad euro quarantamila il gestore aeroportuale che non adempie agli obblighi di assistenza indicati nell'allegato 1 al presente decreto. Nel caso di subappalto del servizio, la sanzione si applica unicamente al gestore. 2. Salvo che il fatto costituisca reato, e' soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro duemilacinquecento ad euro diecimila il gestore aeroportuale che non fissa e rende pubbliche le norme di qualita' per l'assistenza di cui all'allegato 1 al presente decreto, ad eccezione degli aeroporti commerciali con transito annuo di passeggeri inferiore a centocinquantamila. Art. 8. Obblighi di formazione del personale 1. Salvo che il fatto costituisca reato, sono soggetti alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro duemilacinquecento ad euro diecimila il vettore aereo e il gestore aeroportuale che: a) non garantiscono personale, compreso quello alle dipendenze di un subappaltatore, adeguato alle esigenze delle persone con disabilita' o a mobilita' ridotta; b) non provvedono affinche' tutto il personale che lavora in aeroporto a diretto contatto con i viaggiatori, abbia frequentato corsi di formazione finalizzata alla conoscenza delle problematiche afferenti alla disabilita' in modo di essere idoneo all'assistenza alle persone con disabilita' o a mobilita' ridotta; c) non garantiscono che tutti i nuovi dipendenti frequentino corsi di formazione sulla disabilita' e che tutto il personale segua corsi di aggiornamento in materia. Art. 9. Mancata assistenza da parte dei vettori aerei 1. Salvo che il fatto costituisca reato, e' soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro diecimila ad euro quarantamila il vettore aereo che non adempie alle disposizioni di cui all'allegato 2 del presente decreto. Art. 10. Aggiornamento degli importi delle sanzioni 1. A decorrere dal 1° gennaio 2011, gli importi delle sanzioni di cui agli articoli 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9 sono aggiornati mediante applicazione dell'incremento pari all'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettivita', rilevato dall'ISTAT nel biennio precedente. 2. Con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da adottarsi entro il 1° dicembre di ogni biennio, sono aggiornati i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie che si applicano dal 1° gennaio dell'anno successivo. Art. 11. Istituzione fondo speciale 1. E' istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti un fondo speciale per le iniziative di ricerca e di informazione a favore dei passeggeri con disabilita' o a mobilita' ridotta, da finanziarsi con le entrate derivanti dall'applicazione delle sanzioni previste dal presente decreto. 2. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, del lavoro, della salute e delle politiche sociali e per le pari opportunita', sono definite le modalita' di destinazione al fondo speciale e di impiego delle predette entrate. Art. 12. Disposizioni finali 1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri ne' minori entrate per la finanza pubblica. 2. L'ENAC provvede ai compiti, di cui all'articolo 2, con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare. Dato a Roma, addi' 24 febbraio 2009 NAPOLITANO Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri Ronchi, Ministro per le politiche europee Alfano, Ministro della giustizia Matteoli, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Frattini, Ministro degli affari esteri Tremonti, Ministro dell'economia e delle finanze Sacconi, Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali Carfagna, Ministro per le pari opportunita' Visto, il Guardasigilli: Alfano Allegato 1 (Previsto dall'articolo 7, comma 1) ASSISTENZA SOTTO LA RESPONSABILITA' DEI GESTORI AEROPORTUALI Assistenza e misure necessarie per consentire alle persone con disabilita' e alle persone a mobilita' ridotta di: 1) comunicare il loro arrivo all'aeroporto e la richiesta di assistenza ai punti designati all'interno e all'esterno dei terminal; 2) spostarsi da un punto designato al banco dell'accettazione; 3) adempiere alle formalita' di registrazione del passeggero e dei bagagli; 4) procedere dal banco dell'accettazione all'aeromobile, espletando i controlli per l'emigrazione, doganali e di sicurezza; 5) imbarcarsi sull'aeromobile, mediante elevatori, sedie a rotelle o altra assistenza specifica necessaria; 6) procedere dal portellone dell'aeromobile al posto a sedere; 7) riporre e recuperare il bagaglio a bordo; 8) procedere dal posto a sedere al portellone dell'aeromobile; 9) sbarcare dall'aeromobile, mediante elevatori, sedie a rotelle o altra assistenza specifica necessaria; 10) procedere dall'aeromobile alla sala ritiro bagagli e ritirare i bagagli, completando i controlli per l'immigrazione e doganali; 11) procedere dalla sala ritiro bagagli a un punto designato; 12) prendere i voli in coincidenza, se in transito, con assistenza a bordo e a terra, all'interno dei terminal e tra di essi, a seconda delle esigenze specifiche; 13) recarsi ai servizi igienici in caso di necessita'. Quando una persona con disabilita' o una persona a mobilita' ridotta e' assistita da un accompagnatore, questa persona deve, qualora ne sia richiesta, poter prestare la necessaria assistenza in aeroporto nonche' per l'imbarco e lo sbarco. Gestione a terra di tutte le necessarie attrezzature per la mobilita', comprese le sedie a rotelle elettriche, previo preavviso di quarantotto ore e limitatamente allo spazio disponibile a bordo dell'aeromobile nonche' nel rispetto della pertinente normativa relativa alle merci pericolose. Sostituzione temporanea di attrezzatura per la mobilita' danneggiata o smarrita, tenendo presente che la sostituzione con presidi comparabili potrebbe non essere fattibile. Assistenza a terra per cani da assistenza riconosciuti. Comunicazione delle informazioni sui voli in formato accessibile. Allegato 2 (Previsto dall'articolo 9) ASSISTENZA DA PARTE DEI VETTORI AEREI Trasporto in cabina dei cani da assistenza riconosciuti, nel rispetto della regolamentazione nazionale. Oltre agli apparecchi medici, trasporto di al massimo due dispositivi di mobilita' per persona con disabilita' o persona a mobilita' ridotta, comprese sedie a rotelle elettriche, previo preavviso di quarantotto ore e limitatamente allo spazio disponibile a bordo dell'aeromobile nonche' nel rispetto della pertinente normativa relativa alle merci pericolose. Comunicazione delle informazioni essenziali sul volo in formato accessibile. Realizzazione di ogni sforzo ragionevole al fine di attribuire, su richiesta, i posti a sedere tenendo conto delle esigenze delle singole persone con disabilita' o a mobilita' ridotta, nel rispetto dei requisiti di sicurezza e limitatamente alla disponibilita'. Se necessario, assistenza alle persone affinche' possano raggiungere i servizi igienici. Qualora una persona con disabilita' o una persona a mobilita' ridotta sia assistita da una persona di accompagnamento, il vettore aereo effettua ogni sforzo ragionevole per attribuire a tale persona un posto a sedere vicino alla persona con disabilita' o alla persona a mobilita' ridotta. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Svolta sullo scudo per aprire a Mosca (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

DALL’INVIATO A LONDRA Patto con Mosca su disarmo e crisi regionali, intesa con Pechino sulla risposta alla crisi economica: nella cornice della Winfield House Barack Obama coglie con Russia e Cina i primi successi del viaggio europeo. Gli incontri con i colleghi Dmitri Medvedev e Hu Jintao si svolgono in rapida successione nella stessa sala e sulle stesse poltrone - cambiano solo le bandiere del leader ospite alle spalle - e si concludono con gli annunci dei summit: a Mosca in luglio e a Pechino in autunno. Obama puntava sui due faccia a faccia per gettare le basi della nuova proiezione planetaria degli Stati Uniti e i documenti bilaterali diffusi al termine dei colloqui riassumono quanto ha ottenuto. Nel caso della Russia il documento, lungo e disseminato di dati, parte dal patto per dare inizio ai negoziati sul nuovo trattato sulla riduzione delle armi strategiche, considerato da Washington la scorciatoia per disinnescare il «perdurante dissenso sullo scudo antimissile». Subito dopo vengono le crisi regionali e lo spettro delle convergenza con Medvedev è ampio: lotta alla proliferazione nucleare, Al Qaeda in Afghanistan e Pakistan «minaccia Stati Uniti e Russia» e l’Iran «ha diritto al nucleare civile» non a quello militare e dunque «deve cooperare con l’Onu». Le tensioni sul Caucaso, frutto della guerra estiva in Georgia, vengono relegate nell’ultima pagine, dove si parla di «impegno comune» per stabilizzare la regione al centro del contenzioso fra Nato e Russia. Obama e Medvedev puntano a «rilanciare e intensificare» i rapporti fra l’Alleanza e Mosca e questo lascia intendere che l’allargamento della Nato a Ucraina e Georgia - del quale peraltro non si parla - potrebbe essere congelato. Sul fronte economico la risposta alla crisi è nella formazione di una «commissione per intensificare gli scambi» e nella partnership per realizzare «tecnologie per lo sviluppo di tecnologie alternative» a cui entrambi guardano con interesse. Per Obama significa aver disinnescato le tensioni ereditate da Bush e poter iniziare a lavorare al summit di luglio puntando a quella che un alto funzionario della Casa Bianca definisce una «partnership globale» capace di «lasciarsi alle spalle le mentalità della Guerra Fredda». La soddisfazione del presidente è palpabile quando dice, con tono quasi di ossequio: «Ringrazio il presidente Medvedev per aver trovato il tempo di venirmi a trovare e discutere i mutui interessi». E il russo ricambia: «Abbiamo iniziato a scrivere una nuova pagina delle nostre relazioni bilaterali». Con Hu Jintao invece le convergenze sono soprattutto economiche, evidenziate dal lancio del «Dialogo economico e strategico» bilaterale che vedrà impegnati i ministri degli Esteri e del Tesoro di entrambi i Paesi creando una «task force» ad alto livello per coordinare le mosse anzitutto sulla risposta alla crisi globale. Ciò significa che al Segretario di Stato Hillary Clinton viene assegnato un ruolo di primo piano nei rapporti con il gigante cinese. E avrà molto da lavorare perché, come dicono fonti della Casa Bianca, «Obama ha parlato a Hu anche di Darfur, Tibet e diritti umani» ovvero delle questioni che stanno più a cuore agli elettori democratici ma irritano Pechino. A conferma della schiarita bilaterale c’è comunque l’accettazione da parte di Hu della visita a Pechino di Gary Roughead, capo delle operazioni della Us Navy, che formalmente andrà in aprile a partecipare «ai festeggiamenti per il 60° anniversario della Marina militare cinese» ma in realtà andrà a discutere con gli altri gradi dell’Armata del Popolo accordi per evitare il ripetersi di crisi come quella avvenuta di recente nel Mar della Cina fra unità dei due eserciti in acque territoriali contese. Trapela anche che si è parlato a lungo del missile intercontinentale che la Corea del Nord intende lanciare nei prossimi giorni: potrebbe essere questa la prima crisi destinata a mettere alla prova i diplomatici sorrisi di Winfield.

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Mosca, giornalista d'opposizione pestato e ucciso (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 02-04-2009)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Milano))

Argomenti: Diritti umani

VETRINA ESTERI pag. 20 Mosca, giornalista d'opposizione pestato e ucciso CADONO uno dopo l'altro i giornalisti in Russia. E un nuovo decesso va ad allungare ulteriormente la scia di sangue che percorre la stampa e l'opposizione a Mosca. Sergei Protazanov, redattore di un piccolo giornale locale, è morto nella notte tra sabato e domenica nel sobborgo moscovita di Khimki, in seguito alle percosse subite.Stava lavorando a un'inchiesta sui brogli delle elezioni del primo marzo per un giornale, Grazhdanskoe Soglasie, certo non di primo piano. La notte precedente Lev Ponomariov, il capo di una Ong per i diritti umani, è stato aggredito da tre uomini Mosca fuori dalla sua casa. Forte denuncia di «Reporter senza frontiere» contro «la spaventosa serie di attacchi contro giornalisti».

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Moony Witcher, (pseudonimo per Roberta Rizzo, giornalista), la scrittrice fantasy che ha ideato il F... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Giovedì 02 Aprile 2009 Chiudi Moony Witcher, (pseudonimo per Roberta Rizzo, giornalista), la scrittrice fantasy che ha ideato il Fantasio Festival, la prima manifestazione italiana dedicata alla creatività dei ragazzi, lascia la direzione dell'evento che in due anni, ha attirato a Perugia circa 120mila persone. «E' con amarezza che ho preso questa decisione, in quanto due anni fa sono stata io stessa ideare e realizzare il Fantasio Festival e ho ho assunto la direzione artistica dell'evento gratuitamente - spiega la scrittrice che ha creato la sa di Nina, di Geno Hastor Venti e che ha inventato il personaggio di Gatto Fantasio, in seguito al successo che ha avuto il gatto fucsia, simbolo del Festival -. Quest'anno, anche se il festival si farà lo stesso, non è stato possibile reperire finanziamenti tali che permettessero di realizzare il programma che avevo ideato, su un tema di grande importanza e attualità come i diritti umani». Secondo la Witcher, oltre a tagli da parte degli sponsor privati, «nemmeno le istituzioni locali hanno sostenuto il festival in un anno particolare. Speravo che una città come Perugia avesse intuito l'importanza di uno spazio creativo e culturale, della presenza di artisti di livello nazionale e internazionale che si sono confrontati con i bambini, soprattutto dopo l'immagine negativa di Perugia che era emersa in seguito a gravi fatti di cronaca nera. Invece..».

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Con Hu spunta il tabù diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MONDO 02-04-2009 Con Hu spunta il tabù diritti umani DI ELENA MOLINARI L avoro comune su Corea del Nord, Iran ma soprattutto crisi economica. Ma, questa volta, senza dimenticare i diritti umani. Nel loro primo faccia a faccia Barack Obama e l'omologo cinese Hu Jintao hanno messo al centro della cooperazione fra Washington e Pechino l'urgenza di rafforzare la crescita dei rispettivi Paesi e rivedere il sistema finanziario internazionale, in modo da evitare il ripetersi di terremoti finanziari come quello che ha sconvolto il pianeta lo scorso anno. Messe da parte le critiche americane per la continua sottovalutazione della moneta cinese, il presidente Usa ha lodato il pacchetto di stimolo varato dal governo di Pechino. Mentre Hu ha rinnovato il suo impegno a fare quello che il mondo ha più bisogno, vale a dire incitare milioni di cinesi a continuare a consumare, garantendo così al Paese di continuare a crescere e di trainare la ripresa globale. Ma dopo lo scalpore suscitato dall'affermazione del segretario di Stato Hillary Clinton di non voler «lasciare che le tensioni sui diritti umani intralcino altri punti di cooperazione», ieri Stati Uniti e Cina hanno concordato fare ripartire almeno «la discussione sui diritti umani» il prima possibile. Durante l'incontro l'inquilino della Casa Bianca ha quindi accettato l'invito a recarsi in visita a Pechino nella seconda metà del 2009 (il presidente George W. Bush aveva fatto una controversa visita in Cina la scorsa estate durante le Olimpiadi mentre infuriava la protesta dei monaci del Tibet). I due leader hanno annunciato anche la creazione di un gruppo di alto livello «per il dialogo strategico ed economico» fra le rispettive potenze. Accordo anche sulla necessità di rivedere la struttura di comando delle istituzioni finanziarie internazionali in modo da rispecchiare il nuovo peso dei mercato dei Paesi emergenti come appunto la Cina. Obama e Hu hanno deciso di continuare a lavorare insieme su problemi come la denuclearizzazione della penisola coreana e l'emergenza umanitaria nel Sudan. È stato concordato di aumentare la cooperazione sull'ambiente, la lotta al cambiamento del clima, la ricerca di energia pulita e rinnovabile, settori nei quali l'Occidente accusa la Cina di non fare abbastanza. Pronto un gruppo di contatto strategico ed economico Visita a Pechino entro l'anno per il capo della Casa Bianca Stretta di mano fra Hu Jintao e Obama, vicino alla Clinton (Ap)

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Consiglio per i diritti umani, svolta Usa: (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MONDO 02-04-2009 Ginevra Consiglio per i diritti umani, svolta Usa: «Pronti a candidarsi per un seggio Onu» NEW YORK. Nuova svolta dell'America di Barack Obama sul fronte delle istituzioni multilaterali: gli Stati Uniti sono pronti a candidarsi a un seggio nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, organismo Onu con sede a Ginevra apertamente boicottato negli anni scorsi dall'amministrazione Bush. Si tratta di un nuovo segnale di inversione di rotta nella politica estera della nuova squadra a Washington. La decisione hanno annunciato il segretario di Stato Hillary Clinton e l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice è stata presa come parte di una «nuova era di impegno» con altre nazioni «per far progredire gli interessi degli Stati Uniti» nel mondo. «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera», ha detto Clinton. Per la Rice «sono le vittime di abusi in tutto il mondo che hanno bisogno di un Consiglio per i Diritti Umani equilibrato e credibile». La decisione è stata duramente criticata dai conservatori: «È come salire sul Titanic dopo che ha urtato l'iceberg», ha commentato John Bolton, nel 2005 e 2006 ambasciatore all'Onu di Bush. Secondo Bolton la disponibilità americana alla candidatura «legittima qualcosa che non merita legittimazione». Critiche sono arrivate anche da associazioni ebraiche come l'AntiDefamation League e il centro Simon Wiesenthal secondo cui cui, ad oggi, l'unico Paese che finora si è attirato le bacchettate ripetute del Consiglio è stato Israele: altre nazioni, dalla Cina al Sudan, l'hanno fatta franca. Gli Stati Uniti hanno annunciato la loro candidatura a fianco di Belgio e Norvegia alle elezioni del 15 maggio quando verranno decisi tre seggi occidentali dei 47 del Consiglio. La Nuova Zelanda, che aveva deciso di entrare in pista, si è fatta da parte per garantire a Washington una elezione non contestata. Gli Stati Uniti occuperanno il seggio con mandato triennale. Nel Consiglio dei Diritti Umani non esiste il diritto di veto come invece è prerogativa Usa (assieme agli altri membri permanenti, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina) in Consiglio di Sicurezza. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha dato il benvenuto al nuovo corso di Washington: «È un segnale concreto nella nuova era di impegno inaugurata dall'amministrazione Obama», ha detto un portavoce. Esulta il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon Critico John Bolton: «È come salire a bordo del Titanic»

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Il Mpv si riorganizza con un nuovo statuto (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

E' VITA 02-04-2009 Il Mpv si riorganizza con un nuovo statuto Con l'articolo 3 l'assemblea ha confermato e precisato gli scopi del movimento DI PIERO PIROVANO I l Movimento per la vita italiano, con l'assemblea che si è svolta a Chianciano ( il 28 e il 29 marzo scorsi presso l'Hotel Santa Chiara) si è preparato ad affrontare un nuovo triennio di attività con il massimo di efficenza e determinazione. Lo ha fatto rinnovando i propri organi statutari e aggiornando il proprio statuto. All'assemblea, riunita in seconda convocazione, hanno partecipato, con i presidenti o loro delegati, 258 associazioni federate nel Movimento per la vita italiano ( Movimenti locali, Centri e Servizi di aiuto alla vita, Case di accoglienza). L'esito della votazione per rinnovare gli organi statutari ( consiglio direttivo, probiviri e revisori dei conti) è pubblicato in questa stessa pagina. Qui mi limito a sottolineare che il Mpv ha confermato in Carlo Casini il proprio leader attribuendogli ben 226 prefe- renze. Quanto allo statuto, l'assemblea, presieduta dal magistrato Giuseppe Anzani, ha introdotto alcune norme per ottimizzare la presenza del Movimento nella società con il coordinamento a livello territoriale ( comunale, provinciale e regionale). Particolarmente dibattuto è stato l'articolo 3 con il quale viene indicato lo scopo del Mpv. Pubblichiamo integralmente il testo approvato: La Federazione opera per un generale rinnovamento della società e considera a tal fine il diritto alla vita come prima espressione della dignità umana, fondamento di ogni altro diritto dell'uomo, garanzia di una corretta definizione e promozione della libertà, del diritto, della democrazia e della pace. Tenendo in particolare considerazione la dignità della persona e la crescita e lo sviluppo della stessa nell'ambito naturale di una stabile famiglia, la Federazione svolge attività negli ambiti dell'assistenza sociale e socio-sanitaria, della beneficenza, dell'educazione e formazione, della cultura, dell'informazione, dello spettacolo, della tutela dei diritti umani e civili, dell'aggiornamento e ricerca, della legislazione. In tale contesto la Federazione si propone di difeneditoria dere la vita di ogni essere umano senza eccezioni, dal concepimento e in tutto l'arco del suo sviluppo, fino alla morte naturale. La Federazione promuove, sia a livello individuale che di gruppi sociali naturali od organizzati, l'affermazione di una cultura autenticamente aperta al riconoscimento, all'accoglienza e alla protezione di ogni essere umano, in qualsiasi fase del suo sviluppo ed in qualsiasi condizione esso si trovi. Sono pertanto compiti specifici della Federazione la tutela e la promozione della vita umana, con particolare riferimento a quelle fasi in cui maggiormente il diritto all'esistenza o l'uguale dignità degli esseri umani siano negati o posti in forse dal costume o dalle leggi. Per tali ragioni la Federazione si oppone anche alla legge 194/ 78, così come ad ogni provvedimento che voglia introdurre o legittimare pratiche abortive, eutanasiche e di manipolazione della vita umana.. L'assemblea di Chianciano. Sopra: Paola Mancini, Giuseppe Anzani e Carlo Casini

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umani iniziano dall'embrione» D urante gli 'anni di piombo' (in Argentina, ndr), un uomo crudele una persona indegna dell'autorità che rappresentava picchiò una presunta terrorista fino a ucciderla. La donna era incinta di nove mesi, dunque l'uomo uccise anche «il bambino nascituro». Le frasi fra virgolette fanno parte della sentenza della Corte Suprema (330.2304), in cui venne stabilito che il 'nascituro' vantava i diritti di indennità previsti dalla legge 24.411, che in questo caso furono ereditati dalla nonna. Supponiamo che questa povera donna uccisa fosse stata portatrice di un ovulo appena fecondato (per esempio, da 48 ore) e che questa situazione fosse stata, in qualche modo, constatata e registrata. Agli effetti della citata legge, la soluzione del caso sarebbe stata differente? In questa ipotesi, l'assassino avrebbe ucciso soltanto la madre? Supponiamo che abbia solo torturato la sua vittima. Non la uccide, ma distrugge questo zigote di 48 ore. Non uccide nessuno? Lo zigote, o embrione, o 'preembrione' umano, non è un essere umano? È un essere distinto dall'ovulo e dallo spermatozoide, considerati individualmente e poi fusi. È un essere distinto dalla madre. È un essere vivo. È un essere della specie «Per la legge argentina il concepito ha gli stessi diritti e merita la stessa protezione legale di un bambino già nato E dunque non si rispettano le leggi se si permette l'aborto» I punti fermi di un giurista umana. Dunque, è un essere umano, chiaramente in stato embrionale o, per qualcuno, 'preembrionale' (ai fini di questo ragionamento, è uguale: è sempre un essere umano). Ci sono esseri umani, non nati, che hanno per esempio 24 ore. Altri, 5 mesi. Altri, già nati, un mese, 10, 50, o 80 anni. Sono differenti momenti. Ma sempre lo stesso Dna, vale a dire la stessa struttura biologica essenziale, in questo caso, umana o specifica della specie umana, che per ogni individuo di questa specie è unica, costante e irripetibile in un altro individuo. È la stessa 24 ore dopo la fecondazione e a cinque mesi di età fetale, a 20 o 80 anni. 'Anche io sono stato uno spermatozoide' è il titolo di un romanzo di Dalmiro Sáenz, erroneo dal punto di vista biologico e filosofico. S e lo spermatozoide che fecondò l'ovulo di mia madre per dare luogo allo zigote che io sono stato, avesse fecondato l'ovulo di un'altra donna, io non esisterei. In realtà anche io sono stato uno 'zigote', ma non uno qualsiasi, bensì questo, lo stesso che sono stato, così come lo sono stato a cinque mesi di età fetale, a 20 anni o sarò a 80 anni, se sarò ancora vivo. L o zigote è un essere umano caratterizzato dal suo Dna. Il genio giuridico Velez Sarsfield sintetizzò tutti i suoi argomenti nella seguente frase: «Tutti gli enti che presentano segni caratteristici di umanità, senza differenze di qualità o particolarità, sono persone di esistenza visibile» (Codice civile, art. 51). Il «segno caratteristico di umanità, senza distinzioni di qualità o particolarità» è il Dna umano (Corte Suprema, sentenze 324:5). È segno caratteristico dell'individualità di questo essere umano concreto. Lo zigote è un essere umano. Per la nostra Costituzione, ogni essere umano è una persona (art. 6. Dichiarazione dei diritti umani: articoli 1 e 3, Convezione americana sui diritti umani). Secondo la Convenzione sui diritti del bambino, «si considera bambino ogni essere umano minore ai 18 anni di età» (art. 1), norma che in Argentina è in vigore con rango costituzionale, con il seguente chiarimento: «Si considera bambino ogni essere umano dal suo concepimento fino ai 18 anni di età» (legge 23.849). Questa affermazione coincide con il Preambolo della Convenzione: «Il bambino ha bisogno di protezione e attenzioni speciali; compresa la dovuta protezione legale, sia prima sia dopo la nascita». Il 'dopo la nascita' ha un limite normativo: i 18 anni; il 'prima' non lo ha, per cui comprende tutto il tempo in cui lo stesso essere è esistito prima della nascita. Anche l'articolo 75 della Costituzione definisce come 'bambino' l'essere che esiste 'dalla gravidanza'. In linea con la Convenzione, «tutti i bambini hanno il diritto naturale alla vita», mentre gli Stati si impegnano a garantire «il più possibile la sopravvivenza e lo sviluppo del bambino» (art. 6). Allo stesso tempo, l'attività statale deve reggersi sul principio dell'«interesse superiore del bambino» (art. 3 della Convenzione). L o Stato che permette la manipolazione e distruzione di embrioni umani, o l'aborto chimico o meccanico anche prima dell'impianto dell'embrione, o l'aborto chirurgico anche se con il limite del terzo mese di gravidanza, o l'aborto eugenetico o terapeutico o qualora la gravidanza sia risultato di una violazione, rispetta queste esigenze costituzionali e del sistema internazionale dei diritti umani? Salvo il caso di pericolo per la vita della madre, la risposta può essere solo negativa. I diritti umani valgono per tutti e sono di tutti. * già membro della Corte suprema di giustizia argentina (da 'La Nacion') traduzione di Michela Coricelli

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Intesa con la Russia: meno armi atomiche (sezione: Diritti umani)

( da "Arena.it, L'" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Intesa con la Russia: meno armi atomiche INCONTRI. Obama e Medveded rilanciano i rapporti tra le potenze. E con la Cina più dialogo 02/04/2009 rss e-mail print Un laser anti missile: sullo Scudo spaziale è disgelo tra Russia e Usa LONDRA Obana vara il disgelo con la Russia e un rapporto più stretto con la Cina. Il presidente Usa e quello russo Medvedev hanno ufficializzato, nel loro primo incontro a Londra, la volontà di effettuare un «reset» nei rapporti tra Stati Uniti e Russia annunciando la ripresa di negoziati per la riduzione degli armamenti nucleari, con l'obiettivo di sostituire il Trattato Start 1 che scade a fine anno. I due leader hanno incaricato i rispettivi negoziatori di preparare proposte per il nuovo Trattato sugli arsenali strategici entro luglio, quando Obama si recherà a Mosca. I contrasti che hanno segnato i rapporti tra Mosca e Washington, ha detto il leader del Cremlino, «non erano nell'interesse di entrambi». In una dichiarazione congiunta si sottolinea la volontà di arrivare a «un mondo libero dal nucleare». I due hanno invitato l'Iran a cooperare con l'Onu per dimostrare che il suo programma nucleare è di «natura pacifica» e si sono detti preoccupati per il prossimo lancio del missile balistico nordcoreano. Ma Obama ieri ha avuto anche un incontro col collega cinese Hu Jintao: insieme hanno crato un gruppo «per il dialogo strategico ed economico». Obama sarà a Pechino nella seconda metà del 2009. Anche Nord Corea, Iran e diritti umani sono stati al centro del faccia a faccia.

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- LA POLIZIA è AL DI SOPRA DELLA LEGGE? (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

02-04-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Aprile > La polizia al di sopra della legge?Contenuto della paginaLa polizia al di sopra della legge? Rapporto di Amnesty International sulla FranciaCS047: 02/04/2009 Archivio privatoLe uccisioni illegali, i pestaggi, gli abusi di natura razzista e l'uso eccessivo della forza da parte delle forze di polizia sono vietati dal diritto internazionale in qualsiasi circostanza. Eppure in Francia, secondo un nuovo rapporto pubblicato oggi da Amnesty International, le denunce su episodi del genere sono raramente sottoposte a indagini efficaci. Ancora pi raramente, i responsabili vengono portati di fronte alla giustizia. "L'impunit degli agenti di polizia francesi, che si riscontra in un clima nel quale comportamenti del genere non vengono sanzionati, inaccettabile" - ha dichiarato David Diaz-Jogeix, vicedirettore del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. Il rapporto dell'organizzazione per i diritti umani condanna il fatto che, mentre continuano a pervenire denunce relative a maltrattamenti, abusi di natura razzista e uso eccessivo della forza, le procedure per lo svolgimento delle indagini su tali denunce restano ancora al di sotto degli standard richiesti dal diritto internazionale. Il rapporto rileva anche un aumento dei casi in cui vittime o testimoni di maltrattamenti da parte delle forze di polizia finiscono per essere incriminati per oltraggio o aggressione nei confronti di un agente. I numerosi casi su cui Amnesty International ha svolto le proprie ricerche, nella preparazione del rapporto, dimostrano che sebbene le vittime di maltrattamenti e di altre violazioni dei diritti umani comprendano uomini e donne di tutte le et, la maggior parte delle denunce proviene da cittadini francesi appartenenti a minoranze etniche o da cittadini stranieri. "Le forze di polizia francesi svolgono un lavoro difficile e pericoloso, spesso con grande rischio personale. Tuttavia, quando vengono segnalati episodi di cattiva condotta da parte della polizia, questi devono essere sottoposti a indagini tempestive, esaurienti, indipendenti e imparziali" - ha proseguito Diaz-Jogeix. "Le persone hanno bisogno di fidarsi delle forze di polizia ma attualmente questo non capita spesso e non sar possibile fino a quando non saranno prese misure disciplinari appropriate e gli agenti responsabili di comportamenti penalmente rilevanti non saranno sottoposti alla giustizia, secondo procedure imparziali e indipendenti. Ci necessario, inoltre, per mantenere la buona reputazione della maggior parte degli appartenenti alle forze dell'ordine, che svolgono il loro dovere con professionalit e nel rispetto della legge".Sebbene non tutte le denunce sporte contro la polizia abbiano un fondamento, la discrepanza tra il numero delle denunce e quello delle sanzioni disciplinari imposte solleva interrogativi riguardo all'imparzialit e all'accuratezza delle indagini. Secondo le limitate informazioni disponibili, delle 663 denunce esaminate dall'ispettorato di polizia nel 2005, 16 sono terminate con l'allontanamento dal servizio; la proporzione nell'anno 2006 stata di otto allontanamenti dal servizio su 639 denunce. Un elevato numero di procedimenti viene archiviato senza raggiungere un'aula di tribunale."I cittadini hanno il diritto di sporgere denuncia, ma quando si tratta della polizia, le probabilit di successo sono scarse. Il sistema giudiziario soffre di un pregiudizio istituzionale a favore delle forze di polizia. Le vittime, che in molti casi sono cittadini francesi appartenenti a minoranze etniche o cittadini stranieri, sono lasciate troppo spesso senza giustizia" - ha sottolineato Diaz-Jogeix.Amnesty International continua a chiedere alle autorit francesi di fare passi concreti per riformare l'attuale sistema e creare una commissione indipendente per esaminare le denunce nei confronti di agenti di polizia, con risorse e poteri adeguati a condurre indagini approfondite ed efficaci. "Le autorit di Parigi devono prendere misure per assicurare che nessuno sia al di sopra della legge. fondamentale che i cittadini abbiano fiducia nelle forze di polizia" - ha concluso Diaz-Jogeix.Ulteriori informazioni Da tempo Amnesty International nutre preoccupazioni sulle denunce di violazioni dei diritti umani da parte delle forze dell'ordine francesi e sull'assenza di un sistema di indagini efficaci, indipendenti e imparziali che possa consentire di portare di fronte alla giustizia i responsabili. Gi nel 2005, l'organizzazione per i diritti umani aveva pubblicato un rapporto che esaminava gravi violazioni commesse dalle forze dell'ordine sin dal 1991. FINE DEL COMUNICATO Roma, 2 aprile 2009 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

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Governo del Malawi sostiene richiesta d'adozione di Madonna (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

LILONGWE (Reuters) - Il governo del Malawi ha detto di sostenere il tentativo della popstar americana Madonna di adottare una seconda bambina dal paese dell'Africa meridionale, una posizione che probabilmente susciterà l'ira dei gruppi per i diritti civili. La Corte Suprema del Malawi deciderà domani se concedere alla cantante un'adozione ad interim per Mercy James, che ha quattro anni. Le autorità sono state criticate per aver riconosciuto all'artista un trattamento privilegiato quando nel 2006 adottò in Malawi il piccolo David Banda, di 13 mesi. Il ministro dell'Informazione del Malawi Patricia Kaliati ha detto che Madonna ha aiutato il Paese ed è una buona madre. "Madonna ci ha fatto del bene, sta aiutando oltre 25.000 orfani in questo paese e ha dimostrato di sapersi occupare di David", ha dichiarato Kaliati a Reuters. "Sono poche le persone ricche e famose che trovano il tempo di volare in Malawi per sostenere i nostri bambini, e noi siamo a favore della sua richiesta d'adozione". I gruppi civili del Malawi sono contrari all'adozione e un attivista locale per i diritti umani l'ha paragonata al traffico di bambini. Madonna è arrivata in Malawi domenica insieme a David, prima dell'esame in tribunale della sua richiesta. L'artista, che ha divorziato l'anno scorso dal regista britannico Guy Ritchie, è una delle cantanti più famose di tutti i tempi, e ha venduto oltre 200 milioni di album.

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Il ricordo di Giovanni Paolo II Sfidò il comunismo e la mafia (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 79 del 2009-04-02 pagina 0 Il ricordo di Giovanni Paolo II Sfidò il comunismo e la mafia di Orlando Sacchelli Il due aprile 2005 fa moriva Karol Wojtyla. Benedetto XVI lo commemora con una messa in San Pietro. Ieri ha pregato per la beatificazione. Il cardinale Dziwisz, per 40 anni segretario del Papa polacco: "Sia patrono dei diritti umani e delle nazioni" Milano - Quelle pagine del Vangelo sfogliate dal vento durante il funerale di Giovanni Paolo II sono rimaste scolpite nella memoria. Un'immagine evocativa che emozionò tutti, non solo i milioni di cattolici sparsi in ogni angolo del pianeta. Oggi ricorrono i quattro anni della scomparsa di Karol Wojtyla, il primo papa non italiano dopo 455 anni, uno degli artefici indiscussi del crollo del comunismo. Venerato in tutto il mondo Non è ancora santo per la legge canonica, ma Giovanni Paolo II è amato e venerato in tutto il mondo. Il ricordo dei suoi quasi 27 anni di pontificato sono vivissimi: i viaggi continui, la sfida a viso aperto ai regimi dittatoriali e alla mafia, i canti allegri coi giovani. Il giudizio su di lui non si è ancora sedimentato: troppo poco tempo è passato dalla scomparsa. Ma la sua grande umanità non sembra sbiadire con il trascorrere del tempo. E il cardinale Stanislao Dziwisz - arcivescovo di Cracovia - per 40 anni suo segretario, propone: "Sia patrono dei diritti umani e delle nazioni". Verso la beatificazione Benedetto XVI all’udienza generale di mercoledì ha pregato per il "dono" della beatificazione del suo predecessore. Il prefetto per le cause dei santi ricorda invece che per Wojtyla la "corsia preferenziale" c’è già stata e ora serve accuratezza e tempo. Il Vaticano, dunque, sembra voler raffreddare gli entusiasmi di una beatificazione lampo, da qualcuno prevista già per l'aprile 2010, nel quinquennio della morte. La deroga dei cinque anni Monsignor Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha ribadito che la causa per Giovanni Paolo II ha già avuto una "corsia preferenziale" quando papa Ratzinger ha derogato ai cinque anni dalla morte richiesti dal codice canonico per aprire il processo. "Non possiamo prevedere tempi precisi" per la conclusione dell’iter, ha precisato Amato. La guarigione della suora francese Il miracolo su cui sta lavorando il Vaticano per decidere sulla beatificazione è la guarigione di una suora francese affetta dal morbo di Parkinson, lo stesso che colpì Wojtyla. Intanto si moltiplicano le segnalazioni di miracoli o presunti tali, ma la Chiesa è molto attenta per evitare rischi di speculazioni mediatiche o, molto più semplicemente, suggestioni di massa. "Wojtyla santo subito" Lo slogan fu coniato non appena il papa polacco si spense. I fedeli, accorsi a Roma come mai si era visto prima, decisero lì, in quel momento, che il papa che andavano a piangere sarebbe dovuto diventare santo: "santo subito". Scavalcando tutte le regole e i limiti temporali imposti dai rigidi protocolli ecclesiali. Oggi una parte dell’opinione pubblica, soprattutto in Polonia, è delusa per l'attesa della beatificazione di "Karol il Grande". Beatificazione non è evento mondano Il riconoscimento ufficiale della santità di Giovanni Paolo II non va enfatizzato dai media come fosse un evento mondano: lo ha scritto il gesuita Andrzej Koprowski sulle colonne dell’Osservatore romano. "Il grido che invocava santo subito dopo la morte di Wojtyla - sottolinea il gesuita - ha avuto un significato forte. Ma come viene ripetuto dai media è sbagliato: il riconoscimento ufficiale della santità dovrebbe infatti essere collegato a un processo di santificazione della Chiesa. Le ultime parole del pontefice Il cardinale Dziwisz ha gettato lumi sulle ultime frasi pronunciate dal papa morente: quando disse "lasciatemi andare alla casa del Padre" non intendeva rifiutare le cure, ma esprimeva il suo desiderio di riunirsi a Dio. "Vi ho cercato e ora voi siete venuti da me", inoltre, la frase rivolta ai giovani in preghiera sotto la sua finestra, secondo Dziwisz fu pronunciata non esattamente in punto di morte, ma prima. La sfida di Wojtyla alla mafia "Dio - gridò Giovanni Paolo II ai piedi del tempio della Concordia di Agrigento il 9 maggio 1993 - ha detto 'non uccidere': nessuna agglomerazione umana, mafia, può calpestare questo diritto santissimo di Dio.Questo popolo siciliano - aggiunse il Papa - talmente attaccato alla vita, che ama la vita e dà la vita, non può vivere oppresso sotto la pressione di una civiltà contraria, la civiltà della morte". Poi definì la mafia e in genere i fenomeni di criminalità organizzata, "frutto dell'opera del tentatore", "peccato sociale", il contrario della civiltà dell'amore voluta da Dio. L'eco del monito di Wojtyla contro la mafia fu vasta. Le immagini e le parole del Papa fecero il giro del mondo. Lo scontro con il comunismo Partì da lontano, dalla sua esperienza prima di prete e poi di vescovo, la battaglia che Wojtyla ingaggiò con il comunismo subito dopo la sua elezione al soglio pontificio. La sua condanna del comunismo fu totale, fino al punto di bollarlo come "ombra gemella" del nazismo e, di fatto, una delle "infami ideologie responsabili di quella sorta di apocalisse della quale sono stato testimone nella mia giovinezza". Quella di Giovanni Paolo II fu una battaglia contro le "ideologie del male" - come le definì lui stesso nel libro "Memoria e identità". Una battaglia combattuta senza spargere sangue, solo con la forza dello spirito. Un vero e proprio rivoluzionario che agì con la forza delle parole (e della preghiera). La messa in San Pietro Oggi Benedetto XVI commemorerà il suo predecessore con una messa in San Pietro. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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LONDRA. IL RESET DELLA POLITICA ESTERA MONDIALE, ANNUNCIATO DAL VICE PRESIDENTE JOE BIDEN E TESTARDA... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Diritti umani

Londra. Il reset della politica estera mondiale, annunciato dal vice presidente Joe Biden e testardamente ricercato dal presidente Obama, continua a Londra. Reset ossia azzeramento e nuovo inizio. E Barack Obama, ieri a Londra per il G20, ha schiacciato il tasto reset con la Russia. Dopo un faccia a faccia con il presidente Dimitri Medved, i due hanno annunciato l'avvio di trattative per la riduzione degli arsenali strategici. Ed anche il rapporto, più delicato, con la Cina ha fatto un passo avanti dopo l'incontro, sempre ieri a Londra, fra il presidente e l'omologo cinese Hu Jintao; scenario sempre il G20, l'incontro fra i venti grandi paesi che ci dovrebbero portare fuori dalla crisi economica mondiale. Per Barack Obama e Dmitri Medvedev era quello di ieri il primo incontro. La scelta di annunciare ieri la ripresa di negoziati per la riduzione degli armamenti nucleari strategici è senz'altro il segnale di una reciproca buona volontà. In un colloquio alla vigilia del vertice del G20 in programma nella capitale britannica, i due giovani presidenti - insieme hanno 90 anni - hanno detto di aver incaricato i rispettivi negoziatori di preparare proposte per il nuovo Trattato sugli arsenali strategici entro il prossimo luglio, quando Barack Obama si recherà a Mosca per incontrare nuovamente Medvedev. «Abbiamo concordato di aprire una nuova pagina nei nostri rapporti» ha detto il presidente Medvedev (43 anni) al termine del colloquio con Obama (47), durato circa un'ora e 25 minuti, più dei 50 minuti previsti. Dettagli che sono significativi in circostanze del genere. I contrasti che negli ultimi tempi hanno segnato in negativo i rapporti tra Mosca e Washington - ha aggiunto il leader del Cremlino - «non erano nell'interesse nè della Russia nè degli Stati Uniti nè della stabilità globale. Dopo questo incontro io guardo con ottimismo al futuro». In una dichiarazione congiunta dopo l'incontro - svoltasi in territorio americano, nella residenza dell'ambasciatore Usa a Londra - si sottolinea la volontà dei due paesi di lavorare per arrivare a «un mondo libero dal nucleare». «La lotta alla proliferazione nucleare può essere un'ottima partenza» per il rilancio dei rapporti tra Usa e Russia. Resta aperto, e non poteva essere altrimenti, la questione del progettato scudo antimissile americano in Europa centrorientale, che Mosca considera ostile e che Obama è disposto a rivedere. Barack Obama si è mostrato da parte sua entusiasta di visitare Mosca in luglio - «un mese caldo, meglio che gennaio», ha scherzato - e ha promesso di studiare il russo per arrivare preparato al nuovo incontro. Non avrà parlato cinese con il presidente Hu Jintao, Obama. Ma i due interlocutori, legati per la vita o la morte dalla crisi economica, hanno dovuto capirsi per forza. Si è parlato di crisi economica, Nord Corea e Iran, diritti umani nel bilaterale con il collega cinese, bilaterale che ha portato alla creazione di un gruppo «per il dialogo strategico ed economico» del quale farà parte anche il segretario di Stato Hillary Clinton ed il ministro del Tesoro Geithner. Il cortese invito di Pechino, avanzato ieri ad Obama per una visita ufficiale nella seconda metà del 2009, è stato accettato. Anche in questo caso si trattava del primo incontro fra i due leader e la recessione mondiale era in cima alle preoccupazioni di entrambi. I due presidenti si sono impegnati a rafforzare il sistema finanziario internazionale per evitare in futuro il ripetersi di crisi del genere. E si sono dati atto a vicenda che i rispettivi «pacchetti di stimolo economico» stanno già dando i loro frutti. Accordo anche sul fatto che le istituzioni finanziarie internazionali (come il Fondo monetario internazionale) dovrebbero avere più risorse per aiutare i mercati emergenti e le nazioni in via di sviluppo. E che in questo fori internazionali della finanza la struttura di comando debba apririsi ai paesi emergenti, coinvolti da una crisi cucinata dall'elite wasp (ossia bianca, protestante, anglosassone,) del mondo ma pagata da tutti. I cinesi desiderano riconosciuto il loro nuovo peso sul mercato mondiale: i paesi emergenti - e Pechino è emersa da un pezzo, anche se ora ha i suoi problemi - vogliono decidere nelle sedi finora chiuse a chi non apparteneva al club. E sui diritti umani? I due presidenti hanno concordato di «far ripartire la discussione prima possibile». Non pochissimo, strappato ad un presidente cinese che nega addirittura l'esistenza del problema. Farà parte dell'agenda del viaggio di Obama a Pechino. re. mo.

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NEW YORK. NUOVA SVOLTA DELL'AMERICA DI BARACK OBAMA SUL FRONTE DELLE ISTITUZIONI MULTILATERALI: GLI ... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Diritti umani

New York. Nuova svolta dell'America di Barack Obama sul fronte delle istituzioni multilaterali: gli Stati Uniti sono pronti a candidarsi a un seggio nel Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, un'organismo Onu con sede a Ginevra apertamente boicottato negli anni scorsi dall'amministrazione Bush. Si tratta di un nuovo segnale di inversione di rotta nella politica estera della nuova squadra a Washington. La decisione - hanno annunciato il segretario di Stato Hillary Clinton e l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice - è stata presa come parte di una «nuova era di impegno» con altre nazioni «per far progredire gli interessi degli Stati Uniti» nel mondo. «I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera - ha detto la Clinton, a Londra per il vertice G20 - Ci impegneremo con altri Paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti del'Uomo». Gli Stati Uniti si sono candidati, convinti che «lavorare dall'interno servirà a rendere il Consiglio un foro più efficace a difesa dei diritti dell'uomo». La decisione è stata duramente criticata dai conservatori che, non da ieri, giudicano l'organizzazione ginevrina come una bestia nera: «È come salire sul Titanic dopo che ha urtato l'iceberg», ha commentato John Bolton, nel 2005 e 2006 ambasciatore all'Onu di Bush. Secondo Bolton la disponibilità americana alla candidatura «legittima qualcosa che non merita legittimazione». Critiche sono arrivate anche da associazioni ebraiche come l'AntiDefamation League e il centro Simon Wiesenthal secondo cui cui, ad oggi, l'unico Paese che finora si è attirato le bacchettate ripetute del Consiglio è stato Israele. Gli Stati Uniti occuperanno il seggio con mandato triennale. Nel Consiglio dei Diritti Umani non esiste il diritto di veto come invece è prerogativa Usa (assieme agli altri membri permanenti, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina) in Consiglio di Sicurezza. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha dato il benvenuto al nuovo corso di Washington: «È un segnale concreto nella nuova era di impegno inaugurata dall'amministrazione Obama», ha detto un portavoce del Palazzo di Vetro.

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L'AGGRESSIONE DI UN NOTO DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI E LA PRESUNTA UCCISIONE DI UN TIPOGRAFO DI... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 02-04-2009)
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Argomenti: Diritti umani

L'aggressione di un noto difensore dei diritti umani e la presunta uccisione di un tipografo di un giornale locale di opposizione rilanciano in Russia l'allarme sulla tutela di chi si batte in prima linea nella società civile, giornalisti compresi. Dalle ong impegnate nel settore arriva un coro di reazioni sdegnate e preoccupate, che rischiano di appannare nuovamente l'immagine del Paese proprio in coincidenza con la vetrina del G20 di Londra. Resta controverso il caso di Serghiei Protazanov, un tipografo impaginatore del giornale «Il consenso civile» del sobborgo moscovita di Khimki. Secondo alcune fonti è morto lunedì in seguito alle percosse subite il giorno prima da parte di sconosciuti, mentre secondo fonti investigative è rimasto vittima di una intossicazione da farmaci. A sostenere la prima tesi è non solo la dirigente di un movimento ecologista locale, Ievghenia Cirikova, ma anche una figura istituzionale come Oleg Mitvol, numero due del servizio russo per il controllo dell'ambiente. Nessun dubbio invece sul caso di Lev Ponomariov, leader del movimento per i diritti umani russo, sempre molto critico nei confronti del potere, duramente pestato l'altra sera a Mosca da sconosciuti.

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LO SFREGIO DEI DIRITTI (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Prima Pagina data: 02/04/2009 - pag: 1 L'OCCIDENTE E KABUL LO SFREGIO DEI DIRITTI di PIERLUIGI BATTISTA S e il presidente afghano approva la reintroduzione legale del diritto di stupro domestico presso le comunità sciite, è un rinfocolamento di uno sconsiderato «scontro di civiltà» chiedere ai governi democratici di non restarsene silenziosi e acquiescenti? Se, con la scusa delle prescrizioni coraniche, le donne dell'Afghanistan sono maltrattate dalla legge locale come esseri inferiori, gli amici occidentali del presidente Karzai (Italia compresa) avrebbero o no il dovere di subordinare il loro aiuto alla certezza che a Kabul e dintorni non si restauri una cupa tirannia di tipo talebano? E le donne liberate dell'Occidente si acconciano davvero così facilmente al ripristino di una norma che obbliga le mogli oppresse dell'Afghanistan a «non rifiutarsi di avere rapporti sessuali» imposti contro la volontà della donna dalla prepotenza del marito-despota? Interrogativi retorici, anzi pateticamente retorici, perché la risposta appare ovvia e scontata: nessuno chiederà conto al presidente Karzai del precipizio oscurantista in cui sta nuovamente sprofondando l'Afghanistan «liberato » nel 2001 e tenuto in piedi solo grazie al (peraltro doveroso) sostegno militare occidentale. Nessuno ha chiesto conto delle condanne a morte comminate per «apostasia». O per il codice di famiglia tutto particolare in vigore presso la comunità sciita che prevede l'arresto e pene severissime per una moglie (anche minorenne) in fuga da un matrimonio forzato. O per Perwiz Kambakhsh, condannato a vent'anni di galera per «blasfemia», che poi erano solo articoli a favore dei diritti delle donne. O per il carcere (fino alla pena di morte) per gli omosessuali. O per l'infinità di proibizioni di ogni genere d'opinione giudicata «oscena». Non è stato detto nulla e non si dirà nulla perché ogni parola di critica e di protesta sarebbe apparsa come un attentato al «dialogo», o addirittura come la manifestazione proterva di un colonialismo culturale inaccettabile. Del resto Tariq Ramadan, un intellettuale che incomprensibilmente gode fama di «ponte» culturale tra il mondo occidentale e l'islamismo, ha scritto sul «Riformista» che la pretesa di far «accettare » ai musulmani l'omosessualità «rivela un nuovo dogmatismo», oscuramente alimentato da non meglio precisate «lobby» e addirittura non privo «di un qualche sentore coloniale antico persino xenofobo». Fossero state pronunciate (anche in una formulazione più tenue) da qualche esponente del mondo cristiano, ci sarebbe stata una sollevazione energica contro un esempio arrogante di omofobia clericale. Ma le ha argomentate un leader intellettuale del fondamentalismo islamico, e dunque la prudenza del silenzio prevarrà anche in questo caso, come per gli stupri legalizzati in Afghanistan. Ci si domanda solo ed è il caso di domandarlo anche al ministro Frattini di cui pure si conosce la sensibilità nei confronti dei temi attinenti alla libertà dei singoli e delle nazioni fin dove arriva la soglia di accettazione per questo spaventoso arretramento nella difesa dei diritti umani fondamentali. Fin dove il realismo politico può ignorare l'abisso di oppressione in cui cadono anche regimi considerati «amici».

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Ucciso giornalista dell'opposizione Attivista diritti umani colpito a bastonate (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 02/04/2009 - pag: 7 Due nuovi casi a Mosca Ucciso giornalista dell'opposizione Attivista diritti umani colpito a bastonate DA UNO DEI NOSTRI INVIATI LONDRA La volontà di ricucire una relazione che negli ultimi anni si era guastata ha certamente contribuito a mettere in secondo piano (o a far scomparire dall'agenda) la questione del rispetto dei diritti umani e della libertà di espressione in Russia. Eppure mentre i leader mondiali si ritrovavano nella capitale britannica, da Mosca giungeva notizia di due nuovi drammatici episodi: l'aggressione all'anziano leader dell'Associazione per il rispetto dei diritti umani Lev Ponomaryov e la morte di un giornalista pestato sotto casa domenica scorsa. Per non parlare del nuovo processo-farsa all'ex patron della Yukos Mikhail Khodorkovskij e dell'attacco all'acido muriatico (annacquato) all'esponente dell'opposizione Boris Nemtsov. Tutte questioni che sembrano fatte apposta per smentire la fama di «liberale» che aveva circondato Dmitrij Medvedev al momento della sua successione a Vladimir Putin. E nei nuovi incidenti qualcuno vede una «manina» di chi pensa così di condizionare il presidente, qualora decidesse di allontanarsi troppo dalla strada tracciata dal suo predecessore. Ponomaryov, dissidente dai tempi di Brezhnev, ebbe incarichi ufficiali per un breve periodo, sotto Eltsin. Ultimamente era intervenuto contro la tendenza sempre più marcata nei libri scolastici ad esaltare Stalin come il «grande condottiero» della Seconda guerra mondiale. Martedì sera lo hanno aspettato sotto casa e l'hanno preso a bastonate, spedendolo in ospedale. Adesso è tornato a casa, per fortuna, e non ha dubbi sul perché dell'aggressione: «A causa del mio lavoro». Sergej Protazanov, che lavorava per il periodico d'opposizione Grazhdanskoye Soglasiye pubblicato a Khimki, è invece deceduto dopo essere stato rimandato a casa dall'ospedale. Al suo direttore aveva detto di sentire «dolore dappertutto, dentro e fuori». Ma la polizia sostiene invece che il giornalista non è stato nemmeno toccato: sarebbe morto per il cibo mangiato all'ospedale o per le medicine assunte. A Khimki, una cittadina che ormai fa parte di Mosca, sei giornalisti sono stati assaliti negli ultimi due anni. F.Dr. Attivista Lev Ponomaryov, 67 anni, aggredito a colpi di bastone sotto casa martedì sera (Afp)

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Diritti umani Onu, gli Usa ci ripensano (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 02/04/2009 - pag: 16 Il consiglio Un seggio dopo il no di Bush Diritti umani Onu, gli Usa ci ripensano WASHINGTON L'amministrazione Obama intende entrare nel Consiglio dei diritti umani dell'Onu: si è perciò candidata alle elezioni del 15 maggio a uno dei 47 seggi, revocando il boicottaggio da parte del governo Bush. Ha annunciato l'importante svolta la segretaria di Stato Hillary Clinton: «I diritti umani sono un elemento essenziale della politica estera americana ha dichiarato in un breve comunicato e lavoreremo con gli altri membri per promuoverli in tutto il mondo ». Ha aggiunto l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice: «La decisione conferma il nostro impegno al dialogo con ogni Paese». Per non ostacolare la candidatura dell'America, a cui si affiancano per l'Occidente il Belgio e la Norvegia, la Nuova Zelanda ha ritirato la propria. Il Consiglio dei diritti umani dell'Onu, di cui l'Italia fa parte, venne istituito nel 2006, in sostituzione della omonima Commissione, che aveva incluso Paesi come il Sudan e lo Zimbabwe, macchiatisi di violazioni dei diritti umani, e aveva perduto così credibilità. Inizialmente, il governo Bush dichiarò che vi avrebbe mandato solo un osservatore, ma più tardi, quando il Consiglio non adottò misure contro il Sudan e lo Zimbabwe, lo boicottò. Ieri, i neocon hanno denunciato il nuovo corso dell'amministrazione Obama. John Bolton, l'ex ambasciatore di Bush all'Onu, l'ha criticata dicendo: «È come se salisse sul Titanic dopo che è stato colpito dall'iceberg. Legittima un'istituzione che non lo merita». Ha protestato la deputata Ileana Ros-Lehtinen, di origine cubana, che vorrebbe escludere dal Consiglio L'Avana, altro attuale membro: «Perdiamo ogni possibilità di riformarlo ». La decisione di Obama e della Clinton è stata appoggiata dal segretario dell'Onu Ban Ki-moon, secondo cui la presenza americana ridurrà l'influenza dei Paesi del Consiglio meno rispettosi dei diritti umani. Ennio Caretto

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Approvati in Consigliotre piani di lottizzazione (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

San Pietro Clarenza Approvati in Consiglio tre piani di lottizzazione VIAGRANDE. I 13 anni di sacerdozio di padre Bonanno p.l.) Il parroco della chiesa Madre di Viagrande, sacerdote Alfio Bonanno (nella foto), è stato festeggiato da tutta la comunità parrocchiale (con auguri e discorso ufficiale pronunziato dal giovane Rosario Cardillo) nel tredicesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Hanno partecipato alla Messa, concelebrata con mons. Maurino Licciardello e don Nino Nicoloso, il sindaco Vera Cavallaro, il presidente del Consiglio, Domenico D'Agata, con il suo vice Filadelfo Coco, assessori e consiglieri comunali, il comandante della stazione dei carabinieri, Saverio Girardi, e, per la comunità di Nicolosi (padre Bonanno è nicolosita), gli auguri di Antonio Rizzo, consigliere provinciale. GRAVINA. Lezione di legalità dei poliziotti alla «Rodari» s.v.) «Il Poliziotto: un amico in più»: è il titolo del progetto-concorso promosso da polizia di Stato, Miur e Unicef proposto agli alunni del Circolo didattico «G. Rodari», diretto dal prof. Francesco Zacchia, nell'ambito del progetto di «Educazione alla legalità» coordinato dall'insegnante Grazia Rigano. «Per crescere sicuri abbiamo diritto a…»: questo il tema dell'incontro per le classi III, IV e V elementari, tenuto dal commissario Salvatore Sorbello, collaborato dagli assistenti Yuri Galasso, Simone Caracciolo e dall'agente Fabio Abate. Presenti, l'ispettore capo Giuseppe Andronico, il vice sovrintendente Roberto Farina del reparto cinofili, l'assistente Carmelo Zappalà, gli agenti scelti Sergio Fazio e Maurizio Deni della squadra a cavallo. L'iniziativa ha mirato a favorire la comprensione del concetto di «Polizia di prossimità» e ha sottolineato l'importanza dello sviluppo della cultura della legalità, del rispetto dei diritti umani, della tolleranza e della solidarietà. Ma oltre alla teoria, i bambini hanno potuto ammirare i cavalli Uia e Fortunato, hanno accarezzato i cani antidroga, Fred e Casper. E, per finire, si sono divertiti a visionare le due auto della polizia nel piazzale. Trecastagni. Tre siti in vetrina nelle giornate Fai Quest'anno, per la prima volta, le «Giornate di Primavera» organizzate dal Fondo per l'ambiente italiano, nell'ambito della delegazione di Catania, presieduta dalla prof.ssa Antonella Mandalà, hanno visto protagonisti tre autentici gioielli d'arte di Trecastagni: la chiesa di S. Nicola, la chiesa di Sant'Antonio da Padova e il Santuario dei Santissimi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino. Grazie al gruppo di lavoro Fai di Trecastagni, coordinato dalla dott.ssa Concetta Ambra, alla collaborazione della preside, prof.ssa Maria Catena Trovato, e dei docenti dell'istituto comprensivo «E. Patti», all'ottimo lavoro della prof.ssa Franca Mannanici, che ha saputo trasformare gli alunni delle terze classi in validissimi Ciceroni, e alla collaborazione con l'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pippo Messina, Trecastagni ha potuto mostrare e far conoscere a tutti la sua storia. Fra le centinaia di visitatori, anche il vicepresidente della Provincia, Nello Catalano, e l'attrice Paola Gassman.

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Gli assessori Stamboulis e Farabegoli contro denuncia degli allievi irregolari da parte degli insegnanti (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Gli assessori Stamboulis e Farabegoli contro denuncia degli allievi irregolari da parte degli insegnanti (2/4/2009 16:49) | (Sesto Potere) - Ravenna - 2 aprile 2009 - Il cosiddetto pacchetto sicurezza prevede diverse disposizioni che hanno portato all'espressione di dissenso da parte di alcuni ordini professionali, in particolare dei medici. Sempre nell'ambito della tutela dell'infanzia una accesa preoccupazione investe anche il mondo della scuola. Gli assessori, all'immigrazione Ilario Farabegoli, e all'Istruzione Elettra Stamboulis, hanno inviato ai dirigenti scolastici delle scuole dell'obbligo di Ravenna, Cervia, Russi, alle insegnanti del gruppo Intercultura della Casa delle Culture e alle insegnanti delle scuole dell'Infanzia, una lettera in cui evidenziano l'illegittimità della denuncia di allievi irregolari, da parte della scuola, così come previsto dal 'pacchetto sicurezza' del Governo. Questo il testo della lettera: "Diciamo NO all'ennesimo attacco alla scuola dell'accoglienza e dell'inclusione. Abbiamo appreso che nel cosiddetto "Pacchetto Sicurezza" gli insegnanti, così come i medici e in quanto pubblici ufficiali, sono tenuti (nel "non debbono ma possono" si cela una mistificazione) a denunciare i propri allievi/e irregolari. Tutto il mondo della scuola sa che dal 1994 una Circolare Ministeriale prevedeva l'obbligo scolastico per tutti i minori presenti sul territorio italiano ,ribadendo il concetto che il diritto all'istruzione e il benessere psicofisico del minore (in quanto minore) è sempre anteposto a qualsivoglia considerazione di carattere giuridico (status della famiglia). Riteniamo che la richiesta rivolta agli insegnanti leda ,non solo il diritto primario di ogni bambino/a, ragazzo/a, all'istruzione, ma sia fortemente lesiva della dignità dei docenti, della loro professionalità, e del loro ruolo educativo. Come già espresso dall'ordinanza del tribunale di Brescia del marzo 2009 sul Bonus bebè, qualsiasi operazione discriminatoria nei confronti di minori internazionali lede tra l'altro i principi costituzionali, oltre ad essere contro a quanto indicato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Favorire l'integrazione e l'istruzione di minori è uno strumento per lo sviluppo e la coesione sociale. Sulla scia anche di quanto hanno già espresso gli ordini dei medici, proponiamo agli insegnanti e ai dirigenti scolastici di rispondere a questa ingerenza indebita attraverso tutte le modalità possibili, iniziando da cartelli plurilingue (che faremo tradurre in pochi giorni e che vi invieremo) da affiggere sui portoni e negli atri delle scuole e da distribuire alle famiglie dove si ribadisce che: - La scuola accoglie e non denuncia ! Gli insegnanti rispondono alla loro coscienza di educatori In questi casi l'obbedienza non è più una virtù (Don Milani) L'Assessore all'Immigrazione L'Assessora all' Istruzione Ilario Farabegoli Electra Stambulis

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La parola ai giurati di Gassman (sezione: Diritti umani)

( da "Napoli.com" del 02-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

2/4/2009 La parola ai giurati di Gassman Processo alla pena di morte in una camera di tortura per coscienze di Emanuela Cicoira New York, metà degli anni ’50. È piena estate e sono le tre di pomeriggio quando un gruppo composto da dodici giurati si riunisce per sentenziare su un caso di omicidio in apparenza perfettamente chiaro. L’imputato: un sedicenne ispano-americano di bassa estrazione sociale, accusato di parricidio. La condanna prevista: pena di morte mediante sedia elettrica. In aula si è appena svolto il processo, i testimoni hanno testimoniato, l’avvocato (d’ufficio) ha difeso. Ora la vita del ragazzo è nelle mani della giuria popolare, cui è richiesta l’unanimità del giudizio. Da questa dura situazione di partenza prende il via “Twelve angry men”, il bel testo di Reginald Rose portato con successo sul grande schermo dal regista Sidney Lumet nel 1957: legal thriller appassionante e spietato che fece riflettere la rigida America maccartista sull’imprescindibile valore processuale del cosiddetto “ragionevole dubbio”, solo al di là del quale si dovrebbero emettere sentenze di condanna. Il talentuoso Gassman-figlio, in questi giorni in scena al Mercadante di Napoli col collaudato “La parola ai giurati”, ha trasportato in palcoscenico l’impegnativa tematica dello sceneggiatore americano con ammirevole rigore, firmando la regia di uno spettacolo trascinante, ben congeniato, senza ombra di sbavatura alcuna, il che giustifica il grande successo di pubblico e critica ancora vivissimo a oltre un anno dal debutto. Statica e realistica, la scena costruita da Gianluca Amodio si adatta all’impianto claustrofobico del testo di Rose. In uno stanzone fumoso, che sa di vecchia burocrazia d’oltreoceano e di asettica funzionalità giudiziaria, con un grande tavolo centrale e un finestrone dai vetri a quadrotti sulla parete di destra, si riunisce la disomogenea giuria finemente caratterizzata dal cast stellare messo insieme da Alessandro Gassman (Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi, Fabio Bussotti, Paolo Fosso, Nanni Candelari, Emanuele Salce, Massimo Lello, Emanuele Maria Basso, Giacomo Rosselli, Matteo Taranto, Giulio Federico Janni). Un operaio, un pubblicitario, un architetto, un avvocato… Entrano portandosi dietro storie, difetti, debolezze, coscienze. Passeggiano, fumano, si soffiano con mezzi di fortuna, armeggiano col ventilatore difettoso… dopo un po’ riescono a far percepire l’afa anche a noi spettatori. Musica jazz in sottofondo, e ha inizio la discussione. In un primo momento il caso pare risolto, nitido come un teorema dimostrato. Le prove sembrano schiaccianti, la colpevolezza inconfutabile: il ragazzo, regolarmente maltrattato dal padre, esce di casa fuori di sé dopo un’ennesima lite, compra un coltello a scatto (riconosciuto dagli amici), torna nell’appartamento e pugnala a morte il genitore. Come alibi inventa di essere andato al cinema, ma si tradisce non ricordando niente del film. Una dirimpettaia lo ha visto, un vecchio al piano di sotto lo ha sentito, i tempi coincidono: colpevole, e fine della storia. O almeno, finirla presto e senza intralci è quanto vorrebbe la maggior parte dei giurati… Senonché un unico “non-colpevole”, voce stonata del coro, fa concludere in fumata bianca la prima quasi immediata votazione: il coraggioso giurato numero 8, giovane e riflessivo architetto interpretato da Gassman, dissente e si oppone, intraprendendo un minuzioso, lucidissimo, estenuante processo d’insinuazione del dubbio al termine del quale nemmeno i più accaniti “colpevolisti” della giuria saranno più gli stessi… Paziente e implacabile, razionale nonostante il trascorrere delle ore snervi e stremi fino alla disperazione i suoi tormentati colleghi, quest’angelo sterminatore di certezze smonta una a una le prove di colpevolezza depositate contro il ragazzo: la lite, il coltello, gli orari, l’alibi, il movente… L’affidabilità delle testimonianze vacilla, i presunti dati di fatto vengono meno. Un lapidario “e se così non fosse?” va insinuandosi nelle menti ormai confuse dei presenti. Ci vuole precisione, accidenti: ne va della vita di un giovane… Di tanto in tanto la superficie velata antistante la scena si oscura; appaiono nuvole in movimento, visioni urbane notturne che lasciano intravedere solo il luminoso orologio da parete nel suo monotono e inesorabile girotondo… I giurati litigano, urlano, cambiano idea, vanno in crisi. C’è chi sbraita spazientito e chi prende appunti; chi si attacca ai pregiudizi e chi si affida all’istinto. Non manca neppure qualche spunto comico distensivo. Ogni tanto i piani scenici si sdoppiano: una finestra sul fondo mostra, effetto tv, una parte del bagno retrostante, dove i sempre meno lucidi giurati sfilacciano il loro interminabile dibattito. E tra una ricostruzione e un ripensamento, mentre suggestivi flash cinematografici sottolineano pensieri e visualizzano immagini, i risultati delle votazioni si ribaltano progressivamente: 10 a 2; 9 a 3; 8 a 4; 7 a 5… Sul 6 a 6 la situazione sembra completamente impantanata. È notte, una pioggia scrosciante riga i vetri della finestra. Nella stanza cominciano a volare aeroplanini di carta, fogli, addirittura qualche sedia. Una tensione crescente incolla gli sguardi degli spettatori sulla scatola scenica, che sfrutta tutto l’intramontabile potere della famosa quarta parete teatrale, mai così efficace come in questo caso, coi personaggi spesso girati di spalle e la sensazione di sbirciare dal buco della serratura. La stanza si è ormai trasformata in una logorante camera di tortura delle coscienze individuali, in cui a essere processata, ormai, è la pena di morte stessa. Una colonna sonora da fiction, metallica e tesa, evidenzia l’angoscia. Il “ragionevole dubbio”, la responsabilità nei confronti di una vita umana, pesano come macigni sui poveri giurati stremati fisicamente e soprattutto psicologicamente. Alla fine l’incertezza si impadronirà anche dell’osso più duro, condizionato, nella sua ostinazione, dalla dolorosa esperienza personale di un rapporto difficile col figlio ventenne. E il tiepido sole dell’alba verrà a illuminare la travagliata epifania del giudizio definitivo: “12 su 12. Abbiamo il verdetto: non colpevole”… Lo spettacolo è patrocinato da Amnesty International, nota organizzazione per i diritti umani da anni impegnata nella campagna contro la pena capitale. Da Amnesty viene l’incisiva testimonianza proiettata in chiusura, ciliegina sulla torta del bellissimo allestimento: Nessuno, tantomeno lo Stato, ha il diritto di disporre della vita di un uomo. “Uccidere chi ha ucciso non ci riporta indietro i nostri cari” (un parente di una delle vittime del genocidio di Ruanda, 1994). Al Teatro Mercadante fino a domenica 5 aprile. Da non perdere.

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Bob Geldof: Navi Pillay, alto commissario Onu per i diritti umani (Afp) «MA I PAESI POVERI?» - Anche l'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha affrontato il tema della povertà nel mondo e si è rammaricata dell'esclusione dei manifestanti e dei Paesi più poveri dal vertice del G20. Lo ha fatto da Ginevra, sede del Concilio per i diritti umani: «Non mi è sfuggito - ha detto - che le persone che dovrebbero essere al centro (dei dibattiti del G20) sono tutte in piazza e tenute a distanza dalla polizia: penso che sia anche l'immagine dell'esclusione». L'alto commissario ha inoltre espresso rammarico per il fatto che il vertice riunisca soltanto «alcuni stati, venti stati, mentre c'è un argomento per cui dovrebbero essere impegnati tutti gli stati visto che la crisi mondiale coinvolge tutti e dovrebbe colpire in modo particolare e più duro i Paesi in via di sviluppo e la gente povera». «Come alto commissario per i diritti umani - ha aggiunto -, direi che la politica finanziaria non dovrebbe sostenere le banche ma gli esseri umani, le cui preoccupazioni dovrebbero essere al centro dei dibattiti». Il vertice del G20, ha detto ancora, «dovrebbe concentrarsi immediatamente sulle preoccupazioni dei lavoratori e dei contadini poveri». stampa |

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Emarginazione sociale e pacifica convivenza I giovani si schierano (sezione: Diritti umani)

( da "Alto Adige" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Emarginazione sociale e pacifica convivenza I giovani si «schierano» BOLZANO. Nonostante la pioggia, ieri pomeriggio molti giovani sono scesi in piazza davanti al Consiglio provinciale per sostenere la manifestazione contro l'emarginazione sociale a favore di una pacifica convivenza, organizzata dalla federazione delle associazioni giovanili altoatesine SÜdtiroler Jugendring. «Si tratta di una manifestazione non violenta attraverso la quale vogliamo schierarci con decisione contro ogni forma di istigazione o discriminazione ai danni di stranieri, emarginati e minoranze», Spiega Kevin Hofer, membro del direttivo SJR. L'iniziativa prende spunto da una proposta del comitato Giovani dei gruppi etnici europei: «Certe "tendenze" che sono emerse negli ultimi tempi in Italia e nella nostra provincia ci hanno fatto riflettere molto e hanno convinto l'intero comitato che è venuto il momento di lanciare un segnale forte e chiaro: noi siamo per una società che non emargina nessuno» racconta Kathia Nocker, presidente del SJR. E aggiunge «Vogliamo far sentire la nostra voce. Da tempo ci battiamo per una società più "giusta", nella quale l'essere diverso o l'essere straniero venga considerato una ricchezza e non una minaccia, nella quale poter costruire un futuro dignitoso per tutti nel rispetto dei diritti umani, al di la della religione o della provenienza di ciascun individuo». Per l'occasione, nel piazzale antistante al Consiglio, è stato allestito un percorso informativo composto da una lunga galleria di pannelli in cartone che esponevano frasi dal significato profondo a favore della tolleranza e del rispetto dei diritti umani. Il SÜdtiroler Jugendring, composto attualmente da dieci associazioni giovanili - circa 30.000 membri - ha organizzato tutto ciò con l'intento di sensibilizzare la pubblica opinione al problema delle diseguaglianze sociali e delle discriminazioni che, purtroppo, anche in Alto Adige sono sempre più frequenti. Le organizzazioni che ne fanno parte si impegnano a favore di una società ispirata alla reciproca comprensione, che sappia e voglia costruire un futuro fondato sulla dignità della persona e sulla realizzazione dei diritti umani. Questa manifestazione è stata, inoltre, un appello diretto a tutti i mass media senza eccezione. «Abbiamo bisogno di giornali, radio e Tv che con i loro messaggi e le loro esternazioni uniscano e non dividano, promuovendo la conoscenza reciproca tra le diverse culture», sottolinea ancora Kevin Hofer. «Troppo spesso - è la conclusione - passano in televisione messaggi di terrore e violenza che aumentano inevitabilmente la diffidenza e la paura verso il "diverso"». (m.p.)

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Sottoscriviamo il manifesto "Liberi per vivere" (sezione: Diritti umani)

( da "Libertà" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Sottoscriviamo il manifesto "Liberi per vivere" Anche il Forum delle Associazioni familiari di Piacenza - che si è riunito con il suo Consiglio Direttivo nei giorni scorsi - sottoscrive il Manifesto "Liberi per Vivere", promosso dall'Associazione Scienza&Vita, dal Forum nazionale delle Famiglie e da Retinopera per sensibilizzare le coscienze sul tema della fine della vita. Oltre alle tre reti promotrici, hanno già aderito: Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, Acli, Mcl, Movimento per la Vita, Rinnovamento nello Spirito, Cammino Neocatecumenale, Comunità di Sant'Egidio, Coldiretti, Famiglie nuove, Ugci, Acos, Amci, Aris, Cnal, Cif, Confederazionale nazionale Consultori d'ispirazione cristiana, Copercom, Fuci, Meic, Unitalsi, Age, Agesc, Csi, Ucfi, Icra, Confederazione Nazionale Misericordie, Vivere In, Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, Ucid. L'appello di associazioni e movimenti cattolici è un richiamo alla difesa della dignità della vita e all'umanizzazione dell'assistenza, proprio mentre i parlamentari italiani sono impegnati a votare una legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento. Proponiamo alla riflessione di tutti il testo del Manifesto "Liberi per vivere. Amare la vita, fino alla fine". L'uomo è per la vita. Tutto in noi spinge verso la vita, condizione indispensabile per amare, sperare e godere della libertà. Il dramma della sofferenza e la paura della morte non possono oscurare questa evidenza. Chi sta male, infatti, chiede soprattutto di non essere lasciato solo, di essere curato e accudito con benevolenza, di essere amato fino alla fine. Anche in situazioni drammatiche, chiedere la morte è sempre l'espressione di un bisogno estremo d'amore; solo uno sguardo parziale può interpretare il disagio dei malati e dei disabili come un rifiuto della vita. Persino nelle condizioni più gravi ciò che la persona trasmette in termini affettivi, simbolici, spirituali ha una straordinaria importanza e tocca le corde più profonde del cuore umano. Certo, la possibilità di levar la mano contro di sé, di rinunciare intenzionalmente a vivere, c'è sempre stata nella storia dell'umanità; ma in nessun popolo è esistita la pretesa che questa tragica possibilità fosse elevata al rango di diritto, di un "diritto di morire", che il singolo potesse rivendicare come proprio nei confronti della società. La persona umana, del resto, si sviluppa in una fitta rete di relazioni personali che contribuiscono a costruire la sua identità unica e la sua irripetibile biografia. Troncare tale rete è un'ingiustizia verso tutti e un danno per tutti. Teorizzare la morte come "diritto di libertà" finisce inevitabilmente per ferire la libertà degli altri e ancor più il senso della comunità umana. Per chi crede, poi, la vita è un dono di Dio che precede ogni altro suo dono e supera l'esistenza umana; come tale non è disponibile, e va custodito fino alla fine. Esistono malattie inguaribili, ma non esistono malattie incurabili: la condivisione della fragilità restituisce a chi soffre la fiducia e il coraggio a chi si prende cura dei sofferenti. La vera libertà per tutti, credenti e non credenti, è quella di scegliere a favore della vita, perché solo così è possibile costruire il vero bene delle persone e della società. Per questo sentiamo di dover dire con chiarezza tre grandi SÌ: Sì alla vita Sì alla medicina palliativa Sì ad accrescere e umanizzare l'assistenza ai malati e agli anziani e tre grandi NO No all'eutanasia No all'accanimento terapeutico No all'abbandono di chi è più fragile. Come cittadini sappiamo che la nostra Costituzione difende i diritti umani non già come principi astratti, ma come il presupposto concreto della nostra vita che è nello stesso tempo fisica e psichica, privata e pubblica. Mai come oggi la civiltà si misura dalla cura che, senza differenze tra persone, viene riservata a quanti sono anziani, malati o non autosufficienti. Occorre in ogni modo evitare di aggiungere pena a pena, ma anche insicurezza ad insicurezza. Chiediamo che le persone più deboli siano efficacemente aiutate a vivere e non a morire, a vivere con dignità, non a morire per falsa pietà. Solo amando la vita di ciascuno fino alla fine c'è speranza di futuro per tutti. Il Consiglio Direttivo del Forum delle Associazioni familiari di Piacenza 03/04/2009

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Due associazioni di volontariato pronte a crescere (sezione: Diritti umani)

( da "Cittadino, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Due associazioni di volontariato pronte a crescere n Due nuove associazioni di volontariato entrano a far parte del già cospicuo elenco municipale delle associazioni che operano in territorio comunale di Casalpusterlengo, portando il numero complessivo a ben sessantacinque unità. Si tratta dell'associazione culturale "Viviamo la musica" che ha la sia sede sociale in via Fugazza ed è presieduta da Viviana Carniti e dell'associazione sportiva tennis club "Trenta pari" guidata da Davide Lorenzo Cavalloni, che ha la propria sede presso gli impianti tennistici del centro sportivo comunale della Ducatona. L'elenco completo delle associazioni e gruppi di volontariato comunali suddiviso per settori di attività vede due associazioni nel settore tutela ambientale, 10 associazioni per le attività culturali, ben 38 per le attività sportive e ricreative, otto sodalizi a carattere socio assistenziale e altre 15 associazioni nel settore impegno civico, tutela e promozione dei diritti umani. Da segnalare invece lo scioglimento per cessata attività del Circolo damistico Casalpusterlengo e, sempre per restare in tema di associazioni di volontariato, la concessione da parte del comune di Casale dei locali presso il centro sociale Insieme di piazza della Repubblica al "Gruppo auto mutuo aiuto per donne con esperienze di tumore al seno" coordinato da Elena Sudati che ha programmato una serie di incontri il lunedì dalle ore 20.30 alle 22.

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Voci dall'Iraq' per i diritti (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

FORLÌŒ CRONACA pag. 16 Voci dall'Iraq' per i diritti INCONTRO STASERA alle 21 al Centro per la pace di via Andrelini 59 si terrà l'incontro «Voci dall'Iraq» con la partecipazione di Ahmed Musawi dell'Osservatorio iracheno per i diritti umani e di Amar Hamed, iracheno residente a Forlì. Seguirà un incontro con le scuole domani alle 11 al liceo classico nell'ambito dello Huma right festival'.

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I veri eroi non usano le armi (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Prato)" del 03-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nazione, La (Prato))

Argomenti: Diritti umani

CAMPIONATO GIORNALISMO pag. 14 I veri eroi non usano le armi IL PUNTO LA STORIA è costellata di personaggi più o meno noti che si sono distinti per una vera, tenace passione civile e politica espressa senza ricorrere alle armi. Immediatamente affiora il nome di Gandhi, il mahatma indiano, teorico della non violenza, che praticò la resistenza passiva nei confronti del governo britannico, avviando una lunga ma vittoriosa battaglia per l'indipendenza del suo paese. Meno conosciuto il gesto coraggioso di Rosa Parks che, nel 1955, diede il via al movimento per i diritti civili negli Usa quando decise di sedersi, sull'autobus, in un posto riservato ai bianchi, pagando con la prigione quell' atto dimostrativo. "Campioni" sono stati certamente tutti i premi Nobel per la pace; qui ne ricordiamo solo alcuni, da Nelson Mandela (1993), leader del no all'apartheid in Sudafrica, segregato e incarcerato per 27 anni, divenuto poi presidente del suo paese, a Shirin Ebadi, iraniana, prima donna musulmana insignita del premio nel 2003, per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e a favore della democrazia, a Wangari Maathai, keniota, prima donna africana a ricevere questo importante riconoscimento nel 2004 per aver condotto una lunga battaglia contro la povertà della sua terra. Quest'ultima, ecologista convinta, è stata più volte imprigionata. L' Organizzazione non governativa da lei fondata, il Green Belt Movement, ha impedito la deforestazione voluta da governi corrotti e piantato trenta milioni di alberi in diverse zone africane. Nel discorso di ringraziamento ha voluto riprendere le parole di Gandhi: "La mia vita è il mio messaggio".

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Fini ai promotori della campagna contro il razzismo Vi appoggio (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Fini ai promotori della campagna contro il razzismo «Vi appoggio» «Le dinamiche migratorie del tempo recente hanno di certo posto sfide di grande complessità che la politica, le istituzioni e i cittadini devono saper raccogliere e gestire. I germi del pregiudizio e del sospetto verso l'altro, che si diffondono nella società e che sono spesso alimentati dall'ignoranza e dalla superficialità, costituiscono un allarmante e pericoloso sintomo che va combattuto con determinazione». È quanto dice il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un messaggio al comitato promotore della campagna «Non aver paura, apriti agli altri, apri ai diritti» (Cgil, Unhcr e altre 27 organizzazioni e organismi, da Amnesty a S. Egidio) che aggiunge: «In occasione della vostra campagna desidero esprimere il mio plauso per questa significativa iniziativa volta a promuovere la cultura dei diritti umani contro ogni forma di xenofobia e di intolleranza. L'importanza dei soggetti organizzatori, a cominciare dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.. è il primo inequivocabile segno del valore e della rilevanza del vostro progetto, il cui obiettivo è quello di educare i cittadini ad adottare un atteggiamento, nei confronti di coloro che provengono da un paese straniero, nel segno dell'accoglienza e della tutela dei diritti». I promotori della campagna Non aver paura, apriti agli altri, apri ai diritti considerano «molto importanti» le parole di Fini che - dicono - costituiscono «un'ulteriore conferma della necessità di un impegno della società civile per contrastare ogni forma di razzismo».

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lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 13 - Attualità Lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica LONDRA. La clinica svizzera 'Dignitas' ha annunciato che aiuterà a morire una donna sana che vuole spegnersi accanto al marito, malato terminale. La notizia, dopo quella della ricca coppia britannica aiutata a morire nella stessa clinica, è destinata ad aprire nuove polemiche sull'eutanasia. Secondo il fondatore della clinica, Ludwig Minelli, il suicidio assistito è una «meravigliosa opportunità» che non dovrebbe essere negata alle persone malate allo stadio terminale o con gravi menomazioni fisiche. La clinica, che ha sede in un appartamento a Zurigo, sostiene di aver già assistito al suicidio oltre un migliaio di cittadini britannici. La coppia di coniugi canadesi si è già congedata da parenti e amici. «Il marito è malato», ha raccontato Minelli al 'Times', «la sua compagna è sana, ma mi disse qui, nel mio studio: se mio marito se ne va, me ne voglio andare insieme lui». Minnelli ha 76 anni ed è un ex-giornalista ed avvocato a tutela dei diritti umani. Alcune delle persone aiutate a morire nella clinica svizzera erano pazienti psichiatrici. Tra gli altri che hanno cercato la 'dolce morte' tra le mura della clinica - oltre a Peter Duff e sua moglie Penelope, entrambi malati di cancro allo stadio terminale - anche Daniel James, 23 anni, promessa del rugby britannico, rimasto paralizzato in un incidente di gioco: non era malato terminale, ma i genitori dissero che era deciso a farla finita.

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FESTA africana stasera al Madamadorè, in collaborazione con la cooperativa Equamente, in viale ... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

VETRINA GIORNO & NOTTE pag. 10 FESTA africana stasera al Madamadorè, in collaborazione con la cooperativa Equamente, in viale ... FESTA africana stasera al Madamadorè, in collaborazione con la cooperativa Equamente, in viale Spazzoli 52. Alle 19.30 degustazione equa e solidale, alle 21.30 incontro con Michele Dotti, sui diritti umani in Africa, mezz'ora dopo suoneranno gli Shatadoo, ensemble che mescola ritmi indiani, senegalesi e australiani suonando anche le conchiglie. Alle 23 danze e percussioni a cura della Casa del cuculo. Ingresso 5 euro.

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Mille guerre da guardare per non dimenticare (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

FORLI' SPETTACOLI pag. 11 Mille guerre da guardare per non dimenticare CINEMA DIRITTI UMANI' UN'ALTRA giornata ricca di iniziative al festival Human rights nights', cinema, musica e poesia. Questi gli appuntamenti del pomeriggio: alle 14.30, presso l'aula magna in via Oberdan 2, verrà proiettato A Jihad for love', di Parvez Sharma, dedicato al rapporto fra islam e omossesualità. Alle 18.30, nell'aula Mattarelli' della facoltà di Economia in piazzale della Vittoria, ecco Enjoy poverty, episode 3', di Renzo Martens, dove il regista documenta la lotta contro la povertà e il Congo successiva alla guerra civile. Alle 21.30, alla sala San Luigi di via Luigi Nanni 12, in cartellone c'è The hurt locker' (nella foto) di Kathryn Bigelow, ritratto di una manciata di soldati che disinnescano le bombe in periodo di guerra. In mattinata, alle 9.30 all'aula magna di via Oberdan 2, verrà proiettato Russia 88' di Pavel Bardin, a mezzogiorno verrà presentato il libro Quanto vale un uomo' di Evrosinja Kersnovaskaja. Programma completo www.humanrightsnights.org.

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lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica (sezione: Diritti umani)

( da "Centro, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 9 - Attualità Lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica LONDRA. La clinica svizzera 'Dignitas' ha annunciato che aiuterà a morire una donna sana che vuole spegnersi accanto al marito, malato terminale. La notizia, dopo quella della ricca coppia britannica aiutata a morire nella stessa clinica, è destinata ad aprire nuove polemiche sull'eutanasia. Secondo il fondatore della clinica, Ludwig Minelli, il suicidio assistito è una «meravigliosa opportunità» che non dovrebbe essere negata alle persone malate allo stadio terminale o con gravi menomazioni fisiche. La clinica, che ha sede in un appartamento a Zurigo, sostiene di aver già assistito al suicidio oltre un migliaio di cittadini britannici. La coppia di coniugi canadesi si è già congedata da parenti e amici. «Il marito è malato», ha raccontato Minelli al 'Times', «la sua compagna è sana, ma mi disse qui, nel mio studio: se mio marito se ne va, me ne voglio andare insieme lui». Minnelli ha 76 anni ed è un ex-giornalista ed avvocato a tutela dei diritti umani. Alcune delle persone aiutate a morire nella clinica svizzera erano pazienti psichiatrici. Tra gli altri che hanno cercato la 'dolce morte' tra le mura della clinica - oltre a Peter Duff e sua moglie Penelope, entrambi malati di cancro allo stadio terminale - anche Daniel James, 23 anni, promessa del rugby britannico, rimasto paralizzato in un incidente di gioco: non era malato terminale, ma i genitori dissero che era deciso a farla finita.

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lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 6 - Altre Lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica LONDRA. La clinica svizzera 'Dignitas' ha annunciato che aiuterà a morire una donna sana che vuole spegnersi accanto al marito, malato terminale. La notizia, dopo quella della ricca coppia britannica aiutata a morire nella stessa clinica, è destinata ad aprire nuove polemiche sull'eutanasia. Secondo il fondatore della clinica, Ludwig Minelli, il suicidio assistito è una «meravigliosa opportunità» che non dovrebbe essere negata alle persone malate allo stadio terminale o con gravi menomazioni fisiche. La clinica, che ha sede in un appartamento a Zurigo, sostiene di aver già assistito al suicidio oltre un migliaio di cittadini britannici. La coppia di coniugi canadesi si è già congedata da parenti e amici. «Il marito è malato», ha raccontato Minelli al 'Times', «la sua compagna è sana, ma mi disse qui, nel mio studio: se mio marito se ne va, me ne voglio andare insieme lui». Minnelli ha 76 anni ed è un ex-giornalista ed avvocato a tutela dei diritti umani. Alcune delle persone aiutate a morire nella clinica svizzera erano pazienti psichiatrici. Tra gli altri che hanno cercato la 'dolce morte' tra le mura della clinica - oltre a Peter Duff e sua moglie Penelope, entrambi malati di cancro allo stadio terminale - anche Daniel James, 23 anni, promessa del rugby britannico, rimasto paralizzato in un incidente di gioco: non era malato terminale, ma i genitori dissero che era deciso a farla finita.

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Amnesty a Parigi: poliziotti protetti (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-03 - pag: 10 autore: Diritti. La Francia respinge le accuse Amnesty a Parigi: poliziotti protetti Leonardo Martinelli PARIGI La Francia, patria dei diritti dell'uomo o Statodipolizia? Un rapporto reso pubblico ieri da Amnesty International punta il dito su Parigi,criticando l'impunità di cui beneficiano spesso le forze dell'ordine nel caso di "sbavature".L'Ong ha creato addirittura un sito (www.amnesty. fr/_info/rapport_france) dove poter consultare il testo che sta scatenando reazioni contrastanti, di indignazione in molti casi, ma pure di difesa della polizia, almeno da parte del Governo. «In Francia le forze dell'ordine si sentono al di sopra delle leggi», è scritto nel rapporto di Amnesty. Che spiega nel dettaglio le sue critiche, basate su numerose testimonianze: «I ricorsi per le violazioni dei diritti umani da parte della polizia spesso non sono seguite da inchieste effettive: vengono semplicemente archiviati ». Nel 2005 furono 663 i ricorsi di questo tipo, ma solo sedici hanno portato alla radiazione dei poliziotti coinvolti.L'anno seguente furono appena otto su 639. Già nel 2005 Amnesty pubblicò un rapporto che criticò la Francia per le stesse ragioni, «ma rispetto ad allora - si legge nel nuovo documento - si sta accentuando sempre più un fenomeno preoccupante: le persone che protestano o che tentano di intervenire, quando sono testimoni di aggressioni da parte della polizia, sono a loro volta accusate di oltraggio o ribellione nei confronti di un pubblico ufficiale. O in altri casi le vittime sono oggetto di procedure per diffamazione». Le reazioni al rapporto non si sono fatte attendere. «Smentisco formalmente queste accuse », ha dichiarato Guillaume Didier, portavoce del ministero della Giustizia, aggiungendo che «nei confronti delle violenze perpetrate dalle forze dell'ordine esiste una tolleranza zero ». «Non c'è nessun poliziotto al di sopra delle leggi», si legge in un comunicato del ministero dell'Interno. Per l'Unsa, il principale sindacato della polizia, «il nostro corpo è quello più controllato fra tutte le amministrazioni repubblicane ». Ma ieri radio e televisioni hanno dedicato ampio spazio alle numerose testimonianze dei cittadini, soprattutto di chi, da vittima di sbavature, si è ritrovato sul capo una condanna per oltraggio a pubblico ufficiale. Quanto ai casi di interventi finiti male, è particolarmente noto quello di Hakim Ajimi, un giovane fermato il 9 maggio 2008 dalla polizia a Grasse e morto asfissiato, dopo essere stato immobilizzato da due poliziotti (uno gli aveva appoggiato il ginocchio sulla schiena, mentre l'altro gli bloccava il collo). I due rappresentanti delle forze dell'ordine non sono stati ancora incriminati, malgrado le proteste della famiglia di Ajimi. Intanto è in fase di preparazione una nuova legge che intende limitare il fenomeno delle bande violente organizzate, particolarmente presenti nella periferia di Parigi. Una di queste gang, il mese scorso, è entrata nel liceo di Gagny picchiando professori e studenti. Due giorni fa Sarkozy ha promesso il pugno di ferro. Ieri il quotidiano Le Figaro ha pubblicato alcune indiscrezioni sulla legge, in fase di preparazione da parte di un gruppo di deputati dell'Ump, il partito del presidente. La partecipazione a una di queste bande sarà punita con una reclusione fino a tre anni di carcere più una multa fino a 45mila euro, anche se l'inquisito non sarà trovato con un'arma addosso. Nel caso di assalto a una scuola, si potrà arrivare fino a sette anni di prigione più 100mila euro di ammenda. Le polemiche sul progetto, giudicato da molti eccessivo, sono già assai vivaci. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL RAPPORTO Secondo l'Ong le forze dell'ordine si sentono al di sopra della legge, e ai ricorsi per gli eccessi non viene quasi mai dato seguito

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Cittadinanza onoraria per il soldato Gilad Shalit (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Roma data: 03/04/2009 - pag: 5 Aula Giulio Cesare Cittadinanza onoraria per il soldato Gilad Shalit Iniziato con il ricordo di Papa Wojtyla (dopo il minuto di silenzio chiesto dal presidente dell'aula Giulio Cesare Marco Pomarici c'è stato anche un lungo applauso) il capogruppo del Pdl Dario Rossin ha chiesto la cittadinanza onoraria per Gilad Shalit: «A più di tre anni dal rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit - ha spiegato Dario Rossin - sequestrato dalla guerriglia di Hamas in territorio israeliano il 25 giugno 2006 non hanno notizie nè la famiglia, nè le organizzazioni umanitarie che operano nella regione. Facciamo nostro l'appello per la sua liberazione del giovane Gilad Shalit, richiamando la mozione approvata il 19 gennaio scorso, in cui si richiedeva al Governo italiano di adoperarsi per il rilascio del soldato israeliano ostaggio di Hamas. Per tutte queste motivazioni, e perché la Capitale per sua vocazione città del rispetto dei diritti umani e di coabitazione pacifica tra i popoli, ho presentato in consiglio comunale una mozione con la quale chiedo il conferimento della cittadinanza onoraria della città di Roma per Gilad Shalit, con l'auspicio di una sua veloce liberazione». «Non siamo contrari - afferma il capogruppo del Pd Umberto Marroni - ma riteniamo giusto che ci sia un maggiore equilibrio in queste vicende».

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FIGLIE DI UN DIO MINORE (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

FIGLIE DI UN DIO MINORE UN FUTURO «AFGHANO» PER LE DONNE IRACHENE La condizione drammatica delle donne nel paese dilaniato da guerre, occupazione, leggi tribali e interpretazioni religiose fondamentaliste. La lotta per l'abolizione dell'articolo della costituzione che potrebbe sostituire il codice di famiglia progressista con la sharia Giuliana Sgrena Le donne irachene rischiano di vedersi imporre una legge come quella che è appena stata firmata dal presidente Karzai in Afghanistan e che, tra l'altro, legalizza lo stupro in famiglia. Le donne irachene lo sanno bene. Ad insinuare pesantemente il loro futuro è l'articolo 41 della costituzione, di cui chiedono l'abolizione. L'articolo in questione, legalizzando tutte le pratiche religiose, apre la strada alla regolazione delle questioni personali (codice della famiglia) sulla base dell'appartenenza confessionale. In questo modo verrebbe vanificata la parità dei sessi prevista dalla costituzione. Peraltro, essendo molte delle famiglie irachene miste sia dal punto di vista confessionale che etnico, è facile prevedere che in caso di conflitto prevarrebbe l'appartenenza religiosa del marito. La «confessionalizzazione» del diritto di famiglia prevista dall'articolo 41 abolirebbe il codice della famiglia in vigore dal 1959, uno dei più progressisti del mondo musulmano, frutto delle lotte delle donne irachene degli anni 50. Certo è un codice che non soddisfa le richieste delle donne, soprattutto dopo le modifiche introdotte negli ultimi anni dal regime di Saddam (come il divieto delle donne di andare all'estero da sole), ma si tratta di un buon punto di partenza. L'adozione delle pratiche religiose e tribali più conservatrici condannerebbe le donne alla rinuncia dei loro diritti e la società civile irachena ad accettare una divisione etnico-confessionale. Nonostante gli scontri religiosi ed etnici provocati, secondo diversi esponenti della società civile irachena, da «pressioni politiche» interne ed esterne che negli ultimi anni hanno cercato di favorire la divisione, «l'Iraq è uno», sostengono. Il rifiuto della spartizione dell'Iraq è stato ribadito da diversi esponenti di associazioni (sindacalisti, attivisti dei diritti umani, donne, studenti) che hanno partecipato dal 25 al 30 marzo a Velletri alla Conferenza in solidarietà con la società civile irachena. All'incontro organizzato da «Un ponte per» erano presenti anche ong asiatiche, europee e statunitensi. Se le insidie per il futuro delle donne irachene è rappresentato dall'articolo 41, il presente non è certo meno drammatico. «Quando una società attraversa una crisi la prima vittima è la donna. Le guerre che si sono succedute e che hanno coinvolto l'Iraq dall'80 ad oggi hanno provocato un grande numero di vedove, orfani e dopo il 2003 la diffusione della violenza a sfondo etnico ha aggravato la situazione: ancora più morti, più vedove, più orfani e una situazione preoccupante a livello sociale ed economica», dice Fayza al Bayati della Iraqi turkmen women's society. Fayza vive a Kirkuk, una delle zone più turbolente in questo momento, il cui status non è ancora stato definito essendo la città rivendicata sia dai kurdi che dagli arabi. Fayza fa parte di quella minoranza turcomanna che subisce maggiori discriminazioni in questo momento, ma mette al primo posto le difficoltà che condivide con le donne di altre etnie. «Per effetto dell'uccisione dei maschi della famiglia le donne si trovano ad essere l'unico sostegno, spesso oltre a mantenere i propri figli, queste vedove devono farsi carico anche della famiglia del marito. E oltre a tutto questo la donna deve subire pesanti pressioni, violenze, pratiche tribali che erano state superate. Da tre anni le donne non guidano più la macchina, è stato vietato da alcuni gruppi. Sono stati diffusi volantini non firmati, potevano essere di al Qaeda, di gruppi religiosi o politici. Anche uscire senza velo è diventato pericoloso. Ovunque», conclude Fayza. «Le violenze contro le donne hanno anche delle specificità regionali, aggiunge Salama As Soghban di Justice women organization, ma paradossalmente questa situazione ha aiutato le donne. Costrette ad assumersi responsabilità, a sostenere la famiglia, le donne sono diventate molto più attive, autonome, hanno preso coscienza di essere in grado di risolvere i propri problemi e anche di assumere un ruolo di leadership». E qual è la realtà delle donne nel sud dell'Iraq, chiediamo a Salama che viene da Diwaniya. «Nel sud dell'Iraq continuiamo a subire le pressioni di sempre: l'imposizione del velo, matrimoni precoci e forzati, delitti d'onore. Mentre le mutilazioni genitali femminili al sud non sono diffuse come in Kurdistan. Le donne spesso, in passato, hanno avuto l'opportunità di studiare, ma questo non ha impedito loro di dover sottostare alle regole tribali. La nostra associazione lavora molto nelle zone rurali, dove la situazione è peggiore, e abbiamo trovato giovani insegnanti universitarie costrette a sposare cugini che non avevano studiato. Molto spesso per poter lavorare nelle zone rurali dobbiamo chiedere il permesso dei maschi - mariti, padri, fratelli o anziani - che ci permettono di sensibilizzare le donne sui loro problemi ma non di mettere in discussione il ruolo di comando dell'uomo». «La colpa non è solo dei capi tribali ma anche del governo iracheno che, per esempio, vuol rimettere in vigore una legge annullata nel 2003, secondo la quale la donna non può viaggiare se non è accompagnata dal marito, aggiunge Fayzia. Anche per poter lavorare le donne spesso devono chiedere il permesso al marito o al padre. Questo viene presentato come una protezione della donna ma in effetti è solo controllo». Quanto questa situazione è da attribuire a leggi in vigore e quanto a tradizioni tribali o leggi religiose? «Sicuramente assistiamo a un ritorno di vecchie pratiche tribali che non erano più in uso, ma la legge non fa nulla per combatterle: il delitto d'onore è una legge tribale ma per chi lo commette la legge prevede al massimo una pena di sei mesi. Vi è un'alleanza tra religione, usanze tribali e interpretazioni religiose che non vengono contrastate dalla legge». Il delitto d'onore, che esisteva anche prima dell'occupazione, dopo il 2003 ha subito una impennata. In tutto il paese. «Anche nel nord sono previste attenuanti per il delitto d'onore, ma occorre sottolineare che vengono riconosciute solo agli uomini. Inoltre, la pena non viene quasi mai scontata, quando una donna viene uccisa la sua morte viene archiviata come incidente o suicidio e su questo concordano le autorità politiche, religiose e giudiziarie», osserva Fayza. Ad aggravare la condizione delle donne è stata anche la costrizione ad abbandonare le proprie case e a rifugiarsi all'estero o nei campi profughi all'interno del paese, abbandonando scuola e lavoro. E come sempre succede nei campi profughi la violenza è molto diffusa. «Da quando abbiamo concentrato la nostra attività sulla violenza contro le donne abbiamo scoperto un mondo fino ad allora sconosciuto, racconta Salama. Abbiamo deciso di andare a verificare la situazione e raccontarla attraverso storie di cui non si parla mai: di violenze, uccisioni, stupri che la società nasconde. In un campo profughi a Baghdad abbiamo scoperto un ragazzo che ha ucciso una sorella e ha ferito l'altra solo perché qualcuno aveva detto di averle viste in atteggiamento sospetto. Il fratello naturalmente gira libero». Che cosa si può fare per evitare i delitti d'onore e aiutare le donne che subiscono violenze? «Stiamo premendo sul governo perché vengano varate delle leggi a protezione delle donne. Nello stesso tempo stiamo cercando di costruire delle case-rifugio per ospitare donne che hanno subito violenza o che sono minacciate e anche per le donne che escono dal carcere e hanno bisogno di un aiuto per il loro reinserimento sociale», sostiene Salama. Il problema è la mancanza di risorse, quindi una solidarietà internazionale potrebbe essere di grande aiuto. Ma il ruolo delle donne va oltre la denuncia delle violenze che subiscono e la solidarietà, il superamento delle divisioni etnico-confessionali fa parte della loro pratica quotidiana. «La nostra associazione di donne turcomanne lavora con le donne arabe e kurde per promuovere la pace a Kirkuk, perché le donne possono essere un fattore di pacificazione lottando contro la cultura della violenza», conclude Fayza al Bayati.

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ancora in friuli la moglie del presunto terrorista: espulsa, ha fatto ricorso (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 5 - Udine Ancora in Friuli la moglie del presunto terrorista: espulsa, ha fatto ricorso L'inchiesta Non ci sta la moglie di Miri Sghaier - il 34enne tunisino residente a San Giovanni al Natisone che giorni fa è stato rimpatriato per motivi di sicurezza nell'ambito della prevenzione del terrorismo perchè sospettato di legami con Al Qaeda - a vedersi revocare il permesso di soggiorno e ad essere quindi costretta ad andare via dal Friuli. La donna, infatti, attraverso l'avvocato Vitto Claut ha presentato un ricorso al tribunale di Udine chiedendo l'annullamento della decisione del questore in base alla quale avrebbe dovuto abbandonare il Paese già giorni fa. Claut, nel ricorso, sottolinea che «la moglie di Sghaier non è coinvolta in alcuna indagine e, comunque, nemmeno nei confronti di lui sono state intraprese azioni penali». E che «poichè la responsabilità è personale, l'allontanamento non può essere "inflitto" anche alla signora, la quale in provincia può contare sul sostegno di diversi parenti». Inoltre il legale osserva che «l'amministrazione non ha considerato il pericolo che la signora correrebbe rientrando in Tunisia, Paese in cui - come testimoniano diverse organizzazioni internazionali - le persone sospettate di terrorismo vengono sottoposte a tortura».

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a 60 dalle convenzioni di ginevra convegno il palazzo dei vescovi (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 5 - Pistoia A 60 dalle convenzioni di Ginevra convegno il Palazzo dei Vescovi PISTOIA. Domani, nella Sala sinodale del Palazzo dei Vescovi, in piazza Duomo, a Pistoia, si svolgerà il convegno "A 60 anni dalle Convenzioni di Ginevra. Il diritto umanitario internazionale. Storia ed attualità", organizzato dalla Croce rossa Italiana (Comitato provinciale Pistoia e Comitato nazionale femminile. Le "quattro convenzioni di Ginevra" furono firmate il 12 agosto 1949 da una conferenza diplomatica, e sostituirono tutto il corpo giuridico preesistente in materia di Diritto internazionale umanitario ed introdussero per la prima volta l'impegno alla protezione dei civili coinvolti nei conflitti armati. Il convegno vuole essere un'occasione di riflessione sull'attualità delle Convenzioni di Ginevra, che sanciscono l'impegno da parte degli Stati firmatari a curare indistintamente amici e nemici, a rispettare l'essere umano, a vietare la tortura, i trattamenti disumani e gli atti violenti contro i nemici. Il Convegno avrà inizio alle ore 9,30. L'introduzione sarà di Elena Ciompi, responsabile Cnf del Comitato provinciale pistoiese. Quindi è in programma il saluto del Commissario del comitato provinciale, Giampiero Noli. Saranno inoltre presenti i vertici della Croce rossa italiana regionali. Relatori saranno il professor Paolo Vanni, Monica Degl'Innocenti e Monica Martinuzzi. Saranno presenti tanti studenti degli istituti superiori. Alle 11,30 avrà inizio il dibattito. La partecipazione è aperta a tutti.

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Il mondiale di calcio in Argentina sfondo alle "sparizioni di massa" (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ANTEPRIMA Il mondiale di calcio in Argentina sfondo alle "sparizioni di massa" Surf Film, Malkina, Duque Film e TorinoSette organizzano la sera di mercoledì 8 aprile all'Empire l'anteprima del film «Complici del silenzio» di Stefano Incerti. Appuntamento alle 20,30, ospite in sala l'attrice argentina Florencia Raggi. L'ingresso è a inviti, i biglietti vengono distribuiti alla sede de «La Stampa» in via Marenco 32 lunedì 6 aprile a partire dalle 17 (occorre presentare il coupon pubblicato qui sotto). La storia scritta dallo stesso regista (al suo attivo «L'uomo di vetro») e da Rocco Oppedisano è ambientata nell'Argentina del 1978, durante i Campionati Mondiali di Calcio, e racconta di Maurizio Gallo, giornalista sportivo italiano, e del suo fotoreporter Ugo che sbarcano a Buenos Aires come inviati al Mundial di Calcio del 1978. L'evento sportivo, su cui si stanno accendendo i riflettori di tutto il mondo, è l'occasione per la Giunta militare di Videla per far cadere nell'ombra le gravissime violazioni dei diritti umani che va perpetrando: abrogazione dei diritti costituzionali, sospensione delle attività politiche e di associazione, proibizione dei sindacati, dei giornali, sequestro di attivisti politici sociali e sindacalisti oltre che di alcuni guerriglieri, utilizzo della tortura come forma sistematica per estorcere informazioni e l'avvio dell'applicazione del metodo della sparizione di massa. Il protagonista è Alessio Boni («La meglio gioventù»), al suo fianco recitano Giuseppe Battiston e Florencia Raggi.

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TORINO: "LA STORIA IN SCENA" DA APRILE A GIUGNO IN CASTELLI E FORTEZZE (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 03 Aprile 2009 TORINO: “LA STORIA IN SCENA” DA APRILE A GIUGNO IN CASTELLI E FORTEZZE Entrare in un castello o varcare l’imponente soglia di un forte, accolti da attori in costume d’epoca che conducono in un “viaggio” indimenticabile attraverso il tempo e lo spazio, dal rigore del Medioevo al fasto dei Savoia. E’ la proposta dell’iniziativa “La storia in scena” per andare alla scoperta dei protagonisti delle epopee, degli avvenimenti politici e delle leggende delle nobili casate che vissero in Piemonte, lasciandovi beni di inestimabile valore: antichi castelli, esclusivi luoghi di svago per la villeggiatura ed imponenti forti edificati a difesa di assedi, lunghe guerre e battaglie sanguinose. Sono luoghi di invidiabile bellezza, che dominano dall’alto le colline, la pianura o le montagne, quelli che potranno essere scoperti con le “visite teatrali” organizzate dall’Atl “Turismo Torino e Provincia” in collaborazione con la compagnia teatrale C. A. S. T. E con alcuni dei più prestigiosi e rigorosi gruppi storici del territorio iscritti all’Albo istituito dalla Provincia: i Conti di Riparia, l’Ensemble Principio di Virtù, Porta Leonis Hjporegia, Nobiltà Sabauda 1861, La Cià del Ruset e Militaria 1848-1918. L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Provincia di Torino, per far conoscere castelli e forti che rappresentano preziose testimonianze da tutelare, valorizzare e far conoscere. La modalità della visita animata realizzata con il concorso di gruppi storici, permette inoltre di valorizzare il grande patrimonio di volontariato presente nel Torinese. Attori e figuranti in abiti d’epoca illustreranno la storia e le vicende curiose del castello o del forte dove la visita si svolge. Le visite teatrali si inaugurano domenica 5 aprile con il gruppo storico “I Conti di Riparia” presso il Castello di Rivara, un complesso di due edifici, realizzati fra il Xii e il Xiv secolo e trasformati nell´Ottocento. Il Castello Vecchio ricorda la sua origine medioevale, mentre il Castello Nuovo ha assunto un aspetto barocco. Oggi è sede di un centro d´arte contemporanea di livello europeo, dove espongono artisti di fama internazionale. Sabato 25 aprile sarà la volta del Castello di Mazzé, composto da due edifici: quello piccolo del Xiii secolo e quello grande ricostruito nel secolo scorso, al cui interno è ospitato il Museo Sotterraneo della Tortura, con una vasta collezione di oggetti e strumenti provenienti dalla Spagna e da tutta l´Europa. L’animazione sarà a cura del gruppo “Ensembleprincipio di Virtù”. Il Castello di Ivrea, accoglierà i suoi visitatori domenica 10 maggio con il gruppo storico “Porta Leonis Hjporegia”. L’imponente maniero dalle rosse torri, detto anche “Castello del Conte Verde”, fu fatto costruire da Amedeo Vi di Savoia nel 1358 come baluardo contro le invasioni dal nord attraverso la Val d´Aosta e come simbolo del potere sulle popolazioni del Canavese; nel tempo sarebbe diventato fortezza, residenza dei Savoia, e dal 1750 al 1970, carcere. Il Castello Cavour di Santena si potrà visitare domenica 24 maggio con il gruppo storico “Nobiltà Sabauda 1861”. Opera dell’architetto Francesco Gallo su committenza del conte Carlo Ottavio Benso di Cavour, fu costruito tra il 1712 e il 1720 sulle rovine di un antico maniero. Al secondo piano è conservata la camera da letto con mobili e cimeli provenienti dal palazzo di Torino, dove Camillo Benso morì il 6 giugno 1861. Nel parco si trova la cappella funeraria della famiglia dei Benso di Cavour dove, due giorni dopo la sua morte, fu sepolto il grande statista. Sabato 6 giugno la storia sarà in scena con il gruppo storico “La Cià del Ruset” al Castello Malgrà di Rivarolo Canavese, edificato da Martino di San Martino, signore di Rivarolo e Agliè. Durante i restauri di fine Ottocento e inizio Novecento, sono stati riportate alla luce le strutture medioevali. L’iniziativa si conclude domenica 21 giugno al Forte Bramafam di Bardonecchia, con il gruppo storico “Militaria 1848-1918”. Eretto sul costone omonimo al margine sud orientale della conca di Bardonecchia per difendere il traforo internazionale del Fréjus e la linea ferroviaria Torino-modane, il “Bramafam” può essere considerata la più grande opera fortificata di fine Ottocento sulle Alpi Cozie per estensione ed armamento. Le singole visite si svolgono alle 11,30, alle 15 e alle 16,30, tranne per il Castello Malgrà di Rivarolo e il Castello di Mazzè i cui orari sono 16, 18 e 21; quest’ultimo appuntamento al Castello di Mazzè (sabato 25 aprile) prevede la navetta gratuita da Torino. Il costo delle visite teatrali è di 5 Euro a persona; ridotto 4 Euro per i possessori di Torino+piemonte Card e Abbonamento Musei 2009, per i tour operator e gli agenti di viaggio; ridotto 3 Euro ridotto per i bambini fino a 12 anni. E per chi volesse regalarsi un fine settimana in occasione del 25 aprile, da non perdere lo speciale “Weekend al Castello”, con tariffe a partire da 69 Euro a persona per due pernottamenti con prima colazione, visita teatrale al Castello di Mazzè (con navetta gratuita da Torino), una Torino+piemonte Card 2 giorni ad adulto. Le visite possono essere prenotate tramite www. Turismotorino. Org/visite_guidate oppure di persona presso gli Iat di Turismo Torino e Provincia o telefonando allo 011. 535181, info. Torino@turismotorino. Org. Gruppi Storici Il Gruppo Storico I Conti di Riparia di Rivara rappresenta il periodo storico della fine del xv° secolo: gli anni dell’inquisizione e dell’abbruciamento delle “streghe”. Ne fanno parte anche i Tamburi Storici e gli Arceri della Rupe di Viana, oltre ai combattenti della Compagnia di Argad. Il Gruppo Storico Ensemble Principio di Virtù di Cascinette di Ivrea nasce come teatro per musica e narrazione contestuale, per diventare forma autonoma di intrattenimento cortese, proponendo concerti con il fine di diffondere la musica medievale. Il gruppo storico Porta Leonis Hjporegia di Ivrea costituitosi nel 2007 rappresenta con musiche, danze e teatro la vita degli antichi mercanti di Ivrea dell´anno 1350. Il Gruppo Storico Nobiltà Sabauda 1861 di Rivoli vuole rappresentare il costume di una società aristocratica in un particolare momento storico ed in particolari occasioni: i festeggiamenti dell’alta società a corte e nei vari palazzi nobiliari dove si poteva esprimere una raffinata eleganza e splendore mondano, seppur nella tipica compostezza “sabauda”. Il Gruppo Storico La Cià del Ruset di Oglianico nasce allo scopo di approfondire e valorizzare il patrimonio storico locale stimolando una più viva conoscenza della storia del territorio per promuovere le tradizioni locali e il recupero e conservazione dei manufatti legati ai mestieri tipici. Il Gruppo Storico Militaria 1848÷1918 di Torino affianca alla commemorazione dei corpi militari l´elemento borghesia attraverso la ricostruzione di momenti di vita sociale e culturale con un forte impegno nella ricostruzione storica della fine ´800, con particolare risalto per i 150 anni dell´Unità d´Italia. C. A. S. T. (Consulenza Animazione Spettacoli Teatrali) realizza iniziative, eventi e spettacoli per far conoscere ai visitatori i beni culturali in modo affabile e diretto. Attori-guida e altri artisti spiegano la storia, interpretano le qualità e mettono in scena gli eventi che riguardano luoghi, personaggi e oggetti esposti. Www. Turismotorino. Org/cittacharme . <<BACK

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SETTIMANA DIRITTI UMANI IN IRAQ. Per la settimana per i Diritti Umani in Iraq venerdì 3, in via... (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

SETTIMANA DIRITTI UMANI IN IRAQ. Per la settimana per i Diritti Umani in Iraq venerdì 3, in via Cialdini 4, alle 20,45 incontro con Martina Pignatti Mora (Un ponte per - Coordinatrice del Progetto Laonf), Ibrahim Ismaeel Ibrahim (coord. nazionale Laonf, project manager al centro Hiwar di al-Mesalla, Erbil), Salam Khalid Shihab al-Hamadani (coord. gruppo Laonf di Falluja, giornalista, membro Falluja Centre for Human Rights). Ingresso libero. CRITICAL DRINK SULLA FILIERA CORTA. Mondo Nuovo e Altraeconomia organizzano il primo critical drink dedicato all'agricoltura biologica e alle filiere corte venerdì 3 alle 18,30 alla bottega Altromercato di via XX Settembre 67 con Pietro Raitano, Francesca Federici, Ignazio Garau, Maria Luisa Schellino. A seguire aperitivo equosolidale. Contributo di 6 euro con in omaggio una copia di Altraeconomia. DISPIEGA LE ALI CONTRO OGNI BARRIERA. Da venerdì 3 a domenica 5 torna la quinta giornata nazionale promossa dall'Unione Italiana Lotta contro la Distrofia Muscolare «Dispiega le mie ali, contro ogni barriera»: in oltre 500 piazze italiane i volontari distribuiranno, in cambio di un'offerta minima di 5 euro, la farfallina Aurora ripiena di ovetti di cioccolato. A Torino i volontari si troveranno in via Livorno 51, in piazza Castello, in via Nizza 262, in piazza San Carlo sotto i portici, alle Gru in via Crea 10 a Grugliasco e a Nichelino in via Cacciatori 111 davanti al supermercato Carrefour. Si possono donare 2 euro mandando un sms fino al 5 aprile al numero 48548. Info: www.uildm.org ASTA BENEFICA AL PARCO COMMERCIALE DORA. Il 3 e il 4 aprile il Parco Commerciale Dora di via Livorno invita ad un doppio evento di festa e solidarietà. Abili pasticcieri saranno a disposizione per decorare le uova di cioccolata. A partire dalle ore 17 di sabato 4 aprile si svolgerà poi un'asta benefica con protagoniste grandi uova di Pasqua decorate a mano. Inoltre, sabato 11 aprile dalle ore 17 rottura e degustazione del maxi uovo di cioccolata. Il ricavato delle offerte raccolte nelle due giornate verrà devoluto al Comitato per il Telefono Azzurro di Torino. DAME MISSIONARIE DELLA CONSOLATA. Sabato 4 e domenica 5, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18 al castello di piazza Parrocchia di Alpignano il gruppo Dame missionarie della Consolata organizzano una mostra di solidarietà a favore della creazione di pozzi, acquisto animali da cortile nei luoghi delle missioni. SETTIMO TORINESE. Domenica 5 aprile, presso l'area mercatale di via Castiglione, si tiene «Affari d'oro» la 7ª edizione del mercatino dell'usato. La manifestazione è organizzata dalla collaborazione di tutte le componenti la Cri, Comitato Locale di Settimo Torinese, e dura dalle 8,30 alle 19. Alle ore 16,30 distribuzione di tè e biscotti per tutti i visitatori. VENDITA BENEFICA PER L'ADISCO. Sino all'11 aprile all'interno del negozio San Carlo, in piazza San Carlo 169, tempio dell'eleganza torinese, è allestito un gazebo in cui vengono venduti dolci (uova, colombe, cioccolato, delle migliori produzioni torinesi, tra cui Gobino e Gerla), abbigliamento raffinato per bambini, fiori, candele e altre curiosità. Il ricavato sarà devoluto alle attività dell'Adisco, l'Associazione donatrici italiane di sangue del cordone ombelicale. Orario 10-19, chiuso lunedì. ADOZIONI DIFFICILI. Sabato 4, ore 17, al centro di solidarietà di via Brunetta 11/h si tiene l'incontro promosso dall'associazione Famiglie per l'accoglienza sul tema «Chi è il bambino che adotterò. Storie di adozioni difficili» con la dottoressa Maria Grazia Pecorari. Info 334/15.38.403. IL RAZZISMO DENTRO DI NOI. Domenica 5, dalle 10 alle 17, ad Albugnano a Cascina Penseglio incontro con Monica Lanfranco, formatrice su «Il razzismo dentro di noi, le radici personali del sessismo, della diffidenza e della discriminazione». Pranzo comunitario in cascina, prenotazioni obbligatorie 011/799.20.841. TALASSEMICI E PAZIENTI. Domenica 5, alle 9 all'aula magna dell'ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano si apre la seconda giornata dedicata ai pazienti talassemici e drepanocitici del Piemonte su «Il punto sulla qualità di vita, parliamone con i pazienti». Segreteria organizzativa: 334/20057.12 da lunedì a venerdì dalle 9 alle 20. PALESTINA OGGI. Lunedì 6, alle 21, alla Biblioteca comunale di piazza 25 Aprile di Robassomero, incontro su «Palestina Oggi». Partecipano alla serata: Sami Hallac, del Comitato di Solidarietà col Popolo Palestinese di Torino; Paola Canarutto, della Rete Ebrei Contro l'Occupazione. Durante la conferenza saranno proiettate fotografie dei territori occupati. ENERGIA SOLARE TERMICA. Martedì 7, ore 21, al circolo cantiere sociale «Mario Contu» di Chivasso, in via Momo 38, incontro sull'energia solare termica e fotovoltaica con l'architetto Daniela Re della Rete per l'autocostruzione del solare termico. L'incontro è la prima di una serie di iniziative che il circolo chivassese vuole intraprendere per la diffusione delle energie rinnovabili. L'ingresso è libero. Info: cantieresociale@tiscali.it oppure 393/70.86.385.

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TERRA FUTURA (FIRENZE, FORTEZZA DA BASSO, DAL 29 AL 31 MAGGIO 2009). RESPONSABILITÀ, SOLIDARIETÀ ED EQUITÀ: ECCO LE TRE PAROLE CHIAVE PER VINCERE LA CRISI E GARANTIRE UN FUTURO E U (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 03 Aprile 2009 TERRA FUTURA (FIRENZE, FORTEZZA DA BASSO, DAL 29 AL 31 MAGGIO 2009). RESPONSABILITÀ, SOLIDARIETÀ ED EQUITÀ: ECCO LE TRE PAROLE CHIAVE PER VINCERE LA CRISI E GARANTIRE UN FUTURO E UNO SVILUPPO SOSTENIBILI PER L’UOMO, I POPOLI, IL PIANETA. Padova – Il termine “crisi” indica un momento di rottura che segna l’abbandono di un modo di essere o di agire per adottarne uno diverso: lo spartiacque fra un “prima” e un “dopo”. Un vero cambio di rotta come quello oggi richiesto dall’intero sistema, perché il momento che stiamo attraversando è critico sotto profilo economico-finanziario, ma anche ambientale e sociale. A dominare fino ad oggi, infatti, è stato un modello insostenibile, in alternativa al quale sono numerosi i progetti e le esperienze che hanno già iniziato a costruire il cambiamento possibile e necessario: per iniziativa della società civile organizzata, ma anche di singoli cittadini o di gruppi, di enti locali lungimiranti e responsabili, di imprese eticamente orientate. A farli conoscere e a valorizzarli è Terra Futura, la mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale, la cui sesta edizione si svolgerà a Firenze, sempre alla Fortezza da Basso, dal 29 al 31 maggio. L’evento - promosso e organizzato da Fondazione culturale Responsabilità Etica Onlus per conto del sistema Banca Etica (Banca Etica, Etica Sgr, Rivista “Valori”), Regione Toscana e Adescoop-agenzia dell’Economia Sociale s. C. , in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente e in collaborazione con Provincia di Firenze, Comune di Firenze e Firenze Fiera Spa e numerose altre realtà nazionali e internazionali- ha in questi anni segnalato i rischi e le vulnerabilità del sistema e denunciato le sperequazioni e le ingiustizie prodotte a più livelli. Ma ha mostrato, appunto, anche soluzioni alternative ed esperienze concrete già funzionanti: progetti, iniziative e idee che intanto sono cresciute, si sono evolute e rafforzate e che - se trasferite e adattate su scala macroeconomica - possono servire non solo per rispondere oggi alla crisi, ma anche per gettare le basi per una svolta durevole. Parte da qui la scelta del tema di fondo attorno al quale ruoterà l’edizione 2009: “Il tempo è opportuno: equità, solidarietà e responsabilità per uscire dalla crisi”, che è anche il titolo del position paper redatto dai promotori e partner della mostra convegno e presentato al World Social Forum di Belem lo scorso gennaio. Un invito che contiene le tre parole chiave sulle quali dovrà fondarsi la “nuova globalizzazione”, e allo stesso tempo sottolinea che la crisi di oggi è anche una grande occasione nelle nostre mani, nelle mani di tutti. Anche la prossima edizione di Terra Futura vedrà un programma culturale articolato e di alto livello, fra seminari, dibattiti e convegni con numerosi esperti e testimoni provenienti dal mondo della politica, dell’economia e della ricerca scientifica, ma anche dal terzo settore, la cultura e lo spettacolo. Non mancheranno poi workshop, laboratori e animazioni, per conoscere da vicino le pratiche di vita, di governo e d’impresa per costruire un futuro più equo e sostenibile. Protagonisti dell’ampia e articolata rassegna espositiva associazioni e realtà del non profit, enti locali e istituzioni, imprese, che presenteranno progetti ed esempi concreti di un vivere diverso: dalla tutela dell’ambiente alle energie alternative rinnovabili, dall’impegno per la pace alla cooperazione internazionale, dal rispetto dei diritti umani alla finanza etica, al commercio equo. Ben tredici sono le sezioni espositive: “Abitare naturale” (edilizia sostenibile), “Azioni globali” (intercultura, pace, diritti umani, volontariato e finanza etica), “Bio cibo&cose (agricoltura biologica, biodinamica, prodotti ecologici e tessile naturale), “Comunicare la sostenibilità” (media, editoria e comunicazione), “Eco-idea mobility” (mobilità sostenibile), “Equocommercio” (commercio equo e solidale), “Itinerari educativi per la sostenibilità” (educazione, orientamento, formazione e ricerca), “La terra dei piccoli” (progetti, prodotti e servizi per bambini e genitori), “Nuovenergie” (energie rinnovabili, risparmio energetico ed ecoefficienza), “Reti del buon governo” (reti associative e istituzionali), “Salute+benessere” (prevenzioni e medicine non convenzionali), “Turismo eco&responsabile (viaggi e vacanze sostenibili) e “Tutelambiente” (salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità, riciclo e riuso). Come sempre, tutti gli espositori, condividendo le finalità di Terra Futura, autocertificano le proprie “buone pratiche” nell’ambito dei beni comuni, della pace e della giustizia sociale, della tutela degli ecosistemi e dell’economia responsabile. Oltre 94. 000 i visitatori della scorsa edizione (maggio 2008), 220 gli appuntamenti culturali che hanno visto l’intervento di 850 relatori, 160 i laboratori e i momenti di animazione, 550 le aree espositive e 5. 000 gli enti rappresentati. Un evento che oggi più che mai si pone all’attenzione per la sua portata innovativa e la forte attualità delle sue proposte. Www. Terrafutura. It . <<BACK

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Lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica (sezione: Diritti umani)

( da "Provincia Pavese, La" del 03-04-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Diritti umani

Lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica LONDRA. La clinica svizzera 'Dignitas' ha annunciato che aiuterà a morire una donna sana che vuole spegnersi accanto al marito, malato terminale. La notizia, dopo quella della ricca coppia britannica aiutata a morire nella stessa clinica, è destinata ad aprire nuove polemiche sull'eutanasia. Secondo il fondatore della clinica, Ludwig Minelli, il suicidio assistito è una «meravigliosa opportunità» che non dovrebbe essere negata alle persone malate allo stadio terminale o con gravi menomazioni fisiche. La clinica, che ha sede in un appartamento a Zurigo, sostiene di aver già assistito al suicidio oltre un migliaio di cittadini britannici. La coppia di coniugi canadesi si è già congedata da parenti e amici. «Il marito è malato», ha raccontato Minelli al 'Times', «la sua compagna è sana, ma mi disse qui, nel mio studio: se mio marito se ne va, me ne voglio andare insieme lui». Minnelli ha 76 anni ed è un ex-giornalista ed avvocato a tutela dei diritti umani. Alcune delle persone aiutate a morire nella clinica svizzera erano pazienti psichiatrici. Tra gli altri che hanno cercato la 'dolce morte' tra le mura della clinica - oltre a Peter Duff e sua moglie Penelope, entrambi malati di cancro allo stadio terminale - anche Daniel James, 23 anni, promessa del rugby britannico, rimasto paralizzato in un incidente di gioco: non era malato terminale, ma i genitori dissero che era deciso a farla finita.

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l'inferno svelato dalle telecamere - carlo bonini (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 42 - Esteri Tre settimane in un braccio di massima sicurezza Un documentario firmato "National Geographic" L´inferno svelato dalle telecamere I militari negano le torture ma nei rapporti dell´Fbi si parla di sevizie subite dai detenuti Tradotto in 34 lingue, in Italia il filmato andrà in onda domenica sera CARLO BONINI Nulla potrà cancellare la galera di Guantanamo e la sua eredità. Neppure l´ordine esecutivo con cui, nel gennaio scorso, Barack Obama ne ha disposto la chiusura entro i primi mesi del 2010. E anche per questo, con la consapevolezza di un «obbligo verso la memoria», il National Geographic consegna alla Storia per immagini del nostro tempo un documentario di due ore - "Inside Guantanamo" - tradotto in 34 lingue, in onda in Italia domenica 5 aprile alle 21 su National Geographic Channel. Un diario di tre settimane trascorse nel braccio di massima sicurezza di uno dei sette campi della prigione per "unlawful enemy combatants". Un raggelante caleidoscopio di un universo di acciaio, cemento armato, filo spinato e lamenti in cui, oggi, continuano a languire 240 detenuti il cui destino resta incerto. In un montaggio asciutto e intenzionalmente didascalico, le immagini registrate a Guantanamo parlano con la voce e il volto di chi ne è stato e ne è oggi il guardiano e di chi ne è stato, fino a ieri, il prigioniero. Restituendo intatta la profondità dell´abisso culturale ed emotivo che, in questi sette anni, ha separato e continua a separare chi ha concepito ed è a guardia delle gabbie e chi in quelle gabbie è lasciato marcire. Un abisso tanto più cupo, perché presentato come figlio "legittimo" di un´alternativa del Diavolo che, agli occhi di una buona parte dell´America, continua ad apparire inestricabile. Quella tra diritto alla sicurezza e rispetto dei diritti civili. Parlano del Nemico e del proprio lavoro, gli uomini in alta uniforme. Forti di certezze incrollabili. «Nulla di quel che ho fatto in quest´isola mi farà vergognare di fronte ai miei figli», dice l´ammiraglio David Thomas, comandante della Joint Task Force Guantanamo, l´ufficiale che l´11 settembre del 2001 sopravvisse al rogo del Pentagono e la cui uniforme semi carbonizzata di quel giorno è conservata nella Smithsonian American History gallery. «Al Qaeda ha le sue cellule anche qui e impone ai singoli ruoli diversi, anche da prigionieri», chiosa il colonnello dell´esercito Bruce Vargo, responsabile dei bracci di detenzione. «Non abbiamo mai torturato nessuno», assicura Paul Rester, già capo del team della Defence Intelligence Agency, mentre in sovrimpressione scorre il dettaglio dei rapporti ormai desecretati del Fbi in cui si documenta cosa in quelle celle è accaduto («... Il prigioniero era incatenato da molte ore al pavimento, in posizione fetale... durante la notte si era letteralmente strappato i capelli dalla testa... «). Parlano con la sincerità e la semplicità di un dubbio che si è fatto prima tarlo esistenziale e poi ossessione morale, i "private", la truppa semplice. Dopo l´11 Settembre, gli era stata promessa una guerra contro i macellai delle Torri e del Pentagono. Si sono ritrovati consegnati a una routine da aguzzini. A giorni e notti di sguardi oltre uno spioncino di vetro corazzato, su spazi di 1 metro e 85 per 2 metri e 44, dove ciondolano o gridano impazziti uomini di cui non debbono conoscere il nome, ma solo la lettera e il numero che ne identifica la cella. Come il soldato Jane, 25 anni, gli occhiali tondi a incorniciare un volto che comunica la stessa ingenuità del suo accento del Sud. Quel Kentucky in cui è nata e in cui hanno smesso di comprenderla. A cominciare da sua sorella, attivista per i diritti umani. Dice «Ogni giorno percorro 19 chilometri a piedi, affacciandomi da una cella ad un´altra. E alla fine, so che non potrò raccontarlo in famiglia. E questo fa male». Nell´universo concentrazionario di Guantanamo non c´è redenzione. Odio e paura hanno seminato e continuano a seminare nuovo odio e nuova paura tra i musulmani. Gli ex prigionieri Moazzam Begg, anglo-pachistano, Abdul Salam Zaeef, ex ambasciatore talebano in Pakistan, Haji Rohullah Wakii, leader tribale afgano, lo raccontano con il rancore, a tratti persino stupefatto, di chi ancora non sa come e perché ha perso la libertà per un tempo infinito e come e perché, altrettanto inopinatamente, l´ha riacquistata una mattina in cui la cella si è aperta e un soldato ha annunciato che «si tornava a casa». Dice Charles Swift, ex ufficiale di Marina e difensore di Salim Ahmed Hamdan, afgano rinchiuso sull´isola perché indicato come l´autista di Bin Laden: «Guantanamo è stata e resta lo specchio di quel che è stata l´America in questi anni». La Corte Suprema ha chiesto che non se ne cancelli la traccia, perché futura "body of evidence", prova processuale nei giudizi civili o penali a chi ne dovesse essere chiamato a rispondere come responsabile. "X-Ray", il primo campo da cui tutto cominciò nel gennaio del 2002, è dunque oggi una distesa di gabbie abbandonate, infestate dalla gramigna. Un monumento silente all´inizio di quella Storia. I bracci di acciaio e cemento dove oggi restano 240 prigionieri e che di quella Storia sono l´approdo, un monumento lo saranno presto. Anche se di loro, con la memoria di chi li ha abitati, resteranno ora due ore di immagini.

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Malawi, negata a Madonna la seconda adozione (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

LILONGWE (Reuters) - Un tribunale del Malawi ha deciso oggi di non concedere alla popstar americana Madonna un'adozione ad interim per una seconda bambina originaria del paese africano. Lo hanno riferito tre fonti del tribunale. I gruppi per i diritti umani hanno criticato le autorità negli anni scorsi per aver riconosciuto all'artista un trattamento privilegiato. Il governo del Malawi, divenuto bersaglio di critiche quando nel 2006 la cantante adottò in Malawi il piccolo David Banda, di 13 mesi, aveva detto ieri di essere a favore della seconda adozione. Non è ancora chiaro se Madonna ricorrerà in appello.

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lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 4 - Attualità Lui è in fin di vita, lei vuole morire eutanasia per entrambi in clinica LONDRA. La clinica svizzera 'Dignitas' ha annunciato che aiuterà a morire una donna sana che vuole spegnersi accanto al marito, malato terminale. La notizia, dopo quella della ricca coppia britannica aiutata a morire nella stessa clinica, è destinata ad aprire nuove polemiche sull'eutanasia. Secondo il fondatore della clinica, Ludwig Minelli, il suicidio assistito è una «meravigliosa opportunità» che non dovrebbe essere negata alle persone malate allo stadio terminale o con gravi menomazioni fisiche. La clinica, che ha sede in un appartamento a Zurigo, sostiene di aver già assistito al suicidio oltre un migliaio di cittadini britannici. La coppia di coniugi canadesi si è già congedata da parenti e amici. «Il marito è malato», ha raccontato Minelli al 'Times', «la sua compagna è sana, ma mi disse qui, nel mio studio: se mio marito se ne va, me ne voglio andare insieme lui». Minnelli ha 76 anni ed è un ex-giornalista ed avvocato a tutela dei diritti umani. Alcune delle persone aiutate a morire nella clinica svizzera erano pazienti psichiatrici. Tra gli altri che hanno cercato la 'dolce morte' tra le mura della clinica - oltre a Peter Duff e sua moglie Penelope, entrambi malati di cancro allo stadio terminale - anche Daniel James, 23 anni, promessa del rugby britannico, rimasto paralizzato in un incidente di gioco: non era malato terminale, ma i genitori dissero che era deciso a farla finita.

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Telecamere a Guantanamo svelato l'inferno della galera (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Nulla potrà cancellare la galera di Guantanamo e la sua eredità. Neppure l'ordine esecutivo con cui, nel gennaio scorso, Barack Obama ne ha disposto la chiusura entro i primi mesi del 2010. E anche per questo, con la consapevolezza di un "obbligo verso la memoria", il National Geographic consegna alla Storia per immagini del nostro tempo un documentario di due ore - "Inside Guantanamo" - tradotto in 34 lingue, in onda in Italia domenica 5 aprile alle 21 su National Geographic Channel. Un diario di tre settimane trascorse nel braccio di massima sicurezza di uno dei sette campi della prigione per "unlawful enemy combatants". Un raggelante caleidoscopio di un universo di acciaio, cemento armato, filo spinato e lamenti in cui, oggi, continuano a languire 240 detenuti il cui destino resta incerto. In un montaggio asciutto e intenzionalmente didascalico, le immagini registrate a Guantanamo parlano con la voce e il volto di chi ne è stato e ne è oggi il guardiano e di chi ne è stato, fino a ieri, il prigioniero. Restituendo intatta la profondità dell'abisso culturale ed emotivo che, in questi sette anni, ha separato e continua a separare chi ha concepito ed è a guardia delle gabbie e chi in quelle gabbie è lasciato marcire. Un abisso tanto più cupo, perché presentato come figlio "legittimo" di un'alternativa del Diavolo che, agli occhi di una buona parte dell'America, continua ad apparire inestricabile. Quella tra diritto alla sicurezza e rispetto dei diritti civili. Parlano del Nemico e del proprio lavoro, gli uomini in alta uniforme. Forti di certezze incrollabili. "Nulla di quel che ho fatto in quest'isola mi farà vergognare di fronte ai miei figli", dice l'ammiraglio David Thomas, comandante della Joint Task Force Guantanamo, l'ufficiale che l'11 settembre del 2001 sopravvisse al rogo del Pentagono e la cui uniforme semi carbonizzata di quel giorno è conservata nella Smithsonian American History gallery. "Al Qaeda ha le sue cellule anche qui e impone ai singoli ruoli diversi, anche da prigionieri", chiosa il colonnello dell'esercito Bruce Vargo, responsabile dei bracci di detenzione. OAS_RICH('Middle'); "Non abbiamo mai torturato nessuno", assicura Paul Rester, già capo del team della Defence Intelligence Agency, mentre in sovrimpressione scorre il dettaglio dei rapporti ormai desecretati del Fbi in cui si documenta cosa in quelle celle è accaduto ("... Il prigioniero era incatenato da molte ore al pavimento, in posizione fetale... durante la notte si era letteralmente strappato i capelli dalla testa... "). Parlano con la sincerità e la semplicità di un dubbio che si è fatto prima tarlo esistenziale e poi ossessione morale, i "private", la truppa semplice. Dopo l'11 Settembre, gli era stata promessa una guerra contro i macellai delle Torri e del Pentagono. Si sono ritrovati consegnati a una routine da aguzzini. A giorni e notti di sguardi oltre uno spioncino di vetro corazzato, su spazi di 1 metro e 85 per 2 metri e 44, dove ciondolano o gridano impazziti uomini di cui non debbono conoscere il nome, ma solo la lettera e il numero che ne identifica la cella. Come il soldato Jane, 25 anni, gli occhiali tondi a incorniciare un volto che comunica la stessa ingenuità del suo accento del Sud. Quel Kentucky in cui è nata e in cui hanno smesso di comprenderla. A cominciare da sua sorella, attivista per i diritti umani. Dice "Ogni giorno percorro 19 chilometri a piedi, affacciandomi da una cella ad un'altra. E alla fine, so che non potrò raccontarlo in famiglia. E questo fa male". Nell'universo concentrazionario di Guantanamo non c'è redenzione. Odio e paura hanno seminato e continuano a seminare nuovo odio e nuova paura tra i musulmani. Gli ex prigionieri Moazzam Begg, anglo-pachistano, Abdul Salam Zaeef, ex ambasciatore talebano in Pakistan, Haji Rohullah Wakii, leader tribale afgano, lo raccontano con il rancore, a tratti persino stupefatto, di chi ancora non sa come e perché ha perso la libertà per un tempo infinito e come e perché, altrettanto inopinatamente, l'ha riacquistata una mattina in cui la cella si è aperta e un soldato ha annunciato che "si tornava a casa". Dice Charles Swift, ex ufficiale di Marina e difensore di Salim Ahmed Hamdan, afgano rinchiuso sull'isola perché indicato come l'autista di Bin Laden: "Guantanamo è stata e resta lo specchio di quel che è stata l'America in questi anni". La Corte Suprema ha chiesto che non se ne cancelli la traccia, perché futura "body of evidence", prova processuale nei giudizi civili o penali a chi ne dovesse essere chiamato a rispondere come responsabile. "X-Ray", il primo campo da cui tutto cominciò nel gennaio del 2002, è dunque oggi una distesa di gabbie abbandonate, infestate dalla gramigna. Un monumento silente all'inizio di quella Storia. I bracci di acciaio e cemento dove oggi restano 240 prigionieri e che di quella Storia sono l'approdo, un monumento lo saranno presto. Anche se di loro, con la memoria di chi li ha abitati, resteranno ora due ore di immagini. (3 aprile 2009

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Sardegna: la pericolosa politica restauratrice del Pdl (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Sardegna: la pericolosa politica restauratrice del Pdl di Federica Pezzoli Probabilmente, in Sardegna, in questi giorni, va per la maggiore, anche tra gli Atei, un vecchio proverbio: "Deus mi 'ardet de su peveru irricchidu, chi l'hat timidu peri Zesu Gristu" (Dio mi guardi dal povero arricchito, che l'ha temuto perfino Gesù Cristo). Indubbiamente, sarebbe interessante scoprire come alcuni poveri cafoni, clonati e leccapiedi, si sono arricchiti. Un detto che ha tutte le caratteristiche per diventare il tormentone in attesa di tornare alle urne, scalzare la destra, il neo governatore Cappellacci - ma anche, e soprattutto, l'esecutivo di Berlusconi -, e bloccare così la pericolosa politica restauratrice del Pdl. Metabolizzata la sconfitta delle elezioni regionali, Soru, leggiamo in una nota, alla recente presentazione della sua associazione "Sardegna Democratica", riferendosi al neo esecutivo regionale, ha dichiarato: "E' in atto una svolta restauratrice, il ritorno della politica degli interessi, degli affari, di poche famiglie. Per fortuna la restaurazione ha le gambe corte, contano i progetti, le idee e in questa maggioranza idee non se ne vedono se non il desiderio di restaurare"." Insomma quelli del Pdl, autentici nostalgici che amano la cultura riferibile alla peggiore civiltà europea dei primi quarant'anni del novecento, cronicamente allergici ai principi costituzionali vigenti, come vanno al potere - zac! - la ripropongono, sotto false vesti, in tutte le salse, e contestualmente, su certi episodi di razzismo, xenofobia, e omo/trans-fobia - guarda un po'! -, fatte salve rare eccezioni di denuncia su alcuni giornali prevalentemente locali, cala il solito ingiustificato silenzio mediatico. Così, in Sardegna, i primi effetti della politica del "manganello e della carota" del Pdl sono stati quelli di risvegliare, già dai tempi della campagna elettorale per le elezioni regionali, le coscienze di alcuni cittadini razzisti, xenofobi, squadristi e rondisti. Dei socialmente disadattati, portatori di un'omo/trans-fobia interiorizzata, anche loro dei nostalgici - dalla camicia nera - che, usciti dalle tane, inforcato il fucile, hanno aperto la caccia al "diverso da loro", al gay, adottando le solite modalità da "Arancia meccanica". I casi che hanno visto all'opera il boia omo/trans-fobico nel triangolo Platamona, Villacidro, e Siniscola sono stati resi noti solo di recente, a fine marzo, da Il Manifesto, L'Unione Sarda, e La Nuova Sardegna, che hanno raccolto anche la denuncia di Massimo Mele, presidente del Movimento omosessuale sardo (Mos) http://www.movimentomosessualesardo.org/, seriamente preoccupato per l'aumento vertiginoso dei casi di omofobia. Perciò, mentre l'Agenzia europea per i diritti umani ha lanciato l'allarme che l'Europa è a rischio omo/trans-fobia, e un appello affinché i responsabili politici dell'Ue migliorino la legislazione sull'uguaglianza, l'Italia Governata dal premier Berlusconi - il quale, prepotentemente, si vuole candidare alle prossime elezioni europee e nel rapporto, la sua Italia (perchè, così la percepisce), si colloca al di sotto della media Ue, insieme a Bulgaria, Ungheria, Estonia, Lettonia, Polonia, Romania, Repubblica Cieca, Cipro, e Malta - se ne infischia, insieme alle amministrazioni locali governate dal suo Pdl, dei principi fondamentali della nostra Carta costituzionale, dei diritti civili, dei diritti umani, di estendere la legge Mancino, inserendo l'aggravante per i reati commessi per finalità di discriminazione o di odio fondati sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, dei cittadini "diversi" da lui, da loro - quelli della destra - insomma, se ne frega dell'Italia, della crisi, dei problemi degli italiani, e dell'Unione europea. http://blog.libero.it/Pezzoli/

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Sri Lanka (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MONDO 03-04-2009 Sri Lanka Arrestato un attivista: aveva materiale sulla crisi umanitaria COLOMBO. La divisione investigativa anti-terrorismo dello Sri Lanka (Tid) ha arrestato Santha Fernando, 63enne segretario della Commissione giustizia e pace (Cjp) della National Christian Conference. Ne ha dato notizia "AsiaNews". Il fermo è avvenuto il 27 marzo all'aeroporto internazionale di Colombo. Il Tid ha preso in custodia Fernando dopo che il personale di sicurezza di Katunayake aveva trovato nel suo bagaglio documenti sulla crisi umanitaria nel Vanni. Il segretario della Cjp era diretto a New Delhi per un seminario di due giorni organizzato a The Other Media sulla situazione del nord dello Sri Lanka martoriato dalla guerra tra esercito e Tigri tamil. L'organizzazione Media Freedom in Sri Lanka afferma che i documenti in possesso dell'attivista per i diritti umani erano stati scaricati da Internet. Il ministero della Difesa ha deciso 30 giorni di custodia per Fernando, il cui ordine d'arresto è motivato dalla legge anti-terrorismo.

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Lavoro e famiglia, il lato sociale del vertice (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ECONOMIA 03-04-2009 Lavoro e famiglia, il lato sociale del vertice «Dimensione umana della crisi». Sì alla proposta italiana DA MILANO PIETRO SACCÒ L a fine dei paradisi fiscali non consolerà le 20 milioni di persone che quest'anno hanno perso o perderanno il lavoro, mentre le nuove regole sui bonus dei grandi manager appassionano poco chi vive con meno di un dollaro al giorno. Ma al G20 di Londra non si è è parlato solo di finanza. Nel comunicato finale del vertice i 20 grandi parlano della «dimensione umana della crisi», dell'esigenza di aiutare i disoccupati «attraverso la creazione di nuove opportunità di impiego e sostegno al reddito», della necessaria «attenzione per i più vulnerabili ». E, non a caso, si cita anche il Social Summit di Roma concluso martedì. È l'Italia ad avere insistito perché si «enfatizzasse la dimensione sociale» della crisi, ha detto Silvio Berlusconi alla fine del vertice. Proprio al termine del G8 sociale di Roma il premier a- veva parlato di 'patto sociale' da proporre al G20. Arrivato all'Excel Center Berlusconi ha salutato Gordon Brown. Il capo del governo ha mostrato al collega britannico (che presiedeva i lavori) un paio di pagine scritte a mano, e gliele ha lette in inglese. I due parlavano a bassa voce, ma si è sentita ripetere una parola: social. Al 'patto sociale' portato a Londra dall'Italia i leader del G20 non ci sono arrivati. «Non si è potuto condensarlo in una norma generale perché paesi come Cina e l'India non avrebbero mai la possibilità di sopperire a stipendi e salari dei posti di lavoro che si potranno perdere » si è giustificato il presidente del Consiglio. Si è ottenuto, però, quel paragrafo sulla «dimensione umana della crisi», in cui i governi promettono: «Svilupperemo un mercato del lavoro giusto e sostenibile a livello familiare sia per gli uomini che per le donne. Sosterremo l'occupazione, stimolando lo sviluppo, investendo nell'istruzione e nella formazione e con politiche di mercati del lavoro attive, con un'attenzione ai più vulnerabili». Parole, per ora. Che i 20 capi di Stato proveranno a tradurre in pratica. Per l'Italia Berlusconi ieri ha ricordato i nove miliardi di euro per gli ammortizzatori, mentre il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha aggiunto che il governo sta pensando a «strumenti addizionali a limite non costosi, ma molto efficaci dal punto di vista anticiclico » per intervenire «ex ante sull'occupazione ». Un problema che non è solo italiano. L'inglese Brown ha promesso che «sarà fatto il necessario» per garantire un lavoro a chi l'ha perso, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha chiesto «risposte a favore di coloro che hanno subito appieno l'impatto della crisi». I posti di lavoro si stanno volatilizzando dovunque. E lo ha ribadito il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, apprezzando la citazione del Social Summit l'Italia vuole mettere 'la faccia sociale' della crisi al centro del vertice del G8 che ospiterà dall'8 al 10 luglio alla Maddalena. Anche per ribadire a quei manifestanti in protesta attorno al centro congressi Excel che questi vertici non sono solo riunioni tra potenti. «Non mi è sfuggito che la gente, che dovrebbe essere al centro dei dibattiti sia tutta nella strada e tenuta a distanza dalla polizia» ha accusato ieri la sudafricana Navi Pillay, Alto commissario per i Diritti Umani dell'Onu. La Pillay, avvocato che ha combattuto l'Apartheid, elenca quelli che ritiene essere gli «esclusi » del G20: «I lavoratori e i Paesi poveri». I lavoratori sono stati citati nel documento finale e avevano avuto l'occasione di portare le loro richieste a Brown, che martedì aveva incontrato i sindacati. Delle nazioni africane è stato invitato a Londra solo il Sudafrica, e una delegazione di capi di Stato africani aveva incontrato il premier inglese nei giorni scorsi. E anche Benedetto XVI, nella lettera inviata a Brown prima del vertice, aveva invitato i venti capi di Stato (che assieme rappresentavano l'80% del Pil mondiale) a pensare all'Africa. Qualcosa, anche in questo caso, è arrivato. I leader del G20 avevano garantito che non avrebbero ridotto gli aiuti ai Paesi più poveri. A Londra hanno autorizzato il Fondo monetario internazionale a vendere una parte delle sue riserve in oro per aiutarli. Gordon Brown ha quantificato la cifra che sarà stanziata: 50 miliardi di dollari.

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L'Onu: (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MONDO 03-04-2009 L'Onu: «Kabul annulli la legge sullo stupro» Scontri nella provincia di Helmand: uccisi 20 guerriglieri La Russia apre al transito dei convogli militari americani KABUL. La nuova legge afghana che legalizzerebbe lo stupro all'interno del matrimonio è «un enorme passo nella cattiva direzione» , ha affermato a Ginevra l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navy Pillay. La rappresentante dell'Onu ha rivolto un pressante appello al governo afghano affinché annulli la legge, non ancora pubblicata e destinata alla comunità sciita. Per la Pillay, si tratta di «un'altra chiara indicazione che la situazione dei diritti umani in Aghanistan sta peggiorando e non migliorando» . Per la sudafricana alla guida dell'Alto commissariato dell'Onu, la legge contravviene alla Costituzione afghana ed agli standard internazionali dei diritti umani e richiama alla memoria i decreti del regime dei taleban. Il testo, oltre a legalizzare lo stupro del marito all'interno del matrimonio, vieterebbe tra l'altro alle donne di lasciare la casa, lavorare o istruirsi senza l'esplicito consenso del marito. Pillay ha inolte denunciato i crescenti attacchi in Afghanistan alla libertà dei media e degli attivisti della società civile, la diffusa l'impunità e la riattivazione della pena di morte dopo una moratoria di diversi anni. Intanto nel Paese continuano gli scontri. Venti 20 ribelli afghani sono stati uccisi in combattimenti con l'esercito locale e le forze della coalizione straniera nella provincia meridionale di Helmand. Sedici lavoratori di una ditta che costruisce strade sono stati invece rapiti nel distretto di Gormach, dove l'anno scorso il rapimento di un ingegnere afghano si concluse con l'uccisione dell'ostaggio. Il ministero della Difesa di Kabul ha anche annunciato la cattura di un leader della rivolta, indicato con il nome di Jahanzib, a nordest di Kabul. Dopo la conferenza dell'Aja la diplomazia internazionale si mette in moto per cercare di concretizzare gli impegni assunti. La Russia si è detta pronta a cooperare con gli Usa e a dare via libera al passaggio dei convogli militari diretti in Afghanistan. Lo ha confermato un portavoce del ministero degli Esteri, Andrei Nesterenko sottolineando però che finora «non è arrivata alcuna richiesta ufficiale» sul transito. L'Alto commissario Onu Navy Pillay

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Diritti umani, il National Geographic va 'Inside Guantanamo' (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

di Randall Mikkelsen WASHINGTON (Reuters) - I secondini del carcere militare di Guantanamo lo chiamano "il cocktail", un misto di feci, urina e saliva che i detenuti lanciano loro addosso e che dà la sensazione di stare sul campo di battaglia. I detenuti si parlano dietro a porte d'acciaio. Molti di loro sono in carcere senza accuse e denunciano i carcerieri americani per essere "aggressori dei musulmani.., con le mani sporche di sangue". Le tensioni quotidiane tra i prigionieri e i militari che li sorvegliano sono riportate da entrambi i punti di vista nel documentario del National Geographic, "Explorer: Inside Guantanamo". "Tutto questo è parte integrale della guerra al terrore", dice il "guardiano" di Guantanamo, il colonnello Bruce Vargo nel film. Un ex detenuto condivide, definendo Guantanamo una "zona di guerra" fisica e psicologica. Il documentario fornisce il primo sguardo approfondito al centro di detenzione per sospetti terroristi, che è diventato il simbolo mondiale degli abusi compiuti dagli americani nella lotta al terrorismo dopo gli attentati dell'11 settembre. National Geographic Channel lo trasmetterà domenica sera negli Stati Uniti e in altri paesi. Potrebbe anche essere l'ultima video-testimonianza, dato che il presidente Barack Obama ha ordinato lo scorso gennaio di chiudere la struttura presso la base navale Usa di Guantanamo Bay entro l'anno. Ma la sua amministrazione sta ancora valutando che cosa fare delle circa 240 persone che vi rimangono. "Guantanamo Bay è l'equivalente legale dello spazio cosmico -- un posto senza legge", dice nel film l'ex avvocato della Marina, Charles Swift. Il cliente di Swift, Salim Ahmed Hamdan, ha vinto una causa presso la Corte suprema per estendere ai prigionieri di Guantanamo i diritti processuali davanti ai tribunali Usa. Continua...

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Perché all'Italia non interessa l'Alleanza delle Civiltà? (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Perché all’Italia non interessa l’Alleanza delle Civiltà? di Tavola della Pace Alla vigilia della partenza per Istanbul dove il 6 e 7 aprile si svolgerà a Istanbul, in Turchia, il secondo Forum dell’Alleanza delle Civiltà, Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace e direttore del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Ci sarà anche Barak Obama. Berlusconi no. E allora mi chiedo: da che parte sta l’Italia? Con chi fomenta lo “scontro di civiltà” o con l’Alleanza delle Civiltà? Perché l’Italia non investe sull’Alleanza delle Civiltà? L’Alleanza delle Civiltà è un’importantissima iniziativa che riunisce Onu, governi e società civile per costruire ponti dove altri scavano fossati. A Istanbul lavoreremo insieme a governi, ministri, organismi internazionali e città, organizzazioni della società civile, giovani e giornalisti per rafforzare un network che deve diventare sempre più potente e incisivo. Mentre alcuni soffiano sul fuoco dello “scontro di civiltà”, prosegue Flavio Lotti, altri lavorano per costruire un’Alleanza delle Civiltà. Perché l’Italia non collabora? La verità è che c’è chi, ogni giorno, scava nel solco dell’odio, dello scontro e delle divisioni. E chi, con altrettanta tenacia costruisce ponti, dialogo e solidarietà. Succede in Italia, nelle nostre città come in Europa e in Medio Oriente. E ognuno è sempre più chiamato a decidere da che parte stare. Da protagonista. Il Forum di Istanbul ci consentirà di promuovere numerose iniziative concrete di incontro, dialogo e comprensione reciproca tese a ridurre e sanare i conflitti che oggi dividono e contrappongono culture, popoli, comunità e persone.” In allegato il programma del secondo Forum dell’Alleanza delle Civiltà.

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"Europa, Islam e M.O.: si cambia" Obama mostra il nuovo volto Usa (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

STRASBURGO - L'Europa è più esposta degli Usa agli attacchi di Al Qaeda. E' il monito lanciato da Barack Obama nella conferenza stampa congiunta con Nicolas Sarkozy a Strasburgo, poche ore prima dell'apertura del vertice Nato. Il presidente Usa ha parlato anche di una nuova stagione di rapporti con l'Europa, di disarmo nucleare e delle relazioni con la Russia. Temi su cui è tornato anche successivamente, incontrando un gruppo di giovani provenienti dai licei e dalle università francesi e tedesche raccolti per ascoltarlo nella Rhenus arena di Strasburgo. Terrorismo. "E' verosimilmente più probabile che Al Qaeda riesca a lanciare un serio attacco terroristico in Europa che negli Stati Uniti a causa sua vicinanza" con i luoghi in cui operano i terroristi, ha sottolineato il presidente americano riaffermando la necessità di aumentare l'impegno dell'Alleanza atlantica in Afghanistan. "La Francia - ha aggiunto - riconosce che permettere ad Al Qaeda di avere santuari che possono essere usati per lanciare attacchi è una minaccia non solo per gli Usa ma per l'Europa". La minaccia di Al Qaeda. Il presidente americano Barack Obama ha detto oggi all'Europa che l'America non può battersi da sola contro il terrorismo. "Al Qaeda resta una minaccia e resta una minaccia per tutti - ha detto Obama - I terroristi non sono certo disposti a sospendere la loro attività solo perché adesso c'è un presidente Usa che si chiama Barack Hussein Obama". Rapporti tra Europa e America. Il presidente Barack Obama ha denunciato in un discorso a Strasburgo "una deriva" nei rapporti tra Europa e America. Obama ha criticato certe ironie americane nei confronti dell'Europa, così come l'anti-americanismo 'insidioso' esistente in alcune parti d'Europa. "Dobbiamo essere onesti - ha dettto poi incontrando i giovani - in questi ultimi anni abbiamo lasciato che la nostra alleanza transatlantica andasse un po' alla deriva", ha detto il presidente Obama. L'inquilino della Casa Bianca ha ammesso che "l'America ha mostrato qualche volta arroganza" mentre in Europa "esiste un sentimento anti-americano che può essere occasionale ma che può essere anche insidioso". OAS_RICH('Middle'); Cambiare atteggiamento con l'Islam. Obama ha spiegato come sia importante cambiare "atteggiamento, linguaggio e tono con il mondo islamico", come sia importante "impegnarsi a fondo per la questione israelo-palestinese", ma anche che non bisogna dimenticare che la comunità internazionale si trova a fare i conti con "un'organizzazione che uccide innocenti, che non ha nessun rispetto della vita umana". Afghanistan. "L'Europa non si può aspettare che gli Stati Uniti sostengano da soli peso militare in Afghanistan perché siamo lì per affrontare un problema comune". Lo ha detto Barack Obama ricordando che la sua nuova strategia per l'Afghanistan comprende un rafforzamento sul piano militare, oltre che sul piano dell'intervento civile e sostegno politico. Lotta al terrorismo. Parlando agli studenti, Obama ha poi ribadito i principi della sua strategia per l'Afghanistan, assicurando di "non avere alcun interesse ad occupare il paese: abbiamo molto da fare - ha aggiunto tra gli applausi - a ricostruire l'America" per farla uscire dalla crisi. Il presidente ha suscitato grandi applausi anche quando ha ricordato come non intenda sacrificare la tutela dei diritti e dei valori alla lotta al terrorismo: "per questo ho deciso di chiudere Guantanamo e per questo l'America non tortura e non torturerà mai". La Russia. Obama ha ribadito la volontà di lavorare con la Russia, nonostante le differenze con Mosca, e ha anche osservato come un miglioramento delle relazioni tra Washigton e Mosca porterebbe ''un grande potenziale'', avvertendo tuttavia che Mosca non può tornare ''al suo vecchio modo di fare''. L'ex senatore dell'Illinois ha citato come esempio negativo l'invasione della Georgia dello scorso agosto, spiegando che, nonostante gli sforzi di Sarkozy per ottenere un cessate il fuoco, la regione non è ancora stabilizzata. Iran e Corea del nord. Poi due moniti: all'Iran, sul suo programma nucleare: "Non possiamo avere una corsa agli armamenti in Medio Oriente". E alla Corea del nord, se dovesse procedere al lancio del satellite dietro cui si potrebbe celare il test di un missile intercontinentale. "Se la Corea del nord lo farà, lavoreremo con tutte i partner interessati della comunità internazionale per assumere i passi appropriati per far sapere a Pyongyang che non può minacciare impunemente la sicurezza e la stabilità degli altri Paesi". Armi nucleari. Barack Obama ha sottolineato di volere un mondo senza armi nucleari e nel discorso che terrà a Praga per il vertice Usa-Ue farà un appello in questo senso. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente Usa. "Anche adesso che la Guerra Fredda è alle spalle, la diffusione delle armi atomiche o un furto di materiale nucleare potrebbero portare allo sterminio di qualsiasi città sul pianeta", ha detto il presidente Usa. "Questo fine settimana a Praga, voglio mettere in agenda l'obiettivo di un mondo senza armi nucleari". Clima. Il presidente americano Barack Obama ha esortato oggi a Strasburgo la comunità mondiale ad agire con rapidità per combattere i mutamenti climatici. "Il tempo sta per scadere - ha detto Obama in un discorso ai giovani a Strasburgo - L'America deve fare di più, l'Europa deve fare di più". Le sfide. "Questa è la nostra generazione, questo è il nostro tempo", ha scandito riprendendo davanti ai giovani europei uno degli slogan che lo hanno portato alla Casa Bianca. E Obama ha sottolineato che ora la comunità internazionale è più compatta davanti alle grandi sfide: "Al G20 tutti hanno lavorato insieme, siamo entrati in una nuova era di responsabilità". (3 aprile 2009

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Crisi e ammortizzatori: "Socio-lavoratore non è di serie B" (sezione: Diritti umani)

( da "Targatocn.it" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Crisi e ammortizzatori: "Socio-lavoratore non è di serie B" Assemblea Aperta, in Provincia a Cuneo, organizzata dall’Ente Bilaterale della Cooperazione Cuneese (Confcooperative Cuneo, Legacoop, AGCI, CGIL, CISL e UIL) per discutere dei disagi, di fronte alla crisi, dei soci-lavoratori e al dumping sociale, problema annuale di difficile risoluzione. Una pratica che prevede la massimizzazione del profitto e viene spesso perseguita anche a costo della violazione dei diritti dei lavoratori. Grandi imprese, che in Occidente sarebbero costrette a osservare leggi severissime, spesso spostano le loro fabbriche in Paesi dove le leggi o i controlli sono meno rigidi. Un momento di confronto utile a denunciare il progressivo aggravarsi della crisi economica, il sempre maggiore coinvolgimento di ampi settori della cooperazione privi di ammortizzatori sociali, la loro esclusione da ogni forma di sostegno al reddito in un confronto aperto con Enti Pubblici, Istituzioni e Parti Sociali. A presentare la situazione è stato Bruno Carli, Presidente dell'Ente Bilaterale della Cooperazione Cuneese. Durante l'intervento di Carli è entrato in sala il presidente della Provincia Raffaele Costa che ha ascoltato gli interventi dei relatori e raccolto l'amarezza dello stesso Carli: "Siamo spiacenti perché, pur avendo sempre partecipato ai tavoli sulla crisi, agli stati generali convocati dalla Provincia a fine marzo non si è parlato di cooperazione. A seguito di questa riunione manderemo un documento finale alle Istituzioni". Carli ha poi aggiunto: "Il mondo della cooperazione rientra a pieno titolo nelle piccole e medie aziende quindi i provvedimenti adottati per queste ultime devono essere validi anche per le cooperative. Nelle cooperative non esistono ammortizzatori sociali, casse integrazioni, sostegno al reddito: tutto questo non esiste. Tra gli altri problemi, oltre al dumping sociale, abbiamo anche quelli economici. Siamo strozzati dai pagamenti delle istituzioni pubbliche, abbiamo ritardi dai sei mesi all'anno e oltre 200 sono i miliardi di euro in ritardo". Guido Matinata, Responsabile Sede Legacoop Cuneo, ha evidenziato gli obiettivi e i valori della cooperazione che in provincia conta migliaia di soci, mentre Mirella Margarino, Presidente Regionale dell'AGCI (Associazione Generale Cooperative Italiane), ha approfittato dell'occasione per fare un augurio ai giovani perché il futuro è nelle loro mani e ha aggiunto: "La provincia di Cuneo è un gioiello quando se ne parla a Torino, cerchiamo di mantenerla tale". Spazio anche per il Presidente della Provincia Costa: "Quattro mesi fa, dalle indagini del Sole 24 Ore, eravamo la provincia in cui il lavoro rendeva di più. In quattro mesi molte cose sono cambiate e le ore di cassa integrazione sono aumentate. Quanto agli ammortizzatori sociali, le iniziative legislative in corso sono tutte volte ad ampliarne la copertura che deve, evidentemente, trovare le necessarie risorse finanziarie. Cosa non facile in tempi di crisi per la finanza privata, ma anche per quella pubblica. Abbiamo un debito pubblico tra i più onerosi del mondo, non possiamo quindi permetterci salti nel buio sul fronte della spesa, ma nel contempo non possiamo non intervenire. Il legislatore e l'esecutivo devono riunirsi con le parti sociali ed economiche per disegnare un nuovo stato sociale, il più possibile inclusivo delle istanze del mondo della cooperazione, una realtà significativa dell'economia provinciale e nazionale che non va assolutamente dimenticata”. Costa ha inoltre confessato che, in quasi 50 anni di carriera politica, in nessun periodo ha mai ricevuto così tante richieste di lavoro come sta succedendo oggi: "Sono bombardato da richiste di persone, anche non più giovani, che cercano un lavoro. Registro questo fatto con una certa preoccupazione". Il segretario provinciale della CGIL Marco Ricciardi è tornato sui dati della cassa integrazione, sul nodo contrattuale per cui molti contratti a tempo determinato non vengono rinnovati e sulla diminuizione dell'utilizzo delle aziende cooperative che soffrono e non hanno ammortizzatori sociali. "Da segnalare - ha aggiunto Ricciardi - l'utilità dell'osservatorio sulle cooperative presso la Direzione Provinciale del Lavoro. L'osservatorio segnala le situazioni che richiedono interventi ispettivi. Tornando sul globale, le aziende più grandi hanno operato in termini di decentramento produttivo, noi non possiamo permetterci che intere attività di lavoratori e lavoratrici debbano pagarne le conseguenze. Da questa crisi uscirà un sistema profondamente diverso". Ad entrare nello specifico della cooperazione è stato Elio Ghirardi della Fai CISL: "La condizione di socio-lavoratore non è più un ripiego, ma una scelta vera di lavoro che ha incrementato, nelle ultime stagioni, il numero di soci. La speranza è che l'accordo fatto a Cuneo possa trovare uno sbocco più ampio a livello nazionale perché serve un Ente Bilaterale di ampio respiro che faccia in modo che la politica sia più attenta ai problemi del settore". A Rosina Dragone, responsabile Produzione Lavoro Regionale AGCI, è toccato fare il punto sulla situazione legislativa e previdenziale del socio-lavoratore che non gode degli stessi diritti dei lavoratori dipendenti e per questo non può essere assistito dai sindacati. "Aspettiamo - ha concluso Dragone - gli ammortizzatori sociali del governo per i soci di cooperativa". Ha aggiunto Mario Cerigo, Presidente Federlavoro Piemonte: "Noi siamo un sistema di imprese e per la nostra tipicità siamo ancora esclusi dagli ammortizzatori socialie e dal diritto di scipero". Gli interventi della mattinata, prima dell'apertura del dibattito, sono stati conclusi da Giovanni Ventura, segretario generale della UIL: "Il sindacato si batte per i diritti dei lavoratori dipendenti e si batterà anche per i soci-lavoratori che non hanno gli ammortizzatori sociali. Oggi sono due gli ostacoli: la mancanza di ammortizzatori e il dumping sociale che va abolito perchè il socio-lavoratore non è di serie B". Francesca Aimo

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Avellino,un progetto sulla legalità nelle scuole della città (sezione: Diritti umani)

( da "Grecale, Il" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

venerdì 03 aprile 2009 17:39 Normal 0 14 Il progetto,promosso dalla questura,si basa sui temi dei diritti umani, del bullismo e dei problemi olegati all’uso di stupefacenti e alcol Normal 0 14 Avellino - Si chiama “Educazione alla legalità” il progetto promosso dalla questura di Avellino per le scuole della città. Diritti umani,bullismo e problemi legati all’uso di stupefacenti e alcol, i temi trattati. Questa mattina, Maria Felicia Salerno,dirigente della sezione volanti, ha incontrato gli studenti dell’istituto comprensivo “F. Tedesco” di via Fontanatetta.Durante la manifestazione,inoltre,filmati istituzionali per sottolineare l’importanza della legalità(Il Grecale/Flavia Squarcio)

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Madonna ricorre in appello contro no giudici Malawi ad adozione (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

LILONGWE (Reuters) - La popstar americana Madonna ha presentato appello contro la decisione deln tribunale che le ha negato l'adozione di una seconda bambina in Malawi. Lo ha detto oggi il suo avvocato. "Ho presentato il ricorso in appello questo pomeriggio su istruzioni della mia cliente", ha detto a Reuters Alan Chinula. La Corte Suprema del paese africano ha decretato stamattina che la cantante non potrà adottare Mercy James, una bambina del Malawi di quattro anni. L'addetto ai registri Ken Manda ha detto ai giornalisti che la richiesta di adozione è stata negata perché la cantante non è residente in Malawi. I gruppi per i diritti umani hanno criticato le autorità negli anni scorsi per aver riconosciuto all'artista un trattamento privilegiato. Il governo del Malawi, divenuto bersaglio di critiche quando nel 2006 la cantante adottò in Malawi il piccolo David Banda, di 13 mesi, aveva detto ieri di essere a favore della seconda adozione. I gruppi civili del paese africano sono invece contrari e un attivista locale per i diritti umani ha paragonato questa adozione al traffico di bambini, mentre il ministro dell'Informazione del Malawi Patricia Kaliati ha detto ieri che Madonna ha aiutato il Paese ed è una buona madre.

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- VERTICE NATO SULL'AFGHANISTAN (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

03-04-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Aprile > Vertice Nato sull'AfghanistanContenuto della paginaVertice Nato sull'Afghanistan: per Amnesty International diritti umani appesi a un filo, un momento cruciale per il futuro del paeseCS048: 03/04/2009Truppe della Nato in Afghanistan APGraphicsBank Commentando il vertice Nato sull'Afghanistan in corso a Strasburgo, il direttore del Programma Asia e Pacifico di Amnesty International, Sam Zarifi, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Questo davvero un momento cruciale per il futuro dell'Afghanistan, i diritti umani sono appesi a un filo. Purtroppo, i cittadini afgani non hanno praticamente alcuna fiducia nel vacillante sistema legale del paese, un sistema che nega ogni richiesta di giustizia". "Il presidente Karzai deve iniziare a stare dalla parte dei diritti umani. Quello che non vogliamo assolutamente vedere che egli rinunci a difenderli in una sorta di baratto coi gruppi politici locali. L'annunciata nuova legge sui diritti delle donne, per fare un esempio, potrebbe pregiudicare gravemente i diritti di milioni di afgane". "Dal canto suo, la Nato deve risolvere i propri problemi. Soprattutto le sue forze, provenienti da oltre 40 paesi, devono essere chiamate pienamente a rispondere delle azioni commesse e devono agire sulla base di regole d'ingaggio comuni che garantiscano il completo rispetto del diritto umanitario. Questo deve valere anche per le forze statunitensi. Non dev'esserci alcuna impunit per la forza internazionale presente in Afghanistan". FINE DEL COMUNICATO Roma, 3 aprile 2009 Per approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

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Porticciolo De Benedetti ospiterà la mitica barca "Adriatica" (sezione: Diritti umani)

( da "Cittàdellaspezia.com" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Porticciolo De Benedetti ospiterà la mitica barca "Adriatica" L'Assonautica Provinciale della Spezia coinvolta nell'iniziativa "Velisti per caso equi per scelta" promossa da Equodiliguria, coordinamento ligure del commercio equo e solidale con il patrocinio della Regione Liguria. Martedì prossimo 7 aprile attraccherà al Porticciolo De Benedetti la barca a vela "Adriatica", la stessa che in questi ultimi anni ha viaggiato intorno al mondo sotto gli occhi delle telecamere della medesima trasmissione di Patrizio Roversi e Susy Blady. Dal 2 al 7 aprile, il commercio equo e solidale ha preso il largo e non solo metaforicamente; ieri è infatti partita da Sanremo la prima veleggiata equosolidale che coinvolgerà diversi porti liguri (Imperia, Alassio, Savona, Varazze, Genova, Lavagna) per attraccare infine nella nostra città, attivando molteplici iniziative organizzate dalle realtà locali del Commercio Equo e Solidale, con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul diritto al cibo e in generale sul rispetto dei diritti umani. Appuntamento imperdibile è quindi per martedì prossimo al Porticciolo dell'Assonautica per l'arrivo di "Adriatica", ammiraglia della veleggiata equosolidale e ambasciatrice della solidarietà.

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Liguria: una delegazione donne irachene oggi in Regione (sezione: Diritti umani)

( da "Savona news" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Liguria: una delegazione donne irachene oggi in Regione Reduci dalla conferenza internazionale di Velletri sulla società civile irachena alcune donne appartenenti alle organizzazioni irachene sui diritti umani, accompagnate da Simona Torretta dell’associazione non governativa “Un Ponte Per”, sono state ricevute questo pomeriggio in Regione dagli assessori alla cultura e all’ambiente, Fabio Morchio e Franco Zunino e dal capogruppo di Rifondazione comunista in consiglio regionale, Marco Nesci. Obiettivo dell’incontro illustrare il problema delle violenze contro le donne, denunciare le pesanti discriminazioni che subiscono nel loro Paese e chiedere l’appoggio delle Istituzioni in tutta Italia per sostenere la loro lotta. Nel corso della riunione è stata sottolineata particolarmente la condizione delle vedove nel Paese mediorientale, circa 1 milione su un totale di 8 milioni e mezzo di donne. Un fenomeno in costante crescita a seguito delle guerre, costrette a vivere con un sussidio di soli 50 dollari al mese e prive di qualsiasi sostegno, ad eccezione di matrimoni temporanei che non garantiscono alcun diritto. I rappresentanti istituzionali hanno manifestato la loro solidarietà, dicendosi disponibili ad organizzare incontri con gli studenti anche in Università e offrendo loro in omaggio piatti della ceramica ligure.

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Seful Politiei Harghita scapa de acuzatiile de tortura (sezione: Diritti umani)

( da "Romania Libera" del 03-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Seful Politiei Harghita scapa de acuzatiile de tortura Procurorul Dan Petru a infirmat acuzatiile de tortura si persecutii politice Adrian A. Giurgea Miercuri, 01 Aprilie 2009 » Actualul sef al IPJ Harghita, comisarul-sef Radu Sandu Moldovan, a primit solutie de neincepere a urmaririi penale in dosarul in care Institutul de Cercetare a Crimelor Comunismului in Romania il acuza ca intre 1985 si 1989 ar fi torturat si ar fi supus la tratamente inumane zeci de tineri din Miercurea Ciuc. Procurorul general al Parchetului de pe langa Curtea de Apel Targu-Mures, Dan Petru, a stabilit in urma unei anchete care a durat aproape un an ca seful IPJ Harghita, comisarul-sef Radu Sandu Moldovan, fost militian inainte de 1989, nu se face vinovat de tortura si persecutii politice asimilate de Institutul de Cercetare a Crimelor Comunismului in Romania crimelor impotriva umanitatii. Aceasta, in ciuda faptului ca acuzatiile impotriva lui Radu Sandu Moldovan, lansate de doi denuntatori, au fost inaintate procurorilor chiar de Institutul de Cercetare a Crimelor Comunismului in Romania, care a audiat anterior mai multe persoane din judetul Harghita. "Verificari s-au facut si din partea IGPR, a fost o comisie de inspectie, care a audiat mai multe persoane. Pe 23 martie s-a dat solutia de neincepere a urmaririi penale fata de Moldovan Radu Sandu, intrucat din verificarile efectuate nu s-a confirmat savarsirea faptelor", a declarat procurorul general al Parchetului de pe langa Curtea de Apel Targu-Mures, Petru Dan, potrivit caruia angajatii Institutului de Cercetare a Crimelor Comunismului in Romania care s-au ocupat de caz au fost manipulati de principalul denuntator, Anghel Ferencz Florin, care avea motive sa se razbune pe actualul sef al IPJ Harghita deoarece a fost condamnat la un an si opt luni de puscarie cu suspendare pentru trafic de droguri in urma unei anchete instrumentate de Radu Sandu Moldovan pe vremea cand acesta conducerea Brigada Antidrog de la Targu-Mures. "Sesizarile au fost generate de sentimente de aversiune si ura impotriva lui Radu Sandu Moldovan", spune procurorul general Dan Petru, care subliniaza ca in urma sesizarilor venite de la Institut a audiat cateva zeci de persoane, insa doar doi dintre cei audiati, si acestia cu antecedente penale, au confirmat in parte acuzatiile aduse sefului IPJ Harghita, in timp ce restul persoanelor spun ca nu este nimic adevarat. Procurorul general Dan Petru afirma chiar ca a descoperit ca principalul denuntator ar fi promis, in prezenta unor angajati ai Institutului de Cercetare a Crimelor Comunismului, anumite sume de bani sau recompense celor care ar fi sustinut afirmatiile sale si ca majoritatea celor care apar pe lista de posibili martori impotriva lui Radu Sandu Moldovan au afirmat ca nu au habar cum au fost selectati de Institut in acest sens. "Probabil ca dansii si-au dorit sa constate asemenea fapte care, daca ar fi fost adevarate, ar fi trebuit condamnate, dar s-au folosit de metode de investigare nelegale", a mai declarat seful Parchetului de pe langa Curtea de Apel Targu-Mures, care a ajuns sa ancheteze aceasta speta dupa ce Parchetul Inaltei Curti de Casatie si Justitie si-a declinat competenta in favoarea Parchetului de la Targu-Mures. In aceste conditii, Dan Petru afirma ca Radu Sandu Moldovan poate sa depuna acum plangere pentru denunt calomnios impotriva celor care l-au acuzat de savarsirea unor fapte care s-au incercat a fi asimilate crimelor impotriva umanitatii, pentru a fi imprescriptibile. Solutia data de procurorul general de la Targu-Mures poate fi contestata la Parchetul de pe langa Inalta Curte de Casatie si Justitie in termen de 20 de zile de la comunicare. Fostul militian Radu Sandu Moldovan este acuzat ca intre 1985 si 1989 ar fi cercetat abuziv, torturat si supus unor tratamente inumane zeci de tineri din Miercurea Ciuc care aveau legatura cu persoane care au parasit Romania sau despre care se zvonea ca ar fi urmarit sa fuga in strainatate. Mai mult, militienii ar fi facut descinderi in discoteci, de unde isi "recrutau" victimele. Potrivit denuntatorului, acesti tineri erau inscrisi in anumite evidente si obligati sa treaca de doua ori pe saptamana pe la sediul Militiei Miercurea Ciuc. Aici, tinerii erau pusi sa-si aleaga din dulapul militianului Radu Sandu Moldovan obiectul cu care urmau sa fie batuti in palme si in talpi, erau legati de calorifer sau li se strangeau degetele de la maini intre usa si tocul usii. Anchetele se desfasurau intre orele 17.00 si 23.00 si, de multe ori, tinerii erau dusi pe brate acasa de la sediul militiei. In acest timp, intre batai, Radu Sandu Moldovan, dar si alti militieni, i-ar fi obligat pe tineri sa curete holurile militiei cu periute de dinti, sa spele WC-urile cu limba si cu mainile in timp ce militienii urinau pe ei. » Acuzatii "Persecutiile suportate de victime din partea fostului ofiter Moldovan Radu Sandu s-au datorat politicii abuzive si represive a statului comunist totalitar, prin care erau, practic, anulate drepturi si libertati fundamentale – dreptul de a circula liber, dreptul de a nu suporta imixtiuni in viata personala, dreptul fiecaruia de a-si petrece timpul liber si de a se imbraca asa cum doreste (si nu dupa directivele aberante si abuzive pe care partidul si statul comunist le prescriau prin normele «Codului eticii si echitatii socialiste», care aveau pretentia «sa formeze omul nou, de tip comunist» – si care in realitate umileau oamenii, le striveau si anulau personalitatea si demnitatea)". (Extras din plangerea Institutului de Cercetare a Crimelor Comunismului). Din aceeasi categorie: Razboi imobiliar pentru un teren de opt milioane de euroVilele cu epoleti ale sefilor politieiAgentii STS au semnal doar pe Motorola Voteaza

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