CENACOLO DEI COGITANTI |
- LAMPEDUSA: LETTERA APERTA
DEL TAVOLO ASILO SULL ( da "WindPress.it"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: nonch negli allarmati rapporti della Commissione diritti umani del Senato e della delegazione del Parlamento europeo. La scelta messa in atto dal governo, che ha voluto concentrare a Lampedusa tutti i migranti che giungono presso le sue coste, qualunque sia la loro condizione giuridica, ha creato nell'isola una situazione di grande e crescente tensione.
Cambogia/ Processo a "Duch", chiusa l'udienza
preliminare ( da "Virgilio Notizie"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: direttore del centro di prigionia e tortura 'S21' dove furono torturate e uccise tra 12.000 e 16.000 persone, inclusi bambini, è accusato di crimini di guerra e contro l'umanità. L'udienza, apertasi lunedì, è servita a definire la lista dei testimoni. Il collegio giudicante - riferisce l'agenzia Misna - ha accettato di ascoltare una trentina di testi dalle liste presentate dall'
La memoria que sobrevive al genocidio
( da "Nacion,
La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Ni muerte ni tortura El diario... -obra de Frances Goodrich y Albert Hackett basada en el texto original-, al igual que Hija de la dictadura argentina , El hombre de la cabina de cristal , El predilecto de los lepidópteros , La persistencia y Julius, el condenado al silencio y al olvido , cuenta una historia de genocidio y represión,
gaffe di berlusconi sui desaparecidos - omero ciai
( da "Repubblica,
La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: il primo centro internazionale sui diritti umani e che, qui in Italia, la nostra magistratura vuole processare Emilio Massera, ammiraglio, membro della P2 di Gelli e ideatore dei "voli della morte", perché tra le sue vittime c´erano anche molti italo-argentini. L´ambasciatore Ronca ha spiegato alle autorità argentine che, a giudizio del governo italiano,
DOPO UN MESE I PRIMI DELUSI DA OBAMA
( da "Unita,
L'" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: I sostenitori dei diritti umani si dicono delusi dal fatto che la nuova Amministrazione si è rifiutata di partecipare alla revisione della lista dei Paesi fra cui Cuba, Arabia Saudita e Russia che violano i diritti umani. I blog sono pieni di commenti di gente che vorrebbe un più veloce ritiro dall'Iraq.
una laicità positiva - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica,
La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: delle garanzie dei diritti umani di libertà e di uguaglianza. Mi ha colpito molto che il Presidente della laicissima Francia, Nicolas Sarkozy, nel suo discorso pronunciato a San Giovanni in Laterano nel 2007, abbia introdotto il concetto di "laicità positiva", volendo così evidenziare la fine della sostanziale indifferenza dello Stato francese nei confronti del fenomeno religioso,
Il centro degli abusi, col placet del Viminale
( da "Manifesto,
Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Questi avvenimenti sono documentati e sono oggetto di testimonianze di vari osservatori, organizzazioni dei diritti umani e giuristi. In queste condizioni, la «cooperazione rafforzata» annunciata dalle autorità italiane e tunisine con l'obiettivo di procedere a rimpatri rapidi e di massa può legittimamente far temere il peggio.
Ocalan 10 ANNI SENZA PACE NEL CUORE DELL'UE LA RABBIA DEL
KURDISTAN DIMENTICATO ( da "Manifesto, Il"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Ocalan fanno ricorso anche alla corte europea per i diritti umani che in prima battuta stabilisce che il processo turco non è stato equo. Ma i turchi esaminano le carte e presentano la loro risposta: non c'è nulla da rifare, i diritti dell'imputato sono stati rispettati. Tanto basta a Strasburgo che accoglie le giustificazioni della Turchia e stabilisce che il caso Ocalan è chiuso.
Al Cie condizioni disumane e degradanti
( da "Manifesto,
Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: la situazione in questo centro è del tutto inaccettabile dal punto di vista della dignità umana. ROMA «Il disastro accaduto a Lampedusa era altamente prevedibile». Il senatore Pietro Marcenaro (Pd), presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, non è stato colto di sorpresa dalle notizie provenienti dall'isola Pelagia.
di CORRADO GIUSTINIANI ROMA - Tira un sospiro di sollievo
Mario Morcone, il prefetto che guid...
( da "Messaggero,
Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: presidente della Commissione per i diritti umani, ha trovato il Centro di Lampedusa in condizioni igieniche pietose. «Per due ragioni. Quando lui è venuto in visita c'erano più di 1000 ospiti, quindi oltre la capienza del Centro, mentre oggi siamo a 860. E poi perché, per protesta, gli ospiti impedivano ai giovani di "Lampedusa accoglienza" di effettuare le normali pulizie»
BUENOS AIRES - Erano belle giornate, li facevano scendere
dall'aereo... E' la fr... ( da "Messaggero, Il"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: dei diritti umani nel paese. Loro, chiuse nei grandi fazzoletti bianchi hanno ripudiando púbblicamente le dichiarazioni del premier qualificandolo come «personaggio sinistro come quelli della dictatura: Massera Videla e gli altri». Estela de Carlotto, tra le esponenti più conosciute del gruppo, ha detto di «sentirsi offesa» dopo aver letto quanto riferito dal cuotidiano argentino.
Gaza, l'ultima missione dei contabili della morte
( da "Corriere
della Sera" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Le squadre del Centro palestinese per i diritti umani sono state divise per area, si muovono nei quartieri che conoscono. Mohammed Ghannan coordina i ricercatori che stanno coprendo Gaza City. Dal primo giorno di conflitto è stato all'ospedale Shifa, il più grande della Striscia, a contare.
Quella Consulta che unisce laici e cattolici
( da "Giornale.it,
Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: principi di laicità e libertà sanciti dalla Costituzione e dalla Carta dei Diritti Umani, organizzare momenti di formazione e informazione». Tra questi propositi, quello che ci sembra più attuale e più urgente è proprio l'ultimo. Nelle scorse settimane, di tematiche inerenti alla fede e alla laicità si è parlato molto, ma senza essere realmente informati, o tantomeno formati a farlo.
IMMIGRAZIONE. Lampedusa, Tavolo Asilo: "Nell'isola si
faccia solo prima accoglienza"
( da "HelpConsumatori"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: nonché negli allarmati rapporti della Commissione diritti umani del Senato e della delegazione del Parlamento europeo". Per le associazioni dunque "la scelta messa in atto dal governo, che ha voluto concentrare a Lampedusa tutti i migranti che giungono presso le sue coste, qualunque sia la loro condizione giuridica, ha creato nell'isola una situazione di grande e crescente tensione.
Ortiz dice que se violó la CPE y otras normas
( da "Razòn,
La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Queda prohibida toda forma de tortura, desaparición, confinamiento, coacción, exacción o cualquier forma de violencia física o moral. Las servidoras públicas y los servidores públicos o las autoridades públicas que las apliquen, instiguen o consientan serán destituidas o destituidos, sin perjuicio de las sanciones determinadas por la ley.
Serravalle Scrivia contro la violenza sulle donne.
( da "Giornal.it"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: di Firenze in collaborazione con gli enti locali e con altre associazioni attive a tutela dei diritti umani, promosse, per la prima volta in Italia, la ?Campagna nazionale del fiocco bianco? che oggi prosegue incontrando sempre nuove adesioni, in Italia, come nel mondo.
L'Italia, la Chiesa e una laicità positiva
( da "Repubblica.it"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: delle garanzie dei diritti umani di libertà e di uguaglianza. Mi ha colpito molto che il Presidente della laicissima Francia, Nicolas Sarkozy, nel suo discorso pronunciato a San Giovanni in Laterano nel 2007, abbia introdotto il concetto di "laicità positiva", volendo così evidenziare la fine della sostanziale indifferenza dello Stato francese nei confronti del fenomeno religioso,
Bielorussia/ Minsk si riavvicina anche al Consiglio
d'Europa ( da "Virgilio Notizie"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: potrà essere cancellato in caso di progressi insufficienti sui diritti umani. La Bielorussia lo aveva già ottenuto nel 1992, per poi vederselo ritirare nel 1997. La delegazione del Consiglio d'Europa - sottolinea il comunicato - è ancora molto perplessa per la mancanza di libertà di riunione e di stampa, quindi di espressione.
Cina-Usa/ Attesa per Clinton tra nuove sfide e vecchi
timori ( da "Virgilio Notizie"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: ai diritti umani, argomento personalmente a cuore alla Clinton. Gli Stati Uniti intendono premere per una maggiore partecipazione della Cina ai temi globali, primo fra tutti quello ambientale. "Cercheremo maniere per collaborare su questioni che vanno al di là del semplice interesse reciproco, per rivolgerci a problemi veramente globali"
COME OGNI anno il movimento Shalom ha organizzato una
conviviale con gli amministratori locali. Ques...
( da "Nazione,
La (Pisa)" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: scopo di formare persone che siano in grado di promuovere sviluppo e difesa dei diritti umani nel loro paese di origine. Anche gli amministratori si sono dimostrati favorevoli a collaborare e sostenere questi progetti. Per il movimento Shalom erano presenti: don Andrea Cristiani, Giovanni Giorgi, Luca Gemignani, don Donato Agostinelli, Luca Martini, Donatella Sanesi, Luca Lastri.
Il Viminale: avanti con i rimpatri
( da "Avvenire"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Di rispetto dei diritti umani ha quindi parlato il senatore del Pd, Pietro Marcenaro, che ha sottolineato: «Non c'è obiettivo politico che possa giustificare trattamenti inumani e degradanti come quelli in atto a Lampedusa». Pronta la replica di Angela Maraventano, senatore lampedusana della Lega Nord: «Noi esprimiamo la più piena e sincera solidarietà alle forze dell'
<Libertà religiosa: è priorità>
( da "Avvenire"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: La tutela della libertà religiosa rappresenta una delle priorità della nostra politica estera in materia di diritti umani» , ha sottolineato Vito. Sulla questione specifica, Vito ha ricordato che «il ministro degli Esteri Franco Frattini ha recentemente attirato nuovamente l'attenzione del Governo di Nuova Delhi sul tema» . Elio Vito
Orissa, cristiano rapito e torturato
( da "Avvenire"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: cristiano rapito e torturato DA NEW DELHI C olpiscono, attaccano, incendiano, in alcuni casi uccidono. Sempre nel segno di una sorta di "immunità" garantita dalla polizia. Un nuovo, ennesimo, caso di violenza in Orissa ai danni di un cristiano, prima rapito, poi torturato dai fondamentalisti indù, senza che le forze dell'ordine intervenisse.
Pensieri e parole della <lobby> pro-eutanasia
( da "Avvenire"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: cambiare il concetto di diritti umani e distinguere tra persone ed esseri umani, cioè tra diritti e diritti, dignità e dignità, allora è evidente che il richiamo continuo alla libertà di scelta, all'autodeterminazione, è un inganno. Eluana andava uccisa non perché avesse scelto lei, il che è tutto da verificare, ma appunto perché la sacralità della vita e dei diritti va abolita,
<Al Cie condizioni disumane e degradanti>
( da "Manifesto,
Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, non è stato colto di sorpresa dalle notizie provenienti dall'isola Pelagia. Solo la settimana scorsa, ha visitato il centro con due colleghi della Commissione e constatato di persona le condizioni di trattenimento degli immigrati al suo interno.
Sahara occidentale/ D'Alema esprime preoccupazione per
( da "Virgilio
Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Nel corso dell'incontro, D'Alema ha espresso preoccupazione per la violazione dei diritti umani in atto nella regione e ha auspicato che l'Unione europea e il governo italiano facciano sentire la propria voce presso le autorita' del Marocco, invitandole ad intervenire per porre fine ad episodi e pratiche non tollerabili.
Processo a The Pirate Bay: terzo giorno, chiesto il
proscioglimento ( da "Stampaweb, La"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: del sito Internet per la condivisione di file Torrent The Pirate Bay sono in questi giorni sotto processo per il reato di violazione dei diritti d'autore sui file condivisi. Davanti al giudice, in un tribunale di Stoccolma, gli accusati hanno respinto le imputazioni e alla seconda udienza buona parte di queste sono già cadute per fraintendimenti sul funzionamento del protocollo.
LAOGAI, L'ORRORE CINESE
( da "Gazzettino,
Il (Pordenone)" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: attivista per i diritti umani, esule negli Stati Uniti dal 1985, dopo aver trascorso 19 anni nei laogai (campi di lavoro forzato), nonché presidente della "Laogai research foundation", organizzazione internazionale che si occupa della denuncia delle violazioni dei diritti umani, porterà oggi la sua testimonianza a studenti e cittadini pordenonesi.
Accesso prestazioni sanitarie per immigrati irregolari. il
Consiglio provinciale di Bologna sollecita revisione decreto
( da "Sestopotere.com"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: accesso alle cure mediche sia un diritto riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani mentre le nuove regole possono favorire le pratiche sanitarie clandestine e la diffusione incontrollata di malattie infettive, con maggiori rischi, specie per i bambini. Il Consiglio provinciale invita pertanto la Camera a rivedere il decreto,
Pacchetto sicurezza: un no deciso anche dalla Calabria
( da "Articolo21.com"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: 733, che risulta lesiva dei diritti umani. “Nessuno- si legge - può sentirsi estraneo ad una vicenda che oggi riguarda gli immigrati e domani altre categorie. La legislazione contro i diritti umani degli immigrati è solo l?esempio di una più generale mancanza di solidarietà sociale”
Politkvoskaia, nessun colpevole Al processo di Mosca tutti
assolti ( da "Repubblica.it"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: allora presidente Vladimir Putin e per le sue denunce della violazione dei diritti umani nel conflitto ceceno. Dmitri Muratov, direttore di Novaia Gazeta, il giornale per cui lavorava Politkovskaia, rispetta la decisione ma auspica la prosecuzione dell'inchiesta: "Fin dall'inizio sarei stato d'accordo con qualsiasi decisione dei giurati, che apparivano persone molto preparate e serie"
El Tribunal Europeo de Derechos Humanos condena a Reino
Unido por detención ilegal ( da "Pais, El"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: cargos que han sido aceptados, y por tortura y trato inhumano y degradante, que han sido rechazados. Según el fallo del Tribunal de Estrasburgio, el Gobierno británico violó varios artículos de la Convención Europea de Derechos Humanos, entre ellos el derecho a la libertad y a que una detención sea ordenada por un juez.
Politkovskaia, la rabbia dei colleghi: "Per la Russia
è una vera vergogna" ( da "Stampaweb, La"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: MOSCA Delusione e indignazione dominano tra i commenti dei colleghi della giornalista Anna Politkovskaia e tra i difensori dei diritti umani dopo il verdetto di non colpevolezza pronunciato oggi dalla giuria del processo. Dmitri Muratov, direttore di Novaia Gazeta, il bisettimanale per cui lavorava Politkovskaia, rispetta la decisione ma auspica la prosecuzione dell?
(ACR) IV CCP, SI A PDL SU GARANTE DIRITTI INFANZIA E LAVORO
MINORI ( da "Basilicanet.it"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: lo sfruttamento del lavoro minorile e di quello precoce una grave lesione dei valori essenziali della convivenza civile e dei diritti umani fondamentali, ed intende, quindi, adoperarsi insieme con gli Enti ed i Soggetti interessati, nella predisposizione di ogni azione necessaria per combattere il fenomeno su tutto il territorio regionale. A tale scopo â?? ha concluso Pittella â?
Una giornalista troppo scomoda
( da "Giornale.it,
Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Politkovskaia stava per pubblicare un articolo sulle presunte torture commesse dalle forze di sicurezza cecene legate al Primo ministro Ramsan Kadyrov. Al funerale assente il governo Il giorno del funerale, celebrato a Mosca il 10 ottobre, non prese parte alcun esponente del governo. Più di mille, invece, i cittadini che scelsero di dare l'ultimo saluto alla sfortunata giornalista.
- REGNO UNITO: APERTA LA STRADA A ULTERIORI DEPOR
( da "WindPress.it"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Londra a deportare persone verso paesi nei quali esse rischieranno di subire gravi violazioni dei diritti umani, compresi i maltrattamenti e la tortura. Il governo britannico sta tentando di deportare due persone, che nei procedimenti penali sono indicate rispettivamente come "RB" e "U", in Algeria, e una terza persona, Omar Othman (conosciuta anche come Abu Qatada), in Giordania.
Testamento biologico, Englaro: 'Legge barbara'
( da "Affari
Italiani (Online)" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: tortura di Stato', che si svolgera' a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. Beppino Englaro parteciperà alla manifestazione attraverso un collegamento telefonico perché "i cittadini, che hanno le idee molto più chiare dei nostri parlamentari, devono tutelare i propri diritti fondamentali che questa legge mette in discussione preparando il terreno per un vero e proprio Stato
"In piazza contro una legge assurda e
anticostituzionale" ( da "Repubblica.it"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Con queste parole Beppino Englaro, intervistato da Paolo Flores d'Arcais, aderisce alla manifestazione "Sì alla vita, no alla tortura di Stato", che si svolgerà a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. Ascolta l'audio integrale (19 febbraio 2009
Testamento biologico/ Beppino Englaro: Questa legge e'
( da "Virgilio
Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato' organizzata dalla rivista 'MicroMega' che si svolgerà a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. Un comunicato rende noto che Beppino Englaro parteciperà alla manifestazione attraverso un collegamento telefonico perché "i cittadini, che hanno le idee molto più chiare dei nostri parlamentari,
Gb/ Amnesty preoccupata per decisione Lord su espulsioni
( da "Virgilio
Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: gravi violazioni dei diritti umani, compresi i maltrattamenti e la tortura. Lo rende noto l'organizzazione in difesa dei diritti umani in un comunicato. "Sarebbe profondamente preoccupante se la decisione della Camera dei Lord venisse interpretata dal governo come un segnale di luce verde per espellere persone verso Paesi in cui rischieranno di subire torture e processi irregolari"
"IN PIAZZA CONTRO UNA LEGGE ASSURDA E
ANTICOSTITUZIONALE" ( da "Wall Street Italia"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: "In piazza contro una legge assurda e anticostituzionale" -->Beppino Englaro aderisce alla manifestazione di sabato: "Sì alla vita, no alla tortura di Stato" "In piazza contro una legge assurda e anticostituzionale" (18:31 19/02/2009)
BIO-TESTAMENTO: ENGLARO, LEGGE BARBARA
( da "Agi"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: tortura di Stato', che si svolgera' a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. Beppino Englaro partecipera' alla manifestazione attraverso un collegamento telefonico perche' "i cittadini, che hanno le idee molto piu' chiare dei nostri parlamentari, devono tutelare i propri diritti fondamentali che questa legge mette in discussione preparando il terreno per un vero e proprio Stato
Englaro: "In piazza contro la legge"
( da "Stampaweb,
La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato", che si svolgerà a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. Le dichiarazioni sono contenute in un intervento a Micromega che ne ha diffuso una sintesi. Beppino Englaro parteciperà alla manifestazione attraverso un collegamento telefonico perchè «i cittadini, che hanno le idee molto più chiare dei nostri parlamentari,
Lampedusa per la Lega. ' Si può anche fumare'
( da "Articolo21.com"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: è stato è il senatore della Lega Nord Lorenzo Bodega che è anche vicepresidente della commissione diritti umani del Senato. Bodega, ai nostri microfoni, ha raccontato la sua Lampedusa, diversa da quella raccontata da volontari, associazioni, eurodeputati, giornalisti. Nessun girone infernale, nessuna topaia, nessuna violazione dei diritti umani.
Testamento biologico/ Ferrero: Grazie a Englaro,anch'io in
( da "Virgilio
Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: no alla tortura di Stato' e per manifestare contro una proposta di legge, quella sul testamento biologico, che il Parlamento si appresta ad approvare, che corrisponde a una vera barbarie, indegna di uno Stato democratico". Lo afferma in una nota il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero.
TESTAMENTO BIOLOGICO: BEPPINO ENGLARO, IN PIAZZA CONTRO
( da "Virgilio
Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Con queste parole Beppino Englaro, intervistato da Paolo Flores d'Arcais, aderisce alla manifestazione ''Si' alla vita, no alla tortura di Stato'', che si svolgera' a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. E' quanto si legge sul sito di Micromega.
BIOETICA: BEPPINO ENGLARO, LEGGE TESTAMENTO BIOLOGICO E'
UNA BARBARIE ( da "ITnews.it"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: Con queste parole Beppino Englaro, intervistato da Paolo Flores d'Arcais, aderisce alla manifestazione "Si' alla vita, no alla tortura di Stato", che si svolgera' a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. E' quanto si legge su Micromega.
Nessun colpevole
( da "AprileOnline.info"
del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Abstract: attivo difensore di diritti umani. L'assassinio del legale, che aveva pubblicamente annunciato di voler portare alla Corte di Strasburgo il caso del colonnello Budanov (stupratore e uccisore assieme a un gruppo di suoi soldati d'una ragazza cecena, scarcerato diciotto mesi prima della scadenza della pena), è avvenuto in un luogo frequentato nei pressi del Cremlino.
( da "WindPress.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
18-02-2009
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> Lampedusa: lettera aperta del Tavolo Asilo sulla gravit della
situazioneContenuto della paginaLampedusa: lettera aperta del Tavolo Asilo
sulla gravit della situazioneCS022: 18/02/2009Gli enti di tutela dei rifugiati
riuniti nel Tavolo Asilo si rivolgono oggi al presidente della Repubblica, al
presidente del Consiglio dei Ministri, al ministro dell'Interno con la seguente
lettera aperta: Le sottoscritte associazioni ed enti del Tavolo Asilo esprimono
profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo in queste ore nel centro per
immigrati e richiedenti asilo situato in contrada Imbriacola, a Lampedusa,
utilizzato a partire da gennaio come Centro di identificazione ed espulsione
(CIE), per decisione del ministro dell'Interno. Nel centro, ove si trovano al
momento circa 800 persone, in corso da ieri sera uno sciopero della fame dei
migranti e questa mattina scoppiato un esteso incendio. La trasformazione del
centro da struttura di primo soccorso a Centro di identificazione e
l'esecuzione degli allontanamenti hanno gi destato, a livello nazionale e
internazionale, grandi preoccupazioni, evidenziate nel documento del Tavolo
Asilo, noto alle autorit italiane ed europee, nonch negli
allarmati rapporti della Commissione diritti umani del Senato e della delegazione del Parlamento europeo. La scelta
messa in atto dal governo, che ha voluto concentrare a Lampedusa tutti i
migranti che giungono presso le sue coste, qualunque sia la loro condizione
giuridica, ha creato nell'isola una situazione di grande e crescente tensione.
Si ritiene che l'isola di Lampedusa non abbia le caratteristiche per ospitare
un centro che abbia finalit diverse da quelle di prima accoglienza e soccorso,
con la previsione di rapidi trasferimenti di tutti i migranti in altre
strutture, com' avvenuto dall'aprile 2006 fino a dicembre 2008.Si torna a
chiedere, con urgenza: che tutti i migranti siano immediatamente trasferiti in
altre strutture idonee, ove siano svolte le procedure amministrative, in
particolare quella di asilo;che l'isola di Lampedusa sia sede esclusivamente di
strutture destinate al primo soccorso e all'accoglienza dei migranti.Si chiede
inoltre che vengano accertate eventuali responsabilit di quanto accaduto.
Firmatari: Amnesty International, Arci, Asgi, Casa dei diritti sociali - Focus,
Centro Astalli, Consiglio italiano per i rifugiati - CIR, Federazione delle
Chiese Evangeliche in Italia, Medici Senza Frontiere, Senzaconfine FINE DEL
COMUNICATO Roma, 18 febbraio 2009 Per ulteriori approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224-
cell.348-6974361, e-mail
press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg
( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
18 feb. (Apcom) - Si è conclusa a Phom Penh l'udienza preliminare nel
procedimento giudiziario contro Kaing Guek Eav, più noto con il soprannome
'Duch', il primo ex gerarca dei khmer rossi a vedere avviato un processo
davanti al tribunale speciale sostenuto dall'Onu. L'imputato, direttore del centro di prigionia e tortura 'S21' dove furono
torturate e uccise tra 12.000 e 16.000 persone, inclusi bambini, è accusato di
crimini di guerra e contro l'umanità. L'udienza, apertasi lunedì, è servita a
definire la lista dei testimoni. Il collegio giudicante - riferisce l'agenzia Misna
- ha accettato di ascoltare una trentina di testi dalle liste presentate dall'accusa,
dalla parte civile e dalla difesa, mentre deve ancora decidere se autorizzare
altre 20 testimonianze. Tutti i testimoni sono stati citati per sigle anomine
per ragioni di sicurezza, nonostante siano trascorsi decenni dalla caduta del
regime, che tra il 1975 e 1979 provocò la morte di almeno 1 milione e 700mila
persone. I giudici si sono riservati di fissare la data per l'apertura del
processo vero e proprio, che dovrebbe cominciare a marzo. Duch, arrestato nel
1999 quando fu rintracciato da un giornalista britannico, attraverso i suoi
avvocati ha ammesso i crimini ed espresso pentimento, ma sostiene di aver solo
eseguito gli ordini. Il Tribunale ha aperto procedimenti contro altri quattro
alti dirigenti del regime khmer tra cui Nuon Chea, ideologo e braccio destro
del dittatore Pol Pot. Oggi ultraottantenne, Chea ha più volte chiesto e non
ottenuto la scarcerazione per motivi di salute.
( da "Nacion, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Teatro
contra el olvido: víctimas del autoritarismo, a escena La memoria que sobrevive
al genocidio Seis obras recuerdan la represión y el crimen masivo en distintos
lugares del mundo, una tendencia que se acentúa Noticias de Espectáculos:
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Mister-Wong Ver mas fotos FOTO Foto: Alfredo Sabat "Me da miedo
pensar que aquellos que estaban tan próximos a mí se hallan ahora a la merced
de los verdugos más crueles del mundo", escribió Anna Frank. "Siento
mi impotencia ante la máquina infernal que dispone de una fuerza
titánica", escribió Nicolás Bujarín. "¿Qué clase de amor tenemos por
nuestros niños? Si de verdad los amáramos [?], ante cada muerte saldríamos
aullando", dice la protagonista de La persistencia , de Griselda Gambaro.
Parecen frases salidas de una misma historia. Pero no. Pertenecen a hechos que
ocurrieron en lugares y momentos distantes, aunque todas son evocaciones del
horror ante los crímenes masivos de proyectos extremistas: el tema central de
seis obras dramáticas de la cartelera teatral de febrero en Buenos Aires y Mar
del Plata. Nazis, estalinistas, dictadura militar, ejército y terroristas.
Alemania, Holanda, Rusia, Argentina y Checoslovaquia... Cambian los países, los
años y los victimarios, pero, como señala Helena Tritek, directora de El diario
de Anna Frank : "Tiene que ver, primero que nada, con la historia del
hombre. El hombre es el que produce las guerras, como es el que produce la paz
también". Ni muerte ni tortura El diario... -obra de
Frances Goodrich y Albert Hackett basada en el texto original-, al igual que
Hija de la dictadura argentina , El hombre de la cabina de cristal , El
predilecto de los lepidópteros , La persistencia y Julius, el condenado al
silencio y al olvido , cuenta una historia de genocidio y represión, y lidia
con las limitaciones que surgen al abordar estos temas; cada una mediante
estrategias distintas. Como señala el director de El hombre de la cabina... ,
Nicolás Steimberg: "Cuando una víctima cuenta nos invade siempre la
duda". Por eso él quiso hacer esta obra, de Robert Shaw, en la que un
judío, Goldman, es quien nombra las peores atrocidades, pero haciéndose pasar
por su primo, Dorf, un sanguinario agente de las SS. Así, Goldman dice vestido
de nazi, con cinismo, morbo y alevosía, las barbaridades que nunca fueron
dichas por un represor real, para ser ajusticiado y redimir el sufrimiento de
todas las víctimas. Para Lucila Teste, autora y actriz del unipersonal Hija de
la dictadura... , la forma de eludir la victimización en su relato fue ceñirse
a contar su propia historia a partir de tres pequeñas anécdotas, algunos
objetos simbólicos, un poema e imágenes proyectadas. Así cuenta cómo una niña
con "una infancia feliz" se fue enterando de la desgracia que ocurrió
cuando ella tenía ocho meses de edad: sus padres fueron secuestrados y
desaparecidos por la dictadura militar. "Escogí un punto de vista que no
va directo al dolor. No estoy hablando de las torturas que les hicieron a mis
padres y sin embargo el público se emociona", cuenta la autora. Como apunta
Gambaro, otra limitación importante para estas obras es que lo más escabroso de
la historia que cuentan no puede ser representado en un escenario de manera
realista. "Nunca puede ser un horror directo. No puede haber en escena
muerte ni tortura ni sangre", dice la escritora. En El diario... -donde
participan Vanesa González, Norberto Díaz, Dalia Elnecavé y Estanislao
Silveyra, entre otros- el espectador nunca ve en acción a los victimarios. Lo
único que percibe de ellos son los ruidos y luces de patrullas que cada tanto
se ven en la ventana del refugio. Y sólo se entera del horror a través de la
radio y de los desoladores relatos del refugiado Dussell y del padre de Anna,
que cuenta el terrible destino de la familia, cuando vuelve al desván al
término de la guerra y encuentra el diario de su hija, ya asesinada por los
nazis. Sobre el futuro Como El diario... , también El predilecto... y Julius...
están basadas en dolorosas batallas reales contra el olvido, libradas por la
rusa Anna Larina y el checo Julius Fusik. Larina -mujer de Nikolai Bujarin,
quien fue encerrado y después ejecutado por el régimen de Stalin en 1938-
sobrevivió a 20 años de encierro en gulags, apartada de su hijo recién nacido.
Y no sólo guardó y memorizó la Carta a las generaciones futuras , que le dejó
su esposo antes de ser ejecutado, sino que además aguardó pacientemente hasta
1988, cuando el partido le permitió publicarla. También fue la esposa de Fusik,
Gusta Fucikova, quien dio a conocer las últimas palabras escritas por su
esposo. Mientras el periodista comunista agonizaba, torturado por los nazis,
pudo escribir clandestinamente el Reportaje al pie de la horca y entregarlo por
partes a un guardia cómplice de la prisión, quien las escondía. Su esposa las
recuperó después de su muerte. "[Lo que les pasó a mis padres] pasó aquí,
pero también en muchos lugares del mundo. Hablo del pasado, pero también del
futuro", dice Lucila Teste. Y en efecto, no todas estas obras se ambientan
en regímenes totalitarios de décadas atrás. La persistencia , de Gambaro -ya
representada en 2007 en el Teatro San Martín, con la dirección de Cristina
Banegas-, está inspirada en la masacre de Beslan, en Rusia, en 2004. Ahí
resultaron muertos casi doscientos niños, durante un largo combate entre el
ejército ruso y terroristas chechenos, tras 53 horas de haber sido tomado un
colegio por éstos. "Es también una historia del presente -dice Helena
Tritek-. Están persiguiendo a los rumanos, a los gitanos... Los
golpean, los queman. Son cosas atroces que hace el hombre. Lo que pasó ahora en Israel y Gaza
es terrible. Es como si el hombre no aprendiera. Por eso hay que recordar, y no
olvidarse. Es bueno hablar de Anna Frank." En cartelera El diario de Anna
Frank.
( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
11 - Esteri Gaffe di Berlusconi sui desaparecidos Ironizza sui "voli della
morte". Proteste in Argentina, convocato l´ambasciatore italiano
"Parole stravolte" per Palazzo Chigi ma le madri di Plaza de Majo
vogliono le scuse OMERO CIAI ROMA - «Non farò come quel dittatore che faceva
fuori i suoi oppositori portandoli in aereo con un pallone, poi apriva lo
sportello e diceva "C´è una bella giornata fuori, andate a giocare".
Fa ridere ma è drammatico... ». Questa frase, rilanciata sul Clarin di Buenos
Aires, ha provocato ieri una tempesta diplomatica tra Italia e Argentina. L´ha
pronunciata Berlusconi a Cagliari venerdì scorso nel suo ultimo comizio-show
prima del voto in Sardegna. L´ha sottolineata l´Unità in una corrispondenza e
l´hanno ripresa i media argentini. Ieri mattina il nostro ambasciatore è stato
convocato dal governo della signora Kirchner, «preoccupato e offeso», per la
citazione ironica di una tragedia, i "voli della morte" con cui i
militari assassinarono migliaia di giovani oppositori politici, che è l´orrore
di un passato ancora molto presente tra gli argentini. Basta pensare che
proprio l´altro ieri lo spazio dell´Esma, il grande lager della dittatura, è
diventato per iniziativa dell´Onu, il primo centro
internazionale sui diritti umani e che, qui in Italia, la nostra magistratura vuole processare
Emilio Massera, ammiraglio, membro della P2 di Gelli e ideatore dei "voli
della morte", perché tra le sue vittime c´erano anche molti
italo-argentini. L´ambasciatore Ronca ha spiegato alle autorità argentine che,
a giudizio del governo italiano, si tratta di un equivoco. Di una frase
riportata fuori contesto, sottolineando che c´è «l´assoluta certezza» che da
parte del premier Berlusconi non vi è stato «alcun intento offensivo», ma
semmai «una netta presa di distanza dalla dittatura argentina». Ma non la
pensano così le associazioni per i diritti umani, le
"madri di Plaza de Mayo", e forse neppure il governo argentino con il
quale per tutta la giornata dalla Farnesina si è cercato di concordare una
"nota congiunta" che mettesse fine all´incidente. Ma citare con
leggerezza, di fronte ad una piazza vociante, la tragedia della dittatura «non
è ammissibile» dicono da Buenos Aires i parenti delle vittime che hanno
apertamente manifestato la loro indignazione e la loro sorpresa. Lo pensa anche
Piero Fassino, ministro degli esteri ombra del Pd, che parla di "gaffe
indecente" e chiede al premier di scusarsi pubblicamente. «Raccontare
barzellette e fare il guascone - dice Fassino - è ormai lo sport preferito di
Berlusconi che, anche in questo caso, rivela una totale mancanza di sensibilità
per la storia e il valore della democrazia in nome della quale, in Argentina
come in tutto il mondo, tantissimi sono giunti a sacrificare la propria vita».
E Mirella Giai, senatrice argentina dell´Udc eletta dagli italiani all´estero,
dice: «Ricordo al premier che fra coloro che vennero gettati dagli aerei in
quegli anni c´erano anche molti italiani». Come primo gesto, l´ambasciatore
Ronca ha ricevuto ieri sera a Buenos Aires i rappresentati di alcune delle
organizzazioni dei familiari delle oltre 30mila vittime della dittatura
militare argentina pur ribadendo la posizione ufficiale di Palazzo Chigi dove
si sostiene che «le parole di Berlusconi sono state capovolte. Voleva
sottolineare la brutalità della dittatura e invece e stato paragonato ai
dittatori». E mentre Felice Belisario, capo dei senatori dell´Italia dei
Valori, chiede al ministro Frattini di riferire in aula per «l´increscioso
episodio», la presidenza del Consiglio sostiene che, contro il premier, c´è
stato «un attacco calunnioso e assolutamente ingiustificato, che provoca
indignazione».
( da "Unita, L'" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
DOPO
UN MESE I PRIMI DELUSI DA OBAMA La luna di miele fra Obama e la sinistra Usa non
è durata nemmeno un mese. Ieri, nel 30°giorno della sua Amministrazione il
presidente è volato in un liceo dell'Arizona, a Mesa. Una parte della sinistra
è già delusa e malmostosa, tanto che nelle ultime due settimane la Casa Bianca,
dopo una serie di brutte figure, è corsa ai ripari. Obama è tornato fra la
gente, la sua gente, per rassicurarla, ascoltarla e ricordare loro che a
Pennsylvania Avenue ha portato le loro storie nel cuore. Oggi la sinistra
liberal che ha sostenuto Obama appare «costernata» per le decisioni che tardano
ad arrivare o il cambiamento che non si vede, ma sembra non ricordare che per 8
anni alla Casa Bianca c'era un diabolica coppia che ha fatto una guerra in nome
dei profitti dell'oro nero, che ha autorizzato la tortura. Il malessere corre
sulla rete. I sostenitori dei diritti umani si dicono delusi dal fatto che la
nuova Amministrazione si è rifiutata di partecipare alla revisione della lista
dei Paesi fra cui Cuba, Arabia Saudita e Russia che violano i diritti umani. I blog sono pieni di commenti di
gente che vorrebbe un più veloce ritiro dall'Iraq. Criticano Obama
perché ha deciso di tenere alla Difesa l'uomo di George Bush Robert Gates. I
liberal dicono che ha imbarazzato i suoi sostenitori e estasiato i suoi critici
annunciando che il generale Odierno (che si era fieramente opposto al ritiro in
16 mesi) resterà al suo posto a Baghdad. Persino Rachel Maddow, la star tv
della campagna elettorale, straordinaria sostenitrice di Obama, nel suo
programma serale si è arrabbiata con il Presidente per avere messo nel suo
governo ex-lobbisti «il cambiamento in cui possiamo credere, a patto che
mettiamo un deludente asterisco sulla parola cambiamento». Per 8 anni la
sinistra ha ingoiato le prodezze del duo Bush-Cheney, ed ora, dopo solo 30 di
governo, sta perdendo la pazienza con Obama. Un solo mese di luna di miele
sembra davvero troppo poco.
( da "Repubblica, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina
8 - Interni una laicità positiva (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) In quel discorso
colpirono, soprattutto, la sottolineatura del rispetto dovuto dalla politica
alla centralità della persona umana, accompagnata dall´invito rivolto al nostro
Paese ad «incrementare la sua solidarietà e coesione interna per poter meglio
esprimere le sue doti caratteristiche e valorizzare la sua ineguagliabile
ricchezza e varietà di culture». Si tratta di una bussola, fatta di entrambi i
concetti, che ci deve guidare proprio in questa fase in cui fenomeni epocali
quali la globalizzazione, accoppiati al mutamento della struttura stessa delle
nostre società, possono mettere in dubbio quelli che debbono essere i valori fondamentali
di riferimento per una società. Una società che richiede una nuova e forte
"dimensione etica", oggi offuscata dalla labilità con cui spesso
vengono percepiti i valori fondamentali. In questo quadro si colloca anche il
forte incremento della presenza nella società italiana di nuovi movimenti
religiosi di diversa origine culturale e geografica, resa più complessa dal
fatto che manca a tutt´oggi una legge di carattere generale che garantisca la
libertà religiosa, pur nel quadro del multiculturalismo e del pluralismo
religioso indubbiamente in atto. Una tendenza destinata inevitabilmente a
crescere, e rispetto alla quale la società italiana, per fortuna, non ha
vissuto tensioni interetniche, avendo manifestato una accoglienza nei fatti
positiva per le minoranze religiose, ben più di quanto abbiano saputo fare
altri grandi paesi europei. Un fenomeno al quale la stipulazione di Intese con
culti non cattolici potrebbe recare un utile contributo, sempre ovviamente nel
rispetto fondamentale delle garanzie dei diritti umani di libertà e di uguaglianza. Mi ha
colpito molto che il Presidente della laicissima Francia, Nicolas Sarkozy, nel
suo discorso pronunciato a San Giovanni in Laterano nel 2007, abbia introdotto
il concetto di "laicità positiva", volendo così evidenziare la fine
della sostanziale indifferenza dello Stato francese nei confronti del fenomeno
religioso, vissuto, oltralpe, nell´ambito di una dimensione tutta
personale e privata, completamente separata da quella pubblica. Ebbene, quel
concetto di "laicità positiva" era già ben presente nell´Accordo
Craxi-Casaroli del 1984 di modifica del Concordato, con conseguente abbandono
di quell´atteggiamento di "difesa" nei confronti dello Stato tipico
dei Concordati tradizionali. Un nuovo "Concordato-quadro" a maglie
larghe, che rimandava la disciplina concreta dei singoli settori a successivi
accordi, o a intese attuative tra il Governo e la Conferenza episcopale
italiana, sulla base della "reciproca collaborazione per la promozione
dell´uomo e per il bene del Paese" (articolo 1 dell´Accordo). Un concetto
del resto ripreso dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando
in occasione della visita di Papa Benedetto XVI al Quirinale, ha sottolineato,
tra l´altro, «conosciamo e apprezziamo la dimensione sociale e pubblica del
fatto religioso». è in questo quadro che si colloca quel riconoscimento
dell´importanza delle radici ebraico-cristiane dell´identità culturale europea,
in cui si sono riconosciuti sia il Governo precedente che quello attualmente in
carica, indipendentemente dalle concezioni religiose ed ideali di ognuno, così
come si riconoscono nell´importanza dell´azione di coesione e di sostegno
svolta dalla Chiesa nella società italiana. Tutto questo non stride con il
progressivo disvelamento di quel principio di "laicità dello Stato",
sostanzialmente racchiuso, anche se non formulato con queste parole, nella
Carta costituzionale. Una laicità non certo aggressiva nei confronti della
religione, aliena da degenerazioni laiciste ed anticlericali, aperta al
riconoscimento del ruolo attivo e positivo della Chiesa nella società italiana.
Una laicità dello Stato che deve però tenere conto che viviamo in un Paese la
cui storia è inestricabilmente intrecciata alla vicenda del Cristianesimo e
della Chiesa romana, perché si possa minimamente immaginare un reciproco
disinteresse. L´autore è presidente della Camera
( da "Manifesto, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
CIE
Leggi aggirate, irregolarità giuridiche Il centro degli abusi, col placet del
Viminale Omeyya Seddik Il centro di identificazione ed espulsione (Cie) per
immigrati sprovvisti di titolo di ingresso sul territorio italiano di Contrada
Imbriacola a Lampedusa ha preso fuoco. In seguito a uno scoppio di tensione tra
gli 863 trattenuti ancora sull'isola e a un intervento delle forze dell'ordine
in tenuta anti-sommossa, l'edificio centrale e la mensa sono stati distrutti
dalle fiamme. Alcuni dei migranti, tutti tunisini, sono chiusi nel centro da
più di cinquanta giorni in condizioni degradanti ampiamente descritte dai
parlamentari, dai giuristi e dai membri delle associazioni che hanno visitato il
posto. Secondo il ministero degli interni, sono tutti in possesso di una
notifica di decreto di trattenimento e di un decreto di allontanamento. Sono
quindi destinati a un'espulsione verso la Tunisia in tempi brevi. Eppure,
diversi elementi di quanto dichiarato dalle autorità pongono un problema dal
punto di vista delle leggi e delle convenzioni in vigore, compreso il Testo
unico sull'immigrazione pubblicato in Italia. Il primo aspetto problematico
riguarda la validità legale dei decreti di allontanamento. Secondo la
legislazione in vigore, questi decreti devono essere convalidati da un
magistrato dopo un esame individuale, alla presenza di un avvocato difensore e
di un interprete. Ma a Lampedusa non c'è né un tribunale, né un giudice. Le
autorità hanno quindi dovuto far arrivare in aereo tre magistrati e tre
avvocati nominati d'ufficio, che si sono trattenuti sull'isola tre giorni,
secondo le informazioni che abbiamo potuto raccogliere; poi, ancora un'altra
volta, due giudici e due avvocati per due giorni. In questo modo, sono stati
esaminati circa 1200 casi. La semplice aritmetica può aiutare a farsi un'idea
sulla validità di questi «esami individuali e imparziali». Le decine di
testimonianze di migranti trattenuti che abbiamo potuto raccogliere descrivono
in modo simile il loro passaggio di fronte a un giudice: «Sono stato convocato
in un ufficio di polizia, all'interno del centro. C'erano solo quattro persone,
una delle quali si è presentata come giudice e un'altra come il mio avvocato.
Quest'ultimo non ha più aggiunto altro. Un'altra persona era un interprete
della polizia; l'ultimo non so chi fosse. Il tutto è durato meno di cinque
minuti. Non ho capito tanto bene cosa sia successo». Un altro aspetto
problematico è il mantenimento in stato di detenzione e la sua notifica. Una
persona non può essere trattenuta contro la propria volontà più del tempo
necessario al suo trasferimento fintanto che non sia stata oggetto di un
decreto di allontanamento. Solo una volta notificato il decreto, può essere
trattenuta in una struttura prevista ad hoc - ossia un Cie. I tunisini di
Lampedusa sono invece stati trattenuti più di un mese in un centro di prima
accoglienza (Cpa), prima che il ministero dichiarasse effettivamente la sua
trasformazione in un Cie. A tutt'oggi, il decreto ministeriale annunciato per
regolarizzare a posteriori una detenzione la cui legittimità è controversa, non
è ancora stato pubblicato. Un terzo aspetto particolarmente inquietante
riguarda il rispetto delle leggi e delle convenzioni sul diritto d'asilo. Il
ministero dell'interno ha a lungo giustificato l'istituzione del Cie di
Lampedusa dicendo che lì dovevano essere trattenuti i migranti irregolari
oggetto di identificazione o di procedura di espulsione, escluse quelle
categorie che possono godere di una protezione particolare (minori, donne
incinte, richiedenti asilo). Questi ultimi sono peraltro stati trasferiti nel
Cpa della base Loran, a capo Ponente, subito dopo il cambiamento di status del
centro di contrada Imbriacola. A eccezione, tuttavia, dei richiedenti asilo
tunisini! A differenza di quanto affermato ufficialmente e di quanto diffuso
dai media, ci sono tra i trattenuti nel Cie diverse decine di richiedenti
asilo, di cui conosciamo l'identità. Una parte importante di loro proviene da
una regione, il bacino minerario di Gafsa, nel sud-ovest della Tunisia, in cui
da più di un anno è in atto una repressione molto violenta. Gli abitanti di
questa regione molto povera ed emarginata hanno portato avanti per mesi un
movimento di contestazione della politica sociale e della gestione delle
ricchezze da parte del potere tunisino. La reazione è stata feroce: molestie,
torture, militarizzazione, morti e processi politici con pene molto pesanti. Questi avvenimenti sono documentati e sono oggetto di testimonianze
di vari osservatori, organizzazioni dei diritti umani e giuristi. In queste condizioni, la «cooperazione rafforzata»
annunciata dalle autorità italiane e tunisine con l'obiettivo di procedere a
rimpatri rapidi e di massa può legittimamente far temere il peggio.
( da "Manifesto, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Era
il 15 febbraio del 1999 quando il leader del Pkk, dopo il no dell'Italia alla
richiesta di asilo politico, viene arrestato in Kenya con l'aiuto dei servizi
Usa e israeliani e consegnato al governo turco Ocalan 10 ANNI SENZA PACE NEL
CUORE DELL'UE LA RABBIA DEL KURDISTAN DIMENTICATO Da allora è rinchiuso nel
carcere di massima sicurezza sull'isola di Imrali. Stremato fisicamente dalle
condizioni di isolamento, Apo continua a chiedere una «soluzione negoziata» per
i diritti del suo popolo Orsola Casagrande «Sono venuto in Europa per cercare
di trovare una soluzione pacifica al conflitto che da quindici anni vede kurdi
e turchi contrapposti». Non si possono dimenticare le parole di Abdullah
Ocalan, il presidente del Pkk (il partito dei lavoratori del Kurdistan) poco
dopo il suo sbarco e il suo arresto a Fiumicino il 12 novembre 1998. Le
speranze di Ocalan e di milioni di kurdi andarono presto deluse. Il governo
italiano di centro sinistra impacciato e confuso non seppe prendere una
decisione che sarebbe stata storica: farsi in qualche modo portavoce di quella
offerta di negoziato, di quella possibilità di pace. La Turchia non prese
nemmeno in considerazione le parole di Ocalan e cominciò immediatamente e
freneticamente a fare da una parte pressioni sull'Italia perché estradasse il
leader kurdo e dall'altra sul resto del mondo, in particolare gli Stati uniti e
Israele perché la aiutassero a catturare Ocalan. L'Europa non solo non sostenne
l'Italia ma chiuse le porte in faccia al presidente del Pkk e assieme a lui, a
milioni di kurdi che in Europa vivono da anni. Ieri per le strade di Strasburgo
come in ogni città del Kurdistan (turco e iracheno), migliaia di persone hanno
urlato ancora una volta la loro rabbia per quella opportunità di pace
velocemente spazzata sotto lo zerbino di casa Europa. E hanno gridato di fare
qualcosa per lo stesso Ocalan, che da dieci anni è rinchiuso nel carcere di
massima sicurezza dell'isola di Imrali, unico detenuto, sempre più affaticato e
minato nel fisico da un regime di isolamento che lo sta lentamente spezzando.
Non nella testa, e infatti il leader kurdo continua a parlare di pace e a
proporre soluzioni negoziate. Ma nel corpo, anche per via di un subdolo
avvelenamento denunciato dai medici che sono riusciti ad analizzare qualche capello
del leader. Era il 15 febbraio 1999 quando dal Kenya è arrivata la notizia che
Abdullah Ocalan, Apo per i kurdi, era stato catturato. Da Roma il presidente
del Pkk era partito un mese prima, il 15 gennaio. In Italia aveva chiesto asilo
politico, ma le pressioni della Turchia si erano fatte pesantissime per il
pavido governo D'Alema. Che infatti «invitò» il leader kurdo a togliere il
disturbo. Frenetiche le verifiche per trovare un paese disposto ad ospitarlo.
Impresa che si rivela impossibile. A quel punto è Apo a non volere più stare in
Italia. Una delle immagini più angoscianti e umilianti è quella di Ocalan che
sorvola i cieli d'Europa vedendosi negato il diritto ad atterrare. Alla fine
l'aereo si dirige in Grecia, dove il presidente kurdo resterà pochi giorni.
Quindi nuovo viaggio verso l'ambasciata greca a Nairobi, in Kenya. Ma è un
viaggio verso le braccia dei suoi nemici. E infatti Ocalan verrà catturato dai
turchi, con l'aiuto dei servizi segreti degli Stati uniti e di Israele. L'altra
immagine indelebile in questa tragedia è quella di Ocalan sotto sedativi, la
benda agli occhi, le mani legate, che farfuglia mentre le teste di cuoio si
prendono gioco di lui. La vicenda giudiziaria del leader kurdo prosegue in
Turchia, con Ocalan rinchiuso nel carcere-isola di Imrali. Poi il
processo-farsa, e la difesa lucida e puntuale di Apo. Quindi la condanna a
morte, commutata in ergastolo (nell'agosto 2002) perché la Turchia ha nel
frattempo congelato la pena capitale nella speranza di accelerare il suo cammino
verso l'Unione europea. I legali di Ocalan fanno ricorso
anche alla corte europea per i diritti umani che in prima battuta stabilisce che il processo turco non è
stato equo. Ma i turchi esaminano le carte e presentano la loro risposta: non
c'è nulla da rifare, i diritti dell'imputato sono stati rispettati. Tanto basta
a Strasburgo che accoglie le giustificazioni della Turchia e stabilisce che il
caso Ocalan è chiuso. Peccato che il 4 ottobre del
( da "Manifesto, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
MARCENARO
(PD) «Al Cie condizioni disumane e degradanti» S. Li. ROMA «Il disastro
accaduto a Lampedusa era altamente prevedibile». Il senatore Pietro Marcenaro
(Pd), presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione
dei diritti umani, non è stato colto di sorpresa dalle
notizie provenienti dall'isola Pelagia. Solo la settimana scorsa, ha visitato
il centro con due colleghi della Commissione e constatato di persona le
condizioni di trattenimento degli immigrati al suo interno. È uscito con una
denuncia vigorosa, in cui ha sostenuto che le persone all'interno della
struttura sono sottoposte a «trattamenti inumani e
degradanti». Presidente, lei ha avuto parole durissime nei confronti del centro
di identificazione e di espulsione (Cie) di Lampedusa... Quello che ho visto
nel centro di Contrada Imbriacola va al di là di ogni immaginazione. Ho visto
gente ammassata in stanze piccole, al freddo, senza i più minimi servizi. Ho
visto una situazione in cui ogni possibilità di intimità era annullata: persone
che dormivano in stanze adiacenti ai bagni, in cui acqua e pipì filtravano
attraverso i muri e imbevevano le lenzuola. Insomma, ho visto uomini trattati
come bestie. Per questo ho detto che le persone trattenute in quel centro sono
sottoposte a trattamenti inumani e degradanti. E per
questo non mi stupisce quanto accaduto questa mattina (ieri per chi legge ndr)
Come si è arrivati a questa situazione? Se in una struttura fatta per contenere
350 persone per 48 ore vengono messi fino a 1850 immigrati e lì trattenuti
anche 50 giorni, non c'è da sorprendersi che la situazione sfugga di mano. Il
governo ha deciso di trasformare il centro di prima accoglienza in centro di
identificazione e di espulsione senza riflettere sulle implicazioni di questa
trasformazione. È tutta l'organizzazione che è saltata, come hanno avuto modo
di dirmi anche le persone e le Ong che lavorano all'interno del centro. Dopo la
sua denuncia, cosa farà ora la Commissione per i diritti umani?
La Commissione ha chiesto al governo di venire a riferire. Doveva venire il
ministro Roberto Maroni o un suo sottosegretario. Poi, questo incontro è stato
spostato a mercoledì prossimo. Al di là di questo, tuttavia, ripeto quello che
ho detto quando sono uscito dal centro: invito Maroni ad andare a vedere con i
propri occhi la situazione sul terreno. Sono infatti convinto di una cosa: una
situazione del genere si crea e si mantiene solo a patto di non guardarla. In
una società come la nostra, nessuno accetterebbe una cosa del genere nel
momento in cui la vede con i propri occhi. Io ho visitato diverse carceri e
devo dire che le condizioni nelle strutture penitenziarie non sono neanche
minimamente paragonabili a quelle del Cie di Lampedusa: la
situazione in questo centro è del tutto inaccettabile dal punto di vista della
dignità umana. ROMA «Il disastro accaduto a Lampedusa era altamente
prevedibile». Il senatore Pietro Marcenaro (Pd), presidente della Commissione
straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, non è stato colto di sorpresa
dalle notizie provenienti dall'isola Pelagia. Solo la settimana scorsa,
ha visitato il centro con due colleghi della Commissione e constatato di
persona le condizioni di trattenimento degli immigrati al suo interno. È uscito
con una denuncia vigorosa, in cui ha sostenuto che le persone all'interno della
struttura sono sottoposte a «trattamenti inumani e
degradanti». Presidente, lei ha avuto parole durissime nei confronti del centro
di identificazione e di espulsione (Cie) di Lampedusa... Quello che ho visto
nel centro di Contrada Imbriacola va al di là di ogni immaginazione. Ho visto
gente ammassata in stanze piccole, al freddo, senza i più minimi servizi. Ho
visto una situazione in cui ogni possibilità di intimità era annullata: persone
che dormivano in stanze adiacenti ai bagni, in cui acqua e pipì filtravano
attraverso i muri e imbevevano le lenzuola. Insomma, ho visto uomini trattati
come bestie. Per questo ho detto che le persone trattenute in quel centro sono
sottoposte a trattamenti inumani e degradanti. E per
questo non mi stupisce quanto accaduto questa mattina (ieri per chi legge ndr)
Come si è arrivati a questa situazione? Se in una struttura fatta per contenere
350 persone per 48 ore vengono messi fino a 1850 immigrati e lì trattenuti
anche 50 giorni, non c'è da sorprendersi che la situazione sfugga di mano. Il
governo ha deciso di trasformare il centro di prima accoglienza in centro di
identificazione e di espulsione senza riflettere sulle implicazioni di questa
trasformazione. È tutta l'organizzazione che è saltata, come hanno avuto modo
di dirmi anche le persone e le Ong che lavorano all'interno del centro. Dopo la
sua denuncia, cosa farà ora la Commissione per i diritti umani?
La Commissione ha chiesto al governo di venire a riferire. Doveva venire il
ministro Roberto Maroni o un suo sottosegretario. Poi, questo incontro è stato
spostato a mercoledì prossimo. Al di là di questo, tuttavia, ripeto quello che
ho detto quando sono uscito dal centro: invito Maroni ad andare a vedere con i
propri occhi la situazione sul terreno. Sono infatti convinto di una cosa: una
situazione del genere si crea e si mantiene solo a patto di non guardarla. In
una società come la nostra, nessuno accetterebbe una cosa del genere nel
momento in cui la vede con i propri occhi. Io ho visitato diverse carceri e
devo dire che le condizioni nelle strutture penitenziarie non sono neanche
minimamente paragonabili a quelle del Cie di Lampedusa: la situazione in questo
centro è del tutto inaccettabile dal punto di vista della dignità umana. Foto:
IMMAGINI DEL L'INCENDIO CHE HA DEVASTATO IL CIE DI LAMPEDUSA /FOTO PAOLA LA
ROSA E REUTERS
( da "Messaggero, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Giovedì
19 Febbraio 2009 Chiudi di CORRADO GIUSTINIANI ROMA - Tira un sospiro di
sollievo Mario Morcone, il prefetto che guida il Dipartimento libertà civili e
Immigrazione del ministero dell'Interno: «Tutto è calmo, tutto sotto controllo.
L'incendio ha fortemente danneggiato una delle quattro palazzine destinate a
camerata, le persone sono rientrate nelle zone agibili». Qual è stata la
scintilla? «Appena hanno saputo che stavamo riportando in Tunisia 100 migranti
irregolari, un gruppo di connazionali ha iniziato lo sciopero della fame. Erano
i più agitati, quelli che temono maggiormente il ritorno a casa. C'è stato un
litigio con chi voleva invece riprendere il cibo, il tentativo di forzare i
cancelli, stavolta non riuscito per via dei blindati, e allora hanno appiccato
il fuoco». Il sindaco di Lampedusa, Dino De Rubeis, ha chiesto la testa di
Maroni.«Il sindaco protesta da quando lo conosco, prima perché c'era il centro
di Accoglienza, ora perché c'è il centro di Identificazione, prima sembrava
ostile agli immigrati, ora appare pieno di umanità.
Credo che punti a un risarcimento, e lo fa in forme che lasciano perplessi».
Per l'Alto Commissariato Onu il 75 per cento degli sbarchi è dato da chiedenti
asilo, non migranti economici. «Certo che sì, ma questi li destiniamo altrove,
così come abbiamo dirottato altrove donne e bambini. Nel centro, al momento
della rivolta, c'erano solo migranti per lavoro». La chiave di volta sono gli
accordi di riammissione? «Sì, ne abbiamo una trentina, e quelli con Tunisia ed
Egitto sono molto efficaci. Un altro è stato appena siglato dal capo della
Polizia Manganelli con la Nigeria. In cambio di quote di lavoro regolare, i
paesi li riprendono indietro». Gli irregolari vengono rimpatriati in aereo. E'
un'operazione costosa? «In gran parte è l'Unione europea a finanziarci. Infatti
utilizziamo il "Fondo per i rimpatri", coattivi ma anche volontari e
assistiti. Per il periodo 2008-2013 ci sono 111 milioni di euro per l'Italia,
compreso nel conto un nostro cofinanziamento del 30-40 per cento». Il senatore
Pietro Marcenaro, presidente della Commissione per i
diritti umani, ha trovato
il Centro di Lampedusa in condizioni igieniche pietose. «Per due ragioni.
Quando lui è venuto in visita c'erano più di 1000 ospiti, quindi oltre la
capienza del Centro, mentre oggi siamo a 860. E poi perché, per protesta, gli
ospiti impedivano ai giovani di "Lampedusa accoglienza" di effettuare
le normali pulizie». Questi centri, di "detenzione
amministrativa", sono stati raddoppiati, da dieci a venti in tutto il
paese. Di quanto aumenterà il tempo necessario per identificare i migranti?
«Attualmente siamo a 60 giorni. La Direttiva europea parla di 18 mesi. Ma io
credo in Parlamento si possa raggiungere un accordo per un tempo
ragionevolmente più breve».
( da "Messaggero, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Giovedì
19 Febbraio 2009 Chiudi di ROSITA CAVALLARO BUENOS AIRES - «Erano belle
giornate, li facevano scendere dall'aereo...» E' la frase dello scandalo che
ieri a Buenos Aires ha dato il via ad un domino di notizie terminate in un
grave incidente diplomatico fra il nostro paese e l'Argentina. Secondo quanto
afferma il quotidiano argentino Clarin in un articolo di mezza pagina e citando
un servizio dei giorni scorsi riportato dall'Unità, Silvio Berlusconi durante
la campagna elettorale in Sardegna avrebbe 'scherzato' sulla vicenda
desaparecidos. Il premier, come riporta un video circolato ieri su 'Youtube',
durante un discorso a Cagliari ha tirato fuori i tristemente noti voli della
morte di cui si serviva la dittatura militare argentina per sbarazzarsi dei
corpi ancora in vita di centinaia e centinaia di desaparecidos. Silvio
Berlusconi avrebbe così voluto sottolineare la sua convinzione di come il
buonumore sia importante anche in contesti drammatici. «Non farò come quel
dittatore argentino - dice davanti al suo elettorato - faceva fuori gli
oppositori portandoli in aereo con un pallone, poi apriva lo sportello e diceva
"C'e' una bella giornata fuori, andate a giocare". Fa ridere, ma è
drammatico...» conclude tra le risate del pubblico. Ma per un paese come
l'Argentina, che tra il 1976 e il
( da "Corriere della Sera" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-02-19 num: - pag: 14
categoria: REDAZIONALE Dopo la guerra Le associazioni palestinesi identificano
le vittime. Ma è scontro sulla definizione di «civili» e «combattenti» Gaza,
l'ultima missione dei contabili della morte DAL NOSTRO INVIATO GAZA — La
contabilità della morte accumula fototessere, figurine colorate di un album che
qua nessuno avrebbe voluto completare. Le doppie non sono ammesse. I volontari
passano e ripassano le liste, cancellano i nomi registrati due volte (un corpo
arrivato in un ospedale e poi trasportato in quello più vicino a casa),
controllano le date e le testimonianze. La lapide di carta è il dossier che
raccoglie i documenti. Certifica un decesso, racconta gli ultimi minuti di una
vita: nome, cognome, età, sesso, fotocopia della carta d'identità,
dichiarazione del medico, militante o civile, dov'è successo, com'è successo. Le squadre del Centro palestinese per i diritti umani sono state divise per area, si
muovono nei quartieri che conoscono. Mohammed Ghannan coordina i ricercatori
che stanno coprendo Gaza City. Dal primo giorno di conflitto è stato
all'ospedale Shifa, il più grande della Striscia, a contare. Cadaveri e
feriti. Da quando i combattimenti sono finiti, gira per la città a raccogliere
le informazioni. La casa degli Shaaban sta nel posto sbagliato in una guerra
contro Hamas. Dall'altra parte del muro, c'è la villona verde piscina di
Mahmoud Zahar, uno dei capi oltranzisti del movimento. Il 15 gennaio il missile
sparato da un drone colpisce il gabbiotto delle guardie, la famiglia teme un
bombardamento, i tre fratelli più grandi scappano in strada e vengono centrati
dall'aereo senza pilota. «Gli israeliani dicono che facevano parte della
guarnigione di Zahar. Non è vero », spiega la madre, mentre mostra le foto dei
cadaveri sul telefonino. I corpi sono coperti dalla bandiera verde di Hamas,
«sono arrivati i miliziani a imporcelo». Il lavoro di Ghannan è anche
controllare questa storia, più tardi con i vicini. Mostra la foto di un'altra
vittima, indossa l'uniforme mimetica. «Eppure i parenti negano che sia un
militante». Tel Al Hawwa, la collina del vento, ha cambiato nome da quando i
fondamentalisti hanno preso il potere nella Striscia. I palazzoni di Tel Al
Islam restano opprimenti. Nel salotto della famiglia Bulbul, la plastica copre
i buchi che dovrebbero essere le finestre e il poster del «martire» è l'unico
colore sulle pareti. Ahmed, 21 anni, è stato ucciso il 27 dicembre, primo
giorno di guerra, nel bombardamento contro il quartier generale della polizia.
Nelle liste del Centro palestinese per i diritti umani,
viene considerato non combattente. «Come i 168 poliziotti ammazzati nelle
caserme», spiega Jaber Wishah, vicedirettore del centro. Per gli israeliani,
gli uomini della forza esecutiva erano un obiettivo militare legittimo. Replica
Wishah: «Un combattente deve trovarsi nella zona degli scontri, con un'arma o
in uniforme. Ne abbiamo contati 175». Sfoglia il dossier che raccoglie i nomi
delle vittime di ventidue giorni di conflitto. L'associazione vuole usarlo per
la petizione contro Israele alla Corte dell'Aja. Wishah elenca i dati, che
considera definitivi: 1.375 morti, tra loro 111 donne, 290 minori. I non
combattenti uccisi sarebbero
( da "Giornale.it, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
n.
43 del 2009-02-19 pagina 11 Quella Consulta che unisce laici e cattolici di
Redazione A Palazzo Marino la prima assemblea dell'istituto a tutela di libertà
e tolleranza L a laicità è un'invenzione del Cristianesimo. Prima che Cristo
chiedesse ai suoi discepoli di «dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel
che è di Dio», nessuno aveva teorizzato la distinzione tra il potere temporale
e la dimensione spirituale. Perciò non dobbiamo sorprenderci se tra i promotori
della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni, nata ufficialmente
martedì durante una grande assise a Palazzo Marino, troviamo l'associazione
cattolica Noi Siamo Chiesa e il Circolo Culturale Protestante, affiancati
dall'Associazione Keshet - Vita e Cultura Ebraica. La laicità non si situa
all'opposto della fede, né "laico" può essere considerato sinonimo di
"ateo" o di "anticlericale": il termine stesso è anzi
desunto dalla terminologia ecclesiastica, nella quale indica l'appartenenza al
"popolo" (in greco "làos") dei fedeli, distinto dalla
compagine dei sacerdoti. Secondo un'efficace definizione formulata da Claudio
Magris, la laicità «non è un contenuto filosofico, bensì un abito mentale: è la
capacità di discernere ciò che è dimostrabile razionalmente da ciò che invece è
oggetto di fede e di separare gli ambiti delle diverse competenze, ad esempio
quello della Chiesa da quello dello Stato». Il laico è inoltre colui che
coltiva «la tolleranza, il dubbio rivolto pure alle proprie certezze,
l'autoironia, la demistificazione di tutti gli idoli, anche dei propri, la
capacità di credere fortemente in alcuni valori, sapendo che ne esistono altri,
pur essi rispettabili». La laicità intesa come distinzione tra il piano
temporale e quello spirituale, come attitudine critica che diffida di tutti i
fondamentalismi, di quello clericale così come di quello positivista e
anticlericale, è profondamente radicata nella cultura milanese, persino in
quella di matrice cattolica. Esiste una «via ambrosiana alla laicità», che
inizia forse con Manzoni e si estende almeno sino agli scritti del cardinale
Martini, in cui al cattolico è chiesto di saper affermare quel «primato della
libertà di scelta e della coscienza individuale» rivendicato dalla Consulta.
Quando Alessandro Manzoni, lo scrittore cattolico per antonomasia, accetta la
nomina a Senatore di un Regno d'Italia che è stato proclamato in aperta rottura
con il Papato, o addirittura esulta per la conclusione del potere temporale
della Chiesa, dimostra di saper laicamente distinguere tra le prerogative della
fede e quelle dello stato. Ma anche un'iniziativa come la «Cattedra dei non
credenti», istituita nel
( da "HelpConsumatori" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
News
IMMIGRAZIONE. Lampedusa, Tavolo Asilo: "Nell?isola si faccia solo prima
accoglienza" 19/02/2009 - 09:04 Lettera aperta degli enti riuniti nel Tavolo
Asilo al presidente della Repubblica, al presidente dei Consiglio e al ministro
dell'Interno con la richiesta di intervenire sull'emergenza a Lampedusa e di
riservare le strutture dell'isola esclusivamente al primo soccorso e
all'accoglienza dei migranti. La nota è firmata da Amnesty International, Arci,
Asgi, Casa dei diritti sociali - Focus, Centro Astalli, Consiglio italiano per
i rifugiati - CIR, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Medici Senza
Frontiere e Senzaconfine e interviene sulla situazione sempre più grave
dell'isola. Nel centro di accoglienza e identificazione è scoppiata ieri una
rivolta e sono state date alle fiamme parte delle strutture. Le associazioni
"esprimono profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo in queste ore
nel centro per immigrati e richiedenti asilo situato in contrada Imbriacola, a
Lampedusa, utilizzato a partire da gennaio come Centro di identificazione ed
espulsione (CIE), per decisione del ministro dell'Interno". Nella lettera
si legge che "la trasformazione del centro da struttura di primo soccorso
a Centro di identificazione e l'esecuzione degli allontanamenti hanno già
destato, a livello nazionale e internazionale, grandi preoccupazioni,
evidenziate nel documento del Tavolo Asilo, noto alle autorità italiane ed
europee, nonché negli allarmati rapporti della Commissione
diritti umani del Senato e
della delegazione del Parlamento europeo". Per le associazioni dunque
"la scelta messa in atto dal governo, che ha voluto concentrare a
Lampedusa tutti i migranti che giungono presso le sue coste, qualunque sia la
loro condizione giuridica, ha creato nell'isola una situazione di grande e
crescente tensione. Si ritiene che l'isola di Lampedusa non abbia le
caratteristiche per ospitare un centro che abbia finalità diverse da quelle di
prima accoglienza e soccorso, con la previsione di rapidi trasferimenti di
tutti i migranti in altre strutture, com'è avvenuto dall'aprile 2006 fino a
dicembre 2008. Si torna a chiedere, con urgenza: che tutti i migranti siano immediatamente
trasferiti in altre strutture idonee, ove siano svolte le procedure
amministrative, in particolare quella di asilo; che l'isola di Lampedusa sia
sede esclusivamente di strutture destinate al primo soccorso e all'accoglienza
dei migranti. Si chiede inoltre che vengano accertate eventuali responsabilità
di quanto accaduto". 2009 - redattore: BS
( da "Razòn, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Ortiz
dice que se violó la CPE y otras normas Denuncia Imprime esta nota Recomienda
esta nota Opiniones sobre esta Nota Al igual que otros parlamentarios de la
oposición, el presidente del Senado, Óscar Ortiz, denunció que en las acciones
de secuestro de ciudadanos pandinos se violaron al menos dos artículos del
texto constitucional vigente: el 114 y el 25, además del artículo 180 del
Código Penal, el Pacto de San José de Costa Rica y otros convenios internacionales.El
artículo 114 prohíbe cualquier forma de violencia física, el 25 protege la
inviolabilidad domiciliaria y el 180 del Código Penal determina que un
domicilio podrá ser allanado únicamente con orden judicial y únicamente en
?horas hábiles del día, salvo el caso de delito flagrante?. El Pacto de San
José define que nadie puede ser objeto de ?injerencias arbitrarias o abusivas
en su vida privada, en la de su familia, en su domicilio...?. La Constitución
Los dos artículos que se habrían violado con las capturas en Pando. Artículo
114 ? ?Queda prohibida toda forma de tortura, desaparición,
confinamiento, coacción, exacción o cualquier forma de violencia física o
moral. Las servidoras públicas y los servidores públicos o las autoridades
públicas que las apliquen, instiguen o consientan serán destituidas o
destituidos, sin perjuicio de las sanciones determinadas por la ley. Las
declaraciones, acciones u omisiones obtenidas o realizadas mediante el empleo
de la tortura, coacción, exacción o cualquier forma de violencia, son nulas de
pleno derecho?. Artículo 25 ? ?Toda persona tiene derecho a la inviolabilidad
de su domicilio y al secreto de las comunicaciones privadas en todas sus
formas, salvo autorización judicial?.
( da "Giornal.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
19/2/2009
Serravalle Scrivia contro la violenza sulle donne. Il Comune di Serravalle
Scrivia, su iniziativa della Consulta per le Pari Opportunità, aderisce alla
campagna ?Fiocco bianco?, iniziativa internazionale di sensibilizzazione contro
la violenza alle donne, che dal 1991 coinvolge, ogni anno, migliaia di
cittadini, associazioni ed enti, in 50 stati del mondo. La campagna del Fiocco
bianco rappresenta la più vasta azione ed il più grande sforzo al mondo,
promossa da uomini che si impegnano per mettere fine alla violenza sulle donne.
Definito questo, come principale obiettivo, l'impegno si estende anche ad ogni
atto di violenza, chiunque ne sia vittima, in particolare bambini ed anziani. A
tale proposito, il Consiglio comunale di Serravalle Scrivia, nella seduta di
lunedì 23 febbraio, sarà chiamato a votare un ordine del giorno per l'approvazione
dell'adesione del comune all'iniziativa. In quella sede, tutti i consiglieri
saranno invitati a partecipare ai lavori, indossando un fiocco bianco, in segno
di solidarietà. Come sottolinea Marisa Franco, presidente della Consulta
cittadina per le Pari Opportunità: «Consapevoli che l'uguaglianza delle donne e
degli uomini è un diritto fondamentale per tutte e tutti, in occasione dell'8
marzo, ?Festa della donna?, la Consulta nella persona delle sue rappresentanti
sarà presente in piazza Paolo Bosio, con la distribuzione di fiocchi bianchi e
di materiale informativo alla cittadinanza, per sensibilizzare alla non
violenza nei confronti della donna, come di ogni altro essere umano». La realtà
è purtroppo cronaca: gli episodi di violenza contro le donne sono in continua
crescita, perpetrati soprattutto tra le mura domestiche, dal coniuge o dal
padre, così come gli omicidi, in seguito a violenza, sono una delle prime cause
di morte tra le donne. Come risulta da recenti statistiche, in Italia, ogni tre
giorni, muore una donna, uccisa per mano del proprio partner attuale o ex.
Nonostante le numerose leggi e normative emanate, non si è ancora realizzato
quel cambiamento sociale e culturale necessario al raggiungimento della parità
effettiva tra i sessi, per il riconoscimento della pari dignità. Al tale
proposito, la Consulta serravallese ha avviato, in collaborazione con
l'Istituto Scolastico Comprensivo ?Martiri della Benedicta?, un'iniziativa
destinata alle classi della scuola media, volta alla diffusione della cultura
delle pari opportunità, del rispetto, della tolleranza e della non violenza. In
aprile si terrà un workshop, rivolto agli insegnanti, tre ore di formazione su
queste delicate tematiche, che i docenti a loro volta saranno chiamati a
sviluppare in classe, con gli alunni e le famiglie. La Campagna del ?Fiocco
bianco? e un'iniziativa che da spazio e visibilità agli uomini che vogliono
impegnarsi contro la violenza alle donne. Il fiocco bianco è un simbolo che
rappresenta l'impegno personale a non commettere mai, a non tollerare a non
rimanere in silenzio rispetto alla violenza contro le donne. Tutto è iniziato
nel
( da "Repubblica.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Caro
direttore, una singolare casualità della storia ha voluto che la ricorrenza
degli ottant'anni del Concordato cada proprio a venticinque anni dalla stipula
della revisione del Concordato stesso. Ma, soprattutto, tali ricorrenze cadono
in una fase in cui più viva che mai è la questione del rapporto fra il pensiero
della Chiesa cattolica e l'azione politica, ed in cui riemergono periodici
conflitti tra laici e cattolici impegnati in politica. Per tentare di fare il
punto su tale questione, mi sia consentito trarre ispirazione da un concetto
pronunciato dal Santo Padre, Giovanni Paolo II, in un momento di alto valore
storico e simbolico quale il discorso tenuto nell'Aula di Montecitorio il 14
novembre di sette anni fa. In quel discorso colpirono, soprattutto, la
sottolineatura del rispetto dovuto dalla politica alla centralità della persona
umana, accompagnata dall'invito rivolto al nostro Paese ad "incrementare
la sua solidarietà e coesione interna per poter meglio esprimere le sue doti
caratteristiche e valorizzare la sua ineguagliabile ricchezza e varietà di
culture". Si tratta di una bussola, fatta di entrambi i concetti, che ci
deve guidare proprio in questa fase in cui fenomeni epocali quali la
globalizzazione, accoppiati al mutamento della struttura stessa delle nostre
società, possono mettere in dubbio quelli che debbono essere i valori
fondamentali di riferimento per una società. Una società che richiede una nuova
e forte "dimensione etica", oggi offuscata dalla labilità con cui
spesso vengono percepiti i valori fondamentali. In questo quadro si colloca
anche il forte incremento della presenza nella società italiana di nuovi
movimenti religiosi di diversa origine culturale e geografica, resa più
complessa dal fatto che manca a tutt'oggi una legge di carattere generale che
garantisca la libertà religiosa, pur nel quadro del multiculturalismo e del
pluralismo religioso indubbiamente in atto. Una tendenza destinata inevitabilmente
a crescere, e rispetto alla quale la società italiana, per fortuna, non ha
vissuto tensioni interetniche, avendo manifestato una accoglienza nei fatti
positiva per le minoranze religiose, ben più di quanto abbiano saputo fare
altri grandi paesi europei. OAS_RICH('Middle'); Un fenomeno al quale la
stipulazione di Intese con culti non cattolici potrebbe recare un utile
contributo, sempre ovviamente nel rispetto fondamentale delle
garanzie dei diritti umani
di libertà e di uguaglianza. Mi ha colpito molto che il Presidente della
laicissima Francia, Nicolas Sarkozy, nel suo discorso pronunciato a San
Giovanni in Laterano nel 2007, abbia introdotto il concetto di "laicità
positiva", volendo così evidenziare la fine della sostanziale indifferenza
dello Stato francese nei confronti del fenomeno religioso, vissuto,
oltralpe, nell'ambito di una dimensione tutta personale e privata,
completamente separata da quella pubblica. Ebbene, quel concetto di
"laicità positiva" era già ben presente nell'Accordo Craxi-Casaroli
del 1984 di modifica del Concordato, con conseguente abbandono di
quell'atteggiamento di "difesa" nei confronti dello Stato tipico dei
Concordati tradizionali. Un nuovo "Concordato-quadro" a maglie
larghe, che rimandava la disciplina concreta dei singoli settori a successivi
accordi, o a intese attuative tra il Governo e la Conferenza episcopale
italiana, sulla base della "reciproca collaborazione per la promozione
dell'uomo e per il bene del Paese" (articolo 1 dell'Accordo). Un concetto
del resto ripreso dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, quando
in occasione della visita di Papa Benedetto XVI al Quirinale, ha sottolineato,
tra l'altro, "conosciamo e apprezziamo la dimensione sociale e pubblica
del fatto religioso". È in questo quadro che si colloca quel
riconoscimento dell'importanza delle radici ebraico-cristiane dell'identità
culturale europea, in cui si sono riconosciuti sia il governo precedente che
quello attualmente in carica, indipendentemente dalle concezioni religiose ed
ideali di ognuno, così come si riconoscono nell'importanza dell'azione di
coesione e di sostegno svolta dalla Chiesa nella società italiana. Tutto questo
non stride con il progressivo disvelamento di quel principio di "laicità
dello Stato", sostanzialmente racchiuso, anche se non formulato con queste
parole, nella Carta costituzionale. Una laicità non certo aggressiva nei
confronti della religione, aliena da degenerazioni laiciste ed anticlericali,
aperta al riconoscimento del ruolo attivo e positivo della Chiesa nella società
italiana. Una laicità dello Stato che deve però tenere conto che viviamo in un
Paese la cui storia è inestricabilmente intrecciata alla vicenda del
Cristianesimo e della Chiesa romana, perché si possa minimamente immaginare un
reciproco disinteresse. (19 febbraio 2009
( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Bruxelles,
19 feb. (Apcom-Nuova Europa) - Continua il processo di riabilitazione europeo
della Bielorussia. Nel giorno in cui il Rappresentante Ue per la politica
estera, Javier Solana, si reca a Minsk per stringere per la prima volta la mano
al presidente Aleksandr Lukashenko, il Consiglio d'Europa annuncia la
possibilità che i deputati di quella che fino a poco tempo fa era bollata come
"l'ultima dittatura d'Europa' vengano riammessi come osservatori
nell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (Apce). L'apertura arriva
dall'onorevole italiano Andrea Rigoni (Pd), relatore dell'Apce sulla
Bielorussia, a conclusione di una visita ufficiale di tre giorni a Minsk
assieme ai colleghi Göran Lindblad (popolare svedese) e Sinikka Hurskainen
(socialista finlandese). La condizione posta è che l'eventuale delegazione
bielorussa a Strasburgo dovrà includere elementi dell'opposizione, attualmente
non rappresentata al parlamento di Minsk. La proposta di Rigoni dovrà essere
discussa e ratificata dall'Assemblea di Strasburgo nella sessione parlamentare
di giugno. La Bielorussia è l'unico Stato europeo a non far parte del Consiglio
d'Europa, un'organizazione paneuropea di 47 Paesi membri che non ha nulla a che
vedere con l'Unione europea e che si occupa principalmente di democratizzazione
e tutela dello Stato di diritto. "Nessuno pretende che la Bielorussia
diventi da un giorno all'altro un esempio di democrazia - sostiene Rigoni in un
comunicato - ma negli ultimi tempi ha dato chiari segnali di apprezzare le
regole in uso nei paesi che aderiscono al Consiglio d'Europa". Lo status
di invitato speciale - primo passo verso l'adesione al Consiglio d'Europa - potrà essere cancellato in caso di progressi insufficienti sui
diritti umani. La
Bielorussia lo aveva già ottenuto nel 1992, per poi vederselo ritirare nel
1997. La delegazione del Consiglio d'Europa - sottolinea il comunicato - è
ancora molto perplessa per la mancanza di libertà di riunione e di stampa,
quindi di espressione. Per di più è vietata la libera associazione e
sono ancora controllati i media. Inoltre la Bielorussia è l'unico paese europeo
in cui vige ancora la pena di morte. Come primo passo, i rappresentanti di
Strasburgo hanno ottenuto il via libera ad aprire un 'Info Point' per
diffondere nel Paese i valori del Consiglio d'Europa.
( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pechino,
19 feb. (Apcom) - La tappa finale in Cina del primo viaggio asiatico del nuovo
Segretario di Stato americano Hillary Clinton, dopo Giappone, Indonesia e Corea
del Sud, sarà anche la più importante per le relazioni bilaterali della
presidenza Obama alla luce della congiuntura internazionale corrente. L'agenda
delle relazioni bilaterali spazierà dagli ambiti tradizionali alle priorità
della nuova amministrazione americana, dalle questioni diplomatiche più
tecniche (come la nomina di un nuovo ambasciatore USA a Pechino) ai diritti umani, argomento personalmente a cuore alla Clinton. Gli Stati Uniti
intendono premere per una maggiore partecipazione della Cina ai temi globali,
primo fra tutti quello ambientale. "Cercheremo maniere per collaborare su
questioni che vanno al di là del semplice interesse reciproco, per rivolgerci a
problemi veramente globali" ha detto Hillary Clinton alla vigilia
della partenza per la missione in Asia. Pechino e Washington sono i principali
responsabili delle emissioni di anidride carbonica e i più restii
all'osservanza dei trattati internazionali in materia. Ma la collaborazione,
che vuol dire anche e soprattutto cooperazione scientifica, può essere
vantaggiosa ad ambo le parti: per la Cina significherebbe nuova immissione di
conoscenze scientifiche, per gli USA sarebbe una spinta all'esportazione di
prodotti con alto valore aggiunto, in una fase in cui le due economie soffrono
particolarmente. Proprio l'economia e il superamento della crisi internazionale
sono l'altro tema maggiore che gli Usa intendono mettere subito in chiaro. Per
i due paesi che da soli producono la metà del Pil del mondo intero, secondo un
modello estremamente interconnesso, le discussioni sull'argomento non saranno
indolore. Appena qualche giorno fa il Segretario al Tesoro Tim Geithner ha
avviato il suo mandato con una critica alla Cina e alla manipolazione dello
yuan da parte di Pechino. Dal canto suo il dragone ha risposto con l'accusa di
protezionismo a Washington, gettando subito le relazioni nel gelo. Un gelo dal
quale Hillary Clinton trarrà difficilmente l'ardore di puntare il dito contro
la situazione dei diritti umani nel paese. Con le
questioni commerciali delicate sulla bilancia, la possibilità di una
cooperazione ambientale e militare, anche con la partecipazione dell'esercito
cinese alle forze di pace internazionali, sembrano lontani oggi i tempi come il
1995. All'epoca, l'allora first lady Clinton, pronunciò un discorso alla
Conferenza Mondiale delle Donne in corso a Pechino, che la Cina ricorda ancora
oggi, nel timore che un attacco alla repressione dei dissidenti, agli arresti
arbitrari e alla limitazione della libertà di espressione possa segnare anche
questa prima visita della Clinton in veste di capo della diplomazia americana.
Oggi da molti viene la richiesta ad Hillary per un intervento presso il governo
cinese a favore di Liu Xiaobo, l'ideatore della Carta
( da "Nazione, La (Pisa)" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
PONTEDERA
/ VALDERA pag. 15 COME OGNI anno il movimento Shalom ha organizzato una
conviviale con gli amministratori locali. Ques... COME OGNI anno il movimento Shalom
ha organizzato una conviviale con gli amministratori locali. Quest'anno
l'incontro si è tenuto all'agriturismo le Tagliate (fattoria S. Lucia La
Rotta). Sono stati presentati le attività e i progetti di Shalom, in
particolare il corso per operatori internazionali e il progetto Crescere in
Congo. E' stata ribadita la necessitàdi favorire la formazione soprattutto nei
paesi poveri, per questo è stato presentato il corso per operatori
internazionali che si terrà a luglio al quale parteciperanno 10 giovani
provenienti da diversi paesi africani. Il corso ha lo scopo
di formare persone che siano in grado di promuovere sviluppo e difesa dei
diritti umani nel loro
paese di origine. Anche gli amministratori si sono dimostrati favorevoli a
collaborare e sostenere questi progetti. Per il movimento Shalom erano
presenti: don Andrea Cristiani, Giovanni Giorgi, Luca Gemignani, don Donato
Agostinelli, Luca Martini, Donatella Sanesi, Luca Lastri.
( da "Avvenire" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
CRONACA
19-02-2009 Il Viminale: avanti con i rimpatri DA ROMA D opo l'incendio
appiccato da alcuni immigrati all'interno del centro di identificazione ed
espulsione di Lampedusa, è stato deciso di «anticipare il trasferimento di una
parte degli immigrati già destinati ad essere rimpatriati, in base al piano di
respingimento predisposto dal ministero, che resta immutato». Lo ha reso noto
il Viminale sottolineando che dopo la rivolta di ieri mattina «la situazione è
tornata alla normalità». Una parte delle strutture del Cie, afferma ancora il
ministero dell'Interno, ha però «subito ingenti danni e per questa ragione non
sarà temporaneamente fruibile». «I lavori per il ripristino dell'area
danneggiata dalle fiamme conclude la nota inizieranno al più presto». La mappa
Sulla rivolta al Centro di accoglienza si è acceso un nuovo scontro tra le
forze politiche. Così, se Margherita Boniver deputato Pdl e presidente del
Comitato parlamentare Schengen, invita a «espellere i violenti», il presidente
dei senatori dell'Udc, Gianpiero D'Alia, è lapidario: «Lampedusa è la tragica
testimonianza del fallimento delle politiche del governo in materia di
immigrazione. Non è con la segregazione dei clandestini e il sequestro di
un'isola e dei suoi cittadini che si cancella il problema degli sbarchi». Di rispetto dei diritti umani ha quindi parlato il senatore del Pd, Pietro Marcenaro, che ha
sottolineato: «Non c'è obiettivo politico che possa giustificare trattamenti inumani e degradanti come quelli in atto a
Lampedusa». Pronta la replica di Angela Maraventano, senatore lampedusana della
Lega Nord: «Noi esprimiamo la più piena e sincera solidarietà alle forze dell'ordine
coinvolte negli incidenti provocati dagli immigrati nel Cie di Lampedusa».
Infine, la Cisl siciliana punta l'indice contro «l'assordante silenzio» del
governatore Lombardo. Al presidente della Regione, affermano Maurizio Bernava,
segretario della Cisl Sicilia e Salvatore Daidone, presidente dell'Anolf
regionale, l'associazione Oltre le frontiere, del sindacato, chiedono di
«pretendere dal governo nazionale l'azzeramento del provvedimento che ha
istituito i Cie e, semmai, la disponibilità di strumenti e risorse per gestire
con lungimiranza il fenomeno dei flussi migratori». (R.I.) Saranno anticipati i
trasferimenti verso i Paesi di origine. Divampa lo scontro politico: violati i
diritti umani, denuncia il Pd
( da "Avvenire" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
CRONACA
19-02-2009 «Libertà religiosa: è priorità» ROMA. L'Italia «è impegnata, insieme
agli altri partner europei nel contrastare l'intolleranza religiosa anche
attraverso azioni diplomatiche all'Onu e negli altri principali fori
internazionali» . Lo ha ribadito il ministro per i Rapporti con il Parlamento
Elio Vito, rispondendo a un'interrogazione sulle persecuzioni in India posta
durante il ' question time' alla Camera dall'Italia dei valori. «La tutela della libertà religiosa rappresenta una delle priorità della
nostra politica estera in materia di diritti umani» , ha sottolineato Vito. Sulla questione specifica, Vito ha
ricordato che «il ministro degli Esteri Franco Frattini ha recentemente
attirato nuovamente l'attenzione del Governo di Nuova Delhi sul tema» . Elio
Vito
( da "Avvenire" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
MONDO
19-02-2009 Orissa, cristiano rapito e torturato DA NEW
DELHI C olpiscono, attaccano, incendiano, in alcuni casi uccidono. Sempre nel
segno di una sorta di "immunità" garantita dalla polizia. Un nuovo,
ennesimo, caso di violenza in Orissa ai danni di un cristiano, prima rapito,
poi torturato dai fondamentalisti indù, senza che le forze dell'ordine
intervenisse. Anzi, come racconta l'agenzia AsiaNews, quando la madre
della vittima ne ha denunciato la scomparsa, gli agenti hanno emesso un mandato
di comparizione ai suoi danni. A denunciare l'accaduto Sajan K. George,
presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic). L'attivista ha
confermato che «la situazione rimane pessima», gli estremisti «si aggirano fra
i villaggi in tutta libertà» perpetrando crimini e attacchi, senza alcun
intervento delle forze dell'ordine. La polizia di Daringabadi, villaggio del
distretto di Kandhamal nell'Orissa, si è rifiutata di registrare la scomparsa
di un abitante; gli agenti hanno invece emesso un mandato di comparizione a
carico del cristiano rapito. «Alle 4 del pomeriggio dell'11 febbraio scorso ha
raccontato Sajan K. George una folla di indù ha circondato la casa di Golyat
Pradhan, 22 anni, ingiungendo a lui e alla madre Pusra, una vedova, di
convertirsi all'induismo». I due cristiani hanno opposto un netto rifiuto che
ha fatto infuriare la folla: i fanatici indù lo hanno «trascinato all'esterno
dell'abitazione» e lo hanno «picchiato senza pietà». Gli estremisti indù hanno
portato Golyat nel vicino villaggio di Galabadi, continuando a trascinarlo e
picchiarlo senza pietà. Poi alcuni di loro, armati di bastoni e spade, lo hanno
legato a un palo e hanno montato la guardia attorno alla via principale del
villaggio, per impedire che qualcuno venisse in soccorso del giovane. La folla
lo ha malmenato finché il ragazzo ha perso i sensi, poi ha acceso due fuochi
vicino al palo al quale era legato. La sua tortura è continuata fino alle 10 di
sera, quando i fondamentalisti hanno chiamato la polizia di Daringabadi
informandola che avevano arrestato un «maoista» entrato nel villaggio per
commettere uno stupro. «La polizia è intervenuta la mattina seguente alle
( da "Avvenire" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
SPECIALI
19-02-2009 Pensieri e parole della «lobby» pro-eutanasia di Francesco Agnoli AP
vvenire e Il Foglio sono stati gli unici giornali a voler guardare più in là,
rispetto a quello che è successo in questi giorni ad Eluana Englaro. Tutti
hanno puntato i riflettori sul mero fatto in sé, lasciando spazio in buona
parte al sentimento, cosicché l'Italia si è divisa sul dolore di Beppino e
sulla condizione di una giovane donna ridotta in uno stato pietoso (e, per
questo, degno di pietà). Ci sono state così persone che hanno applaudito la
morte di Eluana, ritenendo che essa rappresentasse una forma di liberazione;
abbiamo anche ascoltato di richieste di riconoscimenti civili e di un posto in
Parlamento per Beppino. Non si è voluto guardare, però, alle implicazioni di
quanto è avvenuto, alle conseguenze a lungo termine del caso, certamente pietoso
e drammatico. Forse si è peccato di ingenuità, forse di disinformazione voluta.
Eppure vi erano segnali da approfondire: la tenacia e la determinazione di
Beppino, per tanti e tanti anni, potevano venire da lui e solo da lui? La
denuncia di Salvatore Crisafulli, secondo cui Beppino era spalleggiato e
sostenuto dai radicali, e sperava proprio in questo, non era degna di un
approfondimento? Perché Beppino ha per tanti anni aspettato pazientemente,
quando, se avesse voluto davvero 'liberare' sua figlia, e solo quello, lo
avrebbe potuto fare, almeno dopo l'ordinanza, da solo, a casa sua, senza
continuare a cercare un luogo pubblico, ufficiale, per consacrare il fatto (non
sapendo quanto tempo la ricerca avrebbe impiegato)? Ad analizzare meglio i
fatti si sarebbe potuto capire che la compagnia della dolce morte, che dolce
non è stata, che ha seguito Eluana sino al decesso e ha sostenuto Beppino nelle
infinite e sfinenti battaglie legali e mediatiche, non era una compagnia
spontanea, nata all'improvviso, sull'onda della pietà per Eluana e Beppino, ma
un sodalizio ben più antico, che da molto tempo si batte per la legalizzazione
dell'eutanasia. ossibile che non abbia detto nulla, ai più, il fatto che a
spalleggiare Beppino ci fossero membri di Politeia, da Carlo Defanti a Maurizio
Mori, da anni e anni in prima linea per la legalizzazione dell'eutanasia in
nome dell'autodeterminazione? Il Defanti, nel suo 'Soglie', come ricordato da
Il Foglio, sosteneva già tempo orsono che sulle decisioni di fine vita «non
dovrebbero esserci limiti alla libertà individuale, se non in presenza di danno
agli altri», dimostrando di avere ben chiara una meta: l'eutanasia legale,
appunto, e non solo nei casi estremi! A sua volta Maurizio Mori, docente di
bioetica all'università di Torino e Pisa, ben prima di queste ultime vicende,
intervistato dall'associazione Walter Tobagi, affermava: «Senz'altro più
controversa resta invece la questione relativa allo stato vegetativo
persistente, perché si tratta di persone che ormai hanno perso le funzioni
superiori del cervello, ma rimane il tronco encefalico, per cui si ha ancora
respirazione autonoma e questo permette di resistere anni, anche decenni.
Questi sono casi non ancora previsti, perché non rientrano nella definizione di
'morte cerebrale', anche se per loro non c'è speranza di ritorno a vita
cosciente. Ora, in questo caso uno potrebbe richiedere appunto la sospensione
delle terapie oppure di lasciare i propri resti corporei, mortali ( bodily
remains li chiamano in inglese perché a quel punto non si può neanche più
parlare di 'corpo') ad esempio, per la sperimentazione scientifica, per testare
nuovi farmaci. Ormai la persona non c'è più, non c'è neanche più la capacità di
provare piacere o dolore... Ecco, può sembrare brutale, ma secondo me sono già
morti, indipendentemente dal fatto che respirino: sono morti in quanto persone,
non in quanto esseri umani. La distinzione tra essere
umano e persona per me è fondamentale: non tutti gli esseri umani
sono persone...». N essuno conosceva questi scritti, queste idee così spesso
ripetute dal Mori, e ormai divenute un leit motiv della cosiddetta bioetica
laica? Nessuno ha paura di un uomo che spiega la distinzione tra essere umano e
persona e in nome della sua personale definizione, toglie dignità a un nostro
simile? Eppure siamo vicini all'anniversario di quei diritti dell'uomo tanto
pomposamente dichiarati, quanto palesemente dimenticati. Proprio riguardo a
quella dichiarazione, che nacque anche in seguito alla fine del nazismo e del
suo programma eutanasico, sempre Mori, affermava: «Trovo invece fuorviante
rifarsi, in modo spesso ossessivo, ai diritti dell'uomo, ipotizzando,
addirittura, di aggiungere una postilla sulla bioetica. I diritti dell'uomo
sono nati in un'epoca in cui questi problemi non c'erano, perché non c'era
stata la rivoluzione medicobiologica. Basterebbe osservare che nella
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, i termini 'persona',
'individuo', 'essere umano' sono usati come normali sinonimi, cosa che andava
benissimo fino a quando la scienza non ci ha costretto a vedere meglio i
fenomeni di cui abbiamo parlato prima. Molti dei problemi che oggi noi ci
troviamo ad affrontare a mio giudizio dipendono dal superamento e
dall'abbandono di quello che io chiamo 'il principio di sacralità della vita',
che non equivale affatto a non uccidere» (http://www.geocities.
com/centrotobagi/rightcol.html#motore) T utti d'accordo, nulla da dire, nessuna
riflessione da fare su queste dichiarazioni, neppure dopo che la morte di
Eluana è stata nuovamente salutata dal Mori, sull'Unità del 10 febbraio 2009,
come la fine del principio della sacralità della vita, come un evento simbolico
analogo alla breccia di porta Pia? Breccia per cosa, se non per l'eutanasia?
Un'ultima considerazione: se il fine di Mori e compagnia è cambiare
il concetto di diritti umani e distinguere tra persone ed esseri umani, cioè tra diritti e diritti, dignità e dignità, allora è
evidente che il richiamo continuo alla libertà di scelta,
all'autodeterminazione, è un inganno. Eluana andava uccisa non perché avesse
scelto lei, il che è tutto da verificare, ma appunto perché la sacralità della
vita e dei diritti va abolita, e, inoltre, non era più persona. A quanti
e in nome di cosa, verrà in futuro tolta la qualifica di persone e di vite
sacre? Ad analizzare meglio i fatti si sarebbe potuto capire che la compagnia
della dolce morte non era spontanea, nata all'improvviso, sull'onda della pietà
per Eluana e Beppino, ma un sodalizio ben più antico
( da "Manifesto, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
MARCENARO
(PD) «Al Cie condizioni disumane e degradanti» S. Li. ROMA «Il disastro
accaduto a Lampedusa era altamente prevedibile». Il senatore Pietro Marcenaro
(Pd), presidente della Commissione straordinaria per la
tutela e la promozione dei diritti umani, non è stato colto di sorpresa dalle notizie provenienti
dall'isola Pelagia. Solo la settimana scorsa, ha visitato il centro con due
colleghi della Commissione e constatato di persona le condizioni di
trattenimento degli immigrati al suo interno. È uscito con una denuncia
vigorosa, in cui ha sostenuto che le persone all'interno della struttura sono
sottoposte a «trattamenti inumani e degradanti».
Presidente, lei ha avuto parole durissime nei confronti del centro di
identificazione e di espulsione (Cie) di Lampedusa... Quello che ho visto nel
centro di Contrada Imbriacola va al di là di ogni immaginazione. Ho visto gente
ammassata in stanze piccole, al freddo, senza i più minimi servizi. Ho visto
una situazione in cui ogni possibilità di intimità era annullata: persone che
dormivano in stanze adiacenti ai bagni, in cui acqua e pipì filtravano
attraverso i muri e imbevevano le lenzuola. Insomma, ho visto uomini trattati
come bestie. Per questo ho detto che le persone trattenute in quel centro sono
sottoposte a trattamenti inumani e degradanti. E per
questo non mi stupisce quanto accaduto questa mattina (ieri per chi legge ndr)
Come si è arrivati a questa situazione? Se in una struttura fatta per contenere
350 persone per 48 ore vengono messi fino a 1850 immigrati e lì trattenuti
anche 50 giorni, non c'è da sorprendersi che la situazione sfugga di mano. Il
governo ha deciso di trasformare il centro di prima accoglienza in centro di
identificazione e di espulsione senza riflettere sulle implicazioni di questa
trasformazione. È tutta l'organizzazione che è saltata, come hanno avuto modo di
dirmi anche le persone e le Ong che lavorano all'interno del centro. Dopo la
sua denuncia, cosa farà ora la Commissione per i diritti umani?
La Commissione ha chiesto al governo di venire a riferire. Doveva venire il
ministro Roberto Maroni o un suo sottosegretario. Poi, questo incontro è stato
spostato a mercoledì prossimo. Al di là di questo, tuttavia, ripeto quello che
ho detto quando sono uscito dal centro: invito Maroni ad andare a vedere con i
propri occhi la situazione sul terreno. Sono infatti convinto di una cosa: una
situazione del genere si crea e si mantiene solo a patto di non guardarla. In
una società come la nostra, nessuno accetterebbe una cosa del genere nel
momento in cui la vede con i propri occhi. Io ho visitato diverse carceri e
devo dire che le condizioni nelle strutture penitenziarie non sono neanche
minimamente paragonabili a quelle del Cie di Lampedusa: la situazione in questo
centro è del tutto inaccettabile dal punto di vista della dignità umana.
( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
19 feb. (Apcom) - Il presidente della Fondazione Italianieuropei Massimo
D'Alema ha incontrato questa mattina la signora Aminatu Haidar, attivista
saharawi, insieme ad una delegazione del Fronte Polisario e ad alcuni
rappresentanti dell'Associazione di Amicizia tra l'Italia e il Sahara
Occidentale. Nel corso dell'incontro, D'Alema ha espresso
preoccupazione per la violazione dei diritti umani in
atto nella regione e ha auspicato che l'Unione europea e il governo italiano
facciano sentire la propria voce presso le autorita' del Marocco, invitandole
ad intervenire per porre fine ad episodi e pratiche non tollerabili.
( da "Stampaweb, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
STOCCOLMA
I responsabili del sito Internet per la condivisione di
file Torrent The Pirate Bay sono in questi giorni sotto processo per il reato
di violazione dei diritti
d'autore sui file condivisi. Davanti al giudice, in un tribunale di Stoccolma,
gli accusati hanno respinto le imputazioni e alla seconda udienza buona parte
di queste sono già cadute per fraintendimenti sul funzionamento del protocollo.
La disputa è insorta a seguito dei ricorsi presentati da diversi giganti dei
media, tra cui Warner Bros, Mgm Pictures, Colombia Pictures Industries, 20th
Century Fox, Sony Bmg, Universal e la Emi. A maggio del 2006 la polizia svedese
effettuò una serie di retate, sequestrando diversi server e computer del
portale The Pirate Bay, e chiudendolo temporaneamente. Fondato nel 2003, nel
corso degli anni, il portale Internet era diventato un punto di riferimento per
coloro che utilizzano i sistemi di condivisione di file chiamati «bitTorrent».
I quattro imputati, tutti di nazionalità svedese - ovvero i tre amministratori
del sito, il 28 enne Svartholm Warg, i trentenni Peter Sunde e Fredrik Neij, e
il finanziatore, il 48enne Carl Lundstrom - sono finiti alla sbarra per il loro
presunto coinvolgimento su scaricamenti di file musicali, film o videogiochi
tutelati dal copyright. Tra le prove dell'accusa, oltre a delle testimonianze
dirette, vi sono anche delle comunicazioni via e-mail. Il processo, che attira
l?attenzione di molti internauti, ma anche di diverse industrie, si è aperto
martedì nella capitale svedese e giunge oggi alla terza giornata di attività,
con la richiesta di proscioglimento da parte della difesa, vista la riduzione
dei capi d'accusa. Ifpi (International Federation of the Phonographic
Industry), che rappresenta i dententori dei diritti
sulle opere in questione, chiede invece un risarcimento che si aggira sui 10
milioni di euro. SCRIVI L'impronunciabile legittimità della pirateria LUCA
CASTELLI
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
LAOGAI,
L'ORRORE CINESE Giovedì 19 Febbraio 2009, «Per 20 milioni di persone, in Cina,
il problema non è la crisi economica, ma il comunismo, che non riguarda
soltanto i disoccupati». Harry Wu, attivista per i diritti umani, esule negli Stati Uniti dal 1985,
dopo aver trascorso 19 anni nei laogai (campi di lavoro forzato), nonché
presidente della "Laogai research foundation", organizzazione
internazionale che si occupa della denuncia delle violazioni dei diritti umani, porterà oggi la sua testimonianza
a studenti e cittadini pordenonesi. L'intellettuale cinese, per la prima
volta in Friuli Venezia Giulia, alle 9, nell'auditorium della Casa dello
studente, incontrerà gli studenti del Liceo "Leopardi Majorana"; alle
20.30, nell'auditorium del collegio Don Bosco, ospite delle associazioni
culturali La cifra, èStoria e Aladura, in collaborazione con Banca popolare
FriulAdria - Crédit Agricole, nell'ambito del ciclo di incontri "Memoria e
deportazione", organizzato dall'associazione Aladura, illustrerà il suo
ultimo libro "Laogai. L'orrore cinese", edito nel 2008 da Spirali. Harry
Wu, una decina di anni fa, ha lasciato la carriera universitaria alla
University of California, dove per anni ha insegnato geologia, per dedicarsi
completamente all'opera di sensibilizzazione dell'opinione pubblica mondiale
sulle gravi violazioni che vengono compiute nei campi di lavoro cinesi. Nel
1956, giovane studente, figlio di un banchiere e discendente di una famiglia di
ricchi proprietari terrieri, Harry (Hongda) Wu venne arrestato una prima volta
per aver criticato il partito durante la Campagna dei Cento fiori. Rilasciato,
venne imprigionato una seconda volta con l'accusa di essere un
"controrivoluzionario". Dopo aver trascorso 19 anni recluso nei campi
di prigionia cinesi, fu scarcerato nel 1979, grazie alla politica di
liberalizzazione seguita alla morte di Mao, e poté lasciare la Cina
trasferendosi negli Stati Uniti, dove tutt'ora risiede. Per molti anni ha
taciuto l'esperienza vissuta nei campi, preferendo dedicarsi solo
all'insegnamento di geologia. Recentemente (grazie ai fondi forniti dalla
Yahoo! Human rights fund) la "Laogai research foundation", da lui
fondata, si è impegnata per la creazione e l'allestimento del primo museo
permanente al mondo sui laogai cinesi. Per il suo impegno umanitario,
Harry Wu ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui nel 1996
la "Medaglia alla Libertà" da parte della "Fondazione tedesca
per la Resistenza della Seconda guerra mondiale". Ha anche ricevuto la
laurea ad honorem dall'Università di St. Louis e, nel 1996, dall'Università
americana di Parigi. «Lo sviluppo e la prosperità sono garantiti solo se esiste
la democrazia e con il totalitarismo e la dittatura, come accade in Cina, dove
il comunismo andrebbe completamente rimosso. In Cina, oggi, i comunisti sono
diventati i nuovi borghesi, andando contro gli stessi principi del comunismo
stesso. Il partito comunista sovietico non è caduto per intervento delle
potenze europee, ma si è auto annientato, dall'interno». E sul Tibet: «In
Russia fino a pochi anni fa non si credeva possibile che alcune repubbliche
potessero conquistare l'indipendenza. Invece è accaduto». Quale messaggio agli
studenti italiani? «Sono gioiosi, si godono la vita, ma non sanno molto di
diritti umani e dei problemi della Cina. Voglio dire
loro che tutti gli uomini sono uguali e non si deve mai ricorrere alla
violenza. Ricordo loro che la libertà religiosa, scontata in Italia, in Cina è
ancora motivo di persecuzione». Alessandra Betto
( da "Sestopotere.com" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Accesso
prestazioni sanitarie per immigrati irregolari. il Consiglio provinciale di
Bologna sollecita revisione decreto (19/2/2009 15:09) | (Sesto Potere) -
Bologna - 19 febbraio 2009 - E' stato votato nella seduta di martedì con 19
voti favorevoli (Pd, Sd, Verdi, Rc) e 6 contrari (Fi-Pdl, An-Pdl), un ordine
del giorno presentato dai consiglieri Pd Anna Pariani, Nadia Musolesi e
Gabriele Zaniboni che chiede interventi alla Camera dei deputati, al ministero
del Welfare e alla Regione Emilia-Romagna in merito al decreto 733 recentemente
approvato in Senato: "Disposizioni in materiale di sicurezza
pubblica" le cui norme "lontane dal fornire nuovi strumenti ad
affrontare in modo efficace il tema dell'immigrazione irregolare, intervengono
con misure propagandistiche ed inutilmente vessatorie". L'odg si riferisce
in particolare all'obbligo per il personale delle strutture sanitarie di
segnalare alle autorità gli immigrati irregolari che ad esse si rivolgono. Il
documento sottolinea come l'accesso alle cure mediche sia
un diritto riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti umani mentre le nuove regole possono
favorire le pratiche sanitarie clandestine e la diffusione incontrollata di
malattie infettive, con maggiori rischi, specie per i bambini. Il Consiglio
provinciale invita pertanto la Camera a rivedere il decreto, con
particolare riferimento "all'articolo
( da "Articolo21.com" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pacchetto
sicurezza: un no deciso anche dalla Calabria di Bruna Iacopino “Abbiamo
assistito, troppo silenziosi, ad un?evoluzione legislativa condizionata dalle
paure xe-nofobe e secessionistiche di questa maggioranza di governo, senza che
nessuna persona di buona volontà presente in questo stesso schieramento sia in
grado di proporre una visione diversa...” Se non fosse per l'espressione
“persona di buona volontà” ( che denota una chiara matrice) questa frase
potrebbe essere attribuita a qualsiasi gruppo “ sovversivo” facente parte
dell'opposizione ( quella un po' più convinta) o della società civile realmente
indignata e attiva sul fronte anti-securitario. A usare toni così duri sono la
Caritas, la Fondazione Migrantes e l?Istituto di formazione politico-sociale
dell?arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova , in una nota congiunta pubblicata
ieri e riportata in apertura dall'Agenzia MISNA, questa mattina. Al grido “ Non
possiamo più tacere” parte la dura condanna degli Istituti cattolici del
reggino e che ricalca appieno le posizioni già espresse dalla Caritas
nazionale. In questo caso però, significativo è il fatto che una presa di
posizione del genere provenga da una terra storicamente segnata dalla piaga
dell'emigrazione interna che dalla fine dell''800 (emigrazione transoceanica),
con vari picchi ( pesante quello registrato dagli anni '50 agli anni '70 e che
vedeva i meridionali confluire in massa nelle città industriali del Nord e
verso i paesi europei, Germania, Francia, Belgio, Svizzera...), continua anche
oggi a privare dei suoi figli quella terra martoriata. Secondo stime recenti,
anche in questi ultimi anni, circa 25.000 persone lasciano la Calabria per
trasferirsi al Centro- Nord: un computo di 270.000 persone in tutto dalle
regioni meridionali. I passaggi, nel comunicato, sono ben evidenziati: prima si
è proceduto con la criminalizzazione indistinta di rom, migranti, mendicanti e
senza fissa dimora, bollando tutti come “delinquenti” ( cosa che, nella memoria
meridionale non può non far ricordare l'affermazione delle teorie di Lombroso,
o quel “Non si affitta a meridionali” tanto in voga nella Torino del boom
economico) subito dopo si è arrivati ad una proposta di legge, la n.733, che
risulta lesiva dei diritti umani. “Nessuno- si legge -
può sentirsi estraneo ad una vicenda che oggi riguarda gli immigrati e domani
altre categorie. La legislazione contro i diritti umani
degli immigrati è solo l?esempio di una più generale mancanza di solidarietà
sociale”. Il messaggio si conclude affermando che “bisogna invertire la rotta”
e che “il primo banco di prova” è la discussione alla Camera del disegno di
legge sulla sicurezza. La condanna quindi è rivolta non solo alla norma che
impone ai medici di denunciare i clandestini, ma anche al permesso di soggiorno
a punti, alle restrizioni imposte ai ricongiungimenti famigliari, alle ronde
cittadine, all'istituzione di un registro per i senza fissa dimora... tutti aspetti
ugualmente deprecabili, secondo i tre istituti e di fronte ai quali non si può
più tacere. Da qui l'invito al Governo a fare marcia indietro. Segnale analogo
era stato lanciato, da questa stessa zona geografica, anche dai medici. L'Asp
di Reggio Calabria, in controtendenza con quanto avveniva a livello
legislativo, decideva di potenziare il servizio sanitario offerto agli
immigrati irregolari presenti sul territorio, grazie all'apertura di due nuovi
ambulatori STP: uno nel Distretto di Melito Porto Salvo, un altro in quello di
Villa S. Giovanni. “Ad oggi - si sottolineava in una nota- in attesa di nuova
legislazione in materia, le strutture sanitarie interessate hanno divieto
d?informare gli organi di polizia della presenza di clandestini...” E benchè questa
terra non abbia conquistato la medaglia in campo di integrazione sociale (
rapporto Cnl dello scorso anno) fungendo piuttosto come centro di smistamento
per immigrati, rimane comunque un segnale positivo e di civiltà quanto espresso
negli ultimi mesi.
( da "Repubblica.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
MOSCA
- Tutti assolti i quattro imputati al processo per l'uccisione della
giornalista d'opposizione russa Anna Politkovskaia, assassinata nell'ottobre
2006: la giuria li ha dichiarati innocenti. I dodici giurati, dopo circa tre
ore di camera di consiglio, hanno ritenuto non provate le responsabilità degli
imputati. Si tratta dell'ex dirigente della polizia moscovita Serghei
Khadzhikurbanov, accusato di essere l'organizzatore del delitto per conto di un
mandante non ancora identificato; dei fratelli ceceni Dzhabrail e Ibragim
Makhmudov, presunti 'pedinatori' della giornalista (un terzo fratello, Rustan,
è ricercato all'estero come presunto killer). Al quarto imputato, l'ex
colonnello dei servizi segreti Pavel Riaguzov, erano contestati reati minori
insieme allo stesso Khadzhkurbanov: abuso d'ufficio ed estorsione. Riaguzov, in
particolare, avrebbe fornito l'indirizzo della Politkovskaia (trovata morta
nell'atrio della sua abitazione) al gruppo ceceno, secondo l'accusa, che esce
sonoramente sconfitta dal verdetto e che ha già annunciato che farà ricorso per
"le violazioni verificatesi durante il processo", praticamente su
base quotidiana, secondo il procuratore Vera Paskovskaia. I quattro imputati
sono stati liberati su decisione del presidente della Corte militare Ievgheni
Zubov; uno dei loro difensori ha fatto sapere che chiederanno un risarcimento
per essere stati incarcerati. OAS_RICH('Middle'); "Nessuna sorpresa"
per il verdetto della giuria è stata espressa come prima reazione di Anna
Moshalenko, uno degli avvocati della famiglia Politkovskaia. Commentando la
decisione alla Radio Eco di Mosca, il legale ha criticato l'operato degli
inquirenti nella fase di acquisizione delle prove, per la mancata
individuazione del mandante e per non aver saputo portare sul banco degli
imputati il killer. Sdegnati e fortemente delusi i colleghi della giornalista,
famosa per le sue critiche aperte all'allora presidente
Vladimir Putin e per le sue denunce della violazione dei diritti umani nel conflitto ceceno.
Dmitri Muratov, direttore di Novaia Gazeta, il giornale per cui lavorava
Politkovskaia, rispetta la decisione ma auspica la prosecuzione dell'inchiesta:
"Fin dall'inizio sarei stato d'accordo con qualsiasi decisione dei
giurati, che apparivano persone molto preparate e serie", ha
dichiarato. "Ma devo dire che il caso non sarà chiuso, e che la principale
inchiesta è ancora in corso", ha aggiunto. Dura Tatiana Lokshina, di Human
Rights Watch, che ha definito inaccettabile "il fatto che oggi, dopo una
lunga indagine, non ci sia alcun colpevole, e ha parlato di una assoluta
mancanza di giustizia su una vicenda che ha sconvolto tutto il mondo",
criticando gli inquirenti per non aver portato sul banco degli imputati nè
mandanti nè esecutori del delitto. Il presidente dell'Unione dei giornalisti
russi, Vsevolod Bogdanov, ha espresso tutta la sua indignazione: "E' una
vera vergogna. Che razza di investigazione era se i giurati hanno approvato il
verdetto all'unanimità?", si è chiesto. "Di fatto, le forze
dell'ordine sono incapaci di dire perché o chi è responsabile per l'uccisione
di qualsiasi giornalista in Russia", ha concluso. (19 febbraio 2009
( da "Pais, El" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
El
Tribunal Europeo de Derechos Humanos condena a Reino Unido por detención ilegal
Estrasburgo ordena compensar con 2.800 euros al clérigo radical Abu Qutada EFE
/ ELPAIS.com - París / Madrid - 19/02/2009 Vota Resultado 26 votos Comentarios
- 4 El Tribunal de Derechos Humanos de Estrasburgo ha condenado hoy al Reino
Unido por la detención irregular de 11 personas en virtud de las leyes
especiales dictadas tras los atentados del 11-S. Entre esos detenidos está el
clérigo radical Abu Qutada, que recibirá una compensación de 2.800 euros (2.500
libras) por haber sido detenido sin tener en cuenta sus derechos fundamentales.
Abu Qutada, líder de Al Qaeda e inspirador del 11-M La noticia en otros webs
webs en espaÑol en otros idiomas Qutada, jordano al que se considera embajador
de Al Qaeda en Europa, fue detenido en octubre de 2002 en virtud de las leyes
antiterroristas aprobadas e Reino Unido a raíz de los atentados del 11-S. Esta
ley permite el arresto sin orden judicial. Estuvo encarcelado en estas
condiciones hasta marzo de 2005, cuando fue liberado condicionalmente y sujeto
a estrictas medidas de control. Luego ha pasado otras temporadas entre rejas
hasta que fue liberado en junio pasado, también bajo medidas de control,
incluyendo una orden por la que debía estar en su casa a las 10 de la noche. En
noviembre pasado, fue reenviado a la prisión de Belmarsh por violar las
condiciones de su libertad condicional. La decisión de Estrasburgo afecta
también a otras 10 personas -y fija indemnizaciones para ellos que van de
( da "Stampaweb, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
MOSCA
Delusione e indignazione dominano tra i commenti dei colleghi della giornalista
Anna Politkovskaia e tra i difensori dei diritti umani
dopo il verdetto di non colpevolezza pronunciato oggi dalla giuria del
processo. Dmitri Muratov, direttore di Novaia Gazeta, il bisettimanale per cui
lavorava Politkovskaia, rispetta la decisione ma auspica la prosecuzione
dell?inchiesta: «Fin dall?inizio sarei stato d?accordo con qualsiasi decisione
dei giurati, che apparivano persone molto preparate e serie», ha dichiarato.
«Ma devo dire che il caso non sarà chiuso, e che la principale inchiesta è
ancora in corso», ha aggiunto. Tatiana Lokshina, di "Human Rights
Watch", ha definito «inaccettabile» il fatto che oggi, dopo una lunga
indagine, non ci sia alcun colpevole, e ha parlato di una «assoluta mancanza di
giustizia su una vicenda che ha sconvolto tutto il mondo», criticando gli
inquirenti per non aver portato sul banco degli imputati nè mandanti nè
esecutori del delitto. Critico con la procura anche Lev Ponomarov, leader del
movimento per i diritti umani: «Non so se siano
colpevoli, ma è evidente una cosa, e cioè che l?indagine non è riuscita a
provare la loro colpa e la società deve accettare questo verdetto perchè questa
è la forma più giusta della giustizia». Il presidente dell?Unione dei
giornalisti russi, Vsevolod Bogdanov, ha espresso la sua indignazione: «E' una
vera vergogna. Che razza di investigazione era se i giurati hanno approvato il
verdetto all?unanimità?», si è chiesto. «Di fatto, le forze dell?ordine sono incapaci
di dire perchè o chi è responsabile per l?uccisione di qualsiasi giornalista in
Russia», ha aggiunto. La notizia del verdetto di non colpevolezza campeggia
nelle prime pagine di tutti i siti russi di informazione, da quelli pubblici a
quelli privati.
( da "Basilicanet.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
IV
CCP, SI A PDL SU GARANTE DIRITTI INFANZIA E LAVORO MINORI 19/02/2009 18.04.25
[Basilicata] (ACR) - Nel corso dei lavori della IV Commissione consiliare
permanete, â??Politica socialeâ??, è¨ stato ascoltato il presidente del
â??Comitato regionale antiracket e antiusuraâ?, Domenico Potenza,
sugli interventi regionali in materia di prevenzione e lotta ai fenomeni
dellâ??usura e dellâ??estorsione. Rinviate le audizioni dellâ??assessore alla â??Formazione,
Lavoro, Cultura e Sportâ?, Antonio Autilio che doveva conferire
sullâ??adozione del Piano di Pubblica Lettura e del vice presidente dellâ?? â??Istituto
Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicataâ?, Felice Scarano, in merito al
riordinamento dellâ??Istituto in attuazione del Decreto legislativo n. 270 del
30 giugno 1993. Nella seduta odierna della Commissione è¨ stato espresso parere
favorevole su tre Proposte di legge che, come ha sottolineato il presidente
dellâ??organismo consiliare, Marcello Pittella â??da tempo erano in giacenza e
che ora, finalmente, in tempi brevi, hanno conosciuto lâ??avvio dellâ??iter
procedurale per la loro definitiva approvazione da parte del Consiglio
regionaleâ?. La prima,
votata a maggioranza con lâ??astensione del Pdl, An e la Destra, riguarda il
â??Regolamento per la cremazione dei defunti e dei loro resti, affidamento,
conservazione e dispersione delle ceneri derivanti dalla cremazioneâ?, di
iniziativa dei consiglieri Di Sanza e Pittella (Pd), Vita (Ps) e Flovilla (Centro popolare â??
Rosa per la Basilicata) e le altre due Pdl, approvate allâ??unanimità ,
concernono lâ?? â??Istituzione del garante regionale dellâ??Infanzia e
dellâ??Adolescenzaâ?, di iniziativa della ex presidente del Consiglio
regionale, Maria Antezza (Pd), e delle consigliere Rosa Mastrisimone (Adc),
prima firmataria, ed Emilia Simonetti (Prc), e lâ?? â??Istituzione
dellâ??Osservatorio Regionale sul Lavoro Minorileâ? i cui proponenti sono lâ??ex
consigliera regionale, Maria Antezza (Pd), e i consiglieri Rocco Vita (Ps),
Vincenzo Folino, Marcello Pittella e Vincenzo Santochirico (Pd). Il presidente
della Commissione, Marcello Pittella, ha dichiarato che â??con lâ??istituzione
del garante regionale sullâ??infanzia e lâ??adolescenza si affronta il tema
prioritario della protezione e tutela dei minori, che ha assunto particolare
rilievo con la ratifica della Convenzione dellâ??Onu sui diritti dei fanciulli,
dando attuazione alla volontà dellâ??Ente regionale di porsi in
conformità con gli Accordi e la legislazione internazionale ed europea. Con
la legge â?? ha continuato Pittella â?? si vuole colmare, a livello regionale,
il vuoto legislativo presente in ambito nazionale al fine di riconoscere la
piena attuazione di tutti i diritti ed interessi che vanno giustamente
riconosciuti ai minori, anche attraverso la diffusione capillare di una cultura
finalizzata al riconoscimento, quali titolari di diritti imprescindibili, degli
adolescenti presenti in regione di ogni colore, religione, cultura ed etniaâ?. In
merito allâ??Osservatorio regionale sul lavoro minorile, Pittella, facendo
riferimento allâ??articolo 1 della proposta di legge, ha sottolineato come
â??la Regione Basilicata considera lo sfruttamento del lavoro minorile e di quello precoce
una grave lesione dei valori essenziali della convivenza civile e dei diritti umani fondamentali, ed intende, quindi, adoperarsi insieme
con gli Enti ed i Soggetti interessati, nella predisposizione di ogni azione
necessaria per combattere il fenomeno su tutto il territorio regionale. A tale
scopo â?? ha concluso Pittella â?? con il provvedimento si vuole istituire uno
strumento efficace per il controllo e la salvaguardia delle forme
giuridicamente corrette di esplicitazione dellâ??attività lavorativa,
quale appunto lâ??Osservatorio, inserendolo in un sistema integrato regionale
di tutela dei minoriâ?. (dt )
( da "Giornale.it, Il" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
n.
43 del 2009-02-19 pagina 0 Politkovskaia, una giornalista troppo scomoda di
Redazione Era il 7 ottobre del 2006 quando Anna Politkovskaia, mentre si
trovava sull'ascensore del suo palazzo, fu bersagliata da quattro colpi di
pistola. Uno la raggiunse alla testa e la uccise Mosca - Aveva 48 anni quando
fu assassinata nell'ascensore del suo palazzo. Era il 7 ottobre del 2006.
Accanto al suo cadavere furono trovati quattro bossoli. Uno apparteneva al
proiettile che l'aveva colpita alla testa, uccidendola. Gli inquirenti si
misero a lavorare su diverse piste, anche se la più accreditata era quella
dell'omicidio su commissione: qualcuno aveva ordinato quella che aveva tutti i
connotati di un'esecuzione. A distanza di due anni e quattro mesi non si sa
ancora nulla del mandante. E i quattro presunti killer sono stati tutti
assolti. Nessun responsabile, dunque, per l'assassinio di una giornalista
troppo scomoda. Nel pc il materiale sulle inchieste Il giorno dopo l'assassinio
la polizia sequestrò il computer della giornalista. L'oggetto più prezioso
della Politkovskaia con il materiale delle sue inchieste. Quelle inchieste che
ancora dovevano essere pubblicate e che, in passato, avevano dato fastidio a
molti. Il 9 ottobre l'editore di Novaya Gazeta Dmitry Muratov fece sapere che
la Politkovskaia stava per pubblicare un articolo sulle
presunte torture commesse dalle forze di sicurezza cecene legate al Primo
ministro Ramsan Kadyrov. Al funerale assente il governo Il giorno del funerale,
celebrato a Mosca il 10 ottobre, non prese parte alcun esponente del governo.
Più di mille, invece, i cittadini che scelsero di dare l'ultimo saluto alla
sfortunata giornalista. Tortura in Cecenia Più
di una volta la giornalista aveva denunciato, nei suoi articoli, le violenze
dei militari russi sui civili ceceni. Lo aveva fatto nei suoi articoli e anche
nel libro "Cecenia, il disonore russo". Ma cosa diceva la
Politkovskaia? La tesi era questa: i soldati di Putin avevano praticato la
tortura in Cecenia. Colpevole era un gruppo delle forze di sicurezza cecene
legate al primo ministro Ramzan Kadyrov, fedelissimo al Cremlino. Accuse sempre
respinte al mittente dal governo di Mosca. Gli ostaggi del teatro di Mosca Nel
2002 la Politkovskaia trattò la liberazione di alcuni ostaggi con i terroristi
che avevano preso d'assalto il teatro della Dubrovka a Mosca. La crisi di
Beslan Ad Anna Politkovskaia fu chiesto di intervenire nella crisi di Beslan,
ma non riuscì a raggiungere la scuola assediata nell'Ossezia. Dopo qualche
giorno la giornalista raccontò di un misterioso avvelenamento con una tazza di
tè che aveva bevuto in aereo e che, di fatto, le aveva "impedito" di
tentare quella difficile mediazione. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano
( da "WindPress.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
19-02-2009
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> Regno Unito: aperta la strada a ulteriori deportazioniContenuto della
paginaRegno Unito: Amnesty International preoccupata per una decisione della
Camera dei Lord, che apre la strada a ulteriori deportazioniCS023:
19/02/2009Amnesty International ha accolto con forte preoccupazione la
decisione di ieri della Camera dei Lord, il massimo organo di giustizia del
Regno Unito, con cui si autorizza il governo di Londra a
deportare persone verso paesi nei quali esse rischieranno di subire gravi
violazioni dei diritti umani, compresi i maltrattamenti e la tortura. Il governo britannico
sta tentando di deportare due persone, che nei procedimenti penali sono
indicate rispettivamente come "RB" e "U", in Algeria, e una
terza persona, Omar Othman (conosciuta anche come Abu Qatada), in Giordania.
In tutti e tre i casi le autorit di Londra stanno facendo affidamento su
assicurazioni diplomatiche fornite dai governi di Algeri e Amman, per ridurre
il rischio, di cui il governo di Londra consapevole, che le tre persone siano
sottoposte a gravi violazioni dei diritti umani nei
paesi di destinazione."Sarebbe profondamente preoccupante se la decisione
della Camera dei Lord venisse interpretata dal governo come un segnale di luce
verde per deportare persone verso paesi in cui rischieranno di subire torture e
processi irregolari" - ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del
Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. "Le
assicurazioni diplomatiche sono prive di qualunque valore legale e pertanto
sono inaffidabili". Secondo Amnesty International, basandosi su questo
genere di assicurazioni il governo britannico sta indebolendo il sistema dei
trattati internazionali sui diritti umani, compreso il
divieto assoluto nei confronti dei maltrattamenti e della tortura,
privilegiando accordi bilaterali negoziati con paesi gi noti per il mancato
rispetto dei propri obblighi internazionali di prevenire e punire i
maltrattamenti e la tortura."Nessuno dovrebbe essere deportato e andare
incontro al rischio di tortura, a prescindere da cosa abbia o sia sospettato di
aver fatto. Gli stati non possono selezionare a quali persone spettino i
diritti umani e a quali no" - ha proseguito
Duckworth."Se le tre persone in questione sono ragionevolmente sospettate
di aver commesso reati penali legati al terrorismo, il Regno Unito pu sempre
incriminarle e sottoporle a un processo equo. Quello che non accettabile usare
il sospetto di terrorismo per giustificare l'invio di una persona verso un
paese in cui correr il rischio concreto di subire torture e altre gravi
violazioni dei diritti umani".Da anni il Regno
Unito tenta di deportare persone ritenute una minaccia per la sicurezza
nazionale. Per questo, ha richiesto le cosiddette assicurazioni diplomatiche ai
paesi di destinazione, nei casi in cui le persone in questione possano essere a
rischio di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui
maltrattamenti, torture e processi iniqui. FINE DEL COMUNICATO Roma, 19
febbraio 2009 Per ulteriori approfondimenti e interviste: Amnesty International
Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224- cell.348-6974361, e-mail
press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg
( da "Affari Italiani (Online)" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Cronache
Eluana/ Beppino Englaro: "Questa legge sul testamento biologico è una
barbarie" Giovedí 19.02.2009 18:50 "La legge sul testamento biologico
che il parlamento si appresta ad approvare è una vera e propria barbarie. Una
legge assurda e incostituzionale contro la quale è assolutamente necessario che
i cittadini facciano sentire la propria voce e scendano in piazza a
manifestare". Con queste parole Beppino Englaro aderisce alla
manifestazione 'Sì alla vita, no alla tortura di Stato',
che si svolgera' a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. Beppino Englaro
parteciperà alla manifestazione attraverso un collegamento telefonico perché
"i cittadini, che hanno le idee molto più chiare dei nostri parlamentari,
devono tutelare i propri diritti fondamentali che questa legge mette in
discussione preparando il terreno per un vero e proprio Stato
etico". Se la legge in discussione in parlamento dovesse essere approvata,
Englaro si augura una rapida abrogazione da parte della Corte costituzionale
oppure quella del referendum sarà una via obbligata, vista la 'manifesta
anticostituzionalità di una legge che nega le libertà fondamentali dei
cittadini'. "La decisione sulla propria vita deve essere affidata a chi la
vive" ha concluso Beppino Englaro. L'intervento di Beppino Englaro si può
ascoltare integralmente su www.micromega.net.
( da "Repubblica.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
ROMA
- "La legge sul testamento biologico che il parlamento si appresta ad
approvare è una vera e propria barbarie. Una legge assurda e incostituzionale
contro la quale è assolutamente necessario che i cittadini facciano sentire la
propria voce e scendano in piazza a manifestare". Con
queste parole Beppino Englaro, intervistato da Paolo Flores d'Arcais, aderisce
alla manifestazione "Sì alla vita, no alla tortura di Stato", che si
svolgerà a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. Ascolta l'audio integrale
(19 febbraio 2009
( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
19 feb. (Apcom) - La legge sul testamento biologico che il Parlamento si
appresta ad approvare è "una vera e propria barbarie", secondo
Beppino Englaro. "Una legge assurda e incostituzionale contro la quale è
assolutamente necessario che i cittadini facciano sentire la propria voce e
scendano in piazza a manifestare", afferma il padre di Eluana aderendo
alla manifestazione 'Sì alla vita, no alla tortura di
Stato' organizzata dalla rivista 'MicroMega' che si svolgerà a Roma sabato 21
febbraio in piazza Farnese. Un comunicato rende noto che Beppino Englaro
parteciperà alla manifestazione attraverso un collegamento telefonico perché
"i cittadini, che hanno le idee molto più chiare dei nostri parlamentari,
devono tutelare i propri diritti fondamentali che questa legge mette in
discussione preparando il terreno per un vero e proprio Stato etico". Se
la legge in discussione in Parlamento dovesse essere approvata, Englaro si
augura una rapida abrogazione da parte della Corte costituzionale oppure quella
del referendum sarà una via obbligata, vista la "manifesta
anticostituzionalità di una legge che nega le libertà fondamentali dei cittadini".
"La decisione sulla propria vita deve essere affidata a chi la vive",
conclude Beppino Englaro.
( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
19 feb. (Apcom) - Amnesty International ha accolto con forte preoccupazione la
decisione di ieri della Camera dei Lord, massimo organo di giustizia del Regno
Unito, con cui si autorizza il governo di Londra a espellere persone verso
Paesi nei quali rischieranno di subire gravi violazioni dei
diritti umani, compresi i
maltrattamenti e la tortura. Lo rende noto l'organizzazione in difesa dei
diritti umani in un
comunicato. "Sarebbe profondamente preoccupante se la decisione della
Camera dei Lord venisse interpretata dal governo come un segnale di luce verde
per espellere persone verso Paesi in cui rischieranno di subire torture e
processi irregolari", ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del
Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International, citata nella nota.
Secondo Amnesty International, basandosi su questo genere di assicurazioni il
governo britannico sta indebolendo il sistema dei trattati internazionali sui
diritti umani, compreso il divieto assoluto nei
confronti dei maltrattamenti e della tortura, privilegiando accordi bilaterali
negoziati con Paesi già noti per il mancato rispetto dei propri obblighi
internazionali di prevenire e punire i maltrattamenti e la tortura. "Le
assicurazioni diplomatiche sono prive di qualunque valore legale e pertanto
sono inaffidabili". Il governo britannico sta tentando di espellere due
persone, che nei procedimenti penali sono indicate rispettivamente come 'RB' e
'U', in Algeria, e una terza persona, Omar Othman (conosciuta anche come Abu
Qatada), in Giordania. In tutti e tre i casi le autorità di Londra stanno
facendo affidamento su assicurazioni diplomatiche fornite dai governi di Algeri
e Amman, per ridurre il rischio, di cui il governo di Londra è consapevole, che
le tre persone siano sottoposte a gravi violazioni dei diritti umani nei Paesi di destinazione. "Se le tre persone in
questione sono ragionevolmente sospettate di aver commesso reati penali legati
al terrorismo, il Regno Unito può sempre incriminarle e sottoporle ad un
processo equo. Quello che non è accettabile è usare il sospetto di terrorismo
per giustificare l'invio di una persona verso un Paese in cui correrà il
rischio concreto di subire torture e altre gravi violazioni dei diritti umani", ha concluso.
( da "Wall Street Italia" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
"In
piazza contro una legge assurda e anticostituzionale" -->Beppino
Englaro aderisce alla manifestazione di sabato: "Sì alla vita, no alla
tortura di Stato" "In piazza contro una legge assurda e
anticostituzionale" (18:31 19/02/2009)
( da "Agi" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
BIO-TESTAMENTO:
ENGLARO, LEGGE BARBARA (AGI) - Roma, 19 feb. - "La legge sul testamento biologico
che il parlamento si appresta ad approvare e' una vera e propria barbarie. Una
legge assurda e incostituzionale contro la quale e' assolutamente necessario
che i cittadini facciano sentire la propria voce e scendano in piazza a
manifestare". Con queste parole Beppino Englaro aderisce alla
manifestazione 'Si' alla vita, no alla tortura di Stato',
che si svolgera' a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. Beppino Englaro
partecipera' alla manifestazione attraverso un collegamento telefonico perche'
"i cittadini, che hanno le idee molto piu' chiare dei nostri parlamentari,
devono tutelare i propri diritti fondamentali che questa legge mette in
discussione preparando il terreno per un vero e proprio Stato
etico". Se la legge in discussione in parlamento dovesse essere approvata,
Englaro si augura una rapida abrogazione da parte della Corte costituzionale
oppure quella del referendum sara' una via obbligata, vista la 'manifesta
anticostituzionalita' di una legge che nega le liberta' fondamentali dei cittadini'.
"La decisione sulla propria vita deve essere affidata a chi la vive"
ha concluso Beppino Englaro. L'intervento di Beppino Englaro si puo' ascoltare
integralmente su www.micromega.net.
( da "Stampaweb, La" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
ROMA
La legge sul testamento biologico che il parlamento si appresta ad approvare «è
una vera e propria barbarie. Una legge assurda e incostituzionale contro la
quale è assolutamente necessario che i cittadini facciano sentire la propria
voce e scendano in piazza a manifestare». Con queste parole Beppino Englaro
aderisce alla manifestazione "Sì alla vita, no alla
tortura di Stato", che si svolgerà a Roma sabato 21 febbraio in piazza
Farnese. Le dichiarazioni sono contenute in un intervento a Micromega che ne ha
diffuso una sintesi. Beppino Englaro parteciperà alla manifestazione attraverso
un collegamento telefonico perchè «i cittadini, che hanno le idee molto più
chiare dei nostri parlamentari, devono tutelare i propri diritti
fondamentali che questa legge mette in discussione preparando il terreno per un
vero e proprio Stato etico». Se la legge in discussione in parlamento dovesse
essere approvata, Englaro si augura una rapida abrogazione da parte della Corte
Costituzionale oppure quella del referendum sarà una via obbligata, vista la
«manifesta anticostituzionalità di una legge che nega le libertà fondamentali
dei cittadini». «La decisione sulla propria vita deve essere affidata a chi la
vive» ha concluso Beppino Englaro.
( da "Articolo21.com" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Lampedusa
per la Lega. ' Si può anche fumare' di Nello Trocchia In questi giorni abbiamo
ascoltato le associazioni, gli eurodeputati, il presidente della commisione diritti umani del senato per capire
la situazione a Lampedusa. Chi ha visitato il centro ha espresso parere
unanime. 'Inferno', 'topaia' erano le parole ricorrenti. Ieri, c'è stato anche
l'incendo, la sommossa e gli scontri con la polizia. Il ministro degli interni
Roberto Maroni continua a negare l'evidenza e si rifiuta di visitare il Cie, il
centro di identificazione ed espulsione dell'isola. Oggi la Tunisia si è detta
preoccupata a causa della decisione del governo italiano di accelerare le
procedure di espulsione degli immigrati clandestini, tra i quali vi sono
diversi tunisini, ed ha annunciato la visita di una delegazione al centro. La
missione sarà condotta dal presidente del comitato superiore per i diritti umani e delle libertà
fondamentali che si è detto "preoccupato per quanto accaduto al centro di
accoglienza" dell'isola. Ma in realtà al centro un leghista c'è stato è il senatore della Lega Nord Lorenzo Bodega che è anche
vicepresidente della commissione diritti umani del
Senato. Bodega, ai nostri microfoni, ha raccontato la sua Lampedusa, diversa da
quella raccontata da volontari, associazioni, eurodeputati, giornalisti. Nessun
girone infernale, nessuna topaia, nessuna violazione dei diritti umani. “Una topaia il Cie? Secondo me - ha detto Bodega - è una
definizione esagerata: pensi che hanno il loro pasto confezionato nelle norme,
chi fuma ha dieci sigarette a disposizione, hanno una assistenza sanitaria,
certo che la gestione di così tante persone non è così facile. Ma visto e
considerato che siamo in un periodo di transizione è chiaro che qualche
difficoltà c?è nella trasformazione di quel centro da Cpt a Cie". Bodega
ha anche sottolineato l'origine della popolazione come fattore di allarme,
citando rapporti di polizia. " Il 90% di quella popolazione è tunisina, le
forze di polizia hanno descritto quella popolazione come dei poco di buono per
la maggior parte”. Speriamo non lo venga a sapere il governo tunisino. Ma
questa è la conferma che nel nostro paese non camminiamo più su un sentiero
comune. Se di fronte alla tragedia, al dramma di uomini e donne, al disagio,
alla disperazione, alle condizioni disumane gli occhi diventano bandiere di
partito, allora il paese ha già iniziato il percorso verso il baratro. Ascolta
l'intervista al senatore Bodega ( Nello Trocchia per Econews)
( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
19 feb. (Apcom) - "Ringrazio Beppino Englaro per il suo coraggio e per le
sue parole. Sarò in piazza anch'io sabato 21 febbraio a Roma, in piazza
Farnese, per partecipare, come avevo già detto, alla manifestazione 'Sì alla
vita, no alla tortura di Stato' e per manifestare contro una
proposta di legge, quella sul testamento biologico, che il Parlamento si
appresta ad approvare, che corrisponde a una vera barbarie, indegna di uno
Stato democratico". Lo afferma in una nota il segretario di Rifondazione
comunista Paolo Ferrero.
( da "Virgilio Notizie" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
(ASCA)
- Roma, 19 feb - ''La legge sul testamento biologico che il parlamento si
appresta ad approvare e' una vera e propria barbarie. Una legge assurda e
incostituzionale contro la quale e' assolutamente necessario che i cittadini
facciano sentire la propria voce e scendano in piazza a manifestare''. Con queste parole Beppino Englaro, intervistato da Paolo Flores
d'Arcais, aderisce alla manifestazione ''Si' alla vita, no alla tortura di
Stato'', che si svolgera' a Roma sabato 21 febbraio in piazza Farnese. E' quanto
si legge sul sito di Micromega.
( da "ITnews.it" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma,
19 feb. - (Adnkronos) - "La legge sul testamento biologico che il
parlamento si appresta ad approvare e' una vera e propria barbarie. Una legge
assurda e incostituzionale contro la quale e' assolutamente necessario che i
cittadini facciano sentire la propria voce e scendano in piazza a
manifestare". Con queste parole Beppino Englaro,
intervistato da Paolo Flores d'Arcais, aderisce alla manifestazione "Si'
alla vita, no alla tortura di Stato", che si svolgera' a Roma sabato 21
febbraio in piazza Farnese. E' quanto si legge su Micromega.
( da "AprileOnline.info" del 19-02-2009)
Argomenti: Diritti umani
Nessun
colpevole Enrico Campofreda, 19 febbraio 2009, 19:43 Il caso Per l'omicidio
della giornalista "scomoda" dichiarati innocenti i quattro imputati:
l'ex dirigente della polizia accusato di essere la mente, i due pedinatori e un
ex colonnello dei servizi. L'assassinio di Anna Politkovskaia, il 7 ottobre del
2006, non ha formalmente e legalmente responsabili Pallottole e verdetti tutti
contro l'informazione antiregime. Per il Primo grado della giustizia russa i
fratelli ceceni Dzhabrail e Ibragim Makhmudov non hanno legami con l'assassinio
della giornalista Anja Politkvoskaya (uccisa nell'ascensore della sua
abitazione moscovita il 7 ottobre 2006) non essendone né killer né mandanti e
oggi sono stati scagionati anche dall'imputazione di favoreggiamento. Stesso trattamento
per l'ex poliziotto Sergei Khadzhikurbanov, inizialmente accusato d'aver
organizzato la logistica dell'assassinio, e per il funzionario
dell'Intelligence Fsb, Pavel Ryaguzov, al quale si contestavano estorsione e
abuso di potere. Così per tutto il quartetto si sono aperti i cancelli del
carcere. Latitante resta Rustam, il terzo dei fratelli ceceni, che ha fatto da
tempo perdere le proprie tracce. Si vocifera sia coperto dalla polizia ma anche
questo non è provato. La difesa della cronista ha annunciato che ricorrerà in
Appello per le infrazioni verificatesi nel dibattimento, però le accuse restano
verso ignoti. Colleghi e familiari della Politkovskaya pur indignati mostrano
l'intenzione di continuare la battaglia. Per loro un'inchiesta degna di questo
nome lo Stato non l'ha mai iniziata. Fra le dichiarazioni risentite quelle di
Dimitri Muratov, direttore di Novaya Gazeta, che ha comunque avuto la positiva
impressione di giurati capaci ai quali mancava il materiale d'indagine. Invece
Tatiana Lokshina di Human Rights Watch ha considerato inaccettabile dopo tanto
tempo, e per un delitto così evidente, l'assenza di colpevoli certi. Il
presidente dell'Unione dei giornalisti russi Bogdanov s'è mostrato ancora più
duro parlando di vergogna. Ha inoltre sottolineato come la polizia sia da anni
incapace di rivelare circostanze e responsabilità per l'uccisione di
un'infinità di giornalisti russi. Dal 1992 se ne contano duecentoventi, in una
lista in fondo approssimativa, con un'escalation considerevole negli anni della
presidenza di Putin. E' d'una ventina di giorni or sono l'omicidio di un'altra
reporter di Novaya Gazeta, Anastasia Baburova, e dell'avvocato Markelov, attivo difensore di diritti umani. L'assassinio del legale, che aveva pubblicamente annunciato di
voler portare alla Corte di Strasburgo il caso del colonnello Budanov
(stupratore e uccisore assieme a un gruppo di suoi soldati d'una ragazza
cecena, scarcerato diciotto mesi prima della scadenza della pena), è avvenuto
in un luogo frequentato nei pressi del Cremlino. La solita tecnica: un
killer ha sparato ed è fuggito, probabilmente coperto da complici anonimi. Non
è chiaro se la Baburova, ferita da un proiettile e poi deceduta, fosse lei
stessa un bersaglio accanto all'avvocato che accompagnava. Certo è che Baburova
era impegnata a informare i lettori di Novaya Gazeta delle accresciute violenze
dei gruppi neo nazisti russi. Con Markelov condivideva la denuncia delle
violenze poliziesche alle quali cittadini impegnati in azioni antinaziste erano
stati sottoposti da parte delle forze dell'ordine. Markelov aveva già difeso
proprio la Politkovskaya in occasione di sue azioni legali per abuso dei
diritti umani.