CENACOLO DEI COGITANTI |
Torna "Formigine per
la pace" mostra sul popolo del deserto
( da "Gazzetta di Modena,La"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ricordato in tutto il mondo il 60º
anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo. Una conferenza del
filosofo Danilo Zolo dal titolo "La Dichiarazione universale dei diritti
umani dopo sessant'anni'', prevista per sabato 21 alle 17 al castello di Formigine,
farà il punto della situazione sull'argomento, mettendo in discussione
l'effettiva "universalità'' dei diritti umani.
Il Papa in Africa.
"L'Aids non si vince con i preservativi"
( da "AmericaOggi Online"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: 20 e 21 marzo terrà in Vaticano la
Prima Conferenza Internazionale su donna e diritti umani: considerare l'uso del
preservativo come la panacea nella lotta all'Aids "denota o ignoranza o
malafede", afferma la presidente Olimpia Tarzia, mettendo in guarda da
"un inganno che induce, particolarmente le giovani generazioni, a una
falsa sicurezza, esponendoli maggiormente al rischio".
Civiltà a confronto, c'è
l'islamista del Papa ( da "Arena,
L'" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: i diritti umani e la libertà
religiosa nel contesto musulmano. Padre Samir è autore dei libri «Cento domande
sull'islam» (Marietti 2002) e «Islam. Dall'apostasia alla violenza» (Cantagalli
2008). È stato «visiting professor» alla Georgetown University di Washington,
alla Sophia University di Tokyo e alle università del Cairo,
biotestamento al via in
senato appello di englaro: fermatevi napolitano non firmerà la legge
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Senato da oggi sarà in discussione
una legge sul fine vita che viola «i diritti umani», denuncia Borasio, legge
che non passerebbe il vaglio della Corte europea dei diritti dell'uomo. «Non
credo che la legge così com'è - ha rilevato - a Strasburgo sarebbe lasciata
passare. E sarebbe una figuraccia internazionale che spero il Parlamento si
eviterà, perlomeno per senso del pudore».
balducci: un premio alle
donne afgane ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: donne afgane in lotta per i diritti
umani e la giustizia sociale. Fondata da un gruppo di intellettuali afgane
guidate da Meena, assassinata nel
il pallone rosa è in
rivolta ( da "Nuova
Sardegna, La" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Sono le uniche discriminate nella
Spagna zapateriana dei diritti umani riconosciuti perfino agli scimpanzè. Sono
le donne che, in pieno XXI secolo, non possono praticare il calcio da
professioniste, perchè negli statuti della Real Federacion Espanola si nega
espressamente al calcio femminile la possibilità di ottenere licenze
professionali.
gattina in trappola muore
di stenti ( da "Nuova
Sardegna, La" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Quel ferro attorcigliato è stata la
sua ultima tortura dalla quale non è riuscita a liberarsi. Se l'è portata
appresso sino al momento in cui è spirata, con la pelle scuoiata in alcuni
punti, frutto del meccanismo infernale che doveva intrappolarla e dei tentativi
ripetuti di liberarsi da quella prigione inattesa.
Giurisprudenza, torna il
miniciclo dedicato ai diritti universali
( da "Giornale di Brescia"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: miniciclo dedicato ai diritti
universali La sede dell'Onu a New York Riprende alla facoltà di Giurisprudenza
della Statale il ciclo di seminari «I diritti umani a sessant'anni dalla
dichiarazione universale del 1948», organizzato dalle cattedre di Diritto internazionale
e Filosofia del diritto dell'Università Statale in collaborazione con la
Fondazione Clementina Calzari Trebeschi.
Englaro: il Parlamento
rifletta norme fuori dalla Costituzione
( da "Unita, L'" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: terapia contro la volontà è una
palese violazione dei diritti umani. Spero non esista mai un paese civile dove
i sondini hanno più diritti dei malati». Borasio si mostra certo che se il ddl
Calabrò passasse così verrebbe bocciato dalla Corte Europea dei Diritti Umani.
Impietoso poi il paragone con la situazione in Germania, dove sono in
discussione tre leggi sul testamento biologico (
Per arginare la confusione
e disinformazione sul fine vita che hanno raggiunto l'apice ne...
( da "Unita, L'" del
18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: terapia contro la volontà è una
palese violazione dei diritti umani. Spero non esista mai un paese civile dove
i sondini hanno più diritti dei malati». Borasio si mostra certo che se il ddl
Calabrò passasse così verrebbe bocciato dalla Corte Europea dei Diritti Umani.
Impietoso poi il paragone con la situazione in Germania, dove sono in
discussione tre leggi sul testamento biologico (
Salonicco, l'Africa dei
migranti in gara al festival ( da "Manifesto,
Il" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: quanto a rispetto dei diritti umani
di profughi e migranti. Per la gran parte dei cittadini extracomunitari qui le
porte restano chiuse soprattutto per chi chiede asilo dall´Asia o dall´Africa.
In un momento di crisi economica che rende ancora più difficile la produzione
dei documentari, il direttore del festival Dimitris Eipidis si sente
particolarmente soddisfatto perché,
ROMA Non si cita Israele,
né si citano le recenti cupe e sanguinose giornate della Str...
( da "Messaggero, Il"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: giudicata «in violazione dei
diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma
contemporanea di apartheid». Nella bozza iniziale si esprimeva inoltre
«profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele
contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato».
Donne e pari opportunità
Il <tour> fa tappa a Prato ( da "Nazione,
La (Prato)" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani, alla libertà, alla
dignità si affermino oltre ogni frontiera, contro ogn i fondamentalismo che
disconosca i diritti delle donne a partecipare pienamente alla vita sociale,
economica, culturale e politica del proprio paese. Certo serve una legge
nazionale, che necessariamente preveda un piano straordinario di contrasto alla
violenza con assegnazione di risorse economiche
Razzismo, nuova mozione
dopo il no dell'Italia ( da "Giorno,
Il (Milano)" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Canada e Italia avevano annunciato
il ritiro dai negoziati preparatori in vista dell'appuntamento di Ginevra. La
nuova bozza parla adesso solo di preoccupazioni relative a stereotipi sulle
religioni e non contiene più le accuse a Israele, che veniva attaccato per la
«politica di apartheid, razzismo e tortura» nei confronti dei palestinesi.
Amnesty: <Cuba liberi
57 dissidenti> ( da "Corriere
della Sera" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: dimostrare il proprio impegno»
verso i diritti umani, liberando 57 prigionieri politici incarcerati il 18
marzo di sei anni fa. «Non c'era alcun motivo per imprigionare, sei anni fa,
queste 57 persone a maggior ragione non c'è alcun motivo per tenerli ancora in
carcere», ha dichiarato Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty.
- CUBA: SEI ANNI DOPO LA
REPRESSIONE DI MARZO ( da "WindPress.it"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: di dimostrare il proprio impegno verso
i diritti umani rilasciando i prigionieri di coscienzaCS040: 18/03/2009In
occasione del sesto anniversario della repressione ai danni di attivisti
politici e per i diritti umani del 18 marzo 2003, Amnesty International ha
chiesto al governo cubano di rilasciare immediatamente 57 prigionieri di
coscienza e rispettare il diritto alla libert d'
Abu Omar, giudice Milano
rinvia processo al 22 aprile ( da "Reuters
Italia" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: sostiene di essere stato torturato
e detenuto per anni senza accuse. "Non credo che il processo possa
fermarsi. La Corte (Costituzionale) ha affermato la regolarità delle
intercettazioni, la cui validità era stata messa in dubbio dal governo e da
qualche difensore. Bisogna vedere in che termini la decisione inciderà sulle
prove ancora da raccogliere.
Caso Abu Omar. I segreti
dell'agente Betulla ( da "Tempi"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Mi rendo conto che i diritti umani
sono ormai un campo nelle mani dei pm. Lo Stato di diritto è ciò che essi
stabiliscono, la loro penetrazione è universale. E penso che trovandomi come
accusatore il loro capo, cioè Armando Spataro, dinanzi a cui mi levo il cappello,
mi è andata ancora bene
Ddl sicurezza, rivolta nel
Pdl "Norme inaccettabili, niente fiducia"
( da "Repubblica.it"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: quando potrai renderti conto di
come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in
particolare dell'infanzia e della maternità". "Si sostiene che questo
ddl non obblighi il medico a denunciare l'immigrato clandestino che si presenti
per essere curato ai posti di pronto soccorso, in ospedale, o nei centri di
vaccinazione.
Savona: il Pd aderisce
alla Marcia dei Diritti dei Migranti
( da "Savona news" del
18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: adottare non debbano mai essere
lesive dei diritti umani né minare la coesione civile del Paese, già troppo
provata. Le misure previste dal ?decreto sicurezza? non rispondono ai valori
sopra indicati, bensì ledono i principi di eguaglianza, di solidarietà, di
equità sociale. La soluzione dei problemi di rapporto tra cittadini italiani e
migranti non consiste nella adozione di misure ?
Cinema/ Firenze, 'Diritti
umani e dignità sul grande ( da "Virgilio
Notizie" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: La rassegna di Amnesty
International, dal titolo 'Diritti umani e dignità sul grande schermo', propone
cinque appuntamenti cinematografici ogni giovedì alle 21. Ad aprire gli
incontri, che anticipano la prossima campagna internazionale di Amnesty
International sui diritti economici e sociali, sarà 'In questo mondo libero' di
Ken Loach.
Kirghizistan/ Opposizione:
arresti tra militanti anti-Bakiev
( da "Virgilio Notizie"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: diritti umani e dell'opposizione al
presidente Kurmanbek Bakiev sarebbero stati arrestati. La denuncia arriva oggi
dal portavoce del principale partito di minoranza Ata-Meken, Zhoormat
Saparbaev. Secondo la ricostruzione fornita dall'esponente dell'opposizione,
circa una trentina di poliziotti avrebbero circondato una cerimonia per il
settimo anniversario della morte di sei manifestanti
Gambia/ Accusati di
stregoneria, costretti a bere pozione
( da "Virgilio Notizie"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Il gruppo per la difesa dei diritti
umani sostiene che in quest'operazione questi 'medici' speciali hanno goduto
del supporto dell'esercito e delle autorità locali. Le vittime prescelte erano
per lo più anziani. Oltre all'intruglio, sono stati picchiati e costretti a
confessare di essere stregoni.
DIRITTI. "Non aver
paura! Apriti agli altri". Campagna nazionale contro il razzismo
( da "HelpConsumatori"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: di articoli della Costituzione e di
principi della Carta fondamentale dei Diritti Umani. Alle istituzioni chiediamo
di firmare la Carta di intenti che abbiamo preparato e ai giornalisti chiediamo
di rispettare la Carta di Roma, che è un documento deontologico ufficiale,
promosso dall'Ordine a giugno scorso". Quali sono gli impegni che si
chiedono alle istituzioni e alla politica?
Sicurezza, 100 del Pdl
dicono no a fiducia ( da "AudioNews.it"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Cento deputati del Pdl, hanno
chiesto a Berlusconi di non porre la fiducia sul provvedimento all'esame delle
Commissioni alla Camera. Sotto accusa alcune norme definite inaccettabili per
il rispetto dei diritti umani, come la possibilità per i medici di denunciare
gli immigrati clandestini.
Niente Ue se non parte la
riforma ( da "Denaro,
Il" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: imperniata sulla tutela dei diritti
umani e delle libertà fondamentali, associando partiti politici, società civile
e minoranze etniche e religiose a tale sforzo. Nella relazione gli
europarlamentari esprimono perplessità sulla scarsa tutela della libertà di
espressione e di stampa e denuncia "la frequente censura di sit web o le
pressioni e i processi ai danni di giornalisti critici"
Per la regina Rania premio
a Lisbona ( da "Denaro,
Il" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: difesa dei diritti umani e della
democrazia, e la conoscenza reciproca e la solidarieta' fra nord e sud del
mondo. Del Centro fanno parte venti Paesi fra cui l'Italia. Fra i premiati
degli anni passati figura Emma Bonino. In un'intervista al giornale ''Diario de
Noticias'' la regina Rania ha auspicato la ripresa del dialogo e del negoziato
per risolvere i problemi del Medio Oriente.
Un calvario di foto
sull'orrore dei gulag e dello stalinismo
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ambito del Festival dei diritti
umani della Provincia di Parma, è organizzata dall'Associazione Memorial Italia
(che ha messo a disposizione le foto) in collaborazione con la Cattedra di
letteratura russa dell'Università di Parma ed è visibile ogni pomeriggio dalle
15 alle 19,30 fino a venerdì nel Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere
della Facoltà di Lettere e Filosofia,
Il crollodi Ibla
( da "Sicilia, La" del
18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: associazione per i diritti Umani,
delle Acli, dell'associazione Oasi Famiglia ed ancora di Uciim, Fuci e Meic.
?L'iniziativa era tesa alla sensibilizzazione sul tentativo, all'interno del
pacchetto sicurezza, di emendare la legge 286/98 che prevede l'accesso alle
strutture sanitarie dello straniero non in regola - spiega Domenico Leggio,
<Trasferire le emozioni
nelle scuole> ( da "Sicilia,
La" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: soltanto dei diritti civili ma
spesso nemmeno dei diritti umani». Apprezzato e applaudito l'intervento di
Annamaria Piccione, nota scrittrice per ragazzi, presidente della giuria del
premio. Giuria (composta anche dalla giornalista Laura Valvo) che dopo la
selezione dei lavori presentati dagli studenti delle scuole superiori di tutta
la provincia ha decretato i vincitori del concorso:
Sicurezza, i deputati Pdl
al premier: niente fiducia ( da "Giornale.it,
Il" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: come questo dettato legislativo
vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e
della maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e
crediamo la tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime
disposizioni sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati
azzurri Cento deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini,
PAOLA DEL VECCHIO MADRID.
SONO LE UNICHE DISCRIMINATE NELLA SPAGNA ZAPATERIANA DEI DIRITTI UMANI ...
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Sono le uniche discriminate nella
Spagna zapateriana dei diritti umani riconosciuti perfino agli scimpanzé. Sono
le donne che, in pieno XXI secolo, non possono svolgere il calcio professionistico,
perchè negli statuti della Real Federacion Española si nega al calcio femminile
la possibilità di ottenere licenze professionali.
Immigrati/ Franco (Pd): Se
parlamentari Pdl coerenti votino...
( da "Virgilio Notizie"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: che mette a rischio la salute e
alcuni altri diritti umani fondamentali e che è dunque inaccettabile. E' un
fatto positivo che i parlamentari del Pdl abbiano scritto a Berlusconi per evidenziare
questo fatto - conclude l'esponente del Pd -, ora ci auguriamo che siano
coerenti e, qualora la norma venisse confermata, votino contro un provvedimento
di inaudita gravità e disumanità"
"Cuba rilasci i
prigionieri politici" ( da "City"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Lo ha chiesto ieri Amnesty
International che parla di 57 prigionieri di coscienza arrestati nel 2003 solo
per il "pacifico esercizio del diritto alla libertà d'espressione".
L'organizzazione si è detta "preoccupata" anche per "la serie di
intimidazioni che stanno subendo gli attivisti per i diritti umani". 18
marzo 2009
Sicurezza, i deputati Pdl
al... ( da "Giornale.it,
Il" del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: dettato legislativo vada contro i
più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della
maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e crediamo la
tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni
sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati azzurri
Centosettanta deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini,
Pdl, cento deputati al
premier: ''no a fiducia ddl sicurezza''
( da "RomagnaOggi.it"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: questo dettato legislativo vada
contro i più elementari diritti umani e in particolare dell'infanzia e della
maternità". Nella lettera la Mussolini ha rilevato di aver avuto un colloquio
con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il quale si è
parlato "dello status dei minori stranieri non accompagnati" e anche
"dell'obbligo di denuncia per medici e insegnanti"
Diritti gay, Obama
sconfessa Bush: sostegno alla dichiarazione dell'Onu
( da "Stampaweb, La"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: altra parte il diritto delle coppie
omosessuali all?adozione. Intanto il segretario di Stato francese per i Diritti
umani, Rama Yade, ha espresso la soddisfazione di Parigi per la posizione di
Washington. «Sono felice del fatto che gli Stati Uniti abbiano preso la
decisione di firmare la dichiarazione relativa ai diritti dell?
Obama appoggia la dichiarazione
dell'Onu sulla depenalizzazione dell'omosessualità
( da "Rai News 24" del
18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Ogni giorno Amnesty si batte per
persone che rischiano la prigione, la tortura e anche la morte per la loro
identità sessuale - afferma Amnesty in una dichiarazione - Firmando la
dichiarazione il presidente Obama darà un importante sostegno alla lotta per
giungere ad un mondo dove tutte le persone sono trattate egualmente".
Sicurezza, i deputati Pdl
al premier: niente fiducia Bossi: la legge resta così
( da "Giornale.it, Il"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: dettato legislativo vada contro i
più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della
maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e crediamo la
tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni
sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati azzurri
Centosettanta deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini,
Gay, Obama appoggerà la
dichiarazione dell'Onu ( da "RomagnaOggi.it"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: La decisione di Obama è stata
accolta positivamente dall'organizzazione non governativa per la difesa dei
diritti umani. La firma del capo della Casa Bianca, spiega Amnesty, "darà
un importante sostegno alla lotta per giungere ad un mondo dove tutte le
persone sono trattate egualmente".
Razzismo, nuova bozza per
la Durban 2 ma Israele dice ancora no
( da "Repubblica.it"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: accolta con sollievo dall'alto
commissario Onu per i Diritti umani, Navanethem Pillay che ha parlato di una
"base solida" per la prosecuzione del processo, ha limato le parti
più controverse del documento, in particolare le critiche a Israele, i
riferimenti al Medio Oriente e il concetto di diffamazione religiosa.
RAZZISMO, NUOVA BOZZA PER
LA DURBAN 2 MA ISRAELE DICE ANCORA NO
( da "Wall Street Italia"
del 18-03-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Razzismo, nuova bozza per la Durban
2 ma Israele dice ancora no -->Tentativo di mediazione dei russi, il
commissario ai Diritti umani plaude Frattini: "Resta valido il documento
olandese, ma la Conferenza è ancora lontana" Razzismo, nuova bozza per la
Durban 2 ma Israele dice ancora no (21:27 18/03/2009)
( da "Gazzetta di Modena,La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Da venerdì la
rassegna fotografica sugli accampamenti Saharawi Torna "Formigine per la
pace" mostra sul popolo del deserto Torna "Formigine per la pace'',
l'iniziativa organizzata dal Comune di Formigine e dalle associazioni di
cooperazione internazionale. Ogni edizione è stata dedicata a un paese
specifico: "Formigine per la Pace 2005'' ha avuto così per oggetto il
decennale della fine della guerra in Bosnia, dove opera Rock No War; mentre
l'edizione successiva è stata dedicata al decennale dei trattati di pace in Guatemala,
dove lavorano Eos e Modena Cefa. L'edizione 2009, sostenuta dal Fondo
territoriale modenese per la cooperazione allo sviluppo (costituito da
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Provincia e Comune di Modena), celebra
il decennale della firma del patto d'amicizia e solidarietà tra il Comune di
Formigine e Edchera, tendopoli saharawi. Da anni molti formiginesi, e le
associazioni Kabara Lagdaf e Rock No War, aiutano il "popolo del deserto''
che vive profugo lontano dalla sua terra d'origine: il Sahara Occidentale. Una
mostra fotografica dal titolo "Saharawi. L'altra faccia del muro'', che
sarà inaugurata dopodomani, 20 marzo, alle 18.30 presso il castello di
Formigine, racconterà con immagini di grandi dimensioni la vita negli
accampamenti dei rifugiati. La collettiva, che riunisce scatti di Massimo
Bassano, Edoardo Giavelli e Luigi Ottani, si arricchisce delle immagini di
Ahmedu Ahmed Aderrahaman, fotografo saharawi, e dei contributi video di Tiziano
Marchetti. "Formigine per la Pace 2009'' avviene in un momento storico
importante, dopo un anno che ha ricordato in tutto il mondo
il 60º anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo. Una conferenza del filosofo Danilo Zolo dal titolo
"La Dichiarazione universale dei diritti umani dopo sessant'anni'', prevista per sabato 21 alle 17 al castello
di Formigine, farà il punto della situazione sull'argomento, mettendo in
discussione l'effettiva "universalità'' dei diritti umani. Sempre sabato 21, presso i
locali Ex Urp (piazza Repubblica 9), si terranno laboratori per bambini su
usanze e racconti dal mondo, riservati dalle 9 alle 12 agli studenti delle
primarie e aperti dalle 15 alle 19 per i bambini dai 6 agli 11 anni. I
partecipanti riceveranno un omaggio. Info: Comune di Formigine, tel. 059 - 416255.
(o.g.)
( da "AmericaOggi Online" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Papa in Africa.
"L'Aids non si vince con i preservativi" di Elisa Pinna 18-03-2009
YAOUNDÈ (CAMERUN). Papa Benedetto XVI sbarca in Africa e affronta subito le
grandi tragedie di un continente popolato da quasi un miliardo di persone: le
guerre, la povertà, la fame, la corruzione, la tratta di esseri umani, moderna versione della schiavitù. Ma soprattutto -
mentre è ancora in volo verso il Camerun, prima tappa del suo viaggio africano
- parla di Aids, su cui lancia un messaggio senza equivoci: "Non si può
superare - ammonisce - con la distribuzione dei preservativi,che anzi aumentano
il problema". In Africa, le cifre sono da brivido: la malattia ha mietuto
già 17 milioni di vite, 27 milioni di persone sono affette dall'Hiv, e 10
milioni sono i bambini orfani dei genitori per il virus. La Chiesa cattolica è
in prima linea nella battaglia e gestisce il 27% delle cure. Sul campo, molti
tra i missionari chiedono una deroga alla dottrina: vorrebbero che almeno nelle
coppie sposate, quando uno dei coniugi è contagiato, fosse lecito l'uso del
profilattico. Le parole di Ratzinger vanno però nella direzione dell'astinenza
e della castità: serve, afferma il Papa, "una umanizzazione
della sessualità, cioé un riconoscimento spirituale e umano che implica un
nuovo modo di comportarsi l'uno con l'altro; (serve) una vera amicizia
soprattutto con le persone sofferenti, una disponibilità anche a sacrifici e
rinunce personali". No, dunque, ai "preservativi" (che Benedetto
XVI nomina esplicitamente per la prima volta); dietro di essi vi è infatti una
cultura immorale del sesso. No anche ai soldi "che sono necessari -
ammette il Papa - ma che non aiutano se non c'é l'anima in chi li
impiega". Bene, invece, l'esempio del Camerun dove i malati sono curati
gratuitamente. Il tema dell'Aids è affrontato da Benedetto XVI durante una
conferenza stampa in volo. L'aereo ha appena lasciato dietro di sé il
Mediterraneo e naviga sopra il Sahara, quando il Papa si affaccia per parlare
con i giornalisti. La prima domanda è sul lato personale. "Santità -
chiede un reporter francese - si sente solo dopo la vicenda dei lefevbriani e
delle polemiche seguite?". Ratzinger sorride e risponde deciso: "A
dire la verità mi viene da ridere con questo mito della solitudine".
"Non mi sento solo", ripete; anzi, "sono circondato da amici e
collaboratori", aggiunge snocciolando visite ad limina e incontri con i
suoi vecchi "compagni di messa", ovvero sacerdoti ordinati insieme a
lui. Poi si parla di Africa; il Papa si sofferma sulla necessità che i grandi
della terra non lascino sprofondare il continente sotto i colpi della crisi
globale; annuncia che nella prossima enciclica - la cui uscita è stata
ritardata dall'aggravarsi della crisi - sottolineerà come l'etica debba essere
al centro dell'economia; si dice preoccupato della sfida delle sette
evangeliche e le loro promesse di miracoli e facili guadagni, anche se è certo
che la Chiesa cattolica avrà la meglio. Rimarca l'urgenza che anche fra i cattolici
ci sia una purificazione dai peccati. All'arrivo a Yaoundé, Benedetto XVI
saluta il presidente del Camerun Paul Biya, e con lui tutta l'Africa. La Chiesa
cattolica - preannuncia - non rimarrà in silenzio di fronte "al dolore o
alla violenza, alla povertà o alla fame, alla corruzione o agli abusi di
potere". Il Papa chiede all'Africa di accettare il Vangelo e non i modelli
attuali che "ignorano il diritto alla vita dei non ancora nati". La
cerimonia si prolunga, nonostante il caldo e l'umidità insopportabile. Il
presidente, da 27 anni al potere, è impettito e felice. La moglie indossa un
vestito tradizionale e un grande cappello rosa, che da lontano sembra quasi una
torta nuziale. Dopo i saluti, il lungo corteo di macchine nere, ambulanze e
pullman attraversa un tratto di foresta tropicale e si inoltra poi nelle strade
della capitale, adagiata su sette colline. Ai lati della strada una folla
impensabile per tante città europee. I colori, i canti, i boati di entusiasmo e
l'allegria travolgono il Papa: ci sono bande e intere scolaresche, donne che
danzano. E c'é anche chi indossa un abito tradizionale blu, con stampata su un
seno una foto del Papa e sull'altro una foto di Biya. Inizia cosìla prima
visita in Africa di Benedetto XVI. Le Ong e gli scienziati prendono posizione
ROMA. Un coro di critiche, accompagnate da una valanga di dati sulla diffusione
del virus Hiv, da società civile, Ong e scienziati, e un silenzio quasi totale
dal mondo politico hanno accolto le parole del Papa sul no all'uso dei preservativi
nella lotta all'Aids. "Non servono anzi aumentano i problemi", ha
detto Ratzinger mentre volava verso il Camerun, prima tappa della sua visita in
Africa, continente in cui vive il 67% dei sieropositivi dell'intero pianeta.
Parole che in un istante demoliscono anni di campagne di informazione e
sensibilizzazione messe in atto dall'Onu, dalle associazioni gay e dalle Ong
che lavorano a stretto contatto con i sieropositivi e che oggi tornano a
ripetere il loro monito: il preservativo è "fondamentale" nella lotta
all'Aids, "é un'arma decisiva". Tace, tranne qualche eccezione, la
politica. Nessuna reazione arriva infatti da Pd, Pdl e altre forze
parlamentari, mentre interviene - solitario - il segretario di Rifondazione
comunista Paolo Ferrero: "Nessuno vuole negare al Vaticano di proporre la
propria concezione della sessualità - dichiara - ma la tutela della salute
delle persone e la lotta all'Aids impone la prevenzione e quindi la
distribuzione di preservativi". I radicali parlano di "falsità antiscientifica"
e lanciano un appello proprio a quella classe dirigente rimasta in silenzio:
"dimostri coraggio, coerenza e serietà smentendo quelle frasi che
alimentano l'ignoranza e la diffusione dell'Aids". Appello finora
inascoltato. Tocca quindi alla società civile prendersi la responsabilità di
condannare il "grave errore" del pontefice e la "cattiva
informazione" contenuta nelle sue dichiarazioni. "Siamo alla
complicità consapevole di contribuire al diffondersi di una patologia che
proprio in Africa assume i tratti di vera e propria pandemia", afferma il
presidente dell'Arcigay, Aurelio Mancuso, mentre "il comportamento umano
morale e corretto evocato dal papa ha per ora solamente contribuito ad
aggravare la disastrosa situazione africana". Franco Grillini, presidente
di Gaynet, parla di "responsabilità non solo morale, ma anche diretta,
della chiesa cattolica nella mancata prevenzione alla diffusione
dell'Hiv", mentre Actionaid cita i dati dell'Unaids (33 milioni di persone
infettate nel mondo, di cui 22 nell'Africa sub-sahariana) e ricorda che il
preservativo resta "un'arma decisiva per la prevenzione". Anche il
mondo scientifico si preoccupa di confutare la tesi del papa e cioé che i
preservativi "aumentano i problemi". "Penso che il Papa sia
stato informato da cattivi consiglieri - dichiara l'immunologo Ferdinando Aiuti
da sempre impegnato nella ricerca e nella lotta a questa malattia -: la scienza
ha dimostrato che i preservativi sono un'arma fondamentale contro l'Aids e
tutte le malattie sessualmente trasmesse". Fuori dal coro la World Women's
Alliance for Life & Family (Wwalf) che il 20 e 21 marzo
terrà in Vaticano la Prima Conferenza Internazionale su donna e diritti umani: considerare l'uso del
preservativo come la panacea nella lotta all'Aids "denota o ignoranza o
malafede", afferma la presidente Olimpia Tarzia, mettendo in guarda da
"un inganno che induce, particolarmente le giovani generazioni, a una
falsa sicurezza, esponendoli maggiormente al rischio".
( da "Arena, L'" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mercoledì 18 Marzo
2009 CRONACA Pagina 13 RELIGIONI. Domani sera alla Fondazione Toniolo padre
Samir Khalil Samir parlerà dei temi di più stretta attualità Civiltà a
confronto, c'è l'islamista del Papa «Per evitare il conflitto di civiltà
occorre che l'Europa recuperi la pienezza dei propri valori cristiani e che il
pensiero islamico apra le sue porte alle sfide della modernità ponendo l'essere
umano e la sua dignità al centro di tutto». Ad affermarlo è Samir Khalil Samir,
gesuita, docente di islamistica a Beirut, in Libano. Nato nel
( da "Messaggero Veneto, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 4 - Attualità
Biotestamento al via in Senato Appello di Englaro: fermatevi Napolitano non
firmerà la legge IL CASO ELUANA Presentato a palazzo Madama il comitato
scientifico Per Eluana presieduto dal professor Giandomenico Borasio Il
consulente del governo tedesco: una norma così ipotizzata vìola i diritti
dell'uomo e a Strasburgo non passerà dall'inviato TOMMASO CERNO ROMA. «Il
Senato si fermi a riflettere e blocchi la legge sul testamento biologico. Una
legge senza basi scientifiche che, così com'è, il presidente Giorgio Napolitano
potrebbe non firmare». L'appello è di Beppino Englaro, padre di Eluana, la
donna in stato vegetativo morta a Udine il 9 febbraio scorso dopo lo stop
all'alimentazione e alla nutrizione forzata alla clinica La Quiete. Un appello
bipartisan che giunge alla vigilia dell'approdo in aula a Palazzo Madama della
legge sul biotestamento. Ieri Englaro ha presentato alla sala "Vittime di
Nassiriya" l'associazione "Per Eluana", costituita a Udine nelle
scorse settimane, che si propone di aprire in Italia un ampio dibattito sulla
libertà di scelta e l'autodeterminazione del paziente. Sul palco con Englaro il
presidente del comitato scientifico dell'associazione, Giandomenico Borasio,
luminare mondiale di cure palliative e consulente del governo tedesco in
materia di fine vita. Con lui il neurologo di Eluana, Carlo Alberto Defanti e,
in prima fila, il primario udinese Amato De Monte che ha guidato l'equipe
medica. Un gruppo «fuori dalla politica», assicura Englaro, ma pronto a
promuovere iniziative anche referendarie nel caso in cui la norma varata dal
Parlamento vietasse lo stop alla nutrizione e idratazione forzate anche ai
pazienti che esplicitamente lo chiedessero. «Se anche dovesse passare questa
legge anticostituzionale non è detto che non intervenga la Corte o che sia lo
stesso nostro presidente della Repubblica a non firmarla», ha detto Englaro.
«Non c'entro niente, assolutamente - ha aggiunto - con il partito di Vendola,
nè ho mai fatto da testimonial a nessuno». L'associazione sarà
"scientifica", precisa il papà di Eluana. E a prova di questo Borasio
apre alla norma tedesca sostenuta dal governo di Angela Merkel e dal partito
dei cristiano-sociali, conservatore, ma aperto allo stop alla nutrizione,
elemento - secondo Borasio - di ritorno alla morte naturale del paziente.
Scenario del tutto opposto in Italia. Dove al Senato da
oggi sarà in discussione una legge sul fine vita che viola «i diritti umani», denuncia Borasio, legge che non
passerebbe il vaglio della Corte europea dei diritti dell'uomo. «Non credo che
la legge così com'è - ha rilevato - a Strasburgo sarebbe lasciata passare. E
sarebbe una figuraccia internazionale che spero il Parlamento si eviterà,
perlomeno per senso del pudore». Borasio, ordinario di cure palliative a
Monaco, ha sottolineato come attorno al caso di Eluana Englaro, anche da parte
di medici «sì è disegnato uno scenario apocalittico medievale di morte
attraverso atroci sofferenze che ha ottenuto l'effetto di spaventare la gente».
La «verità», invece, è che grazie alle cure palliative il malato terminale o in
stato vegetativo «arriva a una morte pacifica. E lo certifica tutta la
letteratura sulle cure palliative degli ultimi vent'anni». Anche Defanti è
convinto che «il dibattito sia stato viziato da intrusioni ideologiche».
Invece, bisognerebbe ripartire «dal riconoscimento del limite da parte della
medicina, e del fatto che anche la morte è un esito possibile di molte
malattie». Per fare una buona legge, ha aggiunto Borasio, «bisognerebbe rendere
le cure palliative obbligatorie negli studi di medicina, perchè molto spesso i
medici sono incompetenti» in materia. Idratazione e alimentazione artificiale
spesso «in ambito palliativo sono pratiche contro il paziente», per questo, se
dovessero diventare obbligatorie, il suo consiglio «a chi vuole una morte
naturale e senza sofferenza è di emigrare il prima possibile. Spero - ha
concluso - che non ci sia mai nessun Paese civile in cui i sondini hanno più
diritti dei malati».
( da "Messaggero Veneto, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
In aprile
all'associazione Rawa Balducci: un premio alle donne afgane POZZUOLO. Il Centro
di accoglienza Ernesto Balducci di Zugliano, diretto da don Pierluigi Di
Piazza, ha deciso di conferire il premio Honoris Dignitatis Balducci a Rawa
(Revolutionary Association of Women of Afghanistan), l'associazione nata nel
( da "Nuova Sardegna, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Pagina 40 - Sport Il
pallone rosa è in rivolta Le calciatrici vogliono diventare professioniste La
protesta è partita dalla Spagna e arriva a livello internazionale MADRID. Sono le uniche discriminate nella Spagna zapateriana dei diritti umani riconosciuti perfino agli
scimpanzè. Sono le donne che, in pieno XXI secolo, non possono praticare il
calcio da professioniste, perchè negli statuti della Real Federacion Espanola
si nega espressamente al calcio femminile la possibilità di ottenere licenze
professionali. Ma ora le quote rosa dei campi hanno deciso di far
sentire la propria voce. A capitanare la battaglia è il club di calcio
femminile di Caceres (Estremadura), una squadra del V gruppo di Prima divisione
nazionale. Attraverso il capitano Maria Angela Garcia e il presidente Maria
Josè Lopez, la squadra è decisa a scuotere dalle fondamenta l'antico
pregiudizio. «Abbiamo inviato a vari organismi uno studio giuridico e ne stiamo
elaborando un altro di carattere sportivo», spiegano Garcia e Lopez al
quotidiano Publico. L'obiettivo è abbattere barriere giuridiche che, nel calcio
come in altri sport, di fatto già non esistono. «Molti si mostrano sopresi
dalla situazione, anche se alla Federacalcio, che abbiamo più volte investito
della questione, non ci prestano attenzione», denunciano le rappresentanti del
Caceres. Ma sono determinate a superare i confini nazionali e rivolgersi alla
Federazione internazionale di calciatori professionali, presieduta dallo
spagnolo Gerardo Gonzalez Movilla, che già nell'ottobre scorso ha creato una
commissione ad hoc. Oltre 24.000 donne praticano il calcio in Spagna, dove
esiste una rigida differenza fra sportivi professionisti e amatori. La Legge
dello Sport riconosce come competizioni professionistiche solo la Liga Bbva, di
prima divisione, la Liga Adelante, nel calcio maschile, e la Liga Acb di basket
maschile. La pallamano, di cui la Spagna è campione a livello mondiale, non
rientra nel gotha. Le calciatrici praticamente non hanno diritti lavorativi, nè
godono di un contratto collettivo. Solo il basket femminile è stato pioniere al
riguardo, con la stipula del contratto collettivo nel 2008 che, secondo gli
esperti, rappresenta un esempio da seguire per le altre discipline
professionistiche. In campo calcistico c'è il caso di Milene Dominguez, alias
Ronaldinhà, l'ex moglie del fuoriclasse brasiliano che dichiarò entrate per
252.000 euro nella stagione 2002-
( da "Nuova Sardegna, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
NARBOLIA Gattina in
trappola muore di stenti è stata ritrovata con un ferro che le avvolgeva il
corpo e la pelle scuoiata NARBOLIA. L'ha trovata già morta. Ai margini della
strada che da Narbolia porta a Riola. Ad uno sguardo distratto si sarebbe
potuto pensare che l'avessero investita, invece la gattina era finita nelle
maglie di una trappola, piazzata lì vicino da qualche cacciatore di frodo,
magari in cerca di catturare qualche volpe o qualche preda selvatica. Quel ferro attorcigliato è stata la sua ultima tortura dalla
quale non è riuscita a liberarsi. Se l'è portata appresso sino al momento in
cui è spirata, con la pelle scuoiata in alcuni punti, frutto del meccanismo
infernale che doveva intrappolarla e dei tentativi ripetuti di liberarsi da
quella prigione inattesa. Chi l'ha trovata - la signora Lilli Porcedda
di Narbolia, che da tempo si occupa della cura degli animali randagi - è
rimasta attonita di fronte ad un gesto di simile barbarie. Ha capito subito che
non c'era niente da fare, ma ha voluto comunque raccogliere la gattina per
mostrarla quale simbolo inequivocabile della cattiveria che certe menti
riescono a generare. E poco cambia che nella trappola ci sia finita una
gattina, piuttosto che un'ignara volpe o magari un cane randagio. (e.c.)
( da "Giornale di Brescia" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Edizione: 18/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:gdb università Giurisprudenza, torna il miniciclo dedicato ai diritti universali La sede dell'Onu a New
York Riprende alla facoltà di Giurisprudenza della Statale il ciclo di seminari
«I diritti umani a
sessant'anni dalla dichiarazione universale del 1948», organizzato dalle
cattedre di Diritto internazionale e Filosofia del diritto dell'Università
Statale in collaborazione con la Fondazione Clementina Calzari Trebeschi.
Il primo incontro si era svolto lo scorso 9 dicembre, il prossimo sarà in
programma venerdì prossimo. «Diritti umani, diritti
fondamentali, nuovi diritti in Europa» è infatti il titolo del seminario che si
svolgerà il 20 marzo dalle 10.15 alle 11.45 nell'aula 4 della facoltà di
Giurisprudenza in via San Faustino. Relatrice sarà Elena Paciotti, dell'Agenzia
dell'unione europea per i diritti fondamentali. La Dichiarazione universale dei
diritti umani è un documento, firmato a Parigi il 10
dicembre 1948, la cui redazione fu promossa dalle Nazioni Unite perché avesse
applicazione in tutti gli stati membri. Prodotto sull'onda dell'indignazione
per le atrocità commesse nella seconda guerra mondiale, la Dichiarazione fa
parte dei documenti di base delle Nazioni Unite. Gli altri tre incontri
rientranti nell'iniziativa saranno in programma: venerdì 27 marzo (alle
( da "Unita, L'" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Englaro: il
Parlamento rifletta norme fuori dalla Costituzione FEDERICA FANTOZZI Per
arginare «la confusione e disinformazione sul fine vita che hanno raggiunto
l'apice negli ultimi mesi». Per promuovere una medicina «consapevole dei
limiti» e legata al consenso informato, sviluppando anche in Italia le cure
palliative. Per affermare «le libertà fondamentali dell'individuo in uno Stato
laico di diritto». Nasce con questi impegnativi compiti l'Associazione Per
Eluana, voluta da Beppino Englaro in memoria della figlia morta il 9 febbraio
dopo 17 anni in stato vegetativo permanente. E i frutti della battaglia per il
rispetto della volontà di Eluana si intrecciano con il dibattito rovente in
Parlamento sul testamento biologico: «Serve un approfondimento su questi temi
estremi - è l'appello di Englaro - Rispetto a questa legge forse è meglio
nessuna legge. Non si possono imporre le terapie, va difeso il principio di
libertà. Fermatevi, perché se sarà un testo incostituzionale non è detto che
non intervenga la Corte né che il presidente della Repubblica lo firmi».
L'Associazione viene presentata a Palazzo Madama, grazie agli uffici bipartisan
dei senatori Ferruccio Saro (PdL) e Carlo Pegorer (Pd). Ne fanno parte il
neurologo Carlo Alberto Defanti, il palliativista Giandomenico Borasio,
cattolico praticante, e il primario anestesista Amato De Monte (ancora sotto
inchiesta, in attesa della conclusione degli esami autoptici). In platea
Ignazio Marino, Franca Chiaromonte, il Radicale Carlo Perduca, il dipietrista
Pancho Pardi, Paolo Flores. E l'aennino Paravia, che voterà contro il ddl
Calabrò. C'è anche Anna Finocchiaro che con Englaro ha avuto poco prima un colloquio
«molto intenso». Englaro ricorda la sua vicenda personale: «Per Eluana era la
cosa più naturale del mondo essere lasciata morire, invece ho sentito quella
parola esecrabile che è "eutanasia". Non impedire che la natura
faccia il suo corso non ha niente a che vedere con l'eutanasia, significa
accettare la finitudine della medicina». Ribadendo per l'ennesima volta che non
entrarà in politica, il padre della giovane donna garantisce che l'Associazione
non avrà fini politici ma solo di studio e sarà del tutto indipendente dai
partiti. Sede a Udine, presidente Beppino, vicepresidente sua nipote Germana.
Presto un sito (www.perleluana.org). Il Comitato Scientifico, di cui forse farà
parte l'oncologo Veronesi, sarà presieduto da Borasio, titolare della cattedra
di medicina palliativa a Monaco, ieri molto duro sui temi di fine vita: «Una terapia contro la volontà è una palese violazione dei diritti umani. Spero non esista mai un paese civile dove i sondini hanno più diritti dei malati». Borasio si mostra
certo che se il ddl Calabrò passasse così verrebbe bocciato dalla Corte Europea
dei Diritti Umani.
Impietoso poi il paragone con la situazione in Germania, dove sono in
discussione tre leggi sul testamento biologico (tutte considerano
vincolanti le direttiva anticipate e rifiutabili nutrizione e idratazione
forzata) che però esiste già su basi giurisprudenziali dal 1994. Presto la sala
Nassiryia, al piano terra di Palazzo Madama, diventa teatro di un dibattito sul
fine vita: i senatori del centrosinistra invitano l'Associazione a muoversi in
fretta per impedire il varo del ddl Calabrò. Marino sottolinea che il testo si
occuperà solo dello 0,05% della popolazione, i pazienti in stato vegetativo.
Flores d'Arcais insiste sull'urgenza: «Tra poche settimane ci sarà una legge
che impone l'alimentazione, la dialisi. I medici dovranno tradire il giuramento
di Ippocrate o essere incriminati. Bisogna creare un grande movimento di
obiezione di coscienza». Borasio lo ferma: «In certe situazioni storiche leggi
sbagliate vengono approvate. La nostra missione è offrire consigli, non
sostituirci ai politici. La lezione di Beppino è procedere senza baccano».
Chiarissimo anche Defanti: «Non siamo un gruppo politico, non ci poniamo compiti
immediati ma vogliamo agire a lungo termine». E sulla sua paziente per 13 anni,
il medico sottolinea: «In certi casi allungare la vita protrae la sofferenza.
Eliana è il paradigma di una situazione infernale che si è venuta a creare
oltre le intenzioni». Poi una stoccata alle posizioni oltranziste di tanti
vescovi e cardinali durante i giorni dolorosi in Friuli Venezia Giulia: «Mi
sorprende l'enfasi di parte della Chiesa sulla vita terrena, in passato si
pensava di più all'aldilà. Questa enfasi è una causa di accanimento
terapeutico». Conclude Beppino: «L'Associazione Per Eluana non è altro che le
libertà fondamentali in uno Stato di diritto. Io ho trovato un clima culturale
deserto, ero un randagio. Adesso le persone stanno prendendo coscienza di
vivere in uno Stato laico». Nasce l'Associazione Per Eluana. Promuoverà cure
palliative, informerà dottori, pazienti e politici: «Troppa disinformazione sul
fine vita». Forse l'oncologo Umberto Veronesi nel comitato scientifico.
( da "Unita, L'" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Per arginare «la
confusione e disinformazione sul fine vita che hanno raggiunto l'apice negli
ultimi mesi». Per promuovere una medicina «consapevole dei limiti» e legata al
consenso informato, sviluppando anche in Italia le cure palliative. Per
affermare «le libertà fondamentali dell'individuo in uno Stato laico di
diritto». Nasce con questi impegnativi compiti l'Associazione Per Eluana,
voluta da Beppino Englaro in memoria della figlia morta il 9 febbraio dopo 17
anni in stato vegetativo permanente. E i frutti della battaglia per il rispetto
della volontà di Eluana si intrecciano con il dibattito rovente in Parlamento
sul testamento biologico: «Serve un approfondimento su questi temi estremi - è
l'appello di Englaro - Rispetto a questa legge forse è meglio nessuna legge.
Non si possono imporre le terapie, va difeso il principio di libertà.
Fermatevi, perché se sarà un testo incostituzionale non è detto che non
intervenga la Corte né che il presidente della Repubblica lo firmi».
L'Associazione viene presentata a Palazzo Madama, grazie agli uffici bipartisan
dei senatori Ferruccio Saro (PdL) e Carlo Pegorer (Pd). Ne fanno parte il
neurologo Carlo Alberto Defanti, il palliativista Giandomenico Borasio,
cattolico praticante, e il primario anestesista Amato De Monte (ancora sotto
inchiesta, in attesa della conclusione degli esami autoptici). In platea
Ignazio Marino, Franca Chiaromonte, il Radicale Carlo Perduca, il dipietrista
Pancho Pardi, Paolo Flores. E l'aennino Paravia, che voterà contro il ddl
Calabrò. C'è anche Anna Finocchiaro che con Englaro ha avuto poco prima un
colloquio «molto intenso». Englaro ricorda la sua vicenda personale: «Per
Eluana era la cosa più naturale del mondo essere lasciata morire, invece ho
sentito quella parola esecrabile che è "eutanasia". Non impedire che
la natura faccia il suo corso non ha niente a che vedere con l'eutanasia,
significa accettare la finitudine della medicina». Ribadendo per l'ennesima
volta che non entrarà in politica, il padre della giovane donna garantisce che
l'Associazione non avrà fini politici ma solo di studio e sarà del tutto
indipendente dai partiti. Sede a Udine, presidente Beppino, vicepresidente sua
nipote Germana. Presto un sito (www.perleluana.org). Il Comitato Scientifico,
di cui forse farà parte l'oncologo Veronesi, sarà presieduto da Borasio,
titolare della cattedra di medicina palliativa a Monaco, ieri molto duro sui
temi di fine vita: «Una terapia contro la volontà è una
palese violazione dei diritti umani. Spero
non esista mai un paese civile dove i sondini hanno più diritti dei malati». Borasio si mostra
certo che se il ddl Calabrò passasse così verrebbe bocciato dalla Corte Europea
dei Diritti Umani.
Impietoso poi il paragone con la situazione in Germania, dove sono in
discussione tre leggi sul testamento biologico (tutte considerano vincolanti
le direttiva anticipate e rifiutabili nutrizione e idratazione forzata) che
però esiste già su basi giurisprudenziali dal 1994. Presto la sala Nassiryia,
al piano terra di Palazzo Madama, diventa teatro di un dibattito sul fine vita:
i senatori del centrosinistra invitano l'Associazione a muoversi in fretta per
impedire il varo del ddl Calabrò. Marino sottolinea che il testo si occuperà
solo dello 0,05% della popolazione, i pazienti in stato vegetativo. Flores
d'Arcais insiste sull'urgenza: «Tra poche settimane ci sarà una legge che
impone l'alimentazione, la dialisi. I medici dovranno tradire il giuramento di
Ippocrate o essere incriminati. Bisogna creare un grande movimento di obiezione
di coscienza». Borasio lo ferma: «In certe situazioni storiche leggi sbagliate
vengono approvate. La nostra missione è offrire consigli, non sostituirci ai
politici. La lezione di Beppino è procedere senza baccano». Chiarissimo anche
Defanti: «Non siamo un gruppo politico, non ci poniamo compiti immediati ma
vogliamo agire a lungo termine». E sulla sua paziente per 13 anni, il medico
sottolinea: «In certi casi allungare la vita protrae la sofferenza. Eliana è il
paradigma di una situazione infernale che si è venuta a creare oltre le
intenzioni». Poi una stoccata alle posizioni oltranziste di tanti vescovi e
cardinali durante i giorni dolorosi in Friuli Venezia Giulia: «Mi sorprende
l'enfasi di parte della Chiesa sulla vita terrena, in passato si pensava di più
all'aldilà. Questa enfasi è una causa di accanimento terapeutico». Conclude
Beppino: «L'Associazione Per Eluana non è altro che le libertà fondamentali in
uno Stato di diritto. Io ho trovato un clima culturale deserto, ero un
randagio. Adesso le persone stanno prendendo coscienza di vivere in uno Stato
laico».
( da "Manifesto, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
DOCUMENTARI
Salonicco, l'Africa dei migranti in gara al festival Pavlos Nerantzis SALONICCO
Sull´emigrazione è focalizzato l´11° Festival Internazionale dei Documentari di
Salonicco «Immagini del 21° secolo». Documentaristi, soprattutto africani,
raccontano storie reali, agghiaccianti sulla schiavitù contemporanea, le
condizioni di vita nei paesi di origine, le guerre e l´Aids, il lungo viaggio
verso l´Europa e le difficoltà per arrivare, lo sfruttamento degli
extracomunitari nei paesi occidentali, il sogno perso. «L´Africa per l´Africa»,
come viene nominato l´insieme dei 19 documentari, che vengono proiettati
durante questa settimana, si trova, infatti, nell´epicentro dell´attenzione sia
dei registri che del pubblico in un paese considerato prima tappa del lungo
viaggio verso l´occidente, ma anche il «buco nero» dell´Europa, quanto a rispetto dei diritti umani di profughi e migranti. Per la gran parte dei cittadini
extracomunitari qui le porte restano chiuse soprattutto per chi chiede asilo
dall´Asia o dall´Africa. In un momento di crisi economica che rende ancora più
difficile la produzione dei documentari, il direttore del festival Dimitris
Eipidis si sente particolarmente soddisfatto perché, come ha detto,
aumenta sempre di più il numero dei documentaristi, ma anche degli spettatori
di storie che non vengono proiettate dai media. In totale, 116 documentari da
45 paesi e altri 44 di produzione greca, che toccano vari aspetti del nostro
«mondo angelico» con una quarantina di anteprime mondiali: è un bel patrimonio
per il festival di Salonicco, che quest´anno festeggia il suo decimo
anniversario con l´organizzazione di un congresso internazionale sui vari
aspetti del settore. In Barcellona or Die, Idrissa Guiro racconta la storia di
pescatori da Senegal che hanno dovuto lasciare il proprio paese, perché i
monopoli stranieri «rubano» i pesci. Lo sfruttamento delle risorse nei paesi di
origine, le condizioni di vita di donne contaminate dall´Aids e le difficoltà
del viaggio, spesso senza ritorno, in occidente vengono raccontate anche dal
kenyota David Gough in Slum Survivors, da Kal Toure (Mali) in Victims of our
Riches (Vittime delle Nostre Ricchezze), da Polly Renton (Congo) in Forced to
Flee (Obbligati a Sfuggire), da Brice Laine (Togo) in The Dancing Forest (Foresta
che Balla), ecc. Lo stesso argomento toccano anche documentaristi europei, come
lo spagnolo David Munoz in Fiori di Rwanda, l'olandese Ton Van Zantvoort in A
Blooming Business (Impresa Fiorita) e Renzo Martens in Enjoy Poverty (Goditi la
Povertà) che parlano di razzismo, xenofobia e dello sfruttamento degli
extracomunitari. Due documentari si riferiscono al passato recente:
l´assassinio della giornalista Anna Politkovsaya, che indagava sugli abusi dei
diritti umani in Cecenia, (Lettera a Anna dello svizzero
Eric Bergkraut) e la rivolta dei monaci buddisti a Myamar (Burma VJ - Reporting
from a Closed Country di Anders Ostergaard). Forte è la presenza di
documentaristi messicani (Born Without di Eva Norvind e La mia vita dentro di
Lucia Gaha, che parlano del fenomeno di migrazione dal Messico negli Usa), e di
austriaci (A road to Mecca di George Misch, la storia di un ebreo diventato
musulmano). Dalle produzioni greche si distinguono Capitano Kemal di Fotos
Lamprinos, le memorie di un nazionalista turco che ha combattuto con i
partigiani greci nella guerra civile in Grecia nel 1947, mentre con La Vita
nelle Rocce, Alinta Dimitriou racconta la storia di un gruppo di donne
partigiane. Non c´era altra via di Stavros Psillakis e di Matheos
Frantseskakis, racconta una storia poco conosciuta in Grecia, la vita di sei
partigiani cretesi che hanno vissuto in clandestinità per 15 anni, in montagna,
fino al 1962, quando fuggirono in Italia.
( da "Messaggero, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mercoledì 18 Marzo
2009 Chiudi di MARCO BERTI ROMA Non si cita Israele, né si citano le recenti
cupe e sanguinose giornate della Striscia di Gaza nella nuova bozza che
l'Europa porterà a Ginevra il 20 aprile, alla conferenza sul razzismo
"Durban 2". Il boicottaggio Usa-Europa anti-Onu sembra aver avuto
successo. Le minacce di disertare i negoziati preparatori della conferenza
hanno costretto il gruppo di Ginevra a modificare il testo iniziale, così come
hanno riferito alcuno funzionari Onu, sancendo così il trionfo della
realpolitik. La bozza del testo attorno a cui l'Europa ha trovato un accordo,
parla in generale di condanna dei conflitti interetnici e interreligiosi, di
ogni forma di razzismo e discriminazione, di preoccupazione per l'aumento degli
episodi di intolleranza verso tutte le religioni. Il documento che dovrà, o dovrebbe,
sostituire la bozza iniziale, accusata di contenere frasi antisemite, condanna
«tutte le forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e
intolleranza», e precisa che «non c'è alcuna gerarchia tra le vittime» di tali
atti, tutte devono ricevere «la stessa attenzione e protezione». Inoltre, nel
documento si esprime «profonda preoccupazione per l'aumento di episodi di
violenza contro membri di minoranze religiose in diverse parti del mondo,
motivati da varie forme di intolleranza, comprese islamofobia, antisemitismo e
cristianofobia». «L'azione dell'Italia per modificare la bozza del testo finale
della Conferenza dell'Onu sul razzismo - dice ai microfoni di Radiouno il capo
della Farnesina Franco Frattini - è nata per difendere la credibilità delle
Nazioni Unite che rappresentano per antonomasia la garanzia dei diritti umani». L'Italia, sull'onda
della reazione americana, è stato il paese europeo che più si è impegnato nel
tentativo di smantellamento della bozza iniziale. «Speriamo che sulla proposta
europea ci sia convergenza - ha aggiunto Frattini -, se non ci sarà l'Onu darà
un pessimo esempio». Ma cosa diceva l'iniziale bozza di risoluzione attorno a
cui si sarebbe dovuta svolgere la conferenza sul razzismo di Ginevra? Una parte
di essa era dedicata a quanto è recentemente accaduto nella Striscia di Gaza,
al devastante (per i palestinesi) attacco di Israele e alle vittime innocenti
di quelle giornate. Si lanciavano dunque pesanti accuse alla politica di
Israele nei territori palestinesi, giudicata «in violazione
dei diritti umani internazionali, un crimine contro
l' umanità e una forma
contemporanea di apartheid». Nella bozza iniziale si esprimeva inoltre
«profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele
contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato». Israele
inoltre veniva accusato di «tortura, blocco economico, gravi restrizioni di
movimento e chiusura arbitraria dei territori» ed era inoltre definito «una
minaccia per la pace internazionale e la sicurezza». Tutto questo scomparirà
nel documento di Ginevra, così come non apparirà la questione della
persecuzione degli omosessuali, osteggiata da molti paesi musulmani e africani.
Un documento, in sostanza, dimezzato, con buona pace dei diritti
umani.
( da "Nazione, La (Prato)" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
24 ORE PRATO pag. 9
Donne e pari opportunità Il «tour» fa tappa a Prato REGIONE «LA REGIONE ha
sviluppato in questi anni un impegno costante alla promozione delle pari
opportunità. Il tour in Toscana è l'occasione per far conoscere le azioni
attivate in questo ambito con il coinvolgimento delle Province e dei Comuni
capoluogo». Così il vicepresidente Federico Gelli ha introdotto ieri la settima
puntata' del tour che vede protagonisti tutti i capoluoghi di provincia che a
Prato ha fatto tappa nella sala consiliare di palazzo Banci Buonamici coinvolgendo
oltre Gelli anche la presidente della commissione regionale per le pari
opportunità Chiara Grassi, la consigliera regionale Marina Capponi, la
presidente della commissione delle pari opportunità della provincia di Prato,
Cristina Sanzò, la delegata del sindaco alle pari opportunità del Comune di
Prato, Linda Pieragnoli e molti rappresentanti delle realtà locali coinvolte.
«Ancora oggi in Italia troppo spesso gli abusi e le discriminazioni rimangono
un male segreto, ed anche i numeri della civilissima Toscana devono farci
riflettere ha proseguito il vicepresidente Gelli Dobbiamo lavorare perché i diritti umani,
alla libertà, alla dignità si affermino oltre ogni frontiera, contro ogn i
fondamentalismo che disconosca i diritti delle donne a partecipare pienamente
alla vita sociale, economica, culturale e politica del proprio paese. Certo
serve una legge nazionale, che necessariamente preveda un piano straordinario
di contrasto alla violenza con assegnazione di risorse economiche certe
e finalizzate, così come è necessario istituire un osservatorio nazionale sulla
violenza, garantire interventi tempestivi e predisporre campagne per la
prevenzione, e quindi sensibilizzazione ed educazione alla non violenza». E il
piano regionale di sviluppo 2006-2010 lo dice a chiare lettere: «Non c'è sfida
sul futuro senza attenzione alla componente femminile». Le prossime tappe del
tour regionale, che si sta avviando verso la fase conclusiva, toccheranno
Siena, Massa Carrara e Firenze.
( da "Giorno, Il (Milano)" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
VETRINA ESTERI pag.
20 Razzismo, nuova mozione dopo il no dell'Italia ALL'INDOMANI della presa di
posizione dell'Unione Europea, di cui l'Italia, con il ministro degli Esteri
Franco Frattini, è stata «apripista», pronta a boicottare Durban 2, il comitato
responsabile dei preparativi ha diffuso una nuova stesura in cui sono stati
eliminati dal documento della Conferenza di Ginevra i riferimenti a Israele e
alla «diffamazione religiosa». Riferimenti a causa dei quali Stati Uniti, Canada e Italia avevano annunciato il ritiro dai negoziati
preparatori in vista dell'appuntamento di Ginevra. La nuova bozza parla adesso
solo di preoccupazioni relative a stereotipi sulle religioni e non contiene più
le accuse a Israele, che veniva attaccato per la «politica di apartheid,
razzismo e tortura» nei confronti dei palestinesi.
( da "Corriere della Sera" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-18 num: - pag: 19 categoria:
REDAZIONALE L'appello Amnesty: «Cuba liberi 57 dissidenti» L'AVANA — Amnesty
International chiede al governo cubano di «dimostrare il
proprio impegno» verso i diritti umani, liberando 57 prigionieri politici incarcerati il 18 marzo di
sei anni fa. «Non c'era alcun motivo per imprigionare, sei anni fa, queste 57
persone a maggior ragione non c'è alcun motivo per tenerli ancora in carcere»,
ha dichiarato Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty. I 57 fanno parte
del gruppo di 75 persone arrestate nel 2003, e poi condannate a pene tra i 6 e
i 28 anni di carcere, per avere, per l'accusa, ricevuto fondi da Ong situate
negli Usa e finanziate dal governo di Washington. Amnesty si dice poi
preoccupata per le «intimidazioni che stanno subendo gli attivisti per i
diritti umani», soprattutto quelli coinvolti nella
manifestazione di oggi a sostegno dei dissidenti incarcerati.
( da "WindPress.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
18-03-2009 Sei in:
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sei anni dopo la repressione di marzoContenuto della paginaCuba: Amnesty
International chiede al governo di dimostrare il proprio
impegno verso i diritti umani rilasciando i prigionieri di coscienzaCS040: 18/03/2009In
occasione del sesto anniversario della repressione ai danni di attivisti
politici e per i diritti umani del 18 marzo 2003, Amnesty International ha chiesto al governo
cubano di rilasciare immediatamente 57 prigionieri di coscienza e rispettare il
diritto alla libert d'espressione e d'associazione."Non c'era alcun
motivo per imprigionare, sei anni fa, queste 57 persone e a maggior ragione non
c' alcun motivo per tenerli ancora in carcere dato che l'unico 'reato' da loro
commesso stato il pacifico esercizio del loro diritto alla libert d'espressione"
- ha dichiarato Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty International su Cuba.
Oltre alla situazione dei 57 prigionieri di coscienza, Amnesty International
segue con preoccupazione la serie di intimidazioni che stanno subendo gli
attivisti per i diritti umani, soprattutto quelli
coinvolti nei preparativi per la manifestazione prevista oggi, 18 marzo.Il 10
marzo Ivonne Mallesa, esponente delle Donne in bianco, un'organizzazione
formata da parenti e amiche delle persone arrestate nella repressione del marzo
2003, stata arrestata nella sua abitazione da uomini delle forze di sicurezza
ed stata portata in una "casa de visita", una struttura governativa
usata per svolgere incontri pubblici e convegni. Dopo quattro ore stata
rilasciata senza alcuna accusa ma stata avvisata che sar condannata a 20 anni
di carcere se continuer a prendere parte alle iniziative delle Donne in
bianco."Le autorit cubane hanno parlato molte volte dell'importanza dei
diritti umani. Ora hanno l'opportunit di passare dalle
parole ai fatti, rilasciando coloro che sono stati imprigionati
ingiustamente" - ha commentato Ducos.Ulteriori
informazioniCinquantaquattro dei 57 prigionieri di coscienza fanno parte del
gruppo originario di 75 persone arrestate nel corso della massiccia repressione
del marzo 2003 contro il dissenso. Molti di loro vennero condannati per reati
quali "azioni contro l'indipendenza dello stato", per avere, secondo
l'accusa, ricevuto fondi o altro materiale da organizzazioni non governative
situate negli Usa e finanziate dal governo di Washington. I processi furono
frettolosi e irregolari e si conclusero con condanne dai sei ai 28 anni di
carcere. Secondo le autorit, i 75 prigionieri di coscienza erano impegnati in
attivit ritenute sovversive e dannose nei confronti di Cuba: pubblicare
articoli o rilasciare interviste su mezzi d'informazione finanziati dal governo
statunitense, avere contatti con organizzazioni internazionali per i diritti umani o con gruppi e singoli individui ritenuti ostili verso
Cuba. Ventuno prigionieri di coscienza sono stati rilasciati, alcuni per motivi
di salute o con la condizionale.Tra gli attuali prigionieri di coscienza figura
Victor Rolando Arroyo Carmona, un bibliotecario indipendente e vicepresidente
dell'organizzazione Forum per la riforma. stato arrestato il 18 marzo 2003 e
condannato, neanche tre settimane dopo, a 26 anni di carcere. Secondo il capo
d'accusa, aveva costituito una biblioteca contenente oltre 6000 volumi di
carattere "reazionario", aveva collaborato con agenzie di stampa non
accreditate presso il governo cubano e aveva vinto il premio
"Hellman/Hammet" di Human Rights Watch. Si trova nella prigione Cuba
S nella provincia di Holgun.FINE DEL COMUNICATO Roma, 18 marzo 2009 Per
ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International
Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail:
press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg
( da "Reuters Italia" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
MILANO (Reuters) -
Il giudice di Milano Oscar Magi ha rinviato oggi il processo per il presunto
rapimento dell'ex imam di Milano, Abu Omar, al prossimo 22 aprile per
permettere alle parti di leggere le motivazioni della sentenza con cui la Corte
costituzionale la scorsa settimana ha detto che i magistrati milanesi non
potevano usare documenti coperti dal segreto di Stato nel processo. La decisione
della Consulta dell'11 marzo non ha direttamente annullato il processo in corso
a Milano contro 33 imputati ma in sostanza ha eliminato dal dibattimento i
documenti che ne hanno consentito il rinvio a giudizio. Ventisei americani e
sette italiani sono accusati di aver rapito il religioso musulmano --
sospettato di terrorismo -- per strada a Milano nel 2003 e di averlo deportato
in Egitto, durante una cosiddetta operazione di "rendition". Dal
canto suo Abu Omar -- che è stato poi rilasciato nel 2007 -- sostiene di essere stato torturato e detenuto per anni senza
accuse. "Non credo che il processo possa fermarsi. La Corte
(Costituzionale) ha affermato la regolarità delle intercettazioni, la cui
validità era stata messa in dubbio dal governo e da qualche difensore. Bisogna
vedere in che termini la decisione inciderà sulle prove ancora da raccogliere.
Certamente individuerà dei limiti che bisognerà rispettare quando si tratterà
di porre le domande ai testimoni sul segreto di Stato", ha detto il pm di
Milano Armando Spataro. Commentando la decisione del giudice di rinviare il
processo ad aprile, Nicola Madia, avvocato dell'ex direttore del Sismi Niccolò
Pollari, imputato nel procedimento, ha detto che "il giudice ha rinviato
il processo perché finché non si conoscono le motivazioni è impossibile
prevedere le conseguenze sul processo. Il comunicato diffuso dalla Consulta
lascia immaginare che la decisione inciderà su atti relativi all'indagine
preliminare e all'istruttoria". Nel dicembre scorso, il tribunale di
Milano aveva sospeso il processo fino al prossimo 18 marzo in attesa della
decisione della Consulta, dopo la richiesta delle difese e l'opposizione
dell'esistenza del segreto di Stato, da parte del presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi, su ordini e direttive impartite da Pollari ai suoi uomini. I
pubblici ministeri durante il processo hanno sostenuto che l'attuale premier e
il suo predecessore Romano Prodi abbiano utilizzato il segreto di Stato per
ostacolare la giustizia. Un'accusa respinta da uno dei legali di Berlusconi,
che l'ha definita un "intollerabile attacco". Washington ha difeso le
rendition come un valido strumento di anti-terrorismo che ha prodotto
importanti informazioni di intelligence e ha respinto le accuse di tortura.
( da "Tempi" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Per una giusta causa
Come può un magistrato cantar vittoria quando la Corte costituzionale sentenzia
che ha violato il segreto di Stato? di Renato Farina Molte cose istruttive
accadono in Italia e in Europa. È bello impararle. Il fatto è che purtroppo si
apprendono meglio quando te le scrivono addosso con un artiglio. Senza esagerare
con i lamenti, è il mio caso. E non sarebbe in fondo che un minuscolo fatto
personale se non riguardasse l'Italia intera e ormai il nostro continente e
oltre. Parlo della giustizia. Della formidabile mandibola stritolatrice di cui
è dotato il Partito dei Procuratori e dei Giudici, e di cui fornirò qui il
racconto di qualche impresa. Un caso molto personale Nel 2006, mentre stavo in
una locanda a Kamen, vicino a Dortmund, con il mio figlio minore, all'alba
venni svegliato da una telefonata. Ero prima di quell'istante un uomo felice.
Con il proprio figlio, veder l'Italia battere allo stadio la Germania nella
semifinale dei mondiali di calcio è il massimo. Mia moglie Vanda mi annunciò,
come se fosse arrivato il fiorista, così da non spaventarmi, l'arrivo di
polizia e carabinieri. Sequestri, notifiche. Ero lì catalogato come la fonte
Betulla del Sismi, i servizi segreti, accusato di favoreggiamento nei confronti
del Sismi. C'era di mezzo un presunto rapimento, di un certo imam Abu Omar,
realizzato dalla Cia. Vi risparmio i dettagli. Sono forse anche troppo noti. Io
ho sostenuto, e lo credo in coscienza, di aver agito per il bene, sia nel
coinvolgermi con il Sismi durante il sequestro in Iraq di nostri connazionali,
sia nel difendere la nostra intelligence, che è essenziale per la sicurezza
nazionale in tempo di terrorismo islamico, dal lavoro di delegittimazione
gestito da numerose centrali di potere e a mio giudizio in buona fede portato a
compimento dalla magistratura di Milano. Ci ho scritto un libro su questa
storia: Alias agente Betulla. Storia di uno 007 italiano, edizione Piemme. L'ho
fatto per la mia sperabile posterità. Perché nipoti e pronipoti non credano
agli insulti deturpanti a me riservati su internet. Sono certo un misero
peccatore, ma non ho tradito né l'Italia, né la giustizia, né i miei lettori di
Libero, di cui ero allora vicedirettore. Insomma, lì trovate la storia (quasi)
completa. Di tutto quel che più mi doleva è stata la necessità molto materiale
di tirarmi fuori da un processo infinito e costoso, che riguardava uno scontro
all'interno dello Stato, e che avrebbe stritolato la mia famiglia. Ho
patteggiato una pena (non una condanna!) di sei mesi tradotta in multa. Ma
soprattutto mi ha ferito, quasi ucciso, il trattamento subìto dall'Ordine dei
giornalisti. La radiazione. Ma accompagnata da una campagna preventiva e da
dichiarazioni come se ci fosse un mostro davanti. Per questo ho pensato di
dimettermi. Il motivo l'ho scritto proprio a Tempi (nr. 11 del 15 marzo 2007).
Sarebbe stato un Tribunale del popolo con 130 giornalisti pronti a fucilarmi
alla schiena. Facevano fede le dichiarazioni contro di me pronunciate sui
sentito dire. Il consiglio regionale ratifica le mie dimissioni. Sono fuori.
Invece l'Ordine nazionale insiste. Mi convoca ugualmente. Mi prendo una
settimana per pensare. Poi decido. Non vado. Non posso essere processato dopo
che mi sono dimesso. E per di più ho avuto la ratifica ufficiale di questa mia
uscita. Vedevo qui la prova della decisione già presa. Non mi sono presentato.
Sono stato giudicato in contumacia. Ho presentato appello in tribunale.
Radiazione ribadita in primo grado. Lo prevedevo. Il professor Gianfranco
Garancini, presidente dei giuristi cattolici, aveva scritto nella sua memoria
contro di me e a tutela dell'Ordine autentiche falsità, e ancora oggi ne sono
offeso. Il relatore della sentenza, cioè il protagonista di essa, era un leader
di Magistratura democratica Poi eccomi all'appello. Nella corte chi c'è? Dio
mio, non è possibile! Avevo appena finito di polemizzare aspramente con lui in
Parlamento e sui giornali. Chi? Il giudice Filippo Lamanna. Sono certo della
sua onestà e del mio pregiudizio, ma non posso fare a meno di riferire
entrambi. Lui doveva stendere la sentenza su di me, lo stesso che aveva scritto
quella su io direi contro Eluana Englaro! Capirete che mi rendo conto di essere
vittima di un errore giudiziario, come minimo il secondo, e non certo il più
grave del dottor Lamanna, che rispetto, ma perché me l'hanno fatto capitare a
me? Ri-radiazione, e una montagna di spese processuali. Soprattutto però l'onta
di motivazioni infamanti, ma anche abbastanza comiche. Si sostiene, ad esempio,
che traduco in italiano se proprio fossi stato costretto dalla necessità a
dovermi coinvolgere con il Sismi per salvare degli ostaggi (loro dicono: non è
provato. Chiedano ai colleghi di Roma ) avrei dovuto contestualmente dimettermi
dall'Ordine dei giornalisti. Magari con un comunicato? Magari scrivendo:
siccome devo dare una mano ai servizi segreti per salvare dei giornalisti in
pericolo mi dimetto dall'Ordine? Insomma, questo è il caso personale.
Permettetemi di dire che è andata peggio a Eluana. Un caso piuttosto pubblico
Pochi giorni dopo la mia arci-radiazione (ricorrerò in Cassazione, e poi alla
Corte europea, esisterà pure un giudice da qualche parte), la Corte
costituzionale decide a proposito del conflitto sorto tra governo italiano
(Prodi e Berlusconi) e la procura, il gip e il giudice di Milano: il tutto a
proposito di Abu Omar e del processo al Sismi. Risultato: 5 e mezzo a 0. Il
comunicato ufficiale della Corte costituzionale è cristallino. Una paginetta
dove si scrive che sono accolti (parzialmente) i tre ricorsi del governo. E
sono dichiarati inammissibili o respinti quelli della magistratura di Milano. Il
segreto di Stato è un bene che non confligge con lo Stato di diritto, ma è un
limite alla giurisdizione in funzione di un bene intangibile quale è la
sicurezza nazionale. E questo bene è stato violato dalla procura di Milano. La
quale invece canta vittoria. Sostiene con comunicati ufficiali che ha
stravinto. Com'è possibile? Il procuratore Manlio Minale e i procuratori
aggiunti Armando Spataro e Federico Pomarici si dicono soddisfatti. Ma allora
che bisogno c'era di dar lavoro alla Corte costituzionale per poi essere
contenti di aver avuto torto? Se non gli davano torto ma ragione, che cosa
dovevano dire allora? Non è questo un modo di ridicolizzare il lavoro serio di
un organo costituzionale? E come si fa a essere compiaciuti per aver appreso di
aver violato il Codice penale laddove si tutela il segreto di Stato? È un reato
o se lo fanno i pm è un motivo di giubilo? Questa è l'Italia oggi. Se un
cittadino viene sfiorato dalla magistratura è un uomo morto, ma se la
magistratura infrange, secondo il giudizio della Corte costituzionale, le
prerogative del governo quanto alla sicurezza nazionale, esplode di gioia. C'è
da restare interdetti. Un caso europeo Per chi ha la fortuna di non averlo
saputo, rivelo di essere un deputato italiano del Popolo della libertà (grazie
a Berlusconi, Letta e Feltri). E sono anche delegato all'assemblea parlamentare
del Consiglio d'Europa. Il quale non c'entra con l'Unione Europea, e raccoglie
paesi ben oltre i confini dell'Ue: sono 47, compresa la Russia, l'Armenia, la
Turchia, la Bosnia e soprattutto la Svizzera! La Svizzera! Questo paese,
insieme agli Stati nordici, fa la parte del leone. C'è un senatore ticinese che
è stato presidente della Commissione più importante (forse) del Consiglio
d'Europa (da cui dipende la famosa Corte dei diritti umani
di Strasburgo), ed è Dick Marty. Un uomo colto e capace. È stato procuratore a
Bellinzona. Appartiene ai radicali liberali elvetici. È lui che ha scritto il
rapporto dove si condanna l'Italia per il rapimento di Abu Omar, senza aspettare
gli esisti del processo: per lui le prove contro il direttore del Sismi
generale Nicolò Pollari «sono eclatanti». Nel suo rapporto approvato nel 2006
cita ampiamente il pm Spataro, il quale lo ha chiamato a testimoniare dalla
parte dell'accusa, in un circuito di magistrati d'accordo tra loro. Per
combinazione sono stato nominato membro della Commissione diritti umani. Riunione a Mosca in novembre 2008. Rapporto sulla
corruzione giudiziaria. Vedo tra gli esperti il nome di Piercamillo Davigo.
L'unico paese degno di attenzione in sé quanto al fenomeno è l'Italia, e si
sceglie come esperto Davigo. Il relatore del rapporto è un finlandese, domando
ragione di questa scelta. Risposta (informale): me lo ha consigliato Dick
Marty, a cui lo aveva raccomandato Spataro. Davigo cita come caso scandaloso il
fatto che il Senato italiano ha votato una risoluzione per tutelare il
diritto-dovere di un suo membro a presenziare ai lavori parlamentari quando
coincidano con una convocazione a un processo. Lo contesto. Violando la
riservatezza dovuta a queste riunioni, uscendo dall'aula lo vedo confabulare
con il corrispondente da Mosca dell'Ansa, che, infatti, fornisce una cronaca di
una riunione non-pubblica con la versione tutta dalla parte di Davigo. 1 marzo
2009, riunione nel Principato di Monaco. Dick Marty propone una risoluzione
dove si attacca il segreto di Stato. Si attacca l'Italia perché lo vuole
mantenere. Cita una frase di Sandro Pertini sul terrorismo sconfitto nelle aule
giudiziarie e non negli stadi, pronunciata una settimana prima da Spataro.
Marty accusa i governi Prodi e Berlusconi, con le stesse parole di Spataro. Mi rendo conto che i diritti umani sono ormai un campo nelle mani dei pm. Lo Stato di diritto è ciò
che essi stabiliscono, la loro penetrazione è universale. E penso che
trovandomi come accusatore il loro capo, cioè Armando Spataro, dinanzi a cui mi
levo il cappello, mi è andata ancora bene
( da "Repubblica.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
ROMA - Cento
deputati del Popolo delle Libertà chiedono al premier Silvio Berlusconi di non
porre la fiducia sul ddl sicurezza perché nel provvedimento sono contenute
"norme inaccettabili", come quella che obbliga i medici, "ma
anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici" a denunciare
gli immigrati clandestini. La richiesta è contenuta in una lettera inviata al
presidente del Consiglio e diffusa da Alessandra Mussolini, presidente della
Commissione bicamerale per l'infanzia. "Ti chiediamo - si legge nella
lettera inviata a Berlusconi- di non porre la fiducia sul disegno di legge
( da "Savona news" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Savona: il Pd
aderisce alla Marcia dei Diritti dei Migranti Il
Partito democratico provinciale aderisce alla Marcia dei Diritti
dei Migranti prevista per il 20 marzo e condivide i contenuti della piattaforma
programmatica presentata e sottoscritta dal Forum Savonese del Terzo Settore e
dalla Rete Immigrazione e Intercultura Savonese. Il PD pur consapevole che il
tema della sicurezza richiede come risposta una pluralità di interventi
funzionali alle richieste dei cittadini, ritiene che le misure adottate o da
adottare non debbano mai essere lesive dei diritti umani
né minare la coesione civile del Paese, già troppo provata. Le misure previste
dal ?decreto sicurezza? non rispondono ai valori sopra indicati, bensì ledono i
principi di eguaglianza, di solidarietà, di equità sociale. La soluzione dei
problemi di rapporto tra cittadini italiani e migranti non consiste nella
adozione di misure ?protezionistiche? nei riguardi dei primi né discriminanti
nei riguardi dei secondi, ma nella costruzione di politiche di accoglienza e di
inclusione nel rispetto di una corretta applicazione di leggi ?eque? e non
nella individuazione di misure volte ad ?escludere? e a ?respingere?, favorendo
in tal modo il mantenimento di paure più o meno incontrollabili nei riguardi
del diverso da sé. Pertanto è necessario promuovere anche nella nostra
provincia un processo culturale fondato sull?accettazione dell?altro,
sull?affermazione del principio della diversità, che attinga a una concezione
veramente ?laica? che eviti forme di categorizzazione di singoli o di gruppi.
Il PD sostiene le richieste del RIIS Forum di Savona, quali:la garanzia dei
diritti; gli interventi legislativi funzionali alla situazione in atto; la
semplificazione delle procedure e l?adozione di forme di consultazione
permanente dei cittadini migranti fino alla concessione del diritto di voto
amministrativo a coloro che sono in possesso del permesso di soggiorno CE per
lungo soggiornanti. Infine riteniamo utile un incontro tra il partito
democratico ed il Comitato Promotore della Marcia dei Migranti e le
Associazioni dei cittadini stranieri per approfondire le tematiche evidenziate
nei documenti e ricercare soluzioni comuni rispetto ai problemi sollevati.
( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 18 mar.
(Apcom) - Parte domani all'Auditorium Stensen di Firenze il ciclo di film e
incontri su lavoro, istruzione, terra, salute e responsabilità d'impresa. La rassegna di Amnesty International, dal titolo 'Diritti umani e dignità sul grande
schermo', propone cinque appuntamenti cinematografici ogni giovedì alle 21. Ad
aprire gli incontri, che anticipano la prossima campagna internazionale di
Amnesty International sui diritti economici e sociali, sarà 'In questo mondo libero'
di Ken Loach. Subito dopo la proiezione ci sarà l'incontro con Ditila
Hako, responsabile sezione immigrati della Cgil Toscana, e un immigrato del
Senegal. La rassegna prosegue il 26 marzo con 'Non uno di meno' di Zhang Yimou
e dibattito con Alessandra Buyet, presidente Unicef Toscana e Massimo
Seriacopi; il 2 aprile ci sarà 'Bird watchers - La terra degli uomini rossi' di
Marco Bechis e l'incontro con Marina Forti, capo servizio esteri de 'Il
Manifesto'; il 9 aprile verrà proiettato 'The constant gardener' e il 16 aprile
si concluderà con 'The corporation'.
( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Bishkek, 18 mar.
(Ap-Apcom-Nuova Europa) - Diversi importanti militanti per i diritti umani
e dell'opposizione al presidente Kurmanbek Bakiev sarebbero stati arrestati. La
denuncia arriva oggi dal portavoce del principale partito di minoranza
Ata-Meken, Zhoormat Saparbaev. Secondo la ricostruzione fornita dall'esponente
dell'opposizione, circa una trentina di poliziotti avrebbero circondato una
cerimonia per il settimo anniversario della morte di sei manifestanti e
avrebbero arrestato quattro persone. La pressione politica è in netta crescita
recentemente nell'ex repubblica sovietica in vista delle possibili elezioni
presidenziali, che si potrebbero tenere quest'anno. Per il 27 marzo sono in
programma in tutto il Kirghizistan manifestazioni per chiedere le dimissioni di
Bakiev, accusato dai suoi avversari anche della recente morte del suo ex capo
di gabinetto Medet Sadyrkulov.
( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 18 mar.
(Apcom) - Circa mille abitanti di villaggi in Gambia sono stati portati da
"medici anti-stregoni" in centri segreti di detenzione e costretti a
bere pozioni che hanno causato calcoli renali e la morte di due di loro. E'
quanto scrive la Bbc riportando una denuncia di Amnesty International. Il gruppo per la difesa dei diritti umani sostiene che in quest'operazione questi 'medici' speciali hanno
goduto del supporto dell'esercito e delle autorità locali. Le vittime prescelte
erano per lo più anziani. Oltre all'intruglio, sono stati picchiati e costretti
a confessare di essere stregoni. Kate Allen, direttrice di Amnesty in
Gran Bretagna, spiega che centinaia di persone dal Gambia sono fuggite nel
vicino Senegal per fuggire ai caccia-stregoni provenienti dalla Guinea.
Sarebbero stati invitati in Gambia dopo la morte della zia del presidente Yahya
Jammeh, avvenuta all'inizio dell'anno, di cui sarebbe stata ritenuta
responsabile la stregoneria. I fatti sono avvenuti nel distretto di Foni
Kansala, vicino alla casa del presidente a Kanilai.
( da "HelpConsumatori" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
News DIRITTI.
"Non aver paura! Apriti agli altri". Campagna nazionale contro il
razzismo 18/03/2009 - 13:14 Non aver paura! E' questo lo slogan dello campagna
nazionale contro il razzismo, lanciata oggi al teatro Ambra Jovinelli di Roma.
Dunque un'esortazione a non aver paura e ad aprirsi agli altri, per conoscerli
e per capire che spesso è lo stereotipo del diverso che la società ci impone a
generare la paura. Sono 26 le organizzazioni che fanno parte del comitato
promotore della campagna, le principali associazioni che in Italia si occupano
di rifugiati ed immigrati, tra cui l'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati,
numerose associazioni laiche e religiose, insieme a Ong internazionali e ai
principali sindacati. "Questa è una campagna rivolta alle persone" ha
esordito così Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i
Rifugiati, nel suo intervento alla presentazione della campagna. "Non a
caso abbiamo scelto la giornata di oggi per lanciare questa campagna per ricordare
che tra 3 giorni, il 21 marzo, si celebra la Giornata mondiale contro il
razzismo, voluta dalle Nazioni Unite. Crediamo - ha aggiunto Boldrini - di aver
riunito, in questa campagna, una grandissima fetta della società civile
italiana e tutti insieme abbiamo condiviso la stessa analisi: da troppi anni la
politica ha coniugato il tema dell'immigrazione con quello della sicurezza,
confondendoli, e i media hanno dato ampio spazio alla cronaca nera, utilizzando
sempre termini allarmisti e sensazionalistici. Questo - ha sottolineato
Boldrini - non ha resa un'immagine reale alla gente del fenomeno
dell'immigrazione e credo che gran parte della paura degli italiani sia
collegata a questa falsa immagine. Da una semplice ricerca che abbiamo condotto
da marzo
( da "AudioNews.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
mercoledì 18 marzo
2009 14.40 Politica Sicurezza, 100 del Pdl dicono no a fiducia 13.42: E' polemica
all'interno della maggioranza sul ddl sicurezza. Cento
deputati del Pdl, hanno chiesto a Berlusconi di non porre la fiducia sul
provvedimento all'esame delle Commissioni alla Camera. Sotto accusa alcune
norme definite inaccettabili per il rispetto dei diritti umani, come la possibilità per i medici
di denunciare gli immigrati clandestini.
( da "Denaro, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mediterraneo turchia
Niente Ue se non parte la riforma Dubbi dei parlamentari anche sul livello di
libertà consentita alla stampa Simone d'Antonio Il Parlamento europeo esprime
riserve sul processo di adesione della Turchia all'Unione europea. Approvando
una serie di risoluzioni sull'andamento dei negoziati con i paesi candidati
all'ingresso (Croazia, Turchia e Macedonia), l'assemblea di Strasburgo esprime
preoccupazione per il continuo rallentamento del processo di riforma avviato
dalla Turchia, senza sostanziali progressi da tre anni. Il Parlamento invita il
governo turco "a dare prova della propria volontà politica di portare
avanti il processo di riforma". Strasburgo chiede ad Recep Tayyip Erdogan
di proseguire il profondo rinnovamento della costituzione, provvedendo alla
stesura di una nuova costituzione civile imperniata sulla
tutela dei diritti umani e
delle libertà fondamentali, associando partiti politici, società civile e
minoranze etniche e religiose a tale sforzo. Nella relazione gli
europarlamentari esprimono perplessità sulla scarsa tutela della libertà di
espressione e di stampa e denuncia "la frequente censura di sit web o le
pressioni e i processi ai danni di giornalisti critici". Sviluppare
un quadro giuridico per tutelare l'esercizio delle regolari attività delle
comunità religiose è una priorità riaffermata dal testo approvato da
Strasburgo, che spinge per un migliore riconoscimento dei diritti della donna
ed una concreta responsabilizzazione delle donne nella politica e nel mondo del
lavoro. Sul fronte economico e sociale, il Parlamento accoglie la valutazione
positiva della Commissione sul funzionamento dell'economica di mercato turca ed
esprime apprezzamento per provvedimenti di sicurezza sociale, come il pacchetto
occupazione del maggio 2008 e l'adozione della legge sulla previdenza sociale.
Il Parlamento invita inoltre la Turchia a risolvere i principali nodi di
politica interna e di vicinato, primo fra tutti la questione curda ma anche
quella cipriota : i parlamentari esprimono disappunto sulla mancata
applicazione degli accordi con l'Ue su Cipro ma appoggiano i negoziati
attualmente in corso, invitando la Turchia a ritirare le proprie truppe per
consentire " ai due leader di negoziare liberamente il futuro del loro
paese". del 18-03-2009 num.
( da "Denaro, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Mediterraneo
giordania Per la regina Rania premio a Lisbona La regina Rania di Giordania e
l'ex presidente della repubblica portoghese Jorge Sampaio hanno ricevuto a
Lisbona il Premio Nord-Sud 2008 del Consiglio d'Europa durante una cerimonia
nel parlamento portoghese. Il premio e' stato consegnato dal capo dello stato
portoghese, Anibal Cavaco Silva, in presenza di re Abdallah di Giordania. Il
Centro Nord-Sud attribuisce dal 1995 il premio - una statuetta di marmo
portoghese con una base in legno africano - a due personalita', una del nord e
una del sud del mondo. Il Centro, con sede a Lisbona, e' una emanazione del
Consiglio d'Europa e ha come obiettivo la difesa dei
diritti umani e della
democrazia, e la conoscenza reciproca e la solidarieta' fra nord e sud del
mondo. Del Centro fanno parte venti Paesi fra cui l'Italia. Fra i premiati
degli anni passati figura Emma Bonino. In un'intervista al giornale ''Diario de
Noticias'' la regina Rania ha auspicato la ripresa del dialogo e del negoziato
per risolvere i problemi del Medio Oriente. Rania ha affermato che ''la
situazione delle donne ha registrato progressi in molti Paesi arabi, ma c'e'
ancora parecchio cammino da fare. La maggiore sfida oggi per le donne arabe e'
cambiare la mentalita' degli uomini, e posso dire che sta cambiando''. del
18-03-2009 num.
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
CULTURA 18-03-2009
Mostra Dipartimento di Lingue dell'Ateneo Un calvario di foto sull'orrore dei
gulag e dello stalinismo La rassegna «Storia e immagini dai lager di Stalin»
propone documenti anche su internati italiani Stefania Provinciali II Nel cuore
della mostra l'immagine di Aleksandr Solenicyn riporta ad Arcipelago Gulag,
alla lucida e precisa narrazione in cui l'autore mette a fuoco il periodo di
dittatura comunista in Unione Sovietica, il terrificante utilizzo della
giustizia politica e dei campi di concentramento amministrati dal Gulag, la
Direzione principale dei lager. Accanto storie di uomini la cui vita e la cui
morte è strettamente legata a quelle vicende, quando tra gli inizi degli anni
Trenta e il 1953, anno della morte di Stalin, furono creati sul territorio
sovietico circa 500 lager ciascuno dei quali poteva accogliere da poche decine
di individui sino a centinaia di migliaia di detenuti. Allo stato attuale della
documentazione si calcola che furono circa tra i 22 e i 27 milioni le persone
che, per brevi o lunghi periodi, furono vittime del sistema repressivo
sovietico. La mostra dal titolo «Storia e immagini dai lager di Stalin»
inserita nell'ambito del Festival dei diritti umani della Provincia di Parma, è
organizzata dall'Associazione Memorial Italia (che ha messo a disposizione le
foto) in collaborazione con la Cattedra di letteratura russa dell'Università di
Parma ed è visibile ogni pomeriggio dalle 15 alle 19,30 fino a venerdì nel
Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere della Facoltà di Lettere e
Filosofia, in viale S. Michele. I pannelli fotografici ed esplicativi di
forte impatto visivo per la tragicità del racconto fanno parte di un ampio
materiale documentario sulle vittime italiane delle repressioni staliniane, la
cui memoria è tenuta viva dall'Associazione Memorial Italia impegnata nella
divulgazione dei materiali archivistici e fotografici. Accanto alle immagini
storie di vita delineate con date e chiarezza di particolari, lungo un percorso
che documenta nomi, cognomi, volti, tragedie vissute dall'uomo attraverso la
mano dell'uomo. Storie pressoché sconosciute che solo un ampio lavoro di
ricerca ha potuto e può portar alla luce utilizzando fascicoli istruttori,
pratiche di riabilitazione, corrispondenza e fotografie. Da qui biografie ed
immagini di alcuni degli italiani nei lager, il macellaio Arduino Lazzaretti,
l'operaio Cafiero Lucchesi, il muratore Dino Maestrelli, Cesare Marchionni,
Sante Silimbani e che nei lager morirono. Accanto altri nomi ed altre storie
che fanno parte degli archivi, uniti in questa tragica vicende dove ogni
diritto umano è calpestato. In un'ottica esplicativa figurano le grandi opere a
cui gente di diversa nazionalità lavorò , dalla costruzione della ferrovia
Bajkal-Amur, al canale che doveva unire Mar Bianco e Mar Baltico, il
Belomarkanal, ad altri «compiti » eseguiti in condizioni estremamente
drammatiche. La mostra si delinea così quale importante documento per la storia
dei popoli e per quella singola, degli uomini, delle donne dei bambini divenuti
parte di una memoria collettiva. Repressione e martirio Prigionieri di un gulag
sovietico.
( da "Sicilia, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il crollo di Ibla Il
?Noi non segnaliamo day?, organizzato da Medici senza frontiere, Società italiana
di medicina delle migrazioni, Associazione studi giuridici sull'immigrazione e
Osservatorio italiano di salute globale ha avuto seguito anche a Ragusa. Ieri
mattina in piazza Libertà si è avuto uno stand per raccogliere firme affinché
venga impedito l'emendamento che permetterebbe ai medici di segnalare i
cittadini extracomunitari irregolari. Un'ipotesi che allarma ?perché il rischio
di segnalazione e denuncia contestuale alla prestazione sanitaria creerebbe
nell'immigrato una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne
l'accesso alle strutture sanitarie?. A Ragusa il gazebo è stato organizzato
dalla Caritas diocesana con l'adesione del Comune di Ragusa, dell'Ordine dei
Medici di Ragusa, del Consorzio la Città Solidale, dell'associazione Mecca
Melchita, della cooperativa Il Dono, dell'associazione per i diritti Umani,
delle Acli, dell'associazione Oasi Famiglia ed ancora di Uciim, Fuci e Meic.
?L'iniziativa era tesa alla sensibilizzazione sul tentativo, all'interno del
pacchetto sicurezza, di emendare la legge 286/98 che prevede l'accesso alle
strutture sanitarie dello straniero non in regola - spiega Domenico Leggio,
direttore della Caritas di Ragusa - L'emendamento vorrebbe modificare questa
possibilità sostenendo che l'immigrato non in regola può essere denunciato dal
medico. Questo diventerebbe una preoccupazione per gli immigrati non in regola
che dunque non andrebbero nei presidi sanitari a farsi curare. Potrebbe nascere
anche una pericolosa sanità parallela che si verrebbe a creare per dare
risposta ai non regolari. Penso, ad esempio, alle donne in gravidanza che non
andrebbero ai consultori ma in strutture magari non autorizzate. Non si può
demandare alla decisione del medico un principio costituzionale. L'articolo 32
della Costituzione dice che deve essere tutelata la salute in quanto
riconosciuta come pieno diritto delle persone?. Si nota già una certa flessione
sugli accessi ai servizi da parte di persone irregolari. La petizione é stata
avviata ieri mattina in piazza Libertà ma continuerà presso i centri di ascolto
e presso la Caritas e nelle associazioni che hanno aderito all'iniziativa.
Inoltre l'appello ai parlamentari affinché non cancellino il principio di ?non
segnalazione all'autorità gli stranieri privi di permesso che chiedono cure? ha
già raccolto, attraverso il sito
www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it, più di 23mila
sottoscrizioni. M. B.
( da "Sicilia, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
premio 8 marzo
«Trasferire le emozioni nelle scuole» «Una intuizione che ha consentito di
trasferire emozioni nelle scuole». E' la sintesi di Marika Cirone Di Marco che
ha introdotto i lavori del «Premio-Scuola 8 Marzo» organizzato dalla Rete dei
Centri Antiviolenza Le Nereidi e dal Club delle Donne. La manifestazione
conclusiva è stata ospitata all'auditorium dell'Insolera grazie alla
disponibilità del preside Giuseppe Mammano. Raffaella Mauceri nel suo
intervento ha evidenziato come «essere pari non significa essere uguali,
significa avere gli stessi diritti davanti alla legge. E le donne non sono, non
vogliono e non devono essere uguali agli uomini. Le donne vogliono e devono ma
non sono pari agli uomini, giacché in nessuna parte del mondo godono degli
stessi diritti, e non soltanto dei diritti civili ma spesso
nemmeno dei diritti umani».
Apprezzato e applaudito l'intervento di Annamaria Piccione, nota scrittrice per
ragazzi, presidente della giuria del premio. Giuria (composta anche dalla
giornalista Laura Valvo) che dopo la selezione dei lavori presentati dagli
studenti delle scuole superiori di tutta la provincia ha decretato i vincitori
del concorso: per la sezione multimediale il primo premio è andato a
Cinzia Chimirri (liceo classico Gargallo), il 2° premio a Luana Conte
dell'Insolera; il 3° premio a Serena Fiducia del liceo di Floridia. Sempre per
la sezione multimediale sono stati segnalati Valentina Di Stefano, Vanessa Vizzini,
Giovanna Arfò del «Bartolo» di Pachino; Roberta Barresi, Francesco Davì,
Federica Tinè e Federica Zagarella dell'Insolera; Adriana Abela e Mariel Rocio
Serafini del Principe di Napoli. Per la sezione scrittura primo premio a
Roberta Interliggi, Alberto Arceri, Giulia Marino e Jennifer Messina del liceo
scientifico Francofonte; il 2° premio a Maria Concetta Trapani del Gargallo, il
3° premio a Maria Teresa Pizzo del Liceo di Palazzolo. Segnalazioni per Lucy
Macauda e A. Maria Gennaro (Rosolini); Olga Rizza (Pachino); Umberto
Confalonieri (Avola); M. Paola Gallo (Palazzolo); Marika Monti (Corbino);
Chiara Costanzo (Augusta), Alessandra Venuti (Quintiliano). L'assessore
provinciale alla Pubblica istruzione Giuseppina Ignaccolo ha annunciato che dal
prossimo anno il premio «8 marzo» sarà sostenuto dalla Provincia regionale. l.
s.
( da "Giornale.it, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 66 del 2009-03-18
pagina 0 Sicurezza, i deputati Pdl al premier: niente fiducia di Redazione
Cento deputati del Pdl hanno scritto a Berlusconi per chiedergli di non porre
la fiducia sul ddl. "Norme inaccettabili: necessitano di correzioni".
E spiegano: "Contro la nostra coscienza". Polemiche sui bimbi
invisibili Roma - Cento deputati del Pdl - Alessandra Mussolini in testa -
hanno scritto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per chiedergli di
non porre la fiducia sul disegno di legge sulla sicurezza. "In esso sono
contenute norme a nostro giudizio inaccettabili, che necessitano di
indispensabili correzioni. Siamo certi che ne converrai anche tu, quando potrai
renderti conto di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti
umani e in particolare dell?infanzia e della
maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e crediamo la
tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni
sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati azzurri Cento
deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini, hanno chiesto a
Berlusconi di non porre la fiducia sul decreto sicurezza perchè l?introduzione
del reato di clandestinità le norme riguardanti la denuncia dei clandestini da
parte dei medici (ma, secondo i firmatari anche da parte degli insegnanti) sono
"inaccettabili". "Sono convinta - dice la Mussolini - di poter
contare sull?appoggio del presidente Fini". I parlamentari firmatari
(nessuno dei quali è della Lega Nord) aggiungono d?esser certi che il premier
si renderà conto di "come questo dettato legislativo vada contro i più
elementari diritti umani e in particolare
dell?infanzia e della maternità". Il nodo della denuncia dei medici Nella
lettera si respinge l?interpretazione secondo cui il provvedimento non obblighi
i medici alla denuncia dei clandestini che si presentano in ospedale o nei
centri di vaccinazione: "Non è così. Anzi, l?obbligo di denuncia potrà
riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici". E
ciò proprio a causa dell?introduzione in sede penale del reato di
clandestinità: in caso di mancata denuncia, infatti, medici e insegnanti
violerebbero gli art. 361 e 362 c.p., cioè "il reato di omessa denuncia da
parte del pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio".
Sarebbe, sottolineano i firmatari della lettera, "una vera e propria
trappola per bambini, da attirare con l?obbligo dell?istruzione, così da
individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o dell?educatore".
Il risultato sarebbe escludere bambini e donne in gravidanza dai livelli
educativi e sanitari, con rischi per tutti e un "regresso spaventoso in
fatto di civiltà". Solo se non sarà posta la fiducia, concludono, sarà
possibile porre rimedio a quello che altrimenti sarebbe un "errore
imperdonabile". La carica dei
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
PAOLA DEL VECCHIO
Madrid. Sono le uniche discriminate nella Spagna
zapateriana dei diritti umani riconosciuti perfino agli scimpanzé. Sono le donne che, in pieno
XXI secolo, non possono svolgere il calcio professionistico, perchè negli
statuti della Real Federacion Española si nega al calcio femminile la
possibilità di ottenere licenze professionali. Ma ora le quote rosa dei
campi hanno deciso di far sentire la propria voce. A capitanare la battaglia, è
il club di calcio femminile di Caceres (Estremadura), squadra del V gruppo di
Prima divisione nazionale, attraverso il capitano Maria Angela Garcia e il
presidente, Maria José Lopez, determinate a scuotere dalle fondamenta l'antico
pregiudizio. «Abbiamo inviato a vari organismi uno studio giuridico e ne stiamo
elaborando un altro di carattere sportivo», spiegano. L'obiettivo è abbattere
barriere che, nel calcio come in altri sport, di fatto già non esistono. «Molti
si mostrano sopresi che ancora non ci riconoscano come professioniste, ma alla
Federcalcio, più volte investita della questione, non ci prestano attenzione»,
denunciano le giocatrici del Caceres, che si sono rivolte alla Federazione
internazionale calciatori professionisti. Oltre 24.000 donne, il 3% del totale
dei calciatori, praticano il calcio in Spagna, dove esiste una rigida
differenza fra sportivi professionisti e amatori. La legge sullo sport
riconosce come competizioni professionistiche solo la Liga Bbva, di prima
divisione, la Liga Adelante, nel calcio maschile, e la Liga Acb di basket
maschile. La pallamano, di cui la Spagna è campione a livello mondiale, non
rientra nel gotha. Le calciatrici praticamente non hanno diritti lavorativi,
dato che le loro prestazioni non sono disciplinate dallo Statuto dei
lavoratori, né godono di un contratto collettivo. Solo il basket femminile è
stato pioniere al riguardo, con la stipula del contratto collettivo nel 2008.
Tenniste e golfiste sono professioniste autonome che stipulano contratti
privati coi propri sponsor. In campo calcistico, è il caso di Milene Dominguez,
alias «Ronaldinha», ex moglie di Ronaldo, che dichiarò entrate per 252.000 euro
nella stagione 2002-2003, nella maggior parte (216.000) provenienti dai diritti
di immagine pagati dai patrocinatori. Ronaldinha ha perduto offerte succulente,
come l'ingaggio da 60.000 euro del Torrejon, per il divieto esistente per le
straniere di giocare nei tornei professionistici. Ma è stata a suo modo
pioniera riuscendo a ottenere che la Federcalcio accettasse due straniere per
squadra nella Superliga.
( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma, 18 mar.
(Apcom) - "Finalmente anche nei parlamentari del Pdl fanno breccia i
nostri argomenti: il decreto sicurezza contiene norme profondamente inumane
come quella sulla denuncia degli immigrati clandestini da parte dei
medici". Lo dice la senatrice Vittoria Franco, responsabile Pari
Opportunità del Pd. "La cancellazione del divieto da parte dei medici di
denunciare loro pazienti clandestini - sottolinea Franco - è una misura
pericolosa per la salute, sia delle persone migranti che dei cittadini italiani.
Non riuscire a controllare focolai di infezione come quello della tubercolosi,
ad esempio, può recare un danno gravissimo alla salute di tutti. Si tratta di
una misura che mette a rischio la salute e alcuni altri
diritti umani fondamentali
e che è dunque inaccettabile. E' un fatto positivo che i parlamentari del Pdl
abbiano scritto a Berlusconi per evidenziare questo fatto - conclude
l'esponente del Pd -, ora ci auguriamo che siano coerenti e, qualora la norma
venisse confermata, votino contro un provvedimento di inaudita gravità e disumanità".
( da "City" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
"Cuba rilasci i
prigionieri politici" Lo ha chiesto ieri Amnesty
International che parla di 57 prigionieri di coscienza arrestati nel 2003 solo
per il "pacifico esercizio del diritto alla libertà d'espressione".
L'organizzazione si è detta "preoccupata" anche per "la serie di
intimidazioni che stanno subendo gli attivisti per i diritti umani". 18 marzo 2009
( da "Giornale.it, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 66 del 2009-03-18
pagina 0 Sicurezza, i deputati Pdl al premier: niente fiducia di Redazione 170
deputati hanno scritto a Berlusconi per chiedergli di non porre la fiducia sul
ddl. "Norme inaccettabili: necessitano di correzioni". E spiegano:
"Contro la nostra coscienza". Settimana prossima si riunirà il gruppo
Roma - Centosettanta deputati del Pdl - Alessandra Mussolini in testa - hanno
scritto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per chiedergli di non
porre la fiducia sul disegno di legge sulla sicurezza. "In esso sono
contenute norme a nostro giudizio inaccettabili, che necessitano di
indispensabili correzioni. Siamo certi che ne converrai anche tu, quando potrai
renderti conto di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari
diritti umani e in particolare dell?infanzia e della
maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e crediamo la
tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni
sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati azzurri
Centosettanta deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini, hanno
chiesto a Berlusconi di non porre la fiducia sul decreto sicurezza perchè
l?introduzione del reato di clandestinità le norme riguardanti la denuncia dei
clandestini da parte dei medici (ma, secondo i firmatari anche da parte degli
insegnanti) sono "inaccettabili". "Sono convinta - dice la
Mussolini - di poter contare sull?appoggio del presidente Fini". I parlamentari
firmatari (nessuno dei quali è della Lega Nord) aggiungono d?esser certi che il
premier si renderà conto di "come questo dettato legislativo vada contro i
più elementari diritti umani e in particolare
dell?infanzia e della maternità". Il nodo della denuncia dei medici Nella
lettera si respinge l?interpretazione secondo cui il provvedimento non obblighi
i medici alla denuncia dei clandestini che si presentano in ospedale o nei
centri di vaccinazione: "Non è così. Anzi, l?obbligo di denuncia potrà
riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici". E
ciò proprio a causa dell?introduzione in sede penale del reato di
clandestinità: in caso di mancata denuncia, infatti, medici e insegnanti
violerebbero gli art. 361 e 362 c.p., cioè "il reato di omessa denuncia da
parte del pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio".
Sarebbe, sottolineano i firmatari della lettera, "una vera e propria
trappola per bambini, da attirare con l?obbligo dell?istruzione, così da
individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o dell?educatore".
Il risultato sarebbe escludere bambini e donne in gravidanza dai livelli
educativi e sanitari, con rischi per tutti e un "regresso spaventoso in
fatto di civiltà". Solo se non sarà posta la fiducia, concludono, sarà
possibile porre rimedio a quello che altrimenti sarebbe un "errore
imperdonabile". La carica dei 101 I primi a firmare, oltre alla Mussolini,
sono stati centi deputati tra cui Souad Sbai, Valentina Aprea, Mario Landolfi,
Beatrice Lorenzin, Fiamma Nirenstein e Enrico Costa. Nel primo pomeriggio è
arrivata, poi, la firma di Gaetano Pecorella. "Siamo la carica dei 101 -
ha esultato la Mussolini - hanno sottoscritto quest?appello cento deputati, ai
quali nell?ultima ora si è aggiunto anche l?onorevole Pecorella". Dopo
alcune ore il numero ha toccato quota 170. La prossima settimana il gruppo
guidato da Fabrizio Cicchitto si riunirà per discutere proprio di questo.
"Fini è d?accordo che ci sia un?ampia discussione sul tema", ha
continuato la Mussolini suggeremdo che se il governo vuole porre la questione
di fiducia sul provvedimento può sempre "stralciare la norma che mettiamo
in discussione" e "fare un maxiemendamento sul resto". © SOCIETà
EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "RomagnaOggi.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
18 marzo 2009 -
16.46 (Ultima Modifica: 18 marzo 2009) ROMA - Cento deputati del Pdl, guidati
da Alessandra Mussolini, hanno firmato una lettera indirizzata al presidente
Silvio Berlusconi affinché non ponga la fiducia sul ddl sicurezza. Nel
documento si spiega che "sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili
e che necessitano di indispensabili correzioni". I parlamentari firmatari
sono certi che il premier si renderà conto "di come questo
dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell'infanzia e
della maternità". Nella lettera la Mussolini ha rilevato di aver avuto un
colloquio con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il
quale si è parlato "dello status dei minori stranieri non
accompagnati" e anche "dell'obbligo di denuncia per medici e insegnanti".
Mussolini ha spiegato di aver "trovato il Presidente Napolitano sensibile
alla necessità di non penalizzare donne e bambini". REAZIONI - Il
presidente e il vicepresidente dei deputati Pdl , fabrizio Cicchitto e Italo
Bocchino hanno sostenuto che la "lettera di Mussolini sul decreto
sicurezza non è condivisa dal gruppo del Pdl. Per altro verso, sul merito del
decreto è ancora in corso il dibattito in commissione". Il presidente dei
deputati della Lega Nord, Roberto Cota, si è detto stupido della lettera di
Mussolini, trovando "molto opportuna la precisazione del capogruppo del
Pdl Fabrizio Cicchitto che ha detto che non rappresenta la posizione del
gruppo". Favorevole all'iniziativa dei cento deputati di maggioranza,
Marco Minniti, responsabile sicurezza del Pd.
( da "Stampaweb, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
WASHINGTON Gli Stati
Uniti hanno annunciato oggi il loro sostegno alla dichiarazione delle Nazioni
Unite sui diritti degli omosessuali: si tratta di una decisione che pone,
ancora una volta, la nuova amministrazione di Barack Obama su una strada
opposta a quella percorsa dal precedente inquilino della Casa Bianca, George W.
Bush. L?intenzione di Washington di unirsi ai 66 paesi firmatari del documento
ispirato dalla Francia è stata annunciata dal portavoce del dipartimento di
Stato, Robert Wood. La dichiarazione, che non ha il carattere costrittivo di
una risoluzione, era stata presentata lo scorso dicembre dalla Francia e,
invocando l?universalità dei diritti dell?uomo, chiede la depenalizzazione
mondiale dell?omosessualità. È composta da 13 punti che mirano ad «assicurare
che l?orientamento sessuale o l?identità di genere non possa mai costituire la
base per infliggere condanne, in special modo esecuzioni, arresti o
detenzioni». Il testo ha ricevuto 66 voti a favore, tra cui quelli della
maggior parte degli Stati europei e sudamericani. Alla risoluzione si erano
opposti il Vaticano, diversi paesi islamici, la Cina, la Russia e gli Stati
Uniti. Il portavoce del dipartimento di Stato americano ha comunque precisato
che la decisione di sostenere il documento non avrà conseguenze giuridiche per
gli Stati Uniti. «Il fatto di fornire il nostro appoggio non ci costringe ad
alcun obbligo legale», ha sottolineato. La notizia, in ogni caso, è stata
accolta con grande favore dalla comunità omosessuale americana, che per la
maggior parte ha sostenuto la candidatura di Barack Obama alla Casa Bianca.
D?altra parte, Geroge W. Bush, alleato dei gruppi religiosi e conservatori
fedeli ai valori più tradizionali, si è sempre opposto al matrimonio tra
omosessuali ed ha sostenuto un emendamento costituzionale federale, poi
abortito, che ne avrebbe proibito il riconoscimento legale. L?ex presidente è
sempre stato favorevole alla linea politica che imponeva agli omosessuali di
tacere il loro orientamento sessuale se arruolati nelle forze armate degli
Stati Uniti. L?amministrazione Obama, da parte sua, ha lasciato intendere di
volere abrogare la legge, molto controversa, che permette a gay e lesbiche di
essere arruolati nelle forze armate a condizione di tenere sotto silenzio il
loro orientamento sessuale. La Casa Bianca ha inoltre palesato l?opposizione di
Obama a un divieto costituzionale federale del matrimonio tra omosessuali,
sostenendo d?altra parte il diritto delle coppie omosessuali all?adozione.
Intanto il segretario di Stato francese per i Diritti umani,
Rama Yade, ha espresso la soddisfazione di Parigi per la posizione di
Washington. «Sono felice del fatto che gli Stati Uniti abbiano preso la
decisione di firmare la dichiarazione relativa ai diritti dell?Uomo,
all?orientamento sessuale e all?identità di genere, pronunciata davanti
all?Assemblea generale delle Nazioni Unite a nome di 66 stati, il 18 dicembre»
scorso, ha detto Rama Yade in un comunicato.
( da "Rai News 24" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Roma | 18 marzo 2009
Obama appoggia la dichiarazione dell'Onu sulla depenalizzazione dell'omosessualità
Inserire didascalia Gli Stati Uniti hanno annunciato oggi ufficialmente il loro
sostegno ad una dichiarazione dell'Onu contro la criminalizzazione della
omosessualità. La decisione rappresenta una inversione di rotta della
amministrazione Obama rispetto a quella dell'amministrazione Bush che aveva
rifiutato di firmare il documento. Il portavoce del dipartimento di Stato,
Robert Wood, annunciando la decisione, ha sottolineato che questo non avrà
comunque conseguenze giuridiche per gli Stati Uniti: "Il fatto di
sostenere questa dichiarazione non ci da alcun obbligo legale", ha
precisato il portavoce americano. La dichiarazione contro la criminalizzazione
della omosessualità, promossa dalla Francia, è stata finora sottoscritta da 66
membri dell'Onu, su 192, ai quali si sono aggiunti gli Stati Uniti. La Santa
Sede ha scelto di non sottoscrivere la dichiarazione dell'Onu. Amnesty
International ha espresso oggi soddisfazione per la decisione del presidente
Barack Obama per l'appello alla "decriminalizzazione globale della
omosessualità". "Ogni giorno Amnesty si batte per
persone che rischiano la prigione, la tortura e anche la morte per la loro
identità sessuale - afferma Amnesty in una dichiarazione - Firmando la
dichiarazione il presidente Obama darà un importante sostegno alla lotta per
giungere ad un mondo dove tutte le persone sono trattate egualmente".
( da "Giornale.it, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 66 del 2009-03-18
pagina 0 Sicurezza, i deputati Pdl al premier: niente fiducia Bossi: la legge
resta così di Redazione In 170 deputati hanno scritto a Berlusconi: "Norme
inaccettabili: necessitano di correzioni". E spiegano: "Contro la
nostra coscienza". Ma Bossi: "La legge non cambia" Roma -
Centosettanta deputati del Pdl - Alessandra Mussolini in testa - hanno scritto
al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per chiedergli di non porre la
fiducia sul disegno di legge sulla sicurezza. "In esso sono contenute
norme a nostro giudizio inaccettabili, che necessitano di indispensabili
correzioni. Siamo certi che ne converrai anche tu, quando potrai renderti conto
di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della
maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e crediamo la
tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni
sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati azzurri
Centosettanta deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini, hanno
chiesto a Berlusconi di non porre la fiducia sul decreto sicurezza perchè
l?introduzione del reato di clandestinità le norme riguardanti la denuncia dei
clandestini da parte dei medici (ma, secondo i firmatari anche da parte degli
insegnanti) sono "inaccettabili". "Sono convinta - dice la Mussolini
- di poter contare sull?appoggio del presidente Fini". I parlamentari
firmatari (nessuno dei quali è della Lega Nord) aggiungono d?esser certi che il
premier si renderà conto di "come questo dettato legislativo vada contro i
più elementari diritti umani e in particolare
dell?infanzia e della maternità". Il nodo della denuncia dei medici Nella
lettera si respinge l?interpretazione secondo cui il provvedimento non obblighi
i medici alla denuncia dei clandestini che si presentano in ospedale o nei
centri di vaccinazione: "Non è così. Anzi, l?obbligo di denuncia potrà
riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici". E
ciò proprio a causa dell?introduzione in sede penale del reato di
clandestinità: in caso di mancata denuncia, infatti, medici e insegnanti
violerebbero gli art. 361 e 362 c.p., cioè "il reato di omessa denuncia da
parte del pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio".
Sarebbe, sottolineano i firmatari della lettera, "una vera e propria
trappola per bambini, da attirare con l?obbligo dell?istruzione, così da
individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o dell?educatore".
Il risultato sarebbe escludere bambini e donne in gravidanza dai livelli
educativi e sanitari, con rischi per tutti e un "regresso spaventoso in
fatto di civiltà". Solo se non sarà posta la fiducia, concludono, sarà
possibile porre rimedio a quello che altrimenti sarebbe un "errore
imperdonabile". La carica dei 101 I primi a firmare, oltre alla Mussolini,
sono stati centi deputati tra cui Souad Sbai, Valentina Aprea, Mario Landolfi,
Beatrice Lorenzin, Fiamma Nirenstein e Enrico Costa. Nel primo pomeriggio è
arrivata, poi, la firma di Gaetano Pecorella. "Siamo la carica dei 101 -
ha esultato la Mussolini - hanno sottoscritto quest?appello cento deputati, ai
quali nell?ultima ora si è aggiunto anche l?onorevole Pecorella". Dopo
alcune ore il numero ha toccato quota 170. La prossima settimana il gruppo
guidato da Fabrizio Cicchitto si riunirà per discutere proprio di questo.
"Fini è d?accordo che ci sia un?ampia discussione sul tema", ha
continuato la Mussolini suggeremdo che se il governo vuole porre la questione
di fiducia sul provvedimento può sempre "stralciare la norma che mettiamo
in discussione" e "fare un maxiemendamento sul resto". Bossi:
"La legge non si tocca" Il leader della Lega Umberto Bossi scherza in
Transatlantico con i cronisti che gli chiedono della lettera di 101
parlamentari sul ddl sicurezza. "Sono numeri - dice - che voi ingigantite
come al solito". Poi, a chi gli chiede non sia preoccupato di eventuali
modifiche al ddl replica: "No. Secondo me, resta come è stato approvato al
Senato". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "RomagnaOggi.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
18 marzo 2009 -
19.20 (Ultima Modifica: 18 marzo 2009) WASHINGTON - Il presidente degli Stati
Uniti, Barack Obama, ha annunciato ufficialmente il proprio sostegno ad una
dichiarazione dell'Onu che chiede la depenalizzazione mondiale
dell'omosessualità. Il portavoce del dipartimento di Stato americano, Robert
Wood, ha sottolineato che la decisione non avrà conseguenze giuridiche per gli
States. La nuova amministrazione è avviata ad abrogare la legge che consente
agli omosessuali di entrambi i sessi di essere arruolati nelle forze armate a
condizione di nascondere le loro preferenze sessuali. La
decisione di Obama è stata accolta positivamente dall'organizzazione non
governativa per la difesa dei diritti umani. La firma del capo della Casa Bianca, spiega Amnesty, "darà
un importante sostegno alla lotta per giungere ad un mondo dove tutte le
persone sono trattate egualmente".
( da "Repubblica.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
GINEVRA -
Accoglienza controversa per il tentativo di mediazione nel conflitto aperto tra
Unione europea e Onu sulla questione del documento introduttivo alla prossima
conferenza delle Nazioni Unite sul razzismo - che fa seguito al summit del 2001
di Durban. Mosca ha presentato una nuova bozza di mediazione per il documento
preparatorio alla conferenza, prevista a Ginevra alla fine di aprile e su cui
si è scatenato un forte scontro diplomatico internazionale. La nuova bozza, accolta con sollievo dall'alto commissario Onu per i Diritti umani, Navanethem Pillay che ha
parlato di una "base solida" per la prosecuzione del processo, ha
limato le parti più controverse del documento, in particolare le critiche a
Israele, i riferimenti al Medio Oriente e il concetto di diffamazione
religiosa. Tutte linee considerate invalicabili sia da Israele sia dagli
Stati Uniti e più di recente anche dall'Italia che ha in qualche modo
trascinato sulle sue posizioni gli altri partner europei, fino al ventilato
boicottaggio della Conferenza se non verrà adottato un testo alternativo, già
preparato dagli olandesi. Il documento russo ha inoltre accolto le richieste
dei critici, accorciando considerevolmente il testo (ora di 17 pagine).
Nonostante ciò, il veto di Israele rimane netto: anche se il documento non
contiene più riferimenti a Israele, mantiene la correlazione tra il conflitto
israele-palestinese e il razzismo, inaccettabile per gli israeliani. Quanto
all'Europa, non è stata ancora espressa una posizione ufficiale. Ma l'Italia,
che in questa vicenda ha fatto da apripista annunciando subito la propria
decisione di non partecipare alla Conferenza, ha dapprima definito
"migliorativo" il testo russo, anche se poi il ministro degli Esteri
Franco Frattini ha precisato: "O il testo olandese o niente. Le proposte
del mediatore russo non le scartiamo a priori, la riunione di Ginevra è ancora
molto lontana. Ma la decisione presa dai ministri è stata una, se dovrà essere
cambiata dovranno tornare i ministri a decidere" e non gli ambasciatori.
"Noi abbiamo avuto oggi un'ulteriore riunione di coordinamento europeo -
ha aggiunto il ministro italiano - e abbiamo ribadito la decisione presa dai
ministri degli Esteri, quindi quella è la decisione. Se vi sarà l'accoglimento
del testo concordato lunedì noi ovviamente saremo favorevoli, qualunque altra
proposta non la condividiamo". OAS_RICH('Middle'); (18 marzo 2009
( da "Wall Street Italia" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani
Razzismo, nuova
bozza per la Durban 2 ma Israele dice ancora no -->Tentativo di mediazione
dei russi, il commissario ai Diritti umani plaude
Frattini: "Resta valido il documento olandese, ma la Conferenza è ancora
lontana" Razzismo, nuova bozza per la Durban 2 ma Israele dice ancora no
(21:27 18/03/2009)