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Report "Diritti umani"   18-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Torna "Formigine per la pace" mostra sul popolo del deserto ( da "Gazzetta di Modena,La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ricordato in tutto il mondo il 60º anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo. Una conferenza del filosofo Danilo Zolo dal titolo "La Dichiarazione universale dei diritti umani dopo sessant'anni'', prevista per sabato 21 alle 17 al castello di Formigine, farà il punto della situazione sull'argomento, mettendo in discussione l'effettiva "universalità'' dei diritti umani.

Il Papa in Africa. "L'Aids non si vince con i preservativi" ( da "AmericaOggi Online" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 20 e 21 marzo terrà in Vaticano la Prima Conferenza Internazionale su donna e diritti umani: considerare l'uso del preservativo come la panacea nella lotta all'Aids "denota o ignoranza o malafede", afferma la presidente Olimpia Tarzia, mettendo in guarda da "un inganno che induce, particolarmente le giovani generazioni, a una falsa sicurezza, esponendoli maggiormente al rischio".

Civiltà a confronto, c'è l'islamista del Papa ( da "Arena, L'" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: i diritti umani e la libertà religiosa nel contesto musulmano. Padre Samir è autore dei libri «Cento domande sull'islam» (Marietti 2002) e «Islam. Dall'apostasia alla violenza» (Cantagalli 2008). È stato «visiting professor» alla Georgetown University di Washington, alla Sophia University di Tokyo e alle università del Cairo,

biotestamento al via in senato appello di englaro: fermatevi napolitano non firmerà la legge ( da "Messaggero Veneto, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Senato da oggi sarà in discussione una legge sul fine vita che viola «i diritti umani», denuncia Borasio, legge che non passerebbe il vaglio della Corte europea dei diritti dell'uomo. «Non credo che la legge così com'è - ha rilevato - a Strasburgo sarebbe lasciata passare. E sarebbe una figuraccia internazionale che spero il Parlamento si eviterà, perlomeno per senso del pudore».

balducci: un premio alle donne afgane ( da "Messaggero Veneto, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: donne afgane in lotta per i diritti umani e la giustizia sociale. Fondata da un gruppo di intellettuali afgane guidate da Meena, assassinata nel 1987 a Quetta, in Pakistan, dopo l'occupazione sovietica dell'Afghanistan nel dicembre 1979, Rawa fu direttamente coinvolta nella resistenza, ma al contrario della maggior parte dei guerriglieri fondamentalisti islamici chiese fin dall'

il pallone rosa è in rivolta ( da "Nuova Sardegna, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sono le uniche discriminate nella Spagna zapateriana dei diritti umani riconosciuti perfino agli scimpanzè. Sono le donne che, in pieno XXI secolo, non possono praticare il calcio da professioniste, perchè negli statuti della Real Federacion Espanola si nega espressamente al calcio femminile la possibilità di ottenere licenze professionali.

gattina in trappola muore di stenti ( da "Nuova Sardegna, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Quel ferro attorcigliato è stata la sua ultima tortura dalla quale non è riuscita a liberarsi. Se l'è portata appresso sino al momento in cui è spirata, con la pelle scuoiata in alcuni punti, frutto del meccanismo infernale che doveva intrappolarla e dei tentativi ripetuti di liberarsi da quella prigione inattesa.

Giurisprudenza, torna il miniciclo dedicato ai diritti universali ( da "Giornale di Brescia" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: miniciclo dedicato ai diritti universali La sede dell'Onu a New York Riprende alla facoltà di Giurisprudenza della Statale il ciclo di seminari «I diritti umani a sessant'anni dalla dichiarazione universale del 1948», organizzato dalle cattedre di Diritto internazionale e Filosofia del diritto dell'Università Statale in collaborazione con la Fondazione Clementina Calzari Trebeschi.

Englaro: il Parlamento rifletta norme fuori dalla Costituzione ( da "Unita, L'" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: terapia contro la volontà è una palese violazione dei diritti umani. Spero non esista mai un paese civile dove i sondini hanno più diritti dei malati». Borasio si mostra certo che se il ddl Calabrò passasse così verrebbe bocciato dalla Corte Europea dei Diritti Umani. Impietoso poi il paragone con la situazione in Germania, dove sono in discussione tre leggi sul testamento biologico (

Per arginare la confusione e disinformazione sul fine vita che hanno raggiunto l'apice ne... ( da "Unita, L'" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: terapia contro la volontà è una palese violazione dei diritti umani. Spero non esista mai un paese civile dove i sondini hanno più diritti dei malati». Borasio si mostra certo che se il ddl Calabrò passasse così verrebbe bocciato dalla Corte Europea dei Diritti Umani. Impietoso poi il paragone con la situazione in Germania, dove sono in discussione tre leggi sul testamento biologico (

Salonicco, l'Africa dei migranti in gara al festival ( da "Manifesto, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: quanto a rispetto dei diritti umani di profughi e migranti. Per la gran parte dei cittadini extracomunitari qui le porte restano chiuse soprattutto per chi chiede asilo dall´Asia o dall´Africa. In un momento di crisi economica che rende ancora più difficile la produzione dei documentari, il direttore del festival Dimitris Eipidis si sente particolarmente soddisfatto perché,

ROMA Non si cita Israele, né si citano le recenti cupe e sanguinose giornate della Str... ( da "Messaggero, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: giudicata «in violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma contemporanea di apartheid». Nella bozza iniziale si esprimeva inoltre «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato».

Donne e pari opportunità Il <tour> fa tappa a Prato ( da "Nazione, La (Prato)" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani, alla libertà, alla dignità si affermino oltre ogni frontiera, contro ogn i fondamentalismo che disconosca i diritti delle donne a partecipare pienamente alla vita sociale, economica, culturale e politica del proprio paese. Certo serve una legge nazionale, che necessariamente preveda un piano straordinario di contrasto alla violenza con assegnazione di risorse economiche

Razzismo, nuova mozione dopo il no dell'Italia ( da "Giorno, Il (Milano)" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Canada e Italia avevano annunciato il ritiro dai negoziati preparatori in vista dell'appuntamento di Ginevra. La nuova bozza parla adesso solo di preoccupazioni relative a stereotipi sulle religioni e non contiene più le accuse a Israele, che veniva attaccato per la «politica di apartheid, razzismo e tortura» nei confronti dei palestinesi.

Amnesty: <Cuba liberi 57 dissidenti> ( da "Corriere della Sera" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dimostrare il proprio impegno» verso i diritti umani, liberando 57 prigionieri politici incarcerati il 18 marzo di sei anni fa. «Non c'era alcun motivo per imprigionare, sei anni fa, queste 57 persone a maggior ragione non c'è alcun motivo per tenerli ancora in carcere», ha dichiarato Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty.

- CUBA: SEI ANNI DOPO LA REPRESSIONE DI MARZO ( da "WindPress.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: di dimostrare il proprio impegno verso i diritti umani rilasciando i prigionieri di coscienzaCS040: 18/03/2009In occasione del sesto anniversario della repressione ai danni di attivisti politici e per i diritti umani del 18 marzo 2003, Amnesty International ha chiesto al governo cubano di rilasciare immediatamente 57 prigionieri di coscienza e rispettare il diritto alla libert d'

Abu Omar, giudice Milano rinvia processo al 22 aprile ( da "Reuters Italia" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sostiene di essere stato torturato e detenuto per anni senza accuse. "Non credo che il processo possa fermarsi. La Corte (Costituzionale) ha affermato la regolarità delle intercettazioni, la cui validità era stata messa in dubbio dal governo e da qualche difensore. Bisogna vedere in che termini la decisione inciderà sulle prove ancora da raccogliere.

Caso Abu Omar. I segreti dell'agente Betulla ( da "Tempi" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Mi rendo conto che i diritti umani sono ormai un campo nelle mani dei pm. Lo Stato di diritto è ciò che essi stabiliscono, la loro penetrazione è universale. E penso che trovandomi come accusatore il loro capo, cioè Armando Spataro, dinanzi a cui mi levo il cappello, mi è andata ancora bene

Ddl sicurezza, rivolta nel Pdl "Norme inaccettabili, niente fiducia" ( da "Repubblica.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: quando potrai renderti conto di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell'infanzia e della maternità". "Si sostiene che questo ddl non obblighi il medico a denunciare l'immigrato clandestino che si presenti per essere curato ai posti di pronto soccorso, in ospedale, o nei centri di vaccinazione.

Savona: il Pd aderisce alla Marcia dei Diritti dei Migranti ( da "Savona news" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: adottare non debbano mai essere lesive dei diritti umani né minare la coesione civile del Paese, già troppo provata. Le misure previste dal ?decreto sicurezza? non rispondono ai valori sopra indicati, bensì ledono i principi di eguaglianza, di solidarietà, di equità sociale. La soluzione dei problemi di rapporto tra cittadini italiani e migranti non consiste nella adozione di misure ?

Cinema/ Firenze, 'Diritti umani e dignità sul grande ( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La rassegna di Amnesty International, dal titolo 'Diritti umani e dignità sul grande schermo', propone cinque appuntamenti cinematografici ogni giovedì alle 21. Ad aprire gli incontri, che anticipano la prossima campagna internazionale di Amnesty International sui diritti economici e sociali, sarà 'In questo mondo libero' di Ken Loach.

Kirghizistan/ Opposizione: arresti tra militanti anti-Bakiev ( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani e dell'opposizione al presidente Kurmanbek Bakiev sarebbero stati arrestati. La denuncia arriva oggi dal portavoce del principale partito di minoranza Ata-Meken, Zhoormat Saparbaev. Secondo la ricostruzione fornita dall'esponente dell'opposizione, circa una trentina di poliziotti avrebbero circondato una cerimonia per il settimo anniversario della morte di sei manifestanti

Gambia/ Accusati di stregoneria, costretti a bere pozione ( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il gruppo per la difesa dei diritti umani sostiene che in quest'operazione questi 'medici' speciali hanno goduto del supporto dell'esercito e delle autorità locali. Le vittime prescelte erano per lo più anziani. Oltre all'intruglio, sono stati picchiati e costretti a confessare di essere stregoni.

DIRITTI. "Non aver paura! Apriti agli altri". Campagna nazionale contro il razzismo ( da "HelpConsumatori" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: di articoli della Costituzione e di principi della Carta fondamentale dei Diritti Umani. Alle istituzioni chiediamo di firmare la Carta di intenti che abbiamo preparato e ai giornalisti chiediamo di rispettare la Carta di Roma, che è un documento deontologico ufficiale, promosso dall'Ordine a giugno scorso". Quali sono gli impegni che si chiedono alle istituzioni e alla politica?

Sicurezza, 100 del Pdl dicono no a fiducia ( da "AudioNews.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Cento deputati del Pdl, hanno chiesto a Berlusconi di non porre la fiducia sul provvedimento all'esame delle Commissioni alla Camera. Sotto accusa alcune norme definite inaccettabili per il rispetto dei diritti umani, come la possibilità per i medici di denunciare gli immigrati clandestini.

Niente Ue se non parte la riforma ( da "Denaro, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: imperniata sulla tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, associando partiti politici, società civile e minoranze etniche e religiose a tale sforzo. Nella relazione gli europarlamentari esprimono perplessità sulla scarsa tutela della libertà di espressione e di stampa e denuncia "la frequente censura di sit web o le pressioni e i processi ai danni di giornalisti critici"

Per la regina Rania premio a Lisbona ( da "Denaro, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: difesa dei diritti umani e della democrazia, e la conoscenza reciproca e la solidarieta' fra nord e sud del mondo. Del Centro fanno parte venti Paesi fra cui l'Italia. Fra i premiati degli anni passati figura Emma Bonino. In un'intervista al giornale ''Diario de Noticias'' la regina Rania ha auspicato la ripresa del dialogo e del negoziato per risolvere i problemi del Medio Oriente.

Un calvario di foto sull'orrore dei gulag e dello stalinismo ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ambito del Festival dei diritti umani della Provincia di Parma, è organizzata dall'Associazione Memorial Italia (che ha messo a disposizione le foto) in collaborazione con la Cattedra di letteratura russa dell'Università di Parma ed è visibile ogni pomeriggio dalle 15 alle 19,30 fino a venerdì nel Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere della Facoltà di Lettere e Filosofia,

Il crollodi Ibla ( da "Sicilia, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: associazione per i diritti Umani, delle Acli, dell'associazione Oasi Famiglia ed ancora di Uciim, Fuci e Meic. ?L'iniziativa era tesa alla sensibilizzazione sul tentativo, all'interno del pacchetto sicurezza, di emendare la legge 286/98 che prevede l'accesso alle strutture sanitarie dello straniero non in regola - spiega Domenico Leggio,

<Trasferire le emozioni nelle scuole> ( da "Sicilia, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: soltanto dei diritti civili ma spesso nemmeno dei diritti umani». Apprezzato e applaudito l'intervento di Annamaria Piccione, nota scrittrice per ragazzi, presidente della giuria del premio. Giuria (composta anche dalla giornalista Laura Valvo) che dopo la selezione dei lavori presentati dagli studenti delle scuole superiori di tutta la provincia ha decretato i vincitori del concorso:

Sicurezza, i deputati Pdl al premier: niente fiducia ( da "Giornale.it, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e crediamo la tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati azzurri Cento deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini,

PAOLA DEL VECCHIO MADRID. SONO LE UNICHE DISCRIMINATE NELLA SPAGNA ZAPATERIANA DEI DIRITTI UMANI ... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sono le uniche discriminate nella Spagna zapateriana dei diritti umani riconosciuti perfino agli scimpanzé. Sono le donne che, in pieno XXI secolo, non possono svolgere il calcio professionistico, perchè negli statuti della Real Federacion Española si nega al calcio femminile la possibilità di ottenere licenze professionali.

Immigrati/ Franco (Pd): Se parlamentari Pdl coerenti votino... ( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che mette a rischio la salute e alcuni altri diritti umani fondamentali e che è dunque inaccettabile. E' un fatto positivo che i parlamentari del Pdl abbiano scritto a Berlusconi per evidenziare questo fatto - conclude l'esponente del Pd -, ora ci auguriamo che siano coerenti e, qualora la norma venisse confermata, votino contro un provvedimento di inaudita gravità e disumanità"

"Cuba rilasci i prigionieri politici" ( da "City" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lo ha chiesto ieri Amnesty International che parla di 57 prigionieri di coscienza arrestati nel 2003 solo per il "pacifico esercizio del diritto alla libertà d'espressione". L'organizzazione si è detta "preoccupata" anche per "la serie di intimidazioni che stanno subendo gli attivisti per i diritti umani". 18 marzo 2009

Sicurezza, i deputati Pdl al... ( da "Giornale.it, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e crediamo la tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati azzurri Centosettanta deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini,

Pdl, cento deputati al premier: ''no a fiducia ddl sicurezza'' ( da "RomagnaOggi.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell'infanzia e della maternità". Nella lettera la Mussolini ha rilevato di aver avuto un colloquio con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il quale si è parlato "dello status dei minori stranieri non accompagnati" e anche "dell'obbligo di denuncia per medici e insegnanti"

Diritti gay, Obama sconfessa Bush: sostegno alla dichiarazione dell'Onu ( da "Stampaweb, La" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: altra parte il diritto delle coppie omosessuali all?adozione. Intanto il segretario di Stato francese per i Diritti umani, Rama Yade, ha espresso la soddisfazione di Parigi per la posizione di Washington. «Sono felice del fatto che gli Stati Uniti abbiano preso la decisione di firmare la dichiarazione relativa ai diritti dell?

Obama appoggia la dichiarazione dell'Onu sulla depenalizzazione dell'omosessualità ( da "Rai News 24" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ogni giorno Amnesty si batte per persone che rischiano la prigione, la tortura e anche la morte per la loro identità sessuale - afferma Amnesty in una dichiarazione - Firmando la dichiarazione il presidente Obama darà un importante sostegno alla lotta per giungere ad un mondo dove tutte le persone sono trattate egualmente".

Sicurezza, i deputati Pdl al premier: niente fiducia Bossi: la legge resta così ( da "Giornale.it, Il" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e crediamo la tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati azzurri Centosettanta deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini,

Gay, Obama appoggerà la dichiarazione dell'Onu ( da "RomagnaOggi.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La decisione di Obama è stata accolta positivamente dall'organizzazione non governativa per la difesa dei diritti umani. La firma del capo della Casa Bianca, spiega Amnesty, "darà un importante sostegno alla lotta per giungere ad un mondo dove tutte le persone sono trattate egualmente".

Razzismo, nuova bozza per la Durban 2 ma Israele dice ancora no ( da "Repubblica.it" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: accolta con sollievo dall'alto commissario Onu per i Diritti umani, Navanethem Pillay che ha parlato di una "base solida" per la prosecuzione del processo, ha limato le parti più controverse del documento, in particolare le critiche a Israele, i riferimenti al Medio Oriente e il concetto di diffamazione religiosa.

RAZZISMO, NUOVA BOZZA PER LA DURBAN 2 MA ISRAELE DICE ANCORA NO ( da "Wall Street Italia" del 18-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Razzismo, nuova bozza per la Durban 2 ma Israele dice ancora no -->Tentativo di mediazione dei russi, il commissario ai Diritti umani plaude Frattini: "Resta valido il documento olandese, ma la Conferenza è ancora lontana" Razzismo, nuova bozza per la Durban 2 ma Israele dice ancora no (21:27 18/03/2009)


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Torna "Formigine per la pace" mostra sul popolo del deserto (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Da venerdì la rassegna fotografica sugli accampamenti Saharawi Torna "Formigine per la pace" mostra sul popolo del deserto Torna "Formigine per la pace'', l'iniziativa organizzata dal Comune di Formigine e dalle associazioni di cooperazione internazionale. Ogni edizione è stata dedicata a un paese specifico: "Formigine per la Pace 2005'' ha avuto così per oggetto il decennale della fine della guerra in Bosnia, dove opera Rock No War; mentre l'edizione successiva è stata dedicata al decennale dei trattati di pace in Guatemala, dove lavorano Eos e Modena Cefa. L'edizione 2009, sostenuta dal Fondo territoriale modenese per la cooperazione allo sviluppo (costituito da Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Provincia e Comune di Modena), celebra il decennale della firma del patto d'amicizia e solidarietà tra il Comune di Formigine e Edchera, tendopoli saharawi. Da anni molti formiginesi, e le associazioni Kabara Lagdaf e Rock No War, aiutano il "popolo del deserto'' che vive profugo lontano dalla sua terra d'origine: il Sahara Occidentale. Una mostra fotografica dal titolo "Saharawi. L'altra faccia del muro'', che sarà inaugurata dopodomani, 20 marzo, alle 18.30 presso il castello di Formigine, racconterà con immagini di grandi dimensioni la vita negli accampamenti dei rifugiati. La collettiva, che riunisce scatti di Massimo Bassano, Edoardo Giavelli e Luigi Ottani, si arricchisce delle immagini di Ahmedu Ahmed Aderrahaman, fotografo saharawi, e dei contributi video di Tiziano Marchetti. "Formigine per la Pace 2009'' avviene in un momento storico importante, dopo un anno che ha ricordato in tutto il mondo il 60º anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo. Una conferenza del filosofo Danilo Zolo dal titolo "La Dichiarazione universale dei diritti umani dopo sessant'anni'', prevista per sabato 21 alle 17 al castello di Formigine, farà il punto della situazione sull'argomento, mettendo in discussione l'effettiva "universalità'' dei diritti umani. Sempre sabato 21, presso i locali Ex Urp (piazza Repubblica 9), si terranno laboratori per bambini su usanze e racconti dal mondo, riservati dalle 9 alle 12 agli studenti delle primarie e aperti dalle 15 alle 19 per i bambini dai 6 agli 11 anni. I partecipanti riceveranno un omaggio. Info: Comune di Formigine, tel. 059 - 416255. (o.g.)

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Il Papa in Africa. "L'Aids non si vince con i preservativi" (sezione: Diritti umani)

( da "AmericaOggi Online" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Papa in Africa. "L'Aids non si vince con i preservativi" di Elisa Pinna 18-03-2009 YAOUNDÈ (CAMERUN). Papa Benedetto XVI sbarca in Africa e affronta subito le grandi tragedie di un continente popolato da quasi un miliardo di persone: le guerre, la povertà, la fame, la corruzione, la tratta di esseri umani, moderna versione della schiavitù. Ma soprattutto - mentre è ancora in volo verso il Camerun, prima tappa del suo viaggio africano - parla di Aids, su cui lancia un messaggio senza equivoci: "Non si può superare - ammonisce - con la distribuzione dei preservativi,che anzi aumentano il problema". In Africa, le cifre sono da brivido: la malattia ha mietuto già 17 milioni di vite, 27 milioni di persone sono affette dall'Hiv, e 10 milioni sono i bambini orfani dei genitori per il virus. La Chiesa cattolica è in prima linea nella battaglia e gestisce il 27% delle cure. Sul campo, molti tra i missionari chiedono una deroga alla dottrina: vorrebbero che almeno nelle coppie sposate, quando uno dei coniugi è contagiato, fosse lecito l'uso del profilattico. Le parole di Ratzinger vanno però nella direzione dell'astinenza e della castità: serve, afferma il Papa, "una umanizzazione della sessualità, cioé un riconoscimento spirituale e umano che implica un nuovo modo di comportarsi l'uno con l'altro; (serve) una vera amicizia soprattutto con le persone sofferenti, una disponibilità anche a sacrifici e rinunce personali". No, dunque, ai "preservativi" (che Benedetto XVI nomina esplicitamente per la prima volta); dietro di essi vi è infatti una cultura immorale del sesso. No anche ai soldi "che sono necessari - ammette il Papa - ma che non aiutano se non c'é l'anima in chi li impiega". Bene, invece, l'esempio del Camerun dove i malati sono curati gratuitamente. Il tema dell'Aids è affrontato da Benedetto XVI durante una conferenza stampa in volo. L'aereo ha appena lasciato dietro di sé il Mediterraneo e naviga sopra il Sahara, quando il Papa si affaccia per parlare con i giornalisti. La prima domanda è sul lato personale. "Santità - chiede un reporter francese - si sente solo dopo la vicenda dei lefevbriani e delle polemiche seguite?". Ratzinger sorride e risponde deciso: "A dire la verità mi viene da ridere con questo mito della solitudine". "Non mi sento solo", ripete; anzi, "sono circondato da amici e collaboratori", aggiunge snocciolando visite ad limina e incontri con i suoi vecchi "compagni di messa", ovvero sacerdoti ordinati insieme a lui. Poi si parla di Africa; il Papa si sofferma sulla necessità che i grandi della terra non lascino sprofondare il continente sotto i colpi della crisi globale; annuncia che nella prossima enciclica - la cui uscita è stata ritardata dall'aggravarsi della crisi - sottolineerà come l'etica debba essere al centro dell'economia; si dice preoccupato della sfida delle sette evangeliche e le loro promesse di miracoli e facili guadagni, anche se è certo che la Chiesa cattolica avrà la meglio. Rimarca l'urgenza che anche fra i cattolici ci sia una purificazione dai peccati. All'arrivo a Yaoundé, Benedetto XVI saluta il presidente del Camerun Paul Biya, e con lui tutta l'Africa. La Chiesa cattolica - preannuncia - non rimarrà in silenzio di fronte "al dolore o alla violenza, alla povertà o alla fame, alla corruzione o agli abusi di potere". Il Papa chiede all'Africa di accettare il Vangelo e non i modelli attuali che "ignorano il diritto alla vita dei non ancora nati". La cerimonia si prolunga, nonostante il caldo e l'umidità insopportabile. Il presidente, da 27 anni al potere, è impettito e felice. La moglie indossa un vestito tradizionale e un grande cappello rosa, che da lontano sembra quasi una torta nuziale. Dopo i saluti, il lungo corteo di macchine nere, ambulanze e pullman attraversa un tratto di foresta tropicale e si inoltra poi nelle strade della capitale, adagiata su sette colline. Ai lati della strada una folla impensabile per tante città europee. I colori, i canti, i boati di entusiasmo e l'allegria travolgono il Papa: ci sono bande e intere scolaresche, donne che danzano. E c'é anche chi indossa un abito tradizionale blu, con stampata su un seno una foto del Papa e sull'altro una foto di Biya. Inizia cosìla prima visita in Africa di Benedetto XVI. Le Ong e gli scienziati prendono posizione ROMA. Un coro di critiche, accompagnate da una valanga di dati sulla diffusione del virus Hiv, da società civile, Ong e scienziati, e un silenzio quasi totale dal mondo politico hanno accolto le parole del Papa sul no all'uso dei preservativi nella lotta all'Aids. "Non servono anzi aumentano i problemi", ha detto Ratzinger mentre volava verso il Camerun, prima tappa della sua visita in Africa, continente in cui vive il 67% dei sieropositivi dell'intero pianeta. Parole che in un istante demoliscono anni di campagne di informazione e sensibilizzazione messe in atto dall'Onu, dalle associazioni gay e dalle Ong che lavorano a stretto contatto con i sieropositivi e che oggi tornano a ripetere il loro monito: il preservativo è "fondamentale" nella lotta all'Aids, "é un'arma decisiva". Tace, tranne qualche eccezione, la politica. Nessuna reazione arriva infatti da Pd, Pdl e altre forze parlamentari, mentre interviene - solitario - il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero: "Nessuno vuole negare al Vaticano di proporre la propria concezione della sessualità - dichiara - ma la tutela della salute delle persone e la lotta all'Aids impone la prevenzione e quindi la distribuzione di preservativi". I radicali parlano di "falsità antiscientifica" e lanciano un appello proprio a quella classe dirigente rimasta in silenzio: "dimostri coraggio, coerenza e serietà smentendo quelle frasi che alimentano l'ignoranza e la diffusione dell'Aids". Appello finora inascoltato. Tocca quindi alla società civile prendersi la responsabilità di condannare il "grave errore" del pontefice e la "cattiva informazione" contenuta nelle sue dichiarazioni. "Siamo alla complicità consapevole di contribuire al diffondersi di una patologia che proprio in Africa assume i tratti di vera e propria pandemia", afferma il presidente dell'Arcigay, Aurelio Mancuso, mentre "il comportamento umano morale e corretto evocato dal papa ha per ora solamente contribuito ad aggravare la disastrosa situazione africana". Franco Grillini, presidente di Gaynet, parla di "responsabilità non solo morale, ma anche diretta, della chiesa cattolica nella mancata prevenzione alla diffusione dell'Hiv", mentre Actionaid cita i dati dell'Unaids (33 milioni di persone infettate nel mondo, di cui 22 nell'Africa sub-sahariana) e ricorda che il preservativo resta "un'arma decisiva per la prevenzione". Anche il mondo scientifico si preoccupa di confutare la tesi del papa e cioé che i preservativi "aumentano i problemi". "Penso che il Papa sia stato informato da cattivi consiglieri - dichiara l'immunologo Ferdinando Aiuti da sempre impegnato nella ricerca e nella lotta a questa malattia -: la scienza ha dimostrato che i preservativi sono un'arma fondamentale contro l'Aids e tutte le malattie sessualmente trasmesse". Fuori dal coro la World Women's Alliance for Life & Family (Wwalf) che il 20 e 21 marzo terrà in Vaticano la Prima Conferenza Internazionale su donna e diritti umani: considerare l'uso del preservativo come la panacea nella lotta all'Aids "denota o ignoranza o malafede", afferma la presidente Olimpia Tarzia, mettendo in guarda da "un inganno che induce, particolarmente le giovani generazioni, a una falsa sicurezza, esponendoli maggiormente al rischio".

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Civiltà a confronto, c'è l'islamista del Papa (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 18 Marzo 2009 CRONACA Pagina 13 RELIGIONI. Domani sera alla Fondazione Toniolo padre Samir Khalil Samir parlerà dei temi di più stretta attualità Civiltà a confronto, c'è l'islamista del Papa «Per evitare il conflitto di civiltà occorre che l'Europa recuperi la pienezza dei propri valori cristiani e che il pensiero islamico apra le sue porte alle sfide della modernità ponendo l'essere umano e la sua dignità al centro di tutto». Ad affermarlo è Samir Khalil Samir, gesuita, docente di islamistica a Beirut, in Libano. Nato nel 1938 a Il Cairo, formatosi in Francia e Olanda, è considerato uno dei massimi conoscitori dell'Islam nel panorama internazionale. Ha fatto parte della delegazione della Santa Sede al recente Forum islamo-cattolico in Vaticano e ha guidato alcuni incontri con Benedetto XVI sulla questione islamica. Di recente, il settimanale americano Time lo ha definito «colui che ispira a Benedetto XVI la sua idea di Islam». Padre Samir Khalil, profondo conoscitore della tradizione araba del cristianesimo e della condizione di vita dei cristiani nei Paesi islamici, sarà a Verona domani, giovedì 19 marzo. L'incontro pubblico, che si terrà all'auditorium della Fondazione Toniolo alle 20.45 (ingresso libero), verte sul tema «Islam e Occidente convivenza (im)possibile?». Il giornalista Stefano Filippi, inviato de «Il Giornale», intervisterà padre Samir sulle questioni «scottanti» che riguardano il rapporto tra Islam e Occidente, quali la dimensione della laicità, la questione-immigrazione, i diritti umani e la libertà religiosa nel contesto musulmano. Padre Samir è autore dei libri «Cento domande sull'islam» (Marietti 2002) e «Islam. Dall'apostasia alla violenza» (Cantagalli 2008). È stato «visiting professor» alla Georgetown University di Washington, alla Sophia University di Tokyo e alle università del Cairo, Betlemme, Graz, Torino e attualmente a quella di Milano. È presidente dell'International Association for Christian Arabic Studies. L'evento è organizzato dal centro culturale Giovanni Guareschi, dal centro culturale Nicolò Stenone e dalle Edizioni Cantagalli, in collaborazione con il centro di Cultura Europea Sant'Adalberto e Libertà e persona del Veneto, con il patrocinio del Comune di Verona.  

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biotestamento al via in senato appello di englaro: fermatevi napolitano non firmerà la legge (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 4 - Attualità Biotestamento al via in Senato Appello di Englaro: fermatevi Napolitano non firmerà la legge IL CASO ELUANA Presentato a palazzo Madama il comitato scientifico Per Eluana presieduto dal professor Giandomenico Borasio Il consulente del governo tedesco: una norma così ipotizzata vìola i diritti dell'uomo e a Strasburgo non passerà dall'inviato TOMMASO CERNO ROMA. «Il Senato si fermi a riflettere e blocchi la legge sul testamento biologico. Una legge senza basi scientifiche che, così com'è, il presidente Giorgio Napolitano potrebbe non firmare». L'appello è di Beppino Englaro, padre di Eluana, la donna in stato vegetativo morta a Udine il 9 febbraio scorso dopo lo stop all'alimentazione e alla nutrizione forzata alla clinica La Quiete. Un appello bipartisan che giunge alla vigilia dell'approdo in aula a Palazzo Madama della legge sul biotestamento. Ieri Englaro ha presentato alla sala "Vittime di Nassiriya" l'associazione "Per Eluana", costituita a Udine nelle scorse settimane, che si propone di aprire in Italia un ampio dibattito sulla libertà di scelta e l'autodeterminazione del paziente. Sul palco con Englaro il presidente del comitato scientifico dell'associazione, Giandomenico Borasio, luminare mondiale di cure palliative e consulente del governo tedesco in materia di fine vita. Con lui il neurologo di Eluana, Carlo Alberto Defanti e, in prima fila, il primario udinese Amato De Monte che ha guidato l'equipe medica. Un gruppo «fuori dalla politica», assicura Englaro, ma pronto a promuovere iniziative anche referendarie nel caso in cui la norma varata dal Parlamento vietasse lo stop alla nutrizione e idratazione forzate anche ai pazienti che esplicitamente lo chiedessero. «Se anche dovesse passare questa legge anticostituzionale non è detto che non intervenga la Corte o che sia lo stesso nostro presidente della Repubblica a non firmarla», ha detto Englaro. «Non c'entro niente, assolutamente - ha aggiunto - con il partito di Vendola, nè ho mai fatto da testimonial a nessuno». L'associazione sarà "scientifica", precisa il papà di Eluana. E a prova di questo Borasio apre alla norma tedesca sostenuta dal governo di Angela Merkel e dal partito dei cristiano-sociali, conservatore, ma aperto allo stop alla nutrizione, elemento - secondo Borasio - di ritorno alla morte naturale del paziente. Scenario del tutto opposto in Italia. Dove al Senato da oggi sarà in discussione una legge sul fine vita che viola «i diritti umani», denuncia Borasio, legge che non passerebbe il vaglio della Corte europea dei diritti dell'uomo. «Non credo che la legge così com'è - ha rilevato - a Strasburgo sarebbe lasciata passare. E sarebbe una figuraccia internazionale che spero il Parlamento si eviterà, perlomeno per senso del pudore». Borasio, ordinario di cure palliative a Monaco, ha sottolineato come attorno al caso di Eluana Englaro, anche da parte di medici «sì è disegnato uno scenario apocalittico medievale di morte attraverso atroci sofferenze che ha ottenuto l'effetto di spaventare la gente». La «verità», invece, è che grazie alle cure palliative il malato terminale o in stato vegetativo «arriva a una morte pacifica. E lo certifica tutta la letteratura sulle cure palliative degli ultimi vent'anni». Anche Defanti è convinto che «il dibattito sia stato viziato da intrusioni ideologiche». Invece, bisognerebbe ripartire «dal riconoscimento del limite da parte della medicina, e del fatto che anche la morte è un esito possibile di molte malattie». Per fare una buona legge, ha aggiunto Borasio, «bisognerebbe rendere le cure palliative obbligatorie negli studi di medicina, perchè molto spesso i medici sono incompetenti» in materia. Idratazione e alimentazione artificiale spesso «in ambito palliativo sono pratiche contro il paziente», per questo, se dovessero diventare obbligatorie, il suo consiglio «a chi vuole una morte naturale e senza sofferenza è di emigrare il prima possibile. Spero - ha concluso - che non ci sia mai nessun Paese civile in cui i sondini hanno più diritti dei malati».

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balducci: un premio alle donne afgane (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

In aprile all'associazione Rawa Balducci: un premio alle donne afgane POZZUOLO. Il Centro di accoglienza Ernesto Balducci di Zugliano, diretto da don Pierluigi Di Piazza, ha deciso di conferire il premio Honoris Dignitatis Balducci a Rawa (Revolutionary Association of Women of Afghanistan), l'associazione nata nel 1977 a Kabul come organizzazione socio-politica indipendente di donne afgane in lotta per i diritti umani e la giustizia sociale. Fondata da un gruppo di intellettuali afgane guidate da Meena, assassinata nel 1987 a Quetta, in Pakistan, dopo l'occupazione sovietica dell'Afghanistan nel dicembre 1979, Rawa fu direttamente coinvolta nella resistenza, ma al contrario della maggior parte dei guerriglieri fondamentalisti islamici chiese fin dall'inizio democrazia e secolarizzazione. Da allora il suo interesse si rivolse in particolare alle donne rifugiate in Pakistan, con l'organizzazione di scuole e alloggi per i bambini, strutture e servizi sanitari e corsi di formazione. Attualmente opera sia in Pakistan che in Afghanistan. Il premio sarà consegnato il 25 aprile a Zugliano.

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il pallone rosa è in rivolta (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 40 - Sport Il pallone rosa è in rivolta Le calciatrici vogliono diventare professioniste La protesta è partita dalla Spagna e arriva a livello internazionale MADRID. Sono le uniche discriminate nella Spagna zapateriana dei diritti umani riconosciuti perfino agli scimpanzè. Sono le donne che, in pieno XXI secolo, non possono praticare il calcio da professioniste, perchè negli statuti della Real Federacion Espanola si nega espressamente al calcio femminile la possibilità di ottenere licenze professionali. Ma ora le quote rosa dei campi hanno deciso di far sentire la propria voce. A capitanare la battaglia è il club di calcio femminile di Caceres (Estremadura), una squadra del V gruppo di Prima divisione nazionale. Attraverso il capitano Maria Angela Garcia e il presidente Maria Josè Lopez, la squadra è decisa a scuotere dalle fondamenta l'antico pregiudizio. «Abbiamo inviato a vari organismi uno studio giuridico e ne stiamo elaborando un altro di carattere sportivo», spiegano Garcia e Lopez al quotidiano Publico. L'obiettivo è abbattere barriere giuridiche che, nel calcio come in altri sport, di fatto già non esistono. «Molti si mostrano sopresi dalla situazione, anche se alla Federacalcio, che abbiamo più volte investito della questione, non ci prestano attenzione», denunciano le rappresentanti del Caceres. Ma sono determinate a superare i confini nazionali e rivolgersi alla Federazione internazionale di calciatori professionali, presieduta dallo spagnolo Gerardo Gonzalez Movilla, che già nell'ottobre scorso ha creato una commissione ad hoc. Oltre 24.000 donne praticano il calcio in Spagna, dove esiste una rigida differenza fra sportivi professionisti e amatori. La Legge dello Sport riconosce come competizioni professionistiche solo la Liga Bbva, di prima divisione, la Liga Adelante, nel calcio maschile, e la Liga Acb di basket maschile. La pallamano, di cui la Spagna è campione a livello mondiale, non rientra nel gotha. Le calciatrici praticamente non hanno diritti lavorativi, nè godono di un contratto collettivo. Solo il basket femminile è stato pioniere al riguardo, con la stipula del contratto collettivo nel 2008 che, secondo gli esperti, rappresenta un esempio da seguire per le altre discipline professionistiche. In campo calcistico c'è il caso di Milene Dominguez, alias Ronaldinhà, l'ex moglie del fuoriclasse brasiliano che dichiarò entrate per 252.000 euro nella stagione 2002-2003, in maggior parte (216.000 euro) provenienti dai diritti di immagine pagati dai patrocinatori. Ronaldinha ha perduto offerte succulente, come l'ingaggio da 60.000 euro da parte del Torrejon, per il divieto di giocare nei tornei professionali, ma è stata a suo modo pioniera riuscendo a ottenere che la Federazione cambiasse le norme, accettando due straniere per squadra nella Superliga.

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gattina in trappola muore di stenti (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

NARBOLIA Gattina in trappola muore di stenti è stata ritrovata con un ferro che le avvolgeva il corpo e la pelle scuoiata NARBOLIA. L'ha trovata già morta. Ai margini della strada che da Narbolia porta a Riola. Ad uno sguardo distratto si sarebbe potuto pensare che l'avessero investita, invece la gattina era finita nelle maglie di una trappola, piazzata lì vicino da qualche cacciatore di frodo, magari in cerca di catturare qualche volpe o qualche preda selvatica. Quel ferro attorcigliato è stata la sua ultima tortura dalla quale non è riuscita a liberarsi. Se l'è portata appresso sino al momento in cui è spirata, con la pelle scuoiata in alcuni punti, frutto del meccanismo infernale che doveva intrappolarla e dei tentativi ripetuti di liberarsi da quella prigione inattesa. Chi l'ha trovata - la signora Lilli Porcedda di Narbolia, che da tempo si occupa della cura degli animali randagi - è rimasta attonita di fronte ad un gesto di simile barbarie. Ha capito subito che non c'era niente da fare, ma ha voluto comunque raccogliere la gattina per mostrarla quale simbolo inequivocabile della cattiveria che certe menti riescono a generare. E poco cambia che nella trappola ci sia finita una gattina, piuttosto che un'ignara volpe o magari un cane randagio. (e.c.)

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Giurisprudenza, torna il miniciclo dedicato ai diritti universali (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 18/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:gdb università Giurisprudenza, torna il miniciclo dedicato ai diritti universali La sede dell'Onu a New York Riprende alla facoltà di Giurisprudenza della Statale il ciclo di seminari «I diritti umani a sessant'anni dalla dichiarazione universale del 1948», organizzato dalle cattedre di Diritto internazionale e Filosofia del diritto dell'Università Statale in collaborazione con la Fondazione Clementina Calzari Trebeschi. Il primo incontro si era svolto lo scorso 9 dicembre, il prossimo sarà in programma venerdì prossimo. «Diritti umani, diritti fondamentali, nuovi diritti in Europa» è infatti il titolo del seminario che si svolgerà il 20 marzo dalle 10.15 alle 11.45 nell'aula 4 della facoltà di Giurisprudenza in via San Faustino. Relatrice sarà Elena Paciotti, dell'Agenzia dell'unione europea per i diritti fondamentali. La Dichiarazione universale dei diritti umani è un documento, firmato a Parigi il 10 dicembre 1948, la cui redazione fu promossa dalle Nazioni Unite perché avesse applicazione in tutti gli stati membri. Prodotto sull'onda dell'indignazione per le atrocità commesse nella seconda guerra mondiale, la Dichiarazione fa parte dei documenti di base delle Nazioni Unite. Gli altri tre incontri rientranti nell'iniziativa saranno in programma: venerdì 27 marzo (alle 10.15 in aula 4, come del resto anche i successivi) con la partecipazione di Timothy Endicott della Oxford University sul tema «Are Human Rights Really Universal?»; venerdì 17 aprile con la relazione di Luigi Ferrajoli, dell'Università di Roma Tre, sull'argomento «Per una carta dei beni fondamentali»; venerdì 24 aprile con l'intervento di Paola Parolai, dottoranda in «Diritti umani: evoluzione, tutela e limiti», che affronterà il tema «La tutela dei diritti fondamentali nelle società multiculturali». Per ulteriori informazioni è possibile navigare sul sito www.jus.unibs.it.

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Englaro: il Parlamento rifletta norme fuori dalla Costituzione (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Englaro: il Parlamento rifletta norme fuori dalla Costituzione FEDERICA FANTOZZI Per arginare «la confusione e disinformazione sul fine vita che hanno raggiunto l'apice negli ultimi mesi». Per promuovere una medicina «consapevole dei limiti» e legata al consenso informato, sviluppando anche in Italia le cure palliative. Per affermare «le libertà fondamentali dell'individuo in uno Stato laico di diritto». Nasce con questi impegnativi compiti l'Associazione Per Eluana, voluta da Beppino Englaro in memoria della figlia morta il 9 febbraio dopo 17 anni in stato vegetativo permanente. E i frutti della battaglia per il rispetto della volontà di Eluana si intrecciano con il dibattito rovente in Parlamento sul testamento biologico: «Serve un approfondimento su questi temi estremi - è l'appello di Englaro - Rispetto a questa legge forse è meglio nessuna legge. Non si possono imporre le terapie, va difeso il principio di libertà. Fermatevi, perché se sarà un testo incostituzionale non è detto che non intervenga la Corte né che il presidente della Repubblica lo firmi». L'Associazione viene presentata a Palazzo Madama, grazie agli uffici bipartisan dei senatori Ferruccio Saro (PdL) e Carlo Pegorer (Pd). Ne fanno parte il neurologo Carlo Alberto Defanti, il palliativista Giandomenico Borasio, cattolico praticante, e il primario anestesista Amato De Monte (ancora sotto inchiesta, in attesa della conclusione degli esami autoptici). In platea Ignazio Marino, Franca Chiaromonte, il Radicale Carlo Perduca, il dipietrista Pancho Pardi, Paolo Flores. E l'aennino Paravia, che voterà contro il ddl Calabrò. C'è anche Anna Finocchiaro che con Englaro ha avuto poco prima un colloquio «molto intenso». Englaro ricorda la sua vicenda personale: «Per Eluana era la cosa più naturale del mondo essere lasciata morire, invece ho sentito quella parola esecrabile che è "eutanasia". Non impedire che la natura faccia il suo corso non ha niente a che vedere con l'eutanasia, significa accettare la finitudine della medicina». Ribadendo per l'ennesima volta che non entrarà in politica, il padre della giovane donna garantisce che l'Associazione non avrà fini politici ma solo di studio e sarà del tutto indipendente dai partiti. Sede a Udine, presidente Beppino, vicepresidente sua nipote Germana. Presto un sito (www.perleluana.org). Il Comitato Scientifico, di cui forse farà parte l'oncologo Veronesi, sarà presieduto da Borasio, titolare della cattedra di medicina palliativa a Monaco, ieri molto duro sui temi di fine vita: «Una terapia contro la volontà è una palese violazione dei diritti umani. Spero non esista mai un paese civile dove i sondini hanno più diritti dei malati». Borasio si mostra certo che se il ddl Calabrò passasse così verrebbe bocciato dalla Corte Europea dei Diritti Umani. Impietoso poi il paragone con la situazione in Germania, dove sono in discussione tre leggi sul testamento biologico (tutte considerano vincolanti le direttiva anticipate e rifiutabili nutrizione e idratazione forzata) che però esiste già su basi giurisprudenziali dal 1994. Presto la sala Nassiryia, al piano terra di Palazzo Madama, diventa teatro di un dibattito sul fine vita: i senatori del centrosinistra invitano l'Associazione a muoversi in fretta per impedire il varo del ddl Calabrò. Marino sottolinea che il testo si occuperà solo dello 0,05% della popolazione, i pazienti in stato vegetativo. Flores d'Arcais insiste sull'urgenza: «Tra poche settimane ci sarà una legge che impone l'alimentazione, la dialisi. I medici dovranno tradire il giuramento di Ippocrate o essere incriminati. Bisogna creare un grande movimento di obiezione di coscienza». Borasio lo ferma: «In certe situazioni storiche leggi sbagliate vengono approvate. La nostra missione è offrire consigli, non sostituirci ai politici. La lezione di Beppino è procedere senza baccano». Chiarissimo anche Defanti: «Non siamo un gruppo politico, non ci poniamo compiti immediati ma vogliamo agire a lungo termine». E sulla sua paziente per 13 anni, il medico sottolinea: «In certi casi allungare la vita protrae la sofferenza. Eliana è il paradigma di una situazione infernale che si è venuta a creare oltre le intenzioni». Poi una stoccata alle posizioni oltranziste di tanti vescovi e cardinali durante i giorni dolorosi in Friuli Venezia Giulia: «Mi sorprende l'enfasi di parte della Chiesa sulla vita terrena, in passato si pensava di più all'aldilà. Questa enfasi è una causa di accanimento terapeutico». Conclude Beppino: «L'Associazione Per Eluana non è altro che le libertà fondamentali in uno Stato di diritto. Io ho trovato un clima culturale deserto, ero un randagio. Adesso le persone stanno prendendo coscienza di vivere in uno Stato laico». Nasce l'Associazione Per Eluana. Promuoverà cure palliative, informerà dottori, pazienti e politici: «Troppa disinformazione sul fine vita». Forse l'oncologo Umberto Veronesi nel comitato scientifico.

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Per arginare la confusione e disinformazione sul fine vita che hanno raggiunto l'apice ne... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Per arginare «la confusione e disinformazione sul fine vita che hanno raggiunto l'apice negli ultimi mesi». Per promuovere una medicina «consapevole dei limiti» e legata al consenso informato, sviluppando anche in Italia le cure palliative. Per affermare «le libertà fondamentali dell'individuo in uno Stato laico di diritto». Nasce con questi impegnativi compiti l'Associazione Per Eluana, voluta da Beppino Englaro in memoria della figlia morta il 9 febbraio dopo 17 anni in stato vegetativo permanente. E i frutti della battaglia per il rispetto della volontà di Eluana si intrecciano con il dibattito rovente in Parlamento sul testamento biologico: «Serve un approfondimento su questi temi estremi - è l'appello di Englaro - Rispetto a questa legge forse è meglio nessuna legge. Non si possono imporre le terapie, va difeso il principio di libertà. Fermatevi, perché se sarà un testo incostituzionale non è detto che non intervenga la Corte né che il presidente della Repubblica lo firmi». L'Associazione viene presentata a Palazzo Madama, grazie agli uffici bipartisan dei senatori Ferruccio Saro (PdL) e Carlo Pegorer (Pd). Ne fanno parte il neurologo Carlo Alberto Defanti, il palliativista Giandomenico Borasio, cattolico praticante, e il primario anestesista Amato De Monte (ancora sotto inchiesta, in attesa della conclusione degli esami autoptici). In platea Ignazio Marino, Franca Chiaromonte, il Radicale Carlo Perduca, il dipietrista Pancho Pardi, Paolo Flores. E l'aennino Paravia, che voterà contro il ddl Calabrò. C'è anche Anna Finocchiaro che con Englaro ha avuto poco prima un colloquio «molto intenso». Englaro ricorda la sua vicenda personale: «Per Eluana era la cosa più naturale del mondo essere lasciata morire, invece ho sentito quella parola esecrabile che è "eutanasia". Non impedire che la natura faccia il suo corso non ha niente a che vedere con l'eutanasia, significa accettare la finitudine della medicina». Ribadendo per l'ennesima volta che non entrarà in politica, il padre della giovane donna garantisce che l'Associazione non avrà fini politici ma solo di studio e sarà del tutto indipendente dai partiti. Sede a Udine, presidente Beppino, vicepresidente sua nipote Germana. Presto un sito (www.perleluana.org). Il Comitato Scientifico, di cui forse farà parte l'oncologo Veronesi, sarà presieduto da Borasio, titolare della cattedra di medicina palliativa a Monaco, ieri molto duro sui temi di fine vita: «Una terapia contro la volontà è una palese violazione dei diritti umani. Spero non esista mai un paese civile dove i sondini hanno più diritti dei malati». Borasio si mostra certo che se il ddl Calabrò passasse così verrebbe bocciato dalla Corte Europea dei Diritti Umani. Impietoso poi il paragone con la situazione in Germania, dove sono in discussione tre leggi sul testamento biologico (tutte considerano vincolanti le direttiva anticipate e rifiutabili nutrizione e idratazione forzata) che però esiste già su basi giurisprudenziali dal 1994. Presto la sala Nassiryia, al piano terra di Palazzo Madama, diventa teatro di un dibattito sul fine vita: i senatori del centrosinistra invitano l'Associazione a muoversi in fretta per impedire il varo del ddl Calabrò. Marino sottolinea che il testo si occuperà solo dello 0,05% della popolazione, i pazienti in stato vegetativo. Flores d'Arcais insiste sull'urgenza: «Tra poche settimane ci sarà una legge che impone l'alimentazione, la dialisi. I medici dovranno tradire il giuramento di Ippocrate o essere incriminati. Bisogna creare un grande movimento di obiezione di coscienza». Borasio lo ferma: «In certe situazioni storiche leggi sbagliate vengono approvate. La nostra missione è offrire consigli, non sostituirci ai politici. La lezione di Beppino è procedere senza baccano». Chiarissimo anche Defanti: «Non siamo un gruppo politico, non ci poniamo compiti immediati ma vogliamo agire a lungo termine». E sulla sua paziente per 13 anni, il medico sottolinea: «In certi casi allungare la vita protrae la sofferenza. Eliana è il paradigma di una situazione infernale che si è venuta a creare oltre le intenzioni». Poi una stoccata alle posizioni oltranziste di tanti vescovi e cardinali durante i giorni dolorosi in Friuli Venezia Giulia: «Mi sorprende l'enfasi di parte della Chiesa sulla vita terrena, in passato si pensava di più all'aldilà. Questa enfasi è una causa di accanimento terapeutico». Conclude Beppino: «L'Associazione Per Eluana non è altro che le libertà fondamentali in uno Stato di diritto. Io ho trovato un clima culturale deserto, ero un randagio. Adesso le persone stanno prendendo coscienza di vivere in uno Stato laico».

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Salonicco, l'Africa dei migranti in gara al festival (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

DOCUMENTARI Salonicco, l'Africa dei migranti in gara al festival Pavlos Nerantzis SALONICCO Sull´emigrazione è focalizzato l´11° Festival Internazionale dei Documentari di Salonicco «Immagini del 21° secolo». Documentaristi, soprattutto africani, raccontano storie reali, agghiaccianti sulla schiavitù contemporanea, le condizioni di vita nei paesi di origine, le guerre e l´Aids, il lungo viaggio verso l´Europa e le difficoltà per arrivare, lo sfruttamento degli extracomunitari nei paesi occidentali, il sogno perso. «L´Africa per l´Africa», come viene nominato l´insieme dei 19 documentari, che vengono proiettati durante questa settimana, si trova, infatti, nell´epicentro dell´attenzione sia dei registri che del pubblico in un paese considerato prima tappa del lungo viaggio verso l´occidente, ma anche il «buco nero» dell´Europa, quanto a rispetto dei diritti umani di profughi e migranti. Per la gran parte dei cittadini extracomunitari qui le porte restano chiuse soprattutto per chi chiede asilo dall´Asia o dall´Africa. In un momento di crisi economica che rende ancora più difficile la produzione dei documentari, il direttore del festival Dimitris Eipidis si sente particolarmente soddisfatto perché, come ha detto, aumenta sempre di più il numero dei documentaristi, ma anche degli spettatori di storie che non vengono proiettate dai media. In totale, 116 documentari da 45 paesi e altri 44 di produzione greca, che toccano vari aspetti del nostro «mondo angelico» con una quarantina di anteprime mondiali: è un bel patrimonio per il festival di Salonicco, che quest´anno festeggia il suo decimo anniversario con l´organizzazione di un congresso internazionale sui vari aspetti del settore. In Barcellona or Die, Idrissa Guiro racconta la storia di pescatori da Senegal che hanno dovuto lasciare il proprio paese, perché i monopoli stranieri «rubano» i pesci. Lo sfruttamento delle risorse nei paesi di origine, le condizioni di vita di donne contaminate dall´Aids e le difficoltà del viaggio, spesso senza ritorno, in occidente vengono raccontate anche dal kenyota David Gough in Slum Survivors, da Kal Toure (Mali) in Victims of our Riches (Vittime delle Nostre Ricchezze), da Polly Renton (Congo) in Forced to Flee (Obbligati a Sfuggire), da Brice Laine (Togo) in The Dancing Forest (Foresta che Balla), ecc. Lo stesso argomento toccano anche documentaristi europei, come lo spagnolo David Munoz in Fiori di Rwanda, l'olandese Ton Van Zantvoort in A Blooming Business (Impresa Fiorita) e Renzo Martens in Enjoy Poverty (Goditi la Povertà) che parlano di razzismo, xenofobia e dello sfruttamento degli extracomunitari. Due documentari si riferiscono al passato recente: l´assassinio della giornalista Anna Politkovsaya, che indagava sugli abusi dei diritti umani in Cecenia, (Lettera a Anna dello svizzero Eric Bergkraut) e la rivolta dei monaci buddisti a Myamar (Burma VJ - Reporting from a Closed Country di Anders Ostergaard). Forte è la presenza di documentaristi messicani (Born Without di Eva Norvind e La mia vita dentro di Lucia Gaha, che parlano del fenomeno di migrazione dal Messico negli Usa), e di austriaci (A road to Mecca di George Misch, la storia di un ebreo diventato musulmano). Dalle produzioni greche si distinguono Capitano Kemal di Fotos Lamprinos, le memorie di un nazionalista turco che ha combattuto con i partigiani greci nella guerra civile in Grecia nel 1947, mentre con La Vita nelle Rocce, Alinta Dimitriou racconta la storia di un gruppo di donne partigiane. Non c´era altra via di Stavros Psillakis e di Matheos Frantseskakis, racconta una storia poco conosciuta in Grecia, la vita di sei partigiani cretesi che hanno vissuto in clandestinità per 15 anni, in montagna, fino al 1962, quando fuggirono in Italia.

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ROMA Non si cita Israele, né si citano le recenti cupe e sanguinose giornate della Str... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 18 Marzo 2009 Chiudi di MARCO BERTI ROMA Non si cita Israele, né si citano le recenti cupe e sanguinose giornate della Striscia di Gaza nella nuova bozza che l'Europa porterà a Ginevra il 20 aprile, alla conferenza sul razzismo "Durban 2". Il boicottaggio Usa-Europa anti-Onu sembra aver avuto successo. Le minacce di disertare i negoziati preparatori della conferenza hanno costretto il gruppo di Ginevra a modificare il testo iniziale, così come hanno riferito alcuno funzionari Onu, sancendo così il trionfo della realpolitik. La bozza del testo attorno a cui l'Europa ha trovato un accordo, parla in generale di condanna dei conflitti interetnici e interreligiosi, di ogni forma di razzismo e discriminazione, di preoccupazione per l'aumento degli episodi di intolleranza verso tutte le religioni. Il documento che dovrà, o dovrebbe, sostituire la bozza iniziale, accusata di contenere frasi antisemite, condanna «tutte le forme di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza», e precisa che «non c'è alcuna gerarchia tra le vittime» di tali atti, tutte devono ricevere «la stessa attenzione e protezione». Inoltre, nel documento si esprime «profonda preoccupazione per l'aumento di episodi di violenza contro membri di minoranze religiose in diverse parti del mondo, motivati da varie forme di intolleranza, comprese islamofobia, antisemitismo e cristianofobia». «L'azione dell'Italia per modificare la bozza del testo finale della Conferenza dell'Onu sul razzismo - dice ai microfoni di Radiouno il capo della Farnesina Franco Frattini - è nata per difendere la credibilità delle Nazioni Unite che rappresentano per antonomasia la garanzia dei diritti umani». L'Italia, sull'onda della reazione americana, è stato il paese europeo che più si è impegnato nel tentativo di smantellamento della bozza iniziale. «Speriamo che sulla proposta europea ci sia convergenza - ha aggiunto Frattini -, se non ci sarà l'Onu darà un pessimo esempio». Ma cosa diceva l'iniziale bozza di risoluzione attorno a cui si sarebbe dovuta svolgere la conferenza sul razzismo di Ginevra? Una parte di essa era dedicata a quanto è recentemente accaduto nella Striscia di Gaza, al devastante (per i palestinesi) attacco di Israele e alle vittime innocenti di quelle giornate. Si lanciavano dunque pesanti accuse alla politica di Israele nei territori palestinesi, giudicata «in violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l' umanità e una forma contemporanea di apartheid». Nella bozza iniziale si esprimeva inoltre «profonda preoccupazione per le discriminazioni razziali compiute da Israele contro i palestinesi e i cittadini siriani nel Golan occupato». Israele inoltre veniva accusato di «tortura, blocco economico, gravi restrizioni di movimento e chiusura arbitraria dei territori» ed era inoltre definito «una minaccia per la pace internazionale e la sicurezza». Tutto questo scomparirà nel documento di Ginevra, così come non apparirà la questione della persecuzione degli omosessuali, osteggiata da molti paesi musulmani e africani. Un documento, in sostanza, dimezzato, con buona pace dei diritti umani.

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Donne e pari opportunità Il <tour> fa tappa a Prato (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Prato)" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

24 ORE PRATO pag. 9 Donne e pari opportunità Il «tour» fa tappa a Prato REGIONE «LA REGIONE ha sviluppato in questi anni un impegno costante alla promozione delle pari opportunità. Il tour in Toscana è l'occasione per far conoscere le azioni attivate in questo ambito con il coinvolgimento delle Province e dei Comuni capoluogo». Così il vicepresidente Federico Gelli ha introdotto ieri la settima puntata' del tour che vede protagonisti tutti i capoluoghi di provincia che a Prato ha fatto tappa nella sala consiliare di palazzo Banci Buonamici coinvolgendo oltre Gelli anche la presidente della commissione regionale per le pari opportunità Chiara Grassi, la consigliera regionale Marina Capponi, la presidente della commissione delle pari opportunità della provincia di Prato, Cristina Sanzò, la delegata del sindaco alle pari opportunità del Comune di Prato, Linda Pieragnoli e molti rappresentanti delle realtà locali coinvolte. «Ancora oggi in Italia troppo spesso gli abusi e le discriminazioni rimangono un male segreto, ed anche i numeri della civilissima Toscana devono farci riflettere ha proseguito il vicepresidente Gelli Dobbiamo lavorare perché i diritti umani, alla libertà, alla dignità si affermino oltre ogni frontiera, contro ogn i fondamentalismo che disconosca i diritti delle donne a partecipare pienamente alla vita sociale, economica, culturale e politica del proprio paese. Certo serve una legge nazionale, che necessariamente preveda un piano straordinario di contrasto alla violenza con assegnazione di risorse economiche certe e finalizzate, così come è necessario istituire un osservatorio nazionale sulla violenza, garantire interventi tempestivi e predisporre campagne per la prevenzione, e quindi sensibilizzazione ed educazione alla non violenza». E il piano regionale di sviluppo 2006-2010 lo dice a chiare lettere: «Non c'è sfida sul futuro senza attenzione alla componente femminile». Le prossime tappe del tour regionale, che si sta avviando verso la fase conclusiva, toccheranno Siena, Massa Carrara e Firenze.

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Razzismo, nuova mozione dopo il no dell'Italia (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

VETRINA ESTERI pag. 20 Razzismo, nuova mozione dopo il no dell'Italia ALL'INDOMANI della presa di posizione dell'Unione Europea, di cui l'Italia, con il ministro degli Esteri Franco Frattini, è stata «apripista», pronta a boicottare Durban 2, il comitato responsabile dei preparativi ha diffuso una nuova stesura in cui sono stati eliminati dal documento della Conferenza di Ginevra i riferimenti a Israele e alla «diffamazione religiosa». Riferimenti a causa dei quali Stati Uniti, Canada e Italia avevano annunciato il ritiro dai negoziati preparatori in vista dell'appuntamento di Ginevra. La nuova bozza parla adesso solo di preoccupazioni relative a stereotipi sulle religioni e non contiene più le accuse a Israele, che veniva attaccato per la «politica di apartheid, razzismo e tortura» nei confronti dei palestinesi.

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Amnesty: <Cuba liberi 57 dissidenti> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-18 num: - pag: 19 categoria: REDAZIONALE L'appello Amnesty: «Cuba liberi 57 dissidenti» L'AVANA — Amnesty International chiede al governo cubano di «dimostrare il proprio impegno» verso i diritti umani, liberando 57 prigionieri politici incarcerati il 18 marzo di sei anni fa. «Non c'era alcun motivo per imprigionare, sei anni fa, queste 57 persone a maggior ragione non c'è alcun motivo per tenerli ancora in carcere», ha dichiarato Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty. I 57 fanno parte del gruppo di 75 persone arrestate nel 2003, e poi condannate a pene tra i 6 e i 28 anni di carcere, per avere, per l'accusa, ricevuto fondi da Ong situate negli Usa e finanziate dal governo di Washington. Amnesty si dice poi preoccupata per le «intimidazioni che stanno subendo gli attivisti per i diritti umani», soprattutto quelli coinvolti nella manifestazione di oggi a sostegno dei dissidenti incarcerati.

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- CUBA: SEI ANNI DOPO LA REPRESSIONE DI MARZO (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

18-03-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Marzo > Cuba: sei anni dopo la repressione di marzoContenuto della paginaCuba: Amnesty International chiede al governo di dimostrare il proprio impegno verso i diritti umani rilasciando i prigionieri di coscienzaCS040: 18/03/2009In occasione del sesto anniversario della repressione ai danni di attivisti politici e per i diritti umani del 18 marzo 2003, Amnesty International ha chiesto al governo cubano di rilasciare immediatamente 57 prigionieri di coscienza e rispettare il diritto alla libert d'espressione e d'associazione."Non c'era alcun motivo per imprigionare, sei anni fa, queste 57 persone e a maggior ragione non c' alcun motivo per tenerli ancora in carcere dato che l'unico 'reato' da loro commesso stato il pacifico esercizio del loro diritto alla libert d'espressione" - ha dichiarato Gerardo Ducos, ricercatore di Amnesty International su Cuba. Oltre alla situazione dei 57 prigionieri di coscienza, Amnesty International segue con preoccupazione la serie di intimidazioni che stanno subendo gli attivisti per i diritti umani, soprattutto quelli coinvolti nei preparativi per la manifestazione prevista oggi, 18 marzo.Il 10 marzo Ivonne Mallesa, esponente delle Donne in bianco, un'organizzazione formata da parenti e amiche delle persone arrestate nella repressione del marzo 2003, stata arrestata nella sua abitazione da uomini delle forze di sicurezza ed stata portata in una "casa de visita", una struttura governativa usata per svolgere incontri pubblici e convegni. Dopo quattro ore stata rilasciata senza alcuna accusa ma stata avvisata che sar condannata a 20 anni di carcere se continuer a prendere parte alle iniziative delle Donne in bianco."Le autorit cubane hanno parlato molte volte dell'importanza dei diritti umani. Ora hanno l'opportunit di passare dalle parole ai fatti, rilasciando coloro che sono stati imprigionati ingiustamente" - ha commentato Ducos.Ulteriori informazioniCinquantaquattro dei 57 prigionieri di coscienza fanno parte del gruppo originario di 75 persone arrestate nel corso della massiccia repressione del marzo 2003 contro il dissenso. Molti di loro vennero condannati per reati quali "azioni contro l'indipendenza dello stato", per avere, secondo l'accusa, ricevuto fondi o altro materiale da organizzazioni non governative situate negli Usa e finanziate dal governo di Washington. I processi furono frettolosi e irregolari e si conclusero con condanne dai sei ai 28 anni di carcere. Secondo le autorit, i 75 prigionieri di coscienza erano impegnati in attivit ritenute sovversive e dannose nei confronti di Cuba: pubblicare articoli o rilasciare interviste su mezzi d'informazione finanziati dal governo statunitense, avere contatti con organizzazioni internazionali per i diritti umani o con gruppi e singoli individui ritenuti ostili verso Cuba. Ventuno prigionieri di coscienza sono stati rilasciati, alcuni per motivi di salute o con la condizionale.Tra gli attuali prigionieri di coscienza figura Victor Rolando Arroyo Carmona, un bibliotecario indipendente e vicepresidente dell'organizzazione Forum per la riforma. stato arrestato il 18 marzo 2003 e condannato, neanche tre settimane dopo, a 26 anni di carcere. Secondo il capo d'accusa, aveva costituito una biblioteca contenente oltre 6000 volumi di carattere "reazionario", aveva collaborato con agenzie di stampa non accreditate presso il governo cubano e aveva vinto il premio "Hellman/Hammet" di Human Rights Watch. Si trova nella prigione Cuba S nella provincia di Holgun.FINE DEL COMUNICATO Roma, 18 marzo 2009 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail: press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

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Abu Omar, giudice Milano rinvia processo al 22 aprile (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

MILANO (Reuters) - Il giudice di Milano Oscar Magi ha rinviato oggi il processo per il presunto rapimento dell'ex imam di Milano, Abu Omar, al prossimo 22 aprile per permettere alle parti di leggere le motivazioni della sentenza con cui la Corte costituzionale la scorsa settimana ha detto che i magistrati milanesi non potevano usare documenti coperti dal segreto di Stato nel processo. La decisione della Consulta dell'11 marzo non ha direttamente annullato il processo in corso a Milano contro 33 imputati ma in sostanza ha eliminato dal dibattimento i documenti che ne hanno consentito il rinvio a giudizio. Ventisei americani e sette italiani sono accusati di aver rapito il religioso musulmano -- sospettato di terrorismo -- per strada a Milano nel 2003 e di averlo deportato in Egitto, durante una cosiddetta operazione di "rendition". Dal canto suo Abu Omar -- che è stato poi rilasciato nel 2007 -- sostiene di essere stato torturato e detenuto per anni senza accuse. "Non credo che il processo possa fermarsi. La Corte (Costituzionale) ha affermato la regolarità delle intercettazioni, la cui validità era stata messa in dubbio dal governo e da qualche difensore. Bisogna vedere in che termini la decisione inciderà sulle prove ancora da raccogliere. Certamente individuerà dei limiti che bisognerà rispettare quando si tratterà di porre le domande ai testimoni sul segreto di Stato", ha detto il pm di Milano Armando Spataro. Commentando la decisione del giudice di rinviare il processo ad aprile, Nicola Madia, avvocato dell'ex direttore del Sismi Niccolò Pollari, imputato nel procedimento, ha detto che "il giudice ha rinviato il processo perché finché non si conoscono le motivazioni è impossibile prevedere le conseguenze sul processo. Il comunicato diffuso dalla Consulta lascia immaginare che la decisione inciderà su atti relativi all'indagine preliminare e all'istruttoria". Nel dicembre scorso, il tribunale di Milano aveva sospeso il processo fino al prossimo 18 marzo in attesa della decisione della Consulta, dopo la richiesta delle difese e l'opposizione dell'esistenza del segreto di Stato, da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, su ordini e direttive impartite da Pollari ai suoi uomini. I pubblici ministeri durante il processo hanno sostenuto che l'attuale premier e il suo predecessore Romano Prodi abbiano utilizzato il segreto di Stato per ostacolare la giustizia. Un'accusa respinta da uno dei legali di Berlusconi, che l'ha definita un "intollerabile attacco". Washington ha difeso le rendition come un valido strumento di anti-terrorismo che ha prodotto importanti informazioni di intelligence e ha respinto le accuse di tortura.

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Caso Abu Omar. I segreti dell'agente Betulla (sezione: Diritti umani)

( da "Tempi" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Per una giusta causa Come può un magistrato cantar vittoria quando la Corte costituzionale sentenzia che ha violato il segreto di Stato? di Renato Farina Molte cose istruttive accadono in Italia e in Europa. È bello impararle. Il fatto è che purtroppo si apprendono meglio quando te le scrivono addosso con un artiglio. Senza esagerare con i lamenti, è il mio caso. E non sarebbe in fondo che un minuscolo fatto personale se non riguardasse l'Italia intera e ormai il nostro continente e oltre. Parlo della giustizia. Della formidabile mandibola stritolatrice di cui è dotato il Partito dei Procuratori e dei Giudici, e di cui fornirò qui il racconto di qualche impresa. Un caso molto personale Nel 2006, mentre stavo in una locanda a Kamen, vicino a Dortmund, con il mio figlio minore, all'alba venni svegliato da una telefonata. Ero prima di quell'istante un uomo felice. Con il proprio figlio, veder l'Italia battere allo stadio la Germania nella semifinale dei mondiali di calcio è il massimo. Mia moglie Vanda mi annunciò, come se fosse arrivato il fiorista, così da non spaventarmi, l'arrivo di polizia e carabinieri. Sequestri, notifiche. Ero lì catalogato come la fonte Betulla del Sismi, i servizi segreti, accusato di favoreggiamento nei confronti del Sismi. C'era di mezzo un presunto rapimento, di un certo imam Abu Omar, realizzato dalla Cia. Vi risparmio i dettagli. Sono forse anche troppo noti. Io ho sostenuto, e lo credo in coscienza, di aver agito per il bene, sia nel coinvolgermi con il Sismi durante il sequestro in Iraq di nostri connazionali, sia nel difendere la nostra intelligence, che è essenziale per la sicurezza nazionale in tempo di terrorismo islamico, dal lavoro di delegittimazione gestito da numerose centrali di potere e a mio giudizio in buona fede portato a compimento dalla magistratura di Milano. Ci ho scritto un libro su questa storia: Alias agente Betulla. Storia di uno 007 italiano, edizione Piemme. L'ho fatto per la mia sperabile posterità. Perché nipoti e pronipoti non credano agli insulti deturpanti a me riservati su internet. Sono certo un misero peccatore, ma non ho tradito né l'Italia, né la giustizia, né i miei lettori di Libero, di cui ero allora vicedirettore. Insomma, lì trovate la storia (quasi) completa. Di tutto quel che più mi doleva è stata la necessità molto materiale di tirarmi fuori da un processo infinito e costoso, che riguardava uno scontro all'interno dello Stato, e che avrebbe stritolato la mia famiglia. Ho patteggiato una pena (non una condanna!) di sei mesi tradotta in multa. Ma soprattutto mi ha ferito, quasi ucciso, il trattamento subìto dall'Ordine dei giornalisti. La radiazione. Ma accompagnata da una campagna preventiva e da dichiarazioni come se ci fosse un mostro davanti. Per questo ho pensato di dimettermi. Il motivo l'ho scritto proprio a Tempi (nr. 11 del 15 marzo 2007). Sarebbe stato un Tribunale del popolo con 130 giornalisti pronti a fucilarmi alla schiena. Facevano fede le dichiarazioni contro di me pronunciate sui sentito dire. Il consiglio regionale ratifica le mie dimissioni. Sono fuori. Invece l'Ordine nazionale insiste. Mi convoca ugualmente. Mi prendo una settimana per pensare. Poi decido. Non vado. Non posso essere processato dopo che mi sono dimesso. E per di più ho avuto la ratifica ufficiale di questa mia uscita. Vedevo qui la prova della decisione già presa. Non mi sono presentato. Sono stato giudicato in contumacia. Ho presentato appello in tribunale. Radiazione ribadita in primo grado. Lo prevedevo. Il professor Gianfranco Garancini, presidente dei giuristi cattolici, aveva scritto nella sua memoria contro di me e a tutela dell'Ordine autentiche falsità, e ancora oggi ne sono offeso. Il relatore della sentenza, cioè il protagonista di essa, era un leader di Magistratura democratica Poi eccomi all'appello. Nella corte chi c'è? Dio mio, non è possibile! Avevo appena finito di polemizzare aspramente con lui in Parlamento e sui giornali. Chi? Il giudice Filippo Lamanna. Sono certo della sua onestà e del mio pregiudizio, ma non posso fare a meno di riferire entrambi. Lui doveva stendere la sentenza su di me, lo stesso che aveva scritto quella su io direi contro Eluana Englaro! Capirete che mi rendo conto di essere vittima di un errore giudiziario, come minimo il secondo, e non certo il più grave del dottor Lamanna, che rispetto, ma perché me l'hanno fatto capitare a me? Ri-radiazione, e una montagna di spese processuali. Soprattutto però l'onta di motivazioni infamanti, ma anche abbastanza comiche. Si sostiene, ad esempio, che traduco in italiano se proprio fossi stato costretto dalla necessità a dovermi coinvolgere con il Sismi per salvare degli ostaggi (loro dicono: non è provato. Chiedano ai colleghi di Roma ) avrei dovuto contestualmente dimettermi dall'Ordine dei giornalisti. Magari con un comunicato? Magari scrivendo: siccome devo dare una mano ai servizi segreti per salvare dei giornalisti in pericolo mi dimetto dall'Ordine? Insomma, questo è il caso personale. Permettetemi di dire che è andata peggio a Eluana. Un caso piuttosto pubblico Pochi giorni dopo la mia arci-radiazione (ricorrerò in Cassazione, e poi alla Corte europea, esisterà pure un giudice da qualche parte), la Corte costituzionale decide a proposito del conflitto sorto tra governo italiano (Prodi e Berlusconi) e la procura, il gip e il giudice di Milano: il tutto a proposito di Abu Omar e del processo al Sismi. Risultato: 5 e mezzo a 0. Il comunicato ufficiale della Corte costituzionale è cristallino. Una paginetta dove si scrive che sono accolti (parzialmente) i tre ricorsi del governo. E sono dichiarati inammissibili o respinti quelli della magistratura di Milano. Il segreto di Stato è un bene che non confligge con lo Stato di diritto, ma è un limite alla giurisdizione in funzione di un bene intangibile quale è la sicurezza nazionale. E questo bene è stato violato dalla procura di Milano. La quale invece canta vittoria. Sostiene con comunicati ufficiali che ha stravinto. Com'è possibile? Il procuratore Manlio Minale e i procuratori aggiunti Armando Spataro e Federico Pomarici si dicono soddisfatti. Ma allora che bisogno c'era di dar lavoro alla Corte costituzionale per poi essere contenti di aver avuto torto? Se non gli davano torto ma ragione, che cosa dovevano dire allora? Non è questo un modo di ridicolizzare il lavoro serio di un organo costituzionale? E come si fa a essere compiaciuti per aver appreso di aver violato il Codice penale laddove si tutela il segreto di Stato? È un reato o se lo fanno i pm è un motivo di giubilo? Questa è l'Italia oggi. Se un cittadino viene sfiorato dalla magistratura è un uomo morto, ma se la magistratura infrange, secondo il giudizio della Corte costituzionale, le prerogative del governo quanto alla sicurezza nazionale, esplode di gioia. C'è da restare interdetti. Un caso europeo Per chi ha la fortuna di non averlo saputo, rivelo di essere un deputato italiano del Popolo della libertà (grazie a Berlusconi, Letta e Feltri). E sono anche delegato all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Il quale non c'entra con l'Unione Europea, e raccoglie paesi ben oltre i confini dell'Ue: sono 47, compresa la Russia, l'Armenia, la Turchia, la Bosnia e soprattutto la Svizzera! La Svizzera! Questo paese, insieme agli Stati nordici, fa la parte del leone. C'è un senatore ticinese che è stato presidente della Commissione più importante (forse) del Consiglio d'Europa (da cui dipende la famosa Corte dei diritti umani di Strasburgo), ed è Dick Marty. Un uomo colto e capace. È stato procuratore a Bellinzona. Appartiene ai radicali liberali elvetici. È lui che ha scritto il rapporto dove si condanna l'Italia per il rapimento di Abu Omar, senza aspettare gli esisti del processo: per lui le prove contro il direttore del Sismi generale Nicolò Pollari «sono eclatanti». Nel suo rapporto approvato nel 2006 cita ampiamente il pm Spataro, il quale lo ha chiamato a testimoniare dalla parte dell'accusa, in un circuito di magistrati d'accordo tra loro. Per combinazione sono stato nominato membro della Commissione diritti umani. Riunione a Mosca in novembre 2008. Rapporto sulla corruzione giudiziaria. Vedo tra gli esperti il nome di Piercamillo Davigo. L'unico paese degno di attenzione in sé quanto al fenomeno è l'Italia, e si sceglie come esperto Davigo. Il relatore del rapporto è un finlandese, domando ragione di questa scelta. Risposta (informale): me lo ha consigliato Dick Marty, a cui lo aveva raccomandato Spataro. Davigo cita come caso scandaloso il fatto che il Senato italiano ha votato una risoluzione per tutelare il diritto-dovere di un suo membro a presenziare ai lavori parlamentari quando coincidano con una convocazione a un processo. Lo contesto. Violando la riservatezza dovuta a queste riunioni, uscendo dall'aula lo vedo confabulare con il corrispondente da Mosca dell'Ansa, che, infatti, fornisce una cronaca di una riunione non-pubblica con la versione tutta dalla parte di Davigo. 1 marzo 2009, riunione nel Principato di Monaco. Dick Marty propone una risoluzione dove si attacca il segreto di Stato. Si attacca l'Italia perché lo vuole mantenere. Cita una frase di Sandro Pertini sul terrorismo sconfitto nelle aule giudiziarie e non negli stadi, pronunciata una settimana prima da Spataro. Marty accusa i governi Prodi e Berlusconi, con le stesse parole di Spataro. Mi rendo conto che i diritti umani sono ormai un campo nelle mani dei pm. Lo Stato di diritto è ciò che essi stabiliscono, la loro penetrazione è universale. E penso che trovandomi come accusatore il loro capo, cioè Armando Spataro, dinanzi a cui mi levo il cappello, mi è andata ancora bene

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Ddl sicurezza, rivolta nel Pdl "Norme inaccettabili, niente fiducia" (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

ROMA - Cento deputati del Popolo delle Libertà chiedono al premier Silvio Berlusconi di non porre la fiducia sul ddl sicurezza perché nel provvedimento sono contenute "norme inaccettabili", come quella che obbliga i medici, "ma anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici" a denunciare gli immigrati clandestini. La richiesta è contenuta in una lettera inviata al presidente del Consiglio e diffusa da Alessandra Mussolini, presidente della Commissione bicamerale per l'infanzia. "Ti chiediamo - si legge nella lettera inviata a Berlusconi- di non porre la fiducia sul disegno di legge 2180. In esso sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili e che necessitano di indispensabili correzioni. Siamo certi che ne converrai anche tu, quando potrai renderti conto di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell'infanzia e della maternità". "Si sostiene che questo ddl non obblighi il medico a denunciare l'immigrato clandestino che si presenti per essere curato ai posti di pronto soccorso, in ospedale, o nei centri di vaccinazione. Non è così. Anzi - scrivono i firmatari della lettera - l'obbligo di denuncia potrà riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici". (18 marzo 2009

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Savona: il Pd aderisce alla Marcia dei Diritti dei Migranti (sezione: Diritti umani)

( da "Savona news" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Savona: il Pd aderisce alla Marcia dei Diritti dei Migranti Il Partito democratico provinciale aderisce alla Marcia dei Diritti dei Migranti prevista per il 20 marzo e condivide i contenuti della piattaforma programmatica presentata e sottoscritta dal Forum Savonese del Terzo Settore e dalla Rete Immigrazione e Intercultura Savonese. Il PD pur consapevole che il tema della sicurezza richiede come risposta una pluralità di interventi funzionali alle richieste dei cittadini, ritiene che le misure adottate o da adottare non debbano mai essere lesive dei diritti umani né minare la coesione civile del Paese, già troppo provata. Le misure previste dal ?decreto sicurezza? non rispondono ai valori sopra indicati, bensì ledono i principi di eguaglianza, di solidarietà, di equità sociale. La soluzione dei problemi di rapporto tra cittadini italiani e migranti non consiste nella adozione di misure ?protezionistiche? nei riguardi dei primi né discriminanti nei riguardi dei secondi, ma nella costruzione di politiche di accoglienza e di inclusione nel rispetto di una corretta applicazione di leggi ?eque? e non nella individuazione di misure volte ad ?escludere? e a ?respingere?, favorendo in tal modo il mantenimento di paure più o meno incontrollabili nei riguardi del diverso da sé. Pertanto è necessario promuovere anche nella nostra provincia un processo culturale fondato sull?accettazione dell?altro, sull?affermazione del principio della diversità, che attinga a una concezione veramente ?laica? che eviti forme di categorizzazione di singoli o di gruppi. Il PD sostiene le richieste del RIIS Forum di Savona, quali:la garanzia dei diritti; gli interventi legislativi funzionali alla situazione in atto; la semplificazione delle procedure e l?adozione di forme di consultazione permanente dei cittadini migranti fino alla concessione del diritto di voto amministrativo a coloro che sono in possesso del permesso di soggiorno CE per lungo soggiornanti. Infine riteniamo utile un incontro tra il partito democratico ed il Comitato Promotore della Marcia dei Migranti e le Associazioni dei cittadini stranieri per approfondire le tematiche evidenziate nei documenti e ricercare soluzioni comuni rispetto ai problemi sollevati.

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Cinema/ Firenze, 'Diritti umani e dignità sul grande (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 18 mar. (Apcom) - Parte domani all'Auditorium Stensen di Firenze il ciclo di film e incontri su lavoro, istruzione, terra, salute e responsabilità d'impresa. La rassegna di Amnesty International, dal titolo 'Diritti umani e dignità sul grande schermo', propone cinque appuntamenti cinematografici ogni giovedì alle 21. Ad aprire gli incontri, che anticipano la prossima campagna internazionale di Amnesty International sui diritti economici e sociali, sarà 'In questo mondo libero' di Ken Loach. Subito dopo la proiezione ci sarà l'incontro con Ditila Hako, responsabile sezione immigrati della Cgil Toscana, e un immigrato del Senegal. La rassegna prosegue il 26 marzo con 'Non uno di meno' di Zhang Yimou e dibattito con Alessandra Buyet, presidente Unicef Toscana e Massimo Seriacopi; il 2 aprile ci sarà 'Bird watchers - La terra degli uomini rossi' di Marco Bechis e l'incontro con Marina Forti, capo servizio esteri de 'Il Manifesto'; il 9 aprile verrà proiettato 'The constant gardener' e il 16 aprile si concluderà con 'The corporation'.

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Kirghizistan/ Opposizione: arresti tra militanti anti-Bakiev (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Bishkek, 18 mar. (Ap-Apcom-Nuova Europa) - Diversi importanti militanti per i diritti umani e dell'opposizione al presidente Kurmanbek Bakiev sarebbero stati arrestati. La denuncia arriva oggi dal portavoce del principale partito di minoranza Ata-Meken, Zhoormat Saparbaev. Secondo la ricostruzione fornita dall'esponente dell'opposizione, circa una trentina di poliziotti avrebbero circondato una cerimonia per il settimo anniversario della morte di sei manifestanti e avrebbero arrestato quattro persone. La pressione politica è in netta crescita recentemente nell'ex repubblica sovietica in vista delle possibili elezioni presidenziali, che si potrebbero tenere quest'anno. Per il 27 marzo sono in programma in tutto il Kirghizistan manifestazioni per chiedere le dimissioni di Bakiev, accusato dai suoi avversari anche della recente morte del suo ex capo di gabinetto Medet Sadyrkulov.

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Gambia/ Accusati di stregoneria, costretti a bere pozione (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 18 mar. (Apcom) - Circa mille abitanti di villaggi in Gambia sono stati portati da "medici anti-stregoni" in centri segreti di detenzione e costretti a bere pozioni che hanno causato calcoli renali e la morte di due di loro. E' quanto scrive la Bbc riportando una denuncia di Amnesty International. Il gruppo per la difesa dei diritti umani sostiene che in quest'operazione questi 'medici' speciali hanno goduto del supporto dell'esercito e delle autorità locali. Le vittime prescelte erano per lo più anziani. Oltre all'intruglio, sono stati picchiati e costretti a confessare di essere stregoni. Kate Allen, direttrice di Amnesty in Gran Bretagna, spiega che centinaia di persone dal Gambia sono fuggite nel vicino Senegal per fuggire ai caccia-stregoni provenienti dalla Guinea. Sarebbero stati invitati in Gambia dopo la morte della zia del presidente Yahya Jammeh, avvenuta all'inizio dell'anno, di cui sarebbe stata ritenuta responsabile la stregoneria. I fatti sono avvenuti nel distretto di Foni Kansala, vicino alla casa del presidente a Kanilai.

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DIRITTI. "Non aver paura! Apriti agli altri". Campagna nazionale contro il razzismo (sezione: Diritti umani)

( da "HelpConsumatori" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

News DIRITTI. "Non aver paura! Apriti agli altri". Campagna nazionale contro il razzismo 18/03/2009 - 13:14 Non aver paura! E' questo lo slogan dello campagna nazionale contro il razzismo, lanciata oggi al teatro Ambra Jovinelli di Roma. Dunque un'esortazione a non aver paura e ad aprirsi agli altri, per conoscerli e per capire che spesso è lo stereotipo del diverso che la società ci impone a generare la paura. Sono 26 le organizzazioni che fanno parte del comitato promotore della campagna, le principali associazioni che in Italia si occupano di rifugiati ed immigrati, tra cui l'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, numerose associazioni laiche e religiose, insieme a Ong internazionali e ai principali sindacati. "Questa è una campagna rivolta alle persone" ha esordito così Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, nel suo intervento alla presentazione della campagna. "Non a caso abbiamo scelto la giornata di oggi per lanciare questa campagna per ricordare che tra 3 giorni, il 21 marzo, si celebra la Giornata mondiale contro il razzismo, voluta dalle Nazioni Unite. Crediamo - ha aggiunto Boldrini - di aver riunito, in questa campagna, una grandissima fetta della società civile italiana e tutti insieme abbiamo condiviso la stessa analisi: da troppi anni la politica ha coniugato il tema dell'immigrazione con quello della sicurezza, confondendoli, e i media hanno dato ampio spazio alla cronaca nera, utilizzando sempre termini allarmisti e sensazionalistici. Questo - ha sottolineato Boldrini - non ha resa un'immagine reale alla gente del fenomeno dell'immigrazione e credo che gran parte della paura degli italiani sia collegata a questa falsa immagine. Da una semplice ricerca che abbiamo condotto da marzo 2008 a marzo 2009 abbiamo raccolto 8 pagine di eventi di questa cronaca nera, che possono etichettare questo come un anno da dimenticare". E allora l'obiettivo di questa campagna è soprattutto uno, chiaro e deciso: "promuovere la conoscenza reciproca per aiutare tutti ad uscire dallo stereotipo che genera la paura". "Purtroppo - ha concluso Laura Boldrini - nessuno è esente dal pregiudizio che si propaga attraverso un fenomeno a cascata. Crediamo, invece, che molte persone di questo paese la pensino come noi e per questo proponiamo un Manifesto in cui abbiamo semplicemente enunciato una serie di articoli della Costituzione e di principi della Carta fondamentale dei Diritti Umani. Alle istituzioni chiediamo di firmare la Carta di intenti che abbiamo preparato e ai giornalisti chiediamo di rispettare la Carta di Roma, che è un documento deontologico ufficiale, promosso dall'Ordine a giugno scorso". Quali sono gli impegni che si chiedono alle istituzioni e alla politica? "Nella consapevolezza che più di quattro milioni di persone di origine straniera vivono oggi in Italia, in gran parte lavoratrici e lavoratori che contribuiscono al benessere di questo Paese e che, lentamente e faticosamente, sono entrate a far parte della nostra comunità" - si legge nella Dichiarazione sottoscritta dalle 27 organizzazioni promotrici della campagna - mi impegno a lavorare per spezzare il corto circuito creato da paura, razzismo e xenofobia; a non usare affermazioni discriminatorie o distorte relative a persone di origine straniera o improprie associazioni di argomenti, e a evitare di creare allarmi ingiustificati e generalizzazioni che ingenerano razzismo e intolleranza; a diffondere l'idea che non si possono difendere i diritti dei cittadini italiani senza affermare i diritti di ogni individuo". La giornata di oggi ha quindi posto l'accento sulla necessità di sensibilizzare il nostro Paese sul tema dei diritti dei migranti che non sono necessariamente quelli che ci descrivono le cronache più o meno recenti, ma sono persone con problemi come i nostri e più gravi dei nostri. "Per questo è importante lanciare un appello, soprattutto affinché l'immigrato venga visto in modo diverso, nei termini positivi del contributo che egli porta alla nostra società e non solo in termini di espulsione - ha detto Salvatore Marino, attore italiano di origine eritrea - L'Italia da qualche anno sta cominciando a strutturarsi come società multietnica, visto che ci sono molti giovani nati qui, quindi di cultura italiana, ma di pelle scura. Io, ad esempio, sono nato dalla mescolanza di due culture, quella eritrea e quella italiana, e posso dire di aver avuto numerose vicissitudini, di cui alcune abbastanza gravi. Io non credo che l'italiano in sé abbia problemi di razzismo, forse è piuttosto la paura di perdere quel piccolo spazio che si possiede. Ma per superare la paura bisogna aprirsi verso il prossimo che non conosciamo; solo così possiamo capire chi sono gli altri e cosa possono darci. Lo scambio in questo senso diventa positivo. Gli ospiti devono rispettare il Paese che li sta ospitando e gli altri devono avere la curiosità di conoscerli". E Salvatore Marino è uno dei 5 attori dello spot della campagna, uno spot radiotelevisivo di 30 e 60 secondi, che verrà diffuso dai principali canali di informazione. Sotto la regia di Mimmo Calopresti, Lello Arena, Francesca Reggiani, Salvatore Marino, Cumbo Sall e Viorel Samuel Cirpaciu, raccontano il razzismo facendo leva sull'ironia e sull'idea che l'intolleranza può diventare un'assurda tentazione e dar vita ad una tragica catena. Viorel Samuel Cirpaciu è un bambino Rom di 11 anni, con una pesante esperienza alle spalle: ha vissuto in un campo nomade irregolare che ha preso fuoco; ha partecipato ad un percorso di recupero e ricorda di quel periodo lo "spauracchio". Ed è proprio lo "spauracchio", il fantasmino giallo, che è diventato il simbolo di questa campagna. L'autore del fantasmino è, ovviamente, Viorel Samuel Cirpaciu. di Antonella Giordano 2009 - redattore: GA

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Sicurezza, 100 del Pdl dicono no a fiducia (sezione: Diritti umani)

( da "AudioNews.it" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

mercoledì 18 marzo 2009 14.40 Politica Sicurezza, 100 del Pdl dicono no a fiducia 13.42: E' polemica all'interno della maggioranza sul ddl sicurezza. Cento deputati del Pdl, hanno chiesto a Berlusconi di non porre la fiducia sul provvedimento all'esame delle Commissioni alla Camera. Sotto accusa alcune norme definite inaccettabili per il rispetto dei diritti umani, come la possibilità per i medici di denunciare gli immigrati clandestini.

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Niente Ue se non parte la riforma (sezione: Diritti umani)

( da "Denaro, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mediterraneo turchia Niente Ue se non parte la riforma Dubbi dei parlamentari anche sul livello di libertà consentita alla stampa Simone d'Antonio Il Parlamento europeo esprime riserve sul processo di adesione della Turchia all'Unione europea. Approvando una serie di risoluzioni sull'andamento dei negoziati con i paesi candidati all'ingresso (Croazia, Turchia e Macedonia), l'assemblea di Strasburgo esprime preoccupazione per il continuo rallentamento del processo di riforma avviato dalla Turchia, senza sostanziali progressi da tre anni. Il Parlamento invita il governo turco "a dare prova della propria volontà politica di portare avanti il processo di riforma". Strasburgo chiede ad Recep Tayyip Erdogan di proseguire il profondo rinnovamento della costituzione, provvedendo alla stesura di una nuova costituzione civile imperniata sulla tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, associando partiti politici, società civile e minoranze etniche e religiose a tale sforzo. Nella relazione gli europarlamentari esprimono perplessità sulla scarsa tutela della libertà di espressione e di stampa e denuncia "la frequente censura di sit web o le pressioni e i processi ai danni di giornalisti critici". Sviluppare un quadro giuridico per tutelare l'esercizio delle regolari attività delle comunità religiose è una priorità riaffermata dal testo approvato da Strasburgo, che spinge per un migliore riconoscimento dei diritti della donna ed una concreta responsabilizzazione delle donne nella politica e nel mondo del lavoro. Sul fronte economico e sociale, il Parlamento accoglie la valutazione positiva della Commissione sul funzionamento dell'economica di mercato turca ed esprime apprezzamento per provvedimenti di sicurezza sociale, come il pacchetto occupazione del maggio 2008 e l'adozione della legge sulla previdenza sociale. Il Parlamento invita inoltre la Turchia a risolvere i principali nodi di politica interna e di vicinato, primo fra tutti la questione curda ma anche quella cipriota : i parlamentari esprimono disappunto sulla mancata applicazione degli accordi con l'Ue su Cipro ma appoggiano i negoziati attualmente in corso, invitando la Turchia a ritirare le proprie truppe per consentire " ai due leader di negoziare liberamente il futuro del loro paese". del 18-03-2009 num.

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Per la regina Rania premio a Lisbona (sezione: Diritti umani)

( da "Denaro, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mediterraneo giordania Per la regina Rania premio a Lisbona La regina Rania di Giordania e l'ex presidente della repubblica portoghese Jorge Sampaio hanno ricevuto a Lisbona il Premio Nord-Sud 2008 del Consiglio d'Europa durante una cerimonia nel parlamento portoghese. Il premio e' stato consegnato dal capo dello stato portoghese, Anibal Cavaco Silva, in presenza di re Abdallah di Giordania. Il Centro Nord-Sud attribuisce dal 1995 il premio - una statuetta di marmo portoghese con una base in legno africano - a due personalita', una del nord e una del sud del mondo. Il Centro, con sede a Lisbona, e' una emanazione del Consiglio d'Europa e ha come obiettivo la difesa dei diritti umani e della democrazia, e la conoscenza reciproca e la solidarieta' fra nord e sud del mondo. Del Centro fanno parte venti Paesi fra cui l'Italia. Fra i premiati degli anni passati figura Emma Bonino. In un'intervista al giornale ''Diario de Noticias'' la regina Rania ha auspicato la ripresa del dialogo e del negoziato per risolvere i problemi del Medio Oriente. Rania ha affermato che ''la situazione delle donne ha registrato progressi in molti Paesi arabi, ma c'e' ancora parecchio cammino da fare. La maggiore sfida oggi per le donne arabe e' cambiare la mentalita' degli uomini, e posso dire che sta cambiando''. del 18-03-2009 num.

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Un calvario di foto sull'orrore dei gulag e dello stalinismo (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CULTURA 18-03-2009 Mostra Dipartimento di Lingue dell'Ateneo Un calvario di foto sull'orrore dei gulag e dello stalinismo La rassegna «Storia e immagini dai lager di Stalin» propone documenti anche su internati italiani Stefania Provinciali II Nel cuore della mostra l'immagine di Aleksandr Solenicyn riporta ad Arcipelago Gulag, alla lucida e precisa narrazione in cui l'autore mette a fuoco il periodo di dittatura comunista in Unione Sovietica, il terrificante utilizzo della giustizia politica e dei campi di concentramento amministrati dal Gulag, la Direzione principale dei lager. Accanto storie di uomini la cui vita e la cui morte è strettamente legata a quelle vicende, quando tra gli inizi degli anni Trenta e il 1953, anno della morte di Stalin, furono creati sul territorio sovietico circa 500 lager ciascuno dei quali poteva accogliere da poche decine di individui sino a centinaia di migliaia di detenuti. Allo stato attuale della documentazione si calcola che furono circa tra i 22 e i 27 milioni le persone che, per brevi o lunghi periodi, furono vittime del sistema repressivo sovietico. La mostra dal titolo «Storia e immagini dai lager di Stalin» inserita nell'ambito del Festival dei diritti umani della Provincia di Parma, è organizzata dall'Associazione Memorial Italia (che ha messo a disposizione le foto) in collaborazione con la Cattedra di letteratura russa dell'Università di Parma ed è visibile ogni pomeriggio dalle 15 alle 19,30 fino a venerdì nel Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere della Facoltà di Lettere e Filosofia, in viale S. Michele. I pannelli fotografici ed esplicativi di forte impatto visivo per la tragicità del racconto fanno parte di un ampio materiale documentario sulle vittime italiane delle repressioni staliniane, la cui memoria è tenuta viva dall'Associazione Memorial Italia impegnata nella divulgazione dei materiali archivistici e fotografici. Accanto alle immagini storie di vita delineate con date e chiarezza di particolari, lungo un percorso che documenta nomi, cognomi, volti, tragedie vissute dall'uomo attraverso la mano dell'uomo. Storie pressoché sconosciute che solo un ampio lavoro di ricerca ha potuto e può portar alla luce utilizzando fascicoli istruttori, pratiche di riabilitazione, corrispondenza e fotografie. Da qui biografie ed immagini di alcuni degli italiani nei lager, il macellaio Arduino Lazzaretti, l'operaio Cafiero Lucchesi, il muratore Dino Maestrelli, Cesare Marchionni, Sante Silimbani e che nei lager morirono. Accanto altri nomi ed altre storie che fanno parte degli archivi, uniti in questa tragica vicende dove ogni diritto umano è calpestato. In un'ottica esplicativa figurano le grandi opere a cui gente di diversa nazionalità lavorò , dalla costruzione della ferrovia Bajkal-Amur, al canale che doveva unire Mar Bianco e Mar Baltico, il Belomarkanal, ad altri «compiti » eseguiti in condizioni estremamente drammatiche. La mostra si delinea così quale importante documento per la storia dei popoli e per quella singola, degli uomini, delle donne dei bambini divenuti parte di una memoria collettiva. Repressione e martirio Prigionieri di un gulag sovietico.

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Il crollodi Ibla (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il crollo di Ibla Il ?Noi non segnaliamo day?, organizzato da Medici senza frontiere, Società italiana di medicina delle migrazioni, Associazione studi giuridici sull'immigrazione e Osservatorio italiano di salute globale ha avuto seguito anche a Ragusa. Ieri mattina in piazza Libertà si è avuto uno stand per raccogliere firme affinché venga impedito l'emendamento che permetterebbe ai medici di segnalare i cittadini extracomunitari irregolari. Un'ipotesi che allarma ?perché il rischio di segnalazione e denuncia contestuale alla prestazione sanitaria creerebbe nell'immigrato una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l'accesso alle strutture sanitarie?. A Ragusa il gazebo è stato organizzato dalla Caritas diocesana con l'adesione del Comune di Ragusa, dell'Ordine dei Medici di Ragusa, del Consorzio la Città Solidale, dell'associazione Mecca Melchita, della cooperativa Il Dono, dell'associazione per i diritti Umani, delle Acli, dell'associazione Oasi Famiglia ed ancora di Uciim, Fuci e Meic. ?L'iniziativa era tesa alla sensibilizzazione sul tentativo, all'interno del pacchetto sicurezza, di emendare la legge 286/98 che prevede l'accesso alle strutture sanitarie dello straniero non in regola - spiega Domenico Leggio, direttore della Caritas di Ragusa - L'emendamento vorrebbe modificare questa possibilità sostenendo che l'immigrato non in regola può essere denunciato dal medico. Questo diventerebbe una preoccupazione per gli immigrati non in regola che dunque non andrebbero nei presidi sanitari a farsi curare. Potrebbe nascere anche una pericolosa sanità parallela che si verrebbe a creare per dare risposta ai non regolari. Penso, ad esempio, alle donne in gravidanza che non andrebbero ai consultori ma in strutture magari non autorizzate. Non si può demandare alla decisione del medico un principio costituzionale. L'articolo 32 della Costituzione dice che deve essere tutelata la salute in quanto riconosciuta come pieno diritto delle persone?. Si nota già una certa flessione sugli accessi ai servizi da parte di persone irregolari. La petizione é stata avviata ieri mattina in piazza Libertà ma continuerà presso i centri di ascolto e presso la Caritas e nelle associazioni che hanno aderito all'iniziativa. Inoltre l'appello ai parlamentari affinché non cancellino il principio di ?non segnalazione all'autorità gli stranieri privi di permesso che chiedono cure? ha già raccolto, attraverso il sito www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it, più di 23mila sottoscrizioni. M. B.

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<Trasferire le emozioni nelle scuole> (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

premio 8 marzo «Trasferire le emozioni nelle scuole» «Una intuizione che ha consentito di trasferire emozioni nelle scuole». E' la sintesi di Marika Cirone Di Marco che ha introdotto i lavori del «Premio-Scuola 8 Marzo» organizzato dalla Rete dei Centri Antiviolenza Le Nereidi e dal Club delle Donne. La manifestazione conclusiva è stata ospitata all'auditorium dell'Insolera grazie alla disponibilità del preside Giuseppe Mammano. Raffaella Mauceri nel suo intervento ha evidenziato come «essere pari non significa essere uguali, significa avere gli stessi diritti davanti alla legge. E le donne non sono, non vogliono e non devono essere uguali agli uomini. Le donne vogliono e devono ma non sono pari agli uomini, giacché in nessuna parte del mondo godono degli stessi diritti, e non soltanto dei diritti civili ma spesso nemmeno dei diritti umani». Apprezzato e applaudito l'intervento di Annamaria Piccione, nota scrittrice per ragazzi, presidente della giuria del premio. Giuria (composta anche dalla giornalista Laura Valvo) che dopo la selezione dei lavori presentati dagli studenti delle scuole superiori di tutta la provincia ha decretato i vincitori del concorso: per la sezione multimediale il primo premio è andato a Cinzia Chimirri (liceo classico Gargallo), il 2° premio a Luana Conte dell'Insolera; il 3° premio a Serena Fiducia del liceo di Floridia. Sempre per la sezione multimediale sono stati segnalati Valentina Di Stefano, Vanessa Vizzini, Giovanna Arfò del «Bartolo» di Pachino; Roberta Barresi, Francesco Davì, Federica Tinè e Federica Zagarella dell'Insolera; Adriana Abela e Mariel Rocio Serafini del Principe di Napoli. Per la sezione scrittura primo premio a Roberta Interliggi, Alberto Arceri, Giulia Marino e Jennifer Messina del liceo scientifico Francofonte; il 2° premio a Maria Concetta Trapani del Gargallo, il 3° premio a Maria Teresa Pizzo del Liceo di Palazzolo. Segnalazioni per Lucy Macauda e A. Maria Gennaro (Rosolini); Olga Rizza (Pachino); Umberto Confalonieri (Avola); M. Paola Gallo (Palazzolo); Marika Monti (Corbino); Chiara Costanzo (Augusta), Alessandra Venuti (Quintiliano). L'assessore provinciale alla Pubblica istruzione Giuseppina Ignaccolo ha annunciato che dal prossimo anno il premio «8 marzo» sarà sostenuto dalla Provincia regionale. l. s.

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Sicurezza, i deputati Pdl al premier: niente fiducia (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 66 del 2009-03-18 pagina 0 Sicurezza, i deputati Pdl al premier: niente fiducia di Redazione Cento deputati del Pdl hanno scritto a Berlusconi per chiedergli di non porre la fiducia sul ddl. "Norme inaccettabili: necessitano di correzioni". E spiegano: "Contro la nostra coscienza". Polemiche sui bimbi invisibili Roma - Cento deputati del Pdl - Alessandra Mussolini in testa - hanno scritto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per chiedergli di non porre la fiducia sul disegno di legge sulla sicurezza. "In esso sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili, che necessitano di indispensabili correzioni. Siamo certi che ne converrai anche tu, quando potrai renderti conto di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e crediamo la tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati azzurri Cento deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini, hanno chiesto a Berlusconi di non porre la fiducia sul decreto sicurezza perchè l?introduzione del reato di clandestinità le norme riguardanti la denuncia dei clandestini da parte dei medici (ma, secondo i firmatari anche da parte degli insegnanti) sono "inaccettabili". "Sono convinta - dice la Mussolini - di poter contare sull?appoggio del presidente Fini". I parlamentari firmatari (nessuno dei quali è della Lega Nord) aggiungono d?esser certi che il premier si renderà conto di "come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della maternità". Il nodo della denuncia dei medici Nella lettera si respinge l?interpretazione secondo cui il provvedimento non obblighi i medici alla denuncia dei clandestini che si presentano in ospedale o nei centri di vaccinazione: "Non è così. Anzi, l?obbligo di denuncia potrà riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici". E ciò proprio a causa dell?introduzione in sede penale del reato di clandestinità: in caso di mancata denuncia, infatti, medici e insegnanti violerebbero gli art. 361 e 362 c.p., cioè "il reato di omessa denuncia da parte del pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio". Sarebbe, sottolineano i firmatari della lettera, "una vera e propria trappola per bambini, da attirare con l?obbligo dell?istruzione, così da individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o dell?educatore". Il risultato sarebbe escludere bambini e donne in gravidanza dai livelli educativi e sanitari, con rischi per tutti e un "regresso spaventoso in fatto di civiltà". Solo se non sarà posta la fiducia, concludono, sarà possibile porre rimedio a quello che altrimenti sarebbe un "errore imperdonabile". La carica dei 101 A firmare, oltre alla Mussolini, sono tra gli altri Souad Sbai, Valentina Aprea, Mario Landolfi, Beatrice Lorenzin, Fiamma Nirenstein e Enrico Costa. Nel primo pomeriggio è arrivata, poi, la firma di Gaetano Pecorella. "Siamo la carica dei 101 - ha esultato la Mussolini - hanno sottoscritto quest?appello cento deputati, ai quali nell?ultima ora si è aggiunto anche l?onorevole Pecorella". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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PAOLA DEL VECCHIO MADRID. SONO LE UNICHE DISCRIMINATE NELLA SPAGNA ZAPATERIANA DEI DIRITTI UMANI ... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

PAOLA DEL VECCHIO Madrid. Sono le uniche discriminate nella Spagna zapateriana dei diritti umani riconosciuti perfino agli scimpanzé. Sono le donne che, in pieno XXI secolo, non possono svolgere il calcio professionistico, perchè negli statuti della Real Federacion Española si nega al calcio femminile la possibilità di ottenere licenze professionali. Ma ora le quote rosa dei campi hanno deciso di far sentire la propria voce. A capitanare la battaglia, è il club di calcio femminile di Caceres (Estremadura), squadra del V gruppo di Prima divisione nazionale, attraverso il capitano Maria Angela Garcia e il presidente, Maria José Lopez, determinate a scuotere dalle fondamenta l'antico pregiudizio. «Abbiamo inviato a vari organismi uno studio giuridico e ne stiamo elaborando un altro di carattere sportivo», spiegano. L'obiettivo è abbattere barriere che, nel calcio come in altri sport, di fatto già non esistono. «Molti si mostrano sopresi che ancora non ci riconoscano come professioniste, ma alla Federcalcio, più volte investita della questione, non ci prestano attenzione», denunciano le giocatrici del Caceres, che si sono rivolte alla Federazione internazionale calciatori professionisti. Oltre 24.000 donne, il 3% del totale dei calciatori, praticano il calcio in Spagna, dove esiste una rigida differenza fra sportivi professionisti e amatori. La legge sullo sport riconosce come competizioni professionistiche solo la Liga Bbva, di prima divisione, la Liga Adelante, nel calcio maschile, e la Liga Acb di basket maschile. La pallamano, di cui la Spagna è campione a livello mondiale, non rientra nel gotha. Le calciatrici praticamente non hanno diritti lavorativi, dato che le loro prestazioni non sono disciplinate dallo Statuto dei lavoratori, né godono di un contratto collettivo. Solo il basket femminile è stato pioniere al riguardo, con la stipula del contratto collettivo nel 2008. Tenniste e golfiste sono professioniste autonome che stipulano contratti privati coi propri sponsor. In campo calcistico, è il caso di Milene Dominguez, alias «Ronaldinha», ex moglie di Ronaldo, che dichiarò entrate per 252.000 euro nella stagione 2002-2003, nella maggior parte (216.000) provenienti dai diritti di immagine pagati dai patrocinatori. Ronaldinha ha perduto offerte succulente, come l'ingaggio da 60.000 euro del Torrejon, per il divieto esistente per le straniere di giocare nei tornei professionistici. Ma è stata a suo modo pioniera riuscendo a ottenere che la Federcalcio accettasse due straniere per squadra nella Superliga.

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Immigrati/ Franco (Pd): Se parlamentari Pdl coerenti votino... (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 18 mar. (Apcom) - "Finalmente anche nei parlamentari del Pdl fanno breccia i nostri argomenti: il decreto sicurezza contiene norme profondamente inumane come quella sulla denuncia degli immigrati clandestini da parte dei medici". Lo dice la senatrice Vittoria Franco, responsabile Pari Opportunità del Pd. "La cancellazione del divieto da parte dei medici di denunciare loro pazienti clandestini - sottolinea Franco - è una misura pericolosa per la salute, sia delle persone migranti che dei cittadini italiani. Non riuscire a controllare focolai di infezione come quello della tubercolosi, ad esempio, può recare un danno gravissimo alla salute di tutti. Si tratta di una misura che mette a rischio la salute e alcuni altri diritti umani fondamentali e che è dunque inaccettabile. E' un fatto positivo che i parlamentari del Pdl abbiano scritto a Berlusconi per evidenziare questo fatto - conclude l'esponente del Pd -, ora ci auguriamo che siano coerenti e, qualora la norma venisse confermata, votino contro un provvedimento di inaudita gravità e disumanità".

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"Cuba rilasci i prigionieri politici" (sezione: Diritti umani)

( da "City" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

"Cuba rilasci i prigionieri politici" Lo ha chiesto ieri Amnesty International che parla di 57 prigionieri di coscienza arrestati nel 2003 solo per il "pacifico esercizio del diritto alla libertà d'espressione". L'organizzazione si è detta "preoccupata" anche per "la serie di intimidazioni che stanno subendo gli attivisti per i diritti umani". 18 marzo 2009

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Sicurezza, i deputati Pdl al... (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 66 del 2009-03-18 pagina 0 Sicurezza, i deputati Pdl al premier: niente fiducia di Redazione 170 deputati hanno scritto a Berlusconi per chiedergli di non porre la fiducia sul ddl. "Norme inaccettabili: necessitano di correzioni". E spiegano: "Contro la nostra coscienza". Settimana prossima si riunirà il gruppo Roma - Centosettanta deputati del Pdl - Alessandra Mussolini in testa - hanno scritto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per chiedergli di non porre la fiducia sul disegno di legge sulla sicurezza. "In esso sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili, che necessitano di indispensabili correzioni. Siamo certi che ne converrai anche tu, quando potrai renderti conto di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e crediamo la tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati azzurri Centosettanta deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini, hanno chiesto a Berlusconi di non porre la fiducia sul decreto sicurezza perchè l?introduzione del reato di clandestinità le norme riguardanti la denuncia dei clandestini da parte dei medici (ma, secondo i firmatari anche da parte degli insegnanti) sono "inaccettabili". "Sono convinta - dice la Mussolini - di poter contare sull?appoggio del presidente Fini". I parlamentari firmatari (nessuno dei quali è della Lega Nord) aggiungono d?esser certi che il premier si renderà conto di "come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della maternità". Il nodo della denuncia dei medici Nella lettera si respinge l?interpretazione secondo cui il provvedimento non obblighi i medici alla denuncia dei clandestini che si presentano in ospedale o nei centri di vaccinazione: "Non è così. Anzi, l?obbligo di denuncia potrà riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici". E ciò proprio a causa dell?introduzione in sede penale del reato di clandestinità: in caso di mancata denuncia, infatti, medici e insegnanti violerebbero gli art. 361 e 362 c.p., cioè "il reato di omessa denuncia da parte del pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio". Sarebbe, sottolineano i firmatari della lettera, "una vera e propria trappola per bambini, da attirare con l?obbligo dell?istruzione, così da individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o dell?educatore". Il risultato sarebbe escludere bambini e donne in gravidanza dai livelli educativi e sanitari, con rischi per tutti e un "regresso spaventoso in fatto di civiltà". Solo se non sarà posta la fiducia, concludono, sarà possibile porre rimedio a quello che altrimenti sarebbe un "errore imperdonabile". La carica dei 101 I primi a firmare, oltre alla Mussolini, sono stati centi deputati tra cui Souad Sbai, Valentina Aprea, Mario Landolfi, Beatrice Lorenzin, Fiamma Nirenstein e Enrico Costa. Nel primo pomeriggio è arrivata, poi, la firma di Gaetano Pecorella. "Siamo la carica dei 101 - ha esultato la Mussolini - hanno sottoscritto quest?appello cento deputati, ai quali nell?ultima ora si è aggiunto anche l?onorevole Pecorella". Dopo alcune ore il numero ha toccato quota 170. La prossima settimana il gruppo guidato da Fabrizio Cicchitto si riunirà per discutere proprio di questo. "Fini è d?accordo che ci sia un?ampia discussione sul tema", ha continuato la Mussolini suggeremdo che se il governo vuole porre la questione di fiducia sul provvedimento può sempre "stralciare la norma che mettiamo in discussione" e "fare un maxiemendamento sul resto". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Pdl, cento deputati al premier: ''no a fiducia ddl sicurezza'' (sezione: Diritti umani)

( da "RomagnaOggi.it" del 18-03-2009)

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18 marzo 2009 - 16.46 (Ultima Modifica: 18 marzo 2009) ROMA - Cento deputati del Pdl, guidati da Alessandra Mussolini, hanno firmato una lettera indirizzata al presidente Silvio Berlusconi affinché non ponga la fiducia sul ddl sicurezza. Nel documento si spiega che "sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili e che necessitano di indispensabili correzioni". I parlamentari firmatari sono certi che il premier si renderà conto "di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell'infanzia e della maternità". Nella lettera la Mussolini ha rilevato di aver avuto un colloquio con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante il quale si è parlato "dello status dei minori stranieri non accompagnati" e anche "dell'obbligo di denuncia per medici e insegnanti". Mussolini ha spiegato di aver "trovato il Presidente Napolitano sensibile alla necessità di non penalizzare donne e bambini". REAZIONI - Il presidente e il vicepresidente dei deputati Pdl , fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino hanno sostenuto che la "lettera di Mussolini sul decreto sicurezza non è condivisa dal gruppo del Pdl. Per altro verso, sul merito del decreto è ancora in corso il dibattito in commissione". Il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota, si è detto stupido della lettera di Mussolini, trovando "molto opportuna la precisazione del capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto che ha detto che non rappresenta la posizione del gruppo". Favorevole all'iniziativa dei cento deputati di maggioranza, Marco Minniti, responsabile sicurezza del Pd.

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Diritti gay, Obama sconfessa Bush: sostegno alla dichiarazione dell'Onu (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

WASHINGTON Gli Stati Uniti hanno annunciato oggi il loro sostegno alla dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti degli omosessuali: si tratta di una decisione che pone, ancora una volta, la nuova amministrazione di Barack Obama su una strada opposta a quella percorsa dal precedente inquilino della Casa Bianca, George W. Bush. L?intenzione di Washington di unirsi ai 66 paesi firmatari del documento ispirato dalla Francia è stata annunciata dal portavoce del dipartimento di Stato, Robert Wood. La dichiarazione, che non ha il carattere costrittivo di una risoluzione, era stata presentata lo scorso dicembre dalla Francia e, invocando l?universalità dei diritti dell?uomo, chiede la depenalizzazione mondiale dell?omosessualità. È composta da 13 punti che mirano ad «assicurare che l?orientamento sessuale o l?identità di genere non possa mai costituire la base per infliggere condanne, in special modo esecuzioni, arresti o detenzioni». Il testo ha ricevuto 66 voti a favore, tra cui quelli della maggior parte degli Stati europei e sudamericani. Alla risoluzione si erano opposti il Vaticano, diversi paesi islamici, la Cina, la Russia e gli Stati Uniti. Il portavoce del dipartimento di Stato americano ha comunque precisato che la decisione di sostenere il documento non avrà conseguenze giuridiche per gli Stati Uniti. «Il fatto di fornire il nostro appoggio non ci costringe ad alcun obbligo legale», ha sottolineato. La notizia, in ogni caso, è stata accolta con grande favore dalla comunità omosessuale americana, che per la maggior parte ha sostenuto la candidatura di Barack Obama alla Casa Bianca. D?altra parte, Geroge W. Bush, alleato dei gruppi religiosi e conservatori fedeli ai valori più tradizionali, si è sempre opposto al matrimonio tra omosessuali ed ha sostenuto un emendamento costituzionale federale, poi abortito, che ne avrebbe proibito il riconoscimento legale. L?ex presidente è sempre stato favorevole alla linea politica che imponeva agli omosessuali di tacere il loro orientamento sessuale se arruolati nelle forze armate degli Stati Uniti. L?amministrazione Obama, da parte sua, ha lasciato intendere di volere abrogare la legge, molto controversa, che permette a gay e lesbiche di essere arruolati nelle forze armate a condizione di tenere sotto silenzio il loro orientamento sessuale. La Casa Bianca ha inoltre palesato l?opposizione di Obama a un divieto costituzionale federale del matrimonio tra omosessuali, sostenendo d?altra parte il diritto delle coppie omosessuali all?adozione. Intanto il segretario di Stato francese per i Diritti umani, Rama Yade, ha espresso la soddisfazione di Parigi per la posizione di Washington. «Sono felice del fatto che gli Stati Uniti abbiano preso la decisione di firmare la dichiarazione relativa ai diritti dell?Uomo, all?orientamento sessuale e all?identità di genere, pronunciata davanti all?Assemblea generale delle Nazioni Unite a nome di 66 stati, il 18 dicembre» scorso, ha detto Rama Yade in un comunicato.

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Obama appoggia la dichiarazione dell'Onu sulla depenalizzazione dell'omosessualità (sezione: Diritti umani)

( da "Rai News 24" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma | 18 marzo 2009 Obama appoggia la dichiarazione dell'Onu sulla depenalizzazione dell'omosessualità Inserire didascalia Gli Stati Uniti hanno annunciato oggi ufficialmente il loro sostegno ad una dichiarazione dell'Onu contro la criminalizzazione della omosessualità. La decisione rappresenta una inversione di rotta della amministrazione Obama rispetto a quella dell'amministrazione Bush che aveva rifiutato di firmare il documento. Il portavoce del dipartimento di Stato, Robert Wood, annunciando la decisione, ha sottolineato che questo non avrà comunque conseguenze giuridiche per gli Stati Uniti: "Il fatto di sostenere questa dichiarazione non ci da alcun obbligo legale", ha precisato il portavoce americano. La dichiarazione contro la criminalizzazione della omosessualità, promossa dalla Francia, è stata finora sottoscritta da 66 membri dell'Onu, su 192, ai quali si sono aggiunti gli Stati Uniti. La Santa Sede ha scelto di non sottoscrivere la dichiarazione dell'Onu. Amnesty International ha espresso oggi soddisfazione per la decisione del presidente Barack Obama per l'appello alla "decriminalizzazione globale della omosessualità". "Ogni giorno Amnesty si batte per persone che rischiano la prigione, la tortura e anche la morte per la loro identità sessuale - afferma Amnesty in una dichiarazione - Firmando la dichiarazione il presidente Obama darà un importante sostegno alla lotta per giungere ad un mondo dove tutte le persone sono trattate egualmente".

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Sicurezza, i deputati Pdl al premier: niente fiducia Bossi: la legge resta così (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 66 del 2009-03-18 pagina 0 Sicurezza, i deputati Pdl al premier: niente fiducia Bossi: la legge resta così di Redazione In 170 deputati hanno scritto a Berlusconi: "Norme inaccettabili: necessitano di correzioni". E spiegano: "Contro la nostra coscienza". Ma Bossi: "La legge non cambia" Roma - Centosettanta deputati del Pdl - Alessandra Mussolini in testa - hanno scritto al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per chiedergli di non porre la fiducia sul disegno di legge sulla sicurezza. "In esso sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili, che necessitano di indispensabili correzioni. Siamo certi che ne converrai anche tu, quando potrai renderti conto di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della maternità". E ancora: "Tutto questo va contro la nostra e crediamo la tua coscienza. Porre la fiducia mantenendo queste gravissime disposizioni sarebbe un errore imperdonabile". La richiesta dei deputati azzurri Centosettanta deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini, hanno chiesto a Berlusconi di non porre la fiducia sul decreto sicurezza perchè l?introduzione del reato di clandestinità le norme riguardanti la denuncia dei clandestini da parte dei medici (ma, secondo i firmatari anche da parte degli insegnanti) sono "inaccettabili". "Sono convinta - dice la Mussolini - di poter contare sull?appoggio del presidente Fini". I parlamentari firmatari (nessuno dei quali è della Lega Nord) aggiungono d?esser certi che il premier si renderà conto di "come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell?infanzia e della maternità". Il nodo della denuncia dei medici Nella lettera si respinge l?interpretazione secondo cui il provvedimento non obblighi i medici alla denuncia dei clandestini che si presentano in ospedale o nei centri di vaccinazione: "Non è così. Anzi, l?obbligo di denuncia potrà riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici". E ciò proprio a causa dell?introduzione in sede penale del reato di clandestinità: in caso di mancata denuncia, infatti, medici e insegnanti violerebbero gli art. 361 e 362 c.p., cioè "il reato di omessa denuncia da parte del pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio". Sarebbe, sottolineano i firmatari della lettera, "una vera e propria trappola per bambini, da attirare con l?obbligo dell?istruzione, così da individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o dell?educatore". Il risultato sarebbe escludere bambini e donne in gravidanza dai livelli educativi e sanitari, con rischi per tutti e un "regresso spaventoso in fatto di civiltà". Solo se non sarà posta la fiducia, concludono, sarà possibile porre rimedio a quello che altrimenti sarebbe un "errore imperdonabile". La carica dei 101 I primi a firmare, oltre alla Mussolini, sono stati centi deputati tra cui Souad Sbai, Valentina Aprea, Mario Landolfi, Beatrice Lorenzin, Fiamma Nirenstein e Enrico Costa. Nel primo pomeriggio è arrivata, poi, la firma di Gaetano Pecorella. "Siamo la carica dei 101 - ha esultato la Mussolini - hanno sottoscritto quest?appello cento deputati, ai quali nell?ultima ora si è aggiunto anche l?onorevole Pecorella". Dopo alcune ore il numero ha toccato quota 170. La prossima settimana il gruppo guidato da Fabrizio Cicchitto si riunirà per discutere proprio di questo. "Fini è d?accordo che ci sia un?ampia discussione sul tema", ha continuato la Mussolini suggeremdo che se il governo vuole porre la questione di fiducia sul provvedimento può sempre "stralciare la norma che mettiamo in discussione" e "fare un maxiemendamento sul resto". Bossi: "La legge non si tocca" Il leader della Lega Umberto Bossi scherza in Transatlantico con i cronisti che gli chiedono della lettera di 101 parlamentari sul ddl sicurezza. "Sono numeri - dice - che voi ingigantite come al solito". Poi, a chi gli chiede non sia preoccupato di eventuali modifiche al ddl replica: "No. Secondo me, resta come è stato approvato al Senato". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Gay, Obama appoggerà la dichiarazione dell'Onu (sezione: Diritti umani)

( da "RomagnaOggi.it" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

18 marzo 2009 - 19.20 (Ultima Modifica: 18 marzo 2009) WASHINGTON - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato ufficialmente il proprio sostegno ad una dichiarazione dell'Onu che chiede la depenalizzazione mondiale dell'omosessualità. Il portavoce del dipartimento di Stato americano, Robert Wood, ha sottolineato che la decisione non avrà conseguenze giuridiche per gli States. La nuova amministrazione è avviata ad abrogare la legge che consente agli omosessuali di entrambi i sessi di essere arruolati nelle forze armate a condizione di nascondere le loro preferenze sessuali. La decisione di Obama è stata accolta positivamente dall'organizzazione non governativa per la difesa dei diritti umani. La firma del capo della Casa Bianca, spiega Amnesty, "darà un importante sostegno alla lotta per giungere ad un mondo dove tutte le persone sono trattate egualmente".

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Razzismo, nuova bozza per la Durban 2 ma Israele dice ancora no (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

GINEVRA - Accoglienza controversa per il tentativo di mediazione nel conflitto aperto tra Unione europea e Onu sulla questione del documento introduttivo alla prossima conferenza delle Nazioni Unite sul razzismo - che fa seguito al summit del 2001 di Durban. Mosca ha presentato una nuova bozza di mediazione per il documento preparatorio alla conferenza, prevista a Ginevra alla fine di aprile e su cui si è scatenato un forte scontro diplomatico internazionale. La nuova bozza, accolta con sollievo dall'alto commissario Onu per i Diritti umani, Navanethem Pillay che ha parlato di una "base solida" per la prosecuzione del processo, ha limato le parti più controverse del documento, in particolare le critiche a Israele, i riferimenti al Medio Oriente e il concetto di diffamazione religiosa. Tutte linee considerate invalicabili sia da Israele sia dagli Stati Uniti e più di recente anche dall'Italia che ha in qualche modo trascinato sulle sue posizioni gli altri partner europei, fino al ventilato boicottaggio della Conferenza se non verrà adottato un testo alternativo, già preparato dagli olandesi. Il documento russo ha inoltre accolto le richieste dei critici, accorciando considerevolmente il testo (ora di 17 pagine). Nonostante ciò, il veto di Israele rimane netto: anche se il documento non contiene più riferimenti a Israele, mantiene la correlazione tra il conflitto israele-palestinese e il razzismo, inaccettabile per gli israeliani. Quanto all'Europa, non è stata ancora espressa una posizione ufficiale. Ma l'Italia, che in questa vicenda ha fatto da apripista annunciando subito la propria decisione di non partecipare alla Conferenza, ha dapprima definito "migliorativo" il testo russo, anche se poi il ministro degli Esteri Franco Frattini ha precisato: "O il testo olandese o niente. Le proposte del mediatore russo non le scartiamo a priori, la riunione di Ginevra è ancora molto lontana. Ma la decisione presa dai ministri è stata una, se dovrà essere cambiata dovranno tornare i ministri a decidere" e non gli ambasciatori. "Noi abbiamo avuto oggi un'ulteriore riunione di coordinamento europeo - ha aggiunto il ministro italiano - e abbiamo ribadito la decisione presa dai ministri degli Esteri, quindi quella è la decisione. Se vi sarà l'accoglimento del testo concordato lunedì noi ovviamente saremo favorevoli, qualunque altra proposta non la condividiamo". OAS_RICH('Middle'); (18 marzo 2009

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RAZZISMO, NUOVA BOZZA PER LA DURBAN 2 MA ISRAELE DICE ANCORA NO (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 18-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Razzismo, nuova bozza per la Durban 2 ma Israele dice ancora no -->Tentativo di mediazione dei russi, il commissario ai Diritti umani plaude Frattini: "Resta valido il documento olandese, ma la Conferenza è ancora lontana" Razzismo, nuova bozza per la Durban 2 ma Israele dice ancora no (21:27 18/03/2009)

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