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Report "Diritti umani"   17-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Asmara ( da "City" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Asmara "Eritrea diventata unica grande prigione" Il governo eritreo ha tramutato lo stato in una prigione, con ricorso all'arresto non motivato e alla tortura dei suoi cittadini, e l'obbligo a una leva quasi illimitata . La denuncia è di Human Rights Watch . 17 aprile 2009

NIGERIA/ AMNESTY: RICORSO CRESCENTE A VIOLENZA DA PARTE POLIZIA ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ricorso crescente a violenza da parte polizia di Apcom Tortura, omicidi e persone scomparse -->Lagos, 16 apr. (Ap) - Amnesty International denuncia un ricorso crescente a mezzi violenti, inclusi tortura ed omicidi, da parte delle forze di polizia nigeriane nelle zone meridionali del Paese, in particolare del Delta del Niger.

USA/ DIFFUSI MEMO ERA BUSH SU TORTURA. NO ACCUSE A CIA - PUNTO ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diffusi memo era Bush su tortura. No accuse a Cia - punto di Apcom WP: il rapporto più ampio su interrogatori sospetti al Qaida -->Roma, 16 apr. (Apcom) - Documenti scottanti, che risalgono al 2002, e che si confermano il rapporto più ampio mai diffuso finora e relativo agli interrogatori dei sospetti di terrorismo e presunti membri di al Qaida.

USA/ GOVERNO DIFFONDERÀ MEMO BUSH CHE GIUSTIFICARONO TORTURA ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura" di Apcom Lo ha reso noto il portavoce della Casa Bianca Gibbs -->Washington, 16 apr. (Ap) - Robert Gibbs, portavoce della Casa Bianca, ha reso noto che in giornata il governo americano diffonderà alcuni memo cui l'amministrazione Bush ricorse per giustificare l'adozione di dure tecniche di interrogatorio nei confronti dei sospetti di terrorismo,

Obama no perseguirá a los miembros de la CIA implicados en torturas ( da "Pais, El" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: interrogatorios El designado para dirigir la CIA rechaza el uso de la tortura AmnistÍa retrata la técnica de tortura 'waterboarding' VIDEO - AMNISTÍA INTERNACIONAL - 23-04-2008 La ONG pro derechos humanos lanza un vídeo en Reino Unido contra la técnica de asfixia simulada utilizada con presos en su 'guerra contra el terror' - AMNISTÍA INTERNACIONAL Otros vídeos Barack Obama A FONDO Nacimiento:

Il Consiglio d'Europa: ( da "Corriere.it" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: commissario per i diritti umani Il Consiglio d'Europa: «Da Italia progressi insufficienti sulla lotta al razzismo» Preoccupazione per la tendenza xenofoba che sfocia in atti violenti contro immigrati, Rom e Sinti Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa (dal web) STRASBURGO - Il governo italiano,

Nigeria/ Amnesty: ricorso crescente a violenza da parte ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Amnesty International denuncia un ricorso crescente a mezzi violenti, inclusi tortura ed omicidi, da parte delle forze di polizia nigeriane nelle zone meridionali del Paese, in particolare del Delta del Niger. Nella regione petrolifera operano numerosi gruppi armati, responsabili di attentati contro gli oleodotti e di sequestri di dipendenti di società petrolifere.

La Casa Bianca dà l'immunità agli agenti Cia ( da "Stampa, La" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: TORTURA La Casa Bianca dà l'immunità agli agenti Cia Gli agenti della Cia che hanno usato «in buona fede» forme di tortura come il «waterboarding» non passeranno guai con la giustizia. Lo ha assicurato il presidente Barack Obama in un comunicato che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell'Amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo.

Il giornalista sportivo e i "desaparecidos" ( da "Stampa, La" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: su cui si stanno accendendo i riflettori di tutto il mondo, è occasione per la Giunta militare di Videla di nascondere le violazioni dei diritti umani che va perpetrando. Gallo, innamoratosi di una giovane donna di Buenos Aires, verrà coinvolto nella dura repressione governativa. Lui è Alessio Boni («La meglio gioventù»), al suo fianco Florencia Raggi. \

Razzismo, congresso a rischio ( da "Trentino" del 17-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ha detto il responsabile dei Diritti umani del ministero degli Esteri Nooke. Si teme che l'incontro possa venire utilizzato da alcuni per slogan anti-israeliani. Fra gli ospiti più rilevanti è annunciato ad esempio il presidente dell'Iran Mahmud Ahmadinejad, noto per le esternazioni anti-israeliane.

Gentilini maestro di xenofobia ( da "Tribuna di Treviso, La" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il commissario europeo per i diritti umani censura lo Sceriffo FABIO POLONI TREVISO. L'Italia criminalizza l'immigrazione irregolare e Giancarlo Gentilini è tra i cattivi maestri. Il vicesindaco di Treviso viene citato tra gli esempi di tendenza al razzismo e alla xenofobia in un rapporto scritto da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'

Xenofobia, nuove accuse all'Italia ( da "Trentino" del 17-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, è «particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare» in Italia «una tendenza al razzismo e alla xenofobia che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere».

Si racconta la Primavera di Praga ( da "Stampa, La" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: battaglia per i diritti umani degli Anni Ottanta sino alla fine del comunismo. Al percorso di immagini fanno da contraltare documenti, testimonianze, stralci letterari - in particolare da Kundera a Dubcek - e poetici, per giungere alle scritte sui muri di Praga, ai cartelli e alle vignette satiriche, tutte testimonianze di un'autocoscienza presente in ogni strato della popolazione,

Ecco gli studenti premiati ( da "Stampa, La" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: comprensione del concetto di polizia di prossimità e grazie anche al coinvolgimento del mondo scolastico, per lo sviluppo di una cultura della legalità, del rispetto dei diritti umani, della tolleranza, della solidarietà e dei valori in genere, su cui si fonda una società civile, considerata indispensabile per garantire il bene prezioso della sicurezza e della pacifica convivenza».

gentilini maestro di xenofobia - fabio poloni ( da "Mattino di Padova, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il commissario europeo per i diritti umani censura lo Sceriffo FABIO POLONI TREVISO. L'Italia criminalizza l'immigrazione irregolare e Giancarlo Gentilini è tra i cattivi maestri. Il vicesindaco di Treviso viene citato tra gli esempi di tendenza al razzismo e alla xenofobia in un rapporto scritto da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'

il commissario ue: l'italia indulgente con il razzismo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, dopo una visita in Italia. Le preoccupazioni riguardano innanzitutto i nuovi provvedimenti in materia di immigrazione e asilo, già adottati o in discussione, come l'aumento della pena per i migranti irregolari, l' aggravante di clandestinità o l'obbligo per i medici di denunciare chi ha bisogno di cure ma non ha i documenti.

Razzismo, l'Europa censura ancora l'Italia ( da "Arena, L'" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il rapporto della Commissione per i diritti umani segnala una situazione che viene ritenuta deficitaria Razzismo, l'Europa censura ancora l'Italia Il Consiglio d'Europa punta il dito sul problema rom Citata la raccolta firme del sindaco di Verona, Tosi BRUXELLES A meno di un anno dalla pubblicazione del suo primo rapporto, il commissario per i diritti umani del Consiglio d'

Resi pubblici i memo Bush sulle torture ( da "Arena, L'" del 17-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: torture» Documenti scottanti, che risalgono al 2002, e che si confermano il rapporto più ampio mai diffuso finora e relativo agli interrogatori dei sospetti di terrorismo e presunti membri di al Qaeda. Sono, stando a quanto conferma il «Washington Post», i memo di cui la Casa Bianca ha annunciato la diffusione: di fatto,

Consiglio d'Europa: l'Italia criminalizza gli immigrati ( da "Unita, L'" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Italia criminalizza gli immigrati MARISTELLA IERVASI Diritti umani ignorati, leggi ingiuste e draconiane, che criminalizzano l'immigrazione irregolare. L'Italia è di nuovo sotto accusa per le politiche sui i Rom, le misure legislative contenute nel ddl sicurezza (la contestatissima norma sui medici che possono denunciare i clandestini che si rivolgono al sistema sanitario)

Diritti umani ignorati, leggi ingiuste e draconiane, che criminalizzano l'immigrazione irregola... ( da "Unita, L'" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani ignorati, leggi ingiuste e draconiane, che criminalizzano l'immigrazione irregolare. L'Italia è di nuovo sotto accusa per le politiche sui i Rom, le misure legislative contenute nel ddl sicurezza (la contestatissima norma sui medici che possono denunciare i clandestini che si rivolgono al sistema sanitario)

Il Consiglio d'Europa insiste: ( da "Libertà" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, è «particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare» in Italia «una tendenza al razzismo e alla xenofobia, che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere».

Finita la guerra di Putin L'ordine regna in Cecenia ( da "Unita, L'" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Le organizzazioni che difendono i diritti umani aggiungerebbero anche le violazioni dei diritti, i sequestri, gli abusi. Ma un concerto in piazza a Grozny ha salutato l'inizio della «normalità» annunciata. L'ordine regna e Kadyrov oggi è anche più forte. Alla mezzanotte di ieri è ufficialmente finita l'operazione anti-terrorismo in Cecenia.

Se Putin assomigliasse a Bush jr, ci sarebbe un grande striscione virtualmente appeso tra i palazzi ... ( da "Unita, L'" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Le organizzazioni che difendono i diritti umani aggiungerebbero anche le violazioni dei diritti, i sequestri, gli abusi. Ma un concerto in piazza a Grozny ha salutato l'inizio della «normalità» annunciata. L'ordine regna e Kadyrov oggi è anche più forte.

Nella lotta delle donne il futuro dell'Afghanistan ( da "Secolo XIX, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: riunito gli ambasciatori stranieri e denunciato immediatamente questa legge che viola i diritti umani delle donne e anche quattro articoli della Costituzione afghana. A Kabul hanno lanciato sassi contro una manifestazione di attiviste per i diritti umani. Dalle senatrici del Pd, così come da Emma Bonino sono partiti appelli per non lasciare sole le donne afghane in questa battaglia.

L'Europa insiste: ( da "Secolo XIX, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: descritta dal commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, nel suo secondo rapporto in meno di un anno sulla penisola. Un'analisi a tinte fosche, frutto di una missione compiuta nel Paese nello scorso gennaio. Hammarberg, 67enne diplomatico svedese, ha incontrato esponenti del governo, delle amministrazioni locali e rappresentanti di varie associazioni.

La romania offre a un milione di moldavila cittadinanza e l'ingresso in europa ( da "Secolo XIX, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «La modifica della legge deve essere approvata dal Parlamento», e solo allora Bruxelles sarà in grado di commentare, ha aggiunto il portavoce, precisando che la Commissione «resta preoccupata» per le denunce di violazioni dei diritti umani nel Paese. 17/04/2009

La Turchia nell'Ue serve più agli Usa che all'Europa Bob ( da "Riformista, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: deve guadagnarsi una credibilità maggiore in casa per quanto riguarda i diritti umani a partire dalla pena di morte. Se Sarkovsky mettesse come condizione per una Turchia europea l'abolizione della pena capitale sia da parte del Governo di Ankara che da parte di quello di Washington, Obama gli riderebbe in faccia.

STRASBURGO - Il Consiglio d'Europa è molto preoccupato per la criminalizzazione dell'immi... ( da "Messaggero, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: commissario per i diritti umani dell'organizzazione di Strasburgo, Thomas Hammerberg. Hammerberg punta il dito soprattutto su due norme: quella che prevede il ricorso da parte dell'Italia, in vista di ritorni forzati, ad accordi bilaterali e multilaterali con Paesi che «è accertato ricorrono alla tortura», e quella sulla possibilità per i medici di denunciare gli immigrati irregolari.

ULTIMO appuntamento del progetto Scenari del XX secolo per ... ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: a un incontro dal titolo I diritti umani e il diritto all'identità al centro il caso argentino e alle 16,30 verrà inaugurata alla biblioteca S. Giorgio di Pistoia la mostra Memoria grafica de Abuelas de Plaza de Mayo. Per informazioni, 0573 966440. ALL'INCONTRO della mattina saranno presenti testimoni d'eccezione, prima tra tutte Estela Carlotto,

Torture Cia, immunità per gli 007 ( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Torture Cia, immunità per gli 007 Immunità penale per gli agenti della Cia che hanno usato sui prigionieri tecniche di tortura come il waterboarding. La decisione è contenuta in un documento firmato dal presidente Barack Obama che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum, dell'epoca Bush, che legittimavano le tecniche di interrogatorio più dure nella guerra al terrorismo.

L'ordine regna in Cecenia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Non importa a che prezzo: le organizzazioni dei diritti umani puntano il dito sul leader ceceno e sui suoi uomini, i temuti kadyrovtsy, accusandoli di abusi, torture, rapimenti. Un regno del terrore può andar bene a Putin. Ma il premier russo farebbe bene a chiedersi se davvero può dare per scontata la lealtà del nuovo re di Grozny.

Maroni a Tunisi: rimpatri subito ( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il Commissario per i diritti umani, Thomas Hammarberg, si è detto «particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare sostiene - una tendenza al razzismo e alla xenofobia, che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere» come si legge nel rapporto diffuso ieri.

( da "Corriere della Sera" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Preoccupati per il razzismo in Italia» Thomas Hammarberg, commissario del Consiglio d'Europa per i Diritti umani, attacca l'Italia: ha fatto «passi insufficienti nella giusta direzione sul fronte della lotta al razzismo, per assicurare eguali diritti a Rom e Sinti, per chiarire la propria posizione in merito alla politica migratoria adottata».

Delara, la ragazzina-pittrice che l'Iran manda al patibolo ( da "Corriere della Sera" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma in ogni caso, le associazioni per i diritti umani sottolineano che la condanna a morte di una minorenne in sé viola le leggi internazionali. Ci sono 150 bambini iraniani nel braccio della morte. L'anno scorso è stato l'unico Paese a mandare a morte dei minorenni: almeno 8; quest'anno un ragazzo 17enne.

A Glucksmann la Legion d'onore ( da "Corriere della Sera" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani. Sarkozy ha ricordato la lunga amicizia che lo lega a Glucksmann, 72 anni: «È bello avere un amico che ha idee diverse. Che ti spiega il suo punto di vista e ti consente di spiegare il tuo». Glucksmann, già filosofo di una sinistra in contrasto con il socialismo reale, negli ultimi anni si è schierato in difesa dei ceceni e della Georgia contro lo strapotere della Russia

il consiglio d'europa ( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Questo il giudizio espresso da Thomas Hammarberg, commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa, in occasione della pubblicazione del suo secondo rapporto sull'Italia in meno di un anno. Replica del governo affidata a Margherita Boniver del Pdl: l'Europa ha una scarsa informazione sul fenomeno dell'immigrazione clandestina in Italia.

Obama dà l'immunità agli agenti Cia ( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: non sapevo nulla Di torture ha parlato anche Richard Armitage, numero due al Dipartimento di Stato nella prima amministrazione Bush. L'ex vice di Colin Powell ha ammesso con la rete al Jazira che la Cia ha torturato alcuni sospetti terroristi con il benestare della Casa Bianca, ma che né lui né Powell ne sapevano nulla.

La Ue: Sbarcati altri 500 extracomunitari ( da "Nazione, La (Firenze)" del 17-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Sbarcati altri 500 extracomunitari DIRITTI UMANI BRUXELLES Il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, lo svedese Thomas Hammarberg, torna a chiedere all'Italia passi avanti per sradicare razzismo e xenofobia: «Anche se sono stati fatti degli sforzi ha affermato nell'ultimo rapporto rimangono preoccupazioni sulla situazione dei rom,

L'Ue: In Italia situazione preoccupante ( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: In Italia situazione preoccupante» Il governo italiano ha fatto «passi insufficienti sul fronte della lotta al razzismo, per assicurare eguali diritti a Rom e Sinti e in merito alla politica migratoria». È l'accusa del commissario per i diritti umani Thomas Hammarberg nel secondo rapporto Ue sull'Italia in meno di un anno PAGINA

In Italia il razzismo dilaga ( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che aveva chiesto di sospendere l'espulsione. Ma il governo è andato avanti, e ora l'Italia viene accusata di non rispettare le convenzioni internazionali sui diritti umani. Stesso discorso per una rom bosniaca madre di tre figli, rispedita nei Balcani anche se la Corte di Strasburgo aveva chiesto al governo di non attuare l'

Anche le multe ai piccoli afghani dell'Ostiense ( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e quasi ogni settimana sentiamo racconti di questo tipo da sei mesi a questa parte», racconta Alberto Barbieri di Medici per i diritti umani, un'associazione che ogni martedì offre sostegno medico ai rifugiati della stazione. Proprio oggi alle 12 all'ospedale San Gallicano si svolgerà un incontro per discutere di come offrire un'accoglienza più dignitosa ai profughi.

Ma i diritti umani restano schiacciati ( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma i diritti umani restano schiacciati» Barbara Yukos «Festeggiamenti per le strade di Grozny per celebrare la fine del regime speciale di Kto (operazioni di controterrorismo, ndr)? Certo, sono in corso, li organizzano il governo e lo stato. Ieri pomeriggio han chiuso le strade principali e poi offerto ai cittadini un concerto nella piazza centrale dal pomeriggio fino a sera»

"FU BUONA FEDE" ( da "TGCom" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: torture Agenti violenti non saranno puniti Gli agenti della Cia che hanno usato maniere forti su detenuti usando tecniche di tortura come il waterboarding non avranno guai con la giustizia. Lo ha detto il presidente Barack Obama in una nota che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell'amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo.

Durban 2 Lunedì il via al festival dell'antisemitismo ( da "Giornale.it, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Alta Commissionaria per i diritti umani Navi Pillay con la presidente della commissione, la libica Najat Al-Hajjaji, non è stato discusso, ma solo consegnato agli astanti: è chiaro che si cerca di offrire una piattaforma più palatabile rispetto all'enorme prima versione dalle fosche tinte, presentando una bozza più agile e meno aggressiva;

xenofobia, nuove accuse all'italia ( da "Tirreno, Il" del 17-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, è «particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare» in Italia «una tendenza al razzismo e alla xenofobia che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere».

vendeva prodotti contraffatti, niente più soggiorno ( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sussidiario rispetto ai sistemi nazionali volti alla salvaguardia dei diritti umani, anche perché essa non appronta meccanismi specifici di puntuale applicazione delle relative disposizioni negli ordinamenti interni. Il questore ha, pertanto, correttamente applicato l'articolo 10 bis della legge 241 del '90, instaurando, di fatto, il contraddittorio con il ricorrente.

Riconoscimento delle decisioni e diritto dell'imputato a comparire al processo ( da "AltaLex" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: nonché dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Quest'ultima con la sentenza 1 Marzo 2006, n. 56581, pronunziata nel giudizio Sejdovic c. Italia, ha affermato, infatti, che ?vi è violazione dell'art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che tutela il diritto ad un equo processo, nell'ipotesi in cui un soggetto venga condannato in contumacia,

Obama "assolve" gli agenti Cia e svela gli interrogatori con torture ( da "Repubblica.it" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Basta con la tortura. Basta con gli interrogatori in cui la dignità dei sospettati è calpestata. Anche se gli autori non subiranno conseguenze. Il presidente americano Barack Obama ha annunciato che gli uomini della Cia che ha condotto interrogatori usando vere e proprie tecniche di tortura come il waterboarding non saranno perseguiti.

Torture, Obama assolve la Cia ( da "Stampaweb, La" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Di torture ha parlato anche Richard Armitage, numero due al Dipartimento di Stato nella prima amministrazione Bush. L?ex vice di Colin Powell ha ammesso con la rete al Jazira che la Cia ha torturato alcuni sospetti terroristi con il benestare della Casa Bianca, ma che nè lui nè Powell ne sapevano nulla.

Pubblicati 4 memorandum dell'era Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo ( da "Corriere.it" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ARMITAGE - Di torture ha parlato anche Richard Armitage, numero due al Dipartimento di Stato nella prima amministrazione Bush. L'ex vice di Colin Powell ha ammesso con la rete al-Jazeera che la Cia ha torturato alcuni sospetti terroristi con il benestare della Casa Bianca, ma che né lui né Powell ne sapevano nulla.

La ragazza-pittrice al patibolo in Iran ( da "Corriere.it" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma in ogni caso, le associazioni per i diritti umani sottolineano che la condanna a morte di una minorenne in sé viola le leggi internazionali. Ci sono 150 bambini iraniani nel braccio della morte. L'anno scorso è stato l'unico Paese a mandare a morte dei minorenni: almeno 8; quest'anno un ragazzo 17enne.

( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che aveva chiesto di sospendere l'espulsione. Ma il governo è andato avanti, e ora l'Italia viene accusata di non rispettare le convenzioni internazionali sui diritti umani. Stesso discorso per una rom bosniaca madre di tre figli, rispedita nei Balcani anche se la Corte di Strasburgo aveva chiesto al governo di non attuare l'

( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ma i diritti umani restano schiacciati» Barbara Yukos «Festeggiamenti per le strade di Grozny per celebrare la fine del regime speciale di Kto (operazioni di controterrorismo, ndr)? Certo, sono in corso, li organizzano il governo e lo stato. Ieri pomeriggio han chiuso le strade principali e poi offerto ai cittadini un concerto nella piazza centrale dal pomeriggio fino a sera»

ONG presenta demanda contra Chávez en EEUU ( da "Razòn, La" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura, violaciones a los derechos humanos y crímenes contra la humanidad. Larry Klayman, abogado y fundador de la organización estadounidense, anunció en una conferencia de prensa que interpuso la acción judicial ayer a nombre del periodista venezolano Ricardo Guanipa, a quien Estados Unidos le concedió asilo político el 2005.

Obama apre al dialogo con Cuba ( da "Stampaweb, La" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Obama ha chiesto a Cuba di impegnarsi per quanto riguarda «i diritti umani, la libertà di stampa, la libertà di opinione, la libertà di movimento». «Spero che i segnali che abbiamo mandato siano chiari: vogliamo essere aperti nei confronti di Cuba e impegnarci per una nuova fase dei rapporti» ha concluso Obama.

L'Eritrea, protagonista nel Corno d'Africa ( da "Avvenire" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: organizzazione per i diritti umani, Human Rights Watch (Hrw). «Il governo eritreo ha tramutato lo Stato in una gigantesca prigione, con ricorso esteso all'arresto non motivato ed alla tortura dei cittadini, e l'obbligo a una coscrizione di fatto illimitata che spinge un numero sempre più alto di persone a tentare di fuggire,

obama dà l'immunità alla cia "niente processi per le torture" ( da "Repubblica, La" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Niente processi per le torture" Pubblici i memo di Bush sul "waterboarding" La Casa Bianca li ha divulgati per "affrontare un capitolo buio e doloroso" DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Gli agenti della Cia che hanno torturato non saranno processati. Arrivando a Città del Messico - prima tappa del viaggio in America Latina che lo porterà oggi al vertice delle Americhe di Trinidad&

Obama assolve la Cia: "Immunità per le torture" ( da "Giornale.it, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: torture" di Redazione I funzionari della Cia non saranno perseguiti per aver utilizzato metodi duri durante gli interrogatori. In cambio la Casa Bianca è pronta a rendere pubbliche 4 minute con cui l?amministrazione Bush giustificò l?uso della mano pesante durante gli interrogatori dei sospettati Washington - "I funzionari della Cia non saranno perseguiti per aver utilizzato metodi

Durban 2, lunedì il via al festival dell'antisemitismo ( da "Giornale.it, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Alta Commissionaria per i diritti umani Navi Pillay con la presidente della commissione, la libica Najat Al-Hajjaji, non è stato discusso, ma solo consegnato agli astanti: è chiaro che si cerca di offrire una piattaforma più palatabile rispetto all?enorme prima versione dalle fosche tinte, presentando una bozza più agile e meno aggressiva;

Mente in Pace: la pena di morte un delitto inumano sempre ( da "Targatocn.it" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I trattati internazionali sui diritti umani garantiscono a ciascuno il diritto alla vita. La Dichiarazione universale dei diritti umani e gli altri strumenti internazionali adottati dal 1948 ad oggi proibiscono tutte le forme di ?punizione o trattamento crudele, inumano e degradante?

Usa/ Torture Cia, Washington Post: Obama ha agito con ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: uso della tortura da parte della Cia negli interrogatori dei presunti terroristi durante l'era Bush. Una soluzione di compromesso. Ieri il dipartimento alla Giustizia degli Stati Uniti ha diffuso quattro memorandum - scritti tra il 2002 e il 2005 - in cui vengono descritte alcune delle tecniche aggressive usate in passato dagli agenti della Cia nei loro interrogatori,

USA/ TORTURE CIA, WASHINGTON POST: OBAMA HA AGITO CON SAGGEZZA ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Torture Cia, Washington Post: Obama ha agito con saggezza di Apcom Il Wp chiede l'istituzione di una commissione d'inchiesta -->Roma, 17 apr. (Apcom) - Il Washington Post loda oggi l'amministrazione Obama per la soluzione che ha scelto per risolvere la questione dell'uso della tortura da parte della Cia negli interrogatori dei presunti terroristi durante l'

GIUSEPPE DAMIANO SORRENTO. TUTTI IN CAMPO PER RICORDARE GLI AMICI SCOMPARSI PREMATURAMENTE E RACC... ( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Oggi, intanto, gli assessori di Sorrento alla Protezione civile, Mario Gargiulo, e ai Diritti umani, Rosario Fiorentino, si recheranno ad Avezzano, per consegnare, al centro della Regione Abruzzo, un camion di generi di prima necessità, raccolti nei giorni scorsi.

GIUSEPPE D'AMATO MOSCA. LA RUSSIA METTE FINE ALLA GUERRA IN CECENIA. IL SOGNO INDIPENDENTIST... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: accusato a più riprese dalle Ong di violazioni dei diritti umani. «La Cecenia di oggi - ha sottolineato il presidente Ramzan Kadyrov - è un'area pacifica in pieno sviluppo. Si incoraggia la crescita economica. I leader militanti, sulla cui coscienza pende il dolore e la sofferenza di migliaia di persone, sono stati eliminati, catturati o portati davanti ai giudici».

NEW YORK. IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, BARACK OBAMA, HA AUTORIZZATO LA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENT... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: pubblicazione di documenti della Cia sulle tecniche di tortura utilizzate tra il 2002 e il 2005 negli interrogatori dei presunti militanti di Al Qaida nelle prigioni segrete all'estero. «Pubblicando questi documenti intendiamo assicurare gli agenti che hanno agito in buona fede basandosi sul consiglio legale del Dipartimento della Giustizia che non saranno messi sotto inchiesta»

STRASBURGO. IL COMMISSARIO PER I DIRITTI UMANI DEL CONSIGLIO D'EUROPA, THOMAS HAMMARBERG, è ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, è «particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare» in Italia «una tendenza al razzismo e alla xenofobia, che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere».

Noi, le donne invisibili ( da "Italia Sera" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: di progettualità costruttiva e soprattutto di difesa dei diritti umani in Nicaragua, in particolare dei diritti delle donne costantemente calpestati. Questo libro riporta le testimonianze sia delle donne nicaraguensi, sia delle donne che si occupano di solidarietà internazionale andando ad analizzare la condizione femminile in campo politico, economico, sociale,

Tutta l'opposizione chiede una legge per creare un Centro studi sulla pace ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 17-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Giornata regionale per la pace e i diritti umani". Nell'incontro è stata criticata la decisione dell'Ufficio di presidenza della Regione di uscire dal Crel (il Consiglio Regionale dell'Economia e del Lavoro) e forti condanne sono state indirizzate da Antonaz alla scelta del Governo nazionale di acquistare, per una spesa di oltre 22 miliardi di euro,

Attentati di Mumbai, l'unico imputato ritratta tutto: "Mi hanno torturato" ( da "Rai News 24" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: affermando che era stata estorta sotto tortura. Lo ha detto il suo legale: "Non è stata una confessione volontaria, ma è stata estorta in maniera coercitiva, con la forza" ha spiegato l'avvocato Abbas Kazmi, aggiungendo inoltre che il suo cliente "è stato torturato fisicamente". Il processo Il dibattimento si è aperto ieri, dopo una serie di rinvii;

Cuba apre agli Usa: ok al dialogo a pari condizioni ( da "Affari Italiani (Online)" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: libertà e diritti umani e qualunque altro tema, compreso lo scambio di prigionieri, purchè a parità di condizioni. "Abbiamo mandato a dire al governo nordamericano, in privato e in pubblico, che quando loro vorranno, potremo discutere tutto", ha detto Castro con un appassionato discorso al vertice dell'Alba (L'alternativa bolivariana per le Americhe)

Cuba-Usa, R.Castro: Disposti a confronto su prigionieri politici ( da "Velino.it, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: i diritti umani, la libertà di stampa e i prigionieri politici”. A dirlo, a poche ore dall?inizio del vertice delle Americhe di Trinidad e Tobago, è stato nella notte il presidente di Cuba RaÚl Castro. Il “lider maximo” dell?isola caraibica ha precisato che il suo governo è pronto a confrontarsi “

Usa, ong denuncia Chavez per violazione diritti umani ( da "Velino.it, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: EST - Usa, ong denuncia Chavez per violazione diritti umani Roma, 17 apr (Velino/Velino Latam) - La ong statunitense Freedom Watch ha presentato presso il tribunale di Miami una denuncia contro il presidente venezuelano Hugo ChÁvez con l?accusa di violazione dei diritti umani e sostegno al terrorismo.

OBAMA FERMA LE TORTURE MA SALVA I TORTURATORI STOP DEL PRESIDENTE ALLE PRATICHE CIA AUTORIZZATE DA BUSH E CHENEY - MA GLI AGENTI CIA CHE "IN BUONA FEDE" LE HANNO MESSE IN PRATICA ( da "Dagospia.com" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: OBAMA FERMA LE TORTURE MA SALVA I TORTURATORI ? STOP DEL PRESIDENTE ALLE PRATICHE CIA AUTORIZZATE DA BUSH E CHENEY - MA GLI AGENTI CIA CHE ?IN BUONA FEDE? LE HANNO MESSE IN PRATICA VENGONO ?GRAZIATI? ? IL ?WASH POST?: SOLUZIONE INTELLIGENTE?? (9Colonne) - Barack Obama decide di "salvare" gli agenti della Cia che hanno usato "in buona fede"

Diritti umani, l'Italia conferma "Boicottiamo la conferenza Onu" ( da "Repubblica.it" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la cosiddetta "Durban 2" dedicata al tema dei diritti umani. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha spiegato che, dopo le ultime revisioni della bozza di dichiarazione finale, nel testo rimangono affermazioni discriminatorie nei confronti di Israele che suggeriscono al governo italiano di non partecipare ai lavori finali.

Hammarberg bacchetta l'Italia e Maroni vola a Tunisi ( da "Articolo21.com" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: gli standard dei diritti umani” adottati dall'Europa. Ma l'accento più forte si posa sull'ingiustificata equivalenza tra clandestino e criminale. Equivalenza che porta necessariamente, sottolinea ancora Hammarberg ad ulteriori fenomeni di emarginazione, anche a danno dei migranti regolarmente presenti in Italia.

Usa: Obama svela torture ma assolve la Cia ( da "KataWeb News" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Usa: Obama svela torture ma assolve la Cia 17 aprile 2009 alle 15:44 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti L'era Bush è finita, l'"oscuro" capitolo degli abusi e delle torture negli interrogatori va superato con la "riflessione" e non con la "vendetta".

MUSSOMELI. ( da "Sicilia, La" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: assessorato alla Creatività e Diritti umani di Salemi, retto dal noto fotografo Oliviero Toscani, sono giunti in città per immortalale alcune bellezze locali nell'ambito della campagna di comunicazione contro la violenza sulle donne. La foto in formato gigante sei metri per tre dove campeggerà la scritta "Noi ragazze di Mussomeli dolcemente non violente"

Eletto nuovodirettivodell'Uras ( da "Sicilia, La" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: volta nel groviglio anche per quanto riguarda la politica comunitaria dopo le critiche di ieri del commissario europeo per i Diritti umani, Hammarberg, il quale ha chiesto all'Italia «di migliorare la politica verso l'immigrazione e sradicare discriminazione e xenofobia». Il commissario ha dichiarato inoltre di sentirsi preoccupato proprio per i rimpatri forzati verso la Tunisia.

Egitto/ Messiar, il matrimonio 'temporaneo' legalizzato per... ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il matrimonio di al Messiar - scrivono - non è un'offesa alla donna né una violazione dei diritti dell'uomo: dimostra semplicemente quanto la nostra Shariya sia capace di andare incontro alle esigenze dell'anima umana attraverso soluzioni atte ad impedire il verificarsi di illegalità oppure di scompensi sociali". "Ma di quali scompensi parlate?

Durban 2/ Welt: Berlino boicotterà la conferenza sul ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il responsabile della sezione diritti umani del governo federale tedesco, Guenter Nooke, ha affermato di "vedere più motivi per non partecipare che per essere presenti" a Ginevra. Su questa vicenda Nooke auspica "una posizione il più possibile compatta dei paesi dell'Unione europea".

Malawi/ Elezioni, Luisa Morgantini capo osservatori Ue ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Questo lavoro di osservazione è un elemento importante della politica dell'Unione Europea per la promozione dei diritti umani e della democratizzazione nel mondo. Luisa Morgantini e la missione Ue rimarranno nel Paese fino alla conclusione del processo elettorale.

RAI/ CORTE EUROPEA RESPINGE RICORSO CONTRO PAGAMENTO DEL CANONE ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E' quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, che ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino vicentino, Antonio Faccio, che dopo aver chiesto la risoluzione dell'abbonamento Rai nel 1999, nel 2003 si è visto entrare in casa la Guardia di Finanza per sigillare il suo televisore.

DIRITTI UMANI, L'ITALIA CONFERMA "BOICOTTIAMO LA CONFERENZA ONU" ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani, l'Italia conferma "Boicottiamo la conferenza Onu" -->Il ministro Frattini chiude le porte a "Durban 2" a poche ore dalla scadenza Insieme a Usa e parte della Ue. "Documento troppo duro con Israele" Diritti umani, l'Italia conferma "Boicottiamo la conferenza Onu" di VINCENZO NIGRO (15:44 17/04/2009)

EGITTO/ MESSIAR, IL MATRIMONIO 'TEMPORANEO' LEGALIZZATO PER FATWA ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il matrimonio di al Messiar - scrivono - non è un'offesa alla donna né una violazione dei diritti dell'uomo: dimostra semplicemente quanto la nostra Shariya sia capace di andare incontro alle esigenze dell'anima umana attraverso soluzioni atte ad impedire il verificarsi di illegalità oppure di scompensi sociali". "Ma di quali scompensi parlate?

DURBAN 2/ WELT: BERLINO BOICOTTERÀ LA CONFERENZA SUL RAZZISMO ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il responsabile della sezione diritti umani del governo federale tedesco, Guenter Nooke, ha affermato di "vedere più motivi per non partecipare che per essere presenti" a Ginevra. Su questa vicenda Nooke auspica "una posizione il più possibile compatta dei paesi dell'Unione europea".

MUMBAI/IMPUTATO STRAGI RITRATTA CONFESSIONE:ESTORTA SOTTO TORTURA ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Imputato stragi ritratta confessione:estorta sotto tortura di Apcom Si tratta dell'unico superstite del commando terroristico -->Mumbai, 17 apr. (Apcom) - L'imputato nel processo per gli attentati di Mumbai messi a segno tra il 26 e il 29 novembre scorsi ha ritrattato la confessione resa precedentemente, affermando che è stata estorta sotto tortura.

MALAWI/ ELEZIONI, LUISA MORGANTINI CAPO OSSERVATORI UE ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Questo lavoro di osservazione è un elemento importante della politica dell'Unione Europea per la promozione dei diritti umani e della democratizzazione nel mondo. Luisa Morgantini e la missione Ue rimarranno nel Paese fino alla conclusione del processo elettorale.

Tortura, Obama garantisce l'immunità ( da "AudioNews.it" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 53 Esteri Tortura, Obama garantisce l'immunità 14.54: Immunità per gli agenti della Cia che hanno usato tecniche di tortura negli interrogatori antiterrorismo. "Non saranno messi sotto inchiesta", ha assicurato oggi Obama, spiegando che questo è un momento di riflessione e non di vendetta.

SALUTE. Un Camper per i Diritti gira per l'Italia per curare migranti e "senza dimora" ( da "HelpConsumatori" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: quanto sta realizzando da tre anni il progetto "Un camper per i diritti" dell'associazione volontaria Medici per i Diritti Umani. Dunque medici, psicologi, anche avvocati e volontari in senso ampio, cercano di fare da ponte tra i servizi sanitari e sociali e chi ne è emarginato. Questo progetto, partito nel 2007, si è concentrato soprattutto in due città italiane,

Armi diverse, vittime diverse ( da "Galileo" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La morte per esecuzione diretta e per tortura, invece, sembra una “prerogativa” maschile. La ricerca, che aggiorna quella uscita nel 2008, è frutto della collaborazione tra i ricercatori del King?s College London e del Royal Holloway dell?Università di Londra e un team dell?

Imperia: Università ed Unicef insieme con un corso ( da "Sanremo news" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La cooperazione multilaterale in tema di diritti del bambino? Prof.ssa Isabel Fanlo Cortés - Docente di Filosofia del diritto, Sociologia del diritto e Controllo sociale e diritti umani, Facoltà di Giuriprudenza, Università degli Studi di Genova "La condizione dei minori stranieri a livello locale.

Torture, Obama "assolve" la Cia ( da "RomagnaOggi.it" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: torture dell'amministrazione Bush, pubblicando altri quattro dei famigerati memo dei consiglieri legali con dettagli raccapriccianti nel loro linguaggio asettico e burocratico. Ma allo stesso tempo ha garantito l'immunità agli agenti della Cia che hanno adottato tali pratiche "facendo il proprio dovere contando in buona fede sulle assicurazioni legali dato dal dipartimento di Giustizia"

Diritti umani, Frattini: ''non ci sono le condizioni per partecipare'' ( da "RomagnaOggi.it" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract:

Al Colosseo domani, Global day for Darfur ( da "Articolo21.com" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: piazza antistante il monumento simbolo dei diritti umani, i cui proventi saranno destinati al progetto. L?opera è nata proprio per sensibilizzare l?opnione pubblica sulla crisi sudanese per troppo tempo ignorata e ancora oggi, nonostante il grande scalpore suscitato dal mandato di arresto per il presidente del Sudan Omar Al Bashir, stenta a trovare spazio sugli organi di informazione.

Diritti umani, l'Italia conferma "Boicottiamo la conferenza Onu" ( da "KataWeb News" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani, l'Italia conferma "Boicottiamo la conferenza Onu" 17 aprile 2009 alle 15:41 — Fonte: Esteri">repubblica.it — 0 commenti Il ministro Frattini chiude le porte a "Durban 2" a poche ore dalla scadenza Insieme a Usa e parte della Ue.

Riomaggiore/Al Castello la presentazione del libro "Diritti diversi, la legge negata ai gay" ( da "Cittàdellaspezia.com" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per onorare i moti di Stonewall, ho risolutivamente raccolto i miei appunti, i ritagli di giornale, la competenza giuridica nel frattempo acquisita e ho deciso di dare voce a quella che è, praticamente da sempre, una mia convinzione profonda: l'irrinunciabilità di liberare il movimento GLBT dalla tortura della discriminazione".

Rai, Corte Strasburgo: giusto pagare il canone ( da "Reuters Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: articolo 10 della Convenzione europea sui diritti umani sulla libertà di espressione, e l'articolo 8 sul diritto a rispettare la vita privata e della famiglia. L'uomo sosteneva infatti che l'atto di rendere inutilizzabile il suo televisore fosse una misura sproporzionata che gli impediva anche di vedere i canali privati.

Obama assolve la Cia: immunità per le torture ( da "Giornale.it, Il" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: torture di Redazione I funzionari della Cia non saranno perseguiti per aver utilizzato metodi duri durante gli interrogatori. In cambio la Casa Bianca è pronta a rendere pubbliche 4 minute con cui l?amministrazione Bush giustificò l?uso della mano pesante durante gli interrogatori dei sospettati Washington - "I funzionari della Cia non saranno perseguiti per aver utilizzato metodi

Obama assolve la Cia ( da "AprileOnline.info" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il presidente Usa pubblica quatro documenti che descrivono le torture praticate ai danni dei prigionieri di Guantanamo, chiede di chiuedere l'oscuro capitolo degli abusi negli interrogatori con la "riflessione" e "non con la vendetta" L'era Bush è finita, l'"oscuro" capitolo degli abusi e delle torture negli interrogatori va superato con la "riflessione" e non con la "vendetta".

DARFUR: FINI, FARE OGNI SFORZO PER RISTABILIRE LA PACE ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: difesa dei diritti umani, requisiti essenziali per lo sviluppo di un popolo e per un futuro di stabile e serena convivenza dell'umanita'''. E' quanto afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini in un messaggio inviato al presidente dell'associazione promotrice della Giornata mondiale per il Darfur, Antonella Napoli in concomitanza con il Global day for Darfur e che avra'

Darfur/ Fini: occorre fare ogni sforzo per ristabilire la ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dei diritti umani". E' quanto scrive il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un messaggio inviato all'associazione Italians for Darfur in occasione della Giornata mondiale del Darfur di domenica prossima. "Auspico che iniziative come la vostra svolgano l'importante compito di accrescere la consapevolezza dei cittadini della gravità della situazione umanitaria in Darfur -

Darfur/ Napolitano: Italia si impegni per una pace duratura ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: con l'adesione dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia, di Amnesty International, di Non c'è pace senza giustizia e di altre associazioni che si occupano di diritti umani. Il conflitto in atto nella regione sudanese dal febbraio 2003 ha causato finora almeno 300.000 morti e 2,7 milioni di profughi e sfollati.

Rai/ Corte europea respinge ricorso contro pagamento del ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E' quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, che ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino vicentino, Antonio Faccio, che dopo aver chiesto la risoluzione dell'abbonamento Rai nel 1999, nel 2003 si è visto entrare in casa la Guardia di Finanza per sigillare il suo televisore.

A ROMA UNA GIORNATA LIONS PER LA CITTADINANZA UMANITARIA EUROPEA ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani fondamentali, realizzandosi attraverso la effettiva partecipazione di tutti i cittadini europei alla organizzazione solidale e sociale della comunità, prendendo attivo interesse al bene civico, culturale, sociale e morale del continente europeo Il Lions Club International conta in Italia oltre 40 mila associati di cui 4500 circa appartenenti al Distretto 108L di Lazio,

UNZBEKISTAN/ HRW: INCHIESTA SU ATTACCO A ATTIVISTA DIRITTI UMANI ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: inchiesta su attacco a attivista diritti umani di Apcom Aggredita mentre si trovava col figlio di 5 anni -->Roma, 17 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Le autorità uzbeke dovrebbero aprire un'inchiesta immediatamente sull'aggressione subita dall'attivista per i diritti umani Elena Urleava, che fa parte dell'Alleanza per i diritti umani dell'Uzbekistan.

IMMIGRATI/ GOZI (PD): GOVERNO NON SIA SORDO, BENE PROTAGONISMO UE ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: le polemiche sollevate da esponenti della maggioranza contro il rapporto del commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, sono molto preoccupanti. Il governo - dice ancora Gozi - non può restare sordo di fronte alla forte presa di posizione europea contro le scelte del governo italiano. Del resto, Hammarberg non è la prima voce critica.

USA-CUBA/ CLINTON: SODDISFATTI PER APERTURA RAUL CASTRO ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: compresi i diritti umani e i prigionieri", purché su base paritaria. "Siamo soddisfatti per quest'apertura, e la esamineremo con attenzione", ha dichiarato Clinton in conferenza stampa a Santo Domingo, dove si trova in visita. L'Amministrazione Obama ha deciso di allentare alcune delle restrizioni previste dall'embargo statunitense in vigore dal 1962,

MUMBAI/ PROCESSO STRAGI, PM: COMPLOTTO NATO IN PAKISTAN ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: affermando che è stata estorta sotto tortura. Lo ha detto il suo legale: "non è stata una confessione volontaria, ma è stata estorta in maniera coercitiva e con la forza" ha spiegato l'avvocato Abbas Kazmi, aggiungendo inoltre che il suo cliente "è stato torturato fisicamente". Il processo si è aperto dopo una serie di rinvii;

DARFUR/ FINI: OCCORRE FARE OGNI SFORZO PER RISTABILIRE LA PACE ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dei diritti umani". E' quanto scrive il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un messaggio inviato all'associazione Italians for Darfur in occasione della Giornata mondiale del Darfur di domenica prossima. "Auspico che iniziative come la vostra svolgano l'importante compito di accrescere la consapevolezza dei cittadini della gravità della situazione umanitaria in Darfur -

DARFUR/ NAPOLITANO: ITALIA SI IMPEGNI PER UNA PACE DURATURA ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: con l'adesione dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia, di Amnesty International, di Non c'è pace senza giustizia e di altre associazioni che si occupano di diritti umani. Il conflitto in atto nella regione sudanese dal febbraio 2003 ha causato finora almeno 300.000 morti e 2,7 milioni di profughi e sfollati.

Usa-Cuba: Clinton, nostra politica è stata fallimentare ( da "KataWeb News" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dai diritti umani alla libertà di stampa, ai prigionieri politici". Clinton ha risposto: "prendiamo molto sul serio" queste parole. "Noi continuiamo a cercare strade più produttive da seguire perché per il presidente Obama, per me e per la nostra amministrazione l'attuale politica su Cuba è fallimentare in un incontro a Santo Domingo.

Conferenza Onu, l'Italia conferma la sua assenza ( da "Cittàdellaspezia.com" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la cosiddetta "Durban 2" dedicata al tema dei diritti umani. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha spiegato che, dopo le ultime revisioni della bozza di dichiarazione finale, nel testo rimangono affermazioni discriminatorie nei confronti di Israele che suggeriscono al governo italiano di non partecipare ai lavori finali.

Usa/ Consulente governo: Ponderata decisione Obama su memo ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Bush ha utilizzato per giustificare l'adozione della tortura negli interrogatori dei sospetti di terrorismo. E' quanto ha detto David Axelrod, consulente senior della Casa Bianca. Obama "ha pensato molto alla questione, e si è consultato ampiamente perchè c'erano due principi in ballo - ha detto Axelrod, stando a quanto riportato dal sito Politico.

Unzbekistan/ Hrw: inchiesta su attacco a attivista diritti ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attivista per i diritti umani Elena Urleava, che fa parte dell'Alleanza per i diritti umani dell'Uzbekistan. L'afferma in un comunicato l'organizzazione Human Rights Watch (Hrw). "Non ci sono dubbi che Urlaeva è stata aggredita per vendicarsi del proprio lavoro sui diritti umani", ha affermato Holly Cartner, direttore per l'Europa e l'Asia centrale di Hrw.

I memorandum Usa della tortura legale contro al Qaeda ( da "CittadinoLex" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura legale contro al Qaeda (Top secret -Us Department of Justice 1.8.2002) di Ludovico Fraia Pagine e pagine di prosa legale burocratica apparentemente senza nessun tipo di coinvolgimento emotivo. Sono quelle che il Dipartimento per la giustizia americano ha diffuso giovedì 16 per descrivere le brutali tecniche di interrogatorio usati dalla Cia sui sospetti aderenti ad al Qaeda.

M.O./ WRITER GERUSALEMME SCRIVONO LETTERA SU MURO SEPARAZIONE ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attivista per i diritti umani sudafricano Farid Esack, e afferma che il trattamento che Israele riserva ai palestinesi che vivono sotto occupazione militare è per alcuni aspetti peggiore dell'apartheid. Il muro - ritenuto illegale dalla Corte Internazionale di Giustizia dell'Onu nel 2004 - era stato costruito nel 2002 per fermare gli attentati suicidi degli attivisti palestinesi.

USA/ CONSULENTE GOVERNO:PONDERATA DECISIONE OBAMA SU MEMO TORTURA ( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Usa/ Consulente governo:Ponderata decisione Obama su memo tortura di Apcom Il presidente si è consultato con diversi funzionari -->Roma, 17 apr. (Apcom) - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha impiegato almeno un mese prima di decidere di pubblicare i memo che il suo predecessore George W.

M.O./ "Writer" Gerusalemme scrivono lettera su muro ( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attivista per i diritti umani sudafricano Farid Esack, e afferma che il trattamento che Israele riserva ai palestinesi che vivono sotto occupazione militare è per alcuni aspetti peggiore dell'apartheid. Il muro - ritenuto illegale dalla Corte Internazionale di Giustizia dell'Onu nel 2004 - era stato costruito nel 2002 per fermare gli attentati suicidi degli attivisti palestinesi.


Articoli

Asmara (sezione: Diritti umani)

( da "City" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Asmara "Eritrea diventata unica grande prigione" Il governo eritreo ha tramutato lo stato in una prigione, con ricorso all'arresto non motivato e alla tortura dei suoi cittadini, e l'obbligo a una leva quasi illimitata . La denuncia è di Human Rights Watch . 17 aprile 2009

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NIGERIA/ AMNESTY: RICORSO CRESCENTE A VIOLENZA DA PARTE POLIZIA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Nigeria/ Amnesty: ricorso crescente a violenza da parte polizia di Apcom Tortura, omicidi e persone scomparse -->Lagos, 16 apr. (Ap) - Amnesty International denuncia un ricorso crescente a mezzi violenti, inclusi tortura ed omicidi, da parte delle forze di polizia nigeriane nelle zone meridionali del Paese, in particolare del Delta del Niger. Nella regione petrolifera operano numerosi gruppi armati, responsabili di attentati contro gli oleodotti e di sequestri di dipendenti di società petrolifere. L'ong con base a Londra ha registrato un notevole incremento di persone scomparse in quella regione, di ricorso alla tortura e agli omicidi da parte delle forze di sicurezza. "Registriamo un incremento preoccupante nell'uso dei mezzi estremamenti violenti da parte della polizia nel Delta del Niger", afferma Aster van Kregten, membro di Amnesty in Nigeria.

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USA/ DIFFUSI MEMO ERA BUSH SU TORTURA. NO ACCUSE A CIA - PUNTO (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Usa/ Diffusi memo era Bush su tortura. No accuse a Cia - punto di Apcom WP: il rapporto più ampio su interrogatori sospetti al Qaida -->Roma, 16 apr. (Apcom) - Documenti scottanti, che risalgono al 2002, e che si confermano il rapporto più ampio mai diffuso finora e relativo agli interrogatori dei sospetti di terrorismo e presunti membri di al Qaida. Sono, stando a quanto conferma il Washington Post, i memo dicui la Casa Bianca ha annunciato la diffusione: di fatto, la base legale che l'amministrazione di Bush utilizzò per giustificare l'adozione di tecniche di interrogatorio che i critici in tutto il mondo hanno descritto spesso con il termine tortura. Il presidente americano Barack Obama ha motivato la diffusione dei documenti con l'esistenza di "circostanze eccezionali" (stando a quanto reso noto da un comunicato); tra queste, la necessità di confermare tattiche che per molto tempo sono state al centro di diversi sospetti e anche per prevenire "congetture errate e incendiarie". Contestualmente, il dipartimento di Giustizia Usa ha anche 'rassicurato' i funzionari della Cia: gli agenti di intelligence non saranno infatti accusati dal governo per le tecniche di interrogatorio utilizzate in passato, dunque anche per il waterboarding. "Sarebbe ingiusto accusare uomini e donne dediti a proteggere l'America per una condotta che è stata autorizzata dallo stesso dipartimento della Giustizia", ha detto il ministro della Giustizia Usa Eric H. Holder, stando a quanto risulta da un comunicato. Tornando ai memo, questi descrivono le tecniche di interrogatorio che sono state utilizzate su più di una dozzina di detenuti considerati fonti di intelligence particolarmente "elevate", a seguito degli attentati terroristici dell'11 settembre del 2001.

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USA/ GOVERNO DIFFONDERÀ MEMO BUSH CHE GIUSTIFICARONO TORTURA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Usa/ Governo diffonderà memo Bush che giustificarono "tortura" di Apcom Lo ha reso noto il portavoce della Casa Bianca Gibbs -->Washington, 16 apr. (Ap) - Robert Gibbs, portavoce della Casa Bianca, ha reso noto che in giornata il governo americano diffonderà alcuni memo cui l'amministrazione Bush ricorse per giustificare l'adozione di dure tecniche di interrogatorio nei confronti dei sospetti di terrorismo, che i critici hanno definito più volte al limite della tortura. Gibbs, che ha accompagnato insieme ad altri membri della delegazione Usa il presidente americano Barack Obama, nel suo viaggio in Messico, ha parlato con i giornalisti nel volo dell'Air Force. Il portavoce del governo ha precisato che alcune sezioni dei documenti saranno oscurate per motivi di sicurezza, senza fornire alcun ulteriore dettaglio; la decisione di rendere pubblico il materiale, ha sottolineato comunque, è arrivata dopo l'avvio di una causa legale. Il presidente americano commenterà i memo dopo la loro diffusione, attesa per oggi.

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Obama no perseguirá a los miembros de la CIA implicados en torturas (sezione: Diritti umani)

( da "Pais, El" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Obama no perseguirá a los miembros de la CIA implicados en torturas "Es el momento de la reflexión, no del castigo", asegura el presidente demócrata YOLANDA MONGE - Washington - 16/04/2009 Vota Resultado 12 votos Aquellos que utilizaron la tortura como método de interrogatorio durante los años de Gobierno de George W. Bush no serán perseguidos por la justicia. Con esta decisión, y con la publicación de una serie de memorandos que revelan el razonamiento legal que se usó para justificar tácticas que se equiparan con la tortura durante 2002 y 2005 contra militantes de Al Qaeda en las prisiones secretas que EEUU tenía en el exterior, Barack Obama dio ayer un paso más para cerrar lo que consideró "un oscuro y doloroso capítulo" de la historia norteamericana. "Amenaza de muerte inminente" La CIA destruyó casi un centenar de vídeos de interrogatorios El designado para dirigir la CIA rechaza el uso de la tortura AmnistÍa retrata la técnica de tortura 'waterboarding' VIDEO - AMNISTÍA INTERNACIONAL - 23-04-2008 La ONG pro derechos humanos lanza un vídeo en Reino Unido contra la técnica de asfixia simulada utilizada con presos en su 'guerra contra el terror' - AMNISTÍA INTERNACIONAL Otros vídeos Barack Obama A FONDO Nacimiento: 04-08-1961 Lugar: Honolulu CIA (Agencia Central de Inteligencia) A FONDO Sede: Washington (Estados Unidos) Ver cobertura completa La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas Según declaraciones del presidente de Estados Unidos, las técnicas de tortura como la simulación de asfixia, "minaron nuestra autoridad moral y no hicieron a Estados Unidos más seguro". Para Obama, quienes realizaron estos interrogatorios "actuaron de buena fe basándose en las opiniones del Departamento de Justicia", por lo que no serán sujetos de ninguna acción legal. El debate interno hasta llegar a esta decisión ha sido intenso, según fuentes de la Casa Blanca. "Es hora de reflexionar y no de castigar", reiteró el presidente en un comunicado y en una carta enviada a los agentes de la CIA, en la que aseguraba que la nación debía proteger sus identidades "tanto como ellos protegen nuestra seguridad". "Sería injusto procesar a los entregados hombres y mujeres que trabajaban para proteger América por una conducta que fue autorizada por el Departamento de Justicia", manifestó el fiscal general del Estado, Eric Holder. Leon Panneta, director de la CIA, escribió en un mensaje a sus empleados: "La CIA responde según el deber lo requiere". El presidente declaró haber autorizado la publicación de los documentos para evitar "una descripción imprecisa de lo que ocurrió", lo que, en su opinión, "alentaría presunciones erróneas e inflamatorias de las medidas adoptadas por EEUU". Pero insistió en que en momentos de grandes desafíos y falta de unidad, "no se gana nada al invertir tiempo y energía en asignar culpas por lo que pasó". Los memorandos redactados por la Oficina de Consejo Legal del Departamento de Justicia entre 2002 y 2005 se han hechos públicos tras una demanda interpuesta y ganada por la Unión Americana de Libertades Civiles (ACLU, siglas en inglés). En esos informes -cuatro en total- los abogados de Bush dieron el visto bueno a una serie de métodos de interrogatorio que se usaron contra 28 sospechosos de terrorismo. Las tácticas empleadas van desde el tristemente método conocido como waterboarding o axfisia simulada hasta usar un collar de plástico para mantener a los detenidos sujetos por el cuello a los muros de las celdas de interrogatorio. "Amenaza de muerte inminente" Uno los documentos que ahora ha visto la luz está fechado en agosto de 2002 y autoriza la asfixia simulada para el presunto miembro de Al Qaeda Abu Zubaydah. "Consideramos que el uso de la asfixia simulada representa una amenaza de muerte inminente", señala el memorándum, que añade que "crea en el sujeto la incontrolable sensación física de que el sujeto se está asfixiano". El texto, redactado por el entonces abogado del gobierno Jay Bybee, concluye que "ante la ausencia de un prolongado daño mental (...) el uso de estos procedimientos no constituiría tortura". El mismo informe da luz verde al uso de insectos en el cuerpo de los interrogados, así como a la privación del sueño. Otro documento refleja la opinión de un alto funcionario del Departamento de Justicia a favor de la combinación de métodos interrogatorios para alcanzar resultados más efectivos. "Los que conducen los interrogatorios pueden combinar la asfixia simulada con el mantener (a los sospechosos) de pie contra la pared, abofetearles o golpearles en el estómago", escribió el funcionario Stephen Bradbury en 2005.

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Il Consiglio d'Europa: (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

il giudizio di Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani Il Consiglio d'Europa: «Da Italia progressi insufficienti sulla lotta al razzismo» Preoccupazione per la tendenza xenofoba che sfocia in atti violenti contro immigrati, Rom e Sinti Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa (dal web) STRASBURGO - Il governo italiano, nell' ultimo anno, ha fatto «passi insufficienti nella giusta direzione sul fronte della lotta al razzismo, per assicurare eguali diritti alle popolazioni Rom e Sinti, per chiarire la propria posizione in merito alla politica migratoria adottata». E anche sul fronte della «mancata osservanza delle richieste della Corte di Strasburgo di sospendere l'esecuzione delle espulsioni verso Paesi sospettati di praticare la tortura». IL GIUDIZIO - Questo il giudizio espresso da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, in occasione della pubblicazione del suo secondo rapporto sull'Italia in meno di un anno. Rapporto che fa seguito alla missione compiuta dal commissario a metà dello scorso gennaio. Nel rapporto Hammarberg scrive «d'essere particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare una tendenza al razzismo e alla xenofobia, che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti, rivolti principalmente contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere, anche in ambito sportivo». LA MANCATA CONDANNA - Per il commissario Hammarberg, le autorità italiane dovrebbero «condannare queste espressioni con maggiore forza e reintrodurre pene più severe per questi reati». Hammarberg invece descrive come molto positivo il fatto che una parte della classe politica italiana presti maggiore attenzione nell'esprimere certe opinioni: «Un anno fa - afferma - reagii alle affermazioni fatte da alcuni esponenti politici perché le ritenevo ostili verso certe minoranze. Ora noto che i politici sono molto più attenti». stampa |

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Nigeria/ Amnesty: ricorso crescente a violenza da parte (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lagos, 16 apr. (Ap) - Amnesty International denuncia un ricorso crescente a mezzi violenti, inclusi tortura ed omicidi, da parte delle forze di polizia nigeriane nelle zone meridionali del Paese, in particolare del Delta del Niger. Nella regione petrolifera operano numerosi gruppi armati, responsabili di attentati contro gli oleodotti e di sequestri di dipendenti di società petrolifere. L'ong con base a Londra ha registrato un notevole incremento di persone scomparse in quella regione, di ricorso alla tortura e agli omicidi da parte delle forze di sicurezza. "Registriamo un incremento preoccupante nell'uso dei mezzi estremamenti violenti da parte della polizia nel Delta del Niger", afferma Aster van Kregten, membro di Amnesty in Nigeria.

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La Casa Bianca dà l'immunità agli agenti Cia (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

TORTURA La Casa Bianca dà l'immunità agli agenti Cia Gli agenti della Cia che hanno usato «in buona fede» forme di tortura come il «waterboarding» non passeranno guai con la giustizia. Lo ha assicurato il presidente Barack Obama in un comunicato che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell'Amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo. Obama ha chiuso tutti i «siti neri», in Asia e nell'Europa dell'Est, e ha deciso la pubblicazione dei documenti segreti.

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Il giornalista sportivo e i "desaparecidos" (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

COMPLICI DEL SILENZIO Il giornalista sportivo e i "desaparecidos" «Complici del silenzio» di Stefano Incerti («L'uomo di vetro») è ambientato nell'Argentina del 1978, durante i Campionati Mondiali di Calcio, e racconta la storia di Maurizio Gallo, giornalista sportivo italiano, e del suo fotoreporter Ugo che sbarcano a Buenos Aires come inviati al Mundial poi vinto dai padroni di casa. L'evento sportivo, su cui si stanno accendendo i riflettori di tutto il mondo, è occasione per la Giunta militare di Videla di nascondere le violazioni dei diritti umani che va perpetrando. Gallo, innamoratosi di una giovane donna di Buenos Aires, verrà coinvolto nella dura repressione governativa. Lui è Alessio Boni («La meglio gioventù»), al suo fianco Florencia Raggi. \

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Razzismo, congresso a rischio (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 17-04-2009)
Pubblicato anche in: (Alto Adige)

Argomenti: Diritti umani

Razzismo, congresso a rischio BERLINO. La Germania potrebbe boicottare la conferenza dell'Onu contro il razzismo che si terrà a Ginevra la prossima settimana. "La Germania molto probabilmente non parteciperà alla conferenza", ha detto il responsabile dei Diritti umani del ministero degli Esteri Nooke. Si teme che l'incontro possa venire utilizzato da alcuni per slogan anti-israeliani. Fra gli ospiti più rilevanti è annunciato ad esempio il presidente dell'Iran Mahmud Ahmadinejad, noto per le esternazioni anti-israeliane.

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Gentilini maestro di xenofobia (sezione: Diritti umani)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Un rapporto al Consiglio d'Europa cita come esempi di razzismo le frasi pronunciate alla festa della Lega a Venezia «Gentilini maestro di xenofobia» Il commissario europeo per i diritti umani censura lo Sceriffo FABIO POLONI TREVISO. L'Italia criminalizza l'immigrazione irregolare e Giancarlo Gentilini è tra i cattivi maestri. Il vicesindaco di Treviso viene citato tra gli esempi di tendenza al razzismo e alla xenofobia in un rapporto scritto da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa. Il rapporto esprime «deep concern», profonda preoccupazione, per la criminalizzazione dell'immigrazione irregolare, definita «sproporzionata, che va oltre gli interessi a tenere sotto controllo i confini». Nelle 25 pagine del rapporto redatto da Hammarberg vengono citati alcuni casi di quella che viene definita una crescente tendenza al razzismo e alla xenofobia. Secondo il commissario, ciò che suscita una particolare inquietudine è il fatto che tale clima di intolleranza nei confronti di gruppi etnici o sociali deboli e vulnerabili è talvolta incoraggiato dalle dichiarazioni di alcune personalità politiche. Tra queste, Gentilini: il commissario ha segnalato come particolarmente preoccupanti le dichiarazioni del vicesindaco di Treviso rilasciate nel settembre 2008, in occasione della festa della Lega. Il richiamo. Il «deep concern» espresso dal commissario è la formula diplomatica che indica situazioni di particolare gravità. Il rapporto nasce dalla visita in Italia a metà gennaio per verificare il rispetto dei diritti umani dei migranti e delle minoranze. Dai campi Rom della periferia romana al sovraffollato centro di espulsione di Lampedusa, il commissario - come riporta Repubblica.it - ha voluto vedere con i propri occhi le condizioni in cui sono tenute queste persone. Le preoccupazioni che ne ha ricavato riguardano innanzitutto i nuovi provvedimenti in materia di immigrazione e asilo, che nel rapporto sono definiti «draconiani», come l'aumento della pena per gli irregolari, la cosiddetta aggravante di clandestinità, oppure l'obbligo per i medici di denunciare chi ha bisogno di cure ma non ha i documenti. Una simile politica, secondo il commissario, provoca «ulteriore stigmatizzazione ed emarginazione dei migranti, nonostante la maggioranza di questi contribuisca allo sviluppo delle società europee». Le parole. Questi alcuni passi del discorso di Gentilini alla festa della Lega del settembre 2008: «Voglio la rivoluzione contro i clandestini, voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari. Io ne ho distrutti due a Treviso. E adesso non ce n'è più neanche uno. Se Maroni ha detto tolleranza zero, io voglio la tolleranza doppio zero. Voglio la rivoluzione contro quelli che vogliono aprire le moschee e i centri islamici. Qui comprese le gerarchie ecclesiastiche, che dicono: lasciamoli pregare. No, vanno a pregare nei deserti! Aprirò una fabbrica di tappeti per darglieli, ma che vadano a pregare nel deserto. Islamici, che tornino nei loro paesi. Io voglio la rivoluzione contro chi vorrebbe dare il voto agli extracomunitari. Non voglio vedere neri, marroni o grigi che insegnano ai nostri bambini. Cosa insegneranno, la civiltà del deserto? Il voto spetta solo a noi».

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Xenofobia, nuove accuse all'Italia (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 17-04-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Diritti umani

Dal Consiglio d'Europa Xenofobia, nuove accuse all'Italia STRASBURGO. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, è «particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare» in Italia «una tendenza al razzismo e alla xenofobia che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere». E' quanto si legge nel rapporto sull'Italia scritto dallo stesso Hammarberg. Nella sua risposta, pubblicata assieme al rapporto, il governo italiano rassicura il Commissario sui passi intrapresi per contrastare efficacemente il razzismo. Mentre rimanda al mittente le richieste di cambiare le misure legate alla politica migratoria. L'Italia ritiene che le norme criticate siano essenziali per una efficace gestione dei flussi migratori.

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Si racconta la Primavera di Praga (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

UNA MOSTRA Si racconta la Primavera di Praga Fortemente voluta dall'assessore comunale alle Politiche della famiglia, sociali ed educative Teresa Curino all'interno della Fiera sarà possibile visitare la mostra «L'impossibile primavera - Praga 1968» a cura di Sandro Chierici. La primavera di Praga ha segnato un momento importante, sotto ogni aspetto, della storia del XX secolo, come tentativo di far convivere la possibilità di vivere da uomini liberi in una società impostata secondo i canoni del marxismo-leninismo, un'ipotesi che fu definita «il socialismo dal volto umano». Un tentativo stroncato dall'intervento dell'Unione Sovietica. Le immagini della mostra, realizzate a Praga e in altri centri della Cecoslovacchia da diversi reporter nei giorni dell'invasione dell'agosto 1968, mostrano lo stridente contrasto fra un popolo che vuole la pace e un potere che deve imporsi con la violenza. L'immagine simbolo di questa drammatica contrapposizione è quella di uomini e donne che parlano con i soldati sovietici, domandano «Perché?», e l'incapacità dei militari a rispondere. Sono loro i veri disarmati davanti all'evidenza della realtà che svela la menzogna di chi li ha portati lì. A supporto delle immagini c'è un ampio documentario che intende fornire le linee di sviluppo della storia ceca dal 1948, allorché prese il potere nel paese il partito comunista, sino alla nascita del movimento Charta 77, che ha visto la Cecoslovacchia vivere da protagonista la battaglia per i diritti umani degli Anni Ottanta sino alla fine del comunismo. Al percorso di immagini fanno da contraltare documenti, testimonianze, stralci letterari - in particolare da Kundera a Dubcek - e poetici, per giungere alle scritte sui muri di Praga, ai cartelli e alle vignette satiriche, tutte testimonianze di un'autocoscienza presente in ogni strato della popolazione, dalle avanguardie intellettuali alla componente operaia e contadina. Visite guidate per le scuole, in particolare per le superiori. Prenotazione obbligatoria con fax al Comune: 0131 515151, specificando «Mostra Praga».

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Ecco gli studenti premiati (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

SAVONACONCORSO «IL POLIZIOTTO UN AMICO IN PIU'» Ecco gli studenti premiati SAVONA «Per crescere sicuri abbiamo diritto a...»: è il tema di quest'anno del concorso «Il poliziotto amico in più» giunto alla nona edizione, indetto dalla Polizia di Stato, con ministero dell'Istruzione e Unicef, e aperto ai ragazzi delle scuole elementari e medie inferiori. Nei giorni scorsi la commissione esaminatrice, presieduta dal questore Giovanni Trimarchi, ha scelto su 196 elaborati realizzati dagli studenti della provincia di Savona, le quattro opere che parteciperanno alla selezione nazionale. Ecco i premiati. Scuole elementari: per la categoria opere letterarie, la poesia intitolata «I diritti dei bambini» di Andrea Nero, classe 5ª della scuola primaria «O.Colombardo» di Cengio; per la categoria arti figurative e tecniche varie, il collage del gruppo «Arcobaleno», classe 3ª D scuola primaria «Astengo» di Savona. Scuole medie inferiori: per la categoria opere letterarie, testo di Patrizia Costa della classe 1ª della scuola secondaria di 1° grado «Guidobono» di Savona; per la categoria tecniche multimediali: il Dvd «Ragazzi liberi e felici: il diritto di avere diritti», delle classi 2ªA e 2ª E della scuola Guidobono. «L'iniziativa - spiega il capo di Gabinetto della questura Massimo Molinari - si inserisce nell'ambito degli interventi volti a favorire la comprensione del concetto di polizia di prossimità e grazie anche al coinvolgimento del mondo scolastico, per lo sviluppo di una cultura della legalità, del rispetto dei diritti umani, della tolleranza, della solidarietà e dei valori in genere, su cui si fonda una società civile, considerata indispensabile per garantire il bene prezioso della sicurezza e della pacifica convivenza».

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gentilini maestro di xenofobia - fabio poloni (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino di Padova, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Un rapporto al Consiglio d'Europa cita come esempi di razzismo le frasi pronunciate alla festa della Lega a Venezia «Gentilini maestro di xenofobia» Il commissario europeo per i diritti umani censura lo Sceriffo FABIO POLONI TREVISO. L'Italia criminalizza l'immigrazione irregolare e Giancarlo Gentilini è tra i cattivi maestri. Il vicesindaco di Treviso viene citato tra gli esempi di tendenza al razzismo e alla xenofobia in un rapporto scritto da Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa. Il rapporto esprime «deep concern», profonda preoccupazione, per la criminalizzazione dell'immigrazione irregolare, definita «sproporzionata, che va oltre gli interessi a tenere sotto controllo i confini». Nelle 25 pagine del rapporto redatto da Hammarberg vengono citati alcuni casi di quella che viene definita una crescente tendenza al razzismo e alla xenofobia. Secondo il commissario, ciò che suscita una particolare inquietudine è il fatto che tale clima di intolleranza nei confronti di gruppi etnici o sociali deboli e vulnerabili è talvolta incoraggiato dalle dichiarazioni di alcune personalità politiche. Tra queste, Gentilini: il commissario ha segnalato come particolarmente preoccupanti le dichiarazioni del vicesindaco di Treviso rilasciate nel settembre 2008, in occasione della festa della Lega. Il richiamo. Il «deep concern» espresso dal commissario è la formula diplomatica che indica situazioni di particolare gravità. Il rapporto nasce dalla visita in Italia a metà gennaio per verificare il rispetto dei diritti umani dei migranti e delle minoranze. Dai campi Rom della periferia romana al sovraffollato centro di espulsione di Lampedusa, il commissario - come riporta Repubblica.it - ha voluto vedere con i propri occhi le condizioni in cui sono tenute queste persone. Le preoccupazioni che ne ha ricavato riguardano innanzitutto i nuovi provvedimenti in materia di immigrazione e asilo, che nel rapporto sono definiti «draconiani», come l'aumento della pena per gli irregolari, la cosiddetta aggravante di clandestinità, oppure l'obbligo per i medici di denunciare chi ha bisogno di cure ma non ha i documenti. Una simile politica, secondo il commissario, provoca «ulteriore stigmatizzazione ed emarginazione dei migranti, nonostante la maggioranza di questi contribuisca allo sviluppo delle società europee». Le parole. Questi alcuni passi del discorso di Gentilini alla festa della Lega del settembre 2008: «Voglio la rivoluzione contro i clandestini, voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari. Io ne ho distrutti due a Treviso. E adesso non ce n'è più neanche uno. Se Maroni ha detto tolleranza zero, io voglio la tolleranza doppio zero. Voglio la rivoluzione contro quelli che vogliono aprire le moschee e i centri islamici. Qui comprese le gerarchie ecclesiastiche, che dicono: lasciamoli pregare. No, vanno a pregare nei deserti! Aprirò una fabbrica di tappeti per darglieli, ma che vadano a pregare nel deserto. Islamici, che tornino nei loro paesi. Io voglio la rivoluzione contro chi vorrebbe dare il voto agli extracomunitari. Non voglio vedere neri, marroni o grigi che insegnano ai nostri bambini. Cosa insegneranno, la civiltà del deserto? Il voto spetta solo a noi».

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il commissario ue: l'italia indulgente con il razzismo (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

BRUXELLES Il Commissario Ue: l'Italia indulgente con il razzismo DAL MONDO BRUXELLES. «Profonda preoccupazione» è stata espressa nel rapporto sull'Italia scritto da Thomas Hammarberg, Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, dopo una visita in Italia. Le preoccupazioni riguardano innanzitutto i nuovi provvedimenti in materia di immigrazione e asilo, già adottati o in discussione, come l'aumento della pena per i migranti irregolari, l' aggravante di clandestinità o l'obbligo per i medici di denunciare chi ha bisogno di cure ma non ha i documenti. Secondo il rapporto, l'Italia dovrebbe «condannare con maggiore forza» ogni forma di razzismo, applicare «pene più severe» per i reati legati a questo fenomeno e procedere a una revisione di alcune misure riguardanti l'immigrazione.

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Razzismo, l'Europa censura ancora l'Italia (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 17 Aprile 2009 NAZIONALE Pagina 4 BRUXELLES. Il rapporto della Commissione per i diritti umani segnala una situazione che viene ritenuta deficitaria Razzismo, l'Europa censura ancora l'Italia Il Consiglio d'Europa punta il dito sul problema rom Citata la raccolta firme del sindaco di Verona, Tosi BRUXELLES A meno di un anno dalla pubblicazione del suo primo rapporto, il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, torna all'attacco dell'Italia, chiedendo più sforzi per sradicare razzismo e xenofobia. «Anche se sono stati fatti degli sforzi, rimangono serie preoccupazioni sulla situazione dei rom, sulle misure e sulle pratiche riguardanti le migrazioni e sul non rispetto delle misure temporanee vincolanti chieste dalla Corte europea dei diritti dell'uomo», scrive Hammarberg nel rapporto, redatto sulla base di una visita fatta a gennaio.Tuttavia l'elenco delle note dolenti, secondo il commissario svedese, è lungo. Nel luglio, Hammarberg si era espresso con durezza sulla politica italiana sull'immigrazione, giudicandola guidata solo dalle preoccupazioni legate alla sicurezza e definendo «largamente assente» la «valorizzazione dei diritti fondamentali e dei principi umanitari». Rispondendo al rapporto, il governo ha sottolineato di aver preso le misure necessarie per incrementare la propria politica antidiscriminatoria e antirazzista, attraverso la creazione di un organismo apposito, l'Unar, per iniziativa del ministero delle Pari opportunità, stanziando centinaia di milioni di euro per migliorare lo stato dei campi Rom e sfruttando i fondi europei per avviare una politica di integrazione delle popolazioni nomadi e di educazione dei bambini. Progressi che Hammarberg ha riconosciuto. Il relatore cita tra i casi presi in considerazione il «caso Verona», ovvero l'appello ai cittadini del capogruppo della Lega, Flavio Tosi, poi eletto sindaco nel 2007, per eliminare i campi-nomadi alla città. Il rapporto ricorda anche le vicende giudiziarie di Tosi per le denuncia scattata per quella vicenda. Per Hammarberg occorre che i gruppi etnici siano più rappresentati all'interno della polizia e che vengano creati meccanismi consultivi a tutti i livelli con i rom e i sinti.  

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Resi pubblici i memo Bush sulle torture (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 17-04-2009)
Pubblicato anche in: (Bresciaoggi(Abbonati))

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 17 Aprile 2009 NAZIONALE Pagina 6 Resi pubblici i memo Bush sulle «torture» Documenti scottanti, che risalgono al 2002, e che si confermano il rapporto più ampio mai diffuso finora e relativo agli interrogatori dei sospetti di terrorismo e presunti membri di al Qaeda. Sono, stando a quanto conferma il «Washington Post», i memo di cui la Casa Bianca ha annunciato la diffusione: di fatto, la base legale che l'amministrazione di Bush utilizzò per giustificare l'adozione di tecniche di interrogatorio che i critici in tutto il mondo hanno descritto con il termine «tortura». Il presidente Barack Obama ha motivato la diffusione dei documenti con l'esistenza di «circostanze eccezionali». Tra queste, la necessità di confermare tattiche che per molto tempo sono state al centro di diversi sospetti e anche per prevenire «congetture errate e incendiarie». Contestualmente, il dipartimento di Giustizia Usa ha anche «rassicurato» i funzionari della Cia: gli agenti di intelligence non saranno infatti accusati dal governo per le tecniche di interrogatorio utilizzate in passato, dunque anche per il waterboarding. «Sarebbe ingiusto accusare uomini e donne dediti a proteggere l'America per una condotta autorizzata dallo stesso dipartimento della Giustizia», ha detto il ministro della Giustizia Usa Eric H. Holder.  

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Consiglio d'Europa: l'Italia criminalizza gli immigrati (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Consiglio d'Europa: l'Italia criminalizza gli immigrati MARISTELLA IERVASI Diritti umani ignorati, leggi ingiuste e draconiane, che criminalizzano l'immigrazione irregolare. L'Italia è di nuovo sotto accusa per le politiche sui i Rom, le misure legislative contenute nel ddl sicurezza (la contestatissima norma sui medici che possono denunciare i clandestini che si rivolgono al sistema sanitario) e le espulsioni facili degli stranieri in paesi dove «è accertato che ricorrono alla tortura». Un richiamo pesante per il governo Berlusconi, che arriva dal Consiglio d'europa - l'organismo internazionale che non fa parte dell'Ue e che ha tra i suoi compiti la tutela dei diritti dell'uomo - proprio nel giorno in cui il ministro dell'Interno Roberto Maroni è in Tunisia per accelerare i rimpatri dei migranti sbarcati sulle coste siciliane. Sbarchi che sono senza fine: solo ieri 3 imbarcazioni a Lampedusa per un totale di 300 persone. Tendenza al razzismo «Le autorità italiane dovrebbero condannare con più fermezza tutte le manifestazioni di razzismo o di intolleranza, ed assicurare un'efficace attuazione della legislazione anti-discriminazione», ha scritto nero su bianco Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, nel rapporto sul Belpaese dopo una visita nel gennaio scorso. «Nonostante siano stati compiuti degli sforzi - precisa Hammarberg - siamo preoccupati per la tendenza al razzismo e all'xenofobia in Italia che sfocia in atti estremamente violenti, rivolti principalmente contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere, anche in ambito sportivo». La replica Il governo rimanda al mittente la richieste di cambiare le misure legate alla politica migratoria: «sono essenziali - riporta l'agenzia Ansa - per una efficacia dei flussi migratori». Secondo l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, organismo del ministero delle Pari opportunità, inoltre, sono stati elaborati piani di azione che prevedono interventi strutturali a favore delle comunità Rom e Sinti. Secondo Hammarberg, invece, l'Italia dovrebbe «condannare con maggiore forza» ogni forma di razzismo applicando «pene più severe» per i reati legati a questo fenomeno, procedere a una revisione di alcune misure riguardanti l'immigrazione e aumentare la rappresentanza di gruppi etnici nella polizia. Rom e Sinti «Vi è un persistente clima di intolleranza contro di loro - scrive Hammarberg - e le loro condizioni di vita sono ancora inaccettabili in numerosi insediamenti da me visitati. Esistono esempi di buone pratiche che dovrebbero essere estese». Preoccupazione anche anche per il censimento nei campi nomadi. Ddl sicurezza «Criminalizzare i migranti è una misura sproporzionata che rischia di provocare ulteriori tendenze discriminatorie e xenofobia nel paese»: il riferimento è alla norma introdotta al Senato nel provvedimento sulla sicurezza che consente al personale medico di denunciare i migranti irregolari. Espulsioni e terrorismo Sul caso dei ritorni forzati in Tunisia imposti per motivi di sicurezza, Hammarber lamenta: «L'Italia non ha provveduto ad applicare le misure provvisorie e le vincolanti richieste della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo volte a fermare le espulsioni, compromettendo l'efficacia del sistema europeo». Le reazioni Livia Turco, Pd: «Aumento di clandestini e città insicure. Maroni dovrebbe dimettersi». Filippo Miraglia, Arci: «Il rapporto è una bocciatura per l'Italia, il giudizio europeo è condivisibile». In Italia «c'è una tendenza al razzismo e alla xenofobia». Dal Consiglio europeo un richiamo alle politiche migratorie del governo, che rimanda al mittente le critiche. Maroni a Tunisi ma gli sbarchi non cessano.

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Diritti umani ignorati, leggi ingiuste e draconiane, che criminalizzano l'immigrazione irregola... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Diritti umani ignorati, leggi ingiuste e draconiane, che criminalizzano l'immigrazione irregolare. L'Italia è di nuovo sotto accusa per le politiche sui i Rom, le misure legislative contenute nel ddl sicurezza (la contestatissima norma sui medici che possono denunciare i clandestini che si rivolgono al sistema sanitario) e le espulsioni facili degli stranieri in paesi dove «è accertato che ricorrono alla tortura». Un richiamo pesante per il governo Berlusconi, che arriva dal Consiglio d'europa - l'organismo internazionale che non fa parte dell'Ue e che ha tra i suoi compiti la tutela dei diritti dell'uomo - proprio nel giorno in cui il ministro dell'Interno Roberto Maroni è in Tunisia per accelerare i rimpatri dei migranti sbarcati sulle coste siciliane. Sbarchi che sono senza fine: solo ieri 3 imbarcazioni a Lampedusa per un totale di 300 persone. Tendenza al razzismo «Le autorità italiane dovrebbero condannare con più fermezza tutte le manifestazioni di razzismo o di intolleranza, ed assicurare un'efficace attuazione della legislazione anti-discriminazione», ha scritto nero su bianco Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, nel rapporto sul Belpaese dopo una visita nel gennaio scorso. «Nonostante siano stati compiuti degli sforzi - precisa Hammarberg - siamo preoccupati per la tendenza al razzismo e all'xenofobia in Italia che sfocia in atti estremamente violenti, rivolti principalmente contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere, anche in ambito sportivo». La replica Il governo rimanda al mittente la richieste di cambiare le misure legate alla politica migratoria: «sono essenziali - riporta l'agenzia Ansa - per una efficacia dei flussi migratori». Secondo l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, organismo del ministero delle Pari opportunità, inoltre, sono stati elaborati piani di azione che prevedono interventi strutturali a favore delle comunità Rom e Sinti. Secondo Hammarberg, invece, l'Italia dovrebbe «condannare con maggiore forza» ogni forma di razzismo applicando «pene più severe» per i reati legati a questo fenomeno, procedere a una revisione di alcune misure riguardanti l'immigrazione e aumentare la rappresentanza di gruppi etnici nella polizia. Rom e Sinti «Vi è un persistente clima di intolleranza contro di loro - scrive Hammarberg - e le loro condizioni di vita sono ancora inaccettabili in numerosi insediamenti da me visitati. Esistono esempi di buone pratiche che dovrebbero essere estese». Preoccupazione anche anche per il censimento nei campi nomadi. Ddl sicurezza «Criminalizzare i migranti è una misura sproporzionata che rischia di provocare ulteriori tendenze discriminatorie e xenofobia nel paese»: il riferimento è alla norma introdotta al Senato nel provvedimento sulla sicurezza che consente al personale medico di denunciare i migranti irregolari. Espulsioni e terrorismo Sul caso dei ritorni forzati in Tunisia imposti per motivi di sicurezza, Hammarber lamenta: «L'Italia non ha provveduto ad applicare le misure provvisorie e le vincolanti richieste della Corte Europea per i Diritti dell'Uomo volte a fermare le espulsioni, compromettendo l'efficacia del sistema europeo». Le reazioni Livia Turco, Pd: «Aumento di clandestini e città insicure. Maroni dovrebbe dimettersi». Filippo Miraglia, Arci: «Il rapporto è una bocciatura per l'Italia, il giudizio europeo è condivisibile».

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Il Consiglio d'Europa insiste: (sezione: Diritti umani)

( da "Libertà" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Consiglio d'Europa insiste: «Italia xenofoba e razzista» STRASBURGO - Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, è «particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare» in Italia «una tendenza al razzismo e alla xenofobia, che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere». È quanto si legge nel rapporto sull'Italia scritto dallo stesso Hammarberg e reso noto ieri. Nella sua risposta, pubblicata assieme al rapporto, il Governo italiano rassicura il Commissario sui passi intrapresi per contrastare efficacemente il razzismo. E rimanda al mittente le richieste di cambiare le misure legate alla politica migratoria. L'Italia ritiene che le norme criticate siano essenziali per una efficace gestione dei flussi migratori. Secondo l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, organismo del ministero per le pari opportunità, inoltre, sono già stati elaborati piani di azione che prevedono interventi strutturali a favore delle comunità Rom e Sinti. Secondo il rapporto, l'Italia dovrebbe «condannare con maggiore forza» ogni forma di razzismo, applicare «pene più severe» per i reati legati a questo fenomeno e procedere a una revisione di alcune misure riguardanti l'immigrazione. «Nonostante siano stati compiuti degli sforzi, permangono preoccupazioni per quanto riguarda la situazione dei rom, le politiche e le pratiche in materia di immigrazione e il mancato rispetto dei provvedimenti provvisori vincolanti richiesti dalla Corte europea dei diritti dell'uomo» ha dichiarato Hammarberg. Per il Commissario è comunque «molto positivo» il fatto che una parte della classe politica italiana presti maggiore attenzione nell'esprimere certe opinioni. «Draconiane» sono state invece definite da Hammarberg, alcune misure introdotte dal Governo in materia di immigrazione. A preoccupare il Commissario sono soprattutto tre aspetti. La «criminalizzazione dell'immigrazione irregolare», che Hammarberg definisce una misura «sproporzionata, che eccede il legittimo controllo dei confini da parte dello Stato e corrode quelli che sono gli standard stabiliti dalle leggi internazionali». Inoltre, il Commissario esprime un giudizio negativo anche sugli accordi che il Governo sta stringendo con Paesi terzi «noti per il ricorso alla tortura» in modo da accelerare i rimpatri forzati. Così come sulla decisione di togliere per i medici il divieto di denuncia degli immigrati irregolari che si rivolgono al servizio sanitario. 17/04/2009

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Finita la guerra di Putin L'ordine regna in Cecenia (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Finita la guerra di Putin L'ordine regna in Cecenia MARINA MASTROLUCA Se Putin assomigliasse a Bush jr, ci sarebbe un grande striscione virtualmente appeso tra i palazzi ricostruiti di Grozny con la scritta: «Missione compiuta». Dieci anni dopo aver lanciato l'operazione «antiterrorismo» in Cecenia, una dizione che ha coperto tra le peggiori nefandezze del recente passato, Mosca decreta la fine del regime di massima sicurezza nella ex repubblica ribelle, ormai riportata ferocemente alla calma. Cadono le misure che in nome della lotta al terrore hanno trasformato la Cecenia in un lager dominato dalla paura imposta dal giovane presidente Ramzan Kadyrov. Basta coprifuoco, blocchi stradali, perquisizioni a tappeto, detenzioni arbitrarie. Ridimensionato il ruolo dei servizi segreti, l'Fsb, sarà anche ridotta la massiccia presenza militare russa. Si parla del ritiro di 20.000 soldati e 5000 uomini del ministero dell'interno, ma resteranno almeno 30.000 militari in pianta stabile. «LI STANEREMO» L'aveva preannunciato il presidente russo Medvedev il mese scorso e dalla mezzanotte di ieri è ufficiale. «Questa decisione è destinata a garantire le condizioni di ulteriore normalizzazione della situazione nella Repubblica cecena», ha spiegato Aleksandr Bortnikov, presidente del comitato nazionale anti-terrorismo. Normalizzazione, questa è la parola chiave per la Cecenia ormai da qualche anno, da quando sono apparse le ruspe tra le macerie e Grozny è diventata un grande cantiere. E di un paese normale ha provato a parlare anche Medvedev facendosi intervistare, proprio alla vigilia dell'annuncio, dalla Novaja Gazeta, il giornale di Anna Politkovskaja, che proprio su quelle pagine aveva attaccato Putin per gli orrori ceceni. Più che un voltare pagina, però, la fine della guerra segna la costatazione che l'ordine, per quanto duro e rivoltante come l'esercito privato di Kadyrov - i suoi Kadirovsky - regna a Grozny. E che la promessa pronunciata da Putin ancora premier nel '99, di stanare i terroristi ceceni «fin dentro il cesso», si è compiuta, e poco importa se per terroristi si intendevano indifferentemente indipendentisti moderati come Aslan Maskhadov o Shamil Basayev, il capo della guerriglia sempre più condizionata dal fondamentalismo islamico. «Abbiamo sconfitto il terrorismo, abbiamo sconfitto il wahabbismo, abbiamo ristabilito l'ordine costituzionale», dice Kadyrov. 1999. Era cominciata da quella frase di Putin la seconda guerra cecena, dopo il fallimento ignominioso di quella voluta da Eltsin per domare la repubblica che aveva proclamato la sua indipendenza. Perduta la guerra del '94-'96, c'era stato bisogno di inventare un pericolo ceceno nella Russia disfatta dagli oligarchi. Crollarono interi condomini, seminando il terrore. Alexander Litvinenko, l'ex 007 ucciso dal polonio radioattivo a Londra, era tra quelli che accusavano i servizi segreti piuttosto che i ceceni e chissà che non sia stata questa defezione a costargli la vita. A Putin serviva un nemico esterno, quella cecena è stata la sua guerra: buona per scalare la presidenza partendo da un ufficio dell'Fsb e per restarci, buona per intimidire chi avesse osato prendere la stessa strada dei ceceni. IL TEATRO DUBROVKA E BESLAN Dieci anni di morti e infiniti soprusi sulla popolazione civile, e anche sui giovani militari russi mandati a migliaia a morire in Cecenia. Tante volte Anna Politkovskaja aveva parlato di loro. E Putin che aveva evocato i fantasmi del terrorismo ceceno per inventarsi una guerra che era soprattutto guerra alla dissoluzione di quel che restava della ex Urss, in questi dieci anni ha finito davvero per ritrovarsi in casa i mostri che aveva istigato. Al teatro Dubrovka a Mosca, dove un gruppo di guerriglieri nel 2002 prende centinaia di ostaggi: 125 gli spettatori morti nel blitz delle teste di cuoio, oltre i 39 membri del commando che chiedevano la fine delle operazioni militari in Cecenia ed erano pronti a parlare con Anna Politkovskaja come mediatrice. Due anni dopo quasi lo stesso copione in una scuola, a Beslan: 331 morti, 186 erano bambini. Anna non fa in tempo neanche ad arrivare, le avvelenano il te mentre è in volo. La guerra di Putin ha solo una verità, quella ufficiale. È finita, adesso. Nel 2008, si vanta Kadyrov, non c'è stato nessun attentato, anche se resta qualche decina di irriducibili. Il nemico di oggi è semmai la disoccupazione, la povertà. Le organizzazioni che difendono i diritti umani aggiungerebbero anche le violazioni dei diritti, i sequestri, gli abusi. Ma un concerto in piazza a Grozny ha salutato l'inizio della «normalità» annunciata. L'ordine regna e Kadyrov oggi è anche più forte. Alla mezzanotte di ieri è ufficialmente finita l'operazione anti-terrorismo in Cecenia. Era servita nel '99 a Putin per scalare la presidenza e ristabilire l'ordine nel Paese devastato dagli oligarchi e dalle repubbliche ribelli.

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Se Putin assomigliasse a Bush jr, ci sarebbe un grande striscione virtualmente appeso tra i palazzi ... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Se Putin assomigliasse a Bush jr, ci sarebbe un grande striscione virtualmente appeso tra i palazzi ricostruiti di Grozny con la scritta: «Missione compiuta». Dieci anni dopo aver lanciato l'operazione «antiterrorismo» in Cecenia, una dizione che ha coperto tra le peggiori nefandezze del recente passato, Mosca decreta la fine del regime di massima sicurezza nella ex repubblica ribelle, ormai riportata ferocemente alla calma. Cadono le misure che in nome della lotta al terrore hanno trasformato la Cecenia in un lager dominato dalla paura imposta dal giovane presidente Ramzan Kadyrov. Basta coprifuoco, blocchi stradali, perquisizioni a tappeto, detenzioni arbitrarie. Ridimensionato il ruolo dei servizi segreti, l'Fsb, sarà anche ridotta la massiccia presenza militare russa. Si parla del ritiro di 20.000 soldati e 5000 uomini del ministero dell'interno, ma resteranno almeno 30.000 militari in pianta stabile. «LI STANEREMO» L'aveva preannunciato il presidente russo Medvedev il mese scorso e dalla mezzanotte di ieri è ufficiale. «Questa decisione è destinata a garantire le condizioni di ulteriore normalizzazione della situazione nella Repubblica cecena», ha spiegato Aleksandr Bortnikov, presidente del comitato nazionale anti-terrorismo. Normalizzazione, questa è la parola chiave per la Cecenia ormai da qualche anno, da quando sono apparse le ruspe tra le macerie e Grozny è diventata un grande cantiere. E di un paese normale ha provato a parlare anche Medvedev facendosi intervistare, proprio alla vigilia dell'annuncio, dalla Novaja Gazeta, il giornale di Anna Politkovskaja, che proprio su quelle pagine aveva attaccato Putin per gli orrori ceceni. Più che un voltare pagina, però, la fine della guerra segna la costatazione che l'ordine, per quanto duro e rivoltante come l'esercito privato di Kadyrov - i suoi Kadirovsky - regna a Grozny. E che la promessa pronunciata da Putin ancora premier nel '99, di stanare i terroristi ceceni «fin dentro il cesso», si è compiuta, e poco importa se per terroristi si intendevano indifferentemente indipendentisti moderati come Aslan Maskhadov o Shamil Basayev, il capo della guerriglia sempre più condizionata dal fondamentalismo islamico. «Abbiamo sconfitto il terrorismo, abbiamo sconfitto il wahabbismo, abbiamo ristabilito l'ordine costituzionale», dice Kadyrov. 1999. Era cominciata da quella frase di Putin la seconda guerra cecena, dopo il fallimento ignominioso di quella voluta da Eltsin per domare la repubblica che aveva proclamato la sua indipendenza. Perduta la guerra del '94-'96, c'era stato bisogno di inventare un pericolo ceceno nella Russia disfatta dagli oligarchi. Crollarono interi condomini, seminando il terrore. Alexander Litvinenko, l'ex 007 ucciso dal polonio radioattivo a Londra, era tra quelli che accusavano i servizi segreti piuttosto che i ceceni e chissà che non sia stata questa defezione a costargli la vita. A Putin serviva un nemico esterno, quella cecena è stata la sua guerra: buona per scalare la presidenza partendo da un ufficio dell'Fsb e per restarci, buona per intimidire chi avesse osato prendere la stessa strada dei ceceni. IL TEATRO DUBROVKA E BESLAN Dieci anni di morti e infiniti soprusi sulla popolazione civile, e anche sui giovani militari russi mandati a migliaia a morire in Cecenia. Tante volte Anna Politkovskaja aveva parlato di loro. E Putin che aveva evocato i fantasmi del terrorismo ceceno per inventarsi una guerra che era soprattutto guerra alla dissoluzione di quel che restava della ex Urss, in questi dieci anni ha finito davvero per ritrovarsi in casa i mostri che aveva istigato. Al teatro Dubrovka a Mosca, dove un gruppo di guerriglieri nel 2002 prende centinaia di ostaggi: 125 gli spettatori morti nel blitz delle teste di cuoio, oltre i 39 membri del commando che chiedevano la fine delle operazioni militari in Cecenia ed erano pronti a parlare con Anna Politkovskaja come mediatrice. Due anni dopo quasi lo stesso copione in una scuola, a Beslan: 331 morti, 186 erano bambini. Anna non fa in tempo neanche ad arrivare, le avvelenano il te mentre è in volo. La guerra di Putin ha solo una verità, quella ufficiale. È finita, adesso. Nel 2008, si vanta Kadyrov, non c'è stato nessun attentato, anche se resta qualche decina di irriducibili. Il nemico di oggi è semmai la disoccupazione, la povertà. Le organizzazioni che difendono i diritti umani aggiungerebbero anche le violazioni dei diritti, i sequestri, gli abusi. Ma un concerto in piazza a Grozny ha salutato l'inizio della «normalità» annunciata. L'ordine regna e Kadyrov oggi è anche più forte.

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Nella lotta delle donne il futuro dell'Afghanistan (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Nella lotta delle donne il futuro dell'Afghanistan roberta pinotti La domenica di Pasqua militanti talebani hanno ucciso a colpi di pistola, davanti a casa, Sitara Achakzai, attivista impegnata nella difesa dei diritti delle donne afghane e consigliera provinciale a Kandahar. Sulla sua testa era stata posta una taglia molto alta e lei aveva già deciso di lasciare il suo Paese, così come aveva fatto negli anni del regime. Ma la morte per mano dei fondamentalisti è arrivata prima della sua partenza . Così come era già accaduto ad altre donne coraggiose: a Malalai Kakar, la più alta in grado tra le donne poliziotto, uccisa dopo essere scampata a diversi tentativi di assassinio, in uno dei quali aveva ammazzato tre islamisti per difendersi; alle giornaliste Shikeba Sanga Amaj e Zakia Zaki, alla parlamentare Safia Amaian e alla più famosa delle ballerine di Mingora, Shabana.Tutte donne la cui colpa era quella di avere comportamenti che affermavano il valore della loro persona, diritto che i talebani considerano inconcepibile per una donna. Se con il passaggio da George W.Bush a Barack Obama risulta chiaro anche agli americani, come già lo era agli europei, che la strategia militare è una condizione necessaria ma assolutamente non sufficiente per contrastare l'infiltrazione talebana e appare sempre più necessario "conquistare i cuori e le menti" del popolo afghano, in questa prospettiva non va assolutamente posta sotto traccia la battaglia per i diritti delle donne. Bene hanno fatto i governi occidentali a protestare vivacemente con Karzai per la promulgazione di una legge che di fatto autorizza gli stupri in ambito familiare e sottopone le donne sciite (circa il 10% della popolazione) a sottostare a numerosi divieti, compreso quello di studiare o di recarsi al lavoro senza l'autorizzazione dei maschi di famiglia. Sotto le pressioni della comunità internazionale, il Presidente Karzai ha promesso di rivedere il testo, ma la guardia non va abbassata: le più alte autorità religiose sciite difendono la controversa legge, ritenendo le critiche occidentali «un'invasione culturale che parte dal principio che una cultura è meglio di altre» e il presidente Karzai, in calo di consensi e con l'approssimarsi delle elezioni di agosto, potrebbe mostrarsi di nuovo più attento a calcoli elettorali che alle ragioni del diritto. Nel frattempo, in Pakistan, il Presidente Zardari promulga una legge che istituisce la sharia nella valle di Swat, a dimostrazione del peso politico dei talebani in tutta la regione. La liberazione delle donne, oltre alla lotta alle basi terroristiche di al Qaida, doveva essere una delle prime conseguenze dell'intervento militare in Afghanistan, ma quest'ultimo obiettivo sembra diradarsi. Durante il governo di transizione (2002-2004) vi erano quattro donne-ministro, ora ne è rimasta una sola; fu quel governo a decidere di riservare il 25% dei seggi in Parlamento alle donne, che parteciparono con grande coraggio ed entusiasmo alle elezioni del 2004. La presenza politica delle donne è fondamentale nella ricostruzione dell'Afghanistan e l'affermazione non è uno slogan teorico: tutte le autorità italiane civili e militari che operano in quel Paese mi hanno testimoniato che le donne parlamentari sono la parte migliore, coraggiosa e innovativa della classe politica. Nel mio recente viaggio a Herat l'ambasciatore italiano mi ha raccontato un episodio molto significativo: l'indignazione dei governi e delle opinioni pubbliche occidentali sulla legge contro le donne è diventata un caso internazionale in tempi rapidi grazie all'iniziativa delle parlamentari-donne, tutte, sciite comprese, che hanno riunito gli ambasciatori stranieri e denunciato immediatamente questa legge che viola i diritti umani delle donne e anche quattro articoli della Costituzione afghana. A Kabul hanno lanciato sassi contro una manifestazione di attiviste per i diritti umani. Dalle senatrici del Pd, così come da Emma Bonino sono partiti appelli per non lasciare sole le donne afghane in questa battaglia. Aiutiamole o perderemo l'Afghanistan. Roberta Pinotti è senatrice del Pd. 17/04/2009

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L'Europa insiste: (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'Europa insiste: «L'Italiacriminalizza i cittadini stranieri» immigrazione Per il commissario Thomas Hammargerg, il nostro Paese alimenta la xenofobia. Il governo ribatte seccato 17/04/2009 Roma. Un Paese che non fa abbastanza contro il razzismo, dove «gli immigrati irregolari vengono criminalizzati», e che ha adottato o sta discutendo «misure draconiane» contro i clandestini. Una nazione dove esiste «un persistente clima di intolleranza verso i rom» e in cui la xenofobia sfocia in atti violenti contro nomadi, immigrati o cittadini italiani con origine straniera. Questa l'Italia descritta dal commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, nel suo secondo rapporto in meno di un anno sulla penisola. Un'analisi a tinte fosche, frutto di una missione compiuta nel Paese nello scorso gennaio. Hammarberg, 67enne diplomatico svedese, ha incontrato esponenti del governo, delle amministrazioni locali e rappresentanti di varie associazioni. Ha verificato di persona l'impatto delle politiche sull'immigrazione e il trattamento riservato alle minoranze etniche visitando il centro di espulsione di Lampedusa e i campi rom della periferia romana. E ne ha ricavato pessime conclusioni. Racchiuse nelle relazione di 25 pagine in cui esprime più volte esprime «profonda preoccupazione», e nella quale che chiama in causa innanzitutto il governo. Hammarberg contesta soprattutto due norme: quella che prevede il ricorso da parte dell'Italia a rimpatri forzati di immigrati in nazioni «dove è accertato il ricorso alla tortura», e quella sulla possibilità per i medici di denunciare gli immigrati irregolari che si sono rivolti al sistema sanitario. Regole inaccettabili per il commissario europeo, che punta il dito anche contro la cosiddetta «aggravante di clandestinità», ovvero l'aumento di pena per gli stranieri irregolari. «La criminalizzazione dell'immigrazione irregolare è una misura sproporzionata, che provoca l'ulteriore emarginazione dei migranti», scrive Hammarberg, per poi citare anche alcuni esempi. Tra questi, il caso di alcuni immigrati tunisini che avevano fatto ricorso contro il rimpatrio alla Corte europea dei diritti dell'uomo per il rischio di essere sottoposti a tortura. L'Italia, nonostante la richiesta della Corte di sospendere il provvedimento, li ha ugualmente riconsegnati alla Tunisia. Ma il commissario va oltre, sottolineando una generalizzata tendenza «verso il razzismo e la xenofobia» di tutto il Paese, soprattutto nei confronti di rom e sinti e degli immigrati. Un atteggiamento «incoraggiato da dichiarazioni di incitamento all'odio di amministratori locali, come quelle del sindaco di Treviso Gentilini», e da episodi «come quello del ghanese picchiato da alcuni vigili a Parma». Hammarberg conclude invitando il governo «a riconsiderare» la propria politica sull'immigrazione, e sollecitando tutte le autorità a reprimere con maggiore severità ogni manifestazione di razzismo. Osservazioni respinte dal governo, che in una controreplica allegata alla relazione sottolinea di «non condividere i punti di vista del commissario», precisando come le norme censurate dal diplomatico siano «le uniche» a poter garantire un'efficace gestione dell'immigrazione. Per quanto riguarda la regola sui medici, l'esecutivo precisa: «Non si tratta di un obbligo, si è solo eliminata la proibizione di denunciare gli irregolari». Luca De Carolis 17/04/2009

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La romania offre a un milione di moldavila cittadinanza e l'ingresso in europa (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

La romania offre a un milione di moldavila cittadinanza e l'ingresso in europa preoccupazione alla ue BRUXELLES. La Romania ha offerto a circa un milione di cittadini moldavi una procedura accelerata per ottenere la cittadinanza in tempi stretti, ma la Commissione Ue si mantiene cauta: «Monitoriamo la situazione molto da vicino e aspettiamo di vedere se le intenzioni si tradurranno in un provvedimento vero e proprio», ha detto un portavoce dell'esecutivo Ue. Il presidente romeno, Traian Basescu, aveva lanciato la sua proposta provocatoria parlando al Parlamento: «Ho chiesto al governo che modifichi con urgenza la legge sulla cittadinanza per facilitare e accelerare il processo per ottenere di nuovo i documenti per quei cittadini romeni che l'hanno perduta in forza di un abuso». Il provvedimento concederebbe la cittadinanza a chiunque abbia almeno un nonno di nazionalità romena, e aprirebbe le porte della Ue a circa un milione di moldavi. «La modifica della legge deve essere approvata dal Parlamento», e solo allora Bruxelles sarà in grado di commentare, ha aggiunto il portavoce, precisando che la Commissione «resta preoccupata» per le denunce di violazioni dei diritti umani nel Paese. 17/04/2009

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La Turchia nell'Ue serve più agli Usa che all'Europa Bob (sezione: Diritti umani)

( da "Riformista, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

La Turchia nell'Ue serve più agli Usa che all'Europa Bob Non è possibile avere all'interno dell'Unione un Paese che usa due pesi e due misure nel dialogo con l'islam. Per questo motivo sarebbe stato molto più interessante invitare alla fiera del libro di Torino anziché l'Egitto la Turchia, Paese equilibratamente sia filo che anti-israeliano Caro Bob, Barack Obama vuole che l'Europa accolga la Turchia a braccia aperte. Agli Stati Uniti una Turchia europea fa parecchio comodo sia dal punto di vista militare che da un punto di vista diplomatico. Unica democrazia semi-islamica o ibridamente mussulmana con la quale l'Occidente può dialogare abbastanza apertamente. Sarkovsky, pur idolatrando Oby, su questo punto non è assolutamente d'accordo. Mentre la demagogia sinistra anti-israeliana europea, che oggi s'illude di aver trovato in Barack un complice, aprirebbe irrazionalmente le porte al Governo di Istanbul senza condizioni domani mattina. Sarkovsky chiede invece maggiori garanzie al Governo turco. Ha perfettamente ragione sapendo bene che gli Stati Uniti non desiderano i turchi in Europa perché potrebbero essere utili all'Europa, ma solo perché vengono utilissimi a loro. Degli interessi europei, quando non sono connessi con quelli americani, agli Stati Uniti frega nulla, inutile farsi delle fantasie di un "volemose tutti bene" gratis. La Turchia, quindi, deve guadagnarsi una credibilità maggiore in casa per quanto riguarda i diritti umani a partire dalla pena di morte. Se Sarkovsky mettesse come condizione per una Turchia europea l'abolizione della pena capitale sia da parte del Governo di Ankara che da parte di quello di Washington, Obama gli riderebbe in faccia. La Turchia deve però anche dimostrare di essere capace, come Paese islamico democratico, di diffondere il proprio modello in quel mondo mussulmano che non ha la minima idea di cosa sia, né la minima voglia di esporsi alla democrazia. Ne è una dimostrazione l'elegante presidente afghano Hamid Karzai, che ha appena firmato una legge approvata da entrambe le Camere del suo Parlamento. La legge impone alla donne alcune regole di vita delle quali tre sono particolarmente barbariche. La prima obbliga la moglie a soddisfare tutte le esigenze sessuali del marito. La seconda obbliga la donna ad avere il permesso del marito se vuole andare a scuola o lavorare. La terza considera illegale per una donna rifiutarsi di "mettersi in tiro" se il marito glielo le chiede. Quando il marito ordina «levati il burka e mettetiti le giarrettiere» la signora deve obbedire. Ieri trecento donne sono scese in strada, sfidando la folla che urlava «puttane!», per protestare contro questa legge. Stiamo parlando di Kabul non di Stoccolma. Un evento inaudito. Le trecento signore rischiano di essere come minimo frustate o, se va male, massacrate. Karzai, nonostante la barba ben curata e il cappellino al posto del turbante talibano, si arrampica sugli specchi per farsi rispettare dall'Occidente, prendendo una posizione ambigua su questa nuova legge. In realtà la legge a lui fa comodo in vista delle prossime elezioni per ottenere i voti e il sostegno del clero sciita. Nonostante le dichiarazioni ufficiali tirino in ballo la Costituzione, l'uguaglianza e il rispetto delle donne, la questione è chiara ed è inutile girarci intorno con interpretazioni intellettualmente ed atropologicamente complesse. In Afghanistan, come in tutti gli altri Paesi islamici, la democrazia non esiste. In parole povere, ma sempre ver,e lo scontro è fra barbarie e civiltà. Una civiltà non occidentale ma semplicementeb umana. Per questo il ruolo della Turchia è essenziale nella diffusione di un modello democratico nell'islam. Le urla di sdegno che vanno da Washington ad Atene per il trattamento delle donne e l'assenza del tasso minimo di democrazia in tutti i Paesi dove le leggi mussulmane più dure sono in vigore lasciano il tempo che trovano. L'unico Paese che può fare la differenza è la Turchia perché nel farlo mette in gioco parte della propria identità. Così come verrebbe messa in gioco l'identità europea se la Turchia ne diventasse parte a tutti gli effetti. In entrambi casi sarebbe una trasformazione positiva. Deve però avvenire parallelamente. Non è possibile avere all'interno della comunità europea un Paese che usa due pesi e due misure nel dialogo con l'islam. Per questo motivo sarebbe stato molto più interessante invitare alla fiera del libro di Torino anziché l'Egitto la Turchia, Paese equilibratamente sia filo che anti-israeliano sul quale nemmeno il signor Vattimo avrebbe avuto nulla da ridire. di Francesco Bonami 17/04/2009

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STRASBURGO - Il Consiglio d'Europa è molto preoccupato per la criminalizzazione dell'immi... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Venerdì 17 Aprile 2009 Chiudi STRASBURGO - Il Consiglio d'Europa è «molto preoccupato per la criminalizzazione dell'immigrazione irregolare» in Italia e «per le nuove draconiane misure legislative già adottate o ancora in discussione». Lo afferma in un rapporto il commissario per i diritti umani dell'organizzazione di Strasburgo, Thomas Hammerberg. Hammerberg punta il dito soprattutto su due norme: quella che prevede il ricorso da parte dell'Italia, in vista di ritorni forzati, ad accordi bilaterali e multilaterali con Paesi che «è accertato ricorrono alla tortura», e quella sulla possibilità per i medici di denunciare gli immigrati irregolari. Intanto dal Nordafrica sono ripresi i viaggi della speranza. In poche ore, cinque barconi, con a bordo, in tutto, più di 500 migranti, hanno solcato le acque del Mediterraneo diretti in Sicilia. Due hanno raggiunto il porto di Lampedusa, uno è stato avvistato a poche miglia dall'isola. In cadavere di un uomo è stato segnalato in mare.

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ULTIMO appuntamento del progetto Scenari del XX secolo per ... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

AGENDA MONTECATINI pag. 19 ULTIMO appuntamento del progetto Scenari del XX secolo per ... ULTIMO appuntamento del progetto Scenari del XX secolo per l'anno scolastico 2008/09, il ciclo di iniziative, organizzato dall'assessorato all'istruzione della Provincia, dall'Istituto Storico della Resistenza e dalle scuole superiori della provincia, dedicato all'approfondimento della storia dello scorso secolo. I giovani hanno approfondito la storia argentina, dato lo stretto legame esistente tra i due paesi (molti gli italiani emigrati tra '800 e '900). L'ultima iniziativa, di bilancio e di incontro con testimoni diretti dei fatti, si svolgerà domani. Le scuole aderenti al progetto parteciperanno al Teatro Pacini di Pescia, alle 10.30, a un incontro dal titolo I diritti umani e il diritto all'identità al centro il caso argentino e alle 16,30 verrà inaugurata alla biblioteca S. Giorgio di Pistoia la mostra Memoria grafica de Abuelas de Plaza de Mayo. Per informazioni, 0573 966440. ALL'INCONTRO della mattina saranno presenti testimoni d'eccezione, prima tra tutte Estela Carlotto, presidente dell'associazione Abuelas de Plaza de Mayo, candidata al Premio Nobel della Pace 2008, promotrice dell'articolo sull'identità della Convenzione Onu sui Diritti dei bambini e degli adolescenti del 1989, premio Ordine al Merito della Repubblica italiana conferito dal presidente Carlo Azeglio Ciampi, «Premio per la Pace» del Comune di Roma; Premio Diritti Umani nel 2005 delle Nazioni Unite per i suoi contributi al tema identità sul piano giuridico, genetico, sanitario e psicologico. Interverranno Horacio Pietragalla Corti, di origine italiana e nipote ritrovato da Abuelas de Plaza de Mayo, che racconterà la sua storia personale di ricostruzione della sua identità. Un altro contributo sui diritti umani arriverà attraverso un messaggio video del Premio Nobel della Pace argentino del 1980, Adolfo Pèrez Esquivel. Il suo intervento, realizzato appositamente per studenti aderenti al progetto, permetterà di analizzare la situazione attuale della popolazione dei Mapuches e in generale di tutte le popolazioni indigene dell'America Latina. Ha aderito all'iniziativa il Parlamento regionale degli studenti della Toscana, che porterà il suo personale contributo. Sono previsti intermezzi musicali affidati al duo, chitarra e voce, Adriàn Fioramonti e Giulio D'Agnello, con musica folcloristica latino-americana. NEL POMERIGGIO sarà inaugurata alle alla biblioteca S. Giorgio la mostra itinerante Memoria grafica de Abuelas de Plaza de Mayo, messa gentilmente a disposizione dall'ambasciata d'Argentina a Roma, con l'alto patronato della presidenza della Repubblica e del Ministero degli Esteri italiani. La mostra evidenzia il lavoro fatto in 30 anni da Abuelas de Plaza de Mayo nella lotta per il ritrovamento dei bambini di genitori desaparecidos e dati in adozione, negando loro l'identità quale diritto universale fondamentale dei bambini. All'inaugurazione ci sarà Marina Mantecòn, delegata dall'ambasciatore d'Argentina.

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Torture Cia, immunità per gli 007 (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-17 - pag: 10 autore: LA CASA BIANCA Torture Cia, immunità per gli 007 Immunità penale per gli agenti della Cia che hanno usato sui prigionieri tecniche di tortura come il waterboarding. La decisione è contenuta in un documento firmato dal presidente Barack Obama che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum, dell'epoca Bush, che legittimavano le tecniche di interrogatorio più dure nella guerra al terrorismo. La pubblicazione dei memorandum, ha detto Obama, aiuterà ad affrontare «un capitolo buio e doloroso della nostra storia». Il presidente ha ribadito la svolta nella lotta al terrorismo sottolineando che prassi come il waterboarding ( che consiste nel tenere a lungo la testa del detenuto sott'acqua) «hanno minato la nostra autorità morale e non hanno reso l'America più sicura». E tuttavia, l'amministrazione ha voluto rassicurare gli agenti dell'intelligence che «hanno agito in buona fede basandosi sulle opinioni del dipartimento della Giustizia». Per loro non potrà scattare alcuna azione legale. I memorandum sulle tecniche di interrogatorio resi pubblici ieri sono stati scritti tra il 2002 e il 2005. Il Governo Bush intendeva in tal modo prevenire altri attacchi di al-Qaida; parlamentari e gruppi per i diritti civili hanno parlato di tortura.

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L'ordine regna in Cecenia (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-17 - pag: 12 autore: ... LA PACE SECONDO LA RUSSIA L'ordine regna in Cecenia L a frase di Vladimir Putin è nota: «Inseguiremo i terroristi fin nelle latrine e li schiacceremo». Dieci anni dopo, Mosca chiude frettolosamente il capitolo Cecenia dopo averne affidato la stabilizzazione a Ramzan Kadyrov, ribelle separatista divenuto uomo forte di Grozny. La Cecenia che voleva essere indipendente ha vissuto due guerre, tra il 1994 e il 1996 e dal 1999 a oggi, formalmente. Tra i civili, i morti sono stati 100mila; per i militanti separatisti e i soldati russi è difficile fare stime precise. Ora la Cecenia appare stabile:Putin c'è riuscitodividendo il fronte dei militanti e consegnando al clan dei Kadyrov il potere,e il compito di mantenere l'ordine. Non importa a che prezzo: le organizzazioni dei diritti umani puntano il dito sul leader ceceno e sui suoi uomini, i temuti kadyrovtsy, accusandoli di abusi, torture, rapimenti. Un regno del terrore può andar bene a Putin. Ma il premier russo farebbe bene a chiedersi se davvero può dare per scontata la lealtà del nuovo re di Grozny. La scommessa fatta in questi giorni dal Cremlino è ad altissimo rischio.

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Maroni a Tunisi: rimpatri subito (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-04-17 - pag: 15 autore: Immigrazione. Affidato al capo della Polizia il compito di fronteggiare le uscite dei clandestini dai centri il 26 aprile: saranno 1.037 Maroni a Tunisi: rimpatri subito Il Consiglio d'Europa boccia l'Italia: continuano gli episodi di razzismo e xenofobia Marco Ludovico ROMA Più rimpatri, ha chiesto ieri il ministro dell'Interno Roberto Maroni in un viaggio lampo a Tunisi. Ma sembra improbabile un aumento significativo della quota finora cordata: sette tunisini al giorno da riportare in Tunisia, non uno di più. Bocciata a Montecitorio la norma che estende a sei mesi la permanenza nei Cie (centri di indentificazione ed espulsione), il governo Berlusconi rischia sempre di più di affrontare una clamorosa emergenza clandestini scaturita da una decisione parlamentare. è sempre più vicina, infatti, la data del 26 aprile: quel giorno dai centri dovrebbero uscire, secondo le stime del Viminale, 1.037 clandestini, per decorrenza dei termini (60 giorni). Oltre 300 tunisini, in particolare, saranno liberi a Lampedusa. Maroni ha affidato al capo della Polizia, Antonio Manganelli,il compito nient'affatto semplice di fronteggiare le uscite ed evitare che gli stranieri irregolari ritornino nella piena clandestinità. L'obiettivo politico è, sul piano pratico, molto impegnativo. In teoria, i migranti possono essere arrestati se, dopo aver ricevuto all'uscita dal Cie il foglio di via con l'ordine di allontanarsi dall'Italia entro cinque giorni, vengono rintracciati dalle forze dell'ordine oltre la scadenza.In realtà, a parte casi isolati, la maggior parte ricomincia la vita da irregolare. Ci sono poi i problemi legati alla gestione di rimpatri straordinari via nave o via aereo, di cui si sta parlando in queste ore e che comunque dovranno fare i conti con gli Stati di destinazione. E rimane in ballo anche l'allarme sui minori stranieri scomparsi: sono 2.294 quelli giunti a Lampedusa nel periodo maggio 2008-febbraio 2009 (1.994 non accompagnati e 300 con genitori o parenti), a seguito di sbarchi clandestini; ma per oltre il 50% di quelli giunti soli, più di mille, si sono perse le tracce, denuncia Save The Children. Ritorna poi l'allarme razzismo per l'Italia già lanciato dal Consiglio d'Europa. Il Commissario per i diritti umani, Thomas Hammarberg, si è detto «particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare sostiene - una tendenza al razzismo e alla xenofobia, che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere» come si legge nel rapporto diffuso ieri. Secondo il Consiglio d'Europa c'è una «criminalizzazione dell'immigrazione irregolare» definita da Hammarberg una misura «sproporzionata, che eccede il legittimo controllo dei confini da parte dello Stato e corrode quelli che sono gli standard stabiliti dalle leggi internazionali». Un quadro, aggiunge, che «nonostante le dichiarazioni fatte dal governo, può avere come risultato solo quello di un'ulteriore crescita della xenofobia». Nella sua risposta, pubblicata assieme al rapporto, il governo italiano rassicura il Commissario sui passi intrapresi per contrastare il razzismo ma respinge le richieste di cambiare le misure legate alla politica migratoria, considerate dall'Esecutivo essenziali per un'efficace gestione dei flussi migratori. Intanto prosegue la campagna «Non aver paura, apriti agli altri, apri ai diritti» contro il razzismo, la paura e i pregiudizi, promossa da 27 organizzazioni, tra associazioni laiche e religiose, Ong internazionali e i principali sindacati. Sul sito www.nonaverpaura.org. si trova il "manifesto" della campagna che ha già raccolto 4mila300 firme: a giugno saranno consegnate al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. © RIPRODUZIONE RISERVATA ALLARME MINORI Secondo l'associazione «Save the children» si sono perse le tracce della metà degli oltre mille ragazzi giunti soli nel nostro Paese Ondata di sbarchi: 500 a Lampedusa In meno di 48 ore sono sbarcati a Lampedusa 500 clandestini a bordo di cinque barconi. Solo ieri mattina tre sbarchi consecutivi hanno portato sull'isola 343 persone, tra cui 60 donne e 2 bambini (nella foto il soccorso dei Carabinieri). In serata gli altri arrivi. AFP

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(sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 17/04/2009 - pag: 6 Consiglio d'Europa «Preoccupati per il razzismo in Italia» Thomas Hammarberg, commissario del Consiglio d'Europa per i Diritti umani, attacca l'Italia: ha fatto «passi insufficienti nella giusta direzione sul fronte della lotta al razzismo, per assicurare eguali diritti a Rom e Sinti, per chiarire la propria posizione in merito alla politica migratoria adottata». Pronta la replica del governo: «Prese tutte le misure necessarie».

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Delara, la ragazzina-pittrice che l'Iran manda al patibolo (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 17/04/2009 - pag: 15 Minorenni e pena di morte L'esecuzione prevista per lunedì. Mobilitazione internazionale per salvarla Delara, la ragazzina-pittrice che l'Iran manda al patibolo Condannata quando aveva 17 anni. L'avvocato: è innocente Ha confessato un omicidio. Poi ha ritrattato: coprivo il mio fidanzato. In carcere ha continuato a dipingere con le dita «Sai cosa significa essere prigioniero dei colori? Significa me. La mia vita dai 4 anni in poi è stata fatta di colori. Compiuti i 17 anni, li ho persi... Ora la sola immagine che appare ogni giorno davanti ai miei occhi è quella di un muro. Io Delara Darabi, incarcerata per omicidio, condannata a morte... mi sono difesa con i colori, le forme e le espressioni». Delara Darabi è una ragazza iraniana di 23 anni, con la passione per la pittura. Ha scritto queste parole due anni fa. Fra tre giorni, il 20 aprile, sarà impiccata, ha detto il suo avvocato al quotidiano iraniano Etemad. Delara è nata a Rasht, una cittadina sul Mar Caspio. Nel 2003, a 17 anni, si introdusse insieme al fidanzato Amir Hossain in casa di una cugina del padre, per derubarla. La cugina, Mahin, 58 anni, fu pugnalata a morte. Delara si dichiarò colpevole. Più tardi rivelò che l'omicidio era stato commesso dal fidanzato 19enne: le aveva detto di assumersi la colpa, perché essendo minorenne non sarebbe stata condannata a morte. Ma l'Iran, pur avendo ratificato la Convenzione Onu sui Diritti dell'Infanzia, punisce come adulti i bambini a partire dai 15 anni e le bambine dai 9. Sia Delara sia Amir Hossein sono stati puniti con 3 anni di carcere e 50 frustate per tentata rapina, più 20 frustate per la loro «relazione illecita». Lei è stata condannata a morte per omicidio nel 2005, verdetto confermato dalla Corte Suprema nel 2007. Fu il padre a consegnarla alla polizia. «Pensavo di farlo nell'interesse della giustizia», ha detto in lacrime, in un recente documentario. Quella fredda notte del 28 dicembre 2003, era nel suo negozio di materiale edile quando gli dissero che sua figlia aveva ucciso la cugina. Non volle parlarle. Fu portata nella prigione di Rasht, dove secondo i familiari non c'è nemmeno un ventilatore contro il caldo umido, c'è un bagno per 100 persone, visite limitatissime. Delara si è tagliata le vene nel 2007. L'hanno salvata. Un mese fa è stata trasferita in un altro carcere di Rasht. Intanto, ha continuato a dipingere. «Non penso che sarebbe sopravvissuta un solo giorno altrimenti », ha detto una ex compagna di cella. Lily Mazahery, attivista iraniana, le invia l'occorrente dagli Usa. Le opere sono state esibite a Teheran e a Stoccolma. L'avvocato Abdolsamad Khorramshahi ha cercato di difenderla puntando sull'autopsia, che dimostra che a pugnalare Mahin fu un destrorso, mentre Delara è mancina. Ma i giudici non hanno accettato le prove. «Il sistema giudiziario iraniano non è basato sulle prove. I giudici possono condannare qualcuno sulla sola base della propria cosiddetta intuizione», dice al Corriere Mahmood Amiry- Moghaddam, un medico iraniano che vive a Oslo, portavoce della rete di attivisti Iran Human Rights. Ma in ogni caso, le associazioni per i diritti umani sottolineano che la condanna a morte di una minorenne in sé viola le leggi internazionali. Ci sono 150 bambini iraniani nel braccio della morte. L'anno scorso è stato l'unico Paese a mandare a morte dei minorenni: almeno 8; quest'anno un ragazzo 17enne. La pena capitale può essere revocata se i parenti della vittima accettano del denaro in cambio della vita del condannato: nel caso di Delara si tratta della sua famiglia allargata, ma hanno rifiutato. «Ma i veri responsabili sono le autorità dice Amiry-Moghaddam . L'Iran è il secondo Paese dopo la Cina per numero di esecuzioni: il regime le usa per diffondere la paura. Penso sia importante che l'Italia, che ha legami economici con Teheran, li usi per impedirlo». Per un periodo, a Delara sono stati sequestrati pennelli e colori. Lei ha continuato a disegnare usando le dita delle mani e il carboncino. «Spero che i colori ha scritto mi restituiscano alla vita». In prigione Delara Darabi, oggi 23enne, è in carcere dall'età di 17 anni per omicidio. Si dichiara innocente (foto Javad Montazeri) Colori Quadro di Darabi precedente al 2003 (SaveDelara.com) Rosso Dopo l'arresto (SaveDelara.com) Nero Le tolsero i colori (SaveDelara.com) Viviana Mazza

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A Glucksmann la Legion d'onore (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Terza Pagina data: 17/04/2009 - pag: 43 Cerimonia all'Eliseo A Glucksmann la Legion d'onore PARIGI Con una cerimonia all'Eliseo il presidente francese Nicolas Sarkozy ha insignito della Legion d'onore il filosofo André Glucksmann (nella foto), da sempre strenuo difensore dei diritti umani. Sarkozy ha ricordato la lunga amicizia che lo lega a Glucksmann, 72 anni: «È bello avere un amico che ha idee diverse. Che ti spiega il suo punto di vista e ti consente di spiegare il tuo». Glucksmann, già filosofo di una sinistra in contrasto con il socialismo reale, negli ultimi anni si è schierato in difesa dei ceceni e della Georgia contro lo strapotere della Russia di Putin. Durante l'ultima campagna presidenziale del 2007 ha scelto di sostenere Sarkozy appoggiandolo con un articolo su Le Monde e sul Corriere della Sera che fece scalpore, in cui criticava «la sinistra che si crede moralmente infallibile». Alla cerimonia erano presenti, fra gli altri, il ministro degli Esteri, Bernard Kouchner, e il filosofo Bernard-Henri Lévy.

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il consiglio d'europa (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

il consiglio d'europa --> Venerdì 17 Aprile 2009 SOCIETA, pagina 13 e-mail print Il governo italiano, nell'ultimo anno, ha fatto «passi insufficienti nella giusta direzione sul fronte della lotta al razzismo, per assicurare eguali diritti alle popolazioni Rom e Sinti e per chiarire la propria posizione in merito alla politica migratoria adottata». L'Unione europea lamenta poi anche la «mancata osservanza delle richieste della Corte di Strasburgo di sospendere l'esecuzione delle espulsioni verso Paesi sospettati di praticare la tortura». Questo il giudizio espresso da Thomas Hammarberg, commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa, in occasione della pubblicazione del suo secondo rapporto sull'Italia in meno di un anno. Replica del governo affidata a Margherita Boniver del Pdl: l'Europa ha una scarsa informazione sul fenomeno dell'immigrazione clandestina in Italia. 17/04/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE

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Obama dà l'immunità agli agenti Cia (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Obama dà l'immunità agli agenti Cia --> Venerdì 17 Aprile 2009 SOCIETA, pagina 13 e-mail print NEW YORKGli agenti della Cia che hanno usato «in buona fede» maniere forti su detenuti usando tecniche di tortura come il waterboarding non passeranno guai con la giustizia. Lo ha assicurato il presidente Barack Obama in un comunicato che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell'amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo. «non finiranno sotto inchiesta» I cosiddetti «siti neri», in Asia e nell'Europa dell'Est, sono stati chiusi dall'amministrazione Obama che, denunciando l'uso della tortura, ha deciso la pubblicazione dei documenti per aiutare l'America «ad affrontare un capitolo buio e doloroso» della sua storia. I memorandum - quattro dal 2002 al 2005 - descrivono una serie di tecniche di interrogatorio aggressive e tuttavia all'epoca autorizzate che vanno dall'annegamento simulato alla privazione del sonno e all'esposizione al freddo o al caldo eccessivo. I documenti sono stati resi pubblici dopo un intenso dibattito interno e con alcune censure criticate dalle associazioni per i diritti umani. «Pubblicando questi documenti intendiamo assicurare gli agenti che hanno agito in buona fede basandosi sul consiglio legale del Dipartimento della Giustizia che non saranno messi sotto inchiesta», ha detto Obama spiegando che questo è un momento di «riflessione», non di «vendetta». Le nuove rivelazioni, sostanzialmente una conferma di quanto era già emerso nei mesi scorsi, coincidono con la pubblicazione di una inchiesta del New York Times dedicato altri casi di abusi della National Security Agency (Nsa), l'agenzia Usa di controspionaggio, nei confronti di cittadini americani negli Usa e all'estero intercettati senza mandato della magistratura negli ultimi mesi dell'amministrazione Bush. Secondo il quotidiano, la Nsa ha intercettato comunicazioni private tra americani su una scala che andava oltre gli ampi limiti autorizzati l'anno scorso dal Congresso. Tra i bersagli del «grande orecchio» dell'agenzia ci sarebbe stato addirittura un membro del Congresso: il parlamentare, di cui non è stata determinata l'identità, sarebbe stato in contatto con un estremista già sotto sorveglianza per possibili rapporti con gruppi terroristici mentre si trovava in Medio Oriente con una delegazione parlamentare nel 2005 o 2006. il vice di Powell: non sapevo nulla Di torture ha parlato anche Richard Armitage, numero due al Dipartimento di Stato nella prima amministrazione Bush. L'ex vice di Colin Powell ha ammesso con la rete al Jazira che la Cia ha torturato alcuni sospetti terroristi con il benestare della Casa Bianca, ma che né lui né Powell ne sapevano nulla. Armitage ha spiegato che lui e Powell erano all'epoca convinti che la Convenzione di Ginevra venisse rispettata anche nei confronti dei cosiddetti «combattenti nemici», i prigionieri catturati Afghanistan dopo le stragi dell'11 settembre e trasferiti nel limbo giuridico di Guantanamo, la base prigione a Cuba di cui Barack Obama ha deciso la chiusura. 17/04/2009 nascosto-->

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La Ue: Sbarcati altri 500 extracomunitari (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 17-04-2009)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Bologna)) (Giorno, Il (Milano))

Argomenti: Diritti umani

BREVI pag. 17 La Ue: «L'Italia rimane razzista» Sbarcati altri 500 extracomunitari DIRITTI UMANI BRUXELLES Il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, lo svedese Thomas Hammarberg, torna a chiedere all'Italia passi avanti per sradicare razzismo e xenofobia: «Anche se sono stati fatti degli sforzi ha affermato nell'ultimo rapporto rimangono preoccupazioni sulla situazione dei rom, le migrazioni e alcune misure chieste dalla Corte europea dei diritti dell'uomo». Il governo ribadisce di aver preso misure antidiscriminatorie anche attraverso la creazione di un organismo apposito, l'Unar, migliorando lo stato dei campi Rom e le politiche di integrazione delle popolazioni nomadi. Intanto dal Nordafrica sono sbarcati sulle coste italiane altri 500 extracomunitari.

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L'Ue: In Italia situazione preoccupante (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'Ue: «In Italia situazione preoccupante» RAZZISMO L'Ue: «In Italia situazione preoccupante» Il governo italiano ha fatto «passi insufficienti sul fronte della lotta al razzismo, per assicurare eguali diritti a Rom e Sinti e in merito alla politica migratoria». È l'accusa del commissario per i diritti umani Thomas Hammarberg nel secondo rapporto Ue sull'Italia in meno di un anno PAGINA 7

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In Italia il razzismo dilaga (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

IL DOSSIER Il Consiglio d'Europa torna ad attaccare il governo Berlusconi: «Su rom e immigrati è un pericolo per il continente» «In Italia il razzismo dilaga» Alberto D'Argenzio BRUXELLES BRUXELLES Non ci siamo, la situazione di rom e migranti in Italia «resta preoccupante». A lanciare l'allarme è Thomas Hammarberg, Commissario ai diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa, organizzazione che non ha nulla a che fare con la Ue ma che raccoglie 47 paesi del vecchio continente e che ha voce in capitolo proprio sui temi legati al rispetto dei diritti individuali. Ieri il Commissario ha presentato il suo rapporto sull'Italia con una valutazione negativa che non sa di nuovo. Non è infatti la prima volta che Hammarberg bacchetta, o meglio bastona, il governo italiano, anzi. Quando l'Europa, intesa come Commissione Ue, spendeva parole miti se non indulgenti sul rilevamento delle impronte ai rom, sullo stato di emergenza e sul pacchetto sicurezza lanciato da Maroni nell'estate scorsa, questo svedese, che vanta una lunga esperienza nel settore dei diritti e in particolare dell'integrazione dei rom, non andava per il sottile e puntava l'indice contro il governo. Ora, a quasi un anno di distanza, il giudizio non cambia. Partendo da rom e sinti, Hammarberg sottolinea che «persiste un clima di intolleranza» e che «le condizioni di vita sono ancora inaccettabili in molti dei campi visitati». Dal 13 al 15 gennaio il Commissario del Consiglio d'Europa è stato infatti nel Belpaese, una visita che seguiva quella del 19-20 giugno scorsi. Parole ancor più dure sul censimento nei campi rom, per cui Hammarberg esprime la sua «profonda inquietudine», oltre che più di un dubbio sulla sua «compatibilità con le norme europee che reggono la raccolta e il trattamento dei dati personali». Il Commissario invita il governo a creare dei meccanismi di consultazione con le comunità di rom e sinti, a evitare le chiusure dei campi che non prevedano misure di ri-alloggiamento e a mettere in piedi soluzioni educative per i bambini. Ma non solo, invita anche «le autorità a condannare con più fermezza le manifestazioni razziste o intolleranti e a garantire la messa in atto effettiva della normativa anti-discriminazione». Un discorso che vale tanto per i rom come per i migranti, e come invito a tacere ad alcuni esponenti degli stessi partiti di maggioranza o a dimostrare più senso civico per alcuni organi dello Stato. Non mancano infatti i riferimenti chiari e forti a Giancarlo Gentilini, prosindaco di Treviso, da anni in prima linea «nell'incitamento all'odio», o quelli ai vigili urbani di Parma, per il pestaggio del giovane ghanese scambiato per uno spacciatore. Un caso che è oltretutto un ulteriore esempio della tendenza a equiparare immigrazione con criminalità. E passando proprio ai migranti, il dito di Hammarberg viene puntato sulla loro «criminalizzazione», più in concreto su tutta quell'architettura legale che ha nell'aggravante di clandestinità il suo punto più «alto». La criminalizzazione viene indicata come «una misura sproporzionata, suscettibile di esacerbare le tendenze discriminatorie e xenofobe che già si manifestano nel paese». Ma non solo, si tratta anche di una misura che provoca «ulteriore stigmatizzazione ed emarginazione dei migranti, nonostante la maggioranza di questi contribuisca allo sviluppo degli stati e delle società europee». Hammerberg chiede quindi al governo di «rivedere le parti della nuova normativa che sollevano serie questioni di compatibilità con gli standard dei diritti umani». Quanto alla segnalazione dei clandestini da parte del personale medico, questa misura viene considerata semplicemente «ingiusta» anche perché, pure questa, rischia di «emarginare ulteriormente i migranti». Infine qualche caso concreto, come quello dei tunisini rispediti in patria alla faccia del rischio, elevato, di torture cui andavano incontro. I migranti si sono anche appellati alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che aveva chiesto di sospendere l'espulsione. Ma il governo è andato avanti, e ora l'Italia viene accusata di non rispettare le convenzioni internazionali sui diritti umani. Stesso discorso per una rom bosniaca madre di tre figli, rispedita nei Balcani anche se la Corte di Strasburgo aveva chiesto al governo di non attuare l'espulsione. Per tutti questi casi Hammarberg esprime «grave preoccupazione», anche perché mettono a rischio «l'efficacia del sistema di protezione dei diritti umani» non solo in Italia, ma «in tutta Europa». Foto: IMMIGRATI NEL CIE DI LAMPEDUSA /FOTO AP

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Anche le multe ai piccoli afghani dell'Ostiense (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Anche le multe ai piccoli afghani dell'Ostiense Cinzia Gubbini ROMA ROMA Non solo dormono per mesi negli anfratti della stazione, non solo sono periodicamente oggetto di sgomberi in piena notte nonostante siano richiedenti asilo e molto spesso minorenni. Ma ora sono anche bersagliati dalle multe. Che la vita per i ragazzini afghani della stazione Ostiense non fosse facile era cosa nota - l'ultima denuncia li voleva ospiti notturni dei tombini fognari, che certamente usano come personale armadietto per custodire i propri averi. Ma che addirittura dovessero difendendersi anche dalle multe aggiunge al tragico il grottesco. Piccole sanzioni amministrative da non più di dieci euro, perché anche la legge considera modesta la violazione che viene continuamente contestata ai ragazzini dell'Ostiense: il divieto di introdursi nelle aree, recinti e impianti ferroviari per le «persone estranee al servizio». Così recita l'articolo 19, primo comma del decreto presidenziale 753/80. E' questo il riferimento normativo che si legge sui verbali consegnati ai ragazzi afghani. Teoricamente, siamo nella norma. Ma non tanto, a sentire i racconti dei ragazzi: «Questo foglio me lo hanno dato perché stavo usando il bagno pubblico», ci racconta per esempio Ahmed. Mentre Alì avrebbe ricevuto il verbale semplicemente perché si trovava all'interno della stazione. Dunque, nessuna violazione di aree interdette al pubblico. A comminare con severità la sanzione, gli agenti della Polfer. Sono loro che quotidianamente gestiscono l'emergenza. Da tre anni la stazione è il rifugio dei richiedenti asilo provenienti dall'Afghanistan in guerra. La maggior parte di loro è di etnia pashtun, sono perlopiù ragazzi molto giovani che hanno affrontato un lungo viaggio attraverso i monti della Turchia e poi attraverso la Grecia che non gli riconosce alcun diritto. Sono quasi tutti arrivati nascondendosi nei camion che sbarcano nei porti di Bari o di Ancona. Chi riesce a sfuggire ai controlli molto spesso arriva qui. E comincia la trafila della richiesta di asilo, che non ha tempi certi ma soprattutto non ha alcuna forma di protezione garantita. Chi ha avuto la fortuna di trovare un posto letto in un centro di accoglienza è stato sbattuto fuori terminato un certo periodo - in genere tre mesi - che non riesce mai a coprire la durata dell'esame delle domande di asilo da parte della Commissione. La conseguenza è sotto gli occhi di tutti: un centinaio di ragazzini che dormono per mesi e mesi all'addiaccio. La risposta dell'amministrazione è, il più delle volte, lo sgombero. Ma ora si sono aggiunte le multe. Una pressione in più perché i ragazzini afghani trovino un altro posto dove andare a dormire: «abbiamo visto diversi verbali, e quasi ogni settimana sentiamo racconti di questo tipo da sei mesi a questa parte», racconta Alberto Barbieri di Medici per i diritti umani, un'associazione che ogni martedì offre sostegno medico ai rifugiati della stazione. Proprio oggi alle 12 all'ospedale San Gallicano si svolgerà un incontro per discutere di come offrire un'accoglienza più dignitosa ai profughi.

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Ma i diritti umani restano schiacciati (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

FINEGUERRA Parla un'attivista cecena «Ma i diritti umani restano schiacciati» Barbara Yukos «Festeggiamenti per le strade di Grozny per celebrare la fine del regime speciale di Kto (operazioni di controterrorismo, ndr)? Certo, sono in corso, li organizzano il governo e lo stato. Ieri pomeriggio han chiuso le strade principali e poi offerto ai cittadini un concerto nella piazza centrale dal pomeriggio fino a sera». Lo racconta al telefono dalla capitale cecena Natalia Estemirova: dal 2000 lavora per l'ufficio locale dell'organizzazione per i diritti umani Memorial, oltre che giornalista freelance. Nel 2007 ha vinto il premio «Raw in War» dedicato ad Anna Politkovskaja: proprio a questa sede spesso la giornalista si appoggiava per le sue inchieste sul campo. Oggi Memorial è l'unica ong russa rimasta a lavorare nella Cecenia dell'era Kadyrov. Quali le reazioni immediate alla fine di 10 anni di Kto? Tra amici e conoscenti siamo ancora sorpresi, anche se l'annuncio era atteso. Qualcuno è contento e crede che le cose miglioreranno, altri no, o pensano che in un certo senso il ritiro c'era già stato... occorreva solo ufficializzarlo. In che senso? Migliaia di militari di Mosca sono ancora stanziati nella repubblica... Si, ma ormai da un pezzo non li vedevamo più, non avevano più rapporti con noi cittadini ceceni, non uscivano quasi mai dalle loro basi-fortezze come Kankalia, Gudermes, Kashali... Ora ci sarà un miglioramento della situazione dei diritti umani nella repubblica, o no? Da anni Memorial porta avanti denunce di abusi compiuti sui civili, prima dai federali in guerra, poi nel periodo di «normalizzazione» anche da parte delle forze filorusse. Questi abusi proseguono, anche se le «sparizioni» sono cessate. E ovviamente, finora il regime speciale antiterrorismo ha giustificato molti illeciti: arresti indiscriminati, processi sommari, confessioni estorte con violenza, torture sui prigionieri. La nostra speranza è che la conclusione del Kto porti, ad esempio, a maggiori garanzie processuali dei fermati, soprattutto giovani, in accordo col Codice della Federazione russa - insomma a un maggior rispetto del diritto. Ma se guardiamo a cosa succede nelle vicine repubbliche come Inguscezia e Dagestan, dove pur se non vige il regime speciale totale (ma sono in corso «operazioni speciali», ndr) le prospettive non sono certo incoraggianti. Quali i problemi principali da affrontare? Primo, c'è un problema di sicurezza: ancora moltissime famiglie non possono tornare nei loro villaggi tra le montagne, poiché alcune di queste zone sono ancora oggetto di operazioni speciali. Poi la questione delle compensazioni: circa 40mila non le hanno ancora ricevute, e non si sa se potranno riceverle mai. Specie i titolari di alloggi comunali. Tutto procede molto lentamente, anche se qui negli ultimi anni come sapete da Mosca si sono riversati un fiume di rubli per la ricostruzione. Che ripercussioni avrà la partenza in massa dei federali? Chi si occuperà della sicurezza nella repubblica? Penso proprio che succederà, molti se ne andranno. Chi serve nel Caucaso e in particolare in zone di Kto riceve uno stipendio molto più alto della media. Ora questo dovrebbe andare ai ceceni che ne faranno le veci... e molti già lo ricevono. Di fatto esiste già un piccolo «esercito» ceceno: 20mila persone, non son certo poche. Professionisti, o giovani che non trovano altro lavoro (la disoccupazione è al 50% secondo cifre ufficiali, 70% realisticamente), come sapete molti reclutati tra gli ex guerriglieri ribelli, amnistiati da Kadyrov. Ma i ragazzi ceceni ancora non prestano servizio militare, una decisione di Putin che molti vorrebbero ora revocare.

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"FU BUONA FEDE" (sezione: Diritti umani)

( da "TGCom" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

17/4/2009 Obama,immunità a Cia per torture Agenti violenti non saranno puniti Gli agenti della Cia che hanno usato maniere forti su detenuti usando tecniche di tortura come il waterboarding non avranno guai con la giustizia. Lo ha detto il presidente Barack Obama in una nota che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell'amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo. "Questo gesto - ha detto Obama - aiuterà ad affrontare un capitolo buio della nostra storia". L'impunità sarà quindi garantita agli agenti che hanno usato "in buona fede" maniere forti su detenuti. "Pubblicando questi documenti intendiamo assicurare gli agenti che hanno agito in buona fede basandosi sul consiglio legale del Dipartimento della Giustizia che non saranno messi sotto inchiesta", ha detto Obama spiegando che questo è un momento di "riflessione", non di "vendetta". Contemporaneamente il presidente americano ha chiuso i cosiddetti "siti neri", i centri di detenzione e tortura di accusati di terrorismo, in Asia e nell'Europa dell'Est, mentre ha iniziato il processo di chiusura di Guantanamo. I memorandum - quattro dal 2002 al 2005 - descrivono una serie di tecniche di interrogatorio aggressive e autorizzate dall'amministrazione Bush che vanno dall'annegamento simulato alla privazione del sonno e all'esposizione al freddo o al caldo eccessivo. Secondo Obama tecniche come il waterboarding "hanno minato la nostra autorità morale e non hanno reso l'America più sicura". Dagli insetti all'annegamento Nei memorandum redatti dall'amministrazione Bush si legge che uno dei metodi di interrogatorio, autorizzati dal Dipartimento della Giustizia e cui venivano sottoposti i sospetti terroristi di Al Qaeda per farli parlare, prevedeva che il prigioniero venisse chiuso in una scatola che poi veniva riempita di insetti. Si parla di insetti innocui come bruchi, ma per i prigionieri avrebbero potuto essere anche pericolosi. Abu Zubaydah, un leader di Al Qaeda, venne sottoposto a dieci tecniche di interrogatorio che includono la privazione del sonno, le posizioni scomode, gli schiaffi in faccia e il waterboarding. Il waterboarding simula l'annegamento: il detenuto è legato su un piano inclinato e un panno bagnato gli viene passato sulla faccia coprendo naso e bocca in modo da creare "panico da soffocamento". "La sensazione dell'annegamento cessa immediatamente quando viene rimosso il panno. La procedura può essere ripetuta", si legge nel memorandum del 2002. Il memorandum dell'amministrazione Bush precisa poi che tecniche come l'annegamento simulato non infliggono gravi dolori o sofferenze o danni "fisici o mentali".

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Durban 2 Lunedì il via al festival dell'antisemitismo (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 92 del 2009-04-17 pagina 16 Durban 2 Lunedì il via al festival dell'antisemitismo di Fiamma Nirenstein di Fiamma Nirenstein Sarà comunque strano che, lunedì prossimo, giorno della Shoah in tutto il mondo e data in cui avrà inizio a Ginevra la famosa conferenza delle Nazioni Unite detta «Durban 2» contro il razzismo, il podio venga offerto a un razzista negazionista che ha più volte dichiarato di voler distruggere Israele come Mahmoud Ahmadinejad: il premier iraniano, alla ricerca di un palcoscenico adatto a lui, ha infatti annunciato la sua partecipazione alla conferenza. Nonostante molte polemiche e cambiamenti della piattaforma, essa rischia dunque ancora di più di essere il doppione di Durban 1, e comunque una sua versione ancora più pericolosa, dato che l'Iran finanzia gran parte del terrorismo mondiale (compresi gli Hezbollah e Hamas) e prepara le sue postazioni nucleari. La Germania, che capisce cosa potrebbe accadere, si prepara in queste ore a seguire il piccolo coscienzioso corteo di chi a Ginevra non intende farsi vedere. Nel 2001, si riunirono in Sudafrica centinaia di delegazioni e migliaia di Ngo che trasformarono una conferenza contro il razzismo in una conferenza razzista contro Israele e contro gli Usa. Si sprecarono le marce sotto gli striscioni inneggianti a Bin Laden, le grida di «morte all'America» e le accuse di apartheid a Israele. Durban 2 può diventare la replica in versione attivamente antisemita e guerrafondaia contro Israele dell'evento che precedette di pochi giorni l'attacco alle Twin Towers. A cominciare dall'evento previsto per il fine settimana: una riunione di organizzazioni non governative che porta il nome «Conferenza di esame (review) di Israele», completa di un rally antisraeliano il 18 aprile. Mercoledì è stato completata la bozza di documento base per la conferenza. Distribuito dall'Alta Commissionaria per i diritti umani Navi Pillay con la presidente della commissione, la libica Najat Al-Hajjaji, non è stato discusso, ma solo consegnato agli astanti: è chiaro che si cerca di offrire una piattaforma più palatabile rispetto all'enorme prima versione dalle fosche tinte, presentando una bozza più agile e meno aggressiva; si cerca con ciò di spingere almeno parte dell'Europa utilizzando anche la fretta dell'ultimo momento e la ripugnanza a disertare l'Onu, verso un appuntamento dominato da un'idea rovesciata dei diritti umani. Infatti la bozza attuale non rinuncia al riferimento al primo documento, quello di Durban 1, che indicava Israele come stato razzista e gli Usa come male del mondo; indica l'occupazione, termine che immediatamente allude a Israele, come fonte di razzismo e di apartheid; rimette in circolazione in vari modi l'idea della proibizione della critica alle religioni (ovvero ripropone il tema dell'antislamismo) e invita a onorare le «culture diverse», che spesso si presenta tuttavia come persecuzione degli omosessuali, oppressione sistematica delle donne, sharia che condanna a terribili pene corporali. Come sta reagendo il mondo nelle ultime ore prima della conferenza che avrà Ahmadinejad come vicepresidente? Di sicuro sembra che gli Usa, il Canada e la nostra coraggiosa Italia abbiano mantenuto fermo il loro «no»; di incerto, il comportamento di altri Paesi europei, per esempio dell'Olanda che tentenna. Ma si avvicina a grandi passi il «no» la Germania di Angela Merkel, fino a poche ore fa propensa a partecipare. Un esponente del ministero degli Esteri tedesco ha dichiarato che il suo Paese forse si tirerà indietro. È chiaro che teme la strumentalizzazione antisraeliana, specie adesso che Ahmadinejad, che ha appena dichiarato a Spiegel che è sicuro che i tedeschi odino tuttora gli ebrei, prenderà il podio da gran protagonista. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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xenofobia, nuove accuse all'italia (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 17-04-2009)
Pubblicato anche in: (Centro, Il)

Argomenti: Diritti umani

Dal Consiglio d'Europa Xenofobia, nuove accuse all'Italia STRASBURGO. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, è «particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare» in Italia «una tendenza al razzismo e alla xenofobia che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere». E' quanto si legge nel rapporto sull'Italia scritto dallo stesso Hammarberg. Nella sua risposta, pubblicata assieme al rapporto, il governo italiano rassicura il Commissario sui passi intrapresi per contrastare efficacemente il razzismo. Mentre rimanda al mittente le richieste di cambiare le misure legate alla politica migratoria. L'Italia ritiene che le norme criticate siano essenziali per una efficace gestione dei flussi migratori.

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vendeva prodotti contraffatti, niente più soggiorno (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 4 - Pordenone Vendeva prodotti contraffatti, niente più soggiorno Il Tar ha respinto il ricorso di un cinese che contestava il mancato rinnovo del permesso Il caso Non ha ottenuto l'esito sperato il ricorso proposto dal "commerciante" cinese in prodotti contraffatti Y.J., al quale il questore di Pordenone aveva negato il rinnovo del permesso di soggiorno alla luce della sentenza di "patteggiamento" con cui il tribunale di Treviso, nel marzo 2005, gli infliggeva 6 mesi di reclusione e 140 euro di multa per i reati di commercio di prodotti con marchio contraffatto e di ricettazione, puniti dagli articoli 474 e 648 del codice penale. Il Tribunale amministrativo regionale ha, infatti, rigettato, compensando le spese di causa, il gravame proposto dall'uomo, titolare di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro autonomo, valido dal 26 luglio '06 al 26 luglio '07, nei confronti del ministero dell'Interno e della Questura pordenonese, volto all'annullamento del diniego, datato 24 giugno 2008. Il ricorrente censurava, tra l'altro, l'autorità procedente, "rea" di avere violato l'articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, non avendo svolto considerazioni sulla sua personalità, al fine di valutare l'eventuale ricorrenza di una minaccia per l'ordine e la sicurezza nazionale. Il questore aveva, ancora, omesso «di apprezzare il suo radicamento nel territorio nazionale, dove esercita il commercio al minuto su aree pubbliche di articoli di abbigliamento», così provvedendo al mantenimento della moglie e dei due figli, nei confronti di uno dei quali «aveva esercitato il diritto al ricongiungimento familiare». La tesi non è stata, però, condivisa dal Tar. Il sistema di protezione dei diritti fondamentali stabiliti dalla convenzione è, infatti, sussidiario rispetto ai sistemi nazionali volti alla salvaguardia dei diritti umani, anche perché essa non appronta meccanismi specifici di puntuale applicazione delle relative disposizioni negli ordinamenti interni. Il questore ha, pertanto, correttamente applicato l'articolo 10 bis della legge 241 del '90, instaurando, di fatto, il contraddittorio con il ricorrente. Il collegio sottolinea, infine, in motivazione, come l'articolo 21 octies, comma 2, della legge citata preveda la «non annullabilità» del provvedimento adottato per violazione di norme procedimentali, se «per la natura vincolata del provvedimento sia palese che il suo contenuto dispositivo non sarebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato». Il provvedimento amministrativo, pertanto, non è comunque annullabile per mancata comunicazione dell'avvio del procedimento. Giovanni Cinque

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Riconoscimento delle decisioni e diritto dell'imputato a comparire al processo (sezione: Diritti umani)

( da "AltaLex" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Riconoscimento delle decisioni e diritto dell'imputato a comparire al processo Consiglio dell'Unione Europea, decisione 26.02.2009 n° 2009/299/GAI (Carlo Alberto Zaina) Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Il Consiglio d'Europa emanando, il 26 Febbraio u.s., la decisione quadro 2009/2997GAI, affronta il tema del diritto del singolo imputato a presenziare personalmente al processo penale. Scopo precipuo e neppure larvato, che viene perseguito dall'organo politico europeo, è quello di addivenire ad una armonizzazione delle procedure delle nazioni aderenti al trattato UE e, dunque, sancire i casi specifici in cui il paese – cui venga richiesta l'esecuzione di una decisione giursidizionale – possa aderire a tale istanza, anche nell'ipotesi in cui l'imputato sia stato non presente personalmente al giudizio. L'indirizzo cui si ispira l'atto del Consiglio della UE appare – in linea teorica - particolarmente significativo. Esso pare presupporre il riconoscimento della centralità del diritto “dell'imputato a comparire personalmente al processo”, quale espressione ed esecuzione del principio del “giusto processo”, così come sancito dall'art. 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, nonché dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Quest'ultima con la sentenza 1 Marzo 2006, n. 56581, pronunziata nel giudizio Sejdovic c. Italia, ha affermato, infatti, che “vi è violazione dell'art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che tutela il diritto ad un equo processo, nell'ipotesi in cui un soggetto venga condannato in contumacia, senza che abbia avuto effettiva conoscenza delle accuse rivolte a suo carico e senza che sia stata provata in modo inequivocabile la sua rinuncia al diritto a comparire personalmente all'udienza”, ribadendo, in tal modo un principio già oggetto di precedenti pronunzie. Va, infatti, ricordato, ex plurimis il caso Pobornikoff c. Austria, che venne trattato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, con la sentenza del 3 Ottobre 20001 Si tratta di un indirizzo che ha trovato fecondo approdo giurisprudenziale nella decisione della Sez. V della Corte di Cassazione [17-10-2006, n. 37620 (rv. 235227), S.L.]2. I giudici di legittimità, infatti pronunziandosi in tema di legittimità del rigetto di un'istanza di differimento di una udienza, proposta a seguito di una situazione impeditiva sopravvenuta operante nei confronti dell'imputato, ebbero ad escludere – sulla scorta del richiamo espresso alle norme sovranazionali ed in particolare alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, così, come interpretate dalla giurisprudenza della CEDU - l'ascrivibilità a carico dell'imputato di un onere di preventiva comunicazione della propria materiale impossibilità a comparire3. Ergo le ragioni della promulgazione delle decisione legislativa in parola trovano dichiaratamente fondamento nel tentativo di adeguare al diritto vivente, il diritto da applicare, anche perchè il Consiglio riconosce, al punto 2) delle considerazioni introduttive, l'obbiettiva carenza di omogeneità che connota- in relazione alla specifica tematica - tutte le decisioni quadro vigenti.4 Va detto che, come si vedrà, infra, simile condivisibile scopo si concentra, però, solo sul denominatore comune della velocizzazione dei tempi di esecuzione dei provvedimenti cautelari, a scapito del regime della tutela delle garanzie minime da riconoscere all'imputato. Sul piano metodologico giovi dire che, in questa sede, ci si soffermerà esclusivamente sul contenuto degli artt. 1 e 2 della decisione 26 Febbraio 2009 2009/299/GAI del Consiglio, che appaiono le norme cardine del sistema così introdotto. Va osservato che, in effetti, il legislatore comunitario pare avvertire (ma si ribadisce solo a prezzo della compressione dei diritti della difesa) l'esigenza di superare quella situazione di incertezza che connota il rapporto fra autorità emittente un ordine di arresto ed autorità che debba curarne l'esecuzione, qualora debba essere eseguito un MAE concernente una sentenza di condanna a pena detentiva susseguente un processo celebrato in absentia dell'imputato. E', infatti, massima di comune esperienza quella per cui il principio della delegazione, in favore del giudice del paese cui venga richiesta l'esecuzione del MAE, del potere di decidere se rifiutare o meno tale adempimento, (a seguito di delibazione in ordine alle garanzie procedurali relative alla possibilità di un nuovo processo o della previsione della celebrazione del giudizio di appello), ha sempre comportato assoluta incertezza in ordine alla possibilità di opporre un rifiuto alla richiesta.5 Al fine di derimere definitivamente quindi, questa situazione di patente incertezza e superare le difficoltà interpretative insorte, che hanno sempre riverberato effetti di negativa contraddittorietà sull'ambito decisionale, il legislatore europeo ha, pertanto, deciso di individuare specifiche condizioni che permettano di ritenere la non rifiutabilità dell'esecuzione del provvedimento pronunziato al termine di un processo tenutosi in assenza dell'imputato6. Ci troviamo, dunque, sostanzialmente, dinanzi ad una significativa inversione di rotta, posto che – su tale abbrivio - il sistema giudiziario dello stato al quale viene chiesta l'esecuzione non potrà svolgere più alcuna attività di sindacato in ordine alle modalità procedimentale che hanno permesso l'emissione del provvedimento. Sul piano dell'apparenza e dell'esegesi strettamente lessicale e giuridica, la norma continua a sancire il rifiuto dell'esecuzione come regola, mentre l'eventuale accoglimento, viene classificato quale diretta conseguenza dell'adempimento di precise eccezionali condizioni, le quali sono espressamente descritte nella parte precettiva della decisione. In realtà, sotto il profilo della concretezza, sarà, invece, sufficiente per l'esecuzione della pronunzia, una sorta di “autocertificazione” dell'autorità dello stato richiedente, la quale dovrà prestare solo una generica garanzia in ordine alla circostanza che i requisiti descritti siano stati attualmente, o in prospettiva futura soddisfatti. I requisiti che vengono introdotti, [in ossequio al principio di armonizzazione del diritto interno dello stato ai canoni regolatori contenuti nella decisione quadro 2002/584/GAI – relativa al mandato di arresto europeo – ed allo scopo di escludere la facoltà di rifiuto dell'esecuzione] sono indicati all'art. 2 che recita in rubrica “Modifiche della decsione quadro 2002/584/GAI” ed introduce nel contesto di detta decisione l'art. 4 bis. A) In primo luogo da tale norma emerge la condizione: A1) che si sia stabilito inequivocabilmente che l'imputato era al corrente del processo fissato essendo stato “citato personalmente”. In tale modo egli avrebbe appreso dell'esistenza di un procedimento penale a proprio carico della data e del luogo di fissazione del processo; essendo stato “di fatto informato ufficialmente con altri mezzi”. In tale modo egli avrebbe appreso dell'esistenza di un procedimento penale a proprio carico della data e del luogo di fissazione del processo; A2) che l'imputato fosse stato informato del fatto che, nonostante la sua non comparizione in giudizio, sarebbe stata possibile l'emissione di una pronunzia definitoria il giudizio. Sia concesso una immediata osservazione per quanto attiene alla seconda delle condizioni indicate sub A1). Nulla quaestio in ordine al principio concernente la citazione personale. In questo caso, infatti, appare indiscutibile che il cittadino abbia avuto per scienza diretta contezza dell'instaurazione del giudizio. Non convince per nulla, però, la formula adottata con la locuzione “di fatto informato ufficialmente con altri mezzi”. Essa, infatti, tradisce un'impostazione palesemente indicativa di un compromesso, che si pone in contrasto con i più elementari principi di certezza degli strumenti attraverso i quali si rinviene la prova della conoscenza – da parte dell'imputato – dell'esistenza del processo a proprio carico. La vaghezza e genericità che connota la previsione si pone, poi, in stridente contrasto con i principi di tassatività e legalità, che sono patrimonio non solo del nostro diritto, quanto piuttosto dello Stato di diritto. Penso, infatti, immediatamente al nostro sistema di notifiche all'interno del processo penale. Esso potrà essere ritenuto, probabilmente, macchinoso e, siccome non completamente al passo con i tempi, suscettibile di ottimizzazione. Va, però osservato che – se non altro – tale corpus garantisce pienamente il paradigma di un controllo effettivo in relazione alla sicurezza e correttezza delle comunicazioni concernenti il processo in ogni sua fase. Il problema che si intende sollevare è, dunque, reale ed attiene alla corretta instaurazione del contraddittorio, al controllo della sua formazione, nonchè all'esercizio dell'azione penale. Non si tratta, dunque, affatto di gabelle puramente formali. Dovendosi, quindi, porre il quesito relativo l'individuazione materiale di quegli altri mezzi, che possano risultare idonei a certificare la scienza del cittadino in ordine alla propria condizione di imputato, e rientrino a pieno titolo nella categoria tratteggiata dalla norma in questione (ed al significato effettivo da conferire a tale usata locuzione), l'ermeneuta incontra oggettive difficoltà di non poco conto. La ricerca di metodologie di comunicazione legale rivolte all'inquisito (nel corso del procedimento penale) da collocare, legittimamente e validamente, all'interno della cornice normativa in questione, finisce per involgere i criteri – che ogni paese adotta – in ordine al valore legale che il singolo ordinamento giuridico attribuisce a specifiche condotte od a taluni documenti. Senza addentrarci – anche per evidenti ragioni legate alla volontà di non rendere eccessivamente analitico questo commento - in quello che, facilmente, si può appalesare come un vero e proprio ginepraio normativo, si deve affermare che la decisione del Consiglio UE avrebbe dovuto rinunziare a forme metagiuridiche ed inutilmente omnicomprensive. Meglio sarebbe stato optare per il ricorso ad una definizione semplice e chiara dei criteri alternativi alla citazione personale, che potessero venire considerati idonei a certificare che il raggiungimento della certezza inequivocabile che l'imputato sia stato posto al corrente del processo fissato. La codificazione dell'uso di mezzi tecnici quali la mail od il fax avrebbe costituito scelta che, pur circoscrivendo, il campo delle metodologie reputate idonee alla notifica al privato cittadino, avrebbe conferito un minimo di certezza legale. Ritiene chi scrive, quindi, che la locuzione “di fatto informato ufficialmente con altri mezzi”, per quel carattere di generica residualità, che le fa assumere un ruolo di norma di chiusura, cioè di contenitore giuridico all'interno del quale ricondurre una serie di ipotesi assolutamente indefinite, potrebbe, in forza dei dubbi sin qui avanzati, non riuscire ad assolvere pienamente ed efficacemente proprio a quegli scopi, per i quali, invece, era stata concepita. Si può, pertanto, sostenere, a ragione di quanto precede, che purtroppo l'Europa appare certamente meno sensibile dell'Italia in ordine a quel sistema concernente le più elementari guarentigie sostanziali da riconoscere all'imputato. Questo insieme di diritti viene sacrificato (o, comunque, fortemente compresso) sull'altare della dichiarata creazione di meccanismi che agevolino (rendendola quasi automatica) l'esecuzione intraeuropea di sentenze o provvedimenti coercitivi personali e/o reali. B) In secondo luogo, si rileva che la decisione UE prevede alla lett. b) del citato nuovo art. 4 bis, il principio della attribuzione al difensore delle prerogative e dei diritti propri ed ascrivibili all'imputato che risulti al corrente della data fissata per il processo. La norma in oggetto equipara l'ipotesi nella quale l'imputato si stato patrocinato da un difensore di fiducia a quella in cui la difesa sia stata posta in essere da un difensore di ufficio, non riconnettendo particolare importanza all'una od all'altra situazione giuridica, e, in pari tempo, pone, quale ulteriore condizione, che questi abbia effettivamente assistito e difeso l'imputato. E', dunque, sufficiente e fondamentale la prova dell'esistenza di un mandato valido processualmente, attraverso il quale sia stata dato corso ad “un'assistenza legale concreta ed efficace”. Balza all'evidenza che il modello proposto dalla decisione in commento, non differisce sostanzialmente da quello processuale italiano il quale ha nella previsione dell'art. 99 co. 1° c.p.p. la sua pietra miliare7. La stessa parte introduttiva della decisione che si commenta precisa, però, che la sussunzione dei diritti del singolo imputato nella mani del difensore, quale proprio rappresentante processuale in sua assenza, postula una esplicita e “deliberata” scelta dell'imputato in tal senso. E' evidente che una simile previsione suppone un alto grado di fiducia in ordine alla effettività e correttezza della gestione dei rapporti intercorrenti fra difensore e imputato. E' quella in parola, dunque, norma che certamente finisce per dipendere fortemente dalla sensibilizzazione del senso deontologico dell'avvocato, il quale deve essere consapevole dell'importanza del ruolo che egli riveste nella difesa dell'imputato straniero assente, per i riflessi che il prosieguo del processo ed il provvedimento conclusivo lo stesso possono produrre. Va, inoltre, sottolineato come la correzione normativa, di cui la presente decisione è portatrice si ponga in stretta osservanza rispetto a quanto stabilito dalla Corte europea diritti dell'uomo Sez. III Sent., 13-02-2001, n. 29731, nel giudizio Krombach c. Francia, In quell'occasione i giudici hanno ribadito l'imprescindibilità della presenza del difensore nel procedimento penale, sopratutto, in occasione di giudizi nei quali l'imputato sia contumace.8 Ed ancora la stessa Corte europea diritti dell'uomo Sez. II, con la decisione 14 giugno 2001 nel caso Medenica c. Svizzera, Cass. Pen., 2002, 3240 ha riconosciuto insussistente una pretesa violazione del diritto di difesa di colui che non aveva partecipato ad un giudizio penale, tenendo conto in particolare del fatto che l'imputato era assistito da difensori e che la sua assenza non era dovuta a causa di forza maggiore, chè anzi si deve ritenere che egli aveva posto le premesse per l'impedimento a comparire9. C) In terzo luogo si rileva che, alla lett. c) dell'art. 4 bis, invece, vengono previste due forme di acquiescenza dell'imputato, il quale, dopo aver ricevuto la notifica della decisione ed essere stato espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello ha dichiarato espressamente di non opporsi alla decisione; non ha richiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello entro il termine stabilito. Pare di potere affermare che, in queste due ipotesi, il comportamento tenuto ex post sententiae dall'imputato si ponga come condizione di ratifica sanante l'originario vulnus. Presupposto indefettibile appare, infatti, che sia intervenuta una seria ed adeguata ponderazione dell'interessato in ordine all'esercizio del proprio diritto potestativo alla richiesta di un nuovo processo o dell'appello e che la stessa si manifesti expressis verbis o per facta concludentia. La specifica previsione riconnettendo ad una volontà negoziale specifca dell'imputato le conseguenze processuali descritte non pare prestarsi a particolari osservazioni. D) In ulteriore quarto luogo si evidenzia che la lett. d) della norma in parola affronta il caso di colui che non ha ricevuto personalmente la notifica della decisione. In questo caso suscita fondate perplessità la considerazione che la clausola di perfezionamento della condizione, idonea ad escludere il rifiuto all'esecuzione del MAE, finisca per consistere in un'assicurazione puramente formale e futura. L'affermazione che l'imputato “riceverà personalmente e senza indugio la notifica dopo la consegna e sarà espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello...” e che “ sarà informato del termine entro cui deve richiedere un nuovo processo o presentare ricorso in appello, come stabilito nel mandato d’arresto europeo pertinente”, non pare a scrive presentarsi come particolarmente tranquillizzante. Tanto per calarci su quel piano di esasperato pragmatismo che contraddistingue l'impostazione seguita dal Consiglio UE, pare – a chi scrive - tutt'altro che ragionevole e condivisibile che una persona venga preliminarmente ad ogni altra vicenda, tratta in arresto in esecuzione di una decisione che egli non conosce ed in ragione di un processo cui non ha partecipato personalmente, e, solo una volta in vinculis – e posto in grado di non nuocere – gli venga preannunziato l'insieme dei diritti che egli potrà esercitare contro la decisione. Queste modalità confermano il convincimento che l'interesse primario, che anima la presente decisione UE, [che si connota – sopratutto - come integrativa quella del 2002 concernente il MAE] non si concreta tanto in quello di garantire al singolo l'esercizio dei propri diritti formali e sostanziali, quanto piuttosto in quello di rimuovere qualsiasi ostacolo si frapponga all'esecuzione di un provvedimento di cautela coercitiva, in nome di uno spirito europeistico di cooperazione in materia criminale. Chiunque è consapevole della necessità che si venga a strutturare un sistema di meccanismi, che superino farraginosi passaggi burocratici, che possono rendere meno efficace ed agevole la lotta al crimine organizzato transnazionale. E', peraltro, vero che anche un sistema del genere non può assolutamente escludere l’indefettibile principio del riconoscimento delle garanzie. Reputo, infatti, che più si opera (in ambito di contrasto al crimine sotto il profilo investigativo e repressivo) mantenendo un elevato tasso di tutela del diritto del singolo – anche questi presenti stimmate di elevata pericolosità sociale - e maggiore apparirà il livello di credibilità, intangibilità, fondatezza e consenso che all'azione intrapresa verrà accordato. Intendo dire, che non è affatto necessario ricorrere a contingenti ed eccezionali misure di limitazione di diritti costituzionali od ad addivenire a palesi disparità di trattamento tra fattispecie di reato omologhe, per potere sancire l'efficacia dell'intervento di conflitto con il crimine organizzato. Questa posizione appare ancor più avvertita (ed avvertibile) nella community dei giuristi, posto che la quotidiana esperienza forense porta a notare che i reali e principali destinatari di precetti anche di diritto transanazionale penale (quale è quello in esame) finiscono per essere non coloro che operano ai massimi livelli criminosi, quanto piuttosto individui, i quali sono estranei a logiche e strutture di tipo associativo. ** ** ** Del tutto armonico e coerente con il ricordato precipuo scopo di “non ritardare la procedura di consegna né la decisione di eseguire il mandato d’arresto europeo” risulta, poi, il testo del comma 2 dell'art. 2 che introduce il menzionato art. 4 bis. La lettera della norma in parola lascia significativamente e sensibilmente interdetti, perché nell’ambito di un sistema giuridico che aderisce – in teoria - alla concezione dello Stato di diritto, il livello delle guarentigie difensive che essa esprime appare indubbiamente di basso profilo. Il riconoscimento – non già di un diritto - quanto solo della mera facoltà (l’uso del verbo “può” è sintomatico di tale impostazione) per il singolo cittadino, attinto da mandato di arresto europeo ed ignaro di essere soggetto passivo di un procedimento penale, di “chiedere che gli sia trasmessa copia della sentenza prima della consegna”, non può costituire indice di elevata civiltà giuridica per il legislatore. In buona sostanza, sorprendentemente, l’inquisito (inconsapevole di essere stato processato e tantomeno di essere stato condannato) non viene considerato affatto titolare di un diritto soggettivo a conoscere il contenuto del titolo esecutivo, privativo della libertà, presupposto necessario per l’emissione del mandato di arresto europeo. Viene solo riconosciuta al soggetto, arrestato in base alla disciplina prevista dall’ordinamento comunitario – per graziosa e magnanima concessione di quest’ultimo – la mera possibilità di chiedere di ricevere copia della sentenza di condanna. Si noti che la norma in questione non riconoscere sic et simpliciter la facoltà di ricevere, situazione che postulerebbe un’automatica attivazione dell’ordinamento senza impulso o richiesta ex parte. Dunque, seguendo il dettato della direttiva, appare ipotesi realmente possibile quella per cui l’arrestato possa venire tradotto in vinculis presso l’Autorità giudiziaria dello Stato che richiede l’esecuzione del MAE, senza che egli neppure possa sapere esattamente in base a quale decisione venga ablato il suo diritto alla libertà personale. Deriva da tale premessa, poi, la considerazione che, sotto l’egida (o le mentite spoglie) della cooperazione europea nella lotta al crimine, si viene a celare, invece, una serie di scelte legislative che calpestano le più elementari regole processuali e di tutela dell’imputato! La benevola concessione della facoltà di ottenere, solo a richiesta, il vero titolo esecutivo di carcerazione, costituisce – così come concepita dalla novella portata dalla decisone quadro 2009/2997GAI - concreta null'altro che un’acquisizione di carattere puramente formale ed interinale, posto che la procedura di eventuale consegna del provvedimento appare inidonea a proporsi come eventuale incidente esecutivo, atto a porre in discussione l’esecuzione del MAE. Suscita, poi, ulteriori perplessità la preoccupata scelta del legislatore di spiegare che “la sentenza è trasmessa a soli fini informativi”, e che dall'acquisizione dell'atto non derivano effetti giuridici, né spirano termini di fase o termini perentori, atteso che non si comprende la ratio che la sostiene e giustifica. In realtà, la circostanza che, per l'imputato, si preveda che non decorrano termini o preclusioni, è solo espressione di un favor rei puramente di maniera, perché appare prevalente – sul piano effettivo – la volontà di disinnescare situazioni di potenziale conflitto con l'esecuzione de plano del MAE. Si pensi solo alla circostanza che la presentazione di un appello, a seguito del decorrere del termine relativo, dato dalla notifica della sentenza estera, ben potrebbe in qualche modo paralizzare l'effetto provvisoriamente esecutivo della stessa e che, quindi, si debba preventivamente neutralizzare una simile opportunità.. Anche il comma 3° dell’articolo in parola costituisce norma che, nella strategia del legislatore, viene a rivestire carattere particolarmente tranquillizzante sotto il profilo psicologico. Esso offre, infatti, una apparente soluzione al problema della custodia cautelare in carcere nella fase intercorrente la definizione del giudizio di primo grado e l'incardinazione di un processo di appello. Vale la pena di rilevare che la previsione di legge comunitaria introduce, così, un precetto processualpenalistico che si pone come fonte primaria di diritto, tale da dovere venire recepita negli ordinamenti interni, al fine di evitare querelle di contestazione che si pongano ostativamente all'esecuzione del MAE. E’ questo un modo di offrire una risposta, ad esempio, ai quesiti insorti in relazione all'interpretazione da fornire all'art. 18 della L. 22 Aprile 2005 n. 69. Si tratta di una specifica disposizione, facente parte del complesso recettizio di diritto interno della fonte normativa europea riguardante il mandato di arresto europeo. Essa aveva tentato di codificare plurime ipotesi di rifiuto della consegna e – in special modo – alla lett. e) aveva previsto che la Corte d'appello poteva rifiutare la consegna “se la legislazione dello Stato membro di emisisone non prevede i limiti massimi della carcerazione preventiva”. Si ricorderà certo il florilegio di pronunzie sul punto10, pronunzie dalle quali emerse faticosamente il principio di mediazione, fra opposte visioni giurisprudenziali, in base al quale incombeva all'autorità giudiziaria italiana l'onere di verificare se nella legislazione dello Stato di emissione fosse espressamente fissato un termine di durata della misura cautelare fino alla sentenza di condanna di primo grado, o, in mancanza di esso, se fosse sancito un limite temporale implicito desumibile da altri meccanismi processuali che prevedessero, obbligatoriamente e con cadenze predeterminate, un controllo giurisdizionale funzionale alla legittima prosecuzione della custodia o, in alternativa, alla estinzione della stessa. A questa previsione viene abbinata, poi, un'ulteriore locuzione “il nuovo processo o l’appello hanno inizio in tempo utile dalla consegna”, il cui profilo compromissiorio di genericità ed indeterminatezza appare talmente tangibile da non richiedere particolari approfondimenti. ** ** ** In conclusione la decisione del Consiglio della UE induce a ribadire, quanto già sostenuto ai prodromi di questo commento e cioè che esiste nel contesto della Comunità Europea una sensibilità giuridica molto diversa da quella italiana e certamente meno attenta al sistema delle garanzie che devono essere riconosciute all'imputato. Senza ritornare su concetti che già sono stati espressi, va detto che non è possibile – in nome di un'apparente, quanto auspicabile (in linea di principio) incentivazione e velocizzazione dei tempi di esecuzione di provvedimenti che provengono da ordinamenti giuridici tra loro del tutto differenti – ridurre il diritto di difesa del singolo ad un profilo meramente formale, svuotandolo totalmente di pregnanza. Le norme brevemente esaminate in questa sede paiono dirigersi in questo allarmante senso e non pare questo un segnale positivo, sopratutto se proviene da un organismo che si è sempre ammantato (peraltro più a parole, che a fatti) di una matrice garantista. (Altalex, 17 aprile 2009. Nota di Carlo Alberto Zaina) ______________ 1 “Integra la violazione dell'art. 6, paragrafi 1 e 3, Conv. eur. dir. uomo, per grave violazione dei diritti di difesa, il mancato riconoscimento del diritto dell'imputato a comparire personalmente alle udienze del processo a suo carico, giustificato dalla sua qualità di detenuto”. 2 CED Cassazione, 2006, Arch. Nuova Proc. Pen., 2007, 5, 649, Riv. Pen., 2007, 9, 924. 3 “È illegittimo il rigetto dell'istanza di differimento dell'udienza - proposta in ragione della detenzione dell'imputato, sopravvenuta per altra causa, successivamente alla notifica del decreto di citazione per il giudizio di appello e comunicata solo in udienza - considerato che lo stato di detenzione, implicando l'assenza della libertà di locomozione, condizionata al volere delle autorità carcerarie, costituisce impedimento assoluto a comparire, con la conseguenza che, ove a tale situazione non sia posto rimedio mediante l'ordine di traduzione, l'imputato è privato del diritto di intervenire e di difendersi, anche personalmente, nel processo, diritto che, invece, deve essergli incondizionatamente assicurato. D'altro canto, in tale ipotesi, non sussiste a carico dell'imputato un onere di preventiva comunicazione della propria materiale impossibilità a comparire, né tale onere può essere desunto dalla diversa ed esplicita previsione dettata per il difensore (art. 420 ter, comma quinto, cod. proc. pen.) - che trova ragione nella insindacabile scelta di bilanciare con esclusivo riferimento alla difesa tecnica i valori costituzionali in gioco - la quale, al contrario, consente di escludere che un analogo onere di tempestiva deduzione possa implicitamente desumersi dal sistema per l'imputato, anche alla luce delle norme sovranazionali ed in particolare della Convenzione europea dei diritti dell'uomo - come interpretati dalla giurisprudenza della CEDU - alle quali lo Stato italiano ha l'obbligo di conformarsi. 4 Si tratta delle decisioni 2002/584/GAI, 2005/214/GAI, 2006/783/GAI, 2008/909/GAI e 2008/947/GAI. 5 Esemplificativa in tale senso appare Cass. pen. Sez. VI Sent., 23-01-2008, n. 3927 (rv. 238395), S.S. “Non viene in applicazione l'art. 18, lett. g) della L. 22 aprile 2005, n. 69, che impone il rifiuto della consegna se la sentenza irrevocabile, oggetto del mandato d'arresto europeo, non sia la conseguenza di un processo equo condotto nel rispetto dei diritti minimi dell'accusato previsti dall' art. 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, in relazione alla richiesta di consegna presentata dalle autorità francesi sulla base di una sentenza contumaciale passibile di opposizione e pertanto ancora provvisoria”. 6 Cfr. punto 6 della decisione quadro 2009/2997GAI, in GU EU 27 Marzo 2009. 7 Art. 99 co. 1 c.p.p. “Al difensore competono le facoltà e i diritti che la legge riconosce all'imputato, a meno che essi siano riservati personalmente a quest'ultimo”. - Cfr. in giurisprudenza Cass. pen. Sez. III, 07-04-1995, n. 5588, Pichierri, Cass. Pen., 1996, 2980, “In tema di proscioglimento predibattimentale, l'opposizione dell'imputato contumace può essere espressa anche dal difensore. A questo competono, infatti, a norma dell'art. 99 c.p.p., le facoltà e i diritti che la legge riconosce all'imputato, a meno che siano riservati personalmente a quest'ultimo. Poichè per l'assenso al proscioglimento predibattimentale l'art. 469 c.p.p. non ha riservato personalmente all'imputato il relativo potere, il consenso del difensore è validamente dato per l'imputato”. 8 Int'l Lis, 2002, 3-4, 119 nota di CORONGIU.”L'impedimento agli avvocati della difesa d'intervenire in giudizio per l'imputato all'udienza dinanzi alla Corte d'assise viola il suo diritto ad un processo equo. Benché non assoluto, il diritto di ogni imputato ad essere effettivamente difeso da un avvocato, se del caso nominato d'ufficio, rientra tra gli elementi fondamentali dell'equo processo, di cui l'imputato non può essere privato per il solo fatto della sua assenza al dibattimento. Anche se è indubbio che il legislatore nazionale conserva la possibilità di disincentivare la non giustificata mancata comparizione dell'imputato al dibattimento, esso non è legittimato a sanzionarla - in modo manifestamente sproporzionato - derogando al diritto all'assistenza di un difensore, di modo che simili norme debbono ritenersi confliggenti con l'art. 6, c. 1 e 3, CEDU: in particolare, non è sufficiente ad evitare la violazione della garanzia all'assistenza legale l'istituto della cd. "purgazione della contumacia", poiché il diritto ad un processo equo non può essere sottoposto a cautele di sorta, come l'arresto dell'imputato. Del pari, viola l'art. 2 del Protocollo VII la disposizione del codice di rito penale francese che impedisce al condannato contumace di proporre ricorso per cassazione. 9 Il ricorrente è un medico svizzero, poi emigrato negli Stati Uniti nel 1984. Due anni prima le autorità svizzere avevano iniziato un procedimento penale nei suoi confronti per truffa. Citato a comparire davanti a quelle autorità giudiziarie, aveva opposto di non potere presenziare perchè un paziente americano, malato di cancro e che aveva timore di restare senza assistenza, aveva ottenuto da un giudice statunitense, a carico del ricorrente, un'ingiunzione a non lasciare gli Stati Uniti, con contestuale ritiro del passaporto. La corte svizzera aveva proceduto quindi in contumacia, assumendo tra l'altro che il medico non aveva esperito contro quell'ingiunzione i previsti rimedi legali e lo aveva condannato a una pena detentiva (l'imputato era stato peraltro assistito da difensori). La condanna era stata confermata nei successivi gradi di giudizio anche sulla base della considerazione che il comportamento del ricorrente era diretto a determinare una situazione di impossibilità a comparire in giudizio (secondo il codice di procedura penale svizzero è possibile il processo in contumacia ma l'imputato ha diritto di chiedere un nuovo giudizio provando che l'assenza è incolpevole). Da qui il ricorso con cui si è lamentata la violazione del principio del giusto processo e del diritto a difendersi personalmente. La Corte europea ha riconosciuto insussistente la violazione ritenendo che il processo svizzero fosse stato nel suo complesso giusto, tenuto conto in particolare del fatto che l'imputato era assistito da difensori e che la sua assenza non era dovuta a causa di forza maggiore, chè anzi si deve ritenere che egli aveva posto le premesse per l'impedimento a comparire. Il ricorrente era stato condannato alla pena di due anni di reclusione per truffa aggravata; nel quantificare la pena i giudici hanno tenuto conto del lasso di tempo intercorso tra la commissione del fatto e la condanna nonchè della lunghezza del processo (oltre sette anni) quale circostanza attenuante. La Corte europea ha ritenuto la non violazione della convenzione sulla base della considerazione che nell'irrogare la condanna la corte nazionale ha tenuto conto, "in grado significativo", della durata del processo, con riferimento a un reato grave nel caso di specie, che reca una pena edittale massima di nove anni e che importa in casi analoghi una pena comparativamente superior - Corte europea diritti dell'uomo Sez. II, 14-06-2001. 10 Cfr. ex pIurimis Cass. pen. Sez. Unite, 30-01-2007, n. 4614 (rv. 235351) R.V., Dir. Pen. e Processo, 2007, 4, 440 Arch. Nuova Proc. Pen., 2007, 3, 335, Foro It., 2007, 3, 2, 137, CED Cassazione, 2007, Riv. Pen., 2007, 9, 943 “In materia di mandato di arresto europeo, con riguardo alla previsione dell'art. 18, lett. e) della L. 22 aprile 2005, n. 69, che stabilisce il rifiuto della consegna "se la legislazione dello Stato membro di emissione non prevede i limiti massimi della carcerazione preventiva", l'autorità giudiziaria italiana deve verificare se nella legislazione dello Stato membro di emissione sia espressamente fissato un termine di durata della misura cautelare fino alla sentenza di condanna di primo grado, o, in mancanza, se un limite temporale implicito sia in ogni caso desumibile da altri meccanismi processuali che instaurino, obbligatoriamente e con cadenze predeterminate, un controllo giurisdizionale funzionale alla legittima prosecuzione della custodia o, in alternativa, alla estinzione della stessa” - Conf. Sez. feriale Sent., 04-09-2008, n. 34781 (rv. 240921), Sez. feriale Sent., 28-08-2008, n. 34574 (rv. 240716), Sez. VI Sent., 19-03-2008, n. 12665 (rv. 239155), Cass. pen. Sez. VI Sent., 17-01-2008, n. 2971 (rv. 238360), Cass. pen. Sez. VI, 12-07-2006, n. 24705 (rv. 234274),Cass. pen. Sez. VI, 08-05-2006, n. 16542 (rv. 233546), Cass. pen. Sez. VI (Ord.), 03-03-2006, n. 7915 (rv. 233705). CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA, DECISIONE 26 FEBBRAIO 2009 ATTI ADOTTATI A NORMA DEL TITOLO VI DEL TRATTATO UE DECISIONE QUADRO 2009/299/GAI DEL CONSIGLIO del 26 febbraio 2009 che modifica le decisioni quadro 2002/584/GAI, 2005/214/GAI, 2006/783/GAI, 2008/909/GAI e 2008/947/GAI, rafforzando i diritti processuali delle persone e promuovendo l’applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle decisioni pronunciate in assenza dell’interessato al processo IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA, visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 31, paragrafo 1, lettera a), e l’articolo 34, paragrafo 2, lettera b), vista l’iniziativa della Repubblica di Slovenia, della Repubblica francese, della Repubblica ceca, del Regno di Svezia, della Repubblica slovacca, del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e della Repubblica federale di Germania (1), visto il parere del Parlamento europeo, considerando quanto segue: (1) Il diritto dell’imputato a comparire personalmente al processo rientra nel diritto a un equo processo previsto dall’articolo 6 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, secondo l’interpretazione della Corte europea dei diritti dell’uomo. La Corte ha affermato inoltre che il diritto dell’imputato a comparire personalmente al processo non è assoluto e che a determinate condizioni l’imputato può, di sua spontanea volontà, esplicitamente o tacitamente ma in modo inequivocabile, rinunciarvi. (2) Le varie decisioni quadro che applicano il principio del reciproco riconoscimento alle decisioni giudiziarie definitive non affrontano in modo uniforme la questione delle decisioni pronunciate al termine di un processo a cui l’interessato non è comparso personalmente. Questa diversità potrebbe complicare il lavoro degli operatori del settore e ostacolare la cooperazione giudiziaria. (3) Le soluzioni offerte da tali decisioni quadro non sono soddisfacenti laddove l’interessato non abbia potuto essere informato dell’esistenza di un procedimento a suo carico. Le decisioni quadro 2005/214/GAI, relativa all’applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sanzioni pecuniarie (2), 2006/783/GAI, relativa all’applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca (3), 2008/909/GAI, relativa all’applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze penali che irrogano pene detentive o misure privative della libertà personale, ai fini della loro esecuzione nell’Unione europea (4), e 2008/947/GAI, relativa all’applicazione del principio del reciproco riconoscimento alle sentenze e alle decisioni di sospensione condizionale in vista della sorveglianza delle misure di sospensione condizionale e delle sanzioni sostitutive (5), permettono all’autorità di esecuzione di rifiutare l’esecuzione di dette sentenze. La decisione quadro 2002/584/GAI, relativa al mandato d’arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri (6), consente all’autorità di esecuzione di esigere che l’autorità di emissione fornisca assicurazioni considerate sufficienti a garantire alle persone oggetto del mandato d’arresto europeo la possibilità di richiedere un nuovo processo nello Stato membro di emissione e di essere presenti al giudizio. Spetta all’autorità di esecuzione decidere se le assicurazioni fornite siano sufficienti ed è pertanto difficile sapere con esattezza quando l’esecuzione possa essere rifiutata. (4) È quindi necessario prevedere motivi chiari e comuni per il non riconoscimento delle decisioni pronunciate al termine di un processo a cui l’interessato non è comparso personalmente. La presente decisione quadro mira a precisare la definizione di tali motivi comuni consentendo all’autorità di esecuzione di eseguire la decisione nonostante l’interessato non sia presente al giudizio, pur rispettando pienamente il diritto alla difesa dell’interessato. La presente decisione quadro non intende disciplinare le forme e i metodi, ivi compresi i requisiti processuali, utilizzati per raggiungere i risultati specificati nella stessa, i quali interessano il diritto interno degli Stati membri. (5) Tali cambiamenti richiedono la modifica delle decisioni quadro esistenti che danno attuazione al principio del reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie definitive. Le nuove disposizioni dovrebbero altresì fungere da base per i futuri strumenti in materia. (6) Le disposizioni della presente decisione quadro che modificano altre decisioni quadro fissano le condizioni in base alle quali il riconoscimento e l’esecuzione di una decisione pronunciata al termine di un processo a cui l’interessato non è comparso personalmente non dovrebbero essere rifiutati. Si tratta di condizioni alternative: quando una di esse è soddisfatta, l’autorità di emissione, completando la sezione pertinente del mandato d’arresto europeo ovvero il pertinente certificato ai sensi delle altre decisioni quadro, garantisce che i requisiti sono o saranno soddisfatti, il che dovrebbe essere sufficiente al fine dell’esecuzione della decisione in base al principio del reciproco riconoscimento. (7) Il riconoscimento e l’esecuzione di una decisione pronunciata al termine di un processo a cui l’interessato non è comparso personalmente non dovrebbero essere rifiutati se l’interessato è stato citato personalmente e quindi informato della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione o se è stato di fatto informato ufficialmente con altri mezzi della data e del luogo fissati per il processo, in modo tale che si sia stabilito inequivocabilmente che l’interessato era al corrente del processo fissato. In tale contesto resta inteso che l’interessato dovrebbe aver ricevuto tali informazioni «a tempo debito», vale a dire in tempo per consentirgli di partecipare al processo e di esercitare efficacemente il suo diritto alla difesa. (8) Il diritto dell’imputato a un processo equo è garantito dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, come interpretata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Tale diritto include il diritto dell’interessato a comparire personalmente al processo. Al fine di esercitare tale diritto, l’interessato deve essere al corrente del processo fissato. Ai sensi della presente decisione quadro la consapevolezza del processo dovrebbe essere assicurata da ciascuno Stato membro in conformità del rispettivo diritto interno, fermo restando il rispetto dei requisiti posti da tale Convenzione. Conformemente alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, nell’esaminare se il modo in cui sono state fornite le informazioni sia sufficiente per assicurare all’interessato la consapevolezza del processo, si potrebbe, se del caso, prestare particolare attenzione anche alla diligenza posta dall’interessato al fine di ricevere le informazioni a lui destinate. (9) Per ragioni pratiche, la data fissata di un processo può essere inizialmente indicata con una serie di date possibili a breve scadenza l’una dall’altra. (10) Il riconoscimento e l’esecuzione di una decisione pronunciata al termine di un processo a cui l’interessato non è comparso personalmente non dovrebbero essere rifiutati qualora l’interessato, essendo al corrente del processo fissato, sia stato patrocinato in giudizio da un difensore a cui aveva conferito il relativo mandato, assicurando un’assistenza legale concreta ed efficace. In tale contesto, non dovrebbe interessare se il difensore sia stato scelto, nominato e retribuito dall’interessato ovvero se sia stato nominato e retribuito dallo Stato, fermo restando che l’interessato deve aver scelto deliberatamente di essere rappresentato da un difensore invece di comparire personalmente al processo. La nomina del difensore e le questioni connesse rientrano nel diritto interno. (11) Le soluzioni comuni per i motivi di non riconoscimento nelle pertinenti decisioni quadro in vigore dovrebbero tener conto della diversità delle situazioni relative al diritto dell’interessato a un nuovo processo o a un ricorso in appello. Tale nuovo processo o ricorso in appello è volto a garantire i diritti della difesa ed è caratterizzato dai seguenti elementi: l’interessato ha il diritto di essere presente, il merito della causa, comprese le nuove prove, è riesaminato e il procedimento può condurre alla riforma della decisione originaria. (12) Il diritto a un nuovo processo o a un ricorso in appello dovrebbe essere garantito quando la decisione è già stata notificata nonché, nel caso del mandato d’arresto europeo, quando non è ancora stata notificata, ma lo sarà immediatamente dopo la consegna. L’ultimo caso si riferisce ad una situazione in cui le autorità non sono riuscite a contattare l’interessato, in particolare perché questi ha tentato di sottrarsi alla giustizia. (13) Qualora il mandato d’arresto europeo sia emesso ai fini dell’esecuzione di una pena detentiva o di una misura privativa della libertà e l’interessato non sia stato precedentemente informato ufficialmente dell’esistenza di un procedimento penale a suo carico né gli sia stata notificata la sentenza, questi dovrebbe, su richiesta presentata nello Stato membro di esecuzione, ricevere copia della sentenza a soli fini informativi. L’autorità giudiziaria di emissione e l’autorità giudiziaria di esecuzione dovrebbero, se del caso, consultarsi reciprocamente sulla necessità e sulle possibilità esistenti di fornire all’interessato una traduzione della sentenza, o delle sue parti essenziali, in una lingua da questo compresa. Tale trasmissione della sentenza non dovrebbe ritardare la procedura di consegna né la decisione di eseguire il mandato d’arresto europeo. (14) La presente decisione quadro si limita a precisare la definizione dei motivi di non riconoscimento negli strumenti che danno attuazione al principio del reciproco riconoscimento. Pertanto, disposizioni quali quelle relative al diritto a un nuovo processo hanno un ambito di applicazione limitato alla definizione di detti motivi di non riconoscimento. Esse non mirano ad armonizzare le legislazioni nazionali. La presente decisione quadro lascia impregiudicati i futuri strumenti dell’Unione europea volti a ravvicinare le legislazioni in materia penale degli Stati membri. (15) I motivi di non riconoscimento sono opzionali. Tuttavia, la discrezionalità degli Stati membri nel recepire tali motivi nella legislazione nazionale è determinata in particolare dal diritto ad un processo equo, tenendo conto dell’obiettivo generale della presente decisione quadro di rafforzare i diritti processuali delle persone e di facilitare la cooperazione giudiziaria in materia penale, _________________________________ (1) GU C 52 del 26.2.2008, pag. 1. (2) Decisione quadro del 24 febbraio 2005 (GU L 76 del 22.3.2005, pag. 16). (3) Decisione quadro del 6 ottobre 2006 (GU L 328 del 24.11.2006, pag. 59). (4) Decisione quadro del 27 novembre 2008 (GU L 327 del 5.12.2008, pag. 27). (5) Decisione quadro del 27 novembre 2008 (GU L 337 del 16.12.2008, pag. 102). (6) Decisione quadro del 13 giugno 2002 (GU L 190 del 18.7.2002, pag. 1). HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE QUADRO: Articolo 1 Obiettivi e ambito di applicazione 1. La presente decisione quadro ha lo scopo di rafforzare i diritti processuali delle persone sottoposte a procedimento penale, di facilitare la cooperazione giudiziaria in materia penale e, in particolare, di migliorare il reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie tra gli Stati membri. 2. L’obbligo di rispettare i diritti fondamentali e i principi giuridici fondamentali sanciti dall’articolo 6 del trattato, incluso il diritto di difesa delle persone sottoposte a procedimento penale, non è modificato per effetto della presente decisione quadro e qualsiasi obbligo che incombe alle autorità giudiziarie al riguardo rimane impregiudicato. 3. La presente decisione quadro stabilisce norme comuni per il riconoscimento e/o l’esecuzione in uno Stato membro (lo Stato membro di esecuzione) di decisioni giudiziarie emesse da un altro Stato membro (lo Stato membro di emissione) in seguito a un procedimento al quale l’interessato non era presente a norma dell’articolo 5, punto 1, della decisione quadro 2002/584/GAI, dell’articolo 7, paragrafo 2, lettera g), della decisione quadro 2005/214/GAI, dell’articolo 8, paragrafo 2, lettera e), della decisione quadro 2006/783/GAI, dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera i), della decisione quadro 2008/909/GAI e dell’articolo 11, paragrafo 1, lettera h), della decisione quadro 2008/947/GAI. Articolo 2 Modifiche della decisione quadro 2002/584/GAI La decisione quadro 2002/584/GAI è modificata come segue: 1) è inserito il seguente articolo: «Articolo 4 bis Decisioni pronunciate al termine di un processo a cui l’interessato non è comparso personalmente 1. L’autorità giudiziaria dell’esecuzione può altresì rifiutare di eseguire il mandato d’arresto europeo emesso ai fini dell’esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza privative della libertà se l’interessato non è comparso personalmente al processo terminato con la decisione, salvo che il mandato d’arresto europeo indichi che l’interessato, conformemente agli ulteriori requisiti processuali definiti nel diritto interno dello Stato membro emittente: a) a tempo debito: i) è stato citato personalmente ed è quindi stato informato della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione o è stato di fatto informato ufficialmente con altri mezzi della data e del luogo fissati per il processo, in modo tale che si è stabilito inequivocabilmente che era al corrente del processo fissato; e ii) è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; o b) essendo al corrente della data fissata, aveva conferito un mandato ad un difensore, nominato dall’interessato o dallo Stato, per patrocinarlo in giudizio, ed è stato in effetti patrocinato in giudizio da tale difensore; o c) dopo aver ricevuto la notifica della decisione ed essere stato espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e può condurre alla riforma della decisione originaria: i) ha dichiarato espressamente di non opporsi alla decisione; o ii) non ha richiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello entro il termine stabilito; o d) non ha ricevuto personalmente la notifica della decisione, ma: i) riceverà personalmente e senza indugio la notifica dopo la consegna e sarà espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e può condurre alla riforma della decisione originaria; e ii) sarà informato del termine entro cui deve richiedere un nuovo processo o presentare ricorso in appello, come stabilito nel mandato d’arresto europeo pertinente. 2. Qualora il mandato d’arresto europeo sia emesso ai fini dell’esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza privative della libertà alle condizioni di cui al paragrafo 1, lettera d), e l’interessato non sia stato precedentemente informato ufficialmente dell’esistenza di un procedimento penale a suo carico, questi può, una volta informato del contenuto del mandato d’arresto europeo, chiedere che gli sia trasmessa copia della sentenza prima della consegna. Non appena ricevuta informazione della richiesta, l’autorità emittente fornisce all’interessato copia della sentenza per il tramite dell’autorità di esecuzione. La richiesta dell’interessato non ritarda la procedura di consegna né la decisione di eseguire il mandato d’arresto europeo. La sentenza è trasmessa all’interessato a soli fini informativi; la trasmissione non costituisce notificazione ufficiale della sentenza né fa decorrere i termini applicabili per la richiesta di un nuovo processo o per la presentazione di un ricorso in appello. 3. Qualora la persona sia consegnata alle condizioni di cui al paragrafo 1, lettera d), e abbia chiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello, la detenzione della persona in attesa di tale processo o appello è riesaminata, fino alla conclusione del procedimento, conformemente al diritto dello Stato membro di emissione, a intervalli regolari o su richiesta dell’interessato. Il riesame verte in particolare sulla possibilità di sospensione o interruzione della detenzione. Il nuovo processo o l’appello hanno inizio in tempo utile dalla consegna.»; 2) all’articolo 5, il paragrafo 1 è soppresso; 3) nell’allegato («MANDATO D’ARRESTO EUROPEO»), la lettera d) è sostituita dalla seguente: «d) Pregasi indicare se l’interessato è comparso personalmente al processo terminato con la decisione: 1. Sì, l’interessato è comparso personalmente al processo terminato con la decisione. 2. No, l’interessato non è comparso personalmente al processo terminato con la decisione. 3. Qualora sia stata contrassegnata la casella 2, si prega di confermare l’esistenza di uno dei seguenti elementi: 3.1a. l’interessato è stato citato personalmente il … (giorno/mese/anno) ed è quindi stato informato della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione ed è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; OPPURE 3.1b. l’interessato non è stato citato personalmente ma è stato di fatto informato ufficialmente con altri mezzi della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione, in modo tale che si è stabilito inequivocabilmente che era al corrente del processo fissato, ed è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; OPPURE 3.2. essendo al corrente della data fissata, l’interessato aveva conferito un mandato ad un difensore, nominato dall’interessato o dallo Stato, per patrocinarlo in giudizio, ed è stato in effetti patrocinato in giudizio da tale difensore; OPPURE 3.3. l’interessato ha ricevuto la notifica della decisione il … (giorno/mese/anno) ed è stato espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e può condurre alla riforma della decisione originaria, e: l’interessato ha dichiarato espressamente di non opporsi a tale decisione; OPPURE l’interessato non ha richiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello entro il termine stabilito; OPPURE 3.4. l’interessato non ha ricevuto personalmente la notifica della decisione, ma — l’interessato riceverà personalmente la notifica di tale decisione senza indugio dopo la consegna, e — al momento della notifica della decisione, l’interessato sarà espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e che può condurre alla riforma della decisione originaria, e — l’interessato sarà informato del termine entro cui deve richiedere un nuovo processo o presentare un ricorso in appello, che sarà di … giorni. 4. Qualora siano state contrassegnate le caselle 3.1b, 3.2 o 3.3, si prega di specificare come sia stata soddisfatta la pertinente condizione: .............................................................................................................. ..............................................................................................................» Articolo 3 Modifiche della decisione quadro 2005/214/GAI La decisione quadro 2005/214/GAI è modificata come segue: 1) l’articolo 7, paragrafo 2, è modificato come segue: a) la lettera g) è sostituita dalla seguente: «g) in base al certificato di cui all’articolo 4, l’interessato, in caso di procedura scritta, non è stato informato, in conformità della legislazione dello Stato di emissione, personalmente o tramite un rappresentante competente ai sensi della legislazione nazionale, del suo diritto di opporsi al procedimento e dei relativi termini di ricorso;» b) sono aggiunte le seguenti lettere: «i) in base al certificato di cui all’articolo 4, l’interessato non è comparso personalmente al processo terminato con la decisione, a meno che il certificato attesti che l’interessato, conformemente agli ulteriori requisiti processuali definiti nel diritto nazionale dello Stato della decisione: i) a tempo debito: — è stato citato personalmente ed è quindi stato informato della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione o è stato di fatto informato ufficialmente con altri mezzi della data e del luogo fissati per il processo, in modo tale che si è stabilito inequivocabilmente che era al corrente del processo fissato, e — è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; o ii) essendo al corrente della data fissata, aveva conferito un mandato ad un difensore, nominato dall’interessato o dallo Stato, per patrocinarlo in giudizio, ed è stato in effetti patrocinato in giudizio da tale difensore; o iii) dopo aver ricevuto la notifica della decisione ed essere stato espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e può condurre alla riforma della decisione originaria: — ha dichiarato espressamente di non opporsi alla decisione, o — non ha richiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello entro il termine stabilito; j) in base al certificato di cui all’articolo 4, l’interessato non è comparso personalmente, a meno che il certificato non indichi che egli, espressamente informato del procedimento e della possibilità di comparire personalmente al processo, ha espressamente rinunciato al diritto ad un’udienza e ha espressamente comunicato di non opporsi al procedimento.»; 2) all’articolo 7, il paragrafo 3 è sostituito dal seguente: «3. Nei casi di cui al paragrafo 1 e al paragrafo 2, lettere c), g), i) e j), prima di decidere di non riconoscere e non dare esecuzione a una decisione, in tutto o in parte, l’autorità competente dello Stato di esecuzione consulta con i mezzi appropriati l’autorità competente dello Stato della decisione e, se del caso, le chiede di fornire senza indugio le informazioni necessarie.»; 3) nell’allegato («Certificato»), lettera h), il punto 3 è sostituito dal seguente: «3. Pregasi indicare se l’interessato è comparso personalmente al processo terminato con la decisione: 1. Sì, l’interessato è comparso personalmente al processo terminato con la decisione. 2. No, l’interessato non è comparso personalmente al processo terminato con la decisione. 3. Qualora sia stata contrassegnata la casella 2, si prega di confermare l’esistenza di uno dei seguenti elementi: 3.1a. l’interessato è stato citato personalmente il … (giorno/mese/anno) ed è quindi stato informato della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione ed è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; OPPURE 3.1b. l’interessato non è stato citato personalmente ma è stato di fatto informato ufficialmente con altri mezzi della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione, in modo tale che si è stabilito inequivocabilmente che era al corrente del processo fissato, ed è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; OPPURE 3.2. essendo al corrente della data fissata, l’interessato aveva conferito un mandato ad un difensore, nominato dall’interessato o dallo Stato, per patrocinarlo in giudizio, ed è stato in effetti patrocinato in giudizio da tale difensore; OPPURE 3.3. l’interessato ha ricevuto la notifica della decisione il … (giorno/mese/anno) ed è stato espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e può condurre alla riforma della decisione originaria, e: l’interessato ha dichiarato espressamente di non opporsi a tale decisione; OPPURE l’interessato non ha richiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello entro il termine stabilito; OPPURE 3.4. l’interessato, espressamente informato del procedimento e della possibilità di comparire personalmente al processo, ha espressamente rinunciato al diritto ad un’udienza e ha espressamente comunicato di non opporsi al procedimento. 4. Qualora siano state contrassegnate le caselle 3.1b, 3.2, 3.3 o 3.4, si prega di specificare come sia stata soddisfatta la pertinente condizione: .............................................................................................................. ..............................................................................................................» Articolo 4 Modifiche della decisione quadro 2006/783/GAI La decisione quadro 2006/783/GAI è modificata come segue: 1) all’articolo 8, paragrafo 2, la lettera e) è sostituita dalla seguente: «e) in base al certificato di cui all’articolo 4, paragrafo 2, l’interessato non è comparso personalmente al processo terminato con la decisione di confisca, a meno che il certificato attesti che l’interessato, conformemente agli ulteriori requisiti processuali definiti nel diritto nazionale dello Stato di emissione: i) a tempo debito: — è stato citato personalmente ed è quindi stato informato della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione di confisca, o è stato di fatto informato ufficialmente con altri mezzi della data e del luogo fissati per il processo, in modo tale che si è stabilito inequivocabilmente che era al corrente del processo fissato, e — è stato informato del fatto che tale decisione di confisca poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; o ii) essendo al corrente della data fissata, aveva conferito un mandato ad un difensore, nominato dall’interessato o dallo Stato, per patrocinarlo in giudizio, ed è stato in effetti patrocinato in giudizio da tale difensore; o iii) dopo aver ricevuto la notifica della decisione di confisca ed essere stato espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e può condurre alla riforma della decisione originaria: — ha dichiarato espressamente di non opporsi alla decisione di confisca, o — non ha richiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello entro il termine stabilito.»; 2) nell’allegato («CERTIFICATO»), la lettera j) è sostituita dalla seguente: «j) Procedimento terminato con la decisione di confisca: Pregasi indicare se l’interessato è comparso personalmente al processo terminato con la decisione di confisca: 1. Sì, l’interessato è comparso personalmente al processo terminato con la decisione di confisca. 2. No, l’interessato non è comparso personalmente al processo terminato con la decisione di confisca. 3. Qualora sia stata contrassegnata la casella 2, si prega di confermare l’esistenza di uno dei seguenti elementi: 3.1a. l’interessato è stato citato personalmente il … (giorno/mese/anno) ed è quindi stato informato della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione di confisca ed è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; OPPURE 3.1b. l’interessato non è stato citato personalmente ma è stato di fatto informato ufficialmente con altri mezzi della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione di confisca, in modo tale che si è stabilito inequivocabilmente che era al corrente del processo fissato, ed è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; OPPURE 3.2. essendo al corrente della data fissata, l’interessato aveva conferito un mandato ad un difensore, nominato dall’interessato o dallo Stato, per patrocinarlo in giudizio, ed è stato in effetti patrocinato in giudizio da tale difensore; OPPURE 3.3. l’interessato ha ricevuto la notifica della decisione di confisca il … (giorno/mese/anno) ed è stato espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e può condurre alla riforma della decisione originaria, e: l’interessato ha dichiarato espressamente di non opporsi alla decisione; OPPURE l’interessato non ha richiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello entro il termine stabilito. 4. Qualora siano state contrassegnate le caselle 3.1b, 3.2 o 3.3, si prega di specificare come sia stata soddisfatta la pertinente condizione: ................................................................................................................ ................................................................................................................» Articolo 5 Modifiche della decisione quadro 2008/909/GAI La decisione quadro 2008/909/GAI è modificata come segue: 1) all’articolo 9, paragrafo 1, la lettera i) è sostituita dalla seguente: «i) in base al certificato di cui all’articolo 4, l’interessato non è comparso personalmente al processo terminato con la decisione, a meno che il certificato attesti che l’interessato, conformemente agli ulteriori requisiti processuali definiti nel diritto nazionale dello Stato di emissione: i) a tempo debito: — è stato citato personalmente ed è quindi stato informato della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione o è stato di fatto informato ufficialmente con altri mezzi della data e del luogo fissati per il processo, in modo tale che si è stabilito inequivocabilmente che era al corrente del processo fissato, e — è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; o ii) essendo al corrente della data fissata, aveva conferito un mandato ad un difensore, nominato dall’interessato o dallo Stato, per patrocinarlo in giudizio, ed è stato in effetti patrocinato in giudizio da tale difensore; o iii) dopo aver ricevuto la notifica della decisione ed essere stato espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e può condurre alla riforma della decisione originaria: — ha dichiarato espressamente di non opporsi alla decisione, o — non ha richiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello entro il termine stabilito.»; 2) nell’allegato I («CERTIFICATO»), lettera i), il punto 1 è sostituito dal seguente: «1. Pregasi indicare se l’interessato è comparso personalmente al processo terminato con la decisione: 1. Sì, l’interessato è comparso personalmente al processo terminato con la decisione. 2. No, l’interessato non è comparso personalmente al processo terminato con la decisione. 3. Qualora sia stata contrassegnata la casella 2, si prega di confermare l’esistenza di uno dei seguenti elementi: 3.1a. l’interessato è stato citato personalmente il … (giorno/mese/anno) ed è quindi stato informato della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione ed è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; OPPURE 3.1b. l’interessato non è stato citato personalmente ma è stato di fatto informato ufficialmente con altri mezzi della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione, in modo tale che si è stabilito inequivocabilmente che era al corrente del processo fissato, ed è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; OPPURE 3.2. essendo al corrente della data fissata, l’interessato aveva conferito un mandato ad un difensore, nominato dall’interessato o dallo Stato, per patrocinarlo in giudizio, ed è stato in effetti patrocinato in giudizio da tale difensore; OPPURE 3.3. l’interessato ha ricevuto la notifica della decisione il … (giorno/mese/anno) ed è stato espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e può condurre alla riforma della decisione originaria, e: l’interessato ha dichiarato espressamente di non opporsi a tale decisione; OPPURE l’interessato non ha richiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello entro il termine stabilito. 4. Qualora siano state contrassegnate le caselle 3.1b, 3.2 o 3.3, si prega di specificare come sia stata soddisfatta la pertinente condizione: .............................................................................................................. ..............................................................................................................» Articolo 6 Modifiche della decisione quadro 2008/947/GAI La decisione quadro 2008/947/GAI è modificata come segue: 1) all’articolo 11, paragrafo 1, la lettera h) è sostituita dalla seguente: «h) in base al certificato di cui all’articolo 6, l’interessato non è comparso personalmente al processo terminato con la decisione, a meno che il certificato attesti che l’interessato, conformemente agli ulteriori requisiti processuali definiti nel diritto nazionale dello Stato di emissione: i) a tempo debito: — è stato citato personalmente ed è quindi stato informato della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione o è stato di fatto informato ufficialmente con altri mezzi della data e del luogo fissati per il processo, in modo tale che si è stabilito inequivocabilmente che era al corrente del processo fissato, e — è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; o ii) essendo al corrente della data fissata, aveva conferito un mandato ad un difensore, nominato dall’interessato o dallo Stato, per patrocinarlo in giudizio, ed è stato in effetti patrocinato in giudizio da tale difensore; o iii) dopo aver ricevuto la notifica della decisione ed essere stato espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e può condurre alla riforma della decisione originaria: — ha dichiarato espressamente di non opporsi alla decisione, o — non ha richiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello entro il termine stabilito.»; 2) nell’allegato I («CERTIFICATO»), la lettera h) è sostituita dalla seguente: «h) Pregasi indicare se l’interessato è comparso personalmente al processo terminato con la decisione: 1. Sì, l’interessato è comparso personalmente al processo terminato con la decisione. 2. No, l’interessato non è comparso personalmente al processo terminato con la decisione. 3. Qualora sia stata contrassegnata la casella 2, si prega di confermare l’esistenza di uno dei seguenti elementi: 3.1a. l’interessato è stato citato personalmente il … (giorno/mese/anno) ed è quindi stato informato della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione ed è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; OPPURE 3.1b. l’interessato non è stato citato personalmente ma è stato di fatto informato ufficialmente con altri mezzi della data e del luogo fissati per il processo terminato con la decisione, in modo tale che si è stabilito inequivocabilmente che era al corrente del processo fissato, ed è stato informato del fatto che una decisione poteva essere emessa in caso di mancata comparizione in giudizio; OPPURE 3.2. essendo al corrente della data fissata, l’interessato aveva conferito un mandato ad un difensore, nominato dall’interessato o dallo Stato, per patrocinarlo in giudizio, ed è stato in effetti patrocinato in giudizio da tale difensore; OPPURE 3.3. l’interessato ha ricevuto la notifica della decisione il … (giorno/mese/anno) ed è stato espressamente informato del diritto a un nuovo processo o ad un ricorso in appello cui l’interessato ha il diritto di partecipare e che consente di riesaminare il merito della causa, comprese le nuove prove, e può condurre alla riforma della decisione originaria, e: l’interessato ha dichiarato espressamente di non opporsi a tale decisione; OPPURE l’interessato non ha richiesto un nuovo processo o presentato ricorso in appello entro il termine stabilito. 4. Qualora siano state contrassegnate le caselle 3.1b, 3.2 o 3.3, si prega di specificare come sia stata soddisfatta la pertinente condizione: .............................................................................................................. ..............................................................................................................» Articolo 7 Applicazione territoriale La presente decisione quadro si applica a Gibilterra. Articolo 8 Attuazione e disposizioni transitorie 1. Gli Stati membri adottano le misure necessarie per conformarsi alle disposizioni della presente decisione quadro entro il 28 marzo 2011. 2. La presente decisione quadro si applica a decorrere dalla data indicata nel paragrafo 1 al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni pronunciate in assenza dell’interessato al processo. 3. Se all’atto dell’adozione della presente decisione quadro uno Stato membro dichiara di avere seri motivi di supporre che non sarà in grado di ottemperare alle disposizioni in essa previste alla data di cui al paragrafo 1, la presente decisione quadro si applica, al più tardi, a decorrere dal 1o gennaio 2014 al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni pronunciate in assenza dell’interessato al processo che emanano dalle autorità competenti di tale Stato membro. Qualsiasi altro Stato membro può esigere che lo Stato membro che ha fatto siffatta dichiarazione applichi le disposizioni pertinenti delle decisioni quadro di cui agli articoli 2, 3, 4, 5 e 6 nella loro versione iniziale al riconoscimento e all’esecuzione delle decisioni pronunciate in assenza dell’interessato al processo che emanano da tale altro Stato membro. 4. Fino alle date menzionate nei paragrafi 1 e 3, le disposizioni pertinenti delle decisioni quadro di cui agli articoli 2, 3, 4, 5 e 6 continuano ad applicarsi nella loro versione iniziale. 5. La dichiarazione fatta a norma del paragrafo 3 è pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Essa può essere ritirata in qualsiasi momento. 6. Gli Stati membri trasmettono al segretariato generale del Consiglio e alla Commissione il testo delle disposizioni di attuazione nel diritto nazionale degli obblighi imposti dalla presente decisione quadro. Articolo 9 Riesame 1. Entro il 28 marzo 2014, la Commissione redige una relazione sulla base delle informazioni ricevute dagli Stati membri ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 6. 2. Sulla base della relazione di cui al paragrafo 1, il Consiglio esamina: a) in che misura gli Stati membri abbiano adottato le misure necessarie per conformarsi alla presente decisione quadro; e b) l’applicazione della presente decisione quadro. 3. La relazione di cui al paragrafo 1 è corredata, se necessario, di proposte legislative. Articolo 10 Entrata in vigore La presente decisione quadro entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Fatto a Bruxelles, addì 26 febbraio 2009. Per il Consiglio Il presidente I. LANGER Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Obama "assolve" gli agenti Cia e svela gli interrogatori con torture (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CITTA' DEL MESSICO - Basta con la tortura. Basta con gli interrogatori in cui la dignità dei sospettati è calpestata. Anche se gli autori non subiranno conseguenze. Il presidente americano Barack Obama ha annunciato che gli uomini della Cia che ha condotto interrogatori usando vere e proprie tecniche di tortura come il waterboarding non saranno perseguiti. L'annuncio arriva con un comunicato che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell'amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo, una rivelazione dei metodi duri utilizzati dall'intelligence americana. Un tasto dolente per gli Usa quello delle torture. Fu George W. Bush a dare il via libera a queste tecniche nel pieno della guerra al terrorismo. Dopo l'11 settembre, infatti, il presidente americano, diede ordine agli agenti della Cia di non usare alcun riguardo nei confronti dei sospettati di terrorismo. Aprendo una pagina nera nella storia degli stati Uniti. Oggi Obama afferma che le tecniche d'interrogatorio utilizzate dagli Stati Uniti in passato sono ''un capitolo nero e doloroso'' della storia del Paese, ma sottolinea che ha già fatto ''cessare le tecniche contenute nei memorandum''. ''Coloro che hanno fatto il loro dovere in buona fede basandosi sui consigli legali del dipartimento della Giustizia, non saranno perseguiti'', assicura Obama, osservando che questo è un momento di ''riflessione'', non di ''vendetta''. In pratica "assolvendo" gli agenti Cia con la motivazione che avrebbero soltanto eseguito degli ordini. OAS_RICH('Middle'); I memorandum descrivono minuziosamente le tecniche di interrogatorio usate dagli agenti nei cosidetti siti neri, quei luoghi tra Asia ed Europa dell'Est nei quali venivano rinchiusi i prigionieri. Si andava dall'annegamento simulato alla privazione del sonno. Proseguendo con l'esposizione al freddo o al caldo eccessivo. Fino all'utilizzo di insetti. Tecniche che avevano indignato il mondo e che adesso Obama cancella con un colpo di spugna. Liquidando l'ennesima eredità dell'era Bush. In questi giorni, inoltre, il New York Times sta pubblicando un'inchiesta che riguarda i casi di abusi della National security agency, l'agenzia statunitense di controspionaggio. Stando a quanto scrive il quotidiano ci sarebbero state intercettazioni ben oltre i limiti autorizzati dal Congresso. (17 aprile 2009

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Torture, Obama assolve la Cia (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

NEW YORK Gli agenti della Cia che hanno usato «in buona fede» maniere forti su detenuti usando tecniche di tortura come il waterboarding non passeranno guai con la giustizia. Lo ha assicurato il presidente Barack Obama in un comunicato che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell’amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo. I cosiddetti ’siti nerì, in Asia e nell’Europa dell’Est, sono stati chiusi dall’amministrazione Obama che, denunciando l’uso della tortura, ha deciso la pubblicazione dei documenti per aiutare l’America «ad affrontare un capitolo buio e doloroso» della sua storia. I memorandum - quattro dal 2002 al 2005 - descrivono una serie di tecniche di interrogatorio aggressive e tuttavia all’epoca autorizzate che vanno dall’annegamento simulato alla privazione del sonno e all’esposizione al freddo o al caldo eccessivo. I documenti sono stati resi pubblici dopo un intenso dibattito interno e con alcune censure criticate dalle associazioni per i diritti umani. «Pubblicando questi documenti intendiamo assicurare gli agenti che hanno agito in buona fede basandosi sul consiglio legale del Dipartimento della Giustizia che non saranno messi sotto inchiesta», ha detto Obama spiegando che questo è un momento di «riflessione», non di «vendetta». Le nuove rivelazioni, sostanzialmente una conferma di quanto era già emerso nei mesi scorsi, coincidono con la pubblicazione di una inchiesta del New York Times dedicato altri casi di abusi della National Security Agency (Nsa), l’agenzia Usa di controspionaggio, nei confronti di cittadini americani negli Usa e all’estero intercettati senza mandato della magistratura negli ultimi mesi dell’amministrazione Bush. Secondo il quotidiano, la Nsa ha intercettato comunicazioni private tra americani su una scala che andava oltre gli ampi limiti autorizzati l’anno scorso dal Congresso. Tra i bersagli del ’grande orecchiò dell’agenzia ci sarebbe stato addirittura un membro del Congresso: il parlamentare, di cui non è stata determinata l’identità, sarebbe stato in contatto con un estremista già sotto sorveglianza per possibili rapporti con gruppi terroristici mentre si trovava in Medioriente con una delegazione parlamentare nel 2005 o 2006. Di torture ha parlato anche Richard Armitage, numero due al Dipartimento di Stato nella prima amministrazione Bush. L’ex vice di Colin Powell ha ammesso con la rete al Jazira che la Cia ha torturato alcuni sospetti terroristi con il benestare della Casa Bianca, ma che nè lui nè Powell ne sapevano nulla. Armitage ha spiegato che lui e Powell erano all’epoca convinti che la Convenzione di Ginevra venisse rispettata anche nei confronti dei cosiddetti ’combattenti nemicì, i prigionieri catturati Afghanistan dopo le stragi dell’11 settembre e trasferiti nel limbo giuridico di Guantanamo, la base prigione a Cuba di cui Barack Obama ha deciso la chiusura.

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Pubblicati 4 memorandum dell'era Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

il presidente americano: «Gli agenti agirono in buona fede, non finiranno sotto inchiesta» Obama "assolve" la Cia «Immunità per le torture» Pubblicati 4 memorandum dell'era Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo (Afp) NEW YORK - Barack Obama "assolve" gli agenti della Cia che hanno usato «in buona fede» maniere forti su detenuti usando tecniche di tortura come il waterboarding. Il presidente americano, in un comunicato che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell'amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo, ha assicurato che gli agenti Cia non passeranno guai con la giustizia. «Pubblicando questi documenti intendiamo assicurare che gli agenti, che hanno agito in buona fede basandosi sul consiglio legale del Dipartimento della Giustizia, non saranno messi sotto inchiesta», ha detto Obama spiegando che questo è un momento di «riflessione», non di «vendetta». MEMORANDUM - I cosiddetti "siti neri", in Asia e nell'Europa dell'Est, sono stati chiusi dall'amministrazione Obama che, denunciando l'uso della tortura, ha deciso la pubblicazione dei documenti per aiutare l'America «ad affrontare un capitolo buio e doloroso» della sua storia. I memorandum - quattro dal 2002 al 2005 - descrivono una serie di tecniche di interrogatorio aggressive e tuttavia all'epoca autorizzate che vanno dall'annegamento simulato alla privazione del sonno e all'esposizione al freddo o al caldo eccessivo. I documenti sono stati resi pubblici dopo un intenso dibattito interno e con alcune censure criticate dalle associazioni per i diritti umani. INCHIESTA - Le nuove rivelazioni coincidono con la pubblicazione di una inchiesta del New York Times dedicata ad altri casi di abusi della National Security Agency (Nsa), l'agenzia Usa di controspionaggio, nei confronti di cittadini americani negli Usa e all'estero intercettati senza mandato della magistratura negli ultimi mesi dell'amministrazione Bush. Secondo il quotidiano, la Nsa ha intercettato comunicazioni private tra americani su una scala che andava oltre gli ampi limiti autorizzati l'anno scorso dal Congresso. Tra i bersagli del "grande orecchio" dell'agenzia ci sarebbe stato addirittura un membro del Congresso: il parlamentare, di cui non è stata determinata l'identità, sarebbe stato in contatto con un estremista già sotto sorveglianza per possibili rapporti con gruppi terroristici mentre si trovava in Medioriente con una delegazione parlamentare nel 2005 o 2006. ARMITAGE - Di torture ha parlato anche Richard Armitage, numero due al Dipartimento di Stato nella prima amministrazione Bush. L'ex vice di Colin Powell ha ammesso con la rete al-Jazeera che la Cia ha torturato alcuni sospetti terroristi con il benestare della Casa Bianca, ma che né lui né Powell ne sapevano nulla. Armitage ha spiegato che lui e Powell erano all'epoca convinti che la Convenzione di Ginevra venisse rispettata anche nei confronti dei cosiddetti «combattenti nemici», i prigionieri catturati Afghanistan dopo le stragi dell'11 settembre e trasferiti nel limbo giuridico di Guantanamo, la base prigione a Cuba di cui Barack Obama ha deciso la chiusura. stampa |

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La ragazza-pittrice al patibolo in Iran (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere.it" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Minorenni e pena di morte L'esecuzione prevista per lunedì. Mobilitazione internazionale per salvarla La ragazza-pittrice al patibolo in Iran Condannata quando aveva 17 anni. L'avvocato: è innocente Delara Darabi (a sinistra nella foto) è una iraniana di 23 anni con la passione per la pittura. Fra tre giorni sarà impiccata: nel 2003 aiutò il fidanzato in una rapina, Delara si dichiarò poi colpevole per difenderlo. Anche Roxana Saberi (a destra nella foto) è in carcere: giornalista americana-iraniana, è accusata di spionaggio. «Sai cosa significa essere prigioniero dei colori? Significa me. La mia vita dai 4 anni in poi è stata fatta di colori. Compiuti i 17 anni, li ho persi... Ora la sola immagine che appare ogni giorno davanti ai miei occhi è quella di un muro. Io Delara Darabi, incarcerata per omicidio, condannata a morte... mi sono difesa con i colori, le forme e le espressioni». Delara Darabi è una ragazza iraniana di 23 anni, con la passione per la pittura. Ha scritto queste parole due anni fa. Fra tre giorni, il 20 aprile, sarà impiccata, ha detto il suo avvocato al quotidiano iraniano Etemad. Delara è nata a Rasht, una cittadina sul Mar Caspio. Nel 2003, a 17 anni, si introdusse insieme al fidanzato Amir Hossain in casa di una cugina del padre, per derubarla. La cugina, Mahin, 58 anni, fu pugnalata a morte. Delara si dichiarò colpevole. Più tardi rivelò che l'omicidio era stato commesso dal fidanzato 19enne: le aveva detto di assumersi la colpa, perché essendo minorenne non sarebbe stata condannata a morte. Ma l'Iran, pur avendo ratificato la Convenzione Onu sui Diritti dell'Infanzia, punisce come adulti i bambini a partire dai 15 anni e le bambine dai 9. Sia Delara sia Amir Hossein sono stati puniti con 3 anni di carcere e 50 frustate per tentata rapina, più 20 frustate per la loro «relazione illecita». Lei è stata condannata a morte per omicidio nel 2005, verdetto confermato dalla Corte Suprema nel 2007. Fu il padre a consegnarla alla polizia. «Pensavo di farlo nell'interesse della giustizia», ha detto in lacrime, in un recente documentario. Quella fredda notte del 28 dicembre 2003, era nel suo negozio di materiale edile quando gli dissero che sua figlia aveva ucciso la cugina. Non volle parlarle. Fu portata nella prigione di Rasht, dove secondo i familiari non c'è nemmeno un ventilatore contro il caldo umido, c'è un bagno per 100 persone, visite limitatissime. Delara si è tagliata le vene nel 2007. L'hanno salvata. Un mese fa è stata trasferita in un altro carcere di Rasht. Intanto, ha continuato a dipingere. «Non penso che sarebbe sopravvissuta un solo giorno altrimenti », ha detto una ex compagna di cella. Lily Mazahery, attivista iraniana, le invia l'occorrente dagli Usa. Le opere sono state esibite a Teheran e a Stoccolma. L'avvocato Abdolsamad Khorramshahi ha cercato di difenderla puntando sull'autopsia, che dimostra che a pugnalare Mahin fu un destrorso, mentre Delara è mancina. Ma i giudici non hanno accettato le prove. «Il sistema giudiziario iraniano non è basato sulle prove. I giudici possono condannare qualcuno sulla sola base della propria cosiddetta intuizione», dice al Corriere Mahmood Amiry- Moghaddam, un medico iraniano che vive a Oslo, portavoce della rete di attivisti Iran Human Rights. Ma in ogni caso, le associazioni per i diritti umani sottolineano che la condanna a morte di una minorenne in sé viola le leggi internazionali. Ci sono 150 bambini iraniani nel braccio della morte. L'anno scorso è stato l'unico Paese a mandare a morte dei minorenni: almeno 8; quest'anno un ragazzo 17enne. La pena capitale può essere revocata se i parenti della vittima accettano del denaro in cambio della vita del condannato: nel caso di Delara si tratta della sua famiglia allargata, ma hanno rifiutato. «Ma i veri responsabili sono le autorità dice Amiry-Moghaddam. L'Iran è il secondo Paese dopo la Cina per numero di esecuzioni: il regime le usa per diffondere la paura. Penso sia importante che l'Italia, che ha legami economici con Teheran, li usi per impedirlo». Per un periodo, a Delara sono stati sequestrati pennelli e colori. Lei ha continuato a disegnare usando le dita delle mani e il carboncino. «Spero che i colori ha scritto mi restituiscano alla vita». Viviana Mazza stampa |

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(sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

IL DOSSIER - Il Consiglio d'Europa torna ad attaccare il governo Berlusconi: «Su rom e immigrati è un pericolo per il continente» «In Italia il razzismo dilaga» Alberto D'Argenzio BRUXELLES Non ci siamo, la situazione di rom e migranti in Italia «resta preoccupante». A lanciare l'allarme è Thomas Hammarberg, Commissario ai diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa, organizzazione che non ha nulla a che fare con la Ue ma che raccoglie 47 paesi del vecchio continente e che ha voce in capitolo proprio sui temi legati al rispetto dei diritti individuali. Ieri il Commissario ha presentato il suo rapporto sull'Italia con una valutazione negativa che non sa di nuovo. Non è infatti la prima volta che Hammarberg bacchetta, o meglio bastona, il governo italiano, anzi. Quando l'Europa, intesa come Commissione Ue, spendeva parole miti se non indulgenti sul rilevamento delle impronte ai rom, sullo stato di emergenza e sul pacchetto sicurezza lanciato da Maroni nell'estate scorsa, questo svedese, che vanta una lunga esperienza nel settore dei diritti e in particolare dell'integrazione dei rom, non andava per il sottile e puntava l'indice contro il governo. Ora, a quasi un anno di distanza, il giudizio non cambia. Partendo da rom e sinti, Hammarberg sottolinea che «persiste un clima di intolleranza» e che «le condizioni di vita sono ancora inaccettabili in molti dei campi visitati». Dal 13 al 15 gennaio il Commissario del Consiglio d'Europa è stato infatti nel Belpaese, una visita che seguiva quella del 19-20 giugno scorsi. Parole ancor più dure sul censimento nei campi rom, per cui Hammarberg esprime la sua «profonda inquietudine», oltre che più di un dubbio sulla sua «compatibilità con le norme europee che reggono la raccolta e il trattamento dei dati personali». Il Commissario invita il governo a creare dei meccanismi di consultazione con le comunità di rom e sinti, a evitare le chiusure dei campi che non prevedano misure di ri-alloggiamento e a mettere in piedi soluzioni educative per i bambini. Ma non solo, invita anche «le autorità a condannare con più fermezza le manifestazioni razziste o intolleranti e a garantire la messa in atto effettiva della normativa anti-discriminazione». Un discorso che vale tanto per i rom come per i migranti, e come invito a tacere ad alcuni esponenti degli stessi partiti di maggioranza o a dimostrare più senso civico per alcuni organi dello Stato. Non mancano infatti i riferimenti chiari e forti a Giancarlo Gentilini, prosindaco di Treviso, da anni in prima linea «nell'incitamento all'odio», o quelli ai vigili urbani di Parma, per il pestaggio del giovane ghanese scambiato per uno spacciatore. Un caso che è oltretutto un ulteriore esempio della tendenza a equiparare immigrazione con criminalità. E passando proprio ai migranti, il dito di Hammarberg viene puntato sulla loro «criminalizzazione», più in concreto su tutta quell'architettura legale che ha nell'aggravante di clandestinità il suo punto più «alto». La criminalizzazione viene indicata come «una misura sproporzionata, suscettibile di esacerbare le tendenze discriminatorie e xenofobe che già si manifestano nel paese». Ma non solo, si tratta anche di una misura che provoca «ulteriore stigmatizzazione ed emarginazione dei migranti, nonostante la maggioranza di questi contribuisca allo sviluppo degli stati e delle società europee». Hammerberg chiede quindi al governo di «rivedere le parti della nuova normativa che sollevano serie questioni di compatibilità con gli standard dei diritti umani». Quanto alla segnalazione dei clandestini da parte del personale medico, questa misura viene considerata semplicemente «ingiusta» anche perché, pure questa, rischia di «emarginare ulteriormente i migranti». Infine qualche caso concreto, come quello dei tunisini rispediti in patria alla faccia del rischio, elevato, di torture cui andavano incontro. I migranti si sono anche appellati alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che aveva chiesto di sospendere l'espulsione. Ma il governo è andato avanti, e ora l'Italia viene accusata di non rispettare le convenzioni internazionali sui diritti umani. Stesso discorso per una rom bosniaca madre di tre figli, rispedita nei Balcani anche se la Corte di Strasburgo aveva chiesto al governo di non attuare l'espulsione. Per tutti questi casi Hammarberg esprime «grave preoccupazione», anche perché mettono a rischio «l'efficacia del sistema di protezione dei diritti umani» non solo in Italia, ma «in tutta Europa».

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(sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

FINEGUERRA - Parla un'attivista cecena «Ma i diritti umani restano schiacciati» Barbara Yukos «Festeggiamenti per le strade di Grozny per celebrare la fine del regime speciale di Kto (operazioni di controterrorismo, ndr)? Certo, sono in corso, li organizzano il governo e lo stato. Ieri pomeriggio han chiuso le strade principali e poi offerto ai cittadini un concerto nella piazza centrale dal pomeriggio fino a sera». Lo racconta al telefono dalla capitale cecena Natalia Estemirova: dal 2000 lavora per l'ufficio locale dell'organizzazione per i diritti umani Memorial, oltre che giornalista freelance. Nel 2007 ha vinto il premio «Raw in War» dedicato ad Anna Politkovskaja: proprio a questa sede spesso la giornalista si appoggiava per le sue inchieste sul campo. Oggi Memorial è l'unica ong russa rimasta a lavorare nella Cecenia dell'era Kadyrov. Quali le reazioni immediate alla fine di 10 anni di Kto? Tra amici e conoscenti siamo ancora sorpresi, anche se l'annuncio era atteso. Qualcuno è contento e crede che le cose miglioreranno, altri no, o pensano che in un certo senso il ritiro c'era già stato... occorreva solo ufficializzarlo. In che senso? Migliaia di militari di Mosca sono ancora stanziati nella repubblica... Si, ma ormai da un pezzo non li vedevamo più, non avevano più rapporti con noi cittadini ceceni, non uscivano quasi mai dalle loro basi-fortezze come Kankalia, Gudermes, Kashali... Ora ci sarà un miglioramento della situazione dei diritti umani nella repubblica, o no? Da anni Memorial porta avanti denunce di abusi compiuti sui civili, prima dai federali in guerra, poi nel periodo di «normalizzazione» anche da parte delle forze filorusse. Questi abusi proseguono, anche se le «sparizioni» sono cessate. E ovviamente, finora il regime speciale antiterrorismo ha giustificato molti illeciti: arresti indiscriminati, processi sommari, confessioni estorte con violenza, torture sui prigionieri. La nostra speranza è che la conclusione del Kto porti, ad esempio, a maggiori garanzie processuali dei fermati, soprattutto giovani, in accordo col Codice della Federazione russa - insomma a un maggior rispetto del diritto. Ma se guardiamo a cosa succede nelle vicine repubbliche come Inguscezia e Dagestan, dove pur se non vige il regime speciale totale (ma sono in corso «operazioni speciali», ndr) le prospettive non sono certo incoraggianti. Quali i problemi principali da affrontare? Primo, c'è un problema di sicurezza: ancora moltissime famiglie non possono tornare nei loro villaggi tra le montagne, poiché alcune di queste zone sono ancora oggetto di operazioni speciali. Poi la questione delle compensazioni: circa 40mila non le hanno ancora ricevute, e non si sa se potranno riceverle mai. Specie i titolari di alloggi comunali. Tutto procede molto lentamente, anche se qui negli ultimi anni come sapete da Mosca si sono riversati un fiume di rubli per la ricostruzione. Che ripercussioni avrà la partenza in massa dei federali? Chi si occuperà della sicurezza nella repubblica? Penso proprio che succederà, molti se ne andranno. Chi serve nel Caucaso e in particolare in zone di Kto riceve uno stipendio molto più alto della media. Ora questo dovrebbe andare ai ceceni che ne faranno le veci... e molti già lo ricevono. Di fatto esiste già un piccolo «esercito» ceceno: 20mila persone, non son certo poche. Professionisti, o giovani che non trovano altro lavoro (la disoccupazione è al 50% secondo cifre ufficiali, 70% realisticamente), come sapete molti reclutati tra gli ex guerriglieri ribelli, amnistiati da Kadyrov. Ma i ragazzi ceceni ancora non prestano servizio militare, una decisione di Putin che molti vorrebbero ora revocare.

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ONG presenta demanda contra Chávez en EEUU (sezione: Diritti umani)

( da "Razòn, La" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ONG presenta demanda contra Chávez en EEUU ACCIÓN • El caso es por violación a los DDHH. El organismo representa a un periodista. Imprime esta nota Recomienda esta nota Opiniones sobre esta Nota Freedom Watch, una organización no gubernamental de Estados Unidos, anunció ayer la presentación de una demanda en un tribunal de Miami contra el presidente de Venezuela, Hugo Chávez, por presunto apoyo al terrorismo, tortura, violaciones a los derechos humanos y crímenes contra la humanidad. Larry Klayman, abogado y fundador de la organización estadounidense, anunció en una conferencia de prensa que interpuso la acción judicial ayer a nombre del periodista venezolano Ricardo Guanipa, a quien Estados Unidos le concedió asilo político el 2005. Freedom Watch, que defiende las libertades civiles y los derechos humanos, señaló en la demanda que se buscan compensaciones por más de 1.000 millones de dólares por daños emocionales presuntamente ocasionados por Chávez y algunos de sus funcionarios por “agresión, apoyo al terrorismo, crímenes contra la humanidad, violación a los derechos humanos y civiles, y tortura”. Miami (EEUU), EFE

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Obama apre al dialogo con Cuba (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CUMANA (VENEZUELA) Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha rilanciato oggi da Città del Messico i segnali di apertura nei confronti di Cuba, esprimendo l’auspicio che l'isola «sappia rispondere alla buona fede dei nostri sforzi» per arrivare ad una nuova fase delle relazioni tra i due Paesi. «Cinquant’anni di gelo non si risolvono dalla sera alla mattina - ha detto Obama nella conferenza stampa tenuta con il presidente del Messico, Felipe Calderon -. Noi abbiamo preso iniziative importanti. Ma si possono ottenere risultati solo se anche Cuba fa dei passi e si dimostra pronta a rispondere alla buona fede dei nostri sforzi». Il governo cubano secondo Obama «deve manifestare la volontà di fare passi che vanno al di là di questi ultimi 50 anni». Obama ha chiesto a Cuba di impegnarsi per quanto riguarda «i diritti umani, la libertà di stampa, la libertà di opinione, la libertà di movimento». «Spero che i segnali che abbiamo mandato siano chiari: vogliamo essere aperti nei confronti di Cuba e impegnarci per una nuova fase dei rapporti» ha concluso Obama. Il presidente Usa ha daltronde già allentato la morsa nei confronti dell'isola caraibica: lunedì infatti ha ordinato la revoca delle restrizioni ai viaggi e alle rimesse per il milione e mezzo di cubano-americani con parenti a Cuba; e ha spiegato che si tratta di un’iniziativa di «buona volontà» perchè migliorino non solo le relazioni cubano-statunitensi, ma si «mettano in moto la creatività e l’energia del popolo cubano». Ma il presidente Usa è per ora ancora contrario a levare l’embargo. Da parte sua il presidente cubano Raul Castro è disponibile a dialogare con gli Stati Uniti di democrazia, libertà e diritti umani e qualunque altro tema, compreso lo scambio di prigionieri, purchè a parità di condizioni. «Abbiamo mandato a dire al governo nordamericano, in privato e in pubblico, che quando loro vorranno, potremo discutere tutto», ha detto Castro con un appassionato discorso al vertice dell’Alba (L’alternativa bolivariana per le Americhe), alla vigilia del VI summit delle Americhe, che comincia oggi alla presenza di Barack Obama. «Diritti umani, libertà di stampa, prigionieri politici, qualunque cosa, qualunque cosa di cui vogliano parlare», ha aggiunto Castro. Già nel dicembre scorso, durante una visita ufficiale in Brasile, il presidente cubano aveva lasciato capire che era disposto a scambiare con Barack Obama i prigionieri dissidenti rinchiusi nelle carceri dell’isola, in cambio dei «cinque eroi» dell’Avana, gli agenti cubani detenuti negli Stati Uniti. «Se vogliono i dissidenti, li mandiamo domani, con le famiglie e tutto, però devono restituirci i nostri cinque eroi», aveva detto alludendo a Gerardo Hernandez, Rene Gonzalez, Antonio Guerrero, Ramon Labañ±ino e Fernando Gonzalez,, arrestati in Florida il 12 settembre 1998. In Venezuela il presidente cubano ha aggiunto che il dialogo con gli Stati Uniti deve avvenire «in eguaglianza di condizioni»: «Senza la minima ombra sulla nostra sovranità e senza la benchè minima violazione al diritto all’autodeterminazione del popolo cubano». Nell’incontro in Venezuela, i rappresentati dei Paesi che compongono l’Alba -oltre al presidente cubano, i leader di Bolivia, Ecuador, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Venezuela- hanno abbandonato i temi economici per elaborare una dichiarazione congiunta in cui si sottolinea la necessità di togliere l’embargo economico a Cuba (un tema su cui c’è praticamente l’unanimità in tutta l’America Latina). Evo Morales, presidente della Bolivia, ha annunciato che presenterà una proposta di risoluzione in cui si chiede di riconoscere la piena libertà di commercio dell’isola; esattamente come altri leader latino-americani, Morales ha anche criticato il fatto che Cuba rimanga ai margini dell’Organizzazione degli Stati Americani (l’Oea), perchè il suo governo si è dichiarato marxista-leninista. È probabile dunque che il vertice delle Americhe si svolga proprio all’ombra di Cuba, il Paese assente.

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L'Eritrea, protagonista nel Corno d'Africa (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MONDO 17-04-2009 L'Eritrea, protagonista «occulta» nel Corno d'Africa DA MOGADISCIO L' Eritrea, l'Etiopia, le Corti islamiche e la pirateria nel Golfo di Aden: quattro termini di un'equazione il cui risultato è il caos somalo. Che l'E- ritrea, appoggiando i guerriglieri delle Corti, per lunghi mesi abbia combattuto una sorta di «prolungamento » della sanguinosa guerra con Addis Abeba non è una novità. Più volte il governo di Melles Zenawi ha accusato l'Asmara di appoggiare i guerriglieri, anche da un punto di vista militare. E a sua volta Issaias Afewerki non ha mai negato il proprio appoggio pri- ma alle Corti islamiche e successivamente agli shabaab che hanno nel mirino il governo del presidente somalo Sheick Ahmed. L'ultimo attentato è avvenuto ieri a Mogadiscio e ha avuto come obiettivo il ministro dell'Interno somalo, Abdulakdir Ali Omar. Il ministro è rimasto illeso, mentre sono morte due persone a bordo della vettura attaccata. Con il progressivo ritiro delle «truppe di pace» etiopi da Mogadiscio lo scontro si è in parte acuito. Di fondo resta ora un Paese per quasi due terzi sotto il controllo degli estremisti islamici che a loro volta proteggono dal retroterra le azioni dei pirati che pagano prove di questo sono state fornite da diversi osservatori una sorta di «decima» che consente loro totale impunità. L'ultima accusa contro il governo eritreo, protagonista «diretto» dell'instabilità nel Corno d'Africa, arriva ora da un'organizzazione per i diritti umani, Human Rights Watch (Hrw). «Il governo eritreo ha tramutato lo Stato in una gigantesca prigione, con ricorso esteso all'arresto non motivato ed alla tortura dei cittadini, e l'obbligo a una coscrizione di fatto illimitata che spinge un numero sempre più alto di persone a tentare di fuggire, con grandissimi rischi». È quanto sostiene un rapporto (95 pagine) del gruppo di difesa dei diritti dell'uomo. Dalla ricerca, basata su oltre 50 testimonianze, emerge che il governo eritreo usa il suo vasto apparato di luoghi detentivi ufficiali e segreti per incarcerare migliaia di persone senza formalizzare alcuna accusa, né giungere a processi. La maggioranza delle incarcerazioni ha motivazioni politiche o religiose, moltissimi anche quanti hanno cercato di sfuggire al servizio di leva ormai illimitato. Almeno fino a 40 anni si è coscritti: ma non teoricamente, anche in pratica. E per coscritti e prigionieri, sempre stando al rapporto di Hrw, torture, trattamenti crudeli e degradanti e lavori forzati sono l'assoluta normalità. Quanti cercano di scappare all'estero corrono molti pericoli, e contro di loro si spara a vista se li si rintraccia prima che varchino il confine: moltissime poi le spie del regime che li denunciano. Se mai ci riescono, sono le loro famiglie a essere perseguitate. Malgrado ciò, sono sempre più numerosi quanti tentano di evadere da questo «Stato-prigione». Nel rapporto, inoltre, si ricorda il parere dell'Alto Commissariato Onu per i rifugiati, in cui si raccomanda a tutti i Paesi di non rinviare in patria gli eritrei che hanno cercato rifugio all'estero poiché andrebbero incontro a rischi gravi. A tutto questo si aggiunge poi la campagna, lanciata ormai da quasi due anni dal regime di Issaias, che ha messo nel mirino le organizzazioni non governative cristiane e i religiosi: una dozzina di sacerdoti e suore è già stata espulsa dal Paese. Un'azione che secondo elementi raccolti da diversi gruppi umanitari è un tributo che il regime sta pagando per gli aiuti che riceve da Stati islamici del Golfo. ( R.E.)

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obama dà l'immunità alla cia "niente processi per le torture" (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 20 - Esteri Obama dà l´immunità alla Cia "Niente processi per le torture" Pubblici i memo di Bush sul "waterboarding" La Casa Bianca li ha divulgati per "affrontare un capitolo buio e doloroso" DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Gli agenti della Cia che hanno torturato non saranno processati. Arrivando a Città del Messico - prima tappa del viaggio in America Latina che lo porterà oggi al vertice delle Americhe di Trinidad&Tobago - Barack Obama ha garantito l´immunità agli agenti americani dell´Intelligence che durante l´amministrazione Bush hanno usato negli interrogatori tecniche d tortura come il waterboarding. Il presidente ha spiegato di voler «rassicurare» coloro che hanno compiuto il proprio dovere «seguendo in buona fede» i consigli legali del ministero della Giustizia (di Bush): «Non verranno perseguiti gli uomini e le donne della nostra intelligence che hanno coraggiosamente servito sulla linea del fronte di un mondo pericoloso. Dobbiamo proteggere le loro identità nello stesso vigile modo in cui loro hanno protetto la nostra sicurezza». La questione riguarda quattro memorandum (emessi dal 2002 al 2005), finora coperti dal segreto, con cui l´amministrazione Bush dettava alla Cia le linee-guida da seguire nella guerra al terrorismo e durante gli interrogatori dei militanti di Al Qaeda nelle prigioni segrete all´estero. Direttive che ora la Casa Bianca ha deciso di rendere pubbliche per «affrontare un capitolo buio e doloroso della nostra storia». Obama ha ribadito la sua totale contrarietà all´uso di «tecniche di interrogatorio aggressive» come il waterboarding (l´annegamento simulato), la privazione del sonno e l´esposizione al freddo o al caldo eccessivo. «In uno dei miei primi atti come presidente ho proibito l´uso di queste tecniche da parte degli Stati Uniti perché indeboliscono la nostra autorità morale e non ci rendono più sicuri. Riaffermare i nostri valori nella protezione dei nostri cittadini ci rende più forti e più sicuri. Una democrazia come la nostra deve respingere la falsa scelta tra la nostra sicurezza e i nostri ideali». La decisione di Obama era attesa, ma è destinata ad alimentare le critiche che una minoranza liberal del Partito democratico sta rivolgendo sempre più spesso al presidente. Come quelle riguardanti la questione dello spionaggio illegale, definita da alcuni giuristi democratici «simile, se non peggiore di quella di Bush» o di chi dopo aver applaudito le scelte della Casa Bianca su Guantanamo ha ricordato come restino in attività prigioni americane all´estero, del tutto simili al carcere sull´isola di Cuba. I «memorandum» resi pubblici dalla Casa Bianca confermano varie notizie che erano già state in parte anticipate dalla stampa Usa. In un´inchiesta, il New York Times aveva parlato di abusi della National Security Agency (Nsa), l´agenzia americana di controspionaggio, nei confronti di cittadini americani - residenti sia negli Usa che all´estero - intercettati senza mandato dei giudici negli ultimi mesi dell´amministrazione Bush. Alcune parti resteranno però secretate. Perché, ha detto Obama, «gli Stati Uniti hanno il dovere di mantenere il segreto su alcune attività ed informazioni legate alla nostra sicurezza». (a.f.d´a.)

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Obama assolve la Cia: "Immunità per le torture" (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 92 del 2009-04-17 pagina 0 Obama assolve la Cia: "Immunità per le torture" di Redazione I funzionari della Cia non saranno perseguiti per aver utilizzato metodi duri durante gli interrogatori. In cambio la Casa Bianca è pronta a rendere pubbliche 4 minute con cui l’amministrazione Bush giustificò l’uso della mano pesante durante gli interrogatori dei sospettati Washington - "I funzionari della Cia non saranno perseguiti per aver utilizzato metodi duri durante gli interrogatori", ha assicurato il presidente americano, Barack Obama, che all’indomani del suo insediamento alla Casa Bianca, annunciando la chiusura del carcere di Guantanamo, bloccò anche questi metodi di interrogatorio. La rassicurazione di Obama nei confronti dei funzionari della Cia che, ha sottolineato, non saranno incriminati, è arrivata insieme all’annuncio che la Casa Bianca è pronta a rendere pubbliche quattro minute con cui all’epoca dell’amministrazione Bush veniva giustificato l’uso della mano pesante durante gli interrogatori dei sospettati di terrorismo. I documenti dell'era Bush Documenti scottanti, che risalgono al 2002, e che si confermano il rapporto più ampio mai diffuso finora e relativo agli interrogatori dei sospetti di terrorismo e presunti membri di al Qaida. Sono, stando a quanto conferma il Washington Post, i memo dicui la Casa Bianca ha annunciato la diffusione: di fatto, la base legale che l’amministrazione di Bush utilizzò per giustificare l’adozione di tecniche di interrogatorio che i critici in tutto il mondo hanno descritto spesso con il termine tortura. La scelta di Obama Il presidente americano ha motivato la diffusione dei documenti con l’esistenza di "circostanze eccezionali" (stando a quanto reso noto da un comunicato); tra queste, la necessità di confermare tattiche che per molto tempo sono state al centro di diversi sospetti e anche per prevenire "congetture errate e incendiarie". Contestualmente, il dipartimento di Giustizia Usa ha anche "rassicurato" i funzionari della Cia: gli agenti di intelligence non saranno infatti accusati dal governo per le tecniche di interrogatorio utilizzate in passato, dunque anche per il waterboarding. "Sarebbe ingiusto accusare uomini e donne dediti a proteggere l’America per una condotta che è stata autorizzata dallo stesso dipartimento della Giustizia", ha detto il ministro della Giustizia Usa Eric H. Holder, stando a quanto risulta da un comunicato. Tornando ai memo, questi descrivono le tecniche di interrogatorio che sono state utilizzate su più di una dozzina di detenuti considerati fonti di intelligence particolarmente "elevate", a seguito degli attentati terroristici dell’11 settembre del 2001. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Durban 2, lunedì il via al festival dell'antisemitismo (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 92 del 2009-04-17 pagina 16 Durban 2, lunedì il via al festival dell’antisemitismo di Fiamma Nirenstein Sarà comunque strano che, lunedì prossimo, giorno della Shoah in tutto il mondo e data in cui avrà inizio a Ginevra la famosa conferenza delle Nazioni Unite detta «Durban 2» contro il razzismo, il podio venga offerto a un razzista negazionista che ha più volte dichiarato di voler distruggere Israele come Mahmoud Ahmadinejad: il premier iraniano, alla ricerca di un palcoscenico adatto a lui, ha infatti annunciato la sua partecipazione alla conferenza. Nonostante molte polemiche e cambiamenti della piattaforma, essa rischia dunque ancora di più di essere il doppione di Durban 1, e comunque una sua versione ancora più pericolosa, dato che l’Iran finanzia gran parte del terrorismo mondiale (compresi gli Hezbollah e Hamas) e prepara le sue postazioni nucleari. La Germania, che capisce cosa potrebbe accadere, si prepara in queste ore a seguire il piccolo coscienzioso corteo di chi a Ginevra non intende farsi vedere. Nel 2001, si riunirono in Sudafrica centinaia di delegazioni e migliaia di Ngo che trasformarono una conferenza contro il razzismo in una conferenza razzista contro Israele e contro gli Usa. Si sprecarono le marce sotto gli striscioni inneggianti a Bin Laden, le grida di «morte all’America» e le accuse di apartheid a Israele. Durban 2 può diventare la replica in versione attivamente antisemita e guerrafondaia contro Israele dell’evento che precedette di pochi giorni l’attacco alle Twin Towers. A cominciare dall’evento previsto per il fine settimana: una riunione di organizzazioni non governative che porta il nome «Conferenza di esame (review) di Israele», completa di un rally antisraeliano il 18 aprile. Mercoledì è stato completata la bozza di documento base per la conferenza. Distribuito dall’Alta Commissionaria per i diritti umani Navi Pillay con la presidente della commissione, la libica Najat Al-Hajjaji, non è stato discusso, ma solo consegnato agli astanti: è chiaro che si cerca di offrire una piattaforma più palatabile rispetto all’enorme prima versione dalle fosche tinte, presentando una bozza più agile e meno aggressiva; si cerca con ciò di spingere almeno parte dell’Europa utilizzando anche la fretta dell’ultimo momento e la ripugnanza a disertare l’Onu, verso un appuntamento dominato da un’idea rovesciata dei diritti umani. Infatti la bozza attuale non rinuncia al riferimento al primo documento, quello di Durban 1, che indicava Israele come stato razzista e gli Usa come male del mondo; indica l’occupazione, termine che immediatamente allude a Israele, come fonte di razzismo e di apartheid; rimette in circolazione in vari modi l’idea della proibizione della critica alle religioni (ovvero ripropone il tema dell’antislamismo) e invita a onorare le «culture diverse», che spesso si presenta tuttavia come persecuzione degli omosessuali, oppressione sistematica delle donne, sharia che condanna a terribili pene corporali. Come sta reagendo il mondo nelle ultime ore prima della conferenza che avrà Ahmadinejad come vicepresidente? Di sicuro sembra che gli Usa, il Canada e la nostra coraggiosa Italia abbiano mantenuto fermo il loro «no»; di incerto, il comportamento di altri Paesi europei, per esempio dell’Olanda che tentenna. Ma si avvicina a grandi passi il «no» la Germania di Angela Merkel, fino a poche ore fa propensa a partecipare. Un esponente del ministero degli Esteri tedesco ha dichiarato che il suo Paese forse si tirerà indietro. è chiaro che teme la strumentalizzazione antisraeliana, specie adesso che Ahmadinejad, che ha appena dichiarato a Spiegel che è sicuro che i tedeschi odino tuttora gli ebrei, prenderà il podio da gran protagonista. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Mente in Pace: la pena di morte un delitto inumano sempre (sezione: Diritti umani)

( da "Targatocn.it" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mente in Pace: la pena di morte un delitto inumano sempre Riceviamo da Andrea Castellino e volentieri pubblichiamo “È stato il momento più cupo della mia vita professionale. Non sarebbe mai dovuto accadere. Kelsey avrebbe dovuto essere curato adeguatamente tanto tempo fa. Con lui il sistema ha fallito, mai nessuno ha mai denunciato questa mancanza.” Queste sono state le parole dell’avvocato di Kelsey Petterson, ricordando il momento in cui il suo cliente è stato condannato a morte, in un’intervista allo Houston Chronicle, 14 novembre 1999. Kelsey Petterson, un detenuto al quale fu diagnosticata una forma di schizofrenia paranoide, è stato messo a morte in Texas il 18 maggio 2004. Durante il processo, Patterson ha frequentemente interrotto le udienze con commenti privi di senso, accusando tutti, inclusi i suoi avvocati, di cospirare contro di lui e di essere stato costretto a subire interventi durante i quali degli 'impianti' erano stati inseriti nel suo corpo. Patterson era accusato dell’omicidio di due persone. Sulla colpevolezza di Patterson non vi sono dubbi, ma i crimini sono stati compiuti senza movente e quasi certamente sono stati il frutto di un peggioramento della sua malattia mentale. Nonostante prove evidenti della sua malattia, Patterson è stato dichiarato capace di sostenere il processo e l’esecuzione. Le persone affette da gravi forme di malattia mentale possono essere messe a morte negli Usa, a meno che non siano riconosciute legalmente incapaci. Ma gli standard usati per determinare la sanità mentale di un individuo risultano spesso poco efficaci. Ogni giorno ci sono prigionieri – uomini, donne e perfino minorenni – che sono messi a morte. Qualsiasi sia il crimine commesso e indipendentemente dalla colpevolezza o dall’innocenza, le loro vite sono spezzate a causa di un sistema di giustizia che vuole punire invece di riabilitare. La pena di morte è la punizione più crudele, inumana e degradante perché viola il diritto alla vita. È irreversibile e può essere inflitta a innocenti. La pena capitale non ha mai dimostrato di essere un deterrente più efficace di altre punizioni. In tutti i paesi dove è in vigore, è usata in maggior misura nei confronti di poveri e di minoranze etniche e razziali. Spesso la sua applicazione è uno strumento di repressione politica. Amnesty International si oppone alla pena di morte in ogni circostanza e si adopera per la sua abolizione nel mondo. I trattati internazionali sui diritti umani garantiscono a ciascuno il diritto alla vita. La Dichiarazione universale dei diritti umani e gli altri strumenti internazionali adottati dal 1948 ad oggi proibiscono tutte le forme di “punizione o trattamento crudele, inumano e degradante”. Amnesty International ritiene che la pena di morte sia incompatibile con gli standard sui diritti umani. Qualunque sia il motivo per il quale un governo continui a mettere a morte prigionieri e qualsiasi sia il metodo utilizzato, la pena capitale resta una violazione dei diritti umani fondamentali. Sono ormai tantissime, in tutto il mondo, le persone che aggiungono la propria voce al coro di chi ha una posizione chiara e contraria alla pena di morte. Medici, avvocati, legislatori, sosi di Amnesty International e cittadini, tutti si mobilitano per fermare le esecuzioni e abolire la pena di morte. Il 10 ottobre 2005 è stata celebrata in 50 paesi nel mondo, dall’Austria allo Zimbabwe, la terza Giornata mondiale contro la pena di morte. L’evento è stato promosso dalla Coalizione mondiale contro la pena di morte (WCADP) che riunisce movimenti che difendono i diritti umani, associazioni di avvocati, sindacati, Comuni, Regioni. Per l’occasione sono stati organizzati concerti, proiezioni cinematografiche, conferenze, dibattiti televisivi e trasmissioni radiofoniche per poter parlare di pena di morte e diffondere il messaggio abolizionista. Dal 1990, più di 45 nazioni hanno abolito la pena di morte per tutti i reati. Al mese di giugno 2006, erano 87 i paesi completamente abolizionisti e gli ultimi in ordine di tempo a cancellare la pena capitale sono stati la Turchia, il Messico la Liberia e le Filippine. Altri paesi, tra i quali la Federazione Russa e la Corea del Sud hanno istituito una moratoria sulle esecuzioni. Nelle Filippine più di 1200 condannati a morte hanno ottenuto la commutazione della pena all’ergastolo; è il numero più alto di commutazioni mai avvenute nel mondo. Amnesty International – Sezione italiana, Via G.B. de Rossi 10 – 00161 Roma Tel. 06 4490222, fax. 06 4490222, e-mail: info@amnesty.it Sede di Cuneo: Via Busca 6 – 12100 Cuneo www.amnesty.it/campagne/pena_di_morte www.amnesty.org/deathpenalty fonte: Amnesty International MENTEINPACE forum per il ben-essere psichico Via Busca 6, 12100 Cuneo - tel. 0171.66303 menteinpace@libero.it .

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Usa/ Torture Cia, Washington Post: Obama ha agito con (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 17 apr. (Apcom) - Il Washington Post loda oggi l'amministrazione Obama per la soluzione che ha scelto per risolvere la questione dell'uso della tortura da parte della Cia negli interrogatori dei presunti terroristi durante l'era Bush. Una soluzione di compromesso. Ieri il dipartimento alla Giustizia degli Stati Uniti ha diffuso quattro memorandum - scritti tra il 2002 e il 2005 - in cui vengono descritte alcune delle tecniche aggressive usate in passato dagli agenti della Cia nei loro interrogatori, come il waterboarding (l'annegamento simulato) e la la privazione del sonno. Ma il presidente Barack Obama, assicurando che non si ripeteranno più episodi simili, ha comunque detto che non saranno puniti gli agenti responsabili degli interrogatori, poiché agirono "in buona fede" nella convinzione di servire il loro Paese. Secondo il Washington Post, si tratta di una posizione saggia ed equilibrata, perché da un lato con la pubblicazione dei documenti scottanti l'amministrazione Obama ha espresso una dura condanna dell'uso della tortura, "ripristinando un po' dell'onore perso negli anni scorsi"; dall'altro ha voluto rassicurare i funzionari della Cia. "Pubblicando questi documenti intendiamo assicurare che gli agenti, che hanno agito in buona fede basandosi sul consiglio legale del dipartimento alla Giustizia, non saranno messi sotto inchiesta", ha detto il presidente Obama, per il quale questo deve essere un momento di "riflessione" e non di "vendetta". La responsabilità morale dell'uso della tortura dunque non deve ricadere su chi ha obbedito agli ordini (che non sarà neanche materialmente perseguito) e di conseguenza si punta interamente sull'amministrazione Bush. I documenti pubblicati fanno luce su queste responsabilità illustrando alcune delle tecniche autorizzate per costringere i sospetti terroristi a rilasciare informazionisensibili in loro possesso. Alcune erano particolarmente aggressive, come il 'waterboarding', oppure la privazione del sonno per periodi anche di undici giorni. Altre più bizzarre. Ad esempio, sapendo che uno dei detenuti - Abu Zubaida, ritenuto un leader di al Qaida - aveva paura degli insetti, gli agenti Cia lo hanno rinchiuso dentro una cella con uno scarafaggio. Secondo l'amministrazione Bush queste tecniche erano legali, a patto che non creassero situazioni di paura o di dolore prolungate nel tempo. Il Washington Post auspica comunque che il biasimo non rimanga solo morale, e quindi che ora venga istituita una commissione d'inchiesta del tipo di quella nominata per gli attentati dell'11 settembre 2001, per fare piena luce sul caso.

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USA/ TORTURE CIA, WASHINGTON POST: OBAMA HA AGITO CON SAGGEZZA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Usa/ Torture Cia, Washington Post: Obama ha agito con saggezza di Apcom Il Wp chiede l'istituzione di una commissione d'inchiesta -->Roma, 17 apr. (Apcom) - Il Washington Post loda oggi l'amministrazione Obama per la soluzione che ha scelto per risolvere la questione dell'uso della tortura da parte della Cia negli interrogatori dei presunti terroristi durante l'era Bush. Una soluzione di compromesso. Ieri il dipartimento alla Giustizia degli Stati Uniti ha diffuso quattro memorandum - scritti tra il 2002 e il 2005 - in cui vengono descritte alcune delle tecniche aggressive usate in passato dagli agenti della Cia nei loro interrogatori, come il waterboarding (l'annegamento simulato) e la la privazione del sonno. Ma il presidente Barack Obama, assicurando che non si ripeteranno più episodi simili, ha comunque detto che non saranno puniti gli agenti responsabili degli interrogatori, poiché agirono "in buona fede" nella convinzione di servire il loro Paese. Secondo il Washington Post, si tratta di una posizione saggia ed equilibrata, perché da un lato con la pubblicazione dei documenti scottanti l'amministrazione Obama ha espresso una dura condanna dell'uso della tortura, "ripristinando un po' dell'onore perso negli anni scorsi"; dall'altro ha voluto rassicurare i funzionari della Cia. "Pubblicando questi documenti intendiamo assicurare che gli agenti, che hanno agito in buona fede basandosi sul consiglio legale del dipartimento alla Giustizia, non saranno messi sotto inchiesta", ha detto il presidente Obama, per il quale questo deve essere un momento di "riflessione" e non di "vendetta". La responsabilità morale dell'uso della tortura dunque non deve ricadere su chi ha obbedito agli ordini (che non sarà neanche materialmente perseguito) e di conseguenza si punta interamente sull'amministrazione Bush. I documenti pubblicati fanno luce su queste responsabilità illustrando alcune delle tecniche autorizzate per costringere i sospetti terroristi a rilasciare informazioni sensibili in loro possesso. Alcune erano particolarmente aggressive, come il 'waterboarding', oppure la privazione del sonno per periodi anche di undici giorni. Altre più bizzarre. Ad esempio, sapendo che uno dei detenuti - Abu Zubaida, ritenuto un leader di al Qaida - aveva paura degli insetti, gli agenti Cia lo hanno rinchiuso dentro una cella con uno scarafaggio. Secondo l'amministrazione Bush queste tecniche erano legali, a patto che non creassero situazioni di paura o di dolore prolungate nel tempo. Il Washington Post auspica comunque che il biasimo non rimanga solo morale, e quindi che ora venga istituita una commissione d'inchiesta del tipo di quella nominata per gli attentati dell'11 settembre 2001, per fare piena luce sul caso.

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GIUSEPPE DAMIANO SORRENTO. TUTTI IN CAMPO PER RICORDARE GLI AMICI SCOMPARSI PREMATURAMENTE E RACC... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Circondario Sud1)" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

GIUSEPPE DAMIANO Sorrento. Tutti in campo per ricordare gli amici scomparsi prematuramente e raccogliere fondi per favorire la ricostruzione dei territori abruzzesi colpiti dal terremoto. Gli studenti di sei istituti superiori della costiera sorrentina si sono dati appuntamento, ieri mattina, allo stadio «Italia» di Sorrento per la quinta edizione della kermesse «Insieme per la vita», torneo di calcio interscolastico organizzato dal Forum dei giovani, in collaborazione con il Comune di Sorrento e la società Sorrento calcio. L'iniziativa, istituita cinque anni fa per celebrare la memoria degli studenti scomparsi nell'età dell'adolescenza, ha assunto, in questa edizione, anche un risvolto di solidarietà: l'intero incasso dell'evento (ingresso a 1 euro) verrà devoluto alla Protezione civile nazionale, impegnata nei territori abruzzesi devastati dal sisma. E il riscontro è stato decisamente positivo: sugli spalti, più di ottocento studenti hanno assistito alle gare delle rappresentative delle loro scuole, dando vita ad un suggestivo spettacolo di colori ed entusiasmo. Circa mille euro i fondi raccolti, considerando anche i contributi liberi elargiti in fase di prevendita. «Sono molto soddisfatto - spiega Paolo Pane, presidente del Forum dei giovani di Sorrento -. I ragazzi hanno risposto positivamente, dando un contributo determinante alla buona riuscita della kermesse». Per la cronaca, ad aggiudicarsi il torneo, è stata la formazione dell'istituto nautico «Bixio», che ha battuto in finale (ai rigori) il liceo scientifico «Salvemini». Le altre quattro scuole (liceo classico «Marone», linguistico «Sant'Anna», istituti «San Paolo» e «Galilei») si sono fermate ai gironi di qualificazione. Oggi, intanto, gli assessori di Sorrento alla Protezione civile, Mario Gargiulo, e ai Diritti umani, Rosario Fiorentino, si recheranno ad Avezzano, per consegnare, al centro della Regione Abruzzo, un camion di generi di prima necessità, raccolti nei giorni scorsi.

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GIUSEPPE D'AMATO MOSCA. LA RUSSIA METTE FINE ALLA GUERRA IN CECENIA. IL SOGNO INDIPENDENTIST... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Diritti umani

GIUSEPPE D'AMATO Mosca. La Russia mette fine alla guerra in Cecenia. Il sogno indipendentista ceceno è stato, per ora, sconfitto. A Grozny è iniziato ufficialmente il dopoguerra. «L'operazione anti-terrorismo, iniziata nel settembre 1999, è conclusa», ha annunciato la Commissione nazionale dopo un mese di discussioni. Si è preso così atto della nuova situazione in Cecenia, dove dal 2004 non si registrano attacchi armati di grandi dimensioni. Il numero dei militari federali verrà velocemente diminuito e sarà più o meno pari a quello presente in altre regioni. Secondo l'agenzia Interfax, 20mila soldati dovrebbero lasciare la Cecenia. Vengono eliminate varie misure di sicurezza che vanno dal coprifuoco ai blocchi stradali ai rastrellamenti alla ricerca di indipendentisti armati. Plaude alla decisione di Mosca il nuovo «uomo forte» di Grozny, accusato a più riprese dalle Ong di violazioni dei diritti umani. «La Cecenia di oggi - ha sottolineato il presidente Ramzan Kadyrov - è un'area pacifica in pieno sviluppo. Si incoraggia la crescita economica. I leader militanti, sulla cui coscienza pende il dolore e la sofferenza di migliaia di persone, sono stati eliminati, catturati o portati davanti ai giudici». Secondo le autorità di Grozny, sulle montagne a combattere sarebbero rimasti in pochi. Chi non è stato ucciso è fuggito. Recentemente cinque oppositori, riparati all'estero, sono morti per mano di sicari professionisti, ma Kadyrov ha negato qualsiasi addebito. Con questa decisione di Mosca la ricostruzione può proseguire a marce forzate. Si potrà investire molto più facilmente e creare posti di lavoro per gli 1,2 milioni di abitanti. Negli ultimi mesi Kadyrov ha impresso una sempre maggiore enfasi islamica, pubblicizzando pellegrinaggi a La Mecca ed incoraggiando la poligamia, poiché in Cecenia «ci sono più donne che uomini». Chiaramente a causa della guerra. Un'imponente moschea è stata costruita in pieno centro a Grozny. Grande quanto metà Campania, la Cecenia si dichiarò indipendente nel novembre '91 sotto la guida del carismatico generale Dudaiev. Nel dicembre '94 scoppiò la prima guerra vinta dai separatisti nell'agosto '96. Dopo tre anni di semi-indipendenza la Russia di Vladimir Putin rioccupò la regione, ma subì una durissima ondata di terrorismo. Questi due conflitti hanno provocato centinaia di migliaia di morti e circa un milione di profughi. Le denunce di violazioni dei diritti umani sono state numerose nel tempo e sono giunte fino al Tribunale dell'Aja.

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NEW YORK. IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, BARACK OBAMA, HA AUTORIZZATO LA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENT... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Diritti umani

New York. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha autorizzato la pubblicazione di documenti della Cia sulle tecniche di tortura utilizzate tra il 2002 e il 2005 negli interrogatori dei presunti militanti di Al Qaida nelle prigioni segrete all'estero. «Pubblicando questi documenti intendiamo assicurare gli agenti che hanno agito in buona fede basandosi sul consiglio legale del Dipartimento della Giustizia che non saranno messi sotto inchiesta», ha precisato Obama, sostenendo che questo è un momento di «riflessione», non di «vendetta». I cosiddetti «siti neri», in Asia e nell'Europa dell'Est, sono stati chiusi dall'amministrazione Obama che, denunciando l'uso della tortura, ha deciso la pubblicazione dei documenti per aiutare l'America «ad affrontare un capitolo buio e doloroso» della sua storia. I memorandum descrivono una serie di tecniche di interrogatorio aggressive all'epoca autorizzate.

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STRASBURGO. IL COMMISSARIO PER I DIRITTI UMANI DEL CONSIGLIO D'EUROPA, THOMAS HAMMARBERG, è ... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Diritti umani

Strasburgo. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, è «particolarmente preoccupato dai resoconti che continuano a evidenziare» in Italia «una tendenza al razzismo e alla xenofobia, che occasionalmente sfocia in atti estremamente violenti contro immigrati, Rom e Sinti o cittadini italiani con origini straniere». È quanto si legge nel rapporto sull'Italia scritto dallo stesso Hammarberg e reso noto ieri. Nella sua risposta, pubblicata assieme al rapporto, il governo italiano rassicura il Commissario sui passi intrapresi per contrastare efficacemente il razzismo. Mentre rimanda al mittente le richieste di cambiare le misure legate alla politica migratoria. L'Italia ritiene che le norme criticate siano essenziali per una efficace gestione dei flussi migratori. Secondo l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, organismo del ministero per le Pari Opportunità, inoltre, sono già stati elaborati piani di azione che prevedono interventi strutturali a favore delle comunità Rom e Sinti. Secondo il rapporto, l'Italia dovrebbe «condannare con maggiore forza» ogni forma di razzismo, applicare «pene più severe» per i reati legati a questo fenomeno e procedere a una revisione di alcune misure riguardanti l'immigrazione irregolare.

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Noi, le donne invisibili (sezione: Diritti umani)

( da "Italia Sera" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Spettacoli Testimonianza vera sulla condizione femminile in Nicaragua con un libro Noi, le donne invisibili di Vincenza Fava “Almeno fiori, almeno canti…/Di noi rimarrà / qualcosa di più che il gesto o la parola:/questo desiderio incandescente di libertà, questa intossicazione è contagiosa!” scrive la nota poetessa nicaraguense Gioconda Belli. Versi significativi sulla condizione femminile in Nicaragua trattata in modo molto approfondito nel libro da poco pubblicato, grazie al contributo della Provincia di Viterbo, “Nicaragua: noi donne, le invisibili. La solidarietà internazionale con occhi e cuore di donna” (David Ghaleb Editore, Associazione Italia-Nicaragua, pag. 151, 13,00 euro) con la prefazione di Nora Habed e la presentazione di Geraldina Colotti. Il ricavato delle vendite sarà destinato interamente all’Associazione Italia-Nicaragua che da tantissimi anni si occupa di volontariato, di progettualità costruttiva e soprattutto di difesa dei diritti umani in Nicaragua, in particolare dei diritti delle donne costantemente calpestati. Questo libro riporta le testimonianze sia delle donne nicaraguensi, sia delle donne che si occupano di solidarietà internazionale andando ad analizzare la condizione femminile in campo politico, economico, sociale, culturale e morale, con interventi, articoli ed interviste di reporter come Giorgio Trucchi conosciuto e premiato per il suo grande impegno giornalistico in difesa dei diritti umani. Attualmente le donne in Nicaragua si trovano a vivere in una società altamente maschilista e patriarcale, sono relegate al ruolo di madri e mogli, quotidianamente vittime di violenza sessuale, causa principale delle gravidanze nelle adolescenti. Eppure la donna nicaraguense ha svolto un ruolo importante e decisivo nella rivoluzione sandinista, ha saputo combattere accanto agli uomini, è riuscita ad emergere dal silenzio nei momenti delle grandi lotte storiche. Nel volume si possono trovare anche approfondimenti storici e politici del paese, si ripercorrono le date più significative fino ad arrivare alla situazione attuale di un governo presieduto da Daniel Ortega ex-rivoluzionario sandinista che ha vinto le elezioni nel 2006. Tuttavia, politicamente e civilmente, il Nicaragua non ha compreso il giusto progresso, anzi, è regredito ad una situazione in cui le donne e soprattutto le persone meno abbienti non hanno la possibilità di emergere e a livello legislativo si sta conoscendo una restrizione forzata dei diritti. Basti pensare che dal 14 novembre 2007 il governo ha deciso di dire no definitivamente all’aborto terapeutico nonostante si sia a conoscenza del fatto che continuano a morire centinaia di donne ogni anno (ed in particolare donne povere). Complici di queste morti sono “una ottusa classe politica accompagnata da vescovi, sacerdoti e pastori”. Abortire è reato, anche quando si tratta di salvare la vita della madre: la donna diventa così un oggetto, un mezzo per procreare, non è un soggetto pensante e consapevole. “Io, donna, testarda abitante del pianeta/ vedo arrivare il giorno/in cui l’autunno bacia felice la primavera/ attendo la vendemmia del mio sangue./ Vedo diventare ocra le verdi foglie mie mani. Sento crescere la vita che seminai con pazzo amore…”. Inizia così la poesia “Io donna” della poetessa nicaraguense Michéle Najilis, una testimonianza dell’essere donna, della femminilità amata e indifesa in una società in cui la violenza verbale, psicologica e soprattutto fisico-sessuale degli uomini assoggettati alla logica perversa del machismo, provoca numerose vittime ogni anno. Ed è per questo che si sono formate Associazioni e gruppi sostenuti anche a livello internazionale in difesa dei diritti delle donne, così come sta facendo continuamente l’Associazione Italia-Nicaragua. Una prova è la pubblicazione di questo libro veramente interessante per gli abitanti del Nord del nostro pianeta; una lettura per comprendere il valore della solidarietà internazionale e della difesa dei diritti umani. L’Associazione sta attualmente organizzando un campo di lavoro in Nicaragua per l’estate 2009, un’esperienza di volontariato di breve periodo. Per informazioni: Coord. Assoc. Italia-Nicaragua, tel. 02.33220022, e-mail: coordinamento@itanica.org, oppure itanica.roma@libero.it. Edizione n. 2163 del 17/04/2009

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Tutta l'opposizione chiede una legge per creare un Centro studi sulla pace (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 17-04-2009)
Pubblicato anche in: (Gazzettino, Il (Udine))

Argomenti: Diritti umani

Tutta l'opposizione chiede una legge per creare un Centro studi sulla pace Venerdì 17 Aprile 2009, Udine (p.p.) L'Agorà della pace del Friuli Venezia Giulia come ambito d'incontro di tutte le realtà istituzionali e associative attive sulle questioni della pace, della nonviolenza e dei diritti. Non è solo un'idea ma una vera e propria proposta di legge presentata ieri dai gruppi di opposizione in Consiglio regionale. Centrosinistra e sinistra antagonista ritengono che l'attenzione di queste settimane sull'emergenza terremoto non possa far dimenticare le questioni internazionali legate alla povertà nel mondo, alle morti per fame e a quella somma di bisogni che è la vera molla dell'immigrazione. «C'è poca lungimiranza se affrontiamo solo le questioni del permesso di soggiorno - ha detto Franco Codega, del Pd -. Se ci limitiamo a rispedirli indietro passeranno dalla padella alla brace». Per il comunista Roberto Antonaz, già assessore nella giunta Illy, la proposta di legge ha il significato di ripristinare politiche e investimenti «cancellati dall'attuale maggioranza con una fretta degna di miglior causa». «Esiste un altro Friuli Venezia Giulia possibile», secondo Piero Colussi. «Siamo convinti che la legge passerà - ha detto Codega -, non abbiamo motivo di credere che la Regione non abbia a cuore questi problemi». La proposta di legge, curata da Andrea Bellavite, prevede oltre all'Agorà, il varo di un Centro di elaborazione e documentazione sulla pace, l'ingresso della Regione nel circuito internazionale "Città 2015 contro al povertà" e l'istituzione del 10 dicembre quale "Giornata regionale per la pace e i diritti umani". Nell'incontro è stata criticata la decisione dell'Ufficio di presidenza della Regione di uscire dal Crel (il Consiglio Regionale dell'Economia e del Lavoro) e forti condanne sono state indirizzate da Antonaz alla scelta del Governo nazionale di acquistare, per una spesa di oltre 22 miliardi di euro, nuovi aerei caccia F 35 ed Eurofighter.

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Attentati di Mumbai, l'unico imputato ritratta tutto: "Mi hanno torturato" (sezione: Diritti umani)

( da "Rai News 24" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mumbai | 17 aprile 2009 Attentati di Mumbai, l'unico imputato ritratta tutto: "Mi hanno torturato" L'hotel Taj Mahal di Mumbai attaccato dai terroristi Colpo di scena nel processo all’unico attentatore superstite del gruppo di fuoco che lo scorso 26 novembre seminò il panico a Mumbai, la capitale economica dell’India. Mohammed Ajmal Amir Iman, 21enne pakistano, ha ritrattato la confessione resa precedentemente, affermando che era stata estorta sotto tortura. Lo ha detto il suo legale: "Non è stata una confessione volontaria, ma è stata estorta in maniera coercitiva, con la forza" ha spiegato l'avvocato Abbas Kazmi, aggiungendo inoltre che il suo cliente "è stato torturato fisicamente". Il processo Il dibattimento si è aperto ieri, dopo una serie di rinvii; l'ultimo dopo che la legale della difesa, Anjali Waghmare, è stata ricusata per un potenziale conflitto di interessi. Qasab, questo il nume di battaglia dell’attentatore, è accusato di strage, atti di guerra, omicidio e tentato omicidio; se condannato rischia la pena di morte. Insieme a lui si trovano sotto processo anche due cittadini indiani: Fahim Ansari e Sabauddin Ahmed, accusati di aver fornito supporto logistico al commando dei terroristi e di essere membri del gruppo militante Lashkar-e-Taiba. L'ombra del Pakistan sugli attentati Nel corso dell'udienza di stamani, il pubblico ministero Ujwal Nikam ha spiegato che sebbene "Qasab non fosse fisicamente presente nei luoghi presi di mira dal commando terroristico, può essere considerato responsabile degli omicidi in quanto cospiratore". Il pm ha spiegato che il commando è stato addestrato da professionisti dell'intelligence, senza però menzionare un ruolo del Pakistan nelle stragi che causarono la morte di 174 persone. Il commando sarebbe stato istruito ad hoc per uccidere cittadini statunitensi, britannici e israeliani. Nuova Delhi ritiene responsabile degli attentati il gruppo estremista pachistano Lashkar-e-Taiba, messo al bando da Islamabad e attivo soprattutto nella regione del Kashmir, contesa fra i due Paesi; le autorità indiane hanno inoltre accusato alcuni settori dei servizi segreti pachistani di essere complici delle stragi. Sia il gruppo kashmiro che le autorità pachistane hanno negato ogni coinvolgimento, sebbene Islamabad abbia ammesso che parte della pianificazione delle stragi sia avvenuta sul suo territorio.

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Cuba apre agli Usa: ok al dialogo a pari condizioni (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Politica Cuba apre agli Usa: ok al dialogo a pari condizioni Venerdí 17.04.2009 13:45 Sguardo aggressivo, look raffinato... La first suocera studia da presidente Usa. LE FOTO Sarkozy a ruota libera: Zapatero "limitato", Obama "inesperto". Promosso Berlusconi Si apre sotto i migliori auspici il vertice della Americhe a Trinidad Tobago. Il presidente cubano Raul Castro è disponibile a dialogare con gli Stati Uniti di democrazia, libertà e diritti umani e qualunque altro tema, compreso lo scambio di prigionieri, purchè a parità di condizioni. "Abbiamo mandato a dire al governo nordamericano, in privato e in pubblico, che quando loro vorranno, potremo discutere tutto", ha detto Castro con un appassionato discorso al vertice dell'Alba (L'alternativa bolivariana per le Americhe), alla vigilia del VI summit delle Americhe, che comincia alla presenza di Barack Obama. "Diritti umani, libertà di stampa, prigionieri politici, qualunque cosa, qualunque cosa di cui vogliano parlare", ha aggiunto Castro. Già nel dicembre scorso, durante una visita ufficiale in Brasile, il presidente cubano aveva lasciato capire che era disposto a scambiare con Barack Obama i prigionieri dissidenti rinchiusi nelle carceri dell'isola, in cambio dei "cinque eroi" dell'Avana, gli agenti cubani detenuti negli Stati Uniti. "Se vogliono i dissidenti, li mandiamo domani, con le famiglie e tutto, pero' devono restituirci i nostri cinque eroi", aveva detto alludendo a Gerardo Hernandez, Rene Gonzalez, Antonio Guerrero, Ramon Labaino e Fernando Gonzalez, arrestati in Florida il 12 settembre 1998. In Venezuela il presidente cubano ha aggiunto che il dialogo con gli Stati Uniti deve avvenire "in eguaglianza di condizioni": "Senza la minima ombra sulla nostra sovranità e senza la benché minima violazione al diritto all'autodeterminazione del popolo cubano". Nell'incontro in Venezuela, i rappresentati dei Paesi che compongono l'Alba -oltre al presidente cubano, i leader di Bolivia, Ecuador, Honduras, Nicaragua, Paraguay, Venezuela- hanno abbandonato i temi economici per elaborare una dichiarazione congiunta in cui si sottolinea la necessità di togliere l'embargo economico a Cuba (un tema su cui c'è praticamente l'unanimità in tutta l'America Latina). Evo Morales, presidente della Bolivia, ha annunciato che presentera' una proposta di risoluzione in cui si chiede di riconoscere la piena liberta' di commercio dell'isola; esattamente come altri leader latino-americani, Morales ha anche criticato il fatto che Cuba rimanga ai margini dell'Organizzazione degli Stati Americani (l'Oea), perché il suo governo si è dichiarato marxista-leninista. E' probabile dunque che il vertice delle Americhe si svolga proprio all'ombra di Cuba, il Paese assente. Obama ha già allentato la morsa : lunedì' infatti ha ordinato la revoca delle restrizioni ai viaggi e alle rimesse per il milione e mezzo di cubano-americani con parenti nell'isola caraibica; e ha spiegato che si tratta di un'iniziativa di "buona volonta'" perché migliorino non solo le relazioni cubano-statunitensi, ma si "mettano in moto la creativita' e l'energia del popolo cubano". Ma il presidente Usa è contrario a levare l'embargo perche' ritiene che Cuba debba prima prendere iniziative a tutela della liberta' di stampa e di espressione o rimettere in liberta' i dissidenti. tags: Usa Cuba Obama Raul Castro

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Cuba-Usa, R.Castro: Disposti a confronto su prigionieri politici (sezione: Diritti umani)

( da "Velino.it, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Cuba-Usa, R.Castro: Disposti a confronto su prigionieri politici Roma, 17 apr (Velino/Velino Latam) - Il governo cubano è disposto a discutere con gli Stati Uniti “in pubblico e in privato” di qualsiasi argomento, compresi “i diritti umani, la libertà di stampa e i prigionieri politici”. A dirlo, a poche ore dall’inizio del vertice delle Americhe di Trinidad e Tobago, è stato nella notte il presidente di Cuba RaÚl Castro. Il “lider maximo” dell’isola caraibica ha precisato che il suo governo è pronto a confrontarsi “in condizioni di uguaglianza, senza la minima ombra sulla nostra sovranità e senza la più piccola violazione del diritto di autodeterminazione del popolo cubano”. Una risposta chiara e forte al messaggio lanciato poche ore prima dal presidente americano Barack Obama che aveva sostenuto, nel corso di una visita di Stato in Messico, di aspettare “segnali che Cuba è disposta al cambiamento”, precisando che una relazione bilaterale che è stata congelata per 50 anni “non si scongelerà da un giorno all’altro”. Secondo Obama il governo cubano può dimostrare che vuole fare dei passi avanti eliminando le restrizioni ai viaggi all’estero e alla libertà di espressione dei cittadini. Un concetto ribadito dal segretario di Stato Hillary Clinton nel corso della visita ad Haiti: “Siamo pronti a confrontarci con L’Avana sui prossimi passi” ha spiegato “ma aspettiamo da Cuba una risposta”. Clinton ha aggiunto che il governo americano aspetta di vedere “un’apertura della società cubana” e che Cuba liberi i prigionieri politici, aprendosi alle opinioni e ai media stranieri. Parole che sono rimbalzate a Caracas, dove si teneva il vertice dell’Alba (Alternativa bolivariana de las Americas). Il presidente venezuelano Hugo Chavez, impegnato a tirare la corsa della fine dell’embargo contro Cuba, ha definito le affermazioni del’ex first Lady “una mancanza di rispetto” verso l’Isola. Il presidente venezuelano ha poi chiesto a Washington di dimostrare con i fatti il cambio di atteggiamento e “non con tanti bei discorsi”. La questione cubana, insieme agli effetti e alle vie d’uscita dalla crisi finanziaria internazionale, sarà oggi al centro del Vertice delle Americhe che vedrà la presenza a Trinidad e Tobago di 34 capi di Stati, tra i quali lo stesso Obama, nel primo confronto tra il leader statunitense e i suoi colleghi del continente. Il segretario generale dell’Osa, il cileno José Miguel Insulza ha anticipato però ieri che la questione dell’embargo a Cuba non sarà inclusa nella dichiarazione finale del vertice. (mat) 17 apr 2009 09:43

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Usa, ong denuncia Chavez per violazione diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Velino.it, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Usa, ong denuncia Chavez per violazione diritti umani Roma, 17 apr (Velino/Velino Latam) - La ong statunitense Freedom Watch ha presentato presso il tribunale di Miami una denuncia contro il presidente venezuelano Hugo ChÁvez con l’accusa di violazione dei diritti umani e sostegno al terrorismo. La denuncia è stata presentata per conto del giornalista venezuelano Ricardo Guanipa, dal 2005 negli Usa dove ha chiesto asilo politico. Guanipa, che lavorava per l’emittente Radio Marti e per la radio finanziata dagli Stati Uniti e destinata al popolo cubano Radio Nexx, avrebbe ricevuto ripetute minacce di morte che lo hanno spinto a lasciare il suo paese. Secondo la denuncia alla base delle pressioni sul giornalista ci sarebbero le inchieste sui presunti casi di corruzione nel governo chavista. Freedom Watch sta lavorando a una causa collettiva che coinvolga un gruppo di venezuelani che sono fuggiti dal paese latinoamericano. L’ong ha indicato i nomi di sei presunti responsabili, tra i quali il vice presidente RamÓn Alonso Carriales Rengifo. Il leader venezuelano ha commentato sorridendo: “è una notizia curiosa che esce tutti giorni”. Secondo la denuncia, il governo di Caracas sarebbe complice delle attività delle Farc colombiane (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia)”, di Al Qaeda e dei talebani. Freedom Watch ha chiesto inoltre un miliardo di dollari per “danni emozionali”. (mat) 17 apr 2009 11:58

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OBAMA FERMA LE TORTURE MA SALVA I TORTURATORI STOP DEL PRESIDENTE ALLE PRATICHE CIA AUTORIZZATE DA BUSH E CHENEY - MA GLI AGENTI CIA CHE "IN BUONA FEDE" LE HANNO MESSE IN PRATICA (sezione: Diritti umani)

( da "Dagospia.com" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

HomePage | Segnala articolo --> OBAMA FERMA LE TORTURE MA SALVA I TORTURATORI – STOP DEL PRESIDENTE ALLE PRATICHE CIA AUTORIZZATE DA BUSH E CHENEY - MA GLI AGENTI CIA CHE “IN BUONA FEDE” LE HANNO MESSE IN PRATICA VENGONO “GRAZIATI” – IL “WASH POST”: SOLUZIONE INTELLIGENTE”… (9Colonne) - Barack Obama decide di "salvare" gli agenti della Cia che hanno usato "in buona fede" maniere forti sui detenuti, usando tecniche di tortura. Il presidente americano lo fa con un comunicato che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell'amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo, nel quale assicura che gli 007 statunitensi che non passeranno guai con la giustizia. Un tasto dolente per gli Usa quello delle torture, tecniche autorizzate da George W. Bush per la guerra al terrorismo. Barack Obama Dopo l'11 settembre il presidente americano diede infatti ordine agli agenti della Cia di non usare alcun riguardo nei confronti dei sospettati di terrorismo, aprendo così una pagina particolarmente nera nella storia degli Stati Uniti. Non si tratta di una vendetta, ha spiegato però Obama, ma piuttosto di un momento di riflessione che aiuterà l'America "ad affrontare un capitolo buio e doloroso". I quattro memorandum che riguardano il periodo 2002-2005 descrivono una serie di tecniche di interrogatorio aggressive e tuttavia all'epoca autorizzate, che vanno dall'annegamento simulato alla privazione del sonno, fino all'esposizione al freddo o al caldo eccessivo. I documenti sono stati resi pubblici dopo un intenso dibattito interno, alimentato anche dalla pubblicazione di un'inchiesta del New York Times dedicata ad altri casi di abusi della National security agency (Nsa), l'agenzia di controspionaggio, nei confronti di cittadini americani negli Usa e all'estero, intercettati senza mandato dalla magistratura negli ultimi mesi dell'amministrazione Bush. Tra i bersagli del "grande orecchio" dell'agenzia, il quotidiano rivela che ci sarebbe stato addirittura un membro del Congresso. Il parlamentare, di cui non è stata determinata l'identità, sarebbe stato in contatto con un estremista sotto sorveglianza per possibili rapporti con gruppi terroristici. George Bush WASHINGTON POST: OBAMA HA AGITO CON SAGGEZZA... (Apcom) - Il Washington Post loda oggi l'amministrazione Obama per la soluzione che ha scelto per risolvere la questione dell'uso della tortura da parte della Cia negli interrogatori dei presunti terroristi durante l'era Bush. Secondo il Washington Post, si tratta di una posizione saggia ed equilibrata, perché da un lato con la pubblicazione dei documenti scottanti l'amministrazione Obama ha espresso una dura condanna dell'uso della tortura, "ripristinando un po' dell'onore perso negli anni scorsi"; dall'altro ha voluto rassicurare i funzionari della Cia. "Pubblicando questi documenti intendiamo assicurare che gli agenti, che hanno agito in buona fede basandosi sul consiglio legale del dipartimento alla Giustizia, non saranno messi sotto inchiesta", ha detto il presidente Obama, per il quale questo deve essere un momento di "riflessione" e non di "vendetta". Dick Cheney La responsabilità morale dell'uso della tortura dunque non deve ricadere su chi ha obbedito agli ordini (che non sarà neanche materialmente perseguito) e di conseguenza si punta interamente sull'amministrazione Bush. Il Washington Post auspica comunque che il biasimo non rimanga solo morale, e quindi che ora venga istituita una commissione d'inchiesta del tipo di quella nominata per gli attentati dell'11 settembre 2001, per fare piena luce sul caso. [17-04-2009] guantanamo

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Diritti umani, l'Italia conferma "Boicottiamo la conferenza Onu" (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ROMA - Ancora poche ore di negoziato, ma i giochi ormai sembrano fatti. L'Italia, assieme agli Stati Uniti e ad altri paesi della Ue, non dovrebbe partecipare da lunedì alla conferenza Onu di Ginevra, la cosiddetta "Durban 2" dedicata al tema dei diritti umani. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha spiegato che, dopo le ultime revisioni della bozza di dichiarazione finale, nel testo rimangono affermazioni discriminatorie nei confronti di Israele che suggeriscono al governo italiano di non partecipare ai lavori finali. "Non ci sono oggi le condizioni per rimpegnarsi nel negoziato per la conferenza, quindi l'Italia mantiene l'atteggiamento di disimpegno dal negoziato che ha portato avanti finora, così come hanno fatto gli Usa", ha detto oggi Frattini in conferenza stampa. Il ministro degli Esteri questa mattina ha avuto telefonate con i colleghi di Gran Bretagna, Francia, Germania, Svezia, Olanda e Danimarca a cui ha confermato i "dubbi dell'Italia innanzitutto in relazione al richiamo (nell'ultimo testo, ndr) alle conclusioni di Durban 1", la riunione Onu che si tenne nel 2001 nella città sudafricana. Durban 1 condannò esplicitamente Israele, quindi un richiamo a quel testo nei fatti equivale a una conferma della condanna. Per Frattini rimangono inoltre le perplessità sul "rispetto della libertà di espressione, che non sembra sufficientemente garantito". Frattini adesso lavora ad una posizione comune di tutta la Ue: "Vorremmo una conferenza equilibrata, quindi continueremo a lavorare fino all'ultima ora con i colleghi europei". Secondo il ministro dei Diritti umani francese Rama Yade c'è tempo fino a questa sera perché la Ue raggiunga una posizione comune. "Fino al momento noi francesi e l'Unione europea non abbiamo ancora annunciato una posizione definitiva", ha dichiarato il ministro, "c'è tempo fino a venerdì sera". OAS_RICH('Middle'); La Ue chiede che il conflitto medio - orientale non sia l'unico conflitto citato nella dichiarazione finale come esempio di contrasto internazionale in cui vengono violati i diritti umani, trasformando di fatto la Dichiarazione di Ginevra in un atto di accusa contro Israele. A Ginevra la settimana prossima ha annunciato il suo intervento anche il presidente iraniano Ahmadinejad; la delegazione iraniana contesta il fatto che l'Olocausto sia citato come esempio principale dei crimini del passato, ma vorrebbe che venisse affiancato a fenomeni come lo schiavismo, una richiesta che a sua volta la Ue ritiene inaccettabile. (17 aprile 2009

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Hammarberg bacchetta l'Italia e Maroni vola a Tunisi (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Hammarberg bacchetta l'Italia e Maroni vola a Tunisi di Bruna Iacopino Le accuse di Thomas Hammarberg, Commissario ai diritti del'uomo del Consiglio d'Europa non sono piaciute alla maggioranza, e soprattutto non hanno fatto sorridere il ministro dell'Interno. L'Italia è un paese a rischio razzismo “e rappresenta un rischio per l'intera Europa”, una denuncia netta, detta senza mezzi termini, e legata alla visita che mesi addietro lo stesso commissario aveva effettuato in Italia all'interno dei campi nomadi. Si parte dunque da quì, dalla mancanza di norme che regolino l'integrazione e i diritti per le popolazioni Rom e Sinti e si va a cadere sul “pacchetto sicurezza” quello che regola nello specifico la situazione dei migranti regolari, ma soprattutto irregolari in Italia. Dal rapporto insomma si evincono cose già note e ampiamente denunciate dalle associazioni e dalla stessa società civile: le norme previste all'interno del pacchetto sicurezza confliggono apertamente con “gli standard dei diritti umani” adottati dall'Europa. Ma l'accento più forte si posa sull'ingiustificata equivalenza tra clandestino e criminale. Equivalenza che porta necessariamente, sottolinea ancora Hammarberg ad ulteriori fenomeni di emarginazione, anche a danno dei migranti regolarmente presenti in Italia. Nessun commento a caldo da parte del Ministro Maroni presente stamani alla Conferenza Panmediterranea sull'immigrazione clandestina, che vede la partecipazione di ben 71 paesi interessati e diverse organizzazioni internazionali fra cui Interpol, Commissione Europea, Europol e Frontex. Piuttosto una sottolineatura durante l'intervento: “ Se entro il 26 aprile non verrà ripristinato il provvedimento che proroga fino a 6 mesi la permanenza nei centri di identificazione ed espulsione (Cie) saremo costretti a rimettere in libertà oltre mille clandestini invece di rimpatriarli”. E' vero che a volte le parole si pesano poco, ma quel “mettere in libertà” ha un significato ben preciso e conferma pienamente quanto sostenuto dal Commissario: ovvero, gli immigrati irregolari sono considerati in Italia a tutti gli effetti dei criminali, dunque da tenere in regime di restrizione. A ulteriore conferma, qualche giorno prima, lo stesso Ministro in un'intervista rilasciata al Sole24 ore aveva inoltre ribadito commentando la bocciatura della norma che consentiva il prolungamento fino a sei mesi del tempo di permanenza nei CIE: “ ...l'episodio e' stato declassato a incidente. Le conseguenze pero' sono molto gravi: se il 26 aprile ci saranno 1.038 clandestini in liberta', se uno solo di questi commettera' un reato, ne rispondera' il ministro dell'Interno”. Con una premessa non esattamente incoraggiante, viste le ultime vicende che hanno visto protagonisti la Lega, il referendum, le europee... “ un'altra bocciatura e salta tutto.” Come dire, o approviamo il testo e cerchiamo di correre ai ripari in rapporto a quanto fatto o si casca tutti insieme. Intanto il super ministro non perde tempo e più che correre ai ripari, ci va al volo! Ieri ha infatti compiuto una visita lampo presso il governo tunisino per incontrare il suo omologo Rafik Belhaj Kacem, visita, che a detta dello stesso ministro ha avuto successo: sembra infatti he Tunisi abbia accettato di rimatriare i circa 500 tunisini “detenuti” presso il CIE di Lampedusa forse ancor prima della fatidica data del 26 aprile quanndo dovrebbe essere ridiscusso il Dl sulla sicurezza. Gli stessi 500 che erano stati protagonisti della rivolta all'interno del CIE lampedusano nel mese di febbraio proprio perchè minacciati di espulsione in massa, e avevano ottenuto in quell'occasione l'appoggio e il sostegno degli isolani. A poco è servito il dossier denuncia pubblicato da Amnesty international lo scorso anno proprio in rapporto alla Tunisia, accusata di praticare abitualemente la tortura all'interno delle carceri soprattutto nei confronti di oppositori politici e presunti terroristi, a nulla i moniti europei in seguito ai ricorsi presentati da cittadini tunisini espulsi dall'Italia perchè a rischio tortura nel loro paese, a nulla infine la sentenza della stessa Corte europea dei diritti umani che nel febbraio dello scorso anno aveva riaffermato che il “divieto di rinvio di individui verso Paesi in cui essi sono a rischio di tortura o maltrattamenti è assoluto e categorico”. Anzi rincara la dose il nostro ministro nell'ambito della conferenza Panmediterranea: rivolgendosi ai paesi soggetti a flussi migratori sottolinea la necessità di avviare a livello internazionale patti bilaterali più stabili, come già fatto singolarmente dall'Italia, così da diminuire o addirittura azzerare nuovi sbarchi. Il problema secondo Maroni sarebbe dovuto al dirottamento di immigrati verso paesi che finora non hanno stretto tali patti rendendo dunque più difficili le procedure di rimpatrio. E mentre la politica continua a muoversi per la sua trada ignorando le indicazioni europee la società civile continua a dire no, in maniera sempre più decia e organizzata. Sabato 18 aprile sono previste numerose mobilitazioni in varie città italiane per ribadire che contrariamente a quanto se ne dica in giro o a quanto possa dire la stessa Europa, gli italiani non sono razzisti. Almeno, non tutti. Sabato 18 aprile - Giornata di mobilitazione contro il razzismo, la crisi e per i diritti e la libertà dei migranti

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Usa: Obama svela torture ma assolve la Cia (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Usa: Obama svela torture ma assolve la Cia 17 aprile 2009 alle 15:44 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti L'era Bush è finita, l'"oscuro" capitolo degli abusi e delle torture negli interrogatori va superato con la "riflessione" e non con la "vendetta". Il presidente Usa, Barack Obama, ha annunciato così la svolta americana sui metodi di detenzione e sulle tecniche di interrogatorio impiegati dalla Cia. Un cambiamento rivelato ieri con un comunicato in cui il presidente ha fatto sapere di non aver intenzione di perseguire gli agenti della Cia implicati e accompagnato da quattro documenti in cui, nero su bianco, si descrivono le durissime tecniche avallate dall'Amministrazione Bush. Detenuti tenuti svegli per undici giorni di seguito; sbattuti contro le pareti con uno speciale collare al collo e poi rinchiusi in un container ermetico al buio insieme a insetti; detenuti lasciati completamente nudi e al freddo per giorni, senza cibo, oppure ammanettati per periodi prolungati; simulazioni di annegamento, il famigerato "waterboarding". Non solo, i 'memo' rivelano anche il quadro legale entro il quale agire senza problemi nella base di Guantanamo e nelle altre carceri Usa. Le tecniche furono usate contro 14 detenuti che secondo gli Usa avevano un "valore" particolare, dopo gli attacchi dell'11 settembre: tra gli altri, l'uomo considerato il 'cervello' dell'11 settembre, Khalid Sheikh Mohammed, che si era inizialmente rifiutato di rispondere agli interrogatori; e l'amministrazione Bush si convinse che proprio gli interrogatori "rafforzati" usati successivamente contribuirono ad evitare ulteriori attentati, come lo schianto di un aereo dirottato contro una torre di Los Angeles. "Coloro che hanno fatto il loro dovere in buona -- ha spiegato Obama -- basandosi sui consigli legali del Dipartimento di Giustizia non saranno perseguiti". Sui metodi di tortura Obama ha quindi ribadito che gli Usa hanno una volta per tutte messo la parola fine alle pratiche "che minano la nostra autorità morale e non ci rendono allo stesso tempo più sicuri". Da qui la decisione di voltare pagina mostrando la cruda realtà: "Le nostre informazioni riservate vengono normalmente protette per ragioni di sicurezza, ma ho deciso di pubblicare questi memorandum preche credo fortemente nella trasparenza e nella responsabilità". Una decisione comunque destinata a creare polemiche: da Amnesty Internationale sono infatti arrivate le prime critiche alla decisione di non punire i responsabili ("un salvacondotto gratis per l'impunità") mentre il Centro per diritti costituzionali Usa ha parlato della "più grande delusione" arrivata dall'Amministrazione Obama. AGI

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MUSSOMELI. (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

«Basta illazioni su di me»MUSSOMELI. Il sindaco denuncia gli ignoti internauti che hanno messo in rete accuse sul suo conto Mussomeli. Dopo un paio di rinvii per motivi tecnici, i due fotografi dello staff dell'assessorato alla Creatività e Diritti umani di Salemi, retto dal noto fotografo Oliviero Toscani, sono giunti in città per immortalale alcune bellezze locali nell'ambito della campagna di comunicazione contro la violenza sulle donne. La foto in formato gigante sei metri per tre dove campeggerà la scritta "Noi ragazze di Mussomeli dolcemente non violente", verrà affissa in città, mentre la campagna con le foto di tutte le ragazze siciliane partecipanti all'iniziativa, farà il giro d'Italia. A Mussomeli sono state in dodici le giovani che hanno aderito, ecco i loro nomi: Silvia Favata, Jessica Valenza, Roberta Nigrelli, Vania Favata, Giulia Territo, Ilary Bonfante, Adriana Callari, Tania Costanzo, Venera Faldetta, Lina Pellitteri, Flavia Barba, Stecy Mistretta. I due giovani fotografi, Giacomo Costa 22 anni e Manuele Giattino 24 anni, sono arrivati alle 10.30 circa in municipio dove sono stati accolti dalla dottoressa Liliana Genco Russo dell'ufficio culturale dove prestano la loro opera anche Enzo Barba e Tanino Romito. I due fotografi ci hanno detto: «Facciamo parte di questo nuovo assessorato nato dalla rivoluzione culturale che sta avvenendo a Salemi con l'elezione a sindaco di Sgarbi che si è inventato questi nuovi assessorati tra cui spicca quello al Nulla di Cecchini. Abbiamo già fatto tappe, per questa campagna contro la violenza sulle donne, a Corleone, Caltabellotta, Salemi, Castellammare del Golfo e adesso continuiamo in altri paesi. Abbiamo preferito iniziare dai piccoli centri per poi arrivare alle grandi città. Circa la selezione delle ragazze è una scelta molto ardua ma tentiamo a preferire in base alla capacità di stare davanti la macchina fotografica e alla fotogenia, prediligendo facce acqua e sapone. Effettueremo dei sopralluoghi in vari posti di Mussomeli come il centro storico e il castello per scegliere la location che farà da sfondo al poster. La gigantografia oltre ad essere affissa in città, ci sarà un ritorno di immagine a livello nazionale. La prossima settimana infatti abbiamo un'uscita su “Io donna”, del Corriere della sera». Il sindaco ieri diceva: «Oggi sono beato tra le donne ed è una rivincita personale nei confronti di chi ha scritto quella vigliacca e odiosa lettera. Non ho paura di farmi vedere in giro senza scorta perché ho la coscienza tranquilla. Oggi assistiamo ad un riscatto morale e culturale della nostra città e mi sento come un tredicenne. Circa questa bellissima iniziativa servirà a portare in giro per l'Italia l'immagine del nostro paese e della nostra gioventù». La neo assessore Silvia Mistretta, unica donna dello staff amministrativo, aggiunge: «Si tratta di una bella iniziativa per valorizzare le nostre bellezze e serve da stimolo anche a noi amministratori per impegnarci a valorizzare ciò che di bello possediamo». Le sei ragazze selezionate sono state: Giulia Territo, Adriana Callari, Tania Costanzo, Lina Pellitteri, Flavia Barba e Stesy Mistretta. R. M.

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Eletto nuovodirettivodell'Uras (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Eletto nuovo direttivo dell'Uras Calogero Maria Sparma Lampedusa. Non c'è accordo che tenga, questo è quanto si poteva constatare ieri a Lampedusa. E proprio mentre nella parte interna del molo Favarolo si stava per dare l'assistenza ai primi 239 disperati arrivati a bordo di un barcone di quindici metri; tra questi anche due bambini di 4 e 5 anni che tenevano stretta la mano del loro padre, dall'altra parte del molo arrivava una voce «Eccola, ne sta arrivando un'altra». Silenziosa, spinta da un fuoribordo, una barca di non più di sette metri entrava dentro il porto, mentre la nave di linea stava per attraccare, e un peschereccio usciva per mare. A bordo altri 64 disperati. Appena il tempo di fare scendere questo gruppo a terra e la motovedetta dei carabinieri portava in porto ancora un altro gommone. A bordo altri 42 migranti. Questi ultimi sembravano essere i più provati. Il tempo di una veloce rifocillata sul molo, di assegnare loro qualche indumento, un paio di scarpe e poi via a bordo dei pulmini per essere trasportati direttamente al molo commerciale, dove i nuovi arrivati sono stati imbarcati sulla nave di linea per essere trasferiti dritti in Sicilia, ieri sono stati in tutto 345. Inoltre un mercantile ha segnalato un cadavere nelle acque del Canale di Sicilia. Non è più possibile da qualche tempo ricoverare gli extracomunitari a Lampedusa. Il centro di contrada Imbriacola è stato trasformato in Cie (centro di identificazione ed espulsione) e continua ad ospitare 760 tunisini da rimpatriare, mentre il centro che avrebbe dovuto sorgere nell'ex base Loran pare sia nuovamente nel mezzo di un tifone: da giorni si vocifera che la sua costruzione potrebbe essere abusiva, perché mancante di nulla osta vincolanti. Situazione immigrazione ancora una volta nel groviglio anche per quanto riguarda la politica comunitaria dopo le critiche di ieri del commissario europeo per i Diritti umani, Hammarberg, il quale ha chiesto all'Italia «di migliorare la politica verso l'immigrazione e sradicare discriminazione e xenofobia». Il commissario ha dichiarato inoltre di sentirsi preoccupato proprio per i rimpatri forzati verso la Tunisia. Teme infatti che corrano il rischio di tortura. Intanto "Save the children" fa sapere che sono 2.294 i minori stranieri giunti a Lampedusa nel periodo maggio 2008-febbraio 2009 (1.994 non accompagnati e 300 con genitori o parenti) a seguito di sbarchi clandestini. Di oltre il 50% dei minori giunti soli, si sono però successivemante perse le tracce: più di 1.000 ragazzi sono infatti fuggiti dai centri di accoglienza siciliani verso i quali erano stati indirizzati.

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Egitto/ Messiar, il matrimonio 'temporaneo' legalizzato per... (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 17 apr. (Apcom) - E' polemica in Egitto a causa di un nuovo editto religioso che ribadisce la legalità dei matrimoni temporanei che nell'islam sunnita vengono indicativamente chiamati "matrimoni Messiar", ovvero "facilitati", dal significato della parola araba. Il quotidiano palestinese edito a Londra 'al Quds al Arabi' pubblica oggi in prima pagina il testo della Fatwa emessa ieri da Dar al Ifta (Casa della Fatwa), massimo ente di stato in materia di religione islamica. "Se due sposi concordano, non importa se all'interno del contratto di matrimonio oppure solo verbalmente, che il marito non deve convivere con la moglie, ma solo frequentarla quando ha l'occasione per farlo, il loro è un matrimonio corretto a tutti gli affetti di legge, compresi i diritti a cui la stessa moglie rinuncia volontariamente", recita il testo dell'editto islamico che provoca le aspre critiche del giornale arabo. Al Quds al Arabi accusa l'ente di stato religioso di "servilismo" verso il governo egiziano che, in tempi di crisi economica "con questo editto vorrebbe incoraggiare il turismo dei paesi del Golfo", da parte di doviziosi sceicchi in cerca di matrimoni temporanei, cosa "che sa di prostituzione camuffata". Lo stesso tipo di matrimonio esiste anche nell'Islam sciita, e differisce da quello sunnita solo per il nome: infatti, per gli aytollah iraniani che lo incoraggiano si chiama "matrimonio di al Muta"; ovvero di "godimento". Ma i dotti islamici della Casa della Fatwa egiziana sono convinti di fare una buona opera dal punto di vista sociale, afferma il loro editto: "Il matrimonio di al Messiar - scrivono - non è un'offesa alla donna né una violazione dei diritti dell'uomo: dimostra semplicemente quanto la nostra Shariya sia capace di andare incontro alle esigenze dell'anima umana attraverso soluzioni atte ad impedire il verificarsi di illegalità oppure di scompensi sociali". "Ma di quali scompensi parlate?" domanda sarcastico al Quds al Arabi, che prosegue: "Pensate forse così di risolvere il problema di 9 milioni di donne nubili egiziane, come riportano i dati ufficiale?" Non sarà forse invece "un'ammissione implicita del governo di non poter fare fronte ad un problema sociale come quello del decadimento morale della società egiziana?".

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Durban 2/ Welt: Berlino boicotterà la conferenza sul (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 17 apr. (Apcom) - Il governo tedesco non parteciperà alla conferenza internazionale sul razzismo, detta Durban 2, che inizierà lunedì prossimo a Ginevra. Così titola il quotidiano tedesco die Welt citando fonti ufficiose vicine al governo, aggiungendo che "anche altri Paesi Ue decideranno di boicottare la conferenza". Sarebbe la prima volta che Berlino disdice la sua presenza a una conferenza delle Nazioni Unite. Un portavoce del ministero degli Esteri, precisa la Welt, ha spiegato che la decisione ufficiale deve ancora essere presa. Ma è certo che "senza il rispetto delle cosiddette linee rosse una partecipazione non sarà possibile". Per "linee rosse" il ministero degli Esteri tedesco intende una presa di posizione unilaterale contro Israele e l'Occidente, così come era stata stata rappresentata dalla conferenza del 2001 a Durban, in Sudafrica. Il responsabile della sezione diritti umani del governo federale tedesco, Guenter Nooke, ha affermato di "vedere più motivi per non partecipare che per essere presenti" a Ginevra. Su questa vicenda Nooke auspica "una posizione il più possibile compatta dei paesi dell'Unione europea".

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Malawi/ Elezioni, Luisa Morgantini capo osservatori Ue (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 17 apr. (Apcom) - Luisa Morgantini, vice presidente del parlamento europeo è stata nominata Chief Observer della Missione Ue di osservazione elettorale per le elezioni presidenziali e parlamentari in Malawi che avranno luogo il prossimo 19 maggio 2009. La missione dispiegata dalla Commissione Europea- prevede un core team di sei esperti arrivati a Blantyre il 5 aprile e 28 osservatori di lungo periodo che monitoreranno gli aspetti chiave del processo elettorale, dello svolgimento dell'election day e i risultati in tutto il paese. Inoltre, 48 osservatori di breve periodo raggiungeranno il core team e gli altri osservatori per il periodo immediatamente antecedente alle elezioni per monitorare il voto e lo scrutinio. Il mandato generale della missione è di valutare eventuali irregolarità per un corretto svolgimento delle elezioni in accordo con gli standard internazionali e i principi regionali e con la "Dichiarazione di principi per l'Osservazione elettorale" adottata nell'ottobre del 2005 da numerosi paesi e enti in seno alle Nazioni Unite. La missione Eu Eom lavorerà in modo indipendente per adempiere al suo mandato e per condurre una valutazione esaustiva del processo elettorale con lo scopo di offrire un'analisi imparziale, equilibrata e dettagliata delle elezioni. Questo lavoro di osservazione è un elemento importante della politica dell'Unione Europea per la promozione dei diritti umani e della democratizzazione nel mondo. Luisa Morgantini e la missione Ue rimarranno nel Paese fino alla conclusione del processo elettorale.

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RAI/ CORTE EUROPEA RESPINGE RICORSO CONTRO PAGAMENTO DEL CANONE (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Rai/ Corte europea respinge ricorso contro pagamento del canone di Apcom Un cittadino vicentino aveva contestato sigilli al suo televisore -->Bruxelles, 17 apr. (Apcom) - Chi possiede un televisore in Italia deve pagare il canone Rai. E' quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, che ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino vicentino, Antonio Faccio, che dopo aver chiesto la risoluzione dell'abbonamento Rai nel 1999, nel 2003 si è visto entrare in casa la Guardia di Finanza per sigillare il suo televisore. Faccio si appellava agli articoli 1 (protezione della proprietà privata), 8 (libertà di espressione e, quindi, diritto all'informazione) e 10 (violazione della vita familiare, per l'ispezione della polizia tributaria in casa propria) della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo. L'uomo sosteneva anche che il blocco del televisore era una misura sproporzionata rispetto al mancato pagamento del tributo, che fra l'altro l'ha privato del diritto all'informazione. I giudici di Strasburgo hanno stabilito che in base alle leggi italiane "il mero possesso di un televisore comporta il pagamento della tassa in questione". Secondo la Corte europea il canone Rai non rappresenta il pagamento per un servizio individuale, ma una tassa che "contribuisce ad un servizio comunitario".

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DIRITTI UMANI, L'ITALIA CONFERMA "BOICOTTIAMO LA CONFERENZA ONU" (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Diritti umani, l'Italia conferma "Boicottiamo la conferenza Onu" -->Il ministro Frattini chiude le porte a "Durban 2" a poche ore dalla scadenza Insieme a Usa e parte della Ue. "Documento troppo duro con Israele" Diritti umani, l'Italia conferma "Boicottiamo la conferenza Onu" di VINCENZO NIGRO (15:44 17/04/2009)

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EGITTO/ MESSIAR, IL MATRIMONIO 'TEMPORANEO' LEGALIZZATO PER FATWA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Egitto/ Messiar, il matrimonio 'temporaneo' legalizzato per fatwa di Apcom La religione musulmana ammette il matrimonio "di godimento" -->Roma, 17 apr. (Apcom) - E' polemica in Egitto a causa di un nuovo editto religioso che ribadisce la legalità dei matrimoni temporanei che nell'islam sunnita vengono indicativamente chiamati "matrimoni Messiar", ovvero "facilitati", dal significato della parola araba. Il quotidiano palestinese edito a Londra 'al Quds al Arabi' pubblica oggi in prima pagina il testo della Fatwa emessa ieri da Dar al Ifta (Casa della Fatwa), massimo ente di stato in materia di religione islamica. "Se due sposi concordano, non importa se all'interno del contratto di matrimonio oppure solo verbalmente, che il marito non deve convivere con la moglie, ma solo frequentarla quando ha l'occasione per farlo, il loro è un matrimonio corretto a tutti gli affetti di legge, compresi i diritti a cui la stessa moglie rinuncia volontariamente", recita il testo dell'editto islamico che provoca le aspre critiche del giornale arabo. Al Quds al Arabi accusa l'ente di stato religioso di "servilismo" verso il governo egiziano che, in tempi di crisi economica "con questo editto vorrebbe incoraggiare il turismo dei paesi del Golfo", da parte di doviziosi sceicchi in cerca di matrimoni temporanei, cosa "che sa di prostituzione camuffata". Lo stesso tipo di matrimonio esiste anche nell'Islam sciita, e differisce da quello sunnita solo per il nome: infatti, per gli aytollah iraniani che lo incoraggiano si chiama "matrimonio di al Muta"; ovvero di "godimento". Ma i dotti islamici della Casa della Fatwa egiziana sono convinti di fare una buona opera dal punto di vista sociale, afferma il loro editto: "Il matrimonio di al Messiar - scrivono - non è un'offesa alla donna né una violazione dei diritti dell'uomo: dimostra semplicemente quanto la nostra Shariya sia capace di andare incontro alle esigenze dell'anima umana attraverso soluzioni atte ad impedire il verificarsi di illegalità oppure di scompensi sociali". "Ma di quali scompensi parlate?" domanda sarcastico al Quds al Arabi, che prosegue: "Pensate forse così di risolvere il problema di 9 milioni di donne nubili egiziane, come riportano i dati ufficiale?" Non sarà forse invece "un'ammissione implicita del governo di non poter fare fronte ad un problema sociale come quello del decadimento morale della società egiziana?".

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DURBAN 2/ WELT: BERLINO BOICOTTERÀ LA CONFERENZA SUL RAZZISMO (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Durban 2/ Welt: Berlino boicotterà la conferenza sul razzismo di Apcom "Anche altri paesi Ue decideranno di boicottarla" -->Roma, 17 apr. (Apcom) - Il governo tedesco non parteciperà alla conferenza internazionale sul razzismo, detta Durban 2, che inizierà lunedì prossimo a Ginevra. Così titola il quotidiano tedesco die Welt citando fonti ufficiose vicine al governo, aggiungendo che "anche altri Paesi Ue decideranno di boicottare la conferenza". Sarebbe la prima volta che Berlino disdice la sua presenza a una conferenza delle Nazioni Unite. Un portavoce del ministero degli Esteri, precisa la Welt, ha spiegato che la decisione ufficiale deve ancora essere presa. Ma è certo che "senza il rispetto delle cosiddette linee rosse una partecipazione non sarà possibile". Per "linee rosse" il ministero degli Esteri tedesco intende una presa di posizione unilaterale contro Israele e l'Occidente, così come era stata stata rappresentata dalla conferenza del 2001 a Durban, in Sudafrica. Il responsabile della sezione diritti umani del governo federale tedesco, Guenter Nooke, ha affermato di "vedere più motivi per non partecipare che per essere presenti" a Ginevra. Su questa vicenda Nooke auspica "una posizione il più possibile compatta dei paesi dell'Unione europea".

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MUMBAI/IMPUTATO STRAGI RITRATTA CONFESSIONE:ESTORTA SOTTO TORTURA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mumbai/Imputato stragi ritratta confessione:estorta sotto tortura di Apcom Si tratta dell'unico superstite del commando terroristico -->Mumbai, 17 apr. (Apcom) - L'imputato nel processo per gli attentati di Mumbai messi a segno tra il 26 e il 29 novembre scorsi ha ritrattato la confessione resa precedentemente, affermando che è stata estorta sotto tortura. Lo ha detto il legale di Mohammed Ajmal Amir Iman, conosciuto anche come "Qasab", il 21enne pachistano unico sopravvissuto del commando terroristico responsabile della morte di 174 persone. "Non è stata una confessione volontaria, ma è stata estorta in maniera coercitiva e con la forza" ha spiegato l'avvocato Abbas Kazmi, aggiungendo inoltre che il suo cliente "è stato torturato fisicamente". Il processo si è aperto ieri, dopo una serie di rinvii; l'ultimo dopo che la legale della difesa, Anjali Waghmare, è stata ricusata per un potenziale conflitto di interessi. Qasab è accusato di strage, atti di guerra, omicidio e tentato omicidio; se condannato rischia la pena di morte. Insieme a lui si trovano sotto processo anche due cittadini indiani: Fahim Ansari e Sabauddin Ahmed, accusati di aver fornito supporto logistico al commando dei terroristi e di essere membri del gruppo militante Lashkar-e-Taiba. Nel corso dell'udienza di stamani, il pubblico ministero Ujwal Nikam ha spiegato - si legge sul sito della Bbc online - che sebbene "Qasab non fosse fisicamente presente nei luoghi presi di mira dal commando terroristico, può essere considerato responsabile degli omicidi in quanto cospiratore". Il pm ha spiegato che il commando è stato addestrato da professionisti dell'intelligence, senza però menzionare un ruolo del Pakistan nelle stragi. Il commando sarebbe stato istruito ad hoc per uccidere cittadini statunitensi, britannici e isralieani. Nuova Delhi ritiene responsabile degli attentati il gruppo estremista pachistano Lashkar-e-Taiba, messo al bando da Islamabad e attivo soprattutto nella regione del Kashmir, contesa fra i due Paesi; le autorità indiane hanno inoltre accusato alcuni settori dei servizi segreti pachistani di essere complici delle stragi. Sia il gruppo kashmiro che le autorità pachistane hanno negato ogni coinvolgimento, sebbene Islamabad abbia ammesso che parte della pianificazione delle stragi sia avvenuta sul suo territorio. Il tribunale speciale si trova nella prigione di massima sicurezza di Arthur Road, già utilizzata in passato per processi terroristici e un tunnel blindato collega l'aula alla cella di Iman: durante i sei mesi di udienze (previste oltre 2mila testimonianze) sarà proibita la circolazione nella zona della prigione. (Con fonte Afp)

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MALAWI/ ELEZIONI, LUISA MORGANTINI CAPO OSSERVATORI UE (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Malawi/ Elezioni, Luisa Morgantini capo osservatori Ue di Apcom Presidenziali e legislativi, in programma il prossimo 19 maggio -->Roma, 17 apr. (Apcom) - Luisa Morgantini, vice presidente del parlamento europeo è stata nominata Chief Observer della Missione Ue di osservazione elettorale per le elezioni presidenziali e parlamentari in Malawi che avranno luogo il prossimo 19 maggio 2009. La missione dispiegata dalla Commissione Europea- prevede un core team di sei esperti arrivati a Blantyre il 5 aprile e 28 osservatori di lungo periodo che monitoreranno gli aspetti chiave del processo elettorale, dello svolgimento dell'election day e i risultati in tutto il paese. Inoltre, 48 osservatori di breve periodo raggiungeranno il core team e gli altri osservatori per il periodo immediatamente antecedente alle elezioni per monitorare il voto e lo scrutinio. Il mandato generale della missione è di valutare eventuali irregolarità per un corretto svolgimento delle elezioni in accordo con gli standard internazionali e i principi regionali e con la "Dichiarazione di principi per l'Osservazione elettorale" adottata nell'ottobre del 2005 da numerosi paesi e enti in seno alle Nazioni Unite. La missione Eu Eom lavorerà in modo indipendente per adempiere al suo mandato e per condurre una valutazione esaustiva del processo elettorale con lo scopo di offrire un'analisi imparziale, equilibrata e dettagliata delle elezioni. Questo lavoro di osservazione è un elemento importante della politica dell'Unione Europea per la promozione dei diritti umani e della democratizzazione nel mondo. Luisa Morgantini e la missione Ue rimarranno nel Paese fino alla conclusione del processo elettorale.

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Tortura, Obama garantisce l'immunità (sezione: Diritti umani)

( da "AudioNews.it" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

venerdì 17 aprile 2009 16.53 Esteri Tortura, Obama garantisce l'immunità 14.54: Immunità per gli agenti della Cia che hanno usato tecniche di tortura negli interrogatori antiterrorismo. "Non saranno messi sotto inchiesta", ha assicurato oggi Obama, spiegando che questo è un momento di riflessione e non di vendetta. La Casa Bianca pubblicherà i quattro memorandum con cui l'amministrazione Bush giustificava l'uso delle maniere forti

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SALUTE. Un Camper per i Diritti gira per l'Italia per curare migranti e "senza dimora" (sezione: Diritti umani)

( da "HelpConsumatori" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

News SALUTE. Un Camper per i Diritti gira per l'Italia per curare migranti e "senza dimora" 17/04/2009 - 15:30 Un'unità mobile che porta la prima assistenza sanitaria alle persone vulnerabili, a coloro i quali per i motivi più svariati, non riescono ad avere accesso alle cure mediche di base. E' quanto sta realizzando da tre anni il progetto "Un camper per i diritti" dell'associazione volontaria Medici per i Diritti Umani. Dunque medici, psicologi, anche avvocati e volontari in senso ampio, cercano di fare da ponte tra i servizi sanitari e sociali e chi ne è emarginato. Questo progetto, partito nel 2007, si è concentrato soprattutto in due città italiane, Roma e Firenze, e ha avuto come referente principale la popolazione dei senza fissa dimora. Anche se non è una regola spesso questa realtà coincide con quella dell'essere migrante ed è dunque più probabile imbattersi in un "senza casa", che è scappato dal suo paese e che trova uno pseudo rifugio alla stazione o in un luogo ai limiti della società. E il Camper dei Medici per i Diritti Umani (Medu) durante il 2008 ha operato a Roma, presso la stazione Ostiense, dove da un po' di tempo decine di cittadini afgani, ma anche qualche italiano, passano la notte. Oggi, presso l'ospedale San Gallicano di Roma, i Medici per i Diritti Umani hanno presentato il Rapporto sulle attività di assistenza sanitaria su strada, a Roma e Firenze, del 2008. "Che la presenza degli afgani sia così significativa - si legge nel Rapporto, nella parte che riguarda la Capitale - dipende chiaramente dal protrarsi della situazione di instabilità nel Paese di origine a seguito della guerra, oltre che del percorso che essi seguono per approdare in Europa. Secondo il rapporto annuale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Afghanistan nel 2008 il numero delle vittime del conflitto afgano è aumentato del 40% rispetto al 2007". "Quando si è deciso di intervenire in Afghanistan, al di là del condividere o meno l'intervento, c'è il dovere di investire anche sulle vittime innocenti, che scappano dall'Afghanistan come scappano da tutti i paesi in guerra". E' quanto ha sottolineato Aldo Morrone, direttore dell'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà, che ha sede presso l'ospedale San Gallicano di Roma. Durante il suo intervento alla presentazione del rapporto di Medu Morrone ha parlato della necessità di porre l'attenzione sulle tematiche legate alla migrazione, parlarne non in termini di protesta ma di proposta, crecando di creare una realtà che supera l'emergenza. "Oggi siamo qui per lanciare un'idea, che è quella di organizzare una grande conferenza internazionale su questi temi, con il coinvolgimento dei rappresentanti istituzionali dell'Unione europea e dei paesi di provenienza di queste persone". Help Consumatori ha parlato del progetto "Un Camper per i Diritti" con Marie-Aude Tavoso, vicepresidente di Medu e autrice del rapporto presentato oggi. Come nasce l'idea di Medici per i Diritti Umani? Noi siamo un'associazione di volontariato di medici che conduce progetti nazionali e internazionali, portando assistenza sanitaria alle popolazioni in difficoltà. In Italia abbiamo il progetto Un camper per i diritti che opera a Firenze e Roma e che, attraverso un servizio di clinica mobile, porta assistenza sanitaria alla popolazione senza fissa dimora. A Firenze ci occupiamo prevalentemente dei rom e dei somali, a Roma operiamo un giorno a settimana alla stazione Ostiense, dove troviamo per la maggior parte ragazzi afgani. Perché avete scelto queste comunità? In realtà non li abbiamo scelti noi, ma abbiamo incontrato i loro bisogni. Come tutte le associazioni di volontariato di strada andiamo dove ci sono popolazioni di senza fissa dimora; non facciamo un servizio esclusivo per alcune comunità. Siamo andati alla stazione Ostiense e lì la maggior parte delle persone che dormono in strada sono afgani, loro hanno questa specificità, di trovarsi presso la stazione Ostiense da diversi anni, perché quando arrivano, dopo il loro viaggio lungo e pericoloso, sanno già che lì si trovano i loro connazionali. Presso la stazione Ostiense ci sono anche altri servizi, come la distribuzione dei pasti da parte della comunità di Sant'Egidio. Questa realtà noi la conosciamo già da 5 anni; con il Camper operiamo da tre anni. In questi 3 anni com'è stato il rapporto con l'esterno, in particolare con le istituzioni? Questo è il terzo anno consecutivo che facciamo la distribuzione delle tende per rendere un po' più umana la realtà abitativa di queste persone, che non hanno quasi mai un rifugio e subiscono tutte le condizioni climatiche, ma anche per sensibilizzare le autorità rendendo in qualche modo più visibile il problema. Il primo anno è stato ancora più evidente il problema perché le persone dormivano tutte in un parcheggio dietro il terminal della stazione e lì abbiamo costituito un piccolo campo di tende. Da lì è nata una collaborazione con l'amministrazione dell'epoca e alla fine queste persone sono state sgomberate e accolte in un centro di accoglienza. Stiamo cercando, anche con le altre associazioni di strada, di sensibilizzare le istituzioni; purtroppo il problema persiste e a nostro avviso non ci sono soluzioni adeguate. Anche dopo gli sgomberi ci ritroviamo di fronte sempre allo stesso numero di persone, senza alloggio, senza accoglienza; c'è sempre una parte significativa di minori, e di persone con lo statuto di rifugiato o il permesso di protezione umanitaria. Pensa che la diffusione mediatica potrebbe avere effetti collaterali per queste persone? Chiaramente c'è una rappresentazione mediatica che non è sempre fedele alla realtà. Purtroppo sappiamo bene che quello che colpisce è la storia più raccapricciante, come è stata da qualche giorno quella dei bimbi afgani che si nascondono nei tombini. Il problema non è un evento isolato; e non credo che le forze di polizia, né gli operatori del settore, né le autorità né tanto meno le istituzioni siano sorpresi di apprendere che a Roma c'è questa comunità. Credo che la diffusione mediatica debba essere indirizzata all'apertura di un dialogo costruttivo e alla ricerca di soluzioni specifiche e adeguate per l'accoglienza di queste persone che hanno diritto all'asilo e al minimo indispensabile per poter vivere. Ricordiamo che queste persone sono vittime di guerra e non delinquenti, quindi non è una questione che va gestita come ordine pubblico o decoro urbano. Avete rapporti con qualche ospedale in particolare? Sicuramente il San Gallicano, che oggi ci ospita. Noi facciamo un primo servizio di assistenza sanitaria che ha dei limiti. Facciamo le prime medicazioni, una prima diagnosi; ma la nostra attività è anche quella di permettere a queste persone di avere un servizio sanitario adeguato. Indichiamo loro le strutture più idonee, tra cui il San Gallicano, la Caritas, il Policlinico e, quando si tratta di problemi legali, come quello di consigliare ai minori di chiedere la tutela che gli spetta, indichiamo altre associazioni e servizi pubblici. C'è il timore della segnalazione da parte del medico? Bisogna prima di tutto ribadire che questa norma non è ancora legge e dunque se qualcuno prova a denunciare lo fa in violazione del diritto costituzionale e di tutte le normative vigenti. Speriamo che questa norma non passi mai e speriamo in una forte mobilitazione che, in questo momento, non viene solo dagli ospedali dedicati alla cura degli immigrati, ma arriva anche dall'Ordine dei medici. C'è una forte mobilitazione e noi pensiamo che questo è un problema di coscienza individuale; non crediamo che sia una buona misura per la salute della collettività e del singolo individuo, che spesso è vittima di traumi di guerra sia fisici che psicologici. di Antonella Giordano 2009 - redattore: GA

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Armi diverse, vittime diverse (sezione: Diritti umani)

( da "Galileo" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

17 Aprile 09Diritti umani | IRAQ Armi diverse, vittime diverse Fra i civili i bombardamenti hanno ucciso più donne e bambini che uomini. I dati di uno studio su The New England Journal of Medicine Quali sono gli effetti sulle vittime civili nella guerra in Iraq causati dalle diverse armi usate? A rispondere a questa domanda è uno studio pubblicato su The New England Journal of Medicine che ha mostrato come i bombardamenti aerei della coalizione guidata dagli Usa abbiano, per esempio, ucciso in misura “sproporzionata” donne e bambini rispetto agli uomini. La morte per esecuzione diretta e per tortura, invece, sembra una “prerogativa” maschile. La ricerca, che aggiorna quella uscita nel 2008, è frutto della collaborazione tra i ricercatori del King’s College London e del Royal Holloway dell’Università di Londra e un team dell’Ong irachena Iraq Body Count (Ibc), che ha messo a disposizione il proprio database. Lo studio analizza 14.196 eventi in cui 60.481 civili sono rimasti uccisi per cause violente durante i primi cinque anni del conflitto in Iraq, dal 2003 al 2008. E mostra che la morte “hi-tech”, come un missile pilotato ad alta precisione, produce un numero di morti civili di quattro per evento, pari a quello prodotto dall’uso di armi meno tecnologiche. Un numero di vittime che quadruplica non appena il focus si sposta sugli effetti prodotti dalle bombe aeree o dagli attacchi via terra, che producono 17 morti civili per evento. Cifra che scende di poco, 16 per evento, a ogni attacco suicida. Un quinto delle vittime civili è stato causato da conflitti a fuoco, mentre il 14 per cento da esecuzioni o attacchi suicidi. La maggior parte delle morti (19.706), invece, sono state provocate dopo rapimento o cattura per esecuzione diretta. Nel 95 per cento dei casi si tratta di uomini e, solo di rado, di donne o bambini. Di questi corpi, il 29 per cento (5.760) mostra segni evidenti di tortura come fori da trapano o bruciature. Per le donne e i bambini iracheni gli eventi potenzialmente più pericolosi vengono dagli attacchi aerei e dai mortai. Dopo un attacco aereo, il 47 per cento delle vittime dal sesso ancora riconoscibile sono donne, e il 39 per cento sono bambini. Nel caso di morte per attacco da mortaio l’oscillazione di queste proporzioni è lieve: il 44 per cento sono donne, il 42 per cento bambini. Nelle conclusioni i ricercatori hanno scritto, con specifico riferimento agli attacchi aerei, che ci troviamo di fronte a una evidente violazione del diritto internazionale e della Convenzione di Ginevra.

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Imperia: Università ed Unicef insieme con un corso (sezione: Diritti umani)

( da "Sanremo news" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Imperia: Università ed Unicef insieme con un corso Nasce il I Corso Universitario multidisciplinare di Educazione allo Sviluppo, durante il quale si affronteranno tematiche inerenti i diritti, cooperazione e vie per lo sviluppo. Questa opportunità è nata grazie all'Unicef, organizzatrice del corso, in collaborazione con l'Università di Genova e il Polo Universitario di Imperia. Il Corso è gratuito e aperto a tutti, gli studenti potranno avere riconoscimenti in funzione dei regolamenti di facoltà. Questo il programma del corso MODULO 1 - Diritti, politiche sociali locali e cooperazione. 21 aprile 2009 - Introduzione e saluti di autorità, responsabili e docenti. - 1. Il rapporto UNICEF sulla condizione dell'infanzia nel mondo 2009. Gli interventi indispensabili nei Paesi in via di sviluppo per la salute materna e neonatale Colomba Tirari– Presidente Comitato Provinciale UNICEF Imperia Giacomo Guerrera - Presidente Comitato Regionale UNICEF Liguria "Il Rapporto UNICEF 2009 sulla Condizione dell'Infanzia" Giuliana Meraviglia Canu Docente di Diritto Internazionale, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Genova Massimo Ruggero – Docente di Geografia e storia dello sviluppo e del sottosviluppo, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Genova "Disuguaglianze sanitarie tra Nord e Sud del mondo. Per un approccio teorico e metodologico alla doppia disparità di genere" 28 aprile 2009 - 2. Strategie e programmi di sviluppo umano. Esperienze a confronto con: Massimo Ruggero – Docente di Geografia e storia dello sviluppo e del sottosviluppo, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università degli Studi di Genova “Introduzione allo sviluppo umano. L’altra dimensione della crescita planetaria” Marco Braghero – Responsabile Ufficio Studi U.S.P. Imperia. Presidente PeaceWaves Onlus “Il processo di ricostruzione: il caso Afghanistan” Don Rito Alvarez "I diritti umani delle popolazioni indigene della Colombia" 5 maggio 2009 - 3. I diritti, la tutela dell’infanzia e gli ambiti di applicazione a livello locale Giuliana Meraviglia Canu - Docente di Diritto Internazionale, Facoltà di Economia, Università degli Studi di Genova “La cooperazione multilaterale in tema di diritti del bambino” Prof.ssa Isabel Fanlo Cortés - Docente di Filosofia del diritto, Sociologia del diritto e Controllo sociale e diritti umani, Facoltà di Giuriprudenza, Università degli Studi di Genova "La condizione dei minori stranieri a livello locale. Situazioni problematiche e prospettive di intervento" Mauro Spotorno - Docente di Geografia applicata e Geografia del Turismo, Università degli Studi di Genova - "Sviluppo partecipato e turismo responsabile. Il caso del Togo" MODULO 2 - Per un’azione diretta e concreta nell’ambito della cooperazione e dello sviluppo 12 maggio 2009 - 4. La cooperazione italiana per lo sviluppo Maria Galasso - Ricercatrice Agenzia Nazionale Scuola - Nucleo Territoriale Liguria - “I diritti tra logica ed emotività” Roberto Trovato - Docente di Drammaturgia e Istituzioni di regia, DAMS, Facoltà di lettere e filosofia, Università degli Studi di Genova ”Il diritto del bambino a praticare teatro a scuola. Esperienze nel ponente” Gian Marco Ugolini – Docente di Geografia economica e Geografia politica e scenari mondiali, Università degli Studi di Genova "Geopolitica e cooperazione: un quadro complesso e in evoluzione" 20 maggio 2009 - 5. L’UNICEF e le politiche di sviluppo nei PVS Enrico Noviello – UNICEF Italia - "Diritto all’istruzione: storie dalla Bolivia". Proiezione video "Cerca del Cielo – Vicini al cielo, Storie di ragazzi e ragazze di El Alto, Bolivia" 26 maggio 2009 - 6. Per una partnership territoriale: esperienze e modelli sostenibili negli interventi di sviluppo Ambasciatore Maurizio Moreno – Presidente dell’ Istituto Internazionale di Diritto Umanitario di Sanremo - "Diritto umanitario, diritti dell'uomo nei processi di pace" Fabrizio Bartaletti – Presidente G.I.S. e Docente di Geografia e Geografia urbana e delle regioni, Università degli Studi di Genova “Il fenomeno metropolitano nei Paesi del Terzo mondo” Sandra Morano - Docente di Ginecologia ed ostetricia, Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Genova “Nuovi modelli di sostegno alla maternità: esperienze in campo educativo e di organizzazione delle cure.”

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Torture, Obama "assolve" la Cia (sezione: Diritti umani)

( da "RomagnaOggi.it" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

17 aprile 2009 - 15.46 (Ultima Modifica: 17 aprile 2009) Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha svelato tutta la verità sulle torture dell'amministrazione Bush, pubblicando altri quattro dei famigerati memo dei consiglieri legali con dettagli raccapriccianti nel loro linguaggio asettico e burocratico. Ma allo stesso tempo ha garantito l'immunità agli agenti della Cia che hanno adottato tali pratiche "facendo il proprio dovere contando in buona fede sulle assicurazioni legali dato dal dipartimento di Giustizia". Sui metodi di tortura l'inquilino della Casa Bianca ha ribadito che gli Stati Uniti hanno definitivamente messo la parola fine alle pratiche "che minano la nostra autorita' morale e non ci rendono allo stesso tempo più sicuri". Da qui la svolta, mostrando la cruda realta': "ho deciso di pubblicare questi memorandum riservati per ragioni di sicurezza, perché credo fortemente nella trasparenza e nella responsabilità". La decisione creerà polemiche. Da Amnesty Internationale sono giunte le prime critiche alla decisione di non punire i responsabili, mentre il Centro per diritti costituzionali Usa ha parlato della "più grande delusione" arrivata dall'Amministrazione Obama.

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Diritti umani, Frattini: ''non ci sono le condizioni per partecipare'' (sezione: Diritti umani)

( da "RomagnaOggi.it" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

17 aprile 2009 - 16.23 (Ultima Modifica: 17 aprile 2009) ROMA - Le condizioni per l'Italia per re-impegnarsi nel negoziato per la conferenza Durban II (che inizierà lunedì prossimo a Ginevra) sono "inaccettabili". E' quanto ha affermato il ministro degli Esteri, Franco Frattini. "L'Italia - ha spiegato - mantiene l'atteggiamento di disimpegno dal negoziato tenuto fino ad ora, una scelta del resto presa anche dagli Stati Uniti". Ma per ora, ha garantito il ministro, "non ci sono le condizioni" per la partecipazione italiana. Il ministro ha spiegato di aver avuto colloqui telefonici "con i miei colleghi inglese, francese, svedese, tedesco, danese e olandese, e ho presentato loro i dubbi dell'Italia ed ho ricordato che l'impegno, con i colleghi europei, proseguirà fino all'ultima ora". Frattini non ha comunque escluso il raggiungimento di una posizione comune Ue, desiderando "una conferenza equilibrata". "Quindi continueremo a lavorare fino all'ultima ora con i colleghi europei" per arrivare alle condizioni necessarie a una più ampia partecipazione.

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Al Colosseo domani, Global day for Darfur (sezione: Diritti umani)

( da "Articolo21.com" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Al Colosseo domani, Global day for Darfur di Antonella Napoli Anche quest’anno si celebra in tutto il mondo il ‘Global Day for Darfur’, dedicato alla crisi in atto nella regione sudanese dal febbraio 2003 e che dal 2007 viene ricordata anche in Italia, grazie all'impegno di ‘Italians for Darfur’, associazione Onlus di cui fanno parte giornalisti, operatori umanitari ed esponenti della società civile e da Articolo 21, che ha lanciato la campagna “Diamo voce al Darfur”. Testimonial Monica Guerritore. Quest'anno la Giornata mondiale per il Darfur ha una valenza ancor più importante visto l'inasprimento della situazione sul campo e il rischio di peggioramento del conflitto dopo i recenti avvenimenti, sia giudiziari sia politici, da cui sono scaturite conseguenze disastrose sul piano umanitario. Per questo il Global Day for Darfur 2009, che in Italia si terrà al Colosseo a partire dalle 10, sarà dedicata alla raccolta di fondi per la realizzazione del centro pediatrico di Emergency a Nyala, nel sud Darfur. All'iniziativa sono collegati un libro e una mostra 'Volti e colori del Darfur', allestita nella piazza antistante il monumento simbolo dei diritti umani, i cui proventi saranno destinati al progetto. L’opera è nata proprio per sensibilizzare l’opnione pubblica sulla crisi sudanese per troppo tempo ignorata e ancora oggi, nonostante il grande scalpore suscitato dal mandato di arresto per il presidente del Sudan Omar Al Bashir, stenta a trovare spazio sugli organi di informazione. Alla giornata di mobilitazione - diretta a sostenere la forza di pace autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ancora stenta ad entrare nel pieno delle sue funzioni, e a ribadire la richiesta di un forte intervento della diplomazia internazionale affinché si ponga termine ai massacri perpetrati in Darfur - hanno aderito Articolo 21, Amnesty International, Tavola della Pace, Comunità ebraica, Ugei, Bené Berith giovani, Non c'è pace senza giustizia e molte altre associazioni che si occupano di diritti umani. Il conflitto in Darfur, nell’arco di sei anni, ha provocato (stime Onu) tra i 200 e i 300.000 morti e ha costretto almeno due milioni e mezzo di persone alla fuga, destinandole ad una vita da sfollati sia all'interno del Sudan, sia nei campi profughi in Ciad, circostanza che di fatto ha allargato il conflitto anche a questo paese confinante. A complicare la situazione l'espulsione di 13 organizzazioni non governative decisa dal presidente Al Bashir, all'indomani dell'emissione nei suoi confronti del mandato di cattura spiccato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l'umanità. La popolazione del Darfur è rimasta, così, senza assistenza e le poche Ong che ancora operano sul campo hanno enormi difficoltà a coprire tutte le aree della regione. Ecco perché l'azione di Emergency è di fondamentale importanza. Il nostro sostegno al progetto per il centro pediatrico a Nyala è totale e chiediamo anche il vostro aiuto.

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Diritti umani, l'Italia conferma "Boicottiamo la conferenza Onu" (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Diritti umani, l'Italia conferma "Boicottiamo la conferenza Onu" 17 aprile 2009 alle 15:41 — Fonte: Esteri">repubblica.it — 0 commenti Il ministro Frattini chiude le porte a "Durban 2" a poche ore dalla scadenza Insieme a Usa e parte della Ue. "Documento troppo duro con Israele" Vincenzo Nigro

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Riomaggiore/Al Castello la presentazione del libro "Diritti diversi, la legge negata ai gay" (sezione: Diritti umani)

( da "Cittàdellaspezia.com" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Riomaggiore/Al Castello la presentazione del libro "Diritti diversi, la legge negata ai gay" Domani, sabato 17 aprile, presso il Castello di Riomaggiore, alle ore 17 l'avv. Anna Maria Bernardini De Pace presenterà il suo ultimo libro: "Diritti diversi, la legge negata ai gay". Parteciperanno al dibattito, moderato dalla giornalista de Il Secolo XIX Sondra Coggia, la stessa autrice, l'on. Andrea Orlando e il presidente del Parco delle Cinque Terre Franco Bonanini. "Il 28 giugno 2008 - scrive l'avv. Bernardini De Pace - ho dato finalmente serio e concreto impulso a questo libro che elaboravo nel mio cuore e nella testa fin da quando avevo quattordici anni e avevo deciso di cambiare scuola perchè un mio pezzo sulla discriminazione degli omosessuali era stato censurato dal responsabili del giornalino del ginnasio che frequentavo. Dunque proprio il 28 giugno 2008, per onorare i moti di Stonewall, ho risolutivamente raccolto i miei appunti, i ritagli di giornale, la competenza giuridica nel frattempo acquisita e ho deciso di dare voce a quella che è, praticamente da sempre, una mia convinzione profonda: l'irrinunciabilità di liberare il movimento GLBT dalla tortura della discriminazione".

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Rai, Corte Strasburgo: giusto pagare il canone (sezione: Diritti umani)

( da "Reuters Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

BRUXELLES (Reuters) - La Corte europea dei diritti umani ha dichiarato inammissibile il ricorso di un abbonato Rai che si era visto sigillare il suo televisore dalla Guardia di Finanza per non aver pagato il canone. Lo si legge in una nota della Corte di Strasburgo. Il caso risale al 2003, quando la Finanza si era recata a casa di un abbonato vicentino per sigillargli il televisore a seguito del mancato pagamento del canone. L'apparecchio era stato messo in una borsa di nylon così che non potesse essere usato. L'abbonato, che quattro anni prima aveva scritto alla Rai chiedendo la sospensione dell'abbonamento, aveva fatto ricorso alla Corte sostenendo che fossero stati violati l'articolo 10 della Convenzione europea sui diritti umani sulla libertà di espressione, e l'articolo 8 sul diritto a rispettare la vita privata e della famiglia. L'uomo sosteneva infatti che l'atto di rendere inutilizzabile il suo televisore fosse una misura sproporzionata che gli impediva anche di vedere i canali privati. La Corte ha tuttavia dichiarato manifestamente infondato il ricorso, sostenendo che "la misura ha perseguito un fine legittimo: dissuadere individui dal non pagare una tassa, o in altre parole dissuaderli dal mettere fine all'abbonamento al servizio pubblico televisivo". Secondo la Corte, indipendentemente dalla volontà dell'utente di vedere i programmi sui canali pubblici, "il mero possesso di un televisore lo obbliga a pagare la tassa in questione". Pertanto, ha aggiunto la Corte, "la misura consistente nel sigillare la televisione del ricorrente in una borsa era proporzionata allo scopo perseguito dalle autorità italiane".

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Obama assolve la Cia: immunità per le torture (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 92 del 2009-04-17 pagina 0 Obama assolve la Cia: immunità per le torture di Redazione I funzionari della Cia non saranno perseguiti per aver utilizzato metodi duri durante gli interrogatori. In cambio la Casa Bianca è pronta a rendere pubbliche 4 minute con cui l’amministrazione Bush giustificò l’uso della mano pesante durante gli interrogatori dei sospettati Washington - "I funzionari della Cia non saranno perseguiti per aver utilizzato metodi duri durante gli interrogatori", ha assicurato il presidente americano, Barack Obama, che all’indomani del suo insediamento alla Casa Bianca, annunciando la chiusura del carcere di Guantanamo, bloccò anche questi metodi di interrogatorio. La rassicurazione di Obama nei confronti dei funzionari della Cia che, ha sottolineato, non saranno incriminati, è arrivata insieme all’annuncio che la Casa Bianca è pronta a rendere pubbliche quattro minute con cui all’epoca dell’amministrazione Bush veniva giustificato l’uso della mano pesante durante gli interrogatori dei sospettati di terrorismo. I documenti dell'era Bush Documenti scottanti, che risalgono al 2002, e che si confermano il rapporto più ampio mai diffuso finora e relativo agli interrogatori dei sospetti di terrorismo e presunti membri di al Qaida. Sono, stando a quanto conferma il Washington Post, i memo dicui la Casa Bianca ha annunciato la diffusione: di fatto, la base legale che l’amministrazione di Bush utilizzò per giustificare l’adozione di tecniche di interrogatorio che i critici in tutto il mondo hanno descritto spesso con il termine tortura. La scelta di Obama Il presidente americano ha motivato la diffusione dei documenti con l’esistenza di "circostanze eccezionali" (stando a quanto reso noto da un comunicato); tra queste, la necessità di confermare tattiche che per molto tempo sono state al centro di diversi sospetti e anche per prevenire "congetture errate e incendiarie". Contestualmente, il dipartimento di Giustizia Usa ha anche "rassicurato" i funzionari della Cia: gli agenti di intelligence non saranno infatti accusati dal governo per le tecniche di interrogatorio utilizzate in passato, dunque anche per il waterboarding. "Sarebbe ingiusto accusare uomini e donne dediti a proteggere l’America per una condotta che è stata autorizzata dallo stesso dipartimento della Giustizia", ha detto il ministro della Giustizia Usa Eric H. Holder, stando a quanto risulta da un comunicato. Tornando ai memo, questi descrivono le tecniche di interrogatorio che sono state utilizzate su più di una dozzina di detenuti considerati fonti di intelligence particolarmente "elevate", a seguito degli attentati terroristici dell’11 settembre del 2001. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Obama assolve la Cia (sezione: Diritti umani)

( da "AprileOnline.info" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Obama assolve la Cia L.C., 17 aprile 2009, 14:54 Guantanamo Il presidente Usa pubblica quatro documenti che descrivono le torture praticate ai danni dei prigionieri di Guantanamo, chiede di chiuedere l'oscuro capitolo degli abusi negli interrogatori con la "riflessione" e "non con la vendetta" L'era Bush è finita, l'"oscuro" capitolo degli abusi e delle torture negli interrogatori va superato con la "riflessione" e non con la "vendetta". Il presidente Usa, Barack Obama, ha annunciato così la svolta americana sui metodi di detenzione e sulle tecniche di interrogatorio impiegati dalla Cia. Un cambiamento rivelato ieri con un comunicato in cui il presidente ha fatto sapere di non aver intenzione di perseguire gli agenti della Cia implicati e accompagnato da quattro documenti in cui, nero su bianco, si descrivono le durissime tecniche avallate dall'Amministrazione Bush. Detenuti tenuti svegli per undici giorni di seguito; sbattuti contro le pareti con uno speciale collare al collo e poi rinchiusi in un container ermetico al buio insieme a insetti; detenuti lasciati completamente nudi e al freddo per giorni, senza cibo, oppure ammanettati per periodi prolungati; simulazioni di annegamento, il famigerato "waterboarding". Non solo, i "memo" rivelano anche il quadro legale entro il quale agire senza problemi nella base di Guantanamo e nelle altre carceri Usa. Le tecniche furono usate contro 14 detenuti che secondo gli Usa avevano un "valore" particolare, dopo gli attacchi dell'11 settembre: tra gli altri, l'uomo considerato il 'cervello' dell'11 settembre, Khalid Sheikh Mohammed, che si era inizialmente rifiutato di rispondere agli interrogatori; e l'amministrazione Bush si convinse che proprio gli interrogatori "rafforzati" usati successivamente contribuirono ad evitare ulteriori attentati, come lo schianto di un aereo dirottato contro una torre di Los Angeles. "Coloro che hanno fatto il loro dovere in buona fede - ha spiegato Obama - basandosi sui consigli legali del Dipartimento di Giustizia non saranno perseguiti". Sui metodi di tortura Obama ha quindi ribadito che gli Usa hanno una volta per tutte messo la parola fine alle pratiche "che minano la nostra autorità morale e non ci rendono allo stesso tempo più sicuri". Da qui la decisione di voltare pagina mostrando la cruda realtà: "Le nostre informazioni riservate vengono normalmente protette per ragioni di sicurezza, ma ho deciso di pubblicare questi memorandum perché credo fortemente nella trasparenza e nella responsabilità". Una decisione comunque destinata a creare polemiche: da Amnesty International sono infatti arrivate le prime critiche alla decisione di non punire i responsabili ("un salvacondotto gratis per l'impunità") mentre il Centro per diritti costituzionali Usa ha parlato della "più grande delusione" arrivata dall'Amministrazione Obama.

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DARFUR: FINI, FARE OGNI SFORZO PER RISTABILIRE LA PACE (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

(ASCA) - Roma, 17 apr - ''E' mia convinzione che le Istituzioni nazionali e internazionali debbano fare ogni sforzo per ristabilire la pace in questa martoriata area del Sudan, sconvolta da un terribile e lungo conflitto, promuovendo i valori della pace e della difesa dei diritti umani, requisiti essenziali per lo sviluppo di un popolo e per un futuro di stabile e serena convivenza dell'umanita'''. E' quanto afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini in un messaggio inviato al presidente dell'associazione promotrice della Giornata mondiale per il Darfur, Antonella Napoli in concomitanza con il Global day for Darfur e che avra' luogo a Roma il 19 aprile prossimo. ''Auspico - sottolinea Fini- che iniziative come la vostra svolgano l'importante compito di accrescere la consapevolezza dei cittadini della gravita' della situazione umanitaria del Darfur, rappresentando con rigore e completezza la drammatica condizione in cui versa la popolazione''.

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Darfur/ Fini: occorre fare ogni sforzo per ristabilire la (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 17 apr. (Apcom) - Le istituzioni nazionali e internazionali devono "fare ogni sforzo per ristabilire la pace" nella "martoriata" regione sudanese del Darfur, teatro dal 2003 di una guerra covile, "promuovendo i valori della pace e della difesa dei diritti umani". E' quanto scrive il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un messaggio inviato all'associazione Italians for Darfur in occasione della Giornata mondiale del Darfur di domenica prossima. "Auspico che iniziative come la vostra svolgano l'importante compito di accrescere la consapevolezza dei cittadini della gravità della situazione umanitaria in Darfur - scrive ancora Fini - rappresentando con rigore e completezza la drammatica condizione in cui versa la popolazione". Il conflitto in atto nella regione sudanese dal febbraio 2003 ha causato finora almeno 300.000 morti e 2,7 milioni di profughi e sfollati. L'appuntamento per domenica prossima è alle 10.30 al Colosseo, a Roma.

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Darfur/ Napolitano: Italia si impegni per una pace duratura (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 17 apr. (Apcom) - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "incoraggia l'impegno dell'Italia" per far fronte alla "drammatica emergenza umanitaria in Darfur" e per sostenere le iniziative della comunità internazionale per "una pace duratura nella regione". E' quanto si legge il Presidente in un messaggio inviato in occasione della Giornata mondiale per il Darfur, in programma domenica prossima in diverse capitali mondiali, tra cui Roma. L'appuntamento è alle 10.30 al Colosseo, organizzato dell'associazione Italians for Darfur, con l'adesione dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia, di Amnesty International, di Non c'è pace senza giustizia e di altre associazioni che si occupano di diritti umani. Il conflitto in atto nella regione sudanese dal febbraio 2003 ha causato finora almeno 300.000 morti e 2,7 milioni di profughi e sfollati.

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Rai/ Corte europea respinge ricorso contro pagamento del (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Bruxelles, 17 apr. (Apcom) - Chi possiede un televisore in Italia deve pagare il canone Rai. E' quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, che ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino vicentino, Antonio Faccio, che dopo aver chiesto la risoluzione dell'abbonamento Rai nel 1999, nel 2003 si è visto entrare in casa la Guardia di Finanza per sigillare il suo televisore. Faccio si appellava agli articoli 1 (protezione della proprietà privata), 8 (libertà di espressione e, quindi, diritto all'informazione) e 10 (violazione della vita familiare, per l'ispezione della polizia tributaria in casa propria) della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo. L'uomo sosteneva anche che il blocco del televisore era una misura sproporzionata rispetto al mancato pagamento del tributo, che fra l'altro l'ha privato del diritto all'informazione. I giudici di Strasburgo hanno stabilito che in base alle leggi italiane "il mero possesso di un televisore comporta il pagamento della tassa in questione". Secondo la Corte europea il canone Rai non rappresenta il pagamento per un servizio individuale, ma una tassa che "contribuisce ad un servizio comunitario".

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A ROMA UNA GIORNATA LIONS PER LA CITTADINANZA UMANITARIA EUROPEA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

A Roma una giornata Lions per la Cittadinanza Umanitaria Europea di Apcom Domani all'auditoriun della Link Campus University -->Roma, 17 apr. (Apcom) - Sarà la Giornata Nazionale della Cittadinanza Umanitaria Europea quella che si celebrerà domani 18 Aprile 2009 a cura del Distretto 108L (Lazio, Umbria e Sardegna) con una manifestazione celebrativa che si terrà alle ore 10:30 nell'Auditorium della Link Campus University di Roma in via Nomentana 355. Prenderanno parte alla manifestazione il sottosegretario agli affari esteri Vincenzo Scotti, in qualità di Presidente della Fondazione Link Campus e, come ospite, Sun Yuxi Ambasciatore della Repubblica Popolare di Cina. Saranno inoltre presenti delegazioni dei Distretti Lions della Bulgaria e della Slovenia. L'evento, organizzato dal Past Governatore Lions Vincenzo Mennella e voluto dall'attuale Governatore Distrettuale Franco Emilio Pirone, avrà lo scopo di celebrare il quinto anniversario della firma della Carta della Cittadinanza Umanitaria Europea sottoscritta a Roma il 2 Ottobre 2004 in occasione del 50° Forum dei Lions Europei. Con la sottoscrizione della Carta della Cittadinanza Umanitaria Europea gli oltre 280 mila cittadini europei associati nei Club Lions si sono impegnati, come recita il primo articolo del documento, a considerare ogni cittadino Europeo come portatore di doveri sociali umanitari verso le comunità in cui vive e lavora. Ognuno dei Club Lions, impegnandosi a diffondere i contenuti della Carta, si adopererà perché gli Enti presenti sul territorio contribuiscano a generare il sentimento di appartenenza dei cittadini ad una comunità "umanitaria" che renda i popoli capaci di autodeterminarsi liberandosi dalle dipendenze morali e dai bisogni materiali. Il diritto all'istruzione, l'abbattimento delle barriere razziali, la parità di tutti i cittadini di fronte alle leggi locali e nazionali, il diritto alla salute e alla assistenza sociale, il diritto al lavoro e alla autodeterminazione, le pari opportunità sociali diventano, con la sottoscrizione della Carta della Cittadinanza Umanitaria, impegno civile di tutti i cittadini da realizzarsi con comportamenti concreti e atti organizzati di sussidiarietà alle attività degli Enti Governativi preposti. La cittadinanza umanitaria europea, recita il secondo articolo della Carta, è espressione dei principi del pluralismo, della sussidiarietà sociale e della solidarietà umanitaria e si esercita a tutela dei diritti umani fondamentali, realizzandosi attraverso la effettiva partecipazione di tutti i cittadini europei alla organizzazione solidale e sociale della comunità, prendendo attivo interesse al bene civico, culturale, sociale e morale del continente europeo Il Lions Club International conta in Italia oltre 40 mila associati di cui 4500 circa appartenenti al Distretto 108L di Lazio, Umbria e Sardegna. Tra le attività del Lions Club International primeggia la assistenza ai disabili della vista, l'impegno contro la fame e la povertà nei paesi meno sviluppati e la difesa dei diritti dei minori contro abusi e violenze anche attraverso la rete internet e a causa del disagio sociale delle famiglie.

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UNZBEKISTAN/ HRW: INCHIESTA SU ATTACCO A ATTIVISTA DIRITTI UMANI (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Unzbekistan/ Hrw: inchiesta su attacco a attivista diritti umani di Apcom Aggredita mentre si trovava col figlio di 5 anni -->Roma, 17 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Le autorità uzbeke dovrebbero aprire un'inchiesta immediatamente sull'aggressione subita dall'attivista per i diritti umani Elena Urleava, che fa parte dell'Alleanza per i diritti umani dell'Uzbekistan. L'afferma in un comunicato l'organizzazione Human Rights Watch (Hrw). "Non ci sono dubbi che Urlaeva è stata aggredita per vendicarsi del proprio lavoro sui diritti umani", ha affermato Holly Cartner, direttore per l'Europa e l'Asia centrale di Hrw. "E' solo l'ultimo degli incidenti - ha continuato - in una lunga, vergognosa teoria di intimidazioni e abusi contro i difensori dei diritti umani in Uzbekistan". L'aggressione ha avuto luogo, spiega Hrw, in una fase di crescita delle intimidazioni ai gruppi impegnati sul fronte dei diritti umani dopo che lo scorso autunno l'Unione europea ha revocato le sanzioni contro Tashkent. Urlaeva è stata attaccata al mattino di due giorni fa, mentre lasciava casa sua con il suo bambino di cinque anni. Due giovani, vestiti di nero e con occhiali da sore, l'hanno presa a pugni e calci. L'hanno inoltre minacciata col coltello e l'hanno invitata a lasciare il paese. Secondo Urlaeva, sulla scena dell'aggressione c'era un'auto nera che poteva appartenere alla polizia segreta uzbeka. Da mesi, ha affermato l'attivista, s'era accorta di essere seguita.

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IMMIGRATI/ GOZI (PD): GOVERNO NON SIA SORDO, BENE PROTAGONISMO UE (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Immigrati/ Gozi (Pd): Governo non sia sordo, bene protagonismo Ue di Apcom "Fallimento delle politiche italiane" -->Roma, 17 apr. (Apcom) - Il ministro Maroni, "di fronte al fallimento delle politiche italiane sull'immigrazione non può invocare il protagonismo europeo a senso unico o dare lezioni ai ministri di altri paesi": lo afferma Sandro Gozi, deputato del Pd e capogruppo nella commissione Politiche dell'Unione europea di Montecitorio, il quale ricorda, in una nota, che "la cooperazione tra gli stati membri ha sempre due direzioni e, dunque, le polemiche sollevate da esponenti della maggioranza contro il rapporto del commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, Thomas Hammarberg, sono molto preoccupanti. Il governo - dice ancora Gozi - non può restare sordo di fronte alla forte presa di posizione europea contro le scelte del governo italiano. Del resto, Hammarberg non è la prima voce critica. In Italia, oltre al Pd e al resto dell'opposizione, la società civile, dagli operatori sanitari a quelli impegnati nell'accoglienza e nella gestione territoriale dei migranti, è sdegnata per la proposta medici che possano denunciare gli immigrati alle autorità".

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USA-CUBA/ CLINTON: SODDISFATTI PER APERTURA RAUL CASTRO (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Usa-Cuba/ Clinton: soddisfatti per apertura Raul Castro di Apcom Leader cubano: sì a dialogo purché paritario -->Santo Domingo, 17 apr. (Apcom) - Il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha espresso soddisfazione per "l'apertura" del leader cubano Raul Castro, che si era detto ieri pronto al dialogo con Washington "su tutto, compresi i diritti umani e i prigionieri", purché su base paritaria. "Siamo soddisfatti per quest'apertura, e la esamineremo con attenzione", ha dichiarato Clinton in conferenza stampa a Santo Domingo, dove si trova in visita. L'Amministrazione Obama ha deciso di allentare alcune delle restrizioni previste dall'embargo statunitense in vigore dal 1962, ma la Casa Bianca ha avvertito che prima di una revoca definitiva occorrerà vedere quanto Cuba sia disposta ad accettare la democrazia. I rapporti fra Washington e L'Avana saranno una delle questioni in cima all'agenda del Summit delle Americhe, che si apre oggi a Trinidad e Tobago con Cuba (espulsa dall'Organizzazione degli Stati Americani nel 1962) grande assente. (fonte Afp)

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MUMBAI/ PROCESSO STRAGI, PM: COMPLOTTO NATO IN PAKISTAN (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mumbai/ Processo stragi, pm: "complotto nato in Pakistan" di Apcom Per l'accusa coinvolti membri intelligence Islamabad -->Mumbai, 17 apr. (Ap) - Udienza oggi nell'ambito del processo sugli attentati di Mumbai messi a segno tra il 26 e il 29 novembre scorsi e costati la vita a 174 persone. L'accusa, il pm Ujjwal Nikaml, ha definito le stragi un "complotto nato in Pakistan per attaccare l'India" e ha suggerito il coinvolgimento di professionisti dell'intelligence di Islamabad. Secondo Nikam dietro agli attacchi sanguinosi ci sarebbe il gruppo militante estremista Lashkar-e-Taiba; inoltre uno dei sospetti complici, tale Colonnello R. Saadat Ullah, sarebbe dipendente di una organizzazione dell'esercito pachistano. L'imputato nel processo per gli attentati, il 21enne pachistano Mohammed Ajmal Amir Iman, conosciuto anche come "Qasab"- unico superstite del commando armato che ha seminato panico e terrore nella capitale finanziaria indiana - ha intanto ritrattato la confessione resa precedentemente, affermando che è stata estorta sotto tortura. Lo ha detto il suo legale: "non è stata una confessione volontaria, ma è stata estorta in maniera coercitiva e con la forza" ha spiegato l'avvocato Abbas Kazmi, aggiungendo inoltre che il suo cliente "è stato torturato fisicamente". Il processo si è aperto dopo una serie di rinvii; l'ultimo dopo che la legale della difesa, Anjali Waghmare, è stata ricusata per un potenziale conflitto di interessi. Qasab è accusato di strage, atti di guerra, omicidio e tentato omicidio; se condannato rischia la pena di morte. Insieme a lui si trovano sotto processo anche due cittadini indiani: Fahim Ansari e Sabauddin Ahmed, accusati di aver fornito supporto logistico al commando dei terroristi e di essere membri del gruppo militante Lashkar-e-Taiba. Nel corso dell'udienza di stamani, il pubblico ministero Ujwal Nikam ha inoltre spiegato - si legge sul sito della Bbc online - che sebbene "Qasab non fosse fisicamente presente nei luoghi presi di mira dal commando terroristico, può essere considerato responsabile degli omicidi in quanto cospiratore". Il pm ha spiegato che il commando sarebbe stato istruito ad hoc per uccidere cittadini statunitensi, britannici e isralieani. (Con fonte Afp)

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DARFUR/ FINI: OCCORRE FARE OGNI SFORZO PER RISTABILIRE LA PACE (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Darfur/ Fini: occorre fare ogni sforzo per ristabilire la pace di Apcom Messaggio per la Giornata mondiale per il Darfur di domenica -->Roma, 17 apr. (Apcom) - Le istituzioni nazionali e internazionali devono "fare ogni sforzo per ristabilire la pace" nella "martoriata" regione sudanese del Darfur, teatro dal 2003 di una guerra covile, "promuovendo i valori della pace e della difesa dei diritti umani". E' quanto scrive il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un messaggio inviato all'associazione Italians for Darfur in occasione della Giornata mondiale del Darfur di domenica prossima. "Auspico che iniziative come la vostra svolgano l'importante compito di accrescere la consapevolezza dei cittadini della gravità della situazione umanitaria in Darfur - scrive ancora Fini - rappresentando con rigore e completezza la drammatica condizione in cui versa la popolazione". Il conflitto in atto nella regione sudanese dal febbraio 2003 ha causato finora almeno 300.000 morti e 2,7 milioni di profughi e sfollati. L'appuntamento per domenica prossima è alle 10.30 al Colosseo, a Roma.

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DARFUR/ NAPOLITANO: ITALIA SI IMPEGNI PER UNA PACE DURATURA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Darfur/ Napolitano: Italia si impegni per una pace duratura di Apcom Domenica prossima si celebra Giornata mondiale per Darfur -->Roma, 17 apr. (Apcom) - Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "incoraggia l'impegno dell'Italia" per far fronte alla "drammatica emergenza umanitaria in Darfur" e per sostenere le iniziative della comunità internazionale per "una pace duratura nella regione". E' quanto si legge il Presidente in un messaggio inviato in occasione della Giornata mondiale per il Darfur, in programma domenica prossima in diverse capitali mondiali, tra cui Roma. L'appuntamento è alle 10.30 al Colosseo, organizzato dell'associazione Italians for Darfur, con l'adesione dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia, di Amnesty International, di Non c'è pace senza giustizia e di altre associazioni che si occupano di diritti umani. Il conflitto in atto nella regione sudanese dal febbraio 2003 ha causato finora almeno 300.000 morti e 2,7 milioni di profughi e sfollati.

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Usa-Cuba: Clinton, nostra politica è stata fallimentare (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Usa-Cuba: Clinton, nostra politica è stata fallimentare 17 aprile 2009 alle 19:15 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti La politica degli Stati Uniti su Cuba è stata "fallimentare". È il giudizio del segretario di Stato americano, Hillary Clinton, rimarcando che gli Usa salutano con soddisfazione "l'apertura" di Raul Castro all'offerta di dialogo fatta da Barack Obama. Il presidente cubano aveva detto di essere pronto a "parlare di tutto, in qualsiasi momento: dai diritti umani alla libertà di stampa, ai prigionieri politici". Clinton ha risposto: "prendiamo molto sul serio" queste parole. "Noi continuiamo a cercare strade più produttive da seguire perché per il presidente Obama, per me e per la nostra amministrazione l'attuale politica su Cuba è fallimentare in un incontro a Santo Domingo. AGI

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Conferenza Onu, l'Italia conferma la sua assenza (sezione: Diritti umani)

( da "Cittàdellaspezia.com" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Conferenza Onu, l'Italia conferma la sua assenza L'Italia, assieme agli Stati Uniti e ad altri paesi della Ue, non dovrebbe partecipare da lunedì alla conferenza Onu di Ginevra, la cosiddetta "Durban 2" dedicata al tema dei diritti umani. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha spiegato che, dopo le ultime revisioni della bozza di dichiarazione finale, nel testo rimangono affermazioni discriminatorie nei confronti di Israele che suggeriscono al governo italiano di non partecipare ai lavori finali. "Non ci sono oggi le condizioni per rimpegnarsi nel negoziato per la conferenza, quindi l'Italia mantiene l'atteggiamento di disimpegno dal negoziato che ha portato avanti finora, così come hanno fatto gli Usa", ha detto oggi Frattini in conferenza stampa.

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Usa/ Consulente governo: Ponderata decisione Obama su memo (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 17 apr. (Apcom) - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha impiegato almeno un mese prima di decidere di pubblicare i memo che il suo predecessore George W. Bush ha utilizzato per giustificare l'adozione della tortura negli interrogatori dei sospetti di terrorismo. E' quanto ha detto David Axelrod, consulente senior della Casa Bianca. Obama "ha pensato molto alla questione, e si è consultato ampiamente perchè c'erano due principi in ballo - ha detto Axelrod, stando a quanto riportato dal sito Politico.com - Uno è stato rappresentato dalla 'santa' esigenza di tenere segrete le operazioni...tenendo fede alle persone che le hanno eseguite e considerando l'impatto sulla sicurezza nazionale. L'altro è stato il bisogno di assicurare il rispetto verso la trasparenza". Il consulente ha precisato che Obama si è consultato di conseguenza con diversi funzionari del dipartimento della Giustizia e della Cia, parlando anche con il numero uno del National Intelligence e con i membri del dipartimento della Sicurezza Interna. Obama si è reso conto di conseguenza di essere sul punto di prendere "una grave decisione", e per questo ha impiegato "quattro settimane circa". Axelrod ha risposto così alle critiche che sono arrivate da un ex funzionario del governo Bush, che ha definito la decisione di diffondere i documenti scottanti "incredibile". Una decisione, ha poi aggiunto, "che provoca un grande danno alla nostra sicurezza nazionale, in quanto assicura che (tali tecniche) non saranno mai più utilizzate".

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Unzbekistan/ Hrw: inchiesta su attacco a attivista diritti (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 17 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Le autorità uzbeke dovrebbero aprire un'inchiesta immediatamente sull'aggressione subita dall'attivista per i diritti umani Elena Urleava, che fa parte dell'Alleanza per i diritti umani dell'Uzbekistan. L'afferma in un comunicato l'organizzazione Human Rights Watch (Hrw). "Non ci sono dubbi che Urlaeva è stata aggredita per vendicarsi del proprio lavoro sui diritti umani", ha affermato Holly Cartner, direttore per l'Europa e l'Asia centrale di Hrw. "E' solo l'ultimo degli incidenti - ha continuato - in una lunga, vergognosa teoria di intimidazioni e abusi contro i difensori dei diritti umani in Uzbekistan". L'aggressione ha avuto luogo, spiega Hrw, in una fase di crescita delle intimidazioni ai gruppi impegnati sul fronte dei diritti umani dopo che lo scorso autunno l'Unione europea ha revocato le sanzioni contro Tashkent. Urlaeva è stata attaccata al mattino di due giorni fa, mentre lasciava casa sua con il suo bambino di cinque anni. Due giovani, vestiti di nero e con occhiali da sore, l'hanno presa a pugni e calci. L'hanno inoltre minacciata col coltello e l'hanno invitata a lasciare il paese. Secondo Urlaeva, sulla scena dell'aggressione c'era un'auto nera che poteva appartenere alla polizia segreta uzbeka. Da mesi, ha affermato l'attivista, s'era accorta di essere seguita.

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I memorandum Usa della tortura legale contro al Qaeda (sezione: Diritti umani)

( da "CittadinoLex" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Sei in: Prima Pagina | Società | Testo Pagine e pagine di prosa legale che spiegano le tecniche consentite I memorandum Usa della tortura legale contro al Qaeda (Top secret -Us Department of Justice 1.8.2002) di Ludovico Fraia Pagine e pagine di prosa legale burocratica apparentemente senza nessun tipo di coinvolgimento emotivo. Sono quelle che il Dipartimento per la giustizia americano ha diffuso giovedì 16 per descrivere le brutali tecniche di interrogatorio usati dalla Cia sui sospetti aderenti ad al Qaeda. I documenti sono simili a memorandum tecnici che spiegano agli agenti degli interrogatori che cosa possono fare senza violare il divieto di tortura previsto nelle leggi americane. Si tratta, in sostanza, delle tecniche finora segrete che l'amministrazione Bush consentiva nella lotta al terrorismo. Si va da piccole violenze psicologiche come schiaffi assestati con una tecnica particolare a rinchiudere una persona in una cassa insieme con insetti che si sa che il prigioniero teme, fino al waterboarding, una tecnica di annegamento simulato che viene interrotta e ripresa continuamente. Da tenere presente che l'attuale ministro della giustizia di Barack Obama, Eric H. Holder, ritiene almeno l'annegamento simulato sia comunque una vera e propria tortura, e dunque sia illegale, come dimostra il fatto che alcuni prigionieri giapponesi furono condannati dopo la seconda guerra mondiale per aver usato questa tecnica sui prigionieri. Il presidente Obama ha cancellato tutto questo con un colpo di spugna, ma ha anche dovuto pagare un prezzo, assolvendo gli agenti che eseguivano ordini del precedente presidente. Anche decidere per la pubblicazione dei documenti top secret non è stata cosa facile, per la comprensibile opposizione dei servizi segreti. Lo stesso nuovo direttore della Central Intelligence Agency, Leon Panetta, ha tentato di opporsi con l'argomento, non del tutto infondato, che rivelare documenti di questa segretezza potrebbe costituire un precedente pericoloso per la tenuta di futuri segreti.(17 aprile 2009)

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M.O./ WRITER GERUSALEMME SCRIVONO LETTERA SU MURO SEPARAZIONE (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

M.O./ "Writer" Gerusalemme scrivono lettera su muro separazione di Apcom Sarà lunga 2.625 metri -->Ram (Cisgiordania), 17 apr. (Ap) - "Miei cari fratelli palestinesi": è solo l'inizio di una lettera che coprirà 2.625 metri del muro di separazione israeliano in Cisgiordania, grazie al lavoro dei "writer" palestinesi di Gerusalemme. La lettera è stata composta dall'attivista per i diritti umani sudafricano Farid Esack, e afferma che il trattamento che Israele riserva ai palestinesi che vivono sotto occupazione militare è per alcuni aspetti peggiore dell'apartheid. Il muro - ritenuto illegale dalla Corte Internazionale di Giustizia dell'Onu nel 2004 - era stato costruito nel 2002 per fermare gli attentati suicidi degli attivisti palestinesi.

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USA/ CONSULENTE GOVERNO:PONDERATA DECISIONE OBAMA SU MEMO TORTURA (sezione: Diritti umani)

( da "Wall Street Italia" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Usa/ Consulente governo:Ponderata decisione Obama su memo tortura di Apcom Il presidente si è consultato con diversi funzionari -->Roma, 17 apr. (Apcom) - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha impiegato almeno un mese prima di decidere di pubblicare i memo che il suo predecessore George W. Bush ha utilizzato per giustificare l'adozione della tortura negli interrogatori dei sospetti di terrorismo. E' quanto ha detto David Axelrod, consulente senior della Casa Bianca. Obama "ha pensato molto alla questione, e si è consultato ampiamente perchè c'erano due principi in ballo - ha detto Axelrod, stando a quanto riportato dal sito Politico.com - Uno è stato rappresentato dalla 'santa' esigenza di tenere segrete le operazioni...tenendo fede alle persone che le hanno eseguite e considerando l'impatto sulla sicurezza nazionale. L'altro è stato il bisogno di assicurare il rispetto verso la trasparenza". Il consulente ha precisato che Obama si è consultato di conseguenza con diversi funzionari del dipartimento della Giustizia e della Cia, parlando anche con il numero uno del National Intelligence e con i membri del dipartimento della Sicurezza Interna. Obama si è reso conto di conseguenza di essere sul punto di prendere "una grave decisione", e per questo ha impiegato "quattro settimane circa". Axelrod ha risposto così alle critiche che sono arrivate da un ex funzionario del governo Bush, che ha definito la decisione di diffondere i documenti scottanti "incredibile". Una decisione, ha poi aggiunto, "che provoca un grande danno alla nostra sicurezza nazionale, in quanto assicura che (tali tecniche) non saranno mai più utilizzate".

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M.O./ "Writer" Gerusalemme scrivono lettera su muro (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 17-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ram (Cisgiordania), 17 apr. (Ap) - "Miei cari fratelli palestinesi": è solo l'inizio di una lettera che coprirà 2.625 metri del muro di separazione israeliano in Cisgiordania, grazie al lavoro dei "writer" palestinesi di Gerusalemme. La lettera è stata composta dall'attivista per i diritti umani sudafricano Farid Esack, e afferma che il trattamento che Israele riserva ai palestinesi che vivono sotto occupazione militare è per alcuni aspetti peggiore dell'apartheid. Il muro - ritenuto illegale dalla Corte Internazionale di Giustizia dell'Onu nel 2004 - era stato costruito nel 2002 per fermare gli attentati suicidi degli attivisti palestinesi.

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